Talking to the moon

di EmmeEnne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 ***
Capitolo 9: *** Chapter 9 ***
Capitolo 10: *** Chapter 10 ***
Capitolo 11: *** Chapter 11 ***
Capitolo 12: *** Chapter 12 ***
Capitolo 13: *** Chapter 13 ***
Capitolo 14: *** Chapter 14 ***
Capitolo 15: *** Chapter 15 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***
















Chapter 1
 

Benvenuti a Beacon Hills!

Cassidy sospirò fra sé e sé mentre guidava e superava quel cartello. Aveva letteralmente passato l’intera giornata a guidare e decise che forse Beacon Hills sarebbe stato il posto migliore dove passare la notte.
Per gli ultimi sei mesi era stata sulla strada senza mai fermarsi. Dopo che le cose non erano andate così bene nella sua ultima casa, non aveva davvero nessun altro posto dove andare. Aveva sentito parlare di un Alpha che si trovava lì, ma chi voleva prendere in giro? Non pensava che l’Alpha l’avrebbe presa. Ci sarebbe stata una lotta di potere visto il suo status e il suo passato.
Poco dopo essersi registrata al motel più vicino, Cassidy non poté fare a meno di trattenere un sorriso mentre si adagiava sul letto. Erano stati un paio di giorni davvero lunghi, e dormire in un letto anziché nella sua auto era molto meglio. Proprio mentre sembrava che il sonno avesse la meglio, udì una voce nella stanza accanto, che si malediva ad alta voce. Consumata dalla curiosità, continuò ad ascoltare come la voce continuava ad imprecare ad alta voce.
I suoi occhi si spalancarono quando udì un ringhio. La persona nella stanza accanto era un lupo. Chiaramente, un lupo che apparteneva a un branco non sarebbe rimasto in un motel da solo, così l’ipotesi migliore era che fosse anche lui lì per l’Alpha; era un Omega. Cassidy decise di farsi gli affari suoi, ma poi colse il profumo non solo del lupo, ma anche di un odore ramato. Sangue.
Di solito Cassidy era un tipo che lasciava le cose così com’erano. Ma da quell’odore lei aveva capito che era sangue fresco, che forse poteva fare qualcosa a riguardo.
Sentì che la porta della stanza accanto si aprì. Aprì la sua e sbirciò fuori, vedendo l’Omega allontanarsi. Cominciò a seguirlo, sempre tenendosi a distanza. Non ci volle molto prima che finissero nei boschi. Si nascose dietro un albero lì vicino, mentre guardava un’ambulanza bloccata in mezzo la strada, con la polizia che delimitava la zona. Scosse la testa mentre guardava le condizioni dell’ambulanza: era piena di sangue.
Poi l’Omega si voltò e cominciò a correre nella direzione opposta. Mentre lo seguiva, sentì un’altra presenza nelle vicinanze. Smise di correre quando vide una figura affrontare l’Omega. Entrambi si fissavano, ringhiando e guardandosi negli occhi color oro.
«Tu non sei Lydia» disse il lupo più giovane.
L’Omega rapidamente si alzò e corse via.
«Aspetta!» lo chiamò il giovane lupo.
Cassidy cominciò a seguirli entrambi.
«Aspetta!» il lupo più giovane continuava a chiamare l’Omega. «Fermati!»
Improvvisamente l’Omega si ritrovò appeso a un albero per i polsi. Il lupo più giovane scivolò fino a fermarsi, guardandolo.
In lontananza Cassidy riusciva a sentire dei passi… molti passi. Sapeva che dovevano appartenere ai cacciatori.
Corse verso il lupo più giovane e cercò di tirarlo via.
«Aspetta, posso aiutarlo» disse il giovane lupo a Cassidy.
«No, dobbiamo andare» gli rispose lei.
Prima che potesse continuare a combattere il lupo più giovane, quest’ultimo fu sbattuto a terra e trascinato via da un altro lupo ancora. Sapendo di non avere scelta, seguì i due dietro un albero, mentre il lupo più giovane continuava ancora a lottare contro la morsa dell’altro.
«Cosa stai facendo? Posso aiutarlo» il giovane lupo continuava ad insistere. «Io lo posso aiutare»
«Zitto» gli disse duramente l’altro.
Lo sguardo di Cassidy si spostò dai due lupi all’Omega. Vide un gruppo di uomini che gli si avvicinavano, armi in pugno. Uno dei cacciatori tirò fuori un bastone e diede una scossa al lupo, facendolo urlare dal dolore.
«Chi sei?» chiese uno degli uomini, non ricevendo nessuna risposta. «Che ci fai qui?»
«N-Niente, lo giuro» rispose il lupo.
«Tu non sei di qui, vero?» ancora una volta, nessuna risposta. «Vero?»
«No. No, sono venuto a cercare l’Alpha. Ho sentito che era qui, questo è tutto. Ascolta, io non ho fatto niente. Non ho fatto del male a nessuno. Nessun vivente, non era vivo quello nell’ambulanza. Non lo era, lo giuro»
«Signori» disse il più anziano dei due uomini di fronte al lupo. «Date un’occhiata a uno spettacolo raro. Vuoi dire loro cosa abbiamo preso?»
«Un Omega» rispose l’altro uomo.
«Il lupo solitario. Forse cacciato dal suo branco o superstite di un branco che è stato decimato. Forse anche ucciso. O forse solo per sua scelta. Certo, non una saggia scelta»
L’uomo più anziano sorrise mentre si voltò, tornando dopo pochi istanti con una spada d’argento in mano.
Cassidy si mise la mano sulla bocca, sapeva quello che sarebbe successo.
«Perché, come sto per dimostrarvi, un Omega raramente sopravvive da solo» L’uomo più anziano oscillò la spada e tagliò il lupo a metà. Cassidy distolse lo sguardo come il lupo accanto a lei tirato indietro da quello più grande, che teneva lo sguardo fisso davanti a sé.
«Guarda… Guarda» disse duramente al giovane lupo. «Guarda ho detto! Vedi cosa fanno? Questo è il motivo per cui hai bisogno di me. Perché abbiamo bisogno l’uno dell’altro. L’unico modo per combatterli è insieme»
«Cosa stanno facendo?» chiese allora il lupo più giovane.
«Dichiarano guerra»
Gli occhi di Cassidy si chiusero, mentre malediceva in silenzio se stessa. Era in quella città da solo mezz’ora ed era già stata coinvolta in un grosso guaio. Doveva essere un record mondiale. Guardò alla sua destra prima di mettere la mano sulla spalla del lupo più grande, facendo cenno di seguirla.
Una volta che i tre furono al sicuro, Cassidy si voltò e mise delicatamente le mani sulle spalle del lupo più giovane.
«Stai bene?» gli chiese gentilmente, e il lupo scosse un po’ la testa. «Io non ti biasimo. Non è mai facile vedere una cosa del genere»
«Chi sei?» le chiese il lupo più grande, i suoi occhi erano rosso incandescente.
Cassidy si allontanò dal più giovane e notò gli occhi dell’altro.
«Chi sei tu?» gli rispose Cassidy, anche lei con gli occhi di quel rosso acceso.
«Aspetta, sei un Alpha?» le chiese sorpreso il lupo più giovane, spostandosi accanto a lei. Cassidy lo guardò e annuì.
«Non hai risposto alla mia domanda» disse il maschio Alpha, interrompendoli.
«Cassidy Fernandez. Ero solo di passaggio, quando mi sono imbattuta in quell’Omega» disse.
«Senza il tuo branco?»
«Non ne ho mai avuto uno. Immagino che io sia anche un Omega»
Guardò il maschio Alpha sorridendo leggermente, prima che lui guardasse il lupo accanto a lei.
«Scott, dovremmo andarcene. Continueremo domani»
Il giovane lupo, Scott, li guardò entrambi prima di andare via.
«Ciao, Scott» Cassidy disse al Beta.
«Ciao, Cassidy» le rispose prima di allontanarsi.
L’Alpha poi le fece cenno di seguirlo, e lei lo fece. Cominciarono a camminare a piedi fra i boschi.
«Sto formando un branco» le disse l’Alpha, continuando a camminare. «Considerato quello che sei, voglio che ti unisca a me»
«Non sono ancora sicura di aver capito il tuo nome» gli disse Cassidy.
«Derek. Derek Hale»
«Derek… Non credo che sarebbe una buona idea. Voglio dire, avere due Alpha nel tuo branco potrebbe causare tensioni, e i tuoi Beta…»
«Beh, ci sono delle condizioni»
«Sarebbero?»
«Voglio che tu capisca che il capo branco sono io. Sono io che prendo le decisioni finali, voglio anche il tuo contributo, ma alla fine sono io quello che sceglie. E prima di quello, preferirei avere un Alpha che prendesse il mio posto se dovesse accadermi qualcosa. Sempre meglio che un Beta»
Cassidy e Derek smisero di camminare e lei cominciò a considerare quello che l’Alpha le aveva appena proposto. Pensò ai cacciatori. Sapeva che avrebbe dovuto correre, correre il più lontano possibile da Beacon Hills. Ma allo stesso tempo, quei cacciatori non potevano passarla liscia dopo aver ucciso un lupo, specialmente se quell’Omega non aveva ucciso nessuno. I suoi pensieri poi andarono a quello che Derek aveva detto a Scott: avevano bisogno l’uno dell’altro per combattere i cacciatori e sopravvivere.
«Okay. Ci sto»

«Una metropolitana abbandonata… affascinante» disse Cassidy, guardandosi intorno con la borsa in mano.
«I cacciatori hanno sotto mira la mia vecchia casa. Non ho altro posto dove andare» le rispose Derek.
Cassidy annuì e all’improvviso vide una figura con una torcia elettrica scendere le scale. La luce colpì la figura di Derek e gli occhi del giovane adolescente si ampliarono per un breve secondo.
«Voglio il morso, Derek» l’adolescente disse dopo un po’.
«Non hai perso tempo» Cassidy disse a Derek.
Il maschio Alpha le gettò uno sguardo compiaciuto mentre camminava verso il ragazzo. Cassidy notò alcuni particolari di quel ragazzo: i suoi occhi azzurri, i corti capelli ricci… ma soprattutto un livido intorno all’occhio sinistro. Sospirò silenziosamente, cominciandosi a chiedere come potesse essersi fatto quell’occhio nero. Una rissa a scuola? Praticava uno sport? O peggio… se l’era fatto a casa?
«Anche dopo tutto quello di cui abbiamo parlato? Sei sicuro, Isaac?»
Isaac annuì e Derek portò i suoi occhi al colore rosso, mentre faceva uscire anche i canini. Cassidy sussultò brevemente quando Derek morse Isaac, facendo scappare al ragazzo un grido di dolore. Derek tornò alla sua forma normale, mentre Isaac guardava il morso sul lato destro del suo fianco.
«Guarirà da solo. Torna domani, vedremo come procede» disse Derek al ragazzo.
Isaac annuì, lanciando un’occhiata a Cassidy, che gli fece un piccolo sorriso e un cenno. Anche Isaac le fece un cenno prima di andare via.
«Allora… Quale sarà precisamente il mio ruolo in questo branco? Voglio dire… Sarò il poliziotto buono o quello cattivo?» chiese Cassidy, camminando lì intorno.
«Loro ci vedranno probabilmente come mamma e papà. Ma prima ho bisogno di sapere quello che sai. Con gli Argent che ci tengono di mira, dobbiamo insegnare loro tutto quello che sappiamo il più velocemente possibile» le rispose Derek, seguendola.
«Beh, conosco un bel po’ di cose sull’essere un lupo mannaro. Mio padre ha cercato di addestrare me e mio fratello e farci pensare come fanno i cacciatori. Questo ha reso molto più facile stare lontana da loro»
«Perché stai scappando da loro? Perché non ti sei costruita un branco?»
«Hai visto cos’è successo a quell’Omega nei boschi. E non volevo un branco mio. Sono diventata un Alpha sei mesi fa e, tanto per essere chiari, non è stato per mia scelta. Io non saprei nemmeno che farci con un branco. Stasera mi sono resa conto che è meglio fare parte di uno piuttosto che condurlo»
«Cosa vuoi dire quando dici che non è stata per tua scelta?»
«Preferirei non parlarne»
«Ascoltami, sei con me adesso ed è un po’ come se fossi il vice-Alpha. Non ci possono essere segreti fra di noi, Cassidy» le disse Derek severamente, sporgendosi in avanti sulla sedia sulla quale, nel frattempo, si era seduto.
Cassidy distolse lo sguardo per un attimo, appoggiandosi allo schienale della sedia, e sospirò, stringendo la mascella. Non voleva davvero discutere della sua vita. C’erano stati alcuni eventi sfortunati che l’avevano portata al suo status di Alpha. Sfortunati eventi che preferiva restassero nel passato. Ma sapeva che alla fine non avere quella discussione poteva causare tensione fra lei e Derek, soprattutto perché sembrava il tipo testardo che vuole sapere tutto. E lei doveva dirgli tutto visto che ora faceva parte del suo branco, no?
Dannazione alla sua logica. Accidenti a quella notte.
Guardò negli occhi verdi di Derek, e si accorse che la stava osservando. Si voltò ancora un’altra volta, ma poi respirando profondamente, lo guardò di nuovo.
«D’accordo. Ma quando abbiamo finito, questo discorso non deve mai più venire a galla, capito?» gli disse, guadagnandosi un suo cenno di assenso. 

Emme's corner: 
Ed ecco che finalmente ho pubblicato il primo capitolo di questa meravigliosa storia! 
Spero davvero che vi piaccia, perchè io la amo! Come sapete, se avete letto l'introduzione, è un lavoro di traduzione il mio, la storia non appartiene. E' tutto frutto della testolina di WinchesterAngel3389 di Fanfiction.net; la trovate qui (https://www.fanfiction.net/u/1319141/WinchesterAngel3389).
Thank you so much for giving me the permission to translate your story, honey!
E riguardo a voi, seguitela perchè non ve ne pentirete affatto, fidatevi di me :D
Questa qui è Cassidy (http://s27.photobucket.com/user/dreamprincess3389/media/Talking%20to%20the%20Moon/CassidyFernandez_zps1fe0107e.jpg.html)
Bene, ciao allora <3
#Emme#

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***











 


Chapter 2
 
Derek e Cassidy erano nel vagone della metropolitana in silenzio.
Anche se avevano iniziato il discorso sul passato di Cassidy la sera prima, avevano deciso di finirlo ora.
Cassidy si sedette e guardò Derek, che stava ancora pensando a tutto quello che lei gli aveva detto.
Ad essere sinceri, Derek era rimasto sorpreso da quello che aveva imparato della ragazza. Come aveva potuto tenersi tutto dentro per sei lunghi mesi? Soprattutto dal momento in cui aveva diciassette anni… Diamine, quello che era accaduto a lui anni prima ancora lo perseguitava. Al momento, Derek era contento di averla nel suo branco. Si sarebbe presto relazionata con il suo nuovo membro, Isaac. Con il resto del branco, poi si sarebbe visto.
«Allora…» cominciò Cassidy. «Quando hai intenzione di raccontarmi del tuo di passato doloroso?»
«Cosa ti fa pensare che io abbia un passato doloroso?» le rispose Derek.
«Conosco quell’espressione. La vedo nello specchio ogni giorno. Non solo, penso che tutti sappiano quello che è successo alla tua famiglia»
Prima che Derek potesse rispondere, sentirono la porta fuori dalla stazione aprirsi.
«Derek!» gridò una voce, mentre si sentivano dei passi giù per le scale. «Derek!»
Derek e Cassidy si alzarono e videro Isaac correre nel vagone della metropolitana, quasi senza fiato.
«Cosa c’è?» gli chiese Derek.
«M-mio padre. Penso che sia morto» gli rispose Isaac.
Cassidy guardò Isaac sorpresa come Derek, mentre lui usciva allo scoperto, mostrando per un po’ i suoi occhi rossi.
«Cos’hai fatto?»
«Questo è il punto. Non sono stato io»
«Chi è stato?» gli chiese Cassidy.
«Io n-non lo so. Era come una lucertola, un serpente»
«Hai mai sentito parlare di una cosa del genere?» Cassidy borbottò a Derek, guadagnandosi una scrollata di spalle. «Isaac» Cassidy afferrò Isaac per mano e lo fece sedere. «Devi dirci tutto quello che è successo stasera, d’accordo? Tutto»

 
«Grazie per l’aiuto» Cassidy disse alla donna che stava nella segreteria del liceo di Beacon Hills.
Uscì dall’ufficio e cominciò a percorrere i corridoi. Si era appena iscritta perché Derek le aveva dato il compito di vegliare su Isaac. Per fortuna era la fine della giornata scolastica, così si diresse verso il campo, dove la squadra di lacrosse si stava allenando. Mentre si sedeva sulle gradinate, non poté fare a meno di sorridere quando notò Scott tra i giocatori. Lui la notò e restituì il sorriso prima di cominciare a giocare.
Cassidy sentiva la presenza di Derek nei boschi vicini, sapeva che anche lui stava sorvegliando Isaac.
I due Alpha guardarono come Scott cominciò a correre dalla porta verso ogni giocatore, braccandoli. Forse aveva percepito l’odore di un nuovo licantropo ed era intenzionato a scoprire chi fosse. Cassidy si sintonizzò sul battito cardiaco di Isaac, il suo cuore batteva davvero forte. Era in grado di sentire la rabbia dentro di lui.
«Isaac» disse sottovoce. «Se puoi sentirmi, aggiustati il casco» vide la mano di Isaac toccare il casco. «Bene. Ora Isaac, devi controllarti. So che questa sera c’è la luna piena, ma devi provarci. Prova a pensare a qualcosa che ti rende felice. Non lasciare che il lupo dentro di te prenda il sopravvento. Fai respiri profondi»
Ascoltando attentamente ancora una volta, udì il battito cardiaco di Isaac rallentare un po’.
Guardò la collisione fra Scott e Isaac, entrambi su quattro zampe e uno di fronte all’altro, i loro occhi gialli brillavano.
Al suono del fischietto, interruppero il loro contatto visivo. Cassidy all’improvviso notò tre poliziotti che avanzavano nel campo. Guardò Scott e Isaac voltarsi a guardare la stessa cosa.
«Non dirglielo» Cassidy sentì dire da Isaac, rivolto a Scott. «Per favore, non dirglielo»
«Merda» mormorò fra sé e sé mentre si alzava.
Si allontanò dalle gradinate, mentre i poliziotti parlavano con Isaac prima di portarlo via con loro.
Guardando verso il campo per l’ultima volta, Cassidy si diresse poi verso il bosco.
«Hai visto, vero?» chiese a Derek.
«Già»
«Che cosa facciamo?»
«Torniamo alla stazione della metropolitana. Avremo bisogno della mia macchina. C’è qualcosa che devo mostrare a te e Scott»
«Pensi che ci sarà d’aiuto?»
«No. Ma lui ha un debole nel voler aiutare gli altri»

 
Mentre la macchina della polizia con dentro Isaac si allontanava, Derek guidò fino davanti alla scuola, Scott era lì.
«Entra» disse Derek a Scott.
«Dici sul serio?» chiese Scott, visibilmente turbato. «Lo hai reso tu così. E’ colpa tua»
«Lo so. Adesso sali in macchina e aiutaci»
«No, ho un’idea migliore. Chiamerò un avvocato, perché un avvocato potrebbe avere più possibilità di tirarlo fuori prima della luna piena di stanotte»
«Non se andranno a casa sua»
«Che cosa vuoi dire?»
«Qualunque cosa Jackson abbia detto alla polizia… quello che c’è in casa è peggio. Molto peggio»
«Scott, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Ti prego» gli disse Cassidy.
«Quanto peggio?» chiese Scott a Cassidy.
«Ad essere sinceri, non lo so. Ma se dovessi indovinare, direi abbastanza per incolpare Isaac della morte di suo padre»
Scott annuì e Cassidy gli aprì la portiera del passeggero. Non appena la porta si chiuse, Derek accelerò.

 
Derek, Cassidy e Scott entrarono in casa Lahey; Scott aveva una torcia.
«Se Isaac non ha ucciso suo padre, allora chi è stato?» chiese Scott.
«Non lo sappiamo ancora» gli rispose Derek.
«Allora come fai a sapere che sta dicendo la verità?»
«Perché abbiamo fiducia nei nostri sensi» gli rispose Cassidy, mentre si avventuravano nella casa.
«Tutti i sensi» disse Derek. «Non solo l’olfatto»
I tre lupi si fermarono per un momento e Scott guardò Derek consapevole.
«Tu… eri al campo oggi?» disse Scott, guardando dritto davanti a sé imbarazzato.
«Già»
«E’ stato così brutto?»
Derek lo guardò per un attimo, prima di appoggiargli una mano sulla spalla.
«Sì» gli rispose poi.
I tre si fermarono davanti una porta, Derek sapeva che era il seminterrato.
«Vuoi imparare? Inizia adesso» disse a Scott, che illuminò le scale con la torcia.
«Cosa c’è laggiù?» chiese Scott, scendendo piano le scale.
«Il movente» rispose Cassidy usando i suoi sensi, ingoiando il groppo che le si era formato in gola.
«Che cosa sto cercando?»
«Segui i tuoi sensi, Scott» disse Derek, mentre li guardava entrambi scendere le scale.
«Che cosa è successo qui?»
«Il genere di cose che lasciano un segno»
Cassidy strinse le braccia al petto mentre seguiva Scott. Sentiva perfettamente l’odore dell’abuso avvenuto in quella stanza. Lei stessa non era estranea al sentimento di tristezza, intimidazione, paura… e la lista poteva continuare all’infinito.
Era parte del motivo per cui era diventata un’Alpha.
«Tutto bene?» le chiese Derek, avvicinandosi. Cassidy annuì, evitando il contatto visivo. «Non hai…»
«Sto bene, Derek» gli rispose tranquillamente.
Derek annuì, mentre lei continuava a camminare. Sapeva che la ragazza stava facendo del suo meglio per rimanere forte non solo per sé, ma anche per Isaac, che ora aveva bisogno del loro aiuto. Continuò a seguire i due lupi, quando vide che Scott notò il congelatore con delle catene sopra. Scott si concentrò per capire cosa potesse esserci in quel congelatore, poi alzò gli occhi verso Derek e Cassidy, spaventato.
«Aprilo» gli disse Derek.
Cassidy serrò la mascella come Scott, il suo cuore sembrava battere un milione di miglia l’ora. Derek, che notò il battito accelerato della ragazza, le mise una mano sulla spalla per rassicurarla. Normalmente avrebbe lasciato che risolvesse i suoi problemi da sola, ma non poteva. Sentiva il bisogno di proteggerla, aiutarla a sentirsi al sicuro. Una volta che il congelatore fu aperto, Cassidy non poté fare a meno di chiudere gli occhi, una volta notati i graffi sulla parete interna. Poteva quasi sentire Isaac urlare a squarciagola, supplicando il padre di farlo uscire da lì dentro, sentire le lacrime che rigavano il suo viso, la necessità di aria. Cominciò a sentirsi sopraffatta, e si vide costretta a fare lunghi respiri profondi.
«Questo è il motivo per cui ti ha detto di sì» disse Scott, riferendosi a Derek.
«Tutti vogliono il potere» gli rispose Derek.
«Se ti aiuto poi dovrai smetterla. Non puoi andartene in giro a trasformare la gente in lupi mannari»
«Posso se loro vogliono»
«Hai detto a Isaac degli Argent e la possibilità di essere ucciso da loro?»
«Sì, e ha accettato lo stesso»
«Allora è un idiota»
«E tu sei l’idiota che sta con la figlia di Argent. Sì, conosco il tuo piccolo segreto. E se lo so io, quanto tempo pensi che ci impiegheranno loro a  scoprirlo?»
«Stai con la figlia di Argent?» chiese Cassidy scioccata. «Sei pazzo?»
Scott la guardò, senza rispondere.
«Hai visto cosa succede a un Omega. Se sei con me, imparerai ad usare tutti i tuoi sensi, imparerai a controllarti» Derek afferrò il braccio di Scott, mentre i suoi artigli cominciavano a venire fuori. «Anche con la luna piena»
Scott si liberò dalla presa di Derek.
«Se sto con te, perdo lei» gli rispose.
«La perderai comunque. Lo sai»
Derek fece un cenno a Cassidy, era tempo di andare via. Lei non se lo fece dire due volte.
«Aspetta» Scott chiamò i due Alpha, facendoli fermare. «Non faccio parte del vostro branco. Ma lui lo voglio fuori, è una mia responsabilità»
«Perché? Perché è uno di noi?»
«Perché è innocente»
La risposta convinse Derek e Cassidy, e si diressero al piano di sopra. Entrambi sentirono Scott parlare al telefono con Stiles, dicendogli che dovevano sbrigarsi perché la porta della cella non avrebbe trattenuto Isaac.
Fortunatamente per i due Alpha, Stiles era proprio dietro l’angolo e non dovettero aspettare a lungo.
«Quuuindi… Tu sei l’Alpha donna della quale mi ha parlato Scott» disse, mentre si allontanavano da quella casa.
«Già» gli rispose Cassidy dal sedile posteriore.
«Stiles» disse, girandosi e porgendole la mano.
«Cassidy» gli rispose, prendendogli la mano a sua volta.
«Finalmente un’Alpha non spaventoso come Derek» mormorò fra sé e sé il ragazzo, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Derek che sedeva sul sedile del passeggero. «Che c’è? Non lo è»
Cassidy non poté fare a meno di sorridere a Stiles, gli stava già simpatico. Pochi istanti dopo, la macchina si fermò fuori dalla stazione dello sceriffo.
Dalla finestra videro una poliziotta che stava alla reception.
«Okay, le chiavi di ogni cella sono in una cassetta si sicurezza nell’ufficio di mio padre. Il problema è oltrepassare la reception» disse Stiles.
«La distraggo io» disse Derek, quasi pronto ad uscire.
«Ehi, ehi, tu?» disse Stiles, afferrando Derek per la giacca di pelle. «Tu non puoi andare lì» Lo sguardo di Derek si spostò dalla mano di Stiles a lui per un paio di volte, facendo capire al ragazzo che doveva toglierla. «Tolgo la mia mano»
«Sono stato prosciolto»
«Sei ancora una persona sospetta»
«Sono innocente»
«Inn… Tu? Sì, come no…» disse Stiles in modo sarcastico. «Okay, bene. Qual è il tuo piano?»
«La distraggo»
«Uh, e come? Prendendola a pugni in faccia? Già…»
Cassidy sorrise per il sorriso finto di Derek.
«Mi piace, è un tipo divertente» disse a Derek.
Derek guardò Cassidy e notando disappunto nello sguardo dell’Alpha, distolse lo sguardo.
«Parlando con lei» continuò Derek.
«Va bene, va bene. Facciamo un esempio, come aprirai il discorso?» chiese Stiles. Derek prese un respiro, prima di chiudere la bocca e continuare a guardare Stiles dritto in faccia. «Silenzio di tomba. Dovrebbe funzionare a meraviglia. Altre idee?»
«Potrei prendere te a pugni»
Stiles lo guardò per un momento, offeso.
«Okay ragazzi, ne ho abbastanza. Derek, usa il tuo fascino. Stiles, andiamo» disse Cassidy, battendo le mani sulle spalle dei due ragazzi.
I tre si diressero verso la stazione di polizia; Cassidy fece un cenno a Derek di entrare per primo.
«Buona sera, come posso aiutarla?» cominciò la donna, ma si fermò quando vide Derek. «Tu?»
«Ciao» le disse Derek.
«Ciao» gli rispose.
«Umm, avrei una domanda. Uh… scusa, è che davvero non mi aspettavo di trovare qualcuno…»
«Come me?» gli rispose la donna, lusingata, mentre Stiles e Cassidy passavano velocemente nel corridoio affianco.
«Stavo per dire qualcuno incredibilmente bella, ma sì, credo che sarebbe lo stesso»
Stiles e Cassidy trovarono l’ufficio dello sceriffo e Stiles andò alla cassetta di sicurezza. Inserì il codice, l’aprì, ma non trovò le chiavi. Quasi immediatamente, sentirono le chiavi tintinnare nelle vicinanze.
«Oh no… resta qui. Sarà più facile se vedono me che te» disse Stiles.
«A-Aspetta Stiles» iniziò la ragazza, ma Stiles si era già allontanato.
Cassidy sospirò e cominciò a frugare per l’ufficio. Si avvicinò alla scrivania e accese la luce. Sorrise quando vide le foto dello Sceriffo Stilinski con sua moglie e Stiles. Sembravano davvero felici. Prima che potesse esplorare ulteriormente, l’allarme antincendio scattò. Velocemente, spense la luce e si fiondò nel corridoio, ascoltando il battito cardiaco di Stiles per capire la sua esatta posizione. Quando lo trovò, vide la porta della cella sul pavimento e Isaac dalla parte opposta della stanza che stava sbattendo al muro un poliziotto. Forse era il cacciatore mandato dagli Argent di cui Scott le aveva parlato a telefono.
Dall’altra parte c’era Stiles, a terra e con le spalle contro il muro.
Andò da Stiles e si inginocchiò accanto a lui, posandogli una mano sulla spalla.
«Stai bene?» gli chiese Cassidy.
«Sì» le rispose, mentre guardava Isaac che metteva fuori gioco il cacciatore.
Prima che Cassidy potesse alzarsi e cercare di controllare il Beta, Derek entrò nella stanza, distruggendo una siringa sul pavimento e catturando l’attenzione di Isaac. Derek guardò Isaac e lui rivolse la sua attenzione a Cassidy e Stiles, soffermandosi su quest’ultimo e scattando in avanti. Derek guardò Stiles e Cassidy prima di mettersi davanti ai due, ringhiando contro Isaac con i suoi occhi rossi e le sue zanne.
Gli occhi di Isaac si spalancarono per la paura, mentre si allontanava e si lasciava cadere contro il muro dietro di lui, nascondendo la sua faccia in posizione fetale e tornando alla sua forma normale.
«Come hai fatto?» gli chiese Stiles.
«Sono l’Alpha» gli rispose Derek, voltandosi a guardarlo.
Cassidy lasciò Stiles per andare da Isaac. Rimase contro il muro, proprio come un cucciolo spaventato.
Lei sospirò, immaginando che quella doveva essere l’espressione che aveva ogni volta che suo padre gli urlava contro o faceva qualcosa che lo spaventava.
«Va tutto bene» gli disse dolcemente, rassicurandolo e strofinandogli leggermente la schiena. «Isaac, dobbiamo andare. Ti facciamo uscire di qui»
Cassidy si alzò e porse la mano ad Isaac. Ancora titubante, Isaac afferrò la mano della ragazza e si alzò.
«Stiles, tu resti qui?» chiese a Stiles prima di seguire Derek fuori dalla porta.
«Non so come spiegherò tutto questo, ma andate» le rispose.
Cassidy annuì e cominciò a seguire Derek e Isaac.

 
«Stai bene?» chiese Cassidy ad Isaac, porgendogli una bottiglia di acqua, mentre si sedeva accanto a lui.
«Sì, sto bene» le rispose, prendendo la bottiglia.
«Sei sicuro? Voglio dire… sei stato in carcere, Isaac. Sei troppo carino per la galera»
«Sto bene» Isaac sorrise.
Cassidy sorrise, mentre guardava il ragazzo. Le piaceva il modo in cui i suoi occhi azzurri si erano illuminati quando Isaac aveva sorriso. Si erano scambiati dei sorrisi d quando si erano incontrati, ma questo era vero.
«Beh, il lato positivo è che sei sopravvissuto alla luna piena senza uccidere nessuno. Hai steso un cacciatore che era venuto per te quando non lo meritavi, quindi penso che questa sia una cosa della quale andare fieri»
«Già. Posso chiederti una cosa?»
«Certo»
«Siete andati a casa mia questa sera, non è vero?»
«Sì»
«Non voglio che tu ti senta obb…»
«Non lo sono. Non ho intenzione di agire come se sapessi tutto quello che hai passato, perché non so cosa sia successo. Devi solo sapere che se hai voglia di parlare con me, io ci sono»
Isaac cercò gli occhi di Cassidy per un attimo, sentendo qualcosa di familiare in loro.
«E’ successo anche a te, non è vero?»

 

Emme's corner: 
Ehi voi! Eccovi anche il secondo capitolo, tutto per voi (:
Allora, che ne pensate? Vorrei sentre qualche vostro parere, la storia merita molto!
E poi essendo ambientata nella seconda steagione ci riporta un po' indeietro con i ricordi, non credete?
Comunque, grazie a chi ha letto il precedente capitolo :D
Ci tenevo solo a ricordarvi che la storia non è mia, la sto solamente traducendo. La scrittrice è lei: WinchesterAngel3389 :D
E questa qui è la nostra Cassidy -> Cassidy Fernandez
Alla prossima, e lasciate tante recensioni u.u
#Emme#


 

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***











 
 
Chapter 3
 
Cassidy cercò gli occhi curiosi di Isaac prima di guardare a terra. Gli sorrise senza allegria prima di annuire, continuando a guardare il pavimento.
«Le cose erano un po’ diverse per me, la mia era violenza verbale. Ma sono stata picchiata da mio padre. Ogni volta che l’ha fatto, non si è trattenuto per niente. Era facile farla franca perché potevo guarire» gli rispose Cassidy, trovando improvvisamente le sue mani così interessanti.
Isaac osservava le sue reazioni mentre parlava del suo passato. Era come se si guardasse lui stesso allo specchio.
Sapeva anche che Cassidy si stava trattenendo.
«C’è di più, non è vero?» chiese Isaac incuriosito.
Cassidy annuì, guardando il soffitto mentre ingoiava il groppo che aveva in gola.
«Forse un giorno te lo dirò»
Isaac annuì, mentre Cassidy si alzava in piedi.
«Ehi» la chiamò. «Grazie. P-per oggi»
Cassidy gli sorrise, mettendogli dolcemente la mano sulla spalla prima di andarsene. Isaac la osservò andarsene e salire le scale, per poi sparire dietro la porta. Una parte era davvero curiosa di sapere cos’aveva passato Cassidy.
Un’altra si chiedeva chi mai volesse fare del male a quella ragazza. Da quando l’aveva conosciuta, lei era stata così dolce e apprensiva con lui… e l’elenco poteva continuare. Chi potrebbe farle del male intenzionalmente?
Sembrava essere l’esatto contrario di lui. Lui era un ragazzo insicuro. Quando si trattava di lei, invece, lei era fiduciosa e schietta. Non avrebbe mai immaginato che fosse molto simile a lui. Ma molte volte l’apparenza inganna. Sentiva un senso di conforto nel sapere che c’era qualcuno che lo capiva… e in più c’era il fatto che era davvero carina e…
«Smettila, Isaac. No» pensò. «E’ un membro del tuo branco, un Alpha. Lei non vuole avere niente a che fare con un Beta come te. E a Derek probabilmente non piacerà questa cosa»
Isaac sospirò fra sé e sé mentre si alzava.

