Konoha Dance Academy

di nhfan25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 2: *** Behind blue eyes ***
Capitolo 3: *** Il primo provino ***
Capitolo 4: *** Preparazione ***
Capitolo 5: *** Irresistibile ***
Capitolo 6: *** Il secondo provino ***
Capitolo 7: *** Sconvolgimenti ***
Capitolo 8: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 9: *** Under the moonwalk ***
Capitolo 10: *** Occhi di ghiaccio ***
Capitolo 11: *** If I could change the world ***
Capitolo 12: *** Thunderstruck ***
Capitolo 13: *** I sacrifici di un ballerino ***
Capitolo 14: *** La telefonata ***
Capitolo 15: *** Ciao papà ***
Capitolo 16: *** Il peso dei ricordi ***
Capitolo 17: *** Argento ***
Capitolo 18: *** Si fece vento ***
Capitolo 19: *** Metamorfosi ***
Capitolo 20: *** Pece ***
Capitolo 21: *** Due gocce d'acqua ***



Capitolo 1
*** Come tutto ebbe inizio ***


Ciao a tutti ragazzi!

Eccomi qui, come promesso sono tornata con un'altra storia! Qui ho unito due delle mie passioni, il manga con la danza... Spero che i ballerini apprezzino questa long e che anche i meno appassionati di quest'arte meravigliosa la seguano comunque con interesse =) Buona lettura!!


Capitolo 1 - COME TUTTO EBBE INIZIO


-Eccoci arrivati signorina Hyuga-

Ko aprì la portiera della Lamborghini per far scendere la sua giovane passeggera. Lavorava da parecchio tempo per la sua famiglia: il padre Hiashi l'aveva assunto come accompagnatore e autista una decina d'anni prima, quando la piccola Hinata aveva cominciato a frequentare la prima elementare. Un uomo d'affari impegnato come lui non aveva certo tempo di scarrozzare la figlia. Al contrario del padre, altezzoso e autoritario, Hinata era una ragazza timida e dolcissima, che in tutta la sua vita si era messa contro il suo esigentissimo genitore sempre e solo per un motivo. Ko, che la considerava un po' come una nipotina, ricordava ancora tutte le volte che aveva asciugato le lacrime della bambina quando il signor Hiashi la sgridava perché non portava a casa il massimo dei voti. Pretendeva che sua figlia si occupasse solo dei suoi doveri di studentessa modello, senza però ricordarsi di adempiere ai suoi doveri di padre. Per quello si era schierato dalla parte di Hinata quando quest'ultima aveva rivelato a suo padre di voler frequentare un corso di danza.

-Non se ne parla! Devi solo pensare a studiare!-

-Ma papà... Io...-

-Ho detto di no! Torna a fare i compiti-

-Li ho finiti...- Aveva risposto la piccola, che ai tempi aveva solo otto anni.

-Signore, se mi permette, Sua figlia è la migliore della classe e spesso le rimane anche del tempo libero..- Intervenne Ko in sua difesa. Quando vide che il suo capo era sul punto di rispondergli in malo modo, decise di giocare d'astuzia:

-Si ricordi, signore: mens sana in corpore sano. Un'arte nobile come la danza classica non potrà che giovare alla mente di Sua figlia, lei non crede?-

A quel punto Hiashi era rimasto interdetto. Si prese un paio di minuti per pensare, durante i quali Hinata era rimasta in piedi a tirarsi le maniche, sull'orlo di una crisi di pianto.

-...Va bene. Ma se vedo che i tuoi risultati scolastici peggiorano anche in una sola materia ti impediró di frequentare ancora le lezioni-.

La bambina si era lasciata andare in un pianto liberatorio: era la prima volta che giungeva a un compromesso con suo padre. Lo ringraziò mille e mille volte ancora per quella sua decisione e gli promise che si sarebbe impegnata ancora di più negli studi.

Fu così che la ragazzina cominciò a frequentare la scuola si danza tre pomeriggi a settimana. Appena tornata a casa correva in camera a studiare come una matta per prendere sempre il voto più alto; era felice come non lo era mai stata prima e il suo rendimento scolastico era addirittura migliorato, visto che adesso aveva le ore di palestra in cui potersi sfogare. Ko, che ovviamente accompagnava la bambina a lezione, aveva il cuore gonfio di gioia quando vedeva uscire la bambina stanca, ma felice. Non raccontava mai nulla di ciò che accadeva in quella stanza, non si vantava mai di aver ricevuto un complimento dalla maestra e non si lamentava mai delle critiche: sembrava quasi che volesse riempirsi di quella passione e tenere quella felicità tutta per sé.

Un giorno, un paio di mesi dopo che la bambina iniziò a frequentare la palestra, ovviamente la migliore della città, la maestra chiese a Ko di andare a parlare un momento in privato.

-Aspettami qui, angioletto- Disse l'uomo spettinando i capelli della bambina, poi si appartò con la maestra.

-Lei è il padre di Hinata?- Chiese la donna, sottile come un'acciuga.

-Beh, no... Suo padre non può venire a prenderla. È molto impegnato-

. -Beh, se fosse possibile mi farebbe piacere parlargli-

. -Come le ho già spiegato, purtroppo il signor Hyuga è un uomo molto impegnato. Se desidera può parlare con me, gli riferirò tutto. Mi dica, c'è qualche problema con la piccola?- chiese preoccupato Ko.

-Assolutamente no, in realtà è proprio il contrario. Vede, la bambina... Come dire... È incredibilmente dotata. Non può stare in questo corso, dovrebbe andare con le più grandi. Inoltre ha una passione e una grazia che è davvero raro trovare in una bambina di otto anni. Pensavo di inserirla gradualmente nel corso delle bambine tra i dieci e gli undici anni, però le lezioni diventeranno quattro a settimana. Pensa che sia un grosso problema?-

-Beh ecco... Non saprei. Sicuramente non è un problema dal punto di vista economico... Tenterò di convincere il padre. Comunque, è una cosa che fate spesso? Far saltare dei corsi alle bambine intendo-.

-In realtà questa è la prima volta in quindici anni che prendo questa decisione- Rispose sorridendo la ballerina -Mi creda, Hinata può fare grandi cose. Se verrà seguita adeguatamente sono certa che farà carriera-.

Ko sorrise, sentendosi orgoglioso della piccola quasi come se fosse figlia sua. Ringraziò la donna e si affrettò a riportare Hinata a casa. La sera aspettò che il signor Hyuga rientrasse a casa, attendendo pazientemente nell'ingresso della sua villa.

-Signore, avrei bisogno di parlarLe, prometto di non rubarLe più di dieci minuti-.

-E va bene... Ma faccia in fretta Ko, sono stanco morto- Disse il padrone di casa, accompagnando il suo interlocutore nello studio.

Discussero per ben più di dieci minuti: al signor Hyuga non sembrava importare minimamente della passione e delle potenzialità della figlia, e il giovane autista non riusciva proprio ad accettarlo. Alla fine, probabilmente a causa della spossatezza del suo capo, Ko ebbe la meglio e convinse l'autoritario uomo d'affari a concedere quell'opportunità a sua figlia.

Passarono gli anni e arrivò il momento di iscrivere la ragazza al liceo. Ormai Hinata frequentava la palestra tutti i giorni e spesso rimaneva alzata fino alle due di notte per studiare e mantenere una media dei voti spaventosa. Man mano che il tempo passava il suo sogno diveniva sempre più grande, il suo impegno era sempre costante e l'amore per la danza aveva invaso la sua vita, impedendole di avere una normale vita di adolescente, anche se a lei non importava. Un giorno il padre le aveva chiesto di venire nel suo studio una volta tornata dalla lezione.

-Ko, ti prego, accompagnami...- Aveva chiesto la ragazzina, implorandolo con gli irresistibili occhi perlacei. Come poteva dire di no a un essere così angelico e indifeso? Così quella sera si erano ritrovati in presenza del signor Hyuga, immaginando già quale tipo di battaglia avrebbero dovuto affrontare.

-Hinata, entro un mese dovremo iscriverti al liceo. Voglio che tu scelga la scuola che preferisci: liceo classico o scientifico?- Aveva chiesto l'uomo, come se non esistessero altre vie d'uscita: probabilmente era già convinto di fare un favore alla figlia dandole due opzioni. La ragazza era rimasta senza fiato e per qualche secondo non parlò. Poi, dopo aver raccolto tutto il coraggio che aveva, aveva detto con un filo di voce:

-Papà... Io voglio andare all'accademia di danza-.

Era stata come una mazzata in testa. La tensione era palpabile, tanto che si sarebbe potuta tagliare con un coltello.

-...Stai scherzando, spero...-

La voce del signor Hyuga tremava di rabbia: non era mai stato un uomo paziente ed era troppo abituato a dare ordini per rendersi conto che una figlia non è un dipendente che si può licenziare appena si rifiuta di fare qualcosa.

-La mamma... Mi avrebbe appoggiato- Aveva detto piangendo la ragazzina dai capelli blu.

-Non tirare in ballo tua madre adesso!-

-Invece sì! Perché lei si comportava da madre! Avrebbe condiviso con me questa gioia! Tu invece non sei mai venuto a un mio saggio, non sei mai passato a prendermi a una lezione, non mi hai neppure mai chiesto come andasse, cosa facessi, se mi fossi fatta delle amiche! Non ti sei mai interessato di nulla, anzi, non hai fatto altro che ostacolarmi tutta la vita! Ti ho dimostrato che sono in grado di studiare e di ballare, ho continuato a lavorare sodo per essere sempre la migliore della scuola e tu non mi hai mai fatto un complimento, mi hai solo detto che era un mio dovere farlo! Ti ho chiesto solo una cosa in tutta la mia vita e tu non vuoi concedermi neppure questa! Che razza di padre sei??-

*PAFF*

Lo schiocco rimbombò nella stanza mentre sul viso di Hinata comparivano i segni lasciati dalle cinque dita del padre. Ko prese la ragazzina per un braccio e la tirò a sé, facendo scudo col suo corpo.

-Signor Hyuga! Che diavolo Le è preso?-

-Ha sentito con che tono si è rivolta a me? Sono suo padre, maledizione! Deve portarmi rispetto!-

-Il rispetto si dà se a propria volta lo si riceve!- Aveva concluso la ragazzina, correndo via subito dopo. Senza dare ascolto alle urla del padre che le intimavano di tornare indietro, Hinata si era a chiave nella sua stanza, senza avere alcuna intenzione di uscirne.

-Va bene! Se ci tieni tanto a saltare la cena resta pure chiusa lì dentro!- Le aveva detto il padre, andandosene via infuriato. Hinata era rimasta chiusa in camera sua anche il giorno seguente. Era domenica, quindi non le importava di uscire, siccome non aveva lezione di danza; però si era rifiutata di aprire a chiunque, anche per farsi passare un piatto di riso. Neanche Ko era riuscito a farla desistere dal continuare quello sciopero della fame, mentre il padre era sicuro che sarebbe uscita molto presto di lì. Però le cose andarono diversamente: il lunedì Hiashi Hyuga era stato costretto a chiamare un fabbro per aprire la porta della camera di sua figlia, ormai completamente stremata dalle lacrime, dalla fame e dalla sete.

-Papà- Disse la ragazzina con un filo di voce -Se non mi fai frequentare l'accademia io smetterò di studiare-.

Era un colpo basso e soprattutto controproducente; Hinata ne era cosciente, ma non poteva lasciare che il suo sogno venisse infranto dalle manie di suo padre. Fu così che l'irremovibile Signor Hyuga era stato costretto a cedere: aveva perso la prima battaglia con sua figlia.

-Hinata, sei testarda come tua madre...- La ammonì un paio di giorni dopo, quando firmò di fronte a lei la domanda di ammissione -Ma tutto sommato sono contento di aver scoperto che mia figlia è molto più determinata di quanto pensassi-.

Fu così che a settembre Hinata aveva fatto i provini ed era entrata nell'accademia. Al mattino, dalle 8 alle 12 e mezza, stavano sui banchi di scuola, mentre dalle 14 alle 19 frequentavano le lezioni in palestra. Una vera faticata, ma la ragazza era immensamente felice di poter dedicare la maggior parte della giornata alla sua unica grande passione. Ovviamente era la migliore della scuola, sia negli studi che in palestra; certo, quella della sua città non era un'accademia molto rinomata, il padre non le aveva permesso di trasferirsi, però Hinata era comunque fuori di sé per la gioia. Passarono tre anni, durante i quali l'amore della ragazza nei confronti della danza era ulteriormente cresciuto e maturato. Finché un giorno suo padre non la chiamò nel suo studio per parlarle.

-Dobbiamo trasferirci. Non posso più gestire i miei affari da qui. Purtroppo dovremo lasciare questa casa e trovare una buona sistemazione nella capitale. Mi dispiace tanto Hina-chan...-

Era da tempi immemori che il padre non la chiamava così, ma sapeva che l'abbandono di quella casa significava molto per sua figlia, almeno tanto quanto significava per lui: lì avevano trascorso degli anni stupendi quando sua moglie era ancora viva. Ai quei tempi gli affari non occupavano completamente la sua vita e aveva il tempo di giocare con la sua bambina e stare con la donna che amava più di qualsiasi cosa al mondo. Lì qualsiasi cosa, i muri, i mobili, gli elettrodomestici, erano impregnati di ricordi preziosi, seppur dolorosi, di una vita felice.

-Papà... Dobbiamo proprio?- Aveva chiesto Hinata, asciugandosi le lacrime che cominciavano ad affacciarsi ai suoi occhi.

-Purtoppo sì... Ma ho una sorpresa per te...- Rispose il signor Hyuga con voce insolitamente delicata. Sotto gli occhi curiosi di sua figlia aprì un cassetto della scrivania e da esso tirò fuori una busta bianca, con un elegante stemma disegnato sul davanti che recava scritte le lettere "KDA".

-Ho scritto alla Direttrice della Konoha Dance Academy, chiedendogli di lasciarti fare un provino. Sei stata convocata per il 5 Luglio-.

Dopo qualche secondo di silenzio, dettato dall'incredulità, Hinata era balzata in piedi e aveva lanciato un urlo acutissimo, buttandosi sulla scrivania e gettando le braccia al collo di suo padre, allibito per la totale perdita di controllo della figlia sedicenne, anche se non era poi così dispiaciuto per quell'improvviso slancio di sentimentalismo. Fu così che tutto ebbe inizio e fu così che si ritrovarono di fronte all'entrata di quella grossa struttura, sulla quale campeggiava l'imperiosa scritta "Konoha Dance Academy".

-Grazie Ko-. Disse Hinata quando l'autista aprì la portiera dell'auto. Balzò sul marciapiede, un po' rigida per la tensione, aggrappata alla borsa da palestra che le pendeva da una spalla. -Bene... Ora vado...-

-Ti aspetterò qui fuori... In bocca al lupo, ballerina-.

Hinata si voltò verso Ko, sforzandosi di sorridere.

-...Crepi, Ko-chan-.

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Capitolo 2
*** Behind blue eyes ***


Capitolo 2 - BEHIND BLUE EYES


Un marasma di ragazzi era stipato nell'ingresso del palazzo, un vociare diffuso si innalzava dalla folla e Hinata, già in preda all'ansia da prestazione, si sentiva soffocare. Con non poche difficoltà riuscì a raggiungere la segreteria e a chiedere dove potersi cambiare.

-Ciao cara, prima dovrei vedere la lettera di convocazione...-

-C..certamente, eccola qui-.

- Mh, bene... Dunque, segui il corridoio fino in fondo ed entra nell'ultima porta a sinistra-.

-Grazie mille, buona giornata- Disse Hinata sorridendo.

Facendosi nuovamente largo tra gli aspiranti studenti riuscì finalmente a raggiungere il luogo indicatole dalla segretaria; spinse la porta e dietro vide una grossa sala da ballo che era stata eccezionalmente adibita a spogliatoio femminile. Parecchie ragazze chiacchieravano animatamente tra loro in modo concitato, ogni tanto sentiva qualche risatina isterica che lasciava trapelare tutta l'agitazione per quell'evento: la Konoha Dance Academy era la migliore scuola di danza a livello Nazionale e in una classifica delle più importanti accademie del mondo sicuramente si sarebbe piazzata tra le prime venti. Per questo ogni anno si precipitavano a fare i provini più di ventimila ragazzi, provenienti anche da altri Paesi limitrofi, tra i quali venivano scelti solo una quarantina di ballerini. La selezione era massacrante e infrangeva migliaia di sogni, ma era assolutamente necessaria.

I provini da superare per poter entrare nell'accademia erano due: il primo era diviso a sua volta in due fasi e per ogni gruppo di cinquanta ragazzi alla fine ne veniva scelto solo uno. In tutto la prova durava circa venti o venticinque minuti e solo il 2% degli aspiranti ballerini alla fine l'avrebbe superato. Per dare la possibilità a tutti di partecipare erano necessarie tre settimane di selezioni, in cui ogni giorno circa un migliaio di persone veniva esaminato. Il secondo provino, invece, durava al massimo cinque minuti e ogni ragazzo doveva interpretare un pezzo scelto e preparato da lui.

Hinata aprì il borsone e tirò fuori il suo contenuto. Si spogliò e cominciò a infilarsi le collant, il body blu e, per finire, calzó le mezze punte*. Si guardò nel grande specchio che occupava tutta la parete e si mise a posto i ciuffetti di capelli che erano usciti dallo chignon già preparato prima di partire da casa. Si spruzzò altra lacca e si sedette con la pochette in mano per truccarsi: dopo essersi messa il primer prese il kajal e si disegnò due dolci occhi da cerbiatta, poi si mise accuratamente fondotinta, correttore, blush, cipria e un rossetto color fragola. Fece un profondo respiro, dopodichè mise nella borsa i vestiti, lasciando fuori la felpa e gli scaldamuscoli, che si infilò subito. Uscì dalla porta, richiudendola dietro di sé, e si fermò nel corridoio che portava all'ingresso, guardandosi intorno: la struttura era stata costruita in stile occidentale e doveva avere più di un secolo, ma era tenuta egregiamente. Si soffermò di fronte a una bacheca di cristallo ad ammirare le foto dei più grandi ballerini mondiali che erano erano cresciuti in quell'accademia o erano venuti a visitarla o a tenere una lezione speciale ai ragazzi. Vide addirittura una foto del grande Nureyev attorniato da una trentina di ragazze visibilmente felici e onorate di aver conosciuto uno dei più grandi ballerini che il mondo avesse mai visto. Improvvisamente il vociare dei ragazzi all'ingresso si fece più intenso e con uno scatto raggiunse la folla: stavano cominciando a chiamare i nomi.

-Per favore, state calmi, abbassate la voce ragazzi... Non vi agitate, ora noi... Hey, calma ragaz... OH, PER LA MISERIA, STATE ZITTI!-

Improvvisamente calò il silenzio, anche se per ottenerlo la segretaria aveva dovuto sacrificare le proprie tonsille. Con quel filo di voce rimastole, chiamò i primi cinquanta nomi e poi chiese agli altri di aspettare lì davanti. Hinata, che non era stata inserita tra i primi cinquanta della lista, andò alla macchinetta lì vicino e prese del tè caldo al limone. Cercando di evitare in tutti i modi di versarselo addosso, raggiunse la segretaria che si era rintanata dietro la scrivania, con gli occhi fuori dalle orbite per lo sforzo appena fatto.

-Signora, tenga, credo che la sua gola ne abbia bisogno- Disse Hinata, porgendole gentilmente il bicchierino marrone.

-Oh, cara... Grazie mille, sei un vero angelo... Come ti chiami?-

-Hinata Hyuga, signora...-

-Oh, beh, vediamo un po'... Mh... Ecco qua! Hyuga Hinata! Mi sa che dovrai aspettare ancora tre ore mia cara, mi dispiace... Però a questo punto ti consiglio di andare a farti un giro, almeno ora non balzerai in piedi in preda al panico tutte le volte che chiamerò qualcuno- Disse la segretaria dopo aver sfogliato le liste; era un piccolo gesto di riconoscenza per quella gentilezza appena ricevuta.

-La ringrazio moltissimo signora...?-

-...Shizune-.

-Beh, grazie mille davvero signora Shizune, ma preferirei allenarmi se fosse possibile...-

-Mh... Allora senti... Sali al primo piano, c'è un corridoio sulla sinistra, percorrilo ed entra nella seconda porta a destra. La sala dovrebbe essere libera... E se dentro trovi un ragazzo biondo digli che ti ho mandato io e chiedigli se potete dividere la stanza-.

- Oh grazie, grazie mille davvero!!- Disse Hinata, molto più tranquilla per il fatto di non doversi allenare in mezzo a tutta quella gente. Velocemente guizzò via, sgusciando tra la folla e dirigendosi verso l'imponente scalinata di marmo. Fece le scale correndo per l'eccitazione e in un attimo si ritrovò nel corridoio; raggiunse la porta della stanza indicatale dalla segretaria e, delicatamente, tirò giù la maniglia e aprì la porta di un paio di centimetri.

Non era vuota: al suo interno si trovava un ragazzo biondo che doveva avere più o meno la sua età. Portava un paio di pantaloni larghi col cavallo basso e aveva il torace nudo, i capelli appiccicati sulla fronte per il sudore. Aveva due intensi occhi azzurri pieni di tristezza, rabbia e determinazione, ma anche di una luce calda, che ispirava fiducia e bontà. Si piegò su un lato e poggiò una mano a terra, spingendo le gambe in alto con un colpo di reni e arrivando a toccarsi i piedi con la mano libera; poi si rimise in piedi, arretrò di qualche passo e, si esibì in un perfetto elbow rock, seguito da un freeze**.

Hinata era rimasta a guardarlo completamente rapita. Aveva uno stile così aggressivo, ma allo stesso tempo aveva una leggerezza incredibile, sembrava quasi volare. Alla fine il ragazzo, schiena a terra, saltò in piedi con un potente colpo di reni e una spinta delle braccia, producendo un arco perfetto.

-...Hai intenzione di rimanere lì a guardarmi tutto il giorno?- Chiese il biondino, ansimando per la fatica. La ragazza dagli occhi di perla rabbrividì e sentì il sangue irrorargli prepotentemente le guance; aprì lentamente la porta e finalmente si mostrò.

-M...mi dispiace, scusami... È che.. Non volevo disturbarti... Sei qui per il provino?- Chiese la ragazza molto imbarazzata.

-Cosa? Naa, io qui ci lavoro... Faccio le pulizie, ma quell'angelo di segretaria mi lascia usare quest'aula, ovviamente solo al mattino, quanto non lavoro.. Tu invece si vede lontano un miglio che sei una ballerina di classica... Più montate della panna voi ragazzine- Commentò stizzito il ragazzo, radiografando Hinata con uno sguardo.

-Oh... Io... Non sono così- Disse la ragazza arrossendo e tirandosi le maniche della felpa -In realtà volevo chiederti se... Potevamo dividere la stanza... Shizune mi ha d..detto che posso usarla... S..se per te non è un problema, ovviamente- si affrettò ad aggiungere. Il ragazzo la guardò storto: Shizune non aveva mai dato il permesso a nessuno di usare quella stanza se non a lui.

-Mh... Va bene... Hai il provino tra poco?-

-Tra circa tre ore...-

-Bene... Allora ti metto un po' di musica per il riscaldamento- Disse il biondino, svelando un bellissimo sorriso che sciolse Hinata come neve al sole. -Comunque, io mi chiamo Naruto..-

-P..piacere... Io sono Hinata-.

Naruto si mise a cercare tra i CD vicino al lettore qualcosa che andasse bene, ma la ragazza dai capelli blu scuro lo fermò.

-Aspetta! Se a te non dispiace vorrei usare il mio CD... È il mio portafortuna, ecco...-

-Mh... Non c'è musica classica dentro, vero?-

-Cosa? Ahahah, no, no!- Disse Hinata ridendo. Porse il CD a Naruto che, dopo aver fatto spallucce, lo inserì nel lettore e premette il tasto play. Quando cominciarono ad uscire le prime note il biondino sussultò e guardò stupito la ragazza dagli occhi di perla.

*Ma questa è...*


"No one knows what it's like

To be the bad man...

To be the sad man...

Behind blue eyes.


No one knows what it's like

To be hated...

To be fated...

To telling only lies".


-Questa è una delle mie preferite in assoluto- Disse Hinata con aria sognante, mentre cominciava con le circonduzioni di testa e spalle. Intanto la canzone andava avanti...


"..But my dreams

They aren't as empty

As my conscience seems to be.


I have hours, only lonely

My love is vengeance

That's never free".


*...Questa è la mia canzone.* pensò sorridendo il biondino.

-Anche per me lo è- disse Naruto, rapito dalla voce di Roger Daltrey -The Who... sono incredibili-.


"...No one knows what it's like

To feel these feelings

Like I do

And I blame you!


No one bites back as hard

On their anger

None of my pain and woe

Can show through".


La ragazza si piegò in avanti, mettendo le mani sui polpacci e spingendo il petto contro le sue gambe. Naruto osservò la sinuosità dei suoi movimenti, la rotondità dei suoi glutei sodi e l'elasticità di quella ragazza appena conosciuta. Sentì una sensazione di calore avvolgerlo e il desiderio lo prese alla sprovvista, mentre la musica gli riempiva le orecchie con quelle parole che così tanto lo rappresentavano.


"...But my dreams

They aren't as empty

As my conscience seems to be


I have hours, only lonely

My love is vengeance

That's never free".


*Chissà cosa si cela dietro quegli occhi blu... Sembra molto preso da questa canzone* Pensò Hinata, mentre cambiava posizione e si tirava i muscoli delle braccia.


"...When my fist clenches, crack it open

Before I use it and lose my cool

When I smile, tell me some bad news

Before I laugh and act like a fool.


If I swallow anything evil

Put your finger down my throat

If I shiver, please give me a blanket

Keep me warm, let me wear your coat".


Naruto non aveva mai creduto nel colpo di fulmine. Era abituato a vedere ballerine, anche molto belle, nelle posizioni più sensuali che si potessero immaginare; eppure non si era mai sentito invadere da una sensazione simile. Gli sembrava di avere davanti agli occhi la ragazza più bella del mondo...


"...No one knows what it's like

To be the bad man...

To be the sad man...

Behind blue eyes".


L'ultima nota suonò e i due si guardarono negli occhi. Era come se fosse scoccata una strana scintilla, qualcosa di inaspettato. Hinata sorrise, poi ricominciò a riscaldarsi appena cominciò la canzone successiva. A "Behind blue eyes" degli Who seguirono "Glory of the brave" degli Hammerfall, "Thunderstruck" degli ACDC, "Nothing else matters" dei Metallica e molti altri. Era evidente che quella ragazza, per quanto sembrasse timida e riservata, aveva un gran casino dentro. Proprio come lui.

-E io che mi aspettavo di sentire la Danza delle ore...- Disse Naruto quando, una volta finite le canzoni, restituì il CD alla ragazza -Sarei curioso di sentire che base userai al provino finale...-

-Ancora non ho fatto il primo!- Disse Hinata, scivolando lateralmente con un piede sulla sbarra.

-Allora facciamo una scommessa- Propose Naruto, guardandola con aria di sfida - Se passi questo prometti di lasciarmi assistere al secondo provino. E se passi anche il secondo... Prometti di uscire con me!!-

-EEEEH?!?-

Hinata era rimasta sconvolta da quella richiesta e le guance erano improvvisamente diventate di un color rosso fuoco.

-Oh, avanti!- Il biondino rise di gusto vedendo l'espressione sul viso della ragazza: sembrava che le avesse chiesto di camminare sul cornicione del palazzo.

-Ecco... Hem... Io... N..non so se è. Il c..caso...- Disse Hinata distogliendo lo sguardo e curvando istintivamente la schiena in avanti, come se volesse diventare piccola piccola, fino a sparire.

-Ok, se non ti va lasciamo perdere...-

-N..no aspetta! A me piacerebbe... Cioè... Oh, che diamine, accetto!- Disse Hinata, con voce acuta e e i pugni stretti, quasi volesse farsi forza. Naruto sorrise vittorioso, quindi si avvicinò e la prese per un polso, trascinandola via.

-Ora andiamo, tra poco dovrebbe essere il tuo turno!-.


NOTE:

*Le mezze punte sono le scarpette molli che si usano per ballare.

** Freeze ed Elbow Rock sono passi di break dance.


ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!! Come vi pare che stia procedendo il lavoro? Spero che ci siano altri appassionati di musica rock, perché la tirerò fuori in altre occasioni! Se invece non le conoscete, se avete voglia ascoltate le canzoni che vi propongo, perché sono veramente magnifiche... Nel caso ci sia qualcuno un po' maffo in inglese qui sotto propongo la traduzione di "Behind blue eyes"!

Un bacio,

Nhfan25


Dietro gli occhi blu


Nessuno sa come ci si sente

Ad essere l'uomo cattivo

Ad essere l'uomo triste

Dietro gli occhi azzurri.


E nessuno sa come ci si sente

Ad essere odiato

Ad essere accusato

Di dire solo bugie.


Ma i miei sogni

Non sono così vuoti

Come sembra essere la mia coscienza.


Ho ore, in totale solitudine

Il mio amore è una vendetta

Che non è mai libera.


Nessuno sa come ci si sente

A provare questi sentimenti

Come faccio io,

E me la prendo con voi!


Nessuno si trattiene così tanto dal ribattere

Alla loro rabbia.

Nessuno dei miei dolori

Può trasparire.


Ma i miei sogni

Non sono così vuoti

Come sembra essere la mia coscienza.


Ho ore, in totale solitudine

Il mio amore è una vendetta

Che non è mai libera.


Ma i miei sogni

Non sono così vuoti

Come sembra essere la mia coscienza.


Ho ore, in totale solitudine

Il mio amore è una vendetta

Che non è mai libera.


Se i miei pugni si stringono,

Riaprili prima che li usi e perda la calma,

Quando sorrido, raccontami qualche brutta notizia

Prima che inizi a ridere e comportarmi come un pazzo.


Se ingoio qualcosa di dannoso

Cacciami le dita in gola

Se tremo, ti prego dammi una coperta tienimi caldo,

Lascia che indossi il tuo cappotto.


Nessuno sa come ci si sente

Ad essere l'uomo cattivo,

Ad essere l'uomo triste

Dietro gli occhi azzurri.

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Capitolo 3
*** Il primo provino ***


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Ho immaginato come potrebbe essere la figlia di Naruto ed Hinata... è uscito fuori questo disegno ^^

Buona lettura!!!


Capitolo 3 - IL PRIMO PROVINO


Correndo arrivarono al piano di sotto, di nuovo in mezzo alla bolgia, anche se ora c'era un po' meno gente. Naruto si fece strada fino a raggiungere la scrivania della segretaria, tirandosi dietro la povera Hinata che aveva ancora le gote rosse per l'imbarazzo.

-Allora, Shizune, a che punto siamo?-

-Naruto-chan! Oh ciao cara!- disse rivolta alla ragazza con gli occhi di perla -Vedo che vi siete conosciuti! Bene, bene... Il prossimo gruppo è proprio il tuo... Gli ultimi sono entrati da circa dieci minuti, quindi non manca molto...-

-Grazie mille!- Disse Hinata, piena di gratitudine. Cominciava a venirle un'ansia terribile, sentiva lo stomaco in subbuglio.

-Vieni, andiamo a sederci, lì c'è un angolo libero...-.

Riuscirono a trovare un posto abbastanza vicino all'ingresso dell'aula. Una ragazza vicino a loro era in preda ad una crisi di panico e questo non contribuiva di certo a tranquillizzare la ragazza, che aveva ricominciato a tirarsi le maniche della felpa. Naruto, che aveva notato il suo nervosismo, cercò di distrarla per evitare che finisse per sentirsi male o andare in panico.

-Non ti ho ancora chiesto quanti anni hai..-

-Sedici...- Disse Hinata, sempre più in preda al panico.

-Wow, anche io! Senti io credo che dovresti respirare, altrimenti diventerai blu... Già lo sono i tuoi capelli, non credi sia abbastanza?-

Hinata rise, anche se un po' istericamente. Quel ragazzo era davvero simpatico, oltre che molto carino... Anzi, era proprio bello, bellissimo, con quell'espressione da duro e quell'aria da cattivo ragazzo che veniva smentita dalla luce nei suoi occhi. A quel punto la porta si aprì ed uscirono un paio di ragazze, entrambe in lacrime e deluse.

-Oh... Sta cominciando la selezione- Disse tristemente Naruto -Lì dentro ne rimarrà soltanto uno-.

Altri ragazzi uscirono nei successivi dieci minuti, uno dopo l'altro, e Hinata li contó: erano ben quarantasei!

-Quindi dentro ne sono rimasti solo quattro...- Disse pensierosa la ragazza.

-Già... Ora decideranno quale sia il migliore tra quelli... Senti Hinata, devi fare davvero molta attenzione, non devi lasciarti suggestionare. Un solo errore e vieni buttata fuori. Devi essere perfetta, intesi?- le disse il biondino stringendole le mani con le sue, grandi e forti. La ragazza si sentì avvampare e distolse lo sguardo. Poi Naruto continuò:

-Dentro ci sarà Kakashi Hatake ad esaminarvi...-

-CHE COOOSA?? STA..STA..STAI SCHERZANDO V..VERO??- Hinata balzò in piedi e ritrasse velocemente la mano, spaventata: Kakashi era il terrore della KDA: un ballerino tra i migliori al mondo, ma anche il più esigente con i propri studenti. Non gliene avrebbe fatta passare una.

-Hinata,ascoltami! Non devi lasciarti suggestionare, in realtà è un bontempone!- Disse Naruto ridendo.

...Kakashi Hatake un bontempone...??

Ok. Forse quel ragazzo aveva davvero qualche serio problema.

-Ma sì, fidati! È molto più inquietante Yamato-sensei!-

-N..non dirmi che c..c'è anche lui lì d..dentro..- Disse la ragazzina indicando la porta con mano tremante.

-Oh, no, di solito lui è al secondo provino... Comunque veramente, non devi lasciarti spaventare da Kakashi e dalla sua maschera.. Ha avuto un incidente quando era molto giovane e da allora preferisce nascondere il proprio viso. Ma non è cattivo- Concluse Naruto, sorridendo. In quel momento uscirono dall'aula altri tre ragazzi.

-Oh! Hanno scelto chi prendere! Vieni, Hinata, tra poco dovrebbe uscire il fortunato!- disse il biondino trascinando nuovamente la ragazza con sé. Dopo un paio di minuti uscì un ragazzo, che però non sembrava poi così felice.

-Hey! Complimenti!- Gli disse qualcuno tirandogli una pacca sulla spalla. Il ragazzo tirò su la testa, si guardò intorno e scoppiò a piangere:

-Non mi hanno preso! Non hanno preso nessuno!-

Il gelo scese sulla folla. Quindi poteva succedere anche una cosa del genere?

-Mi viene da vomitare...- Disse Hinata, in preda all'ansia estrema. Naruto le strinse la mano e le sorrise.

-Hinata, tu sei diversa. Tu ce la farai. Non scommetto mai su qualcosa di cui non sono sicuro-. Hinata era sorpresa: come faceva quel ragazzo ad essere così sicuro di conoscerla meglio di lei stessa? Dopotutto la ragazza dagli occhi di perla era sempre stata capace di stupirsi... Chissà, forse anche quella volta ci sarebbe riuscita.

Videro Shizune farsi largo tra i ballerini e piazzarsi di nuovo davanti alla porta. Fece capolino con la testa dentro la stanza, per chiedere conferma, poi si voltò verso i ragazzi, che si zittirono completamente, aspettando di essere chiamati.

-...Hyosuke Karin... Hyotaru Bakin... Hyuga Hinata...-

-Eccoti! Vai! Spacca tutto!- Disse il biondino per incoraggiare la bella ragazza dai capelli blu. Hinata si voltò un'ultima volta verso Naruto e sorrise: ce la poteva fare.

L'aula era davvero enorme e una serie di specchi immensi ricopriva completamente una parete. Vi erano moltissime sbarre mobili in mezzo alla stanza che avrebbero sicuramente dovuto usare per quel provino.

-Buongiorno a tutti ragazzi!- Disse un uomo alto e robusto, con i capelli neri a caschetto, due sopracciglia immense e un sorriso convinto stampato in faccia -Io sono Gai Maito e questi sono Kakashi Hatake, Kurenai Yuhi e Asuma Sarutobi. Oggi cercheremo di selezionare uno di voi affinché abbia la possibilità di accedere alla seconda prova. Bene, dunque, innanzitutto ora vi spiegherò brevemente una serie di esercizi che dovrete eseguire nel modo piú corretto possibile. Vi daremo la possibilità di provarla una volta, dopodiché i sensei cominceranno a vagare tra di voi e appena vedranno un minimo errore vi toccheranno la spalla e voi dovrete uscire. Siamo intesi?-

Una cinquantina di teste annuì quasi simultaneamente.

-Bene. Allora prego, formate tre file ordinate qui davanti a me e seguite attentamente-.

Gai mise una mano sulla sbarra e cominciò a fare qualche fouettés, poi cambiò posizione ed eseguì dei grand battements laterali, aggiungendo la maggior parte dei classici esercizi alla sbarra.

-Bene. Ora scegliete un posto ed eseguite l'esercizio. La prima volta vi correggeremo e vi daremo consigli, ma per le altre non avremo pietà- concluse Gai, aggiungendo poi una strana risata finale.

Hinata si posizionò nel primo posto disponibile, cercando di respirare normalmente, aspettando che la musica iniziasse.

Il pianoforte cominciò a suonare e Gai iniziò a battere le mani per tenere il tempo. Hinata svolse gli esercizi spremendosi le meningi per cercare di ricordarsi la sequenza; fece solo un piccolo errore in quella prova, al contrario della ragazza alla sua destra, che stava facendo un gran casino, tanto da rischiare di mandarla in confusione. Ogni tanto sentiva qualce botta di "merda!" sussurrato dai ragazzi intorno a lei. Una volta finito, Kakashi li guardò e disse:

-Bene, spero che ora facciate meno schifo. In bocca al lupo a tutti-.

Un brivido percorse la maggior parte delle schiene presenti: molti avrebbero dato qualsiasi cosa per trovarsi altrove in quel momento.

La musica ricominciò a suonare un'altra volta, ma in questo caso tutti sapevano di non dover assolutamente sbagliare. Gli insegnanti giravano tra i ragazzi, con le mani dietro la schiena, osservandoli attentamente. Con la coda dell'occhio vide Kurenai sfiorare la spalla di una ragazza, che fu costretta a uscire.

Dopo pochi secondi quasi le prese un colpo quando, cambiando lato, si ritrovò quasi faccia a faccia con Kakashi, che la osservava con le braccia conserte. Cercò di mantenere la calma e continuò, finché non vide il sensei protendersi in avanti: Hinata chiuse gli occhi, aspettandosi di avvertire il tocco del severo ballerino, ma dopo poco, quando non lo sentì arrivare, li riaprì e si vide passare di fianco la ragazza dietro di lei, costretta a lasciare la fila. In quel momento fece un sospiro di sollievo, convinta di aver perso dieci anni di vita. Continuò l'esercizio, molto più sollevata, e quando finì e si guardò intorno si rese conto che erano rimaste solo una ventina di persone.

-Bene! Ora lo rifacciamo! Pronti?- Disse Gai, poi diede il segnale al pianista di ricominciare a suonare. Ripeté l'esercizio, questa volta con meno difficoltà, ma ogni tanto sentiva la porta aprirsi e richiudersi alle sue spalle. Terminò anche quella tortura, fiera di se stessa come non lo era mai stata, e si guardò intorno, accorgendosi che erano rimasti solo in cinque.

-Perfetto...Abbiamo quasi finito ragazzi. Ora dovrete fare una piccola improvvisazione, di circa un minuto. Vediamo cosa siete capaci di fare... Comincia tu!- disse Kurenai indicando l'unico ragazzo rimasto in sala, terrorizzato.

La musica iniziò e Hinata osservò attentamente i suoi movimenti: era molto bravo, molto sciolto, ma non sembrava avere questa grande creatività e i movimenti erano un po' ripetitivi. Dopo chiamarono una ragazza e un'altra ancora, entrambe parecchio rigide, che non riuscivano ad andare oltre gli schemi della danza classica. Vide Kakashi storcere il naso, un po' stizzito, poi stoppò la musica, scosse la testa e la guardò.

-Tu! Vieni qui- disse indicando Hinata, che si irrigidì come un manico di scopa.

*Rilassati, fai un bel respiro!* Pensò la ragazza, cercando di calmarsi. Poi si mosse verso il punto indicato dal ballerino bendato, aspettando il segnale.

-...E cin, sei, set, E...-

Hinata iniziò. Si perse in quella musica dolce, lasciandosi trasportare dalle emozioni. Fece una pirouette seguito da un grand jeté, alla fine del quale, invece di atterrare nella maniera tradizionale, lasciò che le gambe cedessero e rotolò a terra in un unico movimento, fermandosi di botto a terra, in quarta posizione, con entrambe le braccia a destra. Poi con uno slancio saltò, eseguendo un entrechat deux e atterrando in plié. Andò avanti con l'esecuzione mischiando passi di classica con alcuni di moderno e jazz, che aveva imparato seguendo le lezioni di nascosto da suo padre. Terminato il minuto a sua disposizione, fece un inchino e tornò in fila con gli altri quattro. Osservò l'ultima ragazza esibirsi e nel frattempo si chiese come fosse andata la sua prova, cosa ne pensassero quei grandissimi ballerini. Probabilmente l'avrebbero cacciata fuori, come era successo con tutti gli altri, ma almeno aveva dato il massimo e ci aveva provato.

Terminata anche l'ultima esibizione, i sensei si consultarono per qualche secondo a bassa voce, poi annuirono: sembrava che fossero tutti d'accordo sulla scelta da fare.

Kakashi si diresse verso Hinata e, prima che lei riuscisse anche solo a pensare a cosa sarebbe successo, le toccò la spalla. Ecco, lo sapeva... Doveva andarsene...

-Tu...- Le disse il ballerino bendato -...Sei stata brava. L'unica in grado di trasmettermi qualcosa che non fosse disgusto. Gli altri sono pregati di andarsene-.

Il cuore di Hinata quasi esplose dalla gioia quando udì quelle parole: aveva emozionato il grande Kakashi Hatake??

-Però devo farti una domanda: perché vuoi entrare in questa scuola?- Chiese il ballerino con osservandola attentamente, quasi volesse leggerle dentro per essere sicuro che dicesse la verità.

-...Perché la danza è tutta la mia vita-. Rispose candidamente la ragazza dagli occhi di perla. La semplicità con cui aveva pronunciato quelle parole spiazzò il sensei a tal punto da farlo sorridere, o almeno, così la parve, visto che tre quarti del suo viso era coperto.

-Bene... Ci rivediamo il 12 Agosto per il secondo provino allora. Come ti chiami?-

-Hinata Hyuga- rispose la ragazza, gli occhi brillanti di felicità.

Kakashi rimase un po' sorpreso nel sentire quel nome.

-Dì un po', sei per caso parente di Neji Hyuga?-

-Chi?? N..no, non credo... Non l'ho mai sentito nominare- Disse Hinata, confusa. Strano, il suo non era un cognome molto diffuso.

-Oh... Vabbè... Comunque me lo segno subito. A presto, Hinata Hyuga. E vedi di non deludere le mie aspettative la prossima volta-.

-Non lo farò, sensei. Grazie a tutti voi di questa grande opportunità!- Disse Hinata, prima di andarsene.

Quando aprì la porta, una marea di ragazzi la osservava col fiato sospeso, in attesa di conferme.

-Allora?? Com'è andata?- Chiese Naruto speranzoso.

Hinata sorrise, felice come non mai e fiera di poter pronunciare quelle parole:

-...Ce l'ho fatta!-

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Capitolo 4
*** Preparazione ***


Capitolo 4 - PREPARAZIONE

 

Un boato aveva accolto il successo della ragazza, tutti felici di vedere che almeno avevano anche loro una possibilità di passare quel duro esame. Naruto saltava come un pazzo, fuori di sé dalla gioia, e corse verso la ragazza per sollevarla in aria, come se fosse un trofeo. Inutile dire che la ragazza divenne rossa quanto un peperone! Quando si decise a rimetterla a terra, la guardò con i suoi grandi occhi blu:

-Lo sapevo, tu sei speciale-.

-Naruto... Grazie mille per il tuo sostegno. Mi ha aiutato molto- disse Hinata, imbarazzata ma compiaciuta per le parole del ragazzo.

-Senti... So che ancora non hai passato il secondo provino, quindi per ora non ho vinto questa parte della scommessa... Però... Ti andrebbe se ci vedessimo qualche volta?- Chiese il biondino, un po' imbarazzato.

-Oh... Beh, in realtà mi piacerebbe, però c'è un problema: io non abito ancora qui a Konoha, ci trasferiamo qui solo verso fine Agosto... Anzi, purtroppo ora devo andare perché casa mia è a due ore e mezza da qui! Però... Potrei darti il mio numero...- Rispose Hinata con le gote arrossate.

-Beh.. Meglio di niente!- Disse Naruto, portandosi una mano dietro la testa, imbarazzato. Dopo essersi scambiati i rispettivi recapiti, il biondino salutò la ballerina con un fugace bacio sulla guancia, per poi dileguarsi subito dopo, promettendo di farsi sentire. Hinata, completamente scombussolata per tutte quelle emozioni, si avviò barcollando verso l'uscita, vedendo Ko visibilmente preoccupato. Quando l'uomo la vide, gli si illuminarono gli occhi.

-Finalmente! Com'è andata, Hina-chan??-

-Sono passata!!- Rispose la ragazza, battendo le mani per l'entusiasmo.

-Ah! Lo sapevo! Sei fantastica! Salta su, andiamo a mangiare qualcosa e poi torniamo a casa!- Disse l'autista, orgoglioso come non mai del suo angioletto.

 

***

 

Quando giunsero a villa Hyuga era ormai pomeriggio inoltrato. Con grande sorpresa di Hinata, ad aspettarla nell'ingresso c'era suo padre.

-Che ci fai qui a quest'ora!- chiese stupita la ragazza.

-Ho una sorpresa per te- Disse il signor Hyuga sorridendo, poi lanciò un urlo: -Ora puoi farti vedere!-

Da dietro una colonna spuntò una ragazzina dagli occhi di perla e dai lunghi capelli castani, quasi neri. Sorrideva felice e corse incontro a Hinata facendo svolazzare il vestitino bianco.

-Hanabi!- urlò la ballerina, abbracciando teneramente la sorellina che non vedeva da gennaio. -Quanto mi sei mancata!-

-Anche tu, Hina-chan!- rispose la dodicenne, accoccolandosi tra le braccia della maggiore. Poi si scostò e la guardò negli occhi, curiosa. -Allora? Com'è andata??-

-Sono passata!!-

-Lo sapevooo sei una grande!!-

Il padre osservava la scena compiaciuto, felice che le sue due figlie fossero rimaste così legate. Poi si avvicinò a loro e mise una mano sulla spalla di Hinata.

-Congratulazioni, so che la selezione è durissima. Dopotutto credo di aver fatto la scelta giusta a lasciarti intraprendere la strada che più desideravi-.

-Papà... Grazie- Disse Hinata, sorpresa dalle parole del padre. Hiashi sospirò e si beò della visione delle due figlie.

-Finalmente la famiglia è di nuovo riunita... Hanabi, quando mi hai detto che ti sarebbe piaciuto andare a studiare in America ero fuori di me dalla gioia, ma devo ammettere che mi manca tantissimo sentirvi ciattellare a tavola o in camera vostra la sera-.

-Papà... Anche voi mi mancate moltissimo- Disse la ragazzina, abbracciando il padre. Lei era molto più simile a lui, mentre Hinata aveva preso da sua madre, anche per quanto riguardava gli interessi: Hanabi amava studiare e viaggiare, conoscere nuove culture e aspirava a sostituire il padre nella gestione del suo impero finanziario. Hinata, invece, aveva spesso discusso col genitore proprio perché non voleva avere nulla a che fare con gli affari. Aveva in testa solo la danza, proprio come sua madre, che da giovane era stata una ballerina eccezionale. Purtroppo sua madre Haruki aveva dovuto smettere a diciott'anni, a causa di un incidente avvenuto durante uno spettacolo: stava eseguendo un pas de deux con il suo partner, quando a un certo punto, durante una presa, il ragazzo non era riuscita a tenerla correttamente e la ballerina era caduta, di testa, riscontrando un trauma cranico che l'aveva mandata in coma per due settimane. Col tempo, grazie alla riabilitazione, aveva riacquisito completamente la capacità di parlare e camminare, ma ormai era improponibile pensare di ricominciare a ballare dopo il lungo periodo in cui era rimasta ferma. Lei non aveva mai dato la colpa al partner, anzi, cercò sempre di non fargli pesare nulla, ma lui le era rimasto a fianco il più possibile, sentendosi la causa della fine di tutti i suoi sogni. Alla fine le confessò anche di essere perdutamente innamorato di lei. Quel ragazzo, incredibile ma vero, era Hizashi Hyuga, il fratello gemello di Hiashi.

A questo punto il racconto della madre e del padre di Hinata si interrompeva sempre. Non le era concesso sapere come fossero andare veramente le cose, sapeva solo che alla fine sua madre si era sposata con Hiashi e i due fratelli avevano litigato. Infatti lei non aveva mai conosciuto suo zio.

-Hinata, ti va di aiutarmi a disfare le valige?- disse Hanabi riportando sua sorella alla realtà.

-Oh.. Sì, certo! Andiamo!- Le due ragazze corsero al piano di sopra, contente di avere una scusa per raccontarsi tutto quello che era successo negli ultimi mesi. Hiashi le guardò, sospirando... A volte gli mancava il rapporto con suo fratello.

 

***

 

-AAAAH!!-

-Hanabi, non c'è bisogno di urlare!-

-OH. MIO. DIO. E com'è carino??-

-No... È bellissimo!!- Disse Hinata lasciandosi cadere sul letto, le gambe molli solo al pensiero di rivedere il biondino. Non aveva fatto altro che pensare a lui da quando era uscita dall'accademia.

-Certo che potevi fargli una foto!- Disse contrariata la sorella minore.

-Oh certo! Dovevo andare lì e dirgli "Hey, scusa! Ciao, stai fermo un attimo che ti faccio una foto, così faccio vedere a mia sorella quanto sei figo!"-

Le due sorelle si guardarono e scoppiarono a ridere come pazze.

-Quindi ora ha il tuo numero! Bene! Non scrivergli, eh! Dev'essere lui a farlo!-

-Oh, ma l'ha già fatto!-

-E NON ME LO DICIII??-

-Beh ecco... È stato molto dolce...- Disse Hinata, arrossendo. Prese il cellulare, cercò l'sms e lo fece leggere a sua sorella:


"Conto i giorni che mancano prima di poterti rivedere. Ricorda la scommessa, ballerina!"


-Oddio, che tenerezza!- Commentò Hanabi, felicissima per sua sorella -Non vedo l'ora che tu vada al prossimo provino, così poi mi potrai raccontare com'è andata!!-

-A chi lo dici!! Tra l'altro ho un'ansia... Spero di non essere arrivata fin qui per poi farmi fregare all'ultimo! Ora la selezione si fa più dura...-

-Hey, bambola, ricordati che tu "sei speciale"!- disse la dodicenne, lanciando una frecciatina alla maggiore.

