I giochi del fato di lorian (/viewuser.php?uid=131913)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una scoperta tremenda ***
Capitolo 2: *** La generosità di un Potter ***
Capitolo 3: *** Hope ***
Capitolo 4: *** Il brivido della verità ***
Capitolo 5: *** Una piccola e magica bambina ***
Capitolo 6: *** Gli anni passano e si arriva a Beauxbatons ***
Capitolo 7: *** Un traguardo raggiunto ***
Capitolo 8: *** Beata quotidianità ***
Capitolo 9: *** Un dolore che ti lacera il cuore ***
Capitolo 10: *** Una decisione dolorosa e sofferta ***
Capitolo 11: *** L'incontro con un biondo destino ***
Capitolo 12: *** Un invito inaspettato ***
Capitolo 13: *** Una nuova vita per Hope ***
Capitolo 14: *** I dubbi di un sentimento appena nato ***
Capitolo 15: *** Una vendetta rinviata ***
Capitolo 16: *** Un matrimonio davvero magico ***
Capitolo 17: *** Una luna di miele babbana ***
Capitolo 18: *** Un terremoto che sconvolge le fondamenta ***
Capitolo 19: *** La miserevole fine dell'eroe ***
Capitolo 20: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Una scoperta tremenda ***
I
GIOCHI DEL FATO
Ciao
ragazze, eccomi tornata con un altra follia delle
mie.
Mi
auguro che vi possa piacere così come è successo
a
Oddio mi si è ristretto il Malfoy.
Premetto
fin da subito, che sarà una storia d'amore un
pò più seria e che stavolta la parte del cattivo,
se così si può dire, la farà
Harry Potter.
Ho
preferito lasciare tranquillo Ronald Weasley, anche
perchè credo di avergliene fatte passare parecchie
nell'ultima storia.
Quindi
ecco giungere il cambio di guardia, che forse
non piacerà a tutte ma la storia è stata
concepita così.
Augurandomi
comunque che sia di vostro gradimento, vi
ringrazio anticipatamente per il tempo che mi concederete a leggerlo e
vi invito
a fermarvi un secondo alla fine del capitolo per alcune comunicazioni
importanti.
Ciao
Lorian
P.S.
VISTA LA CHIUSURA
DI TINYPIC, RIEDITERÒ TUTTE LE STORIE ELIMINANDO LE
FOTOGRAFIE
Capitolo
1: Una scoperta tremenda
Due
corpi nudi che si muovono all'unisono, alla
ricerca del godimento assoluto.
Le
mani che ansiose si sfiorano, si toccano, si
accarezzano per conoscersi meglio.
Le
bocche che calde si uniscono mentre le loro lingue
saggiano il sapore dell'altro.
Gli
occhi non si staccano da quelli del compagno; per
entrambi è un momento unico ma solo per uno di loro, questa
situazione è
vissuta con vero amore.
Per
l'altro è solo una mera questione di sesso.
Ogni
gesto, ogni parola, ogni promessa che lui ha
fatto a lei è solo una grande ed immensa bugia.
Luna
Lovegood, la ragazza che ad Hogwarts portava la nomina di stramba e
svampita,
quella famosa per i suoi orecchini a forma di ravanello e per la sua
collana
fatta con i tappi della Burrobirra.
Quella
che vedeva e vede tuttora degli animali
immaginari, come i Plimpi ghiottoni, i Ricciocorni schiattosi,
i
Gorgosprizzi o i famosi Nargilli,
che
esistono solo nella sua fervida
immaginazione.
Quella
che sapendo di essere sonnambula, si coricava
direttamente con le scarpe ai piedi.
Riconoscibile
dai lunghi capelli biondi e dai grandi
occhi grigi che le conferiscono un'aria sognante.
Harry
James Potter il bambino della profezia, quello che è
sopravvissuto per ben due
volte all'anatema che uccide, colui che ha salvato il mondo magico,
eliminando
Voldemort dalla faccia della terra.
Quello
che è fidanzato ufficialmente con Ginevra Molly
Weasley e che sta prendendo in giro Luna, dichiarandole un amore che in
realtà
è ben lontano dal provare.
E
la sua bugia diventa ancora più ignobile quella
notte, perchè lui sa che sarà l'ultima che
passeranno insieme.
Infatti,
nonostante parecchie volte lui aveva promesso
a Luna di sposarla, la mattina successiva
sarebbe
convolato a nozze con la sua Ginny.
Non
prova rimorso Harry Potter, non prova fastidio;
l'unica cosa che sente è un puro e profondo godimento, tra
le braccia della sua
amante.
Quando
i due ragazzi raggiungono l'apice del piacere,
Harry crolla su di lei poi esce dal suo corpo e si sposta velocemente,
per
evitare di farle male.
Si
sdraia dal lato del suo letto e la tira a se,
abbracciandola stretta.
Il
loro respiri sono affannati, i loro cuori battono
ad una velocità impressionante e i loro corpi sono sudati ma
appagati.
Luna
gli rivolge uno sguardo a dir poco adorante,
carico di amore e devozione poi stremata, chiude lentamente gli occhi e
si
adagia tra le braccia di Morfeo, addormentandosi serenamente.
L'indomani
mattina, quando si sveglia, Luna si accorge
che il materasso accanto al suo è vuoto e che le lenzuola
sono fredde, segno
che sono diverse ore che Harry si è alzato.
La
ragazza si rigira nel letto inquieta, perchè è la
prima volta che lui non è nel letto con lei ma poi pensa che
probabilmente ci
sarà stata un emergenza nella sede degli Auror, di cui
è il capo e che magari
per non svegliarla, ha deciso di andare via di soppiatto.
Luna
sorride per il pensiero gentile che il ragazzo ha
avuto e dopo essersi stiracchiata, si alza dal letto e si dirige in
bagno per
farsi una doccia energizzante.
Dopo
aver finito di lavarsi, la ragazza esce dalla
toilette e mentre si asciuga i capelli, si accorge di un biglietto
ripiegato e
poggiato nel comodino dal lato di Harry.
Sorride,
perchè è certa che lui le fornirà la
spiegazione di quella scomparsa ma non appena apre il foglio di
pergamena, il
sorriso le svanisce dal volto.
Davanti
ai suoi occhi increduli, appaiono due sole
parole che le conficcano uno spillone, diritto al centro del cuore:
Perdonami
. Addio
Mentre
tiene tra le mani tremanti quel foglio, Luna
cerca di spiegarsi il motivo di quelle parole ma non riesce a darsi una
spiegazione convincente.
Rivive
tutta la notte precedente, alla disperata
ricerca di un errore magari commesso da lei ma nulla le appare strano
al punto
da indurre il ragazzo a chiederle perdono e a dirle addio.
Fortemente
in ansia, Luna inizia a vestirsi e non appena
è pronta, si fionda fuori da casa sua e si mette a correre
in mezzo alla
strada.
E'
intenzionata a cercare Harry, per farsi dare una
spiegazione convincente ed è diretta a Grimmauld place.
Se
non lo troverà lì, si fionderà al
Ministero nel
reparto Auror, perchè lui deve dirle che diavolo
è successo per lasciarla così.
All'improvviso
si blocca nel mezzo della strada e il
cuore le schizza direttamente in gola.
Fa
fatica a respirare e le sue gambe si piegano come
se fossero fatte di gelatina mentre gli occhi le si sgranano e al tempo
stesso,
si riempiono di lacrime.
Lentamente,
Luna si avvicina ad un edicola magica
dove, dopo averla pagata, prende una copia della Gazzetta del Profeta.
In
prima pagina vi è riportato un annuncio che per il
cuore di Luna, equivale ad una condanna a
morte:
Noi
della Gazzetta del Profeta, facciamo i nostri più
sentiti auguri al grande Harry Potter e alla sua bellissima fidanzata
Ginevra
Weasley, che oggi convoleranno a giuste nozze.
Tutti
i particolari a pagina quattro.
Luna freneticamente apre il giornale alla pagina indicata e al centro,
campeggia una foto dei due fidanzati che sorridono stringendosi vicini.
Leggendo,
la ragazza scopre che lui è fidanzato con
Ginny da tre anni e che proprio quel giorno, i due si sarebbero sposati
nella
chiesa di San Bartholomew a Hogsmeade.
Dopo
la fine della scuola, Luna era partita per un
viaggio intorno al mondo nell'inutile ricerca dei suoi graziosi ed
inesistenti
animaletti ed era ritornata da dieci mesi.
La
prima persona che aveva incontrato era stato
proprio Harry, che con parole calde e passionali, l'aveva convinta del
suo
amore e del fatto che quando lei era partita, si era reso conto di
essersene
innamorato.
Luna
aveva vissuto quei mesi solo in sua funzione e
visto che suo padre era morto l'anno prima, non aveva al mondo altri
che lui.
Inevitabilmente
Luna ripensò a tutte le sue belle e
false frasi d'amore:
Mi
sei mancata piccola, ti ho cercata dappertutto.
Mi
fai ridere, come nessun'altro riesce a fare.
Ti
amo Luna, mi sei entrata sotto la pelle e mi scorri
dentro le vene.
Presto
ci sposeremo tesoro! Quando tutto il clamore
intorno al ragazzo sopravvissuto si sarà spento,
farò di te la signora Potter.
Quando
saremo sposati, partiremo e faremo un
lunghissimo viaggio intorno al mondo.
Quante
bugie, quante menzogne, quante falsità e
sopratutto quanta ipocrisia.
Luna
aveva creduto a quelle frasi e le aveva fatte
sue; aveva atteso con ansia che arrivasse finalmente il giorno in cui
lui le
avrebbe messo la fede al dito.
E
ora scopriva che la fede, lui la stava mettendo al
dito di Ginevra Weasley.
Un
fiotto di acida nausea le sale in gola, talmente
potente da farla piegare in due.
Lentamente
si accascia a terra e disperata, comincia a
singhiozzare poi quando riesce a calmarsi e a ottenere una parvenza di
tranquillità, si rialza e con un solo gesto si
smaterializza, apparendo davanti
alla chiesa di Hogsmeade.
Non
sa bene cosa vuole ma una cosa di sicuro la sa:
con tutte quelle bugie, lui ha ucciso l'amore
che
lei sentiva nei suoi confronti.
Non
lo vuole più ma non vuole neppure permettergli di
essere felice con un altra.
In
quel momento, non le importa del dolore che
provocherà a Ginny, che inconsapevole di tutto sta per
diventare sua moglie.
Vuole
solo farla pagare a lui, che si è rivelato il
più grande dei traditori.
Con
dei passi lenti si avvicina al portone e giunta lì
davanti, poggia entrambe le mani sulle maniglie.
Sente
il cuore batterle direttamente in gola ma si fa
forza e spinge le grandi porte.
Con
sua grande sorpresa,la ragazza si accorge che la
chiesa è deserta e che sul pavimento ci sono tanti petali e
una moltitudine di
chicchi di riso.
Comprende
che quella farsa di matrimonio si è già
conclusa e in preda alla rabbia, augura al suo ex amante di pagarla
cara.
Fosse
anche tra vent'anni, la vita dovrà presentargli
il conto e lui dovrà comprendere quanto dolore ha provocato
a lei, in questo
infausto giorno.
Si
volta e lasciandosi alle spalle quel luogo mistico,
si avvia verso il paese.
Tra
le lacrime osserva Hogsmeade e vede che la vita
per tutti gli altri continua, così come dovrà
accadere anche a lei.
Sorpassa
i Tiri vispi Weasley e nota un cartello posto sull'ingresso, che dice:
Chiuso
per matrimonio e la nausea torna a farle compagnia.
Comincia
a correre forsennatamente e in breve si
ritrova in un campo deserto e arido così come si sente lei.
In
preda agli sconvolgimenti, Luna crolla in ginocchio
e affonda le mani in quella terra polverosa, come se volesse afferrare
la
soluzione ai suoi problemi.
Rimane
lì per un bel pò, tanto da non accorgersi che
ha iniziato a piovere e che la terra si è tramutata in fango.
Un
fango denso e viscido dove la ragazza affonda le
mani, continuando a piangere e a lamentarsi.
Quando
si calma, si alza lentamente e porta lo sguardo
alle sue dita.
Le
vede incrostate e sporche; le osserva e si rende
conto che lei si sente sporca, esattamente come lo sono le sue mani.
Tirando
un grosso respiro, ingoia a fatica il groppo
che le si è formato in gola poi tira fuori la bacchetta e
con un Gratta e netta
ben assestato, le sue mani tornano candide.
Le
scoppia una risata amara, al solo pensiero che
vorrebbe fare lo stesso anche con la sua anima ma poi scuote la testa e
si
smaterializza, apparendo nuovamente a casa sua.
Alla
vista di quel letto disfatto, dove non più tardi
di dodici ore fa si stava rotolando con Harry, le risale la rabbia ma
decide di
ignorare quella
sensazione.
Con
pochi gesti della bacchetta, raduna tutte le sue
cose e le infila nelle valigie poi le rimpicciolisce e le mette nella
tasca
quindi, dopo aver dato un ultima occhiata alla sua abitazione si
smaterializza,
senza pensare seriamente a dove andare.
Appare
davanti ad un campo, dove spicca una meravigliosa distesa di
profumatissima
lavanda che si estende a perdita d'occhio.
Luna
è affascinata da ciò che vede e per un attimo,
riesce a dimenticare quello che le è successo ma poi in modo
inesorabile, tutto
le torna nella mente vivido e doloroso.
Lasciandosi
alle spalle quella meraviglia della
natura, la ragazza si mette a camminare e lo fa, fino a quando incontra
un'anziana donna che passeggia con il suo cane.
Luna
si avvicina e quando scopre che la signora
comprende alla perfezione l'inglese, le chiede in che paese si trovano.
La
donna la fissa stranita poi le chiede: " Ti
senti bene, piccola?"; Luna annuisce con un debole sorriso e lei dopo
averle fatto una carezza delicata sulla testa, le dice: " Siamo
ad Aix-en-provence,
una città situata nella Francia meridionale e per la
precisione nella regione
della Provenza!".
Luna
la ringrazia poi le domanda: " Mi perdoni signora ma mi saprebbe
indicare
un posto dove posso lavorare?" e la donna, dopo averle fatto un sorriso
le
risponde: " Certo piccola! Se continui ad andare
diritto, arriverai davanti all'hotel Saint Christophe.
Lì
ci lavora come direttore, mio nipote Michael; digli
che ti manda sua zia Laverne.
Sono
certa che ti aiuterà molto volentieri!".
La
ragazza la ringrazia poi dopo averla salutata,
s'incammina nella direzione che le ha indicato la signora.
Dopo
dieci minuti di tragitto, Luna intravede la facciata dell'hotel e prima
di
avvicinarsi, si ferma a pensare e decide che d'ora in poi,
rinuncerà alla
magia.
Questo,
perchè vuole tagliare del tutto i ponti con il
passato.
Non
appena prende questa decisione, si rende conto di
sentirsi meglio ed entra dentro l'hotel.
Quando
varca le porte, Luna si ritrova nella hall e si
dirige verso la reception.
La
ragazza addetta all'accoglienza, le rivolge un
caldo sorriso chiedendole come può aiutarla e lei le
risponde: " Sto
cercando un lavoro e la signora Laverne, mi ha detto di chiedere del
direttore
dell'hotel!".
La
receptionist annuisce quindi le chiede di attendere
nella saletta adiacente.
Luna
la ringrazia e si accomoda sulle poltrone.
Pochi
minuti dopo, viene raggiunta da un uomo molto affascinante.
Luna
lo guarda e rimane colpita dalla sua bellezza:
alto all'incirca 1.80, spalle ampie e possenti, lunghi capelli castani,
una
leggera barba incolta e gli occhi di un delizioso verde bosco.
Dopo
essersi presentati, lui le chiede di seguirlo nel
suo ufficio.
Quando
si accomodano alla scrivania, Michael la studia
in silenzio ed inizia a pensare che quella ragazza è bella
ma veste sicuramente
in modo strano; il suo abbigliamento particolare , però gli
mette
incredibilmente allegria.
L'uomo
con fare pensieroso, intreccia le mani e le
porta sotto il mento poi con la voce forte e potente dice: " Mi parli
di
lei!".
La
ragazza annuisce e con un filo di voce risponde:
" Mi chiamo Luna Lovegood, sono inglese e mi trovo in Francia per scopi
di
studio.
Ero
con degli amici ma per dei motivi che sarebbe
troppo lungo spiegarle, loro sono partiti portandosi via le mie valigie
e i
miei documenti.
Ora
ho bisogno di un lavoro, perchè è mia intenzione
mettere da parte un pò di soldi per poterli raggiungere!
Ho
incontrato sua zia Laverne, che è una donna davvero
dolcissima e lei mi ha detto di venire qui a parlare con suo nipote".
Michael
sorride, perchè si rende conto subito che
quelle che ha detto Luna, sono solo delle bugie ma istintivamente sente
di
potersi fidare di lei e dopo qualche minuto risponde: " Mi sono sempre
vantato di riconoscere le persone giuste a pelle, così come
capisco subito se mi
mentono.
So
che quello che mi ha detto non corrisponde a verità
ma io non sono nessuno per giudicarla o colpevolizzarla.
Come
le ho già detto, riconosco a pelle le persone che
mi piacciono e lei è una di queste.
Anche
mia zia Laverne deve averla pensata come me,
quindi ho deciso di assumerla in prova per qualche tempo e poi vediamo
come
va!".
Luna
annuisce abbassando lo sguardo e i suoi occhi si
posano sulla targhetta che è posta sul ripiano della
scrivania.
Sente
l'aria svanirle dai polmoni e subito s'irrigidisce,
iniziando a tremare.
Non
riesce a credere alla beffa che il destino le sta
giocando: su quel piccolo pezzo di metallo vi è inciso:
Direttore dell'hotel e
sotto c'è il suo nome, che è Michael James Potter.
Michael
vedendo la sua reazione, si alza subito in
piedi e dopo essersi avvicinato al distributore, prende un bicchiere di
acqua e
lo porge alla ragazza.
Luna
lo afferra di getto ed inizia a berlo come
farebbe un assetata nel deserto.
Quando
ha finito, poggia il bicchiere sulla scrivania
e Michael le chiede: " Luna, mi può dire che diavolo
è successo?".
La
ragazza lo fissa poi risponde: " Rimango
sempre sorpresa dalla complessità del destino.
Stamattina
un Potter mi ha distrutto la vita e adesso,
un altro Potter me l'ha ridata!".
L'uomo
sgrana gli occhi e le chiede spiegazioni ma
Luna scuote la testa poi dice: " Non adesso la prego!
Le
giuro che presto le racconterò tutto ma in questo
momento, non me la sento!".
Michael
annuisce e dopo aver tirato un profondo respiro dice: "
Aiuterà Yvette la
cameriera, dormirà negli alloggi del personale e
mangerà con loro nelle cucine.
Il
suo stipendio sarà mensile ed ammonterà a 1200
€!".
Luna
lo ringrazia calorosamente poi gli dice: "
Signor Michael, le prometto che non si pentirà di avermi
dato fiducia.
Anche
se non ho esperienza, le giuro che ce la metterò
tutta per non deluderla e presto le spiegherò il senso di
quella frase!".
Michael
annuisce e la scorta fuori dal suo ufficio,
per mostrarle gli alloggi del personale.
Per
la dolce Luna Lovegood, il mondo magico si chiude
definitivamente ma come diceva Hermione, quando si chiude una porta, si
apre
sempre un portone.
Bene
ragazze, eccomi qui.
Voglio
cogliere l'occasione per informarvi che sabato
prossimo, posterò il primo capitolo di una nuova Dramione
che stiamo scrivendo
a quattro mani, io e Carolux1997.
Si
tratta di un crossover che vede i personaggi di
Harry Potter, ambientati però nei luoghi dei Pirati nei
Caraibi.
Vi
invito a seguirla numerose perchè si prospetta una
bella storia dove ci saranno amore, dolori, avventura, amicizia,
invidie e
risate.
Vi
rinnovo quindi per sabato 28 settembre,
l'appuntamento con:
NATI
SOTTO LO STESSO DESTINO
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Capitolo 2 *** La generosità di un Potter ***
Ciao
ragazze e benvenute.
Innanzitutto
vi devo ringraziare di vero cuore per
l'affetto che mi avete dimostrato, leggendo il primo capitolo di questa
storia.
Siete
state davvero tante e mi avete fatta felice,
spero solo che la stessa cosa accada con questo.
Non
mi dilungo in chiacchiere inutili, ma vi chiedo
ovviamente se vi va, di dare un occhiata al mio account
perchè oggi pubblicherò
due nuove storie: una one shot e una long crossover.
Baci
Lorian
Capitolo
2: La generosità di un Potter
Sono
passati due mesi e ormai Luna si è ambientata,
alla vita che si conduce al Saint Christophe.
Ha
imparato alla perfezione il suo lavoro, è diventata molto
amica di Yvette, è
coccolata sia da Susanne la cuoca dell'hotel che da Laverne,
è la preferita da
tutti i clienti al quale dedica sempre un grande e luminoso sorriso.
Un
sorriso che però, non raggiunge mai i suoi occhi
che rimangono foschi e senza vita.
Di
questo particolare se ne sono accorti tutti ma il
primo ad averlo notato è stato Michael.
L'uomo,
si è innamorato di quella biondina che ha
portato una ventata di novità nella sua vita; lui sa che la
ragazza si porta
dentro un macigno che la sta schiacciando e non sa davvero come
aiutarla.
In
questi mesi, lei ha continuato ad essere gentile ma
non gli ha più raccontato la verità, sul segreto
che si porta dentro e lui ha
voluto rispettare la sua privacy, anche se a volte vorrebbe tanto avere
qualche
potere magico per saper leggere nel pensiero e capirci di
più.
Sa
che deve andarci con i piedi di piombo, perchè Luna
è come una bolla di sapone: se si usa troppa irruenza,
potrebbe scoppiare e
svanire nel nulla e lui questo non può permetterlo.
Per
questo si limita ad osservarla da lontano e gode
di quei sorrisi fatti a metà, riempiendosene gli occhi
quando la ragazza li fa.
Nel
frattempo la studia, per cercare di comprenderla
meglio; oramai sa riconoscere le giornate no e quelle che invece la
fanno
sembrare quasi una persona normale.
Quel
giorno per esempio, è uno di quei giorni negativi
in cui Luna non è certo al meglio di sé.
Lui
decide di lasciarla da sola e di non assillarla
troppo, perchè ha il terrore che se lei si sentisse
soffocata, potrebbe
scappare via dall'hotel e quell'ipotesi azzardata lo spaventa.
Ha
preferito quindi rintanarsi nel suo ufficio e per
non pensare, inizia a controllare la contabilità.
Perdersi
negli spazi infiniti dei numeri, lo ha sempre
aiutato a racimolare un pizzico di razionalità e in quel
momento lui ne ha
davvero bisogno.
Dopo
circa mezz'ora, viene distolto dai suoi calcoli,
da un frenetico picchiettio alla porta.
Sbuffando
dà il suo permesso e pochi secondi dopo, sulla porta appare
il viso preoccupato
di Yvette.
Michael
le chiede che succede e lei passandosi una
mano tra i capelli, risponde: " Capo, io so che tu sei molto preso da
Luna; per questo ho pensato che fosse meglio venire da te!".
L'uomo
la fissa basito poi le chiede: " Scusami
Yvette ma di che cavolo stai parlando?" e lei dopo aver deglutito,
risponde: " Poco fa, ho visto Luna correre via in lacrime e si stava
dirigendo verso la terrazza.
So
che tra di noi, tu sei l'unico che è in grado di
aiutarla, quindi ti prego capo va da lei e fa qualcosa!".
Michael,
che era scattato in piedi già quando Yvette
gli ha detto che Luna era in lacrime, non la fa neppure finire di
parlare.
Esce
correndo dal suo ufficio e quando scopre che
l'ascensore è fermo al quarto piano, ad una
velocità sconsiderata sale le
scale, facendo quattro gradini alla volta.
Arriva
in cima con il fiatone ma si fa forza per
apparire sereno e senza perdere altro tempo, spinge la porta che
conduce alla
terrazza.
Si
addentra all'esterno e la vede: è ferma vicino al
parapetto ed è intenta a fissare il panorama che
c'è intorno.
Passo
dopo passo, si avvicina a lei e quando si trova
ad un palmo dalle sue spalle, allunga una mano e le sfiora il braccio.
Se
si aspettava di vederla trasalire, Michael resta
deluso anzi si sorprende, quando Luna mormora: " Sapevo che saresti
venuto, capo!".
L'uomo
le chiede come ha fatto a capire che si
trattava di lui e la ragazza, dopo aver fatto un sorrisino triste
aggiunge:
" E' il tuo profumo! Lo riconoscerei tra mille!".
Michael
rimane colpito dalla sua frase e dopo aver
fatto un altro passo verso di lei, le poggia entrambe le mani sulle
spalle per
poi voltarla verso di lui.
Quando
se lo ritrova davanti, Luna cerca di abbassare
il volto per non fargli vedere che ha pianto ma l'uomo glielo impedisce
e con
due dita le prende il mento, tirandole su il viso.
Poi
delicatamente, con l'indice sinistro le asciuga le
ultime lacrime che ancora bagnano le sue guance.
Con
la voce forte e sicura, Michael le dice: " Luna, io ho rispettato la
tua
privacy e non ti ho chiesto più nulla, di ciò che
ti faceva soffrire.
Ho
atteso con pazienza, che trovassi il momento giusto
per confidarti con me ma tu non lo hai fatto.
Non
ti sto accusando di niente, sia chiaro ma ci sono
sempre stato male quando vedevo che i sorrisi che facevi, non
arrivavano mai ai
tuoi occhi.
Comprendo
che c'è qualcosa che ti fa soffrire e io sto
da schifo, perchè vorrei aiutarti ma davvero non so che fare.
Yvette
poco fa, mi ha informato che ti ha vista
scappare in lacrime e che sei salita quassù.
Sono
corso da te, perchè temevo che stessi male e
adesso vorrei tanto che tu ti confidassi con me!".
Luna
lo guarda con i suoi grandi occhi chiari poi annuisce brevemente e
inizia a
parlare.
Gli
racconta di come ha conosciuto Harry, ovviamente
tacendogli il fattore della magia poi gli dice:
"
La nostra era una scuola speciale che durava
sette anni, era composta da quattro classi che racchiudevano in loro
dei
precisi canoni!
Sarebbe
troppo complicato per me spiegarti di più,
quindi ti chiedo di accontentarti di questo!".
Michael
annuisce e Luna riprende a dire: " In
quegli anni, quasi tutti avevano stretto una profonda amicizia con gli
altri.
Gli
unici che rimanevano in disparte, erano quelli
della classe Serpeverde che racchiudeva in sé, tutti coloro
che eccellevano in
ambizione e opportunismo.
Dopo
la fine della scuola, ho deciso di partire per
fare un lungo viaggio intorno al mondo.
Mio
padre mi aveva spronato a farlo, perchè diceva che
conoscere luoghi, etnie e idiomi diversi, mi avrebbe aiutato.
Sono
stata lontana da Londra per quasi due anni e un
anno fa, vi ho fatto ritorno.
La
prima persona che ho incontrato è stata Harry; lui
mi ha detto che gli ero mancata molto e che si era accorto di essere
innamorato
di me.
Devi
credermi Michael, sono sincera se ti dico che
ancora adesso non so come abbia fatto a convincermi dei suoi sentimenti.
Con
molta probabilità, la troppa lontananza e la
solitudine non mi avevano aiutato; mi sentivo sola, anche
perchè mia madre era
morta quando avevo nove anni e l'anno precedente era morto anche mio
padre; io,
che mi trovavo in Indonesia, ero stata informata con molti giorni di
ritardo e
non ero nemmeno potuta tornare per il funerale.
Ero
sola al mondo e per lui, quello era un terreno
fertile.
Adesso
mi rendo conto che mi aveva isolato da tutti
gli altri; vivevo chiusa in casa, nell'ansiosa attesa del suo arrivo.
Mi
confondeva la testa con le sue frasi d'amore, dove
mi prometteva che un giorno ci saremmo sposati e saremmo stati felici.
Io
credevo alle sue parole ma tutto è andato in
frantumi, la mattina del giorno in cui arrivai qui!".
Michael
è in tensione, perchè sente di essere ad un
passo dallo scoprire finalmente quello che ha distrutto Luna, anche se
ciò che
lei gli ha già detto è incredibile e pazzesco.
Il
modo in cui si è comportato quel tipo è
vergognoso
e abominevole e lui vorrebbe davvero mettergli le mani addosso, per
cambiargli
completamente i connotati.
L'uomo
cerca di mantenere la sua impassibilità, per
evitare che Luna si blocchi non raccontandogli più nulla.
La
ragazza ricomincia a parlare, narrandogli i fatti
per filo e per segno, partendo da quella maledetta mattina fino
all'arrivo
all'hotel.
Ovviamente
per evitare inutili casini, ufficialmente
il viaggio era stato fatto in aereo e non smaterializzandosi.
Quando
la biondina finisce di parlare, Michael le
dice: " Piccola Luna, posso capire come tu ti sia sentita.
Quel
tipo è un folle esaltato, che meriterebbe solo di
soffrire come un cane e non è escluso che prima o poi questo
non accada ma ora
vorresti spiegarmi il senso di quella strana frase che hai detto quel
giorno?
Che
vuol dire che un Potter ti ha distrutto la
vita e un altro Potter te l'ha ridata?".
La
ragazza scuote la testa poi mormora: " Mi
riferivo al fatto che il destino, oltre al danno ci aveva messo anche
la
beffa!".
"
Ma di che beffa parli, Luna?" le chiede
curioso Michael e lei sorridendo amaramente aggiunge:
"
Del fatto che quel maledetto, si chiama Harry
James Potter così come tu ti chiami Michael James Potter,
hai capito
adesso?".
Michael
spalanca la bocca esterrefatto poi sibila:
" Oh merda! Vuoi dire che lui ha lo stesso secondo nome e cognome che
ho
io?".
Luna
annuisce e Michael si passa una mano tra i
capelli in segno di frustrazione poi dice: " Non
avrei
mai pensato che potesse accadere una cosa del
genere; sapere che esiste un mio quasi omonimo che si è
comportato come una
bestia, me lo fa odiare ancora di più e mi fa essere ancora
più vicino a te.
E'
davvero terribile quello che ti è successo
ma credo che ci sia qualcos'altro che oggi ti ha indotto a
stare male
così, non è vero?".
Luna
annuisce abbassando gli occhi poi dice: " Tremo
al solo pensiero di come reagirai, quando ti dirò che cosa
ho scoperto
stamattina ma anche se questo mi spaventa, mi vedo costretta a farlo!".
Michael
le rialza nuovamente il volto poi fissandola
negli occhi, le dice: " Non togliermi mai il privilegio di guardarti
negli
occhi, perchè celarmi il tuo sguardo equivale a togliermi il
respiro.
Non
temere la mia reazione Luna, parlami con il cuore
in mano e io ti prometto che ti ascolterò, con tutta la
calma che
possiedo!".
La
ragazza gli fa un pallido sorriso poi stringe i
pugni e dice: " Stamattina, ho scoperto di aspettare un bambino da quel
mostro e ora sono disperata, perchè non voglio nulla che mi
tenga legata a
lui!".
Michael
aggrotta le sopraciglia poi con la voce funerea le chiede: " Luna, non
starai pensando sul serio di rinunciare a tuo figlio, vero?".
La
ragazza si passa le mani tra i capelli in segno di
esasperazione poi con la voce frustrata, dice: " E secondo te cosa
dovrei
fare? Questo figlio è nato da un inganno e tante bugie, mi
ricorderebbe sempre
il dolore che ho subito e sarebbe davvero troppo per me!".
Michael
le afferra le mani poi le dice: " Questo
figlio è stato concepito dall'amore che tu provavi ed
è solo questa la cosa di
cui ti deve importare.
Tu
ci avevi messo il cuore e hai creato ciò, che è
già
una magia di per sé.
Ogni
bambino è un miracolo e tutti hanno il diritto di
nascere, per poter dimostrare al mondo intero che loro non sono i figli
della
colpa ma dell'amore.
Prova
a pensare a te come il solo ed unico genitore di
quell'angelo e vedrai che sarai in grado di darle tutto l'amore che hai
dentro!".
Luna
scuote la testa poi mormora: " Mi dispiace
Michael ma non posso farcela; da sola non posso riuscirci!".
L'uomo
l'afferra per le spalle poi le dice: " E
chi ti dice che sarai da sola? Chi ti dice che dovrai affrontare tutto
questo,
con le tue uniche forze?".
La
ragazza sbuffa infastidita poi dice: " E chi
pensi che sarebbe così stolto, da accollarsi una donna che
attende il figlio di
un altro?".
Michael
le porge la mano poi, quando lei basita gliela
stringe dice: " Piacere sono Michael, lo stolto!".
Luna
sgrana in modo spropositato i suoi grandi occhi e spalanca la bocca
incredula
poi quando riesce a riprendersi, scuote la testa e dice: " Michael, tu
devi essere impazzito!
Mi
conosci a malapena, lavoro qui da due mesi, non sai
nulla di me; che cosa ti spinge ad accettare di assumerti la
paternità di un
bambino, che non è il tuo?
Se
lo fai per convincermi a non abortire, sappi che
non è necessario.
Non
volevo farlo realmente! Porterò a termine la
gravidanza e poi prenderò in considerazione, la
possibilità di dare il bambino
in adozione".
Michael
corruga la fronte poi afferra la ragazza per
le spalle e con la voce tetra dice: " Pensi
davvero
che accetterei di diventare padre di questo
bambino, solo per uno scrupolo di coscienza?
Se
davvero lo credi, vuol dire che non hai capito
niente di me e questo mi fa male.
E'
vero, ci conosciamo da poco tempo ma è stato
sufficiente, per capire che sei la donna che voglio al mio fianco come
amica,
fidanzata, amante, moglie e madre dei miei figli.
E
se ancora non hai capito ciò che voglio farti
comprendere, vuol dire che te lo devo dire in modo più
esplicito: io, Michael
James Potter mi sono innamorato di te, Luna Lovegood e lo sono senza
possibilità
di ritorno.
Voglio
diventare il padre di questo bambino, perchè è
il tuo bambino e se tu me lo permetterai, diventerà anche il
mio.
Ora
sta a te decidere cosa fare; hai nelle tue mani il
mio destino, oltre che quello della creatura che ti cresce in grembo!".
Due
grosse lacrime scendono lente sulle guance di Luna
mentre lei, non riesce a togliere gli occhi di dosso dal viso di
quell'uomo
meraviglioso, che le sta dando davvero un opportunità
preziosa.
La
ragazza allunga una mano afferrando quella di
Michael poi, con la voce rotta dalla commozione dice: " Dammi qualche
giorno per pensarci! E' una decisione importante e voglio essere
sicura, di
fare la scelta giusta per tutti".
L'uomo
ricambiando la sua stretta, le risponde: "
Va bene Luna, ti darò tutto il tempo di cui hai bisogno ma
tu in cambio devi
promettermi che non sparirai dalla mia vita, perchè non
sopporterei il fatto di
non vederti più.
Sei
una persona davvero speciale e contrariamente a
quello che pensi, hai dimostrato di possedere un coraggio enorme e una
correttezza invidiabile.
E'
vero che eri andata in chiesa per interrompere
quelle nozze ma poi non lo hai fatto.
Un
altra non avrebbe desistito e si sarebbe presentata
nel posto dove stavano festeggiando; tu invece non solo hai deciso di
lasciarti
tutto alle spalle ma lo hai fatto drasticamente, abbandonando tutto il
tuo
mondo e questo fa di te una persona davvero forte e decisa.
Per
questo ti ammiro ed è per questo che sei riuscita
a conquistare il mio cuore!".
Poi
con un espressione seria in viso, aggiunge: "
Voglio che tu sappia che se accetterai di diventare mia moglie, io non
ti
metterò fretta e ti lascerò libera di scegliere
se essere mia, totalmente o no.
Questo
non vuol dire che io non ti desidero, anzi! Io
amo tutto di te, il tuo viso, il tuo sorriso, la tua anima e anche il
tuo
corpo.
Se
non ti farò pressioni è solo perchè
hai passato un
brutto momento e desidero che tu ti unisca a me, solo quando lo vorrai
veramente anche tu!
Cerca
di metterti in testa che io non sono quel
Potter; io sono solo Michael, l'uomo che è davvero
innamorato di te, quello che
ti sogna la notte.
Posso
assicurarti che non sono sogni erotici, non solo
almeno! Sogno di passeggiare con te, di ridere o anche solo
semplicemente di
parlare.
E'
ovvio che ti desidero piccola, questo te l'ho già
detto ma penso a te, anche e sopratutto come una persona".
Luna
sorride, perchè si accorge dell'imbarazzo di
Michael e lentamente alza la mano per fargli una carezza.
L'uomo
sospira profondamente, al contatto della pelle
di Luna con la sua poi si abbassa su di lei e le da un leggerissimo
bacio sulla
fronte quindi si gira e si allontana, rientrando nell'hotel.
Luna
rimane nella terrazza e ricomincia a guardare il
panorama, persa nei suoi pensieri.
Ora
ha qualcosa in più da analizzare: si è lasciata
alle spalle il suo mondo, la magia, la sua casa e i suoi amici.
Ha
rivoltato la sua esistenza come un guanto,
conoscendo gente nuova e sorprendendosi dei tanti lati dell'animo umano.
Ha
conosciuto la semplicità di suo padre, la superbia
e la supponenza dei Purosangue come i Serpeverde, la correttezza di
Hermione,
la meschinità di Harry, la bontà di Laverne,
Susanne e Yvette e l'amore di
Michael.
Non
avrebbe mai pensato che lui l'amasse e si sente
confusa in questo momento.
Luna
sa che lui le ha dato davvero una speranza: ha
ventuno anni, è orfana e incinta del figlio di un maledetto
bastardo.
Lui
invece ha nove anni in più di lei, una maturità
maggiore, la forza di un uomo e l'inaspettato sentimento che prova nei
suoi
confronti, che è talmente forte dal fargli accettare di
crescere il bambino di
un altro.
Inaspettatamente,
Luna porta la mano sul suo ventre
ancora piatto e per la prima volta, fa una leggera carezza a suo figlio.
Prova
ad immaginarsi fra qualche anno e al suo fianco,
lei vede Michael e non Harry.
Si
gira verso la porta dalla quale è scomparso l'uomo
e in preda al dubbio e al nervoso, inizia a mordersi il labbro
inferiore.
E'
seriamente indecisa su quello che deve fare: sa che
ha chiesto a Michael qualche giorno per pensarci ma crede che anche se
si
prendesse un mese intero, si ritroverebbe allo stesso punto.
Aspetta
un bambino che è arrivato del tutto inatteso,
non ha mai seriamente pensato all'aborto e ad essere sincera, pensa che
non
riuscirebbe per davvero ad abbandonarlo per farlo adottare.
Pensa
di non essere in grado di crescerlo da sola e
quindi l'unica possibilità concreta è quella che
le ha offerto Michael.
Non
ne è innamorata ma gli vuole bene ed è certa che
prima o poi riuscirà a provare per lui, qualcosa di simile
all'amore.
Quindi
perchè non tentare?
Michael
nel frattempo è sceso al piano di sotto e si è
chiuso nuovamente nel suo ufficio; vorrebbe riprendere a fare i conti
ma in
quel momento il suo cervello, proprio non vuole collaborare.
Il
suo pensiero ritorna ancora alla storia che Luna
gli ha raccontato ed è assolutamente basito, se ripensa
all'incredibile
coincidenza dei nomi.
Ora
può comprendere realmente la reazione che ha avuto
la ragazza, quando ha visto la targhetta e avrebbe un insana voglia di
mettere
le mani, intorno al collo di quel pezzo di idiota.
Un
discreto bussare alla porta, attira la sua
attenzione e quando da il permesso di entrare, sulla porta appare Luna.
Michael
s'irrigidisce, perchè è certo che lei sia
venuta a declinare la sua offerta o nel peggiore dei casi, a dirgli che
lascia
l'hotel.
Ciononostante
cerca di farsi forza e racimolato
l'ultimo barlume di coraggio, si alza dalla sedia e fa il giro della
scrivania,
raggiungendo la ragazza.
Quando
si trova davanti a lei, le prende le mani e
dice: " Luna, io volevo chiederti scusa se con la mia proposta ti ho
confuso le idee.
Sappi
che se anche tu non volessi tenere il bambino,
io non ti giudicherò e ti starò affianco lo
stesso!".
La
ragazza sorride poi dice: " Michael, io ho
riflettuto su quello che mi hai detto e ho deciso di accettare la tua
offerta.
