Il nostro destino è stare insieme

di alhena83
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il matrimonio è fallito ***
Capitolo 2: *** Akane scusami ***
Capitolo 3: *** Ranma parte per la Cina ***
Capitolo 4: *** Il ritorno di Ryoga ***
Capitolo 5: *** La decisione di Obaba ***
Capitolo 6: *** Alla ricerca di Akane ***
Capitolo 7: *** Akane alle sorgenti maledette di Jusenkyo ***
Capitolo 8: *** Nei suoi sogni ***
Capitolo 9: *** Shampoo ritorna in Cina ***
Capitolo 10: *** Tutto quello che succede in Cina ***
Capitolo 11: *** Il tempio della pace ritrovata ***
Capitolo 12: *** Il primo appuntamento ***
Capitolo 13: *** Un bagno in piscina ***
Capitolo 14: *** Ritorno a Shanghai ***
Capitolo 15: *** 4 giugno ***
Capitolo 16: *** Ritorno a Nerima ***
Capitolo 17: *** Il piccolo mondo di Nerima ***



Capitolo 1
*** Il matrimonio è fallito ***


cap. 1 - il matrimonio è fallito!

Il Matrimonio è fallito!

 

Akane aveva gli occhi pieni di lacrime. Ormai non aveva più intorno a se ne l'aria sognante e speranzosa da sposa ne la sua terribile aura blu di rabbia.

Stremata ed in silenzio lasciò l'ormai distrutto dojo e si rinchiuse in camera sua. 

Lentamente sfilò il suo bel vestito. Nonostante avesse subito parecchi danni nella lotta, aveva ancora il suo candido fascino.

Lo appese al muro, dove era solita custodire la divisa scolastica.

Dopo un sospiro carico di tristezza, si infilò una vestaglia e corse in bagno.

Aspettava direttamente nell'acqua che la vasca si riempisse. Poi si adagiò sul fondo, trattenendo il respiro.

Voleva rilassarsi e fermare tutti i pensieri che le passavano per la testa. Voleva dimenticarsi di tutto intorno a se. Ma la solita immagine di Ranma continuava a stare lì, fissa nei suoi pensieri.

 

Nel frattempo anche Nabiki aveva lasciato il dojo in cerca di un po’ di pace e di sua sorella. Non trovandola in camera, la cercò e la trovò in bagno.

Nabiki "Eccoti finalmente! Ti stavo cercando."

Akane "Direi che mi hai trovato. Non posso avere un po’ di pace nemmeno mentre faccio il bagno? Vuoi vendere anche questo momento al miglior offerente?"

Colpita ed affondata. Nabiki ebbe un momento di esitazione e ruppe la sua coltre di ghiaccio.

Nabiki "Scusami Akane. Non volevo che le cose andassero così. Pensavo che vedendovi così felici, i vari pretendenti rinunciassero ad intromettersi tra te e Ranma."

Ad Akane scese una lacrima. Amava Ranma ma non riusciva, specialmente adesso, a pensare ad altre cerimonie così. Voleva essere una sposa, amata e desiderata. Non certamente un oggetto del contendere di un branco di matti.

Akane "Nabiki vorrei un po’ di tempo per riprendermi da questa brutta esperienza. Pensavo di andare via per qualche giorno, magari alle terme"

Nabiki "Splendida idea sorellina! Vuoi che venga con te? Ho sentito parlare di un posto belliss..."

Akane "No! Voglio andare da sola! E già che ci sono, vorrei che mi prestassi i soldi!"

Nabiki non credeva alle sue orecchie. Sua sorella, così timida e riservata, voleva partire da sola. Lei che non si allontanava mai da sola. Forse questa volta l'aveva proprio combinata grossa con la storia degli invitati al matrimonio.

Nabiki "Ok. Allora di che somma parliamo?"

Akane "150.000 Yen"

Nabiki "gulp" "Ok. Passa più tardi in camera mia e provvederò..."

Con un velo di tristezza Nabiki torno verso camera sua, pensando al discorso di Akane.

 

Ranma era davvero distrutto. Tutto era successo così rapidamente, sembrava uno strano sogno, anzi un brutto incubo.

La sua giornata era cominciata male, è vero, ma poi, quando aveva visto Akane così bella e raggiante nel suo abito bianco, per un momento il suo cuore si era fermato. Aveva davvero pensato che, anche se con l'inganno dei genitori, forse avrebbe potuto finalmente acconsentire al matrimonio. Proprio perché LEI lo voleva.

Ma poi il tracollo della situazione. Happosai che combina guai. Tutti contro tutti. Le varie fidanzate ed i pretendenti di Akane. Già, Akane, doveva parlare con lei.

Si guardò attorno ma nel dojo non c'era. Non avvertiva più la sua aura combattiva, ma nella concitazione dei combattimenti non ci aveva fatto caso.

Corse verso casa e si diresse immediatamente verso la porta con la paperella gialla. La aprì senza chiedere il permesso, proprio come aveva fatto qualche ora prima. Però stavolta non vi trovò Akane.

La stanza aveva un freddo silenzio.

Si guardò attorno e notò subito il vestito da sposa appeso alla parete. Crak ... era il suo cuore che si spezzava. Quel povero vestito adesso gli sembrava uno straccio. Non rendeva più "divina" la sua Akane. Daltronde anche il suo smoking aveva subito un trattamento simile. Si guardo allo specchio. Che cosa le aveva fatto?! Doveva trovarla e scusarsi. Lei lo avrebbe offeso. Lui le avrebbe gridato i soliti "complimenti" e tutto sarebbe tornato "forse" come prima. Corse in corridoio ed inciampo in una ragazza.

Alzò lo sguardo sperando di vedere gli occhi cioccolato di Akane... ma invece era Nabiki.

Nabiki "Già… non era me che cercavi come una furia vero?"

Ranma rosso in viso abbasso ancora di più lo sguardo.

Ranma "Scusa Nabiki. Sto cercando Akane. Sai dove posso trovarla?"

Nabiki "Si, per 1.000 Yen!"

Ranma "Nabiki non è il momento! Devo parlare subito con lei!" " Devo scusarmi..."

Nabiki "Ranma non credo che adesso voglia parlare con nessuno. Non ha praticamente voluto parlare neanche con me. Ed io ho già provato a scusarmi"

Ranma non credeva alle sue orecchie. La fredda Nabiki era stata la prima a scusarsi con Akane. Ed Akane, che perdona sempre tutto e tutti, non aveva voluto parlare con lei. La situazione era più grave del previsto.

Ranma "So che mi spedirà in orbita su Marte se mi avvicino adesso. Ma se non le parlo penserà che non mi importi di quello che è successo."

Nabiki "Allora corri! E' a fare il bagno!"

Ranma "Corro! No aspetta un attimo... Così mi ucciderebbe. Forse è meglio aspettare che torni in camera"

Nabiki aveva già la mano sulla macchina fotografica che porta sempre in tasca, per ogni evenienza. Era sfumata una succulenta occasione!

 

Ranma si sedette sul pavimento di fianco al letto di Akane. Tutto in quella stanza la rappresentava. Tutto parlava di lei. Ogni oggetto, ogni libro. Akane era solare, come una bella giornata di primavera. Akane era il suo sole. Come poteva averle fatto anche questo torto. Come aveva fatto a perdere di mano la situazione.

Lui la voleva. Lo sapeva da tanto tempo. Ancora non si era ripreso dal dolore di quello che era successo sul monte Hooh.

Però in cuor suo non si sentiva pronto, sentiva ancora di più il peso della sua maledizione. Non voleva sposarla da mezzo uomo. Voleva essere completo.

E negli interminabili minuti di attesa. Fissando il pavimento e lanciando qualche sguardo triste all'abito da sposa appeso, si fece largo dentro di se l’idea.

Ranma "Chiederò scusa ad Akane, con la promessa che riorganizzerò io il matrimonio appena sarò tornato normale. Ho deciso! Domani partirò per la Cina!"

 

 

 

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Capitolo 2
*** Akane scusami ***


cap. 2 - Akane scusami

Akane ormai infreddolita nell'acqua della vasca, decise che era ora di andare a dormire. O almeno provarci.

Si rivestì con lentezza. Tutto le pesava, ogni singolo movimento.

Si incamminò verso la sua camera e non si sorprese nel trovarlo la... ad aspettarla.

Akane "Ranma ..."

Ranma "Akane..." "Prima che tu dica qualcosa, qualunque cosa... scusami..."

Akane (silenzio...)

Ranma "Akane rimedierò a tutto. Ho capito quanto fosse importante per te questa giornata. Ho sbagliato, ma ti prego ascoltami."

Intanto Akane rimaneva in silenzio... gli occhi bassi a guardarsi le mani.

Ranma "Akane io voglio mantenere fede ai miei impegni nei tuoi confronti, nei confronti della scuola di arti marziali e di tuo padre. Ma voglio che tu sia orgogliosa di me. Di un uomo completo. Ed io adesso mi sento un mezzo uomo. Dammi ancora del tempo perché io possa tornare normale, risolvere la situazione. Lavorerò per pagarmi il viaggio in Cina e quando tutto sarò sistemato sarò io stesso ad organizzare di nuovo il matrimonio"

Akane "oh Ranma ...”  (Davverò non capisci che io ti ho accettato così come sei tanto tempo fa?)  "Ranma perfavore esci dalla mia stanza..."

Ranma "Ma Akane... ti prego dimmi che mi perdoni..."

Akane "Lasciami sola"  Non riusciva più a trattenere le lacrime... ancora un momento e lui le avrebbe viste...

Ranma "Come vuoi... Ne riparleremo. Adesso riposiamoci!"

 

E così dicendo Ranma si avviò verso la sua camera.

 

Akane rimasta sola si sedette alla scrivania. Dopo poco fece un respiro profondo e si incamminò verso camera della sorella.

Akane "Nabiki posso entrare?"

Nabiki "Ti stavo aspettando. Ecco la somma che mi hai chiesto. Quando partirai?"

Akane "Domani mattina. Ma ti chiedo di non dirlo a nessuno. Lascerò un biglietto per tutti. Ma senza dire dove andrò. Ho davvero bisogno di rimanere un po’ da sola, lontano da tutto e tutti."

Nabiki "Capisco..."

Akane "Grazie Nabiki. So che puoi capire..." "Buonanotte"

Nabiki " oh Akane... (sospiro) ... Buonanotte!"

 

Akane torno in camera sua in punta di piedi. Ormai era tardi e non voleva incontrare più nessuno.

In camera prese il suo zaino. Uno di quelli belli grandi, che portava via per gli allenamenti o i campeggi. Lo riempì con il necessario per il viaggio.

Poi si sedette nuovamente alla scrivania, prese dal primo cassetto carta e penna ed iniziò a scrivere.

“Gli eventi della giornata appena trascorsa mi hanno molto provato. Per questo ho deciso di prendermi una pausa, diciamo una vacanza, per qualche giorno. Vado alle terme. Non vi dirò dove, così non potrete venire a cercarmi. Tornerò io appena mi sentirò pronta. Non vi preoccupate per me. Akane”

 

Un breve messaggio che prima di uscire avrebbe lasciato sul tavolo del salotto.

Non voleva scappare come una ladra da casa sua. Ma doveva andare e doveva farlo subito.

Decise di riposare un paio d'ore e puntò la sveglia. Non era mai stato un problema per lei partire presto la mattina. Però quella notte si sentiva terribilmente sola, ancora più sola senza il piccolo P-Chan a consolarla.

 

Negli stessi momenti Ranma in camera sua rifletteva sulla conversazione avuta con Akane. Lei era sembrata addolorata e distante. Avrebbe preferito mille volte che lo picchiasse... Ma niente.. lei quasi non aveva parlato.

Però lui le aveva viste le sue lacrime. Che lo ferivano sempre più delle lame.

Lui l'aveva ferita, l'aveva fatta piangere... ancora...

Scatto in piedi e corse verso la camera della cognata.

Ranma "Nabiki ci sei? Posso entrare?"

Nabiki "Entra pure Ranma" "Dimmi... di cosa hai bisogno adesso? Non hai trovato Akane? Sei ancora tutto intero."

Ranma "..." "Veramente avrei bisogno di un prestito"

Nabiki "Ma ti sembro forse una banca?"

Ranma "Veramente si ..."

Nabiki "..." " E di che somma parliamo? Sai con la storia del matrimonio non ho più molte finanze... "

Ranma "Voglio andare in Cina per risolvere il mio problema!"

Nabiki "E scommetto che vuoi andarci subito... Comunque Ranma mi dispiace ma posso darti solo 20.000 yen adesso. Davvero le mie finanze hanno subito delle grosse perdite oggi. Non credo ti bastino per prendere un volo per la Cina. Ma credo potresti andarci via nave!"

Ranma "Nabiki grazie. Partirò domani stesso per il porto di Tokio e da lì mi imbarcherò per la Cina. Mi farò bastare la somma che mi darai!"

Ranma aveva uno sguardo pieno di speranza. Inchinandosi a ringraziare la cognata, si volto e corse verso la sua camera. Non aveva molte cose da preparare ma voleva farlo subito.

Il suo sguardo però venne catturato dalla porta di Akane. La sua Akane... Faceva tutto questo per lei. Non ebbe il coraggio di aprire ancora quella porta. Non sarebbe riuscito a reggere il suo sguardo, la sua sofferenza. Non più per questa giornata. E così facendo andò in camera.

 

Akane era pronta a partire. Zaino in spalla. Sicura scese le scale e poggio con cura il suo biglietto sul tavolo da pranzo. Si incamminò fuori dal dojo. Era ancora buio intorno a lei. In lontananza vide un taxi del servizio notturno. Si avvicinò e chiese di essere portata in aeroporto. Dopo un lungo sbadiglio, l'autista partì.

 

Ranma era pronto, prese anche la foto di Akane che nascondeva nella sua cassettiera. La guardo intensamente, voleva portare quel ricordo con se. Poi prese un foglietto di carta e cominciò a scrivere.

 

“Parto per la Cina. Voglio tornare normale. Quando tornerò organizzerò il nostro matrimonio. Aspettami Akane. Tornerò da te. Ranma”

 

Si avvicinò alla porta di Akane e spinse il biglietto sotto la fessura. Non sapeva che lei era già partita...

Con un balzo fulmineo usci dalla finestra del corridoio...destinazione porto di Tokio.

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Capitolo 3
*** Ranma parte per la Cina ***


Ranma parte per la Cina

Ranma parte per la Cina

 

 

Kasumi come ogni mattina si alzò per preparare la colazione. La cucina era il suo regno. Pieno di pace e tranquillità. Ed in quella casa, così provata dalla giornata precedente, c'era proprio bisogno di pace.

Posò con cura le ciotole per la colazione sul tavolo, ma noto subito il biglietto. Era di Akane. Lo lesse e cominciò a piangere.

Kasumi "Povera piccola. Devi essere davvero triste per partire così di nascosto..."

 
Dopo pochi minuti, cominciarono ad arrivare tutti i restanti abitanti di casa Tendo.

Soun "Nabiki vai a svegliare Akane e Ranma"

Nabiki (francamente non credo di trovare nessuno ormai...)

Kasumi "Papà non serve svegliare Akane. Lei non è più quì"

Soun "Cos'è successo alla mia bambina... sob... (piangendo a dirotto...)

Kasumi "Papà non fare così. E' partita per una vacanza. Voleva stare da sola. Ha lasciato questo biglietto!"

Soun leggendo il biglietto smise di piangere ma...

Soun "Nabiki vai subito a svegliare Ranma, deve cercare Akane e riportarla a casa... subito!"

Nabiki "Vado a chiamarlo..."

Dopo pochi minuti Nabiki tornò di sotto, appoggiò un biglietto di fianco alla sua ciotola e si mise a fare colazione.

Soun e tutti gli altri in coro "Nabiki allora? Dov'è Ranma?"

Nabiki "Nella sua camera non c'era. Però sotto la porta di Akane ho trovato questo! (mostrando il biglietto). Ha scritto che è partito per la Cina!"

 

Nello sconforto generale per la partenza di entrambi i ragazzi... Lentamente e tristemente ripresero tutti le loro mansioni quotidiane.

 

Ranma era arrivato correndo fino al porto e ad ora di pranzo finalmente aveva trovato una nave disposta a farlo salire. Era un peschereccio di medie dimensioni che aveva accettato di buon grado un paio di mani in più per la traversata. Il viaggio in nave sarebbe durato circa 3 giorni, tempo permettendo.

Ranma era triste. Lei, Akane, non l'aveva rivista prima di partire e sentiva già terribilmente la sua mancanza. Ma prima partiva e prima tornava. Questo era il pensiero che gli dava la forza di affrontare il suo lungo viaggio.

 

Intanto all'aeroporto di Tokio, Akane si stava dirigendo verso il gate per il suo imbarco. Tutto era ordinato. Tutto tranquillo. Non c'era molta gente che prendeva il primo volo del mattino e il calmo brulicare di hostess e stewart le faceva dimenticare che stava per salire su un aereo.

Aveva sempre avuto paura di volare. Che sciocca. Avrebbe scommesso di salire con Ranma la priva volta su un aereo, magari per il loro viaggio di Nozze.

Hostess: "Signorina stiamo imbarcando, prego, si accomodi qui"

Akane "Grazie"

 

 

Akane era atterrata dopo solo due ore di volo a Shanghai. All'ufficio informazioni le avevano dato una cartina delle zone di suo interesse e provveduto a prenotarle una camera per la notte presso un hotel poco distante dell'aeroporto.

Fu felice di uscire dall'imponente e moderna struttura dell'aeroporto. Non era mai stata particolarmente amante della modernità. Seguendo le indicazioni arrivò al piccolo hotel in meno di 10 minuti.

L'hotel era gestito da una coppia sui 50 anni. Erano estremamente gentili e parlavano un po’ di Giapponese.

Dopo averle mostrato la camera, piccola ma molto accogliente, le proposero di prepararle qualcosa da mangiare. Non era ancora ora di cena, ma Akane aveva l'aria stanca.

Akane "La ringrazio signora Yasuko. E' molto gentile, ma mi fermerò solo per la notte e vorrei fare una passeggiata. Vorrei vedere qualcosa della città. Magari potrei mangiare fuori."