-Fai poco la furba, signorina!- Rispose Hinata, lanciandole un cuscino. Ora che c'era di nuovo sua sorella poteva dire di sentirsi a casa.

 

***

 

Nel mese seguente Hinata trascorse la maggior parte del tempo in palestra. Il suo vecchio maestro era talmente felice di vederla ballare che le lasciava usare un'aula gratuitamente, nonostante la Hyuga si fosse proposta più volte di pagare l'affitto. D'altronde ora che era estate i corsi erano finiti e in palestra venivano solo le ragazze che aspiravano a entrare in qualche accademia o che semplicemente amavano tanto ballare da resistere anche al caldo soffocante di Luglio. La ragazza aveva scelto di raccontare se stessa il giorno del provino e aveva già in mente la canzone perfetta. Quando in palestra trovava una ragazza che sapeva ballare danza moderna, jazz o contemporaneo le chiedeva di spiegarle qualche passo per inserirlo nella coreografia e ovviamente loro accettavano: nessuno poteva resistere alla disarmante gentilezza di Hinata. Riuscì a montare la coreografia in pochi giorni, dopodiché si impegnò per raggiungere la massima perfezione possibile per eseguirla correttamente. Una volta arrivato Agosto, Hinata aveva raggiunto un tale livello da avere anche qualche spettatore alla fine della lezione che ammirava il frutto del suo lavoro costante. Perché Hinata non aveva solo la tecnica: lei emozionava. Aveva un'espressività incredibile, sembrava che ogni centimetro quadrato del suo corpo esprimesse un'emozione talmente forte da far incantare chiunque la guardasse esibirsi.

-Hinata, io so che un giorno tu diventerai una delle migliori ballerine al mondo- le disse un giorno il suo maestro, ponendole una mano sulla spalla

-Non sprecare il tuo potenziale. Combatti, ogni giorno. Ci mancherà tanto la tua presenza, eri l'anima di questa scuola. Ricordo ancora quando arrivasti qui la prima volta, così piccola eppure già così aggraziata! Ringrazio il cielo di averti conosciuta e sono orgoglioso di aver contribuito a nutrire il tuo amore per la danza!-

-Iruka-sensei... Grazie di cuore, per tutto!-

-Grazie a te, zuccherino. Falli secchi domani!- Le disse Iruka, sorridendo. Hinata sussultò. Domani. Già! L'indomani sarebbe dovuta partire molto presto, eppure sapeva che non avrebbe dormito per l'agitazione. Salutò tutti ed uscì dalla palestra: ormai erano le 19, era ora di andare a casa. Come ogni giorno, trovò Ko ad aspettarla lì fuori, anche se questa volta teneva in mano un sacchetto della farmacia.

-Mi sono permesso di comprarti un integratore di melatonina e valeriana. Penso che ne avrai bisogno per dormire stanotte-

-Ko, tu mi chiami angioletto, ma qui il mio angelo custode sei tu!- disse sorridendo la dolce ragazza dagli occhi di perla. Saltò in macchina e trascorsero i quindici minuti del tragitto chiacchierando e decidendo l'ora in cui Ko sarebbe dovuto passare a prenderla. Una volta arrivati davanti a casa, Ko la fece scendere e le sorrise.

-Mi raccomando, cerca di rilassarti stasera e dormi. Ci vediamo domani mattina alle 5 e mezza davanti al cancello-.

-Va bene! A domani, buona serata!- Hinata entrò in casa rendendosi conto di quanto l'allenamento e il nervosismo l'avessero sfinita quel giorno. Eppure era felice. Mangiò velocemente la cena, scambiando due parole col padre e la sorella, un po' preoccupati per la ragazza che sembrava davvero sconvolta.

-Devi andare a letto subito stasera- le disse Hanabi preoccupata.

-Stai tranquilla, lo farò. Ko mi ha comprato gli integratori per aiutarmi a dormire, spero che servano a qualcosa-.

-Devi rilassarti diavolo! Sei brava! Non stare a mangiarti le mani!- disse sua sorella, che tante volte aveva assistito agli allenamenti di Hinata.

-Va bene... Ora vado in camera. Così cerco di rilassarmi un po'.-

-Buonanotte Hinata-chan. E in bocca al lupo per domani- Le disse il padre.

-Crepi, papà. Buonanotte anche a te-.

Hinata si trascinò su per le scale completamente distrutta. In realtà era da un mese che faceva fatica ad addormentarsi e dormiva tra le quattro e le sei ore per notte. Aveva una quantità indefinita di sonno arretrato e due occhiaie spaventose. Si guardò allo specchio del bagno qualche secondo, poi sospirò e si sciacquò la faccia. Si slegò i lunghi capelli blu scuro e si mise la camicia da notte, bianca e azzurra. Si diresse in camera sua e si sedette sul letto, prendendo in mano il cellulare. Come ogni sera, vi trovò un messaggio di Naruto. Non avevano mai smesso di scriversi e cominciava a prendere confidenza col biondino, che si era rivelato particolarmente dolce.


"Ciao bellissima! Pronta per domani? Ancora non riesco a credere che potrò rivederti, mi sei mancata moltissimo in queste settimane.

Un abbraccio,

Naruto"


Hinata sorrise felice leggendo quelle parole: anche lei non vedeva l'ora di poter rivedere il biondino, anche solo per poco. Rispose al messaggio, un po' incerta su cosa scrivere o meno.

 

"Ciao! Eh già, domani è il grande giorno, sono agitatissima e spero tanto di riuscire a dormire. Anche tu mi sei mancato molto e sono davvero felice al pensiero di poter stare un po' con te domani!

Buonanotte, Naruto-kun!

Hinata"

 

Si sentiva al settimo cielo! Sospirando, mise la sveglia alle 5 meno dieci (sigh!) e si lasciò cadere sul letto, stremata.

L'integratore rimase sul comodino. Si era addormentata all'istante.

 

ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti ragazzi!! Si avvicina il grande giorno e finalmente Hinata potrà rivedere Naruto!

Siccome non l'ho ancora fatto, vorrei ringraziare Davideragon, frisifra, naruhinafra, Lizzie1096, ery98sole, bolt e dragun95 per aver recensito i precedenti capitoli, Kaede93, LiLy Pt, stezietta w e SuperfanShino per aver inserito la storia tra le preferite, malefica89 e SuperfanShino per aver inserito la storia tra le ricordate e Blutigen91, ery98sole, frisifra, Ground, IcciIcci98, lanterna, naruhinafra, SuperfanShino, tama_chan_ e valehinata1992 per aver inserito la storia tra le seguite.

Un grosso abbraccio e al prossimo capitolo!!

Nhfan25

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Capitolo 5
*** Irresistibile ***


Capitolo 5 - IRRESISTIBILE


Quando Hinata uscì di casa con la borsa da palestra in spalla, Ko la stava già aspettando dal cancello, puntuale come sempre.

-Allora, sei riuscita a dormire?-

-Sinceramente? Ieri sera ero talmente stanca che non ricordo neppure di aver toccato il letto. Mi sono addormentata prima delle 21!-

-Meglio così! Ti ci voleva proprio un po' di riposo-

-Non ricordo quando è stata l'ultima volta che ho dormito otto ore di fila!- disse Hinata, stiracchiandosi piacevolmente e inspirando l'aria fresca. Il sole non era ancora sorto, quindi il caldo soffocante di Agosto non si era ancora fatto sentire. Salirono in macchina e partirono subito per Konoha, armati di CD per passarsi il tempo con un po' di buona musica.

In effetti era stato proprio Ko a far scoprire a Hinata la musica Rock: aveva cominciato per gradi, facendole ascoltare le canzoni dei Red Hot Chili Peppers, per poi farle conoscere i Beatles, i Queen, i Deep Purple, gli Aerosmith e i Metallica, fino ad arrivare agli ACDC e ai Guns N' Roses.

-Hanabi mi ha detto della canzone che hai scelto per la coreografia del provino- disse Ko, continuando a guardare la strada -Mi spieghi perché proprio quella?-

-È un omaggio alla mamma...-Rispose Hinata, con voce triste.

-Oh... Ora capisco...-

-Voglio dare tutta me stessa e se penso alla mamma mentre ballo riesco ad arrivare al cuore della gente, perché bene o male quasi tutti hanno perso almeno una persona cara. Inoltre, se passassi questo esame sarebbe orgogliosa di me...-

-Angioletto... Andrà tutto bene, vedrai. Li stenderai tutti- disse Ko, sorridendo mentre dava un'occhiata veloce alla sua passeggera nello specchietto retrovisore. Quanto era cresciuta... Era sempre più bella, dolce e gentile e lui era orgoglioso di conoscere una ragazza del genere, soprattutto sapendo che aveva contribuito lui stesso a farla sbocciare. Dopotutto era stato per lei come un padre, molto più di quanto lo fosse stato quello naturale. Anche se l'aveva conosciuta quando aveva già sei anni. Ai tempi aveva appena perso la mamma.

In meno di tre ore arrivarono davanti all'accademia. Hinata fremeva per l'agitazione e Ko la abbracciò per darle un po' di coraggio.

-Fagli vedere chi sei angioletto... Diventa diavolo per cinque minuti e portagli via il cuore!-

-Speriamo bene Ko-chan... A dopo, ti scrivo quando ho finito!- Disse la ragazza dagli occhi perlacei varcando la soglia. Si guardò un po' intorno, pensando a quanto fosse diversa l'atmosfera rispetto alla volta precedente. C'era un bel po' di gente nell'ingresso, ma se non altro ora riusciva ad arrivare alla scrivania della segretaria senza schiacciare nessuno!

-Shizune!- Disse sorridendo Hinata -Ti ricordi di me?-

-E come potrei essermene dimenticata? Quel baka di Naruto non ha fatto altro che parlare di te! Dovrebbe arrivare a momenti, se vuoi puoi andare a cambiarti nel frattempo. C'è la stessa stanza dell'altra volta! Nel frattempo io cerco il tuo nome su queste cacchio di liste e ti faccio sapere quand'è il tuo turno-.

-Grazie mille ancora!- Disse Hinata, felice ma anche un po' imbarazzata per quello che la segretaria le aveva detto a proposito di Naruto. Si diresse verso l'aula adibita a spogliatoio, trovando al suo interno una trentina di ragazze intente a vestirsi e truccarsi. Una ragazza le si precipitò addosso all'improvviso, tanto che Hinata era rimasta un po' spaventata da quell'irruenza.

-TI PREGO, DIMMI CHE HAI UN ELASTICO PER CAPELLI!- disse (anzi urlò) una ragazza bionda, quasi in lacrime.

-Oddio! S..sì, ne ho sempre uno di scorta... Tieni!- Disse Hinata, porgendo alla ragazza un elastico blu.

-Oh, ti ringrazio!- Disse la ragazza abbracciandola. Quanto casino per un elastico!!

-Scusa, ma me lo sono proprio dimenticato e ne avevo ASSOLUTAMENTE bisogno!! Comunque piacere, io sono Ino e tu?- Chiese l'esuberante biondina.

-Io... Io mi chiamo Hinata, piacere-.

-Bene, Hinata! Che bel nome! Se hai bisogno di qualcosa chiedimi pure!- le disse Ino, sorridendo.

-V..va bene, nel caso saprò a chi rivolgermi allora- Rispose Hinata con non troppa convinzione. Detto questo, la bionda, se ne andò.

*Menomale* pensò Hinata, sospirando. Si mise davanti allo specchio, tirando fuori la roba dalla borsa. Si era portata un paio di pantacollant blu che le fasciavano le gambe e le disegnavano i glutei, facendoli apparire ancora più sodi e rotondi. Dopo esserseli messi, estrasse una maglietta bianca con delle lunghe maniche a sbuffo, che infilò sopra il reggiseno sportivo. Poi prese l'altro elastico e, aiutandosi con una spazzola, fece una coda pressoché perfetta, che infilò subito dopo nella ciambella per chignon*. Usò parecchie forcine per stabilizzare al meglio l'acconciatura e prese dalla borsa uno specchietto per guardare il risultato da dietro. Fatto ciò, prese la pochette per truccarsi. Un paio di sere prima aveva guardato diversi tutorial su youtube e alla fine aveva optato per un trucco da Pierrot*. Mise il primer, il fondotinta, il correttore e la cipria, poi cominciò a colorarsi una palpebra e tutto il margine dell'occhio con un matitone nero, che sfumò. Poi prese l'eyeliner e col pennellino disegnò accuratamente una linea che le attraversava perpendicolarmente l'occhio, disegnando una macchia a forma di goccia sotto l'estremità finale. Ripeté l'operazione anche sull'altro occhio, dopodiché osservò il risultato soddisfatta. Prese nuovamente il correttore e lo passò sugli estremi laterali delle labbra, poi passò il rossetto di un rosso acceso sulla parte centrale, disegnando una boccuccia a cuore. Prese un fazzoletto e ne divise i veli, ponendone uno sulle labbra e passandoci sopra il pennello con la cipria per fissare il colore.

*Perfetto!* pensò Hinata, alzandosi in piedi e facendo una piroetta per osservare il risultato finale. Infilò le mezze punte e uscì velocemente dalla stanza, trovandosi faccia a faccia con un altro stranissimo individuo.

-Ooooh mio Dio sei FA-VO-LO-SA!!- Esclamò il ragazzo di fronte a lei, portandosi una mano alla bocca per enfatizzare la sorpresa -Ma dove hai imparato a truccarti così, tesoro?-

-Oh... Hem, grazie... Ho guardato un tutorial su Youtube...- Disse imbarazzata la ragazza dagli occhi perlacei. Il ragazzo che si trovava di fronte a lei aveva un folto caschetto di capelli nerissimi e due enormi sopracciglioni che incorniciavano gli occhi tondi come biglie. A Hinata, sempre gentile con tutti, dispiacque molto doverlo ammettere, ma quel ragazzo era davvero brutto!

-Comuuunque, io sono Rock Lee, tanto piacere cara!-

-Hinata, piacere...-

-Fammi indovinare, mmh, sei qui per il provino, giusto?- Chiese Rock Lee, facendole l'occhiolino. Era piuttosto inquietante.

-Eeh già, hai proprio indovinato- Disse imbarazzata la ragazza, guardando a terra, incapace di togliersi da quella situazione.

-Rock Lee! Piantala di importunare la gente!- Una ragazza con due chignon in testa corse loro incontro, ammonendo il moro con voce severa e divertita

-Scusalo, è un po' esuberante- Continuò poi la ragazza, sorridendo.

-Oh... Non... Non importa!- Disse Hinata.

-Devi fare il provino?-

-Sì..-

-Allora ti lasciamo in pace! In bocca al lupo!- Disse la ragazza strattonando Rock Lee per un braccio.

-Hey, Tenten! Fai piano!- Imprecó il sopracciglione. La ragazza dagli occhi perlacei li osservò allontanarsi, divertita dalla scena. Non ebbe quasi il tempo di pensare *Ma che gente c'è qui dentro?*, quando una voce la fece sussultare:

-Finalmente ti rivedo...-

Hinata si voltò sorpresa verso il punto di provenienza della voce: a un paio di metri da lei si trovava un bellissimo ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo estivo, che la guardavano con dolcezza.

-Naruto-kun!!!- La ragazza non seppe trattenersi dall'urlare il suo nome: lui era stato il suo primo pensiero appena sveglia e l'ultimo prima di addormentarsi da quando si erano conosciuti. Ora le sembrava ancora più attraente di come lo ricordasse. Il ragazzo le corse incontro e la sollevò, tenendola sopra di sé e guardandola dal basso per un paio di secondi. Poi la mise giù e la guardò storto:

-Per la miseria, come ti sei conciata?-

Hinata arrossì, anche se fondotinta e cipria nascondevano un po' l'effetto della sua timidezza.

-È per lo spettacolo...-

-Beh, immaginavo- Disse ridendo il biondino -Ma perché ti sei truccata così? Hai un'aria triste...-

-Bene, è proprio l'effetto che volevo ottenere... Mi sono ispirata a Pierrot-

-Chi??-

-Lascia perdere...-

-Va bene... Allora, mi vuoi dire che base userai per la coreografia?-

-Neppure per sogno!!-

-Uff, e dai, fammela vedere! Shizune mi ha detto che hai ancora un'ora e mezza come minimo prima di essere chiamata!-

-No, userò il tempo a disposizione per riscaldarmi! Non ho bisogno di ripassarla-

-Uff... Vuoi proprio tenermi sulle spine, eh?-

-Voglio che ottenga l'effetto desiderato anche su di te- Disse Hinata, con fare sibillino -Ho intenzione di far piangere la commissione-

-Cosa??? AHAHAHAH vorresti far piangere nonna Tsunade?- Disse Naruto ridendo. Hinata trasalì.

-C..c'è anche lei a esaminarci??- Chiese la ragazza in preda al panico.

-Ci sono tutti! Tsunade, Kakashi, Gai, Yamato, Kurenai, Asuma e ci sarà anche Hiruzen Sarutobi-

-Hi..Hi..Hiru... LUI?? Il fondatore della scuola?-

-Sì, certo... Ora è in pensione, ma durante le selezioni assiste e il suo voto conta moltissimo. Comunque non preoccuparti, sono tutti molto meno terribili di quel che pensi. Pure Tsunade, fa tanto la dura ma alla fine ha un cuore d'oro- Disse Naruto, cercando di tranquillizzare la ragazza, che sembrava davvero schoccata.

-Dai, ora andiamo nell'aula al primo piano, così ti riscaldi e non ci pensi più-.

Prese la ragazza per mano e la portò al piano superiore. Entrati nella stanza misero il CD per il riscaldamento e Hinata cominciò ad eseguire gli esercizi. Naruto sarebbe rimasto a guardare l'allenamento della ragazza per ore e ore, tanto era un piacere osservare i suoi movimenti perfetti. Dopo quasi un'ora Naruto non riuscì più a trattenersi: si alzò e si avvicinò a lei, prendendola per un polso e interrompendo il suo lavoro. Hinata lo squadrò, un po' stupita, poi lo vide avvicinarsi sempre di più e il suo cuore cominciò a battere velocemente. Naruto tirò a sé la ragazza, guardandola negli occhi, il torace a contatto con suo, le labbra a non più di cinque centimetri di distanza. Le accarezzò il viso con una mano e sorrise, felice come non lo era da secoli.

-Hinata... Sei davvero bellissima- Disse il ragazzo, osservando il candore della sua pelle e i suoi grandi occhi lucenti, di una bellezza unica. Sentiva di potercisi perdere dentro e sapeva che quella ragazza, così timida e indifesa, era diventata all'improvviso la persona che in assoluto avrebbe potuto fargli più male. Sarebbe bastato un "no" per ucciderlo perché, senza che avesse potuto fare nulla per evitarlo, Hinata si era insinuata nel suo cuore, buttando fuori tutto il resto per farsi spazio.

La mente di Hinata si svuotò completamente: non era mai stata così vicina a un ragazzo. In realtà non aveva mai neanche provato nulla del genere per nessuno e quelle intense emozioni che la rapivano quando i loro sguardi si incrociavano erano qualcosa di totalmente nuovo.

-N..Naruto-kun...-

-Sei... Semplicemente... Irresistibile...-

-HEM HEM...-

I due ragazzi si voltarono di scatto verso la porta: non si erano accorti che qualcuno l'avesse aperta. Sulla soglia c'era un bel ragazzo dalla pelle candida e i capelli e gli occhi neri come la pece. Aveva un mezzo sorriso di sfida stampato in faccia mentre osservava la scena appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate e lo sguardo colmo di sicurezza. Hinata, più imbarazzata che mai, riconobbe subito il ragazzo, la cui foto campeggiava nella home del sito dell'accademia e in parecchie locandine pubblicitarie nei pressi della scuola: quella era Sasuke Uchiha, il primo ballerino.

-Hey baka, Shizune mi ha detto di dire a te e alla tua nuova amichetta di scendere subito, è urgente... Senti, bellezza- Disse poi rivolto a Hinata -Se devi fare il provino non ti conviene far aspettare la commissione, tanto più per un fallito del genere- Concluse malignamente.

-Brutto stronzo, ringrazia che non ti ho ancora spezzato le gambe, poi voglio vedere come volteggi!- Esplose Naruto, in preda alla rabbia.

-N..Naruto-kun, calmati...-Disse la ragazza dagli occhi perlacei. Poi, rivolgendosi a Sasuke, continuò in tono freddo -Grazie per l'informazione, ora puoi anche andare-.

-Tanti saluti piccioncini!- Concluse Sasuke, dileguandosi.

Naruto stava ancora tremando per la rabbia e a Hinata tornò in mente la canzone degli Who...

"...When my fist clenches, crack it open Before I use it and lose my cool".

Hinata sorrise, prese tra le mani il pugno stretto di Naruto e lo riaprì, sorridendogli teneramente: bastò quel gesto perché il biondino si calmasse. Aveva capito.

-Ora ci conviene andare sul serio...- Disse la ragazza dagli occhi di perla, un po' dispiaciuta per il momento magico che quel rompiscatole aveva interrotto.

-Certo bellissima!- Rispose il ragazzo, prendendo la sua borsa per portarla giù, in un gesto estremo di cavalleria. I due ragazzi, dopo aver recuperato il CD dal lettore, uscirono velocemente dalla stanza e richiusero la porta.

La battaglia stava per avere inizio.

NOTE:

*la ciambella per chignon è un oggetto a forma (appunto) di ciambella che si usa per acconciarsi i capelli "alla Eva Kant".

*Pierrot è lui, nel caso qualcuno non lo sapesse xD 

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ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao belli!! Come state? Sasuke è perfetto nelle vesti di primo ballerino, non credete? Lo odio ahahah xD

Nel prossimo capitolo scopriremo che base userà Hinata per il provino e vedremo se riuscirà a emozionare la commissione!

Saluto e ringrazio ery98sole, NaruHina4Ever the return, Davideragon, _Shee, naruhinafra, frisifra, bolt e Lizzie1096 per aver recensito, Eriketta554, lara 92 e Marie_ per aver inserito la storia tra le preferite, Eriketta 554 per aver inserito la storia tra le ricordate e frogvale91, Saku_69, Frozen, Eynis ed Eriketta554 per aver inserito la storia tra le seguite!! ^^

Un bacio,

Nhfan25

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Capitolo 6
*** Il secondo provino ***


Capitolo 6 - IL SECONDO PROVINO


-Oh, meno male che siete arrivati!- disse Shizune, sospirando di sollievo -Ci è voluto meno tempo del previsto, tra meno di dieci minuti ti chiameranno, Hinata!-

-SHIZUNE! Perché proprio Sasuke?? Non potevi mandare qualcun altro a chiamarci??-

-Beh era l'unico a non essere di corsa!-

-È anche il solito cretino in compenso!- ribatté Naruto, imbronciato.

-Vi prego, potreste fare un minuto di silenzio? Avrei bisogno di concentrarmi- Disse Hinata in preda all'esasperazione. Si era seduta a gambe incrociate, con la schiena dritta e i polsi appoggiati sulle ginocchia.

-Oh, sì, certo, perdonaci!- Rispose mortificato il biondino. Hinata si lasciò andare. Cercò di controllare la respirazione per rilassarsi e alla fine riuscì nell'intento. A quel punto permise che una serie di pensieri le attraversasse la mente e la isolasse dal mondo esterno: il viso della madre, solo lievemente offuscato dalla lontananza di quei ricordi, il profumo dei suoi capelli blu, il candore della sua pelle e l'allegria della sua risata, seguita dall'immenso dolore per la sua perdita. Ricordò gli ultimi mesi, in cui era sempre molto stanca, tanto che a un certo punto era stata costretta a rimanere a letto tutto il giorno. Ricordò che ogni tanto doveva andare all'ospedale e che dopo non gli era assolutamente permesso avvicinarsi a lei, nemmeno per il bacio della buonanotte.

Gli avevano detto che sua mamma era dimagrita tantissimo, che aveva perso tutti i capelli, ma di questo lei non aveva memoria: aveva ancora nei suoi occhi l'immagine intatta di una donna splendida, dolce e sempre gentile. Parecchi anni dopo le spiegarono che era stato il morbo di Hocking* a portargliela via. La cosa peggiore da accettare era che questo cancro è curabile nella maggior parte dei casi, ma il fatto che sua madre avesse pochissimi sintomi fece in modo che i medici si accorgessero della sua malattia quando ormai era troppo tardi. Suo padre aveva speso un'ingente quantità di denaro nel tentativo di salvare la moglie, ma tutti gli sforzi portarono solo ad allungare la vita della donna di un paio di mesi. La chemio e la radioterapia erano servite a poco o nulla e in alcuni giorni la rendevano inavvicinabile*. Tutti questi pensieri invasero la mente di Hinata, finché la ragazza non sentì i suoi occhi bruciare, lì lì per buttar fuori tutta quella sofferenza in forma di lacrime, ma le ricacciò indietro, con non poca fatica. Si tenne dentro quell'ammasso di emozioni pronto a esplodere e aprì gli occhi tristi, preparandosi a buttare fuori tutto al momento giusto.

-...Sono pronta-.

-Hina-chan... Tutto bene?-

La ragazza non rispose, limitandosi ad alzarsi e osservare la porta dell'aula, aspettando che si aprisse. Non era la stessa della volta precedente, si trovava un po' più a sinistra e sull'entrata campeggiava la scritta "audizioni". A un certo punto si aprì e da essa spuntò una ragazza molto graziosa, con i capelli rosa. Sorrideva: a quanto pare era andata bene.

-L'attesa mi ucciderà! Mi scusi, sa mica quando si sapranno i risultati?- Disse la ragazza rivolta alla segretaria.

-Entro tre o quattro giorni, non ci vorrà molto, tranquilla! Hinata, a te invece conviene prepararti, ora ti chiameranno!-

-Oh, tu sei la prossima? In bocca al lupo allora!- Disse la rosa, sorridendole.

-Crepi..- Sussurrò la ragazza dagli occhi di perla, senza alzare lo sguardo da terra.

-Hyuga Hinata!- Kurenai spuntò da dietro la porta, chiamando a gran voce il nome della ballerina.

-Andiamo!!- Disse Naruto, spingendo la ragazza verso l'ingresso. La stanza era piuttosto buia. C'erano alcune file di sedie, tutte girate verso un palchetto nero, illuminato, al quale si poteva accedere grazie ad alcuni gradini posti lateralmente. Naruto si sedette in fondo, dopo averle infuso un altro po' di coraggio con uno sguardo intenso, e lasciò che Hinata andasse avanti senza di lui. La ragazza strinse le mani alla commissione: Tsunade-sama la guardò con durezza mentre consegnava il CD ad Asuma, che lo mise nel lettore. Salì i gradini del palco e si portò al centro.

Si sdraiò in posizione fetale, aspettando che attaccasse la base, finché non udì le prime note giungerle all'orecchio. Si girò supina e slanciò le gambe indietro, facendo una capriola e ritrovandosi con le gambe in quarta posizione, allargando le braccia per portarle verso l'alto e riabbassarle lasciando che le mani sfiorassero il suo corpo; quando giunsero a toccare terra, fece perno su di esse per alzarsi con un solo movimento, e le prime parole risuonarono con la voce di Eric Clapton...


"Would you know my name if I saw you in heaven?

Would it be the same if I saw you in heaven?"


Hinata sentì tutta la tristezza, tutto il dolore uscire con i suoi movimenti. Erano lenti, ma perfetti, dolci ma decisi, istintivi ma allo stesso tempo ben calibrati. Sembrava una fata, una fata triste che danzava sull'acqua, talmente gentile e delicata nei movimenti da non provocare quasi il minimo movimento sulla sua superficie.


"I must be strong and carry on

'Cause I know I don't belong here in heaven"


Sentiva tutto l'amore per sua madre quando si muoveva ed era come se la sua anima l'aiutasse a sollevarsi mentre saltava, senza quasi far rumore. Se avessero tolto la musica, nessun suono avrebbe raggiunto le orecchie delle persone che la guardavano esibirsi.


"Would you hold my hand if I saw you in heaven?

Would you help me stand if I saw you in heaven?"


Elastica. Flessibile. Prese una gamba e se la portò al petto, girando in equilibrio sull'altra per poi lasciarla andare e portarla indietro, con un unico movimento, per formare un perfetto arabesque. Rimase per un istante immobile in quella posizione, sembrava una statua. Poi si lasciò cadere a terra, con grazia.


"I'll find my way through night and day

'Cause I know I just can't stay here in heaven"


Sentì una lacrima rigarle la guancia. Non le importava che il trucco andasse a farsi benedire: faceva parte delle emozioni di quella coreografia.


"Time can bring you down; time can bend your knees

Time can break your heart, have you begging please, begging please"


Un Hitch Kick, un tombé e un pas de bourrée, seguito da sua pirouette in attitude... Amore, dolore, un'infanzia lacerata.


"Beyond the door there's peace I'm sure

And I know there'll be no more tears in heaven"


*Guidami, mamma. Guida le mie mani, le mie braccia, le mie gambe. Trasporta ogni mio muscolo, leggero, nell'aria*. Hinata sorrise: ecco perché amava danzare. Si sentiva in paradiso, immaginava che sua madre potesse guardarla e aiutarla, essere fiera di lei.


"Would you know my name if I saw you in heaven?

Would it be the same if I saw you in heaven?"


Un rond de jamb, un développé. La musica le scorreva dentro, mischiata col sangue, era parte integrante di lei. Sentiva che avrebbe potuto trasformarsi in vento, come l'alchimista del libro di Coelho: in fondo, anche lei stava cercando di realizzare la propria Leggenda Personale*.


"I must be strong and carry on

'Cause I know I don't belong here in heaven

'Cause I know I don't belong here in heaven"


Hinata fece qualche passo all'indietro, si lasciò cadere e tornò in posizione fetale, mentre l'ultimo accordo della chitarra risuonava nella stanza. Mentre era sdraiata a terra con gli occhi chiusi sentì qualche strano rumore: non si era curata di osservare le reazioni dei sensei. Quando alzò lo sguardo rimase di stucco: Tsunade si stava asciugando gli occhi, mentre Kurenai piangeva disperata sulla spalla destra di Asuma, anche lui visibilmente provato. Kakashi, Yamato e anche Hiruzen Sarutobi sembravano sul punto di crollare: era riuscita ad emozionarli tutti. Soddisfatta si alzò in piedi e fece un inchino, aspettando che qualcuno dicesse qualcosa.

-Perché hai scelto "Tears in Heaven" come base musicale?- Chiese con voce rotta la direttrice.

-È un omaggio a mia madre- Disse semplicemente la ragazza. Non servì che aggiungesse altro, tutti avevano compreso.

-Sei per caso parente di Neji Hyuga?- Chiese poi, incuriosita. Ancora con questo Neji?? Ma chi diavolo era?

-No signora, non lo conosco-

-Mh, va bene... Puoi andare... Ti faremo sapere- Disse Tsunade, abbozzando un sorriso. Poi si rivolse ai colleghi: -Penso che ci serva una pausa, a tutti. Propongo di andare a prenderci un caffè-.

Tutti concordarono con lei e si alzarono, mentre la ragazza dagli occhi perlacei scese dal palco per raggiungere Naruto, che era rimasto seduto in fondo alla stanza.

-Allora come sono andata??- Chiese Hinata, sorridendo. Naruto cercò di non guardarla negli occhi, ma la ballerina si accorse comunque che aveva pianto. Aveva gli occhi arrossati e si mordeva le labbra, cercando di cacciare tutti i pensieri che si erano affacciati alla sua mente nei minuti precedenti.

-Sei stata... Fantastica...- disse con voce rotta. Si stropicciò gli occhi con le mani e scosse la testa, cercando di sorridere. -Ti prenderanno sicuramente. Ora usciamo, dai. Voglio farti vedere una cosa-.

I due uscirono dall'aula e Naruto la invitò a seguirlo su per le scale di marmo. Arrivarono al quarto piano e, dopo essersi guardato attorno, prese un mazzo di chiavi dalla borsa e aprì una porta di metallo che stava in un angolino. Dietro di essa si trovava una rampa di scale metallica, abbastanza ripida. Alla fine si trovava un'altra porta, che il biondino aprì tirando giù la maniglia e dandole una sonora spallata. Quando Hinata superò l'uscio trattenne il fiato per lo stupore: si trovavano sulla terrazza della scuola, da cui si vedeva gran parte di Konoha. Era una visione suggestiva e rimase incantata davanti a quell'immagine. Naruto si sedette in un angolo e, dopo essere rimasto in silenzio qualche minuto, si decise a parlare.

-I miei genitori sono morti quando ero piccolo, in un incidente d'auto. Se non avessi delle foto non ricorderei neppure le loro facce. Vivo col mio padrino-.

Hinata rabbrividì: dunque era questo che si celava dietro quegli occhi azzurri. La ballerina andò a sedersi vicino a lui e gli prese le mani tra le sue.

-Io vivo con mio padre, mia madre è morta di cancro quando avevo cinque anni. Però mio padre non è mai stato molto affettuoso con me. Ha sempre preferito mia sorella minore, perché è molto più simile a lui e ha sempre accettato di fare tutto quello che voleva mio padre... Io invece volevo ballare e mi sono imposta per farlo. Alla fine lui l'ha accettato, ma non ha mai voluto vedere una mia esibizione. Penso che sia perché gli ricorderebbe troppo mia madre... E forse suo fratello- Concluse la ragazza, tristemente.

-Vedo che siamo messi bene tutti e due- Sospirò il biondino -Quindi tua madre era una ballerina?-

-Sì, lo è stata finché non ha avuto un incidente a diciott'anni-.

-Anche i miei genitori lo erano. Magari li conosci anche... Minato Namikaze e Kushina Uzumaki-.

Hinata si volse di scatto verso di lui, stupita per quella dichiarazione: era davvero figlio di due dei più grandi ballerini che l'oriente avesse mai visto?

-Dici sul serio? Ma erano dei miti!!-

-Già... Tutti si aspettavano che io amassi la danza classica quanto loro e che fossi altrettanto portato- Naruto rise, amaramente. Poi continuò: -Il mio problema è che non sono mai stato un amante della disciplina. Ho frequentato questa scuola fino a quattordici anni, dopodiché hanno dovuto buttarmi fuori. Sì, avevo talento, ma non riuscivo a trattenermi dal combinare casini. Inoltre, ho sempre preferito l'hip hop. È più il mio genere-. Concluse il ragazzo, portandosi le mani dietro la testa e sdraiandosi. Hinata non riusciva a crederci: davvero quel ragazzo aveva dovuto passare tutto quello? Sembrava impossibile, non immaginava che avesse frequentato l'accademia. Si sentì ancora più vicina a lui, così diverso nel carattere ma in alcune cose così simile a lei. Si avvicinò un po' di più, sorridendogli.

-Mi piacerebbe che mi insegnassi a ballare hip hop. Finora ho studiato seriamente solo danza classica e ho nozioni sparse qui e là di jazz e moderno, ma l'hip hop mi affascina e vorrei imparare a ballarlo- Disse la ragazza dagli occhi perlacei. Naruto si rimise a sedere e la guardò: quella ragazza gli piaceva sempre di più.

-Ok, ti insegnerò tutto quello che vuoi. Ma a una condizione...-

-Quale??-

Naruto le accarezzò i capelli, morbidi e lucenti sotto la luce del sole, e si avvicinò ancora a lei: le cinse i fianchi con un braccio e le portò una mano dietro la testa, portandosi a pochi millimetri dal suo viso. Hinata sentì il sangue irrorargli le guance con prepotenza, mostrando un rossore pieno di pudicizia. Naruto la guardò intensamente negli occhi, beandosi della sua bellezza. Senza sapere più come resisterle, spinse delicatamente le sue labbra contro quelle di lei e la baciò. Fu il momento più bello ed emozionante che avessero mai vissuto ed entrambi pensarono che non l'avrebbero mai dimenticato.

Quella fu la prima volta in cui i loro cuori danzarono insieme.


NOTE:

*Morbo di Hocking: tumore che prende origine dalle ghiandole linfatiche, ovvero dalle cellule contenute nei tessuti (presenti in tutto il corpo) che hanno la funzione di difendere l'organismo dagli agenti esterni e dalle malattie.

*I cicli di chemioterapia rendono i pazienti radioattivi, perciò è importante che le persone, soprattutto bambini piccoli e donne in gravidanza, cerchino di stare ad almeno un paio di metri da loro nelle prime 36 ore dopo la terapia. Alcuni anni fa si riteneva che questo periodo di "semi-isolamento" dovesse durare anche di più (non so esattamente quanto).

*"L'Alchimista", di Paulo Coelho, si basa sull'idea che ognuno di noi ha la propria Leggenda Personale (un sogno da realizzare) e che, se ascoltiamo il Linguaggio Universale, riusciremo a realizzare i nostri sogni. Un libro superlativo, se avete tempo leggetelo, è uno dei miei preferiti!!


ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti! Forse penserete che non sia originale l'idea del cancro, ma ho deciso di far morire la mamma della nostra ballerina di questo male perché mia mamma quando avevo sei anni ha avuto questa malattia (grazie al cielo è guarita) e volevo che le emozioni provate da Hinata bambina fossero il più possibile reali, quindi mi sono basata sulla mia esperienza (come ad esempio il ricordo di non poter ricevere il bacio della buonanotte).

Vabbè, ora che siete pronti per tagliarvi le vene vi saluto e con affetto vi ringrazio ancora per leggere questa long!!

Un bacio,

Nhfan25


P.S.: qui c'è la traduzione di "Tears in Heaven" di Eric Clapton, che ha scritto questa canzone per il figlio di cinque anni che è morto cadendo dal balcone del suo appartamento... Tristezza T.T


Lacrime in paradiso


Saprai il mio nome se ci vedremo in Paradiso?

Sarà lo stesso se ci vedremo in Paradiso?

Devo essere forte e andare avanti

Perchè lo so che non è il mio posto il Paradiso


Mi terrai la mano se ci vedremo in Paradiso?

Mi aiuterai a stare in piedi se ci vedremo in Paradiso?

Troverò la strada attraverso notte e dì

Perchè lo so che non posso restare qui in Paradiso


Il tempo può abbatterti; il tempo può piegarti le ginocchia;

Il tempo può spezzarti il cuore, e farti implorare pietà implorare pietà


Oltre la porta c'è pace, ne sono certo,

E lo so che non ci saranno più lacrime in Paradiso


Saprai il mio nome se ci vedremo in Paradiso?

Sarà lo stesso se ci vedremo in Paradiso?

Devo essere forte e andare avanti

Perchè lo so che non è il mio posto il Paradiso

Perchè lo so che non è il mio posto il Paradiso

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Capitolo 7
*** Sconvolgimenti ***


Capitolo 7 - SCONVOLGIMENTI


Hinata era seduta in macchina con Ko: aveva un'espressione sognante stampata in faccia, un sorrisino ebete e la mente offuscata da tutte le emozioni che aveva provato quel giorno.

-Hinataaa va bene che sei felice perché il provino è andato bene, però svegliati!! Sei imbambolata da mezz'ora!- Disse l'autista, sorridendo.

-Ko... Penso di essermi innamorata-.

La macchina sbandò leggermente a sinistra, provocando le proteste di un autista in procinto di superarla, che suonò il clacson.

-Perdonami, angioletto, credo di non aver capito bene..-

-Mi sono innamorata... Ho conosciuto un ragazzo in accademia poco prima dell'audizione del mese scorso. Già l'altra volta credo di aver avuto un colpo di fulmine, ma oggi quando l'ho rivisto è stato ancora più bello!! Perché lui è bellissimo, simpatico e gentile e poi mi capisce!! È davvero perfetto!-

Hinata era fuori di sé dalla gioia: Ko era sempre stato il suo confidente e gli aveva sempre detto tutto. Lo vedeva come uno strano incrocio fra uno zio, un padre, un fratello e un amico. L'autista, in compenso, era rimasto lievemente sconvolto: Hinata non aveva mai avuto un ragazzo e mai aveva pensato di averne uno. Certo, ora aveva quasi diciassette anni, ed era normale che cominciasse a pensare a certe cose, ma non riusciva proprio a vederla come una giovane donna: per lui sarebbe rimasta sempre il suo piccolo angioletto.

-Hinata... Ti rendi conto che questo ragazzo potrebbe puntare al patrimonio di famiglia, vero?-

-Ma è impossibile! Non gli ho parlato del mio status sociale...-

-Quindi non sa che sei ricca?-

-Beh, il conto in banca di mio padre non è proprio la prima cosa che sbatto in faccia alla gente!- Disse Hinata ironicamente.

-Dimmi, è uno studente?- Continuò l'uomo, cercando di controllarsi.

-Oh, no, lui lavora lì...-

Altra sbandata.

-È UN INSEGNANTE???- Chiese Ko indignato.

-Ma no! È un inserviente!-

-Misericordia!-

Per fortuna stavano proprio passando davanti a un autogrill: Ko si fermò nel parcheggio e fece scendere la ragazza.

-Andiamo a parlarne davanti a un caffè. Così evitiamo di morire in autostrada-.

Una volta seduta al bar, Hinata raccontò a Ko di come si fossero conosciuti, delle impressioni che aveva avuto sin dall'inizio (che poi si erano dimostrate esatte) e di quanto lui fosse stato dolce con lei.

-È davvero bellissimo...- Disse la ragazza mentre faceva scivolare un dito sul margine della tazza di cappuccino ormai vuota. L'autista era sconvolto, ma se da una parte avrebbe voluto trasformare in carne macinata quel delinquente che aveva osato toccare il suo angioletto, dall'altra era uno spettacolo vedere Hinata così felice e spensierata. Sorrise, suo malgrado, pensando a quanto stesse crescendo: avrebbe dovuto lasciarla andare prima o poi.

-Beh, immagino che non sia il caso di dirlo a tuo padre..-

-Ma certo che no!- Rispose Hinata, tornando alla realtà: il solo pensiero che suo padre potesse scoprire che frequentava qualcuno (per di più un bidello) la faceva rabbrividire: altro che autista, l'avrebbe fatta seguire da una scorta!

-Hinata non voglio distruggere tutti i tuoi castelli in aria, però sai meglio di me che hai una vita incredibilmente piena! Come diavolo pensi di riuscire ad avere una storia? Tra l'altro tuo padre non ti permetterà mai di uscire la sera e non puoi pensare di vederlo solo dieci minuti in pausa pranzo!-

-Lo so, lo so, devo fare qualcosa, ma non saprei veramente COSA!!- Disse la ballerina, mettendosi le mani nei capelli. Qui urgeva una soluzione, ma quale?

-Senti, angioletto, ora andiamo a casa, lì avrai tempo per pensare... Tra meno di dieci giorni vi trasferite, tuo padre ha già chiamato una ditta che si occupa di traslochi, ma siete voi a dover decidere cosa portare e cosa invece buttare, quindi ci sarà un bel po' di lavoro da fare...-

In quel momento Hinata venne colpita da un fulmine a ciel sereno:

"...VI trasferite..."??

-Aspetta un secondo, Ko! Tu non vieni con noi??- Chiese la ragazza, disperata al solo pensiero. L'autista ebbe un tuffo al cuore a quella domanda: prima o poi avrebbero dovuto affrontare l'argomento, quindi tanto valeva farlo in quel momento.

-Angioletto, purtroppo dovrei riuscire a vendere casa mia prima di potermi trasferire a Konoha e ci vorrebbe troppo tempo... E poi tuo padre ha scelto una casa nella strada proprio dietro all'accademia, quindi non avrai bisogno di un autista...- Hinata non seppe trattenersi: piccoli fiumi salati cominciarono a rigarle le guance e in poco tempo iniziò a singhiozzare. Come avrebbe fatto senza il suo confidente? Senza il suo unico vero amico?

-Hina-chan...- Ko si alzò per abbracciare la ragazza dagli occhi perlacei, in quel momento inondati da lacrime amare. -Stai tranquilla, andrà tutto bene... Verrò a trovarti, se ne avrai voglia...-

-Certo c..che n..ne avrò v..voglia! *Sigh*- Hinata si sentiva così piccola e indifesa in quel momento! Ko era sempre stato la sua roccia!

-Angioletto... Ora andiamo, altrimenti non arriveremo in tempo per la cena...-

-Umpf... S..sì, va bene..- Rispose Hinata asciugandosi gli occhi.

E pensare che fino a cinque minuti prima era fuori di sé per la gioia!


***


Verso le sette arrivarono a casa: avevano trovato traffico al ritorno. La ragazza dagli occhi perlacei salutò Ko ed entrò in casa, rimanendo senza fiato: l'ingresso era stracolmo di scatoloni, alcuni aperti, con mucchietti di roba accatastati qua e là. Appoggiato a una delle grosse colonne presenti nel mastodontico ingresso della villa stava suo padre, con gli occhi rossi di pianto, che stringeva Hanabi tra le braccia, anch'essa in singhiozzi.

-Vedo che siamo tutti molto allegri oggi...- Disse Hinata, mentre le lacrime ricominciavano ad affacciarsi ai suoi occhi per quella scena commovente.

-Hina-chan!- Urlò Hanabi, correndole incontro e abbracciandola -Cos'è successo? Non sei passata?-

-In realtà non lo so ancora, ma credo sia andato tutto bene... È che poco fa Ko mi ha detto che non si trasferirà a Konoha con noi e... Sono molto triste- Concluse la sorella maggiore, stringendo al petto la dodicenne.

-Io e papà oggi abbiamo cominciato a tirare giù vecchi scatoloni e a guardarci dentro per decidere cosa tenere e cosa no... All'inizio era divertente, ma poi abbiamo trovato le foto di mamma... Gli ho chiesto di raccontarmi di lei e ovviamente abbiamo finito per piangere come due fontane...-

Il signor Hyuga si alzò e si avvicinò alle figlie.

-Venite qui, bambine mie-.

Appena le due ragazze furono abbastanza vicine le abbracciò entrambe, con tenerezza: Hinata non aveva mai visto piangere il padre, inoltre erano secoli che lui non l'abbracciava così.

-Mi sento un debole, perché dovrei trasmettervi forza e vigore, invece siete voi due a farmi andare avanti. Ho riflettuto molto nell'ultimo mese e oggi ho capito che non possiamo lasciare questa casa: ci sono troppi ricordi qui dentro, troppi momenti felici con vostra madre, che amo ancora come il giorno in cui l'ho incontrata la prima volta, nonostante non ci sia più da undici anni... Il fatto è che è sempre rimasta nel mio cuore e a volte girando per casa mi sembra ancora di sentire il suo profumo. Ho fatto pazzie per lei, ho pure litigato irrimediabilmente con mio fratello... E ora non riesco proprio ad allontanarmi da qui. Hinata, se entrerai in quella benedetta scuola andrai a vivere nel convitto e nel fine settimana tornerai qui da noi... In caso contrario continuerai a frequentare l'accademia di questa città, perché io da qui non mi muoverò mai. Che ne dite?-

Le due sorelle rimasero completamente spiazzate dall'affermazione del padre: davvero stava facendo marcia indietro? L'avevano sempre visto come un uomo forte, deciso, inarrestabile... Possibile che tentennasse in quel modo?

-Papà... Ne sei sicuro?- Chiese Hinata, ancora incredula.

-Non lo sono mai stato più di così. Ormai hai quasi diciassette anni e ti sei dimostrata degna della mia fiducia, quindi visto che Hanabi è andata a vivere all'estero per studiare non vedo perché tu non debba frequentare un'accademia che si trova a duecentocinquanta chilometri da qui! Inoltre, Ko potrebbe venire a prenderti ogni weekend per portarti a casa, cosa ne pensi?-

A Hinata sembrava di vivere un sogno: forse gli alieni avevano rapito suo padre e lo avevano scambiato con qualcun altro? Come diavolo era possibile tutto ciò? Ridendo, saltò in braccio al Hiashi-sama, felice come non mai.

-Oh, papà, non ci posso credere! Grazie, grazie di tutto!!-

-Hina-chan... Perdonami per tutto l'ostruzionismo che ho fatto in questi anni. Pur non essendo un appassionato seguace della danza so anche io che entrare nella KDA è quasi impossibile... Ma tu ci stai riuscendo e ciò vuol dire che hai davvero talento-

*Domani nevica... Non importa se siamo ad Agosto, domani nevica!* Pensò Hinata: il padre l'aveva lasciata di stucco, sembrava quasi che fosse un'altra persona! Tra l'altro andare a vivere da sola a Konoha era la soluzione a tutti i problemi che si era posta per vedere Naruto! Certo, le dispiaceva pensare di tradire la fiducia del padre, che aveva conquistato dopo tanta fatica, però si sa che in guerra e in amore tutto è concesso. Doveva solo stare attenta a non destare sospetti!

Nel frattempo la cena era pronta e la famiglia si trasferì in sala da pranzo, decisamente rasserenata. Hinata non vedeva l'ora di chiamare Ko e Naruto per raccontargli di tutti i cambiamenti che erano in atto. Nel frattempo, anche Hanabi non stava più nella pelle: voleva sapere come fosse andato il secondo incontro tra sua sorella e il biondino misterioso. Perciò ogni tanto lanciava sguardi eloquenti o faceva l'occhiolino a Hinata, quasi volesse dire "preparati a un bell'interrogatorio". Una volta al piano di sopra, impigiamate* e chiuse a camera di Hinata, le due sorelle si prepararono a cominciare la calda conversazione.

-Hanabi, aspetta, prima devo chiamare Ko!-

-Ma non puoi farlo dopo??-

-No, assolutamente, è troppo importante!-

Lasciando sua sorella col broncio, corse a prendere il cellulare e, con sua grande sorpresa, in quel momento arrivò un messaggio di Ko:


"Ciao angioletto! Tuo padre mi ha appena chiamato, immagino che tu stia facendo i salti di gioia! Sono felice di poterti vedere ogni weekend, direi che questa è un'ottima soluzione a tutti i problemi! Ora vai, rispondimi pure domani mattina, so che Hanabi ti sta spremendo come un limone per sapere com'è andata.

Un bacio!

Ko"


-Oh! Papà lo ha già chiamato!- Disse Hinata, felice come una Pasqua.

-Bene! Allora racconta!- La incitò Hanabi, mentre le due sorelle si gettavano sul letto. Era diventato un rito quello, ormai le due si mettevano a chiacchierare sempre nella stessa posizione: Hanabi sdraiata a pancia in giù, con i gomiti piantati nel materasso e il mento sorretto dalle mani, mentre le gambe dietro si sollevavano, intrecciavano e muovevano a seconda del tipo di discorso che si stava affrontando. Hinata, invece, si appoggiava in un angolino, con la schiena al muro e le gambe incrociate, mentre stringeva il cuscino tra le braccia. Se un pittore avesse visto quella scena, sicuramente le avrebbe volute ritrarre in un quadro. Quando Hinata finì il suo racconto, per la prima volta Hanabi non era riuscita a rimanere sdraiata: si alzò in piedi sul letto, saltellando e lanciando gridolini eccitati, mentre sua sorella maggiore tentava in tutti i modi di calmarla e farla scendere:

-Hanabi! Piantala! Mi sfondi il letto così!- Disse ridendo la ragazza dagli occhi di perla.

