Il sovrano che sposerà Asgard di Melitot Proud Eye (/viewuser.php?uid=1469)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 1 *** I ***
Note: questo
è nientemeno che il prototipo di Doveri, quando
ancora, povera ingenua, credevo di cavarmela con una doppia flashfic *ride*
Magari postarlo mi farà perdonare per il mezzo hiatus di Doveri (come no XD).
Lo potete anche leggere come pezzo a sé, ambientato in un
lontano, pacifico futuro, ma credo abbia più senso se avete
letto la serie
Presso
fuochi di campo e troni di re incoronati fino alla
parte XII. E' editato rispetto alla versione che ho sul mio
lj. Che altro aggiungere... spero vi piaccia anche se è una
scemenza angst-fluffosa!
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Il sovrano che
sposerà
Asgard
I
Deve
convincere Thor a sposarsi.
Loki è
un politico affinato; sa che mettere sul trono di Asgard una regina
con parentele influenti e un corpo sano è la mossa giusta.
Garantirà
un futuro di pace a tutti i regni, come un tempo fecero le nozze di
Frigga. (Capricci dei figli adulti a parte.)
Purtroppo,
Loki è anche una persona profondamente egoista – e
in particolar
modo quando si tratta di Thor Odinson. Considerato quello che hanno,
essersi accollato la seccatura organizzativa del tutto gli sembra
già
un sacrificio enorme. Non vuole impiegare uno sproposito di energie
per convincere il futuro sposo, tante grazie.
Com'è
naturale, quindi, Thor s'impegna a combattere l'idea passo per passo.
«Per
favore» sbotta, interrompendo l'ultimo panegirico. «Non
vorrei Krimildhe neanche se fosse l'ultima donna dei Nove. Senza
offesa al suo onore.»
Studio
privato, ala personale del Válaskjálf.
Una bella giornata. Pochi impegni.
Loki
quasi senza argomenti.
Le
cose che deve sopportare.
«Sigyn,
allora.»
Thor
lo scruta nel modo in cui scruta i comandanti d'incerta
lealtà,
facendo ruotare un pennino sulla punta. «No»
risponde, lento.
«Hyordisa.»
«No.»
«Vigdys?»
Il
pennino si conficca nel libro di rendiconto. Thor si alza dalla
scrivania.
«Basta,
Loki.»
Va al
focolare spento, tocca un cimelio sulla cornice, lo posa. Va alla
finestra. Lì, sfiatando come un drago, sfrega le nocche di
una mano
sul davanzale, indeciso forse tra lo spellarsele contro il marmo e
l'usarle per sfondare le vetrate. In altre circostanze sarebbe
divertente da osservare. Al momento, Loki vorrebbe solo prenderlo per
la nuca e sbattergli la faccia contro il muro.
«Sono
stanco di questo carosello» sta dicendo, mentre Loki si gode
il
sogno a occhi aperti. «Balli, feste, cerimonie... le fai
costare più
di una guerra e sono inutili. Non c'è bisogno di una regina
sul
trono di Asgard.»
Loki
disaccavalla le gambe e si alza a sua volta.
«Certo
che ce n'è» dice, incoraggiante. «Ogni
sovrano ne ha bisogno.»
«Mi
correggo» è la risposta che incombe dall'alto,
capelli biondi e
occhi torvi. «Non voglio una
regina.»
Si
fissano.
«E lo
sai. O la memoria ti viene meno?»
Loki
sospira e si costringe a non incrociare le braccia, perché
non è
più un ragazzo – ma i suoi occhi cercano il
soffitto.
«Cerchiamo
di essere maturi, anche se sarà difficile.»
«Cerchiamo
di non essere masochisti, anche se sarà
impossibile» ribatte Thor.
Lo
ignora, benché ormai la spina sia confitta in
profondità, più
dolorosa a ogni respiro. Se solo Thor capisse e la smettesse di
opporsi. Ogni giorno d'incertezza è tortura per entrambi,
niente di
più.
E cosa
devono fare, in fondo? Certo non separarsi. Soltanto sopportare un
terzo incomodo per il minimo tempo richiesto. Non è una
rivoluzione.
(La
sua gelosia si dissocia con sentimento.)
«Credevo
che un re avesse dei doveri» dice, mantenendo la calma.
«Tu devi
garantire la successione, o presto sarà il caos.»
Thor
lo guarda come se fosse lui, il povero imbecille.
