When The Darkness Comes

di xHemmo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


                                                         When The Darkness Comes


Noi non siamo come le altre specie, noi siamo diversi. Un tempo ormai lontano vivevamo a contatto con la razza umana senza screzi o troppe curiosità, ma la loro natura curiosa e bramosa di svelare i segreti legati a noi, li ha portati a fare esperimenti e così a dimezzare notevolmente il numero di noi cacciatori.
Fu cosi che i tre più potenti rappresentanti del Conclave, la massima rappresentanza per la nostra specie, coloro che dettano regole e che esercitano il potere su di noi, decisero di tenere nascosta la nostra terra agli umani attraverso un complesso incantesimo.

I rappresentanti erano fratelli e la nostra terra, invisibile al mondo umano, fu chiamata Illium. I rappresentanti si divisero le terre di Illium e ognuno promise, proclamandosi re, che avrebbe portato la pace e la giustizia all’interno di esse. Ognuna delle terre ospitava una specie differente:
Jemeral, braccio destro del Conclave, ebbe la terra di Adamas nella quale erano addestrati i più forti guerrieri: spadaccini, tiratori con l’arco e cavalieri. Conoscevano tutto sulla guerra, ogni tecnica e ogni punto debole dell’avversario.

Sin dalla nascita gli veniva insegnato a mantenere sempre la guardia, a conoscere ogni sentiero e a destreggiare qualsiasi tipo di arma avessero a disposizione, erano i più forti e scaltri del regno.
Daret, potente guardiano prima residente al Conclave come consigliero, ricevette la terra di Erenking dove risiedevano i cacciatori d’ombra: uccisori di demoni ai quali da bambini veniva insegnato a tollerare ogni forma di dolore, ad usare i propri sensi e a seguire il proprio istinto. Disponevano di qualsiasi tipo di arma angelica per distruggere i demoni e avevano la caratteristica di sfoggiare movimenti morbidi, armoniosi e scattanti i ogni situazione.

A Verlac, ultimo componente del Conclave, spettò la terra di Asgaroth. Non fu molto contento di quella scelta da parte del Conclave. Le altre terre non erano più grandi ma lui riteneva che ci sarebbe dovuta essere una sola terra da lui governata.
Illium sarebbe dovuta essere tutta sua, invece si ritrovava come re di solo una delle tre terre.

Ad Asgaroth vi erano i vampiri, specie disprezzata perfino dallo stesso re. I guerrieri di Adamas discendevano da maghi e stregoni, ecco perché il loro essere indistruttibili. I cacciatori di ombre di Erenking discendevano dall’angelo Raziel che li aveva creati appositamente per distruggere la presenza diabolica.
I cacciatori di ombre erano gli unici che potevano uscire da Illium per inoltrarsi nel mondo umano, al solo scopo di sconfiggere le presenze demoniache presenti tra i mondani. Asgaroth divenne quasi una terra dimenticata e in Verlac l’odio cominciò a prendere il sopravvento. Non trovava giusto che da cacciatore d’ombre si sarebbe ritrovato mai a governare una specie creata dallo stesso demonio, ma non la ripudiava del tutto. Difatti riconosceva il potere dei vampiri, erano forti, potevano rigenerarsi e avrebbero vissuto per sempre.
Era questa la cosa che lo intimoriva di più. La cosa che desiderava di più al mondo era regnare, e quando sarebbe morto, qualcun altro avrebbe preso il suo posto. Decise così di farsi iniettare sangue di vampiro, che mischiato alla razza dell’angelo Raziel lo rese… un mostro. Il terrore si diffuse fra le terre di Illium ma i coraggiosi guerrieri di Adamas e i cacciatori di Erenking combatterono per secoli contro il re invincibile.

Molti persero la vita nelle sanguinose lotte poi… una strega bianca sopraggiunse gli lanciò una maledizione addosso che, come un pezzo di carta, lo fece accartocciare su se stesso e lo ridusse in cenere. La strega bianca rivendicò il possesso della terra di Asgaroth. Ma quella da tutti creduta la “salvatrice” non si rivelò altri che una strega che aveva bevuto sangue di demone.
Lilith era il suo nome.. il terrore tornò a Illium proprio quando tutto si credeva cessato…

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La battaglia contro i demoni di Lilith e la sua popolazione di vampiri continuò inesorabilmente per anni e anni.
Io faccio parte della terra di Erenking, sono una cacciatrice di ombre e il mio nome è Alex Herondale. Sono cresciuta con regole ferree e allenamenti quotidiani e severi.

Come ogni giorno ci alleniamo all’istituto e di notte andiamo nel mondo umano a caccia di demoni.
Mia madre è morta quando avevo 9 anni, uccisa brutalmente da degli sporchi vampiri che l’avevano condotta in un imboscata. Da quel triste giorno ho solo mio padre, il direttore dell’istituto, Nicholas Herondale, la mia parabatai Gemma e mio fratello Will.
Siamo sempre stati insieme, conosciamo qualsiasi cosa l’uno dell’alto e sembra una vita che ormai combattiamo il male insieme.

Lilith era una minaccia ed era da anni che i più esperti guerrieri provavano a distruggerla, ma era una guerra che andava avanti da troppo tempo e non era facile da portare avanti senza sovrani. Jemerad e Daret, re di Adamas e Erenking, erano stati sconfitti da Lilith.
Noi giovani nuovi guerrieri, con età comprese dai 17 ai 26 anni, decidemmo di nascosto di creare una nostra fratellanza di ribelli tra i popoli di guerrieri di Adamas e i cacciatori.

“silenzio, per favore silenzio” gridò il capo della fratellanza “benvenuti alla quarta riunione della ribellione” esordì

“ahah fa rima” sussurrò Gemma accanto a me, mi strappò un sorriso.

I membri continuarono la riunione durata quasi due ore parlando di vari oggetti combinati assieme che avrebbero portato la morte a Lilith.

“si, e poi potremmo aggiungere una runa sul ferro battuto e..”

“baggianate!” sbuffai

“come hai detto?!” si levò lo sguardo del capo e degli altri cacciatori su di me.

“ho detto: baggianate, sai, quando una cosa è stupida” dissi sollevando un piccolo sorriso

“ah si?! Bene, illuminaci con la tua idea Herondale!”

“d’accordo” risposi a quella provocazione.

Mi alzai e andai al centro di quella cerchia ristretta, dove il capo della fratellanza mi fece cenno di mettermi con il sorriso più finto che mai, che io ricambiai ovviamente.

“Lilith è un misto fra magia nera e demone, non ci si può liberare di lei come si farebbe con un semplice demone norkrux” esordii

“e quindi?! Cosa suggerisci di fare?” mi provocò davanti alla folla.

“ bisogna studiare meglio la situazione, capire come e con cosa può morire”

“è questo che pensi? Aspettare? Quante persone dovranno morire ancora” ci furono dei mormorii fra la folla “come faremo a sopravvivere?”

“preferiresti attaccare senza conoscere il tuo nemico a fondo?” suggerii “e così, sperare che provate tutte le combinazioni possibili di armi, forse lei proverà dolore?.. questo è un suicidio” dissi.

“suicidio?!” rispose con tono superiore

“si, suicidio.. metti in mano ai tuoi guerrieri armi che non li proteggeranno e che non saranno per niente utili contro Lilith.. si, hai capito bene, suicidio” dissi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“suicidio come.. andare in un covo di vampiri quando il Conclave aveva esaurientemente espresso di non allontanarsi dalle proprie abitazioni?”

“sta attento a quello che dici!” quelle parole uscirono dalla mia bocca quasi come un ringhio e la mia mano scivolò dritta sul fianco dove tenevo un piccolo coltello.

“tua madre non avrebbe dovuto farlo Alexandra! Chissà, magari era pazza o cosa?! Ahah” quello che quel verme trovava divertente per me era un ricordo triste e rabbioso, lo sguardo di mio fratello Will non era da meno.

Veloce sfilai il coltello e con un movimento rapido gli piombai alle spalle puntandoglielo alla gola.

“Alex!” gridò Will.

Ero abbastanza vicina al suo orecchio da poter sussurrare “per condurre una riunione come questa e proclamarti capo, non sei così sveglio Blackwell!” sentivo il suo battito da coniglio accelerare.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


“rivolgiti ancora alla mia famiglia a quel modo e non sarò così clemente con te” lo lasciai e cadde  a terra indietreggiando, agli altri piacque molto quella scena.
Lanciai un’occhiata a Gemma e Will che mi vennero vicino per uscire da lì.
 
Tornammo all’istituto e quando mio padre ci chiese dove fossimo stati, gli rispondemmo di essere stati sui colli ad allenarci. Non gli avevamo mai mentito prima d’ora quindi non si fece troppi problemi a crederci.
 
Eravamo nell’armeria, Will era davanti al pianoforte, le sue dita estremamente agili e sottili sfioravano i tasti e riproducevano una musica che si alternava di toni alti e più gravi.
Gemma era sul divanetto davanti alla finestra che girava fra le mani il ciondolo della sua famiglia, suo padre era un mondano e la madre la portò qui appena nata e poi scappò.
Io invece consultavo libri sull’occulto, ma niente sembrava davvero utile per situazioni simili.

“che strano, credevo che in questi libri ci fosse scritto tutto, invece..”

“ragazzi io devo andare, ci vediamo dopo, ciao!” mi interruppe Gemma che veloce uscì dalla stanza.

“..oh, sai dove possa essere andata?” chiesi a Will, che aveva smesso di suonare e si stava avvicinando a me.

“non lo so, cose da donna credo..Alex!”

“si?” lo guardai

“lo sanno tutti ormai che sei il guerriero migliore, non serviva intimidire Blackwell”

“avrei potuto risparmiarmelo, questo è vero.. ma tu avresti fatto lo stesso Will” dissi sporgendomi dalla scala per afferrare dallo scaffale il volume giusto.

“probabilmente si, hai ragione”disse quasi con tono impercettibile.

“tu la ricordi? Voglio dire.. la mamma?” mi bloccai un secondo per guardarlo.

“tu eri piccola Alex, e lei ci voleva un gran bene. Si, la ricordo” disse

“credo di essere stata troppo piccola per ricordarla”

“aveva i capelli scuri e mossi proprio come te, il tuo stesso sorriso” disse accarezzandomi il viso.

“e i tuoi occhi” esordii. Will aveva i capelli castano chiaro, con qualche ricciolo, e gli occhi verdi, ma per molte cose somigliava più a papà che alla mamma.

Io invece avevo ereditato capelli e occhi scuri e la mia altezza non era delle migliori, ma non ci avevo dato mai molto peso, quando sei molto alto hai difficoltà nei movimenti.
Alla fine di quella conversazione ne seguì un abbraccio fraterno, di quelli che terminano con un bacio sulla fronte ed un sorriso.
Will andò in camera sua e rimasi sola nell’armeria.

Sapevo che Will mi aveva sempre invidiato il fatto di essere ritenuta una dei migliori cacciatori a Erenking, ma sapeva che quel titolo era meritato e mi spronava a dare sempre il meglio di me, anche se non amavo quando era lui a pronunciare quelle parole.
Feci scivolare in fretta tutti i pensieri presenti nella mia mente e rimasi fino a tardi  a consultare più di cento volumi sui demoni e gli stregoni.

Le parole sembravano sempre le stesse e si confondevano nella mia mente.
Decisi di aprire un altro volume provocando la caduta di un enorme pila di libroni ammassati.
Sbuffai e mi piegai per raccoglierli. D’un tratto vidi un fogliettino ripiegato su se stesso un paio di volte uscire da un volume dal colore verdastro mai visto prima.
Mi guardai attorno, mi sembrava strano, avevo aperto e letto tutti i libri presenti all’istituto.
Notai che c’era una piccola tasca e all’interno c’erano due parole non molto chiare “Demonem Domini” quindi il demone del padrone.

Non capivo il significato, era un latino sbagliato ma era come se quelle due parole fossero legate, il suono che producevano insieme non permetteva alcuna correzione.

“Alex!” sobbalzai alla voce di Will “demoni, a Brooklyn” disse.

Realizzai che era il momento di tornare nel mondo umano, presi le mie armi e feci cenno a Will di aprire un portare con lo stilo.
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Il portale ci portò in una vecchia “bottega”, così disse Will, per me era solo una topaia.
Will sparse un po della polvere “ricerca demoni” sul pavimento, lui la chiamava così. Questa cominciò a girare per tutta la casa finchè non si bloccò e cominciò a diventare luminescente.
Con un balzo la seguimmo sguainando le spade ma, niente.. sentimmo il rumore di passi e la polvere li seguì ma nella stanza non c’era nulla.

“forse è al piano di sopra” suggerì Will e con la testa mi fece cenno di seguirlo.

Salimmo le scale scricchiolanti e ci trovammo davanti una scena orrenda:
due cadaveri umani che venivano divorati da un demone, un semplice demone di rango inferiore.
La cosa sconcertante fu che quel demone aveva assunto forma e caratteristiche tipicamente mondane, cioè, umane.

Sguainammo le spade angeliche, che alla presenza del demone si illuminarono di fuoco paradisiaco.
Quando il mostro mutaforma si girò verso di noi, divenne tre volte più grande e abbandonò la sua forma umana per ripristinare quella demoniaca.

“oh, fantastico” sbottò Will.

Il demone tentacolato lanciò uno dei suoi tentacoli a tutta velocità verso di noi, io con un abile balzo riuscii a non farmi sopraffare e a mancarlo, Will invece saltò sul tentacolo e percorse velocemente il ruvido braccio della creatura fino ad arrivare al suo sistema nervoso.

Il demone si stava alterando e se non avessi agito per distrarlo al più presto, avrebbe fatto del male a Will.
Mentre muoveva velocemente i suoi tentacoli per fare male di proposito e scaraventarci al muro, tagliai più tentacoli possibile. L’equilibrio di Will era precario e alla fine cadette.

Il mostro lo vide, era una facile preda. La spada gli era caduta a qualche metro di distanza, prese così il pugnale che aveva nascosto nello stivale e si arrangiò con quello sapendo che più di tanto non lo avrebbe trattenuto.
Notai appeso al soffitto un lampadario di notevoli dimensioni e non pensai altro che ad agire subito, visto che il mio nome veniva gridato con forza dalla bocca di mio fratello.

Sfruttai la spinta di uno dei pochi tentacoli rimasti e saltai verso il lampadario tagliando con un colpo di spada, la catena arrugginita che teneva su quella ferraglia. Atterrai accanto a mio fratello e guardai il demone lamentarsi schiacciato sotto quell’enorme peso.
Will si alzò e con il fiatone, prese la spada angelica e la infilzò nel cuore del demone facendolo sparire.

“grazie sorella” disse affannato.

“figurati” risposi, poi mi avvicinai ai due corpi morti dei mondani.

Percepivo che la donna non fosse mondana, anzi, in lei c’era sangue di cacciatrice, l’uomo invece era umano a tutti gli effetti. Dai due copri non usciva sangue ed ora eravamo certi che il demone non li stesse mangiando. Quei corpi sembravano, vuoti. Il cuore non batteva e non c’era neanche traccia di una ferita.

“cos’è questo?” Will disse prendendo tra le mani il ciondolo della donna.

Lo guardai attentamente, conoscevo quei segni, li avevo visti per anni.

“Gemma..” fu l’unica cosa che riuscii a dire.

Da parte di mio fratello ci fu solo un respiro profondo e poi uno sguardo a me rivolto.

“è la prima volta che combattiamo senza di lei e..” trattenni la mia voglia di urlare per la rabbia di quella scena.

“meglio tornare all’istituto non credi?” disse Will porgendomi una mano per alzarmi.

“si, credo di si”

Will mi porse lo stilo e questa volta fui io ad aprire il portale che ci riconducesse a casa.

“bhè, abbiamo scoperto delle cose nuove questa sera no?” disse Will dando un’ultima occhiata a quella scena e oltrepassando il portale.

“già, le case di questi mondani sono estremamente sporche” e seguii mio fratello.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Passò una settimana circa da quell’avventura nel mondo umano e le cose non erano migliorate, Gemma non perdeva occasione per uscire ed andare chissà dove, nonostante un primo momento di sofferenza per i suoi genitori.
Nella mia mente però persisteva un interrogativo “Demonem Domini”. Cosa significava “il demone del padrone”? pensavo che “il padrone del demone” avesse più senso. Ma era quello che stava fra le due parole il vero mistero, non la traduzione.

“Alexandra” alzai lo sguardo dai libri.

“padre” risposi “va tutto bene?”

“ sei stata convocata, figlia mia” da come lo aveva detto non capivo se fosse una cosa positiva o no.

“convocata dove padre?” risposi con distacco

“ al Conclave, sai, da quando i nostri sovrani non ci sono più il Conclave si affida ai migliori guerrieri delle due terre per essere al corrente di tutto all’interno dei due regni, quello umano e quello protettore”

“quanti ne vengono convocati?”

“tre” rispose. “tu, Robin e..”

“batman..” risposi ignorando il fatto che potesse sentirmi

“William” mi corresse

“Will? Bene, ci saremo” affermai

“perfetto, e cerca di essere meno sarcastica in futuro” disse andandosene.

“lei è nata sarcastica padre” mi difese Will entrando nella stanza.

“come va? Stai meglio dopo ieri?” chiesi a mio fratello.

“si, quel goblin sembrava piccolo, ma picchiava forte” mi fece sorridere. “qualcosa ti turba?”

“sempre le stesse due parole, non riesco a trovare un significato”

“vedrai che ce la farai sorellina” disse incoraggiandomi.

Ero anche un po spaventata per andare a risiedere al Conclave, sapevo di essere il membro più giovane, avevo solo 17 anni, Will e Gemma ne avevano 20 ma chissà dove era lei adesso, ci sarebbe dovuta essere la mia migliore amica a sorreggermi invece c’era mio fratello.
Non potevamo certo risiedere al Conclave con i soliti vestiti da battaglia. Io mi vestii sempre di nero ma legai i capelli in una treccia laterale lunga e una volta finito salii su un cavallo come Will e Robin e raggiungemmo la sede del Conclave stanziata tra i confini di Adamas e Erenking.

Era molto lontano ma a noi piaceva fare delle gare di velocità e questo ci fece anche conoscere meglio Robin.
Lasciammo i nostri cavalli lì fuori ed entrammo nella possente residenza.
All’entrata c’erano due enormi scalinate che portavano a una stessa stanza, un enorme gradinata circolare dove vi erano tutti i membri del conclave e noi rappresentanti di Adamas e Erenking.
Ci sedemmo dove era indicato nei nostri posti e scrutavamo con attenzione ognuno dei presenti.

La riunione cominciò e tutte le tematiche riguardavano Asgaroth e il palazzo dove viveva Lilith, la Corte Seelie. Dicevano che fosse una struttura senza precedenti con sotterranei e stanze di sperimentazione.
Non mi ero mai addentrata ad Asgaroth, la terra dei vampiri. Non avevo idea di come fosse e tutte quelle storie mi sembravano solo esagerazioni.

“ci avete riuniti per parlare di quanto siamo deboli contro Lilith?”  gridai in modo da far capire che esistevo anche io lì dentro.

“chi sei? Fai il tuo nome o guerriera” domandò un vecchio del conclave.

“io non sono una guerriera, sono Alex Herondale una cacciatrice di Erenking” dissi.

Subito si sentirono mormorii fra la folla.

“e di cosa vorresti parlare allora, giovane Herondale?” proseguì un altro anziano

“i demoni sono cambiati, l’ho scoperto qualche giorno fa mentre ero nel mondo umano in casa di una famiglia… quasi mondana”

“spiegati” disse un rappresentante guerriero di Adamas.

“aveva sembianze umane, riusciva a cambiare la sua forma.. ed era un semplice demone inferiore”

 
 
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Ciao belle, mi chiamo Elisa ed è la prima volta che posto una storia qui.
Spero che questo racconto stia cominciando a piacervi, personalmente io adoro Shadowhunters e mi sembrava divertente scrivere qualcosa di simile come fan fiction.
In questo capitolo c’è scritto ben poco, ma nel prossimo incontreremo il personaggio principale.. continuate a seguirmi ;)
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


“E’ vero, anche a me è giunta questa notizia” esordì un altro rappresentante di Adamas.

“dica di più cacciatrice” ripeté il vecchio.

“il demone inferiore è diventato tre volte più grande, immaginiamo cosa farebbe un demone superiore allora…” dissi.

Mi misi seduta, quello che dovevo comunicare l’avevo comunicato, non sapevo altro, o almeno non volevo dire altro. Will e Robin mi incoraggiando dicendo che avevo fatto bene a farmi ascoltare.
Mi girai verso mio fratello che finiva di parlare con me quando vidi dietro di lui di almeno un paio di gradinate, un ragazzo biondo con gli occhi chiari, fissarmi con una certa insistenza con un mezzo sorriso mente con i polpastrelli si massaggiava il mento come se stesse pensando.

Non risposi a quello sguardo, mi girai semplicemente dall’altra parte.
Tutto stava cominciando ad essere davvero noioso, pensavo che queste riunioni nel conclave si tenessero per risolvere i problemi, e non per crearne.

Tutti facevano domande, nessuno sapeva dare risposte concrete, quindi questi significava problemi in più.
La cosa più terrificante era che all’improvviso si era verificata una morte molto alta da parte di cacciatori o guerrieri nel mondo degli umani. E che tutte le morti erano uguali.

I demoni uccidevano solo cacciatori nel mondo dei mondani e nessuno di questi aveva subito ferite, era come una morte naturale, nel sonno o nella vecchiaia, ma tutti sembravano svuotati.

“e se fossero stati i vampiri? Se non ci sono tracce di sangue la colpa deve essere loro” suggerì un guerriero di Adamas, e questo mi portò a guardare il ragazzo biondo visto in precedenza.

Guardava davanti a se ma era consapevole del fatto che lo stessi fissando, infatti gli spuntò un mezzo sorriso, si vedeva una fossetta.
Ero catturata dalla sua immagine, si vedeva che era molto giovane ed era perfetto in ogni dettaglio.
 
“i cadaveri non avevano assolutamente alcun tipo di puntura vampiresca da nessuna parte” rispose Will. In quel momento tornai alla realtà e mi girai nuovamente.
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“ ti rendi conto che siamo stati lì dentro due ore e mezza a palare di nulla di concreto?” disse Will.

“già, e poi era come se non ci fossimo” rispose Robin.

“infatti, la prossima volta mi porterò qualcosa da mangiare, vero Alex?”

“…”

“Alex?” mi toccò la spalla Will.

“cosa?.. ah, si.. hai ragione”

“non hai ascoltato? Tu sei sempre così attenta” disse Robin

“stai bene?” chiese Will

“certo, vado a fare un giro, lì dentro non c’era aria” uscii dall’enorme palazzo e presi il mio cavallo, montai su e mi incamminai verso il bosco di Erenking, non molto distante da lì.

Era lì che mi rifugiavo quando avevo bisogno di stare da sola. Mi fermai quando giunsi vicino ad un fiumiciattolo, scesi dal cavallo che andò a bere e io mi sedetti sui bordi del corso d’acqua. Chiusi gli occhi per concentrarmi sulla pace di quel luogo.
Sentii il rumore di passi su foglie secche e lanciai un coltello scattando in piedi e con l’altra mano presi il pugnale.

“woh, calma cacciatrice” disse il ragazzo biondo con gli occhi di ghiaccio.

Aveva schivato il coltello che gli era caduto ai piedi, aveva le mani alzate e un sorrisetto abbastanza sicuro di se sul viso. Con un leggero calcio mi ridiede il coltello.

“chi sei tu e perché mi segui?” chiesi fredda.

“mi chiamo Luke Hemmings, guerriero di Adamas” il mio braccio restava teso con il pugnale puntato verso di lui.
“puoi anche abbassare l’arma, non mi metterei mai contro una cacciatrice, specialmente contro di te” disse sfoggiando un sorriso caldo.

“sai chi sono?” chiesi scettica abbassando il pugnale ma tenendo la guardia alta.

“ ti conoscono in tutta Illium Alex Herondale” disse con il tono di voce calmo e ammiccante.
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Ciao bellissime, ho appena finito di completare quest’altro capitolo.. cosa ne pensate fin ora? Cosa succederà? Scrivetemi le vostre idee in una recensione.. spero che continuiate a leggerla ;)
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


La sua figura si avvicinò alla mia molto sicura di se.

“non hai ancora risposto alla mi domanda però, mi stai seguendo?”chiesi restando ferma

“mentirei se dicessi di no, quindi.. no” feci un mezzo sorriso.

“non è bene che ti allontani in questo modo, nella foresta, potresti perderti” nel suo sguardo c’era qualcosa di provocatorio che non faceva altro che irritarmi e piacermi.

“sono praticamente cresciuta in questi boschi, è territorio di Erenking, non posso perdermi”

“non credo comunque che tu sia al sicuro qui Alexandra” disse guardando alla sua destra in modo circospetto per poi guardare me in modo severo.

“se è di me che ti preoccupi Hemmings, stai tranquillo, so cavarmela.. sempre” risposi nuovamente in modo freddo e distaccato dandogli le spalle.

“non è di te che mi preoccupo, tra poco il Conclave si riunisce nuovamente e non vorrei tornare con un cadavere fra me mani, i demoni sono ovunque” rispose per fare lo spaccone.

“sono autosufficiente e probabilmente fra noi due il primo a cedere saresti tu..” montai a cavallo “e se ti fosse sfuggito.. uccidere demoni è mio mestiere” tirai un sorriso falso che lui interpretò come scherzoso e gli comparvero sul viso due fossette.

Feci roteare gli occhi, era il classico tipo affascinante che sa di esserlo e lo sfrutta.

Girai il cavallo per riprendere la via verso il Conclave.

“e io? Hai deciso di lasciarmi qui cacciatrice?” domandò

“hai delle belle gambe, puoi usarle” e ripresi il mio cammino.

Diciamo che come primo incontro è stato orribile, sembrava tutto il contrario di quello che si era rivelato.
Credeva di poter fare lo spaccone con me e pretendere che io possa cadere ai piedi come le principesse nelle fiabe, pff.
Da lontano vidi Will e Robin e li raggiunsi.

“finalmente” disse Will “stavo per venire a cercarti”

“tranquillo, non ce n’era bisogno” mi voltai verso il bosco e vidi in lontananza quel guerriero.

Mi scappò un sorrisetto, ma non perché mi avesse fatto piacere conoscerlo, solo perché non l’aveva avuta vinta.
Ci andammo a sedere dove eravamo prima e il dibattito ricominciò.
Dopo un po entrò nella stanza il ragazzo biondo con gli occhi ghiaccio.

“non le pare un po tardi Hemmings?” esordì un vecchio.
 
“ho avuto un.. contrattempo” il suo sguardo ammaliatore si posò su di me ma rimasi fredda e impassibile.
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Quando finirono di blaterare fu ormai sera, uscimmo e prendemmo i cavalli. Veloci montammo su di loro e riprendemmo la strada di casa.
Fino ad un certo tratto le strade di Adamas e quelle di Erenking erano uguali e volevano che procedessimo allo stesso passo.

Se c’erano due cose che odiavo in quel momento era non poter correre a cavallo e lo stare affianco a quel guerriero con gli occhi di ghiaccio che ogni tanto cercava di parlare con me. Will notò la mia noia, così ci scambiammo uno sguardo complice e cominciammo a correre seguiti da Robin.
Il guerriero dagli occhi di ghiaccio rimase perplesso come del resto gli altri di Adamas.

“sono strani questi cacciatori” esordì un guerriero

“io li trovo piuttosto interessanti” disse Luke.

“dai Will!” gridai a mio fratello e Robin per incitarli a correre.

Eravamo quasi arrivati e sembrava tutto normale fino a quando una palla infuocata cercò di colpirci, spaventata cominciai a gridare, ma fortunatamente stavamo tutti bene, mancava poco per giungere a casa ma i colpi di palle infuocate continuarono insistenti.

Il mio cavallo correva più veloce degli altri ed ero la prima della fila.

La pioggia infuocata continuò e colpì Robin.

Will si fermò e lo fece salire sul suo cavallo lentamente, era ferito e poi mi gridò “CORRI ALEX, CORRI!”
 
 
 
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Ciao bellissime, si… i capitoli sono un po corti,questo in particolare, ma il fatto è che non ho molto tempo per scriverli.
Comunque.. cosa credete che accadrà?? Scrivetelo in una recensione ;)
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Da lontano scorgevo dietro di noi i guerrieri di Adamas che guardavano la scena e correvano verso di noi. Le grida di mio fratello si fecero sempre più insistenti e corsi via come lui aveva detto.
La pioggia continuava e  tutto bruciava, fortunatamente scorsi la città da lontano e continuai a correre il più velocemente possibile.

Sentivo dietro di me i passi di un cavallo, ma il calore delle fiamme bruciava sul mio viso e  non riuscii a girarmi per controllare, e poi ero spaventata.

Entrai finalmente dentro la mia città.. ero esausta, sentivo di non avere il completo controllo di me ed era una cosa che odiavo, ero in preda al panico. Mi ritrovai fuori dai cancelli aperti della nostra abitazione.
Entrai nell’istituto, portando dentro anche il cavallo, corsi le scale e andai in tutte le stanze.

“PADRE! PADREE!!” gridavo con le lacrime agli occhi.

Correvo con tutta la forza che mi era rimasta, gridavo e sentivo di non potercela fare ancora per molto.
Quando girai il corridoio lo trovai mentre correva spaventato verso di me.
 
Poi mi accasciai fra le sue braccia e tutto si fece nero.
La voce di mio padre che mi chiamava ripetutamente si affievolì sempre di più.. fino a dissolversi del tutto.

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Il mio corpo era caldo ma l’unica cosa che percepivo era il battito del mio cuore nella testa, insistente e doloroso.. quasi insopportabile.
Faceva male. Lentamente aprii gli occhi, ma non realizzai subito il luogo dove ero.

Ero sdraiata in un letto con una coperta abbastanza doppia, mi misi seduta con una mano sulla fronte, davanti a me era seduto Robin.

“Alex! Hey, come ti senti?” come vuoi che mi senta dopo una specie di pioggia di asteroidi? Ma mi limitai a dire “bene, credo.. tu?”

“solo una slogatura, e il braccio rotto” insomma tutto intero no?! Ma si sa, i ragazzi devono fare gli spacconi per proteggere il loro “finto” essere virili.

“e Will? Dove è Will?” spaventata mi alzai dal letto e barcollai, penso che sarei caduta se non fosse stato per Robin.

“wowowo piano tigre, sta bene.. è in camera sua” in quel momento guardai fuori dalla finestra e vidi una figura nera incappucciata con occhi incantatori, chiusi gli occhi e li riaprii, era svanita.

Feci qualche passo verso la finestra senza affacciarmi del tutto. Il mio sguardo si spostò da destra a sinistra studiando la situazione.. non c’era nessuno.. ok, ho le visioni.

“Alex?!” disse Robin “cosa c’è fuori?” domandò.

“nulla… credo!” dissi infine per poi liquidarlo velocemente.

Mi precipitai al piano di sopra in camera di Will, non bussai.

“Will!” era di spalle guardando fuori dalla finestra dell’istituto.

Indossava una camicia chiara, aveva il capo chino al pavimento mentre si girava di profilo. Si girò del tutto verso di me e lo abbracciai, lui emise un verso di dolore, così mi allontanai e lo guardai in faccia.
Lui abbassò lo sguardo sul petto e lo feci anche io, la camicia era sbottonata del tutto, coprendogli le spalle ma lasciandogli nudo il torace.. aveva un enorme bruciatura al centro del petto.

“Will ma cosa..”

“mentre cercavo di prendere Robin una di quelle cose infuocate mi ha colpito, ma sto bene, tranquilla”

“sai che dire “tranquilla” ad una persona agitata è la cosa peggiore?” sbottai, mi accarezzò il viso.

“questa è la mia Alex” mi abbracciò.

“Alex! Sei sveglia!” Gemma corse ad abbracciarmi, io ricambiai l’abbraccio un po irritata, dove era stata tutto questo tempo?

“si sto bene, ma dobbiamo parlare” il mio sguardo duro le fece capire tutto.

“si però magari prima uscite dalla mia stanza” praticamente Will ci cacciò.

Nel corridoio ci venne incontro Robin.

“hey come sta Will?” lui e mio fratello erano molto amici.

“sta bene.. più o meno, ma è salvo” dissi.

“dove andate? Posso venire con voi ragazze?” continuò Robin

“scusa, è una faccenda privata” neanche lo guardai mentre lo dicevo.

Ci mettemmo  a sedere dell’armeria.

“forza parla” la incitai.

“di cosa?”

“delle quotazioni delle zucchine, di cosa sennò?! Sei sempre via Gemma!”

“ok, ho incontrato un ragazzo” disse innocentemente

“un ragazzo?” arricciai il naso

“si, volevo conoscerlo e uscivo per stare con lui” mi sembrò la cosa più stupida del mondo.

“quindi hai rinunciato persino a sapere dei tuoi genitori per stare con lui? Pff”

“non avrebbe fatto differenza, mi hanno abbandonata, mi dispiace, ma è successo”

“non ti interessa sapere il perché di tutto ciò? Io non sai che darei per..”

“riavere tua madre Alex? Lo so, ma non siamo uguali” la guardai come un’estranea.
 
 
 
 
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Ciao belle, come vi sembra il capitolo 8? Ho aspettato un po di tempo per metterlo perché ero impegnata e non ho avuto nessuna recensione del 7.
Anyway, spero vi piaccia la storia e che continuerete a seguirla ;D
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


“no aspetta Alex, io non volevo..” camminai a passo svelto per il corridoio.

“se non volevi perché l’hai detto?” ero sempre più vicina alla mia stanza.

“dai Alex aspetta!”

“ahahah no, vai dal tuo ragazzo, dopotutto è più importante della tua famiglia, di noi vero?” chiusi la porta alle mie spalle e buttai fuori l’aria.

Dei suoi genitori poteva pensare quello che voleva ma se io e Will fossimo morti quella sera nell’abitazione mondana? Non credo che le sarebbe importato in fin dei conti, lei usciva con il suo ragazzo, cosa importa se la famiglia che ti ha adottato venisse sterminata?
Mi andai a fare una doccia. L’acqua calda scacciava i brutti pensieri.

Mentre ero tranquillizzata sotto il caldo getto, ripensai al librone verde lasciato nella libreria dell’istituto, dovevo trovare una spiegazione a tutto ciò, non volevo che restassero solo ipotesi nella mia mente. Finita la doccia e indossata una maglia e un jeans mi precipitai nuovamente nella ricerca della soluzione a quell’enigma “Demonem Domini”.

Ad un tratto ebbi un’illuminazione: avevo visto un libro nella stanza di mia madre “D.D.”
Mi precipitai fuori al corridoio che percorsi velocemente.

“Alex aspetta voglio parlarti”

“Gemma, non ho tempo è una cosa importante” la spostai

“non mi importa io devo parlarti” disse mentre io continuavo a camminare con passo deciso “ho detto fermati”.. così feci. Mi girai per guardarla.

Il mio viso non lasciava trapelare nessuna emozione.

“non ho pensato a quello che ho detto, scusa” disse abbassando lo sguardo, sentendosi evidentemente dispiaciuta.

“ok.. abbiamo finito?” dissi.

“dai Alex, smettila di fare così.. lo so che non vuoi sembrare debole, ma il perdono non è debolezza.. quindi, ti prego, smetti di fare come se non provassi niente” disse.

“..ok” sospirai “vieni qui” spalancai le braccia e l’abbracciai, era pur sempre mia sorella, più o meno.

“ora devo andare.. devo trovare una cosa” dissi dopo un po.

“allora vengo e ti aiuto” disse

“non ce n’è bisogno”

“ma io lo farei lo stesso, quindi non puoi opporre resistenza”

Arrivammo nella stanza di mia madre e spiegai a Gemma cosa dovevamo cercare.

“nella libreria non c’è!” esordì Gemma.

“ neanche nei comodini” dissi sospirando.

“impossibile, sei sicura che sia qui? Magari..” si buttò sul letto che si spostò facendo emergere una copertina rossa sulla quale c’era scritto “D.D.”

“Gemma, sei un genio”

“che ho fatto?”

“sta ferma così” mi piegai e presi il libretto.

“ora posso muovermi?” disse restando ancora ferma in quella posizione che non sapevo se descrivere sdraiata o seduta stravaccata..

“nono, resta così..” mi avviai verso la porta, dalla sua faccia non si aspettava quella risposta.

“certe volte potresti ridere alle mie battute invece di essere solo sarcastica!” disse.

Uscimmo dalla stanza prima che qualcuno potesse vederci.
Sulla prima pagina c’era scritto il titolo di un altro libro, recuperammo anche questo.
Su quest’altro libro si faceva un esplicito riferimento ad un altro libro ancora presente  nell’armeria, dalla parte degli angeli e le rune.

Alla fine avevamo questi tre libri “D.D.”, “Defensis” e “Heaven Runes”.
Li portammo nella parte dedicata alla lettura e cercammo di sfogliare le pagine quando..

“Gemma, Alex! Demoni nel mondo umano!” ci guardammo sbuffando e abbandonammo le prove che forse avrebbero portato la distruzione a Lilith.

Quando attraversammo il portale del mondo umano ci ritrovammo in un luogo pieno di fiumi che attraversavano la città.
C’erano delle gondole, era molto tardi.

“penso che siamo a Venezia” disse Will.

“dove sono i demoni?” domandò circospetta Gemma.

“pazienza” ci voltammo e venimmo sorpresi da due piccoli demoni che non fu un problema eliminare.

Ci fissammo per un po, come tutto questo poteva essere stato così semplice?
I demoni in quei giorni erano troppo facili da sconfiggere, non avremmo dovuto sottovalutare la cosa.
Le cose andarono a ripetersi per molti giorni. Io e Gemma eravamo sempre sul punto di leggere quei libri per scoprire chissà quale segreto, ma in quel preciso momento i demoni invadevano il mondo umano.

Non era solo una coincidenza, ma se gli umani avevano bisogno di protezione da demoni, noi glielo dovevamo, non potevamo tirarci indietro.
Ma era tutto così semplice. Perché i demoni erano sempre più deboli? E perché quando stavamo per leggere quei libri? Cosa c’era all’interno?
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Tornammo stanchi da quell’ultima missione, la luna era già alta e l’unica cosa che volevamo era riposarci. Dormimmo tutto il giorno.

Il giorno seguente i fummo nuovamente convocati alle riunioni segrete della ribellione, eravamo ancora stanchi ma nessuno mi impedì di minacciare Blackwell ancora. Insisteva sull’offendere me e la mia famiglia, ma non usai le maniere forti, mi limitai al linguaggio.

“non provare più ad offenderla, né nessun altro Herondale, chiaro?” sbottò Robin.

Mi sembrava strano che stesse prendendo le nostre difese, ma Will mi aveva rivelato che aveva una cotta segreta per me da anni.

“altrimenti cosa fai Robin?” lo sfidò Blackwell che si avvicinò minaccioso.

“te la vedrai con me” rispose Robin.

“ah si? Bhe vediamo quanto vali!” il pugno di Blackwell colpì Robin che barcollò.

Saltai addosso a Blackwell in modo agile e repentino, rotolammo sull’asfalto e alla fine mi ritrovai in posizione dominante mentre lui era sdraiato a terra. Sarebbe sembrata una scenetta divertente se non avessi avuto un piccolo pugnale puntato al suo collo.

“sappi che non ti uccido solo perché non voglio macchiarmi del sangue di un codardo” ringhiai.

Alzai lo sguardo e notali la stessa figura nera incappucciata che avevo visto al risveglio all’istituto, con gli stessi occhi incantatori. Ma quando sbattei le palpebre, la figura era scomparsa. Lasciai a terra Blackwell.
La riunione era evidentemente conclusa.

Mi recai da Robin, che con un solo pugno era ridotto piuttosto male. Mi sedetti accanto a lui e con uno straccio bagnato tamponai il graffio sulla guancia e il taglio sul labbro.
Robin non era un brutto ragazzo, capelli e occhi scuri, sembrava più lui mio fratello che Will.

“avrei comunque potuto metterlo a tappeto, lo sai” disse.

“oh certo, come no” sorrisi.

“mi ha solo preso alla sprovvista, lo sai che io avre..”

“si certo, lo so, lo avresti distrutto” dissi facendogli il verso.

Provocai in lui una piccola risata.