-Oh mio Dioooo OH MIO DIO!- Continuava a ripetere la dodicenne dopo aver ascoltato il racconto del primo bacio di sua sorella. -Senti un po', devi proprio farmi vedere una foto di questo ragazzo perché io altrimenti impazzisco!-

-Perché non vieni con me a Konoha il giorno in cui dovrò trasferirmi? Tanto Ko dovrà tornare indietro e potrà riportarti a casa!! Così avrai la possibilità vederlo in tutto il suo splendore!- Rispose Hinata con occhi sognanti.

-Ok! Ci sto!- Disse la minore lanciando le braccia al collo della sua amata sorellona.

-Sai Hanabi, penso proprio di essermi innamorata-

-Se posso dirlo, si vede sorella! Stai attenta a non farti cuzzare dal papy!-

-...Cheee?? Ma chi ti ha insegnato a parlare così?- Disse Hinata ridendo. Guardò la sua sorellina: stava crescendo in fretta e stava diventando davvero molto bella, anche se ancora, ovviamente, aveva il corpo un po' immaturo. Ma il tempo scorreva così in fretta? Ogni volta che si guardava allo specchio arrossiva guardando le sue curve crescere, e tra l'altro non era un'ottima cosa per una ballerina di danza classica avere delle forme così prosperose. Ogni giorno, guardando il proprio seno, si stupiva un po' di più, chiedendosi se qualcuno non venisse a gonfiarle di notte. Era cresciuta senza nemmeno accorgersene e ora il suo cuore le stava dicendo che l'amore per la danza non bastava più a saziarlo. Arrossì ripensando al nuovo, forte, inaspettato desiderio che aveva provato quando le sue labbra e quelle di Naruto si erano suggellate in un bacio.

Eh sì. Hinata era proprio cresciuta.


*Lo so che il verbo "impigiamare" non esiste, ma a volte lo uso in maniera ironica, quindi prendetela come una licenza poetica xD


ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti miei cari lettori! Avete visto che svolta? Hiashi si è sciolto come burro al sole e per Hinata sta per cominciare una nuova e appassionante avventura... Finalmente potrà avere un po' più di libertà ora che non è più sotto lo stretto controllo del padre!

Vorrei ringraziare ancora una volta tutti coloro che leggono, seguono e recensiscono questa storia. Siete fantastici, il vostro calore mi pinge a scrivere e a cercare di migliorarmi...

Nel prossimo capitolo la nostra ballerina dagli occhi perlacei si trasferirà a Konoha! Prometto che sarà lungo almeno 3000 parole questa volta! Non perdetevelo, mi raccomando ;)

Un bacio,

Celeste

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Capitolo 8
*** Un nuovo inizio ***


Capitolo 8 - UN NUOVO INIZIO


Circa tre giorni dopo il provino era arrivata la tanto attesa telefonata: Hinata era stata presa, ovviamente!

Si sarebbe trasferita il 26 Agosto, mentre sua sorella minore il 30 avrebbe preso l'aereo per gli Stati Uniti, siccome le vacanze estive erano quasi terminate. Di conseguenza, casa Hyuga in quei giorni era un gran casino, la camera di Hinata era piena di post-it svolazzanti dove ogni tanto appuntava le cose che le veniva in mente di portare, mentre il padre, tornando da lavoro, si sentiva spaesato al pensiero che sarebbe rimasto solo lui in quella casa. Certo, non lo dava a vedere, ma soffriva come un cane sapendo che un'altra figlia sarebbe volata via dal nido. Anche Ko, che non abitava nella villa degli Hyuga, risentiva dello stress delle varie partenze: Hinata lo chiamava disperata dicendo che doveva assolutamente accompagnarla nell'uno o nell'altro quartiere per fare scorte di pigiami, body, scaldamuscoli, forcine, retine per chignon, e infine il 25 Agosto uscì fuori che si era dimenticata della cosa più importante: le punte nuove.

-Hina-chan, guarda che anche a Konoha esistono i negozi!- Disse Ko, abbassando la temperatura dell'aria condizionata: erano le tre del pomeriggio e c'erano trentasei gradi.

-Sì ma non conosco niente di quella città e poi qui ho il mio negozio di fiducia!- Rispose la ragazza dagli occhi perlacei, preoccupata: chissà se avevano il numero giusto! Le vecchie scarpe erano talmente consunte che si erano addirittura formati un paio di buchi nel raso e alla fine, mentre le stava mettendo in valigia, le era rimasta in mano una suola. Ora stavano andando nel negozio "Les danseur", a circa mezz'ora da casa sua, il più fornito della città. Quando finalmente arrivarono lì davanti, Ko la fece scendere e andò a parcheggiare la macchina, dicendole che l'avrebbe raggiunta in cinque minuti. La ragazza entrò in quel mondo fatato: c'era tulle ovunque e bancone di vetro era ricoperto di nastrini e da qualche paio di scarpette che una commessa stava mostrando a una ragazzina che avrà avuto dieci o undici anni. Probabilmente doveva acquistare il suo primo paio.

-Ciao tesoro, serve aiuto?- Le disse la proprietaria del negozio, sorridendo.

-Buongiorno! Sì, in effetti avrei bisogno di comprare un paio di punte nuove-

-Oh, ma bene! Guarda, ti faccio vedere un po' di modelli. Quali usavi prima?-

-Le ultime sono state le Bloch, ma ora vorrei cambiare... Penso di essere pronta per un paio di scarpette adatte a un livello avanzato-

 -Mh... Se può interessarti mi sono appena arrivate le grishko vaganova...-

-Quelle usate da Svetlana Zakharova*??- Chiese Hinata illuminandosi di gioia.

-Esatto. Qualcosa mi dice che sei una sua fan- Disse ridendo la negoziante.

-Beh, quale ballerina non è una sua fan? Comunque se non le dispiace vorrei provarle-.

-Ma certamente tesoro! Accomodati lì... Che numero porti?-

-Quattro XX*-.

-Mh... Vado subito a prendertele cara...-

-Grazie mille!!-

Hinata era felicissima all'idea di indossare le stesse scarpe usate dalla sua eroina. Era intenta a guardarsi intorno, quando vide Ko entrare dalla porta d'ingresso.

-Ciao angioletto! Allora, come sta andando?-

-Avrò le scarpe della Zakharova!! Cioè, non proprio le sue ovviamente, magari, però sono lo stesso modello!- Disse eccitata la ragazza dagli occhi perlacei.

-Sono contento per te Hina-chan! Allora ti aspetto dal bancone, che dici?-

-Va bene!-

Vide Ko allontanarsi, mentre la signora che la stava servendo era tornata con le scarpe in mano.

-Eccole qui! Provale!-

Hinata si tolse le scarpe da ginnastica, anche se non riuscì a nascondere un certo imbarazzo: per quanto li curasse con pediluvi e massaggi con creme idratanti, i piedi di una ballerina non sono mai belli da vedere. Infilò le protezioni (lei non utilizzava il solito salvapunte, preferiva usare le protezioni per ogni singolo dito), la calzina di nylon usa e getta e infine le scarpette. Osservò la lucentezza del raso rosa e provò a salire in punta. Le andavano bene.

-Sono perfette-. Disse Hinata con voce sognante.

-Oh, benissimo!- Rispose sorridendo la negoziante. Dopo averle ridato le scarpe, Hinata seguì la proprietaria del negozio alla cassa. Notò con un certo stupore che Ko non c'era.

-Scusi, sa mica dov'è finito l'uomo che mi stava aspettando qui al bancone?- Chiese la ragazza dagli occhi di perla alla giovane commessa che le sorrideva alla cassa.

-Oh, sì, ha detto che si era dimenticato il cellulare sul cruscotto dell'auto e voleva evitare che qualcuno gli spaccasse il parabrezza per prenderlo, così è andato a recuperarlo. Mi ha detto di dirti di aspettare qui fuori, sarebbe venuto qui con la macchina-.

-Va bene! Grazie mille-.

-Figurati! Comunque sono 8100 yen*-.

Hinata le passò la carta prepagata e in due secondi fu fuori dal negozio. Ko arrivò subito dopo.

-Eccomi qui angioletto! Andiamo a casa, così ti prepari-.

-Va bene. Mi mancherà non vederti tuti i giorni, sai?-

-Sarai talmente impegnata a fare altro che non te ne accorgerai neppure- Rispose Ko sorridendo.

Mancavano poche ore alla partenza.


***


Il mattino dopo, alle 7, Hinata e Hanabi si erano fatte trovare puntuali davanti al cancello della villa. Ormai erano in viaggio da due ore e mezza ed erano quasi arrivati a destinazione.

-Dunque questa è Konoha?- Disse Hanabi con un'espressione leggermente delusa

-Mi aspettavo qualcosa di meglio dalla capitale!-

-Questa è la periferia. Il centro è tutta un'altra cosa- Rispose Ko sorridendo -Più tardi magari ci facciamo un giro-.

-Grandioso!- Disse la dodicenne, battendo le mani per l'entusiasmo. Hinata sorrise guardando sua sorella. Avrebbe tanto voluto portarla lì con sé, godersi gli ultimi giorni insieme. Le sarebbe mancata da morire fino alle vacanze di Natale! Per fortuna avrebbe potuto sentirla via Skype.

-Guardate, ci siamo! Quella è la KDA!- Disse l'autista indicando la struttura ottocentesca. Parcheggiò davanti all'ingresso e fece scendere le ragazze. Hinata era elettrizzata, aveva mandato un messaggio a Naruto poco prima per dirgli che stava arrivando, quindi probabilmente doveva essere lì dentro ad aspettarla.

-Direi che è il caso di entrare a chiedere dove alloggerai, così possiamo andare a sistemare le valigie. Ko, aspettaci un secondo qui- Disse la minore, evidentemente curiosa di vedere il fantomatico biondino. Spinse dentro Hinata, già rossa per l'imbarazzo, che si diresse subito verso la segreteria. Girato di schiena, con i gomiti appoggiati al bancone per parlare con Shizune, c'era lui. Si passò una mano tra i capelli luminosi come il sole e raddrizzò la schiena, scoppiando in una risata calda, gioviale, sincera. A un certo punto Shizune vide la ragazza dagli occhi perlacei, sorrise e indicò a Naruto di guardare dietro di sé. I loro sguardi si incontrarono. Di nuovo, finalmente. Sembrava fossero passati anni dalla volta precedente, eppure l'emozione di rivedersi fu ancora più forte di quanto si aspettassero. Hinata arrossì e il volto di Naruto si illuminò.

-Hinata-chan!-

Naruto le corse incontro e la abbracciò forte, poggiando le morbide labbra su quelle di lei, inebriandosi del suo profumo, godendo della morbidezza dei capelli blu che gli scorrevano tra le dita mentre le rubava un altro bacio. Hinata si sentì travolgere da quell'ondata di passione e romanticismo, aveva sognato per giorni il momento in cui l'avrebbe rivisto, ma non avrebbe mai potuto immaginare un sentimento così travolgente e coinvolgente come quello che stava provando. Quel bacio era addirittura meglio del primo. Naruto allontanò leggermente le labbra dalle sue, quel tanto che bastava per guardarla dritta negli occhi.

-Mi sei mancata da morire, tu e i tuoi occhi da Dea-. Disse il biondo, sfregando lievemente la punta del naso contro quella di lei.

-Naruto-kun...- Hinata non riuscì a dire altro. La profondità e il colore dei suoi occhi le ricordavano il cielo estivo, così intensamente azzurro, pieno di luce. Aveva un sorriso così bello e perfetto!

-Hem hem...-

Hinata e Naruto si voltarono verso Hanabi, che si era appena schiarita la voce per ricordare loro che non erano soli.

-E tu chi sei!?- Disse Naruto, guardando a turno le due sorelle, accorgendosi della somiglianza.

-Ciao biondino, sono Hanabi, sua sorella. E devo dire che Hinata aveva ragione, sei proprio un bel bottino di guerra-.

-HANABI!- Disse Hinata, rossissima per le parole appena pronunciate dalla dodicenne. Naruto rideva come un pazzo, piegato in due dalle risate.

-Ma guarda un po', non mi sarei mai aspettato che una ragazza così timida e riservata come Hinata potesse avere una sorella così esuberante! Comunque sono lieto di conoscerti, io sono Naruto-

-Oh, so chi sei. Sappi che se proverai a fare del male a mia sorella ti spaccherò quei bei dentini bianchi di cui fai mostra con tanto orgoglio. Verrò qui e ti ridurrò in un hamburger, con tanto di pane e ketchup-.

-Oooh, ma che paura. Concetto recepito, piccola Hyuga- Disse il biondino trattenendo a stento le risate. Hinata trovava che Hanabi stesse esagerando, ma Naruto sembrava comunque averla presa in simpatia, forse proprio per quel carattere un po' irruento che tanto somigliava al suo.

-Credo che dovremmo chiedere a Shizune dove alloggerò- Cambiò discorso la sorella maggiore -Così potremo portare i bagagli in camera e poi andare a fare un giro della città. T..ti andrebbe di venire con noi, Naruto-kun? Potresti farci da Cicerone...-

-Certo! Oggi è il mio giorno libero e poi conosco Konoha come le mie tasche!-

-Grandioso! Cominci a starmi simpatico Biondino, ti conviene continuare a guadagnare punti- Disse Hanabi, soddisfatta.

-Sicuramente signorina, comunque, dove diavolo sono le tue valige?- Chiese Naruto guardandosi intorno.

-In macchina, Ko ci sta aspettando fuori- Disse Hanabi senza pensarci due volte. Con un'espressione interrogativa, Naruto si voltò verso Hinata.

-Chi diavolo è Ko?-

-Oh, lui è un mio amico... Un... Un carissimo amico di famiglia!- Rispose Hinata. Non le andava di dirgli che aveva un autista.

-Ciao Hinata!- disse Shizune, sorridendole -È bello rivederti!-

-Anche per me è un piacere! Mi sa che accadrà spesso d'ora in poi! Sai mica dove sono alloggiata?-

-Controllo subito tesoro! Dunque... i dormitori sono tutti al terzo e al quarto piano. Tu sei nel dormitorio 410, quindi al quarto piano. Qui c'è la tua chiave, cerca di non perderla per cortesia. Le tue coinquiline non sono ancora arrivate-.

-Grazie infinite, sei gentile come sempre- Rispose la dolce ragazza dagli occhi di perla, prendendo il mazzo di chiavi che le porgeva la segretaria. I tre ragazzi si diressero verso il punto in cui li aspettava Ko. L'autista li vide arrivare e aprì il bagagliaio, cominciando a tirare fuori le due grosse valige preparate da Hinata.

-Ko-chan, lui è Naruto...- Disse Hinata, arrossendo per l'imbarazzo. I due si squadrarono per qualche istante, poi si strinsero la mano con forza.

-Hinata mi ha parlato molto di te. Sono felice che abbia qualcuno su cui contare anche qui a Konoha- Disse Ko, facendo intendere a Naruto che se avesse tradito la sua fiducia non si sarebbe limitato a trasformarlo in un hamburger.

-Piacere. Vi aiuto a portare su i bagagli ovviamente. La struttura è antica e non c'è l'ascensore- Disse Naruto, che non era mai stato bravo con le presentazioni. Fece per prendere la valigia con una mano, ma era talmente pesante che rimase quasi attaccata a terra, muovendosi a malapena. Prese la maniglia con entrambe le mani e la sollevò con più forza, facendo i primi gradini all'ingresso. Hanabi non riuscì a soffocare una risatina e Hinata arrossì, dispiaciuta per aver riempito tanto i bagagli. Dopo parecchi minuti di fatica immane, Ko e Naruto raggiunsero il quarto piano, esausti. Hinata, che li aveva seguiti con in mano il piccolo beauty case, per tutto il tempo non aveva fatto altro che scusarsi per lo sforzo che li aveva costretti a fare. Arrivati davanti alla porta, la ragazza dagli occhi perlacei fece scattare la serratura con le chiavi che le aveva dato Shizune ed entrò in camera: era un piccolo appartamento, simile alla camera di un albergo. Subito vicino all'entrata, a destra, vide il bagno, fornito di vasca con doccia. Andando avanti di fronte a sé vide un angolo cottura, con i fornelli e un piccolo forno a microonde, due grossi armadi, un tavolo con quattro sedie e, a destra, un letto a castello e uno singolo, tra i quali si trovavano una grossa finestra, due comodini e una Tv. La trovò graziosa, anche se si chiese come sarebbe stato vivere con altre due persone in uno spazio più piccolo della sua vecchia camera da letto.

-Beh, molliamo qui le valige, stasera mi occuperò di disfarle- Disse Hinata, mentre i due facchini improvvisati abbandonavano i bagagli in un angolo.

Dopo pochi minuti si trovarono sulla Lamborghini a stupirsi per qualsiasi cosa vedessero dai finestrini. Konoha era davvero una città strabiliante, piena di grattacieli, un incredibile incontro/scontro tra Oriente e Occidente. Naruto mostrava loro le attrazioni principali, facendo da guida, e all'ora di pranzo consigliò loro di andare a pranzo in un posto davvero particolare.

-Fidatevi di me, da Ichiraku si mangia il ramen migliore della città! Lo conoscono tutti qui!- Disse Naruto, varcando le soglie del ristorante. Effettivamente era colmo di gente, turisti e non, e non sembrava che qualcuno avesse un'espressione insoddisfatta.

-Ciao Teuchi!-

-Naruto! Che piacere rivederti! Ma hai portato degli ospiti vedo!- Disse sorridendo il proprietario, un uomo di mezza età dall'aspetto bonario.

-Già! Trattameli bene, mi raccomando, è la prima volta che vengono qui! Vorremmo un tavolo per quattro-.

-Siete fortunati, se ne è appena liberato uno! Prego, accomodatevi...- Disse Teuchi, sorridendo. Poi si voltò verso una ragazza molto carina che stava servendo ai tavoli -Ayame! Porta dei meunu a questo tavolo!-

-Arrivo papà!- Rispose la ragazza. Nel frattempo il proprietario si congedò e tornò in cucina. Dopo un paio di minuti la ragazza arrivò al loro tavolo con quattro menu.

-Naruto-kun! Come stai?- Chiese rivolgendosi al biondino.

-Bene Ayame. Tu?-

-Oh bene, grazie...- Disse sbattendo le ciglia. Hinata si sentì leggermente infastidita

-Vieni anche tu stasera, no?-

-In realtà non saprei, ci devo pensare...-

-Oh ma come! Devi venire assolutamente, è sabato sera!-

-Lo so Ayame, ti ho detto che ci devo pensare- Tagliò corto Naruto, lasciando la ragazza lì impalata. Hinata non poté fare a meno di sentirsi compiaciuta.

-Oh... Vabbè... Fammi sapere allora... Comunque, ripasserò tra poco per prendere le ordinazioni-. La ragazza se ne andò e Hanabi guardò Naruto di sbieco.

-Dov'è che quell'ochetta voleva che andassi stasera?-

-In un locale hip hop. Io e la mia compagnia ci vediamo lì tutti i sabato sera. Si chiama "Under the moonwalk"-

-Un nome originale- Commentò allegramente Hinata, notando che il biondino non aveva difeso la ragazza dall'accusa di essere un'oca.

-Sì, non è male, comunque è il posto migliore per mettere alla prova le proprie capacità... Puoi lanciare una sfida agli altri ragazzi e vedere chi è il migliore... Ovviamente devi stare attento a non battere le persone sbagliate- Disse mettendo a posto il menu. -Ancora mi chiedo cosa lo guardo a fare 'sto menu se poi prendo sempre il ramen di miso con tanti naruto-

-Lo prenderò anche io- disse Hinata.

-A proposito, senti un po', te lo devo proprio chiedere: perché ti chiami come una rotella di pesce?- Chiese Hanabi con la sua solita faccia tosta.

-È una storia lunga. Il mio padrino è stato il maestro di danza dei miei genitori e si crede un grande scrittore. Ha scritto un primo libro sulla danza, che ho letto, ed altri che... Beh, meglio che non vi racconti questo particolare, ahah!- Disse Naruto portandosi una mano dietro la testa per l'imbarazzo. Poi tornò serio e si schiarì la voce: -Comunque, nel primo libro parla di un ballerino che porta la sua arte di regno in regno, tentando di aprire il cuore dei sovrani emozionandoli con le sue esibizioni e rompendo la corazza che li protegge dalla sofferenza del popolo. In questo modo i sovrani diventano più propensi ad ascoltare le richieste disperate dei sudditi e a stringere trattati di pace coi regni vicini, perché col tempo si erano dimenticati di cosa fossero le emozioni, rinchiusi nelle mura d'oro dei loro palazzi. E il protagonista di questo romanzo si chiama Naruto. Per questo i miei genitori, che avevano letto il libro del loro sensei, hanno deciso di chiamarmi così- Concluse orgoglioso il ragazzo. Hinata era rimasta rapita da quel racconto meraviglioso: raggiungere la pace nel mondo per mezzo della danza e delle emozioni che è in grado di trasmettere... Non ci aveva mai pensato.

-E perché il tuo padrino ha chiamato così il protagonista?- Chiese Hanabi, riprendendosi subito da quel momento di tenerezza che il racconto le aveva provocato. Naruto la guardò spalanando gli occhi e sospirò. Poi incrociò le braccia e con una faccia piuttosto buffa disse: -...Gli è venuto in mente mentre mangiava una ciotola di ramen, dattebayo!-

I tre ascoltatori si misero a ridere, seguiti anche da Naruto. Nel frattempo Ayame tornò al loro tavolo.

-Allora, volete ordinare?- Chiese sorridendo. Hanabi guardò Ko, che annuì, dopodiché la dodicenne si decise a parlare:

-Sicuro! Ramen di miso per tutti! Con tanti naruto, ma niente ballerini!-.


***


Trascorsero un gran bel pomeriggio, facendosi un giro tra le attrazioni principali della città, spalancando la bocca per lo stupore quando si trovarono sotto al grattacielo più alto, facendosi delle grasse risate di fronte ai souvenir più strambi. Alla fine si fecero le sei del pomeriggio e arrivò l'ora di tornare a casa. Arrivati davanti all'entrata della KDA l'atmosfera non era più allegra e spensierata come poco prima: era arrivato il momento di salutarsi e le due sorelle non si sarebbero più riviste per mesi.

-Mi mancherai moltissimo- Disse Hanabi, stringendo forte la sorella e non riuscendo a trattenere un lacrimone che le rotolò giù per la guancia.

-Anche tu mi mancherai, piccola peste. Ti voglio bene da morire. Non menare nessuno e comportati bene, mi raccomando- Rispose Hinata, accarezzandole i capelli castani, così simili a quelli del padre. Ogni volta che si separava da sua sorella era come se un pezzo del suo cuore la abbandonasse. Sentiva un vuoto nel petto che sembrava davvero incolmabile.

-Uff... Vieni a ballare a New York!- Disse la dodicenne, stringendo più forte la sorella maggiore. Hinata rise, anche se amaramente.

-Magari tra qualche anno tesoro, chi lo sa. Per ora ho fatto tanta fatica per entrare qui dentro, mi sputano in faccia se rinuncio-.

-Allora non vedo l'ora che arrivino le vacanze di Natale, così potremo rivederci!-

-Certo piccola, vedrai che passerà in fretta! Ora penso che tu e Ko dobbiate andare però, altrimenti farete tardi-.

-Hey bellissime, non vorrei rovinare questo momento tra sorelle, però avrei una sorpresa per il mio angioletto- Disse Ko, porgendo a Hinata una scatola azzurra.

-Oddio, Ko, non dovevi assolutamente!- Disse Hinata prendendo il regalo che le stava porgendo l'autista. Quando aprì la scatola rimase senza fiato: lì dentro vi erano un paio di punte grishko di colore celeste, incredibilmente belle.

-Non so quanto potrai usarle, ma ho pensato che ti sarebbero piaciute, visto che adori quel colore-. Disse Ko, sorridendole. Hinata non aveva parole per esprimere la sua sorpresa: erano davvero bellissime, incantevoli, superbe. Lentamente ne accarezzò una per sentire la morbidezza del raso, contemplandole come se fossero le scarpe di una dea. Alzò lentamente gli occhi verso l'amico e, senza sapere più come trattenersi, si lanciò addosso a lui per abbracciarlo, stando attenta a non far cadere le scarpe. Una lacrima di commozione le solcò il bel viso candido come la neve e cominciò a ringraziare Ko senza sapere come fare per sdebitarsi.

-Sei arrivata a tagliare un traguardo importante Hina-chan. Sono orgoglioso di te. Ora vado altrimenti mi metto a piangere anche io- Disse l'autista, che aveva già gli occhi lucidi. Hanabi abbracciò ancora una volta la sorella e poi salì in macchina. Vedere la macchina allontanarsi rese ancora più triste la povera Hinata, che si sentì improvvisamente sola. Naruto, che era rimasto in un angolo fino a quel momento per non intromettersi in quel commovente quadretto familiare, si avvicinò alla dolce ragazza dagli occhi perlacei pieni di lacrime e le cinse la vita con le braccia.

-Hey, piccola... Ricorda che ci sono io qui, puoi contare su di me- Le disse, baciandole dolcemente la fronte. Hinata annuì: aveva ragione. Non era sola, questa volta ci sarebbe stato lui a tenerle compagnia. E poi non doveva essere triste: era riuscita a entrare in una delle più importanti accademie di danza del mondo!

-Grazie, Naruto-kun. Grazie per tutto quello che fai- Disse Hinata, abbandonandosi tra le sue braccia.

-Ma grazie di cosa? È mio dovere farlo! Sono o no il tuo ragazzo?- Hinata lo guardò negli occhi, quei grandi occhi azzurri pieni di luce. Era cresciuta quella luce da quando si erano incontrati. Possibile che lei lo stesse rendendo... Felice?

-Grazie ancora, Naruto-chan. Sei la mia forza!-

-E tu la mia- Disse sorridendo il biondino. Dolcemente le diede un bacio sulle labbra, poi le accarezzò il viso. -Senti, ti andrebbe di venire con me in quel posto di cui parlavano oggi a pranzo? Potresti conoscere i miei amici!-

Hinata rimase un secondo interdetta: non era mai uscita la sera, figurarsi andare in una discoteca hip hop!

-Ecco, io non so se è il caso...-

-Oh, avanti! Ho le chiavi dell'entrata posteriore della scuola. Posso farti uscire e entrare quando voglio, nessuno si accorgerà che sei uscita. Se le tue compagne di stanza fanno storie dì loro di unirsi a noi! Ci divertiremo e tu potrai svagarti un po'!-

Hinata ci pensò su qualche secondo: era una proposta allettante, soprattutto per il fatto che avrebbe potuto trascorrere del tempo con Naruto. Inoltre era curiosa di vedere questo "Under the moonwalk".

-Mmh... Va bene, ci sto!- Disse la ballerina, cercando di apparire sicura.

-Perfetto! Non vedo l'ora che i miei amici ti conoscano!- Disse il biondino, sfoggiando il suo miglior sorriso. -Allora ti vengo a bussare alla porta alle undici. A più tardi, bellissima!- Disse Naruto. Poi, dopo averle stampato un ultimo bacio sulle labbra, si voltò e se ne andò verso casa, con le mani nelle tasche dei jeans. Hinata lo guardò allontanarsi, rendendosi conto che non vedeva l'ora di rivederlo.

*...A più tardi, Naruto-kun*.

Hinata salì le scale pensando che non aveva la minima idea di come ci si dovesse vestire in un locale hip hop. In realtà credeva di non avere nulla di adatto in valigia. Ma era giusto andarci e tradire la fiducia di suo padre? Uscire di lì senza dire nulla a nessuno? E se fosse capitato qualcosa?

Arrivata al secondo piano accadde una cosa molto strana: un ragazzo spuntò da dietro l'angolo e finirono quasi a cozzare l'uno contro l'altro. Si ritrovò faccia a faccia con lui e in quel momento Hinata si chiede se non stesse sognando: quel ragazzo aveva i suoi stessi identici occhi. Hinata non si era mai vantata dell'unicità di quella sua particolarità estetica, ma non li aveva mai visti in nessun altro se non in sua sorella e in suo padre. Suo padre... Ecco a chi somigliava quel ragazzo! Era la copia sputata di suo padre! Anche lui era rimasto piuttosto stupito nel vederla: sembrava che avesse visto un fantasma. Rimasero a fissarsi qualche secondo, occhi negli occhi, come se il tempo si fosse fermato. Poi Hinata scostò lo sguardo per l'imbarazzo e il ragazzo scosse la testa, come per risvegliarsi. Borbottò qualcosa di simile a "dovresti stare più attenta" e corse via.

Probabilmente era solo una strana coincidenza.


NOTE:

*Svetlana Zakharova, danzatrice ucraina, Étoile ospite delle maggiori compagnie di danza del mondo, tra le quali il l'American Ballet Theatre, il Ballet de l'Opéra de Paris, il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, l'English National Ballet, il New York City Ballet, il New National Theatre Ballet di Tokyo. Dall'ottobre 2003 è prima ballerina del Balletto del Teatro Bol'šoj di Mosca. Un mito!!

*Le taglie di queste punte vanno da 1 (che corrisponde al 33) a 8 (che corrisponde al 41) per quanto riguarda la lunghezza. Il 4 corrisponde al 37. La larghezza della pianta del piede invece è indicata dal numero di X: si va da una a cinque X.

* 8100 yen sono circa 58 euro.


ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!! Questo è il capitolo più lungo che io abbia mai scritto! Mi sono impegnata molto per scriverlo, quindi se come premio voleste lasciarmi una recensioncina non  avrei nulla in contrario ^^.

Vi ringrazio ancora infinitamente per tutto miei cari lettori! Un abbraccio e al prossimo capitolo!

Celeste

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Capitolo 9
*** Under the moonwalk ***


Capitolo 9 - UNDER THE MOONWALK


La ragazza era ancora un po' sconvolta dopo aver visto quel ragazzo dagli occhi identici ai suoi. Chi poteva essere? Era anche lui un ballerino? Quanti anni poteva avere e da dove veniva?

Mentre si faceva tutte queste domande si rese conto che era ormai arrivata al quarto piano. Sentì delle voci, sembrava che qualcuno stesse litigando. All'inizio non ci fece molto caso, finché non si accorse che, man mano che si avvicinava alla sua camera, le voci erano sempre più nitide. Con suo grande stupore si ritrovò a fissare la porta della stanza 410, nella quale sembrava che stesse avvenendo una brutale discussione tra due ragazze. Deglutì, immaginandosi già la scena delle sue coinquiline intente a tirarsi i capelli e infilò la chiave nella toppa, facendo scattare la serratura. All'interno della stanza due ragazze si voltarono verso di lei, curiose di capire chi le avesse interrotte. Una aveva corti capelli rosa, due grandi occhi verdi e il fisico di un'acciuga. Le pareva di averla già vista da qualche parte, ma non ricordava dove. L'altra invece aveva i capelli biondi, molto lunghi, gli occhi azzurri ed era anche lei magra, ma con qualche curva in più. Oh, no, aspetta un attimo, non poteva essere...

-Hey, ma tu sei la ragazza che mi ha prestato l'elastico! Io sono Ino, ti ricordi di me?- Disse la bionda sorridendo. Ecco, proprio come pensava.

-Hem... Sì, ciao...- Disse Hinata abbozzando un sorriso. Ma doveva finire in camera proprio con quella pazza?

-Mi sa che anche noi ci siamo già viste... Per caso sei quella che ha fatto il provino dopo di me?- Chiese la rosa, guardando con fare indagatorio. Ora anche Hinata si ricordava: era la ballerina che avevano esaminato subito prima di lei durante la seconda audizione.

-Oh, sì, hai ragione. Piacere, io sono Hinata-.

-Sakura, piacere mio- Disse la rosa, sorridendole cordialmente. Per fortuna, sembrava un po' più normale dell'altra.

-P..posso chiedervi perché stavate litigando?-

-Perché la signorina qui presente stava già rompendo le palle appena arrivate!- Disse la bionda, guardando Sakura con disprezzo.

-Ma brutta maleducata, non ho intenzione di trascorrere i prossimi mesi nel disordine, quindi non pensare di lasciare la tua roba in giro per la stanza come stai facendo ora!-

-Ma sono appena arrivata, vedi di rilassarti miss Fronte Spaziosa!-

-COME MI HAI CHIAMATO?-

-FRONTE SPAZIOSA!-

-AAAAH, SHANNAROOOOOOO-

-HEY, LA VOLETE PIANTARE O NO?-

Le tre coinquiline si voltarono verso la porta: una ragazza con due chignon castani in testa le guardava infastidita. Osservandola, Hinata si accorse di averla già incontrata: era la ragazza che si era portata via il sopracciglione curioso.

-Vi pare il modo? Guardate che non ci siete solo voi su questo piano! I litigi li andate a risolvere da qualche altra parte, ci siamo intese? Niente baccano!- Continuò la ragazza, guardandole storto.

-Perdonaci, non accadrà più... Vero ragazze?- Chiese Hinata, guardando la bionda e la rosa. Le due arrossirono per l'imbarazzo e si scusarono. -Comunque io sono Hinata, piacere... Tu in che stanza sei?- Chiese la ragazza dagli occhi perlacei.

-Piacere, io sono Tenten e alloggio nella stanza esattamente di fronte alla vostra. Comunque vi posso capire, il primo giorno è stato difficile, ritrovarsi in camera con persone che non conosci non è facile... Spero che voi dopo questa litigata facciate amicizia, non come è successo a me con quelle sgualdrine delle mie compagne di stanza- Disse la ragazza. Ino e Sakura si scambiarono un'occhiata fugace, indecise se concedersi una tregua o meno.

-Ma sì, sono certa che si risolverà tutto- Rispose Hinata, senza troppa convinzione -Comunque mi piacerebbe conoscervi meglio... Vi andrebbe di uscire stasera? Il mio... Ragazzo... *Oddio, quanto è strano dirlo!* Mi ha invitato ad andare in un locale hip hop... Io non ci sono mai stata, però potrebbe essere divertente!-.

-Sì, ci starei anche, ma c'è un piccolo particolare: io sono maggiorenne, ma voi? Non vi faranno mai uscire la sera- Le fece notare Tenten.

-Beh, ecco... Il mio ragazzo lavora qui, quindi ha le chiavi della porta sul retro...-

-Oh mio Dio, dici sul serio?? Ma è magnifico! Io ci sto!- Disse Ino, entusiasta come non mai.

-Ma sì, perché no... Ogni tanto ci vuole una botta di vita!- Disse Sakura, sorridendo.

-Benissimo! Verrà a bussare alla nostra porta per le undici di questa sera! Mi ha raccomandato di essere puntuale...- Disse Hinata, soddisfatta.

-Bene... Sentite, potrei venire qui a mangiare in camera vostra? Sapete, odio davvero le mie coinquiline- Disse Tenten, arrossendo leggermente.

-Ma certo cara! Che ne direste se per stasera ordinassimo una pizza? Tanto non avremo né tempo né voglia di cucinare, dovremo mettere a posto tutto il marasma di questa camera- Disse Ino, per far capire a Sakura che avrebbe messo a posto.

-Concordo con te...- Disse la rosa, compiaciuta -Però la pizza non sarà un po' troppo? Non ne mangio una da millenni!-

-Potremmo prenderne due e dividercele, così non esageriamo- Disse Hinata, consapevole che la parola "pizza" per una ballerina è un un tabù.

-Yeee, per me va bene e vengo a darvi una mano!- Disse Tenten, felicissima -Vi dà fastidio se faccio salire anche un mio amico? È un po' esuberante ma fa schiattare dalle risate, è stata la mia salvezza l'anno scorso!-

-È per caso Rock qualcosa?- Chiese Hinata, leggermente preoccupata.

-Sì è proprio lui, Rock Lee! Ah, ma ecco dove ti avevo vista, tu sei quella truccata da Pierrot! Non ha fatto altro che parlarmi di quanto stessi bene!-

-Oooh, hai fatto colpo, Hinata!- Disse Sakura, scatenando le risate di Hinata e Tenten.

-In realtà il suo intento era di tuccarsi così anche lui! È appassionato di make-up!- Disse la ballerina dagli occhi color nocciola.

-Oh...- Disse Sakura. Ora aveva capito!

Nel giro di un'ora la stanza era linda e ordinata, le valigie vuote erano state ficcate sotto i letti e i vestiti erano stati piegati o appesi negli armadi. Sakura e Ino avevano avute altre piccole discussioni per la contesa dello spazio negli armadi, nei comodini-cassettiera e addirittura per il letto. Avevano entrambe un carattere molto forte e non sembravano essere abituate ai compromessi. A un certo punto arrivò anche il fantomatico Rock Lee: un tornado. Però era talmente strano, iperattivo e malizioso da essere terribilmente divertente. Alle 8 arrivarono le pizze e si sedettero sui letti a mangiare e chiacchierare.

-Tenten, non ti pare che Hinata assomigli parecchio a qualcuno di nostra conoscenza?- Disse Rock Lee facendo l'occhiolino all'amica.

-Ah, sì, giusto! Hinata, volevo chiedertelo, conosci mica un certo Neji Hyuga? Perché vi somigliate molto!- Disse la mora arrossendo leggermente a parlare di quel ragazzo. La ragazza dagli occhi perlacei rabbrividì: ripensò al ragazzo col quale si era quasi scontrata un paio d'ore prima e ai suoi occhi di ghiaccio: possibile che Neji fosso proprio lui?

-In realtà no, però sei già la terza che mi chiede se siamo parenti... Credevo fosse per il cognome, non per la somiglianza!- Disse Hinata stupendosi sempre di più.

-Oddio, pure lo stesso cognome? Tesoro, allora dovete per forza essere parenti! Avete gli stessi occhi! E non so voi, ma io non avevo mai visto degli occhi così prima d'ora!- Disse il sopracciglione con occhi sognanti.

-Allora è lui! Ho incontrato un ragazzo poco fa che aveva i miei stessi occhi e mi chiedevo chi fosse... Possibile che sia lui? Ma quanti anni ha?-

-Diciotto- Rispose Tenten. Hinata fece un riflessione su chi potesse essere. Era impossibile che fosse figlio del fratello di suo padre! O forse no? E nessuno le aveva mai detto nulla?

-Devo scoprire di più su questa storia... Sembra impossibile pensandoci, ma anche io credo che siamo parenti. È la copia sputata di mio padre! Mi mette un po' in soggezione a dire il vero!-

-Oh, che storia intrigante!- Disse Ino, prendendo un altro pezzo di pizza -Questi misteri stuzzicano la mia curiosità femminile!-

-A chi lo dici!!- Disse Rock Lee, provocando uno scoppio di risate. Hinata si girò a guardare Sakura: aveva sbocconcellato a forza una fetta di pizza, poi non l'aveva più praticamente guardata. La ragazza dagli occhi perlacei era sempre stata una buona osservatrice e ascoltatrice e sembrava che fosse l'unica ad essersi resa conto della condizione di disagio in cui si trovava la sua coinquilina. Cercando di non farsi notare di sporse verso di lei e sussurrò:

-Non devi sforzarti se non ti piace. Ho dei cracker nella borsa se preferisci-. La rosa sussultò, poi le sorrise, ringraziandola tacitamente.

-Allora, come vi vestite stasera?- Chiese Ino sorridendo.

-Mah, visto che è un locale hip hop metterò i pantaloni di una tuta neri e larghi e una maglietta rosa a maniche corte, non voglio esagerare. Odio attirare sguardi indiscreti- Rispose Tenten con maturità.

-Io invece indosserò jeans super attillati, camicia a quadri molto colorata, bretelle e infine i miei occhialoni neri. A D O R O vestirmi da nerd!- Disse Rock Lee battendo le mani per l'entusiasmo.

-Io metterò shorts di jeans e una canottiera rosa fluorescente- Aggiunse Sakura, ritrovando un po' di loquacità.

-Anche io userò pantaloncini di jeans e poi una camicia con manica a tre quarti annodata sopra l'ombelico!- Disse Ino. Poi tutti e quattro si voltarono verso Hinata, che nel frattempo si era colorata di rosso come un pomodoro, e le dissero in coro:

-...E tu??-

Appena compresero che Hinata non aveva la minima idea di come agghindarsi, fu la fine per lei. Ino mise sottosopra l'armadio per cercare qualcosa che potesse andarle bene, Sakura le correva dietro insultandola per aver distrutto tutto il loro lavoro in dieci minuti, Tenten era corsa in camera a prendere i trucchi e Rock Lee saltellava da una parte all'altra della stanza felice come una Pasqua di prendere parte a quella metamorfosi. Ovviamente ognuno diede il suo contributo: insieme decidettero l'outfit, gli accessori e il trucco, poi si misero all'opera, come se Hinata fosse una tela bianca su cui poter dipingere il proprio capolavoro. Alla fine la ragazza dagli occhi di perla quasi non si riconobbe guardandosi allo specchio.

-M..Ma non sarà un po' troppo? Mi sembra esagerato- Disse Hinata, arrossendo di fronte alla sua stessa immagine.

-Scherzi?? Hai un fisico da paura, devi mostrarlo!! E poi ci sarà il tuo ragazzo, di che ti preoccupi?- Disse Ino. Stava finendo di truccarsi e anche lei era piuttosto provocante. A un certo punto sentì bussare alla porta e Rock Lee si catapultò ad aprire.

-Ma ciao bel bocconcino!-

-Oddio, Rock Lee, non spaventarlo!- Disse Tenten accorrendo in aiuto del povero biondino, ancora scioccato dalla visione di quel sopracciglione vestito da nerd che gli faceva l'occhiolino.

-Entra pure, siamo quasi pronte!- Disse Tenten tirandolo dentro.

-Ciao Naruto-kun!- Disse Hinata, andando verso il ragazzo, che rimase nuovamente impietrito: la ballerina dagli occhi di perla aveva due cortissimi pantaloncini di pizzo neri, un top blu elettrico che metteva in evidenza il suo seno prorompente e un paio di zeppe dello stesso colore. Aveva un giubbottino di pelle nero sulle spalle, molto rock, i capelli raccolti in una coda alta e il colore dei suoi occhi era accentuato da un trucco abbastanza pesante che sfumava dal blu al nero. Dire che era "sexy" non avrebbe reso l'idea. Naruto era senza parole. Dopo le presentazioni, seguirono tutti il biondino al pian terreno, senza fare rumore per evitare che venissero scoperti. Uscirono dalla porta delle cucine, che dava su un vicolo abbastanza stetto e piuttosto puzzolente.

-Ragazze, non fatevi mai trovare qui da sole. È un posto di merda- Disse Naruto, prima di prendere per mano Hinata per tenerla più vicino a sé. Camminarono per circa un quarto d'ora, finché non videro una lunga fila fuori da un pub. Hinata vide l'insegna illuminata di blu, che recava la scritta "Under the Moonlight" e l'immagine di un lupo che ululava alla luna. Con sua grande sorpresa Naruto scavalcò la fila, tirandosi dietro loro e, ovviamente, tutti gli insulti di quelli che erano fermi in coda.

-Ciao Choji. Come butta stasera?-

-Al solito... Sono tutti con te?- Chiese il buttafuori, un ragazzo piuttosto corpulento con una folta chioma castana.

-Sì, stasera mi sono tirato dietro un po' di gente-

-Anche Mr Sopracciglia?-

-Esatto, anche Mr Sopracciglia- Disse ridendo il biondino. Choji fece spallucce e li fece entrare uno a uno, stampandogli con un timbrino il nome del locale sul dorso della mano.

L'ambiente era strepitoso. C'era un sacco di gente, ma essendo un locale molto spazioso per fortuna non stavano tutti appiccicati come sardine. C'era uno strano gioco di luci, una musica travolgente sparata a un volume altissimo e un largo bancone, dietro il quale si trovava un bel ragazzo che si divertiva ad attirare parecchi sguardi ammirati facendo roteare le bottiglie.

-Kiba piantala di fare il figo!- Disse Naruto, prendendo in giro il barman.

-Hey ballerino, come mai non sei già in pista?- Rispose Kiba, sorridendo e battendo il pugno contro quello del biondino.

-Stasera abbiamo compagnia. Ti presento la mia ragazza, Hinata, balla alla KDA, e loro sono i suoi compagni- Disse Naruto indicando gli altri quattro, che si presentarono subito dopo. Kiba rimase particolarmente affascinato da Ino, la quale non sembrava dargli troppa corda. In compenso Rock Lee gli lanciò uno sguardo che, pensò Hinata, probabilmente voleva essere languido, ma il moro aveva un'espressività tutta sua e Kiba rimase un po' scosso da quell'occhiata folgorante. Rabbrividì, scosse la testa e si rivolse al gruppo.

-Allora? Cosa bevete?-

-Io il solito- Disse Naruto, poi guardò la ragazza dagli occhi perlacei

-Tu bellissima?-

-Io... Non saprei...- Rispose Hinata, arrossendo. Non aveva mai bevuto alcolici in vita sua.

-Per la ragazza direi di andare sul leggero, non sembra un'assidua frequentatrice di pubs... Ti faccio un sex on the beach non troppo carico, così riuscirai a tornare a casa sulle tue gambe!- Le disse Kiba, salvandola da quella situazione dalla quale altrimenti non avrebbe proprio saputo come uscire. Hinata annuì, lasciando intendere la sua gratitudine. Quando tutti i cocktail furono preparati i ragazzi andarono a gustarseli su dei divanetti rossi presenti ai lati della pista.

-Shikamaru, che fai qui da solo?- Urlò Naruto per farsi sentire nonostante la musica a palla. Un ragazzo dall'espressione annoiata e scocciata si girò verso di loro. Aveva i capelli neri raccolti in una coda, creando un effetto piuttosto insolito, stranamente simile a un ananas.

-Aspettavo te, baka. Sono qui da un'ora!-

-Merda, mi sono dimenticato di avvisarti che sarei passato a prendere la mia ragazza e i suoi amici. Scusa Shika-.

-Mendokuse... E vabbè, ora non dirmi che vuoi buttarti subito in pista come al solito!-

-No, ma lo farò appena avrò terminato il mio blue lagoon- Disse Naruto, sorridendo spavaldo. A un certo punto sentirono un boato, urla d'incitamento provenienti dalla pista: i ragazzi si girarono, curiosi, e il biondino fece una smorfia.

-Ma guarda guarda... Quella ragazza è la solita esibizionista!-

Al centro della pista un'intrigante ragazza dai riccioli biondi si stava scatenando, lanciandosi in un ballo sensuale e travolgente. I ragazzi intorno fischiavano e la incitavano a continuare, mentre un'altra ragazza si faceva avanti per sfidarla. Niente, non c'era partita, la bionda era nettamente superiore a lei, sia per lo stile che per l'originalità. Hinata sarebbe potuta morire di vergogna se si fosse ritrovata lì in mezzo, eppure era riuscita a esibirsi davanti ai grandi professionisti della KDA!

-Che stile è questo?- Chiese la ballerina dagli occhi perlacei, rapita dai veloci movimenti delle braccia e dei fianchi di quella ragazza.

-Si chiama waacking, è il suo cavallo di battaglia. Non l'avevi mai visto?-

-No... Però mi piacerebbe saper ballare così... Sembra molto sicura di sé...-

-Fidati, lo è fin troppo- Disse Shikamaru, affondando ancora di più nel divano. -Oh, no, sta venendo qui!- Aggiunse poi, alzando gli occhi al cielo. Effettivamente la bionda, dopo essersi goduta il suo momento di gloria, stava camminando, anzi, ancheggiando verso di loro. Senza fare troppi complimenti si sedette sul bracciolo del divano, guardando Naruto con occhi languidi.

-Ciao ballerino, vieni a scatenarti con me?-

-Hem, Temari, questa è Hinata, la mia ragazza- Disse il biondino, arrossendo vistosamente.

-Oh. Ciao dolcezza. Perdonami, è da un po' che non vedo questo baka e non credevo fosse impegnato. Beh, non vedo il problema, vieni anche tu in pista, no?- Rimediò Temari, sorridendo. Sembrava più una sfida che un invito e Hinata sentì ribollire il sangue nelle vene. La stava prendendo in giro?

-Non credo di averne molta voglia- Rispose Hinata, cercando di controllarsi. Quando si arrabbiava con qualcuno piangeva e non aveva alcuna intenzione di farlo di fronte a lei. Sarebbe sembrata una stupida!

-Oh, andiamo! Cosa sei venuta a fare qui altrimenti?- Disse la riccia, allargando le braccia e facendo uno strano movimento col collo.

Oddio, pure truzza no.

-No, grazie Tamarr...Temari. Magari tra un po', ora devo finire il cocktail- Disse la ragazza dagli occhi perlacei, che riflettevano le strane luci di quel locale. Meno male che si era corretta! Quel lapsus poteva costarle caro, visto l'atteggiamento non esattamente fine della tizia che si trovava di fronte. Shikamaru, che a quanto pare si era accorto della gaffe che stava per fare, si strozzó col suo vodka Lemon, sputando un cubetto di ghiaccio a qualche metro di distanza.

-Oddio, ma che schifo! Disse Temari guardando il moro, ancora in preda ai colpi di tosse. Detto questo fece spallucce e si alzò. -Beh, io sono a divertirmi e a spaccare i culi a qualche ragazzina montata che ha il coraggio di mettermi alla prova. A dopo, belli!- Disse Temari, prima di tornare a ballare. Shikamaru, che nel frattempo si era ripreso, siede un colpetto sulla spalla di Hinata.

-Ragazza, mi stavi quasi uccidendo, ma giuro che il prossimo cocktail te l'offro io!- In effetti mantenne la parola, ma al secondo sex on the beach Hinata cominciava ad essere un po' più allegra e disinibita. Dimentica del rischio che correva, si lanciò in pista insieme agli altri, anch'essi un po' brilli. Non avendo la minima idea di come dovesse muoversi, si limitò ad ancheggiare appiccicata a Naruto, lasciando che le mani del ragazzo scorressero lungo i suoi fianchi, mentre lei ridacchiava sentendosi libera per la prima volta in vita sua. Libera dai vincoli di suo padre, libera di fare ciò che voleva, libera dalla timidezza che troppe volte l'aveva fermata. Cominciò a guardarsi intorno e a imitare i movimenti delle ragazze che ballavano vicino a lei, sciogliendosi e facendo roteare i fianchi con naturalezza. Baciò Naruto, stringendolo a sé. Era suo, nessuno gliel'avrebbe portato via, tanto meno quella cretina di Tamarry. Guardò le sue nuove amiche, dritte e inflessibili come manici da scopa. L'impostazione della danza classica era una sorta di maledizione per molte ragazze, fossilizzate nella rigidità di quella disciplina. Rock Lee, invece, probabilmente aiutato dall'alcool, si stava scatenando in una danza tutta sua. Che forte quel tipo!

A un certo punto vide Temari sbucarle di fianco come un fungo. Da dove diavolo era arrivata? Prese Hinata per una mano e la trascinò verso il centro della pista, mentre Naruto cercava di fermarla. Hinata, non del tutto lucida, era indecisa su cosa fare. Senza che se ne rendesse conto la gente intorno a loro aveva cominciato ad osservarle, perché Temari, con la sua aria di sfida, aveva cominciato a volteggiarle intorno mentre Hinata la osservava, pressoché immobile, mentre si dava da fare. Ma che diavolo voleva da lei quella cretina? A un certo punto sentì una mano tirarla e spingerla da un lato con forza e si accorse che Rock Lee aveva preso il suo posto, sostenendo lo sguardo della riccia.

-Hina-chan! Meno male che sei riuscita a tirarti indietro!- Naruto l'avera raggiunta, sollevata che la sua ragazza non fosse stata umiliata in una sfida pubblica. Poi cambiò espressione.

