Il nostro destino è stare insieme di alhena83 (/viewuser.php?uid=243035)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il matrimonio è fallito ***
Capitolo 2: *** Akane scusami ***
Capitolo 3: *** Ranma parte per la Cina ***
Capitolo 4: *** Il ritorno di Ryoga ***
Capitolo 5: *** La decisione di Obaba ***
Capitolo 6: *** Alla ricerca di Akane ***
Capitolo 7: *** Akane alle sorgenti maledette di Jusenkyo ***
Capitolo 8: *** Nei suoi sogni ***
Capitolo 9: *** Shampoo ritorna in Cina ***
Capitolo 10: *** Tutto quello che succede in Cina ***
Capitolo 11: *** Il tempio della pace ritrovata ***
Capitolo 12: *** Il primo appuntamento ***
Capitolo 13: *** Un bagno in piscina ***
Capitolo 14: *** Ritorno a Shanghai ***
Capitolo 15: *** 4 giugno ***
Capitolo 16: *** Ritorno a Nerima ***
Capitolo 17: *** Il piccolo mondo di Nerima ***
Capitolo 1 *** Il matrimonio è fallito ***
cap. 1 - il matrimonio è fallito!
Il
Matrimonio è fallito!
Akane aveva gli occhi pieni di lacrime. Ormai non
aveva più intorno a se ne l'aria sognante e speranzosa da sposa ne la sua
terribile aura blu di rabbia.
Stremata ed in silenzio lasciò l'ormai distrutto dojo
e si rinchiuse in camera sua.
Lentamente sfilò il suo bel vestito. Nonostante avesse
subito parecchi danni nella lotta, aveva ancora il suo candido fascino.
Lo appese al muro, dove era solita custodire la divisa
scolastica.
Dopo un sospiro carico di tristezza, si infilò una
vestaglia e corse in bagno.
Aspettava direttamente nell'acqua che la vasca si
riempisse. Poi si adagiò sul fondo, trattenendo il respiro.
Voleva rilassarsi e fermare tutti i pensieri che le
passavano per la testa. Voleva dimenticarsi di tutto intorno a se. Ma la solita
immagine di Ranma continuava a stare lì, fissa nei suoi pensieri.
Nel frattempo anche Nabiki aveva lasciato il dojo in
cerca di un po’ di pace e di sua sorella. Non trovandola in camera, la cercò e
la trovò in bagno.
Nabiki "Eccoti finalmente! Ti stavo cercando."
Akane "Direi che mi hai trovato. Non posso avere
un po’ di pace nemmeno mentre faccio il bagno? Vuoi vendere anche questo
momento al miglior offerente?"
Colpita ed affondata. Nabiki ebbe un momento di
esitazione e ruppe la sua coltre di ghiaccio.
Nabiki "Scusami Akane. Non volevo che le cose
andassero così. Pensavo che vedendovi così felici, i vari pretendenti
rinunciassero ad intromettersi tra te e Ranma."
Ad Akane scese una lacrima. Amava Ranma ma non
riusciva, specialmente adesso, a pensare ad altre cerimonie così. Voleva essere
una sposa, amata e desiderata. Non certamente un oggetto del contendere di un
branco di matti.
Akane "Nabiki vorrei un po’ di tempo per
riprendermi da questa brutta esperienza. Pensavo di andare via per qualche
giorno, magari alle terme"
Nabiki "Splendida idea sorellina! Vuoi che venga
con te? Ho sentito parlare di un posto belliss..."
Akane "No! Voglio andare da sola! E già che ci
sono, vorrei che mi prestassi i soldi!"
Nabiki non credeva alle sue orecchie. Sua sorella,
così timida e riservata, voleva partire da sola. Lei che non si allontanava mai
da sola. Forse questa volta l'aveva proprio combinata grossa con la storia
degli invitati al matrimonio.
Nabiki "Ok. Allora di che somma parliamo?"
Akane "150.000 Yen"
Nabiki "gulp" "Ok. Passa più tardi in
camera mia e provvederò..."
Con un velo di tristezza Nabiki torno verso camera
sua, pensando al discorso di Akane.
Ranma era davvero distrutto. Tutto era successo così
rapidamente, sembrava uno strano sogno, anzi un brutto incubo.
La sua giornata era cominciata male, è vero, ma poi,
quando aveva visto Akane così bella e raggiante nel suo abito bianco, per un
momento il suo cuore si era fermato. Aveva davvero pensato che, anche se con
l'inganno dei genitori, forse avrebbe potuto finalmente acconsentire al
matrimonio. Proprio perché LEI lo voleva.
Ma poi il tracollo della situazione. Happosai che
combina guai. Tutti contro tutti. Le varie fidanzate ed i pretendenti di Akane.
Già, Akane, doveva parlare con lei.
Si guardò attorno ma nel dojo non c'era. Non avvertiva
più la sua aura combattiva, ma nella concitazione dei combattimenti non ci
aveva fatto caso.
Corse verso casa e si diresse immediatamente verso la
porta con la paperella gialla. La aprì senza chiedere il permesso, proprio come
aveva fatto qualche ora prima. Però stavolta non vi trovò Akane.
La stanza aveva un freddo silenzio.
Si guardò attorno e notò subito il vestito da sposa
appeso alla parete. Crak ... era il suo cuore che si spezzava. Quel povero
vestito adesso gli sembrava uno straccio. Non rendeva più "divina" la
sua Akane. Daltronde anche il suo smoking aveva subito un trattamento simile.
Si guardo allo specchio. Che cosa le aveva fatto?! Doveva trovarla e scusarsi.
Lei lo avrebbe offeso. Lui le avrebbe gridato i soliti "complimenti"
e tutto sarebbe tornato "forse" come prima. Corse in corridoio ed
inciampo in una ragazza.
Alzò lo sguardo sperando di vedere gli occhi
cioccolato di Akane... ma invece era Nabiki.
Nabiki "Già… non era me che cercavi come una
furia vero?"
Ranma rosso in viso abbasso ancora di più lo sguardo.
Ranma "Scusa Nabiki. Sto cercando Akane. Sai dove
posso trovarla?"
Nabiki "Si, per 1.000 Yen!"
Ranma "Nabiki non è il momento! Devo parlare
subito con lei!" " Devo scusarmi..."
Nabiki "Ranma non credo che adesso voglia parlare
con nessuno. Non ha praticamente voluto parlare neanche con me. Ed io ho già
provato a scusarmi"
Ranma non credeva alle sue orecchie. La fredda Nabiki
era stata la prima a scusarsi con Akane. Ed Akane, che perdona sempre tutto e
tutti, non aveva voluto parlare con lei. La situazione era più grave del
previsto.
Ranma "So che mi spedirà in orbita su Marte se mi
avvicino adesso. Ma se non le parlo penserà che non mi importi di quello che è
successo."
Nabiki "Allora corri! E' a fare il bagno!"
Ranma "Corro! No aspetta un attimo... Così mi
ucciderebbe. Forse è meglio aspettare che torni in camera"
Nabiki aveva già la mano sulla macchina fotografica
che porta sempre in tasca, per ogni evenienza. Era sfumata una succulenta
occasione!
Ranma si sedette sul pavimento di fianco al letto di
Akane. Tutto in quella stanza la rappresentava. Tutto parlava di lei. Ogni
oggetto, ogni libro. Akane era solare, come una bella giornata di primavera.
Akane era il suo sole. Come poteva averle fatto anche questo torto. Come aveva
fatto a perdere di mano la situazione.
Lui la voleva. Lo sapeva da tanto tempo. Ancora non si
era ripreso dal dolore di quello che era successo sul monte Hooh.
Però in cuor suo non si sentiva pronto, sentiva ancora
di più il peso della sua maledizione. Non voleva sposarla da mezzo uomo. Voleva
essere completo.
E negli interminabili minuti di attesa. Fissando il
pavimento e lanciando qualche sguardo triste all'abito da sposa appeso, si fece
largo dentro di se l’idea.
Ranma "Chiederò scusa ad Akane, con la promessa
che riorganizzerò io il matrimonio appena sarò tornato normale. Ho deciso!
Domani partirò per la Cina!"
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Capitolo 2 *** Akane scusami ***
cap. 2 - Akane scusami
Akane ormai
infreddolita nell'acqua della vasca, decise che era ora di andare a dormire. O
almeno provarci.
Si rivestì con
lentezza. Tutto le pesava, ogni singolo movimento.
Si incamminò verso la
sua camera e non si sorprese nel trovarlo la... ad aspettarla.
Akane "Ranma
..."
Ranma "Akane..."
"Prima che tu dica qualcosa, qualunque cosa... scusami..."
Akane (silenzio...)
Ranma "Akane
rimedierò a tutto. Ho capito quanto fosse importante per te questa giornata. Ho
sbagliato, ma ti prego ascoltami."
Intanto Akane rimaneva
in silenzio... gli occhi bassi a guardarsi le mani.
Ranma "Akane io
voglio mantenere fede ai miei impegni nei tuoi confronti, nei confronti della
scuola di arti marziali e di tuo padre. Ma voglio che tu sia orgogliosa di me.
Di un uomo completo. Ed io adesso mi sento un mezzo uomo. Dammi ancora del
tempo perché io possa tornare normale, risolvere la situazione. Lavorerò per
pagarmi il viaggio in Cina e quando tutto sarò sistemato sarò io stesso ad
organizzare di nuovo il matrimonio"
Akane "oh Ranma
...” (Davverò non capisci che io ti ho
accettato così come sei tanto tempo fa?) "Ranma perfavore esci dalla mia
stanza..."
Ranma "Ma
Akane... ti prego dimmi che mi perdoni..."
Akane "Lasciami
sola" Non riusciva più a trattenere
le lacrime... ancora un momento e lui le avrebbe viste...
Ranma "Come
vuoi... Ne riparleremo. Adesso riposiamoci!"
E così dicendo Ranma
si avviò verso la sua camera.
Akane rimasta sola si
sedette alla scrivania. Dopo poco fece un respiro profondo e si incamminò verso
camera della sorella.
Akane "Nabiki
posso entrare?"
Nabiki "Ti stavo
aspettando. Ecco la somma che mi hai chiesto. Quando partirai?"
Akane "Domani
mattina. Ma ti chiedo di non dirlo a nessuno. Lascerò un biglietto per tutti.
Ma senza dire dove andrò. Ho davvero bisogno di rimanere un po’ da sola, lontano
da tutto e tutti."
Nabiki
"Capisco..."
Akane "Grazie
Nabiki. So che puoi capire..." "Buonanotte"
Nabiki " oh
Akane... (sospiro) ... Buonanotte!"
Akane torno in camera
sua in punta di piedi. Ormai era tardi e non voleva incontrare più nessuno.
In camera prese il suo
zaino. Uno di quelli belli grandi, che portava via per gli allenamenti o i
campeggi. Lo riempì con il necessario per il viaggio.
Poi si sedette
nuovamente alla scrivania, prese dal primo cassetto carta e penna ed iniziò a scrivere.
“Gli eventi della
giornata appena trascorsa mi hanno molto provato. Per questo ho deciso di
prendermi una pausa, diciamo una vacanza, per qualche giorno. Vado alle terme.