 

Cassidy prese un grosso respiro di quell’aria fresca della notte, mentre si avventurava dall’altro lato dell’edificio. Prese a calci dei barili di metallo vicino a lei, per poi guardarli. Non era mai stata letta nel modo in cui aveva fatto Isaac quella notte. Sapeva che lui aveva capito che c’erano molte cose che non gli aveva detto. Ma lasciò perdere.
Non conosceva Isaac da tanto tempo, ma si era fatta un’idea su come fosse prima di incontrare Derek e lei. Era stato rispettoso verso di lei fin dall’inizio… come poteva uno come lui aver avuto una vita così schifosa? Come poteva il padre aver  fatto del male a un ragazzo come lui? A suo figlio?
Ricordava come si era sentita nel seminterrato di casa di Isaac, voleva quasi scappare via e non tornarci più.
Lo sguardo di Cassidy si posò poi su una pila di assi di legno lì vicino. Le fissò per un attimo per poii cominciare a prenderle a calci per la frustrazione. Poi prese un pezzo di legno e lo lanciò via, rompendo una finestra lì vicino.
Cadde in ginocchio, ormai in lacrime. Era arrabbiata con sé stessa, col mondo.
Com’era possibile che uno come Isaac avesse passato tutto questo per tutto quel tempo? Come diavolo aveva fatto lei a meritarsi tutto quello che le era capitato? Perché era così debole?
Mentre singhiozzava, sentì una mano toccarle leggermente la spalla. Spaventata, si alzò e si voltò, per poi tornare a sedersi quando vide Derek. Quest’ultimo sospirò e si inginocchiò per poter guardare la ragazza Alpha negli occhi, che evitò il contatto visivo.
«Non devi essere in imbarazzo, Cassidy» le disse Derek.
Sapeva che tutto quello che era successo quella sera aveva riportato a galla vecchi ricordi. Sembrava sempre più chiaro per lui che Cassidy non aveva avuto il tempo di affrontare certi sentimenti. Sperava che stando con lui e Isaac, che avevano un passato in qualche modo simile, l’avrebbe aiutata.
Derek tese la mano a Cassidy. Lei lo guardò mentre si alzava in piedi, afferrando la sua mano.
«Mi dispiace» disse Cassidy, asciugandosi le lacrime. «Non voglio che tu pensi che io sia come una bambola di porcellana che si rompe al primo tocco»
«Non lo penso perché so che non lo sei» le rispose. «Ma credo che tu abbia bisogno di un po’ di tempo per affrontare tutto quello che ti è successo»
«Cosa? Sto bene, davvero, Derek»
«Tu ed io sappiamo che non è vero»
«Beh, almeno sto andando nella direzione giusta» rispose Cassidy con sarcasmo, sentendosi frustrata. «Ho già espresso rabbia e un po’ di depressione. Che ne sai tu? Sono già a un paio di passi dal farla finita»
«Cassidy…»
«Vediamo, non c’è motivo di negare quello che è successo, c’è ancora la fase della contrattazione ed io potrei aver saltato qualche passo, ma poi tutto finisce con l’accettazione. Mi dispiace Derek, ma non credo che potrò mai accettare il fatto che qualcuno abbia abusato di me e che abbia perso tutto quello a cui tenevo»
«Sembra che tu sia sulla rabbia adesso» le rispose Derek con un sorriso, sperando di colpirla nel profondo.
Aveva elaborato un piano. Poteva spingere Cassidy attraverso questi “passi”, per farle fare dei progressi. Alla ragazza non sarebbe piaciuto, ma doveva farlo.
«Non trattarmi con condiscendenza. Sto seriamente reprimendo la voglia di ucciderti adesso»
«Davvero? Dubito che ci riusciresti, ma mi piacerebbe vederti provare»
Cassidy chiuse gli occhi, cercando di controllare il lupo dentro di lei. Si accorse che non stava funzionando quando sentì i suoi artigli e i suoi canini fuoriuscire.
«Zitto Derek» lo avvertì, ringhiandogli poi contro.
«Andiamo, Cassidy. Devi far uscire un po’ della rabbia che c’è dentro di te»
Cassidy guardò Derek, che indietreggiò, preparandosi per una lotta.
«Lo hai fatto apposta?»
Un Derek completamente trasformato offrì un sorriso soddisfatto a Cassidy, facendola arrabbiare ulteriormente. Il sorriso di Derek crebbe quando lei lo fissò con gli occhi rossi, mentre finiva di trasformarsi. Il suo lato lupesco aveva completamente preso il sopravvento, facendola andare fuori di testa.

 

Cassidy si svegliò di soprassalto. Si guardò intorno per un attimo, per poi mettersi a sedere, sentendo un aumento di dolore sull’intera zona addominale.
«Oww! Figlio di una buona madre!» gridò.
Isaac entrò nella sua stanza di corsa e si precipitò al suo fianco.
«Ehi, Ehi. Attenta, non hai ancora completato il processo di guarigione» le disse, aiutandola a stendersi di nuovo.
«Guarire da che cosa? Cosa è successo?»
«Ti sei battuta con Derek l’altra notte. Ha vinto lui»
«Immagino»
Cassidy sospirò, mente si rimetteva sdraiata.
«Cos’è successo?»
«La luna piena. Mi ha detto qualcosa per farmi impazzire e ho perso il controllo»
Isaac annuì, mentre Cassidy provava a mettersi a sedere.
«Cass…»
«Sto bene, Isaac, davvero. Probabilmente ho un paio di costole rotte, ma sto bene. Aiutami ad alzarmi»
«Sei sicura?»
Cassidy annuì. Isaac sospirò a voce alta e mise il braccio sinistro di Cassidy intorno al suo collo, aiutandola ad alzarsi. Voleva davvero lasciar perdere visto che la ragazza si stava lamentando dal dolore, ma sapeva che Cassidy non glielo avrebbe mai permesso. Una volta che fu in piedi, l’aiutò a uscire dalla sua stanza.
«Quindi, do per scontato che tu te le sia cavata bene per il resto della notte» disse Cassidy.
«Beh, Derek mi ha spaventato e sono rimasto umano per il resto della notte, quindi direi di sì» rispose Isaac, con un piccolo sorriso.
Cassidy sorrise e guardò Isaac per un momento. Notò com’era concentrato ad aiutarla e a non farle fare male. Non poté fare a meno di pensare che sembrava davvero carino quando era concentrato. Isaac sentì i suoi occhi su di lui, così si girò a guardarla. Si fissarono negli occhi per un po’, in silenzio. Prima che uno dei due potesse dire qualcosa, sentirono la porta aprirsi.
A interrompere quel momento fu Derek, che scese dalle scale accompagnato da una ragazza con i capelli biondi disordinati.
«Spero che tu sia orgoglioso di te stesso» Cassidy disse a Derek.
«Lo sono. Non ti vedo arrabbiata come ieri sera» le rispose, con lo stesso ghigno della sera prima. Cassidy guardò Derek, i suoi occhi erano diventati rossi. «Ringhia quanto vuoi, lo sai che ho ragione»
La ragazza alzò gli occhi al cielo davanti alla sfrontatezza di Derek. Ma aveva ragione, non era arrabbiata come la sera prima. Forse quello che aveva fatto l’aveva aiutata sul serio. Ad ogni modo, non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, poteva sempre dare la colpa alla luna piena.
«Comunque, lei è Erica. E’ un nuovo membro del branco. Erica, lei è Cassidy e sono sicuro che tu conosca Isaac» continuò Derek.
Erica offrì timidamente un sorriso a Cassidy e Isaac, guadagnandone uno in cambio dai due lupi.
«Sto meglio, Isaac. Posso farcela» disse Cassidy, togliendo il braccio di Isaac dalla sua spalla.
«Sei sicura?» le domandò Isaac, aiutandola.
«Sì… Grazie»
Cassidy e Isaac si scambiarono un altro sorriso, trovandosi di nuovo a guardarsi profondamente negli occhi. Il contatto si interruppe quando Derek si schiarì la voce. Con un po’ di imbarazzo per essere stati beccati, Cassidy si avvicinò a Erica, avvolgendo il braccio intorno al suo busto.
«Andiamo» le disse, offrendole poi la sua mano.
Erica le sorrise, mentre le prendeva la mano e si lasciava condurre nel vagone della metropolitana. Cassidy pensò che sarebbe stata una buona idea parlare con Erica su come sarebbe stato essere un licantropo femmina. Ma si fermò improvvisamente, e una cosa successa la sera prima le attraversò la mente come un lampo.
Ricordava qualcosa della lotta con Derek, e non riusciva a toglierselo dalla mente. Sollevò la manica sinistra e trovò il segno che stava cercando.
«Mi hai morso ieri sera?» chiese Cassidy a Derek, che si strinse nelle spalle. «Davvero? E’ una cosa che mi aspettavo da me, non da te. Davvero mascolino, Derek» aggiunse con sarcasmo.
Derek fece un piccolo sorriso, prima di allontanarsi. Si aspettava da lei un paio di scatti di rabbia, ma sembrava che stesse gestendo abbastanza bene la cosa. Il suo sguardo si rivolse a Isaac, che stava guardando le due ragazze che si allontanavano, il sorriso stampato sul volto.
Conosceva quello sguardo. Non solo, ma poteva sentire l’odore da un miglio. Isaac era attratto da Cassidy. E a giudicare dal loro piccolo scambio di sguardi, lei ricambiava quei sentimenti.
«Andiamo. L’allenamento inizia adesso» Derek disse a Isaac, mettendosi di fronte a lui.

 

Cassidy si mise a sedere con Erica, emettendo un piccolo gemito di dolore.
«Sembra che non sia ancora completamente guarita» disse, ridendo un po’. Erica le sorrise, aspettando che continuasse a parlare. «Beh, prima di tutto vorrei darti il benvenuto nel branco. Secondo, non so davvero come affrontare queste cose. Hai qualche domanda da farmi su quello che succederà adesso?»
Erica scosse la testa, ottenendo un piccolo sorriso gentile da parte di Cassidy.
«Okay. Ma sai che se avessi bisogno di qualcosa, puoi venire da me. Essendo un lupo femmina, può essere complicato parlare con Derek» continuò.
«Grazie» le rispose Erica piano.
«Di niente. Ora, che ne dici di andare a fare un po’ di shopping? Il morso ti cambierà, e penso che dovremmo trovare degli abiti che ti valorizzino»
«Sì, mi piacerebbe»
«Fantastico! A essere onesti, io potrei metterci un po’. E’ passato un po’ di tempo dall’ultima volta»
Erica sorrise a Cassidy mentre questa si alzava, cosa molto più facile di quando si era seduta, e la conduceva in camera sua. Dopo aver afferrato la giacca e le chiavi della macchina, si diressero verso le scale.
«Torniamo subito» disse a Derek, mentre lui e Isaac si allenavano.
«Dove state andando?» le chiese Derek.
«Shopping. Roba da ragazze, non capiresti»
A Erica piaceva il modo in cui Cassidy affrontava tutto: era piena di fiducia. Sperava che il morso l’avrebbe aiutata a fare lo stesso. Era stanca di essere così insicura, soprattutto a causa della sua epilessia. Derek le aveva detto che sarebbe tutto scomparso, ed era per quello che aveva accettato. Per una volta, Erica sentiva che nella sua vita qualcosa andava per il verso giusto. Sua madre le poneva davvero poca, o nessuna, attenzione a meno che non finisse in ospedale (a volte, nemmeno quando era in ospedale, in realtà) e suo padre era spesso in viaggio per lavoro. Forse Cassidy aveva ragione, questo morso le avrebbe dato una nuova versione di se stessa. Un buon inizio? Era in un branco, in un gruppo al quale poteva finalmente appartenere, e nessuno l’avrebbe più presa in giro. E poi iniziava a vedere Derek e Cassidy, i due Alpha, come una mamma e un papà.
Era stata la decisione più giusta accettare il morso.

 

Dopo aver lasciato Erica a casa sua, Cassidy si recò alla stazione della metropolitana. Non poteva fare a meno di sorridere quando pensava alla nuova Beta alle prese con il suo nuovo guardaroba. Dopo un po’, Erica sembrava davvero sentirsi a suo agio con Cassidy. Erica le piaceva, e sperava davvero che la nuova confidenza che aveva acquistato non l’avrebbe cambiata troppo.
Parcheggiò la macchina, spense il motore e afferrò le sue due borse della spesa, un sacchetto di cibo e delle bevande, prima di entrare. Mentre si recava al piano di sotto, vide Derek che insegnava a Isaac come trasformarsi di sua volontà, ma senza fare uscire completamente il lupo dentro di lui. Fortunatamente per Isaac, quella sarebbe stata la cosa più facile da imparare. Per quanto riguardava la luna piena… beh, era tutta un’altra storia.
«Da quanto tempo ci state lavorando?» chiese Cassidy, mentre gli artigli di Isaac venivano fuori.
«Da quando te ne sei andata» le rispose il ragazzo, ritraendo gli artigli.
«Se riesci a rendere i tuoi occhi gialli, senza zanne né artigli, ti do un po’ di cibo»
Derek guardò Isaac e attese. Questa era la prima cosa sulla quale avevano lavorato. All’inizio aveva la tendenza a far uscire gli artigli, ma poi aveva acquisito il controllo piuttosto velocemente. Cassidy sorrise vedendo gli occhi di Isaac diventare color oro. Isaac si guardò le mani e poi tastò i denti, scoprendo che ce l’aveva fatta.
«Va bene» proseguì Cassidy, aprendo il sacchetto di cibo.
Tirò fuori un hamburger con le patatine fritte e lo diede a Isaac, che non fece a meno di sorridere alla vista del cibo. Stava morendo di fame e non era mai stato così felice di vedere qualcosa da mangiare.
«Erica è a casa sua?» le chiese Derek, accettando il cibo da Cassidy.
«Sì»
I tre improvvisarono un tavolo con delle assi di legno e cominciarono a mangiare.
«Stavo pensando che dovremmo lavorare di più su di te questa sera» disse Derek a Cassidy, rompendo il silenzio.
«Non sono sicura di essere pronta. Ieri sera c’era la luna piena, è stato facile farmi arrabbiare»
«Ecco perché useremo la luna piena per la tua rabbia»
«Okay… Allora su che cosa dovremo lavorare?»
«Sul tuo rifiuto»
«Rifiuto? Derek, io non sono in fase di negazione»
«Dire continuamente che stai bene, è negazione. Fidati di me, so per certo che tu non stai bene»
Cassidy guardò l’hamburger mentre masticava. Era sempre così. Da quando si erano incontrati, lui aveva ragione e lei aveva torto. Sospirò ad alta voce e guardò il vagone della metropolitana, evitando il contatto visivo con Derek.
«Beh. Forse in fondo non sto davvero bene» disse Cassidy piano.
«Mi dispiace, non ho sentito»
«Zitto, mi hai sentito benissimo»
«No, invece»
Cassidy sbatté una mano sul tavolo improvvisato. Guardò Isaac, che li stava osservando entrambi in silenzio.
«Forse non è vero che sto bene. Sei contento?» Cassidy disse più forte, sempre evitando il contatto visivo.
«Quasi. Cosa c’è che non va?» continuò Derek, volendo che lo dicesse ad alta voce.
«Derek»
«Cassidy» disse lui, con fermezza.
«Hanno abusato di me. Ho perso tutto ciò che per me contava. Quindi no, non sto affatto bene»
Isaac guardò Derek, che sembrava abbastanza soddisfatto della sua risposta. Questa confessione lo aveva reso ancora più curioso di sapere esattamente cosa aveva perso Cassidy. Derek mise da parte il suo cibo e si alzò, ma prima di andarsene si rivolse un’ultima volta a Cassidy.
«Mi stai dicendo quello che vuoi farmi sentire. Va bene. Ho capito che l’unico modo per superare la negazione è aspettare che tu sia pronta a parlare di quello che ti è successo. Solo così arriverai all’accettazione»
«Ho già parlato con te»
«Stando bene attenta a quello che mi dicevi, ti stavi trattenendo. Aspetterò che tu sia pronta. Spingerti a raccontarmelo non è il modo migliore»
Derek si allontanò, lasciando Cassidy e Isaac lì, in silenzio. Lo sguardo di Cassidy era passato da Derek al pavimento mentre si allontanava. Pensò a se stessa, ce l’avrebbe davvero mai fatta a raccontare tutto quello che le era successo? Derek aveva ragione quando diceva che si stava trattenendo. Gli aveva raccontato quello che era successo con la sua famiglia, ma non aveva mai accennato a sua figlia.
«Tutto bene?» le domandò Isaac, mettendole una mano sulla spalla.
«Sì. E’ solo… ho un sacco di cose per la mente. Derek ha ragione però»
«A proposito di cosa?»
«Tutto. Ed io questo lo odio»
«Ci vuole tempo. Nemmeno io riesco a parlare di quello che mi è successo. E’ difficile. Ma come te, forse un giorno ce la farò. Roba come questa richiede del tempo per essere affrontata»
«Ora odio che tu abbia ragione»
Cassidy e Isaac ridacchiarono per un attimo, poi cadde nuovamente il silenzio.
«Che ne dici se finiamo di mangiare e poi andiamo in quel vecchio ufficio? Ho trovato alcuni vecchi giochi. Non so perché siano lì, ma ci sono»
«Sì, perché no»
I due si scambiarono un sorriso, prima di riprendere a mangiare.
Derek guardò tutto dall’interno del vagone della metropolitana. Forse, se non si sarebbe aperta con lui, avrebbe potuto farlo con Isaac. Sapeva esattamente perché voleva aiutarla, ma non poteva non farlo senza aprirsi anche lui. Lui non era pronto per questo, e non pensava che lo sarebbe mai stato.
Ad ogni modo, se almeno Isaac sarebbe riuscito a farla aprire, per lui sarebbe stato abbastanza.

 

Emme's corner: 
Ciaao a tutti :D Eccoci di nuovo qui, un altro capitolo tutto per voi. Lasciate una recensione, farebbe davvero piacere (:
Sia io che WinchesterAngel3389, vogliamo sapere cosa ne pensate eh! 
Female Alpha: Cassidy Fernandez

 




 
 




 
 
 
 
 
 



 
 

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***












 



Chapter 4
 
La mattina dopo, Cassidy si diresse al suo primo giorno di scuola alla Beacon Hills High School. Dopo aver preso il suo orario delle lezioni, si diresse in classe. Le prime persone che notò in quella stanza? Scott e Stiles. Sapeva che avrebbero avuto delle lezioni insieme, ma era comunque sorpresa di vederli.
Mentre l’insegnate la presentava alla classe, lei sorrideva gentilmente ai due.
«Cassidy, puoi prendere poso dietro il signor Stilinski, laggiù» le disse il professore, indicando Stiles.
Cassidy annuì e fece come le era stato detto, prendendo posto dietro Stiles. Non appena il professore ebbe illustrato alla classe il lavoro da svolgere, Stiles e Scott si girarono.
«Che ci fai qui?» le chiese Stiles.
«Vengo a scuola qui, Stiles» gli rispose Cassidy.
«Voglio dire, pensavo che tu l’avessi finita da un pezzo la scuola superiore»
«Ho diciassette anni. Sembro davvero così vecchia?»
«No, volevo dire…»
«Sto scherzando»
«Come sta Isaac?» chiese Scott.
«Sta bene»
«Oh sì, certo che sta bene. Mi ha quasi ucciso l’altra notte, direi che sta bene»
«Derek lo ha fermato. E se non l’avesse fatto lui l’avrei fatto io. Isaac non ti avrebbe mai toccato»
«Derek ha trasformato qualcun altro?» le chiese Scott.
Cassidy guardò Scott per un attimo, incerta se rispondergli che fosse davvero così.
Derek non le aveva detto se poteva o no parlare di Erica.
«Lo prendo come un sì» le rispose Stiles.
«Ascoltami, non parleremo di questo adesso» disse Cassidy.
Tirò fuori dallo zaino un foglio per poter continuare a scrivere e Stiles glielo strappò dalle mani.
«Devi fermarlo, Cassidy» le disse Scott con calma.
«Non posso. Loro sono consapevoli e lui ha bisogno di un branco» gli rispose con lo stesso tono.
«Porca miseria, stai facendo le statistiche? Poi che farai, il calcolo?» disse Stiles, pensando ad alta voce.
Cassidy alzò gli occhi e si riprese il foglio dalle mani di Stiles. Scott sospirò e si girò davanti.
«Scott» sussurrò Cassidy, sapendo che poteva sentirla. «Ha bisogno di un branco e non posso davvero spiegarti tutto. Non posso controllarlo. Mi dispiace»

 

L’ora di pranzo giunse rapidamente e Cassidy si trovò già a lavoro su alcune statistiche di matematica mentre mangiava.
A pochi metri di distanza, vide Stiles sedersi con Scott, prima che Erica facesse la sua entrata.
Non poteva fare a meno di sorridere a se stessa nel vedere come Erica passeggiava, vestiti nuovi e fiducia ritrovata.
Pensò che sembrava davvero carina ed era contenta che si trovasse a suo agio con la nuova se stessa.
Erica si avvicinò a un tavolo e prese la mela di un ragazzo, per poi morderla e allontanarsi.
Cassidy si voltò e vide Scott e Stiles alzarsi per seguirla. Sospirando, chiuse le sue cose e li seguì. I tre andavano verso la porta ed Erica saliva nella macchina di Derek, sorridendo prima di chiudere lo sportello. Derek guardò Scott e Stiles e gli sorrise, prima di partire.
Adesso sapeva che Scott e Stiles l’avrebbero cercata e bombardata di domande. Cassidy si voltò lentamente e cominciò ad allontanarsi.
«Cassidy!» la chiamò Scott.
Cassidy si fermò e prese un profondo respiro, prima di affrontare i due migliori amici.
«Oh, ehi Scott» disse, fingendo un piccolo sorriso.
Scott l’afferrò leggermente per un braccio e la condusse in un luogo appartato nel corridoio.
«Quando ha trasformato Erica?»
«Ieri»
«E lei sa tutto? I cacciatori, tutto?»
«Sì»
Scott scosse la testa e chiuse gli occhi, stava per arrabbiarsi.
«Derek ha bisogno di tre membri per considerare il suo un branco, giusto?»
«Sì»
«Ha intenzione di fermarsi con Erica? Perché tu sei un Alpha e lui probabilmente vuole un altro Beta»
«Non lo so. Non mi dice a chi darà il morso»
«Cassidy…»
«Te lo giuro, Scott. E’ lui il capo del branco. Solo perché anche io sono un Alpha, non significa che debba per forza condividere ogni piccola informazione con me»
Scott annuì e sospirò. Mentre si allontanava, Stiles scambiò un piccolo sguardo con Cassidy, prima di seguire il migliore amico.
A quanto pareva chiedere scusa non serviva più a niente. Ma Isaac ed Erica erano consapevoli, conoscevano i pericoli.
Non poteva criticare Derek per questo.

 

Cassidy entrò nella stazione della metropolitana e vide Derek lavorare sia con Isaac sia con Erica.
«Ho bisogno di parlare con te» disse a Derek, lasciando cadere il suo zaino.
«Dammi un secondo» le rispose Derek.
«No, adesso»
Isaac ed Erica rimasero sorpresi dal cambiamento di tono di Cassidy. Videro i due Alpha guardarsi l’un l’altro prima che Derek facesse segno alla ragazza di seguirla nel vagone della metropolitana.
«Qual è il tuo problema?» le chiese Derek.
«Quella piccola bravata che hai fatto oggi con Erica. Questo è il mio problema, Derek. Avrebbe dovuto essere tutto diverso, ma no, Derek voleva mettere su uno spettacolo per attirare l’attenzione di Scott»
«Come decido di attirare l’attenzione di Scott dipende solo da me. Presto o tardi avrebbe scoperto tutto comunque»
«Sì, ma tu non sei quello al quale fanno domande in continuazione. Se c’è una cosa che non mi piace, è essere messa spalle al muro e ho buoni motivi»
«Che cosa gli hai detto?»
«Niente, perché tu non mi dici niente. E lo sai che quando Erica tornerà a scuola chiederà direttamente a lei»
«Lascia preoccupare me di questo. Ne ho già parlato con Erica»
«Hai intenzione di dirmi chi sarà il prossimo? Sai, credo di avere il diritto di saperlo come seconda a comandare»
Derek le offrì un sorriso compiaciuto prima di lasciare il vagone della metropolitana, tornando da Isaac ed Erica.
Cassidy sospirò rumorosamente prima di sedersi. Perché Derek dovrebbe mantenere un tale segreto? Certo, c’era la possibilità che lei dicesse la verità a Scott una volta che glielo avrebbe detto.
Derek non voleva segreti tra di loro, ma adesso non le stava dicendo chi era il prossimo a entrare nel branco.
Scuotendo la testa per la frustrazione, si alzò e uscì dal vagone della metropolitana, afferrando il suo zaino e mettendosi su quel tavolo improvvisato. Alzò gli occhi e vide Derek, Isaac ed Erica, mentre prendeva i suoi libri e finiva i compiti.
Non passò molto tempo prima che Derek finì con i due Beta.
«Io esco, torno dopo» disse Derek a Cassidy, mentre si dirigeva verso le scale.
«Va bene» gli rispose Cassidy, senza togliere gli occhi dal suo libro.
Isaac ed Erica riuscivano a sentire la tensione tra i due. Si poteva sentire anche l’irritabilità di Derek, che alzò gli occhi al cielo prima di uscire. I due decisero di unirsi a Cassidy, Erica si sedette di fronte a lei e Isaac al suo fianco.
«Sei arrabbiata con me?» chiese Erica a Cassidy.
Cassidy guardò Erica per un attimo, sospirò e mise giù la matita.
«Lo sono stata per un po’. Adesso non più. A proposito, sei davvero carina» le rispose Cassidy, sorridendole.
Erica sorrise e la ringraziò, sentendo l’irritabilità di Cassidy scorrere via. Isaac sollevò il libro di Cassidy, guardò la copertina, annuì e lo mise di nuovo giù.
«Beh, vado a casa mia. Ho un po’ di compiti da recuperare. Ci vediamo dopo»
«Ciao» le risposero all’unisono Isaac e Cassidy.
Non appena Erica girò l’angolo, Isaac guardò il libro e il quaderno di Cassidy.
«Sì, Isaac?» disse Cassidy, sorridendo al ragazzo accanto a lei.
«Chimica avanzata… questa merda sembra difficile» continuò Isaac, mentre guardava il libro e le risposte che Cassidy aveva segnato.
«Se conosci la chimica bene, non è tanto male»
«Vuoi sapere come testare quanto bene conosci tutto questo?»
«Come?»
«Spiegalo a me. Non ho niente di meglio da fare, e non solo io avrò la possibilità di imparare qualcosa, ma ci faremo compagnia a vicenda»
Cassidy e Isaac si scambiarono un sorriso, dopo di che la ragazza abbassò lo sguardo e scosse la testa.
Mise il suo quaderno al centro e cominciò a spiegare come aveva ottenuto quelle risposte a Isaac.

 

Il giorno dopo, a scuola non c’erano stati intoppi per Cassidy. Una volta tornata alla stazione della metropolitana, però, incontrò il nuovo membro del branco. Vernon Boyd, che tutti chiamavano Boyd.
«Quanto tempo passerà prima che Scott sappia di Boyd?» chiese Cassidy a Derek, passando la mano sul braccio di Boyd, mentre camminava verso lui.
«Lo ha già capito. A pranzo lui e Stiles si sono resi conto che non c’era» le rispose Erica.
«E’ per questo che Erica sta andando a controllare a casa di Boyd» aggiunse Derek. «Uno tra Scott o Stiles si presenterà. L’altro lo cercherà alla pista di ghiaccio. La mia ipotesi è che sarà Scott. Lo incontreremo lì»
«E fare cosa, Derek?» gli chiese Cassidy.
«Ricordargli che sarà più forte in un branco»
«Se ti ha detto di no fino ad ora, probabilmente non si unirà mai a te. Se vuoi che entri nel tuo branco, dovrai pensare ad un altro modo per influenzarlo»
«Tipo cosa, Cassidy?»
«Non lo so ancora, ma questo non servirà a niente. Finirà con una lotta che amplierà ancora la sua diffidenza per te»
«Procederemo con il mio piano, fine della discussione. Puoi scegliere di venire o restare qui, non mi importa»
Derek si voltò e cominciò a camminare su per le scale. Isaac, Erica e Boyd guardarono prima l’uno poi l’altro, mentre Cassidy si alzava.
«Beh, qualcuno deve fare in modo che nessuno venga ucciso questa sera» mormorò Cassidy, prima di seguire Derek.

 

Derek, Cassidy, Isaac ed Erica entrarono nella pista di pattinaggio e videro Scott avvicinarsi a Boyd mentre stava lavorando. Sapevano che Scott era troppo preoccupato per accorgersi di loro.
«E questo non è stato abbastanza per dirgli di no? Qualunque cosa tu voglia, ci sono altri modi per ottenerla» disse Scott a Boyd.
«Voglio solo non dover pranzare da solo tutti i giorni» gli rispose Boyd.
«Se tu… Se sei alla ricerca di amici, puoi trovare molto meglio di Derek»
«Questo fa davvero male, Scott» disse Derek.
Scott e Boyd si voltarono a guardare Derek lì in piedi; Cassidy era in piedi leggermente dietro di lui, Erica e Isaac erano ai lati di Derek.
«Voglio dire, se hai intenzione di criticarmi, almeno ascolta alcuni pareri. Erica, com’è la tua vita da quando ci siamo incontrati?» continuò.
«Hmm… in una parola? Trasformata» rispose Erica, ringhiando verso Scott e mostrandogli i suoi canini.
«Isaac?»
«Beh, sono un po’ stanco di fare il fuggitivo, ma a parte questo, sto alla grande» rispose Isaac, sorridendo a Scott.
Derek girò leggermente la testa per guardare Cassidy, per poi tornare con l’attenzione a Scott. Si chiese se avesse dovuto chiedere anche a lei. Andando contro il suo giudizio migliore, lo fece.
«Tu che dici, Cassidy?»
«Beh, ero già un lupo prima che ci incontrassimo. Ma a essere sinceri, è bello far parte di un branco» rispose la ragazza, lanciando un’occhiata a Scott.
Scott notò lo sguardo triste nei suoi occhi. Di tutte le persone del branco di Derek, in quel momento riusciva a vedere soltanto Cassidy.
«Aspetta, questa non è una lotta equa» disse Scott, guardando Derek.
«Allora vai a casa, Scott»
Derek si voltò leggermente verso Isaac ed Erica, che cominciarono a camminare verso Scott. Cassidy guardò Erica, Isaac e Scott, e cominciò a preoccuparsi per i tre. Scott si abbassò e prese a pugni il ghiaccio, guardando Derek e completamente trasformato in lupo.
«Intendevo per loro» disse.
Isaac fu il primo ad avvicinarsi a Scott, sia lui che Erica erano trasformati. Quasi immediatamente, volò sul ghiaccio, colpendo il vetro. Scott prese poi a calci Erica, che finì al tappeto, mentre Isaac andava ancora una volta incontro a Scott. Erica si alzò e spinse Scott verso Isaac, che lo prese per il colletto della camicia. Poi spinse Scott sul terreno di ghiaccio, che tentò di non scivolare ulteriormente con i suoi artigli.
Cassidy cominciò a camminare in avanti per fermare tutto, ma Derek le mise un braccio avanti per fermarla.
«Lascia fare a loro» disse Derek a Cassidy.
Cassidy sospirò ad alta voce e scosse la testa, continuando a guardare la lotta.
Scott mise Isaac al tappeto, mentre Erica gli saltava sulla schiena. Scott si appoggiò subito al vetro, facendo sbattere la ragazza. Isaac tornò all’attacco e cercò di colpire Scott, guadagnandosi però un pugno nello stomaco e cadendo a terra. Isaac tossì mentre cercava di alzarsi, ma si prese una ginocchiata in pieno viso. Poi, Scott gettò Erica da parte.
Boyd guardò Derek e Cassidy per un momento, Derek stava sorridendo a Scott.
«Ma non ci arrivi? Lui non sta facendo tutto questo per voi. Vuole solo avere più potere, riguarda tutto lui. Vi fa credere di aver ricevuto un dono, quando tutto quello che ha fatto è stato trasformarvi in un branco di cani da guardia!» disse Scott, prima di far scivolare Isaac ed Erica ai piedi di Derek.
«E’ vero. Si tratta del potere» ripose Derek.
Mentre Derek si avvicinava a Scott, Cassidy si precipitò a controllare Isaac ed Erica. I due rimasero faccia a faccia per un po’, prima che Derek desse a Scott un pugno nello stomaco, facendolo urlare dal dolore. Lentamente, Isaac ed Erica cominciarono ad alzarsi, e Cassidy si mise a guardare la nuova lotta.
Derek prese a pugni in faccia Scott due volte. Quando cercò di afferrare Scott, questo gli diede una gomitata, portando Derek a sorridere per il rapido recupero. Scott si preparò a dare un pugno a Derek, che lo bloccò. Lo prese a pugni quattro volte prima di afferrarlo per la gola e sbatterlo sul ghiaccio. Cassidy, Isaac, Erica e Boyd guardavano Scott che mentre tossiva espelleva un po’ di sangue. Poi Derek mise un piede sulla gola di Scott, soffocandolo.
«Basta Derek» disse Cassidy dopo un po’.
Derek la guardò e tolse il piede. Scott tossì e cominciò a prendere fiato.
Boyd scese da quella macchina e si avvicinò a Scott.
«Non farlo. Tu non vuoi essere come loro» disse Scott a Boyd.
«Hai ragione» gli rispose, alzando la maglia e mostrandogli il morso. «Voglio essere come te»
Scott lo guardò andare via, insieme al resto del branco.

 

Il silenzio riempì l’intero branco mentre tornavano nella stazione della metropolitana… ed era un silenzio scomodo.
Quel silenzio aveva molto a che fare con il fatto che Derek e Cassidy fossero completamente in disaccordo su quello che era successo quella sera. Derek sapeva che le cose erano andate nel modo in cui tutti forse si aspettavano e che doveva insegnare molte più cose a Isaac ed Erica sul combattimento.
Cassidy pensava che Derek non avrebbe dovuto iniziare quella lotta. Era diventata ancora più sconvolta quando Derek aveva cominciato a soffocare Scott e non avrebbe mollato se lei non le avesse detto di farlo.
«Ho bisogno di parlare con te in privato» disse Cassidy a Derek, rompendo il silenzio.
Si alzò e si diresse su per le scale, seguita da Derek. Una volta arrivati fuori, si diressero verso la zona in cui avevano combattuto l’ultima volta.
«Sto cercando di mantenere la calma perché voglio dire quello che penso e credo sia meglio farlo cercando di non urlare. Le cose avrebbero potuto, e forse avremmo dovuto, prendere una strada diversa questa sera. La tua lotta contro Scott ha solamente peggiorato le cose. Come ho detto prima, la sua sfiducia in te potrebbe crescere e adesso è sicuro che sia così. E se avremmo bisogno del suo aiuto con la cosa che ha ucciso il padre di Isaac?» disse Cassidy con calma.
«Qualunque cosa sia, sono convinto che possiamo farcela. Avremmo potuto seguire un altro piano, ma non ne avevamo uno. Non abbiamo avuto il tempo per farne un altro perché Scott era già a conoscenza di Boyd» le rispose Derek con lo stesso tono.
«Va bene. Mi sembra giusto. Ma dovevi per forza soffocarlo?»
«Avevo bisogno di fare un punto»
«Non so davvero a che cosa tu ti riferisca, ma va bene. Rispondi solo a questa domanda, lo avresti mollato se non te l’avessi detto io?»
«Probabilmente no. Ma sapevo che tu mi avresti detto di smettere. Ecco perché mi sono spinto così oltre»
Cassidy annuì mentre guardava a terra. Sentì la rabbia andare via, solo perché stava esprimendo le sue frustrazioni. Non le piaceva la risposta che le aveva dato Derek, ma aveva senso per lei, stranamente.
«Va bene»
«Siamo a posto? Non possiamo continuare a combattere su questo, soprattutto non davanti agli altri»
«Lo so. E sì, siamo a posto»
Cassidy guardò Derek annuire e tornare indietro. Sapeva che probabilmente di questi momenti ce ne sarebbero stati molti di più. Ma adesso, sapeva che avrebbe dovuto raccogliere le sue battaglie. Sapeva a che cosa andava incontro quando si era unita al branco. Derek gliel’aveva detto che le decisioni finali le avrebbe prese lui. Che le piacesse o no, era stata d’accordo e adesso doveva avere a che fare con questo accordo.


Emme's corner:
Sono passati secoli, lo so, ma davvero non ho avuto un attimo nemmeno per respirare in quest'ultimo periodo. 
Predonatemi, ragazzi. Però vedo che la situazione comunque non cambia, nessuno recensisce. 
Non è per in numero delle recensioni, non me ne frega minimamente, vorrei soltanto sapere cosa ne pensate, per dirlo anche a WinchesterAngel3389
Va beh, continuo ad aspettare. Al prossimo capitolo :D
#Emme#

 


 

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***












 
Chapter 5

Cassidy si svegliò e si lasciò scappare un forte gemito, visto che era stato Derek a svegliarla.
«Che c’è?» chiese a Derek irritata, tirandosi le coperte sul viso.
«Svegliati. Dobbiamo iniziare ad allenarli» le rispose Derek.
«Ho scuola oggi»
«Non ci vai oggi. Ho bisogno del tuo aiuto»
Cassidy afferrò il telefono e guardò l’ora.
«Derek, sono le sei e mezzo del mattino»
«E dovresti ringraziarmi per averti svegliata prima di loro. Adesso lascia da parte le tue frustrazioni e valli a svegliare. Andiamo»
Derek lasciò la stanza, Cassidy si girò su di un fianco e cercò di tornare a dormire.
«Svegliati, Cassidy!» la chiamò Derek dall’esterno.
Cassidy gemette di nuovo ad alta voce e si alzò, imprecando contro Derek ad alta voce e sperando che la stesse sentendo.