-Ma che cavolo sta facendo Mr Sopracciglia?-

Hinata guardò verso il centro e spalancò la bocca per la sorpresa: il moro stava ballando in mezzo a tutti! Aveva colto la sfida di Temari e si stava esibendo in una danza stravagante ma coinvolgente. Era bravo, cavolo!

-Non credevo che ballasse il locking*!- Disse Naruto, sorpreso. Anche Temari era rimasta spiazzata, mentre Lee coinvolgeva il pubblico e lo incitava a fare il tifo. Si sfidarono per alcuni minuti e alla fine il pubblico era davvero indeciso: avrebbe vintp la simpatia o la sensualità? Alla fine fu Temari a vincere, ma il ragazzo si era conquistato il rispetto di tutti nel locale: da troppo tempo qualcuno non le teneva testa.

Dopo aver festeggiato con un altro drink, Naruto fece notare alle ragazze che erano le quattro del mattino.

-Domani alle 10 ci sarà la presentazione dell'anno scolastico, se volete dormire qualche ora mi conviene trascinarvi a casa!- Disse Naruto.

-Oh, no dai, mi stavo divertendo! Disse Ino, ridendo come una pazza. Era il suo quarto mojito quella sera.

-E poi io le ho fatto il culo quadro a quella... Com'è che l'hai chiamata?- Chiese Rock Lee biascicando, rivolto a Hinata.

-Tamarry!- Rispose Hinata, alzando il suo bicchiere di caipiroska alla fragola, provocando le risatine generali delle sue amiche.

-Va bene, ho capito, Naruto ti do una mano a trascinarle via- Disse Shikamaru, che reggeva l'alcol piuttosto bene.

In meno di mezz'ora si ritrovarono per le scale della KDA, cercando disperatamente di non farsi sentire. Arrivati al quarto piano Hinata si mise a cercare le chiavi nella borsa, mentre Naruto controllava che non arrivasse nessuno.

-Direi che è il caso che rimaniamo tutti a dormire qui, altrimenti i nostri compagni di stanza si chiederanno dove cacchio siamo stati tutto questo tempo... Vestiti così, tra l'altro!- Sussurrò Tenten, accogliendo i consensi degli altri.

-Ci vediamo tesoro- Disse Naruto, dopo aver dato un bacio sulle labbra alla bella ragazza dagli occhi perlacei.

-Buonanotte Naruto-kun!- Sussurrò Hinata, sorridendogli prima di chiudere la porta. Sentì dei conati di vomito provenire dal bagno, probabilmente Sakura, che era stata a digiuno ma aveva bevuto parecchio. Si tolse le zeppe e si gettò sul letto, subito raggiunta da Ino.

-Io non ci dormo con quella, magari mi vomita addosso... Posso dividere il letto con te?-

-Va bene, così Tenten e Rock Lee occuperanno l'altro letto e Sakura, che sta male, ne avrà tutto per sé- Rispose Hinata, con la voce strascicata per il sonno e gli effetti residui dell'alcol -Ora però dormiamo, vi prego!-.

Non si cambiarono neppure, tanto erano sconvolti. Era stata una serata strana, diversa, incredibile. Quando Sakura tornò dal bagno li trovò già addormentati. Sorrise di fronte alla scena e spense la luce.

Avevano decisamente bisogno di dormire.


*Locking: Abbina a movimenti distinti e veloci delle braccia, movimenti fluidi e molleggiati delle gambe, eseguiti su melodie funk. Questa danza, con la sua gestualità e la sua mimica, riesce a catturare l'attenzione del pubblico circostante, esprimendo allegria ed esuberanza.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!!!

Capitolo lunghissimo, più di 3600 parole! Lo ammetto, mi sono divertita come una pazza a scriverlo. Avrete notato che lo stile è un po' diverso da quello che ho usato negli altri capitoli, ma la situazione descritta è un po' particolare e molto diversa dalle altre. In più ho scritto tutto di getto, lasciandomi trasportare dal momento.

Vi è piaciuta questa Hinata disinibita?? Ah, cosa non è in grado di fare l'alcool!

Spero di vedere più recensioni questa volta, mi raccomando, ci tengo a conoscere il vostro parere! Ovviamente ringrazio moltissimo coloro che hanno recensito lo scorso capitolo e le 23 persone che seguono questa long!! Mi rendete felice ^^

Un forte abbraccio,

Celeste

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Capitolo 10
*** Occhi di ghiaccio ***


Capitolo 10 - OCCHI DI GHIACCIO


Quando la sveglia suonò alle 9 e mezza nessuno dei cinque ragazzi presenti nella stanza sembrava avere il coraggio di aprire gli occhi. Hinata sentiva le tempie pulsare per il mal di testa, dovuto probabilmente sia al sonno che all'alcol. Annaspò per qualche istante prima di rendersi conto di cosa fosse quel rumore molesto, dopodiché cercò a tentoni il cellulare sul comodino per porre fine a quella sofferenza acustica.

-Ditemi che possiamo sbattercene le palle e rimanere a letto- Biascicò Ino, girandosi lentamente sull'altro fianco.

-Temo di no, purtroppo- Rispose Tenten, prima di lasciarsi andare in un sonoro sbadiglio. Rock Lee non sembrava essersi accorto di nulla e continuava beatamente a ronfare, mentre Sakura emise un verso di dubbio significato, più simile a un grugnito che a una frase di senso compiuto.

-Coraggio, diamoci una mossa, siamo in cinque qui dentro e il bagno è uno solo- Disse Hinata, raccogliendo le forze per alzarsi dal letto, ma i primi, ardui tentativi non portarono a nessun risultato. Con parecchia fatica nel giro di un paio di minuti riuscì a mettersi seduta e lentamente si alzò e si trascinò verso il bagno. Lo specchio riflesse la sua indecorosa immagine: la coda era sfatta, con i capelli elettrici che andavano da tutte le parti, e il trucco rimanente dalla sera prima le disegnava due occhiaie grigiastre.

Sembrava un panda-zombie.

Sospirando, si tolse i vestiti della sera precedente (come diavolo le era venuto in mente di uscire conciata in quel modo?) ed entrò nella doccia, rabbrividendo sotto il getto di acqua fredda. Una volta uscita si asciugò e si struccò con una salvietta, poi si infilò un paio di leggings e una maglietta lunga che aveva preso alla cieca dall'armadio, accorgendosi che quell'accostamento casuale non le dispiaceva. Dopo essersi lavata i denti uscì e andò a svegliare gli altri, che nel frattempo si erano riaddormentati, vinti dal sonno.

Dopo essersi messa un paio di scarpe da ginnastica uscì per andare a comprare delle brioches in un bar lì vicino che aveva notato il giorno prima: voleva iniziare bene la convivenza, anche perché si era resa conto di trovarsi piuttosto bene in compagnia di quei compagni appena conosciuti. Nel giro di pochi minuti era tornata in camera, trovando Ino e Sakura che stavano litigando per decidere chi dovesse andare in bagno per prima, ma misero subito da parte le controversie per ringraziare Hinata di quel gesto gentile. Poco dopo le 10 le ragazze e Rock Lee si sedettero intorno al tavolo a mangiare, ormai tutti svegli, anche se ancora un po' rimbambiti. Tutti divorarono la colazione nel giro di tre secondi, tranne Sakura, che affermava di non avere molta fame, anche se dopo un po' di insistenza da parte del gruppo, si convinse ad assaggiarla e la assaporò come se fosse un frutto proibito, una prelibatezza che si assaggia una volta sola nella vita. Alla fine tutti erano pronti per uscire, tranne la rosa, che si trattenne ancora un po' in bagno. A Hinata parve di sentire il rumore di un conato, ma non ci fece molto caso, ripensando alla sbronza che la sua coinquilina si era presa la sera precedente.

Alle 10 e mezza, incredibilmente puntuali, i ragazzi si ritrovarono nell'aula magna al secondo piano per la presentazione dell'anno accademico. Insieme a loro c'erano tutti gli insegnanti e gli alunni dell'accademia, tra cui anche quelli che, ormai, venivano considerati ballerini professionisti. Hinata si guardò intorno e tra gli altri scorse anche Sasuke Uchiha, vicino a Kakashi Hatake.

-Oddio quanto è fico Sasuke!- Disse Sakura, guardando il ballerino con sguardo adorante.

-Tesoro, se qualcuno conquisterà le attenzioni dell'Uchiha quella sarò io!- Rispose Ino, puntando il bel tenebroso dagli occhi neri come la pece.

-Vi prego, non litigate anche per quell'arrogante- Le pregò Hinata, alzando gli occhi al cielo. Possibile che quelle due non riuscissero a trascorrere mezz'ora senza scambiarsi occhiate assassine?

-Ma chi se ne importa di Sasuke, guardate chi c'è vicino a Gai-sensei!- Esclamò Tenten, indicando un punto della stanza a una quindicina di metri da loro. Il cuore di Hinata saltò un battito: possibile che Neji le facesse quell'effetto? Era la seconda volta che lo vedeva e di nuovo non era riuscita a impedire che un brivido le percorresse la schiena. Forse era per il suo sguardo di ghiaccio, così simile a quello di suo padre? Aveva i suoi stessi lineamenti, i suoi stessi occhi e addirittura lo stesso cognome. Com'era possibile che si trattasse di una semplice coincidenza? La ragazza dagli occhi perlacei venne richiamata alla realtà da un potente colpo di tosse di Tsunade-sama, volto a richiamare l'attenzione degli alunni.

-Buongiorno a tutti voi! Saluto le nostre vecchie conoscenze e do il benvenuto a tutti i nuovi arrivati. Congratulazioni a chi ha superato i provini! Dovete essere fieri di questa vostra conquista- La donna fece una pausa per applaudire i novellini, seguita da tutti i presenti. Poi continuò: -Detto ciò non pensate di adagiarvi sugli allori. La strada in salita è appena iniziata e voi siete ancora acerbi. Avete molto da imparare e dovrete dare il massimo e lavorare molto duramente se vorrete rimanere qui: tanti, dopo pochi mesi, hanno rinunciato alla possibilità di studiare nella KDA perché non riuscivano a sopportare le difficoltà e la fatica che caratterizzano questo percorso. Siete tutti ragazzi incredibilmente dotati, perciò credo che sarete perfettamente in grado di farcela se vi autoconvincete di poterci riuscire. Noi saremo qui non solo per comandarvi a bacchetta e farvi lavorare, ma anche per spronarvi e sostenervi. Credo che sia molto importanti per voi giovani promesse avere delle figure di riferimento su cui contare, perciò...-

-HEM HEM-

Tutti si voltarono verso l'uomo che si era schiarito la voce. Sembrava dovesse avere più o meno l'età di Sarutobi-sensei e camminava appoggiato a un bastone, mentre un braccio e metà testa erano avvolti in candide bende, che gli conferivano un'aria misteriosa. Avanzava verso di loro a passi lenti ma decisi, osservandoli con uno sguardo altero e ben poco amichevole. Incredibilmente, col solo occhio visibile, era stato in grado di catturare il pubblico in una morsa di gelo e soggezione.

Non c'era alcun dubbio: quello era Danzo-sama, il più anziano sensei della scuola.

-Vorrei dire due parole. Come ha detto Tsunade, la strada in salita è appena iniziata. Essere in questa accademia è un grande onore e se non sarete in grado di soddisfare le aspettative non resterete qui per molto. Dovrete sudare sangue, dare più del massimo. Pretendo la massima disciplina e non saranno ammesse eccezioni di alcun genere. Tra le altre cose, ci tengo a ricordarvi che la forma fisica è un fattore indispensabile, perciò ogni mese sarete sottoposti ad alcuni controlli, tra cui quello del peso, ai quali assisterò personalmente. È nostro dovere mantenere degli standard elevati e sappiate che starò molto attento a non lasciarmi sfuggire nulla, tant'è vero che non mi farò alcun problema ad entrare in aula ad assistere ad alcune lezioni. Io...-

-Grazie Danzo, basta così.- Intervenne bruscamente la direttrice, piuttosto irritata per il modo il cui l'uomo l'aveva interrotta -Avrai tutto l'anno per imporre i tuoi metodi. Ora lascia che sia io a dire loro tutto ciò che è necessario-.

Danzo fece una smorfia di disapprovazione, dopodiché si ritirò, sparendo all'improvviso proprio come era apparso.

-Dunque, dicevo...-

Tsunade andò avanti a parlare per quasi un'ora. Spiegò loro le regole della scuola, fece distribuire un orario dettagliato con le ore di lezione e introdusse un argomento molto importante:

-Come sapete la scuola organizza spettacoli che danno la possibilità agli studenti di debuttare su uno dei palchi più importanti del mondo e farsi quindi conoscere. Oltre ai vari spettacoli, ai quali partecipano i ballerini professionisti insieme a ospiti provenienti da teatri di tutto il mondo, a Natale ci sarà l'esibizione invernale, in cui tutti voi ballerete insieme ai professionisti della scuola in coreografie create dai nostri insegnanti, che vi sceglieranno in base alle vostre capacità. Ovviamente non sarà facile per quelli del primo anno ottenere subito un ruolo principale, quindi non vi abbattete se quest'anno rimarrete tra le ultime file. Tuttavia lavorate e impegnatevi più che potete se volete un'occasione per farvi notare-.

Hinata arrossì, immaginandosi nel ruolo di protagonista di uno spettacolo della KDA, poi scosse la testa: era inutile illudersi, lei era solo l'ultima arrivata. Quando dopo un po' Tsunade li congedò, i cinque amici rimasero a scambiarsi opinioni e commenti più o meno entusiasti.

-Danzo è sempre il solito! Sapete che l'anno scorso ha fatto cacciare una ragazza perché aveva preso tre chili in un mese? Eppure non era grassa!- Disse Tenten, stringendo i pugni ripensando a quanto si era indignata quella volta. Hinata rabbrividì, pensando alla pizza della sera prima: basta, da quel giorno sarebbe rimasta a dieta.

-Propongo un'insalata a pranzo- Disse Ino, che a quanto pare stava pensando la stessa cosa.

-E poi una capatina in una delle palestre per fare un po' di esercizi, che ne dite?- Propose Sakura, anch'ella piuttosto preoccupata.

-Uuh, sì!! Sapete che sono iperattivo, non so proprio stare fermo!- Disse Rock Lee, scatenando l'ilarità delle ragazze.

Dopo aver mangiato, i cinque andarono in una sala al pian terreno indicata da Ten e Lee per fare un po' di esercizi. Si riscaldarono e fecero stretching, portando la loro elasticità all'estremo, mentre seguitavano a chiacchierare del più e del meno. Si scoprì che Rock Lee era un appassionato di Hip Hop e dopo un po' cominciò a insegnare loro le basi del locking.

-La cosa più importante è rilassarsi e immaginare di essere una molla- Disse lo strambo ragazzo dalle sopracciglia enormi.

-Una molla?? Sono una ballerina di danza classica, le uniche molle che posso pensare di avere sono sotto i miei piedi, per saltare! Per il resto sono tesa come una corda di violino!- Rispose Tenten, mentre goffamente cercava di far ruotare le braccia come le aveva indicato l'amico. Hinata si divertiva come una bambina che si arrampica sugli alberi per raggiungere le ciliege e accompagnava i movimenti delle braccia con i saltelli che aveva visto fare a Lee la sera prima. Certo, non era neppure lontanamente brava quanto lui, però non era poi così male per essere la prima volta!

-Perché non andate a fare i cretini da qualche altra parte e non lasciate che l'aula venga usata da gente che non spreca il suo tempo giocando?-

Hinata riconobbe subito la voce insolente di chi aveva parlato e si volse subito verso la porta: un ballerino dalla pelle candida come il latte e gli occhi e i capelli neri come la pece avanzava a testa alta, con uno sguardo di sfida stampato in faccia.

-Oh, ma tu sei Sasuke!- Disse Ino arrossendo lievemente -Ci hai trovati in una situazione un po' così... Sai, era solo una pausa!-

-Già!- Continuò Sakura -Io credo che ci sia spazio per tutti! Potremmo allenarci insieme...-

-E perché dovrei dividere l'aula con voi?- Chiese Sasuke con voce sprezzante. Dopo qualche imbarazzante istante di silenzio, in cui nessuno sembrava avere il coraggio di rispondere, Hinata ripensò a come quel maleducato avesse trattato il SUO Naruto e non seppe più trattenersi.

-Perché quest'aula non è stata prenotata, pertanto è permesso a tutti gli studenti usufruirne, non solo ai montati pieni di sé. Se ti dà così fastidio dividere questo spazio con noi allora vai a cercare un'altra aula-.

L'intervento della ballerina dagli occhi perlacei aveva lasciato tutti di stucco. Per quanto tutti loro conoscessero Hinata da poco tempo, lei si era sempre mostrata riservata, timida, quasi indifesa. Invece in quel momento aveva avuto ben poche esitazioni nel rispondere al ballerino moro. Sasuke, dal canto suo, fece una smorfia a metà tra il sorpreso e il divertito.

-Non pensavo fossi così diretta, bambolina. Quell'espressione dura non si adatta bene al tuo viso di porcellana-.

Hinata arrossì, quasi che il ragazzo avesse spezzato un incantesimo di breve durata e la ragazza abbassò lo sguardo imbarazzata.

-Sasuke, c'è pieno di stanze vuote, vorrei ricordarti che oggi è domenica. Quindi lascia stare questi ragazzi, avrai tutto l'anno per rompergli le palle!-.

Hinata rabbrividì: alzò gli occhi verso la porta d'ingresso dell'aula e vide che a parlare questa volta era stato Neji, che li guardava appoggiato allo stipite, con le braccia conserte e lo sguardo duro puntato sul moro. Da quanto era lì? Non si era accorta della sua presenza! Sasuke alzò gli occhi al cielo e sbuffò. Poi guardò il gruppetto davanti a sé e fece un cenno di saluto con la mano.

-Mi hai convinto, Hyuga. Arrivederci, novellini-. Disse il prepotente ballerino, sorridendo. Lanciò uno sguardo penetrante in direzione di Hinata, la quale sentì nuovamente il sangue irrorargli con forza le guance. Questa volta, però, si impose di sostenere il contatto visivo con l'Uchiha per dimostrargli che era in grado di tenergli testa. Quando Sasuke uscì, Neji la guardò per un secondo prima di chiudere la porta. La ballerina dagli occhi di perla deglutì e, dopo essersi fatta coraggio, corse verso l'uscita.

-Neji!- Disse aprendo la porta e guardando il ragazzo, che continuava a camminare senza voltarsi. -Neji Hyuga!- Disse poi con più convinzione.

Vedendo che il ballerino continuava ad ignorarla si infastidì e corse verso di lui, fino a pararglisi davanti e bloccargli il passaggio. Lui, dapprima stupito, sfoderò la sua arma più letale: un potente, disarmante, gelido sguardo di ghiaccio.

-Levati- Disse semplicemente, girandole attorno e continuando per la sua strada. Hinata, fino a pochi secondi prima così sicura di quello che stava facendo, rabbrividì e prese in considerazione l'idea di lasciar perdere.

No. Non doveva. Non poteva lasciarlo andare, perché sentiva che un legame la collegava a quel ragazzo. Era qualcosa di profondo, innato, una sensazione inspiegabile a parole. Per questo lo raggiunse nuovamente, prendendolo per un braccio.

-Vuoi lasciarmi in pace?- La aggredì Neji, guardandola intensamente.

-Io e te abbiamo lo stesso cognome- Disse Hinata. Era difficile sostenere quello sguardo duro, ma per anni si era allenata con suo padre e ora sentiva di doverci riuscire. Il ballerino trasalì a quelle parole: per la prima volta quello sguardo composto di fredda indifferenza e fastidio tradì un barlume di incertezza, quasi paura di fronte a quella verità. Ma durò solo un istante e tutto tornò immediatamente come prima, tanto che Hinata si chiese se si fosse solo immaginata quel suo momento di défaillance.

-Ora devo andare- Disse semplicemente Neji, divincolandosi dalla presa della ragazza. Hinata, sempre più sconcertata, decise di non desistere e gli corse dietro.

-Ma non ti sembra strano? Insomma... Non pare anche a te che ci siano un po' troppe coincidenze? Non vorresti saperne di più? Io credo che...-

Neji si volse di scatto verso di lei, quasi rabbioso, e la afferrò con forza per le braccia, affondando le dita nella sua carne, facendole male. Avvicinò il suo volto a quello della ragazza, guardandola negli occhi con insistenza, tanto da intimorirla. Ora sì che aveva paura, Hinata. Ripensò a quando suo padre voleva proibirle di frequentare l'accademia, a quanto lei avesse insistito, superando il limite e a quanto lui si fosse arrabbiato. Ora quel ragazzo, che tanto gli somigliava, aveva lo stesso identico sguardo, pieno di rabbia. La faceva sentire inerme, minuscola. Sentiva il respiro di Neji sul suo viso e le mani di lui, serrate intorno alle sue braccia, tremavano per il nervoso.

-Ascolta. Io non sono una persona paziente, perciò te lo ripeterò solo una volta: NON. MI. INTERESSA.- Sibilò il ballerino, digrignando i denti per controllarsi. Dopo aver fissato per qualche secondo gli occhi impauriti di Hinata, lasciò la presa e se ne andò, lasciando la ragazza sopraffatta da quello scatto d'ira. Sentì le ginocchia cedere e si ritrovò seduta a terra, mentre una decina di persone, che aveva assistito alla scena, la osservava con curiosità.

-Tutto bene?-

Hinata alzò gli occhi e vide un ragazzo abbastanza alto, molto magro, dalla pelle talmente bianca da farle pensare che non fosse mai stata esposta alla luce del sole. La guardava con un sorriso un po' strano, quasi finto, e con lentezza le tese una mano per aiutarla ad alzarsi.

-Sì, grazie- Rispose la ragazza, approfittando di quella gentilezza per alzarsi in piedi. Si accorse che gli occhi di quel ragazzo erano talmente scuri da sembrare due pozzi senza fondo, in cui ci si sarebbe potuti tranquillamente perdere. Gli sorrise, grata di quel piccolo aiuto, e si presentò:

-Io sono Hinata, piacere. E tu?-

-Io mi chiamo Sai. Non te la prendere con Neji, ti prego, lo conosco da parecchio tempo e ammetto che possa sembrare gelido e insensibile, ma sono state le terribili esperienze della sua vita a renderlo così. Ora non credo sia giusto parlarti nel dettaglio dei suoi problemi, anche perché non li conosco neanche io, non gli è mai piaciuto confidarsi con le persone, però ti chiedo di non giudicarlo. È un tipo un po' difficile- Disse il ragazzo.

Nel frattempo Sakura, Ino, Tenten e Rock Lee raggiunsero Hinata, preoccupati per il modo in cui la loro nuova amica era corsa via. La ragazza dagli occhi di perla si voltò a guardare il punto in cui, poco prima, Neji era sparito dal suo campo visivo. Si chiese quali sventure avesse vissuto quel ragazzo, ma aveva avvertito chiaramente il sentimento di dolore che scorreva in quel ragazzo dallo sguardo di ghiaccio, perciò non provava alcun tipo di rancore nei suoi confronti.

Sapeva che alla fine sarebbe riuscita a guardargli nell'anima.


ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti miei cari lettori!

Mi pento e mi dolgo con tutto il cuore per avervi fatto attendere così tanto!! Ho ricominciato a frequentare le lezioni e sto cercando di cominciare a studiare già da ora... In più ho avuto un mezzo blocco dello scrittore in questo periodo. Dico mezzo perchè in realtà le idee non mi mancano, solo che mia madre da circa un mese è stata licenziata e se non sono da sola in casa non riesco a scrivere come vorrei. Ho una casa piccola e non ho un vero e proprio spazio tutto mio in cui rifugiarmi...

Comunque, stasera sono riuscita a pubblicare questo capitolo: chissà quali avvenimenti avranno sconvolto la vita del giovane Neji! E perchè non vuole sapere nulla di Hinata?

Al prossimo capitolo!!! Spero di riuscire a pubblicarlo entro una settimana!

Un abbraccio,

Celeste

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Capitolo 11
*** If I could change the world ***


CAPITOLO 11 – If I could change the world


Quando il mattino dopo Hinata si svegliò aveva ancora impressi nella mente gli occhi di Neji, gelidi e duri come una lastra di ghiaccio. Com'era possibile che quella loro particolarità genetica fosse in grado di generare sensazioni tanto differenti in chi la osservava? La ragazza dagli occhi di perla non era mai stata in grado di celare i suoi sentimenti proprio a causa di quegli occhi, così espressivi e traditori. Prima ancora che lei potesse rendersi conto delle sue stesse emozioni, quei due fari luminosi avevano già sbandierato al mondo il dolore, la gioia, l'imbarazzo della loro proprietaria. Quelli di Neji, invece, sembravano due barriere inespugnabili. Sembrava che lui la guardasse dall'alto di una torre, ben protetta e sorvegliata, costruita appositamente per evitare l'intrusione di individui indesiderati.

Un brivido le percorse la spina dorsale, vertebra dopo vertebra. Eppure c'erano sicuramente più di trenta gradi! Non prese parte alla chiacchierata allegra dei suoi nuovi amici, seppure anche loro fossero semi-addormentati, quasi avessero ancora un piede nel letto. Era distratta, sovrappensiero, quasi assente, ma i ragazzi, che la sera prima avevano ascoltato con interesse il racconto della conversazione avvenuta tra i due Hyuga, ebbero il tatto di non risvegliare la dolce Hinata: sarebbe stato come scuotere un sonnambulo.

Quando alle 8 e mezza scesero per andare alla prima lezione, finalmente un largo sorriso si fece strada sul volto della ragazza: Naruto la aspettava ai piedi della scalinata, guardandola con i suo radiosi occhi azzurro-cielo.

-Bellissima! Sono venuto ad augurarti buona fortuna per la tua prima lezione!- Disse, allargando le braccia per accogliervi Hinata. Quel bacio dolce come il miele fu il miglior “buongiorno” che la ballerina potesse ricevere. -Con chi hai lezione ora?- Chiese il biondino mentre con una mano le accarezzava delicatamente la chioma blu.

-Con Kakashi. Sono molto emozionata- Rispose Hinata, arrossendo leggermente: ancora non si era del tutto abituata al tocco soave di quelle mani sulla sua pelle morbida.

-Kakashi?? Ahah! Mi sa che dovrai aspettare un bel po'! Arriva sempre in ritardo, è incorreggibile!- Disse Naruto ridendo.

Hinata sorrise: la risata di quel ragazzo era calda come il sole, la riempiva di gioia e le provocava una sensazione strana, simile a quella che si prova bevendo del latte caldo. Le scaldava il cuore. Ma quel momento di distrazione durò ben poco: in lontananza vide Neji, che camminava al fianco di Sai. Tutto a un tratto le tornò in mente la conversazione che avevano avuto il giorno precedente e quel ricordo la raffreddò: abbassò lo sguardo, un po' abbattuta, e Naruto si accorse immediatamente di quel mutamento. Preoccupato, le mise una mano sotto il mento e usò due dita per spingerla a guardarlo negli occhi.

-Hey, piccola... Che succede? Ti vedo un po' abbattuta...-

Hinata aprì la bocca per ribattere, ma lo sguardo di Naruto le impediva di mentire, di dire che andava tutto bene e che nulla la turbava, perciò le parole le morirono in gola. Si limitò ad arrossire.

-...Me ne vuoi parlare?- Chiese con delicatezza il biondino, accarezzandole una guancia. La dolce ballerina dagli occhi perlacei sospirò e, dopo qualche istante di incertezza, annuì. Gli raccontò di Neji. Del suo sguardo freddo. Della strana sensazione che provava, delle coincidenze che li univano e di come lui si fosse rifiutato di affrontare la questione. Naruto ascoltava, corrucciato, mentre con una mano si tormentava il mento. Quando Hinata terminò il suo racconto, il biondo sembrava determinato ad andare a parlare con lo Hyuga.

-Voglio digliene quattro, dattebayo! Come si è permesso di parlarti in quel modo?-

-Naruto! Naruto-kun, ti prego! Non devi farlo, hai capito? Voglio risolvere questa faccenda da sola e sono sicura che, se intervieni, non riuscirò mai a convincerlo a parlare con me!- Disse la ragazza, trattenendo il suo ragazzo per un braccio. Dopo una breve discussione il biondino cedette e si convinse a lasciare che Hinata se la cavasse da sola.

-Va bene, hai vinto tu... Ma se prova a metterti le mani addosso ancora una volta potrei non rispondere delle mie azioni!-

-Grazie Naruto-chan...-

-Non ringraziarmi piccola... Senti, ora vado ad allenarmi un po', più tardi però mi sa che verrò a lezione a salutare il sensei. E poi voglio vederti ballare, mi rilassa guardarti-. Disse il biondino, sorridendo nuovamente. Hinata arrossì, lusingata da quelle parole.

-Va bene... Allora credo che andrò a riscaldarmi! Così quando il sensei arriverà sarò pronta!-

-Brava! A dopo bellissima!- Disse Naruto. Lasciò sulle sue labbra un bacio tenero e allegro, poi corse al piano di sopra, salendo i gradini a due a due. Quando la ballerina entrò nella sala da ballo trovò le sue due coinquiline ad aspettarla, in mezzo a tutti i ragazzi che erano riusciti a superare i provini con loro: erano circa una quarantina. Tenten e Rock Lee, invece, erano in un'altra aula a seguire una lezione con Asuma-sensei.

-Ragazze, Naruto mi ha detto che Kakashi arriva sempre in ritardo, perciò credo che dovremo aspettare un po'- Disse la ragazza dagli occhi perlacei, mentre cominciava a saltellare per cominciare il riscaldamento.

-State davvero bene insieme, sai? Mi piacerebbe molto avere un rapporto del genere con un ragazzo- Disse Ino, mentre era in spaccata. Sorrideva con dolcezza e aveva gli occhi sinceri.

-Per una volta sono d'accordo con te, Ino-pig!- Aggiunse Sakura, interrompendo per un secondo la serie di grand battements.

-Hey, quante volte ti ho detto di smettere di chiamarmi così?- Ringhiò la bionda.

-Se tu smettessi di chiamarmi Fronte Spaziosa se ne potrebbe parlare! Ma la verità è che punzecchiarti mi diverte parecchio, ormai. Sta diventando una rutine-. Ribattè la rosa, continuando imperterrita i suoi esercizi. Ino alzò gli occhi al cielo e scosse leggermente la testa, evitando di ribattere. Le tre ragazze continuarono quindi il loro riscaldamento, finchè finalmente, con quaranta minuti di ritardo, il sensei fece il suo ingresso in aula.

-Perdonatemi ragazzi, ho avuto qualche imprevisto!- Si scusò Kakashi, sorridendo dietro la maschera. Si diresse verso lo stereo, tenendo in mano alcuni CD. Il chiacchiericcio che regnava nella stanza prima del suo arrivo aveva lasciato il posto a un silenzio di tomba e il sensei si voltò a guardarli. Poi aggiunse:

-Scusate se durante le selezioni vi ho messo sotto pressione, però faceva anche quello parte del test: credo che un ballerino debba essere in grado di affrontare i momenti di panico con destrezza. Comunque, direi che oggi potremmo trascorrere la lezione conoscendoci un po' e lo faremo in un modo un po' particolare. Ho bisogno di sapere quanto siete versatili, fantasiosi, adattabili. Perciò adesso farò partire delle canzoni su cui normalmente è difficile creare una coreografia e voi dovrete improvvisare. Vi chiamerò uno ad uno e voi dovrete fare del vostro meglio. Siamo intesi?- Disse l'uomo dal volto coperto. Se la tensione durante la prima parte del suo discorso si era leggermente allentata, ora i ballerini erano tesi come corde di violino. Sapevano che quello non era un vero e proprio test, ma ci tenevano molto a dare una buona impressione di loro stessi, soprattutto con Kakashi.

Dopo qualche istante di muto e forzato assenso, il sensei mise il primo CD nel lettore e cominciò a chiamare i ragazzi, uno a uno. A seconda di come andava la prova di ognuno di loro, lasciava che i ragazzi ballassero per un minuto, un minuto e mezzo o solo una trentina di secondi. Anche Ino venne chiamata e riuscì a catturare l'attenzione di Kakashi per quasi due minuti, dando il massimo. Alla fine, però, l'uomo mascherato finiva sempre con l'interrompere brutalmente la prova, scuotendo la testa in segno di dissenso. Dopo l'ennesima delusione, il sensei stoppò la musica mentre una ragazzina minuta e rigida stava cercando disperatamente di inventarsi qualcosa.

-No, no, no! Non ci siamo proprio! Vi voglio più grintosi, più sciolti, fantasiosi! Osate, ragazzi! Non fermatevi dentro i confini della disciplina ferrea! Voglio vedervi ballare col cuore!-

La ragazzina, sull'orlo di una crisi di pianto, si sedette sul parquet, raggomitolandosi in tal modo che sembrava ancora più piccola e fragile di quanto in realtà non fosse. Kakashi percorse la sala con lo sguardo, in cerca della preda successiva, e il suo sguardo si posò su Hinata. La ballerina dagli occhi perlacei rabbrividì.

-Tu... Non sei quella che durante l'audizione ha ballato su Tears in Heaven?- Le chiede, guardandola con interesse.

-S..Sì, s..sono io- Rispose la ragazza. Aveva ricominciato ad inciampare nelle sue stesse parole.

-Bene, allora credo che questa canzone ti piacerà. Fammi vedere cosa sai fare!- Disse Kakashi, inserendo un altro CD. Hinata si alzò lentamente e fece un respiro profondo per tentare di calmarsi. Quello era il momento giusto per dimostrare chi fosse.

Le prime note inondarono la stanza e un sorriso si allargò sul volto di Hinata. Doveva immaginarlo: un'altra canzone di Eric Clapton. Non aveva mai pensato di fare una coreografia su quel pezzo in particolare, ma in compenso era una delle canzoni che spesso ascoltava per rilassarsi. Si preparò a iniziare, quando vide la porta dell'aula aprirsi. Era Naruto. Il biondino si stupì di vederla in piedi in mezzo alla sala, con Kakashi intento a osservarla, ma subito comprese la situazione e le sorrise, mostrandole i pollici in alto per incoraggiarla. Hinata si sentì invadere da quella splendida sensazione di latte caldo che le scorreva nel petto e si sentì pronta ad iniziare.


“If I can reach the stars,

Pull one down for you,

Shine it on my heart

So you could see the truth:

That this love I have inside

Is everything it seems.

But for now I find

It's only in my dreams...”


Era difficile ballare su quel ritmo particolare, eppure era proprio la musica a guidarla: come sempre, sembrava che una forza invisibile si impossessasse di lei e le muovesse le mani, le braccia, le gambe, la testa. Pian piano si sentì sollevare dal mondo terreno e volare sempre più in alto, raggiungendo il cielo...


“...And I can change the world,

I will be the sunlight in your universe.

You would think my love was really something good,

Baby if I could change the world”.


Naruto la guardava incantato: oltre ad essere una splendida ragazza era anche incredibilmente dotata! Mentre teneva gli occhi puntati sul suo corpo sinuoso, che si muoveva seguendo il ritmo delle parole e interpretandole come se fossero sue, la sua mente vagava, perdendosi in strani pensieri. Quella ragazza stava compiendo un miracolo: stava risvegliando in lui quegli antichi sogni che il suo padrino, un tempo, gli aveva instillato. Da molto aveva rinunciato a correre dietro a quei sogni impossibili, soffocato dalle sventure e dalle avversità della vita. Ma adesso quello stupido, patetico sogno stava riaffiorando nella sua mente, quasi fosse il primo fiore dopo un inverno gelido e spietato.


“...And if I could be king,

Even for a day,

I'd take you as my queen;

I'd have it no other way.

And our love would rule

This kingdom we had made.

Till then I'd be a fool,

Wishing for the day...”


Nulla esisteva più: gli studenti, il sensei, la stanza, tutto era scomparso. Danzava tra le nuvole, Hinata, con una leggerezza mai vista, tanto da non avvertire più il rumore dei suoi piedi sul parquet. Si sentiva viva, felice come non lo era mai stata. Era in una delle più prestigiose accademie di danza del mondo, per la prima volta si stava facendo degli amici e in più stava anche conoscendo l'amore. Finalmente la sua sua vita stava cambiando e ora si sentiva in grado di fare qualsiasi cosa. In fondo, si dice che il primo passo per riuscire a cambiare il mondo sia cambiare se stessi...


“...That I can change the world,

I would be the sunlight in your universe.

You would think my love was really something good,

Baby if I could change the world.

Baby if I could change the world”.


Naruto aveva una voglia incredibile di alzarsi e correre a ballare con Hinata. Quella ragazza stava sconvolgendo la sua vita, insinuandosi nel suo cuore senza far rumore. Era lì con lui, sempre, ad ogni ora del giorno e della notte. Gli aveva fatto tornare la voglia di ridere e ora anche la voglia di lottare per i suoi sogni... Sì, poteva farcela con lei al suo fianco.


“I could change the world,

I would be the sunlight in your universe.

You would think my love was really something good,

Baby if I could change the world.

Baby if I could change the world.

Baby if I could change the world.”


...Chissà, magari un giorno sarebbero riusciti a cambiare le sorti di quel mondo orribile. Ma la cosa certa è che, qualunque progetto avrebbero deciso di realizzare, l'avrebbero fatto insieme.


ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!

Perdonate l'attesa, ormai conoscete tutte le problematiche di questo periodo. Ho notato che più o meno tutti gli autori delle long che sto seguendo hanno problemi ad aggiornare, soprattutto causa studio e lezioni.

Allora, cosa pensate di questo capitolo? Volevo ringraziarvi perchè con l'ultimo capitolo la storia ha raggiunto le 51 recensioni! E poi vorrei fare un saluto speciale alle 28 persone che la seguono, le 6 che l'hanno inserita tra le ricordate e le 7 che l'hanno aggiunta tra le preferite. Un bacio anche alle circa 200 persone che visualizzano i capitoli, è un onore per me avervi come lettori e mi piacerebbe molto conoscere il vostro parere.

Un forte abbraccio!!

Celeste

P.S.: inserisco la traduzione di "Change the world" di Eric Clapton!


Cambia il mondo


Se potessi raggiungere le stelle

Prenderne una per te,

Farla splendere nel mio cuore

Potresti vedere la verità:

Che é l'amore che ho dentro

é tutto ciò che sembra

Ma per ora lo trovo

Solo nei miei sogni


Io posso cambiare il mondo

Voglio essere il sole nel tuo universo

Penserai che il mio amore é veramente qualcosa di bello

Baby se potessi cambiare il mondo


Se potessi essere re

Anche per un solo giorno

Sceglierei te come regina;

Lo vorrei con tutto il cuore

Il nostro amore dominerebbe

Questo regno che abbiamo costruito

Fino a che diventerò pazzo

Desiderando quel giorno..


Posso cambiare il mondo

Vorrei essere il sole nel tuo universo

Penserai che il mio amore é veramente qualcosa di bello

Baby se potessi cambiare il mondo

Baby se potessi cambiare il mondo


Potrei cambiare il mondo

Vorrei essere il sole nel tuo universo

Penserai che il mio amore é veramente qualcosa di bello

Baby se potessi cambiare il mondo

Baby se potessi cambiare il mondo

Baby se potessi cambiare il mondo

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Capitolo 12
*** Thunderstruck ***


Capitolo 12 - THUNDERSTRUCK


Hinata era ferma, immobile, mentre dallo stereo usciva l'ultima lunga nota di "Change the world" di Eric Clapton. Inspirava l'aria a pieni polmoni, rendendosi conto in quel momento di essersi lasciata trasportare a tal punto da dimenticarsi di respirare. Nonostante il fiato corto, la ragazza sorrideva: sapeva di aver dato il massimo e anche se a Kakashi non fosse piaciuto il suo modo di ballare non si sarebbe di certo abbattuta. A quel punto si mosse, voltandosi verso il sensei, incrociando il suo sguardo con fierezza: si sentiva improvvisamente sicura, diversa. Mentre gli alunni presenti nella stanza rimanevano in attesa, protendendosi in avanti e allungando il collo per poter vedere meglio la reazione dell'uomo mascherato, le labbra di Kakashi si incurvarono lievemente verso l'alto. Con grande stupore di tutti il sensei cominciò a battere le mani, seguito in primis da un esultante e scatenato biondino e in secundis da tutti i ballerini presenti nella stanza.

-Ci siamo! È proprio questo ciò che intendevo!- Esclamò Kakashi -Vi voglio decisi, sicuri di ciò che fate, precisi ma sciolti! Voglio che osiate, che non vi preoccupiate del giudizio degli altri ma solo di esprimere le vostre emozioni!-

Si avvicinò a Hinata, finché non le mise una mano sulla spalla. La ragazza era fortemente in imbarazzo, ma anche grandemente lusingata dalle parole del sensei

-Detto ciò, non significa che tu non debba impegnarti per migliorare. Hai enormi potenzialità, ma ancora parecchia strada da fare. Perciò dovrai non solo lavorare quanto gli altri, ma anche di più- Concluse il ballerino, lanciandole un ultimo sguardo di incoraggiamento.

-Vai Hina-chaaaan!!- Urlò Naruto, facendo girare tutti e aiutando Hinata ad aumentare la sua somiglianza con un pomodoro. Kakashi lo guardò e sorrise, dirigendosi verso di lui.

-Naruto! Il ballerino più imprevedibile della KDA!-

-Nonché il suo alunno migliore! Avanti, lo ammetta Kakashi-sensei!- Disse il biondino, mostrando un larghissimo sorriso.

-Sì, insieme a Sasuke Uchiha...- Ammise Kakashi. Ma il paragone col moro non era particolarmente gradito a Naruto, che si mostrò piuttosto contrariato. -Beh, se ti credi superiore a Sasuke perché non ce lo dimostri?- Chiese ridendo il sensei: a quanto pare era sua intenzione stuzzicarlo.

-Ci sto!- Rispose Naruto -Così dimostrerò la mia superiorità, quant'è vero che mi chiamo Naruto Uzumaki!-.

-Benissimo! Scelgo io la canzone però...- Disse Kakashi con voce sibillina. Sotto gli sguardi interessati di tutti i ragazzi presenti nella stanza, il sensei cambiò per l'ennesima volta canzone. -Vediamo un po' come te la cavi sulle note di Thunderstruck!-

Naruto sorrise, compiaciuto, e Hinata rabbrividì: quella canzone la mandava in visibilio tutte le volte che l'ascoltava.

-Ma che canzone è??- Chiese curiosa Sakura.

-È degli AC/DC- Rispose la ragazza dagli occhi perlacei -Aspetta e vedrai!-

La musica partì poco dopo e Naruto fece un giro della stanza, approfittando dell'intro per incitare i ragazzi a fare il tifo.


"THUNDER! Ah rah ah rah a ah rah ah...

THUNDER! Ah rah ah rah a ah rah ah...

THUNDER! Ah rah ah rah a ah rah ah...

THUNDER! Ah rah ah rah a ah rah ah..."


Naruto si riportò davanti a loro, improvvisando, compiendo strani movimenti simili a quelli di un pazzo. Faceva scattare la testa, trascinava una gamba o faceva roteare il busto, facendo il cobra.

Quanto era sexy quando ballava....


"I was caught In the middle of a railroad track (THUNDER!)

I looked round And I knew there was no turning back (THUNDER)

My mind raced And I thought what could I do (THUNDER)

And I knew There was no help, no help from you (THUNDER)"


Si sentiva bruciare. Quella canzone scatenava la sua follia: sembrava che le sue emozioni represse uscissero fuori tutte insieme, esplodendo. Proprio come quando un fulmine cade a terra, un boato assordante, una luce abbagliante. Pensava alla sua Hinata, al fuoco che sentiva dentro quando le stava vicino e alla voglia di vivere che gli trasmetteva...


"Sound of the drums

Beatin' in my heart

The thunder of guns

Tore me apart

You've been... Thunderstruck!"


I ragazzi nella stanza lo guardavano sbalorditi: era energia pura, una bomba, una valanga pronta a travolgerli. Si sentivano trascinati, anche coloro che non amavano quel genere di musica, così potente, graffiante. Qualcuno cominciava a fare il tifo, a incitarlo...


"...Went down the highway

Broke the limit, we hit the town

Went through to Texas, yeah Texas

And we had some fun

We met some girls

Some dancers who gave a good time

Broke all the rules, played all the fools

Yeah, yeah, they, they, they blew our minds."


Hinata era talmente colpita dalle evoluzioni di Naruto da dimenticarsi di respirare. Se ne accorse solo dopo una trentina di secondi, quando i suoi polmoni imploravano aria. Il ragazzo saltava, cadeva a terra, faceva perno sulle braccia per far roteare in aria le gambe. Era soprattutto break dance, ma anche new style e qualche accenno di moderno e contemporaneo...


"I was shakin' at the knees

Could I come again please?

Yeah the ladies were too kind

You've been - thunderstruck, thunderstruck

Yeah yeah yeah, thunderstruck

Yeah Oh, thunderstruck, yeah..."


Ogni muscolo del suo corpo vibrava per lo sforzo e l'eccitazione, ogni singolo movimento era spontaneo, eppure ben calibrato, studiato a lungo. Naruto stava dando il meglio di sé, cercando di affermare se stesso, nonostante sapesse di essere di fronte a uno dei pochi che aveva creduto in lui fin dall'inizio. Il fuoco dei suoi occhi raccontava la sofferenza, il lavoro, tutti gli sforzi fatti per raggiungere quel livello, per sentirsi qualcuno...


"Now we're shaking at the knees

Could I come again please?

Thunderstruck, thunderstruck

Yeah yeah yeah, thunderstruck

Thunderstruck, yeah, yeah, yeah

Said yeah, it's alright

We're doing fine

Yeah, it's alright

We're doing fine

So fine

Thunderstruck, yeah, yeah, yeah,

Tunderstruck, thunderstruck, thunderstruck

Whoa baby, baby, thunderstruck

You've been thunderstruck, thunderstruck

Thunderstruck, thunderstruck, thunderstruck

You've been thunderstruck!"


Naruto finì la sua esibizione con una lunga e spettacolare scivolata. Ormai tutti erano in piedi, esaltati dalla performance, battendo le mani entusiasti e acclamando il biondino. Erano ammirati, divertiti, meravigliati. Kakashi lo osservava a braccia conserte, appoggiato all'enorme specchio che copriva un'intera parete della grossa sala da ballo. Sorrideva, un po' sorpreso e un po' compiaciuto, anche se si capiva perfettamente che non si sarebbe mai aspettato nulla di diverso dall'allievo più imprevedibile della KDA. Naruto fece un inchino spavaldo, poi si volse verso il sensei con aria di sfida:

-Allora? Che ne pensa?- L'uomo dal volto coperto si lasciò sfuggire una mezza risata, poi si schiarì la voce e acquisì un tono di voce che trasudava una finta indifferenza.

-Mh... Sì... Non sei poi così male... Ma devi ancora migliorare...-

-Ma come!! Avanti, lo ammetta, sono stato grande!- Protestò il biondino, infastidito dall'atteggiamento del suo vecchio sensei: anche se non era più il suo insegnante da anni aveva una profonda stima nei suoi confronti e aspirava disperatamente alla sua approvazione. Hinata lo osservava sorridendo: Naruto aveva davvero un grande talento e lei lo ammirava davvero molto. Era sempre più convinta che, per sentirsi una ballerina completa, avrebbe dovuto imparare a ballare l'hip hop. E lui poteva insegnarglielo.

A quel punto qualcosa interruppe quel momento di euforia: la porta si spalancò, sbattendo contro la parete, e da essa si intravide un'alta, oscura figura. I ragazzi si zittirono e Kakashi imprecò sottovoce. Danzo li osservava con un'espressione a malapena decifrabile: il suo unico occhio visibile, spalancato, lasciava trasparire una nota di stupore e di indignazione, ma anche un severo ammonimento. Il suo sguardo vagava per l'aula, raffreddando gli animi e intrappolandoli in una rete di tensione fitta e spessa.

Ma non quello di Naruto. Nonostante l'occhio dell'anziano si fosse soffermato su di lui, riservandogli il suo sguardo più sprezzante e duro, Naruto lo stava sostenendo, in una muta sfida. Negli occhi del biondino non c'era più neanche un briciolo del profondo rispetto e stima che si leggeva quando si rivolgeva a Kakashi-sensei: ora quei due oceani blu erano in tumulto, quasi si stesse scatenando una tempesta, e trasudavano odio, risentimento, ma anche un filo di tristezza.

-Cosa ci fa LUI qui?- Chiese Danzo, spostando il suo sguardo su Kakashi.

-Quel LUI ha un nome e comunque LUI qui dentro ci lavora- Rispose sfacciatamente Naruto.

-Danzo-sama, ho chiesto io a Naruto di dare una piccola dimostrazione. Beh, ha ottenuto successo e gli allievi erano entusiasti- Aggiunse l'uomo dal volto coperto, cercando di stabilizzare la situazione.

-Il SUO lavoro è pulire. Non ballare. Per quello direi che Lei può bastare, Kakashi- Disse Danzo, senza dare segno di aver ascoltato le parole del giovane biondino. Lentamente si voltò verso gli allievi e si rivolse a loro:

-Seguitemi. Dovete sottoporvi ai primi controlli per la forma fisica-

-Ma Danzo, la lezione non è ancora finita!- Esclamò Kakashi, senza riuscire a reprimere con successo la sua irritazione.

-Eravate stati avvisati della possibilità che le lezioni di oggi venissero interrotte per questo. Buona giornata- Rispose Danzo, senza degnare di uno sguardo Naruto, ormai pronto ad esplodere per la rabbia. Hinata si voltò a guardare il suo ragazzo, preoccupata e profondamente dispiaciuta per come era stato trattato. Era anche arrabbiata, sì, perché quell'uomo non doveva permettersi di trattarlo come una pezza da piedi. Sentiva un moto d'odio dentro di sé e quasi non si accorse che Sakura le stesse parlando.

-Cos'hai detto, scusa? Perdonami, ero distratta...-

-Sono preoccupata per la prova del peso- Disse Sakura, contorcendosi le mani. Era pallida, un po' smunta, e quel colorito roseo che di solito le inondava le guance era totalmente sparito. I suoi occhi verdi, solitamente così luminosi, si erano improvvisamente spenti ed erano sbarrati per la paura. Hinata osservò i suoi lineamenti un po' spigolosi, il suo seno piatto, le sue lunghe braccia sottili e le gambe longilinee. Di cosa si preoccupava?

-Sakura, tu devi stare tranquilla! Cosa dovrei dire io allora? Di certo non ho il fisico di una ballerina di danza classica!-

-Ma che dici, tu sei magra!- Rispose Sakura, lasciandola di stucco.

-Senti, rilassati. È solo la prima prova, non butteranno fuori nessuno- Cercò di tranquillizzarla Hinata, anche se dentro se stessa sapeva che il suo seno e i suoi fianchi le avrebbero dato parecchi problemi. In molti intorno a lei sussurravano preoccupati e notò che anche Ino era incredibilmente taciturna, nonché parecchio pallida.

