Another Cinderella Story.

di Ehybastaldo_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sei come uno scarafaggio...Un parassita! ***
Capitolo 2: *** L'antico vaso di nutella andava portato in salvo. ***
Capitolo 3: *** Chiudi quel cesso di bocca. ***
Capitolo 4: *** Una ragazza tutta casa e Chiesa. ***
Capitolo 5: *** Enchantix. ***
Capitolo 6: *** Le due paroline magiche. ***
Capitolo 7: *** La scatolina rossa. ***
Capitolo 8: *** Eleanor, la tua ex fidanzata. ***
Capitolo 9: *** Miss Frappuccina. ***
Capitolo 10: *** Capy? ***
Capitolo 11: *** Fiori di qua, tovaglie di là. ***
Capitolo 12: *** La quiete prima della tempesta? ***
Capitolo 13: *** Che il matrimonio abbia inizio. ***
Capitolo 14: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Sei come uno scarafaggio...Un parassita! ***




*Ringrazio _ciuffano per il bellissimo banner*


SEI COME UNO SCARAFAGGIO...UN PARASSITA!
 
 
Era Luglio, e il cielo terso e sereno, di un azzurro fresco, illuminava le nostre giornate. 
Adoravo osservare il cielo estivo, soprattutto con Louis, sdraiati sul letto della sua camera, girati verso la finestra, a coccolarci e a guardare quello splendido manto azzurro. Il frinire delle cicale era la nostra unica colonna sonora, la più bella che abbia mai sentito, e i dolci baci, inaspettati, di Lou mi riempivano di gioia.
Che minchia stavo dicendo? Di certo Louis mi aveva drogato nella notte. Sì.
Louis continuava a spingermi sul letto, cercando di prendersi più spazio possibile sul mio materasso. Ed io, di certo, non gliela davo vinta e mi tenevo saldamente aggrappata alle sue braccia, cercando di non cascare a terra. E ridevamo come due scemi.
Stavo ancora insieme a lui, nulla era cambiato e, anzi, ci amavamo più di prima.
Quel 18 Agosto era troppo tranquillo, stranamente. Chissà perchè avevo, però, come la sensazione che il pericolo fosse in agguato.
Come fossi stata letta nel pensiero, fece irruzione in camera nostra un furente Liam.
"Non si usa bussare a casa tua?" Chiese uno scocciato Louis, prima di iniziare a ridere sguaiatamente, lasciandomi perfino cadere a terra con un sonoro tonfo.
Mi massaggiai la parte lesa, alla base della testa, voltandomi verso Liam, curiosa di una simile reazione da parte del signorino Tomlinson.
Dopo aver realizzato la scena che mi si era parata davanti, iniziai a ridere a perdifiato.
Il povero Liam indossava una normalissima T-shirt, solo che, sembrava di parecchie taglie più piccola. Le maniche gli stringevano attorno alle braccia e l’orlo copriva a malapena l’ombelico. Ce n’era da ridere.
"Sophy smettila. E’ colpa tua se mi trovo in questa situazione." Mi rimproverò il castano.
"Colpa mia?”" Chiesi smettendo di ridere istantaneamente.
"Hai fatto tu il bucato ieri. O sbaglio?" Mi domandò beffardo.
"Si, e allora?" Mi rialzai, spingendo Louis dal mio posto, sedendomi al suo fianco.
"Non pensi di aver sbagliato lavaggio?" Incrociò le braccia al petto.
"Suvvia, capita." Dissi noncurante, abbracciando Louis.
Liam prese un profondo respiro e poi parlò.
"Ascolta Sophy, so di essere dotato di una pazienza quasi infinita, ma quando è troppo, è troppo."
Continuai a guardarlo non capendo a cosa si riferisse.
"Ti ricordi la mia maglia preferita? Quella che adesso ha un enorme buco al centro, causa ‘Ho dimenticato il ferro da stiro sopra la maglia’? O il famoso calzino scomparso misteriosamente in lavatrice? Ma sicuramente ti ricorderai dei miei boxer bianchi della Polo, diventati magicamente rosa, perché non sapevi che bianchi e colorati non vanno lavati insieme." E fissò il tetto, pensieroso, cercando di ricordare altri simili inconvenienti accaduti a causa mia.
Più si allungava la sua lista, più sprofondavo dalla vergogna. Non sono mai stata un’ottima casalinga, ma rinfacciarlo così...
"Lee, ti ricordi di quando ha messo il sale, al posto dello zucchero, nell’impasto della torta per il mio compleanno?" Sghignazzò a quel punto, Louis.
Si erano coalizzati contro di me? No perché...non faceva ridere. Non era mica colpa mia se non scrivevano dei maledettissimi nomi sui barattoli!
Li guardai per una manciata di secondi ridere senza ritegno, storcendo le labbra in una smorfia di disappunto.
"Scusate se non faccio la domestica per carriera, eh!" Sbottai, infastidita.
Liam sembrò calmarsi per un attimo, mentre sentivo lo sguardo insistente di Louis su di me.
Poi Payne sospirò "Non solo non collabori con le faccende domestiche, e forse è meglio; ma non paghi nemmeno le bollette, o il mangiare...o l'affitto." Ricominciò con una nuova lista.
"O i vestiti che ti rovina!" Aggiunse Louis, ricevendo un pugno da parte della sottoscritta. Massaggiò il braccio, mimando un 'ahia' di dolore.
"Oh sì!" Gli diede ragione, ancora, Liam, puntando un dito nella nostra direzione "Sei come uno scarafaggio...Un parassita! Vivi sulle spalle degli altri." Finì.
Mi alzai da letto, scocciata "Andate al diavolo." E detto questo decisi di scendere per prendere un bel bicchiere di acqua fresca. 
Con passo strascicato scesi le scale che mi portarono nella zona giorno della casa, quando venni attirata da un odore a me conosciuto: tabacco. E tabacco voleva dire solo una cosa: Zayn. 
E non c’era niente di meglio di un bel caffè fumante, in veranda, mentre chiedevo al migliore pakistano come fosse andata la giornata con la Winx.
"Malik." Accennai un saluto con un'alzata di mano.
Il moro, che ora mi dava le spalle, parlò "Caffè?"
Mi misi comoda su una sedia, lanciando uno sguardo in fondo alla cucina, scorgendo Niall e Harry giocare intensamente alla play station.
Odiavo quella cosa! Da quando l'avevano montata in casa, ogni santo pomeriggio dovevano disputare una gara. Calcio, macchine, sparatorie. Non c'era nessun problema per fare una scommessa!
"Sì, grazie." Risposi riportando l'attenzione su Zayn, che ora beveva il suo caffè.
Fece un passo laterale "Qui c'è la macchinetta." Disse.
Per poco non mi strozzai con la mia saliva, presa alla sprovvista. Beh, credevo lo facesse lui per me.
Mi alzai mormorando sottovoce, spingendo via  il moro, scocciata.
Lui ridacchiò "Non far scoppiare la caffettiera, ok? Non voglio ritrovarmi a pulire le mattonelle per colpa tua." Disse a mo’ di supplica.
Lo guardai dal basso, perché il mio metro e una vigorsol mi permetteva quello, e alzai un sopracciglio.
"Guarda il lato positivo! Puoi mimetizzarti con le pareti." Risposi io, stufa di tutte quelle prese in giro solo per la mia sbadataggine.
Sembrò scottarsi col caffè che beveva, e molto sottovoce dissi "Dio vede e provvede”, litigando con la macchinetta del caffè.
Possibile che non fossi capace nemmeno di farmi una tazza di acqua calda?
Era vero, non ero un genio in fatto di pulizie, bucato o anche cucinare. Ma quando in più ci mettevano della tecnologia, io ero davvero negata a prescindere.
La caffettiera mi cadde rumorosamente nel lavandino, facendo così ridere il moro al mio fianco.
"Vuoi una mano?" tentò ancora il pakistano facendomi vergognare.
Negai velocemente con la testa "Tanto nemmeno lo volevo." Mentii, allontanandomi dalla cucina e lasciando lui a sistemare il mio casino.
Decisi di vedere come andava la partita tra i due, curiosa di sapere cosa si fossero scommessi quel pomeriggio.
Prestando attenzione alle gambe di Niall, le scavalcai, sedendomi proprio in mezzo ai due che premevano sui bottoni dei joystick con forza, quasi rompendoli.
"Cosa vi siete giocati, stavolta?" chiesi curiosa, fissando poi lo schermo della tv piena di colori.
Non che Fifa mi attirasse più di tanto, ma almeno stavo ferma, immobile, e non causavo danni. 
La partita si faceva interessante: Niall è sempre stato il  migliore, si sapeva, ma Harry stava dimostrando di aver imparato e conduceva il gioco per 3 reti a 2.
"Rifare il letto per l'altro per una settimana." Rispose il riccio, mordendosi la lingua per concentrarsi meglio e centrare la rete di Niall.
Le cose erano due: o il biondo faceva schifo a quel gioco, o aveva scelto una squadra che era una checca ambulante. 
Forse, in realtà, era un mix. Niall era una checca ambulante in quel gioco, come la squadra da lui scelta.
Nello stesso momento in cui Niall segnò la sua terza rete, la voce del mio fidanzato mi rimbombò nelle orecchie "Sophy, ti suona il telefono!" 
Scattai in piedi il secondo dopo aver udito quelle parole, pronta a correre verso la mia stanza, luogo dove avevo lasciato il telefono.
I miei piedi si impigliarono tra i fili della console, facendomi cadere a terra come un'allocca, mentre mi portavo dietro il tutto.
Sentii un ringhio alle mie spalle, e quando mi girai per constatare il danno che avevo fatto, Harry e Niall mi guardavano con sguardo assassino. Ops.
Ridacchiai nervosa, mettendomi in piedi e liquidandoli con un misero "Mi dispiace."
Ok, a volte ero davvero imbranata. A volte, però.
 
*  *  *
 
Entrai piano in camera di Liam; dovevo agire di soppiatto o le ore spese a pensare ad un modo decente per contribuire alle spese domestiche, non erano servite a niente. Era da poco entrato in bagno per fare la doccia, e potevo mettere in atto il piano che avevo pensato in quelle poche ore dopo il suo rimprovero.
Mi chiusi la porta alle spalle ed infilai dei guanti in lattice, iniziando a rovistare tra  i suoi cassetti; prelevai il famoso calzino, che stava lentamente morendo di solitudine, due maglioncini talmente vecchi che si erano formati i pallini da ‘troppo lavaggio’ e un paio di mutande quasi strappate.
Ma con tutti i soldi che aveva, non potrva comprarsi delle mutande nuove? Bo. Chi ci capiva qualcosa con quei ragazzi, era un genio!
Improvvisamente sentii un rumore alle mie spalle e mi voltai lentamente. Un piccione si era appollaiato sul davanzale della finestra. Pregai mentalmente che colpisse in pieno uno dei ragazzi, giusto per farmi due risate.
Mi dispiaceva davvero tanto fare certi pensieri, ma certe volte mi facevano urtare le ovaie dicendo cose allucinanti!
Ringraziai il piccione perché mi permise di trovare quelle che tutte le cacciatrici di cimeli bramerebbero avere. Infatti, sul comodino accanto al letto, vicino appunto alla finestra, trovai un pacco di biscotti quasi finito, una bottiglietta d’acqua e un fazzoletto con dentro una chewing gum.
Raccattai tutto e lo misi in un sacco nero che mi ero portata appresso.
Sentii il rumore del phon e sapendo che Liam ci metteva davvero poco per asciugarsi i capelli, non mi rimaneva molto tempo, ma la mia attenzione venne catturata dal cestino sotto la scrivania. Pensai che in qualche secondo avrei ispezionato la sua immondizia. 
Mi fiondai come un'assatanata sulla mia miniera d'oro, iniziando a scavare tra i rifiuti. Trovai varie carte di barrette energetiche, una lettera d’amore per Danielle -so che ve lo state chiedendo, e sì, è schifosamente romantico- rasoi e...un preservativo usato. 
In un primo momento lo guardai schifata, prendendolo con un fazzoletto presente nel cestino. Poi ci pensai meglio: mi avrebbe fruttato parecchio, soprattutto per la presenza elevata di piccoli Payne, morti, bloccati in un misero pezzo di plastica. Dopo averlo preso, lo misi nel sacco e mi alzai per poi finalmente uscire, ma qualcosa andò storto.
Trovai Liam a fissarmi, sopracciglio alzato e braccia incrociate. 
Rimasi paralizzata per qualche secondo.
"Si può sapere cosa stai combinando in camera mia?" Sbraitò lui.
"Stavo...ehm..." Mi grattai la testa, incapace di dire una frase di senso compiuto.
E Liam mi fissava ancora più insistente, sbattendo un piede per terra in modo fastidioso. E che ansia!
Improvvisamente, mi venne una fantastica idea.
"Posso spiegarti Liam. Allora, stavo mettendo in ordine camera mia, quando ad un certo punto ho visto un enorme scarafaggio, ho cercato di ucciderlo, ma mi è scappato ed è uscito da camera mia per entrare in camera tua. Stavo cercando di ucciderlo, ma adesso è scappato di nuovo.” Speravo ci cascasse.
"E cosa ci fai con un sacco nero con dentro la mia roba?" Con la testa, indicò il sacco che nascosi prontamente dietro le spalle, sorridendo.
"Donarla in beneficienza?" Azzardai con viso angelico.
"Pensi che non mi sia accorto che mi stai prendendo per il culo?" Oh, almeno era intelligente!
"Ok Liam, volevo vendere la tua roba vecchia su Ebay per racimolare qualche soldo e contribuire con le spese di casa. L'hai detto anche tu! Anzi, se devi soffiarti il naso, ho qui un fazzoletto. Sai quanto potrebbe fruttarmi il tuo muco?" E gli porsi il fazzoletto.
Chiuse gli occhi per un attimo e prese un profondo respiro.
"E’ meglio se esci da questa stanza, e ti conviene non entrarci più. Lascia il sacco dove sta e scendi in salotto, devo darvi una notizia."
Sconsolata e frustrata uscii dalla sua camera e scesi nella zona giorno.
In sala già ci stavano gli altri intenti a giocare a 'Non si muove una foglia'.
Sì, lo so, era un gioco demente. Ma chi ha detto che questi ragazzi sono dei tipi normali?
Niall era in mezzo agli altri tre, intenti a ridere tra loro, aspettando il passaggio del povero biondo.
Mi affiancai a Zayn, sorridendo a Niall in modo sornione. E mi guardò male.
"Che c'è? Pure io mi voglio divertire." Misi un broncio, incitandolo a muoversi.
Non ho detto che io sia meglio di loro, eh.
Il ragazzo fece qualche passo, ricevendo tante di quelle sberle che per poco si abbronzò senza il bisogno di usare la lampada. E ridemmo tutti insieme, meno Niall, ovviamente.
Liam entrò in sala, finalmente, invitandoci a sederci intorno al tavolo. Lui prese posto al capo tavola, giungendo le mani davanti a lui.
Io e i ragazzi ci guardammo per qualche secondo confusi. Poi finalmente il ragazzo prese un profondo respiro e aprì bocca per parlare.
Ma il campanello di casa lo anticipò.
Ma porca di quella scodella! Ma ditemi se questa non era sfiga!
"Scusatemi." Scattò dalla sedia, cominciando a saltellare come una chicca isterica, avviandosi al portone d'ingresso.
Mi voltai verso Zayn, intento a fissarsi le unghie più curate delle mie "Quante volte devo dirti di non far fumare a Liam la tua roba? Lui non la regge."
Il moro alzò la testa, confuso, mentre gli altri ridevano per quello che avevo detto. Peccato che era la triste verità.
Liam rientrò in cucina una manciata di secondi dopo, con in mano una bottiglia di champagne e seguito dal suo barboncino personale, alias Danielle.
Era impossibile non notarla a causa del suo cespuglio al posto dei capelli. 
Mi ricordo una volta di aver visto in tv un cantante straniero, Caparezza mi sembra, e per sbaglio l'avevo scambiata per lei. Com'era possibile che fosse diventata così famosa in poco tempo? Ovvio, per Payne. Ma per fortuna non era lei.
I due, ridendo, presero posto attorno al tavolo, di fronte a noi e si scambiarono un bacio veloce.
Niall, al mio fianco, fece finta di infilarsi un dito in bocca, simulando un gemito di vomito, facendoci ridere.
Poi Liam ci richiamò all'attenzione.
"Ragazzi, voi siete la mia seconda famiglia e penso che dobbiate essere tra i primi a sapere di questa cosa." Disse serio.
I nostri occhi vagavano per la stanza, curiosi.
"Danielle è incinta?" Ipotizzò Niall.
Liam scosse la testa, divertito.
"Avete preso un altro cane insieme e stavolta si chiama Xanax!" Disse sicuro Harry.
Ma anche questa volta Liam scosse la testa, ridendo.
"Oh, allora avete preso casa insieme." Disse tranquillamente Louis.
"Quasi." Rispose vago Payne.
"Non avete comprato il cd delle Little Mix!" Ci voltammo tutti verso Zayn, sbuffando per quella continua storia sulla pubblicità del gruppo della sua ragazza. Peralda.
"No." Ridacchiò, unicamente, Liam "Veramente avremmo deciso di sposarci...Alle Hawaii. I nostri genitori consentono felicemente questa nostra scelta e vorrei anche il vostro appoggio." Disse serio.
"Io adoro le spiagge Hawaiane." Squittì la riccia, sognando ad occhi aperti.
Perché la mia sveglia non suonava? C'era qualcosa in quell'incubo che non quadrava. Perché stavo dormendo, vero?
"Le nozze sono previste per l’anno prossimo vero? Per la fine del tour." Domandai cauta, quasi a presa per il culo.
Perché ci stavano prendendo per i fondelli, vero? Quant'ero schifosamente retorica!
"Veramente, cara, le nozze sono previste per il prossimo 29 Agosto." Disse fiera, Capy.
Caparezza non le donava; meglio Capy. Che poi, assomigliava anche a capra, cosa davvero simile per la sua barbetta presente sul mento. Ma si era per caso rasata?
"E io che cosa ho detto?" Appoggiai le spalle allo schienale, sicura dei miei conti fatti mentalmente.
"Sophy, Danielle intendeva il 29 Agosto di questo anno. Praticamente tra qualche giorno." Mi schiarii le idee Liam.
Era vero che mia madre un tempo era stata insegnante di matematica, ma io da sempre ero stata negata in quella materia. Ma visto che non doveva essere una cosa più difficile del previsto, comincia a contare i giorni mancanti sulle dita della mano.
Liam sembrò accorgersi del mio gesto e cercò di aiutarmi.
"So..." Lo interruppi.
"TRA VENTI GIORNI TI SPOSI?" Sbraitai, sorpresa.
Ok, forse avevo alzato un pò il tono di voce. L'avevo capito dai poveri ragazzi al mio fianco che si erano tappati le orecchie, mormorando.
"Veramente sono undici giorni, ma sì. Mi sposo finalmente." E baciò Danielle.
Dove potevo vomitare?
Guardai gli altri, che con un cenno della testa mi fecero capire di non insistere, e mi limitai a sorridere, complice.
Ci congratulammo con loro, fingendoci felici per la nuova coppietta e augurandogli il meglio. Ovviamente per Danielle, il meglio era giocare a moscacieca in autostrada. Ma mi tenni per me quei pensieri.
Quando la riccia si rinchiuse in bagno per motivi personali, Liam ci mostrò l'anello che le avrebbe permesso di farle la proposta a tutti gli effetti durante la cena al ristorante italiano dove aveva prenotato per quella sera.
Sperai si affogasse in quel bagno.
Possibile che esistesse qualcuno più odioso della Scodella?
Quando la porta d'ingresso venne finalmente chiusa dai due piccioncini, ci guardammo tutti, increduli ed impauriti, cercando di metabolizzare la cosa.
"E’ troppo giovane." Esordì Harry.
"Non mi ha mai convinto quella ragazza." Continuò Niall.
"Secondo me c’è qualcosa sotto." Ipotizzò Zayn.
"Fama e soldi?" Chiese Louis.
"No, non penso sia così meschina." Ribatté Zayn.
"E allora perché sposarsi così presto? Insomma Liam ha diciannove anni, non ha mai avuto tutta questa fretta di sposarsi." Si intromise Harry. E aveva ragione, per una volta.
"Dovremmo, allora, rovinare il suo piano prima ancora di farglielo mettere in atto." Dissi d'un tratto.
"E se piazzassimo una bomba in Chiesa?" Se ne uscì Zayn, convinto.
"Waaaaaaaaaa, che figata!" Gli diede man forte Niall.
"E poi ti chiedi perché la gente ha paura di te; ma ti rendi conto di quello che dici? E comunque, Liam ha esplicitamente detto che si sposeranno in spiaggia, alle Hawaii, quindi non distruggeremo un bel niente.” Risposi a Zayn.
"Idea!" Urlò Harry.
Ci voltammo tutti nella sua direzione e Niall lo incitò a parlare.
"Sophy, puoi pensarci tu, proprio come hai fatto con El e Lou. Li farai lasciare, con il nostro aiuto, ovviamente." Concluse con un enorme sorriso stendi-ragazza.
Effettivamente era una bella idea e poi mi vennero in mente anche tutte le risate e scene comiche che avevo dovuto subirmi per far scollare quell’essere dal mio attuale fidanzato.
"Harry, ma Sophy non sarebbe capace nemmeno di far male ad una mosca, come potrebbe far lasciare quei due?” Si mise in mezzo Louis.
Probabilmente il mio ragazzo si era dimenticato di quando avevo fatto tingere di verde i capelli alla sua ex. In ogni caso, richiamai la sua attenzione con un colpo di tosse e gli tesi la mano, poi parlai.
“Piacere, Please, Bitch please. Lasciate fare a me, ho già in mente qualcosa.” Conclusi con un enorme sorriso malefico, mentre strofinavo una mano nell'altra "Adesso per te, Peazer, sono uccelli senza zucchero." Ridacchiai da sola.
"Ehm...Cioè?" Mi voltai verso Niall, sfoggiando un sorrisone a trentadue denti.
"Cazzi amari." Mi precedette Harry, capendomi al volo.
Evidentemente il Barboncino non sapeva a cosa stesse andando in contro.
 
 
SAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAALVE :)
Sofia is back! Ma stavolta non sono soletta, no.
Infatti una certa Simona ( Arimi_chan ), mi sta aiutando
a scrivere questa fanfiction, continuo di Give me love (vecchio profilo)
Qui potrete trovare il trailer, e non vi preoccupate se non avete
letto la vecchia ff, diciamo che questa collega solo qualche
volta a quella :)
 
In ogni caso, vi ringrazio anticipatamente se seguirete questa storia;
le risate sono assicurate e i colpi di scena non saranno da meno.
 
Trovate tutti i miei contatti nel mio profilo,
lo stesso per Simona :)
 

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Capitolo 2
*** L'antico vaso di nutella andava portato in salvo. ***


 

ATTENZIONE:
nelle recensioni siete state dolcissime, giuro **
Ma volevo dirvi una cosa...Siamo in due a scriverla, quindi
ringraziate anche quel geniaccio di Simona che mi sopporta
ahaha
Vi lascio alla lettura u.u

 
L'ANTICO VASO DI NUTELLA ANDAVA PORTATO IN SALVO.
 
 
Dopo aver saputo del futuro matrimonio, andammo tutti a dormire pieni di domande e di ansie, ma ci eravamo dati un appuntamento per il giorno dopo, in modo da poterne parlare senza i diretti interessati.
Non so da quale meandro della mia mente mi venne l’idea di informarmi, ma chiesi una mano alla letteratura, e chi meglio di Don Rodrigo poteva aiutarmi a mettere in pratica il mio piano?
Studiai per almeno tre ore, e i personaggi erano già belli che inquadrati. Gli One Direction, Liam escluso, erano i Bravi e io…No, non ero la monaca di Monza. A parte che non avrei mai fatto voto di castità, ma poi lei appoggiava il matrimonio dei due poveretti. A quel punto realizzai che, Don Rodrigo, bastardo, mi aveva fregato, ero proprio io. Speravo solo di non fare la sua stessa fine.
Sta di fatto che dopo aver letto “In quel ramo del lago di Como”, caddi in un sonno profondo, degno di Aurora della Bella addormentata nel bosco. Per questo quando mi risvegliai decisi di guardare il film, e cogliere davvero le parti di ogni personaggio.
Non sono mai stata un tipo da letteratura. Aspettavo sempre il film per non perdere tempo.
Poi caddi di nuovo in un sonno profondo.
Il mio risveglio non fu uno dei migliori e soprattutto non ebbi il bacio mattutino del mio principe azzurro a risvegliarmi, e nemmeno la strega cattiva, ma quel corvo con la voce da cornacchia, di Liam.
Ci scaraventò giù dal letto ad un orario improponibile.
“Liam, so che sei un bravo ragazzo, ma da te non si usa?” Chiesi mettendomi il cuscino sopra la testa.
“Cosa non si usa?” Chiese titubante.
“Mandare a fanculo la gente.” Risposi.
Rimase per qualche secondo in silenzio, e sperai vivamente che si fosse deciso ad andarsene di nuovo a letto. Va bene essere emozionati di sposarsi a breve, ma rompere le palle a certi orari no!
“Dai pigroni, sono già le quattro e mezza e voi dovete ancora preparare le vostre valigie.” Disse togliendo il lenzuolo a Louis e facendomi capire che da lì non se ne sarebbe andato se non ci fossimo prima dati una svegliata.
“Ma che schifo, cazzo Lou, copriti.” Disse il castano schifato. Lo immaginai coprirsi gli occhi con le mani.
“Mi fossi almeno divertito stanotte.” Disse il mio ragazzo mentre indossava i suoi boxer. Decisi allora di togliermi il cuscino dal viso per constatare lo sguardo di Liam, in quel momento perso a fissarmi in modo strano.
“Ho il ciclo, va bene?! -Sbottai- Comunque, dove dobbiamo andare a quest’ora della notte? Dobbiamo scappare? Hanno scoperto la base segreta di Zayn, dove masterizza i cd delle Little Mix? O Magari hanno trovato l’enorme piantagione di Maria che, sempre Zayn, coltiva con tanto amore in giardino? Dobbiamo darci alla latitanza?” Chiesi mentre mi avviavo al bellissimo bagno, in stile giapponese, di Lou.
Mi stupii da sola per essere riuscita a dire più di tre parole solo a quell'ora! Che poi, nemmeno avevo il ciclo! Ma non potevo di certo dirgli che avevo passato l'intera notte a cercare su internet e varie riviste la qualsiasi su Danielle Peazer.
Dovevo ancora scovare quella piccola macchia nera del suo curriculum da ragazza perfetta di Liam. Ma non mi ero arresa mica! Avevo lasciato lamentare Louis tutta la notte, sostenendo il fatto che non ci coccolavamo più come una volta, come i primi mesi che stavamo insieme, per poi finalmente addormentarsi, stanco, al mio fianco, con un viso angelico.
Da una parte mi dispiaceva trattarlo in quel modo, soprattutto adesso che stavamo per imbarcarci in una vacanza finalmente insieme. Ma doveva pur capire che dietro la scusa del matrimonio, Capy nascondeva qualcosa. E se lo dicevo io....Lo dicevo io!
Ok, non ero sempre sicura del mio intuito, ma la maggior parte delle volte era sempre andata a finire bene. Basta vedere me e Louis, adesso, passare la nostra vita insieme, felici.
“In realtà partiamo per le Hawaii.” Mi rispose Liam sconvolto, riportandomi alla realtà.
La mia bocca si spalancò leggermente, un po’ perché avevo pure perso il senso della cognizione e avevo saltato quel piccolo dettaglio durante la notte. Saremmo andati alle Hawaii!
Inutile descrivere la mia conga, così come la preparazione delle valigie, ma quello che mi sorprese di più, una volta arrivati in aeroporto, furono i perfetti, quanto insoliti ed inutili, calcoli di Niall, di prima mattina.
“Considerando che, le Hawaii si trovano di là –ed indicò con il dito verso sinistra- ci sono 2+7, che fa 9, x 3 è 27, meno 12 mi dà 15, diviso 3…fa 5, + 6 e uguale a…….11. Undici ore di fuso orario.” Squittì.
Che se avesse guardato sul cellulare avrebbe evitato di diventare bordeaux.
“Che ve ne frega del fuso orario, quando dovremo passare le prossime venti ore tutti insieme?”
Quella voce…l’avevo già sentita. Mi ricordava qualcuno di familiare, qualcuno che odiai odiato con tutta me stessa. 
Vinta dalla curiosità, e anche dalla manata che Lou si era dato in fronte, decisi di girarmi e scoprire chi fosse l’intruso.
Ed in tutta la sua mostruosità, mi trovai davanti agli occhi la più malefica delle creature: Eleanor Calder, alias, la scodella, accompagnata dalla sua inseparabile Winx, Peralda. Insieme erano una bella quanto brutta accoppiata. Perché non cominciavano a fare un gioco interessante? Che ne so...Un, due, tre vaffanculo? Ero sempre piena di idee, ultimamente, ma come ogni volta, dovetti tenermeli per me.
Mentre le due salutavano il resto della ciurma, e io mi tenevo stretto Lou, vidi una guardia aeroportuale venire nella nostra direzione.
"Scusate, per caso con voi viaggia un ragazzo biondino, occhi celesti, straniero?" cominciò a gesticolare, guardandoci uno per uno.
"Un finto biondo, lunatico, mezzo irlandese c'è...Ed è..." Zayn, che aveva preso parola, si girò alla sua destra, dove in realtà non c'era nessuno "Dov'è Niall?" chiese, confuso. Fino ad un minuto fa era lì, l'avevo visto anche io!
"Seguitemi." Disse solamente, facendoci cenno con la mano di andargli dietro.
Arrivammo davanti ad uno dei tanti shop messi a disposizione nell'aeroporto, trovando un casino di gente intenta a mormorare ed osservare qualcosa da noi impossibile da decifrare.
"Ho un vago sospetto." Mormorò Louis al mio fianco, prendendomi per mano e cercando di alzarsi sulle punte.
Neanche avessero appena messo in vendita il nuovo IPhone 6, tutte le persone in sala d’aspetto, si girarono verso di noi. Per pochi minuti nessuno fiatò o si mosse, solo una piccola balla di fieno ci passò davanti triste e desolata.
In un attimo si scatenò il putiferio.
Ragazze arrapate, fidanzati gelosi e genitori che volevano indietro i soldi degli album.
Scappammo in fretta e furia, chiedendo aiuto ad una delle tante guardie aeroportuali.
 
Ci portarono in una stanza, dove durante la lunga attesa ci avvisarono che il nostro volo sarebbe cambiato, a causa del troppo disagio che si era creato nella struttura per la presenza degli One Direction.
"Liam ci aveva raccomandato solo una cosa" sussurrai, guardando Niall al mio fianco.
Il biondo per tutta risposta abbracciò forte il barattolo di nutella che aveva causato il tutto "L'antico vaso di nutella andava portato in salvo" disse con voce angelica.
Alzai gli occhi al cielo.
"Sì, ma avevo detto che dovevamo passare anche inosservati!" sbraitò Liam, passandosi poi le mani sulle tempie "Nessuno deve sapere di questo matrimonio. Volevo solo una cosa, una piccola cerimonia di famiglia."
Nella stanza rientrò una delle guardie, avvisandoci che avremmo cambiato aereo per non destare sospetti e soprattutto che saremmo partiti dalla pista privata del primo ministro. Tsk, cosa aveva lui in più di noi?
 In ogni caso, risolvemmo lo spiacevole inconveniente, in poco tempo, con una novità: per evitare casini in territorio Americano, i manager affibbiarono al gruppo una scorta, tra cui Paul, uomo che aveva davvero la mia più grande stima.
Insomma, vorrei vedere la gente comune passare anche solo un'ora con questi pazzi qui.
Leggendo per l'ultima volta il messaggio di Sam dove, con Alex, mi augurava di divertirmi e di non far danni, posai il telefono nel bagaglio a mano e seguii gli altri in un corridoio secondario.
"Tutto bene, amore?" Louis mi affiancò, capendo il mio improvviso cambio di umore.
Purtroppo a causa del lavoro, le mie migliori amiche non potevano venire con noi in America. Promettendomi comunque che ci saremmo sentite il prima possibile una volta atterrati.
Mi sarebbero mancate, ma non potevo di certo far pesare la cosa a Louis. Anche perché da qualche giorno stavo in casa dai ragazzi, lasciando casa mia alle mie migliori amiche e mio fratello. Quindi, non mi sarebbe pesata più di tanto, vero?
Mi sforzai di sorridere "Sì sì, certo" mentii. Non dovevo essere triste, si trattava solo di qualche giorno, niente di più. E poi, dovevo restasre con la mente libera per rovinare il matrimonio dei due in stile Smith.
Non potevo distrarmi!
Davanti a me, Niall si sentiva in colpa a lasciar morire di solitudine, a Londra, il barattolo di Nutella da 250gr che era riuscito a fregare alla bambina allo shop, così aveva pensato di portarselo dietro. Peccato, però, che le guardie, al momento del controllo al metal detector, avevano pensato fosse una bomba. Sottovoce aggiunsi un “Si, calorica”, ma per fortuna, non mi sentì nessuno.
Dopo mezz’ora di attesa, finalmente potemmo imbarcarci, ma non prima di gustarci un'ultima scena comica in Inghilterra.
Danielle, Liam, Harry, Niall e Perrie, passarono tranquillamente sotto il metal detector; ma quando passò Eleanor, quello prese a suonare. Dopo venti minuti e varie perquisizioni, continuava a suonare: a quanto pare era una scodella di ferro, e quindi, passammo io, Lou e Zayn.
Quando, dopo altri dieci minuti di controlli, uno dei due poliziotti disse: “Signorina, la dobbiamo portare in caserma per un controllo.”
Se prima mi ero limitata a ballare la conga, dentro di me, adesso, ballavo salsa, rumba, samba e merengue. 
La scodella scomparve, scortata da una delle guardie, e noi finalmente salimmo in aereo.
Mi sedetti al mio posto, accanto a Lou e dietro di noi, il barboncino e Peralda parlavano animatamente della sfortuna della loro amica.
 
Quando ormai eravamo in volo da circa due ore, mi voltai verso Lou e, alzando la voce in modo da poter essere sentita da tutti, esclamai: “Certo che è proprio stupida Eleanor, non ha pensato di avere le forcine nei capelli!”
Inutile dire che i ragazzi si strozzarono con la loro stessa saliva e che la Winx e Capy se la presero con me. Mica era colpa mia se quella scodella teneva i suoi capelli attaccati dal filo di ferro!
Nelle altre ore, che passai dormendo, decisi di rompere le scatole al mio ragazzo, o meglio, al trattore che russava accanto a me.
Giuro, ci provai con tutte le mie forze! Ma niente, non si svegliava. Se non fosse stato che Lou è magro di costituzione, avrei pensato di avere accanto Snorlax dei Pokèmon.
Lo stuzzicai in tutti i modi possibili: fazzoletto nel naso, gelatina nel collo, amuchina tra i capelli. Niente, era più duro di una roccia!
A quel punto, stimolata dalla fame, decisi di recarmi da Niall, che, sicuramente, stava mangiando. Appena mi avvicinai a lui e constatai le condizioni sue e del sedile accanto, un mare di briciole, pensai di spostarmi verso Zayn.
“Hey amico, tutto bene? Ti vedo pallido.” Era davvero bianco, e di fianco al finestrino, non era nemmeno una bella vista.
“Voglio fumare.” Disse solamente.
“Ah Zayn, tu e questo tuo vizio…” Lo presi in giro, sperando di far spezzare il suo stato di freddezza.
“Voglio fumare.” Insistette, fissando ancora di fronte a lui. E non c'era nemmeno nulla di importante, perchè, presa dalla curiosità, mi ero girata a fissare il punto dove erano fissi i suoi occhi.
“Non devi pensarci, dai, guardiamoci un film, ti và?”  Provai a sedermi al suo fianco, ma lui si girò verso di me, con occhi spalancati e di nuovo ripeté:
 "Voglio fumare.”
“Zayn, accetta il fatto che per le prossime 15 ore non potrai fu…”
“Voglio fumare.” Mi interruppe.
“E che palle.” Dissi alzandomi sbuffando e dirigendomi dall’unica persona che avrebbe potuto alleviare il viaggio: Harry Styles.
“Hey Harold, stai scrivendo le tue ultime memorie?  Guarda che non per forza dobbiamo morire adesso, e poi, stiamo sorvolando l’oceano, anche che trovassero il tuo Block notes non si leggerebbe niente!” Lo salutai, vedendo che scribacchiava su qualcosa.
“No scemina, stavo scrivendo un paio di idee per far lasciare quei due.” Mi rispose stanco.
Oh, almeno qualcuno con la mente aperta c'era!
“Bene, illuminami.” Gli disse sedendomi accanto a lui e sogghignando maleficamente.
“Potremmo dire a Danielle che Liam è gay e lei sarebbe la sua copertura, o che è un ragazzo violento, che si droga, che è disordinato…non mi è venuto in mente altro.” Disse triste e sconsolato.
“Uhm, secondo me ci vuole più originalità.” Dissi mettendomi un dito sotto al mento con fare pensieroso. "Stanotte, per esempio, ho pensato anche io a qualcosa per i due." Alzai un ciglio, con fare scettico.
“E se le dicessimo che Liam è un vampiro e che luccica?” Chiese fiero della sua idea, lasciando perdere l'ipotesi di chiudere il becco e farmi parlare.
Alzai gli occhi al cielo per poi alzarmi scocciata e tornare al mio posto, accanto al trattore. 
Lo dicevo io che sarebbe stato un lunghissimo viaggio.
 
 
Finalmente, dopo 20 ore di viaggio, un esaurimento nervoso, e parecchie imprecazioni, eravamo arrivati. Il cielo era sereno e non una nuvola oscurava quella bellissima giornata; le bianche spiagge già mi chiamavano, così come l’acqua cristallina. L’aria era pulita, niente inquinamento, l’unico rumore che potevo sentire era il verso dei gabbiani in lontananza. Oltre la festidiosa voce di Capy e il suo continuo lamento della presenza delle zanzare.
No, ma mi scusi maestà. Adesso sterminiamo l'intera razza solo per lei!
Mi ero dovuta trattenere già dal tirare un calcio a Perald appena l'aereo aveva atterrato, sentendosi la regina di non so cosa, che mentre scendeva dalle scale salutava quelli che nel frattempo si erano messi a scaricare le nostre valigie. Io volevo solo dargli una leggera spinta sul fondoschiena; nulla di particolare.
L'auto si fermò davanti a quella che sarebbe stata la nostra villa per quei giorni; un uomo ci aprì gentilmente lo sportello della limousine che ci aveva accompagnato fino lì, facendoci scendere e salutandoci. Ci presentò inoltre, un certo signor James, come se già non ne avessimo due, che ci accompagnò alla maestosa villa dove avremmo soggiornato e dove si sarebbero sposati Liam e Capy.
Dieci camere da letto, sei bagni, un salone enorme, una cucina supertecnologica e un giardino immenso e ben curato. Mi sentivo una regina. Non la carta igienica. Quella era Peralda che rompeva le palle a Zayn, e non finiva mai!
Eravamo nell’atrio, con ancora le ingombranti valige tra i piedi, quando in un attimo, Harry, smontò ogni mia fantasticheria. 
“Ragazzi, avete idea di quanto sarà palloso pulire questa casa?”
Non ci avevo pensato, lo ammetto, ma stavo ardentemente pensando di ritornarmene a Londra. Anche perché non mi sarebbe bastata vendere su Ebay la roba di Liam per ripagare il danno che avessi fatto se solo avessi avuto la brillante idea di cucinare qualcosa. E se prendeva tutto a fuoco? Dovevo quindi cercare più roba nelle varie camere, in quei giorni.
“Non dovete preoccuparvi di questo. Vi basterà chiamare la cameriera che ogni vostro desiderio sarà un ordine.” Ci chiarì James.
“Cameriera? Ma sta parlando seriamente?” Chiesi esterrefatta.
“Certo. Simone, potresti venire qui un secondo?” Urlò il tipo, verso qualche stanza che stava alla nostra destra. Di quant'era immensa, mi sarei pure persa per andare al bagno.
Dopo nemmeno dieci secondi si presentò a noi una ragazza vestita con uno di quelle strane divise nere a gonnellina ed un grembiule bianco appoggiato sopra, l’immancabile cuffietta in testa, e un enorme sorriso stampato in faccia.
Era alta, di carnagione scura, due occhi a mandorla scuri e i capelli, riccissimi, raccolti all’indietro per facilitarla nelle pulizie. Possibile assomigliasse a…
“Dai, è uguale a Danielle!” Esclamò Niall, rubandomi le parole di bocca.
“Dici? Secondo me questa ragazza ha qualcosa di diverso da Danielle, ma non so cosa.” Dissi con fare pensieroso. Bo, forse era il suo sorriso rilassato che lasciava trapelare un filo di simpatia.
“Piacere, io sono Simone e sarò la vostra cameriera per i prossimi giorni, per qualsiasi cosa, chiedete pure.” Si presentò quella facendo anche un inchino. Ma dov’eravamo finiti? A Buckingham Palace?
“Lo dicevo io che sono diverse. Simone ha il naso dritto. In ogni caso, vado a scegliermi la stanza, con permesso.” Dissi avviandomi verso le camere della villa. Ovviamente dovetti sorbirmi le paranoie di Capy, che non apprezzò la mia schiettezza. Avevo detto solo la verità!
Cioè, prima si lamentano se non dici le cose in faccia; poi lo fanno se glieli dici direttamente all'interessato! E che palle!
Arrivata al piano superiore, la prima stanza era color senape, la seconda rosa Barbie -chissà perché pensavo la prendesse la Winx-, la terza era arancione... Avrei voluto conoscere il designer di interni che aveva arredato la villa. 
Finalmente entrai in un a camere bellissima, sui colori dell’azzurro e del verde, mi ricordavano il cielo e il mare e...Hey, aveva anche il bagno in camera. Piastrelle azzurre...la vasca idromassaggio... Ok, mi stavo davvero innamorando di quella stanza. Amore a primo cesso?
“E’ davvero bella, eh Zayn? Che te ne pare?”
Ma le fatine non avevano la voce angelica?
“Certo tesoro, adesso, perché non ci facciamo due coccole? Mi sei mancata, lo sai?” E sentii un rumore provenire dalla camera.
“Non aspettavo altro, Jawy.” Jawy? Oh Gesù.
Decisi di uscire dal bagno, prima di dover assistere all’accoppiamento tra una Winx e un talebano. Cosa ne sarebbe venuto fuori? Lo scoprirete nella prossima puntata. No, ok.
“Hey, voi, non vi permetto di sporcarmi le lenzuola, uscite immediatamente dalla mia stanza.” Dissi convinta, facendoli sussultare per un attimo.
“La tua cosa? -Peralda scoppiò a ridere- Ma fammi il piacere, perché non esci tu, ci hai anche disturbati.” Rispose toccando il petto di Zayn e facendogli l’occhiolino.
“L’ho scelta io, ok? Smammate.” insistetti, sicura.
“Tesoro, forse non hai capito, io e Jawy abbiamo messo piede nella stanza prima di te, quindi, puoi anche andare nella tua bellissima stanzetta rosa.” Disse strafottente. 
Un momento...Ed io come ci ero arrivata in bagno? Non ricordavo di saper trapassare le mura.
“Ascoltami bionda tinta, eh no Zayn, non metterti in mezzo. -lo minacciai prima ancora che potesse aprire bocca- Quando avrò finito con Danielle, toccherà a te, sei stata avvisata.” Dissi puntando un dito nella sua direzione.
Lei mi guardò con un'espressione mista tra lo stupito e confuso. Mannaggia a me e alla mia boccaccia. Non potevo svelargli il mio piano, avrebbe fatto saltare tutto in aria. Si sa com'è...A star con lo zoppo...impari a far saltare in aria le cose.
Detto questo uscii da quella stupenda stanza per recarmi, ahimè, in quella rosa. Vi trovai Louis arrabbiato a disfare le valige.
“Amore, tutto bene?” Gli chiesi cingendogli la vita da dietro.
“Ti sembra che vada tutto bene? Per i prossimi dieci giorni dormirò nella camera di una principessa.” E continuò a mormorare con voce più bassa.
“Lo so tesoro, ma che importa, l’importante è che ci sono io.” Gli dissi ammiccando. "E poi...dovremmo solo dormirci, mica starci 24h su 24." Sforzai un sorriso.
“Oh si, ha ragione la mia principessa.”  Finalmente sorrise.
Stavo per ricevere il bacio che, speravo mi avesse svegliata da quell’incubo, e invece si affacciarono i ragazzi ridendo.
“Muovetevi, che andiamo a fare un bagno in piscina piccioncini.”
Neanche avessero messo in commercio le nuove ali supersoniche, vidi Perald e Capy correre come due forsennate verso il retro della casa. Forse pensavano che chi fosse arrivata per prima in piscina avrebbe avuto un premio?
Ma dovevamo ancora disfare le valigie e questi già si mettevano sotto al sole? Per di più lasciando i due poveri ragazzi a disfare le valigie, quelle stesse valigie che loro avrebbero dovuto disfare.
Aiutai Louis a finire, mentre lo sguardo mi cadde proprio sotto la nostra finestra. Bene...mi era proprio venuta in mente una bellissima idea.
E fù così che misi un estratto all’ortica nelle loro protezioni solari. Ups...
 