Non vi dirò dove, così non potrete venire a cercarmi. Tornerò io appena mi sentirò
pronta. Non vi preoccupate per me. Akane”
Un breve messaggio che
prima di uscire avrebbe lasciato sul tavolo del salotto.
Non voleva scappare
come una ladra da casa sua. Ma doveva andare e doveva farlo subito.
Decise di riposare un
paio d'ore e puntò la sveglia. Non era mai stato un problema per lei partire
presto la mattina. Però quella notte si sentiva terribilmente sola, ancora più
sola senza il piccolo P-Chan a consolarla.
Negli stessi momenti
Ranma in camera sua rifletteva sulla conversazione avuta con Akane. Lei era
sembrata addolorata e distante. Avrebbe preferito mille volte che lo picchiasse...
Ma niente.. lei quasi non aveva parlato.
Però lui le aveva
viste le sue lacrime. Che lo ferivano sempre più delle lame.
Lui l'aveva ferita,
l'aveva fatta piangere... ancora...
Scatto in piedi e
corse verso la camera della cognata.
Ranma "Nabiki ci
sei? Posso entrare?"
Nabiki "Entra
pure Ranma" "Dimmi... di cosa hai bisogno adesso? Non hai trovato
Akane? Sei ancora tutto intero."
Ranma "..."
"Veramente avrei bisogno di un prestito"
Nabiki "Ma ti
sembro forse una banca?"
Ranma "Veramente
si ..."
Nabiki "..."
" E di che somma parliamo? Sai con la storia del matrimonio non ho più
molte finanze... "
Ranma "Voglio
andare in Cina per risolvere il mio problema!"
Nabiki "E
scommetto che vuoi andarci subito... Comunque Ranma mi dispiace ma posso darti
solo 20.000 yen adesso. Davvero le mie finanze hanno subito delle grosse
perdite oggi. Non credo ti bastino per prendere un volo per la Cina. Ma credo
potresti andarci via nave!"
Ranma "Nabiki
grazie. Partirò domani stesso per il porto di Tokio e da lì mi imbarcherò per
la Cina. Mi farò bastare la somma che mi darai!"
Ranma aveva uno
sguardo pieno di speranza. Inchinandosi a ringraziare la cognata, si volto e
corse verso la sua camera. Non aveva molte cose da preparare ma voleva farlo
subito.
Il suo sguardo però
venne catturato dalla porta di Akane. La sua Akane... Faceva tutto questo per
lei. Non ebbe il coraggio di aprire ancora quella porta. Non sarebbe riuscito a
reggere il suo sguardo, la sua sofferenza. Non più per questa giornata. E così
facendo andò in camera.
Akane era pronta a
partire. Zaino in spalla. Sicura scese le scale e poggio con cura il suo
biglietto sul tavolo da pranzo. Si incamminò fuori dal dojo. Era ancora buio
intorno a lei. In lontananza vide un taxi del servizio notturno. Si avvicinò e
chiese di essere portata in aeroporto. Dopo un lungo sbadiglio, l'autista
partì.
Ranma era pronto,
prese anche la foto di Akane che nascondeva nella sua cassettiera. La guardo
intensamente, voleva portare quel ricordo con se. Poi prese un foglietto di
carta e cominciò a scrivere.
“Parto per la Cina.
Voglio tornare normale. Quando tornerò organizzerò il nostro matrimonio.
Aspettami Akane. Tornerò da te. Ranma”
Si avvicinò alla porta
di Akane e spinse il biglietto sotto la fessura. Non sapeva che lei era già
partita...
Con un balzo fulmineo
usci dalla finestra del corridoio...destinazione porto di Tokio.
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Capitolo 3 *** Ranma parte per la Cina ***
Ranma parte per la Cina
Ranma parte per la
Cina
Kasumi come ogni
mattina si alzò per preparare la colazione. La cucina era il suo regno. Pieno
di pace e tranquillità. Ed in quella casa, così provata dalla giornata
precedente, c'era proprio bisogno di pace.
Posò con cura le
ciotole per la colazione sul tavolo, ma noto subito il biglietto. Era di Akane.
Lo lesse e cominciò a piangere.
Kasumi "Povera
piccola. Devi essere davvero triste per partire così di nascosto..."
Dopo pochi minuti,
cominciarono ad arrivare tutti i restanti abitanti di casa Tendo.
Soun "Nabiki vai
a svegliare Akane e Ranma"
Nabiki (francamente
non credo di trovare nessuno ormai...)
Kasumi "Papà non
serve svegliare Akane. Lei non è più quì"
Soun "Cos'è
successo alla mia bambina... sob... (piangendo a dirotto...)
Kasumi "Papà non
fare così. E' partita per una vacanza. Voleva stare da sola. Ha lasciato questo
biglietto!"
Soun leggendo il
biglietto smise di piangere ma...
Soun "Nabiki vai
subito a svegliare Ranma, deve cercare Akane e riportarla a casa...
subito!"
Nabiki "Vado a
chiamarlo..."
Dopo pochi minuti
Nabiki tornò di sotto, appoggiò un biglietto di fianco alla sua ciotola e si
mise a fare colazione.
Soun e tutti gli altri
in coro "Nabiki allora? Dov'è Ranma?"
Nabiki "Nella sua
camera non c'era. Però sotto la porta di Akane ho trovato questo! (mostrando il
biglietto). Ha scritto che è partito per la Cina!"
Nello sconforto
generale per la partenza di entrambi i ragazzi... Lentamente e tristemente
ripresero tutti le loro mansioni quotidiane.
Ranma era arrivato
correndo fino al porto e ad ora di pranzo finalmente aveva trovato una nave
disposta a farlo salire. Era un peschereccio di medie dimensioni che aveva
accettato di buon grado un paio di mani in più per la traversata. Il viaggio in
nave sarebbe durato circa 3 giorni, tempo permettendo.
Ranma era triste. Lei,
Akane, non l'aveva rivista prima di partire e sentiva già terribilmente la sua
mancanza. Ma prima partiva e prima tornava. Questo era il pensiero che gli dava
la forza di affrontare il suo lungo viaggio.
Intanto all'aeroporto
di Tokio, Akane si stava dirigendo verso il gate per il suo imbarco. Tutto era
ordinato. Tutto tranquillo. Non c'era molta gente che prendeva il primo volo
del mattino e il calmo brulicare di hostess e stewart le faceva dimenticare che
stava per salire su un aereo.
Aveva sempre avuto
paura di volare. Che sciocca. Avrebbe scommesso di salire con Ranma la priva
volta su un aereo, magari per il loro viaggio di Nozze.
Hostess: "Signorina
stiamo imbarcando, prego, si accomodi qui"
Akane
"Grazie"
Akane era atterrata
dopo solo due ore di volo a Shanghai. All'ufficio informazioni le avevano dato
una cartina delle zone di suo interesse e provveduto a prenotarle una camera
per la notte presso un hotel poco distante dell'aeroporto.
Fu felice di uscire
dall'imponente e moderna struttura dell'aeroporto. Non era mai stata
particolarmente amante della modernità. Seguendo le indicazioni arrivò al
piccolo hotel in meno di 10 minuti.
L'hotel era gestito da
una coppia sui 50 anni. Erano estremamente gentili e parlavano un po’ di
Giapponese.
Dopo averle mostrato
la camera, piccola ma molto accogliente, le proposero di prepararle qualcosa da
mangiare. Non era ancora ora di cena, ma Akane aveva l'aria stanca.
Akane "La
ringrazio signora Yasuko. E' molto gentile, ma mi fermerò solo per la notte e vorrei
fare una passeggiata. Vorrei vedere qualcosa della città. Magari potrei
mangiare fuori."
Yasuko "Cara
ragazza, la Cina è grande e Shanghai ne rappresenta una grande varietà di
sfumature. Quando starai per uscire ti faremo trovare una cartina con le
principali attrazioni nella nostra zona, così potrai girare tranquillamente
senza allontanarti troppo"
Akane "Le sono
enormemente grata signora Yasuko"
La signora Yasuko
salutò e lascio Akane sola.
La stanza era
piacevolmente accogliente. Akane non aveva viaggiato molto ma questa le
sembrava davvero la più grande avventura della sua vita. Forse anche perché era
sola in questo viaggio e voleva raggiungere il suo obbiettivo.
Si fece una lunga
doccia e si cambiò. Voleva dedicare la serata a se stessa. Magari visitare un
museo. Insomma lasciare alle spalle i pensieri e fare un po’ la turista.
La piccola cartina che
le aveva presentato il marito della signora Yasuko era perfetta. Pochi punti di
interesse ma posizionati in modo strategico. Si poteva fare un giro completo in
un paio di ore. Era perfetto. C'era anche un piccolo asterisco con una nota. La
signora si era premurata anche di segnare il nome di un piccolo ristorantino
dove poteva mangiare.
Akane sorrise. Era
stata davvero fortunata a trovare i gestori di quel piccolo hotel. Così
premurosi da farla quasi sentire a casa di parenti. Si avviò sorridendo verso
l'inizio del suo tour.
Il viaggio in nave di
Ranma si svolse senza intoppi. Sulla nave, oltre a lui ed al capitano, c'erano
altri tre ragazzi. Erano tutti figli del capitano ed ormai erano marinai
provetti.
Ma anche Ranma non se
la cavava male. Era stato efficiente e pronto ad ogni situazione. L'unica pecca
era stata una tempesta al secondo giorno, che lo aveva costretto sotto coperta
per mezza giornata. Aveva inventato la scusa di un forte mal di mare, ma solo
per mascherare la sua figura femminile che con la pioggia si sarebbe fatta
viva. Non voleva spaventare quella famiglia di pescatori che gli aveva offerto
questo prezioso aiuto.
Al terzo giorno
stavano per attraccare al porto di Shanghai. Da li in poi Ranma sarebbe stato
solo, solo lungo un cammino di altri 3 giorni al massimo.
Il capitano lo salutò
con un caloroso abbraccio. Si era davvero affezionato al buffo ragazzo con il
codino. Aveva anche fatto preparare dal maggiore dei suoi tre figli un po’ di viveri, così che Ranma potesse
proseguire il suo viaggio senza troppi sacrifici.
Dopo i ringraziamenti
Ranma si avvio verso il centro della città. Trovò un negozio di guide
turistiche e comprò una cartina. Non voleva perdere tempo e perdersi per chissà
quale sentiero sconosciuto.
Voleva che quel
viaggio durasse il meno possibile. Si era ripromesso di tornare entro massimo
un mese. Il dojo gli mancava troppo... lei gli mancava terribilmente.
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Capitolo 4 *** Il ritorno di Ryoga ***
cap. 4 - Il ritorno di Ryoga
Il ritorno di Ryoga
Lo scontro il giorno
del matrimonio era stato davvero duro. Il suo cuore si era infranto nel vedere
Akane vestita da sposa, raggiante per Ranma. Ma infondo al cuore lo sapeva da
parecchio tempo ormai. Akane e Ranma si appartenevano e niente li avrebbe divisi. Il suo era un
amore destinato a rimanere non ricambiato.
Desiderava tanto
ricevere il sorriso innamorato di una donna, come Akane, ma per il vero Ryoga,
e non solo per il piccolo P-Chan.