 

Boyd si sedette sulle scale, Cassidy si appoggiò al parapetto accanto a lui e Derek se ne stava di fronte alla piccola corsa ad ostacoli che aveva creato. Dall’altro lato di questa c’era Isaac, mentre Erica se ne stava sul vagone della metropolitana. Derek aveva già spiegato a Isaac cosa voleva che facesse con il percorso. L’attacco, però, voleva che se lo inventasse Isaac da solo. Cassidy fece un respiro profondo, un po’ nervosa per come le cose stavano per andare.
«Sei come una mamma, sempre preoccupata» le disse Boyd.
«E’ una maledizione» gli rispose Cassidy, alzando le spalle.
Videro Isaac avanzare verso Derek, per poi saltare sugli oggetti a suo piacimento.
Saltò su una trave vicina, pronto ad attaccare Derek, ma Derek lo deviò rapidamente, spingendolo a terra.
Isaac cadde a terra con un tonfo, mostrando il lieve dolore sul suo volto.
«Ancora» gli disse Derek.
Isaac lo ripeté, altre tre volte, decidendo di usare lo stesso schema ogni volta. E ogni volta finiva a terra. Sulla fine, Erica decise di uscire fuori, saltando addosso a Derek. Purtroppo anche lei venne scaraventata al suolo vicino a Isaac.
Derek sospirò infastidito, lentamente, mettendosi di spalle ai due Beta.
«C’è qualcuno che vuole cercare di non essere completamente prevedibile?» chiese.
Erica si alzò rapidamente e saltò su Derek, mentre questi si voltava. Avvolse le sue gambe intorno alla vita di Derek e cominciò a baciarlo. Cassidy alzò gli occhi al cielo alla vista dei due che si baciavano prima che Derek buttasse Erica a terra ancora una volta, accanto a Isaac.
«Questa è l’ultima volta che lo fai» aggiunse Derek, asciugandosi le labbra.
Cassidy guardò Boyd e gli fece cenno di andare con lei, sapendo che Derek avrebbe dato lezioni anche a loro adesso.
«Perché? Perché sono una Beta?» chiese Erica.
«No, perché ho qualcun altro in mente per te»
«Abbiamo finito? Ho circa un centinaio di ossa rotte che hanno bisogno di un paio d’ore per guarire» disse Isaac, alzandosi a sedere.
Boyd, Erica e Cassidy guardarono Derek, che sembrava dispiaciuto per il ragazzo.
Lo guardarono anche inginocchiarsi lentamente di fronte ad Isaac.
«Qui?» chiese Derek, mentre teneva il braccio di Isaac.
«Uh huh» rispose Isaac, prima di gridare di dolore perché Derek gli aveva rotto il braccio.
Cassidy, Erica e Boyd sussultarono quando sentirono l’osso rompersi. Cassidy fissò il vagone della metropolitana, sapeva che rompere il braccio a Isaac era quello che avrebbe probabilmente fatto Derek, aveva visto il suo sguardo.
«Cento e uno. Penso che io vi stia insegnando come combattere, eh? Guardami!» Derek urlo, e Isaac si girò a guardarlo. «Io vi sto insegnando come sopravvivere» disse, mentre lasciava andare il braccio di Isaac.
Isaac si afferrò il braccio dolorante e fissò Derek che stava andando verso il vagone della metropolitana.
«Se ci vogliono morti perché non sono ancora venuti? Che cosa stanno aspettando?» chiese Isaac.
«Isaac… Shh» gli sussurrò Cassidy, mentre Derek si voltava verso di loro.
«Non lo so. Ma stanno pianificando qualcosa, e specialmente tu sai che non è il nostro unico problema. Qualsiasi cosa sia la cosa che ha ucciso il padre di Isaac, penso abbia ucciso qualcun altro la scorsa notte. E finché non scoprirò di che cosa si tratta, avrete bisogno di imparare tutto quello che io e Cassidy sappiamo. Il più in fretta possibile»
Derek entrò nella metropolitana, lasciando il resto del branco in silenzio. Cassidy si inginocchiò fra Erica e Isaac.
«Tutto a posto?» chiese a Erica, che annuì, per poi passare a Isaac. «Fammi vedere»
Isaac diede il braccio a Cassidy, guardando come delicatamente ci strofinava le dita sopra. Cassidy fece un respiro profondo prima di guardare Isaac.
«L’osso è rotto a metà. Mi sorprende che non ti abbia perforato la pelle, ma per far sì che guarisca ho bisogno di rimetterlo al suo posto» gli spiegò, guadagnandosi un cenno di assenso. «Al mio tre. Uno…»
Prima che Cassidy potesse contare oltre, mise l’osso al suo posto, facendo gridare di nuovo Isaac per il dolore. Aveva pensato che se l’avesse colto di sorpresa non avrebbe potuto tirarsi indietro o aspettarsi dolore, prolungandolo solamente.
Isaac si portò il braccio al petto, sentendo che stava cominciando a guarire. Cassidy gli strofinò dolcemente la spalla, offrendo al ragazzo un piccolo sorriso confortante. Guardò verso il vagone della metropolitana e sospirò, alzandosi. Erica, Boyd e Isaac la guardarono mentre  si dirigeva al vagone. Lei girò intorno alle porte, sentendo la preoccupazione dei tre lupi. Fece loro un sorriso confortante prima di dirigersi all’interno, vedendo Derek di spalle.
«Non pensi sia stato un po’ troppo?» gli chiese Cassidy dolcemente e lentamente, mentre camminava verso di lui. «Sai, rompendo il braccio di Isaac?»
«Pensano che tutto questo sia un gioco. Avevo bisogno di fargli capire che non lo è affatto» le rispose.
«No, non lo pensano. Devi ricordate che hanno ottenuto tutto questo in un solo giorno. Il combattimento, la trasformazione, tutto richiede tempo. So che non ne abbiamo molto finché ci sarà in giro quella cosa che ha ucciso il padre di Isaac, ma dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo. Sfortunatamente, credo che non riusciremo a capire tutto. Tu ed io siamo qui per loro, Derek»
Derek scosse leggermente la testa e si sedette.
«Non saremo sempre qui per loro»
«Però dobbiamo esserci adesso, mentre loro ancora sono alle basi» disse Cassidy, sedendosi accanto a lui. «Finché siamo in grado di tenerli in vita noi, avremo il tempo per insegnare loro. Ce la faranno, Derek. Basta avere un po’ di fede»
Derek guardò Cassidy. In pochi istanti era riuscita a cambiare il suo stato d’animo da irritato a calmo. Proprio in quel momento, cominciava a pensare che aveva fatto la cosa migliore a prenderla nel suo branco. Sentì di aver trovato qualcuno che mai si sarebbe aspettato di trovare: una persona sulla quale contare. Aveva alcuni problemi di fiducia dopo quello che era successo con Kate Argent, ma forse avrebbe potuto imparare a fidarsi di Cassidy. Naturalmente, tornando al tema della loro conversazione, ci sarebbe voluto un po’ di tempo. E forse ce l’avrebbe fatta.
Non voleva ammetterlo ad alta voce, ma questa cosa lo aveva fatto un po’ preoccupare per una possibile lotta di potere fra i due. Ma si era reso subito conto che non doveva preoccuparsi di lei. Adesso sapeva che un branco poteva funzionare bene anche con due Alpha all’interno.
Ehi, ehi, aspetta… che cos’era quella sensazione? Per prima cosa, l’aveva aiutata con i suoi problemi anche se non la conosceva così bene. Poi sentiva questo bisogno di proteggerla. Lei trovava sempre il modo di far sembrare le cose a posto e ora lui si stava cominciando a fidare di lei? Ma erano solo sentimenti di amicizia o qualcosa di più?
«Che ne dici se ci lavoro io con loro oggi? Perché non ti rilassi un po’? O almeno potresti cercare di scoprire qualcosa in più su questa cosa che sta uccidendo la gente. Ci penso io a loro»
Derek annuì, dimenticando completamente quello che stava pensando. Si alzò e si avvicinò alle porte, prima di guardare verso Cassidy.
«Grazie» disse Derek con calma.
Cassidy gli sorrise, prima di lasciare il vagone della metropolitana. Era preoccupata per come si sarebbe conclusa quella conversazione, ma era felice che fosse andata bene. Si aspettava una lotta per decidere chi avesse ragione, ma non era stato così. Derek l’aveva ascoltata e le aveva fatto dire quello che voleva. Cassidy provò sollievo quando lui aveva accettato di lasciare a lei il suo lavoro con  Erica, Isaac e Boyd. Sembrava essere più calmo adesso.
Si alzò e uscì dal vagone, vedendo i tre Beta che l’aspettavano. Derek si diresse verso le scale con una nuova maglia addosso, prima di uscire dall’edificio scambiò un cenno con Cassidy.
«Va bene ragazzi. Avete un’ora prima che iniziamo di nuovo. Vi suggerisco di prendere questo tempo a disposizione per rilassarvi. Potrei anche essere simpatica, ma non ho intenzione di farvela tanto facile» disse Cassidy ai Beta.

 

Cassidy si sedette davanti al suo computer digitando qualcosa, mentre Isaac leggeva il suo libro di inglese.
Derek era fuori con Erica e Boyd, cercando di trovare qualche informazione sulla nuova creatura in città. Ed eccola lì, cercando di introdursi nel database della polizia per vedere se riusciva a scoprire qualcosa sull’ultimo omicidio avvenuto nell’officina.
Si fermò e guardò Isaac per un momento, ridacchiando fra sé e sé prima di tornare a quello che stava facendo.
«Che c’è?» le chiese Isaac.
«Niente» gli rispose.
«Seriamente, che c’è?»
«Niente, davvero Isaac»
«E’ già abbastanza che tu mi abbia convinto a leggere questo libro e poi spiegartelo, adesso ridi anche di me?» disse Isaac, prendendola in giro.
«No, è solo… è divertente che tu abbia accettato di farlo»
«Non ho niente di meglio da fare. Fa schifo essere rinchiuso qui tutto il giorno»
«Beh, se sei davvero annoiato, potresti fare i compiti di francese per me. Voglio dire, frequenteremo la stessa classe quando tornerai a scuola»
«Ora ti stai approfittando di me. Fai attenzione, potrei effettivamente iniziare ad apprezzarlo»
Isaac e Cassidy si misero a ridere, prima che entrambi i loro sguardi caddero sulle labbra dell’altro. Come essere umano, Isaac non avrebbe mai avuto il coraggio di fare quello che stava per fare, ma il lupo dentro di lui gli aveva dato più fiducia in se stesso. Iniziò ad avvicinarsi a Cassidy, provando sollievo quando si accorse che anche lei stava facendo lo stesso, incontrandosi a metà strada. Le loro labbra stavano per toccarsi, quando il telefono di Cassidy squillò.
Il rumore spaventò i due, che si separarono. Il telefono continuava a squillare, mente i due tornavano al loro posto e Cassidy malediceva mentalmente il telefono e chiunque ci fosse dall’altro lato.
«Pronto?» rispose Cassidy, un po’ irritata.
«Ciao anche a te» disse Derek dall’altra estremità.
«Che cosa vuoi, Derek?»
«Niente da parte mia. Tu hai trovato qualcosa?»
«Niente. Ho letto pagine e pag…» Cassidy si fermò, mentre i suoi occhi si facevano strada sullo schermo del computer.
«Che c’è?» chiese Derek, ma non ricevette nessuna risposta. «Cassidy, che c’è?»
«C’è un testimone per l’ultimo omicidio. Non indovinerai mai chi»
«Non ho tempo per indovinare»
«Stiles»
«Stiles? Sei sicura?»
«Derek, il suo nome è proprio qui, certo che sono sicura. Che altro vuoi, che legga il tuo oroscopo?»
«Un semplice sì sarebbe bastato. Stiamo andando alla partita di lacrosse, sarà sicuramente lì. Chiamami se trovi altro»
«Lo farò»
Cassidy chiuse la chiamata. Mise giù il telefono e si pizzicò il naso. Era irritata? Cavolo, certo che lo era. Era così vicina a baciare Isaac. Non avrebbe mentito, la prima volta che lo aveva visto aveva pensato che fosse carino. Poi aveva avuto modo di conoscerlo di più, e continuava a farlo giorno dopo giorno. Certo, aveva visto com’era arrogante da lupo rispetto all’Isaac che aveva incontrato prima del morso, ma non si era mai comportato in quel modo con lei. E lei di questo era grata, perché se lui si sarebbe comportato con lei come quasi tutti gli altri avevano fatto, non avrebbe avuto niente a che fare con lui. Conosceva quel tipo di ragazzi, e non portavano altro che guai.
Prima che potesse approfondire ulteriormente i suoi pensieri, il suo telefono si illuminò, segnalando che aveva appena ricevuto un messaggio. Sospirò, pensando che fosse Derek. Controllò, ma si accorse di non conoscere quel numero, costringendola a leggere subito il messaggio.
Ehi, sono Scott. Mi chiedevo se potessimo parlare. A scuola non c’eri oggi e volevo parlare con te di quello che è successo la notte scorsa.” Diceva il messaggio di Scott.
Si, certo. Quando?” gli rispose, salvando poi il numero nella rubrica.
Domani, dopo scuola. Potremmo andare a prendere qualcosa da mangiare al negozio a pochi isolati di distanza dalla scuola.”
“Va bene. Ci vediamo domani. Ah, buona fortuna per la partita di stasera.”

Cassidy posò il suo telefono, prima di tornare a lavorare su quello che voleva Derek. Guardò Isaac con la coda dell’occhio, notando come improvvisamente avesse trovato interessante quel libro. Cassidy aveva la sensazione che adesso ci sarebbe stato imbarazzo tra i due.

 

Cassidy sedeva frustrata, massaggiandosi le tempie, nella speranza di liberarsi di quel mal di testa che non faceva altro che crescere. Aveva cercato qualunque cosa su quella creatura che Isaac  aveva descritto a lei e Derek. Guardò verso Isaac, che si era addormentato dopo essersi preso una pausa, la testa appoggiata sulle braccia. Tirò via il libro e segnò il punto in cui era arrivato prima di chiuderlo. Sorrise leggermente e dolcemente sfiorò i suoi riccioli con una mano. Sembrava così tranquillo mentre dormiva, come se non avesse nessuna preoccupazione.
Tirò via la mano quando sentì la porta aprirsi. Derek scese dalle scale, Erica e Boyd lo seguivano.
«Kanima» disse Derek.
«Cosa?» gli rispose Cassidy.
«La cosa che uccide la gente. Si chiama Kanima»
«Che diavolo è un Kanima?»
«Hai un computer. Cercalo»
Cassidy inarcò le sopracciglia, mentre Derek entrava nel vagone della metropolitana. Scosse la testa e guardò Erica e Boyd.
«Allora… com’è andata la partita?» chiese ai due Beta. 

 

Emme's corner: 
Ehilà! Martedì è sempre più vicino e queste nuove stills non mi aiutano per niente ç-ç 
Ragazzi, Teen Wolf sta prendendo una piega fantastica! Non dico altro, perchè non so voi a che punto siete e odierei farvi spoiler. Parliamo della storia, invece. Ancora nessuna recensione, nessuno mi fa sapere cosa ne pensa. Beh, oltre AnnaMARIA1997, che ringrazio con tutto il cuore :D Io continuerò comunque a tradurla e pubblicarla, mi serve per migliorare il mio inglese. 
Va bene, adesso vado. Devo assolutamente continuare a scrivere l'altra storia, non la continuo da un bel po' e mi sento terribilmente in colpa per non averlo fatto ç-ç Corro, ci vediamo alla prossima (:
#Emme#

 

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***













 
Chapter 6
 
Cassidy sbadigliò mentre era in classe. Stava lavorando su una relazione sui primi cinque capitoli di “The Scarlett Letter” per l’ora di inglese, Isaac le aveva dato una breve panoramica prima che lei uscisse per andare a scuola.
«Stai bene, Cass? Hai l’aria stanca» le disse Stiles, mentre si voltava.
«Sì. Stanotte sono andata a letto tardi. Compiti» gli rispose Cassidy.
«Compiti per casa o compiti per Derek?»
«Cosa?»
«Deve averti raccontato quello che è successo l’altra sera»
«Intendi la faccenda del Kanima?»
«Già»
«Dov’è Scott?» chiese, notando solo adesso la sua sedia vuota.
«Sta cercando di scoprire qualcosa. Tu hai scoperto qualcosa?»
«Non molto. Pensavo di continuare le ricerche nella mia ora buca»
«Quand’è?»
«Dopo pranzo»
«Anche la mia. Ti aiuterò» disse Stiles, vedendo Cassidy inarcare le sopracciglia. «Voglio dire, se non ti dispiace»
«Non mi dispiace, è solo che… sono sorpresa. Scott ti ha detto quello che è successo l’altra sera alla pista di pattinaggio, giusto?»
«Sì» le rispose Stiles con un’alzata di spalle.
«E vuoi aiutarmi, dopo tutto quello che Derek ha fatto…»
«Tu non sei Derek. Da quello che Scott mi ha detto, tu non hai fatto niente. Perché, dovrei avere un motivo per non lavorare con te sul Kanima?»
«No»
«Va bene allora, ci lavoreremo su nell’ora buca»
Cassidy annuì e Stiles si girò davanti. Onestamente, non si aspettava di fare amicizie con molte persone, figuriamoci in modo così veloce, che accettassero il fatto che fosse un licantropo. Nella sua città natale, aveva dovuto mentire ai pochi amici che aveva. Era bello essere accettata per quello che era completamente, e non solo per il suo lato umano.

 

«Chi avrebbe mai pensato che non avremmo trovato molto sul Kanima» disse Cassidy, sfregandosi il viso. «E’ una creatura mitologica, com’è possibile?»
«Beh, siamo bloccati proprio qui. Voglio dire, ci vorrà un po’ per tradurre quello che abbiamo trovato nel Bestiario» le rispose Stiles, mentre continuava a cercare sul suo computer portatile.
«Quello che sto cercando di capire è perché il Kanima sia un rettile. Secondo quel poco che ho trovato, il Kanima di solito è un giaguaro-mannaro. Almeno nella cultura sudamericana. E cerca assassini»
«Questo è tutto quello che ho trovato anche io. Questo non ti preoccupa minimamente?»
«Sì. Ma almeno tu hai il Bestiario da tradurre»
Stiles rispose con un sorriso e continuò a digitare sul computer.
Cassidy si passò una mano nei capelli mentre si sedeva, fissando lo schermo del suo computer.
«Come nasce il Kanima?» pensò Cassidy. «Come, Cass? Come? …» Appena realizzò, i suoi occhi si spalancarono. Il morso. Derek una volta le aveva detto di aver morso Jackson e che Lydia era stata morsa da suo zio morto e che a loro non era successo niente.
Isaac, Erica e Boyd erano tutti e tre diventati licantropi. Invece a Lydia e Jackson non era successo niente, il che li faceva diventare i primi due sospettati.
Cassidy avrebbe voluto dirlo a Stiles, ma Derek le aveva detto di parlare prima con lui di qualunque cosa avesse scoperto. Scott e Stiles dovevano rimanerne fuori, almeno per ora. Sospirando fra se stessa, tenne la bocca chiusa. Il capo era lui, doveva rispettare i suoi ordini.
Mettendo da parte i suoi pensieri per un po’, elaborò un piano. Se era vero che il Kanima aveva questa tossina paralizzante, potevano usarla per testare Jackson e Lydia e capire che dei due fosse il Kanima. Non era possibile avvelenare un serpente con il suo stesso veleno.
Continuò, però, a fare ricerche sul Kanima, voleva saperne di più. Aveva bisogno di sapere esattamente con cosa avevano a che fare. Cosa ancora più importante, aveva bisogno di scoprire come uccidere il Kanima. Era meglio saperlo, nel caso fosse difficile da uccidere, come il lupi. Era meglio essere preparati qualora si fosse presentata la situazione.

 

Scott si sedette di fronte a Cassidy, mentre lei guardava il menù. Entrambi avevano avuto una lunga giornata a scuola e il cibo sembrava davvero un’ottima idea adesso.
«Che cosa posso portarvi?» chiese la cameriera ai due ragazzi.
«Prenderò un cheeseburger con patatine fritte e una coca, grazie» rispose Cassidy.
«Io prendo lo stesso» aggiunse Scott, consegnando il menù alla cameriera e sorridendole.
«Arrivano subito» gli rispose la cameriera, restituendo il sorriso di Scott.
«Allora…» cominciò Cassidy.
«Allora…» ripeté Scott.
«Di che cosa volevi parlarmi?»
«Dell’altra sera, in realtà. Finora, non sono stato ancora in grado di capirti»
«Che vuoi dire?»
«Voglio dire, sembri diversa da Derek. Perché ti sei unita al suo branco? Sei un Alpha, perché non te ne sei fatta uno tuo?»
«Sono un Alpha da sei mesi. Non saprei nemmeno da dove cominciare per farmi un branco. Sto con Derek perché…  beh, hai visto anche tu cosa è successo a quell’Omega nel bosco. Non aveva fatto niente di sbagliato e lo hanno ucciso comunque»
«Vero. Ma sto ancora cercando di capire cosa intendevi con “è bello fare parte di un branco”. Quando lo hai detto, ho visto questa… triste espressione nei tuoi occhi»
Cassidy si guardò le mani appoggiate sul tavolo. Sospirando ad alta voce, tornò a guardare gli occhi curiosi di Scott.
«Nella mia vecchia casa, non sono mai appartenuta o ho avuto molte persone. Eravamo solo io e mio padre. E ho dovuto mentire su tutto ai pochi amici che ho avuto»
«Vuoi dire sul fatto di essere un lupo mannaro?»
«Sì, tra le altre cose. E prima che tu me lo chieda, preferire davvero non parlarne»
«Quindi essere in questo branco è importante per te»
«Molto. Ho finalmente trovato un posto al quale mi sento di appartenere. E nonostante il loro atteggiamento arrogante, ho fatto amicizia con Isaac, Erica, Boyd e Derek»
«Come ho detto a Boyd, se sei alla ricerca di amici, ne puoi trovare migliori di Derek. Fa leva sulle persone che hanno bisogno di lui. Ecco come è riuscito a parlare con Erica, Boyd e Isaac e a fargli accettare il morso. Sta facendo lo stesso con te e io non voglio che succeda»
«Ammesso il caso che sia vero, Derek non è diverso rispetto a noi. Ha bisogno di noi tanto quanto noi abbiamo bisogno di lui. Tutti sanno cos’è successo alla sua famiglia. Lui non vuole ammetterlo ad alta voce, ma è altrettanto solitario come lo siamo noi, o eravamo»
Scott annuì e guardò il tavolo. Non aveva mai visto le cose in questo modo. Allo stesso modo, non era ancora giusto per lui fare leva sui quattro membri del suo branco. In questo momento, però, non poteva dire a Cassidy di lasciare il branco di Derek. Non poteva toglierle qualcosa che per lei significava così tanto. Lui non poteva.
«Ti basti sapere che se avrai mai bisogno di qualcosa, puoi venire da me. O anche da Stiles. Mi ha detto quanto gli piaccia il fatto che tu lo faccia ridere. Per lui non sei una minaccia come lo è Derek»
I due si sorrisero.
«Grazie Scott, lo apprezzo molto»
Scott le offrì un altro sorriso, mentre il loro cibo arrivava. Dopo aver ringraziato la cameriera, i due cominciarono a mangiare, cambiando anche l’oggetto della conversazione.

 

Derek entrò nel vagone della metropolitana e vide Isaac pensieroso. Sospirò, sapendo che Isaac doveva stare pensando a Cassidy. Le cose tra i due gli erano sembrate imbarazzanti prima che lei se ne andasse per andare a scuola e lui non sapeva perché.
«Cosa c’è che non va?» gli chiese.
«Niente» gli rispose, continuandosi a guardare le mani pensieroso.
«Le cose tra te e Cassidy era strane oggi. Ti andrebbe di spiegarmi?»
Isaac scosse la testa. Derek alzò le spalle e si diresse verso la porta del vagone.
«L’ho quasi baciata ieri sera» disse Isaac all’improvviso.
Derek si fermò, colpito dalle parole di Isaac. Questo spiegherebbe molte più cose sul rapporto dei due. Lui, però, non poteva fare a meno di sentire una fitta di gelosia nel suo cuore. Che diavolo gli stava succedendo? Non esisteva che lui fosse attratto da Cassidy. Lei aveva diciassette anni. No.
«Allora, come hai intenzione di risolvere il problema?»
«Non lo so. E’ un’ora che cerco di capirlo»
«Continua a lavorarci su. Non può continuare così»
Derek stava per uscire dalla porta, quando si fermò. Una vocina nella sua testa gli disse di aiutare Isaac.
«Ricordati, le cose diventano imbarazzanti solo se tu le rendi imbarazzanti» aggiunse, prima di lasciare il vagone della metropolitana.
Isaac guardò Derek allontanarsi. Aveva ragione. Ma come poteva fare per agire normalmente adesso? Doveva forse fare finta che non fosse mai accaduto niente? Forse farla impazzire? Oh, grandioso. Stava fantasticando di nuovo. Era spacciato. Fino a quando non avrebbe trovato un modo per far tornare le cose alla normalità, ci sarebbe sempre stato imbarazzo tra lui e Cassidy.

 

Da quando aveva scoperto un modo per testare Jackson e Lydia e scoprire chi dei due fosse il Kanima, Derek aveva trascorso l’intera settimana a pianificare come lo avrebbe fatto. Jackson sarebbe stato il primo perché tutto sarebbe stato più facile con lui.
«Saprò mai come hai ottenuto la tossina?» chiese Cassidy a Derek.
«No» le rispose Derek, guardando quel liquido bianco su un pezzo di vetro rotto. «C’è qualcos’altro che dovrei sapere prima che lo faccia?»
«No. Potrei usare quello che c’è scritto nel Bestiario, ma Stiles non ce l’ha. E’ completamente scritto in latino, ci vuole un po’ di tempo per tradurlo»
«Va bene. Erica dovrebbe tornare presto con Jackson»
«Già, a proposito di…»
«Lo faccio a modo mio. Meglio qui che là fuori»
Cassidy annuì e Derek le passò accanto. Poteva esserci un altro modo per testare Jackson? Certo, ma stava imparando piuttosto velocemente che Derek non era solo testardo, ma gli piaceva fare le cose a modo suo. Solo a modo suo. Uscì dal vagone della metropolitana e si scontrò con Isaac.
«Mi dispiace» gli disse, leggermente scossa.
«Anche a me» le rispose Isaac, sorridendole prima di andarsene.
Cassidy si passò una mano nei capelli, voltandosi a guardare Isaac per un momento. Da quando si erano quasi baciati la settimana scorsa, c’era imbarazzo tra di loro. Non avevano parlato molto da allora, e lei questo lo odiava. Si era avvicinata molto a Isaac nelle ultime due settimane e faceva schifo non potergli parlare. Aveva apprezzato molto la sua compagnia e ogni volta che era di mal umore o cominciava a deprimersi, Isaac sapeva sempre come farla sentire meglio.
Anche Isaac odiava quella situazione, forse anche più di lei. Una parte di lui desiderava non averlo mia fatto, soprattutto perché le cose per lui non andavano tanto bene in quel settore. L’unica ragazza per la quale aveva mai avuto una cotta era Lydia Martin e lei non aveva voluto niente a che fare con lui. Allora perché baciare una bella ragazza avrebbe dovuto essere diverso? Bacio o no, gli mancava passare del tempo con Cassidy. Lei era sempre riuscita a farlo sorridere e rendere migliori le cose schifose. E poi lei era sempre così gentile con lui. Ogni volta che finiva gli allenamenti con Derek era dolorante, e lei era sempre lì per aiutarlo.
Isaac girò la testa, vedendo Cassidy allontanarsi. Sospirando tristemente, si appoggiò a un pilastro vicino le scale e si perse nei suoi pensieri.

 

Cassidy sentì la porta della stazione aprirsi, costringendola a lasciare le sue cose. Guardò verso le scale e vide Erica trascinare giù Jackson. Arrivati in fondo, Isaac afferrò l’altro braccio di Jackson e lo avvicinò a Derek, che era seduto su di un gradino cementato.
«Che cosa ti è successo nella notte di luna piena?» chiese Derek a Jackson.
«Cosa? Niente» rispose Jackson con rabbia. «Non è successo niente»
Derek alzò lo sguardo dal pezzo di vetro, fissando Jackson per un attimo.
«Stai mentendo» gli disse, mentre afferrava due guanti neri e li indossava.
«Aspetta, aspetta, posso provarlo» disse Jackson, cercando di divincolarsi dalla presa di Isaac e Erica. «Mi sono registrato»
Derek sorrise mentre guardava in basso. Cassidy ed Erica non poterono fare a meno di sorridere, mentre Isaac ridacchiò.
«Ti sei registrato?» gli domandò.
«Sì, c’era la luna piena. E mentre tu ti nascondevi in un angolo credendo di essere diventato un mostro, io mi stavo preparando per il grande dono che il tuo Alpha mi aveva promesso. E cos’ho ottenuto? Niente. Volete una prova, lasciatemi prendere il video»
Derek guardò Cassidy, che scrollò le spalle. Allora si avvicinò a Jackson e si chinò verso di lui.
«Dovremmo aspettare il video?» gli sussurrò all’orecchio.
«No. No, ho un’idea migliore» disse Derek, mostrando lo specchio.
«Che cos’è?» chiese Jackson.
Quasi immediatamente, Erica e Isaac costrinsero Jackson a inginocchiarsi, mentre Derek avanzava verso di loro. Erica afferrò Jackson per i capelli, facendogli alzare la testa, e Isaac gli tenne la bocca aperta.
«Sai Jackson, sei sempre stato un serpente. E tutti sanno che un serpente non può essere avvelenato col suo stesso veleno»
Cassidy alzò gli occhi al cielo, Derek aveva usato le stesse parole che lei gli aveva detto non appena aveva avuto l’idea. Si avvicinò un po’ di più a Derek, vedendo la tossina cadere nella bocca del ragazzo. Erica e Isaac lo lasciarono andare, tutti erano in attesa di sapere cosa sarebbe successo. Con loro grande sorpresa, Jackson cadde a terra, completamente paralizzato dalla tossina.
Derek guardò alla sua destra, irritato, mentre Cassidy e Isaac si giravano verso di lui, controllando se stesse guardando o meno la scena. Tutti i loro sguardi caddero a Jackson non appena Derek si accovacciò di fronte a lui.
«Sei sempre un serpente, Jackson. Solo che non sei quello che stiamo cercando» disse Derek.
Erica, Isaac e Cassidy guardarono Derek allontanarsi, entrando nel vagone della metropolitana. Erica si avvicinò ai due, che si stavano scambiando uno sguardo. Ricordando l’altra parte del piano in caso che Jackson non fosse stato il Kanima, Cassidy annuì a Isaac. Lui rimase lì in piedi per un po’, ma poi si avvicinò a Jackson, inginocchiandosi vicino a lui e sorridendo.
«Devi ancora fare una cosa per noi. Beh, in realtà, per me» disse Isaac prima di alzarsi.
Si allontanò, sapendo che Jackson aveva capito ciò che voleva. Cassidy sospirò quando rimase da sola con Jackson. La sua parte buona non voleva lasciarlo lì sul pavimento, ma l’altra non si creava problemi visto che lo aveva visto solo poche volte nei corridoi della scuola. La parte buona vinse, costringendola a sollevare la parte superiore del corpo di Jackson e trascinarlo vicino a un pilastro lì vicino. Lo appoggiò contro di esso, in modo che fosse seduto.
«Tutto dovrebbe passare nel giro di un paio d’ore» gli disse, mentre gli raddrizzava la testa, caduta di lato.
Isaac aveva guardato tutto la scena. Gli piaceva il fatto che lei lo stesse aiutando, anche se lui non le lo meritava. Da quando l’aveva conosciuta, Cassidy era una persona gentile e cercava di fare sempre la cosa giusta. Questo era parte del motivo del perché lei gli piacesse. Sperava solo che nessuno avrebbe approfittato di lei.

 

Scott entrò in classe la mattina successiva, notando che qualcuno era seduto al solito posto di Stiles. Quasi immediatamente riconobbe l’odore… era Isaac. Si sedette sulla sedia vuota accanto a Cassidy e alzò le sopracciglia, interrogandola silenziosamente.
«Jackson» mimò Cassidy a Scott.
«Ho appena parlato con mio padre, che ha appena parlato con Jackson e ho davvero una terribile, orribile, cattiva notizia» disse Stiles a Scott, mentre velocemente si sedeva dietro di lui.
Scott si rivolse a Stiles, facendolo calmare.
«Credo di saperla già» gli rispose, facendo un cenno a Stiles.
Stiles guardò in avanti, vedendo Isaac seduto davanti a Cassidy. Scott e Stiles guardarono Cassidy prima di posare i loro sguardi su Isaac, che sorrideva dopo aver sentito la loro conversazione.

