I giochi del fato

di lorian
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una scoperta tremenda ***
Capitolo 2: *** La generosità di un Potter ***
Capitolo 3: *** Hope ***
Capitolo 4: *** Il brivido della verità ***
Capitolo 5: *** Una piccola e magica bambina ***
Capitolo 6: *** Gli anni passano e si arriva a Beauxbatons ***
Capitolo 7: *** Un traguardo raggiunto ***
Capitolo 8: *** Beata quotidianità ***
Capitolo 9: *** Un dolore che ti lacera il cuore ***
Capitolo 10: *** Una decisione dolorosa e sofferta ***
Capitolo 11: *** L'incontro con un biondo destino ***
Capitolo 12: *** Un invito inaspettato ***
Capitolo 13: *** Una nuova vita per Hope ***
Capitolo 14: *** I dubbi di un sentimento appena nato ***
Capitolo 15: *** Una vendetta rinviata ***
Capitolo 16: *** Un matrimonio davvero magico ***
Capitolo 17: *** Una luna di miele babbana ***
Capitolo 18: *** Un terremoto che sconvolge le fondamenta ***
Capitolo 19: *** La miserevole fine dell'eroe ***
Capitolo 20: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Una scoperta tremenda ***


                                       I GIOCHI DEL FATO

 

Ciao ragazze, eccomi tornata con un altra follia delle mie.

Mi auguro che vi possa piacere così come è successo a Oddio mi si è ristretto il Malfoy.

Premetto fin da subito, che sarà una storia d'amore un pò più seria e che stavolta la parte del cattivo, se così si può dire, la farà Harry Potter.

Ho preferito lasciare tranquillo Ronald Weasley, anche perchè credo di avergliene fatte passare parecchie nell'ultima storia.

Quindi ecco giungere il cambio di guardia, che forse non piacerà a tutte ma la storia è stata concepita così.

Augurandomi comunque che sia di vostro gradimento, vi ringrazio anticipatamente per il tempo che mi concederete a leggerlo e vi invito a fermarvi un secondo alla fine del capitolo per alcune comunicazioni importanti.

Ciao Lorian

 

P.S. VISTA LA CHIUSURA DI TINYPIC, RIEDITERÒ TUTTE LE STORIE ELIMINANDO LE FOTOGRAFIE 

 

Capitolo 1: Una scoperta tremenda

 

Due corpi nudi che si muovono all'unisono, alla ricerca del godimento assoluto.

Le mani che ansiose si sfiorano, si toccano, si accarezzano per conoscersi meglio.

Le bocche che calde si uniscono mentre le loro lingue saggiano il sapore dell'altro.

Gli occhi non si staccano da quelli del compagno; per entrambi è un momento unico ma solo per uno di loro, questa situazione è vissuta con vero amore.

Per l'altro è solo una mera questione di sesso.

Ogni gesto, ogni parola, ogni promessa che lui ha fatto a lei è solo una grande ed immensa bugia.

Luna Lovegood, la ragazza che ad Hogwarts portava la nomina di stramba e svampita, quella famosa per i suoi orecchini a forma di ravanello e per la sua collana fatta con i tappi della Burrobirra.

Quella che vedeva e vede tuttora degli animali immaginari, come i Plimpi ghiottoni, i Ricciocorni schiattosi, i Gorgosprizzi o i famosi Nargilli,

 che esistono solo nella sua fervida immaginazione.

Quella che sapendo di essere sonnambula, si coricava direttamente con le scarpe ai piedi.

Riconoscibile dai lunghi capelli biondi e dai grandi occhi grigi che le conferiscono un'aria sognante.

Harry James Potter il bambino della profezia, quello che è sopravvissuto per ben due volte all'anatema che uccide, colui che ha salvato il mondo magico, eliminando Voldemort dalla faccia della terra.

Quello che è fidanzato ufficialmente con Ginevra Molly Weasley e che sta prendendo in giro Luna, dichiarandole un amore che in realtà è ben lontano dal provare.

E la sua bugia diventa ancora più ignobile quella notte, perchè lui sa che sarà l'ultima che passeranno insieme.

Infatti, nonostante parecchie volte lui aveva promesso a Luna di sposarla, la mattina successiva

sarebbe convolato a nozze con la sua Ginny.

Non prova rimorso Harry Potter, non prova fastidio; l'unica cosa che sente è un puro e profondo godimento, tra le braccia della sua amante.

Quando i due ragazzi raggiungono l'apice del piacere, Harry crolla su di lei poi esce dal suo corpo e si sposta velocemente, per evitare di farle male.

Si sdraia dal lato del suo letto e la tira a se, abbracciandola stretta.

Il loro respiri sono affannati, i loro cuori battono ad una velocità impressionante e i loro corpi sono sudati ma appagati.

Luna gli rivolge uno sguardo a dir poco adorante, carico di amore e devozione poi stremata, chiude lentamente gli occhi e si adagia tra le braccia di Morfeo, addormentandosi serenamente.

L'indomani mattina, quando si sveglia, Luna si accorge che il materasso accanto al suo è vuoto e che le lenzuola sono fredde, segno che sono diverse ore che Harry si è alzato.

La ragazza si rigira nel letto inquieta, perchè è la prima volta che lui non è nel letto con lei ma poi pensa che probabilmente ci sarà stata un emergenza nella sede degli Auror, di cui è il capo e che magari per non svegliarla, ha deciso di andare via di soppiatto.

Luna sorride per il pensiero gentile che il ragazzo ha avuto e dopo essersi stiracchiata, si alza dal letto e si dirige in bagno per farsi una doccia energizzante.

Dopo aver finito di lavarsi, la ragazza esce dalla toilette e mentre si asciuga i capelli, si accorge di un biglietto ripiegato e poggiato nel comodino dal lato di Harry.

Sorride, perchè è certa che lui le fornirà la spiegazione di quella scomparsa ma non appena apre il foglio di pergamena, il sorriso le svanisce dal volto.

Davanti ai suoi occhi increduli, appaiono due sole parole che le conficcano uno spillone, diritto al centro del cuore:

 

                        Perdonami . Addio

 

Mentre tiene tra le mani tremanti quel foglio, Luna cerca di spiegarsi il motivo di quelle parole ma non riesce a darsi una spiegazione convincente.

Rivive tutta la notte precedente, alla disperata ricerca di un errore magari commesso da lei ma nulla le appare strano al punto da indurre il ragazzo a chiederle perdono e a dirle addio.

Fortemente in ansia, Luna inizia a vestirsi e non appena è pronta, si fionda fuori da casa sua e si mette a correre in mezzo alla strada.

E' intenzionata a cercare Harry, per farsi dare una spiegazione convincente ed è diretta a Grimmauld place.

Se non lo troverà lì, si fionderà al Ministero nel reparto Auror, perchè lui deve dirle che diavolo è successo per lasciarla così.

All'improvviso si blocca nel mezzo della strada e il cuore le schizza direttamente in gola.

Fa fatica a respirare e le sue gambe si piegano come se fossero fatte di gelatina mentre gli occhi le si sgranano e al tempo stesso, si riempiono di lacrime.

Lentamente, Luna si avvicina ad un edicola magica dove, dopo averla pagata, prende una copia della Gazzetta del Profeta.

In prima pagina vi è riportato un annuncio che per il cuore di Luna, equivale ad una condanna a

morte:

 

Noi della Gazzetta del Profeta, facciamo i nostri più sentiti auguri al grande Harry Potter e alla sua bellissima fidanzata Ginevra Weasley, che oggi convoleranno a giuste nozze.

Tutti i particolari a pagina quattro.


Luna freneticamente apre il giornale alla pagina indicata e al centro, campeggia una foto dei due fidanzati che sorridono stringendosi vicini.

Leggendo, la ragazza scopre che lui è fidanzato con Ginny da tre anni e che proprio quel giorno, i due si sarebbero sposati nella chiesa di San Bartholomew a Hogsmeade.

Dopo la fine della scuola, Luna era partita per un viaggio intorno al mondo nell'inutile ricerca dei suoi graziosi ed inesistenti animaletti ed era ritornata da dieci mesi.

La prima persona che aveva incontrato era stato proprio Harry, che con parole calde e passionali, l'aveva convinta del suo amore e del fatto che quando lei era partita, si era reso conto di essersene innamorato.

Luna aveva vissuto quei mesi solo in sua funzione e visto che suo padre era morto l'anno prima, non aveva al mondo altri che lui.

Inevitabilmente Luna ripensò a tutte le sue belle e false frasi d'amore:

 

Mi sei mancata piccola, ti ho cercata dappertutto.

Mi fai ridere, come nessun'altro riesce a fare.

Ti amo Luna, mi sei entrata sotto la pelle e mi scorri dentro le vene.

Presto ci sposeremo tesoro! Quando tutto il clamore intorno al ragazzo sopravvissuto si sarà spento, farò di te la signora Potter.

Quando saremo sposati, partiremo e faremo un lunghissimo viaggio intorno al mondo.

 

Quante bugie, quante menzogne, quante falsità e sopratutto quanta ipocrisia.

Luna aveva creduto a quelle frasi e le aveva fatte sue; aveva atteso con ansia che arrivasse finalmente il giorno in cui lui le avrebbe messo la fede al dito.

E ora scopriva che la fede, lui la stava mettendo al dito di Ginevra Weasley.

Un fiotto di acida nausea le sale in gola, talmente potente da farla piegare in due.

Lentamente si accascia a terra e disperata, comincia a singhiozzare poi quando riesce a calmarsi e a ottenere una parvenza di tranquillità, si rialza e con un solo gesto si smaterializza, apparendo davanti alla chiesa di Hogsmeade.

Non sa bene cosa vuole ma una cosa di sicuro la sa: con tutte quelle bugie, lui ha ucciso l'amore

che lei sentiva nei suoi confronti.

Non lo vuole più ma non vuole neppure permettergli di essere felice con un altra.

In quel momento, non le importa del dolore che provocherà a Ginny, che inconsapevole di tutto sta per diventare sua moglie.

Vuole solo farla pagare a lui, che si è rivelato il più grande dei traditori.

Con dei passi lenti si avvicina al portone e giunta lì davanti, poggia entrambe le mani sulle maniglie.

Sente il cuore batterle direttamente in gola ma si fa forza e spinge le grandi porte.

Con sua grande sorpresa,la ragazza si accorge che la chiesa è deserta e che sul pavimento ci sono tanti petali e una moltitudine di chicchi di riso.

Comprende che quella farsa di matrimonio si è già conclusa e in preda alla rabbia, augura al suo ex amante di pagarla cara.

Fosse anche tra vent'anni, la vita dovrà presentargli il conto e lui dovrà comprendere quanto dolore ha provocato a lei, in questo infausto giorno.

Si volta e lasciandosi alle spalle quel luogo mistico, si avvia verso il paese.

Tra le lacrime osserva Hogsmeade e vede che la vita per tutti gli altri continua, così come dovrà accadere anche a lei.

Sorpassa i Tiri vispi Weasley e nota un cartello posto sull'ingresso, che dice: Chiuso per matrimonio e la nausea torna a farle compagnia.

Comincia a correre forsennatamente e in breve si ritrova in un campo deserto e arido così come si sente lei.

In preda agli sconvolgimenti, Luna crolla in ginocchio e affonda le mani in quella terra polverosa, come se volesse afferrare la soluzione ai suoi problemi.

Rimane lì per un bel pò, tanto da non accorgersi che ha iniziato a piovere e che la terra si è tramutata in fango.

Un fango denso e viscido dove la ragazza affonda le mani, continuando a piangere e a lamentarsi.

Quando si calma, si alza lentamente e porta lo sguardo alle sue dita.

Le vede incrostate e sporche; le osserva e si rende conto che lei si sente sporca, esattamente come lo sono le sue mani.

Tirando un grosso respiro, ingoia a fatica il groppo che le si è formato in gola poi tira fuori la bacchetta e con un Gratta e netta ben assestato, le sue mani tornano candide.

Le scoppia una risata amara, al solo pensiero che vorrebbe fare lo stesso anche con la sua anima ma poi scuote la testa e si smaterializza, apparendo nuovamente a casa sua.

Alla vista di quel letto disfatto, dove non più tardi di dodici ore fa si stava rotolando con Harry, le risale la rabbia ma decide di ignorare quella sensazione.                                              

Con pochi gesti della bacchetta, raduna tutte le sue cose e le infila nelle valigie poi le rimpicciolisce e le mette nella tasca quindi, dopo aver dato un ultima occhiata alla sua abitazione si smaterializza, senza pensare seriamente a dove andare.

Appare davanti ad un campo, dove spicca una meravigliosa distesa di profumatissima lavanda che si estende a perdita d'occhio.

Luna è affascinata da ciò che vede e per un attimo, riesce a dimenticare quello che le è successo ma poi in modo inesorabile, tutto le torna nella mente vivido e doloroso.

Lasciandosi alle spalle quella meraviglia della natura, la ragazza si mette a camminare e lo fa, fino a quando incontra un'anziana donna che passeggia con il suo cane.

Luna si avvicina e quando scopre che la signora comprende alla perfezione l'inglese, le chiede in che paese si trovano.

La donna la fissa stranita poi le chiede: " Ti senti bene, piccola?"; Luna annuisce con un debole sorriso e lei dopo averle fatto una carezza delicata sulla testa, le dice: " Siamo ad Aix-en-provence, una città situata nella Francia meridionale e per la precisione nella regione della Provenza!".

Luna la ringrazia poi le domanda: " Mi perdoni signora ma mi saprebbe indicare un posto dove posso lavorare?" e la donna, dopo averle fatto un sorriso le risponde: " Certo piccola! Se continui ad andare diritto, arriverai davanti all'hotel Saint Christophe.

Lì ci lavora come direttore, mio nipote Michael; digli che ti manda sua zia Laverne.

Sono certa che ti aiuterà molto volentieri!".

La ragazza la ringrazia poi dopo averla salutata, s'incammina nella direzione che le ha indicato la signora.

Dopo dieci minuti di tragitto, Luna intravede la facciata dell'hotel e prima di avvicinarsi, si ferma a pensare e decide che d'ora in poi, rinuncerà alla magia.

Questo, perchè vuole tagliare del tutto i ponti con il passato.

Non appena prende questa decisione, si rende conto di sentirsi meglio ed entra dentro l'hotel.

Quando varca le porte, Luna si ritrova nella hall e si dirige verso la reception.

La ragazza addetta all'accoglienza, le rivolge un caldo sorriso chiedendole come può aiutarla e lei le risponde: " Sto cercando un lavoro e la signora Laverne, mi ha detto di chiedere del direttore dell'hotel!".

La receptionist annuisce quindi le chiede di attendere nella saletta adiacente.

Luna la ringrazia e si accomoda sulle poltrone.

Pochi minuti dopo, viene raggiunta da un uomo molto affascinante.

Luna lo guarda e rimane colpita dalla sua bellezza: alto all'incirca 1.80, spalle ampie e possenti, lunghi capelli castani, una leggera barba incolta e gli occhi di un delizioso verde bosco.

Dopo essersi presentati, lui le chiede di seguirlo nel suo ufficio.

Quando si accomodano alla scrivania, Michael la studia in silenzio ed inizia a pensare che quella ragazza è bella ma veste sicuramente in modo strano; il suo abbigliamento particolare , però gli mette incredibilmente allegria.

L'uomo con fare pensieroso, intreccia le mani e le porta sotto il mento poi con la voce forte e potente dice: " Mi parli di lei!".

La ragazza annuisce e con un filo di voce risponde: " Mi chiamo Luna Lovegood, sono inglese e mi trovo in Francia per scopi di studio.

Ero con degli amici ma per dei motivi che sarebbe troppo lungo spiegarle, loro sono partiti portandosi via le mie valigie e i miei documenti.

Ora ho bisogno di un lavoro, perchè è mia intenzione mettere da parte un pò di soldi per poterli raggiungere!

Ho incontrato sua zia Laverne, che è una donna davvero dolcissima e lei mi ha detto di venire qui a parlare con suo nipote".

Michael sorride, perchè si rende conto subito che quelle che ha detto Luna, sono solo delle bugie ma istintivamente sente di potersi fidare di lei e dopo qualche minuto risponde: " Mi sono sempre vantato di riconoscere le persone giuste a pelle, così come capisco subito se mi mentono.

So che quello che mi ha detto non corrisponde a verità ma io non sono nessuno per giudicarla o colpevolizzarla.

Come le ho già detto, riconosco a pelle le persone che mi piacciono e lei è una di queste.

Anche mia zia Laverne deve averla pensata come me, quindi ho deciso di assumerla in prova per qualche tempo e poi vediamo come va!".

Luna annuisce abbassando lo sguardo e i suoi occhi si posano sulla targhetta che è posta sul ripiano della scrivania.

Sente l'aria svanirle dai polmoni e subito s'irrigidisce, iniziando a tremare.

Non riesce a credere alla beffa che il destino le sta giocando: su quel piccolo pezzo di metallo vi è inciso: Direttore dell'hotel e sotto c'è il suo nome, che è Michael James Potter.

Michael vedendo la sua reazione, si alza subito in piedi e dopo essersi avvicinato al distributore, prende un bicchiere di acqua e lo porge alla ragazza.

Luna lo afferra di getto ed inizia a berlo come farebbe un assetata nel deserto.

Quando ha finito, poggia il bicchiere sulla scrivania e Michael le chiede: " Luna, mi può dire che diavolo è successo?".

La ragazza lo fissa poi risponde: " Rimango sempre sorpresa dalla complessità del destino.

Stamattina un Potter mi ha distrutto la vita e adesso, un altro Potter me l'ha ridata!".

L'uomo sgrana gli occhi e le chiede spiegazioni ma Luna scuote la testa poi dice: " Non adesso la prego!

Le giuro che presto le racconterò tutto ma in questo momento, non me la sento!".

Michael annuisce e dopo aver tirato un profondo respiro dice: " Aiuterà Yvette la cameriera, dormirà negli alloggi del personale e mangerà con loro nelle cucine.

Il suo stipendio sarà mensile ed ammonterà a 1200 €!".

Luna lo ringrazia calorosamente poi gli dice: " Signor Michael, le prometto che non si pentirà di avermi dato fiducia.

Anche se non ho esperienza, le giuro che ce la metterò tutta per non deluderla e presto le spiegherò il senso di quella frase!".

Michael annuisce e la scorta fuori dal suo ufficio, per mostrarle gli alloggi del personale.

Per la dolce Luna Lovegood, il mondo magico si chiude definitivamente ma come diceva Hermione, quando si chiude una porta, si apre sempre un portone.

 

Bene ragazze, eccomi qui.

Voglio cogliere l'occasione per informarvi che sabato prossimo, posterò il primo capitolo di una nuova Dramione che stiamo scrivendo a quattro mani, io e Carolux1997.

Si tratta di un crossover che vede i personaggi di Harry Potter, ambientati però nei luoghi dei Pirati nei Caraibi.

Vi invito a seguirla numerose perchè si prospetta una bella storia dove ci saranno amore, dolori, avventura, amicizia, invidie e risate.

Vi rinnovo quindi per sabato 28 settembre, l'appuntamento con:

 

 

                              NATI SOTTO LO STESSO DESTINO

 

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Capitolo 2
*** La generosità di un Potter ***


Ciao ragazze e benvenute.

Innanzitutto vi devo ringraziare di vero cuore per l'affetto che mi avete dimostrato, leggendo il primo capitolo di questa storia.

Siete state davvero tante e mi avete fatta felice, spero solo che la stessa cosa accada con questo.

Non mi dilungo in chiacchiere inutili, ma vi chiedo ovviamente se vi va, di dare un occhiata al mio account perchè oggi pubblicherò due nuove storie: una one shot e una long crossover.

Baci Lorian

 

 Capitolo 2: La generosità di un Potter

 

Sono passati due mesi e ormai Luna si è ambientata, alla vita che si conduce al Saint Christophe.

Ha imparato alla perfezione il suo lavoro, è diventata molto amica di Yvette, è coccolata sia da Susanne la cuoca dell'hotel che da Laverne, è la preferita da tutti i clienti al quale dedica sempre un grande e luminoso sorriso.

Un sorriso che però, non raggiunge mai i suoi occhi che rimangono foschi e senza vita.

Di questo particolare se ne sono accorti tutti ma il primo ad averlo notato è stato Michael.

L'uomo, si è innamorato di quella biondina che ha portato una ventata di novità nella sua vita; lui sa che la ragazza si porta dentro un macigno che la sta schiacciando e non sa davvero come aiutarla.

In questi mesi, lei ha continuato ad essere gentile ma non gli ha più raccontato la verità, sul segreto che si porta dentro e lui ha voluto rispettare la sua privacy, anche se a volte vorrebbe tanto avere qualche potere magico per saper leggere nel pensiero e capirci di più.

Sa che deve andarci con i piedi di piombo, perchè Luna è come una bolla di sapone: se si usa troppa irruenza, potrebbe scoppiare e svanire nel nulla e lui questo non può permetterlo.

Per questo si limita ad osservarla da lontano e gode di quei sorrisi fatti a metà, riempiendosene gli occhi quando la ragazza li fa.

Nel frattempo la studia, per cercare di comprenderla meglio; oramai sa riconoscere le giornate no e quelle che invece la fanno sembrare quasi una persona normale.

Quel giorno per esempio, è uno di quei giorni negativi in cui Luna non è certo al meglio di sé.

Lui decide di lasciarla da sola e di non assillarla troppo, perchè ha il terrore che se lei si sentisse soffocata, potrebbe scappare via dall'hotel e quell'ipotesi azzardata lo spaventa.

Ha preferito quindi rintanarsi nel suo ufficio e per non pensare, inizia a controllare la contabilità.

Perdersi negli spazi infiniti dei numeri, lo ha sempre aiutato a racimolare un pizzico di razionalità e in quel momento lui ne ha davvero bisogno.

Dopo circa mezz'ora, viene distolto dai suoi calcoli, da un frenetico picchiettio alla porta.

Sbuffando dà il suo permesso e pochi secondi dopo, sulla porta appare il viso preoccupato di Yvette.

Michael le chiede che succede e lei passandosi una mano tra i capelli, risponde: " Capo, io so che tu sei molto preso da Luna; per questo ho pensato che fosse meglio venire da te!".

L'uomo la fissa basito poi le chiede: " Scusami Yvette ma di che cavolo stai parlando?" e lei dopo aver deglutito, risponde: " Poco fa, ho visto Luna correre via in lacrime e si stava dirigendo verso la terrazza.

So che tra di noi, tu sei l'unico che è in grado di aiutarla, quindi ti prego capo va da lei e fa qualcosa!".

Michael, che era scattato in piedi già quando Yvette gli ha detto che Luna era in lacrime, non la fa neppure finire di parlare.

Esce correndo dal suo ufficio e quando scopre che l'ascensore è fermo al quarto piano, ad una velocità sconsiderata sale le scale, facendo quattro gradini alla volta.

Arriva in cima con il fiatone ma si fa forza per apparire sereno e senza perdere altro tempo, spinge la porta che conduce alla terrazza.

Si addentra all'esterno e la vede: è ferma vicino al parapetto ed è intenta a fissare il panorama che c'è intorno.

Passo dopo passo, si avvicina a lei e quando si trova ad un palmo dalle sue spalle, allunga una mano e le sfiora il braccio.

Se si aspettava di vederla trasalire, Michael resta deluso anzi si sorprende, quando Luna mormora: " Sapevo che saresti venuto, capo!".

L'uomo le chiede come ha fatto a capire che si trattava di lui e la ragazza, dopo aver fatto un sorrisino triste aggiunge: " E' il tuo profumo! Lo riconoscerei tra mille!".

Michael rimane colpito dalla sua frase e dopo aver fatto un altro passo verso di lei, le poggia entrambe le mani sulle spalle per poi voltarla verso di lui.

Quando se lo ritrova davanti, Luna cerca di abbassare il volto per non fargli vedere che ha pianto ma l'uomo glielo impedisce e con due dita le prende il mento, tirandole su il viso.

Poi delicatamente, con l'indice sinistro le asciuga le ultime lacrime che ancora bagnano le sue guance.

Con la voce forte e sicura, Michael le dice: " Luna, io ho rispettato la tua privacy e non ti ho chiesto più nulla, di ciò che ti faceva soffrire.

Ho atteso con pazienza, che trovassi il momento giusto per confidarti con me ma tu non lo hai fatto.

Non ti sto accusando di niente, sia chiaro ma ci sono sempre stato male quando vedevo che i sorrisi che facevi, non arrivavano mai ai tuoi occhi.

Comprendo che c'è qualcosa che ti fa soffrire e io sto da schifo, perchè vorrei aiutarti ma davvero non so che fare.

Yvette poco fa, mi ha informato che ti ha vista scappare in lacrime e che sei salita quassù.

Sono corso da te, perchè temevo che stessi male e adesso vorrei tanto che tu ti confidassi con me!".

Luna lo guarda con i suoi grandi occhi chiari poi annuisce brevemente e inizia a parlare.

Gli racconta di come ha conosciuto Harry, ovviamente tacendogli il fattore della magia poi gli dice:

" La nostra era una scuola speciale che durava sette anni, era composta da quattro classi che racchiudevano in loro dei precisi canoni!

Sarebbe troppo complicato per me spiegarti di più, quindi ti chiedo di accontentarti di questo!".

Michael annuisce e Luna riprende a dire: " In quegli anni, quasi tutti avevano stretto una profonda amicizia con gli altri.

Gli unici che rimanevano in disparte, erano quelli della classe Serpeverde che racchiudeva in sé, tutti coloro che eccellevano in ambizione e opportunismo.

Dopo la fine della scuola, ho deciso di partire per fare un lungo viaggio intorno al mondo.

Mio padre mi aveva spronato a farlo, perchè diceva che conoscere luoghi, etnie e idiomi diversi, mi avrebbe aiutato.

Sono stata lontana da Londra per quasi due anni e un anno fa, vi ho fatto ritorno.

La prima persona che ho incontrato è stata Harry; lui mi ha detto che gli ero mancata molto e che si era accorto di essere innamorato di me.

Devi credermi Michael, sono sincera se ti dico che ancora adesso non so come abbia fatto a convincermi dei suoi sentimenti.

Con molta probabilità, la troppa lontananza e la solitudine non mi avevano aiutato; mi sentivo sola, anche perchè mia madre era morta quando avevo nove anni e l'anno precedente era morto anche mio padre; io, che mi trovavo in Indonesia, ero stata informata con molti giorni di ritardo e non ero nemmeno potuta tornare per il funerale.

Ero sola al mondo e per lui, quello era un terreno fertile.

Adesso mi rendo conto che mi aveva isolato da tutti gli altri; vivevo chiusa in casa, nell'ansiosa attesa del suo arrivo.

Mi confondeva la testa con le sue frasi d'amore, dove mi prometteva che un giorno ci saremmo sposati e saremmo stati felici.

Io credevo alle sue parole ma tutto è andato in frantumi, la mattina del giorno in cui arrivai qui!".

Michael è in tensione, perchè sente di essere ad un passo dallo scoprire finalmente quello che ha distrutto Luna, anche se ciò che lei gli ha già detto è incredibile e pazzesco.

Il modo in cui si è comportato quel tipo è vergognoso e abominevole e lui vorrebbe davvero mettergli le mani addosso, per cambiargli completamente i connotati.

L'uomo cerca di mantenere la sua impassibilità, per evitare che Luna si blocchi non raccontandogli più nulla.

La ragazza ricomincia a parlare, narrandogli i fatti per filo e per segno, partendo da quella maledetta mattina fino all'arrivo all'hotel.

Ovviamente per evitare inutili casini, ufficialmente il viaggio era stato fatto in aereo e non smaterializzandosi.

Quando la biondina finisce di parlare, Michael le dice: " Piccola Luna, posso capire come tu ti sia sentita.

Quel tipo è un folle esaltato, che meriterebbe solo di soffrire come un cane e non è escluso che prima o poi questo non accada ma ora vorresti spiegarmi il senso di quella strana frase che hai detto quel giorno?

Che vuol dire che un Potter ti ha distrutto la vita e un altro Potter te l'ha ridata?".

La ragazza scuote la testa poi mormora: " Mi riferivo al fatto che il destino, oltre al danno ci aveva messo anche la beffa!".

" Ma di che beffa parli, Luna?" le chiede curioso Michael e lei sorridendo amaramente aggiunge:

" Del fatto che quel maledetto, si chiama Harry James Potter così come tu ti chiami Michael James Potter, hai capito adesso?".

Michael spalanca la bocca esterrefatto poi sibila: " Oh merda! Vuoi dire che lui ha lo stesso secondo nome e cognome che ho io?".

Luna annuisce e Michael si passa una mano tra i capelli in segno di frustrazione poi dice: " Non

avrei mai pensato che potesse accadere una cosa del genere; sapere che esiste un mio quasi omonimo che si è comportato come una bestia, me lo fa odiare ancora di più e mi fa essere ancora più vicino a te.

E' davvero terribile quello che ti è successo ma credo che ci sia qualcos'altro che oggi ti ha indotto a stare male così, non è vero?".

Luna annuisce abbassando gli occhi poi dice: " Tremo al solo pensiero di come reagirai, quando ti dirò che cosa ho scoperto stamattina ma anche se questo mi spaventa, mi vedo costretta a farlo!".

Michael le rialza nuovamente il volto poi fissandola negli occhi, le dice: " Non togliermi mai il privilegio di guardarti negli occhi, perchè celarmi il tuo sguardo equivale a togliermi il respiro.

Non temere la mia reazione Luna, parlami con il cuore in mano e io ti prometto che ti ascolterò, con tutta la calma che possiedo!".

La ragazza gli fa un pallido sorriso poi stringe i pugni e dice: " Stamattina, ho scoperto di aspettare un bambino da quel mostro e ora sono disperata, perchè non voglio nulla che mi tenga legata a lui!".

Michael aggrotta le sopraciglia poi con la voce funerea le chiede: " Luna, non starai pensando sul serio di rinunciare a tuo figlio, vero?".

La ragazza si passa le mani tra i capelli in segno di esasperazione poi con la voce frustrata, dice: " E secondo te cosa dovrei fare? Questo figlio è nato da un inganno e tante bugie, mi ricorderebbe sempre il dolore che ho subito e sarebbe davvero troppo per me!".

Michael le afferra le mani poi le dice: " Questo figlio è stato concepito dall'amore che tu provavi ed è solo questa la cosa di cui ti deve importare.

Tu ci avevi messo il cuore e hai creato ciò, che è già una magia di per sé.

Ogni bambino è un miracolo e tutti hanno il diritto di nascere, per poter dimostrare al mondo intero che loro non sono i figli della colpa ma dell'amore.

Prova a pensare a te come il solo ed unico genitore di quell'angelo e vedrai che sarai in grado di darle tutto l'amore che hai dentro!".

Luna scuote la testa poi mormora: " Mi dispiace Michael ma non posso farcela; da sola non posso riuscirci!".

L'uomo l'afferra per le spalle poi le dice: " E chi ti dice che sarai da sola? Chi ti dice che dovrai affrontare tutto questo, con le tue uniche forze?".

La ragazza sbuffa infastidita poi dice: " E chi pensi che sarebbe così stolto, da accollarsi una donna che attende il figlio di un altro?".

Michael le porge la mano poi, quando lei basita gliela stringe dice: " Piacere sono Michael, lo stolto!".  

Luna sgrana in modo spropositato i suoi grandi occhi e spalanca la bocca incredula poi quando riesce a riprendersi, scuote la testa e dice: " Michael, tu devi essere impazzito!

Mi conosci a malapena, lavoro qui da due mesi, non sai nulla di me; che cosa ti spinge ad accettare di assumerti la paternità di un bambino, che non è il tuo?

Se lo fai per convincermi a non abortire, sappi che non è necessario.

Non volevo farlo realmente! Porterò a termine la gravidanza e poi prenderò in considerazione, la possibilità di dare il bambino in adozione".

Michael corruga la fronte poi afferra la ragazza per le spalle e con la voce tetra dice: " Pensi

davvero che accetterei di diventare padre di questo bambino, solo per uno scrupolo di coscienza?

Se davvero lo credi, vuol dire che non hai capito niente di me e questo mi fa male.

E' vero, ci conosciamo da poco tempo ma è stato sufficiente, per capire che sei la donna che voglio al mio fianco come amica, fidanzata, amante, moglie e madre dei miei figli.

E se ancora non hai capito ciò che voglio farti comprendere, vuol dire che te lo devo dire in modo più esplicito: io, Michael James Potter mi sono innamorato di te, Luna Lovegood e lo sono senza possibilità di ritorno.

Voglio diventare il padre di questo bambino, perchè è il tuo bambino e se tu me lo permetterai, diventerà anche il mio.

Ora sta a te decidere cosa fare; hai nelle tue mani il mio destino, oltre che quello della creatura che ti cresce in grembo!".

Due grosse lacrime scendono lente sulle guance di Luna mentre lei, non riesce a togliere gli occhi di dosso dal viso di quell'uomo meraviglioso, che le sta dando davvero un opportunità preziosa.

La ragazza allunga una mano afferrando quella di Michael poi, con la voce rotta dalla commozione dice: " Dammi qualche giorno per pensarci! E' una decisione importante e voglio essere sicura, di fare la scelta giusta per tutti".

L'uomo ricambiando la sua stretta, le risponde: " Va bene Luna, ti darò tutto il tempo di cui hai bisogno ma tu in cambio devi promettermi che non sparirai dalla mia vita, perchè non sopporterei il fatto di non vederti più.

Sei una persona davvero speciale e contrariamente a quello che pensi, hai dimostrato di possedere un coraggio enorme e una correttezza invidiabile.

E' vero che eri andata in chiesa per interrompere quelle nozze ma poi non lo hai fatto.

Un altra non avrebbe desistito e si sarebbe presentata nel posto dove stavano festeggiando; tu invece non solo hai deciso di lasciarti tutto alle spalle ma lo hai fatto drasticamente, abbandonando tutto il tuo mondo e questo fa di te una persona davvero forte e decisa.

Per questo ti ammiro ed è per questo che sei riuscita a conquistare il mio cuore!".

Poi con un espressione seria in viso, aggiunge: " Voglio che tu sappia che se accetterai di diventare mia moglie, io non ti metterò fretta e ti lascerò libera di scegliere se essere mia, totalmente o no.

Questo non vuol dire che io non ti desidero, anzi! Io amo tutto di te, il tuo viso, il tuo sorriso, la tua anima e anche il tuo corpo.

Se non ti farò pressioni è solo perchè hai passato un brutto momento e desidero che tu ti unisca a me, solo quando lo vorrai veramente anche tu!

Cerca di metterti in testa che io non sono quel Potter; io sono solo Michael, l'uomo che è davvero innamorato di te, quello che ti sogna la notte.

Posso assicurarti che non sono sogni erotici, non solo almeno! Sogno di passeggiare con te, di ridere o anche solo semplicemente di parlare.

E' ovvio che ti desidero piccola, questo te l'ho già detto ma penso a te, anche e sopratutto come una persona".

Luna sorride, perchè si accorge dell'imbarazzo di Michael e lentamente alza la mano per fargli una carezza.

L'uomo sospira profondamente, al contatto della pelle di Luna con la sua poi si abbassa su di lei e le da un leggerissimo bacio sulla fronte quindi si gira e si allontana, rientrando nell'hotel.

Luna rimane nella terrazza e ricomincia a guardare il panorama, persa nei suoi pensieri.

Ora ha qualcosa in più da analizzare: si è lasciata alle spalle il suo mondo, la magia, la sua casa e i suoi amici.

Ha rivoltato la sua esistenza come un guanto, conoscendo gente nuova e sorprendendosi dei tanti lati dell'animo umano.

Ha conosciuto la semplicità di suo padre, la superbia e la supponenza dei Purosangue come i Serpeverde, la correttezza di Hermione, la meschinità di Harry, la bontà di Laverne, Susanne e Yvette e l'amore di Michael.

Non avrebbe mai pensato che lui l'amasse e si sente confusa in questo momento.

Luna sa che lui le ha dato davvero una speranza: ha ventuno anni, è orfana e incinta del figlio di un maledetto bastardo.

Lui invece ha nove anni in più di lei, una maturità maggiore, la forza di un uomo e l'inaspettato sentimento che prova nei suoi confronti, che è talmente forte dal fargli accettare di crescere il bambino di un altro.

Inaspettatamente, Luna porta la mano sul suo ventre ancora piatto e per la prima volta, fa una leggera carezza a suo figlio.

Prova ad immaginarsi fra qualche anno e al suo fianco, lei vede Michael e non Harry.

Si gira verso la porta dalla quale è scomparso l'uomo e in preda al dubbio e al nervoso, inizia a mordersi il labbro inferiore.

E' seriamente indecisa su quello che deve fare: sa che ha chiesto a Michael qualche giorno per pensarci ma crede che anche se si prendesse un mese intero, si ritroverebbe allo stesso punto.

Aspetta un bambino che è arrivato del tutto inatteso, non ha mai seriamente pensato all'aborto e ad essere sincera, pensa che non riuscirebbe per davvero ad abbandonarlo per farlo adottare.

Pensa di non essere in grado di crescerlo da sola e quindi l'unica possibilità concreta è quella che le ha offerto Michael.

Non ne è innamorata ma gli vuole bene ed è certa che prima o poi riuscirà a provare per lui, qualcosa di simile all'amore.

Quindi perchè non tentare?

Michael nel frattempo è sceso al piano di sotto e si è chiuso nuovamente nel suo ufficio; vorrebbe riprendere a fare i conti ma in quel momento il suo cervello, proprio non vuole collaborare.

Il suo pensiero ritorna ancora alla storia che Luna gli ha raccontato ed è assolutamente basito, se ripensa all'incredibile coincidenza dei nomi.

Ora può comprendere realmente la reazione che ha avuto la ragazza, quando ha visto la targhetta e avrebbe un insana voglia di mettere le mani, intorno al collo di quel pezzo di idiota.

Un discreto bussare alla porta, attira la sua attenzione e quando da il permesso di entrare, sulla porta appare Luna.

Michael s'irrigidisce, perchè è certo che lei sia venuta a declinare la sua offerta o nel peggiore dei casi, a dirgli che lascia l'hotel.

Ciononostante cerca di farsi forza e racimolato l'ultimo barlume di coraggio, si alza dalla sedia e fa il giro della scrivania, raggiungendo la ragazza.

Quando si trova davanti a lei, le prende le mani e dice: " Luna, io volevo chiederti scusa se con la mia proposta ti ho confuso le idee.

Sappi che se anche tu non volessi tenere il bambino, io non ti giudicherò e ti starò affianco lo stesso!".