Danzo li guidò in una stanza relativamente piccola, perciò la maggior parte dei ragazzi del corso rimase fuori ad aspettare. Hinata, che era tra questi, tentò disperatamente di sbirciare sopra le altre teste, ma senza risultati. Deglutì, in preda all'ansia, nonostante cercasse di non farlo a vedere. Rimase in quella condizione finché i primi ragazzi che erano entrati nella stanza non uscirono, quindi cominciò a origliare i loro racconti.

-Una mi ha preso da parte e mi ha misurato la circonferenza della vita, dei fianchi, delle gambe, dei polsi, tutto! Poi mi hanno pesato, misurato, strigliato, mi hanno dato un foglio con tutte le mie caratteristiche e mi hanno ordinato di aspettare qui fuori. Ora dovrò parlare con Danzo e non so davvero cosa aspettarmi!- Disse un ragazzo lì vicino, grattandosi la testa confuso. Hinata fece un respiro profondo: doveva rilassarsi. Sarebbe andato tutto bene.

Di lì a poco venne anche il suo turno: la fecero andare dietro una tenda, dove una dottoressa dall'aria severa le ordinò di spogliarsi. Rimasta in intimo, con un metro da sarta le vennero prese tutte le misure, anche quella del torace e del collo. Poi venne pesata e le vennero quantificate la massa grassa e la massa muscolare, che vennero appuntate su un foglio che le venne consegnato a fine visita.

-Tieni, qui sono appuntati tutti i tuoi dati. Vai ad aspettare qui fuori e mettiti in fila per il colloquio con Danzo-sama-.

-Va bene... Grazie- Disse Hinata, un po' intimidita.

-Il prossimo!- Esclamò la donna, senza dar segno di averla sentita. La ragazza dagli occhi perlacei fece spallucce e uscì, vedendo Sakura che si apprestava a entrare subito dopo di lei. Appena fu fuori di lì vide Naruto correrle incontro, preoccupato.

-Hey, piccola! Hai già finito? Dai qua, fammi vedere!- Disse, prendendole di mano il foglio e cominciando a leggere. Tirò un sospiro di sollievo e Hinata comprese che, tutto sommato, i risultati erano buoni.

-Hai pochissima massa grassa- Disse Naruto leggendo -Però cacchio... 89 cm di torace?!-

-Naruto-kun!- Esclamò Hinata mentre le sue guance si coloravano improvvisamente di rosso. Gli strappò di mano il foglio, ben consapevole che quel numero era decisamente troppo grande, specialmente per una ballerina. Ma d'altronde lei cosa poteva farci?

-Sei stata davvero brava prima... Mi emozioni moltissimo quando balli. Sei l'unica che mi trasmette questa sensazione!- Disse il biondino, scostandole una ciocca di capelli dal viso. La dolcezza con cui pronunciò quelle parole fece sussultare Hinata: era così carino con lei... Per ringraziarlo gli regalò il suo più bel sorriso, pieno d'amore e di gratitudine.

-Anche tu sei stato bravissimo, dico sul serio! Ho sempre più voglia di imparare da te, so che saresti un ottimo maestro!- Rispose la dolce ballerina dagli occhi perlacei. Naruto arrossì e con una mano cominciò a tartassarsi i capelli sulla nuca, come era solito fare nei momenti di imbarazzo.

Poco dopo anche Sakura e Ino fecero la loro comparsa: la bionda non la piantava di sbandierare il suo foglio, pieno di valori pressoché perfetti, mentre Sakura era piuttosto taciturna. Hinata si avvicinò con cautela alla ragazza dai capelli rosa, che aveva stretto talmente tanto la causa di quel nervosismo da averlo irrimediabilmente stropicciato. Ma di questo lei non sembrava proprio accorgersene.

-Sakura-chan... Stai bene?- Chiese Hinata, guardandola preoccupata: la sua coinquilina era davvero pallida, quasi verdastra, eppure non le era sembrata così agitata il giorno delle audizioni. Scosse lievemente la testa, quasi rassegnata.

-I valori sono sbagliati- Sussurrò con un filo di voce, tanto che Hinata non fu del tutto certa di aver sentito bene.

-Come hai detto, scusa?- Chiese a bassa voce la ragazza dai capelli blu, approfittando del fatto che Naruto e Ino stessero chiacchierando animatamente tra loro.

-I valori sono sbagliati- Ripeté, questa volta leggermente più forte. Hinata aggrottò le sopracciglia, un po' scettica.

-Sakura, posso vedere cosa c'è scritto sul foglio?-

-NO!- Esclamò la rosa, facendo un passo indietro e facendo in modo che molti si voltassero a guardarla.

-Ma sei impazzita Fronte Spaziosa?? Mi hai fatto prendere un colpo!- Disse Ino, tenendosi una mano sul petto per enfatizzare la sua affermazione.

-Sakura-chan, perdonami, io non volevo...- Cominciò a dire la dolce ragazza dagli occhi perlacei, ma proprio in quel momento la porta in cui stava Danzo si era riaperta per far uscire un altro ragazzo.

-Hinata, tocca a te!- Esclamò Naruto ponendole una mano sulla spalla. La ragazza si rassegnò, trasse un lungo sospiro e poi si diresse verso la stanza, dove l'attendeva l'incubo di ogni ballerino di quell'accademia.

Danzo-sama era seduto in quello che, a quanto pare, era il suo ufficio. Una grossa scrivania in legno, intarsiata con motivi Ottocenteschi, dava tono alla piccola stanza essenziale, austera.

-Siediti.- Disse l'uomo, osservandola con uno sguardo che avrebbe fatto rabbrividire chiunque. Annuì, obbedendo al suo ordine e sedendosi proprio di fronte a lui. Le sembrava di dover parlare con suo padre.

-Hai il foglio?- Chiese Danzo con voce profonda. Lei annuì, porgendogli timidamente il "corpo del reato". Si sentì talmente sottopressione da sospettare che qualcuno le avesse messo un macigno sulle spalle e i secondi in cui l'anziano sensei analizzò i suoi dati sembrarono trasformarsi in ore. Alla fine l'uomo si decise a parlare.

-Vai abbastanza bene per ciò che riguarda il peso/forma e la quantità di massa grassa e massa muscolare. Tuttavia, non si può proprio dire che tu abbia un fisico da ballerina di danza classica- Disse Danzo guardandola con fare accusatorio. Hinata arrossì violentemente e abbassò lo sguardo, incontrando così il più grosso dei suoi problemi. -Dovrai usare delle fasciature per il torace. Questo ti aiuterà a metterlo meno in evidenza- Continuò l'uomo, con fare molto professionale -Certo, per i fianchi non si può fare granché. Prova a dimagrire ancora di un chilo o due se riesci-.

Hinata lo guardò stupita: come poteva dimagrire più di così? Era alta un metro e 62 e pesava solo 46 chili!! Tutti muscoli e grassi essenziali, tra cui anche il suo seno. Comunque annuì, ben sapendo che non era il caso di mettersi contro di lui.

-Questa è la dieta che consiglio a tutti i nostri ballerini. Ovviamente ci sono delle variazioni in base ai vari casi. C'è scritto tutto lì- Disse ancora l'uomo porgendole un plico di fogli. Hinata lo prese, senza avere il coraggio di dire nulla chiedendosi il perché di tutto ciò. A cosa serviva mettere tutti sotto pressione in quel modo? Pensò a Sakura, che di lì a poco avrebbe rischiato di sentirsi male per la tensione.

-Bene, è tutto. Puoi andare.- Concluse l'uomo, congedandola. Hinata si alzò e sussurrò un saluto appena udibile, accompagnato da un inchino, dopodiché uscì, felice di essersi tolta quel peso.

-Dimagrire?!- Esclamò indignato Naruto quando Hinata gli raccontò del colloquio -Ma che diavolo ha in testa quell'uomo? Tu sei perfetta così!-

-Naruto-kun, non urlare!- Disse a bassa voce la ballerina dagli occhi perlacei. Stavano aspettando che Ino uscisse dalla stanza, mentre Sakura, che era entrata subito dopo Hinata, era corsa via appena aveva messo il naso fuori dall'ufficio, dileguandosi prima che i due potessero fare qualcosa. La ragazza dai lunghi capelli blu era molto preoccupata a questo proposito: che diavolo era successo a quella ragazza? Perché si comportava in modo così strano?

Una chioma bionda fece la sua comparsa: Ino si stava avvicinando a loro con un'espressione molto più serena rispetto a quella di pochi minuti prima.

-È andata benissimo!- Esclamò dopo averli raggiunti -Ha detto che devo solo perdere un altro paio di chili e sarò perfetta! Dice che dal punto di vista estetico ho tutte le carte in regola!-

-Ma Ino, tu quanto pesi?- Chiese Hinata, un po' sorpresa.

-45 chili per un metro e 64!- Disse orgogliosa -Certo, pensavo di essere perfetta così, anzi, qualcuno dice che io sia sottopeso di un paio di chili, ma non sarà un grosso problema arrivare a 43!-

-Ma Ino, pesi pochissimo!- Disse Naruto sconcertato -Quest'uomo è da ricovero, lo farò presente a Tsunade!-

-Per carità, non immischiamoci in faccende del genere! E poi non credo che Tsunade-sama sia all'oscuro di tutto... Avrà semplicemente le mani legate!- Commentò la bionda. In effetti, non poteva avere tutti i torti: Danzo-sama era una figura troppo potente.

-Se non vi dispiace io andrei un attimo in camera, ho bisogno del bagno- Disse Hinata, interrompendo il silenzio di riflessione che era calato fra i tre.

-Certo piccola... Tra poco entro in servizio, ci vediamo per le dal bancone se ti va', così ti saluto!- Disse Naruto, sorridendole dolcemente -E non ti preoccupare per quello che dice Danzo, è solo un vecchio rimbecillito!- Aggiunse, provocando l'ilarità delle due ragazze.

-Beh, io vado a procurarmi del cibo dietetico, così potete salutarvi senza un terzo incomodo alle calcagna. Ci vediamo in camera Hina-chan!- Disse Ino prima di dileguarsi.

I due rimasero finalmente soli. Sorrisero, felici di avere un momento tutto per loro. Sapevano che andando avanti sarebbe stato sempre più complicato ritagliare qualche istante per una carezza, un bacio o anche solo uno sguardo complice, eppure si sentivano talmente felici in quel momento da pensare che nulla avrebbe potuto dividerli! Si lasciarono andare a uno dei loro splendidi, dolcissimi baci. Potevano sentire chiaramente il loro amore scaldargli il cuore, rendere l'anima bollente. Era quella la felicità? Quel sentimento di pienezza, di calore, spensieratezza assoluta in grado di isolarlo dal mondo?

-Ora devo proprio andare bellissima. Ci vediamo più tardi- Disse il biondino facendo schioccare un'ultima volta le labbra sulle sue.

-A dopo, Naruto-kun...-

Hinata salì le scale con una leggiadria che avrebbe fatto invidia a una farfalla: solo Naruto sapeva farla sentire così, solo lui poteva donarle tali emozioni! Avanzò baldanzosa verso la stanza, infilando le chiavi nella toppa ed entrando velocemente, dirigendosi direttamente in bagno...

-...Sakura?!-

Le chiavi caddero a terra, rompendo il silenzio con un tonfo metallico: la ragazza dai capelli rosa era inginocchiata sul pavimento del bagno, con la faccia sul gabinetto. Hinata si precipitò da lei per reggerle la fronte, ma Sakura la guardò spaventata e fece per allontanarla.

-Lasciami stare..- Disse debolmente, con gli occhi stracolmi di lacrime.

-Sakura, ma cosa sta succedendo?- Chiese la ballerina dagli occhi perlacei guardando in che stato versava la sua coinquilina: gli occhi erano gonfi e rossi di pianto, i capelli spettinati, la pelle talmente bianca da apparire quasi cadaverica e le mani...

-Sakura... Sei stata male per l'ansia oppure ti sei messa due dita in gola?- Chiese Hinata, notando preoccupata le ferite su due dita della mano destra della sua amica. Aveva le nocche arrossate, con parecchi tagli più e meno recenti tutti nella stessa area. La rosa si girò lentamente verso di lei e la guardò con aria rassegnata.

-Perché è tutto così difficile?- Chiese mentre due piccoli fiumi salati le solcavano le guance.

-A volte lo è meno di quanto sembri- Rispose Hinata, sorridendo tristemente.

Sakura la abbracciò, scoppiando in singhiozzi; finalmente aveva qualcuno con cui confidarsi.


ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!!

Capitolo pieno di avvenimenti: Il giudizio di Kakashi nel confronti di Hinata, l'esibizione di Naruto, il test di Danzo e infine lo smascheramento di Sakura, anche ormai la maggior parte di voi aveva sicuramente intuito i suoi disturbi di alimentazione.

Nel prossimo capitolo ho intenzione di approfondire un po' il personaggio di Sakura, indagando su ciò che sta alla base della sua malattia. Purtroppo gran parte delle ballerine ad alti livelli soffre di disturbi di alimentazione, almeno per un periodo. È un grave problema, dovuto agli standard vergognosamente inumani che la tradizione impone alle ballerine di danza classica ed è un tema purtroppo attuale, che sta dilagando sempre di più anche al di fuori del mondo della danza. Ho pensato che inserire questo elemento nella long avrebbe reso tutto più veritiero, inoltre spero che sia uno spunto di riflessione.

Vi saluto calorosamente tutti quanti e vi invito a recensire ;)

Un abbraccio forte,

Celeste

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Capitolo 13
*** I sacrifici di un ballerino ***


Capitolo 13 - I SACRIFICI DI UN BALLERINO

 

-Sakura, si può sapere che ti è saltato in mente?-

Hinata era seduta sul letto al fianco della sua coinquilina dai capelli rosa. Le teneva una mano sulla spalla, tentando di rincuorarla e di spingerla ad aprirsi con lei. Era sempre stata un'ottima ascoltatrice e spesso le sue vecchie compagne di danza si confidavano con lei, nonostante tra loro non ci fosse un rapporto particolarmente intimo: semplicemente Hinata sembrava ispirare fiducia. Ascoltava attentamente, faceva le domande giuste, dimostrava interesse e alla fine dava il suo prezioso, ragionato consiglio. Era una di quelle rare persone che sanno dire il loro parere con tatto, senza mentire e soprattutto solo quando viene richiesto.

La rosa si contorceva la sottilissime dita, in preda a chissà quali orribili pensieri. I suoi occhi verdi, pieni di disagio, si posavano continuamente in punti diversi nella stanza, sperando di trovare una risposta a quella domanda che per troppo tempo aveva evitato di porsi.

-Io... Non lo so. Non sono come te e Ino, voi siete magre di costituzione e volendo potete mangiare senza troppe restrizioni. Beh, io non sono mai stata così. Al contrario di mia madre, quella stronza è magra come un chiodo e mangia come una scrofa- Disse Sakura stringendo i pugni. La ragazza dagli occhi perlacei alzò un sopracciglio, stupita dagli appellativi che la sua coinquilina aveva riservato alla madre.

-Quindi hai cominciato a mangiare di meno?- Chiese Hinata, tentando di non fare troppa pressione.

-Da piccola ero un po' paffutella e mia madre ci soffriva: non riusciva a sopportare che una come lei, che era stata la reginetta della scuola a tutti i balli di fine anno, potesse avere una figlia grassa. Così spese un mucchio di soldi per analisi di vario genere e a soli quattro anni mi mise a dieta. A cinque mi iscrisse per la prima volta a un corso di danza classica, nella scuola dietro casa...- La rosa fece una pausa, volgendo gli occhi verso l'alto per evitare che altre lacrime amare le solcassero il viso. Fece un respiro profondo, quindi continuò: -...Probabilmente fu l'unica cosa buona che fece per me. Mi appassionai e presto cominciai a impegnarmi, anche e soprattutto per dimostrarle che non ero una buona a nulla come lei credeva che fossi. Dimagrii, raggiunsi il mio peso forma, ma questo non contribuì di molto a migliorare il nostro rapporto-.

Hinata la osservava con gli occhi velati di tristezza, annuendo con serietà. Osservava le ombre negli occhi dell'amica, rendendosi conto di quanto avesse sofferto.

-E quando hai iniziato a...- Chiese la ragazza dai lunghi capelli blu, cercando di trovare le parole adatte per descrivere il problema con tatto, senza che Sakura si offendesse o si richiudesse in sé stessa.

-...A vomitare? Beh, in realtà ho cominciato a eliminare sempre più roba dal mio piatto, finché non sono arrivata a mangiare poco più di un'insalata e una mela al giorno, qualche cracker prima delle lezioni di danza per darmi la forza di affrontarle. Non so esattamente quando ho iniziato. Forse quando ho cominciato a realizzare il mio sogno di diventare una vera ballerina. Ho cominciato ad avere paura di essere troppo grassa e di ingrassare ancora, avevo paura che mi avrebbero cacciata dalla vecchia scuola e che non mi avrebbero presa alla KDA. E poi... Beh, mio padre è sempre stato un po' più attento a me di quanto non fosse quella stupida di mia madre. Si era accorto che qualcosa non andava e negli ultimi tempi si era iscritto a un corso di cucina. Mi convinceva a mangiare con la scusa di farmi assaggiare i suoi manicaretti- Sakura sorrise, mentre una goccia d'acqua salata le correva veloce sulla pelle, sfuggita al suo controllo -Lui sì che sa come prendermi. E non è affatto un idiota. E io, che non volevo deluderlo, mangiavo ciò che mi metteva nel piatto, cercando di nascondere la mia riluttanza. Il problema è che poi venivo assalita dai sensi di colpa e... Beh, è così che ho cominciato. Certo, se posso preferisco evitare di mangiare, ma a volte dopo aver rimesso mi sento come depurata, più sicura, come se sputassi fuori tutti i brutti pensieri che mi perseguitano- Concluse la rosa, lasciando stupefatta la ballerina dagli occhi perlacei.

Hinata aveva già visto delle sue compagne di danza cadere in quel pozzo senza fondo, ma solitamente rinnegavano il problema e non ne parlavano con nessuno. Sakura, invece, sembrava essere conscia della sua malattia, anche se non sembrava avere intenzione di iniziare una cura, almeno per il momento. La ragazza dallo chignon blu abbozzò un sorriso triste, allungando cautamente una mano per stringere quella piccola scheletrica della sua coinquilina, che aveva nuovamente gli occhi rossi e gonfi di lacrime.

-Sakura, così ti stai uccidendo- Sussurrò col suo tono più dolce, mentre con la mano libera porgeva un fazzolettino alla ballerina dai capelli rosa, che lo accettò con gratitudine.

-So quali sono i rischi che corro- Disse, prima di soffiarsi rumorosamente il naso. Seguirono alcuni istanti di silenzio, poi ricominciò a parlare: -Ma ho veramente tanta paura di perdere l'opportunità di fare carriera come ballerina. Morirei piuttosto che dire addio al mio sogno-.

Hinata la guardò in silenzio per circa un minuto: dal body di cotone spuntavano le clavicole della ragazza, talmente in evidenza da far invidia a uno scheletro. Il seno era completamente piatto, i piccoli fianchi sporgevano con prepotenza, come ad affermare la loro presenza sotto quello strato di pelle sottile che li fasciava solitario.

-Cosa ti ha detto Danzo-sama? Perché sei scappata in quel modo?- Chiese a un tratto la ballerina dagli occhi perlacei. Sakura si fece scappare una risatina isterica appena accennata, mentre sul suo viso si dipinse chiaramente un'espressione di disgusto.

-Mi ha detto che vado molto bene e che tutte le ragazze della scuola dovrebbero avere una scheda come la mia. Quello stronzo aveva compreso perfettamente il mio problema, chiunque potrebbe intuirlo leggendo la mia cartella... Peso 38 chili, dannazione!- Sbottò, alzando la voce indignata -Mi ha fatto arrabbiare da morire, perché non auguro a nessuno di diventare anoressica, o peggio ancora bulimica. La mia mente è costantemente logorata dalla fissazione per il cibo, è una tortura, una lotta contro se stessi! E quel bastardo crede che tutte le ballerine dovrebbero seguire il mio esempio!-

Tirò un pugno potentissimo contro la parete, facendo sussultare Hinata. Una crepa comparve nel punto in cui la scheletrica ragazza dagli occhi verdi aveva scaricato la sua frustrazione, e dalle nocche della sua mano destra cominciò a colare un rivolo di sangue. La ragazza dagli occhi perlacei si alzò e prese una cassetta per il pronto soccorso che si era portata da casa. Fece sedere l'amica e le disinfettò i graffi, anche quelli dovuti all'induzione del vomito. Poi prese una benda sterile e premette sulla ferita, aspettando che smettesse di sanguinare. Sakura sospirò, abbassando lo sguardo.

-Grazie Hinata-chan... Grazie di tutto-.

-Non devi ringraziarmi!- Rispose Hinata sorridendole dolcemente -Piuttosto dimmi come ti posso aiutare. Credi di voler provare a uscirne?-

-Tu mi hai già aiutato molto oggi. Non ne avevo mai parlato con nessuno e questa conversazione mi ha dato modo di comprendere cosa provo realmente e di gettare fuori tutte le emozioni che mi stavano opprimendo!- Disse la rosa, abbozzando un sorriso. Hinata si sentì meglio.

In quel momento la porta si aprì e Sakura scattò in piedi come una molla, in preda al panico: non voleva che qualcun altro la vedesse in quello stato.

-Ragazze, sono andata a fare un po' di spesa!- Disse Ino, armeggiando con i sacchetti di plastica. Hinata si affrettò per andare ad aiutarla, ringraziando che la loro coinquilina non fosse arrivata prima, e cominciò a tirare fuori la roba dai sacchetti. Tutta roba dietetica.

-Sakura-chan, vieni a vedere, ho preso un mare di insalate!- Disse Ino.

Aspetta... Sakura-CHAN??

Hinata e Sakura la guardarono perplesse per quello slancio affettuoso, quasi incredule.

-Come mi hai chiamata?- Chiese la rosa. Ino la guardò sorridendo, mentre continuava a tirare fuori la roba dai sacchetti.

-Solo perché ci punzecchiamo come se fossimo cane e gatto non vuol dire che non possiamo essere comunque amiche, Fronte Spaziosa! Avanti, vieni a darci una mano, ho comprato la roba meno calorica esistente sulla faccia della terra!-

Hinata sorrise, compiaciuta: Ino aveva capito tutto. Allora non era poi così superficiale come poteva sembrare!

-Oh...Va bene!- Disse Sakura, dopo un attimo di sconcerto, poi sorrise anche lei.

Le cose avevano ricominciato ad andare per il verso giusto.

 

***

 

Yamato-sensei le aveva praticamente distrutte quel pomeriggio: avevano trascorso 4 ore infernali in cui si erano tirate, allungate, ammazzate di lavoro fino a rischiare di annegare nel loro stesso sudore. Le tre coinquiline avevano solo tanta voglia di tornare nella loro stanza ma nel frattempo Sakura e Ino, che avevano già messo da parte la cordialità, litigavano per chi dovesse farsi la doccia per prima.

-Hinata-chaaan!-

La ballerina dagli occhi perlacei si girò lentamente, facendo una smorfia per il dolore: le bruciava ogni singolo centimetro di tutti i muscoli del suo povero corpo martoriato. Nonostante ciò, sorrise quando vide Naruto venirle incontro correndo.

-Allora? Com'è andata la lezione?-

-Mmh... Dimmi, Yamato è un po' sadico? Ci ha quasi ucciso...- Rispose la ragazza con un filo di voce.

-Concordo con la tua ragazza, credo che potrei svenire da un momento all'altro- Aggiunse la ballerina dai capelli rosa, massaggiandosi debolmente la schiena.

-Beh, mi sa che dovrete abituarvi, quando si parla di allenamenti Yamato è un tipo davvero tosto. Ricordo ancora la sua prima lezione... Non so come diavolo io sia riuscito a tornare a casa quella sera!- Disse ridendo il biondino. Poi, notando le facce cadaveriche delle tre ragazze, comprese che sarebbe stato meglio salutarle. -Ok, non vi trattengo oltre, immagino che abbiate voglia di farvi una doccia...-

-Ottima osservazione- Disse Ino, alzando il pollice in segno di approvazione -Ci vediamo bellimbusto. Buonanotte!-

-Ciao ragazze! Hinata-chan, buonanotte- Concluse Naruto rubando un bacio alla bella ragazza dagli occhi perlacei.

-'Notte Naruto-kun- Rispose Hinata, prima di guardare il ragazzo allontanarsi fino a varcare la soglia della scuola. Dopodiché si volse verso le scale e seguì le amiche nell'arduo tentativo di salire i tre piani di scale.

-Beh, prendiamolo come una sorta di defaticamento..- Disse Sakura, col volto contratto per lo sforzo.

-Hey, ragazze!!!- Rock Lee spuntò all'improvviso, correndo su per le scale con la sua solita vitalità.

-Lee! Ma cosa mangi a pranzo? Pile ricaricabili? Non sei stanco?- Esclamò Ino, sconvolta.

-No, credo sia così di natura...- Aggiunse Tenten, facendo la sua comparsa dietro di loro -E comunque vedrete che col tempo vi ci abituerete. Ormai anche io riesco a finire le lezioni senza dover gattonare per tornare in camera!-

-Speriamo presto...- Sussurrò Hinata salendo i gradini. Le sembrava di avere due macigni al posto delle gambe e un'incudine sulla schiena.

-Anche voi avete ricevuto la visita di quel pazzoide di Danzo?- Chiese il ragazzo, stranamente serio.

-Oh, sì- Rispose Sakura a denti stretti -È davvero fuori di testa-.

-Mi ha detto che devo perdere quattro chili! Capito? Quattro chili!! Secondo lui dovremmo essere tutte anoressiche!- Inveì Tenten, gesticolando animatamente per lo sdegno.

-Ragazze, io direi che non è necessario accontentarlo per forza... Non del tutto almeno- Disse Hinata -Basta rimanere nel nostro peso attuale, al massimo perdere un chilo. Se non ingrassiamo non potrà fare nulla!-.

-Sono d'accordo con te! Sono stufo di tutte queste tirannie! Ho visto troppe ragazze ammalarsi per via di quel vecchio rimbambito!- Rimarcò Lee aggrottando le grosse sopracciglia.

Nel frattempo erano arrivati sul piano delle loro camere e Ino tirò fuori la chiave, pronta a correre in bagno per prima.

-Cosa ne direste se stasera ci guardassimo un film tutti insieme?- Chiese Rock Lee ancora pieno di energie -In camera ho il dvd di "Il ritmo del successo!-

-Ma sei pazzo? Io ho intenzione di farmi una doccia e andare a dormire!- Rispose Sakura, un po' sconvolta.

-E dai! Sono solo le 7, alle 7 e mezza ci vediamo e mangiamo insieme... Alle 10 e mezza al massimo torniamo in camera!- Insistette Tenten, sorridendo davanti alle espressioni di sfinimento disegnate sui volti delle tre amiche.

-Ma sì, dai, in fondo dovremo abituarci a questi ritmi!- Acconsentì Ino.

-Perfetto, allora ci vediamo qui da voi tra mezz'ora! Andate a farvi la doccia dolci donzelle!- Disse Rock Lee strizzando l'occhio.

 

***

 

Mezz'ora dopo, tutti puliti e profumati, i ballerini si riunirono nella stanza per guardare quel film che tutti i ballerini di danza classica hanno visto almeno una volta. Mangiarono le loro insalate quasi in silenzio, facendo qualche osservazione ogni tanto, ipnotizzati dalle immagini che scorrevano sullo schermo. Arrivati alla scena del balletto finale tutti avevano le lacrime agli occhi; non che fosse una scena particolarmente commovente, però i ballerini erano talmente incredibili da farli emozionare con ogni loro passo.

-Mette i brividi... Quanta strada ha fatto!- Disse Ino riferendosi alla protagonista -E poi quelle punte color rosso fuoco... Quanto gliele invidio!!!-

-A me hanno regalato un paio di punte celesti due giorni fa- Disse Hinata -Penso siano strepitose... Peccato non poterle usare, qui la divisa impone le punte di raso rosa per tutti... Ma forse è meglio così, non voglio rovinarle tanto-.

-Scherzi?? Appena finisce il film voglio vederle!!- Esclamò TenTen, profondamente colpita.

Infatti, appena spensero la Tv, Hinata tirò fuori dall'armadio la scatolina contenente le preziose scarpette, lasciando tutti di stucco.

-Per la miseria, Hinata-chan, sono strepitose!- Esclamò Lee con gli occhi ancora più spalancati del solito.

-Me le ha regalate una persona speciale- Disse Hinata, pensando a quanto Ko le mancasse nonostante non lo vedesse da soli due giorni.

-Allora assumono un valore ancora più grande- Affermò Sakura, abbozzando un sorriso.

La ballerina dagli occhi perlacei rimase a contemplarle per qualche secondo, lasciando che il morbido raso le scorresse sotto le dita. Erano splendide e più se ne riempiva gli occhi più le amava.

-Ragazze, non vorrei rovinarvi la festa, però... *Yaaaaaawwn* ...Sono le 10 e potrei svenire qui se non mi lasciate andare a letto- Disse Ino, interrotta a metà frase da un sonoro sbadiglio.

-Beh effettivamente oggi è stata una giornata pesante... Domani la prima lezione è alle 9, quindi direi che per le 8 ci mettiamo la sveglia e alle 8 e mezza ci vediamo per fare colazione insieme- Propose Tenten, che ora cominciava ad avvertire la stanchezza del duro allenamento di quel giorno.

-Va bene... Allora ci vediamo domani mattina!- Disse Hinata, sorridendo. I ballerini si salutarono e le tre coinquiline, rimaste da sole, si prepararono per andare a letto. Dopo venti minuti Hinata era l'unica ad essere ancora sveglia, quando all'improvviso lo schermo del suo cellulare si illuminò e una leggera vibrazione l'avvertì che aveva appena ricevuto un sms. Un po' stordita, si allungò verso il comodino per leggerlo:

 

"Ciao Hinata-chan! :)))

Non so tu sia ancora sveglia, nel caso vorrei sapere se ti va di vederci domani mattina alle 7 e mezza nell'aula in cui ci siamo incontrati la prima volta. Ti avevo promesso che ti avrei insegnato l'hip hop, no? ;)

Un bacio e buonanotte!

Naruto"

 

Hinata sorrise: era stanca, ma si sarebbe alzata anche alle cinque del mattino per imparare a ballare l'hiphop.

 

"Ciao!!

Non vedo l'ora che sia domani mattina. Sarò puntuale!

Buonanotte anche a te ^^

Hinata"

 

Dopo aver risposto, anticipò la sveglia di un'ora e abbandonò nuovamente il cellulare affianco al letto.

Il sonno la avvolse nel suo caldo abbraccio.

 

ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti lettori miei!!

Allora furfanti, come mai c'era una sola recensione per l'ultimo capitolo? Ci sono rimasta davvero male!! T.T Spero di vedere qualche vostro commento, mi mancano un sacco i vostri commenti!!

Comunque, potrei ritardare leggermente con l'uscita del prossimo capitolo: sto scrivendo una OS originale per ricordare un'esperienza passata che ha lasciato un segno profondo in me stessa e al quale ieri sera ho ripensato con grande intensità. Siccome mi ha preso un momento di depressione, ho deciso di sfogarmi sulla carta, perciò il mio tempo verrà in parte assorbito da quello.

Detto ciò, sappiate che vi adoro. Adoro le 30 persone che seguono la mia storia A Strange Person, Aine, Blutigen91, Chaos_Dragon, cris325, Eriketta554, ery98sole, Eynis, F r o z e n, frisifra, frogvale91, Girlonfire96, Ground, Hina_smack, IcciIcci98, Just Another Normal Girl, Kyuubi10,- lanterna_ , Mikiko00, naruhinafra, narutato20, Petrin, Reika_chan, Saku_69_, SuperfanShiho, tama_chan_ , valehinata1992, yukiyama, _JenHyuga_ e _piccolame. Adoro le 7 persone che la ricordano: Eriketta554, Hinata Uchiha Arclight, malefica89, mckvis, Petrin, rosy03 e thanks idols. Adoro le 7 persone che l'hanno inserita tra le preferite: bolt, Eriketta554, HiNaRu 97, kaede93, LiLy Pt, Marie_ e SuperfanShiho. E infine adoro tutti coloro che hanno recensito la mia storia: Lizzie1096, naruhinafra, Konoha No Uzumaki Naruto, Frisifra, Nigami, bolt, ery98sole, valehinata1992, NaruHina$Ever the return e Davideragon!

Un abbraccio,

Celeste

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Capitolo 14
*** La telefonata ***


AVVERTIMENTO: questo capitolo contiene una scena un po' erotica.


Capitolo 14 - LA TELEFONATA


Quel martedì mattina Hinata uscì dalla stanza senza far rumore, dopo aver lasciato un post-it sul tavolo in cui avvertiva le sue coinquiline che si sarebbero viste a lezione. Aveva ingurgitato un caffè e due biscotti, dopodiché era scesa al primo piano, dove avrebbe dovuto incontrare Naruto. Il biondino, infatti, la stava aspettando fuori dalla porta dell'aula con piccolo zaino sulla spalla. La guardò sorridente, felice di vederla, mentre si avvicinava a lui con aria leggermente imbarazzata.

-'Giorno, Naruto-kun-

-A lei, principessa!- Esclamò Naruto, improvvisando un teatrale inchino che fece scappare una melodiosa risata alla ballerina. Dopo averle posato un bacio sulle labbra, il biondo la invitò ad entrare, tenendole aperta la porta con fare galante. Appena entrati, il ragazzo gettò lo zaino in un angolo della stanza e si diresse verso il lettore CD, come al suo solito.

-Oggi non ti insegnerò passi particolari. Dovremo allenarci con le isolazioni prima di poter iniziare a fare qualunque cosa-.

-Isolazioni?- Ripeté Hinata, incerta sul significato di quella parola.

-Sì: dovrai imparare a considerare il tuo corpo come una specie di puzzle. Insomma, dovrai essere in grado di muovere una sola parte senza spostare le altre! Per esempio, dovrai muovere il torace tenendo fermi i fianchi- Spiegò Naruto, facendo qualche movimento per aiutarla a capire meglio.

-Ah, ok! Beh, non sembra così difficile...-

Dopo neppure un minuto la ragazza dovette correggersi: era una delle cose più difficili che avesse mai dovuto fare. Davanti allo specchio vedeva il suo volto contrarsi per lo sforzo mentre tentava disperatamente di eseguire gli esercizi che Naruto le stava mostrando.

-Hinata, guarda! Ti faccio vedere...-

Naruto si avvicinò a lei da dietro, prendendola per i fianchi. Quel contatto li mandò entrambi in confusione per un attimo, dopodiché il biondino si riprese, scuotendo la testa, e posò una delle due mani sotto al braccio della ragazza, pericolosamente vicina al suo seno. Hinata arrossì violentemente, senza riuscire a staccare gli occhi dallo specchio di fronte a lei, mentre Naruto le teneva fermo un fianco con una mano e spingeva lateralmente il torace con l'altra.

-Vedi? Questo è il movimento che dovresti fare- Le sussurrò all'orecchio, con voce suadente. La ragazza venne presa dalle palpitazioni, tanto che ebbe paura che il cuore potesse uscirle dalla gabbia toracica. Deglutì, tentando di controllarsi.

-S..sì- Squittì Hinata, sentendo il fiato bollente di Naruto sul suo collo. Inaspettatamente, il ragazzo la fece girare verso di sé e la baciò con foga, sovrastandola con una passione incontenibile. Le braccia possenti di lui cinsero con vigore la vita sottile della ballerina, sollevandola appena per portarla più vicina alle sue labbra. Hinata, un po' spaventata da quell'irruenza, si stupì quando si rese conto che un calore inaspettato le aveva avvolto il basso ventre, provocandole un gemito di piacere.

Tutto quello era incredibilmente eccitante.

-N..Naruto-kun...- Gemette la ragazza, inspirando profondamente l'aria che sentiva mancarle.

-Sei diabolicamente bella, Hinata. Eppure hai un'aria così angelica...- Sussurrò Naruto, infilandole una mano sotto la maglietta -Tu sei un demone travestito da angelo, arrivato sulla Terra per farmi impazzire...- Continuò usando la mano libera per sollevarle il mento e guardarla negli occhi -...Non è così?-

Hinata era completamente persa, incapace di rispondere. Naruto l'aveva stregata, con la sua voce languida e il suo tocco delicato e caldo che le scorreva sulla pelle, mentre la mano di lui le lambiva il seno sinistro con sensualità. Ormai si era persa nei suoi occhi, lui l'aveva ipnotizzata, facendola sua.

-...Ma io ho intenzione di resisterti!- Disse il biondino, ritraendo inaspettatamente le mani. Hinata lo guardò basita, un po' scossa, ancora in preda ai gemiti. -Non voglio cedere subito alla tua sensualità. Voglio aspettare, perché ho imparato che l'attesa...- Si avvicinò di nuovo a lei, leccandole un punto particolarmente sensibile del collo e facendola rabbrividire -...Prolunga il piacere-.

Le gambe di Hinata cedettero e la ragazza si ritrovò inginocchiata su parquet, guardando ad occhi spalancati l'oggetto del suo desiderio. Non aveva mai provato quelle emozioni così forti ed ora sentiva pulsare la sua femminilità, quasi stesse scalpitando contrariata per quell'interruzione improvvisa e indesiderata. Naruto la guardò compiaciuto, dopodiché andò a prendere il suo zaino e se lo mise in spalla.

-Vieni, dobbiamo andare... Tra mezz'ora inizia la lezione e devi andare in aula- Disse il biondino, come se non fosse successo nulla -Domani mattina, se vuoi, possiamo rivederci e continuare la lezione-.

Hinata alzò lo sguardo e annuì leggermente col capo, le labbra ancora socchiuse per lo stupore. Lui le porse una mano, aiutandola ad alzarsi, e la condusse fuori di lì, accompagnandola al piano sottostante.

Le gambe di Hinata tremavano ancora.


***


La mattina successiva si videro ancora e anche quella dopo. Arrivati al venerdì, Hinata aveva fatto parecchi progressi e Naruto era piacevolmente colpito dalla rapidità con cui la sua ragazza riusciva a imparare. Solitamente le ballerine di danza classica non riuscivano facilmente a sciogliere la rigidità del busto e per questo era difficile che imparassero a ballare hip hop anche dopo anni di allenamento. Hinata, invece, era incredibilmente morbida e versatile, inverosimilmente aggraziata e sensuale nei suoi movimenti.

-Naruto-kun, come sono andata?- Chiese Hinata alla fine di un altro intenso allenamento.

-Sei stata eccezionale, come sempre. Non ho mai visto nessuno imparare a fare decentemente il wave* in così poco tempo- Rispose Naruto, con un sorriso soddisfatto stampato sul volto.

La prima settimana nella Konoha Dance Academy stava per terminare e nonostante la ragazza dagli occhi perlacei si sentisse terribilmente stanca, era anche vero che non si era mai sentita così felice in tutta la sua vita. Le lezioni andavano benone: riusciva a cavarsela egregiamente in tutti gli stili e addirittura Kakashi, che insegnava danza neoclassica, l'aveva elogiata più volte prendendola come esempio per tutti. Anche Kurenai-sensei, che insegnava danza moderna, sembrava averla notata e spesso le sussurrava importanti consigli per migliorarsi. In più il rapporto di amicizia che aveva instaurato con Sakura, Ino, Ten e Lee andava via via consolidandosi sempre di più, contribuendo a rendere le lezioni più leggere e i momenti di pausa divertenti.

E poi c'era lui, Naruto. Così dolce e allegro, determinato ad aiutarla. Era certamente il suo più grande sostenitore e quando le sembrava di essere troppo stanca per fare qualunque cosa arrivava lui, con la sua carica di energia e vitalità, pronto a tenderle la mano per rialzarsi e ricominciare.

Eh sì... Forse se ne stava davvero innamorando.

Mentre Hinata pareva persa nei suoi pensieri, Naruto si avvicinò per rubarle un bacio, accarezzandole lievemente i fianchi, come un premio per il duro lavoro e l'impegno che dimostrava. Si lasciò trasportare in quella dolcezza infinita, quel vortice di sentimenti caldi e sinceri che li avvolgeva sempre di più. Sentiva l'amore crescere in lui e i suoi occhi, così spenti e duri il giorno del loro primo incontro, ora erano luminosi e sereni.

-Hinata-chan, dobbiamo andare. Con chi hai lezione stamattina?- Chiese il biondino senza staccare le sue mani dal corpo della ballerina.

-Con Yamato-sensei. La mia amata danza classica!- Rispose la ragazza, mentre un sorriso di beatitudine le solcava il viso. Naruto scoppiò a ridere, trovandola parecchio buffa.

-Sei splendida! Si vede che ami ballare. Non credo che potresti sopravvivere senza la danza!- Disse Naruto portandole una mano sul viso. La pelle liscia e candida di Hinata fremette sotto quel leggero tocco, mentre le gote si coloravano di un leggero rossore.

-G..già... Probabilmente mi ammalerei, come è successo a mia madre...-.

Un silenzio triste incombette su di loro, incrinando quella felicità che fino a pochi istanti prima appariva inattaccabile. Naruto sospirò, traendo a sé la ragazza e stringendola forte contro il suo petto, per trasmetterle calore. Forse era anche per questo che stavano così bene insieme: erano in grado di comprendere il dolore che si celava nell'angolo più oscuro dei loro cuori, uniti da quella perdita che aveva reso così duro e amaro il loro passato.

-Lei sarebbe fiera di te, almeno quanto lo sono io- Sussurrò Naruto, stringendola ancora più forte -Anzi, sono certo che lei lo sia, perché ti sta guardando e proteggendo. Come i miei genitori proteggono me. Noi abbiamo loro dalla nostra parte e veglieranno per sempre su di noi, qualunque cosa accada. Non dimenticarlo mai, piccola Hinata-.

La ragazza dagli occhi di perla sorrise, mentre le lacrime le inondavano gli occhi. Si allontanò lievemente da Naruto per asciugarsele con una mano, poi lo guardò negli occhi, beandosi dell'azzurro di quei due pezzetti di cielo.

-Sì, lei è sempre con me. E mi ha guidato da te, che sei diventato il mio angelo e la mia forza insieme a lei-. Disse Hinata con la voce rotta dall'emozione.

*BAM!*

Un rumore violento fece sobbalzare i due piccioncini, che si volsero di scatto verso la porta ancora chiusa dell'aula. Una voce alterata dalla rabbia giungeva da fuori, soffocata dalla parete che li divideva dal corridoio.

-Non mi interessa! Ti ho già detto di no!-

Hinata rabbrividì, riconoscendo la voce di chi li aveva interrotti.

-...Neji...- Sussurrò la ragazza, prendendo Naruto per mano e avvicinandosi alla porta per ascoltare.

-...Hai ancora il coraggio di chiedermi una cosa del genere? Ti ho detto che a casa non ci torno!-

A quanto pare era al telefono, perché Hinata non sentiva altre voci all'infuori della sua. Si sentiva un po' in colpa a origliare quella conversazione, ma se questo poteva aiutarla a capire chi fosse realmente quel ragazzo allora avrebbe continuato a farlo.

-Ma allora non mi ascolti? Ti ho detto che non me ne importa un cazzo! Oh porca...-

*TUMP!*

Un'altra botta. Probabilmente aveva tirato un pugno contro il muro, perché aveva sentito la parete tremare.

-Devi stare zitto! Zitto e ascolta! Io non ti devo NULLA, sei stato un padre di merda e se ora sei nei casini non è un mio problema, perché ti ci sei messo da solo! È chiaro?-

Seguirono alcuni secondi di silenzio, in cui Hinata premette ancora di più l'orecchio contro la parete. A quanto pare il padre non voleva darsi per vinto, ma presto Neji ricominciò a sbraitare:

-Ma che diavolo... Proprio tu dici questo?? Pensavo che almeno questo fossi in grado di capirlo! Ah, giusto, dimenticavo... Siccome tu non sei riuscito a realizzare il tuo sogno allora neppure io dovrei riuscire nel mio intento! Tu vuoi soffocare il mio futuro, non sai far altro che buttarmi giù! Sai quante volte non sono potuto andare a lezione perché TU, ubriaco fradicio, te la prendevi con me e cominciavi a picchiarmi? Sei solo un fallito, hai rinunciato al tuo sogno di diventare un ballerino e io non voglio essere come te! Voglio ballare e fare della danza la mia vita, un NUOVA vita e dimenticarmi di te! Non voglio avere più nulla a che fare con questa maledettissima famiglia, è chiaro? Quindi non farti più sentire!-.

Silenzio. Poi un sospiro, un altro colpo contro il muro e un rumore di passi che si allontanava percorrendo il corridoio.

Naruto si voltò verso Hinata: era sconvolta. Non poteva di certo immaginare che quel ragazzo avesse una vita tanto difficile. Un passato di violenza, un sogno da realizzare nonostante un padre degenere che aveva ancora il coraggio di chiedergli di tornare a casa, una vita dedicata totalmente alla danza, unica fonte di felicità. Era ovvio che quel ragazzo non volesse avere nulla a che fare con la propria famiglia.

Ciò che le dava più da pensare, però, erano alcuni particolari dedotti da quella conversazione telefonica: innanzitutto anche il padre era stato un ballerino, un'altra coincidenza che le faceva pensare sempre di più a suo zio Hizashi. Inoltre... Che fine aveva fatto sua madre? Che ruolo aveva avuto in tutta questa storia? Era ancora viva a rimpiangere di non aver aiutato il figlio quando avrebbe potuto farlo oppure non si trovava più su questo mondo? Forse li aveva abbandonati, scappando di casa, ma quale madre abbandonerebbe il figlio nelle grinfie di un uomo violento?

Naruto prese Hinata fra le braccia, accarezzandole dolcemente i capelli per confortarla. Lei gli aveva spiegato chiaramente il legame che sentiva di avere con quel ragazzo e nonostante fosse un po' geloso di quei sentimenti, ora si rendeva conto che la sua ragazza avvertiva un legame ancora più stretto e che aveva bisogno che qualcuno le stesse vicino. Hinata era completamente scombussolata. Aveva una strana reazione di empatia ed era sempre più convinta che tra lei e Neji vi fosse un legame di sangue, qualcosa che spiegasse tutte quelle coincidenze.

-Piccola, andiamo via... Cerca di non pensarci per ora. Magari avrai l'occasione di parlarne con tuo padre, tanto stasera torni a casa per il weekend, no?- Chiese Naruto, guardando i dolci occhi lucidi della ballerina.

-Sì...- Rispose la ragazza, un po' titubante. Naruto la condusse verso la porta, invitandola a uscire. Di lì a poco sarebbe iniziato l'ultimo giorno di lezione di quella settimana.

Una lacrima ribelle sfuggì al controllo di Hinata.


NOTE:

Wave: serie di onde create con movimenti particolarmente sciolti e continuati del corpo. Il wave classico è quello creato con le braccia.

 

ANGOLO DELL'AUTRICE:

Buongiorno, popolo di EFP! La maggior parte di voi stamattina è rimasta a letto a ronfare, ma complimenti! Io invece ho deciso di alzarmi presto e finire questo capitolo, anche se effettivamente dovrei studiare per i 7 esami che dovrei dare da qui a ottobre (lol). Come vi ho già detto, sto scrivendo una lunga One Shot in contemporanea a questa long, che mi ha portato via un po' di tempo (scusate il ritardo fanciulli!) e che non so quando e come riuscirò a finire. Ma voglio assolutamente pubblicarla, quindi cercerò di trovare il modo di farlo.

Beh, come vi è sembrato questo capitolo? C'è un po' di tutto: dolcezza, passione, impegno, amicizia, tristezza. Abbiamo scoperto qualcosa di nuovo su questo misterioso Neji, che a quanto pare sembra davvero essere un parente di Hinata (ma fin qui credo che ormai ci foste arrivati tutti).

Cosa accadrà nel prossimo capitolo? Beh, non lo so con certezza, visto che ancora devo mettermi a scriverlo xD intanto mi farebbe piacere sapere cosa pensate di quello pubblicato oggi!

Un bacio, miei amati lettori!

Celeste

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Capitolo 15
*** Ciao papà ***


Capitolo 15 - CIAO PAPÀ


-Bene ragazzi, la lezione è finita. Spero passiate tutti un buon weekend- Disse Kurenai, donandogli un ampio sorriso. I ragazzi ringraziarono e ricambiarono, dopodiché uscirono dall'aula, esausti e completamente sudati.

-Direi che è il caso di correre a farci la doccia e partire... Per fortuna abbiamo già fatto le valige, la lezione è finita con mezz'ora di ritardo!- Disse Sakura, controllando l'orologio da parete che campeggiava sopra uno dei tanti specchi dell'aula: segnava le 17 e 30.

-È già buono che il venerdì finiscano le lezioni due ore prima degli altri giorni per permetterci di tornare a casa con più calma...- Aggiunse Hinata, raggiungendo lentamente l'uscita, ostruita dal passaggio della quarantina di ballerini spinti dall'invitante pensiero di tornare finalmente dalle loro famiglie. Hinata si era trovata benissimo quella settimana, eppure si sorprese a pensare al suo letto con desiderio. Le corse per fare la doccia e non occupare per troppo tempo il bagno, la camera da dividere in tre, la privacy inesistente erano piccoli elementi di disturbo che stressavano parecchio la troppo ben abituata ragazza dai capelli blu. Eppure sapeva che tutto quell'ambiente le sarebbe mancato immensamente durante il weekend.

Le sarebbe mancato soprattutto lui.

-Hinata-chan, a che ora vengono a prenderti?-

Una chioma bionda e due occhi cerulei comparvero al suo fianco senza preavviso, facendola sobbalzare.

-Tra un'ora arriverà Ko per portarmi a casa... Naruto-kun, ti prego, non spuntarmi davanti così all'improvviso!- Rispose Hinata, presa alla sprovvista. Il ragazzo sorrise, come una piccola peste dopo aver portato a termine una marachella.

-Va bene... Comunque tra un'ora verrò a bussare alla tua stanza, così potrò aiutarti con il bagaglio-.

-Grazie mille- Sussurrò la ragazza dagli occhi perlacei, alzandosi in punta di piedi per posare un timido bacio sulle labbra del suo amato. Era tutto tremendamente perfetto.

Arrivate in camera, le ragazze si sbrigarono a farsi la doccia e a cambiarsi per la partenza. Alla fine si guardarono con un leggero velo di tristezza negli occhi.

-Ragazze, so che è stupido da dire perché ci rivedremo domenica sera, però... Mi mancherete un sacco!- Disse Ino, abbassando lo sguardo.

-Oh, Ino, anche a me mancherete molto!- Disse la ragazza dai lunghi capelli blu, abbracciandola.

-Cavolo, a me mancate già adesso!- Aggiunse Sakura, gettandosi su di loro. Rimasero in quella posizione per qualche secondo, godendo di quel feeling incredibile che si era inaspettatamente creato in quel brevissimo periodo di convivenza.

-Mi raccomando, non combinate troppi casini in queste quarantott'ore- Disse Hinata, lasciandole andare. La bionda e la rosa risero di gusto, poi sentirono bussare alla porta e la ragazza dagli occhi di perla si precipitò ad aprire: erano Tenten e Rock Lee.

-Ragazze, vi auguro un buon weekend!- Disse la mora abbracciandole una per una -Ci rivediamo presto, mi raccomando, non abbandonateci da soli in questa gabbia di matti!-.