 

Emme's corner: 
Bene, bene, bene, perchè nessuno mi recensisce questa meraviglia? 
Andiamo, non è poi così orribile. Almeno due paroline, no? Voglio sapere cosa ne pensate. 
Va beh, io continuo ad aspettare eh (:
#Emme#


 

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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***












 
Chapter 7
 
Cassidy chiuse il suo armadietto e sia avviò per i corridoi, aveva francese adesso. Notò Erica e Isaac in fondo al corridoio, non molto lontani da Jackson. Si mise ad ascoltare quello che i due dicevano.
«Derek vuole che lo facciamo durante chimica?» chiese Erica a Isaac.
«Sì. E se è Lydia la uccidiamo, va bene?» rispose Isaac.
«Dobbiamo fare il test prima»
Lo sguardo di Erica cadde su Cassidy, che si stava dirigendo verso di loro. La campanella suonò e Cassidy era appena passata accanto a Jackson, notando che si copriva le orecchie.
«Oh, ehi Cassidy» disse Erica, sorridendole.
«Voi due dovreste stare più attenti. Jackson ha sentito tutto quello che avete appena detto» disse Cassidy ai due Beta, un po’ irritata.
«E allora?»
«Allora? Lo sai a chi lo andrà a dire? Scott e Stiles. Questo renderà il test ancora più difficile di quanto già non lo sia. Qual è stata la prima cosa che vi ha detto Derek? Mantenere un profilo basso, e voi non l’avete fatto. E come se volevate che lui vi ascoltasse. Voi due siete sempre un po’ presuntuosi e dovete smetterla adesso»
«Oppure che cosa?» le chiese Erica con un sopracciglio alzato, mentre si avvicinava di più a Cassidy.
«Ti stendo, Erica. E non testarmi perché non ti piacerà come andrà a finire»
Erica fece fuoriuscire i suoi artigli con un veloce movimento del polso. Isaac guardò nervoso le due.
«Cosa ti rende così sicura di poterci battere entrambi?» le disse, facendo scivolare la sua mano sulla spalla di Cassidy.
«Ero lì quando avete combattuto con Scott, Erica. Fidati, non avrò problemi»
Erica sorrise a Cassidy prima di affondarle gli artigli nel braccio, portando Cassidy a sibilare dal dolore. Cassidy afferrò rapidamente la mano di Erica e le torse il braccio, spingendole il viso contro un armadietto. Erica si lasciò sfuggire un grido, mentre Cassidy aumentava la pressione sul suo braccio.
«Fallo di nuovo e ti strappo il braccio, mi hai capito?» le disse Cassidy, non ottenendo alcuna risposta.
Fece più pressione sul braccio di Erica, facendola gridare di nuovo. «Hai capito?»
«Sì» sibilò Erica.
Cassidy le lasciò andare il braccio e guardò Isaac. Isaac la guardò scioccato, sorpreso da quello che aveva appena fatto.
Si era fatto un idea su quello che era capace di fare, ma gli era sembrato che sapesse sempre mantenere la calma… fino ad ora.
«E tu? Qualcosa da condividere?»
«N-No» le rispose.
«Bene. Erica, vai in classe» disse alla ragazza. «Isaac, andiamo. Siamo in ritardo per francese»

 

Infelice di saltare la sua ora di educazione civica, Cassidy era in piedi accanto a Derek, mentre guardavano la classe di chimica. Era il momento in cui Isaac ed Erica avrebbero fatto il test a Lydia.
«Dovrei avvisarti, Scott e Stiles probabilmente si metteranno in mezzo» disse a Derek, mentre si appoggiava alla sua macchina.
«Perché?» chiese Derek, irritato.
«Jackson ha sentito Erica e Isaac. Glielo ha detto»
Derek sospirò ad alta voce prima di continuare a guardare cosa succedeva in classe.
«Io, uh, ho attaccato Erica»
Derek si girò a guardare Cassidy, leggermente sorpreso. Lei ed Erica erano diventate amiche moto velocemente e non si aspettava di sentire quello che era successo. Finora, Cassidy aveva dimostrato di avere molto autocontrollo.
Lo sapeva perché era abbastanza sicuro che si era trattenuta dal colpirlo un paio di volte.
«Che cosa è successo?»
«Mi sono arrabbiata perché Jackson ha scoperto tutto. Mi sono confrontata con loro due sulla loro arroganza e gli ho detto che se avrebbero continuato così li avrei stesi. Lei non l’ha presa bene e ha affondato i suoi artigli nel mio braccio. Così l’ho sbattuta contro un armadietto con l’intenzione di staccarle il braccio e di darle una lezione. Ero davvero intenzionata a farlo, Derek. E ora mi sento davvero male per questo»
«Tu ed Erica non fate occhio per occhio per certe cose. Dovresti saperlo meglio di chiunque altro che come lupi mannari a volte diventiamo abbastanza violenti. Succede»
Cassidy sospirò e annuì, d’accordo con Derek. Si sentiva orribile e sapeva che avrebbe dovuto chiedere scusa ad Erica.
Decise di aspettare che fossero tornati al rifugio. I due Alpha si misero all’ascolto nella classe di chimica, Derek su Erica e Cassidy su Isaac.
«Se oserai fare del male a una perfetta bionda fragola, farò una pelliccia con la tua pelle di lupo mannaro e gliela darò come regalo di compleanno» disse Stiles, minacciando Isaac.
Cassidy sorrise a se stessa. Sapeva che Stiles non era una minaccia per il branco e sapeva anche che aveva cuore. E chissà, forse avrebbe sorpreso tutti un giorno.
«Davvero? Non ho mai partecipato alle sue grandi feste riservate a pochi eletti» rispose Isaac, ridacchiando. «Una volta le chiesi di uscire»
«Sembra l’inizio di una storia strappalacrime, io passo»
«E’ stato il primo giorno del primo anno»
«Hai pensato che le cose sarebbero state diverse al liceo, ma lei ha detto no…» continuò Stiles, in modo disinteressato e sarcastico.
«Già» rispose Isaac. «Si è messa a ridere. Mi ha detto di tornare quando la mia bici avesse avuto un motore al posto della catena»
«E’ duro l’amore non corrisposto. Dovresti scriverlo in un tema, sai, per canalizzare tutta l’energia negativa»
«Nah… Stavo pensando di canalizzarla uccidendola. Non sono molto bravo a scrivere»
«So che mi odi perché lo penso, ma il sarcasmo di Stiles è divertente» disse Cassidy ad alta voce, facendo roteare a Derek gli occhi.
Il professor Harris suonò la campanella e ordinò ai ragazzi di cambiare compagno. Cassidy osservò Stiles un po’ di più, la preoccupazione era chiaramente espressa sul suo volto. Poi rivolse l’attenzione a Isaac, che era seduto accanto a Lydia.
Stava lasciando fare a Lydia tutto il lavoro, aspettando il momento giusto per rovesciare la tossina paralizzante nella miscela. Una volta finito, Lydia si voltò per vedere se Allison era vicina a lei, permettendo a Isaac di rovesciare la sostanza all’interno del bicchiere, inosservato.
«Bravo ragazzo» borbottò Cassidy a se stessa.
Harris suonò la campanella ancora una volta, l’esperimento era finito. Ricordò ai ragazzi che potevano mangiare il cristallo che avevano appena creato. Con un paio di piccole pinze, Isaac prese il cristallo, coperto dalla tossina, e lo offrì a Lydia.
«Lydia!» la chiamò Scott, facendo cadere la sedia sulla quale era seduto.
«Che c’è?» rispose Lydia, confusa dalla reazione di Scott.
«Niente» disse Scott, sedendosi di nuovo.
Erica, Isaac, Scott, Stiles e Allison guardarono Lydia mangiare il cristallo, ma non le accadde nulla. Derek e Cassidy si scambiarono un’occhiata prima di dirigersi verso il campo. Entrambi sapevano che Scott li avrebbe cercati.

 

Scott avanzava sul campo, vedendo Cassidy e Boyd parlare tra di loro.
«Voglio parlare con Derek» disse a Cassidy e Boyd.
«Parla con me» disse Boyd, avvicinandosi a Scott.
«Non voglio combattere»
«Bene. Perché sono il doppio di te»
Cassidy alzò gli occhi al cielo, mentre Boyd e Scott erano l’uno di fronte all’altro. Aveva detto a Boyd che avere le dimensioni giuste non sempre significava avere la meglio, ma a quanto pareva avrebbe dovuto ripeterglielo. La loro arroganza le dava sempre sui nervi.
«Vero… Molto, molto vero. Ma vuoi sapere che cosa penso? Che sono più veloce io»
«Esattamente» pensò Cassidy.
Scott anticipò Boyd, che gli stava per dare un pugno, mettendo il Beta al tappeto. Scott si alzò e guardò Boyd arrabbiato.
Il più grosso stava per cominciare il secondo round, ma Cassidy lo bloccò per una spalla.
«Whoa, ragazzo» gli disse.
«Ha fallito il test» disse Derek a Scott, comparendo all’improvviso alle sue spalle.
«Sì. Il che non prova niente. Lydia è diversa» disse Scott.
«Lo so. Di notte si trasforma in un serpente omicida»
«Non lascerò che tu la uccida»
Derek alzò un sopracciglio e guardò verso Cassidy e Boyd. Boyd sorrise a Derek, mentre lo sguardo di Cassidy si rivolse a Scott.
«Oh, chi ha detto che lo avrei fatto io?»
Non appena realizzò, gli occhi di Scott si spalancarono. Isaac e Erica. Guardò verso la scuola, pronto a iniziare a correre verso di essa, ma Boyd lo bloccò con una spinta, facendolo cadere a terra. Scott tossì, lasciando Boyd soddisfatto.
«Non so perché tu pensi di dover proteggere tutti, Scott. Ma anche se fosse, Lydia ha ucciso delle persone. E lo farà di nuovo e la prossima volta potrebbe capitare a uno di noi» continuò Derek.
«Ti sbagli»
«E’ stata morsa da un Alpha. E’ lei»
Scott guardò Cassidy, sperando in qualche tipo di aiuto. Derek notò quello sguardo e guardò anche lui la ragazza. Cassidy guardò prima l’uno e poi l’altro, una volta capito che era stata messa in mezzo anche lei. Perché la stavano guardando così adesso?
«Scott, mi dispiace, ma Derek ha ragione. Il Kanima… Lydia è fuori controllo e non possiamo lasciare che uccida qualcun altro» disse a Scott, cercando di farlo ragionare.
«Hai visto quella cosa da vicino» disse Scott a Derek. «Sai che non è come noi»
«Lo è. Siamo tutti mutaforma, non sai con cos’hai a che fare. Succede raramente e accade per una ragione» disse Derek a Scott.
«Quale motivo?»
«A volte la forma che assumi riflette la persona che sei» gli disse, porgendogli la mano e aiutandolo ad alzarsi da terra. «Anche Stiles la chiama “sangue freddo”»
Scott distolse lo sguardo per un attimo, i fatti cominciavano a rendere la sua argomentazione non molto valida.
«E se lei fosse immune? E se avesse qualcosa dentro di lei che la rendesse immune al morso, motivo per cui non è rimasta paralizzata?»
Cassidy ci pensò su. Poteva essere possibile. Ma… quante probabilità avevano che fosse davvero così?
«Nessuno è immune! Non ne ho mai sentito parlare o visto. Non è… non è mai successo»
«Derek, c’è una prima volta per tutto» disse Cassidy con calma, facendo annuire Scott. Derek sospirò, guardando Cassidy.
«Che mi dici di Jackson?» chiese Scott. «Ecco perché hai fatto il test anche a lui, non è vero? Perché gli hai dato quello che voleva, vero?»
«Scott…» cominciò Derek.
«Peter ha detto che il morso o ti uccide o ti trasforma! Tu probabilmente sparavi che morisse»
Boyd distolse lo sguardo da Scott. Derek non gli aveva mai detto che il morso avrebbe potuto ucciderlo. Se lo sperava con Jackson, lo aveva fatto anche con lui? Oppure Erica e Isaac?
Boyd abbassò lo sguardo quando sentì la mano di Cassidy sul suo braccio. La guardò mentre scuoteva il capo, mimando un “no”. L’ultima cosa della quale Derek aveva bisogno era un membro del suo branco che discuteva le sue decisioni.
«Non hai idea del perché, vero?» continuò Scott.
«No» rispose Derek, arrabbiato.
«Ho una teoria. Lydia è immune e in qualche modo lo ha trasmesso a Jackson. Sai che ho ragione»
«No!»
«Non puoi farlo!»
«Non posso lasciarla vivere! Avresti dovuto saperlo»
«Speravo di convincerti. Ma non ci contavo troppo»
Derek, Cassidy e Boyd guardarono Scott mentre si allontanava, erano sorpresi. Cassidy afferrò velocemente la manica della giacca di Derek, mentre finalmente realizzava tutto.
«Lydia è già al sicuro. Isaac ed Erica non la troveranno» gli disse.
Derek ringhiò con rabbia, girandosi per andarsene.
«Non sembri molto dispiaciuta» le rispose, girandosi di nuovo a guardarla.
«Non so cosa pensare. E se Scott avesse ragione?»
«Non ce l’ha. Quali sono le probabilità che lei sia davvero immune?»
«Pochissime, ma non possiamo escluderlo. Perché non la teniamo semplicemente d’occhio? Per controllare che si trasformi»
«Non abbiamo tempo!»
«Derek…» disse, cercando di tenersi sotto controllo. «Forse dovremmo trovarlo il tempo. La teoria di Scott potrebbe essere giusta. Ti prego, se non ti fidi di Scott fidati di me. Ti prego, Derek. Veglierò io su di lei e se è lei, ci penserò io»
Boyd guardò Cassidy, che stava praticamente implorando Derek di avere fiducia in lei. Poi guardò Derek, che sembrava combattuto. Derek avrebbe voluto appoggiare la decisione di Cassidy, ma una parte di lui non glielo permetteva.
Lydia era pericolosa e doveva essere fermata.
«No» disse, voltandosi e cominciando a camminare.
Cassidy chiuse gli occhi e sospirò. Se lo aspettava, davvero. Ma non cambiava il fatto che Derek aveva ferito i suoi sentimenti.

 

Cassidy sedeva nella sua stanza alla stazione della metropolitana. Derek aveva formulato un piano un paio d’ore prima e aveva portato con sé i suoi Beta.
«Non c’è bisogno che tu venga. In realtà, penso che dovresti rimanere qui» le aveva detto prima di andarsene.
Lei era d’accordo con Scott, ma anche con Derek. Non voleva fare niente che potesse rovinare la possibilità di Derek di essere nel vero.
La parte peggiore era che sentiva di dover stare lì fuori con il suo branco. Non avrebbe dovuto fronteggiare Derek di fronte a Scott in quel modo. Adesso sparava solamente che tutti stessero bene.
«Cassidy?» la chiamò una voce con urgenza, catturando la sua attenzione. «Cass?»
Cassidy uscì dalla stanza e vide Boyd portare Erica in braccio.
«Che cosa è successo?» chiese, correndogli incontro.
«E’ stata paralizzata» le rispose Boyd.
«Bene. Dov’è Isaac?»
«E’ in macchina. E’ stato ferito»
«Dal Kanima?»
«No, da Scott»
«D’accordo, um, nel vagone» gli disse, e Boyd ci portò Erica, poggiandola su uno dei lunghi sedili. «Va bene, la tengo io. Va’ a prendere Isaac»
Boyd annuì, mentre rapidamente tornava al piano di sopra a recuperare l’altro compagno di branco.
Cassidy spostò dei capelli dal viso di Erica e cominciò a parlarle.
«Puoi parlare? In caso contrario, sbatti le palpebre una volta per dire no e due volte per dire sì. Oppure credo di poter accettare il tuo silenzio come risposta» le disse, ridendo leggermente. Erica sbatté le palpebre una volta, per farle capire che non riusciva a parlare. «Okay. Beh, a parte il fatto che tu non ti possa muovere… stai bene?» Erica sbatté le palpebre due volte.
Cassidy sospirò, era sollevata. Nel frattempo, Boyd arrivò con in braccio un Isaac privo di sensi. Cassidy fece cenno a Boyd di poggiarlo sul sedile di fronte a lei e Erica. Appoggiò delicatamente la mano sulla spalla di Erica prima di passare ad Isaac.
Iniziò a far scorrere le mani sulle braccia e sulle gambe, controllando eventuali ossa rotte.
«Sto solo controllando per vedere se c’è qualcosa di rotto» si difese con Boyd e Erica. «Giuro, non sto facendo nient’altro»
Boyd annuì, mentre Cassidy passava le mani adesso sul petto di Isaac. Sentì un’ondata di sollievo quando scoprì che andava tutto bene. Quando si sarebbe svegliato, si sarebbe sentito soltanto un po’ dolorante.
A volte, quando combatti e perdi i sensi, la guarigione tende ad essere molto più lenta del solito.
Fece cenno a Boyd si seguirla fuori dal vagone.
«Tu stai bene?» gli chiese.
«Sì» le rispose, annuendo.
«Dov’è Derek?»
«Ha inseguito il Kanima. E’ Jackson»
Merda! Jackson era… wow. Ora che il resto del branco era con lei, sperava soltanto che Derek tornasse tutto d’un pezzo.

 

«Riesci a muovere le dita dei piedi?» chiese Cassidy ad Erica.
«Sì, un po’» le rispose. La sua capacità di parlare era tornata da un quarto d’ora.
«Bene. Stai lentamente tornando alla normalità» le disse, sorridendole.
Cassidy prese il cellulare dalla tasca e controllò l’ora. Boyd era tornato con Erica e Isaac un’ora fa. Derek non era ancora tornato. Boyd, che si mise le gambe di Erica sulle sue per potersi sedere, le sorrise leggermente.
«Sta bene, lo sai» le disse, riferendosi a Derek.
«Questo non mi ferma dal preoccuparmi. Lui è proprio come me»
«Anche dopo tutto quello che è successo oggi sul campo?»
Cassidy annuì prima di controllare Isaac. Non si era ancora svegliato.
«Ehi Erica, volevo scusarmi con te» le disse, sedendosi a terra e appoggiando la schiena contro il sedile sul quale era sdraiato Isaac. «Sai, per questa mattina. Le cose sarebbero dovute andare in modo diverso e non dovevo affrontarti a scuola. Mi dispiace»
«Anche a me. Non avrei dovuto prenderlo sul personale e minacciarti. Sei stata gentile con me dal momento che ci siamo conosciute, non dovevo. Scusa» le rispose Erica.
Le due si sorrisero ancora una volta. Passò il braccio sulla spalla di Erica prima di alzarsi e uscire fuori dalla stazione, per prendere una boccata d’aria fresca. Si guardò intorno sperando di vedere Derek, ma non vide nulla. Si fermò ancora per un lungo momento prima di tornare dentro.
Dalla cima delle scale vide Isaac camminare, o meglio inciampare, e recarsi nella sua stanza. Scese le scale e si diresse in camera sua. Prese del ghiaccio dal suo piccolo frigorifero, per poi tornare nella piccola stanza che Isaac condivideva con Boyd.
«Ehi» disse Cassidy dolcemente.
«Ehi» le rispose Isaac dal suo “letto”.
«Come ti senti?»
Cassidy si sedette sul bordo del letto, mentre gli passava una mano nei capelli.
«Così così. Mi fa male la spalla»
«Questo potrebbe esserti utile»
Cassidy gli porse la busta di ghiaccio, lui la prese e la mise sulla spalla destra.
«Quando lo hai preso?»
«Subito dopo la luna piena, quando mi sono svegliata con le costole rotte. Un po’ aiuta»
Isaac annuì. «Grazie»
«Prego»
Cassidy stava per andarsene, ma Isaac l’afferrò per il polso. Guardò la sua mano prima di guardare lui.
«Potresti restare? Voglio parlare con te»
«Certo»
«Le cose sono strane tra di noi e lo odio»
«Grazie a Dio, sono contenta che tu abbia detto qualcosa perché mi sento allo stesso modo»
«Mi dispiace di rendere le cose imbarazzanti»
«Non devi essere dispiaciuto di niente. La cosa è reciproca, io non ho di certo reso le cose più facili»
«Allora, siamo apposto?»
«Sì. Siamo apposto. Il che è fantastico perché mi sei mancato»
Isaac strofinò delicatamente il pollice sulla mano di Cassidy, che non aveva ancora lasciato andare. Sorrise, felice che Cassidy si sentisse allo stesso modo. Gli mancava anche lei. Sentiva che avevano così tanto di cui parlare.
«Mi sei mancata anche tu»
Isaac fece cenno a Cassidy di sdraiarsi. La ragazza sorrise prima di sdraiarsi su un fianco accanto a lui. I due rimasero in un confortevole silenzio prima di iniziare a parlare, recuperando tutta la settimana passata.
 
 

Emme's corner: 
Ecco a voi un'altro capitolo di questa meravigliosa storia. Cercherò di fare il mio meglio per velocizzare le traduzioni, perchè io sono più avanti con la versione inglese ed è semplicemente perfetta *-* Allora, che ne dite? Ditemi un po', le vostre ship quali sono? Io credo di essermi innamorata di Cassidy e Isaac e di Cassidy e Derek :') Beh, ci vediamo alla prossima :D
#Emme#

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Capitolo 8
*** Chapter 8 ***












 
Chapter 8
Cassidy si sedette sul suo letto, portandosi le gambe al petto e appoggiandoci il mento sopra.
Aveva appena finito un’altra sessione di “allenamento” con Derek. Gli ultimi giorni erano stati molto duri per lei visto che era arrivata alla fase della depressione e della contrattazione.
«Che cosa ho fatto, Derek?» chiese Cassidy all’Alpha, mentre erano seduti nel vagone della metropolitana.
«Che vuoi dire?» le disse, un po’ confuso.
«Che cosa ho fatto per meritare quello che mi è successo? Voglio dire, non ho fatto niente di sbagliato. Sono sempre stata una brava ragazza, ho sempre ascoltato i miei genitori, e ho mangiato le verdure… quale potere superiore là fuori ha deciso che io abbia fatto qualcosa di sbagliato e di farmi passare tutto questo?»
Derek si alzò dal suo posto e si sedette accanto a lei, mettendole una mano sul braccio.
«Derek, farei qualsiasi cosa per riavere la mia famiglia. Qualsiasi. Sto cercando ancora di capire come fare ad alzarmi al mattino»
«A volte le cose brutte accadono e basta. Ci si alza al mattino perché è l’unica cosa che possiamo fare. Non è detto che sia facile, ma questo ti aiuterà a diventare chi sei destinata ad essere»
«E chi dovrei essere?»
Cassidy si passò una mano tra i capelli mentre ricordava un po’ della sua conversazione con Derek. Questi “passi” e i suoi sentimenti non stavano facendo altro che colpendola tutti in una sola volta, e lei aveva solo bisogno di capire come superare tutto quanto. Isaac le era stato di grande aiuto finora. Trascorrere del tempo con lui a parlare aveva fatto la differenza. I sei mesi trascorsi da sola, invece, erano stati molto duri. Rabbrividì al solo pensiero di come sarebbe stata la sua vita adesso se non avesse avuto il suo… se non avesse avuto il branco.
Derek si fermò sulla soglia della porta per un momento. Voleva parlarle del suo incontro con il Kanima un paio di giorni fa. Aveva deciso di aspettare per via di quello che lei stata passando, ma sembrava stare un po’ meglio dopo che avevano parlato un paio d’ore prima. Quando la vide negli occhi, il suo cuore quasi si spezzò. Da un po’ di tempo odiava vederla così triste. Provava qualcosa per lei, ma odiava non sapere precisamente cosa significasse. In un primo momento, pensò che i suoi sensi stessero in qualche modo giocando con lui. Ma poi aveva pensato che i suoi potessero essere sentimenti romantici.
Per quanto non voleva credere che fossero veri, erano plausibili.
Cacciando quei pensieri dalla sua testa, Derek bussò leggermente alla parete, mentre se ne stava sulla soglia.
«Ehi. Come stai?» chiese Derek.
«Sto bene. Meglio» gli rispose Cassidy.
«Bene. Volevo parlarti di qualcosa. Per quanto riguarda il Kanima»
«Sì. Sì, okay»

 

«Aspetta, aspetta, aspetta. Così Gerard Argent ha… fissato il Kanima per alcuni momenti come se non fosse niente» disse Cassidy.
«Esattamente. La cosa che mi ha infastidito è stata che lui non aveva paura»
«Beh, Derek, lui è il più spaventoso cacciatore che ci sia, è ovvio che non abbia avuto paura»
«No, ma era… lo sguardo che aveva. Era spento»
«Va bene. Cercherò di cercare qualcosa, magari in biblioteca. Lì dovrei essere in grado di trovare qualcosa. Dobbiamo cercare prima di capire se la cosa di Gerard sia buona o no»
Derek annuì, stava per andarsene, ma si fermò. Cassidy lo guardò perplessa, mentre lui si sedeva di nuovo.
«Stai bene?» gli chiese Cassidy.
«Sì, è soltanto…»
«Soltanto cosa?»
Derek alzò lo sguardo e la guardò negli occhi. Improvvisamente tutto aveva più senso.
Tutto aveva un senso perfetto ora che era seduto lì, guardandola negli occhi mentre pensava ai suoi sentimenti contrastanti.
«Niente. Non è niente» rispose dopo un momento, sorridendo leggermente.
«Sei sicuro?»
«Sì»
Cassidy osservò Derek alzarsi e lasciare la sua stanza. Lei si strinse nelle spalle e controllò il suo telefono. Erano le sei di sera, la biblioteca era chiusa. Sospirò e si lasciò andare sul suo letto.
«Ehi» la chiamò Isaac, mentre entrava nella stanza con libro e quaderno in mano.
«Ehi» gli rispose, sorridendo.
«Come ti senti?»
«Molto meglio»
«Bene, perché speravo che mi avresti aiutato con i compiti di chimica. Sono molto indietro e non ho la minima idea di cosa significhi tutto questo, signorina Chimica Avanzata»
Cassidy sorrise e scosse la testa, battendo al mano sul posto libero accanto a lei sul letto.

 

«Okay, di nuovo. Che cos’è un composto?» chiese Cassidy a Isaac.
«Una sostanza chimica pura che consiste… in due o più elementi combinati?» le disse lui, leggermente incerto sulla risposta.
«Sì! Adesso fammi un esempio!»
«Acqua. Idrogeno e ossigeno»
«Perfetto. Adesso una domanda semplice. Qual è la formula chimica dell’acqua?»
«H2O»
«Sai, non lo so perché tu abbia bisogno del mio aiuto. Le sai queste cose» Isaac alzò lo sguardo e sorrise, mentre un lieve rossore prendeva largo sulle sue guance. Isaac si voltò velocemente a guardare il quaderno. «Che c’è?»
«Niente»
«Isaac, davvero, che cosa?»
«E’ solo che… voglio dire, anche se lo so un po’, non ho avuto veramente bisogno del tuo aiuto… »
«Ma?»
«E’ solo… era una scusa per passare più tempo con te»
Cassidy sorrise quando vide l’evidente rossore sulle guance di Isaac. Distolse lo sguardo quando sentì che anche a lei stava succedendo lo stesso. Si schiarì leggermente la voce e tornò a guardare Isaac, che la stava fissando.
«Non c’è bisogno che tu ti inventi una scusa, lo sai»
«Già. Ma aiuta»
«Mi sembra giusto»
Cassidy e Isaac si sorrisero, poi tra i due cadde il silenzio. Chiusero il quaderno e il libro di chimica, raccogliendo le robe scolastiche di Isaac insieme.
«Posso chiederti una cosa?» le chiese Isaac.
«Sì, certo» gli disse, guardandolo.
«Tu sai tutto di me. Voglio dire, ti ho detto alcune cose che non avevo mai detto a nessuno. Quindi sono curioso… c’è qualcosa di te che nessuno sa?»
Cassidy si sedette a si mise a pensare per un momento. Certo, gli aveva detto un bel po’ su se stessa, ma non gli aveva detto tutto… per non parlare del suo passato. Sorrise quando le venne in mente qualcosa.
«So come suonare un pianoforte. Ho iniziato quando avevo sette anni e l’ho suonato fino agli undici»
«Pianoforte?»
«Sì. Mi ricordo ancora il pianoforte che mia madre prese per me. Era nero e brillante, sai il genere in cui il coperchio è aperto?»
«Devi suonare per me qualche volta»
«Sì, lo farò»
Isaac allora ebbe un’idea. Sorrise a Cassidy, mentre formulava un piano.

 

Il giorno dopo, a scuola girava la voce che Jackson mancava. Non era niente di così sospettoso visto che poteva essere soltanto malato. In entrambi i casi, era il liceo… c’era una nuova voce tutti i giorni. Se Cassidy, Isaac, Erica e Boyd avessero prestato attenzione a qualcosa, si sarebbero accorti che anche Stiles mancava.
Ma non lo fecero. Non avevano nemmeno realmente pensato al fatto che l’unico ad aver visto che il Kanima fosse Jackson era Boyd. Derek le aveva detto che aveva parlato con il Beta e prima di fare qualsiasi cosa dovevano chiedere a Scott e Stiles la conferma. Fino a quel momento, lei e Boyd non dovevano dire niente ad Erica e Isaac, che erano incoscienti.
Dopo la scuola, Cassidy si recò alla biblioteca pubblica e cominciò le sue nuove ricerche sul Kanima. Cominciò a sfogliare le pagine di un libro sulle creature mistiche, quasi aspettandosi di trovare qualcosa. La parola “Kanima” attirò la sua attenzione, costringendola a fermarsi e cominciare a leggere. Facendo molta attenzione, trovò le informazioni sufficienti, tra cui una molto importante. Tirò fuori il cellulare e chiamò Isaac.
«Pronto?» rispose Isaac.
«Ehi, sei con Derek?» gli chiese.
«Sì, dammi un secondo»
«Grazie, Isaac»
«Sì?» disse Derek dopo qualche momento.
«Ho trovato qualcosa sul Kanima. Come il lupo, il Kanima è più forte con la luna piena ed è una creatura sociale. Ma ecco la cosa interessante. Non cerca un branco, cerca un padrone. Si tratta della mutazione del gene del licantropo che non lo fa trasformare completamente fino a che non risolve quello che in passato lo ha fatto manifestare»
«Quindi non solo qualcuno lo controlla, c’è bisogno anche di risolvere qualcosa dal suo passato per far sì che diventi un licantropo?»
«Purtroppo sì»
«Hai trovato qualcosa su come ucciderlo?»
«No… non riesco a trovare nulla. Vuoi che continui a cercare?»
«No, va bene così. Se non lo trovi nel libro che stai leggendo, probabilmente non lo troverai da nessun’altra parte»
«Okay, torno lì allora»

 

Cassidy scese dalle scale della metropolitana, guardando Derek che allenata i suoi Beta. Arrivata in fondo alle scale, guardò Derek e Boyd corrersi incontro con molto vigore. Trasalì leggermente quando Derek afferrò Boyd e lo sbatté a terra. Aveva notato che Boyd stava cercando di fare la stessa cosa, ma Derek era stato più veloce.
«Ehi, Boyd» gridò Cassidy, camminando verso il gruppo. «Devi fare attenzione al linguaggio del corpo del tuo avversario. Di solito c’è un avviso. Sai che ti prenderà e ti metterà al tappeto quando le sue braccia smettono di muoversi mentre corrono o quando una delle braccia è un po’ più in avanti dell’altra. Il modo migliore per contrastarlo sarebbe quella di andare verso il basso, un placcaggio puro e semplice. Non molte persone la usano perché di solito richiede molto lavoro»
«Pronta a dimostrarlo?» le chiese Derek.
«Pensavo che non me l’avresti mai chiesto» Cassidy sorrise e si tolse la giacca di pelle, poggiandola su di un barile. Boyd andò vicino ad Erica, mentre i tre Beta guardavano Derek posizionarsi dall’altro lato della stanza. Poi guardarono Cassidy dalla parte opposta.
Derek fu il primo a cominciare a correre, Cassidy fu la seconda. I due si avvicinavano sempre di più, i tre Beta continuavano a guardare, sperando che non sarebbe finita troppo male.
Quando Cassidy fu a meno di dieci metri da Derek, andò a terra, scivolando alla destra di Derek e colpendolo alla spalle. Derek cadde in avanti, mentre Cassidy si alzava, mostrando a tutti loro che era in grado di avere la meglio su Derek.
«Tentando l’attacco basso e la scivolata, avrete il sopravvento sul vostro avversario prima che lui possa fare qualcosa. Questo di solito lì coglie di sorpresa perché sono quasi sicura che Derek si aspettava che gli scivolassi tra le gambe» continuò, mentre si voltava a guardare Isaac, Erica e Boyd. Poi si voltò verso Derek e gli porse la mano, aiutandolo a rialzarsi.
Cassidy si avvicinò al barile e prese al sua giacca. Si diresse verso la sua stanza e si sedette sul letto, tirando fuori libri e quaderni dal suo zaino. Dopo circa venti minuti che studiava educazione civica, qualcuno bussò alla sua porta.
«Ehi, Isaac» disse Cassidy.
«Ehi. Non sei occupata fra circa mezz’ora, vero?» le chiese.
«No. Con questo dovrei aver finito, il resto lo faccio a scuola. Perché?»
«Volevo sapere se volevi uscire, andare a prendere qualcosa da mangiare»
«Sì, certo»
Isaac sorrise e poi annuì, voltandosi e allontanandosi. Cassidy sorrise tra sé e sé, notando lo sguardo sul volto del ragazzo. Sembrava proprio che avesse programmato qualcosa e si chiedeva cosa fosse. Mentre ci pensava, continuò a fare i compiti.
Pensava che fosse colpa della curiosità, perché l’unica cosa che sapeva era che la mezz’ora era passata. Finì di scrivere l’ultima frase e chiuse il libro.
«Ehi, sei pronta?» le chiese Isaac.
«Sì» gli rispose, alzandosi e afferrando al giacca.
«Ti dispiace se guido io?»
«Niente affatto»
Cassidy diede ad Isaac le chiavi della macchina e si diressero fuori.

 

Isaac aveva appena portato a cena Cassidy e le aveva detto che aveva una sorpresa per lei. Così, naturalmente, quando tornarono in macchina la ragazza dovette indossare una benda, facendosi promettere da Cassidy di non sbirciare.
L’auto si fermò, e Isaac fu così gentile da aiutarla a scendere dalla macchina.
«Posso toglierla?» chiese Cassidy.
«Non ancora. Non ci siamo ancora» le rispose.
«Ti giuro, Isaac, che se è qualcosa di spaventoso ti uccido»
Sentì Isaac ridacchiare mentre la guidava. «Niente di tutto questo. Promesso»
Camminarono per un po’, poi Cassidy sentì una porta aprirsi. Si avventurarono un altro po’ prima che lui la prendesse dolcemente per le braccia e la fermasse.
«Okay. Puoi toglierla» le sussurrò Isaac all’orecchio.
Cassidy sentì un brivido lungo la schiena, poi si tolse la benda. Sorrise quando vide di fronte a sé un vecchio pianoforte.
Proprio come quello che gli aveva descritto lei. Ne sfiorò la parte superiore, per poi arrivare ai tasti.
«Hai fatto tutto questo per me?»
Isaac scrollò le spalle e sorrise. Le fece cenno di sedersi, lei lo fece. Si sedette accanto a lei e guardò le dita della ragazza scorrere sui tasti.
«Suoni qualcosa per me?»
Cassidy gli sorrise e annuì, mentre si preparava a suonare. Cominciò a suonare qualcosa di Beethoven. Isaac guardò le sue dita scivolare sulla tastiera, mentre chiudeva gli occhi e ascoltava meglio quella melodia. Era una sensazione bellissima.
Sulle note finali, Isaac riaprì gli occhi e guardò Cassidy fissare i tasti, sorridente.
«E’ stato davvero magnifico» disse Isaac. «Hai detto che hai iniziato quando avevi sette anni, giusto?»
«Sì» gli rispose Cassidy, con un piccolo cenno del capo.
«Questa quando l’hai imparata?»
«Avevo otto anni. L’avevo completamente imparata a memoria, era la mia preferita»
«Che cosa ti ha spinta a suonare il pianoforte?»
«Mia madre, le piaceva ascoltare tanta musica classica. Era una grande fan di Beethoven. Mi ha sempre detto che ascoltarlo la rilassava, specialmente quando io e mio fratello la facevamo impazzire» I due sorrisero ai ricordi di Cassidy. «Mi ricordo di quando ho detto a mia madre di voler imparare a suonare il pianoforte. Era eccitata e i suoi occhi brillavano»
I due rimasero in silenzio mentre guardavano il pianoforte. Cassidy ancora non poteva credere che Isaac avesse fatto tutto questo per lei.
«Sai, dopo questi ultimi giorni… penso che questo sia proprio quello che mi serviva. Grazie mille, Isaac. Non hai idea di quanto questo significhi per me» continuò Cassidy, guardandolo.
«Non che di che» le rispose sorridendo.
Si guardarono per un po’ negli occhi prima che i loro sguardi cadessero sulle loro labbra. Isaac si chinò lentamente, sapendo che quello era il momento perfetto per baciare Cassidy. Anche Cassidy si sporse, incontrandolo a metà strada.
Le labbra di Cassidy e Isaac si incontrarono finalmente in un dolce bacio. Non ci volle molto prima che questo diventasse più approfondito. Poi i due si separarono, appoggiando l’una contro l’altra le loro fronti e sorridendosi. 

 

Emme's corner: 
Aww, io amo questo capitolo *^* Credo che Isaac e Cassidy siano dolcissimi, li shippo u.u 
Voi che ne dite, invece? Molti avevano puntato su Derek e Cassidy... Ma aspettate, le cose non potrebbero essere finite qui, oppure sì? Emm... non me lo ricordo :| O meglio, me lo ricordo benissimo, ma non ve lo dico u.u AHAHAHAHAH approfitto per ricordarvi chi è Cassidy e chi l'autrice :3
WinchesterAngel3389 e Cassidy :3 
Ci vediamo al prossimo capitolo meraviglie :D

#Emme#

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Capitolo 9
*** Chapter 9 ***













 
Chapter 9
 
«Quindi perché abbiamo bisogno del loro aiuto?» chiese Isaac a Derek.
Derek, Isaac, Cassidy ed Erica uscirono dal vagone della metropolitana.
«Perché è più difficile da uccidere di quanto pensassi e ancora non so chi sia» gli rispose Derek.
«E loro lo sanno?»
«Potrebbero. Questo è il motivo per cui ho bisogno che uno dei due gli stia molto vicino»
«Hmm, Scott o Stiles?» chiese Erica a Derek.
«Entrambi» rispose, accovacciandosi di fronte a un bagaglio.
«La luna piena sta arrivando, Derek» aggiunse Isaac.
«Ne sono consapevole»
Derek aprì il bagaglio e ne tirò fuori alcune catene.
«Queste sembrano comode» disse Erica, portando tutti a sorridere un po’.
Cassidy scosse leggermente la testa a Erica e le tolse le catene dalle mani, dicendole silenziosamente che Derek non era in vena. Cassidy diede le catene a Derek, che le mise da parte.
«Hai detto che ci avresti insegnato a trasformarci a nostro piacimento» Isaac disse a Derek.
«E lo farò» gli rispose Derek.
«Ma se devi incatenarci durante la luna piena significa… significa che tu e Cassidy sarete da soli contro gli Argent»
«Loro non ci hanno trovati» disse Derek, chiudendo il bagaglio e allontanandosi.
«Non ancora. Dimentichiamoci del Kanima»
«Non possiamo!» Derek si voltò. «C’era qualcosa nel modo in cui Gerard lo ha guardato. Lui non aveva paura. Per niente. Io non so quello che sa o che sta pianificando, ma sono sicuro di una cosa: dobbiamo trovarlo per primi»
Cassidy fece un cenno a Derek, facendogli capire che avevano afferrato il concetto. Derek si voltò ancora una volta e si allontanò. Cassidy sospirò quando Derek non poté più sentirla, per poi voltarsi verso Erica e Isaac.
«Erica, cerca di avvicinarti a Stiles. Magari tu ce la farai con lui. Io proverò con Scott» le disse.
«Perché non posso provare io con Scott?» chiese Erica.
«Perché abbiamo bisogno di capirlo in fretta e tu vai alla deriva ogni volta che si tratta di lui. E per quanto ne so, lui non mi odia più di tanto. Fidati di me, va bene?»
Erica annuì prima di dirigersi verso le scale e uscire, lasciando Cassidy e Isaac da soli. I due si scambiarono uno sguardo prima di sorridersi. Isaac si avvicinò a Cassidy e le mise un braccio intorno alle spalle, mentre la conduceva verso le scale.
«Vuoi andare a fare una passeggiata?» le chiese Isaac con un sorriso.
«Lo farei molto volentieri» rispose Cassidy, restituendo il sorriso. «Quando torniamo dobbiamo studiare economia. Ricorda che hai un test domani»
«Sì, okay. Non pensavo che baciarti ti avrebbe resa così prepotente»
«Mi dispiace di voler essere sicura che tu venga promosso»
Isaac e Cassidy si sorrisero ancora una volta quando raggiunsero la cima delle scale. Prima che Cassidy potesse uscire fuori, Isaac la tirò a sé e la baciò.
«Attento, più baci mi dai e più prepotente divento» lo prese in giro Cassidy.
«Ne vale la pena» Isaac le diede un veloce bacio sulle labbra.
Appena fuori dalla porta, Isaac afferrò la mano di Cassidy, intrecciando le loro dita.