La ragazza sorride poi dice: " Michael, io ho riflettuto su quello che mi hai detto e ho deciso di accettare la tua offerta.

Desidero diventare tua moglie e spero di farlo nel migliore dei modi.

Apprezzo davvero quello che stai facendo ma ci tengo a precisare una cosa e cioè che se ti sposerò, lo farò solo diventando tua moglie a tutti gli effetti, sia legali che fisici.

So che i rapporti intimi fanno parte del matrimonio e io intendo adempiere a tutto quello che comporterà l'essere tua moglie!".

Michael le fa una carezza poi deglutisce a fondo, prima di chiedere: " Posso baciare la mia fidanzata?".

Luna annuisce e non appena le loro labbra s'incontrano, entrambi sospirano di piacere.

Quando si separano, Michael dice: " Grazie Luna per avermi scelto! Ti prometto che sarò un marito presente e un padre attento.

Nelle mie possibilità, non ti farò mancare nulla e farò tutto il possibile per farti dimenticare, quello che hai passato!".

Luna lo ringrazia annuendo poi torna nuovamente ad unire la sua bocca, con quella del suo futuro marito.

 

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Capitolo 3
*** Hope ***


Ciao ragazze, oggi assisteremo alle nozze tra Luna e Michael e le staremo accanto in un delicato momento della sua vita.

Vi ringrazio per esserci e siccome sono buona ( e modesta ih ih ih ih ) non vi stresso con le mie inutili chiacchiere e vi lascio alla lettura del capitolo.

Un bacio Lorian

 

Capitolo 3 - Hope

 

La notizia delle future nozze tra Michael e Luna, aveva colto tutti di sorpresa ma allo stesso tempo li aveva lasciati contenti, perchè con il passare dei mesi avevano imparato a volere bene a quella triste ragazzina.

Laverne in particolare, aveva gioito per la lieta novità e non aveva fatto una piega, neppure quando i due futuri sposi l'avevano informata della creatura in arrivo, che chiaramente non poteva essere di Michael.

Pur essendo di vecchio stampo, la donna non aveva avuto nulla da ridire anche perchè, aveva visto la gioia trasfigurare il volto del suo adorato nipote e questa era la cosa più importante per l'anziana signora.

Michael Potter aveva sofferto tanto durante l'adolescenza per l'abbandono volontario di suo padre, che se ne era infischiato della sua famiglia e per la morte di sua madre, che aveva deciso di non lottare contro una tremenda malattia debilitante.

A quindici anni, Michael era rimasto solo ed era stato cresciuto proprio da Laverne, che era la sorella maggiore di sua madre.

Quindi la donna metteva al primo posto la felicità di suo nipote e se la piccola e triste Luna era l'unico modo per tornare a veder sorridere il suo ragazzo, era la benvenuta per lei. 

In effetti, anche se lei non poteva saperlo, pure Michael si era fermato a pensare in quei giorni.

Accomunava la sua storia, a quella della piccola creatura che riposava nel grembo della sua fidanzata.

Sembrava il destino dei figli dei Potter, quello di essere abbandonati dai loro padri ma lui aveva avuto Laverne al suo fianco e ora provava la gioia dell'amore, accanto a Luna.

Aveva giurato a se stesso di amare con tutte le sue forze quello scricciolo che non aveva chiesto di essere concepito e sperava che un giorno anche lei o lui, avrebbe avuto accanto un amore forte come quello che in questo momento sentiva per la sua futura moglie.

La cerimonia era stata preparata in poco tempo e per il giorno delle nozze, l'hotel era stato chiuso al pubblico visto che Michael aveva deciso di celebrarle proprio lì.

Luna quella mattina era molto emozionata e con un lieve sorriso, guardava fuori dalla finestra immersa nei suoi pensieri.

La ragazza pensava al fatto che avrebbe voluto tanto avere suo padre accanto a se, perchè fosse lui a portarla all'altare per affidarla alle mani sicure di Michael.

Luna era certa che perfino uno strambo come Xenophilius, avrebbe apprezzato il suo fidanzato.

Michael sapeva farsi volere bene e questa era l'unica cosa che sarebbe importata all'uomo.

La biondina aveva chiesto a Yvette di aiutarla a prepararsi e la ragazza l'aveva fatto più che volentieri.

Aveva truccato gli occhi di Luna in modo delicato e l'aveva aiutata ad indossare il suo vestito, che era di seta blu elettrico e lungo fino alle caviglie.

Non era nulla di pretenzioso ma anzi era sostanzialmente molto lineare.

D'altronde, la bionda era la semplicità fatta persona e non si sarebbe sentita a suo agio con un abito troppo pomposo.

Michael al contrario, era al settimo cielo.

Da quando aveva aperto gli occhi quella mattina, aveva un sorriso ebete stampato sulla faccia.

Per l'occasione e per la gioia di sua zia Laverne, aveva deciso di tagliarsi i lunghi capelli e li aveva tirati indietro con il gel.                                                                    

Mentre finiva di prepararsi, rimirandosi allo specchio, Michael aveva notato che con questa nuova

pettinatura, sembrava più maturo di quello che era in realtà.

Ancora non riusciva a credere, al fatto che stava per diventare il marito di Luna.

Nella sua vita non aveva mai creduto nell'amore, perchè lo reputava una cosa da adolescenti.

Non aveva mai seriamente cercato la leggendaria metà della sua mela, questo almeno fino a quando davanti ai suoi occhi, non era apparsa una biondina vestita con dei colori sgargianti e dei buffi orecchini a forma di rapanello.

Luna era entrata nella sua esistenza grigia e monotona, con tutta la forza di un possente uragano e dopo il suo arrivo, lo aveva lasciato devastato e senza più la forza di reagire.

Michael non riusciva neppure lontanamente a concepire, il pensiero di vivere senza di lei e non ci aveva riflettuto un solo istante di più, ad assumersi la paternità di quella creatura sfortunata.

Le sue riflessioni furono interrotte dal bussare delicato di sua zia Laverne, che venne ad avvisarlo che era arrivato il momento di scendere.

Lui aveva annuito quindi aveva terminato di sistemarsi il papillon e lentamente si era avviato al piano di sotto.

Dopo dieci minuti di attesa, Michael aveva visto arrivare Yvette con il suo abito carino ed elegante e aveva compreso, che anche Luna stava per giungere lì.

La cameriera infatti, gli aveva fatto un piccolo cenno accompagnato da un sorriso, che lui aveva ricambiato immediatamente.                                                      

La signora Peabody, un amica di sua zia, aveva iniziato a suonare una melodia leggera al pianoforte e Luna, accompagnata dal signor Miller il maitre di sala, aveva fatto il suo ingresso nell'ampio

salone.

Non appena la ragazza aveva incrociato gli occhi del suo fidanzato, aveva fatto un sorriso emozionato poi lentamente, aveva iniziato a camminare per raggiungerlo.

Quando l'ex strega più svampita del mondo magico, era arrivata di fronte al suo ormai quasi marito, l'incaricato del municipio aveva dato il via alla cerimonia.

Per fortuna nessuno aveva fatto eccessivo caso ai documenti forniti da Luna; nessuno si era chiesto dove diavolo fosse Diagon Alley e perchè non risultasse sulle cartine inglesi.

Michael aveva afferrato con delicatezza la mano della sua quasi sposa e non l'aveva lasciata per tutta la durata della cerimonia.

Il messo comunale aveva recitato alcune norme e leggi, che Luna francamente non aveva compreso; finché si era parlato di fedeltà e della crescita dei figli non aveva avuto problemi ma quando l'uomo aveva nominato la comunione dei beni, commi e articoli si era sentita stranita e

confusa.

Ad ogni modo, il messo era arrivato alla fatidica domanda e per primo, si era rivolto allo sposo dicendo: " Vuoi tu, Michael James Potter prendere la qui presente Luna Lovegood come tua legittima sposa?".

Michael aveva volto uno sguardo alla biondina, le aveva fatto un grande sorriso poi con la voce sicura e decisa, aveva risposto: " Si, lo voglio!".

Il messo comunale aveva spostato gli occhi sulla sposa e aveva chiesto: " Vuoi tu, Luna Lovegood prendere il qui presente Michael James Potter come tuo legittimo sposo?" e la ragazza aveva annuito e con la voce tremula, aveva mormorato: " Si, lo voglio!".                                                                

L'uomo, dopo aver annuito, con la voce pomposa aveva detto: "A seguito della vostra risposta affermativa io, Bertrand Souville, ufficiale dello Stato Civile del Comune, dichiaro in nome della

Legge che siete uniti in matrimonio!".

Luna aveva volto lo sguardo verso Michael e gli aveva regalato un sorriso, un pò più convinto.

Ora era una donna sposata e le veniva da ridere se pensava che in un modo o nell'altro, lei era diventata la signora Potter anche se suo marito, non era il Potter di cui si era innamorata.

Il messo comunale aveva apposto la propria firma, sulla pergamena da consegnare agli sposi quindi gli aveva chiesto, se desideravano scambiarsi le fedi nuziali e quando loro avevano annuito, aveva preso una scatolina nera di velluto e l'aveva porta allo sposo.

Non appena anche quel piccolo particolare era stato espletato, il messo comunale aveva detto:

" Sono lieto di presentarvi ufficialmente, i signori Potter!".

Un grosso applauso era scoppiato tra i presenti mentre Michael aveva stretto amorevolmente a se, sua moglie.                                                                     

Il pranzo che era stato imbastito per festeggiare gli sposi, era tutto a base di piatti tipici provenzali, che univano il gustoso sapore dei formaggi con la delicatezza del pesce.

Innanzitutto c'erano degli ottimi e coloratissimi spiedini di brie, peperone, camembert e cruchade, che altri non era che polenta.

Poi erano stati portati a tavola due tipi diversi di pissaladiere che era una specie di pizza condita con cipolle, acciughe, olive e camembert.

Un invitante bouillabaisse spandeva il suo persistente profumo di mare che ti inebriava l'olfatto.

Una saporitissima cassoulet, che era un piatto completo composto da dell'agnello in umido con dei cereali, completava il pasto.

Ed infine come dolci c'erano i caratteristici calissons de Provence e la classica torta nuziale, decorata con una cascata di rose bianche.

Il ricevimento era stato sobrio ma al tempo stesso elegante e dopo la fine dei festeggiamenti, che si erano protratti per tre ore, Luna e Michael avevano salutato tutti ed erano partiti per la loro

mini luna di miele.

Lo sposo infatti non poteva assentarsi troppo dall'hotel, quindi avevano deciso di fare solo un weekend a Parigi.

I due ragazzi erano arrivati nella città dell'amore intorno alle diciassette e subito avevano preso possesso della loro camera, presso l'hotel de l'Abbaye Saint-Germain che era sito in 10 rue Cassette, una via adiacente all'Ile de la Cité.

Dopo aver posato le valigie, Michael aveva proposto a sua moglie di fare un giro per la città e lei emozionata, aveva accettato con gioia.

L'uomo aveva portato la biondina a vedere la cattedrale di Notre Dame, poi prendendo un taxi si erano fatti lasciare all'inizio del Faubourg Saint-Germain.

Dopo aver attraversato quel caratteristico quartiere, i due sposi erano approdati al Champ de Mars, che è un giardino pubblico di Parigi che si trova sulla rive gauche.

Luna aveva guardato tutto con la bocca spalancata: per lei era la prima volta che vedeva delle cose così belle e ogni monumento la scioccava sempre di più.

Mentre, mano nella mano con il marito attraversava quel grande parco, aveva fissato gli occhi sulla grande Tour Eiffel e Michael le aveva chiesto se le andava di salirci.

Lei aveva cominciato a saltellare euforica, urlacchiando: " PER TUTTI I GORGOSPRIZZI, CERTO CHE CI VOGLIO ANDARE!".

L'uomo l'aveva fissata basito: che cavolo erano i Gorgosprizzi?

Poi aveva alzato le spalle, pensando che fosse un semplice intercalare in uso nel paese da dove veniva lei e l'aveva trascinata verso la torre.

La vista dall'alto di quella meraviglia, era davvero spettacolare e Luna aveva gli occhi umidi per l'emozione.

Quando erano tornati a terra, avevano attraversato la Senna e si erano diretti agli Champs Elisée, dove troneggiava l'Arc de Triomphe.

Verso sera i due ragazzi erano rientrati in hotel, stanchi ma felici; avevano cenato nella sala ristorante poi erano saliti in camera.

Michael era pronto ad aspettare per condividere qualcosa di così importante ma Luna non era d'accordo.

La biondina si era donata a suo marito, all'inizio un pò tremante poi con più partecipazione.

Lui era stato dolce con lei, aveva atteso i suoi tempi e le aveva lasciato i suoi spazi, senza metterle alcuna fretta.

Fare l'amore con Michael, era stato del tutto diverso dal farlo con Harry.

Suo marito la venerava, facendola sentire al centro del suo mondo dove effettivamente lei stava, mentre Harry spesso e volentieri pensava più a se stesso.

Un altro punto a favore dello sposo era stato il fatto che, quando andavano a passeggiare lui la metteva in mostra come un gioiello prezioso.

Harry invece la teneva nascosta, come se fosse una cosa di cui vergognarsi.

Quando Luna gli chiedeva perchè non uscissero insieme, lui alzava gli occhi al cielo e sorridendo le diceva: " Non voglio che la cattiveria degli altri, contamini una cosa così bella come il nostro amore!".

Quanto era stata stupida a bersi tutte quelle manfrine, prendendole per vere e adesso che aveva al suo fianco un uomo meraviglioso come Michael, se ne rendeva conto.

Al termine di quei giorni meravigliosi, gli sposini fecero rientro ad Aix-en-Provence ed iniziarono la loro nuova vita coniugale.

I mesi erano trascorsi veloci e in breve erano giunti al termine della gravidanza della biondina.

Durante tutti i mesi di gestazione, Michael non l'aveva mai lasciata sola: era sempre stato presente ad ogni visita o ecografia, emozionandosi quando vedeva quel piccolo corpicino galleggiare nella placenta; aveva accarezzato il suo pancione ogni notte, finendo con l'addormentarsi mentre avvolgeva Luna tra le sue braccia; si era divertito da morire a comprare il corredino, destreggiandosi tra peluche, tutine e ciucciotti; inoltre aveva preparato da solo la stanza per il nuovo arrivato.

E anche adesso che le contrazioni la sconvolgevano, lui era lì con lei, a stringerle la mano e a farle coraggio.

La povera Luna era sconvolta, non solo dai dolori del parto ma anche dal profondo timore che, se la tensione nervosa sarebbe giunta al suo culmine, i suoi poteri repressi avrebbero potuto manifestarsi in tutta la sua potenza.

Per fortuna questo non era accaduto e dopo una fatica immane, Luna aveva messo al mondo una bellissima bambina.

I dottori, dopo i controlli di rito, l'avevano passata a Michael che l'aveva stretta a se con un immenso amore.

Poi l'uomo si era avvicinato con quel fagottino tra le braccia, ad una Luna stremata ma serena e le aveva detto, con la voce rotta dalla commozione: " Amore, hai fatto un vero e proprio miracolo!".

La biondina aveva sorriso poi lui si era avvicinato e aveva posato la bambina sul suo seno quindi si era rialzato e le aveva guardate, con gli occhi carichi di amore e felicità.

Luna aveva passato delicatamente il suo indice sulla testa della bambina mentre lei, per soddisfare il suo bisogno primordiale, si era attaccata automaticamente al capezzolo della madre.

L'aveva fissata in silenzio poi aveva detto: " Lei è Hope! E' la speranza di un futuro migliore, la speranza di dimenticare tutto il dolore passato e di gettare le nuove radici per il futuro!".

Lui aveva annuito con un sorriso poi a bassa voce e con un malcelato orgoglio, aveva mormorato:

" Hope Potter, mia figlia; nostra figlia!".

Dopo qualche giorno, la felice famigliola era rientrata a casa.

Una volta tra le mura domestiche, l'agitazione, l'ansia e il nervoso avevano dilaniato il cuore di Luna aumentando in modo esponenziale, giorno dopo giorno.

La ragazza sentiva che nell'aria c'era una sorta di elettricità, che le faceva presagire l'arrivo di  qualcosa di tremendo.

 

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Capitolo 4
*** Il brivido della verità ***


Ciao ragazze vi do il benvenuto al nuovo appuntamento con la mia fiction.

Oggi scopriremo quali sono le paure che affliggono la dolce Luna e come risolverà la situazione.

Vi lascio alla lettura ringraziandovi come sempre per il vostro affetto.

Baci Lorian

 

Capitolo 4 - Il brivido della verità

 

Il culmine della sua angoscia, Luna lo aveva raggiunto sei mesi dopo la nascita di sua figlia, quando aveva visto Hope far girare la giostrina posta sopra il suo lettino, con un pigro gesto della mano.

Doveva aspettarselo che la piccola, essendo figlia di una strega Purosangue e di un mago nato babbano, avesse dei poteri forti ma non si sarebbe mai immaginata, che si manifestassero così presto.

La biondina aveva compreso che per lei, il tempo delle omissioni si era concluso e con la morte nel cuore, aveva chiamato suo marito per dirgli tutta la verità.

Temeva il giudizio di Michael ma in realtà la cosa che più la terrorizzava, era che lui la cacciasse via rinnegandola come moglie o che nella peggiore delle ipotesi, la facesse rinchiudere credendola impazzita improvvisamente.

La ragazza sapeva che non poteva più procrastinare la faccenda, anche perchè Michael passava molte ore con Hope e se un episodio come quello successo poco prima, sarebbe avvenuto davanti ai suoi occhi, sarebbero stati grandi dolori.

Non appena l'uomo si era accomodato sul divano, Luna si era seduta di fronte a lui e aveva detto:

" Michael è giunta l'ora che io ti spieghi, tutti i punti rimasti ancora oscuri nella mia storia.

E' necessario che tu sappia chi sono e da dove vengo; ti chiedo però un grande favore e cioè quello di ascoltarmi senza interrompermi, fino a quando non avrò terminato!".

Lui aveva annuito e Luna aveva ripreso a parlare: " So che avrei dovuto farlo subito ma non avevo le forze necessarie, per portare a termine quell'intento.

Hai visto anche tu in che stato ero, quando sono giunta qui: ero demotivata e totalmente senza speranze.

Se sono riuscita a venire fuori da quell'abisso nel quale stavo sprofondando è stato solo grazie a te, che mi hai dato la forza e lo stimolo per risalire la china.

Sei importante per me e giorno dopo giorno, stai occupando un pezzetto sempre più grande del mio cuore.

Vorrei poterti dire che ti amo ma non posso farlo, se prima non ti rivelerò chi sono e qual'è la mia vera natura.

Con molta probabilità quando avrò finito di parlare, mi prenderai per pazza ma sento che devo rischiare!".

Michael aveva sgranato leggermente gli occhi poi memore della promessa fattale, le aveva fatto un cenno con la mano per indicarle di continuare.

Luna aveva annuito e aveva detto: " C'è un altro tipo di mondo oltre a quello che conosci ed è da lì che provengo io.

Sono nata a Diagon Alley, che è un luogo che non risulta in nessuna cartina geografica e questo perchè è sconosciuta alla gente comune.

Il nostro mondo è segreto ed è giusto che sia così, perchè se gli altri ne venissero a conoscenza, scoppierebbe il finimondo.

Io vengo dal mondo della magia e sono una strega!".

Michael aveva spalancato la bocca poi dopo aver inarcato un sopracciglio ed inclinato la testa, si era mostrato vagamente confuso.

Luna gli aveva afferrato le mani poi aveva detto: " So che non riesci a credermi ma ti giuro che ti sto dicendo la verità.

Nel nostro mondo, quelli come voi e cioè le persone senza poteri magici, sono chiamati babbani e per molti di noi, sono considerati inferiori.

Il posto da dove vengo io è composto dai Purosangue e cioè quelli come me, che nascono da una famiglia di soli maghi, dai Magonò che sono coloro che sono privi di magia pur essendo nati da famiglie magiche e dai Nati babbani e cioè quelli che hanno poteri magici, pur provenendo dalla vostra realtà.

Io sono una purosangue, perchè nella mia famiglia da immemori generazioni, ci sono solo maghi e streghe.

Mia madre Violet e mio padre Xenophilius lo erano e anche io lo sono.

Anche i purosangue ai quali appartengo, si differenziano in due categorie: ci sono i cosiddetti babbanofili e cioè quelli che simpatizzano per la vostra specie e io ovviamente mi ci rispecchio in pieno e gli integralisti, cioè quelli che proprio non accettano la presenza dei nati babbani e di quelli privi di qualsiasi potere.

Una delle mie amiche, Hermione Granger, è una nata babbana ed è la migliore di tutti noi, è una persona sensibile ed intelligente.

E' stata discriminata e disprezzata ma non si è mai arresa e ha imparato a farsi scivolare gli insulti sulla pelle.

In questi mesi, ho notato il fatto che voi fantasticate sul mondo magico ma lo percepite in modo totalmente diverso, da quello che è: per esempio, accomunate la parola strega ad una donna vecchia, cattiva e rugosa mentre pensate che le fate siano personaggi buoni.

Mi spiace deluderti ma quelle sono solo fastidiose e dispettose come zanzarine e non servono assolutamente a nulla.

Quelli della mia specie non comprendono molte delle cose che voi fate, perchè fondamentalmente temono quello che non riescono a spiegarsi.

L'altra volta ti ho parlato, anche se in modo superficiale della mia scuola, no?".

Michael con un espressione inebetita aveva annuito e Luna aveva ripreso a dire: " Ti ho detto che dura sette anni ma quello che non sai è che è un castello medievale che si chiama Hogwarts e che lì si studia la magia.

Non ci sono materie scolastiche normali ma magiche: per esempio al posto della vostra aritmetica, noi abbiamo l'aritmanzia e studiamo si, la storia ma solo quella della magia.

Iniziamo a frequentare le lezioni ad undici anni e le terminiamo a diciotto; il primo anno veniamo suddivisi in una delle quattro case che compongono la scuola e lì rimaniamo fino alla fine.

Le case sono: Grifondoro che richiede coraggio, audacia, lealtà e nobiltà d'animo, Corvonero e cioè la mia, che richiede intelligenza, creatività, apprendimento e saggezza, Tassorosso dove sono necessarie costanza, tolleranza, pazienza e correttezza ed infine Serpeverde, che è quella più selettiva che non ammette i nati babbani e richiede ambizione, furbizia, intraprendenza e talvolta anche malignità.

Iniziamo le lezioni a settembre come voi e le finiamo a giugno ma a differenza vostra, noi non rientriamo a casa al termine delle lezioni ma dormiamo nel castello.

Ritorniamo dai nostri genitori solo per le feste Natalizie e al di fuori della scuola, non possiamo esercitare la magia.

Questo almeno fino a quando non diventiamo maggiorenni, cosa che da noi avviene a diciassette anni!".

Luna aveva stretto i pugni in modo furioso poi aveva rilassato le mani aprendole e aveva riportato lo sguardo nel volto del marito.

Dopo aver tentato un sorriso lieve, aveva ripreso a parlare: " Harry... Harry Potter, l'uomo che mi ha distrutto la vita è un nato babbano ma con un grande potere magico.

E' figlio di James che era un mago e di Lily che era una babbana, dotata di poteri magici; lui per primo è stato all'oscuro dei suoi poteri fino ad undici anni, età in cui ha ricevuto la lettera dell'iscrizione ad Hogwarts.

Ha scoperto così ciò che lo aspettava ma non era preparato, a quello che la magia voleva da lui.

Poco più di tre anni fa, il mondo magico fu sconvolto da una guerra cruenta, voluta da un mago cattivo e pericoloso.

Lui si chiamava Tom Riddle ma era conosciuto con il soprannome di Lord Voldemort.

Il suo più acerrimo nemico era Harry, solo lui poteva batterlo per liberare il mondo dal giogo di quel mostro.

Noi ragazzi fondammo l'Esercito di Silente, che era il nome del nostro compianto preside e tutti uniti, combattemmo come potemmo.

Harry coadiuvato da Hermione e da Ronald, un altro amico riuscì a vincere quella battaglia e il nostro mondo fu liberato dal male.

Temo però che il successo che gli è derivato dall'aver vinto, gli abbia dato alla testa.     

Le persone lo chiamavano il Salvatore e lui se ne beava; insieme a Ronald riuscì a saltare un anno di scuola, perchè per merito e onore, il Ministero aveva deciso di ammettere tutti e tre gli eroi all'Accademia degli Auror, che corrisponde al vostro esercito.

Hermione, rifiutò l'offerta e preferì terminare gli studi.

Io come già sai, dietro consiglio di mio padre, partì per un lungo viaggio e al mio ritorno, caddi nella ragnatela tessuta da Harry!".

Non appena aveva terminato di parlare, Luna si era afflosciata senza più forze nel divano e Michael le aveva chiesto: " Vorrei capire principalmente una cosa e cioè, perchè hai deciso di dirmi queste cose proprio ora?".

La ragazza aveva annuito poi si era rimessa dritta e aveva risposto: " L'ho fatto, perchè ne sentivo il bisogno e perchè Hope... Hope ha manifestato i primi segni di magia!".

Michael aveva spalancato gli occhi e la bocca, volgendo lo sguardo verso la porta della stanza di sua figlia poi si era girato verso sua moglie, che aveva continuato: " Ho preferito che tu lo sapessi da me, piuttosto che ti scontrassi con vasi che volano e giostrine che si mettono in moto da sole.

Non volevo che ti spaventassi! So quanto ami Hope e non avrei mai voluto che quel sentimento, venisse sostituito dalla paura e dalla diffidenza!".

Michael aveva annuito poi aveva detto: " Luna, sono del tutto basito da quello che mi hai detto.

Sento che sei stata sincera ma faccio davvero fatica a credere a questa nuova verità.

In effetti hai fatto bene a dirmelo, perchè se mi fossi scontrato con i poteri di Hope, ne sarei uscito devastato.

Ciononostante, continuo a fissarti e vedo sempre la mia Luna, una ragazza come tutte le altre, che veste in modo più stravagante e creativo ma niente di più!".

La ragazza gli aveva afferrato le mani e aveva detto: " Ma sono sempre io! L'unica cosa che mi differenzia da prima, sono i miei poteri che per altro qui non ho mai usato.

Quando ho lasciato il mio mondo, avevo deciso di rinunciare anche alla mia vera natura e avevo relegato la magia, dentro di me.

Per i primi tempi era filato tutto liscio ma sono stata ad un passo dal tirarli fuori, il giorno del parto.

Mia madre mi aveva spiegato che un mago o una strega, non possono reprimere i poteri per molto tempo, perchè c'è il rischio che vengano fuori in momenti pieni di stress. 

Per fortuna a me non è successo ma ogni giorno che è trascorso dalla nascita di Hope, ho sentito la mia vera natura scalpitare dentro di me.

Comprendo perfettamente che tu sia incredulo ma posso dimostrarti che dico la verità.  

La mia bacchetta, che è il mezzo con il quale facciamo gli incantesimi, è conservata in valigia ed è lì

da quando sono arrivata; non l'ho mai presa, perchè avevo paura e anche perchè io mi sentivo bene con te e gli altri, a vivere nei panni di una babbana.

Sono mesi che non pratico la magia; l'ultima volta è stata quando ho usato la smaterializzazione!".

" La che?" gli aveva chiesto Michael sempre più confuso e lei dopo avergli rivolto un lieve sorriso, aveva risposto: " La smaterializzazione è un incantesimo che serve per farti spostare da un luogo all'altro in pochi secondi, anche se la destinazione dista molti chilometri dal luogo di partenza.

E' con quella che sono giunta ad Aix-en-provence, direttamente da Diagon Alley!".

Michael aveva annuito poi aveva detto: " D'accordo Luna, diciamo che ti credo ma visto che mi hai offerto una dimostrazione, sono qui ad attenderla."

La ragazza si era alzata di scatto e dopo averlo preso per mano, lo aveva condotto nella loro stanza da letto poi si era messa in ginocchio e aveva tirato fuori una valigia nera.

L'aveva messa sul letto poi dopo averla aperta, si era messa a frugarci dentro fino a che non aveva tirato fuori un anonimo bastoncino di legno, che non aveva niente di eclatante di per se.

L'aveva mostrata a Michael dicendogli: " Ecco, questa è la mia bacchetta magica!".

L'uomo aveva osservato con curiosità quel pezzetto di legno poi aveva allungato un dito per sfiorarlo ma all'ultimo ci aveva ripensato.

Guardando la moglie aveva detto: " Posso toccarla o rischio di essere fulminato?".

Luna aveva ridacchiato poi aveva avvicinato la bacchetta verso di lui, che l'aveva presa tra le mani.

Michael osservato bene quel pezzetto di legno, saggiandone la flessibilità e la consistenza poi l'aveva ridata indietro a sua moglie.

La biondina aveva puntato la bacchetta verso il letto poi aveva fatto un movimento con il polso e aveva mormorato: " Wingardium leviosa!".

Sotto gli occhi esterrefatti di Michael, il cuscino posto nel lato dove lui dormiva, si era sollevato dal materasso e aveva preso a fluttuare nell'aria, sfidando ogni legge della fisica.

L'uomo non riusciva a staccare lo sguardo da quell'ammasso di stoffa e piume e dopo aver racimolato un pò di coraggio, aveva allungato la mano passandola sia sotto che sopra al cuscino, con il solo ed unico scopo di verificare la presenza o l'assenza di fili.

Luna aveva poi rifatto di nuovo lo stesso movimento e il cuscino era tornato dolcemente al suo posto.

Michael era scioccato e sembrava che non riuscisse a reagire a nessuno stimolo, allora la biondina aveva deciso di osare ancora di più e dopo aver afferrato un bicchiere, l'aveva lasciato cadere a terra.

Al contatto con il pavimento, la stoviglia di vetro si era fatta in mille pezzi e lo schianto aveva risvegliato l'uomo, che aveva guardato stralunato la moglie.

La ragazza aveva puntato la bacchetta verso il bicchiere e dopo aver mormorato un: " Reparo!", Michael lo aveva visto riunirsi e tornare tutto intero.

" Oh porcaccia di quella miseria!" aveva detto l'uomo facendo un balzo indietro poi aveva spalancato gli occhi e come se avesse compreso solo ora quello che la moglie gli aveva detto, aveva mormorato: " Tu... tu sei una vera strega!".

Luna aveva annuito tremando, perchè temeva sinceramente che suo marito le dicesse di fare le valigie e di sparire dalla sua vita.

L'uomo dopo un attimo di silenzio aveva detto: " Credo che in sette anni di scuola, non vi abbiano insegnato solo a far volare cuscini o a riparare dei bicchieri, non è così?".

Luna aveva sorriso poi aveva risposto: " No, direi proprio di no!

Faccio mie le parole che disse un professore al nostro primo anno e cioè - Io vi posso insegnare come stregare la mente e irretire i sensi.

Posso dirvi come imbottigliare la fama, approntare la gloria e finanche mettere un fermo alla morte.

Questo per spiegarti che la magia non ha limiti; possiamo fare molte cose, dalle più semplici come quelle che hai appena visto a quelle più complicate.

Con la magia possiamo visitare, guarire le ferite, cancellare le cicatrici, cambiare forma alle cose e agli animali, viaggiare nel tempo, chiedere aiuto, leggere nella mente ma possiamo anche fare del male, torturare, obbligare gli altri ad agire come noi vogliamo e addirittura uccidere.

Ovviamente questo non è il mio caso, perchè io sempre usato la mia magia, per scopi del tutto positivi!".

Michael si era passato una mano tra i capelli poi aveva chiesto: " E anche Hope saprà fare queste cose?".

La ragazza aveva annuito poi aveva aggiunto: " Si ma lo potrà fare solo dopo aver avuto la sua bacchetta ed aver iniziato la scuola, cosa che non avverrà prima degli undici anni!".

L'uomo aveva annuito poi però aveva spalancato gli occhi e con la voce stridula, aveva detto: " Mi stai dicendo che mia figlia dovrà andare in questa Ovvorts e che non la potremo vedere per un sacco di mesi?".

Luna, parzialmente rincuorata dal fatto che Michael avesse definito Hope " mia figlia", gli aveva preso le mani e aveva detto: " Dovrà si andare a scuola ma non lo farà ad Hogwarts ma nella sua patria.

Anche voi francesi avete la vostra scuola di magia, si chiama Beauxbatons  ed è sita vicino alla città

di Cannes, nel sud della Francia!".

L'uomo aveva esalato un malcelato sospiro di sollievo poi si era lasciato cadere a sedere sul letto, gettando di sottecchi un timoroso sguardo al suo cuscino, temendo forse che questo si animasse all'improvviso, tentando di soffocarlo.

Dopo qualche istante di silenzio, Michael aveva chiesto: " E ora che cosa dobbiamo fare? " e di fronte allo sguardo perplesso della moglie, aveva aggiunto: " Voglio dire, come ci dobbiamo comportare con gli altri? Pensi che sia il caso che anche loro sappiamo di tutto questo?".

Luna aveva scosso la testa prima di dire: " No, per ora è meglio tacere.

Io ho già contravvenuto alle leggi del mio mondo parlando con te, perchè voi non dovreste sapere dell'esistenza della magia ma non potevo perderti.

Tu mi sei stato accanto fin dall'inizio, aiutandomi nel peggiore momento della mia esistenza.

Mi hai amato senza riserve, pur non sapendo nulla di me e il minimo che ti meritavi era la sincerità da parte mia.

Se anche gli altri venissero a conoscenza della cosa e questo giungesse alle orecchie del Ministero della Magia, potrebbero congelarmi i poteri o nel peggiore dei casi, Harry potrebbe scoprire di essere il padre di Hope e tentare di portarcela via.  

Se la perdessi, potrei morirne e questo non deve assolutamente accadere!".

L'uomo aveva annuito poi aveva sporto la mano verso la moglie, che timorosa l'aveva afferrata.

Dopo averla tirata verso di se, l'aveva fatta sedere sul letto e l'aveva abbracciata poi aveva detto:

" Amore, voglio che tu sappia che sono veramente orgoglioso di te e sono onorato di essere

tuo marito e il padre di tua figlia!

Proteggerò te e Hope con tutte le mie misere forze di... babbano e non permetterò mai che lui possa mettere nuovamente le sue insulse mani su di voi!".

Luna lo aveva abbracciato con trasporto poi un pò più serena, aveva detto: " Ora che mi sono tolta questo orribile peso che mi tormentava il cuore, posso finalmente tornare ad usarlo e la prima cosa che voglio fare è dirti ciò che provo.

Io ti amo, Michael James Potter e sono assolutamente fiera di essere tua moglie!".

Gli occhi dell'uomo aveva brillato di una felicità assurda mentre la stringeva a se, coinvolgendola in un bacio passionale.

 

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Capitolo 5
*** Una piccola e magica bambina ***


Ciao ragazze vi do il benvenuto nel mondo di Luna e Hope che anche questa settimana vi invitano a vivere insieme a loro le avventure che vivranno.

So che sono di parte ma ragazzi guardate che bella è Hope nella prima foto.

Da mangiare di baci.

Vabbè sclero quotidiano a parte, vi lascio alla lettura.

Grazie per tutto l'affetto e l'appoggio che mi dimostrate ogni volta, ne sono davvero onorata.

Baci Lorian

 

Capitolo 5 - Una piccola e magica bambina

 

Erano passati due anni, dal giorno in cui Luna aveva rivelato la sua vera natura a suo marito e la piccola Hope cresceva in bellezza e salute, sotto gli occhi amorevoli di sua madre e quelli orgogliosi di suo padre.

I suoi capelli biondissimi e gli occhi di un particolare verde cangiante, erano la gioia e allo stesso tempo, la dannazione di Michael.

La gioia, perchè bastava solo che le persone vedessero quello splendore per rimanerne incantati e la dannazione, perchè la piccola despota aveva compreso il suo potere e ne approfittava subdolamente.

Era diventata la mascotte ufficiale dell'hotel e tutti, Laverne per prima, facevano a gara per coccolarla e viziarla.

Con grande fortuna di Michael e Luna, la piccola Hope non aveva più manifestato i suoi poteri o per lo meno, questo non era successo davanti agli occhi di altre ignare persone.

La bionda con il passare del tempo si era tranquillizzata, perchè questo voleva dire che il loro segreto era al sicuro.

Un pomeriggio, Luna era entrata nell'ufficio del marito e dopo essersi chiusa la porta alle spalle, aveva tirato fuori la bacchetta da sotto il maglione e aveva compiuto alcuni gesti secchi e precisi.

Michael aveva sgranato gli occhi: in quegli anni sua moglie, aveva usato raramente la magia e lui non ci era ancora abituato.

Si girò a guardare il suo ufficio, facendo scorrere lo sguardo dappertutto, per vedere se qualcosa fosse cambiato.

Poi vedendo che ogni cosa era rimasta uguale, si era alzato ed era andato vicino ad uno specchio rivolgendo lo sguardo su di se ma anche in quel caso, tutto era rimasto identico.

Sbuffando aveva portato gli occhi sulla donna e le aveva rivolto uno sguardo interrogativo poi le aveva chiesto: " Potresti dirmi che hai fatto? Tutto è rimasto come prima ma io ti ho visto agitare quel legnetto e quindi qualcosa l'hai commessa! ".

Lei aveva sogghignato poi si era seduta tranquillamente sulla poltrona, dopo aver posato la bacchetta sul ripiano della scrivania e con voce calma e pacata aveva detto:

" Ho solo sigillato l'uscio ed imperturbato l'ambiente, in modo da poter parlare senza che nessuno ci senta!".

Michael aveva tirato un sospiro di sollievo poi aveva annuito e si era diretto verso la sua sedia borbottando a mezza voce: " Mai, io non mi abituerò mai!".

Non appena si era seduto, si era rivolto verso Luna e aveva detto: " Bene, sono qui e ti ascolto; che

mi devi dire?".

La ragazza aveva annuito poi aveva detto: " Secondo la legge magica, anche se Hope ha solo due anni, bisogna iniziare a presentare le pratiche per iscriverla alla scuola di magia di Beauxbatons.

Ci sono diversi passaggi da eseguire perchè la sua pratica vada a buon fine ed è bene seguirli tutti."

L'uomo seppur teso, aveva annuito e lei aveva ripreso a parlare: " Verranno richiesti anche i tuoi documenti oltre che quelli miei ed è proprio di questo che ti volevo parlare!".

Michael aveva annuito nuovamente e le aveva fatto cenno di parlare.

Luna, aveva ripreso dicendo: " I miei documenti si trovano ancora a Londra e devo andare al Ministero inglese per richiederli.

Ovviamente per Ministero, intendo quello magico e non quello babbano.