Mentre si trascinava
per il dojo in cerca di consolazione era degenerato tutto in un momento. Il vecchio Happosai aveva bevuto l’acqua del
ragazzo affogato. L’acqua che avrebbe potuto salvarli tutti dalla loro
maledizione. L’acqua che lo avrebbe reso uomo.
Ryoga non si dava
pace. Lui ci aveva provato tantissime
volte a tornare in Cina, ma con il suo senso dell’orientamento era finito
dappertutto ormai, tranne che alle sorgenti.
Ma poi finiva sempre
per tornare a Nerima, come attratto da
una calamita invisibile. Aveva sempre pensato che il suo polo magnetico fosse
Akane, ma ora cominciava seriamente a persuadersi che non ci fosse un vero
motivo.
Il terribile
combattimento scatenato nel dojo poi aveva davvero distrutto il sogno di Akane.
E anche lui ne era responsabile. Avrebbe dovuto proteggerla, proteggere il suo
amore così candido e dare la sua benedizione a Ranma. Ma tutto successe troppo
in fretta. In un attimo aveva immaginato la sua vita senza trasformarsi più.
Magari sarebbe anche guarito dal suo pessimo senso dell’orientamento. E poi
l’aveva vista. Distrutta, delusa, ferita… senza nemmeno un briciolo più della
sua aura blu combattiva.
E proprio in quel
momento che qualcuno lo aveva spedito in orbita. E adesso, dopo 2 giorni di
cammino, finalmente poteva varcare nuovamente il portone di casa Tendo per
vedere come stava la sua Akane.
Annunciò il suo arrivo
e attese che qualcuno venisse ad accoglierlo.
Kasumi “Ryoga che
piacere rivederti! Posso offriti una tazza di the?”
Ryoga “Grazie Kasumi!
Sei sempre così gentile”
Kasumi “Accomodati in
salotto, arrivo subito”
Nabiki “Ed ecco che fa
ritorno il cuore infranto! Ci hai messo meno del previsto a tornare questa
volta!”
Ryoga (rosso dalla
vergogna) “Anche per me è un piacere rivederti Nabiki … ma Akane come sta?
Dov’è?”
Nabiki “E’ in viaggio
di nozze con Ranma!”
Ryoga a questa
affermazione della mezzana delle Tendo aveva avuto un mancamento. Possibile che
Ranma e Akane fossero riusciti poi a sposarsi? Gli bolliva il sangue nelle vene
al solo pensiero di quello che Ranma poteva fare alla dolce ed indifesa Akane.
Kasumi lo ridestò dai
suoi pensieri.
Kasumi “Ecco a te
Ryoga” Disse porgendo una fumante tazza di the alla menta.
In quel momento entrò
il capofamiglia. Con l’aria di uno che non dorme da giorni. Non appena posò lo
sguardo sul nuovo arrivato scoppiò a piangere.
Suon “Ryoga ritrova la
mia bambina…”
Ryoga (in imbarazzo
come al solito) “Con tutto il dovuto rispetto… non credo che sia in pericolo
con Ranma”
Quanto gli erano
costate quelle parole, anche se erano rappresentazione di verità. Ma Soun non smetteva di piangere. C’era
qualcosa che non quadrava.
Ryoga “C’è forse qualcosa che mi state nascondendo?
Nabiki parla! Tu sicuramente sai tutto!”
Nabiki “1000 Yen!”
Kasumi “Avanti Nabiki
non essere scortese. Ryoga vuole solo essere di aiuto.”
Ryoga “Aiuto per
cosa?”
Nabiki “Ok Ok… Allora
Akane è partita per le terme due giorni fa. Ma oltre ad un messaggio che diceva
questo, non abbiamo più avuto sue notizie e non sappiamo dove sia.”
Ryoga dopo il solito
attimo di shock “E Ranma è già andato a cercarla?”
Nabiki “Veramente no.”
Ryoga “Ranma maledetto
vieni fuori che ti rompo tutte le ossa questa volta… Akane è scomparsa e tu non
fai niente! Vieni fuori codardo! Battiti con me!”
Nabiki “Parole
sprecate… Vedi lui è partito per la Cina, per tornare ad essere un uomo normale.
Ma visto che lo ha fatto all’insaputa di tutti, non sapeva che anche Akane era
partita”.
Ryoga “Ah…”
Suon “Riportami la mia
bambina … Akane non abbandonare il tuo povero vecchio….”
Ryoga “Non si
preoccupi… la troverò e la riporterò a casa tutta intera!” Aveva detto quella
frase tutta d’un fiato l’eroico guerriero. Però adesso che ci pensava, come
avrebbe fatto a trovarla? Avrebbe cercato in tutto il Giappone in lungo e in
largo.
Kasumi “Io esco per
fare la spesa. Comportatevi bene! Starò via al massimo un ora”
Ryoga che aveva appena
avuto l’idea geniale si avvicinò alla maggiore e le chiese “Kasumi posso
chiederti il favore di accompagnarmi al ristorante di Ukyo?”
Kasumi “Certo Ryoga.
E’ proprio di strada per il mercato!”
E così dicendo si
avviarono entrambi verso l’atrio.
Arrivarono in poco più
di 10 minuti davanti all’uscio di Ukyo. Kasumi era stata davvero un tesoro.
Ryoga si chiedeva spesso da chi avesse preso quell’usuraia di Nabiki.
Ryoga “Grazie mille per avermi accompagnato Kasumi.
Da solo mi sarei perso e sarei arrivato tra una settimana!”
Kasumi “Ma dai Ryoga.
Vedrai che con il tempo migliorerai”.
Santa Kasumi subito.
Vedeva il bene in ogni situazione. Ed
era capace di infondere gioia e serenità tutto intorno a se. Era davvero il
cuore di casa Tendo.
Ridestatosi ancora una
volta dai suoi pensieri Ryoga bussò ed entrò nel ristorante. Vista l’ora non
poteva essere che chiuso. L’ora di cena era ancora molto lontana.
Ryoga chiamo Ukyo a
gran voce. Poi si fece coraggio ed imbocco le scale che portavano al piano
superiore.
Il legno scricchiolava
sotto ai suoi passi. Era tutto così famigliare per lui. Tante volte
quell’appartamentino spartano, tipico di chi vive con dedizione assoluta al
lavoro, era stato per lui rifugio di fortuna. Ukyo gli aveva sempre concesso
ospitalità. Un po’ perché condividevano la stessa solitudine di chi ama senza
essere ricambiato, ed un po’ perché erano davvero simili nell’essere rassegnati
ad una vita in cui ci si arrangia giorno per giorno da soli.
Ukyo ormai non aveva
più i genitori, e da molto tempo si era abituata ad una vita da adulta
indipendente. Dedicandosi alla
ristorazione, come da tradizione familiare.
Ryoga invece, in
verità, aveva una madre da cui raramente riusciva a tornare a causa del suo
problema con l’orientamento. Casa sua era modesta ma molto accogliente, se non
fosse che lui era capace di perdersi anche dalla cucina al bagno.
Ryoga ci mise poco a
trovare la giovane cuoca. Era sdraiata a pancia in giù sul suo futon… Gli occhi
segnati da giorni di pianto.
Quando lo vide si
alzo, e gli butto le braccia al collo. Rimasero così, immobili per
interminabili minuti… Poi Ukyo cominciò a sfogarsi con l’amico.
Ukyo “Ryoga l’ho
perso.. l’ho perso per sempre. Lui si è arrabbiato con me. Mi ha detto di non
avvicinarmi mai più a lui (o ad Akane)”
La cuoca era davvero
disperata. Ranma non solo era il suo promesso sposo, ma anche il suo migliore
amico d’infanzia. Sentiva di aver perso quasi una parte di se.
Strinse forte l’amica
per infonderle coraggio, coraggio che serviva anche a se stesso per affrontare
la realtà. Realtà che ormai nessuno poteva più ignorare.
Rimasero immobili per
un tempo che sembrò infinito ad entrambi, poi Ukyo si ridestò.
Ukyo “Ryoga sarai
affamato. Ti preparo qualcosa da mangiare? Dove sei stato in questi giorni?”
Ryoga “Sei davvero troppo
gentile Ucchan”
E così dicendo si
avviarono verso la cucina. Presero posto nelle solite postazioni e Ryoga
aggiornò la cuoca sui recenti sviluppi.
Ukyo considerava
davvero Akane un amica. Se non ci fosse stato Ranma di mezzo sarebbero davvero
diventate ottime confidenti. Le dispiaceva per tutto il dolore che la
situazione causava anche a lei. E di certo si vergognava anche del
comportamento tenuto al matrimonio.
Dopo il racconto di
Ryoga aveva iniziato a pensare che forse avrebbe dovuto cercarla anche lei per
scusarsi.
Ryoga “Allora Ucchan,
mi aiuteresti a trovare Akane?”
Ukyo “…Non so cosa
dire… Non odio Akane, anzi, la considero un’amica… ma se non fosse per lei
Ranma sarebbe al mio fianco…”
Ryoga “…capisco…ma
lascia che ti dica una cosa, e credimi fa male tanto anche a me…Ranma non amerà
mai nessuno come ama Akane, e altrettanto farà Akane. Sono destinati a stare
insieme. E noi tutti non possiamo davvero fare più niente per dividerli.
Possiamo solo cercare ormai di trovare un po’ di felicità stando al loro fianco
come amici”
Ukyo si vergognò
ancora di più dei suoi pensieri. Ryoga era davvero una persona matura e
sensibile. Diventava sempre di più un uomo, lasciando gli atteggiamenti da
adolescente. Se non fosse stato per il suo eterno conflitto con Ranma,
sicuramente avrebbe avuto una vita piena e soddisfacente, magari con una sua
palestra da gestire.
Ryoga interruppe poi
gli ulteriori pensieri di Ukyo. “Ucchan io vado a cercarla. Non è da Akane
sparire senza dire niente. Deve essere successo qualcosa”.
Ukyo “Va bene Ryoga.
Vengo con te a cercarla. Preparo le mie cose e tra mezzora partiamo!”
Ryoga stava provando
una moltitudine di emozioni. Preoccupazione per Akane, dispersa chissà dove. Rabbia
per Ranma, che non si occupava di cercare Akane. Paura che fosse successo
qualcosa di brutto alla sua amata. Gelosia per Ranma che stava provando a
tornare un uomo normale. Ma anche tenerezza per i dispiaceri della sua amica
Ukyo. E qualcosa di strano, che ancora non sapeva definire. Forse una
sensazione piacevole. L’idea di intraprendere un viaggio solo lui e Ukyo lo
imbarazzava ma allo stesso tempo lo bramava. Forse era davvero troppo forte il
desiderio di ritrovare Akane… o forse c’era dell’altro?
Decise di mettere a tacere i suoi rumorosi pensieri e si accovaccio sul
pavimento, usando il suo zaino come cuscino. Era davvero abituato a dormire in
ogni situazione. E mentre aspettava che l’amica fosse pronta alla partenza,
scivolò in un leggero sonno… con un lieve sorriso sulle labbra.
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Capitolo 5 *** La decisione di Obaba ***
cap. 5 - La decisione di Obaba
La decisione di Obaba
Camminava nervosamente
sulle vecchie travi della soffitta. Nei tempi liberi del ristorante si rifugiava
là a pensare da due giorni. E per una volta aveva anche abbandonato il suo
fedele bastone.
