Un amore per Nastasia di Debby_Gatta_The_Best (/viewuser.php?uid=626735)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solitudine e ricordi ***
Capitolo 2: *** Problemi e soluzioni ***
Capitolo 3: *** Giunti alla mèta ***
Capitolo 4: *** Iscrizioni ***
Capitolo 5: *** Benjamin ***
Capitolo 6: *** Il vincitore ***
Capitolo 7: *** Lezioni ed imprevisti prevedibili ***
Capitolo 8: *** Imperfette coppie perfette ***
Capitolo 1 *** Solitudine e ricordi ***
Un amore per Nastasia
La luce del mattino filtrava dalla finestra dell'hotel. Nastasia si rigirò più volte nel letto, poi si arrese al sole e decise di alzarsi. I suoi capelli rosa le cadevano spettinati sulle spalle, i suoi occhi rossi erano visibilmente assonnati, e nel complesso il suo aspetto non era dei migliori. Troppo stress, negli ultimi tempi. Il giorno prima era rimasta sveglia fino all'una di notte, nella hall dell'hotel, come aveva fatto molte altre sere. Aveva preso più volte un caffè al bar dell'albergo, così per restare sveglia, e si era seduta su uno dei divani nel salone. Aveva atteso. Cosa, non lo sapeva neanche lei. Ma aveva atteso lo stesso. Alla fine, era andata a letto. Ma i pensieri l'avevano comunque tartassata per tutta la notte, anche in sogno, e questo faceva risentire molto l'umore della donna. Cercò di scacciare quei pensieri, che ormai la seguivano senza tregua da mesi, e si diresse verso lo specchio. Il suo volto azzurro si riflesse nel pulito specchio, e apparve stanco, affaticato. Sospirò. Poi andò in bagno. Qui fece una veloce doccia fredda per svegliarsi per bene, poi si legò i capelli in una crocchia, indossò i suoi tipici vestiti formali ed i suoi classici occhiali rossi. Sospirò nuovamente. Quel pensiero non le dava tregua. Non riusciva a pensare che al conte.
"Conte Blumiere! Dove sei? Come farò senza di te? La mia vita ti apparteneva... io ti amavo!"
Questo era il pensiero che spesso le girava furtivamente nella testa, senza darle tregua. Ma spesso era accompagnato da un altro, più ragionevole:
"Lord Blumiere adesso si trova felice con sua moglie, Lady Farfalà. Sono contenta che finalmente loro due si siano ritrovati. Sono felice per la loro felicità... ed è giusto che sia così. Il conte non era il mio destino..."
Nonostante se lo ripetesse spesso, non si era ancora convinta. Non aveva idea di cosa avrebbe fatto, adesso. Aveva trascorso i giorni nell'hotel di Svoltadilà, ed i giorni spesso li passava a Svoltadiquà, Non sapeva dove sarebbe dovuta andare. Fino a poco tempo prima, era stata assieme al Conte Cenere, ma adesso...? Non aveva una casa, un luogo in cui stare... certo, la casa poteva anche comprarsela... ma a quale scopo? Che scopo aveva adesso la sua vita?
Mentre scendeva le scale tappezzate di moquette rossa, si poneva questi quesiti. Svoltò al piano 3 per dirigersi nella sala pranzo, allestita per la colazione, e salutando cordialmente, come tutte le mattine, i pasticceri, si diresse davanti alla teca delle paste per trovare qualcosa di buono da mettere nello stomaco. Ma ecco che vide, nel riflesso del vetro, una giovane coppia intenta a ridere ed a scherzare. Ad un certo punto lui afferrò l'altra dolcemente e la baciò. Lo stomaco di Nastasia si chiuse in una morsa d'invidia. A lei mancava l'amore, ecco cosa! Ma come ottenerlo...?
-Signorina, quante paste? Una o due?-
Nastasia si riprese dai suoi pensieri. Guardò afflitta lo sguardo del pasticcere, e poi sospirò:
-Non ho più fame, grazie...-
Ed uscì dalla stanza, lasciandosi dietro tavolini bianchi e allegre persone con la loro colazione. Scese ulteriormente le scale, ritrovandosi nella hall. Salutò la signora al banco principale, che stava contando le chiavi che quella mattina le avevano lasciato i turisti andati via:
-Anche oggi a Svoltadiquà?-
Chiese la proprietaria.
-Sì... penso di sì...-
Proseguì dalle porte di vetro, ed uscita assaporò a pieni polmoni l'aria fresca del mattino. Un lieve sorriso le si disegnò un attimo sul volto, ma poi tornò seria. Il viale in cui si trovava l'albergo era ricoperto da piastrelle panna, e ai lati della strada sorgevano negozi e bar. Un via vai di persone, di diverso tipo, forma e dimensione, trotterellavano allegramente, passando accanto alle grandi colonne in pietra bianche rimaste lì da chissà quanti anni. Probabilmente, quelle colonne, che si mozzavano a metà strada, erano tutto ciò che rimaneva dell'originale città fondata dagli Antichi. Nastasia iniziò a percorrere il suo solito percorso, che l'avrebbe portata al tempio di Svoltadilà, da dove poi sarebbe proseguita per la città gemella, Svoltadiquà. Era una città più lugubre, meno vivace e più tranquilla, un po' rovinata dalle mancate cure, dall'atmosfera più pesa. Ma lei vi si sentiva più a suo agio in quel posto. Forse perché lei era un'Oscura, o comunque una cosa simile ad un'Oscura.
"Sì, ricordava perfettamente il giorno in cui aveva assunto quella forma. Era un giovane Magistrello, pipistrelli in grado di stabilire, una volta acquisita la magia, una forma definitiva. Lei era ancora piccola quando rimase accidentalmente impigliata in una trappola per uccellini. Non avrebbe potuto che disperarsi, se non fosse arrivato lui. Il suo cappello bianco riluceva nella notte. Il suo sguardo abbattuto, serio, ma allo stesso tempo fiero la colpirono come una freccia. Non poteva rammentare la sua vita da Magistrella, dato che i ricordi di queste creature iniziano ad accumularsi dal primo giorno della trasformazione, ma riusciva comunque a ricordare la prima volta che vide Cenere. Anzi, Blumiere. Blumiere, sì, era ancora allora. Non era ancora tornato nel castello di suo padre per utilizzare il libro proibito, era, all'epoca, ancora alla ricerca della scomparsa amata. Questo aveva trovato la giovane Magistrella impigliata nella rete, e, abbandonandosi per un attimo alla compassione, l'aveva liberata. Nastasia sarebbe potuta volare via, e continuare la sua ricerca alla "specie perfetta", ma ormai non aveva più senso: l'aveva trovata. Quando il giovane Oscuro si era accampato per la notte, lei aveva utilizzato la sua magia, che aveva da poco sviluppato, per abbandonare la sua vecchia forma e tramutarsi nella donna che c'era adesso, Nastasia. Aveva barcollato, dovendo abituarsi al nuovo corpo, ma subito ci aveva preso dimestichezza. Si era quindi avvicinata a Blumiere, dormiente, e quando questo si era svegliato ed accorto della presenza di lei, aveva chiesto, con voce cupa e curiosa:
-Chi sei?-
Quelle parole l'avevano percorsa come un brivido, e nella sua mente si era formato l'intero vocabolario di quella lingua a lei nuova. Ecco, adesso poteva comprendere a pieno le parole dell'altro. Si era inventata un nome, il primo che le era venuto, ed aveva risposto:
< Non aveva avuto idea cosa dire.
-Nastasia, eh? Umh... conosci questi boschi? Sai per caso se di qui è passata una ragazza? Capelli biondo platino, leggermente mossi, occhi verdi acqua, sorriso splendente... una ragazza umana?-
La sua voce, dapprima gelida, aveva assunto subito una nota di preoccupazione che andava crescendo, nella speranza che Nastasia avesse veramente visto passare Farfalà per i boschi.
-Emm... io... no, non credo...-
Quelle parole l'avevano ferita doppiamente. In primo luogo, perché solo adesso si era accorta di non ricordarsi nulla del suo passato, ma soprattutto perché aveva scoperto che l'essere che l'aveva aiutata, ma soprattutto colui di cui era rimasta ammaliata, aveva donato il cuore già ad un altra. Aveva nascosto questi sentimenti a lei nuovi abbassando tristemente il capo.
Lui capì:
-Fa niente... be', se non hai dove andare... potresti venire con me... sai, è più di un anno che cerco la mia adorata... dovevamo sposarci... ma poi...-
Le lacrime che andavano formandosi negli occhi rossi dalle pupille dorate dell'Oscuro misero a disagio Nastasia, che intervenì:
-Sì. Voglio venire con voi... se non sono d'intralcio... vi sarò fedele eternamente...-
Aveva pronunciato queste parole quasi senza volerlo, d'istinto. Blumiere l'aveva guardata, per diversi minuti, poi aveva acconsentito con un cenno del capo."
Da allora Nastasia aveva seguito il conte ovunque egli fosse andato, rimanendo fedele alla parola data, ed anche quando il Profeticus lo aveva corroso fino alla follia, lei gli era stato vicino. Ma ora...? Ora era sola. Senza un obbiettivo, uno scopo. Oltrepassò tristemente i portoni del tempio dedicato agli Antichi fondatori delle due città, per poi proseguire per la sua strada.
Pugnazzo l'aveva osservata seduto su una panchina. Ormai tutti i giorni aveva preso l'abitudine di venire in quel luogo, di sedersi su quella panchina e di aspettare Nastasia, che neanche lo notava. A lui bastava questo per essere felice. Ma allo stesso tempo triste. Pugnazzo nutriva un grande sentimento di amicizia verso la ex segretaria del conte, ma gli faceva anche molta pena, nel vederla così triste e depressa. Doveva trovare un modo per consolarla... ma come...?
Sì, la mia prima storia d'amore! Insomma, non lo è ancora, ma presto... proverò a dare il meglio di me, dato che ancora non sono esperta in storie d'amore. Questa però sarà anche piena di umorismo (o almeno ci proverò) e avventura. Non aspettatevi cose grendiose, questa è una storiella leggera per farvi divertire! Cercherò di pubblicare il prima possibile il prossimo capitolo. Lasciate un commento di come vi sembra l'inizio o/e i ricordi di Nastasia!
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Capitolo 2 *** Problemi e soluzioni ***
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Erano
tre ore ormai che rifletteva. Non che riflettere fosse stata da sempre
la sua passione, sia chiaro, ma pur di trovare una soluzione alla
tristezza di Nastasia, Pugnazzo si sforzava anche a spremere le
meningi. Appoggiato con la schiena alla Colonna del Cuore, quella
contenente lo spettro del primo Cuore Puro, quello rosso, e con un
braccio dietro la schiena e l'altra mano intenta a grattare la
cespugliosa barba, l'omone cercava e ricercava nella sua mente un
qualsiasi indizio per far felice Nastasia. Cos'è che piaceva a
Nastasia? Tempo prima l'aveva invitata più volte a mangiare un boccone
al ristorante di Cipollina, ma sempre l'altra aveva declinato l'invito.