Desidero
diventare tua moglie e spero di farlo nel
migliore dei modi.
Apprezzo
davvero quello che stai facendo ma ci tengo a
precisare una cosa e cioè che se ti sposerò, lo
farò solo diventando tua moglie
a tutti gli effetti, sia legali che fisici.
So
che i rapporti intimi fanno parte del matrimonio e
io intendo adempiere a tutto quello che comporterà l'essere
tua moglie!".
Michael
le fa una carezza poi deglutisce a fondo,
prima di chiedere: " Posso baciare la mia fidanzata?".
Luna
annuisce e non appena le loro labbra
s'incontrano, entrambi sospirano di piacere.
Quando
si separano, Michael dice: " Grazie Luna
per avermi scelto! Ti prometto che sarò un marito presente e
un padre attento.
Nelle
mie possibilità, non ti farò mancare nulla e
farò tutto il possibile per farti dimenticare, quello che
hai passato!".
Luna
lo ringrazia annuendo poi torna nuovamente ad
unire la sua bocca, con quella del suo futuro marito.
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Capitolo 3 *** Hope ***
Ciao
ragazze, oggi assisteremo alle nozze tra Luna e
Michael e le staremo accanto in un delicato momento della sua vita.
Vi
ringrazio per esserci e siccome sono buona ( e
modesta ih ih ih ih ) non vi stresso con le mie inutili chiacchiere e
vi lascio
alla lettura del capitolo.
Un
bacio Lorian
Capitolo
3 - Hope
La
notizia delle future nozze tra Michael e Luna,
aveva colto tutti di sorpresa ma allo stesso tempo li aveva lasciati
contenti,
perchè con il passare dei mesi avevano imparato a volere
bene a quella triste
ragazzina.
Laverne
in particolare, aveva gioito per la lieta
novità e non aveva fatto una piega, neppure quando i due
futuri sposi l'avevano
informata della creatura in arrivo, che chiaramente non poteva essere
di
Michael.
Pur
essendo di vecchio stampo, la donna non aveva
avuto nulla da ridire anche perchè, aveva visto la gioia
trasfigurare il volto
del suo adorato nipote e questa era la cosa più importante
per l'anziana
signora.
Michael
Potter aveva sofferto tanto durante
l'adolescenza per l'abbandono volontario di suo padre, che se ne era
infischiato della sua famiglia e per la morte di sua madre, che aveva
deciso di
non lottare contro una tremenda malattia debilitante.
A
quindici anni, Michael era rimasto solo ed era stato
cresciuto proprio da Laverne, che era la sorella maggiore di sua madre.
Quindi
la donna metteva al primo posto la felicità di
suo nipote e se la piccola e triste Luna era l'unico modo per tornare a
veder
sorridere il suo ragazzo, era la benvenuta per lei.
In
effetti, anche se lei non poteva saperlo, pure
Michael si era fermato a pensare in quei giorni.
Accomunava
la sua storia, a quella della piccola
creatura che riposava nel grembo della sua fidanzata.
Sembrava
il destino dei figli dei Potter, quello di
essere abbandonati dai loro padri ma lui aveva avuto Laverne al suo
fianco e
ora provava la gioia dell'amore, accanto a Luna.
Aveva
giurato a se stesso di amare con tutte le sue
forze quello scricciolo che non aveva chiesto di essere concepito e
sperava che
un giorno anche lei o lui, avrebbe avuto accanto un amore forte come
quello che
in questo momento sentiva per la sua futura moglie.
La
cerimonia era stata preparata in poco tempo e per
il giorno delle nozze, l'hotel era stato chiuso al pubblico visto che
Michael
aveva deciso di celebrarle proprio lì.
Luna
quella mattina era molto emozionata e con un lieve sorriso, guardava
fuori
dalla finestra immersa nei suoi pensieri.
La
ragazza pensava al fatto che avrebbe voluto tanto
avere suo padre accanto a se, perchè fosse lui a portarla
all'altare per
affidarla alle mani sicure di Michael.
Luna
era certa che perfino uno strambo come
Xenophilius, avrebbe apprezzato il suo fidanzato.
Michael
sapeva farsi volere bene e questa era l'unica
cosa che sarebbe importata all'uomo.
La
biondina aveva chiesto a Yvette di aiutarla a
prepararsi e la ragazza l'aveva fatto più che volentieri.
Aveva
truccato gli occhi di Luna in modo delicato e
l'aveva aiutata ad indossare il suo vestito, che era di seta blu
elettrico e
lungo fino alle caviglie.
Non
era nulla di pretenzioso ma anzi era
sostanzialmente molto lineare.
D'altronde,
la bionda era la semplicità fatta persona
e non si sarebbe sentita a suo agio con un abito troppo pomposo.
Michael
al contrario, era al settimo cielo.
Da
quando aveva aperto gli occhi quella mattina, aveva
un sorriso ebete stampato sulla faccia.
Per
l'occasione e per la gioia di sua zia Laverne,
aveva deciso di tagliarsi i lunghi capelli e li aveva tirati indietro
con il
gel.
Mentre
finiva di prepararsi, rimirandosi allo
specchio, Michael aveva notato che con questa nuova
pettinatura,
sembrava più maturo di quello che era in
realtà.
Ancora
non riusciva a credere, al fatto che stava per
diventare il marito di Luna.
Nella
sua vita non aveva mai creduto nell'amore,
perchè lo reputava una cosa da adolescenti.
Non
aveva mai seriamente cercato la leggendaria metà
della sua mela, questo almeno fino a quando davanti ai suoi occhi, non
era
apparsa una biondina vestita con dei colori sgargianti e dei buffi
orecchini a
forma di rapanello.
Luna
era entrata nella sua esistenza grigia e
monotona, con tutta la forza di un possente uragano e dopo il suo
arrivo, lo
aveva lasciato devastato e senza più la forza di reagire.
Michael
non riusciva neppure lontanamente a concepire,
il pensiero di vivere senza di lei e non ci aveva riflettuto un solo
istante di
più, ad assumersi la paternità di quella creatura
sfortunata.
Le
sue riflessioni furono interrotte dal bussare
delicato di sua zia Laverne, che venne ad avvisarlo che era arrivato il
momento
di scendere.
Lui
aveva annuito quindi aveva terminato di sistemarsi
il papillon e lentamente si era avviato al piano di sotto.
Dopo
dieci minuti di attesa, Michael aveva visto
arrivare Yvette con il suo abito carino ed elegante e aveva compreso,
che anche
Luna stava per giungere lì.
La
cameriera infatti, gli aveva fatto un piccolo cenno
accompagnato da un sorriso, che lui aveva ricambiato
immediatamente.
La
signora Peabody, un amica di sua zia, aveva
iniziato a suonare una melodia leggera al pianoforte e Luna,
accompagnata dal
signor Miller il maitre di sala, aveva fatto il suo ingresso nell'ampio
salone.
Non
appena la ragazza aveva incrociato gli occhi del suo fidanzato, aveva
fatto un
sorriso emozionato poi lentamente, aveva iniziato a camminare per
raggiungerlo.
Quando
l'ex strega più svampita del mondo magico, era
arrivata di fronte al suo ormai quasi marito, l'incaricato del
municipio aveva
dato il via alla cerimonia.
Per
fortuna nessuno aveva fatto eccessivo caso ai
documenti forniti da Luna; nessuno si era chiesto dove diavolo fosse
Diagon
Alley e perchè non risultasse sulle cartine inglesi.
Michael
aveva afferrato con delicatezza la mano della
sua quasi sposa e non l'aveva lasciata per tutta la durata della
cerimonia.
Il
messo comunale aveva recitato alcune norme e leggi,
che Luna francamente non aveva compreso; finché si era
parlato di fedeltà e
della crescita dei figli non aveva avuto problemi ma quando l'uomo
aveva
nominato la comunione dei beni, commi e articoli si era sentita
stranita e
confusa.
Ad
ogni modo, il messo era arrivato alla fatidica
domanda e per primo, si era rivolto allo sposo dicendo: " Vuoi tu,
Michael
James Potter prendere la qui presente Luna Lovegood come tua legittima
sposa?".
Michael
aveva volto uno sguardo alla biondina, le
aveva fatto un grande sorriso poi con la voce sicura e decisa, aveva
risposto:
" Si, lo voglio!".
Il
messo comunale aveva spostato gli occhi sulla sposa
e aveva chiesto: " Vuoi tu, Luna Lovegood prendere il qui presente
Michael
James Potter come tuo legittimo sposo?" e la ragazza aveva annuito e
con
la voce tremula, aveva mormorato: " Si, lo
voglio!".
L'uomo,
dopo aver annuito, con la voce pomposa aveva
detto: "A seguito della vostra
risposta affermativa io, Bertrand Souville, ufficiale dello Stato
Civile del
Comune, dichiaro in nome della
Legge
che siete uniti in
matrimonio!".
Luna
aveva volto lo sguardo verso Michael e gli aveva regalato un sorriso,
un pò più
convinto.
Ora
era una donna sposata e le veniva da ridere se
pensava che in un modo o nell'altro, lei era diventata la signora
Potter anche
se suo marito, non era il Potter di cui si era innamorata.
Il
messo comunale aveva apposto la propria firma,
sulla pergamena da consegnare agli sposi quindi gli aveva chiesto, se
desideravano scambiarsi le fedi nuziali e quando loro avevano annuito,
aveva
preso una scatolina nera di velluto e l'aveva porta allo sposo.
Non
appena anche quel piccolo particolare era stato
espletato, il messo comunale aveva detto:
"
Sono lieto di presentarvi ufficialmente, i
signori Potter!".
Un
grosso applauso era scoppiato tra i presenti mentre
Michael aveva stretto amorevolmente a se, sua
moglie.
Il
pranzo che era stato imbastito per festeggiare gli
sposi, era tutto a base di piatti tipici provenzali, che univano il
gustoso
sapore dei formaggi con la delicatezza del pesce.
Innanzitutto
c'erano degli ottimi e coloratissimi spiedini di brie, peperone,
camembert
e cruchade, che altri non era che polenta.
Poi
erano stati portati a tavola due tipi diversi di
pissaladiere che era una specie di pizza condita con cipolle, acciughe,
olive e
camembert.
Un
invitante bouillabaisse spandeva il suo persistente profumo di mare che
ti
inebriava l'olfatto.
Una
saporitissima cassoulet, che era un piatto completo composto da
dell'agnello in
umido con dei cereali, completava il pasto.
Ed
infine come dolci c'erano i caratteristici
calissons de Provence e la classica torta nuziale, decorata con una
cascata di
rose bianche.
Il
ricevimento era stato sobrio ma al tempo stesso
elegante e dopo la fine dei festeggiamenti, che si erano protratti per
tre ore,
Luna e Michael avevano salutato tutti ed erano partiti per la loro
mini
luna di miele.
Lo
sposo infatti non poteva assentarsi troppo
dall'hotel, quindi avevano deciso di fare solo un weekend a Parigi.
I
due ragazzi erano arrivati nella città dell'amore intorno
alle diciassette e
subito avevano preso possesso della loro camera, presso
l'hotel de
l'Abbaye Saint-Germain che
era sito in 10 rue Cassette,
una via adiacente all'Ile de la Cité.
Dopo
aver posato le valigie, Michael aveva proposto a
sua moglie di fare un giro per la città e lei emozionata,
aveva accettato con
gioia.
L'uomo
aveva portato la biondina a vedere la
cattedrale di Notre Dame, poi prendendo un taxi si erano fatti lasciare
all'inizio
del Faubourg Saint-Germain.
Dopo
aver attraversato quel caratteristico quartiere,
i due sposi erano approdati al Champ de Mars, che è
un giardino
pubblico di Parigi che
si
trova sulla rive
gauche.
Luna
aveva guardato tutto con la bocca spalancata: per
lei era la prima volta che vedeva delle cose così belle e
ogni monumento la
scioccava sempre di più.
Mentre,
mano nella mano con il marito attraversava
quel grande parco, aveva fissato gli occhi sulla grande Tour Eiffel e
Michael
le aveva chiesto se le andava di salirci.
Lei
aveva cominciato a saltellare euforica,
urlacchiando: " PER TUTTI I GORGOSPRIZZI, CERTO CHE CI VOGLIO
ANDARE!".
L'uomo
l'aveva fissata basito: che cavolo
erano i Gorgosprizzi?
Poi
aveva alzato le spalle, pensando che fosse un
semplice intercalare in uso nel paese da dove veniva lei e l'aveva
trascinata
verso la torre.
La
vista dall'alto di quella meraviglia, era davvero spettacolare e Luna
aveva gli
occhi umidi per l'emozione.
Quando
erano tornati a terra, avevano attraversato la Senna e si erano diretti
agli
Champs Elisée, dove troneggiava l'Arc de Triomphe.
Verso
sera i due ragazzi erano rientrati in hotel,
stanchi ma felici; avevano cenato nella sala ristorante poi erano
saliti in
camera.
Michael
era pronto ad aspettare per condividere
qualcosa di così importante ma Luna non era d'accordo.
La
biondina si era donata a suo marito, all'inizio un
pò tremante poi con più partecipazione.
Lui
era stato dolce con lei, aveva atteso i suoi tempi
e le aveva lasciato i suoi spazi, senza metterle alcuna fretta.
Fare
l'amore con Michael, era stato del tutto diverso
dal farlo con Harry.
Suo
marito la venerava, facendola sentire al centro
del suo mondo dove effettivamente lei stava, mentre Harry spesso e
volentieri
pensava più a se stesso.
Un
altro punto a favore dello sposo era stato il fatto
che, quando andavano a passeggiare lui la metteva in mostra come un
gioiello
prezioso.
Harry
invece la teneva nascosta, come se fosse una
cosa di cui vergognarsi.
Quando
Luna gli chiedeva perchè non uscissero insieme,
lui alzava gli occhi al cielo e sorridendo le diceva: "
Non voglio
che la cattiveria degli altri, contamini una cosa così bella
come il nostro
amore!".
Quanto
era stata stupida a bersi tutte quelle
manfrine, prendendole per vere e adesso che aveva al suo fianco un uomo
meraviglioso come Michael, se ne rendeva conto.
Al
termine di quei giorni meravigliosi, gli sposini
fecero rientro ad Aix-en-Provence ed iniziarono la loro nuova vita
coniugale.
I
mesi erano trascorsi veloci e in breve erano giunti al termine della
gravidanza
della biondina.
Durante
tutti i mesi di gestazione, Michael non l'aveva mai lasciata sola: era
sempre
stato presente ad ogni visita o ecografia, emozionandosi quando vedeva
quel
piccolo corpicino galleggiare nella placenta; aveva accarezzato il suo
pancione
ogni notte, finendo con l'addormentarsi mentre avvolgeva Luna tra le
sue
braccia; si era divertito da morire a comprare il corredino,
destreggiandosi
tra peluche, tutine e ciucciotti; inoltre aveva preparato da solo la
stanza per
il nuovo arrivato.
E
anche adesso che le contrazioni la sconvolgevano,
lui era lì con lei, a stringerle la mano e a farle coraggio.
La
povera Luna era sconvolta, non solo dai dolori del
parto ma anche dal profondo timore che, se la tensione nervosa sarebbe
giunta
al suo culmine, i suoi poteri repressi avrebbero potuto manifestarsi in
tutta
la sua potenza.
Per
fortuna questo non era accaduto e dopo una fatica immane, Luna aveva
messo al
mondo una bellissima bambina.
I
dottori, dopo i controlli di rito, l'avevano passata
a Michael che l'aveva stretta a se con un immenso amore.
Poi
l'uomo si era avvicinato con quel fagottino tra le
braccia, ad una Luna stremata ma serena e le aveva detto, con la voce
rotta
dalla commozione: " Amore, hai fatto un vero e proprio miracolo!".
La
biondina aveva sorriso poi lui si era avvicinato e aveva posato la
bambina sul
suo seno quindi si era rialzato e le aveva guardate, con gli occhi
carichi di
amore e felicità.
Luna
aveva passato delicatamente il suo indice sulla
testa della bambina mentre lei, per soddisfare il suo bisogno
primordiale, si
era attaccata automaticamente al capezzolo della madre.
L'aveva
fissata in silenzio poi aveva detto: "
Lei è Hope! E' la speranza di un futuro migliore, la
speranza di dimenticare
tutto il dolore passato e di gettare le nuove radici per il futuro!".
Lui
aveva annuito con un sorriso poi a bassa voce e
con un malcelato orgoglio, aveva mormorato:
"
Hope Potter, mia figlia; nostra figlia!".
Dopo
qualche giorno, la felice famigliola era
rientrata a casa.
Una
volta tra le mura domestiche, l'agitazione,
l'ansia e il nervoso avevano dilaniato il cuore di Luna aumentando in
modo
esponenziale, giorno dopo giorno.
La
ragazza sentiva che nell'aria c'era una sorta di
elettricità, che le faceva presagire l'arrivo
di qualcosa di
tremendo.
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Capitolo 4 *** Il brivido della verità ***
Ciao
ragazze vi do il benvenuto al nuovo appuntamento
con la mia fiction.
Oggi
scopriremo quali sono le paure che affliggono la
dolce Luna e come risolverà la situazione.
Vi
lascio alla lettura ringraziandovi come sempre per
il vostro affetto.
Baci
Lorian
Capitolo
4 - Il brivido della verità
Il
culmine della sua angoscia, Luna lo aveva raggiunto
sei mesi dopo la nascita di sua figlia, quando aveva visto Hope far
girare la
giostrina posta sopra il suo lettino, con un pigro gesto della mano.
Doveva
aspettarselo che la piccola, essendo figlia di una
strega Purosangue e di un mago nato babbano, avesse dei poteri forti ma
non si
sarebbe mai immaginata, che si manifestassero così presto.
La
biondina aveva compreso che per lei, il tempo delle
omissioni si era concluso e con la morte nel cuore, aveva chiamato suo
marito
per dirgli tutta la verità.
Temeva
il giudizio di Michael ma in realtà la cosa che
più la terrorizzava, era che lui la cacciasse via
rinnegandola come moglie o
che nella peggiore delle ipotesi, la facesse rinchiudere credendola
impazzita
improvvisamente.
La
ragazza sapeva che non poteva più procrastinare la
faccenda, anche perchè Michael passava molte ore con Hope e
se un episodio come
quello successo poco prima, sarebbe avvenuto davanti ai suoi occhi,
sarebbero
stati grandi dolori.
Non
appena l'uomo si era accomodato sul divano, Luna
si era seduta di fronte a lui e aveva detto:
"
Michael è giunta l'ora che io ti spieghi, tutti
i punti rimasti ancora oscuri nella mia storia.
E'
necessario che tu sappia chi sono e da dove vengo;
ti chiedo però un grande favore e cioè quello di
ascoltarmi senza
interrompermi, fino a quando non avrò terminato!".
Lui
aveva annuito e Luna aveva ripreso a parlare:
" So che avrei dovuto farlo subito ma non avevo le forze necessarie,
per
portare a termine quell'intento.
Hai
visto anche tu in che stato ero, quando sono
giunta qui: ero demotivata e totalmente senza speranze.
Se
sono riuscita a venire fuori da quell'abisso nel
quale stavo sprofondando è stato solo grazie a te, che mi
hai dato la forza e
lo stimolo per risalire la china.
Sei
importante per me e giorno dopo giorno, stai
occupando un pezzetto sempre più grande del mio cuore.
Vorrei
poterti dire che ti amo ma non posso farlo, se
prima non ti rivelerò chi sono e qual'è la mia
vera natura.
Con
molta probabilità quando avrò finito di parlare,
mi prenderai per pazza ma sento che devo rischiare!".
Michael
aveva sgranato leggermente gli occhi poi
memore della promessa fattale, le aveva fatto un cenno con la mano per
indicarle di continuare.
Luna
aveva annuito e aveva detto: " C'è un altro tipo di mondo
oltre a quello
che conosci ed è da lì che provengo io.
Sono
nata a Diagon Alley, che è un luogo che non
risulta in nessuna cartina geografica e questo perchè
è sconosciuta alla gente
comune.
Il
nostro mondo è segreto ed è giusto che sia
così,
perchè se gli altri ne venissero a conoscenza, scoppierebbe
il finimondo.
Io
vengo dal mondo della magia e sono una
strega!".
Michael
aveva spalancato la bocca poi dopo aver
inarcato un sopracciglio ed inclinato la testa, si era mostrato
vagamente
confuso.
Luna
gli aveva afferrato le mani poi aveva detto:
" So che non riesci a credermi ma ti giuro che ti sto dicendo la
verità.
Nel
nostro mondo, quelli come voi e cioè le persone
senza poteri magici, sono chiamati babbani e per molti di noi, sono
considerati
inferiori.
Il
posto da dove vengo io è composto dai Purosangue e
cioè quelli come me, che nascono da una famiglia di soli
maghi, dai Magonò che
sono coloro che sono privi di magia pur essendo nati da famiglie
magiche e dai
Nati babbani e cioè quelli che hanno poteri magici, pur
provenendo dalla vostra
realtà.
Io
sono una purosangue, perchè nella mia famiglia da
immemori generazioni, ci sono solo maghi e streghe.
Mia
madre Violet e mio padre Xenophilius lo erano e
anche io lo sono.
Anche
i purosangue ai quali appartengo, si
differenziano in due categorie: ci sono i cosiddetti babbanofili e
cioè quelli
che simpatizzano per la vostra specie e io ovviamente mi ci rispecchio
in pieno
e gli integralisti, cioè quelli che proprio non accettano la
presenza dei nati
babbani e di quelli privi di qualsiasi potere.
Una
delle mie amiche, Hermione Granger, è una nata
babbana ed è la migliore di tutti noi, è una
persona sensibile ed intelligente.
E'
stata discriminata e disprezzata ma non si è mai
arresa e ha imparato a farsi scivolare gli insulti sulla pelle.
In
questi mesi, ho notato il fatto che voi
fantasticate sul mondo magico ma lo percepite in modo totalmente
diverso, da
quello che è: per esempio, accomunate la parola strega ad
una donna vecchia,
cattiva e rugosa mentre pensate che le fate siano personaggi buoni.
Mi
spiace deluderti ma quelle sono solo fastidiose e
dispettose come zanzarine e non servono assolutamente a nulla.
Quelli
della mia specie non comprendono molte delle
cose che voi fate, perchè fondamentalmente temono quello che
non riescono a
spiegarsi.
L'altra
volta ti ho parlato, anche se in modo
superficiale della mia scuola, no?".
Michael
con un espressione inebetita aveva annuito e
Luna aveva ripreso a dire: " Ti ho detto che dura sette anni ma quello
che
non sai è che è un castello medievale che si
chiama Hogwarts e che lì si studia
la magia.
Non
ci sono materie scolastiche normali ma magiche:
per esempio al posto della vostra aritmetica, noi abbiamo l'aritmanzia
e
studiamo si, la storia ma solo quella della magia.
Iniziamo
a frequentare le lezioni ad undici anni e le
terminiamo a diciotto; il primo anno veniamo suddivisi in una delle
quattro
case che compongono la scuola e lì rimaniamo fino alla fine.
Le
case sono: Grifondoro che richiede coraggio,
audacia, lealtà e nobiltà d'animo, Corvonero e
cioè la mia, che richiede
intelligenza, creatività, apprendimento e saggezza,
Tassorosso dove sono
necessarie costanza, tolleranza, pazienza e correttezza ed infine
Serpeverde,
che è quella più selettiva che non ammette i nati
babbani e richiede ambizione,
furbizia, intraprendenza e talvolta anche malignità.
Iniziamo
le lezioni a settembre come voi e le finiamo
a giugno ma a differenza vostra, noi non rientriamo a casa al termine
delle
lezioni ma dormiamo nel castello.
Ritorniamo
dai nostri genitori solo per le feste
Natalizie e al di fuori della scuola, non possiamo esercitare la magia.
Questo
almeno fino a quando non diventiamo maggiorenni,
cosa che da noi avviene a diciassette anni!".
Luna
aveva stretto i pugni in modo furioso poi aveva
rilassato le mani aprendole e aveva riportato lo sguardo nel volto del
marito.
Dopo
aver tentato un sorriso lieve, aveva ripreso a
parlare: " Harry... Harry Potter, l'uomo che mi ha distrutto la vita
è un
nato babbano ma con un grande potere magico.
E'
figlio di James che era un mago e di Lily che era
una babbana, dotata di poteri magici; lui per primo è stato
all'oscuro dei suoi
poteri fino ad undici anni, età in cui ha ricevuto la
lettera dell'iscrizione
ad Hogwarts.
Ha
scoperto così ciò che lo aspettava ma non era
preparato, a quello che la magia voleva da lui.
Poco
più di tre anni fa, il mondo magico fu sconvolto
da una guerra cruenta, voluta da un mago cattivo e pericoloso.
Lui
si chiamava Tom Riddle ma era conosciuto con il
soprannome di Lord Voldemort.
Il
suo più acerrimo nemico era Harry, solo lui poteva
batterlo per liberare il mondo dal giogo di quel mostro.
Noi
ragazzi fondammo l'Esercito di Silente, che era il
nome del nostro compianto preside e tutti uniti, combattemmo come
potemmo.
Harry
coadiuvato da Hermione e da Ronald, un altro
amico riuscì a vincere quella battaglia e il nostro mondo fu
liberato dal male.
Temo
però che il successo che gli è derivato dall'aver
vinto, gli abbia dato alla
testa.
Le
persone lo chiamavano il Salvatore e lui se ne
beava; insieme a Ronald riuscì a saltare un anno di scuola,
perchè per merito e
onore, il Ministero aveva deciso di ammettere tutti e tre gli eroi
all'Accademia degli Auror, che corrisponde al vostro esercito.
Hermione,
rifiutò l'offerta e preferì terminare gli
studi.
Io
come già sai, dietro consiglio di mio padre,
partì
per un lungo viaggio e al mio ritorno, caddi nella ragnatela tessuta da
Harry!".
Non
appena aveva terminato di parlare, Luna si era
afflosciata senza più forze nel divano e Michael le aveva
chiesto: "
Vorrei capire principalmente una cosa e cioè,
perchè hai deciso di dirmi queste
cose proprio ora?".
La
ragazza aveva annuito poi si era rimessa dritta e
aveva risposto: " L'ho fatto, perchè ne sentivo il bisogno e
perchè
Hope... Hope ha manifestato i primi segni di magia!".
Michael
aveva spalancato gli occhi e la bocca,
volgendo lo sguardo verso la porta della stanza di sua figlia poi si
era girato
verso sua moglie, che aveva continuato: " Ho preferito che tu lo
sapessi
da me, piuttosto che ti scontrassi con vasi che volano e giostrine che
si
mettono in moto da sole.
Non
volevo che ti spaventassi! So quanto ami Hope e
non avrei mai voluto che quel sentimento, venisse sostituito dalla
paura e
dalla diffidenza!".
Michael
aveva annuito poi aveva detto: " Luna, sono del tutto basito da quello
che
mi hai detto.
Sento
che sei stata sincera ma faccio davvero fatica a
credere a questa nuova verità.
In
effetti hai fatto bene a dirmelo, perchè se mi
fossi scontrato con i poteri di Hope, ne sarei uscito devastato.
Ciononostante,
continuo a fissarti e vedo sempre la
mia Luna, una ragazza come tutte le altre, che veste in modo
più stravagante e
creativo ma niente di più!".
La
ragazza gli aveva afferrato le mani e aveva detto:
" Ma sono sempre io! L'unica cosa che mi differenzia da prima, sono i
miei
poteri che per altro qui non ho mai usato.
Quando
ho lasciato il mio mondo, avevo deciso di
rinunciare anche alla mia vera natura e avevo relegato la magia, dentro
di me.
Per
i primi tempi era filato tutto liscio ma sono
stata ad un passo dal tirarli fuori, il giorno del parto.
Mia
madre mi aveva spiegato che un mago o una strega,
non possono reprimere i poteri per molto tempo, perchè
c'è il rischio che
vengano fuori in momenti pieni di stress.
Per
fortuna a me non è successo ma ogni
giorno che è trascorso dalla nascita di Hope, ho sentito la
mia vera natura
scalpitare dentro di me.
Comprendo
perfettamente che tu sia incredulo ma posso
dimostrarti che dico la verità.
La
mia bacchetta, che è il mezzo con il quale facciamo
gli incantesimi, è conservata in valigia ed è
lì
da
quando sono arrivata; non l'ho mai presa, perchè
avevo paura e anche perchè io mi sentivo bene con te e gli
altri, a vivere nei
panni di una babbana.
Sono
mesi che non pratico la magia; l'ultima volta è
stata quando ho usato la smaterializzazione!".
"
La che?" gli aveva chiesto Michael sempre
più confuso e lei dopo avergli rivolto un lieve sorriso,
aveva risposto: "
La smaterializzazione è un incantesimo che serve per farti
spostare da un luogo
all'altro in pochi secondi, anche se la destinazione dista molti
chilometri dal
luogo di partenza.
E'
con quella che sono giunta ad Aix-en-provence,
direttamente da Diagon Alley!".
Michael
aveva annuito poi aveva detto: "
D'accordo Luna, diciamo che ti credo ma visto che mi hai offerto una
dimostrazione, sono qui ad attenderla."
La
ragazza si era alzata di scatto e dopo averlo preso
per mano, lo aveva condotto nella loro stanza da letto poi si era messa
in ginocchio
e aveva tirato fuori una valigia nera.
L'aveva
messa sul letto poi dopo averla aperta, si era
messa a frugarci dentro fino a che non aveva tirato fuori un anonimo
bastoncino
di legno, che non aveva niente di eclatante di per se.
L'aveva
mostrata a Michael dicendogli: " Ecco,
questa è la mia bacchetta magica!".
L'uomo
aveva osservato con curiosità quel pezzetto di
legno poi aveva allungato un dito per sfiorarlo ma all'ultimo ci aveva
ripensato.
Guardando
la moglie aveva detto: " Posso toccarla
o rischio di essere fulminato?".
Luna
aveva ridacchiato poi aveva avvicinato la
bacchetta verso di lui, che l'aveva presa tra le mani.
Michael
osservato bene quel pezzetto di legno, saggiandone la
flessibilità e la
consistenza poi l'aveva ridata indietro a sua moglie.
La
biondina aveva puntato la bacchetta verso il letto
poi aveva fatto un movimento con il polso e aveva mormorato: "
Wingardium
leviosa!".
Sotto
gli occhi esterrefatti di Michael, il cuscino
posto nel lato dove lui dormiva, si era sollevato dal materasso e aveva
preso a
fluttuare nell'aria, sfidando ogni legge della fisica.
L'uomo
non riusciva a staccare lo sguardo da
quell'ammasso di stoffa e piume e dopo aver racimolato un pò
di coraggio, aveva
allungato la mano passandola sia sotto che sopra al cuscino, con il
solo ed
unico scopo di verificare la presenza o l'assenza di fili.
Luna
aveva poi rifatto di nuovo lo stesso movimento e
il cuscino era tornato dolcemente al suo posto.
Michael
era scioccato e sembrava che non riuscisse a
reagire a nessuno stimolo, allora la biondina aveva deciso di osare
ancora di
più e dopo aver afferrato un bicchiere, l'aveva lasciato
cadere a terra.
Al
contatto con il pavimento, la stoviglia di vetro si era fatta in mille
pezzi e
lo schianto aveva risvegliato l'uomo, che aveva guardato stralunato la
moglie.
La
ragazza aveva puntato la bacchetta verso il
bicchiere e dopo aver mormorato un: " Reparo!", Michael lo aveva
visto riunirsi e tornare tutto intero.
"
Oh porcaccia di quella miseria!" aveva
detto l'uomo facendo un balzo indietro poi aveva spalancato gli occhi e
come se
avesse compreso solo ora quello che la moglie gli aveva detto, aveva
mormorato:
" Tu... tu sei una vera strega!".
Luna
aveva annuito tremando, perchè temeva
sinceramente che suo marito le dicesse di fare le valigie e di sparire
dalla
sua vita.
L'uomo
dopo un attimo di silenzio aveva detto: "
Credo che in sette anni di scuola, non vi abbiano insegnato solo a far
volare
cuscini o a riparare dei bicchieri, non è così?".
Luna
aveva sorriso poi aveva risposto: " No, direi proprio di no!
Faccio
mie le parole che disse un professore al nostro
primo anno e cioè - Io vi posso insegnare come stregare la
mente e irretire i
sensi.
Posso
dirvi come imbottigliare la fama, approntare la
gloria e finanche mettere un fermo alla morte.
Questo
per spiegarti che la magia non ha limiti;
possiamo fare molte cose, dalle più semplici come quelle che
hai appena visto a
quelle più complicate.
Con
la magia possiamo visitare, guarire le ferite,
cancellare le cicatrici, cambiare forma alle cose e agli animali,
viaggiare nel
tempo, chiedere aiuto, leggere nella mente ma possiamo anche fare del
male,
torturare, obbligare gli altri ad agire come noi vogliamo e addirittura
uccidere.
Ovviamente
questo non è il mio caso, perchè io sempre
usato la mia magia, per scopi del tutto positivi!".
Michael
si era passato una mano tra i capelli poi
aveva chiesto: " E anche Hope saprà fare queste cose?".
La
ragazza aveva annuito poi aveva aggiunto: " Si
ma lo potrà fare solo dopo aver avuto la sua bacchetta ed
aver iniziato la
scuola, cosa che non avverrà prima degli undici anni!".
L'uomo
aveva annuito poi però aveva spalancato gli
occhi e con la voce stridula, aveva detto: " Mi stai dicendo che mia
figlia dovrà andare in questa Ovvorts e che non la potremo
vedere per un sacco
di mesi?".
Luna,
parzialmente rincuorata dal fatto che Michael
avesse definito Hope " mia figlia", gli aveva preso le mani e aveva
detto: " Dovrà si andare a scuola ma non lo farà
ad Hogwarts ma nella sua
patria.
Anche
voi francesi avete la vostra scuola di magia, si
chiama Beauxbatons ed è sita vicino alla
città
di
Cannes, nel sud della Francia!".
L'uomo
aveva esalato un malcelato sospiro di sollievo
poi si era lasciato cadere a sedere sul letto, gettando di sottecchi un
timoroso sguardo al suo cuscino, temendo forse che questo si animasse
all'improvviso, tentando di soffocarlo.
Dopo
qualche istante di silenzio, Michael aveva
chiesto: " E ora che cosa dobbiamo fare? " e di fronte allo sguardo
perplesso della moglie, aveva aggiunto: " Voglio dire, come ci dobbiamo
comportare con gli altri? Pensi che sia il caso che anche loro sappiamo
di
tutto questo?".
Luna
aveva scosso la testa prima di dire: " No,
per ora è meglio tacere.
Io
ho già contravvenuto alle leggi del mio mondo
parlando con te, perchè voi non dovreste sapere
dell'esistenza della magia ma
non potevo perderti.
Tu
mi sei stato accanto fin dall'inizio, aiutandomi
nel peggiore momento della mia esistenza.
Mi
hai amato senza riserve, pur non sapendo nulla di
me e il minimo che ti meritavi era la sincerità da parte mia.
Se
anche gli altri venissero a conoscenza della cosa e
questo giungesse alle orecchie del Ministero della Magia, potrebbero
congelarmi
i poteri o nel peggiore dei casi, Harry potrebbe scoprire di essere il
padre di
Hope e tentare di portarcela via.
Se
la perdessi, potrei morirne e questo non deve
assolutamente accadere!".
L'uomo
aveva annuito poi aveva sporto la mano verso la
moglie, che timorosa l'aveva afferrata.
Dopo
averla tirata verso di se, l'aveva fatta sedere
sul letto e l'aveva abbracciata poi aveva detto:
"
Amore, voglio che tu sappia che sono veramente
orgoglioso di te e sono onorato di essere
tuo
marito e il padre di tua figlia!
Proteggerò
te e Hope con tutte le mie misere forze
di... babbano e non permetterò mai che lui possa mettere
nuovamente le sue
insulse mani su di voi!".
Luna
lo aveva abbracciato con trasporto poi un pò più
serena, aveva detto: " Ora che mi sono tolta questo orribile peso che
mi
tormentava il cuore, posso finalmente tornare ad usarlo e la prima cosa
che
voglio fare è dirti ciò che provo.
Io
ti amo, Michael James Potter e sono assolutamente
fiera di essere tua moglie!".
Gli
occhi dell'uomo aveva brillato di una felicità
assurda mentre la stringeva a se, coinvolgendola in un bacio passionale.
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Capitolo 5 *** Una piccola e magica bambina ***
Ciao
ragazze vi do il benvenuto nel mondo di Luna e
Hope che anche questa settimana vi invitano a vivere insieme a loro le
avventure che vivranno.
So
che sono di parte ma ragazzi guardate che bella è
Hope nella prima foto.
Da
mangiare di baci.
Vabbè
sclero quotidiano a parte, vi lascio alla
lettura.
Grazie
per tutto l'affetto e l'appoggio che mi
dimostrate ogni volta, ne sono davvero onorata.
Baci
Lorian
Capitolo
5 - Una piccola e magica bambina
Erano
passati due anni, dal giorno in cui Luna aveva
rivelato la sua vera natura a suo marito e la piccola Hope cresceva in
bellezza
e salute, sotto gli occhi amorevoli di sua madre e quelli orgogliosi di
suo
padre.
I
suoi capelli biondissimi e gli occhi di un particolare verde cangiante,
erano
la gioia e allo stesso tempo, la dannazione di Michael.
La
gioia, perchè bastava solo che le persone vedessero
quello splendore per rimanerne incantati e la dannazione,
perchè la piccola
despota aveva compreso il suo potere e ne approfittava subdolamente.
Era
diventata la mascotte ufficiale dell'hotel e
tutti, Laverne per prima, facevano a gara per coccolarla e viziarla.
Con
grande fortuna di Michael e Luna, la piccola Hope
non aveva più manifestato i suoi poteri o per lo meno,
questo non era successo
davanti agli occhi di altre ignare persone.
La
bionda con il passare del tempo si era
tranquillizzata, perchè questo voleva dire che il loro
segreto era al sicuro.
Un
pomeriggio, Luna era entrata nell'ufficio del
marito e dopo essersi chiusa la porta alle spalle, aveva tirato fuori
la
bacchetta da sotto il maglione e aveva compiuto alcuni gesti secchi e
precisi.
Michael
aveva sgranato gli occhi: in quegli anni sua
moglie, aveva usato raramente la magia e lui non ci era ancora abituato.
Si
girò a guardare il suo ufficio, facendo scorrere lo
sguardo dappertutto, per vedere se qualcosa fosse cambiato.
Poi
vedendo che ogni cosa era rimasta uguale, si era
alzato ed era andato vicino ad uno specchio rivolgendo lo sguardo su di
se ma
anche in quel caso, tutto era rimasto identico.
Sbuffando
aveva portato gli occhi sulla donna e le
aveva rivolto uno sguardo interrogativo poi le aveva chiesto: "
Potresti
dirmi che hai fatto? Tutto è rimasto come prima ma io ti ho
visto agitare quel
legnetto e quindi qualcosa l'hai commessa! ".
Lei
aveva sogghignato poi si era seduta tranquillamente sulla poltrona,
dopo aver
posato la bacchetta sul ripiano della scrivania e con voce calma e
pacata aveva
detto:
"
Ho solo sigillato l'uscio ed imperturbato
l'ambiente, in modo da poter parlare senza che nessuno ci senta!".
Michael
aveva tirato un sospiro di sollievo poi aveva
annuito e si era diretto verso la sua sedia borbottando a mezza voce: "
Mai, io non mi abituerò mai!".
Non
appena si era seduto, si era rivolto verso Luna e
aveva detto: " Bene, sono qui e ti ascolto; che
mi
devi dire?".
La
ragazza aveva annuito poi aveva detto: "
Secondo la legge magica, anche se Hope ha solo due anni, bisogna
iniziare a
presentare le pratiche per iscriverla alla scuola di magia di
Beauxbatons.
Ci
sono diversi passaggi da eseguire perchè la sua
pratica vada a buon fine ed è bene seguirli tutti."
L'uomo
seppur teso, aveva annuito e lei aveva ripreso
a parlare: " Verranno richiesti anche i tuoi documenti oltre che quelli
miei ed è proprio di questo che ti volevo parlare!".
Michael
aveva annuito nuovamente e le aveva fatto
cenno di parlare.
Luna,
aveva ripreso dicendo: " I miei documenti
si trovano ancora a Londra e devo andare al Ministero inglese per
richiederli.
Ovviamente
per Ministero, intendo quello magico e non
quello babbano.