“comunque grazie..” disse prendendomi la mano che avevo sulla sua guancia.

“figurati, fai parte della famiglia ormai, e poi Blackwell ha timore di me” sorridemmo entrambi.

Notai che il suo viso stava a poco a poco annullando la distanza che era presente tra noi.
Ma alle sue spalle vidi ancora la sagoma nera incappucciata, questa volta mostrava gli occhi, occhi azzurri ammaliatori.
Quell’immagine mi provocò una strana sensazione, chiusi gli occhi  e aggrottai la fronte.

“Alex! Qualcosa che non va?” domandò perplesso.

“come? Si, va tutto ok… credevo di aver visto..”

“cosa?..aver visto cosa?” si voltò per provare a cercare cosa aveva attratto il mio sguardo.

“niente, credo fosse la mia… immaginazione” misi una mano sulla fronte.

“vuoi tornare a casa?” mi chiese.

“si, si per favore”

Durante il tragitto per tornare a casa Robin provò a prendermi per mano, ma la rifiutai.
Ero persa chissà dove nei miei pensieri.
Il mio sguardo faceva su e giù per cercare, nel profondo dei miei ricordi, qualcuno che avesse degli occhi così indimenticabili e per certi aspetti, tenebrosi e spaventosi.

Quando tornammo a casa vidi mio fratello uscire e portarmi verso un portale, evidentemente gli umani avevano problemi con qualche demone.

“Will, ma perché corri? Potevi aprire il portale nell’istituto!” domandai, ma non rispose.

Decise di aprire il portale per il mondo umano sul muro di un’antica chiesa.
 I demoni erano sempre facili da combattere ma in quel caso fu piuttosto difficile, c’erano due demoni superiori in due diversi appartamenti.

Naturalmente non potevamo dividerci e Gemma non era con noi, ma ultimamente ci stavamo facendo l’abitudine.

“attenta, dietro di te” gridò Will che alzò la spada e trafisse l’ultimo demone.

“bene, qui abbiamo finito” dissi soddisfatta.

Disegnammo sulla parete il portale verso l’istituto, ma questo non si aprì, provammo ancora, ma in vano.

“c’è qualcosa che non va!” disse

“perché non si apre il portale? Che succede?” domandai.

“mi sembra strano. Io non..” provò a sbattere lo stilo sulla sua mano.

Cercai lo sguardo di Will che però rimaneva posato sullo stilo.

“Alex, mi dai il tuo..” neanche completò la domanda che avevo già sfilato lo stilo dallo stivale e glielo avevo messo in mano.

La punta dell’oggetto produsse una luce rossa intensa, un rosso incandescente.
Lo stilo di Will aveva un colore azzurro chiaro e quando si illuminava.. sembrava ghiaccio, il mio invece sembrava uno spesso cristallo rosso.

Will disegnò le classiche rune del portale verso l’istituto.. ma non funzionò.
Aggrottò la fronte verso l’oggetto e poi spostò lo sguardo verso di me.
Capimmo che c’era qualcosa che impediva il trasporto lì.

“cambia destinazione.. trasportaci lì vicino” proposi.

 Disegnammo un portale capace di portarci  alla foresta vicino Erenking… Quando arrivammo quello che vedemmo fu l’incubo peggiore…
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


La città di Erenking in lontananza messa a ferro e fiamme con delle losche figure nere che quasi svolazzavano  sulle case.
Ci bastò uno sguardo per capire che dovevamo prendere in mano le armi e difendere la nostra città. Corremmo il più veloce possibile, notammo che vari cacciatori combattevano contro questi demoni color cenere dalle fattezze umanoidi.

Mentre correvamo un demone mi assalì e mi provocò una profonda ferita all’altezza della spalla, gridai di dolore. Will venne in mio soccorso e trafisse il demone alle spalle.

“stai bene?” domandò

“si, credo di si.. forza, andiamo” dissi.

 Mi aiutò ad alzarmi e procedemmo verso la città.
Lui era più veloce di me e i demoni incombevano anche su di noi.
Con le spade angeliche riuscimmo a tenerli a distanza, ma il loro potere sembrava insufficiente per ucciderli definitivamente.

Mai visti demoni così veloci e potenti.

Arrivammo nel cuore di Erenking dove trovammo gli altri cacciatori intenti a tenere a bada i demoni invasori. Da lontano vidi che Blackwell era stato bloccato e accerchiato da una decina di demoni.
Corsi con tutta la mia forza facendomi largo con la spada angelica e mettendo fine alla vita di alcuni di quei giganti mostri.

Saltai sul muro e mi spinsi su un carro lì fermo, da lì proseguii a tutta velocità per poi lanciarmi nel bel mezzo di quella mischia.
Armeggiai con estrema agilità e potenza la spada angelica e li uccisi tutti.
Blackwell mi guardò stupito.
Forse non si aspettava che io avessi mai potuto salvarlo.

“prendere o lasciare!” gli dissi porgendogli una mano per farlo alzare da terra.

“ti ringrazio” fu capace di dire prendendo la mia mano.

Forse quello fu l’unico momento dove lo considerai simpatico, forse.
Poi corsi via sotto il suo sguardo stupito e mi recai all’istituto, dovevo trovare mio padre.
Percorsi la scorciatoia nella parte mercantile della città.

Quattro demoni si misero dinnanzi a me.
Con tutta la rabbia che avevo, non ci volle molto a farli fuori. Corsi all’istituto, ma i cancelli erano serrati. Provai a sbirciare per vedere se all’interno ci fosse qualcuno.

Finestra per finestra.
Alla fine vidi un uomo che veniva sbattuto violentemente a terra da un essere con lunghi capelli neri, doveva essere quindi una donna.

Questa si girò verso di me quando gridai il nome di mio padre spaventata.
I suoi occhi erano gialli, quasi infuocati.
Mi rivolse un sorriso demoniaco e aguzzo per poi smaterializzarsi. Avrei voluto scavalcare quel maledetto cancello ma un demone mi sorprese e mi lanciò a terra. Veloce mi rialzai e lo uccisi.

I bambini scappavano e le donne urlavano.
Mi fermai un secondo per guardare la città dove ero nata e cresciuta che ora era diventata un templio di grida di lacerazione e terrore.
Mi diressi svelta nelle scuole dei giovani cacciatori dove c’erano i bambini.

Cercai di radunarli e incaricai Gemma di portarli al sicuro, il più lontano possibile da lì. Lei annuì e sparì con i bambini.
Uscii dalla struttura e tornai insieme agli altri cacciatori. Ne erano rimasti pochi. Tra quelle facce insanguinate riconoscevo qualche amico di famiglia, Robin e Will.
Decisi di combattere al fianco di mio fratello, se fossi morta, avrei desiderato morire con lui.

Will mi gridò più volte di andarmene, ma non lo feci.
L’avevo già fatto una volta e per poco non era morto. Un’enorme esplosione ci colpì. Will prese il mio braccio e mi trascinò fuori dalla città, vicino al bosco.
Contrariata, cercai di fuggire, ma la sua presa era potente.

“Alex devi restare qui! È troppo pericoloso!” gridò per poi correre nuovamente verso la città per combattere.

“Will! Will!” gridai, ma lui non si girò.

A un certo punto, un grosso lupo lo assalì.
Gridai dal terrore. Vidi che quella bestia mordeva insistente la giugulare e lacerava la sua carne.
Mi alzai per correre in soccorso, ma la ferita sulla spalla lasciata da quel demone bruciò tanto da gridare ancora di più e farmi accasciare al suolo.

Gridavo dal dolore in maniera fragorosa. La vista della città in fiamme. Poi.. un’ombra, quella familiare ombra incappucciata che solo io vedevo.

Ricordo solo che si piegò su di me, tirò fuori uno stilo e.. il dolore pervase il mio corpo. Gridai in maniera ancora più insistente… i suoi occhi incantatori…il battito del mio cuore che rallentava… e poi.. l’oscurità.
 
 
 
 
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Ok anche questo è un po corto, ma non ho molto tempo.. per favore lasciate una recensione se vi è piaciuto il capitolo e.. cosa succederà nel prossimo capitolo?
 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


“si, ma non si è ancora svegliata” sentii una voce che provai a seguire, ma non c’era altro che buio.

"deve darle tempo signore"

Lentamente spalancai gli occhi e mi ritrovai sdraiata in una stanza dalle pareti rossastre, non molto diverse da quelle dell’istituto.
Riuscivo solo a guardare il soffitto, poi una figura si posò davanti.

“sei al sicuro qui” disse con voce profonda un ragazzo del quale non ricordavo il viso, era sfocato.

“chi sei? Dove mi hai portata?!” dissi con un filo di voce.

“già dimenticata di me cacciatrice? Sono Luke Hemmings” ora il suo viso si fece più chiaro e i miei lineamenti si irrigidirono.

Mentre provai ad alzarmi, il dolore alla spalla si fece nuovamente insistente, emisi un gridolino di dolore.

“hey, calma, dove vai?” mi fece risdraiare “ti serve una runa che blocchi il sangue di demone in te”.

Quelle parole mi spaventarono, mi guardai la spalla ma c’era solo una runa di guarigione.
Il ragazzo munito di stilo si posò su di me e incise il blocco sulla mia pelle nuda.
Lui prestava la massima attenzione a quella runa e io la prestavo a studiare la sua faccia impegnata.

“sangue di demone in me hai detto?” dissi.

“quando ti ha ferita! Mi ha come contaminata.. ti avrebbe ucciso dentro.. ecco perché il blocco” indicò la mia spalla con due rune nere, quella della guarigione e quella che ora bloccava il sangue di demone.

Toccai quel punto e feci una smorfia di dolore, poi tornai a guardare lui.
 Quei tratti duri e perfetti, gli occhi azzurri e incantatori, erano proprio loro, mi fece ricordare perché la prima volta attrasse il mio sguardo.

“ecco! Meglio?” domandò mentre si allontanava non staccando lo sguardo dal mio, la sua voce era ferma, per certi aspetti anche piuttosto dura e fredda.

Mi misi a sedere sul letto con le gambe che penzolavano fuori e annuii quasi impercettibilmente. Il mio sguardo andò altrove a studiare il luogo dove mi trovavo.
Mi sentivo stordita, spaesata. Il ragazzo si venne a sedere di fronte a me, a cavalcioni su una sedia.

“d-dove mi trovo?” chiesi.

“sei ad Adamas, nel castello degli Hemmings” rispose non cambiando espressione.

“padron Luke! Padron Luke!” entrò un uomo anziano “oh vedo che la vostra protetta sta bene”

“si, grazie.. puoi andare!” con un gesto di mano fece cenno all’anziano di lasciare la stanza.

Guardai l’anziano uscire dalla stanza silenziosamente.

“protetta?” domandai toccandomi la fronte.

“si, sei sempre stata sotto la mia protezione Alexandra” rispose alzando il mento.

I miei occhi si abbassarono sul pavimento per poi tornare a guardare lui.

“e da quanto mi.. proteggi?” domandai.

“da quando ti ho conosciuta, per questo ti ho seguita nella foresta. È il mio compito, lo è sempre stato”

“ma tu sei un guerriero” gli feci notare.

“la cosa è.. un po più complicata” sospirò volgendo lo sguardo altrove.

Si vedeva chiaramente che voleva saltare quell’argomento.

“quindi, quelle sagome che mi apparivano.. eri tu!” con sguardo fiero annuì.

In un secondo ricostruii la scena: le apparizioni di quel ragazzo, la guerra ad Erenking, la città devastata dai demoni, Robin che combatteva e Will.. “dove è Will? Dov’è Will?” mi alzai e camminai a passo veloce per uscire da quel castello.

“Alexandra aspetta!” mi tirò per un braccio.

“smettila di chiamarmi così…” cercai di liberarmi dalla sua stretta, ma in vano.

Eravamo faccia a faccia. Il suo sguardo ad un certo punto si posò sul pavimento e poi fuori da una finestra. Mi avvicinai alla finestra e guardai da lontano una terra devastata, tutto grigio.
Non poteva davvero essere Erenking.

“No, Luke dimmi che quella non..”

“.. mi dispiace” fu tutto quello che riuscì a dire, ma sentivo davvero il dispiacere nella sua voce.

Mi sentii mancare il fiato, come se qualcuno stesse provando a strangolarmi.
Portai entrambe le mani alla mia gola e ansimai, mi sentivo debole.
Luke lo percepì e mi prese fra le sue braccia, voleva abbracciarmi per caso? Consolarmi? Comunque fu un aiuto al quale rinunciai.
Mi appoggiai alla finestra con il dolore negli occhi.

“vorrei poter far qualcosa..” rispose.

Era dietro di me e non potevo vederlo, ma pensai che il suo sguardo fosse basso.

“credo tu abbia fatto abbastanza” un punto interrogativo nacque sulla sua faccia “avrei potuto salvare il mio popolo, e ora mi ritrovo qui”

“ma non capisci? ti ho salvato la vita!”

“avrei preferito morire da cacciatrice piuttosto che fuggire e vivere da nascosta” la mia voce era dura.

Il ragazzo uscì furioso dalla stanza. Mi appoggiai alla finestra, e lì rimasi…
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Erano tre giorni che non lasciavo quella stanza.
 Per i primi due giorni fu Luke a venire a chiedermi di uscire da lì per mangiare qualcosa, ma rifiutai continuamente e il terzo giorno mandò l’anziano a chiamarmi.
 
“signorina Herondale?” bussò il vecchio. Gli aprii la porta e lo feci entrare.
 
“signorina, perché non mangia?” domandò preoccupato l’uomo.
 
“non ci riesco, al pensiero che possano essere tutti morti io..” chiusi gli occhi dal dolore.
 
 Io ero davanti alla finestra e non mi ero ancora girata per guardare l’uomo.
 
“no piccina, non fare così” tentò di rassicurarmi mettendomi una mano sulla spalla.
 
“ come non potrei? Mio fratello, mio padre e i miei amici erano lì! Avrei preferito morire al loro fianco e invece.. sono qui, a fissare il luogo distrutto dove ho passato la mia vita”
 
“e non si è chiesta il perché?”
 
“come?” domandai voltandomi e guardando gli occhi scuri del vecchio.
 
“perché lei è qui signorina Herondale? Perché il conclave voleva proteggerla? Sono questi i quesiti  che dovrebbe porsi. Bhè si, lei ha degli ideali di guerra e della famiglia molto validi ma.. pensi al presente” disse l’uomo che si avviò per uscire dalla camera.
 
“aspettate!.. come vi chiamate?” domandai.
 
“Harold, Harold Beckett” fece un sorriso e si chiuse la porta alle spalle.
 
 
 
 
Luke’s Pov:
 
“non posso credere che ti ha fatto addirittura entrare nella sua stanza” sbuffai quando il mio servitore tornò nella grande sala.
 
“è solo spaventata padrone, tutto qui” giustificò Harold
 
“di cosa? Io non le farei mai del male!” dissi.
 
“è ancora scossa da quelle che le è successo, deve darle tempo”
 
“e quanto? Non mangia da tre giorni! Come posso proteggerla se muore di fame?” quasi urlai.
 
“non lo so padrone, dovete farle capire che di voi si può fidare”
 
“ma se non vuole neanche vedermi” dissi a bassa voce..
 
“è una brava ragazza, signore… lo capirà”
 
“si..” sospirai.
 
Tutto quello che volevo era che capisse che avevo fatto solo quello che mi era stato chiesto.
Non l’avrei mai strappata al suo mondo senza averne motivo.
 
 
 
 
Alex’s Pov:
 
Sarà stata mezzanotte passata e i morsi della fame cominciavano a farsi sentire.
Se fossi scesa allora probabilmente non avrei trovato nessuno e così feci.
 
Uscii dalla stanza in punta di piedi facendo attenzione a non fare troppo rumore, mi sarei tracciata sul braccio una runa del silenzio, ma dal mio svenimento il mio stilo rosso era sparito, forse era caduto mentre mi trasportavano qui.
 
Scesi le scale scricchiolanti con molta agilità e velocità. Mentre stavo per entrare nell’enorme sala notai le luci accese e due uomini che parlavano.
 
“avete buoni propositi di agire con lei padrone, ma dovete darle il tempo di ambientarsi”disse Harold
 
“lo so, ma lei deve permettermi di prendermi cura di lei, voglio solo aiutarla” entrambi poi mi videro e smisero di parlare.
 
“bhè io vado” rispose Harold sorridendo al padrone.
 
Eravamo soli. Silenzio imbarazzante..
 
“vado anche io se vuoi” dissi.
 
“no aspetta, non serve che scappi. Questa è casa tua..adesso” fui compiaciuta da quelle parole.
 
“vuoi aiutarmi a fare cosa?” capì che avevo ascoltato la loro conversazione.
 
“ a capire perché sei qui, e del fatto che puoi fidarti di me, anzi.. devi fidarti” si avvicinò.
 
Notò il disagio sul mio viso e si allontanò nuovamente.
 
“hai fame?” chiese infine per allontanare l’ultima imbarazzante e sfacciata affermazione.
 
Io annuii leggermente.
 
“.. bene” fino al mattino parlammo delle battaglie che avevamo affrontato e insistette per sapere la mia storia, ma quando provai a chiedergli la sua..tornò nella sua stanza con una banale scusa.
 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Luke in fin dei conti non era una cattiva persona, voleva solo aiutarmi, ma non so precisamente in cosa.
 Penso che il giorno dopo mi alzai verso il pomeriggio, mi preparai un the e andai nella biblioteca che Harold mi aveva indicato.
 
Era piena di libri, ma non molto più grande di quella all’istituto. Presi un paio di letture sui demoni interessanti e mi misi dietro una scrivania per leggere.
Era tutto così generale, non davano dettagli nello specifico, stupidi libri.
 
“cerchi qualcosa in particolare?” alzai lo sguardo e vidi Luke scendere i gradini della biblioteca.
 
“niente che già non conosca!” risposi.
 
“so che non posso pretendere che tu ti senta subito al sicuro, ma..per qualsiasi cosa, voglio aiutarti”
 
“ti ringrazio, ma non so come..”
 
“cosa cerchi?”
 
“qualcosa che riguardi Lilith. All’istituto avevo degli indizi, ma suppongo che sia fuori discussione andarci, vero?” domandai conoscendo già la risposta.
 
“assolutamente” rispose duro.
 
A dire il vero le uniche cose che cercavo erano delle risposte che solo lui poteva darmi. Volevo conoscerlo meglio.
Sapere come faceva a conoscere le nostre rune, come riusciva a riprodurle visto che era un guerriero e non un cacciatore.
 
“certe volte vorrei solo avere la risposta giusta per ogni cosa” dissi
 
“perché?”
 
“saprei cosa fare..” non so dove fosse perso il mio sguardo.
 
 In quel momento mi resi conto che avrei preferito tacere.. ‘saprei cosa fare’ ripetè la vocina nella mia testa, come se mi prendesse in giro, che cosa stupida, quello si che mi faceva sentire debole.
 
“questo è il compito di noi p..” si bloccò “di noi”.
 
“voi cosa?” domandai.
 
“..nulla” il suo sguardo su di me tornò duro, quasi mi gelò il sangue.
 
Avrei solo voluto andare via per evitare  i suoi occhi, all’improvviso avvertii un senso di sollievo e una voce che chiamava il mio nome nella mia testa.
Mi voltai verso la finestra e avvertii quella presenza in modo più forte.
 
“cosa fai? Stai bene?” mi chiese Luke.
 
“.. Gemma! Lei è viva” Luke mi guardava in cagnesco.
 
“La mia parabatai, è viva”
 
“voi.. comunicate con il pensiero?” domandò.
 
“sta venendo qui..” dissi sorridendo
 
“no, è sbagliato!” sbottò
 
“no, è giusto!” dissi  “Perché non dovrebbe stare qui?” chiesi contrariata
 
“potrebbe essere seguita! O un demone potrebbe aver preso le sue sembianze”
 
“è praticamente mia sorella” risposi a tono
 
“Alexan..” disse.
 
“smettila di chiamarmi Alexandra!” dissi irritata, neanche mio nonno mi chiamava così.
 
 “Alex, tutto quello che devo fare è prot..”
 
“proteggermi, lo so. Ma non da lei..” uscii dalla stanza prima che potesse continuare.
 
Verso sera sentii che la presenza di Gemma era più vicina che mai.
Corsi giù per i gradoni velocemente ma trovai la strada sbarrata da Luke.
 
“lo faccio per il tuo bene” mi avvicinai a lui non smettendo mai di fissarlo nello stesso modo in cui lui mi aveva ammaliata la prima volta.
 
Portò una mano sulla mia guancia e io mi ci avvicinai come un gatto in cerca di fusa.
 Il suo corpo sottile ma muscoloso si avvicinò, fu allora che abbassò la guardia e io sgattaiolai indisturbata verso il portone nel castello e lo aprii.
 
Mi girai verso di lui che mi guardò in un primo momento con delusione, poi gli apparve un mezzo sorriso malizioso e disse “per questa volta, Herondale” io sorrisi e vidi Gemma.
 
Aveva le lacrime agli occhi nel vedermi.
 
“cosa fai qui? Pensavamo tutti che fossi morta” chiese
 
“tutti? Ci sono sopravvissuti?” domandai speranzosa
 
“la maggior parte! ci siamo rifugiati nella foresta. Ma tu? Perché sei qui?” la invitai ad entrare.
 
“Luke Hemmings mi ha salvata”
 
“Luke Hemmings? Il guerriero? È davvero bello come dicono?”
 
“bhe.. è attraente, ma non ci ho fatto caso, avevo altro per la testa”
 
“sai dicono che lui sia un pa..” Luke entrò nella stanza “Gemma, Alex mi ha parlato di te”.
 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


“Luke Hemmings, le voci su di voi viaggiano per gli interi continenti di Illium” rispose.
 
“So che sei la sua parabatai” mentre i due parlavano io non facevo altro che pensare al fatto che magari Luke avesse sentito che lo definivo abbastanza attraente, non potevo neanche credere di averlo detto, non c’entrava niente con il rivedere Gemma.
 
 Si, lo era e forse anche troppo per un ragazzo di 18 anni, ma volevo sprofondare dalla vergogna. Sentivo il suo sguardo addosso e le mie guance stavano andando a fuoco.
 
“immagino che ti fermerai qui, con noi” disse Luke a Gemma, la parola “noi” da lui pronunciata ci faceva sembrare legati in un qualche modo, cosa che non sapevo se mi piacesse o meno ma trovavo  irritante che lo avesse detto.
 
“magari solo per questa notte, ormai è buio e il viaggio a cavallo dalla foresta ad Adamas è piuttosto lungo” disse Gemma.
 
“io credo che andrò in camera mia, sono stanca.. magari Gemma più tardi puoi passare, così parliamo di Erenking” Gemma annuì e Luke inchinò il capo come per augurarmi una buonanotte silenziosa, gesto che trovai estremamente elegante.
 
La mia stanza era fredda, avevo sete e erano ore che aspettavo Gemma, mi alzai dal letto e mi accostai alla porta con l’intenzione di aprirla e scendere al piano di sotto per vedere che fine avesse fatto.
 
Ma prima di aprire quest’ultima, sentii che Luke e Gemma erano per il corridoio, ne approfittai per origliare.
 
“ho sentito che quando chiedevi di me a Alex, stavi per rivelare degli aspetti di me o meglio, delle voci che girano sul mio conto”
 
“si” rispose Gemma
 
“non voglio che tu lo faccia” rispose scontroso
 
“perché? Sono solo voci!” rispose
 
“in ogni rumor c’è un po di verità.. e lei non deve saperlo” rimasi di sasso, cosa poteva essere di così grave da nascondermelo.
 
I due si salutarono e Gemma entrò nella stanza, improvvisamente il suo medaglione si illuminò.
 
“Alex, il mondo umano” praticamente Gemma aveva spalancato la porta di camera mia con Luke alle spalle, fortunatamente finsi di stare quasi per addormentarmi sul letto.
 
“cosa vuol dire?” rispose Luke.
 
“vampiri nel mondo degli umani.. non si erano mai spinti così lontano!” disse Gemma.
 
“bene, allora se ne pentiranno” presi la spada angelica che Gemma aveva portato per me e infilai svelta la tenuta da cacciatrice.
 
“voi non andrete lì” intervenne Luke.
 
“è il nostro lavoro, dobbiamo esserci” dissi senza guardarlo mentre ficcavo gli stivali.
 
Luke guardò Gemma come se volesse la sua approvazione per fermarmi.
 
“è come ha detto lei. Abbiamo il compito di proteggere gli umani”
 
“non può andarci qualcun altro?” domandò Luke.
 
“no, è il nostro compito, facciamo quello per cui siamo stati creati. Eseguiamo solo gli ordini del Conclave” risposi ficcando dei piccoli paletti di legno nelle tasche degli stivali e della giacca.
 
“allora immagino che dovrò seguirvi” sentenziò infine Luke.
 
“non se ne parla” disse Gemma “non sei addestrato per questo”
 
Luke le rivolse uno sguardo di ghiaccio.
 
“forza Gemma, sbrigati!” le dissi dirigendomi verso la porta che ovviamente, fu sbarrata da Luke.
 
“devo fare come prima?” dissi annoiata
 
“se ci tieni! ma sta volta non passeresti ugualmente” la sua figura era imponente rispetto alla mia.
 
“lasciatemi venire con voi!” riprese insistente “so badare a me stesso”.
 
Rivolsi uno sguardo a Gemma dietro di me per sapere cosa ne pensasse e sbuffai.
 
“sono vampiri… a tuo rischio e pericolo Hemmings” disse e poi uscì dalla stanza la sciandomi con la sua imponente figura.
 
“ah e per la cronaca.. puoi fare “come prima” ogni volta che vuoi” sorrise malizioso e uscì dalla stanza.
 
“così come?” disse Gemma alzando un sopracciglio.
 
 Roteai gli occhi al soffitto.
Poi lì seguii nel corridoio dove aprirono un portale, e andammo nel mondo umano.
 
 
 
 



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Questo capitolo è un po corto quindi vi pubblico subito l’altro :D
 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Era una strada fredda in una buia notte, sembrava un vicolo abbandonato.
 
“ok, facciamo silenzio! Dobbiamo capire dove siamo e scovare i vampiri” disse Gemma
 
“mmh.. le tipiche strade di Londra” disse Luke.
 
 Sembrava che il termine “silenzio” non gli fosse molto chiaro, roteai gli occhi per far capire a Gemma che Luke era solo un peso morto per quella missione.
 
Gemma sparse la polvere cerca demoni per terra e questa cominciò a muoversi, fui la prima a seguirla e naturalmente Luke mi seguiva a ruota.
 
Era tutto silenzioso, troppo. Poi, un urlo.
Mi girai di scatto vedendo una donna morta al suolo con addosso una forma nera su di lei.
Mi precipitai addosso alla creatura, che mostrò i denti minacciosa.
 
Con un balzo la trafissi con la spada angelica. In pochi secondi il vicolo fu invaso da vampiri di ogni dimensione. La lotta cominciò.
 
Ci vennero addosso a tutta velocità e li respingemmo veloci con calci e compi di spada. Gemma combatteva da un altura, probabilmente un tetto, o una scala anti incendio.
Luke uccideva vampiri come se nella vita non avesse mai fatto altro, c’era qualcosa nelle sue movenze che riportava ai cacciatori.
 
Con dei colpi repentini e i paletti di legno riuscii a respingere i due vampiri che mi avevano bloccata.
Mi avevano tenuto le braccia dietro e uno dei due stava per mordermi al collo, mi abbassai e sferrai un calcio a quello dietro di me e liberandomi, riuscii a prendere un paletto di legno nello stivale e uccisi il secondo, che mentre si accasciava al suolo, mi sorrise diabolicamente.
 
Alzai lo sguardo e vidi che Gemma era accerchiata da 5 o 6 vampiri.
 
“va da lei, a questi ci penso io” gridò Luke, io annuii e corsi da lei.
 
Non fu facile, i vampiri erano molto veloci e ne avevo uno alle calcagna.
Provai a saltare su qualche muro per provare a evitarlo, ma prima che potessi estrarre la spada angelica, mi fu addosso.
 
Provai a dimenarmi sotto il suo corpo freddo e morto, ma niente da fare, la sua presa era fredda e stretta. Mi mostrò i canini aguzzi e affusolati.
Vidi la morte dentro i suoi occhi neri. Le mie braccia erano bloccate con i pugni tesi.
 
Le mie gambe erano incapaci di sferrare qualsiasi calcio e questo sembrava divertire il vampiro sopra di me che si avvicinò al mio collo.
Chiusi gli occhi… sentii un verso soffocato e la presa fu allentata.
 
Aprii gli occhi e vidi il vampiro morente. Lo levai dal mio corpo e vidi Luke con la spada angelica sanguinante nella sua stretta poderosa.
 
I suoi occhi azzurri brillavano quasi quanto il fuoco azzurro paradisiaco della spada. Mi offrì una mano per alzarmi.
 
“mi devi un favore” gridò passandomi un’altra spada legata alla sua cintura.
 
Feci un cenno con il capo, presi la spada e corsi nuovamente verso Gemma.
La affiancai nella battaglia contro i vampiri che la accerchiavano.
La mia attenzione ricadde spesso sulla figura di Luke che combatteva contro quei demoni, la sua prontezza, il suo sguardo distaccato, la mascella tesa.
 
Gemma fece un verso di indignazione e disgusto quando uccise l’ultimo dei vampiri lì presente.
Ci guardammo attorno, era tutto calmo, il mio sguardo andò in basso, io e Gemma eravamo su un tetto, mentre Luke era sulla strada sotto di noi.
 
Il suo petto si alzava e abbassava velocemente affannato. I nostri sguardi si incontrarono, era come se sentissi finalmente la pace.
Il calore toccava la mia pelle, mi voltai lentamente, il sole stava nascendo, ma la strada sottostante era ancora buia.
 
Improvvisamente tre vampiri saltarono addosso a Luke che gli porgeva le spalle.
Lui agile si rialzò, ma ferito.
 
I vampiri continuarono a graffiarlo con i loro lunghi artigli, senza ucciderlo però, lui era esausto della battaglia e aveva delle difficoltà nei movimenti.
Presi la frusta che aveva gemma e chiamai Luke a gran voce ordinandogli di aggrapparsi.
 
Lui obbedì, si avvicinò zoppicante alla frusta, fortunatamente i vampiri erano più lenti. Strinse la frusta con forza e il cominciai a tirare.
 
Un vampiro si attaccò alla sua caviglia conficcandogli le unghie appuntite nella carne, Luke urlò di dolore. A quel grido tirai con tutta la mia forza.
Luke riuscì a salire sul tetto con noi dove era nato il sole e i vampiri scapparono quando sentirono i suoi raggi scottanti sulla pelle.
 
Provai a sorreggere il suo corpo insanguinato, ma mi cadde addosso.
 
Le sue poche forze gli permisero di reggersi sulle mani creando la distanza necessaria tra i nostri volti, eravamo a un soffio di distanza, mente i nostri corpi erano attaccati.
 
“ecco, favore ripagato” gli dissi. Lui sorrise e poi, quando lo spostai da me, perse i sensi..
 
 
 


 
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Ciao belle, cosa pensate della storia? Vi piace? Se volete il prossimo capitolo lasciate una recensione ;D
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Mi misi vicino al suo corpo provando a farlo risvegliare, ma niente.
 
Era completamente svenuto.
Controllato il battito del suo cuore avvicinando l’orecchio al suo petto, continuando a fissate il suo viso. Il cuore pompava e questo mi dava speranza.
 
Gemma aprì un portale verso il castello  e mi aiutò a portare il corpo di Luke.
 
“presto sbrigati!” le dissi mentre le facevo strada verso la sua stanza.
 
“signorina Herondale, ma cosa..?” disse Harold quando vide il suo padrone insanguinato.
 
“vampiri” gli dissi.
 
Aiutò Gemma a portare il suo corpo e a stenderlo sul letto.
Harold gli mise delle bende per fasciare le ferite profonde, ma il sangue non smetteva di sgorgare, ne stava perdendo troppo.
 
“non c’è altro modo per bloccare il sangue?” domandò Gemma.
 
“vado a prendere altre bene” disse il vecchio signor Harold abbandonando veloce la stanza.
 
Io ero seduta accanto a lui guardando quel viso che tanto ricordava un angelo.
Gli strappai la camicia e vidi le ferite sul petto e il sangue che usciva copioso.
Il mio sguardo andò su Gemma per poi abbassarsi sulla sua tasca.
 
“dammi lo stilo, veloce” le ordinai.
 
“cosa vuoi farci?” disse estraendolo dalla tasca.
 
Lo afferrai saldamente.
 
“rune, cos’altro?!” dissi.
 
“cosa? Alex lui non è un cacciatore, non può sopportare la rune.. morirebbe” disse spaventata.
 
“…” avevo lo stilo in mano “non c’è altra scelta” sotto lo sguardo contrariato di Gemma disegnai rune di guarigione su ogni ferita del suo corpo.
 
Mentre lo facevo una lacrima mi rigò il viso, ero preoccupata che seguire il mio istinto potesse rivelarsi fatale per quel ragazzo, ma qualcosa in lui mi faceva credere che era la cosa giusta da fare.
Una volta finito di tracciare rune su tutte le ferite mi allontanai per guardarlo meglio.
 
“.. non posso crederci” disse Gemma sbalordita. Le rune avevano chiuso le ferite.
 
“… lo sapevo” dissi quasi sussurrando.
 
 
“ma che cos..?” disse Harold quando vide il corpo del suo padrone cosparso di segni neri, niente più sangue. Abbandonai la stanza tornando nella mia camera.

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Erano passati due giorni da tutto questo e io volevo solo parlare con lui, ma ogni volta che chiedevo dove fosse, nessuno sapeva rispondermi, a volte dicevano che fosse uscito, e altre che avesse bisogno di riposo.
 
Andai nella biblioteca con Gemma, anche lei era sbalordita da tutto ciò.
 
“e poi scusa, ma come mai hai chiesto il mio stilo?” chiese
 
“non trovo più il mio, lo tengo sempre negli stivali.
 
 Evidentemente quando mi hanno portata qui mi sarà caduto!” da quando mi trovavo in quel castello l’unica cosa che avessi mai desiderato era il mio stilo, avrei potuto aprire un portale per andare via di qui.
 
“sai cos’altro non capisco? Perché questo castello sia così lontano dal centro di Adamas, voglio dire.. si trova dopo le montagne, ai margini dei confini del mondo invisiblile, è praticamente impossibile scovarlo, io ci sono riuscita solo grazie al nostro legame parabatai” disse Gemma.
 
Quello era un altro interrogativo che mi ero sempre posta, perché portarmi qui? Perché non in qualsiasi altro posto? Perché io?
 
“forse è questo il punto, volevano che restasse in confini inviolabili, lontano da tutto e tutti, anche se non ne capisco il motivo” le risposi.
 
“è tutto così strano! Continuo a pensare al fatto che la pelle non gli sia caduta a pezzi dopo che gli hai disegnato le rune.. eppure non è un cacciatore!” disse a braccia conserte.
 
“ora capisci! Io non capisco, perché vuole nascondere il fatto di essere della nostra specie”
 
“credi che sia un cacciatore?” domandò Gemma perplessa.
 
“non ci sarebbe altra spiegazione! Hai visto come combatte, e spiegherebbe anche le rune!” dissi.
 
I giorni passavano, Luke non si era fatto ancora vivo anche se dal piano di sotto percepivo i passi dalla sua stanza. Perché non farsi vedere?
 
Era tutto così oscuro, volevo delle risposte alle mie domande.
Ogni notte passata in quel castello mi spaventava sempre di più, non sapevo più chi davvero mi stesse proteggendo.
 
La paura era la sensazione quotidiana lì dentro.
Mi sentivo in trappola, non mi era permesso di uscire per ordine di Luke, altrimenti ne avrebbe risentito la mia incolumità.
 
Non potevo più resistere, andai davanti alla sua stanza “ma signorina, il padrone sta riposando” disse il vecchio.
Ma io spalancai la porta ed entrai…
 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Era tutto in perfetto ordine, i miei occhi ispezionarono la stanza intenti a trovare Luke.
Alla fine si posarono su un ragazzo con una camicia blu affacciato alla finestra. Si girò e rimase a fissarmi, impassibile e teso.
 
“signorina esca, la pre..” disse Harold prendendomi per il braccio.
 
“..no! la lasci!” sentenziò Luke guardando il vecchio.
 
“ma signore, lei mi ha det..”
 
“la.. lasci” il vecchio allentò la presa su di me e se ne andò chiudendo la porta.
 
 Il suo sguardo finalmente cadde su di me.
 
“cosa fai qui? Non si bussa prima di entrare?” disse divertito incrociando le braccia.
 
Non risposi nulla, incrociai anche io le braccia. Si fece più rigido.
 
“cosa c’è?” Disse tornando a guardare fuori dalla finestra.
 
“ora voglio sapere la verità!” dissi.
 
 Mi rivolgeva ancora le spalle ma la testa girò la testa di profilo.
 
“su cosa?” domandò
 
“perché sono qui?” dissi.
 
“per essere protetta”
 
“da cosa?” domandai
 
“dai demoni che hanno distrutto Erenking” rispose.
 
“perché?” domandai.
 
Ma lui non rispose. Mi avvicinai sicura a lui verso la finestra, lui lo percepì e si irrigidì.
 
“cos’è questo posto?” rivolse il viso dalla parte opposta a dove mi trovavo io mentre il suo petto si alzava e abbassava regolarmente.
 
Avrei voluto schiaffeggiarlo fino a che non mi dicesse tutto.
Abbassai anche io lo sguardo dove lo rivolgeva lui.
Notai che la luce del sole filtrata dalla finestra faceva luccicare un oggetto rosso e affusolato sotto il comodino, andai lì e mi abbassai. Era il mio stilo. Mi girai furiosa verso di lui che finalmente ora mi guardava.
 
“lo avevi tu? Come hai potuto privarmene?” dissi stringendo forte il mio stilo per bloccare la rabbia.
 
“l’ho fatto per il tuo bene, avresti provato a scappare” si difese, restando sempre davanti alla finestra, senza guardarmi.
 
“lo sapevo che non eri quello che dicevi di essere” risposi
 
“tu non sai nulla di me” disse con tono grave
 
“so che hai sangue di cacciatore, l’ho percepito subito, e le rune sulla tua pelle ne sono la prova”.
 
“ho detto che non sai nulla di me..” gridò.
 
Ma invece di intimidirmi, mi avvicinai.
 
“… come pretendi che io resti qui e mi fidi di te se non mi dai un motivo valido per farlo?” domandai con voce sottile e tenue toccandogli la spalla.
 
 Le sue labbra si dischiusero e gli occhi si spostarono veloci verso il basso. Poi tornò serio con la mascella tesa e i tratti duri.
 
“.. non saresti dovuta entrare qui” non mi aspettavo quella risposta, poi mi guardò e notò la delusione nei miei occhi.
 
 Lanciai lo stilo sul suo letto e mi diressi verso la porta, la aprii e lo guardai prima di uscire. Mostrò nuovamente il suo profilo per far vedere che mi stava prestando attenzione.
Uscii dalla stanza e sbattei la porta.
 
 
 
 
 
 
Luke’s Pov:
 
Sbattè forte la porta quando uscì dalla mia stanza, quella fu una conversazione che avrei preferito evitare. Per la rabbia diedi un pugno al muro e respirai velocemente.
Non sarebbero dovute uscire quella sera per andare a cacciare i vampiri. Sbottonai la camicia e  trovai il mio petto pieno di cicatrici bianche coperte di rune nere. Era un passato che non volevo ricordare.
 
Strinsi forte i pugni lasciando sulla mia mano i segni di piccole lunette bianche causate dalle unghie. Qualcuno bussò.
 
“credevo che fossi andata” dissi.
 
“sto per farlo” mi voltai e vidi Gemma “sarei dovuta restare solo una notte, ma poi stavi per morire e.. questo mi ha trattenuta perché Alex si sentiva in colpa..ho sentito tutto, non puoi trattarla così! Se davvero la vuoi vicina, non devi mentirle” sospirai e tornai a guardare fuori.
 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


“meno sa e meglio è!” risposi
 
“invece sarà peggio per lei, lo sappiamo entrambi che proverà a scappare” disse
 
“la riporterò qui!” dissi.
 