 

Erica e Cassidy camminavano nei corridoi della Beacon Hills High School alla ricerca di Scott e Stiles. Quasi immediatamente, videro Stiles correre dietro Lydia.
«Tu segui Stiles. Io cerco Scott.» le disse Cassidy.
Erica annuì, mentre si sintonizzava sulla conversazione fra Stiles e Lydia. Sentì che il ragazzo chiese a Lydia dei veri genitori di Jackson.
«Lydia, andiamo! Lydia, aspetta!» Stiles chiamò la rossa.
Erica prese il ragazzo e lo spinse contro il muro, con la mano sul petto e gli artigli in bella vista.
«Ehi Erica…» disse Stiles.
«Perché ti interessa dei veri genitori di Jackson?» chiese a Stiles, mentre lui guardava prima gli artigli e poi gli occhi marroni della licantropa.
«Perché fai fuoriuscire gli artigli in diretta?»
Stiles fece cenno alla nuova telecamera dietro di Erica, che abbassò la mano e ritirò gli artigli.
«Vuoi giocare a Catwoman? Io sarò il tuo Batman» continuò il ragazzo, cominciando ad andare via.
«Se vuoi sapere dei veri genitori di Jackson sono a circa mezzo miglio da qui» Stiles si fermò di colpo e si voltò. «Al cimitero di Beacon Hills»
Questa volta fu Erica ad andare via, e Stiles cominciò a seguirla per sapere di più. Incontrò Cassidy e Isaac nel corridoio, sorridendogli.
«Perché non stai cercando Scott?» Erica chiese alla ragazza Alpha.
«Isaac mi ha detto che sta recuperando un test di chimica» le rispose Cassidy.
Erica annuì, e continuò a camminare nel corridoio con Stiles che la seguiva.
«Va bene, aspetta! Aspetta, aspetta, aspetta» disse Stiles, e Erica finalmente rallentò. «Sai come sono morti?»
«Forse» gli rispose. «Se mi dici perché ti interessa così tanto» Erica ci pensò su per un attimo e si fermò, facendo fermare anche Stiles proprio dietro di lei. «E’ lui, non è vero?»
«Cosa? Chi, lui chi?»
«Il test non ha funzionato, ma è lo stesso lui» disse, riprendendo a camminare. «E’ Jackson»

 

Cassidy era seduta in biblioteca, seduta a fare i compiti di chimica avanzata che non aveva fatto la sera prima. Aveva passato così tanto tempo a studiare con Isaac che aveva dimenticato i suoi.
«Sei proprio una secchiona» le disse Isaac, sedendosi vicino a lei. «Sempre a studiare»
«Già» gli rispose Cassidy sorridendo, mentre continuava a leggere. «Perché ho pensato che frequentare chimica avanzata sarebbe stata una buona idea? Avrei dovuto decidere di essere l’assistente del professor Harris, invece. Classificare scartoffie suona proprio bene adesso»
«Beh, poi come avresti potuto dire di annoiarti?»
«Touché. Com’è andato il tuo test?»
«Bene. E’ stato facile»
«E’ bello sentirlo. Specialmente quando sono sicura che sarò io quella a non passare il suo test oggi»
«Andrai bene. Mi hai dimostrato di essere molto intelligente, puoi farcela»
«Almeno uno di noi è ottimista. Grazie»
Cassidy guardò Isaac e gli sorrise. Quando Isaac tirò fuori i suoi libri dallo zaino, seguendo l’esempio di Cassidy, il telefono della ragazza vibrò.
L’ho capito. E’ Jackson” diceva un messaggio di Erica.
«Erica ha ottenuto qualcosa da Stiles. E’ Jackson» Cassidy disse a Isaac.
«Jackson? Ma ha superato la prova»
«Lo so… Ma dobbiamo prendere per vero le parole di Erica»

 

Isaac e Cassidy entrarono nella stazione della metropolitana, zaini in mano. Derek si diresse verso di loro.
«Dov’è Erica?» chiese ai due.
«Doveva rimanere a scuola. Punizione» gli rispose Cassidy, scendendo le scale.
«Per cosa?»
«Ci ha detto che il professor Harris l’ha data a tutti quelli che hanno cercato di fermare la rissa tra Scott e Jackson»
«Voi avete trovato qualcosa?»
«Oh sì, lei sta bene, Derek. Non si è fatta niente. Grazie per averlo chiesto»
«Lo so che sta bene. Avete trovato qualcosa o no?»
«Erica l’ha fatto»
«Allora, chi è il Kanima?»
«Te lo dirà Erica quando tornerà»
«Cassidy»
«Derek, davvero, non voglio discutere. Ho un sacco di compiti da fare e sono davvero stanca. Aspetta che Erica torni, per favore»
Cassidy si diresse verso la sua camera, lasciando Isaac e Derek soli.
«Erica ha detto che era Jackson» Isaac disse a Derek prima di raggiungere Cassidy. «Stai bene?» le chiese quando arrivò nella sua stanza, vedendola massaggiarsi le tempie.
«Sì. E’ che tra la scuola, il Kanima e Derek che vuole che faccia tutte queste ricerche…»
«Ti sta caricando un po’ troppo, eh?»
«Sì, è troppo per me in questo momento. Voglio dire, sto facendo tutto questo anche nel fine settimana»
«L’estate sta per arrivare, basta aspettare un po’. Che ne dici se questo fine settimana io e te facessimo una gita? Non importa la destinazione, cerchiamo di trovare qualcosa da fare. Ci allontaniamo per un po’»
«Questo fine settimana c’è la luna piena»
«Bene, il prossimo fine settimana allora»
Cassidy sorrise e annuì ad Isaac. Qualche giorno lontano da Beacon Hills potrebbe essere bello, forse potevano davvero divertirsi insieme. Come un secondo appuntamento.
«Onestamente, mi sembra un’idea meravigliosa. Mi piacerebbe»
«Lo sapevo che ti sarebbe piaciuta»
Isaac si chinò e diede a Cassidy un bacio sulla guancia mentre si sedeva accanto a lei. Si scambiarono uno sguardo e subito dopo sentirono un urlo. Corsero fuori dalla stanza e videro Erica sdraiata a terra, fra le braccia di Stiles; Scott era seduto su uno dei sedili, guardando Derek accanto a Erica.
«Ha ancora il veleno in circolo. Questo le farà male davvero» disse Derek.
Affondò gli artigli nel braccio di Erica, facendola sanguinare e urlare spaventosamente. Una volta che il dolore passò, smisero anche le urla di Erica. Stiles le scostò dalla faccia alcuni capelli e lei lo guardò debolmente.
«Stiles, sei davvero un bravo Batman» disse Erica debolmente.
«Oh mio Dio» disse Scott con calma, poggiandosi la mano sulla fronte e guardando Stiles.
«Isaac, in bagno ho lasciato un kit di pronto soccorso per le emergenze. Prendilo, e anche un asciugamano» disse Cassidy.
Isaac annuì e corse verso il bagno, mentre Cassidy si avvicinava ulteriormente. Gentilmente mise una mano sulla spalla di Scott, chiaramente sconvolto per quello che era appena successo. Isaac tornò, consegnandole il kit del pronto soccorso.
«Ci penso io, Derek» gli disse Cassidy, mentre gli faceva segno di prendere l’asciugamano dalle mani di Isaac.
Derek lo prese e si pulì il sangue dalle mani, mentre Cassidy si sedeva a terra accanto a Erica. Derek le passò l’asciugamano e si allontanò dal vagone, seguito da Scott.
Cassidy avvolse l’asciugamano attorno al braccio di Erica, sentendo l’osso rotto a metà, come era successo a Isaac poco tempo prima. Sospirò fra sé e sé e guardò Erica.
«Erica, tesoro, dovrò rimetterti a posto il braccio, okay?» disse alla Beta.
«Va bene» le rispose Erica, debolmente.
Cassidy sospirò ancora una volta e chiuse gli occhi. Tolse l’asciugamano dal braccio di Erica e velocemente le rimise il braccio a posto, facendo urlare di nuovo Erica. Mise di nuovo l’asciugamano attorno al suo braccio e fece pressione. Avrebbe dovuto fasciarle il braccio perché le sue ferite erano state fatte da un Alpha e avrebbero richiesti più tempo per guarire.
«Isaac, ho bisogno che tu tenga questo»
Isaac si mise velocemente accanto a Erica e tenne stretto l’asciugamano intorno al suo braccio. Cassidy aprì il kit del pronto soccorso e prese alcune bende e del perossido. Applicò il perossido e pulì il sangue dal braccio prima di mettere le bende.
«Okay Erica, abbiamo finito» disse Cassidy guardando Erica, aveva gli occhi chiusi. «Erica?»
Sospirò leggermente quando Erica le rispose, doveva essere svenuta dal dolore o dalla perdita di sangue. Si allontanò dalla Beta e appoggiò il kit su uno dei sedili, pulendosi le mani dal sangue.
«Potete prenderla e sdraiarla da qualche parte?» Stiles e Isaac annuirono, prendendola e sdraiandola su uno dei sedili. «Stiles, che cosa è successo?»
«E’ stato Jackson. Ha paralizzato Erica durante la punizione. Ha avuto una crisi epilettica» le rispose Stiles.
«La tossina ha innescato una crisi?»
«Già»
Cassidy sospirò fra sé e sé prima di guardare Stiles «Tu stai bene?»
Stiles annuì prima di gettare uno sguardo a Erica. Cassidy si voltò, facendo cenno ad Isaac di seguirla e lasciare Stiles da solo con Erica. Scott, che stava rientrando nel vagone, fece un cenno a Cassidy quando i due si scontrarono.
«Che c’è?» chiese Cassidy a Derek, notando il suo sguardo.
«Scott è nel branco» le rispose Derek.
«Cosa?»
«Sì… E’ con noi fino a che facciamo le cose a modo suo. Lui vuole salvare Jackson, non ucciderlo»
«C’è un modo per salvarlo?»
«Non lo so» disse Derek, mentre si alzava dal suo posto. «Ma se vogliamo che Scott rimanga con noi, deve esserci»

 

Emme's corner: 
Per prima cosa, scusatemi davvero se vi ho fatto aspettare così tanto per il capitolo. Sembra quasi che io l'abbia dovuto partorire xD
Beh, ovviamente sempre se c'è ancora qualcuno che sta leggendo la storia, ovviamente. Non lo so, vi vedo poco interessati. O mi sbaglio? Lo spero. 
Comunque, come ho semrpe detto non smetterò di tradurre e postare u.u Per chi sta seguendo, posso darvi un consiglio? Cominciate a shippare Cassidy e Isaac, sono dolcissimi *-* Mi metto un po' a lavoro con i capitoli successivi, così posto più presto questa volta. Un bacio, e recensite u.u
#Emme# 
 

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Capitolo 10
*** Chapter 10 ***












 
Chapter 10
 
«Ehi» Derek chiamò Cassidy e Isaac, che stavano sfogliando le pagine tradotte del Bestiario sul Kanima, che Cassidy aveva ricevuto da Scott. «Scott vuole incontrarmi dal veterinario. Voglio che voi veniate con me»
Cassidy e Isaac annuirono, alzandosi dai loro posti. Seguirono Derek alla sua auto, che per tutto il tragitto per arrivare da Deaton tacque. Appena arrivati, videro Scott sbloccare la porta, fissando Isaac.
Chiaramente non si aspettava che ci fosse anche lui.
«Che ci fa lui qui?» disse Scott, mentre apriva la porta.
Derek fu il primo ad entrare, seguito da Cassidy e Isaac.
«Ho bisogno di lui» rispose Derek semplicemente.
«Non mi fido di lui»
«Sì, beh, lui nemmeno» rispose Isaac.
«Ragazzi, per favore» iniziò Cassidy.
«E a Derek davvero non importa» aggiunse Derek irritato. «Il veterinario ci aiuterà o no?»
«Dipende» rispose il Dr. Deaton dalla porta «Il vostro amico, Jackson… progettiamo di salvarlo o di ucciderlo?»
«Salvarlo» disse Scott allo stesso momento di Derek, che invece disse: «Ucciderlo»
«Salvarlo» disse Scott a Derek prima di tornare a guardare il Dr. Deaton «Salvarlo»
Il Dr. Deaton annuì e fece cenno ai quattro licantropi di seguirlo. Entrarono nella stanza sul retro e si disposero attorno a un tavolo, Deaton ci appoggiò sopra un vassoio pieno di piccole bottiglie. Isaac allungò una mano per afferrare una delle bottiglie, ma Derek gliela afferrò.
«Attento a quello che tocchi» gli disse Derek.
Derek lasciò la mano di Isaac, provocando una risata a Cassidy. Isaac guardò Cassidy, che stava ancora sorridendo. Scosse la testa e si appoggiò al tavolo, guardando Deaton.
«Allora, che cosa sei, una specie di strega?» chiese al Dr. Deaton.
«No, sono un veterinario» rispose, guadagnandosi un cenno da parte di Isaac.
Cassidy si lasciò sfuggire un’altra risatina, si girò a guardare oltre la sua spalla destra e scambiò un sorriso con Scott, evitando lo sguardo di Isaac.
«Purtroppo, qui non vedo niente che possa servire contro una tossina paralizzante» continuò Deaton, guardando Derek.
«Siamo aperti ai suggerimenti» disse Derek.
«Che ne pensi di qualcosa di più efficace?» chiese Isaac.
«Ci abbiamo già provato. Io gli ho quasi staccato la testa e Argent gli ha svuotato un intero caricatore contro»
«Ha mostrato qualche debolezza?» chiese Deaton.
«Una. Non sa nuotare»
«Vale anche per Jackson?»
«No, lui è il capitano ella squadra di nuoto» disse Scott.
«Quindi state cercando di catturare due persone» Deaton di voltò e afferrò un oggetto simile a una moneta, con un disegno nel mezzo. «Un burattino e un burattinaio» disse, mettendo la moneta sul tavolo. «Uno ha ucciso il marito e l’altro si è dovuto occupare della moglie, sappiamo il perché?»
«Non credo che Jackson avrebbe potuto farlo. Sua madre è morta incinta e forse è stata uccisa»
«Forse non poteva lasciare che la stessa cosa accadesse a qualcun altro» aggiunse Cassidy.
«Come facciamo a sapere che non fa parte delle regole?» chiese Isaac. «Il Kanima uccide gli assassini. Se Jackson uccide la moglie morirebbe anche il bambino»
«Vuoi dire che tuo padre era un assassino?» Scott chiese a Isaac.
«La cosa non mi sorprenderebbe affatto»
«Aspetta. Il libro dice che c’è un legame, giusto?» Deaton chiese a Scott e Cassidy, ricevendo un cenno d’assenso dai due. «E se la paura dell’acqua non provenisse da Jackson, ma dalla persona che lo controlla? Che cosa succederebbe se qualcosa che colpisce il Kanima influisse anche sul suo padrone?» Deaton aprì una bottiglia con polvere di sorbo e ne versò a forma di cerchio intorno alla moneta.
«Che significa?»
«Significa che possiamo prenderli» rispose Scott.
«Entrambi» aggiunse Cassidy. «Dove potremmo farlo?»
«C’è un rave domani sera. Ho visto Jackson in fila per comprare i biglietti, penso che il suo prossimo obiettivo sarà lì»
«Pensi che potremmo trovare alche chi lo controlla lì?»
«Tutti dovrebbero essere lì. Ne vale la pena»

 

Cassidy e Derek cercarono di formulare un piano. Isaac gli aveva assicurato che avrebbe preso i biglietti in modo che alcuni di loro sarebbero potuti essere all’interno per aiutare Scott con Jackson. Scott stava cercando di ottenere qualche sorta di aiuto da Deaton, che comprendeva una montagna di sorbo per intrappolare il Kanima e il suo padrone.
«Okay, Isaac non riuscirà a procurarsi i biglietti per tutti quanti, che facciamo?» chiese Cassidy a Derek.
«Chi non andrà rimarrà fuori. Nel caso che Jackson o chi lo controlla escano» le rispose Derek.
«Ad ogni modo, dobbiamo prepararci alla possibilità di incontrare i cacciatori. Conoscono il Kanima e probabilmente Allison andrà alla festa»
Prima che Derek potesse dire qualcosa, sentirono la porta aprirsi e qualcuno scendere le scale. I due Alpha si alzarono e uscirono dal vagone della metropolitana per incontrare i Beta.
«Sono riuscito ad ottenerne solo due» disse Isaac, alzando in biglietti.
«Va bene» gli rispose Cassidy prima di rivolgersi a Derek  «Isaac e Erica?»
«Sì» le rispose Derek «Isaac e Erica, voi due aiuterete Scott. Io, Cassidy e Boyd staremo all’esterno. Scott dovrebbe essere presto qui con Stile per l’altra parte del piano»

 

Derek parcheggiò la sua auto sul retro del capannone dove si sarebbe tenuto il rave. Boyd, Cassidy e Isaac erano seduti sui sedili posteriori, mentre Erica era davanti con Derek.
«Ricordate tutti il piano?» chiese Derek al branco.
Tutti i ragazzi annuirono prima di scendere dalla macchina. Derek si appoggiò alla sua macchina, mentre guardava Isaac e Erica camminare verso l’edificio.
«Ehi» li chiamò Cassidy, facendoli voltare. «State attenti»
Erica e Isaac annuirono prima di girarsi. Cassidy afferrò velocemente la mano di Isaac, catturando la sua attenzione. Si mise in punta di piedi e gli diede un veloce bacio sulle labbra, lasciando andare la sua mano subito dopo. Isaac le rivolse un sorriso prima di raggiungere Erica.
Cassidy si voltò e si appoggiò alla macchina, sentendo gli occhi su di lei. Guardò Boyd, che le sorrise.
«Che c’è?» gli chiese Cassidy, senza riuscire a nascondere un sorriso.
«Allora… tu e Isaac…» iniziò Boyd.
«Già…»
«Quel bacio… Era un bacio di buona fortuna o un bacio per dire “oh Isaac fa’ attenzione, per favore. Non saprei come fare a vivere senza di te se ti succedesse qualcosa”?»
«Sta’ zitto»
Cassidy e Boyd iniziarono a ridere, mentre Cassidy scuoteva la testa.
«E per quanto riguarda te e Erica?» Aggiunse Cassidy. «Voi due sembrate abbastanza amichevoli»
«Non lo so. Le mie labbra sono sigillate»
«Non sei divertente»
Improvvisamente sentirono un rumore dall’altro lato dell’edificio.
«Cacciatori?» chiese Cassidy a Derek.
«Sì, sembra di sì» le rispose Derek.

 

Isaac si appoggiò a una trave con Scott, che gli diede una siringa piena di ketamina.
«Perché io?» gli chiese Isaac.
«Perché io devo assicurarmi che gli Argent non rovinino completamente il piano» gli rispose Scott. «Guarda, devi farlo in via endovenosa, il che significa il una vena. La trovi e tiri indietro questo stantuffo qui. Il collo è probabilmente il modo più semplice per trovare una vena. La infili e premi sul grilletto. Sta’ attento»
Isaac ridacchiò, mentre guardava la siringa.
«Dubito che si farà del male con questo»
«Intendevo tu» Isaac guardò negli occhi di Scott per un attimo, notando una preoccupante serietà. «Non voglio che ti faccia male»
Scott si guardò intorno a prese il cellulare.
“Gli Argent sono qui. Riuscite a distrarli?” Scott inviò un messaggio a Cassidy.
“Sì, lo sappiamo. Ma non preoccupatevi, ce la facciamo” gli rispose Cassidy.
“Cercherò di essere lì presto”
Scott si allontanò, mentre Isaac lo guardava. Ad essere sinceri, era rimasto sorpreso da quello che aveva detto Scott. Proprio la sera prima, Scott gli aveva detto che non si fidava di lui e adesso voleva che stesse attento, la canzone sembrava essere cambiata.
Isaac si voltò e trovò Erica, che era alla ricerca di Jackson. Teneva gli occhi in avanti e camminava imperterrito nella folla. Erica si mise di fronte a lui, le sue labbra sul suo collo, e Isaac la seguì. Erica cominciò a ballare in modo molto seducente fra Jackson e Isaac, cercando di distrarre Jackson abbastanza a lungo da permettere a Isaac di somministrargli il farmaco.
Isaac tirò fuori la siringa, fuori dalla vista di Jackson. Tutto sembrava andare per il meglio, ma all’improvviso entrambi sentirono un dolore acuto su un fianco, Jackson li aveva colpiti con i suoi artigli.
«Lui mi appartiene» li minacciò Jackson, ma la voce non era la sua.
Isaac e Erica caddero a terra e le siringa finì fuori dalla portata di Isaac. Si trascinò per afferrarla, ma qualcuno l’allontanò con i piedi. Isaac la riafferrò rapidamente e si alzò, seguendo Jackson. Gli infilò l’ago nel collo e gli iniettò la ketamina, afferrandolo mentre cadeva all’indietro.

 

Derek, Cassidy e Boyd uscirono dall’oscurità, mostrandosi ai cacciatori.
«Derek, fatevi indietro» lo avvertì Chris Argent.
«Fatevi indietro? Questo è davvero tutto quello che hai? Devo essere sincero, Chris, mi aspettavo di più dal grande e cattivo cacciatore di licantropi»
«Va bene allora. Che ne dici di “non ti ha mai detto nessuno di non presentarti con solo gli artigli a uno scontro a fuoco”?»
I cacciatori dietro di lui puntarono le armi.
«Questo suonava abbastanza bene» disse Boyd.
Derek alzò gli occhi al cielo prima di guardare Boyd e Cassidy, che gli bloccò il braccio con una mano. I tre licantropi corsero rapidamente a mettersi al riparo dietro un cassonetto, mentre i cacciatori cominciarono a sparare.
Non ci volle molto prima che si fermarono per ricaricare le armi. Boyd fu il primo ad uscire allo scoperto, mettendo fuori gioco un cacciatore. Cassidy e Derek rotolarono sopra al cassonetto e entrambi presero a combattere contro un cacciatore. L’attenzione di Cassidy andò a Derek quando gli spararono con delle pistole elettriche. Mise fuori gioco il cacciatore contro cui stava combattendo con una ginocchiata in testa, e notò Derek che stava afferrando i fili elettrici. Intuendo quello che voleva fare, Cassidy corse verso i cacciatori e li spinse uno contro l’altro, con l’aiuto di Derek.
All’improvviso Cassidy gridò e si afferrò il braccio sinistro. Derek l’aiutò ad alzarsi e la trascinò in fretta dietro il cassonetto, mentre Chris avanzava verso di loro, continuando a sparare. Si misero seduti, mentre Derek controllava il braccio di Cassidy.
«Boyd, stai bene?» chiese al Beta quando vide del sangue sulle sue mani.
«Credo che io abbia smesso di guarire» le rispose, dolorante.
«Proiettili pieni di strozzalupo. Dovete andarvene. Prendete la mia macchina» disse Derek ai due.
«E tu?» gli chiese Boyd.
«Devo trovare Scott. Andate, forza!»
Boyd e Cassidy si alzarono e uscirono da dietro al cassonetto. Cassidy si fermò e si voltò, avvicinandosi cautamente a un cacciatore inconscio, mentre continuava a tenere d’occhio Chris dietro un pilastro di pietra. Afferrò una delle pistole dell’uomo a terra e corse verso la macchina.
«Tieni duro, Boyd. Ti sistemerò la ferita appena arriviamo» lo rassicurò, mentre metteva in moto la macchina.

 

Qualcuno bussò alla porta prima di aprirla ed entrò Stiles, mentre Erica stava per attaccarlo.
«No, no, no. Sono solo io, sono io. Mostro» disse Stiles, chiudendosi la porta alle spalle «Come sta lui?»
«Beh…» iniziò Isaac, mettendosi davanti a un inconscio Jackson. «Scopriamolo»
Fece fuoriuscire i suoi artigli e stava per colpire Jackson, ma questi gli prese il polso. Isaac cadde in ginocchio, gemendo mentre Jackson gli stringeva il polso, e forse glielo ruppe prima di lasciarlo andare.
«Okay, nessuno faccia niente di simile di nuovo. Va bene?»
«Pensavo che la ketamina avrebbe dovuto tenerlo calmo» piagnucolò Isaac, mentre si teneva il corso.
«Sì, beh, a quanto pare questo è tutto quello che otterremo. Speriamo che chi lo controlla decida di presentarsi questa sera»
Improvvisamente gli occhi di Jackson si aprirono, Erica fu la prima a notarlo.
«Sono qui» disse la voce distorta di Jackson. «Sono qui con voi»
Stiles si avvicinò a Jackson a si inginocchiò di fronte a lui, mettendosi all’altezza dei suoi occhi.
«Jackson, sei tu?» gli chiese Stiles.
«Noi. Siamo tutti qui»
Stiles si voltò verso Erica e Isaac prima di ritornare a guardare Jackson.
«Sei tu quello che uccide la gente?»
«Noi siamo quelli che uccidiamo gli assassini»
«Quindi, tutte le persone che hai ucciso finora…»
«Lo meritavano»
«Vedi, noi abbiamo un piccolo libro dove c’è scritto che uccidi solo gli assassini»
«Tutto può rompersi se viene applicata una certa pressione»
«Così la gente che hai ucciso erano tutti degli assassini»
«Tutti. Ognuno di loro»
«Beh, chi hanno ucciso?»
«Me»
«Aspetta, che cosa? Che vuoi dire?»
«Loro mi hanno ucciso»
«Okay, più ketamina» disse Stiles, alzandosi e facendosi indietro. «Abbiamo bisogno di altra ketamina»
«Ma non ne abbiamo più» gli rispose Isaac, mostrandogli la bottiglia.
«Hai usato la bottiglia intera?»
Stiles prese la bottiglia dalle mani di Isaac e lo guardò irritato, mentre Erica lo prese per una spalla e Jackson si alzava, lanciando un grido stridulo.
«Okay, fuori. Tutti fuori» continuò Stiles.
«Via, via!» disse Isaac.
Stiles, Erica e Isaac corsero fuori dalla stanza e chiusero la porta, ammassandosi contro di essa.
«Va bene, dobbiamo trovare qualcosa da mettere davanti la porta»
Il Kanima passò attraverso la parete, libero di vagare nel magazzino.

 

Cassidy aiutò Boyd a stendersi sul suo “letto”. Restò un po’ vicino a lui anche se non aveva niente di grave, era solo un po’ esausto.
«Riposati, okay? Sei stato bravo stasera» gli disse Cassidy.
Boyd le sorrise dolcemente e lei gli massaggiò la spalla. Il suo telefono vibrò, costringendola a lasciare Boyd per andare a rispondere.
«Pronto?» rispose Cassidy.
«Ehi, sono io» le disse Isaac «Puoi venire a prendere me e Erica?»
«Certo, arrivo»
Cassidy riattaccò il telefono e si guardò la ferita sul braccio. Sospirando, salì le scale, inciampando mentre cominciava a sentire gli effetti dello strozzalupo nel proiettile. Si rialzò e continuò a camminare.
Arrivata al magazzino, uscì dalla macchina, avendo difficoltà a vederci bene.
«Isaac» lo chiamò Cassidy. «Guida tu. Io non…»
«Va bene. Ho capito» le rispose Isaac, aiutandola a sedersi sul sedile posteriore. Erica salì sul sedile posteriore con Cassidy, appoggiando la testa dell’Alpha sulle sue gambe.
«Che cosa è successo?» le chiese Isaac mentre guidava.
«Cacciatori. Sono stata colpita con un proiettile pieno di strozzalupo»
«Quanto tempo fa?» le chiese Erica.
«Quasi due ore. Mi stavo occupando di Boyd»
«Sta bene?»
«Sì… sta dormendo. Quando arriviamo, avrò bisogno di aiuto»
«Okay. Siamo quasi arrivati» disse Isaac.
«Dov’è Derek?»
«Con Scott e Stiles. Sta bene»
In pochi minuti arrivarono alla stazione della metropolitana. Erica e Isaac aiutarono Cassidy nel tragitto dalla macchina all’interno dell’edificio.
«Okay. Ho bisogno di voi per rimuovere il proiettile dal braccio, l’altro deve farmi pressione non appena è fuori. Non voglio morire per perdita di sangue» disse Cassidy ai due Beta, facendo cenno verso le pinzette.
Erica afferrò le pinzette e prese un profondo respiro. Guardò Isaac, che annuì e prese la mano di Cassidy. Erica mise le pinzette nel braccio si Cassidy, facendola urlare dal dolore. Purtroppo, Erica continuava a scavare nel braccio di Cassidy, ma non riusciva a trovare il proiettile. Isaac sussultò quando sentì gli artigli di Cassidy perforargli la pelle.
«Fermati, fermati!» disse Cassidy, respirando affannosamente.
Erica ingoiò il groppo in gola che le si era formato, mentre notava gli occhi di Cassidy diventare rosso incandescente. Il dolore non aiutava affatto Cassidy nel frenare il lupo, che stava cercando di venire fuori. Prese un paio di respiri profondi e lasciò lamano di Isaac.
«Erica, puoi farcela» la rassicurò Cassidy.
«Mi dispiace, non posso. Ti sto facendo male» le rispose Erica tristemente.
«Lo farò io» disse Isaac.
Erica passò le pinzette a Isaac e si scambiò di posto con lui. Isaac cominciò a cercare il proiettile, facendo urlare Cassidy dal dolore più di una volta. Non molto tempo dopo riuscì ad estrarre la pallottola. Erica mise immediatamente l’asciugamano sulla ferita e applicò pressione.
«Okay, adesso apritelo e versatene il contenuto su uno dei sedili. Poi prendete un accendino e dategli fuoco» disse Cassidy.
Erica prese il proiettile e lo aprì con i denti, facendo quello che le aveva detto Cassidy.
«Al tre, ho bisogno che spostiate l’asciugamano. Entrambi dovrete tenermi quando metterò lo strozzalupo sulla ferita» continuò.
«Aspetta, che cosa?» chiesero all’unisono Isaac e Erica.
«Uno. Due. Tre»
Isaac tolse l’asciugamano e Cassidy si mise lo strozza lupo nel braccio. Urlò dal dolore, mentre veniva tenuta ferma dai due Beta, cominciando a dimenarsi.
Abbastanza presto, si calmò e la ferita cominciò a guarire, mentre Cassidy respirava affannosamente.
«Che cos’è stato?» chiese Erica.
«Quando vieni colpito da un proiettile pieno di strozzalupo, il processo di guarigione si ferma. Hai bisogno dello strozzalupo all’interno dl proiettile per invertire il processo. E’ doloroso da morire»
Isaac si alzò dal suo posto e prese Cassidy, stile sposa, e la portò in camera sua. La mise dolcemente sul letto e le tolse le scarpe.
«Cerca di dormire un po’, okay?» le disse Isaac dolcemente.
Cassidy annuì e Isaac le baciò dolcemente la fronte. Si voltò per uscire dalla stanza, ma una volta sulla soglia Cassidy lo chiamò.
«Grazie. Di’ anche a Erica che la ringrazio e che non sono arrabbiata con lei» gli disse Cassidy.
«Certo. Buonanotte»
Cassidy chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, permettendo al sonno di prendere il sopravvento.

 

Emme's corner: 
Ehilà! Vi siete proprio stancati di 'sta storia, vero? Boh, io la trovo eccezionale. 
Comunque vi ricordo che è lei la geniale mente di tutto WinchesterAngel3389 <3 
Mentre il prestavolto di Cassidy è lei -> Cassidy Fernandez
Alla prossima (:
#Emme#
 

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Capitolo 11
*** Chapter 11 ***














 
Chapter 11
 
Cassidy si svegliò la mattina successiva e uscì dalla sua stanza tenendosi il braccio sinistro. Quasi immediatamente catturò l’attenzione di Isaac e Derek, che alzarono lo sguardo dal loro cibo.
«Come ti senti?» le chiese Derek.
«Bene. Un po’ dolorante, ma vivrò» gli rispose, sedendosi.
«Ho comprato un po’ di cibo»
Isaac si alzò e prese il cibo che Derek le aveva portato.
«Grazie» disse ad Isaac, non appena le mise il cibo davanti. «Grazie per il cibo, Derek» Derek annuì, prendendo un po’ delle sue uova. «Quando sei tornato?»
«Ieri sera tardi»
«Dov’eri?»
«Ero dal veterinario con Scott. Ha rischiato di morire ieri sera»
«Sta bene?»
«Sì, sta bene ora. La moglie di Argent ha cercato di ucciderlo»
«Perché?»
«Lo voleva fuori dalla vita di Allison»
«Quella donna è pazza e inquietante»
«C’è qualcosa che entrambi dovreste sapere, e lo dirò anche a Erica e Boyd»
«Che cosa?» chiesero Isaac e Cassidy all’unisono.
«L’ho morsa ieri sera, Victoria Argent. E’ stato per difendermi, ma Argent probabilmente non ci crederà. Se mi volevano morto prima, adesso la cosa è solo peggiorata. Questo potrebbe significare che anche voi ragazzi siete in pericolo»
Il silenzio riempì la stanza, mentre Cassidy e Isaac guardavano il loro cibo, cercando di elaborare quelle informazioni.
«Avresti potuto evitarlo?» gli chiese Cassidy dopo un po’.
«No. Scott era mezzo morto, lei mi ha accoltellato e spinto verso il muro. Aveva messo dello strozzalupo in un vaporizzatore. Era l’unica cosa che potessi fare per uscire da lì con Scott vivo»
«Va bene» Cassidy annuì. «Se non potevi evitarlo allora non posso arrabbiarmi con te. Dovremmo soltanto prepararci al peggio»

 

Derek aprì un bagaglio.
«Che cos’è?» chiese Isaac a Derek, facendo scorrere le dita sopra il disegno nella parte interna del coperchio.
«E’ una triscele» rispose Boyd, e tutti si girarono a guardarlo. «Le spirali significano cose diverse. Passato, presente, futuro. Madre, padre, figlio»
«Sai cosa significa per me?» chiese Derek al ragazzo, impressionato dalla sua conoscenza.
«Alpha, Beta, Omega?»
«Esatto. E’ una spirale, ci ricorda che possiamo sia passare alla fase successiva che retrocedere. Da Beta possiamo diventare Alpha e da qui di nuovo Beta o addirittura Omega»
«Come Scott?» chiese Isaac.
«Scott è con noi»
«Davvero? E dove si trova adesso?»
«Zitto, Isaac» lo avvertì Cassidy.
«Sta cercando Jackson. Non preoccupatevi, questa sera non sarà facile nemmeno per lui. Per nessuno di noi. C’è un prezzo da pagare per questo tipo di potere» Derek tirò fuori alcune catene e le diede a Cassidy. «Abbiamo la capacità di guarire. Ma questa sera probabilmente avrete voglia di uccidere chiunque incontriate»
«Per fortuna ho avuto il ciclo la scorsa settimana, allora» rispose Erica.
Boyd e Isaac la guardarono con una leggera sorpresa, mentre Cassidy non poté fare a meno di sorriderle. Anche Derek sorrise, mentre porgeva alla Beta una specie di cerchio con delle viti rivolte all’interno.
«Beh, questo è per te»
Erica guardò Derek e sorrise.