Mi piacerebbe molto se tu e Hope, veniste con me! Purtroppo non ti sarà permesso entrare nel mio mondo e tantomeno voglio che ci entri nostra figlia.

Il pericolo che la possa vedere Harry è troppo alto e io non voglio correre nessun rischio.

Non voglio lasciare Hope qui; anche se so che Laverne, Yvette e Suzanne se ne prenderebbero cura egregiamente, c'è sempre il rischio che lei possa fare qualche magia involontaria e il caos scoppierebbe sovrano!".

Michael aveva sorriso e Luna aveva continuato: " Tu e lei potreste aspettarmi in hotel e poi se ti va, potremmo girare un pò Londra!".

L'uomo si era alzato dalla sua scrivania poi si era avvicinato a sua moglie e dopo averla presa per le spalle, l'aveva tirata su.

Con delicatezza l'aveva baciata e le aveva detto: " Sono sincero se ti dico che ero curioso di vedere il tuo mondo ma comprendo il problema e sarò contento di vedere la capitale inglese insieme alla mia principessa e alla mia regina!".

Luna era scoppiata a ridere e dopo aver dato un altro bacio al marito, saltellando come una bimba era uscita dal suo ufficio.

Tre giorni dopo, la famigliola era pronta a partire; Michael aveva dato le consegne della direzione a sua zia Laverne, in modo che si potesse occupare di tutto durante la sua assenza.

Dopo aver salutato tutti, erano usciti per la strada.

Luna tirava dietro di sé un grande trolley mentre suo marito, teneva tra le braccia la piccola Hope.

Ad un tratto la biondina si era fermata e si era girata verso l'uomo, dicendo: " Volevo chiederti se ti andrebbe di smaterializzarti!".

Michael aveva spalancato gli occhi a dismisura poi con la voce tremante, aveva detto: " Ti riferisci a quella cosa di cui mi hai parlato? Cioè quella che ti fa spostare da un posto all'altro, in pochi secondi?".

Luna aveva annuito e lui si era passato una mano tra i capelli poi aveva detto: " Figo ma... non sarà pericoloso per Hope? E' così piccola!".

La bionda aveva scosso la testa poi aveva risposto: " Si è vero, è piccola ma non dimenticare che nostra figlia è una strega e la sua tempra è molto più forte di quello che credi!".

Michael aveva borbottato a mezza voce: " Giusto, è una strega! Tendo sempre a dimenticarlo" poi tornando a guardare sua moglie aveva chiesto: " E come funziona questa cosa? Farà male?".

Luna dopo aver scosso la testa, aveva detto: " No, non fa male! Sentirai solo una strana sensazione allo stomaco.

Un pò come quella che abbiamo sentito, quando siamo andati su quella giostra veloce!".

Lui aveva spalancato gli occhi poi aveva detto: " Intendi le montagne russe?" e lei aveva annuito dicendo: " Si, proprio quelle! Sentirai un leggero strappo e un senso di vuoto allo stomaco ma poi tutto finirà, prima ancora di avere il tempo di accorgertene.

L'importante è che tu non lasci mai la mia presa; dovrai abbracciare stretto sia me che Hope e al resto ci penserò io!".

" Ok allora, buttiamoci!" aveva detto con un sospiro Michael poi si era avvicinato a sua moglie, abbracciandola stretta insieme alla bambina.

Luna lo aveva guardato poi aveva detto: " Perfetto amore; ora chiudi gli occhi e cerca di svuotare la mente!".

L'uomo lo aveva fatto, immaginando dentro la sua testa un grande muro bianco e tenendo gli occhi sigillati, aveva sentito la voce di Luna dire: " 20 Mercer Street, Covent Garden, London!".

All'improvviso, uno strappo all'ombelico gli aveva mozzato il respiro e il senso di vuoto allo stomaco che gli aveva predetto Luna, era arrivato inesorabile.

Aveva stretto ancora di più sua moglie, timoroso che succedesse qualcosa di brutto quando ad un tratto quella strana sensazione era cessata e lui aveva sentito Luna, dire: " Apri gli occhi Michael!".

L'uomo aveva grugnito poi aveva detto con la voce supplichevole: " Sicura che posso farlo? Non è che mi ritrovo trasformato in un rospo?".

Luna era scoppiata a ridere poi aveva detto: " Anche se succederebbe, non dimenticare che sono una strega ed è in mio potere, sistemare tutto!".

" Lo so " aveva detto testardo l'uomo " ma davvero non mi piacerebbe gracidare in uno stagno!".

Hope aveva riso insieme a sua madre poi aveva detto: " Papà roppo!".

Michael aveva sorriso poi aveva sbuffato dicendo: " Grazie amore per il supporto morale ma non mi sei di aiuto!".

Per buona misura aveva continuato a stringere sua moglie ma si era azzardato a sollevare le palpebre.

Quando si era guardato attorno, aveva spalancato gli occhi dicendo: " Ma dove diamine siamo?" e Luna sogghignando gli aveva risposto: " A Londra, in un vicolo vicino a Covent Garden!".

L'uomo aveva aperto la bocca scioccato poi aveva detto: " Mi stai prendendo in giro?" e lei dopo

aver scosso la testa, aveva risposto: " No, guarda tu stesso!".

Michael aveva fatto qualche passo e uscendo da quel vicolo, si era trovato di fronte al Radisson Blu Edwardian Mercer Street, l'hotel che avevano prenotato.

Dopo essersi passato una mano tra i capelli, l'uomo aveva detto: " Oh porca miseria, questa cosa è quasi meglio del Concorde!", scatenando le risate della moglie.

Mentre si avviavano verso l'hotel, Luna aveva detto: " A pochi passi da qui, c'è Charing Cross Road. In quella via sorge il Paiolo magico che visto dal lato babbano è un locale malfamato, poco frequentato ma per noi maghi rappresenta l'ingresso a Diagon Alley e al mondo della magia.

Dopo che vi avrò lasciati in hotel, andrò direttamente al Ministero, perchè prima concludo questa storia e prima potrò tornare a respirare."

Michael aveva annuito e per trasmetterle un pò di forza, le aveva afferrato la mano stringendola con vigore.

Dopo circa due ore, Luna si aggirava per i lunghi corridoi del Ministero alla disperata ricerca della

maledetta stanza che le avevano indicato all'ingresso.

Ad un tratto si era sentita chiamare e con un solo gesto del corpo, si era voltata trovandosi davanti una sorridente Ginny.

Per un attimo, Luna si era dimenticata che quella simpatica rossa era ora la moglie ufficiale del padre di sua figlia e l'aveva stretta in un forte abbraccio.

Quando si erano separate, si erano guardate ed erano scoppiate a ridere come ai vecchi tempi.

Poi Ginny le aveva chiesto: " Ma che fine hai fatto Luna? Non ti abbiamo più visto.

Sai che io ed Harry ci siamo sposati?" e con quelle parole, tutto il dolore era nuovamente esploso nel cuore della biondina.

Esteriormente, la ragazza non aveva fatto trasparire nulla ma dentro fremeva dalla voglia di urlare contro alla sua vecchia amica, che lo sapeva eccome.

Facendosi forza, le aveva rivolto un sorriso falso come quel Giuda che aveva nominato qualche volta Hermione poi le aveva detto: " Auguri ma come mai sei qui oggi?".
La piccola di casa Weasley aveva sorriso poi le aveva risposto: " Siamo venuti per richiedere alcuni documenti per nostro figlio.

E' nato nove mesi fa e si chiama James come mio suocero e Sirius come il padrino di Harry!".

Luna le aveva fatto i suoi complimenti, sempre mantenendo sulla bocca quel sorriso di circostanza, che era poi diventata una smorfia indefinita, quando aveva visto Harry che da lontano si avvicinava con un bambino tra le braccia. 

Lui si era raggelato quando l'aveva vista e Luna scommetteva sul fatto che stava anche sudando freddo, per il timore che in un impeto di rabbia, lei spifferasse tutta la loro tresca a sua moglie.

La bionda non aveva faticato ad ammettere a se stessa, che il pensiero l'aveva sfiorata ma poi nella sua mente, era apparso il sorriso sdentato della sua bellissima bambina e quello amorevole di suo marito e aveva capito, che non ne valeva davvero la pena.

Harry Potter, che era stato prima un suo amico poi il suo amante ed infine il padre inconsapevole di sua figlia, non meritava che lei si struggesse di dolore e prostrazione.

Decise che l'avrebbe ignorato ed infatti, quando lui aveva raggiunto sua moglie e la sua ex amante, lei gli aveva rivolto solo un occhiata superficiale poi non lo aveva degnato più di uno sguardo puntando invece gli occhi sul bambino, che sorrideva tra le braccia del padre.

James Sirius Potter, il fratellastro della sua Hope.

Luna aveva sentito uno scoppio simbolico, devastarle il petto; ciononostante sorrise lievemente, alla vista di quella meraviglia con i capelli castani e gli occhi di suo padre.

Gli stessi occhi che aveva la sua piccola bambina.

Sorridendo dentro di se, Luna si era chiesta se fosse un marchio di fabbrica del grande Harry Potter.

Non aveva altro segno da trasmettergli visto che dopo la morte di Voldemort, la sua leggendaria cicatrice si era dissolta nel nulla.

A fatica aveva staccato gli occhi da quella creatura e li aveva riportati su Ginny, dicendo: " Complimenti è davvero un bellissimo bambino" poi dopo una piccola pausa aveva continuato " Ora se mi perdoni devo salutarti.

Devo sbrigare alcune pratiche urgenti e devo tornare da chi mi aspetta!".

Poi senza dare alla rossa il tempo di ribattere, si era allontanata verso gli ascensori.

Ginny l'aveva guardata allontanarsi poi si era rivolta verso il marito e aveva detto: " Harry, Luna non ti è sembrata strana?".

Lui aveva alzato le spalle poi portando gli occhi verso il punto dove era scomparsa la bionda, aveva detto: " Non più del solito Ginny.

Sai come è fatta Luna; è sempre stata stramba e a volte ha rasentato i limiti della follia.

Ma noi le volevamo bene e l'accettavamo anche con tutti i suoi difetti!".

Poi riportando lo sguardo verso la moglie, le aveva passato James e aveva detto: " Amore, torna a casa con il piccolo.

Io devo sbrigare ancora alcune cose qui poi non appena ho finito, vi raggiungo!".

Lei aveva annuito con un sorriso poi gli aveva dato un dolce bacio e stringendo forte il bambino, si era smaterializzata.

Non appena sua moglie era sparita, Harry si era lanciato di corsa dietro a Luna.

Non sapeva dove diavolo fosse andata ma aveva fatto in tempo a vedere, che la bionda aveva

premuto il pulsante del secondo livello, quello dove c'erano l'ufficio per l'uso improprio delle arti magiche, il quartier generale degli Auror e i servizi anagrafici del Wizengamot.  

Una volta arrivato lì, aveva cominciato a cercare in ogni ufficio fino a quando l'aveva intravista al bancone dell'ufficio anagrafe.

Con la bacchetta si era lanciato addosso un incantesimo di disillusione e si era avvicinato a lei, per scoprire che cosa stesse facendo.

L'addetta all'ufficio si era rivolta alla ragazza, chiedendole il motivo della sua presenza e la risposta che Luna le aveva dato, aveva mozzato il respiro del ragazzo sopravvissuto.

" Sono qui per ritirare i documenti miei e di mia figlia!".

Harry aveva sentito il suo cuore accelerare di botto poi aveva stretto i pugni e si era messo in ascolto.

La donna aveva chiesto a Luna: " Mi da il nome della bambina!" e la biondina aveva risposto:

" Hope, Hope Potter!".

Diamine! Harry era certo che Voldemort, dal buco nero d'inferno nel quale si trovava, stesse rotolandosi per le risate.

Lui e Luna avevano fatto una figlia? E se si, perchè lei non glielo aveva detto? Ma sopratutto l'eroe del mondo magico, tremava al solo pensiero che se la notizia fosse giunta alle orecchie di Ginny, sarebbe successa una tragedia.

La segretaria aveva poi domandato: " Maternità e paternità della bambina!" e Luna le aveva risposto: " Maternità Luna Lovegood e paternità...".

Harry non aveva sentito nient'altro, perchè in preda ad una forte nausea, si era smaterializzato fuori dall'ufficio.

Era finita, per lui era finita! Era certo che quella sciacquetta della segretaria, non avrebbe perso tempo per divulgare quel maledetto pettegolezzo e l'unico risultato che lui avrebbe ottenuto, sarebbe stato quello di perdere tutto: fama, gloria, onore e sopratutto famiglia.

Dieci minuti dopo, Luna con in mano diversi documenti, era uscita dall'ufficio e si era diretta verso i corridoi, per prendere l'ascensore.

All'improvviso una mano l'aveva afferrata per un braccio mentre un altra le tappava la bocca per impedirle di urlare e con una stretta forte e micidiale, l'aveva tirata dentro ad una stanza.

Davanti agli occhi spalancati di Luna, era apparso un furioso Harry Potter che senza perdere tempo le aveva chiesto: " Che diavolo significa? Chi è Hope e perchè non mi hai detto che abbiamo avuto una figlia?".

Luna dopo aver superato la fase di choc, gli aveva riso in faccia e con uno schiocco di dita, si era smaterializzata, lasciando che l'urlo spaccatimpani di Harry, si propagasse nei corridoi del Ministero.

 

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Capitolo 6
*** Gli anni passano e si arriva a Beauxbatons ***


Ciao ragazze vi do il benvenuto al nuovo appuntamento con la mia fiction.

Oggi fare qualche salto temporale per assistere alla crescita della piccola Hope che si preparerà al suo ingresso nel mondo magico.

Come sempre, anche se sono ripetitiva, vi ringrazio di vero cuore per il vostro affetto.

Baci Lorian

 

Capitolo 6 - Gli anni passano e si arriva a Beauxbatons

 

Dopo il rientro in hotel, Luna non aveva detto una sola parola.

Michael aveva compreso che era successo qualcosa ma aveva deciso che, come sempre,  le avrebbe lasciato i suoi spazi, rispettando i suoi tempi.

Quando nel pomeriggio la bionda aveva messo a letto la piccola Hope, aveva preso per mano il marito e l'aveva tirato verso di se poi si era seduta con lui sul divano e con la voce tetra, gli aveva raccontato quello che era successo.

Ad un certo punto, lei gli aveva detto: " Sai che cos'è che mi ha fatto stare più male?" e quando lui aveva scosso la testa, Luna aveva continuato: " E'stato l'aver visto quel bambino e come lui se ne occupava!".

Michael si era irrigidito e la biondina gli aveva preso la mano sinistra e aveva accarezzato la fede posta nell'anulare poi aveva detto: " Non fraintendermi, tu sei il padre migliore che Hope poteva avere e non esagero, se dico che sei addirittura meglio di Harry stesso!

Non parlo per gelosia ma per inquietudine! Hope dovrebbe avere gli stessi diritti di James ma invece per il mondo magico, lei non esiste!

So che in parte è colpa mia, perchè sono scappata e ho deciso di rinunciare alla magia pur di non tornare.

Sono stata una vigliacca ma ero davvero a pezzi e se adesso posso nuovamente ridere è solo grazie a te!".

L'uomo l'aveva fissata in silenzio con gli occhi che gli splendevano dall'emozione e sua moglie aveva ripreso a dire: " Nel momento più nero, ho trovato te al mio fianco, non di certo lui.

Il grande eroe si è preso gioco dei miei sentimenti, mi ha usata approfittandosi di ciò che sentivo, ha succhiato tutta la mia essenza vitale e quando si è divertito abbastanza, mi ha pugnalato alle spalle.

Apparteneva ad un altra e non me lo ha detto; l'ha sposata e neppure per un attimo ha pensato a me.

Ha creduto che bastasse avermi chiesto scusa, per lavarsi la coscienza e non si è minimamente preoccupato di dove fossi andata a finire.

La mia scomparsa era una manna dal cielo per lui, che probabilmente temeva qualche ritorsione da parte mia.

Ha svenduto tutto ciò che pensavo di aver creato e mi ha abbandonato, senza farsi alcuno scrupolo.

Tu invece ci sei sempre stato: prima come datore di lavoro poi come amico ed infine come marito e padre di nostra figlia.

Sei un uomo speciale e so che sarai sempre al fianco mio e di Hope e che ci proteggerai con tutte

le tue forze e di questo non posso che esserti grata!".

Michael aveva annuito poi si era chinato verso sua moglie e dopo averle dato un bacio dolcissimo, le aveva detto: " Mai, non vi lascerò mai!".

I due sposi di comune accordo, avevano rinunciato al loro giro a Londra, perchè Luna temeva che Harry la facesse cercare ed erano tornati con la loro bambina ad Aix-en-provence.

Gli anni avevano ripreso a scorrere sereni e la svampita biondina, aveva relegato in un angolo del suo cervello quello che era successo.

Si era recata da sola a Vallauris, un comune francese situato nel dipartimento delle Alpi Marittime e confinante con Cannes.

Dopo aver passeggiato per qualche ora come una normale turista, aveva raggiunto l'avenue des Frères Roustan ed era entrata nel ristorante Nounou.

Aveva fatto un cenno al proprietario per fargli comprendere che era una strega e lui, dopo aver annuito le aveva fatto segno di seguirlo.

Lei lo aveva fatto e l'uomo, che era un magonò, l'aveva portata davanti ad una porta dicendole:

" Una volta dentro, si avvicini al muro e colpisca per tre volte con il palmo aperto della mano, la quinta piastrella in alto a destra e le si aprirà il passaggio che la porterà nel mondo magico.

Quando avrà finito quello che deve fare, si avvii verso la place des Rebelles e una volta giunta lì, potrà smaterializzarsi dove vuole!".

La ragazza lo aveva ringraziato e l'uomo, dopo averle sorriso cordialmente, si era allontanato.

Luna era entrata nel piccolo bagno e dopo aver individuato la piastrella giusta, aveva fatto quello che l'uomo le aveva detto.

Il muro davanti a lei, si era dissolto come nebbia al sole e la bionda era entrata nel mondo magico francese.

Dopo mezz'ora, aveva consegnato tutta la documentazione all'addetta del Ministero magico francese e adesso poteva tornare finalmente a casa, da sua figlia e suo marito.

Aveva iniziato a gettare le basi per il cammino che la sua bambina avrebbe dovuto percorrere; certo, insieme a Michael le sarebbe stata accanto per sempre ma sarebbe toccato a lei scegliere il suo futuro.

Luna aveva deciso che non avrebbe mai nascosto la verità ad Hope: voleva che sua figlia sapesse chi era veramente suo padre, perchè comprendesse per bene la relazione tra gli eventi.

Non aveva mai creduto che con le bugie si ottenesse qualcosa, anzi.

Era sempre stata una fautrice della verità e ora non poteva cominciare a mentire proprio con sua figlia.

Hope si meritava la sincerità e per Merlino e Morgana, l'avrebbe avuta.

Più decisa e fiera delle sue scelte, la bionda si era smaterializzata per tornare ad Aix-en-Provence.

Un altro anno era trascorso e Hope diventava ogni giorno più bella.

I suoi occhi ti sapevano leggere dentro e le bastava un sorriso per conquistare il cuore della gente.

Luna era fiera del fatto che sua figlia fosse così sveglia; alla donna bastava spiegare una sola volta un concetto, che lei lo apprendeva velocemente facendolo suo.

La bionda era certa che se Hope fosse andata a Hogwarts, sarebbe stata smistata a Corvonero per la sua estrema intelligenza.

La bambina aveva una predilezione per il padre che a sua volta l'adorava come non mai; si faceva

fare di tutto dalla sua piccola principessa, senza mai lamentarsi né sbuffare.

Michael era stato d'accordo con sua moglie, quando lei gli aveva detto che voleva rivelare ad Hope la verità, anche se intimamente era terrorizzato di perdere l'affetto di quella che per lui, era a tutti gli effetti sua figlia.

In comune accordo con Luna, l'uomo aveva deciso che avrebbero aspettato ancora qualche anno prima di dire la verità a Hope, perchè volevano che lei comprendesse per bene ogni passaggio.

Il momento giusto, era arrivato quando la bambina aveva compiuto sette anni.

Era una fredda giornata d'inverno e la famigliola era appena rientrata da una passeggiata fatta in centro.

Luna che si era messa d'accordo con il marito, aveva preso per mano la sua bambina e seguite da Michael erano entrate nell'ufficio della direzione.

L'uomo prima di chiudersi la porta alle spalle, aveva detto a Yvette che non voleva essere disturbato per nessun motivo al mondo.

Per buona misura, Luna aveva sigillato l'uscio ed imperturbato l'ambiente.

La piccola Hope era già stata informata del fatto di avere dei poteri particolari e sopratutto le era stato intimato di non usarli mai davanti a nessuno, tranne che a mamma e papà.

La bambina era molto coscienziosa e aveva sempre obbedito agli ordini dei suoi genitori.

Ora rimaneva solo da svelarle il segreto più grande e anche se dentro di se Luna tremava, aveva deciso che fosse più che giusto che sua figlia conoscesse tutta la verità.

Con parole semplici e comprensibili, le spiegarono le sue origini e Hope alla fine del discorso, tacque per qualche minuto.

Sembrava che stesse riflettendo su tutte le cose sentite poi con una faccia seria e concentrata, aveva detto: " Non mi interessa chi sia quell'uomo!".

Poi rivolgendo lo sguardo verso Michael, aveva detto: " Io ho un solo padre e quello sei tu!".

L'uomo le aveva sorriso con il cuore che batteva forte e le lacrime agli occhi poi si era alzato dalla sedia, aveva fatto il giro della scrivania ed era corso ad abbracciare quella piccola donna.

Con la voce accorata le aveva detto: " Piccola Hope, tu sei mia figlia e sempre lo sarai.

Anche se nelle nostre vene non scorre lo stesso sangue, per quanto mi riguarda è come se ti avessi creato io!".

Sia la donna che il marito si sentivano più sollevati, perché la bambina aveva reagito meglio di quello che credevano ma poi il loro cuore si era fermato, quando lei aveva chiesto: "Che cos'ha suo figlio più di me?".

Luna aveva stretto i pugni poi aveva risposto: " Nulla amore mio! Tu non hai nulla di meno ma devi considerare che lui non sa neppure che esisti.

Credimi, non lo sto giustificando ma credo che se lui sapesse che sei sua figlia, ti vorrebbe bene come a James!".

La bionda sapeva di mentire, perchè la reazione di Harry quando aveva sentito il nome di sua figlia, non era stata delle migliori ma questo non poteva dirlo alla sua bambina.

Hope aveva annuito alle parole di sua madre poi, dopo aver dato un bacio ad entrambi i suoi genitori, si era alzata e aveva chiesto il permesso di ritirarsi.

Luna aveva annuito e con un gesto della bacchetta, aveva sbloccato la porta.

Quando la bambina era uscita, Michael si era avvicinato alla finestra e guardando fuori, aveva

detto: " Tu pensi che abbia realmente compreso quello che le abbiamo detto? Non è stato troppo presto? Forse avremmo dovuto aspettare qualche altro anno!".

Luna lo aveva raggiunto e dopo averlo abbracciato da dietro, gli aveva risposto: " Sta tranquillo amore, sono sicura che nostra figlia abbia capito per bene la situazione.

E' sempre stata una bambina intelligente e giudiziosa.

So che la sua non è stata la reazione che ci aspettavamo ma probabilmente, deve ancora somatizzare tutto.

L'importante è che quando avrà bisogno di aiuto, noi saremo al suo fianco!".

Michael aveva annuito, sempre tenendo lo sguardo fisso fuori dalla finestra poi aveva tirato un grosso respiro e si era girato verso Luna.

Dopo qualche secondo di silenzio, aveva sorriso e aveva detto: " Hai sentito le sue parole, Luna?

Ha detto che lei ha un solo padre e che quello sono io! Non c'è dichiarazione d'amore più grande, credimi e io sono davvero orgoglioso che lei sia mia figlia!".

Luna aveva annuito poi aveva dato un bacio dolcissimo a suo marito.

Un altro anno era passato e la piccola Hope sembrava aver accusato bene il colpo, sulla verità della sua nascita.

L'amore che sentiva per Michael non era scemato neppure per un istante, anzi.

La piccola gravitava intorno a suo padre, cercandolo ogni istante, sopratutto quando rientrava da scuola.

Ora aveva otto anni e andava in terza elementare: era una bambina intelligentissima, che capiva al volo le cose, senza che ci fosse la necessità di rispiegargliele.

Hope sapeva che sarebbe andata nella scuola babbana fino a dieci anni poi si sarebbe trasferita a Beauxbatons e francamente non vedeva l'ora.

Lei, che era sempre stata giudiziosa, non aveva mai usato la magia davanti agli altri, perchè sua madre le aveva spiegato che i babbani non avrebbero potuto capire e che il Ministero non avrebbe approvato.

Luna era orgogliosa di sua figlia e del fatto che capisse la delicatezza della situazione.

Ogni volta che la guardava, ringraziava Merlino e tutti i fondatori, nonché suo marito di non aver abortito quando aveva scoperto di aspettarla.

Fortunatamente, a parte gli occhi, Hope le assomigliava come una goccia d'acqua e il fatto che non avesse molto di Harry, era un segno di tranquillità per lei.

Sua figlia era una bambina allegra e gioviale che legava con tutti e che aveva un sacco di amici, che a loro volta l'adoravano.

Certo il pensiero che presto sarebbe dovuta andare a Beauxbatons e che l'avrebbe vista solo poche volte, la faceva intristire ma Luna, sapeva che questo era necessario e se ne faceva una ragione.

Quando Hope aveva compiuto undici anni, erano andati Vallauris per accompagnarla a comprare, tutto quello che era necessario per la scuola.

Erano entrati per il passaggio nel bagno del ristorante Nounou e Luna aveva dovuto trattenere le risate, di fronte alla faccia sconvolta che Michael aveva fatto, quando il muro di fronte a loro si era dissolto.

Mentre camminavano per la Rue des marchands (1), la bionda aveva mostrato alla figlia e al

marito, il magico castello di Beauxbatons che si vedeva da lontano.

Sia Hope che Michael avevano spalancato la bocca, di fronte a quel magnifico spettacolo poi si erano allontanati per andare a fare compere.

Nella Boutique des les potions magique (2), avevano comprato tutto l'occorrente per permettere alla piccola Hope d'imparare l'arte del fare pozioni.

A Luna era venuto in mente Severus Piton e la passione che ci metteva nell'insegnare la sua materia, nonostante anche le pietre del castello di Hogwarts, sapevano che lui ambiva ad avere la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure.

Ne Le monde des livres (3), aveva preso tutti i testi scolastici che sarebbero serviti ad Hope e la bionda si era intristita, quando aveva ripensato a Hermione e alla gioia che avrebbero avuto i suoi occhi, davanti a tutti quei tomi pesantissimi.

La sua amica le mancava tanto e ogni volta che ci pensava, malediva Harry per quello che le aveva fatto e che le aveva tolto.

Allo Chaudron des le magicien (4), avevano acquistato il paiolo di peltro e Luna sorridendo, aveva ripensato a tutti quelli che aveva fatto saltare in aria Seamus Finnegan.

Poi nell'Atelier di Madame Flaubert, avevano preso le misure per la divisa magica che avrebbe indossato Hope, che era composta da una camicia, una gonna e una giacca tutte rigorosamente azzurre.

Inoltre c'era un vezzoso cappellino dello stesso colore e delle scarpe bianche e nere.

Michael aveva guardato sua figlia con i lucciconi negli occhi, quando la bambina era apparsa con la divisa addosso.

Con molta probabilità, solo in quel momento l'uomo stava realmente realizzando, che la sua Hope sarebbe stata lontana da lui per molti mesi.

Dopo diversi anni di matrimonio, Michael si era sottoposto ad alcuni esami e aveva scoperto di non poter avere figli quindi aveva riversato su Hope, tutto il suo grande amore.

Ne l'Usine des balais (5), avevano acquistato l'ultimo modello di scopa, la nuova Nimbus 2020.

Michael, di fronte alla consapevolezza che la sua bambina avrebbe volato su quel manco di legno, aveva dato di matto ma poi Luna era riuscito a calmarlo, dicendogli che non era affatto pericoloso e che prima di farlo, Hope avrebbe ricevuto un adeguato insegnamento.

Infine dopo che tutti gli acquisti erano stati quasi completati, l'allegra famigliola era andata a mangiare un boccone.

Dopo pranzo Luna aveva accompagnato Hope, a scegliere un animale da poter portare con lei a scuola.

La bambina, con il naso incollato alla vetrina dell'Hôtel des animaux (6), guardava estasiata tutti quegli animali che miagolavano, squittivano e abbaiavano, con il solo scopo di attirare la sua attenzione e farsi scegliere.

Alla fine, tra tutti gli altri, Hope aveva scelto un bellissimo gattino bianco come la neve e con gli occhi azzurri come il cielo.

Tra il piccolo animaletto e la sua nuova padroncina era stato amore a prima vista e Hope aveva deciso di chiamare la bestiola, Aurore de neige (7).

Ora era tutto pronto e Hope avrebbe dovuto solo aspettare il 1° settembre, per poter iniziare quella nuova avventura.

 

Note d'Autore:

 

1 - Rue des marchands = Via dei mercanti

2 - Boutique des les potions magique = Negozio delle pozioni magiche

3 - Le monde des livres = Il mondo dei libri

4 - Chaudron des le magicien = Il calderone dei maghi

5 - l'Usine des balais = L'officina delle scope

6 - Hôtel des animaux = Albergo degli animali

7 - Aurore de neige = Aurora di neve

 

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Capitolo 7
*** Un traguardo raggiunto ***


Ciao ragazze, vi do il benvenuto all'appuntamento con la mia e vostra storia.

Oggi faremo un bel salto nel tempo giungendo al momento in cui Hope si diplomerà a Beauxbatons.

Riusciremo ad analizzare il pensiero della ragazza e a prepararci a qualcosa che sta per arrivare, qualcosa di non esattamente bellissimo.

So che come mio solito lancio l'amo e poi non riavvolgo la lenza ma che volete farci, sono fatta così e mi piace l'idea di stuzzicarvi e di lasciarvi con la curiosità per il prossimo appuntamento.

Ora vi lascio al piacere della lettura.

Vi ringrazio per l'affetto che mi dimostrate e vi do appuntamento alla prossima settimana.

Baci Lorian.

 

Un traguardo raggiunto - capitolo 6

 

Da quel famoso 1° settembre, erano trascorsi ormai sette lunghi anni e quel giorno il 10 giugno, una bellissima e diciottenne Hope Potter si apprestava a festeggiare il suo diploma a Beauxbatons.

Era ormai una strega a tutti gli effetti, una brava in verità, con una certa predisposizione per la materia di pozioni.

La direttrice della sua scuola, la gigantessa Olympe Maxime era fiera di lei, perchè diceva che era una studentessa modello, pur senza trascendere nella secchioneria.

A Hope piaceva studiare ma non stava di certo tutto il tempo china sui libri, aveva molte amiche sincere, con cui usciva spesso per andare a passeggiare nel grande cortile della scuola e con le quali una volta al mese, andava a fare shopping, nel lato magico di Vallauris.

Hope era molto bella, con dei lunghi capelli biondi e dei sfavillanti occhi verdi e nonostante lei non era mai stata una ragazza vanitosa, non poteva non notare gli sguardi che gli altri ragazzi le lanciavano, quando scendeva in paese.

Le sue amiche le chiedevano sempre come mai non s'interessasse a nessuno e lei rispondeva sempre allo stesso modo: " Non sono quelli giusti!".

Era capitato a volte che le persone la guardassero in modo strano, non appena sentivano qual'era il suo cognome ma la ragazza alzava le spalle e alla domanda " Ma sei imparentata con il Salvatore del mondo magico?" lei rispondeva che non sapeva chi fosse quel tipo e che il suo papà era un babbano, che si chiamava Michael Potter.

In realtà, lei sapeva perfettamente chi era il cosiddetto Prescelto, sia perchè l'aveva studiato a scuola sia perchè per curiosità, aveva cercato notizie su di lui.

Una volta aveva visto su un giornale, una sua foto mentre riceveva un ennesima onorificenza e si era accorta di non provare assolutamente niente, se non una sensazione di vuoto assoluto.

A volte, ritornava a farsi presente la curiosità di conoscerlo e parlargli ma subito questa sensazione, veniva sopraffatta dal ricordo del sorriso di suo padre e delle lacrime di sua madre.

Lacrime che le aveva visto versare, quando un anno prima le aveva raccontato di come lui aveva reagito, alla possibilità della sua esistenza.

Luna, le aveva chiesto scusa per non averglielo detto subito ma le era sembrato davvero di cattivo gusto, dirglielo quando era una bambina.

Hope aveva provato una grande rabbia verso quell'uomo e aveva sentito un fuoco enorme

devastarle il torace ma facendosi forza, aveva annuito sorridendo, per non far stare male sua madre ancora di più.

E oggi in quel giorno festoso, finalmente lei si sarebbe diplomata e avrebbe avuto al suo fianco entrambi i suoi genitori.

Aveva dato gli esami la settimana precedente e ne era uscita con dieci Eccezionale e tre Oltre ogni previsione.

Madame Maxime era andata in brodo di giuggiole di fronte a quei magnifici voti e quando Luna e Michael erano arrivati, per partecipare alla cerimonia dei diplomi, aveva passato quasi venti minuti a congratularsi per la bravura della loro figlia.

Insieme alla gigantessa, era presente anche il suo barbuto marito Hagrid che non appena aveva riconosciuto Luna, le aveva fatto i complimenti per l'intelligenza e bellezza della sua bambina.

Luna si era schernita, ringraziando Morgana che Hagrid, non avesse riconosciuto Hope come figlia di Harry.

D'altronde era praticamente impossibile, dato che a parte gli occhi, lei era la sua copia vivente.

Hope aveva avuto l'onore di chiudere la cerimonia, leggendo il discorso di commiato e si sentiva incredibilmente in soggezione, di fronte a quella miriade di occhi puntati su di lei.

Per farsi forza e trovare il coraggio di leggere quelle parole, che aveva scritto in una settimana di dubbi e nervosismi, aveva puntato gli occhi sulla madre che dalla platea, la guardava con orgoglio e tanto amore.

Perennemente abbracciata al suo adorato padre, Hope lo aveva portato con il permesso della preside, a visitare il castello spiegandogli tutto quello che era necessario che l'uomo sapesse.

Michael di fronte a quell'imponenza, si sentiva microscopico e avere diversi occhi puntati addosso, non lo aiutava minimamente.

Non voleva ammetterlo ad alta voce ma ogni volta che vedeva la preside di sua figlia, era sull'orlo di beccarsi un coccolone.

D'altronde chi non lo sarebbe stato, trovandosi di fronte ad una donnona alta 2 metri e 60 cm.

Era di certo uno spettacolo che non ti capitava di vedere tutti i giorni e lui, misero babbano, faticava a concepire cose strane come mezzi giganti, nani, draghi, ippogrifi e oggetti che volavano o sparivano.

Di comune accordo con Luna, aveva deciso di non voler sapere nulla di quel mondo, perchè era intimorito da quello che non riusciva a comprendere.

Sia sua moglie che sua figlia lo avevano capito e avevano accettato la sua decisione.

La spiccata diversità delle due donne, però non minava l'affetto e l'amore che sentiva per loro, anzi.

Le adorava letteralmente ogni giorno di più; Luna era la sua ragione di vita e sua figlia era il suo orgoglio.

Quel giorno, dopo aver concluso la cerimonia di consegna dei diplomi, Hope aveva ricevuto i saluti dalla preside e con i suoi genitori, quelli della sua migliore amica Clodette e altre persone era andata a festeggiare al ristorante.

La ragazza era euforica e non vedeva l'ora di rientrare a Aix-en-provence per riabbracciare Laverne, Yvette e Suzanne.

Loro erano la sua famiglia e anche se era costretta a mentirgli riguardo ai suoi poteri, non c'erano

persone che amasse di più.

Dopo aver parlato con Luna e Michael, Hope aveva deciso che si sarebbe presa un meritato anno sabbatico, prima di cercarsi un lavoro nella Vallauris magica.

Aveva già ricevuto delle offerte interessanti ma non voleva dover scegliere, avventatamente.

Arrivati al ristorante avevano cenato allegramente e ad un certo punto Luna, che nel frattempo si era cambiata, approfittando del fatto che sua figlia si fosse allontanata con Michael aveva chiesto a Clodette: " Tu sei una Purosangue?" e la ragazza le aveva risposto di si.

La donna allora aveva domandato: " Non ti crea problemi sapere che, Hope è una Mezzosangue? ".

Clodette, dopo averla guardata aveva risposto: " No signora Lovegood, non me ne importa niente!

La nostra famiglia si è sempre tenuta fuori da quegli schemi assurdi e retrogradi.

Mi è stato raccontato che al tempo della guerra magica, mia madre, mio padre e i miei nonni non condividevano le astruse idee della razza che voleva diffondere Voldemort, anzi.

Le trovavano disgustose e priva di ogni morale; l'orrore che avete vissuto voi a Londra è stato davvero enorme e quando ho sentito quei racconti, mi sono vergognata di essere una strega.

Nessuno si dovrebbe arrogare il diritto di scegliere o di decidere per gli altri.

Io so, che lei è stata una di quei ragazzi che ha lottato per la propria libertà individuale e l'ammiro molto per questo.

Hope le assomiglia tanto e sono davvero orgogliosa di esserle amica!".

Luna aveva sorriso a quella ragazza saggia e intelligente e dopo averle fatto una carezza, l'aveva ringraziata e si era alzata per raggiungere suo marito e sua figlia.

Mentre si avvicinava ai suoi amori, Luna li osservava; Michael teneva una mano sul fianco di Hope e la stringeva a se come se fosse la sua fidanzata.

Era evidente l'amore che l'uomo provava per la propria figlia e l'ex biondina svampita di Hogwarts, era orgogliosa del rapporto che avevano instaurato.

L'unione tra Michael e Hope non era mai venuta meno, neppure quando sua figlia aveva scoperto che quell'uomo magnifico, non era il suo vero padre biologico.

Anzi si era rafforzata, quasi che la ragazza temesse di perdere l'amore di quell'essere speciale ma Luna era certa che questo non sarebbe mai potuto accadere.

Michael stravedeva per sua figlia così come adorava sua moglie, con la quale era sposato ormai da diciotto lunghi anni.

Luna si era intristita al pensiero che suo marito non aveva potuto avere altri figli; quando avevano scoperto che lui era sterile, la bionda aveva visto passare un ombra nel bellissimo sguardo di Michael, ma era durata giusto qualche secondo prima che lui le dicesse: " Tutto l'amore che ho dentro, lo dedicherò a mia moglie e a mia figlia e del resto non mi importa!".