“tu non la conosci! Ti sembrerà anche una ragazzina, ma è molto coraggiosa e  testarda!”
 
“lei sa che quello che faccio è per lei” risposi.
 
“no! Lei non sa cosa fare con te! Le salvi la vita e poi la allontani, perché?” domandò
 
“ho giurato sul conclave che l’avrei protetta con la mia stessa vita.. e così ho fatto!”
 
“quindi tu vuoi che lei resti qui con te, ma che nei tuoi confronti provi.. indifferenza?!”
 
“.. più o meno” risposi.
 
“non so se quello che dimostri è un piano geniale, o una cosa molto stupida”
 
“lo faccio per entrambi, tra me e lei non ci posson..non ci devono essere legami, di nessun tipo” Dissi a Gemma girandomi verso di lei.
 
“bene, allora…che la fortuna sia con voi, pal… guerriero” apprezzai il fatto che si fosse corretta, annuii e uscì dalla mia camera.
 
 Quello era l’unico modo.. credo.
 
 
 
 
 
 
Alex’s Pov:
 
Ero fuori dalle mura del castello per salutare Gemma che faceva ritorno nella foresta dove erano radunati i superstiti dell’invasione a Erenking.
 
“cosa ti ha detto quando gli hai parlato?” le chiesi
 
“le solite cose… ma l’importante Alex è che ti fidi di lui, vuole proteggerti”
 
“non difenderlo Gemma, vorrei tanto trovare un modo per andare il più lontano possibile da qui”
 
“non devi neanche dirlo” disse Gemma abbracciandomi
 
“perché no? Io voglio stare con te, sei mia sorella, tutto ciò che mi resta, lui è uno sconosciuto.. ho paura!” dissi
 
“non devi averne, tu non ne hai mai.. ma devi restare qui!”
 
“voglio venire con te, ho paura qui”
 
“sei a rischio al di fuori di queste mura” Gemma indicò una finestra del castello dalla quale Luke osservava attento la scena “non vedi come sta attento a te?! gli è stato ordinato dal Conclave, non hai nulla da temere e poi, lo so che non ti farebbe mai del male, con noi invece, saresti esposta quotidianamente al pericolo, e così non deve essere”.
 
Quando sciolse l’abbraccio, mi accorsi che Luke stava uscendo e venendo verso di noi.
 Il mio cuore cominciò a battere sempre più forte. Forse era per il timore che mi incuteva?! Ma si si dai, era sicuramente per quello.
 
“fa buon viaggio cacciatrice” si strinsero la mano.
 
“porta i miei saluti a tutti” le dissi una volta che fu salita a cavallo.
 
“credo che a Robin farà molto piacere” sorrisi imbarazzata abbassando lo sguardo quando lo disse.
 
Luke alzò un sopracciglio spostando lo sguardo velocemente da Gemma a me.
L’ultima cosa che vidi fu il suo cavallo portarla in una terra lontana da lì, restai a fissarla fino a quando non scomparve all’orizzonte.
 
Rimasi a guardare quel punto e una lacrima scese sulla mia guancia, veloce la asciugai.
“stai bene?” chiese Luke provando ad avvicinarsi.
 
 Ma io mi girai e tornai verso l’entrata del castello.
Rimase fermo a fissarmi e poi mi seguì. Mentre salivo le scale per andare in camera mia..
 
“non mangi nulla? È quasi ora di cena!” provò ancora Luke
 
“..No!” continuai, ma lui mi seguì fino al corridoio della camera.
 
 
 
 
 
Luke’s Pov:
 
Volevo almeno parlare con lei, l’avevo vista piangere e qualcosa dentro di me mi spingeva a prestarle attenzione e a provare ad aiutarla.
 
“aspetta Alex” cercai di correre per raggiungerla, ma lei si chiuse la porta alle spalle con forza
 
“va via!” gridò.
 
 Il mio pugno si chiuse per poi riaprirsi toccando la porta.
Mi appoggiai per sentirla, stava piangendo, singhiozzando.
 
 Non l’avevo mai sentita piangere prima.
Mi chiesi cosa avevo fatto di male, quello che volevo era proteggerla, e ora mi sentivo un peso sullo stomaco come se fosse colpa mia.
Mi girai e scesi le scale tornando nel salone.
 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Alex’s Pov:
 
Piansi tutta la notte. Mi sentivo debole.
Non sapevo che fine avesse fatto mio padre, non avevo in torno le persone con cui avevo passato tutta la mia vita e l’immagine di mio fratello Will mentre veniva sbranato vivo da un lupo era ancora limpida nei miei ricordi.
 
E come se non bastasse vivevo in un castello disperso dietro alle montagne di Adamas, ai confini del mondo invisibile, castello che non veniva riportato in nessuna delle mappe.
 
Quel ragazzo, Luke, era strano, si comportava in modo strano, voleva che io mi fidassi di lui, che tra di noi ci fosse confidenza, ma quando stavo per fidarmi di lui, quando lo vedevo con occhi diversi, si rivelava esattamente il contrario, una persona fredda, senza sentimenti della quale non sapevo nulla.
 
Ma non potevo continuare a stare nella mia stanza a piangere, la cosa che odiavo più di tutte era mostrare le mie debolezze ecco perché mi nascondevo dietro ad un comportamento sarcastico e distaccato, come se nulla potesse ferirmi.
 
Scesi al piano di sotto e mi preparai una grande tazza di caffè, quando fu pronta mi diressi verso la biblioteca.
Pregavo di non incontrare nessuno dei due uomini che vivevano nel castello, non ero in vena di conversazioni.
 
Arrivata in biblioteca notai che gli enormi scaffali sulla destra e sulla sinistra dello stanzone erano a piani.
Di solito era molto buio a causa delle tende polverose che facevano entrare piccoli raggi del sole, ma quel giorno le tende erano spalancate.
 
 Salii fino al quarto piano della libreria posizionata sulla sinistra, era molto carino, spazioso, potevo sporgermi dal balconcino che dava sull’entrata della biblioteca.
 Presi un libro, uno qualunque e cominciai a leggere, qualcosa dovevo pur inventarmi per passare il tempo chiusa li dentro.
 
“lupi mannari? Mancavano solo questi adesso!” era la voce di Luke che entrò nella biblioteca seguito da Harold.
 
“si signore, vengono dai clan di Brooklyn, New York e Boston per distruggere i demoni” rispose Harold.
 
“questo non è compito dei cacciatori? E poi come sono arrivati qui?” disse Luke. Lupi mannari? Ecco cosa aveva assalito e ucciso Will.
 
“dopo l’assalto dei demoni a Erenking, i cacciatori non hanno armi sufficienti per poter andare nel mondo umano e uccidere demoni, e poi si dice che il Conclave li abbia portati qui, crede che siano utili alla distruzione di Lilith” rispose Harold.
 
 Luke diede ordine a Harold di lasciarlo da solo e si mise a guardare fuori dalla finestra con le mani incrociate dietro la schiena, a quanto vidi era un’abitudine.
Mi sporgevo dal balconcino del quarto piano della libreria per poterlo osservare senza che si accorgesse della mia presenza.
 
Si diresse verso il pianoforte vicino a lui, e cominciò con le dita sottili a sfiorare i tasti, producendo una musica dolce, per certi aspetti malinconica.
Ero furiosa con lui, il ragazzo che non conoscevo e che mi teneva segregata lì, ma qualcosa in lui mi ricordava Will, riportandomi ad un ricordo di pace e serenità che avevo perso.
 
Scesi le sale a chiocciola che portavano fino al piano terra dell’immensa biblioteca. Fu allora che si accorse della mia presenza e smise di suonare con il trasporto che aveva. Giurai di aver visto una lacrima sul suo viso.
 
“non credevo fossi qui” disse sorpreso.
 
“no ti prego, non smettere per me” gli dissi avvicinandomi al piano.
 
“non ho mai suonato per un pubblico” disse.
 
“solo per te stesso?” domandai
 
“sono sempre stato solo con me stesso, quindi si” rispose.
 
*momento di silenzio*
 
“ok, se volevi che andassi, io..”
 
“no! Resta..” furono parole che amai sentirmi dire.
 
Gli sorrisi e lui abbassò lo sguardo arrossendo.
 
“suonavi con molto trasporto.. e con passione”
 
“l’ho sempre fatto, è una cosa che mi tranquillizza”
 
“lo vedo.. le tue mani sono perfette” mi guardò alzando entrambe le sopracciglia e poi un meraviglioso sorriso si allargò su quell’incantevole volto.
 
 Diventai paonazza.
 
“cioè, non perfette, voglio dire, lo sono, ma per suonare.. io non” mi coprii il volto con la mano “.. è imbarazzante vero?” aprii uno spazio fra le dita per guardarlo.
 
“giusto un po” disse sorridendo.
 
‘Alex smettila di sorridere, devi essere arrabbiata con lui’ mi dicevo, ma era strano. Avevo tutta l’intenzione di essere distaccata e diffidente, ma non ci riuscivo, detestavo perdere il solito controllo emotivo che da sempre mi caratterizzava, con lui.
 
“vieni qui” mi fece spazio accanto a se davanti allo strumento musicale.
 
“ma io non.. non so suonare..” dissi.
 
“te lo insegno io..” si spostò dando sue colpetti allo spazio vuoto accanto a lui facendomi segno di sedermi lì.
 
“d’accordo.. a tuo rischio e pericolo Luke”  si girò verso di me sorridendo.
 
“avrò pazienza” disse sussurrando
 
Eravamo faccia a faccia. La sua voce calda come il suo respiro.
Il suo viso era quasi troppo vicino e, mentre guardavo i suoi occhi, lui fissava le mie labbra.
 
  Abbassai lo sguardo e poi ritornai a fissare il piano “da dove comincio?” dissi schiarendomi la voce.






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ciao belle, sono Elisa spero che questo capitolo vi sia piaciuto, lasciate una recensione e spero di poter continuare al più presto possibile <3

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


 
 
Quando feci quella domanda fu come se entrambi tornammo alla realtà.
 
“allora, questo è il do..” indicò Luke.
 
 Non so dire quanto tempo passammo chiusi lì dentro, so solo che dalla luce del sole si arrivò alla luce della luna.
 
“ok riproviamo” dissi.
 
“sarà la centesima volta che riprovi sempre la stessa parte ahah”
 
“e continuerò a farlo fino a che non sarà perfetta” dissi sorridendo, non era una cattiva persona.
 
Cominciammo a riprovare il duetto, ma non credo che fu un caso quando le sue mani si scontrarono con le mie.
 
“no dai, stava venendo bene, come hai potuto? Ahah” gli dissi
 
“è stata colpa tua, io ero dove dovevo essere ahaha!” la sua risata si affievolì sulle sue labbra fino a diventare un leggero sorriso.
 
Le dita che si erano scontrate ora erano unite l’una nell’altra in maniera ordinata. Il mio sguardo cadde su di loro per poi tornare a Luke e ai suoi occhi chiari ipnotici.
 
Riuscivo a sentire il suo respiro caldo, i miei occhi studiavano attentamente ogni tratto di quel viso angelico, gli occhi azzurri e i capelli chiari tirati indietro, mentre il suo sguardo guardava fisso solo una cosa, le mie labbra dischiuse.
Mise una mano delicata sul mio collo posando il pollice sul mio mento, poco più sotto delle labbra.
 
Chiuse gli occhi e sentii il calore del suo respiro sempre più vicino, mi lasciai completamente trasportare chiudendo a mia volta gli occhi, non volevo altro.
 
“padron Luke! Padron Luke!” urlò Harold  gran voce, poi ci vide “oh, chiedo venia padrone”
 
“n-non fa niente Harold, non stavamo facendo.. nulla” si allontanò da me “che succede?”
 
“i membri del conclave, sono qui fuori.. vogliono conferire con lei” mi guardò e poi si alzò.
 
“molto bene” disse al vecchio “vieni..” gli presi la mano che mi aveva teso e mi accompagnò su per le grandi scalinate fino alla  porta mia  camera.
 
Ero davanti alla porta e la mia mano si era posata sulla solida maniglia “cosa vogliono da te?” chiesi girandomi per guardarlo lasciando la presa sulla maniglia.
 
“probabilmente parlare delle solite cose, demoni o altro..” rispose.
 
“non dovrei venire anche io? Faccio pur sempre parte del Conclave, non so cosa potrebbero..”
 
“no!” disse severo “devi restare qui, nessuno sa della tua presenza.. e così deve essere”
 
“ma io potrei..”
 
“resta qui!.. è meglio” disse infine.
 
Solitamente mi sarei ribellata a qualcuno che con tono severo mi imponeva ordini, ma il suo tono non era piatto, traspariva preoccupazione anche dai suoi occhi, così decisi di non opporre resistenza.
 
“ok” stavo per chiudere la porta ma lui la bloccò.
 
 
“Alex!” disse.

“si? Che c’è?” domandai.
 
“quello che.. stava per succedere.. non sarebbe mai dovuto accadere. Sarebbe stato solo un errore” mi fermai un secondo per guardarlo bene.
 
“come?” chiesi perplessa.
 
“hai sentito bene” il suo tono si fece duro “non doveva accadere”
 
“credo che tu non stia bene Luke!” aveva lo sguardo basso “guardami!” gli ordinai.
 
“cosa c’è?” chiese in modo distaccato.
 
“io non ti capisco… mi stavi per baciare!” gli feci notare.
 
“bhè a te non dispiaceva! Quindi non ho fatto tutto io!” ecco quel tono antipatico.
 
“sei un bambino per caso?” domandai sapendo che fosse una domanda provocatoria.
 
“l’unica cosa che so è che non sarebbe mai dovuto succedere!” ora sembrava leggermente scocciato.
 
“infatti non è successo! Quindi quella è la porta..” fece di ‘no’ con la testa in modo scocciato e roteò gli occhi al cielo. Poi uscì dalla stanza velocemente.
 
Che fine aveva fatto quel Luke che era davanti al pianoforte?
Perché faceva così?
E soprattutto perché anche se facevo sempre la parte di quella forte, soffrivo? Perché soffrire per lui?
 
 Richiusi velocemente la porta dopo che uscì dalla stanza.
Restai per qualche secondo a fissare il legno scuro della porta con i pugni tesi sui fianchi.
Avrei voluto solo uscire di lì e prenderlo a schiaffi.
 
Era lui che stava per baciarmi, era lui che mi aveva preso il viso tra le mani, era lui che aveva fatto accidentalmente scontrare le nostre mani, quindi perché quando lo avevo allontanato indicandogli la porta era sembrato scocciato?
Era quello che voleva dopotutto!
 
Camminai lentamente verso la grande vetrata dall’altra parte della stanza e mi affacciai spostando una tenda.
 
 
Restai ad osservarlo dalla finestra mentre era di fuori a parlare con alcuni membri bel Conclave, sembrava calmo, rilassato, come se avesse appena fatto una rilassante doccia calda.
Aveva le braccia conserte e guardava gli altri due individui vestiti di blu davanti a se.
 
Il suo sguardo verso di loro era serio, ma tranquillo. Sbuffai senza neanche accorgermene.
Non so bene quando, immagino che mi fossi persa nei miei pensieri, ma i suoi occhi si alzarono fino ad incontrare i miei lontani oltre la finestra.
 
Incredibile come anche da quella lontananza il blu delle sue iridi risplendeva e sembrava sempre più vivido.
Fece un mezzo sorriso che mi fece venir voglia di lanciargli addosso il bauletto ai piedi del letto, ma mi trattenni e mi limitai a chiudere la tenda che tenevo stretta in pugno e  mi allontanai dalla finestra buttandomi sul letto.
 
Guardai le mie mani, nei palmi c’erano delle mezze lune bianche, segno della stretta dei pugni che avevano permesso alle unghie di stringersi alla pelle.
Spensi la luce e mi misi a dormire. O almeno ci provai..
 
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Il giorno seguente scesi in cucina per prepararmi qualcosa, lui era lì, appoggiato al ripiano della macchina del caffè.
 
“buongiorno” mi disse.
 
Io gli tesi un sorriso senza mostrare i denti e continuai per la mia strada, presi una tazza, e la mesi sotto alla macchinetta selezionando cosa volevo.
 
Una volta finito mi allontanai verso il tavolo, mi sedetti e cominciai a bere il caffè leggendo un giornale di cronaca.
 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


 
 
Insospettito dal mio comportamento stranamente calmo, prese una sedia mettendosi accanto a me.
 
“allora? Come stai?” disse rompendo il silenzio
 
“bene!” dissi seccamente.
 
“sei stranamente silenziosa sta mattina!” lo guardai come per domandargli di cosa stesse parlando “non fai domande! Di solito sei così curiosa” restai impassibile e feci finta di continuare a leggere il giornale.
 
“è al contrario” disse schiarendosi la voce.
 
“come?” dissi guardandolo.
 
“il giornale, lo stai tenendo al contrario” disse indicandolo.
 
Effettivamente lo tenevo sotto sopra, ma non ci avevo neanche fatto caso, l’avevo preso solo per trovare qualcos’altro da guardare, fingendo interesse per le varie notizie.
Arrossii leggermente, ma deglutii un altro sorso di caffè.
 
“leggere al contrario fa bene alla memoria, rende più abili nella lettura” dissi fin troppo velocemente.
 
“oh, si, immagino” disse schernendomi.
 
“fa come credi” lo liquidai con uno sguardo tornando a bere il mio caffè.
 
“ce l’hai con me?” chiese
 
“..no!” tirai ancora quel sorriso.
 
“stai male per.. ieri sera?” domandò cercando di farmi alzare lo sguardo dal giornale a lui.
 
“no” risposi secca.
 
*momento imbarazzante di silenzio*
 
Poi chiusi il giornale e spostai lo sguardo su di lui.
Avevo il mal di testa, avevo davvero provato a leggere al contrario e gli occhi mi si stavano incrociando mentre cercavo i suoi.
Cercai comunque di rimanere tranquilla.
 
“tu come stai Luke?” chiesi incuriosita.
 
“b- bene .. perché?”
 
“grandioso” mi alzai dalla sedia e uscii dalla cucina salendo le scale intenta a tornare in camera.
 
Dio quanta rabbia avevo represso.
 
“dove stai andando?” domandò autoritario mentre mi seguiva.
 
 Entrai nella stanza lasciando la porta aperta dalla quale lui si affacciò appoggiandosi a uno stipite.
 
“mi tieni chiusa qui, con il pretesto di proteggermi? D’accordo” dissi prendendo le due spade che Gemma mi aveva lasciato.
 
“non credo di capire” commentò.
 
“non mi fai più uscire di qui, neanche per andare nel mondo umano per combattere i demoni che, fra parentesi, è il motivo della mia creazione.” dissi.
 
“perché potresti rimetterci, lo sai”
 
“l’ultima volta sei stato tu a “rimetterci” non ricordi!” mi ero avvicinata alla sua figura tanto da poter sollevare una mano e indicare i segni delle rune ancora visibili sotto la sua maglia bianca.
 
“.. te ne vuoi andare? Tu non..”
 
“tranquillo, avrei voluto scappare da qui mille volte, ma ho deciso di restare solo perché è stata mia sorella a dirmelo” il suo sguardo si spostò di lato in basso, mostrandomi il profilo.
 
“tieni!” interruppi i suoi pensieri passandogli una spada “devo allenarmi”.
 
Fu come sollevato da quelle mie parole, lo comunicò attraverso un’occhiata che veloce interruppi superandolo.
 
 Harold ci portò nel punto più altro del castello, una torre nella quale non ero mai stata.
C’era tutto quello con cui ci allenavamo anche noi all’istituto: lunghi bastoni, pugnali, travi di legno che spuntavano dal muro per potersi arrampicare.. tornai a guardare Luke, ero sempre più convinta che fosse un cacciatore.
Forse si trovava lì perché era stato bandito, forse aveva commesso qualche crimine ed era ricercato per tradimento, ma questo non spiegava il suo legame con il Conclave.
 
Ci mettemmo in posizione d’attacco l’una davanti all’altro.
L’unica cosa a cui pensavo era la rabbia contenuta fino ad allora, alla voglia di scappare.
 
 Luke mi fece cenno di poterlo attaccare, cenno che presi alla lettera. Mi lanciai addosso a lui e cominciammo a combattere.
I movimenti fluidi della sua arma si contrapponevano alla velocità della mia.
 Più volte cercavo di attaccarlo e di bloccarlo ma alla fine era lui che riusciva a disarmarmi e avere la meglio.
 
Provammo ancora, ma la sua preparazione era migliore della mia, non c’era da meravigliarsi. Viveva nella terra dei guerrieri, un popolo che era abituato a conoscere le tecniche di combattimento di chiunque, anche quelle dei cacciatori, quindi le mie mosse, letali per un demone, erano prevedibili e basilari con lui.
 
Per la quinta volte consecutiva riuscì a bloccarmi alla parete con la spada puntata al collo.
Il mio respiro era affannato mentre il suo era abbastanza regolare.
Abbassò la spada dal mio collo alle mie mani continuando a fissarmi, la mise per terra e se ne andò.
 
“per oggi può bastare” disse.
 
“no, aspetta!” si voltò, gli parve strano che io volessi ancora la sua presenza “insegnami a combattere come te”
 
“perché?” domandò
 
“perché nessuno.. mai, mi aveva sconfitta prima d’ora! Insegnami” continuai insistente.
 
Tornò verso di me, gli lanciai una spada che afferrò saldamente.
 
“vieni!.. attaccami” feci come mi aveva detto. Dopo qualche scintilla lasciata dalle spade in collisione, riuscì nuovamente a bloccarmi.
Eravamo ad un soffio di distanza.
Con un piede lo spinsi via, il necessario per rialzarmi.
 
“bene! Non perdere la concentrazione, ascolta ogni tuo movimento” mi attaccò nuovamente..









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ciao belle, mi fa molto piacere leggere le vostre recensioni, è bello sapere cosa ne pensate dei personaggi e il fatto che la storia vi piace.
proverò a mettere un capitolo al giorno. spero che vi piacciano.
-Elisa ;D

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Riuscii a schivarlo, ma non fu abbastanza. Saltò su un’asse di legno che fuori usciva dal muro e mi cadde alle spalle posando la spada al mio collo.
Era dietro di me, i nostri volti entrambi rivolti verso la parete, il suo braccio posato all’altezza delle mie spalle per permettere alla lama della spada di poter coincidere con il mio collo.
 
Il mio petto che si alzava e abbassava senza sosta. Alzai lo sguardo spostando la testa verso destra, vidi che lui mi stava guardando. I miei occhi caddero sulle sue labbra dischiuse che respiravano affannosamente l’aria di quel posto chiuso.
 
“hai perso la concentrazione” sussurrò in quel momento.
 
 Fu come tornare alla realtà interrompendo l’incanto di un sogno, annuii impercettibilmente, ma lui comprese la mia voglia di continuare.
Si staccò da me non permettendomi più di percepire il calore del suo corpo e del suo respiro.
Andò a riposizionarsi nuovamente davanti a me.
 
“se sei tu ad attaccare per prima, dai tempo all’avversario di comprendere i tuoi movimenti prima ancora che tu li faccia” disse.
 
“quindi?” domandai affannata.
 
Rigirai la spada tra le mie mani, cosa che lui trovò affascinante.
 
“sfrutta i suoi movimenti. Prima di combattere, studia l’ambiente che vi circonda, usalo a tuo vantaggio” feci un veloce giro su me stessa, passando lo sguardo su ogni cosa che avevo intorno.
 
Poi tornai a guardare lui.
 
“forse è meglio se riprendiamo dopo.. ti vedo stanca..” disse.
 
“no! Devo imparare, non importa della stanchezza”
 
“ma tu..”
 
“devo imparare..” ribadii.
 
Un piccolo sorriso apparve sul suo volto.
 
“mi piace la tua determinazione, è esemplare” disse.
 
Questa volta lasciai che fu lui ad attaccarmi per primo. Studiai le sue mosse e quando brandì la spada fui in grado di schivarla e fare un piccolo taglio sulla maglia.
 
“molto bene, tieni la guardia alta” disse mentre saltava sul muro atterrando con la spada all’altezza del mio braccio.
 
 Riuscii a fare una torsione del busto, non staccando lo sguardo da lui, che mi portò a bloccare la sua arma con la mia.
 
“bene” disse a denti stretti.
 
 Con forza riuscii a prendere le distanze da lui, la mia spinta lo fece barcollare. Ma una volta caduto a terra sferrò un calcio che mi fece perdere l’equilibrio e persi la spada.
 
“forza Alex, non stai lottando contro uno stupido demone” le mie gambe riuscirono a bloccare le sue in una stretta morsa, ma non così forte, volevo solo prendere tempo.
 
 Era riuscito a spingere lontano la mia spada quindi mi diedi una rapida occhiata intorno mentre lui cercava di rimettersi in piedi.
Corsi velocemente e saltai sul muro e atterrai sull’asse di legno. Quelle assi che uscivano dal muro erano rialzate rispetto al pavimento ed erano distanti l’una dall’altra.
 
Corsi e mi aggrappai su ognuna di esse mentre lui dal terreno mi osservava. Atterrai finalmente toccando il suolo e tenendo stretta la spada dalla quale prima ero stata disarmata.
Sentii i suoi movimenti dietro di me, mi voltai velocemente con la spada tesa in mano.
 
Si trovava a un soffio dal suo collo.
I capelli scuri e disordinati mi caddero in faccia e riuscivo a percepire il suo sguardo e il mio affanno.
 
Lui non aveva più via di scampo. Alzò le braccia al cielo sorridendo.
 
“molto bene, hai capito” il suo sorriso esprimeva fierezza.
 
Respiravo profondamente, quasi mi mancasse l’aria.
La lama era ancora puntata al suo collo.
D’un tratto la sentii pesante nella mia mano, mi sembrava strano.. il peso della spada angelica era qualcosa alla quale ero abituata da anni.
Mi sentivo debole.
 
 Improvvisamente la paura pervase il mio corpo e i miei occhi si persero nel guardare il nulla.
Abbassai l’arma puntata al suo collo, lo guardai… aveva lo sguardo interrogativo.
 
Lasciai che la spada angelica mi cadesse dalle mani provocando il rumore del metallo sul pavimento.
 
Uscii dalla stanza correndo..
 
“Alex! Alex!” gridò Luke, ma io non mi voltai.
 
Sentivo che in me c’era qualcosa che non quadrava.
 
Mi sentivo colpevole, avevo un peso sullo stomaco, c’era qualcosa che avevo lasciato in secondo piano.
Luke provò a seguirmi ma quando uscì nel corridoio, non mi vide.
 
Ero andata a nascondermi nell’unico posto dove in quel castello avevo trovato pace, nessuno lì mi avrebbe trovata..









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cio belle, leggere le vostre recensioni è fantastico, mi fate sempre ridere, siete simpaticissime e adoro quando commentate dicendo di voler quasi uccidere Luke a volte.
ad ogni modo penso d mettere il prossimo capitolo entro sta sera, se volete sapere cosa accadrà lasciate una recensione con scritto cosa pensate dei personaggi e cosa credete che faranno.
grazie ancora
-Elisa :D

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


 
 
Salii di corsa le scale a chiocciola che portavano al quarto piano della libreria sulla sinistra, mi sedetti sul freddo ferro del quale era fatta l’impalcatura e le lacrime cominciarono a rigare il mio viso in maniera incontrollata.
 
Mi stupii di me stessa. Riuscivo sempre ad avere la meglio sulle mie emozioni, perché in quei momenti non potevo controllarle?
Avevo le ginocchia rannicchiate al petto e le mie mani tremavano.
Sebbene facesse freddo, non era quello a provocarmi i brividi.
 
Nella mia mente è come se passassero frammenti di immagini legate a mio fratello mentre veniva ucciso, quella donna che stava per mettere fine alla vita di mio padre, e le fiamme che circondavano l’intera Erenking.
 
Non avevo mai sentito nostalgia della mia vecchia vita in quel modo fino ad allora.
Sentivo il bisogno di tornare fra la gente del mio popolo, di sentirmi di nuovo a casa e di trovare in quei libri la soluzione a tutto questo.
 
Non potevo restare al castello, mi sentivo un’estranea a volte accettata e altre no.
Sentivo il bisogno di dover fuggire, ma una parte di me, sarebbe voluta restare.
Dopo qualche minuto la porta della biblioteca si aprì.
 
“Alex!” gridò Luke.
 
 Nel tentativo di allontanarmi dalla ringhiera del balconcino produssi un leggero rumore che i suoi attenti sensi percepirono.
Lo sentii salire le scale, poi lo vidi.
 
“Alex! Che succede?” disse avvicinandosi e sedendosi accanto a me.
 
“va via, ti prego! Non voglio farmi vedere così!” dissi mettendomi una mano davanti agli occhi.
 
“Alex! Vieni qui, alzati” mi prese le mani e mi fece alzare la freddo ferro dell’impalcatura.
 
“come sapevi che ero qui?” domandai mentre tentavo di trattenere le lacrime.
 
“ho pensato al posto nel quale sarei andato se mi fossi ritrovato nello sconforto.. qui. È una cosa che abbiamo in comune quindi..” disse.
 
Non riuscivo a reggere il suo sguardo, a maggior ragione ora che avevo gli occhi pieni di lacrime.
 
“non ti ho mai vista piangere” mi alzo il mento per far si che i nostri occhi si incontrassero.
 
“nessuno mi ha mai vista.. così” dissi.
 
“perché?” domandò
 
“è una cosa che detesto”
 
“mostrare come ti senti davvero? Forse siamo più simili di quanto tu creda” guardò fuori dalla finestra e poi tornò a guardare me.. “ma non sembra che ti sforzi di trattenete tutto con me” disse.
 
Tolsi le mani che aveva sulle mie e le misi sulla ringhiera guardando la vetrata alla mia sinistra.
 
“ti ho sentita piangere, la scorsa.. notte, quando salutasti Gemma” mi voltai a quelle parole.
 
“sembravi distrutta e avrei voluto.. aiutarti” ok, non poteva averlo detto davvero.
 
“sul serio?” chiesi passandomi una mano sulla guancia per scacciare una lacrima.
 
Annuì leggermente.
 
“stai così.. per loro? Voglio dire…La tua famiglia?” domandò incrociando a stento il mio sguardo.
 
“.. non ho più una famiglia se è questo che intendi. Ho visto mio fratello e mio padre morire sotto o miei occhi.. Gemma è tutto ciò che mi resta” dissi.
 
“ e tua madre..?” a quelle parole mi si gelò il sangue.
 
“uccisa quando ero piccola da Lilith.. mi hanno sempre detto che era una donna straordinaria, per questo devo andare via di qui” i suoi occhi si spalancarono “stando qui ho perso di vista il mio obbiettivo all’istituto” dissi.
 
“che obbiettivo?” domandò
 
“stavamo formando un esercito contro Lilith, mia madre fece lo stesso. Ho trovato tre libri all’istituto nella sua stanza, e sento che la soluzione per distruggere Lilith è lì dentro. Stando qui invece, non posso aiutare nessuno. Non posso restare qui Luke” lo pregai.
 
“tu devi restare qui, ho il compito di proteggerti” disse
 
“non ho potuto salvare mio padre e mio fratello, e molti altri cacciatori stanno morendo, e se la soluzione per finire tutto questo fosse davvero lì? Non me lo perdonerei mai” gli presi la mano, restò spiazzato da questo gesto.
 
“neanche io riuscirei a perdonarmi se ti capitasse qualcosa” disse stringendomi quest’ultima.
 
“allora vieni con me, accompagnami” suggerii quasi non ascoltando le sue ultime parole.
 
Il suo sguardo si spostava da un oggetto ad un altro, segno che stava analizzando la mia proposta.
In quel breve momento realizzai.. ‘neanche io riuscirei a perdonarmi se ti capitasse qualcosa’ perché l’aveva detto? Non era forse sempre lo stesso ragazzo che tentava di allontanarmi?
 
“Alex, lo sai che io..”
 
“Luke, ti prego… ho bisogno di te!” dissi con le lacrime agli occhi, il sole alle mie spalle gli incorniciava il viso perfettamente mentre io ero in penombra.
 
 A quelle mie parole tornò a guardarmi intensamente come quando eravamo davanti al pianoforte.
I nostri corpi si avvicinarono come fecero anche le labbra, seguite dagli occhi che man mano si chiudevano abbandonandosi a quel momento, ma in quel momento risuonarono nella mia mente le parole ‘quello che.. stava per succedere.. non sarebbe mai dovuto accadere. Sarebbe stato solo un errore’
 
In quel momento aprii gli occhi e lo guardai, aveva le palpebre chiuse, non volevo che mi canzonasse nuovamente se tra di noi fosse successo qualcosa, così decisi di avvicinarmi e semplicemente abbracciarlo.
 
Inizialmente rimase immobile, poi cominciò a stringermi mentre una mano mi toccava dolcemente la schiena, inalai il suo odore.
 
“va bene, partiremo domani” mi strinse più forte a se.
 
 
 
 
 
 
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Ciao belle, cosa ne pensate di quest’altro capitolo? Come promesso, l’ho messo oggi stesso, leggere le vostre recensioni è come sempre bellissimo, siete simpaticissime.
Più recensioni scrivete, prima avrete la continua ai capitoli.
Grazie
-Elisa
 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


 
 
Luke’s Pov:
 
Eravamo vicinissimi e mi sentivo attratto da quegli occhi languidi. La voglia di prenderla fra le mie braccia e farla mia era troppa, ma avrei solo fatto del male ad entrambi.
Alla fine disse di “avere bisogno di me” e mi abbracciò.
 
La strinsi forte fra le mie braccia e feci scendere la testa fino al suo collo inalando il suo dolce profumo, poi accettai di accompagnarla.
La mattina scese in cucina e mi trovò lì mentre la aspettavo, questa volta il mio saluto fu ricambiato.
 
Uscimmo dal castello e montammo a cavallo. Cominciò lì il nostro viaggio verso la terra di Erenking.
 
“una domanda, se posso” cominciò Alex che mi affiancava a cavallo.
 
“dimmi” risposi
 
“quando dicesti che era da molto che mi tenevi sotto controllo, ti riferivi a quella specie di ologramma con le tue sembianze che ogni tanto vedevo?” domandò
 
“si, controllavo quello che facevi, e con chi.. eri. Studiavo ogni tua mossa per conoscerti meglio.. caratterialmente intendo” risposi.
 
“e come ti sono sembrata?” rispose altezzosa alzando il mento, segno del fatto che stava scherzando
 
“.. non credo che resti molta strada da fare” risposi cercando di svagare, accennando un sorriso.
 
“dai, sii serio, ahah” suggerì
 
“d’accordo.. ho visto una ragazzina” la provocai
 
“una ragazzina?!” ripetè
 
“oh si, ricordo che fu quello che pensai anche quando ti vidi al Conclave per la prima volta..”
 
“oh che carino.. io invece di te pensai che un ragazzo così bello non poteva essere altro che gay, davvero eri bello, troppo bello, quasi femminile”
 
“cosa?”
 
“hai sentito bene Hemmings”
 
“hai appena rivelato di avere una cotta per me signorina Herondale?” la guardai malizioso.
 
“cosa? No! Ho solo detto che mi sembravi bello come solo un gay può essere, sai.. persone che ci tengono al loro aspetto. Non voglio dire che tu sia bello, ma che lo sei pur… dimentica tutto” disse sbottando, cosa che trovai esilarante.
 
 
Non ero il classico tipo che rideva spesso, ero piuttosto solitario, chi non lo sarebbe nel vivere da solo con un servitore anziano?!
Ma lei mi faceva ridere.. era determinata, ostinata e si perdeva nei suoi discorsi senza trovare un fine.
Lo aveva fatto in un primo momento descrivendo quanto le mie mani fossero belle nel suonare il piano, e lo aveva fatto adesso definendomi affascinante.
 
Ricordai un pomeriggio nella biblioteca, al castello, quando prese un libro e si sedette accanto a me chiedendomi se l’avessi mai letto e io mentii, risposi di non averlo neanche mai visto.
Lei cominciò a descrivere i personaggi e il contesto nel quale si trovavano, naturalmente perdendosi nei suoi discordi.
 
E io che la guardavo sorridente, come uno stoccafisso ora che ci penso, non sentivo nulla di quello che mi diceva, conoscevo quel libro a memoria, guardavo più che altro il modo in cui gesticolava, il movimento delle sue labbra carnose, i suoi sorrisi impacciati quando non trovava le giuste parole, impallandosi.
 
Aveva ammesso di avere una cotta per me e voleva nasconderlo. Poco dopo mi resi conto che non era una cosa positiva quella che avevo appena scoperto.
Avevo lasciato che tra noi si instaurasse un legame, era proprio quello che volevo evitare.
 
 
 
 
 
 
Alex’s Pov:
 
Parlare con lui si era rivelato quasi terapeutico, avevo dimenticato la paura e l’angoscia, ma era questione di minuti prima che in lui tornasse la parte fredda e distaccata.
Ora mi sentivo indifesa, perché lui sapeva tutto ormai di me, anche come mi sentivo, mentre io, per quanto ci provassi, non riuscivo a raggiungere i suoi pensieri.
 
Tornò ad essere insopportabile, non sorrise più da quando la conversazione a cavallo terminò, ma perché comportarsi così?
La strada arrivò ad un bivio, una via portava alla foresta e un’altra ad Erenking.
 
Sbattei i tacchi sul mio cavallo e decisi di prendere la strada della foresta.
 
“aspetta dove vai?” gridò Luke dietro di me.
 
Non gli risposi e continuai a correre sul mio cavallo, si stava facendo sera e sapevo di dover procedere a passo veloce verso la foresta prima del buio.
Sentivo gli zoccoli del cavallo di Luke che mi seguivano con grandi falcate.
 
Arrivai nella foresta e sentii, tramite il legame parabatai, dove erano nascosti gli altri cacciatori e Gemma.
Svoltai davanti al grande albero e lì li trovai.
 
Fischiai per attirare la loro attenzione.
Il primo viso a girarsi fu quello di un ragazzo poco più grande di me.. Robin
 
“Alex!” gridò e si avvicinò a me.
 
Mi aiutò a scendere dal cavallo e mi strinse fra le sue braccia.
 
“ma dove sei stata?” domandò non sciogliendo l’abbraccio.
 
In quel momento arrivo Luke che fermò il suo cavallo e scese.
Si portò i capelli indietro.
 
“la prossima volta, si decide insieme dove andare, capito cacciatrice?” gli rivolsi una smorfia.
 
“e lui chi è?” chiese Robin.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



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Ciao belle. Cosa pensate di quest’altro capitolo? Scusate se lo posto oggi, avrei dovuto metterlo ieri ma non ho avuto tempo.
Ad ogni modo.. sembra che Luke non sia più così duro nei confronti di Alex ma, da come avrete sicuramente notato, lui cambia molto spesso comportamento con lei.. quindi cosa credete che accadrà?
In più ora subentra Robin! Cosa credete che farà? E Luke? E Alex come si comporterà? Scrivetelo in una breve recensione.
Come sempre, più recensioni ci saranno, prima il prossimo capitolo verrà postato.
Grazie
-Elisa :D
 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


 
 
“Luke Hemmings, guerriero di Adamas e.. suo protettore” disse indicandomi, si vedeva molto che la presenza di Robin infastidiva Luke, e vice versa.
 
“Alex! Che fai qui?” Gemma mi corse incontro abbracciandomi spaventata “non avresti dovuto proteggerla?” si rivolse con tono di rimprovero a Luke.
 
 Stava per rispondere ma..
 
“aspetta, tu lo conosci?” disse Robin alterato.
 
“la domanda era rivolta a me se non erro!” rispose a tono Luke.
 
“portami il più lontano possibile da loro prima che succeda qualcosa” dissi a Gemma che lanciò un’occhiata a Luke e poi mi cinse le spalle con il braccio.
 
 Mi portò dagli altri cacciatori sopravvissuti.
Ne erano tanti fortunatamente, tra loro riconobbi Blackwell che, riconoscendomi mi salutò con un cenno della mano.
 
I cacciatori erano molto contenti di vedermi viva.
 
“Gemma, si sa qualcosa di mio padre, o di Will?” domandai speranzosa.
 
“no Alex, mi dispiace” chiusi gli occhi e sospirai lentamente
 
 
 
 
 
 
 
Luke’s Pov:
 
Era giunta la notte, erano tutti seduti davanti ad un fuoco, io ero in disparte, Robin si andò a sedere accanto ad Alex mettendole un braccio sulle spalle.
Sentii la rabbia salire dentro di me.
 