Mi
piacerebbe molto se tu e Hope, veniste con me!
Purtroppo non ti sarà permesso entrare nel mio mondo e
tantomeno voglio che ci
entri nostra figlia.
Il
pericolo che la possa vedere Harry è troppo alto e
io non voglio correre nessun rischio.
Non
voglio lasciare Hope qui; anche se so che Laverne,
Yvette e Suzanne se ne prenderebbero cura egregiamente, c'è
sempre il rischio
che lei possa fare qualche magia involontaria e il caos scoppierebbe
sovrano!".
Michael
aveva sorriso e Luna aveva continuato: " Tu e lei potreste aspettarmi
in
hotel e poi se ti va, potremmo girare un pò Londra!".
L'uomo
si era alzato dalla sua scrivania poi si era
avvicinato a sua moglie e dopo averla presa per le spalle, l'aveva
tirata su.
Con
delicatezza l'aveva baciata e le aveva detto:
" Sono sincero se ti dico che ero curioso di vedere il tuo mondo ma
comprendo il problema e sarò contento di vedere la capitale
inglese insieme
alla mia principessa e alla mia regina!".
Luna
era scoppiata a ridere e dopo aver dato un altro
bacio al marito, saltellando come una bimba era uscita dal suo ufficio.
Tre
giorni dopo, la famigliola era pronta a partire;
Michael aveva dato le consegne della direzione a sua zia Laverne, in
modo che
si potesse occupare di tutto durante la sua assenza.
Dopo
aver salutato tutti, erano usciti per la strada.
Luna
tirava dietro di sé un grande trolley mentre suo
marito, teneva tra le braccia la piccola Hope.
Ad
un tratto la biondina si era fermata e si era
girata verso l'uomo, dicendo: " Volevo chiederti se ti andrebbe di
smaterializzarti!".
Michael
aveva spalancato gli occhi a dismisura poi con
la voce tremante, aveva detto: " Ti riferisci a quella cosa di cui mi
hai
parlato? Cioè quella che ti fa spostare da un posto
all'altro, in pochi
secondi?".
Luna
aveva annuito e lui si era passato una mano tra i
capelli poi aveva detto: " Figo ma... non sarà pericoloso
per Hope? E'
così piccola!".
La
bionda aveva scosso la testa poi aveva risposto:
" Si è vero, è piccola ma non dimenticare che
nostra figlia è una strega e
la sua tempra è molto più forte di quello che
credi!".
Michael
aveva borbottato a mezza voce: " Giusto,
è una strega! Tendo sempre a dimenticarlo" poi tornando a
guardare sua
moglie aveva chiesto: " E come funziona questa cosa? Farà
male?".
Luna
dopo aver scosso la testa, aveva detto: "
No, non fa male! Sentirai solo una strana sensazione allo stomaco.
Un
pò come quella che abbiamo sentito, quando siamo
andati su quella giostra veloce!".
Lui
aveva spalancato gli occhi poi aveva detto: "
Intendi le montagne russe?" e lei aveva annuito dicendo: " Si,
proprio quelle! Sentirai un leggero strappo e un senso di vuoto allo
stomaco ma
poi tutto finirà, prima ancora di avere il tempo di
accorgertene.
L'importante
è che tu non lasci mai la mia presa;
dovrai abbracciare stretto sia me che Hope e al resto ci
penserò io!".
"
Ok allora, buttiamoci!" aveva detto con un
sospiro Michael poi si era avvicinato a sua moglie, abbracciandola
stretta
insieme alla bambina.
Luna
lo aveva guardato poi aveva detto: "
Perfetto amore; ora chiudi gli occhi e cerca di svuotare la mente!".
L'uomo
lo aveva fatto, immaginando dentro la sua testa
un grande muro bianco e tenendo gli occhi sigillati, aveva sentito la
voce di
Luna dire: " 20 Mercer Street, Covent Garden, London!".
All'improvviso,
uno strappo all'ombelico gli aveva
mozzato il respiro e il senso di vuoto allo stomaco che gli aveva
predetto
Luna, era arrivato inesorabile.
Aveva
stretto ancora di più sua moglie, timoroso che
succedesse qualcosa di brutto quando ad un tratto quella strana
sensazione era
cessata e lui aveva sentito Luna, dire: " Apri gli occhi Michael!".
L'uomo
aveva grugnito poi aveva detto con la voce
supplichevole: " Sicura che posso farlo? Non è che mi
ritrovo trasformato
in un rospo?".
Luna
era scoppiata a ridere poi aveva detto: "
Anche se succederebbe, non dimenticare che sono una strega ed
è in mio potere,
sistemare tutto!".
"
Lo so " aveva detto testardo l'uomo "
ma davvero non mi piacerebbe gracidare in uno stagno!".
Hope
aveva riso insieme a sua madre poi aveva detto:
" Papà roppo!".
Michael
aveva sorriso poi aveva sbuffato dicendo:
" Grazie amore per il supporto morale ma non mi sei di aiuto!".
Per
buona misura aveva continuato a stringere sua
moglie ma si era azzardato a sollevare le palpebre.
Quando
si era guardato attorno, aveva spalancato gli
occhi dicendo: " Ma dove diamine siamo?" e Luna sogghignando gli
aveva risposto: " A Londra, in un vicolo vicino a Covent Garden!".
L'uomo
aveva aperto la bocca scioccato poi aveva
detto: " Mi stai prendendo in giro?" e lei dopo
aver
scosso la testa, aveva risposto: " No,
guarda tu stesso!".
Michael
aveva fatto qualche passo e uscendo da quel vicolo, si era trovato di
fronte al
Radisson Blu Edwardian Mercer Street, l'hotel che avevano prenotato.
Dopo
essersi passato una mano tra i capelli, l'uomo
aveva detto: " Oh porca miseria, questa cosa è quasi meglio
del
Concorde!", scatenando le risate della moglie.
Mentre
si avviavano verso l'hotel, Luna aveva detto:
" A pochi passi da qui, c'è Charing Cross Road. In
quella via sorge
il Paiolo magico che visto dal lato babbano è un locale
malfamato, poco
frequentato ma per noi maghi rappresenta l'ingresso a Diagon Alley e al
mondo
della magia.
Dopo
che vi avrò lasciati in hotel, andrò direttamente
al Ministero, perchè prima concludo questa storia e prima
potrò tornare a
respirare."
Michael
aveva annuito e per trasmetterle un pò di
forza, le aveva afferrato la mano stringendola con vigore.
Dopo
circa due ore, Luna si aggirava per i lunghi
corridoi del Ministero alla disperata ricerca della
maledetta
stanza che le avevano indicato all'ingresso.
Ad
un tratto si era sentita chiamare e con un solo gesto del corpo, si era
voltata
trovandosi davanti una sorridente Ginny.
Per
un attimo, Luna si era dimenticata che quella
simpatica rossa era ora la moglie ufficiale del padre di sua figlia e
l'aveva
stretta in un forte abbraccio.
Quando
si erano separate, si erano guardate ed erano
scoppiate a ridere come ai vecchi tempi.
Poi
Ginny le aveva chiesto: " Ma che fine hai
fatto Luna? Non ti abbiamo più visto.
Sai
che io ed Harry ci siamo sposati?" e con
quelle parole, tutto il dolore era nuovamente esploso nel cuore della
biondina.
Esteriormente,
la ragazza non aveva fatto trasparire
nulla ma dentro fremeva dalla voglia di urlare contro alla sua vecchia
amica,
che lo sapeva eccome.
Facendosi
forza, le aveva rivolto un sorriso falso come quel Giuda che
aveva nominato qualche volta Hermione poi le aveva detto: " Auguri ma
come
mai sei qui oggi?".
La piccola di casa Weasley aveva sorriso poi le aveva risposto: " Siamo
venuti per richiedere alcuni documenti per nostro figlio.
E'
nato nove mesi fa e si chiama James come mio suocero
e Sirius come il padrino di Harry!".
Luna
le aveva fatto i suoi complimenti, sempre
mantenendo sulla bocca quel sorriso di circostanza, che era poi
diventata una
smorfia indefinita, quando aveva visto Harry che da lontano si
avvicinava con
un bambino tra le braccia.
Lui
si era raggelato quando l'aveva vista e Luna scommetteva sul fatto che
stava
anche sudando freddo, per il timore che in un impeto di rabbia, lei
spifferasse
tutta la loro tresca a sua moglie.
La
bionda non aveva faticato ad ammettere a se stessa,
che il pensiero l'aveva sfiorata ma poi nella sua mente, era apparso il
sorriso
sdentato della sua bellissima bambina e quello amorevole di suo marito
e aveva
capito, che non ne valeva davvero la pena.
Harry
Potter, che era stato prima un suo amico poi il
suo amante ed infine il padre inconsapevole di sua figlia, non meritava
che lei
si struggesse di dolore e prostrazione.
Decise
che l'avrebbe ignorato ed infatti, quando lui aveva raggiunto sua
moglie e la
sua ex amante, lei gli aveva rivolto solo un occhiata superficiale poi
non lo
aveva degnato più di uno sguardo puntando invece gli occhi
sul bambino, che
sorrideva tra le braccia del padre.
James
Sirius Potter, il fratellastro della sua Hope.
Luna
aveva sentito uno scoppio simbolico, devastarle
il petto; ciononostante sorrise lievemente, alla vista di quella
meraviglia con
i capelli castani e gli occhi di suo padre.
Gli
stessi occhi che aveva la sua piccola bambina.
Sorridendo
dentro di se, Luna si era chiesta se fosse
un marchio di fabbrica del grande Harry Potter.
Non
aveva altro segno da trasmettergli visto che dopo
la morte di Voldemort, la sua leggendaria cicatrice si era dissolta nel
nulla.
A
fatica aveva staccato gli occhi da quella creatura e li aveva riportati
su
Ginny, dicendo: " Complimenti è davvero un bellissimo
bambino" poi
dopo una piccola pausa aveva continuato " Ora se mi perdoni devo
salutarti.
Devo
sbrigare alcune pratiche urgenti e devo tornare
da chi mi aspetta!".
Poi
senza dare alla rossa il tempo di ribattere, si
era allontanata verso gli ascensori.
Ginny
l'aveva guardata allontanarsi poi si era rivolta
verso il marito e aveva detto: " Harry, Luna non ti è
sembrata
strana?".
Lui
aveva alzato le spalle poi portando gli occhi
verso il punto dove era scomparsa la bionda, aveva detto: " Non
più del
solito Ginny.
Sai
come è fatta Luna; è sempre stata stramba e a
volte ha rasentato i limiti della follia.
Ma
noi le volevamo bene e l'accettavamo anche con
tutti i suoi difetti!".
Poi
riportando lo sguardo verso la moglie, le aveva
passato James e aveva detto: " Amore, torna a casa con il piccolo.
Io
devo sbrigare ancora alcune cose qui poi non appena
ho finito, vi raggiungo!".
Lei
aveva annuito con un sorriso poi gli aveva dato un
dolce bacio e stringendo forte il bambino, si era smaterializzata.
Non
appena sua moglie era sparita, Harry si era
lanciato di corsa dietro a Luna.
Non
sapeva dove diavolo fosse andata ma aveva fatto in
tempo a vedere, che la bionda aveva
premuto
il pulsante del secondo livello, quello dove
c'erano l'ufficio per l'uso improprio delle arti magiche,
il quartier
generale degli Auror e i servizi anagrafici del
Wizengamot.
Una
volta arrivato lì, aveva cominciato a cercare in
ogni ufficio fino a quando l'aveva intravista al bancone dell'ufficio
anagrafe.
Con
la bacchetta si era lanciato addosso un
incantesimo di disillusione e si era avvicinato a lei, per scoprire che
cosa
stesse facendo.
L'addetta
all'ufficio si era rivolta alla ragazza,
chiedendole il motivo della sua presenza e la risposta che Luna le
aveva dato,
aveva mozzato il respiro del ragazzo sopravvissuto.
"
Sono qui per ritirare i documenti miei e di mia
figlia!".
Harry
aveva sentito il suo cuore accelerare di botto
poi aveva stretto i pugni e si era messo in ascolto.
La
donna aveva chiesto a Luna: " Mi da il nome
della bambina!" e la biondina aveva risposto:
"
Hope, Hope Potter!".
Diamine!
Harry era certo che Voldemort, dal buco nero
d'inferno nel quale si trovava, stesse rotolandosi per le risate.
Lui
e Luna avevano fatto una figlia? E se si, perchè
lei non glielo aveva detto? Ma sopratutto l'eroe del mondo magico,
tremava al
solo pensiero che se la notizia fosse giunta alle orecchie di Ginny,
sarebbe
successa una tragedia.
La
segretaria aveva poi domandato: " Maternità e
paternità della bambina!" e Luna le aveva risposto: "
Maternità Luna
Lovegood e paternità...".
Harry
non aveva sentito nient'altro, perchè in preda
ad una forte nausea, si era smaterializzato fuori dall'ufficio.
Era
finita, per lui era finita! Era certo che quella
sciacquetta della segretaria, non avrebbe perso tempo per divulgare
quel
maledetto pettegolezzo e l'unico risultato che lui avrebbe ottenuto,
sarebbe
stato quello di perdere tutto: fama, gloria, onore e sopratutto
famiglia.
Dieci
minuti dopo, Luna con in mano diversi documenti,
era uscita dall'ufficio e si era diretta verso i corridoi, per prendere
l'ascensore.
All'improvviso
una mano l'aveva afferrata per un
braccio mentre un altra le tappava la bocca per impedirle di urlare e
con una
stretta forte e micidiale, l'aveva tirata dentro ad una stanza.
Davanti
agli occhi spalancati di Luna, era apparso un furioso Harry Potter che
senza
perdere tempo le aveva chiesto: " Che diavolo significa? Chi
è Hope e
perchè non mi hai detto che abbiamo avuto una figlia?".
Luna
dopo aver superato la fase di choc, gli aveva
riso in faccia e con uno schiocco di dita, si era smaterializzata,
lasciando
che l'urlo spaccatimpani di Harry, si propagasse nei corridoi del
Ministero.
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Capitolo 6 *** Gli anni passano e si arriva a Beauxbatons ***
Ciao
ragazze vi do il benvenuto al nuovo appuntamento
con la mia fiction.
Oggi
fare qualche salto temporale per assistere alla
crescita della piccola Hope che si preparerà al suo ingresso
nel mondo magico.
Come
sempre, anche se sono ripetitiva, vi ringrazio di
vero cuore per il vostro affetto.
Baci
Lorian
Capitolo
6 - Gli anni passano e si arriva a
Beauxbatons
Dopo
il rientro in hotel, Luna non aveva detto una
sola parola.
Michael
aveva compreso che era successo qualcosa ma
aveva deciso che, come sempre, le avrebbe lasciato i
suoi spazi,
rispettando i suoi tempi.
Quando
nel pomeriggio la bionda aveva messo a letto la
piccola Hope, aveva preso per mano il marito e l'aveva tirato verso di
se poi
si era seduta con lui sul divano e con la voce tetra, gli aveva
raccontato
quello che era successo.
Ad
un certo punto, lei gli aveva detto: " Sai che
cos'è che mi ha fatto stare più male?" e quando
lui aveva scosso la testa,
Luna aveva continuato: " E'stato l'aver visto quel bambino e come lui
se
ne occupava!".
Michael
si era irrigidito e la biondina gli aveva
preso la mano sinistra e aveva accarezzato la fede posta nell'anulare
poi aveva
detto: " Non fraintendermi, tu sei il padre migliore che Hope poteva
avere
e non esagero, se dico che sei addirittura meglio di Harry stesso!
Non
parlo per gelosia ma per inquietudine! Hope
dovrebbe avere gli stessi diritti di James ma invece per il mondo
magico, lei
non esiste!
So
che in parte è colpa mia, perchè sono scappata e
ho
deciso di rinunciare alla magia pur di non tornare.
Sono
stata una vigliacca ma ero davvero a pezzi e se
adesso posso nuovamente ridere è solo grazie a te!".
L'uomo
l'aveva fissata in silenzio con gli occhi che
gli splendevano dall'emozione e sua moglie aveva ripreso a dire: " Nel
momento più nero, ho trovato te al mio fianco, non di certo
lui.
Il
grande eroe si è preso gioco dei miei sentimenti,
mi ha usata approfittandosi di ciò che sentivo, ha succhiato
tutta la mia
essenza vitale e quando si è divertito abbastanza, mi ha
pugnalato alle spalle.
Apparteneva
ad un altra e non me lo ha detto; l'ha
sposata e neppure per un attimo ha pensato a me.
Ha
creduto che bastasse avermi chiesto scusa, per
lavarsi la coscienza e non si è minimamente preoccupato di
dove fossi andata a finire.
La
mia scomparsa era una manna dal cielo per lui, che
probabilmente temeva qualche ritorsione da parte mia.
Ha
svenduto tutto ciò che pensavo di aver creato e mi
ha abbandonato, senza farsi alcuno scrupolo.
Tu
invece ci sei sempre stato: prima come datore di
lavoro poi come amico ed infine come marito e padre di nostra figlia.
Sei
un uomo speciale e so che sarai sempre al fianco
mio e di Hope e che ci proteggerai con tutte
le
tue forze e di questo non posso che esserti
grata!".
Michael
aveva annuito poi si era chinato verso sua
moglie e dopo averle dato un bacio dolcissimo, le aveva detto: " Mai,
non
vi lascerò mai!".
I
due sposi di comune accordo, avevano rinunciato al
loro giro a Londra, perchè Luna temeva che Harry la facesse
cercare ed erano
tornati con la loro bambina ad Aix-en-provence.
Gli
anni avevano ripreso a scorrere sereni e la
svampita biondina, aveva relegato in un angolo del suo cervello quello
che era
successo.
Si
era recata da sola a Vallauris, un comune
francese situato nel
dipartimento delle Alpi
Marittime e confinante con
Cannes.
Dopo
aver passeggiato per qualche ora come una normale
turista, aveva raggiunto l'avenue des Frères
Roustan ed era entrata nel
ristorante Nounou.
Aveva
fatto un cenno al proprietario per fargli
comprendere che era una strega e lui, dopo aver annuito le aveva fatto
segno di
seguirlo.
Lei
lo aveva fatto e l'uomo, che era un magonò,
l'aveva portata davanti ad una porta dicendole:
"
Una volta dentro, si avvicini al muro e
colpisca per tre volte con il palmo aperto della mano, la quinta
piastrella in
alto a destra e le si aprirà il passaggio che la
porterà nel mondo magico.
Quando
avrà finito quello che deve fare, si avvii
verso la place des Rebelles e una volta giunta lì,
potrà smaterializzarsi dove
vuole!".
La
ragazza lo aveva ringraziato e l'uomo, dopo averle
sorriso cordialmente, si era allontanato.
Luna
era entrata nel piccolo bagno e dopo aver
individuato la piastrella giusta, aveva fatto quello che l'uomo le
aveva detto.
Il
muro davanti a lei, si era dissolto come nebbia al
sole e la bionda era entrata nel mondo magico francese.
Dopo
mezz'ora, aveva consegnato tutta la
documentazione all'addetta del Ministero magico francese e adesso
poteva
tornare finalmente a casa, da sua figlia e suo marito.
Aveva
iniziato a gettare le basi per il cammino che la
sua bambina avrebbe dovuto percorrere; certo, insieme a Michael le
sarebbe
stata accanto per sempre ma sarebbe toccato a lei scegliere il suo
futuro.
Luna
aveva deciso che non avrebbe mai nascosto la
verità ad Hope: voleva che sua figlia sapesse chi era
veramente suo padre,
perchè comprendesse per bene la relazione tra gli eventi.
Non
aveva mai creduto che con le bugie si ottenesse
qualcosa, anzi.
Era
sempre stata una fautrice della verità e ora non
poteva cominciare a mentire proprio con sua figlia.
Hope
si meritava la sincerità e per Merlino e Morgana,
l'avrebbe avuta.
Più
decisa e fiera delle sue scelte, la bionda si era
smaterializzata per tornare ad Aix-en-Provence.
Un
altro anno era trascorso e Hope diventava ogni giorno più
bella.
I
suoi occhi ti sapevano leggere dentro e le bastava
un sorriso per conquistare il cuore della gente.
Luna
era fiera del fatto che sua figlia fosse così
sveglia; alla donna bastava spiegare una sola volta un concetto, che
lei lo
apprendeva velocemente facendolo suo.
La
bionda era certa che se Hope fosse andata a
Hogwarts, sarebbe stata smistata a Corvonero per la sua estrema
intelligenza.
La
bambina aveva una predilezione per il padre che a
sua volta l'adorava come non mai; si faceva
fare
di tutto dalla sua piccola principessa, senza mai
lamentarsi né sbuffare.
Michael
era stato d'accordo con sua moglie, quando lei
gli aveva detto che voleva rivelare ad Hope la verità, anche
se intimamente era
terrorizzato di perdere l'affetto di quella che per lui, era a tutti
gli
effetti sua figlia.
In
comune accordo con Luna, l'uomo aveva deciso che
avrebbero aspettato ancora qualche anno prima di dire la
verità a Hope, perchè
volevano che lei comprendesse per bene ogni passaggio.
Il
momento giusto, era arrivato quando la bambina
aveva compiuto sette anni.
Era
una fredda giornata d'inverno e la famigliola era
appena rientrata da una passeggiata fatta in centro.
Luna
che si era messa d'accordo con il marito, aveva
preso per mano la sua bambina e seguite da Michael erano entrate
nell'ufficio
della direzione.
L'uomo
prima di chiudersi la porta alle spalle, aveva
detto a Yvette che non voleva essere disturbato per nessun motivo al
mondo.
Per
buona misura, Luna aveva sigillato l'uscio ed
imperturbato l'ambiente.
La
piccola Hope era già stata informata del fatto di
avere dei poteri particolari e sopratutto le era stato intimato di non
usarli
mai davanti a nessuno, tranne che a mamma e papà.
La
bambina era molto coscienziosa e aveva sempre
obbedito agli ordini dei suoi genitori.
Ora
rimaneva solo da svelarle il segreto più grande e
anche se dentro di se Luna tremava, aveva deciso che fosse
più che giusto che
sua figlia conoscesse tutta la verità.
Con
parole semplici e comprensibili, le spiegarono le
sue origini e Hope alla fine del discorso, tacque per qualche minuto.
Sembrava
che stesse riflettendo su tutte le cose sentite poi con una faccia
seria e
concentrata, aveva detto: " Non mi interessa chi sia quell'uomo!".
Poi
rivolgendo lo sguardo verso Michael, aveva detto:
" Io ho un solo padre e quello sei tu!".
L'uomo
le aveva sorriso con il cuore che batteva forte e le lacrime agli occhi
poi si
era alzato dalla sedia, aveva fatto il giro della scrivania ed era
corso ad
abbracciare quella piccola donna.
Con
la voce accorata le aveva detto: " Piccola
Hope, tu sei mia figlia e sempre lo sarai.
Anche
se nelle nostre vene non scorre lo stesso
sangue, per quanto mi riguarda è come se ti avessi creato
io!".
Sia
la donna che il marito si sentivano più sollevati,
perché la bambina aveva reagito meglio di quello che
credevano ma poi il loro
cuore si era fermato, quando lei aveva chiesto: "Che cos'ha suo figlio
più
di me?".
Luna
aveva stretto i pugni poi aveva risposto: "
Nulla amore mio! Tu non hai nulla di meno ma devi considerare che lui
non sa
neppure che esisti.
Credimi,
non lo sto giustificando ma credo che se lui
sapesse che sei sua figlia, ti vorrebbe bene come a James!".
La
bionda sapeva di mentire, perchè la reazione di
Harry quando aveva sentito il nome di sua figlia, non era stata delle
migliori
ma questo non poteva dirlo alla sua bambina.
Hope
aveva annuito alle parole di sua madre poi, dopo
aver dato un bacio ad entrambi i suoi genitori, si era alzata e aveva
chiesto
il permesso di ritirarsi.
Luna
aveva annuito e con un gesto della bacchetta,
aveva sbloccato la porta.
Quando
la bambina era uscita, Michael si era
avvicinato alla finestra e guardando fuori, aveva
detto:
" Tu pensi che abbia realmente compreso
quello che le abbiamo detto? Non è stato troppo presto?
Forse avremmo dovuto
aspettare qualche altro anno!".
Luna
lo aveva raggiunto e dopo averlo abbracciato da
dietro, gli aveva risposto: " Sta tranquillo amore, sono sicura che
nostra
figlia abbia capito per bene la situazione.
E'
sempre stata una bambina intelligente e giudiziosa.
So
che la sua non è stata la reazione che ci
aspettavamo ma probabilmente, deve ancora somatizzare tutto.
L'importante
è che quando avrà bisogno di aiuto, noi
saremo al suo fianco!".
Michael
aveva annuito, sempre tenendo lo sguardo fisso
fuori dalla finestra poi aveva tirato un grosso respiro e si era girato
verso
Luna.
Dopo
qualche secondo di silenzio, aveva sorriso e
aveva detto: " Hai sentito le sue parole, Luna?
Ha
detto che lei ha un solo padre e che quello sono
io! Non c'è dichiarazione d'amore più grande,
credimi e io sono davvero
orgoglioso che lei sia mia figlia!".
Luna
aveva annuito poi aveva dato un bacio dolcissimo
a suo marito.
Un
altro anno era passato e la piccola Hope sembrava aver accusato bene il
colpo,
sulla verità della sua nascita.
L'amore
che sentiva per Michael non era scemato
neppure per un istante, anzi.
La
piccola gravitava intorno a suo padre, cercandolo
ogni istante, sopratutto quando rientrava da scuola.
Ora
aveva otto anni e andava in terza elementare: era
una bambina intelligentissima, che capiva al volo le cose, senza che ci
fosse
la necessità di rispiegargliele.
Hope
sapeva che sarebbe andata nella scuola babbana
fino a dieci anni poi si sarebbe trasferita a Beauxbatons e francamente
non
vedeva l'ora.
Lei,
che era sempre stata giudiziosa, non aveva mai
usato la magia davanti agli altri, perchè sua madre le aveva
spiegato che i
babbani non avrebbero potuto capire e che il Ministero non avrebbe
approvato.
Luna
era orgogliosa di sua figlia e del fatto che
capisse la delicatezza della situazione.
Ogni
volta che la guardava, ringraziava Merlino e
tutti i fondatori, nonché suo marito di non aver abortito
quando aveva scoperto
di aspettarla.
Fortunatamente,
a parte gli occhi, Hope le
assomigliava come una goccia d'acqua e il fatto che non avesse molto di
Harry,
era un segno di tranquillità per lei.
Sua
figlia era una bambina allegra e gioviale che legava con tutti e che
aveva un
sacco di amici, che a loro volta l'adoravano.
Certo
il pensiero che presto sarebbe dovuta andare a
Beauxbatons e che l'avrebbe vista solo poche volte, la faceva
intristire ma
Luna, sapeva che questo era necessario e se ne faceva una ragione.
Quando
Hope aveva compiuto undici anni, erano andati Vallauris per
accompagnarla a
comprare, tutto quello che era necessario per la scuola.
Erano
entrati per il passaggio nel bagno del
ristorante Nounou e Luna aveva dovuto trattenere le risate, di fronte
alla
faccia sconvolta che Michael aveva fatto, quando il muro di fronte a
loro si
era dissolto.
Mentre
camminavano per la Rue des marchands (1), la bionda aveva
mostrato alla
figlia e al
marito,
il magico castello di Beauxbatons che si vedeva da lontano.
Sia
Hope che Michael avevano spalancato la bocca, di
fronte a quel magnifico spettacolo poi si erano allontanati per andare
a fare
compere.
Nella
Boutique des les potions magique (2), avevano comprato tutto
l'occorrente per
permettere alla piccola Hope d'imparare l'arte del fare pozioni.
A
Luna era venuto in mente Severus Piton e la passione
che ci metteva nell'insegnare la sua materia, nonostante anche le
pietre del
castello di Hogwarts, sapevano che lui ambiva ad avere la
cattedra di
Difesa contro le Arti Oscure.
Ne
Le monde des livres (3), aveva preso tutti i testi
scolastici che sarebbero serviti ad Hope e la bionda si era intristita,
quando
aveva ripensato a Hermione e alla gioia che avrebbero avuto i suoi
occhi,
davanti a tutti quei tomi pesantissimi.
La
sua amica le mancava tanto e ogni volta che ci
pensava, malediva Harry per quello che le aveva fatto e che le aveva
tolto.
Allo
Chaudron des le magicien (4), avevano acquistato il paiolo di peltro e
Luna
sorridendo, aveva ripensato a tutti quelli che aveva fatto saltare in
aria
Seamus Finnegan.
Poi
nell'Atelier di Madame Flaubert, avevano preso le misure per la divisa
magica
che avrebbe indossato Hope, che era composta da una camicia, una gonna
e una
giacca tutte rigorosamente azzurre.
Inoltre
c'era un vezzoso cappellino dello stesso
colore e delle scarpe bianche e nere.
Michael
aveva guardato sua figlia con i lucciconi
negli occhi, quando la bambina era apparsa con la divisa addosso.
Con
molta probabilità, solo in quel momento l'uomo
stava realmente realizzando, che la sua Hope sarebbe stata lontana da
lui per
molti mesi.
Dopo
diversi anni di matrimonio, Michael si era
sottoposto ad alcuni esami e aveva scoperto di non poter avere figli
quindi
aveva riversato su Hope, tutto il suo grande amore.
Ne
l'Usine des balais (5), avevano acquistato l'ultimo modello di scopa,
la nuova
Nimbus 2020.
Michael,
di fronte alla consapevolezza che la sua
bambina avrebbe volato su quel manco di legno, aveva dato di matto ma
poi Luna
era riuscito a calmarlo, dicendogli che non era affatto pericoloso e
che prima
di farlo, Hope avrebbe ricevuto un adeguato insegnamento.
Infine
dopo che tutti gli acquisti erano stati quasi
completati, l'allegra famigliola era andata a mangiare un boccone.
Dopo
pranzo Luna aveva accompagnato Hope, a scegliere
un animale da poter portare con lei a scuola.
La
bambina, con il naso incollato alla vetrina
dell'Hôtel des animaux (6), guardava estasiata tutti quegli
animali che
miagolavano, squittivano e abbaiavano, con il solo scopo di attirare la
sua
attenzione e farsi scegliere.
Alla
fine, tra tutti gli altri, Hope aveva scelto un bellissimo gattino
bianco come
la neve e con gli occhi azzurri come il cielo.
Tra
il piccolo animaletto e la sua nuova padroncina
era stato amore a prima vista e Hope aveva deciso di chiamare la
bestiola,
Aurore de neige (7).
Ora
era tutto pronto e Hope avrebbe dovuto solo
aspettare il 1° settembre, per poter iniziare quella nuova
avventura.
Note
d'Autore:
1
- Rue des marchands = Via dei mercanti
2
- Boutique des les potions magique = Negozio delle
pozioni magiche
3
- Le monde des livres = Il mondo dei libri
4
- Chaudron des le magicien = Il calderone dei maghi
5
- l'Usine des balais = L'officina delle scope
6
- Hôtel des animaux = Albergo degli animali
7
- Aurore de neige = Aurora di neve
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Capitolo 7 *** Un traguardo raggiunto ***
Ciao
ragazze, vi do il benvenuto all'appuntamento con
la mia e vostra storia.
Oggi
faremo un bel salto nel tempo giungendo al
momento in cui Hope si diplomerà a Beauxbatons.
Riusciremo
ad analizzare il pensiero della ragazza e a
prepararci a qualcosa che sta per arrivare, qualcosa di non esattamente
bellissimo.
So
che come mio solito lancio l'amo e poi non
riavvolgo la lenza ma che volete farci, sono fatta così e mi
piace l'idea di
stuzzicarvi e di lasciarvi con la curiosità per il prossimo
appuntamento.
Ora
vi lascio al piacere della lettura.
Vi
ringrazio per l'affetto che mi dimostrate e vi do
appuntamento alla prossima settimana.
Baci
Lorian.
Un
traguardo raggiunto - capitolo 6
Da
quel famoso 1° settembre, erano trascorsi ormai
sette lunghi anni e quel giorno il 10 giugno, una bellissima e
diciottenne Hope
Potter si apprestava a festeggiare il suo diploma a Beauxbatons.
Era
ormai una strega a tutti gli effetti, una brava in
verità, con una certa predisposizione per la materia di
pozioni.
La
direttrice della sua scuola, la gigantessa Olympe
Maxime era fiera di
lei, perchè diceva che era una studentessa modello, pur
senza trascendere nella
secchioneria.
A
Hope piaceva studiare ma non stava di certo tutto il
tempo china sui libri, aveva molte amiche sincere, con cui usciva
spesso per
andare a passeggiare nel grande cortile della scuola e con le quali una
volta
al mese, andava a fare shopping, nel lato magico di Vallauris.
Hope
era molto bella, con dei lunghi capelli biondi e dei sfavillanti occhi
verdi e
nonostante lei non era mai stata una ragazza vanitosa, non poteva non
notare
gli sguardi che gli altri ragazzi le lanciavano, quando scendeva in
paese.
Le
sue amiche le chiedevano sempre come mai non
s'interessasse a nessuno e lei rispondeva sempre allo stesso modo: "
Non
sono quelli giusti!".
Era
capitato a volte che le persone la guardassero in
modo strano, non appena sentivano qual'era il suo cognome ma la ragazza
alzava le
spalle e alla domanda " Ma sei imparentata con il Salvatore del mondo
magico?" lei rispondeva che non sapeva chi fosse quel tipo e che il suo
papà era un babbano, che si chiamava Michael Potter.
In
realtà, lei sapeva perfettamente chi era il
cosiddetto Prescelto, sia perchè l'aveva studiato a scuola
sia perchè per
curiosità, aveva cercato notizie su di lui.
Una
volta aveva visto su un giornale, una sua foto
mentre riceveva un ennesima onorificenza e si era accorta di non
provare
assolutamente niente, se non una sensazione di vuoto assoluto.
A
volte, ritornava a farsi presente la curiosità di
conoscerlo e parlargli ma subito questa sensazione, veniva sopraffatta
dal
ricordo del sorriso di suo padre e delle lacrime di sua madre.
Lacrime
che le aveva visto versare, quando un anno
prima le aveva raccontato di come lui aveva reagito, alla
possibilità della sua
esistenza.
Luna,
le aveva chiesto scusa per non averglielo detto
subito ma le era sembrato davvero di cattivo gusto, dirglielo quando
era una
bambina.
Hope
aveva provato una grande rabbia verso quell'uomo
e aveva sentito un fuoco enorme
devastarle
il torace ma facendosi forza, aveva annuito
sorridendo, per non far stare male sua madre ancora di più.
E
oggi in quel giorno festoso, finalmente lei si
sarebbe diplomata e avrebbe avuto al suo fianco entrambi i suoi
genitori.
Aveva
dato gli esami la settimana precedente e ne era
uscita con dieci Eccezionale e tre Oltre ogni previsione.
Madame
Maxime era andata in brodo di giuggiole di
fronte a quei magnifici voti e quando Luna e Michael erano arrivati,
per
partecipare alla cerimonia dei diplomi, aveva passato quasi venti
minuti a
congratularsi per la bravura della loro figlia.
Insieme
alla gigantessa, era presente anche il suo barbuto marito Hagrid che
non appena
aveva riconosciuto Luna, le aveva fatto i complimenti per
l'intelligenza e
bellezza della sua bambina.
Luna
si era schernita, ringraziando Morgana che
Hagrid, non avesse riconosciuto Hope come figlia di Harry.
D'altronde
era praticamente impossibile, dato che a
parte gli occhi, lei era la sua copia vivente.
Hope
aveva avuto l'onore di chiudere la cerimonia, leggendo il discorso di
commiato
e si sentiva incredibilmente in soggezione, di fronte a quella miriade
di occhi
puntati su di lei.
Per
farsi forza e trovare il coraggio di leggere quelle parole, che aveva
scritto
in una settimana di dubbi e nervosismi, aveva puntato gli occhi sulla
madre che
dalla platea, la guardava con orgoglio e tanto amore.
Perennemente
abbracciata al suo adorato padre, Hope lo aveva portato con il permesso
della
preside, a visitare il castello spiegandogli tutto quello che era
necessario
che l'uomo sapesse.
Michael
di fronte a quell'imponenza, si sentiva
microscopico e avere diversi occhi puntati addosso, non lo aiutava
minimamente.
Non
voleva ammetterlo ad alta voce ma ogni volta che
vedeva la preside di sua figlia, era sull'orlo di beccarsi un coccolone.
D'altronde
chi non lo sarebbe stato, trovandosi di
fronte ad una donnona alta 2 metri e 60 cm.
Era
di certo uno spettacolo che non ti capitava di
vedere tutti i giorni e lui, misero babbano, faticava a concepire cose
strane
come mezzi giganti, nani, draghi, ippogrifi e oggetti che volavano o
sparivano.
Di
comune accordo con Luna, aveva deciso di non voler
sapere nulla di quel mondo, perchè era intimorito da quello
che non riusciva a
comprendere.
Sia
sua moglie che sua figlia lo avevano capito e
avevano accettato la sua decisione.
La
spiccata diversità delle due donne, però non
minava
l'affetto e l'amore che sentiva per loro, anzi.
Le
adorava letteralmente ogni giorno di più; Luna era
la sua ragione di vita e sua figlia era il suo orgoglio.
Quel
giorno, dopo aver concluso la cerimonia di consegna dei diplomi, Hope
aveva
ricevuto i saluti dalla preside e con i suoi genitori, quelli della sua
migliore amica Clodette e altre persone era andata a festeggiare al
ristorante.
La
ragazza era euforica e non vedeva l'ora di rientrare
a Aix-en-provence per riabbracciare Laverne, Yvette e
Suzanne.
Loro
erano la sua famiglia e anche se era costretta a
mentirgli riguardo ai suoi poteri, non c'erano
persone
che amasse di più.
Dopo
aver parlato con Luna e Michael, Hope aveva
deciso che si sarebbe presa un meritato anno sabbatico, prima di
cercarsi un lavoro
nella Vallauris magica.
Aveva
già ricevuto delle offerte interessanti ma non
voleva dover scegliere, avventatamente.
Arrivati
al ristorante avevano cenato allegramente e ad un certo punto Luna, che
nel
frattempo si era cambiata, approfittando del fatto che sua figlia si
fosse
allontanata con Michael aveva chiesto a Clodette: " Tu sei una
Purosangue?" e la ragazza le aveva risposto di si.
La
donna allora aveva domandato: " Non ti crea
problemi sapere che, Hope è una Mezzosangue? ".
Clodette,
dopo averla guardata aveva risposto: " No signora Lovegood, non me ne
importa niente!
La
nostra famiglia si è sempre tenuta fuori da quegli
schemi assurdi e retrogradi.
Mi
è stato raccontato che al tempo della guerra
magica, mia madre, mio padre e i miei nonni non condividevano le
astruse idee
della razza che voleva diffondere Voldemort, anzi.
Le
trovavano disgustose e priva di ogni morale;
l'orrore che avete vissuto voi a Londra è stato davvero
enorme e quando ho
sentito quei racconti, mi sono vergognata di essere una strega.
Nessuno
si dovrebbe arrogare il diritto di scegliere o
di decidere per gli altri.
Io
so, che lei è stata una di quei ragazzi che ha
lottato per la propria libertà individuale e l'ammiro molto
per questo.
Hope
le assomiglia tanto e sono davvero orgogliosa di
esserle amica!".
Luna
aveva sorriso a quella ragazza saggia e
intelligente e dopo averle fatto una carezza, l'aveva ringraziata e si
era
alzata per raggiungere suo marito e sua figlia.
Mentre
si avvicinava ai suoi amori, Luna li osservava; Michael teneva una mano
sul
fianco di Hope e la stringeva a se come se fosse la sua fidanzata.
Era
evidente l'amore che l'uomo provava per la propria
figlia e l'ex biondina svampita di Hogwarts, era orgogliosa del
rapporto che
avevano instaurato.
L'unione
tra Michael e Hope non era mai venuta meno,
neppure quando sua figlia aveva scoperto che quell'uomo magnifico, non
era il
suo vero padre biologico.
Anzi
si era rafforzata, quasi che la ragazza temesse di
perdere l'amore di quell'essere speciale ma Luna era certa che questo
non
sarebbe mai potuto accadere.
Michael
stravedeva per sua figlia così come adorava
sua moglie, con la quale era sposato ormai da diciotto lunghi anni.