Luna sapeva che con molta probabilità quella non era del tutto la verità ma aveva preferito non indagare, per non farlo soffrire più del dovuto.

Quando era stata ad un passo da loro, Michael aveva tirato a se sua figlia e le aveva dato un tenero bacio sulla tempia poi, guardando sua moglie aveva detto: " Siamo stati davvero fortunati! Guarda che bellissima strega abbiamo cresciuto.

E' un angelo e io sono fiero di essere suo padre!".

Luna aveva annuito e sfoggiando un sorriso grande, aveva raggiunto i suoi due amori stringendoli forte a se.

Poi sempre tenendola per mano, Michael aveva fatto un buffissimo inchino a sua figlia e le aveva chiesto di ballare con lui.

Hope era scoppiata a ridere per quel gesto e aveva accettato con grande gioia.

Michael rivolgendosi a sua moglie aveva detto: " Lei permette vero?" e quando Luna sorridendo aveva annuito, lui aveva aggiunto: " Si tenga libera per dopo, perchè ho la seria intenzione di invitarla a ballare!".

Luna aveva sogghignato poi aveva risposto: " Oh, ne sarei onorata buon'uomo ma temo che mio marito sia molto geloso e vedendomi tra le sue braccia, potrebbe scatenare l'inferno e fare qualche scenata isterica!".

Hope era scoppiata a ridere per quelle frasi e Michael dopo aver sbuffato comicamente, aveva detto: " Non si preoccupi mia dolce donzella! Dica pure a suo marito che io sono del tutto innocuo e che non rinuncerò a ballare con lei!".

Luna aveva annuito sorridendo poi gli aveva mandato un bacio con la punta delle dita ed era rimasta a bordo pista mentre Michael e Hope, ballavano un lento dolcissimo.

Ad un tratto la musica si era arrestata e due bellissime torte al cioccolato, erano state portate dai camerieri e consegnate una a Hope e l'altra a Clodette.

I padri, orgogliosi delle loro figlie le avevano prese per mano e le avevano accompagnate vicino al tavolo dove erano state poggiate quelle meraviglie di pasticceria.

Michael aveva preso la mano di Hope mentre la ragazza si chinava a soffiare leggermente sulle candeline poste sopra la torta e leggeva la scritta che diceva:

" A Hope, la mia dolce streghetta!".

La ragazza era emozionata e dopo aver portato a termine quel compito, si era gettata tra le braccia dell'uomo dicendo: " Ti voglio un mondo di bene, papà!".

Michael l'aveva stretta forte a se, prima di rispondere: " Anche io piccola mia, anche io e non puoi immaginare quanto!".

La festa era continuata allegramente e mentre Luna si beava del forte sentimento che legava suo marito a sua figlia, la sua fervida immaginazione le aveva fatto vedere Harry al posto di Michael e si era fortemente sorpresa, di vedere quanto quella visione stonasse da morire.

Con il tempo si era davvero innamorata di quello splendido uomo, che l'aveva saputa capire accettando anche il suo mondo e il suo segreto.

Michael non aveva mai recriminato su cosa fosse e su quello che potesse fare e Luna gli era davvero grata di questo.

Lei aveva sempre evitato di usare la magia in sua presenza, anche perchè sapeva che l'uomo ne era intimidito, nonostante non si lamentasse mai.

Questa cosa non era pesata a Luna, d'altronde lei aveva imparato a muoversi come una babbana, quindi cercava di farne a meno il più possibile.

Solo quando sapeva che lui non c'era, la usava per sistemare la sua casa.

Piccoli tocchi di Tergeo, Aguamenti e Gratta e netta, atti solo a rassettare le stanze private e a mantenere vivo l'allenamento.

Ovviamente stava anche attenta al fatto che nessun'altro la vedesse.

Era stata maledettamente brava a nascondere la sua vera natura a Laverne, Yvette e Suzanne, che

ignoravano tutta la verità da ben diciotto anni e non avrebbe di certo voluto che la cosa si

scoprisse adesso.

La festa intanto era giunta al termine e i mille saluti che si stavano scambiando tutti, aveva riscosso Luna dai suoi pensieri.

Con un sorriso di era avvicinata a Michael e a sua figlia che in quel momento stava abbracciando Clodette, promettendosi di rivedersi presto.

Quando i convenevoli si erano esauriti, Luna aveva rimpicciolito i bagagli di sua figlia e dopo aver dato la mano a suo marito e a Hope si erano smaterializzati ad Aix-en-provence.

La ragazza, guardando la facciata del Saint Christophe, aveva iniziato a ballare euforica pronta a viversi una nuova avventura.   

 

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Capitolo 8
*** Beata quotidianità ***


Ciao ragazze, vi do il benvenuto al nostro e vostro nuovo appuntamento.

Ci tengo a precisare che questo capitolo è a tutti gli effetti, uno di transizione che credo però necessario per capire ciò che passa nella testolina di Hope.

Inoltre è quello che precede uno abbastanza forte.

Non è mia abitudine dare delle anticipazioni ma desidero che vi prepariate, perchè nel prossimo accadrà qualcosa di parecchio sconvolgente.

Ora basta ciarlare a vuoto e vi lascio alla lettura del capitolo.

Vi ringrazio come sempre e vi do appuntamento alla prossima settimana.

Baci Lorian

 

Capitolo 8 - Beata quotidianità

 

Hope era felice di essere tornata a casa.

Certo le sarebbe mancata la scuola, il suo mondo e anche, e sopratutto, la sua cara amica Clodette ma il fatto di essere a casa sua, tra i suoi affetti non aveva prezzo.

Non appena aveva varcato la soglia del Saint Christophe, era stata stritolata dall'abbraccio di Laverne al quale si erano poi uniti quelli di Suzanne, Yvette e del resto del personale dell'hotel.

Suo padre aveva deciso di fare un pranzo speciale, dedicato solo a loro e lei ne era stata davvero contenta.

L'indomani, Hope aveva deciso di dedicarsi una giornata solo a se stessa e dopo essersi fatta un bagno rilassante ed essersi lavata i denti, si era vestita e truccata ed era scesa a fare colazione.

Giunta nel salone ristorante, aveva salutato tutti e si era seduta a tavola.

Poco dopo, era stata raggiunta da Michael e Luna e insieme avevamo mangiato parlando del più e del meno.

Quando avevano finito, la ragazza aveva detto: " Oggi ho voglia di farmi un giro per la città per riappropriarmi dei miei luoghi preferiti e poi voglio fare un pò di shopping, in dei veri negozi babbani!".

Suo padre aveva annuito e senza dire una parola, aveva preso il portafoglio e facendole un sorriso, le aveva dato la sua carta di credito.

Lei lo aveva ringraziato e dopo aver dato un bacio a tutti e due, si era fiondata verso l'uscita.

Non appena Hope aveva varcato il portone dell'hotel, aveva tirato un profondo respiro e un sorriso enorme le si era stampato sulla faccia.

Aveva iniziato a camminare, apparentemente senza una meta precisa.

Come aveva detto ai suoi genitori, sentiva la necessità fisica e psicologica di riappropriarsi dei suoi luoghi preferiti.

Dopo essersi lasciata alle spalle il numero 2 di Avenue Victor Hugo, si era incamminata arrivando alla Place Charles De Gaulle per poi girare a destra nel lungo Corso Mirabeau.

Il corso era un largo viale alberato, su cui si affacciavano abitazioni con ricche decorazioni ed era uno dei punti principali di riferimento della città, dividendola a tutti gli effetti in due parti: la città vecchia in alto mente la Aix moderna, in basso verso sud.

Era affascinante camminare sotto quei maestosi alberi; certo non c'era la pace in cui era immersa negli sterminati giardini di Beauxbatons o la calma e la tranquillità che la sommergeva quando

passeggiava nei vicoli di Vallauris ma anche la sua città babbana era degna di merito.

Camminando per le varie brasserie e i tanti bar che esibivano i loro eleganti e colorati tavolini all'aperto, la ragazza era giunta alla Place Haut du Cours  dove svettava la magnifica fontana del Bon Roi René ovvero il conte di Provenza che era regnato ad Aix-en-provence nel XV secolo.

Hope, guardava tutto come se lo vedesse per la prima volta e si sentiva veramente felice e soddisfatta.

Nessuna delle persone che la circondavano sapeva veramente chi lei fosse, forse neppure suo padre e sua madre la conoscevano così bene.

Buffamente, lei si paragonava ad una cipolla e cioè fatta a strati: quello esteriore, ovvero quello che tutti potevano vedere, era quello che faceva di lei una bellissima ragazza babbana.

Poi c'era lo strato intermedio che la rappresentava come figlia e nipote ed infine quello più interno, quello che solo pochi potevano vedere, che faceva di lei una strega intelligentissima e capace.

Ma ce ne era uno ancora più oscuro, uno che non avrebbe mai mostrato a nessuno, negandolo perfino a sua madre.

Quando toccava con mano quel celatissimo strato, si vedeva curiosa ed ansiosa di conoscere l'uomo che l'aveva generata, seppur solo per gioco.

Era letteralmente divisa in due: da una parte c'era la rabbia e il furore per il fatto di essere stata rifiutata e poi c'era la curiosità innata di capire il vero motivo del suo comportamento.

Sapeva però, che per amore verso suo padre e sua madre, lei non l'avrebbe mai cercato.

Aveva ancora davanti agli occhi, le lacrime di sua madre, mentre le confessava la reazione che quel mostro aveva avuto al Ministero.

Per non parlare di quelle che le aveva visto versare diverse volte, mentre di nascosto la spiava.

Non riusciva a perdonare a quell'uomo tutto quel dolore ma era ugualmente curiosa di vederlo di persona, anche se questa cosa non sarebbe mai avvenuta.

Immersa nei suoi pensieri, si era incamminata lungo il viale Saint Louis ed era arrivata alla Place Bellegarde dove sorgeva il grande Hotel de Ville. 

Questo colosso era un palazzo del 1600, realizzato in stile classico, che dominava una caratteristica piazza quadrata anch'essa ricca di caffé all'aperto.

In quella stessa piazza, faceva bella mostra di se il coloratissimo mercato dei fiori che era molto famoso ad Aix.

Mentre camminava lenta per la strada, buttando occhiate distratte alle vetrine dei negozi, Hope rifletteva su tutta la sua vita, da quando aveva saputo la verità fino al presente.

Non sapeva che cosa le avrebbe riservato il futuro: probabilmente avrebbe trovato un bravo ragazzo, possibilmente un mago, perchè era seriamente difficile nascondere il suo potere e ancora si chiedeva come ci riuscisse sua madre; si sarebbe sposata mettendo al mondo uno o due figli, che avrebbe amato più di se stessa.

Ma non voleva solo realizzarsi a livello personale ma anche professionale quindi avrebbe cercato un buon lavoro, magari nella Vallauris magica; in fondo anche se non aveva detto nulla ai suoi genitori, aveva già ricevuto delle serie proposte, che stava valutando seriamente.

Una era come pozionista per l'ospedale magico e l'altra era come Spezzaincantesimi per la banca magica francese.

All'improvviso si era fermata, realizzando di essere arrivata davanti alla Cattedrale del San

Salvatore.

Era una mastodontica chiesa, costruita nel XI secolo che era composta da un impressionante facciata gotica e una bellissima torre rimasta incompiuta.

Senza pensarci era entrata dentro, lasciandosi alle spalle i rumori del traffico e il vociare della gente.

Il silenzio e la pace l'avevano avvolta completamente facendola sentire bene con se stessa.

Si era spinta in religiosa concentrazione fino all'altare maggiore, dove vi era un bellissimo dipinto della Madonna con il bambino.
Era poi rimasta senza fiato davanti alla magnificenza della vetrata colorata che c'era sul transetto.

Dopo essere rimasta lì per mezz'ora ad ammirare tutte quelle meraviglie, aveva deciso di uscire e di rituffarsi nel caotico mondo esterno.

Aveva proseguito fino ad arrivare ai tanto famosi, profumati e sterminati campi di lavanda che circondavano il convento.

Da lì sentiva il canto delizioso del coro delle suore che le metteva un incredibile allegria addosso.

Si, era felice di essere tornata e anche se adesso doveva prendere una decisione definitiva per la sua vita, voleva farlo a mente serena parlandone con i suoi genitori.                                             

Sapeva che probabilmente avrebbe dato un dolore al suo adorato padre, che se l'immaginava  

nell'hotel a lavorare con lui ma lei non si sentiva parte di quel mondo e comprendeva di non avere nulla che la legava lì, a parte gli affetti.

Il suo destino era nella magia e lei questo lo sapeva bene, il più era farlo capire ai suoi genitori.

Hope, dopo aver guardato il suo orologio, si era accorta che era già l'una ed era parecchio lontana da casa.

Aveva deciso quindi di smaterializzarsi, sperando di non finire in mezzo ad una piazza piena di babbani.

Dopo aver visualizzato nella sua mente il vicolo che porta al parcheggio dell'hotel, si era guardata attorno per essere certa di non essere vista e con il classico Pop, si era smaterializzata apparendo a due passi da casa.

Più comodo di così!

Non appena era entrata nella hall, Luna le era venuta incontro e dopo averle fatto un grande sorriso, le aveva chiesto: " Come è andata tesoro, ti sei divertita?".

Hope aveva annuito, sorridendole a sua volta, poi aveva risposto: " Si, sono stata davvero bene!".

Dopo aver riflettuto per qualche secondo, aveva aggiunto: " Mamma, più tardi ho la necessità di parlarti; potresti dedicarmi qualche minuto?".

Luna aveva annuito, facendole un sorriso e dopo averla presa per mano, avevano raggiunto Michael che le attendeva seduto a tavola.

Dopo pranzo, l'uomo le aveva salutate con un bacio e si era rintanato nel suo ufficio, lasciando da sole madre e figlia.

Hope aveva chiesto a Luna di seguirla ed erano andate in camera della ragazza.

Lì, la giovane aveva guardato sua madre poi aveva abbassato gli occhi e aveva detto: " Sono davvero felice di essere tornata ma ora mi trovo davanti ad un bivio e non so davvero quale strada

scegliere.

So che papà vorrebbe che io rimanessi qui a lavorare nell'hotel ma io, non mi sento sicura di questa decisione.

In realtà, la preside Maxime mi ha comunicato che ha ricevuto per mio conto due valide proposte di lavoro.

La prima arriva dal Saint'Etienne, che l'ospedale magico di Vallauris.

Loro mi hanno offerto un posto come pozionista e tu sai quanto io adoro quella materia mentre la seconda opportunità è quella di lavorare come Spezzaincantesimi, per la banca magica francese!".

Luna l'aveva fissata con serietà poi aveva detto: " Tesoro, so che non vuoi dare un ennesimo dolore a papà ma tu oramai sei grande e devi decidere ciò che è meglio per te.

Noi ci siamo fatti una vita e siamo felici così e ciò che ci renderebbe ancora più sereni sarebbe il fatto di vederti realizzata.

Avevo già immaginato che tu non avresti mai voluto lavorare all'hotel e avevo già affrontato con tuo padre il discorso.

Certo, lui ha storto un pò la bocca ma poi ha finito con il comprendere la situazione, specialmente quando gli ho fatto presente che con la smaterializzazione, tu potevi raggiungerci ogni volta che lui avesse avuto bisogno di vederti!".

Hope speranzosa la guarda poi mormora: " E questo gli è bastato davvero o ha solo fatto finta di accettare nella speranza che cambiassi idea?".
Luna aveva alzato gli occhi al cielo poi, dopo aver sospirato, aveva sorriso dicendo: " No, ha solo fatto finta ma abbiamo ancora qualche mese davanti per convincerlo e come già saprai, le donne della famiglia Potter sono davvero testarde quando ci si mettono!".
Hope era scoppiata a ridere poi aveva guardato sua madre e aveva detto: " Si, lui lo dice spesso.

Si lamenta sempre del fatto che si sente un novello Don Chisciotte, che è costretto a lottare

contro due mulini a vento, che proprio non vogliono saperne di piegarsi alla sua volontà!".
Luna si era seduta sulla sedia poi aveva preso in braccio sua figlia, come quando era piccola e accarezzandola, le aveva detto: " Si, poverino si trova a combattere contro i due esemplari più testadura che abbia mai incontrato ma credo che lui sia felice così.

Per quanto può cercare di fare la voce grossa, sai bene che gli basta ricevere un grosso sorriso da te, per capitolare miseramente.

Lui ti ama Hope, talmente tanto che se dovesse scegliere tra me e te, non avrei dubbi sulla sua decisione.

Non credere però che la cosa mi dia fastidio! Sono fiera del legame che vi unisce e spero che questo non venga mai meno.

Per papà tu sei e rimarrai sempre la sua principessa, quella bambina che quando la notte aveva un incubo, correva ad infilarsi sotto le coperte stringendosi al suo corpo.

La stessa bambina che gli diceva con la voce stentata - Ti vogio tanto benissimo, papotto!".

Hope era scoppiata a ridere e Luna l'aveva imitata prima di continuare: " Non dubitare mai del suo amore, tesoro perchè Michael ti ha amata fin dal primo istante che ha saputo della tua esistenza e continuerà a farlo, qualsiasi decisione tu prenderai!".

La ragazza aveva annuito poi si era stretta a sua madre, ringraziandola di esistere.

 

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Capitolo 9
*** Un dolore che ti lacera il cuore ***


Ciao ragazze, oggi il capitolo che vi propongo sarà davvero triste, come potrete notare già dal titolo.

A tutti gli effetti, questo darà il via alla seconda parte della storia, di cui però non posso dirvi nulla.

Vi lascio alla lettura, ringraziandovi come sempre per il vostro incommensurabile affetto.

Un bacio Lorian

 

Capitolo 9 - Un dolore che ti lacera il cuore

 

Il giorno successivo alla conversazione avuta con sua madre, Hope si trovava nell'ufficio di suo padre.

Era intenta a controllare dei conti che Michael le aveva affidato.

La ragazza sapeva che lui lo aveva fatto, nella speranza di convincerla a rimanere a lavorare lì ma non se l'era sentita di affrontare subito l'argomento.

D'altronde aveva deciso di prendersi un anno sabbatico quindi aveva davanti un bel pò di tempo prima di doversi decidere.

Mentre ricalcolava tutte le somme, era stata distratta da un picchiettio alla porta.

Quando aveva dato il permesso di entrare, la porta si era aperta e sull'uscio era apparsa sua madre che sorridendo le aveva detto: " Fai paura seduta lì! Non è che poi ci prendi veramente gusto a fare questo lavoro?".

Hope era scoppiata a ridere e allo stesso tempo aveva scosso la testa, prima di rispondere: " Non c'è questo pericolo, mamma!".

Poi guardando Luna, aveva aggiunto: " Come sei bella! Dove vai vestita così?".

La donna le aveva fatto un buffo inchino di ringraziamento poi aveva risposto: " Io e tuo padre andiamo a trovare la nostra amica Sally Davenport e ceneremo lì, dato che lei ci ha invitato!".

Hope aveva annuito poi facendole ciao ciao con la manina, le aveva detto: " Mi raccomando divertitevi e non fate nulla di ciò che io stessa non farei!".

Luna le aveva fatto una linguaccia poi era uscita dall'ufficio, chiudendosi la porta alle spalle, seguita dall'eco delle risate di sua figlia.

Quando era giunta l'ora di cena, Yvette era venuta a chiamarla e lei aveva chiuso le sue scartoffie, accogliendola con un sorriso.

Mentre stavano mangiando, parlando del più e del meno, il signor Miller si era avvicinato al loro tavolo e con un espressione seria in volto, aveva detto: " Hope, nella hall c'è un poliziotto che chiede di te!".

La ragazza l'aveva guardato in modo perplesso poi seguita da Yvette e da Laverne, si era diretta verso quell'uomo.

Il poliziotto era fermo nell'atrio e la fissava serio e quando era stata ad un passo da lui, le aveva teso la mano chiedendole: " Lei è Hope Potter? ".

La ragazza aveva annuito e lui dopo aver tossicchiato, aveva detto: " Buona sera signorina, io sono il capo commissario Pierre Reuland e sono venuto qui per avvisarla che i suoi genitori, Michael Potter e Luna Lovegood, hanno avuto un incidente!".

Un fischio acuto era partito nelle orecchie di Hope mentre fissava quell'uomo che di sicuro si era sbagliato.

La sua mamma e il suo papà erano a cena dalla signora Davenport, quindi non potevano aver avuto un incidente.

Ingoiando la saliva che le si era bloccata in gola, con un tono basso aveva detto: " Cre... do che lei si stia sbagliando, signore!

Mia madre e mio padre sono andati a cena da un amica e torneranno presto".

Lui scuotendo la testa, aveva assunto un espressione mesta e vagamente tesa, come se dire quelle

parole, fosse la cosa che odiava di più.

Poi, ravviandosi i capelli con una mano aveva detto: " Mi dispiace signorina Potter ma non ci sono dubbi.

I suoi genitori sono stati coinvolti in un incidente! Un uomo ubriaco ha perso il controllo della sua macchina e gli è finito addosso e loro purtroppo... sono deceduti!".

Indistintamente Hope, aveva sentito l'urlo di Yvette mentre le lacrime avevano cominciato a scenderle sulle guance.

Il volto sorridente della sua adorata mamma e quello meraviglioso del suo papà, non sarebbero apparsi più davanti a lei.

Non avrebbe più sentito le forti braccia di suo padre stringerla forte né le carezze di sua madre, sfiorarle i capelli.

No, non poteva essere vero! Era tutto un brutto sogno e di sicuro a momenti si sarebbe svegliata da quell'orrendo incubo.

Li avrebbe visti aprire la porta dell'hotel ed entrare mano nella mano, con un grande sorriso impresso nella faccia.

Come un automa, Hope aveva cominciato a guardarsi attorno e aveva visto intorno a se, solo lacrime e tanto dolore.

Sulla porta della sala ristorante, c'erano alcuni clienti che la guardavano con una grande pena.

Yvette stava piangendo convulsamente tra le braccia del signor Miller e Suzanne stava stringendo la mano di sua zia Laverne, che era sconvolta e bloccata come una statua di ghiaccio.

Il fischio nelle orecchie della ragazza, si era fatto più potente e le sue mani erano corse d'istinto a coprirle, come se facendolo quel suono potesse magicamente cessare.

A che le serviva ora essere una strega, se non poteva neppure riavere indietro i suoi genitori?

Un dolore improvviso al centro del petto, l'aveva fatta urlare e si era accasciata sulle ginocchia, tremando poi il buio l'aveva inghiottita.

L'indomani mattina si era svegliata e la realtà di ciò che era accaduto, le era piombata addosso in modo fragoroso.

Ora era sola e non sapeva davvero che cosa avrebbe fatto della sua miserevole vita.                  

Quasi senza forze, si era trascinata fuori dalla sua stanza ed era scesa nella hall; era stata raggiunta subito da sua zia che l'aveva abbracciata in modo vigoroso e tra le sue braccia, aveva ripreso a

singhiozzare.

Quando si era calmata, Laverne aveva detto: " Tesoro, stamattina sono andata all'obitorio per il riconoscimento e purtroppo non ci sono dubbi.

I nostri adorati Michael e Luna, non ci sono più!" poi deglutendo aveva aggiunto: " Abbiamo pregato i clienti di lasciare l'hotel, perchè abbiamo intenzione di chiudere per un pò.

Non sarebbe onesto nei confronti del nostro dolore né verso di loro e devo dire che sono stati

davvero comprensivi.

Ho già affidato ad un addetto, le pratiche per il funerale e tu devi solo cercare di stare tranquilla, dato che mi occuperò io di tutto!".

Hope la fissava come se stesse parlando una lingua sconosciuta poi dopo essersi ripresa, aveva detto: " Zia, voglio vedere la macchina!".

Laverne aveva spalancato gli occhi e dopo averla afferrata per un braccio, aveva risposto: " Perchè vuoi farti del male, piccola?".

Hope aveva scosso la testa e aveva mormorato: " So che può sembrare macabro ma è l'unico modo che ho, per metabolizzare il dolore.

So che potrei andare all'obitorio e vedere loro ma non voglio farlo.

Desidero ricordarmeli da vivi! Non ce la farei a vederli stesi lì, freddi e rigidi.

Ti prego zia, portami a vedere la macchina!".

La donna, se pur riluttante, aveva annuito e dopo aver preso la borsa si era incamminata fuori dall'hotel seguita dalla nipote.

Non appena le due donne erano arrivate al commissariato, avevano chiesto all'agente di guardia, di chiamargli il commissario capo Reuland e quando l'uomo si era presentato al loro cospetto, Laverne aveva detto: " Mi perdoni ma mia nipote, desidererebbe vedere la macchina dei suoi genitori!".

L'uomo aveva fissato la ragazza con l'aria pensierosa poi senza dire una sola parola, aveva annuito e aveva fatto loro strada fino al parcheggio.

Dopo pochi minuti, Hope si era trovata davanti alla macchina della sua mamma e del suo papà, completamente distrutta.

Alla ragazza era mancato il fiato ma poi si era fatta forza e stringendo i pugni, si era girata verso l'uomo, l'aveva ringraziato e si era avviata verso l'esterno.

Laverne l'aveva fissata, scuotendo la testa e cercando di trattenere le lacrime, quindi aveva salutato il commissario ed era corsa dietro a sua nipote.

Una settimana dopo, si erano ritrovati tutti al cimitero della città per celebrare i funerali di Luna e Michael.

Hope aveva camminato aggrappata al braccio del signor Miller e fin dalla mattinata, le era sembrato di vivere un incubo infinito.

Si dava la colpa di tutto: di non aver salutato suo padre prima che uscisse, del fatto di non voler continuare il suo lavoro e perfino delle lacrime, che aveva visto versare a sua madre nel corso degli anni.

Era arrivata a convincersi che se non fosse nata, la sua dolce mamma sarebbe stata più felice.

Sapeva che era tutto assurdo ma in quel momento, non riusciva a connettere lucidamente.

Aveva scelto una sepoltura semplice, di granito rosa antico che le era sembrata adatta per contenere i corpi dei suoi amati genitori.

L'avevano riempita di fiori colorati e profumati, perchè a tutti era noto quanto Luna li amasse.

Hope era arrabbiata con se stessa, per il fatto di non riuscire a versare una sola lacrima.

Era come se i suoi condotti lacrimali si fossero seccati definitivamente e questo l'aveva mandata in bestia.

Al suo fianco, oltre a sua zia e al signor Miller, c'erano Yvette, Suzanne, la signora Peabody e anche

Clodette che era corsa al fianco dell'amica, non appena aveva saputo quello che era successo.

Le foto che aveva scelto per la sepoltura erano bellissime e ritraevano i suoi genitori, felici nel giorno del loro decimo anniversario di nozze.

Sua madre sembrava un angelo ornata da quelle piume.

A Hope era venuto quasi da sorridere, quando aveva ripensato a come starnutiva la donna, ogni volta che quelle malefiche piume le solleticavano il naso.

Una volta finita la cerimonia, tutti erano usciti dal cimitero e si erano diretti verso l'hotel.

Giunti lì, Hope si era lasciata cadere sul divano sentendosi completamente senza forze.

Subito al suo fianco si era seduta Clodette, che l'aveva tirata a sé stringendola forte; avvolta dalle sue braccia, Hope era riuscita finalmente a piangere e a singhiozzare disperatamente.

Nessuno aveva detto niente, lasciandole sfogare il suo dolore in modo che poi la ragazza avrebbe potuto cercare di riprendersi e avrebbe voltato pagina.

Quando finalmente le sue lacrime erano cessate, tutti si erano accorti che la dolce Hope si era addormentata.

Il signor Miller l'aveva presa in braccio e l'aveva portata in camera sua, stendendola sul letto.

L'indomani mattina, Hope aveva riaperto gli occhi e aveva trovato davanti a se la zia Laverne, che la osservava in silenzio.

La donna le aveva sorriso poi aveva detto: " Tesoro, io credo che sia il caso che tu faccia un bel viaggio.

Sia chiaro che non voglio cacciarti via! Tu sei e rimarrai per sempre mia nipote ma sono in grado di capire da sola, che se resterai qui non ti riprenderai facilmente dalla morte di Michael e Luna.

Tutto quello che ci circonda è tuo di diritto, perché so che questa era la volontà di mio nipote.

Anche se non era il tuo vero padre biologico, per lui eri sua figlia; tu e Luna, avete portato nella sua vita la gioia e l'amore e lo avete fatto anche con la mia.

Se t'invito ad allontanarti da qui è solo per poterti riprendere.

Come ho detto prima, tutto questo è tuo e noi tutti vogliamo che tu possa occupartene con il sorriso sulle labbra e non con il tormento e i rimpianti.

Io non m'immischiavo mai nella vostra vita ma ho occhi per guardare e orecchie per sentire e spesso, mi ero accorta delle lacrime di Luna.

So che tua madre ha amato tanto mio nipote e per questo non posso recriminarle nulla ma forse...

credo, che le mancasse tanto il suo mondo!".

Hope aveva fissato la donna con un espressione basita e lei aveva sorriso di più, prima di dire: " Ho sempre saputo qual'è il dono tuo e di tua madre!

So che siete delle streghe ma puoi stare tranquilla, come me il vostro segreto è al sicuro".

La ragazza aveva spalancato gli occhi, prima di chiedere: " Come hai fatto a scoprirlo, zia?".

La donna aveva scosso la testa poi aveva sospirato e aveva risposto: " So tutto fin dall'inizio, perchè quando avevi tre mesi facesti una magia, proprio davanti ai miei occhi.

Devo ammettere che all'inizio fui terrorizzata poi cercai di comprendere, come questa cosa fosse

accaduta e tre mesi dopo, sentii una conversazione tra Luna e Michael, dove lei gli raccontava tutta la verità.

Vidi la maturità con cui mio nipote affrontò la situazione e in quell'istante, decisi di tenere per me quel grosso segreto e lo avrei fatto ancora, se non fosse che volevo sapessi di sentirti libera con

me!".

Hope le aveva sorriso poi le aveva afferrato la mano, ringraziandola.

Laverne aveva scosso la testa poi aveva detto: " Non devi ringraziarmi, piccola! Io voglio solo che possa tornare ad essere la mia Hope del cuore.

Quella creatura felice e sorridente che con la sua allegria, mi riempiva l'animo di serenità.

Per questo ritengo che staccarti per un pò da questi luoghi, sia di vitale importanza per te; in questo modo potrai tornare ad affrontare la vita, con un piglio forte e deciso!".

La ragazza aveva annuito e Laverne aveva chiesto: " Dove pensi di andare?".

Hope si era stropicciata le mani prima di dire: " Andrò nella Londra magica, perchè voglio iniziare a fare pulizia del mio passato.

Se voglio diventare una persona nuova, devo affrontare l'uomo che ha ingannato mia madre, guardandolo negli occhi.

Voglio che mi dica perchè si è preso gioco di lei e desidero che mi chiarisca, come mai ha avuto una brutta reazione quando ha saputo della mia esistenza.

Quando risponderà a tutte le mie domande, potrò finalmente cancellarlo dalla mia vita e iniziare un cammino differente!".

Laverne aveva annuito poi aveva accarezzato la testa della ragazza e in silenzio era uscita dalla stanza.

In quel momento, Hope l'aveva vista più vecchia di quello che era e questo l'aveva intristita molto.

La mamma le aveva raccontato di tutto il dolore che aveva dovuto sopportare quella povera donna; a partire dall'abbandono del cognato, seguita poi dalla morte di sua sorella fino ad accollarsi la crescita di suo nipote.

Hope ammirava molto Laverne, perchè aveva affrontato tutto con il sorriso sulle labbra.

Lentamente si era alzata dal letto e si era avvicinata allo specchio del comò, guardandosi poi aveva stretto i pugni e aveva mormorato: " Harry James Potter, aspettami sto arrivando; è giunta l'ora di fare i conti!".

 

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Capitolo 10
*** Una decisione dolorosa e sofferta ***


Ciao ragazze so che la morte di Luna e Michael vi ha colte tutte di sorpresa e credetemi se vi dico che sono io la prima a dispiacermene.

Purtroppo la storia è stata concepita così, perchè nel mio machiavellico cervellino, volevo che il caro Harry Potter ricevesse il castigo che merita proprio da quella figlia che ha rifiutato.

Come avete visto la volta precedente, Hope ha deciso di partire alla volta di quel di Londra e ho oggi vedremo la reazione di tutte le persone a lei care in merito alla sua decisione.

Vi lascio alla lettura del capitolo e vi ringrazio come sempre del vostro affetto.

Baci Lorian

 

Capitolo 10 - Una decisione dolorosa e sofferta

 

La scelta di partire di Hope era stata comunicata a tutti gli altri, durante il pranzo successivo.

A differenza di Laverne, i presenti non erano stati così contenti, anzi.

Suzanne aveva espresso chiaramente il suo dissenso, asserendo che la cosa migliore per Hope, fosse quella di rimanere con la sua famiglia.
Yvette invece, aveva continuato a ripetere che il mondo là fuori, era troppo pericoloso per una ragazza giovane come lei.
Infine il signor Miller, aveva berciato stridulo che era troppo presto e che lei doveva occuparsi del lavoro di suo padre, perchè Michael avrebbe voluto così.

Hope era sempre più confusa ed avvilita e non sapeva più cosa fosse meglio scegliere.

Sapeva che ognuno di loro stava parlando in nome dell'affetto che provavano per lei ma con tutti quei pareri, la stavano mettendo a disagio e le stavano facendo spuntare i tanto terribili sensi di colpa.

Sentiva le lacrime spuntarle sul ciglio degli occhi ed era tentata di alzarsi e correre a chiudersi in camera, per estraniarsi da tutto.

Guardava quelle persone alternativamente mentre di nascosto stringeva i pugni, arrabbiata.

Arrabbiata con se stessa, perchè non avrebbe mai voluto creare tutte quelle liti, con loro perchè non riuscivano a comprenderla e a capire la sua impellente necessità di allontanarsi da quel luogo pieno di dolore, arrabbiata con quell'ubriaco incosciente che le aveva tolto tutto il suo mondo e sopratutto arrabbiata con i suoi genitori, perchè l'avevano abbandonata.

Sapeva che per questi ultimi, la cosa non era affatto voluta ma in quel momento si sentiva particolarmente egoista.

Quando le voci si erano fatte parecchio alte, Laverne si era alzata e aveva fatto zittire tutti con un gesto della mano poi si era guardata attorno e con la voce sepolcrale aveva sibilato: " Non credo che sia vostro il compito di decidere del destino e del futuro di mia nipote.

Se c'è qualcuno che ne ha il pieno diritto, quella sono solo io ma non lo farò, perchè penso che per Hope staccarsi per un pò di tempo da tutto, sia davvero un idea perfetta.

Quanto a voi, non solo vi state arrogando dei diritti che non vi competono ma non avete perso tempo nell'esprimere giudizi e condanne.

Questa è pura ipocrisia e menefreghismo!" poi si era girata verso la cuoca e aveva detto " Suzy, io so che tu vuoi bene alla nostra piccola come se fosse una tua parente ma devi tenere conto del fatto che non tutti reagiamo al dolore come fai tu.

Secondo me, se Hope rimanesse qui finirebbe con il chiudersi a riccio, incamerando più dolore di quello che sarebbe in grado di sopportare!".

Suzanne aveva abbassato gli occhi, perchè aveva capito che Laverne stava dicendo la verità.

Poi la zia di Michael, si era girata verso Yvette e aveva detto: " Tesoro, so perfettamente che sei preoccupata per Hope, così come so che il mondo là fuori non è tutto rose e fiori.

Ma al tempo stesso, so che la nostra piccola è e sarà in grado di affrontare tutto, perchè ha la forza di mio nipote e la spensieratezza di Luna.

Queste doti sono fondamentali e inoltre sono più che certa che Hope, sarà protetta da due degli angeli migliori del paradiso!".

Ancora inquieta, Yvette aveva spostato lo sguardo sulla ragazza poi aveva annuito leggermente, facendole a fatica un sorriso.  

Infine Laverne si era rivolta verso il maitre e aveva detto: " C'è ne è anche per te, caro Charlie! Come puoi decidere tu quale sia il futuro di Hope?

Tutti qui sanno che Michael avrebbe voluto vederla prendere il suo posto, così come tutti sanno che lei non lo avrebbe fatto.

Anche mio nipote lo sapeva ma era parecchio testardo e non si voleva arrendere all'evidenza del fatto che sua figlia, non era più la bambina tutta pannolini e sorrisi sdentati di prima.

Lui, come ogni padre la vedeva sempre piccola e si rifiutava di vederla crescere.

Non era egoista ma era semplicemente, terrorizzato dalla possibilità di perderla e questo era perfettamente comprensibile ma arriva il momento, in cui i piccoli devono spiccare il volo verso nuovi orizzonti, lasciando il nido che li ha protetti e li ha visti crescere.

Non è decidendo per lei che la farai felice e risolverai tutti i suoi problemi.

Siamo perfettamente in grado di occuparci dell'hotel da soli e questa è la cosa che continueremo a fare, fino a che la nostra piccola non si sentirà in grado di tornare!".

Poi Laverne rivolgendosi ad Hope, aveva fatto un dolce sorriso e aveva detto: " Tesoro, non ascoltare questi brontoloni.

Loro fanno parlare il cuore ma tu devi usare la testa, perchè sai bene quanto me che allontanarti un pò da questo posto, non potrà che farti bene!".

Hope l'aveva fissata con uno sguardo confuso poi aveva iniziato a mordersi il labbro inferiore per poi finire con l'annuire decisa.

La ragazza si era alzata in piedi poi guardando tutti aveva detto: " Anche se mi allontano per qualche tempo, voglio che sappiate che vi voglio un mondo di bene e che questo non cambierà mai."

Quindi senza dire una parola di più, aveva afferrato la mano di Clodette, che era rimasta zitta e buona accanto a lei e si era allontanata salendo al piano di sopra.

Le due ragazze si erano rifugiate nella camera di Hope poi avevano sigillato ed imperturbato l'ambiente e si erano sedute sul letto della ragazza.

Clodette aveva preso la parola chiedendo alla sua amica: " E dove avresti intenzione di andare?".

Hope l'aveva fissata poi aveva abbassato lo sguardo e aveva risposto: " Voglio andare nella Londra magica, perchè è mia intenzione conoscere i luoghi dove è nata e cresciuta mia madre.

Ovviamente essendo all'oscuro di dove questi siano, devo prima andare al Ministero per richiedere i documenti a suo nome e ne approfitterò anche per informarli del suo decesso!".