Ma allora? Per Pugnazzo, le cose essenziali erano il cibo, una rissa di
tanto in tanto e veder sorridere gli amici. Ma per Nastasia? Lei era
sempre stata una persona complessa, nel cuore della quale erano sempre
in moto emozioni e sentimenti diversi ed intrecciati, intrigati tra
loro. Come poteva, un tipo grosso e rude come Pugnazzo riuscire a tirar
su il morale a quella donna così seria, rigida e solitaria? Iniziò a
camminare, ancora pensieroso, per le strade della città. Svoltò varie
volte, finché, senza preavviso, si ritrovò davanti alla casa di
Merlocchio. Allora pensò di andar a chiedere a lui.
-Aò, vecchio! C'io qui un problema che me rompe da giorni!-
Merlocchio si voltò incuriosito nel vedere l'omone entrare e sbattere la testa contro il soffitto.
-Oh, Pugnazzo, qual buon vento...? Aspetta, un problema, hai detto?-
-Esatto-
Si limitò l'altro.
-Be', allora dimmi tutto! Vedrò cosa fare!-
Pugnazzo
quindi gli spiegò la situazione, mentre l'Antico lo ascoltava
spolverando nel frattempo i grossi libroni della sua libreria. I Pixl
volteggiavano allegramente attorno alla sua testa, passandogli gli
attrezzi per pulire, e Consitron giaceva adagiata sulla punta del
cappuccio blu di lui.
Da quando Mario se n'era andato, diretto a
nuove avventure, i Pixl erano rimasti con Merlocchio, e di tanto in
tanto facevano una visita ad Occhiomerlo.
Quando Pugnazzo ebbe finito, Merlocchio rimase in silenzio, riflettendo.
-Be',
è ovvio che a Nastasia manchi un po' di affetto... penso che il
problema della tua amica sia trovare la persona giusta per lei. Forse
altri giovani sono alla ricerca della loro dolce metà... oggi
è il 3 febbraio, nevvero? Tra non molto sarà San
Valentino, la festa degli innamorati... sì, credo che...-
Ma Pugnazzo si era già dileguato, con un'idea che gli era
entrata nel capo. Merlocchio sorrise e continuò a spolverare i
tomi.
Corse
velocemente attraverso l'intera Svoltadilà, con il terreno che
rimbombava violentemente ad ogni suo passo. Alla fine giunse finalmente
davanti al grande ascensore bianco in mezzo alla piazza. Lo prese senza
indugiare ed in poco tempo si ritrovò sulla vasta torre bianca. La
torre presentava sette porte aperte sull'aria, dei colori
dell'arcobaleno, che andava dalla prima rossa all'ultima viola.
Pugnazzo le guardò un attimo una per una, poi s'infilò deciso nella
seconda, quella arancione. Quando aprì la porta, non vi trovò davanti
il cielo azzurro visibile dalla torre, ben sì una vasta pianura baciata
dai colori caldi del tramonto. Non rimase ad osservare il paesaggio,
bensì si mise in marcia verso la sua meta.
Mimì si diede
un'occhiata allo specchio, aggiustandosi i capelli ed il vestito.
Un'elegante veste lunga che le arrivava fino ai piedi, color turchino,
ricamata accuratamente.
-Sì...- si disse - sarà questo il vestito
che indosserò a San Valentino! Sfilerò per le più belle città della
Valle del Crepuscolo, così i ragazzi potranno ammirarmi in tutta la mia
bellezza!-
Ridacchiò felice. Aveva ancora il sogno di trovare il
ragazzo perfetto. E San Valentino le si presentava come una grande
occasione per conoscere il suo vero amore. Canticchiò allegramente
mentre scendeva a balzi le scale della villa. Trotterellò per gran
parte del corridoio, intonando una canzoncina lì per lì. Un grosso
sorriso le si era illumiato sul volto al solo pensiero di trovare un
bellissimo e affascinante ragazzone. L'unica cosa che adorava quanto i
ragazzi erano le gemme. Lei ne faceva collezione da tempo immemore.
Rispecchiarsi, poi, nella loro superfice intagliata e perfetta la
metteva sempre di buon umore. Ma adesso non c'era tempo per pensare
alle gemme! No, quelle dovevano attendere. Era più che sicura che
quell'anno sarebbe stato quello giusto. Sicurissima. Avrebbe trovato il
suo "lui", e sarebbero vissuti per sempre felici e contenti, come
adesso stavano sicuramente vivendo Lord Blumiere e Lady Farfalà. Anche
a Mimì il conte mancava un po', ma da quando era stata ingaggiata da
Merluna come sua ancella, e soprattutto da quando aveva preso il
controllo quasi-totale della villa, il suo umore era alle stelle,
lasciandosi indietro il passato, guardando adesso solo a cosa il futuro
le avrebbe riservato. Molti erano i servi di casa Merluna (lei
preferiva "Casa Mimì"), e tra di loro vi erano anche molti "belloni".
Mimì era attratta da tutti, ma sentiva dentro che nessuno di quelli era
quello giusto. No, il suo tipo perfetto doveva ancora farsi attendere.
Ma per quanto, lei non lo sapeva. Mentre fantasticava a come doveva
essere l'aspetto di un ragazzo per essere considerato "fico", arrivò in
sala da pranzo, dove molti dei giovani che lavoravano lì stavano
pranzando:
-Allora, che ne dite?-
Fece lei in tono accattivante
facendo roteare l'elegante veste. Un "Ooooh!" meravigliato si levò
dalla sala. Mimì sorrise beffarda nel vedere le facce stupite di quei
ragazzi. Sapeva per certo che ognuno di loro le avrebbe fatto almeno un
regalo, a San Valentino, e tanto valeva mostrare il suo "fascino" fin
da subito, così da dare belle idee a quei ragazzoni da usare come
regalo per la tanto attesa festa. E mentre avanzava pavoneggiandosi
davanti agli applausi dei giovani, una voce femminile interruppe lo
spettacolo:
-Mimì, siete richiesta nell'atrio!-
Era Miffy, una
delle cameriere che lavoravano lì. Sempre formale ed educata, dava del
"lei" anche ai "cagnolini" di Merluna, bestie assai fiere e fedeli che
passeggiavano spesso per la villa.
-Che c'è?-
Chiese l'altra seccata per averle rovinato la scena.
-Be'... venga a controllare con i suoi occhi!-
E scomparve da dietro la porta.
-Uff... chi può essere a quest'ora?-
Marciò irritata nell'atrio dove con stupore riconobbe la sagoma di Pugnazzo:
-Pugnazzo! Che piacere rivederti! Cosa ci fai qui?-
-Emm... è 'na questione complicata...-
L'omone spiegò in fretta e furia i problemi di Nastasia, e poi l'idea che aveva avuto.
-Quindi... tu credi che con un fidanzato Nastasia sarebbe felice?-
L'altro annuì.
-Be', non so se sia la cosa giusta, ma... ho deciso, ti aiuterò! Insieme troveremo il patner ideale per Nastasia!-
Poi corse via, per riapparire poco dopo con un completo da boy-scout verde selva, sempre con un tocco di eleganza.
-Dobbiamo per prima cosa stabilire la nostra meta!-
Pugnazzo la guardò perplesso. Dove voleva andare conciata in quel modo?
-Non guardarmi così! Ascolta, ho un'idea... Nastasia si era innamorata del conte, un Oscuro galante ed educato... no?-
-Sì-
-Ed allora il tipo che serve a lei dovrà essere elegante e
educato! Semplice, no? Inoltre... se fosse nuovamente un Oscuro?-
-Che stai a intendè?-
-Penso
che dovremmo andare nella città dove abita la Tribù dell'Oscurità,
cercare un ragazzo che corrisponda ai gusti di Nastasia e
presentarglielo!-
L'altro rifletté, poi acconsentì.
"Bene. E ne approfitterò anche per cercare il mio, di ragazzo..."
Uff... scritto il secondo capitolo!
Come avrete intuito, ho iniziato a scrivere questa storia in onore di
San Valentino, che è alle porte. Ed anche per mettermi un po'
alla prova con le storie di amore (anche se semplici). Fino ad adesso
mi è venuta un po' male, noiosa, ma appena inizia il viaggio
state sicuri che la farò migliore! Ah, e, emm... Pugnazzo non
è un tipo di tante parole... ma soprattutto io non conosco il
romano e quindi probabilmente risulterà più "italiano
perfetto"(senza offesa ai dialetti, ci mancherebbe!), nonostante mi
sforzi di aggiungere parole e espressioni romane. Inviatemi qualche
consiglio su come perfezionare il parlare di Pugnazzo per renderlo
ancor più... Pugnazzo, ecco. Ed ultima cosa: ho dato bene
l'impressione di Mimì? Lasciate un commento ed al prossimo
capitolo! PS, cercherò di terminare entro il 14 febbraio, ma
potrebbe darsi che non ci riesca.
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Capitolo 3 *** Giunti alla mèta ***
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Come avrete notato, ho
cambiato la scrittura anche a questo testo. Mi piace, è
più allegra della prima. Anche qui sotto consiglio di
un'esperta! Buona lettura.
-Allora, pelandrone! Vuoi muoverti o no?-
Mimì
stava spronando Pugnazzo a darsi una mossa. Le radici degli alberi
erano intrigate e il terreno era umido e scivoloso, e l'altro, carico
come un mulo di tutti i bagagli della mutante, camminava lentamente
facendo attenzione a dove metteva i piedi.
-Allora???-
-Arrivo! 'N c'è bisogno de fà tanta caciara!-
-Pugnazzo! Per l'ennesima volta! Cerca di utilizzare una "parlata corretta"!-
Lo
rimproverò Mimì. Questa si era da subito seccata di non capire sempre
Pugnazzo quando parlava, e quindi cercava di farlo parlare
correttamente con la scusa che "non era elegante". Tempo perso.
-Insomma! Le lumache vanno più veloci!-
L'altro
sbuffò da dietro la torre pendente di valige colme di vesititi di Mimì.
Non era faticoso, per un tipo forzuto come lui, ma la difficoltà stava
nel guardare dove metteva i piedi.
Erano
in viaggio da quattro giorni. Mimì aveva rovistato tra tutte le care
della villa Merluna, e dopo una lunga ricerca ne aveva trovata una che
indicava il luogo in cui, anni prima, sorgeva la Città Oscura.
Purtroppo, né Mimì né Pugnazzo erano sicuri al 100% che la città
esistesse ancora. Temevano che la furia di Blumiere di pochi anni
prima, quando si era trasformato nel Conte Cenere, avesse investito
l'intera Tribù dell'Oscurità radendola al suolo. Non restava che
sperare.
Si erano incamminati per una dimensione piuttosto lontana,
che avevano però raggiunto facilmente grazie a dei portali dimensionali
che si erano aperti qui e là dopo il riassestamento di tutti i mondi.
Ed ora erano giunti nella foresta nel cuore della quale sarebbe dovuta
esserci la Città Oscura.
Dopo un'altra oretta di cammino, finalmente
giunsero finalmente nei meandri più profondi di quell'oscura boscaglia.