“mi dispiace per quello che stai passando” le disse
 
“tranquillo è tutto ok!” disse lei, riguardo la scomparsa del fratello e del padre.
 
“lo so, tu sei forte, niente e nessuno può ferirti” disse Robin.
 
 Avevo una gran voglia di alzarmi e dirgli che si sbagliava, dirgli che lei stava soffrendo molto, dirgli che solo perché nascondeva il suo dolore non vuol dire che fosse indistruttibile, dirgli che non la conosceva come avevo imparato a conoscerla io, dirgli che quello accanto a lei era il mio posto.
 
Mi fermai un attimo, ma cosa stavo pensando? Mi alzai da quel tronco dove ero seduto e me ne andai per conto mio, lontano da loro.
 
 
 
 
 
 
 
Alex’s Pov:
 
Luke si alzò di scatto come se avesse percepito qualcosa.
 
“ma dove è andato?” disse Gemma.
 
“che importa” commentò Robin.
 
“..scusatemi” spostai il braccio che Robin aveva messo intorno alle mie spalle e seguii Luke.
 
“Alex! Ma cosa..?” disse Robin e io alzai la mano interrompendolo e facendogli segno di stare calmo.
 
Cercai Luke con lo sguardo fra gli alberi frondosi della foresta, con il buio della notte.
Lo trovai appoggiato con una spalla su un albero mentre guardava da lontano i resti di Erenking.
 
“già stancata di questo posto, cacciatrice?” domandò senza guardarmi, evidentemente si era accorto della mia presenza.
 
“sembri pensieroso” gli feci notare.
 
“sto benissimo!” disse scandendo ogni sillaba.
 
Voltò la testa di profilo e io avanzai verso di lui.
 
“perché sei qui? I tuoi amici sembrano felici di averti intorno” disse freddo.
 
“l’unica persona che vorrei avere intorno purtroppo manca” dissi.
 
A quelle parole si girò per guardarmi e dischiuse le labbra “mio fratello Will” fui veloce a dire.
 
“già… certo” con le mani spezzò un pezzo di corteccia staccata dalla quercia sulla quale era appoggiato.
 
Odiavo il suo comportamento.
 
“sarà meglio che torni dal tuo amichetto, prima che si preoccupi troppo” un piccolo sorriso gli comparve sul viso illuminato solo dalla fioca luce della luna.
 
Capii che era un tentativo di provocarmi, ma non volevo dargliela vinta e tantomeno discutere.
 
“si, sarà meglio” dissi e poi tornai indietro.
 
 
 
 
 
 
 
Luke’s Pov:
 
Il finto sorrisetto scomparve dalla mia faccia.
 
Mi voltai indietro per guardarla andare via da me, abbassai lo sguardo e tornai a fissare  la città distrutta.
 
Tutto quello che stava succedendo, il fatto che lei mi odiasse, era così che doveva andare, ormai si fidava di me ma si teneva a distanza, io ne soffrivo ma era questo il mio destino, sono stato creato per questo.
 
La guardavo con lui, la rabbia saliva, ma sapevo che infondo era la cosa giusta, se avesse saputo cosa ero davvero, ne avrebbe sofferto, ne avremmo sofferto entrambi.
 
Tenerla lontana da me era il modo per salvarla.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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E anche oggi eccovi un altro capitolo :D
prima di tutto sono felicissima perchè il primo capitolo è arrivato a più di 500 visite *balla la conga*
Ringrazio tutti i lettori che seguono la mia storia avendola messa fra le ‘seguite’ e anche quelli che recensiscono sempre.
Vi chiedo, al solito, un parere..
Come sempre, più recensioni ci saranno, prima il seguito verrà pubblicato.
Grazie
-Elisa :D
 

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


 
 
Alex’s Pov:
 
Il giorno seguente fui svegliata da Luke, presi la sua mano e mi alzai, non riuscivo a reggere il suo sguardo, lui sapeva perfettamente cosa sentivo per lui, ma nonostante tutto si comportava come se fossi nulla ai suoi occhi.
 
“tieni” gli lanciai una spada angelica che prese al volo e infilò nella cintura.
 
“cosa fate? Vai già via?” domandò Robin
 
“dobbiamo recuperare dei libri” dissi.
 
“perché ci vai con lui? Avresti potuto chiedere a me di portarti!” disse Robin
 
“bhe, chiamalo pure.. amore platonico” disse Luke lanciandomi un’occhiata maliziosa che ovviamente non ricambiai.
 
“è insopportabile” sentenziò Robin.
 
“lo so, ma dopo un po ci fai l’abitudine, credimi” dissi.
 
“lascia che venga con voi, ti prego Alex”
 
“non se ne parla Robin, assolutamente no, devi restare qui, torneremo prima del previsto vedrai”
 
“allora? Vogliamo andare” disse Luke con le due briglie dei cavalli in mano, io annuii e salii a cavallo.
 
 Galoppammo veloci verso la città distrutta.
Una volta entrati dai cancelli il gelo si fece sempre più pungente, Luke mi seguiva.
 
Mi guardavo in torno spaventata, più che una città distrutta sembrava una città fantasma, era tutto completamente bruciato e sotto alcuni cumuli di paglia si scorgevano delle ossa.
Naturalmente il mio terrore non rimase nascosto all’attento sguardo di Luke.
 
“hei! Va tutto bene?” disse con un tono più calmo del solito.
 
“vieni l’istituto è per di qui” dissi velocizzando il passo del cavallo.
 
 Arrivammo davanti all’istituto.
 
La recinzione di ferro che delimitava la nostra proprietà era sbarrata e le piante rampicanti avevano preso il sopravvento.
Luke mi aiutò a scavalcare e aprimmo con forza l’enorme portone.
 
Quell’ingresso così familiare, le vetrate rotte.. mi soffermai a guardare che tutto non era come prima
 
“Alex, dove è la biblioteca, facciamo presto” incalzò Luke.
 
“si, giusto.. vieni” corremmo veloci e aprimmo il portone, era tutto completamente messo sottosopra, corsi veloce verso la scrivania mentre Luke ispezionava.
 
Aprii il cassetto e li trovai, Luke mi venne accanto.
 
Sfogliai veloce le pagine e notai che in ognuno dei libri mancavano delle pagine, erano state strappate.
 
“no..no! NO!” gridai in preda allo sconforto e alla paura.
 
“sono strappate! E adesso?” disse Luke.
 
“erano le pagine più importanti Luke, ora è sicuro che non abbiamo nulla contro il popolo dei vampiri di Lilith a Asgaroth!” restai ferma per qualche secondo, poi cominciai a sfogliare nervosamente le pagine.
 
“no, non può essere.. tutto questo per nulla! Non può essere..”
 
“Alex! Basta!” mi tolse i libri dalle mani e mi strinse a se cercando di tranquillizzarmi, il mio battito da “impazzato” tornò normale.
 
Improvvisamente un rumore.
 
 Luke mi lasciò dicendomi di restare lì mentre andava verso la porta.
Improvvisamente un demone enorme lo colpì scaraventandolo contro il muro.
Spaventata dalla scena di Luke a terra, presi la spada angelica che si accese di fuoco paradisiaco e mi lanciai addosso al demone.
 
 Riuscii a ferirlo, ma era molto forte e mi colpì lasciandomi un taglio sul braccio. Luke mi fu nuovamente accanto, grazie alla nostra collaborazione riuscimmo a respingerlo, ma non ad ucciderlo.
 
“è troppo potente!” urlai a Luke.
 
All’improvviso dalla vetrata rotta balzò un grosso lupo che si scaraventò sul demone provocando la sua fine.
Io e Luke guardavamo la scena stupiti.
 
Il lupo in fine si girò verso di noi, Luke si mise davanti a me per proteggermi con la spada sguainata.
L’animale ringhiava minaccioso. Poi un coltello lo colpì e l’animale produsse un lamento di dolore, per poi scappare nuovamente fuori dalla vetrata.
 
Io e Luke ci girammo per vedere da dove provenisse quel lancio.
Vedemmo Robin sulla porta che si avvicinò a noi. Entrambi mi fissarono.
Gli occhi di entrambi i ragazzi erano posati su di me, quelli scuri di Robin e quelli chiarissimi di Luke.
 
Sentivo il respiro affannato di Robin, segno che aveva corso parecchio per poterci raggiungere in tempo. Lo sguardo di Luke passava velocemente da me a Robin, quasi come se ci stesse studiando.
Alla fine lasciai cadere la spada dalla mia mano.
 
Corsi ad abbracciare Robin.
 
“oh dio, Robin, grazie al cielo” dissi con un filo di voce mentre Robin mi passava una mano fra i capelli, stringendomi forte a se.
 
Lo sguardo di Luke si fece basso, si era messo davanti a me per proteggermi dal lupo, e mi aveva stretta quando il mio nervosismo era diventato troppo, e forse era lui che avrei dovuto abbracciare ma non gli avrei mai dato la soddisfazione di farlo sentire più importante per me.
 
Tornammo nella foresta, lo vedevo chiaramente che tra tutti, Luke non si sentiva a su agio e stava per conto suo.
Non potevo comunque negare quello che provavo per lui…
 
 
 
 
 
 
 
 


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Lo so, il capitolo è corto ma devo preparare la valigia perché starò via per il fine settimana.
Al solito adoro leggere le vostre recensioni e spero di poterne leggere altre.
Ditemi cosa ne pensate e come credete che continuerà..
Grazie
-Elisa :D
 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


 
 
Mentre ero tra tutti gli altri cacciatori il mio sguardo cadeva sempre su Luke appoggiato ad una quercia mentre giocherellava con qualcosa fra le mani.
 
“Alex!” disse Robin “sono contento che tu sia tornata, dico davvero. Molte volte ho pensato che fossi morta, i miei giorni erano spenti, adesso invece so che c’è una speranza” disse .
 
“oh.. grazie, ma quale speranza? Non abbiamo niente” dissi.
 
“non parlavo dei libri, parlavo della tua presenza, qui, con me, cioè.. con noi” disse.
 
“sei molto gentile Robin, tu eri molto amico di Will e io ti vedo come un secondo fratello, quindi fa anche a me molto piacere rivederti” Robin tirò un sorriso.
 
 Mi girai verso l’albero dove era poggiato qualche secondo prima Luke.
 Ma non c’era, mi guardai attorno parecchie volte per cercarlo, ma non lo trovai.
 
“scusa un secondo Robin” dissi e mi allontanai da lui inoltrandomi per la foresta.
 
Mi guardavo attorno, non era da nessuna parte.
 
Mi allontanai così tanto da non sentire più le voci dei cacciatori.
Arrivai al termine della foresta, proprio davanti ad un fiumiciattolo, lo stesso posto dove parlai con lui la prima volta che lo vidi dopo la riunione del Conclave.
 
Mi abbassai bagnando la mano con un po d’acqua fresca.
 
“come mai qui, cacciatrice? Cercavi qualcuno?” era la sua voce.
 
“smettila di chiamarmi ‘cacciatrice’!” il mio tono suonò irritato.
 
“non sembra che ti piaccia molto quello che sei!” disse con un mezzo sorriso.
 
“vado fiera di quello che sono” avrei voluto dirgli ‘e tu? Sei contento di essere quello che sei? Qualunque cosa tu sia?!’ ma mi trattenni dal farlo “ma preferisco di gran lunga quando mi chiami per nome” dissi con un tono di voce più morbido.
 
C’era un silenzio cauto tra di noi, mi sentivo i suoi occhi addosso anche se era nell’ombra.
 
“vedo che non puoi fare a meno di fuggire..” gli feci notare altezzosa incrociando le braccia
 
“e tu non puoi fare a meno di seguirmi..” abbassò lo sguardo e sorrise alzando solo una parte del labbro inferiore.
 
Dischiusi le labbra, mi aveva spiazzata.
 
Spostò lo sguardo su di me e sorrise debolmente.
 
“ad ogni modo.. Alex.. che fai qui?” disse infine.
 
“ ho sentito un rumore e sono venuta qui, tu che fai?” domandai
 
“pensavo..”
 
“a cosa?” uscì dal buio e la luce della luna lo illuminò nuovamente, i suoi occhi chiari brillavano a quella luce.
 
“alla mia vita!” disse lanciando furioso un sassolino nel fiumiciattolo.
 
“da come reagisci sembra che tu non stia vivendo un bel momento” dissi, mi guardò duramente.
 
“non è vero, sto benissimo” disse.
 
“lo sapevo, stai mentendo” gli dissi alzando un lato della bocca a mo di sorriso.
 
“che ne sai?!” disse senza guardarmi, era seduto per terra, mentre io ero in piedi.
 
“l’hai detto tu no? Noi siamo simili..stai cercando di trattenere quello che provi” era davvero furioso
 
“perché non torni dal tuo ragazzo?” disse infine
 
“Robin non è il mio ragazzo!” dissi guardando altrove.
 
“e lui lo sa?!” disse alzandosi e mettendosi davanti a me.
 
“cosa ti importa Luke?” dissi scontrosa.
 
“mi importa invece, perché tu sei la cosa peggiore che potesse mai capitarmi, lo capisci?” si sfogò gridando e girandosi di spalle.
 
Ero ferma dietro di lui, mi sentivo debole, inutile e allo stesso tempo volevo scappare via per la rabbia.. non so esprimere cosa davvero provassi, gli avevo fatto capire accidentalmente più volte quello che provavo per lui e certe volte quel sentimento sembrava corrisposto, ma desso… avrei voluto solo scappare e nascondermi.
 
 Ma non lo feci, gli misi invece una mano sulla spalla, ma lui non si girò.
 
“Luke! Tu hai un mondo nascosto dentro di te, e vorrei solo aiutarti a tirarlo fuori come tu hai fatto con me, ma come posso se non mi permetti di entrarci?” gli lasciai la spalla e tornai indietro.
 
Gli avevo mentito dicendo cosa mi aveva portata lì, e ora mi sentivo ferita, e come se non bastasse, stavo tornando indietro all’accampamento come se nulla fosse successo.
Mi meravigliai della frase che avevo appena pronunciato ma volevo aiutarlo.
E ora faceva male fare dietro front e andare via..
 
“aspetta! Alex! Vieni!” la sua mano prese la mia bloccandomi, e io mi girai incontrando i suoi occhi ammaliatori.
 
“avevi ragione su tutto, io ero un cacciatore, sono nato ad Erenking e sono cresciuto come te, con i tuoi stessi insegnamenti, le stesse tecniche, ma non ero come tutti gli altri normali cacciatori d’ombre.
Mio padre era un guerriero di Adamas e mia madre una cacciatrice. Visto che mio padre come guerriero non era visto di buon occhio dal Conclave, i miei genitori decisero di trasferirsi ad Erenking quando mia madre mi portava ancora in grembo” non ci potevo credere, finalmente mi stava raccontando di lui.
 
“perché tuo padre non era visto di buon occhio dal Conclave?” domandai.
 
“perché i senatori e magistrati che ne facevano parte erano corrotti, e mio padre voleva solo il bene per le terre di Illium.
Quando però mia madre morì, uccisa da un vampiro durante una lotta, mio padre decise di tornare ad Adamas, e di tenermi al sicuro.
I corrotti del Coclave avevano giurato che se mio padre avesse di nuovo varcato le porte di Adamas avrebbero ucciso lui e me.
Quindi dato che i guerrieri hanno anche conoscenze magiche, fece costruire un castello ai confini del mondo invisibile, e rese anche questo invisibile, lo fece per nascondermi
 
 
 
 
 
 
 

 
 
CONTINUA..

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


 
 
…Io avevo grandi capacità, ero metà cacciatore e metà guerriero.
La nostra vita riprese normalmente, fino a quando non apparve l’angelo Raziel, avevo 10 anni ed ero a casa solo con il servo, Harold.
L’angelo chiese di me e mi presentai davanti a lui, immaginavo che fosse qualcosa di importante, gli angeli, soprattutto Raziel non vengono nel mondo invisibile per nulla.
Mi disse che le mie origini di cacciatore e guerriero erano destinate a fare di me una persona che aveva il dovere verso Dio e verso gli altri di fare del bene.
Io ero rimasto ammaliato da quello che aveva appena detto, sarei diventato una specie di eroe, qualcuno in grado di poter fare tutto, di salvare chiunque.
Harold tentò di mettersi fra me e l’angelo per dire che forse aveva sbagliato persona, che non potevo essere il prescelto da Dio. Ma l’angelo era stato chiaro” si fermò.
 
“perché l’angelo scelse te?” domandai.
 
“per lo stesso motivo per il quale sei stata affidata a me, affinché io ti protegga Alex! Perché avevo delle grandi capacità che gli altri come me non avevano, e le hai anche tu.
Fu in quel momento che l’angelo Raziel mi disse di toccare la sua mano.. così feci, mentre il povero Harold gridava di ‘no’.
Credevo solo che fosse invidioso del dono e dell’incarico che mi stava affidando Raziel, invece voleva solo proteggermi da quello che alla fine diventai..” si girò di spalle.
 
“e cosa diventasti?” dissi poggiandogli una mano sulla spalla per incoraggiarlo a continuare.
 
“Raziel mi rese un paladino, Alex!” si girò a guardarmi.
 
“io… io non capisco!” dissi allontanandomi per la paura.
 
“no ti prego, non ti allontanare.. i paladini sono creature che hanno qualcosa di angelico nel loro sangue, sono come degli angeli sulla terra, che hanno il compito di proteggere gli eroi del mondo invisibile… all’inizio credevo che fosse una cosa della quale vantarsi.. ma gli angeli comandati da dio hanno vita breve sulla terra…” disse con lo sguardo basso.
 
“Luke, quindi tu..”
 
“già, quando tutto sarà finito e tu sarai salva, io morirò, è sempre stato questo il mio destino, l’ho scelto io.. e da quando ti ho incontrata non faccio che maledirmi per quel giorno” mise una mano sulla mia guancia e asciugò la lacrima che mi stava scendendo dal volto.
 
“no Luke! Non può essere..ci deve essere una specie di cura!” dissi.
 
“Alex! È giusto che tu sappia che mi sono innamorato di te” disse accarezzandomi il viso.
 
“anche io Luke!” accarezzai le sue mani che aveva poggiato sulle mie guance.
 
“ecco perché sei la cosa peggiore che potesse mai capitarmi….
Perché mi sono completamente innamorato di te ed era questo quello che volevo evitare.
Non volevo che ti innamorassi di qualcuno che avresti perso facilmente e io non sopporto più l’idea della morte da quando ti ho incontrata.
Cercavo di tenerti a distanza con un comportamento freddo e distaccato, ma questo mi ha portato sempre più verso di te, ad amare tutto di te.. ti prego di perdonarmi” disse tenendo lo sguardo basso.
 
“non hai nulla da farti perdonare”
 
“si invece, dovevo tenerti al sicuro. L’unica cosa che ho sempre sperato da quando sono diventato… paladino è che la morte mi portasse il più presto possibile via da questa terra.
Una terra dove mi sentivo solo, dove nessuno mi aveva mai tenuto compagnia o mi aveva mai fatto ridere, pregavo che tutto questo finisse velocemente, ma adesso.. come posso adempire al mio destino se non sopporto l’idea di non vedere, anche solo per un’ora, il tuo viso?”
 
Aveva messo una mano sulla mia guancia e studiava attentamente il mio sguardo.
 
“io non lascerò che te ne vada, Luke” lui mi guardò e l’unica cosa che volevo era estinguere quella distanza.
 
Passai le mie mani tra i suoi capelli mentre lui mi teneva ben salda al suo petto.
Non ci pensai due volte e mi avvicinai a lui dandogli un dolce bacio, finalmente le nostre labbra che tanto bramavano quel momento, lo avevano ottenuto.
 
Lui ricambiò il movimento delle mie labbra in un modo più passionale stringendomi fino a farmi mancare il fiato.
 
Le mie mani gli accarezzavano il volto ficcandosi fra i suoi setosi capelli biondi mentre lui, spingeva con una mano sulla mia nuca, la mia bocca vicino alla sua e con l’altra mi cingeva la vita.
 
Mentre lo baciavo sentivo di aver raggiunto quel senso di pace che tanto cercavo da quando la mia vita era stata devastata.
 
Quella notte non tornammo dagli altri cacciatori, restammo lì, solo io e lui, i suoi occhi, le sue mani, le sue labbra…
 
Il pretesto di un bacio, fu il pretesto di una notte.
 
Era come se il mio più grande desiderio di fosse finalmente avverato, non volevo pensare a come tutto questo sarebbe terminato… volevo solo vivere il momento, con lui.
 
Avevo finalmente trovato il mio posto.. lì dove era lui.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



______________________________________________________________________
Ora sappiamo tutto di Luke, finalmente.
E la coppia si è unita..
Cosa accadrà adesso? Ci sarà qualche colpo di scena?
Lasciate una piccola recensione
Grazie
-Elisa :D
 

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


 
 
Sentii delle carezze sul mio viso, dolci, lente.. piano aprii gli occhi.
 
“sei bellissima..” sussurrò il ragazzo dagli occhi ammaliatori.
 
Era lì, sdraiato accanto a me, che con le dita agili e sottili toccava le mia guancia per poi pian piano scendere e arrivare a toccare il mio collo.
 
“buongiorno” dissi sorridendogli.
 
La mia mano salì verso la sua incrociandosi fra le sue dita.
La afferrò saldamente e la baciò non staccando mai lo sguardo da me, cosa che mi fece arrossire,e non poco.
 
Si mise a sedere e poi si alzò in piedi, mi porse una mano per fare lo stesso con me.
Non lasciò la presa sulla mia mano che andò nuovamente ad incrociare le sue dita.
 
Mi guardò fisso negli occhi, non era uno sguardo ne severo ne malizioso di quelli che normalmente usava su di me, questa volta era calmo, pacifico.. sembrava che potessi vedere la sua anima negli occhi limpidi.
 
“questa notte con te, è stata la migliore della mia vita” sussurrò con voce calda avvicinandosi al mio orecchio, fece un piccolo sorriso e poi si fece avanti per baciarmi.
 
Un bacio lento, romantico, come quello che da bambine si sogna di ricevere dal principe azzurro.
Le mie mani trovarono il loro posto sul suo collo e i suoi capelli mentre il mio corpo si abbandonava a lui.
 
“lo sai?” disse “avrei sempre voluto farlo da quando ti ho conosciuta! Ti ho vista per la prima volta con quel ragazzo e sentivo che al suo posto ci sarei dovuto essere io, sarei dovuto essere io quello accanto a te” disse sfiorando con il dorso della mano la mia guancia.
 
“.. mi sembra di conoscerti da così tanto..” gli dissi.
 
“per me è lo stesso! Non avrei mai pensato di potermi innamorare sai? Intendo, dopo aver accettato la mia vera natura.. credevo di avere il completo controllo sulle mie emozioni, e l’ho sempre avuto.. poi sei arrivata tu, e solo guardandoti hai sconvolto i miei piani” sussurrò soavemente.
 
“allora ti chiedo umilmente perdono” dissi.
 
“non scusarti, non devi..” mi guardò intensamente.
 
“anche tu hai sconvolto i miei piani.. ho sempre tenuto tutto dentro per la paura che qualcuno avrebbe potuto ferirmi o illudermi.. ma mi illudevo da sola.
Tu sei stato il primo davanti al quale non ho avuto problemi a mostrare come davvero mi sentivo” dissi
 
Mi stringeva mentre le nostre labbra calde erano in perfetta sincronia.
 
“Alex!... Luke!” sentimmo gridare a distanza.
 
Ci staccammo in quel momento, ma io gli presi la mano che lui strinse poderosamente.
 
Raccolse la spada lasciata a terra e si mise in posizione guardinga davanti a me.
Finalmente quelle voci si mostrarono a noi.
 
“Alex! Finalmente” mi corse incontro Gemma abbracciandomi “eri qui allora!.. non scappare mai più” disse preoccupata.
 
 Mentre ricevevo l’abbraccio di Gemma, non staccai la mia mano da quella di Luke.
 
“Robin! Sono qui!” gridò Gemma.
 
 Robin accorse a grandi passi verso di noi.
 
“oh Alex.. noi..!” disse venendomi incontro, ma quando lo sguardo gli cadde sulla mano di Luke che stringeva la mia, si fermò lì dove era.
 
“sto bene!” Dissi a Gemma che non faceva altro che controllare se avessi qualche tipo di ferita.
 
Decidemmo di tornare nel villaggio nella foresta dove erano riuniti tutti i cacciatori.
Gemma mi prestò qualche sua tenuta da cacciatrice e andai a cambiarmi.
 
Era mattina ma faceva piuttosto freddo, quindi decidemmo di accendere un fuoco. Ci sedemmo tutti lì intorno.
 
“Alex mi spieghi una cosa?” cominciò Gemma “perché tu e Luke eravate lì? Siete stati lì tutta la notte?” mi sentivo lo sguardo di tutti addosso.
 
“no, ma che dici?” risposi “ho dormito qui, con voi.. non mi avete.. vista?” domandai.
 
“assolutamente no” rispose Robin sorseggiando un po d’acqua guardando fisso nei miei occhi.
 
“ho dormito qui, poi..” cominciai “sta mattina.. presto, ho sentito un rumore provenire da lì, così ci sono andata pensando che fosse un demone.. poi Luke mi ha seguita.. per aiutarmi.. tutto qui” conclusi infine.
 
“è vero quello che dice?” domandò Gemma a Luke che stava per scoppiare a ridere.
 
“.. come dice lei” rispose alla fine.
 
 Ci fu un momento di silenzio nel quale Luke e Robin si scambiarono frecciatine con lo sguardo.
 
“oh Gemma, ascolta.. mi parlavi sempre di un ragazzo, quello del quale ti eri innamorata, dov’è? Voglio conoscerlo!” le dissi.
 
“è partito Alex! Partito due giorni prima che voi arrivaste qui” disse sospirando.
 
“partito per dove?” chiesi.
 
“ai confini di Erenking e quelli di Adamas! È partito con altri cacciatori per trovare partecipanti alla ribellione. Noi qui siamo in tanti, ma non abbastanza per invadere e procedere verso Asgaroth.”
 
“qual è il suo nome?” domandai
 
“Ashton! È un ragazzo dolce e simpatico.. unico nel suo genere.” Mentre lo diceva le brillavano le occhi.
 
“bhe allora non vedo l’ora di conoscerlo non appena tornerà” le sorrisi.
 
Il mio sguardo tornò a Luke. Nei suoi occhi c’era finalmente un mondo che riuscivo a vedere limpidamente e mi sentivo davvero al sicuro.
 

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


 
 
Abbassai lo sguardo e pensai.. ‘e adesso? non abbiamo assolutamente nulla su cui fare affidamento.. come porteremo avanti una battaglia contro Asgaroth?
 
“Alex!” mi chiamò Luke prendendomi in disparte permettendomi di accantonare i miei pensieri.
 
“che succede?” domandai.
 
“siamo venuti qui per un motivo preciso, lo sai e so che dire addio e separarti dai tuoi compagni vuol dire molto per te, davvero.. ma non possiamo restare, dobbiamo tornare al castello, solo lì tu..”
 
“sarai al sicuro.. si, lo so” terminai io.
 
Il mio sguardo era rivolto chissà dove, sapevo solo che nulla sfuggiva agli occhi attenti di Robin.
 
“Alex mi dispiace, lo so che queste persone sono la tua vera casa, e .. solo la loro presenza è capace di farti sentire al sicuro” disse con lo sguardo basso.
 
Forse aveva paura che la sua presenza non fosse abbastanza da comunicarmi protezione?
 
“Luke che dici? Sento la loro protezione come sento la tua!” lo rassicurai.
 
“provi esattamente lo stesso tipo di sentimento per me e per loro?” domandò stupito.
 
Io annuii.
 
“quindi provi per me lo stesso che provi per quell’uomo grasso e barbuto che si gratta la schiena sull’albero dietro di te!” sussurrò al mio orecchio.
 
 Mi fece scappare un sorriso.
 
“ah si? Lui ti piace più di me?” disse con aria da ‘finto geloso’
 
“Luke, smettila!” dissi sopraffatta dalle mie stesse risate
 
“si hai ragione, non potrò mai competere con lui e il suo fascino.. non avrò mai i peli nell’ombelico”
 
“smettila, è il padre di Robin!” non potevo negare che quella scena fosse divertente.
 
“oh.. capisco dove ha preso la sua bellezza” ero al limite, sentivo che stavo per buttarmi a terra dalle risate.
 
“forse dovrei farmi crescere la barba..oppure i peli sulla schiena!” continuò.
 
“sii serio” lo rimproverai sorridendo.
 
I nostri sguardi si incrociarono ancora una volta, il mio sorriso che quando si spense provocò rossore sulle mie guance, cosa che, a quanto pare, a Luke non dispiacque affatto, anzi..
 
Non fece sfoggio di un gran sorriso, notai solo le sue fossette, e a quel punto il cuore mi battè così forte che avevo paura potesse uscirmi dal petto.
 
I suoi occhi si abbassarono fino a guardare solo le mie labbra.
 Ora il mio attento sguardo prestava attenzione a studiare ogni singolo dettaglio del suo volto.
 
I capelli biondi disordinati, con alcuni ciuffi che cadevano ai lati del suo viso e altri spostati indietro con la mano cercando di domarli, i suoi occhi e la loro luminosità, ero sicura di non aver mai visto nulla di più bello in vita mia.. nessun luogo poteva mai essere all’altezza del meraviglioso mondo nascosto nei suoi occhi che pian piano stava lasciando che io scoprissi.
 
Le sue fossette, che incorniciavano perfettamente il suo volto.. le amavo, a volte sorridevo solo fissandole crearsi sul suo viso mentre parlavamo.
 
Le sue labbra, avrei così tanto da dire.. carnose, rassicuranti, dolci, forti, bramose si incontrare le mie e di lasciarvici la prova del suo affetto.
 
Quando mi fermai ad osservarlo, le prime volte nel castello, ero catturata dalla sua bellezza, da suo carattere.. non saprei, c’era qualcosa in lui che mi terrorizzava e affascinava nello stesso momento, forse perché non sapevo cosa fosse.
 
Ero abituata anche solo a percepire cosa mi trovavo davanti, potevo riconoscere se in qualcuno ci fosse sangue di demone solo guardandolo negli occhi.
Forse è questo il motivo per cui non sono mai scappata, non mi fidavo di lui, non conoscendo la sua specie, ma sapevo che non mi avrebbe fatto del male.
 
Lo studiavo da lontano e lo paragonavo ad un angelo, solo perché credevo che nessun essere terreno avrebbe mai potuto dare vita a quei lineamenti perfetti come faceva lui.
 
Da cacciatrice quale sono ho sentito molte storie su angeli o demoni.. ma non ci ho mai creduto, voglio dire.. sono abituata ai demoni ormai, e so che il mio compito era distruggerli, perché così era il volere divino, questo era il motivo della nostra creazione.
 
Ma non avevo mai visto un essere paradisiaco, credevo in parte alle leggende, non avrei mai creduto di potermi innamorare di lui.. un “vero” angelo.
 
“dobbiamo andare” sussurrò dolcemente.
 
 Sapeva che non lo avrei baciato davanti a tutti quei cacciatori, e neanche lui avrebbe fatto lo stesso.
 
“certo..” dissi abbassando lo sguardo recandomi nella tenda dove Gemma aveva messo la mia roba.
 
“vuoi già andare via?” domandò Gemma seguendomi mentre mi dirigevo verso Luke che stava montando la sella su entrambi i cavalli.
 
“sai come stanno le cose Gemma! Spero di rivederti presto!” dissi abbracciandola.
 
Stavo per salire a cavallo quando..
 
“e io? Non mi abbracci?” mi girai e notai Robin che mi fissava cercando di guardarmi in un determinato modo che trovavo solo.. strano.
 
“ma certo..” mi strinse fra le sue braccia.
 
“Alex!” disse svelto Luke. Mi girai avvicinandomi “ho una cosa per te” disse.
 
Lo guardai interrogativa. Da una tasca sfilò un oggetto rosso affusolato che passò fra le dita sottili e poi mi diede.
 
Le mani di Luke sembravano più quelle di un pianista che di un guerriero.
Un grande sorriso si mostrò sul mio volto e lui ricambiò. Mi aveva restituito lo stilo, segno della sua totale fiducia in me.
 
“forza, è il momento di andare” disse poi.
 
 
 
 
 
 
 
Robin’s Pov:
 
Ok, partendo dal presupposto che da quando l’ho visto, quel tipo non mi è piaciuto, ora avrei voluto solo ucciderlo.
 
L’attenzione di Alex era completamente sua, lo era sempre stata da quando era tornata.
Prima lo va a cercare nella foresta perché si era allontanato, il giorno dopo erano insieme mano nella mano, prima erano quasi sul punto di baciarsi, e adesso le stava anche imponendo di salire a cavallo per andare chissà dove a fare chissà cosa?
 
Quella non era l’Alex che conoscevo, la ragazza con la quale sono cresciuto non avrebbe mai permesso ad anima viva di poterle dire cosa fare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



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Mio spazioooooooo!!!!
Hola bellissime, cosa ne pensate? nel precedente capitolo ho dimenticato di lasciare un commento personale sotto, quindi..
Come vi sembra il capitolo? E come vi è sembrato quello prima, il 30?
In questo notiamo la caratteristica che Alex ha sempre amato in Luke, ovvero la capacità di farla sorridere nei suoi momenti oscuri o pensierosi.
Fino ad ora quale è stata la parte che vi ha colpiti di più?
A me piace quando Luke descrive il pomeriggio passato nella biblioteca con Alex mentre lei si perde nei suoi discorsi cercando di raccontare la trama di un libro che lui conosce alla perfezione, mi piace pensare il modo in cui la guarda sorridente e attento.
Ad ogni modo.. cosa accadrà? Avrete sicuramente notato la gelosia di Robin!
Lasciate una recensione per descrivermi cosa pensate di tutto questo!
Come sempre.. più saranno le recensioni, prima il continuo verrà pubblicato.. o almeno cercherò di postarlo il prima possibile..
Grazie
-Elisa :D
 

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


 
 
Alex’s Pov:
 
Una volta salita a cavallo affiancai Luke nella strada verso il castello di Adamas.
Ancora una volta ero in silenzio, ma non perché fossi arrabbiata o intristita, stavo solo contemplando la vista dei verdi colli che avevo solo guardato con superficialità le altre volte.
 
“pensi a qualcosa in particolare?” domandò Luke rompendo il silenzio.
 
“no.. mi guardavo solo intorno” risposi.
 
“vedrai che riusciremo a trovare un modo per distruggere Lilith” disse.
 
 Gli mostrai un mezzo sorriso.
 
La fine di Lilith avrebbe liberato le terre di Illium dalla paura e dalla morte, ma avrebbe anche provocato la sua, cosa alla quale faceva male pensare.
 
“già…” risposi.
 
 Notò lo sconforto nella mia voce.
 
“te lo prometto. Troveremo un modo..” continuò “e saremo tutti pronti a combattere contro i demoni della Terra di Asgaroth fino a distruggere Lilith alla Corte Seelie. Spero solo che combatterai meglio di come suoni il pianoforte Herondale” mi provocò.
 
“guarda che sono un’eccellente allieva” risposi.
 
“si certo, come no” disse.
 
“oh, ok.. allora dovrai continuare a darmi lezioni, non vedo altro modo”
 
“dovrai fissare un appuntamento, sai.. sono molto impegnato” apprezzavo il suo modo di volermi far ridere ogni volta che mi vedeva persa nei pensieri.
 
Ad un tratto il suo sorriso svanì.
 
Si guardò intorno guardingo.
 
“Luke.. cosa..?”
 
“Shh.. c’è qualcosa che non va” disse.
 
Improvvisamente una nube grigiastra davanti a noi fece alzare i cavalli sulle zampe posteriori.
Luke si coprì gli occhi con l’avambraccio.
 
Sentii una specie di risata provenire da quella nube che ci aveva sbarrato il passaggio verso Adamas.
 
La nube si avvicinava sempre di più a noi, mentre i nostri cavalli indietreggiavano spaventati.
Mi voltai verso Luke che mi rivolse uno sguardo che trasmise tutta la sua debolezza e la voglia di volermi incessantemente proteggere.
 
Era come se i suoi occhi fossero languidi, come se volesse darmi l’addio.
Mi sentivo impaurita, in preda al terrore, ma la guerra con Lilith non era finita, quindi perché mi stava guardando così come se sapesse a cosa stava andando incontro?
 
Gridai il suo nome pregandolo di avvicinarsi a me, ma il vento vorticoso prodotto dalla nube era troppo forte.
Improvvisamente vidi Luke venire sollevato in aria, quasi come se volasse, ma quella era sicuramente opera di qualcosa di demoniaco.
 
Notai nel suo viso la sofferenza. Gridai ancora il suo nome.
 
Poi venne scaraventato con violenza nel bel mezzo della nube, che si fece nera.
Presa dalla paura, gridai ancora il suo nome.
 
Scesi da cavallo e presi due spade angeliche, una per mano e mi addentrai nella nube.
Cercai di tenere gli occhi aperti nonostante il forte turbine da questa prodotto.
Sembrava di trovarsi all’interno di un tornado.
 
Armeggiai con forza e stretta salda entrambe le spade nelle mie mani che producevano un denso fuoco azzurro.
Era tutto buio, riuscivo a malapena a vedere dove fossero i miei piedi.
Poi lo vidi.
 
Era a terra che si contorceva dal dolore tenendo una mano insanguinata sul petto, poco sotto il cuore.
 
Corsi verso di lui, ma la nube non cessava e lui era lacerato dal dolore.
Tenendo le due spade salde in mano, allora, seguii il mio istinto.
 
Allargai le braccia e le richiusi velocemente facendo scontrare le lame infuocate delle spade, questo produsse intorno a noi un campo di energia che si espanse e poi esplose.
 
Alzai lo sguardo, la nube era finalmente scomparsa, ma le spade erano distrutte.
I lamenti di dolore di Luke si facevano sempre più forti.
Mi lanciai accanto a lui sul suolo.
 
“Luke!.. Luke!” gridai.
 
Lui spalancò gli occhi e li fece incontrare con i miei.
Notai in lui la preoccupazione e la paura.
Mi mise una mano sulla guancia e mi guardò ancora ansimando.
 
“Luke!” fu tutto quello che riuscii a dire.
 
La mia mano si andò a posare sulla sua mentre mi accarezzava il volto.
Il suo sguardo si stava spegnendo.
 
“No!..No, Luke, guardami, ti prego.. guardami” il mio sguardo si spostò sul suo petto, dal quale fuori usciva gran quantità di sangue.
 
Gli strappai la camicia bianca e notai che la ferita che aveva, quella dalla quale perdeva copiosamente sangue, aveva la forma di un vortice…
 
 
 
 
 



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 e dopo quattro giorni eccovi il continuo.. e molto corta ma non avevo modo di descrivere meglio gli avvenimenti e neanche il tempo..
Lasciate, al solito, una recensione con quello che pensate e mi impegnerò a postare prima il continuo
Grazie
-Elisa :D
 

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


 
 
“come sta?” chiesi preoccupata a Gemma quando uscì dalla tenda dove avevano portato Luke per curarlo.
 
“il battito è regolare ed è cosciente, il che è incoraggiante..” tirai un sospiro di sollievo “Alex mi spieghi cosa è successo esattamente?”
 
“te l’ho detto Gemma! È stato risucchiato da una nube, io mi ci sono addentrata, con fatica mi sono accasciata al suo corpo e ho fatto quella.. cosa con le spade” spiegai gesticolando.
 
“come sapevi che avrebbe funzionato?.. Unire le spade dico” domandò
 
“non lo sapevo!.. ero presa dalla paura e ho sbattuto le lame tra loro, è stato istintivo, non sapevo cosa avrebbero provocato.. ma dopotutto a noi cacciatori sin da piccoli insegnano a fidarci dell’istinto, quindi è stata una cosa normale no?” Gemma non rispondeva “dico bene?” dissi.
 
“Alex, quel guerriero non ti protegge senza motivo!.. abbiamo sempre saputo che avevi delle capacità, e le stai ancora scoprendo!”
 
“lui non è un guerriero, mi ha detto tutto…” abbassai lo sguardo pensando a quello che Gemma aveva appena detto, ma quali capacità? Era stata una cosa istintiva, tutto qui.
 