 
 
SALVE SALVINO(?)
No, va beh...Non abbiamo niente da dire...
MA CHE DICO?!?!?
L'abbiamo eccome! Fatemi ripensare: 23 seguite, 13 preferite e 4 ricordate!
Ed eravamo solo al primo capitolo!!!
Per non parlare delle 13 recensioni sjdkas
 
Ok, continuate così e avrete tante, tantissime belle cose da leggere :)
 
Grazie ancora, da parte mia e di Simona :)

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Capitolo 3
*** Chiudi quel cesso di bocca. ***




CHIUDI QUEL CESSO DI BOCCA.
 
 
 
"Sophy?" Sentii Louis chiamarmi dal piano inferiore. Ma ero ancora troppo sconvolta per rispondere al mio fidanzato. Certe cose non possono e non devono accadere, soprattutto mentre mi lavo i denti con il mio spazzolino delle superchicche. 
"Sophy?" Stavolta la voce era molto più vicina segno che Louis mi stesse venendo a cercare in camera. Mi misi comoda sul letto, fissando il cellulare che avevo tra le mani, sempre più confusa. 
"Amore?" Louis spalancò la porta della nostra stanza rosa shocking, entrando subito dopo e sedendosi al mio fianco preoccupato. Si vedeva lontano un miglio che avevo qualcosa che non andava. Mi accarezzò delicatamente il braccio, poi mi fece sedere sulle sue gambe.
"Tutto bene?" Provò a chiedermi, accarezzandomi una guancia.
Scossi la testa leggermente, facendomi forza a raccontargli cosa mi era appena successo.
"La vodafone mi ha mandato un messaggio: chiamate illimitate verso tutti i mobili. -Mi guardò strano- No, ma dimmi un pò te se io mi metto a chiamare il mio comodino. Ma quando mai?" Sbottai, alzandomi dal letto.
Avevo sempre pensato che la vodafone fosse una cagata colossale; ma arrivare a tanto, voleva dire solo confermare le mie teorie di quante teste di banana stavano dietro al tutto.
Al contrario di quanto mi aspettavo, Louis cominciò a ridere, gettandosi perfino sul letto e battendo dei pugni sul materasso. C'era un fantasma sul nostro letto? Louis lo stava uccidendo?
"Che c'è?" Lo richiamai, posando il telefono in borsa.
Il mio ragazzo sembrò riprendersi, mettendosi dritto con la schiena e asciugando quella che doveva essere una lacrimuccia.
E io ero tremendamente seria!
Stupidi uomini, come se le cose importanti nella vita fossero solo i videogiochi e il calcio.
"Ti prego, queste cose di prima mattina no! Ma adesso andiamo. -Si alzò- Gli altri ci aspettano di sotto." Mi tirò per un braccio, guidandomi alla sala da pranzo. 
Ancora non c'erano tutti, ma solo Zayn, Harry, Niall, io e Louis. E meno male che ci aspettavano.
Mi buttai con un sonoro tonfo sul divano, al fianco di Harry che teneva tra le mani un block-note.
"Ancora con la lista? Ieri sera ho avuto qualche ideuccia...Vuoi saperla?" Giocherellai con le dita, stile signor Burns dei Simpsons. Lo vidi un attimo spaventato, poi gli rubai il bicchiere di succo d’arancia e lo bevvi tutto d’un fiato ridandogli il bicchiere vuoto.
Il riccio si voltò nella mia direzione, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, Louis lo interruppe.
"Invece di pensare a queste scemenze, -Ma dove?- perchè non aiutiamo a Liam a scrivere le sue promesse?" Si appoggiò al tavolo della cucina, incrociando le braccia al petto. Come se me ne fregasse qualcosa del matrimonio, avrei solo mangiato a sbafo, è questo che si fa ai matrimoni.
"Io non ragiono di prima mattina, chiedete a Niall." Ci avvisò Zayn. Allora lì ebbi l'illuminazione.
"Basta che scriviamo 'Io scavo, tu scavi, egli scava, noi scaviamo, voi scavate, essi scavano.'" Dissi sicura. Mi appoggiai allo schienale del divano, sentendomi guardata in modo strano. 
"Eh?" Si fece avanti Niall sputacchiando qualche briciola. Stava mangiando le gocciole.
Sbuffai schifata "Magari non è una bella dedica, ma almeno è profonda." Sentii ridacchiare Harry al mio fianco, e non mi sfuggì il sorriso divertito degli altri tre. Ero anche più scema di prima mattina.
Davvero, non era nel mio dna -evitai di fare certi ragionamenti ad alta voce per Zayn- essere normale. Una volta ci avevo provato; sono stati i due minuti peggiori della mia vita!
Niall scoppiò a ridere, con qualche secondo di ritardo, battendo la mano sul bracciolo del divano. Lo guardammo sconvolti. Sono la prima ad ammettere che come battuta, faceva pena. Ma si sa, quando Niall ride, devi ridere anche tu, è troppo contagioso.
"Vi giuro, dovevo dirvi una cosa, ma sono una chitarra al momento." Ma che cazz...?
Zayn si alzò dal divano, sfilando una sigaretta dal pacchetto che aveva in tasca, portandosela in bocca "Che avete tutti questa mattina?" Chiese, accendendosela e sparendo verso il giardino. Penso abbia fatto la cosa migliore almeno non ha sentito la risposta di Niall.
Niall sembrò rimanerci male, così "Dovevate chiedermi 'Perchè?' e così io avrei potuto rispondervi 'Me la sono scordata'. Che amici ingrati." E si alzò anche lui, camminando verso le scale e richiamare Liam con Peralda e Capy.
Chissà cosa stavano facendo i tre al piano superiore.
Magari stavano aiutando a spettinare il cespuglio di Capy. O le stavano mettendo l’autoabbronzante. O stavano decidendo che smalto mettere. O molto peggio, stavano aiutando a mettere le ciglia finta a Peralda. Che poi, mi sono sempre chiesta...Perchè indossa ciglie finte, ha l'abbronzatura finta, si fa le tinte ed è come se avesse i capelli finti, e poi cerca il vero uomo? C'era qualcosa che non quadrava nella sua teoria. Anche se Zayn aveva completamente smontato tutto mettendosi con lei. Ah, vendendo perfino i suoi cd.
Prima o poi toccherà anche lei, è una promessa.
"Buongiorno ragazzi, avete già fatto colazione?" Guardai attentamente la ragazza che era appena entrata in cucina. E questa da dove era uscita? Non l'avevo mai vista in vita mia. Ok la cameriera, passi, almeno fa le pulizie al posto mio, ma tutta sta gente in casa no eh.
Come me, anche gli altri, notai, avevano il mio sguardo confuso.
"Scusa...Non vorrei sembrare scortese, ma tu chi sei?" Chiese Louis, prendendo parola per tutti. Aww il mio ragazzo coraggioso.
La ragazza sorrise e poi si abbassò davanti al lavandino, aprendo uno sportello e uscendone qualche lavavetri o altro materiale per la pulizia.
No. Non poteva essere lei.
"Sono Simone; ci ha presentato ieri il signor James. Sono la ragazza tutto-fare." Cercò di farci ricordare, con un sorriso stampato sulle labbra.
Scattai dal divano, andandole in contro "Ma ieri avevi i capelli così...ricci." Spiegai, e la vidi alzare gli occhi al cielo, sbuffando.
"Lo so, amo i capelli ricci. Ma per sfortuna sono nata così -se li tirò- più lisci di uno spaghetto." Spiegò triste.
“Stai bene in entrambi i casi tesoro” Niall? Oddio ci provava anche con la cameriera. Che morto di figa. 
“Ti ringrazio ma, devo andare. Siete anche dieci persone in questa casa, ci metterò i secoli per finire, quindi…chi ben comincia è a metà dell’opera no?” Ci disse sorridendo.
“Giusto.” Per un attimo provai pena per lei, però c’era qualcosa di strano in quella ragazza. Non riuscivo a trovare il giusto collegamento. Chi mi ricordava?
Non so come mai, ma quella mattina il mio cervello sembrava più acceso degli altri giorni. Sorrisi, pensando tra me e me.
"Andiamo?" Solo quando Liam mi sventolò una mano davanti al mio viso, ritornai alla realtà, incrociando la mia mano con quella di Louis e uscendo dalla casa.
Eravamo pronti per girare le Hawaii.
 
*  *  *
 
L'auto fece una brutta frenata, facendoci cadere letteralmente tutti dai sedili.
"Gli autisti americani." Si lamentò Liam, massaggiandosi il capo. Lo sportello della limousine venne aperto da quello che doveva essere il nostro guidatore esperto.
"Siamo arrivati, signori." Scattai come una molla, scendendo per prima e guardandomi intorno: c'erano le spiagge, vari negozi sulle spiagge, le strade che portavano alle spiagge...
"Dai Sophy, in questi giorni andremo a mare." Mi tirò Louis per un braccio. Ma non dovevamo andare al mare? E’ quello che fanno tutti quando vanno alle Hawaii. Sole, spiaggia, mare, shopping e divertimento. Effettivamente avrei riso parecchio a quel matrimonio.
Camminai sul marciapiede in silenzio, guardando le varie vetrine dei negozi tanto bramati dagli stranieri. Ce n'era uno particolare dove vendevano anche quelle strane gonne fatte di paglia e le coppe di reggiseno fatti da cocco. Dovevo ricordarmi di comprarli di nascosto, avrei fatto una sorpresa a Louis.
Sorrisi quando Zayn si fermò davanti ad una vetrina, riflettendosi nel vetro che traspariva, fino al punto da farlo sembrare vestito in quel modo. Io lo guardai stralunata, come se avesse fatto chissà quale magia.
Louis mi tirò di nuovo, facendomi sbuffare. Che palle!
Arrivammo in quello che doveva essere la boutique scelta dai due quasi sposini. Non mi sarei mai aspettata una cosa così da Liam. A 19 anni chi è quel deficiente che si sposa? Liam, appunto.
Entrammo nell'edificio: le pareti erano colorate di un rosso acceso, quasi mattone; le finestre lasciano entrare una grande quantità di luce e il piccolo salotto d'attesa è composto da mobili antichi, avorio.
"Salve ragazzi, posso aiutarvi?" Una donna vestita con un tailleur nero venne nella nostra direzione con le mani congiunte davanti al petto, manco fosse una suora, e un sorriso più falso delle tette di Capy.  Ma le tette di Capy sono vere…altrimenti non avrebbe una prima scarsa.
Liam prese parola,  facendomi perdere il filo dei pensieri, sorridendo.
"Salve, sono qui con i miei amici. Avevo prenotato a nome di Payne." Rispose.
La donna corse fino al bancone principale, la reception, e sfilò dal cassetto un'agenda. Sfogliò velocemente i fogli scarabocchiati e alla fine puntò un dito violentemente su un nome: Liam James Payne.
"Oh, sì. Signore e signora Payne." Notai ballare la riccia accanto a me con l'altra oca, mentre cominciarono a battere le mani in segno di felicità.
Mi venne, così, spontaneo canticchiare "Se sei cornuta e tu lo sai, batti le mani!" 
Nessuno mi sentì, meno Niall che scoppiò a ridere.
Gli mollai una gomitata, quando notai che tutti guardavano noi. Che idiota.
"Seguitemi!" Disse d'un tratto la donna, facendoci cenno con la mano perfettamente curata.
Notai Zayn preoccupato guardarsi in giro. Aggrottai la fronte, affiancandomi a lui.
"Ehy pakistano, va tutto bene?" Provai ad essere cordiale, visto che la sua ragazza già stava rompendo le ovaie alla donna che ci stava conducendo nel sotterraneo del posto, lì dove ci saremmo divisi per scegliere entrambi gli abiti.
Il suo labbro inferiore tremava, e avevo la paura che da lì a poco sarebbe scoppiato a piangere. Per cosa, poi?
"Mi scappa la pipì." Disse serio.
Mi trattenni dal ridere, venendo comunque interrotta da Harry che ci aveva sentito.
"E inseguila, no?" Aveva detto una cosa intelligente. Davvero...
Ma cosa aveva sotto quel mucchio di capelli? Per fortuna non era una femmina, allora gli avrei detto di mettersi il push-up in testa invece delle tette.
Evitai di commentare, finendo di scendere le scale e ritrovarmi davanti a qualcosa di...Non c'è un aggettivo per descriverlo.
Saltellai come una bambina eccitata di scartare i suoi regali di Natale.
"Oh mio Dio. Ma tu sei..." Dissi con gli occhi spalancati, ma quello mi bloccò.
"Figo?" Chiese. Scossi la testa, anche se ero convinta del contrario.
"No, cioè sì, lo sei. Ma stavo dicendo, tu sei..." E quello parlò, di nuovo.
"Uno strafigo?" Ma voleva che gli tirassi Louis addosso?
Scossi la testa con più voracità.
"Non metto in dubbio della tua figaggine, ma tu sei Randy! Quel Randy!" Lo indicai, mentre notai gli altri guardarmi con occhi sbarrati, meno le ragazze che si atteggiavano come non so cosa. Possibile che solo io conoscessi quest’uomo? Uomo….vabbè….è virile tanto quanto Tiziano Ferro e Elton John. O peggio, Signorini.
"Sei il mio idolo! Cioè, ti amo! Amo come aiuti le giovani spose a scegliere i loro vestiti. Sei davvero fantastico, ti basta guardare una donna per capire tutto di lei. Non mi perdo nemmeno una puntata di 'Abito da sposa cercasi. Ti prego, SPOSAMI!" E mi gettai tra le sue braccia. 
Tanto che si era emozionato, sarò stata la sua prima fan, ricambiò l’abbraccio con molto affetto, troppo forse, per i gusti di qualcuno.
Sentii questo qualcuno trattenere il respiro, pensando di aver fatto chissà quale peccato. 
Ma Randy, il mio UOMO, semplicemente battè qualche pacca sulla mia schiena, consolandomi.
"Ragazza, credo di adorarti già in partenza! Come ti chiami?" Mi chiese, e io mi staccai, giusto per togliergli quel colorito quasi sul viola che aveva preso possesso del suo viso. Ma comunque continuai a guardarlo con faccia adorante.
Io ridacchiai, nervosa, posando le mani dietro la schiena e giocando con la punta del scarpa, disegnando dei cerchi sul pavimento.
"Sophy...Ma tu chiamami stasera." Dissi con voce sexy e provocante. Sentii Louis schiarirsi la voce con qualche colpo di tosse.
Sobbalzai "Oh, lui è il mio ragazzo, comunque. E loro sono i miei amici." Li presentai, come se lo conoscessi da una vita.
In effetti, da tutte le puntate che avevo visto, era come se fossimo davvero amici da una vita. Almeno per me.
"Quindi voi siete i futuri sposi?" Mi chiese. Un sorriso enorme,  e i suoi occhi già cercavano di intravedere il mio corpo tra i vestiti che indossavo, per capire quale modello mi sarebbe andato meglio. Ingoiai rumorosamente la mia saliva.
"Purtroppo, no." Dissi abbassando lo sguardo e anche il tono di voce. Davvero per un attimo avevo pensato di sposarmi Louis? Sti due mi stanno contagiando troppo.
“In realtà ci sposiamo noi.” Disse Capy indicando Liam.
“Ma davvero? Allora, via i ragazzi che dobbiamo iniziare a cercare il tuo abit...” Ma non potè finire la sua frase, che un'altra voce sovrastò la sua.
Rialzai la testa quando un'altra voce abbastanza conosciuta attirò la mia attenzione.
Oh mio Dio! Ma ero in paradiso?
"Da quando in qua il marrone si abbina al giallo canarino? Quell’ outfit è qualcosa di ORRENDO!" e chiuse di colpo il cellulare.
Era lui? Era colui che smerdava l'orribile vestiario di intere generazioni?
Anche il mio secondo idolo stava camminando nella stanza in cui mi trovavo io?
"Ma chi è quel cretino?" sbottò Louis guardandolo.
Gli lasciai una gomitata alle costole, tanto forte da farlo quasi piegare dal dolore. Così imparava!
Senza pensarci due volte, corsi nella sua direzione, saltandogli addosso. Nemmeno tre secondi dopo, gli altri si avventarono su me, pronti a staccarmi da Enzo Miccio, il mio idolo dopo Randy!
 
*  *  *
 
Ma cosa avevo fatto di male per meritarmi quello? Stare seduta con le braccia conserte, non era nel mio sistema. E in più dovevo sorbirmi Capy e le sue paranoie.
“Allora cara, dimmi, come vi siete conosciuti?” Oh no, no, di nuovo questa storia no.
“Io e Liam ci siamo conosciuti durante lo show di X-Factor nel 2010, sai lui è uno degli One Direction e quindi Bla Bla Bla…è un ragazzo fantastico, nonostante abbia avuto un passato molto triste Bla bla bla….reni…bla bla bla…bullismo…bla bla bla e adesso fa parte della boyband più famosa al mondo non è fantastico?” Dopo 45 minuti di racconto, durante il quale mi addormentai e sognai di sopprimerla, finalmente Danielle andò in camerino seguita da Perrie, e io con Niall -che aveva preferito tenermi compagnia- decidemmo di dare un occhiata agli abiti.
Stavo osservando un meraviglioso vestito in pizzo, con un bellissimo strascico, quando Randy, con passò felpato, si avvicinò a me.
“E’ tua amica la riccia?” Mi chiese sottovoce.
“Le voglio talmente bene che se avessi un paio di forbici prima le taglierei i capelli e poi le sfregerei la faccia.” Dissi senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, ma con gli occhi che brillavano di luce propria per l’idea che mi era appena saltata in mente.
Penso si allontanò più per paura che per aver risposto alla sua domanda.
Ci fecero accomodare su di un divanetto e, pazientemente, aspettammo sua maestà Peazer e compagnia bella che uscissero dai camerini.
Ero intenta a messaggiare con Louis -posto dall'altra parte del palazzo, insieme al mio Miccio-, quando finalmente vedemmo Danielle con indosso il suo primo abito.
Un vestito a sirena con delle perline applicate sul corsetto. Carino eh, niente da dire, ma un vestito del genere non esaltava le sue forme, Si vedevano solo i capelli e la coda. Le stava malissimo e poi, avorio…il vestito da sposa deve essere bianco per la miseria.
“Danielle, credimi, questo vestito ti sta d’incanto. Oddio scusami.” Mentii e presi un fazzoletto per fingere di asciugarmi le lacrime.
“Secondo me non ti sta bene, perché non provi qualcos’altro?” Maledetta Perald, ma i cazzi tuoi?
“Penso tu abbia ragione, proviamo l’abito numero due” Disse Danielle scendendo dalla pedana, e poi sparendo in camerino.
“A me piaceva.” Dissi a Perald.
“Pensi che non me ne sia accorta che vuoi sabotare il matrimonio? Non metterti contro di noi, stupida.” Mi rispose quella con aria di sufficienza.
“Sei talmente malefica che alla strega di Biancaneve hanno dato il nobel per la pace.  Fammi un favore, fai conoscere al tuo labbro inferiore, il labbro superiore, falli innamorare e chiudi quel cesso di bocca.” Le dissi per poi alzarmi e andare da Randy. La riccia mi fulminò con lo sguardo, mentre io alzai le spalle, innocente.
"Mi avete costretta voi a venire. Fatemi almeno dire la mia." Mi difesi.
Capy afferrò di forza il vestito e si allontanò, seguita dal suo cagnolino Perald -perchè ora, erano diventate amiche inseparabili- rinchiudendosi nel camerino.
Sbuffai guardando Niall al mio fianco. Non faceva niente di niente, e guardarlo mi aumentava la noia. Dov'erano corda e albero? Sarebbe stato più divertente perfino impiccarsi, in quell'occasione.
"Uhm..." Alzai lo sguardo, notando di essere fissata da Randy. Voleva un mio autografo? Non doveva essere al contrario?
"Che c'è?" Chiesi con la voce più dolce di questo mondo.
Lui sorrise, poi camminò fino al divano, sedendosi tra me e Niall "Non vi sta simpatica questa ragazza, vero?" Perspicace.
Scossi la testa, alzando gli occhi al cielo. Non era prevedibile?
Avevo praticamente bocciato tutti i suoi vestiti, anche se qualcuno era davvero bello e le donava davvero.
Inoltre, non mi avevano nemmeno permesso di andare da Liam, sotto custodia di Enzo, perchè, appunto quest'ultimo, ogni volta che mi vedeva anche attraverso una finestra, cominciava a sudare freddo e dire parole strambe come 'Per l'amor del cielo' fingendo di svenire. Ma che gli avevo fatto di male? Volevo un abbraccio, mica gli stavo offrendo la possibilità di farsi lucidare la testa dalla sottoscritta!
"Ho un modo per far saltare in aria il loro matrimonio." Oh mio Dio! Non potevo baciarlo, anche perchè Niall -e il suo vizio da pettegolo- l'avrebbe di sicuro detto a Louis in men che non si dica.
"Spara!" Dissi tutta eccitata, sfregando le mani a mo' di pazza sclerotica.
Anche Niall si avvicinò all'uomo -oh Dio, chiamarlo uomo suonava malissimo- e attizzò le orecchie, proprio come me.
"Le spose odiano ingrassare." Suggerì.
Grazie, anche io per il mio matrimonio non vorrei sembrare una balena vestita da sposa. Ma non di certo potevo ingozzare la quasi sposa per non farla entrare nel suo...
"ODDIO!" Quasi gridai quando capii dove volesse andare a parare.
Lui sorrise compiaciuto, mentre annuiva con la testa, maligno.
Sorrisi a mia volta immaginandomi Capy dimenarsi davanti allo specchio per cercar di entrare nel suo vestito striminzito. 
"Ehm...Scusate, io non ho capito." Aggiunse Niall con un viso angelico. Si vedeva che non era il suo campo.
Ma non riuscii a proferire un'alta parola che il barboncino, seguita dal segugio, rientrarono nella sala con un nuovo vestito addosso.
"Questo è bellissimo! Mi sento una principessa!" Strillò, complimentandosi da sola.
Già, era bellissimo davvero. Ma non le avrei dato quest'altra occasione!
"Principessa?" ripetei, sconvolta.
Randy si alzò dal divano, sfiorando la stoffa del vestito di Capy, complimentandosi con lei per la scelta. Ma la riccia era troppo intenta a fulminarmi.
"Sì, sono sicura che quando lo dirò a Liam, mi farà sentire una principessa." Cercò di guardarsi le spalle scoperte, sorridendo.
"Ti metterai sul pisello?" Niall al mio fianco scoppiò a ridere, gettandosi sul divano e tenendosi perfino la pancia.
La riccia, come Peralda, mi fulminò "No, io intendevo una principessa come Cenerentola." Fece un mezzo sorriso, come se mi avesse schiacciato con una frase.
"Ma Cenerentola perde la scarpetta, non le mutande." E lei si arrabbiò di brutto.
"Senti signorina..." Camminò verso di me, indicandomi minacciosa.
Per fortuna Randy la bloccò appena in tempo, facendola voltare nella sua direzione e calmandola con un semplice sorriso.
Cosa? Io volevo stirarle i capelli senza il bisogno di usare una piastra!
"Allora, è quello giusto?" Come da copione, Randy recitò la sua solita frasetta.
Capy si voltò verso lo specchio, contemplando di nuovo il suo riflesso. Perchè non si rompeva?
Poi rispose "Questo vestito è mio."
Sorrisi malignamente, ringraziando mentalmente Randy che proprio in quel secondo ammiccò verso me.
L'agente 00tette era appena entrata in azione.
 
 
 
CIAO CIAO CIAO PRINCIPESE(?)
*feel like Zayn Malik* lol
Omg, non sappiamo come ringraziarvi, siete tutte bellissime
a recensire, ad aver messo la storia tra le PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE.
Siete tantissime **
 
Ma comunque, passiamo al capitolo.. Che ve ne pare? Può andare?
:) Come vedete, stiamo cercando di aggiornare più spesso possibile,
però in cambio vorremmo sapere cosa ne pensate.
Ps. SORPRESONE nel prossimo capitolo sajdhks
 
Sofia e Simona :)

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Capitolo 4
*** Una ragazza tutta casa e Chiesa. ***




 

UNA RAGAZZA TUTTA CASA E CHIESA.

 
Quando mi svegliai quella mattina, la mia stanza rosa shocking era vuota.
"Louis?" Provai a chiamarlo con la voce impastata dal sonno. Delle risate attirarono subito la mia attenzione. Scesi dal letto e mi avvicinai alla finestra che, per fortuna, dava sulla piscina sul retro della casa. Sorrisi nel vedere i cinque babbuini spruzzarsi dell'acqua addosso, invocandomi un buon umore che non avevo mai avuto in quegli ultimi giorni.
Corsi velocemente verso il mio armadio, spalancando le ante e trovando immediatamente il mio costume color arcobaleno su uno degli scaffali. Mi spogliai e rivestii in un tempo record, strano anche per i miei standard.
Presi una delle tovaglie da mare che ci eravamo portati, da una valigia, e uscii dalla stanza con passo spedito, dritta alla piscina.
Ma durante il tragitto, qualcosa, o meglio qualcuno, attirò la mia attenzione. La porta della stanza di Liam, la più vicina alle scale che portavano al piano inferiore, era per metà aperta, mostrando Capy in tutta la sua bruttezza di prima mattina, farsi delle foto in camera con in dosso solo il costume.
Si stava davvero facendo un servizio fotografico?
"Ti stai facendo delle foto in costume a casa? Ora tuffati giù dal balcone!" Mi venne spontaneo da dire. La riccia sobbalzò alle mie parole, e rossa in faccia, venne nella mia direzione, sbattendomi, infine, la porta in faccia.
"Oh mamma che delicatezza" bofonchiai tra me e me.
"Buongiorno!" sobbalzai, cacciando un urlo e posando una mano sul cuore quando riconobbi la figura esile di Simone. Dio mio, quella ragazza -per quanto utile- era come un fantasma. Appariva e spariva in men che non si dica; te la ritrovavi dappertutto in qualsiasi momento.
"Simone, mi hai messo paura." L'avvisai, posando una mano sulla sua spalla, mentre lei cercò di reggere in piedi tutto il peso. Già, appoggiarmi a lei piena di lenzuola pulite non era stata un'ottima idea. Per poco non cascò all'indietro sulle scale. E poi chi avrebbe pulito casa?
Era quello il problema...Certo.
"Comunque, posso chiederti una cosa?" chiese titubante, mentre mi seguì lungo le scale. Non vedevo l'ora di sdraiarmi accanto al mio ragazzo a prendere un pò di sole e rilassarmi come meglio potevo. Certo, non era il mare. Ma meglio di rinchiudersi in qualche negozio di abiti da sposa.
"Certo, dimmi! Non sono sempre psicopatica, come hai potuto vedere." Cercai di farla rilassare, perché ogni volta che me la ritrovavo accanto, sembrava quasi impaurita da me. Ma non era lei il mio problema, per sua fortuna.
"Ho notato che non vai d'accordo con nessuna delle due ragazze. Come mai? Se posso sapere, è ovvio."
Aveva una vocina così carina; era tutta perfetta. E poi, anche se era ingenua, il fatto che mi sopportasse, era già un grande passo. Visto che Capy e Peralda non mi avevano dato nemmeno l'occasione di farmi conoscere meglio!
"Storia lunga." Sventolai una mano, stancamente.
"Questo è un modo carino per dirmi di farmi gli affari miei?" Sorrise, cogliendomi di sorpresa. Questa ragazza era più sveglia di quanto pensassi!
Ma dov'era stata fin ora?
"Comunque tranquilla, non insisterò. Solo che, almeno per Danielle, -rabbrividii al sentire quel nome, ricordando l'orrore che avevo visto pochi minuti prima. E certe cose di prima mattina non sono digeribili- mi sembra un tipo apposto. Una ragazza tutta casa e chiesa." Disse, posando poi le lenzuola sul divano, per dedicarsi a piegarle uno ad uno. Volevo aiutarla, davvero. Ma l'odore di cloro che proveniva dalla porta sul retro mi attirava di più, al momento.
Per poco non le scoppiai a ridere in faccia.
"Già. E' il tragitto che la frega, però." In poche parole, le feci capire chi era davvero Capy.
Mai giudicare un libro dalla copertina. Ma diciamoci la verità: Danielle non aveva nemmeno quella!
 
Arrivata a bordo piscina, trovai la sdraio accanto a quella di Louis vuota. Stampai un veloce bacio sulle labbra del mio ragazzo, prendendo posto al suo fianco.
"Fa caldo oggi." Dissi, giusto per fiatare. Lui per tutta risposta, tirò con forza la mia sdraio, avvicinandola alla sua, facendomi ridacchiare. Ultimamente l'avevo un po’ trascurato, davvero. Mi mancavano le nostre coccole e forse ora era arrivato anche il momento giusto.
"Ti va se ti spalmo un po’ di crema?" Mi chiese premuroso. E chi era quell'idiota che non accettava subito una simile richiesta?
Mi misi a pancia in giù, chiudendo gli occhi quando Louis prese a massaggiare la parte alta della mia schiena. Aveva le manine d'oro, l'avevo sempre detto, però così era anche più piacevole.
Con un ghigno, che udii, sganciò il pezzo di sopra del costume, divertendosi a sfiorare la mia pelle come meglio sapeva fare. Inutile mentire che tutti quei gesti stavano provocando uno strano effetto in me. Ma comunque non gli diedi la soddisfazione, e rimasi zitta, mentre lui con professionalità continuava il suo lavoretto.
Il sole che riscaldava il mio corpo, la vitamina D che penetrava la mia pelle, l’aria fresca che accarezzava i miei capelli e…
"Sophyyyyy!!!" Effettivamente lo stronzo che rompeva le palle ci mancava. Per me, lo stronzo; all’anagrafe, Zayn Jawaad Malik.
"Che vuoi, talebano?" Dissi, senza nemmeno degnarmi di aprire occhio.
Louis intanto scese più giù con le mani, prendendo a massaggiare anche le mie natiche belle piene. Certo, a confronto con il suo, il mio sedere non era nulla di che!
"Stavo parlando con Perrie..."
"Uhm, interessante. Fammelo aggiungere alla lista di cose di cui non me ne frega un cazzo." Lo interruppi, scatenando le risa di Louis che, sono sicura, dopo esser stato fulminato con lo sguardo dall'amico, si bloccò immediatamente.
"Fammi parlare, per piacere! Stavo dicendo, stavamo pensando di andare a fare shopping tra sole coppie." Sbarrai gli occhi, alzandomi di poco sulle braccia e guardando il moro, più scuro del solito, quel giorno.
"Che ti sei bevuto di prima mattina? Come se non sapessi l'amore profondo che nutro per la tua amichetta e quell'altra." Gli ricordai.
Lui alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia al petto.
"Allora dimmi tu che possiamo fare! Io mi annoio a stare tutto il giorno sdraiato al sole." Disse con fare arrogante.
Ci pensai su e alzai le spalle "Andiamo a mare!" Dissi la mia.
Il moro alzò gli occhi al cielo. A mare ci si poteva fare i tuffi, una passeggiata, comprare un gelato... Cristo, eravamo alle Hawaii!
"Potremmo andare in giro per i negozi." Fece la sua proposta Niall, venendo subito assecondato dal pakistano.
"Oppure...-feci finta di pensarci- A mare!" Riprovai, nella speranza che qualcuno appoggiasse la mia idea.
"Io direi di andare al mercatino che abbiamo visto venendo qui, l'altro ieri." S'intromise Liam.
"Io propongo il mare." Provai ad insistere, senza risultati.
"Potremmo andare a mare, invece." Oh mio Dio! Qualcuno finalmente appoggiava la mia idea?
Scattai dalla sdraio, facendo spaventare anche Louis, correndo ad abbracciare il riccio, che preoccupato mi diede una piccola pacca sulla schiena.
"Vuoi andare a mare pure tu?" Mi staccai di poco, con gli occhi che brillavano.
Lui scosse la testa, sorridendo "No, volevo solo che ti alzassi dalla mia sdraio." Mi avvertii.
Ringhiai a denti stretti, mentre notai Harry prendere il mio posto, accanto a quello di Louis. Pestai un piede per terra, cocciuta.
Volevo andare a mare. Era tanto difficile da capire?
"Uffa, siamo alle Hawaii e davvero non sappiamo che fare?" Liam si lasciò cadere sul bordo piscina, posando le mani sotto il mento, pensieroso. Evitai di ripetere la mia idea, tanto non venivo considerata per niente.
"Scusate ragazzi -alzai la testa, trovando Simone indaffarata a posare un vassoio pieno di bicchieri e una bottiglia di acqua ghiacciata sul tavolino- Vi ho sentito parlare, involontariamente. Se volete, un posto interessante qui c'è." Disse.
I ragazzi, come me, prestarono subito attenzione alla riccia, che di nuovo per quel giorno aveva ben poco di riccio.
"Dicci pure, siamo tutti orecchie." La incitò Niall, guardandola con occhi sognanti. Che si fosse preso una bella sbandata il biondino?
"Ehm…ci sarebbe una fattoria, proprio a qualche chilometro da qui. Potreste andare a cavallo, fare una degustazione di formaggi e vini locali, insomma una bella gita." Spiegò rossa in viso. Forse non le piacevano tutte quelle attenzioni.
"Ma anche no! Io devo andare a fare la ricostruzione alle unghie." Solo allora notai Perrie al fianco del suo ragazzo, aggrappata come un polipo.
"E poi, ieri Dani ha detto anche che dovevate finire di sistemare le ultime cose del matrimonio." Si rivolse a Liam, che sospirò.
Simone ci dileguò con un semplice 'Scusate, finisco il mio lavoro." E si allontanò.
Mi avvicinai agli altri, senza dar conto all'unica persona che si truccava per fare un bagno in piscina, Perald.
"Scusate, ma se proprio dobbiamo fare qualcosa, andiamo a questa fattoria. Da quello che ho capito ci si diverte con varie attività." Dissi e quasi tutti annuirono. Poi spostai lo sguardo sulla ragazza che ci aveva dato l'idea, intenta a raccattare  alcune cose che i ragazzi avevano lasciato per terra non lontano dalla piscina.
"E ci portiamo anche lei. E' simpatica." Tornai a fissare i ragazzi.
"Ma sei pazza?!" Squittì la Winx "Una cameriera con noi? E se ci vedessero i paparazzi?" Insistette, restando sulle sue. Evidentemente nessuno provò a mettersi in mezzo per non finire a prenderle.
"Se ci vedessero? Se ti sentissero. Ma ti rendi conto di quello che dici? Fai schifo. Che a te piaccia o no,  l’ho invitata io e lei viene con noi. Se ti sta bene, bene, se no puoi anche rimanere qui. Simone, -si voltò verso di me, confusa- andiamo a prepararci, per oggi, la casa se la pulisce sua maestà Perald dai capelli rosa." Mi avvicinai alla ragazza, prendendola per un braccio.
"Oh no, davvero, non posso, ho un sacco di cose da fare qui, e poi, io sono solo una cameriera, come ha detto la tua amica." Evitai di darle una sberla, più per il fatto che mi aveva definito amica di quella che per il no. Poi sottovoce aggiunse: “Perald, il cane di mio zio si chiama così.”
Inutile dire che iniziai a ridere, ma dovetti ricompormi in fretta, gli altri mi guardavano curiosi.
"Vai a vestirti per una gita in fattoria. Ci vediamo qui tra una decina di minuti. Tutti i ragazzi sono felici di averti con noi per un giorno." Ok, forse non gli avevo dato tempo a nessuno di parlare, ma comunque non erano di certo come Peralda.
"Ok." Disse solamente, prima di sparire dietro l'angolo.
E io che volevo andare al mare...
 
*  *  *
 
Arrivati in questa grande fattoria, decidemmo subito di rinfrescarci con un bel bicchiere di vino, quindi, tutti a fare degustazione. Era un enorme struttura in legno, piena di animali domestici, e i due coniugi che la gestivano erano davvero dolci e garbati. Ci spiegarono un sacco di cose, come assaggiarlo, come odorarlo, e i vari odori che contiene il vino, compreso pipì di gatto e crine di cavallo.
Per smaltire l’alcool, e anche per non appisolarci, decidemmo di fare subito una bella passeggiata con i cavalli.
Dopo aver riso quasi un quarto d'ora grazie al cavallo di Danielle, che si era gustato i capelli della tizia, aiutata da Louis, salii sul cavallo che avremmo condiviso per tutta la passeggiata. L'equilibrio non era il mio forte, e poi stare abbracciata al mio ragazzo non era una cosa che mi dispiaceva più di tanto.
Avvitai le mie braccia allo stomaco di Louis, prestando attenzione a non cadere ad ogni ondeggiamento del cavallo. Non ci ero mai salita, però era sempre stata una cosa che mi ero ripromessa di fare. E poi vedere Peralda litigare con le mosche che provavano ad attaccarsi alla sua faccia, era una scena esilarante.
"Stasera sei mia." Sentii Louis, mentre girava leggermente il volto per lasciarmi un bacio a stampo.
"Con piacere." Risposi con un sorriso a trentadue denti.
Visto che il piano era andato a farsi benedire, non mi restava che pregare l'Onnipotente di aiutarmi come meglio poteva. Non mi restava che aspettare qualche segnale dall'alto.
Nemmeno fossi stata letta nel pensiero, Capy e il suo cespuglio si incastrarono tra i rami di un albero. Inutile dire che la scena fu comica, soprattutto quando anche Liam e Perrie provarono ad aiutarla, staccandogli una buona quantità di capelli. Quel giorno sarebbe ritornata a casa –e avevo seri dubbi- con la testa pelata.
"Ragazzi, non siete per niente delicati. Mi avete fatta urlare talmente tanto di dolore che mi fa male la gola." Disse una volta libera massaggiandosi la parte lesa.
"Scommetto che le fanno male anche le ginocchia." Dissi rivolta a Simone, che cavalcava il cavallo proprio al nostro fianco. Peccato che la strega mi sentì.
"Cosa stai insinuando?" Mi chiese rossa fino alla punta dei capelli. Non era stupida, l'aveva capito. Le ginocchia potevano essere rosse per un motivo...
"Cosa che? Io parlavo con lei, mica con te!"
"Ragazze, per favore, almeno oggi, non litigate." Sbuffo Harry, leggermente più indietro di noi col suo cavallo, sperando di tagliare una nuova lite.
In effetti ci riuscì, ma solo perchè la nostra guida si era fermata e ci aveva fatto scendere dai cavalli.
"Allora, qui potete fare ciò che più vi piace. Come vedete, in fondo c'è un campetto da calcio, le mucche e i vari animali stanno nella stalla e poi ci sono i vari volatili da quella parte." Per ogni genere di cosa, indicò un punto.
"Andiamo nella stalla?" Chiesi con voce tenera a Louis che accettò subito. Afferrò la mia mano e convincendo gli altri, entrammo nella stalla.
C'erano mucche, asini, maiali, pecore e una grande puzza. Coprii il mio naso, osservando Peralda fare una faccia disgustata e chiedere a Zayn se poteva prenderla in braccio. Ma cosa...? La cosa peggiore fu che il suo ragazzo l'assecondò, prendendola in groppa sulle spalle. Come se cavalcare il cavallo non le era bastato!
"Amore! Amore! Fammi una foto così." Capy si mise davanti al cancello di una mucca, posando le braccia in una strana posizione.
Anche Simone prestò il suo cellulare a Niall, chiedendogli di farle una foto. Il biondino sembrò diventare più rosso delle mammelle della mucca. Ok, dovevo rivedere i miei modi di fare certi paragoni.
Quando la riccia riprese la macchinetta tra le mani, osservò attentamente la foto, per poi sogghignare.
"Amore mio, ma non sono bella così?" Chiese al suo prossimo marito.
Lui annuì, ma, accidenti alla mia boccaccia, lo anticipai.
"Sei bella e profumata come un essere marino." Louis mi guardò male, provando a tapparmi la bocca con una mano, mentre mi stringeva a sé.
"Cioè? Una sirena?" Aveva la fronte aggrottata, cosa che le rendeva il naso più grosso del suo normale stato.
Riuscii a staccare la mano di Louis dalla mia bocca "Un misto tra lo scorfano e una cozza." Sentii Harry ridere, e lo ringraziai mentalmente di aver apprezzato il mio commento.
"AAHH!" l'urlo di Simone attirò la nostra attenzione e quando ci spostammo per vedere cosa fosse successo, la trovammo col viso coperto di latte e la mucca che muggiva, come a presa per il culo. Scoppiammo a ridere, mentre Niall le passava un tovagliolo.
Uscendo dalla stalla, respirai a pieni polmoni un po’ di aria pulita. In fin dei conti era un bel posto; forse era stata una buona alternativa al mare. Ma ci saremmo andati prima di rientrare a Londra!
"Uh, le galline! Voglio vedere come fanno le uova!" Harry ci sorpassò, andando davanti all'immensa rete che ospitava di tutto e di più. Oltre le galline, infatti, c'erano diversi volatili dentro.
"Potete entrare." Ci avvisò la guida, aprendo il cancello.
Stringendo la mano di Louis, seguii gli altri. C'era ogni tipo di uccello, dal colorato a quello classico giallo. Le galline e i vari galli, qualche tacchino -credo-, delle papere e uno struzzo. Quello faceva davvero paura.
"Si può cavalcare?" Chiese Niall alla guida con occhi lucidi. Ma quella negò subito con la testa.
"Dio mio, ma dove mi avete portata? E' tutto uno squallore qui dentro!" Si lamentò, ancora, Perrie.
"Perchè non mangia un pò dei suoi trucchi e diventa bella dentro?" Mi voltai spaventata, non aspettandomi per niente una simile frase da...Simone?
Ora me la potevo anche sposare!
Al mio fianco, Louis scoppiò a ridere e si piegò a metà.
Ok, era divertente. Ma non più di tanto. Il mio ragazzo cominciava a perdere colpi.
Lo lasciai alle sue inutili risate e mi avvicinai alla guida che intanto spiegava a Zayn, Harry e Liam come una gallina faceva l'uovo.
Si spremeva, no? Come si faceva un uovo?
Notai un gallo guardarmi da lontano, sembrava uno sguardo arrabbiato. Ma forse era una mia impressione.
Passarono pochissimi minuti prima di ritrovarmi inseguita da un gallo, per chissà quale motivo!
Le mie urla scatenarono solo risate su risate, mentre notai le due amichette per la pelle cercarsi di tenere in piedi perché anche loro stavano piegate in due. Ridevano per disgrazie altrui?
La corsa sembrava non finire più, così per arrangiamento, mi gettai tra le braccia di Louis che, però, cadde.
Pensai, schifata, a come avessi ridotto la maglia bianca del mio ragazzo, ora steso sotto di me, intento a fulminarmi con lo sguardo. Con fare dolce, gli stampai un bacio sul naso, aiutandolo poi a rimettersi in piedi.
La guida si scusò come meglio poteva, ma erano pur sempre animali. Mica era colpa sua se quelli non ascoltavano i loro padroni.
"Ma che minchia vi ridete voi? Almeno non sono io quella sfigata che rischia di perdere i capelli prima di questa sera, o peggio che si fa una foto con una mucca!" Mi rivolsi a Capy, che smise subito di ridere.
E non continuai la ramanzina solo per non rovinare la giornata agli altri, mi limitai a girarmi verso la guida che provò a spiegarmi l'accaduto.
"Sarà stata la stampa rossa che hai nella maglia. Non vedo altra soluzione." Disse. Guardai la mia maglia e fulminai Harry con lo sguardo. Era stato lui a regalarmi quella maglia e nonostante l'avessi odiata per i primi giorni, alla fine mi avevano convinto di prenderla e basta. Ecco i risultati.
Il riccio si grattò la testa, alzando le spalle.