-E poi la settimana prossima cominceranno a decidere che ruoli darci nello Spettacolo d'Inverno della KDA!- Aggiunse Lee, pronunciando le ultime parole con un tono tipico di un uomo dell'alta società, con tanto di R moscia.

-Oh, beh, tanto noi siamo solo delle matricole, saremo sicuramente in ultima fila...- Affermò Ino, trovando il consenso delle sue coinquiline.

-Beh, non è detto!- Esclamò una voce dietro di loro: Naruto era appena arrivato e sorrideva salutando i ballerini agitando una mano. -Allora bellissima, hai preparato la valigia?- Chiese il biondino rivolgendosi alla sua ragazza.

-Sì, questa volta è meno ingombrante. Lascerò un bel po' di roba qui!- Rispose Hinata, trascinando un trolley di dimensioni relativamente ridotte.

-La mia schiena te ne sarà riconoscente!- Scherzò il ragazzo, rubandole un bacio.

-Ragazzi, ci vediamo domenica sera!- Salutò un'ultima volta la ragazza dagli occhi perlacei.

-A presto Hina-chan!- Contraccambiò Sakura, mentre i ragazzi dietro di lei salutavano la loro amica agitando la mano. Naruto prese il trolley per la maniglia e cominciò a scendere le scale senza fare troppa fatica. Hinata lo osservava di soppiatto, pensando a quanto avessero legato durante quella settimana: sembrava che si conoscessero da sempre, si comprendevano al volo senza bisogno di darsi spiegazioni. Bastava un'occhiata o un sospiro perché uno di loro capisse cosa l'altro stesse pensando.

-Eccoci arrivati!- Disse Naruto poggiando il trolley per terra, leggermente trafelato. Erano arrivati al pian terreno, dove altri ragazzi transitavano verso l'uscita con borse e valige per fare ritorno a casa. Pochi, i più fortunati, erano semplicemente andati via appena finite le lezioni come tutti i giorni, poichè vivevano a pochi chilometri da lì, entro i confini di Konoha; altri ancora salutavano i loro amici e rimanevano nella scuola, troppo lontani da casa per potervi tornare ogni weekend.

-Hinata!-

La ballerina dagli occhi perlacei volse lo sguardo verso la base di una delle immense colonne dell'ingresso, dove un uomo dagli occhi chiari le sorrideva felice.

-Ko-chan!- Esclamò la ragazza, andandogli incontro correndo. L'uomo l'abbracciò forte, felice di riavere tra le braccia la sua bambina. Eppure gli pareva che in quella settimana fosse cresciuta, maturata: aveva uno sguardo più deciso, sicuro e combattivo.

-Non hai idea di quanto tu mi sia mancata... Ah, la mia signorina Hyuga!- Disse Ko, allontanandola e tenendole una mano per farle fare una giravolta -Fammi vedere... Mh, sì, sei sempre tu! Eppure sembri diversa... Ti fa bene stare lontano da casa vedo! Sembri molto più... Donna-.

Hinata arrossì violentemente sentendo Ko pronunciare quelle parole: era abituata a sentirlo rivolgersi a lei come se fosse sempre rimasta una bambina, quasi non volesse vedere gli effetti dello scorrere del tempo. Adesso, invece, la guardava con occhi nuovi e questo la faceva sentire a disagio.

-Sono sempre io Ko-chan.. È trascorsa solo una settimana!-

-Ma a me sono sembrati millenni! Abituato come sono a vederti tutti i giorni...-

-Buonasera Ko- Intervenne Naruto, un po' risentito per essere stato messo da parte e quasi dimenticato in quella conversazione.

-Naruto! Grazie per aver aiutato Hinata con le valige. È un piacere vederti... Come stai?- Chiese l'uomo con tono gentile. A quanto pare aveva deciso di fidarsi di lui e di affidargli le cure di Hinata e per questo il biondino si sentì più tranquillo e sollevato.

-Non c'è male, grazie mille- Rispose il ragazzo con tono decisamente più allegro del precedente. Hinata sorrise di fronte al tacito accordo dei due: certo, almeno per il momento non potevano impedire a se stessi di provare gelosia nei confronti dell'altro, ma almeno potevano fare in modo di non darlo troppo a vedere.

-Come mai non viene mai a prenderti tuo padre, Hinata-chan?- Chiese Naruto tentando di suonare indifferente.

-Hem... Beh, lui è sempre impegnato in settimana... E Ko è così gentile da accettare di venirmi a prendere al posto suo!- Rispose Hinata sorridendo.

-Mh, capisco... Il capo di tuo padre non gli permette di uscire prima dal lavoro per venire a prenderti?-

Hinata rabbrividì, sperando di riuscire a mentire abbastanza bene. Il solo pensiero di suo padre come dipendente di qualcun altro era qualcosa di inconcepibile per la ragazza, essendo lui un imprenditore famoso che da anni gestiva un impero finanziario enorme. Eppure non poteva permettersi che Naruto lo scoprisse, non così almeno.

-Hem... S..sì! Purtroppo sì! Forse è anche per questo che è sempre così nervoso, il suo capo è piuttosto intransigente- Rispose la ballerina sotto lo sguardo stupito e contrariato di Ko.

-Oh, beh... Ma esattamente che attività svolge all'interno dell'azienda?- Chiese ancora il biondino.

-Naruto-kun, scusami tanto ma se non ci sbrighiamo a partire arriveremo a casa troppo tardi e credo che Ko abbia dei programmi per stasera... Giusto?- Disse Hinata guardando implorante il suo autista, in cerca di sostegno. L'uomo, un po' contrariato, alla fine cedette e ammise di avere un impegno in serata.

-Oh, va bene... Allora vi accompagno alla macchina!- Disse il biondino risollevando da terra la valigia per fare i pochi scalini in corrispondenza dell'uscita. Hinata tirò un sospiro di sollievo, lieta di non doversi più inventare fesserie per il momento. Caricarono il trolley nel bagagliaio, mentre Naruto faceva i complimenti a Ko per la Mercedes.

-Buon viaggio Hina-chan, scrivimi quando arrivi a casa!- Disse infine Naruto, per poi avvolgerla con entrambe le braccia e poggiare le labbra su quelle morbide e calde di lei. Ko distolse lo sguardo da quella scena, per impedire a se stesso di strozzare il biondino. Alla fine i due piccioncini si separarono e Hinata accarezzò un'ultima volta il viso perfettamente rasato del ragazzo un secondo prima che questo si voltasse per andare via. Rimase qualche istante a guardarlo mentre si allontanava a passo deciso, quasi come se si stesse sforzando di non tornare indietro per baciarla un'altra volta.

-Hinata, sali in macchina- Disse infine Ko, lasciandosi sfuggire una nota di disapprovazione nel tono di voce. La ragazza sopirò e finalmente, con un unico movimento, abbassò la testa e si mise in macchina, permettendo all'autista di chiudere la portiera.

 

***

 

-Credevo che ormai gliene avessi parlato!- Hinata sussultò: era la prima volta da quando erano partiti che Ko le rivolgeva la parola. Sembrava che l'uomo fosse piuttosto innervosito, quasi arrabbiato con lei.

-Pensavo che, dopo una settimana, gli avessi detto chi sei! Che io non sono un amico di tuo padre e che questa macchina non è mia, ma sua! E poi, per l'amor del cielo... Tuo padre un dipendente di qualcuno??-

-Ho solo paura che si allontani da me...- Sussurrò Hinata con un filo di voce.

-Allontanarsi? Sei tu che lo stai tenendo lontano dalla tua vita! Lui non sa chi sei! Te ne rendi conto?- Sbraitò Ko, palesemente scioccato dal comportamento della ragazza.

La ballerina dagli occhi di perla pensò al mito di Amore e Psiche: Amore, perdutamente innamorato di una bellissima donna di nome Psiche, decise di salvarla da morte certa portandola nel suo castello. La madre di Amore, Afrodite, gelosa della grande bellezza della donna, aveva impedito al figlio di farsi vedere dalla ragazza, così il dio era ostretto ad andare a trovare l'amata solo durante la notte, per farla sua nel buio più profondo. Psiche si innamorò così di Amore, senza però conoscerne l'identità.

Allo stesso modo lei stava ingannando Naruto. Gli teneva nascosta la verità, come Amore aveva fatto con Psiche.

-Ho paura Ko...-

Gli occhi di Hinata si inondarono di lacrime e l'autista si sentì mordere dai sensi di colpa: non voleva essere così duro con lei, eppure si sentiva deluso dal comportamento della ragazza. Lei non era mai stata né vigliacca né falsa.

-Perdonami Hina-chan... Cercavo solo di farti ragionare...- Si scusò l'uomo, togliendo una mano dal volante per poggiarla su quella della ragazza -Io credo che tu ci tenga davvero a quel ragazzo e allo stesso modo penso che lui tenga a te... Se gliene parlassi subito sono certo che capirebbe. Certo, all'inizio si sentirà un idiota per aver lasciato che tu gli raccontassi tutte quelle balle, però ti perdonerebbe e tutto tornerebbe a posto. Se aspetti ancora rischi di arrivare a dirglielo troppo tardi o, peggio, che lo scopra da solo-.

Hinata rabbrividì al solo pensiero: non poteva permettersi di perdere l'amore di Naruto. Eppure aveva paura che lui, che disprezzava tanto i figli di papà, potesse abbandonarla. Dunque, che cosa fare?

-Devo parlargli... Quando tornerò a Konoha gli dirò tutto- Sussurrò Hinata, tenendo gli occhi bassi.

-Così mi piaci piccola Hinata!- Disse dolcemente Ko, felice del risultato che aveva ottenuto.

 

***

 

Villa Hyuga si estendeva, imponente, dietro al cancello in ferro battuto che ne delimitava l'ingresso al grosso cortile antistante. La giornata volgeva al termine e il cielo si stava scurendo sempre di più, preparandosi ad avvolgere l'edificio con le tenebre della notte. Ko posteggiò esattamente di fronte al cancello per lasciarvi la ragazza dagli occhi perlacei, che osservava con sguardo assorto quella che aveva sempre chiamato casa.

-Sono tornata- Sussurrò Hinata, come se mura potessero sentirla. Ko le aprì la portiera, lasciandola scendere, dopodiché la salutò con un abbraccio e ripartì con la Mercedes, lasciandola sola. Suonò al citofono, aspettando che qualcuno le rispondesse, invece vide camminare verso di lei un uomo alto e robusto che sembrava volerle aprire il cancello manualmente. Quando fu abbastanza vicino, Hinata si lasciò scappare un'esclamazione di stupore.

-Papà!-

In sedici anni della sua vita non era mai successo che suo padre venisse ad accoglierla personalmente al suo ritorno a casa. Lo vide affrettarsi verso di lei a passo svelto e aprire in fretta il cancello con un largo sorriso sulle labbra. I cardini emisero un lieve cigolio, mentre la barriera che separava il padre dalla figlia veniva velocemente abbattuta, sia letteralmente che metaforicamente: infatti, dopo essere rimasti un paio di secondi a guardarsi negli occhi, si tuffarono l'una nelle braccia dell'altro, rendendosi conto di essersi mancati più di quanto potessero immaginare.

-Hina-chan...-

Era incredibilmente strano sentire la grande mano del padre accarezzarle i capelli, il suo mento appoggiato sulla sua spalla, mentre con la voce rotta pronunciava il nomignolo con cui la chiamava da piccola. Hinata si sentì scombussolata, anzi, sconvolta nel profondo della sua anima. Eppure si sentì immensamente felice.

-Oh, papà...- La ragazza dai lunghi capelli blu strinse più forte il padre, in un abbraccio che doveva riassumere tutti quelli che non si erano scambiati in quegli anni di battaglie e incomprensioni.

-È bello riaverti di nuovo a casa. Non mi ero reso conto di quanto la tua presenza influisse sulla mia vita e sul mio umore finché non te ne sei andata. È stata una settimana di... Solitudine-.

Hinata si chiese quanto dovesse essergli costato pronunciare quelle parole. Suo padre, così orgoglioso, altero e inattaccabile, ora si stava aprendo con la sua figlia di sedici anni. Le lacrime solcarono il viso della ballerina per l'ennesima volta quel giorno.

-Papà... Ti voglio bene-.

La luce abbandonò il cielo per squarciare la freddezza di villa Hyuga.

 

ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!!

Perdonate il ritardo, ormai credo ci avrete fatto l'abitudine... Ok, sappiate che scrivendo il finale di questo capitolo mi sono venute le lacrime gli occhi. Sarà che i racconti sul rapporto padre-figlia mi commuovono sempre, non so...

Comunque, un'altra giornata è andata, la prima settimana nella scuola è trascorsa. Sto facendo durare la storia più del previsto, lol, sono leta come un lumaca... Di questo passo la storia durerà 50 capitoli xD.

Mi piacerebbe leggere le vostre recensioni ragazzi miei. Vi saluto con un caldo abbraccio e vi bacio!!! :*

Alla prossima,

Celeste

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Capitolo 16
*** Il peso dei ricordi ***


Capitolo 16 - IL PESO DEI RICORDI


Per una volta Hiashi-sama aveva abbandonato il suo posto a capotavola per stare vicino a sua figlia maggiore. Avevano mangiato con piacere l'abbondante cena, preparata dalla cuoca che lavorava per la famiglia da quindici anni, e avevano parlato a lungo di quella settimana in cui non si erano visti. Hinata aveva ascoltato a lungo il racconto del padre su come si fosse buttato a capofitto sul lavoro, lavorando a un geniale e fruttuoso progetto che in un paio d'anni avrebbe potuto raddoppiare il patrimonio familiare.

-E tu? Come ti sei trovata a scuola?- Chiese Hiashi cercando di mostrarsi interessato.

-Bene, davvero molto bene! Credo di non essermi mai sentita così realizzata!- Rispose Hinata, entusiasta e sorridente -Anzi, vorrei ringraziarti ancora per avermi concesso di vivere questa esperienza. È una grande possibilità- Si fece seria, prendendo la grande mano forte del padre con le sue dita lunghe e sottili -Te ne sarò grata per tutta la vita-.

Hiashi sorrise, rendendosi conto che quella scelta, nonostante fosse sofferta, avrebbe dato i suoi frutti.

-Credo che tu non debba ringraziare me... Ma tua madre- Disse il padre, abbassando lo sguardo. Hinata lo guardò stupita, poi incuriosita.

-In che senso? Spiegati meglio, ti prego-.

L'uomo sospirò, chiudendo gli occhi: sembrava che soltanto accennare alla sua adorata moglie defunta gli costasse una fatica immane.

-Tua madre, la mia amata Haruki, mi è apparsa in sogno. In realtà mi capita molto spesso, appare nelle mie notti agitate almeno due o tre volte la settimana. Quella volta, però, è stato diverso: di solito sono sogni strazianti, angosciosi, in cui Haruki mi appare come un'entità irraggiungibile, non mi parla, non mi guarda. Sta lì, immobile, anzi, più provo ad avvicinarmi a lei e più si allontana. Quella notte, invece, lei è venuta da me. Potevo toccarla...- Si guardò le mani, la voce gli si spezzò. I suoi occhi lottavano per reprimere le lacrime mentre Hinata lo osservava ad occhi spalancati. -Questo è successo a fine giugno, circa una settimana prima che ti consegnassi la lettera di convocazione della KDA-.

-E... Cosa ti ha detto?- Chiese con un filo di voce la ragazza dagli occhi perlacei. L'uomo le sorrise, bonariamente, poi chiuse gli occhi. Sembrava quasi che stesse raccogliendo le forze per continuare il suo racconto.

-Oh, abbiamo parlato di un sacco di cose. Soprattutto, però, abbiamo parlato di te e Hanabi, ovviamente: mi ha detto che state crescendo davvero bene, anche se in modo molto diverso. E che è fiera di voi-.

Hinata non si premurò neanche di asciugarsi le lacrime, tanto sarebbe stato tutto inutile visto che sarebbero ricomparse. E poi era talmente spiazzata e concentrata sul padre che non si accorse nemmeno di star piangendo.

-Mi ha detto che non sarei dovuto essere così duro con te e di non aver paura del fatto che saresti potuta essere infelice... Perché lei ti avrebbe protetto- Continuò Hiashi -Spesso è accanto a te, ti osserva, ti guarda ballare... E mi ha detto che, se lei fosse stata ancora viva, non mi avrebbe permesso di tarparti le ali. Così mi ha chiesto di fare qualcosa per te... E di lasciarti fare ciò che desideri-.

La ragazza dagli occhi perlacei rielaborò cento volte le parole del padre, incredula. Perché non era mai venuta a trovarla nei suoi sogni? Perché si era rivelata solo a papà?

-Tua madre mi ha spiegato che non si dovrebbe mai interferire col mondo dei vivi- Sembrava che le avesse letto nel pensiero -Ma che in alcuni casi si può fare eccezione-.

*Ora comprendo* pensò Hinata. Certo, sua madre era stata una donna adorabile, amata da tutti, che aveva sofferto tanto per la sua malattia. Era una donna innocente, che aveva lasciato al mondo due figlie piccole a un padre addolorato, due figlie innocenti, come lei. Chissà, forse era per questo che le era permesso fare un'eccezione.

-Papà... Lei mi manca tanto- Riuscì solo a sussurrare.

-Hinata-chan, manca tanto anche a me- Disse, allungando un braccio per farle una carezza -Ma dobbiamo essere forti, perché lei ci guarda e non vorrebbe mai vederci tristi. Ci protegge dal male e dalle ingiustizie. Non dobbiamo avere paura di nulla e andare avanti a testa alta-.

Hinata annuì, mentre un sorriso spuntava da dietro le lacrime.


***


Quella notte Hinata fece fatica ad addormentarsi: continuava a pensare alle parole di suo padre, al fatto che sua madre vegliasse su di loro ogni giorno. Spesso aveva la sensazione che fosse lì in un angolo a guardarla, a volte le sembrava addirittura che qualcuno ballasse al suo fianco. Pensò a quanto li aveva amati, a quanto avesse sofferto per rimanere con loro un paio di mesi in più, per non lasciarli soli. Chiuse gli occhi, tentando di ricordare i suoi lineamenti. I dolci occhi scuri da cerbiatta la guardavano con dolcezza, mentre i lunghi capelli blu scendevano sulla spalla, raccolti in una treccia morbida. Sentì la sua voce cantarle una ninna nanna, mentre il profumo di rose le invadeva le narici. Lei profumava sempre di rose. Si era addormentata così, cullata da quel ricordo antico, colmo della felicità ingenua e pura dell'infanzia.

Il giorno dopo i suoi occhi si erano aperti da soli, senza bisogno della sveglia. Il sole filtrava indiscreto dalle tapparelle chiuse, nonostante fossero solo le 8 e mezza del mattino e Hinata scostò le coperte per alzarsi. Si soffermò qualche secondo a guardare la sua stanza, chiedendosi se fosse sempre stata così grande: all'improvviso tutto sembrava incredibilmente immenso, uno spreco di spazio. Si era fatta anche montare degli attrezzi per la palestra al suo interno e la grossa cabina armadio occupava un'intera parete. Si disse che un giorno avrebbe avuto una casa più piccola: le piaceva l'intimità che si era creata con le sue coinquiline, mentre si crucciava per la freddezza del rapporto che aveva avuto con suo padre, perso in quelle grandi stanze. Poi, senza alcun preavviso, la sua mente la portò a pensare a Neji: a come doveva aver vissuto la sua infanzia, in quale luogo poteva alloggiare con un padre alcolizzato, violento e sfruttatore. Rabbrividì, rendendosi conto della fortuna che aveva avuto in confronto a lui. Lentamente si diresse verso il cortile posteriore, pensando di fare colazione fuori. Con sua sorpresa vi trovò suo padre, intento a sorseggiare il suo tanto amato caffè italiano.

-Oto-san...-

L'uomo sussultò, poi tirò un sospiro.

-Hinata! Mi hai colto mentre ero sovrappensiero...-

-Posso sedermi a fare colazione con te?- Chiese la ragazza prendendo posto accanto all'uomo.

-Ma certo! Che domande... Atsushi, potresti gentilmente portare a Hinata la colazione?- Chiese Hiashi al domestico.

-Certo! Cosa desidera, signorina?-

-Un croissant e un cappuccino, grazie-

-La accontento subito- Disse dileguandosi.

-Hai dormito bene stanotte?- Chiese il padre dopo qualche istante di silenzio.

-Abbastanza bene, grazie... Tu invece?-

-Per i miei standard direi che non mi posso lamentare... Se non altro ho dormito- Le rispose, accennando un sorriso rassegnato.

-Senti papà... Vorrei chiederti una cosa...- Hinata cominciò a tormentarsi le dita.

-Mh... Cosa vuoi sapere?- Chiese l'uomo, leggermente preoccupato per l'atteggiamento della figlia.

-Ecco... Noi... Non abbiamo parenti col nostro cognome, vero?- Chiese la ragazza, evitando accuratamente di aggiungere "a parte tuo fratello".

-Mh... No- Rispose il padre, aggrottando le sopracciglia. Non capiva dove la ragazza volesse andare a parare.

-E... Hem... Ecco...- Hinata deglutì, agitata - Non esistono altri Hyuga che non siano nostri parenti, giusto?-

Lo sguardo di Hiashi si fece improvvisamente duro: non gli piaceva la piega che stava prendendo quella conversazione.

-Non te lo so dire con certezza- Mentì il padre, ben consapevole che gli unici Hyuga sulla faccia della terra erano loro. -Perdonami, ma ora avrei un sacco di lavoro da sbrigare. Goditi la colazione- Disse Hiashi, alzandosi.

-Papà...- Sussurrò Hinata. Il padre non si voltò. Nel frattempo Atsushi stava arrivando col vassoio della colazione.

-Ecco a lei, signorina. Spero sia di suo gradimento-.

La ragazza dagli occhi perlacei sospirò, abbattuta.

-Grazie-.


***


Si era alzato il vento quella mattina, un vento forte che annunciava settembre. Quella sera sarebbe tornata a Konoha e non poteva lasciare la cittadina senza andare a trovarla.

Hinata si aggrappava forte al suo trench, senza curarsi troppo delle nuvole scure che dominavano il cimitero. Una distesa infinita di lapidi si apriva di fronte a sé, come un oceano di morte e tristezza. Si era sempre chiesta come fosse morire, che sensazione si provasse quando l'anima si stacca dal corpo e l'abbandona definitivamente. Freddo? Dolore? Oppure sollievo?

Camminava lentamente, a testa bassa, superando le fredde pietre grigie una a una, mentre con una mano stringeva un folto mazzo di rose blu e bianche, le preferite di sua madre Haruki. Una statua di Jizō Bosatsu* la osservava tronfio, seduto su una base in pietra. Da piccola Hinata aveva sempre trovato piuttosto buffa, nonché fuori luogo, la presenza di quegli individui grigi ad ogni angolo del cimitero; quando poi le era stato spiegato che quelle statue avevano il compito di proteggere i defunti, però, aveva cambiato atteggiamento. Non era una ragazza molto religiosa, ma era sempre rimasta legata a quella figura simpatica. Si avvicinò alla statua, che era stata decorata con un piccolo berretto e una sciarpina rossi che sembravano essere appartenuti a un bambino. Probabilmente qualche genitore disperato aveva pregato il Jizō di proteggere l'anima di suo figlio.

-Jizō, ti supplico, proteggi haha-chan-.* Sussurrò la ragazza dagli occhi perlacei, sfiorando la statua con una mano. Il metallo lievemente ossidato era freddo sotto il suo tocco, eppure sembrò emanare energia, quasi rispondendo alla sua richiesta. Hinata abbozzò un lieve sorriso, si inchinò e ricominciò a camminare.

Il cimitero era l'unico presente nella cittadina, ed era stato più volte allargato nel corso della sua storia. Inoltre era incredibilmente antico, anche se era stato restaurato abbastanza recentemente. Erba verdissima e ben tenuta circondava le lapidi, decorate a loro volta con fiori di ogni tipo e oggettini di vario genere, probabilmente appartenuti ai defunti, nonché, in alcuni casi, letterine e disegni di bambini. Anche lei ne aveva scritte tante quando era successo...

Eccola, finalmente: ai lati del cimitero si trovavano le tombe di famiglia, dove le famiglie più benestanti della storia della cittadina avevano ricavato uno spazio solo per loro. Un'entrata in marmo bianco, molto simile ai monumenti europei, distingueva l'entrata a quella degli Hyuga. La cripta, che fino ad alcuni anni prima era molto più modesta, era stata fatta allargare e ristrutturare da suo padre: infatti, con lui, il patrimonio familiare era cresciuto a dismisura, e quando la sua adorabile moglie era passata a miglior vita aveva deciso di renderla maestosa. Ora quella cripta sembrava più un tempio greco che una tomba.

Hinata sospirò, si tolse le scarpe lasciandole sul gradino all'ingresso ed entrò. La tomba si sua madre si trovava immediatamente sulla sinistra, la sfiorò con due dita, accarezzandola dolcemente.

-Ohayoo, kaachan*-.

La ragazza si rialzò, portandosi via i fiori secchi che stazionavano nel vaso presente sulla tomba, andò verso il piccolo lavandino all'ingresso della cripta, dove si trovavano un rubinetto e uno straccio pulito, e bagnò quest'ultimo. Tornò dalla lapide e cominciò a lavarla con cura, passando lo straccio su ogni centimetro di marmo bianco. Dopodiché prese la scopa che si trovava appena fuori dalla cripta e spazzò via la polvere. Andò nuovamente a sciacquare lo strofinaccio e lo passò su tutto il pavimento, stando attenta a non lasciare neanche una macchiolina di sporco, asciugando poi con un altro strofinaccio pulito. Si curò di spolverare e lavare anche tutte le altre lapidi, ingrigite dal tempo. Una volta finito, ripose tutto e si inginocchiò nuovamente davanti alla tomba della madre, tirando fuori due candele, un bastoncino d'incenso e un accendino. Mise i fiori freschi nel vaso dorato, poi accese le due candele, che mise ai lati della lapide, e l'incenso. Recitò una breve preghiera, dopodiché mandò a quel paese le tradizioni e cominciò a parlare e a chiacchierare animatamente, come se la sua kaa-chan fosse lì con lei. Le raccontò della sua prima settimana, di come stessero andando le cose con Naruto, di non essere riuscita a dirgli la verità. Le disse che papà le aveva raccontato di come lei lo avesse convinto ad accettare la sua passione per la danza e la ringraziò.

-Sai...- Disse poi Hinata, dopo quasi mezz'ora di chiacchiere: solo in presenza della madre era così loquace -...A volte mi piacerebbe che tu potessi rispondermi. Ho così tanti dubbi, così tante domande da farti... Parlarti mi aiuta tanto, perché so che mi ascolti e mi comprendi, però vorrei tanto avere dei consigli da te... Non sai quanto mi manchi, mamma-.

Abbracciò la dura lapide fredda, rimpiangendo ancora di più le braccia calde della madre.

-Hinata!-

La ragazza si girò di scatto, presa alla sprovvista. Vide suo padre, in piedi, all'ingresso della cripta. Hiashi sospirò sorridendo.

-Perdonami, Hina-chan. Non era mia intenzione spaventarti- Disse l'uomo, levandosi le scarpe. Hinata si sforzò di riprendere il controllo dopo lo spavento.

-Mi hai fatto prendere un colpo- Disse Hinata, con voce ancora tremante -Vieni, stavo giusto parlando con la mamma-.

Hiashi si inginocchiò di fianco a sua figlia, salutando la moglie.

-Ero preoccupato, non sapevo dove fossi finita. Sei uscita senza dirmi nulla-.

-Beh, non è che tu sia stato molto presente negli ultimi due giorni- Si lascio fuggire la ragazza. L'uomo fece un lunghissimo e intenso sospiro, seguito dal silenzio. Dopo un paio di minuti prese parola:

-Mi dispiace per come mi sono comportato negli ultimi due giorni. Ma vedi, le tue domande sulla nostra famiglia mi hanno spiazzato. Odio parlarne e mi dispiace di non riuscire a darti le risposte che vorresti, però è più forte di me. Quindi ti sarei grato se non mi chiedessi più nulla che abbia a che fare con mio fratello-.

La ragazza abbassò lo sguardo, rassegnata.

-Va bene, oto-san-.*

Il padre accarezzò la lapide, sovrappensiero.

-Era da tanto che non venivo a trovare tua madre... Ho immaginato che fossi qui. Non le ho neanche portato dei fiori...-

-A lei farebbe piacere se venissi, ogni tanto. Anche ai nonni, credo- Disse Hinata, guardandosi intorno.

-Lo so, ma il peso dei ricordi è duro da sostenere. Forse in questo sei decisamente più brava di me, Hinata-chan-.

Rimasero per un po' seduti lì, contemplando la flebile luce delle candele e guardando l'incenso consumarsi poco a poco. Alla fine si alzarono, salutando un'ultima volta tutti gli abitanti della cripta, e uscirono.

-Haruki...-Sussurrò l'uomo, gettando un ultimo sguardo sulla lapide. Sembrava volesse dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola. Hinata avrebbe voluto abbracciarlo in quel momento, ma sentiva di nuovo di avere un blocco, come se un velo sottile ma ben teso la separasse da lui. Guardò anch'ella la lapide e decise di tirare fuori le parole che suo padre non aveva la capacità di pronunciare.

-Kaa-chan, proteggici, veglia su di noi ogni giorno, perché noi ti amiamo come se fossi ancora qui. Sei una presenza fissa nella nostra vita, un pensiero continuo che non ci abbandona mai e avvolge le nostre giornate. Ci manchi tanto, ma sappiamo quanto tu tenga a noi e siamo consapevoli di dover essere forti e di andare avanti, col tuo amore nel cuore. Dacci la forza di affrontare tutte le difficoltà, anche quelle piccole e quotidiane, e tienici per mano lungo il sentiero della vita. A presto, mamma-.

Detto ciò, Hinata si voltò e cominciò a camminare lungo il sentiero, allontanandosi dalla cripta. Non sentì i passi di suo padre seguirla e seppe che era rimasto lì a guardarla.

Un singhiozzo di commozione le raggiunse le orecchie: suo padre stava piangendo.

 

NOTE:

Jizō Bosatsu: statua della tradizione buddhista giapponese che protegge i defunti, in particolare i bambini e le donne incinte.

"Ohayoo, kaa-chan": = "Buongiorno, mamma".

Oto-san= papà

 

ANGOLO DELL'AUTRICE:

Perdonatemi, sono di fretta!!! Vorrei fermarmi a chiacchierare con voi ma oggi proprio non posso!! Mi scuso per il ritardo e spero che il capitolo vi sia piaciuto, ho inserito tanta cultura giapponese :) 

Un abbraccione cari lettori,

Celeste

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Capitolo 17
*** Argento ***


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Ciao a tutti miei amati lettori!! Oggi sono tornata col mio solito ritardo e vi propongo, oltre a un nuovo capitolo di questa long più long del previsto, anche un disegno fatto da me, scannerizzato e proposto tale e quale ^^. Spero di leggere le vostre recensioni, il capitolo di oggi è incentrato sulla nostra amata coppia ed è molto (concedetemi il neologismo) "fluffoso".

Buona lettura!!


Capitolo 17 - ARGENTO


-Aspetta, ti aiuto io!-

Ko scese dalla macchina per aiutare Hinata con la valigia: Hiashi era dovuto correre via per un imprevisto e aveva salutato la figlia in tutta fretta, lasciandola lì. L'autista sollevò il trolley per porlo nel bagagliaio, mentre Hinata lo ringraziava, un po' triste per il fatto di non poterlo vedere per un'altra settimana. Trascorsero il viaggio ascoltando la loro amata musica rock, cantando a squarciagola e inventandosi le parole quando non se le ricordavano, come facevano da sempre; quando stonavano ridevano insieme, quando c'era un pezzo particolarmente emozionante si zittivano per assaporarne le note tanto amate. Le ore di viaggio trascorsero veloci e, nonostante avrebbero preferito trascorrere insieme più tempo, alla fine si ritrovarono di nuovo di fronte all'ingresso della KDA.

-A rivederla, signorina Hyuga!- Disse teatralmente Ko, inchinandosi in modo solenne. Hinata rise e lo abbracciò forte, cercando di trasmettergli tutto l'affetto che provava per lui. A quel punto lo stomaco dell'uomo emise un rumoroso gorgoglio, che lo fece arrossire vistosamente. La ragazza si mise una mano tra i lunghi capelli blu e ridacchiò: sentiva di tornare bambina quando si trovava in sua presenza.

-Che ne diresti se cenassimo insieme? Non mi pare che tu sia in condizione di tornare a casa senza prima mangiare qualcosa-. Constatò Hinata. Ko fece un cenno, indicando un punto dietro di lei:

-Credo che sarai impegnata diversamente questa sera!-

La ragazza dagli occhi perlacei si voltò, facendo ondeggiare i lunghi capelli, e rimase letteralmente senza fiato: Naruto la guardava, poco distante, con in mano un grosso mazzo di rose blu. Indossava jeans un po' più stretti del solito e una giacca gessata che gli conferiva un'aria elegante.

-All'inizio volevo prenderle rosse- Disse il biondino indicando i fiori -Però poi ho pensato che queste ti sarebbero donate di più-.

Hinata, ancora incredula, arrossì istantaneamente, ma trovò comunque la forza e il coraggio di gettarsi tra le sue braccia e baciarlo. Era splendido poterlo abbracciare!

-Naruto-kun, sono fantastiche! Però non dovevi...- Sussurrò la ragazza, chiedendosi quanto gli fosse costata quella dozzina di enormi rose.

-Non c'è nulla che non ti meriti, perché tu sei perfetta. E ogni volta che ti guardo mi sembra di vederti diventare sempre più bella- Rispose Naruto, allontanandola un po' da sé per poterla ammirare.

-Hem hem...- Ko si schiarì la voce, ricordando loro la sua presenza -Io vado... Passate una bella serata, mi raccomando. La accompagni tu in camera, Naruto?-

-Certamente. Grazie, buona serata anche a te!- Rispose il biondo, rivolgendogli un caldo sorriso.

Dopo essere corsi a posare la valigia in camera, i due andarono da Ichiraku a gustarsi una ciotola di ramen fumante, chiacchierando allegramente. A un certo punto, come era ovvio che fosse, si ritrovarono a discutere a proposito dello spettacolo che avrebbero dovuto preparare con gli insegnanti:

-Devo metterti in guardia- Disse a un tratto il ragazzo dagli occhi cerulei -Non sarà una settimana facile, vi metteranno sotto pressione. Di solito quelli del primo anno vengono a malapena presi in considerazione, però credo che stavolta, per te, faranno un'eccezione- Sorrise, osservando lo sguardo stupito della ragazza -Tu piaci davvero molto a Kakashi... E da quel che ho capito anche a Kurenai-sensei. E Yamato, anche se non mostra le sue preferenze, sono certo che ti considera la migliore del corso!-

Hinata arrossì violentemente e abbassò lo sguardo, confusa.

-C..Come fai a saperlo?-

Il biondino si lasciò sfuggire una risata:

-Ricordati che nessuno dei professori sa che stiamo insieme, inoltre io lavoro lì e sono stato loro studente. Non mi ci vuole molto per chiedere loro qualche opinione sui nuovi arrivati!-

-E... Ti hanno parlato di me?- Chiese incredula Hinata.

-Kakashi era entusiasta della "ragazza che ha ballato sulle note di Clapton facendo apparire i passi più complessi e studiati della danza come se fossero balzelli entusiastici in un campo di rose"- Rispose Naruto imitando la voce del maestro -E Kurenai è innamorata della "grazia inesauribile di una ragazzina del primo anno dai lunghi capelli blu". Yamato, invece, ha semplicemente detto che "quasi tutti i novellini sono dei testoni che non farebbe neppure ballare in ultima fila, eppure qualcuno si salva..."- Il biondino lasciò in sospeso la frase, poi prese per mano la sua ragazza -Sono convinto che tra gli eletti ci sia anche tu!-

-Ma se sono quella che riprende più spesso!- Esclamò la ragazza dagli occhi perlacei.

-Appunto! Solitamente Yamato tende a ignorare coloro per i quali non prova alcun interesse. Oppure passa tra di loro e corregge la loro postura direttamente, senza spiaccicare parola. Se ti sgrida vuol dire che per lui vale la pena sprecare il fiato-.

Hinata rimase interdetta, senza sapere cosa ribattere: tutta quella faccenda la metteva in agitazione. In qualche modo aveva sperato, essendo solo al primo anno, di passare inosservata, mentre così si sentiva terribilmente sotto pressione.

-Ho paura di deludere le aspettative...-

-Naaa, fidati, sono talmente stupiti di vedere che tra gli alunni del primo anno c'è qualcuno degno della loro attenzione sono molto scettici e tendono a non metterci il cuore sopra... In fondo tutti possono sbagliare... Ovviamente spero che non accada nulla del genere a te!!- Disse Naruto, appena prima di buttare giù tutto il brodo rimanente nel suo piatto in una volta sola.

La ragazza dai lunghi capelli blu sorrise guardando il suo ragazzo: era bello stare con lui, lo trovava incredibile. Non aveva mai provato nulla del genere prima di allora.

-Naruto-kun...- Disse Hinata, prendendogli la mano -Io... Ti adoro!-

Naruto arrossì assistendo a quello slancio coraggiosamente entusiastico della sua ragazza e sorrise imbarazzato, ma felice.

-Anche io ti adoro Hina-chan...-

 

***

 

Era stata una serata splendida: Naruto, nonostante le proteste di Hinata, era riuscito a offrirle la cena, dopodiché avevano passeggiato sul lungofiume di Konoha, romanticamente illuminato da grandi e artistici lampioni, la cui luce si rifletteva silente nello specchio d'acqua sottostante.

-Questo posto è magnifico! Mi ricorda tanto il lungofiume di Budapest...- Disse la ragazza dagli occhi perlacei, osservando sognante gli edifici maestosi che ammiravano la propria immagine nel fiume, più vanitosi di Narciso.

-Sei stata a Budapest?? Cavolo, io non saprei neppure indicarla su una cartina geografica!- Disse Naruto, sorpreso e ammirato. Hinata arrossì, pensando al fatto che un viaggio Giappone-Ungheria, in effetti, era una cosa tutt'altro che economica.

-In realtà ho avuto parecchie possibilità per visitare l'Europa... Ci sono posti incredibili, hanno tutti usanze e modi particolari che ti spiazzano! Pensa che in Italia hanno una minuscolo lavandino, posto in basso, che chiamano bidet e che usano dopo... Beh... Aver fatto i loro bisogni! Quando l'ho visto ero incredula, dovevi vedere com'ero felice, credevo fosse una piscina per le bambole!-

Il biondino scoppiò a ridere, facendo voltare un paio di coppiette infastidite che stavano tentando di godersi una passeggiata romantica.

-Non ci credo! Che cosa divertente! Ihihih...- Si asciugò le lacrime che gli erano sfuggite ridendo -Cavolo, viaggiare è il mio sogno! Ti invidio così tanto...-

-Già... Anche se probabilmente viaggiare con te al mio fianco sarebbe mille volte più bello...-

In quel momento la mente di Hinata fu attraversata da un lampo: l'idea di perdere Naruto. Come sarebbe stata la sua vita senza di lui? Terribilmente vuota, vuota e triste, pensò. E allora, cosa stava aspettando? Doveva dirgli la verità, come le aveva consigliato Ko, prima che fosse troppo tardi.

-Ascolta, Naruto!- Esclamò la ragazza, guardandolo seriamente -Io ho bisogno di dirtelo, non ce la faccio più a tenermelo dentro!-

Il biondo sbiancò. Vide il suo sguardo perdersi, le sue iridi rimpicciolirsi fino ad essere quasi totalmente inondate dall'oceano blu che le circondavano. Poi scosse la testa e le prese le mani tra le sue.

-Hai ragione! Neppure io ce la faccio!- Hinata lo guardò stupita: di cosa diavolo stava parlando? Naruto infilò una mano nella tasca interna della giacca, tirando fuori una piccola scatolina nera. Prima che la ragazza potesse fare mente locale, il ragazzo si inginocchiò e aprì la scatola, rivelando il suo contenuto: Due fedi d'argento, una un po' più grande dell'altra.

-Io voglio che tu capisca quanto io tengo a te e quanto questa per me sia una storia seria. Voglio stare con te e solo con te, perché sei la più bella, dolce e straordinaria ragazza che io abbia mai visto in vita mia. Mi hai rubato il cuore nel momento in cui hai aperto la porta di quell'aula il giorno del tuo primo provino e lo hai tenuto con te da allora, senza rovinarlo, conservandolo con attenzione e riservandogli le cure più dolci. Non ho mai provato nulla del genere per nessuna prima di adesso e voglio che la nostra storia sia qualcosa di ufficiale, di conclamato. Perché io tengo davvero a te. Perché io ti amo, Hinata-.

La ragazza dagli occhi perlacei rimase letteralmente senza fiato. Il tempo parve fermarsi e improvvisamente nulla esisteva più intorno a loro: né il fiume, né i lampioni, né le persone che guardavano straniti il biondo giovane inginocchiato di fronte a lei. La sua mente si annebbiò, persa in una miriade di sentimenti contrastanti, tra cui la paura di rovinare il momento più bello della sua vita raccontando a Naruto il modo in cui l'aveva ingannato. Si sentì felice e allo stesso tempo desolata, sopraffatta da quella situazione. Naruto la guardava serio, con i suoi occhi cerulei piantati in quelli limpidi e chiarissimi di lei, quasi come se non avesse fatto altro che aspettare di incontrarla in quella giovane vita.

-Naruto-kun...-

Le ginocchia cedettero. Naruto si protese in avanti per sorreggerla, preoccupato e impaurito.

-Hinata-chan! Stai bene? Sono stato troppo precipitoso, perdonami, non avrei dovu...-

-Ti amo anche io, Naruto-kun-.

-...Sono il solito baka, non ne combino mai una giu... Aspetta, cos'hai detto?-

-Che ti amo. Da morire- Rispose Hinata, tremante, mentre si perdeva nello sguardo di lui. Naruto rimase immobile per qualche secondo, tentando di carburare. Alla fine si prodigò in un gran sorriso, mentre Hinata lo guardava con il suo inimitabile sguardo dolce. Il biondino raccolse da terra la scatolina che gli era caduta durante il salvataggio e ne estrasse la fedina più piccola. Con mani tremanti la infilò nell'anulare esile e candido della sua ragazza, facendo un po' di fatica, perché la misura era leggermente piccola.

-Nulla potrà separarci. Te lo prometto- Disse Naruto, mentre Hinata prendeva l'altra fedina dalla scatola.

-Ti amerò sempre, con la stessa intensità. È una promessa- Aggiunse lei, infilando l'anellino al dito del ragazzo. I due si guardarono, perdendosi nel loro amore, e si baciarono con passione sulla riva di quel fiume galeotto.

L'argento riluceva in quella notte d'oro.

 

ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao bellissimi!!

Come state? Vi vedo poco reattivi negli ultimi tempi... È la mia storia che fa schifo oppure siete tutti presi dal periodo critico? Si sa, "Maggio, studente fatti coraggio"... Quanto vi capisco, ho una miriade di esami da dare!

Comunque perdonatemi, so che questo capitolo è più corto degli altri, però, come si suol dire, è breve ma intenso!! Tra l'altro questo è un periodo felice per tutti i sostenitori della coppia più bella del mondo di Naruto... ;) Kishimoto ogni tanto ci riserva qualche soddisfazione!

Vi abbraccio calorosamente e vi invito a recensire se avete voglia! Smack!!!

Celeste


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Capitolo 18
*** Si fece vento ***


Capitolo 18 – SI FECE VENTO


Hinata fece scattare la serratura della stanza, tentando di non fare troppo chiasso. Si era tolta le decolleté per evitare che il rumore dei tacchi potesse svegliare le sue coinquiline, probabilmente già addormentate, visto che l'orologio segnava quasi mezzanotte. Eppure c'era qualcosa di strano: un'atmosfera a dir poco tesa si respirava in quella stanza, quasi come se stesse accadendo qualcosa di anormale.

Fu allora che notò una candela accesa sul tavolo. Mentre gli occhi perlacei della ragazza tentavano ancora di abituarsi a quella luce così fioca, per sbaglio urtò l'armadio, producendo un lieve rumore sordo che venne amplificato dal silenzio della notte.

In quel momento si scatenò il panico: una serie di urli si levò dalle vicinanze del tavolo, spaventando la povera Hinata, che si lasciò sfuggire un urlo di risposta. Tale reazione creò ancora più scompiglio, mentre un rumore confuso di sedie spostate, botte sul tavolo e cocci rotti spezzava la quiete della stanza. La ballerina dai capelli blu si spostò verso destra, tastando disperatamente il muro alla ricerca dell'interruttore della luce. Quando finalmente lo trovò, la vista le presentò tre ragazze e un ragazzo, in piedi, in pigiama e in preda al terrore. Dopo qualche istante di silenzio, i quattro tirarono un sospiro di sollievo, scoppiando subito dopo in una risata isterica.

-Hinata, sei tu! Grazie al cielo, che spavento! Lee, la prossima volta che ti viene una genialata come questa, tienitela per te!- Disse Ino, con le gambe ancora tremanti per la paura.

-Ma si può sapere cosa diavolo stavate combinando? Per poco non mi è venuto un infarto!- Esclamò Hinata, indispettita.

-Non dirlo a noi! Stavamo facendo una seduta spiritica!- Rispose Sakura con un filo di voce, ancora visibilmente provata. Hinata rimase zitta per qualche secondo, totalmente interdetta, come se stesse rielaborando quelle parole. Guardò Lee, che aveva due occhi ancora più tondi e spalancati del solito (non credeva fosse possibile) che la guardavano shoccati, mentre una gocciolina di sudore gli scendeva lungo la guancia. Ino si era seduta nuovamente sulla sedia per riprendersi dallo spavento, Sakura tremava come una foglia, il viso ancora più pallido del solito, mentre Tenten si stava asciugando le due lacrime di terrore che le erano scese in quel trambusto.

-Ma che cazzo state facendo??-

Dalla porta aperta fecero capolino alcune teste di ragazze che alloggiavano sul piano con loro. Hinata arrossì: avevano fatto una figuraccia.

-S..scusate, ehm... L..la mia compagna soffre di incubi notturni e d..devo averla spaventata aprendo la porta... Ha cacciato un urlo e di conseguenza ci siamo spaventati tutti!- Inventò di sana pianta, tentando di farli sembrare meno idioti di come apparissero in quell'istante. Riconobbe anche le due coinquiline di Tenten che la guardavano ridacchiando in modo odioso.

-Spero che non si ripeta mai più, mi ero appena addormentata!- Disse una ragazza dai capelli rosso fuoco che vide solo in quel momento. Strano, le sembrava di conoscerla...

-N..no, no, state tranquille! Faremo in modo che non accada mai più!- Rispose Hinata, mettendo le mani avanti per farsi scudo: quelle occhiate gelide erano piuttosto taglienti! Le ragazze si girarono e presto tutte tornarono nelle rispettive camere. La ragazza dai lunghi capelli blu emise un sospiro di sollievo.

-...Mi spiegate cosa diamine vi è saltato in mente??- Sibilò poi, voltandosi di scatto verso i suoi amici.

-Perdoooooonaci!!- Disse Rock Lee, con le lacrime agli occhi -È tutta colpa mia, ho avuto io l'idea di fare la seduta spiritica... Abbiamo visto che non c'eri e non abbiamo pensato a chiederti a che ora saresti arrivata...-

-MAI PIÙ- Disse Tenten, ancora scossa -Ti giuro che non lo faremo mai più-.

-Concordo pienamente!- Aggiunse Sakura, mentre si sdraiava sul letto. Ino aveva un'espressione strana. Hinata la osservò, tentando di decifrarne il significato, ma non riuscì nel suo intento. Teneva lo sguardo basso, fisso, e sembrava stupita e confusa.

-Ino, stai bene?- Chiese allora, con tono meno duro. Possibile che l'esperienza l'avesse scossa a tal punto?

-...E quello cos'è??- La ragazza ai capelli biondi alzò il braccio e indicò la mano della ballerina dagli occhi perlacei. A quel punto gli altri tre seguirono la sua indicazione con lo sguardo e assunsero un'espressione sorpresa.

-Hinata-chan... Quell'anello da dove arriva??-

Le guance di Hinata si imporporarono per l'ennesima volta quella sera. Guardò la fedina d'argento e sollevò la mano sottile, per farla brillare meglio alla luce del lampadario.

-Oh... Questo? Me l'ha regalato Naruto-kun....-

Nel giro di due secondi la ragazza venne spinta a sedersi sul letto e gli altrii si disposero tutti attorno a lei, tempestandola di domande e invitandola a rispondere in fretta.

Hinata ridacchiò: avrebbe dovuto aspettare ancora un bel po' prima di poter dormire.


***


Il mattino dopo i cinque amici, che avevano dormito poche ore, si trascinarono giù per le scale per andare a lezione. La sera precedente i ragazzi avevano preteso un racconto dettagliato e preciso dell'intera serata romantica di Hinata e Naruto, così alla fine erano andati a dormire alle 3 di notte. Come ogni mattino Hinata, Sakura e Ino si divisero da Tenten e Rock Lee per andare alle rispettive lezioni e le tre giovani matricole si prepararono per la lezione con l'esigente Kakashi. Anche quel giorno il sensei arrivò in ritardo, facendole pentire di non aver dormito mezz'ora in più, e cominciò subito la lezione.

Se la settimana precedente alcuni avevano trovato molto difficile seguire le sue lezioni, oggi gran parte di loro si erano dovuti fermare, constatando che non erano in grado di tenere il passo. Gli esercizi erano velocissimi e faticosi, tanto da richiedere il massimo sforzo anche a Hinata, che sentiva il sudore colarle dalla fronte e tra i seni stretti in una severa fasciatura. Questi ultimi, in particolare, le rendevano difficile respirare come avrebbe voluto e sentiva che l'ossigeno non era abbastanza per tutti i tessuti del suo organismo. Le sembrava quasi di sentire l'acido lattico farsi strada nel suo corpo, tanto le bruciavano i muscoli, e capì che il giorno seguente avrebbe fatto molta fatica ad alzarsi dal letto. Al suo fianco, Ino e Sakura apparivano in difficoltà più di lei, ma non davano segno di volersi fermare: Kakashi sorrise di fronte alla determinazione di quelle ragazze, che gli ricordavano se stesso alla loro età.

Dei quaranta ragazzi nella stanza, ormai, alcuni avevano abbandonato l'aula arrabbiati e delusi, altri erano sdraiati a terra doloranti e solamente in otto erano rimasti in piedi a lottare contro i limiti dei loro corpi, di cui cinque erano ragazzi. Stava per fermarli quando si accorse, appena in tempo, che la ragazza dai capelli rosa stava vacillando. Si lanciò in avanti e riuscì a impedire che il suo sottilissimo corpo sbattesse duramente a terra.

-Sakura-chan!- Hinata e Ino si fermarono immediatamente e accorsero al fianco della loro amica.

-T...tutto bene...- Sussurrò Sakura con l'ultimo filo di fiato rimastole.

-Presto, tu, vai a chiamare Shizune- Disse Kakashi rivolgendosi a Ino.