Mimì scostò una grossa foglia che le ostruiva la visuale, ed un largo
sorriso le si disegnò sul volto:
-Pugnazzo, eccoci arrivati!-
Le
mura erano spesse e scure. Solo un edificio si poteva scorgere dietro
di esse: le torri tetre di un oscuro castello. Si avvicinarono ai
grandi cancelli neri, e schiarendosi la voce lei disse:
-Ah-emm: siamo qui per visitare la città. Possiamo entrare?-
Nessuna risposta. Mimì ripeté la domanda, questa volta urlando. Niente.
-MA C'E' QUALCUNO???-
Silenzio. Lei iniziava a seccarsi.
-Emm... mi sa che 'n c'è nessuno...-
-Zitto!-
Aveva perso la pazienza. Gonfiò i polmoni e poi fece per ruggire
un "APRITECIII!!!" che una voce dall'alto la bloccò:
-Chi siete? E cosa volete?-
Era una voce cupa e gracchiante. Sembrava più quella di un corvo.
Mimì, che era rimasta con il petto pieno d'ossigeno, lanciò un forte sospiro, poi ripeté:
-Vogliamo entrare e basta. E forse proibito?-
-Sì. La Contessa non vuole avere seccature-
Rispose aspra la voce.
-'Na Contessa...?-
Chiese perplesso Pugnazzo alla giovane, che lo ignorò e continuò:
-Ma noi dobbiamo entrare!-
-No. Voi non potete-
E tutto si fece silenzioso.
-E invece noi possiamo!-
Ringhiò l'altra. Poi si volse verso il suo compagno di viaggio:
-Pugnazzo, non è che potresti farmi vedere quanto sei forte distruggendo quel muro?-
Il tono gentile nascondeva una perfida idea.
La
guardia della torre, quando si affacciò per vedere se quei due se ne
erano andati, e vide invece un grosso pugno caricato con forza starsi
per abbattere sulle mura, gridò:
-No, no! Aspettate!-
Mimì alzò nuovamente la testa:
-Allora, ci fai entrare sì o no?-
-Io... non so... la Contessa ha detto che...-
Ma il pugno dell'omone aveva ripreso a girare vorticosamente verso i mattoni neri.
-Sì sì, apro i cancelli!!!-
Il ferro scuro si era spalancato con un cigolio assordante.
-Bene!-
Aveva commentato allegramente Mimì mentre varcava la soglia. Pugnazzo la seguì.
Appena
furono all'interno della città, si sentirono l'aria mancare. Un velo
d'oppressione gli aveva schiacciati con forza. Era come se tutta la
città fosse sotto l'effetto di un maleficio.
-Sei... proprio sicura...?-
Deglutì cercando di nascondere l'ansia Pugnazzo.
-Sì. In fondo, lo facciamo per la nostra amica!-
"E per il mio fidanzamento!"
Aveva pensato.
-Emm... sì, c'ai ragione...-
S'incamminarono
per le vie della città. Le case erano scure e cupe, tutto era scuro e
cupo. Mimì pensò che lei non avrebbe potuto vivere lì neanche per un
giorno, in circostanze normali. Ma quelle non erano circostanze
normali. Scrutava attentamente attorno a sé sperando di intravedere
qualche belloccio, ma rimase alquanto delusa. Le strade erano deserte o
quasi, e i pochi abitanti che le percorrevano facevano orrore anche a
vederli a 10 km di distanza. Sospirò, chiedendosi se fosse stata una
buona idea.
-Mmì, dove so' questi belloni?-
Si chiese Pugnazzo guardando il volto schifato di lei.
-Parla meglio...-
Sibilò senza aggiungere altro.
-Di questo passo...-
Aggiunse dopo qualche minuto
-Non troveremo mai l'uomo ideale per Nastasia!-
-Ma allora...?-
-Mmm... devo trovare un'idea...-
Poi la mente della mutante verde s'illuminò:
-Certo! Una selezione!-
-Una... che?-
-Un
concorso! Insomma... una mostra di ragazzi... uff, non so come
spiegarmi. Dobbiamo andare dalla Contessa! Devo chiederle un permesso!-
Pugnazzo non capì ma seguì ugualmente la "piccoletta", come diceva lui.
Giunsero
agli ulteriori cancelli del castello. Si poteva scorgere, attraverso le
sbarre di ferro, un vasto giardino lugubre. Le piante crescevano
incontrollate e una moltitudine di erbacce spuntava ovunque.
-Bleah! E questo sarebbe il giardino di un castello?-
-Posso esservi utile, forestieri...?-
Una
voce profonda, di donna, giunse alle orecchie dei due. Anche questa
volta furono costretti ad alzare la testa per scorgere l'oratore. Dal
balcone del castello era affacciata un'Oscura, appartenente ad una
delle stirpi più pure, dato che non presentava né gambe né braccia, ma
solo un paio di mani guantate, una veste elegante ed un mantello
ricamato. Molti Oscuri avevano ancora la caratteristica di possedere
gambe e braccia, e di non fluttuare, ma non la Contessa.
-Lei è la signora Contessa...?-
La
donna si smaterializzò per poi comparire proprio accanto ai due, che
sobbalzarono sorpresi. Ora poteva essere osservata meglio: il volto era
azzuro in contrasto agli occhi rossi dalla pupilla dorata. Aveva un aspetto familiare...
-Scusate
se non siete stati accolti con il dovuto rispetto... ma di qui non
passano molti forestieri, non siamo abituati alle visite...-
-Emm... ci scusi lei, signora... noi siamo giunti qui da lontano per... emm... ecco... posso chiederle un favore?-
Mimì
era solita a parlare con tono sbeffeggiante e superiore, e l'unica
persona con cui era stata "umile" era stato il Conte Cenere. Ed ora che
si trovava di fronte alla Contessa dovette sforzarsi per ripescare
l'abitudine che aveva felicemente abbandonato.
-Sarete stanchi...-
Osservò l'altra mentre il sole (appena visibile dalla città) calava lentamente dietro i monti.
-Venite dentro. Come ho detto, non riceviamo molte visite... potrete
parlarmi dei vostri interessi davanti ad una tazza di tè-
Concluse
scomparendo nuovamente. I cancelli si aprirono, così come il portone
della dimora. Mimì non capiva lo strano comportamento della donna. Ma
non si fece troppe domande ed entrò.
Il castello era in gran parte
nero. I muri erano neri, la tappezzeria nera, le statue nere, i
lampadari neri... ai due non dette troppo fastidio la cosa, dato che
per diverso tempo avevano vissuto con il Conte in un castello molto
simile a quello. La Contessa aveva ordinato di preparare del tè per gli
ospiti, e Pugnazzo aveva potuto, finalmente, lasciare i bagagli per
terra. Non voleva ammetterlo, ma l'armadio di roba che Mimì si era
portata dietro gli avevano procurato dei crampi alle braccia. Sorseggiò
il suo tè in pace senza preoccuparsi troppo del discorso lungo e
complicato in cui si erano immerse le due.
-Quindi... vorresti organizzare una... selezione...?-
-Emm...
sì. Può sembrarle strano ma dobbiamo assolutamente trovare un fidanzato
per una nostra conoscente che sennò cade in depressione!-
La donna aveva ridacchiato cupamente, poi aveva detto a Mimì che poteva organizzare tutti i concorsi che voleva:
-Da
quando, due anni fa, è successo quell'incidente... questa città sembra
più morta che viva. Ora che mio marito è morto e mio figlio se ne è
andato, non accade più niente d'interessante-
Aveva poi indicato ai due un buon Hotel dove dormire, nonostante gli Hotel non godessero di grande ricchezza di quei tempi.
Mentre
sistemava le sue valige, Mimì pensò a come poteva, l'indomani, attuare
il suo "piano". E le rivenne in mente il discorso della Contessa. Non
aveva neanche considerato minimamente la possibilità, prima di giungere
al castello, di incontrare la madre di Blumiere. Viva. E vegeta.
Inizia
già a prendere una svolta un po' più comica, vero? Non ho
scritto per qualche giorno, ma cercherò di muovermi con questa
storia, se voglio finirla entro San Valentino, ed iniziare la mia
grande fan fiction su Blumiere e Farfalà. Chissà, forse
nella vera storia la madre di Blumiere è veramente ancora in
vita. Intuiamo che il Conte possa aver ucciso suo padre, ma lei non
viene mai accennata (a meno che non fosse già morta). Commentate
e segnalate eventuali errori/imprecisioni. Alla prossima!
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Capitolo 4 *** Iscrizioni ***
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-Buon
giorno, signori e... signori! Chi crede di essere all'altezza per
salire al primo posto in classifica come ragazzo più carino della
città? O più "sexy", o gentile???-
Il megafono bianco
e rosso vibrava ad ogni sillaba scaturita dalla bocca di Mimì. Erano
appena le 6 e mezzo del mattino, ma lei non aveva atteso: dopo aver
fatto montare un palcoscenico provvisorio da Pugnazzo, la mutante
aveva dato l'ordine a questo di tappezzare la città di avvisi ed
inviti per il "concorso". Poi si era messa a passeggiare
per le strade urlando come una pazza.
-Ehy, tu! Sai che ore
sono???-
-Sì, è l'ora di alzarsi, pelandroni. Ma che razza di
gente dell'ombra siete? Dormite ancora e sono quasi le 7? Pensavo che
la notte e la mattina presto foste più attivi!-
Rimproverò Mimì
ruggendo allo sfortunato che si era esposto dalla finestra, ancora in
pigiama.
-Non verrà nessuno. Non illuderti!-
Aveva risposto
questo prima di sbattere violentemente le persiane cercando di
limitare il frastuono della voce squillante della ragazza.
-Umpf!
Ora lo vedremo!-
Aveva proseguito così per un po', ma presto si
era accorta che nessuno rispondeva all'appello. Allora cambiò
tattica:
-Da questo momento sono aperte le selezioni per
aggiudicarvi il premio di "Miglior Galante dell'anno" o
"Miglior Fico dell'Universo"! In palio, un fantastico
regalooo!!! Accorrete in massaaa!!!-
Il tempo di urlare un paio di
volte questa frase, che tantissime finestre si erano spalancate, e da
esse si erano affacciati ragazzi e giovani uomini di ogni forma e
dimensione, tutti con un grande sorriso stampato sulle labbra.
Poco
dopo, Mimì si trovava nella piazza della Città Oscura, ed una folla
di Oscuri che osservavano impazienti di iniziare. Pugnazzo si
avvicinò a Mimì dicendo che aveva terminato nell'appendere
manifesti. Mimì allora annunciò:
-Alloraaa... andiamo subito al
punto! Da oggi sono aperte le iscrizioni per partecipare a due
concorsi: uno per gente colta e galante, ed uno per belloni muscolosi
ed affascinanti... allora, ragazzi, andate dall'Oscura alla mia
destra per il primo concorso, e parlate con Pugnazzo al banco alla
mia sinistra per il secondo. E che vinca il migliore!-
Detto ciò,
il gruppo si divise in due parti. Con dispiacere di Mimì, erano
pochi gli Oscuri che si iscrissero alla selezione che piaceva a lei,
ma si disse che la sua missione era incentrata su Nastasia e quindi
rimase sorridente. Pugnazzo aveva costruito due piccole bancarelle,
per le iscrizioni, e un'Oscura che Mimì aveva conosciuto all'Hotel
si era offerta di aiutarli.