Aveva ancora ripiegata
in una tasca la lettera ricevuta dal Consiglio delle Amazzoni. Non riusciva a
smettere di pensare al destino della sua adorata nipote.
Shampoo durante il
trambusto della lotta durante il mancato matrimonio, era riuscita a parlare con
Ranma. Parlargli come non aveva mai fatto. Aprire il suo cuore e chiedere spiegazioni.
Shampoo “Ranma cos’è
questa storia del matrimonio? Davvero vuoi sposare la ragazza violenta? Ora
basta! Devi scegliere la tua futura sposa! Io sono un amazzone e non posso più
tollerare questa situazione!”
Con suo grande stupore
Ranma la guardò dritto negli occhi.
Ranma “Shampoo io non
sceglierò mai te! Smettila con questa storia del futuro marito! Fai solo
soffrire me ed Akane! Io non ti voglio”
Lui aveva detto di non
volerla. Ma non era quella la parte della frase che l’aveva colpita. Lui aveva
detto che faceva soffrire Akane. Non aveva citato altre presunte fidanzate.
Niente parole per nessun altro, se non per lui ed Akane. Lui ed Akane. Non
riusciva a crederci. Era stata così cieca da non rendersene conto, o forse
vedeva benissimo e non voleva crederci.
Era andata via così
come era comparsa, per poi rintanarsi nella sua camera al locale. E non era
uscita fono al giorno dopo, quando un papero piangente beccava insistentemente
sulla porta per convincerla a mangiare qualcosa.
Lei alla fine aveva
ceduto ed era andata ad aprire al povero Mousse che cercava in tutti i modi di
attirare la sua attenzione.
Tutto era poi tornato
alla normalità, almeno apparente. Il locale doveva andare avanti e tutti dovevano
fare la loro parte. Era solo cambiato l’atteggiamento.
Shampoo non cercava
più di passare per le consegne sempre davanti al dojo Tendo, ma evitava le
strade del quartiere.
Mousse dal canto suo
svolgeva le sue mansioni senza parlare troppo. Non sapeva cosa dire.
Vedeva la silenziosa
ed orgogliosa sofferenza della donna che amava. Ma anche lui soffriva. Aveva
davvero desiderato che Ranma ed Akane convolassero a nozze, così da mettere la
parola fine al circo di amori-scontri-incomprensioni-amori di tutti. Tutti
avrebbero trovato la loro strada se i due poli di tutto avessero smesso di
opporsi.
Obaba decise di
ritornare a prendere in mano le redini della situazione. E senza cercare
ulteriori scappatoie convocò la nipote.
Obaba “Shampoo devo
parlarti in privato!”
Shampoo “Eccomi
bisnonna. Cosa devi dirmi?”
Obaba “Mousse dopo
devo parlare anche con te! Preparati!”
Il povero sguattero
ebbe un brivido di terrore… Terrore che solo l’aura di un amazzone centenaria
può provocare.
Obaba “Shampoo ho
ricevuto un verdetto inappellabile dal Consiglio. Visto il perdurare della
situazione di stallo, sono costretta a rispedirti in Cina. Devi tornare al
villaggio per riprendere l’addestramento da amazzone e attendere nuovamente di
essere sfidata da un uomo per poter portare avanti la maestosa dinastia della
nostra tribù!”
Shampoo sapeva
benissimo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento. Era pronta. Le
piangeva il cuore ma non lascio cadere nemmeno una lacrima. Lei era fiera delle
millenarie tradizioni della sua tribù.
Shampoo “Ho capito
bisnonna. Partiremo domani?”
Obaba “No nipote… Tu
domani partirai da sola!”
La sua violacea e
fluente chioma si mosse come per un sussulto. Questo proprio non se lo
aspettava. La sua veneranda bisnonna la rispediva in patria, da sola.
Si volto e lentamente
si trascino verso la sua camera, per fare le valigie.
Mousse aveva sentito
tutto. Era bravo nel nascondersi. Ma nel momento in cui aveva capito che lei
sarebbe partita da sola, il suo cuore aveva perso un battito per il dispiacere.
Anche lui aveva
lasciato tutto, ma per seguire lei. La sua vita non aveva senso senza la luce
dei suoi occhi. Era distrutto. Perso nel suo dolore.
Obaba “Mousse smettila
di piangerti addosso ed entra! So già che hai origliato tutto. In questa casa
non si può mai avere un po’ di privacy”
Obaba non spiego al
papero i motivi del suo gesto. Ma gli comunicò che il giorno seguente loro due
sarebbero partiti per un viaggio di addestramento. Solo loro due.
Mousse proprio non
capiva dove volesse arrivare la vecchia Obaba. Ma incapace di disobbedire,
acconsentì con un cenno della testa prima di dirigersi anche lui verso la
propria camera.
Obaba pensava a questa
situazione alternativa da parecchio tempo. Solo il suo voler assecondare la
nipote “innamorata” l’aveva frenata dal mettere in pratica la sua strategia. Ma
ora, con i recenti sviluppi ed il consiglio che reclamava risposte e fatti,
aveva deciso di riprendere in mano le redini della situazione.
Il mattino seguente
Mousse e Obaba accompagnarono Shampoo all’aeroporto. Per loro non era mai stato
un problema economico tornare in Cina, anzi gli affari andavano così bene con
il ristorante che potevano permettersi anche un periodo di vacanza.
Shampoo si avviò al
gate che l’avrebbe separata dalla sua vita in Giappone, forse per sempre. E
quando fu fuori dalla portata visiva della bisnonna, seduta al suo posto sull’aereo,
liberò finalmente le deboli lacrime che reprimeva da sempre.
La guerriera era
crollata, sconfitta. E adesso per lei c’era solo la strada tutta in salita per
ritornare da amazzone perdente al villaggio.
Mousse invece non
trattenne le lacrime ed invocando il nome dell’amata in direzione di una statua
nella sala d’attesa… fece la solita figura della talpa davanti ad ignari e
spauriti viaggiatori.
Obaba ormai rassegnata
lo tirò per la manica “Andiamo paperella. Ci aspettano in clinica!”
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Capitolo 6 *** Alla ricerca di Akane ***
6. Alla ricerca di Akane
Alla
ricerca di Akane
Ukyo cercava di
raccogliere le sue cose e preparare uno zaino per il viaggio. Aprendo il primo
scomparto della cassettiera la sua attenzione venne attirata da un oggetto
luccicante. Lo estrasse ed un ricordò la inchiodò sul posto.
Ryoga di ritorno da
uno dei suoi viaggi, in cui si perdeva sempre ma poi, prima o poi, ritrovava la
strada per Nerima, le aveva portato un regalo. Lui portava sempre qualcosa per
Akane, ma quella volta aveva preso il piccolo oggetto proprio per lei. Per
ringraziarla dell’ospitalità e del cibo gratis che riceveva.
Ma non era un
oggetto impersonale, anzi, era davvero perfetto per lei. Era un piccolo
bracciale con un ciondolo a forma di Okonomiyaky e uno con le iniziali della
cuoca… U. K. …Ukyo Kuonji.
Aveva trovato il
gesto di Ryoga estremamente gentile al tempo, ma non ci aveva badato più di
tanto, presa com’era alla rincorsa del cuore e delle attenzioni di Ranma. Ma
adesso che guardava meglio quel piccolo pensiero, era chiara l’intenzione di
Ryoga di farle un regalo speciale. Solo per lei. Altrimenti non vi avrebbe
fatto mettere le sue iniziali.
Un sorriso le
attraversò il viso e le ridonò il suo aspetto da “fidanzata carina” … come era
stata soprannominata.
Finì velocemente il
suo bagaglio e scese nel locale.
Si stupì di trovare
Ryoga addormentato e scuotendolo leggermente lo fece riprendere. Quasi le
dispiaceva, aveva un aria beata.
Ryoga spalancò gli
occhi e subito si imbarazzò. Un po’ per la presenza troppo vicina della bella
cuoca, un po’ per il sogno che stava facendo.
E vedendo
l’imbarazzo di lui, anche lei si era leggermente imporporata.
Ukyo “Allora Ryoga,
da dove iniziamo la ricerca della principessina scomparsa?”
Ryoga “Non lo so…
ma a casa Tendo dicono che volesse andare alle terme…”
Ukyo tirando fuori
da non si sa quale tasca un enorme cartina cominciò a riflettere.
Ukyo “Allora
vediamo un po’ … Akane non è una persona molto avventurosa. Non può essersi
allontanata così tanto. Guarda a 50 km da qui ci sono le sorgenti termali di Hakone!
Cominciamo a cercare là!”
Ryoga “Ukyo sei
proprio un genio!”
E arrossirono
entrambi.
Si incamminarono
seguendo la cartina. Ryoga lasciava andare avanti la cuoca, per non rischiare
di ritrovarsi veramente ad Osaka (località in cui spesso credeva di essere).
Avevano programmato
di camminare fino a sera e poi montare una tenda per la notte. In modo da
raggiungere Hakone al mattino seguente.
Camminarono nel più
assoluto silenzio per almeno un ora, poi Ukyo decise di rompere il ghiaccio.
Ukyo “ Ryoga non ti
preoccupare. Sicuramente Akane sta bene. Sarà solo infuriata con tutti come al
solito.”
Ryoga “… Sono
sicuro che stia bene … ma so che quando tornerà a casa sarà finita per sempre.
Non potrò più starle vicino come P-chan”. Ryoga era rassegnato al suo
destino.
Si ricordava le
parole di Ranma al ritorno dal monte Hooh. Di sera lo aveva preso in disparte
e, dopo averlo bagnato con l’acqua calda per fargli riprendere le sembianze
giuste, aveva iniziato a fargli un certo discorso.
Ryoga “Cosa ti prende Ranma? Vuoi combattere adesso?”
Ranma “Calmati Ryoga…voglio solo parlarti”
Ryoga “ah… parla…ti ascolto!”
Ranma “Non voglio rivelare ad Akane il tuo segreto. Ma non voglio che
tu dorma più con lei. Non puoi continuare a lasciare che lei ti stringa non
sapendo chi sei veramente!”
Ranma era teso, leggermente in imbarazzo… ma molto risoluto nel dire
queste parole.
Ryoga “Se lei non ti interessa, come dici sempre, perché ti impicci?”
Voleva proprio provocarlo. Anche se sapeva perfettamente cosa provasse
Ranma.
Ranma “Non costringermi a minacciarti Ryoga! Le cose adesso sono
cambiate. Tutti noi siamo cambiati!”
Ryoga “Io non ho paura di te Ranma! Fatti sotto!”
Ranma “Se non ti farai da parte le dirò la verità. E non sarà
piacevole per nessuno di noi. Non voglio combattere con te Ryoga!”
Così dicendo Ranma si voltò e corse via. Inutile per Ryoga ed il suo
senso dell’orientamento provare ad inseguirlo.
Non ci poteva credere. Ranma stava rinunciando alla sfida. E a modo
suo, come sempre senza sbilanciarsi troppo, era geloso di Akane.
Non gli aveva ne
confermato ne smentito di smettere di essere l’adorato P-chan di Akane, però
gli scappò un sorriso pensando a come sarebbe stata felice Akane di vedere che
atteggiamento aveva avuto Ranma per lei.