*   *   *

Liam fu quello ad aprire la porta di casa.
Eravamo sudati, puzzolenti e chi più ne ha, più ne metta. Però, in fin dei conti ci eravamo davvero divertiti. Anche alla fine, quando ci eravamo divisi in due squadre e ci eravamo messi a giocare a calcio.
Impossibile dimenticare la scena epica dell'urlo acuto di Perrie di quando si era spezzata un'unghia; peggio ancora quando Louis fu preso in pieno nelle parti basse, facendolo perfino piegare in due dal dolore. Zayn aveva preferito fare l'albitro -cornuto- e il resto della giornata l'avevamo passata tra le risate.
Senza un buon motivo, quelli che stavano davanti, ovvero Niall, Harry e Liam, smisero di ridere.
Mi affacciai da dietro le spalle possenti di Harry scorgendo la figura minuta e brutta della scodella piantata sul divano del nostro salotto, con una gamba a cavallo e le braccia conserte sotto il seno.
"Buonasera, eh!" Disse incazzata.
Il suo sguardo sosteneva il mio, e forse sapevo anche il motivo.
"Tesoroooo!!" Urlarono le due pettegole andandola ad abbracciare "Ci sei mancata." Si gettarono sulla Scodella.
Alzai gli occhi al cielo: se prima mi toccava combattere con due, adesso erano tre le pazze.
Le tre si separarono e gli occhi castani di Eleanor puntarono nei miei.
"Metallo nelle scarpe, ti dice qualcosa?" Mosse una mano vicino l'orecchio, come a farmi capire che aveva scoperto tutto.
Agh! Infilzarle delle graffette nelle scarpe forse non era stata un'idea geniale. O si?
"Davvero? -s'intromise Louis- Questo vuol dire che non sai dove metti i piedi." Il mio eroe si meritava un premio con tanto di fiocco, quella notte!
La mora sembrò sbuffare, ma prima che potesse fare o dire altro, sorpassai tutti con la scusa di dovermi fare un bagno rinfrescante. La giornata era stata abbastanza pesante, oltre che divertente. Non volevo che la scodella me la rovinasse!
 
Dopo essermi fatta una doccia con i fiocchi, l'odore di quella che sembrava essere una pizza mi guidò per tutto il corridoio, quasi volassi.
Ancora con i capelli umidi, prestai attenzione a non cadere dalla scala. Ma una botta mi fece alzare lo sguardo, curiosa: Louis era completamente spiaccicato su Harry e i miei occhi, come la bocca, si spalancarono, confermando delle stupide leggende metropolitane che avevo letto sul loro conto.
"Madonna, Louis! Pesi un botto!" Si lamentò il riccio scrollandoselo di dosso non appena mi vide.
Cazzo...Perchè non avevo mai creduto a tutte le dicerie che leggevo su internet?
"Larry Stylinson..." Mormorai sottovoce. Ma non tanto piano perché Harry mi guardò male.
"Chi?" Mi chiese.
Alzai lo sguardo di scatto, ritrovandomi il riccio e il mio ragazzo guardarmi confusi.
"Non conoscete Larry Stylinson?" Chiesi e mi guardarono ancora più sconcertati di qualche secondo prima.
"Ragazzi, la pizza è pronta!" Venne Niall raggiante, senza smettere di ballare su un piede. Si accorse subito della tensione che c'era tra noi e subito smise.
"Che è successo qui?" Provò a chiedere.
Così, presa dalla curiosità, stavolta feci la domanda al biondo "Tu conosci Larry Stylinson?" Chiesi.
Niall scosse la testa, dopo aver aggrottato la fronte, e un ghigno uscii dalle mie labbra.
"Ho la vaga idea che debba presentarvi una persona...Un vostro amico, in realtà." Mi avviai alla cucina con un enorme sorriso stampato sulle labbra.
Il mio ragazzo era gay? E se fossi io, adesso, la copertura?
 


SAAAAAAAAAAAAALVE :)
Ma non siamo belline piccine piccio'?(?)
No, ok. Questa me la potevo risparmiare lol
 
Comunque, abbiamo aggiornato prima, avete visto? **
L'abbiamo fatto solo perchè ci riempite di complimenti,
oltre ad aver messo la storia tra le seguite/ricordate e preferite.
Ma lo sapete che siete tutte belle? La la la la.
Si siamo felici, io (Sofia) perchè stasera ci sarà il compleanno
della mia migliore amica e abbiamo in mente tante sorprese per lei,
e Simona (Arimi_chan) perchè il 13 andrà al concerto dei Mars.
Ma non vedete pure voi questi unicorni?
Va beeeeeeeene, la smetto uu
Ma voi ci lasciate una piccola recensioncina? E cosa ne pensate del
colpo finale? ahahah Aspettiamo di leggere le vostre ipotesi uu
 
Adieu, Sofia e Simo.

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Capitolo 5
*** Enchantix. ***




ENCHANTIX
 
 
 
Quando Simone rientrò in cucina, teneva sottobraccio un pc portatile. Di sicuro era il suo.
Me lo passò cordialmente, prendendo posto, poi, tra Liam e Zayn, con accanto le rispettive cornacchie. Ehm... Fidanzate.
Aspettai che si accendesse del tutto, picchiettando sul tavolo le unghie smaltate di rosso. Poi mi voltai verso Louis, intento a giocare col suo cellulare.
"Louis?" Lo chiamai, e finalmente alzò il volto, curioso, lasciando perdere momentaneamente il suo cellulare.
Sembrò prestarmi attenzione, e quindi gettai la bomba.
"Se ti chiedo una cosa, mi rispondi sinceramente?" Chiesi ancora, e lui annuì.
Sentii otto paia di occhi puntati addosso, ma feci finta di esser da sola col mio ragazzo. Perché non mi stavo zitta e glielo chiedevo quella notte, nel letto, quando eravamo soli?
"Tu mi ami ancora?" Chiesi con faccia da cucciolo.
Provai ad incrociare le dita mentalmente, sperando che la storia del Larry non fosse vera. Assolutamente vera.
"Sinceramente?" Sbottò lui, facendo ridere il resto della ciurma presente nella stanza.
No. Non era divertente. Non quando in mezzo c'era una cosa così grande, così tanto da farmi impazzire e confondere.
"Eccomi qui, quella doccia mi serviva!" Girai di scatto la testa, dimenticando che da quella sera avremmo dovuto sopportare anche la scodella.
Avevamo passato quei due giorni in piena tranquillità. Perché le guardie non le avevano trovato addosso qualche sostanza stupefacente? Dovevo parlare con Zayn per il ritorno. Lui mi avrebbe aiutata, ne ero sicura!
"Scusa, posso farti lo sgambetto?" Mormorai in direzione della mora, mentre prendeva posto sul divano rosso.
Lei mi guardò male, alzando un sopracciglio.
"Perchè?" Rispose, confusa.
Io sorrisi amabilmente, notando con la coda dell'occhio che quel pc dell'800 finalmente si era acceso.
"Perché non ho mai visto la caduta di Troia." Risposi dopo una manciata di secondi. Inutile dire che, stavolta, le risate aumentarono di volume, e posso giurare di aver visto ridere anche Perald, per poi tornare seria il secondo dopo.
E se fossi riuscita a farmela amica per quei giorni? Chissà quale strana alleanza si sarebbe venuta a creare.
"Ah ah ah, divertente." Mi prese in giro, alzandosi e venendo verso di me. Non mi poteva picchiare, sapeva cosa ero in grado di farle.
"E comunque il pc si è acceso. Cosa aspetti, che qualcuno ti insegni ad usarlo?" Quasi urlò, sghignazzando poi della mia faccia. E dove l'aveva nascosta tutta quella cattiveria? Sotto le scarpe? Ah no, quelle erano le graffette che ci avevo infilzato io.
"No, aspettava me." Voltai lo sguardo verso Louis che, alzandosi dalla sedia, prese posto sulla mia, proprio alle mie spalle, stringendomi poi a lui, cingendo le braccia sul mio stomaco.
Chi era adesso la sfigata?
Era una cosa sensazionale la faccia sconvolta di Eleanor. Non avrei voluto vedere altro in quel momento.
"Sophy? Però entro stanotte." La voce di Louis, mi risvegliò.
Scrollai le spalle e cominciai a picchiettare sui tasti in modo esperto.
Entrai su google, ringraziando il modem wi-fi che ci avevano offerto col pacchetto, digitando velocemente 'Fanfiction Larry'. Inutile dire che la lista che mi si presentò davanti era infinita.
Scesi velocemente col mouse, puntando gli occhi poi su una che sembrava molto apprezzata. Il livello di recensioni e visite lo confermarono.
"Eccone una!" Dissi, cliccando sul link e aspettando che si aprisse.
Sentii una sedia strisciare sul pavimento e, alzando lo sguardo, notai Capy con i suoi bigodini da notte, venire nella mia direzione. Dopo aver fatto quasi cadere Niall dalla sedia, appoggiò le mani sui fianchi, osservando Harry.
"Scusa, posso sedermi io lì? Vorrei leggere." Disse a mo' di capo. L'avevo detto che Capy era il soprannome che faceva per lei!
Il riccio scosse la testa "Cosa? Qui si parla di me, non di una capretta spelacchiata!" Sbottò lui, innervosito.
Liam provò a mettersi in mezzo.
"Dai ragazzi, non litigate per un posto." Disse delicato. Ma si sapeva che la delicatezza a volte faceva urtare le ovaie. O le palle, nel caso di Harry.
"Eh no! Mica è la banca Mediolanum. Non gira tutto in torno a lei, amico." Insistette Harry, facendomi ridere. E tutti mi fissarono.
"Oh... Ha ragione lui. E non lo dico perché ti odio fino alla punta dei piedi, ma perché stiamo parlando di Larry, non Douis." Che avevo detto? Perfino io mi sentii a disagio dopo quella frase.
"Comunque, io leggo. Voi fate quello che vi pare." E andai al capitolo che aveva maggiori recensioni.
 
 
"E non si sa come, non si sa il perché, né il quando, entrambi si ritrovarono solo in boxer, Liam sopra Zayn, a strusciare le proprie erezioni, cercando di trovare una frizione piacevole. -Ah... Zayn... voglio fare l'amore con te-."
 
"Aspetta un momento!" Staccai gli occhi dal pc, troppo presa e vogliosa di continuare a leggerla. Oh Dio, vogliosa di leggere, mica per altro!
"Come siamo finiti a leggere di me e Zayn che... Che..." Liam non riuscì a finire la frase, troppo intimidito dalla parola..
"Fate sesso?" Appunto.
La delicatezza di Niall era sempre un toccasana.
"Ecco." Mormorò Liam sulle sue. 
Come ci eravamo finiti?
Dopo la prima storiella -brutta da far accapponare la pelle-, eravamo passate ad una seconda... E ad una terza... E quarta, e così via.
Non riuscivo a fermarmi, constatando la mente pazza di alcune ragazze. Non che quelle con protagonisti femminili fossero migliori. Ma perché Louis doveva essere sempre il povero disgraziato che cadeva nella trappola di Styles?
Il riccio non aveva nemmeno la forza di respirare per tutte le frasi lette, per non parlare di Louis che, dopo la seconda storia, aveva cambiato perfino sedia, passandosi delle mani sul volto, sconvolto.
La peggiore di tutte restavo io, comunque.
"Sono delle Ziam." Tutti quanti spostammo lo sguardo su Simone, rimasta zitta per tutto il tempo.
"Che?" Chiese Perrie, anche lei un po’ confusa. Ma quello era colpa della troppa tinta che le offuscava il cervello, o almeno, che le mandava dei segnali in ritardo.
Lei sorrise, e tornò subito seria "Oltre le storie Larry, esistono le storie Ziam." Spiegò, guardando prima Liam e poi Zayn che, con un gesto fulmineo, si allontanarono con lo sedie. Mi trattenni dal ridere solo perché avevo Zayn accanto a me, e lo avrei reso sordo.
“Effettivamente esistono anche le Zouis, le Lilo, le Zarry, le Niam... Insomma, ve la fate a vicenda. Ma le più famose sono le Larry e le Ziam.” Concluse Simone.
"Ma non hai detto che il cane di tuo zio si chiamava Ziam?" S'intromise Niall, facendo comparire un color porpora sulle guance della povera Simone. Intevenni appena in tempo.
"Tu stai zitto che ti fai le cose a tre." Gli ricordai una breve storiella letta poco prima.
"Quella messa peggio sono io! Perché continuano ad insultarmi e parlare male di me? Io gli volevo, e gli voglio ancora bene a Louis. Non l'ho mai fatto soffrire." Disse in tono teatrale la scodella.
Oh tesoro, forse perché stavi in culo anche alle fans del tuo ex fidanzato? Che bel suono per le mie orecchie!
"Oh tesoro. Immagino talmente tanto il tuo dolore, che adesso vado su twitter e ti dedico un tweet. Già lo vedo: @Eleanor J. Calder, #staystrunz." E tutti scoppiarono a ridere, meno la Scodella, ovviamente.
"Anzi, lo sai che ti dico? Vado a farlo immediatamente." E come mi alzai, la mano possente di Louis mi costrinse a sedermi nuovamente sulla sedia. Che fidanzato rompi scatole, voleva tutto il divertimento per lui?
"Forse è meglio andare a dormire. Questa vacanza ci sta stressando tutti." E chiuse il pc.
Brutto stronzo! Non avevo salvato il nome della storia. E ora come facevo a sapere se Niall avrebbe accettato di fare il testimone di Louis, alle nozze con Harry? Di Zayn e Liam non me ne fregava più di tanto; quando avevo smesso di leggere per gli altri, avevo sbirciato qualche rigo e si divertivano alla grande nella cuccetta di quel treno.
Vidi ognuno trascinarsi verso le scale e a malincuore dovetti abbandonare la mia postazione. 
Quella notte, Louis, avrebbe potuto sognarsi le coccole che gli avevo promesso.
 
 
*  *  *
 
"Sei gay?"
"NO!"
"Ma le fanfiction..."
"Smettila, Sophy!"
"Ma..."
"Niente ma, ok? Sono felicemente etero, sto con una ragazza fantastica e ora vorrei due baci: uno per ieri sera e uno per questa mattina, come buongiorno." Louis si alzò sui gomiti, lasciandomi perdere tra i miei pensieri.
"Tu sei proprio sicuro?"
Louis si alzò dal letto, sbuffando. Prese un pantaloncino e una maglia dalla valigia stesa sul pavimento e si affrettò ad indossarli. Alzando gli occhi al cielo, lo raggiunsi velocemente e abbracciandolo da dietro.
"Scusami. Ma devi pur capire come mi sento io. Da giornalista qual ero, ho il vizio di indagare in tutto. Sono una ficcanaso; una tenera ficcanaso." Cercai di essere comprensiva, assumendo un tono di voce più dolce.
Lo sentii sospirare, mentre lasciava perdere la maglia e si girò verso me. Spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e fece combaciare le nostre labbra.
Cominciai a camminare all'indietro per la stanza, trasportando Louis, che intanto sorrideva sulle mie labbra. Mi aiutò a sfilare la maglia che avevo indossato quella notte come pigiama, e mi lasciai cadere sul letto, tirandomi Louis dietro.
Strusciandosi addosso, cominciò a sfiorare le mie gambe, fino ad arrivare allo stomaco. Scese a baciarmi il collo, mentre mi sistemai meglio sul letto, trovando una posizione più comoda.
"Oh Dio, Louis!" Per poco non urlai. Lui alzò la testa di scatto, spaventato. Ma facendo comparire subito dopo un sorriso sulle labbra, soddisfatto.
"Ti ho già soddisfatto?" Disse felice.
Io lo guardai male, per poi alzare un sopracciglio "No, ho un crampo." E lo spinsi via, allungando una gamba al cielo.
Inutile dire che la sua risata mi trasportò immediatamente, per poi farmi tornare seria quando il peggio era passato.
"Dove eravamo rimasti?" E stavolta presi io il comando, accomodandomi a cavalcioni su di lui. Sembrò sorpreso dal gesto e la cosa gli piaceva, lo si leggeva nel suo sguardo.
Mi afferrò per i fianchi, mentre passai i capelli su una spalla, per poi abbassarmi e giocherellare con le sue labbra. Mordicchiandole e succhiandole, sentii un lamento uscire dalla bocca di Louis, e per farmi perdonare iniziai a baciarlo. Come non mai.
Ok. Se era gay, sapeva fingere davvero bene. A meno che non stava pensando di baciare Harry in quel momento. In tal caso, sarebbe stato tutto diverso.
Persa nei miei pensieri -spero, inutili- Louis capovolse nuovamente le posizioni, facendomi ridacchiare.
Ma come ormai ci eravamo abituati, quei momenti non dovevano durare.
"Louis? Louis?" E la porta della camera venne spalancata, mostrandoci un Liam sudato e pieno di foglietti che pendevano da tutte le parti.
"Spero di non aver interrotto nulla." Irruppe nella stanza, come se nulla fosse. 
Louis sbuffando, si accasciò al mio fianco, sbiascicando un misero "Ma ti pare?" e Liam colse la palla al balzo.
"Oh, perfetto! Perché tu, Tomlinson, devi venire con me!" Il mio ragazzo mi guardò sconvolto. Era incredibile quanto Liam fosse ritardato.
"Ehm... Dove di preciso?" Si apprestò a chiedere.
Liam mormorava sottovoce, mentre cercava un foglietto che alla fine trovò.
"A prenotare la torta! Danielle mi ha dato delle direttive, ma mi ha lasciato scegliere almeno le statuine che ci metteremo sopra!" Esultò, felice.
Non so se l'avrebbe mai capito, ma quella riccia lo aveva sotto le sue mani. Si era appena contraddetto da solo con quella frase.
Louis mi guardò ancora una volta disperato e quando gli feci spallucce, lui si alzò dal letto con un salto.
"Fammi vestire e arrivo." Lo avvertì, spingendolo fuori dalla stanza.
"Si parte tra cinque minuti." Riuscì a dire il quasi sposino, prima di ricevere una porta chiusa in faccia.
Louis sospirò ancora, passandosi le mani sulla faccia, stanco.
Mi alzai anche io dal letto, avvicinandomi al castano.
"Visto che ci sei, ricordati che Liam in questi giorni fa gli anni. Come sorpresa potremmo fargli una festa, quindi, mentre è distratto ordina una torta-gelato." Suggerii e lui sembrò esser illuminato.
"Sai che hai ragione? Ma non ricordo mai che gusto sceglie per il gelato..." Sembrò demoralizzarsi di nuovo.
Ma io allora che ci stavo a fare là?
"Idiota. Lo prende sempre... Nocciola! Sì, nocciola!" Dissi sicura, sorridendo subito dopo.
Louis mi guardò di sottecchi "Sei proprio sicura che fosse nocciola? Mi pare che lui..."
"Sicurissima! Ora vestiti! Non voglio uno sposo sull'orlo di una crisi isterica." Lo spinsi verso l'armadio, aiutandolo a vestirsi velocemente.
Nocciola. Certo, come no!
 
 
Quando la stanza sembrò troppa vuota per i miei gusti, decisi di scendere in cucina e prepararmi qualcosa per la colazione. In realtà speravo di trovarci Simone ai fornelli intenta a cucinarmi qualcosa di appetitoso. Aveva le mani d'oro, quella ragazza.
Sfortunatamente non ci trovai nessuno. Pure la tv era spenta.
Sbuffai, per poi avvicinarmi al frigo e aprirlo.
Valutai le possibili cose commestibili e in realtà non ci trovai nulla che fosse già pronto. Se volevo mangiare, avrei dovuto rimboccarmi le maniche. Ma non era da me. Non in vacanza!
Il silenzio che regnava in quella stanza, poco dopo, venne interrotto da una risata. Oh no! E io che stavo già organizzando un festino.
Mi avvicinai alla finestra, spostando la tendina e notando Zayn, Perrie, Danielle, Niall ed Harry a bordo piscina, mentre quest'ultimo schizzava dell'acqua sulla Winx che si dimenava per farlo smettere.
Mi uscii un sorriso, mentre tornai al frigo nella speranza di un miracolo e trovarci una pizza.
Ma niente.
"Buongiorno!" Sobbalzai sul posto, girandomi appena e riconoscendo lo stato pauroso che aveva la Scodella di prima mattina.
"Ma tu ami la natura?" Provai a chiedere, ancora col braccio teso per tenere l'anta del frigo aperta.
Lei mi guardò male, mentre era intenta a farsi una coda di cavallo.
"Certo." Disse sicura, nemmeno la stessi accusando di chissà cosa.
"Anche dopo lo scherzo che ti ha fatto?" Scoppiai a ridere quando strabuzzò gli occhi, per poi vederla venire nella mia direzione minacciosa.
"Se hai caldo, esistono i condizionatori. Se permetti, io avrei fame e vorrei qualcosa da ingerire." Disse con fare provocatorio.
Cacciai la mano nel frigo, prendendo la prima cosa che mi capitò a tiro, passandoglielo.
La Scodella osservò attentamente lo yogurt che aveva ora tra le mani, facendo poi una smorfia di disapprovazione.
"Che ci devo fare?" Mi chiese sconcertata.
Alzai le spalle "E' un activia. Vai a cagare, va!" Sbottai.
Ma questo non servì a farla andare via.
Scoppiò a ridere, mostrandomi il barattolo "Mi dispiace cara, ma è scaduto." Disse con un sorriso maligno.
"Hai ragione, se poi diventi più acida, di quanto già tu non sia, chi se li sente gli altri?" Richiusi il frigo, fregandomene altamente se avrebbe continuato a girarmi intorno. Sembrava che a volte me le facesse uscire per forza, certe frasi.
Provavo a trattenermi, ma lei era sempre tra i piedi e rendeva le cose difficili per me.
Uscii sul retro, sedendomi sulla veranda e perdendomi a guardare gli idioti giocare in giardino, a bordo piscina. Era esilarante vedere Perrie arrabbiata anche contro il suo ragazzo che non la difendeva, anzi, stava completamente lontano da loro.
"Buongiorno." Notai Simone accomodarsi al mio fianco, mentre raccolsi una piccola margheritina davanti a noi.
"Hai già fatto colazione?" Mi chiese, e io scossi la testa.
"Non c'è nulla nel frigo di commestibile, almeno che non decida di farla io." Spiegai e lei sorrise.
"Se vuoi, ti preparo qualcosa. Ho appena finito il bucato e sono libera, per il momento." Mi avvisò. E non c'era cosa più bella di quella novità.
"Se vuoi..." Provai a fare la vaga, ma lei scoppiò a ridere lo stesso, capendo.
"Ehy, che fate di bello?" Il moro prese posto al mio fianco, dall'altro lato di Simone. Poi notò il fiore tra le mie mani e sorrise.
"Fai come le bambine innamorate? Guarda che Louis non ha occhi che per te." Provò a chiedermi, e aggrottai la fronte.
"Cosa?" Chiesi confusa, e lui sorrise, scuotendo la testa.
"Stai facendo 'M'ama non m'ama', come le bambine innamorate?" Tentò con altre parole.
"No! Sto provando a fare 'Gay o non gay'. Voglio vedere cosa mi esce." Lui sembrò sorpreso, guardandomi male, mentre Simone si lasciò andare ad una risata al mio fianco.
"Smettila con questa storia, non è vero niente... Soprattutto di me e Liam. Cioè, di me sono sicuro... Di Liam mi state facendo venire qualche dubbio." Guardò davanti a sé, preoccupato. Infilò, infatti, una mano nei jeans, alla ricerca di qualcosa che, però, non trovò. E sbuffò.
"Tu hai mai shippato qualcosa?" Tentò di parlarci Simone, mentre mi girai a guardare prima lei, e poi lui, aspettando una risposta.
Zayn si avvicinò a noi, sussurrando poi un "Solo un pacco di virgorsol. Ma ero piccolo!" Alzò le mani in aria, arrendendosi.
Come Simone, venne da sorridere anche a me.
"Oh, ma dai! Proprio adesso dovevano finirmi le sigarette?" Mormorò poi, sconsolato.
"Dovrei fare la spesa, più tardi. Se vuoi, posso prendertele io." Lo avvisò la ragazza, con far educato. L'ho già detto che l'adoravo?
Ah, dovevo parlargli in giornata. Prima di dimenticarlo!
"Zayn? Puoi venire qui?!" Alzai lo sguardo, notando Peralda zuppa d'acqua, le braccia incrociate al petto e le labbra a forma di culo di papere, incazzata.
"Vai, o la tua Winx ti fa un brutto incantesimo contro il ciuffo." Lo presi in giro, incrociando i due indici davanti al mio viso, sussurrando un "Enchantix." Facendo ridere i due al mio fianco.
Quando si alzò, il cellulare prese a suonare nella mia tasca.
Lo sfilai, facendo cenno a Simone di aspettare un secondo.
"Pron..."
"Sono fuori casa. Vieni con me, che da solo non reggo Liam!" Louis e il suo tono duro mi avevano anticipato, facendomi preoccupare.
"Che è successo?" Chiesi, mettendomi dritta con la schiena.
"Vieni con noi ad ordinare questa torta. Sono tornato indietro apposta, non lo sopporto più!" Sbraitò alla cornetta, mentre sentii Liam lamentarsi al suo fianco.
"Va bene, arrivo." Chiusi la chiamata e fissai i ricci di Simone.
"Posso chiederti una cosa?" Lei alzò lo sguardo, fissandomi curiosa dal basso.
"Preparo subito la tua colazione." Si affrettò a mettersi in piedi. Ma la bloccai in tempo, prima che mi potesse sfuggire.
"No, non era quello. Volevo chiederti... Ieri hai parlato di Ziam e Larry, come se tu già conoscessi questa storia. Sei loro fan?" Mi azzardai a chiedere.
La ragazza cambiò subito colore in faccia, graffiando la pelle delle mani.
C'era qualcosa che mi nascondeva, quella ragazza.
"Non posso dire di sì, o mi toglieranno anche questo lavoro." Mi confessò.
"E perché mai?" Sentii il suono del clacson attirare la mia attenzione, e ringhiai a denti stretti. Che fidanzato irrequieto!
"Pensa una fan accanita dei ragazzi fargli da cameriera, vivere con loro e starci 24h su 24 a contatto. Una fan diventerebbe pazza, farebbe le peggio cose, oltre spifferare i segreti più segreti sui ragazzi. Ma io non posso. Devo mantenermi gli studi all'università." Mi prese le mani, pregandomi quasi "Ti prego, non devi dirlo a nessuno o anche questa opportunità mi abbandonerà." Il suo tono era supplichevole e quasi mi faceva tenerezza.
"Devi stare tranquilla, con me, il tuo segreto, sarà al sicuro. Però ora tu vieni con me e mi dovrai aiutare a fare una cosa." La tirai in casa, anche se lei non ci stava capendo più nulla.
 
Arrivai all'auto di Louis ferma, in moto, davanti al cancello. Aprii uno sportello e feci accomodare Simone sui sedili posteriori. Poi andai a quello che doveva essere il mio e "Siediti dietro." Avvertii Liam, che però mi guardò male.
"Ehy, sono io lo sposo qui!" Si lamentò.
Mantenendo un po’ la calma, mormorai di nuovo "E io sono la fidanzata di Louis, vuoi che vada a dire in giro della tua storia con Zayn?" Lui sbiancò, sapendo a cosa mi riferivo.
Slacciò velocemente la cintura e mi lasciò il posto libero, accomodandosi sui sedili posteriori, accanto a Simone. Non riuscii a trattenermi e li guardai dallo specchietto.
Liam era completamente per i fatti suoi e Simone sembrò spostarsi di poco. Sarebbe stata più difficile del previsto.
"Andiamo?" Mi riportò alla realtà il mio ragazzo.
Allacciai la cintura e la macchina si mosse. 
"Oggi si muore di caldo." Dissi, mentre accendevo l'aria condizionata dell'auto e Louis chiudeva tutti e quattro i finestrini.
L'aria fresca investì il mio viso, mentre una busta appoggiata sul cruscotto attirò la mia attenzione.
"Che c'è qui dentro?" Chiesi, afferrandola il secondo dopo.
"Abbiamo fatto la spesa, cioè... NOOOOO!" Sentii un urlo di Louis, prima di ritrovarlo completamente infarinato per colpa mia.
Ops...
Che colpa ne avevo io se il pacco della farina mi stava cadendo? Forse non dovevo accendere nemmeno l'aria condizionata...
Adesso il mio ragazzo sembrava un fantasma.
"Scusa." Provai a pulirlo, ma lui mi cacciò con un gesto secco delle mani. Era sexy anche in quel modo, in fondo.
 
Parcheggiò poco dopo davanti ad una grande struttura, alta non so quanti piani e dipinta di un rosso mattone.
Guardai verso il cielo scorgendo in alto l'enorme insegna con scritto il nome del locale. 
Buddy is the way. O una cosa del genere.
Buddy?
Strabuzzai gli occhi, girandomi di scatto verso Liam.
"Quel Buddy?" Chiesi e lui annuì.
"Il mio wedding planner mi ha consigliato di venire qui, avvertendomi sulla bravura del proprietario." Ma dove viveva questo? Se era quel Buddy che stavo immaginando, mi sarei fatta fare una torta con me come figura da rappresentare.
"Sì, ma ora aiutami a ripulirmi dalla farina che siamo pure in ritardo." Mi informò Louis, mentre era intento a togliersi della farina rimasta tra i capelli.
Mi allungai verso il suo sedile, sbirciando intanto con la coda dell'occhio i due sue sedili posteriori. Niente, non si cagavano nemmeno di striscio.
"Dopo, dobbiamo accompagnare Simone a fare la spesa." Lo avvertii, finendo di pulirlo.
Louis sospirò e scese dall'auto. Lo copiai, come anche gli altri due.
Afferrai prima dell'ingresso Simone per un braccio, e sorridendole le sussurrai all'orecchio "Devi aiutarmi."
Lei mi guardò confusa, prima che io ammiccassi, entrando nell'edificio.
Mi serviva un'alleata, perché non avevo abbandonato del tutto l'idea di sabotare quel matrimonio!
 
    
 
 
SEEEEEEEEEEEEERA
Non mi carica la gif che avevo fatto :c
Bene bene bene, come vedete non siamo morte. Però, di caldo si!
Ma non importa c:
 
Allora, come vedete Sophy non ha rinunciato al suo piano di sabotare
il matrimonio, ma anzi ha pensato bene di farsi qualche alleato(?)
Qualcuno aveva già indovinato, ma era palesemente scontato ahaha
Comunque, qualcuno ci ha chiesto se eravamo larry shippers...
E sì, lo siamo entrambe, ma questa storia è Het, non possiamo
far casini con i Larry. O si? Bo :)
 
Comunque, siete tutte gentilissime, tra recensioni, seguite,
preferite e ricordate sahdak
Bo, vi amiamo :)
 
Aspettiamo qualche recensione per continuare c:

Sofia e Simona.
 
 

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Capitolo 6
*** Le due paroline magiche. ***



 

LE DUE PAROLINE MAGICHE.
 
 
 
Dovevo restare calma…stavo per incontrare uno dei miei più grandi idoli, Buddy Valastro. Per chi non lo conoscesse, è un pasticciere, ma non uno qualsiasi, lui realizza dei capolavori in pasta di zucchero che farebbero concorrenza a Michelangelo…e non parlo della tartaruga ninja. 
Entrammo in pasticceria e una signora bionda, rifatta e super truccata ci accolse.
“Salve ragazzi, posso fare qualcosa per voi?” Struccarti e presentarti come si deve?
“Uhm, sono Liam Payne, avrei un appuntamento.” La vecchia zitella acida cacciò un “Perbacco” E poi iniziò a saltellare.
“Liam Payne? Quel Liam Payne? Oddio chiamo subito mio fratello, un momento.” E sparì chiamando lui, l’uomo della mia vita. Se mi avessero chiesto di lasciare Louis per Buddy, lo avrei fatto. Ero già pronta a saltargli al collo, quando mi accorsi che stavo per abbracciare l’uomo più peloso sulla faccia della terra: il cugino Anthony. Quel ragazzo era un cretino di proporzioni enormi, ma mi faceva un sacco di pena.  Ma ad un certo punto…
“Hey guys!” Ed eccolo…in tutta la sua…bassezza??? Quanto minchia era basso? Insomma, sempre con il suo fascino eh.
“Salve, sono Liam Payne e sono qui con alcuni amici per la torta del matrimonio.” Disse Liam stringendogli la mano.
“Ma certo caro, andiamo nel mio studio, ne parliamo meglio e facciamo il progetto. Seguitemi.”
Neanche fosse un labirinto, ci avviammo verso l’interno della pasticceria. Gira a destra, poi a sinistra, la porta segreta…insomma, si sarebbe persa anche Alice. Quella del paese delle meraviglie. E in effetti io ero nel paese delle meraviglie.
“Accomodatevi e parliamo. Allora, volete la classica torta di matrimonio o qualcosa di più particolare?” Ci chiese incrociando le mani.
“Uhm, avremmo pensato ad un misto tra i due, la mia ragazza vorrebbe una cascata di rose e dei motivi molto classici. Però non la vorremo del classico bianco. La mia ragazza adora il verde acido come colore.” Con poche, semplici parole, sbiancammo tutti. Buddy in primis.
“Verde acido? Non sembra proprio da matrimonio…ma posso farlo. Le rose? Rosse?” Non so con quale coraggio fece quella domanda.
“Veramente le vorremmo viola se non è un problema.” Rispose Liam sicuro di sé.
Lo dicevo io che non si sposavano davvero. Lo conoscono tutti quel detto che recita ‘A carnevale ogni scherzo vale, chi si offende è un maiale’, dai quella torta poteva fare concorrenza ad Arlecchino, o magari eravamo finiti su scherzi a parte. E lo avrei preferito.
“Certo si…ehm il gusto?” Altro che bianco, era diventato giallo, povero Buddy.
“Vorremmo un gusto diverso per ogni strato. La torta deve essere di quattro strati, il primo crema, il secondo cioccolato, il terzo fragola e il quarto pistacchio.” Dio che schifo.
“Perfetto, segno tutto.” E vidi Buddy, disgustato, prendere appunti.
“Ehm, Liam, che ne dici di prendere qualche dolcetto per stasera già che siamo qua?” Mi misi in mezzo io.
“Hai ragione, i ragazzi ne saranno felici. Lou, vieni con me?” E dopo un gesto d’assenso di quel santo del mio ragazzo, i due sparirono.
“Buddy ascolta, ci servirebbe una torta per domani sera, è il compleanno dello sposo e vogliamo fargli una festa a sorpresa.” Dissi accavallando le gambe e mostrando la coscia.
“E cosa vorreste fare?” Vidi alcune goccioline di sudore scendere lungo le sue tempie, questo trucco per avere lo sconto non passa mai di moda.
“Uhm..una semplice torta di compleanno, magari ci metti Batman da qualche parte che se la spassa con delle ballerine di lap dance seminude.” E per la prima volta dopo ore, mi ricordai dell’esistenza di Simone. Si era messa a ridere.
“Uhm…certo, siamo bravissimi in questo. Gusto?”
“Si potrebbe avere tutta alla nocciola? Anche il pan di spagna intendo.” E via con l’occhiolino.
“Assolutamente.” Ed iniziò a boccheggiare. Poverino, lo stavo uccidendo. Ebbi pietà di lui, così, dopo essermi fatta fare il preventivo, avevo ottenuto ben 50$ di sconto, uscii dall’edifico con la mia fantastica amica/fantasma/cameriera preferita.
“Non ti sembra di aver esagerato?” Mi chiese lei incrociando le braccia.
Esagerata? Io? Come si vede che non mi conosce…
“Suvvia, le ballerine di lap dance seminude, e poi, Danielle è allergica alla nocciola, l’hai dimenticato?” Oh ma davvero? Uhm...forse mi era sfuggito di mente, ma forse eh!
“Ormai quel che è fatto…è fatto. Non mangerà la torta. O la mangerà, se tu farai finta di niente.” E se avessi potuto incenerire con lo sguardo, a quest’ora Simone sarebbe un mucchio di ossa bruciacchiate.
“Capisco…ma parlando di allergie, tu sapevi che Perrie è allergica al tonno?” Mi chiese con un sorrisino furbo.
Ho già detto che la amavo?
“Uhm…che ne dici se domani prepariamo dei buonissimi sandwich al tonno? Ne ho una voglia pazzesca.” Le dissi ricambiando il sorriso.
“Secondo me si può fare, sai? Sandwich al tonno e compriamo anche le Gocciole con pezzi di nocciola. Non so se lo sai, ma la principessa dai boccoli ha finito le sue Gocciole, potremmo sempre mettere le nuove nel vecchio pacco e…Sorpresa!” 
“Simone, da quando sei così cattiva?” Mi aveva leggermente sbalordita, non pensavo ci potesse essere una dose così alta di cattiveria in lei.
“Ti ricordo che sono una loro fan. E per la cronaca, tu sei l’unica fidanzata che mi è sempre stata simpatica.” 
“Quindi se io ti chiedessi una mano per sabotare il matrimonio, tu…”
“Non ti direi di no, anzi ho già avuto qualche idea.” Mi interruppe lei.
La abbracciai e facemmo un piccolo giuramento tra di noi, Dio come sono infantile.
“Ragazze, andiamo? Dobbiamo ancora fare la spesa.” Meno male, appena in tempo prima che Liam scoprisse qualcosa.
“Certo, ragazzi, la spesa.” E scambiai un occhiata con Simone. Vidi Lou alzare gli occhi al cielo…aveva capito tutto, ma il nostro veri piano doveva ancora iniziare.
"Allora ragazzi... -Liam guardò l'orologio che portava al polso- Abbiamo esattamente mezz'ora di tempo per prendere tutto e ritornare a casa in tempo per non esser dati per dispersi." Ci avvisò, mentre camminavamo nel parcheggio del supermercato.
"Allora propongo di dividerci in coppie, così da fare prima." Proposi.
Gli altri annuirono, mentre Louis prese tra le mani un carrello.
"Andiamo Louis?" Lo richiamò Liam, ma Louis sobbalzò.
"Io con te non vado da nessuna parte. A quest'ora non avrei chiamato rinforzi." Gli ricordò, mentre il quasi sposino sbuffò.
"E allora come si fa?" E guardò me.
Alzai le spalle e presi dalle mani di Simone la lista della spesa.
"Prima di tutto, dividiamoci questa... -E la strappai quasi a metà- Adesso, io vado con Louis, tu con Simone. Tenete questa." Gli diedi una parte del foglio con scritta metà lista.
"Perfetto! Una volta preso tutto, ci vediamo nella corsia del pesce, ok?" Domandò ancora, e di nuovo annuimmo.
Louis prese comando del carrello, e come un'allegra famigliola, cominciammo a camminare tra i vari reparti.
 