“oh.. comunque non hai fatto bene a tornare qui, il castello è un posto più che sicuro per te”
 
“non potevo pensare a me, stava perdendo molto sangue.. visto che eravamo ancora molto distanti da Adamas, sono tornata qui” giustificai.
 
“rischiare la tua incolumità per uno che preferisce la tua vita alla sua?”
 
“si..glielo devo” risposi abbassando lo sguardo.
 
“Alex.. tu lo ami?” domandò con espressione meravigliata.
 
“ma che fai? Non urlare..” mi guardai attorno.
 
“rispondi..!” mi ordinò
 
“e anche se fosse?!” risposi dopo un po con la solita scontrosità che mi aveva sempre caratterizzata.
 
Lei mi abbracciò “ma lui ti ha detto che il vostro amore..?”
 
“si… ma come fai a sapere che lui ricambia?” domandai
 
“prima, nella tenda, quando gli stavo fasciando le ferite, non faceva altro che dire il tuo nome”
 
“posso andare a parlargli?” domandai.
 
“si, certo…” rispose.
 
Mi diressi verso la tenda dove sapevo che avevano fatto sdraiare Luke.
Sentii il mio cuore accelerare.
 
Spostai il telo che impediva la visuale e lo vidi lì, sdraiato su una branda, mentre il suo petto fasciato si alzava e abbassava prendendo grandi respiri.
Mi sentii sollevata.
 
Rimasi lì a guardarlo fino a quando non alzò il capo nella mia direzione, illuminandomi con gli occhi chiari.
 
“Alex!” disse. “vieni qui” mi avvicinai come aveva detto.
 
“Luke!” presi uno sgabello e mi sedetti accanto a lui.
 
“come stai? Sei ferita?” domandò preoccupato.
 
“no, io sto bene, sei tu quello che stava rischiando di morire” dissi.
 
“siamo di nuovo a Erenking vero?” io annuii “non saresti dovuta venire qui, avresti dovuto proseguire verso il castello, saresti stata al sicuro” cercò di alzarsi per avvicinarsi a me, ma in quel momento digrignò i denti per il dolore che la ferita gli procurava.
 
“vedi?! È per questo che ti ho portato qui! Saresti morto durante il lungo tragitto fino ad Adamas, e poi Gemma ha grandi conoscenze di erbe curative”
 
“rischi la tua vita per salvare la mia, pur sapendo che la mia morte sarà inevitabile” disse.
 
“non mi importa, ho bisogno di te” dissi, guardò altrove.
 
“Luke, non ho mai creduto di avere qualcosa in più rispetto agli altri cacciatori, si, ero la più abile, ma ogni popolo ha i guerrieri migliori e quelli peggiori.. da quando sei entrato a far parte della mia vita, ho scoperto cose che non avrei neanche sognato prima”
 
“intendi quello scudo di forza che hai creato per proteggermi?” domandò e io annuii “l’avresti scoperto comunque” concluse.
 
“invece no, non ho mai sentito con nessun altro il legame che sento con te.. se fossi stata qualcun altro.. probabilmente sarebbe morto”
 
“Alex, la tua vita con me sarebbe breve e piena di dolore, lo sai” disse.
 
“non mi importa, ho perso la mia famiglia, peggio di così non posso stare, e non voglio perdere anche te, Luke!”
 
“ma accadrà..”
 
“giuro che ti seguirò ovunque, anche dopo la morte..” tornò a guardarmi.
 
Non mi ero resa conto che stavo piangendo fino a quando non allungò una mano per asciugarmi il viso.
 
Il suo mezzo sorriso dolce tornò a prendere possesso di quel meraviglioso volto mostrandomi una fossetta.
 
Si alzò sulle braccia e si mise a sedere sul letto poggiandosi allo schienale, si spostò da un lato facendomi cenno di mettermi accanto a lui.
 
Gli sorrisi e feci come aveva detto.
 
Prese la mia mano incrociando le dita nella sua e poggiai la testa sulla sua spalla mentre lui mi guardava.
 
“voglio passare con te tutto il tempo che Dio ha ancora da offrirmi su questa terra” disse accarezzandomi le nocche della mano.
 
Mi lasciò un lungo bacio sulla fronte, proprio come faceva Will per tranquillizzarmi.
Lo vidi addormentarsi così, mentre poggiava la testa sulla mia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 


________________________________________________________________________________
Ciaooo! Allora, altro capitolo.
Alex ha riportato Luke ad Erenking perché venisse curato.
Cosa pensate di questo capitolo? Corto anche questo.. lo so, ma il prof di filosofia rompe e vorrei strozzarlo.. gnomo di merda.
Ad ogni modo, lasciate una recensione, è sempre bello sapere cose ne pensate e come credete che la storia possa continuare
Ps siamo più che a metà del racconto..
Grazie
-Elisa :D
 

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


 
 
Luke’s Pov:
 
Stavo camminando tra le mura buie di un antico casato, un casato nobile considerando i grandi spazi.
Alex mi affiancava e io le stavo davanti con la spada sguainata pronto a proteggerla da qualsiasi tipo di pericolo che avrebbe potuto attaccarla.
 
Avanzavamo a passo veloce ma silenzioso, a giudicare dai rumori al di fuori del castello e dalle fiamme sempre più alte, la guerra non era ancora terminata.
 
“Luke! Fa attenzione!” mi disse Alex toccandomi una spalla.
 
Continuammo ad avanzare.
 
Percorrevamo un’alta torre buia, ma guardando fuori dalle mura, sembrava di essere fermi sempre nello stesso punto.
 
Un’immagine passò davanti ai miei occhi, quasi mi accecò, ma non mi lamentai, Alex invece gridò come se quel simbolo l’avesse trafitta al petto come un pugnale.
 
“Lucas.. Lucas!” sentii chiamarmi in lontananza da una voce sottile, ammaliatrice.
 
“no, Luke non ascoltarla!” gridò Alex, ma io non mi girai per guardarla, anzi, il mio volto si girava in ogni direzione pur di trovare la fonte dalla quale veniva rilasciato il mio nome in modo magico.
 
“Lucas.. Lucas.. vieni da me Lucas” continuai a salire le scale.
 
“No Luke! NO!” disse Alex a gran voce, poi emise un grido di dolore, ma quando mi voltai per vedere perché l’avesse fatto.. lei era sparita.
 
Continuai a salire le scale fino a quando finalmente non arrivai in una grande stanza.
 
Alla fine della stanza c’era una donna dai capelli lunghi e bianchi, un viso giovane che teneva prigioniera fra le sue braccia Alex con un pugnale puntato alla gola.
 
“vieni Lucas, vieni da me!” mi incoraggiò la donna.
 
“Luke, no ti prego” disse Alex spaventata guardandomi.
 
Il simbolo che prima l’aveva accecata si ripresentò davanti ai nostri occhi e Alex gridò ancora dal dolore.
 
“Lucas, tieni” mi lanciò Alex fra le braccia, io la tenevo stretta guardandola negli occhi “sai cosa fare” continuò la donna.
 
Avevo un pugnale fra le mani e un mezzo sorriso diabolico in faccia.
 
“Luke, ti prego ..No!.. io ho bisogno di te” disse impaurita con gli occhi lucidi.
 
“Fallo! Fallo Lucas!” ordinò la donna.
 
“non ti farei mai del male Alex, mai..” le sussurrai.
 
 Affondai il pugnale nel petto di Alex che cadde atterra.. morta.
 
Aprii gli occhi, ansimavo.. era un sogno, anzi.. un incubo.
Mi voltai e vidi che accanto a me c’era Alex che dormiva beatamente.
 
Feci un respiro profondo per cercare di calmarmi.
 
Avevo già visto il simbolo che mi era apparso in sogno.. tolsi velocemente le bende, le srotolai dal mio corpo e non facevo altro che pregare di sbagliarmi.
 
Era quello, quello che sembrava un graffio dal quale perdevo sangue.. era purtroppo lo stesso presente nel mio sogno.
 
“L-Luke..?! sei già sveglio?” rispose Alex assonnata “hai tolto le bende? Perché?” domandò.
 
“non c’è più sangue..” sforzai un sorriso.
 
“oh guarda, ti ha lasciato una piccola cicatrice, ma non fa niente, è carina” disse.
 
“già…”
 
 
 
 
 
 
 
 
Alex’s Pov:
 
Credeva che fossi stupida forse? Lo vedevo che era preoccupato, si era svegliato con l’affanno e in più la sua fronte era sudata.. mi chiedevo solo come mai non volesse raccontarmi il perché del suo stare così.
 
Passò una settimana circa da quel giorno.
 
A volte sembrava che Luke avesse il timore anche solo di toccarmi, mi sfiorava delicatamente, come se potessi cadere in mille pezzi da un momento all’altro come un cristallo.
 
Le altre sere gli dissi che preferivo stare seduta sullo sgabellino accanto alla sua branda, per guardarlo.
In realtà volevo solo vedere come reagiva agli incubi che lo perseguitavano ogni notte.
Da quel giorno, nella nube, non faceva altro che svegliarsi nel cuore della notte a causa dei brutti sogni nella sua mente.
 
Ma il restare tutta la notte a guardarlo da quel minuscolo sgabello mi aveva portato a niente.
Nulla di sovrannaturale come credevo, sembravano normali incubi.
La mattina, prima che Luke potesse alzarsi, decisi di uscire fuori dalla tenda per bere qualcosa.
 
Mi diressi verso la scorta di acqua che i cacciatori avevano preparato.
 
“Alex? Posso parlarti?” domandò Robin
 
 
 
 
 
 
 






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Ciao belle, cosa ne pensate di questo capitolo?
Purtroppo non so quando pubblicare il prossimo visto che lo studio mi sta prendendo molto tempo, ultimamente.
Comunque cercherò di pubblicarlo appena avrò tempo.
Come al solito tutto dipenderà anche dalle recensioni, più ce ne saranno, prima continuerò
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


 
 
“Robin..” dissi girandomi “ciao”
 
“devo sapere cosa ti ha fatto” disse.
 
“come..? aspetta di cosa stai parlando?” domandai perplessa.
 
“di quel.. Luke Hemmings!” gesticolò esprimendo il suo disprezzo per quel nome.
 
“cosa centra Luke?” dissi sulla difensiva.
 
“deve averti fatto qualcosa, ne sono convinto”
 
“ok, sei impazzito..” dissi cercando di allontanarmi.
 
“Alex aspetta!” disse bloccandomi afferrandomi il braccio.
 
“lasciami!”
 
“visto? È di questo che parlavo. Tu non hai mai eseguito gli ordini quando ti venivano imposti, ma da lui ti fai comandare a bacchetta” disse.
 
“sarà meglio che lasci il mio braccio e la smetti.. ora” suggerii furiosa.
 
“provi qualcosa per lui non è vero?” continuò tenendo tesa la mascella.
 
“cosa ti importa?” domandai scontrosa.
 
“io so la verità, so che mi hai lasciato solo quella sera per passare la notte con lui, l’ho visto dal suo sguardo, dal modo in cui ti stringeva e da come lo guardavi..” abbassai lo sguardo senza rispondere.
 
“quindi è così! Si, ma certo.. tu lo ami” rise, sarcasticamente, è ovvio.
 
“problemi?” domandai altezzosa.
 
“oh no, certo che no.. figurati” fece per andarsene “anzi.. si, si questa cosa mi crea problemi, molti problemi” disse tornando furioso da me.
 
“perché?” risposi esausta.
 
“eri sparita Alex, lo vuoi capire che eravamo molto preoccupati, io ero molto preoccupato” sbottò.
 
“nessuno ti ha chiesto di preoccuparti per me”
 
“Ma lo capisci che ti ha tenuta segregata?”
 
“lo ha fatto per proteggermi Robin!”
 
“oh si certo.. ovviamente”
 
“tu non lo conosci” dissi mantenendomi sulla difensiva.
 
“credevo di conoscere te.. credevo che tra noi ci fosse qualcosa!” disse
 
“ti ho detto mille volte che ti vedevo solo come un fratello, e non voglio litigare per una cosa simile” dissi liquidandolo.
 
“una sola domanda…” mi voltai “cosa ha lui di speciale?”
 
“.. la sua anima” risposi. Robin scosse la testa, e scomparve nel bosco.
 
“aspetta .. Robin!” ma era tardi.. perfetto, avevo perso anche un amico, che era quanto di più simile a un fratello mi fosse rimasto.
 
Mi misi una mano in faccia e chiusi gli occhi per cercare di mantenere la calma.
Sentii un ringhio..
Quando li riaprii trovai davanti a me un grosso lupo, aveva il pelo nero e gli occhi scuri, sembrava brillassero.
 
Non avevo armi per difendermi quindi lentamente indietreggiai, poi.. un flashback ‘Will che dopo avermi posata atterra verso la foresta, faceva ritorno ad Erenking ridotta a ferro e fiamme, poi.. un grosso lupo nero, come quello che avevo davanti, gli tese un’imboscata, uccidendolo’.
 
La rabbia salì nelle mie vene.
 
“hai avuto mio fratello, ma non avrai me..” sussurrai e mi misi a correre il più veloce possibile verso le lontane colline che separavano i confini di Erenking da quelli di Adamas.
 
Sentivo le grosse falcate del lupo dietro di me alternate dal suo respiro pesante.
 
Ormai ero lontana dalla foresta, ma continuavo a correre veloce nella speranza che l’animale si stancasse andando via.
 
Due grossi massi mi sbarrarono la strada, avrei potuto scavalcarli ma il tempo non era sufficiente.
 
Mi girai verso il lupo che avanzava lentamente dal momento che mi aveva chiusa in un vicolo cieco, non avevo via di uscita.
 
L’animale ringhiava e il mio cuore batteva all’impazzata.
Indietreggiai il più possibile, non avevo mai avuto così tanta paura in vita mia.
Feci ancora qualche passo fino a quando avvertii la presenza della grande roccia dietro di me.
 
Il mio sguardo incontrò quello del lupo.
 
Ringhiò e mi fu addosso, continuava a emettere versi spaventosi e io tenevo entrambe le braccia davanti al viso.
 
Ma il lupo non osò sfiorarmi, al contrario indietreggiò, producendo suoni sempre più pacati.
Mi alzai dal terreno e mi sedetti con la forza delle braccia tremanti.
 
Essendo ancora seduta a terra cercai di indietreggiare fino a quando, sta volta, fra la mia schiena e la grossa roccia, non ci fu distanza.
 
Il lupo si stava contorcendo su se stesso provocando piccoli versi di dolore.
Io lo guardavo ansimando e tremando.
 
La bestia si alzò sulle zampe posteriori fino a che non raggiunse fattezze umane.
 
Poi il lungo muso si restrinse fino a formare un naso e la bocca.. ero rimasta a bocca aperta.. non sapevo cosa fare adesso.
 
Il lupo mannaro, da bestia era diventato un umano, ma non un umano qualunque.
 
“Alex..!” pronunciò dolcemente
 
“..W-Will?!”  
 
 
 
 
 
 
 
 
 



______________________________________________________________________________
Sono riuscita a pubblicarvi questo capitolo. Cosa ne pensate?
Non sono sicura di riuscire ad aggiornare nel fine settimana, ma vorrei comunque leggere le vostre opinioni in una recensione.
Grazie
-Elisa :D
 

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


 
 
“Alex..” ripetè contento per averlo riconosciuto.
 
 Mi alzai da terra e corsi fra le sue braccia spalancate. Mi accarezzò i capelli lentamente.
 
“Will ma cosa ti è successo?” dissi preoccupata fra le sue braccia.
 
“sono un lupo mannaro, Alex” rispose.
 
“credevo fossi morto”
 
“quella notte, il lupo mi saltò addosso non senza motivo”
 
“cosa vuol dire?” lo guardai negli occhi.
 
“mi trasformò, ma non fu un caso. Venni ritrovato il giorno dopo, nudo e sporco di sangue, un umano si abbassò per potermi tirare per il braccio mettendomi in piedi.
Quell’uomo era il lupo che mi aveva morso.
Mi portò a Brooklyn, nel mondo umano, mi presentò al suo clan, e disse che avrei dovuto guidarli verso la sconfitta di Lilith ad Asgaroth.”
 
“perché proprio te?” domandai.
 
“perché in me c’era sangue di cacciatore, ero il più forte.
Pensa solo ad immaginare il sangue forte del lupo mannaro, mischiato alla potenza dei cacciatori.
 E poi conosco bene questi territori, loro no.
Mi hanno proclamato maschio alfa, e ora sono a capo di quel clan.. e degli altri” rispose.
 
Non dissi nulla, mi limitai a guardarlo.
 
“hai paura di me per caso?” disse sconfortato.
 
“no, no.. al contrario” dissi accarezzandogli il volto “tu sei salvo, sei qui.. non potrei desiderare di meglio”.
 
“non dovresti essere qui Alex! Luke dovrebbe..!”
 
“aspetta, come fai a sapere di Luke?”
 
“quel lupo all’istituto ero io, e ho ucciso quel demone perché ti ho vista in pericolo, poi quel ragazzo si è messo davanti a te per proteggerti, ma io credevo che volesse solo farti del male.
Poi ho chiesto informazioni su di lui agli altri clan.. lui è un paladino, quindi è ovvio il perché volermi uccidere …per proteggerti” disse.
 
“si, mi ha portata in un castello invisibile ai confini di Adamas e siamo stati li per un po, poi siamo andati all’istituto, come hai visto.
Per il ritorno però ci ha colpiti una nube e…”cominciai a raccontargli quello che avevo passato.
 
“hai finalmente scoperto i tuoi poteri grazie a lui.. innamorandotene” disse.
 
“si.. ma non so niente di nostro padre, l’ultima volta che l’ho visto era stato scaraventato a terra da una, donna mi sembra, forse un demone, non so”
 
“Lilith” disse
 
“Lilith? Ma come ha fatto ad entrare nell’istituto? È terra consacrata”
 
“non se qualcuno dall’interno ti fa entrare”
 
“stai incolpando nostro padre?” domandai
 
“Alex, prima che la città fu invasa dai demoni, ti portai fuori dall’istituto e andammo nel mondo umano per combattere i demoni. Lo ricordi?” annuii “bene, non ho aperto un portale nell’istituto perché nostro padre mi aveva detto di uscire di lì, di abbandonare quel luogo”
 
“Will, le cose che stai dicendo sono molto gravi” gli dissi
 
“ma sono vere. Quando, da lupo mannaro, ho fatto ritorno all’istituto ho visto delle piccole rune di blocco sulla parete dove noi eravamo abituati ad aprire il portale.. ecco perché quella sera non riuscivamo a tornare lì e siamo andati nella foresta”
 
“questo spiega tutto Will, ma pensi che nostro padre sia un traditore?”
 
“non lo so… so solo che non voleva che tornassimo” il mio sguardo si sperse altrove, come ormai era abituato a fare.
 
“vieni, andiamo dagli altri” suggerii
 
“è quasi buio.. preferisco un altro metodo” mi fece segno di allontanarmi mentre il suo corpo diventava come incandescente.
 
Si ripiegò su di se e degli artigli sostituirono le sue unghie allungandosi e diventando sempre più scure.
Il dolce viso mutò in un muso canino.
Restavo lì a guardarlo, ancora sbalordita.
 
Una volta che assunse le sembianze di un lupo notai che si avvicinò a me spostando la mia mano sulla sua nuca con un movimento della testa.
 
“scusa.. è che devo ancora farci l’abitudine” gli dissi accarezzando il morbido e folto pelo.
 
Si girò e, voltando la testa all’indietro, capii che avrebbe voluto che io salissi sulla sua groppa.
Mi avvicinai e così feci, stringendomi a lui.
 
Cominciò a correre.
 
Era velocissimo, mi sorpresi che prima mentre scappavo da lui non mi avesse raggiunta.. ma forse lo aveva fatto apposta.
 
Non alzai mai la testa, ero completamente abbracciata a lui.
 
Una volta che arrivammo nella foresta dove si erano riuniti i cacciatori, riprese le sembianze umane  e mi aggrappai al suo braccio continuando a percorrere la via che portava all’accampamento.
 
“Gemma! Gemma!” urlai.
 
 Poi lei ci vide e ci corse incontro.
 
Non appena vide Will corse da lui abbracciandolo.
 
“fratello mio” disse.
 
 Gemma era stata cresciuta con noi sin dalla tenera età quindi, anche se non di sangue, eravamo una famiglia, l’unica che avessi mai avuto.
 
“credevo fossi morto, cosa è successo?” domandò
 
“lunga storia” rispose lui.
 
“Alex… devo dirti una cosa” continuò Gemma “è ufficialmente scoppiata la guerra. I vampiri di Lilith hanno sconfinato nelle terre di Adamas catturando i ribelli della resistenza.. Ashton era con loro!” disse preoccupata.
 
“chi è Ashton?” domandò Will.
 
“il ragazzo di cui è innamorata” risposi veloce “e quindi? Cosa possiamo fare? Luke non può muoversi da qui.. necessita ancora di cure!” risposi.
 
“Alex..” mi guardò dispiaciuta.
 
“che succede? Gemma mi stai facendo preoccupare”
 
“Luke…” disse mettendomi una mano sulla spalla.
 
“Luke .. cosa?” dissi quasi gridando in preda al nervosismo.
 
Staccai la mano che aveva messo sulla mia spalla e cominciai a correre verso la tenda dove lo avevo lasciato.
 
“Alex!” gridò Will.
 
Ma io non lo ascoltai, sentivo solo il rumore dei miei passi veloci e il battito accelerato del mio cuore.
 
Entrai nella tenda spostando il telo che faceva da divisorio… lui non c’era.
 
“Alex!” disse Gemma appena mi raggiunse “stavo cercando di dirtelo”
 
“dov’è Luke?” domandai respirando affannosamente.
 
“non lo sappiamo, nessuno l’ha visto..non ci sono neanche impronte” disse Gemma.
 
Uscii dalla tenda guardandomi intorno.. dove poteva essere andato?!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

_________________________________________________________________________
Ciao belle, cosa pensate del capitolo?
Colpo di scena per Alex, Will è stato ritrovato ma Luke è scomparso.
Ok, di solito non pubblico mai il fine settimana, ma non vedevo l’ora di postare questa parte…
Che fine può aver fatto? Dove sarà andato? Sarà semplicemente scomparso nel nulla?
Fatemelo sapere in una recensione, anche di poche parole.
È sempre bello avere un’opinione esterna e ogni volta che recensite è sempre divertente leggere il vostro punto di vista. Più recensioni ci saranno, prima posterò il seguito.
Grazie
-Elisa :D
 

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


 
 
Erano passati due giorni dalla scomparsa di Luke, alcuni dicevano di averlo visto andare via e altri che non fosse mai uscito di lì.
 
“non possiamo restare con le mani in mano, dobbiamo fare qualcosa” disse Gemma
 
“si ma cosa?” domandò un cacciatore.
 
“attaccare Asgaroth! Voglio dire.. non sappiamo che fine abbiano fatto i ribelli che hanno catturato, forse possiamo liberarli” disse fiduciosa.
 
“si, ma attaccarli con cosa? Non abbiamo armi a sufficienza” disse il cacciatore.
 
“e poi non conosciamo Asgaroth e la Corte Seelie, saremmo svantaggiati” disse una cacciatrice di nome Tauriel, era stata lei la mia istruttrice quando ero piccola, la vedevo come una madre.
 
“si, ma Gemma ha ragione, non possiamo restare nascosti come topi mentre la gente continua a morire per mano loro” rispose un giovane cacciatore.
 
Io ero di spalle a loro, appoggiata ad un albero, guardando il terreno.
Il mio sguardo era fiero, distaccato, duro, ma dentro di me regnava il caos.
Se c’era una cosa che odiavo, come ho già detto, era fare sfoggio di quello che sentivo.
 
Aspettavo, impazientemente, il ritorno di Will da Brooklyn, era andato là per trovare informazioni riguardo alla fortezza di Asgaroth.
 
“Alex, tu cosa pensi?” domandò Tauriel.
 
 Io non mi voltai.
 
“non so più cosa pensare Tauriel, io proporrei di attaccare, ma gli altri hanno ragione, non conosciamo quelle terre e in più non abbiamo armi sufficienti” dissi.
 
In quel momento accanto a me si aprì un vortice blu dal quale uscì Will.
Una volta uscito dal portale però, questo non si chiuse, anzi.. restò aperto alle sue spalle.
 
“Will! Porti notizie da Brooklyn?” domandò Tauriel.
 
“si Tauriel” rispose “ ho saputo che ci sono eccellenti guerrieri che hanno scoperto che i ribelli delle loro terre sono stati presi e rinchiusi ad Asgaroth, e vogliono andare a liberarli.. tra poco saranno qui per sapere se qualcuno di voi li seguirà” concluse.
 
“quindi Ashton è vivo.. lo tengono rinchiuso” tirò un sospiro.
 
“i guerrieri arriveranno qui? E fra quanto?” domandò Tauriel.
 
Da lontano si sentiva il rumore di zoccoli farsi sempre più vicino.
 
“adesso direi” rispose Will.
 
Mi venne vicino sussurrando.
 
“hai saputo nulla di Luke?” feci segno di ‘no’ con il capo.
 
“cacciatori” urlò uno dei guerrieri giunti a cavallo.
 
“fate i vostri nomi” disse un cacciatore.
 
“io sono il re dei guerrieri di Adamas, Michael Clifford, e lui è il capo dei miei scudieri, Calum. Questi sono i nostri guerrieri” disse con un movimento del braccio verso coloro che li seguivano a cavallo.
 
“siamo qui per chiedere la vostra unione alla una sanguinosa guerra verso Asgaroth” disse.
 
Inizialmente i cacciatori si guardarono come se non lo capissero, poi gran parte degli adulti che ne facevano parte si avvicinarono a lui giurandogli fedeltà in battaglia.
Gemma stava per raggiungerli.
 
“ma dove vai? Sei impazzita?” dissi bloccandola.
 
“ho altra scelta forse?” domandò sconfortata.
 
“si, restare e aiutare noi” dissi.
 
“Alex, lui è lì! È vivo!” rispose
 
“Alex ha ragione, Gemma! Devi restare, ci andrò io, siamo noi i cacciatori più esperti e abbiamo l’obbligo di unirci alla guerra” disse Tauriel.
 
Gemma ci rimase male, era davvero motivata a voler partire.
Io e Tauriel ci rivolgemmo uno sguardo complice, triste, come solo una persona che ti conosce da una vita sa guardarti.
 
Ma in cuor mio sapevo che quello non sarebbe stato un addio.
 
“ma come faremo ad espugnare Asgaroth?” disse un cacciatore.
 
“ho pensato a questo!” Disse Will.
 
Dal portale spuntò un grosso uomo che teneva una mano, dalle unghie canine e pelose, sulla spalla di un ragazzino dalla pelle pallida che cercava di dimenarsi dalla stretta presa dell’uomo che, evidentemente non aveva ancora  terminato la trasformazione.
 
“vampiro” disse il ragazzo dai capelli scuri che mi sembrava si chiamasse.. Calum?!
 
“quanti anni hai?” gridò l’uomo in mutazione che lo teneva stretto “rispondi vampiro!”
 
“ho 15 anni” rispose con voce sottile il ragazzo.
 
“non può aiutarci, si vede che è stato trasformato da poco, probabilmente non è mai stato ad Asgaroth” disse Michael il guerriero.
 
Poi si voltarono e partirono verso la città dei vampiri con gran parte dei cacciatori più esperti.
Eravamo davvero rimasti in pochi: io, Robin, Gemma, contro la sua volontà, Will e una decina di cacciatori maggiorenni ma pur sempre troppo giovani.
 
“bhe, allora tu mi sembri inutile” disse l’uomo che aveva ancora in ragazzo vampiro fra le mani.
 
Alzò una spada per ucciderlo e il ragazzo si coprì il volto con le mani impaurito.
 
“NO!” gridai posizionandomi davanti a lui.
 
“spostati ragazzina, lui è pericoloso, va eliminato” rispose
 
“non parlare così a mia sorella” disse Will, e l’uomo si ammutolì “Alex, che intenzioni hai?”
 
“non uccidetelo, mi prenderò io cura di lui.. starà nella mia tenda” affermai.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
__________________________________________________________________
Ma guardate chi sono spuntati fuori! Michael e Calum! <3
Ad ogni modo, cosa ne pensate del capitolo? Io non faccio altro che immaginare Mickey e Cal con l’armatura da cavalieri ahaha
Luke è ancora sparito. Cosa accadrà? Cosa faranno tutti?
Lasciate una recensione per esprimere cosa pensate.
Più recensioni ci saranno, prima il continuo verrà pubblicato
Grazie
-Eliasa:D
 

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


 
 
Era passata tutta un’intera giornata e il ragazzo non aveva ancora mangiato nulla, si vedeva che era molto affamato.
 
“tieni” dissi dolcemente porgendogli la carcassa di un coniglio che avevo catturato.
 
Il ragazzo mi guardò, ma non toccò l’animale.
 
“io voglio solo aiutarti” gli dissi “di me ti puoi fidare”
 
“chi siete?” domandò
 
“mi chiamo Alex Herondale, e tu?”
 
“John Foster” disse esitante “sei un essere sovrannaturale?” domandò
 
“sono una cacciatrice di demoni” gli dissi.
 
 Il ragazzo era seduto per terra con le spalle alla parete, così mi piegai sulle ginocchia per stare davanti a lui.
 
“io sono un vampiro, sono un demone.. perché non hai lasciato che mi uccidessero?”
 
“perché sei un mondano, non è vero?” il ragazzo annuì “quanti anni hai? E quando sei stato morso?” domandai.
 
“ho 15 anni, e mi trasformarono quattro mesi fa, a New York… voi quanti anni avete?”
 
“io ho 17 anni” dissi
 
“e quando vi hanno trasformata?”
 
“i cacciatori nascono tali, non si possono trasformare” gli dissi, la mia voce e il mio atteggiamento erano stranamente dolci. “forza, devi mangiare”
 
Questa volta afferrò il coniglio e ne bevve il sangue. Poi tornò a fissarmi.
 
“quindi.. mi avete salvato solo perché sono..ero.. un mondano?” domandò
 
“no.. perché so cosa vuol dire vivere lontani da quella che si credeva la realtà… la mia vita era perfetta, poi i demoni di Lilith hanno devastato la mia città, mio fratello è un lupo mannaro, mio padre ha tradito i cacciatori e il ragazzo che amo è sparito”
 
“io credevo che Lilith fosse il bene, lei protegge quelli come noi”
 
“mi dispiace dirtelo John, ma lei vi usa, mira solo al potere”
 
“no, non è vero”
 
“ognuno è libero di credere a ciò che vuole!” dissi alzando le mani, in segno di arresa.
 
Lo sguardo del ragazzo si abbassò, segno che stava riflettendo.
 
“va tutto bene John?” domandai
 
“dicono anche che i cacciatori di demoni sono spietati e cattivi, ma tu non lo sei”
 
“..lo prendo come un complimento” dissi sorridendo.
 
“eppure.. mmh, ho già sentito il tuo nome ma non..ah si ecco, sentivo i vampiri parlare di una certa Alexandra Herondale. Sei tu, vero”
 
“si… cosa dicevano?”
 
“dicevano che avevi dei poteri straordinari, fuori dal comune… quali sono?”
 
“sinceramente non lo so neanche io, sono sempre stata la più forte cacciatrice di tutta Erenking, e sembra che tutti sapessero che c’era qualcosa di potente in me, tranne me”
 
Il ragazzo mi guardò silenzioso per un po.
 
“state aspettando il momento giusto per uccidermi?” domandò impaurito.
 
“ma cosa dici? Certo che no, John” dissi cercando di tranquillizzarlo con una mano sul suo braccio.
 
“voi siete diversa…dagli altri, intendo” disse quasi vergognandosi di guardarmi negli occhi
 
“grazie..”
 
“non dicevo diversa in quel senso.. dicevo diversa.. diversa”
 
“non credo di aver capito”
 
“appena vi ho vista.. non credevo neanche che foste umana” rispose
 
“si, mi hai chiesto se fossi un ‘essere sovrannaturale’.. conosci solo demoni a quanto vedo”
 
“no, non credevo che foste un demone.. credevo che foste un angelo
 
“non darmi del ‘voi’, chiamami Alex.. e poi perché credevi fossi un angelo?” domandai.
 
“perché voi.. tu, mi hai salvato.. mi hai dato da mangiare, stai parlando con me.. e poi sei davvero molto bella.. sembravi un angelo” sorrisi imbarazzata del complimento e il ragazzo arrossì.
 
“ti ringrazio, ma non lo sono.. e poi non avrei mai lasciato che ti facessero del male, di me puoi fidarti” ripetei.
 
“c-credo di si.. ma se i vampiri mi scoprissero qui con te?”
 
“non lascerò che qualcuno ti faccia male John.. mai!” istintivamente il ragazzo mi abbracciò.
 
Era freddo ma forte, sentivo il suo petto vuoto accanto al mio, un corpo senza battito cardiaco.
______________________________________
 
 
 
 
 
 
 
 
Dal giorno della partenza dei cacciatori e i guerrieri verso Asgaroth erano passati tre giorni, il ragazzo vampiro aveva imparato a fidarsi di me.
 
“Alex!” chiamò Robin.
 
“che vuoi?” risposi.
 
“per quanto tempo pensi di tenere qual succhia sangue qui? Siamo tutti in pericolo” disse freddo.
 
“mettiti l’animo in pace Robin, lui non se ne andrà”
 
“perché? Ti sei innamorata anche di lui?” la rabbia salì dentro di me, avrei voluto sfilare il coltello e…
 
“lasciala stare. Allontanati da lei” disse Will piombando fra di noi minacciandolo dopo averlo preso per la camicia.
 
Robin si allontanò rivolgendoci un’occhiataccia.
 
“Will, potevo cavarmela da sola” risposi
 
“so che avresti potuto, per questo sono intervenuto” indicò l’impugnatura del coltello che tenevo stretta.
 
Subito la lasciai.
 
Cercai di andarmene, ma mi bloccò per il braccio…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



 _____________________________________________________________
Grazie per le recensioni, come al solito, dolcissime e divertenti.
Come vi sembra quest’altro capitolo?
Cosa accadrà? Cosa farà Alex? E gli altri? Cosa sarà mai capitato a Luke?
Scrivete tutti i vostri pensieri e opinioni in una recensione, più ce ne saranno, prima arriverà il continuo <3
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


 
 
“calmati..voglio solo sapere che intenzioni hai? Tutto qui” disse mio fratello.
 
“si scusa, me la prendo ingiustamente con te”
 
“fa niente.. allora? Perché stai chiusa lì con quel ragazzo?” domandò
 
“ha bisogno di qualcuno, ha solo 15 anni”
 
“.. tutto qui?” domandò sorpreso “credevo avessi un piano, sai.. lui si fida di te”
 
“appunto perché si fida di me non lo userei mai.. ma cosa avete tutti? Solo perché appartiene ad un’altra specie credete che vada sfruttato?” domandai scontrosa.
 
“hei calma, ho solo chiesto… e poi sono preoccupato. I nostri sono partiti due giorni fa contro Lilith, e non sono tornati.. sappiamo entrambi la fine che hanno fatto”
 
“Will, sono preoccupata anche io.. tutto quello che avevo, l’ho perso: la mia città, mio padre, il mio amico, Tauriel e Luke!”
 
“credevo che il vampiro..”
 
“si chiama John, non vampiro.. John. E John ha del buono in se, lo percepisco. Lo leggo nei suoi occhi”
 
Will mi guardò in silenzio.
 
“io sto dalla sua, Will” disse, con mia grande sorpresa, Blackwell.
 
Il mio sguardo andò su tutti i presenti che avevano ascoltato le mie parole, e poi tornai nella tenda.
 
“davvero credi che ci sia del buono in me, Alex?” domandò John quando mi vide entrare.
 
“ma certo che lo credo.. perché so che è così!”
 
“nessuno mi trattava più come un umano da tanto”
 
Mi guardò colpevole.
 
“i guerrieri che avete mandato, sono per la maggior parte, morti e alcuni sono stati imprigionati” gli occhi del ragazzo si fecero bianchi come se stesse vedendo ciò che raccontava “molti vampiri sono morti, ma le difese sono comunque forti.. demoni di angeli caduti, come armi usati..” disse.
 
“John.. ma cosa ti è successo?” domandai
 
“ho spesso delle visioni.. volevo dirtelo”
 
“che vuoi dire con ‘demoni di angeli caduti’? cosa significa?” domandai impaurita.
 
“io.. io non lo so” disse “e poi ho mentito.. sono stato ad Asgaroth, più volte.. conosco perfettamente la Corte Seelie” lo guardavo ad occhi aperti.
 
“perché non l’hai detto prima?”
 
“avevo paura!” rispose.
 
“allora cosa spettiamo ad andarli a salvare?” intervenne Gemma.
 
“non ci credo! Hai origliato?” domandai scocciata.
 
“accidentalmente per caso” mi corresse “partiremo subito” disse inseguito.
 
“cosa? Non siamo attrezzati abbastanza! Non abbiamo armi a sufficienza”dissi.
 
“.. ora si” disse Blackwell dissotterrando un baule dove all’interno c’era di tutto: spade angeliche, fruste, paletti di legno e archi.
 
“scusa ma perché li hai nascosti?” avrebbero fatto comodo agli altri non credi?” Disse Gemma.
 
“ho solo eseguito gli ordini” presi un arco fra le mani.
 
 Mi ricordava Tauriel, la rividi nella mia mente mentre mi insegnava a combattere.. i suoi lunghi e sottili capelli rossi, il suo viso materno, dal mio punto di vista.
 
“Allora Alex, andiamo?” domandò Will
 
“ti prego Alex!” disse Gemma.
 
“John.. te la senti di portarci?” spettava a lui la scelta, non volevo costringerlo a fare qualcosa che non volesse, dopotutto era una conversazione privata.
 
“.. si.. lo farò” rispose.
 
Volevo che dicesse quelle parole, ma quando le pronunciò, ci rimasi male, avevo paura che quella sarebbe stata la nostra fine.
 
Dopo tutta una giornata a cavallo per raggiungere la terra oscura dei vampiri, eravamo esausti.
Ogni tanto speravo di girarmi e di vedere quella specie di ologrammi incappucciati che mi perseguitavano ad Erenking, speravo di rivedere lui.
 
Spesso mi fermavo a pensare che potesse essere morto, solo il pensiero mi dava sconforto, lo sentivo come un pugno allo stomaco.
Abbandonammo la verde foresta di Erenking per addentrarci nelle buie terre di Asgaroth, solo in nome mi incuteva timore.
 
“eccola là, la Corte Seelie” disse John indicando un antico castello in lontananza.
 
Velocizzammo il passo con i nostri cavalli e ci fermammo a qualche metro dalle mura.
 
 
 
 
 
 
 
 




 ____________________________________________________________________
Ok forse è il più corto fra tutti i capitoli scritti, ma è il contenuto che conta no?
Ad ogni modo, il prof di filosofia finalmente mi ha dato tregua (tacci sua) e questo è tutto quello che, grazie a dio, sono riuscita a scrivere.
Cosa ne pensate? Cosa accadrà? Dove è Luke?
Lasciate una recensione per spiegare cosa credete, più ce ne saranno, prima il continuo verrà postato.
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


 
 
Scendemmo da cavallo e notammo che il castello, intorno a se, aveva un fossato..vuoto, ma pur sempre un ostacolo in più.
 
Nella mia mente echeggiavano le parole ‘demoni di angeli caduti, come armi usati’
 
Ci fermammo davanti al muretto prima di quello sprofondo, Will ci si lanciò dentro per primo atterrando perfettamente, con molta agilità e gli altri lo seguirono.
 
“Gemma!” le dissi mentre stava scavalcando per lanciarsi addosso a Will che le promise di prenderla.
 
“si?” rispose.
 
“vuoi davvero farlo? Voglio dire, andare lì! Non sarebbe troppo pericoloso e.. sconveniente” dissi fissando le mura oscure.
 
“Alex tu non lo faresti per Luke?” abbassai lo sguardo “e poi non possiamo fare altro, sono tutti rinchiusi lì” disse per poi lanciarsi a sua volta ed essere saldamente afferrata da Will.
 
Bhe si, aveva ragione, per lui l’avrei fatto..  infondo ho rischiato già la mia incolumità affinchè lui venisse salvato, anche se adesso quella che sentiva il bisogno di essere salvata ero io.
 