Già… lui l’amava,
ma era anche il suo animaletto-confidente, un suo amico, e anche se non voleva
ammetterlo, era amico anche di Ranma.
Ukyo ascoltò ma non
commentò lo sfogo di Ryoga. Lo capiva, sapeva già tutto senza dire niente.
Lui non le raccontò
del discorso di Ranma. Non voleva darle ulteriori dispiaceri. Però entrambi
avevano l’amara consapevolezza della situazione.
Ormai era scesa la
sera. E dovevano accamparsi per la notte.
Ryoga “Ucchan
fermiamoci qui. Siamo vicini al ruscello ed una zona perfetta per accamparci”
Ukyo “Come vuoi. Io
posso preparare qualcosa per cena!”
Mentre Ukyo
cominciava ad allestire una piccola cucina da campo improvvisata, lui montava
la tenda.
Ryoga “Ucchan dammi
la tua tenda, così posso montarla di fianco alla mia”
Ukyo trasalì.
Possibile che poteva ricordarsi di portare tutto per cucinare, ma aveva
dimenticato proprio la tenda?
Ukyo “Ryoga mi
vergogno un po’ a confessarlo … ma ho dimenticato di prendere la mia tenda…”
Ryoga “… non ti
preoccupare… ti cedo la mia volentieri. E poi io sono abituato alla vita
all’aria aperta!”
Si scambiarono un
sorriso timido.
La serata passò
molto rapidamente. Avevano chiacchierato del più e del meno. Ma anche dei loro
interessi nella vita. Ukyo aveva confidato all’amico di aver voglia di provare
ad andare via ed aprire il suo ristorante altrove. Così da farsi un nome
conosciuto e guadagnare di più. In fondo la scuola era quasi finita e sapeva da
sempre che il suo futuro sarebbe stato nella ristorazione.
Ryoga dal canto suo
non sapeva bene cosa fare. Lui non frequentava la scuola, però avrebbe tanto
voluto una vita come quella che faceva Ranma. Una vita da dedicare ad un dojo
come quello dei Tendo. Si forse a lui sarebbe piaciuto insegnare arti marziali.
Ukyo si stava
alzando per andare verso la tenda quando Ryoga l’afferrò per un braccio.
Ryoga “Ma quello
è…?”
Ukyo “Già… un tuo
regalo… L’ho sempre conservato ma non lo avevo mai indossato. Adesso ne avevo
voglia. Non ti dispiace. Vero?”
Arrossendo Ryoga
disse “No. Non credevo ti fosse piaciuto. L’avevo fatto fare in una piccola
bottega specializzata in ciondoli
personalizzati. Sai ormai sono esperto di regalini e souvenir”
Ukyo “Già….ma di
solito il destinatario è qualcun altro”
Si vergognò
all’istante di quello che aveva appena detto. Come era possibile. Lei non era
avvezza a tali pensieri e affermazioni. Si era sentita come …gelosa. Ma gelosa
di cosa?
Ryoga “Si è fatto
davvero tardi e domani ripartiremo molto presto. Andiamo a dormire”
Ukyo “Ok.
Buonanotte Ryoga…e …grazie per la tenda”
Lo disse con
tenerezza, quasi sussurrando. Ma Ryoga sentì benissimo e si sentì molto fiero
della sua galanteria.
Nel corso della
notte il vento si stava alzando e Ukyo si svegliò disturbata dai sibili della
tenda. Si sporse fuori e vi trovò il maialino nero.
Ukyo “dai Ryoga…
piove… vieni nella tenda. Ti ammalerai di certo se rimani là”
Con non poco
imbarazzo il piccolo suino accetto il gentile invito. La tenda era abbastanza
grande per due persone. Ma anche se dormendo spesso con Akane doveva essersi
abituato alla presenza femminile, rimaneva sempre estremamente timido.
Ukyo si girò ed
estrasse un termos. Senza chiedere il permesso bagno il maialino ed innescò la
trasformazione.
Tutti loro erano
ormai abituati a questo rituale. Ma non si aspettava di vederlo così vicino a
se. O meglio, non si aspettava di ritrovarsi vicino un Ryoga completamente nudo
e pietrificato.
Ukyo
“ahhhhh….copriti!”
Ryoga si ridesto
dalla forma a statua di marmo causata dalla situazione e si coprì come poteva.
Ukyo “Scusami… sono
abituata alle trasformazioni di Ranchan ma non avevo previsto questo!”
Entrambi erano
rossi di vergogna e continuavano a fissare il basso.
Ryoga “Io …io
…scusami… esco subito…”
Ma venne prontamente
fermato dalla mano di Ukyo.
Ukyo “Per favore
non andartene. Non andare via anche tu!”
Non pensava che
Ryoga sarebbe scappato nel bosco lasciandola sola. Però aveva bisogno che
rimanesse. Che fosse li con lei. Per lei. Voleva sentirsi al centro dell’attenzione…
del suo amico.
Ryoga “Ok… ma devo
vestirmi. Riesci a passarmi i vestiti che sono rimasti fuori?”
Si sistemarono e
poi decisero di mettersi entrambi a dormire. L’imbarazzo era altissimo. Ma
almeno avevano superato il punto più critico.
Fecero attenzione a
mantenere la massima distanza possibile nella piccola tenda. E così facendo,
finalmente, si addormentarono.
Nel cuore della
notte Ukyo si svegliò e con suo grande stupore si ritrovò stretta a Ryoga.
Abbracciati come una coppietta felice in luna di miele. Arrossì ma non lo
svegliò. Un impulso irrefrenabile però la prese. Voleva vedere cosa si provava
a baciare un ragazzo. Ma immaginava che lui fosse così pacifico e sorridente
perché sognava Akane.
Si sentiva stupida
a pensare di rubargli un bacio… Ma fu un attimo… Un leggero bacio a fior di
labbra e via. Per non farlo svegliare si riappoggiò alla sua spalla. E sperando
che lui non se ne fosse accorto, provò a riprendere sonno.
Mentre cercava di
calmarsi e rallentare il battito del suo cuore… impazzito per l’agitazione del
gesto inusuale.. lo sentì parlare… Ryoga
sussurava un nome nel sonno … Il suo nome. Non il nome di Akane. Stava sognando
lei.
Con questa
piacevole consapevolezza si rimise a dormire. Non glielo avrebbe mai
raccontato. Ma di certo questo cambiava le carte in tavola.
Magari nel cuore
dei due poteva trovarsi uno spazio per qualcun altro. Magari più meritevole di
trovare accoglimento.
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Capitolo 7 *** Akane alle sorgenti maledette di Jusenkyo ***
cap. 7 - Akane alle sorgenti maledette di Jusenkyo
Akane alle sorgenti
maledette di Jusenkyo
Dopo lo splendido
pomeriggio da turista a Shanghai e la serata in un incantevole ristorantino,
Akane aveva finalmente riposato nella sua camera al piccolo hotel. Aveva
dormito beatamente, come se il peso di tutto quello che aveva vissuto nei 2 anni
precedenti fosse scivolato via.
Forse aveva proprio
bisogno di una vacanza per sentirsi meglio. Ma la missione che l'aveva portata
fino in Cina le infondeva anche tanta forza.
Era scesa a fare
colazione dopo le 9. Si era concessa di dormire molto più del solito e le era
stato di giovamento. Era davvero raggiante.
La signora Yasuko le
aveva servito la colazione, abbondante. Sarebbe stato davvero bello vedere
quella gentile signora parlare con sua sorella Kasumi di ricette di cucina.
Aveva un aspetto così dolce e materno, proprio come dovrebbe essere una mamma.
Già, la mamma, ad
Akane mancava terribilmente la sua. Spesso, specialmente negli ultimi tempi si
era ritrovata a pensare a che tipo di mamma sarebbe stata lei. Voleva una
famiglia, voleva diventare mamma, avere dei figli... con il suo Ranma. Diventò
tutta rossa solo per averlo pensato.
Partì poco dopo le
10,30 per prendere un autobus che l'avrebbe portata verso la vallata di
Jusenkyo. La signora Yasuko aveva insistito perché prendesse con se un pranzo
al sacco che le aveva amorevolmente preparato la mattina.
Si sentiva felice.
Doveva affrontare un viaggio di una giornata, ma quella sera sarebbe stata
ancora più vicina alla meta.
Erano passate le 23 e
l’autobus era arrivata al paesino di Lintao. Quella era l'ultima fermata della
giornata. L'indomani sarebbe partita a piedi per raggiungere le sorgenti, che
non erano raggiungibili con bus o auto.
Si avviò verso il
centro del paesino in cerca di una locanda per la notte.
Rimase piacevolmente
sorpresa di scoprire che la zona era come rimasta ferma nel tempo. Non c'erano
tracce della chiassosa modernità delle metropoli come Shanghai. Era davvero
bello.
Trovò una piccola
locanda gestita da una ragazza di nome Eiko. L'accompagnò in una camera al
piano superiore e le preparò qualcosa da mangiare.
Akane accusava la
lontananza da casa. Ormai era via da due giorni e si chiedeva come avessero
preso la sua partenza suo padre e gli altri. Si chiedeva cosa stesse pensando
Ranma.
Non aveva parlato con
lui. Non voleva ammettere niente con lui. Però voleva sacrificarsi per lui.
Trovare lei questa volta una soluzione per tutto. Trovare la soluzione che lui
bramava tanto.
Lei lo aveva accettato
anche con la maledizione. Era affezionata alla ragazzina dai capelli rossi... anche
“lei” era il suo Ranma. Ma se per lui era così importante rompere la
maledizione, allora lei avrebbe trovato il modo di aiutarlo. Sperando poi di
poter finalmente vedere realizzati anche i suoi sogni. Il suo sogno con Ranma.
La notte volò come un
soffio di vento. Akane aveva dormito meno bene della notte precedente e sarebbe
stata una lunga giornata di cammino fino alle sorgenti.
Avrebbe dovuto
mangiare per avere le forze, però non aveva fame. Aveva una strana sensazione,
quasi di sofferenza. Forse iniziava davvero a sentire la mancanza di casa, la
mancanza di lui.
Decise di saltare la
colazione, ma si fermò in un negozietto a prendere dei viveri per il viaggio.
Non sapeva quando sarebbe scesa dalle sorgenti e non voleva trovarsi
impreparata. Prese solo prodotti confezionati e che non richiedevano ulteriore
cottura, dopotutto lei non sapeva cucinare e di certo non voleva sentirsi male
in terra straniera in mezzo al nulla.
Arrivò in meno di
quattro ore alle sorgenti. Non poteva crederci. La fonte di tutti i problemi,
suoi, di Ranma e di molti dei suoi amici, era di fronte a lei... a regalarle
uno spettacolo davvero suggestivo.
Un tappeto di piccole
piscine naturali... cristalline e silenziose. Era affascinata dallo spettacolo
della natura che le si parava davanti. Tutto era così tranquillo che proprio
non riusciva a capacitarsi di come potesse essere così pericoloso quel luogo.
Si avvio versò
l'ufficio delle guide e vi trovò un uomo dall'età indefinita che fumava davanti
ad un caminetto. Si presentò e cominciò a spiegargli il motivo della sua visita
alle sorgenti.
La guida non rimase
poi così sorpresa dal racconto della giovane. Segno che non era poi così
inusuale come situazione.