Poi era tornata a guardare la sua amica e le aveva chiesto: " Tu sai come posso arrivarci?".

Clodette aveva annuito e aveva risposto: " Posso indicarti come arrivare a Diagon Alley, che è la zona dei negozi ma non posso aiutarti per quanto riguarda il Ministero, dato che non ci sono mai stata!".

Hope aveva sorriso poi aveva detto: " Scommetto che hai svuotato i negozi quando sei stata lì!".

Clodette aveva sogghignato poi aveva detto: " Ma come puoi pensare questo di me? Che amica infida e velenosa!

Non ho portato via tutto... qualche straccetto l'ho lasciato!".

Le due ragazze erano scoppiate a ridere poi una volta tornate serie, Clodette aveva detto: " A parte gli scherzi, Diagon Alley è davvero il non plus ultra per il commercio.

Puoi arrivarci passando dal Paiolo magico.

E' un pub che collega i due mondi, un pò come fa da noi il ristorante Nounou".

Hope aveva annuito e Clodette aveva continuato dicendo: " Una volta arrivata a Londra vai nella Charing Cross Road.

Lì troverai un locale che visto dal lato babbano è malfamato e poco frequentato, anche all'interno ti apparirà come un posto sordido, dall'aspetto molto buio e dimesso.      

Dovrai rivolgerti a Tom, che è il barista e dovrai chiedergli di indicarti come entrare a Diagon Alley.

L'ingresso si trova sul retro del locale e una volta toccati determinati mattoni del muro, questo si aprirà immettendoti nella via principale.

Lì troverai dei negozi strabilianti come l'Emporio del gufo, il Ghirigoro che è la libreria del luogo e Florian Fortebraccio dove fanno il gelato più buono del mondo.
Se vuoi rinnovare il tuo abbigliamento, ti consiglio di andare da Madama McClan che è quella più fornita mentre se adori gli scherzi, l'unico posto che mi sento di consigliarti è il negozio dei Tiri Vispi Weasley.

Quel posto è davvero fantastico! Ci sono degli oggetti che non troverai da nessun'altra parte del mondo.

E' gestito da un uomo davvero affascinante che si chiama George e che ha inventato tutte quelle meraviglie.

Per qualsiasi cosa potrai rivolgerti anche a Verity, che è una mia cara amica e che lavora lì da parecchio tempo.

La riconoscerai senz'altro grazie ai suoi capelli biondi e corti.

So che nella banca francese, i tuoi ti avevano aperto un conto personale e se avrai bisogno di prelevare del denaro, potrai rivolgerti alla banca della Gringott che ti avviso subito, è gestita da dei folletti davvero antipatici ma molto efficienti.

Un altro negozio di abiti meravigliosi è Twilfit & Tattings; lì potrai trovarci delle vere e proprie meraviglie di alta moda".

Poi diventando più seria, aveva fissato il suo sguardo in quello di Hope e aveva detto: " Evita a tutti i costi di avvicinarti a Nocturn Alley, perchè ci sono solo i negozi che vendono materiali per la magia oscura e non è proprio il caso di averci a che fare!".

La biondina aveva annuito poi Clodette aveva detto: " Un altro insediamento magico parecchio importante è Hogsmeade ma ci puoi arrivare solo prendendo il treno.

Credo che finirai con l'andarci, perchè lì c'è la scuola che ha frequentato tua madre: Hogwarts!".

Hope aveva sgranato gli occhi poi aveva ripetuto a bassa voce: " Hogwarts! " e Clodette aveva annuito dicendo: " Si, proprio quella che è stata il teatro dell'ultima guerra magica, dove se non sbaglio ha partecipato anche tua madre e che è stata vinta dal grande Harry Potter!".

Senza farsi vedere dall'amica, Hope aveva storto la bocca davanti al " grande" che aveva usato Clodette per descrivere l'uomo che l'aveva generata.

La sua amica, ignara del marasma che stava sconvolgendo Hope, aveva continuato dicendo: " Io non ho visto la scuola ma dicono che sia davvero bellissima!

Comunque tornando a Diagon Alley, una volta lì ti basterà chiedere come raggiungere il Ministero e credo che chiunque saprà indicartelo!".

Hope aveva annuito poi l'aveva ringraziata e le aveva chiesto: " E tu invece, dove andrai?".

Clodette aveva alzato gli occhi al cielo, sfoggiando un gran sorrisone poi aveva risposto: " Partirò con Stephan e andremo a fare un giro per le principali città italiane e francamente non vedo l'ora".

Hope aveva sorriso e aveva detto: " Ci credo!" poi aveva aggiunto " Hai già deciso che lavoro farai? O vuoi prenderti un pò di tempo per riflettere?".

Clodette, dopo aver sospirato, aveva risposto: " Se devo essere sincera, volevo prendermi un anno sabbatico ma poi ho cambiato idea.

La vita va vissuta intensamente in ogni sua sfaccettatura e credo che prendersi del tempo non serva poi a molto.

Ho deciso di fare la medimaga e andrò a lavorare al Saint'Etienne.

Tu invece che cosa hai deciso di fare? Se non sbaglio mi avevi detto che l'ospedale aveva offerto un posto anche a te, come pozionista.

O vuoi lavorare come Spezzaincantesimi per la banca?".

Hope aveva scosso la testa poi aveva risposto: " Quelle erano le opzioni che avevo considerato prima che accadesse ciò che è successo.

Ora come ora, il mio unico obbiettivo è scoprire quante più cose possibili su mia madre, poi deciderò in base a quello che mi indicherà il cuore!".

Clodette aveva sorriso dolcemente poi aveva detto: " Chi lo sa, magari a Londra incontrerai il famoso ragazzo giusto, ti innamorerai e te lo sposerai sfornandogli due o tre marmocchi mandando a quel paese tutti i vecchi progetti!".

Hope l'aveva guardata con gli occhi talmente sgranati, che Clodette non aveva potuto resistere ed era scoppiata a ridere follemente.

La ragazza dimentica per un momento del suo dolore, aveva sghignazzato certa che quella dell'amica fosse solo una battuta.

Ma si sa che con il Fato impiccione, non si deve mai scherzare!

 

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Capitolo 11
*** L'incontro con un biondo destino ***


Ci siamo ragazze, con il capitolo di oggi si entra a tutti gli effetti nella seconda parte della storia, quella che comporta la conoscenza di Hope con Draco Malfoy e l'inizio della sua vendetta.

Come sempre vi ringrazio per l'affetto che mi dimostrate e vi lascio alla lettura.

Un bacio Lorian

 

Capitolo 11 - L'incontro con un biondo destino

 

Con un solo gesto della bacchetta, Hope aveva chiuso i suoi due trolley e poi, dopo aver esalato un profondo respiro, si era guardata attorno.

In pochi giorni la sua vita pressoché perfetta, era crollata come se poggiasse su delle colonne fatte di ricotta.

Il suo adorato papà e la sua meravigliosa mamma, non c'erano più e lei si stava apprestando a lasciare tutto il suo mondo, per recarsi nella Londra magica con l'intenzione di affrontare il suo vero padre biologico, per fargli pagare tutto il dolore che aveva patito sua madre.

Se ripensava al tono estasiato con cui Clodette aveva definito " grande" Harry Potter , le era salita una botta di nausea pazzesca.

Tutto il mondo magico, portava su un palmo di mano quello che definiva l'eroe sopravvissuto ma avrebbe pagato tutto l'oro del mondo, per vedere quelle facce se avessero saputo chi era in realtà quell'essere che idolatravano.

Si era sentita riempire da una sorta di adrenalina al solo pensiero che sarebbe stata proprio lei, la figlia che lui aveva detestato, a far crollare la bella faccia di onesto, integerrimo e perfetto mago.

Quando aveva finito di prendere tutto quello che riteneva necessario, la ragazza era uscita senza più tentennamenti dalla camera ed era scesa nella hall, dove tutti la stavano aspettando per salutarla.

Fino all'ultimo c'erano state delle sfiancanti discussioni con gli altri, perchè tutti volevano accompagnarla all'aeroporto ma Hope non aveva voluto.

Non poteva certo spiegare loro, che non esisteva nessuna prenotazione e che non appena avrebbe voltato l'angolo, si sarebbe smaterializzata.

Quando era arrivata giù, aveva trovato Suzanne e il signor Miller che l'avevano accolta con un grande sorriso che mal celava però una nota di tristezza.

I due le avevano fatto un milione di raccomandazioni, tra le quali: " Scrivici, telefona, stai attenta, mangia ecc. ecc.!".

La ragazza li aveva ringraziati delle loro premure, gratificandoli con un grande sorriso poi aveva spostato la sua attenzione su Yvette, che la stava fissando con gli occhi lucidi.

Non appena però Hope aveva mosso un passo verso di lei, la ragazza non aveva trattenuto più le lacrime ed era scoppiata in un pianto inconsolabile.

Hope si era sentita in colpa verso di lei, perchè nonostante volesse un mondo di bene a tutti, Yvette aveva un posto speciale nel suo cuore.

Anche se tra di loro c'era una notevole differenza di età, per Hope quella era la persona che più si avvicinava a lei.

La ragazza, stringendo i pugni, l'aveva raggiunta poi dopo averla abbracciata, aveva detto: " Yve, so come ti senti perchè anche io mi sento così!

Ora che la mia mamma e il mio papà non ci sono più, voi e solo voi siete la mia famiglia e non devi mai pensare che io smetta di volervi bene.

Tu in particolare, sei quella che mi teneva per mano mentre muovevo i primi passi o che gattonava con me, rincorrendomi.

Sei quella che, insieme alla mia mamma, ha avuto la pazienza di insegnarmi a leggere e a scrivere e che mi gratificava con una caramella o con un gelato, ogni volta che prendevo un bel voto a scuola.

Sei quella a cui ho raccontato i miei segreti di cuore, assolutamente certa che sarebbero morti con te!

Io ti voglio bene e te ne vorrò sempre, anche se non sarò qui fisicamente!

Puoi sempre fare finta che io sia tornata a scuola e vedrai che quando meno te lo aspetti, io tornerò qui!".

Yvette si era girata a guardarla poi si era asciugata le lacrime e facendole un tiepido sorriso, aveva annuito.

Laverne si era avvicinata alle due ragazze, poi si era rivolta a Hope e aveva detto: " Sappiamo tutti che non ci dimenticherai ma è davvero difficile lasciarti andare!

Sei e rimarrai la mascotte ufficiale dell'hotel, così come ti chiamava tuo padre e anche se non sarai qui fisicamente, ci sarai con il tuo spirito!".

Hope aveva annuito poi aveva risposto: " Puoi giurarci zia!

Io sarò sempre qui e vi controllerò anche da lontano quindi, signor Miller" aveva detto girandosi verso l'uomo " non perda più tempo inutile e apra finalmente il suo cuore a Suzanne.

La vita come ha visto è imprevedibile ed è meglio approfittare di ogni opportunità".

Davanti all'imbarazzo del maitre e al rossore della cuoca, Laverne e Yvette scoppiarono nuovamente a ridere cancellando in un colpo la tristezza.

Laverne aveva scosso la testa, pensando che sua nipote era davvero incorreggibile: tutti, persino Suzanne stessa, sapevano che il caro e vecchio Charlie era invaghito della cuoca ma che non trovava il coraggio di parlare.

Insomma era il classico segreto di Pulcinella e Hope, l'aveva spiattellato per dirottare la loro attenzione, dalla sua partenza a quell'amore segreto.

Era arrivato il momento e Hope, dopo aver richiamato l'attenzione di tutti, aveva dispensato ad ognuno di loro tanti baci e abbracci poi aveva preso i suoi trolley e si era diretta fuori dall'hotel.

Non appena aveva girato l'angolo, si era diretta verso un vicolo che c'era lì vicino e dopo essersi fermata, aveva tirato fuori la sua bacchetta e con un semplice Reducio, aveva rimpicciolito le sue valigie mettendole in tasca.

Poi aveva messo via il suo bastoncino magico e si era concentrata dicendo: " 20 Mercer Street, Covent Garden, London!".

Compiendo un mezzo giro, Hope si era smaterializzata apparendo in un vicolo.

Dopo essere uscita in strada, si era trovata davanti al Radisson Blu Edwardian Mercer, non potendo di certo ricordare che quindici anni prima l'aveva già fatto con la sua mamma e il suo papà.

Di fronte a quella vista, Hope aveva tirato un grosso respiro perchè ogni passo che faceva, era sempre più vicina alla sua vendetta.

Dopo aver tirato fuori la mappa di Londra dalle sue tasche, aveva iniziato a camminare per la via ù

fino a giungere nella Shaftesbury avenue.

L'aveva percorsa tutta poi si era trovata magicamente a Charing Cross Road.

Mentre camminava lungo la strada, si era trovata a passare davanti all'Apollo Victoria theater  e aveva sorriso vedendo la locandina di Wicked.

Era divertente pensare al modo in cui i babbani percepivano la magia: non potendola vedere, la immaginavano e di certo lo facevano davvero male.

Per loro le streghe erano delle vecchie, brutte e racchie, con un orribile nasone con i porri e dei capelli di stoppa.

Chissà che cosa avrebbero detto, se avessero saputo che una come lei lo era per davvero.

Persa nei suoi pensieri, si era trovata davanti all'ingresso del Paiolo magico e in effetti aveva dovuto confermare le parole di Clodette.

Quel posto aveva per davvero un aspetto sporco e malfamato; Hope si era chiesta come fosse al suo interno.

Non resistendo più alla curiosità, la ragazza aveva attraversato la strada ed era entrata nel vecchio locale.

Hope si era guardata attorno, respirando quell'aria che era pregna di magia e aveva trovato la conferma alle parole dell'amica, che avevano descritto quel posto come povero, buio e dimesso. 

Facendo pochi passi, s'era avvicinata al barista che la stava fissando come se vedesse un fantasma.

Facendogli un sorriso, Hope gli aveva chiesto: " Buongiorno, lei è Tom?" e l'uomo risvegliatosi dai suoi pensieri, aveva annuito chiedendole di cosa avesse bisogno.

La ragazza gli aveva risposto: " Ho bisogno che mi mostri come entrare a Diagon Alley!

E' la prima volta che vengo qui, dato che ho completato i miei studi a Beauxbatons!".

L'uomo aveva annuito e mentre si asciugava le mani con un consunto strofinaccio le aveva chiesto: " Come mai ha deciso di venire qui?" e Hope con un sorriso gli aveva risposto: " Ho perso i miei genitori la settimana scorsa e ho sentito la necessità di venire a vedere i luoghi dove è nata e cresciuta la mia mamma!".

Tom si era fermato poi si era girato verso di lei e aveva detto: " Chi era tua mamma? Sai io conosco tutti e magari posso esserti di aiuto!".

Hope aveva sorriso poi aveva risposto: " Lei si chiamava Luna, Luna Lovegood!".

L'uomo aveva spalancato gli occhi poi dopo essersi dato una botta sulla fronte aveva detto: " Ma certo! Non appena sei entrata qui, mi sono detto che la tua faccia non mi era nuova e ora so perchè.

Se mi ricordo della piccola Luna? E come posso dimenticarla!

Era dolce e meravigliosa, sempre con il sorriso sulle labbra e con una risata coinvolgente e contagiosa" poi si era bloccato sgranando gli occhi e aveva detto " Per Merlino, non posso credere che sia davvero morta e davvero non so dirti quanto mi dispiace!".

Hope aveva annuito poi aveva spalancato gli occhi quando Tom le aveva chiesto chi era suo padre.

La ragazza con decisione aveva risposto: " Oh, lui era un mago francese, nato e cresciuto nella Vallauris magica!".

Tom aveva annuito e l'aveva accompagnata nel retro bottega, mostrandole quali mattoni colpire con la bacchetta quindi, dopo averle augurato buona fortuna, si era ritirato.

Hope aveva sospirato in modo profondo poi aveva iniziato la procedura e quando aveva finito, il

muro di fronte a lei si era aperto.

Hope si era trovata davanti una Diagon Alley decisamente affollata e aveva iniziato a guardare tutto con un espressione estasiata.

Era passata davanti all'Emporio del gufo, al Ghirigoro e a Florian Fortebraccio, dove si era fermata a prendersi un bel gelato.

Si era seduta su una panchina e aveva consumato con lentezza quella delizia; ad un tratto si era sentita osservata e quando aveva alzato gli occhi, ne aveva incontrati due grigi e spettacolari, che appartenevano ad un uomo molto affascinante.

Hope, aveva sentito un brivido scenderle lungo la schiena e si era chiesta che diavolo le stesse prendendo.

Non si era mai sentita così, con nessun ragazzo che aveva incontrato e ora un estraneo qualsiasi,

era riuscito a destabilizzarla in quel modo.

L'uomo che continuava a fissarla, indossava un pantalone grigio molto elegante e di evidente, squisita fattura e una camicia celeste con i primi bottoni aperti.

Aveva la pelle chiara e dei lucenti capelli biondi, che si accompagnavano perfettamente a quegli splendidi occhi.

Rendendosi conto che la ragazza ricambiava il suo sguardo, il biondo con movenze lente, aveva attraversato la strada e si era fermato davanti a lei facendole un sorriso poi si era presentato:

" Buongiorno, io mi chiamo Draco Malfoy e sarei davvero onorato se tu mi dicessi il tuo nome!".

La ragazza era arrossita poi gli aveva risposto: " Piacere di conoscerti Draco, io mi chiamo Hope, Hope Potter!".

Draco aveva sgranato gli occhi poi si era irrigidito e aveva detto: " Hai detto Potter?" e quando lei aveva annuito, lui aveva continuato dicendo: " Sei per caso parente dello Sfregiato?".

Hope aveva inclinato la testa confusa poi aveva mormorato: " Di chi?" e lui sbuffando, aveva risposto: " Sto parlando dello sfregiato, del maledetto Salvatore del mondo magico, di quella zecca con gli occhiali, insomma di Harry Potter!".

La ragazza aveva sorriso nel sentire quegli epiteti, diretti ad una persona che anche lei detestava poi tornando seria, aveva risposto: " No, mi spiace deluderti ma non ho nulla a che vedere con lui.

Io sono figlia di Luna Lovegood, che era una strega e di Michael James Potter, che era solo un babbano!".

Draco aveva sospirato leggermente poi aveva chiesto: " Scusa, sbaglio o hai detto che erano?".

Gli occhi di Hope si erano inumiditi poi aveva risposto: " Si, l'ho detto perchè sono morti entrambi la settimana scorsa in un incidente!".

Il biondo aveva spalancato la bocca poi aveva detto: " Perdonami, sono stato indelicato!" e lei scuotendo la testa aveva mormorato: " Non ti preoccupare, non potevi saperlo!".

Poi lui si era seduto accanto a lei e aveva chiesto: " Hai detto di essere figlia della Lovegood? Ma allora quanti anni hai?".

Hope aveva sorriso poi aveva risposto: " Ne ho compiuti diciotto un mese fa e tu invece quanti ne hai?".

Lui aveva ghignato poi aveva risposto: " Oh beh, qualcuno di più! Tu quanti me ne dai?" e lei ridendo aveva detto: " Uhm, direi che ne hai più o meno trenta!".

Draco aveva sorriso poi aveva detto: " Ne ho trentacinque! Non ti crea problemi, parlare con un

uomo che potrebbe avere l'età di tuo padre?".

Lei aveva scosso la testa poi aveva risposto: " Non vedo il motivo per cui dovrebbe darmi fastidio e poi mio padre aveva quarantaquattro anni quindi tu sei decisamente più piccolo!".

Il biondo era scoppiato a ridere poi aveva detto: " Sono certo di non averti mai visto qui a Diagon Alley, perchè se fosse successo me ne sarei ricordato senz'altro!" e lei aveva risposto: " Infatti non sono di qui! Fino a stamattina vivevo ad Aix-en-provence, che è una cittadina francese!".

Draco aveva annuito poi aveva chiesto: " Se non sono troppo indiscreto, potrei chiederti come mai sei venuta qui?".

Hope aveva annuito poi aveva risposto: " Mia madre è nata e cresciuta qui e io volevo conoscere i luoghi che le appartenevano; inoltre volevo passare dal Ministero per avvisarli del suo decesso ma non so come arrivarci!".

Il biondo aveva sorriso poi aveva detto: " In questo se vuoi, posso aiutarti!

Io ci lavoro e sarei davvero onorato di poterti accompagnare, a patto che poi accetti di cenare con me!".

Hope ci aveva pensato un pò su poi aveva annuito decisa e senza remore aveva porto la mano a lui che l'aveva afferrata.

In quell'istante un forte brivido aveva attraversato la loro schiena ma entrambi, avevano cercato di mascherare quella strana sensazione.

In pochi minuti i due erano arrivati al Ministero e Hope era rimasta scioccata davanti alla visione dell'atrio, dominato dalla superba fontana che rappresentava un mago, una strega, un centauro e un folletto, tutti ricoperti di oro.

Draco le aveva messo una mano sulla base della schiena e dopo averle chiesto dove doveva andare, l'aveva pilotata verso l'ufficio anagrafico.

Giunti lì Hope gli aveva chiesto di attenderlo fuori e quando lui aveva annuito, era entrata dentro.

All'incaricata aveva chiesto l'albero genealogico di Harry Potter, dicendole che gli servivano per una biografia che stava scrivendo.

La donna aveva annuito porgendole il foglio poi Hope, le aveva comunicato che sua madre, Luna Lovegood era deceduta e già che c'era aveva chiesto anche l'albero genealogico della sua famiglia.

Con la bacchetta aveva rimpicciolito i due documenti poi li aveva messi dentro la borsa, aveva salutato la solerte impiegata ed era uscita per raggiungere Draco.

L'uomo che la stava attendendo, l'aveva presa per mano poi le aveva detto: " E ora, cara Hope ti invito ufficialmente a cena, nella segreta speranza che questa non sia l'ultima volta che ci vedremo!".

La ragazza aveva annuito con un sorriso poi aveva risposto: " I presupposti ci sono tutti e sarei davvero felice di rivederti!".

Quindi entrambi con un grande sorriso sulla faccia, erano usciti dal Ministero.

 

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Capitolo 12
*** Un invito inaspettato ***


Ciao ragazze oggi vedremo come va questo incontro tra Draco e Hope, inoltre faremo la conoscenza di quattro persone nuove.

Oggi sono di poche parole e mi scuso con voi, anche se secondo me voi starete dicendo " Che bello, perchè non lo fa sempre?".

Quindi senza indugi vi auguro una buona settimana, vi ringrazio di cuore per il vostro affetto e vi lascio alla lettura del capitolo.

Un bacio Lorian

 

Capitolo 12 - Un invito inaspettato

 

Fin dal primo momento in cui aveva posato gli occhi sul volto di Draco, Hope si era sentita bene e davvero non sapeva come spiegarsene il motivo.

Di solito lei non era una che dava molta confidenza agli estranei, anzi se poteva li evitava proprio.

Probabilmente questo comportamento, era dovuto al fatto che lei temeva sempre di far scoprire al suo interlocutore i suoi poteri ma ad onor del vero, Draco era un mago quindi da quel lato, non correva dei rischi.

Certo non sapeva nulla di lui ma nel suo cuore sentiva che non aveva delle brutte intenzioni.

In più il fatto che conoscesse e detestasse l'uomo che l'aveva generata, gli aveva fatto acquistare dei punti a suo favore.

E poi, anche lei aveva gli occhi per guardare e doveva ammettere che quell'uomo, era proprio un bel vedere.

C'era però qualcosa che le ronzava nel cervello, un piccolo particolare che aveva intenzione di chiedergli non appena si fossero seduti a tavola.

In pochi minuti, i due si erano trovati davanti ad un ristorante molto chic, che si chiamava Black & White e Hope si era sentita a disagio.

Temeva di non essere vestita, in modo adeguato a quel luogo e non voleva far fare delle brutte figure al suo accompagnatore.

Si era quindi bloccata, incerta sul da farsi e quando Draco se ne era accorto, si era girato verso di lei, chiedendole: " Hope, c'è qualcosa che non va?".

Lei lo aveva guardato poi arrossendo leggermente aveva detto: " Non credo di essere in ordine per poter entrare lì!".

Draco aveva sorriso poi, aveva scosso la testa dicendo: " Ti posso assicurare che sei perfetta e inoltre non devi porti alcun problema, dato che il ristorante mi appartiene e credo di avere voce in capitolo, su chi fare entrare e chi no!".

Quindi, finito di parlare, le aveva porto la mano rimanendo fermo nell'attesa che la prendesse.

Hope l'aveva guardata poi aveva alzato gli occhi sul suo volto e dopo aver sorriso leggermente, vi aveva posato la sua, stringendolo ed aveva annuito seguendolo.

Nel momento in cui le loro mani si erano unite, Draco si era sentito felice e scortandola, erano entrati dentro al locale.

Visto dal suo interno, il ristorante era ancora più bello ed elegante e Hope aveva notato che, nonostante fosse arredato con cose molto costose, non era trasceso nel volgare e nel pacchiano.

Tutto l'ambiente, giocava con i toni del beige, del bianco e del crema che gli davano un aria

decisamente bohemienne.

Le tovaglie erano di un bianco candido, così come le sedie mentre il pavimento era composto da riquadri di marmo beige e grigi.

Draco l'aveva scortata verso un tavolo un pò defilato e di questo, Hope gli era stata davvero grata.

Voleva parlare con lui e non voleva di certo farlo sotto lo sguardo di tutti, inoltre aveva alcune domande da fargli e ambiva al fatto che fosse solo lui a sentirle.

Non appena si erano seduti, erano stati raggiunti da un cameriere molto elegante e ad Hope aveva fatto venire in mente il suo adorato Charlie.

Il ragazzo aveva fatto un cenno di saluto con la testa per entrambi poi si era voltato verso Draco e aveva detto: " Buongiorno capo, volevo informarla che i magnifici quattro, hanno prenotato e fra mezz'ora saranno qui!".

Draco aveva sorriso poi aveva risposto: " Va bene Javier, non appena arrivano mandameli qui!

Ora però, io e la mia amica vorremmo ordinare!".

Il ragazzo in un istante aveva perso la sua aria giocosa e aveva assunto un'espressione compita e Draco, dopo aver sorriso si era rivolto a Hope, chiedendole: " C'è qualcosa in particolare che ti piacerebbe mangiare?".

La ragazza aveva scosso la testa poi aveva risposto: " Va bene qualsiasi cosa Draco, io mangio di tutto!".

Il biondo aveva annuito con un sorriso poi si era girato verso il cameriere e aveva detto: " Ok allora, Javier portaci dei formaggi misti, accompagnati da del paté di noci e da della gelatina di porto, poi due porzioni di arrosto con della salsa di mirtilli e per dessert... due Cheddar Pudding! Per quanto riguarda le bevande, direi che è perfetto il vino elfico del 2009!".

Il ragazzo, dopo aver preso nota di tutto, aveva annuito e si era dileguato velocemente.

Non appena erano rimasti soli, lei aveva chiesto: " Scusa Draco ma chi sono i fantastici quattro?" e lui ghignando aveva risposto: " Sono i miei migliori amici!".

La ragazza aveva annuito poi aveva domandato: " Volevo chiederti alcune cose, se non sono indiscreta!" e lui sorridendo, aveva scosso la testa poi aveva risposto: " Dimmi pure!".

Hope si era passata una mano tra i capelli poi aveva detto: " Stavo pensando che stamattina non hai fatto una piega, quando ti ho fatto il nome di mia madre e mi chiedevo se tu l'avessi conosciuta in passato!".

Lui aveva annuito poi aveva risposto: " Si la conoscevo, anche se non ci siamo mai parlati!

Eravamo dello stesso anno e andavamo alla stessa scuola, anche se in case diverse.

Lei era in quella di Corvonero mentre io stavo in quella di Serpeverde e quelli come me, non davano molta confidenza agli altri!".

Hope aveva inarcato un sopraciglio poi aveva domandato: " In che senso, quelli come te? Che cosa avevi di speciale da renderti diverso?".

Draco si era agitato leggermente sulla sedia poi aveva risposto: " A quei tempi ero parecchio... come dire... ecco... stronzo, antipatico, classista, asociale e razzista!".

Hope aveva emesso un fischio modulato prima di scoppiare a ridere poi aveva detto: " Ah però, che bella descrizione dettagliata! Sai che faccio fatica ad immaginarti così?".

Lui aveva sorriso amaramente poi aveva abbassato la testa e aveva mormorato: " Invece lo ero eccome! Per fortuna però, sono cambiato anche se non del tutto.

Per farti un valido esempio ti dico che se io e te ci fossimo incontrati allora, non ti avrei rivolto la parola neppure per sbaglio!".

" Perchè?" aveva chiesto la ragazza e lui, tirando un grosso respiro, aveva risposto: " Perchè per via degli insegnamenti rigidi di mio padre, io dividevo tutti in due gruppi.

Il primo formato solo ed unicamente dai Purosangue come me mentre il secondo composto dai Mezzosangue e dai Sanguesporco!".

Hope aveva scosso la testa basita poi aveva chiesto: " Scusa Draco ma non ho mai sentito quei termini, che tra l'altro non mi piacciono! Saresti così gentile da spiegarmi cosa significano?".

Lui aveva annuito poi aveva detto: " Per i razzisti, come lo ero io, i Sanguesporco sono quelli che provengono da una famiglia senza poteri magici mentre i Mezzosangue sono quelli che hanno almeno uno dei genitori che fa uso della magia!".

Hope aveva annuito poi aveva mormorato: " Quindi, io sarei una Mezzosangue?".

Draco aveva spalancato gli occhi poi aveva detto: " No, tu sei Hope e nient'altro!".

La ragazza aveva sorriso poi delicatamente gli aveva preso una mano ma aveva dovuto lasciargliela per l'arrivo del cameriere, che portava le loro pietanze.

Avevano iniziato a mangiare in silenzio poi ad un tratto, Hope aveva posato la forchetta e il coltello e aveva chiesto a Draco: " Scusami ma potresti spiegarmi come mai hai tutto quell'odio, verso quello che chiami il Salvatore magico?".

Per poco Draco, che in quel momento stava bevendo un sorso di vino, non aveva rischiato di affogarsi poi quando si era ripreso, aveva detto: " Per Merlino e Morgana, Hope ma hai per caso deciso che devo crepare in questo momento?

Non ti facevo così senza cuore! Come puoi nominarmi quell'essere mentre sto bevendo?".

Hope era scoppiata a ridere e lui si era incantato ad ascoltare quel suono poi quando si era ripreso, aveva detto: " Tra me e lui non è mai corso buon sangue, sempre per via degli insegnamenti di mio padre.

Diciamo che San Potter stava dalla parte dei buoni mentre io, vegetavo in quella dei cattivi!".

Hope aveva sgranato gli occhi poi aveva detto: " Tu, uno dei cattivi? Non posso crederci!".

Lo sguardo di Draco si era incupito poi aveva appoggiato sul piatto, le posate e guardandola aveva detto: " Devi crederci invece Hope!

Mi piacerebbe dirti che sono stato sempre buono, che non ho fatto del male a nessuno, che non ho commesso una grandissima marea di cazzate ma ti mentirei e io non voglio farlo.

Ci conosciamo da poche ore ma è come se ti conoscessi da una vita e non meriti che ti riempia di bugie, quindi anche se mi fa un male cane, ti racconterò la verità.

Quando iniziai la scuola, a undici anni, ero solo un pallone gonfiato con la testa piena di pregiudizi che mio padre mi aveva inculcato meravigliosamente bene.

Guardavo tutti dall'alto in basso, perchè credevo erroneamente che nessuno fosse degno di stare al mio cospetto.

Mi sentivo il migliore in assoluto ma in realtà ero solo un stupido illuso.

Per capirlo però mi ci vollero molti anni e nel frattempo, divenni il classico bullo irresponsabile.

Avevo pochi amici, se non contiamo i magnifici quattro che tra poco conoscerai.

Tutti gli altri erano feccia per me e la maggior parte, non li consideravo neppure degni di lustrarmi le scarpe.

Ero attorniato da schiavetti che erano pronti a scattare, ad un mio semplice schiocco delle dita, attratti dal mio altisonante cognome e dal mio incalcolabile conto in banca.

Sapevo alla perfezione che quelli non li potevo considerare amici e mi andava bene così.

Le mie vittime preferite erano San Potter e la sua cricca, specialmente Hermione Granger che detestavo particolarmente, perchè era una Sanguesporco ma aveva più magia lei nel dito mignolo, di quanta ne avessi io in una mano.

Era una cosa inaccettabile per il mio ego e per questo, lei divenne la persona da umiliare.

Ma più ci provavo e più fallivo!".

Hope aveva ascoltato quella confessione con il cuore gonfio di pena: si vedeva che era cambiato ma tutto quel dolore difficilmente sarebbe stato dimenticato.

Draco intanto aveva continuato dicendo: " Era umiliante per me anche perchè, ad ogni mio errore, il mio caro paparino si premurava di farmi comprendere i miei sbagli a suon di Cruciatus e sai qual è la cosa assurda?".

Hope aveva scosso la testa con gli occhi pieni di lacrime per il racconto e Draco, senza realmente vederla, aveva detto: " Che nonostante la mia testa sapesse perfettamente che quello da odiare era mio padre, il mio cuore diceva che lui lo stava facendo per il mio bene e di conseguenza detestavo ancora di più le mie vittime.

Non so quanto tu sappia della guerra Hope ma ti posso assicurare, che per me non è stata affatto una passeggiata.

Fu solo quando l'uomo che mi aveva generato, mi offrì come carne da macello al suo padrone, che compresi la verità.

E cioè che ero solo uno strumento per lui, qualcosa di cui servirsi nel momento adatto.

Per riparare ai suoi errori, io fui marchiato e ciò fece di me un Mangiamorte!".

Hope era sobbalzata sulla sedia, perchè nonostante non l'aveva vissuta di persona, aveva letto molto sulla guerra e a scuola l'aveva studiata.

Sapeva chi erano i Mangiamorte e che cosa avevano fatto ma faceva una fatica enorme a vedere Draco in quelle vesti.

L'uomo aveva visto la sua reazione e aveva sentito il cuore stringersi, come se fosse chiuso in una morsa.

Non sapeva che cosa lo legasse a quella ragazza; l'unica cosa che sapeva con certezza, era che non voleva vederla svanire nel nulla.

Però, anche se sapeva alla perfezione che correva questo rischio, aveva deciso di essere del tutto sincero con lei quindi stringendo i pugni, aveva continuato a parlare dicendo: " Voldemort, mi aveva marchiato per punire mio padre dei suoi fallimenti.

Lui sapeva che fondamentalmente ero un debole e che non sarei stato in grado di commettere qualcosa di orribile, quindi decise di condannarmi a priori, per liberarsi di un anello debole e allo stesso tempo, per punire mio padre.

Decise di affidarmi una missione impossibile, che sapevo già avrei fallito: dovevo uccidere Albus Silente, l'allora preside di Hogwarts.

Ero disperato, perchè non volevo diventare un assassino e Voldemort sapendolo mi aveva, per così dire incentivato, sequestrando mia madre e minacciandola di morte.

Ero in trappola, ero destinato a soccombere alla sua volontà e mi sentivo come se avessi un cappio

che mi si stringeva intorno al collo giorno dopo giorno.

Nel momento clou, quello in cui mi trovavo davanti al preside con la bacchetta spianata, la mia mano aveva tremato un secondo di più e la missione a me affidata, fu portata a termine dal mio padrino Severus Piton.

Lui uccise Silente poi mi trascinò fuori da Hogwarts.

Non appena arrivammo al Manor, Voldemort si adirò con me per non aver commesso il fatto ma decise di passarci sopra, perchè in fondo quello che voleva lo aveva ottenuto.

Silente, il suo più grande avversario, non c'era più e in quel momento lui si sentiva un vincitore.

Ma non aveva fatto i conti con il trio Santità!"

Davanti allo sguardo perplesso di Hope, Draco aveva sorriso lievemente poi aveva detto: " Quello era il soprannome, che noi di Serpeverde davamo a Harry James Potter, Hermione Jean Granger e Ronald Bilius Weasley!

Voldemort li sottovalutò, credendoli a torto solo un trio di ragazzini e quello fu il suo più grande errore.

Uno sbaglio che portò alla sua sconfitta e alla cattura di tutti i suoi Mangiamorte, me compreso.

Quando iniziarono i processi, avevo il sacrosanto terrore di essere spedito ad Azkaban, invece con mio grande stupore, fui completamente assolto.

Sia io che mia madre ne uscimmo totalmente puliti mentre mio padre, ricevette il bacio dei Dissennatori.

Se devo essere del tutto sincero, posso dirti che la cosa non mi dispiacque affatto.

A causa della sua cupidigia, io e mia madre in quel momento ci trovavamo con quasi tutte le nostre proprietà sequestrate e la metà del nostro patrimonio confiscato, con la motivazione di dover risarcire le famiglie di quelle persone colpite dalla guerra.

Sai però quale fu la cosa che più mi fece arrabbiare?".

Hope aveva scosso la testa in segno di diniego e Draco aveva detto: " Fu lo scoprire che se io ero libero, lo dovevo a San Potter che aveva testimoniato in mio favore, dicendo che non avevo ucciso Silente.

So che a rigor di logica, avrei dovuto essergli grato ma proprio non riuscivo a digerire il fatto di dovere la mia libertà, proprio a colui che per tanti anni era stato il mio nemico.

Non lo ringraziai e credo che non lo farò mai; il mio orgoglio proprio me lo impedisce.

Decisi di rimboccarmi le maniche per riabilitare il cognome dei Malfoy e con l'aiuto di mia madre ci riuscii.

Fondai un associazione che dedicai a Severus Piton, che pur essendo stato un Mangiamorte, aveva fatto la spia per Silente per più di venti anni.

Lui aveva salvato la mia anima e quello era un debito, che difficilmente avrei dimenticato.

Con la mia associazione, potei aiutare diverse persone e alla fine la gente smise di tremare di fronte a me.

Purtroppo se da una parte ero felice, dall'altra a fare da contraltare, giunse la morte di mia madre che con il passare degli anni e tutto il dolore che aveva accumulato, si era spenta serenamente all'età di 48 anni.

Sai chi intervenne al funerale, oltre a me e ai fantastici quattro? Hermione Granger!

Hai capito bene! Fu l'unica del trio Santità che intervenne e quando finì la funzione, mi avvicinai e

le chiesi come mai fosse venuta.

Lei mi disse che non mi portava più nessun rancore e che davanti al dolore della morte, tutti eravamo uguali poi se ne andò via e quella fu l'ultima volta che la vidi di persona.