«E ho
bisogno di una donna per questo?»
Una
domanda del genere, qualche secolo fa, e Loki avrebbe raso al suolo
tutta l'ala; detesta esser trattato da idiota, soprattutto in
famiglia.
«Non
sembri ubriaco» gli rivolge un sorriso-coltello,
«ma di certo sei
irritante.»
«Sei
tu che fai finta di non capire.»
«Cosa
c'è da capire?» esclama, esaurita la pazienza. Norne
salvatelo.
«Devi fare dei figli; per fare dei figli hai
bisogno di qualcuno
che abbia un utero degno, e per avere qualcuno che abbia un utero
degno devi sposarti in una...» l'espressione di Thor si fa
incoraggiante «...casa reale.»
Thor
non ha problemi a incrociare le braccia. Su di lui non stona.
«E
naturalmente non conosci nessuno, qui, che corrisponda alla
descrizione.»
Loki
sente caldo e freddo come se qualcuno lo avesse appeso al soffitto
per le caviglie.
Ha la
bocca troppo secca per rispondere a tono. Ci ha pensato, ha sperato,
ma il realismo che fa di lui un buon politico ha subito scartato
l'idea. Sarebbe un'idiozia. Peggio, un'idiozia dannosa.
Invece
quel–quel–glielo sta chiedendo davvero. Non si
rende conto di
niente.
Thor
gli chiude le dita intorno a un avambraccio e lo avvicina, tirandolo
nel fascio di luce ambrata della finestra. Intorno a loro, lo studio
è intimamente silenzioso.
«Perché
non vuoi prenderlo in considerazione?»
Loki
distoglie lo sguardo. «Lo sai perché,
stupido.»
«Questa
volta fai previsioni sbagliate. Non ci porterà alla
rovina» con un
movimento riattira i suoi occhi, «ma alle vette, dove nessun
altro è
mai arrivato.»
«Questo
lo dici tu.»
Un
mezzo sorriso. «Non solo io.»
«Non
hai mai pensato che, forse, nessuno l'ha mai fatto perché
sarebbe
disastroso?»
«Penso
che non ci sia stata mai occasione. E penso che qualcuno, in passato,
sia stato codardo a non crearla.»
All'insulto
indiretto, Loki viene attraversato da una scarica di risentimento. Ma
non può durare a lungo, oggi, quando Thor lo guarda in quel
modo.
«Unisciti
a me, Loki. Davanti a tutti.»
Dalla
sua gola esce un verso strano.
«Hai
la corona di Jötunheim. Sii il sovrano che sposerà
Asgard, dalle
eredi luminosi... e insieme regneremo.»
«Da
consorti?» fa, incredulo. «Thor, essere amanti
è una cosa–»
Stringe le labbra. «Il
Padretutto non può prendersi nel letto dinastico la bestia
del
Ragnarök.»
Prevedibilmente,
quelle parole mandano Thor su tutte le furie. Loki si ritrova le
spalle strette in una morsa.
«Ancora
questa storia! Tu non sei–»
«Va
bene, forse non sono una bestia» dice, in nome del quieto
vivere.
L'ironia ha le gambe lunghe. «Ma sono chi
scatenerà la fine. Lo
sappiamo: abbiamo visto nel passato.»
Il
viso di suo non-fratello si deforma. Loki si trova avvolto e protetto
dalle uniche braccia che gli abbiano mai dato conforto.
«La
storia non è invariabile come vuoi credere» gli
sussurra Thor
all'orecchio, gola stretta. «Ma se anche dovesse ripetersi,
potresti
far sì che stavolta non sia colpa tua.»
«Cambierebbe
qualcosa?» mormora.
«Per
me tutto. Tutto, Loki.»
E
quelle poche parole riescono dove tutto il resto ha fallito.
Non
c'è altra via, ormai. Non c'è mai stata. Sa che,
per lui, tenterà.
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Capitolo 2 *** II ***
Note: volevo qualcosa da
postare veloce, con minima revisione, per riempire i vuoti di Doveri... e ho finito per
editare pesantemente anche questa double-flash. A volte dovrei solo
legarmi le mani.
Seconda e
ultima parte - puro fluffangst senza scusanti, siete avvisati :>
non mi riterrò responsabile per le carie. E c'è
qualcosa che ritornerà testuale in PFdC.
Buona overdose di zuccheri.