Yasuko "Cara ragazza, la Cina è grande e Shanghai ne rappresenta una grande varietà di sfumature. Quando starai per uscire ti faremo trovare una cartina con le principali attrazioni nella nostra zona, così potrai girare tranquillamente senza allontanarti troppo"

Akane "Le sono enormemente grata signora Yasuko"

La signora Yasuko salutò e lascio Akane sola.

 
La stanza era piacevolmente accogliente. Akane non aveva viaggiato molto ma questa le sembrava davvero la più grande avventura della sua vita. Forse anche perché era sola in questo viaggio e voleva raggiungere il suo obbiettivo.

Si fece una lunga doccia e si cambiò. Voleva dedicare la serata a se stessa. Magari visitare un museo. Insomma lasciare alle spalle i pensieri e fare un po’ la turista.

La piccola cartina che le aveva presentato il marito della signora Yasuko era perfetta. Pochi punti di interesse ma posizionati in modo strategico. Si poteva fare un giro completo in un paio di ore. Era perfetto. C'era anche un piccolo asterisco con una nota. La signora si era premurata anche di segnare il nome di un piccolo ristorantino dove poteva mangiare.

Akane sorrise. Era stata davvero fortunata a trovare i gestori di quel piccolo hotel. Così premurosi da farla quasi sentire a casa di parenti. Si avviò sorridendo verso l'inizio del suo tour.

 

 
Il viaggio in nave di Ranma si svolse senza intoppi. Sulla nave, oltre a lui ed al capitano, c'erano altri tre ragazzi. Erano tutti figli del capitano ed ormai erano marinai provetti.

Ma anche Ranma non se la cavava male. Era stato efficiente e pronto ad ogni situazione. L'unica pecca era stata una tempesta al secondo giorno, che lo aveva costretto sotto coperta per mezza giornata. Aveva inventato la scusa di un forte mal di mare, ma solo per mascherare la sua figura femminile che con la pioggia si sarebbe fatta viva. Non voleva spaventare quella famiglia di pescatori che gli aveva offerto questo prezioso aiuto.

Al terzo giorno stavano per attraccare al porto di Shanghai. Da li in poi Ranma sarebbe stato solo, solo lungo un cammino di altri 3 giorni al massimo.

Il capitano lo salutò con un caloroso abbraccio. Si era davvero affezionato al buffo ragazzo con il codino. Aveva anche fatto preparare dal maggiore dei suoi tre figli un  po’ di viveri, così che Ranma potesse proseguire il suo viaggio senza troppi sacrifici.

 
Dopo i ringraziamenti Ranma si avvio verso il centro della città. Trovò un negozio di guide turistiche e comprò una cartina. Non voleva perdere tempo e perdersi per chissà quale sentiero sconosciuto.

Voleva che quel viaggio durasse il meno possibile. Si era ripromesso di tornare entro massimo un mese. Il dojo gli mancava troppo... lei gli mancava terribilmente.

 

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Capitolo 4
*** Il ritorno di Ryoga ***


cap. 4 - Il ritorno di Ryoga

 

Il ritorno di Ryoga

 

Lo scontro il giorno del matrimonio era stato davvero duro. Il suo cuore si era infranto nel vedere Akane vestita da sposa, raggiante per Ranma. Ma infondo al cuore lo sapeva da parecchio tempo ormai. Akane e Ranma si appartenevano  e niente li avrebbe divisi. Il suo era un amore destinato a rimanere non ricambiato.

Desiderava tanto ricevere il sorriso innamorato di una donna, come Akane, ma per il vero Ryoga, e non solo per il piccolo P-Chan.

Mentre si trascinava per il dojo in cerca di consolazione era degenerato tutto in un momento.  Il vecchio Happosai aveva bevuto l’acqua del ragazzo affogato. L’acqua che avrebbe potuto salvarli tutti dalla loro maledizione. L’acqua che lo avrebbe reso uomo.

Ryoga non si dava pace.  Lui ci aveva provato tantissime volte a tornare in Cina, ma con il suo senso dell’orientamento era finito dappertutto ormai, tranne che alle sorgenti.

Ma poi finiva sempre per  tornare a Nerima, come attratto da una calamita invisibile. Aveva sempre pensato che il suo polo magnetico fosse Akane, ma ora cominciava seriamente a persuadersi che non ci fosse un vero motivo.

Il terribile combattimento scatenato nel dojo poi aveva davvero distrutto il sogno di Akane. E anche lui ne era responsabile. Avrebbe dovuto proteggerla, proteggere il suo amore così candido e dare la sua benedizione a Ranma. Ma tutto successe troppo in fretta. In un attimo aveva immaginato la sua vita senza trasformarsi più. Magari sarebbe anche guarito dal suo pessimo senso dell’orientamento. E poi l’aveva vista. Distrutta, delusa, ferita… senza nemmeno un briciolo più della sua aura blu combattiva.

E proprio in quel momento che qualcuno lo aveva spedito in orbita. E adesso, dopo 2 giorni di cammino, finalmente poteva varcare nuovamente il portone di casa Tendo per vedere come stava la sua Akane.

 

Annunciò il suo arrivo e attese che qualcuno venisse ad accoglierlo.

 Kasumi “Ryoga che piacere rivederti! Posso offriti una tazza di the?”

Ryoga “Grazie Kasumi! Sei sempre così gentile”

Kasumi “Accomodati in salotto, arrivo subito”

 
Nabiki “Ed ecco che fa ritorno il cuore infranto! Ci hai messo meno del previsto a tornare questa volta!”

Ryoga (rosso dalla vergogna) “Anche per me è un piacere rivederti Nabiki … ma Akane come sta? Dov’è?”

Nabiki “E’ in viaggio di nozze con Ranma!”

Ryoga a questa affermazione della mezzana delle Tendo aveva avuto un mancamento. Possibile che Ranma e Akane fossero riusciti poi a sposarsi? Gli bolliva il sangue nelle vene al solo pensiero di quello che Ranma poteva fare alla dolce ed indifesa  Akane.

Kasumi lo ridestò dai suoi pensieri.

Kasumi “Ecco a te Ryoga” Disse porgendo una fumante tazza di the alla menta.

 
In quel momento entrò il capofamiglia. Con l’aria di uno che non dorme da giorni. Non appena posò lo sguardo sul nuovo arrivato scoppiò a piangere.

Suon “Ryoga ritrova la mia bambina…”

Ryoga (in imbarazzo come al solito) “Con tutto il dovuto rispetto… non credo che sia in pericolo con Ranma”

Quanto gli erano costate quelle parole, anche se erano rappresentazione di verità.  Ma Soun non smetteva di piangere. C’era qualcosa che non quadrava.

Ryoga  “C’è forse qualcosa che mi state nascondendo? Nabiki parla! Tu sicuramente sai tutto!”

Nabiki “1000 Yen!”

Kasumi “Avanti Nabiki non essere scortese. Ryoga vuole solo essere di aiuto.”

Ryoga “Aiuto per cosa?”

Nabiki “Ok Ok… Allora Akane è partita per le terme due giorni fa. Ma oltre ad un messaggio che diceva questo, non abbiamo più avuto sue notizie e non sappiamo dove sia.”

Ryoga dopo il solito attimo di shock “E Ranma è già andato a cercarla?”

Nabiki “Veramente no.”

Ryoga “Ranma maledetto vieni fuori che ti rompo tutte le ossa questa volta… Akane è scomparsa e tu non fai niente! Vieni fuori codardo! Battiti con me!”

Nabiki “Parole sprecate… Vedi lui è partito per la Cina, per tornare ad essere un uomo normale. Ma visto che lo ha fatto all’insaputa di tutti, non sapeva che anche Akane era partita”.

Ryoga “Ah…”

 Suon “Riportami la mia bambina … Akane non abbandonare il tuo povero vecchio….”

 Ryoga “Non si preoccupi… la troverò e la riporterò a casa tutta intera!” Aveva detto quella frase tutta d’un fiato l’eroico guerriero. Però adesso che ci pensava, come avrebbe fatto a trovarla? Avrebbe cercato in tutto il Giappone in lungo e in largo.

 

Kasumi “Io esco per fare la spesa. Comportatevi bene! Starò via al massimo un ora”

Ryoga che aveva appena avuto l’idea geniale si avvicinò alla maggiore e le chiese “Kasumi posso chiederti il favore di accompagnarmi al ristorante di Ukyo?”

Kasumi “Certo Ryoga. E’ proprio di strada per il mercato!”

 E così dicendo si avviarono entrambi verso l’atrio.

 


Arrivarono in poco più di 10 minuti davanti all’uscio di Ukyo. Kasumi era stata davvero un tesoro. Ryoga si chiedeva spesso da chi avesse preso quell’usuraia di Nabiki.

Ryoga  “Grazie mille per avermi accompagnato Kasumi. Da solo mi sarei perso e sarei arrivato tra una settimana!”

Kasumi “Ma dai Ryoga. Vedrai che con il tempo migliorerai”.

Santa Kasumi subito. Vedeva il bene in ogni situazione.  Ed era capace di infondere gioia e serenità tutto intorno a se. Era davvero il cuore di casa Tendo.

 

Ridestatosi ancora una volta dai suoi pensieri Ryoga bussò ed entrò nel ristorante. Vista l’ora non poteva essere che chiuso. L’ora di cena era ancora molto lontana.

Ryoga chiamo Ukyo a gran voce. Poi si fece coraggio ed imbocco le scale che portavano al piano superiore.

Il legno scricchiolava sotto ai suoi passi. Era tutto così famigliare per lui. Tante volte quell’appartamentino spartano, tipico di chi vive con dedizione assoluta al lavoro, era stato per lui rifugio di fortuna. Ukyo gli aveva sempre concesso ospitalità. Un po’ perché condividevano la stessa solitudine di chi ama senza essere ricambiato, ed un po’ perché erano davvero simili nell’essere rassegnati ad una vita in cui ci si arrangia giorno per giorno da soli.

Ukyo ormai non aveva più i genitori, e da molto tempo si era abituata ad una vita da adulta indipendente. Dedicandosi  alla ristorazione, come da tradizione familiare.

Ryoga invece, in verità, aveva una madre da cui raramente riusciva a tornare a causa del suo problema con l’orientamento. Casa sua era modesta ma molto accogliente, se non fosse che lui era capace di perdersi anche dalla cucina al bagno.

Ryoga ci mise poco a trovare la giovane cuoca. Era sdraiata a pancia in giù sul suo futon… Gli occhi segnati da giorni di pianto.

Quando lo vide si alzo, e gli butto le braccia al collo. Rimasero così, immobili per interminabili minuti… Poi Ukyo cominciò a sfogarsi con l’amico.

 

Ukyo “Ryoga l’ho perso.. l’ho perso per sempre. Lui si è arrabbiato con me. Mi ha detto di non avvicinarmi mai più a lui (o ad Akane)”

 La cuoca era davvero disperata. Ranma non solo era il suo promesso sposo, ma anche il suo migliore amico d’infanzia. Sentiva di aver perso quasi una parte di se.

 
Strinse forte l’amica per infonderle coraggio, coraggio che serviva anche a se stesso per affrontare la realtà. Realtà che ormai nessuno poteva più ignorare.

Rimasero immobili per un tempo che sembrò infinito ad entrambi, poi Ukyo si ridestò.

 Ukyo “Ryoga sarai affamato. Ti preparo qualcosa da mangiare? Dove sei stato in questi giorni?”

Ryoga “Sei davvero troppo gentile Ucchan”

 E così dicendo si avviarono verso la cucina. Presero posto nelle solite postazioni e Ryoga aggiornò la cuoca sui recenti sviluppi.

Ukyo considerava davvero Akane un amica. Se non ci fosse stato Ranma di mezzo sarebbero davvero diventate ottime confidenti. Le dispiaceva per tutto il dolore che la situazione causava anche a lei. E di certo si vergognava anche del comportamento tenuto al matrimonio.

Dopo il racconto di Ryoga aveva iniziato a pensare che forse avrebbe dovuto cercarla anche lei per scusarsi.

 
Ryoga “Allora Ucchan, mi aiuteresti a trovare Akane?”

Ukyo “…Non so cosa dire… Non odio Akane, anzi, la considero un’amica… ma se non fosse per lei Ranma sarebbe al mio fianco…”

Ryoga “…capisco…ma lascia che ti dica una cosa, e credimi fa male tanto anche a me…Ranma non amerà mai nessuno come ama Akane, e altrettanto farà Akane. Sono destinati a stare insieme. E noi tutti non possiamo davvero fare più niente per dividerli. Possiamo solo cercare ormai di trovare un po’ di felicità stando al loro fianco come amici”

 
Ukyo si vergognò ancora di più dei suoi pensieri. Ryoga era davvero una persona matura e sensibile. Diventava sempre di più un uomo, lasciando gli atteggiamenti da adolescente. Se non fosse stato per il suo eterno conflitto con Ranma, sicuramente avrebbe avuto una vita piena e soddisfacente, magari con una sua palestra da gestire.

 
Ryoga interruppe poi gli ulteriori pensieri di Ukyo. “Ucchan io vado a cercarla. Non è da Akane sparire senza dire niente. Deve essere successo qualcosa”.

 Ukyo “Va bene Ryoga. Vengo con te a cercarla. Preparo le mie cose e tra mezzora partiamo!”


Ryoga stava provando una moltitudine di emozioni. Preoccupazione per Akane, dispersa chissà dove. Rabbia per Ranma, che non si occupava di cercare Akane. Paura che fosse successo qualcosa di brutto alla sua amata. Gelosia per Ranma che stava provando a tornare un uomo normale. Ma anche tenerezza per i dispiaceri della sua amica Ukyo. E qualcosa di strano, che ancora non sapeva definire. Forse una sensazione piacevole. L’idea di intraprendere un viaggio solo lui e Ukyo lo imbarazzava ma allo stesso tempo lo bramava. Forse era davvero troppo forte il desiderio di ritrovare Akane… o forse c’era dell’altro?

 Decise di mettere a tacere i suoi rumorosi pensieri e si accovaccio sul pavimento, usando il suo zaino come cuscino. Era davvero abituato a dormire in ogni situazione. E mentre aspettava che l’amica fosse pronta alla partenza, scivolò in un leggero sonno… con un lieve sorriso sulle labbra.

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Capitolo 5
*** La decisione di Obaba ***


cap. 5 - La decisione di Obaba

La decisione di Obaba

 

Camminava nervosamente sulle vecchie travi della soffitta. Nei tempi liberi del ristorante si rifugiava là a pensare da due giorni. E per una volta aveva anche abbandonato il suo fedele bastone.

Aveva ancora ripiegata in una tasca la lettera ricevuta dal Consiglio delle Amazzoni. Non riusciva a smettere di pensare al destino della sua adorata nipote.

 

Shampoo durante il trambusto della lotta durante il mancato matrimonio, era riuscita a parlare con Ranma. Parlargli come non aveva mai fatto. Aprire il suo cuore e chiedere spiegazioni.

Shampoo “Ranma cos’è questa storia del matrimonio? Davvero vuoi sposare la ragazza violenta? Ora basta! Devi scegliere la tua futura sposa! Io sono un amazzone e non posso più tollerare questa situazione!”

Con suo grande stupore Ranma la guardò dritto negli occhi.

Ranma “Shampoo io non sceglierò mai te! Smettila con questa storia del futuro marito! Fai solo soffrire me ed Akane! Io non ti voglio”

 

Lui aveva detto di non volerla. Ma non era quella la parte della frase che l’aveva colpita. Lui aveva detto che faceva soffrire Akane. Non aveva citato altre presunte fidanzate. Niente parole per nessun altro, se non per lui ed Akane. Lui ed Akane. Non riusciva a crederci. Era stata così cieca da non rendersene conto, o forse vedeva benissimo e non voleva crederci.

 

Era andata via così come era comparsa, per poi rintanarsi nella sua camera al locale. E non era uscita fono al giorno dopo, quando un papero piangente beccava insistentemente sulla porta per convincerla a mangiare qualcosa.

Lei alla fine aveva ceduto ed era andata ad aprire al povero Mousse che cercava in tutti i modi di attirare la sua attenzione.

 

Tutto era poi tornato alla normalità, almeno apparente. Il locale doveva andare avanti e tutti dovevano fare la loro parte. Era solo cambiato l’atteggiamento.

Shampoo non cercava più di passare per le consegne sempre davanti al dojo Tendo, ma evitava le strade del quartiere.

Mousse dal canto suo svolgeva le sue mansioni senza parlare troppo. Non sapeva cosa dire.

Vedeva la silenziosa ed orgogliosa sofferenza della donna che amava. Ma anche lui soffriva. Aveva davvero desiderato che Ranma ed Akane convolassero a nozze, così da mettere la parola fine al circo di amori-scontri-incomprensioni-amori di tutti. Tutti avrebbero trovato la loro strada se i due poli di tutto avessero smesso di opporsi.

 

Obaba decise di ritornare a prendere in mano le redini della situazione. E senza cercare ulteriori scappatoie convocò la nipote.

Obaba “Shampoo devo parlarti in privato!”

Shampoo “Eccomi bisnonna. Cosa devi dirmi?”

Obaba “Mousse dopo devo parlare anche con te! Preparati!”

Il povero sguattero ebbe un brivido di terrore… Terrore che solo l’aura di un amazzone centenaria può provocare.

 

Obaba “Shampoo ho ricevuto un verdetto inappellabile dal Consiglio. Visto il perdurare della situazione di stallo, sono costretta a rispedirti in Cina. Devi tornare al villaggio per riprendere l’addestramento da amazzone e attendere nuovamente di essere sfidata da un uomo per poter portare avanti la maestosa dinastia della nostra tribù!”

 

Shampoo sapeva benissimo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento. Era pronta. Le piangeva il cuore ma non lascio cadere nemmeno una lacrima. Lei era fiera delle millenarie tradizioni della sua tribù.

Shampoo “Ho capito bisnonna. Partiremo domani?”

Obaba “No nipote… Tu domani partirai da sola!”

 

La sua violacea e fluente chioma si mosse come per un sussulto. Questo proprio non se lo aspettava. La sua veneranda bisnonna la rispediva in patria, da sola.

Si volto e lentamente si trascino verso la sua camera, per fare le valigie.