Dai giornali seppi che era diventata una Medimaga e che si era sposata con Weasley mentre Potter, aveva impalmato la sorella del rosso ed entrambi avevano scelto la carriera di Auror.

Quanto a me, non ho mai voluto una donna al mio fianco per il timore di non saperla amare e mi sono concentrato solo sulla riabilitazione del mio cognome. 

Ho portato avanti la mia associazione e con il tempo, ho aperto questo ristorante che, ancora adesso mi da parecchie soddisfazioni!

Beh, credo di averti riassunto in mezz'ora tutta la mia schifosa vita e non mi sorprenderei, se ora ti alzassi per scappare via!".

Hope aveva sorriso poi aveva allungato una mano, poggiandola sulla sua e aveva detto: " Non vedo davvero il motivo, per il quale dovrei scappare.

Io in realtà ti ammiro, perchè ci vuole molto coraggio a rimettere in discussione tutta la propria vita, invece di godersi i frutti di eroe come fa ancora oggi Harry Potter.

Tu eri il cattivo e sei diventato buono, lui invece era il buono ed è rimasto tale, senza alcun cambiamento significativo!".

Una voce alle spalle di Draco, aveva attirato la loro attenzione quando aveva detto: " Mi piace, come ragiona la ragazza!".

I due commensali si erano girati e si erano trovati davanti due uomini e due donne che li fissavano.

Draco aveva sorriso poi si era alzato in piedi e giratosi verso la ragazza, aveva detto: " Hope, ecco a te i magnifici quattro!".
Hope li aveva guardati e a pelle, aveva sentito una simpatia incredibile, sprigionarsi verso di loro.

Draco, avvicinandoli uno ad uno, li aveva presentati dicendo: " Lei è Pansy Parkinson e questo scimmione al suo fianco è suo marito Blaise Zabini, autore della battuta di prima.

Loro invece sono Daphne Greengrass e suo marito Theodore Nott!".

Poi rivolgendosi ai suoi amici, aveva detto: " Ragazzi lei è Hope Potter e prima che saltiate ad inutili conclusioni, non ha nulla a che vedere con lo sfregiato ma è figlia della Lovegood e di un babbano!".

I magnifici quattro la salutarono cordialmente poi si sedettero al tavolo con loro e iniziarono a parlare del più e del meno.

Hope raccontò loro della sua vita ad Aix-en-provence, di sua madre e di suo padre, del loro hotel, della scuola di Beauxbatons e della morte dei suoi genitori.

Tutti l'avevano ascoltata con grande interesse, in particolar modo Draco che l'aveva osservata per tutto il tempo con una grande attenzione.

Ad un tratto, una musichetta strana ma allegra, li aveva incuriositi ed erano rimasti basiti quando Hope, scusandosi per l'interruzione, aveva tirato fuori dalla tasca una scatoletta colorata di rosso.

Dopo aver schiacciato un tasto, aveva portato la scatoletta all'orecchio e aveva detto: " Ciao Yvette sono arrivata poco fa! Si sto bene ma devo ancora cercare un albergo poi, non appena lo trovo, ti faccio sapere.

Salutami tutti, un bacio!" quindi aveva rischiacciato un tasto e aveva poggiato la scatoletta sul tavolo.

Blaise curioso, aveva allungato la mano e aveva detto: " Posso?".

Hope aveva annuito passandogli l'apparecchio e lui dopo averlo guardato da ogni lato, aveva chiesto: " Scusa ma si può sapere che diamine è questa cosa?".

La ragazza aveva innalzato un sopraciglio poi basita aveva chiesto: " Vuoi dire che è la prima volta che ne vedi uno?" e lui aveva annuito quindi Hope aveva risposto: " Questo è un cellulare e serve per comunicare con chi ne ha uno uguale.

E' oramai una comodità irrinunciabile per i babbani e di certo sarebbe strano comunicare con i gufi, che tra l'altro sono più lenti.

Con questo, parli in tempo reale con chi vuoi, come se fosse al tuo fianco!".

Tutti avevano annuito poi Blaise le aveva restituito il cellulare e si era girato verso Draco dicendo:

" Ehi amico, perchè non ospiti tu questo splendore, invece di farle cercare un albergo?".

Sia il biondo che Hope avevano spalancato gli occhi poi la ragazza era scattata in piedi dicendo:

" No, Blaise ma che dici?" ma si era bloccata quando Draco le aveva preso la mano, dicendole con un sorriso: " A me invece, sembra proprio un'idea bellissima!" poi aveva continuato " Casa mia è molto grande e mi farebbe davvero piacere avere un pò di compagnia.

Poi così anche i ragazzi potrebbero rivederti, dato che questi quattro sciagurati piombano spesso alla villa!".

Hope aveva le guance in fiamme per l'imbarazzo ma si era congelata, quando Draco le aveva afferrato la mano dicendo: " Accetta ti prego, mi faresti veramente felice!".

A quel punto non aveva trovato più un motivo valido per rifiutare, quindi tirando un grosso respiro aveva annuito, dicendo: " Accetto!".

Sul volto di Draco era apparso un bellissimo sorriso e Blaise e gli altri avevano applaudito.

Poi avevano chiamato Javier e avevano ordinato una bottiglia di Champagne, in modo da poter festeggiare.

 

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Capitolo 13
*** Una nuova vita per Hope ***


Ciao ragazze eccoci con un nuovo capitolo di questa fiction.

Vi dico subito che contrariamente alle mie abitudini, questa non sarà tanto lunga.

La storia è già tutta scritta ma come al solito posterò un capitolo a settimana.

Ora vi lascio alla lettura del brano ringraziandovi come sempre per la vostra presenza e per il vostro affetto.

Un bacio da Lorian

 

Capitolo 13 - Una nuova vita per Hope

 

Dopo che i sei amici erano usciti dal ristorante, erano rimasti per qualche minuto a parlare davanti  alle porte del Black & White poi le due coppie si erano smaterializzati.

Rimasto solo con Hope, Draco si era avvicinato e con la voce titubante, aveva detto: " Perdonami, non vorrei averti messa in imbarazzo con la mia proposta.

Se non vuoi condividere la villa con me, dimmelo pure senza temere d'inquietarmi.

Io posso giurarti che non mi offenderò e che ti aiuterò a cercarti un albergo, che faccia al caso tuo!".

La ragazza lo aveva guardato poi gli aveva risposto: " No Draco, non mi hai messa in imbarazzo.

E solo che la tua proposta è stata così inaspettata e mi ha colta di sorpresa ma ti posso assicurare che mi fa davvero piacere, venire a vivere da te!".

Draco aveva sorriso poi le aveva preso una mano e tirandola verso di sé, si erano smaterializzati.

Davanti agli occhi di Hope era apparsa una villa a dir poco meravigliosa e la ragazza aveva dovuto fare un grande sforzo per chiudere la bocca, che le si era spalancata di botto.

Meccanicamente si era girata verso Draco e a fatica aveva detto: " Per la miseria! Ma questa è una reggia, altro che casa".

L'uomo aveva scosso la testa poi, con un tono divertito aveva detto: " Non è poi così grande! Il Manor lo è cinque volte di più ma... non ci vado poi così volentieri.

Ho dei brutti ricordi legati a quel posto e poi anche i miei clienti, si sentono intimoriti quando ci incontriamo lì.

E' tutto tetro e freddo e mi fa mancare letteralmente il respiro!".

Hope aveva annuito poi gli aveva chiesto: " Ma tu non hai un ufficio per le riunioni?".

Lui aveva sorriso poi aveva risposto: " Si, ma non mi è mai piaciuto rimanere chiuso tra quattro mura.

Per un periodo sono stato claustrofobico poi ne sono uscito ma a volte, ho ancora la sensazione di soffocare.

Per questo preferisco ricevere i miei clienti a casa mia e sempre per questo, l'ho scelta con dei colori chiari, tante finestre e in stile moderno.

Al Ministero cerco di andarci il meno possibile e proprio quando non posso farne a meno!".

Hope aveva annuito poi, mentre si avvicinavano all'ingresso della villa, gli aveva chiesto: " Posso sapere che lavoro fai?".

Lui aveva sorriso poi con un certo orgoglio aveva risposto: " Sono uno dei più famosi pozionisti dell'Inghilterra!".

Hope aveva sgranato gli occhi poi saltellando sul posto, aveva detto: " Caspita, non posso crederci!

Sai che adoro le pozioni?

A scuola era una delle mie materie preferite e ho concluso l'anno con il voto di Eccezionale.

Madame Maxime, era a dir poco entusiasta quando mi ha annunciato che al Saint'Etienne, che è l'ospedale magico di Vallauris, mi aveva offerto un posto come pozionista!".

Draco l'aveva fissata profondamente, mentre infilava le chiavi nella porta poi prima di aprire, le aveva chiesto: " E... hai intenzione di accettare la proposta?".

L'uomo le aveva fatto quella domanda con un certo timore, perche anche se non riusciva a capire il motivo, non voleva che lei tornasse in Francia.

Hope l'aveva guardato poi aveva risposto: " Non so! Questo era il mio progetto, prima della morte dei miei genitori.

Ora dopo l'incidente, le mie priorità sono cambiate!".

Draco aveva tirato un impercettibile sospiro di sollievo e aveva sentito un peso enorme, spostarsi dal suo diaframma.

Aveva del tempo di fronte a lui, tempo che avrebbe impiegato per non farla più partire.

Dopo aver scosso la testa, aveva aperto la porta e insieme alla ragazza erano entrati in casa.

Davanti agli occhi di Hope, era apparso un bellissimo soggiorno, tutto incentrato sui colori del beige.

La ragazza aveva fissato tutto con la bocca spalancata poi, dopo essersi girata verso l'uomo aveva detto: " Per la miseria ma qui c'è da perdersi! Mi sa tanto che dovrai darmi una mappa, se vuoi evitare di vedermi sparire nei suoi meandri".

Draco era scoppiato a ridere di cuore poi le aveva preso una mano e l'aveva portata nel retro della villa dove troneggiava una meravigliosa piscina illuminata.

Hope era letteralmente senza parole e Draco ne aveva approfittato per dirle: " Sono certo che non ti perderai, una volta che ci avrai fatto l'abitudine.

In questa villa ci sono cinque camere da letto con relativo bagno poi due sale da pranzo, una privata e l'altra per le cene di rappresentanza, il soggiorno che hai visto prima, il mio studio privato e una grande cucina che è il regno di Nike!".

Hope aveva piegato la testa e aveva chiesto: " Scusa ma chi è Nike?" e Draco aveva sorriso per poi dire: " E' la mia elfa!".

La ragazza aveva spalancato gli occhi poi aveva detto: " Hai un elfa? E' la prima volta che ne vedrò una di persona!".

Draco si era passato una mano sul mento e aveva detto: " E' un elfa libera che ho assunto per occuparsi della villa.

Il suo nome era Tinky ma gliel'ho cambiato con Nike che significa Vittoria, perchè è stata il primo essere che ho assunto, dopo la vittoria di Potter su Voldemort.

Era un modo per iniziare una nuova vita e grazie a lei, posso dire di esserci riuscito.

Nike si prende cura di me e della villa, nel migliore dei modi e posso tranquillamente affermare che è una collaboratrice davvero fantastica!".

Una voce gracchiante aveva attirato la loro attenzione mentre diceva: " Il signore è sempre troppo buono con Nike!".

Davanti agli occhi esterrefatti di Hope, era apparso un esserino vestito con un abitino blu elettrico e un grande fiocco dello stesso colore, posto sulla testa.

Draco aveva sorriso poi rivolto all'elfa, aveva detto: " No Nike, sai che non esagero! Comunque già che ci siamo, ti voglio presentare Hope che da stasera vivrà qui con noi.

Saresti così gentile, da prepararle la camera accanto alla mia?".

La piccola elfa aveva annuito dicendo: " Nike provvede subito, signore!" poi si era rivolta verso la ragazza e aveva aggiunto: " E' un piacere fare la sua conoscenza, miss Hope!".

La biondina aveva sorriso poi aveva risposto: " Sei molto gentile Nike, il piacere è tutto mio e mi auguro che diventeremo amiche!".

Gli occhioni a palla della creaturina, si erano inumiditi poi con la sua tipica voce gracchiante, aveva risposto: " Nike, ne sarà davvero onorata!" quindi si era dileguata in un lampo.

Draco aveva sorriso poi aveva detto: " L'hai fatta emozionare!" quindi aveva aggiunto " Credo che il resto della villa sia meglio fartelo vedere domani, visto che è già molto tardi.

Io sarò a casa e sarà davvero un piacere per me, farti da Cicerone!".

Hope l'aveva ringraziato ed insieme erano saliti al piano di sopra.

Draco l'aveva accompagnata davanti ad una porta e dopo averle fatto il gentile baciamano, si era allontanato augurandole la buonanotte.

L'indomani mattina, Hope si era svegliata e per un attimo aveva fatto fatica a capire dove si trovava poi aveva memorizzato i fatti del giorno prima e aveva realizzato, di essere nella villa di Draco.

Uno strano calore, le aveva circondato il cuore e lentamente si era alzata dal letto.

Prima di fiondarsi in bagno, aveva visto che erano le 9.30 e aveva pensato che fosse il caso di chiamare Yvette, per farla tranquillizzare.

Aveva deciso però, di non dirle che era a casa di uno sconosciuto ma che invece, si era trovata un buon albergo.

Dopo aver fatto la chiamata e aver salutato tutti, si era diretta in bagno ed era rimasta nuovamente senza parole, davanti alla magnificenza dell'ambiente.

Velocemente si era fatta la doccia e quando era rientrata in camera, aveva visto con suo immenso stupore, che il letto era stato sistemato perfettamente.

Si era chiesta come fosse stato possibile poi le era venuta in mente Nike ed aveva sorriso con dolcezza.

Aveva ammirato la camera, che era a dir poco stupefacente poi si era riscossa e aveva iniziato a vestirsi.

Facendo bene attenzione al tragitto, si era diretta al piano di sotto andando in cucina.

Voleva ringraziare Nike per la sua gentilezza e ed era intenzionata a chiederle di farle preparare la colazione, per poter rendere grazie a Draco della sua ospitalità.

La cucina, come già si aspettava, era davvero splendida e luminosa.

I mobili erano di un bianco candido mentre i muri erano beige.

Nonostante il colore chiaro dell'arredamento, ad Hope quella stanza trasmetteva allegria e

calore.

Con uno schiocco, era apparsa davanti a lei Nike, che quel giorno indossava un abitino verde acqua con relativo fiocco.

Hope l'aveva ringraziata per averle messo a posto il letto poi le aveva chiesto la cortesia di farle preparare la colazione e l'esserino con un sorriso, aveva annuito.

In pochi minuti, nella stanza aleggiava un profumino delizioso.

Nike guardava con interesse, ogni azione della ragazza per imprimersi bene i vari procedimenti e Hope era talmente presa nel suo lavoro, che non aveva neppure notato Draco, che la fissava ammirato dalla porta.

L'uomo osservava in religioso silenzio quella ragazza, che aveva portato una ventata di allegria nella sua vita, rimanendo sorpreso davanti all'evidenza che lei sembrava far parte da sempre di quell'ambiente.

Quando era stato tutto pronto, Hope aveva portato a tavola dei piatti per lei, Draco e Nike che contenevano delle uova fritte, accompagnate da del bacon, dei crostini di pane, della frutta e del succo di arancia.

Inoltre aveva preparato anche dei deliziosi pancake, che stava ricoprendo con del miele.

Quando aveva visto che tutto era pronto, Draco aveva fatto notare la sua presenza e con un sorriso enorme, aveva fatto i complimenti a Hope per la colazione preparata.

Avevano mangiato tutto di gusto, parlando del più e del meno poi quando avevano finito, Nike li aveva invitati ad uscire dalla stanza in modo da sistemare tutto.

Hope voleva aiutarla ma l'esserino si era opposto categoricamente.

Draco aveva preso la mano di Hope dicendo: " Venga signorina, è giunta l'ora di farle fare il tour della villa!".

La ragazza aveva annuito poi in silenzio i due erano usciti dalla cucina, sotto gli occhi emozionati di Nike che dentro di pensava: " Questa ragazza ha portato la gioia negli occhi del mio padrone.

Speriamo proprio che non vada più via!".

La prima stanza che Draco aveva mostrato ad Hope era la sala da pranzo, cosiddetta privata e cioè, quella che usava lui quando era raggiunto dai suoi amici.

Era una stanza relativamente grande, con un tavolo per otto persone e con un grande tappeto persiano posto sul pavimento.

I muri era colorati con un giallino tenue e tramite una grande finestra, entrava una luce forte che dava all'ambiente un sapore retrò.

Dopo, Draco l'aveva portata a vedere quella di rappresentanza e cioè quella che usava quando riceveva clienti e ospiti.

Questa stanza era molto più grande ma ugualmente tanto luminosa.

C'erano due ampie finestre, parzialmente coperte da dei pesanti ma chiari tendaggi, un grande quadro alla parete, un bellissimo tavolo con venti posti e un immenso tappeto beige che copriva quasi tutta l'area del pavimento.

Sul soffitto candido, un grande rosone beige, spezzava l'uniformità del colore e da lì scendeva un bel lampadario con tantissime candele magiche.

Subito dopo, i due erano andati nello studio di Draco e l'uomo, ne aveva approfittato per dire ad

Hope: " Stavo pensando che mi servirebbe una segretaria e un assistente che mi aiuti nel mio lavoro e mi stavo chiedendo, se volessi farlo tu!".

La ragazza aveva cominciato a saltellare sul posto euforica poi l'aveva abbracciato innocentemente senza immaginare che il suo gesto, scatenasse una tempesta di emozioni dentro Draco.

Lui non avrebbe più voluto separarsi da lei ma non voleva comportarsi come un uomo delle caverne, quindi pur facendosi una violenza enorme, si era staccato dal suo abbraccio.

Poi avevano continuato il tour della villa per terminare con la stanza da letto dell'uomo, realizzata in stile vagamente orientale.

Quando avevano finito il giro, Draco e Hope erano tornati nel soggiorno e si erano seduti sul grande divano.

Lì l'uomo, dopo averle preso la mano aveva detto: " Questa da ora in poi è anche casa tua e mi auguro con tutto il cuore che rimarrai con me.

Hai portato una ventata di allegria nella mia vita e devo dire che questo mi piace davvero.

Sono felice e mi dispiacerebbe davvero di doverci rinunciare!".

Hope era commossa dalle sue parole poi dopo qualche secondo aveva risposto: " Non so cosa mi riserverà il futuro! Per ora non ho dei programmi definiti e sarei davvero felice di accettare la tua proposta.

Anche se un giorno dovessi andare via, tu rimarrai una persona importante nel mio cuore!".

Draco non era del tutto soddisfatto della risposta della ragazza ma comprendeva, che non poteva aspettarsi di più.

Aveva deciso di lasciare che gli eventi facessero il suo corso e nel frattempo, avrebbe pensato a dei modi per diventare indispensabile per Hope, in modo che lei non se ne andasse più da casa sua e dalla sua vita.

 

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Capitolo 14
*** I dubbi di un sentimento appena nato ***


Buon giorno ragazze, eccoci giunti ad un nuovo appuntamento con questa storia.

Oggi i nostri due protagonisti faranno davvero un grosso passo avanti nella loro liason.

Non voglio tediarvi con inutili parole quindi vi lascio subito alla lettura del capitolo, ringraziandovi come sempre del vostro affetto.

Un bacio Lorian

 

Capitolo 14 - I dubbi di un sentimento appena nato

 

Erano passati tre mesi dall'arrivo di Hope a casa di Draco e quello che doveva essere un soggiorno di pochi giorni, era diventata una coabitazione a tutti gli effetti.

Il biondo non si capacitava, del fatto che si sentisse così bene con lei al suo fianco.

Quella ragazza era entrata nella sua vita, con l'impetuosità di un tornado ma con degli effetti del tutto benefici.

Lei era come una boccata di aria fresca per lui, che si portava dentro ancora tante cicatrici.

Nonostante in quegli anni si era impegnato molto per fare del bene alle persone, Draco sapeva perfettamente che la gente faceva ancora una fatica tremenda, a considerarlo dalla parte dei buoni.

All'uomo non interessava del tutto il parere delle persone, perchè principalmente lui agiva egoisticamente.

Il suo unico scopo nella vita era quello di ripulire il suo cognome, da tutte le porcate che aveva commesso suo padre mentre era ancora in vita.

All'inizio aveva avuto l'appoggio di sua madre ma poi dopo la morte della donna, si era ritrovato nuovamente da solo e proseguire con quella battaglia, si era rivelato sempre più difficile.

Ad un certo punto, si era bloccato davanti ad un bivio che lo aveva messo davvero in crisi: da una parte, poteva scegliere la strada più difficile e cioè quella di continuare camminando a testa alta e fregandosene se non vedeva dei risultati chiari mentre dall'altra, poteva arrendersi e mollare tutto, accontentandosi di quello che aveva ottenuto fino a quel momento.

Era molto tentato di scegliere la seconda opzione e proprio in quel momento, era apparsa nella sua vita Hope.

Hope come speranza!

Draco l'aveva considerato un monito, un segno del destino che gli diceva di non perdere mai la speranza e che prima o poi, sarebbe riuscito a raggiungere tutti i suoi intenti.

I primi giorni di coabitazione, aveva messo da parte gli affari, rimandando tutte le pozioni e gli appuntamenti per passare più tempo possibile con Hope.

Aveva infatti il timore, che lei se ne andasse e voleva godere il più possibile della sua compagnia.

Le ore con la ragazza passavano velocemente, parlavano di tutto trovandosi in una sintonia, pressoché perfetta.

Hope era rimasta colpita dal ritratto dei suoi genitori, quello appeso nel soggiorno privato e spesso lo guardava come incantata.

Sua madre le elargiva grandi sorrisi e spesso si perdevano in grandi e complicati discorsi, ai quali a volte interveniva perfino suo padre.

All'inizio il gelido Lucius si era limitato a squadrarla in silenzio poi con il passare dei giorni, si era

ritrovato spesso a ridere con quella ragazza che era piena di vita.

Secondo Draco, la molla del cambiamento era stato il fatto che, quando Hope aveva accettato il lavoro di segretaria e assistente, per ogni decisione che doveva prendere, la ragazza coinvolgeva Lucius chiedendone il parere.

Un'altra che si era metaforicamente innamorata di Hope, era Pansy.

Spesso la donna piombava alla villa di Draco e si perdeva in chiacchiere infinite con la ragazza.

Chiacchiere che spaziavano su diversi argomenti, anche se principalmente ruotavano su trucco, abiti e capelli.

Una mattina, Draco era entrato nel soggiorno e aveva sentito la voce di Hope dire: " Mamma mia ma era bellissimo!" e quando lui si era avvicinato, chiedendole che cosa trovasse così meraviglioso, si era congelato vedendo tra le mani della ragazza delle foto sue da bambino.

Foto che aveva portato quella traditrice di Pansy.

Tre foto in particolare, avevano attirato l'attenzione di Hope ed erano una di quando lui aveva tre anni, una al suo ottavo compleanno e la terza che lo raffigurava a dieci anni, durante la festa per il compleanno di sua madre.

Draco non poteva credere al fatto che quella che considerava la sua migliore amica, lo avesse tradito così, portando quelle foto a casa sua.

Le stesse foto che lui stesso aveva provveduto a fare sparire.

Stava per prendersela con Pansy, quando Hope lo aveva abbracciato chiedendogli di poterle tenere.

Lui era rimasto senza parole, con la bocca spalancata poi aveva annuito, alzando però le spalle in segno d'indifferenza.

Il sorriso che gli aveva rivolto Hope, gli aveva scaldato il cuore, anche se non aveva potuto fare a meno di fulminare con lo sguardo quella traditrice, che per ripagarlo gli aveva fatto una bella linguaccia.

Un pomeriggio, Pansy era arrivata alla villa con una scatola sospetta, dalla quale proveniva uno strano squittio.

Hope si era avvicinata curiosa e quando la donna aveva aperto il coperchio, la ragazza era rimasta scioccata davanti alla vista di due Puffole Pigmee, di un accecante color rosa shocking.

Draco era inorridito davanti a quegli ammassi di pelo fluorescente ma ancora una volta, il sorriso di Hope aveva bloccato qualsiasi sua opposizione.

Alla fine, contro ogni suo parere negativo, la Puffola Pigmea di nome Pinky era diventata il nuovo componente della villa Malfoy.

Per Draco era impossibile se non impensabile, fare o dire qualcosa che potesse fare intristire Hope, perchè quella ragazza gli era entrata nel sangue.

L'uomo si era reso conto di desiderarla da morire ma aveva compreso con suo immenso stupore, che non la voleva solo fisicamente.

Il biondo anelava di dividere la sua esistenza e il suo futuro con lei e questa inaspettata epifania, lo aveva terrorizzato parecchio.

Dalla morte di suo padre, non aveva permesso più a nessuno di comandare o stravolgere la sua vita e ad onor del vero, Hope non lo stava facendo affatto ma lui si era reso conto, che la presenza di quel bellissimo angelo nella sua vita, gli era diventata indispensabile.

Non gli era mai successo di attaccarsi in quel modo ad una ragazza, anche perché lui le usava

solo per il sesso.

Ecco, il sesso! Da quando Hope era apparsa nella sua esistenza, lui aveva interrotto tutte quelle frequentazioni occasionali e si stupiva del fatto, che non gli mancavano affatto.

Ne aveva parlato con Theo e lui gli aveva detto che con molta probabilità, le sue necessità erano cambiate e che ora il suo cuore, era pronto per qualcosa di più serio e profondo ma l'uomo era letteralmente terrorizzato dall'idea di esporre questa cosa a Hope, perchè temeva che la ragazza scappasse a gambe levate.

Draco avrebbe voluto chiederle di diventare la sua fidanzata ma oltre al timore di perderla, c'era anche un altra cosa che lo frenava.

Aveva la strana sensazione, che Hope gli nascondesse qualcosa d'importante!

Certo lui avrebbe potuto utilizzare la sua bravura nel gestire la legilimanzia ma non aveva mai voluto farlo, perchè sperava che fosse lei a confidarsi con lui.

La ragazza però, non aveva aperto bocca e questo segreto era diventato per Draco, una sorta di spada di Damocle che gli pendeva sulla testa.

L'uomo aveva deciso di agire in maniera diversa, per questo una mattina, dopo aver salutato Hope, si era recato nel suo ufficio al Ministero e una volta giunto lì, aveva convocato il suo amico Blaise.

Zabini aveva aperto un'agenzia investigativa davvero efficiente e Draco quel giorno, gli aveva detto: " Amico, c'è qualcosa che non mi torna su Hope e voglio vederci chiaro.

So che potrei leggerle la mente ma non voglio farle una bastardata del genere, perchè nonostante tutto mi fido di lei.

Quindi ti chiedo di trovarmi tutto quello che la riguarda e quando dico tutto, intendo dire proprio ogni cosa possibile.

Da quando ha mosso i primi passi, fino al numero di scarpe che indossa, chiaro?".

L'uomo aveva annuito e, dopo avergli stretto la mano, si era smaterializzato.

Era passato un altro mese, prima che Blaise tornasse nel suo ufficio con i risultati delle sue lunghe indagini.

Quella mattina, dopo aver inviato un gufo a Draco dove richiedeva la sua presenza al Ministero, si era materializzato nel suo ufficio e aveva posato sulla scrivania del biondo, un plico enorme.

Poi con la voce seria, aveva detto: " Ti risparmio di perdere del tempo inutile nella sua lettura, perchè la cosa più importante si riassume in questo.

Hope Potter è nata ad Aix-en-provence il 14 febbraio del 1999 ed è la figlia di Luna Lovegood che è una strega e Michael James Potter che è un babbano.

E' la proprietaria di un hotel, che si chiama Saint Christophe, tuttora gestito dalla zia babbana di suo padre.

Hope ha frequentato la scuola di magia di Beauxbatons, dove si è diplomata con la lode!".

Draco aveva storto la bocca poi aveva detto: " Queste cose le sapevo già, Blaise!" ma il moro lo aveva interrotto dicendo: " Si ma quello che sicuramente non sai è che il babbano, non era il padre biologico di Hope.

A quanto pare dai miei riscontri, risulta che la tua ragazza è stata il frutto di una passione proibita tra Lunatica e un misterioso mago e che quindi è del tutto purosangue!".

Il biondo aveva spalancato la bocca poi stizzito aveva detto: " Non è la mia ragazza!".

Blaise era scoppiato a ridergli in faccia poi aveva risposto: " Si, forse non lo è ancora ma tu vorresti tanto che lo fosse, non è così?".

Vedendo che Draco aveva incrociato le braccia al torace in segno di chiusura, aveva scosso la testa divertito poi aveva continuato: " Comunque come ti dicevo, il padre di questo miracolo è un mago di cui si ignora del tutto l'identità!".

Draco aveva iniziato a camminare avanti e indietro nella stanza poi si era fermato e aveva sibilato: " Non capisco perchè lei non me lo abbia detto!" e Blaise aveva risposto: " Ci possono essere un sacco di motivi.

Magari neppure lei è al corrente della verità oppure se ne vergogna talmente tanto, da non riuscire a dirtelo!".

Draco aveva scosso la testa poi aveva detto: " Santo Merlino, Blaise le ho raccontato praticamente tutte le porcate che ho fatto in tutta la mia vita, a partire dal fatto che sono stato un Mangiamorte e lei non si fida a tal punto di me da dirmi una cosa così sciocca, come il fatto di essere figlia di una tresca amorosa?".

Blaise aveva alzato gli occhi al cielo e aveva detto: " Draco per la miseria, non puoi metterti sullo stesso piano con lei.

Tu non hai le sue stesse sensazioni e poi quella che tu consideri una cosa sciocca, magari per lei non lo è affatto.

Se vuoi accettare un consiglio da parte di amico, prima di aggredirla come stai pensando di fare, cerca di riflettere che probabilmente per lei è più difficile di quello che credi!".

Quindi dette quelle parole, il moro si era smaterializzato lasciando solo l'uomo, che sentiva divampare dentro di se, un incendio di proporzioni immani.

Draco, contrariato per questo segreto, aveva lasciato il suo ufficio come se avesse le ali ai piedi e raggiunta la zona delle smaterializzazioni, era scomparso per apparire nel soggiorno di casa sua.

Si era diretto come un fulmine verso la cucina ma giunto lì, si era bloccato alla vista della ragazza che scherzava con Nike.

L'elfa era stata la prima ad accorgersi del rientro del padrone e dopo averlo salutato, si era smaterializzata per andare a sistemare le stanze.

Draco davanti al sorriso che gli rivolgeva Hope, aveva sentito la sua rabbia svanire come neve al sole e mentre si avviava verso di lei, si chiedeva come questo fosse possibile.

Giunto davanti alla ragazza, le aveva dato un grosso bacio sulla guancia poi si era bloccato a fissarla.

Hope era arrossita per l'effusione dell'uomo e, pur chiedendosi il perchè, non riusciva a staccare gli occhi dal viso del biondo.

Ancora prima di rendersi conto di quello che stava facendo, Draco si era abbassato verso di lei e l'aveva baciata con passione.

Hope si era irrigidita poi quando si erano separati, era scappata come un fulmine verso il piano di sopra.

Draco era rimasto basito dal comportamento della ragazza poi, non appena si era riavuto, le era corso dietro ma arrivato davanti alla sua stanza, era cozzato contro la protezione messa da Hope.

Una protezione così forte, che era stato sbalzato fino in fondo al corridoio.

Dopo mezz'ora, Hope era uscita dalla sua camera ed era andata a cercare Draco.

L'aveva trovato seduto sul divano, con la testa tra le mani e un espressione di sofferenza impressa sul volto.

La ragazza si era avvicinata e quando si era trovata ad un passo da lui, si era inginocchiata per poterlo guardare in volto.

Era rimasta sconvolta dalla disperazione che si leggeva negli occhi dell'uomo e alzando lentamente una mano, gli aveva accarezzato una guancia dicendo: " Perdonami Draco ma ho avuto paura.

Non ero mai stata baciata ma non è stato quello che mi ha terrorizzata.

La mia reazione è stata creata dal fatto, che avevo compreso che volevo quel bacio da impazzire.

Desideravo da tempo che tu lo facessi ma quando è successo, sono andata nel panico!".

Draco aveva allungato lentamente una mano e le aveva accarezzato una guancia poi quando lei aveva appoggiato il volto nel palmo dell'uomo, aveva detto: " Hope, tu sei la mia Hope!

Sei la mia speranza, l'unica speranza che ho di avere una vita migliore di quella che merito.

Io non ti farei mai del male, piuttosto preferirei morire.

Se devo essere del tutto sincero, tu hai stravolto la mia vita e anche se pensavo che non avrei mai detto queste parole, devo confessarti che ti amo con tutto me stesso!

Desidero che tu sia mia completamente, che diventi mia moglie e che in futuro tu sia la madre dei miei figli.

Non voglio spaventarti con le mie parole; so che tra noi c'è una grande differenza di età ma voglio che tu comprenda, che non ti sto prendendo in giro e che mai lo farei!".

Hope si era avvicinata a lui e dopo averlo accarezzato, aveva accostato con timore le sue labbra a quelle del biondo.

Draco l'aveva baciata con dolcezza e delicatezza per non spaventarla ancora ma contro la sua stessa volontà, la passione era nuovamente esplosa fra loro.

L'uomo temeva che la ragazza lo allontanasse ancora ma lei sorprendendo perfino se stessa, gli aveva detto: " Draco, io voglio essere tua ma ti prego sii gentile con me!".

Il biondo annuendo si era alzato dal divano e dopo averla presa in braccio, si era smaterializzato con lei nella camera da letto.

 

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Capitolo 15
*** Una vendetta rinviata ***


Buon sabato ragazze, eccoci giunti al primo momento clou della storia.

Oggi i nostri piccioncini diverranno una cosa sola e Hope confesserà il suo segreto a Draco.

Come reagirà il biondo, quando scoprirà di essersi innamorato della figlia del tanto odiato sfregiato?

Per scoprirlo dovrete solo leggere e io vi lascio libere di farlo.

Come sempre vi ringrazio e vi do appuntamento a sabato prossimo.

Prima di lasciarvi, ne approfitto per farvi gli auguri di un meraviglioso fine d'anno e di uno strepitoso inizio del 2014, dato che la prossima volta che leggerete un mio capitolo sarà nell'anno nuovo.

Un bacio Lorian

 

Capitolo 15 - Una vendetta rinviata

 

Draco aveva portato Hope, nella sua camera da letto e delicatamente per non farla spaventare, aveva iniziato a baciarla mentre lentamente, la spogliava dei suoi abiti.

Senza che la ragazza se ne accorgesse, era rimasta solo con l'intimo addosso e quando ne aveva preso coscienza, era arrossita tentando di coprirsi.

Draco le aveva bloccato una mano, dicendo: " No amore, non lo fare!

Io voglio guardarti, per convincere me stesso del fatto che sono un uomo veramente fortunato, per il fatto che tu abbia accettato di essere la mia compagna.

Non devi vergognarti di me, perchè sei bellissima e sei il mio dono del cielo.

Mi chiedo che cosa abbia fatto di così bello, per meritarmi la tua vicinanza; dovrei essere io a vergognarmi e non di certo tu!".

Convinta dalle parole di Draco, Hope aveva fatto scivolare le mani dal suo corpo e si era fatta forza guardando in viso l'uomo, nonostante avesse le guance in fiamme.

Il biondo l'aveva baciata poi le aveva detto: " Hope ti prego, fidati di me!

Io non voglio farti del male, anche se non posso evitarti il dolore della prima volta ma ho bisogno della tua collaborazione per questo.

Voglio che la conoscenza tra noi due, sia totale e che tu impari a vivere tutto, di questa relazione.

So che ho molta più esperienza di te in questo campo e vorrei davvero che tu ti affidassi a me.

Probabilmente la prima volta non sarà così bello ma ti posso assicurare, che le prossime volte ti farò toccare il cielo con un dito!".

La ragazza aveva annuito con un leggero sorriso quindi Draco, sentendosi incoraggiato, aveva aggiunto: " Devi entrare in confidenza con il mio corpo, quindi ora spogliami, così come ho fatto io!".

Hope era diventata bordeaux in volto ma andando contro alla sua timidezza, aveva annuito e lentamente, aveva iniziato a togliere i vestiti dal corpo muscoloso di Draco.

In breve entrambi si erano ritrovati in intimo e Draco aveva baciato Hope, con tutta la passione che sentiva per lei.

Servendosi della sua maestria in materia, l'uomo aveva fatto toccare il paradiso alla ragazza, per poi entrare dentro di lei.

Hope si era irrigidita dal dolore ma Draco era stato bravissimo da illanguidirla al punto giusto, da

farle dimenticare il fastidio di averlo dentro di se.

La bionda era diventata una donna e questo era successo grazie a lui, che l'aveva resa tale con amore, dolcezza, gentilezza e attenzione.

Raggiungere il culmine del piacere dentro il corpo della sua ragazza, era stato anche per l'uomo davvero devastante.

Nonostante avesse avuto tante donne, non aveva mai sentito un trasporto di quella potenza.

E ora i due innamorati, si trovavano distesi nel letto abbracciati e teneramente si stavano baciando guardandosi negli occhi.

Draco l'aveva fissata intensamente poi aveva detto: " Hope, so che ti sembrerà che io corra ma te lo devo chiedere lo stesso! Vuoi diventare mia moglie?".

La ragazza aveva sgranato gli occhi poi era diventata seria e si era alzata, mettendosi seduta nel letto e abbracciandosi le ginocchia.

L'uomo l'aveva imitata e Hope gli aveva detto: " Draco, io lo desidero tanto ma c'è una cosa che riguarda il mio passato che io ti ho nascosto e che potrebbe farti cambiare idea su di noi!".

Il biondo comprendendo che la ragazza si riferiva al suo segreto, si era alzato dal letto e nudo, come mamma l'aveva fatto, l'aveva guardata chiedendo: " A cosa ti riferisci? Qual'è questa cosa così grave da potermi fare cambiare idea?".

La ragazza stringendo i pugni aveva risposto: " Io sono una Potter ma l'uomo che mi ha cresciuto, non era il mio vero padre biologico.

Colui che mi ha concepita, prendendosi gioco dei sentimenti di mia madre è una persona che tu conosci molto bene!".

L'uomo si era rivestito e cercando di alleggerire la tensione che aleggiava nella stanza, sorridendo aveva chiesto: " E a chi è che dovrei chiedere la tua mano?".

Hope aveva sorriso della sua battuta ma poi era tornata seria dicendo: " Harry James Potter!".