Quando Mimì si era messa a
gironzolare per la piazza sbirciando i nomi degli iscritti, era
passata accanto a Pugnazzo che si chiedeva il motivo per cui vi erano
due concorsi.
-Non preoccuparti... capirai... (credo)-
Aveva
ridacchiato. Infatti l'omone era all'oscuro del doppio piano
dell'altra.
Il sole, che in quella città non arrivava limpido e
brillante come in altri luoghi, aveva già riscaldato l'atmosfera e a
mezzogiorno l'aria era diventata più pesa ed afosa. Ma gli Oscuri
continuavano a rimanere in fila per iscriversi. Mimì abbozzò un
sorrisetto perfido nell'immaginarsi la faccia dell'Oscuro vincitore
quando sarebbe venuto a sapere che il "premio" era
l'incontro con una sconosciuta ( e nel caso del secondo concorso, il
fidanzamento con Mimì ).
Nel pomeriggio, mentre sgranocchiava una
piadina calda appena comprata in un bar, notò con la coda
dell'occhio che le file di giovani iniziavano a dissolversi. Molti,
che erano rimasti in fila per più di due ore, iniziavano a stufarsi
ed andare via. Allora Mimì estrasse il suo megafono e con voce
tonante annunciò:
-Signori e signori! Le iscrizioni stanno per
terminare! O vi iscrivete più, o farete solo da spettatori! Gente, a
voi la scelta!-
E magicamente le file si erano nuovamente
compattate. Nessuno voleva perdersi il "meraviglioso"
premio.
Verso sera, tutti se ne erano tornati a casa stremati
dalla "esposizione prolungata alla luce del sole", e Mimì
aveva pensato che in effetti non avevano bisogno di abbronzarsi. Ora
lei e Pugnazzo controllavano le liste, guardando i nomi e le
età.
-Be', Nastasia ha bisogno di un giovane non troppo
giovane...-
L'altro aveva fatto una faccia stile
"che???".
-Nastasia non può stare con un ragazzino di
17 anni!-
Aveva concluso.
-Ah-
-Ma neanche con uno che
superi i 33-34 anni...-
-Ma 'er conte c'aveva 30 anni...-
-Il
conte non andava bene, infatti-
Aveva tagliato corto l'altra,
nonostante neanche lei pensasse che 4 anni di distanza fossero troppi
in una coppia. Ma lo aveva detto per zittire Pugnazzo.
-Consideriamo
adesso coloro che hanno tra i 22 ai 29 anni... sì, forse anche
30-31, ma non di più. Bene, domani li scarteremo...-
Posò i
fogli sulla prima selezione e prese quella che interessava a lei.
Cancellò i nomi di tutti quelli che superavano i 27 anni o di quelli
che ne avevano meno di 18. Poi sorrise pensando ad un ragazzo giovane
che le "stesse a pennello", e tracciò un'ulteriore
scarabocchio sui 27enni. 26 anni...? Andavano bene...? No, va',
facciamo 26... 25... ok, basta, sennò non rimane nessuno.
-Ok,
adesso andiamo a cena!-
Lo sguardo affaticato di Pugnazzo si
illuminò nel sentire le sue parole.
Lasciarono il mucchio di
fogli sparsi per terra nella camera di Pugnazzo ( Mimì aveva scelto
proprio la sua così da non dover star lei a rimettere tutto a posto,
quando la notte sarebbe andata a dormire ), e si diressero al piano
di sotto. Pronti a cenare, i loro desideri di riempirsi la pancia
furono infranti dall'Oscuro dell'albergo, che comunicò loro che per
quella sera il ristorante sarebbe rimasto chiuso.
-Ed
ora???-
Chiese impaziente Pugnazzo mentre il suo stomaco gridava
"fame".
-Adesso... non ci resta che andare a cercare un
posto dove mangiare fuori...-
E così fecero. Le strade erano poco
illuminate, e la notte il senso di oppressione si faceva ancora più
pesante. Dopo una buona mezz'oretta di ricerca, finalmente scorsero
una locanda dove avrebbero potuto saziare pancia e animo. Mentre si
avvicinavano ad esso, Mimì scorse in lontanaza la figura di un
giovane seduto su una panchina, con un grosso libro in mano, intento
a studiare alla luce fioca di un lampione.
"Chissà chi è
quello lì... non l'ho visto oggi alle iscrizioni... ed io mi ricordo
tutti i bei ragazzi che vedo, quindi sono certissima
di non averlo visto in giro, oggi..."
Bene,
concluso anche questo. Dovrò sbrigarmi nel pubblicare questi
capitoli, se voglio rispettare i tempi in cui mi sono ripromessa di
finire la fan fiction. Come avrete notato, anche se inizio con Pugnazzo
e Nastasia, la storia si incentra principalmente su Mimì. Ora vi
saluto senza altri indugi, al prossimo capitolo!
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Capitolo 5 *** Benjamin ***
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-Allora,
vuole illustrarci le sue specialità...?-
Mimì osservava con una
faccia disgustata quel brutto che le si parava davanti, e sperava che
il suo carattere non corrispondesse ai criteri.
-Be'... non fono
molto bravo con le parole... ho quefto difetto di pronuncia
che...-
-Bocciato, AVANTI IL PROSSIMOOO!!!-
Avevano iniziato
quella mattina, ed ora era pomeriggio e le liste si erano già
dimezzate. Nessuno andava bene, secondo Mimì. Né del primo
concorso, né del secondo.
-Credo che di questo passo dovremo
riaprire le iscrizioni...-
Osservò l'Oscura che aiutava
Mimì.
-Perché?-
Con un gesto del capo l'altra indicò una
marea di giovani vicino ai banchi di accettazione. La mutante non
credeva ai suoi occhi: non erano solo Oscuri, ma giovani di tutte le
"razze"! La notizia si era divulgata più veloce del vento
ed aveva raggiunto anche città più vicine. Anche se la sua idea era
quella di trovare un fidanzato Oscuro per Nastasia, dovette
arrendersi a selezionare anche molti altri giovani promettenti, ma
non le dispiacque che molti dei forestieri si iscrissero al secondo
concorso, dato che la media degli Oscuri non era proprio bella e
affascinante come aveva sperato.
-Sì, sì, bocciato. Uhm... pausa
gente, ora tocca al secondo concorso...-
Mimì chiamò sul palco
gli iscritti alla selezione che interessava a lei, notando con
dispiacere che nessuno dei presenti si avvicinava lontanamente ai
suoi gusti.
Quella sera Mimì osservava distrattamente i nomi
sulla lista. Lasciando perdere il fatto che secondo lei erano brutti
come nomi, sospirava nel vedere quanto, in un solo giorno, la lista
si fosse accorciata. In un paio di giorni avrebbero concluso le
selezioni, e lei avrebbe dovuto decidere qual'era il migliore. Ma era
come scegliere il "meno scortese tra gli scortesi" o "il
meno brutto tra i brutti". Non aveva idea di come capovolgere la
situazione a suo favore. Sentì un forte colpo arrivare dal muro. Era
Pugnazzo nell'altra stanza che le diceva "'notte".
Lei
rispose bussando alla parete, come aveva fatto le altre due sere. Poi
spense la luce e cercò di prender sonno. Ma i pensieri la
inquietavano. Non mancava molto a San Valentino, e lei non solo non
era riuscita a trovare un compagno per Nastasia, ma neanche per se
stessa!. Cosa poteva fare?
Proprio mentre stava per prender
sonno, ecco che una pallida luce proveniente da fuori la distrae.
Mimì scese dal letto per affacciarsi sulla strada e, seduto su una
panchina, rivide il ragazzo della sera precedente. Era lì,
accompagnato da una lanterna molto potente, intento a leggere il
solito tomo. Mimì decise allora di andargli a parlare.
Con il
volto immerso nella lettura, l'Oscuro non si rese conto di essere
osservato.
-Eh-emm...-
Alzò la testa sorpreso, ed incrociò lo
sguardo accigliato della mutante in camicia da notte.
-Salve.
Posso aiutarla in qualcosa...?-
Aveva sibilato con una nota stile
"Che vuoi? Perché non te ne vai?"
Mimì aveva osservato
per un pezzo il suo volto blu scuro illuminato dalla luce fredda
della lanterna: un viso piuttosto squadrato, come quello della
maggior parte degli Oscuri (soprattutto nei maschi), in contrasto a
due grandi occhi arancio intenso. Poi il suo sguardo si era spostato
verso il basso, notando due braccia esili ed un corpo snello, che
terminava con un paio di fragili gambe.
-Sì. Come avrai sentito,
si stanno effettuando ricerche sul ragazzo più...-
-La ringrazio,
signorina, ma non intendo partecipare. Non trovo niente di logico in
un concorso basato sull'aspetto fisico o sulle maniere di qualcuno. E
poi ho altre cose da fare...-
Si coprì la faccia con il libro e
continuò a leggere. Mimì si spazientì:
-Ma tu
devi partecipare!!!
Dobbiamo trovare un ragazzo galante e carino per...-
Ma si
bloccò. Non doveva svelare il suo scopo. Osservò la copertina del
libro che le si trovava davanti e sbuffò offesa. L'altro non la
stava ascoltando minimamente.
-Che cosa devi fare, inoltre?
Leggere uno stupido libro???-
Lui abbassò il tomo e la guardò
storta. Si potevano scorgere fiamme di rabbia balenare dentro le
pupille rosse.
-Questo,
signorina, non è uno stupido
libro. Con
questo passerò l'esame e potrò andare a studiare in una delle più
rinomate università del mondo. E penso sia un valido motivo per non
lasciarmi distrarre da selezioni inutili...-
E riprese a leggere.
Mimì rimase colpita da quelle parole. Non solo era molto carino, con
un ciuffetto di capelli che gli copriva un occhio, quei vestiti
eleganti e quell'aria da studioso, ma sapeva comportarsi degnamente
anche in momenti di rabbia, ed era un tipo molto colto. Inoltre, era
piuttosto giovane, avrà avuto all'incirca una 23ina d'anni.
Perfetto. Aveva trovato quello giusto. L'unica cosa adesso era
convincerlo a partecipare al concorso. Mimì cambiò atteggiamento,
fingendosi gentile:
-Emm... ovviamente, mi dispiace averti
interrotto... deve essere un bel libro, vero...?-
L'attenzione
dell'altro fu ora attratta da una calamita invisibile. Il suo sguardo
s'illuminò, e ridente spiegò:
-Oh, sì. Parla di storia antica.
è scritto nella lingua che gli Antichi adoperavano più di 12000
anni fa! Una raccolta di pensieri filosofici del tempo, scritti dai
più Saggi Antichi... ne esistono pochissime copie, ed entrarne in
possesso, soprattutto in una città in cui fino a pochi anni fa gli
Antichi erano disprezzati...-
Continuò così per un pezzo, senza
accorgersi che Mimì non lo stava ascoltando.