“forza Alex!” gridò Will.
 
Scavalcai agilmente e lui mi afferrò, non avevo dubbi.
 
“forza, per di qui” disse John.
 
Ci mostrò un’entrata secondaria, bisognava spostare dei grossi massi.
 
“ma questa non è un’entrata, è un altro muro” disse un cacciatore.
 
“ai tuoi occhi” rispose John che con il tocco della sua mano sul gelido muro riuscì ad aprire un passaggio.. eravamo tutti a bocca aperta.
 
“forza, veloci.. non resterà aperto per sempre!” disse e noi lo seguimmo.
 
Dopo aver oltrepassato bui e lunghi corridoi ci ritrovammo in una grande sala, a fare luce c’erano solo delle candele consumate.
Ci guardavamo attorno studiando quel posto nei minimi dettagli.
 
“e così è questa la corte Seelie!” disse Gemma.
 
“già..”disse John.
 
mi guardò e io ricambiai.. io e lui avevamo un piano.
 
“forza.. per di qui!” continuò..
 
naturalmente tutti lo seguirono, io rimasi dietro, chiudevo la fila in un certo senso, avevo la spada sguainata e lo sguardo attento.
 
Salimmo delle vertiginose scale concentriche.
Dietro di me sentivo dei sottili rumori, come delle ombre che mi osservavano. Sapevo che fossero vampiri.. erano così prevedibili.
 
Giungemmo infine in un grande atrio, nella torre più alta suppongo, visto tutte quelle scale.
Le luci si accesero improvvisamente, ritrovandoci davanti agli occhi almeno una trentina di vampiri guardinghi e pronti ad attaccare.
 
Eravamo davanti a loro, ma nessuno osò fare il primo passo.
Si sentivano per tutta la sala i loro versi bramosi di cibarsi del nostro fluido vitale. Risuonavano agghiaccianti fra quelle vuote mura.
 
Poi i vampiri cominciarono a correre e a scagliarsi su di noi che velocemente tentammo di difenderci da quegli attacchi repentini.
 
Le nostre spade angeliche ogni qual volta che si scontravano con il corpo senza vita dei vampiri si accendevano di fuoco paradisiaco azzurro che li faceva gridare dal dolore.
 
Non sembravano particolarmente forti, anzi..  forse perché eravamo particolarmente motivati a salvare i nostri prigionieri, o forse perché dopo l’allenamento che mi aveva fatto fare Luke, ovvero come combattere da guerriero, in quel momento riuscivo a sentire ogni mossa che l’avversario avrebbe sferrato prima ancora che la facesse.
 
Mi girai velocemente notando che John era per terra bloccato da un vampiro.
 
“sei solo un traditore.. credo che farei solo un favore a toglierti di mezzo” disse al ragazzo.
 
“no, ti prego.. risparmiami” disse chiudendo gli occhi.
 
Il vampiro si avvicinò sempre di più al suo collo tenendo la bocca spalancata con i canini in posizione a lacerare la carne del suo collo.
 
Una lama infuocata gli trafisse il petto dalle spalle e il vampiro si accasciò al suolo morente emettendo un lamento di dolore.
 
“Alex!” disse il ragazzo vedendomi.
 
“mi ringrazierai dopo” urlai mentre ripulivo la lama dal sangue vampiresco “ricordati quello che devi fare” gli dissi per poi girarmi e trafiggere un altro paio di vampiri.
 
“basta così!” urlò una donna dai lunghi capelli bianchi in cima a quello che doveva essere un trono, credo… ne ero sicura, era Lilith.
 
“adesso basta” disse con tono più basso.
 
Eravamo fermi.. mi girai a guardare John e gli feci cenno con la testa di avvicinarsi agli altri cacciatori, e così fece.
 
“tu!” mi indicò “mia cara Alexandra Herondale! Non sai per quanto ti ho aspettata cara!” disse avvicinandosi lentamente.
 
Aveva un morbido vestito candido che le scendeva lungo per i fianchi, e io avevo ancora la spada sguainata.
 
“ferma lì” gridai tenendo la lama dritta sul mio braccio teso. Lei si fermò. Un vampiro fece per attaccarmi ma lei lo bloccò con un severo sguardo.
 
“non hai bisogno di queste con me, cara!” disse toccando la mia lama con le punte delle mani, sciogliendola.
 
Restai sbalordita, ma non positivamente.. non avevo nulla adesso.
 
“non ti conviene fare così con me, ho in pugno i tuoi amici” disse guardando dietro di me.
 
Mi girai lentamente per guardarli. Erano tutti in cerchio e John era al centro.
 
“ultime parole da dirgli?” disse.
 
“certo.. adesso John!” gridai e il ragazzo creò un campo di forza intorno a tutti i cacciatori, Gemma mi guardò spaventata, dopo tutto questo.. sparirono.
 
Tirai un sospiro di sollievo, aveva funzionato.
I vampiri che li accerchiavano andavano del punto dove erano spariti cercando chissà cosa.
 
“come hai..?”
 
“forte vero?..come sai il mio nome?” dissi fredda.
 
“…”
 
“rispondi.. come sai il mio nome?” gridai.
 
“e chi non conosce i tuoi poteri!” tramutò velocemente lo sguardo smarrito in un sorriso calmo “noi siamo uguali Alexandra.. miriamo al potere” disse
 
“no! Io non sono come te!” dissi disgustata
 
“si invece, e hai enorme potere” disse girandomi intorno come uno squalo affamato “immagina tutto quello che potresti avere”
 
“sto bene al mio posto, grazie” dissi con un piccolo sorriso.
 
“quello non è assolutamente il tuo posto..io non sono la cattiva tesoro! Pensa solo a coloro che non ti hanno mai detto la verità su chi sei! Su quanto sei potente e diversa.. io posso aiutarti”
 
“tu menti.. non lo farai!” le puntai al collo il pugnale che avevo nella tasca.
 
“credi davvero che sia la cosa giusta uccidermi?” domandò stranamente tranquilla.
 
“vedi altri modi per caso per liberare il mondo dal male?” domandai.
 
Si mise a ridere.
 
“io non sono il male” ripetè “pensi che vi avrei tenuti divisi per tanto tempo se avessi voluto farti del male?” domandò
 
“ma di cosa stai parlando?” chiesi senza pazienza.
 
“Lucas!” chiamò a gran voce..
 
Dall’oscurità uscirono due luminosi occhi seguiti da quel corpo a me familiare che veniva verso di noi.
 
“Luke..?” mi cadde il pugnale a terra.. vidi il viso di Luke sfoggiare un mezzo sorriso malizioso mentre mi guardava.. io ero solo spaventata.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



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Tadadaaaaa!! Ecco il tanto atteso capitolo 40!
Cosa ne pensate? finalmente abbiamo trovato Luke.. e ora? Cosa accadrà?
Lasciate una recensione con i vostri pensieri, più ce ne saranno, prima arriverà il seguito
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


 
 
No, non poteva essere lui. Ero ferma lì davanti a guardarlo e il pugnale cadde dalla mia mano tremante.
 
“sono io Alex! Non mi riconosci?” disse spalancando le braccia.
 
“visto? Stava morendo e io l’ho salvato.. per te!” disse Lilith.
 
“no!” gridai “tu menti” dissi riprendendo il pugnale che mi era caduto e puntandoglielo alla gola.
 
Ma il braccio di Luke velocemente passò sopra il mio facendomi abbassare l’arma.
 
“Luke ma cosa fai?” dissi restando ferma, lo sapevo che lui dietro di me mi stava fissando.
 
Lilith aveva un sorrisetto sul viso.
 
“non capisci? Lei mi ha salvato, vuole proteggerci, ora potremmo stare insieme per sempre!” disse al mio orecchio.
 
Restai in silenzio, smarrita.. Luke non poteva davvero aver detto quelle cose su di lei.
Mi voltai per guardare il suo viso, era.. diverso.
Aveva uno sguardo e un atteggiamento quasi sadico, il suo sorrisetto mi dava i brividi e i suoi occhi, gli occhi brillanti di cui mi ero innamorata.. erano scuri, tenebrosi, neri.
 
“cosa gli hai fatto?” dissi tornando a guardare Lilith “rispondi!” gridai
 
“ahahah che ingrata! Ti ho riportato il tuo ragazzo ed è così che mi ripaghi? Con l’irriconoscenza?” disse.
 
“lui non è Luke!” dissi.
 
“e chi altri potrebbe essere?” disse piegando la testa lateralmente “ho molte cose da dirti Alexandra..”
 
 
 
 
 
 
 
 
Gemma’s Pov:
 
Stavo per andare in soccorso di Alex quando..
 
“hei ma.. perché siamo qui?” domandò Will a John.
 
“ho fatto quello che mi ha chiesto!” disse John.
 
“cosa?” domandai.
 
Eravamo nella foresta di Erenking, a miglia da Asgaroth.
 
“è uno scherzo vero? Alex è rimasta lì, dobbiamo tornare per salvarla” disse Robin.
 
“fermi!” disse John sbarrandogli la strada “siete qui perché Alex me l’ha ordinato!”
 
“non ci posso credere! Perché l’ha fatto? È solo una ragazzina, la ucciderà!” dissi in preda al panico.
 
“questa volta l’ha fatta grossa!” disse Will arrabbiato.
 
“mi ha detto di portarvi qui perché è lei che Lilith vuole!” disse John.
 
“perfetto! E quando la ucciderà? Noi che faremo?.. dobbiamo tornare!” disse Robin.
 
“no!” disse John “mi ha detto di portarvi qui perché troviate degli alleati! Ma non capite? Lei sapeva che sareste morti e vuole che troviate altri guerrieri che prendano parte alla battaglia. Siete troppo pochi, uccidervi per Lilith sarebbe stato uno scherzo!” disse infine.
 
Tra noi il silenzio era calato, ci guardavamo negli occhi per decidere cosa fare.
 
“io credo che dobbiamo salvare Alex!” disse Robin insistente.
 
“ma non ha tutti i torti.. ci servono alleati” dissi
 
“si Gemma, ma dove?” domandò un cacciatore.
 
“nel mondo umano! I miei genitori si nascondevano lì, e scommetto che molti guerrieri si nascondono nel mondo umano” dissi.
 
“e anche i clan dei lupi possono aiutarci” disse Will.
 
“e lasciare Alex lì? Sta rischiando la vita!” continuò Robin.
 
“il suo è stato un atto di immenso coraggio, e anche se sono preoccupata per lei.. devo riconoscerlo.. si è comportata come un buon capo..” dissi
 
“lo è sempre stato” disse Blackwell.
 
“forse.. troppo impulsiva!” disse Will in un misto fra l’arrabbiato e il preoccupato.
 
“Will cosa avrebbe dovuto fare?” gli dissi.
 
“Gemma, avrebbe potuto dirlo prima che ne cessavamo di alleati. Avrebbe potuto dire prima che Lilith voleva solo lei.. io sarei dovuto rimanere, per proteggerla” gridò Will.
 
“sappiamo entrambi che non te lo avrebbe mai permesso Will!” dissi.
 
“si, ma lei è mia sorella, io..”
 
“è anche mia sorella.. ma io starò sempre dalla sua parte” dissi.
 
Il suo sguardo furioso pian piano tornò normale. Sospirò.
 
“bene.. quando avremo salvato Alex.. la ucciderò” disse Will per poi aprire un portale.
 
 
 
 
 
 
 
 
___________________________________________________________________
Ok non mi uccidete per il capitolo corto.
Cosa ne pensate? Non sono riuscita a scrivere molto ma sono sicura che nel prossimo capitolo riuscirò a farmi perdonare perché è uno dei più interessanti.. personalmente il capitolo 42 è il mio preferito.. è leggermente più.. intimo.
Più recensioni ci saranno, prima arriverà il 42 (se ce la faccio lo pubblico venerdì.. altrimenti non so quando).
Ps. Cosa credete che accadrà? Voglio saperlo da voi, voglio ascoltare le vostre opinioni sull’eventuale sviluppo della storia, chissà se indovinerete o no.
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


 
 
Alex’s Pov:
 
“ascolta quello che ha da dirti” mi ordinò Luke, e il mio sguardo tornò su di lei.
 
“volevi me, no? Quindi cos’altro vuoi?” domandai.
 
“l’hai detto Alexandra, voglio te. Voglio che ti unisci a me proprio come ha fatto Lucas” lo guardai e lui annuì “tu sei potente e potremmo sconfiggere gli umani, avere un mondo tutto nostro, prova a immaginare.. solo cacciatori e demoni, nessuno stupido sporco mondano da proteggere”
 
“è la cosa più stupida che abbia mai sentito” dissi disgustata.
 
Il suo sguardo si fece duro e sentii Luke stringermi il braccio in una strettissima morsa, sentivo il dolore, ma non volevo mostrarlo.
 
“povera bambina!” disse “siamo una specie migliore, diversa… perché sprecare il nostro tempo a proteggere gli umani che ci disprezzano?”
 
“io non proteggo gli umani perchè loro mi siano riconoscenti! Lo faccio perché è bene!” dissi
 
“sbagliato! Tu lo fai perchè sei cresciuta sentendoti dire che quello era bene, ma possono averti mentito come hanno fatto da sempre sui tuoi poteri” disse.
 
Stava solo bleffando ne ero certa, voleva farmi dubitare sulla mia natura affinchè mi unissi a lei che sembrava avere tutte le risposte.
 
“cosa intendi dire con.. ‘sei diversa’?” domandai.
 
“oh lo sei! Non sei una semplice figlia di Nephilim, sei più forte di loro! Te ne sei anche accorta vero? La più forte, la più degna.. la migliore”
 
Il mio sguardo su di lei lasciava trapelare la paura.
 
“la più degna?” domandai “tu menti!” sputai quelle parole come fossero veleno.
 
La stretta che Luke aveva sul mio braccio si fece sempre più potente e dolorosa.
Alzai lo sguardo, aveva gli occhi scuri, quasi come fossero privi di anima.
Il suo sguardo era rivolto a Lilith e poi lo abbassò su di me, con un sorrisetto terrificante.
 
“io saprei cosa fare di te..con te” si corresse “ti guiderei nella scoperta di chi realmente sei!” disse la donna.
 
“oh anche io saprei cosa fare con te” sussurrò Luke malizioso avvicinando il viso dell’incavo del mio collo e inspirando il mio odore.. mi fece venire i brividi.
 
“perché credi che possa accettare?” domandai.
 
“perché non puoi stare contro di lui!” disse indicando Luke “e so che nelle tue vene c’è il male.. lo sento” disse.
 
“non mi unirò mai a te” dissi.
 
“ci ripenserai, ne sono certa! Lucas portala nei sotterranei” lo guardai, lui le sorrise annuendo e mi trascinò via, stringendo il mio braccio più forte di prima.
 
Il dolore era lancinante, provai più volte e sfuggire alla sua presa.
 
Mi trascinò giù per una lunga scalinata.
Alla fine di tutto quel percorso, durante il quale non dissi una parola, aprì una grossa porta e mi mise a sedere su un muretto posizionandosi davanti a me.
 
“è un peccato sai?” disse suadente.
 
“cosa?” chiesi.
 
“che tu opponga tanta resistenza!” si avvicinò così tanto da aprire con la punta delle dita le mie gambe e avvicinarsi a me mettendomi le mani alla vita in modo da stringermi a lui.
Mi teneva le mani sul bacino affinchè le mie anche si stringessero a lui.
Io cercavo di allontanarmi.
 
“perché fai così? Hai paura di me Alex?” disse sorridendo diabolicamente.
 
La prima volta che mi domandò se avessi paura di lui nel suo sguardo c’era dolcezza, non voleva che mi allontanassi, adesso invece sembrava quasi che la mia paura gli provocasse piacere.
 
“Luke perché ti sei unito a lei? Cosa ti ha fatto?” dissi mettendogli le mani sul petto per respingerlo.
 
“Luke non è qui! Non può sentirti!” sorrise in un modo che mi fece salire i brividi su per la schiena “fortunatamente” disse infine.
 
A quelle parole seguì una piccola risata profonda.
Ora le parole di John mi sembravano chiare ‘demoni di angeli caduti, come armi usati’.. Quello non era Luke, non era l’angelo, ma un demone e Lilith lo stava usando, proprio come..un’arma.
 
 Poi premette le sue fredde labbra sulle mie. Inizialmente solo a guardarlo credevo che non fosse veramente lui, ma adesso che lo aveva detto, ne avevo la prova.
 
Le sue labbra mordevano le mie che provavano a respingerlo. Lui emise dei versi di rabbia e impazienza mentre continuava a premere il mio corpo contro il suo, bramoso e sinistro.
Le mie mani sulla sua camicia arrivarono al colletto e la strapparono, lasciandola aperta fino all’ombelico.
 
“violenta, mi piace” mentre lo diceva con voce roca riuscii a spostare di lato il mio viso in modo da non permettere più alle sue labbra pungenti di posarsi sulle mie.
 
“cos’è questo?” dissi vedendo una toppa nera all’altezza del cuore.
 
Era esattamente posizionata dove Luke aveva la cicatrice lasciata dalla nube.
 
Provai a toccarla ma lui mi ordinò di stare ferma “cosa ti hanno fatto?” dissi guardandolo preoccupata.
 
“mi hanno reso forte” provò nuovamente a cercare di avvicinare i nostri corpi, ma presi dal mio stivale un piccolo paletto di legno e gli feci un taglio sulla guancia.
 
“non avvicinarti a me! Tu non sei Luke!” dissi disgustata.
 
Aveva portato una mano sul volto per bloccare il sangue.
Mi strinse i polsi fortissimo bloccandomi, facendomi scendere dal muretto.
 
“sei solo una puttana!” disse con i denti stretti quasi ringhiando “e sei violenta, mi piace il tuo caratterino” quel sorrisetto che odiavo rispuntò.
 
Mi portò via di lì, presumo che fosse una specie di prigione, aprì una cella e mi ci buttò dentro.
 
“resterai qui per un po! A meno che tu non voglia restare nelle mie stanze, potremmo divertirci” sussurrò, ma io indietreggiai.
 
In quel momento il sorrisetto malizioso e malefico abbandonò il suo viso.
Alzò un sopracciglio e poi abbandonò la stanza.
 
Mi guardai attorno, era tutto buio se non per piccoli lucernari in pietra che rilasciavano nella sala, fuori dalle celle, una luce fioca e debole.
Avevo l’affanno, ero completamente terrorizzata.
Mi appoggiai alle sbarre guardandomi i polsi, erano viola.
 
“guarda cosa ti ha fatto!” disse un ragazzo che prese in mano i miei polsi passandoci il pollice sopra come per accarezzarli “e anche qui!” mi indicò il braccio, avevo un livido enorme, probabilmente quando mi aveva trattenuta davanti a Lilith.
 
Indietreggiai quando lo guardai in viso allontanandomi dal suo morbido tocco.
 
“tu chi sei?” domandai impaurita.
 
“non devi avere paura di me, sono anche io un cacciatore” disse avvicinandosi cautamente.
 
“come ti chiami?” domandai mantenendo la guardia alta.
 
“sono Ashton.. Ashton Irwin” disse
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


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Ciao belleee!!! Ecco il capitolo 42
Scusate se ci ho messo molto ma sto lavorando anche ad un'altra FF che spero di postare una volta terminata questa.
Anyway, cosa ve ne pare? Cosa credete che accadrà? Cosa faranno i vari personaggi ora? E cosa ne sarà di Alex e Luke? Ok, l’ultima domanda sembrava un po tragica..
Lasciate una recensione con i vostri pensieri, più ce ne saranno, prima continuerò
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 43
*** Capitolo 44 ***


 
 
“io non capisco.. non sono diversa da te” dissi ad Ashton.
 
“direi di si, però.. l’acciaio demoniaco non ti brucia la pelle, lo stilo funziona al tuo tocco ma al mio no, eppure sono un cacciatore anche io” disse Ashton.
 
“io non.. Lilith aveva detto qualcosa sul mio sangue.. che in me c’era.. del male” dissi.
 
“se in te ci fosse anche un po di sangue di demone, questo spiegherebbe perché non ti sei ustionata mentre Ashton si” disse Calum
 
“ma non spiega la faccenda dello stilo” gli disse Michael “se in un cacciatore ci fosse anche solo la minima parte di sangue demoniaco, lo stilo non funzionerebbe.. e invece lei ha dimostrato il contrario” disse Michael.
 
Il mio sguardo era abbassato sulle mie mani, pensieroso, impaurito.
 
“stai bene?” disse Ashton che si mise accano a me sul pavimento cercando i miei occhi.
 
“credevo che fossi tu quello ferito, dovrei fartela io questa domanda” dissi.
 
“non intendo quello… Lucas..” cominciò
 
“io non so chi diavolo sia Lucas! Ho conosciuto Luke.. ma quella.. cosa, non è lui” dissi.
 
“è chiaramente sotto incantesimo” sentenziò Ashton.
 
“quello non è un incantesimo.. è stregoneria” disse Michael.
 
“come sarebbe?” domandò Ashton.
 
“noi di Adamas abbiamo conoscenze in fatto di magia, io specialmente.. sono una specie di.. stregone” disse Michael.
 
Gli credevo, ogni stregone aveva qualcosa che lo differenziava da una normale guerriero o cacciatore: gli occhi, il colore della pelle, delle squame.. lui aveva sembianze del tutto umane, ma il colore dei suoi capelli era fuori dal comune.. i suoi capelli cambiavano colore, cosa che trovavo estremamente affascinante in lui.
 
“e quindi?” domandai
 
“non è nulla di umano.. è strettamente legato a un demone” rispose Calum, che sembrava aver già capito di cosa si trattava.
 
“ora che ci penso bene.. sul petto, vicino al cuore… aveva una specie di.. toppa” dissi
 
“come fai a saperlo?” disse Ashton indispettito.
 
“prima di portarmi qui, lui.. si è avvicinato molto a me, ho provato a respingerlo, ma era troppo forte..così gli ho strappato la camicia e ho visto quella.. toppa” spiegai
 
“non è una toppa” disse Michael “è una specie di cavicchio”
 
“un cosa?” domandai non sicura di aver capito.
 
“è come un chiodo.. un enorme chiodo ficcato con la punta verso il cuore.. la punta viene intinta nel sangue di demone e con un processo demoniaco viene infilata nel cuore.. creando così un servitore della persona che ha fatto.. la magia” disse Calum
 
Mentre spiegava ero riuscita ad immaginare tutta la scena, mentre tenevano legato Luke, quando gridava dal dolore mentre l’aggeggio di legno gli lacerava la carne fino a penetrare nel cuore.. i suoi occhi ghiaccio diventare neri come la notte..
 
Senza accorgermene avevo stretto la mano di Ashton.
 
“stai tranquilla..” disse mentre con un dito massaggiava il dorso della mia mano.
 
Fu solo allora che lo guardai. Non mi fu difficile capire come Gemma poteva aver perso la testa per lui, era gentile, paziente e davvero bello.
Ma niente a che fare con la bellezza angelica di Luke, o meglio… quella che aveva.
 
Scostai la mia mano da quella di lui e mi poggiai alle sbarre della cella, ci poggiai anche la fronte contro tenendo gli occhi serrati.
Una mano gelida raggiunse la mia, tremava e mi fece rabbrividire.
Spalancai gli occhi e vidi quella mano, mi spostai impaurita.
 
Proveniva dalla cella accanto alla mia, non riuscivo a scorgere il volto però.
 
“Alex… Alex!” diceva una voce sottile, le parole sembravano quasi uscire a fatica dalla sua bocca.
Presi la mano e la strinsi, tresmettendogli la mia forza.
 
“Tauriel, Tauriel sono qui!” la confortai.
 
Sentii la sua stretta diventare sempre più forte.
 
“la mia piccola” disse lei.
 
“Tauriel, non sei sola.. ci sono altri?” domandai.
 
“si, ma tutti in pessimo stato” disse
 
“cosa significa?” domandò Ashton
 
“Lilith.. Lilith.. ci ha chiamati davanti a lei” sentivo la stanchezza nella sua voce, ansimava ad ogni parola “ci ha chiesto di unirci a lei… noi abbiamo rifiutato e…”
 
“Tauriel, ti prego.. continua” dissi
 
“ci ha fatto bere la sera stessa una sostanza… ce l’ha portata il tuo.. protettore” le mancava il fiato
 
“Luke..” dissi sottovoce.
 
“da allora siamo deboli.. io non..” sentii la sua presa affievolirsi e cercai di tirarla per tenerla sveglia, ma la pelle le bruciava a contatto con l’acciaio quindi la lasciai.
 
Caddi in preda allo sconforto, cominciai a gridare il suo nome fino a quando sentii le parole morirmi in gola.
Ashton mi strinse a se, cercava di rassicurarmi ma non ci riuscì.
 
Gli sguardi di Michael e Calum erano preoccupati.
Dalla loro cella, di fronte alla nostra, avevano potuto vedere in che condizioni si trovassero gli altri cacciatori rinchiusi.
 
“devi calmarti” sussurrò Ashton al mio orecchio.
 
“..Tauriel..” quelle parole mi uscirono come un bisbiglio.
 
“come fai a conoscerla?” domandò Ashton
 
“lei mi ha cresciuta e mi ha insegnato tutto! È come una madre” dissi e le lacrime cominciarono a scorrere sul mio viso, mi meravigliai del mio poco autocontrollo.
 
“ci deve pur essere un modo per riuscire ad evadere!” disse Calum piuttosto toccato da quella scena.
 
“tu sei uno stregone no? Non puoi fare il tuo …bidibibodibibu e tirarci fuori di qui?” domandò Ashton.
 
“il mio cosa?” chiese Michael “e magari vuoi anche una bella carrozza da una zucca no?”
 
“perché no? Avremmo un esercito di cavalli per quanti topi ci sono qui sotto” disse Ashton, nella sua voce c’era un po di rabbia.
 
“credi davvero che non abbia provato a liberarmi con la magia? Qui sotto i miei poteri non funzionano come a te non funziona lo stilo…” Calum guardava in silenzio la scenetta come se non ci fosse nulla di più divertente.
 
“ok, ok… mi dispiace per il mio tono.. scusa” chiese Ashton a Michael con tono più morbido “è che sono preoccupato per Alex” disse guardandomi fra le sue braccia mentre mi accarezzava i capelli.
 
“non preoccuparti per me, sono più forte di quanto credi” dissi staccandomi da lui e asciugandomi il viso sfoggiando un atteggiamento distaccato.
 
“so che lo sei..” disse Ashton avvicinandosi “ma so anche che sei distrutta.. dentro. Voglio solo aiutarti, non provare a respingermi” disse dolcemente.
 
Ora capivo perché Luke non voleva che mi avvicinassi a lui, era semplicemente geloso, perché sapeva che Ashton aveva quel modo di fare capace di far rimanere chiunque a bocca aperta, qualcosa di estremamente dolce.
 
Forse Luke aveva paura che potessi innamorarmi di lui?! Quel pensiero balenò nella mia mente e mi fece distogliere lo sguardo, stavo pensando..
 
“Alex, che hai?” domandò Calum notando il mio viso pensieroso.
 
“Luke ti odia vero?” domandai ad Ashton che sembrò sorpreso della domanda
 
“mai come oggi” rispose Ashton
 
“infatti.. è geloso” dissi
 
“bhè, ammetto di essere incredibilmente bello, ma..”
 
“non parlavo di te, ma di te con me.. quindi ricorda di amarmi ancora” dissi mentre il mio sguardo si posava sul vuoto.
 
“non ti seguo” ammise Ashton
 
“di solito con questi incantesimi di controllo, l’individuo in questione perde la conoscenza ed esegue solo gli ordini, ma Alex ha ragione.. quando l’ha vista vicino a te si è irrigidito serrando i pugni..” spiegò Michael.
 
“e quindi? Cosa vuol dire?” domandò Ashton
 
“che quello che provava per Alex è tanto forte da non svanire del tutto sotto l’incantesimo.. quindi c’è ancora qualcosa che lo lega al passato..al vecchio Luke.. a te” disse Michael guardandomi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 _______________________________________________________________________
Ciao belle! Cosa ve ne pare del capitolo 44?
Cosa credete che accadrà?
Sono distrutta, ho passato due ore agli allenamenti e non respiro più, domani ho una partita.. datemi la forza!
Ad ogni modo, grazie per le recensioni, siete adorabili.. seguitemi su twitter, sono @Sel_MahOneD chiedete il follow back, oppure seguitemi su instagram e ricambio con tutte, lì sono elli_is_a_penguin
Lasciate una recensione anche di poche parole per dirmi cosa pensate di tutto
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 44
*** Capitolo 43 ***


 
 
Ricordai quel nome chiaramente nella mia testa. Lo guardavo studiando ogni parte del suo viso mentre passava le mani sui miei graffi e i lividi.
 
“Alex?... stai bene? Mi guardi come se avessi appena visto un demone!” disse sorridendo.
 
“bhè.. in un certo senso” il ragazzo capì che mi riferivo a Luke “aspetta come sai il mio nome?”
 
“Alexandra Herondale, famosa cacciatrice in tutti e tre i regni di Illium.. chi non sa il tuo nome ormai?” sorrise nuovamente “Gemma? È con te?” domandò in fretta e notai un velo di preoccupazione nel suo sguardo.
 
“no, con una specie di incantesimo di trasporto li ho portati a Erenking, o a quello che ne è.. rimasto” dissi “lei mi ha parlato molto di te, Ashton!”
 
“non hai permesso agli altri di spalleggiarti contro Lilith? Sei una tosta!.. o forse sei solo matta” disse non facendo caso alla mia ultima affermazione.
 
“non ce l’avremmo mai fatta, eravamo in pochi, e con scarse probabilità di vittoria” dissi.
 
“un gesto nobile, non c’è che dire!” disse un ragazzo dalla cella di fronte alla nostra.
 
“chi ha parlato?” domandai sporgendomi.
 
Vidi un viso che mi era familiare, era il sovrano guerriero di Adamas.
 
“Michael Clifford, di Adamas..e credo che ricorderete Calum Hood, capo della mia armata” il sovrano fu raggiunto da un viso dai lineamenti dolci del ragazzo affianco.
 
“vi ringrazio.. altezza” risposi “quindi è qui che vi tengono, nei sotterranei della Corte Seelie?” domandai
 
“molti sono stati uccisi, noi siamo stati dei fortunati superstiti.. per quanto fortunati si possa dire di guerrieri rinchiusi come topi qui sotto!” disse Calum.
 
“avete provato a scappare?” domandai
 
“è praticamente impossibile, quel ragazzo di.. guardia, è impossibile da aggirare” disse Michael riferendosi chiaramente a Luke.
 
“e le sbarre della cella sono di acciaio demoniaco, bruciano alla pelle di un cacciat..” si interruppe guardandomi.
 
Seguii il suo sguardo fino alle mie mani, che avevano una tenuta salta e serrata sulla sbarra.
 
“curioso..” disse Ashton accanto a me mentre socchiudeva gli occhi guardando le mie mani.
 
“forse queste sbarre non lo sono!” suggerii.
 
 
Il ragazzo provò ad appoggiarsi con i polpastrelli all’acciaio della cella e poi fece un salto indietro quando il bruciore lo pervase.
Mi avvicinai a lui steso per terra, gli presi le mani e vidi le evidenti scottature.
 
“pessima idea, pessima idea” disse mentre si contorceva dal dolore.
 
“ma come..?” disse Michael dalla cella di fronte.
 
Non lo ascoltai e aiutai il mio ‘inquilino di prigione’ a stendersi sulla branda lì presente.
 
“Ashton! Ashton mi senti..?” il ragazzo continuava a contorcersi, mi voltai verso gli altri “non c’è un po d’acqua?” domandai spaventata.
 
“smettetela di gridare! Si può sapere cosa vi prende?” disse una voce grave che si avvicinò al corridoio dove eravamo rinchiusi.
 
Riconobbi quel volto, ormai sinistro. Lo guardai spaventata e lui mi fece un piccolo sorriso spaventoso, poi notò che ero seduta sulla branda accanto ad un ragazzo che soffriva e gli tenevo saldamente le mani.. il suo sguardo si irrigidì.
 
“cosa fai con lui?” domandò duramente.
 
“Luke, è ferito!” risposi secca “ha bisogno di cure”
 
“lascialo morire lì dov’è, come un cane… e allontanati da lui” disse in modo aspro.
 
Lo guardavo con la mascella tesa e i lineamenti duri, avrei tanto voluto dirgli ‘bene, allora vieni qui e spostami tu se vuoi, di qui non mi muovo’
 
“SUBITO!” gridò e sobbalzai dalla paura dal momento che aveva il pugno stretto sull’acciaio delle sbarre e con la forza lo aveva quasi piegato.
 
“Alex! Fa come dice.. allontanati” disse Ashton ansimando, lo guardai e mi alzai dalla branda.
 
Tornai a guardare Luke, notai che la presa sulla sbarra si era allentata e ora aveva entrambe me mani lungo i fianchi.
Nel mio viso non c’era espressività, forse solo odio.
 
Nel suo sguardo invece c’era ben altro, sembrava che fosse a conoscenza di detenere il potere e di incutere timore. Il sorriso sinistro tornò sul suo volto quando i suoi occhi si spostarono su di me.
I suoi occhi percorsero il mio corpo dal basso fino a raggiungere il mio sguardo, tutto ciò mi fece solo che rabbrividire.
Tirò una specie di respiro di appagatezza, uno dei quali è poi solito seguire un sorriso.
 
“vieni qui!” disse in tono grave quasi come se stesse sussurrando.
 
Serrai i pugni e poi, tirando un lungo respiro, mi avvicinai come aveva detto.
Avevo il mento alto e lo sguardo fisso sui suoi occhi apparentemente senza vita.
Ero molto vicina alle sbarre.
Riuscivo a vedere il taglio lungo la guancia che gli avevo provocato in precedenza.
 
“brava la mia ragazza” disse mettendomi una mano sotto il mento per incitarmi a guardarlo negli occhi scuri.
 
Il suo sorriso mi terrorizzava ancora una volta.
 
“io non sono tua” dissi senza tradire la mia inespressività.
 
 Il suoi lineamenti si indurirono per poi continuare a sorridere.
 
“oh tranquilla, per questo ci sarà tempo.. non avrai altra scelta” i suoi occhi fecero di nuovo una veloce ispezione del mio corpo e poi tornò a fissarmi.
 
“ti sbagli” dissi imitando il suo sorriso
 
“lui non vale nulla” disse quasi ringhiando mentre guardava Ashton dietro di me, steso sulla branda “tu non sei come lui.. tu vuoi me, lo so!” lo guardai “sta lontana da lui” aggiunse in fine lasciando i sotterranei.
 
Tirai un lungo sospiro, sentivo le lacrime che bruciavano e avevano solo voglia di scorrere, ma le trattenni, fu come se solo allora riuscissi a respirare.
 
Mi voltai tornando ad Ashton “non avete nulla per aiutarlo?” domandai a Michael e Calum.
 
“qui c’è uno stilo..” disse Calum raccogliendolo da terra, lo fece rotolare per terra verso la mia cella e lo afferrai.
 
Probabilmente apparteneva a qualche cacciatore morto la dentro.
 
“si, ma qui non dovrebbe funzionare, il campo demoniaco annulla il potere del..” come non detto, lo stilo emanò una luce cristallina al mio tocco e incisi dei marchi di guarigione sulle mani di Ashton.
 
“ma come..?” disse di nuovo Michael.
 
Mi voltai per guardarli.. avevano entrambi gli occhi sbarrati.
 
“forse aveva ragione… tu non sei come noi!” disse Ashton mettendosi a sedere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


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Ciao belleee!!!
Scusate se la pubblicazione di questo capitolo si è fatta attendere, ma davvero non avevo tempo.
Cosa ne pensate?
Voglio che lasciate delle recensioni in base a quello che potrebbe accadere?
Ho sempre meno tempo anche perché sto scrivendo un’altra FF rossa da pubblicare dopo questa.
Scusate ora devo andare.. la nomenclatura delle particelle mi chiama (che pacchia -.-)
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***


 
 
Dietro quelle sbarre mi sentivo in trappola, impaurita, ma non perdevo le forze nonostante qualche volta rinunciassi a mangiare.
 
Luke era venuto parecchie volte in quei giorni a portare del cibo o faceva semplicemente irruzione per controllare che i prigionieri non si scannassero a vicenda, ma Calum sosteneva che venisse a controllare soprattutto per vedere me.
 
Mi avevano spiegato che non spettava a lui portare il cibo o scendere nei sotterranei per ispezionare, e che prima del mio arrivo entrava lì di rado.
 
“bhè allora è positivo no? Voglio dire, se è così attaccato ad Alex vuol dire che l’incantesimo non funziona del tutto e si può interrompere” disse Ashton.
 
“bhè.. si, qualcosa del genere” disse Michael.
 
“spero che tutto si aggiusti prima che ti uccida, Ashton” sentenziò Calum.
 
“cosa vuoi dire?” domandò quest’ultimo.
 
“ma la vedi la sua faccia quando vi vede insieme? Sarebbe pronto a scuoiarti vivo lì dove sei” Calum non aveva tutti i torti, ma la maggior parte della colpa era mia.
 
Si, Ashton era un grande amico, ma pur di non guardare negli occhi Luke quando mi si avvicinava, mi mettevo vicino ad Ashton e abbassavo lo sguardo.
 
Questo lo faceva davvero infuriare e qualche volta ho pensato che con il suo sguardo furioso stesse pensando a tutti i modi possibili per torturare Ashton.
 
Non mi ero mai fermata a pensare che forse Luke avrebbe mai potuto davvero fargli del male, sentivo solo che era geloso e che forse stava soffrendo, ma quello non era il ragazzo di cui mi ero innamorata, quindi la cosa non mi toccava minimamente.. almeno credo.
 
“Alex è semplicemente mia amica, non vi vedo nulla di male nel passarci del tempo insieme visto che siamo chiusi entrambi qui.. e poi è stato lui a chiuderla qui con me…” disse Ashton con una punta di fastidio per quanto aveva detto Calum.
 
“no, Calum ha ragione, è tutta colpa mia..” dissi “quando c’è Luke io mi avvicino a te.. per la paura, non ho mai pensato che potrebbe prenderti di mira e.. ucciderti”
 
“Alex no, io starò bene, se morirò, morirò per una buona causa.. difendendo un’amica” disse.
 
“Ashton, io mi preoccupo della tua vita, sei così giovane”
 
“tu sei più giovane di me se è per questo, la peggior morte per un cacciatore è quella priva di nobiltà d’animo, quella che ti logora dentro, io sono già stato fortunato a non morire in battaglia ma ogni giorno so che potrebbe essere l’ultimo.
Io non sono passato dall’altra parte per salvarmi la vita, non mi unirò mai a loro, morirò da Nephilim, non tradirò quello in cui credo”
 
Le sue parole, mi fermai un momento sulle sue parole, non erano quelle solite frasi fatte prive di sostanza, lui mi stava semplicemente dicendo quello che davvero credeva.
 
“certo che se morirò qui e adesso.. avrò il rimorso di non dire mai a tua sorella che l’amo.. quella sarebbe la parte peggiore” sorrise mentre guardava il suolo, non era un sorriso divertito, era malinconico.
 
“anche per lei è così, ne sono sicura” dissi
 
“non lo so, avrei voluto sentire la sua voce per poterlo capire” disse senza guardarmi.
 
“sono sicura che ti ama, sentiva che eri vivo ed è venuta qui per cercarti Ash..” il suo sguardo incontrò il mio, ora era sollevato.
 
“ma che scenetta commovente” disse Luke affacciato alle sbarre mentre batteva le mani divertito.
 
“cosa vuoi?” il tono di Ashton si fece duro, probabilmente infastidito dal fatto che avesse interrotto quel momento di serenità.
 
“Lilith vuole parlare con lei” mi indicò.
 
Guardai Ashton spaventata e lui abbassò lo sguardo su di me come se avesse letto i miei pensieri.
 
“lei non va da nessuna parte!” disse Ashton piazzandosi davanti a me.
 
“oh, perché volete rendere tutto così difficile?” disse Luke spazientito “Alex! Vieni..”
 
Non avevo alcuna intenzione di andare verso di lui e Ashton alzò il mento come per farsi beffa delle sue parole.
 
“sarà meglio che ti sposti Nephilim!” minacciò Luke “Alex, ti ho detto di venire.. qui!” la sua voce si irrigidì e per la paura presi la mano di Ashton e lui la strinse.
 