Luna
si era intristita al pensiero che suo marito non
aveva potuto avere altri figli; quando avevano scoperto che lui era
sterile, la
bionda aveva visto passare un ombra nel bellissimo sguardo di Michael,
ma era
durata giusto qualche secondo prima che lui le dicesse: " Tutto l'amore
che
ho dentro, lo dedicherò a mia moglie e a mia figlia e del
resto non mi
importa!".
Luna
sapeva che con molta probabilità quella non era
del tutto la verità ma aveva preferito non indagare, per non
farlo soffrire più
del dovuto.
Quando
era stata ad un passo da loro, Michael aveva tirato a se sua figlia e
le aveva
dato un tenero bacio sulla tempia poi, guardando sua moglie aveva
detto: "
Siamo stati davvero fortunati! Guarda che bellissima strega abbiamo
cresciuto.
E'
un angelo e io sono fiero di essere suo
padre!".
Luna
aveva annuito e sfoggiando un sorriso grande,
aveva raggiunto i suoi due amori stringendoli forte a se.
Poi
sempre tenendola per mano, Michael aveva fatto un
buffissimo inchino a sua figlia e le aveva chiesto di ballare con lui.
Hope
era scoppiata a ridere per quel gesto e aveva
accettato con grande gioia.
Michael
rivolgendosi a sua moglie aveva detto: "
Lei permette vero?" e quando Luna sorridendo aveva annuito, lui aveva
aggiunto: " Si tenga libera per dopo, perchè ho la seria
intenzione di
invitarla a ballare!".
Luna
aveva sogghignato poi aveva risposto: " Oh,
ne sarei onorata buon'uomo ma temo che mio marito sia molto geloso e
vedendomi
tra le sue braccia, potrebbe scatenare l'inferno e fare qualche scenata
isterica!".
Hope
era scoppiata a ridere per quelle frasi e Michael
dopo aver sbuffato comicamente, aveva detto: " Non si preoccupi mia
dolce
donzella! Dica pure a suo marito che io sono del tutto innocuo e che
non
rinuncerò a ballare con lei!".
Luna
aveva annuito sorridendo poi gli aveva mandato un
bacio con la punta delle dita ed era rimasta a bordo pista mentre
Michael e
Hope, ballavano un lento dolcissimo.
Ad
un tratto la musica si era arrestata e due
bellissime torte al cioccolato, erano state portate dai camerieri e
consegnate
una a Hope e l'altra a Clodette.
I
padri, orgogliosi delle loro figlie le avevano prese
per mano e le avevano accompagnate vicino al tavolo dove erano state
poggiate
quelle meraviglie di pasticceria.
Michael
aveva preso la mano di Hope mentre la ragazza si chinava a soffiare
leggermente
sulle candeline poste sopra la torta e leggeva la scritta che diceva:
"
A Hope, la mia dolce streghetta!".
La
ragazza era emozionata e dopo aver portato a
termine quel compito, si era gettata tra le braccia dell'uomo dicendo:
"
Ti voglio un mondo di bene, papà!".
Michael
l'aveva stretta forte a se, prima di
rispondere: " Anche io piccola mia, anche io e non puoi immaginare
quanto!".
La
festa era continuata allegramente e mentre Luna si
beava del forte sentimento che legava suo marito a sua figlia, la sua
fervida
immaginazione le aveva fatto vedere Harry al posto di Michael e si era
fortemente sorpresa, di vedere quanto quella visione stonasse da morire.
Con
il tempo si era davvero innamorata di quello
splendido uomo, che l'aveva saputa capire accettando anche il suo mondo
e il
suo segreto.
Michael
non aveva mai recriminato su cosa fosse e su
quello che potesse fare e Luna gli era davvero grata di questo.
Lei
aveva sempre evitato di usare la magia in sua
presenza, anche perchè sapeva che l'uomo ne era intimidito,
nonostante non si
lamentasse mai.
Questa
cosa non era pesata a Luna, d'altronde lei
aveva imparato a muoversi come una babbana, quindi cercava di farne a
meno il
più possibile.
Solo
quando sapeva che lui non c'era, la usava per
sistemare la sua casa.
Piccoli
tocchi di Tergeo, Aguamenti e Gratta e netta,
atti solo a rassettare le stanze private e a mantenere vivo
l'allenamento.
Ovviamente
stava anche attenta al fatto che
nessun'altro la vedesse.
Era
stata maledettamente brava a nascondere la sua
vera natura a Laverne, Yvette e Suzanne, che
ignoravano
tutta la verità da ben diciotto anni e non
avrebbe di certo voluto che la cosa si
scoprisse
adesso.
La
festa intanto era giunta al termine e i mille
saluti che si stavano scambiando tutti, aveva riscosso Luna dai suoi
pensieri.
Con
un sorriso di era avvicinata a Michael e a sua figlia che in quel
momento stava
abbracciando Clodette, promettendosi di rivedersi presto.
Quando
i convenevoli si erano esauriti, Luna aveva
rimpicciolito i bagagli di sua figlia e dopo aver dato la mano a suo
marito e a
Hope si erano smaterializzati ad Aix-en-provence.
La
ragazza, guardando la facciata del Saint
Christophe, aveva iniziato a ballare euforica pronta a viversi una
nuova
avventura.
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Capitolo 8 *** Beata quotidianità ***
Ciao
ragazze, vi do il benvenuto al nostro e vostro
nuovo appuntamento.
Ci
tengo a precisare che questo capitolo è a tutti gli
effetti, uno di transizione che credo però necessario per
capire ciò che passa
nella testolina di Hope.
Inoltre
è quello che precede uno abbastanza forte.
Non
è mia abitudine dare delle anticipazioni ma
desidero che vi prepariate, perchè nel prossimo
accadrà qualcosa di parecchio
sconvolgente.
Ora
basta ciarlare a vuoto e vi lascio alla lettura
del capitolo.
Vi
ringrazio come sempre e vi do appuntamento alla
prossima settimana.
Baci
Lorian
Capitolo
8 - Beata quotidianità
Hope
era felice di essere tornata a casa.
Certo
le sarebbe mancata la scuola, il suo mondo e
anche, e sopratutto, la sua cara amica Clodette ma il fatto di essere a
casa
sua, tra i suoi affetti non aveva prezzo.
Non
appena aveva varcato la soglia del Saint
Christophe, era stata stritolata dall'abbraccio di Laverne al quale si
erano
poi uniti quelli di Suzanne, Yvette e del resto del personale
dell'hotel.
Suo
padre aveva deciso di fare un pranzo speciale,
dedicato solo a loro e lei ne era stata davvero contenta.
L'indomani,
Hope aveva deciso di dedicarsi una giornata solo a se stessa e dopo
essersi
fatta un bagno rilassante ed essersi lavata i denti, si era vestita e
truccata
ed era scesa a fare colazione.
Giunta
nel salone ristorante, aveva salutato tutti e
si era seduta a tavola.
Poco
dopo, era stata raggiunta da Michael e Luna e
insieme avevamo mangiato parlando del più e del meno.
Quando
avevano finito, la ragazza aveva detto: "
Oggi ho voglia di farmi un giro per la città per
riappropriarmi dei miei luoghi
preferiti e poi voglio fare un pò di shopping, in dei veri
negozi
babbani!".
Suo
padre aveva annuito e senza dire una parola, aveva
preso il portafoglio e facendole un sorriso, le aveva dato la sua carta
di
credito.
Lei
lo aveva ringraziato e dopo aver dato un bacio a
tutti e due, si era fiondata verso l'uscita.
Non
appena Hope aveva varcato il portone dell'hotel, aveva tirato un
profondo
respiro e un sorriso enorme le si era stampato sulla faccia.
Aveva
iniziato a camminare, apparentemente senza una
meta precisa.
Come
aveva detto ai suoi genitori, sentiva la
necessità fisica e psicologica di riappropriarsi dei suoi
luoghi preferiti.
Dopo
essersi lasciata alle spalle il numero 2 di
Avenue Victor Hugo, si era incamminata arrivando alla Place Charles De
Gaulle
per poi girare a destra nel lungo Corso Mirabeau.
Il
corso era un largo viale alberato, su cui si affacciavano abitazioni
con ricche
decorazioni ed era uno dei punti principali di riferimento della
città,
dividendola a tutti gli effetti in due parti: la
città vecchia in alto
mente la Aix moderna, in basso verso sud.
Era
affascinante camminare sotto quei maestosi alberi; certo non c'era la
pace in
cui era immersa negli sterminati giardini di Beauxbatons o la calma e
la
tranquillità che la sommergeva quando
passeggiava
nei vicoli di Vallauris ma anche la sua città babbana era
degna di merito.
Camminando
per le varie brasserie e i tanti bar che esibivano i loro eleganti e
colorati
tavolini all'aperto, la ragazza era giunta alla Place Haut du
Cours dove
svettava la magnifica fontana del Bon Roi René ovvero il
conte di Provenza che
era regnato ad Aix-en-provence nel XV secolo.
Hope,
guardava tutto come se lo vedesse per la prima
volta e si sentiva veramente felice e soddisfatta.
Nessuna
delle persone che la circondavano sapeva
veramente chi lei fosse, forse neppure suo padre e sua madre la
conoscevano
così bene.
Buffamente,
lei si paragonava ad una cipolla e cioè
fatta a strati: quello esteriore, ovvero quello che tutti potevano
vedere, era
quello che faceva di lei una bellissima ragazza babbana.
Poi
c'era lo strato intermedio che la rappresentava
come figlia e nipote ed infine quello più interno, quello
che solo pochi
potevano vedere, che faceva di lei una strega intelligentissima e
capace.
Ma
ce ne era uno ancora più oscuro, uno che non
avrebbe mai mostrato a nessuno, negandolo perfino a sua madre.
Quando
toccava con mano quel celatissimo strato, si
vedeva curiosa ed ansiosa di conoscere l'uomo che l'aveva generata,
seppur solo
per gioco.
Era
letteralmente divisa in due: da una parte c'era la
rabbia e il furore per il fatto di essere stata rifiutata e poi c'era
la
curiosità innata di capire il vero motivo del suo
comportamento.
Sapeva
però, che per amore verso suo padre e sua
madre, lei non l'avrebbe mai cercato.
Aveva
ancora davanti agli occhi, le lacrime di sua
madre, mentre le confessava la reazione che quel mostro aveva avuto al
Ministero.
Per
non parlare di quelle che le aveva visto versare
diverse volte, mentre di nascosto la spiava.
Non
riusciva a perdonare a quell'uomo tutto quel
dolore ma era ugualmente curiosa di vederlo di persona, anche se questa
cosa
non sarebbe mai avvenuta.
Immersa
nei suoi pensieri, si era incamminata lungo il
viale Saint Louis ed era arrivata alla Place
Bellegarde dove sorgeva il grande Hotel de Ville.
Questo
colosso era un palazzo del 1600, realizzato in stile classico, che
dominava una
caratteristica piazza quadrata anch'essa ricca di
caffé all'aperto.
In
quella stessa piazza, faceva bella mostra di se il
coloratissimo mercato dei fiori che era molto famoso ad Aix.
Mentre
camminava lenta per la strada, buttando
occhiate distratte alle vetrine dei negozi, Hope rifletteva su tutta la
sua
vita, da quando aveva saputo la verità fino al presente.
Non
sapeva che cosa le avrebbe riservato il futuro:
probabilmente avrebbe trovato un bravo ragazzo, possibilmente un mago,
perchè
era seriamente difficile nascondere il suo potere e ancora si chiedeva
come ci
riuscisse sua madre; si sarebbe sposata mettendo al mondo uno o due
figli, che
avrebbe amato più di se stessa.
Ma
non voleva solo realizzarsi a livello personale ma
anche professionale quindi avrebbe cercato un buon lavoro, magari nella
Vallauris magica; in fondo anche se non aveva detto nulla ai suoi
genitori,
aveva già ricevuto delle serie proposte, che stava valutando
seriamente.
Una
era come pozionista per l'ospedale magico e
l'altra era come Spezzaincantesimi per la banca magica francese.
All'improvviso
si era fermata, realizzando di essere arrivata davanti alla Cattedrale
del San
Salvatore.
Era
una mastodontica chiesa, costruita nel XI secolo
che era composta da un impressionante facciata gotica e una bellissima
torre
rimasta incompiuta.
Senza
pensarci era entrata dentro, lasciandosi alle
spalle i rumori del traffico e il vociare della gente.
Il
silenzio e la pace l'avevano avvolta completamente
facendola sentire bene con se stessa.
Si
era spinta in religiosa concentrazione fino all'altare maggiore, dove
vi
era un bellissimo dipinto della Madonna con il bambino.
Era poi rimasta senza fiato davanti alla magnificenza della vetrata
colorata
che c'era sul transetto.
Dopo
essere rimasta lì per mezz'ora ad ammirare tutte
quelle meraviglie, aveva deciso di uscire e di rituffarsi nel caotico
mondo
esterno.
Aveva
proseguito fino ad arrivare ai tanto famosi, profumati e sterminati
campi di
lavanda che circondavano il convento.
Da
lì sentiva il canto delizioso del coro delle suore
che le metteva un incredibile allegria addosso.
Si,
era felice di essere tornata e anche se adesso
doveva prendere una decisione definitiva per la sua vita, voleva farlo
a mente
serena parlandone con i suoi
genitori.
Sapeva
che probabilmente avrebbe dato un dolore al suo
adorato padre, che se l'immaginava
nell'hotel
a lavorare con lui ma lei non si sentiva
parte di quel mondo e comprendeva di non avere nulla che la legava
lì, a parte
gli affetti.
Il
suo destino era nella magia e lei questo lo sapeva
bene, il più era farlo capire ai suoi genitori.
Hope,
dopo aver guardato il suo orologio, si era
accorta che era già l'una ed era parecchio lontana da casa.
Aveva
deciso quindi di smaterializzarsi, sperando di
non finire in mezzo ad una piazza piena di babbani.
Dopo
aver visualizzato nella sua mente il vicolo che
porta al parcheggio dell'hotel, si era guardata attorno per essere
certa di non
essere vista e con il classico Pop, si era smaterializzata apparendo a
due
passi da casa.
Più
comodo di così!
Non
appena era entrata nella hall, Luna le era venuta
incontro e dopo averle fatto un grande sorriso, le aveva chiesto: "
Come è
andata tesoro, ti sei divertita?".
Hope
aveva annuito, sorridendole a sua volta, poi aveva risposto: " Si, sono
stata davvero bene!".
Dopo
aver riflettuto per qualche secondo, aveva
aggiunto: " Mamma, più tardi ho la necessità di
parlarti; potresti
dedicarmi qualche minuto?".
Luna
aveva annuito, facendole un sorriso e dopo averla
presa per mano, avevano raggiunto Michael che le attendeva seduto a
tavola.
Dopo
pranzo, l'uomo le aveva salutate con un bacio e
si era rintanato nel suo ufficio, lasciando da sole madre e figlia.
Hope
aveva chiesto a Luna di seguirla ed erano andate
in camera della ragazza.
Lì,
la giovane aveva guardato sua madre poi aveva abbassato gli occhi e
aveva
detto: " Sono davvero felice di essere tornata ma ora mi trovo davanti
ad
un bivio e non so davvero quale strada
scegliere.
So
che papà vorrebbe che io rimanessi qui a lavorare
nell'hotel ma io, non mi sento sicura di questa decisione.
In
realtà, la preside Maxime mi ha comunicato che ha
ricevuto per mio conto due valide proposte di lavoro.
La
prima arriva dal Saint'Etienne, che l'ospedale
magico di Vallauris.
Loro
mi hanno offerto un posto come pozionista e tu
sai quanto io adoro quella materia mentre la seconda
opportunità è quella di
lavorare come Spezzaincantesimi, per la banca magica francese!".
Luna
l'aveva fissata con serietà poi aveva detto: " Tesoro, so
che non vuoi
dare un ennesimo dolore a papà ma tu oramai sei grande e
devi decidere ciò che
è meglio per te.
Noi
ci siamo fatti una vita e siamo felici così e ciò
che ci renderebbe ancora più sereni sarebbe il fatto di
vederti realizzata.
Avevo
già immaginato che tu non avresti mai voluto
lavorare all'hotel e avevo già affrontato con tuo padre il
discorso.
Certo,
lui ha storto un pò la bocca ma poi ha finito
con il comprendere la situazione, specialmente quando gli ho fatto
presente che
con la smaterializzazione, tu potevi raggiungerci ogni volta che lui
avesse
avuto bisogno di vederti!".
Hope
speranzosa la guarda poi mormora: " E questo gli è bastato
davvero o ha solo fatto finta di accettare nella speranza che cambiassi
idea?".
Luna aveva alzato gli occhi al cielo poi, dopo aver sospirato, aveva
sorriso
dicendo: " No, ha solo fatto finta ma abbiamo ancora qualche mese
davanti
per convincerlo e come già saprai, le donne della famiglia
Potter sono davvero
testarde quando ci si mettono!".
Hope
era scoppiata a ridere poi aveva guardato sua
madre e aveva detto: " Si, lui lo dice spesso.
Si
lamenta sempre del fatto che si sente un novello
Don Chisciotte, che è costretto a lottare
contro
due mulini a vento, che proprio non vogliono saperne di piegarsi
alla sua volontà!".
Luna
si era seduta sulla sedia poi aveva preso in
braccio sua figlia, come quando era piccola e accarezzandola, le aveva
detto:
" Si, poverino si trova a combattere contro i due esemplari
più testadura
che abbia mai incontrato ma credo che lui sia felice così.
Per
quanto può cercare di fare la voce grossa, sai
bene che gli basta ricevere un grosso sorriso da te, per capitolare
miseramente.
Lui
ti ama Hope, talmente tanto che se dovesse
scegliere tra me e te, non avrei dubbi sulla sua decisione.
Non
credere però che la cosa mi dia fastidio! Sono
fiera del legame che vi unisce e spero che questo non venga mai meno.
Per
papà tu sei e rimarrai sempre la sua principessa,
quella bambina che quando la notte aveva un incubo, correva ad
infilarsi sotto
le coperte stringendosi al suo corpo.
La
stessa bambina che gli diceva con la voce stentata
- Ti vogio tanto benissimo, papotto!".
Hope
era scoppiata a ridere e Luna l'aveva imitata
prima di continuare: " Non dubitare mai del suo amore, tesoro
perchè
Michael ti ha amata fin dal primo istante che ha saputo della tua
esistenza e
continuerà a farlo, qualsiasi decisione tu prenderai!".
La
ragazza aveva annuito poi si era stretta a sua
madre, ringraziandola di esistere.
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Capitolo 9 *** Un dolore che ti lacera il cuore ***
Ciao
ragazze, oggi il capitolo che vi propongo sarà
davvero triste, come potrete notare già dal titolo.
A
tutti gli effetti, questo darà il via alla seconda
parte della storia, di cui però non posso dirvi nulla.
Vi
lascio alla lettura, ringraziandovi come sempre per
il vostro incommensurabile affetto.
Un
bacio Lorian
Capitolo
9 - Un dolore che ti lacera il cuore
Il
giorno successivo alla conversazione avuta con sua
madre, Hope si trovava nell'ufficio di suo padre.
Era
intenta a controllare dei conti che Michael le
aveva affidato.
La
ragazza sapeva che lui lo aveva fatto, nella
speranza di convincerla a rimanere a lavorare lì ma non se
l'era sentita di
affrontare subito l'argomento.
D'altronde
aveva deciso di prendersi un anno sabbatico
quindi aveva davanti un bel pò di tempo prima di doversi
decidere.
Mentre
ricalcolava tutte le somme, era stata distratta
da un picchiettio alla porta.
Quando
aveva dato il permesso di entrare, la porta si era aperta e sull'uscio
era
apparsa sua madre che sorridendo le aveva detto: " Fai paura seduta
lì!
Non è che poi ci prendi veramente gusto a fare questo
lavoro?".
Hope
era scoppiata a ridere e allo stesso tempo aveva scosso la testa, prima
di
rispondere: " Non c'è questo pericolo, mamma!".
Poi
guardando Luna, aveva aggiunto: " Come sei
bella! Dove vai vestita così?".
La
donna le aveva fatto un buffo inchino di ringraziamento poi aveva
risposto:
" Io e tuo padre andiamo a trovare la nostra amica Sally Davenport e
ceneremo lì, dato che lei ci ha invitato!".
Hope
aveva annuito poi facendole ciao ciao con la
manina, le aveva detto: " Mi raccomando divertitevi e non fate nulla di
ciò che io stessa non farei!".
Luna
le aveva fatto una linguaccia poi era uscita
dall'ufficio, chiudendosi la porta alle spalle, seguita dall'eco delle
risate
di sua figlia.
Quando
era giunta l'ora di cena, Yvette era venuta a
chiamarla e lei aveva chiuso le sue scartoffie, accogliendola con un
sorriso.
Mentre
stavano mangiando, parlando del più e del meno,
il signor Miller si era avvicinato al loro tavolo e con un espressione
seria in
volto, aveva detto: " Hope, nella hall c'è un poliziotto che
chiede di
te!".
La
ragazza l'aveva guardato in modo perplesso poi
seguita da Yvette e da Laverne, si era diretta verso quell'uomo.
Il
poliziotto era fermo nell'atrio e la fissava serio e quando era stata
ad un
passo da lui, le aveva teso la mano chiedendole: " Lei è
Hope Potter?
".
La
ragazza aveva annuito e lui dopo aver tossicchiato,
aveva detto: " Buona sera signorina, io sono il capo commissario Pierre
Reuland e sono venuto qui per avvisarla che i suoi genitori, Michael
Potter e
Luna Lovegood, hanno avuto un incidente!".
Un
fischio acuto era partito nelle orecchie di Hope mentre fissava
quell'uomo che
di sicuro si era sbagliato.
La
sua mamma e il suo papà erano a cena dalla signora
Davenport, quindi non potevano aver avuto un incidente.
Ingoiando
la saliva che le si era bloccata in gola,
con un tono basso aveva detto: " Cre... do che lei si stia sbagliando,
signore!
Mia
madre e mio padre sono andati a cena da un amica e
torneranno presto".
Lui
scuotendo la testa, aveva assunto un espressione
mesta e vagamente tesa, come se dire quelle
parole,
fosse la cosa che odiava di più.
Poi,
ravviandosi i capelli con una mano aveva detto:
" Mi dispiace signorina Potter ma non ci sono dubbi.
I
suoi genitori sono stati coinvolti in un incidente!
Un uomo ubriaco ha perso il controllo della sua macchina e gli
è finito addosso
e loro purtroppo... sono deceduti!".
Indistintamente
Hope, aveva sentito l'urlo di Yvette
mentre le lacrime avevano cominciato a scenderle sulle guance.
Il
volto sorridente della sua adorata mamma e quello
meraviglioso del suo papà, non sarebbero apparsi
più davanti a lei.
Non
avrebbe più sentito le forti braccia di suo padre
stringerla forte né le carezze di sua madre, sfiorarle i
capelli.
No,
non poteva essere vero! Era tutto un brutto sogno
e di sicuro a momenti si sarebbe svegliata da quell'orrendo incubo.
Li
avrebbe visti aprire la porta dell'hotel ed entrare
mano nella mano, con un grande sorriso impresso nella faccia.
Come
un automa, Hope aveva cominciato a guardarsi
attorno e aveva visto intorno a se, solo lacrime e tanto dolore.
Sulla
porta della sala ristorante, c'erano alcuni
clienti che la guardavano con una grande pena.
Yvette
stava piangendo convulsamente tra le braccia
del signor Miller e Suzanne stava stringendo la mano di sua zia
Laverne, che
era sconvolta e bloccata come una statua di ghiaccio.
Il
fischio nelle orecchie della ragazza, si era fatto
più potente e le sue mani erano corse d'istinto a coprirle,
come se facendolo
quel suono potesse magicamente cessare.
A
che le serviva ora essere una strega, se non poteva
neppure riavere indietro i suoi genitori?
Un
dolore improvviso al centro del petto, l'aveva
fatta urlare e si era accasciata sulle ginocchia, tremando poi il buio
l'aveva
inghiottita.
L'indomani
mattina si era svegliata e la realtà di ciò che
era accaduto, le era piombata
addosso in modo fragoroso.
Ora
era sola e non sapeva davvero che cosa avrebbe
fatto della sua miserevole
vita.
Quasi
senza forze, si era trascinata fuori dalla sua
stanza ed era scesa nella hall; era stata raggiunta subito da sua zia
che
l'aveva abbracciata in modo vigoroso e tra le sue braccia, aveva
ripreso a
singhiozzare.
Quando
si era calmata, Laverne aveva detto: "
Tesoro, stamattina sono andata all'obitorio per il riconoscimento e
purtroppo
non ci sono dubbi.
I
nostri adorati Michael e Luna, non ci sono
più!" poi deglutendo aveva aggiunto: " Abbiamo pregato i
clienti di
lasciare l'hotel, perchè abbiamo intenzione di chiudere per
un pò.
Non
sarebbe onesto nei confronti del nostro dolore né
verso di loro e devo dire che sono stati
davvero
comprensivi.
Ho
già affidato ad un addetto, le pratiche per il
funerale e tu devi solo cercare di stare tranquilla, dato che mi
occuperò io di
tutto!".
Hope
la fissava come se stesse parlando una lingua sconosciuta poi dopo
essersi
ripresa, aveva detto: " Zia, voglio vedere la macchina!".
Laverne
aveva spalancato gli occhi e dopo averla
afferrata per un braccio, aveva risposto: " Perchè vuoi
farti del male,
piccola?".
Hope
aveva scosso la testa e aveva mormorato: "
So che può sembrare macabro ma è l'unico modo che
ho, per metabolizzare il
dolore.
So
che potrei andare all'obitorio e vedere loro ma non
voglio farlo.
Desidero
ricordarmeli da vivi! Non ce la farei a
vederli stesi lì, freddi e rigidi.
Ti
prego zia, portami a vedere la macchina!".
La
donna, se pur riluttante, aveva annuito e dopo aver
preso la borsa si era incamminata fuori dall'hotel seguita dalla nipote.
Non
appena le due donne erano arrivate al
commissariato, avevano chiesto all'agente di guardia, di chiamargli il
commissario capo Reuland e quando l'uomo si era presentato al loro
cospetto,
Laverne aveva detto: " Mi perdoni ma mia nipote, desidererebbe vedere
la
macchina dei suoi genitori!".
L'uomo
aveva fissato la ragazza con l'aria pensierosa
poi senza dire una sola parola, aveva annuito e aveva fatto loro strada
fino al
parcheggio.
Dopo
pochi minuti, Hope si era trovata davanti alla macchina della sua mamma
e del
suo papà, completamente distrutta.
Alla
ragazza era mancato il fiato ma poi si era fatta
forza e stringendo i pugni, si era girata verso l'uomo, l'aveva
ringraziato e
si era avviata verso l'esterno.
Laverne
l'aveva fissata, scuotendo la testa e cercando
di trattenere le lacrime, quindi aveva salutato il commissario ed era
corsa
dietro a sua nipote.
Una
settimana dopo, si erano ritrovati tutti al cimitero della
città per celebrare
i funerali di Luna e Michael.
Hope
aveva camminato aggrappata al braccio del signor
Miller e fin dalla mattinata, le era sembrato di vivere un incubo
infinito.
Si
dava la colpa di tutto: di non aver salutato suo
padre prima che uscisse, del fatto di non voler continuare il suo
lavoro e
perfino delle lacrime, che aveva visto versare a sua madre nel corso
degli
anni.
Era
arrivata a convincersi che se non fosse nata, la
sua dolce mamma sarebbe stata più felice.
Sapeva
che era tutto assurdo ma in quel momento, non
riusciva a connettere lucidamente.
Aveva
scelto una sepoltura semplice, di granito rosa antico che le era
sembrata
adatta per contenere i corpi dei suoi amati genitori.
L'avevano
riempita di fiori colorati e profumati,
perchè a tutti era noto quanto Luna li amasse.
Hope
era arrabbiata con se stessa, per il fatto di non
riuscire a versare una sola lacrima.
Era
come se i suoi condotti lacrimali si fossero
seccati definitivamente e questo l'aveva mandata in bestia.
Al
suo fianco, oltre a sua zia e al signor Miller,
c'erano Yvette, Suzanne, la signora Peabody e anche
Clodette
che era corsa al fianco dell'amica, non
appena aveva saputo quello che era successo.
Le
foto che aveva scelto per la sepoltura erano bellissime
e ritraevano i suoi genitori, felici nel giorno del loro decimo
anniversario di
nozze.
Sua
madre sembrava un angelo ornata da quelle piume.
A
Hope era venuto quasi da sorridere, quando aveva
ripensato a come starnutiva la donna, ogni volta che quelle malefiche
piume le
solleticavano il naso.
Una
volta finita la cerimonia, tutti erano usciti dal
cimitero e si erano diretti verso l'hotel.
Giunti
lì, Hope si era lasciata cadere sul divano
sentendosi completamente senza forze.
Subito
al suo fianco si era seduta Clodette, che
l'aveva tirata a sé stringendola forte; avvolta dalle sue
braccia, Hope era
riuscita finalmente a piangere e a singhiozzare disperatamente.
Nessuno
aveva detto niente, lasciandole sfogare il suo
dolore in modo che poi la ragazza avrebbe potuto cercare di riprendersi
e
avrebbe voltato pagina.
Quando
finalmente le sue lacrime erano cessate, tutti
si erano accorti che la dolce Hope si era addormentata.
Il
signor Miller l'aveva presa in braccio e l'aveva
portata in camera sua, stendendola sul letto.
L'indomani
mattina, Hope aveva riaperto gli occhi e
aveva trovato davanti a se la zia Laverne, che la osservava in silenzio.
La
donna le aveva sorriso poi aveva detto: " Tesoro, io credo che sia il
caso
che tu faccia un bel viaggio.
Sia
chiaro che non voglio cacciarti via! Tu sei e
rimarrai per sempre mia nipote ma sono in grado di capire da sola, che
se
resterai qui non ti riprenderai facilmente dalla morte di Michael e
Luna.
Tutto
quello che ci circonda è tuo di diritto, perché
so che questa era la volontà di mio nipote.
Anche
se non era il tuo vero padre biologico, per lui
eri sua figlia; tu e Luna, avete portato nella sua vita la gioia e
l'amore e lo
avete fatto anche con la mia.
Se
t'invito ad allontanarti da qui è solo per poterti
riprendere.
Come
ho detto prima, tutto questo è tuo e noi tutti
vogliamo che tu possa occupartene con il sorriso sulle labbra e non con
il
tormento e i rimpianti.
Io
non m'immischiavo mai nella vostra vita ma ho occhi
per guardare e orecchie per sentire e spesso, mi ero accorta delle
lacrime di
Luna.
So
che tua madre ha amato tanto mio nipote e per
questo non posso recriminarle nulla ma forse...
credo,
che le mancasse tanto il suo mondo!".
Hope
aveva fissato la donna con un espressione basita
e lei aveva sorriso di più, prima di dire: " Ho sempre
saputo qual'è il
dono tuo e di tua madre!
So
che siete delle streghe ma puoi stare tranquilla,
come me il vostro segreto è al sicuro".
La
ragazza aveva spalancato gli occhi, prima di
chiedere: " Come hai fatto a scoprirlo, zia?".
La
donna aveva scosso la testa poi aveva sospirato e
aveva risposto: " So tutto fin dall'inizio, perchè quando
avevi tre mesi
facesti una magia, proprio davanti ai miei occhi.
Devo
ammettere che all'inizio fui terrorizzata poi
cercai di comprendere, come questa cosa fosse
accaduta
e tre mesi dopo, sentii una conversazione tra
Luna e Michael, dove lei gli raccontava tutta la verità.
Vidi
la maturità con cui mio nipote affrontò la
situazione e in quell'istante, decisi di tenere per me quel grosso
segreto e lo
avrei fatto ancora, se non fosse che volevo sapessi di sentirti libera
con
me!".
Hope
le aveva sorriso poi le aveva afferrato la mano,
ringraziandola.
Laverne
aveva scosso la testa poi aveva detto: "
Non devi ringraziarmi, piccola! Io voglio solo che possa tornare ad
essere la
mia Hope del cuore.
Quella
creatura felice e sorridente che con la sua
allegria, mi riempiva l'animo di serenità.
Per
questo ritengo che staccarti per un pò da questi
luoghi, sia di vitale importanza per te; in questo modo potrai tornare
ad
affrontare la vita, con un piglio forte e deciso!".
La
ragazza aveva annuito e Laverne aveva chiesto:
" Dove pensi di andare?".
Hope
si era stropicciata le mani prima di dire: "
Andrò nella Londra magica, perchè voglio iniziare
a fare pulizia del mio
passato.
Se
voglio diventare una persona nuova, devo affrontare
l'uomo che ha ingannato mia madre, guardandolo negli occhi.
Voglio
che mi dica perchè si è preso gioco di lei e
desidero che mi chiarisca, come mai ha avuto una brutta reazione quando
ha
saputo della mia esistenza.
Quando
risponderà a tutte le mie domande, potrò
finalmente cancellarlo dalla mia vita e iniziare un cammino
differente!".
Laverne
aveva annuito poi aveva accarezzato la testa
della ragazza e in silenzio era uscita dalla stanza.
In
quel momento, Hope l'aveva vista più vecchia di
quello che era e questo l'aveva intristita molto.
La
mamma le aveva raccontato di tutto il dolore che
aveva dovuto sopportare quella povera donna; a partire dall'abbandono
del
cognato, seguita poi dalla morte di sua sorella fino ad accollarsi la
crescita
di suo nipote.
Hope
ammirava molto Laverne, perchè aveva affrontato
tutto con il sorriso sulle labbra.
Lentamente
si era alzata dal letto e si era avvicinata
allo specchio del comò, guardandosi poi aveva stretto i
pugni e aveva
mormorato: " Harry James Potter, aspettami sto arrivando; è
giunta l'ora
di fare i conti!".
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Capitolo 10 *** Una decisione dolorosa e sofferta ***
Ciao
ragazze so che la morte di Luna e Michael vi ha
colte tutte di sorpresa e credetemi se vi dico che sono io la prima a
dispiacermene.
Purtroppo
la storia è stata concepita così,
perchè nel
mio machiavellico cervellino, volevo che il caro Harry Potter ricevesse
il
castigo che merita proprio da quella figlia che ha rifiutato.
Come
avete visto la volta precedente, Hope ha deciso
di partire alla volta di quel di Londra e ho oggi vedremo la reazione
di tutte
le persone a lei care in merito alla sua decisione.
Vi
lascio alla lettura del capitolo e vi ringrazio
come sempre del vostro affetto.
Baci
Lorian
Capitolo
10 - Una decisione dolorosa e sofferta
La
scelta di partire di Hope era stata comunicata a
tutti gli altri, durante il pranzo successivo.
A
differenza di Laverne, i presenti non erano stati
così contenti, anzi.
Suzanne
aveva espresso chiaramente il suo dissenso, asserendo che la cosa
migliore per Hope, fosse quella di rimanere con la sua famiglia.
Yvette invece, aveva continuato a ripetere che il mondo là
fuori, era troppo
pericoloso per una ragazza giovane come lei.
Infine
il signor Miller, aveva berciato stridulo che
era troppo presto e che lei doveva occuparsi del lavoro di suo padre,
perchè
Michael avrebbe voluto così.
Hope
era sempre più confusa ed avvilita e non sapeva
più cosa fosse meglio scegliere.
Sapeva
che ognuno di loro stava parlando in nome
dell'affetto che provavano per lei ma con tutti quei pareri, la stavano
mettendo a disagio e le stavano facendo spuntare i tanto terribili
sensi di
colpa.
Sentiva
le lacrime spuntarle sul ciglio degli occhi ed
era tentata di alzarsi e correre a chiudersi in camera, per estraniarsi
da
tutto.
Guardava
quelle persone alternativamente mentre di
nascosto stringeva i pugni, arrabbiata.
Arrabbiata
con se stessa, perchè non avrebbe mai
voluto creare tutte quelle liti, con loro perchè non
riuscivano a comprenderla
e a capire la sua impellente necessità di allontanarsi da
quel luogo pieno di
dolore, arrabbiata con quell'ubriaco incosciente che le aveva tolto
tutto il
suo mondo e sopratutto arrabbiata con i suoi genitori,
perchè l'avevano
abbandonata.
Sapeva
che per questi ultimi, la cosa non era affatto
voluta ma in quel momento si sentiva particolarmente egoista.
Quando
le voci si erano fatte parecchio alte, Laverne
si era alzata e aveva fatto zittire tutti con un gesto della mano poi
si era
guardata attorno e con la voce sepolcrale aveva sibilato: " Non credo
che
sia vostro il compito di decidere del destino e del futuro di mia
nipote.
Se
c'è qualcuno che ne ha il pieno diritto, quella
sono solo io ma non lo farò, perchè penso che per
Hope staccarsi per un pò di
tempo da tutto, sia davvero un idea perfetta.
Quanto
a voi, non solo vi state arrogando dei diritti
che non vi competono ma non avete perso tempo nell'esprimere giudizi e
condanne.
Questa
è pura ipocrisia e menefreghismo!" poi si
era girata verso la cuoca e aveva detto " Suzy, io so che tu vuoi bene
alla nostra piccola come se fosse una tua parente ma devi tenere conto
del
fatto che non tutti reagiamo al dolore come fai tu.
Secondo
me, se Hope rimanesse qui finirebbe con il
chiudersi a riccio, incamerando più dolore di quello che
sarebbe in grado di
sopportare!".
Suzanne
aveva abbassato gli occhi, perchè aveva capito
che Laverne stava dicendo la verità.
Poi
la zia di Michael, si era girata verso Yvette e
aveva detto: " Tesoro, so perfettamente che sei preoccupata per Hope,
così
come so che il mondo là fuori non è tutto rose e
fiori.
Ma
al tempo stesso, so che la nostra piccola è e
sarà
in grado di affrontare tutto, perchè ha la forza di mio
nipote e la
spensieratezza di Luna.
Queste
doti sono fondamentali e inoltre sono più che
certa che Hope, sarà protetta da due degli angeli migliori
del paradiso!".
Ancora
inquieta, Yvette aveva spostato lo sguardo
sulla ragazza poi aveva annuito leggermente, facendole a fatica un
sorriso.
Infine
Laverne si era rivolta verso il maitre e aveva
detto: " C'è ne è anche per te, caro Charlie!
Come puoi decidere tu quale
sia il futuro di Hope?
Tutti
qui sanno che Michael avrebbe voluto vederla
prendere il suo posto, così come tutti sanno che lei non lo
avrebbe fatto.
Anche
mio nipote lo sapeva ma era parecchio testardo e
non si voleva arrendere all'evidenza del fatto che sua figlia, non era
più la
bambina tutta pannolini e sorrisi sdentati di prima.
Lui,
come ogni padre la vedeva sempre piccola e si
rifiutava di vederla crescere.
Non
era egoista ma era semplicemente, terrorizzato
dalla possibilità di perderla e questo era perfettamente
comprensibile ma
arriva il momento, in cui i piccoli devono spiccare il volo verso nuovi
orizzonti, lasciando il nido che li ha protetti e li ha visti crescere.
Non
è decidendo per lei che la farai felice e
risolverai tutti i suoi problemi.
Siamo
perfettamente in grado di occuparci dell'hotel
da soli e questa è la cosa che continueremo a fare, fino a
che la nostra
piccola non si sentirà in grado di tornare!".
Poi
Laverne rivolgendosi ad Hope, aveva fatto un dolce
sorriso e aveva detto: " Tesoro, non ascoltare questi brontoloni.
Loro
fanno parlare il cuore ma tu devi usare la testa,
perchè sai bene quanto me che allontanarti un pò
da questo posto, non potrà che
farti bene!".
Hope
l'aveva fissata con uno sguardo confuso poi aveva
iniziato a mordersi il labbro inferiore per poi finire con l'annuire
decisa.
La
ragazza si era alzata in piedi poi guardando tutti
aveva detto: " Anche se mi allontano per qualche tempo, voglio che
sappiate che vi voglio un mondo di bene e che questo non
cambierà mai."
Quindi
senza dire una parola di più, aveva afferrato
la mano di Clodette, che era rimasta zitta e buona accanto a lei e si
era
allontanata salendo al piano di sopra.
Le
due ragazze si erano rifugiate nella camera di Hope
poi avevano sigillato ed imperturbato l'ambiente e si erano sedute sul
letto
della ragazza.
Clodette
aveva preso la parola chiedendo alla sua
amica: " E dove avresti intenzione di andare?".
Hope
l'aveva fissata poi aveva abbassato lo sguardo e
aveva risposto: " Voglio andare nella Londra magica, perchè
è mia
intenzione conoscere i luoghi dove è nata e cresciuta mia
madre.