 

Mousse aveva sentito tutto. Era bravo nel nascondersi. Ma nel momento in cui aveva capito che lei sarebbe partita da sola, il suo cuore aveva perso un battito per il dispiacere.

Anche lui aveva lasciato tutto, ma per seguire lei. La sua vita non aveva senso senza la luce dei suoi occhi. Era distrutto. Perso nel suo dolore.

 

Obaba “Mousse smettila di piangerti addosso ed entra! So già che hai origliato tutto. In questa casa non si può mai avere un po’ di privacy”

 

Obaba non spiego al papero i motivi del suo gesto. Ma gli comunicò che il giorno seguente loro due sarebbero partiti per un viaggio di addestramento. Solo loro due.

Mousse proprio non capiva dove volesse arrivare la vecchia Obaba. Ma incapace di disobbedire, acconsentì con un cenno della testa prima di dirigersi anche lui verso la propria camera.

 

 

Obaba pensava a questa situazione alternativa da parecchio tempo. Solo il suo voler assecondare la nipote “innamorata” l’aveva frenata dal mettere in pratica la sua strategia. Ma ora, con i recenti sviluppi ed il consiglio che reclamava risposte e fatti, aveva deciso di riprendere in mano le redini della situazione.

 

Il mattino seguente Mousse e Obaba accompagnarono Shampoo all’aeroporto. Per loro non era mai stato un problema economico tornare in Cina, anzi gli affari andavano così bene con il ristorante che potevano permettersi anche un periodo di vacanza.

 

Shampoo si avviò al gate che l’avrebbe separata dalla sua vita in Giappone, forse per sempre. E quando fu fuori dalla portata visiva della bisnonna, seduta al suo posto sull’aereo, liberò finalmente le deboli lacrime che reprimeva da sempre.

La guerriera era crollata, sconfitta. E adesso per lei c’era solo la strada tutta in salita per ritornare da amazzone perdente al villaggio.

 

Mousse invece non trattenne le lacrime ed invocando il nome dell’amata in direzione di una statua nella sala d’attesa… fece la solita figura della talpa davanti ad ignari e spauriti viaggiatori.

 

Obaba ormai rassegnata lo tirò per la manica “Andiamo paperella. Ci aspettano in clinica!”

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Capitolo 6
*** Alla ricerca di Akane ***


6. Alla ricerca di Akane

 

 

Alla ricerca di Akane

 

Ukyo cercava di raccogliere le sue cose e preparare uno zaino per il viaggio. Aprendo il primo scomparto della cassettiera la sua attenzione venne attirata da un oggetto luccicante. Lo estrasse ed un ricordò la inchiodò sul posto.

Ryoga di ritorno da uno dei suoi viaggi, in cui si perdeva sempre ma poi, prima o poi, ritrovava la strada per Nerima, le aveva portato un regalo. Lui portava sempre qualcosa per Akane, ma quella volta aveva preso il piccolo oggetto proprio per lei. Per ringraziarla dell’ospitalità e del cibo gratis che riceveva.

Ma non era un oggetto impersonale, anzi, era davvero perfetto per lei. Era un piccolo bracciale con un ciondolo a forma di Okonomiyaky e uno con le iniziali della cuoca… U. K. …Ukyo Kuonji.

Aveva trovato il gesto di Ryoga estremamente gentile al tempo, ma non ci aveva badato più di tanto, presa com’era alla rincorsa del cuore e delle attenzioni di Ranma. Ma adesso che guardava meglio quel piccolo pensiero, era chiara l’intenzione di Ryoga di farle un regalo speciale. Solo per lei. Altrimenti non vi avrebbe fatto mettere le sue iniziali.

Un sorriso le attraversò il viso e le ridonò il suo aspetto da “fidanzata carina” … come era stata soprannominata.

Finì velocemente il suo bagaglio e scese nel locale.

 

Si stupì di trovare Ryoga addormentato e scuotendolo leggermente lo fece riprendere. Quasi le dispiaceva, aveva un aria beata.

Ryoga spalancò gli occhi e subito si imbarazzò. Un po’ per la presenza troppo vicina della bella cuoca, un po’ per il sogno che stava facendo.

E vedendo l’imbarazzo di lui, anche lei si era leggermente imporporata.

 

Ukyo “Allora Ryoga, da dove iniziamo la ricerca della principessina scomparsa?”

Ryoga “Non lo so… ma a casa Tendo dicono che volesse andare alle terme…”

Ukyo tirando fuori da non si sa quale tasca un enorme cartina cominciò a riflettere.

Ukyo “Allora vediamo un po’ … Akane non è una persona molto avventurosa. Non può essersi allontanata così tanto. Guarda a 50 km da qui ci sono le sorgenti termali di Hakone! Cominciamo a cercare là!”

Ryoga “Ukyo sei proprio un genio!”

E arrossirono entrambi.

 

Si incamminarono seguendo la cartina. Ryoga lasciava andare avanti la cuoca, per non rischiare di ritrovarsi veramente ad Osaka (località in cui spesso credeva di essere).

Avevano programmato di camminare fino a sera e poi montare una tenda per la notte. In modo da raggiungere Hakone al mattino seguente.

 

Camminarono nel più assoluto silenzio per almeno un ora, poi Ukyo decise di rompere il ghiaccio.

Ukyo “ Ryoga non ti preoccupare. Sicuramente Akane sta bene. Sarà solo infuriata con tutti come al solito.”

Ryoga “… Sono sicuro che stia bene … ma so che quando tornerà a casa sarà finita per sempre. Non potrò più starle vicino come P-chan”. Ryoga era rassegnato al suo destino. 

 

Si ricordava le parole di Ranma al ritorno dal monte Hooh. Di sera lo aveva preso in disparte e, dopo averlo bagnato con l’acqua calda per fargli riprendere le sembianze giuste, aveva iniziato a fargli un certo discorso.

 

Ryoga “Cosa ti prende Ranma? Vuoi combattere adesso?”

Ranma “Calmati Ryoga…voglio solo parlarti”

Ryoga “ah… parla…ti ascolto!”

Ranma “Non voglio rivelare ad Akane il tuo segreto. Ma non voglio che tu dorma più con lei. Non puoi continuare a lasciare che lei ti stringa non sapendo chi sei veramente!”

Ranma era teso, leggermente in imbarazzo… ma molto risoluto nel dire queste parole.

Ryoga “Se lei non ti interessa, come dici sempre, perché ti impicci?”

Voleva proprio provocarlo. Anche se sapeva perfettamente cosa provasse Ranma.

Ranma “Non costringermi a minacciarti Ryoga! Le cose adesso sono cambiate. Tutti noi siamo cambiati!”

Ryoga “Io non ho paura di te Ranma! Fatti sotto!”

Ranma “Se non ti farai da parte le dirò la verità. E non sarà piacevole per nessuno di noi. Non voglio combattere con te Ryoga!”

Così dicendo Ranma si voltò e corse via. Inutile per Ryoga ed il suo senso dell’orientamento provare ad inseguirlo.

Non ci poteva credere. Ranma stava rinunciando alla sfida. E a modo suo, come sempre senza sbilanciarsi troppo, era geloso di Akane.

 

Non gli aveva ne confermato ne smentito di smettere di essere l’adorato P-chan di Akane, però gli scappò un sorriso pensando a come sarebbe stata felice Akane di vedere che atteggiamento aveva avuto Ranma per lei.

Già… lui l’amava, ma era anche il suo animaletto-confidente, un suo amico, e anche se non voleva ammetterlo, era amico anche di Ranma.

 

 

Ukyo ascoltò ma non commentò lo sfogo di Ryoga. Lo capiva, sapeva già tutto senza dire niente.

Lui non le raccontò del discorso di Ranma. Non voleva darle ulteriori dispiaceri. Però entrambi avevano l’amara consapevolezza della situazione.

 

Ormai era scesa la sera. E dovevano accamparsi per la notte.

Ryoga “Ucchan fermiamoci qui. Siamo vicini al ruscello ed una zona perfetta per accamparci”

Ukyo “Come vuoi. Io posso preparare qualcosa per cena!”

 

Mentre Ukyo cominciava ad allestire una piccola cucina da campo improvvisata, lui montava la tenda.

Ryoga “Ucchan dammi la tua tenda, così posso montarla di fianco alla mia”

 

Ukyo trasalì. Possibile che poteva ricordarsi di portare tutto per cucinare, ma aveva dimenticato proprio la tenda?

 

Ukyo “Ryoga mi vergogno un po’ a confessarlo … ma ho dimenticato di prendere la mia tenda…”

Ryoga “… non ti preoccupare… ti cedo la mia volentieri. E poi io sono abituato alla vita all’aria aperta!”

Si scambiarono un sorriso timido.

 

La serata passò molto rapidamente. Avevano chiacchierato del più e del meno. Ma anche dei loro interessi nella vita. Ukyo aveva confidato all’amico di aver voglia di provare ad andare via ed aprire il suo ristorante altrove. Così da farsi un nome conosciuto e guadagnare di più. In fondo la scuola era quasi finita e sapeva da sempre che il suo futuro sarebbe stato nella ristorazione.

Ryoga dal canto suo non sapeva bene cosa fare. Lui non frequentava la scuola, però avrebbe tanto voluto una vita come quella che faceva Ranma. Una vita da dedicare ad un dojo come quello dei Tendo. Si forse a lui sarebbe piaciuto insegnare arti marziali.

 

Ukyo si stava alzando per andare verso la tenda quando Ryoga l’afferrò per un braccio.

Ryoga “Ma quello è…?”

Ukyo “Già… un tuo regalo… L’ho sempre conservato ma non lo avevo mai indossato. Adesso ne avevo voglia. Non ti dispiace. Vero?”

Arrossendo Ryoga disse “No. Non credevo ti fosse piaciuto. L’avevo fatto fare in una piccola bottega specializzata  in ciondoli personalizzati. Sai ormai sono esperto di regalini e souvenir”

Ukyo “Già….ma di solito il destinatario è qualcun altro”

Si vergognò all’istante di quello che aveva appena detto. Come era possibile. Lei non era avvezza a tali pensieri e affermazioni. Si era sentita come …gelosa. Ma gelosa di cosa?

 

Ryoga “Si è fatto davvero tardi e domani ripartiremo molto presto. Andiamo a dormire”

Ukyo “Ok. Buonanotte Ryoga…e …grazie per la tenda”

Lo disse con tenerezza, quasi sussurrando. Ma Ryoga sentì benissimo e si sentì molto fiero della sua galanteria.

 

 

Nel corso della notte il vento si stava alzando e Ukyo si svegliò disturbata dai sibili della tenda. Si sporse fuori e vi trovò il maialino nero.

Ukyo “dai Ryoga… piove… vieni nella tenda. Ti ammalerai di certo se rimani là”

Con non poco imbarazzo il piccolo suino accetto il gentile invito. La tenda era abbastanza grande per due persone. Ma anche se dormendo spesso con Akane doveva essersi abituato alla presenza femminile, rimaneva sempre estremamente timido.

Ukyo si girò ed estrasse un termos. Senza chiedere il permesso bagno il maialino ed innescò la trasformazione.

Tutti loro erano ormai abituati a questo rituale. Ma non si aspettava di vederlo così vicino a se. O meglio, non si aspettava di ritrovarsi vicino un Ryoga completamente nudo e pietrificato.

Ukyo “ahhhhh….copriti!”

Ryoga si ridesto dalla forma a statua di marmo causata dalla situazione e si coprì come poteva.

Ukyo “Scusami… sono abituata alle trasformazioni di Ranchan ma non avevo previsto questo!”

Entrambi erano rossi di vergogna e continuavano a fissare il basso.

Ryoga “Io …io …scusami… esco subito…”

Ma venne prontamente fermato dalla mano di Ukyo.

Ukyo “Per favore non andartene. Non andare via anche tu!”

Non pensava che Ryoga sarebbe scappato nel bosco lasciandola sola. Però aveva bisogno che rimanesse. Che fosse li con lei. Per lei. Voleva sentirsi al centro dell’attenzione… del suo amico.

Ryoga “Ok… ma devo vestirmi. Riesci a passarmi i vestiti che sono rimasti fuori?”

 

Si sistemarono e poi decisero di mettersi entrambi a dormire. L’imbarazzo era altissimo. Ma almeno avevano superato il punto più critico. 

Fecero attenzione a mantenere la massima distanza possibile nella piccola tenda. E così facendo, finalmente, si addormentarono.

 

Nel cuore della notte Ukyo si svegliò e con suo grande stupore si ritrovò stretta a Ryoga. Abbracciati come una coppietta felice in luna di miele. Arrossì ma non lo svegliò. Un impulso irrefrenabile però la prese. Voleva vedere cosa si provava a baciare un ragazzo. Ma immaginava che lui fosse così pacifico e sorridente perché sognava Akane.

Si sentiva stupida a pensare di rubargli un bacio… Ma fu un attimo… Un leggero bacio a fior di labbra e via. Per non farlo svegliare si riappoggiò alla sua spalla. E sperando che lui non se ne fosse accorto, provò a riprendere sonno.

 

Mentre cercava di calmarsi e rallentare il battito del suo cuore… impazzito per l’agitazione del gesto inusuale.. lo sentì parlare…  Ryoga sussurava un nome nel sonno … Il suo nome. Non il nome di Akane. Stava sognando lei.

Con questa piacevole consapevolezza si rimise a dormire. Non glielo avrebbe mai raccontato. Ma di certo questo cambiava le carte in tavola.

Magari nel cuore dei due poteva trovarsi uno spazio per qualcun altro. Magari più meritevole di trovare accoglimento.

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Capitolo 7
*** Akane alle sorgenti maledette di Jusenkyo ***


cap. 7 - Akane alle sorgenti maledette di Jusenkyo

Akane alle sorgenti maledette di Jusenkyo

 

Dopo lo splendido pomeriggio da turista a Shanghai e la serata in un incantevole ristorantino, Akane aveva finalmente riposato nella sua camera al piccolo hotel. Aveva dormito beatamente, come se il peso di tutto quello che aveva vissuto nei 2 anni precedenti fosse scivolato via.

Forse aveva proprio bisogno di una vacanza per sentirsi meglio. Ma la missione che l'aveva portata fino in Cina le infondeva anche tanta forza.

 

Era scesa a fare colazione dopo le 9. Si era concessa di dormire molto più del solito e le era stato di giovamento. Era davvero raggiante.

La signora Yasuko le aveva servito la colazione, abbondante. Sarebbe stato davvero bello vedere quella gentile signora parlare con sua sorella Kasumi di ricette di cucina. Aveva un aspetto così dolce e materno, proprio come dovrebbe essere una mamma.

Già, la mamma, ad Akane mancava terribilmente la sua. Spesso, specialmente negli ultimi tempi si era ritrovata a pensare a che tipo di mamma sarebbe stata lei. Voleva una famiglia, voleva diventare mamma, avere dei figli... con il suo Ranma. Diventò tutta rossa solo per averlo pensato.

 

Partì poco dopo le 10,30 per prendere un autobus che l'avrebbe portata verso la vallata di Jusenkyo. La signora Yasuko aveva insistito perché prendesse con se un pranzo al sacco che le aveva amorevolmente preparato la mattina.

Si sentiva felice. Doveva affrontare un viaggio di una giornata, ma quella sera sarebbe stata ancora più vicina alla meta.

 

Erano passate le 23 e l’autobus era arrivata al paesino di Lintao. Quella era l'ultima fermata della giornata. L'indomani sarebbe partita a piedi per raggiungere le sorgenti, che non erano raggiungibili con bus o auto.

 

Si avviò verso il centro del paesino in cerca di una locanda per la notte.

Rimase piacevolmente sorpresa di scoprire che la zona era come rimasta ferma nel tempo. Non c'erano tracce della chiassosa modernità delle metropoli come Shanghai. Era davvero bello.

Trovò una piccola locanda gestita da una ragazza di nome Eiko. L'accompagnò in una camera al piano superiore e le preparò qualcosa da mangiare.

Akane accusava la lontananza da casa. Ormai era via da due giorni e si chiedeva come avessero preso la sua partenza suo padre e gli altri. Si chiedeva cosa stesse pensando Ranma.

Non aveva parlato con lui. Non voleva ammettere niente con lui. Però voleva sacrificarsi per lui. Trovare lei questa volta una soluzione per tutto. Trovare la soluzione che lui bramava tanto.

Lei lo aveva accettato anche con la maledizione. Era affezionata alla ragazzina dai capelli rossi... anche “lei” era il suo Ranma. Ma se per lui era così importante rompere la maledizione, allora lei avrebbe trovato il modo di aiutarlo. Sperando poi di poter finalmente vedere realizzati anche i suoi sogni. Il suo sogno con Ranma.

 

La notte volò come un soffio di vento. Akane aveva dormito meno bene della notte precedente e sarebbe stata una lunga giornata di cammino fino alle sorgenti.

Avrebbe dovuto mangiare per avere le forze, però non aveva fame. Aveva una strana sensazione, quasi di sofferenza. Forse iniziava davvero a sentire la mancanza di casa, la mancanza di lui.

 

Decise di saltare la colazione, ma si fermò in un negozietto a prendere dei viveri per il viaggio. Non sapeva quando sarebbe scesa dalle sorgenti e non voleva trovarsi impreparata. Prese solo prodotti confezionati e che non richiedevano ulteriore cottura, dopotutto lei non sapeva cucinare e di certo non voleva sentirsi male in terra straniera in mezzo al nulla.

 

Arrivò in meno di quattro ore alle sorgenti. Non poteva crederci. La fonte di tutti i problemi, suoi, di Ranma e di molti dei suoi amici, era di fronte a lei... a regalarle uno spettacolo davvero suggestivo.

Un tappeto di piccole piscine naturali... cristalline e silenziose. Era affascinata dallo spettacolo della natura che le si parava davanti. Tutto era così tranquillo che proprio non riusciva a capacitarsi di come potesse essere così pericoloso quel luogo.

Si avvio versò l'ufficio delle guide e vi trovò un uomo dall'età indefinita che fumava davanti ad un caminetto. Si presentò e cominciò a spiegargli il motivo della sua visita alle sorgenti.

 

La guida non rimase poi così sorpresa dal racconto della giovane. Segno che non era poi così inusuale come situazione.