Mi sembrò che gli occhi di Luke fossero ancora più neri di quanto non fossero già.
Luke entrò nella nostra cella e staccò la mia mano da quella di Ashton spingendolo con forza verso il muro tenendogli l’avambraccio premuto verso il collo.
 
“non metterti mai in mezzo tra me e lei, capito?” ringhiò Luke
 
Ashton riusciva a mala pena a respirare ma gli sferrò un calcio colpendolo allo stomaco, Luke avvertì il dolore ma poi ebbe di nuovo la meglio sull’altro colpendolo sul volto e facendolo cadere a terra, si chinò su di lui e continuò a colpirlo ancora.
 
“basta!” gridai quando la voce si decise ad uscire dalla gola “Luke, ti prego! Basta” gli presi il braccio con il quale stava per sferrare un altro pugno a Ashton.
 
Luke si girò per guardarmi e rimase a bocca aperta notando il mio sguardo languido sui suoi occhi scurissimi, poi notò le mie mani appoggiate al suo braccio e la mano sporca del sangue di Ashton a forza di pugni, non era una stretta forte, anzi.. una stretta debole come una carezza.
 
Mi misi in ginocchio, alla sua altezza, e lo guardai ancora.
 
Ashton era a terra steso appoggiato sul braccio con un rivolo di sangue che gli colava dalla bocca, segno che i pugni di Luke erano stati fortissimi.
 
Luke alzò il braccio sul quale erano le mie mani e fece per accarezzarmi il viso, non staccai i miei occhi dai suoi, poi tolse la mano liberandosi dal tocco delle mie mani.
Si alzò e mi prese per il braccio mettendomi in piedi.
 
Si girò per portarmi fuori dalla cella, poi tornò con lo sguardo duro su Ashton e gli tirò un calcio nello stomaco.
Ashton si rannicchiò su se stesso sputando sangue.
 
“no! Ashton!” gridai cercando di raggiungerlo.
 
 Luke mi rivolse uno sguardo di ghiaccio e mi tirò via per un braccio.
Mi stringeva forte nel punto dove l’ultima volta mi aveva lasciato il segno.
Se ero riuscita a pensare che in lui ci potesse ancora essere del buono, in quel momento era sparito.
 
 
 
 
 
 
 
 


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Ciao belle, adoro le vostre recensioni, mi fate ridere ogni volta di qualsiasi dettaglio.
Cosa pensate del capitolo? Pensare ad Ashton che sanguina è strano, più inquietante che strano, ma cosa pensate che accadrà?
Luke tornerà se stesso? Cosa accadrà ad Alex ora che Luke l’ha presa?
E soprattutto, aderite anche voi al movimento “VOGLIAMODINUOVOILNOSTROHEMMO!”?
Seguitemi su instagram (elli_is_a_penguin) e twitter (@Sel_MahOneD) ricambio con tutti.
Scrivete tutto in una recensione qui sotto, più ce ne saranno, prima continuerò.
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***


 
 
Oramai eravamo lontani dalle segrete, avevo lo sguardo basso mentre quello di Luke, che mi tirava per farmi camminare, era perso e lontano chissà quanto da me.
 
Pensai a quello che avevo prima: una famiglia, degli amici, un ragazzo che mi amava, forse non era il momento più appropriato per pensare a certe cose, ma nella mia testa non c’era altro.
 
Mi mancava il fiato e non so come riuscii a sfuggire alla presa potente che Luke aveva sul mio braccio, ma ce la feci.
Lì nel corridoio che stavamo percorrendo c’era una finestra, appoggiai le mani al davanzale e chiusi gli occhi respirando a fatica, ansimavo come se fossi terrorizzata, come se qualcuno mi stesse strozzando.
 
Solo allora sembrò che Luke si accorgesse di non avermi più sotto il suo controllo e si volto per cercare di prendermi in caso fossi fuggita, ma mi vide semplicemente affacciata alla finestra mentre, con gli occhi chiusi, prendevo grandi respiri.
 
“ma cosa fai?” domandò e mi prese per il polso, ma non mi tirò.
 
Forse vedendo che non mi ribellavo alla sua presa si sentì come spiazzato.
Sentii una lacrima rigarmi il viso. Una cosa era sicura, era tutto cambiato da quando lui era nella mia vita.
Prima non mi sarei mai sognata di piangere, tantomeno davanti a qualcuno. Con lui avevo scoperto la mia vulnerabilità, non sapevo se definirla una cosa positiva o meno.
 
“piangi per lui?” disse con disprezzo e odio “tu lo ami!”
 
“no! Non capisci!” mi girai verso di lui nuovamente con gli occhi languidi che incontrarono i suoi.
 
Vidi qualcosa in lui ammorbidirsi, a cominciare dalla presa sul mio polso.
Tolsi il mio polso dalla sua stretta e misi le mie dita fra le sue, abbassò lo sguardo e le fissò intrecciarsi per poi tornare a fissare me.
 
“è te che amo!”  riuscii a dire quelle parole seppellite nella mia gola.
 
Per quanto mi sforzassi di pensare che in lui non c’era più nulla di lontanamente umano, non riuscivo a crederlo davvero.
Mi sembrò di vedere i suoi occhi brillare, o forse i miei erano così pieni di lacrime da appannarmi completamente la vista e farmi immaginare quello che avrei davvero voluto vedere.
 
Abbassai lo sguardo chiudendo gli occhi.
Sentii una mano calda accarezzarmi il volto per poi posarcisi del tutto, un'altra mano mi cingeva la vita, poi delle labbra calde e salate sulle mie.
 
La prima volta che Luke mi aveva baciata da quando era scomparso, sul muretto mentre mi accompagnava  nella cella, sentii le sue labbra fredde, possessive, dure.. erano come veleno, ora invece erano calde, morbide, rassicuranti.. erano le labbra di Luke, non di Lucas.
 
Il movimento delle sue labbra era sincronizzato al mio, la mia mano era sulla sua nuca, come se avessi riconosciuto chi fosse e non volessi lasciarlo andare.
 
La sua mano dalla mia guancia scese lentamente per il mio collo, ripassò delicatamente con il dito la parte della spalla, scese tracciando la linea del mio seno, sussultai a quel tocco gentile, poi scese verso il busto fino a posizionarsi vicino all’altra mano, sulla mia vita, stringendomi ancora a lui.
 
Le mie manie erano entrambe sulla sua nuca. Poi una delle due si infilò nei suoi capelli biondi e li strinsi fra le dita. Da semplici baci romantici ci trovammo a baciarci in modo più passionale mentre ansimavamo e sussurravamo i nostri nomi.
 
Poi abbassai lo sguardo e lui aprì gli occhi fissandomi.
Era come se in testa avessi un uragano, il mio sguardo tornò fuori dalla finestra.
 
“cos’hai?” domandò.
 
“pensavo a quello che avevamo prima di..”
 
“di stare qui? Così è meglio” disse.
 
“non puoi averlo detto davvero Luke!” mi aspettavo una risposta di disprezzo e uno sguardo nuovamente oscuro, ma non fu così.
 
Mi prese la mano portandomi alla fine del corridoio, dove c’era una stanza, l’aprì e quando fummo entrati se la chiuse alle spalle con tanto di chiavistello.
 
Il cuore cominciò a martellare nel mio petto così forte che avevo paura che lo sentisse.
 
“perché siamo qui?” domandai
 
Si avvicinò a me e io indietreggiai, dopo le ‘effusioni’ nel corridoio non aveva l’atteggiamento duro e crudele di prima, ma semplicemente.. non era lui.
 
“hai ancora paura di me Alex?” disse con un mezzo sorriso mentre continuava ad avvicinarsi.
 
I miei occhi erano fissi sui suoi mentre si avvicinava.
Dischiusi le labbra serrate quando sentii il freddo muro dietro la mia schiena, non potevo più indietreggiare e lui si avvicinava sempre di più.
 
Appoggiò le mani al muro dietro di me all’altezza delle mie spalle.
I suoi occhi erano tanto vicini e scuri che potevo quasi vedere il mio riflesso.
 
“non è molto educato rispondere a una domanda con un’altra domanda” gli feci notare.
 
 Non volevo che notasse così tanto la mia paura, e infatti sorrise.
 
“questa è la mia stanza” disse avvicinandosi sempre di più mentre guardava solo le mie labbra.
 
Gli misi le mani sul petto, sentii il ‘cavicchio’ o come diavolo si chiama e spostai subito la mano notando la sua espressione.
 
“cosa vuol dire che stare qui è meglio?” i muscoli del suo viso si tesero e guardò altrove “ti prego, rispondimi!” dissi accarezzandogli il viso.
 
Tolse le mani appoggiate al muro dietro di me e si spostò verso l’enorme finestra della stanza, l’aprì e mi porse una mano che esitai per un secondo a prendere.
C’era un piccolo balconcino e mi ci portò stringendomi la mano.
 
“Lilith l’ha fatto per noi, Alex, per noi.. lo sai benissimo che sarei morto prima del tempo sarebbe stato terribile visto che… sei nella mia vita” disse.
 
“cosa c’entra Lilith?” domandai perplessa, solo pronunciare il nome di quella donna mi faceva venire da vomitare.
 
“con questo” indicò il grosso chiodo nel cuore “sono più forte e non posso morire.. non capisci? Potremmo finalmente stare insieme.. come desideravamo” non credevo ai miei occhi, il Luke che conoscevo non avrebbe mai venduto l’anima al diavolo, non avrebbe cercato mai di scappare al suo destino pur sapendolo crudele ed ingiusto.
 
“e perché l’avrebbe fatto? Per pietà? Non credo proprio..” dissi guardando il panorama da lassù.
 
 L’oscura terra di Asgaroth, neanche la luce del sole riusciva ad illuminarla. La luce del sole. Non l’avevo vista per giorni stando chiusa nei sotterranei.
 
“io ho un dono, tu hai un dono.. forse vuole preservarci da qualcosa di brutto” Luke sapeva perfettamente che Lilith era un demone, che portava solo dolore, per questo quando disse quelle cose, rimasi.. delusa.
 
“cosa diceva a proposito di me? Del mio sangue.. cosa sono Luke?” domandai guardando i suoi occhi che si confondevano con l’oscurità intorno a noi una volta calato il sole.
 
“non lo so” disse. Sembrò sincero.
 
“non dovevi portarmi da lei?” domandai timorosa della risposta che avrebbe dato.
 
“quella era una scusa… ti volevo un po per me” disse guardandomi con un sorriso malizioso.
 
Non so se fui sollevata dal fatto che non avrei rivisto Lilith o del fatto che Luke mi stava nuovamente baciando spingendomi sempre di più verso di se, quasi voleva che diventassimo un corpo solo.
 
Piccole gocce d’acqua cominciarono a caderci sul volto, Luke si staccò da me guardando il cielo, sorrise guardandomi, non riuscivo a pensare ad altro tranne alla sua bellezza. Ricambiai il sorriso e gli lasciai un altro bacio sulle labbra.
 
“meglio entrare” sussurrò al mio orecchio.
 
Sentii il suo fiato caldo e rabbrividii.
Lo seguii dentro la stanza e lo guardai chiudere le finestre.
Aveva i capelli bagnati e si passò una mano fra di essi.
 
“tutto questo non era previsto” disse sorridendo e io ricambiai, sentii il rossore sulle mie guance.
 
Si avvicinò spostandomi una ciocca da davanti agli occhi.
Mi aspettavo che dicesse qualcosa, ma nulla, le sua labbra si dischiusero ma nessun suono le attraversò.
 
Continuò a baciarmi stringendosi a me e costringendomi ad indietreggiare a causa del suo peso che quasi mi fece cadere.
Capii che era tutto fatto apposta quando a pararmi la caduta di schiena, trovai il morbido materasso del letto.
 
Lui era sopra di me mentre con le dita curiose cominciava ad esplorare il mio corpo, le mie mani erano sulla sua schiena mentre sentivo i suoi muscoli che si irrigidivano.
Trovò il colletto della mia divisa e lo strappò con forza facendo volare un paio di bottoni.
 
Cominciò a baciare la pelle nuda appena sotto la spalla. Avevo gli occhi chiusi e la schiena inarcata verso di lui.
 
Aveva una semplice camicia e sentii dei versi di piacere quando gli graffiai la pelle della schiena.
Continuò a baciarmi, sentivo il suo corpo bramoso ed incandescente sul mio.
 
“ti voglio” gli sentii dire sussurrando “ti voglio” mentre alzò un po di più la voce e cercava di sbottonare la mia tenuta.
 
Aprii gli occhi fissando i suoi occhi neri.
 
“no!” dissi. Mi guardò interrogativo “Luke io.. non me la sento!” dissi “mi dispiace” chiusi gli occhi.
 
Mi accarezzò il viso, credevo che nella mia voce ci fosse una nota in più che sottolineava la mia vulnerabilità in quel momento.
Mi misi a sedere sul letto sgusciando da sotto il suo corpo e mi misi le mani sul viso.. fu istintivo.
 
“hei, Alex.. è tutto ok” disse togliendomi le mani dal viso e avvicinandosi silenzioso come un gatto.
 
Vidi i suoi occhi, sembravano più chiari, quasi grigi.
 
“forse è meglio che vada” proposi interrompendo quel silenzio.
 
“no.. resta” disse prendendomi la mano e lasciandoci sopra un bacio “prometto di fare il bravo” mi sorrise e io sorrisi a mia volta sentendo il rossore avvampare sulle mia guance.
 
Sembrava ancora sul punto di dire qualcosa, ma non lo fece.. mi lasciò un ultimo bacio e si sdraiò nel letto accanto a me.. e così restammo.
 
 
 
 
 
 
 
 


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E ce l’abbiamo fatta a scrivere e pubblicare il capitolo 46, un applauso per me!!!
Cosa ne pensate? Voglio che scriviate tutto in una recensione, anche breve (ma meglio se lunga e dettagliata ;) ) qui sotto.
Cosa pensate di Luke? Cosa pensate di Alex? Cosa pensate di entrambi? Cosa accadrà?
Domani devo partire e non potrò connettermi fino a martedì pomeriggio.
Stupitemi con le recensioni.
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***


 
 
Luke si addormentò prima di me, io rimasi sveglia a guardarlo, non mi sentivo del tutto al sicuro.
La prima notte che avevo trascorso con lui nella foresta di Erenking, mi sentivo protetta anche solo guardandolo, adesso invece era come se avessi davanti un’altra persona, dall’aspetto familiare, ma sentivo che l’anima era di qualcuno di sconosciuto.
 
Studiai ogni parte del suo viso una volta che si addormentò. Fui come sollevata del fatto che le palpebre gli avessero coperto le iridi scure. Ora sembrava lui.
 
Mi domandai cosa poteva davvero essere cambiato in lui. Fino a qualche giorno prima mi aveva trattata con crudeltà, con violenza, ricordai la serata prima di sbattermi in cella quando mi appoggiò sul muretto e spinse il mio corpo verso il suo bramoso.. e ora, sembrava che fosse nuovamente lui, ma non del tutto.
 
Mi addormentai, stanca di provare a cercare di dare un senso a tutto e non trovando mai il nesso fra le cose.
 
 
 
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“Alex, Alex ti prego.. svegliati! Non c’è molto tempo!” sentii una voce familiare e aprii lentamente gli occhi.
 
Vidi delle meravigliose iridi azzurre. Un ragazzo dalla bellezza sconvolgente inginocchiato vicino al mio letto.
 
“Luke?!” dissi terrorizzata.
 
Guardai al mio fianco dove l’avevo visto addormentarsi.. non c’era nessuno, quindi quello doveva essere lui.
 
“Alex sono io! Sono davvero io!” disse.
 
Spostai le coperte e mi alzai abbracciandolo.
 
“Luke! Luke sei tu! Sei davvero tu!” dissi inspirando il suo odore.
 
“sono io!” sussurrò “ma non durerà molto!” disse tornando a guardarmi.
 
“che vuoi dire?” domandai spaventata. “Luke i tuoi occhi.. non sono neri!” dissi mettendogli una mano sulla guancia.
 
“si.. ma dobbiamo fare presto!” il mio sguardo cadde sulla sua camicia sbottonata e sull’enorme buco lacerato all’altezza del cuore.
 
“il cavicchio..” dissi quasi senza parole.
 
“si, Lilith me l’ha tolto perché voleva che ti parlassi.. probabilmente per farti soffrire di più.. non sarei mai venuto con quest’intenzione, ma dovevo farlo!” disse.
 
“Luke non capisco.. tu..!”
 
“quello non sono io Alex.. quell’.. automa, non sono io..lui è nel mio corpo e se l’altra sera non ha provato a torcerti un capello è stato perché sono riuscito a prendere il sopravvento.. non volevo che accadesse qualcosa come.. la prima volta che ti ho chiusa in cella.. lui è violento, vuole la violenza, io no” disse.
 
Notai nella sua voce il suo timore e la preoccupazione.
 
“hai preso il sopravvento?”
 
“si.. Alex non devi fare così, non devi dirgli di amarlo.. io ti amo, quello accanto a te è il mio posto, non il suo” disse.
 
“Luke, cosa posso fare ?”
 
“non puoi aiutarmi, ma tieniti alla larga da lui, cioè da me.. io vedo ciò che lui vede e vuole solo averti, lui non ti ama” disse.
 
In quel momento rividi le cose che mi aveva detto.. Luke aveva ragione, mi aveva detto ‘che ero nella sua vita’ o che ‘mi voleva’ ma non aveva mai detto di amarmi.
 
“lui è incapace di amare.. e io non voglio averti così… non voglio che tu ti lasci andare a lui… mi distruggerebbe l’idea che lui ti abbia e io no”
 
Guardare i suoi occhi azzurri era come aver passato anni rinchiusi in una stanza buia e aver avuto la forza di spalancare una finestra facendo entrare la luce e respirare aria pulita.
Mi avvicinai al suo volto e lo baciai.
 
Quello era davvero Luke. Come potevo essere stata davvero così cieca da credere che quello con un chiodo nel cuore fosse il ragazzo che amavo?
 
Come potevo aver creduto anche per un secondo che quella.. creatura potesse essere lui?
mi staccai da lui e lo abbracciai mentre mi lasciava un delicato bacio sulla fronte.
 
“Luke dobbiamo scappare.. non puoi restare qui, ti troverà e ti ritrasformerà in lui.. tu non..”
 
“lei è già qui.. fuori da quella porta.. e anche se provassi a scappare, il sangue di demone che si è mischiato al mio mi riporterebbe qui e Lilith potrebbe punirmi.. ma non mi importa di me.. potrebbe fare del male a te.. questa sarebbe la più grande punizione per me..non posso rischiare… guarda qui!” disse sfiorando i lividi che mi aveva lasciato la sua forte stretta quando cercò di trattenermi.
 
“io.. mi dispiace!” disse colpevole abbassando lo sguardo.
 
“no Luke.. quello non eri tu” giustificai alzandogli il viso con la mano.
 
“guardami!” disse “il mio compito era proteggerti, e adesso ti ritrovi qui.. rinchiusa qui e io sono la causa di tutto.. sono io che ti tengo prigioniera”
 
“troverò un modo.. come sempre.. te lo prometto” dissi appoggiando la testa sul suo petto.
 
Chiusi gli occhi e quando li riaprii intorno a noi non c’era più la stanza.. eravamo in un grande salone, quel familiare salone pieno di vampiri… ora era vuoto.
 
“oh mi viene da piangere!” disse Lilith “vorrei proprio conoscere questo modo per fuggire!”
 
Mi guardai attorno come se non riuscissi a spiegarmi come un momento prima eravamo soli e adesso eravamo stati trasportati lì.
 
“stregoneria” disse Luke come se, leggendo nella mia mente, mi stesse dando la risposta.
 
“lo dici con un tale disgusto, Lucas..” disse Lilith “mi dispiace di aver interrotto il vostro momento.. intimo.. ma per Lucas è arrivato il momento di tornare con se stesso” disse con una piccola smorfia.
 
All’improvviso due vampiri lo presero per le braccia e lo tirarono via da me.
 
“no, Luke!” gridai e provai a raggiungerlo, ma un altro vampiro mi teneva le mani bloccate dietro la schiena, provai dolore al suo tocco freddo e forte, come una lama.
 
“Alex! Alex!” provò a dimenarsi, ma invano.
 
Lilith schioccò la lingua più volte per dimostrare la sua disapprovazione.
 
“oh dai non è così terribile” disse andando verso Luke con quel grosso chiodo puntuto.
 
“perché lo fai?” domandò Luke a mento alto, dal momento che un vampiro aveva un braccio al suo collo con una lama.
 
“perché non ti uniresti mai volontariamente a me o sbaglio?! E poi.. tu hai qualcosa che voglio!” disse quasi sibilando come un serpente.
 
“che dichiarazione commovente.. scusa ma non faccio certe cose al primo appuntamento” disse Luke
 
“sei solo uno stupido ragazzino” disse Lilith ringhiando “ultime parole prima di..” alzò il cavicchio  con la mano.
 
“si.. Alex, qualsiasi cosa lei ti dica.. tu non farlo.. lei non..” ma non sentii altro che urla di dolore dal momento che Lilith premette il grosso chiodo sulla ferita lasciata aperta sul petto di Luke.
 
“no! Luke!” gridai.
 
Lui cadde a terra, sorretto solo dalla forza nelle braccia.
Lo guardai impaurita, pregai che quella crudeltà non lo stesse lentamente uccidendo.
Alzò lo sguardo e delle iridi nere si posarono sulle mie.
 
“Alex” tremavo.
 
Non poteva essere.. ora capivo quando disse che ‘Lilith l’aveva fatto ritornare se stesso solo per farmi soffrire’ lei voleva che perdessi le speranze e la seguissi nei suoi piani pur di stare accanto a lui. Lei sapeva che non mi sarei mai schierata contro di lui.
 
In lui circolava sangue di demone anche senza il cavicchio nel cuore, lo aveva chiaramente detto.
Uccidere Lucas significava rinunciare anche a Luke. Lei sapeva che non lo avrei mai abbandonato del tutto.
 
“Alex” disse avvicinandosi, ma io lo spostai.
 
“non toccarmi..sta lontano da me” dissi indietreggiando.
 
Lo sguardo di Luke si riempì di rabbia e odio, vidi le sue labbra serrarsi.
Poi sentii quel dolore lancinante al braccio, mi aveva di nuovo bloccata prima che me ne potessi accorgere. Mi portò avanti di peso e poi mi sbattè a terra ai piedi di Lilith.
 
“tu! Tu l’hai distrutto..” dissi alzando lo sguardo rivolgendole un’occhiata di disprezzo.
 
“quanta cattiveria…” disse camminando intorno a me.
 
Mi alzai velocemente e cercai di afferrarla, lei indietreggiò probabilmente stupita dal fatto che mi fossi alzata per attaccarla.
 
Sentii un braccio prendermi il polso tirandomi a se.
Era Luke, mi aveva fatta indietreggiare, ora era dietro di me e mi teneva un coltello appuntito alla gola.
 
“non hai ancora capito quale è il tuo posto vero?” sussurrò al mio orecchio.
 
 Mise il suo viso nell’incavo del mio collo e respirò a pieni polmoni. Sentivo il suo fiato caldo sul collo e spaventata tremai.. a lui la cosa sembrò piacere e dalla sua bocca uscì una risata bassa e maligna.
 
“ma quanto coraggio.. e quanta forza.. sei sprecata per stare con quei cacciatori!” disse Lilith con un perfido sorriso.
 
“io ti ucciderò” dissi.
 
“tutto quello che tu vuoi sono delle risposte.. come farai ad averle se mi uccidi?” disse avvicinandosi “vuoi sapere la verità o no, Alex?!”
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
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Come sono andate le vostre vacanze? Le mie uno schifo, fantastico ;)
Cosa pensate del capitolo? Manca davvero poco alla fine e voglio tante recensioni e sentire le vostre opinioni, quindi… scrivete quanto più potete e fatemi sapere cosa ne pensate.
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 48
*** Capitolo 48 ***


 
“quale verità?! Tu non sai niente.. tu menti!” dissi respirando a fatica.
 
“in voi due è come se scorresse lo stesso sangue..” disse indicandoci, sentii il sorriso sinistro di Luke contro il mio viso teso “e anche in me.”
 
“lo so che stai mentendo!” dissi
 
“oh andiamo Alexandra, non l’hai ancora capito? Parlo del sangue di demone.. è in me, è in lui.. ed è sempre stato in te!” disse sorridendo.
 
“fantastico no? Un’altra cosa che ci accomuna” disse Luke ringhiando avvicinando sempre di più il coltello alla mia gola.
 
“ho aspettato anni prima di poterti catturare… tua madre mi ha agevolato tutto!” disse.
 
“cosa c’entra mia madre?” domandai  fredda.
 
“lei era un paladino.. come lui” disse indicando Luke “il suo compito era proteggere tuo padre, un grande guerriero, ma poi nascesti tu.. prendesti parte delle caratteristiche di tuo padre e il sangue angelico di tua madre, ma lei sapeva che ti avrei uccisa, quindi ti diede da bere il mio sangue, nella speranza che la malvagità del mio fluido avrebbe annullato il potere che è in te.. è così fu, ma da allora la maggior parte del sangue in te, è mio, ecco perché sei così forte rispetto agli altri.. in te c’è del male, lo so” disse sorridendo “oh dimenticavo.. dovrei spiegarti anche come ho fatto a catturati vero? Bhè non è stato difficile, riuscivo ad allontanare dalla città te e tuo fratello evocando piccoli demoni e mandandoli nel mondo umano!” disse.
 
“e ho fatto lo stesso con Lucas! Quando hai abbandonato il castello degli Hemmings vi ho finalmente rintracciati, la nube è stata una brillante trovata non credi? Grazie a quella sono entrata in connessione con lui e l’ho portato qui con la magia nera” mi maledissi in quel preciso istante, l’unica cosa che desideravo era evadere da quel castello, ma non credevo che fosse realmente un posto sicuro. Almeno Luke ora sarebbe ancora se stesso e non.. questo.. perché volevo scappare? Perché?
 
“so cosa vuoi da me! Ma perchè lui? Cosa vuoi da lui?” domandai
 
“giusta osservazione, bhè.. la faccenda è un po più complicata mia cara. Risale ad una leggenda  secondo la quale la potenza di un essere sovrannaturale rese il mondo invisibile un territorio impenetrabile per i mondani” disse.
 
“e davvero credi che possa essere lui.. è solo un ragazzo” fui veloce a dire.
 
“ragiona.. ad Adamas i guerrieri hanno conoscenze in fatto di magia e in lui c’è sangue angelico, non può che essere lui il potente stregone.. e poi senza avere lui non sarei arrivata a te, hai scoperto la tua forza grazie a lui, ti fidi di lui.. ne avevo bisogno per farti venire qui.. e poi è molto forte, un valido alleato”
 
“ma come.. perché non..?”
 
“ma quante domande inutili ragazzina.. basta, io non sbaglio mai”
“e i libri?” domandai
 
“già, tua madre tentava di cercare un modo per distruggermi, povera sciocca.. ho strappato quelle pagine da anni, non potevo permettermi che nessuno le trovasse” disse.
 
Perfetto, mi ero basata assolutamente su niente per tutto questo tempo.
 
“Che ne hai fatto di mio padre?” domandai ricordando quello che vidi all’istituto
 
“aspettavo questa domanda!” disse sogghignando.
 
Alzò un enorme telo rosso sangue dalla parete alle sue spalle. Mio padre era lì, penzolava dal muro con i polsi legati strettamente da catene di ferro, i rivoli di sangue che colavano dai polsi.
 
“padre!” gridai in modo che mi sentisse.
 
“sta ferma” sussurrò spazientito Luke che mi strinse ancora più forte.
 
Lilith schioccò le dita e le catene lo liberarono facendolo crollare a terra.
 
“padre! Padre!” continuai.
 
Alzò lo sguardo e mi vide.
 
“Alex! Piccola mia” disse.
 
“lascialo andare! Lascialo libero e prometto che resterò qui” dissi.
 
“davvero?” disse Lilith
 
“no Alex! La mia vita non vale in confronto alla tua… quello che ha detto su tua madre è vero, ma lei non ti diede il sangue sporco di Lilith, lo bevette lei stessa, come paladino il suo obbiettivo non era proteggere me, ma te, si è sacrificata per te.. alla fine è tornata qui per morire..” disse mio padre
 
“padre, ma l’istituto? Tu ci hai traditi !” dissi
 
“no, non è così! Sapevo che Lilith avrebbe provato ad invaderlo e ho impedito sia a te che a Will di entrare.. l’ho fatto per salvarvi… la mia vita è nulla in confronto ai miei figli”
 
“sembra che questa volta ti sia proprio sbagliata” dissi in preda al dolore della forte stretta di Luke.
 
Lilith sembrava colta alla sprovvista da quelle parole.
Prese mio padre per le braccia e le tirò via dal suo corpo, non avevo mai urlato così forte, le lacrime bruciavano dei miei occhi ma non riuscivo a tirarle fuori.
 
“ho detto sta ferma” disse Luke mentre provava a trattenermi.
 
Mi spinse il coltello verso il collo e mi provocò un taglio.
 
Non so spiegare come feci ma riuscii a disarmarlo e gli provocai un taglio sul petto, vicino al cavicchio, urlò di dolore e mi avvicinai al corpo mutilato di mio padre.
 
Mi piegai su di lui come per abbracciarlo, fu come se il mio corpo  gli facesse da scudo.
 
“Ave Atque Vale  padre!” dissi al suo orecchio e gli chiusi le palpebre con le mani.
 
Ero piegata ancora sul corpo senza vita di mio padre, me mie dita stringevano ciò che rimaneva della maglia logora.
 
“tu..” disse la voce tremante di Lilith.
 
Mi girai e vidi protendere una mano verso di me, afferrai il coltello che mio padre aveva alla cintura e stesi il braccio alla cieca.
 
Lilith gridò di dolore, riaprii gli occhi e vidi la sua mano mozzata a terra e i suoi lamenti erano sempre più fragorosi.
 
“Luke! Prendila!” gridò.
 
Luke mi guardò e poi cominciò a camminare a passo deciso verso di me.
Mi voltai e cominciai a correre verso le scale, che scesi di fretta.. fu solo allora che cominciò a gridare il mio nome e velocizzò il passo.
 
Riuscii ad uscire dall’enorme portone logoro della Corte, difficile credere che un tempo quello era il posto dove dimoravano le fate.
Continuai a correre.
 
“è questo il tuo piano?” gridò Luke e io mi fermai di spalle a lui “scappare? Lo sai che ti troverò.. e poi così mi rendi tutto più divertente”
 
Mi voltai e vidi il mezzo sorriso sulla sua faccia.. era qualche metro lontano da me
 
“cosa intendi?”
 
“uccidere il tuo amichetto” sapevo che stava parlando di Ashton, lo disse quasi con disprezzo “e anche gli altri.. non pensi che sarebbe più divertente?”
 
Dentro di me sentii una strana sensazione, qualcosa che non sentivo da molto.
 
Mi voltai verso l’orizzonte e vidi delle sagome.. Gemma, pensai. Finalmente avevano trovato alleati.
 
Mi voltai e tornai a guardare Luke.. mi avvicinai.
 
“hai ragione, maglio non rischiare..” sorrise debolmente, riuscivo a percepire la freddezza dei suoi occhi neri.
 
Poi sentì i passi dei cavalli da in fondo alla valle e guardò oltre la mia testa.
Veloce girai la gamba a mo di sgambetto facendogli perdere l’equilibrio e lasciandolo a terra.
 
“decisamente meglio non rischiare” dissi e poi mi addentrai nuovamente nel castello.
 
Mi precipitai verso le celle.
 
“Alex!” disse Calum.
 
Poi gli sguardi degli altri si posarono su di me.
Presi un macete  e forzai la serratura con esso, e alla fine cedette.
 
“aspetta, ti aiuto” disse Michael staccando dalla parete un piccolo, ma massiccio, lucernario di pietra ed aiutandomi ad aprire le altre celle.
 
“Alex!” mi voltai
 
“Ashton!” mi abbracciò.
 
“ma cosa ti ha fatto?” disse alzandomi il mento e notando il taglio che mi aveva fatto Luke con il pugnale e il sangue ormai secco che ne sgorgava.
 
“sto bene, lascia stare” dissi.
 
“non ti hanno fatto niente?” domandò preoccupato Michael
 
“hanno ucciso mio padre davanti ai miei occhi.. ma ho tagliato una mano a Lilith”
 
“l’hai davvero fatto?.. penso di amarti!” disse entusiasta Calum e io sorrisi.
 
All’improvviso sentimmo un grido e vidi che tutti i cacciatori, rinchiusi e ora liberati, guardavano fuori dai piccoli spazi sulle loro teste .
 
“che sta succedendo?” disse Ashton
 
“i rinforzi” disse Tauriel
 
“comincia la guerra” dissi.
 
Uscimmo tutti da lì sotto…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 ___________________________________________________________________________
L’atteso capitolo 48 è finalmente stato pubblicato.
Adoro leggere le vostre recensioni, mi fate sempre sorridere cercando di vedere il lato comico della situazione, vi incoraggio a continuare a scriverne.
Cosa pensate del capitolo? Ora abbiamo finalmente scoperto perché Lilith voleva Luke, non solo per arrivare ad Alex, ma anche perché nel castello degli Hemmings sentiva un immenso potere, quindi doveva essere lui!!!!
Lasciate una recensione qui sotto!!! Vi adorooo!!!
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 49
*** Capitolo 49 ***


 
 
Ci precipitammo tutti velocemente sulla grande scalinata che portava all’uscita, dove vedemmo moltissimi cacciatori, nascosti nel mondo umano, e tutti i lupi mannari appartenenti ai vari clan dei quali mio fratello era a capo.
 
“presto! Andate!” gridai a tutti i cacciatori che avevo liberato perché si rifornissero delle armi che avevano portato i rinforzi e si facessero disegnare delle rune.
 
“Alex!” disse una voce fra la folla.
 
“Will” andai verso di lui e mi strinse forte.
 
“dovrei ucciderti per quello che hai fatto!” disse ironicamente
 
“lo so, forza dobbiamo fare presto” gli dissi e mi passò una spada angelica che si accese di fuoco azzurro al mio tocco.
 
Incitai tutti i combattenti a seguirmi alla grande sala dove Lilith era seduta sul trono.
Corremmo veloci per le massicce scale verso gli stretti corridoi.
I vampiri sbucavano da ogni dove, finestre, soffitti, bastava girare l’angolo per trovarne almeno sei pronti a saltarti addosso.
 
Ma il coraggio e la forza certo non ci mancavano.
Arrivammo nella grossa sala e Lilith fu piuttosto sorpresa ti trovare il nostro esercito lì davanti a lei.
 
“ma che carini!” disse cercando di nascondere il fatto che fosse impreparata del nostro attacco.
 
“arrenditi, oppure affronta il tuo destino” gridò Michael sguainando la lama affilata.
 
“mai!” ringhiò Lilith e si scagliò insieme al suo esercito di vampiri addosso a noi.
 
Il corpo a corpo con i demoni cominciò.
 
Ovunque ci girassimo c’era sangue. Le nostre lame infuocate attraversavano i corpi senza vita dei vampiri tramutandoli in cenere.
C’erano cacciatori che combattevano con rabbia, altri con disperazione, altri ancora per l’amore della battaglia.
 
In fondo alla stanza c’erano Ashton e Michael che facevano una specie di gara a chi uccideva più vampiri.
 
Ad un tratto fui circondata da una decina di vampiri, ero ferma e rigiravo la lama incandescente nella mano, poi la mia schiena toccò quella di un altro combattente.
 
“Alex, ma guarda, anche tu qui?” disse Calum mentre non staccava gli occhi dai demoni che ci accerchiavano.
 
“le coincidenze della vita!” risposi guardandoli uno ad uno.
 
“la mantide?” domandò
 
“vada per la mantide” dissi.
 
I vampiri ci guardavano interrogativi. Incrociai le mie braccia a quelle di Calum che mi alzò sulla sua schiena facendomi roteare e così riuscii a sferrare potenti calci ai vampiri che caddero a terra.
Dopodiché Calum gli tagliò la gola.
 
“ben fatto” disse.
 
Poi corse dall’altra parte della stanza per aiutare gli altri guerrieri.
Mi avvicinai a Tauriel e Gemma che si spalleggiavano a vicenda nell’uccisione di demoni e vampiri.
 
Gemma brandiva una lunga frusta di metallo angelico, mentre Tauriel scagliava frecce dal suo arco.
Un demone improvvisamente assalì Tauriel, che non aveva fatto in tempo a prendere la giusta mira e scagliare la freccia.
 
Mi avvicinai alla creatura e gli conficcai la lama dritta nel petto.
La creatura scomparve.
 
“avresti potuto uccidermi” disse Tauriel
 
“un grazie sarebbe gradito” dissi porgendogli una mano per aiutarla ad alzarsi.
 
“ti ho insegnato bene a combattere” disse quando, prendendo la mia mano tesa, si alzò.
 
Le sorrisi e voltandomi uccisi un altro paio di vampiri.
 
“ventiquattro” disse Michael
 
“dilettante, io sono a ventisette” rispose Ashton.
 
“la smettete voi due?!” dissi mettendomi vicino a loro per combattere i demoni che uscivano da una specie di portale.
 
“lui non mi è mai andato a genio…. Venticinque” disse Michael.
 
“bhè, neanche lui… ventotto… e ventinove” disse Ashton uccidendo altri due demoni.
 
All’improvviso un gigantesco demone superiore varcò il portale e ci si scagliò addossò.
I suoi tentacoli facevano strage di guerrieri solo con delle piccole mosse.
Aveva più file di denti, aguzzi e seghettati.
 
Il suo ruggito era fragoroso e riempì la stanza seminando il terrore.
Io continuavo ad uccidere i vampiri che si scagliavano contro di noi.
Ashton e Michael invece studiavano il demone superiore con grande interesse.
 
“che ne dite di agire invece di stare fermi?” gridai mentre respingevo un orda di vampiri che entrava dalla finestra.
 
I due ragazzi si guardarono.
 
“è mio” disse Ashton e si scagliò contro il grosso demone.
 
“scordatelo” lo seguì Michael.
 
Cominciarono a provocargli profonde ferite e a tagliargli parte dei tentacoli mentre il demone si dimenava.
 
Ad un certo punto un tentacolo scaraventò Michael alla parete facendolo urlare di dolore.
Ashton rimase scioccato dal compagno di battaglia che veniva violentemente scagliato via dal demone.
Alzò la lama e la conficcò nell’occhio del demone. Questo gridò, ma non fu abbastanza per distruggerlo.
 
Michael alzò entrambe le mani e le puntò sull’enorme lucernario presente sopra il demone. Con l’aiuto della magia riuscì a staccarlo e questo cadde pesantemente sul demone, abbattendolo.
 
Ashton lo guardò meravigliato e si avvicinò a Michael per aiutarlo ad alzarsi.
 
“stai bene amico?” domandò Ashton
 
“era un demone bello grosso!” disse Michael sorridendo.
 
“si, è vero, ma vale come se fosse uno!” rispose Ashton lanciandogli uno sguardo di sfida che fece sorridere l’altro
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ero dall’altra parte della sala, Will teneva a bada una decina di Vampiri mentre io raggiungevo Lilith con la lama sguainata.
 
“davvero pensi di distruggermi?” disse
 
“ti ho già mozzato una mano! Quanto potrà mai essere difficile…” alzai la spada angelica per ucciderla ma una freccia sbattè contro la lama, facendola cadere lontano da me e lasciandomi disarmata.
 
Mi voltai a bocca aperta.
 
Luke aveva preso l’arco di Tauriel e mi aveva disarmata e ora aveva una lama al collo di Tauriel, che era bloccata dalla sua stretta presa.
 
“ti avevo detto di non rendere le cose più difficili, ma non mi hai lasciato scelta!” disse Luke ringhiando.
 
“lasciala andare! Ti prego, lasciala!” dissi avvicinandomi.
 
“non è commovente?” disse Luke a Tauriel “lei ti sta raggiungendo disarmata per salvarti la vita” Tauriel lo guardava con disprezzo.
 
“è me che vuoi, quindi lasciala stare” dissi.
 
“credo che sia fin troppo rischioso, tu non credi?” si rivolse nuovamente a Tauriel, quest’ultima gli sputò in faccia con tutto il disprezzo che aveva.
 