Ovviamente
essendo all'oscuro di dove questi siano,
devo prima andare al Ministero per richiedere i documenti a suo nome e
ne
approfitterò anche per informarli del suo decesso!".
Poi
era tornata a guardare la sua amica e le aveva
chiesto: " Tu sai come posso arrivarci?".
Clodette
aveva annuito e aveva risposto: " Posso
indicarti come arrivare a Diagon Alley, che è la zona dei
negozi ma non posso
aiutarti per quanto riguarda il Ministero, dato che non ci sono mai
stata!".
Hope
aveva sorriso poi aveva detto: " Scommetto
che hai svuotato i negozi quando sei stata lì!".
Clodette
aveva sogghignato poi aveva detto: " Ma
come puoi pensare questo di me? Che amica infida e velenosa!
Non
ho portato via tutto... qualche straccetto l'ho
lasciato!".
Le
due ragazze erano scoppiate a ridere poi una volta
tornate serie, Clodette aveva detto: " A parte gli scherzi, Diagon
Alley è
davvero il non plus ultra per il commercio.
Puoi
arrivarci passando dal Paiolo magico.
E'
un pub che collega i due mondi, un pò come fa da
noi il ristorante Nounou".
Hope
aveva annuito e Clodette aveva continuato
dicendo: " Una volta arrivata a Londra vai nella Charing Cross
Road.
Lì
troverai un locale che visto dal lato babbano
è malfamato e poco frequentato, anche all'interno ti
apparirà come un
posto sordido, dall'aspetto molto buio e
dimesso.
Dovrai
rivolgerti a Tom, che è il barista e dovrai
chiedergli di indicarti come entrare a Diagon Alley.
L'ingresso
si trova sul retro del locale e una volta
toccati determinati mattoni del muro, questo si aprirà
immettendoti nella via
principale.
Lì
troverai dei negozi strabilianti come l'Emporio del gufo, il Ghirigoro
che è la libreria del luogo e Florian Fortebraccio dove
fanno il gelato più
buono del mondo.
Se
vuoi rinnovare il tuo abbigliamento, ti consiglio
di andare da Madama McClan che è quella più
fornita mentre se adori gli
scherzi, l'unico posto che mi sento di consigliarti è il
negozio dei Tiri Vispi
Weasley.
Quel
posto è davvero fantastico! Ci sono degli oggetti
che non troverai da nessun'altra parte del mondo.
E'
gestito da un uomo davvero affascinante che si chiama George e che ha
inventato
tutte quelle meraviglie.
Per
qualsiasi cosa potrai rivolgerti anche a Verity,
che è una mia cara amica e che lavora lì da
parecchio tempo.
La
riconoscerai senz'altro grazie ai suoi capelli
biondi e corti.
So
che nella banca francese, i tuoi ti avevano aperto
un conto personale e se avrai bisogno di prelevare del denaro, potrai
rivolgerti
alla banca della Gringott che ti avviso subito, è gestita da
dei folletti
davvero antipatici ma molto efficienti.
Un
altro negozio di abiti meravigliosi è Twilfit &
Tattings; lì potrai trovarci delle vere e proprie meraviglie
di alta
moda".
Poi
diventando più seria, aveva fissato il suo sguardo
in quello di Hope e aveva detto: " Evita a tutti i costi di avvicinarti
a
Nocturn Alley, perchè ci sono solo i negozi che vendono
materiali per la magia
oscura e non è proprio il caso di averci a che fare!".
La
biondina aveva annuito poi Clodette aveva detto:
" Un altro insediamento magico parecchio importante è
Hogsmeade ma ci puoi
arrivare solo prendendo il treno.
Credo
che finirai con l'andarci, perchè lì
c'è la
scuola che ha frequentato tua madre: Hogwarts!".
Hope
aveva sgranato gli occhi poi aveva ripetuto a
bassa voce: " Hogwarts! " e Clodette aveva annuito dicendo: "
Si, proprio quella che è stata il teatro dell'ultima guerra
magica, dove se non
sbaglio ha partecipato anche tua madre e che è stata vinta
dal grande Harry
Potter!".
Senza
farsi vedere dall'amica, Hope aveva storto la
bocca davanti al " grande" che aveva usato Clodette per descrivere
l'uomo che l'aveva generata.
La
sua amica, ignara del marasma che stava
sconvolgendo Hope, aveva continuato dicendo: " Io non ho visto la
scuola
ma dicono che sia davvero bellissima!
Comunque
tornando a Diagon Alley, una volta lì ti
basterà chiedere come raggiungere il Ministero e credo che
chiunque saprà
indicartelo!".
Hope
aveva annuito poi l'aveva ringraziata e le aveva
chiesto: " E tu invece, dove andrai?".
Clodette
aveva alzato gli occhi al cielo, sfoggiando
un gran sorrisone poi aveva risposto: " Partirò con Stephan
e andremo a
fare un giro per le principali città italiane e francamente
non vedo
l'ora".
Hope
aveva sorriso e aveva detto: " Ci
credo!" poi aveva aggiunto " Hai già deciso che lavoro
farai? O vuoi
prenderti un pò di tempo per riflettere?".
Clodette,
dopo aver sospirato, aveva risposto: "
Se devo essere sincera, volevo prendermi un anno sabbatico ma poi ho
cambiato
idea.
La
vita va vissuta intensamente in ogni sua
sfaccettatura e credo che prendersi del tempo non serva poi a molto.
Ho
deciso di fare la medimaga e andrò a lavorare al
Saint'Etienne.
Tu
invece che cosa hai deciso di fare? Se non sbaglio
mi avevi detto che l'ospedale aveva offerto un posto anche a te, come
pozionista.
O
vuoi lavorare come Spezzaincantesimi per la
banca?".
Hope
aveva scosso la testa poi aveva risposto: "
Quelle erano le opzioni che avevo considerato prima che accadesse
ciò che è
successo.
Ora
come ora, il mio unico obbiettivo è scoprire
quante più cose possibili su mia madre, poi
deciderò in base a quello che mi
indicherà il cuore!".
Clodette
aveva sorriso dolcemente poi aveva detto:
" Chi lo sa, magari a Londra incontrerai il famoso ragazzo giusto, ti
innamorerai e te lo sposerai sfornandogli due o tre marmocchi mandando
a quel
paese tutti i vecchi progetti!".
Hope
l'aveva guardata con gli occhi talmente sgranati,
che Clodette non aveva potuto resistere ed era scoppiata a ridere
follemente.
La
ragazza dimentica per un momento del suo dolore,
aveva sghignazzato certa che quella dell'amica fosse solo una battuta.
Ma
si sa che con il Fato impiccione, non si deve mai
scherzare!
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Capitolo 11 *** L'incontro con un biondo destino ***
Ci
siamo ragazze, con il capitolo di oggi si entra a
tutti gli effetti nella seconda parte della storia, quella che comporta
la
conoscenza di Hope con Draco Malfoy e l'inizio della sua vendetta.
Come
sempre vi ringrazio per l'affetto che mi dimostrate
e vi lascio alla lettura.
Un
bacio Lorian
Capitolo
11 - L'incontro con un biondo destino
Con
un solo gesto della bacchetta, Hope aveva chiuso i
suoi due trolley e poi, dopo aver esalato un profondo respiro, si era
guardata
attorno.
In
pochi giorni la sua vita pressoché perfetta, era
crollata come se poggiasse su delle colonne fatte di ricotta.
Il
suo adorato papà e la sua meravigliosa mamma, non
c'erano più e lei si stava apprestando a lasciare tutto il
suo mondo, per
recarsi nella Londra magica con l'intenzione di affrontare il suo vero
padre
biologico, per fargli pagare tutto il dolore che aveva patito sua madre.
Se
ripensava al tono estasiato con cui Clodette aveva
definito " grande" Harry Potter , le era salita una botta di nausea
pazzesca.
Tutto
il mondo magico, portava su un palmo di mano
quello che definiva l'eroe sopravvissuto ma avrebbe pagato tutto l'oro
del
mondo, per vedere quelle facce se avessero saputo chi era in
realtà
quell'essere che idolatravano.
Si
era sentita riempire da una sorta di adrenalina al
solo pensiero che sarebbe stata proprio lei, la figlia che lui aveva
detestato,
a far crollare la bella faccia di onesto, integerrimo e perfetto mago.
Quando
aveva finito di prendere tutto quello che
riteneva necessario, la ragazza era uscita senza più
tentennamenti dalla camera
ed era scesa nella hall, dove tutti la stavano aspettando per salutarla.
Fino
all'ultimo c'erano state delle sfiancanti
discussioni con gli altri, perchè tutti volevano
accompagnarla all'aeroporto ma
Hope non aveva voluto.
Non
poteva certo spiegare loro, che non esisteva
nessuna prenotazione e che non appena avrebbe voltato l'angolo, si
sarebbe
smaterializzata.
Quando
era arrivata giù, aveva trovato Suzanne e il
signor Miller che l'avevano accolta con un grande sorriso che mal
celava però
una nota di tristezza.
I
due le avevano fatto un milione di raccomandazioni,
tra le quali: " Scrivici, telefona, stai attenta, mangia ecc. ecc.!".
La
ragazza li aveva ringraziati delle loro premure,
gratificandoli con un grande sorriso poi aveva spostato la sua
attenzione su
Yvette, che la stava fissando con gli occhi lucidi.
Non
appena però Hope aveva mosso un passo verso di
lei, la ragazza non aveva trattenuto più le lacrime ed era
scoppiata in un
pianto inconsolabile.
Hope
si era sentita in colpa verso di lei, perchè
nonostante volesse un mondo di bene a tutti, Yvette aveva un posto
speciale nel
suo cuore.
Anche
se tra di loro c'era una notevole differenza di
età, per Hope quella era la persona che più si
avvicinava a lei.
La
ragazza, stringendo i pugni, l'aveva raggiunta poi
dopo averla abbracciata, aveva detto: " Yve, so come ti senti
perchè anche
io mi sento così!
Ora
che la mia mamma e il mio papà non ci sono più,
voi e solo voi siete la mia famiglia e non devi mai pensare che io
smetta di
volervi bene.
Tu
in particolare, sei quella che mi teneva per mano
mentre muovevo i primi passi o che gattonava con me, rincorrendomi.
Sei
quella che, insieme alla mia mamma, ha avuto la
pazienza di insegnarmi a leggere e a scrivere e che mi gratificava con
una
caramella o con un gelato, ogni volta che prendevo un bel voto a scuola.
Sei
quella a cui ho raccontato i miei segreti di
cuore, assolutamente certa che sarebbero morti con te!
Io
ti voglio bene e te ne vorrò sempre, anche se non
sarò qui fisicamente!
Puoi
sempre fare finta che io sia tornata a scuola e
vedrai che quando meno te lo aspetti, io tornerò qui!".
Yvette
si era girata a guardarla poi si era asciugata
le lacrime e facendole un tiepido sorriso, aveva annuito.
Laverne
si era avvicinata alle due ragazze, poi si era
rivolta a Hope e aveva detto: " Sappiamo tutti che non ci dimenticherai
ma
è davvero difficile lasciarti andare!
Sei
e rimarrai la mascotte ufficiale dell'hotel, così
come ti chiamava tuo padre e anche se non sarai qui fisicamente, ci
sarai con
il tuo spirito!".
Hope
aveva annuito poi aveva risposto: " Puoi
giurarci zia!
Io
sarò sempre qui e vi controllerò anche da lontano
quindi, signor Miller" aveva detto girandosi verso l'uomo " non perda
più tempo inutile e apra finalmente il suo cuore a Suzanne.
La
vita come ha visto è imprevedibile ed è meglio
approfittare di ogni opportunità".
Davanti
all'imbarazzo del maitre e al rossore della
cuoca, Laverne e Yvette scoppiarono nuovamente a ridere cancellando in
un colpo
la tristezza.
Laverne
aveva scosso la testa, pensando che sua nipote
era davvero incorreggibile: tutti, persino Suzanne stessa, sapevano che
il caro
e vecchio Charlie era invaghito della cuoca ma che non trovava il
coraggio di
parlare.
Insomma
era il classico segreto di Pulcinella e Hope,
l'aveva spiattellato per dirottare la loro attenzione, dalla sua
partenza a
quell'amore segreto.
Era
arrivato il momento e Hope, dopo aver richiamato
l'attenzione di tutti, aveva dispensato ad ognuno di loro tanti baci e
abbracci
poi aveva preso i suoi trolley e si era diretta fuori dall'hotel.
Non
appena aveva girato l'angolo, si era diretta verso
un vicolo che c'era lì vicino e dopo essersi fermata, aveva
tirato fuori la sua
bacchetta e con un semplice Reducio, aveva rimpicciolito le sue valigie
mettendole in tasca.
Poi
aveva messo via il suo bastoncino magico e si era
concentrata dicendo: " 20 Mercer Street, Covent Garden,
London!".
Compiendo
un mezzo giro, Hope si era smaterializzata
apparendo in un vicolo.
Dopo
essere uscita in strada, si era trovata davanti
al Radisson Blu Edwardian Mercer, non potendo di certo
ricordare che
quindici anni prima l'aveva già fatto con la sua mamma e il
suo papà.
Di
fronte a quella vista, Hope aveva tirato un grosso
respiro perchè ogni passo che faceva, era sempre
più vicina alla sua vendetta.
Dopo
aver tirato fuori la mappa di Londra dalle sue
tasche, aveva iniziato a camminare per la via ù
fino
a giungere nella Shaftesbury avenue.
L'aveva
percorsa tutta poi si era trovata magicamente
a Charing Cross Road.
Mentre
camminava lungo la strada, si era trovata a
passare davanti all'Apollo Victoria theater e aveva
sorriso vedendo
la locandina di Wicked.
Era
divertente pensare al modo in cui i babbani
percepivano la magia: non potendola vedere, la immaginavano e di certo
lo
facevano davvero male.
Per
loro le streghe erano delle vecchie, brutte e
racchie, con un orribile nasone con i porri e dei capelli di stoppa.
Chissà
che cosa avrebbero detto, se avessero saputo
che una come lei lo era per davvero.
Persa
nei suoi pensieri, si era trovata davanti
all'ingresso del Paiolo magico e in effetti aveva dovuto confermare le
parole
di Clodette.
Quel
posto aveva per davvero un aspetto sporco e
malfamato; Hope si era chiesta come fosse al suo interno.
Non
resistendo più alla curiosità, la ragazza aveva
attraversato la strada ed era entrata nel vecchio locale.
Hope
si era guardata attorno, respirando quell'aria
che era pregna di magia e aveva trovato la conferma alle parole
dell'amica, che
avevano descritto quel posto come povero, buio e dimesso.
Facendo
pochi passi, s'era avvicinata al barista che
la stava fissando come se vedesse un fantasma.
Facendogli
un sorriso, Hope gli aveva chiesto: "
Buongiorno, lei è Tom?" e l'uomo risvegliatosi dai suoi
pensieri, aveva
annuito chiedendole di cosa avesse bisogno.
La
ragazza gli aveva risposto: " Ho bisogno che
mi mostri come entrare a Diagon Alley!
E'
la prima volta che vengo qui, dato che ho
completato i miei studi a Beauxbatons!".
L'uomo
aveva annuito e mentre si asciugava le mani con
un consunto strofinaccio le aveva chiesto: " Come mai ha deciso di
venire
qui?" e Hope con un sorriso gli aveva risposto: " Ho perso i miei
genitori la settimana scorsa e ho sentito la necessità di
venire a vedere i
luoghi dove è nata e cresciuta la mia mamma!".
Tom
si era fermato poi si era girato verso di lei e
aveva detto: " Chi era tua mamma? Sai io conosco tutti e magari posso
esserti di aiuto!".
Hope
aveva sorriso poi aveva risposto: " Lei si
chiamava Luna, Luna Lovegood!".
L'uomo
aveva spalancato gli occhi poi dopo essersi
dato una botta sulla fronte aveva detto: " Ma certo! Non appena sei
entrata qui, mi sono detto che la tua faccia non mi era nuova e ora so
perchè.
Se
mi ricordo della piccola Luna? E come posso
dimenticarla!
Era
dolce e meravigliosa, sempre con il sorriso sulle
labbra e con una risata coinvolgente e contagiosa" poi si era bloccato
sgranando gli occhi e aveva detto " Per Merlino, non posso credere che
sia
davvero morta e davvero non so dirti quanto mi dispiace!".
Hope
aveva annuito poi aveva spalancato gli occhi
quando Tom le aveva chiesto chi era suo padre.
La
ragazza con decisione aveva risposto: " Oh,
lui era un mago francese, nato e cresciuto nella Vallauris magica!".
Tom
aveva annuito e l'aveva accompagnata nel retro
bottega, mostrandole quali mattoni colpire con la bacchetta quindi,
dopo averle
augurato buona fortuna, si era ritirato.
Hope
aveva sospirato in modo profondo poi aveva
iniziato la procedura e quando aveva finito, il
muro
di fronte a lei si era aperto.
Hope
si era trovata davanti una Diagon Alley
decisamente affollata e aveva iniziato a guardare tutto con un
espressione
estasiata.
Era
passata davanti all'Emporio del gufo, al Ghirigoro
e a Florian Fortebraccio, dove si era fermata a prendersi un bel gelato.
Si
era seduta su una panchina e aveva consumato con
lentezza quella delizia; ad un tratto si era sentita osservata e quando
aveva
alzato gli occhi, ne aveva incontrati due grigi e spettacolari, che
appartenevano ad un uomo molto affascinante.
Hope,
aveva sentito un brivido scenderle lungo la
schiena e si era chiesta che diavolo le stesse prendendo.
Non
si era mai sentita così, con nessun ragazzo che
aveva incontrato e ora un estraneo qualsiasi,
era
riuscito a destabilizzarla in quel modo.
L'uomo
che continuava a fissarla, indossava un
pantalone grigio molto elegante e di evidente, squisita fattura e una
camicia
celeste con i primi bottoni aperti.
Aveva
la pelle chiara e dei lucenti capelli biondi,
che si accompagnavano perfettamente a quegli splendidi occhi.
Rendendosi
conto che la ragazza ricambiava il suo
sguardo, il biondo con movenze lente, aveva attraversato la strada e si
era
fermato davanti a lei facendole un sorriso poi si era presentato:
"
Buongiorno, io mi chiamo Draco Malfoy e sarei
davvero onorato se tu mi dicessi il tuo nome!".
La
ragazza era arrossita poi gli aveva risposto:
" Piacere di conoscerti Draco, io mi chiamo Hope, Hope Potter!".
Draco
aveva sgranato gli occhi poi si era irrigidito e
aveva detto: " Hai detto Potter?" e quando lei aveva annuito, lui
aveva continuato dicendo: " Sei per caso parente dello Sfregiato?".
Hope
aveva inclinato la testa confusa poi aveva
mormorato: " Di chi?" e lui sbuffando, aveva risposto: " Sto
parlando dello sfregiato, del maledetto Salvatore del mondo magico, di
quella
zecca con gli occhiali, insomma di Harry Potter!".
La
ragazza aveva sorriso nel sentire quegli epiteti,
diretti ad una persona che anche lei detestava poi tornando seria,
aveva
risposto: " No, mi spiace deluderti ma non ho nulla a che vedere con
lui.
Io
sono figlia di Luna Lovegood, che era una strega e
di Michael James Potter, che era solo un babbano!".
Draco
aveva sospirato leggermente poi aveva chiesto:
" Scusa, sbaglio o hai detto che erano?".
Gli
occhi di Hope si erano inumiditi poi aveva
risposto: " Si, l'ho detto perchè sono morti entrambi la
settimana scorsa
in un incidente!".
Il
biondo aveva spalancato la bocca poi aveva detto:
" Perdonami, sono stato indelicato!" e lei scuotendo la testa aveva
mormorato: " Non ti preoccupare, non potevi saperlo!".
Poi
lui si era seduto accanto a lei e aveva chiesto:
" Hai detto di essere figlia della Lovegood? Ma allora quanti anni
hai?".
Hope
aveva sorriso poi aveva risposto: " Ne ho
compiuti diciotto un mese fa e tu invece quanti ne hai?".
Lui
aveva ghignato poi aveva risposto: " Oh beh,
qualcuno di più! Tu quanti me ne dai?" e lei ridendo aveva
detto: "
Uhm, direi che ne hai più o meno trenta!".
Draco
aveva sorriso poi aveva detto: " Ne ho
trentacinque! Non ti crea problemi, parlare con un
uomo
che potrebbe avere l'età di tuo padre?".
Lei
aveva scosso la testa poi aveva risposto: "
Non vedo il motivo per cui dovrebbe darmi fastidio e poi mio padre
aveva
quarantaquattro anni quindi tu sei decisamente più piccolo!".
Il
biondo era scoppiato a ridere poi aveva detto:
" Sono certo di non averti mai visto qui a Diagon Alley,
perchè se fosse
successo me ne sarei ricordato senz'altro!" e lei aveva risposto: "
Infatti non sono di qui! Fino a stamattina vivevo ad Aix-en-provence,
che è una
cittadina francese!".
Draco
aveva annuito poi aveva chiesto: " Se non
sono troppo indiscreto, potrei chiederti come mai sei venuta qui?".
Hope
aveva annuito poi aveva risposto: " Mia
madre è nata e cresciuta qui e io volevo conoscere i luoghi
che le
appartenevano; inoltre volevo passare dal Ministero per avvisarli del
suo
decesso ma non so come arrivarci!".
Il
biondo aveva sorriso poi aveva detto: " In questo
se vuoi, posso aiutarti!
Io
ci lavoro e sarei davvero onorato di poterti
accompagnare, a patto che poi accetti di cenare con me!".
Hope
ci aveva pensato un pò su poi aveva annuito
decisa e senza remore aveva porto la mano a lui che l'aveva afferrata.
In
quell'istante un forte brivido aveva attraversato
la loro schiena ma entrambi, avevano cercato di mascherare quella
strana
sensazione.
In
pochi minuti i due erano arrivati al Ministero e
Hope era rimasta scioccata davanti alla visione dell'atrio, dominato
dalla
superba fontana che rappresentava un mago, una strega, un centauro e un
folletto, tutti ricoperti di oro.
Draco
le aveva messo una mano sulla base della schiena
e dopo averle chiesto dove doveva andare, l'aveva pilotata verso
l'ufficio
anagrafico.
Giunti
lì Hope gli aveva chiesto di attenderlo fuori e
quando lui aveva annuito, era entrata dentro.
All'incaricata
aveva chiesto l'albero genealogico di
Harry Potter, dicendole che gli servivano per una biografia che stava
scrivendo.
La
donna aveva annuito porgendole il foglio poi Hope,
le aveva comunicato che sua madre, Luna Lovegood era deceduta e
già che c'era
aveva chiesto anche l'albero genealogico della sua famiglia.
Con
la bacchetta aveva rimpicciolito i due documenti
poi li aveva messi dentro la borsa, aveva salutato la solerte impiegata
ed era
uscita per raggiungere Draco.
L'uomo
che la stava attendendo, l'aveva presa per mano
poi le aveva detto: " E ora, cara Hope ti invito ufficialmente a cena,
nella segreta speranza che questa non sia l'ultima volta che ci
vedremo!".
La
ragazza aveva annuito con un sorriso poi aveva
risposto: " I presupposti ci sono tutti e sarei davvero felice di
rivederti!".
Quindi
entrambi con un grande sorriso sulla faccia,
erano usciti dal Ministero.
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Capitolo 12 *** Un invito inaspettato ***
Ciao
ragazze oggi vedremo come va questo incontro tra
Draco e Hope, inoltre faremo la conoscenza di quattro persone nuove.
Oggi
sono di poche parole e mi scuso con voi, anche se
secondo me voi starete dicendo " Che bello, perchè non lo fa
sempre?".
Quindi
senza indugi vi auguro una buona settimana, vi
ringrazio di cuore per il vostro affetto e vi lascio alla lettura del
capitolo.
Un
bacio Lorian
Capitolo
12 - Un invito inaspettato
Fin
dal primo momento in cui aveva posato gli occhi
sul volto di Draco, Hope si era sentita bene e davvero non sapeva come
spiegarsene il motivo.
Di
solito lei non era una che dava molta confidenza
agli estranei, anzi se poteva li evitava proprio.
Probabilmente
questo comportamento, era dovuto al
fatto che lei temeva sempre di far scoprire al suo interlocutore i suoi
poteri
ma ad onor del vero, Draco era un mago quindi da quel lato, non correva
dei
rischi.
Certo
non sapeva nulla di lui ma nel suo cuore sentiva
che non aveva delle brutte intenzioni.
In
più il fatto che conoscesse e detestasse l'uomo che
l'aveva generata, gli aveva fatto acquistare dei punti a suo favore.
E
poi, anche lei aveva gli occhi per guardare e doveva
ammettere che quell'uomo, era proprio un bel vedere.
C'era
però qualcosa che le ronzava nel cervello, un
piccolo particolare che aveva intenzione di chiedergli non appena si
fossero
seduti a tavola.
In
pochi minuti, i due si erano trovati davanti ad un
ristorante molto chic, che si chiamava Black & White e Hope si
era sentita
a disagio.
Temeva
di non essere vestita, in modo adeguato a quel
luogo e non voleva far fare delle brutte figure al suo accompagnatore.
Si
era quindi bloccata, incerta sul da farsi e quando
Draco se ne era accorto, si era girato verso di lei, chiedendole: "
Hope,
c'è qualcosa che non va?".
Lei
lo aveva guardato poi arrossendo leggermente aveva
detto: " Non credo di essere in ordine per poter entrare
lì!".
Draco
aveva sorriso poi, aveva scosso la testa
dicendo: " Ti posso assicurare che sei perfetta e inoltre non devi
porti
alcun problema, dato che il ristorante mi appartiene e credo di avere
voce in
capitolo, su chi fare entrare e chi no!".
Quindi,
finito di parlare, le aveva porto la mano
rimanendo fermo nell'attesa che la prendesse.
Hope
l'aveva guardata poi aveva alzato gli occhi sul
suo volto e dopo aver sorriso leggermente, vi aveva posato la sua,
stringendolo
ed aveva annuito seguendolo.
Nel
momento in cui le loro mani si erano unite, Draco
si era sentito felice e scortandola, erano entrati dentro al locale.
Visto
dal suo interno, il ristorante era ancora più bello ed
elegante e Hope aveva
notato che, nonostante fosse arredato con cose molto costose, non era
trasceso
nel volgare e nel pacchiano.
Tutto
l'ambiente, giocava con i toni del beige, del
bianco e del crema che gli davano un aria
decisamente
bohemienne.
Le
tovaglie erano di un bianco candido, così come le
sedie mentre il pavimento era composto da riquadri di marmo beige e
grigi.
Draco
l'aveva scortata verso un tavolo un pò defilato
e di questo, Hope gli era stata davvero grata.
Voleva
parlare con lui e non voleva di certo farlo
sotto lo sguardo di tutti, inoltre aveva alcune domande da fargli e
ambiva al
fatto che fosse solo lui a sentirle.
Non
appena si erano seduti, erano stati raggiunti da
un cameriere molto elegante e ad Hope aveva fatto venire in mente il
suo
adorato Charlie.
Il
ragazzo aveva fatto un cenno di saluto con la testa
per entrambi poi si era voltato verso Draco e aveva detto: " Buongiorno
capo, volevo informarla che i magnifici quattro, hanno prenotato e fra
mezz'ora
saranno qui!".
Draco
aveva sorriso poi aveva risposto: " Va bene
Javier, non appena arrivano mandameli qui!
Ora
però, io e la mia amica vorremmo ordinare!".
Il
ragazzo in un istante aveva perso la sua aria
giocosa e aveva assunto un'espressione compita e Draco, dopo aver
sorriso si
era rivolto a Hope, chiedendole: " C'è qualcosa in
particolare che ti
piacerebbe mangiare?".
La
ragazza aveva scosso la testa poi aveva risposto:
" Va bene qualsiasi cosa Draco, io mangio di tutto!".
Il
biondo aveva annuito con un sorriso poi si era
girato verso il cameriere e aveva detto: " Ok allora, Javier portaci
dei
formaggi misti, accompagnati da del paté di noci e
da della gelatina di
porto, poi due porzioni di arrosto con della salsa di mirtilli e per
dessert...
due Cheddar Pudding! Per quanto riguarda le bevande, direi che
è perfetto
il vino elfico del 2009!".
Il
ragazzo, dopo aver preso nota di tutto, aveva
annuito e si era dileguato velocemente.
Non
appena erano rimasti soli, lei aveva chiesto:
" Scusa Draco ma chi sono i fantastici quattro?" e lui ghignando
aveva risposto: " Sono i miei migliori amici!".
La
ragazza aveva annuito poi aveva domandato: "
Volevo chiederti alcune cose, se non sono indiscreta!" e lui
sorridendo,
aveva scosso la testa poi aveva risposto: " Dimmi pure!".
Hope
si era passata una mano tra i capelli poi aveva detto: " Stavo pensando
che stamattina non hai fatto una piega, quando ti ho fatto il nome di
mia madre
e mi chiedevo se tu l'avessi conosciuta in passato!".
Lui
aveva annuito poi aveva risposto: " Si la
conoscevo, anche se non ci siamo mai parlati!
Eravamo
dello stesso anno e andavamo alla stessa
scuola, anche se in case diverse.
Lei
era in quella di Corvonero mentre io stavo in
quella di Serpeverde e quelli come me, non davano molta confidenza agli
altri!".
Hope
aveva inarcato un sopraciglio poi aveva
domandato: " In che senso, quelli come te? Che cosa avevi di speciale
da
renderti diverso?".
Draco
si era agitato leggermente sulla sedia poi aveva
risposto: " A quei tempi ero parecchio... come dire... ecco...
stronzo, antipatico, classista, asociale e razzista!".
Hope
aveva emesso un fischio modulato prima di scoppiare
a ridere poi aveva detto: " Ah però, che bella descrizione
dettagliata!
Sai che faccio fatica ad immaginarti così?".
Lui
aveva sorriso amaramente poi aveva abbassato la testa e aveva
mormorato: "
Invece lo ero eccome! Per fortuna però, sono cambiato anche
se non del tutto.
Per
farti un valido esempio ti dico che se io e te ci
fossimo incontrati allora, non ti avrei rivolto la parola neppure per
sbaglio!".
"
Perchè?" aveva chiesto la ragazza e lui,
tirando un grosso respiro, aveva risposto: " Perchè per via
degli insegnamenti
rigidi di mio padre, io dividevo tutti in due gruppi.
Il
primo formato solo ed unicamente dai Purosangue
come me mentre il secondo composto dai Mezzosangue e dai Sanguesporco!".
Hope
aveva scosso la testa basita poi aveva chiesto:
" Scusa Draco ma non ho mai sentito quei termini, che tra l'altro non
mi
piacciono! Saresti così gentile da spiegarmi cosa
significano?".
Lui
aveva annuito poi aveva detto: " Per i
razzisti, come lo ero io, i Sanguesporco sono quelli che provengono da
una
famiglia senza poteri magici mentre i Mezzosangue sono quelli che hanno
almeno
uno dei genitori che fa uso della magia!".
Hope
aveva annuito poi aveva mormorato: " Quindi,
io sarei una Mezzosangue?".
Draco
aveva spalancato gli occhi poi aveva detto:
" No, tu sei Hope e nient'altro!".
La
ragazza aveva sorriso poi delicatamente gli aveva preso una mano ma
aveva
dovuto lasciargliela per l'arrivo del cameriere, che portava le loro
pietanze.
Avevano
iniziato a mangiare in silenzio poi ad un
tratto, Hope aveva posato la forchetta e il coltello e aveva chiesto a
Draco:
" Scusami ma potresti spiegarmi come mai hai tutto quell'odio, verso
quello che chiami il Salvatore magico?".
Per
poco Draco, che in quel momento stava bevendo un
sorso di vino, non aveva rischiato di affogarsi poi quando si era
ripreso,
aveva detto: " Per Merlino e Morgana, Hope ma hai per caso deciso che
devo
crepare in questo momento?
Non
ti facevo così senza cuore! Come puoi nominarmi
quell'essere mentre sto bevendo?".
Hope
era scoppiata a ridere e lui si era incantato ad
ascoltare quel suono poi quando si era ripreso, aveva detto: " Tra me e
lui non è mai corso buon sangue, sempre per via degli
insegnamenti di mio
padre.
Diciamo
che San Potter stava dalla parte dei buoni
mentre io, vegetavo in quella dei cattivi!".
Hope
aveva sgranato gli occhi poi aveva detto: "
Tu, uno dei cattivi? Non posso crederci!".
Lo
sguardo di Draco si era incupito poi aveva
appoggiato sul piatto, le posate e guardandola aveva detto: " Devi
crederci invece Hope!
Mi
piacerebbe dirti che sono stato sempre buono, che
non ho fatto del male a nessuno, che non ho commesso una grandissima
marea di
cazzate ma ti mentirei e io non voglio farlo.
Ci
conosciamo da poche ore ma è come se ti conoscessi
da una vita e non meriti che ti riempia di bugie, quindi anche se mi fa
un male
cane, ti racconterò la verità.
Quando
iniziai la scuola, a undici anni, ero solo un
pallone gonfiato con la testa piena di pregiudizi che mio padre mi
aveva
inculcato meravigliosamente bene.
Guardavo
tutti dall'alto in basso, perchè credevo
erroneamente che nessuno fosse degno di stare al mio cospetto.
Mi
sentivo il migliore in assoluto ma in realtà ero
solo un stupido illuso.
Per
capirlo però mi ci vollero molti anni e nel
frattempo, divenni il classico bullo irresponsabile.
Avevo
pochi amici, se non contiamo i magnifici quattro
che tra poco conoscerai.
Tutti
gli altri erano feccia per me e la maggior
parte, non li consideravo neppure degni di lustrarmi le scarpe.
Ero
attorniato da schiavetti che erano pronti a
scattare, ad un mio semplice schiocco delle dita, attratti dal mio
altisonante
cognome e dal mio incalcolabile conto in banca.
Sapevo
alla perfezione che quelli non li potevo
considerare amici e mi andava bene così.
Le
mie vittime preferite erano San Potter e la sua
cricca, specialmente Hermione Granger che detestavo particolarmente,
perchè era
una Sanguesporco ma aveva più magia lei nel dito mignolo, di
quanta ne avessi
io in una mano.
Era
una cosa inaccettabile per il mio ego e per
questo, lei divenne la persona da umiliare.
Ma
più ci provavo e più fallivo!".
Hope
aveva ascoltato quella confessione con il cuore
gonfio di pena: si vedeva che era cambiato ma tutto quel dolore
difficilmente
sarebbe stato dimenticato.
Draco
intanto aveva continuato dicendo: " Era
umiliante per me anche perchè, ad ogni mio errore, il mio
caro paparino si
premurava di farmi comprendere i miei sbagli a suon di Cruciatus e sai
qual è
la cosa assurda?".
Hope
aveva scosso la testa con gli occhi pieni di
lacrime per il racconto e Draco, senza realmente vederla, aveva detto:
"
Che nonostante la mia testa sapesse perfettamente che quello da odiare
era mio
padre, il mio cuore diceva che lui lo stava facendo per il mio bene e
di
conseguenza detestavo ancora di più le mie vittime.
Non
so quanto tu sappia della guerra Hope ma ti posso
assicurare, che per me non è stata affatto una passeggiata.
Fu
solo quando l'uomo che mi aveva generato, mi offrì
come carne da macello al suo padrone, che compresi la verità.
E
cioè che ero solo uno strumento per lui, qualcosa di
cui servirsi nel momento adatto.
Per
riparare ai suoi errori, io fui marchiato e ciò
fece di me un Mangiamorte!".
Hope
era sobbalzata sulla sedia, perchè nonostante non
l'aveva vissuta di persona, aveva letto molto sulla guerra e a scuola
l'aveva
studiata.
Sapeva
chi erano i Mangiamorte e che cosa avevano
fatto ma faceva una fatica enorme a vedere Draco in quelle vesti.
L'uomo
aveva visto la sua reazione e aveva sentito il
cuore stringersi, come se fosse chiuso in una morsa.
Non
sapeva che cosa lo legasse a quella ragazza;
l'unica cosa che sapeva con certezza, era che non voleva vederla
svanire nel
nulla.
Però,
anche se sapeva alla perfezione che correva
questo rischio, aveva deciso di essere del tutto sincero con lei quindi
stringendo i pugni, aveva continuato a parlare dicendo: " Voldemort, mi
aveva marchiato per punire mio padre dei suoi fallimenti.
Lui
sapeva che fondamentalmente ero un debole e che
non sarei stato in grado di commettere qualcosa di orribile, quindi
decise di
condannarmi a priori, per liberarsi di un anello debole e allo stesso
tempo,
per punire mio padre.
Decise
di affidarmi una missione impossibile, che
sapevo già avrei fallito: dovevo uccidere Albus Silente,
l'allora preside di
Hogwarts.
Ero
disperato, perchè non volevo diventare un
assassino e Voldemort sapendolo mi aveva, per così dire
incentivato,
sequestrando mia madre e minacciandola di morte.
Ero
in trappola, ero destinato a soccombere alla sua
volontà e mi sentivo come se avessi un cappio
che
mi si stringeva intorno al collo giorno dopo
giorno.
Nel
momento clou, quello in cui mi trovavo davanti al
preside con la bacchetta spianata, la mia mano aveva tremato un secondo
di più
e la missione a me affidata, fu portata a termine dal mio padrino
Severus
Piton.
Lui
uccise Silente poi mi trascinò fuori da Hogwarts.
Non
appena arrivammo al Manor, Voldemort si adirò con
me per non aver commesso il fatto ma decise di passarci sopra,
perchè in fondo
quello che voleva lo aveva ottenuto.
Silente,
il suo più grande avversario, non c'era più e
in quel momento lui si sentiva un vincitore.
Ma
non aveva fatto i conti con il trio Santità!"
Davanti
allo sguardo perplesso di Hope, Draco aveva
sorriso lievemente poi aveva detto: " Quello era il soprannome, che noi
di
Serpeverde davamo a Harry James Potter, Hermione Jean Granger e Ronald
Bilius
Weasley!
Voldemort
li sottovalutò, credendoli a torto solo un
trio di ragazzini e quello fu il suo più grande errore.
Uno
sbaglio che portò alla sua sconfitta e alla
cattura di tutti i suoi Mangiamorte, me compreso.
Quando
iniziarono i processi, avevo il sacrosanto
terrore di essere spedito ad Azkaban, invece con mio grande stupore,
fui
completamente assolto.
Sia
io che mia madre ne uscimmo totalmente puliti
mentre mio padre, ricevette il bacio dei Dissennatori.
Se
devo essere del tutto sincero, posso dirti che la cosa
non mi dispiacque affatto.
A
causa della sua cupidigia, io e mia madre in quel
momento ci trovavamo con quasi tutte le nostre proprietà
sequestrate e la metà
del nostro patrimonio confiscato, con la motivazione di dover risarcire
le
famiglie di quelle persone colpite dalla guerra.
Sai
però quale fu la cosa che più mi fece
arrabbiare?".
Hope
aveva scosso la testa in segno di diniego e Draco
aveva detto: " Fu lo scoprire che se io ero libero, lo dovevo a San
Potter
che aveva testimoniato in mio favore, dicendo che non avevo ucciso
Silente.
So
che a rigor di logica, avrei dovuto essergli grato
ma proprio non riuscivo a digerire il fatto di dovere la mia
libertà, proprio a
colui che per tanti anni era stato il mio nemico.
Non
lo ringraziai e credo che non lo farò mai; il mio
orgoglio proprio me lo impedisce.
Decisi
di rimboccarmi le maniche per riabilitare il
cognome dei Malfoy e con l'aiuto di mia madre ci riuscii.
Fondai
un associazione che dedicai a Severus Piton,
che pur essendo stato un Mangiamorte, aveva fatto la spia per Silente
per più
di venti anni.
Lui
aveva salvato la mia anima e quello era un debito,
che difficilmente avrei dimenticato.
Con
la mia associazione, potei aiutare diverse persone
e alla fine la gente smise di tremare di fronte a me.
Purtroppo
se da una parte ero felice, dall'altra a
fare da contraltare, giunse la morte di mia madre che con il passare
degli anni
e tutto il dolore che aveva accumulato, si era spenta serenamente
all'età di 48
anni.
Sai
chi intervenne al funerale, oltre a me e ai
fantastici quattro? Hermione Granger!
Hai
capito bene! Fu l'unica del trio Santità che
intervenne e quando finì la funzione, mi avvicinai e
le
chiesi come mai fosse venuta.
Lei
mi disse che non mi portava più nessun rancore e
che davanti al dolore della morte, tutti eravamo uguali poi se ne
andò via e
quella fu l'ultima volta che la vidi di persona.