Latte, cereali, yogurt, frutta... Avevamo preso tutto. Credo.
"Cosa manca?" Chiese Louis guardando i vari reparti per leggere i vari settori. 
Gettai nuovamente lo sguardo al foglietto di carta ricoperto dalla calligrafia perfetta e piccola di Simone, constatando che noi avevamo già concluso il nostro giro. Strano, ma avevo fatto la spesa -o metà- in un tempo record!
Quella vacanza mi stava facendo scoprire una parte di me che nemmeno sapevo di avere.
Alzai lo sguardo, notando Louis troppo intento a leggere le varie offerte appena al tetto del supermercato, notando poi in lontanza Liam e Simone nella fila della pasta.
"Le Gocciole per Danielle e poi... La pasta." Sussurrai e Louis sbiascicò un confuso "Eh?"
Scrollai le spalle, nascondendo la voglia di sapere cosa avevano da ridere quei due davanti a un pacco di pasta. 
Aaaaah, maledetta me e la mia mania di ficcare il naso nelle cose!
"Ci manca la pasta!" Provai a convincerlo, cominciando a camminare verso la corsia interessata.
Non sentii il fastidioso ronzio delle ruote vecchie del carrello seguirmi, e così mi voltai confusa verso Louis.
"Che fai? Non vieni? Non pensare che metta la roba in grembo." Lo avvisai, posando le mani sui fianchi e assumendo quella che doveva essere una posa severa. Avevamo un carrello, perché doveva costringermi a prendere la roba tra le braccia?
"Ma ci stanno pensando già Liam e Simone." E con la testa mi indicò i due ridacchiare ancora davanti a quello scaffale.
Facendo qualche passo verso Louis, sussurrai "Va beh, andiamo a vedere se hanno bisogno." E lui capì.
"No. -Mi bloccò per un braccio- Tu vuoi vedere cosa si stanno dicendo quei due." 
Che palle! Pure lui mi conosceva per bene!
"Tu no?" Provai a stuzzicarlo.
Il mio ragazzo scosse la testa, alzando le spalle e cominciando a camminare nella parte opposta. Non sapevo che fare, volevo solo capire se Simone era riuscita ad attuare il piano.
Mi stampai una manata in fronte. Simone non sapeva niente del piano, non eravamo riuscite a metterci d'accordo su cosa fare e dire!
Mi apprestai ad inseguire il mio ragazzo, strappandogli di mano il pacco di patatine che aveva appena preso e che l'aveva distratto da me.
"Ti prego. Vorrei solo sapere se anche Liam la trova divertente." Lo supplicai, e talmente feci gli occhi dolci teatralmente così bene, che per poco non mi venne da piangere sul serio!
Lui sospirò, finalmente arreso. Sapeva che quando mi ci mettevo,  non avrebbe mai vinto.
"E va bene... Ma solo se mi dici le due paroline magiche." Mi prese in giro, muovendo due dita davanti al mio volto.
Paroline magiche?
"Sono cinque lettere..." Continuò, notando il mio stato di confusione.
Ti prego l'avevo appena detto. Voleva che mi inginocchiassi pure?
Ah no! Trovato!
"Ti odio." Non capivo il connesso, ma se lo voleva detto per essere convinto, lo dicevo. No?
Lui sobbalzò sul posto, perplesso. Poi prese un profondo respiro e le sue mani si posarono di nuovo sul manico del carrello.
"Fanculo." Sbottò. E rimasi sbigottita.
Il tempo continuò ad andare avanti, e mentre feci un veloce calcolo mentale, diedi dello stupido a Louis.
Almeno sapevo che qualcuno era messo peggio di me con la matematica.
"Ma sono sette lettere così." Gli feci notare, andandogli dietro come una scema quando ormai si stava allontanando, sempre dalla parte opposta ai due.
"Sophy, ti amo!" Si arrestò d'improvviso, dicendomi quelle parole cariche di energia che anche qualche persona si girò a guardarci.
Che voleva, un autografo? Stavamo in vacanza, anche le persone famose hanno bisogno di riposarsi!
"Aw, anche io amore. Ma non c'è bisogno di urlarlo. Lo so." Gli feci notare, accarezzandogli appena la testa.
Non si trattenne dal sorridere, scuotendo la testa e finalmente decidendosi di andare nella direzione a cui io ispiravo.
Ma prima che potesse entrare nella corsia della pasta, gli girai il carrello appena in tempo, facendolo entrare in quella dopo.
"Che fai?" Mi ammonì. Gli feci cenno di seguirmi in silenzio tra gli scaffali della carta igienica.
Se volevo ascoltare i due, non avrebbero dovuto vedermi.
"Vedi Simone, c'è molta differenza tra le classiche farfalle e le mini farfalle..." Liam stava raccontando ogni minimo dettaglio sulla differenza sui due tipi di pasta alla povera ragazza che, per tutta risposta, stava completamente in silenzio. Forse si era addormentata in piedi? Con gli occhi aperti anche!
Provai a spostare un pacco di carta igienica, passandolo a Louis che subito lo infilò nel carrello e provai a strizzare gli occhi e osservare i due oltre lo scaffale che ci divideva.
Simone stava sorridendo, leggendo le varie scritte sulle confezioni di pasta che Liam continuava a passargli e mostrargli con fare esperto. Nemmeno l'avesse inventata lui quella cosa!
"Che vuoi? Anche noi famosi  andiamo a cagare!" Mi voltai confusa verso la voce irritata di Louis, per poi vedere che una vecchina si stava complimentando per l'elevato numero di carta igienica presente nel carrello della spesa. Sorrisi involontariamente, ripensando quanta pazienza ci voleva nello stare con me ogni benedetto giorno.
E Louis ce la faceva, mi sopportava e mi amava nonostante tutti i miei capricci, i miei sbalzi d'umore. Ed io non ero nemmeno un tipo normale.
Da una parte lo ammiravo per questo. Fossi stata io, mi sarei mandata a quel paese solo dopo avermi conosciuto.
Louis si voltò dalla mia parte, alzandomi le spalle e sorridendomi a sua volta.
Era così bello che in quel momento avevo pensato di saltargli addosso e perlustrare per bene quello stupido reparto. Poi, la voce di Liam mi riportò alla realtà, ricordandomi del perché ero in quella posizione scomoda vicina alle cose del bagno, ad origliare.
"Danielle, per esempio, non l'ha mai capito questo. E ogni volta che le dico di comprarmi le mini farfalle, spunta a casa con le farfalle classiche e le macchinine che si regalano ai bambini, a forma di mini cooper." La risata di Simone riecheggiò per tutto il reparto, trasportando con grazia Liam che le sussurra un "Ma è vero! Non prendermi in giro!"
E solo allora capii perché Liam stesse con Danielle. Conoscendo per bene il ragazzo, avevo capito di quanto fosse stupido. Ma arrivati a questo punto, la riccia non era da meno.
"Non sopporto Danielle... Ma come fa Liam?" Chiesi d'improvviso, voltandomi verso Louis, intendo a mangiare una barretta di cioccolato, presa chissà dove e quando!
Lui prese un sospiro, prima di rispondere indifferente e con nonchalance.
"Forse perché la ama?" Rispose, calmo.
Io, per tutta risposta, pensai a quanto fosse irritante, stronza, baldracca e chi più ne ha, più ne metta, e proprio non riuscii a trovarci nulla di buono in quella ragazza. Tranne per il fatto che ballava bene. Quello glielo potevo concedere.
"E quindi?" Chiesi confusa.
Non che fossi stronza, eh. Ma se una persona non viene vista con benevolenza dai miei amici, mi farei due domande. E Liam invece si preoccupava alla differenza di due tipi di pasta completamente uguali!
Louis alzò le spalle, senza darmi una vera risposta, forse perché anche lui si era reso conto che non avrebbe vinto contro le mie idee.
"No, per farti capire... Anche io amo la nutella, ma non è che gli ho fatto la proposta!" La risata di Louis, seguita da quella di Simone, arrivò alle mie orecchie e per un momento pensai che anche loro, al di là dello scaffale, mi avessero sentito.
Spostai lo sguardo sui due, intenti a recuperare un pacco di pasta proprio davanti ai miei occhi.
Feci un passo indietro, sperando di non essere vista. Ma non fui tanto lontana da vedere le loro mani toccarsi, il loro fissarsi negli occhi imbarazzati, per poi ritirarla immediatamente e sussurrarsi un "Scusa."
Mi sembrava di guardare uno di quei film sdolcinati che Louis mi costringeva a tenergli compagnia.
Ma quel momento durò ben poco.
"Ti va di fare un giro nel carrello?" Voltai lo sguardo verso Louis.
"Che?" Chiesi confusa.
Lui mi fece cenno con la testa di saltare dentro il carrello, mentre spostò l'intera roba da una parte per farmi uno spazietto.
Alzai una gamba, con un sorriso a trentadue denti, amando ancora di più il mio ragazzo. Ce ne voleva di coraggio per chiedermi una cosa del genere.
Ma, ahimè, perdendo l'equilibrio, andai a sbattere sullo scaffale, sentendo poi un tonfo dalla corsia accanto, seguito da un urlo femminile.
O no?
"Liam, stai bene?" Quando girai lo sguardo, oltrepassando i pacchi di carta igienica, notai Liam steso a terra, vari pacchi di pasta sul povero ragazzo e Simone, piegata sulle ginocchia, intenta ad aiutare la mia povera vittima.
"Forse è meglio andare alla cassa." Afferrai la mano offertami da Louis, correndo poi verso la cassa.
Avevo fatto abbastanza casini.
 
*  *  *
 
"Scendo con te!" Avvisai Simone, aprendo lo sportello. Prima però, mi allungai verso Louis, lasciandogli un bacio sulle labbra.
Richiusi lo sportello alle mie spalle, seguendo dentro il tabacchino.
Aveva promesso a Zayn che sarebbe passata a comprare le sigarette, e io non avevo voglia di rimanere in macchina un minuto di più a sentire Liam rompervi le ovaie con una storiella sulla sua bis-nonna, che sarebbe venuta l'indomani a trovarci, per il suo compleanno.
La campanella sulla portò suonò, attirando l'attenzione dell'uomo posto dietro il bancone.
"Buongiorno signorine. Cosa posso darvi?" Chiese gentilmente.
Dall'altro lato se ne stava invece, un cicciotto cinquantenne in silenzio ad osservarci.
Simone si grattò la testa, leggendo le varie marche di sigarette e poi si voltò verso di me.
"Non ricordo il nome..." Mi confessò.
Provai a rifare mente locale sulle confezioni che avevo visto in giro per casa. Ma nemmeno io lo ricordai.
Allora Simone provò a chiarire le idee con il tabaccaio.
"Scusi, quali sono le sigarette a menta? Ricordo solo questo." Mi confidò.
L'anziano signore parlò.
"Abbiamo le Camel, le Lucky Strike... Ma nel tuo caso, le Vigorsol." E rise insieme all'altro.
"Ah ah, divertente." Lo presi in giro, mentre Simone ricordò perfettamente il nome.
Pagammo ed uscimmo.
"Posso confessarti una cosa?" Mi sussurrò prima di arrivare in auto.
Annuii velocemente.
"Ho paura di affezionarmi a voi, soprattutto a Liam." E un sorriso curvò le sue labbra.
"Oh, ma stai tranquilla! Alla sua famiglia piacerai di sicuro!" E le passai un braccio sulle spalle.
 
 
  
 
ALOHAAAAAAA(?)
Ma lo sapete che vi amiamo tutte?
asjhdaks con le vostre recensioni, o semplicemente per aver
messo la storia tra le preferite, ricordate e seguite, vi state facendo amare u.u
Per questo, vi abbiamo dedicato un capitolo fatto solo dei protagonisti :)
Che ve ne pare?
E poi c'è Buddy u.u
 
Anyway, non vi promettiamo nulla sul nuovo aggiornamento, in quanto io
sia leggermente incasinata in questo mese. Ma
vi prometto che non vi lascerò, soprattutto ora che c'è
la festa per Payne ;)
 
Fateci sapere se vi è piaciuto almeno un pochino :)
Ps. ho scritto una nuova ff su Zayn, se volete passarci,
cliccate QUI
 
Pps.(?) se vi piace il genere Horror, Simona ne sta scrivendo
una kjahdjkashd(?)
Il link QUI.
 
Ciau.
 
Sofia e Simo.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** La scatolina rossa. ***



 

LA SCATOLINA ROSSA.
 
 
 
"Amore? Amore? Ma dove sei finito?" L'irriconoscibile voce di Capy giunse alle mie orecchie  peggio di un trapano alle sei del mattino.
"Avete visto Liam?" Alzai lo sguardo appena, lasciando le mani sporche di gel tra i capelli di Niall, notando l'orrendo vestito che stava indossando Danielle.
"Ha detto che doveva sbrigare le ultime cose per la cena di questa sera." Irruppe nella stanza Louis, con tanto di fogli tra le mani.
La riccia boccheggiò qualche secondo, incerta su cosa dire.
"Ah. Ha detto di cominciare a preparare noi la sala che per il resto se la vedeva lui." Continuò il mio ragazzo, ricordando di sicuro le parole che Liam gli aveva detto qualche ora prima, quando uscì di casa per sbrigare qualcosa di cui non me ne fregava un tubo.
"Ok, ok... Non ti ho chiesto di raccontarmi la favola di Biancaneve." Sventolò una mano Capy, per poi sparire dietro la porta della sala.
Alzai gli occhi al cielo, stringendo appena i capelli di Niall.
Ma forse esagerai.
"Ahia, Sophy! Così mi fai male!" Si lamentò il biondino, guardandomi dal basso.
Mi scusai immediatamente, finendo il più veloce possibile il mio lavoro e andai a sciacquarmi le mani nel lavandino della cucina.
Ci trovai Simone, intenta a frugare nel cassetto delle posate. La osservai attentamente e sbarrai gli occhi.
"Ma come ti sei vestita?" Sbottai, chiudendo il rubinetto e asciugando le mani in una tovaglietta.
Lei si guardò da capo a piedi, constatando il suo stato. Poi tornò a fissarmi.
"E' la mia uniforme da lavoro. Questa è una serata importante per gli sposini, non posso mettermi a servirvi in jeans e canotta, come mi avete permesso di fare fino ad adesso. Ci saranno anche i loro genitori."
Già, avevo dimenticato questo particolare.
L'ora della cena si stava avvicinando sempre di più, e da lì a qualche minuto avrei conosciuto i genitori di Capy e quelli di Liam. Non che mi dispiacesse come cosa, però non ero emozionata di conoscere quelle due persone che invece di giocare a carte, quella sera, si erano dati alla pazza gioia, per poi far venire al mondo una montata riccia!
"Stai scherzando, vero? Tu ceni con noi!" Le dissi, ma lei negò subito con la testa.
"Anche se mi piacerebbe un sacco, non sono nessuno per unirmi a voi. E poi... Chi servirà la cena?" Mi chiese con ovvietà.
Evitai di alzare nuovamente gli occhi al cielo; mi appoggiai col sedere al tavolo della cucina e incrociai le braccia sotto il seno.
"Siamo capaci di mettere nei piatti qualsiasi tipo di pietanza. Tu ti siederai..." Non riuscii a finire la frase, che Liam ci dava il 'Buonasera' con una voce squillante e felice, interroppendomi.
Una strana luce passò nei miei occhi.
"Liam? -Lo chiamai, mentre mi avviavo al ragazzo pieno di buste di spesa- Stasera Simone cena con noi, vero?" Cercai di sbattere gli occhi un paio di volte, sperando di non sembrare un'emerita idiota davanti al castano.
Lui posò il tutto sul tavolo, sfoggiando poi un sorriso nella direzione di Simone.
"Ma certo che devi cenare con noi. E' il mio compleanno, voglio che  partecipi anche tu!" Esordì felice, e sorrisi anche io verso Simone che, a quelle parole, divenne più rossa del solito.
"Oh, io... Non posso." Sussurrò appena.
Lasciai perdere Liam e le sue buste della spesa inutile, visto che la cena era di sicuro tutta pronta, e spinsi Simone alle scale, dicendole "Indossa qualcosa di carino, e brucia questo vestito bianco e nero, per favore."
Lei ridacchiò e sparì per le scale.
Tornai in sala, trovandoci Zayn, Niall e Liam intenti a chiacchierare.
"Come mai hai fatto la spesa?" Presi posto su una sedia del tavolo, accavallando le gambe e aggiustando il vestito bianco che indossavo per l'occasione.
Liam alzò le spalle, sentendosi tirato in causa, per poi sbiascicare un "Quando sono nervoso, mi metto a fare la spesa." E insieme agli altri ridacchiai di cuore.
Poco dopo Peralda richiamò furente Zayn. Il pakistano si stampò un cinquino in fronte, ricordando di sicuro qualcosa che non aveva fatto. O forse l'aveva fatta, ma aveva sbagliato.
"Vado a prendere i fiori per Danielle. Stavolta Perrie non mi perdonerà." Afferrò le chiavi di una delle auto e uscì velocemente dalla villa.
Come avevo immaginato, Zayn si era dimenticato di qualcosa. Speravo solo che ci mettesse della polvere pruriginosa, in modo tale che Capy non avrebbe smesso per tutta la sera di grattarsi il naso.
Questa era un'idea nuova per rovinare il suo matrimonio!
Sentii due braccia cingermi la vita, mentre le labbra umide di Louis si posarono sulla mia guancia.
"Buonasera, dolcezza." Soffiò al mio orecchio, facendomi percorrere da qualche piccolo brivido.
Avevo passato una notte meravigliosa, la sera prima. Come sempre Louis era stato paziente e pieno di attenzione. E così almeno non poteva dire che non l'avevo fatto divertire almeno un pò.
"Ho una fame!" Esclamai. Lui ridacchiò e si andò a sedere sul divano al fianco di Niall, intento a guardarsi chissà che tipo di sport.
Liam finì intanto di sistemare la spesa e dei passi attirarono la mia attenzione.
"Amore mio! Ti piace il mio vestito? Come sto?" Mentre Liam era intento ad osservarla da ogni angolazione, presi un profondo respiro e risposi io per lui.
"Se chiudo un occhio, e pure l'altro... Sei perfetta." Sorrisi subito dopo, sperando vivamente che non se la fosse presa per così poco. Ma lei ringhiò a denti stretti.
"Non l'ho chiesto a te, ma a Liam!" Per poco non sbraitò.
Notai Louis pregarmi con lo sguardo di non rovinare almeno il giorno del compleanno di Liam. Così alzai semplicemente le spalle e mi allontanai dai due, sedendomi poi tra Niall e Louis.
Altri passi fecero eco per la sala, addobbata meravigliosamente per l'occasione. Simone e le sue manine -oltre la pazienza- d'oro!
"Oh Dio, Dani! Sei sdhasjkdh!" Disse l'altra, vestita anche peggio dell'amica. Ma non tutti nascono con buoni gusti, no?
Il mondo è bello perchè è vario. E meno male!
"Ma che è? Una password dell'adsl?" Chiesi sottovoce, ma non tanto perchè Niall rise di cuore al mio fianco.
Il campanello per fortuna mi salvò dallo sguardo assassino di Capy e Peralda.
"Saranno arrivati i nostri genitori!" Disse Liam, per poi correre convinto verso la porta. Sembrava una capretta di Heidi, ma tenni per me anche quel commento.
Ultimamente dovevo tenere la bocca chiusa per forza maggiore.
Quando sentimmo l'urlo di Liam, scattammo tutti verso la porta di ingresso, per poi scoprire che quello sulla porta non era il genitore di Liam o Capy, ma nemmeno il ragazzo della pizza!
"Che merda ti gridi, signorina? Nemmeno avessi visto del pesce accompagnato da del vino rosso!" Sbottò il signore ancora fermo sul ciglio della porta.
Mi tenni saldamente alle braccia di Louis. Ma davvero stavo incontrando i miei sogni più proibiti in meno di dieci giorni?
Danielle ci spinse per farsi spazio, arrivando in poche falcate dal suo ragazzo, sorridendogli.
"Amore, lui è Gordon Ramsay. Il mio regalo del compleanno." Squittì lei, sorridendo a trentadue denti.
Tranquillo Liam. Se intendi morire, sappi che ti verrò dietro!
 
 
*  *  *
 
"Ecco il primo." Mossi le dita, eccitata come una bambina, vedendo arrivare Simone con un pentolone tra le mani. 
Stavo per mangiare un piatto di Ramsay, non potevo essere così felice da sembrare brilla anche senza aver bevuto.
Appena venne appoggiato il pentolone sul tavolo, il campanello di casa suonò.
"Vado io. Voi cominciate ad impiattare." L'affermazione fu della nonna di Liam, seduta accanto a me per l'occasione, che si alzò e balzò verso l'ingresso di casa.
Erano simpatici i familiari di Liam, e se dovevo essere sincera, anche quelli di Capy non erano male. Ma lei, allora, da chi aveva preso?
Le parole della vecchina si sentirono fino alla cucina.
"No, grazie. Non vogliamo i suoi fiori." Udimmo e ci guardammo tutti in faccia, prima che il sonoro tonfo della porta ci facesse capire che venne sbattuta forte.
La vecchia ritornò in sala, e con un sorriso soddisfatto stampato sulle labbra, si riaccomodò sulla sua sedia, al mio fianco, unendo le mani a mò di preghiera.
"Chi era, nonna?" Chiese Liam, curioso quanto tutti il resto della ciurma intenti ad osservare la donna.
La vecchia alzò semplicemente le spalle.
"Un uomo di colore che aveva intenzione di venderci i suoi fiori. Ma io gliel'ho detto, qui non ne abbiamo bisogno!" Disse, nemmeno fosse stata un'eroina.
Io mi scambiai un'occhiata veloce con gli altri, per poi dire tutti all'unisono "Zayn!" Sapendo che il pakistano fosse uscito un pò prima per andare a comprare, appunto, dei fiori.
E appena pensato questo, il campanello ricominciò a suonare insistentemente.
Liam corse verso la porta e poco dopo rientrò in sala seguito da un incazzatissimo Zayn che fulminò la nonnina.
Aggiungendo una sedia al tavolo, Zayn capitò proprio accanto a quell’adorabile nonnina che gli  aveva sbattuto la porta in faccia. Ma almeno lei si scusò.
 
La cena finalmente iniziò, e molto felicemente assaggiai ogni minima pietanza che Ramsay ci stava preparando. Onestamente, non vedevo l'ora di arrivare al dolce e gustarmi la scena che sarebbe capitata con la torta.
Nel frattempo ascoltavo le storiella di Danielle e Liam di quand'erano piccoli. 
Ecco perchè Capy si sentiva non so cosa!
All'età di tredici anni, i suoi genitori l'avevano scritta ad un concorso di bellezza. 
Arrivò seconda. Ma con l'intervento di suo padre, scoppiammo tutti a ridere.
"E' arrivata seconda, ma erano solo in tre a partecipare." Inutile dire com'è stato vedere Capy strabuzzare gli occhi e vedere le sue amatissime amiche provarla a consolare.
Ma, mentre la serata andava avanti, la mia attenzione fu attirata dalla nonnina che parlava con Zayn. Si stava scusando ancora?
Per capirci meglio, mi avvicinai come meglio che potevo senza che nessuno si accorgesse di nulla.
Ovviamente, Louis, al mio fianco, se ne accorse e mi appoggiò una mano sulla coscia, richiamandomi. Gli sorrisi solamente e tesi le orecchie.
"Cos'è questo che porti qui?" E la vidi toccargli l'orecchino, così aspettai per vedere come reagisse Zayn.
"Un comune orecchino, solo che è di colore nero." Spiegò e quando la nonnina tornò a fissare il suo piatto, mi avvicinai al suo orecchio.
"In realtà, quello sta ad indicare che fa parte di una setta satanica." Scherzai, mentre Louis rovinò il mio giocò e mi tirò a sè con fare geloso. O forse sapeva che stavo combinando uno dei miei guai?
La vecchia strabuzzò gli occhi, guardando prima Zayn -che le sorrise amichevole- per poi spostare la sedia con uno scatto lontano da lui.
Scoppiai a ridere, ma la voce di Peralda mi interruppe immediatamente.
"Sssshhh, non sentite pure voi?" Calò un silenzio tombale e aspettammo di capire a cosa si riferisse.
"Cos'è questa merda? Pure la cacca del mio cane è più saporita! E io non ho nemmeno un cane!" Ci guardammo tutti negli occhi, terrorizzati, immaginando cosa stesse succedendo in quella cucina con Gordon.
"Ehm... Non hai mai visto uno dei suoi programmi? Fa sempre così." Si intromise Niall, troppo intento a giocherellare col bordo della tovaglia.
Perrie scosse la testa.
"No, non dicevo quello... Però, che schifo! Stiamo mangiando." Storse le labbra in una smorfia, mentre richiamò l'attenzione, zittendoci di nuovo.
"Lo sentite? Sembra un telefono?" Calò di nuovo il silenzio e stavolta riuscii a capire che quella suoneria proveniva dal mio cellulare.
"Scusate, il mio telefono." E mi alzai di scatto, correndo verso le scale, fino a raggiungere la mia stanza.
Quando spalancai la porta, il cellulare aveva smesso di suonare. Mi accomodai sul letto e notai le tre chiamate perse e un messaggio. Lo aprii.
 
‘Idiota, potresti rispondere? Non trovo il numero di Liam e vorremmo fargli auguri.’
 
 
Il messaggio era di Sam e sorrisi, pensando al fuso orario e che stavano per fare gli auguri a Liam appena in tempo.
Bloccai lo schermo del cellulare e camminai nella stanza, intenta a scendere al piano di sotto per avvisare Liam di chiamarle lui.
Mentre camminavo per il corridoio, l'unica porta aperta era quella della stanza di Liam e Danielle. Una scatolina rossa appoggiata sul comodino attirò la mia attenzione, ma continuai comunque a camminare per la mia strada.
E se era quello che pensavo io?
No, non potevo fare altri casini.
Però ero curiosa di sapere solo che gusti avesse Liam in campo di anelli, sempre se quella scatola era l'anello di matrimonio dei due.
Purtroppo, o per fortuna, la mia voglia di scoprire cosa contenesse quella scatolina vinse su tutto. Girai sui miei piedi e ritornai al piano superiore, prima che qualcuno si accorgesse della mia scomparsa momentanea.
Entrai furtivamente nella stanza, guardandomi prima in giro e poi fiondandomi come un'assatanata sulla scatolina. La aprii grazie al piccolo gancetto d'oro e l'anello con un grande diamante sopra quasi mi accecò.
"Hai capito Payne, con questo la farà pesare almeno tre chili in più." Constatai.
La voglia di provarlo fu troppa e così infilai l'anello al dito.
Lo guardai estasiata e sperai che Liam accompagnasse Louis il giorno in cui avrebbe deciso di chiedermi in sposa.
Mi stava bene e la pietra faceva luccicare i miei occhi come non so cosa.
"Sophy? Stai bene?" Riconobbi la voce di Louis sempre più vicina.
"Sì, arrivo. Tu non salire." Provai a sfilare l'anello, ma qualcosa andò storto.
Merda.
Provai di nuovo, stavolta cercando di essere più rilassata.
Presi qualche respiro profondo e provai di nuovo a toglierlo.
Oh, cazzo! Sono fottuta!
Che aveva Capy al posto delle dita, bacchette di legno? O ero io quella ad avere delle salsicce al posto delle dita?
Merda, merda, merda!
"Che fai qui?" Cacciai un urlo, spaventata, nascondendo la mano dietro la schiena.
"Ehm... Stavo dando un'occhiata alla stanza di Liam. Sai che ha una bella vista?" Lo sguardo di Louis mi oltrepassò dietro le spalle.
"Sai che la finestra dà sulla strada? Cosa ci trovi di tanto emozionante nel vedere delle auto correre e suonare anche in piena notte?" Mi chiese retorico lui, posando le mani sui fianchi e sperando che spicciassi parola, spiegandogli il vero motivo per cui fossi lì.
Mi grattai la testa, girando lo sguardo a destra e a manca nella speranza di trovare una soluzione.
"Sophy..." Louis avanzò di qualche passo e mi venne spontaneo allungare le mani in avanti, sventolandole.
"No, no. Giuro che ho un buon motivo del perchè sono qui." Notai l'anello ancora bloccato nel mio dito e nascosi immediatamente la mano dietro la schiena, sorridendo al mio ragazzo.
"Cosa mi nascondi dietro la schiena?" Louis si allungò, sperando di vincerla immediatamente.
"Niente, niente. E' una... Sorpresa! Sì, una sorpresa per te!" Me le svignai appena in tempo.
Ma quando cominciai a camminare nella stanza intenta ad uscirne immediatamente, la mano di Louis mi bloccò, prendendo proprio quella mano!
"Dimmi che... Un momento! -I suoi occhi si posarono sull'anello argentato, che di certo non passava inosservato- E questo?" Mi chiese subito interrogativo, la fronte corrucciata.
Presi dei profondi respiri, prima di dire del tutto la verità a Louis.
Era il mio ragazzo, mi avrebbe aiutato... No?
 
 
"Che cosa? Tu sei pazza!" Ok, forse non aveva intenzione di mettersi in mezzo ai miei casini.
"Era lì, mi chiamava... Non ho saputo resistere. Scusa." Abbassai la testa, molleggiando sul morbido letto di Liam.
Chissà se già l'avevano provato. Oddio che schifo, vomito al pensiero.
Con uno scatto mi alzai dal letto, avvicinandomi al mio ragazzo e facendolo fermare da quella estenuante camminata nella stanza.
"Louis?"
"Che c'è?" Si bloccò, guardandomi negli occhi, arrabbiato.
"Mi aiuteresti a toglierlo, per favore?" Provai ad essere rilassata.
Ma in quel momento ero tutto, tranne che calma!
Lui guardò nuovamente la mia mano, dove il dito era diventato anche leggermente più rosso.
Poi sospirò.
"Solo perchè non voglio rovinare il compleanno a Liam." E mi tirò per un braccio.
Uscimmo dalla stanza ed entrammo in uno dei bagni della casa. Aprì di getto l'acqua fredda, passandoci sotto la mia mano e provando a sfilarmi l'anello dal dito. Ma non funzionò.
"Prova col sapone." Lo aiutai e subito ascoltò il mio consiglio.
Quando le bolle bianche coprirono completamente la mia mano, Louis la mise nuovamente sotto il getto, provando a sfilare l'anello che, sfortunatamente, non uscì.
"Merda!" Imprecai.
Come spiegavo adesso a Capy della presenza del suo anello al mio dito? Come minimo, per riaverlo indietro, mi avrebbe staccato il dito anche a morsi!
"Burro!" Esclamò ad un certo punto Louis, facendomi cadere dalle nuvole.
"Ti sembra il momento di pensare al cibo?" Lo rimproverai, ma tutto quello che ricevetti fu un'occhiata di fuoco.
"Intendevo dire, una volta ho visto un film dove la protagonista, idiota, incastrava un anello non suo al dito ed è riuscita a sfilarlo solo mettendosi sopra del burro sciolto." Mi spiegò velocemente, mentre asciugava la mia mano ancora racchiusa nelle sue grinfie e mi tirava nuovamente per la casa.
Lo seguii in silenzio fino alla cucina, dove la voce inconfondibile di Ramsay buttava giù quanti più santi possibili.
"Salve chef,  so che sta lavorando, ma mi serve una mano." D'improvviso nella cucina calò un silenzio tombale.
L'uomo -il mio mito- osservò attentamente prima Louis, poi me, per finire a fissare le nostre mani intrecciate.
"Se volete sposarvi, avete sbagliato luogo, ragazzi." Rispose dopo una manciata di secondi.
Mi strozzai con la saliva, mentre Louis scosse la testa, spiegandogli velocemente la situazione.
"Ow, proviamo con della margarina! Non è come il burro, lavorato nelle campagne a mano da..."
"Non mi interessa, voglio sfilare questo coso dal mio dito!" Sbottai, interrompendolo.
Gordon mi guardò con un'occhiataccia che la diceva lunga, ma per fortuna intervenne appena in tempo Louis.
"La scusi, ha il ciclo." Cosa?
Se non fosse stato per il problema che avevo il dito, quella mano gliel'avrei stampata in faccia.
"Portami della margarina, muoviti!" Urlò contro un ragazzo che, per correre, per poco non inciampò nei suoi stessi piedi.
"E voi ragazzi, imparate a tenere le mani al posto." Fissò poi noi.
"Quello che dico io." Gli diede man forte Louis, guardandomi.
Alzai gli occhi al cielo.
Quando il ragazzo tornò con la mia salvezza, Gordon sfregò un pò la margarina, ammorbidendola da fuori. Poi la aprì e ne tagliò un pezzetto.
Lo strofinò con professionalità sul mio dito, tenuto ancora saldo tra le mani di Louis, cominciando un monologo.
"Sai, la margarina aiuta molto la pelle. La rende liscia e pulita, oltre a nutrirla di ogni vitamina. Dovresti usarne un pò. Hai una mano che fa paura." Mi limitai a stare in silenzio, mentre notai con gioia che piano piano l'anello veniva sfilato dalla mia mano.
Sia ringraziato quest'uomo e chi l'ha messo al mondo!
"Ecco a te!" Mi passò l'anello, mentre io gli saltai al collo, abbracciandolo.
"Oh mio Dio, mi hai salvato. Io credo di amarti. Anzi, io ti amo e basta!" Urlai, mentre Louis si schiarì la voce alle mie spalle.
"Oh, ma sempre meno di lui." Indicai il mio ragazzo, mentre Gordon scoppiò a ridere e ci avvisò di rientrare in sala, visto che mancava poco per la torta.
E non c'era notizia migliore di questa.
Afferrai la mano di Louis e stavolta fui io a tirarlo per la casa.
Quando entrammo in salotto, la tavola era sparecchiata e tutti si voltarono a fissarmi.
"Che fine avete fatto?" Chiese Peralda, abbracciata in quel momento al suo ragazzo.
"Sam ha chiamato per farti gli auguri." Fissai Liam che ringraziò e disse di richiamarla prima di andare a letto.
Mi accomodai al mio posto e vedendo arrivare la torta, fissai Simone che aveva il mio stesso sorrisetto stampato sulle labbra.
Mi sfregai le mani sotto il tavolo, sentendo poi un "Ho paura" da parte di Louis al mio fianco.
Che avesse visto il mio gesto?
 
 
*  *  *
 
Che ne potevo sapere io che una misera fetta di torta avrebbe potuto uccidere Capy?
Il mio era uno scherzo innocente, non la volevo morta!
"Dai tesoro, sta' tranquilla. Domani parleremo con Buddy e ci faremo dire quali ingredienti abbia usato." La rassicurò Liam una volta rientrati in casa.
Sì. Dopo che aveva dato il primo boccone alla sua fetta di torta, Danielle aveva cominciato a gonfiarsi... E a gonfiarsi... W a gonfiarsi... Come la famosa sorella dello zio di Harry Potter. Ma lei non volava.
Siamo dovuti andare anche all'ospedale.
Ma forse non era stato proprio una male, perchè durante il tragitto del ritorno, Simone mi aveva confessato che aveva abbracciato Liam nell'intento di consolarlo, che tutto sarebbe andato bene.
Poi, per colpa di Peralda, i due non erano potuti andare oltre, interrompendoli e dicendogli che Danielle era sana e salva, per fortuna.
Guardai ad occhi bassi Louis, che col solo sguardo avevo capito che quella notte avrei dormito sul pavimento, poi spostai lo sguardo verso Harry, intento a buttarsi sul divano a guardare qualcosa prima di andare a letto.
Decisi di raggiungerlo. Ma prima fui interrotta da un urlo disumano.
Liam corse verso le scale, urlando anche lui.
"Cos'è successo Dani?" Chiese, riconoscendo la voce da cornacchia della fidanzata.
Caparezza fece capolinea sulla cima della scala, mostrando la scatolina vuota al suo fidanzato che strabuzzò gli occhi, come me e Louis.
"Qualcuno ha rubato il mio anello!"
Minchia, sono fottuta!
 
  
 
SAAAAAAAAAALVE
*schivano un pomodoro*
Che dire... incolpate l'estate e il pc di Simona! lol
No, davvero. Per ora sono leggermente incasinata tra
tirocinio per l'università e il lido, quindi sono poche
le volte che riesco a collegarmi.
Mentre per Simo, il pc l'ha abbandonata, quindi le viene
un pò difficile scrivere da un pc che usano altre 5 persone lol
 
Anyway, faremo il possibile per aggiornare presto.
Intanto ci dite cosa ne pensate di questo? :3
 
Sofia e Simo :)
 

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Capitolo 8
*** Eleanor, la tua ex fidanzata. ***




 

ELEANOR, LA TUA EX FIDANZATA.
 
 
 
Strinsi saldamente il mio cellulare tra le mani. Non potevo accendere tutte le luci di casa col rischio di essere scoperta, così, armata del flash della mia fotocamera, scesi le scale che portavano alla cucina. Evidentemente qualcuno ce l'aveva con me se avevo perso perfino l'anello della sposa.
Sono la solita sfigata.
Prima di tutto colpii qualcosa col piede, cominciando a saltellare sul posto imprecando in tutte le lingue che conoscevo, poi smettendo, mi accomodai sul divano e osservai sotto la luce del flash la situazione: sfoggiavo un enorme mignolino rosso.
Ricordandomi del vero motivo del mio stato furtivo, scattai dal divano avvicinandomi alla penisola della cucina, l'ultimo posto in cui avevo visto l'anello.
Niente. La penisola era pulita, lucidissima, e dell'anello nessuna traccia. Di sicuro qualcuno dello staff di Ramsay l'aveva trovato mentre puliva, la mia ricerca sarebbe stata inutile. Chi non avrebbe approfittato di un anello così prezioso? La pietra sopra era vistosamente costosa!
Mi balenò in mente anche l'ipotesi che l'anello fosse finito nel cibo, e chissà se in realtà qualcuno di loro l'avesse ingoiato. Magari Isabell, la nonna di Capy, quella senza denti che aveva perfino dimenticato la dentiera a casa tanto era l'emozione di conoscere il futuro marito della nipotina cara, finendo col mangiare solo il purè di patate e la torta, sbavando anche, a volte.
Ricordai che Gordon aveva preso della margarina, dicendomi, inoltre, che la mia pelle era secca e che dovevo prendermi più cura di me stessa. Fanculo la Nivea, dal giorno dopo avrei usato solo Garnier.
Accantonai i miei pensieri senza senso in un angolino abbandonato del mio cervello, sicuramente era colpa del sonno, e camminai per tutta la cucina, raggiungendo in poche falcate il frigorifero, che subito aprii.
I miei occhi guizzarono dalle bottiglie di coca, alla torta che aveva quasi ucciso Capy. La voglia di infilarci un dito e mangiarne un altro pezzo era tanta, ma avevo un obiettivo per essere sveglia alle tre di notte.
"Che stai facendo?" La mia testa colpì violentemente un'anta del frigo, facendo traballare il cibo accantonato sopra.
Uscii la testa dal frigo, accorgendomi solo in quel momento delle luci della cucina accese e Harry guardarmi disorientato sul ciglio della porta.
Era in boxer, come sempre, e si stava grattando la pancia in attesa di una mia risposta.
Chiusi con un colpo secco lo sportello del frigo, sfoggiando un sorriso a trentadue denti.
"Hai sentito la storia dell'anello perso, no?" Chiesi ed Harry, ed egli annuì, ovviamente. C'era anche lui in quella casa, anche se la maggior parte delle volte lo vedevo perso nei suoi pensieri...In fondo, anche lui aveva un cervello.
"E...?" Mi riportò alla realtà, facendomi capire di muovermi a parlare.
"E niente. Credo di averlo preso accidentalmente io." Affermai, nervosa.
"Accidentalmente?" Chiesi di rimando lui, divertito.
Oh, e dai!
"Ha delle dita piccolissime." Mi lamentai, ricordando come il mio dito si era colorato di rosso dopo solo qualche minuto. Stavo soffocando il mio dito. Povero.
"O forse sei tu che hai dei salsicciotti." Mi prese in giro lui, spostandomi con poca delicatezza dal frigo. Lo aprì e prese una bottiglietta di acqua.
Ne sorseggiò una buona quantità e quando la richiuse, la poggiò sul bancone.
Ero rimasta in silenzio per tutto il tempo, non sapendo come controbattere. Ecco cosa fa fare il sonno.
"O meglio, hai due grosse fette di prosciutto che ti accecano." Aggrottai la fronte, non capendo.
Si stava dichiarando? Mi stava dicendo indirettamente che Louis non mi meritava, ma che dovevo stare con lui? Che razza di shampoo si comprava per annebbiare la mente in quel modo?
"Harry, Louis sta bene con me, e io sto bene con lui." Cercai di usare un tono calmo, pacato. Non volevo rovinare quella bella amicizia che avevamo instaurato, e nemmeno farlo piangere, in realtà.
"Cosa? No, hai capito male!" Strabuzzò gli occhi, posando una mano sul mio braccio e stringendomi di più sulla cucina.
"Quello che voglio dirti è che tu stai bene con Louis, ma vedo che negli ultimi due giorni Louis sta bene con Eleanor... Di nuovo."
Lo guardai negli occhi, quegli occhi verdi che milioni di ragazzine si perdevano a fissare e sognare.
Era tremendamente serio, nel suo sguardo non trapelava una singola emozione che non fosse sincerità. Per una volta Harry stava facendo un discorso serio, e per una volta anche io stavo capendo l'enorme cazzata che stavo facendo.
Eravamo partiti da Londra tutti con l'intento di aiutare Liam a capire che stesse sbagliando. Ma una volta arrivati alle Hawaii solo io avevo rischiato di far saltare in aria il matrimonio, ero stata l'unica a pensare ad altro e non al proprio fidanzato. Simone a parte, che mi dava una mano.
"Sophy, mi dispiace. Ma forse è meglio lasciar perdere. Ormai Liam ha fatto la sua scelta, mancano tre o quattro giorni al suo matrimonio. Anche se cominceremo a mostrargli il lato oscuro di Danielle, Liam la sposerà comunque, anche solo per il semplice fatto di non deludere la sua famiglia. Conosci il suo passato, no? Sai quante ne ha dovute passare, sai quanto sia felice di avere tutte queste persone al suo fianco, ora, no?" Annuii ancora silenziosa a quelle parole, poi spostai lo sguardo sul pavimento, sviando completamente quel discorso.
"Mi aiuti a trovare l'anello?" Chiesi in un sussurro.
La mano di Harry mi costrinse ad alzare lo sguardo, puntandolo nel suo.
"E tu mi prometti che da domani ritorni la fidanzata rompi coglioni di Louis?" Sorrisi appena per come mi aveva chiamato, sussurrando poi un sicuro "Sì, te lo prometto."
Si allontanò velocemente da me, aprendo un cassetto e puntandomi subito dopo addosso l'oggetto luccicante che mi aveva fatto battere forte il cuore, solo poche ore prima.
"Come facevi a sapere che si trovava lì?" Chiesi confusa e felice allo stesso tempo, non sapevo perfino se saltargli addosso tanta era la felicità.
Sorrise.
"Semplice. Dopo che Ramsay ha lasciato la cucina, sono sgattaiolato dalla sala con la scusa della toilette. In realtà volevo solo un pezzo di torta, buonissima, sottolinerei. Era sul pavimento che luccicava, mi sono piegato per raccoglierlo, ma subito le urla della bambola dai capelli rosa mi hanno fatto impaurire. L'ho messo dove prima mi è capitato e sono corso a vedere cosa stesse succedendo. Ovviamente te l'avrei detto domani, dopo essermi gustato per un pò la scena di un'esaltata Danielle in preda all'isteria. Povero Liam, te lo immagini a doversi subire tutte le lamentele di quel barboncino?" Sorrisi soddisfatta, sia per il ritrovo dell'anello perduto, sia per il modo in cui aveva chiamato quelle due nelle ultime frasi. Poi allacciai le mie braccia al suo collo, e gli stampai un leggero bacio sulla guancia.
"Avevi ragione..." Mi allontanai di poco, sicura di aver scatenato la curiosità in Styles.
"Riguardo a cosa?" Infatti chiese subito, seguendomi per le scale.
"Ultimamente ho abbandonato Louis; è il momento di riprendermi il mio fidanzato, per la seconda volta!" mi accompagnò fino alla porta della stanza che condividevo con Louis. Mi augurò la buonanotte e richiusi la porta alle mie spalle.
Le braccia del mio fidanzato mi aspettavano!
Si, come no.
Il materassino gonfiato che giaceva sul pavimento mi aspettava. Con l'anello, l'avevo fatta davvero grossa!
 
 
*  *  *
 
Quando mi svegliai, Louis non era nel letto.
"Louis?" Lo richiamai, ma nessuno rispose. Mi alzai velocemente e mi diedi una sistemata.
Scesi velocemente in cucina, dove delle risate attirarono la mia attenzione: entrai piano piano, quasi in punta di piedi, trovando Louis ed Eleanor intenti ai fornelli, come se volessero preparare la colazione per il resto della ciurma come due allegri fidanzatini.
Eleanor picchiava giocosamente Louis con un mestolo, mentre quest'ultimo, tra le risa, fingeva di farsi male, coprendo la parte lesa e fingendo un broncio, simile a quello dei bambini. E ridevano.
 
'Tu stai bene con Louis, ma vedo che negli ultimi due giorni Louis sta bene con Eleanor... Di nuovo.'
 