Senza perdere
ulteriore tempo le comunicò che poteva addirittura fornirle un barile per
riempirlo di acqua per il trasporto.
Akane era raggiante.
Aveva trovato l'acqua che avrebbe rimesso apposto la vita del suo Ranma e dei
suoi amici.
La guida le offrì
ospitalità per la notte, non era saggio ripartire e trovarsi in viaggio con il
calare del sole. Anche se piena di impazienza Akane aveva accettato e dopo una
semplice cena con il suo ospite, aveva deciso di riposare nel caldo futon che le
aveva offerto per la notte.
Tutto stava per
cambiare nella sua vita, e con questo pensiero positivo, si abbandonò nelle
braccia di morfeo.
L'alba arrivò veloce.
Il sole splendeva e rendeva ancora più magica la vallata delle sorgenti. Akane
estrasse da una tasca dello zaino la macchina fotografica e scatto una foto.
Voleva un ricordo di questa avventura.
Salutò ancora la guida
e si incammino per tornare al villaggio di Lintao.
...............................
E per la prima volta scrivo anch'io delle note!
Mi
scuso per l'ordine cronologico della storia. Sto cercando di scrivere i
capitoli in modo da non mandare troppo avanti alcuni personaggi e poi
tornare indietro.
Spero
riusciate a seguire il discorso. Questo è un capitolo un po'
noioso ma presto vedremo anche che fine ha fatto Ranma e cosa succede
nelle vite degli altri personaggi.
Ringrazio tutte le persone che mi stanno lasciando recensioni... Siete troppo gentili!
Un bacio grande a tutti!
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Capitolo 8 *** Nei suoi sogni ***
cap. 8 - Nei suoi sogni
Nei suoi sogni
Il mattino seguente
Ryoga si svegliò presto. Sentendo la presenza molto vicina di Ukyo si imbarazzò
e si scansò dolcemente. Sorrise ed uscì dalla tenda per preparare la colazione.
Poco dopo Ukyo si
svegliò a sua volta. “Buongiorno! Perché non mi hai svegliato? Potevo preparare
io la colazione”
Ryoga “Dormivi così
beatamente. E poi io preparo una colazione fantastica. Sai… anni di duro
allenamento …”
Sorrisero e si
sedettero a fare colazione insieme. Si sentivano entrambi bene. Anche se non
sapevano spiegarsi il perché.
Si incamminarono poco
più tardi per arrivare alle Terme di Hakone. Ci vollero solo un paio d’ore, e
per due persone allenate come loro era tutt’altro che pesante.
In realtà avrebbero
potuto arrivare a destinazione in minor tempo. Ma nessuno dei due sembrava
avere fretta. Non parlavano, ma erano lenti… quasi passeggiassero.
Lui ripensava al sogno
della notte precedente. Si rivedeva a vivere con Ucchan e aiutarla con il
locale. Erano felici e sembravano una coppietta innamorata. Era terribilmente
in imbarazzo per il suo sogno. Ma allo stesso tempo non riusciva a smettere di
pensarci. E di tanto in tanto la guardava di nascosto. Non voleva incrociare il
suo sguardo.
Lei invece non aveva
sognato, ma ripensava al suo gesto. Al bacio rubato. Si sentiva timida, sapeva
di essere timida. Ma allora perché aveva rubato un bacio a Ryoga, ad un Ryoga inerme. Si vergognava davvero. Ma
non le era dispiaciuto affatto. Anzi, avrebbe voluto ripeterlo. Ed era per
questo che camminava in silenzio. Cercando di nascondere il suo imbarazzo
sotto la frangia.
Arrivati ad Hakome
cominciarono a chiedere notizie di Akane nelle varie strutture alberghiere.
Ryoga portava sempre con se una foto della ragazza ma non sembrava servire a
molto.
Ormai stremati,
avevano deciso di concedersi un po’ di meritato riposo. E poi essendo in una
città termale magari anche rilassarsi.
Nessuno dei due
sentiva l’urgenza di cercare Akane. Però Ryoga si era ripromesso di provare a
richiamare casa Tendo il giorno seguente. Potevano aver avuto notizie, così da
poter interrompere le ricerche.
Questi pensieri lo
rattristarono molto. Possibile che lui non volesse ritornare a casa? Stava così
bene in giro con Ucchan?
Ukyo tornò con una
faccia indecifrabile. “Ryoga ho provato a chiedere alla reception… ma ecco…”
Ryoga “Ucchan parla…
non capisco cosa vuoi dirmi…”
Ukyo “Ecco… hanno
detto che sono al completo e possono darci solo una camera matrimoniale per
questa notte”
Ryoga rimase inebetito
per un paio di secondi. Passi per il maltempo e la tenda da condividere. Ma
dividere una camera matrimoniale con una ragazza era davvero troppo per un
timidone come lui.
Ukyo “Dai Ryoga non
fare così. Hai dormito a casa mia tante volte. E poi ieri notte …(pausa di
imbarazzo) abbiamo condiviso la tenda”
Ryoga si riprese e rassegnato
acconsentì. Però insistendo nel dire che avrebbe dormito sul pavimento. E così
facendo si registrarono e presero possesso della camera.
Lasciarono i loro
bagagli e si diressero verso gli spogliatoi della zona delle terme. Ci voleva
proprio un bagno nelle “magiche” acque termali calde per riprendersi.
Riprendersi dagli avvenimenti del monte Hooh, dal trambusto del matrimonio
mancato di Ranma e Akane, dalla sparizione di Akane, dal viaggio con Ukyo.
Ryoga aveva bisogno di distrarsi.
Mentre si immergeva
nella calda vasca… lei gli ritornava in mente.
La sera precedente… il
braccialetto… la notte in tenda… e poi il sogno. La cosa più strana era che
aveva smesso di pensare ad Akane. Certo era ancora in pensiero per lei, ma di
solito quando sognava ad occhi aperti era sempre Akane il centro della sua
immaginazione. Adesso invece era distratto… attratto da altro … da un’altra
immagine…
Rosso di vergogna
guardava il suo riflesso nell’acqua. E dentro sentiva crescere un desiderio.
Forse prematuro, ma pur sempre semplice e puro, di provare ad andare avanti.
Superare il suo amore non ricambiato.
Ukyo aveva legato sulla
testa i suoi lunghi capelli castani e si era diretta nelle vasche riservate
alle donne. Era un bene poter usufruire delle terme adesso. Sentiva dentro un
tumulto che non si spiegava, e non c’era posto migliore per pensare e
rilassarsi.
Davanti a lei
l’immagine di lui che sussurra il suo nome nel sonno. Ed il bacio.
Avrebbe voluto
parlargli, ma non sapeva bene di che cosa. Dopotutto erano insieme per cercare
Akane. Non era certo una vacanza o un appuntamento.
Ma se glielo avesse
chiesto? Poteva chiedergli un appuntamento una volta tornati a Nerima e magari
provare a scoprire cosa si prova ed essere corteggiati o corteggiare qualcuno
che ricambia. E se lui l’avesse respinta…
Troppo difficile.
Erano quesiti troppo difficili.
Ormai era ora di
andare a cena ed entrambi si ritrovarono all’ingresso della camera. Ryoga
l’aveva aspettata e le aveva concesso l’uso del bagno per prima. Era un tipo
galante.
Ukyo non aveva portato
molto con sé. Solo i soliti indumenti quotidiani. Però le dispiaceva non avere
un vestito carino per la cena. Uscì svelta e senza voltarsi cedette il posto a
Ryoga.
Nei due minuti netti
che ci vollero per cambiarsi, Ryoga cercava il modo per ringraziare Ukyo del
suo essere là, con lui.
Mentre Ukyo avrebbe
voluto dire qualcosa. Magari anche confessare quello che aveva fatto la notte
precedente. Però era ora di cena e non voleva fare qualcosa che potesse turbare
Ryoga.
Uscito dal bagno Ryoga
pareva imbambolato. Guardava Ukyo e si chiedeva interiormente come mai non
avesse mai fatto troppo caso a quanto fosse carina.
Già … “la fidanzata
carina di Ranma”. Chissà perché poi tutte le donne dovevano essere per lui.
Fu un attimo ma
entrambi dissero “Posso invitarti a cena stasera?” Ed entrambi arrossirono
vistosamente.
Ryoga “Ucchan insisto,
posso avere l’onore di invitarti a cena?”
Ukyo non si era mai
sentita così. Era come essere invitate ad un appuntamento. “Con grande piacere”
Ma mentre si avviarono
verso la porta un imbarazzatissimo Ryoga inciampò sul suo ombrello e cadde sulla
sua amica, che provò con scarso successo a frenarne la caduta.
Erano entrambi a terra
e stavano ridendo della loro goffaggine… fu un momento. Ryoga senti una forza
attrarlo e smise di pensare. Ukyo dimezzò la distanza tra di loro. Un tenero
bacio fra i due colmò il resto. Seguito subito dall’imbarazzo di entrambi e
dallo scostarsi quasi spaventato di Ryoga.
Ryoga “Ucchan scusami
… non so cosa mi sia preso…”
Ukyo “ah… perché? Non
ti piaccio? Non sono abbastanza carina io?”
Ryoga “Ma cosa dici.
Sei carina. Tu sei sempre stata carina!”
Ukyo “E allora
dimostramelo! O hai paura?” Non sapeva da dove le fosse uscito tutto questo
coraggio.
Ryoga non era
scappato. Aveva sentito qualcosa durante quel bacio. Qualcosa di timido ma pur
sempre qualcosa, e non voleva rinunciarci.
Ryoga “Io non ho paura
di niente!” Mentiva, ma non voleva apparire debole. E poi quel contatto, quel
bacio, era stato veloce… ma sentiva di averlo desiderato.
Si fece coraggio e
rosso di imbarazzo adolescenziale le si avvicino, la abbracciò e la baciò
ancora. Lei ricambiò… e lui si sentì più sicuro che mai.
Era come se fosse
scattata una scintilla. I due romantici non corrisposti erano li, protagonisti
di una scena mielosa e romantica. E non accennavano a volersi separare. Ma il
bisogno d’aria li riportò alla realtà.
Ukyo
prese la parola
per prima, rispetto ad un Ryoga al limite della perdita di conoscenza
“Ecco…io…Non volevo provocarti
così…” “…ma non fraintendermi…
mi è piaciuto…
molto”
Ryoga “…Ucchan …”
Ryoga non riusciva a credere a quello che era appena successo. Aveva il cuore
che batteva ad un ritmo strano, troppo forte.
Ukyo “Non so cosa mi
sia preso, cosa ci sia preso. Però…”
Ryoga “…pero?”
Ukyo “Che ne diresti
se provassimo a frequentarci…ad uscire insieme?”
Ryoga ancora intontito
“… si … “
E poco dopo,
riprendendo il giusto colore nel viso ma senza avvicinarsi troppo, andarono a
cena, insieme.
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Capitolo 9 *** Shampoo ritorna in Cina ***
cap. 9 - Shampoo ritorna in Cina
Shampoo ritorna in Cina
Il volo era durato
poco più di due ore. Solo due ore per permettersi finalmente il lusso di
piangere e sfogarsi, per poi ricomporsi ed affrontare a testa alta la
situazione.