-Ah... emm... molto
interessante...-
Lo interruppe lei dopo diversi minuti di monologo
da parte del giovane.
-Sai... un tipo come te potrebbe avere buone
possibilità di vittoria al concorso per galantuomini...-
Il volto di lui si rabbuiò nuovamente:
-Ho detto di
no. La ringrazio, ma le selezioni non sono il mio...-
-Scusa, ma
per quale motivo stai studiando fuori, al freddo ed al gelo?-
Lo
interruppe lei intuendo un punto dolente dell'avversario.
-I-io...
ecco...-
Abbassò lo sguardo.
-Hai venduto la tua casa per quel
libro, vero?-
Continuò lei con aria furba.
-N... emm...
ecco... no... è solo che... i miei non hanno mai voluto che
studiassi Anticologia... e mi hanno buttato fuor di casa quando hanno
scoperto che avevo usato tutti i miei risparmi proprio per... emm...
questo libro...-
Il suo viso si tinse di rosso.
-Ah-ah! E,
scommetto, anche se riuscissi a divorare tutte quelle pagine
ingiallite, non avresti un soldo per pagare l'iscrizione!!!-
Lo
canzonò Mimì, sempre più perfida. Se l'Oscuro avesse avuto le
orecchie, il rossore si sarebbe divulgato fin alla loro punta.
-Vedi... il concorso potrebbe soddisfare i tuoi bisogni...-
E
ridacchiando fece dietrofront per tornare nell'albergo, ma fu fermata
dall'altro:
-Aspetta... davvero... potrei vincere monete
sufficienti per pagare l'iscrizione?-
L'altra si limitò ad
annuire con il capo.
L'Oscuro abbassò la testa, poi la scosse
incerto:
-Scusa... per quale motivo questo concorso le sta tanto a
cuore?-
Mimì trotterellò nuovamente verso l'altro, poi
sorrise:
-Voglio vedere la gente dell'ombra sorridere... è una
città così smorta...-
Aveva sparato una balla dietro l'altra. Ma
quale premio in denaro! E quale "felicità altrui"! Tutta
una finzione. Però doveva trovare un modo per attirare quel ragazzo.
Era perfetto!
Non poteva certamente lasciarselo sfuggire ora che lo aveva quasi in
pugno...
Il giovane ci rifletté su per qualche istante, poi si
alzò in piedi e strinse la mano a Mimì:
-Affare fatto. Mi chiamo
Benjamin. Lei?-
-Mimì. E dammi pure del tu...-
Un largo
sorriso si dipinse sul volto di lei. Un sorriso che nascondeva la
perfidia del suo piano.
Ben
tornati con un nuovo capitolo de "Un amore per Nastasia"!!! Sono
riuscita a finirlo, anche se non è venuto particolarmente lungo.
Vedrò di andare più veloce... San Valentino è alle
porte, e deve ancora arrivare il colpo di scena! "Alla prossima
puntata"!
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Capitolo 6 *** Il vincitore ***
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Stranamente
la mattina dopo c'era il sole. Pallida, una luce malata, priva di
vivacità, ma pur sempre la luce del sole. Mimì si stiracchiò
sbadigliando, poi tirò un pugno al muro, come dire "buon
giorno" a Pugnazzo, che rispose poco dopo con un forte
colpo.
"Oggi è il grande giornooo!!! Finalmente troveremo un
fidanzato per Nastasia... e per me..."
Si vestì velocemente,
fischiettando una musichetta allegra, e poi corse a fare colazione.
Dopo poco fu raggiunta da Pugnazzo.
-Oggi sceglieremo il
vincitore, o meglio, due vincitori!-
Lei continuava a
parlare mentre l'altro si sbafava 20 pasticcini, 2 torte e 13 panini
ripieni, noncurante di Mimì.
-Capito?-
Chiese dopo un po'
notando che l'altro neanche l'aveva sentita. Lui annuì con la testa,
ma poi chiese ancora una volta spiegazioni per i 2 concorsi.
-Per
quale motivo sono 2...? Ma è ovvio, no? Mmm... lasciamo
perdere...-
Dopo colazione uscirono dall'hotel, e lei
rabbrividì:
-Oggi fa freddino... forse dovrei andare a prendere
un giacchetto...-
Ma un Oscuro le corse incontro: era
Benjamin.
-Mimì! Mimì!-
-Che c'è?-
-In piazza...
presto!!!-
Era terrorizzato, con il suo tomo ancora sotto il
braccio, ed indicava il centro città.
-Ma...-
-PRESTO!!!-
La
strattonò con forza cercando di smuoverla, e appena la mano di lui
afferrò il braccio di lei, una vampata di calore la travolse.
Cos'era stato? D'un tratto, il tocco si era trasformato in qualcosa
di misterioso, un sentimento dentro al suo animo si era
smosso...
-Mimì!!!-
Ripeté lui riportandola alla realtà.
Pugnazzo stava già correndo verso la piazza. I due lo
seguirono.
Giunta al palcoscenico, un'orda di Oscuri infuriati la
assalirono:
-Allora??? Quando c'è questo risultato???-
-Quand'è
che sapremo chi è il vincitore???-
-Chi ha vinto???-
Mimì
riuscì a stento a raggiungere la piattaforma sopraelevata in legno,
appiattendosi quasi a terra e scivolando tra le gambe dei
partecipanti.
Quando fu sopra il parco, afferrò il megafono e
chiese:
-Cos'è tutto questo chaos???-
La folla si quietò. Poi
un Oscuro particolarmente grosso ringhiò:
-Vogliamo sapere che
razza di ricompensa è quella che ci hai promesso!!! Non è che, dopo
tutta questa baldoria, ci rifili una schifezza?-
Mimì impallidì,
ma subito si riprese:
-Be', se è una sorpresa è una sorpresa.
Non posso dirvelo!-
L'umore degli Oscuri diventò ancora più
nero:
-Ma noi lo vogliamo sapere!!! Devi dircelo, o ci ritiriamo!
E i soldi per l'iscrizione?-
Mimì, infatti, aveva agito con
furbizia, facendo pagare un prezzo per l'iscrizione, così da
guadagnarci anche materialmente. Si era detta, inoltre, che se
l'iscrizione aveva un costo, probabilmente attirava più gente, dato
che le aspettative su un premio "costoso" erano più alte
rispetto a quello di un concorso gratuito.
Benjamin non aveva
dovuto pagare.
-Non si effettuano rimborsi. E la premiazione ci
sarà oggi pomeriggio... dobbiamo valutare gli ultimi
concorrenti...-
-De certo 'n fidanzamento per forza 'n è 'n gran
premio...-
Osservò pensieroso Pugnazzo grattandosi la barba.
Sfortunatamente, il suo (raro) ragionamento ad alta voce fu la goccia
che fece traboccare il vaso. O forse più di una
goccia.
-CHE???!!!???!!!-
A quel punto, il pubblico esplose di
rabbia.
-PUGNAZZO!!!-
Mimì era furibonda, ma appena si vide
venire in contro almeno una quarantina di Oscuri imbufaliti perse
l'ira, che si tramutò in terrore. Osservò la faccia di Benjamin
sbiancare dalla notizia.
Doveva fuggire, scappare dal branco di
Oscuri inferociti prima che fosse troppo tardi. Gridò a Pugnazzo di
correre, il quale non se lo fece ripetere, e fece per darsela a gambe
anche lei. Ma poi le ritornò in mente la sua missione. Doveva
trovare un tipo giusto per Nastasia. Lasciando perdere il suo
fidanzato, Nastasia necessitava veramente di affetto. Ed allora si
bloccò a metà strada per l'uscita dalla città. Benjamin sarebbe
dovuto venire con lei. A TUTTI I COSTI. Fece, allora, l'unica cosa
che le venne in mente: si trasformò. Piegò la testa da un lato,
producendo un sinistro scricchiolio, poi iniziò a ruotarla
all'inverosimile. I suoi arti si estesero e ne apparvero altri due.
Quando il gruppo arrivò alla fine della strada principale, non
trovò una graziosa ragazza dalla pelle verde e dai capelli legati in
due codini, bensì un orribile ragno dalle fauci spalancate, privo di
occhi ma colmo di rabbia.
-AAAH!!!-
Gli inseguitori si
bloccarono di colpo, terrorizzati. Mimì ruggì un
"Mimimimimimimimimimimi" e si precipitò all'attacco. I più
fuggirono senza pensarci due volte, ed i più temerari... pure. Mimì
lanciava occhiate fugaci cercando di individuare Benjamin, e quando,
finalmente, lo vide seduto su una panchina, con un volto palesemente
abbattuto, esultò quasi di gioia. Si avvicinò da dietro e senza
preavviso lo afferrò con una delle zampe.
-Ehy!!! Lasciami
subitooo!!!-
Mimì ridacchiò nel vederlo dimenarsi come una
gallina presa per le zampe.
-Su, devi riscuotere il tuo
premio!!!-
-N...che???-
E senza lasciargli aggiungere altro,
iniziò a trascinarlo via.
-Mimì???-
Pugnazzo la stava
chiamando da mezz'ora, ma lei non si era ancora fatta vedere. E se si
fosse persa?
-Eccomi!-
La voce giunse squillante e vivace da
dietro alcuni cespugli. Davanti all'omone apparve Mimì vestita con
il suo abito da scout-girl, un sorrisetto furbo sulla faccia ed un
Benjamin che teneva legato tramite una corda. Questo aveva una faccia
seccatissima, con il libro ancora sotto il braccio, ed un collare
attorno al collo, da cui partiva proprio la corda che andava poi a finire
nella mano dell'altra. Questa esclamò:
-Abbiamo un vincitore!-
Buonasera
gente! Mi dispiace se questo è venuto cortino cortino, ma non
c'è molto da dire. I più lunghi saranno gli ultimi due,
che spero di riuscire a postare domanin e doman l'altro. Ditemi, vi
è piaciuta la folla inferocità? Va', lasciamo perdere...
Al prossimo capitolo!
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Capitolo 7 *** Lezioni ed imprevisti prevedibili ***
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-Mi
volete spiegare la situazione? Cosa è una Nastasia?-
Mimì si
voltò con il volto deformato dalla rabbia e menò un ceffone
all'Oscuro.
-Nastasia sarà la tua fidanzata, e tre!-
Lui si
massaggiò la guancia dolorante:
-Non posso fidanzarmi con
qualcosa che non conosco!-
*SCHIOCK* Un altro schiaffo dalla
mutante:
-Lei è una donna, vile! Un'Oscura, se proprio lo vuoi
sapere! E quattro!-
-Non ho comunque intensione di fidanzarmi con
la prima che mi capita! Anzi, sappi che non ho proprio nessuna
intensione di fidanzarm...-
Un'altra manata, questa volta sulla
gota sinistra:
-Zitto! Tu farai come ti dico io, E BASTA! E
cinque-
Era piuttosto infuriata: erano in viaggio dalla sera
precedente e si erano fermati solo per una breve sosta. Inoltre, non
aveva trovato un fidanzato per se stessa. Ma soprattutto le rodeva
l'idea che il giorno seguente sarebbe stato San Valentino e non aveva
la certezza di riuscire ad arrivare in tempo a Svoltadilà.