 

Cassidy si stava truccando, preparandosi per la festa di Lydia. Derek e Scott avevano concordato la sera prima che sarebbe dovuta andare anche lei con Scott e Stiles, per aiutare a tenere d’occhio Jackson. Cosa molto più facile con tre persone invece di due, e con due dei tre che erano licantropi. E visto che c’era anche la luna piena quella sera, Cassidy avrebbe dovuto anche tenere d’occhio Scott.
Erica entrò nella stanza che divideva con Cassidy e si sedette accanto all’Alpha, giocando con una matita.
«Ehi» le disse Cassidy, posando lo specchietto.
«Ehi» le rispose Erica, girandosi la matita tra le dita.
«Stai bene?»
«Sì. Semplicemente non vedo l’ora di essere incatenata»
«E’ per il tuo bene. Dovrebbero impedirti di farti del male e farne a Boyd e Isaac»
«Lo so, ma non è una cosa della quale andare fieri»
«Mi sembra giusto. Hai anche lo sfortunato privilegio di indossare il casco, come mi piace chiamarlo»
«Sì, perché proprio quello?»
Cassidy smise di fare quello che stava facendo e guardò Erica.
«Essendo lupi mannari femmine, riusciamo a sopportare una grande quantità di dolore. Ma questo riguarda le ragazze in generale, perché dobbiamo passare attraverso il dolore del parto in un certo periodo della nostra vita. Il dolore che ti provocherà il casco dovrebbe aiutare a tenerti ferma nelle tue catene. Perché il lupo che c’è dentro di noi è in grado di pensare logicamente e saresti libera dalle catene in pochissimo tempo»
«Perché non puoi restare?»
«Scott ha bisogno del mio aiuto. Ma non preoccuparti, qui c’è Derek. Se dovesse succedere qualcosa, lui mi chiamerà. Anche io penso di dover restare qui con voi, ma lui dice che può farcela»
Erica annuì e posò la matita. Cassidy sapeva che Erica era preoccupata per quello che poteva accadere. La Beta poteva non mostrarlo spesso, ma voleva bene al suo branco; voleva bene a Boyd, Isaac e Derek. Aveva paura di far loro del male e sentiva che se Cassidy fosse stata lì con loro, forse le probabilità di liberarsi dalla catene sarebbero diminuite di molto.
«Ehi, andrà tutto bene. Dopo questa sera tutto tornerà alla normalità. Poi farò del mio meglio per insegnarvi a controllarvi durante la luna piena. Okay?»
Erica annuì, offrendo a Cassidy un piccolo sorriso.

 

Mentre preparava le catene nella parte posteriore del vagone della metropolitana, Derek vide Cassidy pronta per la festa.
«Posso chiederti una cosa? Me lo chiedo da un po’» chiese Cassidy a Derek, giocando nervosamente con l’orlo della gonna.
«Sì» le rispose Derek, ancora lavorando sulle catene.
«Perché mi hai lasciato entrare nel tuo branco?»
«Che cosa?»
«Voglio dire, nemmeno mi conoscevi. Lo so che parte del motivo è perché sono un Alpha, ma sono curiosa di sapere se c’è un motivo in più. Perché quella sera, con quell’Omega, non mi sono di certo comportata nel migliore…»
«Nel momento in cui ti ho guardata negli occhi, ho saputo che eri come me. Quando abbiamo parlato, hai confermato i sospetti che avevo: hai sofferto tanto quanto l’ho fatto io. E’ il motivo principale per il quale ti ho aiutato con il tuo dolore, non voglio che tu soffra come me»
«Non sei così male come dicono, Derek»
«Forse. Ma ho anche visto come tu e Isaac sembravate capirvi a vicenda. Non volevo che fosse il dolore a farvi trovare la felicità. Vi meritate a vicenda dopo tutto quello che avete passato. E perché quando ci siamo incontrati c’era questo…» Derek si fermò, incerto su come andare avanti.
«Questo cosa?»
«Collegamento. E per un po’ ho pensato di provare qualcosa per te. Ma poi l’altro giorno ho capito perfettamente come ti vedo»
«E come mi vedi?»
«Ho frainteso le mie azioni per attrazione. Ma poi ho capito che tu sei un po’ come una sorellina per me. Voglio dire, entrambi abbiamo passato cose simili, e ogni volta che provo a consolarti… è simile a quello che vorrei provare a fare da fratello per mia sorella, se fosse ancora viva. Sento come se avessi avuto una seconda opportunità come fratello. Non mi aspettavo che tu diventassi… importante per me, soprattutto in questo breve periodo di tempo»
Derek la vedeva come la sua sorellina. La sua gli era stata portata via, proprio come a Cassidy era stato portato via suo fratello maggiore. Non avrebbe mentito, anche per lei Derek era diventato importante; era il motivo principale per cui aveva smesso con il suo malumore. Lui l’aveva presa con sé quando aveva potuto benissimo non farlo. Lui le aveva dato un posto dove stare. Lui le aveva fatto provare un senso di famiglia in questo branco. Sentiva che doveva a Derek la sua vita, perché per come la vedeva lei, Derek l’aveva salvata.
Derek era stato così sincero e schietto con le parole che quasi l’aveva scioccata.
«Derek, grazie. Non ho mai veramente pensato al nostro rapporto e voglio che tu sappia…» iniziò Cassidy, asciugandosi una lacrima ribelle. «Voglio che tu sappia che sei importante per me. E anch’io ti vedo in quel modo. Ci è stata data un’altra possibilità, quindi non sprechiamola, okay?» scherzò lei.
Derek le sorrise e annuì. Poi si abbracciarono. Derek si sentiva davvero sollevato di averle detto tutte quelle cose. Non aveva mai fatto cose come quella, queste azioni non erano proprio da lui. Con Cassidy, invece, queste cose venivano fuori spontanee. Se sentiva bene e sentirsi di nuovo… normale, come era prima che gli succedesse tutto quello che gli era successo.

 

Cassidy fermò la macchina, guardando la casa di Lydia per un momento.
«Quando dovrebbe arrivare Stiles?» chiese a Scott, seduto sul sedile accanto a lei.
«Dovrebbe essere qui tra poco» le rispose Scott, guardando il suo telefono.
Cassidy annuì, slacciandosi la cintura di sicurezza, mentre Scott si metteva il telefono in tasca. I due rimasero lì in silenzio, aspettando Stiles prima di entrare all’interno della casa.
«Sei sicuro che puoi restare qui stasera? Ci ho pensato e mi sono preoccupata per la tua situazione lupo, sai. So che è stupido e che ormai avrai acquistato il controllo, ma il mese scorso eri rinchiuso»
«No, va bene, ho capito quello che vuoi dire. Ma posso farcela»
Cassidy annuì e sorrise a Scott.
«Stai bene?» le chiese poi Scott.
«Sì, mi stavo solamente chiedendo come stesse andando agli altri»
«Ti preoccupi molto, non è vero?»
«Sì, è parte di ciò che sono. Mi preoccupo per voi perché siete stati i primi ai quali mi sono permessa di affezionarmi dopo un po’»
«Quanto tempo è un po’?»
«Da quando mia madre è morta quando avevo dieci anni. Conoscevo amici che andavano e venivano per via di quello che sono, avere degli amici licantropi… si avvicina probabilmente all’unica amicizia che io abbia mai avuto. E poi ho avuto mia figlia circa due anni fa e… le amicizie si sono sciolte»
«Hai una figlia?»
«Sì. Ero giovane e stupida, ma è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata»
«Non che mi dispiaccia che tu mi stia dicendo queste cose, ma perché a me?»
«Perché il mio istinto mi dice che posso fidarmi di te»
Scott le sorrise «Quindi, se non ti dispiace che te lo chieda… dov’è lei?»
Scott vide subito il cambiamento negli occhi di Cassidy. Era passato da uno sguardo felice a uno triste in un secondo. Cassidy aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu interrotta da un forte colpo sul finestrino.
I due lupi, spaventati, si precipitarono a guardare chi fosse, vedendo Stiles.
«Forse ne riparleremo più tardi» disse Cassidy a Scott prima di scendere dalla macchina.
Scott sospirò fra sé e sé e scese dalla macchina. Raggiunsero la Jeep di Stiles e videro un enorme pacco.
«Wow, Stiles. Non potevi comprarle qualcosa di più grande?» gli chiese Cassidy con una risatina.
Stiles le sorrise orgogliosamente e prese la scatola, quasi incapace di tenerla. I tre si diressero verso la porta e Cassidy suonò il campanello.
«Buon compleanno!» disse felicemente Stiles a Lydia, quando questa aprì la porta, scuotendo la scatola «Adesso entro»
Stiles cercò di entrare, la cosa fu impedita dalla scatola. Lydia lo guardò per un po’ prima di allontanarsi.
«Non dimenticarti di provare il punch» gli disse, mentre continuava a camminare.
«Sapete, potreste provare ad aiutarmi invece di restare lì a ridere» disse a Scott e Cassidy, mentre continuava a spingere la scatola.
«Prova a girare la scatola» gli disse Cassidy, mentre lei e Scott continuavano a ridere.
Stiles provò a girarla, riuscendo finalmente a farla entrare e cadendo sopra la scatola.
«Questa sarà una serata fantastica!» proseguì Cassidy, sorridendo.
Poco dopo, i tre erano in giro per la casa per vedere se riuscivano a trovare Jackson da qualche parte.
«Hai trovato Jackson da qualche parte?» chiese Stiles, mentre camminava per il corridoio.
«No. Voi hai visto Allison?» chiese Scott.
«No» risposero all’unisono Stiles e Cassidy.
«Dovremmo dirle quello che abbiamo trovato» disse Stiles.
«Non è ancora sicuro quello che abbiamo trovato» disse Scott.
«Abbiamo trovato che questa cosa ha qualcosa a che fare con l’acqua, il fatto che le vittime facevano tutte parte della squadra di nuoto, il modo in cui il Kanima ha reagito in piscina»
«Allora chi sta controllando il Kanima odia davvero al squadra di nuoto»
«Sì, e in particolare quella del 2006. Potrebbe essere un insegnante o uno studente di quell’anno. A chi non abbiamo pensato?»
Prima che qualcuno potesse rispondere, Allison si avvicinò al gruppo.
«Uh, Jackson non è qui» disse.
«Beh, non c’è nessuno» disse Stiles, mentre si guardava intorno.
«Forse è solo presto» disse Scott.
«O forse non verrà nessuno perché Lydia è diventata la pazza della città»
«Stiles» gli disse Cassidy.
Guardarono tutti verso Lydia, che se ne stava da sola, con un vassoio in mano.
«Beh, dobbiamo fare qualcosa perché non abbiamo fatto altro che ignorarla nelle ultime due settimane» disse Allison.
«Lei ha ignorato Stiles negli ultimi dieci anni» disse Scott, guadagnandosi un leggero schiaffo da parte di Cassidy.
«Mi piace pensare di non essere ancora entrato nel suo radar…» disse Stiles.
«Ascoltate, non conosco Lydia e anche se ho sentito che può essere piuttosto… stronza, credo che Allison abbia ragione. Lei è vostra amica» disse Cassidy.
«Noi non le dobbiamo una festa» rispose Scott a Cassidy e Allison.
«E che ne dici della possibilità di tornare normale?» gli chiese Allison.
«Normale?»
«Non sarebbe la pazza della città se non fosse stato per noi»
Stiles e Cassidy guardarono Lydia, che era incapace di nascondere la delusione nei suoi occhi.
«Credo che in qualità di co-capitano potrei far venire qui la squadra di lacrosse»
«Sì, anche io conosco delle persone che potrebbero scaldare la festa» aggiunse Stiles, tirando fuori il suo telefono.
«Chi?» chiesero curiose Cassidy e Allison all’unisono.
«Li ho incontrati non molto tempo fa. Diciamo solo che sanno come divertirsi»

 

Derek aveva appena finito di incatenare Boyd nella parte posteriore del vagone della metropolitana ed ora era in procinto di mettere il “casco” a Erica.
«E se dovessimo liberarci?» chiese Boyd, la sua voce era preoccupata.
«Fareste qualsiasi cosa per cercare di uscire di qui. Probabilmente cercherete di uccidermi, uccidervi a vicenda e poi qualsiasi cosa con un battito cardiaco» gli rispose Derek, prima di rivolgersi ad Isaac. «Tienila»
«Possiamo sempre chiamare Cassidy per aiutarci» disse Erica, mentre Isaac le metteva le braccia nelle sue e gli appoggiava le mani sulle spalle.
«Scott ha bisogno del suo aiuto nel caso che non riesca a controllarsi»
«Perché lei deve indossare questa cosa?» chiese Isaac a Derek.
«Perché lei p in grado di sopportare molto più dolore. Ma se vuoi ne ho un’altra»
«Passo, grazie»
«Pronta?» chiese Derek a Erica.
«Sì» gli rispose la Beta.
Erica sospirò, mentre Derek le metteva il casco sulla testa. Derek cominciò a girare le viti, mentre Erica si preparava per il dolore. Una volta che cominciò a sentire le viti entrarle nella testa, cominciò ad urlare, e Isaac strinse la presa. Il dolore s’intensificò, portandola ad urlare ancora di più. Lo sguardo di Erica, le sue urla e il sangue erano davvero abbastanza per Boyd e Isaac, che ebbero difficoltà a guardare la scena di fronte a loro.

 

La festa a casa di Lydia era in pieno svolgimento. Cassidy sorrise dopo una battuta di Stiles e guardò Allison. Il sorriso si spense quando vide la ragazza, triste mentre finiva il suo punch.
Cassidy sapeva che Allison significava molto per Scott e che Scott significava molto per Allison. Disse a Scott e Stiles che sarebbe tornata subito e si diresse verso Allison. Non la conosceva davvero, ma pensò che forse avrebbe potuto almeno tentare di fare amicizia, nonostante lei fosse un cacciatore, e magari tirarle su il morale.
«Ehi» le disse Cassidy, quando le fu vicino.
«Ehi» le rispose Allison, guardando prima lei e poi il bicchiere vuoto che teneva in mano.
Lydia si avvicinò alle due, porgendogli due bicchieri pieni, e se ne andò via.
«Stai bene?»
«Sì» rispose Allison, guardando verso Scott e Stiles.
«Senti, lo so che le circostanze non lo richiedono, ma voglio almeno provarci ad essere amiche. So che qualunque cosa stia succedendo tra te e Scott ti sta davvero facendo stare male. Se vuoi parlarne con qualcuno, puoi farlo con me»
Allison la guardò, sorridendole e ringraziandola. Cassidy le accarezzò il braccio e tornò da Stiles e Scott.
«…E per di più, se devo guardarti perdere Allison per uno stalker come Matt, mi prendo a pugni» stava dicendo Stiles a Scott.
«Non credo di volere sapere cosa mi sono persa» disse Cassidy.
Scott si alzò da dov’era seduto, guardando verso l’ingresso. Anche Cassidy guardò in quella direzione, spalancando gli occhi.
«Non prenderti a pugni» disse Scott all’amico.
«Perché no?» gli rispose Stiles.
«Perché Jackson è qui»
Stiles guardò Jackson, che li stava fissando. I tre videro Lydia avvicinarsi al ragazzo e porgergli un bicchiere di punch.
Lo sguardo di Jackson poi tornò a Scott, Stiles e Cassidy, mentre prendeva un sorso del contenuto del bicchiere.

 

Emme's corner: 
Scusatemi per tutti questi ritardi, ma le ultime due settimane di scuola sono quelle di fuoco. 
Me la lasciate una piccola recensione? :3
#Emme#

 

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Capitolo 12
*** Chapter 12 ***














 
Chapter 12
 
 Le urla e i ringhi di Erica e Boyd si sentivano dappertutto nella metropolitana abbandonata.
Derek stava fissando le catene a Isaac dall’altro lato del vagone.
«Come fai a non sentirlo?» gli chiese Isaac.
«Lo sento ogni secondo.» gli rispose l’Alpha
«E come fai a controllarlo?»
«Trova un’ancora.» Derek gli strinse le catene e Isaac gettò per un attimo la testa all’indietro. «Trova qualcosa che abbia significato per te, legati a questa, mantieni il tuo lato umano sotto controllo.»
«Che cos’è per te?»
«La rabbia. Ma non deve essere così per tutti.»
«Vuoi dire per Scott e Cassidy?»
«Già. Va bene, dovrebbero tenere.»
Derek tirò su le catene per controllare e Isaac fece lo stesso, incapace di controllare i suoi movimenti, allentando il piede del sedile. Derek guardò Isaac sorpreso prima di guardare verso Erica e Boyd, entrambi con gli occhi color oro che lo fissavano, ringhiando.

 

Cassidy entrò in bagno e chiuse la porta. Si appoggiò alla porta e chiuse gli occhi.
Non aveva mai avuto questa sensazione prima, si sentiva stordita, quasi come se fosse ubriaca.
Si avvicinò al lavandino e aprì il rubinetto, gettandosi un po’ d’acqua fredda sul viso.
Si asciugò il viso, grata di aver scelto mascara e eyeliner a prova d’acqua. Quando si tolse l’asciugamano dalla faccia vide suo padre in piedi dietro di lei. Stava per gridare dalla sorpresa, ma si ritrovò contro la porta con la mano sulla bocca.
«Tu.» disse con rabbia. «Per un lungo tempo mi sono chiesto: Perché io? Perché dovevo morire per mano tua? Non ti ho nemmeno voluta quando tua madre e tuo fratello sono morti. Non eri nessuno, ma questa patetica scusa ha funzionato anche per un lupo, per una vita e per il tuo fidanzatino Isaac. L’unica cosa che hai fatto di buono nella tua vita è stato avere Samantha. E poi, perché le volevo bene, me l’hai portata via. Hai portato via l’unica cosa che per me abbia significato qualcosa. E poi mi hai ucciso.» Alzò la mano e i suoi artigli vennero fuori. «E’ ora che ti restituisca il favore.»
Cassidy chiuse gli occhi e sussultò, mentre la mano veniva giù. Aprì gli occhi quando non sentì più le mani su di sé. Respirando affannosamente, si asciugò le lacrime mentre si guardava intorno, ritrovandosi da sola. Non aveva la minima idea di quello che fosse appena successo e non era nemmeno sicura di volerlo sapere.
Si asciugò ancora le lacrime e fece un profondo respiro prima di uscire dal bagno. Sentì il suo cellulare vibrare, aveva un messaggio nella segreteria telefonica.
“Cass. Ho bisogno che tu torni; ho bisogno del tuo aiuto. Se puoi porta anche Scott.” disse la voce di Derek prima di riattaccare.
Cassidy riattaccò il telefono e si guardò intorno, in cerca di Scott, che stava cercando Stiles con una bottiglina d’acqua in mano.
«Ehi, mi ha chiamato Derek. Ha bisogno di aiuto, spera da entrambi noi.» gli disse, catturando la sua attenzione.
«Devo trovare Stiles, sta succedendo qualcosa qui.» le rispose Scott.
«Ok. Voi due capite che cosa, io aiuterò Derek.»
«Stai attenta.»
«Anche tu.»

 

Boyd, Isaac ed Erica cominciarono a muovere le loro catene e a muoversi; ringhi e urla di dolore provenivano da Erica e Boyd. Derek compose rapidamente il numero di Scott visto che non aveva ottenuto nessuna risposta da Cassidy.
«Scott, potresti tornare? Ho bisogno d’aiuto. Porta Cassidy con te.» Derek riattaccò il telefono, quando sentì un forte rumore all’interno del vagone. «Avrò decisamente bisogno d’aiut.o»
Derek fece fuoriuscire i suoi artigli e corse verso l’interno del vagone. Isaac smise di dimenarsi e guardò Derek; Derek trovò tutti e tre i Beta che lo fissavano con uno sguardo assassino. Superò Isaac, andando verso Erica, che stava per liberarsi. Derek si voltò quando sentì Isaac lottare per liberarsi, si voltò di nuovo verso Erica, che si era liberata dal “casco”.
Erica cercò di attaccare Derek, ma lui la schivò e a graffiò sulla schiena, spingendola poi a terra. Isaac, nel frattempo, si era liberato, cercando una via di fuga.
«Isaac!» lo chiamò Derek.
Il ragazzo saltò in un finestrino lì vicino, andandosene. Derek cercò di seguirlo, ma fu fermato da Boyd ed Erica.
Derek batté la testa di Erica contro il palo lì vicino e colpì Boyd. Una volta alzatosi in piedi, il ragazzo mise le mani attorno alla gola del suo Alpha e cominciò a soffocarlo, spingendolo indietro. Erica si alzò e mise una mano sulla spalla di Derek pronta a graffiarlo, ma lui le diede una gomitata in faccia.
Poi mandò di nuovo k.o. Boyd, cercando di legare Erica con una catena al palo. Boyd si alzò e cominciò a correre via, portando Derek a seguirlo per un po’, ma si fermò quando vide Isaac tornare e spingere Boyd sul sedile. Erica, nel frattempo, si liberò e colpì Derek alla schiena, costringendolo a girarsi e a darle un pugno in faccia. Isaac e Derek trascinarono i due Beta in fondo al vagone e li incatenarono per bene, prima di procedere anche con Isaac, per sicurezza.
Isaac era seduto lì, sovrappensiero, mentre tendeva in braccio destro a Derek.
«Starai bene adesso. Sembra che tu abbia trovato un’ancora.» gli disse Derek.
«Mio padre.» rispose piano Isaac.
Derek lo guardò un po’ confuso.
«Tuo padre ti ha c
hiuso in un congelatore nel seminterrato per punirti.»
«Lui non voleva.»
Derek finì di stringere le catene ad Isaac e gli fece cenno di abbassare il braccio. Stanco, uscì dal vagone della metropolitana. Guardò alla sua sinistra e vide Lydia, che alzò una mano e gli soffiò una polvere viola in faccia.
Derek si ricordò che aveva sbattuto la testa a terra prima che il buio lo avvolgesse.

 

Cassidy scese dalla sua macchina e corse all’interno della metropolitana, scoprendo che tutto era tranquillo. Arrivata in fondo alle scale, si tolse le scarpe, in modo da non fare troppo rumore. Lentamente si fece strada verso il vagone della metropolitana, in caso che i tre Beta si fossero liberati e si stessero nascondendo. Una volta entrata nel vagone, la scrutò per bene, avanzando. Alla sua sinistra vide Boyd e Erica incatenati, svenuti. Alla sua destra c’era Isaac, che si voltò notando la sua presenza. Lei gli si avvicinò e si sedette di fronte a lui, appoggiando i suoi stivali accanto a lei.
«Ehi.» gli disse, afferrando le catene e tirandole leggermente.
«Ehi.» le rispose Isaac, sorridendole.
«Dov’è Derek?»
«Non lo so. Non l’ho più visto da quando se ne è andato circa dieci minuti fa.»
Cassidy annuì, mentre osservava Isaac. Era sorpresa che non avesse perso il controllo per la seconda luna piena, ma comunque era felice.
«Hai trovato un’ancora, eh?»
«Già.»
«E’ fantastico, Isaac. E’ soltanto la tua seconda luna piena e hai già preso il controllo, sono così orgogliosa di te.»
Il cuore di Isaac si gonfiò d’orgoglio, qualcuno era orgoglioso di lui. Non se lo sentiva dire da tanto, troppo tempo. Sentirselo dire da qualcuno, in particolare dalla sua ragazza, lo aveva reso felice.
«Qual è la tua ancora?» continuò Cassidy.
«Mio padre… chi era prima che cambiasse.» Isaac guardò Isaac, che gli sorrideva dolcemente. «Se non ti dispiace che te lo chieda… la tua qual è?»
Cassidy guardò il pavimento per un po’ e sospirò. Voleva davvero dirgli quale fosse la sua ancora, ma per farlo, sentiva che avrebbe dovuto raccontargli anche tutto il resto. Parlare di quello che le era successo… adesso si sentiva abbastanza pronta a farlo.
«Vorrei cambiarmi, velocemente. Poi torno e ti dico tutto.»
Isaac annuì, sorridendole mentre si alzava e si dirigeva verso la porta.
«Ehi, Cass?» la chiamò Isaac, facendola voltare.
«Sì?»
«Vorrei averti vista prima per dirtelo, ma… sei davvero carina.»
Cassidy sentì le gote diventarle rosse, timidamente gli rispose. «Grazie.»
Il sorriso di Isaac si ampliò mentre Cassidy usciva dal vagone della metropolitana. Cassidy si diresse verso la sua “stanza” e si mise un pantalone e una felpa. Prese dalla sua borsa una scatola di gioielli e la portò con sé, mentre tornava nel vagone della metropolitana.
Isaac guardò Cassidy mentre si sedeva  accanto a lui e metteva la scatola tra loro. Cassidy fece un profondo respiro, fissando la scatola con la mano appoggiata sul coperchio. Isaac capì l’importanza che doveva avere per lei quel discorso… o il contenuto della scatola. Lui appoggiò la sua mano sopra quella della ragazza e le sorrise dolcemente. Lei ricambiò il sorriso, per poi aprire la scatola e prenderne una foto.
Cassidy la fissò per qualche prima di mostrarla ad Isaac.
«Questa è la mia famiglia. Mio padre, mio padre e mio fratello Max.» gli disse, indicando ognuno sulla foto. «Avevo cinque anni quando è stata scattata, i miei genitori divorziarono quando ne avevo sei. Max e io andammo a vivere con nostra madre perché nostro padre pensò sarebbe stata la cosa più giusta.»
«Quanto più grande di te era Max?» le chiese curioso Isaac.
«Circa di nove anni. Dopo essersi diplomato, andò al college per aiutare nostra madre. Tutto è cambiato quando avevo dieci anni. Ricordo che mia madre mi svegliò nel cuore della notte, dicendomi di nascondermi. Io le chiesi il perché e lei mi disse che i cacciatori erano lì e che aveva bisogno di me per nascondere quello che “praticavamo”. Allora mi mise in questo piccolo baule dove era solita mettere cuscini e coperte e mi disse che qualunque cosa avessi sentito, non sarei dovuta uscire da lì dentro fino a che lei non sarebbe venuta a prendermi. Ricordo che una volta che ebbe chiuso il coperchio, restai sdraiata lì a sentire ringhi e ruggiti di mia madre e Max e degli spari. Tutto è andato avanti per circa quindici minuti, poi ho sentito dei passi vicino a me e sapevo… sapevo che mi stavano cercando.»
Isaac afferrò istintivamente la mano di Cassidy, quando vide che gli occhi della ragazza cominciavano a riempirsi di lacrime.
«Sono stata fortunata perché non mi hanno trovata. Mi sono ricordata quello che mia madre mi aveva detto sul fatto che non sarei dovuta uscire dal baule fino a che lei non sarebbe venuta a prendermi, ma una parte di me sapeva che probabilmente non sarebbe venuta e cominciai a piangere. Così attesi per qualche minuto e quando fui sicura che i cacciatori non ci fossero più uscii da qual baule. Andai alla ricerca di Max e di mia madre nelle stanze vicine. Poi scesi al piano di sotto e tutto quello che vidi fu che era completamente distrutto. C’erano fori di proiettile dappertutto e ricordo che il mondo si fermò quando sentii qualcosa di umido sotto il mio piede. Guardai in basso e vidi che era sangue.»
Cassidy tirò su con il naso e si asciugò le lacrime che scendevano dai suoi occhi. Isaac inghiottì il groppo che gli si era formato in gola, quando lo sguardo di Cassidy tornò alla foto.
«Mi avventurai per il soggiorno e trovai Max. Più mi avvicinavo, più sentivo l’odore delle pallottole allo strozzalupo. Così per istinto entrai in cucina a cercare mia madre e la trovai in una pozza di sangue. Non importa quanto mi sforzi, non riuscirò mai a dimenticare l’immagine di mia madre e Max in quello stato. Non sapevo cosa fare, così chiamai mio padre e lui pensò a tutto quanto. Dopo andai a vivere con lui, ma non era la stessa persona che ricordavo. Nemmeno io ero la stessa. Ci sono voluti cinque anni per diventare quello che sono ora.»
«E’ difficile immaginarti in qualsiasi altro modo.» le disse Isaac dopo un attimo, stringendo la presa sulla sua mano.
«L’unica ragione per la quale sono cambiata è perché avevo qualcuno di cui prendermi cura, ma a questo ci arriveremo tra un po’.»
Isaac annuì e piegò la testa, confuso, quando Cassidy spalancò gli occhi.
«Che c’è?»
«Sei tornato normale. Hai il controllo completo sul lupo.»
Isaac sorrise a alzò le mani incatenate.
«Mi puoi togliere queste allora?» Cassidy annuì e si alzò per liberare Isaac «Allora, cos’è successo quando sei andata a vivere con tuo padre?»
«Per le prime due settimane non disse una parola. Nemmeno una volta. Poi, quando iniziò a farlo, non faceva altro che dire cose orribili. Lui mi incolpava di quello che era successo e ha sempre trovato un modo per sminuirmi. La cosa andò avanti per anni. Nel periodo tra i dieci e i dodici anni, quando mio padre era arrabbiato o non aveva voglia di perdere tempo con me, mi chiudeva spesso in un armadio.» Cassidy tolse le ultime catene ad Isaac e si sedette accanto a lui. «Una volta ci rimasi perfino per un giorno intero. Così come te, posso immaginare, non sono la più grande fan dei piccoli spazi.»
«Anche io sono stato chiuso nel congelatore per quasi un giorno.»
«Allora conosci quella sensazione troppo bene. Ma ammetto che il peggio è capitato a te, il tuo spazio era molto più piccolo rispetto al mio.»
«Quando ha… quando è stata la prima volta che…»
«Avevo tredici anni. Da allora smisi di importarmene perché per lui io non contavo niente. Restai fuori per una notte intera e quando tornai la mattina successiva lui mi stava aspettando, letteralmente, alla finestra. Quando mi prendeva a schiaffi usava gli artigli. Sapeva che sarei guarita e che tutto sarebbe tornato alla normalità. Facevo spesso cose brutte, ma ero molto brava a non farmi scoprire. Non m’importava di niente, mio padre mi odiava, mia madre e mio fratello erano morti, quello che volevo era solo andare alle feste e finire a fare botte… qualsiasi cosa mi avrebbe aiutata a dimenticare la vita di merda che avevo.»
Isaac vide Cassidy prendere un accendino e poi un’altra foto, passandogliela.
«Questi siamo io e un mio amico, Ryan, lui ha un anno più di me. Eravamo amici da quando avevo appena compiuto quattordici anni. Poi siamo diventati amici con dei benefici. Era bello perché potevo ancora uscire con lui, ma nello stesso tempo godermi anche il sesso. Era il mio primo… quasi tutto. Ci siamo divertiti fino a poco dopo aver compiuto quindici anni, perché sono rimasta incinta.»
Gli occhi di Isaac si spalancarono per le sorpresa. Cassidy era stata incinta? Avrebbe dovuto avere un bambino, ma dov’era? Tante domande correvano per la sua testa. Cassidy gli sorrise quando vide la curiosità e lo shock nei suoi occhi.
«Ti prometto che ti dirò tutto.» continuò Cassidy. «Ma comunque, una volta che lo dissi a Ryan, lui negò che fosse suo. Una volta scoperto di essere incinta dovetti cambiare tutto della mia vita: le mie sgattaiolate fuori, le feste… anche la mia personalità, perché se stavo per dare al mondo un bambino non potevo essere come mio padre. Lo dissi a mio padre e mentre era comprensibilmente sconvolto, per la prima volta dopo tanto tempo… lui sembrava felice. Ha sempre fatto in modo che mangiassi, mi ha anche aiutato con l’asilo nido. Poi ho scoperto che avrei avuto una bambina.»
Cassidy tirò fuori un’altra foto dalla scatola e la guardò sorridendo prima di passarla ad Isaac. Isaac non poté fare a meno di sorridere un po’, mentre guardava la foto della bambina appena nata.
«Come l’hai chiamata?»
«Samantha. Samantha Paige.»
«Le si adatta.» disse Isaac, guardando di nuovo la foto e sorridendo.
«Diedi a Ryan un’altra possibilità, ma lui non voleva avere niente a che fare con lei.»
«Deve essere stato pazzo. E’ bellissima.»
Isaac continuava a sorridere mentre guardava la foto della piccola Samantha. Tutte le domande, le preoccupazioni… era andato tutto via una volta che aveva visto la bambina. Somigliava tanto a Cassidy. Poi alzò lo sguardo quando sentì il ticchettio di un accendino. Vide Cassidy dare fuoco alla sua foto con Ryan e lasciarla cedere a terra. Entrambi la guardarono diventare cenere. Isaac sapeva che era il suo modo per lasciarlo andare ed era fiero di lei.
«Proprio come me, mio padre era cambiato. Non fraintendermi, a volte aveva le sue giornate no e tornava ai vecchi metodi, ma migliorò col tempo. Ma la cosa che più mi importava era proteggere Sammy quando succedeva. Non volevo che lei sentisse.» Cassidy prese un’altra foto e la diede ad Isaac. «Qui era il suo primo compleanno.»
«Principesse Disney, eh?»
«Sì, lei amava i film Disney. Ogni volta che doveva mangiare o andare a dormire, doveva vederne uno. Era la cosa più divertente.»
«Qual era il suo preferito?»
«La Bella e la Bestia. Quello e poi anche Toy Story e Monster Inc. Credo che le piacessero i colori.»
«Ha buon gusto.»
Cassidy e Isaac risero, poi lei tirò fuori un’altra foto.
«Qui è stato il mio sedicesimo compleanno. Una volta cambiata vita avevo pochissimi amici, ma gli unici che avevo portarono me e Sammy fuori a festeggiare. E’ un paio di mesi dopo il compleanno di Samantha.»
«Ne hai ancora?»
Cassidy annuì e ne tirò fuori altre. Isaac non poté fare a meno di innamorarsi di quella bambina. Era la fotocopia di sua madre e sembrava davvero felice. Vedeva anche com’era felice Cassidy guardando quelle foto. Amava lo sguardo di Cassidy ogni volta che parlava di Samantha. Avevano questa luce che non aveva mai visto prima. E non voleva che se ne andasse più.
Cassidy poi tirò fuori un’ultima immagine.
«Questa è stata scattata un paio di giorni prima del mio diciassettesimo compleanno. E’ l’ultima foto che ho di lei.»
Cassidy si fermò, guardando la foto che aveva appena passato ad Isaac. Il ragazzo la fissò, non gradendo il tono con cui aveva detto quell’ultima frase. Per un attimo si era quasi dimenticato che stessero parlando del suo brutto passato. Aveva paura di sapere cosa fosse successo a quella bambina innocente.
«Il mio diciassettesimo compleanno… ti ricordi di quegli amici che ti ho detto? Ci fecero uscire di nuovo. Andammo al cinema e poi in una sala giochi. Fu una serata perfetta. Poi arrivò il momento di tornare a casa.» continuò. «Aveva cominciato a piovere e stavo guidando con molta attenzione perche lei era in macchina con me. Eravamo quasi arrivate, ma una macchina perse il controllo e ci venne addosso.»
Isaac guardò Cassidy posare leggermente le dita sul volto di Samantha. Le mise un braccio intorno la spalla e la strinse a lei quando notò che aveva cominciato a piangere.
«E’ stato quello il momento in cui ho avuto la certezza che lei non era un lupo.» continuò Cassidy, mentre si asciugava le lacrime dagli occhi. «Lei sarebbe dovuta guarire come ho fatto io, è stata l’unica volta in cui ho desiderato che fosse come noi. Dopo aver convinto i medici che io stavo bene, andai a casa per dare la notizia a mio padre. Lui… lui scattò. Quando lo guardai negli occhi, capii che aveva spento l’interruttore e mi venne addosso. Capisco perché sia uscito fuori di testa, io lo capisco. Aveva perso la sua ex-moglie e suo figlio. Adesso doveva aggiungere anche la sua nipotina. Lui mi ha dato la colpa di tutto e mi disse che l’avevo uccisa perché lui teneva più a lei che a me. Quando fu sicuro che non potessi più difendermi, mise le mani intorno al mio collo e cominciò a soffocarmi.»
Isaac chiuse gli occhi, cercando di non far scendere le lacrime dai suoi occhi. Solo sentirne parlare gli faceva male, ma doveva farlo perché sapeva che lei ne aveva bisogno… questo però non significava che lei dovesse andare avanti se non se la sentiva.
«Cass, non c’è bisogno di…» disse Isaac, inghiottendo il groppo in gola.
«All’improvviso i miei artigli uscirono e io cominciai a trasformarmi.» continuò Cassidy, ignorando quello che le aveva detto Isaac. Lei doveva finire. «Il mio istinto di sopravvivenza mi spinse a prenderlo a calci e poi lo trafissi con i miei artigli. Fu così che me lo levai da dosso. Poi la sola cosa che sapevo era che i miei denti erano nel suo collo. Non so cosa mi spingesse a farlo… ma gli ho letteralmente strappato la gola con i miei denti. Morì dissanguato in pochi minuti. So che il lupo prese il controllo più di quanto io avrei voluto, ma non mi aspettavo che fosse così brutto quello che avevo appena fatto. Mi ricordo che dopo corsi in bagno per sciacquarmi la bocca e per ripulirmi di tutto il sangue. Mi guardai allo specchio e i miei occhi brillavano di rosso. Ho preso lo stato di Alpha di mio padre.»
«Hai fatto quello che dovevi per sopravvivere. Il lupo che c’è in te ha preso il controllo della situazione nell’unico modo che conosceva.»
«Per nascondere quello che ho fatto, ho ripreso il controllo della situazione. Sono tornata, gli ho artigliato il petto e l’ho portato nel bosco per farlo sembrare un attacco di un animale. Chi fa questo?»
«Non sto dicendo che quello che hai fatto fosse giusto, ma era la cosa più intelligente da fare. Potevi essere arrestata e chissà cosa ti sarebbe successo dopo. Avevi appena perso tua figlia e non voglio pensare a quello che ti sarebbe potuto succedere se fossi finita in galera invece che qui.»
Cassidy annuì e tolse la testa dalla spalla di Isaac. Si voltò verso di lui e sospirò ad alta voce. Stava cercando di giustificare le sue azioni proprio come aveva fatto lei negli ultimi sette mesi. Si sentiva terribile per quello che aveva fatto. Certo, l’aveva attaccata e aveva cercato di ucciderla, ma era pur sempre suo padre.
«Adesso non mi aspetto che le cose tardi noi siano come prima adesso che sai che ho ucciso mio padre e che ho avuto una figlia.»
«Questo non cambia nulla. Che cosa è successo dopo?»
«Isaac…»
«Che cosa è successo dopo?»
«Sono andata via e… e ho fatto cremare Samantha.» Cassidy tirò fuori un’ultima cosa dalla scatola.
Isaac tese la mano e prese lo spesso medaglione circolare dalla sua mano. Spinse il piccolo pulsante in alto, aprendo un piccolo vano. Dentro c’era una foto di Samantha.
«Questo ha le sue ceneri?»
«Alcune. Ho sempre voluto volerne una parte con me e il resto sepolte accanto a mia madre e Max.»
«Perché non l’hai mai indossata?»
«Io non potevo. Non mi sono mai sentita pronta, perché se lo avessi fatto avrei per sempre avuto la certezza che lei non c’è più. Ma adesso che l’ho finalmente detto ad alta voce, non posso più negarlo. E’ vero. Quindi ti ricordi quando mi hai chiesto quale fosse la mia ancora? Sono loro. Samantha, mi madre e Max. Erano tutto per me e mi tengono sotto controllo.»
Isaac le afferrò la mano e gliela strinse.
«Sai cosa significa questo? Sei nella fase dell’accettazione.»
«Lo vorrei dav…»
«Non sto dicendo che hai superato tutto quello che è successo, ma stai cominciando ad accettare il fatto che è accaduto e che se ne sono andati. E’ molto meglio di prima.»
Cassidy gli sorrise lievemente e annuì. Isaac aveva ragione. Questo era un passo enorme per lei e la fiducia di Isaac era stata significativa per lei… era una cosa grossa del suo passato e Isaac lo sapeva. Era successo lo stesso quando lui le aveva raccontato di sua madre e del fratello maggiore, Camden. La sincerità che c’era stata tra di loro li aveva resi più vicini e aveva fatto sì che i suoi sentimenti per Isaac crescessero ancora di più.
 