Non fece in tempo ad
uscire dall’imponente aeroporto che venne subito avvicinata da due donne dalla
corporatura massiccia e dall’inconfondibile abbigliamento cinese.
Erano già arrivate le
sue “guardie del corpo”, pronte a scortarla al villaggio, come una condannata a
morte. Dentro di sé lei si sentiva un po’ condannata, non sapeva bene cosa
l’aspettava al villaggio e le premesse non erano delle migliori. Senza la bisnonna
a fare da garante non poteva puntare sulla clemenza del consiglio.
Un’auto nera attendeva
le tre donne che in silenzio iniziarono il viaggio verso il villaggio. Si
fermarono solo una volta a tarda sera per mangiare qualcosa e sgranchirsi le
gambe. Non era un viaggio di piacere il loro e volevano rientrare il prima
possibile.
Ormai era notte fonda
e la mora di guardia cominciava ad accusare la noia della serata. Come da
tradizione, a rotazione tutte dovevano fare dei turni durante il mese, ma
questo tipo di “servizio” per il villaggio era tra i compiti più noiosi in
assoluto.
Erano ormai le 5 del
mattino e tra meno di un ora avrebbe ricevuto il cambio per andare finalmente a
dormire, quando il suo volto venne illuminato dai fari di un’auto.
Non era un mistero chi
vi fosse all’interno. Il villaggio possedeva un’unica autovettura.
Pur rimanendo
impregnate nelle tradizioni, la tribù Joketsuzoku qualche anno prima, aveva ceduto
alla modernità del mezzo di trasporto. Aveva ceduto all’esigenza di avere un
mezzo veloce per raggiungere le città vicine in caso di emergenza o per
trasportare sporadicamente qualcuna delle venerande più in là con l’età.
Dopo uno sguardo
d’intesa tra la mora di guardia e l’autista, l’auto entrò nel capanno che le
faceva da garage.
Shampoo venne
accompagnata alla sua vecchia casa e le fu indicato che avrebbe avuto udienza
con il consiglio alle 8.
Aveva ancora tre ore
da attendere, ma almeno le avevano concesso di ritornare a casa propria. Non
senza precauzioni però. L’ennesima guardia si piazzò fuori dalla porta di casa,
per evitare a chiunque di entrare o uscire.
Lei era ufficialmente
tornata a casa, ma in isolamento.
Ci vollero pochi
minuti per riprendere confidenza con gli oggetti a lei famigliari.
Casa sua era
abbastanza grande e ben arredata, dopotutto la sua era una famiglia di
guerriere di un certo livello.
Lei aveva vissuto là
con la bisnonna fino alla partenza per il Giappone. Effettivamente non aveva
viaggiato molto, e la ricerca di Ranma in terra nipponica era stata una svolta
epocale alle sue abitudini.
Attraversando il salone
si ritrovò di fronte ad un’enorme parete piena di armi. Tutte appartenute alle
sue antenate. Il suo sguardo si posò su un lancia dall’impugnatura viola. Era
di sua madre. Ma non aveva mai avuto l’ardore di usarla lei in combattimento.
Sua madre era venuta a mancare quando lei aveva solo 2 anni. Era morta in
combattimento, quindi con onore. E lei era stata poi cresciuta ed allenata
dalla sua bisnonna. Unica donna della famiglia ancora in vita.
Girò l’angolo e si
ritrovò nella sua vecchia camera. Tutto era immobile come se il tempo si fosse
fermato. Il suo letto al lato della stanza. Poi un piccolo armadio e la sua
cassettiera. Passò lentamente di fianco al mobilio accarezzandolo dolcemente.
Tutti i suoi ricordi più dolci passavano da quella stanza.
Il primo cassetto
dell’antico mobile conteneva i suoi monili, specialmente oggetti per adornare i
capelli. Le era stato insegnato ad essere una brava guerriera ma anche a
valorizzare le sue doti femminili, perché anche quello era visto come una forma
di arte di combattimento.
Poi aprendo il secondo
cassetto notò subito l’album dei ricordi. Conteneva al massimo una decina di
fotografie. Al suo villaggio non c’erano macchine fotografiche. Però in
occasione del torneo di primavera (evento annuale in cui si decretava la donna
più forte del villaggio e gli uomini potevano sfidare le donne per acquisire il
diritto di sposarle) veniva convocata una fotografa dalla città vicina, in modo
da immortalare i momenti importanti della giornata.
Si ricordava bene il
giorno in cui la sua vita era cambiata, sconfitta per la prima volta, da Ranma
in versione ragazza. Era stata la peggiore umiliazione della sua vita, fino a
quel momento.
Poi però aprendo
l’album e scorrendo le foto più vecchie si era soffermata sul torneo di quando
lei aveva 3 anni. Vi era raffigurata lei che combatteva contro Mousse.
Erano cresciuti
insieme e si allenavano entrambi al villaggio. I maschi potevano farlo solo
fino all’età di 10 anni, per poi doversi trasferire in un altro villaggio poco
distante e completare separatamente la loro vita.
Di fianco alla foto
c’era un fiorellino lilla. Lo ricordava bene quel fiore, lo aveva conservato
con cura. Mousse il giorno del torneo le aveva dato quello splendido fiore e le
aveva confessato di essere innamorato di lei, per poi correre via e urlarle che
l’avrebbe sfidata al torneo.
Però lei era più forte
di lui da sempre, era sempre stato così per le donne della sua famiglia e lei
era una degna discendente… o almeno così credeva fino a poco tempo prima.
Comunque quel giorno
Mousse perse in meno di 5 minuti e segnò così il suo destino. Non poteva più
sfidarla per guadagnare il diritto di sposarla. Forse lui non si era mai reso
conto di quando le azioni di un bambino avessero potuto segnare il futuro di un
giovane uomo.
Poi l’addestramento da
amazzone aveva preso il posto della spensieratezza da bambini e i due amici si
erano allontanati. Anche se Mousse tornava a trovarla tutte le volte possibile,
lei manteneva una fredda indifferenza da guerriera. Lei voleva e doveva
circondarsi solo di persone forti, ed il suo giovane amico non era alla sua
altezza.
Adesso non sentiva più
così tanto il desiderio di sconfiggere qualcuno. Quando era partita per il
Giappone si era sorpresa di vedere che Mousse l’aveva raggiunta. E lei
continuava a mantenere il suo alone di superiorità nei suoi confronti. Anche se
sapeva bene che lui era e sarebbe sempre stato il suo migliore amico.
Si sdraiò sul letto
impolverato e cercò di liberare la mente per riposare un paio d’ore. Il consiglio
l’attendeva a breve e avrebbe dovuto sfoderare la sua immagine più dura per non
peggiorare ulteriormente la sua situazione.
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Capitolo 10 *** Tutto quello che succede in Cina ***
cap. 10 - Tutto quello che succede in Cina
Tutto quello che
succede in Cina
Era ormai ora di
pranzo ma decise di fermarsi in un ufficio postale.
L'enorme botte dell'acqua
miracolosa era troppo ingombrante per essere trasportata a spalla per tutto il
viaggio, e poi non era sicura di poterla imbarcare in aereo.
Quindi decise di
investire un po’ del denaro di Nabiki per una spedizione il più veloce
possibile verso il Giappone.
Tenne per sé una
bottiglia. Aveva paura che qualcosa andasse storto e la voleva vicino come
garanzia. Per il suo Ranma, per lei.
Liberatasi del
fardello, andò finalmente a rifocillarsi in un piccolo ristorantino tipico.
Si sentiva leggera.
Aveva trovato le sorgenti e adesso poteva tornare a casa, dal suo Ranma.
Prese un bus che
effettuava il viaggio di notte. Aveva una percorrenza molto più lenta di quello
dell'andata e si sarebbe fermato verso ora di pranzo del giorno seguente a 400
km da Shanghai. Lì poi avrebbe dovuto trovare un'altro mezzo per raggiungere
l'aeroporto.
Il viaggio durò quella
che ad Akane sembrò un'eternità. Ma almeno le aveva permesso di riposare. Si
trovava nella città di Suzhou, a metà strada tra tradizione e modernità, appesa
tra epoche storiche differenti. Akane si sentiva proprio come una bambina in
gita scolastica. Voleva visitare la città. Così si incamminò in cerca di una
cartina, sorridente e sognante.
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Mousse “dottore oggi
mi toglierà le bende?”
Dottore “Si ragazzo,
così avremo la conferma che tutto è andato bene!”
Obaba “Poi lo
dimetterà? Sa, siamo un po’ in ritardo sulla tabella di marcia dottore”
Il dottore fece un
cenno di assenso con il capo e proseguì il suo giro di visite. Non capiva che
fretta potessero avere quei due strani soggetti. Dopotutto erano arrivati solo
2 giorni fa e questo non era il genere di operazione da prendere alla leggera.
Dopo aver firmato i
documenti di dimissione, tornò in bagno e si fissò allo specchio. I suoi occhi
verdi erano provati ma ci vedeva bene, o comunque non aveva più bisogno degli
occhiali.
Obaba “il dottore ti
ha raccomandato di non tenere gli occhi aperti troppo al lungo, ma di abituarti
un po’ alla volta. Rimettiti la mascherina!”
Il moro obbedì, non
voleva fare arrabbiare la vecchia amazzone proprio adesso che gli aveva fatto
un così importante regalo.
Presero un taxi nel
piazzale della clinica e sfrecciarono in direzione aeroporto. Anche loro
avevano un aereo diretto in Cina da prendere.
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Venne scortata dalla
sua guardia del corpo al centro del piazzale. Aveva indossato il suo abito
tradizionale per presentarsi al cospetto del consiglio. Doveva mostrarsi forte
ed orgogliosa.
Davanti a lei una
dozzina di donne la fissavano senza proferire parola.
A rompere il silenzio
carico di tensione fu Moiura, il capo villaggio.
Moiura “Shampoo
sappiamo già tutto della tua vita in Giappone, quindi non perderemo altro tempo
a raccontare del tuo comportamento e dei tuoi fallimenti” “Però in virtù delle
origini nobili della tua famiglia e della tua giovane età, abbiamo deciso per
te una punizione esemplare”.
Shampoo alzando lo
sguardo verso la donna che aveva in pugno il suo futuro “Io non ho paura ed
accetterò qualunque vostra decisione nobile Moiura”
Moiura “Bene Shampoo,
eravamo certe che non avresti creato ulteriori problemi” “Da domani verrai
affidata al capo delle guardie, Jukyko, che ricomincerà ad allenarti da
amazzone. Hai passato troppo tempo lontana da casa e dalle nostre abitudini”
“Ma tra due settimane
organizzeremo un torneo, in cui verrai sfidata dagli uomini del nostro
villaggio fratello. Ormai è giunta l’ora per te di diventare una madre delle
nostre future guerriere!”
Crack … era il suo
cuore che si spezzava per dover rinunciare nuovamente all’amore … crack … era
il suo orgoglio che veniva calpestato nuovamente. Se, vivendo a Nerima, anche
solo per poco tempo aveva creduto di poter prendere in mano il suo destino,
adesso sapeva che la sua sorte era segnata. Segnata per sempre.
Shampoo “La volontà
del consiglio è anche la mia volontà” Sapeva di mentire, ma era l’unica cosa da
dire.