Draco aveva allargato gli occhi a dismisura, assumendo un espressione sconvolta sul viso poi con la voce dura aveva detto: " Hope, se questo è uno scherzo, ti dico subito che non è divertente!".

La ragazza aveva abbassato gli occhi nel quale stavano spuntando le lacrime e aveva risposto: " No, non sto scherzando!".

Draco si era rimesso il maglione e i pantaloni poi aveva detto: " Mi stai dicendo che tu sei la figlia illegittima di Lunatica e dello Sfregiato?".

Hope aveva sospirato poi aveva detto: " A quanto pare, si!".

L'uomo, cercando di contenere il suo stupore, aveva chiesto: " Lui lo sa che sei qui con me?" e lei, dopo aver scosso la testa, aveva risposto: " No, lui non mi conosce neppure!".

Draco aveva inarcato un sopraciglio poi si era seduto nel bordo del letto e lentamente, aveva iniziato a vestire la ragazza che lo aveva lasciato fare, totalmente inebetita.

Quando tutti i vestiti erano tornati al loro posto, lui l'aveva fatta sedere sulle sue ginocchia quindi le aveva chiesto: " Puoi spiegarmi, per favore?".

Hope aveva annuito poi aveva iniziato a raccontare: " Diciannove anni fa, lui ha sedotto mia madre convincendola del fatto che era innamorato di lei.

Erano diventati amanti ma lui le aveva nascosto il fatto di essere fidanzato con Ginevra Weasley.

Mia madre era veramente innamorata di lui mentre quel bastardo, teneva il piede in due scarpe.

L'ultima volta che avevano fatto sesso era stato quando sono stata concepita e quel giorno, lui si

sarebbe sposato con la sua fidanzata.

Non so come avesse fatto ma era riuscito a nasconderlo a mia madre, che credeva che prima o poi lui l'avrebbe fatta diventare sua moglie.

Quella mattina, lasciò la casa di mia madre mentre lei ancora dormiva e andò in chiesa a sposarsi.

Quando lei si svegliò, trovò un biglietto sul comodino dove le chiedeva perdono e le diceva addio.

Mia madre era uscita di casa disperata, per andare a cercarlo e chiedergli delle spiegazioni ma le risposte le aveva trovate su un giornale, che riportava l'annuncio delle nozze che sarebbero avvenute quella mattina!".

Draco era scioccato da quello che Hope gli stava raccontando, eppure nonostante avesse voglia di dire qualcosa, era rimasto zitto facendole segno di continuare.

La ragazza dopo qualche secondo di silenzio aveva ripreso a parlare dicendo: " Mia madre era corsa in chiesa per interrompere quelle nozze ma una volta arrivata lì, aveva scoperto che si erano già concluse.

Allora, aveva deciso di lasciare l'Inghilterra ed era giunta ad Aix-en-provence.

La prima persona che aveva incontrato era stata mia zia Laverne.

Mia madre, le aveva chiesto se conoscesse un luogo dove poteva lavorare e lei le aveva indicato l'hotel di proprietà di Michael Potter.

Lui era un babbano davvero speciale, che si era innamorato subito di lei e l'aveva aiutata assumendola, nonostante lei non sapesse nulla del suo mondo.

Quando due mesi dopo aveva scoperto che lei era incinta, le aveva proposto di farmi da padre e le aveva chiesto di sposarlo.

Dopo la mia nascita, mia madre gli aveva raccontato tutta la verità sui nostri poteri e lui non aveva fatto una piega.

Ci ha amate come non mai e mi ha cresciuta come se fosse il mio vero padre biologico, facendo molto di più lui, di quello che mi aveva generato.

Come sai già, quattro mesi fa, i miei genitori sono morti in un incidente e io, che sono sempre stata al corrente di tutta la storia, ho deciso di venire qui a Londra per conoscere di persona quel bastardo e vendicarmi di tutto il dolore di mia madre.

La mattina della mia partenza, avevo progettato di presentarmi a casa sua e di coinvolgerlo in uno scandalo ma poi le cose sono cambiate!".

Draco l'aveva guardata poi le aveva chiesto: " Che cosa le ha fatte cambiare?" e la ragazza sorridendo, aveva risposto: " Tu, le hai fatte cambiare!".

L'uomo aveva inarcato un sopraciglio poi aveva chiesto: " Io? E che c'entro io in questa storia?".

Hope aveva scosso la testa poi aveva detto: " C'entri, perchè quando ti ho conosciuto, la mia vendetta è passata in secondo piano.

Inoltre se devo essere del tutto sincera, un'altra cosa mi ha fatto bloccare.

Quando mi hai accompagnato al Ministero, ho scoperto che quel bastardo ha avuto tre figli con sua moglie e il pensiero di coinvolgere degli innocenti nella mia vendetta, mi ha fatto tremare i polsi!".

Hope aveva sospirato poi aveva aggiunto: " Io sapevo dell'esistenza di un solo figlio e ora scoprire che invece avevo due fratelli e una sorella, mi aveva destabilizzata e tutto si era cristallizzato!".

Draco, ancora del tutto confuso dal racconto della ragazza, continuava ad accarezzarle la schiena

poi non appena aveva ripreso un pò il controllo delle sue sensazioni, aveva chiesto: " Ma tu hai ancora intenzione di vendicarti di lui?".

Hope aveva annuito poi aveva detto: " Se devo essere sincera, ti dico di si! Vorrei ancora vendicarmi di lui!".

Draco aveva sorriso poi aveva detto: " Allora sappi che io posso fornirti il modo per vendicarti a dovere!".

Hope si era staccata leggermente da lui e lo aveva guardato negli occhi, prima di chiedere: " E quale sarebbe questo modo?".

Lui aveva sorriso e aveva risposto semplicemente: " Sposami!".

Hope aveva sgranato gli occhi poi gli aveva chiesto: " E il nostro matrimonio come mi aiuterebbe a vendicarmi di quell'essere?".

Draco aveva scosso la testa e aveva risposto: " Come sai già, tra me e lui non corre affatto buon sangue, anzi direi che ci odiamo profondamente.

Probabilmente in parte è colpa mia ma non desidero affatto cambiare le cose, specialmente dopo quello che mi hai raccontato.

Io sono stato un grandissimo stronzo nella mia vita ma non ho mai preso in giro nessuno mentre lui che appare davanti agli occhi di tutti, come quello senza né macchia né peccato, ha ingannato tua madre e anche sua moglie, per non parlare delle bugie in cui ha fatto crescere i suoi figli.

Credo che non ci sarebbe cosa peggiore per lui, di scoprire che il marito della figlia che non sapeva di avere è l'uomo che più detesti a questo mondo!".

Poi diventando leggermente triste, aveva aggiunto: " Questo ovviamente vale solo se tu non vuoi recuperare con lui un buon rapporto, perchè ti posso assicurare che Potter non accetterebbe mai che tu diventassi o rimanessi una Malfoy.

Farebbe di tutto per separarci e ti metterebbe di fronte ad una scelta, che ti obbligherebbe a fare!".

Hope fissandolo negli occhi, con la voce atona aveva chiesto: " Davvero non lo accetterebbe mai?" e il biondo aveva annuito deciso.

Hope si era alzata dalle gambe di Draco poi aveva camminato in silenzio per la stanza quindi si era fermata e voltandosi verso di lui, l'aveva fissato assorta.

Lentamente era tornata sui suoi passi poi, quando si era trovata di fronte all'uomo, gli aveva detto:

" Allora amore, quando ci sposiamo?".

Draco era impazzito dalla gioia e sollevandola in braccio, l'aveva fatta volteggiare intorno mentre lei rideva di gusto.

Quando l'aveva fatta scendere con i piedi per terra, aveva detto: " Per me, possiamo sposarci anche domani!" e Hope aveva sorriso prima di dire: " Bene Draco, allora ci sposeremo tra una settimana.

Quei giorni, sono quelli necessari per richiedere i documenti per le nozze ma dovrà essere una cerimonia intima e segreta poi partiremo per la luna di miele e al nostro ritorno, faremo scoppiare la bomba!".

Draco aveva annuito poi aveva detto: " Sono d'accordo sulla segretezza ma vorrei comunque sapere come vuoi queste nozze e dove ti piacerebbe andare in viaggio!".

La ragazza aveva sorriso poi aveva risposto: " Vorrei sposarmi al Manor, nel suo giardino.

So che non ti piace andarci ma quando me lo hai mostrato, mi sono innamorata del suo parco ed è lì che vorrei unirmi a te.

Non voglio nessun invitato a parte i nostri testimoni, che saranno per me Blaise e Pansy mentre per te Theo e Daphne.

Purtroppo non posso invitare nessuno della mia famiglia o dei miei amici, perchè non sanno nulla del mondo magico e sarebbe davvero un bel problema, se lo scoprissero così.

Per questo, dopo le nozze andremo ad Aix-en-provence e te li farò conoscere; ti toccherà però farti passare per un babbano, pensi di riuscirci?".

Draco aveva annuito, dicendo: " Cercherò di farlo amore ma tu dovrai aiutarmi!".

Lei aveva sorriso poi aveva risposto: " Oh, puoi contarci tesoro" poi la ragazza era diventata seria e aveva chiesto: " Draco, mi stavo domandando come reagiranno Pansy e gli altri quando gli racconterò tutto!".

L'uomo l'aveva accarezzata dolcemente poi aveva detto: " Sicuramente saranno sorpresi ma posso assicurarti che non cambieranno idea su di te.

Loro si sono convinti, prima ancora che lo facessi io, del fatto che tu fossi la ragazza giusta per me, perchè hanno visto al di là del loro naso.

E poi vedrai che quando gli diremo che ci sposiamo, saranno talmente felici che dimenticheranno qualsiasi obiezione!".

Con un bacio passionale, i due neo fidanzati avevano suggellato l'accordo raggiunto, si era spogliati di nuovo e si erano ributtati nel letto per rifare l'amore.

Nel pomeriggio, Draco aveva contattato i magnifici quattro che si erano materializzati subito nel soggiorno del biondo.

Prima di raccontare tutta la sua storia, Hope aveva voluto che anche il quadro di Lucius e Narcissa fosse spostato, in modo che anche loro partecipassero alla discussione.

Al termine del racconto della ragazza, i quattro amici erano davvero provati e avevano fatto una

fatica bestiale a digerire quel comportamento assurdo, perpetrato da quello che per tutti era un

eroe.

Lucius aveva invece indurito lo sguardo e con la voce astiosa aveva detto: " L'ho sempre detto che quello era un falso.

Io sarò stato un disgraziato e un venduto che ha rovinato la sua famiglia, perchè aveva creduto alle fanfaluche che gli erano state raccontate da un folle ma non ho mai ingannato nessuno.

Vorrei vedere adesso che ne pensa il caro Sirius, del comportamento del suo protetto!".

Hope aveva guardato Draco, con un espressione confusa e il biondo aveva scosso le spalle, come per dire che non era nulla di importante.

Narcissa invece, aveva le lacrime agli occhi per la storia che aveva appena sentito e guardando la ragazza aveva detto: " Mi dispiace tanto piccola Hope, per tutto quello che ti è successo!

A differenza di mio marito, io non pensavo che Harry Potter potesse essere capace di fare una cosa del genere.

Recriminare però sul passato, non serve a niente e francamente non m'interessa neppure la reazione che potrebbe avere o non avere Sirius.

Ciò che è importante è che ora tu piccola, non sei più sola e per quanto può valere la parola di un dipinto magico, voglio che tu sappia che per te io ci sarò sempre!".

Hope l'aveva ringraziata poi lei e Draco avevano annunciato le loro prossime nozze e gli animi si erano rasserenati.

I quattro amici erano stati felici di far loro da testimoni e Pansy e Daphne, avevano rapito la futura sposa per parlare delle nozze, che si sarebbero svolte alla fine della settimana.

 

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Capitolo 16
*** Un matrimonio davvero magico ***


Ciao ragazze, innanzitutto vi faccio i miei auguri di Capodanno, nella speranza che il vostro sia stato perfetto.

Io non mi posso lamentare, anche se non ero proprio al meglio delle forze.

Parlando del capitolo, oggi assisteremo alle nozze tra Draco Malfoy e Hope Potter; certo che se la Cooman ai tempi della scuola, avesse detto a Draco che avrebbe sposato una Potter, credo che lui l'avrebbe accompagnata con tutti gli onori nel reparto di magipsichiatria del San Mungo, a fare compagnia a quell'impomatato di Allock.

Eppure è successo; oggi ne avremo le prove e potremo parteciparvi anche noi.

Grazie come sempre per il vostro affetto e vi lascio alla lettura, dandovi appuntamento per sabato prossimo.

Un bacio Lorian

 

 Capitolo 16 - Un matrimonio davvero magico

 

Organizzare un matrimonio con così poco preavviso, avrebbe fatto disperare chiunque ma non due forze della natura, come Pansy Parkinson e Daphne Greengrass.

La bionda aveva detto a Hope, che attendevano da tanto tempo questo momento, che alla fine avevano tutti i progetti pronti.

La ragazza aveva sorriso di quella battuta ed era stata grata alle due amiche, che si erano accollate tutte le incombenze.

Perchè, anche se alla cerimonia sarebbero stati presenti solo in sei, a parte il celebrante e il fotografo, le cose andavamo fatte con classe e con stile.

Pansy enfatizzando con ampi gesti delle braccia, aveva detto: " Per la miseria, è l'ultimo dei Malfoy che si sta sposando mica uno qualsiasi!".

Daphne poi aveva mormorato: " Sai Hope, credo che Draco ti ami davvero tanto se ha accettato di sposarsi al Manor, perchè aveva promesso che non ci avrebbe più messo piede!".

La ragazza aveva annuito poi però aveva detto: " Si mi ama Daphne ma ha mantenuto ugualmente la sua promessa, perchè lui non metterà piede all'interno del maniero e rimarrà tutto il tempo in giardino e io rispetto la sua volontà".

La bionda aveva annuito poi aveva risposto: " Si, tu sei proprio quella giusta per lui!".

Due giorni dopo quella discussione, mentre tutte e tre si recavano da Madama McClan per l'abito da sposa, Hope le aveva chiesto chiarimenti su quella frase e Daphne sospirando le aveva risposto: " Come la maggior parte dei Purosangue, anche Draco era stato ingabbiato in un matrimonio da contratto.

Lucius, gli aveva scelto la sposa quando lui aveva dodici anni e aveva firmato un contratto con il padre della futura moglie che in quel periodo era una bambina, dato che aveva solo dieci anni.

Anche a Blaise e Theo era successo ma loro con il tempo si erano ribellati, perchè crescendo si erano innamorati e non volevano sposarsi senza sentimento.

Draco invece aveva troppa paura di suo padre e aveva accettato di sottostare ai suoi ordini, anche se della futura sposa non gliene fregava un benemerito cavolo!".

Hope era scioccata poi una volta ripresa la calma, aveva chiesto: " Ma chi erano le spose di Theo e Blaise?".

Daphne aveva sorriso tristemente poi aveva risposto: " Forse ti farà ridere ma le coppie erano invertite e cioè mio marito doveva sposare Pansy mentre io, ero la promessa sposa di Blaise!".

Hope aveva annuito poi con un filo di voce, aveva domandato: " E invece quella di Draco, chi era?".

La donna aveva abbassato lo sguardo e aveva risposto: " Mia sorella Astoria!".

La ragazza si era bloccata lungo la via, assumendo un espressione scioccata poi vedendo che la donna la stava guardando, aveva ripreso a camminare e aveva chiesto: " Come mai non si sono sposati?".

Daphne aveva stretto i pugni poi aveva risposto: " Non l'hanno fatto, perchè nel frattempo è finita la guerra e con il conseguente arresto di Lucius e il successivo bacio dei Dissennatori, Draco si è sentito per la prima volta, libero da ogni promessa.

Dopo la morte di suo padre, si era recato dal mio e aveva richiesto l'annullamento del contratto.

Il mio caro papà non voleva saperne ma lui era stato irremovibile e aveva stracciato il contratto davanti ai suoi occhi!".

Hope era colpita da quello che la donna le stava raccontando e dopo qualche secondo aveva chiesto: " E Astoria come l'ha presa questa decisione?".

Daphne aveva sorriso poi aveva risposto: " Oh lei aveva fatto il diavolo a quattro dalla rabbia!".

Hope aveva scosso la testa poi aveva detto: " Perdonami Daphne ma non riesco a capire!

Tu sei la sorella dell'ex promessa sposa di Draco, hai visto Astoria soffrire per l'abbandono del suo fidanzato storico, eppure sei amica mia e di Draco e l'altro ieri, hai detto che sono quella giusta per lui.

Puoi spiegarmi il perchè del tuo comportamento?".

La donna aveva annuito poi aveva risposto: " Vedi Hope, io in questi anni ho visto molti matrimoni imposti, fallire uno dopo l'altro.

Quando non ci si sposa per amore, si finisce con il vivere accanto ad un partner che non rispetti per niente e il meno che può succedere è che lo si riempia di corna.

La mia amicizia con Draco, risale al tempo in cui tutti noi indossavamo i pannolini.

Lui, Blaise e Theo ne combinavano una più del diavolo e spesso quei disgraziati, davano la colpa a me e a Pansy poi però quando dovevamo essere punite, finivano con il confessare per non farci castigare e con il tempo, la fiducia e l'affetto l'hanno fatta da padrone tra di noi.

Anche il matrimonio tra i miei genitori era stato deciso da un contratto e loro non si sono mai amati.

Tante volte ho visto piangere mia madre e mi sentivo impotente, perchè non potevo aiutarla in nessun modo.

Mio padre la tradiva sistematicamente e spesso, la umiliava pubblicamente.

Purtroppo nel mondo magico, quando si effettua un matrimonio di casata, non è più rescindibile e gli sposi sono costretti a vivere per sempre insieme.

Può sembrarti strano ma io non ero preoccupata per Astoria ma per Draco.

Non fraintendermi, io voglio molto bene a mia sorella ma non posso fare a meno di  ammettere che è solo una viziata, amante della bella vita.

Lei era furiosa con Draco, non perchè lo amasse ma solo perchè aveva visto sfumare i suoi sogni di gloria.

Lei si vedeva già affondare le mani nei miliardi dei Malfoy e fare la bella vita, riverita e temuta da

tutti.

Tu invece sei diversa, perchè non metti il denaro al primo posto ma provi dei veri sentimenti per il mio amico.

Per questo ti ho detto che sei la persona giusta per lui!".

Hope l'aveva ringraziata poi l'aveva abbracciata forte.

Il giorno del matrimonio era finalmente arrivato e la sposa era appena uscita dalla doccia e ora si stava apprestando a prepararsi.

Si era ricordata di un incantesimo che le aveva insegnato Clodette, quando erano ancora a Beauxbatons e dopo aver preso la bacchetta, se l'era puntata contro e in un lampo, i suoi capelli si era asciugati e acconciati in un morbido ondulato. 

Dopo essersi truccata leggermente, aveva messo delle camelie tra i capelli, aveva indossato il suo abito e si era guardata allo specchio.

In un attimo il pensiero dei suoi genitori si era fatto pressante e la loro assenza era diventata ogni secondo più forte.

Il desiderio che sua madre l'aiutasse a prepararsi e suo padre, l'accompagnasse fino all'altare per consegnarla al suo sposo, era diventato dolore allo stato puro e la consapevolezza che tutto questo non poteva accadere, aveva fatto scoppiare in lacrime la ragazza.

Sapeva che doveva calmarsi anche perchè non voleva arrivare da Draco con gli occhi gonfi di pianto, quindi aveva dirottato il pensiero alla faccia che avrebbero fatto tutti ad Aix-en-provence, quando avrebbe presentato loro suo marito.

Era scoppiata a ridere, perchè nei giorni passati, aveva raccontato a Yvette della presenza di Draco e di quanto ne fosse innamorata e totalmente ricambiata ma un conto è dire che ami una persona, un altro è presentarsi con la fede al dito.

Conoscendo la sua amica, avrebbe dato di matto; questo è poco ma sicuro!

Il pensiero della reazione di Yvette aveva funzionato e ora si sentiva più serena e felice, pronta a raggiungere il suo, ancora per poco, fidanzato.

Con estrema attenzione si era messa il velo e quando era stata pronta si era smaterializzata in salone, dove l'attendevano Daphne e Pansy.

Le due donne l'avevano guardata ed erano rimaste a bocca aperta per la sua eleganza e semplicità.

Prima di uscire di casa per recarsi al Manor, Hope era passata a salutare il quadro di Lucius e Narcissa e da entrambi, aveva ricevuto gli auguri e i complimenti per la sua bellezza.

Terminata quell'incombenza, aveva dato un bacio delicato sulla testa di Nike poi aveva preso per mano le sue amiche e si era smaterializzata nel giardino del Manor.

Daphne sogghignando aveva detto: " A Draco prenderà un colpo quando ti vedrà!

Sei davvero bellissima, Hope e ti sono grata, per avermi permesso di essere presente a gioire con voi in questo giorno lieto!".

Hope l'aveva guardata poi aveva mormorato: " Sono io che vi sono grata per esserci e per avermi accettato.

Voi siete le mie amiche più care che non mi avete giudicato per il mio passato e avete gioito con me e Draco, per la nostra unione!".

Pansy era intervenuta dicendo: " Tutti abbiamo un passato Hope, più o meno discutibile e il tuo è immacolato, anche perchè sei una vittima degli imbrogli e degli sbagli di chi doveva evitare di

commetterli.

Come ti ha detto Daphne ti siamo grate per averci volute e io lo sono, per avermi scelto come tua testimone!".

Daphne aveva battuto due volte le mani poi aveva detto: " Ora basta con le recriminazioni altrimenti Draco darà di matto, non vedendoti arrivare!".

Le tre donne avevano sorriso poi Daphne aveva aiutato Hope a sistemarsi il velo e si erano avviate verso il giardino, dove le stava attendendo un nervosissimo Draco.

Quando l'uomo aveva visto la sua ragazza, era rimasto senza parole e l'aveva ammirata del tutto inebetito.
Mentre Hope s'incamminava verso di lui, non riusciva a togliergli gli occhi di dosso e sentiva di amarlo, ogni secondo di più.

Finalmente si era ritrovati uno di fronte all'altra e il funzionario del ministero aveva dato il via alla cerimonia.

Dopo essersi scambiati le promesse, Draco aveva messo la fede al dito di Hope così come lei aveva fatto con lui e l'incaricato li aveva dichiarati marito e moglie. 
Pansy, Blaise, Daphne e Theo avevano apposto le loro firme in qualità di testimoni, imitati subito dopo dagli sposi.

Quando tutto era finito, Draco aveva baciato con ardore la sua neo mogliettina e tutti insieme, si erano smaterializzati alla villa degli sposi, dove Nike li stava attendendo per un piccolo rinfresco.

L'uomo continuava a fissare Hope, incredulo del fatto che ora quella magnifica ragazza fosse sua moglie e lei si sentiva in imbarazzo per quegli sguardi insistenti.

Da un lato del salone, Pansy e Blaise continuavano a fissare il loro amico e a fatica, riuscivano a contenere la grande felicità che provavano per lui.

Finalmente anche per il biondo, con il cuore avvolto dal ghiaccio, era arrivato il disgelo e a compiere quel miracolo era stata una ragazzina che aveva diciassette anni meno di lui.

All'inizio quando Draco aveva presentato loro Hope, avevano temuto che fosse un altra delle sue conquiste e per un attimo erano stati tentati di mettere in guardia la ragazza dai comportamenti del loro amico.

Poi però avevano visto gli sguardi che lui le lanciava e come gravitava intorno a lei e avevano compreso che questa volta tra i due, c'era molto più del semplicissimo sesso.

Questa volta il loro amico si era per davvero innamorato e loro non potevano che essere felici di questa cosa.

I festeggiamenti si erano protratti fino a tarda ora e Draco e Blaise avevano tenuto banco con le loro battute e i loro scherzi, che avevano fatto ridere tutti a crepapelle.

Verso mezzanotte i magnifici quattro avevano salutato gli sposi, augurandogli una lieta luna di miele quindi in un lampo si erano smaterializzati.

Draco, senza dare a Hope il tempo di reagire, l'aveva presa in braccio e si era smaterializzato in camera loro, per fare l'amore per la prima volta da sposati.

 

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Capitolo 17
*** Una luna di miele babbana ***


Ebbene si care lettrici, finalmente i nostri due protagonisti sono convolati a giuste nozze per la grande gioia di entrambi.

In questo capitolo però, si troveranno ad affrontare dei momenti di vera tensione.

Come sapete già, non posso e non voglio dirvi nulla quindi senza colpo ferire, vi lascio alla lettura del capitolo ringraziandovi come sempre.

Baci Lorian

 

Capitolo 17 - Una luna di miele babbana

L'indomani mattina, i due freschi sposi si erano svegliati contemporaneamente e dopo essersi guardati negli occhi per qualche secondo, si erano regalati un grande sorriso.

Draco, dopo essersi fatto un massaggio al collo indolenzito, si era rivolto a lei e aveva detto: " Dimmi che non ho fatto solo un bel sogno! Confermami che ieri ci siamo sposati veramente!".

Hope, che era sdraiata a pancia sotto, aveva sorriso e aveva risposto: " Se ti dico che sono orgogliosa di essere la signora Malfoy, ti basta come risposta?".

Il biondo l'aveva tirata verso di se e l'aveva abbracciata stretta poi aveva detto: " Moglie mia adorata, ho una gran voglia di baciarti ma molto probabilmente in questo momento, con il mio alito sarei capace di sterminare una colonia di Doxy quindi credo che sia meglio evitare!".

Hope era scoppiata a ridere poi aveva risposto: " Hai ragione tesoro, credo che anche il mio non sia messo meglio quindi credo che sia il caso alzarsi e prepararci, tanto più che dobbiamo partire.

Sono le 8.30 e la passaporta per la Francia che il Ministero ci ha assegnato, si attiverà tra un ora!".

Draco aveva sbuffato poi aveva detto: " Dannata burocrazia! Ma dimmi come può fare un povero uomo che si sveglia con la voglia di fare l'amore con sua moglie e sa che invece si ritrova solo un'ora di tempo per lavarsi, vestirsi, fare colazione e presentarsi sul luogo della partenza.

E' un ingiustizia bella e buona! Penso che presto presenterò un'istanza al Primo Ministro, dove lo costringerò a rivedere i tempi di queste dannate Passaporte, sopratutto quelle dedicate alle lune di miele!".

Poi senza dire una parola di più, si era alzato dal letto e si era diretto nel bagno per lavarsi.

Hope era rimasta ancora qualche minuto sdraiata nel letto, abbracciando il cuscino di suo marito, dove c'era ancora il calore e l'odore dell'uomo poi si era alzata ed era andata nel bagno della stanza accanto.

Mezz'ora dopo erano tutti e due pronti e si trovavano in cucina, insieme a Nike per fare un abbondante colazione.

L'esserino, che quel giorno era vestita allegramente di rosso con tanto di fiocco e orecchini coordinati, li aveva serviti poi come d'abitudine imposta da Hope, si era seduta con loro per mangiare.

Quando finalmente avevano terminato, Draco e sua moglie avevano salutato Nike, avevano rimpicciolito le valigie, se le erano messe in tasca e dopo qualche minuto si erano smaterializzati, apparendo puntuali nella piazzola di partenza delle Passaporte.

Una volta individuata la loro, si erano avvicinati e dopo averla toccata entrambi erano scomparsi per riapparire ad Aix-en-provence. 

Dopo una passeggiata di circa mezz'ora, in cui Hope aveva fatto vedere a suo marito le principali

bellezze della sua città, i due sposi si erano trovati di fronte al Saint Christophe e Hope, era stata presa dal panico.

Draco l'aveva abbracciata per tranquillizzarla ma la ragazza, in preda ad una vera e propria crisi isterica, continuava a ripetere: " Chissà come la prenderanno? Santo cielo, un conto è dire che mi sono innamorata e un altro è arrivare con la fede al dito!                       

Magari penseranno che sono incinta o che devo essere impazzita; non voglio che se la prendano con te! E se poi tu mi lasci?".

Draco era tentato di riderle in faccia ma sapeva che la situazione sarebbe peggiorata, quindi aveva optato per una soluzione a lui più congeniale e senza pensarci un secondo di più, l'aveva baciata con tutta la passione che lo devastava in quel momento.

Poi quando l'aveva sentita rilassarsi tra le sue braccia, si era staccato e l'aveva guardata in faccia.

Le aveva rivolto un grande sorriso poi aveva detto: " Innanzitutto signora Malfoy cerchiamo di calmarci va bene? Inoltre smettila di guardarmi con quegli occhi illanguiditi, altrimenti ti porto via da qui e cerco il primo hotel disponibile poi prenoto la prima camera che trovo e ci chiudiamo dentro per almeno un mese a fare l'amore, sono stato chiaro?".

La ragazza aveva annuito poi aveva sorriso e aveva detto: " L'alternativa che mi ha prospettato non è poi così male! Quasi, quasi potrei prenderla in considerazione!".

Draco aveva sbuffato poi aveva detto: " No, che non lo farai! Anche perchè accetteresti la mia proposta solo per scappare da questo incontro e questa cosa non mi piace.

Io mi sono innamorato di una ragazza coraggiosa e non voglio accanto una codarda, che trema alla sola idea d'incontrare la sua famiglia e i suoi amici!".

Stavolta a sbuffare era stata Hope, che alla fine aveva messo su un broncio adorabilissimo.

Draco l'aveva afferrata per le spalle e le aveva detto: " Non mi freghi signora Malfoy, è inutile che mi fai quel broncio!

Ora noi entriamo in quell'hotel e affrontiamo tutti a testa alta.

Non mi sembra che abbiamo commesso nessun delitto, sposandoci; poi se vogliamo analizzare tutte le cavolate che hai detto poco fa, ti dico subito che non esiste che io ti lasci ed è meglio che questa cosa te la stampi subito nel cervelletto!

Inoltre sarà chiaro a tutti, che non sei impazzita e per quanto riguarda il fatto che tu sia incinta, dovranno bastargli le nostre smentite, quindi come vedi non devi preoccuparti di nulla, tantomeno del fatto che possano prendersela con me.

Ho le spalle larghe e in passato ho sopportato di peggio di quattro babbani contrariati, pertanto sta tranquilla, va bene?".

La ragazza aveva annuito titubante poi dopo essersi data un occhiata attorno ed essersi assicurata di non essere vista, aveva tirato fuori dalla tasca un trolley e facendo un gesto con la bacchetta, aveva pronunciato: " Engorgio!", facendola tornare delle sue dimensioni.

Draco l'aveva imitata subito dopo e quando si erano sentiti pronti, si erano incamminati verso l'ingresso dell'hotel, prendendosi per mano.

Non appena avevano varcato la soglia, erano stati accolti da una sorridente Laverne che aveva abbracciato Hope, stringendola a se.

Draco vedendo quella scena aveva sorriso e quando le due donne si erano divise, aveva fatto un passo avanti, porgendo la mano verso l'anziana e aveva detto: " Lei deve essere Laverne.

Hope mi ha parlato molto della sua zia adorata!".

La donna aveva sorriso, evidentemente compiaciuta dalle parole dell'uomo poi aveva detto: " Si, sono proprio Laverne, lei invece chi è?".

Hope si era intromessa e incrociando le dita dietro la schiena aveva detto: " Zia, lui è Draco Lucius Malfoy, mio... marito!".

Sentendo l'ultima parola la donna era sbiancata poi aveva balbettato: " Tuo... cosa?".

Hope aveva socchiuso gli occhi, aspettandosi uno scoppio che però non era avvenuto e quando li aveva riaperti, aveva visto che sua zia la guardava sorridendo.

Per un attimo la ragazza aveva pensato che Laverne non le avesse creduto però poi la donna aveva detto: " E' incredibile, ti sei sposata! Ma perchè non ci hai avvisati?".

Hope si era intristita poi aveva risposto: " Non l'ho fatto per farvi un torto zia ma solo perchè lui è un mago e ci siamo sposati nel suo mondo!".

Vedendo la faccia sconvolta di Draco, la ragazza era scoppiata a ridere poi aveva detto: " Amore tranquillo, non sono impazzita.

Mia zia è l'unica qui che sa che sono una strega e con lei posso parlare liberamente.

Tutt'altra cosa sarà affrontare gli altri e cioè Susanne, Charlie e Yvette!".

Come se avesse sentito il suo nome, la cameriera era spuntata dal ristorante e appena aveva visto Hope, le era corsa incontro con le braccia spalancate.

Laverne si era avvicinata al biondo e parlando al suo orecchio, aveva sussurrato: " Preparati Draco, perchè ora cominceranno i veri problemi!".

Quando gli abbracci tra le due si erano sciolti, Hope aveva presentato a Yvette suo marito e come temeva la ragazza, la reazione dell'amica non era stata benevola.

" No dico ma sei impazzita? Che vuol dire che te lo sei sposato? Da quanto tempo vi conoscete? Tre, quattro mesi? Di solito questo è il tempo minimo per conoscersi mentre tu te lo sei già sposato!" stava infatti urlando la donna, facendo diventare piccola piccola Hope.

Draco era stato in disparte ad ascoltare lo sfogo della donna però quando aveva visto tremare sua moglie, che era sull'orlo delle lacrime, l'aveva tirata a se e aveva detto con la voce dura: " Io non conosco lei, così come lei non conosce me quindi non le permetto di giudicare l'unione mia e di Hope.

Se il suo scopo è fare piangere mia moglie, le conviene tacere finché è in tempo, perchè potrei dimenticarmi il fatto che è una donna.

Non ho mai picchiato un esemplare del sesso femminile e non intendo cominciare con lei ma posso assicurarle che conosco molti altri metodi, più o meno convincenti, per chiuderle la bocca!                  

Nella sua testa può pensare di tutto ma eviti di fare arrivare i suoi ragionamenti alle labbra e se li tenga per se!".

Yvette aveva spalancato gli occhi poi, rivolgendosi a Laverne, aveva detto: " Hai visto? Questo tipo è pessimo e pure violento, inoltre hai sentito anche tu che mi ha minacciata, ma davvero vogliamo che Hope viva con uno come lui?".

La voce di Susanne, accorsa insieme a Charlie attirata dalle urla della cameriera, aveva impedito a Laverne di rispondere, perchè con la voce dura aveva detto: " No Yvette, sei tu quella che sta facendo una figura pessima.

Innanzitutto te ne stai all'ingresso dell'hotel, urlando come un oca spennata e poi ti stai scordando che Hope è una ragazza intelligente e se lei si è innamorata di quest'uomo, avrà avuto le sue buone ragioni" poi con un aria sorniona aveva aggiunto " e se devo essere sincera, due o tre le trovo anche io!".

Draco aveva sorriso prima di dire: " Oh per fortuna, vedo che in quest'hotel a parte la signora Laverne, ci sono altre persone civili.

Pensavo di dovermela vedere anche con voi due ma per fortuna non è così!

Hope mi ha tanto parlato della sua cuoca del cuore che le ha insegnato tutto e del suo perfetto maitre.

Quando ha visto il mio ristorante, la prima cosa che ha detto è stata: " Qui manca solo Charlie!".

Susanne era arrossita davanti ai complimenti dell'uomo mentre Charlie aveva detto: " Ha davvero un ristorante tutto suo?".

Draco aveva annuito poi, mentre accarezzava la schiena di sua moglie, aveva risposto: " Si, si chiama Black & White ed è frequentatissimo.

Ma è solo una delle cose che ho; sono ricco di famiglia e volendo, potremmo vivere di rendita ma è una cosa che non ho mai desiderato!".

Poi così come si era messo d'accordo con Hope, aveva continuato: " In realtà sono un ricercatore medico, sperimento nuove medicine e lei mi aiuta nel mio laboratorio e mi fa da segretaria.

Adoro la scienza e cerco sempre di trovare cure più valide per risolvere i problemi.

Inoltre, insieme ad Hope gestiamo un associazione benefica che aiuta i poveri e gli indigenti, che non riescono ad arrivare a fine mese o che proprio non ce la fanno a mantenere la famiglia!".

Susanne aveva fulminato Yvette, facendole capire di non provare più ad aprire la bocca poi con fare sfacciato, aveva messo una mano sotto il braccio di Draco e lo aveva portato nella sala ristorante, quindi lo aveva fatto sedere e aveva detto: " Se ho capito bene ti chiami Draco, vero? Che nome particolare! Da dove viene?".

L'uomo le aveva sorriso e aveva risposto: " Arriva dal nome latino di una costellazione, quella del Draconis!

La famiglia di mia madre aveva la tradizione di dare ai propri figli il nome delle stelle!".

Laverne aveva applaudito leggermente poi aveva sorriso e aveva detto: " Ma che cosa bellissima!".

Draco aveva annuito poi Susanne aveva attirato la sua attenzione dicendo: " Bene Draco, ora se permetti ti farò assaggiare una o due delle mie specialità e poi mi dirai che ne pensi!".

L'uomo aveva annuito sorridendo a sua moglie, che nel frattempo si era calmata un pò.

Nel giro di un'ora davanti ad uno strabiliato Draco, erano stati portati per antipasto un misto abbondante di salumi, bocconcini di mozzarella di bufala, ricottina e sott’oli.

Come primo dei ravioletti fatti a mano al sapore di erbe selvatiche e ricotta e dei manicotti con pomodoro e stracchino

E per finire come secondo, delle buonissime polpette al sugo.

Alla fine della cena, Draco si era massaggiato comicamente la pancia poi, rivolto alla moglie aveva detto: " Santo cielo tesoro, per fortuna a casa abbiamo Nike che pensa alla mia linea, perchè se veramente cucini come questo splendore di donna, nel giro di un paio di anni rischio di diventare un vero barilotto di grasso e invece di andare a lavoro camminando, lo dovrò fare rotolando!".

Tutti erano scoppiati a ridere e con la coda dell'occhio, Draco si era accorto che anche Yvette

aveva sorriso.

Poi Hope si era messo un dito nella tempia e aveva detto: " Per la miseria, mio marito è pazzo!" facendo aumentare le risate di tutti.

Draco per primo aveva riso delle parole di sua moglie poi aveva detto: " E così sarei pazzo, eh?".

La ragazza aveva annuito divertita e lui aveva sbuffato e rivolto a Charlie, aveva detto: " Mi spiega dove è finito il rispetto delle moglie per i mariti?".

L'uomo aveva sollevato le spalle e sospirando aveva risposto: " Eh che vuoi farci caro Draco, questi sono i danni che ha fatto l'emancipazione!".

Nonostante il biondo non avesse capito neppure di cosa stesse parlando il maitre, aveva annuito alle sue parole.