Le parole di Harry arrivarono dritte come una pugnalata al petto. Io avevo accantonato Louis per combattere una battaglia che, tra l’altro, nemmeno mi interessava. Loro erano i suoi migliori amici; io ero solo la fidanzata di uno di loro. Forse, ex.
Mi schiarii la voce decidendo di entrare e farmi sentire dai due; e infatti così avvenne: Louis e la Scodella si voltarono dalla mia parte, il primo accogliendomi con un sorriso che faceva sciogliere anche un cuore di pietra, la seconda come se la mia presenza la stesse scocciando.
"Cosa fate di bello?" Ficcai il naso tra le varie pentole, constatando che stavano preparando del maiale per colazione.
"Liam ci ha detto che oggi staremo tutto il giorno a mare, compreso il falò di questa sera!" Disse felice Louis, mentre posava un leggero bacio sulla mia guancia.
Mi sentii potente per qualche secondo, notando la faccia della Scodella cambiare radicalmente colore, passando tra le varie tonalità di rosso. Poi si voltò a darmi le spalle.
"Ah sì? Finalmente." Saltellai sul posto come una bambina, battendo le mani proprio davanti a me.
Erano giorni che volevo andare a rilassarmi completamente su quelle spiagge bianche, ma sembrava che ogni volta ognuno trovava qualcosa di meglio da fare. Ma stavolta no. Liam aveva detto che si sarebbe andati a mare, e ci saremmo andati!
"Ok. Dimmi cosa devo fare, così ti aiuto." Ovviamente parlavo al singolare, giusto per far capire alla Scodella di smammare, che il suo piano per accalappiare Louis aveva fallito.
"Intanto ti vesti. Io ed Eleanor, qui, abbiamo già finito. -Le sorrise- Siamo una grande squadra noi due." E le diede un cinque.
Loro erano una squadra? Loro erano ex fidanzati…e se non la finiva di guardarlo con quegli occhi languidi…sarebbe anche morta.
"Va bene, allora vieni con me e mi aiuti a scegliere cosa indossare?" Provai a distrarli da quei sorrisini che mi stavano facendo urtare il sistema nervoso.
"Stiamo andando a mare, cosa vorresti indossare? Un tacco dodici?" Insieme a Louis, anche la Scodella si lasciò andare ad una risata. 
Risata che rivolse a me, in segno di sfida. Stava usando le mie stesse tecniche di mesi prima per riprendersi il suo ex fidanzato!
"Ti prego." Giocai la mia ultima carta, promettendomi che se non avesse accettato, sarebbe stato lui quella notte a dormire sul divano. E se fosse andato a dormire nel letto di Eleanor?
Perfetto, adesso la chiamavo anche col suo nome!
"Andiamo dai." Mi spinse via, pregando la Scodella di lasciare tutto com'era perchè tanto ci avrebbe pensato il servizio di pulizie, che faceva il turno quel giorno.
 
"Ci stava riprovando con te." Affermai convinta una volta richiusa la porta della nostra camera da letto.
"Chi?" Chiese Louis affondando la testa nell'armadio.
"Il maiale che stavi cucinando. -Dissi ironica- Eleanor, la tua ex fidanzata." Marcai bene le ultime parole, sperando che cogliesse la mia arrabbiatura mattutina.
Lui scoppiò a ridere, avvicinandosi e appoggiando le mani sulle mie spalle, obbligandomi a guardarlo negli occhi.
"Sei gelosa?"
Sì, gli spaccherei la faccia, userei i suoi capelli per lavare i pavimenti e i suoi denti per rompere i vetri delle macchine!
"No, semplicemente mi da fastidio." Sviai il discorso, liberandomi dalla sua presa e cominciando a prepararmi anche io.
La sua risatina mi fece capire che…non ero riuscita a nascondere la mia gelosia.
 
In pochi minuti eravamo tutti pronti per la gita al mare, nel salotto. Caricammo le cose nelle due auto, e senza esitazioni ci avviammo alle spiagge, guidati da Simone che conosceva il posto.
Ormai, più che cameriera sembrava una della nostra comitiva. E forse lo era in effetti. Mi sarebbe mancata una volta ritornati a casa, a Londra…idea! Potevo sempre assumerla no? Almeno la finivo di fare danni in quella casa.
Sistemai meglio gli occhiali sul naso, appoggiando poi la mia mano su quella di Louis, che teneva saldo il cambio delle marce.
Mi sorrise e provai una piacevole situazione.
Dietro di noi stavano Simone, Niall ed Harry, e quest'ultimo subito sbucò dai sedili anteriori.
"Non fate le vostre solite porcate qui, ricordatevi che avete tre poveri innocenti sui sedili posteriori." Ci avvisò con un sorriso enorme, mentre in risposta ricevette solo un piccolo colpetto sulla testa da parte mia.
"Stai al tuo posto, scimmietta." Lo presi in giro, accendendo poi la radio che casualmente passava proprio una delle loro canzoni.
Per tutto il viaggio ci divertimmo a cantare a squarciagola, e a cercare di capire Simone che, sovrastata dalle risate, non riuscivamo a sentire e prendevamo strade sbagliate.
Provai a immaginare Liam mandarcene chissà quante per tutte le volte che avevamo fatto inversione di marcia. Ne avremmo sentite di tutti i colori…sicuramente il barboncino si stava lamentando perché stava perdendo minuti preziosi da passare sotto il sole. Sperai ardentemente che si bruciasse…e che tre giorni dopo sarebbe salita all’altare con il naso spellato e le macchie in faccia…lei e le sue damigelle del piffero.
"Eccolo lì." L'indice ben curato di Simone oltrepassò i nostri sguardi, indicandoci le spiagge bianche hawaiane.
Trattenni il respiro per qualche secondo.
Louis percheggiò, seguito da Liam.
Recuperammo tutta la roba e la posammo nel primo buco libero che trovammo. Per fortuna la spiaggia non era molto affollata, forse Simone aveva optato per quella proprio per questo motivo.
Mentre Zayn e Liam si impegnarono ad impiantare gli ombrelloni, Peralda e Capy stesero le loro tovaglie e cominciarono ad impastarsi di crema solare.
"Una mano no voi, eh?" Le richiamai, intenta a sistemare il cibo all'ombra di uno degli ombrelloni.
Capelli rosa mi fissò per qualche secondo in silenzio, poi si mise a pancia in giù e slacciò la parte di sopra del costume per abbronzarsi meglio.
"Scherzi? Poi sudo." Bella scusa Winx, molto coerente.
"Io vado a tuffarmi, chi viene con me?" Quasi tutti accettammo la richiesta del biondino, e in men che non si dica tutti -meno le due indaffarate del sole- entrammo in acqua.
Era bellissima, azzurra cristallina, vedevo perfino i miei piedi per quanto era pulita. E poi era calda, ma soprattutto il mare non era mosso, come me lo immaginavo. Le spiagge erano bianche, sabbia finissima, e ogni tanto c'era un albero di cocco impiantato nella spiaggia.
Pregavo mentalmente che un cocco cascasse in testa a quelle due!
"Facciamo i tuffi?" Esclamò Louis, stretto tra le mie braccia.
Niall si offrì volontario a salire sulle spalle di Harry, che non si era nemmeno tolto gli occhiali da sole per entrare in acqua.
"Voi scherzate, vero?" Scoppiammo a ridere della risposta di Zayn, che intanto si andò ad accomodare al fianco di Simone e la Scodella stese alla riva.
"Ok, allora facciamo una guerra in acqua. Io potrei fare l'arbitro." 
"Cornuto." Aggiunsi alla frase di Liam, provando a salire sulle spalle del mio ragazzo con scarsi risultati.
"Non sono un diavoletto!" Si lamentò lui, come un bambino. “Ma potrei diventarlo.” Continuò sorridendo sornione.
"No Liam, io intendevo... Un cervo!" Lo presi in giro, scatenando qualche risatina.
Una volta salita sulle spalle di Louis, questo si posizionò davanti al riccio e al 'tre' urlato da Liam, cominciai a spingere il biondino per farlo cadere dalle spalle di Harry.
 
Alla fine io caddi solo due volte, mentre Niall si ritrovò sott'acqua per ben quattro volte.
"Solo perchè ho fame!" Si lamentò quest'ultimo mentre uscivamo dall'acqua.
Ridemmo finalmente di gusto, eravamo tutti felici e per una volta mi era anche passata la voglia di prendere in giro le altre ragazze. Ma che dico? Avevo appena avuto un idea geniale per il falò di quella sera.
 
Era davvero una bella giornata, senza pensieri sopratutto.
Arrivati nuovamente sotto l'ombrellone, la scena che mi ritrovai mi fece accapponare la pelle. Ma cos'era, un polipo?
"Ti serve qualcosa?" Simone mi passò al fianco, costringendomi a voltare lo sguardo da Perrie e Zayn avvinghiati sopra i loro teli da mare.
"Un sacchetto per vomitare, grazie." Ridacchiò al mio fianco, mentre oltrepassando le sue spalle con lo sguardo, notai la Scodella prendere posto vicino alla tovaglia di Louis.
Eh no! Ora basta!
Mi affrettai ad avvicinarmi al mio ragazzo, e senza nemmeno stendere il mio telo, mi accomodai al suo fianco, sorridendogli.
Lui ricambiò, facendomi uno spazio al suo fianco.
Sentii Eleanor ringhiare alle mie spalle e in quel momento avrei voluto prendere solamente una bottiglia di coca cola col suo nome sopra, metterci dentro una mentos e farla esplodere letteralmente.
Zayn doveva aggiornarsi su certe tecniche.
"Simone, cosa ci hai preparato di buono per pranzo?" Chiese Niall, mentre giocava a carte con Harry.
"Bastoncini." Rispose la ragazza.
"Davvero?" Chiesi io confusa.
"No, per findus." Rispose Perrie scatenando le risate degli altri.
Che battute squallide.
 
Per fortuna il resto della giornata passò tranquillamente, tra scherzi, gavettoni e lo ammetto, ho accidentalmente ricoperto la Scodella di sabbia mentre dormiva, giusto per farle prudere il sedere più di quanto non le prudesse.
Arrivata la sera, i ragazzi recuperarono qualche tronco d’albero e accesero un piccolo falò, per la nostra bellissima serata in spiaggia. Avevamo pensato di raccontarci storie dell’orrore e mangiare marshmellow fino al mattino. L’idea dei marshmellow era stata mia, ammettiamolo... Ma solo per far ingrassare quelle tre ingorde e non farle entrare nei loro abiti da cerimonia.
Che poi, Danielle non ci sarebbe comunque entrata visto i miei accordi con Randy, ma questa è un'altra storia. 
Ci sedemmo a cerchio; attorno a noi la notte buia ed infinita e come sottofondo, il rumore delle onde e il frinire delle cicale. Solo le storie horror ci mancavano e mi potevo benissimo fare sotto dalla paura.
Ecco... Diciamo che non sono proprio una coraggiosa temeraria, ma in ogni caso mi proposi per raccontare la prima storia,in modo da potermi addormentare tra le braccia di Louis e non sentire più niente.
"Allora Sophy, non aspettiamo altro che sentirti.” Disse Liam incoraggiandomi a parlare. Io sorrisi sorniona…non immaginava cosa avevo in serbo per lui.
“Aspettate, devo prima mettere lo spray, maledette succhia sangue.” Ci interruppe Danielle.
“Stai parlando di un insetticida contro quelle come te?” Chiesi.
“Sei davvero simpatica, ricordami di prestartelo.” Rispose lei indignata.
“Su ragazze, lasciamo parlare Sophy e godiamoci la serata.” Santo Niall.
“Si, allora. Questa storia parla di due ragazze, due ragazze fantastiche che frequentavano l’università a Londra. Ma quello che non sapevano è che erano cadute in una maledizione.”
“Queste cose mi terrorizzano…” Harry Styles. Se non stava zitto, gli avrei tirato un calcio dove non batte il sole; anche se forse da lui batteva il sole, eccome! 
Gli lanciai un’occhiata infuocata e continuai.
“Le due ragazze, di nome... Ehm... Selene e  Mary,  furono spettatrici di diversi fenomeni paranormali: fantasmi che apparivano e scomparivano, ragni ovunque, un uomo dalla faccia sfigurata che li tormentava. Un bel giorno però, trovarono due ragazzi che, come loro, vedevano e sentivano le stesse cose: Zackary e Lionel. Inutile dire che tra i quattro nacque una forte simpatia, ma passiamo avanti. Un bel giorno Lionel e Selene andarono a fare il bucato in lavanderia...”
“Non mi dire che misteriosamente si spegne la luce e sentono delle urla...” Si mise in mezzo Simone.
“Eddai... Non svelare queste cose. Ma... L’hai letta anche tu? Figo.” Simone mi trucidò con lo sguardo e io preferii continuare.
“Dicevo, la luce si spense e iniziarono a sentire strani rumori, ma quando la luce tornò, la lavanderia era piena di macchie di sangue. I due, terrorizzati, tornarono nell’atrio dello studentato dove alloggiavano.  Zackary e Mary, invece, rimasero prima bloccati in ascensore e poi, dopo che l’ascensore ripartì e le porte si aprirono, in un sinistro corridoio dove sentivano diversi sospiri e dove il sangue colava dal soffitto. Anche loro, terrorizzati, tornarono nell’atrio e incontrarono gli altri due ragazzi.  Parlarono molto delle loro esperienze paranormali ma...”
“Fai schifo a raccontare storie di paura, sappilo.”  Mi interruppe Zayn.
“Sarai meglio te. Cosa ci racconterai, la storia del terrorista che masterizzava cd delle Little Mix?” Ovviamente tutti risero meno che la coppia dell’anno.
“Hey, cosa vuoi da me?” Eccola la bionda sbarra rosa. Non ha ancora capito che tutte quelle tinte le fregano il cervello?
“Comunque, scusatemi se interrompo questo fantastico incontro di cervelli…ma Sophy…quella storia...non è ancora finita. Non puoi raccontare una storia e non finirla.” Ultimamente Simone mi dava fastidio.
“E che sarà mai! Comunque, mi avete fatto passare la voglia di raccontare storie, vado al bagno.” E mi alzai per andare verso l’unico bagno, sicuramente sporco e puzzolente, presente in spiaggia.
“Aspettami, vengo con te.”Mi rincorse Simone.
“Pensavo ti trovassi meglio con Perald.” Dissi sarcastica.
“Che c’è? Sei gelosa? E in ogni caso, io so come finisce quella storia.”  La guardai incredula, non poteva sapere come finiva quella storia.
“Non bluffare con me. E’ una fan fiction e se la stai leggendo, non puoi sapere come finisce, e le ipotesi non valgono.” E continuai per la mia strada.
“Forse perché in realtà... Non la leggo, ma la scrivo? Con la mia migliore amica Marianne.” Mi bloccai immediatamente, notando Simone sfoggiare un sorriso.  
“Tu cosa? Oddio! Hai scritto tu il capitolo sulla prima volta di Liam e Simone? Aspetta... Simone... Simone sei tu! Oh cielo, tu sei innamorata di Liam!” Urlai.
“Stai zitta. E comunque si, mi piace Liam, ok?” E arrossì di colpo.
“Fantastico! Comunque, mi dici come finisce la fan fiction?” Ero troppo curiosa.
“Finisce che... In pratica... Se te lo dico, dopo dovrei ucciderti.” Mi liquidò.
Fanculo Simone, fanculo.
"Ragazze?" Mi voltai riconoscendo la voce di Louis, notandolo subito dopo comparire nel buio venir dalla nostra parte.
"Scusa Simone, mi lasceresti parlare un attimo con la mia ragazza?" Simone annuì alle parole di Louis e cominciò a camminare da sola verso i bagni.
Sorrisi appena sperando volesse fare l'eroe della situazione e scortarmi fino al bagno pubblico della spiaggia.
Ma tutto quello che mi aspettavo, non si avverò.
"Visto che stanotte dormiremo tutti insieme, ti pregherei di non fare casini." Il mio sorriso svanì.
"Cosa?" Chiesi confusa.
"Sai di cosa sto parlando. Gli scherzi alle ragazze, le frecciatine... Ti prego, non puoi chiudere un occhio ormai per gli ultimi giorni? Non voglio rovinare il matrimonio al mio migliore amico."
Tutto quello che avevamo detto a Londra adesso, magicamente non valeva più?
"Ok." Dissi solamente, non sapendo come comportarmi arrivati a quel punto.
"Potresti iniziare, per esempio, col diventare amica di Eleanor." Per poco non mi strozzai con la mia saliva.
Prima che potessi dire o fare qualsiasi cosa, Louis appoggiò le labbra sulle mie.
"Promettimi che stanotte non farai nulla... Anzi, proverai a fare amicizia con El?" Insistette lui.
Da quando dovevo diventare amica con l'ex del mio ragazzo.
"Te lo prometto."
 
       
           
 
 
*ENTRANO IN PUNTA DI PIEDI*
Scuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuusate per l'immenso ritardo,
ma tra febbre, feste, vacanze e tanto altro, oggi è stato
l'unico giorno possibile per l'aggiornamento.
Ci perdonerete mai?
Speriamo di sì perchè non manca molto alla fine, come
si è capito, e non vogliamo che ci siate rimaste male c:
 
In ogni caso, non sappiamo che dire, se non ringraziarvi per
aver continuato a seguire la storia, noiosa o meno, rendendoci
felici notando le visualizzazioni o recensioni **
Bo, vi amiamo kjhd
 
Aggiorneremo presto, intanto aspettiamo di sapere cosa
ne pensate della prima giornata di mare e... cosa
succederà al falò? *risata malefica*
Lo saprete prossimamente ;)
 
Sofia e Simona.

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Capitolo 9
*** Miss Frappuccina. ***





MISS FRAPPUCCINA.


Quella mattina Louis trovò davvero un modo originale per svegliarmi. E non sto parlando di coccole, baci e carezze.
Un secchio d'acqua gelata mi fece trasalire e urlare, mentre, sbattendo gli occhi, guardavo confusa Louis spostarsi per la stanza con il secchio ormai vuoto. Un sorriso era curvato sulle sue labbra e quando con rabbia gli chiesi spiegazioni, lui se ne uscì con un semplice "Sono due ore che provo a svegliarti, ma oltre il fatto che mi hai chiamato ‘mamma’, non volevi svegliarti. A mali estremi, estremi rimedi." Disse con nonchalance e sorridendo.
"Ah, la metti così?" Lui annuì alla mia provocazione.
Scattai dal letto provando a non scivolare mentre gli saltavo letteralmente addosso, facendoci ritrovare qualche secondo dopo entrambi stesi sul pavimento, io comodamente seduta sul suo stomaco ben tonificato.
Aveva fatto molta palestra sotto l'occhio vigile dei suoi manager. Li avrei dovuti ringraziare una volta ritornati nella nostra Inghilterra.
Louis rise, trasportandomi con facilità, mentre lanciò dalla parte opposta della stanza il secchio e mi prese il viso con entrambe le mani per baciarmi.
"Vedo che la serata di ieri ci ha fatti avvicinare di nuovo." Sussurrai ad un palmo dalle sue labbra.
Lui sorrise, annuendo e dandomi ragione.
La sera prima, infatti, la mia stupida storiella senza fine, oltretutto basata su una fanfiction di una loro fan, di nome Simone, che per puro caso era la nostra cameriera,  aveva completamente terrorizzato il povero Niall. Inizialmente negava tutto, ma quando lanciò un urlo abbastanza femminile sentendo dei rumori alle sue spalle, Zayn aveva dovuto pregare in chissà quante lingue nella speranza di non doversi amputare il braccio, data la forza che Niall ci metteva a tenersi stretto al suo amico, tremando.
Poi avevamo scoperto che era stato Harry, caduto tra i cespugli, mentre provava a trovare un posto per poter liberare la sua vescica in santa pace e senza che nessun animale notturno lo sorvegliasse dalle palme sopra le nostre teste.
E fu lì che ci venne l'intelligente idea di farlo spaventare davvero una volta rientrai in casa: Louis corse immediatamente a spegnere le luci dalla centralina, mentre gli altri si erano nascosti per fare del nostro scherzo un capolavoro.
Simone, che conosceva benissimo la storia -e certo! E' l'autrice!- si era offerta per truccare e mascherare, oltre che dare un ruolo, ad ognuno di noi.
Io invece, seguivo Niall in modo  da tenerlo sott'occhio, quando Liam aprì il frigo facendo spaventare il biondino, mi ero fatta scoprire, fingendomi una vittima come lui.
Avevo spento il cellulare dopo che Louis mi aveva avvisato di assecondarlo e fingermi spaventata quasi quanto lui, se non di più. Ciò che lui non poteva vedere erano le mie risate che mi sono fatta quando ho finto di essere stata attaccata da un ragno.
Mi credeva in parola e ogni tanto notavo i suoi occhi lucidi grazie alle luci della strada che riuscivano a filtrare dalla finestra della cucina. Finchè non volle raccontato tutti i dettagli della storia, prendendomi per una mano e guidandomi al piano superiore.
Avevo scoperto che era lui quello che la notte camminava per la casa alla ricerca di qualcosa da mangiare; e l'avevo capito dal modo esperto in cui si muoveva per la casa senza urtare contro gli oggetti e avvisandomi dove mettere e come i piedi.
Quando provammo ad entrare nella stanza di Liam, ovviamente nessuno degli altri rispose alle sue richieste di aiuto. Tutti stavano zitti e solo io dovevo sorbirmi un Niall terrorizzato e affamato allo stesso tempo.
Sì; c'era stato un momento dove uno strano rumore aveva fatto accapponare la mia pelle. Poi scoprii che era stato il suo stomaco a brontolare.
Non invidiavo per nulla al mondo sua madre!
Una figura era caduta dall'armadio d'improvviso, facendo saltare in aria Niall che si aggrappò su me. Non sapevo come prendere la cosa. Pensavo, all'inizio, mi stesse prendendo in giro!
Zayn, che impersonificava proprio il suo personaggio, uscii dall'armadio con aria disinvolta, ripetendo qualche frase che di sicuro Simone gli aveva suggerito in precedenza.
Spiegai a Niall bene la storia, di Zayn, Simone, Marianne e Liam che vedevano questi fantasmi, come lo stesso Harry che però non eravamo riusciti a vedere perchè la Scodella rovinò tutto, apparendo molto prima del previsto.
Fu allora che Niall capì la nostra presa in giro e, offeso, se n'era andato in camera sua.
Simone si era divertita a riprendere qualche scena con la sua videocamera utilizzando la visione notturna, dicendoci che l'indomani l'avrebbe sistemata sul suo pc e che l'avremmo visto la sera nella tv al plasma come se fossimo ad un cinema.
A risvegliare i miei pensieri della sera prima fu la porta spalancata con poca delicatezza e tre teste -di cavolo aggiungerei- sbucarono subito dopo.
"Cos'è successo?" Chiese un preoccupato Harry mentre ci osservava stesi sul pavimento completamente zuppi.
Almeno, io lo ero, Louis solo una parte, quella su cui mi ero strofinata a fin di bagnarlo.
"William è stato qui?" Ironizzò Zayn alla vicenda del giorno prima, della fanfiction, ricevendo però un'occhiataccia non molto gradita da parte di Niall.
"Non fa ridere più." Infatti si lamentò immediatamente.
Mi affrettai a rimettermi in piedi e aiutare il mio ragazzo a fare lo stesso. Poi avvisai gli altri che la doccia era prenotata dalla sottoscritta e li cacciai dalla stanza senza dare ulteriori spiegazioni a quei ficcanaso.
Ma prima che potessi ritornare ad abbracciare il mio ragazzo, Harry rientrò in stanza con tanto di battutina poco gradita.
"Se siete violenti, però, rischierete di ritrovarvi al piano di sotto." Ci prese in giro, mentre Louis gli lanciò una ciabatta che però colpì il muro proprio vicino la sua testa.
Si sentì una pernacchia e la porta fu chiusa.
"Amore mio, ma tu non era la naturalista che salvaguardia la Terra?"
Mentre provavo a trovare il mio pantaloncino di jeans, lanciai un'occhiata completamente confusa a Louis.
"Che ti sei fumato di prima mattina?" Esclamai sconcertata, mentre cercavo la roba che avrei dovuto indossare.
Il castano mi passò di dietro e mi abbracciò alla base dello stomaco, posando infine il mento sulla mia spalla, dondolandoci.
"Facevo un giro di parole per dirti se potevamo farci un bagno insieme. Ultimamente passiamo poco tempo insieme e prima di tornare a casa nel trambusto della città, volevo approfittare ogni minuto qui da passare con te." Provò a convincermi baciandomi infine una guancia e facendomi sorridere.
"Va bene, ma non ti pulisco la schiena." Lo avvisai, mentre rise anche lui.
Ero seria, però.
Recuperò anche lui la roba che avrebbe indossato e camminammo lungo il corridoio.
Ovviamente il bagno del primo piano era occupato da qualcuno, in questo caso Harry. Conoscendo lui e la sua mania per la pulizia, ci avrebbe messo ore. Così passammo direttamente al piano inferiore che fortunatamente era libero.
Chiusi a chiave la porta, mentre Louis cominciò ad aprire l'acqua e spogliarsi.
Attesi qualche minuto in silenzio e fissa sugli addominali del mio ragazzo, facendo sbizzarrire i miei pensieri e ormoni allo stesso tempo.
"Louis, quanto tempo è... Che non si consuma?"
Provai ad essere educata e non apparire rozza come in realtà ero.
Lui rise e "Da qualche giorno." Rispose tranquillamente.
Gettai la mia roba sul water chiuso e mi sfilai la maglia, gettandomi poi su Louis e sussurrandogli un molto vicino l'orecchio "Non è vero. Da adesso."
Sfilai velocemente pantaloni del pigiama e l'intimo e seguii Louis dentro la doccia, dove mi accolse con un schizzo dritto in faccia.
Inutili furono le mie lamentele, più che una doccia, quella, sembrava una gara a chi spruzzava più acqua all'altro.
Avremmo finito con l'allagare il bagno.
Poi, però, qualcuno bussò alla porta in modo insistente.
"Potete fare veloci voi due? C'è altra gente che chiede una misera doccia."
Riconobbi la voce di Liam leggermente alterata, ridendo sottovoce.
"E per favore... Tenete per voi questi momenti." Si lamentò ancora.
Stavolta scoppiammo a ridere a più non posso, finendo comunque di fare la doccia e vestendoci in poco tempo.
Mentre Louis si asciugava i capelli semplicemente con una tovaglia, io mi passai il phon e li pettinai ordinatamente.
Quando il mio ragazzo aprì la porta, davanti, appostati, c'erano Liam, la Scodella e Simone, che però passava in quel momento.
"Oh, Sophy. Oggi andremo al centro benessere come festeggiamento per la neo-sposina." Mi comunicò la Scodella con un sorriso falsissimo, che ovviamente notai solo io.
"Che bella notizia! Così finalmente potete fare amicizia."
Chi? Io e la Scodella? Ma nemmeno se mi avessero dato i miliardi!
"Eh?" Guardai il mio fidanzato confusa, mentre Liam imprecando entrò in bagno e ci spinse via.
La castana salì al piano di sopra e io afferrai qualche biscotto come colazione. Ovviamente, Louis mi fregò il pacco di mano, facendo protestare anche il biondino che si riprese la sua roba con uno scatto felino.
"Dico davvero. Tra due giorni ci sarà il matrimonio; non voglio rovinare la giornata nè a Liam nè a Danielle, che per quanto mi può stare sulle palle, non se lo merita nel suo giorno." Sospirò, pensieroso.
"Solo oggi?" Chiesi pregando mentalmente che mi desse il via libera.
"Fino al matrimonio." Fanculo!
Avrei dovuto reagire contro tutti i miei istinti omicidi per stare alla larga dai guai.
"Eleanor? -oh Gesù, come ho fatto a chiamarla col suo nome?- Può venire anche Simone con noi?" Provai a chiedere dal fondo della scala.
"Certo!" Sentii la sua risposta poco dopo, seguita da una risatina che io riconobbi come quella di Perrie.
Dovete capirmi, sembrava di avere una patatina bloccata in gola capelli rosa.
"Dov'è che devo venire io?"
Sobbalzai quando Simone mi affiancò. Ma che era? Un mago? Un fantasma?
Era passata attraverso i muri per caso?
Alzai le spalle, davvero curiosa di sapere quale posto avremmo dovuto sorbirci per il restante pomeriggio.
 
 
*  *  *
 
Quando entrammo nell'enorme struttura che mi avevano tenuto all'oscuro le tre vipere, capii finalmente di cosa si trattava.
Involontariamente, strofinai una mano nell'altra ricordando la brutta esperienza che Eleanor  aveva avuto l'ultima volta che eravamo andate insieme ad un centro estetico e benessere.
"No, Sophy, non te lo permetterò."
Ad interrompere il mio piano maligno, fu quella traditrice di Simone.
"Perchè?" Mi lamentai con voce angelica da bambina.
"Ho promesso a Louis di non farti fare casini, soprattutto se si tratta di Eleanor." Disse, mentre le tre entrarono nella struttura togliendosi gli occhiali all'unisono, nemmeno fossero delle persone famose.
No, va beh, quella ero io. Ma dettagli...
Prima guardai le tre, poi tornai a fissare Simone ancora concentrata a capire le mie intenzioni.
"Tu non sai le risate che mi sono fatta con le mie migliori amiche quando le ho colorato i capelli di verde." Risi sottovoce, ricordando la Scodella non riuscire a togliere quel colore che poi, in fin dei conti, un pò le donava.
Simone alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
"Non insistere, o mi vedrò costretta ad avvisare Louis e lì sono uccelli senza zucchero."
Rimasi perplessa per la sua risposta, abbracciando alla fine la ragazza davanti a me che rimase stupita dal mio gesto.
"Ti ho istruito bene." Dissi felice.
Se Simone cominciava a parlare come me, mancava poco che cominciasse pure a ragionare come la sottoscritta.
"Andiamo che le tre donzelle già stanno architettando a modo loro la nostra giornata." Mi tirò per una mano, guidandomi fino la reception del locale.
Era immensa l'entrata, figuriamoci il resto della struttura.
"Quindi, ricapitolando volete fare: massaggi, pioggia profumata, fanghi, idromassaggio e per finire, offerto dalla casa, avrete anche maschera di bellezza e acconciatura." La ragazza seduta dietro la reception sfilò una lista a cui le tre appoggiate al bancone annuirono insieme.
Mi facevano paura.
Simone mi strinse un braccio e mi suggerì di tranquillizzarmi, non sarebbe successo proprio nulla.
La prima cosa che ci fecero fare un idromassaggio con tanto di cocktail.
Ordinai un analcolico, conoscendo il mio stomaco debole.
 
Simone mi rimase al fianco per tutta la durata della pista selezionata, mentre le tre continuavano a confabulare tra loro nemmeno fossimo dei fantasmi.
Ma al momento delle maschere al viso, tutto cambiò.
Io avevo scelto fragola, Simone kiwi, Capy banana, Scodella cocco e Peralda cioccolato.
Avevo appena chiuso gli occhi ricoperte da due fette di cetriolo, quando le tre cominciarono a tempestarmi di strane domande.
"Da quanto tempo stai con Louis?" Mi chiese la sua ex.
Adoravo sottolineare questo fatto. Io stavo con Louis, non più con lei.
"Da un pò." Risposi un pò titubante. Mi immaginai Simone al mio fianco infondermi sicurezza, mentre la ragazza cominciava a lavarmi i capelli per la piega.
"Uhm, non sai nemmeno in che giorno avete deciso di diventare una coppia." Scoppiò a ridere, seguita dalle altre due.
"In realtà, mentre noi limonavamo, il mio ragazzo era ancora fidanzato con la sua ormai ex... Ops..."
Avvertii uno strano silenzio calato nella stanza di sicuro a causa mia. Ma non m'importava più di tanto.
Non si stuzzica il cane che dorme.
"Peccato. Io sarei riuscita a dare ancora molto a Louis."
La sua voce... Dio, che nervi!
Strinsi le mani sul materassino, mentre la ragazza alle mie spalle cominciò a passarmi un liquido che io identificai dal buono odore come lo shampoo tra i capelli.
"Anche io potrei darti tantissime cose. Per esempio fuoco." L'avvisai. Un sorriso maligno curvò le mie labbra.
"Non era divertente." Mormorò la ragazza presa in questione.
"Sì, sì. Fammi il piacere e prendi esempio dai dinosauri." Sventolai una mano a mezz'aria, sapendo comunque che non l'avrebbe mai vista.
"Cioè?" Chiese Peralda.
"No." Sentii lamentare Simone al mio fianco. Me la immaginai massaggiarsi le tempie.
"Estinguiti." Le suggerì.
La ragazza che mi stava sciacquando i capelli sorrise, ma per fortuna la sentii solo io. Spero.
 
Per poco non mi addormentai durante tutta la durata della maschera. Quant'era passata? Un'ora? Due?
Stavo sbadigliando come se non ci fosse un domani quando una voce mi fece urlare spaventata.
"Mi scusi signorina, sono Olivia, quella della reception. Stavamo facendo delle schede per la fedeltà... Sa, se ha intenzione di ritornare." Mi avvisò.
Mi sgranchii gambe e braccia, mentre provai a togliere le fette di cetriolo.
"No!" Mi urlò, facendomi trasalire.
"Altri cinque minuti e le nostre ragazze le toglieranno tutto di dosso." Mi disse.
Annuii e aspettai che mi chiedesse le informazioni sul mio conto.
"Nome?"
"Sophy." Sentii scarabocchiare in modo rumoroso. Poi si fermò.
"Cognome?"
"Smith."
Che barba che noia, che noia che barba.
"Sesso?"
Dovevo dire la verità?
"Ultimamente, tanto!" Sperai che la Scodella sentisse la mia bugia.
Non era colpa mia se ultimamente non avevamo tempo per rimanere da soli a fare i nostri comodi.
"No, intendevo il genere." Mi spiegò.
Ah.
"In genere maschi, ma sono ancora giovane... Potrei anche cambiare orientamento negli anni a venire."
Sentii una risatina al mio fianco e riconobbi Simone.
"Non ridere!" Provai a mollarle uno schiaffo, ma non presi nulla se non l'aria.
"Va be', sei femmina." Sentii mormorare la ragazza del questionario.
Oh, ma più precisi no, eh?
"Qualcosa su di lei?"
Ci pensai un momento.
"Spero il tetto."
La risata di Simone riecheggiò per tutta la stanza, facendo ridere anche me.
"Che c'è? Siamo all'aperto per caso?"
E più andavamo avanti e più Simone non si riusciva a trattenere.
Poi, all'improvviso, una voce interruppe quell'interessantissimo colloquio, che per me comunque non aveva alcun senso chiedere certi argomenti; non avevo avuto mai un animale -all'infuori di mio fratello-, che gliene fregava a quelli? Mica l'avrebbero mai scritto su una scheda per clienti abituali.
Che poi, dovevo farmi ore e ore di viaggio solo per avere lo sconto fedeltà? Ma bene!
"Vado in bagno." Annunciò la voce trillante della Scodella. Ormai la conoscevo a memoria, per sfortuna. Poi la sentii allontanare, seguita da altri passi e risatine. Cosa c'era di tanto divertente? Nemmeno cosparsa di crema sul viso era una bellezza stellare. Anzi, non lo era nemmeno senza.
"Un'ultima domanda e poi ti lascio in pace, facendo in modo che le mie colleghe ti tolgano tutto." Sentii la voce rilassata della receptionist mentre mi avvisava che il mio tempo da carceraria finiva a momenti.
Le diedi il via con un cenno della mano, mentre la sentii sfogliare un'altra pagina del suo blocchetto.
"Allora... L'ultima volta che hai visto cadere una stella cadente, hai espresso un desiderio? E se è sì, questo, si è avverato?"
Avvertii la risatina di Simone al mio fianco, forse perchè lei ricordava il mio desiderio di qualche sera prima quando avevo notato una stella cadente e avevo battuto i piedi come una bambina alla sola vista.
"Uhm... Allora, sì, ho espresso un desiderio. Ma dato che la Scodella si trovi proprio nella stanza accanto questa, deduco di no."
Appunto; la stella cadente non  aveva ucciso, mandato via, estinto dalla Terra quella sgorbia di Eleanor.
"Perfetto!"
La donna si alzò e sentii la penna venir chiusa con un colpo sulla cartellina. Poi sentii i passi della donna allontanarsi e "No!" Urlai.
"Cosa?" Si preoccupò Simone al mio fianco.
"Mi sono dimenticata di dirle il mio codice fiscale." E risi insieme a Simone.
Possibile che un centro di relax facesse così tante domande sulla vita dei suoi ospiti, appunto, durante le ore di relax? Alla fine non era una cosa piacevole.
"Eccomi qui signorine. Adesso vi do una bella ripulita e tornate tutte a casa!"
Finalmente, non ne potevo più.
Quando le fette di cetriolo vennero tolte dagli occhi, con Simone notammo di essere le uniche nella stanza. La Scodella e company non erano più ritornate a rilassarsi? Magari il mio desiderio si stava avverando in quel momento nella stanza accanto.
Così, cominciai a stuzzicare un pò Simone e lei mi raccontò di quello che cominciava a trovare interessante su Liam.
Era incredibile come in poco tempo l'amore mandava fuori rotta una persona. E Simone era innamorata; lo si vedeva dai suoi occhi che si illuminavano al solo parlarne.
E in lei, mi ritrovai io proprio qualche mese prima.
 
*  *  *
 
Quando varcai la soglia di casa, dopo Simone, mi venne da sbattere la porta così violentemente che tutti i ragazzi presenti in cucina si voltarono nella mia direzione, preoccupati.
Qualcuno sbarrò gli occhi alla nostra vista, qualcun altro sbarrò la bocca senza trovare una parola da dire. E potevo capire il motivo della loro meraviglia.
La porta si riaprii, e le tre che erano qualche passo dietro di me, entrarono in casa più incazzate di me.
"Ma che ti salta in mente? Potevi rompermi il naso se fossi stata più avanti di qualche passo!" Mi urlò un'incazzata Capy.
"Te l'avrei solo sistemato, credimi." Spalancai l'anta del frigo, afferrando il succo e sbattendolo sul tavolo.
Me l'avrebbero pagata!
"Guarda che è colpa tua se abbiamo dovuto prendere un puzzolente autobus di un quartiere poveraccio." Si lamentò Peralda, portandomi a fulminarla con lo sguardo.
"Che poi, diciamocelo... La mia sfuriata contro l'autista che ho esibito per aver fatto salire un cane su un mezzo pubblico, ci voleva." E no! Ora basta!
"Aveva già fatto salire te, cosa cambiava?" Bevvi il succo in un solo sorso, notando la Scodella sculettare al piano superiore, portandosi dietro le sue scagnozze.
"E ricordati che è colpa tua se abbiamo parcheggiato in un divieto di sosta davanti a quello stupidissimo bar!" Sentii urlarla.
Accartocciai il bicchiere tra le mani, mantenendo per quello che potevo la rabbia. Inutile.
"Dovevo pisciare, miss Frappucina!" Urlai di rimando.
I ragazzi erano ancora in silenzio quando Simone chiese "Parlate, per favore."
Lei non vedeva la gravità della situazione, ma io sì!
"Hai... Hai i capelli rosa."
Ma vero? La constatazione di Niall mi era passata inosservata. Completamente!
"E non sai come si abbinano bene con le mie unghia color arancio evidenziatore!" Sbraitai di rimando.
“Perché non avete visto i miei di capelli.” Si lamentò Simone togliendo il cappello che aveva indossato.
“Sbaglio o sono…biondi?” Ma davvero Malik? Ci volevi tu.
“Con la mia carnagione scura stanno malissimo, pensate che mi si è avvicinato un tipo e mi ha dato un dollaro, pensando che chiedessi l’elemosina! Che poi, questo giallo si abbina perfettamente alle mie unghie  color fico secco.  Le odio, le odio! Vado al supermercato a comprare una tinta…o commetto un omicidio.” Simone prese borsa e berretto e andò via
Un urlo dal piano superiore attirò momentaneamente la mia attenzione. Liam saltò giù dal divano e ci abbandonò con un semplice "Danielle ha trovato la sorpresa."
Non mi interessava di cosa stava parlando, così mi avvicinai agli altri e puntai loro un dito contro.
"Con o senza il vostro aiuto, io distruggerò questo matrimonio!"

 
     

SALVE(?)

Ok, sono giorni, settimane, mesi.. secoli! che non 
aggiorniamo. Lo sappiamo.
Chiediamo scusa in ginocchio, ma sappiate che non abbiamo
mai pensato di abbandonarvi così, in tredici! Anzi, visto che siamo
già agli sgoccioli, avrete gli ultimi capitoli delle vere bombe ad
orologeria :)

Anyway, cosa ne pensate della solita Sophy? E' tornata più forte di prima?
Tralasciando capelli e unghia da unicorno(?), vi è piaciuto il capitolo
almeno un pochino? c:

Fateci sapere.

Sofia e Simo :)

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Capitolo 10
*** Capy? ***




CAPY?