Senza perdere ulteriore tempo le comunicò che poteva addirittura fornirle un barile per riempirlo di acqua per il trasporto.

Akane era raggiante. Aveva trovato l'acqua che avrebbe rimesso apposto la vita del suo Ranma e dei suoi amici.

 

La guida le offrì ospitalità per la notte, non era saggio ripartire e trovarsi in viaggio con il calare del sole. Anche se piena di impazienza Akane aveva accettato e dopo una semplice cena con il suo ospite, aveva deciso di riposare nel caldo futon che le aveva offerto per la notte.

Tutto stava per cambiare nella sua vita, e con questo pensiero positivo, si abbandonò nelle braccia di morfeo.

 

L'alba arrivò veloce. Il sole splendeva e rendeva ancora più magica la vallata delle sorgenti. Akane estrasse da una tasca dello zaino la macchina fotografica e scatto una foto. Voleva un ricordo di questa avventura.

Salutò ancora la guida e si incammino per tornare al villaggio di Lintao.

 

...............................

E per la prima volta scrivo anch'io delle note!

Mi scuso per l'ordine cronologico della storia. Sto cercando di scrivere i capitoli in modo da non mandare troppo avanti alcuni personaggi e poi tornare indietro.

Spero riusciate a seguire il discorso. Questo è un capitolo un po' noioso ma presto vedremo anche che fine ha fatto Ranma e cosa succede nelle vite degli altri personaggi.

Ringrazio tutte le persone che mi stanno lasciando recensioni... Siete troppo gentili! 

Un bacio grande a tutti!

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Capitolo 8
*** Nei suoi sogni ***


cap. 8 - Nei suoi sogni

    Nei suoi sogni

 

 

Il mattino seguente Ryoga si svegliò presto. Sentendo la presenza molto vicina di Ukyo si imbarazzò e si scansò dolcemente. Sorrise ed uscì dalla tenda per preparare la colazione.

 

Poco dopo Ukyo si svegliò a sua volta. “Buongiorno! Perché non mi hai svegliato? Potevo preparare io la colazione”

Ryoga “Dormivi così beatamente. E poi io preparo una colazione fantastica. Sai… anni di duro allenamento …”

Sorrisero e si sedettero a fare colazione insieme. Si sentivano entrambi bene. Anche se non sapevano spiegarsi il perché.

 

Si incamminarono poco più tardi per arrivare alle Terme di Hakone. Ci vollero solo un paio d’ore, e per due persone allenate come loro era tutt’altro che pesante.

In realtà avrebbero potuto arrivare a destinazione in minor tempo. Ma nessuno dei due sembrava avere fretta. Non parlavano, ma erano lenti… quasi passeggiassero.

 

Lui ripensava al sogno della notte precedente. Si rivedeva a vivere con Ucchan e aiutarla con il locale. Erano felici e sembravano una coppietta innamorata. Era terribilmente in imbarazzo per il suo sogno. Ma allo stesso tempo non riusciva a smettere di pensarci. E di tanto in tanto la guardava di nascosto. Non voleva incrociare il suo sguardo.

Lei invece non aveva sognato, ma ripensava al suo gesto. Al bacio rubato. Si sentiva timida, sapeva di essere timida. Ma allora perché aveva rubato un bacio a Ryoga, ad  un Ryoga inerme. Si vergognava davvero. Ma non le era dispiaciuto affatto. Anzi, avrebbe voluto ripeterlo. Ed era per questo che camminava in silenzio. Cercando di nascondere il suo imbarazzo sotto  la frangia.

 

Arrivati ad Hakome cominciarono a chiedere notizie di Akane nelle varie strutture alberghiere. Ryoga portava sempre con se una foto della ragazza ma non sembrava servire a molto.

Ormai stremati, avevano deciso di concedersi un po’ di meritato riposo. E poi essendo in una città termale magari anche rilassarsi.

Nessuno dei due sentiva l’urgenza di cercare Akane. Però Ryoga si era ripromesso di provare a richiamare casa Tendo il giorno seguente. Potevano aver avuto notizie, così da poter interrompere le ricerche.

Questi pensieri lo rattristarono molto. Possibile che lui non volesse ritornare a casa? Stava così bene in giro con Ucchan?

 

Ukyo tornò con una faccia indecifrabile. “Ryoga ho provato a chiedere alla reception… ma ecco…”

Ryoga “Ucchan parla… non capisco cosa vuoi dirmi…”

Ukyo “Ecco… hanno detto che sono al completo e possono darci solo una camera matrimoniale per questa notte”

Ryoga rimase inebetito per un paio di secondi. Passi per il maltempo e la tenda da condividere. Ma dividere una camera matrimoniale con una ragazza era davvero troppo per un timidone come lui.

Ukyo “Dai Ryoga non fare così. Hai dormito a casa mia tante volte. E poi ieri notte …(pausa di imbarazzo) abbiamo condiviso la tenda”

Ryoga si riprese e rassegnato acconsentì. Però insistendo nel dire che avrebbe dormito sul pavimento. E così facendo si registrarono e presero possesso della camera.

 

Lasciarono i loro bagagli e si diressero verso gli spogliatoi della zona delle terme. Ci voleva proprio un bagno nelle “magiche” acque termali calde per riprendersi. Riprendersi dagli avvenimenti del monte Hooh, dal trambusto del matrimonio mancato di Ranma e Akane, dalla sparizione di Akane, dal viaggio con Ukyo. Ryoga aveva bisogno di distrarsi.

 

Mentre si immergeva nella calda vasca… lei gli ritornava in mente.

La sera precedente… il braccialetto… la notte in tenda… e poi il sogno. La cosa più strana era che aveva smesso di pensare ad Akane. Certo era ancora in pensiero per lei, ma di solito quando sognava ad occhi aperti era sempre Akane il centro della sua immaginazione. Adesso invece era distratto… attratto da altro … da un’altra immagine…

Rosso di vergogna guardava il suo riflesso nell’acqua. E dentro sentiva crescere un desiderio. Forse prematuro, ma pur sempre semplice e puro, di provare ad andare avanti. Superare il suo amore non ricambiato.

 

Ukyo aveva legato sulla testa i suoi lunghi capelli castani e si era diretta nelle vasche riservate alle donne. Era un bene poter usufruire delle terme adesso. Sentiva dentro un tumulto che non si spiegava, e non c’era posto migliore per pensare e rilassarsi.

Davanti a lei l’immagine di lui che sussurra il suo nome nel sonno. Ed il bacio.

Avrebbe voluto parlargli, ma non sapeva bene di che cosa. Dopotutto erano insieme per cercare Akane. Non era certo una vacanza o un appuntamento.

Ma se glielo avesse chiesto? Poteva chiedergli un appuntamento una volta tornati a Nerima e magari provare a scoprire cosa si prova ed essere corteggiati o corteggiare qualcuno che ricambia. E se lui l’avesse respinta…

Troppo difficile. Erano quesiti troppo difficili.

 

Ormai era ora di andare a cena ed entrambi si ritrovarono all’ingresso della camera. Ryoga l’aveva aspettata e le aveva concesso l’uso del bagno per prima. Era un tipo galante.

Ukyo non aveva portato molto con sé. Solo i soliti indumenti quotidiani. Però le dispiaceva non avere un vestito carino per la cena. Uscì svelta e senza voltarsi cedette il posto a Ryoga.

Nei due minuti netti che ci vollero per cambiarsi, Ryoga cercava il modo per ringraziare Ukyo del suo essere là, con lui.

Mentre Ukyo avrebbe voluto dire qualcosa. Magari anche confessare quello che aveva fatto la notte precedente. Però era ora di cena e non voleva fare qualcosa che potesse turbare Ryoga.

 

Uscito dal bagno Ryoga pareva imbambolato. Guardava Ukyo e si chiedeva interiormente come mai non avesse mai fatto troppo caso a quanto fosse carina.

Già … “la fidanzata carina di Ranma”. Chissà perché poi tutte le donne dovevano essere per lui.

 

Fu un attimo ma entrambi dissero “Posso invitarti a cena stasera?” Ed entrambi arrossirono vistosamente.

Ryoga “Ucchan insisto, posso avere l’onore di invitarti a cena?”

Ukyo non si era mai sentita così. Era come essere invitate ad un appuntamento. “Con grande piacere”

 

Ma mentre si avviarono verso la porta un imbarazzatissimo Ryoga inciampò sul suo ombrello e cadde sulla sua amica, che provò con scarso successo a frenarne la caduta.

Erano entrambi a terra e stavano ridendo della loro goffaggine… fu un momento. Ryoga senti una forza attrarlo e smise di pensare. Ukyo dimezzò la distanza tra di loro. Un tenero bacio fra i due colmò il resto. Seguito subito dall’imbarazzo di entrambi e dallo scostarsi quasi spaventato di Ryoga.

Ryoga “Ucchan scusami … non so cosa mi sia preso…”

Ukyo “ah… perché? Non ti piaccio? Non sono abbastanza carina io?”

Ryoga “Ma cosa dici. Sei carina. Tu sei sempre stata carina!”

Ukyo “E allora dimostramelo! O hai paura?” Non sapeva da dove le fosse uscito tutto questo coraggio.

Ryoga non era scappato. Aveva sentito qualcosa durante quel bacio. Qualcosa di timido ma pur sempre qualcosa, e non voleva rinunciarci.

Ryoga “Io non ho paura di niente!” Mentiva, ma non voleva apparire debole. E poi quel contatto, quel bacio, era stato veloce… ma sentiva di averlo desiderato.

Si fece coraggio e rosso di imbarazzo adolescenziale le si avvicino, la abbracciò e la baciò ancora. Lei ricambiò… e lui si sentì più sicuro che mai.

Era come se fosse scattata una scintilla. I due romantici non corrisposti erano li, protagonisti di una scena mielosa e romantica. E non accennavano a volersi separare. Ma il bisogno d’aria li riportò alla realtà.

 

Ukyo prese la parola per prima, rispetto ad un Ryoga al limite della perdita di conoscenza “Ecco…io…Non volevo provocarti così…” “…ma non fraintendermi… mi è piaciuto… molto”

Ryoga “…Ucchan …” Ryoga non riusciva a credere a quello che era appena successo. Aveva il cuore che batteva ad un ritmo strano, troppo forte.

Ukyo “Non so cosa mi sia preso, cosa ci sia preso. Però…”

Ryoga “…pero?”

Ukyo “Che ne diresti se provassimo a frequentarci…ad uscire insieme?”

Ryoga ancora intontito “… si … “

 

E poco dopo, riprendendo il giusto colore nel viso ma senza avvicinarsi troppo, andarono a cena, insieme.

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Capitolo 9
*** Shampoo ritorna in Cina ***


cap. 9 - Shampoo ritorna in Cina

Shampoo ritorna in Cina

 

Il volo era durato poco più di due ore. Solo due ore per permettersi finalmente il lusso di piangere e sfogarsi, per poi ricomporsi ed affrontare a testa alta la situazione.

Non fece in tempo ad uscire dall’imponente aeroporto che venne subito avvicinata da due donne dalla corporatura massiccia e dall’inconfondibile abbigliamento cinese.

Erano già arrivate le sue “guardie del corpo”, pronte a scortarla al villaggio, come una condannata a morte. Dentro di sé lei si sentiva un po’ condannata, non sapeva bene cosa l’aspettava al villaggio e le premesse non erano delle migliori. Senza la bisnonna a fare da garante non poteva puntare sulla clemenza del consiglio.

 

Un’auto nera attendeva le tre donne che in silenzio iniziarono il viaggio verso il villaggio. Si fermarono solo una volta a tarda sera per mangiare qualcosa e sgranchirsi le gambe. Non era un viaggio di piacere il loro e volevano rientrare il prima possibile.

 

Ormai era notte fonda e la mora di guardia cominciava ad accusare la noia della serata. Come da tradizione, a rotazione tutte dovevano fare dei turni durante il mese, ma questo tipo di “servizio” per il villaggio era tra i compiti più noiosi in assoluto.

Erano ormai le 5 del mattino e tra meno di un ora avrebbe ricevuto il cambio per andare finalmente a dormire, quando il suo volto venne illuminato dai fari di un’auto.

Non era un mistero chi vi fosse all’interno. Il villaggio possedeva un’unica autovettura.

 

Pur rimanendo impregnate nelle tradizioni, la tribù Joketsuzoku qualche anno prima, aveva ceduto alla modernità del mezzo di trasporto. Aveva ceduto all’esigenza di avere un mezzo veloce per raggiungere le città vicine in caso di emergenza o per trasportare sporadicamente qualcuna delle venerande più in là con l’età.

Dopo uno sguardo d’intesa tra la mora di guardia e l’autista, l’auto entrò nel capanno che le faceva da garage.

 

Shampoo venne accompagnata alla sua vecchia casa e le fu indicato che avrebbe avuto udienza con il consiglio alle 8.

Aveva ancora tre ore da attendere, ma almeno le avevano concesso di ritornare a casa propria. Non senza precauzioni però. L’ennesima guardia si piazzò fuori dalla porta di casa, per evitare a chiunque di entrare o uscire.

Lei era ufficialmente tornata a casa, ma in isolamento.

 

Ci vollero pochi minuti per riprendere confidenza con gli oggetti a lei famigliari.

Casa sua era abbastanza grande e ben arredata, dopotutto la sua era una famiglia di guerriere di un certo livello.

Lei aveva vissuto là con la bisnonna fino alla partenza per il Giappone. Effettivamente non aveva viaggiato molto, e la ricerca di Ranma in terra nipponica era stata una svolta epocale alle sue abitudini.

Attraversando il salone si ritrovò di fronte ad un’enorme parete piena di armi. Tutte appartenute alle sue antenate. Il suo sguardo si posò su un lancia dall’impugnatura viola. Era di sua madre. Ma non aveva mai avuto l’ardore di usarla lei in combattimento. Sua madre era venuta a mancare quando lei aveva solo 2 anni. Era morta in combattimento, quindi con onore. E lei era stata poi cresciuta ed allenata dalla sua bisnonna. Unica donna della famiglia ancora in vita.

 

Girò l’angolo e si ritrovò nella sua vecchia camera. Tutto era immobile come se il tempo si fosse fermato. Il suo letto al lato della stanza. Poi un piccolo armadio e la sua cassettiera. Passò lentamente di fianco al mobilio accarezzandolo dolcemente. Tutti i suoi ricordi più dolci passavano da quella stanza.

Il primo cassetto dell’antico mobile conteneva i suoi monili, specialmente oggetti per adornare i capelli. Le era stato insegnato ad essere una brava guerriera ma anche a valorizzare le sue doti femminili, perché anche quello era visto come una forma di arte di combattimento.

Poi aprendo il secondo cassetto notò subito l’album dei ricordi. Conteneva al massimo una decina di fotografie. Al suo villaggio non c’erano macchine fotografiche. Però in occasione del torneo di primavera (evento annuale in cui si decretava la donna più forte del villaggio e gli uomini potevano sfidare le donne per acquisire il diritto di sposarle) veniva convocata una fotografa dalla città vicina, in modo da immortalare i momenti importanti della giornata.  

Si ricordava bene il giorno in cui la sua vita era cambiata, sconfitta per la prima volta, da Ranma in versione ragazza. Era stata la peggiore umiliazione della sua vita, fino a quel momento.

Poi però aprendo l’album e scorrendo le foto più vecchie si era soffermata sul torneo di quando lei aveva 3 anni. Vi era raffigurata lei che combatteva contro Mousse.

Erano cresciuti insieme e si allenavano entrambi al villaggio. I maschi potevano farlo solo fino all’età di 10 anni, per poi doversi trasferire in un altro villaggio poco distante e completare separatamente la loro vita.

Di fianco alla foto c’era un fiorellino lilla. Lo ricordava bene quel fiore, lo aveva conservato con cura. Mousse il giorno del torneo le aveva dato quello splendido fiore e le aveva confessato di essere innamorato di lei, per poi correre via e urlarle che l’avrebbe sfidata al torneo.

Però lei era più forte di lui da sempre, era sempre stato così per le donne della sua famiglia e lei era una degna discendente… o almeno così credeva fino a poco tempo prima.

Comunque quel giorno Mousse perse in meno di 5 minuti e segnò così il suo destino. Non poteva più sfidarla per guadagnare il diritto di sposarla. Forse lui non si era mai reso conto di quando le azioni di un bambino avessero potuto segnare il futuro di un giovane uomo.

Poi l’addestramento da amazzone aveva preso il posto della spensieratezza da bambini e i due amici si erano allontanati. Anche se Mousse tornava a trovarla tutte le volte possibile, lei manteneva una fredda indifferenza da guerriera. Lei voleva e doveva circondarsi solo di persone forti, ed il suo giovane amico non era alla sua altezza.

 

Adesso non sentiva più così tanto il desiderio di sconfiggere qualcuno. Quando era partita per il Giappone si era sorpresa di vedere che Mousse l’aveva raggiunta. E lei continuava a mantenere il suo alone di superiorità nei suoi confronti. Anche se sapeva bene che lui era e sarebbe sempre stato il suo migliore amico.

 

Si sdraiò sul letto impolverato e cercò di liberare la mente per riposare un paio d’ore. Il consiglio l’attendeva a breve e avrebbe dovuto sfoderare la sua immagine più dura per non peggiorare ulteriormente la sua situazione.

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Capitolo 10
*** Tutto quello che succede in Cina ***


cap. 10 - Tutto quello che succede in Cina

 

Tutto quello che succede in Cina

 

Era ormai ora di pranzo ma decise di fermarsi in un ufficio postale.

L'enorme botte dell'acqua miracolosa era troppo ingombrante per essere trasportata a spalla per tutto il viaggio, e poi non era sicura di poterla imbarcare in aereo.

Quindi decise di investire un po’ del denaro di Nabiki per una spedizione il più veloce possibile verso il Giappone.

Tenne per sé una bottiglia. Aveva paura che qualcosa andasse storto e la voleva vicino come garanzia. Per il suo Ranma, per lei.

Liberatasi del fardello, andò finalmente a rifocillarsi in un piccolo ristorantino tipico.

 

Si sentiva leggera. Aveva trovato le sorgenti e adesso poteva tornare a casa, dal suo Ranma.