 

Emme's corner: 
State piangendo anche voi, non è così? Beh, sempre che ci sia ancora qualcuno qui a seguirmi...
Lo so che sono stata assente per un po', ma la scuola mi ha ucciso ç-ç 
Anyway, questo capitolo è un qualcosa di perfetto, io... io non ho nemmeno le parole per descriverlo. 
Spero tanto in qualche vostra recensione, e anche che qualcuno continui a seguirla. 
Mancano solo 3 capitoli alla fine, ma la storia non è proprio finita. C'è un sequel e... un altro ancora, che raccontano della 3° stagione con annessa Cassidy e vi posso dire che è straordinario il modo di scrivere e raccontare di WinchesterAngel3389. E b
oh, se volete che continuo a tradurre in modo da farlo leggere anche a voi ditemelo, altrimenti finisco con questa qui e continuo da sola LOL. Va beh, aspetto delle risposte... Alla prossima (:
#Emme#

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Capitolo 13
*** Chapter 13 ***













 
Chapter 13
 
«Sai, non so se sarei mai arrivata a questo punto se non fosse stato per voi ragazzi. Prima di venire qui avevo trascorso sei mesi per conto mio e non sono stati per niente facili» disse Cassidy, guardando la collana che aveva fra le mani. «Ci sono state un sacco di volte in cui ho pensato…»
Cassidy si fermò, incapace di finire la frase. Aveva fatto molti brutti pensieri quando era da sola e aveva fatto alcune cose delle quali non era fiera.
«Sono contento che tu non l’abbia fatto» le disse Isaac, prendendole delicatamente la collana dalle mani. «Altrimenti non ci saremo mai incontrati»
Isaac portò la catenina sopra la testa di Cassidy, lasciando che il medaglione si posasse leggermente sul suo petto.
«Questo è vero. Non voglio pensare a cosa sarebbe successo a qualcuno di voi se io non fossi stata qui»
«Nemmeno io»
Cassidy sorrise ad Isaac e appoggiò la testa sulla sua spalla. Isaac l’avvolse con un braccio e mise la testa sopra la sua.
«Sai, poco tempo fa dissi a Derek che non sapevo nemmeno come facessi ad alzarmi la mattina. Poi ho capito che è perché devo andare avanti per Sammy. Sì, aveva solo due anni, ma non avrebbe mai voluto vedermi triste. Ed io devo essere la donna della quale lei sarebbe stata orgogliosa»
«Esattamente. Finora penso che tu stia facendo un buon lavoro»
«Mi piacerebbe pensarla così anche io» I due ragazzi risero prima che lei alzasse lo sguardo e guardasse Isaac negli occhi. «Grazie, Isaac. Per ascoltarmi e, sai, per tutto»
«Penso che dovrei ringraziarti per la stessa cosa»
Si sorrisero a vicenda, poi Isaac la baciò. Si staccarono quando sentirono la porta della metropolitana aprirsi.
«Ehi» li salutò Derek, mentre entrava nel vagone. «Ho bisogno che tu venga con me. Sii pronta fra cinque minuti»
Cassidy annuì, mentre Derek si voltava e lasciava il vagone.
«Starai bene?» chiese la ragazza a Isaac.
«Sì… Controllerò Erica e Boyd» le rispose.
Cassidy annuì e gli diede un veloce bacio sulle labbra prima di andare via. Andò in camera sua e si cambiò velocemente, poi raggiunse Derek per le scale.
«Allora, cosa sta succedendo?» gli chiese.
«Dobbiamo trovare Scott e Stiles» le rispose, salendo le scale.

 

Cassidy scese dalla macchina di Derek confusa. Perché Scott e Stiles erano alla stazione della polizia a quell’ora di notte?
Una volta dentro, però, tutto cambiò. C’era una scia di sangue e un paio di cadaveri. I due Alpha si scambiarono uno sguardo prima di avventurarsi con cautela nella stazione della polizia. Avevano raggiunto la porta, quando Jackson gli comparve alle spalle e graffiò il collo a Derek, paralizzandolo.
Cercò di graffiare anche lei, ma si spostò, prendendo Derek prima che cadesse a terra. Cassidy guardò Jackson con rabbia quando lui le fece cenno di girarsi. Ancora tenendo Derek, Cassidy adesso era faccia a faccia con la porta.
«Apri la porta» disse una voce dall’interno.
La porta si aprì lentamente e dall’altro lato vide Stiles e Scott, con sguardi di sollievo.
«Oh, grazie a Dio» disse Scott.
Jackson spinse Derek, facendolo cadere dalle braccia dalle braccia di Cassidy a terra. Il sollievo di Scott e Stiles svanì quando videro Jackson in piedi dietro Cassidy. Jackson spinse Cassidy accanto a Scott, il quale si mise davanti a lei.
Cassidy guardò dall’alto in basso il ragazzo al centro della stanza, lo aveva visto a scuola. Qual era il suo nome, però? Mike, Mickey… Matt? Sì, si chiamava Matt. Se ne stava sopra a Derek, con una pistola in mano.
«E’ questo qui che lo controlla? Questo ragazzino?» chiese Derek.
«Beh, vedi Derek, non tutti sono fortunati ad essere un grande e cattivo lupo mannaro» disse Matt, ancora in piedi. «Oh sì, è vero. Ho imparato un po’ di cose. Cacciatori, lupi mannari, Kanima, è come una festa di Halloween a ogni luna piena. Eccezion fatta per te, Stiles. Tu in cosa ti trasformi?»
«Nell’abominevole uomo delle nevi. Ma è più una cosa che mi succede in inverno, sai, stagionale» gli rispose Stiles, sarcastico.
A Matt non piacque la risposta e fece un cenno a Jackson, che graffiò la parte posteriore del collo di Stiles.
«Ehi» disse Scott, avvicinandosi a Jackson.
Cassidy si voltò verso Jackson, cercando di trattenere Scott mentre Jackson mostrava gli artigli.
«Stronzo» disse Stiles, mentre cadeva sopra Derek, che emise un grugnito per l’impatto.
Nel frattempo Jackson scosse il dito indice, facendo capire a Scott e Cassidy che non dovevano muoversi, mentre scendeva un po’ di tossina.
«Levatemelo da dosso» disse Derek.
«Oh, non lo so Derek. Penso che voi due formiate una bella coppia» disse Matt, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Derek. «Deve fare schivo perdere tutto il potere per colpa di un minuscolo taglietto dietro al collo. Scommetto che non sei abituato a questa sensazione di impotenza»
«Ho ancora i denti. Che ne dici di avvicinarti un po’, eh? Vedremo quanto sono impotente»
«Sì, stronzo» aggiunse Stiles, borbottando.
All’improvviso brillarono alcune luci dall’esterno, segno che stava arrivando qualcuno.
«E’ lei?» chiese Matt.
Cassidy avvertì i battiti di Scott aumentare, così lo guardò. Istintivamente, gli afferrò la mano per cercare di consolarlo perché quello che sarebbe potuto accadere sarebbe stato brutto.
«Fai quello che ti dico e non le farò del male» continuò Matt. «Non lascerò nemmeno che Jackson le sia avvicini»
«Scott, non fidarti di lui!» disse Stiles.
Con rabbia, Matt tolse Stiles da sopra a Derek e lo mise con la schiena a terra. Poi mise il suo piede contro la gola del ragazzo, soffocandolo.
«Così è meglio per te?» chiese Matt a Scott.
«Okay. Fermati! Fermati!» gli rispose Scott.
«Allora fa’ quello che ti dico»
«Va bene… Va bene»
Ma nonostante la risposta di Scott, Matt non aveva ancora lasciato andare Stiles.
«Smettila!» urlò Cassidy.
Matt sorrise e tolse il piede dalla gola di Stile, che riprese di nuovo a respirare.
«Tu, portali da quella parte» ordinò a Jackson. «Voi due, con me» disse poi a Scott e Cassidy.
Cassidy guardò prima Scott e poi Derek e Stiles lì a terra prima di essere trascinata via da Matt. Lei e Scott si fermarono in mezzo al corridoio, quando videro Melissa McCall. Matt puntò la pistola alla nuca di Scott.
«Mamma?» la chiamò Scott.
«Oh, mi hai fatta spaventare. Dove sono tutti…» iniziò prima di vedere Matt con una pistola puntata su Scott e Cassidy.
«Mamma, fa’ quello che dice. Ha promesso di non farti del male»
Matt superò Scott, mettendosi affianco a lui e abbassando la pistola.
«Ha ragione» disse Matt prima di sparare un colpo nello stomaco di Scott.
Melissa gridò alla vista di quello che era appena successo. Scott scivolò lungo il muro, mentre Cassidy si precipitava su di lui, iniziando a fare pressione sulla ferita. Ricordava che Scott le aveva detto che sua madre non aveva idea che lui fosse un lupo mannaro e lei stasera avrebbe fatto tutto il possibile per aiutarlo a tenere ancora quel segreto.
«Scott? Stiles?» gridò una voce da non molto lontano. «Che cosa è successo?»
«Ma non ho mai detto che non avrei fatto del male a te» disse Matt a Scott.
«Aspetta, aspetta…» sussurrò Melissa, mentre cercava di farsi strada verso Scott.
«Indietro! Indietro!» urlò Matt, puntandole la pistola contro.
«Mamma! Mamma, fermati.» la chiamò Scott, cercando di farla indietreggiare.
Melissa fece un passo avanti quando Scott grugnì dal dolore, mentre Cassidy spinse un po’ di più sulla ferita.
«Ho detto indietro»
«Scott…» disse Melissa, guardando suo figlio.
«Mamma fallo. Per favore, mamma» la supplicò Scott.
«Alzati McCall» lo avvertì Matt.
Cassidy tolse la sua mano dalla ferita di Scott e ci appoggiò sopra quella dell’amico. Poi lo aiutò a spingere, per rallentare di almeno un po’ l’emorragia.
«Matt? Matt, ascoltami» gridò la voce dal fondo.
«Zitto! Zitto! Zitto! Chiudete quelle cavolo di bocche! Adesso alzati o la prossima a cui sparo è lei»
Cassidy aiutò Scott a rimettersi in piedi. Matt li condusse in una cella, nella quale aveva ammanettato lo sceriffo Stilinski. Poi condusse Melissa in una cella e la chiuse lì dentro.
«Ti fa ancora male?» sussurrò Cassidy a Scott.
«Un po’» le rispose, mentre continuava ad applicare pressione.
«Continua a fare pressione, non voglio che tu finisca dissanguato»
«Per favore. Ha bisogno di vedere un medico» pregò Melissa a Matt, con le lacrime agli occhi.
«Davvero lo pensi?» le chiese Matt.
«Ehi, ehi, ascoltami brutto figlio di…» iniziò lo sceriffo Stilinki.
«Va tutto bene» lo interruppe Scott. «Sto bene»
«No, no tesoro, non stai bene» disse Melissa.
«Non mi fa male, mamma»
«Perché è l’adrenalina» Melissa si rivolse a Matt ancora una volta. «Per favore. Per favore, fammi dare un’occhiata, posso provare a fermare l’emorragia»
«Non ne hanno la minima idea, non è vero?» chiese Matt a Scott e Cassidy.
«Zitto, Matt» l’avvertì Cassidy.
«Per favore, fammi sono dare un’occhiata a mio…» riprovò a dire Melissa.
«Zitta, zitta, zitta! Se continui a parlare la prossima pallottola se la beccherà in testa»
«…Va bene»
«Girati, McCall. Anche tu, Cassidy» Scott guardò sua mamma e Cassidy lo sceriffo Stilinski. «Dopo di te»
Matt portò Scott e Cassidy nell’ufficio dello sceriffo.
«Non ci sono più prove. Perché non te ne vai?» chiese Scott a Matt.
«Pensi che m’importi qualcosa delle prove? Io voglio il libro» gli rispose Matt.
«Quale libro?»
«Il bestiario. E non voglio solo alcune pagine, lo voglio tutto»
«Io non ce l’ho, ce l’ha Gerard»
«E comunque, perché lo vuoi?» gli chiese Cassidy.
«Ho bisogno di risposte» le disse Matt.
«Risposte per che cosa?»
«Per questo»
Matt sollevo la maglietta e mostrò al gruppo la zona di pelle di rettile che copriva la pelle normale, poi abbassò la maglia e tirò fuori il cellulare.
«Che cosa stai facendo?»
«Ottengo quello che voglio»
Matt fece cenno a Jackson di paralizzare Cassidy. La ragazza sentì il bruciore del taglio prima di sentire la diffusione della tossina nel suo corpo. Le sue gambe cedettero e prima di cadere a terra fu presa da Scott, che emise un grugnito per il proiettile ancora nel suo stomaco.
«Andiamo, McCall» continuò Matt.
«Vai» lo esortò Cassidy quando la guardò.
Scott annuì e le appoggiò gentilmente la testa sul pavimento, accanto a Stiles, prima di seguire Matt.
Stiles guardò fuori dalla porta, vedendo Jackson che faceva la guardia.
«Ehi, sapete cosa sta succedendo a Matt?» chiese ad entrambi.
«I libri non lo aiuteranno. Non può semplicemente rompere le regole, non in questo modo» gli rispose Derek.
«Cosa vuoi dire?»
«L’universo equilibra le cose. Lo fa sempre»
«E’ perché sta usando Jackson per uccidere persone che non lo meritano?»
«E uccidendo lui stesso la gente»
«Così Matt rompe le regole del Kanima e diventa il Kanima»
«Equilibrio»
«Ci crederà se glielo diciamo?»
«Probabilmente no»
«Okay, e ci ucciderà tutti non appena avrà il libro, non è vero?»
«Sì» risposero all’unisono Derek e Cassidy.
«Okay, e allora che facciamo? Ce ne stiamo qui aspettando di morire?»
«A meno che io non riesca a trovare un modo per espellere la tossina più velocemente, come innescando il processo di guarigione» gli rispose Derek.
«Che cosa stai facendo?» gli chiese Stiles. Gli sguardi di Cassidy e Stiles andarono alla gamba destra di Derek, che si stava infilzando con i suoi artigli, nella speranza di innescare il processo di guarigione. «Oh Dio… così la situazione ipotetica della quale parlavamo si sta facendo meno ipotetica?»
«Penso di sì. Riesco a muovere le dita dei piedi»
«Amico, anche io riesco a muovere le dita dei piedi»
«Congratulazioni a tutti e due, io non riesco a muovere niente» aggiunse Cassidy con sarcasmo.
Prima che Stiles e Derek potessero risponderle, le luci dell’intero edificio si spensero. Dopo poco si accese qualche luce d’emergenza e la sirena cominciò a suonare. Non molto tempo dopo, si sentirono degli spari dalla stanza accanto. Scott e Matt erano lì… e i cacciatori avevano fatto presente che c’erano anche loro.
Tutti e tre guardarono alla porta dove Jackson stava di guardia, vedendo una nube di fumo. Poco dopo gli spari si fermarono e Scott affrontò Jackson, gettandolo da parte.
Derek, ormai in grado si rialzarsi, lo fece.
«Prendi lui, io prendo lei» disse a Scott. Scott prese Stiles per poi guardare Cassidy. «Vai!»
Scott uscì dalla porta, portandosi dietro Stiles. Derek prese Cassidy in braccio, uscì nel corridoio ed entrò in una stanza lì vicino.
«Derek, no» gli disse Cassidy, facendosi prendere un po’ dal panico quando si rese conto che si trattava di un ripostiglio. «Fa’ uscire fuori il veleno, posso aiutarti»
«Non abbiamo tempo. Ho bisogno di un posto sicuro dove tenerti e questo è tutto quello che ho» le rispose Derek, mettendola a terra contro il muro. «Ti prometto che tonerò a prenderti»
«Per favore, non dire così» Derek le mise una mano sulla spalla, mentre delle lacrime minacciavano di uscire dagli occhi della ragazza. «Ti prego, sbrigati»
Derek annuì e uscì dal ripostiglio, chiudendosi la porta alle spalle. Cassidy trattenne un singhiozzo mentre aspettava impotente in quel ripostiglio. Prese un paio di respiri profondi per calmarsi e smettere di piangere. L’ultima volta che qualcuno le aveva detto che sarebbe tornato da lei poi era morto. Era preoccupata per Scott, Stiles e Derek, che si trovavano in una stazione di polizia con cacciatori, un Kanima e uno psicopatico. E per di più Stiles era paralizzato.
Anche lei era paralizzata e adesso si metteva a pensare che era claustrofobica? Tutto quello che continuava a sentire all’esterno erano ringhi, colpi forti e anche il grido del Kanima. Dopo pochi istanti tutto fu più tranquillo, e lei si chiese se tutti stessero bene.
Chiuse gli occhi e cercò di calmarsi. La porta si aprì all’improvviso e lei alzò di colpo lo sguardo, spaventata. Si sentì sollevata quando vide che era Derek, che era tornato come le aveva promesso. La prese in braccio e la portò fuori da quello stanzino.
Una volta usciti, la mise sul sedile del passeggero della sua auto. La guardò meglio e vide le lacrime sul suo viso. Gliele asciugò dolcemente, chiudendo poi la portiera e salendo anche lui, guidando fino alla stazione della metropolitana.
«Hai preso Jackson?» chiese Cassidy a Derek, uccidendo il silenzio che si era creato in macchina.
«L’ho perso» le rispose semplicemente Derek.
«Non… non farlo mai più»
«Fare cosa?»
«Mettermi in un armadio e dirmi che tornerai a prendermi. Ho brutte esperienze con entrambi»
Derek guardò per un attimo Cassidy, poi tornò a guardare la strada. Aveva la sensazione che avesse a che fare con il suo passato, quindi annuì e basta.
Non molto tempo dopo arrivarono, Derek la prese e la portò nel vagone, dove Erica e Boyd stavano ancora dormendo nelle loro catene e Isaac si stava riposando sui sedili. Derek colpì la gamba di Isaac con la sua per svegliarlo. Una volta che fu sveglio, si alzò di colpo quando vide Cassidy fra le braccia di Derek.
«Che cosa le è successo?» chiese a Derek, mentre quest’ultimo la posava sui sedili.
«E’ stata paralizzata» gli rispose prima di uscire dal vagone.
«Stai bene?» le chiese Isaac, inginocchiandosi accanto a lei.
«Bene quanto possa esserlo una persona paralizzata» gli rispose, sorridendo.
Isaac le sorrise leggermente prima di baciarle la fronte. Entrambi alzarono lo sguardo quando Derek tornò, con dei giornali in mano. Isaac si spostò e Derek cominciò a disporre i giornali a terra.
«Non ho intenzione di romperti il braccio, ma devo far uscire il veleno nello stesso modo in cui ho fatto con Erica» le disse Derek, afferrandole il braccio.
Cassidy fece un respiro profondo. «Fallo»
Derek strinse il braccio di Cassidy, mentre lei chiudeva gli occhi, preparandosi al dolore.

 

Emme's corner:
Ok, ero partita con l'idea di non mettere l'angolo qui sotto e di pubblicare i tre capitoli restanti per finire la storia, e dirvi tutto alla fine. 
Ma non potevo pubblicare il capitolo e non dire quanto fosse figo Stephen/Matt in quella foto, proprio non potevo. 
Sooo, ci vediamo tra un paio di capitoli. 
#Emme#
 
 

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Capitolo 14
*** Chapter 14 ***














 
Chapter 14
 
Cassidy si sedette sul suo letto piegando alcuni vestiti, mentre ripensava a quello che era successo alla stazione di polizia.
A tutto quello che era successo.
La mamma di Scott, Melissa, lo aveva evitato dopo aver scoperto quello che era. Scott e Allison non avevano parlato molto da quella notte.
Il padre di Stiles era stato riconfermato sceriffo di Beacon Hills, ma Stiles sentiva ancora tensione tra loro.
L’odio di Allison verso Derek aveva condotto il branco in una condizione di clandestinità, nel timore di essere seguiti persino per andare a scuola.
Derek si era tenuto dentro molte cose da quella sera. Aveva accennato a Cassidy che aveva sentito Scott e Gerard parlare. Gli aveva anche detto che Erica, Boyd e Isaac stavano pensando di andarsene.
Tutti quanti sembravano essere duri con tutti loro. Cassidy, che voleva che tutto tornasse al suo posto, aveva cercato un modo per risolvere tutto. Ma sapeva che non c’era granché che potesse fare. Derek era diretto alla sua vecchia casa per cercare di capire se la sua famiglia sapesse qualcosa in più sul Kanima. Scott gli aveva detto che Gerard aveva fatto visita a lui e sua madre la scorsa notte con il Kanima, voleva che gli consegnasse Derek e il resto del branco. Lui non sapeva cosa fare, e nemmeno Cassidy lo sapeva.
In altre circostanze avrebbe detto a Scott di farlo, ma non c’era solo la sua vita in gioco. Si trattava anche della vita del suo ragazzo, dei suoi due migliori amici e il suo quasi fratello maggiore.
Un rumore la distrasse dai suoi pensieri, erano Erica, Boyd e Isaac.
«Hai un minuto? Volevamo parlarti di una cosa» le disse Boyd.
«Certo» rispose Cassidy, spostando i suoi vestiti dal letto. Isaac si sedette accanto a lei, mentre Erica e Boyd su delle sedie. «Che c’è, ragazzi?»
«Ce ne andiamo» le disse Erica.
«Che cosa?»
«Lasciamo il branco. Tutto sta diventando troppo pericoloso e vogliamo trovare un altro branco»
«Aspettate…»
«Ma c’è qualcosa che vogliamo da te» le disse Boyd.
«Cosa?»
«Vogliamo fare parte del tuo branco. Tu ci hai dimostrato di poterlo fare, di essere un buon leader, e poi Derek dovrebbe prendere le tue idee e i tuoi pareri più seriamente. Se lo avesse fatto, non credo che ci troveremo in questo pasticcio adesso. Possiamo allontanarci da Derek e tu puoi essere il nostro leader. Vogliamo che tu sia il nostro Alpha»
«Tu per noi sei più Alpha di quanto non lo sia Derek» aggiunse Erica. «Ti preoccupi per la nostra vita e ti prendi cura di noi. Derek non sentirà la nostra mancanza, Cass. Abbiamo bisogno di formare un nuovo branco così da unirci a te. Ci fidiamo di te»
Cassidy guardò Erica e Boyd, pensierosa. Onestamente non sapeva cosa fare. Una parte di lei voleva accettare quella proposta perché non voleva lasciarli da soli.
«Tu che cosa hai da dire?» chiese poi ad Isaac.
«Non lo so. Appoggio il fatto di andarcene» rispose tranquillamente con una scrollata di spalle. «Se non vuoi formare un branco, almeno vieni via con noi»
Cassidy si guardò il grembo e appoggiò il mento sulla mano. Anche Isaac voleva andarsene. Che ne sarebbe stato di loro? Che ne sarebbe stato di quello che avevano? Capiva perfettamente che temevano per la loro vita e che pensavano che Derek non fosse stato un buon leader per loro. Ma lei… lei non poteva lasciare Derek.
«Mi dispiace, ragazzi. Non posso lasciare Derek. Io non posso. Gli devo troppo. Onestamente, credo che stia cercando di fare il meglio che può. Non sempre ha preso le decisioni giuste, ma non sareste stati d’accordo nemmeno con alcune delle mie scelte. Se scegliete di andarvene, non me la prenderò con voi. Le cose si stanno facendo pericolose per noi e siamo solo degli adolescenti… ma credo che dobbiate rifletterci attentamente. Dovrete cercare un altro branco e lì fuori ci sono i cacciatori» Cassidy disse con calma ai tre Beta. «E pensate anche al fatto che non avete il pieno controllo durante la luna piena. Ragazzi, pensate davvero di poter gestire questa cosa fino a che non troverete un altro branco?»
«Sì, abbiamo già fatto i nostri conti» le rispose Erica.
«E penso che abbiamo anche già trovato un altro branco» aggiunse Boyd.
«Dove?» chiese Cassidy.
«Eravamo nel bosco ieri notte, sembrava ce ne fossero tanti»
«Lo avete detto a Derek?»
«Non ancora. Volevamo che tu fossi la prima a saperlo»
«Io resto. Ma come ho detto, non ce l’avrò con voi se decidete di andarvene» Cassidy si alzò dal letto e abbracciò Erica e Boyd. «State attenti là fuori. Se avete bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, chiamatemi. Farò quello che posso»
Erica e Boyd annuirono e uscirono dalla stanza.
«Ricordatevi…» disse ai due. «Durante la luna piena trovate un’ancora. Qualcosa che significa davvero molto per voi. Vi aiuterà a mantenere il controllo. Può essere qualsiasi cosa»
«Grazie» le disse Boyd prima che lui ed Erica salissero le scale.
Cassidy si girò e guardò Isaac. Sospirò e tornò a sedersi accanto a lui.
«So che non hai ancora deciso e va bene. Però voglio che tu sappia che se lo fai, lascerai tutto quello che per me è vero. Tutto quello che siamo diventati da quando ci siamo incontrati… tutto quanto. So che non abbiamo mai veramente ufficializzato niente, ma mi piaceva pensare a te come il mio ragazzo. Vorrei essere egoista e dirti di restare, ma è una scelta che solo tu devi prendere. Non posso dirtelo, ma raccomandarti quello che ho detto a loro poco fa. Promettimi che starai bene e ti prenderai cura di te stesso»
Isaac annuì e sia alzò, dirigendosi lentamente verso la porta. Era davvero combattuto. Voleva andarsene così da avere una migliore probabilità di sopravvivenza, ma voleva rimanere perché… beh, diciamo che Cassidy era la ragione principale. Ma in qualche modo sentiva che la sua lealtà verso Derek avrebbe portato lei a scegliere l’Alpha e non lui. E poi Derek… Lui lo aveva salvato da una miserabile esistenza dandogli il morso. Si fermò sulla soglia e si voltò a guardare Cassidy.
Anche lei lo guardò, offrendogli un triste sorriso. Questa poteva essere l’ultima volta che l’avrebbe vista. Isaac si avvicinò a Cassidy, le prese il viso tra le mani e la baciò per quella che poteva essere l’ultima volta. Dopo alcuni istanti si allontanò e uscì dalla stazione della metropolitana, senza voltarsi indietro. Se lo avesse fatto, non sarebbe stato più in grado di andarsene.
Non aveva ancora preso una decisione certa, però. Sapeva da chi doveva andare per averne una.

 

Derek stava sfogliando i diversi libri che aveva trovato e messo da parte, quando sentì la presenza di Erica e Boyd dietro di lui.
«Avete deciso» disse ai due, voltandosi. «Quando?»
«Questa sera» gli rispose Erica.
«Saranno tutti alla partita» aggiunse Boyd. «Abbiamo pensato che fosse il momento migliore»
«Non è che vogliamo»
«Che cosa vuoi, allora?» chiese Derek.
«Ho compiuto sedici anni il mese scorso, non mi dispiacerebbe prendere la patente. E non posso farlo se sono morta, sai»
«Ve l’avevo detto che ci sarebbe stato un prezzo»
«Sì, ma non ci hai detto che sarebbe stato questo» disse Boyd.
«Vi ho detto come sopravvivere. Lo fai in un branco, e non c’è un branco senza un Alpha»
«Lo sappiamo»
«Volete cercarvi un altro branco… Oppure cercare di convincere Cassidy a formarne uno suo»
«Cassidy ha già detto di no»
«E allora dove ne troverete uno?»
«Credo che l’abbiamo già trovato»
«Tutto ad un tratto abbiamo sentito tutti questi ululati. E’ stato incredibile» disse Erica.
«Dovevano essere una dozzina»
«Forse di più»
«O forse due» rispose Derek. «Sapete cos’è l’effetto Bo Jest? Se modulano il proprio ululato con un rapido cambiamento di tono, due lupi possono sembrare anche venti»
«Ascolta, non importa, va bene? C’è un altro branco là fuori, ci deve essere. Abbiamo già deciso»
«Abbiamo perso, Derek. E’ finita» aggiunse Boyd. «Ce ne andiamo»
«No. Voi state scappando, e una volta cominciato non finirete più. Scapperete sempre»
Erica afferrò la mano di Boyd, trascinandolo fuori da casa Hale.