Lo
stomaco di Pugnazzo brontolò, e Mimì decise che era l'ora di
fermarsi.
Pugnazzo montò le tende ed accese un falò. Era quasi
il tramonto.
-Entro domani sera dovremo essere a Svoltadilà. A
qualunque costo-
-Sì, sì, ma ora mangiamo!-
Benjamin fu
legato ad un albero lì vicino.
-Neanche fossi un cane! Perché
continui a trattarmi peggio di una bestia?-
-Perché temo che tu
scappi...-
Aveva risposto mentre ripuliva la scodella di
zuppa.
-Ho fame...-
Aveva osservato sottovoce lui, ma l'altra
lo aveva sentito benissimo:
-Oh, no, mio caro. Niente pappa per
te. Devi rimanere in forma...-
Gli occhi dell'Oscuro si ridussero
a fessure arancioni molto inquietanti, e Mimì decise di
accontentarlo, lanciandogli un pezzo di pane.
-Mangia. E non ti
lamentare. Dopo abbiamo le prove!-
-Le che...?-
-Le prove!-
E
chiuse l'argomento, porgendogli anche un bicchier d'acqua.
Lui
sospirò ed iniziò a mangiare lentamente. Dopo diversi minuti di
silenzio, la sua voce si fece sentire nuovamente:
-Mi devi ancora
dare i soldi...-
Lei lo guardò interrogativa. Lui spiegò:
-Per
la vincita. Me gli avevi promessi-
Lei lo guardò qualche secondo,
poi scoppiò in una fragorosa risata:
-Ah,ah,ah! I soldi??? Ma sei
matto? Non hai capito che era tutta una messinscena?-
Lui continuò
a guardarla negli occhi impassibile. Dietro di loro, il sole era
scomparso, lasciandosi dietro un alone violaceo.
-Non penserai sul
serio che io ti paghi l'iscrizione a quella stupida Università,
vero?-
-Sì. Me lo avevi promesso-
Parlava tranquillamente,
come se la cosa fosse totalmente normale.
Lei sbuffò:
-Io non
ti ho promess...-
Ma si bloccò. Gli occhi arancio intenso
dell'altro la guardavano quasi con compassione. Non riuscì a
distogliere lo sguardo per parecchi minuti. Non capiva cosa le stava
accadendo. La sensazione strana che aveva avvertito il giorno prima,
quando lui l'aveva afferrata per un braccio, si ripresentò. Il suo
cuore esplose in una stranissima emozione.
-Stai bene?-
Osservò
l'altro dopo 10 minuti che Mimì lo fissava a bocca aperta. Questa si
riprese:
-Sì, sì, sto bene...-
Poi fece per voltarsi, ma non
riuscì a trattenere la frase:
-E... va bene. Avrai i tuoi soldi.
Potrai prendere l'incasso del concorso...-
Poi si voltò e camminò
nervosamente verso la sua tenda.
-Ma cosa le sta
succedendo?-
Pugnazzo fece spallucce, poi slegò l'Oscuro e lo
condusse davanti alla tenda di Mimì, dicendogli che dovevano fare
quelle "prove". Poi diede la buonanotte e se ne andò
nell'altra tenda. Benjamin rimase per un po' davanti alla tenda della
mutante, mentre il freddo si faceva sentire ed il buio calava sempre
più. Per lui non c'erano problemi: vedeva quasi meglio di notte che
di giorno. Era slegato. Sarebbe potuto fuggire, ritornare alla Città,
oppure in qualsiasi altro posto, tutto tranne che lì. Ma il suo
libro l'aveva ancora Mimì. E poi quella ragazza lo aveva, in qualche
modo, colpito. Non riusciva a spiegarsi il motivo, ma nonostante i
suoi modi arroganti e bruschi di fare che lei aveva, l'Oscuro non
riusciva ad odiarla, neanche per averlo preso in ostaggio.
Si
decise ad entrare. Bussò sulla tela della tenda, e nonostante il
suono non fosse molto forte, Mimì lo sentì e lo invitò con un
"entra".
-In cosa consistono queste prove...???-
Appena
fu dentro, rimase esterrefatto nel trovarsi davanti un'Oscura dalla
pelle azzurra e dai capelli fucsia, con un paio di occhiali rossi che
le nascondevano gli occhi. La voce, però, era quella di Mimì:
-Sono
Nastasia! Sorpreso?-
L'altro scosse la testa incredulo, ma poi si
ricordò che Mimì era una mutante:
-Sarebbe questa la donna che
devo incontrare?-
L'altra fece un cenno con la testa, poi il suo
corpo venne nascosto da una nuvola di fumo viola intenso e poco dopo
riapparve la vera Mimì:
-Sì. Lei è Nastasia! E tu
devi...-
-Fargli da fidanzato, uff... ma come fai a sapere che ci
innamoreremo?-
-Non importa che tu t'innamori sul serio, devi solo
fare finta!-
Ridacchiò felice.
-Ma sei pazza? L'amore è una
cosa seria. Non si può fingere in amore, e neanche amare a forza...
e come sai che a lei piacerò?-
-Ovvio, sei quello giusto! Un tipo
colto, studioso, galante (quando vuoi)... sei perfetto!-
L'altro
continuò a guardarla senza capire.
-Uff... Nastasia necessita
d'amore, o comunque di affetto. Ha perso l'uomo che amava ed ora è
depressa. E sarai TU a consolarla...-
L'altro ribatté:
-Ma a
quale scopo...? Cosa ci guadagno, insomma... se neanche la conosco!
Lo fare volentieri per un'amica, ma non di certo per una
sconosciuta!-
Mimì gli fece sventolare sotto il naso (che non
aveva) il suo libro, ed un grosso sacco tintinnante:
-Potrai
riavere il libro, e tutti i soldi che posseggo...-
-Non bastano
per l'iscrizione...-
Sibilò freddamente lui.
Mimì cercò di
rimanere calma. Estrasse da una sua valigia una gemma lucente:
-Ed
avrai... anche questa...-
Disse a stento. Lui continuò a scuotere
il capo.
-E... ... questa...-
Ne tirò fuori un'altra.
Separarsene era per lei un immenso dolore.
-No. Non ci siamo-
Mimì
dovette rinunciare a ben 7 gemme prima di convincerlo.
-Ok, ma
questa volta promettimi che avrò la mia ricompensa...-
-Sì, sì,
ovviamente...-
Benjamin rifletté per qualche istante, poi
disse:
-Ma se a lei non piaccio? Non significa che debba piacergli
per forza! Io non sono mai stato un gran romantico... non ho mai
avuto una fidanzata in vita mia. E mai mi sono innamorato. Come farò
a conquistarla? E cosa dirà quando scoprirà che l'amore era una
finzione?-
Mimì lo fulminò con uno sguardo di ghiaccio:
-Tu
NON dovrai farlo scoprire, infatti...-
-Ma...-
-Niente
ma!-
-Ok...-
Sospirò abbassando la testa. L'altra batté le
mani felice:
-Bene, ed ora iniziamo con le nostre prove!-
Si
trasformò nuovamente in Nastasia, fingendosi seria e rigida.
-Bene.
Io sono sola, triste e sconsolata. Come agisci?-
E prese
l'espressione impassibile dell'Oscura. Benjamin la osservò per
diversi istanti, poi pronunciò uno stentato "buonasera",
che la mano di Nastasia, ma che in fondo era quella della mutante gli
impresse un nuovo marchio sulla faccia.
-Ahi! Cos'ho
fatto?-
-"Buonasera"...??? E che razza di presentazione
è???-
-Una presentazione educata...-
Scandì con amarezza
l'ultima parola. Essere educati con Mimì era alquanto difficile.
-E
cosa altro avrei dovuto dire? "Ehy, baby, ti va di uscire con
me? Mi chiamo Benjamin, e tu? Nastasia? Ho indovinato?"-
Mimì
si trattenne da mollare un altro schiaffo all'Oscuro, per il semplice
motivo che si lasciò andare invece ad una risata piena di
gusto.
-AH,AH,AH!!! Troppo bella questa!!!-
Si asciugò una
lacrima, poi si sistemò gli occhiali che non appartenevano alla sua
moda abituale e tentò di riprendere l'aspetto da "Nastasia",
commentando però:
-Allora non sei solo noioso. Sei anche
simpatico!-
L'altro fece spallucce:
-Lo prendo come un
complimento...-
-Ok, continuiamo...-
Si mise seduta su una
valigia e ripeté:
-Sono sola in una sera di febbraio. Fai
un'entrata in scena e presentati!-
Lui si nascose allora dietro ad
una torre di valigie, e dopo poco si mostrò tenendo un passo calmo,
e tranquillamente osservò:
-Freddino, non trova?-
Mimì
accettò l'intervento come "buono", poi proseguì imitando
la voce di Nastasia:
-Non credo che questa temperatura sia
particolarmente bassa...-
Finse però di rabbrividire, e lui si
avvicinò:
-Cosa ci fa una signorina come lei sola in una notte
come questa...?-
Uno schiaffo giunse rapidissimo. Benjamin si
ritrasse e poi ritentò:
-Questa notte una stella è discesa dal
cielo... ed ora mi si para davant...-
Due ciaffate, belle sode, e
Benjamin si lasciò scappare un "Ahi!"
-Idiota! Non fare
il romanticone da subito! Non pensi che una ragazza potrebbe
offendersi?-
-E tu non credi che le ragazze siano più restie a
menare ceffoni al primo che incontrano? Inoltre, cosa devo dire? A te
non va bene nulla!-
Mimì sbuffò, ma non aggiunse altro se non un
"vai".
-Emm... incontrare un'Oscura è una cosa
piuttosto rara da queste parti... lei vive qui...?-
Mimì grugnì
un "'nsomma" ma rispose:
-In realtà, mi trovo qui solo
momentaneamente. Penso che presto me ne andrò...-
Benjamin guardò
in alto, fingendo di osservare le stelle, mentre sopra di lui c'era
solo il vivido colore arancio della tenda:
-Io sono qui per degli
studi. Vengo dalla Città Oscura... appartengo alla...-
-Fermo!
Non esagerare. Dì soltanto "Vengo dalla Città Oscura!".
Colui di cui Nastasia era innamorata apparteneva alla Tribù
dell'Oscurità. Non rammentarle quel nome...-
-Ma... scusa, Mimì,
ma chi era questo misterioso uomo? Mi hai incuriosito...-
Lei la
fece breve:
-Nastasia era rimasta ammaliata dal Conte Cenere,
colui che tempo fa cercò di distrugg...-
-Lord Blumiere?-
Esclamò
incredulo.