-Subito!- 

Hinata nel frattempo era corsa a prendere la sua borsa. Tirò fuori la sua bottiglietta dell'acqua e rovesciò ciò che rimaneva del suo contenuto su un fazzoletto, che passò sulla fronte dell'amica. Kakashi osservò l'espressione preoccupata di Hinata e comprese subito come stavano le cose.

-Kakashi-sensei... Credo che lei debba sape...-

-Lo so già- Disse lui, abbassando lo sguardo

-Tu ti chiami Hinata, giusto? Bene... Guardati attorno, Hinata, e dimmi quante ne vedi-.

La ballerina si girò verso le sue compagne di corso e rabbrividì: più di metà delle ragazze presenti in quella stanza avrebbe potuto presenziare a una lezione di anatomia al posto di uno scheletro.

-Ho fatto questa lezione così sfiancante anche per far comprendere loro che questo stile di vita nuoce anche alla loro carriera- Continuò Kakashi -E non ha solo riscontri positivi, come vuole far credere Danzo. Una ballerina non deve avere solo il fisico di un'acciuga per essere definita tale... E tu ne sei la prova vivente-.

Hinata abbassò lo sguardo sulla sua coinquilina, che nel giro di pochi giorni era divenuta sua amica. Aveva paura a toccarla da quando sembrava fragile, quasi sembrava che potesse spezzarsi al primo tocco.

-Cosa posso fare per aiutarla?- Chiese Hinata, guardando il sensei.

-Nulla purtroppo... Deve rendersene conto da sola-. Concluse l'uomo, con espressione triste.

-Eccomi! Sono qui!-

Shizune fece il suo ingresso di corsa, seguita da Ino. Hinata fece per allontanarsi, ma Kakashi la trattenne per un braccio.

-Portiamola in infermeria- Disse Shizune dopo averle ascoltato il polso -Così le misuro la pressione-.

-Benissimo. Hinata, vieni con noi- La invitò Kakashi, mentre prendeva in braccio la leggerissima ragazza. I quattro uscirono dall'aula e si diressero nella stanza in cui avevano visitato gli alunni la settimana precedente, affianco allo studio di Danzo. Hinata sentì il sangue ribollirle nelle vene pensando che lì dietro se ne stava lui, tranquillo e a posto con la coscienza. Strinse i pugni, trattenendo il desiderio di usarli per buttare giù la porta di quel dannato vecchio. Kakashi appoggiò la ragazza sul lettino mentre Shizune apriva l'armadietto, da cui estrasse lo sfigmomanometro. Hinata rimase in disparte mentre la donna posizionava la fascia nera intorno al sottilissimo braccio della sua amica e si ritrovò a pensare che, per una volta nella vita, avrebbe voluto essere meno gentile e farla rinsavire a suon di schiaffi.

-...Come può una persona ridursi così?- Sussurrò, mentre la vista le si offuscava: un velo di lacrime si era frapposto tra i suoi occhi e il resto del mondo.

-Probabilmente l'odio per se stessi maturato dalla delusione- Rispose Kakashi, avvicinandosi a lei. Prese una sedia lì vicino e la spostò nella sua direzione: -Forza, siediti qui. Vado a prenderti una bottiglietta d'acqua, hai bisogno di reintegrare i liquidi persi durante la lezione. Sei stata molto brava oggi-.

Hinata sussultò a quelle parole: davvero uno dei più famosi coreografi e maestri di danza della nazione le aveva fatto un complimento?

-I...io... Grazie mille Kakashi-sensei!- Disse la ragazza, facendo un piccolo inchino. Sicuramente era arrossita, ma era ancora talmente accaldata dalla lezione e dallo spavento che probabilmente non se ne sarebbe accorto nessuno. Intanto Sakura si stava lentamente riprendendo e Shizune le aveva ficcato in bocca a forza il contenuto di una bustina di zucchero, approfittando della momentanea debolezza delle proteste della ragazza. Pian piano stava recuperando quel minimo di colore che aveva, mentre la donna inveiva a bassa voce contro gli stupidi canoni che, per la smania di rispettarli, l'avevano portata a questo.

-Sto bene, davvero, non dovete preoccuparvi...- Disse Sakura, tirando le sue labbra in un falso sorriso -E poi tra non molto inizierà la lezione di Kurenai-sensei, quindi io e Hinata dovremo andarcene presto...-

-E invece no cara mia. Tu ora te ne vai in camera e ti riposi per il resto della giornata. E oggi a pranzo vedi di consumare un pasto decente!- Ribatté severamente Shizune.

-Non sapevo ti intendessi di primo soccorso- Disse Hinata, grata alla donna del suo tempestivo intervento.

-In realtà da ragazza avevo iniziato gli studi per diventare medico, ho quasi rischiato di laurearmi... Però poi mi sono resa conto che non ero molto portata per vivere gran parte della mia giornata in un ospedale...- Rispose Shizune, sorridendo cordialmente alla ragazza dai capelli blu -Qui se non altro i ragazzi soffrono per spingersi a raggiungere il sogno della propria vita-.

La ragazza dai lunghi capelli blu si avvicinò alla sua coinquilina, ancora imbronciata per l'imposizione della segretaria.

-Sakura-chan, promettimi che non mi farai più prendere uno spavento così-.

-Mi dispiace di averti fatto preoccupare, ma non ce n'era alcun bisogno, davvero!- Rispose la rosa, un po' seccata. A quel punto la porta dell'infermeria si aprì di colpo, rivelando la presenza di Ino.

-Come sta??- Chiese con un tono che tradiva tutta la sua tensione.

-Sono qui, viva e vegeta! Credi che basti così poco a buttarmi giù? Si vede che non mi conosci!- Disse Sakura, abbozzando un sorriso soddisfatto per aver scovato la preoccupazione sul volto della coinquilina.

-SEI UNA CRETINA! Avrai anche la fronte spaziosa, ma di cervello ne hai proprio poco!-

-Ma tu che cavolo vuoi Ino-pig??-

-Sakura-chan, non dovresti sforzarti...- Intervenne la ragazza dai capelli blu, cercando di convincere le due a piantarla.

-Ragazze, vi aiuterò a portare in camera questa stakanovista, fatemi strada per favore- Disse Kakashi, sorridendo di fronte alla scena.

-Prendo le chiavi...- Disse Ino, facendo la linguaccia in direzione della ragazza dai capelli rosa prima di uscire.

-Ma fanno sempre così?- Chiese Shizune a Hinata.

-Beh, più o meno...-

-E come diavolo fai a sopportarle??-

La ragazza dagli occhi perlacei si lasciò sfuggire una risata, mentre le guance di Sakura si coloravano lievemente.

-Ehi! Non per dire, ma io sarei qui a due metri da voi... Sento ciò che dite!-

Poco dopo Ino tornò con le chiavi e Kakashi insistette per prendere nuovamente in braccio la rosa, per evitare che si affaticasse salendo le scale. Nonostante le proteste e l'imbarazzo, alla fine la ragazza fu costretta a cedere e si abbandonò tra le braccia dell'insegnante fino al raggiungimento del quarto piano. 

-Eccoci arrivati- Disse Kakashi lasciando andare la ragazza. Non sembrava per nulla affaticato.

-Grazie, sensei- Sussurrò la rosa, ancora rossa per l'imbarazzo.

-Mi raccomando, riprenditi in fretta e fai una buona colazione la prossima volta che avremo lezione. Non voglio capiti più una cosa del genere, intesi?-

-S...sì signore!-

-Bene... A domani ragazze... Ah Hinata, oggi pomeriggio alle 4 hai lezione?-


-N..no sensei!- Rispose Hinata, stupita da quella domanda.

-Benissimo... Fino a che ora sei libera?-

-Alle 5 e mezza ho lezione con Yamato-sensei...-

-Perfetto, allora alle 4 potresti presentarti nell'aula 6 per favore?-

-V..va bene...-

-Ci conto. A più tardi!-

Kakashi scese di corsa le scale, lasciando le ragazze da sole davanti alla porta della camera.

-Ragazze... Voi NON AVETE IDEA del fisico che abbia quell'uomo... Mi sembrava di essere appoggiata sul marmo!- Esclamò la ragazza dai capelli rosa, con le gote ancora arrossate.

-La tua solita fortuna miss Fronte Spaziosa... Ora però sarei curiosa di sapere cosa vuole da te, Hinata!- Disse Ino scrutando la sua coinquilina dai capelli blu.

-N..non ne ho idea s..sinceramente... Questa richiesta mi ha un po' spiazzata! Spero di non dover rimanere sola con lui, sarebbe m..molto imbarazzante...-

-Come fa un essere umano ad avere quei pettorali?- Chiese Sakura, con sguardo sognante.

-Oh, piantala! Non vorrai innamorarti di un insegnate!-

-Ma che cavolo dici! Ti sei bevuta il cervello??- Chiese Sakura, arrossendo vistosamente.

-Forza, entriamo in camera, così ti metti a letto- Propose Hinata con fare benevolo. Ormai avvertiva un moto di protezione nei confronti della compagna, non sopportava l'idea di vederla cadere sempre più in fondo al baratro della malattia... Sentiva il bisogno di fare tutto il possibile per aiutarla a uscirne e ci sarebbe riuscita. Se l'era giurato.


***


Hinata aveva appena avuto il tempo di scoccare un bacio sulle labbra del suo ragazzo quando si accorse che, ormai, mancavano solo 5 minuti alle 4. Aveva da poco terminato il corso di sbarra a terra* e si sentiva come se qualcuno avesse utilizzato i suoi muscoli, tendini e legamenti per giocare al tiro alla fune. Si diresse verso l'aula 6, dove non era mai entrata, anche se aveva notato che spesso i ragazzi dei corsi più avanzati facevano lezione lì. In effetti, anche in quel momento le parve di vedere che l'aula in questione era aperta e occupata da dei ragazzi più grandi. Sapendo che, considerata la fama di eterno ritardatario di Kakashi, avrebbe dovuto attendere per parecchio tempo, appoggiò la sua borsa contro il muro e si sedette ad aspettare l'insegnante.

-Ciao peperino... Ti sei persa?-

Hinata sussultò e alzò gli occhi, nonostante avesse subito riconosciuto la voce di chi gli aveva rivolto la parola: Sasuke Uchiha la osservava dall'alto in basso, con la sua solita aria spavalda. La ragazza dagli occhi perlacei sospirò, tentando di mantenere la calma, e girò la testa in un'altra direzione.

Quel ragazzo avrebbe fatto saltare i nervi anche a un santo.

-Sai, di solito per educazione si risponde-.

-Educazione? Non credevo che questo termine rientrasse nel tuo vocabolario. Sono sorpresa!- Ribatté la ragazza, sperando che bastasse per farlo stare zitto. A quanto pare però il ragazzo dagli occhi neri come la pece non era una di quelle persone che si danno facilmente per vinte, così si liberò della borsa che portava a tracolla gettandola a terra con non calanche e si sedette al suo fianco.

-Sai, credo proprio che io e te abbiamo iniziato col piede sbagliato-.

-Non credo ci sia un piede giusto in questo caso-.

-Ma che lingua tagliente... Sei davvero un peperino, lo sai?-

Hinata non sapeva più cosa rispondere: non era abituata a questo genere di conversazioni e non sapeva quanto avrebbe potuto resistere. Per fortuna in quel momento una ragazza si avvicinò velocemente a loro e riconobbe subito i suoi capelli rossi: era la tizia che la notte precedente si era lamentata con loro del chiasso.

-Sasuke-kuuuun!! Ti stavo cercando!- Disse, fiondandosi su di lui per scoccargli un bacio sulla guancia.

-Karin, accidenti, sei peggio di un francobollo! Staccati un po'!- Esclamò il moro, allontanandola con non troppa gentilezza.

La ragazza dagli occhi perlacei ebbe un'illuminazione: ecco perché le sembrava di averla già vista! Quella era Karin Uzumaki, la ballerina più dotata e popolare dell'accademia, nonché lontana parente di Naruto!

-Dai, non essere timido Sasuke-kun... A proposito... Chi è questa ragazza?- Chiese Karin voltandosi verso Hinata: la guardava con un'espressione davvero poco rassicurante, come se stesse cercando di farla esplodere con la forza del pensiero. La ragazza dagli occhi perlacei si sentì lievemente intimidita.

-Ehm... Ecco...-

-Aspetta un secondo, tu sei quella che faceva casino ieri sera!-

-Io sono Hinata, la ragazza di Naruto-kun!- Disse tutto d'un fiato, prima che l'altra potesse attaccarla. Non voleva che sospettasse a un qualche tipo di relazione con quel cretino di Sasuke.

-Oh...- Esclamò Karin, guardandola sorpresa. Poi si lasciò andare a una spiacevole risata -E così stai con quel fallito di mio cugino! Beh, tanto meglio...-

-Naruto non è un fallito!- A quel punto Hinata cominciò nuovamente a scaldarsi: si alzò di scatto, guardandola dall'alto con aria di sfida. Strinse i pugni con forza, tanto che le nocche della sua mano divennero ancora più bianche di quanto già non fossero, con la chiara intenzione di non lasciarle insultare mai più colui di cui si era innamorata. La fedina d'argento riluceva sull'anulare della ragazza, quasi accendendosi di fronte a quella situazione. In tutta risposta anche Karin si alzò, mostrando di essere più alta di lei di una manciata di centimetri. Fece un passo in sua direzione, fissandola dritta negli occhi e affrontandola faccia a faccia.

-Cos'è, ti dà fastidio sentirti dire la verità?- Chiese la rossa, utilizzando il suo sguardo di fuoco per accentuare il suo atteggiamento aggressivo.

-Mi dà fastidio sentire la gente parlar male di una persona meravigliosa come Naruto! Lui è migliore di tutti noi messi insieme!-

Karin scoppiò nuovamente a ridere, mostrando una dentatura perfettamente bianca e lineare, senza alcun tipo di imperfezione. La ragazza dagli occhi perlacei cominciò a pensare che di lì a poco avrebbe potuto non rispondere più delle sue azioni.

-Ma fammi il favore! È solo un baka di dimensioni apocalittiche!-

A Hinata prudevano le mani per la voglia di prenderla a sberle. Non era mai stata una persona violenta e mai aveva alzato le mani contro qualcuno. In realtà non aveva mai amato alzare neppure la voce, eppure sentir parlare in quel modo di Naruto, del SUO Naruto, la faceva sentire come una tigre pronta a uccidere la sua preda in un solo balzo.

-Piantatela voi due, sta arrivando Kakashi- Disse Sasuke, osservandole con un'espressione che lasciava trapelare una leggera sorpresa per l'indole combattiva della ragazza dai capelli blu: era abituato agli scatti di rabbia improvvisi della rossa, permalosa e possessiva anche nei confronti di cose che non le appartenevano (come ad esempio lui stesso), però non si aspettava che una ragazzina al primo anno di corso, che pareva incarnare l'emblema della purezza e della pudicizia, fosse in grado di tenerle testa. Mai come in quel momento constatò la veridicità del proverbio "l'abito non fa il monaco".

Hinata si allontanò dalla ragazza dai capelli rossi, senza però interrompere il contatto visivo. Sasuke pensò che fosse davvero strano come quelle due paia di occhi apparissero opposte: lo sguardo intenso e infuocato di Karin e quello chiarissimo e gelido di Hinata lottavano e si scontravano con determinazione, quasi come se non riuscissero più a scindere quel contatto.

-Hinata, allora sei qui!- Le due ragazze si riscossero, voltandosi di scatto verso Kakashi, che si stava dirigendo verso di loro con un libricino in mano.

-S..sì! Cosa voleva dirmi?-

-Seguimi- Ordinò l'insegnante, varcando la soglia dell'aula. Dimenticandosi dello scontro avvenuto pochi secondi prima, seguì il sensei, ritrovandosi di fronte circa una decina di ragazzi intenti a chiacchierare o a fare riscaldamento. Notò che la palestra, nonostante fosse un po' più piccola rispetto a quelle utilizzate da loro del primo anno, sembrava quasi vuota: a quanto pare erano questi gli effetti della "dura selezione" di cui aveva parlato la direttrice Tsunade. Un allievo in particolare attrasse l'attenzione della ballerina dai capelli blu: un ragazzo dallo sguardo di ghiaccio, proprio come quello che aveva assunto lei poco prima.

-Neji-san...- Sussurrò guardandolo. Quasi come se lui l'avesse sentita, i suoi occhi caddero su di lei, assumendo un'espressione dapprima stupita e immediatamente dopo scocciata. Hinata avvertì una scarica elettrica percorrerle la spina dorsale, come accadeva tutte le volte che i loro sguardi si incrociavano.

-Buon pomeriggio ragazzi! Oggi avremo un'ospite che farà lezione con noi!- Esclamò Kakashi rivolgendosi agli allievi del quarto anno. Hinata impiegò qualche secondo per elaborare le parole del sensei, durante i quali due ragazze la guardarono e salutarono sorridendo, altri ballerini la degnarono a malapena di uno sguardo, ignorandola, e Neji alzò gli occhi al cielo, quasi stesse chiedendo ai Kami cosa avesse fatto di male.

-S..sta scherzando??- Chiese la ragazza dai capelli blu, in preda al terrore.

-Assolutamente no! Voglio vedere come te la cavi in un confronto con loro. Essere la migliore in una classe non aiuta di certo a migliorarsi! Qui potrai ritrovare un po' di spirito di competizione- Spiegò l'insegnante, sorridendole da sotto la maschera.

-Mh, se l'Hatake ha deciso di farti fare lezione con noi vuol dire che non te la cavi male...- Disse Sasuke, sorprendendola alle spalle -Beh, tra poco vedremo cosa sai fare!-

Se da una parte Hinata si sentiva lusingata per il fatto che Kakashi avesse una tale considerazione di lei, dall'altra era rimasta totalmente spiazzata all'idea di doversi confrontare con ragazzi che, ormai, potevano essere considerati dei veri e propri professionisti.

-Forza ragazzi, cominciamo col solito riscaldamento!- Esclamò l'insegnante facendo partire la musica -Hinata, tu posizionati dietro di loro, così potrai imparare la sequenza dei movimenti-.

La ragazza dagli occhi perlacei si sistemò dietro gli altri, sperando che nessuno le prestasse attenzione. La prima mezz'ora trascorse piuttosto tranquillamente, nonostante il riscaldamento fosse decisamente impegnativo e riuscì a ritrovare un po' della sua calma perduta: le canzoni usate da Kakashi erano allegre, energiche, molto piacevoli da ascoltare e muoversi su quella musica le faceva bene all'anima.

-Bene ragazzi, ora cominciamo con gli esercizi alla sbarra. Chi ha voglia di venire qui a mostrarli una volta, cosicché possa eseguirli anche Hinata?- Chiese Kakashi, guardando i suoi allievi.

-Vengo io sensei!- Rispose Karin con voce frizzante, lisciandosi il body di cotone. Si diresse verso la sbarra e cominciò a eseguire gli esercizi: la figura sottile della ragazza si adattava perfettamente ai canoni previsti dalla disciplina, senza però sfociare nell'esagerazione di Sakura. Era incredibilmente snodata ed eseguiva ogni singolo movimento con una grinta incredibilmente... Fine. Hinata non riusciva a spiegarsi come fosse possibile che tutta quell'energia potesse essere trasformata in pura femminilità e come quel suo sguardo di fuoco potesse rapire il pubblico. Terminata la serie alla sbarra, Karin si volse verso Sasuke sbattendo le palpebre, convinta che fosse lì a guardarla; purtroppo per lei, però, il moretto era intento ad fissare una certa ragazza dagli occhi perlacei che già cominciava seriamente ad odiare.

-Perfetto, ora rifatelo tutti! Anche tu Hinata!- Disse Kakashi. La ragazza dai lunghi capelli blu fece un impercettibile segno di assenso e schizzò in direzione della sbarra, visibilmente agitata. Presto la ragazza si tranquillizzò: da sempre la danza era in grado di calmarla, perciò non aveva mai avuto grossi problemi ad esibirsi di fronte al pubblico. Gli occhi, anzi, l'unico occhio visibile di Kakashi la scrutava con interesse, ricercando ogni singolo difetto, incertezza o difficoltà. Sorrise quando, terminato l'esercizio, si rese conto che aveva più che degnamente sostenuto il confronto con gli allievi del quarto anno. Era quasi in grado di tenere testa a Karin.

-Mh, Niente male. Sasuke, ti ho visto distratto per tutta la durata dell'esercizio, cerca di concentrarti!- Esclamò il sensei, rimproverando il suo pupillo. Nonostante l'atteggiamento decisamente arrogante e presuntuoso del ragazzo, fin dal primo giorno in cui l'aveva visto aveva compreso che quello sarebbe divenuto il suo allievo prediletto. Stile, fascino, tecnica e creatività erano concentrati in quel ragazzo prodigio, appena diciassettenne, in grado di far impallidire al suo confronto parecchi ballerini professionisti.

-Bene... In onore della nostra matricola che ne direste se oggi ci divertissimo con un po' di sana improvvisazione?- Disse Kakashi, strofinandosi le mani. Hinata sentì il suo cuore saltare un battito, in preda alla paura di un ulteriore confronto. Per caso incrociò gli occhi di Karin, colmi di una malefica gioia, e ciò non la aiutò minimamente a calmarsi: sarebbe stata stracciata e avrebbe deluso il sensei, se lo sentiva.

No. Non doveva lasciarsi andare così. Era riuscita ad arrivare fino a quei livelli solo grazie alla sua determinazione e se Kakashi l'aveva portata lì voleva dire che riteneva fosse in grado di competere con quei ragazzi. Poteva sentire la passione scorrerle nelle vene insieme all'adrenalina, i battiti del suo cuore accelerare per prepararsi alla battaglia, i suoi muscoli contrarsi per l'eccitazione... Sorrise a Karin, che ancora la fissava, un sorriso di sfida che non aveva mai lanciato a nessuno in vita sua.

-Bene. Karin, inizia tu: circa un minuto di coreografia, poi toccherai un compagno che a sua volta dovrà fare lo stesso... La musica andrà avanti finché tutti non avrete eseguito l'esercizio. Consideratela una prova ufficiale per aggiudicarvi un buon ruolo allo spettacolo di Natale!-

Kakashi infiammò ulteriormente gli animi con quelle ultime parole, tanto da scuotere anche quella statua impassibile di Neji Hyuga: i suoi occhi di ghiaccio lanciarono più scintille di un falò a Ferragosto. Il sensei inserì il CD nella fessura, facendo partire la canzone. Karin, che si era diretta verso il centro dell'aula, lanciò un ultimo sguardo a Sasuke e a Hinata.

La musica esplose.


“You're so bad you're so bad you're so

You're so bad you're so bad!”


La voce graffiante di Steven Tyler aveva invaso la stanza, mentre Karin si esibiva in una serie di perfette pirouettes.


“You think you're in love

Like it's a real sure thing

But every time you fall

You get your ass in a sling

You used to be strong

But now it's ooh baby please

'Cause falling in love is so hard on the knees


You're so bad you're so bad you're so

You're so bad you're so bad!”


Era strepitosa. Mixava passi di classica, jazz e modern con incredibile naturalezza e trasmetteva tanta di quella energia da apparire quasi elettrica. Gli occhi infuocati lanciavano scintille e in quell'istante Hinata comprese per quale motivo la ragazza era così popolare all'accademia: era dannatamente dotata.


“We was making love when you told me that you loved me

I thought ol' cupid he was taking aim

I was believer when you told me that you loved me

And then you called me someone else's name


Yeah!


There ain't gonna be no more beggin' you please

You know what I want

And it ain't one of these

You're bad to the bone

And your girlfriend agrees

That falling in love is so hard on the knees


You're so bad you're so bad you're so

You're so bad you're so bad!”


La rossa si diresse in pochissimi istanti verso il ballerino moro, fermandosi a una manciata di centimetri da lui e terminando la sua parte aggrappandosi alla sua maglietta con entrambe le mani, quasi volesse marcare il territorio. Sasuke la allontanò, spingendola via, e iniziò una danza sfrenata. Sembrava che tutto a un tratto avessero premuto un interruttore: si era finalmente acceso, ed emanava energia pura.


“Chip off the old block

Man you're so much like your sister

My fantasize it must be out of luck

My old libido has been blowing a transistor

I feel like I have been hit by a fuck...

...Yeah!”


I suoi occhi neri inghiottivano l'anima, come irresistibili buchi neri risucchiavano le attenzioni di chiunque lo stesse guardando. Ogni singolo movimento era perfetto, le gambe si contraevano per dare vita a salti di ogni genere, mostrando ogni singola linea dei possenti muscoli. Le vene sulle sue braccia fecero la loro comparsa quando, dopo aver preso la rincorsa, le utilizzò per effettuare un superbo salto acrobatico.


“I'm Jonesin' on love

Yeah I got the DT's

You say that we will

But there ain't no guarantees

I'm major in love

But in all minor keys

Cause falling in love is so hard on the knees!”


Hinata era senza parole. Le doleva ammetterlo, però il ragazzo che si stava esibendo di fronte ai suoi occhi non era un comune ballerino: si era guadagnato la sua fama onestamente. Forse era la grinta e la passione che sprigionava in quel momento, però la ragazza dagli occhi di perla ebbe quasi l'impressione che quel giovane prodigio stesse ballando solo per lei.

No... Doveva essere una semplice impressione.


“What are you looking for

It's got to be hard core

Must be some kind of nouveau riche

Is this your only chance

Or some hypnotic trance

Let's get you on a tighter leash

Own it own it own it!!”


Hinata quasi si spaventò quando Sasuke, con una spettacolare scivolata, atterrò ai suoi piedi, indicandola. Entrò in panico: perchè aveva scelto proprio lei? Quindi ora era giunto il suo turno? Ma perchè diamine il moro si ostinava a metterla al centro dell'attenzione?

*Basta domande! Datti da fare, Hinata!*

I pochi istanti di stupore lasciarono il posto a una ripresa immediata: il suono della chitarra elettrica sferzava l'aria come il vento autunnale e la ballerina era ormai decisa a spazzare via tutte le foglie.

Quindi, senza indugiare ulteriormente, si fece vento.


“You're so bad you're so bad you're so

You're so bad you're so bad


You ain't that good

Is what you said down to the letter

But you like the way I hold the microphone

Sometimes I'm good but when I'm bad

I'm even better

Don't give me no lip

I've got enough of my own!”


Hinata aveva la capacità di far scomparire il resto del mondo quando ballava, quasi come se si proiettasse in un'altra dimensione. Non le importava più nulla delle opinioni altrui, degli sguardi, ascoltava solo la musica. Il ritmo sembrava scorrerle nelle vene, prendendo il posto del sangue, pompato dal cuore rosso di passione. Solo in quei momenti era veramente sé stessa. Le barriere innalzate dalla timidezza crollavano miseramente, mostrando non più una ragazzina insicura, ma una donna nata per ballare. I suoi piedi si muovevano veloci sul parquet, dando vita a rond de jamb, pirouettes, piquè e tour piquè. Le sue braccia sottili disegnavano linee morbide e precise, formando disegni geometrici nell'aria.


“There ain't gonna be no more beggin' you please

You know what I want

And it ain't one of these

You're bad to the bone

And your girlfriend agrees

That falling in love is so hard on the knees


I'm Jonesin on love

Yeah I got the DT's

You say that we will yeah

But there ain¹t no guarantees

I'm major in love

But in all minor keys

ŒCause falling in love is so hard on the knees!”


La musica cessò e Hinata si lasciò cadere a terra. Si risvegliò da quello stato di trance, quasi di semi-incoscienza, e i battiti del suo cuore, già accelerati per lo sforzo fisico, aumentarono ulteriormente per l'ansia di captare qualche commento sulla sua performance. Socchiuse lentamente gli occhi, quasi avesse paura di osservare le reazioni di quei ragazzi che non avevano fiatato dal momento in cui la musica, una manciata di secondi prima, aveva smesso di risuonare nell'aula.

La prima cosa che vide fu Sasuke: il ragazzo era ancora nella stessa identica posizione in cui l'aveva lasciato. Aveva un sorrisetto compiaciuto e i suoi occhi, così scuri, parvero illuminarsi per un istante. Dietro di lui Karin la guardava quasi sconvolta, il colorito del suo volto aveva assunto una sfumatura bordeaux e le sue mani erano serrate in due pugni poco rassicuranti. Quando la ragazza dagli occhi perlacei si decise ad alzarsi e a guardarsi intorno notò, con un certo disagio, che tutti la fissavano incuriositi. Addirittura Neji, che fino a quel momento aveva accuratamente evitato di incrociare il suo sguardo, ora la osservava con un certo interesse. Un velo di stupore aveva incantato i suoi occhi di ghiaccio.

-Beh...-

La voce del sensei le provocò una fitta al cuore: trattenendo il respiro per l'ansia, Hinata volse l'attenzione alle sue spalle, dove Kakashi sostava con le spalle appoggiate allo specchio.

-...Direi che hai superato l'esame-.


NOTE:

*SBARRA A TERRA: Nella mia scuola di danza si chiamava così. È una lezione dedicata completamente agli esercizi a terra, soprattutto di stretching.

La canzone è "Falling in love" degli Aerosmith. Splendida!


ANGOLO DELL'AUTRICE:

PIETÀ!! ABBIATE PIETÀ DI UNA POVERA STUDENTESSA ALLA PRESE CON LA SESSIONE ESTIVA!!

Sono finalmente riuscita ad aggiornare, seppur con un ritardo spaventoso! Ho dato l'ultimo esame di luglio qualche giorno fa, così ho avuto il tempo di terminare questo lungo capitolo (più di 5500 parole... Il mio record personale!). Spero sia stato di vostro gradimento!

Vi abbraccio forte e vi chiedo nuovamente scusa per il ritardo. Dispiace più a me che a voi non avere il tempo di scrivere, fidatevi!

La vostra indaffaratissima Celeste.

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Capitolo 19
*** Metamorfosi ***


Capitolo 19 - METAMORFOSI


Erano trascorsi quattro giorni da quando Kakashi l'aveva invitata a partecipare a una lezione degli studenti del quarto anno e, per quanto il successo ottenuto sul momento l'avesse estasiata, ora non sapeva dire quanto fosse stato un bene per lei: la notizia aveva fatto il giro della scuola in poche ore e ogni qualvolta le capitava di trovarsi in presenza di altri allievi avvertiva su di sé sguardi pieni di curiosità e invidia. Addirittura Sakura, quando Hinata era tornata in stanza e le aveva raccontato di quell'incredibile esperienza, non aveva reagito come la ballerina dagli occhi perlacei si sarebbe aspettata: aveva ascoltato il suo racconto in silenzio, tenendo lo sguardo basso e stringendo con vigore i lembi delle lenzuola del suo letto. Alla fine aveva ostentato un sorriso forzato, senza riuscire a guardarla dritta negli occhi, e si era complimentata con lei, dicendo che sicuramente avrebbe ottenuto un buon ruolo per lo Spettacolo d'Inverno dell'accademia. Ino, Tenten e Rock Lee, invece, l'avevano abbracciata con forza, sinceramente felici per la loro amica.

Ora, però, era arrivato Venerdì, il giorno in cui i sensei, Tsunade e Danzo si sarebbero riuniti per decidere quali ballerini si sarebbero aggiudicati i ruoli principali al saggio. Tutte le lezioni erano state sospese e i cinque amici avevano invaso la saletta in cui tutte le mattine si allenava Naruto.

-Che ore sono?- Chiese Rock Lee per la quinta volta, con la schiena appoggiata allo specchio.

-Sono solo le 10, sono trascorsi cinque minuti dall'ultima volta che l'hai chiesto! Forza, alzati e allenati con noi, altrimenti la giornata non passerà mai!- Sbottó una spazientita Tenten, senza smettere di riscaldarsi.

-Stai tranquillo amico, da quel che ho visto hai del buon potenziale! Cerca di non entrare in panico- Tentò di tranquillizzarlo Naruto. Sapeva per esperienza diretta quanto quell'attesa fosse snervante, quindi stava dispensando consigli a tutti loro per evitare che qualcuno finisse per rompere il muro a suon di testate.

-Naruto-kun, mi fai rivedere quel movimento?- Chiese Hinata con la sua solita dolcezza.

-Si chiama Sidewalk amore mio, e se me lo chiedi in quel modo non posso che risponderti di sì- Rispose il biondino, facendola arrossire -A proposito, Lee, perché non insegni a Hinata qualche mossa di waackin'? Sono sicuro che tu sia decisamente più bravo di me a ballarlo-.

Il volto del moro si illuminò: fece scattare le sopracciglia a cespuglio verso l'alto, quasi per darsi la spinta, e saltò in piedi, sorprendendo tutti.

-Non chiedo altro che scatenarmi! Musica!- Ordinò Rock Lee, portandosi verso il centro della stanza in pochissimo tempo. Sakura e Ino rimasero di stucco di fronte a quella metamorfosi, mentre Tenten scoppiò a ridere, divertita e felice di rivedere che il suo migliore amico fosse tornato quello di sempre.

-Subito!- Esclamò la ragazza dagli chignon castani, avviandosi verso il lettore CD -Rubo la compilation dal tuo zaino-.

-Bravissima Ten- Disse il ballerino, sfregandosi le mani e voltandosi verso Hinata -Pronta a iniziare?-

-Non vedo l'ora!- Rispose ridendo la ragazza dagli occhi perlacei.

La musica partì: era vivace, pazza era il termine più appropriato. Non era esattamente il genere di Hinata, ma la ragazza non riusciva comunque a stare ferma su quelle note.

-Alza le braccia e quando sono in verticale piega i gomiti e porta un avambraccio davanti alla fronte e l'altro dietro la nuca. Poi raddrizzali e scambiali di posto- Spiegò Lee, mostrandole il movimento -Questo è il passo base del waackin', tutto è concentrato sulla velocità e sullo stile, soprattutto sullo stile: ricorda, è un ballo sensuale, devi pensare solo a sedurre chi ti guarda!-

A Hinata venne da ridere guardando il suo amico muoversi in quel modo sinuoso, eppure dovette ammettere la sua superiorità: lei non era decisamente in grado di compiere quei movimenti in modo così naturale.

-Forza Hinata-chan, provaci!- La incoraggiò Naruto, sorridendo solare.

*Ma sì- pensò la ragazza- in fondo ballare è soprattutto lasciarsi andare*.

Hinata si lanciò in una danza scatenata, tentando di copiare i movimenti di Rock Lee, muovendo i fianchi e le braccia a tempo.

Era la pazzia degli anni '70 a Los Angeles, dei night club, della vita vissuta senza limiti all'insegna della sregolatezza. Era un viaggio nel tempo, un salto indietro nella storia di una danza nata dal punkin' delle discoteche gay, poi unitosi con elementi del locking. Pura femminilità, passione, seduzione... Il waackin' è tutto questo.

-Wow! Brava Hina-chan!- Esclamò Ino battendo le mani -Al tuo confronto io sembro un manico di scopa quando mi muovo!-

-Stai migliorando un sacco ballerina. E sei qui solo da due settimane!- Aggiunse il ragazzo dagli occhi cerulei, correndo verso di lei per abbracciarla.

Sakura la osservava da lontano, seduta dall'altro lato dell'aula. La ragazza dai capelli rosa non riuscì a trattenere un sorriso di fronte alla timidezza e all'umiltà con cui Hinata ascoltava i complimenti a lei rivolti. Come si poteva tenere il muso a una ragazza tanto dolce? Nel giro di due settimane era entrata nel suo cuore, le aveva tenuto la mano, prestato orecchio alle sue confessioni, le aveva addirittura retto la fronte nei momenti peggiori, in quel dannato bagno che in così poco tempo era già divenuto testimone silenzioso del suo pericoloso stato di salute. Era pura, Hinata, pura e sincera come lo erano pochissime persone al mondo, una perla rara come i suoi occhi limpidi. Sakura si alzò, senza pensarci due volte, e le andò incontro. Hinata la vide subito: la stava aspettando da giorni. Aveva assistito da lontano a quel suo conflitto interiore, ben sapendo che questa volta non avrebbe potuto fare nulla per aiutarla, essendo lei stessa il problema. Aveva atteso, fiduciosa che presto sarebbe tornata, e lei sarebbe stata pronta a sorreggerla di nuovo, a camminare al suo fianco come solo le vere amiche possono fare. Si staccò da Naruto e la guardò negli occhi, sorridendo: ormai le separava solo un metro scarso di parquet. La rosa si fermò, volgendo lo sguardo verso il basso.

-Hina-chan... Sono orgogliosa di te. Sono felice che tutto stia andando per il verso giusto, te lo meriti e non mi stupirei se Kakashi ti desse una parte importante nel balletto. Sono fiera di essere tua amica-.

Lo disse tutto d'un fiato. Era vero, ogni singola parola era detta col cuore. L'invidia che l'aveva divorata in quegli ultimi giorni era ormai praticamente svanita, lasciando il posto all'ammirazione e al desiderio di migliorarsi per raggiungere il suo livello. Avrebbe lavorato giorno e notte per farcela. Nel giro di pochi istanti due candide braccia la avvolsero in un abbraccio caloroso e una cascata di capelli blu la travolse di sorpresa.

-Oh, Sakura-chan... Ti voglio bene!-


***


Gli allievi della KDA erano tutti spiaccicati nei corridoi. Ormai si erano fatte le cinque del pomeriggio e i ragazzi cominciavano a chiedersi se i sensei stessero ancora discutendo o se fossero morti tutti. Gli altri anni, solitamente, verso mezzogiorno i nominativi venivano appesi in bacheca. Nella storia della Konoha Dance Academy il record di attesa aveva sfiorato le tre del pomeriggio, ma mai fino ad allora era capitata una cosa simile. Ormai anche i più sicuri cominciavano ad avere qualche sospetto, nonostante tentassero vanamente di nascondere la preoccupazione.

-Non capisco! Sicuramente non è colpa di Kakashi, i protagonisti del suo balletto saremo io, Sasuke-kun e Hyuga. Hyuga NEJI ovviamente!- Continuava a ripetere Karin, alzando la voce in modo da farsi sentire dal maggior numero di persone possibile.

Il balletto era organizzato in più parti, ognuna ideata da un sensei diverso. Il pezzo coreografato da Kakashi, ogni anno, era sempre il più atteso in assoluto: era considerato un genio in tutto il mondo e non a caso la sua coreografia chiudeva sempre la scaletta. Per questo riusciva sempre ad aggiudicarsi i migliori ballerini della scuola per il suo pezzo. Anche essere nelle ultime fila era un onore con lui. Hinata cominciava a sentirsi male in mezzo a quella calca, ma non aveva alcuna intenzione di allontanarsi da lì: era a pochissimi metri dalla bacheca e sentiva un bisogno viscerale di sapere il prima possibile che ruolo avrebbe avuto. Sentì delle braccia raggiungere le sue spalle e avvolgerla.

-Andrà tutto bene- Disse Naruto, stampandole un bacio sulla guancia.

In quel momento, finalmente, la porta della stanza in cui stava avvenendo la riunione si aprì con cautela e la massa di ragazzi in attesa esplose in un fermento ancora maggiore. Shizune, un po' spaventata da quella reazione, tentò invano di mantenere la calma e si avviò verso la bacheca, spintonando gli allievi che trovava sul suo cammino. Appena ebbe appuntato i quattro fogli sul truciolato, la segretaria si dileguò, allontanandosi per riprendere aria, e la gente cominciò a spingere ancora di più.

Una delle prime a raggiungere la bacheca fu Karin e Hinata seppe, anche se ancora non poteva vedere i fogli, che dalla sua reazione avrebbe capito parecchie cose. E in effetti così fu: la rossa si avvicinò con aria spavalda al foglio di Kakashi e, improvvisamente, sbiancò. Il suo solito sorrisetto lasciò il posto a un'espressione disgustata e all'improvviso cominciò a cercare con foga il suo nome su quei fogli. Hinata non poteva credere ai suoi occhi: davvero Karin era stata messa da parte? Non poteva più resistere: la ragazza dagli occhi perlacei mandò a quel paese la gentilezza e si precipitò al fianco della rossa, scavalcando tutti.


SPETTACOLO D'INVERNO DELLA KONOHA DANCE ACADEMY


Tema scelto: l'amore nell'età contemporanea.


Coreografia di Hatake Kakashi: Rock 'n love.


Protagonisti:

Hyuga Hinata

Uchiha Sasuke

Hyuga Neji

Sai Shin*


Hinata sentì le ginocchia cedere per l'emozione. Non poteva credere a ciò che le si era parato davanti agli occhi. Quasi non si accorse che Naruto l'aveva abbracciata, stritolandola in una morsa d'acciaio, finché lui non le indicò un piccolo asterisco in fondo al foglio:


*La coreografia sarà creata con la collaborazione di Uzumaki Naruto per la parte di hiphop.


-Non posso crederci, è un sogno!- Esclamò Hinata, sentendo le lacrime di gioia che cominciavano a bagnarle le guance.

-Tu, brutta puttana!- La apostrofò Karin, anch'essa in lacrime, ma per altri motivi -Me la pagherai!-

-Chi è la fallita adesso, cara cugina?- Infierì Naruto, mostrandole la lingua.

-Naruto-kun, smettila...- Disse la ragazza dagli occhi perlacei, un po' dispiaciuta: in fondo lei non aveva mai voluto provocare dolore a nessuno. Guardò gli altri fogli e vide che Karin era stata scelta come prima ballerina per la reinterpretazione di "Romeo e Giulietta" coreografata da Yamato. -Beh, siamo entrambe protagoniste di una parte dello spettacolo... Sono certa che avrai tutte le carte in regola per tenere gli occhi del pubblico incollati al palcoscenico. Sarà la platea a giudicare la performance migliore e sarò felice, anzi, fiera di confrontarmi con una ballerina del tuo calibro- Disse Hinata, sorridendo.

Karin rimase impietrita di fronte a quelle parole. Per un momento il suo sguardo tradì un barlume di debolezza, quasi stesse per cedere alla gentilezza con cui quella ragazzina del primo anno le aveva lanciato la sfida. Ma quell'istante fu immediatamente superato da una nuova scintilla, che riaccese il suo bollente sguardo di fuoco.

-Vai a quel paese mocciosetta. Spero che tu quella sera cadda davanti a tutti e ti spacchi quel bel sorrisino da deficiente-.

Detto questo, la rossa girò i tacchi e se ne andò furibonda.

-Beh... ci hai provato! Noi Uzumaki siamo dei gran testoni- Disse Naruto, scompigliandole i capelli con affetto.

-AAAAAH!- L'urlo di Ino li fece sobbalzare -Per tutti i Kami! Io e Sakura siamo tra i personaggi secondari del balletto di Kakashi! Non saremo relegate in quarta fila, Che emozione!-

-Già, è un sogno!- Esordì Sakura, felicissima. I suoi occhi verdi sembravano brillare molto più del solito.

-GENTEEE!! Mi hanno scelto per il ruolo di Mercuzio nel balletto di Yamato-sensei!- Esclamó Lee, saltellando gioioso -E Tenten è stata scelta per fare la balia!-

Il gruppo di amici era fuori di sé dalla gioia. Si abbracciavano, si congratulavano tra loro, si riabbracciavano, increduli di fronte a tanta fortuna. Gli altri ballerini li guardavano, stupiti, molti con un'espressione invidiosa stampata sul viso: non potevano credere che dei ragazzi del primo e secondo anno potessero avere dei ruoli fondamentali nello spettacolo d'inverno.

-Credo che adesso sia arrivato il momento di andare. Ko sarà qui a momenti e io devo mettere a posto le ultime cose- Disse Hinata, un po' dispiaciuta di non avere il tempo di festeggiare quel magnifico momento con i suoi amici. Un'altra settimana era volata in loro compagnia e cominciava seriamente a considerarli indispensabili: per la prima volta in vita sua aveva dei veri amici e un ragazzo che amava e ricambiava i suoi sentimenti. Non poteva credere in tanta fortuna tutta insieme e si disse, per l'ennesima volta, che sarebbe stato tutto perfetto se ci fosse stata anche Hanabi.

Sì, quella sera l'avrebbe chiamata.

Era da qualche giorno che non sentiva la sorella e doveva assolutamente raccontarle tutti gli eventi capitati in quella strepitosa settimana. Quanto le mancavano le chiacchierate con lei, la sera, sul letto della sua camera! Chissà come stavano andando le cose a New York, chissà come si trovava, se aveva degli amici veri, delle persone con cui potersi confidare. Chissà se sentiva anche lei la sua mancanza, se a volte desiderava tornare in Giappone da lei e da suo padre, al rifugio nel suo nucleo familiare. Naruto notò l'espressione malinconica della sua ragazza e si chiede a cosa stesse pensando esattamente: a volte avrebbe voluto poter occupare tutti i suoi pensieri, senza farle pensare al resto del mondo. Eppure talvolta la luce dei suoi dolci occhi perlacei si affievoliva.

-Che succede piccola?- Le sussurrò all'orecchio con discrezione, tentando di non farsi sentire dagli altri ragazzi.

-Niente amore, stai tranquillo, stavo solo pensando ad Hanabi-chan- Rispose lei, sorridendo amaramente -Talvolta mi manca moltissimo, vorrei poter abbattere questa maledetta distanza fisica che ci separa-.

Naruto le accarezzò i capelli, tentando di consolarla, ben sapendo che non avrebbe potuto colmare il vuoto lasciato da una sorella. Non aveva mai avuto fratelli, però sapeva cosa fosse la solitudine, e gli si stringeva il cuore al solo pensiero che un angelo come lei dovesse provare un sentimento così devastante.

-Ricordati sempre che io sono qui per qualsiasi cosa. Non ti lascerò mai sola, è una promessa!- Esclamò il biondino, con gli occhi colmi di determinazione.

-Hinata-chan!-

La ragazza dai lunghi capelli blu volse lo sguardo verso la provenienza di quella voce tanto conosciuta quanto amata e ritrovò il sorriso.

-Ko-chan! Sei già qui!-

-Già, ma cos'è questo fracasso? Perché siete tutti ammassati qui?- Chiese l'uomo, guardandosi intorno prima di abbracciare la sua passeggera preferita.

-Ko-chan, sarò protagonista dello spettacolo d'inverno per il pezzo di Kakashi!- Esclamò, felice -E Naruto-kun curerà la coreografia per quanto riguarda la parte di hip hop!-

Ko rimase scioccato da quella notizia inaspettata: non pensava che la sua Hina-chan si sarebbe affermata così presto alla KDA. Dopo pochi secondi di incredulità iniziale scoppiò a ridere e abbracciò la dolce ballerina dagli occhi perlacei, felice come se fosse stata sua figlia.

-È una notizia meravigliosa Hinata! Sono orgoglioso di te, e anche Hiashi-sama lo sarà, vedrai! Dobbiamo assolutamente festeggiare!-

-Grazie Ko, per una volta anche io mi sento orgogliosa di me stessa!- Disse Hinata, sorridendo -Ora vado a prendere le valige così potremo partire-.

-Ti accompagno io a prenderle- Le disse Naruto, dandole un bacio sulla guancia.

Salirono le scale di corsa, ancora increduli per la fortuna toccata loro.

-Capisci Hina-chan? È la nostra occasione, dattebayo! Kakashi-sensei mi aveva parlato di questa possibilità, ma non credevo possibile che riuscisse a convincere Danzo!-

-Aspetta... Ne avevate parlato?- Chiese Hinata, incredula del fatto che lui non le avesse detto nulla.

-Beh, considera che sono stato io a proporre il titolo "Rock 'n love"! Sarà uno spettacolo meraviglioso, vedrai. Abbiamo parlato anche delle possibili tracce da utilizzare come base musicale...-

-E perché non me ne hai parlato?- Chiese la ragazza, leggermente indispettita.

-Volevo che fosse una sorpresa! E poi te l'ho detto, non credevo che Kakashi riuscisse a convincere quella serpe di Danzo!-

Nel frattempo erano arrivati in camera. Gli altri ragazzi erano rimasti al piano terra, perciò erano soli nella stanza della ragazza. Hinata si sedette sul letto per mettere in valigia le ultime cose e Naruto si sedette al suo fianco.

Era troppo bella. Si soffermò, per l'ennesima volta da quando l'aveva conosciuta, ad ammirare i suoi splendidi lineamenti, la sua pelle candida, gli occhi chiarissimi incorniciati dalle lunghe ciglia e le labbra rosee, visibilmente morbide. Avvertì l'istinto primordiale di scaraventarsi su di lei, senza ritegno, per farla sua in quel momento. Era così pura, dannatamente pura, e quella sua bellezza verginale non faceva che stuzzicarlo ancora di più. Hinata si fermò un secondo, sentendo il letto tremare lievemente: si accorse dello sguardo di Naruto su di sé e si rese conto che quello che sentiva era il cuore del suo ragazzo in preda alle palpitazioni.

-Naruto-kun! Stai bene?- Chiese preoccupata. Naruto deglutì a vuoto, rendendosi conto che la saliva era divenuta ormai un lontano ricordo, e non resistette più: la prese tra le braccia e la baciò come non aveva mai fatto.

Era un bacio passionale, quasi bestiale, dettato da un istinto irrefrenabile che lo spingeva ad abbracciarla sempre più forte, per sentirla vicina. Avrebbe voluto fondersi con lei, fare di loro un unico elemento perfetto, farsi strada nel suo cuore e farlo battere all'unisono col suo, che ormai era letteralmente impazzito. Hinata rimase spiazzata dall'irruenza di quell'uragano biondo e dalle emozioni che l'avevano invasa immediatamente dopo.

-N..Naruto-kun...- Surrurrò, quasi impercettibilmente, quando la mano audace del biondino si introdusse indiscreta sotto la sua maglietta. Sentì la pelle bruciare sotto le dita di lui, eppure venne scossa da violenti brividi quando, ormai succube della passione, Naruto cominciò a stuzzicarle il capezzolo sinistro.

Avrebbe voluto mangiarlo. A quanto pare la sua bocca agì prima che il cervello potesse frenare l'ordine, perché Hinata si ritrovò a mordere e succhiare il collo del suo ragazzo, imprimendo per la prima volta il proprio marchio sulla pelle di lui. Quando la ragazza dagli occhi perlacei si staccò per riprendere fiato e vide il livido che aveva prodotto, però, qualcosa si spezzò.

*Ma che diamine sto facendo?*

Con una spinta Hinata allontanò Naruto da sé, spaventata dalla sua stessa reazione.

-Hinata-chan! Che succede?- Chiese il ragazzo, spalancando gli occhi cerulei: forse era stato troppo affrettato? Eppure lei sembrava ricambiare inizialmente...

Hinata non rispose: ancora scossa dalla sua totale perdita di controllo, si premette una mano sul petto. Aveva quasi paura che il cuore potesse esploderle o saltare fuori dallo sterno tanta era la potenza con cui pompava sangue. Ancora in preda alle palpitazioni, trovò finalmente il coraggio di alzare lo sguardo su Naruto, che nel frattempo la stava fissando preoccupato per il modo brusco con cui era fuggita dalle sue braccia.

-Naruto... Io... Scusa...- Sussurrò Hinata con voce flebile. Non aveva parole, non sapeva nemmeno chi fosse la ragazza che, poco prima, aveva addentato la carne di Naruto come una bestia affamata. Dov'era finita la sua timidezza? Quella che adesso le imporporava le guance con sempre maggiore intensità? Più sentiva lo sguardo sconcertato di Naruto addosso e più avvertiva il viso scaldarsi per il passaggio esagerato di sangue.