 
Qualcuno mi mosse nel letto, mentre io mi affrettai a rigirarmi dalla parte opposta, mormorando.
"Sophy? Dai svegliati, ti prego."
Non mi importava,per nulla al mondo, di capire chi mi stesse chiamando in quel momento. Il mio letto caldo aveva in assoluto la priorità.
Sentii sospirare pesantemente il soggetto che aveva provato a svegliarmi, così, con un sorriso stampato sulle labbra, tornai ai miei sogni. Che stavo sognando? Ah sì! Io stesa sulla sabbia fine delle Hawaii con tanti bei maschioni muscolosi che mi riempivano di attenzioni; alcuni perfino mi facevano l'arietta con delle palme, proprio come nei film. E ovviamente, sorseggiavo il mio martini bianco con ghiaccio e un oliva verde.
"Vuoi rovinare o no questo matrimonio?"
Matrimonio? Quale matrimonio?
Scattai seduta sul letto, notando al mio fianco Simone rinchiusa in un pigiama talmente ridicolo che per poco non mi fece scoppiare a ridere rumorosamente. Ma la parte più divertente di certo erano i suoi capelli incastonati in stupidissimi boccoloni biondi, che avevo visto indossare solo ad Harry, una volta.
"Sshh." Mi tappò la bocca con entrambe le mani, attirandomi al suo stomaco e facendomi notare un Louis rilassato al mio fianco, troppo intento a sbavare sul suo cuscino proprio a qualche centimetro da dove avevo poco prima appoggiata la mia testa.
Solo al pensiero di uno shampoo alternativo, mi si raddrizzarono i peli delle braccia e delle gambe. Chissà quanti notti Louis mi aveva sbavato addosso e io la mattina mi ero alzata come se niente fosse. Che schifo.
"Adesso vieni con me; tutti dormono, quindi vedi di non fare casino." Mi avvisò Simone con un sussurro all'orecchio destro, mentre mi aiutava ad uscire dal mio bellissimo letto che ogni notte ne vedeva di belle e di brutte con me.
Di solito ci voleva un pò prima che prendessi sonno, e tante volte, non trovando una posizione comoda, riuscivo perfino a picchiare il cuscino. Poi, quando dormivo, mi avevano detto che ero un vero terremoto: mi muovevo in continuazione, come se fossi agitata, e se per caso una notte ero stranamente ferma, parlavo nel sonno.
Sarebbe stata una brutta convivenza con la sottoscritta. Povero Louis.
Richiusi lentamente la porta alle mie spalle, sperando di non far svegliare Louis dormente all'interno della stanza. Seguii, così, Simone lungo il corridoio in silenzio.
Ma, arrivata al ciglio delle scale, la curiosità era troppa.
"Simone?" La richiamai, lei si voltò appena e con lo sguardo mi fece capire di continuare.
"Mi spieghi cosa ci facciamo sveglie..." Le afferrai il polso e lessi l'orario sul suo orologio legato al braccio. Sbarrai gli occhi, fermando sia me che lei.
"Ma sono le sei! Dico, sei impazzita per caso?" Per poco non urlai.
Simone, dal canto suo, mi tappò la bocca con entrambe le mani, guardandosi poi in giro.
"Fà silenzio, o sveglierai tutti." Mi avvertì.
Svegliare tutti? E lei perchè aveva svegliato me?
Simone lesse nei miei occhi la confusione più totale, così si affrettò ad aggiungere "Non volevi far saltare in aria questo matrimonio?"
Il matrimonio!
Annuii, mentre Simone tolse completamente la sua mano dalla mia bocca, lasciandomi riprendere un pò d'aria.
"Seguimi in silenzio e vediamo come attuarlo." Continuammo a scendere le scale cercando di non far altri rumori. Speravo solo che con il mio piccolo gridolino non avessi svegliato davvero tutti, o almeno quelli che non dovevano svegliarsi.
Sbadigliai come un maschiaccio, mentre Simone, appena entrata in cucina, accese la luce. Quando notai la figura di un ragazzo seduto a capo tavola, per poco non urlai.
"Harry, che ci fai tu qui?" Chiesi, ma poi fissai attentamente la sua smorfia stampata in faccia e capii.
Oh, allora non saremmo stati solo io e Simone, a quanto sembrava. Meglio, un paio di mani in più non facevano di certo male. Anzi!
"Simone, ho fame." Si lamentò qualcun altro, sbucando da dietro il divano. Impossibile non riconoscere la chioma bionda tinta di Niall.
"Faccio qualcosa al volo. Abbiamo poco tempo, ragazzi." Ci avvertì una scocciata Simone.
Presi posto vicino Harry, quando un'altra voce attirò nuovamente la mia attenzione.
"Sapevi che svegliarmi a quest'ora mi costa un occhio della testa? Cioè, guarda i miei capelli!" Si lamentò sonoramente uno  Zayn incazzatissimo. Di solito era l'ultimo della cricca a svegliarsi, alzarsi e tutt'altro. Per lui, le sei del mattino, era solo orario di rientro in casa, non di alzarsi.
Anche il biondino saltò giù dal divano e si accomodò al nostro fianco e, mentre Simone si impossessò dei fornelli , cucinandoci qualcosa di decente, io e gli altri tre ci guardammo intensamente -per quello che potevamo, per colpa del sonno- in faccia.
"Allora Sophy, spara il tuo piano." Interruppe il silenzio Harry.
Piano? Quale piano?
"Beh, ecco... Non ho un piano." Ammisi leggermente imbarazzata. I tre di fronte a me sbarrarono gli occhi, mentre boccheggiavano senza emettere alcun suono. Li avevo fatti rimanere senza parole, wow!
"Tranquilli, stanotte ho pensato io qualcosina." Ci avvertì Simone, appoggiando i primi pancakes su un piatto al centro della tavola.
Uh, me la sarei sposata un giorno di questi. E non parlo solo per i pancakes.
"Spara." Mormorò Niall con la bocca già piena di cibo.
In realtà io avevo ben poca fame a quell'ora. Mi sentivo già lo stomaco sottosopra.
"Avete notato che ultimamente Liam e Capy camminano con una strana cartellina tra le mani?" Chiese sicura, mentre prendeva poi posto tra Zayn e Harry.
"Capy?" Chiese un confuso Harry, mentre io cominciai a ridacchiare silenziosamente. Ah, adesso sì che le avrei fatto la proposta.
"Danielle, scusate." Si riprese un attimo, cambiando velocemente il nome della tipa tutta riccia, niente cervello.
I tre si fissarono confusi, e anche io se dovevo essere sincera mi sentivo come appena cadute dalle nuvole. Di quale cartellina stava parlando?
"Cartellina?" Chiese allora Zayn, spazzando via quel silenzio che era calato sulla stanza. La riccia annuì.
"Quando si parla di preparativi e matrimonio, Danielle scrive qualcosa subito là dentro!"
Come mai Simone aveva notato questo particolare sfuggito ad altre tre persone? Non che i ragazzi fossero svegli come la sottoscritta, ma...
"E il piano sarebbe...?" Harry mi risvegliò dal mio stato di trance. Allora decisi di bere il succo alla pesca, giusto per non rimanere, lì ferma, con le mani nelle mani mentre gli altri si ingurgitavano di cibo che aveva preparato poco prima Simone.
"Una persona che scrive in continuazione in modo furtivo e misterioso, cosa fa?" Disse intelligentemente Simone, guardandoci poi negli occhi.
Ma certo!
"Ehm, vuole diventare scrittrice?" Ipotizzò Niall, ricevendo in cambio delle occhiatacce non proprio buone.
"No, Niall. Si appunta tutti i dettagli del matrimonio."
"Esatto." Si complimentò con me, Simone.
Almeno sapevo che anche a quell'ora ero geniale.
"E quindi, il piano sarebbe...?" Davvero Harry non ci arrivava?
No, un momento. Davvero... Il piano qual era?
Simone si alzò dal tavolo, cominciando a togliere qualcosa che ormai era finita, come i biscotti che Zayn in silenzio si era pappato da solo. Poi si appoggiò al lavandino col fondoschiena, fissandoci. Sembrava di stare in un film horror, dove l'assassino ti ronza attorno e la vittima se ne rende conto solo una volta finita tra le sue mani.
"Ieri sera ho messo delle gocce di sonnifero nelle zuppe dei quasi sposini..." Ci avvertì in modo vago.
"Quante gocce, precisamente?" Chiese Zayn, aiutandola a sparecchiare. Ma solo io non avevo voglia di alzare un dito a quell'ora? Ok, ok: non alzavo un dito mai da quando ero in vacanza. Ma c'era un motivo se si chiamavano vacanze, no?
"Un barattolo."
Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. Era diventata anche più cattiva di me!
"Simone!" La richiamai, ma il mio tono era un misto tra il rimprovero e il divertito. Potevo farla dormire per il suo matrimonio, un pò prima, quando doveva andare in spiaggia? No, ovvio.
"Che c'è? Volevo agire senza farmi scoprire." Si difese, mentre ci alzammo e ci avvicinammo a lei, pronti a sentire la nostra parte nel piano.
"Tu -indicò Niall- farai di guardia alle altre stanze: abbiamo Louis, traditore, e Peralda..."
"Ehy!" Si lamentò prontamente Zayn, ricevendo un'occhiata assassina da me. Poi sventolò una mano e "Fate quello che volete; ma non mi ricordate che il suo vero nome è... Quello!" Scoppiammo a ridere.
"Stavo dicendo... Niall, fai da guardia in caso che uno dei due si svegli prima del previsto; Harry controllerà che nessuna delle guardie sospetti qualcosa, ma soprattutto che pensi ci siano ladri in casa. Io e Sophy, entreremo di soppiatto nella stanza e troveremo quell'agenda a tutti i costi." Spiegò Simone, prendendo il comando della situazione.
"E io?" Si lamentò Zayn, indicandosi da solo.
Simone alzò le spalle.
"Tu progetta una bomba per la sala, in caso che nessuna delle nostre idee funzioni."
Trattenni delle risate e seguii Simone al piano di sopra.
Provai a leggere il labbiale della ragazza al mio fianco, con scarsi risultati. Voleva un cotechino? Perchè?
"Cotechino?" Chiesi a bassa voce. Eravamo pur sempre davanti la camera matrimoniale dei due sposini, non volevo farmi sentire.
Simone si stampò una manata in fronte, alzando di conseguenza gli occhi al cielo.
"Entra prima tu, non voglio bloccarmi la crescita." Sussurrò, facendomi protestare. Perchè, a me non si sarebbe bloccata?
Simone aprì piano la porta, spingendomi dentro.
Minchia cazzo culo! E ora che si faceva?
Notai fortunatamente Simone alle mie spalle. Il sole ormai stava sorgendo e la stanza era ben illuminata grazie alle tapparelle delle finestre alzate. Sapevo che Liam aveva una paura bestia del buio, infatti vicino al suo comodino, c'era la presa di una lucina da notte. Risi sotto i baffi, cercando di non farmi notare da Simone.
 
Frugammo in dei cassetti, nell'armadio, nel bagno della camera. Ma di quella cartellina nessuna traccia.
"Dove può, una Barbie venuta male, nascondere una cartella?" Chiesi a Simone, che in quel momento era con la testa infilata nell'armadio di Liam a contemplare una felpa verde.
"Simone?" Mi avvicinai alla ragazza, vedendola sobbalzare quando la toccai appena. Si mise una mano sul cuore, sospirando.
"Ehy, che ti succede?" Guardai lei e poi posai gli occhi sulla felpa che teneva tra le mani.
La odorò e poi me la puntò contro.
"Non pensi che faccia un buon profumo?" Cosa?
"Per forza, l'hai lavata tu?" Le feci notare. Ma lei scosse la testa, odorando ancora una volta la stoffa verde che aveva tra le mani.
"No, questo profuma di fresco, di buono... Di Liam." Disse con ogni sognanti.
Alzai lo sguardo al cielo e proprio in quel secondo trovai la carpetta.
"Simone!" La obbligai a fissare il tetto, e proprio sopra l'armadio sporgeva una scatola alquanto strana. Insomma, chi mette una scatola su un armadio?
Simone mi guardò capendo al volo.
"Non fare casino, però." Mi avvisò.
Facile da dire.
La obbligai a posare momentaneamente la felpa -che in seguito si sarebbe fregata, lo so- e le ordinai di congiungere le mani e farsi forza.
"Pesi." Mormorò sottovoce quando ci misi un piede sopra.
Grazie alle mie lunga braccia, non ci misi molto a recuperare lo scatolo e... Tirarmelo addosso, facendo cadere sia me che Simone sotto il peso dello scatolone e il tonfo sordo che fece.
Ci alzammo di scatto con la testa, notando Liam rigirarsi nel letto. Merda merda merda. Questa volta non l'avremmo passata liscia.
Simone mi incitò a prendere la carpetta e tirare come meglio potevo lo scatolo sopra l'armadio. Feci quello che potevo e mi nascosi dietro l'armadio, come Simone.
Per fortuna Liam si era girato solamente, lasciando uscire un pò di gas dal suo fondoschiena che per poco non ci fece soffocare, scostando le coperte dal corpo minuto di Danielle.
Dovevo ammetterlo: aveva un fisico da paura! Ecco perchè quando alzai gli occhi sulla sua capigliatura per poco non scoppiai a ridere.
Simone mi mise una mano sulla bocca e "Dovevo ricambiare il favore: io bionda, lei ossigeno nello shampoo." Disse con nonchalance.
Cercando di trattenere le risa, uscii dalla stanza con dietro Simone. Richiamai tutti i ragazzi e ci riunimmo di nuovo in salotto.
 
 
*  *  *
 
Quella cartellina era...
Non saprei nemmeno dare una definizione di tutto quello che ci avevamo trovato dentro. C'era di tutto: dagli orari rigidi in cui Liam doveva lavarsi la mattina del matrimonio, al fatto di quante tortine poteva mangiare Danielle per non ingrassare giornalmente.
C'era un foglio con le calorie massime che la sposina doveva mangiare per non ingrassare prima del matrimonio. Anche se era inutile, solo adesso mi rendevo conto che Capy durante quei giorni non aveva mai accettato una fetta di pizza che avevamo ordinato; anzi, preferiva mangiarsi il suo Activia serale. Chissà quanto cag...
"Guarda qui! C'è la disposizione dei tavoli!"
A riportarmi alla realtà di tutta quella pazzia, fu la voce acuta di Harry. Era perfino più felice -e perfido- di me.
Da quando avevamo quella cartellina tra le mani, era come se avessimo spogliato Danielle e Liam. C'era cose troppe assurde che nemmeno Hitler, ai suoi tempi, avrebbe -forse- mai ordinato di eseguire ai suoi schiavi.
Era un lista di cose davvero rigide, e io non riuscivo a capire come Liam, ragazzo tranquillo qual era, si stava facendo mettere sotto da certe mani autoritarie e nemmeno se ne rendeva conto?
"Questo è il nostro tavolo." Niall puntò il dito sul foglio scarabocchiato di strani nomi, di cui io ne conoscevo meno di un quarto.
Zayn, Perrie, Louis, Sophy, Niall, Sam, Harry, Alex, Oliver, Eleanor, Max.
Un momento!
"Sam, Max e Alex?" Chiesi abbastanza preoccupata.
Potevano mai essere le mie migliori amiche e mio fratello? E perchè mai non mi avevano avvertito?
"Chi sono?" Chiese Simone, guardandomi negli occhi.
Spiegai velocemente la situazione, promettendole di presentarglieli una volta arrivati. Sempre se rimanevano vivi sotto le mie grinfie. E sempre se parlavano di loro in quella lista.
"Guarda il lato positivo." Mi interruppe Zayn, spostando la mia attenzione su lui. Gli feci cenno di continuare e lui prese la palla al balzo.
"Non sono state proprio le tue amiche ad aiutarti a diventare quello che ormai sei, ovvero, la fidanzata di Louis Tomlinson?"
Già, per una volta Zayn aveva ragione. Annuii ancora persa nei miei pensieri.
"Stai dicendo che stai facendo lo stesso con Liam?" Mi chiese una preoccupata Simone.
Annuii ancora, dandole ragione.
Incrociai le gambe sulla sedia, pensando però ad un piccolo neo che avevo trovato tra quei nomi.
"E Oliver?" Guardai in faccia i tre ragazzi, che al solo nome ricordarono qualcosa.
"Magari non è lui." Ipotizzò Harry.
"Oppure, dopo che voi due vi siete lasciati, ricordi che usciva con Eleanor?" Mi chiese retorico Niall.
"Resta il fatto che può essere anche qualcuno di nuovo." Finì soddisfatto Zayn.
Certo, chissà quanti Oliver al mondo esistevano. Non doveva essere per forza il mio ex che veniva a rompermi le ovaie.
"A meno che..." fu come se Simone mi lesse nel pensiero, ci scambiammo una veloce occhiata e poi scoppiammo a ridere.
"No, non può essere." L'avvisai ancora ridendo, anche se un piccola preoccupazione stava prendendo posto nel mio stomaco sottoforma di uno strano peso all'altezza dell'addome.
"Ma comunque, se l'intenzione della Scodella era quello di farti umiliare il giorno del matrimonio di Liam, sappi che noi agiremo ancora prima del dovuto." Mi incoraggiò Simone, posando una mano sulla mia spalla.
Poi un urlò ci fece spaventare.
Guardai confusa gli altri, che mi guardavano intanto con lo stesso punto interrogativo stampato in faccia.
Poi ci voltammo tutti verso il rumore pesante delle scale, dove, dopo un paio di secondi, notammo la figura alta di Capy in tutta la sua bruttezza mattutina.
Mi dovetti trattenere dallo scoppiargli a ridere in faccia, nascondendo il mio sorrisino dietro una mano.
"Voi! Tu! -Indicò me- Me la pagherai!" E scomparì di nuovo per le scale, sbraitando come una pazza e richiamando le sue scagnozze.
Solo quando ormai era lontana e noi avevamo liberato le nostre bocche con risate che sembravano non finire più, ci ricordammo d'improvviso la cartellina.
Sistemammo tutti i fogli dentro la cartellina e quando la riccia -che fulmine!- e le sue fedeli cagnoline scesero nella sala ci guardarono in cagnesco ed uscirono di casa con la scusa di sistemare i capelli alla sposa.
Mancava un giorno e stranamente i capelli di Danielle erano diventati quasi bianchi.
"Allora..." Mormorò Simone una volta che la riccia e le altre due varcarono la porta della casa, come se niente fosse successo. Riprese la cartellina che aveva nascosto sotto uno dei cuscini del divano e lo riaprì davanti ai nostri occhi, sul tavolo.
"Simone, c'entri tu in tutto questo?" Chiese un impaziente Harry.
Solo allora Simone rialzò lo sguardo, notando noi fissarla con la bocca spalancata.
Lei scrollò semplicemente le spalle e "Un pò di ossigeno non le faceva male." Se ne uscì.
Scoppiammo a ridere e riprendemmo il nostro lavoro. Non prima che Capy e le sue scagnozze fossero andate dal parrucchiere per rimediare al danno.
"Allora, avete idee per rovinare questo matrimonio?" Chiese Niall, avvicinando di più la sedia a noi.
Simone stava per aprire bocca, ma, col dito a mezz'aria, un altro grido ci fece sussultare.
E ora che era successo?
Guardammo tutti Simone che alzò prontamente le mani al cielo e "Stavolta non c'entro io!"
Zayn si affacciò alla rampa di scala e chiese a voce alta a Liam cosa avesse.
Dopo aver detto due parole strozzate, scoppiò a piangere. Ero finita in una casa di matti!
"Sarà una crisi pre-matrimoniale." Suggerì del tutto rilassato Harry, come se lui, in qualche modo, ci fosse abituato.
"Vado a parlargli." Provò a dire Zayn, salendo i primi tre scalini.
"Aspetta!" Simone bloccò in tempo il moro, intento a salire ancora le scale. "Posso parlargli io?"
Cosa? Che mi ero persa?
"Forse ha ragione. Con te finirebbe solo per lanciarti dei mobili, come è solito fare quando è nervoso. Forse con Simone si limita a lanciarle qualche cuscino." Aggiunse Niall.
Io guardai confusa tutti e quattro. Che minchia faceva Liam quando era incazzato? Mobili?
"Veramente sto studiando psicologia, e in un modo o nell'altro, so riuscire a far sfogare le persone. Lasciate andare me." Ci convinse Simone, facendo arretrare Zayn per lasciarle lo spazio per salire di sopra.
"Aspetta!" Harry la fermò in tempo, mentre ancora le urla di Liam si espandevano per la casa e io mi chiedevo se non avesse messo qualche goccia di sonnifero nella zuppa di Louis. Come non si svegliava con tutto quel casino che stava creando Liam?
"Voglio capire cosa vuoi dirci." Gli passò il suo telefono e "Qui c'è l'app di Skype, usa quella. Anche noi vogliamo sentire cosa non va in quel ragazzo a meno di 24h dal suo matrimonio." Spiegò.
Simone rimase per qualche secondo con lo sguardo basso a fissare il cellulare ancora tra le  mani di Harry, intento a passarglielo e aspettare che lei l'accettasse. Poi lo afferrò con un gesto secco e "Le mie saranno solo parole da copione." Ci avvisò, sparendo per le scale.
Sentimmo una porta venir sbattere e Niall si affrettò a recuperare il suo pc dalla stanza, accendendolo man mano scendesse di nuovo le scale.
Entrò col suo account e tutti ci accomodammo al suo fianco.
Poco dopo il pallino vicino il nome di Harry Styles si colorò di verde. Ci sistemammo meglio e il pc prese a suonare.
Niall cliccò per rispondere e l'immagine della camera di Liam coprì l'intero schermo.
Simone adagiò il cellulare sulla scrivania e si avvicinò a Liam, intento a stare in equilibrio in piedi sul letto.
"Scendi." Disse sicura Simone, tendendo una mano verso Liam, che ora la guardava male.
"No!" Rispose cocciuto, come se avesse bevuto qualcosa.
Per fortuna quello che dopo disse Simone fece stranamente calmare Liam, tanto da fargli confessare la sua paura pre-matrimonio, che forse non era nemmeno poi così tanto convinto. Si sentiva giovane e non era pronto a fare il grande passo, ma non era nemmeno in grado di distruggere lo stato d'animo di Danielle, intenta a ricordargli ogni sera che il grande giorno stava per arrivare anche per loro, che non c'era proprio nessun altra persone che desiderava al suo fianco. Voleva Liam -e i suoi soldi, pensai io-, voleva passare il resto della sua vita insieme a lui. Di difficoltà ne aveva passate tante, Capy, e questo Liam lo sapeva. Quello che in realtà doveva capire, era che la riccia non era la ragazza che faceva per lui. E forse, sotto sotto, con l'incitazione di Simone, solo adesso se ne stava rendendo conto.
"Liam, va tutto bene?" Chiese ad un certo punto Simone, notando che il ragazzo dopo l'ultima confessione non aveva alzato più il volto dalle sue mani, ormai tormentate da mille dubbi. Per noi, invece, in salotto, tutto quella situazione era diventata un pò come una soap opera. Niall aveva perfino fatto dei pop-corn e io gli avevo gentilmente fregato il posto mettendomi in prima fila davanti allo schermo. E guardavo quei due scambiarsi strane occhiatine, e Liam ingurgitare quello che sembrava una bottiglia di tequila, presa chissà dove. Harry aveva la testa sulla mia spalla, mentre Zayn litigava con il mio piede per stare più comodo. Era una cosa comica e leggermente noiosa, alla fine. Odiavo certi generi di film.
Liam si alzò da dove era stato seduto fino quel momento e si avvicinò a Simone, accarezzandole un braccio. "Grazie." Le sussurrò appena, facendoci emozionare e ululare un sonoro 'Ow'.
La sua mano continuò a massaggiare una parte del braccio di Simone, finchè quest'ultima non decise di fare la mossa che fece rimanere di sasso il pubblico. Ehm... Noi.
Le labbra di Simone erano su quelle di Liam! Fu la ciotola di pop-corn caduta dalle gambe di Niall a risvegliarci, mentre ci guardavamo confusi e imbarazzati. Ma mica era finita lì! Liam, in un primo momento preso dalla sorpresa, era rimasto esterrefatto. Poi si era risvegliato dal suo stato di trance e aveva assecondato il bacio, approfondendolo.
Notammo Simone sdraiarsi sul letto, portandosi dietro Liam che intanto si sistemava sulle gambe per non pesarle molto. Spostò i capelli con un gesto della mano, aprendo la camicetta che Simone indossava quel giorno. E man mano la sbottonava, le sue labbra scendevano, tracciando una scia di umidi baci sul petto della ragazza che ora avevo socchiuso gli occhi e lasciava uscire degli sbuffi strozzati.
"Sembra un porno!" Commentò molto emozionato Harry, finalmente messo dritto con la schiena e molto attento con i dettagli. Notai perfino Zayn sfregarsi una mano nell'altra, troppo intento a guardare il suo amico darsi da fare. Pure loro ci tenevano tanto a vedere il loro migliore amico divertirsi il giorno prima del matrimonio con una ragazza che non era la sua futura moglie. Benissimo!
La camicetta di Simone volò e per poco non coprì l'obiettivo del cellulare di Harry, e con quella, anche la maglia di Liam finì sul pavimento dopo un volo. Deglutii rumorosamente, notando che quella situazione ci stava leggermente sfuggendo di mano.
"E se..." Provai a parlare, ma tutti e tre mi zittirono come meglio potevano. Niall, stronzo, mi mise perfino una mano sulla bocca per farmi zittire.
Che porci!
Provai a dimenarmi, ma fu tutto inutile. Quando provai anche a staccare tutto, Zayn mi legò -si fa per dire- le mani dietro la schiena, tenendomi salda e ben lontana dal pc.
Porci maniaci!
Il pantalone di Simone scivolò lungo le gambe della ragazza, fino a finire alla fine del letto vicino a quelli di Liam. Non che non ci sapesse fare il ragazzo, ma proprio non mi interessava! Erano cose private, e noi stavamo andando anche ben oltre. Liam morse il labbro inferiore di Simone, facendola ridacchiare leggermente. I due si scambiarono una veloce occhiata di intesa e... Riuscii a divincolarmi dalla presa di Zayn e chiusi lo schermo del pc.
"NO!" Si lamentarono i tre fulminandomi con lo sguardo. Alzai le spalle, mormorando un "Scusate, ma sono affaracci loro se stanno per fare... Ecco... Quello che stanno per fare." Mi stavo immagiando i due darsi da fare e non volevo che occhi indiscreti li studiassero.
"Ha ragione." Finalmente mi aiutò a smaltire la cosa Harry. "Dai, andiamoci a preparare per un bel bagno in piscina!" E non fui più contenta di sentire certe parole.
Balzai dal divano, seguita dagli altri due che sbuffarono alla, ahimè, brutta notizia. Ognuno prese una strada diversa per andarsi ad infilare il costume. Ma mentre salivo le scale per raggiungere la mia camera condivisa con Louis, casualmente girai gli occhi e notai Harry entrare di soppiatto in cucina con fare da agente segreto in una missione che io subito interruppi.
"Harry!" Lo chiamai con tutta la voce che avevo in corpo, correndo nella sua direzione e richiudere lo schermo del pc che si era azzardato ad aprire. Per prevenienza afferrai il pc sotto braccio e me ne salii in camera. Un bel bagno in piscina ci voleva.
Dovevo complimentarmi con Simone, una volta che avrebbero finito; il suo lavoro era stato anche più che buono.


 
  
  

 
EHIOOOOOOO
Sì, lo so, al momento siete troppo gasate
per Story of my life, quindi di sicuro non ci 
cagherete minimamente. Ma babbbbbe(?)
(Se non l'avete sentita, clicca qui per il link)
Mi sento una venditrice ambulante loool

Anyyyyway, siamo ormai giunte alla fine, crediamo
che manchino si e no due capitoli, ma come vedete,
questo è stato il più lungo di tutti!
Speriamo, infatti, di farli così gli ultimi :3

Ma voi, che ne dite? Andabile? c:

Aspettiamo il vostro parere e presto aggiorneremo :)

Sofia e Simona.

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Capitolo 11
*** Fiori di qua, tovaglie di là. ***


 


FIORI DI QUA, TOVAGLIE DI LA'.
 
 
 
Quella mattina si prospettava una bellisima giornata: Louis mi aveva svegliato con una rosa bianca, la colazione a letto e tante coccole, che ormai ricevevo ben poco negli ultimi giorni. Mi aveva detto delle cose dolcissime, troncando il discorso con un netto 'Non rovinare il matrimonio di Liam'.
Avevo promesso di non fare nulla, anzi di stargli al fianco giusto per mostrargli che non avrei fatto nulla per sabotare tutto. In realtà, lui non sapeva che insieme ai suoi tre migliori amici e Simone, avevo già programmato tutto e senza che nessuno di noi muovesse un dito; il matrimonio sarebbe colato a picco, proprio come il Titanic dopo aver sbattuto contro l'iceberg.
A rendere tutto meravigliosamente perfetto, era il vestito che Simone, gentilmente -e sotto tortura- mi aveva sistemato quella notte: niente più balze e, anche se il colore non era uno dei miei preferiti, era riuscita a renderlo di sicuro più presentabile di prima. E quando mi aveva confessato che il suo era peggio, alla vista di piume su tutta la gonna, non ero riuscita a trattenere le risate. 
Capy, a modo suo, voleva di certo farcela pagare. Non sapeva che era proprio lei la nostra vittima se solo avrebbe detto quel 'Sì' all'altare.
C'erano i pro e i contro in questo sabotaggio: prima di tutto, Danielle non si sarebbe arresa, e nonostante avessi disdetto il suo appuntamento con la parrucchiera professionale che si era accuratamente procurata direttamente dal Giappone, pagandole volo e alloggio, non avrebbe mai rinunciato al suo matrimonio col famoso Liam James Payne, cantante della boyband del momento conosciuta in tutto il mondo. E se solo avesse saputo che le avevo invece prenotato un appuntamento con una vecchina trovata all'angolo della strada prima della nostra via, di sicuro avrebbe fatto in modo che oltre il matrimonio, quel giorno, ci fosse un funerale. Il mio.
Ad aggiungere dettagli per far saltare in aria il matrimonio, si erano aggiunte anche le mie migliori amiche: Sam e Alex. La sera prima le avevo strette in un abbraccio che non sarebbe finito più se non fosse stato per quello scassaballe di Niall. E poi ero passata a mio fratello, che si era personalmente permesso di dirmi che ero ingrassata un po', facendo ridere Peralda stesa sul divano, rimasta sola.
Mio fratello adorava le Little Mix, e solo per quello odiavo Capy per averlo invitato al matrimonio.
Matrimonio... Già, chiamiamolo così quello che da lì a poche ore avrebbe fatto saltare i nervi alla riccia!
"Sophy, sei pronta?"
Pronta? Prontissima!
Annuii sicura, ancora intenta a fissare il mio riflesso allo specchio, contemplando le mie forme che aderivano perfettamente alle modifiche che aveva apportato Simone. 
Seguii Alex, che mi aveva appena chiamato, per i corridoi in silenzio, sentendola mormorare su quanto grande fosse quella casa. E non ci aveva vissuto per dieci giorni, lei. Non si era mica persa la sera stessa al nostro arrivo per arrivare alla stanza di Liam per chiamarlo.
Il matrimonio sarebbe stato celebrato nella casa stessa; infatti non potevamo usufruire del giardino e della piscina già dalla sera precedente. Quella mattina mi ero anche svegliata un'ora prima a causa di tutto il fracasso che avveniva sotto la mia finestra: un gazebo tutto bianco ricco di tulle, veniva installato ai piedi della piscina con tanto di cappella come quelle delle chiese. Poi, una sfilza di sedie ricoperte da tovaglie bianche e legate bene da un'enorme fiocco pesca, cospargevano il resto del giardino.
Ma una domanda allora mi era sorta spontanea: ma non si dovevano sposare in spiaggia, i due?
Non mi ero smossa più di tanto, vedendo lavorare gli addetti che il wedding planner di Liam aveva chiamato per armeggiare con fiori e quant'altro per abbellire il tutto come sua maestà... Ehm, Capy... Aveva ordinato.
Entrammo nel salotto, stanza in cui il futuro sposo si stava già preparando per il grande evento insieme al suo testimone, Harry, e gli altri tre in veste da cerimonia. 
Puntai lo sguardo su Louis, chiuso in uno smoking che lo faceva apparire altamente sexy, perfetto e tutto quello che si può definire, da rinchiudere nel primo sgabuzzino e non farlo uscire finchè non riesce a rimettersi in piedi da solo. Ma ovviamente i miei pensieri furono interrotti da una voce acuta, anche fin troppo, che mi fece sussultare.
"Dove hai preso quell’... Obbrobrio?"
Mi voltai appena, vedendo una Scodella con tanto di bigodini in testa e una strana maschera in faccia. Se voleva rendersi impresentabile per il matrimonio, era sulla retta via.
Mi squadrai da capo a piedi, cercando di capire cosa proprio non andava nel mio splendido vestito.
"Cosa? E' perfetta invece; quelle balze, scusatemi il termine, ma facevano cagare." D'improvviso il mio fidanzato era riuscito a spazzare via il passato e difendermi come solo un compagno di vita sa fare.
Lo guardai con un sorriso compiaciuto stampato sulle labbra, mentre lo ringraziai con lo sguardo, fin quando di nuovo quella vocina non mi portò a spostarlo al cielo. E che palle però!
"Questa cosa non piacerà a Dani!" 
Pestò un piede per terra e svanì dietro una porta sbattendola forte alle sue spalle.
I ragazzi intanto erano rimasti a fissarmi senza capire nulla, così quando provai a spiegare cosa era successo, Alex mi interruppe bruscamente e mi cacciò, dicendo che avrebbe spiegato tutto lei agli altri e che io già ero abbastanza in ritardo, di muovermi a prepararmi.
In effetti dovevo ancora truccarmi e sistemare i capelli per l'occasione. Visto che non si trattava, però, di una cerimonia importante, non mi ero per niente smossa più di tanto cercando chissà quale persona professionale per sistemarmeli.
Avevo benissimo due mani io stessa o al massimo potevo chiedere aiuto alle mie amiche, a Simone.
Salii le scale, preparandomi mentalmente alle crisi di nervi di Danielle e quella delle sue scagnozze. Ma restavo comunque tranquilla perchè sapevo della presenza di Sam e di Simone, intente ad aiutare la famosissima parrucchiera che la riccia si aspettava.
Come previsto, il campanello di casa suonò dopo qualche minuto. Uhm, giusto in tempo per godermi la faccia stralunata di Capy trovandosi una vecchina e non la sua amatissima giapponesina alta un metro e una banana.
"Vado io!" Sentii urlare Simone, vedendola sfrecciare sotto le scale fino ad aprire la porta.
Per poco non cascai dalle risate quando la porta venne aperta e la donna entrò in casa annunciando il suo dovere per quel giorno.
La donna curva, circa sulla sessantina, con tanto di borsa alla Mary Poppins, salutò i presenti all'entrata principale e chiese delle giovane sposina che avrebbe dovuto sistemare per l'occasione. Dovevo darmi il cinque da sola per il bel lavoro che avevo fatto. Avevo cercato attentamente su ogni giornale locale una donna che faceva parrucchiera porta a porta. Mi aveva poi inviato delle email con allegate delle foto dei suoi capolavori. Oddio, chiamarli così era una cosa raccapricciante. Nemmeno i quadri di Picasso era tanto incasinati come i capelli delle povere vittime che si trovavano sotto le sue mani. 
Nonna Rosy era il suo nome d'arte. La mia fortuna era stata quella di averla trovata in così poco tempo e a soli cinque minuti da casa nostra.
Simone mi passò di fianco con la donna, conducendola dritta verso la stanza della futura sposina. 
"Simone?" La richiamai un attimo prima che potesse aprire la porta. 
La riccia si voltò verso di me e "No, Sophy, non ti dirò nulla di quello che è successo ieri con Liam."
E uffa però! Perchè Simone non voleva dirmi il motivo per cui Liam l'aveva richiamata in camera sua, la sera prima? La voglia di sapere cosa si erano scambiati i due in quella stanza, da soli, era troppa, tanto che i miei piedi si mossero soli e seguirono le due entrare nella stanza di Danielle.
"Chi è lei?!" Sbraitò Capy incazzata, chiusa nella sua vestaglia di seta e con una strana maschera verde in faccia. Insieme a lei c'era anche Peralda intenta a trovare un trucco nell'immensa valigetta dei trucchi che si era portata dietro; in un angolino più appartato, c'era anche Sam, troppo intenta a giocare col cellulare per accorgersi perfino del nostro ingresso. Wow, la mia migliore amica aiutava molto, insomma.
"Signorina, mi ha chiamato proprio lei... Oddio, ma cos'ha in testa?" Sbraitò la vecchina, andando in contro a Capy, che di conseguenza scattò dalla sedia su cui era seduta, di fronte l'enorme specchio.
Girando lo sguardo, su un poggia-abiti, c'era il vestito da sposa, coperto da una plastica trasparente, di sicuro per non far prendere polvere. O magari per evitare che la sottoscritta combinasse altri casini.
Era vero che il vestito era stato sistemato. Ma era anche vero che non rispecchiava più la sua forma iniziale. Visto che ad allargare si poteva e non viceversa, quando avevano aggiunto stoffe per farlo calzare a pennello sulla sposa, il vestito era diventato più floscio e meno bello dell'inizio. Ma questo non aveva fatto arrendere Capy che, incoraggiata da Peralda e la Scodella, aveva preso un profondo respiro e aveva detto sottovoce, ma non tanto perchè l'avevamo sentita tutti, 'Forse ho messo su qualche chiletto.' Ridendo, alla fine.
Il mio piano di sabotare il matrimonio per poco non saltava in aria. Per mia fortuna, però, c'erano altri progetti in corso e di certo non mi sarei arresa al primo ostacolo. Avevo sudato sette camicie per evitare una vita infelice a Liam che non aveva intenzione di togliersi le fette di prosciutto dagli occhi. Come non si rendeva conto che la capra stava provando a mettere le mani nel suo portafogli?
"Io non ho mai chiamato lei, vecchia!" Urlò Danielle in preda all'isteria, risvegliandomi dal mio stato di trance.
"Ma non doveva essere giapponese?" Chiese poi Perald, spostando inspiegabilmente lo sguardo su me. Poi spalancò gli occhi, coprendosi la bocca aperta con la mano. "Tu, sì, devi essere stata tu per forza!" Continuò, indicandomi alla fine indignata.
Danielle, che fino a quel momento era rimasta a sbraitare cose senza senso contro la vecchina, si bloccò e spostò anche lei lo sguardo sulla sottoscritta. Essere al centro dell'attenzione cominciava ad infastidirmi. Ero io la sposa? Non mi sembrava.
"Ovvio, dovevo immaginare che in mezzo ci fosse il tuo zampino." Ringhiò a denti stretti la riccia, uccidendomi solo con lo sguardo.
Aprii bocca per dire qualcosa, ma Sam mi anticipò.
"Oh, e andiamo. Vi sembra facile puntare il dito su qualcun altro quando le cose non riescono bene. Ti sei chiesta come faceva a disdire il tuo appuntamento con la vera parrucchiera? Solo tu e le tue amichette potevate avere il numero, a meno che non ti sei avvicinata a Sophy regalandole il numero della tua parrucchiera richiesta." Mi difese come meglio poteva.
Volevo saltarle addosso, baciarla e quant'altro. Mi aveva salvata dalla mia sicura morte. Di certo lei non poteva sapere che io avevo letto quella specie di diario pre-matrimonio della maniaca riccia davanti ai miei occhi.
"Ha ragione. A questo punto sarebbero dovute venire entrambe le parrucchiera, a meno che..."
"A meno che, cosa?" Urlò Capy verso Perrie, che stranamente mi era venuta in contro.
"A meno che tu, nervosa, non hai sbagliato numero, chiamando nonna Rosy." Finii la frase io per loro, mentre tutti gli occhi si spostarono su me.
"Chi è nonna Rosy?" Chiese allora Capy stralunata.
Minchia, no. Mi ero fregata da sola.
"La parrucchiera. Si è presentata una volta entrata in casa." E Simone si aggiudicava il primo posto come angelo custode.
"Avanti Danielle, o lei o io." Concluse poi, spingendo la vecchina verso la riccia.
Capy si passò una mano sul viso, sconvolta. O la vecchia o Simone. Meglio di così non mi poteva andare.
"Mi posso fidare?" Guardò Simone che prontamente annuì. Che cosa? Ma da che parte stava?
"Andate via." Ci cacciò poi, buttando tutti i presenti fuori e rimanendo da sola in camera con la neosposina. 
Qual era il suo piano?
Ognuno prese una strada diversa e Sam si offrì di accompagnare alla porta nonna Rosy. Camminai allora verso camera mia, ma voltando l'angolo andai a sbattere contro qualcuno.
"Che petto duro che hai." Mi lamentai massaggiandomi la fronte lesa.
"E tu hai una testa proprio di roccia, sai?" Mi prese in giro Liam, ancora col papillon slacciato e la camicia non del tutto abbottonata.
Mi faceva una tenerezza vederlo in quello stato, si vedeva davvero che lui ci teneva tanto a quella ragazza. Ma ovviamente non era ricambiato, e anche se non avevo prove per sbatterle in faccia a Liam, ero pur sempre una giornalista e sapevo quello che pensavano tipi come lei.
"Lo so, me lo dicono in tanti." Scherzai, ridendo. Poi mi guardai in giro e notai che l'intenzione di Liam era proprio quella di andare nella stanza della sua futura sposa.
"Se fossi in te, non entrerei. Ci sono sia Danielle che Simone in quella stanza." Liam spalancò gli occhi.
"Stanno bene?"
"Simone deve farle i capelli. Vedremo cosa ne uscirà." Dissi solamente.
"Ma... E la parrucchiera giapponese?" Era fin troppo sbalordito.
"Si sarà persa." Alzai le spalle innocente, sorpassandolo poi con la scusa del ritardo.
La cerimonia sarebbe iniziata esattamente ad un'ora o poco più ed io non avevo un'acconciatura e nemmeno un trucco più o meno decente.
"Ah Liam." Lo bloccai appena in tempo, ricordando un particolare che mi stava assillando da tutto il giorno.
Aspettò in silenzio affinchè parlassi.
"Ma voi non dovevate sposarvi sulle spiagge di Miami?" Chiesi e in un certo senso cercai di ricordare se non fossi io la pazza.
Lui sorrise e scosse la testa leggermente, abbassando poi lo sguardo sul pavimento.
"Doveva essere così,  ma a causa delle fan che hanno scoperto tutto, ho preferito farlo nel nostro giardino. Ma tranquilla, per il pranzo saremo in un bellissimo ristorante." Mi rassicurò, come se a me potesse importare qualcosa. Io dovevo far saltare quel matrimonio, a costo di fingermi io stessa prete e...
"Oddio!" Urlai in preda alla felicità.
"Stai bene?" Si accertò Liam, venendomi in contro. Fottuta la mia bocca che non sa rimanere chiusa in certe occasioni.
"Sì sì, certo. Stavo pensando che ci sarà il lancio del bouquet e io voglio prenderlo." Inventai su due piedi.
Un altro sorriso e "Vai a prepararti, non manca molto."
Sventolai una mano e corsi giù per le scale. Pregai mentalmente di trovare in cucina i ragazzi per svelare la mia ultima trovata.
E le mie preghiere furono esaudite. Louis, Zayn e Niall erano seduti sul divano, ripassando le ultime cose da fare per la cerimonia; Harry e Alex invece parlottavano intorno al tavolo e quando quest'ultima mi notò, alzò una mano e mi ordinò di andare da loro.
Mi avvicinai cauta e chiesi "Che c'è?"
Si scambiò un'occhiata veloce con Harry e uscì un paio di scarpe che teneva nascosto sotto la penisola della cucina.
"Belle." Commentai. "Ma perchè le hai prese bianche? Lo sposina potrebbe lanciarti una cosa contro." Le feci notare.
Capy voleva stare al centro dell'attenzione, ovviamente. E le scarpe di Alex erano troppo belle per non essere notate.
Harry mi tirò uno scappellotto, così io ricambiai e lui continuò. Quel gioco di schiaffetti finì solo quando Alex urlò.
"Ma la volete smettere!"
In quel secondo anche gli altri tre seduti sul divano, si voltarono verso di noi. Niall perfino si avvicinò, vedendomi.
"Scusaci." Dissi all'unisono con Harry.
Alex prese un profondo respiro e "Sono le scarpe di Danielle, la sposa. Le ho scambiate con un paio simile, solo che hanno un piccolo problemino..."
Ma cosa...? Non sapevo se ridere o baciare la mia amica.
"Quale?" Chiese Niall curioso.
"Hanno un tacco difettoso." 
A quel punto scoppiai a ridere, immaginandomi Capy cascare da un momento all'altro durante la cerimonia.
"Cosa vi ridete qui?"
Quando Louis e Zayn si avvicinarono, Alex gettò via lo scatolo delle scarpe e alzò le spalle.
"Una battuta scema di Niall." E indicò il biondo, che sbiancò e non seppe più come uscirsene.
"Ma comunque... Io avrei avuto una genialata." Mi vantai quando notai che era calato un silenzio imbarazzante, con tante occhiate che vagavano da una persona all'altra ininterrottamente.
"Genialata..." Sì, Louis, una genialata. Le mie idee erano sempre splendide genialate, soprattutto se si trattava di salvare un loro amico dal passo falso.
"Sì, Louis. Potremmo fare travestire Zayn da prete e far confessare Danielle la verità." Dissi fiera di me.
"A parte che Zayn travestito da prete mi sa di terrorista. Scusa Zayn, ma potrebbero mandare la CIA durante la messa e annullare a causa tua il tutto, ma allo stesso tempo portarti via, e noi non vogliamo questo." 
Zayn fulminò con lo sguardo Alex, che mi aveva troncato la genialata.
"Allora potrebbe farlo Niall!" Provai ancora, ricevendo in cambio una risposta senza senso.
"Sono irlandese."
Un prete non poteva essere irlandese?
"Harry?"
"A meno che non mi sdoppi, posso mai fare il testimone e il prete allo stesso tempo?"
Ah, già....
Mi voltai verso Louis, ma questo mi interruppe ancor prima che iniziassi.
"Non se ne parla,  tu starai al mio fianco e non ti permetterai di distruggere questo matrimonio. Vuoi capirlo che qui non si tratta della tua vita?"
"Ma..."
"Niente ma, Sophy. Liam ha scelto e..." Il campanello di casa interruppe tutto, di nuovo.
E che palle però!
Ci guardammo tutti e alla fine sbuffai.
"Vado io, Simone ha le mani nei capelli di Danielle."
Vidi tutti spalancare gli occhi.
"Ha chiamato la parrucchiera sbagliata." Spiegai mentre cominciai a camminare verso l'ingresso.
C'era un casino infernale in quella casa! Fiori di qua, tovaglie di là. Che palle!
"E arrivo!" Urlai quando il campanello suonò di nuovo, stavolta più insistentemente,
Aprii la porta con la faccia di uno che non vede l'ora di risbatterla e per poco non cascai a terra.
No, tutti ma non lui.
"Ciao Sophy, chi non muore si rivede, eh?"
Chi non muore si rivede, eh? Suonava più come una minaccia che come una strana forma di saluto.
"Oliver? Oddio, sei già arrivato. Entra."
Maledetta Scodella, dovevo immaginare ci fosse il suo zampino in mezzo. E tanto per aggravare la situazione, mi spinse maldestramente e abbracciò il suo amico. O fidanzato. Bo.
La Scodella fece entrare in casa il ragazzo e, ridendo, lo guidò verso le scale.
Sentii il sangue ribollire nelle vene e "Guarda che se si tratta di uno dei tuoi stupidi trabocchetti, non abbocco."
Eh già, l'aveva invitato di sicuro per farmi distrarre da Louis in modo che potesse tenerselo per lei,
Ma non sapeva che io non l'avrei mollato per nulla al mondo, quel giorno.
"E anche se fosse?" Rise, camminando di nuovo nella mia direzione con un'aria altezzosa.
"Non puoi mica mettermi le mani addosso davanti a tutti quegli invitati. Sai che ci sono le guardie dei ragazzi? Potrei farti buttare fuori dal ristorante prima che tu possa dire o fare qualcosa a mio sfavore." E rise più forte.
Si girò di colpo, mentre, senza rendermene conto, allungavo la mano e l'afferravo per i capelli, avvicinando il suo orecchio alla mia bocca.
"Senti cosa, ho visto così tante puntate di C.S.I e N.C.I.S. che potrei ucciderti, nascondere il tuo cadavere e passare inosservato, altro che Jack lo squartatore." L'avvisai, mentre sentii delle voci farsi vicine e lasciai andare così la castana.
"Me la pagherai, idiota!" Strillò quella, massaggiandosi la testa e sparendo per le scale con Oliver.
Ma in contanti o con assegno?
 