-Sì, lui...-
-Ed ora dove si trova??? Sua madre ha
cercato tracce di suo figlio ovunque, senza successo... saperlo per
lei sarebbe un peso in meno...-
-Il Conte ora si trova felice e
contento assieme a sua moglie, in un luogo che neanche io conosco. E
non credo che voglia altre noie dategli dai familiari...-
Concluse
fredda. Poi ricominciò con la recitazione:
-La Città
Oscura...? Si trova molto lontano da qui...-
-Oh, sì. Dista
parecchio. E lei, se mi è concesso saperlo, da dov...-
Fece
appena in tempo a balzare all'indietro che la mano di Mimì schioccò
nell'aria come una frusta:
-NO! Non rammentarle il passato!-
-Ma
non credi che potrebbe sospettare qualcosa se le facessi solo domande
specifiche?-
-Fai quello che ti dico, senza ribattere!-
Benjamin
allora rifletté per qualche secondo, poi parlò:
-Sì, ho
impiegato un po' per giungere in questa città. Io la trovo spl...
Mimì, com'è Svoltadilà?-
-Mmm... una città fondata dagli
Antichi, con colori chiari e molta luce naturale...-
-Bleah! Emm,
scusa... ma noi non siamo abituati ai colori chiari... solo l'idea...
urgh, lasciamo stare. Eh-emm: Io la trovo molto affascinante. Studio
Anticologia ed ho letto molto sulle città fondate dagli Antichi.
Penso siano come gioielli inestimabili da
preservare...-
-Concordo...-
La sua voce era vaga.
Benjamin
stette un po' in silenzio, per fare scena. Poi, educatamente,
chiese:
-Posso sedermi vicin...-
-NO, STUPIDO! Prima introduci
la situazione!-
Nei suoi occhi, coperti dalle lenti degli
occhiali, brillavano scintille di rabbia.
-Erm... Il mio nome è
Benjamin...-
Mimì commentò che non era una delle migliori frasi,
ma rispose:
-Io sono Nastasia...-
-Nastasia...? Un nome molto
bello... non lo avevo mai sentito, ma mi piace...-
Sorrise. Poi si
avvicinò lentamente, e ripeté:
-Le dispiace se mi siedo accanto
a lei...?-
Nastasia-Mimì scosse la testa lentamente. Benjamin si
sedette educatamente. Rimase nuovamente in silenzio, fino a quando
iniziò a dire:
-Mi pare strano che nella sera di San Valentino
una giovane graziosa come lei...-
Ma si interruppe a metà, e non
per colpa di Mimì, ma per lo scricchiolio della valigia su cui erano
seduti. Cigolò e tremò pericolosamente, e in pochi secondi il tappo
si sfondò, lasciando cadere la coppia su un materasso di vestiti di
Mimì. All'inizio rimasero spaesati, e Mimì si ritrasformò in se
stessa. Ma quando i due si guardarono negli occhi, proruppe una forte
risata. La mano di Benjamin scivolò accidentalmente su quella di
Mimì, e questa volta la sensazione fu avvertita da entrambi, che
sussultarono sorpresi.
Poi scesero dalla valigia, si guardarono
nuovamente negli occhi e poi arrossirono all'unisono.
-Penso che
per 'sta sera basti. 'Notte...-
Mimì cacciò fuori l'altro
indicandogli il sacco a pelo vicino alla sua tenda, poi chiuse la
porta con la cerniera. Benjamn rimase spaesato lì fuori, con il
freddo che gli pungeva la pelle scoperta, ma il cuore caldo di
emozione. Per la prima volta nella sua vita, aveva trovato l'amore.
Purtroppo, non per Nastasia.
I due Farbì si sedettero su un
ramo, massaggiandosi le alucce doloranti.
-Allora, Cuore, che ne
pensi? Abbiamo fatto frullare abbastanza cervelli per oggi?-
-Mmm...
credo di sì, Cupid. Certo che il nostro lavoro è
stressante!-
Appoggiò l'arco e le frecce con la punta a forma di
cuore accanto a lei, poi sospirò:
-Lavoriamo tutto l'anno senza
pausa. è ingiusto! Dovrebbero aumentarci il salario!-
Ma stava
scherzando, amava il suo lavoro.
-Eddai, non è poi così
faticoso. Diamo solo una spintarella in più a quelli che da soli non
s'innamorano!-
-Già. Oppure velocizziamo l'innamoramento. Certo
che la tua idea su quei due è un po' stramba...-
Indicò con la
testa la tenda arancione.
-Tsk. Io credo che stiano benissimo
insieme, invece-
Aveva replicato Cupid.
-Sarà, ma l'ultima
volta che abbiamo fatto innamorare un Oscuro con una non-Oscura è
successo il finimondo... letteralmente...-
-Ba', quei due sono la
coppia meglio riuscita negli ultimi 14 secoli. E poi, si erano già
innamorati. Anche senza il nostro intervento, la cosa sarebbe
avvenuta lo stesso...-
-Uff, ok. Non si può discutere con te,
rigiri sempre la frittata dalla tua parte. Domani sarà San
Valentino! E sai cosa significa questo?-
-Lavoro doppio...?-
-No,
vedere le facce dei fidanzati mollati per qualcun altro! Spasso
assicurato!-
-Sei malvagia! Siamo incaricati da Granbì per
diffondere l'amore a coloro che non lo troverebbero mai, e tu pensi
alle coppie che si lasciano...?-
-Ah,ah,ah! Sì, è divertente.
Non è perché siamo angioletti che dobbiamo sempre pensare e
comportarci come tali, no?-
-...-
Lei dondolò la testa
annoiata:
-Sei proprio un guastafeste. La cosa bella è che
nessuno ci vede, e noi possiamo sbudellarci dalle risate senza dare
nell'occhio...-
-Va', dormiamo adesso. Domani sarà una dura
giornata... fai prima te il turno o lo faccio io?-
-Fallo tu. Ho
dei piani per domani sera. Ricordi quella poveretta che si era
innamorata della nostra migliore riuscita? Non voglio farla sentire
più sola...-
Detto questo, si sdraiò completamente sul ramo e
chiuse gli occhi augurando buonanotte all'altro.
Sì!
Penultimo capitolo! Visto, ho pareggiato con quello corto di ieri.
Furbetti quei due Farbì dell'amore, no? Domani il gran finale!
Continuate a seguirmi per vedere l'ultimo grande colpo di scena, anche
se in molti lo avrete intuito... Be', buonanotte! PS: Mimì la
tiraschiaffi XD mi piace com'è venuta fuori questa parte!
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Capitolo 8 *** Imperfette coppie perfette ***
taglia/modifica
Le
luci abbaglianti della villa accecarono per un attimo Benjamin.
Appena Pugnazzo ebbe toccato terra, il portale dimensionale
scomparve.
-Questa... è Svoltadilà...?-
Chiese perplesso lui
cercando di pararsi dalla luce con un braccio.
-Oh, no. Quella è
la mia casa...-
Mentì Mimì dondolando sulle gambe. Poi fece
segno ai due di seguirla.
Il giardino era vasto, con cespugli e
alberi di ogni forma; davanti al portone, un bestione simile ad un
mostruoso cane scodinzolava allegramente con il codino, accoccolato
in terra.
-C-cos'è quello...???-
Benjamin si bloccò
terrorizzato, ma Mimì lo tranquillizzò:
-Niente paura, non fa
niente. A meno che non gli pesti la coda...-
Benjamin sobbalzò
mentre questo allungava il muso per annusare l'intruso, ma si calmò
quando vide che in effetti non era feroce.
-Su, vieni! Non abbiamo
tutta la sera! Anzi, è già tardi!-
Trotterellava per i corridoi
salutando tutti i domestici che incontrava. Benjamin e Pugnazzo la
seguivano a debita distanza.
-Ma 'stì bagagli...?-
Commentò
Pugnazzo seccato dopo un po'.
-Oh, quelli... lasciali pure
lì...-
Era molto emozionata. Afferrò Benjamin per un braccio e
lo trascinò fino ad una grossa stanza colma di vestiti.
-Non ho
mai visto tanti...-
-Non c'è tempo per i commenti! Thò, prova
questo!-
Gli lanciò uno smoking.
-Cosa devo farci?-
-Mangialo.
SECONDO TE???-
-Ok...-
Mimì gli indicò un camerino e gli
ordinò di cambiarsi. Poi Pugnazzo si affacciò alla stanza e prima
che potesse aprire bocca Mimì strillò:
-Pugnazzo!!! Oggi è San
Valentino!!! Non puoi andare in giro in quel modo!!!-
Iniziò a
rovistare in uno dei 10 armadi ed alla fine trovò un vestito
elegante della taglia dell'altro:
-Tieni
questo!-
-...ma...-
-TIENI QUESTOOO!!!-
Lo spinse con forza
all'interno del secondo camerino, e sbatté con forza la porta. Poi
si precipitò nella sua stanza, a cambiarsi.
Quando l'Oscuro
riuscì finalmente ad infilarsi quell'odiosa manica strettissima,
uscì dal camerino aspettandosi Mimì lì fuori, ma non la trovò.
Anche Pugnazzo era pronto. Dopo qualche minuto, finalmente, la porta
da dove erano entrati si aprì, rivelando una Mimì in uno splendido
abito blu notte, cosparso di brillanti, lungo fino ai
piedi.
-Allora...? Che ve ne pare?-
"è una vita che sogno
d'indossarlo!"
I due la fissarono per diversi istanti a bocca
aperta, poi annuirono con il capo. Benjamin osservò:
-Credevo che
fossi io quello che doveva trovarsi un partner, non tu!-
-Ah be',
oggi non si sa mai... San Valentino è una giornata capricciosa per i
cuori...-
I due in smoking si scambiarono uno sguardo
interrogativo, e l'altra capì che era meglio lasciar perdere.
-Su,
cosa stiamo aspettando!? Pugnazzo, corri al telefono e chiama
Nastasia. Dille che è urgente, deve venire alle 8 nella piazza
centrale!-
Lui obbedì, e si precipitò nell'altra stanza.
-In
quanto a te...-
Mimì si avvicinò, aggiustando il fiocchetto al
collo dell'Oscuro, che rabbrividì appena le mani di lei lo
sfiorarono.
-Che c'è?-
-N-nulla... mi stavo chiedendo... la
ricompensa...-
Lei lo guardò male:
-Non pensi ad altro, eh?
Non hai neanche un cuore! La tua missione è rallegrare un animo
triste e tu pensi ai soldi?-
-Devo ricordarti che non ho scelto io
quest'incarico?-
L'altra rimase in silenzio. Poi gli fece segno di
seguirla.
-Pugnazzooo!!! Hai chiamato Nastasiaaa???-
Urlò dopo
qualche minuto, della salotto della villa.
Pugnazzo apparve
dall'altra stanza dicendo di sì.
-Ok, andiamo...-
E in
tre s'incamminarono per Svoltadilà. Ormai il sole era scomparso, ed
anche l'aura del crepuscolo si stava affievolendo, lasciando ad una
notte limpida e colma di stelle.
Merlocchio stava spazzando
davanti a casa sua, aiutato da Doremì, che lo accompagnava
fischiettando un allegro motivetto, e da Porteo. Gli altri Pixl erano
volati in giro per la festa.