“avresti dovuto proteggerla!” disse Tauriel con quel poco di voce che le rimaneva.
 
Luke si passò il dorso della mano sul viso per pulirsi e poi le mise una mano al collo e le conficcò la spada nella carne.
 
“no!” gridai e mi precipitai sul suo corpo accasciato a terra.
 
“Tauriel! Ti prego.. non puoi andartene anche tu!” dissi accarezzandole i lisci capelli rossi sparsi sul pavimento, il rosso dei suoi capelli si confondeva con il suo stesso sangue.
 
“la mia.. bimba” disse prendendomi la mano e accennando un sorriso.. poi si spense.
 
Un bracciò mi alzò tenendomi un coltello puntato alla gola.
 
“e ora sarà meglio che stai buona!”
 
“io ti odio” dissi a denti stretti
 
“l’altra sera però non dicevi così” sussurrò a denti stretti
 
“basta!” gridò Lilith “tu mi hai stancata ragazzina” disse avvicinandosi.
 
Dal fondo della stanza una grossa lama fu lanciata e colpì Lilith proprio sulla clavicola, facendola brutalmente sanguinare.
Luke mi lasciò come se il dolore fosse il proprio.
 
Mi allontanai abbastanza da vedere i suoi occhi passare dal nero a una sfumatura azzurra mentre si contraeva, ma poi tornarono al nero.
 
La lama era stata lanciata da Robin, il suo sguardo aveva incontrato il mio e mi aveva sorriso, ma quella felicità durò solo una frazione di secondo.. era disarmato e non fu difficile per i vampiri assalirlo.
 
Erano tutti addosso a lui.
 
Calum, Gemma e Will provarono ad ucciderli, ma anche quando furono tutti morti, per Robin era troppo tardi. Corsi verso il suo corpo insanguinato e in fin di vita.
 
“Robin, Robin.. perché l’hai fatto? Sei rimasto disarmato!” dissi
 
“lei stava per ucciderti! Non potevo lasciarglielo fare.. io ti amo”
 
“Robin, sei uno stupido, hai dato la tua vita per me!” gli accarezzai il volto e lui sorrise.
 
“si, lo so. Ma lo rifarei…Alex, sto morendo?” domandò
 
“no, no.. troveremo un modo, hai avuto ferite peggiori.. ce la farai come al solito vedrai”
 
amo il modo in cui stai mentendo per farmi sentire meglio” mi mise una mano sul viso, accarezzandomi la guancia rigata dalle lacrime.
 
“non ti sto mentendo, starai meglio, io lo so.. io..”
 
“no Alex, è tardi.. ma va bene così, ho sempre sognato di essere guardato da te in questo modo, come un eroe, come qualcuno di prezioso
 
“lo sei!.... credevo fossi arrabbiato con me” gli strinsi la mano
 
“lo ero, ma.. come posso avercela con te?”
 
“sei sempre stato il mio migliore amico, ti amerò per sempre per questo!”
 
“bene.. è esattamente ciò che volevo, ti…amo” vidi i suoi occhi spegnersi della luce che avevano, fino a quando il suo respiro abbandonò come un soffio il suo corpo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 _________________________________________________________________________
Eccovi un assaggio della battaglia, l’inizio proprio.
Cosa ne pensate del capitolo? Scrivere l’altra FF mi sta facendo sottrarre tempo a questa, ma leggere i vostri commenti sempre positivi mi sprona a continuare.
Cosa credete che accadrà? Sono morti praticamente tutti ahahah! Cosa farà Alex? E cosa succederà a Luke?
Avere odiato Robin dall’inizio alla fine ahahah ma adesso dovete ammettere che non era poi così male, gli ho voluto bene :’(
Lasciate qui sotto le vostre recensioni!!
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 50
*** Capitolo 50 ***


 
 
“ora alzati” disse la voce di Luke alle mie spalle.
 
Ma non ce la facevo, il mio migliore amico, l’unico che avessi mai avuto, era appena morto fra le mie braccia dicendo di amarmi.
 
“alzati Alex!” ordinò.
 
Presi la spada che Will mi lanciò e la feci roteare sulle mie mani mentre mi alzavo e mi dirigevo verso di Luke.
 
“non vorrai davvero sfidarmi!” disse.
 
“non sarebbe la prima volta!” dissi.
 
Ricordai quando mi allenai con lui la prima volta, era sempre riuscito a disarmarmi ed avere la meglio, ma sta volta sentivo che le cose sarebbero cambiate.
 
“non combatterò contro di te!” disse a denti stretti.
 
“bene, allora sarà più facile!!” tirai fuori dal mio stivale un coltellino e glielo lanciai, lui ovviamente lo schivò, ma era solo una tecnica per invitarlo ad attaccare per primo.
 
Sguainò la sua spada e mi corse incontro.
 
Riuscii a saltare e a provocargli un taglio sulla spalla.
Atterrai con i piedi saldi a terra, mi voltai e lo vidi mentre si metteva una mano sulla spalla e ne guardava il sangue.
 
Si scagliò nuovamente su di me, ma provai a mischiarmi fra la folla di combattenti, il che sembrò funzionare.
 
“dove sei? Fatti vedere!” gridava.
 
In quel momento pensai al fatto che Lilith aveva detto che Luke era in qualche modo legato a lei, non avevo un piano, e la cosa mi spaventava. Mi fermai al centro della sala.
 
Luke da lontano mi vide, si avvicinò.
 
Lasciai cadere la spada al suolo e Luke mi guardò interrogativo.
 
“Alex, ma che fai?” gridò Gemma.
 
“non posso ucciderlo Gemma..” ormai Luke mi aveva raggiunta, era di fronte a me.
 
Pregavo che la sua lama non si muovesse.
 
“che intenzioni hai?” disse puntandomi la spada alla gola.
 
Le mie mani raggiunsero le sue sull’impugnatura dell’arma.
Il suo sguardo era sempre più interrogativo, inizialmente volevo sfidarlo e ora gli tenevo le mani? Bhè si, ai suoi occhi doveva essere piuttosto strano, lo ammetto.
 
“io non posso ucciderti, perché ti amo!” dissi “quindi, se vuoi ancora uccidermi..” strinsi le mani forte sulle sue sull’impugnatura e portai la lama sempre più vicino alla mai gola, provocandomi un taglio.
 
“no!” gridò lui gettando l’arma a terra.
 
Un po di sangue uscì dalla ferita da me stessa provocatami, ma sentii subito il calore di entrambe le sue mani sul mio viso.
 
“ma cosa fai? Hai davvero pensato che ti avrei uccisa?” disse con rabbia.
 
Mi lasciai cadere a terra, come se quel taglio si fosse rivelato mortale.
 
Lui mi prese fra le sue braccia e  mi sorresse.
 
Lo guardai e gli accarezzai il volto.
 
Di solito quando hai qualcuno di morente fra le braccia il tuo volto fa diventare più dolci i tuoi lineamenti, fa brillare i tuoi occhi, fa battere il tuo cuore.. in Luke in quel momento non c’era nulla di tutto questo.. sembrava solo furioso, percepivo la tensione dal suo sguardo e dalle sue braccia che mi sorreggevano.
 
Quando la mia mano gli toccò la guancia fu come fuoco, aveva quasi paura di quel contatto e chiuse gli occhi voltandosi, come per non guardare.
 
Credevo dicesse qualcosa, dopotutto ero sul punto di morire fra le sue braccia, tutto quello che fece fu dischiudere le labbra e lasciarle senza suono, Luke, il vero Luke, aveva ragione, quell’automa non era in grado di amare, quindi cosa mai avrei potuto aspettarmi che dicesse?
 
Mi abbandonai completamente nelle sue braccia che mi sorreggevano
 
“Lucas! Lucas.. non sarà mica..” Lilith si avvicinò con gli occhi sbarrati.
 
“lei è morta” disse guardandomi.
 
Lilith si avvicinò ancora.
 
Era più o meno a un metro da noi.
 
“ma come è possibile? La profezia… allora non era lei.. “
 
“di che profezia parli?” disse Luke ancora più furioso
 
“di una cacciatrice potente che si sarebbe unita a noi… ma lei si è tolta la vita.. quindi non è lei”
 
Sapevo che nessuno dei due mi stava guardando. Dovevo essere veloce.
 
Spinsi via Luke che ancora mi teneva fra le braccia e, con tutta la mia forza, afferrai saldamente il cavicchio che aveva al cuore e glielo strappai dal petto.
 
Lui urlò di dolore, ma io ero già in piedi davanti a Lilith che mi guardava con gli occhi sbarrati.
 
“non è possibile.. tu.. tu eri morta!”
 
“forse la profezia non era quella giusta!” bloccai Lilith per la spalla e gli filai il cavicchio nel cuore.
 
Quello era l’unico modo per uccidere un demone-strega come lei, con qualcosa di mortale creato da lei stessa per nuocere.
 
“muori stronza!”
 
Luke era steso per terra che si contorceva dal dolore gridando, ma quando Lilith cadde a terra morta, tornò a respirare.
 
“Luke, Luke” dissi inginocchiandomi davanti a lui, scena che quella serata si era ripetuta più di una volta per le persone care cadute in guerra.
 
Guardai l’enorme solco nel petto lasciato dalla mancanza di quel chiodo demoniaco.
Perdeva molto sangue.
 
“Gemma, Gemma aiuto” gridai e lei venne da me.
 
“Lilith..”
 
“se non avessi ucciso Lilith, Luke non sarebbe sopravvissuto, erano legati da un vincolo di sangue quindi uccidendo lei, ho ucciso la parte demoniaca di lui… so che la volevi viva affinchè fosse giudicata e punita, ma..”
 
“Alex, calma.. va bene” disse essendosi accorta del fatto che stessi parlando molto velocemente ed ero terrorizzata.
 
“hai delle bende? Sta perdendo molto sangue, guarda” scoprii il punto dove la carne era stata lacerata.
 
Gemma tirò fuori un paio di bende e mi disse di premere forte sulla ferita per impedire all’altro sangue di uscire.
 
“è tutta colpa mia Luke, tu stai morendo ed è tutta colpa mia” abbassai la mia testa poggi angola sul suo petto, sentii un debole respiro.
 
“no, non lo è, Alex” disse con un filo di voce.
 
Alzai il capo e lo guardai.
 
Gli occhi azzurri, finalmente.
 
“Luke, Luke, sei vivo”
 
“non so ancora per quanto…” strinse la mia mano.
 
“no, resterai vivo… tu devi vivere, ho perso troppe persone per perdere anche te”
 
“sarebbe comunque successo, lo sai.. comunque che pessimo lavoro che ho fatto eh?”
 
“no, è stata tutta colpa mia, sarei dovuta rimanere al castello con te, come avevi detto.. sono stata così stupida, avrei evitato tutto questo”
 
“sarebbe successo comunque.. avrei dovuto proteggerti, e stavo per ucciderti” allungò una mano tremante al taglio sul mio collo.
 
“è superficiale, niente di che.. e poi l’ho fatta io stessa” presi il suo volto e me lo misi in grembo, come una madre con il proprio bambino.
 
“spero solo che potrai perdonarmi” disse
 
“Luke, devi smetterla di dirlo!”
 
“sai? Avrei voluto passare più tempo con te, ridere insieme, passeggiare insieme, invecchiare insieme.. e più di ogni altra cosa, avrei voluto insegnarti a suonare il pianoforte” sorrise “anche se ti avrei fatto sbagliare di proposito solo per provocarti” mi scappò un sorriso fra le lacrime “ti avrei fatto raccontare tutte le trame dei libri che conosco già a memoria solo per sentirti confondere le parole e ridere con te”
 
“Luke, lo farai, perché tu non morirai”
 
“invece sappiamo entrambi come finirà Alex.. spero solo che in un'altra vita sarò così fortunato da rincontrarti.. e se davvero ti rivedrò allora.. ti insegnerò davvero a suonare il piano, e prometto che sarò paziente” sorrise debolmente e mi guardò “ti amo Alex Herondale”
 
“ti amo Luke Hemmings” dissi sorridendo, poi i suoi occhi si chiusero e il mio sorriso scomparve.
 
“no! No! Nonono! Luke dai, ti prego…! Apri gli occhi, guardami.. Luke!” le lacrime cominciavano a scendere copiose dai miei occhi.
 
“tu non mi puoi lasciare.. non puoi” dissi.
 
Ero letteralmente piegata sul suo corpo disteso a terra.
 
Sentivo il calore del suo petto che abbandonava il corpo.
 
Nella mano destra stringevo forte l’orlo della sua maglia  logora e coperta di sangue .
 
“tu non puoi lasciarmi, io ti amo, ho bisogno di te, Luke ho bisogno di te” ricordai la prima volta che glielo avevo detto.
 
Eravamo al castello sulle gradinate delle librerie a scaffali ed ero in lacrime perché non potevo uscire di lì, Luke mi venne a consolare e gli chiesi di venire con me dicendogli che avevo bisogno di lui…
 
Quella volta lo dissi senza spessore, non capivo davvero il significato di quella frase, mi era semplicemente sembrato giusto dirlo.
 
Ma adesso, quel ‘ho bisogno di te’ significava tutto, ho bisogno che torni a guardarmi, ho bisogno che torni a sorridermi, ho bisogno che torni a prendermi la mano e a rassicurarmi, ho bisogno del tuo stupido umorismo per farmi sorridere quando vorrei semplicemente fare a pezzi tutto, ho bisogno di tornare indietro nel tempo con te, a quando eravamo al sicuro e non mi accorgevo di quanto fosse prezioso ogni secondo che passavamo insieme, ho bisogno che torni a baciarmi, con la tua solita passione e dolcezza, ho bisogno di un tuo abbraccio… ho bisogno di te.
 
“ho bisogno di te, ho davvero bisogno di te” mi trovai a sussurrare.
 
Poi alzai il capo, c’era un uomo incappucciato che stendeva la mano sul corpo di Luke.
 
Pensai subito ad un fratello silente venuto per portare via il cadavere e mi misi davanti per ostacolargli il passaggio.
 
Poi si tolse il cappuccio…
 
“signor Harold?!” dissi guardando il volto del vecchio servitore.
 
Il vecchio si mise accanto a me e mise una mano sulla parte dove era stato conficcato il cavicchio, una luce dorata e bianca uscì dalla sua mano per arrivare al corpo di Luke.
 
“siete uno.. stregone?” domandai
 
“il più potente..”
 
“ma Luke è.. morto”
 
“c’è troppo sangue demoniaco in lui..” disse non facendo caso al mio commento
 
Il vecchio sprecava molta energia per far si che la magia che stava usando sul suo padrone fosse a sufficienza per potergli salvare la vita.
 
Guardavo il volto di Luke, era morto mentre mi sorrideva, sembrava in uno stato di grazia assoluta.
 
Mi ero sempre chiesta che aspetto potesse avere un angelo, immaginavo sempre un volto perfetto, ma mai avrei creduto che potesse essere così perfetto.
 
Dalla prima volta che lo avevo visto avevo creduto che fosse un essere paradisiaco, e quando mi aveva detto di essere un paladino, ne ebbi la conferma.
 
Il vecchio era sfinito, il suo potere era terminato.. vidi il suo sguardo farsi sempre più debole, fino a che non cadde di peso a terra..
 
“signor Beckett!! Signor Beckett!” dissi.
 
“ho fatto quello che potevo.. ho adempito al mio destino.. che il paradiso possa essere clemente con voi” furono le sue parole.. e poi anche lui morì.
 
Mi voltai verso Luke.. le bende sulla ferita erano immacolate, il sangue era sparito.
 
Ma il suo viso era immobile.. lui era immobile, freddo come ghiaccio, non respirava, il cuore non batteva.
 
Restai lì accanto a lui fino all’alba cercando il minimo segno per capire che fosse vivo.. ma niente.
 
Le mie speranze svanirono…
 
 
 
 
 
CONTINUA <3
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 ______________________________________________________________________________________
Non saprei davvero come commentare ahahha lascio a voi libero spazio.. stupitemi con le vostre, sempre bellissime, recensioni.
Mancano pochissimi capitoli alla fine.. due. E subito dopo pubblicherò il primo di una nuova storia rossa.. mi auguro che la vogliate seguire con lo stesso entusiasmo di questa.. se così fosse, potreste aggiungermi alla lista degli autori preferiti, così potreste vedere quando comincerò a pubblicare dei nuovi capitoli di questa nuova storia.
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 51
*** Capitolo 51 ***


 
 
Mi trovavo lì, ad Erenking.. erano passati quattro giorni ormai dal terribile scontro ad Asgaroth e dalla morte di Lilith.
 
Finalmente l’Istituto era di nuovo nostro, molti dei nostri amici ci diedero una mano a ripulirlo  e ad aggiustare tutto quello che era stato rotto.
 
Mi trovavo nel grande salone dell’Istituto con Will, Michael, Calum, Ashton e Gemma.
In quei giorni avevo avuto la possibilità di stare con loro e di conoscerli meglio.
 
Erano la mia famiglia ormai.
 
Ashton e  Gemma da quando si erano ritrovati non si lasciavano per un istante. Ovunque andasse lei, lui era pronto a seguirla.
 
Calum aveva un grosso taglio per tutto il braccio, dalla giuntura della spalla fino al polso.
Passai tutti i giorni a medicargli la ferita e a fasciarla con delle bende, quello mi faceva distrarre e lui sembrava più che felice di quelle premure.
 
Michael non aveva alcun tipo di cicatrici o tagli, da stregone quale era, aveva pensato lui stesso a medicarsi.
La sua pelle era così pallida che credevo che avrei notato anche la minima imperfezione, uno spruzzo di sangue, un’abrasione, ma no… era assolutamente immacolata e candida.
 
Ashton era praticamente indenne, era uscito da quella guerra come se fosse pronto a fare un pic-nick o una passeggiata.
Nessuna ferita, nessun livido, ma nonostante ciò, fingeva di zoppicare per ricevere attenzioni da Gemma.
 
Noi tutti ridevamo di quanto fosse pessimo a recitare ed era ovvio che anche Gemma se ne accorse.
 
“ma alla fine chi ne ha uccisi di più?” domandò Calum riferendosi alla gara di Ashton e Michael su chi avrebbe ucciso più demoni.
 
“naturalmente ho vinto io” disse Ashton fiero di se.
 
“assolutamente no” precisò Michael “vogliamo parlare di quell’enorme demone superiore?”
 
“avevamo concordato che valesse un punto” disse Ashton scocciato.
 
“non abbiamo concordato proprio un bel niente, l’hai detto tu!”
 
“hai usato la magia, questo è barare”
 
“e tu hai usato le tue lame angeliche o come si chiamano” disse Michael.
 
“questo perché sono un cacciatore” gli fece notare Ashton
 
“bene, io sono uno stregone”
 
“oh… vedi, adesso ricomincia..” disse Ashton buttando la testa indietro.
 
“sai quale è il tuo problema? Sei solo..”
 
“la volete smettere!” gridò Gemma, stanca di quei litigi che duravano da giorni.
 
“oh dai lasciali fare.. è piuttosto divertente” disse Calum guardandomi, visto che stavamo entrambi ridendo di quella situazione.
 
“assolutamente no, non li sopporto più” disse esausta
 
“vedi Ashton, Gemma ha ragione, sei insopportabile” disse Michael con un mezzo sorriso.
 
“ti brucia perché ho vinto, Clifford?”
 
“tu non hai vinto, hai solo..”
 
“smettetela subito o vi sculaccerò entrambi!” gridò Germma.
 
Ashton la guardò sorridendo come se l’idea di essere sculacciato da lei gli andasse più che a genio,  poi guardò me “si, è la mia donna!” sorrisi a quelle parole, e anche Gemma, che arrossì quasi impercettibilmente.
 
Ashton le aveva chiesto di sposarla al ritorno a casa dicendo di non voler più aspettare, che aveva paura di perderla e lei naturalmente aveva accettato.
Quello che avevamo passato ci aveva ricordato quanto la vita potesse essere facile da perdere, e che passare il resto dei nostri giorni con chi amavamo, era la cosa più importante.
Era bello vederli felici, ma questo ricordava anche come io ero felice, con Luke.
 
Cacciai quel pensiero dalla mia mente e notai che la ferita che aveva Calum sul braccio si era aperta e il sangue colava in piccoli rivoli sporcandogli la camicia immacolata.
 
“Calum, stai sanguinando!” dissi
 
“tranquilla, non è nulla” disse rassicurandomi cercando di asciugare il fluido scarlatto con i polpastrelli.
 
“no, aspetta qui, vado a prendere le bende e torno” mi sorrise e uscii dalla stanza.
 
Era davvero niente, era solo un poco di sangue, ma volevo lasciare quella stanza per un po, per distrarmi.
Sentii delle voci dietro di me, quelle di Ashton e Michael che litigavano ancora sulla guerra.
Erano diventati ottimi amici, ma quando si trattava di scommesse, o di chi fosse il migliore, litigavano come bambini.
 
Mi affrettai e andai nella stanza di Gemma, presi le bende e scesi di nuovo le scale, mi voltai per un secondo, notando che la porta della biblioteca era socchiusa.
Mi guardai attorno e la spalancai entrandoci.
 
Era un disastro… la vetrata rotta, quella che il grosso lupo aveva rotto per scappare quando Robin gli aveva lanciato il pugnale e Luke si era posizionato davanti a me per proteggermi.
 
Robin e Luke..
 
I due ragazzi che avevo amato…. in modi diversi, s’intende.
 
Scesi i pochi gradini che portavano alla scrivania dove con Luke cercai fra le pagine dei libri una soluzione, passai una mano su di essa.
I piccoli tagli e le incanalature del legno mi ricordarono quando io e Will, da piccoli, litigavamo per salire sul tavolo e cercare di arrivare allo scaffale più alto e prendere più libri possibile.
 
Un sorriso tornò sul mio volto ricordando quei momenti, ma poi mi rabbuiai pensando ai ricordi meno piacevoli.. quando vidi Luke per la prima volta, l’odio che provai per lui sin da.. subito.
La scoperta del suo segreto e della sua vita travagliata, le sue parole, io suo modo di guardarmi, intenso e puro, come mai nessuno aveva mai provato a guardarmi.
Sentii come della rabbia dentro di me.. come potevo permettermi di sentirmi meglio dopo la morte di Luke?!
 
 
“ti serve qualcosa?” disse una voce alle mie spalle.
 
“Will.. mi hai spaventata”
 
“strano, non è da te.. di solito sei così attenta” cercò il mio sguardo perso chissà dove, mi mise una mano sulla spalla “pensi a lui vero?” dissi attenuando la voce
 
“e a chi altri sennò?” abbassai nuovamente lo sguardo.
 
“non posso dire che lui mi piaccia chissà quanto ma.. si legge nei tuoi occhi il suo nome”
 
“io non ho ancora abbandonato ogni speranza, lo sai”
 
“già, ma lui non da segni di vita, sei sicura che averlo portato chi all’istituto sia la cosa giusta?”
 
“non potevo lasciarlo lì Will, io spero ancora che si svegli” non avevo nessuna intenzione di lasciare Luke ad Asgaroth, così Calum mi aiutò a portarlo via attraverso un portale, e l’avevamo messo nell’infermeria.
 
Io però non ci ero mai entrata da quando era lì, non sopportavo l’idea di vederlo immobile, privo del suo respiro come se lo stesse trattenendo sott’acqua.
Ripensai a quando avevamo passato la notte insieme nella foresta di Erenking, la prima volta che lo baciai. Restai a guardarlo addormentarsi, il suo respiro regolare, gli impercettibili movimenti delle dita delle mani strette alle mie, una piccola fossetta che ogni tanto nasceva sul suo viso mentre sorrideva nel sonno.
 
“oggi sono ripassato da lui” disse Will riportandomi alla realtà
 
“e.. e come ti sembra che stia?” trovai il coraggio di domandare.
 
“sono quattro giorni che sta lì, non muove un muscolo, non respira Alex… dovresti almeno andare da lui per dirgli addio”
 
Pensai a quanto potesse essere inverosimile la proposta che mio fratello mi stava ponendo.
Ora che avevo ricordato come poteva essere il volto di Luke mentre dormiva al mio fianco, come potevo andare da lui e guardarlo immobile? Come potevo studiare il suo viso senza che un sorriso gli facesse nascere delle fossette sulle guance? Come poteva quell’immagine rassicurarmi dal momento che non avrei percepito il suo respiro profondo e regolare?
 
“io.. io non ce la faccio Will” presi un grande respiro
 
“si che ce la fai..” mi incoraggiò, ma il fatto che non sapesse come mi sentivo, mi fece alterare.
 
“ti dico di no! Non posso dirgli addio perché non voglio.. non voglio vedere un’altra persona morirmi davanti, non voglio vedere morire un’altra persona che amo” pensai a Tauriel, che mi aveva cresciuta e allenata come una madre, e mi aveva chiamata ‘bimba mia’, ripensai a Robin, che aveva detto di amarmi e pensai al ragazzo-vampiro John Foster che, mentre cercavo di portare via Luke, mi aveva fatto da scudo mentre un vampiro adulto mi si scagliava addosso.
 
Proprio così, Cal mi aveva aiutato a trovare un modo per caricare Luke in spalla, ma uno dei vampiri ancora in vita usò le sue ultime forze per attaccarmi.. se non fosse stato per John probabilmente non ce l’avrei fatta.
 
Vedere un ragazzino morire davanti a te.. non si può descrivere.
 
“ho salvato la tua vita come tu facesti con la mia..” disse John
 
“ma ho promesso che non ti sarebbe mai accaduto nulla di brutto” gli dissi cercando di trattenere le lacrime, ero sempre stata l’unica a credere il lui
 
“meglio morire che essere come loro, meglio morire per salvare te.. tu sei davvero un angelo Alex Herondale” mi disse prima di morire.
 
John aveva sempre creduto che io fossi una creatura angelica e lo aveva ribadito anche sul letto di morte.
Mi sentii incredibilmente debole davanti a Will mentre il flashback di qualche giorno prima, tornava vivido nella mia mente.
 
“no Will, non posso.. scusami” dissi riprendendo le bende e allontanandomi per raggiungere Calum.
 
“Alex.. non te lo chiederei se non fosse necessario.. ma lui ha bisogno di sentirti accanto”
 
“Will, lui è morto.. Luke è morto” dissi sentendomi fortemente vulnerabile.
 
Solo in quel momento realizzai che Luke era davvero morto, che non c’erano più speranze.
 
“e tu davvero non vuoi rendergli omaggio?” domandò, ma io uscii dalla stanza andando verso il salone dove c’erano gli altri.
 
“oh eccoti qui!” disse Gemma, ma io ero già inginocchiata davanti a Calum che allungava il braccio per farselo bendare.
 
“i tuoi occhi” disse Ashton guardandomi
 
“non è niente, davvero” nessuno osò parlare dopo la mia affermazione.
 
“ok, fatto” dissi guardando il mio lavoro da lontano.
 
“ti ringrazio Alex” disse Calum.
 
 
 
 ________________
 
 
 
 
Non riuscivo a dormire, mi girai per guardare l’orologio, erano le 3:00 di notte.
 
Sbuffai chiedendomi come fosse possibile che avessi problemi di insonnia.
 
Provai mille volte a girarmi e rigirarmi nel letto cercando una posizione confortevole, ma non funzionò.
Decisi così di scendere nella cucina e prepararmi una bella tazza di caffè, mi affacciai alla finestra guardando la luna alta nel cielo, stranamente, più brillante del solito.
 
Ero sicura di non soffrire d’insonnia, era solo che ogni volta che chiudevo gli occhi, rivedevo Luke disteso a terra, col il volto poggiato sul mio grembo e le nostre mani intrecciate, rividi la notte nella foresta di Erenking… era come se nelle mie palpebre fosse stampata la sua immagine.. non potevo più sopportare un peso del genere.
 
Scacciai quei pensieri velocemente e le parole di Will risuonarono nella mia mente ‘tu davvero non vuoi rendergli omaggio?’
 
Era così che si faceva con i morti, ti avvicinavi e li ringraziavi di tutto sul letto di morte.. lo avevo fatto con tutti i guerrieri caduti valorosamente, ma con Luke no.
 
Non volevo guardare il suo volto sapendo che poteva essere l’ultima volta.
 
Presi un gran respiro e salii le scale ritrovandomi davanti all’infermeria..
 
La mia mente diceva di andare via, ma il mio corpo suggeriva di entrare e andare da lui.
Ascoltai quest’ultimo.
 
Dopotutto.. peggio di così non potevo davvero stare.
 
Aprii la porta pesante e lo vidi lì, sdraiato sul letto più lontano di tutti…
 
 
 
 
 
 
 
 


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A voi il capitolo 51, a dire il vero non volevo postarlo viste le poche recensioni del precedente, di solito ce ne sono un po di più, ma ho comunque deciso di farlo visto che in questa settimana avrò pochissimo tempo da passare qui (i professori si sono svegliati solo adesso con i loro “mi mancano i voti”).
 Ad ogni modo, più recensioni ci saranno, prima posterò l’ultimo capitolo della storia ;)
Grazie
-Elisa:D
 

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Capitolo 52
*** Capitolo 52 ***


 
 
Lentamente aprii la massiccia porta che portava all’infermeria e mi affacciai.
L’infermeria era composta la lunghe file di letti sia dalla parte sinistra che destra dell’abitacolo, era forse, una delle stanze più grandi dell’intero istituto e una delle poche ancora intatte dopo quei giorni.
 
Luke si trovava in fondo alla stanza, sdraiato sul letto più lontano sulla fila sinistra. Non mi fu difficile immaginare il perché lo avessero sdraiato lì, volevano che, man mano che mi avvicinassi, studiassi meglio il suo stato.
Voglio dire, entrare e trovarlo morto sul primo letto dopo aver varcato la soglia mi avrebbe provocato un infarto.
 
Mi avvicinai e lo guardai attentamente, solo il rumore dei miei passi risuonò nel silenzio della notte.
I suoi lineamenti perfetti, le labbra carnose.
Presi una sedia e mi misi al suo fianco, non osavo toccarlo.
 
Dio, era così bello, cercai più volte di convincere me stessa che stesse solo dormendo.
L’unico respiro che risuonava era il mio, e ne rimasi sorpresa nonostante conoscessi le sue condizioni… sentivo il bisogno di parlargli.. dovevo farlo.
 
 
“Will mi ha detto che…” mi bloccai sentendo il dolore trasparire nella mia voce velata “mi manchi Luke, non voglio dirti addio, l’ho fatto con tutti ma non posso con te..” mi sentivo come una bambina intenta a porre le proprie scuse ad un genitore
 
 
Lo guardai ancora.
Le palpebre con le lunghe ciglia chiare che accarezzavano le guance, la curva perfetta del naso, i capelli biondi sparsi sul cuscino immacolato.
 
 
“la prima volta che ti ho visto, ho pensato .. come può un singolo individuo essere così irritante dopo solo due minuti di conversazione?” sorrisi a quel ricordo abbassando lo sguardo sulle mie mani e sulle cicatrici su di esse “e si, avevo anche paura di te.. credevo che dietro quel viso angelico si nascondesse qualcosa di crudele, invece mi sbagliavo soltanto.. come del resto ho sbagliato in tutto..” il sorriso scomparve e trovai quasi impossibile alzare lo sguardo.. improvvisamente le mie mani erano diventate la cosa più interessante su cui posare lo sguardo.
 
“Hai ragione, volevo scappare, era l’unica cosa che riuscissi a desiderare quando ero in quel castello, ma se solo avessi conosciuto prima il peso del segreto che portavi, bhe.. sarei rimasta lì, con te” Dissi mettendomi una ciocca dietro l’orecchio.
 
“per quanto, certe volte, mi imponevo di volerti odiare, non ce la facevo.. non ti nascondo che avrei voluto più volte lanciarti qualcosa addosso, ma.. c’era qualcosa in te, nei tuoi occhi, che riusciva a calmarmi..” sentii uno strano calore nello stomaco, era come se stessi parlando con un fratello “Will dice di vedere scritto nei miei occhi il tuo nome.”
 
 
Rimasi per un po in silenzio.. non sapevo cosa aggiungere..
 
 
“Sai, non credo che si sbagli! Non ti nascondo che ho pensato molto a te in questi giorni” mi poggiai al materasso.
 
“mi svegliavo nel cuore della notte con gli incubi, i tuoi occhi neri, il sangue.. ma quello non eri tu, lo so.. eppure neanche in quelle circostanze riuscivo a guardarti in modo diverso” Spostai lo sguardo sulla finestra.
 
“hai detto che avresti sentito ancora molte volte il modo in cui parlo perdendomi nei miei discorsi se fossi vissuto ancora.. hai detto che mi avresti anche insegnato a suonare il piano e mi avresti fatto sbagliare” sorrisi ancora.
 
“Will ci ha provato, sai?.. A farmi suonare intendo.. ma dimenticavo tutto cinque secondi dopo che mi veniva spiegato .. lo so, avevi ragione, sono una pessima allieva, ma credo che molto dipenda anche dal maestro no?”
 
 
La sua mano era stesa sul letto, la presi e la strinsi fra le mie.
 
Le sue dita erano congelate fra le mie calde.
 
 
“ti sto raccontando tutto mentre tu sei morto e non puoi sentirmi, ma avevo bisogno di sfogarmi.. la prima volta che dissi di avere bisogno di te… non lo avevo mai detto a nessuno, non avevo mai pianto, non avevo mai amato davvero, non avevo mai provato il dolore che si prova nel perdere tutto e tutti.. tu mi hai aperto gli occhi Luke, ora vedo le cose in modo diverso… tu me lo hai insegnato” deglutii
 
“hai detto che saresti comunque morto, per quanto tutto possa sembrarti strano ed irreali sta.. io non voglio crederlo, non ce la faccio a crederlo.. penso ancora che se avessi agito secondo i tuoi ordini, se ti avessi ascoltato.. ora mi guarderesti con i tuoi incantevoli occhi azzurri e mi abbracceresti.. e sentirei ancora il calore del tuo corpo”
 
 
Sentivo le lacrime bruciare nei miei occhi ma mi sforzai per non permettere che mi rigassero il viso.
Presi un grande respiro, sembrava la cosa più difficile che avessi mai fatto.
 
 
“hai detto di amarmi.. non posso desiderare nient’altro Luke…anzi.. credo proprio che potrei, vorrei vederti sorridere” gli strinsi ancora di più la mano
 
 
“addio” sussurrai piegandomi su di lui e lasciandogli un bacio sulle labbra fredde.
 
 
Una lacrima rigò il mio viso e cadde sulla sua guancia per poi scivolare e dissolversi sul cuscino.
 
Mi alzai e lo guardai tenendo ancora la sua mano.
 
La strinsi ancora più forte e poi la lasciai.
 
Mi girai e percorsi il corridoio al contrario, per uscire dalla stanza e avviarmi verso la mia.
 
 
“…Alex…Alex” disse una flebile voce. Mi voltai e spalancai gli occhi.
 
Portai una mano al petto e una alla bocca. Sentivo il mio cuore battere all’impazzata.
 
 
“non può essere..” sussurrai.
 
 
“Alex!” girò il viso e aprì gli occhi guardandomi
 
 
“Luke.. oh santo cielo Luke!” corsi verso di lui e mi buttai ai piedi del letto, inginocchiandomi e guardando il suo viso.
 
 
“Luke, sei vivo per davvero, non sto sognando” dissi toccandogli in viso come per constatare che tutto quello stesse accadendo davvero.
 
 
“si, si Alex” sorrise guardando i miei movimenti che ai suoi occhi apparivano buffi.
 
 
“ma come..?”
 
 
“Harold..”
 
 
“lui è morto” dissi.
 
 
“si, ma era lui la fonte di potere e magia che Lilith sentiva nel castello ad Adamas, non io, lui ha dato la vita per salvarmi”
 
 
“Luke, sei vivo” strinsi la sua mano e affondai la testa nel materasso.
 
 
“Alex, dai.. guardami” mi sollevò il volto e si mise a sedere sul letto “sei ancora più bella quando piangi”
 
 
“è successo un po troppo spesso ultimamente” mi sorrise io ricambiai.
 
 
La sua pelle stava riacquistando colorito.
 Vidi la sua mano armeggiare con le bende che coprivano il solco nel cuore lasciato dal cavicchio.
 
Quando le tolse, era come se la sua pelle non fosse mai stata toccata, neanche un graffio o una cicatrice.
 
Lo guardai e dischiusi le labbra.
 
 
“lui sapeva che una volta tolto in cavicchio con il sangue di demone, avrei avuto una parte di demone in me, ma con la sua magia la ferita si è rimarginata”
 
 
“e sei metà demone?” domandai
 
 
“no” sorrise “il sangue angelico in me ha annullato la parte demoniaca, ma si è anche estinto”
 
 
“questo vuol dire che..”
 
 
“si, sono solo un cacciatore adesso.. non c’è più nulla di angelico in me” sembrò stranamente ferito di tutto questo.. forse la parte angelica in lui gli dava conforto?!
 
 
“ho sempre creduto che fossi un angelo prima ancora di scoprire che lo eri davvero.. per me lo sarai sempre” mi avvicinai a lui e lo baciai lentamente.
 
 
Le sue mani salirono per le mie braccia fino ad arrivare al collo, poi scivolarono sulla nuca e si strinsero ai miei capelli.
 
Misi le mie sulle sue guance.
Mentre lo baciavo sentivo che le mie preghiere erano stare ascoltate, lui era lì, vivo, non stavo sognando, il suo corpo caldo contro il mio, il suo sorriso, le sue mani.
 
Un’altra lacrima scivolò sul mio viso e bagnò anche il suo.
 
Lo sentii sorridere mentre mi baciava.
Poi tornò a guardarmi, i suoi occhi..
Solo silenzio..
 
Un silenzio nel quale sapevamo di capire, anche senza parlare.
 
 
“hai detto che se avessi avuto un’altra vita, l’avresti passata per stare con me, a sentirmi parlare, a ridere con me.. ad invecchiare con me… a mostrarmi tutte queste cose”
 
 
“e non vedo l’ora di insegnartele tutte” mi accarezzò il viso
 
 
“anche a suonare il piano?” domandai sorridendo.
 
 
“ ehm.. non è troppo buio in questa stanza” disse guardando altrove
 
 
“dai smettila.. lo hai promesso” dissi sorridendo e lui ricambiò
 
 
“bhè.. per quanto sfiancante sarà.. una promessa è una promessa” si avvicinò e mi lasciò un tenero piccolo bacio sulle labbra “voglio condividere tutto con te” sussurrò dolcemente.
 
 
Mi sembrò tutto surreale, anche il fatto che qualche minuto prima lui era in fin di vita e adesso stavamo scherzando come eravamo soliti fare…
 
 
“ricordo che..” disse staccandosi da me ed assumendo uno sguardo beffardo “ti dissi ‘ti amo prima di cadere incosciente…non è così?” domandò
 
 
“si.. è così!” lo guardai alzando un sopracciglio. Dove voleva arrivare?
 
 
“ora però voglio che sia tu a dirlo, Alex!” mi accarezzò la guancia
 
 
“Ti amo, Luke!” dissi senza esitare
 
 
“Ti amo!” mi prese fra le sue braccia e mi baciò delicatamente mentre sentivo le sue mani stringere i miei capelli.
 
 
Poi si staccò da me e mi abbracciò stringendomi ed accarezzandomi la schiena.
 
 
“Ti amo.. e ho bisogno di te!” disse lui infine..
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 


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 E SI CALA IL SIPARIO!!
Questa era la mia storia, solo per voi, grazie di averla letta in tantissimi, il primo capitolo è arrivato a circa 3000 visite, mi sento male.. grazie a tutte le recensioni e alle lettrici appassionate che hanno perso tempo.Visto che avete chiesto in molti come abbia creato la storia.. bhe, l’ho sognata e poi ho deciso di trascriverla visto che mi era sembrata davvero surreale e strana, ma allo stesso tempo romantica e divertente.
Purtroppo questa storia si è conclusa, ma vorrei chiedervi di leggerne un’altra che sto scrivendo.. si chiama “A Beautiful Disaster”, sempre con Luke Hemmings signore e signori, e pubblicherò il primo capitolo fra 3…2…1..
Grazie mille ancora, siete state gentilissime con me.
Elisa:D ….. o meglio.. xHemmo ;)
il loro tempo a sognare con me ;)
 

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