TO BE CONTINUED...


  
    


SALVE SALVINO!
Sì, avete letto benissimo. Il capitolo non è
finito. 
Ci sta venendo abbastanza lungo,
quindi abbiamo pensato di dividerlo 
e nel frattempo mettervi la prima, piccola, parte
in modo per capire a cosa state 
andando in contro, leggendo :)

Vi piace? Questo vuol dire che ci
sarà un capitolo in più solo pieno di 
tante risate uu
E quindi Sophy non si è arresa...
Eh, sì.

Aspettiamo il vostro parere prima di continuare con,
questa volta, l'ultimo vero capitolo prima
dell'epilogo. :)

Sofia, Simo.

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Capitolo 12
*** La quiete prima della tempesta? ***




LA QUIETE PRIMA DELLA TEMPESTA?




Stavo tranquillamente prendendo il sole in piscina quando Harry venne da me e bisbigliò qualcosa al mio orecchio.
“Come scusa?” Chiesi.
“Pspspsspspsponza pspspps” Mi rispose arrabbiato.
“Non ho capito l’ultima parola, saresti così gentile da ripetere la frase?” In realtà non avevo capito una lettera, ma dettagli. Di certo non volevo perdere tempo con quel bradipo che non si decideva a parlare come una persona normale quale doveva essere.
“ Potespsspsp guaspspsp onza pspsp.” Mi prendeva in giro?
“Harry, parla come mangi!” Sbottai arrabbiata. E meno male che non l'avevo urlato a Niall...
Lui sbuffò, poi mi rispose con un “Potevi anche farci guardare, che stronza che sei stata.” Disse, posando le mani sui fianchi come una chicca isterica e oscurandomi dal sole.
E certo, adesso ero io la stronza: lui voleva guardare il suo migliore amico in atteggiamenti compromettenti con la nostra cameriera, ad un passo dalle nozze, preciserei, e io passavo per quella stronza.
“Harry, lo sai, ti voglio bene come un fratello, malato, molto malato, però, non mi sembrava proprio il caso. A te piacerebbe che i tuoi amici ti vedessero mentre ti sbatti allegramente una ragazza?” Domandai cercando di restare calma.
“Che problema c’è? Almeno imparerebbero dal migliore.” Rispose pavoneggiandosi, mentre prendeva posto di fianco a me, sulla mia sdraio. Ma possibile che una persona non possa riposarsi durante la sua vacanza? Per fortuna mancava pochissimo per il nostro rientro a Londra, e dopo che i cinque beniamini si sarebbero rinchiusi nel loro studio di registrazione, avrei consumato il divano dalla mattina alla sera! 
“Ne dovrai mangiare di patatine per diventare come Rocco...” Sussurrai appena, recuperando una strana rivista di Gossip proprio sul pavimento accanto la sdraio, dove si parlava appunto degli One Direction in vacanza. Oh, in una foto c'ero anche io... Precisamente stavo spingendo fuori dall'auto la Scodella.
“Chi è Rocco?” Mi riportò alla realtà Harry che notai, alzando lo sguardo, confuso e curioso allo stesso tempo.  
“Niente, lascia perdere. Vado a prendermi un po’ d’acqua." Lo avvisai, scendendo dalla sdraio e indossando le mie ciabattine da mare.
Camminai di malavoglia; certe conversazioni mi facevano ribollire il sangue nelle vene, e di certo il mio vestitino -l'unico ancora pulito- blu con tanti fiorellini bianchi da mare, o da piscina, dipende dai casi, non aiutava più di tanto al mio sistema nervoso sensibile.

Seduta su di uno sgabello, lo sguardo assente e la camicetta abbottonata male... c’era Simone.
“Hey, Simone, tutto bene?” La presi in giro. Lei scosse la testa da una parte all’altra.
“Cos’è? Payne non ci sa fare?” Scosse ancora la testa, con lo sguardo perso nel vuoto.
“Uhm... Non ti è piaciuto?” E la vidi sospirare.
Stavo per arrabbiarmi seriamente quando, finalmente, parlò.
“Acqua.”
“Quindi ti è piaciuto!” E via con un altro sospiro.
“Acqua.”
“Un ragazzo nella media... Diciamo.” Ci riprovai.
“Acqua.”
Ancora acqua? Ma a che gioco giocava? Mi promisi che le avrei rispiegato il gioco. Doveva anche dire fuoco o fuochino, se no non avrei mai capito.
“Ascolta Simone, non è il momento adatto per giocare. Ti serve qualcosa?” Mi guardò con occhi spalancati.
“Acqua... Bere... Sete." Farfugliò.
“Oh... Ehm, si scusa.” Mi maledii per l’ennesima figura di merda della giornata e le presi subito un bicchiere d’acqua.
La bevve tutta d’un sorso, poi mi passò il bicchiere e lo riempii di nuovo. Anche quel bicchiere venne bevuto alla velocità della luce.
“Allora, calma, mi spieghi cosa è successo?” Chiesi. Per un attimo sembrò essersi risvegliata dal suo stato di trance.
“Non avete visto niente?” Domandò sbalordita.
“Diciamo, che abbiamo visto fino al bacio.” Mentii spudoratamente.
“Oh…” Fu il suo unico commento, poi sorrise. Lo dicevo io che si era divertita.
“Suvvia Simone, dì tutto alla tua pazza amica. Come è andata?” Le feci l’occhiolino.
“Sophia...L’ho baciato, ho preso coraggio e l’ho baciato.” Guardava ancora un punto fisso, ed indefinito della stanza. Era improvvisamente sbiancata e non riusciva a muovere un muscolo.
Dovevo anche trattenermi dallo stamparle una manata in faccia, anzi due, per l'esattezza: uno per non darmi conto minimamente, preferendo guardare qualcosa che io provai a scovare puntando lo sguardo sul punto da lei guardato con scarsi risultati; e il secondo gliel'avrei dato solo per il nome con cui mi aveva chiamato. Sophia? Stava così tanto male?
“Questo l’ho visto, mi chiedo cosa sia successo dopo.”  Per un attimo rimase a guardarmi, poi annuì velocemente con la testa.
“Lui... Lui... Mi ha spogliata. Oddio, anche io ho spogliato lui e abbiamo... Sì, insomma, fatto quello che non avrei dovuto fare. Dai, lui si sposa domani. Però è stato... Cioè, meglio di come mi sarei mai aspettata. E’ una bomba a letto. Adesso capisco perché Danielle se lo tiene stretto.”  Le sue guance si colorarono di porpora.
Hai capito al Daddy della situazione? E quindi è successo. Lo sapesse Capy...
“Hey Simone, hai visto il nostro mangia polvere?” Parli del diavolo e spuntano Grazia, Graziella e Grazie al *BIP* al gran completo. 
“Calder, perché non vai di fronte allo specchio e pronunci un bell’ ‘Avada Kedavra’ così magari muori e ti levi dai coglioni?” Le risposi cercando di consolare Simone, che vedendo quel barboncino aveva iniziato a piangere. All’inizio però non riuscivo a capire se piangeva più perché si sentiva in colpa o perché Danielle era riuscita a sistemare il danno che lei aveva causato. Glielo avrei chiesto dopo.
“Buongiorno ragazze!” Ed eccoli lui, in tutta la sua bellezza, in tutto il suo charme, in tutta la sua educazione...
“Louis, ma ti sembra il modo? Vieni qui grattandoti il sedere e facendo un rutto?” E meno male che l'avevo appena elogiato.
“Ma almeno ho salutato.” Rispose con un alzata di spalle. Poi venne a baciarmi.
“Potevi almeno lavarti i denti, che schifo.” Dissi.
“Simone, ma che hai? Sembri sconvolta. Hai visto qualcosa di terribile in camera tua? Cioè, hai anche abbottonato la camicetta male.” Disse grattandosi in testa. Ma che aveva, le pulci?
“Si sarà divertita con Niall, no?” Sputò Barbie Fairytopia, alias Perald.
Le lanciai un'occhiataccia di fuoco, peccato che i suoi capelli non si fossero bruciati.
“Perché, c’è gente che si divertirebbe in quel senso con lei?” Ci scherzò su Capy. Ovviamente le altre risero. E Louis solo sa... No, lui non lo sa... Quanto mi sia dovuta trattenere dall’urlarle in faccia che sì, c’era gente che si sarebbe divertita con lei, in quel senso, e che uno di quelli era proprio il suo futuro sposo.
“We barboncino, evapora prima che al mio dito medio venga un'erezione.” Le dissi con gentilezza.
“Quanto sei scurrile.” Mi rispose lei disgustata.
“Come se non ne avesse mai vista una in vita sua.” Dissi a Lou sottovoce.
“Che hai detto?” Mi chiese adirata.
“Che sarebbe meglio portare Simone a riposare.” Risposi con un sorriso a trentaquattro denti. Due mi erano appena nati solo per mostrarli a lei a presa per il culo.
Girò sui tacchi e se ne andò. 
Prima che però le tre sparissero del tutto su per le scale, la dolce e tenerissima Capy urlò un "Sophy! Simone! Dopo pranzo venite con me per la prova del vestito!" E sorrisi sotto i baffi, trattenendomi dallo strofinare una mano nell'altra davanti a Louis.
Presi delicatamente Simone , aiutata da Louis, e la portammo nella sua camera. Che dire, niente in confronto alla nostra: anonima, con le pareti bianche, una misera brandina e una coperta del secolo scorso.  L’armadio aveva un anta rotta e cigolava, e avrei scommesso che l’ abat-jour sul comodino non funzionasse. Come se non bastasse, c’era una forte puzza di vecchio e muffa.
Finalmente capii dove le erano venute in mente tutte quelle storie su William&Co.
La adagiammo piano sul letto e la lasciammo riposare tranquillamente per un po’, promettendole che per l’ora di pranzo l’avremmo chiamata.
Quando uscimmo dalla stanza, sentii le manine dolci di Louis cingermi la vita.
“Amore, mi spieghi cosa sta succedendo? Chissà perché, ma ho l’impressione che tu c’entri qualcosa in questa storia.” Mi lasciò un dolce bacio sul collo. Bastardo, giocava pure sporco pur di farmi confessare anche la più minima sciocchezza.
Con tutta la forza nel corpo, provai a non destare sospetti.
“Credimi Louis, vorrei saperlo anche io, visto che, per la prima volta, sono estranea pure io alla faccenda.”  
Chissà perché, mi credette, in fondo era la verità. Non le era piaciuto? Ancora ero confusa.
Poi, concludemmo quella breve chiacchierata con un bel bacio.
“Lou, fila a lavarti i denti!”

*  *  *

All’ora di pranzo eravamo tutti attorno al tavolo, mancavano solo due persone: Liam e Simone. Sicuro non erano insieme, però la cosa era alquanto strana.
Avevamo appena finito di mangiare una buonissima, si fa per dire, pasta al pomodoro, preparata da Niall, che vedemmo un assonnato Liam prendere posto accanto alla sua ragazza.
“Amore, buongiorno eh! Che c’è? Ti vedo un po’ strano.” Disse premurosa Capy mettendogli una mano in fronte pensando avesse la febbre.
“Io invece lo vedo abbastanza rilassato, svuotato ecco. Che c’è piccolo Payne, hai scoperto la bellezza del fai-da-te?” Lo prese in giro Zayn.
“Idiota. Sono solo stanco.” Rispose.
“E ci credo.” Sussurrò Harry. Io gli rifilai una gomitata alle costole e lui ricambiò con uno sguardo poco gentile.
“Liam, dai, su con la vita, domani è il grande il giorno.” Cercò di tirarlo su di morale quella capra di fidanzata che aveva. Capra o cavallo? Sta di fatto che lui fece un sorriso forzato.
“Ragazzi perché non mi avete chiamata?” Dalla porta d’ingresso vedemmo una stanchissima Simone, intenta a grattarsi un occhio.
“Scusa, me ne sono dimenticata.” Mi diedi un cinquino in fronte. Poteva venire anche William in persona ad ucciderla che io non me ne sarei accorta. Tutto questo perchè avevo passato l'ora del pranzo a pensare quale scusa avrei dovuto usare nel caso Danielle capisse che a far saltare il matrimonio fossi proprio io.
Si sedette il più lontano possibile da Liam e non lo degnò di uno sguardo. Io invece mi divertii a guardarli così con lo sguardo basso, a stomaco chiuso.
“Come mai hai dormito fin’ora?” Le chiese Niall.
Lei arrossì, poi si guardò intorno, soffermandosi qualche secondo in più su Liam, che non riuscì a sostenere il suo sguardo e abbassò la testa.
“Ho avuto parecchio da fare stamattina.” Rispose.
“Non avevamo dubbi, insomma sei una cameriera.” 
Eleanor, Eleanor...
“Ma prendere esempio da Hello Kitty tu no, eh?” Mi uscì spontaneo.
“Dovrebbe mettersi un fiocco rosa in testa?” Niall e la sua ingenuità...
“No, semplicemente farsi togliere la bocca in modo che non spiccichi più parola.”  
Lo aveva detto, e anche con aria di superiorità. Lo aveva detto davanti a tutti. Non sono mai stata fiera di Louis come in quel momento.
Quando Louis sembrava avere il ciclo, era il top. Forse anche più di me!
L’antipaticona si alzò e corse verso la sua camera, poi sentimmo sbattere violentemente la porta.
“Potevi evitare di dirle una cosa del genere.” Odiosa Perald.
“E lei, come voi, potrebbe evitare di prendere in giro Simone.” Detto questo anche lui si alzò e andò in camera nostra sbattendo la porta.
“Però, non si capisce chi sia il più permaloso.” Disse Zayn, passandomi l'ultimo piatto da mettere in lavastoviglie.
Danielle, credendosi simpatica, allora si alzò e battè le mani.
"Avanti anzianotti, preparatevi che dobbiamo fare l'ultima prova abito prima di domani!" Esultò felice, per poi baciare Liam -notai anche Simone voltarsi da tutt'altra parte- e sparire per le scale, scodinzolante.

Mi ero ripromessa di non prendere più un'auto insieme a quelle tre dell'Ave Maria. Ma ovviamente i maschi non mi volevano tra i piedi per quell'ultimo giorno prima del matrimonio.
Esatto: quei coglioni avevano deciso di usare due auto, una sola per le ragazze e una tutta per loro. Bastardi, gli avrei impostato tante di quelle sveglie che l'indomani sarebbero sembrati degli zombie al matrimonio!
Beh, era un'idea carina anche per Capy, in effetti.
Avevo scoperto da qualche momento, infatti, che quella notte i due sposini avrebbero dormito in stanze separate seguendo una tradizione di non avevo capito dove. Quindi, l'idea delle sveglie mi sarebbe ritornata utile.
"Stai bene?" Mi chiese Simone, forse notando il sorriso che si era formato al solo pensiero di una Capy vestita da sposa con delle borse senza fine sotto gli occhi e l'umore che più nero non si può.
La guardai sorridente, notandola alzare gli occhi al cielo quando Peralda si allungò verso i sedili anteriori per dire alle sue amiche di alzare il volume. E la Scodella la ascoltò, aumentando il volume di una canzone che non parve nuova alle mie orecchie.
"Oddio! Sono io! Cioè, siamo noi, le Little Mix!" squittì quella stordendomi. Mi tappai prontamente l'orecchio con un dito, subendomi Simone che veniva spintonata verso di me. Ma Peralda non la smetteva, nemmeno quando glielo feci notare. 
Le avrei messo dei lassativi nella sua tazza di camomilla che prendeva la sera prima di andare a dormire. Se volevano la guerra, l'avrebbero avuta!
"Siamo arrivati!" Annunciò felicemente Capy, parcheggiando davanti l'edificio che ricordai facilmente.
Non era passato molto dall'ultima volta che ci avevo messo piede e davvero non vedevo l'ora di sapere cosa avesse fatto il mio, ormai, amico sabotatore di matrimoni Randy.
Scesi dall'auto e sorrisi al mio ragazzo che aveva appena fatto la stessa cosa ma dalla vettura dietro di noi. Mi passò un braccio sulle spalle ed insieme entrammo nel grande palazzo dove Capy avrebbe rotto le finestre da lì a poco.
Quando entrammo la ragazza della volta prima ci accolse con un sorriso, poi ci spiegò che anche per quella volta sposo e sposa si dovevano dividere, e con loro, i loro accompagnatori, compresa me.
Mi separai dal mio ragazzo dopo avergli stampato un bacio, finalmente si era lavato i denti, e seguii le tre guidate da una donna giù per una lunga scalinata, con al mio fianco Simone. Era tutto così silenzioso e misterioso ed inoltre non stavamo andando nella stanza della volta precedente. 
Entrammo in un'immensa sala dove dei camerini a fine della stanza spiccavano per la presenza di enormi tende pesanti rosse. Vagamente mi ricordavano il set di Shopping Night...
"Buongiorno!"
Mi voltai di scatto scorgendo il viso magro e maschile -si fa per dire- di Enzio Miccio. O minchia, dov'era il mio Randy? Lui era il mio compagno di sabotaggio, lui aveva pensato a tutto! 
E se mi avesse voltato le spalle? Se in realtà avesse fatto l'esatto opposto? Oddio, non ci potevo credere.
L'uomo appena si accorse di me, indietreggiò di qualche passo. Oh, eddai! Mica gli sarei saltata addosso come la volta precedente! Doveva capire di essere famoso, e adesso che si trovava anche in America, di sicuro stava aumentando la sua fama.
Poi si presentò alla neo sposa, alle sue amiche e a Simone. Mi saltò completamente, guardandomi di sottecchi quando cominciai a rigirare per la stanza per perdere tempo. Non mi interessavano gli interessantissimi consigli che stava dando alla sposa per il suo portamento, non mi interessava nemmeno gli accessori che le stavano regalando col vestito: guanti lunghi fino al gomito, fiocco enorme per i capelli in caso scegliesse di non prendere il velo, reggicalze e infine una giarrettiera.
Avevo le orecchie, purtroppo l'avevo sentito lo stesso...
"Allora, su ogni tenda c'è attaccato un foglio con su scritto un nome, il vostro." Prestai attenzione alle parole di Enzo, mentre mi avvicinai alla prima tenda e lessi 'Perald Louise Edward'.
Louise? LOUISE?
Non sapevo se era una presa in giro o se quello fosse il vero nome della Winx, sta di fatto che quando quella si accorse che non mi toglievo dal suo camerino, mi spinse via.
"Abbassa la guarda, Louise." La minacciai, andando poi alla ricerca del mio camerino. Chissà Capy cosa aveva in mente per me.
Trovai il mio nome davanti all'ultima tenda, di fianco a quella di Simone, ed entrai cominciandomi a guardare in giro: era enorme! C'era una poltroncina, un'enorme specchio ed infine un vestito nascosto in un'enorme busta.
Senza altre esitazioni mi buttai sopra e lo aprì, scoprendo un vestito color pesca orribile. E le balze sulle spalle e in fondo alla gonna non aiutavano più di tanto.
"Non metterò mai questa... Cosa!" Sentii mormorare Simone di fianco e presto le diedi man forte.
"Color pesca e balze ovunque?" Chiesi.
"Peggio!" Cosa c'era di peggio delle balze e di quel colore?
"Su su, meno chiacchiere e più fatti. Vestitevi in fretta così sistemeremo gli ultimi ritocchi." Urlò Enzo richiamandoci come scolaretti.
Alzai gli occhi al cielo, finendo poi con l'indossare quell'obbrobrio. Mi chiedevo con quale ragione avesse scelto quel vestito. Ad occhi chiusi? Di sicuro l'aveva fatto di proposito!
Dopo nemmeno cinque minuti, qualcuno urlò. Che cosa...?
Sbucai dalla tenda, notando Danielle uscire dalla sua con ancora il vestito aperto su tutta la schiena. Dovetti trattenermi dal ridere capendo che il vestito, in realtà, non si chiudeva.
"E' stretto!" Strillò, prendendosela col povero Enzo che non sapeva come rispondere e mettere mano. 
Ero ancora con la testa fuori dal camerino quando Capy si voltò verso di me con uno sguardo infuocato.
"Tu! So che c'è di mezzo il tuo zampino!" Mi sbraitò contro. Ma per fortuna, il mio carissimo Miccio, mi difese.
"Non può essere stata lei, di sicuro le sarte avranno sbagliato a tagliare. Oddio, facciamo così... Aspetta qui, io chiamo la mia amica Carla. Ha una sarta, Enza, che riesce a modificare abiti stupendi in un battibaleno." E sparì dietro una porta.
Danielle stava ancora mirando me, forse provando ad uccidermi seriamente con lo sguardo. Feci un passo avanti e, trascinandomi dietro quell'ammasso di stoffe di un colore vomitevole, le andai di fronte.
"Hai sentito pure tu. Non posso essere stata io." Le rinfrescai la memoria, venendo attratta poi dalla voce acuta della Scodella.
"Oddio, ma non sono bellissima?" Si chiese retorica, lasciando perdere le crisi dell'amica e guardandosi all'enorme specchio della stanza.
E aveva ragione... Era bellissima e quel vestito pesca -su lei stava bene, ok? Ok- le stava divinamente. Ma non le avrei mai e poi dato questa soddisfazione, soprattutto dopo aver confronto il suo vestito al mio.
"Oh sì, sei una bellezza di ceramica..." Sussurrai, ma non tanto piano perchè questa mi sentì e si voltò verso di me. Mi sentivo un po' come nella gabbia dei leoni. O iene, era uguale.
"Cosa?"
"Un cesso." Le spiegai velocemente, correndo poi verso il mio camerino e richiudendo la tenda alle mie spalle. Non potevo dilungarmi, non c'era nessuno pronto a difendermi, anche se una tirata di capelli non gliel'avrei mai tolta, a nessuna delle due.
Passai altri minuti a fissarmi allo specchio con segno di delusione stampata in faccia. Davvero, non trovavo modo per rendere il vestito presentabile, ma quella notte, anche io mi sarei fatta aiutare da una bravissima sarta. Altro che Enza, nessuno batte Simone con ago e filo.

“Allora ragazze, come è andata?” Chiese Niall, una volta arrivati a casa.
“Splendidamente. Il mio vestito è già tornato normale, lo sapevi Sophy?” Rispose Capy, rivolgendosi poi a me.
“Ancora con questa storia? Sei paranoica.” E alzai gli occhi al cielo.
“Noi siamo dei gran fighi. Tanti bei pinguini.” Disse uno scocciato Zayn.
“Ma è solo per un giorno, puoi fare questo sacrificio per la felicità del tuo migliore amico no?” E Perald gli saltò addosso riempiendolo di baci e facendogli gli occhi dolci.
“Vado sopra che è meglio, sono stanco.” Li interruppe Liam.
“Oh…ehm…Simone, perché non gli porti una camomilla dopo?”
Lei prima guardò Liam, poi abbassò lo sguardo e arrabbiata si chiuse in camera sua.
“Mi sa che la camomilla la devono prendere un po’ tutti oggi.” E per la prima volta dopo anni che la conoscevo, Perald, aveva detto una cosa giusta.

Entrai in cucina dopo essermi fatta una sana doccia con l'intento di fregarmi l'ultimo pezzo di pizza rimasto nel pacco. Niall, Harry, Zayn, Peralda e la Scodella stavano seduti chi sul divano, chi su una sedia a vedere una puntata di X-Factor America, troppo attenti a guardare una ragazza stonata che nemmeno si accorsero della mia intrusione in cucina.
"Sophy?" Urlai, sentendomi chiamata.
I ragazzi però, non si spostarono di un millimetro, rimanendo impassibili davanti alla tv come se niente fosse.
"Simone, mi hai fatto perdere dieci anni di vita. Perchè lo fai?" Avevo ancora una mano sul cuore, mentre con l'altra tenevo ben salda la fetta di pizza che per poco non aveva toccato pavimento.
"Mi dispiace. E' che... Mi sento ancora male per quello che è successo oggi."
Di nuovo? E basta!
Ci era andata a letto? Perfetto. Si era divertita? Perfetto al quadrato.
Cosa gliene fregava? Mica aveva ucciso qualcuno!
"Simone..."
"No, davvero. So che domani mattina Liam si sveglierà come se niente fosse; so che invece io starò male, oltre che costretta a vederlo sorridere alla sua ormai moglie per il resto della vita."
"Non è detto." La interruppi.
Simone mi guardò negli occhi e poi sospirò. Dio, forse era più grave del previsto.
"Sai che Louis non te lo permetterà, è uno dei suoi migliori amici e beh... Sai come la pensa: se vuole, Liam rinuncerà senza il nostro aiuto."
Tanto aiuto non era, ma...
"Vai a parlare con lui." La incitai.
"Cosa?" Bene, ora era anche sorda.
"Ti ricordo che stanotte lui dormirà da solo. E anche tu dormirai da sola... -Ci pensai un attimo, sfoggiando poi un sorriso- Scusate, perchè non dormite da soli, insieme?" Dissi con tono eccitato, come se avessi avuto l'idea dell'anno!
"Cosa? Ma tu sei pazza!"
Ma prima che potessi ribattere contro una cocciuta Simone, quest'ultima fu richiamata, proprio dal suo peggior incubo. O sogno di una vita? Sta di fatto che Simone salì, come un condannato lungo il miglio verde, -secondo me, era felicissima- verso la camera di Liam.
Magari era un complotto che aveva organizzato Capy dove, scoprendo l'accaduto, aveva ordinato Liam a richiamare Simone per poterla picchiare alla larga da occhi indiscreti.
Oddio, dovevo aiutarla!
Prima che potessi fare un passo, il campanello di casa suonò. E no! La cameriera era occupata, i cinque beniamini erano stravaccati per gli affaracci loro, Louis era sotto la doccia...
Di nuovo il campanello.
"Non così in fretta, eh." Ovviamente la mia battuta sarcastica non venne sentita da nessuno.
Aprii la porta di casa e tre figure familiari sbucarono dal buio della notte.
"Sam, Alex, Brot? Che diavolo ci fate qui?" Chiesi allibita. Erano loro, i tre della lista erano loro!
"Oh, ma benvenuta in America pure a te, migliore amica." E tutti e tre mi abbracciarono.
Adesso sì che quel matrimonio sarebbe andato a rotoli.
Beh, in realtà quel giorno era stato anche abbastanza calmo. La quiete prima della tempesta?


 
 

     
  


HOLLLLLLAAAA(?)
Siamo always qui(?)
Bene, bene, bene. Come avete ben capito
siamo alla fine: il prossimo sarà l'ultimo
capitolo, che oddio ahahah noi già stiamo morendo
ora sapendo quello che succederà, e poi per finire
l'epilogo.
Allora, cosa ne pensate? Felice, scontente?
Siamo qui per ascoltare le vostre opinioni c:

Ps. sappiano che Enzo e Carla sono italiani, ma per
questa volta fate un'eccezione c:
Anche se Carla fa davvero Shopping Night Uk...
Va be, avete capito ahah

Anyway, secondo voi, e spero rispondiate al questionario,
nel prossimo capitolo cosa succederà?
Liam e Danielle (mi fa strano scrivere di loro) si sposeranno? ;)
Fateci sapere e al prossimo :3

Sofia e Simo.

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Capitolo 13
*** Che il matrimonio abbia inizio. ***





CHE IL MATRIMONIO ABBIA INIZIO.

 
"E’ tutto qui, il mio piano era questo... Mi seguite?" Chiesi, guardando negli occhi le mie migliori amiche, mio fratello, Niall, Harry, Zayn e Simone.
Tutti annuirono, meno uno che "Dove dobbiamo andare? Tra poco inizia la cerimonia." Chiese innocentemente Niall, confuso.
Alzai gli occhi al cielo, mentre tutti sbuffarono sonoramente. Per fortuna era un bel ragazzo, perchè in testa aveva solo della polvere a riempirla.
"Sophy intendeva dire che noi, oggi, non faremo assolutamente nulla. Il matrimonio si rovinerà da solo man mano che andremo avanti con la giornata." Spiegò velocemente Alex, mettendosi in mezzo facendo capire al biondo in due semplici parole la pappardella che avevo spiegato in due ore.
"Se Danielle deciderà di sposare Liam, dovrà vedersela per il resto della sua vita con noi." Disse Zayn, stringendo le mani a pugno e puntando lo sguardo fisso alle mie spalle, in un posto non definito.
"Se parli così, però, suona come una minaccia di morte." Gli suggerì Simone, posandogli una mano sulla spalla e facendolo ritornare sulla Terra.
Ci guardò confusi tutti e "Davvero suonava così tanto terrificante?"
Ovviamente tutti alzammo le spalle in segno di risposta affermativa. Quel tono che aveva usato, in realtà, aveva fatto preoccupare davvero tutti, compresa me.
"Beh, da come hai spiegato, se si sposa, davvero le rovinerete la vita."
Fulminai mio fratello con lo sguardo, minacciandolo poi. "Tu stai zitto, tradirore." Ringhiai a denti stretti.
"Sophy?"
"Sono qui!" Mi voltai di scatto, sfoggiando un sorriso a trentadue denti verso il mio ragazzo, che era rimasto all'oscuro di tutto. Alzai perfino una mano per farmi notare in mezzo a tutta quella calca di gente che aveva riempito il giardino.
Già: genitori, parenti e amici dei quasi sposini, erano in giro per il giardino, chi ad ammirare la statua di ghiaccio vicino la piscina scolpita qualche ora prima, quella mattina, da dei professionisti, chi girovagava nell'attesa che almeno Liam, lo sposo, si presentasse all'altare, dove il prete provava la predica scritta per quel giorno tanto speciale.
Se dovevo essere sincera, avevano allestito il giardino meravigliosamente. Peccato che a momenti avrei rovinato tutto. L'atto finale dipendeva dalla risposta di Danielle. Se avrebbe detto quel 'Sì, lo voglio.', da quel giorno la sua vita sarebbe cambiata radicalmente.
Il mio ragazzo mi raggiunse, raggiante. Adesso nel taschino aveva una bellissima rosa rossa, come quelle sparse per tutto il giardino, e il sorriso non era scomparso.
"Sei bellissima." Mi sussurrò prima di stamparmi un bacio casto sulle labbra, per poi appoggiare la sua fronte sulla mia.
Qualcuno si schiarì la voce alle mie spalle e Louis sobbalzò.
"Oh, voi siete qui?"
Ma davvero non si era accorto di loro? Provai a trattenere una risatina divertita.
Presi posto tra Louis e Sam, e guardammo Harry allontanarsi indaffarato. Quando ormai eravamo sul punto di chiederci cosa avesse di tanto frettoloso da fare, notammo Liam camminare sul tappeto bianco steso sul giardino, che arrivava proprio di fronte l'altare. Oh, Harry aveva preso il suo ruolo con serietà, e ora cercava di rassicurare con le ultime parole Liam, troppo nervoso notando le sue mani graffiate e il sorriso appena sforzato. 
Stava per avere una crisi isterica? In quel momento mi ricordai di Simone, mi abbassai leggermente e la richiamai, due posti più lontana da me, tra Alex e Niall.
"Che c'è?" Chiese lei confusa.
Congiunsi le mani in segno di preghiera, allungando leggermente il mio labbro inferiore e facendolo tremare in modo teatrale.
La riccia alzò lo sguardo al cielo e tornò al suo posto, quando una strana musichetta suonata da un violino richiamò la mia attenzione.
Tutti gli invitati si alzarono, e feci lo stesso con qualche secondo di ritardo, guardando una bellissima bambina di circa tre anni camminare sul lungo tappeto, con un cestino in mano, intenta a buttare fiori di tutti i colori a terra.
Dietro la piccola, chiusa in un vestito malconcio per colpa di una maldestra sarta che, un giorno prima delle nozze si era vista costretta ad allargare il suo disastro di vestito, rendendolo leggermente più floscio e non più bello come la prima volta che Danielle l'aveva indossato, c'era la neo sposina, aggrappata al braccio di quello che doveva essere suo padre.
Le labbra le tremavano, nascosta sotto il velo, però, si poteva notare che da un momento all'altro sarebbe scoppiata in un pianto. O in una risata, vista la sua bravura in campo di recitazione.
Dietro di lei, stretti in due bellissimi vestiti color pesca -nonostante le odiassi, dovevo ammetterlo, stronze-, Perrie ed Eleanor reggevano il lungo velo della sposa, camminando a piccoli passi per non calpestarlo e di conseguenza far gemere di dolore la sposa.
Louis spostò lo sguardo dalla protagonista della cerimonia a me, e questo gesto mi fece sorridere compiaciuta. Aprii la bocca appena e con la mente comincia a fantasticare sulle possibili battutine che potessero uscire dalla sua bocca. E se, invece, emozionato dalla cerimonia del suo amico, si stesse per dichiarare davanti a tutti?
Ottima mossa Louis, in questo modo potevamo rovinargli il matrimonio, ovviamente, spostando l'attenzione su noi, felici della situazione.
"Ma tu perchè, vestita da damigella, non sei dietro Dany?"
Congiunsi le mani con una sonora botta che fece perfino girare Capy, incazzata, per un attimo dalla mia parte, fin quando, con gli occhi lucidi non dissi "Oddio, Louis! E' una domanda alquanto... No, aspetta... Non mi hai chiesto di sposarti?" Forse avevo sentito male io, esterrefatta dal modo in cui Louis si stava per dichiarare.
"Cosa?"
"Cosa, cosa?" Urlai di rimando io.
La vecchina posizionata davanti a noi, si voltò e ci rimproverò, zittendoci. Le feci una linguaccia  e quella mi tirò una borsettata.
Ma che...?
Mi sporsi in avanti leggermente, ma Louis prontamente mi afferrò per un braccio.
"Sophy, perchè non sei dietro Danielle?" Lo guardai negli occhi e purtroppo era fin troppo serio.
Alzai le spalle e "Sicuro che prima non mi hai chiesto di sposarti?" Ripetei, meno convinta, stavolta.
Alzò lo sguardo al cielo e si voltò verso l'altare, sedendosi come tutti gli altri e sussurrando un "Non ti capirò mai." 
Beh, nemmeno io lo capivo. Ero impazzita o lui non mi voleva sposare? Si era ritirato tutto?
"Siamo qui riuniti..." Il prete cominciò la celebrazione delle nozze con la solita frasetta, continuando così fino allo scambio degli anelli.
"Fate entrare gli anelli." Infatti urlò.
Nessuno si mosse, nessuno fiatava.
Harry, accanto a Liam all'altare, mi guardò. Spalancai gli occhi e gli feci cenno che per quella volta, almeno io, non c'entravo proprio nulla. 
Ci guardammo in giro e solo in quel secondo, leggermente più lontano dalla cerimonia, notammo la bambina al bordo della piscina alle prese col cuscinetto delle fedi.
"No!" Urlò Danielle insieme a Liam, ma la bimba, sicuramente una mia parente lontana, lanciò il cuscino in acqua.
Un fuori-programma ad effetto.
"Sì!" Serrai i pugni in segno di vittoria, ma prontamente Louis smontò il mio momento di gloria.
"Sei stata tu, vero?"
Io? Ma allora era scemo forte, eh!
"Ma se nemmeno la conosco quella piccola genia che tra poco sarà sommersa da miriade di baci da parte mia. Cosa te lo fa pensare? Io sono sempre stata con i ragazzi o con te, non ho fatto nulla!" Alzai le mani al livello della testa in segno di arresa.
Louis sospirò e quasi tutti i presenti, alzatisi per la scena, si stavano risedendo sulla propria sedia.
"Va beh, facciamo finta che lo scambio delle fedi sia appena avvenuto. Quindi..."
Il prete sorvolò sul piccolo dettaglio e finì poco dopo la sua celebrazione con la fatidica frasetta da film.
"E col potere conferitomi dalla Chiesa, vi dichiaro marito e moglie."
Forse voleva dire 'Popstar e stronza che gli frega i soldi'.
Tutti si alzarono in piedi e cominciarono a battere le mani, mentre i neo sposini correvano sul tappeto verso l'uscita, sotto i sorrisi felici dei parenti e amici. Che amarezza.

Seguii in silenzio gli altri, tenendomi ben salda alla mano di Louis per non cascare dai tacchi.
Liam e Danielle erano scappati via per il servizio fotografico prima del pranzo del matrimonio, mentre noi cominciammo a parlottare tra di noi e decidere come dividerci per le macchine. Ovviamente i manager dei ragazzi ne avevano affittate un po', sia per i parenti di Liam e Danielle, sia per noi stessi, quindi i posti erano gli ultimi dei nostri pensieri.
"Possiamo evitare di litigare, per oggi?" Mi chiese d'improvviso Louis.
Lo guardai per un attimo e alla fine cedetti, annuendo. E va bene, tanto il piano andava lo stesso avanti, con o senza la mia mano.
"Adesso andiamo, Zayn e Niall ci stanno aspettando in auto." Disse subito dopo.
Gli stampai un veloce bacio sulle labbra e "Barbie Fairytopia non viene con noi?" Chiesi subito dopo.
Il mio ragazzo sbuffò, tirandomi verso l'auto che ci aspettava già messa in moto, davanti al cancello principale. Ovviamente la Winx era già dentro, seduta elegantemente nel suo vestito fottutamente perfetto nel sedile accanto a quello di Zayn, alla guida.
"Pensavamo che vi foste imboscati." Ci prese in giro Niall, una volta saliti entrambi nell'abitacolo.
"Stà zitto." Rimproverammo il biondo all'unisono, fissando poi entrambi fuori dal finestrino.

*  *  *

La location forse era l'unica cosa che mi aveva fatta davvero innamorare, quel giorno. Era un enorme giardino spettacolare: tavoli da buffet decorati da tovaglie bianche ed enormi fiori strani di vari colori, tenuti stretti tra loro da enormi fiocconi di colore rosso; il cibo era già adagiato sopra e i camerieri stavano finendo di addobarli con bevande analcoliche di vari colori. Poi, al fondo di quel meraviglioso prato ben ordinato, ci stava perfino un'enorme fontana con strane statue sopra e una piscina piena di spiccioli. Vicino, un pianoforte nero lucido suonato da un ragazzo che se la cavava egregiamente.
L'uomo che ci aveva accolto sul posto calorosamente, ci aveva spiegato che molte persone, seguendo una strana leggenda del posto, lanciasse dentro la fontana una monetina, esprimendo un desiderio.
"Hai una moneta?" Chiesi col tono di una bambina a Louis che, immediatamente, infilò la mano nella tasca del pantalone e ne prese due, una per me e una per lui.
Mi misi di spalle e chiusi gli occhi, espressi un desiderio e sentii la moneta entrare nell'acqua. Fece lo stesso lui e poi mi abbracciò, baciandomi appena quando si allontanò.
Ok, non dovevo rovinare questo momento.
Uno strano rumore, più simile ad un rombo di una macchina scassata, si fece sempre più vicino. Tutti i presenti, compresi me e Louis, ci avvinammo al cancello principale della location e aspettammo.
Quando una tre ruote rivestita da toulle bianco e rosso fece capolinea all'entrata, scoppiammo a ridere per Liam alzato in piedi, nel cassone, intento a salutarci proprio come se fosse il papa in persona.
Sua moglie -io sono perfettina e resto seduta dove sto-, con un muso lungo chilometri per l'inaspettata carrozza da Cenerentola, rimase lì impalata e incazzata.
Quando quella cosa parcheggiò, i due sposini scesero e salutarono tutti, dicendo la frase che scatenò una risata malefica dentro di me.
"Che il matrimonio abbia inizio!”
Suonava un po' più come una minaccia, ma in parte, forse, lo era.
Seguimmo i due sposini verso il tavolo principale del buffet e tra brindisi, mangiate e tante risate, il pranzo volò.

L’aperitivo venne servito al tramonto, il cielo era ormai di una tenue sfumatura arancione e di sottofondo riuscivamo a sentire le onde del mare. Tutto sommato era una bella giornata e l’atmosfera era delle migliori. Una piccola band, posta sopra un palchetto di legno improvvisato, suonava delle canzoni molto soft e mi sorpresi quando Louis mi invitò a ballare porgendomi la mano. Emozionata e sorpresa acconsentii.
“Ti stai divertendo?” Mi chiese lasciandomi un dolcissimo bacio sulla guancia destra.
“Sinceramente mi sarei divertita di più se avessi visto Liam scappare dall’altare.” Replicai, ma lui mi lanciò un'occhiataccia.
“Suvvia, è lui che se l’è sposata, non tu.”
“E ci mancherebbe!” Risposi ad alta voce, ma per fortuna nessuno capì.
“Non pensiamoci e godiamoci il momento, ti va?” Mi chiese stringendomi di più a lui.
Con un enorme sorriso, mi aggrappai alle sue spalle e gli lasciai un tenero bacio sulle labbra. Ma poi la vidi, di fronte a me, Simone. 
Di fronte a lei i novelli sposi ballavano stretti l’un l’altro, sorridendo e scambiandosi frasi tenere. I suoi occhi erano rivolti al pavimento e non ci voleva di certo un genio per capire che sarebbe scoppiata a piangere da un momento all’altro.
In quel momento…pensai solo una cosa.
Mi dispiace Louis, ma il matrimonio del TUO migliore amico non s’ha da fare….o meglio…non dovrà continuare.