-San Valentino... la festa degli
innamorati...-
Si disse mentre finiva di ripulire gli scalini
dalla polvere.
-Stai pensando a Consilia... vero?-
Chiese
Doremì.
-Mmm... Lady Farfalà adesso sarà felice e contenta pr
il resto della sua vita. Non c'è bisogno di San Valentino per legare
due anime gemelle... non so se mi spiego...-
Prima che potesse
continuare, vide con la coda dell'occhio Nastasia che stava
procedendo nervosamente verso la piazza.
-Oh, buonasera Nastasia!
Come va?-
Lei si bloccò e quando notò Merlocchio lo salutò
cortesemente:
-Buonasera, Merlocchio. Be', potrebbe andare
meglio...-
-Oh, non preoccuparti... troverai quello giusto...-
Lei
arrossì ed abbozzò un sorriso, poi disse che era di fretta e
riprese il cammino.
Era molto agitata. Pugnazzo l'aveva chiamata
all'improvviso per dirle che doveva andare urgentemente in piazza.
Sfortunatamente, si era dimenticato di dirle quando. Ed ora lei non
sapeva per quanto avrebbe aspettato. La piazza era grande, con molte
coppiette che si tenevano per mano. L'idea di Nastasia, nonostante
fosse rimasta impassibile per diversi mesi, iniziava adesso a mutare.
Avrebbe saputo amare ancora...? Da adesso bastava con quella
tristezza, doveva guardare avanti. Ed anche se non avesse mai trovato
l'amore della sua vita... non ci sarebbero stati problemi. In fondo,
la vita va avanti. Blumiere e Farfalà si erano sacrificati proprio
per dare al mondo un "domani", un "futuro". E lei
doveva approfittarne.
Si sedette su una panchina in marmo ad
aspettare...
-Perfetto! Siamo arrivati!-
Le mura erano
bianche ed i colori chiari, proprio come aveva detto Mimì. Però
l'effetto era risultato molto più gradevole di come se l'era
aspettato. Benjamin osservò entusiasta le incisioni degli Antichi
nelle colonne, la disposizione delle case, l'ordine dei pilastri che
si presentavano per la via... aveva letto molto sulle città Antiche,
ma mai aveva avuto l'occasione di visitarne una.
-Vieni, presto!
La piazza è di qua!-
In tre iniziarono a camminare a passo di
marcia, svoltando per diverse vie. Poi Mimì si bloccò di
scatto:
-Oh, no! Un mazzo di fiori! Ecco quello che
serve!-
-Che...?-
-Fiori! Fiori rossi, belli, profumati! Per
Nastasia!-
-Ma... non avevi detto che non dovevo fare il
romanticone...?-
Lei lo squadrò male, poi si giustificò:
-Be',
adesso le cose si faranno diversamente... e poi puoi far finta che
quei fiori dovessero andare ad una ragazza che invece non si è
presentata!-
Fece per trotterellare verso il fioraio, quando
Benjamin si bloccò di colpo. Il suo sguardo divenne cupo, così come
la sua voce:
-Mimì... ti prego... basta con queste bugie...-
Lei
non capiva.
-Non posso fingere in amore. Lo sai. L'amore non si
sceglie...-
-Ma Nastasia...? Il concorso? Le mie 7
gemme???-
Mugolò con voce da vittima.
-Be', la piccolina cià
ragione...-
Osservò Pugnazzo mentre andava a comprarsi
un'aranciata.
-Zitto tu! Pensavo stessi dalla mia parte!-
Mimì
sospirò. Cosa poteva fare adesso...? Lo aveva quasi convinto, ed
ora... imprevisto, si era rifiutato.
Lui guardò la sua faccia
abbattuta, e per consolarla le disse:
-Però... posso sempre
provarci...-
Il volto di Mimì s'illuminò:
-Davvero...? Oh,
certo che lo farai!-
Lo afferrò e lo trascinò verso il banco di
fiori. Mentre Pugnazzo beveva la sua bibita, al bar, nella sua mente
tornò a galla un particolare che aveva tralasciato nella sua
precedente telefonata a Nastasia... Fu preso dal panico:
-Mimì!!!
Mimì!!! 'N le ho detto l'ora!!!-
Lei si bloccò prima di pagare
le rose:
-Cosa...? A chi... quale ora...???-
-A Nastasia!-
Lo
stomaco di Mimì fu preso in una morsa di gelo. Ed ora??? Sarebbe
andato tutto a rotoli!!! Tutto quello che aveva fatto... vano! Ora
che sapeva che Nastasia probabilmente era già in piazza... cosa
c'era di romantico in un ritardo???
-Corri!!!-
Afferrò
Benjamin per un braccio ed iniziò a correre verso la piazza. Anche
Pugnazzo si unì alla corsa, ma accidentalmente, per colpa di una
mattonella spostata, inciampò battendo violentemente il busto. Non
si era fatto nulla, ma sfortunatamente il restante della sua
aranciata aveva adesso ricoperto
Benjamin.
-No...No,no,no...NONONONOOO!!!-
Mimì urlava come una
pazza. L'Oscuro non poteva presentarsi sporco d'arancia. Basta, fine,
nessuna speranza.
-Sono già le 7 e mezza... non abbiamo tempo per
tornare alla villaaa!!!-
Piagnucolò. L'altro sospirò un "mi
dispiace...". Lasciò quindi cadere il mazzo di rose, che si
sparse scomposto ai suoi piedi. Pugnazzo chiese scusa, ma Mimì non
si placò:
-Tutta colpa tua, testone!!! Ed ora???-
Pugnazzo
raccolse una delle rose che Benjamin aveva lasciato
cadere:
-Posso 'anna dalla piccolina... pe'
consolarla...-
Mimì scosse la testa, ma sospirò un "vai"
triste, agitando la mano in direzione della piazza. Poi alzò la
testa. Aveva le lacrime agli occhi per lo sconforto. Tutto quello che
aveva fatto non sarebbe servito a niente. Ma Benjamin la
consolò:
-Suvvia, Mimì! Non piangerai mica per questo, vero? Non
ero destinato a quella donna!-
L'altra si asciugò una lacrima e
annuì incerta.
-Hai ragione. Sono stata una stupida. Nessuno
sceglie con chi innamorarsi. Ci si innamora e basta... e poi non
credo che la scintilla tra voi due sarebbe veramente
scattata...-
Osservò tristemente il suo abito lungo, schizzato
anch'esso da un po' d'aranciata. Un sorriso vago le si disegnò sulle
labbra nel vedere quelle buffe gocce arancio. Poi alzò nuovamente la
testa, e ridacchiò nell'osservare meglio lo smoking dell'Oscuro
coperto d'aranciata. Anche lui si lasciò sfuggire un sorrisetto. Poi
si voltò, e guardò per terra. Afferrò nuovamente le rose e
tranquillamente disse, ancora voltato:
-Ma, chissà se quella
scintilla non sia scattata per un'altra...-
Lei non capì subito,
ma quando l'Oscuro si voltò porgendole le rose un po' spelacchiate,
il suo cuore esplose in quella bellissima emozione. Proprio in quel
momento era stata colpita dalla freccia di Cupid. Afferrò le rose e
le annusò soddisfatta. Poi allungò una mano verso l'altro, che
ricambiò, e questa volta la sensazione si presentò nell'Oscuro,
colpito in pieno da Cuore. I loro sguardi rimasero fissi l'uno per
l'altra per diversi minuti, e quando infine si decidettero a parlare,
Mimì azzardò:
-Uhm... emm... per oggi ci sono gli sconti...
insomma... per San Valentino... andiamo a mangiare qualcosa...?-
Lui
sorrise:
-Il ristorante più pregiato dove si trova?-
Ormai
erano le 7:48. Lei era lì dalle 7. Cos'era questa cosa importante di
cui le aveva parlato Pugnazzo...?
Controllò nuovamente
l'orologio, le 7:49. Ormai anche la sua pazienza stava giungendo al
termine.
-Nastasia!!! Nastasia!!!-
I passi pesanti dell'omone
la distrassero immediatamente dai suoi pensieri.
-Emm... Mi...
dispiace... ecco...-
S'inventò una scusa, e poi le porse una rosa
"per farsi perdonare". Lei arrossì lievemente. Pugnazzo...
era lui l'uomo della sua vita...? Ma non prendiamoci in giro! Certo
che... bho. Nessuno poteva saperlo. Probabilmente non si sarebbero
mai messi insieme... ma quale costo avere conoscersi meglio? I loro
legami d'amicizia si sarebbero comunque rafforzati. E lei aveva
bisogno di qualche amico.
-Emm... 'n è che t'andrebbe de venì
con me... al ristorante di Cipollina...?-
La prima volta che la
invitava personalmente. Spesso si era limitato a chiedere a qualcuno
di recapitare il messaggio, oppure l'aveva invitata velocemente via
telefono, ma niente di più.
-Uhm... sì, ho un po' di
fame...-
Ammise lei sorridente.
Tese l'arco. La sensazione
di felicità che lo investiva ogni volta che ripeteva quell'azione si
ripeté. Donare amore era lo scopo della sua vita, e lui lo amava.
Così come lo amava cuore.
Quando la punta a forma di cuore fu
perfettamente allineata al fondo schiena della più vicina, ispirò
profondamente e fece per lasciar partire il colpo, ma fu fermato
dalla mano di Cuore che lo toccò su una spalla:
-Lasciali stare,
per ora...-
-Perché...? Stanno bene insieme! E poi non era il tuo
piano questo?-
-Mmm... lasciamo che sia il tempo a decidere per
qui due. Penso sia la cosa migliore. Adesso... andiamo a guardare gli
altri due?-
Cupid sorrise:
-Sono già al ristorante?-
-Si
stanno avviando...-
Aprirono le ali, ed iniziarono a volare
trasportati dalla brezza del vento.
E
CE LA FAAA!!! GRANDE MEEE!!! *ritorno alla modestia* Finalmente! Riesco
a pubblicare rispettando i tempi! EVVAIII!!! Mancano 20 min. a
mezzanotte, quindi a DOMANI e se non voglio perdere questo record
è meglio se mi sbrigo a postare.. emm, lasciate perdere le mie
riflessioni ad alta voce. BUON SAN VALENTINO, gente! Soprattutto a
coloro a cui non importa nulla, come me!!! No, sul serio, io non ne
voglio sapere di fidanzati assolutamente! Forse, tra qualche anno...
ba', l'amore va e viene... avete visto queste coppie? Mimì, che
si aspettava Mister Muscolo, e si ritrova un mingherlino secchione...?
Per questo dovrò stare attenta a colui di cui un giorno (forse)
mi innamorerò. è vero che l'amore sceglie da solo... ma
basta parlare di me. Come vi è sembrata la storia? Nel
complesso? La vostra parte preferita? Qualche chiarimento? Commentate
in massa, mi raccomando! Alla prossima fan-fiction! E, di nuovo, buon
San Valentino! (segnalate eventuali problemi/scorrettezze, grazie)
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