 

Prese un bus che effettuava il viaggio di notte. Aveva una percorrenza molto più lenta di quello dell'andata e si sarebbe fermato verso ora di pranzo del giorno seguente a 400 km da Shanghai. Lì poi avrebbe dovuto trovare un'altro mezzo per raggiungere l'aeroporto.

 

Il viaggio durò quella che ad Akane sembrò un'eternità. Ma almeno le aveva permesso di riposare. Si trovava nella città di Suzhou, a metà strada tra tradizione e modernità, appesa tra epoche storiche differenti. Akane si sentiva proprio come una bambina in gita scolastica. Voleva visitare la città. Così si incamminò in cerca di una cartina, sorridente e sognante.

 

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Mousse “dottore oggi mi toglierà le bende?”

Dottore “Si ragazzo, così avremo la conferma che tutto è andato bene!”

Obaba “Poi lo dimetterà? Sa, siamo un po’ in ritardo sulla tabella di marcia dottore”

Il dottore fece un cenno di assenso con il capo e proseguì il suo giro di visite. Non capiva che fretta potessero avere quei due strani soggetti. Dopotutto erano arrivati solo 2 giorni fa e questo non era il genere di operazione da prendere alla leggera.

 

Dopo aver firmato i documenti di dimissione, tornò in bagno e si fissò allo specchio. I suoi occhi verdi erano provati ma ci vedeva bene, o comunque non aveva più bisogno degli occhiali.

Obaba “il dottore ti ha raccomandato di non tenere gli occhi aperti troppo al lungo, ma di abituarti un po’ alla volta. Rimettiti la mascherina!”

Il moro obbedì, non voleva fare arrabbiare la vecchia amazzone proprio adesso che gli aveva fatto un così importante regalo.

 

Presero un taxi nel piazzale della clinica e sfrecciarono in direzione aeroporto. Anche loro avevano un aereo diretto in Cina da prendere.

 

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Venne scortata dalla sua guardia del corpo al centro del piazzale. Aveva indossato il suo abito tradizionale per presentarsi al cospetto del consiglio. Doveva mostrarsi forte ed orgogliosa.

Davanti a lei una dozzina di donne la fissavano senza proferire parola.

A rompere il silenzio carico di tensione fu Moiura, il capo villaggio.

Moiura “Shampoo sappiamo già tutto della tua vita in Giappone, quindi non perderemo altro tempo a raccontare del tuo comportamento e dei tuoi fallimenti” “Però in virtù delle origini nobili della tua famiglia e della tua giovane età, abbiamo deciso per te una punizione esemplare”.

Shampoo alzando lo sguardo verso la donna che aveva in pugno il suo futuro “Io non ho paura ed accetterò qualunque vostra decisione nobile Moiura”

Moiura “Bene Shampoo, eravamo certe che non avresti creato ulteriori problemi” “Da domani verrai affidata al capo delle guardie, Jukyko, che ricomincerà ad allenarti da amazzone. Hai passato troppo tempo lontana da casa e dalle nostre abitudini”

“Ma tra due settimane organizzeremo un torneo, in cui verrai sfidata dagli uomini del nostro villaggio fratello. Ormai è giunta l’ora per te di diventare una madre delle nostre future guerriere!”

Crack … era il suo cuore che si spezzava per dover rinunciare nuovamente all’amore … crack … era il suo orgoglio che veniva calpestato nuovamente. Se, vivendo a Nerima, anche solo per poco tempo aveva creduto di poter prendere in mano il suo destino, adesso sapeva che la sua sorte era segnata. Segnata per sempre.

Shampoo “La volontà del consiglio è anche la mia volontà” Sapeva di mentire, ma era l’unica cosa da dire.

Moiura “Ancora una cosa Shampoo. Tu qui sei a casa, non sei prigioniera. Ma non provare a scappare per sottrarti al nostro volere. La pena sarebbe la morte.”

E con queste parole congedò tutti. La vita del villaggio doveva riprendere il suo normale e millenario corso.

Note: Mi scuso per il pessimo titolo...ma ormai l'ispirazione è in vacanza... Nel prossimo capitolo vi farò riavere notizie di Akane e Ranma! Buona lettura!

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Capitolo 11
*** Il tempio della pace ritrovata ***


cap. 11 - Il tempio della pace ritrovata

11. Il tempio della pace ritrovata

 

Ranma aveva iniziato il suo cammino verso le sorgenti da più di due giorni. Non sentiva il peso del viaggio però decise che era ora di mangiare qualcosa.

Aveva notato un cartello che indicava il prossimo paese a 10 km, e decise che avrebbe fatto una tappa proprio la.

Ci mise meno di mezz'ora a raggiungere Suzhou, piccola ma moderna città che si frapponeva tra la Cina più tradizionale e la moderna Shanghai.

Camminava incantato tra le vie alberate della prima periferia della città, poi la sua attenzione venne catturata da un cartello che indicava il parco di un tempio, il "Tempio della pace ritrovata".

Pensò che il nome potesse essere propiziatorio e decise che avrebbe bivaccato là per rifocillarsi prima di proseguire.

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Akane trovò un piccolo negozietto di souvenir dove prendere un pensierino da portare a Nabiki (dopotutto aveva finanziato il viaggio) e procurarsi una cartina della città.

Il negozio era piccolo ma molto accogliente. La proprietaria le spiegò la lavorazione dei piccoli oggetti di legno, frutto dell'artigianato locale. Però Akane sapeva che per Nabiki doveva trovare qualcosa di diverso.

Il suo sguardo si posò su un oggetto che stonava con il resto dei souvenir in vendita.

Akane "Mi scusi, ma questo cappello è in vendita? E' così bello e particolare. Sembra lavorato a mano..."

Commerciante "Si signorina, è in vendita. E' prodotto da una ragazza del paese. Ricama questi cappelli per guadagnare un po’ di soldi per la sua famiglia. L'anno scorso è rimasta orfana di madre e cerca di aiutare come può".

Akane "Capisco... Bene allora prendo questo. Quanto le devo?"

 
Decise che era ora di chiamare casa e far sapere a tutti che stava bene e che sarebbe tornata tra qualche giorno. Non voleva dare indicazioni precise quindi decise che avrebbe mentito a tutti.

 
Drin drin…

Kasumi “Pronto Dojo Tendo”

Akane “Kasumi sono Akane”

Kasumi “Oh Akane… eravamo tutti in pensiero per te! Dove sei?”

Akane “Kasumi non volevo farvi preoccupare. Sto bene e sono in viaggio. Ma voglio restare ancora un po’ da sola. Ne ho bisogno. Non voglio farvi sapere dove sono.”

Kasumi “Capisco Akane ma siamo tutti in pensiero per te. Ryoga è venuto a cercarti.”

Akane “Non doveva! …” “E Ranma?”

Kasumi “…Anche Ranma è sparito… ha lasciato un biglietto dove diceva di essere partito per la Cina”

Akane “Oh…Ora devo andare. Ma di a tutti che sto bene e che devono smetterla di cercarmi! Tornerò presto. Ciao”

 
Lui era partito per la Cina. Sicuramente non aveva viaggiato in aereo come lei… Si immaginò il ragazzo attraversare a nuoto l’oceano per raggiungere la Cina. Lui certamente non poteva avere le risorse economiche di Nabiki.

Desiderava tanto rivederlo e dargli la tanto agognata acqua.

 
Poco dopo Akane sorridendo dei sui pensieri e stringendo il cappello in mano, si incamminò per passeggiare e rifocillarsi con la bibita appena comprata al bar fuori dal negozio di souvenir.

 

 

Sulla cartina indicavano un tempio poco distante e decise che ci sarebbe passata per lasciare un offerta ed esprimere un desiderio. Il desiderio di rivedere presto il suo Ranma.

 
Il parco del tempio era verdissimo, calmo e con un percorso molto curato. Sicuramente appropriato al tema del tempio. Akane si sentiva proprio in pace in quel luogo.

Ad un tratto una folata di vento le strappo dalle mani il cappello appena comprato. Così cominciò a correre per riprenderlo.

 

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Capitolo 12
*** Il primo appuntamento ***


cap. 12 - Il primo appuntamento

12. Il primo appuntamento

 

 

Ranma si girò sentendo un lieve spostamento d’aria… fu un attimo ma gli sembrò di sentire il suo profumo. La mente a volte gioca davvero brutti scherzi.

 

Akane corse dietro al cappello e lo recuperò con un abile balzo. Poi getto via la sua bibita e si diresse al tempio per il suo desiderio.

 

Si avviò lentamente verso la porta centrale. Voleva approfittare per pregare un po’ ed esprimere il desiderio di rivederla il prima possibile. Le aveva fatto una promessa.

 

Si inginocchiò ai piedi del grande altare, prese un pezzo di pergamena ed iniziò a scrivere… Lei sapeva esattamente cosa desiderava “Una vita felice al fianco del suo Ranma”. Appena finito si alzò ed appese il prezioso desiderio. Si sentiva leggera e felice. Presto sarebbe tornata a casa e lo avrebbe finalmente rivisto.

 

Nella penombra continuava a guardare a destra e sinistra, era sempre molto affascinato dall’interno dei templi, specialmente quelli cinesi, ben più sfarzosi di quelli giapponesi. Senza rendersene conto sbatte contro una donna…

Ranma “Mi scusi signora… ero distratto e non l’ho vista…”

 

Akane alzò lo sguardo prima ancora di percepire quelle parole. Una scossa le aveva percorso tutto il corpo nel momento in cui aveva sbattuto su quell’uomo… Non ebbe nemmeno un secondo di dubbio… Era lui.

Con gli occhi pieni di lacrime lo abbracciò e comincio a dire dolcemente il suo nome…

Akane “…Ranma … Non posso crederci… sei qui … “ Non stava in se dalla gioia.

Ranma “Akane… non sto dormendo vero? Sei tu e sei qui…in Cina…Com’è possibile?”

Era sorpreso ed emozionato… Non voleva lasciarla, non voleva sciogliere l’abbraccio pieno di urgenza che lo legava a lei. Non voleva perderla.

Si guardarono intensamente.  Lui si stava lentamente avvicinando per annullare finalmente la distanza che da sempre li aveva separati. Cercare di trasmetterle tutto il sentimento che provava, tutto il suo amore. Già … l’amore che aveva represso, che avevano represso per tanto, troppo tempo. Lì, in mezzo al tempio, poteva finalmente dimostrarle il suo amore. Avrebbero finalmente ritrovato la pace.

Monaco “Mmh mmh ragazzi… non è il caso di avere certi atteggiamenti dentro ad un tempio! Andate fuori!”

Fumanti di vergogna si separarono all’istante e si scusarono. Poi lui la prese per mano e corsero fuori.

Appena arrivati nello splendido parco Ranma prese la parola per primo.

Ranma “Akane ma cosa ci fai in Cina? Ti ho scritto nel biglietto che sarei tornato…”

Akane “Ma quale biglietto? Io sono partita poche ore dopo aver parlato con te…”

Ranma “…”

Akane “forse ho capito … siamo partiti entrambi nelle stesse ore… Ranma io non ho mai letto il tuo biglietto!” “Ma tu come sei arrivato in Cina?”

Ranma “Beh vedi… ho chiesto un prestito a Nabiki e mi sono imbarcato su una nave al porto di Tokyo. Tu piuttosto come ci sei arrivata? Dove sei stata?”

Non sembrava che Akane avesse l’aspetto di una che ha viaggiato per giorni in cattive condizioni… Questo lo rasserenò. Era un viaggio lungo, specialmente per una donna, da sola.

Akane “Veramente io sono venuta in aereo … Ho chiesto anche io un prestito a Nabiki”.

Ranma “Dannata Nabiki … perché non me lo ha detto?!”

Akane “Perché ne lei ne nessun altro sa dove io sia … Ho mentito a tutti”

Ranma “Cosa intendi dire?”

Akane “Io ho detto che volevo stare un po’ da sola e andare alle terme… e mi hanno creduto… Anzi, prima ho chiamato il dojo e Kasumi mi ha detto che Ryoga era partito per cercarmi”

Ranma “ah… io non c’ero e quel maiale ha subito approfittato della situazione. Che porco!”

Akane “Ma cosa dici! E’ sempre così gentile e disponibile. Comunque è colpa mia. Avrei dovuto chiamare casa il giorno dopo per dare mie notizie … ma sono stata … ecco.. impegnata…”

Ranma “Impegnata?” “Ma se sei in giro per la Cina!” “Immagino tuo padre in un mare di lacrime, che si aggira come uno spettro per casa… e che mi dà la colpa di tutto…”

Akane “Ma in fondo è colpa tua … anche colpa tua!”

Ranma “Non ti ho mica rapito io e portato in Cina!”

I loro animi si stavano scaldando … come al solito… Nemmeno l’atmosfera del tempio della pace ritrovata poteva fare molto per due innamorati litigiosi come loro.

Però se c’era una cosa che Ranma aveva sempre saputo, era che continuando a provocare Akane non avrebbe mai fatto pace con lei… Così fece quello che avrebbe voluto sempre fare durante i loro battibecchi…

La tirò delicatamente a se e l’abbracciò forte. Ovviamente lei spiazzata da questo gesto, arrossendo si zittì all’istante.

Akane “oh Ranma… mi sei mancato così tanto… Non voglio più stare senza di te!”

Ranma “Non ti lascerò mai Akane… Ma devo raggiungere le sorgenti… E lì è troppo pericoloso per te!”

Akane non era pronta a dirgli di esserci già stata. Non voleva spaventarlo o farlo preoccupare. Così riprese a parlare e gli propose un accordo.

Akane “Ranma capisco benissimo… in fondo sei qui per questo… anche io volevo andare alle sorgenti sai?”

Ranma “Akane è un posto davvero pericoloso… io non ti permetto di rischiare ancora per me …”

Akane “Lasciami parlare… altrimenti ricominceremo a litigare..”

Annuendo Ranma le fece cenno di proseguire.

Akane “Sono stata in giro per tanti giorni Ranma, da sola… Ma adesso sei qui con me… Accompagnami a Shangai. Lì c’è un piccolo albergo che mi ha ospitato al mio arrivo in Cina. I gestori sono davvero delle brave persone. Aspetterò la che tu ritorni dalle sorgenti”.

Lui non capiva, lei non si stava arrabbiando, anzi, voleva solo essere accompagnata a Shangai… Per poi aspettare il suo ritorno. Ritorno da uomo “guarito”.

Ranma “Va bene Akane, faremo come desideri”.

 

Rimasero ancora un po’ a parlare del viaggio che avevano intrapreso. Il loro destino era proprio intrecciato. Avevo quasi le stesse idee. Akane però fu molto brava a non menzionare il suo viaggio fino alle sorgenti e ritorno. Diciamo che la sua storia era “censurata”. Non voleva che Ranma si preoccupasse per lei. E soprattutto non era pronta a svelargli dell’acqua che portava con se.

 

Ormai era ora di cena. Cercarono un ristorantino, e trovarono un posto molto romantico, dove i piccoli tavoli erano illuminati solo dalle luci delle candele.

Per loro non era una novità mangiare insieme e da soli, però così, con il bacio al tempio, gli abbracci e la camminata mano nella mano… Sicuramente era stata una delle giornate più bella della loro vita.

Akane “Ranma oggi è stato come avere il nostro primo appuntamento…” E arrossendo di rimando Ranma rispose “…già Akane… e … sei davvero bellissima!”

Tutto fu’ perfetto. Lui non la offese nemmeno una volta e lei non lo picchiò. Erano così sereni, imbarazzati ed innamorati.

Sembrava che lo stare così lontani da casa, dai loro famigliari impiccioni e soprattutto dai vari pretendenti li avesse finalmente resi “liberi”.

Akane, ormai esperta, trovò l’alloggio per la notte. Era un piccolo alberghetto con solo 10 camere, ma con la zona termale e la piscina coperta. La camera era molto semplice, piccola e con pochi mobili. Il letto era poco più grande di quello in cui dormiva Akane in camera sua.

Ranma “Akane io dormo sul pavimento, non ti preoccupare!”

Akane “Come vuoi Ranma, ma non saltarmi addosso nella notte o te ne pentirai!” Lo disse per abitudine, ma senza prendersi troppo sul serio. E lui le rispose con un sorriso. Si, stavano proprio bene insieme.

Si cambiò in bagno ed indossò il consueto pigiama giallo. Lui aveva la solita tenuta in canottiera e boxer. Le chiese un cuscino e scherzano iniziarono a prendersi a cuscinate. Ridevano come due bambini. Poi Akane senza smentire la sua goffaggine gli cadde addosso.  Si fermarono e rimasero incatenati dallo sguardo l’uno dell’altra.

Ranma “Akane io … ti amo..”

Akane “oh Ranma … ti amo anch’io… da molto tempo”.

Quel “ti amo” sciolse i loro cuori, e gli regalò davvero la pace. Lui le accarezzò il viso e la baciò per la prima volta. Assaporando ogni millimetro delle sue labbra, morbide e profumate. Lei era pronta da tanto ma il cuore le stava scoppiando di gioia. Nemmeno nei suoi sogni più belli aveva immaginato che il contatto con Ranma potesse farla stare così bene. Sentiva la pelle bruciare. Lei lo desiderava, desiderava il suo amore, la sua vicinanza. Era inebriata dal suo odore, che per lei era sempre stato il più sublime.

Ripresero fiato dopo interminabili secondi. Imbarazzati e con gli occhi pieni di emozione. Akane aveva perso una lacrima, di gioia.

Ranma “Akane so di non avertelo mai chiesto nel modo giusto… ma … vuoi sposarmi?”

Altre lacrime le rigarono il bel viso, e senza esitare lo baciò. Un bacio leggero ma ancora imbarazzante per lei.

Ranma “Questo lo prendo per un si?”

Akane “Si Ranma … Voglio sposarti!”

Note: Spero che questo capitolo abbia ripagato almeno in parte l'attesa dell'incotro tra i due "viaggiatori". Non volevate davvero che lui recuperasse quel cappello, vero? 

Buonanotte a tutti e al prossimo capitolo!

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Capitolo 13
*** Un bagno in piscina ***


cap. 13 - Facciamo un bagno in piscina?

Appena arrivati in Cina Obaba aveva portato Mousse nella zona delle pianure, a meno di 100 km dal suo vecchio villaggio.