Subito dopo i due sposi, salutando tutti erano andati a dormire.

Era già passata una settimana e alla fine anche Yvette aveva dovuto fare le sue scuse a Draco per la sua reazione spropositata.

L'uomo le aveva accettate con il sorriso sulle labbra poi le aveva chiesto se ci fossero delle foto di Hope da bambina e la cameriera, dopo aver annuito si era allontanata per andare a prenderle.

Sotto gli occhi sconvolti di sua moglie, Draco aveva riso come un matto quando le aveva viste poi aveva detto: " Adesso siamo pari!" riferendosi a quelle che aveva portato a lei Pansy.

Alla fine della luna di miele, una Hope più bella e felice che mai, aveva salutato tutti ed era uscita dall'hotel tenendo per mano suo marito, con la promessa di tornare presto a trovarli.

 

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Capitolo 18
*** Un terremoto che sconvolge le fondamenta ***


Buon sabato ragazze, vi do il benvenuto nel mio piccolo mondo e vi dico subito che il momento che molte di voi attendevano è arrivato.

Oggi vedremo la prima parte dello scontro tra la dolce Hope e suo padre Harry.

Come dice il titolo le fondamenta sulle quali Harry James Potter ha fondato tutta la sua vita, tremeranno furiosamente e per lui questa sarà una giornata da dimenticare.

Non posso dirvi di più se non augurarvi una buona lettura.

Vi ringrazio come sempre dell'affetto che mi dimostrate e vi do appuntamento a sabato prossimo con il penultimo capitolo di questa fiction.

Un bacio Lorian

 

Capitolo 18 - Un terremoto che sconvolge le fondamenta

 

Hope, dopo aver parlato con Draco, aveva deciso di far scoppiare lo scandalo durante l'ennesima cerimonia dedicata alla memoria dei caduti in guerra.

Era già passato un mese e mezzo dalle nozze e per Hope ogni giorno era stato più felice del precedente.

Quel pomeriggio, accompagnata da suo marito e dai magnifici quattro, la ragazza era andata all'auditorium dove si sarebbe tenuta la cerimonia e si era accomodata tra il pubblico.

Con la coda dell'occhio, aveva visto arrivare suo padre con la sua famiglia ed Hermione Granger con suo marito Ronald e i loro figli.

Dopo che il primo ministro Kingsley Shacklebolt aveva parlato di coloro che erano scomparsi, aveva chiamato sul palco proprio il grande eroe Harry Potter.

Hope l'aveva guardato mentre camminava verso il ministro e un antico odio era divampato dentro di lei.

Aveva stretto furiosamente la mano di suo marito, che al suo orecchio aveva detto: " Hope se non te la senti, puoi lasciar perdere tutto!" ma la ragazza aveva scosso la testa e aveva risposto: " No Draco, non voglio né posso cambiare idea.

Lo devo a mia madre e anche a me stessa, perchè non trovo giusto che lui non paghi per quello che ha fatto!".

Draco aveva annuito poi aveva detto: " Va bene amore, allora sappi che io sono e sarò sempre con te!".

Lei aveva annuito ringraziandolo poi era tornata ad ascoltare quello che diceva l'uomo che l'aveva generata.

Harry, ignaro di quello che stava per accadere, in quel momento stava dicendo: " Tutte le persone che sono scomparse quel giorno, rimarranno sempre nei nostri cuori e l'amore che ci hanno dato non verrà mai dimenticato.

Solo la forza dell'amore di chi ci sta accanto, ci da lo stimolo per andare avanti e continuo a vivere per mia moglie Ginevra e per i miei adorati figli James Sirius, Albus Severus e per la mia piccolina Lily Luna!".

Mentre l'eroe del mondo magico stava continuando il suo discorso, un uomo biondo aveva dato a sua moglie un caldo bacio e le aveva augurato buona fortuna mentre lei si alzava dal suo posto, ricevendo anche gli sproni dei suoi migliori amici.

Con il favore della penombra, Hope si era avviata verso il palco.

Dentro di se si stava scatenando una tempesta di proporzioni immani, che si era rafforzata quando quel bastardo aveva nominato il secondo nome di sua figlia.

La ragazza aveva trovato veramente di cattivo gusto che lui avesse voluto o avesse accettato, di mettere il nome della sua ex amante alla sua terza figlia.

Arrivata al bordo del palco, Hope si era voltata e aveva visto suo marito mandarle un bacio con la mano, Theo ammiccare sorridendole, Blaise fissarla seriamente, Daphne incrociare le braccia ridendo e Pansy sorridere leggermente, orgogliosa di lei.

Aveva sorriso loro poi si era rigirata verso il palco e aveva puntato gli occhi sul volto di Harry Potter.

Guardarlo in viso, aveva ridestato tutto il dolore che aveva provato davanti alle lacrime di sua madre e ai pensieri di suo padre.

Il silenzio che perdurava nella sala durante il discorso del Salvatore del mondo magico, era stato interrotto dall'applauso fragoroso e tonante di Hope.

Gli occhi di tutti i presenti, compresi quelli di Harry Potter che aveva smesso di parlare, si erano spostati su di lei.

Non appena era apparsa per bene alla luce, Harry aveva spalancato gli occhi, fissandola scioccato per l'estrema somiglianza che quella ragazza, aveva con Luna Lovegood.

Quando Hope era arrivata al centro del palco, senza mai togliere gli occhi di dosso all'uomo che l'aveva concepita, si era portata la bacchetta alla gola e dopo aver pronunciato un Sonorus, in modo che tutti potessero sentirla, aveva detto: " Volevo proprio congratularmi con l'eroe del mondo magico, con colui che ha sconfitto il più grande e potente mago oscuro di tutti i tempi.

Volevo guardare negli occhi colui che s'imbroda, assumendosi meriti che gli competono solo in parte.

Sono giovane signor Potter ma so molte più cose di quello che immagina.

Ad esempio so che lei non sarebbe qui, se non avesse avuto l'aiuto di Hermione Granger e Ronald Weasley che tante volte l'hanno tolta dai guai e questo lei lo ha detto ma so anche, che avrebbe di sicuro perso la vita se non avesse ricevuto l'aiuto di coloro, che comunemente vengono definiti i cattivi.

Ha mai detto al suo innumerevole pubblico, dove sarebbe lei ora se Draco Malfoy non avesse finto di non riconoscerla quando voi tre eravate stati catturati a villa Malfoy o di quando Narcissa Malfoy ha mentito a Voldemort dicendogli che lei era morto, quando invece era vivo e vegeto?

Certo, lei mi dirà che lo hanno fatto per vigliaccheria o per interesse personale e io potrei darle ragione ma comunque lo hanno fatto.

E dove sarebbe Harry Potter se non avesse ricevuto l'aiuto del grande Albus Silente, della saggia Minerva McGranitt o perfino del perfido Severus Piton?

Dove sarebbe senza l'aiuto del vecchio e del nuovo Ordine della Fenice o dell'esercito di Silente?".

Nella grande sala, aveva cominciato a serpeggiare un brusio incessante mentre centinaia di occhi si spostavano dal volto di quella misteriosa ragazza a quello di Harry Potter, che la stava fissando con gli occhi e la bocca spalancata.

Hope, dopo aver deglutito, aveva ripreso a parlare: " Mi dica Harry Potter e dica a tutti noi, dove sarebbe se non avesse ricevuto l'aiuto di Aberfort Silente e come avrebbe terminato la distruzione

degli Horcrux, se Luna Lovegood non l'avesse portata dal fantasma di Elena Corvonero?

Come avrebbe battuto Voldemort, se l'imbranato Neville Paciock non avesse ucciso con la spada di Grifondoro il serpente Nagini?

Io oggi sono qui, per chiedere scusa alla sua famiglia, a sua moglie Ginevra e ai suoi tre figli per quello che sto per dire e per fare.

Loro non c'entrano nulla in tutta questa incresciosa vicenda ma restano comunque delle vittime, così come lo sono io.

E' giunta l'ora che il mondo magico apra gli occhi e guardi in faccia il vero Harry Potter.

Non l'Harry Potter bambino e studente che ha sconfitto il nemico ma l'Harry Potter uomo, che per tanti anni ha tenuto dentro di se il più marcio dei segreti.

Coraggio Salvatore, m'illumini e illumini tutti quanti! Ha mai detto a sua moglie che subito dopo la fine della guerra, mentre era fidanzato con lei, ha intrattenuto parallelamente una relazione con Luna Lovegood?"

Un boato era esploso in sala mentre Ginny si era portata una mano all'altezza del cuore e le lacrime avevano iniziato ad inondarle il viso.

Quella visione aveva devastato il cuore di Hope, che però non si era fermata continuando a dire:

" Ha mai detto a sua moglie, di come è stato bravo a nascondere il suo fidanzamento e il suo imminente matrimonio, alla signorina Lovegood?

Le ha mai raccontato di come è riuscito a far credere a quell'ingenua ragazza, che prima o poi l'avrebbe sposata?".

Harry continuava a boccheggiare alternando lo sguardo da quella ragazza misteriosa che stava distruggendo tutto il suo mondo, a sua moglie che piangeva devastata e ai suoi figli che lo guardavano con dolore.

Hope aveva continuato dicendo: " Le ha mai detto che la sua relazione è durata fino al giorno delle vostre nozze, quando ha lasciato un ignara e dormiente Luna con un patetico biglietto, dove le chiedeva perdono e le diceva addio!".

A quel punto un furioso Ron Weasley era scattato in piedi e aveva urlato, paonazzo in faccia: " MA TU CHI SEI, CHE NE SAI DI QUESTA STORIA E CHI CI DICE CHE NON SIA SOLO UN CUMULO DI BUGIE BIECHE, ATTE SOLO A SCREDITARE HARRY POTTER?".

Hope aveva scosso la testa poi aveva detto: " Signor Weasley, mi creda vorrei davvero che fossero tutte menzogne ma purtroppo non lo sono e so perfettamente di cosa sto parlando, perchè sono una parte in causa in tutto ciò.

Lei mi chiede chi sono? Beh, io sono Hope, Hope Potter la figlia del qui presente eroe e di Luna Lovegood, quindi come vede, ne so più di lei!".

Ronald era crollato sul sedile con la bocca spalancata mentre un urlo di dolore, era uscito dalla bocca di sua sorella Ginevra.

La donna, con le lacrime agli occhi, si era alzata e lentamente si era avvicinata al palco.

Harry continuava a negare con gli occhi disperati, alternando il suo sguardo da sua figlia a sua moglie che si stava avvicinando mentre lo guardava con odio e disgusto.

Quando la donna si era trovata ad un passo da suo marito, aveva tirato fuori la bacchetta e l'aveva puntata verso Hope.

La ragazza per un attimo aveva temuto che la rossa volesse attaccarla ma si era ricreduta subito,

quando aveva visto il dolce sorriso che le aleggiava sulle labbra.

Ginny, con la bacchetta aveva compiuto un delicato movimento e un intreccio di luce rossa era partito dal cuore di Hope ed era arrivato a quello di uno sbigottito Harry.

La donna con una voce chiara aveva detto: " Revelat sanguinis affinitatem!" ( Rivela legami di sangue) e l'intreccio si era illuminato di più, fino a svanire nel nulla.

Ginny si era rivolta al marito e con un tono tetro aveva detto: " La ragazza non sta mentendo, tu sei davvero il suo padre biologico!".

Disgustata, aveva fatto un passo verso Harry e gli aveva dato uno schiaffo potente quindi si era girata verso Hope e dopo averle fatto un debole sorriso, aveva detto: " Mi piacerebbe parlare con te, uno di questi giorni!".

Hope aveva spalancato gli occhi e sorridendole aveva annuito poi però le aveva detto: " Mi dispiace signora!".

Ginny aveva scosso la testa quindi aveva gettato una veloce occhiata verso il marito ed era scesa dal palco mentre lui la supplicava di aspettare.

La donna aveva raggiunto i suoi figli e con la testa alta e lo sguardo fiero, aveva lasciato la sala.

Gli unici componenti della sua famiglia che erano rimasti erano Hermione, con i suoi figli e suo marito che in quel momento si era alzato e aveva urlato: " PERCHÈ PROPRIO OGGI? PERCHÈ NON SEI VENUTA A CASA A PRESENTARTI?".

Hope non aveva avuto il tempo di rispondere, perchè un'infastidita Hermione aveva detto: " Taci Ron, hai proprio la sensibilità di un cucchiaino.

Questa ragazza aveva tutto il diritto di dire la verità!".

Il rosso testardo come non mai, aveva continuato dicendo: " Non sto dicendo che doveva tacere ma che poteva evitare di metterlo in piazza!".

Hermione aveva scosso la testa poi rivolta ad Hope aveva mormorato: " Non ascoltarlo tesoro!

Il grande Harry Potter ha avuto solo quello che si meritava!".

La ragazza le aveva fatto un sorriso poi le aveva detto: " Grazie signora Weasley, mia madre mi diceva sempre che lei era una persona dolce ed estremamente gentile!" poi rivolta a Ron aveva aggiunto: " Mi creda signor Weasley, non era mia intenzione fare quello che ho fatto ma quando ho sentito che il suo amico aveva avuto il barbaro coraggio di mettere il nome di mia madre a sua figlia, non ci ho visto più!".

Come se non avesse sentito la benché minima parola uscita dalla bocca di Hope, Ronald sotto lo sguardo sconvolto di sua moglie e dei suoi figli, aveva detto: " DÌ LA VERITÀ RAGAZZA, TU LO HAI FATTO SOLO PER DENARO!".

Hope aveva fatto una tetra risata poi aveva risposto: " Mi spiace deluderla signor Weasley ma posso assicurarle che i soldi non c'entrano niente!

Mio marito non mi fa mancare proprio niente e si prende cura di me, nel migliore dei modi!".

Harry, per la prima volta da quando era cominciato il suo peggior incubo, aveva parlato chiedendo a sua figlia: " Tu sei sposata?" e Hope aveva annuito sorridendo.

Poi la ragazza aveva aggiunto: " Si, sono sposata con l'uomo migliore sulla faccia della Terra, la persona più dolce del mondo, che mi ama da morire con tutto il suo cuore!".

Harry, ignaro di stare per ricevere l'ennesima badilata sulla schiena, con un tono ironico aveva chiesto: " E chi sarebbe questa perla d'uomo?".

Una voce dura ed aspra era arrivata dal lato del palco, una voce che aveva fatto rizzare i peli del collo all'eroe, quando aveva detto: " Io, sfregiato! Io sono suo marito!".

E quando Draco Malfoy aveva fatto la sua apparizione sul palco per prendere la mano di Hope, nella sala era scoppiato il finimondo.

 

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Capitolo 19
*** La miserevole fine dell'eroe ***


Un meraviglioso sabato a tutte voi, ragazze!

Come prevedevo il capitolo scorso ha creato un bel pò di tensione e questo la porterà al suo culmine.

Vi ricordo che questo è l'ultimo capitolo della storia e che sabato prossimo ci sarà l'epilogo, che vi preannuncio sarà un pò lunghetto, dato che non me la sentivo di dividerlo in due.

Ok, ora basta chiacchiere; vi lascio alla lettura del capitolo augurandomi che sia di vostro gradimento e ringraziandovi come sempre dell'enorme affetto che avete per me e per le mie storie.

Un bacio Lorian

 

Capitolo 19 - La miserevole fine dell'eroe

 

Harry Potter alla vista del suo acerrimo nemico, aveva spalancato gli occhi esterrefatto poi con un disgusto enorme, aveva pronunciato il suo cognome: " Malfoy!".

Draco beffardamente aveva risposto: " Guarda sfregiato che lo so come mi chiamo, non c'è bisogno che tu me lo rammenti!".

Pochi secondi dopo un furibondo Harry era stato raggiunto sul palco da Ron e Hermione ma mentre il primo si era affiancato all'amico con la bacchetta spianata, la seconda si era fermata a metà strada e aveva guardato la coppia poi aveva chiesto ad Hope: "E' davvero un bravo marito per te?" e la ragazza con un grande sorriso impresso sulle labbra, aveva risposto: " E' il migliore!" guadagnandosi da Draco uno sguardo amorevole.

Poi Hermione, rivolgendosi a Draco gli aveva chiesto: " Sei davvero innamorato di lei, Malfoy?" e lui, fissandola le aveva risposto: "Nonostante non ti debba nessuna spiegazione, Granger posso dirti che Hope è tutta la mia vita!".

La donna aveva annuito con un sorriso poi aveva detto: " Per me questo è sufficiente!".

Harry aveva fulminato la cognata con lo sguardo mentre urlava: " HERM! ", subito imitato da Ron che aveva urlato: " MIONE!".

Hermione aveva sbuffato poi si era rivolta esclusivamente a suo marito, dicendo: " Oh taci Ron!

Proprio tu non dovresti parlare; ti rendi conto che invece di essere a casa dei tuoi a consolare tua sorella, sei qui a difendere l'uomo che per tutti questi anni ha mentito a sua moglie e ai suoi figli.

Stai accanto a quello che dovrebbe essere il nostro migliore amico e che invece ha preso in giro tutti, a partire da tua sorella che ha sistematicamente tradito per un anno, fino a concepire una figlia pur non sapendone nulla.

A questo punto sono veramente disgustata da lui e sono propensa a credere che perfino Malfoy sia meglio di colui che elargiva consigli a tutti, pur avendo la coscienza più nera del carbone!".

Harry furioso, si era rivolto verso sua cognata e aveva detto: " Guarda che io sono qui e quello che pensi, puoi dirmelo in faccia!".

La donna si era girata verso di lui e aveva detto: " Non credere che abbia paura di farlo!

Se non mi rivolgo a te è solo perchè per me tu non hai nessuna scusante.

Ti sei preso gioco di tutti a partire da Ginny, i tuoi figli, noi e anche di Luna che era una nostra carissima amica.

Le hai fatto credere che l'avresti sposata mentre sapevi già, di non averne per niente l'intenzione e l'hai abbandonata il giorno delle tue nozze, lasciandole un misero biglietto.

Sono più che sicura che se questa ragazza non fosse venuta qui a raccontarci la verità, ti saresti portato questo segreto nella tomba.

E pensare che quando noi ci chiedevamo che fine avesse fatto Luna, tu continuavi a dire che una stramba come lei poteva essere ovunque, dato che si accontentava di poco.

In effetti avevi ragione, visto che si era accontentata di te!".

Quando Hermione aveva finito di parlare, Ronald inopportuno come sempre aveva chiesto: " Ma dimmi ragazza, come mai non è venuta tua madre a dirci queste cose e come si è permessa di darti il cognome di Harry, senza prima interpellarlo?".

Gli occhi di Hope si erano velati di tristezza e stringendo forte la mano di suo marito, stava per rispondere quando Draco l'aveva preceduta, dicendo: " Non credo che questi siano affari tuoi, donnola!".

La ragazza però aveva sfiorato il braccio del marito e aveva detto: " No amore, ti prego voglio rispondere!" quindi fissando in volto Ron, aveva detto: " Innanzitutto, ho un nome signor Weasley e gradirei che lo usasse.

Inoltre per rispondere alle sue domande, le dico che mia madre non è qui, perchè è morta sei mesi fa in un incidente!".

Hermione si era portata una mano sulla bocca trattenendo un grido poi i suoi occhi si erano riempiti di lacrime al pensiero dell'amica.

Hope vedendo la sua reazione, le aveva sorriso tiepidamente poi, nuovamente rivolta a Ron, aveva detto: " Per quanto riguarda il mio cognome, le dico subito che mia madre non mi ha imposto quello del suo amico.

Io mi chiamo Potter, perchè quello era il cognome di Michael, il babbano che mi ha cresciuta come fossi sua figlia.

Lui mi ha fatto da padre e mi ha dato sicuramente di più, di quello che mi avrebbe dato il suo amico.

Quindi come vede signor Weasley, non c'è stato, non c'è e non ci sarà mai nessun tranello ma solo uno schifoso scherzo del destino!".

Detto questo, la ragazza singhiozzando si era gettata tra le braccia di suo marito, che l'aveva stretta forte dandole tanti baci sui capelli.

Hermione stizzita, si era rivolta a suo marito e aveva detto: " Ron, ora basta con le tue stupide domande! Allontanati da lì e andiamo a casa ora".

L'uomo paonazzo in viso per essere stato rimbrottato davanti a tutti, aveva biascicato: " Ma Harry ha bisogno di noi!".

Hermione dura, aveva scosso la testa e aveva detto: " No Ron, Harry non ha bisogno di noi ma solo di se stesso.                                                                                                                                                            

Il tuo caro cognato ha dimenticato che il passato ritorna sempre e il suo ora, gli sta presentando il conto.

Spetta solo a lui pagarlo, non a te, né a me, né sopratutto ai tuoi figli quindi se non vuoi perdere anche tu la tua famiglia, ti conviene muoverti adesso!".

Harry, ignorando le dure parole di sua cognata, aveva continuato a tenere gli occhi fissi su Hope

che se ne stava stretta tra le braccia del suo più acerrimo nemico e un pensiero gli era passato nel cervello: doveva separarli.

Un ghigno diabolico gli era aleggiato per qualche secondo sulle labbra poi rivolto a sua figlia, aveva detto: " Hope, io ho sbagliato con tua madre e di certo non potrò mai essere perdonato per questo e non puoi sapere come mi sento in colpa.

Ma per noi c'è ancora un speranza: voglio salvare a tutti i costi il nostro rapporto e voglio poterti dimostrare che posso essere un buon padre per te.

Ma se anche tu vuoi la stessa cosa, devi lasciare immediatamente quell'essere che hai sposato!".

Hope, che si trovava ancora tra le braccia del marito, lo aveva sentito irrigidirsi e quando aveva alzato lo sguardo verso il suo volto, aveva visto un lampo di paura serpeggiare nei suoi occhi.

La ragazza si era girata verso Harry e aveva detto: " Signor Potter, ho avuto una madre e un padre meravigliosi e ora, ho la fortuna di avere un marito stupendo!

La sua offerta per me è inaccettabile, tanto più che ora tra me e Draco, c'è molto di più.

Lui non è solo il mio sposo ma tra qualche mese, diventerà il padre di mio figlio!".

Quest'ultima rivelazione aveva fatto accadere molte cose: Hermione aveva sorriso mentre veniva raggiunta da suo marito che, con la coda tra le gambe, aveva abbandonato il suo ex migliore amico per scegliere la sua famiglia.
Harry si era bloccato come una statua, devastato dalla convinzione di essere stato sconfitto sotto tutti i punti di vista.

Blaise, Pansy, Daphne e Theo dal bordo del palco avevano applaudito felici per i loro migliori amici e molta gente aveva cominciato ad andarsene dalla sala, commentando disgustata tutto.

Ma la reazione più degna di nota, era stata proprio quella del futuro padre che stava fissando sua moglie, con uno sguardo spiritato.

Quando a fatica era riuscito a recuperare la parola, aveva sussurrato: " Per Merlino, Hope ma stai dicendo sul serio?".
La ragazza guardandolo negli occhi, aveva annuito con un sorriso e lui, con gli occhi umidi di pianto le aveva chiesto: " Ma quando lo hai saputo?".

La ragazza gli aveva fatto una carezza poi gli aveva risposto: " L'ho scoperto stamattina!

Volevo aspettare il momento giusto per dirtelo e credo che non ci sia momento migliore di questo, non pensi?".

Draco aveva annuito poi le aveva detto: " Hai ragione amore mio; ora però andiamo a casa, perchè voglio festeggiare con la mia mogliettina e con i nostri più cari amici!".

Prima di allontanarsi dal palco, il biondo aveva afferrato sua moglie e l'aveva coinvolta in un bacio super passionale, che aveva fatto diventare le gambe molli alla ragazza.

Ignorando palesemente Harry, Hope aveva sorriso poi aveva annuito felice e dopo aver preso la mano di suo marito, si era allontanata con lui scendendo dal palco e avvicinandosi ai magnifici quattro che l'avevano abbracciata per festeggiare con lei e Draco.

Anche Hermione, Ron e i loro figli si erano allontanati, imitati dal ministro Shacklebolt  e da quei pochi superstiti che erano rimasti fino all'ultimo.

In breve, in quell'immensa sala ora deserta, era rimasto solo Harry Potter, giunto lì meno di due ore prima per ricevere nuovi onori e ora si trovava senza moglie, senza figli, senza amici, senza onori, con una figlia sconosciuta, con un genero detestato e un nipote in arrivo che avrebbe

 allargato l'albero genealogico della famiglia Malfoy.

Harry ancora si chiedeva che diavolo fosse successo quel giorno e se tutto questo, fosse solo un maledetto incubo.

Ma ben presto aveva dovuto ammettere con se stesso che Hermione aveva avuto ragione, quando aveva detto che la vita gli aveva presentato il conto e che questo, sarebbe stato veramente salato da pagare.

 

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Capitolo 20
*** Epilogo ***


Buon fine settimana care lettrici, eccoci giunti all'ultimo appuntamento con questa fiction che per venti settimane vi ha tenuto compagnia, spero positivamente.

Oggi si conclude la storia di Draco Malfoy e Hope Potter e in questo capitolo vedremo che cosa è successo ai protagonisti di questa storia.

Ringraziandovi per il vostro affetto, vi lascio alla lettura del capitolo.

Un bacio Lorian

 

Capitolo 20 - Epilogo

 

" Ma guarda che cosa mi tocca fare!" stava brontolando scocciato Draco mentre stava fermo da cinque minuti, di fronte a casa Potter.

L'uomo sapeva di non potersi permettere un'altra perdita di tempo, quindi tirando fuori un barlume di coraggio che teneva ben nascosto, si era avvicinato al campanello e lo aveva premuto.

Uno scalpiccio di piedi, aveva anticipato la voce di Lily Luna Potter che aveva praticamente urlato: " Vado io, mamma!".

Quando la piccola rossa aveva aperto la porta e aveva riconosciuto il visitatore, il sorriso le era morto sulla bocca.

Draco sentendosi in imbarazzo davanti allo sguardo della ragazzina, aveva detto brusco: " C'è la tua mamma?".

Lily aveva annuito poi si era girata e aveva urlato: " Mamma, c'è il marito di Hope!".

Draco aveva alzato gli occhi al cielo, pensando al fatto che ora lui non era più il viscido e bastardo ex Mangiamorte ma solo il marito di Hope.

Dopo pochi secondi, Ginevra era arrivata all'ingresso e quando aveva visto Draco, aveva chiesto:

" Come mai sei qui, Malfoy?".

L'uomo aveva tirato un grande respiro poi aveva detto: " Sono qui, perchè è arrivato il momento e Hope ti vuole al suo fianco!".

Ginny aveva annuito con un sorriso poi si era girata e aveva chiamato il suo primogenito: " Jamie, io devo andare al San Mungo, perchè sta per nascere il vostro nipotino.

Tu occupati dei tuoi fratelli e quando il bambino sarà nato, vi manderò un Patronus per avvisarvi in modo che possiate raggiungerci!".

Il giovane aveva annuito poi aveva dato una pacca sulla spalla a Draco, così forte da mozzargli il fiato.

Il futuro padre, ripreso il controllo del proprio respiro, gli aveva lanciato un'occhiataccia gelida che aveva provocato in James un risolino e che gli aveva fatto guadagnare un sommesso: " biondo rammollito!".

Draco afferrata Ginny per un braccio, si era smaterializzato per apparire davanti alle vetrine abbandonate del negozio di Purge & Dowse Ltd..

Questo infatti era ciò che vedevano i babbani e che invece celava il grande ospedale del San Mungo.

I due si erano avvicinati ad una delle finestre dell'edificio e sporgendosi, si era trovati nel grande atrio della struttura medica.

Ginevra aveva salutato un paio di colleghe e mentre si avviavano verso il reparto di ostetricia,

Draco aveva detto: "E' ufficiale rossa, tuo figlio mi detesta!".

La donna era scoppiata a ridere poi aveva risposto: " Suvvia Malfoy, tu ti sopravvaluti!

James non ti odia, ti trova solo... uhm buffo!".

Draco si era bloccato poi aveva spalancato gli occhi scioccato e aveva detto: " Buffo? Lui mi trova buffo?".

Ginny aveva annuito poi aveva risposto: " Non prenderla come un offesa personale.

Tu riesci a scatenare reazioni allucinanti nei miei figli:

Lily è incuriosita dalla tua personalità.

Albus ti studia in silenzio ma sotto sotto ti ammira.
James invece cerca di comprendere come fa un uomo grande e grosso come te, a diventare un tenero bambinone quando nei paraggi c'è Hope!".

Draco sogghignando, aveva risposto: " Oh rossa, quando quello spilungone del tuo primogenito si darà una mossa con la figlia di Paciock, credo che troverà la risposta che cerca!".

Stavolta a bloccarsi in mezzo al corridoio, era stata Ginny che spalancando gli occhi, aveva sibilato: " E ora che c'entra Alice?".

Draco era scoppiato a ridere poi aveva detto: " Caspita e io che credevo che una madre, fosse la prima a comprendere queste cose!

Tuo figlio è cotto di lei, solo che non ha il coraggio di fare chiarezza con se stesso!".

Ginevra aveva sbuffato esageratamente poi scuotendo la testa aveva risposto: " Di questa cosa parleremo dopo, ora se non mi sbaglio c'è una mamma in preda alle doglie e un bambino che non vede l'ora di conoscere il suo papà!".

Draco era sbiancato al pensiero di diventare padre e d'istinto, aveva accelerato il passo.

Quando avevano raggiunto il reparto, avevano trovato ad attenderli i magnifici quattro, Hermione e suo marito Ronald.

Il rosso quando aveva visto arrivare il biondo, aveva sbuffato rumorosamente guadagnandosi da sua moglie un occhiataccia e una gomitata sulle costole.

Tutti a parte Ronald, si erano avvicinati al futuro padre per congratularsi con lui mentre Ginny entrava in sala parto.

Draco era crollato sulla panca mettendosi una mano tra i capelli.

Dopo un'ora, il suo nervoso era al limite del sopportabile e Blaise si era avvicinato a lui, dicendogli:

" Draco, va a prenderti un caffè o a fumarti una sigaretta che se ci sono novità ti chiamerò io!".

Il biondo aveva tira un grosso respiro poi si era alzato annuendo e ringraziandolo, era uscito in terrazza.

Mentre con una mano teneva il bicchiere di caffè, l'uomo pensava a tutto quello che era successo dopo quel caotico pomeriggio, in cui tutte le bugie dell'eroe del mondo magico, erano venute a galla.

Durante la settimana successiva, Harry aveva cercato in tutti i modi di riconquistare sia la sua famiglia che Hope ma da entrambi i fronti aveva trovato un ostacolo invalicabile.

La famiglia Weasley al gran completo, a parte un titubante Ronald, aveva fatto muro attorno a Ginny e ai suoi figli.

Sia Bill che George, dietro richiesta di Ginevra, avevano minacciato Harry di ripercussioni fisiche, se solo provava ad avvicinare sua moglie e i suoi figli.

Quando aveva cercato di vedere Hope, la situazione non era stata poi tanto diversa, solo che stavolta si era scontrato contro Draco, Theo e Blaise.

L'opinione pubblica lo aveva attaccato su tutti i fronti, i giornali avevano scritto un sacco di articoli tremendi e Kingsley si era visto obbligato a togliergli la carica di capo Auror.

In breve, non vedendo sbocchi per lui, si era volatilizzato facendo perdere le sue tracce.

In compenso Hope si era avvicinata a Ginevra e a i suoi fratelli e dopo l'iniziale imbarazzo, tra i cinque si era creato un legame molto stretto.

Spesso i figli di Ginevra, venivano a trovare la sorella alla villa della coppia e passavano interi pomeriggi in piscina o a chiacchierare.

Draco e Hope, insieme con gli Zabini, i Nott, i Potter e i Weasley, davano vita a cene e pranzi allegri e comunicativi.

Questo valeva per tutti, a parte Ronald che partecipava a questi incontri, dietro coercizione di sua moglie e dei suoi figli.

Sotto la cura di Hope, il Manor era tornato al suo antico splendore, il giardino si era riempito di fiori colorati e profumati, le fontane avevano ripreso a funzionare, i tanto famosi pavoni di Lucius avevano ripreso a zampettare, le pareti del maniero erano state ritinteggiate di chiaro e il mobilio era stato svecchiato.

Ciononostante, Draco non aveva voluto tornare a viverci e Hope aveva suddiviso la proprietà in due.

Una metà che comprendeva il grande giardino, l'aveva adibita a villa per i matrimoni mentre la restante metà, era stata trasformata in una scuola di pozioni gestita dalla ragazza.

A tutt'oggi avevano prenotazioni per due anni per quanto riguardava i matrimoni e una miriade di iscritti per quel che valeva la scuola.

Con il consenso del ministro Shacklebolt, Hope aveva potuto rivelare la verità sulla sua natura di strega ai suoi parenti e loro l'avevano presa più che bene.

Trovandosi tutti d'accordo, avevano deciso di vendere il Saint Christophe e si erano trasferiti al Manor per lavorare lì e stare accanto a Hope.

Charlie aveva finalmente trovato il coraggio di dichiararsi a Susanne e con una cerimonia semplice si erano uniti in matrimonio, inaugurando le nozze che si sarebbero tenute nel grande maniero.

Yvette invece aveva conosciuto Oliver Baston e tra i due era scoppiata una passione fulminante che li aveva portati a convivere subito dopo.

Infine Laverne non aveva incontrato nessuno ma era felice così!

Poi c'erano stati gli annunci delle gravidanze di Daphne e Pansy che si era succedute di pochi mesi e ora lui stava per diventare padre.

Erano stati otto mesi, vissuti all'ennesima potenza e Draco poteva affermare di averli trascorsi, pervaso da una felicità estrema e di questo doveva ringraziare Hope e il fatto che fosse entrata nella sua tetra vita, tredici mesi prima arricchendola di gioia e serenità.

All'improvviso, la porta alle sue spalle si era spalancata e Blaise aveva fatto la sua comparsa con un ampio sorriso stampato sulla faccia.

Fissando in viso Draco, gli aveva detto: " Forza biondo, corri da Hope perchè sei appena diventato papà!".

Draco aveva sentito le sue gambe farsi di gelatina e un rivolo di sudore freddo gli era sceso lungo il

collo.

Blaise per riscuoterlo, gli aveva messo una mano sulla spalla e sul viso dell'uomo, si era aperto un sorriso gioioso.

All'istante era corso all'interno del reparto, lasciandosi dietro un Blaise sghignazzante.

Mentre correva a perdifiato nel corridoio, Draco non vedeva né sentiva nessuno; in quel momento il suo unico pensiero era quello di arrivare da sua moglie e dalla loro creatura.

Non appena era arrivato davanti alla porta, aveva alzato una mano per bussare ma l'uscio si era aperto ed era apparsa una sorridente Ginevra, che lo aveva invitato ad entrare.

Quando aveva varcato la soglia della camera, il suo sguardo si era posato su una Hope stanca ma raggiante.

La ragazza teneva tra le braccia un fagottino avvolto in una copertina azzurra e Draco era stato subito ammaliato da quella visione.

Era talmente imbambolato da non essersi reso conto, che Ginny era uscita chiudendosi la porta alle spalle, per lasciare un pò da soli i neo-genitori.

Il rumore della porta aveva attirato l'attenzione di Hope che aveva alzato gli occhi su di lui e l'uomo aveva sentito le lacrime scendergli sulle guance.

In due falcate aveva raggiunto il letto dove era coricata sua moglie che sorridendo, gli aveva porto il fagottino dicendo: " Ecco Draco, ti presento tuo figlio!".

Le mani del biondo avevano tremato mentre le allungava per ricevere quel magnifico dono.

Quando si era trovato suo figlio tra le braccia, l'uomo l'aveva guardato e il cuore gli era accelerato nel petto.

Un visino tondo e paffuto, con due magnifici occhioni grigi e una leggera peluria bionda, lo fissava curioso e lui si era sentito il padrone del mondo.

Draco aveva alzato gli occhi su Hope, che gli aveva detto: " Amore, si vede proprio che questa meraviglia è figlio tuo!

E' praticamente la tua miniatura e io sono proprio orgogliosa di fare parte della vostra vita".

Il biondo aveva alternato lo sguardo dal volto di sua moglie a quello di suo figlio, che in quel momento stava sbadigliando.

Sorridendo, Draco aveva detto: " Sono io quello ad essere orgoglioso e lo sono di te e di questo angelo.

Non smetterò mai di ringraziarti per avermi donato qualcosa di così bello da non poterci credere.

Mi sento un uomo veramente fortunato e realizzato.

Prima del tuo arrivo, il mio unico scopo era quello di poter riabilitare il nome della mia famiglia.

Mio padre nella sua vita ha combinato tanti casini e in molti di questi, ha coinvolto anche me anche se non avrei voluto di certo.

Però nonostante le sue cattive azioni, lui era e resterà mio padre e in nome di questo, mi ero messo d'impegno per far tornare pulito il mio cognome.

Ma prima del tuo arrivo, avevo perso ogni stimolo visto che continuare un impresa del genere, mi sembrava impossibile da portare a termine.

Tu hai portato nella mia vita la luce in fondo al tunnel e ora mi hai dato un figlio, che mi da la certezza di aver fatto qualcosa di veramente buono!".

Terminate quelle parole, Draco di era avvicinato a sua moglie e aveva suggellato con un bacio

quella felicità immensa.

Quando si erano separati, Hope gli aveva chiesto: " Amore, che nome scegliamo per nostro figlio?" e lui con un sorriso aveva risposto: " Come sai già i Black avevano una tradizione particolare e cioè quella di assegnare ai propri figli il nome delle costellazioni.

Il mio per esempio deriva da quella del dragone e per il nostro bambino, io vorrei continuare la tradizione scegliendo il nome di Orion, che è un'importante costellazione, forse la più conosciuta del cielo, grazie alle sue stelle brillanti e alla sua posizione vicino all'equatore celeste, che la rende visibile dalla maggior parte del mondo.  

Inoltre mi piacerebbe dargli anche un secondo nome e cioè Michael come tuo padre, perchè se tu sei cresciuta così bene lo devo sopratutto a lui!".

Hope aveva le lacrime agli occhi e annuendo aveva fatto una leggera carezza sul capo di suo figlio, dicendo: " Benvenuto nel mondo, Orion Michael Malfoy!".

 

 

A volte da un brutto episodio, si scatena uno scherzo del destino che porta chi stava in cima agli onori a cadere nel vuoto mentre chi non aveva nulla, a ribaltare la propria esistenza e ad ottenere tutto ciò che desidera.

Perchè nulla è certo nei disegni del destino.

 

 

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