Dai
giornali seppi che era diventata una Medimaga e
che si era sposata con Weasley mentre Potter, aveva impalmato la
sorella del
rosso ed entrambi avevano scelto la carriera di Auror.
Quanto
a me, non ho mai voluto una donna al mio fianco
per il timore di non saperla amare e mi sono concentrato solo sulla
riabilitazione del mio cognome.
Ho
portato avanti la mia associazione e con il tempo,
ho aperto questo ristorante che, ancora adesso mi da parecchie
soddisfazioni!
Beh,
credo di averti riassunto in mezz'ora tutta la
mia schifosa vita e non mi sorprenderei, se ora ti alzassi per scappare
via!".
Hope
aveva sorriso poi aveva allungato una mano,
poggiandola sulla sua e aveva detto: " Non vedo davvero il motivo, per
il
quale dovrei scappare.
Io
in realtà ti ammiro, perchè ci vuole molto
coraggio
a rimettere in discussione tutta la propria vita, invece di godersi i
frutti di
eroe come fa ancora oggi Harry Potter.
Tu
eri il cattivo e sei diventato buono, lui invece
era il buono ed è rimasto tale, senza alcun cambiamento
significativo!".
Una
voce alle spalle di Draco, aveva attirato la loro
attenzione quando aveva detto: " Mi piace, come ragiona la ragazza!".
I
due commensali si erano girati e si erano trovati
davanti due uomini e due donne che li fissavano.
Draco
aveva sorriso poi si era alzato in piedi e giratosi verso la ragazza,
aveva detto: " Hope, ecco a te i magnifici quattro!".
Hope li aveva guardati e a pelle, aveva sentito una simpatia
incredibile,
sprigionarsi verso di loro.
Draco,
avvicinandoli uno ad uno, li aveva presentati
dicendo: " Lei è Pansy Parkinson e questo scimmione al suo
fianco è suo
marito Blaise Zabini, autore della battuta di prima.
Loro
invece sono Daphne Greengrass e suo marito
Theodore Nott!".
Poi
rivolgendosi ai suoi amici, aveva detto: "
Ragazzi lei è Hope Potter e prima che saltiate ad inutili
conclusioni, non ha
nulla a che vedere con lo sfregiato ma è figlia della
Lovegood e di un
babbano!".
I
magnifici quattro la salutarono cordialmente poi si
sedettero al tavolo con loro e iniziarono a parlare del più
e del meno.
Hope
raccontò loro della sua vita ad Aix-en-provence,
di sua madre e di suo padre, del loro hotel, della scuola di
Beauxbatons e
della morte dei suoi genitori.
Tutti
l'avevano ascoltata con grande interesse, in
particolar modo Draco che l'aveva osservata per tutto il tempo con una
grande
attenzione.
Ad
un tratto, una musichetta strana ma allegra, li
aveva incuriositi ed erano rimasti basiti quando Hope, scusandosi per
l'interruzione, aveva tirato fuori dalla tasca una scatoletta colorata
di
rosso.
Dopo
aver schiacciato un tasto, aveva portato la
scatoletta all'orecchio e aveva detto: " Ciao Yvette sono arrivata poco
fa! Si sto bene ma devo ancora cercare un albergo poi, non appena lo
trovo, ti
faccio sapere.
Salutami
tutti, un bacio!" quindi aveva rischiacciato
un tasto e aveva poggiato la scatoletta sul tavolo.
Blaise
curioso, aveva allungato la mano e aveva detto:
" Posso?".
Hope
aveva annuito passandogli l'apparecchio e lui
dopo averlo guardato da ogni lato, aveva chiesto: " Scusa ma si
può sapere
che diamine è questa cosa?".
La
ragazza aveva innalzato un sopraciglio poi basita
aveva chiesto: " Vuoi dire che è la prima volta che ne vedi
uno?" e
lui aveva annuito quindi Hope aveva risposto: " Questo è un
cellulare e
serve per comunicare con chi ne ha uno uguale.
E'
oramai una comodità irrinunciabile per i babbani e
di certo sarebbe strano comunicare con i gufi, che tra l'altro sono
più lenti.
Con
questo, parli in tempo reale con chi vuoi, come se
fosse al tuo fianco!".
Tutti
avevano annuito poi Blaise le aveva restituito
il cellulare e si era girato verso Draco dicendo:
"
Ehi amico, perchè non ospiti tu questo
splendore, invece di farle cercare un albergo?".
Sia
il biondo che Hope avevano spalancato gli occhi
poi la ragazza era scattata in piedi dicendo:
"
No, Blaise ma che dici?" ma si era
bloccata quando Draco le aveva preso la mano, dicendole con un sorriso:
"
A me invece, sembra proprio un'idea bellissima!" poi aveva continuato
" Casa mia è molto grande e mi farebbe davvero piacere avere
un pò di
compagnia.
Poi
così anche i ragazzi potrebbero rivederti, dato
che questi quattro sciagurati piombano spesso alla villa!".
Hope
aveva le guance in fiamme per l'imbarazzo ma si
era congelata, quando Draco le aveva afferrato la mano dicendo: "
Accetta
ti prego, mi faresti veramente felice!".
A
quel punto non aveva trovato più un motivo valido
per rifiutare, quindi tirando un grosso respiro aveva annuito, dicendo:
"
Accetto!".
Sul
volto di Draco era apparso un bellissimo sorriso e
Blaise e gli altri avevano applaudito.
Poi
avevano chiamato Javier e avevano ordinato una
bottiglia di Champagne, in modo da poter festeggiare.
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Capitolo 13 *** Una nuova vita per Hope ***
Ciao
ragazze eccoci con un nuovo capitolo di questa
fiction.
Vi
dico subito che contrariamente alle mie abitudini,
questa non sarà tanto lunga.
La
storia è già tutta scritta ma come al solito
posterò un capitolo a settimana.
Ora
vi lascio alla lettura del brano ringraziandovi
come sempre per la vostra presenza e per il vostro affetto.
Un
bacio da Lorian
Capitolo
13 - Una nuova vita per Hope
Dopo
che i sei amici erano usciti dal ristorante,
erano rimasti per qualche minuto a parlare
davanti alle porte del
Black & White poi le due coppie si erano smaterializzati.
Rimasto
solo con Hope, Draco si era avvicinato e con
la voce titubante, aveva detto: " Perdonami, non vorrei averti messa in
imbarazzo con la mia proposta.
Se
non vuoi condividere la villa con me, dimmelo pure
senza temere d'inquietarmi.
Io
posso giurarti che non mi offenderò e che ti
aiuterò a cercarti un albergo, che faccia al caso tuo!".
La
ragazza lo aveva guardato poi gli aveva risposto:
" No Draco, non mi hai messa in imbarazzo.
E
solo che la tua proposta è stata così inaspettata
e
mi ha colta di sorpresa ma ti posso assicurare che mi fa davvero
piacere,
venire a vivere da te!".
Draco
aveva sorriso poi le aveva preso una mano e
tirandola verso di sé, si erano smaterializzati.
Davanti
agli occhi di Hope era apparsa una villa a dir
poco meravigliosa e la ragazza aveva dovuto fare un grande sforzo per
chiudere
la bocca, che le si era spalancata di botto.
Meccanicamente
si era girata verso Draco e a fatica
aveva detto: " Per la miseria! Ma questa è una reggia, altro
che
casa".
L'uomo
aveva scosso la testa poi, con un tono
divertito aveva detto: " Non è poi così grande!
Il Manor lo è cinque volte
di più ma... non ci vado poi così volentieri.
Ho
dei brutti ricordi legati a quel posto e poi anche
i miei clienti, si sentono intimoriti quando ci incontriamo
lì.
E'
tutto tetro e freddo e mi fa mancare letteralmente
il respiro!".
Hope
aveva annuito poi gli aveva chiesto: " Ma tu
non hai un ufficio per le riunioni?".
Lui
aveva sorriso poi aveva risposto: " Si, ma
non mi è mai piaciuto rimanere chiuso tra quattro mura.
Per
un periodo sono stato claustrofobico poi ne sono
uscito ma a volte, ho ancora la sensazione di soffocare.
Per
questo preferisco ricevere i miei clienti a casa
mia e sempre per questo, l'ho scelta con dei colori chiari, tante
finestre e in
stile moderno.
Al
Ministero cerco di andarci il meno possibile e
proprio quando non posso farne a meno!".
Hope
aveva annuito poi, mentre si avvicinavano
all'ingresso della villa, gli aveva chiesto: " Posso sapere che lavoro
fai?".
Lui
aveva sorriso poi con un certo orgoglio aveva
risposto: " Sono uno dei più famosi pozionisti
dell'Inghilterra!".
Hope
aveva sgranato gli occhi poi saltellando sul
posto, aveva detto: " Caspita, non posso crederci!
Sai
che adoro le pozioni?
A
scuola era una delle mie materie preferite e ho
concluso l'anno con il voto di Eccezionale.
Madame
Maxime, era a dir poco entusiasta quando mi ha
annunciato che al Saint'Etienne, che è l'ospedale magico di
Vallauris, mi aveva
offerto un posto come pozionista!".
Draco
l'aveva fissata profondamente, mentre infilava
le chiavi nella porta poi prima di aprire, le aveva chiesto: " E... hai
intenzione di accettare la proposta?".
L'uomo
le aveva fatto quella domanda con un certo
timore, perche anche se non riusciva a capire il motivo, non voleva che
lei
tornasse in Francia.
Hope
l'aveva guardato poi aveva risposto: " Non
so! Questo era il mio progetto, prima della morte dei miei genitori.
Ora
dopo l'incidente, le mie priorità sono cambiate!".
Draco
aveva tirato un impercettibile sospiro di
sollievo e aveva sentito un peso enorme, spostarsi dal suo diaframma.
Aveva
del tempo di fronte a lui, tempo che avrebbe
impiegato per non farla più partire.
Dopo
aver scosso la testa, aveva aperto la porta e
insieme alla ragazza erano entrati in casa.
Davanti
agli occhi di Hope, era apparso un bellissimo
soggiorno, tutto incentrato sui colori del beige.
La
ragazza aveva fissato tutto con la bocca spalancata
poi, dopo essersi girata verso l'uomo aveva detto: " Per la miseria ma
qui
c'è da perdersi! Mi sa tanto che dovrai darmi una mappa, se
vuoi evitare di
vedermi sparire nei suoi meandri".
Draco
era scoppiato a ridere di cuore poi le aveva
preso una mano e l'aveva portata nel retro della villa dove troneggiava
una
meravigliosa piscina illuminata.
Hope
era letteralmente senza parole e Draco ne aveva
approfittato per dirle: " Sono certo che non ti perderai, una volta che
ci
avrai fatto l'abitudine.
In
questa villa ci sono cinque camere da letto con
relativo bagno poi due sale da pranzo, una privata e l'altra per le
cene di
rappresentanza, il soggiorno che hai visto prima, il mio studio privato
e una
grande cucina che è il regno di Nike!".
Hope
aveva piegato la testa e aveva chiesto: "
Scusa ma chi è Nike?" e Draco aveva sorriso per poi dire: "
E' la mia
elfa!".
La
ragazza aveva spalancato gli occhi poi aveva detto:
" Hai un elfa? E' la prima volta che ne vedrò una di
persona!".
Draco
si era passato una mano sul mento e aveva detto: " E' un elfa libera
che
ho assunto per occuparsi della villa.
Il
suo nome era Tinky ma gliel'ho cambiato con Nike
che significa Vittoria, perchè è stata il primo
essere che ho assunto, dopo la
vittoria di Potter su Voldemort.
Era
un modo per iniziare una nuova vita e grazie a
lei, posso dire di esserci riuscito.
Nike
si prende cura di me e della villa, nel migliore
dei modi e posso tranquillamente affermare che è una
collaboratrice davvero
fantastica!".
Una
voce gracchiante aveva attirato la loro attenzione
mentre diceva: " Il signore è sempre troppo buono con Nike!".
Davanti
agli occhi esterrefatti di Hope, era apparso un esserino vestito con un
abitino
blu elettrico e un grande fiocco dello stesso colore, posto sulla testa.
Draco
aveva sorriso poi rivolto all'elfa, aveva detto:
" No Nike, sai che non esagero! Comunque già che ci siamo,
ti voglio
presentare Hope che da stasera vivrà qui con noi.
Saresti
così gentile, da prepararle la camera accanto
alla mia?".
La
piccola elfa aveva annuito dicendo: " Nike
provvede subito, signore!" poi si era rivolta verso la ragazza e aveva
aggiunto: " E' un piacere fare la sua conoscenza, miss Hope!".
La
biondina aveva sorriso poi aveva risposto: "
Sei molto gentile Nike, il piacere è tutto mio e mi auguro
che diventeremo
amiche!".
Gli
occhioni a palla della creaturina, si erano
inumiditi poi con la sua tipica voce gracchiante, aveva risposto: "
Nike,
ne sarà davvero onorata!" quindi si era dileguata in un
lampo.
Draco
aveva sorriso poi aveva detto: " L'hai
fatta emozionare!" quindi aveva aggiunto " Credo che il resto della
villa sia meglio fartelo vedere domani, visto che è
già molto tardi.
Io
sarò a casa e sarà davvero un piacere per me,
farti
da Cicerone!".
Hope
l'aveva ringraziato ed insieme erano saliti al
piano di sopra.
Draco
l'aveva accompagnata davanti ad una porta e dopo
averle fatto il gentile baciamano, si era allontanato augurandole la
buonanotte.
L'indomani
mattina, Hope si era svegliata e per un
attimo aveva fatto fatica a capire dove si trovava poi aveva
memorizzato i
fatti del giorno prima e aveva realizzato, di essere nella villa di
Draco.
Uno
strano calore, le aveva circondato il cuore e
lentamente si era alzata dal letto.
Prima
di fiondarsi in bagno, aveva visto che erano le
9.30 e aveva pensato che fosse il caso di chiamare Yvette, per farla
tranquillizzare.
Aveva
deciso però, di non dirle che era a casa di uno
sconosciuto ma che invece, si era trovata un buon albergo.
Dopo
aver fatto la chiamata e aver salutato tutti, si
era diretta in bagno ed era rimasta nuovamente senza parole, davanti
alla
magnificenza dell'ambiente.
Velocemente
si era fatta la doccia e quando era
rientrata in camera, aveva visto con suo immenso stupore, che il letto
era
stato sistemato perfettamente.
Si
era chiesta come fosse stato possibile poi le era
venuta in mente Nike ed aveva sorriso con dolcezza.
Aveva
ammirato la camera, che era a dir poco stupefacente poi si era riscossa
e aveva
iniziato a vestirsi.
Facendo
bene attenzione al tragitto, si era diretta al
piano di sotto andando in cucina.
Voleva
ringraziare Nike per la sua gentilezza e ed era
intenzionata a chiederle di farle preparare la colazione, per poter
rendere
grazie a Draco della sua ospitalità.
La
cucina, come già si aspettava, era davvero splendida e
luminosa.
I
mobili erano di un bianco candido mentre i muri
erano beige.
Nonostante
il colore chiaro dell'arredamento, ad Hope
quella stanza trasmetteva allegria e
calore.
Con
uno schiocco, era apparsa davanti a lei Nike, che
quel giorno indossava un abitino verde acqua con relativo fiocco.
Hope
l'aveva ringraziata per averle messo a posto il letto poi le aveva
chiesto la
cortesia di farle preparare la colazione e l'esserino con un sorriso,
aveva
annuito.
In
pochi minuti, nella stanza aleggiava un profumino
delizioso.
Nike
guardava con interesse, ogni azione della ragazza per imprimersi bene i
vari
procedimenti e Hope era talmente presa nel suo lavoro, che non aveva
neppure
notato Draco, che la fissava ammirato dalla porta.
L'uomo
osservava in religioso silenzio quella ragazza,
che aveva portato una ventata di allegria nella sua vita, rimanendo
sorpreso
davanti all'evidenza che lei sembrava far parte da sempre di
quell'ambiente.
Quando
era stato tutto pronto, Hope aveva portato a tavola dei piatti per lei,
Draco e
Nike che contenevano delle uova fritte, accompagnate da del bacon, dei
crostini
di pane, della frutta e del succo di arancia.
Inoltre
aveva preparato anche dei deliziosi pancake,
che stava ricoprendo con del miele.
Quando
aveva visto che tutto era pronto, Draco aveva
fatto notare la sua presenza e con un sorriso enorme, aveva fatto i
complimenti
a Hope per la colazione preparata.
Avevano
mangiato tutto di gusto, parlando del più e
del meno poi quando avevano finito, Nike li aveva invitati ad uscire
dalla
stanza in modo da sistemare tutto.
Hope
voleva aiutarla ma l'esserino si era opposto
categoricamente.
Draco
aveva preso la mano di Hope dicendo: "
Venga signorina, è giunta l'ora di farle fare il tour della
villa!".
La
ragazza aveva annuito poi in silenzio i due erano
usciti dalla cucina, sotto gli occhi emozionati di Nike che dentro di
pensava:
" Questa ragazza ha portato la gioia negli occhi del
mio padrone.
Speriamo
proprio che non vada più via!".
La
prima stanza che Draco aveva mostrato ad Hope era la sala da pranzo,
cosiddetta
privata e cioè, quella che usava lui quando era raggiunto
dai suoi amici.
Era
una stanza relativamente grande, con un tavolo per
otto persone e con un grande tappeto persiano posto sul pavimento.
I
muri era colorati con un giallino tenue e tramite
una grande finestra, entrava una luce forte che dava all'ambiente un
sapore
retrò.
Dopo,
Draco l'aveva portata a vedere quella di rappresentanza e
cioè quella che usava
quando riceveva clienti e ospiti.
Questa
stanza era molto più grande ma ugualmente tanto
luminosa.
C'erano
due ampie finestre, parzialmente coperte da
dei pesanti ma chiari tendaggi, un grande quadro alla parete, un
bellissimo
tavolo con venti posti e un immenso tappeto beige che copriva quasi
tutta
l'area del pavimento.
Sul
soffitto candido, un grande rosone beige, spezzava
l'uniformità del colore e da lì scendeva un bel
lampadario con tantissime
candele magiche.
Subito
dopo, i due erano andati nello studio di Draco e l'uomo, ne aveva
approfittato per
dire ad
Hope:
" Stavo pensando che mi servirebbe una
segretaria e un assistente che mi aiuti nel mio lavoro e mi stavo
chiedendo, se
volessi farlo tu!".
La
ragazza aveva cominciato a saltellare sul posto
euforica poi l'aveva abbracciato innocentemente senza immaginare che il
suo
gesto, scatenasse una tempesta di emozioni dentro Draco.
Lui
non avrebbe più voluto separarsi da lei ma non
voleva comportarsi come un uomo delle caverne, quindi pur facendosi una
violenza enorme, si era staccato dal suo abbraccio.
Poi
avevano continuato il tour della villa per terminare con la stanza da
letto
dell'uomo, realizzata in stile vagamente orientale.
Quando
avevano finito il giro, Draco e Hope erano
tornati nel soggiorno e si erano seduti sul grande divano.
Lì
l'uomo, dopo averle preso la mano aveva detto:
" Questa da ora in poi è anche casa tua e mi auguro con
tutto il cuore che
rimarrai con me.
Hai
portato una ventata di allegria nella mia vita e
devo dire che questo mi piace davvero.
Sono
felice e mi dispiacerebbe davvero di doverci
rinunciare!".
Hope
era commossa dalle sue parole poi dopo qualche
secondo aveva risposto: " Non so cosa mi riserverà il
futuro! Per ora non
ho dei programmi definiti e sarei davvero felice di accettare la tua
proposta.
Anche
se un giorno dovessi andare via, tu rimarrai una
persona importante nel mio cuore!".
Draco
non era del tutto soddisfatto della risposta
della ragazza ma comprendeva, che non poteva aspettarsi di
più.
Aveva
deciso di lasciare che gli eventi facessero il
suo corso e nel frattempo, avrebbe pensato a dei modi per diventare
indispensabile per Hope, in modo che lei non se ne andasse
più da casa sua e
dalla sua vita.
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Capitolo 14 *** I dubbi di un sentimento appena nato ***
Buon
giorno ragazze, eccoci giunti ad un nuovo
appuntamento con questa storia.
Oggi
i nostri due protagonisti faranno davvero un
grosso passo avanti nella loro liason.
Non
voglio tediarvi con inutili parole quindi vi
lascio subito alla lettura del capitolo, ringraziandovi come sempre del
vostro
affetto.
Un
bacio Lorian
Capitolo
14 - I dubbi di un sentimento appena nato
Erano
passati tre mesi dall'arrivo di Hope a casa di
Draco e quello che doveva essere un soggiorno di pochi giorni, era
diventata
una coabitazione a tutti gli effetti.
Il
biondo non si capacitava, del fatto che si sentisse così
bene con lei al suo
fianco.
Quella
ragazza era entrata nella sua vita, con
l'impetuosità di un tornado ma con degli effetti del tutto
benefici.
Lei
era come una boccata di aria fresca per lui, che
si portava dentro ancora tante cicatrici.
Nonostante
in quegli anni si era impegnato molto per
fare del bene alle persone, Draco sapeva perfettamente che la gente
faceva
ancora una fatica tremenda, a considerarlo dalla parte dei buoni.
All'uomo
non interessava del tutto il parere delle
persone, perchè principalmente lui agiva egoisticamente.
Il
suo unico scopo nella vita era quello di ripulire il suo cognome, da
tutte le
porcate che aveva commesso suo padre mentre era ancora in vita.
All'inizio
aveva avuto l'appoggio di sua madre ma poi
dopo la morte della donna, si era ritrovato nuovamente da solo e
proseguire con
quella battaglia, si era rivelato sempre più difficile.
Ad
un certo punto, si era bloccato davanti ad un bivio
che lo aveva messo davvero in crisi: da una parte, poteva scegliere la
strada
più difficile e cioè quella di continuare
camminando a testa alta e
fregandosene se non vedeva dei risultati chiari mentre dall'altra,
poteva
arrendersi e mollare tutto, accontentandosi di quello che aveva
ottenuto fino a
quel momento.
Era
molto tentato di scegliere la seconda opzione e
proprio in quel momento, era apparsa nella sua vita Hope.
Hope
come speranza!
Draco
l'aveva considerato un monito, un segno del
destino che gli diceva di non perdere mai la speranza e che prima o
poi,
sarebbe riuscito a raggiungere tutti i suoi intenti.
I
primi giorni di coabitazione, aveva messo da parte
gli affari, rimandando tutte le pozioni e gli appuntamenti per passare
più
tempo possibile con Hope.
Aveva
infatti il timore, che lei se ne andasse e
voleva godere il più possibile della sua compagnia.
Le
ore con la ragazza passavano velocemente, parlavano
di tutto trovandosi in una sintonia, pressoché perfetta.
Hope
era rimasta colpita dal ritratto dei suoi genitori, quello appeso nel
soggiorno
privato e spesso lo guardava come incantata.
Sua
madre le elargiva grandi sorrisi e spesso si
perdevano in grandi e complicati discorsi, ai quali a volte interveniva
perfino
suo padre.
All'inizio
il gelido Lucius si era limitato a
squadrarla in silenzio poi con il passare dei giorni, si era
ritrovato
spesso a ridere con quella ragazza che era
piena di vita.
Secondo
Draco, la molla del cambiamento era stato il
fatto che, quando Hope aveva accettato il lavoro di segretaria e
assistente,
per ogni decisione che doveva prendere, la ragazza coinvolgeva Lucius
chiedendone il parere.
Un'altra
che si era metaforicamente innamorata di Hope, era Pansy.
Spesso
la donna piombava alla villa di Draco e si
perdeva in chiacchiere infinite con la ragazza.
Chiacchiere
che spaziavano su diversi argomenti, anche
se principalmente ruotavano su trucco, abiti e capelli.
Una
mattina, Draco era entrato nel soggiorno e aveva
sentito la voce di Hope dire: " Mamma mia ma era bellissimo!" e
quando lui si era avvicinato, chiedendole che cosa trovasse
così meraviglioso,
si era congelato vedendo tra le mani della ragazza delle foto sue da
bambino.
Foto
che aveva portato quella traditrice di Pansy.
Tre
foto in particolare, avevano attirato l'attenzione
di Hope ed erano una di quando lui aveva tre anni, una al suo ottavo
compleanno
e la terza che lo raffigurava a dieci anni, durante la festa per il
compleanno
di sua madre.
Draco
non poteva credere al fatto che quella che
considerava la sua migliore amica, lo avesse tradito così,
portando quelle foto
a casa sua.
Le
stesse foto che lui stesso aveva provveduto a fare
sparire.
Stava
per prendersela con Pansy, quando Hope lo aveva
abbracciato chiedendogli di poterle tenere.
Lui
era rimasto senza parole, con la bocca spalancata
poi aveva annuito, alzando però le spalle in segno
d'indifferenza.
Il
sorriso che gli aveva rivolto Hope, gli aveva
scaldato il cuore, anche se non aveva potuto fare a meno di fulminare
con lo
sguardo quella traditrice, che per ripagarlo gli aveva fatto una bella
linguaccia.
Un
pomeriggio, Pansy era arrivata alla villa con una
scatola sospetta, dalla quale proveniva uno strano squittio.
Hope
si era avvicinata curiosa e quando la donna aveva
aperto il coperchio, la ragazza era rimasta scioccata davanti alla
vista di due
Puffole Pigmee, di un accecante color rosa shocking.
Draco
era inorridito davanti a quegli ammassi di pelo
fluorescente ma ancora una volta, il sorriso di Hope aveva bloccato
qualsiasi
sua opposizione.
Alla
fine, contro ogni suo parere negativo, la Puffola
Pigmea di nome Pinky era diventata il nuovo componente della villa
Malfoy.
Per
Draco era impossibile se non impensabile, fare o
dire qualcosa che potesse fare intristire Hope, perchè
quella ragazza gli era
entrata nel sangue.
L'uomo
si era reso conto di desiderarla da morire ma
aveva compreso con suo immenso stupore, che non la voleva solo
fisicamente.
Il
biondo anelava di dividere la sua esistenza e il
suo futuro con lei e questa inaspettata epifania, lo aveva terrorizzato
parecchio.
Dalla
morte di suo padre, non aveva permesso più a
nessuno di comandare o stravolgere la sua vita e ad onor del vero, Hope
non lo
stava facendo affatto ma lui si era reso conto, che la presenza di quel
bellissimo angelo nella sua vita, gli era diventata indispensabile.
Non
gli era mai successo di attaccarsi in quel modo ad
una ragazza, anche perché lui le usava
solo
per il sesso.
Ecco,
il sesso! Da quando Hope era apparsa nella sua
esistenza, lui aveva interrotto tutte quelle frequentazioni occasionali
e si
stupiva del fatto, che non gli mancavano affatto.
Ne
aveva parlato con Theo e lui gli aveva detto che
con molta probabilità, le sue necessità erano
cambiate e che ora il suo cuore,
era pronto per qualcosa di più serio e profondo ma l'uomo
era letteralmente
terrorizzato dall'idea di esporre questa cosa a Hope, perchè
temeva che la
ragazza scappasse a gambe levate.
Draco
avrebbe voluto chiederle di diventare la sua
fidanzata ma oltre al timore di perderla, c'era anche un altra cosa che
lo
frenava.
Aveva
la strana sensazione, che Hope gli nascondesse
qualcosa d'importante!
Certo
lui avrebbe potuto utilizzare la sua bravura nel
gestire la legilimanzia ma non aveva mai voluto farlo,
perchè sperava che fosse
lei a confidarsi con lui.
La
ragazza però, non aveva aperto bocca e questo
segreto era diventato per Draco, una sorta di spada di Damocle che gli
pendeva
sulla testa.
L'uomo
aveva deciso di agire in maniera diversa, per
questo una mattina, dopo aver salutato Hope, si era recato nel suo
ufficio al
Ministero e una volta giunto lì, aveva convocato il suo
amico Blaise.
Zabini
aveva aperto un'agenzia investigativa davvero
efficiente e Draco quel giorno, gli aveva detto: " Amico,
c'è qualcosa che
non mi torna su Hope e voglio vederci chiaro.
So
che potrei leggerle la mente ma non voglio farle
una bastardata del genere, perchè nonostante tutto mi fido
di lei.
Quindi
ti chiedo di trovarmi tutto quello che la
riguarda e quando dico tutto, intendo dire proprio ogni cosa possibile.
Da
quando ha mosso i primi passi, fino al numero di
scarpe che indossa, chiaro?".
L'uomo
aveva annuito e, dopo avergli stretto la mano,
si era smaterializzato.
Era
passato un altro mese, prima che Blaise tornasse
nel suo ufficio con i risultati delle sue lunghe indagini.
Quella
mattina, dopo aver inviato un gufo a Draco dove
richiedeva la sua presenza al Ministero, si era materializzato nel suo
ufficio
e aveva posato sulla scrivania del biondo, un plico enorme.
Poi
con la voce seria, aveva detto: " Ti
risparmio di perdere del tempo inutile nella sua lettura,
perchè la cosa più
importante si riassume in questo.
Hope
Potter è nata ad Aix-en-provence il 14 febbraio
del 1999 ed è la figlia di Luna Lovegood che è
una strega e Michael James
Potter che è un babbano.
E'
la proprietaria di un hotel, che si chiama Saint
Christophe, tuttora gestito dalla zia babbana di suo padre.
Hope
ha frequentato la scuola di magia di Beauxbatons,
dove si è diplomata con la lode!".
Draco
aveva storto la bocca poi aveva detto: "
Queste cose le sapevo già, Blaise!" ma il moro lo aveva
interrotto
dicendo: " Si ma quello che sicuramente non sai è che il
babbano, non era
il padre biologico di Hope.
A
quanto pare dai miei riscontri, risulta che la tua
ragazza è stata il frutto di una passione proibita tra
Lunatica e un misterioso
mago e che quindi è del tutto purosangue!".
Il
biondo aveva spalancato la bocca poi stizzito aveva
detto: " Non è la mia ragazza!".
Blaise
era scoppiato a ridergli in faccia poi aveva
risposto: " Si, forse non lo è ancora ma tu vorresti tanto
che lo fosse,
non è così?".
Vedendo
che Draco aveva incrociato le braccia al
torace in segno di chiusura, aveva scosso la testa divertito poi aveva
continuato: " Comunque come ti dicevo, il padre di questo miracolo
è un
mago di cui si ignora del tutto l'identità!".
Draco
aveva iniziato a camminare avanti e indietro
nella stanza poi si era fermato e aveva sibilato: " Non capisco
perchè lei
non me lo abbia detto!" e Blaise aveva risposto: " Ci possono essere
un sacco di motivi.
Magari
neppure lei è al corrente della verità oppure
se ne vergogna talmente tanto, da non riuscire a dirtelo!".
Draco
aveva scosso la testa poi aveva detto: "
Santo Merlino, Blaise le ho raccontato praticamente tutte le porcate
che ho
fatto in tutta la mia vita, a partire dal fatto che sono stato un
Mangiamorte e
lei non si fida a tal punto di me da dirmi una cosa così
sciocca, come il fatto
di essere figlia di una tresca amorosa?".
Blaise
aveva alzato gli occhi al cielo e aveva detto:
" Draco per la miseria, non puoi metterti sullo stesso piano con lei.
Tu
non hai le sue stesse sensazioni e poi quella che
tu consideri una cosa sciocca, magari per lei non lo è
affatto.
Se
vuoi accettare un consiglio da parte di amico,
prima di aggredirla come stai pensando di fare, cerca di riflettere che
probabilmente per lei è più difficile di quello
che credi!".
Quindi
dette quelle parole, il moro si era
smaterializzato lasciando solo l'uomo, che sentiva divampare dentro di
se, un
incendio di proporzioni immani.
Draco,
contrariato per questo segreto, aveva lasciato
il suo ufficio come se avesse le ali ai piedi e raggiunta la zona delle
smaterializzazioni, era scomparso per apparire nel soggiorno di casa
sua.
Si
era diretto come un fulmine verso la cucina ma
giunto lì, si era bloccato alla vista della ragazza che
scherzava con Nike.
L'elfa
era stata la prima ad accorgersi del rientro
del padrone e dopo averlo salutato, si era smaterializzata per andare a
sistemare le stanze.
Draco
davanti al sorriso che gli rivolgeva Hope, aveva
sentito la sua rabbia svanire come neve al sole e mentre si avviava
verso di
lei, si chiedeva come questo fosse possibile.
Giunto
davanti alla ragazza, le aveva dato un grosso
bacio sulla guancia poi si era bloccato a fissarla.
Hope
era arrossita per l'effusione dell'uomo e, pur
chiedendosi il perchè, non riusciva a staccare gli occhi dal
viso del biondo.
Ancora
prima di rendersi conto di quello che stava facendo, Draco si era
abbassato
verso di lei e l'aveva baciata con passione.
Hope
si era irrigidita poi quando si erano separati,
era scappata come un fulmine verso il piano di sopra.
Draco
era rimasto basito dal comportamento della
ragazza poi, non appena si era riavuto, le era corso dietro ma arrivato
davanti
alla sua stanza, era cozzato contro la protezione messa da Hope.
Una
protezione così forte, che era stato sbalzato fino
in fondo al corridoio.
Dopo
mezz'ora, Hope era uscita dalla sua camera ed era
andata a cercare Draco.
L'aveva
trovato seduto sul divano, con la testa tra le
mani e un espressione di sofferenza impressa sul volto.
La
ragazza si era avvicinata e quando si era trovata ad un passo da lui,
si era
inginocchiata per poterlo guardare in volto.
Era
rimasta sconvolta dalla disperazione che si
leggeva negli occhi dell'uomo e alzando lentamente una mano, gli aveva
accarezzato una guancia dicendo: " Perdonami Draco ma ho avuto paura.
Non
ero mai stata baciata ma non è stato quello che mi
ha terrorizzata.
La
mia reazione è stata creata dal fatto, che avevo
compreso che volevo quel bacio da impazzire.
Desideravo
da tempo che tu lo facessi ma quando è
successo, sono andata nel panico!".
Draco
aveva allungato lentamente una mano e le aveva
accarezzato una guancia poi quando lei aveva appoggiato il volto nel
palmo
dell'uomo, aveva detto: " Hope, tu sei la mia Hope!
Sei
la mia speranza, l'unica speranza che ho di avere
una vita migliore di quella che merito.
Io
non ti farei mai del male, piuttosto preferirei
morire.
Se
devo essere del tutto sincero, tu hai stravolto la
mia vita e anche se pensavo che non avrei mai detto queste parole, devo
confessarti che ti amo con tutto me stesso!
Desidero
che tu sia mia completamente, che diventi mia
moglie e che in futuro tu sia la madre dei miei figli.
Non
voglio spaventarti con le mie parole; so che tra
noi c'è una grande differenza di età ma voglio
che tu comprenda, che non ti sto
prendendo in giro e che mai lo farei!".
Hope
si era avvicinata a lui e dopo averlo
accarezzato, aveva accostato con timore le sue labbra a quelle del
biondo.
Draco
l'aveva baciata con dolcezza e delicatezza per
non spaventarla ancora ma contro la sua stessa volontà, la
passione era
nuovamente esplosa fra loro.
L'uomo
temeva che la ragazza lo allontanasse ancora ma lei sorprendendo
perfino se
stessa, gli aveva detto: " Draco, io voglio essere tua ma ti prego sii
gentile con me!".
Il
biondo annuendo si era alzato dal divano e dopo
averla presa in braccio, si era smaterializzato con lei nella camera da
letto.
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Capitolo 15 *** Una vendetta rinviata ***
Buon
sabato ragazze, eccoci giunti al primo momento
clou della storia.
Oggi
i nostri piccioncini diverranno una cosa sola e
Hope confesserà il suo segreto a Draco.
Come
reagirà il biondo, quando scoprirà di essersi
innamorato della figlia del tanto odiato sfregiato?
Per
scoprirlo dovrete solo leggere e io vi lascio
libere di farlo.
Come
sempre vi ringrazio e vi do appuntamento a sabato
prossimo.
Prima
di lasciarvi, ne approfitto per farvi gli auguri
di un meraviglioso fine d'anno e di uno strepitoso inizio del 2014,
dato che la
prossima volta che leggerete un mio capitolo sarà nell'anno
nuovo.
Un
bacio Lorian
Capitolo
15 - Una vendetta rinviata
Draco
aveva portato Hope, nella sua camera da letto e
delicatamente per non farla spaventare, aveva iniziato a baciarla
mentre
lentamente, la spogliava dei suoi abiti.
Senza
che la ragazza se ne accorgesse, era rimasta solo con l'intimo addosso
e quando
ne aveva preso coscienza, era arrossita tentando di coprirsi.
Draco
le aveva bloccato una mano, dicendo: " No
amore, non lo fare!
Io
voglio guardarti, per convincere me stesso del
fatto che sono un uomo veramente fortunato, per il fatto che tu abbia
accettato
di essere la mia compagna.
Non
devi vergognarti di me, perchè sei bellissima e
sei il mio dono del cielo.
Mi
chiedo che cosa abbia fatto di così bello, per
meritarmi la tua vicinanza; dovrei essere io a vergognarmi e non di
certo
tu!".
Convinta
dalle parole di Draco, Hope aveva fatto
scivolare le mani dal suo corpo e si era fatta forza guardando in viso
l'uomo,
nonostante avesse le guance in fiamme.
Il
biondo l'aveva baciata poi le aveva detto: "
Hope ti prego, fidati di me!
Io
non voglio farti del male, anche se non posso
evitarti il dolore della prima volta ma ho bisogno della tua
collaborazione per
questo.
Voglio
che la conoscenza tra noi due, sia totale e che
tu impari a vivere tutto, di questa relazione.
So
che ho molta più esperienza di te in questo campo e
vorrei davvero che tu ti affidassi a me.
Probabilmente
la prima volta non sarà così bello ma ti
posso assicurare, che le prossime volte ti farò toccare il
cielo con un
dito!".
La
ragazza aveva annuito con un leggero sorriso quindi
Draco, sentendosi incoraggiato, aveva aggiunto: " Devi entrare in
confidenza con il mio corpo, quindi ora spogliami, così come
ho fatto
io!".
Hope
era diventata bordeaux in volto ma andando contro
alla sua timidezza, aveva annuito e lentamente, aveva iniziato a
togliere i
vestiti dal corpo muscoloso di Draco.
In
breve entrambi si erano ritrovati in intimo e Draco aveva baciato Hope,
con
tutta la passione che sentiva per lei.
Servendosi
della sua maestria in materia, l'uomo aveva
fatto toccare il paradiso alla ragazza, per poi entrare dentro di lei.
Hope
si era irrigidita dal dolore ma Draco era stato
bravissimo da illanguidirla al punto giusto, da
farle
dimenticare il fastidio di averlo dentro di se.
La
bionda era diventata una donna e questo era
successo grazie a lui, che l'aveva resa tale con amore, dolcezza,
gentilezza e
attenzione.
Raggiungere
il culmine del piacere dentro il corpo
della sua ragazza, era stato anche per l'uomo davvero devastante.
Nonostante
avesse avuto tante donne, non aveva mai
sentito un trasporto di quella potenza.
E
ora i due innamorati, si trovavano distesi nel letto
abbracciati e teneramente si stavano baciando guardandosi negli occhi.
Draco
l'aveva fissata intensamente poi aveva detto:
" Hope, so che ti sembrerà che io corra ma te lo devo
chiedere lo stesso!
Vuoi diventare mia moglie?".
La
ragazza aveva sgranato gli occhi poi era diventata
seria e si era alzata, mettendosi seduta nel letto e abbracciandosi le
ginocchia.
L'uomo
l'aveva imitata e Hope gli aveva detto: "
Draco, io lo desidero tanto ma c'è una cosa che riguarda il
mio passato che io
ti ho nascosto e che potrebbe farti cambiare idea su di noi!".
Il
biondo comprendendo che la ragazza si riferiva al
suo segreto, si era alzato dal letto e nudo, come mamma l'aveva fatto,
l'aveva
guardata chiedendo: " A cosa ti riferisci? Qual'è questa
cosa così grave
da potermi fare cambiare idea?".
La
ragazza stringendo i pugni aveva risposto: "
Io sono una Potter ma l'uomo che mi ha cresciuto, non era il mio vero
padre
biologico.
Colui
che mi ha concepita, prendendosi gioco dei
sentimenti di mia madre è una persona che tu conosci molto
bene!".
L'uomo
si era rivestito e cercando di alleggerire la
tensione che aleggiava nella stanza, sorridendo aveva chiesto:
" E a
chi è che dovrei chiedere la tua mano?".