 

Isaac entrò nella clinica veterinaria di Beacon Hills e quasi immediatamente i cani iniziarono ad abbaiare. Si fermò davanti alla reception, quando Scott e il Dr. Deaton comparvero dal retro.
«Va tutto bene, Isaac» gli disse il Dr. Deaton, aprendo la porta della reception. «Siamo aperti»
Isaac si diresse verso il retro con Scott, dove c’era un cane bianco sdraiato sul tavolo.
«Perché ha questo odore?» chiese al Dr. Deaton, che si mise a ridacchiare. «Che c’è?»
«Scott mi ha chiesto la stessa cosa qualche mese fa» rispose Deaton, mentre Scott annuiva. «All’improvviso era capace di dirmi quali animali stessero migliorando e quali no»
«Lui non sta migliorando, vero? Ha un cancro?»
«Osteosarcoma. Ha un odore ben chiaro, vero?» ancora una volta Scott annuì, e Isaac guardò il cane con aria triste. «Vieni qui. So che sei ben consapevole di cosa sei capace di fare con le tue nuove abilità. Sei più forte, più veloce, e poi c’è la guarigione. Ti sei mai chiesto cosa puoi fare per gli altri?» Isaac guardò Scott con aria curiosa. «Dammi la mano»
Isaac diede la mano a Deaton, che la poggiò delicatamente sul cane. Improvvisamente le vene sulla mano di Isaac diventarono nere. Isaac spostò la manica per vedere le vene del braccio colorarsi man mano di nero.
«Che cosa ho fatto?»
«Ti sei preso un po’ del suo dolore» gli rispose Scott.
«Solo un po’. Ma a volte può fare la differenza» aggiunse il Dr. Deaton.
Isaac si portò il dorso della mano sulla bocca quando sentì gli occhi lacrimare.
«Va tutto bene. La prima volta che me lo ha fatto vedere ho pianto anche io» gli disse Scott, facendo sorridere Isaac.
Dopo un po’ Deaton prese delicatamente il cane e lo portò nella sua cuccia. Sapeva che doveva dare a Scott e Isaac un po’ di tempo per parlare.
«Se ne andranno stasera. Erica e Boyd» disse a Scott, mentre questo sistemava un po’ di cose. «Durante la partita»
«Perché me lo stai dicendo?» chiese Scott.
«Non te lo sto dicendo, te lo sto chiedendo. Ti sto chiedendo un consiglio»
«Da me, perché?»
«Perché mi fido di te»
«Perché?»
«Perché sembra che tu faccia sempre la cosa giusta»
«Di solito non ho nemmeno idea di quello che sto facendo. In realtà non ho mai idea di quello che faccio»
«Vuoi dirmi cosa farai adesso?»
«Non vado da nessuna parte, se è quello che intendi. Ho troppe persone qui che hanno bisogno di me»
«Beh, allora credo di essere fortunato, perché io non ho nessuno»
«Non hai Cassidy? Voglio dire, vi ho visti in giro per la scuola, pensavo steste insieme»
«Non lo so. Lei rimane qui a causa di Derek e io sento che potrei perdere lei e la sua lealtà»
Isaac si mise in piedi e si diresse verso l’uscita.
«Tu andrai… andrai con loro?»
«Sì, penso di sì. Ti prenderai cura di Cassidy?»
«Sì, certo»
«Grazie. Buona fortuna per la partita di stasera»
«Grazie, ma non credo ci andrò. Non posso nemmeno pensare di giocare a una partita in questo momento»
«Non ti sei allenato la settimana scorsa, vero?»
«Li ho saltati, perché?»
«Non hai sentito?»
«Sentito cosa?»
«Jackson era lì»
«Che cosa intendi dire? Come se non fosse…»
«Come se non fosse successo niente»
«Questo significa che… la partita di stasera»
«Sì, giocherà»

 

Cassidy si diresse verso la panchina dei giocatori, cercando Scott. Quando lo vide, si avvicinò a lui e mise una mano sulla spalla di Stiles, seduto accanto a Scott.
«Ehi, ho ricevuto il tuo messaggio» disse Cassidy a Scott.
«Jackson giocherà stasera» le rispose Scott.
«Che cosa?»
«Già. Ho bisogno che tu mi faccia un favore. Staresti con mia madre?»
«Certo»
«Grazie»
«Ehi, staresti anche con mio padre?» le chiese Stiles, prima che Cassidy si allontanasse.
«Non c’era nemmeno bisogno di chiederlo. Ci penso io, Stiles» gli disse, prima di dirigersi verso Melissa e lo sceriffo Stilinski. «Ehi» chiese, girandosi di nuovo. «Nessuno di voi ha visto Isaac?»
«Se n’è andato. Mi dispiace, Cass» disse Scott dopo un momento.
Cassidy annuì e abbassò lo sguardo per un breve momento. Poi tornò a guardare Scott e raggiunse sua madre e lo sceriffo. Fortunatamente per lei, si trovavano uno accanto all’altro. Fece un respiro profondo e si avvicinò. In quel momento aveva bisogno di allontanare il pensiero di Isaac e concentrarsi su come tenere la madre di Scott e il padre di Stiles al sicuro.
«Salve sceriffo Stilinski, signora McCall…» iniziò Cassidy.
«Tu eri alla stazione di polizia. Sei l’amica di Scott e Stiles. Cassidy, giusto?» le chiese lo sceriffo.
«Sì, signore»
«Stiles mi ha parlato di te. E’ bello incontrarti ufficialmente, e sono contento di vedere che stai bene» le disse, offrendole la mano. Cassidy la strinse con molto piacere.
«Grazie. Stiles mi ha detto che lei è di nuovo sceriffo, complimenti»
«Grazie»
Melissa fece cenno a Cassidy di sedersi accanto a lei.
«Volevo ringraziarti, per aver aiutato Scott» le disse poi.
«Non mi deve ringraziare, lui avrebbe fatto lo stesso. Mi dispiace soltanto che lei abbia dovuto vederlo» le rispose Cassidy.
In quel momento lo sceriffo Stilinski si scusò. Melissa si voltò verso Cassidy e cominciò a parlarle a bassa voce.
«Sapevi di Scott? Di quello che è?»
«Sì. Soprattutto perché io sono come lui»
«Che cosa siete?»
«Siamo entrambi lupi mannari» sussurrò. «Ma Scott è ancora suo figlio. E da quello che ho capito, non ha mai chiesto di diventare ciò che è»
«Davvero?»
«Io ci sono nata così, quindi non ho avuto scelta. Ci vorrà del tempo per abituarsi, ma si fidi di me, ce la farà. Voglio che lei sappia che l’ha cresciuto bene. Lupo mannaro o no, lui ha la testa sulle spalle. Deve essere davvero orgogliosa»
Melissa sorrise e guardò suo figlio, seduto sulla panchina accanto a Stiles.
«Lo sono. Grazie»
Cassidy e Melissa si sorrisero e lo sceriffo tornò al suo posto.
«Oh no, perché mio figlio sta correndo sul campo?» chiese con lieve preoccupazione.
«Perché fa parte della squadra» gli rispose Melissa.
Improvvisamente, gli occhi dello sceriffo Stilinski di spalancarono. Ci vollero alcuni secondi, ma si rese conto che Stiles, suo figlio, stava finalmente per giocare.
«Lo è. Mio figlio è nella squadra. Mio figlio è sul campo» disse, e poi di nuovo, ma questa volta alzandosi ed esultando. «Mio figlio è sul campo!»
Cassidy sorrise guardando lo sceriffo e ascoltando Stiles parlare.
«Oh mio Dio» disse.
Sia lei che Scott era contenti per Stiles, ma all’improvviso sentirono una voce.
«Scott? Riesci a sentirmi?» disse Gerard Argent dalle gradinate. «Sì che ci riesci. Ascoltami attentamente, perché il gioco sta diventando interessante»
«Lo hai sentito, vero?» chiese Scott a Cassidy.
«Sì» rispose lei con un filo di voce, per non farsi sentire dallo sceriffo e Melissa.
«Mettiamo un altro tempo su questo gioco, Scott. Ti do fino agli ultimi trenta secondi. Quando il tabellone comincia il conto alla rovescia da trenta, se non mi avrai portato Derek, Jackson comincerà ad uccidere qualcuno. Quindi dimmi, Scott, chi morirà stasera? Potrebbe essere tua madre, che coraggiosamente è venuta per sostenerti? Oppure lo sceriffo, il padre del tuo migliore amico? Oppure la graziosa rossa che è riuscita a sopravvivere al morso di un Alpha?» chiese Gerard.
Come se lo avesse previsto, Lydia si sedette sugli spalti accanto a Cassidy. Le due si scambiarono un sorriso prima che Cassidy tornasse ad ascoltare.
«O forse uno di questi ragazzi innocenti con tutta una vita davanti a loro? O dovrei fare un favore a tutti uccidendo quel ridicolo allenatore? E’ tutto nelle tue mani, Scott. Aiutami a prendere Derek. Perché se non lo farai, Jackson strapperà la testa a qualcuno proprio nel bel mezzo del campo e inzupperà di sangue tutti quelli che ami» continuò Gerard.
Il fischio dell’arbitro segnò l’inizio della partita.
«Scott, va tutto bene. Ci inventeremo qualcosa» sussurrò Cassidy a Scott, quando sentì che il suo cuore cominciò a battere forte.

 

A un minuto e quaranta secondi dalla fine del primo quarto e la squadra avversaria era sopra di due punti. Improvvisamente Stiles prese la palla, visibilmente contento, ma non durò a lungo perché fu placcato a terra.
«Probabilmente si sta solo riscaldando» disse Melissa.
Cassidy e Lydia annuirono, mentre Stiles raccoglieva la palla e veniva colpito da due ragazzi.
«E’ solo un po’ nervoso. Ha un sacco di tempo per recuperare» disse Lydia.
Durante il gioco lo sceriffo Stilinski, Melissa, Cassidy, Lydia e Scott guardavano come il povero Stiles continuava a perdere la palla o veniva placcato. Cassidy sentì il Coach dire a Scott di sedersi quando lui cercò di aiutare l’amico.
Guardò verso Scott e il suo cuore si fermò quando vide Isaac seduto accanto a lui.
«Sei venuto per aiutare» gli disse Scott.
«Sono venuto per vincere» gli rispose Isaac.
Scott e Isaac guardarono Gerard, che sembrava poco contento della presenza del ragazzo. Poi Isaac si girò e guardò Cassidy, che quasi piangeva per la felicità. Si scambiarono un breve sorriso.
«E’ tutto vero anche per me» le disse, sorridendo.
Cassidy sorrise ancora una volta e si asciugò una lacrima.
«Stai bene?» le chiese Lydia vedendola piangere.
«Sì» le rispose. «Sto bene»
Lydia annuì e mise una mano sul braccio di Cassidy prima di continuare a guardare la partita.
«Hai già un piano?» chiese Isaac a Scott.
«No. Per il momento è cercare di fermare Jackson dall’uccidere tutti» gli rispose Scott.
«Beh, sarebbe molto più facile se tu stessi in campo. Dobbiamo fare in modo che il Coach non abbia altra scelta che fare entrare te»
«E come? Ha una panchina piena di ragazzi che utilizzerebbe prima di me»
«Mettete fuori gioco alcuni di loro» disse Cassidy dal suo posto.
I due Beta si scambiarono uno sguardo,riconoscendo che il piano di Cassidy avrebbe potuto funzionare.
«Puoi farlo senza mandare nessuno all’ospedale?» chiese Scott ad Isaac.
«Posso provarci» gli rispose Isaac, mettendosi il casco.
Scott a Cassidy osservarono Isaac entrare in campo, facendo sapere a Jackson che lui era lì. Poi, uno ad uno, mise k.o. alcuni giocatori.
«Lahey! Seriamente, qual è il tuo problema?» gli chiese il Coach arrabbiato.
Isaac si strinse innocentemente nelle spalle prima di continuare a correre nel campo. Nel momento in cui Isaac stava per mettere fuori gioco un altro giocatore, Jackson lo placcò. Cassidy si alzò quando vide che Isaac non si era rialzato. Guardò Scott correre nel campo verso di lui.
«Non è rotta, ma non riesco a muoverla. Penso che Jackson mi abbia graffiato, perché sento che si sta diffondendo» sentì Isaac dire a Scott.
«Vuoi giocare a scacchi, Scott? Allora è meglio essere disposti a sacrificare delle pedine» disse Gerard.
Cassidy e Melissa corsero sul campo da Scott, mentre Isaac veniva trasportato via su una barella.
«Sta succedendo qualcosa, non è vero? Qualcosa di più di una partita di lacrosse» chiese Melissa a Scott.
«Dovresti andartene» le disse Scott.
«Oh, io non vado da nessuna parte. Tutto quello che ti ho detto prima, scorda tutto quanto. Se puoi fare qualcosa per aiutare, fallo»
«Lo farò» Poi Scott si rivolse a Cassidy. «Se noti che Gerard non c’è, trova Isaac. Potrebbe andare da lui»
«Non c’è bisogno di dirmelo due volte»
Cassidy si diresse tra gli spalti e si sedette tra Melissa e Lydia. Scambiò uno sguardo con Melissa quando l’arbitro diede il fischio d’inizio.
In quel momento, sia Scott che Stiles caddero a terra.
«Non sai cosa stai veramente contrattando, Scott?» disse Gerard vicino alle gradinate. «Non hai capito qual è la vera offerta? E’ Allison. E’ sempre stata Allison. Tu mi dai Derek e io ti do Allison»
Cassidy guardò Scott rialzarsi e correre nel campo, in mezzo a tanta gente.
«Torno subito» disse Cassidy a Melissa mentre si alzava.
Raggiunse il fretta Scott, mentre raggiungeva gli spogliatoi. Una volta entrati, videro Isaac in piedi che si teneva sul lavandino, e Gerard con una spada in mano. C’erano un paio di cacciatori dietro di lui, ma Gerard abbassò la spada quando vide il riflesso di Scott e Cassidy nello specchio di fronte a lui.
Cassidy e Scott tolsero di mezzo i cacciatori, quando ebbero finito si resero conto che Gerard non c’era più. Poi Cassidy si precipitò verso Isaac.
«Dov’è?» chiese Scott ai due.
«Non lo so» gli rispose Cassidy. «Vai. Ci vediamo là fuori»
Scott corse via, dirigendosi verso il campo. Cassidy colse subito l’occasione per baciare Isaac.
«Sono contenta che sei tornato» gli disse poi.
Isaac le sorrise prima di darle un bacio veloce. Entrambi si diressero verso il campo, quando arrivarono il tabellone segnava zero. La squadra di Beacon Hills aveva vinto grazie ad alcuni goal di Stiles.
Non era successo niente, ma improvvisamente le luci nel campo si spensero. C’era il caos completo, la gente cominciò ad urlare e a correre a destra e a sinistra. Quando le luci si riaccesero, videro una figura distesa a terra nel campo. Scott, Isaac e Cassidy si diressero insieme alla folla verso quello che si scoprì essere Jackson.
«Non respira, non ha polso» disse Melissa, accovacciata accanto a Jackson.
«C’è sangue. C’è del sangue» urlò all’improvviso Lydia.
«Guarda» disse Scott a Cassidy e Isaac, indicando le dita insanguinate di Jackson.
«Se l’è fatto da solo?» chiese, confusa.
«Vieni qui» disse Melissa a Lydia. «Vieni qui, prendi la sua testa e tienila alzata»
Lydia fece come le era stato detto e si inginocchiò. Lo sceriffo Stilinski si fece strada tra la folla e si guardò intorno, rendendosi conto che Stiles non c’era.
«Dov’è Stiles? Dove diavolo è mio figlio?» chiese.
Quasi immediatamente, Scott, Cassidy e Isaac cominciarono a guardarsi intorno, sperando che non fosse stato Gerard a prendere Stiles.

 




 

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Capitolo 15
*** Chapter 15 ***















 
Chapter 15
 
Una volta che tutti ebbero finito di cambiarsi, Isaac uscì dagli spogliatoi per chiamare Cassidy. La loro squadra aveva vinto, ma l’umore non era proprio quello adatto al momento. Quella sera, Jackson Whittemore si era ucciso sul campo. Per ragioni sconosciute a tutti loro, Jackson si era infilzato con i suoi artigli ed era morto.
I tre lupi mannari era presso l’armadietto di Stiles, in attesa che gli ultimi ragazzi uscissero. Scott aveva un piano per trovare il suo migliore amico e sapeva che poteva contare sull’aiuto di Cassidy e Isaac.
«E adesso? Jackson è morto, che cosa significa questo per Gerard?» chiese Cassidy, pensando ad alta voce.
«Non lo so» le risposero Isaac e Scott all’unisono.
Lo sceriffo Stilinski si avvicinò ai tre per ottenere le loro dichiarazioni su quello che era successo quella sera. Una volta finito, li aggiornò sulla situazione Stiles, visto che era sicuro che avessero delle domande.
«Va bene, mi devo incontrare con il medico legale per capire che cosa sia successo a Jackson. La Jeep di Stiles è ancora là fuori nel parcheggio, il che significa che…» iniziò, per poi fermarsi e pensarci sopra. «Non lo so che cosa significa. Se rispondesse al telefono, se rispondesse alle e-mail, se qualcuno di voi dovesse vederlo…»
«La chiameremo» gli disse dolcemente Isaac.
«Probabilmente era solo fuori di testa per tutte le attenzioni o qualcos’altro. Lo troveremo» disse Scott.
«Già… Ci vediamo, okay?» disse lo sceriffo prima di allontanarsi.
Cassidy capiva lo sceriffo. Non nascondeva la preoccupazione per suo figlio potenzialmente scomparso. Proprio in quel momento il Coach Finstock si avvicinò ai tre.
«McCall, ho bisogno di te nella squadra, va bene?» disse, sostituendo il suo solito sarcasmo con la serietà. «Lo sai che non posso metterti in squadra la prossima stagione se non ottieni voti alti»
«Sì. Lo so, Coach» gli rispose Scott.
«Voglio dire, so che urlo molto, ma non vi odio ragazzi. Beh, odio Greenberg ma si sa, è Greenberg. Sto solo dicendo che noi… Io ho bisogno di te nella squadra. Cerca di far alzare i tuoi voti»
«Lo farò»
Il Coach si allontanò, lasciando Scott, Isaac e Cassidy da soli negli spogliatoi.
«Sono andati via tutti?» chiese Cassidy a Isaac.
Isaac si guardò intorno, mentre Scott si voltava verso l’armadietto di Stiles.
«Credo di sì» rispose Isaac.
Scott strappò via l’anta dell’armadietto di Stiles e la gettò a terra. Afferrò la camicia di Stiles e una scarpa, passando quest’ultima a Isaac. L’idea di Scott consisteva in lui e Isaac che cercavano di seguire l’odore di Stiles e Cassidy che guidava.
«Lo troveremo seguendo il suo odore?» chiese Isaac a Scott.
«Sì, tutti e due» gli rispose.
«Aspetta, perché tu hai la maglia e io la scarpa?»
Cassidy guardò Isaac e rise notando la sua espressione. Poi vide Scott guardare alla sua sinistra, dove c’era Derek insieme a un uomo che non aveva mai visto prima.
«Dobbiamo parlare» disse Derek.
«Tutti quanti» aggiunse l’uomo.
«Ma che…?» disse Scott, con gli occhi spalancati. «Che cosa diavolo succede?»
«Sai, ho pensato la stessa cosa quando ti ho visto parlare con Gerard alla stazione di polizia» gli rispose Derek.
«Okay, aspetta, ha minacciato di uccidere mia madre. Cos’altro avrei divuto fare?»
«Sono d’accordo con Scott su questo» disse l’uomo, rivolgendo l’attenzione a Cassidy e Isaac. «Avete visto sua madre? E’ bellissima»
«Sta’ zitto!» dissero Derek e Scott all’unisono.
«Chi è?» chiese Cassidy a Scott.
«Peter, lo zio di Derek. Un po’ di tempo fa ha cercato di ucciderci tutti, ma gli abbiamo dato fuoco e Derek gli ha tagliato la gola» rispose Scott.
«Ciao» disse Peter, salutando Cassidy e Isaac.
«Buono a sapersi» rispose tranquillamente Isaac.
«Come fa ad essere vivo?» chiese Scott.
«La versione corta è che lui sa come fermare Jackson» rispose Derek. «Sa come salvarlo»
«Beh, sarebbe molto utile, tranne per il fatto che Jackson è morto» disse Isaac.
«Che cosa?»
«Sì, è appena successo sul campo» disse Cassidy.
«Okay, perché non la prendete come una buona notizia?» chiese Isaac, notando le facce di Derek e Peter.
«Perché se Jackson è morto non è solo successo. Gerard voleva che accadesse» rispose Peter.
«Perché?» chiese Derek.
«Beh, questo è quello che dobbiamo scoprire. E qualcosa che quest’opportunità sta svanendo. Rapidamente»

 

Cassidy, Isaac e Scott erano diretti alla vecchia casa Hale. Nel frattempo, Scott aveva provato a rintracciare l’odore di Stiles, senza nessun risultato.
Non appena mise piede nella casa, ricevette un messaggio.
«Hanno trovato Stiles» disse, sollevato.
«Grazie a Dio» disse Cassidy tranquillamente.
«Ti ho detto che ho guardato dappertutto» disse Derek a Peter.
«Non qui» disse Peter.
Si fermò ai piedi della scala e tirò fuori una scatola da uno dei gradini.
«Che cos’è, un libro?»
«No. E’ un computer, ma in che secolo vivi?»
Cassidy girò la testa e la seppellì nella spalla di Isaac per trattenersi dal ridere. Sapeva che non avrebbe dovuto farlo, ma lo trovava divertente.
«Pochi giorni dopo essere uscito dal coma, ho trasferito qui tutto quello che avevo. Fortunatamente, gli Argent non sono gli unici a prendere nota» Peter continuò, prima di entrare in salotto.
Il telefono di Scott squillò e lui rispose. Isaac e Cassidy seguirono Derek e Peter nella stanza accanto.
«Ehi mamma, non posso parlare adesso» disse Scott al telefono. «Va bene, arrivo» Attaccò il telefono e andò nella stanza accanto.
«Devo andare in ospedale. Mia mamma dice che c’è qualcosa che non va con Jackson» disse Scott.
Cassidy tirò fuori le chiavi della macchina e si diresse verso la porta.
«Guido io» disse.
«Isaac, va’ con loro» gli disse Derek.
Isaac e Scott seguirono Cassidy fuori e salirono in macchina. La corsa verso l’ospedale fu silenziosa e non appena arrivati c’era Melissa ad aspettarli in corridoio. Li portò nella stanza in cui si trovava il corpo di Jackson e aprì la borsa nella quale era chiuso. All’interno, Jackson era circondato dalla sua  tossina paralizzante.
«Che cosa sta succedendo?» chiese Scott.
«Pensavo me l’avresti detto tu. E’ tanto brutto?» chiese Melissa.
«Non sembra buono» rispose Isaac.
Improvvisamente Jackson si mosse, spaventando tutti quanti e portandoli ad indietreggiare.
«Mamma, potresti chiudere la zip per favore?» chiese Scott.
«Lo fai fare a tua madre? Pappamolla» mormorò Cassidy a Scott.
«Perché non lo fai tu allora?»
«Perché tu sei più vicino»
«Chi è il fifone adesso?»
«Ancora tu»
«Va bene… va bene» disse Melissa, cominciando a chiudere la zip.
La cerniera sembrava chiudersi senza intoppi, almeno fino a quando rimase bloccata poco sotto il mento di Jackson. Tutti e tre i ragazzi sgranarono gli occhi per l’orrore. Sembrava davvero come essere in un film dell’orrore, tutti si aspettavano che da un momento all’altro Jakson si sarebbe svegliato e li avrebbe uccisi tutti. Melissa cercò di chiudere la cerniera, ma Jackson si mosse ancora, questa volta mostrando le zanne.
«Mamma, chiudi» disse Scott.
«Va bene. Va bene» disse nervosamente Melissa, mentre provava di nuovo.
Jackson cominciò a muoversi sempre più frequentemente.
«Chiudi. Chiudi. Mamma, chiudi!»
Una volta che la cerniera fu completamente chiusa, tutti si lasciarono sfuggire un sospiro di sollievo. Tuttavia, il sollievo fu di breve durata, perché Jackson continuava a muoversi all’interno della borsa.
«E adesso?» chiese Isaac.
«Chiama Derek» rispose Cassidy.
Scott tirò fuori il telefono e chiamò Derek.
«Jackson è vivo. Sta succedendo qualcosa» disse a Derek.
«Tipo cosa?» chiese Derek.
«E’ in questo… involucro trasparente fatto con la sua tossina. Si muove troppo»
I tre licantropi ascoltarono Derek che discuteva con Peter.
«Scott, portalo qui»
Jackson continuava a muoversi sempre più violentemente. Melissa, Cassidy, Isaac e Scott erano ormai con la schiena contro il muro, guardando la borsa con il corpo che si muoveva.
«Non sono sicuro che abbiamo tempo»
«Scott, tiralo fuori di lì. Adesso»
Scott riattaccò il telefono, sospirando.
«C’è un uscita posteriore da dove possiamo uscire?» chiese Cassidy a Melissa.
«Sì» le rispose, dirigendosi verso le porte.
Scott e Isaac afferrarono le estremità della borsa contenente il corpo di Jackson e seguirono Cassidy e Melissa. Arrivarono al parcheggio senza essere scoperti da nessuno.
«State attenti» disse Melissa ai tre prima di chiudere la porta.
Cassidy si guardò intorno per controllare se ci fosse qualcuno nelle vicinanze. Fortunatamente per loro, la via era libera.
«Okay, andate. Forza, forza, forza» sussurrò Cassidy.
Scott e Isaac corsero verso l’auto di Cassidy, ma lungo la strada Scott si lasciò sfuggire la parte anteriore della borsa con Jackson dentro. I tre licantropi si guardarono l’un l’altro spaventati, aspettandosi che Jackson cominciasse ad agitarsi di nuovo. Quando non lo fece, Scott cercò di riprendere la sua estremità, quando una grossa macchina si fermò dietro di lui.
L’autista scese, rivelandosi Chris Argent.
«Sei solo» gli disse Scott.
«Più di quanto tu creda» gli ripose Chris.
«Che cosa vuoi?»
«Noi non abbiamo molto in comune, Scott. Ma al momento abbiamo un nemico in comune»
«Ecco perché stavo cercando di portarlo via di qui»
«Non mi riferivo a Jackson. Gerard ha fatto il lavaggio del cervello ad Allison, nello stesso modo in cui aveva fatto con Kate. La sto perdendo, e so che la stai perdendo anche tu»
«Ha ragione. Quindi può fidarsi di me per risolvere questo?» Chris annuì. «Ci lascia andare?»
«No. La mia macchina è più veloce»
Chris aiutò Scott a caricare Jackson nella sua macchina. Cassidy e Isaac li seguirono con la macchina di lei.

 

Arrrivati al magazzino, Chris si fermò e parcheggiò la sua macchina. Cassidy fece lo stesso proprio dietro di lui. Tutti uscirono dalla macchina e si misero a cercare Derek con lo sguardo.
«Penso che abbia smesso di muoversi» disse Isaac a Scott.
«Dov’è Derek?» chiese Chris.
Come non detto, Derek sbucò di corsa lungo il vicolo, a quattro zampe, fermandosi davanti la macchina di Chris. Si alzò in piedi e guardò il cacciatore.
«Sono qui per Jackson. Non per te» disse il cacciatore a Derek.
«Per qualche ragione non ne sono sicuro» gli rispose prima di guardare Scott e Isaac. «Portatelo dentro»
Chris salì in macchina ed entrò con essa nel grande magazzino. Quando spense il motore, Scott e Isaac presero Jackson dalla macchina e lo appoggiarono a terra.
«Dove sono?» chiese Scott a Derek.
«Chi» chiese a sua volta Derek.
«Peter e Lydia» Derek ignorò Scott e cominciò ad aprire la borsa che conteneva il corpo di Jackson. «Okay. Ehi, aspetta, avevi detto che sapevi come salvarlo»
«Ho cambiato idea»
«Ma che…»
«Pensaci, Scott! Adesso è Gerard che lo controlla. Ha trasformato Jackson nel suo cane da guardia ed ha architettato tutto questo in modo che lui potesse diventare ancora più grande e potente»
«No, non lo farebbe mai. Se Jackson fosse un cane, avrebbe potuto prendere la rabbia. Mio padre non lascerebbe mai un cane rabbioso vivere» disse Chris.
«Certo che no» disse improvvisamente Gerard, sorprendendo tutti quanti. «Tutto ciò che è pericoloso e fuori controllo è meglio che sia morto»
Derek guardò in basso e fece fuoriuscire i suoi artigli, preparandosi ad uccidere Jackson. Prima che potesse colpirlo, Jackson aprì gli occhi e trafisse Derek al petto, sollevandolo e gettandolo in un angolo come una bambolina di pezza.
Scott e Cassidy si scambiarono uno sguardo e lei corse a controllare Derek. Quando arrivò da lui, si inginocchiò e controllò le sue ferite.
«Sento che si sta diffondendo. Dovrai farla uscire» le disse Derek.
Cassidy annuì e fece fuoriuscire i suoi artigli. Afferò il braccio di Derek e ce li affondò dentro, aprendo una ferita per drenare il veleno. Tra un gridolino e l’altro di Derek, Cassidy sentì il suono di una freccia.
«Allison?» sentì dire a Scott con grande sorpresa.
Si girò a guardare e vide Scott che stava trascinando Isaac da parte, che aveva una freccia nella spalla. Si voltò nuovamente verso Derek e finì quello che aveva iniziato.
«Riesci a muoverti?» gli chiese.
«Sì. Va’ a controllare Isaac» le rispose Derek, mentre le sue ferite cominciavano a guarire.
Cassidy si alzò e corse verso Isaac e Scott. Fu solo allora che vide una seconda freccia nella spalla di Isaac.
«Quella stronza» borbottò, mentre ne tirava una fuori. «Voi due pensate a Jackson, io troverò Allison»
«Cass, non ucciderla» le disse Scott.
«Non posso prometterti nulla»
«Cass! Cassidy!»
Cassidy ignorò Scott, mentre correva intorno al magazzino per cercare di trovare Allison. All’improvviso sentì la sua presenza dietro di lei e si voltò, fermandola dall’accoltellarla. Spinse via il braccio di Allison facendole cadere il coltello.
Allison provò a tirarle un pugno e poi un altro ancora, ma Cassidy li bloccò entrambi. Poi la ragazza riuscì a darle una ginocchiata nello stomaco e poi in faccia, abbattendo il lupo mannaro. Allison si mise a cavalcioni su Cassidy e tirò fuori un altro coltello e cercò di colpirla due volte, ma entrambi i tentativi furono vani. Cassidy allora avvolse le sue gambe intorno al collo di Allison e se la tolse di dosso, ma non l’attaccò a causa del coltello che ancora teneva in mano.
«Allison, smettila. Ti prego» le disse, mentre entrambe si alzavano.
Tuttavia, Allison rispose tornando alla carica. Cassidy riuscì ad afferrarla e buttarla a terra, atterrando su di lei. All’improvviso, però, sentì un dolore acuto allo stomaco. Guardò verso il basso e vide il coltello della cacciatrice affondato nella sua carne.
Allison si tolse Cassidy di dosso e si alzò, dirigendosi all’interno per il suo obiettivo principale: Derek.
Cassidy fece una smorfia di dolore mentre si alzava e cercava di seguire Allison, la mano sulla ferita. Quando tornò dentro vide Allison pugnalare Isaac un paio di volte, prima di avanzare verso Derek.
 «No, Allison!» la chiamò Scott.
All’improvviso il Kanima afferrò Allison per le braccia e le fece cadere i coltelli da mano, poi le afferrò la gola.
«Non ancora, tesoro» disse Gerard.
Cassidy si inginocchiò dolorosamente accanto ad Isaac e controllò che stesse bene. Per qualche ragione lei non era ancora guarita, ma era la sua ultima preoccupazione perché sembrava che Gerard avesse previsto tutto quanto.
«Che cosa stai facendo?» gli chiese Allison.
«Sta facendo quello per cui è venuto qui» disse Scott.
«Allora lo sai già?» gli chiese Gerard.
«Di che cosa sta parlando?» chiese Allison a Gerard.
«E’ stata la notte in ospedale, non è vero? quando ho minacciato tua madre» continuò Gerard. «L’ho visto nei tuoi occhi. Hai sentito l’odore, non è vero?»
«Sta morendo» disse Isaac, quando sentì anche lui quell’odore.
«E’ vero. Sono malato da un po’. Purtroppo la scienza non ha ancora trovato una cura per il cancro. Il soprannaturale sì»
Tutti gli occhi si posarono su Derek non appena capirono a cosa puntasse Gerard. La presa del Kanima sulla gola di Allison si strinse.
«Sei un mostro» disse Chris a suo padre.
«Non ancora»
«Che cosa stai facendo?» chiese di nuovo Allison, mentre lo shock cresceva.
«Ucciderai anche lei?» gli chiese Chris, in un misto di dolore e rabbia.
«Quando si tratta di sopravvivenza, ucciderei anche il mio stesso figlio» rispose, guardando poi Scott. «Scott?»
Scott strinse i denti, mentre guardava prima Gerard e poi Derek, ancora a terra. Lentamente si avvicinò a quest’ultimo e prima di afferrarlo a costringerlo ad alzarsi guardò Allison.
«Scott. Scott, non farlo» gli disse Derek. «Sai che subito dopo mi ucciderà. Sarà un Alpha»
«Questo è vero. Ma penso che lui già lo sappia, non è vero Scott? Sai che il premio finale è Allison. Fai questa piccola cosa per me e potrete stare insieme. Tu sei l’unico pezzo del puzzle che non c’entra, Derek. E nel caso tu non l’abbia ancora imparato, nulla può mettersi contro un giovane amore»
«Scott, non farlo» gli disse Cassidy, con le lacrime agli occhi.
«Scott, non farlo» gli disse Derek. «No!»
«Mi dispiace, ma devo» disse Scott, guardando tristemente Allison.
Afferrò il collo di Derek e spinse sui punti di pressione, portando Derek ad aprire la bocca. Gerard, nel frattempo, si sollevò la manica e mise il suo braccio in bocca a Derek. Emise un grido di dolore quando fu finalmente morso. Poi, Scott lasciò andare Derek.
Cassidy e Isaac si scambiarono un’occhiata, mentre Gerard teneva il braccio alzato in segno di vittoria. Cosa diavolo stava succedendo adesso? Tutti guardarono Gerard e notarono che il suo morso cominciava ad espellere sangue nero anziché rosso.
«Che c’è?» chiese Gerard, quando vide gli sguardi sorpresi e confusi di tutti quanti. Si guardò il braccio e poi si rivolse a Scott. «Che cos’è questo? Che cosa hai fatto?»
«Tutti dicono che Gerard ha sempre un piano» disse Scott a Derek prima di guardare Gerard. «Ne ho avuto uno anche io»
Gerard tirò fuori il uso piccolo contenitore per le pillole e lo aprì.
«No! Sorbo degli uccellatori!» disse con rabbia, frantumando e pillole.
Tutti guardarono Gerard con disgusto quando un getto di sangue nero uscì dalla sua bocca; poi Gerard cadde in ginocchio. Continuò a vomitare il sangue nero prima di accasciarsi al suolo.
«Perché non me lo hai detto?» chiese Derek a Scott.
«Perché potrai anche essere un Alpha, ma non sei il mio»
«Uccidili!» ordinò improvvisamente Gerard al Kanima. «Uccidili tutti!»
Gerard crollò a terra e il Kanima lascio andare Allison. Poi lei gli diede una gomitata e il Kanima la spinse di lato.
Improvvisamente, la Jeep di Stiles sfondò il muro dell’edificio e colpì il Kanima, per poi fermarsi. Cassidy e Isaac si alzarono e andarono verso Derek, aiutandolo ad alzarsi.
«L’ho preso?» chiese Stiles.
Il Kanima saltò sul cofano della Jeep, portando Lydia e Stiles a urlare e uscire.
«Jackson?» disse Lydia al Kanima, mentre Stile correva verso Scott.
«Lydia!» la chiamò Stiles, cercando di andare in suo aiuto.
Scott fermò Stiles per un braccio, mentre Lydia chiuse gli occhi e il Kanima si avvicinava a lei. Il Kanima guardò per un momento la chiave che Lydia aveva in mano e per metà tornò ad essere di nuovo Jackson. Poi il ragazzo prese il pieno controllo, prendendo la chiave e annuendo tristemente.
Si allontanò da Lydia e allargò le braccia, guardando verso Derek e annuendo. Derek da una parte e Peter dall’altra, infilzarono Jackson con i loro artigli. Derek fu il primo a ritirare gli artigli e indietreggiare, non esattamente orgoglioso di quello che aveva appena fatto.
Lydia corse rapidamente verso Jackson, mentre questi cadeva in ginocchio.
«Tu… Tu ancora…» iniziò a dire debolmente Jackson.
«Sì. Ti amo ancora. Sì, sì» disse Lydia, mentre piangeva.
Gli occhi di Jackson si chiusero e la testa cadde contro la spalla della ragazza. Un paio di lacrime caddero dagli occhi di Cassidy mentre la chiave cadeva dalle mani di Jackson. Si sentiva male per Lydia… nessuno dovrebbe mai provare tutto questo.
Isaac e Cassidy si guardarono. Lui le prese la mano e intrecciò le moro dita, mentre Lydia metteva delicatamente Jackson giù.
«Dov’è Gerard?» chiese Allison, quando si rese conto che non c’era più.
«Non può andare lontano» disse Chris.
Lydia si alzò e lentamente si diresse verso Stiles, Scott e Allison, quando all’improvviso delle unghie graffiarono il pavimento.
Tutti guardarono verso Jackson scioccati. I suoi occhi adesso brillavano di un blu acceso, si alzò e ringhiò. Cassidy guardò Derek, chiedendosi come quello potesse essere possibile. Jackson era finalmente un lupo mannaro.
Lydia corse velocemente verso di lui e l’abbracciò stretto.

 

La mattina seguente, Derek, Peter, Cassidy e Isaac, diretti alla vecchia casa Hale, trovarono un simbolo dipinto sulla porta.
«Oh no» disse Cassidy.
«Non gli avete ancora detto tutto, non è vero?» chiese Peter a Derek e Cassidy.
«Che cuoi dire?» chiese Isaac.
«Perché pensi che Derek avesse tanta fretta di crearsi il suo branco? Così desideroso di rafforzare il suo potere e il suo numero? Quando c’è un nuovo Alpha le persone prendono nota»
«Persone tipo chi? Questo che cos’è?» domandò Isaac, avvicinandosi alla porta. «Che cosa significa?»
«E’ il loro simbolo» gli rispose Derek. «Significa che stanno arrivando»
«Chi?»
«Gli Alpha»
«Più di uno?»
«Un intero branco» rispose Cassidy.
«Un branco di Alpha. E non stanno arrivando. Sono già qui» aggiunse Peter.
Cassidy fissò il simbolo dipinto sulla porta. Era una della ragione per le quali aveva lasciato la sua città natale. Voleva evitare quelli che si nascondevano dietro quel simbolo perché sapeva che sarebbero venuti per lei. Adesso, però, era a Beacon Hills e aveva un branco.
I branchi di Alpha non sono troppo comuni, ma quando arrivano portano solamente caos all’interno delle vite di tutti quanti. E Cassidy sentiva che il loro arrivo non avrebbe fatto bene a nessuno lì.
Ma se fosse stata fortunata, insieme a Derek poteva sopravvivere a quello che il branco Alpha aveva in serbo per loro.

 

Emme's corner:
Ed eccoci qui, alla fine di questa storia. Come vi avevo detto qualche capitolo fa -ve l'ho detto, vero? Ricordo di sì- non è la fine di niente. Questa fantastica ragazza ha continuato a scrivere, e la storia sta andando avanti che è una meraviglia. Vi avevo chiesto di mandarmi una rencensione, o un messaggio, per sapere se qualcuno stesse seguendo e volesse continuare a seguire, ma non ho ricevuto niente e mi pare di capire che la risposta sia no. Peccato, perchè Isaac e Cassidy sono bellissimi :3 Io per adesso ho deciso di smettere di tradurre. Adesso, ditemi voi se volete sapere del continuo o meno, sta solo a voi. Tanto io continuerò a keggermela lo stesso. E' un arrivederci o un addio er questa storia, non lo so, aspetto la voce del popolo. Bye :D #Emme#


 

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