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II
Thor
si sveglia quando la prima luce del giorno supera le torri del
Válaskjálf
e si rifrange nei vetri della sua finestra, spruzzando oro pallido
sul pavimento a losanghe, sul letto, sui loro capelli. Apre gli
occhi, pervaso da un profondo senso di contentezza. Tutto è
silenzio, pace e il respiro tranquillo della persona che ama.
Sorride,
protendendo un braccio.
«Buongiorno,
regale promesso» mormora, toccando una guancia di Loki.
«Posso
invitarvi a colazione?»
Dopo
un attimo Loki alza una palpebra, la riabbassa e si tira le coperte
sulla testa.
«Thorr»
brontola. «E' troppo presto per le idiozie. Lasciami
stare.»
«Oh,
perdonami. Consorte.» Il suo respiro
tradisce la risata.
«Promesso è quello di cui non si conoscono le
grazie.»
Loki
s'immobilizza. Poi Thor si ritrova il lenzuolo in faccia e dita di
ghiaccio sotto la tunica e nei fianchi. Una crosta di brina corre
dove nessuna cosa fredda e tagliente dovrebbe arrivare.
Lancia
un'esclamazione, ride, lo spinge fin quasi giù dal letto.
«Thor!»
Si
azzuffano per qualche minuto, finché non riesce a bloccare i
gomiti
di Loki e ad arrotolarlo nelle coperte. Quando il fagotto è
ben
stretto, gli scopre il viso e lo bacia sulla bocca. Loki gli morde
un labbro.
«Il
tuo rispetto per il riposo altrui non è aumentato, consorte.»
Thor
gli abbassa il mento, sorridendo da un orecchio all'altro, e cala di
nuovo su di lui. Loki decide di rimandare la punizione all'ora di
pranzo.
Una
volta tornato in superficie volta la testa dall'altra parte per
riprendere fiato.
«Bella
occasione per festeggiare» sbuffa, pungolando la spalla di
Thor col
mento, mentre lui gli carezza la schiena.
Thor
trattiene un sospiro. «Perché sempre
così pessimista.»
«Realista.»
«Non
sei felice, qui?»
«...Sì.
Lo sono. E' questo il punto.»
«Vivi
la vita con un po' di gioia, Loki. Non succederà
niente.»
Thor
si solleva su un gomito per vederlo meglio. Non c'è bisogno
che
continui. Ha la stessa espressione dell'altra volta, la prima volta,
quando Loki ha trovato il coraggio di aprirsi e mettere a nudo la sua
parte più orrenda, quando Thor lo ha preso per mano e gli ha
detto–
Tu
non sei un mostro. Hai
una coscienza, e hai ritrovato il tuo senso morale da molto tempo.
Loki
si ritira, incurva le spalle; si è sempre ammantato di ombre
quando
si sente esposto.
«Libero
di crederlo.»
Thor
lo gira sulla schiena con gentilezza e, mentre lui cambia colore per
guardarlo con occhi alieni (pieni di sfida, vulnerabili), gli prende
il viso fra le mani.
Non
brucia.
«E se
dovessi mai vacillare» dice, «se dovessi perderla
di vista, sarei
io la tua coscienza, come tu sei la mia astuzia e la mia
erudizione.»
Loki
inarca le sopracciglia. « E' questo il piano? Puntellarci a
vicenda
per mantenere l'equilibrio? Ti credevo più
romantico.»
Parole
pungenti – accendono in Thor un fuoco che divampa, divampa,
divampa. E' nei suoi occhi.
«L'equilibrio
della felicità» gli mormora contro la bocca, in
tono di rimprovero.
«Insieme, a rinnovare il mondo come fecero Bor e
Bestla.»
Anche
la voce di Loki è bassa quando risponde. «Anche
loro due folli.»
«Coraggiosi»
gli dice, carezzandogli una guancia blu col pollice. Loki viene
attraversato da un tremito. «Ricompensati dalla fortuna. E
come
loro, scriveremo noi il nostro futuro, nessun altro.»
«Fosse
così semplice.»
«E'
semplice. Io voglio che tu abbia entrambe le corone che ti spettano,
perché nessuno possa più chiamarti intruso, e le
avrai. Se solo
accetterai.»
Si
guardano, nel bagliore crescente del sole.
«Sali
sul trono con me, Loki-Re.»
Pian
piano, il viso di Loki si distende.
«...E
tu sali sul mio, Thor Padretutto.»
- END -
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