Non aveva capito a pieno il motivo del mancato ritorno a casa. Obaba gli aveva imposto un duro programma di allenamento per le prossime settimane. Al termine del quale, entrambi avrebbero ripreso la strada di casa.

Ma nella sua mente il pensiero era sempre fisso a lei, la sua Shampoo. Voleva sapere quale sorte le fosse toccata. Anche se si era convinto che non le fosse successo niente di così brutto. Obaba non avrebbe rimandato a casa da sola la sua adorata nipote in caso di una punizione troppo severa.

Obaba “Mousse smettila di sognare ad occhi aperti e vieni qui”

Mousse “Arrivo…”

 

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Drin drin…

Kasumi “Pronto Dojo Tendo”

Ryoga “Buongiorno sono Ryoga”

Kasumi “Ciao Ryoga! Sono Kasumi. Dove sei?”

Ryoga “Sono alle terme di Hakome con Ukyo. Ma qui non c’è traccia di Akane. Voi avete avuto notizie?”

Kasumi “Si Ryoga. Ha chiamato ieri. Ha detto di stare bene e di volere stare ancora un po’ da sola. Ma non vuole farci sapere dove si trova”

Ryoga “Capisco…”

Kasumi “ah Ryoga, le ho detto anche che tu eri partito per cercarla. Ma ha detto di riferire a tutti di smetterla di cercarla, quindi è meglio se rientri a casa. Grazie di tutto!”

Ryoga era perplesso, non si sentiva tranquillo a sapere Akane da sola chissà dove, però allo stesso tempo voleva rimanere ancora un po’ con Ukyo.

Ryoga “Grazie Kasumi. Avviso Ukyo”

Kasumi “A presto Ryoga!”

E canticchiando la maggiore delle Tendo tornò alle faccende domestiche.

 

Ukyo “Allora Ryoga? Novità?”

Ryoga “Ha chiamato dicendo di stare bene ma di voler rimanere ancora un po’ da sola. E di non cercarla”

Ukyo la capiva. Dopo tutto quello che era successo nell’ultimo periodo, era umano pensare di voler stare un po’ da soli e possibilmente lontano dai guai. 

Ukyo “Bene Ryoga. Visto che la ricerca della principessa Akane è terminata… che ne dici di ritornare a casa?”

Assorto nei suoi pensieri sul significato di “ritorno a casa” Ryoga rispose “Come vuoi Ucchan”

E ripresero la strada verso casa, camminando senza fretta.

 

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Lei si svegliò per prima. La sera prima si era addormentata abbracciata a Ranma. Si erano baciati per la prima volta. Ranma le aveva chiesto di sposarla. Ranma le aveva dichiarato il suo amore.

Si era svegliata già da un po’ e stava pensando a come dirgli dell’acqua delle sorgenti.

Così le venne l’idea. Sgattaiolò via dal letto in silenzio, prese una vestaglia e scese nella sala della colazione.

Chiese gentilmente alla cameriera se poteva prestarle una teiera di acqua calda da portare in camera per un the per il suo fidanzato. La ragazza, pensando ad un gesto romantico tra innamorati, acconsentì subito.

 

Tornò in camera e preparò l’occorrente. Senza fare rumore aprì la bottiglia d’acqua e si preparò al tiro. Aveva una sola possibilità e non voleva sprecarla.

 Svuotò tutta la bottiglia di acqua miracolosa sulla testa del moro… e con gesto fulmineo iniziò a svuotare anche la teiera fumante.

Ovviamente lui si svegliò di colpo.

Ranma “Akane ma che accidenti ti prende? Non potevi svegliarmi più dolcemente?!”

Akane “E dai Ranma… Le vecchie abitudini sono dure a morire…E poi era acqua calda!”

Ma lui non le diede il tempo di reagire e la trascinò sul letto, abbracciandola e baciandola.

Ranma “Intendevo che preferisco un risveglio così!”

Akane “Pervertito!”

Ranma “Maschiaccio!”

Le risate armoniose dei due piccioncini invasero la stanza.

 

Poco dopo scesero a fare colazione e Akane restituì la teiera. Ranma non si era accorto di nulla e Akane aspettava il momento propizio per fargli scoprire la verità.

 
Akane “Ranma ti va di andare a vedere la piscina dopo colazione?”

Ranma “Akane ma se non sai nuotare?”

Akane “E dai… magari l’acqua non è tanto alta… e poi se dovessi avere problemi tu mi salveresti, no?”

Ranma “Se proprio ci tieni. Ma adesso facciamo colazione. Ho una fame da lupi!”

 

 

Akane “Ranma guarda che bella piscina! Sul fondo della vasca c’è l’immagine di un sole!”

Ranma “Si … è bello … (anche tu sei molto bella…)” Era arrossito come un bambino. Si ritrovava da solo con Akane in quella piscina al coperto. Con lei con indosso solo un bikini rosa che lasciava poco spazio all’immaginazione. Erano soli ma lui continuava a sentirsi in imbarazzo. Inoltre non poteva nemmeno permettersi di fare il bagno con lei senza trasformarsi in Ranko… Ma tutto questo sarebbe finito presto. Stava per tornare alle sorgenti.

 

Akane “Ranma perché fai quella faccia triste? Non ti piace la piscina?”

Ranma “Certo che mi piace… ma non posso entrarci..”

Akane “E perché?”

Ranma “Non voglio trasformarmi in ragazza … qualcuno potrebbe vedermi…”

Akane “Dai Ranma… ci siamo solo noi due!” “Prendimi”

E con fare provocatorio gli lanciò l’asciugamano e cominciò a correre sul bordo della vasca.

Un attimo di distrazione, forse anche un po’ volontaria, ma inciampò cadendo nel punto più profondo della piscina.

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Capitolo 14
*** Ritorno a Shanghai ***


cap. 14 - Ritorno a Shangai

Ritorno a Shangai

 

Ranma “Akane attenta!”

Senza pensarci un momento di troppo, si tuffò subito per salvarla.  Dopotutto il suo maschiaccio non sapeva nuotare.

 

La abbracciò teneramente. “Akane devi stare più atten…”

La stava sgridando, ma si fermò a metà della frase… La sua voce, il suo corpo… Era ancora un ragazzo, nonostante l’acqua della piscina fosse quasi fredda.

 

Akane “oh Ranma!”

Lo abbracciò ancora più forte. Era davvero felice. Finalmente la maledizione, che tante pene aveva causato, era stata cancellata.

 

Ranma “Akane ma che succede? Non mi sono trasformato!”

Akane “Lo vedo… anzi lo so!”

Ranma “Che vuole dire lo so? Cosa mi hai fatto?”

Akane “Vedi io …ecco io … stamattina ti ho bagnato con l’acqua …”

Ranma “Si mi hai svegliato con la teiera… Ma poi?”

Akane “Lasciami spiegare!” Stava già andando su tutte le furie. Possibile che Ranma non la lasciasse mai finire un discorso, anche se serio.

Akane “Questa mattina ti ho prima bagnato con l’acqua del ragazzo affogato e subito dopo con dell’acqua calda!”

Ranma “Ma dove hai preso quell’acqua? Non è che ti hanno venduto un altro trucchetto cinese momentaneo?”

Akane “No Ranma… è proprio l’acqua giusta… L’ho presa io alle sorgenti!”

 

Ranma non poteva credere alle sue orecchie. Non si sarebbe più trasformato. Lei lo aveva guarito. Lei era andata alle sorgenti. Lei … lei cosa?

Ranma “Akane ma non dovevi! Sono pericolosissime!”

Akane “Forse per te. Io non ho avuto problemi, anzi, ho anche spedito una botte di acqua in Giappone per gli altri!”

 

Rimasero in piscina ancora per una buona ora. Parlarono a lungo del viaggio che aveva intrapreso Akane e dei motivi che l’avevano spinta a farlo da sola.

Ranma sprizzava gioia da tutti i pori ed appena ebbero finito il lungo chiarimento cominciò a tuffarsi in piscina,  uscire, fare la doccia calda, poi fredda… Sembrava un bambino al parco giochi. Tutta la situazione gli sembrava un sogno. Un bellissimo sogno dove aveva ottenuto le due cose per lui più importanti, Akane e la ritrovata “virilità”.

 

 

Felici come mai prima d’ora, lasciarono il piccolo albergo e mano nella mano presero l’autobus che li avrebbe riportati a Shanghai. Era l’inizio di una nuova vita. La loro vita insieme.

 

In tarda serata arrivarono alla fermata di fronte all’aeroporto. Akane aveva parlato a Ranma dell’hotel che l’aveva ospitata al suo arrivo in Cina. E aveva deciso di pernottare nuovamente la per la notte.

 

Signora Yasuko “Oh Akane! Sei tornata! Ma chi è questo bel ragazzo?”

Akane “Buonasera signora Yasuko. Questo è Ranma, il mio fidanzato. Ci siamo ritrovati per caso a Suzhou e adesso siamo di ritorno insieme”

Signora Yasuko “Mi fa molto piacere vederti più serena cara ragazza!” “Vi serve una camera per la notte?”

Akane rispose affermativamente.

Yasuko “Bene, però la camera dell’altra volta è un po’ troppo piccola per due. Vi daremo una matrimoniale”

Ranma arrossì, non era ancora a suo agio a fare il fidanzato, figuriamoci a farsi dare una camera matrimoniale.

Akane “Grazie signora Yasuko!”

 

La stanchezza del viaggio li fece desistere dall’uscire a fare una passeggiata per Shanghai, anche se Akane avrebbe tanto voluto portare Ranma a visitare le cose che lei stessa aveva visto nel suo piccolo tour. Però pensò che magari il giorno dopo ci sarebbe stata occasione. Dopotutto non aveva programmi per il ritorno a casa.

 

 

 

Stava facendo un bagno caldo e non riusciva a togliersi dalla testa la faccia felice del suo maschiaccio quando aveva confessato di averlo “liberato” dalla maledizione. Il grande Ranma Saotome stavolta era stato battuto. Battuto sul tempo e nella forza di volontà, ma non gli pesava, visto che a batterlo era stato proprio la sua Akane.

Adesso però rimaneva ancora una cosa da sistemare. Rimettere apposto anche la faccenda del matrimonio. Lui manteneva sempre le promesse!

Imbarazzato dai suoi pensieri si immerse con la testa tra le bolle del bagnoschiuma, dopotutto non doveva più preoccuparsi dell’acqua che si raffredda.

 

 

Dormirono ancora una volta abbracciati teneramente, ma al mattino fu Ranma a svegliarsi per primo. Un risveglio dolcissimo con lei appoggiata al suo petto. Quanto aveva aspettato per questo, quanto lo aveva desiderato?

Osservava il suo viso, il naso piccolo e le labbra proporzionate. Scese ancora un po’  con lo sguardo, ma senza sfiorarla. Come aveva fatto a definirla piatta come una tavola e vita larga? Akane aveva un seno pieno anche se non grandissimo e una vita piccola piccola. Era perfettamente proporzionata. Minuta ed atletica, proprio come un’artista marziale dovrebbe essere. Lei era perfetta per lui.

 

La risveglio con un dolce bacio sulla fronte “Buongiorno Akane”

Lei aprì piano gli occhi e gli sorrise,  ricambiando  “Buongiorno Ranma”

Si, si stava abituando alla sua presenza così vicina, non si sentiva più così in imbarazzo anzi, adesso sembrava non essersi svegliata mai in altro modo.

 

Ranma “Akane so che ieri parlavi del giro della città che hai fatto pochi giorni fa. Che ne dici di mostrarmelo? Non mi va di ripartire per Nerima subito … e poi qui si sta così bene… (senza i soliti scocciatori)… C’è un aria così famigliare…”

Akane “… Ranma … (anche io non voglio ritornare ancora alla vecchia vita) … non c’è fretta… Io non ho speso molto dei soldi che mi ha prestato Nabiki. Penso che bastino per fermarsi ancora un po’ e per il viaggio di ritorno”

 

Era davvero felice della richiesta di Ranma. Nessuno dei due moriva dalla voglia di ritornare subito a casa. L’aria della Cina stava facendo davvero miracoli per la loro relazione e sotto sotto aveva paura che tornando a casa svanisse tutto per lasciare il posto alla vecchia vita.

 

Ranma “Bene!” “Dai andiamo a fare colazione!”

Adorava vederla felice e spesso non si rendeva conto che per farlo bastava davvero poco. Vedere il suo sorriso non avrebbe mai avuto prezzo. Era sicuro come non mai che lei fosse il suo destino. Che il destino di entrambi fosse stare insieme.

 

 

Yasuko “Buongiorno ragazzi! Siete mattinieri vedo”

Ranma “Buongiorno signora Yasuko. Già, l’aria di Shanghai mi fa bene (e la presenza così vicina di Akane mi fa dormire poco), è così diversa da casa”

Akane “Buongiorno signora Yasuko. Come sta oggi?”

Yasuko “Bene ragazza mia. Vi ho preparato il tavolo d’angolo, vicino alla finestra.”

Akane e Ranma “Grazie…”

 

Finito di mangiare Akane decise di salire in camera per prima, per prepararsi con calma. Voleva essere bellissima per la gita con Ranma.

Lui invece si fermò a mangiare ancora qualche dolcetto cinese, fatto in casa dalla padrona dell’albergo.

Yasuko “Vedo che sei ghiotto dei miei dolci ragazzo!”

Ranma “Sono squisiti signora. Grazie” (magari un giorno anche la mia Akane sarà brava in cucina...)

Yasuko “Se ti serve qualcos’altro chiedi pure”

 

Ranma era in imbarazzo ma anche molto determinato.

Ranma “La ringrazio… effettivamente mi servirebbe un’informazione ed un favore”

 

 

Non vedendolo rientrare in camera scese a cercare quel mangione del suo fidanzato.

Akane “Ranma … Ranma … che fine hai fatto? Ti stai ancora ingozzando di dolci?”

Sbucando da un corridoio la signora Yasuko la spaventò.

Yasuko “Akane calmati… Ranma è stato così gentile da accompagnare mio marito per delle commissioni. Non ti dispiace, vero?”

Akane “No certo, solo avrebbe potuto avvisarmi…” Pensò che il suo Ranma fosse sempre il solito. Non la teneva mai abbastanza in considerazione.

Yasuko “Allora dopo farò una bella ramanzina a mio marito per il comportamento assai poco cortese che ti ha riservato!”

Sembrava quasi averle letto nel pensiero. Akane sorrise, non poteva certo arrabbiarsi con una signora così gentile. Ma di sicuro l’avrebbe fatta pagare al fidanzato al suo ritorno.

 

 

 

Durante la mattinata, ed in attesa del rientro degli uomini, Akane aiutò la signora Yasuko con le mansioni dell’albergo. In particolare le venne affidato il compito di riapparecchiare i tavoli della sala da pranzo.

Aveva accettato volentieri, si sentiva molto “a casa” nel piccolo albergo. I gestori l’avevano accolta come se fosse stata una lontana parente.

 

 

Nel frattempo Ranma era rientrato con il signor Yan. Avevano preferito l’ingresso sul retro così che Ranma potesse tornare in camera per cambiarsi.

 

Signor Yan “Yasuko sono tornato!”

Akane si sporse per scorgere il fidanzato, ma rimase delusa. “Salve signor Yan”

Yan “Ciao Akane. Se stai cercando Ranma è già andato in camera.”

Akane “Grazie. Finisco ancora un lavoretto e vado da lui”

Yan “Bene Akane. Ah, quasi dimenticavo, questa sera nel quartiere si festeggia la festa della dea della purezza. Vi unirete a noi?”

Akane “Veramente saremmo dovuti andare in aeroporto per cercare un volo per rientrare in Giappone”

Entrando con il grembiule da lavoro la signora Yasuko prese la parola “Ma se non avete ancora il biglietto potete fermarvi ancora un giorno! Vi regaliamo noi il pernottamento! E poi dicono che questa ricorrenza porti tanto fortuna alle giovani coppie! Rimanete come nostri ospiti, abbiamo un’area riservata in quanto albergatori”

E strizzò l’occhio in segno di intesa per Akane, ma anche per suo marito.

Yan “E poi a Ranma sembrava interessare, ne abbiamo parlato prima”

Akane “Allora se a lui va bene, possiamo restare ancora un giorno. Vado a prepararmi.”

 

Yasuko “Ancora una cosa Akane, le donne devono essere tutte vestite di bianco! Mi raccomando! E’ di buon auspicio!”

Akane “Vedrò cosa posso fare allora!”

 

 

 

Non era sicura di aver portato qualcosa di completamente bianco, doveva controllare. E poi moriva dalla voglia di riabbracciare Ranma. Salì le scale quasi correndo e aprì piano la porta della camera.

Lui l’aspettava, occhi negli occhi. Il blu profondo di lui nel mare di cioccolato di lei. Erano stati lontani solo poche ore e ad entrambi era sembrata un’eternità.

 

Ranma “Akane …”

Akane “Oh Ranma … mi sei mancato… non sparire più senza avvisarmi Baka!”

Ranma “Scusa, non volevo farti preoccupare. Perdonami”

E per suggellare meglio la richiesta di clemenza la baciò con passione. La strinse forte e con le mani le accarezzò la schiena, scendendo quasi sul fondoschiena. Forse tutte quelle emozioni erano troppo per lui. Sapeva di desiderarla con ogni centimetro del suo corpo, ma si imponeva di aspettare. Non voleva anticipare i tempi.

 

Ripresero fiato e Akane espresse la sua preoccupazione sull’abbigliamento da tenere. Non aveva mai curato esageratamente il suo aspetto, ma ci teneva a fare bella figura.

Akane “Ranma ci hanno invitato a questa festa ma io non credo di avere niente di bianco da indossare”

Ranma  arrossendo un po’ “Non ti preoccupare. Mentre ero in giro per le commissioni del signor Yan ho visto questo in una vetrina…”

E spalancando l’armadio la lasciò senza fiato. Le aveva comprato un bellissimo abito bianco. Lungo e con le spalle scoperte. Con un corpetto pieno di piccoli cristalli azzurri e candida stoffa svolazzante fino a terra.

Akane “… è stupendo Ranma!”