-Sai... È normale! Può capitare di lasciarsi trasportare dalle emozioni in momenti come questi. È un po' come quando balli: quando improvvisi non pensi troppo a quello che fai. Ti lasci andare, ti abbandoni totalmente alla musica e ogni tuo gesto, qualunque movimento di ogni singola parte del tuo corpo è dettato dal cuore, non dal cervello. Questa si chiama passione, Hinata. E la passione talvolta sa trasformarci, sa far uscire quella parte che teniamo chiusa dentro di noi, nascosta addirittura a noi stessi, come una farfalla che esce dal bozzolo nel quale tutti pensavano che ci fosse ancora il solito bruco-.

La ragazza dagli occhi perlacei pendeva dalle labbra del biondino, immersa in una riflessione che, pian piano, la stava rassicurando. Adesso era conscia del fatto che lei, come tutti, non era statica, non indossava sempre la stessa maschera. Ma d'altronde, proprio come Naruto le aveva fatto notare, se ne era sempre resa conto ballando: quella che lei, indefinitamente, aveva sempre definito e descritto come uno "stato di trance" in cui ricadeva nel momento in cui lasciava che la musica le entrasse nel cuore, altro non era che pura e semplice passione. Da tutta la vita associava quel fenomeno alla danza, eppure, da quando aveva conosciuto lui, quella sensazione meravigliosa l'aveva invasa anche al di fuori della palestra, dove non poteva godere del tanto familiare profumo di parquet, ma aveva a che fare con qualcosa di più dinamico, ignoto. Questo da una parte la spaventava, ma dall'altra la stuzzicava il pensiero di poter provare nuove situazioni e sensazioni; voleva viverle tutte, una dopo l'altra. Senza fretta, certo, però era più che decisa a volerle vivere.

-Naruto-kun... Grazie. Ti amo, davvero!- Bisbigliò Hinata, abbracciandolo. Il ragazzo dagli occhi cerulei ricambiò il gesto, mentre con una mano le accarezzava i lunghi capelli blu, lasciati finalmente sciolti dopo una settimana in cui erano rimasti severamente strizzati nello chignon.

-Forza, finiamo di preparare queste benedette valige e scendiamo di sotto, altrimenti Ko penserà che io ti abbia rapita!- Esclamò Naruto, sfoggiando il suo più bel sorriso. Hinata si lasciò sfuggire una risata liberatoria, dopodiché si alzò per prendere il resto della sua roba.

Sì, avrebbe vissuto tutto ciò che la vita le stava generosamente offrendo.


NOTE: Siccome non si conosce il vero nome di Sai ho deciso di utilizzare come cognome il nome di suo fratello Shin, che non comparirà in questa ff.


ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti miei cari lettori!

Beh, questa volta il ritardo non è poi così eccessivo, anche se il capitolo non è lungo come quello dell'altra volta. Certo, sono comunque quasi 4000 parole se non vado errata!

Allora, sto cercando di impegnarmi molto di più, ultimamente sto cercando di lavorare sul mio stile e pian piano mi sembra di essere migliorata almeno un pochino... Voi cosa ne pensate? Se avete perplessità, opinioni, accorgimenti vari VI PREGO, elargite consigli! Sono affamata di critiche, voglio davvero migliorare!

Vi mando un grosso bacio,

Celeste

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Capitolo 20
*** Pece ***


Capitolo 20 - PECE


Odore di pece.

Si era concentrata su quello, Hinata, per evitare lo sguardo di Sasuke fisso su di lei. Quei due occhi neri, come la pece appunto, le si erano incollati addosso da quando era entrata in aula quel lunedì pomeriggio. C'erano solo lei, quel dannatissimo sbruffone e l'enigmatico Sai, in attesa dell'arrivo di Naruto, Kakashi e Neji. Pensava che si sarebbero allenati insieme al resto dei ballerini, invece aveva scoperto che Kakashi aveva deciso di farli provare in un orario diverso dagli altri.

Sarebbero stati solo loro sei.

Hinata osservò la cassetta contenente la pece, posta in un angolo della stanza: era un altro degli odori che la accompagnava fin da bambina, da quando aveva indossato per la prima volta le punte. Aveva sempre avuto paura di scivolare, soprattutto all'inizio, quindi ne usava sempre tantissima, senza preoccuparsi di imbrattare tutto il parquet.

-Allora? I tuoi genitori erano contenti di sapere che sei stata scelta come protagonista?- Chiese Sai, tentando di rompere il ghiaccio.

La ragazza chiuse gli occhi e sospirò, ripensando alla reazione che aveva avuto suo padre la sera in cui era arrivata a casa e gli aveva annunciato la notizia.

 


-Oto-san? Sono a casa!-

Non capiva perché suo padre non fosse venuto ad accoglierla all'entrata, come la settimana precedente. Questa volta addirittura non si lasciava trovare e ciò la lasciò parecchio sconcertata.

-Oto-san!- Ripeté, un po' scocciata. Attese qualche secondo, poi si diresse verso l'ufficio di suo padre, sicura che l'avrebbe trovato rinchiuso lì dentro. Batté tre colpi contro la porta e quando sentì la voce di Hiashi darle il permesso di entrare Hinata spinse la maniglia verso il basso e fece il suo ingresso, rimanendo ad osservare il padre dall'entratai.

-Buonasera-. Disse semplicemente, con tono freddo.

-Hinata!- Esclamò l'uomo, visibilmente sorpreso -Ma... Che ore sono? Sei in anticipo!-

-Papà, sono le nove! Sono in ritardo di un'ora!- Disse la ragazza dagli occhi perlacei, allargando le braccia, esasperatata.

-Oh... Di già? Perdonami, avevo completamente perso la cognizione del tempo!- L'uomo si alzò, dirigendosi verso la figlia con passi lunghi e svelti. Le scompigliò i capelli, abbozzando un sorriso, e Hinata non riuscì a rimanere arrabbiata con lui. Sorrise a sua volta, assumendo poi un'espressione preoccupata.

-Lavori troppo...-

-È un periodo complicato-.

-Lo è sempre per te. Non dovresti stressarti tanto-.

Hiashi sospirò ponendo una mano sulla spalla di sua figlia: sapeva quanto avesse ragione, ma quell'impero finanziario doveva pur essere sostenuto da qualcuno. Eppure certe volte si sentiva proprio come Atlante, costretto a portare il mondo sulle spalle.

-Comunque ho una notizia meravigliosa da darti!- Riprese Hinata, questa volta con un gran sorriso stampato sul volto -Sarò una delle protagoniste al balletto d'inverno!- Esclamò infine, aspettando impaziente la reazione del padre.

-Oh... Beh... Congratulazioni- Disse Hiashi, mentre un sorriso stanco compariva sul suo volto -Sono felice per te. Ora perdonami Hinata-chan, ma come hai detto tu ultimamente sto lavorando troppo. Sono stremato, ho bisogno di andare a letto-.

A Hinata caddero le braccia. Rimase a guardarlo con gli occhi spalancati mentre il padre si avviava lentamente verso la sua camera da letto. Non si aspettava certo che facesse i salti di gioia, ma un minimo di considerazione in più se la sarebbe meritata questa volta!

-Non sia mai che tu sia orgoglioso di me...- Borbottò piano, quando ormai il padre non poteva sentirla. Si voltò di scatto e si diresse anche lei verso la sua stanza, con gli occhi brucianti di lacrime pronte a uscire.

Le era passata la fame.

 


-Allora?- Chiese Sasuke, destandola dai suoi pensieri -La mammina era felice di potersi vantare della sua figlioletta?-

Se Hinata avesse potuto osservarsi da un'altra angolazione probabilmente non si sarebbe riconosciuta: i suoi occhi quasi bianchi si piantarono in quelli neri di Sasuke, facendolo (suo malgrado) rabbrividire.

-Mia madre è morta, pezzo di imbecille-.

In quel momento nella stanza cadde il gelo più totale. Sasuke era rimasto immobile, interdetto: per la prima volta i suoi occhi tradirono un leggero imbarazzo e si ritrovò a fissare il parquet in cerca di un modo per tirarsi fuori da quella situazione.

-È tutta colpa mia... Non avrei dovuto impicciarmi- Disse Sai, abbassando anche lui lo sguardo -Mi dispiace, Hinata-.

-Non preoccuparti- Gli rispose la ragazza, incurvando le labbra in un sorriso gentile. Il suo viso si era disteso e il suo sguardo era tornato quello dolce di sempre.

Come se l'atmosfera non fosse già abbastanza tesa, anche Neji fece il suo ingresso nella stanza. Hinata si voltò a guardarlo, ma il ragazzo faceva ben attenzione a evitare che i loro occhi si incontrassero.

-Buongiorno!- Lo salutò Sai con quel suo strano sorriso che gli stirava le labbra sottili. In risposta ottenne solo un silenzioso cenno del capo, mentre il suo sguardo indecifrabile vagava nel vuoto.

Incredibile a dirsi, Naruto e Kakashi entrarono in aula contemporaneamente, con soli dieci minuti di ritardo.

-Sono andato a recuperarlo per trascinarlo qui il più in fretta possibile!- Esclamò Naruto, entrando con le mani incrociate dietro la nuca. Quel suo sorriso a trentadue denti illuminò l'ambiente, portando il calore che serviva a spezzare la tensione. Hinata lo ringraziò tacitamente, sentendosi improvvisamente sollevata.

-Direi che prima di iniziare dovremo fare il punto della situazione. Sediamoci, così vi spiego cosa ho intenzione di fare- Esordì Kakashi. I cinque ragazzi obbedirono, sedendosi in cerchio e tendendo l'orecchio incuriositi. -Innanzitutto credo che dobbiate sapere quanta fatica mi è costata ottenere il permesso di fare questo spettacolo: Danzo ha fatto parecchio ostruzionismo. Quando ho proposto l'idea di utilizzare delle basi musicali alternative a quelle più classiche ho scatenato il putiferio- Cominciò a raccontare l'uomo -Ma grazie al cielo ho potuto contare sull'appoggio di tutti gli altri presenti, Hiruzen compreso. Molto più difficile, invece, è stato convincerli che Hinata era perfetta per questo ruolo. Hanno fatto talmente tante storie che ho dovuto minacciare di dare le dimissioni!-

Hinata sbiancò a quelle parole: davvero il sensei era arrivato fino a quel punto? Credeva così tanto in lei?

-Comunque, questo non ha importanza perché come potete vedere sono ancora qui tra voi. E ho anche tutti i ballerini di cui ho bisogno per mettere in piedi uno spettacolo decente!- Fece una pausa sorridendo ai suoi allievi e a Naruto, elettrizzato come non mai. -Passiamo alla trama: Hikari, interpretata da Hinata, è una ragazza timida, ma molto bella, che una sera si lascia trascinare da alcune sue amiche in un locale. Quella sera conosce il cantante della band che suona lì dentro, Iwao, interpretato da Sasuke. È il classico ragazzaccio sregolato, pronto a sedurla. Conosce anche Daiki, il bassista, interpretato da Neji, molto amico di Sasuke nonostante il carattere decisamente più pacato. Il giorno dopo, al supermercato, conoscerà Tai, che sarà interpretato da Sai, anche lui appassionato di musica rock e chitarrista. Hikari rimarrà colpita dal carattere di Iwao, ma anche da quello di Tai, e riverserà tutti i suoi dubbi su Daiki, che diventerà il migliore amico della ragazza, il quale si innamorerà molto presto di lei. Dunque alla fine Hikari si ritroverà tra tre fuochi: comincerà a frequentare Tai, ma vivrà una notte di passione con Iwao, al cui fascino non saprà resistere. Alla fine Daiki rinuncerà ad Hikari, rendendosi conto che non potrà mai avere il cuore della ragazza, e andrà a parlare con Tai chiedendogli di non farsi scappare Hikari e di darle un'altra possibilità. Prenderà dunque la decisione di partire e lasciare la città. Si termina con un balletto finale in cui i quattro protagonisti danzeranno assieme, per poi lasciare solo Tai e Hikari sulla scena-.

I quattro ballerini ascoltarono attentamente, mentre Naruto si sfregava le mani agitato: in fondo lui stesso era in parte ideatore della trama.

-Ah, che finale inverosimile!- Sbottó Sasuke, senza riuscire più a trattenersi -Alla fine le ragazze scelgono sempre gli stronzi! Vero, Hinata?-

La ragazza dagli occhi perlacei sbiancò, per poi arrossire istantaneamente di fronte alla sfacciataggine del coprotagonista: come si permetteva di parlarle in quel modo di fronte al suo ragazzo?

-Non so che tipo di ragazze conosca tu- Ribatté dunque, freddamente, mentre Naruto tirava un sospiro di sollievo: per un attimo aveva sospettato che tra i due ci fosse qualcosa.

-Mh, non mi sembrate molto affiatati qui... Che rapporto avete fuori da quest'aula?- Chiese il sensei, strofinandosi una mano sul mento con leggera preoccupazione. Neji e Hinata bofonchiarono qualcosa di non ben udibile, mentre Sasuke sembrava spassarsela di fronte a quel teatrino.

-C'è poco da ridere, teme!- Esclamò Naruto, stringendo i pugni di fronte alla reazione del moro -Dovrete cercare di lasciare fuori di qui tutti i vostri sentimenti reali, tentare di comportarvi in modo civile e recitare la vostra parte. Anche se a te il personaggio stronzo e gonfiato come un tacchino calza a pennello, non è vero?-

-Ehi!- Intervenne Kakashi -Questo vale anche per te, Naruto. Sarai anche un mio collaboratore, ma la disciplina va rispettata da tutti. Non voglio sentire frecciatine o insulti in questa stanza durante le prove. Ci siamo intesi?-

I cinque ragazzi annuirono, più che altro raggelati dall'espressione minacciosa che aveva assunto il loro sensei.

-Bene... Direi che possiamo cominciare!- Rise poi, cambiando totalmente faccia nel giro di un istante.

I ragazzi si guardarono di soppiatto tra loro, tentando di studiarsi il più possibile: non sarebbe certamente stata una passeggiata.


***


Hinata era distrutta. Erano ormai quasi le otto di sera quando finalmente si ritrovò a trascinarsi su per le scale, diretta nella sua stanza. Naruto era corso a casa, inveendo contro Kakashi, che aveva preteso di trattenerli fino a quell'ora. Avevano provato per cinque ore, immagazzinato una quantità di informazioni in grado di sovraccaricare anche un PC e i suoi motoneuroni avevano disertato. Lavorarare insieme a dei geni quali Sai, Neji e Sasuke era sì molto stimolante, ma a tratti anche frustrante: si era resa conto di avere molte più difficoltà di loro e questo faceva vacillare la sua già precaria sicurezza. Aveva il terrore di deludere Kakashi e che per colpa sua il sogno di Naruto di dare vita a uno spettacolo di successo venisse infranto. La coreografia era dannatamente difficile, complessa, di un livello nettamente superiore a quello a cui era abituata.

La porta della sua stanza le apparve di fronte come un miraggio: bussò, incapace di cercare le chiavi nella borsa, e attese che Sakura venisse ad aprirle.

-Hinata-chan! Stai bene?- Esclamò la rosa, fissandola con preoccupazione. Non l'aveva mai vista così abbattuta, sembrava che si reggesse in piedi per miracolo.

-Doccia...- Borbottò la ragazza dagli occhi perlacei, superando la sua coinquilina e aggrappandosi alla maniglia della porta del bagno come se fosse la sua unica ancora di salvezza. Si tolse il body, le calze e le mutande con un unico movimento, abbandonandole arrotolate in un angolino, e si buttò sotto il getto d'acqua fredda senza neppure togliersi la fasciatura che le conteneva il torace. Tanto non ci sarebbe riuscita, in quelle condizioni. Rabbrividì, ma si lasciò sfuggire comunque un sospiro di sollievo: non aveva mai sudato tanto in tutta la sua vita. Regolò la temperatura, abbandonandosi in quell'oblio, sentendo un po' di tutta la fatica accumulata scivolare via dalla pelle insieme all'acqua. Lentamente, nonostante il dolore alle spalle, si liberò il seno da quella morsa d'acciaio e gettò bende e reggiseno nel lavandino lì vicino, ormai completamente fradici. Si gustò quel quarto d'ora di relax, approfittando per lavarsi i capelli, finché non uscì, avvolta in un grande asciugamano blu. Vide che Sakura le aveva lasciato lì vicino le sue ciabattone di spugna e sorrise per quel gesto semplice ma affettuoso. Si avvolse un asciugamano più piccolo intorno ai capelli, facendo un turbante, e uscì dalla stanza per trovarsi di fronte le sue coinquiline.

-Allora, com'è andata?- Chiesero all'unisono, fissandola preoccupate e curiose.

-Credo che ogni fibra dei miei muscoli stia urlando di dolore in questo momento. I ragazzi sono incredibilmente bravi, qualcosa di spettacolare, e Kakashi è tostissimo. Naruto gesticolava come un pazzo dando ordini a destra e a manca, si divertiva come un pazzo a dire a Sasuke cosa fare. E io mi sentivo elettrizzata, un po' come un pesce fuor d'acqua a dire la verità... Sono stanchissima e non so se sarò all'altezza di questo ruolo, però ho dato tutta me stessa oggi e ho intenzione di continuare così- Rispose Hinata, con voce stanca, ma determinata.

-Brava piccola, così ti voglio! E vedrai che andrà tutto benissimo!-Esclamò Ino, abbracciandola.

Hinata ebbe appena il tempo di vestirsi, quando sentì bussare: Ino andò ad aprire, e un uragano verde entrò nel mini appartamento, spezzando la calma momentanea che aleggiava poco prima.

-Ragazze, che pomeriggio! Wo-hooooo!-

-Lee, santo cielo... Rilassati...- Disse Sakura, con voce pacata, mentre spegneva il fuoco sotto il bollitore per fare il tè.

-Hinata! Avresti dovuto vedere l'espressione di Karin oggi! Era furibonda!- Disse Tenten, entrando e portando con sé un'enorme scodella di insalata -Ne volete un po'? Non so se avete già mangiato...-

-Oh, sì, ti prego! Muoio di fame e non ho le forze per prepararmi qualcosa!- Rispose Hinata, ringraziandola con gli occhi.

Si sedettero tutti insieme a mangiare e a parlare, anche Sakura, che negli ultimi giorni stava perdendo l'abitudine di sparire in bagno anche dopo aver inghiottito un grissino. Mangiava sempre molto poco, però nessuno aveva insistito su quella faccenda, anche se ormai tutti avevano compreso la gravità della sua situazione. Su consiglio di Hinata nessuno le chiedeva mai se volesse il bis o si proponeva di preparare la sua porzione, lasciando sempre che si servisse da sola. E in effetti i risultati di quella strategia stavano pian piano dando i suoi frutti: quella mattina aveva addirittura assaggiato una microscopica fettina di torta, preparata da Hinata nel weekend.

-Ragazzi- Esordì Hinata una volta terminata la cena, attraendo l'attenzione su di sé -Vi andrebbe di conoscere mia sorella? Tra poco dovrei sentirla su Skype-.

Tutti risposero affermativamente, entusiasti e curiosi. Hinata accese il computer, attorniata dai suoi amici, e nel giro di un quarto d'ora riuscì a mettersi in comunicazione con Hanabi.

-Ehy!- Esclamò la ragazzina, salutando radiosa verso la webcam

-Hanabi-chan! Come stai?-

-Non mi lamento... Ma tutta quella bella gente chi è?-

-Questi sono i miei amici: Sakura e Ino, le mie coinquiline, e poi ci sono sono Tenten e Rock-Lee!- Spiegò Hinata, indicandoli uno alla volta. Era difficile riuscire a far stare tutti nel piccolo riquadro della webcam.

-Tanto piacere! Trattatemela bene, mi raccomando! Senti un po', ma quel disgraziato del tuo ragazzo come sta?- Chiese la minore, scatenando le risate dei ragazzi presenti nella stanza.

-Sta bene, Hana-chan, e ti saluta anche lui-.

-Hanabi! Sai che hai una sorella straordinaria? Non è mica una cosa che succede tutti i giorni quella di essere scelta come protagonista del balletto d'inverno dopo un paio di settimane!- Esclamò Lee, facendo arrossire la ballerina dai capelli blu.

-Ma io ho sempre creduto in lei, la cosa non mi stupisce affatto!- Rispose, sorridendo -Ho sempre tentato di farle capire quanto sia speciale, ma è una testa dura e non lo capisce!-

Rimasero a chiacchierare per una decina di minuti, dopodiché furono costretti a salutarsi: a New York era mattina, e di lì a poco sarebbe dovuta correre a scuola.

-Cavolo, che tipa! Avete caratteri molto diversi, ma si vede che siete affiatate!- Disse Ino, mentre Hinata riponeva il computer nella borsa -E tra l'altro sembra cavarsela egregiamente lontano da casa!-

-Già... Pensa che ha scelto lei di andare a studiare lì- Disse la ragazza dagli occhi perlacei, sedendosi sul suo letto -Mio padre era fuori di sé dalla gioia... Lei vorrebbe prendere in mano le redini del suo impero finanziario...-

Parlò senza pensare. I suoi amici la guardarono con espressione interrogativa e lei si sentì un'idiota: nessuno lì dentro sapeva di chi fosse figlia.

-Hinata-chan, è da po' che volevo chiedertelo ma pensavo fosse solo una coincidenza: la Hyuga Corporation, l'azienda farmaceutica... Non è della tua famiglia, vero?- Chiese Tenten, aggrottando le sopracciglia.

Hinata inizialmente non rispose, interdetta: il suo era un nome che spesso si leggeva su una discreta gamma di farmaci, anche se non tutti la conoscevano. Dopo qualche secondo tirò un sospiro rassegnato.

-...Mio padre ne è il fondatore. Ma non deve saperlo nessuno... Naruto non lo sa ancora-.

-Come non lo sa!? Cavolo Hinata... Non è una cosa che puoi nascondergli a lungo... E poi non mi sembra una cosa così orribile, insomma... Quant'è il fatturato annuo dell'azienda? Sicuramente parecchi miliardi di yen*!- Disse Tenten, mentre gli altri la guardavano stupiti.

-Come... Come fai a saperlo?- Chiese Hinata, stupita.

-Oh, andiamo... Mio padre è un farmacista, so perfettamente come funzionano queste cose...-

-Cioè... Perché cavolo nascondi al tuo ragazzo che sei miliardaria? Lo trovassi io uno pieno di soldi!- Esclamò Ino.

-Beh, direi che non dovresti lamentarti, non mi pare che tu sia esattamente una squattrinata- Rispose Sakura, lanciando uno sguardo a una delle tante costose Louis Vuitton della bionda riposta con cura sul comodino.

-Oh, andiamo, qui siamo praticamente tutti più o meno benestanti! È normale, insomma, le lezioni di danza in una scuola seria costano parecchio!- Disse Rock Lee, ancora un po' scioccato -Ma essere multimiliardari...-

-Ragazzi, Naruto fa il bidello!- Sbottó Hinata, sorprendendo tutti -E non fa che ripetermi quanto odi tutti i ricconi con la puzza sotto il naso che si aggirano per questa scuola! Cosa direbbe se scoprisse che mio padre in un mese guadagna quello che lui non riuscirebbe a racimolare in tutta una vita?-

-Beh, di certo reagirebbe meglio che venendolo a sapere in qualche altro modo! Insomma, per te questa è o no una storia seria? Perché se si trattasse di un'avventura potrei capire, però se vuoi che questa storia vada avanti un giorno dovrai presentarlo a tuo padre e a quel punto credo che diventerebbe difficile nasconderglielo!- Esclamò Tenten.

-Certo che per me è una storia seria! Io lo amo!-

-Sei sicura? Perché quando si ama davvero una persona diventa quasi impossibile mentirgli! Si sente il bisogno di condividere ogni pensiero, ogni elemento di noi stessi! La tua mi sembra tanto una cottarella adolescenziale, scusa la schiettezza!-

Hinata rimase di sasso di fronte a quell'affermazione. Lei era sempre stata sicura che quello fosse amore, non aveva mai messo in dubbio quel sentimento e non pensava che si potesse provare qualcosa di più. Eppure ogni giorno che trascorreva con Naruto i suoi sentimenti crescevano. Rispetto al momento in cui si erano conosciuti l'affetto nei suoi confronti era cresciuto a dismisura, cosa che non credeva possibile. Davvero poteva esistere un sentimento ancora più grande?

-Io... Io non lo so- Disse Hinata, abbassando lo sguardo -Non ho mai vissuto un'esperienza del genere. Naruto è il mio primo ragazzo, e non ho termini di paragone per poter affermare con certezza che si tratti di vero amore. Quello che so è che tengo a lui e che ho paura di parlargliene e di perderlo-.

Tenten si sedette con lei sul letto, ponendole una mano sulla spalla.

-Ascolta, Hina-chan: nessuno si innamora istantaneamente, non è normale. Ci vuole tempo per conoscere una persona, per poter dire di amarla davvero, è un sentimento che cresce col tempo, che si coltiva pian piano. Man mano che passano i giorni si arriva a scoprire nuovi pregi e difetti, è per questo che tante storie finiscono dopo pochi mesi: ci si accorge di essere incompatibili. Devi stare attenta a quello che fai, le prese in giro non piacciono a nessuno e se davvero tieni a Naruto, se ti stai innamorando di lui, allora devi essere sincera. Se non senti questo bisogno, se vivi bene nella menzogna, allora vuol dire che il tuo è un sentimento molto più superficiale dell'amore. Può essere affetto, un'infatuazione certamente, ma non amore-.

-Hinata- Intervenne Sakura, accovacciandosi di fronte all'amica dagli occhi perlacei -Io ti conosco da poco, ma so che non sei una bugiarda. Ascolta Tenten. Io non ne so molto più di te in fatto di amore, siamo così giovani, però credo che abbia ragione. Farai del male a quel povero ragazzo se continui così-.

Hinata non si era mai sentita tanto in colpa in vita sua: cominciava davvero a dubitare di se stessa e dei suoi sentimenti.

-Avete ragione. Non voglio perdere Naruto e non voglio che soffra a causa mia. Non so se lo amo ancora, ma tengo davvero a lui e voglio che questo sentimento cresca! Domani gli parlerò, costi quel che costi-.

-Brava!- Esclamò Rock Lee, alzando il pollice in sua direzione -Questo è lo spirito giusto!-

-Ti appoggeremo Hina-chan!- Disse Ino avvicinandosi a lei -Qualunque cosa accada la affronteremo insieme!-

-Grazie ragazzi...- Sussurrò la ragazza dai lunghi capelli blu, commossa. Ora sapeva quale fosse la cosa giusta da fare e sarebbe andata fino in fondo.

...Di certo non avrebbe mai potuto immaginare che il destino le avrebbe riservato ben altre sorprese per il giorno seguente.


NOTE: Un euro corrisponde a circa 140 Yen.


ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!

Rieccomi, sono riemersa dopo più di un mese. Questo capitolo non è particolarmente colmo di avvenimenti però, come avrete intuito dall'ultima frase, il prossimo riserverà parecchie sorprese (la parte cattiva di me si diverte a tenervi sulle spine, muahahah...).

Volevo dirvi che quasi sicuramente andrò al Lucca Comix e che mi vestirò da ANBU *-* mi piacerebbe sapere se verrà anche qualcuno di voi, sarebbe bello conoscervi!

Vorrei fare qualche ringraziamento, visto che è da parecchio tempo che non ne faccio: ringrazio Petrin, Lachesis Gainsborough, NaruHinaEly, Maiko_chan, Tomoko_chan, Amens Ophelia, Angie96, Lizzie1096, bolt, Konoha No Uzumaki Naruto, frisifra, Nigami, miss_shinigami, valehinata1992, NaruHina4ever the return, Davideragon, _Shee e dragun95 per aver recensito almeno un capitolo di questa long;  alexandros9994, Angie96, bolt, Eriketta554, irlina99, Gri, HiNaRu 97, iris1996, kaede93, LiLy Pt, Lunaix, Malv 16, Marie_, NanniKate Cullen, NaruHinaEly, Posto_Soleggiato, ReikoITA e SuperfanShiho per averla inserita tra le preferite; Eriketta554; Hinata Uchiha Arclight, malefica89, Petrin, rosy03, saretta999 e thanks idols per averla inserita tra le ricordate; e infine (ma quanti cavolo siete??) ringrazio Aine, Amens Ophelia, Angie96, Asura Otsutsuki, Blutigen91, Chaos_Dragon, cris325, daughterofAthena96, Eriketta554, Eynis, F r o z e n, frisifra, frogvale91, Gri, Ground, Hina_smack, Ile cullen,- Just Another Normal Girl, Kurama9,- Kurama_chan, Lachesis Gainsborough, lanterna_ , Lunaix, Maiko_chan, Mikiko00, minniebaby, miss_shinigami, NaruHinaEly narutato20, Petrin, Reika_chan, Saku_69_ , SanaeEric, SuperfanShiho, tama_chan_, valehinata1992, yukiyama, _JenHyuga_ e _piccolame per aver inserito la storia tra le seguite!

Un grosso bacio e grazie ancora, siete fantastici <3

Celeste

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Capitolo 21
*** Due gocce d'acqua ***


Capitolo 21 - DUE GOCCE D'ACQUA


Hinata non aveva dormito granché quella notte: una miriade di pensieri l'avevano tormentata senza sosta, tra cui quelli riguardanti il balletto e Naruto. Due profonde occhiaie, vanamente mascherate col correttore, campeggiavano sotto i suoi occhi chiari, testimoniando il bisogno di recuperare il sonno arretrato. Il cuore le martellava forte in petto e l'ansia crescente per il discorso che avrebbe dovuto affrontare col proprio ragazzo si impossessò di lei, costringendola a concentrarsi per mantenere la calma.

Naruto si dirigeva in sua direzione con passi veloci e un gran sorriso sul volto, ignaro di tutte quelle preoccupazioni. La salutò con un bacio dolce al profumo di cappuccino, ancora mezzo addormentato.

-Sono stanco morto, ero talmente eccitato per tutte queste novità che non riuscivo ad addormentarmi...-

-A chi lo dici...- Rispose Hinata, abbozzando un sorriso poco convinto. A pochi metri da lì quattro ragazzi osservavano la scena di soppiatto, pronti a incoraggiarla: dopo le confessioni della sera precedente erano diventati ancora più affiatati.

-Naruto-kun, io dovrei parlarti di una cos...-

-Naruto! Vieni un secondo con me! Oh, buongiorno Hinata-. Kakashi era comparso all'improvviso alle sue spalle, facendola sobbalzare. Prima che potesse dire qualsiasi cosa il maestro aveva trascinato con sé il biondino, lasciandola sola e interdetta. Si voltò in direzione dei suoi amici, che sospirarono rassegnati e si voltarono in direzione delle rispettive aule. Stava per raggiungerli, quando una voce conosciuta giunse alle sue orecchie.

-Buongiorno principessina- Sussurrò Sasuke al suo orecchio, per poi pararsi di fronte a lei -Ti hanno fregato il fidanzato da sotto il naso?-

-Scusa, non sono in vena stamattina- Rispose lei, tentando invano di superarlo.

-Oh, andiamo, tu non mi conosci nemmeno. Perché mantieni questo atteggiamento?-

-Io ho capito benissimo che tipo di persona sei. Mi è bastato vedere come ti rivolgi a Naruto- Rispose seccata, tentando di cambiare direzione. Ma il moro non sembrava intenzionato a lasciarla andare: seccato si mise un'altra volta sulla sua strada, parandosi di fronte a lei.

-Ah sì? E sentiamo, secondo te come mi dovrei comportare nei suoi confronti?-

-Beh, potresti lasciarlo stare se non ti sta simpatico! Oppure comportarti in modo un po' più gentile! Insomma, ha già abbastanza problemi per conto suo!-

-Ah sì? Allora si vede che non hai capito proprio un cazzo di lui-.

Hinata si stupì di fronte all'espressione dura, quasi arrabbiata di Sasuke.

-...Cosa intendi dire?-

-Oh, andiamo, non vedi come si comportano con lui quelli che sono qui da più di un anno? Lo ignorano. O peggio ancora, provano pietà per lui. Quando eravamo entrambi studenti non ci sopportavamo e ci insultavamo in continuazione, proprio come facciamo adesso. Io sono l'unico che lo rispetta a tal punto da trattarlo come un rivale. Perché odio ammetterlo, ma è l'unica persona che abbia mai acceso in me lo spirito di competizione! E non vedo perché dovrei provare pietà per lui quando è l'ultima cosa di cui ha bisogno-.

Sasuke le sputò addosso quelle parole con durezza, tanto che Hinata si ritrovò a indietreggiare: non si aspettava di certo una reazione del genere, non da lui. Eppure, per quanto il suo fosse uno strano modo di dimostrare affetto, si rese conto che quel ragazzo dagli occhi neri come la pece considerava Naruto un qualcosa di simile a un amico. Proprio lui, così egocentrico e pieno di sé, sembrava essere l'unico ad aver compreso fino in fondo i sentimenti del biondo.

-Va bene, ho capito- Disse Hinata dopo qualche secondo di silenzio -Ma continua a non piacermi il tuo modo di fare-.

-A me invece piace il tuo- La stupì -Sembri così timida e indifesa, invece appena si toccano dei tasti dolenti del tuo passato o senti il bisogno di difendere una persona a cui tieni tiri fuori gli artigli e ruggisci... Sei strana, ma hai fegato e dici le cose in faccia-.

Hinata non poté fare a meno di arrossire: cominciava seriamente a sentirsi in imbarazzo e non sapeva come tirarsi fuori da quella situazione.

-Beh ora credo dovremmo andare a lezione, tutti e due... Ti lascio in pace, così sei contenta-. Si voltò e fece per andarsene, lasciando la ragazza dai lunghi capelli blu completamente spiazzata e confusa. -Ah! Un'ultima cosa... Non sapevo di tua madre, ho parlato troppo. Mi dispiace-.

Pronunciò quelle ultime parole senza neanche guardarla negli occhi. Se ne andò subito dopo, mentre Hinata, ancora più sorpresa, si chiese se non si trovasse ancora nel suo letto, a sognare. Scosse la testa, incredula, chiedendosi quale miracolo avesse reso Sasuke improvvisamente più digeribile. Che avesse seguito semplicemente il consiglio di Kakashi e avesse tentato in qualche modo di rendere il loro rapporto meno burrascoso? In quel caso non aveva alcuna scelta: avrebbe accolto la tregua da persona matura, senza impuntarsi ulteriormente e rendere le cose ancora più difficili.

Si diresse verso l'aula: non vedeva l'ora di raccontare tutto ai ragazzi.


***


-Stai scherzando?-

Ino rimase a guardarla a bocca e occhi spalancati, incredula. In effetti non era l'unica ad essere rimasta stupita quando Hinata aveva raccontato agli altri la sua breve chiacchierata con l'Uchiha.

-Già, sembra incredibile... Si è sempre comportato in modo così sgarbato e oggi, improvvisamente, sembrava un'altra persona!- Disse Hinata, raccogliendo gli ultimi chicchi di riso dal piatto -In ogni caso deve avere qualche rotella fuori posto-.

-Beh, se ci pensi può capitare che tra due persone ci sia un rapporto conflittuale, anche se alla fine ci si vuole bene... Guarda me e Ino! Ce ne diciamo di tutti i colori, eppure tengo talmente tanto a lei che non l'ho ancora uccisa!- Disse Sakura, scatenando l'ilarità di Lee.

-Che ci provi con te ormai è chiaro direi... Non gliene è mai importato nulla di nessuno, ha sempre lasciato che gli altri pensassero quello che volevano di lui. È la prima volta che dà delle motivazioni a qualcuno- Affermò Tenten, saggia e perspicace come al suo solito.

-Eh certo! Proprio con l'unica che non lo caga ci deve provare! Gli uomini, valli a capire!- Esclamò Ino, agitando le bacchette del riso per aria.

-Sì ma piantala, così caverai gli occhi a qualcuno-.

-Chi ti ha chiesto niente, fronte spaziosa?-

-E invece con Neji hai più parlato?- Chiese Lee, ignorando il quotidiano teatrino gentilmente offerto dalla rosa e dalla bionda.

-No purtroppo... Quando siamo a lezione lavoriamo e basta, non mi guarda, non mi parla, non dice assolutamente nulla. Una sfinge!-

-Strano! Non l'avrei mai detto!- Esclamò Tenten, con accentuato sarcasmo.

-Vedrai che prima o poi le cose si sistemeranno anche con lui- Disse Rock Lee, stringendole solidale la mano -Intanto oggi, dopo le prove con Kakashi, dovrai trovare le forze di reggerti in piedi e di fare un bel discorso a Naruto-.

-Lo so... Tutte le volte che provo a parlargliene succede qualcosa che me lo impedisce!-

-Non trovare scuse, hai avuto più di due mesi per parlargliene- Le ricordò Tenten -Sii onesta almeno con te stessa!-

-Dai, Ten, non essere così dura con lei! Piuttosto, cambiamo discorso, altrimenti le rimarrà il pranzo sullo stomaco!- Esclamò Lee, attirando uno sguardo grato da parte della ragazza dagli occhi perlacei.

-Ah, ragazze! Karin com'era ieri? Alla fine ce lo avete solo accennato!- Chiese Ino, che nel frattempo aveva finito di battibeccare con Sakura.

-Ooooooh, dovevate vederla! Era una furia, quasi faceva paura! In più il colore dei suoi occhi e dei suoi capelli non aiuta, sembrava davvero posseduta... Se la giocava con Yamato-sensei in quanto a inquietudine! Comunque la storia di Romeo e Giulietta rivisitata da lui mi piace un sacco, credo che verrà fuori un bellissimo spettacolo. In più mi duole ammetterlo ma lei sa ballare divinamente...-Raccontò Lee, gesticolando come non mai per enfatizzare le sue stesse parole.

-Già, è proprio brava... Però intanto Kakashi ha preferito la nostra Hinata!- Esclamò Sakura, sorridendo alla sua amica dagli occhi perlacei -A proposito, il sensei ci ha parlato della trama, sappi che io e Ino faremo la parte delle tue amiche, quelle che ti trascinano in discoteca! Insomma, avremo un bel ruolo anche noi. Avremo un paio di pezzi tutti nostri, in cui sicuramente riusciremo a farci notare!-

-Ma è meraviglioso!- Disse Hinata, abbracciando le sue coinquiline -Non potevo sperare di meglio, in pratica non dovremo neppure recitare!-

-Già, sono così emozionata! È una grande, anzi, enorme occasione e non dobbiamo assolutamente sprecarla- Aggiunse Ino, con un sorriso a trentadue denti.

-Sono contento che vi piacciano le vostre parti... In effetti oggi pomeriggio avrei bisogno di voi per provarle. Vi allenerete con noi-.

Le tre amiche sobbalzarono sentendo la voce di Kakashi alle loro spalle: le aveva prese completamente alla sprovvista.

-V...va bene sensei!- Esclamò Sakura, arrossendo lievemente. Kakashi sorrise e si dileguò, velocemente come era apparso.

-Ma quell'uomo ha il teletrasporto? - Chiese Ino, ancora lievemente scossa da quell'apparizione improvvisa. I quattro si misero a ridere, dopodiché ricominciarono a chiacchierare allegramente.

Dopo una ventina di minuti si salutarono, pronti ad andare nelle rispettive aule per le prove dello spettacolo.

-Stai tranquilla Hinata: ora che Sasuke mi vedrà all'opera finirà di darti fastidio. Non saprà resistere al mio fascino!- Esclamò Ino, sfoderando il suo sorriso più luminoso.

-Viva la modestia!- Commentò Sakura aprendo la porta dell'aula. Con sua sorpresa vide che non era ancora arrivato nessuno, dunque decisero di approfittarne per fare un po' di stretching. Non che ne avessero molto bisogno, visto che avevano avuto lezione per tutta la mattina.

-Oh, buongiorno ragazze!- Esclamò Sai, entrando nella stanza poco dopo.

-Sai, queste sono Sakura e Ino- Disse Hinata indicandole rispettivamente -Kakashi vuole che si allenino con noi oggi-.

-Molto piacere- Disse Sai, sorridendo educatamente. Poi si rivolse a Hinata, diventando improvvisamente più serio -Senti, ho visto Neji molto nervoso oggi... Non è che per caso sei andata a parlargli di nuovo?-

-Io? Assolutamente no!- Rispose Hinata, stupita -Ora come ora se andassi da lui mi strangolerebbe. Già non sopporta di dovermi vedere qui tutti i giorni...-

La porta si spalancò di colpo, rivelando un Neji con un'espressione a dir poco furibonda. Non diede segno di aver sentito qualcosa della conversazione in corso prima del suo arrivo, anzi, sembrava talmente preso dai suoi pensieri da non essersi neppure accorto della loro presenza. Semplicemente si diresse verso il fondo dell'aula, più lontano possibile dagli altri, e cominciò il riscaldamento.

-Adorabile...- Commentò Sakura, con un tono di voce appena udibile dalle sue due coinquiline. Poco dopo arrivò anche Sasuke, seguito a ruota da Naruto e un contrariato Kakashi, ormai abituato ai suoi ritardi e costretto invece pr la seconda volta di seguito a presentarsi in orario dal suo ex allievo.

-Oh! Vedo che siete già tutti qui...- Constató stupito il sensei.

-Beh, noi siamo sempre puntuali alle sue lezioni...- Si azzardò a dire Ino, lasciando in sospeso un evidentissimo "Lei NO".

-Beh... Meglio così. Vuol dire che la disciplina non vi manca tutto sommato-. Si avvicinò alle tre ragazze, facendo loro cenno di alzarsi. -Dunque, voglio Hinata al centro, esattamente qui... Sakura a destra e tu, come ti chiami?-

-Ino...-

-Giusto! Ino a sinistra... No, aspetta!- Kakashi si portò dietro la ragazza dai capelli rosa, ponendole le mani sui fianchi. -Ecco, qui è perfetto...-

Se Sakura si fosse trovata in un altro posto avrebbe almeno potuto sperare di non essere arrossita, ma l'enorme specchio che si trovava di fronte a lei non le consentì neppure il beneficio del dubbio. Vide chiaramente le sue gote farsi di un colore più acceso, inequivocabile sulla sua pelle chiara, mentre il battito era improvvisamente accelerato.

-Ehy! Tutto bene?- Chiese Kakashi, senza staccare le mani dal suo bacino: aveva paura che potesse svenire un'altra volta.

-S..Sì, tutto a posto!- Rispose, non molto convinta.

-Hai mangiato, vero? Perché se dovesse capitare un'altra volta un fatto simile a quello della settimana scorsa impiegherei meno di un secondo a toglierti questa parte e a spedirti in ultima fila. E mi dispiacerebbe moltissimo farlo, perché hai buone capacità e meriti un'occasione-.

Sakura rabbrividì, lieta di aver mangiato addirittura un po' più di quanto avrebbe voluto quel giorno a pranzo e ringraziò i kami per non averle dato il tempo di andare a cercare un bagno per rimediare a quella mancanza. Ultimamente cercava di evitare di rigettare il cibo, però talvolta non riusciva proprio a resistere al bisogno di liberarsi di quel peso assurdo che le comprimeva lo stomaco dopo aver ingerito qualcosa.

-N...Non capiterà mai più una cosa del genere. È una promessa-.

Kakashi le sorrise, felice che le sue parole fossero andate a buon fine.

-Bene... Comunque non essere così tesa, non ho mai morso nessuno... Ancora!-.

La lezione andò avanti in modo piuttosto tranquillo. Per la prima parte della lezione i ragazzi rimasero a guardare, mentre Naruto e Kakashi si davano da fare per montare la coreografia e spiegarla alle ragazze. Era un pezzo particolarmente divertente e sbarazzino quello che avevano in serbo per le tre ballerine, anche se parecchio complesso, soprattutto per la quantità di stili che dovevano interpretare. Dopo circa un'ora anche i ragazzi furono chiamati in causa e le prove andarono avanti per parecchio, finché l'orologio non segnò le 19.30.

-Per oggi direi che abbiamo finito- Esordì finalmente Kakashi, osservando le espressioni di sfinimento sul volto dei suoi allievi -Domani pomeriggio avrete le normali lezioni con i miei colleghi. Ci vediamo venerdì, vi voglio di nuovo tutti qui e pretendo che vi ricordiate i passi, quindi ripassate fino allo sfinimento la coreografia di oggi. Anche di notte, non mi interessa. Ci vediamo ragazzi!-

I sette ballerini salutarono il sensei, per poi dirigersi anch'essi verso l'uscita.

-Ora capisco come mai ieri eri così stanca!- Esclamò Ino, sfregandosi una mano contro la schiena dolorante -Neppure una pausa! Questo è sadismo!-

-Piantala di lamentarti Ino-pig, sei insopportabile- Disse Sakura, che a malapena si reggeva in piedi. La bionda avrebbe voluto ribattere, ma si sentì mancare il fiato, dunque decise di lasciar correre.

-Naruto-kun... Se non ti dispiace vorrei parlare di una cosa con te- Disse Hinata, tentando di farsi coraggio. Ormai erano fuori dall'aula e si trovavano praticamente davanti all'uscita della scuola.

-Certamente piccola mia- Rispose il biondino, dandole un bacio a fior di labbra -Sono tutto tuo-.

-Oh, bene!- Esclamò Hinata, cominciando a torturarsi le mani. Per un secondo aveva sperato che lui le dicesse di no, che doveva assolutamente precipitarsi a casa e che ne avrebbero riparlato un'altra volta. Invece ora si trovava senza una via di scampo a dover affrontare quel discorso con lui, senza neppure sapere in che modo avrebbe reagito. -Ecco, non so da dove cominciare...-

-Va tutto bene?- Chiese Naruto, un po' allarmato dal comportamento della sua ragazza. No, non andava bene per niente, sentiva lo stomaco completamente sottosopra.

-Sì, stai tranquillo, è tutto a posto! Vedi, sai che ti avevo detto che mi padr...-

-CHE CI FAI QUI?- L'urlo di Neji interruppe la loro conversazione, facendoli sobbalzare: si diressero verso di lui, che si trovava a pochi passi dal grosso portone che di lì a poco avrebbe dovuto chiudere l'ingresso principale dell'accademia.

-Neji! Stai bene?- Chiese la ballerina una volta raggiunto il ragazzo dagli occhi perlacei.

Quello che vide Hinata un istante dopo la sconvolse a tal punto da pietrificarla.

Suo padre era accasciato sulle scale all'ingresso, con una bottiglia di birra abbandonata a pochi centimetri da lui. Si reggeva a malapena sulle braccia, tentando di tenere il capo rialzato. Aveva la barba incolta, non rasata da giorni, gli occhi vacui e i vestiti sporchi, mal assortiti. Vederlo in quelle condizioni le fece mancare l'aria nei polmoni: si sentì come se qualcuno le avesse tirato una coltellata al cuore. All'inizio parve non averla vista: si accorse che stava tremando e il suo sguardo era rivolto verso terra.

-Ti prego Neji...- Disse, con voce debolmente strascicata. Hinata sentì la puzza di alcol penetrarle nelle narici, nonostante si trovasse a qualche metro da lui. Si portò una mano alla bocca e sentì le gambe cedere sotto il suo peso: si ritrovò seduta a terra, con gli occhi sbarrati, scossa e confusa.

-Oto-san...- Sussurrò la ragazza, quasi impercettibilmente.

-Devi andartene...- Disse Neji, stringendo i pugni -Non voglio più vederti-.

-Tu devi tornare a casa!- Esclamò l'uomo, alzando il tono di voce -Sono tuo padre, dannazione!-

-E io sono maggiorenne, finalmente!- Urlò Neji, facendo rabbrividire Hinata, che era sempre più confusa da tutta quella situazione: di che diavolo stavano parlando quei due? Non riusciva a capire più nulla. In quel momento l'uomo parve accorgersi di lei: il suo sguardo chiaro incontrò quello della ragazza, così simile al suo, e un'espressione di estremo stupore si dipinse sul suo viso. Sembrava che avesse visto un angelo.

-Haruki...- Sussurrò l'uomo, senza staccarle gli occhi di dosso. Hinata aggrottó le sopracciglia: aveva sentito bene? Aveva appena pronunciato il nome di sua madre? Tutto a un tratto l'uomo proruppe in una risata quasi isterica, che la fece rabbrividire.

-Haruki! Oh mio Dio, sei tu!- Disse, tentando di alzarsi. Cominciò ad avvicinarsi lei, muovendosi carponi, con difficoltà.

-Ehi! Stai indietro, hai capito?- Intimò Naruto, allarmato. Si portò davanti a Hinata, facendole da scudo.

-Non mi riconosci? Sono io! Hizashi!-

Hinata sentì il cuore mancare un battito. Hizashi... Dunque quello era suo zio! Ora tutto cominciava ad avere un senso...

-Papà, smettila!- Esclamò Neji spingendolo indietro -Se non te ne vai chiamo la polizia!-

-Cosa succede qui?- Intervenne Shizune, correndo verso di loro.

-Shizune, chiama le forze dell'ordine!- Rispose Naruto, senza muoversi di un passo.

-No! Ho capito, me ne vado...- Disse infine l'uomo, tentando di alzarsi per scendere le scale. Questa volta riuscì nell'intento, nonostante barcollasse pericolosamente. A quanto pare la bottiglia abbandonata per terra doveva essere solo l'ultima di una lunga serie. Guardò un'ultima volta prima Neji e poi Hinata, mentre dal suo occhio sinistro sgorgava una lacrima di rassegnazione, che prese a scendere lentamente lungo la guancia segnata dal tempo e dall'incuria. Sembrava volesse dire qualcosa, ma all'ultimo lasciò perdere e si allontanò silenziosamente nella luce sempre più flebile della sera.

Neji si avvicinò alle scale, chinandosi per raccogliere la bottiglia. La guardò per una manciata di secondi finché, senza alcun preavviso, scattò fuori per lanciarla con forza nella direzione in cui l'uomo si era allontanato.

-TI ODIO!- Urlò, pieno di rabbia, mentre Hinata si rialzava per fermarlo.

-Neji, basta... Se n'è andato- Gli disse, sfiorandogli il braccio. Con sua grande sorpresa il ragazzo non si mosse, semplicemente rimase in piedi, a fissare il punto in cui, un istante prima, suo padre era sparito girando l'angolo.

-Mi dispiace... Non so chi fosse la donna con cui ti ha confuso- Bisbigliò, appena prima che il suo sguardo di ghiaccio venisse offuscato da un velo di lacrime. Sembrava così vulnerabile in quel momento...

Hinata lo prese per mano con decisione, senza dargli il tempo di reagire, e piantò il suo sguardo chiaro in quello pressoché identico di lui.

-Neji-kun... Io e te siamo cugini-.


ANGOLO DELL'AUTRICE:

TAN-DAN-DAAAAAAAN!

Wow, colpo di scena! NESSUNO si sarebbe mai aspettato che Hinata e Neji fossero cugini *semina sarcasmo*! Tranquilli, il mistero non è ancora risolto, dobbiamo ancora capire che diavolo è successo tra Hiashi e Hizashi, scoprire come mai il secondo è diventato un alcolizzato... Insomma, dobbiamo ancora sbrogliare un bel po' di nodi.

Allora ragazzi miei, che ne pensate? Aspetto i vostri commenti ^^

Un abbraccione,

Celeste

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