Hope
aveva sorriso della sua battuta ma poi era
tornata seria dicendo: " Harry James Potter!".
Draco
aveva allargato gli occhi a dismisura, assumendo
un espressione sconvolta sul viso poi con la voce dura aveva detto: "
Hope, se questo è uno scherzo, ti dico subito che non
è divertente!".
La
ragazza aveva abbassato gli occhi nel quale stavano
spuntando le lacrime e aveva risposto: " No, non sto scherzando!".
Draco
si era rimesso il maglione e i pantaloni poi
aveva detto: " Mi stai dicendo che tu sei la figlia illegittima di
Lunatica e dello Sfregiato?".
Hope
aveva sospirato poi aveva detto: " A quanto
pare, si!".
L'uomo,
cercando di contenere il suo stupore, aveva
chiesto: " Lui lo sa che sei qui con me?" e lei, dopo aver scosso la
testa, aveva risposto: " No, lui non mi conosce neppure!".
Draco
aveva inarcato un sopraciglio poi si era seduto
nel bordo del letto e lentamente, aveva iniziato a vestire la ragazza
che lo
aveva lasciato fare, totalmente inebetita.
Quando
tutti i vestiti erano tornati al loro posto,
lui l'aveva fatta sedere sulle sue ginocchia quindi le aveva chiesto: "
Puoi spiegarmi, per favore?".
Hope
aveva annuito poi aveva iniziato a raccontare:
" Diciannove anni fa, lui ha sedotto mia madre convincendola del fatto
che
era innamorato di lei.
Erano
diventati amanti ma lui le aveva nascosto il
fatto di essere fidanzato con Ginevra Weasley.
Mia
madre era veramente innamorata di lui mentre quel
bastardo, teneva il piede in due scarpe.
L'ultima
volta che avevano fatto sesso era stato
quando sono stata concepita e quel giorno, lui si
sarebbe
sposato con la sua fidanzata.
Non
so come avesse fatto ma era riuscito a nasconderlo
a mia madre, che credeva che prima o poi lui l'avrebbe fatta diventare
sua
moglie.
Quella
mattina, lasciò la casa di mia madre mentre lei
ancora dormiva e andò in chiesa a sposarsi.
Quando
lei si svegliò, trovò un biglietto sul comodino
dove le chiedeva perdono e le diceva addio.
Mia
madre era uscita di casa disperata, per andare a
cercarlo e chiedergli delle spiegazioni ma le risposte le aveva trovate
su un
giornale, che riportava l'annuncio delle nozze che sarebbero avvenute
quella
mattina!".
Draco
era scioccato da quello che Hope gli stava
raccontando, eppure nonostante avesse voglia di dire qualcosa, era
rimasto
zitto facendole segno di continuare.
La
ragazza dopo qualche secondo di silenzio aveva
ripreso a parlare dicendo: " Mia madre era corsa in chiesa per
interrompere quelle nozze ma una volta arrivata lì, aveva
scoperto che si erano
già concluse.
Allora,
aveva deciso di lasciare l'Inghilterra ed era
giunta ad Aix-en-provence.
La
prima persona che aveva incontrato era stata mia
zia Laverne.
Mia
madre, le aveva chiesto se conoscesse un luogo
dove poteva lavorare e lei le aveva indicato l'hotel di
proprietà di Michael
Potter.
Lui
era un babbano davvero speciale, che si era
innamorato subito di lei e l'aveva aiutata assumendola, nonostante lei
non
sapesse nulla del suo mondo.
Quando
due mesi dopo aveva scoperto che lei era
incinta, le aveva proposto di farmi da padre e le aveva chiesto di
sposarlo.
Dopo
la mia nascita, mia madre gli aveva raccontato
tutta la verità sui nostri poteri e lui non aveva fatto una
piega.
Ci
ha amate come non mai e mi ha cresciuta come se
fosse il mio vero padre biologico, facendo molto di più lui,
di quello che mi
aveva generato.
Come
sai già, quattro mesi fa, i miei genitori sono
morti in un incidente e io, che sono sempre stata al corrente di tutta
la
storia, ho deciso di venire qui a Londra per conoscere di persona quel
bastardo
e vendicarmi di tutto il dolore di mia madre.
La
mattina della mia partenza, avevo progettato di
presentarmi a casa sua e di coinvolgerlo in uno scandalo ma poi le cose
sono
cambiate!".
Draco
l'aveva guardata poi le aveva chiesto: "
Che cosa le ha fatte cambiare?" e la ragazza sorridendo, aveva
risposto: "
Tu, le hai fatte cambiare!".
L'uomo
aveva inarcato un sopraciglio poi aveva
chiesto: " Io? E che c'entro io in questa storia?".
Hope
aveva scosso la testa poi aveva detto: "
C'entri, perchè quando ti ho conosciuto, la mia vendetta
è passata in secondo
piano.
Inoltre
se devo essere del tutto sincera, un'altra
cosa mi ha fatto bloccare.
Quando
mi hai accompagnato al Ministero, ho scoperto
che quel bastardo ha avuto tre figli con sua moglie e il pensiero di
coinvolgere degli innocenti nella mia vendetta, mi ha fatto tremare i
polsi!".
Hope
aveva sospirato poi aveva aggiunto: " Io
sapevo dell'esistenza di un solo figlio e ora scoprire che invece avevo
due
fratelli e una sorella, mi aveva destabilizzata e tutto si era
cristallizzato!".
Draco,
ancora del tutto confuso dal racconto della
ragazza, continuava ad accarezzarle la schiena
poi
non appena aveva ripreso un pò il controllo delle
sue sensazioni, aveva chiesto: " Ma tu hai ancora intenzione di
vendicarti
di lui?".
Hope
aveva annuito poi aveva detto: " Se devo
essere sincera, ti dico di si! Vorrei ancora vendicarmi di lui!".
Draco
aveva sorriso poi aveva detto: " Allora
sappi che io posso fornirti il modo per vendicarti a dovere!".
Hope
si era staccata leggermente da lui e lo aveva
guardato negli occhi, prima di chiedere: " E quale sarebbe questo
modo?".
Lui
aveva sorriso e aveva risposto semplicemente:
" Sposami!".
Hope
aveva sgranato gli occhi poi gli aveva chiesto:
" E il nostro matrimonio come mi aiuterebbe a vendicarmi di
quell'essere?".
Draco
aveva scosso la testa e aveva risposto: "
Come sai già, tra me e lui non corre affatto buon sangue,
anzi direi che ci odiamo
profondamente.
Probabilmente
in parte è colpa mia ma non desidero
affatto cambiare le cose, specialmente dopo quello che mi hai
raccontato.
Io
sono stato un grandissimo stronzo nella mia vita ma
non ho mai preso in giro nessuno mentre lui che appare davanti agli
occhi di
tutti, come quello senza né macchia né peccato,
ha ingannato tua madre e anche
sua moglie, per non parlare delle bugie in cui ha fatto crescere i suoi
figli.
Credo
che non ci sarebbe cosa peggiore per lui, di
scoprire che il marito della figlia che non sapeva di avere
è l'uomo che più
detesti a questo mondo!".
Poi
diventando leggermente triste, aveva aggiunto:
" Questo ovviamente vale solo se tu non vuoi recuperare con lui un buon
rapporto, perchè ti posso assicurare che Potter non
accetterebbe mai che tu
diventassi o rimanessi una Malfoy.
Farebbe
di tutto per separarci e ti metterebbe di
fronte ad una scelta, che ti obbligherebbe a fare!".
Hope
fissandolo negli occhi, con la voce atona aveva
chiesto: " Davvero non lo accetterebbe mai?" e il biondo aveva
annuito deciso.
Hope
si era alzata dalle gambe di Draco poi aveva
camminato in silenzio per la stanza quindi si era fermata e voltandosi
verso di
lui, l'aveva fissato assorta.
Lentamente
era tornata sui suoi passi poi, quando si
era trovata di fronte all'uomo, gli aveva detto:
"
Allora amore, quando ci sposiamo?".
Draco
era impazzito dalla gioia e sollevandola in
braccio, l'aveva fatta volteggiare intorno mentre lei rideva di gusto.
Quando
l'aveva fatta scendere con i piedi per terra,
aveva detto: " Per me, possiamo sposarci anche domani!" e Hope aveva
sorriso prima di dire: " Bene Draco, allora ci sposeremo tra una
settimana.
Quei
giorni, sono quelli necessari per richiedere i
documenti per le nozze ma dovrà essere una cerimonia intima
e segreta poi
partiremo per la luna di miele e al nostro ritorno, faremo scoppiare la
bomba!".
Draco
aveva annuito poi aveva detto: " Sono
d'accordo sulla segretezza ma vorrei comunque sapere come vuoi queste
nozze e
dove ti piacerebbe andare in viaggio!".
La
ragazza aveva sorriso poi aveva risposto: "
Vorrei sposarmi al Manor, nel suo giardino.
So
che non ti piace andarci ma quando me lo hai
mostrato, mi sono innamorata del suo parco ed è
lì che vorrei unirmi a te.
Non
voglio nessun invitato a parte i nostri testimoni,
che saranno per me Blaise e Pansy mentre per te Theo e Daphne.
Purtroppo
non posso invitare nessuno della mia
famiglia o dei miei amici, perchè non sanno nulla del mondo
magico e sarebbe davvero
un bel problema, se lo scoprissero così.
Per
questo, dopo le nozze andremo ad Aix-en-provence e
te li farò conoscere; ti toccherà però
farti passare per un babbano, pensi di
riuscirci?".
Draco
aveva annuito, dicendo: " Cercherò di farlo
amore ma tu dovrai aiutarmi!".
Lei
aveva sorriso poi aveva risposto: " Oh, puoi
contarci tesoro" poi la ragazza era diventata seria e aveva chiesto:
" Draco, mi stavo domandando come reagiranno Pansy e gli altri quando
gli
racconterò tutto!".
L'uomo
l'aveva accarezzata dolcemente poi aveva detto:
" Sicuramente saranno sorpresi ma posso assicurarti che non cambieranno
idea su di te.
Loro
si sono convinti, prima ancora che lo facessi io,
del fatto che tu fossi la ragazza giusta per me, perchè
hanno visto al di là
del loro naso.
E
poi vedrai che quando gli diremo che ci sposiamo,
saranno talmente felici che dimenticheranno qualsiasi obiezione!".
Con
un bacio passionale, i due neo fidanzati avevano
suggellato l'accordo raggiunto, si era spogliati di nuovo e si erano
ributtati
nel letto per rifare l'amore.
Nel
pomeriggio, Draco aveva contattato i magnifici
quattro che si erano materializzati subito nel soggiorno del biondo.
Prima
di raccontare tutta la sua storia, Hope aveva
voluto che anche il quadro di Lucius e Narcissa fosse spostato, in modo
che
anche loro partecipassero alla discussione.
Al
termine del racconto della ragazza, i quattro amici
erano davvero provati e avevano fatto una
fatica
bestiale a digerire quel comportamento assurdo,
perpetrato da quello che per tutti era un
eroe.
Lucius
aveva invece indurito lo sguardo e con la voce
astiosa aveva detto: " L'ho sempre detto che quello era un falso.
Io
sarò stato un disgraziato e un venduto che ha
rovinato la sua famiglia, perchè aveva creduto alle
fanfaluche che gli erano
state raccontate da un folle ma non ho mai ingannato nessuno.
Vorrei
vedere adesso che ne pensa il caro Sirius, del
comportamento del suo protetto!".
Hope
aveva guardato Draco, con un espressione confusa
e il biondo aveva scosso le spalle, come per dire che non era nulla di
importante.
Narcissa
invece, aveva le lacrime agli occhi per la
storia che aveva appena sentito e guardando la ragazza aveva detto: "
Mi
dispiace tanto piccola Hope, per tutto quello che ti è
successo!
A
differenza di mio marito, io non pensavo che Harry
Potter potesse essere capace di fare una cosa del genere.
Recriminare
però sul passato, non serve a niente e
francamente non m'interessa neppure la reazione che potrebbe avere o
non avere
Sirius.
Ciò
che è importante è che ora tu piccola, non sei
più
sola e per quanto può valere la parola di un dipinto magico,
voglio che tu
sappia che per te io ci sarò sempre!".
Hope
l'aveva ringraziata poi lei e Draco avevano
annunciato le loro prossime nozze e gli animi si erano rasserenati.
I
quattro amici erano stati felici di far loro da
testimoni e Pansy e Daphne, avevano rapito la futura sposa per parlare
delle
nozze, che si sarebbero svolte alla fine della settimana.
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Capitolo 16 *** Un matrimonio davvero magico ***
Ciao
ragazze, innanzitutto vi faccio i miei auguri di
Capodanno, nella speranza che il vostro sia stato perfetto.
Io
non mi posso lamentare, anche se non ero proprio al
meglio delle forze.
Parlando
del capitolo, oggi assisteremo alle nozze tra
Draco Malfoy e Hope Potter; certo che se la Cooman ai tempi della
scuola,
avesse detto a Draco che avrebbe sposato una Potter, credo che lui
l'avrebbe
accompagnata con tutti gli onori nel reparto di magipsichiatria del San
Mungo,
a fare compagnia a quell'impomatato di Allock.
Eppure
è successo; oggi ne avremo le prove e potremo
parteciparvi anche noi.
Grazie
come sempre per il vostro affetto e vi lascio
alla lettura, dandovi appuntamento per sabato prossimo.
Un
bacio Lorian
Capitolo
16 - Un matrimonio davvero magico
Organizzare
un matrimonio con così poco preavviso,
avrebbe fatto disperare chiunque ma non due forze della natura, come
Pansy
Parkinson e Daphne Greengrass.
La
bionda aveva detto a Hope, che attendevano da tanto
tempo questo momento, che alla fine avevano tutti i progetti pronti.
La
ragazza aveva sorriso di quella battuta ed era
stata grata alle due amiche, che si erano accollate tutte le incombenze.
Perchè,
anche se alla cerimonia sarebbero stati
presenti solo in sei, a parte il celebrante e il fotografo, le cose
andavamo
fatte con classe e con stile.
Pansy
enfatizzando con ampi gesti delle braccia, aveva
detto: " Per la miseria, è l'ultimo dei Malfoy che si sta
sposando mica
uno qualsiasi!".
Daphne
poi aveva mormorato: " Sai Hope, credo che
Draco ti ami davvero tanto se ha accettato di sposarsi al Manor,
perchè aveva
promesso che non ci avrebbe più messo piede!".
La
ragazza aveva annuito poi però aveva detto: "
Si mi ama Daphne ma ha mantenuto ugualmente la sua promessa,
perchè lui non
metterà piede all'interno del maniero e rimarrà
tutto il tempo in giardino e io
rispetto la sua volontà".
La
bionda aveva annuito poi aveva risposto: " Si,
tu sei proprio quella giusta per lui!".
Due
giorni dopo quella discussione, mentre tutte e tre
si recavano da Madama McClan per l'abito da sposa, Hope le aveva
chiesto
chiarimenti su quella frase e Daphne sospirando le aveva risposto: "
Come
la maggior parte dei Purosangue, anche Draco era stato ingabbiato in un
matrimonio da contratto.
Lucius,
gli aveva scelto la sposa quando lui aveva
dodici anni e aveva firmato un contratto con il padre della futura
moglie che
in quel periodo era una bambina, dato che aveva solo dieci anni.
Anche
a Blaise e Theo era successo ma loro con il
tempo si erano ribellati, perchè crescendo si erano
innamorati e non volevano
sposarsi senza sentimento.
Draco
invece aveva troppa paura di suo padre e aveva
accettato di sottostare ai suoi ordini, anche se della futura sposa non
gliene
fregava un benemerito cavolo!".
Hope
era scioccata poi una volta ripresa la calma,
aveva chiesto: " Ma chi erano le spose di Theo e Blaise?".
Daphne
aveva sorriso tristemente poi aveva risposto:
" Forse ti farà ridere ma le coppie erano invertite e
cioè mio marito
doveva sposare Pansy mentre io, ero la promessa sposa di Blaise!".
Hope
aveva annuito poi con un filo di voce, aveva
domandato: " E invece quella di Draco, chi era?".
La
donna aveva abbassato lo sguardo e aveva risposto:
" Mia sorella Astoria!".
La
ragazza si era bloccata lungo la via, assumendo un
espressione scioccata poi vedendo che la donna la stava guardando,
aveva
ripreso a camminare e aveva chiesto: " Come mai non si sono
sposati?".
Daphne
aveva stretto i pugni poi aveva risposto:
" Non l'hanno fatto, perchè nel frattempo è
finita la guerra e con il
conseguente arresto di Lucius e il successivo bacio dei Dissennatori,
Draco si
è sentito per la prima volta, libero da ogni promessa.
Dopo
la morte di suo padre, si era recato dal mio e
aveva richiesto l'annullamento del contratto.
Il
mio caro papà non voleva saperne ma lui era stato
irremovibile e aveva stracciato il contratto davanti ai suoi occhi!".
Hope
era colpita da quello che la donna le stava
raccontando e dopo qualche secondo aveva chiesto: " E Astoria come l'ha
presa questa decisione?".
Daphne
aveva sorriso poi aveva risposto: " Oh lei
aveva fatto il diavolo a quattro dalla rabbia!".
Hope
aveva scosso la testa poi aveva detto: "
Perdonami Daphne ma non riesco a capire!
Tu
sei la sorella dell'ex promessa sposa di Draco, hai
visto Astoria soffrire per l'abbandono del suo fidanzato storico,
eppure sei
amica mia e di Draco e l'altro ieri, hai detto che sono quella giusta
per lui.
Puoi
spiegarmi il perchè del tuo comportamento?".
La
donna aveva annuito poi aveva risposto: " Vedi
Hope, io in questi anni ho visto molti matrimoni imposti, fallire uno
dopo
l'altro.
Quando
non ci si sposa per amore, si finisce con il
vivere accanto ad un partner che non rispetti per niente e il meno che
può
succedere è che lo si riempia di corna.
La
mia amicizia con Draco, risale al tempo in cui
tutti noi indossavamo i pannolini.
Lui,
Blaise e Theo ne combinavano una più del diavolo
e spesso quei disgraziati, davano la colpa a me e a Pansy poi
però quando
dovevamo essere punite, finivano con il confessare per non farci
castigare e
con il tempo, la fiducia e l'affetto l'hanno fatta da padrone tra di
noi.
Anche
il matrimonio tra i miei genitori era stato
deciso da un contratto e loro non si sono mai amati.
Tante
volte ho visto piangere mia madre e mi sentivo
impotente, perchè non potevo aiutarla in nessun modo.
Mio
padre la tradiva sistematicamente e spesso, la
umiliava pubblicamente.
Purtroppo
nel mondo magico, quando si effettua un
matrimonio di casata, non è più rescindibile e
gli sposi sono costretti a vivere
per sempre insieme.
Può
sembrarti strano ma io non ero preoccupata per
Astoria ma per Draco.
Non
fraintendermi, io voglio molto bene a mia sorella
ma non posso fare a meno di ammettere che
è solo una viziata, amante
della bella vita.
Lei
era furiosa con Draco, non perchè lo amasse ma
solo perchè aveva visto sfumare i suoi sogni di gloria.
Lei
si vedeva già affondare le mani nei miliardi dei
Malfoy e fare la bella vita, riverita e temuta da
tutti.
Tu
invece sei diversa, perchè non metti il denaro al
primo posto ma provi dei veri sentimenti per il mio amico.
Per
questo ti ho detto che sei la persona giusta per
lui!".
Hope
l'aveva ringraziata poi l'aveva abbracciata
forte.
Il
giorno del matrimonio era finalmente arrivato e la
sposa era appena uscita dalla doccia e ora si stava apprestando a
prepararsi.
Si
era ricordata di un incantesimo che le aveva
insegnato Clodette, quando erano ancora a Beauxbatons e dopo aver preso
la
bacchetta, se l'era puntata contro e in un lampo, i suoi capelli si era
asciugati e acconciati in un morbido ondulato.
Dopo
essersi truccata leggermente, aveva messo delle
camelie tra i capelli, aveva indossato il suo abito e si era guardata
allo
specchio.
In
un attimo il pensiero dei suoi genitori si era
fatto pressante e la loro assenza era diventata ogni secondo
più forte.
Il
desiderio che sua madre l'aiutasse a prepararsi e
suo padre, l'accompagnasse fino all'altare per consegnarla al suo
sposo, era
diventato dolore allo stato puro e la consapevolezza che tutto questo
non
poteva accadere, aveva fatto scoppiare in lacrime la ragazza.
Sapeva
che doveva calmarsi anche perchè non voleva
arrivare da Draco con gli occhi gonfi di pianto, quindi aveva dirottato
il
pensiero alla faccia che avrebbero fatto tutti ad Aix-en-provence,
quando
avrebbe presentato loro suo marito.
Era
scoppiata a ridere, perchè nei giorni passati,
aveva raccontato a Yvette della presenza di Draco e di quanto ne fosse
innamorata e totalmente ricambiata ma un conto è dire che
ami una persona, un
altro è presentarsi con la fede al dito.
Conoscendo
la sua amica, avrebbe dato di matto; questo
è poco ma sicuro!
Il
pensiero della reazione di Yvette aveva funzionato
e ora si sentiva più serena e felice, pronta a raggiungere
il suo, ancora per
poco, fidanzato.
Con
estrema attenzione si era messa il velo e quando
era stata pronta si era smaterializzata in salone, dove l'attendevano
Daphne e
Pansy.
Le
due donne l'avevano guardata ed erano rimaste a
bocca aperta per la sua eleganza e semplicità.
Prima
di uscire di casa per recarsi al Manor, Hope era
passata a salutare il quadro di Lucius e Narcissa e da entrambi, aveva
ricevuto
gli auguri e i complimenti per la sua bellezza.
Terminata
quell'incombenza, aveva dato un bacio
delicato sulla testa di Nike poi aveva preso per mano le sue amiche e
si era
smaterializzata nel giardino del Manor.
Daphne
sogghignando aveva detto: " A Draco
prenderà un colpo quando ti vedrà!
Sei
davvero bellissima, Hope e ti sono grata, per
avermi permesso di essere presente a gioire con voi in questo giorno
lieto!".
Hope
l'aveva guardata poi aveva mormorato: " Sono
io che vi sono grata per esserci e per avermi accettato.
Voi
siete le mie amiche più care che non mi avete
giudicato per il mio passato e avete gioito con me e Draco, per la
nostra
unione!".
Pansy
era intervenuta dicendo: " Tutti abbiamo un
passato Hope, più o meno discutibile e il tuo è
immacolato, anche perchè sei
una vittima degli imbrogli e degli sbagli di chi doveva evitare di
commetterli.
Come
ti ha detto Daphne ti siamo grate per averci
volute e io lo sono, per avermi scelto come tua testimone!".
Daphne
aveva battuto due volte le mani poi aveva
detto: " Ora basta con le recriminazioni altrimenti Draco
darà di matto,
non vedendoti arrivare!".
Le
tre donne avevano sorriso poi Daphne aveva aiutato
Hope a sistemarsi il velo e si erano avviate verso il giardino, dove le
stava
attendendo un nervosissimo Draco.
Quando
l'uomo aveva visto la sua ragazza, era rimasto senza parole e
l'aveva ammirata del tutto inebetito.
Mentre
Hope s'incamminava verso di lui, non riusciva a
togliergli gli occhi di dosso e sentiva di amarlo, ogni secondo di
più.
Finalmente
si era ritrovati uno di fronte all'altra e
il funzionario del ministero aveva dato il via alla cerimonia.
Dopo
essersi scambiati le promesse, Draco aveva messo la fede al dito di
Hope così come lei aveva fatto con lui e l'incaricato li
aveva dichiarati
marito e moglie.
Pansy, Blaise, Daphne e Theo avevano apposto le loro firme in
qualità di
testimoni, imitati subito dopo dagli sposi.
Quando
tutto era finito, Draco aveva baciato con
ardore la sua neo mogliettina e tutti insieme, si erano smaterializzati
alla
villa degli sposi, dove Nike li stava attendendo per un piccolo
rinfresco.
L'uomo
continuava a fissare Hope, incredulo del fatto
che ora quella magnifica ragazza fosse sua moglie e lei si sentiva in
imbarazzo
per quegli sguardi insistenti.
Da
un lato del salone, Pansy e Blaise continuavano a
fissare il loro amico e a fatica, riuscivano a contenere la grande
felicità che
provavano per lui.
Finalmente
anche per il biondo, con il cuore avvolto
dal ghiaccio, era arrivato il disgelo e a compiere quel miracolo era
stata una
ragazzina che aveva diciassette anni meno di lui.
All'inizio
quando Draco aveva presentato loro Hope,
avevano temuto che fosse un altra delle sue conquiste e per un attimo
erano
stati tentati di mettere in guardia la ragazza dai comportamenti del
loro
amico.
Poi
però avevano visto gli sguardi che lui le lanciava
e come gravitava intorno a lei e avevano compreso che questa volta tra
i due,
c'era molto più del semplicissimo sesso.
Questa
volta il loro amico si era per davvero
innamorato e loro non potevano che essere felici di questa cosa.
I
festeggiamenti si erano protratti fino a tarda ora e
Draco e Blaise avevano tenuto banco con le loro battute e i loro
scherzi, che
avevano fatto ridere tutti a crepapelle.
Verso
mezzanotte i magnifici quattro avevano salutato
gli sposi, augurandogli una lieta luna di miele quindi in un lampo si
erano
smaterializzati.
Draco,
senza dare a Hope il tempo di reagire, l'aveva
presa in braccio e si era smaterializzato in camera loro, per fare
l'amore per
la prima volta da sposati.
|
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Capitolo 17 *** Una luna di miele babbana ***
Ebbene
si care lettrici, finalmente i nostri due
protagonisti sono convolati a giuste nozze per la grande gioia di
entrambi.
In
questo capitolo però, si troveranno ad affrontare
dei momenti di vera tensione.
Come
sapete già, non posso e non voglio dirvi nulla
quindi senza colpo ferire, vi lascio alla lettura del capitolo
ringraziandovi
come sempre.
Baci
Lorian
Capitolo
17 - Una luna di miele babbana
L'indomani
mattina, i due freschi sposi si erano
svegliati contemporaneamente e dopo essersi guardati negli occhi per
qualche
secondo, si erano regalati un grande sorriso.
Draco,
dopo essersi fatto un massaggio al collo
indolenzito, si era rivolto a lei e aveva detto: " Dimmi che non ho
fatto
solo un bel sogno! Confermami che ieri ci siamo sposati veramente!".
Hope,
che era sdraiata a pancia sotto, aveva sorriso e
aveva risposto: " Se ti dico che sono orgogliosa di essere la signora
Malfoy, ti basta come risposta?".
Il
biondo l'aveva tirata verso di se e l'aveva
abbracciata stretta poi aveva detto: " Moglie mia adorata, ho una gran
voglia di baciarti ma molto probabilmente in questo momento, con il mio
alito
sarei capace di sterminare una colonia di Doxy quindi credo che sia
meglio evitare!".
Hope
era scoppiata a ridere poi aveva risposto: "
Hai ragione tesoro, credo che anche il mio non sia messo meglio quindi
credo
che sia il caso alzarsi e prepararci, tanto più che dobbiamo
partire.
Sono
le 8.30 e la passaporta per la Francia che il
Ministero ci ha assegnato, si attiverà tra un ora!".
Draco
aveva sbuffato poi aveva detto: " Dannata
burocrazia! Ma dimmi come può fare un povero uomo che si
sveglia con la voglia
di fare l'amore con sua moglie e sa che invece si ritrova solo un'ora
di tempo
per lavarsi, vestirsi, fare colazione e presentarsi sul luogo della
partenza.
E'
un ingiustizia bella e buona! Penso che presto
presenterò un'istanza al Primo Ministro, dove lo
costringerò a rivedere i tempi
di queste dannate Passaporte, sopratutto quelle dedicate alle lune di
miele!".
Poi
senza dire una parola di più, si era alzato dal
letto e si era diretto nel bagno per lavarsi.
Hope
era rimasta ancora qualche minuto sdraiata nel
letto, abbracciando il cuscino di suo marito, dove c'era ancora il
calore e
l'odore dell'uomo poi si era alzata ed era andata nel bagno della
stanza
accanto.
Mezz'ora
dopo erano tutti e due pronti e si trovavano
in cucina, insieme a Nike per fare un abbondante colazione.
L'esserino,
che quel giorno era vestita allegramente
di rosso con tanto di fiocco e orecchini coordinati, li aveva serviti
poi come
d'abitudine imposta da Hope, si era seduta con loro per mangiare.
Quando
finalmente avevano terminato, Draco e sua
moglie avevano salutato Nike, avevano rimpicciolito le valigie, se le
erano
messe in tasca e dopo qualche minuto si erano smaterializzati,
apparendo
puntuali nella piazzola di partenza delle Passaporte.
Una
volta individuata la loro, si erano avvicinati e
dopo averla toccata entrambi erano scomparsi per riapparire ad
Aix-en-provence.
Dopo
una passeggiata di circa mezz'ora, in cui Hope
aveva fatto vedere a suo marito le principali
bellezze
della sua città, i due sposi si erano trovati
di fronte al Saint Christophe e Hope, era stata presa dal panico.
Draco
l'aveva abbracciata per tranquillizzarla ma la
ragazza, in preda ad una vera e propria crisi isterica, continuava a
ripetere:
" Chissà come la prenderanno? Santo cielo, un conto
è dire che mi sono
innamorata e un altro è arrivare con la fede al
dito!
Magari
penseranno che sono incinta o che devo essere
impazzita; non voglio che se la prendano con te! E se poi tu mi lasci?".
Draco
era tentato di riderle in faccia ma sapeva che
la situazione sarebbe peggiorata, quindi aveva optato per una soluzione
a lui
più congeniale e senza pensarci un secondo di
più, l'aveva baciata con tutta la
passione che lo devastava in quel momento.
Poi
quando l'aveva sentita rilassarsi tra le sue
braccia, si era staccato e l'aveva guardata in faccia.
Le
aveva rivolto un grande sorriso poi aveva detto:
" Innanzitutto signora Malfoy cerchiamo di calmarci va bene? Inoltre
smettila di guardarmi con quegli occhi illanguiditi, altrimenti ti
porto via da
qui e cerco il primo hotel disponibile poi prenoto la prima camera che
trovo e
ci chiudiamo dentro per almeno un mese a fare l'amore, sono stato
chiaro?".
La
ragazza aveva annuito poi aveva sorriso e aveva
detto: " L'alternativa che mi ha prospettato non è poi
così male! Quasi,
quasi potrei prenderla in considerazione!".
Draco
aveva sbuffato poi aveva detto: " No, che
non lo farai! Anche perchè accetteresti la mia proposta solo
per scappare da
questo incontro e questa cosa non mi piace.
Io
mi sono innamorato di una ragazza coraggiosa e non
voglio accanto una codarda, che trema alla sola idea d'incontrare la
sua
famiglia e i suoi amici!".
Stavolta
a sbuffare era stata Hope, che alla fine
aveva messo su un broncio adorabilissimo.
Draco
l'aveva afferrata per le spalle e le aveva
detto: " Non mi freghi signora Malfoy, è inutile che mi fai
quel broncio!
Ora
noi entriamo in quell'hotel e affrontiamo tutti a
testa alta.
Non
mi sembra che abbiamo commesso nessun delitto,
sposandoci; poi se vogliamo analizzare tutte le cavolate che hai detto
poco fa,
ti dico subito che non esiste che io ti lasci ed è meglio
che questa cosa te la
stampi subito nel cervelletto!
Inoltre
sarà chiaro a tutti, che non sei impazzita e
per quanto riguarda il fatto che tu sia incinta, dovranno bastargli le
nostre
smentite, quindi come vedi non devi preoccuparti di nulla, tantomeno
del fatto
che possano prendersela con me.
Ho
le spalle larghe e in passato ho sopportato di
peggio di quattro babbani contrariati, pertanto sta tranquilla, va
bene?".
La
ragazza aveva annuito titubante poi dopo essersi
data un occhiata attorno ed essersi assicurata di non essere vista,
aveva
tirato fuori dalla tasca un trolley e facendo un gesto con la
bacchetta, aveva
pronunciato: " Engorgio!", facendola tornare delle sue dimensioni.
Draco
l'aveva imitata subito dopo e quando si erano
sentiti pronti, si erano incamminati verso l'ingresso dell'hotel,
prendendosi
per mano.
Non
appena avevano varcato la soglia, erano stati
accolti da una sorridente Laverne che aveva abbracciato Hope,
stringendola a
se.
Draco
vedendo quella scena aveva sorriso e quando le
due donne si erano divise, aveva fatto un passo avanti, porgendo la
mano verso
l'anziana e aveva detto: " Lei deve essere Laverne.
Hope
mi ha parlato molto della sua zia adorata!".
La
donna aveva sorriso, evidentemente compiaciuta
dalle parole dell'uomo poi aveva detto: " Si, sono proprio Laverne, lei
invece chi è?".
Hope
si era intromessa e incrociando le dita dietro la
schiena aveva detto: " Zia, lui è Draco Lucius Malfoy,
mio...
marito!".
Sentendo
l'ultima parola la donna era sbiancata poi
aveva balbettato: " Tuo... cosa?".
Hope
aveva socchiuso gli occhi, aspettandosi uno scoppio
che però non era avvenuto e quando li aveva riaperti, aveva
visto che sua zia
la guardava sorridendo.
Per
un attimo la ragazza aveva pensato che Laverne non
le avesse creduto però poi la donna aveva detto: " E'
incredibile, ti sei
sposata! Ma perchè non ci hai avvisati?".
Hope
si era intristita poi aveva risposto: " Non
l'ho fatto per farvi un torto zia ma solo perchè lui
è un mago e ci siamo
sposati nel suo mondo!".
Vedendo
la faccia sconvolta di Draco, la ragazza era
scoppiata a ridere poi aveva detto: " Amore tranquillo, non sono
impazzita.
Mia
zia è l'unica qui che sa che sono una strega e con
lei posso parlare liberamente.
Tutt'altra
cosa sarà affrontare gli altri e cioè
Susanne, Charlie e Yvette!".
Come
se avesse sentito il suo nome, la cameriera era
spuntata dal ristorante e appena aveva visto Hope, le era corsa
incontro con le
braccia spalancate.
Laverne
si era avvicinata al biondo e parlando al suo
orecchio, aveva sussurrato: " Preparati Draco, perchè ora
cominceranno i
veri problemi!".
Quando
gli abbracci tra le due si erano sciolti, Hope
aveva presentato a Yvette suo marito e come temeva la ragazza, la
reazione
dell'amica non era stata benevola.
"
No dico ma sei impazzita? Che vuol dire che te
lo sei sposato? Da quanto tempo vi conoscete? Tre, quattro mesi? Di
solito
questo è il tempo minimo per conoscersi mentre tu te lo sei
già sposato!"
stava infatti urlando la donna, facendo diventare piccola piccola Hope.
Draco
era stato in disparte ad ascoltare lo sfogo
della donna però quando aveva visto tremare sua moglie, che
era sull'orlo delle
lacrime, l'aveva tirata a se e aveva detto con la voce dura: " Io non
conosco lei, così come lei non conosce me quindi non le
permetto di giudicare
l'unione mia e di Hope.
Se
il suo scopo è fare piangere mia moglie, le
conviene tacere finché è in tempo,
perchè potrei dimenticarmi il fatto che è
una donna.
Non
ho mai picchiato un esemplare del sesso femminile
e non intendo cominciare con lei ma posso assicurarle che conosco molti
altri
metodi, più o meno convincenti, per chiuderle la
bocca!
Nella
sua testa può pensare di tutto ma eviti di fare
arrivare i suoi ragionamenti alle labbra e se li tenga per se!".
Yvette
aveva spalancato gli occhi poi, rivolgendosi a
Laverne, aveva detto: " Hai visto? Questo tipo è pessimo e
pure violento,
inoltre hai sentito anche tu che mi ha minacciata, ma davvero vogliamo
che Hope
viva con uno come lui?".
La
voce di Susanne, accorsa insieme a Charlie attirata dalle urla della
cameriera,
aveva impedito a Laverne di rispondere, perchè con la voce
dura aveva detto:
" No Yvette, sei tu quella che sta facendo una figura pessima.
Innanzitutto
te ne stai all'ingresso dell'hotel,
urlando come un oca spennata e poi ti stai scordando che Hope
è una ragazza
intelligente e se lei si è innamorata di quest'uomo,
avrà avuto le sue buone
ragioni" poi con un aria sorniona aveva aggiunto " e se devo essere
sincera, due o tre le trovo anche io!".
Draco
aveva sorriso prima di dire: " Oh per
fortuna, vedo che in quest'hotel a parte la signora Laverne, ci sono
altre
persone civili.
Pensavo
di dovermela vedere anche con voi due ma per
fortuna non è così!
Hope
mi ha tanto parlato della sua cuoca del cuore che
le ha insegnato tutto e del suo perfetto maitre.
Quando
ha visto il mio ristorante, la prima cosa che
ha detto è stata: " Qui manca solo Charlie!".
Susanne
era arrossita davanti ai complimenti dell'uomo
mentre Charlie aveva detto: " Ha davvero un ristorante tutto suo?".
Draco
aveva annuito poi, mentre accarezzava la schiena
di sua moglie, aveva risposto: " Si, si chiama Black & White ed
è
frequentatissimo.
Ma
è solo una delle cose che ho; sono ricco di
famiglia e volendo, potremmo vivere di rendita ma è una cosa
che non ho mai
desiderato!".
Poi
così come si era messo d'accordo con Hope, aveva
continuato: " In realtà sono un ricercatore medico,
sperimento nuove
medicine e lei mi aiuta nel mio laboratorio e mi fa da segretaria.
Adoro
la scienza e cerco sempre di trovare cure più
valide per risolvere i problemi.
Inoltre,
insieme ad Hope gestiamo un associazione
benefica che aiuta i poveri e gli indigenti, che non riescono ad
arrivare a fine
mese o che proprio non ce la fanno a mantenere la famiglia!".
Susanne
aveva fulminato
Yvette, facendole capire di non provare più ad aprire la
bocca poi con fare
sfacciato, aveva messo una mano sotto il braccio di Draco e lo aveva
portato
nella sala ristorante, quindi lo aveva fatto sedere e aveva detto: " Se
ho
capito bene ti chiami Draco, vero? Che nome particolare! Da dove
viene?".
L'uomo
le aveva sorriso e
aveva risposto: " Arriva dal nome latino di una costellazione, quella
del
Draconis!
La
famiglia di mia madre
aveva la tradizione di dare ai propri figli il nome delle stelle!".
Laverne
aveva applaudito
leggermente poi aveva sorriso e aveva detto: " Ma che cosa
bellissima!".
Draco
aveva annuito poi
Susanne aveva attirato la sua attenzione dicendo: " Bene Draco, ora se
permetti ti farò assaggiare una o due delle mie
specialità e poi mi dirai che
ne pensi!".
L'uomo
aveva annuito
sorridendo a sua moglie, che nel frattempo si era calmata un
pò.
Nel
giro di un'ora davanti
ad uno strabiliato Draco, erano stati portati per
antipasto un misto abbondante di
salumi,
bocconcini di mozzarella di bufala, ricottina e sott’oli.
Come
primo dei ravioletti fatti a mano
al sapore di erbe selvatiche e ricotta e dei
manicotti con pomodoro e stracchino
E
per finire come secondo, delle buonissime polpette
al sugo.
Alla
fine della cena, Draco si era massaggiato
comicamente la pancia poi, rivolto alla moglie aveva detto: " Santo
cielo
tesoro, per fortuna a casa abbiamo Nike che pensa alla mia linea,
perchè se
veramente cucini come questo splendore di donna, nel giro di un paio di
anni
rischio di diventare un vero barilotto di grasso e invece di andare a
lavoro
camminando, lo dovrò fare rotolando!".
Tutti
erano scoppiati a ridere e con la coda
dell'occhio, Draco si era accorto che anche Yvette
aveva
sorriso.
Poi
Hope si era messo un dito nella tempia e aveva
detto: " Per la miseria, mio marito è pazzo!" facendo
aumentare le
risate di tutti.
Draco
per primo aveva riso delle parole di sua moglie
poi aveva detto: " E così sarei pazzo, eh?".
La
ragazza aveva annuito divertita e lui aveva
sbuffato e rivolto a Charlie, aveva detto: " Mi spiega dove
è finito il
rispetto delle moglie per i mariti?".
L'uomo
aveva sollevato le spalle e sospirando aveva
risposto: " Eh che vuoi farci caro Draco, questi sono i danni che ha
fatto
l'emancipazione!".