Ranma “Lo so… ma impallidisce al confronto con la tua bellezza Akane”

 

Non era abituata ai suoi complimenti e forse non lo sarebbe stata mai, ma il pensiero di lui che le compra un vestito per la festa era qualcosa di indescrivibile. Una gioia enorme la cullava.

 

Ranma “Dai maschiaccio… vai a prepararti! Stasera sarai la più bella della festa!”

 

Lui si preparò in pochi minuti. Indossò abiti tradizionali cinesi. Una casacca bianca con le polsiere blu ed i soliti pantaloni neri. Da uomo non aveva bisogno di molto per essere pronto.

Ranma “Akane io scendo nella hall. Ti aspetto in fondo alle scale!”

Akane “Arrivo subito… sono pronta… “ Ma lui era già scappato.

 

Akane si sorprese della sua immagine nello specchio, si era leggermente truccata ed  aveva un aria così eterea. Sembrava quasi una sposa occidentale. Le scappò un sorriso. Non vedeva l’ora di celebrare nuovamente il loro matrimonio e senza intoppi. Magari avrebbe anche potuto indossare di nuovo questo splendido vestito.

 

E con questi pensieri, comincio a scendere le scale con fare incerto sui tacchi.

 

Ranma l’aspettava come promesso in fondo alle scale. Lei scendeva come se fosse un angelo. Il tessuto leggero del vestito sembrava mosso dal vento. Era bellissima. Ed il suo cuore dapprima agitato, adesso era impazzito di battiti.

Le porse la mano per farle da appoggio per l’ultimo scalino. Poi estrasse dalla tasca una scatolina blu, si inginocchiò e l’apri con le mani tremanti.

 

Ranma “Akane vuoi diventare mia moglie?”

Akane era imbarazzata ed emozionatissima. Lui le stava chiedendo di nuovo di sposarla, in ginocchio come nei film romantici. E lei lo amava follemente.

Akane “Oh Ranma … SI!”

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Capitolo 15
*** 4 giugno ***


cap. 15 - 4 giugno
4 giugno

Ranma “Bene … allora andiamo!” La prese per mano e con dolcezza la portò fuori, in cortile.

 

Il portico era adornato di luci bianche. In fondo troneggiava un altare, dietro al quale faceva bella mostra di se un monaco.

Lui la guardò dritto negli occhi. “Sposiamoci adesso, subito! Non voglio che nessuno ci rovini il matrimonio, mai più.”

Akane “Ma Ranma, la nostra famiglia non è qui con noi”

Ranma “Akane lo so, ma ogni volta che ci sono loro nei paraggi qualcosa tra noi va male, o arriva qualcuno ad ostacolarci. Approfittiamo del momento. E’ tutto così perfetto”

Akane con  un po’ di titubanza “Va bene Ranma…” In fondo anche lei lo desiderava tanto, anzi con tutta se stessa.

 

Yan e Yasuko “Viva gli sposi!” Fecero volare una miriade di petali di rosa bianchi e blu alla fine dell’intima cerimonia.

 

Mancavano i loro famigliari, ma tutto il resto dal vestito, ai fiori all’atmosfera… Tutto era perfetto. Ranma aveva organizzato il matrimonio, come aveva promesso. E per una volta nessuno aveva interrotto. L’unico clik che avevano sentito era quello del fotografo che aveva immortalato la cerimonia. Ranma lo aveva ingaggiato per avere un ricordo da mostrare a tutti al loro rientro. Era proprio fiero di se, e di come aveva organizzato il tutto.

 

I gestori gli avevano preparato un gazebo adornato di fiori, dove avevano avuto la loro prima cena da sposi. Ma gli avevano anche lasciato le chiavi di una dependance che sarebbe stata la loro suite per la prima notte di nozze.

Erano imbarazzati ma ebri di felicità. Finalmente erano marito e moglie e nessuno poteva più intromettersi.

 

Arrivò l’ora di scoprire com’era la suite. In verità avevano tardato molto a tavola. Avevano addirittura fatto una lunga passeggiata nel parco poco distante dall’hotel.

Erano davvero felici ma avevano paura. Nelle loro menti riecheggiavano le parole dei padri che li incoraggiavano a dargli l’agognato erede.

 

Arrivati alla porta Ranma la prese in braccio.

Akane “Ranma che fai?”

Ranma “Ti porto in braccio oltre la soglia! E’ la tradizione!”

 

Sorridendo lei si appoggiò al petto di lui. Felice ma timorosa. Sentiva il suo corpo percorso da piccole scosse. E sentiva teso anche il corpo di lui.

Ranma “Akane stai tremando. Hai paura? Guarda che se non vuoi non dobbiamo … ecco … fare …”

Akane “No Ranma… non ho paura. Sono solo emozionata… sai … la nostra prima notte da marito e moglie”

Arrossirono entrambi al pensiero di tutto quello che voleva dire essere “marito e moglie”.

 

 

----- ----- -----

 

Varcata la soglia la fece scendere. Era una dea illuminata dalla luce della luna. Un angelo venuto solo per lui.

Senza parlare cominciò ad accarezzarle il viso, la baciò su una guancia, leggermente sulle labbra… per poi scendere sul collo.

 

Lei lo fissava dritto negli occhi, scintillanti pozze blu, cariche di emozione. Lo amava alla follia, e con follia si erano sposati di corsa quella sera.

 

Si stavano lasciando andare, erano soli, solo loro due e tutto il resto del mondo lontano. Il resto del mondo non poteva interromperli o disturbarli.

 

Il tempo si era fermato. Non sapeva che ore fossero ne da quanto tempo erano entrati. Incatenata all’oceano degli occhi di Ranma. Non sapeva nemmeno bene come avessero fatto a finire sul letto.

 

Ranma “… Akane… se non sei sicura possiamo anche aspettare…” Si vergognava dei suoi desideri ma non voleva turbarla o forzarla.

Akane “Se non sono sicura? Di cosa stai parlando …”

Ranma “Ecco… dell’erede … “

Akane “Ranma sei proprio un baka! Ti amo e adesso sono tua moglie… e poi non nasce “un erede” ogni volta che due persone … ecco … si avvicinano troppo”

Non sapeva come parlare con lui. Non aveva paura di lui, era solo emozionata.

Tutte queste emozioni, la loro prima notte di nozze. Una giovane donna come lei aveva il diritto di essere imbarazzata.

 

Ripresero a coccolarsi e tra un bacio e una carezza si ritrovarono con solo il leggero pizzo dell’intimo di lei ed i boxer di lui.

Lui le aveva sfilato il leggero vestito di dosso con una tale delicatezza, neanche fosse fatta di cristallo. Ma la paura stava lentamente svanendo, per lasciare il posto ai desideri mai espressi. Alla voglia di essere amati dall’altro. Non aspettavano altro.

 

Erano stati così timidi da imbarazzarsi al minimo contatto per anni, ma adesso che si appartenevano, legati in matrimonio, volevano diventare una cosa sola. Non riuscivano più ad aspettare. Si desideravano. Si erano sempre segretamente desiderati.

 

 

Ranma cominciava a sentire il suo corpo che si preparava alla sfida più grande della sua vita. Non era preparato, non aveva esperienza. Però era pronto, deciso a farsi guidare dall’istinto, dal suo amore.

Akane non aveva paura, sapeva che entrambi avrebbero imparato insieme ad amarsi anche così. Per rompere poi l’esitazione di lui… “Ranma io non ho paura… Ti amo”.

Lui le sorrise e stingendola con più ardore cominciò la lenta esplorazione del corpo di lei. Corpo che lui conosceva e desiderava dal primo giorno.

 

Quella sarebbe stata davvero una lunga notte per i due novelli sposi …

 

 

----- ----- -----  

Ormai erano passati 10 giorni dalla partenza di Akane. Lei aveva chiamato una seconda volta per dire che aveva deciso di fermarsi per un periodo (forse un po’ lungo) in una località turistica, e di aver trovato un lavoretto in un piccolo albergo. Non aveva aggiunto altro e non aveva chiesto di Ranma.

 

Il giovanotto invece non aveva chiamato, ma nessuno si preoccupava troppo, anche perché se rimaneva lontano da casa non poteva scoprire della “fuga” di Akane.

 

La famiglia aveva ripreso la sua routine quotidiana, anche se c’era effettivamente troppo silenzio senza i due giovani.

 

Nabiki era in camera sua a cercare qualche vecchia foto ancora utilizzabile per spillare soldi a Kuno. La partenza di entrambi le era davvero costata cara tra il prestito ed i mancati guadagni. Doveva inventarsi qualcosa!

 

Toc Toc

Kasumi “Nabiki posso entrare?”

Nabiki “Entra pure Kasumi! Ti serve qualcosa?”

Kasumi “Veramente è arrivata posta per me e per te. Io ho aperto la mia busta subito ma volevo darti in privato la tua.”

Nabiki si mise ad esaminare l’insolita missiva… Portava il timbro postale della Cina!

Nabiki “Che strano … non saranno notizie di Ranma?”

Kasumi sorridendo “Dai aprila! La tua è più grande della mia!”

Nabiki “Ma tu cos’hai ricevuto?”

Kasumi “Una fotografia. Ma te la mostrerò solo dopo aver visto cosa c’è nella tua busta”

Nabiki cominciava a diventare sospettosa. Aprendo la busta però le saltò all’occhio la bella calligrafia… Non aveva dubbi, era di Akane.

 

Entrambe rimasero allibite dal contenuto. Kasumi aveva ricevuto una sola foto ed un biglietto con delle istruzioni. Ma a Nabiki erano state inviate almeno 10 foto.

Kasumi “Oh Nabiki non è stupendo? Sono così carini!”

Nabiki stava calcolando mentalmente quanto il tesoro che aveva in mano potesse fruttarle. “Già sono proprio carini” (e me l’hanno fatta sotto al naso quei due!).

 

Kasumi “Ora vado a preparare il pranzo. Nel mio biglietto c’era scritto di comunicarlo alla famiglia riunita. Sono così felice per loro!” E tornò nel suo regno canticchiando.

 

Nabiki guardò con attenzione tutte le fotografie. Arrivò alla foto del bacio degli sposi. La girò e dietro trovò un messaggio per lei.

 

“4 Giugno

Con questo considera il nostro debito estinto. Fanne buon uso.

Akane e Ranma”

 

Nabiki sorrise, la sua giornata stava decisamente migliorando. Era davvero felice di essere stata proprio lei a dare questa possibilità ai novelli sposi.

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Ritorno a Nerima ***


cap. 16 - Ritorno a Nerima

Il torneo e la vittoria di Moousse

 

Si era svegliata all’alba, anzi era come se non avesse dormito per niente. Ormai era arrivato il giorno del torneo e doveva guardare in faccia il suo destino.

Il consiglio aveva fatto in modo che potesse allenarsi tutti i giorni e lei non aveva opposto nessuna resistenza.

Erano stati i 15 giorni più lunghi della sua vita, forse proprio perché sapeva di non poter più fare niente per il proprio destino, per la propria felicità.

 

Nella solitudine della sua dimora aveva avuto modo di ripercorrere la sua vita, riflettere su tutto e tutti. Aveva compreso appieno la situazione con Ranma. Forse non lo aveva mai amato, era solo infatuata dell’immagine forte di lui e accecata dagli specchi delle sue leggi. Dogmi che adesso richiedevano il prezzo più alto, la sua libertà.

 

Bussarono alla porta. Era la sua allenatrice che veniva a prenderla per il torneo.

Shampoo “Mi batterò con onore con chiunque sia venuto qui per sfidarmi. Che le danze abbiano inizio!”

 

 

Obaba si guardava attorno con fare sospetto. Non aveva voluto incontrare la nipote prima del torneo e questa decisione le era costata davvero parecchio. Però voleva seguirlo, lei non l’aveva mai abbandonata davvero. Aveva pregato per la sua sorte e la sua anima sempre. Le era costato tantissimo dividersi da lei.

 

I concorrenti fecero il loro ingresso. Erano 5 uomini dalla corporatura massiccia che si intravedeva sotto i pesanti abiti cerimoniali. La tradizione voleva che indossassero le uniformi da combattimento del villaggio e una maschera sul viso. Maschera che, sempre nella tradizione, doveva celare la loro vulnerabilità… la loro “paura” delle donne guerriero.

Shampoo sorrise, preferiva non sapere che volto avessero i suoi sfidanti. Ormai per lei uno valeva l’altro.

 

Il regolamento del torneo prevedeva che gli uomini si sfidassero tra loro, e solo il vincitore acquisisse il diritto di sfidare l’amazzone. Dopotutto non c’erano troppe regole da rispettare per questo evento “eccezionale”.

 

Dopo poco più di un’ora finalmente era arrivato il momento della sfida finale tra gli ultimi due combattenti. Uno dei due sarebbe stato quello che doveva battersi con lei.

Li studiava. Seguiva tutti i movimenti. Erano apparentemente simili con l’abito della sfida, ma uno dei due aveva il netto predominio sulla gara. Lo aveva studiato bene negli scontri precedenti, aveva battuto tutti senza sembrare mai affaticato. E adesso stava battendo il suo ultimo avversario senza sforzarsi particolarmente.

Ne era sicura, lui sarebbe stato il suo avversario, il suo terribile antagonista.

 

Visto la sua particolare situazione, il capo villaggio Moiura aveva imposto una modifica del regolamento solo per l’ultima sfida. L’uomo vincitore doveva riuscire solo a toccarla in combattimento, non era necessario sconfiggerla. Se ci riusciva acquisiva il diritto di prenderla in moglie. In caso contrario avrebbe continuato il torneo con le stesse modalità anche il giorno a seguire, fino a quando non fosse giunto un uomo degno di lei.

 

Dong. Dong. Dong.

 

L’incontro era finito e come aveva previsto era proprio il più temibile ad aver vinto.

Lei si alzò di scatto.  Lentamente e  con un velo di dispiacere salì sul ring, si inchinò al suo avversario che ricambiò il gesto e si mise in posizione d’attacco. Prima iniziava l’incontro e prima sarebbe finito questo brutto incubo.

 

Lui sorrise da dietro la maschera. Sapeva di non poter essere visto, era grato di poter celare le sue fattezze. Non voleva farle male, in fondo sarebbe bastato riuscire a toccarla una volta.

Lei partì subito all’attacco e lui schivò con un agile salto il colpo. Non la attaccava, sembrava studiare i suoi movimenti. Erano tornati veloci e pericolosi come un tempo, come prima della partenza della bella amazzone.

Poi decise di smettere di titubare. Nel momento in cui lei spicco un salto dritto verso il suo viso, lui l’afferrò per un polso con una mano, mentre con l’altra la spinse a terra.

Era finita. L’aveva battuta così, semplicemente e senza troppa violenza.

Le porse la mano ma lei la respinse.

 

Moiura “Bene signori. Il torneo può dirsi concluso. L’uomo mandato dal villaggio fratello ha sconfitto Shampoo ed acquisito il diritto di prenderla in moglie. Questa sera celebreremo subito l’unione tra questi due giovani ragazzi. Questa è la nostra legge!”

 

Shampoo corse via in lacrime. Tutto ormai era inutile ai suoi occhi.

Lui la inseguì subito, facendo un cenno alle guardie del corpo di lei. Se ne sarebbe occupato da solo.

 

Obaba nascosta dietro al pubblico sperò con tutta se stessa che la nipote potesse vedere la retta via in questa situazione. Più tardi sarebbe andata anche lei a parlarle. Ora doveva presentarsi ad udienza dal capo villaggio Moiura. E si avviò saltellando sul suo bastone.

 

 

Si buttò sul letto, il suo bellissimo viso era rovinato dal trucco, ormai sciolto dalle lacrime.

Lui bussò ma senza attendere la risposta entrò subito. Si sedette accanto a lei sul letto.

“Non piangere Shampoo. Io non ti farò del male, mai”

Shampoo era sconvolta, troppo per capire quella frase, troppo per classificare la voce o il significato.

Shampoo “Non capisci! La mia vita è segnata. Ed io non so nemmeno chi sei. Togliti quella dannata maschera!”

Non fece in tempo a finire la frase che gliela strappò lei stessa.

Occhi negli occhi, le manco il respiro per l’emozione. I suoi occhi verdissimi la fissavano con dolcezza.

Mousse “Shampoo io ti ho sempre amato. Non ti farei mai del male”

E così facendo la strinse a se e la bacio dolcemente. Lei non si ribellò e subito dopo cedette, ricambiando il gesto.

Lo abbracciò con una tale urgenza, come un bisogno di dire tutto, di essere tutto, tutto quello che non era mai stata.

 

Obaba “Ragazzi scusate l’intrusione. Mousse lasciaci un attimo sole, avrai tempo per stare con la tua futura sposa!”

Non oppose resistenza, anche se il distaccarsi dalle braccia di lei fu difficile come smettere di respirare.

Mousse “Vi aspetto in cucina”

 

Shampoo “Bisnonna io… “

Obaba “Cara nipote lascia che sia io a spiegarti tutto. Il consiglio … “

Fu un racconto lungo, dovevano chiarirsi su tante cose le due donne. Ma quando finalmente uscirono da quella stanza, una nuova luce aveva illuminato il viso di Shampoo.

 

Shampoo “Mousse grazie di tutto. Stasera ti sposerò senza oppormi”

Lui sorrise ancora. Il suo cuore non smetteva di correre. Finalmente aveva baciato la sua amata Shampoo, lei non lo aveva respinto e adesso aveva “acconsentito” a sposarlo. Non che avesse molte possibilità di scelta, però non si era opposta.

 

Obaba “Mousse vai a prepararti per la cerimonia. A lei ci penso io!”

 

E corse via.

 

6 mesi dopo …

 

 

Nabiki “Buongiorno sorellona! Cosa c’è per colazione?”

Kasumi “Buongiorno Nabiki. Oggi ho dei deliziosi dolcetti cinesi che ci hanno spedito Akane e Ranma!”

Nabiki “Ma ancora non hanno deciso di rientrare? Chissà cosa ci trovano nel vivere in Cina quei due. Ormai sono sposati da quasi sei mesi!” (ed io ancora non ho potuto approfittare a dovere della situazione…)

 

Soun “Su su Nabiki, vedrai che torneranno presto. Lasciali godere ancora un po’ della luna di miele. Poi li attende la palestra! Torneranno!”