Dopo un’ora potemmo finalmente entrare dentro il ristorante. Era un castello antico, di sicuro ristrutturato, con ancora quadri di quell'epoca e perfino delle armature di cavalieri ad ogni angolo delle pareti. Entrammo alla fine alla sala principale, seguendo i sposini, intenti a sedersi al loro tavolo, rialzato da un piccolo palchetto sul fondo.  Le tovaglie erano celesti con degli splendidi tovaglioli blu e le posate d’argento… I due avevano proprio fatto le cose per bene.
Dopo l’antipasto, squisito, il dj mise una di quelle canzoncine stupide che hanno almeno trent’anni… YMCA, per la cronaca, e tutti, e dico tutti, come deficienti, ballammo.
La portata principale non si fece attendere. Portarono subito un buonissimo arrosto con purè di patate e verdure. Solo a guardarlo mi venne l’acquolina in bocca, ma di certo non potevo mica sbavare sul piatto di Louis.
Da lontano vidi arrivare due camerieri con due piatti coperti, pensai fossero per gli sposi, ed invece quei piatti finirono proprio davanti a me e ad una sorpresa Simone, seduta accanto alla sottoscritta.
Con un gesto di intesa i due scoprirono i nostri piatti.
Dovetti reprimere un conato di vomito alla vista di quello che c’era nel mio piatto.
“Oddio che schifo, ma che cosa sono?” Chiese Simone con faccia disgustata.
“Mi permetta di presentarle, madame, una delle specialità Hawaiane. Cavallette in salsa agrodolce, condite con un insalata di rucola e pomodori aromatizzata al pepe rosa e con contorno una deliziosa polpetta alle alghe.” Spiegò il cameriere.
“Sono vegetariana, potete portare via, grazie.” Lo liquidò lei.
Io restai a guardare il mio piatto e visto il mio sguardo il cameriere decise di darmi spiegazioni.
“Signorina, il suo piatto comprende dei deliziosi grilli fritti in salsa ai quattro formaggi, adagiati su un letto di alghe e contornati da un delizioso taco con maionese e api delle Barbados.” Volevo vomitare…
“Oh, mi dispiace tanto… Ma sa, sono intollerante al lattosio.” Dissi. Preferivo morire di fame che mangiare certe schifezze.
Chissà perché mi venne istintivo girarmi verso la strega, alias Danielle, alias al quadrato Capy. Lei guardava me e Simone ridendo… Come se non avessimo capito che era tutta opera sua.  Alzò perfino una mano, piegando appena le dita in segno di saluto. Stronza.
Dopo la prima portata, che io e Simone ci rifiutammo di mangiare, uscimmo tutti fuori a vedere gli splendidi fuochi d’artificio organizzati per gli sposi. Ero stata venti minuti col naso in aria per vedere gli stessi fuochi d’artificio che vedo anche a Capodanno. Avrebbero potuto fare di meglio.
Ma il momento migliore della serata, quello che mi avrebbe permesso di picchiare qualcuno, era appena arrivato. Il lancio del bouquet.
Ci eravamo divertiti tra camerieri impacciati che avevamo fatto imbucare di nascosto in cambio di una semplicissima foto con i magnifici, perfetti, formidabili, invincibili... Mi ero persa...
Ah, sì! In cambio, gli avevo promesso una foto con il mio ragazzo e i suoi amici, ecco.
Ma poi c'era stato il regalo da parte nostra, di cui io non ne sapevo minimamente l'idea, proprio perchè se n'era occupata di 'comprare' la mia migliore amica Sam: un gruppo di comici che, invece di far ridere la sposa, ridevano di lei, facendo battutine sul suo prossimo passo, la morte. E facevano ridere anche le canzoncine che avevano allungato il loro spettacolo per ben mezz'ora piena! Erano piaciuti a tutti i fratelli Lo Tumolo. Esilarante!
Ma la parte migliore era arrivata con la torta. Ricordavo benissimo la dritta che avevo rilasciato a Buddy. Speravo solo che non avesse poi cambiato nulla, riempiedo la torta di quello che Danielle era allergica: nocciole. Una valanga di nocciole! Ma per sfortuna, quella parte di piano era saltata; Capy era sana come un pesce, senza la puzza però.
Mentre seguivo Simone alla nostra postazione dietro la sposa, eravamo una decina di persone, tutte li per cercare di prendere un misero mazzo di fiori, quell'idiota della Scodella, che per tutta la sera aveva provato a farmi ingelosire scopando la bocca di Oliver, il mio ex, mi urtò con la spalla. 
"Stà più attenta, nana da giardino." Mi prese in giro lei, fermandosi. Il sangue ribollì nelle mie vene.
"Sai che le Torri Gemelle sono crollate con uno schianto?" La informò.
Lei mi guardò torva e prima che potesse farmi qualsiasi una domanda, le assestai una piedata sul piede sinistro. La ragazza cominciò a saltarellare sul posto, imprecandomi contro. Ma io avevo di meglio a cui pensare: non l’avrei data vinta di certo a quelle due babbione di Perrie e Eleanor. Adesso il mio obiettivo era quel bouquet. 
Vidi Danielle guardarsi in giro, poi vide la Scodella, provò a sorriderle e poi finalmente si voltò per prepararsi al grande lancio. Fece qualche finta, simpatica lei, e poi lo lanciò. Al rallentatore vidi quel bouquet fare un mezzo giro. Saltai… E pure tanto. Ma niente, non lo afferrai. Un paio di mani mi avevano anticipato. Non avevo nemmeno avuto il tempo di girarmi che subito sentii le urla di Barbie Fairytopia.
“Oh mio Dio El, sapevo lo avresti preso tu.” Eh si. Eleanor Calder, single, aveva preso il mazzo. Ed io che contavo di prenderlo per invogliare Louis a farmi la proposta… Ma vedendo la sua faccia felice ed orgogliosa, fui proprio tentata, di dirle due parole.
“E tu dovresti sposarti entro l’anno? Ma ce l’hai almeno il fidanzato? Ops, scusa, quello me lo sono fregato io. E Oliver non conta, quello è un mio scarto.” E me ne andai con la mia solita aria di strafottenza, vedendo la Scodella diventare di ogni possibile sfumatura di verde, facendo un baffo alle foglie del bouquet. Aaah l’invidia.
Proprio dopo il lancio del bouquet, c’era il lancio della giarrettiera. Uno spettacolo davvero triste…Danielle con il suo orrendo vestito, seduta che muoveva le gambe in stile ballerina di lap dance. Ad un certo punto vedemmo Liam entrare sotto la gonna del vestito e mi venne spontaneo dire a Simone “Che schifo, spero che almeno lei abbia fatto la ceretta.” Per un attimo rise, poi spalancò gli occhi e mi guardò terrorizzata.
“Che c’è Simone, non l’hai fatta tu?”
“Io l’ho fatta, ma stamattina. Oddio ho fatto quello che ho fatto con i peli. Che vergogna.” Bhe… Effettivamente. Però dovevo cercare di fare il più possibile per risollevare il morale alla mia amica.
“Ma dai, secondo te si è accorto dei tuoi peli? Maddai…” Lei tornò a respirare tranquillamente e io tornai a godermi la scena. Con i denti Liam aveva afferrato la giarrettiera e stava cercando di farla scendere lungo la gamba di Danielle.
Una volta tolta, soddisfatto, la prese in mano e la fece roteare per un paio di volte per poi mollarla. E a chi doveva arrivare la giarrettiera, causando un silenzio tombale? 
A Louis mi sembra ovvio.
Eleanor e Louis. 
Louis e Eleanor.
Questo era troppo, veramente troppo.
“Sophy calmati, Sophy respira. Sophy…” Ma ormai sentivo la voce di Simone in lontananza. Mi ero avviata verso la sposa, fregandomene degli sguardi altrui. Si sarebbe beccata un bel cazzottone stavolta, ma a quanto pare Louis si era affidato a Dio, per far sì che non rovinassi il matrimonio del suo migliore amico. Sta di fatto che inciampai e caddi dritta dritta in piscina.
E forse perché era notte… Ma sentivo freddo…
Si sentivo proprio freddo.
Freddo… … …
Freddo… …
Freddo…
Freddo.
Spalancai gli occhi per un attimo intontita.
“Louis cazzo, ma ti sembra il modo di svegliarmi?” Urlai contro il mio ragazzo.
“Scusa Sophy, ma non ne volevi sapere di svegliarti, e qui sono già tutti svegli e quasi pronti per il grande giorno.” Cercò di scusarsi.
“Quale grande giorno scusa?”
“Il matrimonio.”
“Di chi?”
“Sophy…. Buongiorno… Oggi c’è il matrimonio.” 
“Zayn e Perrie si sposano?” Chiesi titubante.
“Ma no, Liam e Danielle.”
“Ma Liam e Danielle non si sono già sposati?” Chiesi. 
“No.” Ero certa che mi stesse prendendo per pazza.
“Quindi tu non hai preso la giarrettiera?” Gli puntai un dito nel petto.
“Cosa avrei preso io?”
“E non mi hanno nemmeno servito grilli fritti con salsa ai quattro formaggi.” Possibile fosse stato tutto un sogno?
“Sophy, tu guardi troppo real time.” Mi rimproverò.
“Quindi… Quindi oggi è il grande giorno?” Chiesi felice.
“Sì, Sophy, sì. E se non ti muovi rimarrai qui.”
Balzai subito giù dal letto e mi catapultai da Simone per prendere il mio vestito. Quella notte aveva davvero dormito pochissimo per poterlo aggiustare. La vidi triste e seria, si vedeva che quel matrimonio proprio non le andava giù.
“Hey Simone, ce la faremo, rovineremo quel matrimonio.”
“Non è questo che mi preoccupa.” Rispose arrabbiata.
“E cosa?”
Prese un bel respiro, poi iniziò a parlare.
“Ho sentito Danielle parlare con Perrie e Eleanor prima. Lei ammetteva chiaramente di non essere pronta. Di avere ancora una carriera davanti, che non è pronta per fare la mamma e la mogliettina felice, che è giovane… Ma poi El e Perrie…”
“Parla Simone… Voglio sapere tutto.” 
“Hanno detto che doveva sposarlo, perché solo così sarebbe stata felice e con tutte le porte aperte. Che se avesse rinunciato al matrimonio adesso, lui non l’avrebbe più sposata e l’avrebbe lasciata, e che, invece, sposandosi con Liam Payne degli One Direction avrebbe fatto l’affare migliore della sua vita.”
“Fantastico! Potremmo giocare su questi argomenti e non farli sposare. Chissà, magari Liam sceglierà te alla fine.” E le sorrisi ammiccando.
“Sophy, io sono stata al gioco e mi sono anche divertita parecchio, ma parliamoci seriamente. Io non sono Cenerentola e non ho neanche la scarpetta, Liam non lascerà mai quella sottospecie di capra per me.”
E una lacrima solitaria scese giù per la sua guancia.
“Ehy, non fare così, tutto si aggiusterà. Dai, se ti ha chiamato ieri sera per parlarti un motivo c’è, no?” Provai a consolarla.
“Sai perché non te l’ho detto Sophy? Perché non abbiamo parlato di quello che è successo, ma del fatto che il mio contratto non verrà rinnovato. Io sarei dovuta venire a Londra per lavorare per voi ed invece Liam ha voluto mettere la parola fine al tutto. Ecco perché non ho voluto parlarne.”
Ero sconcertata e disgustata, cosa c’era di peggio?
Quel matrimonio lo avrei seriamente distrutto, adesso.


 





ZAAAAAAAAALVE(?)
Ehm... che dovremmo dire?
Quello che avevamo in mente sin dall'inizio,
finalmente è stato messo qui, nella fanfiction.
Che dire... Vi piace? Ve l'aspettavate?
Come avete capito, Simone non è
un'altra Cenerentola. E quindi adesso?

Beh... non tutti i finali hanno un lieto fine. 
Maaaaaaaaa, manca l'epilogo. Quindi,
ci vediamo al prossimo e ultimo vero capitolo
della storia :)

Voi intanto fateci sapere come vi è sembrato :3

Sofia e Simo.
 

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Capitolo 14
*** Epilogo. ***



 
 
E siamo arrivati alla fine!
Non siamo brave in queste cose, ma volevamo ringraziare
tutte: chi ha seguito la storia sin dall'inizio, chi
l'ha messa tra le preferite o ricordate, chi
ci ha fatto sorridere con una recensione demente o chi
in qualche modo ci ha fatto riflettere su come andare 
avanti in ogni capitolo.
Speriamo di non avervi mai annoiato, non potete
capire le risate ogni volta che ci veniva un'idea e
che, contattando l'altra, dicevamo: ho un'idea per la
storia. e poi ridevamo senza motivo perchè
era idiota come idea... Ma va beh!

Grazie per aver sclerato con noi, per non esservene
andata in questi due mesi di lontananza, ma scrivere
un finale è sempre un colpo basso...
Speriamo, comunque, che qualcuno sia rimasto davvero lol

E poi, bo... Non sappiamo che dire, se non un 
enorme GRAZIE per esserci sempre state.
Volevamo solo dirvi che questo è stato un esperimento 
per essere a 4 mani, la prima mini long, ma non 
l'ultima (infatti c'è in progetto qualcos'altro eheh)

E bo, se volete i nostri contatti, io 
sono Sofia Efp su fb, su twitter @ehybastaldo
e in più c'è un gruppo su fb per aggiornamenti su 
tutte le mie storie.
Per quanto riguarda Simo, questo è il suo contatto 
efp :)

Dopo questa pappardella, vi ringraziamo nuovamente
e vi auguriamo buona lettura :)
Sofia e Simo.

EPILOGO.



SEI INVITATO ALLA FESTA A SORPRESA 
DI LOUIS, GIORNO 24 DICEMBRE, ORE 21.

NON MANCARE, SENZA DI TE NON E' FESTA!



"Sophy, Sophy, Sophy..."
"Che c'è?" interruppi bruscamente Niall, intento a camminare per la cucina con due stampelle piene di vestiti tra le mani.
"Quale devo indossare?"
Mi mostrò uno smoking nero, con tanto di papillon, e poi un normale jeans scuro seguito da una camicia bianca, che teneva nell'altra mano.
"Uhm, questo andrà bene." Gli indicai il jeans. Ovviamente il compleanno a sorpresa di Louis era una mega festa organizzata dalla sottoscritta per il suo ragazzo, aiutata dai suoi amici rompiscatole che mi avevano costretto a fare uno strano patto -con tanto di firma ed una busta sigillata con la cera di candela- per non spifferare nulla a Louis. Ma se si chiamava a sorpresa, mica ero scema che glielo dicevo!
Indossavo anche io un semplice e comodo jeans chiaro, un maglioncino bianco con delle stelle stampate sopra e delle vans bianche ai piedi a riscaldarli nel freddo Dicembre.
Già, il mese delle luci per la città, dell'albero in casa pieno di regali, del caminetto sempre acceso. Sarebbe stato il mio primo e vero Natale con Louis... E i suoi amici rompipalle, ma questi erano dettagli.
Nei giorni passati, ci eravamo impegnati nell'ardua impresa di decorare la casa, sia all'esterno che all'interno, sopportando per tutto il tempo le prese in giro di Harry e Niall e sulle mie non doti in tema di curve. Avevano spesso paragonato le mie tette a delle stupide palline. Pft!
Avevamo comprato un albero enorme, scelto dalla sottoscritta la mattina che mi avevano portato ai mercatini natalizi per comprare la roba. Avevo scelto il più grande e poi, una volta arrivati a casa, avevamo dovuto tagliarne un pezzettino, talmente era grande.
Per la parte esterna della casa, erano stati Liam, Sam e Alex ad occuparsene. Il tetto adesso aveva una buona quantità di lucine attaccate sopra, vicino la slitta di Babbo Natale che avevamo comprato, e nel giardino adiacente, c'era anche un finto pupazzo di neve che stava a pennello con la neve che aveva fatto negli ultimi giorni. Sembravo una bambina quando mi affacciavo alla finestra e vedevo scendere quei piccoli fiocchi dal cielo che dopo si adagiavano al suolo.
I ragazzi avevano traslocato da casa loro perchè ormai le fans non li lasciavano dormire nemmeno la notte, continuando a bussare e suonare al loro campanello. Così li avevo ospitati nella casa che condividevo con Sam e Alex. Mio fratello era ritornato a casa dai miei genitori, finalmente chiarendo con loro e lasciandomi in pace. Dire che mi mancava, però, era poco. Non avevamo avuto molti momenti per stare insieme, ma in quei pochi mesi, ci eravamo avvicinati molto di più di quando abitavamo nella casa dei nostri genitori.
Inizialmente nessuno aveva intenzione di comprare un albero o decorare la casa, in quanto ognuno di loro sarebbe dovuto ritornare a casa propria dalle famiglie, meno me, Alex e Sam. Ma poi erano ritornati sui loro passi e ci avevano fatto la sorpresa di rimanere, almeno per Natale. Fu quello il momento in cui mi venne la geniale idea di organizzare una festa a sorpresa per il compleanno del mio fidanzato.
Ok, l'idea era stata di Liam... Ma nessuno l'aveva sentito, meno me, che poi l'avevo ripetuto a voce alta e tutti avevano esultato solo al pensiero di partecipare ad una festa organizzata da noi stessi.
Louis non sospettava nulla, o almeno speravo, e intanto noi ci eravamo divisi i compiti per invitare la gente con bigliettini classici, per scegliere il catering, come intrattenere la gente alla festa e soprattutto mantenere a distanza Louis durante la preparazione di tutto ciò.
A fare il compito più arduo era stato proprio Harry; con quel ricciolino andavo sempre più d'accordo, avevamo i gusti simili e ultimamente Louis sbuffava quando passavo più tempo col riccio che con il mio fidanzato. Con quella festa mi sarei fatta perdonare.
"Tieni questa, non dimenticarla." Passai a Niall una delle tante mascherine che avremmo dato a tutti gli invitati. Volevo che fosse una festa diversa, una di quelle che una persona dimentica difficilmente.
Volevo solo regalare a Louis una serata che l'avrebbe fatto rilassare dopo gli ultimi mesi intensi tra studio di registrazione per il nuovo cd e gli ultimi concerti del loro tour. Al nostro ritorno dal matrimonio saltato di Liam e Danielle, i ragazzi si erano dovuti rimboccare le maniche e finire quello che avevano iniziato. Una festa se la potevano permettere.
Il campanello attirò la mia attenzione, mentre il rumore dei passi pesanti di Liam si facevano sempre più pesanti man mano si avvicinavano alla porta d'ingresso. Sembrava perfino più felice di me a partecipare a simile festa. O forse aveva corso così velocemente per aprire la porta prima della sottoscritta perchè ad aver suonato era stata la sua nuova fiamma?
Sophia Smith; io preferivo chiamarla la brutta -ma bruttissima- copia di Lana Del Rey. Mai un sorriso, mai una confidenza con gli altri se non solo con Liam. Mai nulla. 
Ce l'aveva presentata qualche giorno prima, raccontandoci del suo colpo di fulmine. Sì, un fulmine l'aveva preso in pieno e rincoglionito alla grande.
"Ciao."
Un momento... Quella voce... Non era per niente uguale a quella della cornacchia. Cioè, potevo girare tutto il mondo ma non avrei mai e poi immaginato di ritrovarmi una persona col mio stesso cognome e un nome simile: Sophy Smith e Sophia Smith. Speravo fosse uno scherzo, ma così non era e ogni volta Niall e Harry ne approfittavano per prendermi in giro, definendomi una possibile parente di quella.
Scansai Niall che mi ostacolava e raggiunsi Liam, ancora impalato sul ciglio della porta. Per fortuna ancora quei due non stavano insieme perchè quello che mi ritrovai davanti fu un colpo davvero basso.
"Simone!" urlai felice, spingendo con poca delicatezza Liam e andando ad abbracciare la ragazza. I morbidi ricci di Simone mi solleticarono il viso, ma continuai ad abbracciarla fino a quasi farla soffocare.
"Ehm... Sophy?" Si lamentò ad un certo punto, riportandomi alla realtà.
"Simone!" Urlai di nuovo, stavolta lasciandola respirare, staccandomi dal suo petto. Indossava un vestitino bianco e tra le mani aveva una maschera. Un momento....
"Come sapevi della festa?" Mentre quelle parole uscivano dalla mia bocca, al mio fianco scivolò Niall chiuso nel suo jeans semplice.
"Simone!" Urlò anche lui facendo così ridere la ragazza di fronte a noi.
"Credo di ricordare il mio nome, ancora." Ironizzò. Beh, come biasimarla? Avevamo ripetuto il suo nome tre volte in soli dieci secondi!
"Ma non stare lì, entra. Tra poco arriva Louis con Harry e dobbiamo fargli perdere almeno vent'anni!" Niall allungò una mano e tirò in casa Simone, leggermente imbarazzata mentre seguiva il biondino verso la cucina.
Sapevo che non era mai stata in Inghilterra e il fatto di vederla lì, in casa mia, mi stava facendo confondere di più.
Ci accomodammo al tavolo, mentre Niall si apprestò a prendere del succo di frutta. Tutta la casa era decorata a festa, appena sarebbero arrivati anche gli altri invitati, avremmo dovuto spostare il tavolo all'angolo, così da fare una mini pista da ballo.
I miei inviti non erano stati troppi; il giusto e indispensabile per una festa in una casa. Non volevo esagerare e non volevo nemmeno che le loro fans scoprissero di quella cosa. Così Liam aveva parlato con i loro manager e aveva detto loro di mandare qualche guardia del corpo solo per controllare gli inviti all'ingresso e che nessuno, quindi, che facesse il furbo e si imbucasse.
E ricordavo bene che non avevo invitato Simone. Dopo che Danielle aveva deciso di darsela a gambre prima di dire il famoso sì a Liam, ero entrata in casa facendo uno strano balletto. Avevo cominciato a girare stanza per stanza; ma di Simone, nessuna traccia. Alla fine, disperata, ero entrata in camera mia e avevo trovato una busta sul letto. Era di Simone, scritta qualche minuto prima dell'inizio delle nozze che non ero riuscita a far saltare per mano mia, ma che comunque non si erano celebrate per chissà quale motivo ignoto da parte di Capy.
"Harry." Ad interrompere i miei pensieri ci pensò Simone.
"Cosa?" Chiesi, mentre Niall si accomodava su una delle sedie e guardava prima me e poi Simone.
"Harry mi ha trovata e mi ha detto della festa." Spiegò.
Avrei voluto invitarla io a quella festa, avrei voluto anche parlare con lei di quella sparizione improvvisa. Ma aveva sempre la segreteria e il proprietario della casa mi aveva detto che non lavorava più per quell'agenzia.
L'avevo davvero cercata in ogni posto, ma nessuno sapeva niente. Vaffanculo Harry, aveva sempre queste fortune!
"Non gli è passata." Mi voltai verso la direzione in cui i suoi occhi puntavano e capii di cosa parlava quando notai che fissava la scala vuota.
"No.  Il non matrimonio con Danielle l'ha distrutto completamente; ha passato i primi giorni in uno stato di trance e potevi chiedergli di tutto, tanto avrebbe detto sempre di sì."
"Ma poi non ti faceva quei favori." Mi interruppe Niall, scusandosi subito dopo per la frase non voluta.
"E comunque, dovresti parlarci con lui. Non gli ho detto nulla della lettera. Tocca a te dirgli determinate cose." Dissi sicura, posando una mano sulla sua.
Il campanello di casa suonò e Niall scattò dalla sedia. Spostò appena la tendina dalle finestre della cucina e "Sono arrivati gli invitati." Disse poi.
Ci alzammo anche noi e appena cominciarono ad entrare alcuni invitati, spostammo il tavolo, come da programma e mandai velocemente un messaggio ad Harry: eravamo tutti pronti.
Passarono pochi minuti e Niall, seduto sulla cucina, intento a fissare fuori dalla finestra, ci richiamò all'attenzione.
"Sono arrivati!" Urlò.
Ognuno prese posto dietro qualcosa, io velocemente spensi le luci e mi misi vicino la porta d'ingresso. Erano quasi le otto di sera e fuori regnava la calma.
Sentii mormorare Louis contro Harry, intento a gettare le chiavi per terra con un sonoro tonfo come indicato dall'accordo: ci serviva un segnale per farci capire che stava entrando.
"Ma ti vuoi muovere? Mi sto pisciando sotto!" Urlò incazzato Louis.
Sicuramente non gli era andato giù il fatto di accompagnare Harry nelle sue spese. Anche se sapevo qual era il suo vero piano: uscire con Louis, provare quanta più roba possibile, farsi consigliare dal suo migliore amico e poi non comprare assolutamente nulla. Volevo un Louis super arrabbiato, che si sarebbe calmato solamente una volta entrato in casa. Quella notte, poi, avrebbe fatto le feste a me!
La porta si aprì lentamente, e provai a trattenere il fiato per qualche secondo.
"Ma che è tutto sto buio? Non hanno pagato le bollette?" Louis e il suo sarcasmo.
Quando la stanza fu pienamente illuminata, ognuno di noi scattò dal suo posto urlando un sonoro "Buon compleanno Louis!"
Il mio ragazzo balzò all'indietro, portando entrambe le mani sulla bocca, aperta per lo stupore. No, c'era qualcosa che non andava. Louis non faceva mai così quando era stupito. C'era qualcosa sotto. Che Harry gliel'avesse detto?
No, non l'avrebbe mandato a quel paese per tre volte di fila in pochi secondi davanti la porta di casa sapendo che noi eravamo dentro. Ma lui, ovviamente, lo sapeva.
Tutti gli fecero gli auguri e finalmente arrivò il mio turno.
"Auguri amore mio!" Gli passai il mio pacchetto confezionato, ricordando che dovevo ringraziare Alex se avevo riavuto il mio lavoro al giornale, il mio primo stipendio mi aveva permesso di comprargli un nuovo i-phone. Non che il suo fosse rotto, ma questo almeno gliel'avevo regalato io.
Mentre mi stringeva forte per ringraziarmi del pensiero, si avvicinò pericolosamente al mio orecchio, sussurrando un "Hai lasciato gli inviti nel cassetto di camera nostra."
Che cosa? Ma come potevo essere così stupida?
Finsi un sorriso e mi staccai dal mio ragazzo. 
"E' iniziata la festa!" Urlai per sviare l'imbarazzo creatosi sulle mie guance.

*  *  *

La serata sembrava andare alla grande, chiunque lì dentro si stava divertendo.
"Comunque, volevo farti i miei complimenti per il tema del biglietto." Quasi mi strozzai quando Sophia disse quella cosa. 
I biglietti che avevo inviato agli invitati dovevano essere comunissimi biglietti di compleanno, stampati semplicemente al pc.
"Oh sì! Quelle macchie di caffè sono state un tocco perfetto." Le diede man forte Simone, nascondendo poi il sorriso dietro l'enorme bicchiere rosso della sua bibita. Ma mi stava prendendo per caso in giro?
Che avesse capito che quelle non erano effetti della carta ma che, sbadata qual ero, una volta finiti di stampare tutti gli inviti in ufficio, mi era caduta sopra una tazza di caffè, lo stesso che mi ero fatta portare pochi minuti prima dalla nuova stagista dell'ufficio. Come l'aveva scoperto?
"Sophy, possiamo parlare un momento?" A richiamarmi, fu Liam. Che voleva? Magari aveva preparato una sorpresa per Louis e voleva parlarmene. 
E se voleva dirmi che aveva affittato una spogliarellista? No, no, no! Non gliel'avrei permesso.
Mi tirò verso un angolo della casa più appartato, lontano da tutti, soprattutto Louis, intento a ballare come un indemoniato vicino ad Harry e Niall.
"Sophy..."
"No, Liam. Non voglio spogliarelliste al compleanno del mio ragazzo!" Misi in chiaro subito.
Lui mi guardò con la fronte aggrottata. 
"Ma cosa...? No, non è di questo che voglio parlare." Ah ah!
"Allora davvero hai affittato delle spogliarelliste?" E io che pensavo che Liam fosse il più serio fra i cinque. Mah...
"No, io non ho affittato nulla! Mi lasci parlare un momento? Si tratta di Sophia." 
Ah.
Voleva chiederle di sposarlo? Pensavo che con la mazzata di Danielle, abbandonandolo all'altare, avrebbe cambiato idea sul matrimonio.
"Non chiederglielo." Dissi sicura. Louis ancora ballava ed ero felice che non mi vedeva così appartata e misteriosa con Liam. Che poi, perchè non me lo diceva l'indomani? Voleva approfittare della festa che avevo organizzato io chiedendo la mano a... Quella cosa?
Non la odiavo. Solo che se stava annegando in qualche mare, le avrei mandato di sicuro Zayn a salvarla.
"Che?"
"Di sposarla." Ma era rincretinito per caso?
"Ma a chi?" 
Se gli spaccavo la testa al muro la smetteva di essere così imbecille?
"A mia nonna." Dissi ironica.
"Non voglio sposare tua nonna!" Quasi urlò.
Oddio...
"Ma se chiedi la mano di Sophia, è come se lo facessi! Ma l'hai vista bene? Pare più vecchia di mia nonna." Lo voltai nella direzione della sua ragazza. O quello che era.
Liam grugnì e si voltò di nuovo verso me.
"Fammi parlare. Di Sophia. Ma non voglio sposarla!"
Tirai un sospiro di sollievo.
"Sta sulle palle anche a te? Sai che così mi stai facendo sentire meno stronza nei tuoi confronti." Appoggiai una mano sulla sua spalle e provai a mostrargli come lo potevo capire in quel momento. 
Ma lui era impassibile.
"Non mi sta sulle palle, è una persona solare..."
"Beh, in effetti si fa troppe lampade."
"Sophy!" Sobbalzai al tono alterato di Liam. Per fortuna il volume della musica era alto e pochi l'avevano sentito.
"Fammi parlare e non di Sophia e delle lampade! Prima quando ho aperto la porta, pensavo fosse Sophia e invece mi sono ritrovato Simone d'avanti."
"C'ero anche io." Mi zittii immediatamente quando Liam mi guardò male. Eh che palle, però!
"Volevo dirti che, sono stato codardo e sono salito al piano di sopra. Ma poi sono ritornato sui miei passi e ho sentito che ti ha dato una lettera sul mio conto."
Cosa?
"Ehm... No, era una lettera indirizzata a me che..."
"Che spiegava tutto. Dammi quella lettera." Ma era pazzo?
"No, mai!" Provai ad andarmene, ma Liam mi bloccò per un braccio.
"Se non me lo dici tu, metterò a soqquadro la tua camera fino a trovarla." Mi minacciò.
Preferivo il vecchio Liam che mi dava dello scarafaggio e che mi urlava contro per le magliette o calzini rovinati. Non che la situazione fosse cambiata al nostro rientro. Ma almeno adesso lavoravo di nuovo per la rivista e lui si incavolava con me un po' di meno.
"E' nel cassetto del comodino?" Come faceva a saperlo?
"Ehm... No." Dissi, provando a guardare da tutt'altra parte.
"Grazie." Sfoggiò un sorriso e provò ad andarsene.
"Simone! Liam deve dirti una cosa importante!" Urlai in preda all'isteria nella direzione della riccia, trovatasi al mio fianco in quel momento. La ragazza guardò Liam, giratosi in quel momento per capire dove volessi andare a parare. Non poteva cercare la lettera di Simone se era con lei.
Scappai dalle grinfie di Liam, sperando che passassero un po' di tempo insieme e magari chiarire.
Presi con una mano Niall e lo costrinsi a seguirmi.
"Ehy, guarda che hai sbagliato ragazzo! Il tuo non ha i capelli biondi!" Si lamentò mentre lo tiravo per le scale.
"A parte che tu li tingi, aiutami a nascondere una cavolo di lettera in un posto dove Liam non potrà mai e poi mai andare a trovare." Spiegai velocemente.
Presi la lettera dal cassetto del comodino e guardai Niall.
"La lettera di Simone?" Ci aveva sentiti parlare prima, ecco perchè sapeva. Annuii.
"Beh, l'unico posto in cui non guarderà, a parere mio, sarà proprio camera sua."
Ma che genio! E tutti che lo prendevano in giro.
"Andiamo." Lo tirai con me per un braccio, entrando in camera di Liam e provando a cercare un posto che comunque lo nascondesse.
"Sotto il letto?" Provò a suggerire il biondo.
"Che idiota." Risposi.
Alzò lo sguardo al tetto e sorrise.
"Che hai? Ti stanno chiamando già dall'altro mondo?" Chiesi confusa. Niall abbassò lo sguardo e mi fulminò.
"Idiota, sopra l'armadio sarebbe perfetto." Disse scocciato.
Mi strappò la lettera dalle mani, prese una sedia e ci salì sopra. Posizionò la sedia al suo posto di prima e mi guardò soddisfatto.
"Dillo che sono un genio." Mi prese in giro.
Aveva avuto un'idea geniale, tutto qui. Anche io ne avevo avuto migliaia, ma mai nessuno mi aveva fatto i complimenti per questo.
"Cretino." Risposi solamente.
Camminammo verso la porta per uscire, quando due voci familiari ci fecero bloccare all'istante.
"Non dirmi che..."
"Oh sì." Lo interrumpi, spingendolo di nuovo verso la stanza. Ma con tutta la casa, quei due dovevano venire per forza a parlare in camera di Liam?
"Nell'armadio." Suggerì Niall e il secondo dopo ci fiondammo dentro il mobile.
"Il gomito, Niall." Lo rimproverai, spostandolo dalle mie costole.
"Mi stai schiacciando il piede." Invece si lamentò lui, spingendomi. 
A momenti ribaltavamo l'armadio.
La porta della camera di Liam si aprì.
"Il pie..."
"Sh!" Ammonii Niall.
"Ma..."
"Ssshhh!"
Il volume della musica calò quando chiusero la porta alle loro spalle. Entrambe le ante dell'armadio erano serrate bene, quindi non riuscivo a vedere cosa potesse capitare in quella stanza.
I due cominciarono a parlare: come andava, che facevano, bla bla bla. A momenti mi addormentavo.
"Ti ho sentita parlare con Sophy di una lettera." Oh merda! Speravo solo che Simone riuscisse a tenere tappata la sua bocca. Non avevo parlato io, che era proprio una cosa strana, e lo faceva lei?
Ci fu un silenzio che durò interminabili secondi; poi, uno strano rumore interruppe tutto.
"Che cazzo." Mi lamentai girandomi verso Niall. Portai due dita al naso e serrai gli occhi.
"Scusa, ieri ho mangiato kebab." Rispose desolato il biondino.
Sembrava di stare in una camera a gas con quello là. Era impossibile; non si poteva trattenere per un altro po'?
L'armadio fu spalancato e per poco non urlai, spaventata.
Liam e Simone erano di fronte a noi, intenti a fissarci.
"Che ci fate nel mio armadio?" Chiese accigliato Liam.
Finalmente mi liberai di quella puzza.
"Il mio povero naso!" Urlai, spingendo Liam per respirare a pieni polmoni.
"Il mio povero piede!" Si lamentò dietro di me Niall.
"Che ci facevate nel mio armadio?" Urlò di più Liam.
Ah già.
"Dov'è Sophy? Finalmente è arrivato il momento del lento." Salvata dalla campanella. O in questo caso, dal dj che richiamava la mia presenza accanto al festeggiato.
"Uh, mi dispiace dovervi abbandonare, ma mi chiamano urgentemente." E con quelle parole, scappai, letteralmente, dalla stanza di Liam.
Notai Niall alle mie costole; fui felice di vederlo lì, anche se ancora dovevo stampargli un cinquino per la puzza sgradevole. E se ora puzzavo di scoreggia?
"Oh, eccola!" Urlò il dj quando mi vide. Un varco di persone si aprì davanti a me, mentre mi facevo strada fino a raggiungere Louis.
Mi prese per mano e partì un lento come sottofondo musicale. Le mani di Louis si posarono alla base della mia schiena, mentre le mie furono passate attorno al suo collo.
"Ti volevo ringraziare." Sussurrò Louis emozionato, mentre anche altre coppie si aggiungevano al nostro fianco.
"Figurati, tu hai fatto molto più di questo per me." Risposi con un sorriso.
Era bello poter stare sempre al fianco di Louis. Ora che ero tornata a lavorare, la mia vita sembrava completa. A momenti sarebbe stato Natale, e non sapevo cosa aspettarmi dal nuovo anno. Ma di una cosa ero sicura: con Louis al mio fianco, sapevo di potermi godere giorno per giorno, senza pentirmi di nulla.
"Dove sei stata fin ora? Volevo ringraziarti per tutto questo." Disse al mio orecchio, avvicinando così i nostri corpi, facendoli scontrare.
Mi mancò letteralmente il respiro, ma questo mi succedeva sempre quando ero con lui. Anche se quando eravamo in vacanza sembravamo più distaccati, ero sicura che lui sapeva in realtà quanto lo amassi.
"Volevo fare riappacificare Liam e Simone." Sussurrai a mia volta, appoggiando così la testa sulla sua spalla.
Continuammo ad ondeggiare a ritmo di musica e poi Louis appoggiò le labbra sulla mia testa.
"Ti amo." Disse.
"Anche io." Risposi sincera.


POV's Simone

"E così ci ritroviamo di nuovo in una camera da letto, da soli." Liam, imbarazzato e probabilmente arrabbiato mi guardava. 
L’imbarazzo che provai in quel momento mi fece voltare di scatto. Gli davo le spalle, eppure sentivo il suo respiro sul collo.
"Simone, vuoi spiegarmi cosa significa questa?" E davanti ai miei occhi, la mia lettera. Quella che avevo scritto a Sophy, quella in cui dichiaravo apertamente i miei sentimenti per Liam. Era caduta dall’armadio dopo che quei due rimbambiti erano usciti fuori. La lesse tutta quanta davanti a me. Mi sarebbe piaciuto scappare, ma Liam mi teneva lì, ferma, senza possibilità di fuga.
"Non ho nulla da dire." Proferii.
"Non hai nulla da dire? Ma ti rendo conto di cosa ci sia scritto in questa lettera? O devo forse rileggertela? L’hai scritta tu no? E allora spiegami." Era diventato paonazzo, gli occhi lucidi e un leggero tremore alle mani. Mi fece davvero paura.
"Penso che la lettera parli da sola. O devo farti la traduzione?" Cercai di rispondergli per le rime.
"Stai cercando di fare la simpatica? No, perché non ci riesci." Mi rispose lui svogliatamente.
"E tu che stai cercando di fare? Mi piaci, va bene? Volevi sentirtelo dire? Te l’ho detto. Ora posso tornare a quella noiosissima festa?" Sbottai. Non riuscii più a trattenermi.
Gli volevo bene, lo amavo e nonostante lui lo sapesse, cercava in tutti i modi di umiliarmi. Perché?
"No che non puoi tornartene a quella stramaledetta festa! Perché non me lo hai detto?" Mi prese per le braccia e mi scosse un attimo.
"Non potevo." Dissi con un filo di voce.
"Sarebbe stato diverso, te ne rendi conto?"
"Non sarebbe cambiato niente, lo sai meglio di me. Il fatto che tu e Danielle non vi siate più sposati non ha nulla a che fare con me." Ed era la verità.
"Lo so, ma tu sei scappata via. Non hai nemmeno voluto parlarmene."
"E ti chiedi anche perché? Prima mi scopi come una qualunque sgualdrina e poi mi licenzi, sapendo benissimo che quel lavoro mi serviva per pagarmi gli studi che, tanto per la cronaca, ho dovuto interrompere per mancanza di denaro." 
Un’altra verità. 
"Mi dispiace." La presa sulla mie braccia si fece più lenta e abbassò lo sguardo, triste.
"Non è comunque un problema tuo, no? Ascolta Liam. Mi dispiace, va bene? Per tutto. Sono stata una codarda, ma non potevo fare altro. Quella sera mi sono sentita davvero amata da te, mi sono sentita per la prima volta in vita mia al posto giusto al momento giusto. Ne ho sicuramente approfittato, eri ubriaco e, credimi, mi sento uno schifo per questo. Ma dopo tutto questo tempo non so più cosa dirti." E le lacrime scendevano lungo le mie guance.
Improvvisamente la sua mano, con tocco gentile, diverso da quello rude del precedente, mi sfiorò una guancia, facendomi alzare, d’istinto, lo sguardo su di lui.
"Dimmi che mi ami."
"Liam io…"
"Dimmelo, Simone. Guardami negli occhi e aprimi il tuo cuore." Mi guardava dritto negli occhi e per un attimo mi persi a contemplare il suo volto. I suoi occhi da cerbiatto, le labbra piene curvate in un meraviglioso sorriso... Tutto di lui mi infondeva serenità. 
"Ti amo." Dissi ipnotizzata dal suo sguardo. Poi sentimmo un gran vociare di sotto e gente urlare auguri a destra e manca. 
"E’ Natale!" Esclamò Liam felice come un bambino.
Se avessi avuto tra le mani una palla natalizia, gliel'avrei lanciata addosso.
"Già, auguri." Cosa speravo di ottenere? Non saprei dirlo, ma ci rimasi malissimo.
"Simone, ti va se ti faccio un regalo?"  Mi chiese prendendomi per mano.
"I regali sono sempre ben accetti." 
"Allora chiudi gli occhi. Ma bada bene, vorrei che fosse il primo di una serie infinita."
Senza che rispondessi, sentii le sue mani sfiorarmi il viso e il mio cuore accelerare i battiti. Il suo respiro sul mio collo e le mie mani a circondargli la vita.
Non dovetti aspettare tanto prima di sentire le sue labbra soffici e delicate sulle mie.
Fu una sensazione strana, già conosciuta, ma appagante e tremendamente bella.
"Penso che dovremmo dirglielo." Mi sussurrò ad un orecchio.
"Assolutamente, mi stanno dando sui nervi." Risposi prima di scoppiare a ridere insieme a lui. 
Mi precedette verso la porta e tese una mano nella mia direzione. Per un attimo lo guardai, il mio Liam. Finalmente potevo urlarlo al mondo intero. Senza esitazione intrecciai la mia mano alla sua.
"Pronta?" Mi chiese facendomi un occhiolino.
"Certamente." Risposi.
Spalancammo la porta e due paia di occhi, uno marroni ed uno celesti ci fissavano sbalorditi.
"Avete finito di curiosare?" Chiese Liam.
"Ma noi non…"
“Sophy… Ormai sono abituato ad essere seguito, ovunque vada, da te. E’ inutile che inventi scuse. Louis, da te non me lo sarei mai aspettato." Finì in tono drammatico.
"Ragazzi, ma chi se ne frega. Siamo felici, no? Adesso possiamo andarci a divertire?" Sophy e le sue uscite senza senso, non sarebbe mai cambiata.
"Andiamo dai, che per il prossimo lento ho già trovato una partner." Esclamò Liam.
"Spero non stia parlando di quella che ha bisogno di uno stupramento da parte della felicità." Ridacchiai appena della battuta di Sophy su Sophia.
"No, ho di meglio adesso." Spiegò Liam guardandomi per un momento. Sorrisi imbarazzata.
Iniziammo a scendere le scale e man mano la musica diventava sempre più alta. 
"Ma Louis e Sophy?" Chiesi non vedendoli più dietro di noi. Per un attimo Liam sembrò pensarci su, poi, il lampo di genio.
"Hey voi due! Non sul mio letto!" Urlò tornando verso la sua stanza.
Si, dovevo essere pazza per voler far parte di quella cricca di fuori di testa.


 
FINE.



  

 



Ps. AUGURI AD HARRY!
 

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