Nonostante
il biondo non avesse capito neppure di cosa
stesse parlando il maitre, aveva annuito alle sue parole.
Subito
dopo i due sposi, salutando tutti erano andati
a dormire.
Era
già passata una settimana e alla fine anche Yvette
aveva dovuto fare le sue scuse a Draco per la sua reazione spropositata.
L'uomo
le aveva accettate con il sorriso sulle labbra
poi le aveva chiesto se ci fossero delle foto di Hope da bambina e la
cameriera, dopo aver annuito si era allontanata per andare a prenderle.
Sotto
gli occhi sconvolti di sua moglie, Draco aveva
riso come un matto quando le aveva viste poi aveva detto: " Adesso
siamo
pari!" riferendosi a quelle che aveva portato a lei Pansy.
Alla
fine della luna di miele, una Hope più bella e
felice che mai, aveva salutato tutti ed era uscita dall'hotel tenendo
per mano
suo marito, con la promessa di tornare presto a trovarli.
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Capitolo 18 *** Un terremoto che sconvolge le fondamenta ***
Buon
sabato ragazze, vi do il benvenuto nel mio
piccolo mondo e vi dico subito che il momento che molte di voi
attendevano è
arrivato.
Oggi
vedremo la prima parte dello scontro tra la dolce
Hope e suo padre Harry.
Come
dice il titolo le fondamenta sulle quali Harry
James Potter ha fondato tutta la sua vita, tremeranno furiosamente e
per lui
questa sarà una giornata da dimenticare.
Non
posso dirvi di più se non augurarvi una buona
lettura.
Vi
ringrazio come sempre dell'affetto che mi
dimostrate e vi do appuntamento a sabato prossimo con il penultimo
capitolo di
questa fiction.
Un
bacio Lorian
Capitolo
18 - Un terremoto che sconvolge le fondamenta
Hope,
dopo aver parlato con Draco, aveva deciso di far
scoppiare lo scandalo durante l'ennesima cerimonia dedicata alla
memoria dei
caduti in guerra.
Era
già passato un mese e mezzo dalle nozze e per Hope
ogni giorno era stato più felice del precedente.
Quel
pomeriggio, accompagnata da suo marito e dai
magnifici quattro, la ragazza era andata all'auditorium dove si sarebbe
tenuta
la cerimonia e si era accomodata tra il pubblico.
Con
la coda dell'occhio, aveva visto arrivare suo
padre con la sua famiglia ed Hermione Granger con suo marito Ronald e i
loro
figli.
Dopo
che il primo ministro Kingsley Shacklebolt aveva
parlato di coloro che erano scomparsi, aveva chiamato sul palco proprio
il
grande eroe Harry Potter.
Hope
l'aveva guardato mentre camminava verso il
ministro e un antico odio era divampato dentro di lei.
Aveva
stretto furiosamente la mano di suo marito, che
al suo orecchio aveva detto: " Hope se non te la senti, puoi lasciar
perdere tutto!" ma la ragazza aveva scosso la testa e aveva risposto:
" No Draco, non voglio né posso cambiare idea.
Lo
devo a mia madre e anche a me stessa, perchè non
trovo giusto che lui non paghi per quello che ha fatto!".
Draco
aveva annuito poi aveva detto: " Va bene
amore, allora sappi che io sono e sarò sempre con te!".
Lei
aveva annuito ringraziandolo poi era tornata ad ascoltare quello che
diceva
l'uomo che l'aveva generata.
Harry,
ignaro di quello che stava per accadere, in
quel momento stava dicendo: " Tutte le persone che sono scomparse quel
giorno, rimarranno sempre nei nostri cuori e l'amore che ci hanno dato
non
verrà mai dimenticato.
Solo
la forza dell'amore di chi ci sta accanto, ci da lo stimolo per andare
avanti e
continuo a vivere per mia moglie Ginevra e per i miei adorati figli
James
Sirius, Albus Severus e per la mia piccolina Lily Luna!".
Mentre
l'eroe del mondo magico stava continuando il
suo discorso, un uomo biondo aveva dato a sua moglie un caldo bacio e
le aveva
augurato buona fortuna mentre lei si alzava dal suo posto, ricevendo
anche gli
sproni dei suoi migliori amici.
Con
il favore della penombra, Hope si era avviata verso
il palco.
Dentro
di se si stava scatenando una tempesta di
proporzioni immani, che si era rafforzata quando quel bastardo aveva
nominato
il secondo nome di sua figlia.
La
ragazza aveva trovato veramente di cattivo gusto
che lui avesse voluto o avesse accettato, di mettere il nome della sua
ex
amante alla sua terza figlia.
Arrivata
al bordo del palco, Hope si era voltata e
aveva visto suo marito mandarle un bacio con la mano, Theo ammiccare
sorridendole, Blaise fissarla seriamente, Daphne incrociare le braccia
ridendo
e Pansy sorridere leggermente, orgogliosa di lei.
Aveva
sorriso loro poi si era rigirata verso il palco
e aveva puntato gli occhi sul volto di Harry Potter.
Guardarlo
in viso, aveva ridestato tutto il dolore che
aveva provato davanti alle lacrime di sua madre e ai pensieri di suo
padre.
Il
silenzio che perdurava nella sala durante il
discorso del Salvatore del mondo magico, era stato interrotto
dall'applauso
fragoroso e tonante di Hope.
Gli
occhi di tutti i presenti, compresi quelli di
Harry Potter che aveva smesso di parlare, si erano spostati su di lei.
Non
appena era apparsa per bene alla luce, Harry aveva
spalancato gli occhi, fissandola scioccato per l'estrema somiglianza
che quella
ragazza, aveva con Luna Lovegood.
Quando
Hope era arrivata al centro del palco, senza
mai togliere gli occhi di dosso all'uomo che l'aveva concepita, si era
portata
la bacchetta alla gola e dopo aver pronunciato un Sonorus, in modo che
tutti
potessero sentirla, aveva detto: " Volevo proprio congratularmi con
l'eroe
del mondo magico, con colui che ha sconfitto il più grande e
potente mago
oscuro di tutti i tempi.
Volevo
guardare negli occhi colui che s'imbroda,
assumendosi meriti che gli competono solo in parte.
Sono
giovane signor Potter ma so molte più cose di
quello che immagina.
Ad
esempio so che lei non sarebbe qui, se non avesse
avuto l'aiuto di Hermione Granger e Ronald Weasley che tante volte
l'hanno
tolta dai guai e questo lei lo ha detto ma so anche, che avrebbe di
sicuro
perso la vita se non avesse ricevuto l'aiuto di coloro, che comunemente
vengono
definiti i cattivi.
Ha
mai detto al suo innumerevole pubblico, dove
sarebbe lei ora se Draco Malfoy non avesse finto di non riconoscerla
quando voi
tre eravate stati catturati a villa Malfoy o di quando Narcissa Malfoy
ha
mentito a Voldemort dicendogli che lei era morto, quando invece era
vivo e
vegeto?
Certo,
lei mi dirà che lo hanno fatto per
vigliaccheria o per interesse personale e io potrei darle ragione ma
comunque
lo hanno fatto.
E
dove sarebbe Harry Potter se non avesse ricevuto
l'aiuto del grande Albus Silente, della saggia Minerva McGranitt o
perfino del
perfido Severus Piton?
Dove
sarebbe senza l'aiuto del vecchio e del nuovo
Ordine della Fenice o dell'esercito di Silente?".
Nella
grande sala, aveva cominciato a serpeggiare un
brusio incessante mentre centinaia di occhi si spostavano dal volto di
quella
misteriosa ragazza a quello di Harry Potter, che la stava fissando con
gli
occhi e la bocca spalancata.
Hope,
dopo aver deglutito, aveva ripreso a parlare: " Mi dica Harry Potter e
dica a tutti noi, dove sarebbe se non avesse ricevuto l'aiuto di
Aberfort
Silente e come avrebbe terminato la distruzione
degli
Horcrux, se Luna Lovegood non l'avesse portata
dal fantasma di Elena Corvonero?
Come
avrebbe battuto Voldemort, se l'imbranato Neville
Paciock non avesse ucciso con la spada di Grifondoro il serpente Nagini?
Io
oggi sono qui, per chiedere scusa alla sua
famiglia, a sua moglie Ginevra e ai suoi tre figli per quello che sto
per dire
e per fare.
Loro
non c'entrano nulla in tutta questa incresciosa
vicenda ma restano comunque delle vittime, così come lo sono
io.
E'
giunta l'ora che il mondo magico apra gli occhi e
guardi in faccia il vero Harry Potter.
Non
l'Harry Potter bambino e studente che ha sconfitto
il nemico ma l'Harry Potter uomo, che per tanti anni ha tenuto dentro
di se il
più marcio dei segreti.
Coraggio
Salvatore, m'illumini e illumini tutti
quanti! Ha mai detto a sua moglie che subito dopo la fine della guerra,
mentre
era fidanzato con lei, ha intrattenuto parallelamente una relazione con
Luna
Lovegood?"
Un
boato era esploso in sala mentre Ginny si era
portata una mano all'altezza del cuore e le lacrime avevano iniziato ad
inondarle il viso.
Quella
visione aveva devastato il cuore di Hope, che
però non si era fermata continuando a dire:
"
Ha mai detto a sua moglie, di come è stato
bravo a nascondere il suo fidanzamento e il suo imminente matrimonio,
alla
signorina Lovegood?
Le
ha mai raccontato di come è riuscito a far credere
a quell'ingenua ragazza, che prima o poi l'avrebbe sposata?".
Harry
continuava a boccheggiare alternando lo sguardo
da quella ragazza misteriosa che stava distruggendo tutto il suo mondo,
a sua
moglie che piangeva devastata e ai suoi figli che lo guardavano con
dolore.
Hope
aveva continuato dicendo: " Le ha mai detto
che la sua relazione è durata fino al giorno delle vostre
nozze, quando ha
lasciato un ignara e dormiente Luna con un patetico biglietto, dove le
chiedeva
perdono e le diceva addio!".
A
quel punto un furioso Ron Weasley era scattato in
piedi e aveva urlato, paonazzo in faccia: " MA TU CHI SEI, CHE NE SAI
DI
QUESTA STORIA E CHI CI DICE CHE NON SIA SOLO UN CUMULO DI BUGIE BIECHE,
ATTE
SOLO A SCREDITARE HARRY POTTER?".
Hope
aveva scosso la testa poi aveva detto: " Signor Weasley, mi creda
vorrei
davvero che fossero tutte menzogne ma purtroppo non lo sono e so
perfettamente
di cosa sto parlando, perchè sono una parte in causa in
tutto ciò.
Lei
mi chiede chi sono? Beh, io sono Hope, Hope Potter
la figlia del qui presente eroe e di Luna Lovegood, quindi come vede,
ne so più
di lei!".
Ronald
era crollato sul sedile con la bocca spalancata
mentre un urlo di dolore, era uscito dalla bocca di sua sorella Ginevra.
La
donna, con le lacrime agli occhi, si era alzata e
lentamente si era avvicinata al palco.
Harry
continuava a negare con gli occhi disperati,
alternando il suo sguardo da sua figlia a sua moglie che si stava
avvicinando
mentre lo guardava con odio e disgusto.
Quando
la donna si era trovata ad un passo da suo
marito, aveva tirato fuori la bacchetta e l'aveva puntata verso Hope.
La
ragazza per un attimo aveva temuto che la rossa
volesse attaccarla ma si era ricreduta subito,
quando
aveva visto il dolce sorriso che le aleggiava
sulle labbra.
Ginny,
con la bacchetta aveva compiuto un delicato
movimento e un intreccio di luce rossa era partito dal cuore di Hope ed
era
arrivato a quello di uno sbigottito Harry.
La
donna con una voce chiara aveva detto: " Revelat
sanguinis affinitatem!" ( Rivela legami di sangue) e l'intreccio si era
illuminato di più, fino a svanire nel nulla.
Ginny
si era rivolta al marito e con un tono tetro
aveva detto: " La ragazza non sta mentendo, tu sei davvero il suo padre
biologico!".
Disgustata,
aveva fatto un passo verso Harry e gli
aveva dato uno schiaffo potente quindi si era girata verso Hope e dopo
averle
fatto un debole sorriso, aveva detto: " Mi piacerebbe parlare con te,
uno
di questi giorni!".
Hope
aveva spalancato gli occhi e sorridendole aveva
annuito poi però le aveva detto: " Mi dispiace signora!".
Ginny
aveva scosso la testa quindi aveva gettato una
veloce occhiata verso il marito ed era scesa dal palco mentre lui la
supplicava
di aspettare.
La
donna aveva raggiunto i suoi figli e con la testa
alta e lo sguardo fiero, aveva lasciato la sala.
Gli
unici componenti della sua famiglia che erano
rimasti erano Hermione, con i suoi figli e suo marito che in quel
momento si
era alzato e aveva urlato: " PERCHÈ PROPRIO OGGI?
PERCHÈ NON SEI VENUTA A
CASA A PRESENTARTI?".
Hope
non aveva avuto il tempo di rispondere, perchè
un'infastidita Hermione aveva detto: " Taci Ron, hai proprio la
sensibilità di un cucchiaino.
Questa
ragazza aveva tutto il diritto di dire la
verità!".
Il
rosso testardo come non mai, aveva continuato
dicendo: " Non sto dicendo che doveva tacere ma che poteva evitare di
metterlo in piazza!".
Hermione
aveva scosso la testa poi rivolta ad Hope
aveva mormorato: " Non ascoltarlo tesoro!
Il
grande Harry Potter ha avuto solo quello che si
meritava!".
La
ragazza le aveva fatto un sorriso poi le aveva
detto: " Grazie signora Weasley, mia madre mi diceva sempre che lei era
una persona dolce ed estremamente gentile!" poi rivolta a Ron aveva
aggiunto: " Mi creda signor Weasley, non era mia intenzione fare quello
che ho fatto ma quando ho sentito che il suo amico aveva avuto il
barbaro
coraggio di mettere il nome di mia madre a sua figlia, non ci ho visto
più!".
Come
se non avesse sentito la benché minima parola
uscita dalla bocca di Hope, Ronald sotto lo sguardo sconvolto di sua
moglie e
dei suoi figli, aveva detto: " DÌ LA VERITÀ
RAGAZZA, TU LO HAI FATTO SOLO
PER DENARO!".
Hope
aveva fatto una tetra risata poi aveva risposto:
" Mi spiace deluderla signor Weasley ma posso assicurarle che i soldi
non
c'entrano niente!
Mio
marito non mi fa mancare proprio niente e si
prende cura di me, nel migliore dei modi!".
Harry,
per la prima volta da quando era cominciato il
suo peggior incubo, aveva parlato chiedendo a sua figlia: " Tu sei
sposata?" e Hope aveva annuito sorridendo.
Poi
la ragazza aveva aggiunto: " Si, sono sposata
con l'uomo migliore sulla faccia della Terra, la persona più
dolce del mondo,
che mi ama da morire con tutto il suo cuore!".
Harry,
ignaro di stare per ricevere l'ennesima
badilata sulla schiena, con un tono ironico aveva chiesto: " E chi
sarebbe
questa perla d'uomo?".
Una
voce dura ed aspra era arrivata dal lato del
palco, una voce che aveva fatto rizzare i peli del collo all'eroe,
quando aveva
detto: " Io, sfregiato! Io sono suo marito!".
E
quando Draco Malfoy aveva fatto la sua apparizione
sul palco per prendere la mano di Hope, nella sala era scoppiato il
finimondo.
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Capitolo 19 *** La miserevole fine dell'eroe ***
Un
meraviglioso sabato a tutte voi, ragazze!
Come
prevedevo il capitolo scorso ha creato un bel pò
di tensione e questo la porterà al suo culmine.
Vi
ricordo che questo è l'ultimo capitolo della storia
e che sabato prossimo ci sarà l'epilogo, che vi preannuncio
sarà un pò
lunghetto, dato che non me la sentivo di dividerlo in due.
Ok,
ora basta chiacchiere; vi lascio alla lettura del
capitolo augurandomi che sia di vostro gradimento e ringraziandovi come
sempre
dell'enorme affetto che avete per me e per le mie storie.
Un
bacio Lorian
Capitolo
19 - La miserevole fine dell'eroe
Harry
Potter alla vista del suo acerrimo nemico, aveva
spalancato gli occhi esterrefatto poi con un disgusto enorme, aveva
pronunciato
il suo cognome: " Malfoy!".
Draco
beffardamente aveva risposto: " Guarda
sfregiato che lo so come mi chiamo, non c'è bisogno che tu
me lo
rammenti!".
Pochi
secondi dopo un furibondo Harry era stato
raggiunto sul palco da Ron e Hermione ma mentre il primo si era
affiancato
all'amico con la bacchetta spianata, la seconda si era fermata a
metà strada e
aveva guardato la coppia poi aveva chiesto ad Hope: "E' davvero un
bravo
marito per te?" e la ragazza con un grande sorriso impresso sulle
labbra,
aveva risposto: " E' il migliore!" guadagnandosi da Draco uno sguardo
amorevole.
Poi
Hermione, rivolgendosi a Draco gli aveva chiesto:
" Sei davvero innamorato di lei, Malfoy?" e lui, fissandola le aveva
risposto: "Nonostante non ti debba nessuna spiegazione, Granger posso
dirti
che Hope è tutta la mia vita!".
La
donna aveva annuito con un sorriso poi aveva detto:
" Per me questo è sufficiente!".
Harry
aveva fulminato la cognata con lo sguardo mentre
urlava: " HERM! ", subito imitato da Ron che aveva urlato: " MIONE!".
Hermione
aveva sbuffato poi si era rivolta
esclusivamente a suo marito, dicendo: " Oh taci Ron!
Proprio
tu non dovresti parlare; ti rendi conto che
invece di essere a casa dei tuoi a consolare tua sorella, sei qui a
difendere
l'uomo che per tutti questi anni ha mentito a sua moglie e ai suoi
figli.
Stai
accanto a quello che dovrebbe essere il nostro
migliore amico e che invece ha preso in giro tutti, a partire da tua
sorella
che ha sistematicamente tradito per un anno, fino a concepire una
figlia pur
non sapendone nulla.
A
questo punto sono veramente disgustata da lui e sono
propensa a credere che perfino Malfoy sia meglio di colui che elargiva
consigli
a tutti, pur avendo la coscienza più nera del carbone!".
Harry
furioso, si era rivolto verso sua cognata e
aveva detto: " Guarda che io sono qui e quello che pensi, puoi dirmelo
in
faccia!".
La
donna si era girata verso di lui e aveva detto:
" Non credere che abbia paura di farlo!
Se
non mi rivolgo a te è solo perchè per me tu non
hai
nessuna scusante.
Ti
sei preso gioco di tutti a partire da Ginny, i tuoi
figli, noi e anche di Luna che era una nostra carissima amica.
Le
hai fatto credere che l'avresti sposata mentre sapevi
già, di non averne per niente l'intenzione e l'hai
abbandonata il giorno delle
tue nozze, lasciandole un misero biglietto.
Sono
più che sicura che se questa ragazza non fosse
venuta qui a raccontarci la verità, ti saresti portato
questo segreto nella
tomba.
E
pensare che quando noi ci chiedevamo che fine avesse
fatto Luna, tu continuavi a dire che una stramba come lei poteva essere
ovunque, dato che si accontentava di poco.
In
effetti avevi ragione, visto che si era
accontentata di te!".
Quando
Hermione aveva finito di parlare, Ronald
inopportuno come sempre aveva chiesto: " Ma dimmi ragazza, come mai non
è
venuta tua madre a dirci queste cose e come si è permessa di
darti il cognome
di Harry, senza prima interpellarlo?".
Gli
occhi di Hope si erano velati di tristezza e
stringendo forte la mano di suo marito, stava per rispondere quando
Draco
l'aveva preceduta, dicendo: " Non credo che questi siano affari tuoi,
donnola!".
La
ragazza però aveva sfiorato il braccio del marito e
aveva detto: " No amore, ti prego voglio rispondere!" quindi fissando
in volto Ron, aveva detto: " Innanzitutto, ho un nome signor Weasley e
gradirei che lo usasse.
Inoltre
per rispondere alle sue domande, le dico che
mia madre non è qui, perchè è morta
sei mesi fa in un incidente!".
Hermione
si era portata una mano sulla bocca
trattenendo un grido poi i suoi occhi si erano riempiti di lacrime al
pensiero
dell'amica.
Hope
vedendo la sua reazione, le aveva sorriso
tiepidamente poi, nuovamente rivolta a Ron, aveva detto: " Per quanto
riguarda il mio cognome, le dico subito che mia madre non mi ha imposto
quello
del suo amico.
Io
mi chiamo Potter, perchè quello era il cognome di
Michael, il babbano che mi ha cresciuta come fossi sua figlia.
Lui
mi ha fatto da padre e mi ha dato sicuramente di
più, di quello che mi avrebbe dato il suo amico.
Quindi
come vede signor Weasley, non c'è stato, non
c'è e non ci sarà mai nessun tranello ma solo uno
schifoso scherzo del
destino!".
Detto
questo, la ragazza singhiozzando si era gettata
tra le braccia di suo marito, che l'aveva stretta forte dandole tanti
baci sui
capelli.
Hermione
stizzita, si era rivolta a suo marito e aveva
detto: " Ron, ora basta con le tue stupide domande! Allontanati da
lì e
andiamo a casa ora".
L'uomo
paonazzo in viso per essere stato rimbrottato
davanti a tutti, aveva biascicato: " Ma Harry ha bisogno di noi!".
Hermione
dura, aveva scosso la testa e aveva detto:
" No Ron, Harry non ha bisogno di noi ma solo di se
stesso.
Il
tuo caro cognato ha dimenticato che il passato
ritorna sempre e il suo ora, gli sta presentando il conto.
Spetta
solo a lui pagarlo, non a te, né a me, né
sopratutto ai tuoi figli quindi se non vuoi perdere anche tu la tua
famiglia,
ti conviene muoverti adesso!".
Harry,
ignorando le dure parole di sua cognata, aveva
continuato a tenere gli occhi fissi su Hope
che
se ne stava stretta tra le braccia del suo più
acerrimo nemico e un pensiero gli era passato nel cervello: doveva
separarli.
Un
ghigno diabolico gli era aleggiato per qualche
secondo sulle labbra poi rivolto a sua figlia, aveva detto: " Hope, io
ho
sbagliato con tua madre e di certo non potrò mai essere
perdonato per questo e
non puoi sapere come mi sento in colpa.
Ma
per noi c'è ancora un speranza: voglio salvare a
tutti i costi il nostro rapporto e voglio poterti dimostrare che posso
essere
un buon padre per te.
Ma
se anche tu vuoi la stessa cosa, devi lasciare
immediatamente quell'essere che hai sposato!".
Hope,
che si trovava ancora tra le braccia del marito,
lo aveva sentito irrigidirsi e quando aveva alzato lo sguardo verso il
suo
volto, aveva visto un lampo di paura serpeggiare nei suoi occhi.
La
ragazza si era girata verso Harry e aveva detto:
" Signor Potter, ho avuto una madre e un padre meravigliosi e ora, ho
la
fortuna di avere un marito stupendo!
La
sua offerta per me è inaccettabile, tanto più che
ora tra me e Draco, c'è molto di più.
Lui
non è solo il mio sposo ma tra qualche mese,
diventerà il padre di mio figlio!".
Quest'ultima
rivelazione aveva fatto accadere molte cose: Hermione aveva
sorriso mentre veniva raggiunta da suo marito che, con la coda tra le
gambe,
aveva abbandonato il suo ex migliore amico per scegliere la sua
famiglia.
Harry si era bloccato come una statua, devastato dalla convinzione di
essere
stato sconfitto sotto tutti i punti di vista.
Blaise,
Pansy, Daphne e Theo dal bordo del palco
avevano applaudito felici per i loro migliori amici e molta gente aveva
cominciato ad andarsene dalla sala, commentando disgustata tutto.
Ma
la reazione più degna di nota, era stata proprio
quella del futuro padre che stava fissando sua moglie, con uno sguardo
spiritato.
Quando
a fatica era riuscito a recuperare la parola, aveva sussurrato:
" Per Merlino, Hope ma stai dicendo sul serio?".
La
ragazza guardandolo negli occhi, aveva annuito con
un sorriso e lui, con gli occhi umidi di pianto le aveva chiesto: " Ma
quando lo hai saputo?".
La
ragazza gli aveva fatto una carezza poi gli aveva
risposto: " L'ho scoperto stamattina!
Volevo
aspettare il momento giusto per dirtelo e credo
che non ci sia momento migliore di questo, non pensi?".
Draco
aveva annuito poi le aveva detto: " Hai
ragione amore mio; ora però andiamo a casa,
perchè voglio festeggiare con la
mia mogliettina e con i nostri più cari amici!".
Prima
di allontanarsi dal palco, il biondo aveva
afferrato sua moglie e l'aveva coinvolta in un bacio super passionale,
che
aveva fatto diventare le gambe molli alla ragazza.
Ignorando
palesemente Harry, Hope aveva sorriso poi
aveva annuito felice e dopo aver preso la mano di suo marito, si era
allontanata con lui scendendo dal palco e avvicinandosi ai magnifici
quattro
che l'avevano abbracciata per festeggiare con lei e Draco.
Anche
Hermione, Ron e i loro figli si erano
allontanati, imitati dal ministro Shacklebolt e da
quei pochi
superstiti che erano rimasti fino all'ultimo.
In
breve, in quell'immensa sala ora deserta, era rimasto solo Harry
Potter, giunto
lì meno di due ore prima per ricevere nuovi onori e ora si
trovava senza
moglie, senza figli, senza amici, senza onori, con una figlia
sconosciuta, con
un genero detestato e un nipote in arrivo che avrebbe
allargato l'albero
genealogico della famiglia
Malfoy.
Harry
ancora si chiedeva che diavolo fosse successo
quel giorno e se tutto questo, fosse solo un maledetto incubo.
Ma
ben presto aveva dovuto ammettere con se stesso che
Hermione aveva avuto ragione, quando aveva detto che la vita gli aveva
presentato il conto e che questo, sarebbe stato veramente salato da
pagare.
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Capitolo 20 *** Epilogo ***
Buon
fine settimana care lettrici, eccoci giunti
all'ultimo appuntamento con questa fiction che per venti settimane vi
ha tenuto
compagnia, spero positivamente.
Oggi
si conclude la storia di Draco Malfoy e Hope
Potter e in questo capitolo vedremo che cosa è successo ai
protagonisti di
questa storia.
Ringraziandovi
per il vostro affetto, vi lascio alla
lettura del capitolo.
Un
bacio Lorian
Capitolo
20 - Epilogo
"
Ma guarda che cosa mi tocca fare!" stava brontolando scocciato Draco
mentre
stava fermo da cinque minuti, di fronte a casa Potter.
L'uomo
sapeva di non potersi permettere un'altra
perdita di tempo, quindi tirando fuori un barlume di coraggio che
teneva ben
nascosto, si era avvicinato al campanello e lo aveva premuto.
Uno
scalpiccio di piedi, aveva anticipato la voce di
Lily Luna Potter che aveva praticamente urlato: " Vado io, mamma!".
Quando
la piccola rossa aveva aperto la porta e aveva riconosciuto il
visitatore, il
sorriso le era morto sulla bocca.
Draco
sentendosi in imbarazzo davanti allo sguardo
della ragazzina, aveva detto brusco: " C'è la tua mamma?".
Lily
aveva annuito poi si era girata e aveva urlato:
" Mamma, c'è il marito di Hope!".
Draco
aveva alzato gli occhi al cielo, pensando al
fatto che ora lui non era più il viscido e bastardo ex
Mangiamorte ma solo il
marito di Hope.
Dopo
pochi secondi, Ginevra era arrivata all'ingresso e quando aveva visto
Draco,
aveva chiesto:
"
Come mai sei qui, Malfoy?".
L'uomo
aveva tirato un grande respiro poi aveva detto:
" Sono qui, perchè è arrivato il momento e Hope
ti vuole al suo
fianco!".
Ginny
aveva annuito con un sorriso poi si era girata e
aveva chiamato il suo primogenito: " Jamie, io devo andare al San
Mungo,
perchè sta per nascere il vostro nipotino.
Tu
occupati dei tuoi fratelli e quando il bambino sarà
nato, vi manderò un Patronus per avvisarvi in modo che
possiate
raggiungerci!".
Il
giovane aveva annuito poi aveva dato una pacca
sulla spalla a Draco, così forte da mozzargli il fiato.
Il
futuro padre, ripreso il controllo del proprio respiro, gli aveva
lanciato
un'occhiataccia gelida che aveva provocato in James un risolino e che
gli aveva
fatto guadagnare un sommesso: " biondo rammollito!".
Draco
afferrata Ginny per un braccio, si era smaterializzato per apparire
davanti
alle vetrine abbandonate del negozio di Purge & Dowse Ltd..
Questo
infatti era ciò che vedevano i babbani e che
invece celava il grande ospedale del San Mungo.
I
due si erano avvicinati ad una delle finestre dell'edificio e
sporgendosi, si
era trovati nel grande atrio della struttura medica.
Ginevra
aveva salutato un paio di colleghe e mentre si
avviavano verso il reparto di ostetricia,
Draco
aveva detto: "E' ufficiale rossa, tuo
figlio mi detesta!".
La
donna era scoppiata a ridere poi aveva risposto:
" Suvvia Malfoy, tu ti sopravvaluti!
James
non ti odia, ti trova solo... uhm buffo!".
Draco
si era bloccato poi aveva spalancato gli occhi
scioccato e aveva detto: " Buffo? Lui mi trova buffo?".
Ginny
aveva annuito poi aveva risposto: " Non
prenderla come un offesa personale.
Tu
riesci a scatenare reazioni allucinanti nei miei
figli:
Lily
è incuriosita dalla tua personalità.
Albus
ti studia in silenzio ma sotto sotto ti ammira.
James
invece cerca di comprendere come fa un uomo
grande e grosso come te, a diventare un tenero bambinone quando nei
paraggi c'è
Hope!".
Draco
sogghignando, aveva risposto: " Oh rossa,
quando quello spilungone del tuo primogenito si darà una
mossa con la figlia di
Paciock, credo che troverà la risposta che cerca!".
Stavolta
a bloccarsi in mezzo al corridoio, era stata
Ginny che spalancando gli occhi, aveva sibilato: " E ora che c'entra
Alice?".
Draco
era scoppiato a ridere poi aveva detto: "
Caspita e io che credevo che una madre, fosse la prima a comprendere
queste
cose!
Tuo
figlio è cotto di lei, solo che non ha il coraggio
di fare chiarezza con se stesso!".
Ginevra
aveva sbuffato esageratamente poi scuotendo la
testa aveva risposto: " Di questa cosa parleremo dopo, ora se non mi
sbaglio c'è una mamma in preda alle doglie e un bambino che
non vede l'ora di
conoscere il suo papà!".
Draco
era sbiancato al pensiero di diventare padre e
d'istinto, aveva accelerato il passo.
Quando
avevano raggiunto il reparto, avevano trovato
ad attenderli i magnifici quattro, Hermione e suo marito Ronald.
Il
rosso quando aveva visto arrivare il biondo, aveva
sbuffato rumorosamente guadagnandosi da sua moglie un occhiataccia e
una gomitata
sulle costole.
Tutti
a parte Ronald, si erano avvicinati al futuro
padre per congratularsi con lui mentre Ginny entrava in sala parto.
Draco
era crollato sulla panca mettendosi una mano tra
i capelli.
Dopo
un'ora, il suo nervoso era al limite del sopportabile
e Blaise si era avvicinato a lui, dicendogli:
"
Draco, va a prenderti un caffè o a fumarti una
sigaretta che se ci sono novità ti chiamerò io!".
Il
biondo aveva tira un grosso respiro poi si era
alzato annuendo e ringraziandolo, era uscito in terrazza.
Mentre
con una mano teneva il bicchiere di caffè,
l'uomo pensava a tutto quello che era successo dopo quel caotico
pomeriggio, in
cui tutte le bugie dell'eroe del mondo magico, erano venute a galla.
Durante
la settimana successiva, Harry aveva cercato
in tutti i modi di riconquistare sia la sua famiglia che Hope ma da
entrambi i
fronti aveva trovato un ostacolo invalicabile.
La
famiglia Weasley al gran completo, a parte un
titubante Ronald, aveva fatto muro attorno a Ginny e ai suoi figli.
Sia
Bill che George, dietro richiesta di Ginevra,
avevano minacciato Harry di ripercussioni fisiche, se solo provava ad
avvicinare sua moglie e i suoi figli.
Quando
aveva cercato di vedere Hope, la situazione non
era stata poi tanto diversa, solo che stavolta si era scontrato contro
Draco,
Theo e Blaise.
L'opinione
pubblica lo aveva attaccato su tutti i
fronti, i giornali avevano scritto un sacco di articoli tremendi e
Kingsley si
era visto obbligato a togliergli la carica di capo Auror.
In
breve, non vedendo sbocchi per lui, si era
volatilizzato facendo perdere le sue tracce.
In
compenso Hope si era avvicinata a Ginevra e a i
suoi fratelli e dopo l'iniziale imbarazzo, tra i cinque si era creato
un legame
molto stretto.
Spesso
i figli di Ginevra, venivano a trovare la
sorella alla villa della coppia e passavano interi pomeriggi in piscina
o a
chiacchierare.
Draco
e Hope, insieme con gli Zabini, i Nott, i Potter
e i Weasley, davano vita a cene e pranzi allegri e comunicativi.
Questo
valeva per tutti, a parte Ronald che
partecipava a questi incontri, dietro coercizione di sua moglie e dei
suoi
figli.
Sotto
la cura di Hope, il Manor era tornato al suo
antico splendore, il giardino si era riempito di fiori colorati e
profumati, le
fontane avevano ripreso a funzionare, i tanto famosi pavoni di Lucius
avevano
ripreso a zampettare, le pareti del maniero erano state ritinteggiate
di chiaro
e il mobilio era stato svecchiato.
Ciononostante,
Draco non aveva voluto tornare a
viverci e Hope aveva suddiviso la proprietà in due.
Una
metà che comprendeva il grande giardino, l'aveva
adibita a villa per i matrimoni mentre la restante metà, era
stata trasformata
in una scuola di pozioni gestita dalla ragazza.
A
tutt'oggi avevano prenotazioni per due anni per
quanto riguardava i matrimoni e una miriade di iscritti per quel che
valeva la
scuola.
Con
il consenso del ministro Shacklebolt, Hope aveva
potuto rivelare la verità sulla sua natura di strega ai suoi
parenti e loro
l'avevano presa più che bene.
Trovandosi
tutti d'accordo, avevano deciso di vendere
il Saint Christophe e si erano trasferiti al Manor per lavorare
lì e stare
accanto a Hope.
Charlie
aveva finalmente trovato il coraggio di
dichiararsi a Susanne e con una cerimonia semplice si erano uniti in
matrimonio, inaugurando le nozze che si sarebbero tenute nel grande
maniero.
Yvette
invece aveva conosciuto Oliver Baston e tra i
due era scoppiata una passione fulminante che li aveva portati a
convivere
subito dopo.
Infine
Laverne non aveva incontrato nessuno ma era
felice così!
Poi
c'erano stati gli annunci delle gravidanze di
Daphne e Pansy che si era succedute di pochi mesi e ora lui stava per
diventare
padre.
Erano
stati otto mesi, vissuti all'ennesima potenza e
Draco poteva affermare di averli trascorsi, pervaso da una
felicità estrema e
di questo doveva ringraziare Hope e il fatto che fosse entrata nella
sua tetra
vita, tredici mesi prima arricchendola di gioia e serenità.
All'improvviso,
la porta alle sue spalle si era
spalancata e Blaise aveva fatto la sua comparsa con un ampio sorriso
stampato
sulla faccia.
Fissando
in viso Draco, gli aveva detto: " Forza
biondo, corri da Hope perchè sei appena diventato
papà!".
Draco
aveva sentito le sue gambe farsi di gelatina e
un rivolo di sudore freddo gli era sceso lungo il
collo.
Blaise
per riscuoterlo, gli aveva messo una mano sulla
spalla e sul viso dell'uomo, si era aperto un sorriso gioioso.
All'istante
era corso all'interno del reparto,
lasciandosi dietro un Blaise sghignazzante.
Mentre
correva a perdifiato nel corridoio, Draco non
vedeva né sentiva nessuno; in quel momento il suo unico
pensiero era quello di
arrivare da sua moglie e dalla loro creatura.
Non
appena era arrivato davanti alla porta, aveva
alzato una mano per bussare ma l'uscio si era aperto ed era apparsa una
sorridente Ginevra, che lo aveva invitato ad entrare.
Quando
aveva varcato la soglia della camera, il suo
sguardo si era posato su una Hope stanca ma raggiante.
La
ragazza teneva tra le braccia un fagottino avvolto
in una copertina azzurra e Draco era stato subito ammaliato da quella
visione.
Era
talmente imbambolato da non essersi reso conto,
che Ginny era uscita chiudendosi la porta alle spalle, per lasciare un
pò da
soli i neo-genitori.
Il
rumore della porta aveva attirato l'attenzione di
Hope che aveva alzato gli occhi su di lui e l'uomo aveva sentito le
lacrime scendergli
sulle guance.
In
due falcate aveva raggiunto il letto dove era
coricata sua moglie che sorridendo, gli aveva porto il fagottino
dicendo:
" Ecco Draco, ti presento tuo figlio!".
Le
mani del biondo avevano tremato mentre le allungava
per ricevere quel magnifico dono.
Quando
si era trovato suo figlio tra le braccia,
l'uomo l'aveva guardato e il cuore gli era accelerato nel petto.
Un
visino tondo e paffuto, con due magnifici occhioni
grigi e una leggera peluria bionda, lo fissava curioso e lui si era
sentito il
padrone del mondo.
Draco
aveva alzato gli occhi su Hope, che gli aveva
detto: " Amore, si vede proprio che questa meraviglia è
figlio tuo!
E'
praticamente la tua miniatura e io sono proprio
orgogliosa di fare parte della vostra vita".
Il
biondo aveva alternato lo sguardo dal volto di sua
moglie a quello di suo figlio, che in quel momento stava sbadigliando.
Sorridendo,
Draco aveva detto: " Sono io quello
ad essere orgoglioso e lo sono di te e di questo angelo.
Non
smetterò mai di ringraziarti per avermi donato
qualcosa di così bello da non poterci credere.
Mi
sento un uomo veramente fortunato e realizzato.
Prima
del tuo arrivo, il mio unico scopo era quello di
poter riabilitare il nome della mia famiglia.
Mio
padre nella sua vita ha combinato tanti casini e
in molti di questi, ha coinvolto anche me anche se non avrei voluto di
certo.
Però
nonostante le sue cattive azioni, lui era e
resterà mio padre e in nome di questo, mi ero messo
d'impegno per far tornare
pulito il mio cognome.
Ma
prima del tuo arrivo, avevo perso ogni stimolo
visto che continuare un impresa del genere, mi sembrava impossibile da
portare
a termine.
Tu
hai portato nella mia vita la luce in fondo al
tunnel e ora mi hai dato un figlio, che mi da la certezza di aver fatto
qualcosa di veramente buono!".
Terminate
quelle parole, Draco di era avvicinato a sua
moglie e aveva suggellato con un bacio
quella
felicità immensa.
Quando
si erano separati, Hope gli aveva chiesto:
" Amore, che nome scegliamo per nostro figlio?" e lui con un sorriso
aveva risposto: " Come sai già i Black avevano una
tradizione particolare
e cioè quella di assegnare ai propri figli il nome delle
costellazioni.
Il
mio per esempio deriva da quella del dragone e per
il nostro bambino, io vorrei continuare la tradizione scegliendo il
nome di
Orion, che è un'importante costellazione,
forse la più conosciuta del cielo, grazie alle sue stelle brillanti
e alla sua posizione vicino all'equatore
celeste, che la rende visibile dalla maggior
parte del
mondo.
Inoltre
mi piacerebbe dargli anche un secondo nome e
cioè Michael come tuo padre, perchè se tu sei
cresciuta così bene lo devo
sopratutto a lui!".
Hope
aveva le lacrime agli occhi e annuendo aveva
fatto una leggera carezza sul capo di suo figlio, dicendo: " Benvenuto
nel
mondo, Orion Michael Malfoy!".
A
volte da un brutto episodio, si scatena uno scherzo
del destino che porta chi stava in cima agli onori a cadere nel vuoto
mentre
chi non aveva nulla, a ribaltare la propria esistenza e ad ottenere
tutto ciò
che desidera.
Perchè
nulla è certo nei disegni del destino.
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