Genma “Hai ragione amico mio. Manterranno la parola e porteranno avanti le tradizioni della nostra scuola di arti marziali indiscriminate!”

Soun “E poi noi vogliamo l’erede…”

 

Nabiki “Io non sono così sicura che quei due possano riuscire ad avere tanto ardore da darvi l’erede”

Soun in lacrime “No… la mia bambina … “

 

Kasumi sentendo aprirsi il portone si avviò in corridoio e annunciò “Abbiamo ospiti. Sta entrando qualcuno…”

Corsero tutti all’ingresso e per un attimo nessuno ebbe il coraggio di parlare.

 

Ranma ed Akane erano immobili all’ingresso. Quasi aspettassero il permesso per mettere piede in casa.

Akane “Papà, Kasumi, Nabiki, signor Genma… sono così contenta di rivedervi!”

Soun “Bambina mia…” Stava già inondando di lacrime la casa.

Ranma “Papà non sei contento di vedermi?”

Genma “Figliolo sono fiero di te! Finalmente hai fatto l’uomo e sposato Akane”

Ranma ed Akane arrossirono. Ormai erano abituati alla loro condizione di coniugi, anche troppo bene. Ma trovarsi a casa, nella loro casa, e con tutta la famiglia intorno dava loro una strana sensazione.

 

E poi ormai era tempo di tornare.   

 

Kasumi “Oh.. ma che maleducati che siamo. Andiamo a tavola e raccontateci tutto davanti ad una tazza di the”

 

Poco dopo tutti erano accomodati nelle solite posizioni. Ranma aveva raccontato la storia del suo viaggio in nave e di come Akane avesse viaggiato da sola per le sorgenti.

Ormai tutti erano guariti grazie all’acqua spedita da Akane.

Nei mesi passati insieme in Cina Ranma aveva detto la verità ad Akane anche su P-Chan. Ma lei aveva reagito meglio del previsto. Forse stare lontani, in un ambiente neutrale, le faceva davvero bene.

 

Akane “E gli altri sono guariti tutti? Mousse e Ryoga?”

Nabiki “Bhe penso di si. Abbiamo seguito le tue istruzioni ma quando è arrivata la botte Mousse, Obaba e Shampoo non erano più in Giappone”

Akane “…ah…”

Kasumi “Ma ho sentito dire che il ristorante ha riaperto un mesetto fa. Perché dopo non passate a salutare? Sono sicura che sarebbero felici di rivedervi!”

Kasumi era la solita brava persona che pensa sempre al bene. Chissà come avrebbe preso Shampoo il loro matrimonio, ed il loro ritorno a casa.

 

Ranma “Bhe vedremo … Akane è un po’ provata dal viaggio… emh… siamo un po’ provati. Forse sarebbe meglio rimandare le visite di cortesia”

 

Nabiki un po’ sospettosa “Che c’è Ranma sei appena tornato ed hai già paura di Shampoo? Non ti facevo così codardo. Soprattutto ora che siete sposati. Ormai le tue fidanzate hanno capito sai”

Akane intervenendo a difesa del marito “Nabiki lascialo stare. Sicuramente passeremo a salutare tutti, con calma”

 

Nabiki si chiese da quando Akane fosse così pacifica. Aveva una luce strana negli occhi. Non l’aveva mai vista così radiosa.

Nabiki “Se la pensi così. Comunque alcune delle tue fidanzate si sono rifatte una vita Ranma”

Kasumi “Parli di Ukyo vero? Sono così carini”

 

Ranma “Sono così carini?”

Kasumi “Si, Ukyo e Ryoga! Si sposeranno la prossima settimana nel tempio della volpe rossa. Ci hanno anche mandato l’invito!” “Ryoga sarà contento di rivedervi”

 

Ranma ed Akane si guardarono sorridendo. Avevano sperato che quei due trovassero pace e magari anche che finissero per stare insieme ma non avevano certo immaginato tanto.

 

Ranma “Allora dobbiamo passare a trovarli e farci raccontare…”

Akane “Ranma …”

Ranma “…dopo aver riposato un po”.

 

Kasumi “Ragazzi noi vi abbiamo preparato la vecchia camera di papà. E’ giusto che la camera padronale adesso passi a voi”

Akane “Kasumi grazie. Grazie a tutti”

 

Ranma “Signora Saotome posso permettermi di portarti in braccio in camera. Ti sei affaticata abbastanza per oggi!”

 

Nabiki “Ma cosa state dicendo voi due? Cosa succede?”

 

Possibile che non si fossero accorti di nulla. Akane aveva sempre indossato abiti non troppo aderenti ma ormai, quasi al quinto mese era abbastanza evidente la situazione.

 

Ranma “Akane ma non gli hai detto nulla nelle tue chiamate…”

Akane in imbarazzo “…veramente no… avevo paura di come avrebbero reagito…”

 

Soun “Bambina mia … cos’hai … stai male? Sei malata?”

 

Kasumi “Ma non dire sciocchezze papà … Non vedi che è in splendida forma. Sono tutti e tre in splendida forma!”

 

Si girarono tutti verso la dolce Kasumi che con la solita spensieratezza aveva svelato il mistero e fatto morire tutti di imbarazzo per non essersi accorti che Akane era incinta.

 

Nabiki non riusciva a crederci. Stava per diventate molto ricca. “Complimenti sorellina. Cognatino non hai perso tempo vedo”

 

Ecco, ora erano davvero in imbarazzo.

 

Ranma “E’ per questo che siamo già rientrati. Saremmo voluti restare ancora in Cina. Avevamo entrambi lavoro e ci trovavamo molto bene all’hotel. Ma abbiamo preferito tornare per far seguire Akane dal dottor Tofu”.

 

Soun e Genma “Abbiamo l’erede! Abbiamo l’erede!”

Cominciò il festeggiamento generale. Era arrivato anche Happosai che dopo qualche piantuccio per la sua Akanuccia aveva preso prepotentemente parte alle bevute dei due genitori.

Approfittando della distrazione Ranma aveva preso Akane in braccio ed erano sgattaiolati in camera. Per riposare e riprendersi da tutto quel trambusto.

 

Akane “oh Ranma… che giornata! Ma mi mancava davvero tanto casa nostra”

Ranma alzando un sopracciglio “Davvero ti mancava questo manicomio?”

Akane “Fino all’ultimo matto!” Si, tutto le era mancato tanto. Anche se la persona più importante era sempre con lei.

Ranma “E come sta il mio principino?”

Akane “e come mai lo chiamiamo sempre principino? Magari è una femminuccia!”

Ranma “Akane non dire sciocchezze, dall’unione di un maschiaccio come te e di un uomo con la mia virilità può nascere solo un bel maschietto!” Adorava scherzare così con sua moglie. Non avevano rinunciato del tutto ai loro battibecchi.

 

Akane “Smettila di prenderci in giro paparino! Anche lei o lui qui dentro si sta arrabbiando ed ha appena tirato un poderoso calcio!”

Ranma “lo vedi che ha preso dalla mamma? E’ già irascibile”

E con naturalezza prese ad accarezzare il pancione della moglie, per poi baciarlo.

Ranma “E tu qui dentro cerca di non fare male alla tua mamma!

 

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Capitolo 17
*** Il piccolo mondo di Nerima ***


cap. 17 - Il piccolo mondo di Nerima

 

Cap. 17 – Il piccolo mondo di Nerima

 

Il giorno seguente approfittarono del bel tempo per andare a fare una passeggiata e per passare a trovare Ukyo al locale. Ranma voleva rivedere la sua vecchia amica e raccontarle un po’ di cose della Cina, ma era anche molto curioso di sapere di lei e Ryoga.

 

Stringendo delicatamente la mano di Akane, bussò ed entrarono nel locale ancora chiuso.

 

Ranma “Buongiorno. Possiamo entrare? Ucchan ci sei?”

 

Ryoga “Siamo ancora chiusi sig… “ Le parole gli morirono sulla bocca.

 

Akane “Oh Ryoga da quanto tempo! Come stai? Hai avuto l’acqua della sorgente?”

 

Ryoga era paralizzato sul posto. Si ridestò però al suono della voce di Ukyo che lo raggiunse.

Ukyo “Tesoro chi è?” Ma anche lei si fermò di scatto.

Ukyo “Ranchan, Akane! Che bello rivedervi! Quando siete tornati?”

 

Ranma “Siamo rientrati ieri. Abbiamo sentito dire che vi sposerete la prossima settimana. Dai raccontateci tutto!” “P-chan cos’hai? Riprenditi!”

Ryoga per non perdere le vecchie abitudini “Ranma brutto stupido. Chi è che hai chiamato P-chan? Combatti se hai coraggio?”

Ukyo scosse la testa come a sottolineare che le cose non sarebbero mai cambiate. Mentre Akane gli sfiorò appena il braccio e disse “Ryoga calmati. So che non rivedrò più P-chan. Ranma mi ha raccontato la verità ed io non sono arrabbiata con te”

 

Imbarazzato Ryoga non sapeva cosa dire “Akane … scusami … non avrei voluto mentirti”

Ukyo “Bene ragazzi. Ora che abbiamo chiarito, che ne dite di una bella focaccia special per tutti? Così ci aggiorniamo un po’!”

 

Le due coppie passarono tutta la mattina a chiacchierare. Ukyo aveva raccontato loro di come fosse nato l’amore tra lei e l’eterno disperso e di come fossero arrivati così velocemente alla convivenza e ad un passo dal matrimonio. Ryoga era ancora imbarazzato. Si vedeva che era realmente innamorato di Ukyo, anche se provava sicuramente ancora un certo affetto per Akane.

Akane e Ranma raccontarono il loro viaggio in Cina e la vita che avevano vissuto per questi velocissimi sei mesi. E diedero loro la lieta notizia della gravidanza di Akane. Erano tutti raggianti di felicità, tutto sembrava perfetto.

 

Ukyo poi chiese leggermente intimorita “Ranma hai già parlato con Shampoo? Sono rientrati dalla Cina da poco anche loro”

Ranma “Veramente no. Siamo venuti da voi come prima cosa. Magari potremmo passare oggi. Ma non vorrei che presa dalla rabbia facesse del male ad Akane. Sai nel suo stato…”

Ryoga “Non credo che ci sia questo pericolo Ranma. Sono cambiate tante cose per tutti in questi mesi. Ma te le racconteranno loro”

Incuriositi, poco dopo, salutarono e lasciarono il locale.

 

 

Akane aveva parlato telefonicamente tante volte con il dottor Tofu, ma era ora di andare a fare una bella visita medica. Dopo avrebbero deciso se era il caso di passare al locale di Obaba e mettere in chiaro le ultime cose anche con Shampoo.

 

Arrivati davanti all’ingresso della clinica Akane aprì la porta e si annunciò. Subito una voce familiare li accolse dicendo che sarebbe arrivato subito.

Tofu “Akane, Ranma sono felice di rivedervi! Aspettatemi un attimo. Finisco una visita e sono subito da voi. Perché non prendete un po’ di the mentre aspettate?”

Ranma “Grazie. Ci penso io. Akane tu siediti un po’”

 

Pochi minuti dopo il dottor Tofu uscì dalla sala visite. Seguito da Obaba che saltellava sul suo bastone.

Obaba “Akane, futuro marito … emh Ranma… Quando siete tornati?”

Ranma “Vecchia ormai è ora di smetterla con la storia del futuro marito. Io e Akane ci siamo sposati e …”

Shampoo “Ciao Ranma. Sappiamo bene che vi siete sposati. Nabiki ci ha aggiornato”

Varcò la porta e la prima cosa che Akane noto fu che Shampoo teneva teneramente la mano di Mousse. Poi noto che aveva un bel pancione anche lei.

Mousse “Ranma Saotome sei appena tornato e già vuoi metterti nei guai? Lascia in pace mia moglie e mia figlia!”

 

Ranma “Oh Mousse che piacere rivederti. Ma allora vi siete sposati anche voi! Che belle notizie!”

 

Obaba “Vedo che anche voi non avete aspettato molto a mettere in cantiere un erede Ranma”

Arrossirono tutti.

Akane “Già… “

Shampoo “E sarà una bella femminuccia come la nostra o un maschietto?”

 

Che strano effetto faceva sentire Shampoo così amichevole e cordiale.

Akane “Noi non lo sappiamo ancora, ma Ranma dice che dovrebbe essere maschio”

Obaba “Benissimo! Così poi potranno sposarsi!”

Ranma “Obaba non ci provare di nuovo! Niente più maledizioni, leggi e matrimoni combinati!”

Tofu “Adesso basta ragazzi. Diamoci una calmata. Alle signore non fa bene agitarsi nel loro stato. Akane se vuoi possiamo scoprire se la dentro c’è un piccolo Ranma o una piccola Akane che vi aspetta”.

 

Akane “Ranma tu vuoi saperlo subito?”

Ranma “Akane se tu vuoi si… “

Akane “Io si, voglio saperlo”

 

Tofu “Bene allora andiamo. Shampoo noi ci vediamo la prossima settimana per il controllo”

 

Shampoo “Grazie ed arrivederci dottor Tofu”

Obaba “Akane, Ranma perché stasera non passate a cena da noi. Ci farebbe piacere avervi come nostri ospiti”.

 

Akane “Con piacere Obaba. A stasera”.

 

Si salutarono tutti.

 

Akane entrò con titubanza nella stanza delle visite. Ranma la seguiva senza mai staccarle gli occhi di dosso. La loro vita era davvero cambiata, ma di una cosa era sicuro… lo disse piano a se stesso. “Il nostro destino è stare insieme”.

 

 

 

 

                                    

 

…. 7 anni dopo….

 

 

Haru “mamma mamma oggi Rin a scuola mi ha picchiato di nuovo”

Akane “Haru coraggio non vuole farti male, vuole solo mostrare i suoi progressi con le arti marziali. La sua mamma è molto orgogliosa di lei!”

Ranma “Haru perché non hai risposto ai suoi attacchi come ti ho insegnato?”

Haru “Ma papà dici sempre che non bisogna combattere con le donne…”

Akane “Dai Ranma sono solo dei bambini. Devi smetterla di considerarli combattenti, hanno solo 6 anni!”

Ranma “Lo so tesoro, ma ogni volta che parlo con Mousse e Shampoo mi ricordano le leggi del loro villaggio”

Akane “Haru perché non vai a vedere cosa fa tua sorella”

Haru “mamma ma Miyu dorme sempre…”

Akane “è piccola ma le fa sempre piacere sapere che il suo fratellone veglia su di lei!” Dicendogli questo semplice incoraggiamento lo accarezzò con tutto il suo materno calore.

Akane “Cosa stavi dicendo Ranma?”

Ranma “Oh andiamo lo sai anche tu che quando saranno abbastanza grandi la vecchia Obaba tornerà a tormentarci con la storia del matrimonio secondo le leggi della sua tribù. Non voglio che i ragazzi subiscano i nostri stessi errori”

Akane “Parlerò per l’ennesima volta con Shampoo domani, ma tu limitati ad allenare tuo figlio e la tua classe di bambini come tali!”

 

Ranma era davvero orgoglioso del suo lavoro di istruttore in palestra e amava profondamente sua moglie, anche quando lo rimproverava. Ormai erano passati tanti anni dalle loro “vicende” con le amazzoni, ma nessuno aveva mai completamente dimenticato i problemi che ne derivavano.

 

Il giorno seguente.

Shampoo “Rin vieni subito qui!”

Rin “Non sono stata io mamma!”

Shampoo “A fare che cosa Rin? Non ho ancora detto niente”

Rin era davvero una bambina intelligente e dal carattere forte, una vera figlia di amazzone, però tendeva un po’ troppo alle bugie.

Rin “A fare quello per cui tu mi stai per sgridare mamma”

Shampoo “Ma come fai a dire che sto per sgridarti allora?”

Mousse interrompendo il quadretto madre-figlia “Shampoo, Rin è più intelligente delle bambine della sua età e poi tu usi sempre quel tono di voce quando vuoi sgridarci.”

Rin si mise a ridere allegramente e Shampoo sorrise.

Shampoo “Comunque Rin, Akane mi ha detto che continui a dare fastidio ad Haru a scuola. Quante volte ti devo ripetere che la scuola e la palestra sono due cose completamente diverse?!”

Rin “ma io voglio bene ad Haru e continuerò a batterlo finché non accetterà di sposarmi!”

La bimba, cresciuta comunque sotto la supervisione di Obaba, manifestava già i segni del piglio deciso di famiglia.

Mousse scosse il capo e si avviò in cucina. Il ristorante avrebbe aperto tra poco.

Shampoo “Rin quante volte ancora ti devo ripetere che ti sposerai da adulta e con l’uomo di cui ti innamorerai. Le tradizioni di famiglia sono ormai superate. Se il destino vorrà, allora la tua strada e quella di Haru si incontreranno, ma non sarà battendolo che avrai la chiave del suo cuore”

Rin sapeva bene a cosa si riferisse la mamma, Obaba le aveva già raccontato della giovinezza della mamma e delle roccambolesche avventure dei giovani genitori di Nerima. Una parte di lei si divertiva troppo a fare finta di essere la fiera amazzone delle leggende. Anche se in fondo in fondo, voleva davvero bene a quel bambino con cui aveva iniziato ad imparare le arti marziali, quasi ancora prima di imparare a parlare.

 

Shampoo “Rin ora vai di la, la zia Ukyo ha portato la piccola Ayumi per giocare con te! Ti metterò in punizione stasera”

Rin corse incontro alla sua mamma, le stampò un candido bacio sulla guancia e si avviò dalla sua amichetta per un pomeriggio di gioco.

 

 

Erano passati parecchi anni ormai, ma il destino di tutti era quello di rimanere insieme, generazione dopo generazione, nel caotico piccolo mondo di Nerima.

 

 

 

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Note finali

 

Ormai sono giunta alla fine della mia storia. E’ stato davvero difficile scrivere così tanto per me. All’inizio la storia si scrive praticamente da sola, ma con l’andare avanti diventa sempre più difficile ed il tempo libero che scarseggia ha pesato particolarmente sulla lentezza nella pubblicazione. Una prima volta, da scrittrice, davvero faticosa ma piena di soddisfazioni. Mi avete davvero dato tanto supporto con le vostre recensioni ed i vostri consigli. Grazie di cuore a tutti! Un abbraccio. J

 

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