Moiura “Ancora una
cosa Shampoo. Tu qui sei a casa, non sei prigioniera. Ma non provare a scappare
per sottrarti al nostro volere. La pena sarebbe la morte.”
E con queste parole
congedò tutti. La vita del villaggio doveva riprendere il suo normale e
millenario corso.
Note: Mi scuso per il pessimo titolo...ma ormai l'ispirazione è in vacanza... Nel prossimo capitolo vi farò riavere notizie di Akane e Ranma! Buona lettura!
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Capitolo 11 *** Il tempio della pace ritrovata ***
cap. 11 - Il tempio della pace ritrovata
11. Il tempio della
pace ritrovata
Ranma aveva iniziato
il suo cammino verso le sorgenti da più di due giorni. Non sentiva il peso del
viaggio però decise che era ora di mangiare qualcosa.
Aveva notato un
cartello che indicava il prossimo paese a 10 km, e decise che avrebbe fatto una
tappa proprio la.
Ci mise meno di
mezz'ora a raggiungere Suzhou, piccola ma moderna città che si frapponeva tra
la Cina più tradizionale e la moderna Shanghai.
Camminava incantato
tra le vie alberate della prima periferia della città, poi la sua attenzione
venne catturata da un cartello che indicava il parco di un tempio, il
"Tempio della pace ritrovata".
Pensò che il nome potesse
essere propiziatorio e decise che avrebbe bivaccato là per rifocillarsi prima
di proseguire.
---------- ---------- ---------- ---------- ---------- ---------
Akane trovò un piccolo
negozietto di souvenir dove prendere un pensierino da portare a Nabiki
(dopotutto aveva finanziato il viaggio) e procurarsi una cartina della città.
Il negozio era piccolo
ma molto accogliente. La proprietaria le spiegò la lavorazione dei piccoli
oggetti di legno, frutto dell'artigianato locale. Però Akane sapeva che per
Nabiki doveva trovare qualcosa di diverso.
Il suo sguardo si posò
su un oggetto che stonava con il resto dei souvenir in vendita.
Akane "Mi scusi,
ma questo cappello è in vendita? E' così bello e particolare. Sembra lavorato a
mano..."
Commerciante "Si
signorina, è in vendita. E' prodotto da una ragazza del paese. Ricama questi
cappelli per guadagnare un po’ di soldi per la sua famiglia. L'anno scorso è
rimasta orfana di madre e cerca di aiutare come può".
Akane "Capisco...
Bene allora prendo questo. Quanto le devo?"
Decise che era ora di
chiamare casa e far sapere a tutti che stava bene e che sarebbe tornata tra
qualche giorno. Non voleva dare indicazioni precise quindi decise che avrebbe
mentito a tutti.
Drin drin…
Kasumi “Pronto Dojo
Tendo”
Akane “Kasumi sono
Akane”
Kasumi “Oh Akane…
eravamo tutti in pensiero per te! Dove sei?”
Akane “Kasumi non
volevo farvi preoccupare. Sto bene e sono in viaggio. Ma voglio restare ancora
un po’ da sola. Ne ho bisogno. Non voglio farvi sapere dove sono.”
Kasumi “Capisco Akane
ma siamo tutti in pensiero per te. Ryoga è venuto a cercarti.”
Akane “Non doveva! …”
“E Ranma?”
Kasumi “…Anche Ranma è
sparito… ha lasciato un biglietto dove diceva di essere partito per la Cina”
Akane “Oh…Ora devo
andare. Ma di a tutti che sto bene e che devono smetterla di cercarmi! Tornerò
presto. Ciao”
Lui era partito per la
Cina. Sicuramente non aveva viaggiato in aereo come lei… Si immaginò il ragazzo
attraversare a nuoto l’oceano per raggiungere la Cina. Lui certamente non
poteva avere le risorse economiche di Nabiki.
Desiderava tanto
rivederlo e dargli la tanto agognata acqua.
Poco dopo Akane sorridendo
dei sui pensieri e stringendo il cappello in mano, si incamminò per passeggiare
e rifocillarsi con la bibita appena comprata al bar fuori dal negozio di
souvenir.
Sulla cartina
indicavano un tempio poco distante e decise che ci sarebbe passata per lasciare
un offerta ed esprimere un desiderio. Il desiderio di rivedere presto il suo
Ranma.
Il parco del tempio
era verdissimo, calmo e con un percorso molto curato. Sicuramente appropriato
al tema del tempio. Akane si sentiva proprio in pace in quel luogo.
Ad un tratto una
folata di vento le strappo dalle mani il cappello appena comprato. Così cominciò
a correre per riprenderlo.
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Capitolo 12 *** Il primo appuntamento ***
cap. 12 - Il primo appuntamento
12. Il primo
appuntamento
Ranma si girò sentendo
un lieve spostamento d’aria… fu un attimo ma gli sembrò di sentire il suo
profumo. La mente a volte gioca davvero brutti scherzi.
Akane corse dietro al
cappello e lo recuperò con un abile balzo. Poi getto via la sua bibita e si
diresse al tempio per il suo desiderio.
Si avviò lentamente
verso la porta centrale. Voleva approfittare per pregare un po’ ed esprimere il
desiderio di rivederla il prima possibile. Le aveva fatto una promessa.
Si inginocchiò ai
piedi del grande altare, prese un pezzo di pergamena ed iniziò a scrivere… Lei
sapeva esattamente cosa desiderava “Una vita felice al fianco del suo Ranma”.
Appena finito si alzò ed appese il prezioso desiderio. Si sentiva leggera e
felice. Presto sarebbe tornata a casa e lo avrebbe finalmente rivisto.
Nella penombra
continuava a guardare a destra e sinistra, era sempre molto affascinato
dall’interno dei templi, specialmente quelli cinesi, ben più sfarzosi di quelli
giapponesi. Senza rendersene conto sbatte contro una donna…
Ranma “Mi scusi
signora… ero distratto e non l’ho vista…”
Akane alzò lo sguardo
prima ancora di percepire quelle parole. Una scossa le aveva percorso tutto il
corpo nel momento in cui aveva sbattuto su quell’uomo… Non ebbe nemmeno un
secondo di dubbio… Era lui.
Con gli occhi pieni di
lacrime lo abbracciò e comincio a dire dolcemente il suo nome…
Akane “…Ranma … Non
posso crederci… sei qui … “ Non stava in se dalla gioia.
Ranma “Akane… non sto
dormendo vero? Sei tu e sei qui…in Cina…Com’è possibile?”
Era sorpreso ed
emozionato… Non voleva lasciarla, non voleva sciogliere l’abbraccio pieno di
urgenza che lo legava a lei. Non voleva perderla.
Si guardarono
intensamente. Lui si stava lentamente
avvicinando per annullare finalmente la distanza che da sempre li aveva
separati. Cercare di trasmetterle tutto il sentimento che provava, tutto il suo
amore. Già … l’amore che aveva represso, che avevano represso per tanto, troppo
tempo. Lì, in mezzo al tempio, poteva finalmente dimostrarle il suo amore. Avrebbero
finalmente ritrovato la pace.
Monaco “Mmh mmh
ragazzi… non è il caso di avere certi atteggiamenti dentro ad un tempio! Andate
fuori!”
Fumanti di vergogna si
separarono all’istante e si scusarono. Poi lui la prese per mano e corsero
fuori.
Appena arrivati nello
splendido parco Ranma prese la parola per primo.
Ranma “Akane ma cosa
ci fai in Cina? Ti ho scritto nel biglietto che sarei tornato…”
Akane “Ma quale
biglietto? Io sono partita poche ore dopo aver parlato con te…”
Ranma “…”
Akane “forse ho capito
… siamo partiti entrambi nelle stesse ore… Ranma io non ho mai letto il tuo
biglietto!” “Ma tu come sei arrivato in Cina?”
Ranma “Beh vedi… ho
chiesto un prestito a Nabiki e mi sono imbarcato su una nave al porto di Tokyo.
Tu piuttosto come ci sei arrivata? Dove sei stata?”
Non sembrava che Akane
avesse l’aspetto di una che ha viaggiato per giorni in cattive condizioni…
Questo lo rasserenò. Era un viaggio lungo, specialmente per una donna, da sola.
Akane “Veramente io
sono venuta in aereo … Ho chiesto anche io un prestito a Nabiki”.
Ranma “Dannata Nabiki
… perché non me lo ha detto?!”
Akane “Perché ne lei
ne nessun altro sa dove io sia … Ho mentito a tutti”
Ranma “Cosa intendi
dire?”
Akane “Io ho detto che
volevo stare un po’ da sola e andare alle terme… e mi hanno creduto… Anzi,
prima ho chiamato il dojo e Kasumi mi ha detto che Ryoga era partito per
cercarmi”
Ranma “ah… io non
c’ero e quel maiale ha subito approfittato della situazione. Che porco!”
Akane “Ma cosa dici!
E’ sempre così gentile e disponibile. Comunque è colpa mia. Avrei dovuto
chiamare casa il giorno dopo per dare mie notizie … ma sono stata … ecco..
impegnata…”
Ranma “Impegnata?” “Ma
se sei in giro per la Cina!” “Immagino tuo padre in un mare di lacrime, che si
aggira come uno spettro per casa… e che mi dà la colpa di tutto…”
Akane “Ma in fondo è
colpa tua … anche colpa tua!”
Ranma “Non ti ho mica
rapito io e portato in Cina!”
I loro animi si
stavano scaldando … come al solito… Nemmeno l’atmosfera del tempio della pace
ritrovata poteva fare molto per due innamorati litigiosi come loro.
Però se c’era una cosa
che Ranma aveva sempre saputo, era che continuando a provocare Akane non
avrebbe mai fatto pace con lei… Così fece quello che avrebbe voluto sempre fare
durante i loro battibecchi…
La tirò delicatamente
a se e l’abbracciò forte. Ovviamente lei spiazzata da questo gesto, arrossendo
si zittì all’istante.
Akane “oh Ranma… mi
sei mancato così tanto… Non voglio più stare senza di te!”
Ranma “Non ti lascerò
mai Akane… Ma devo raggiungere le sorgenti… E lì è troppo pericoloso per te!”
Akane non era pronta a
dirgli di esserci già stata. Non voleva spaventarlo o farlo preoccupare. Così
riprese a parlare e gli propose un accordo.
Akane “Ranma capisco
benissimo… in fondo sei qui per questo… anche io volevo andare alle sorgenti
sai?”
Ranma “Akane è un
posto davvero pericoloso… io non ti permetto di rischiare ancora per me …”
Akane “Lasciami
parlare… altrimenti ricominceremo a litigare..”
Annuendo Ranma le fece
cenno di proseguire.
Akane “Sono stata in
giro per tanti giorni Ranma, da sola… Ma adesso sei qui con me… Accompagnami a
Shangai. Lì c’è un piccolo albergo che mi ha ospitato al mio arrivo in Cina. I
gestori sono davvero delle brave persone. Aspetterò la che tu ritorni dalle
sorgenti”.
Lui non capiva, lei
non si stava arrabbiando, anzi, voleva solo essere accompagnata a Shangai… Per
poi aspettare il suo ritorno. Ritorno da uomo “guarito”.
Ranma “Va bene Akane,
faremo come desideri”.
Rimasero ancora un po’
a parlare del viaggio che avevano intrapreso. Il loro destino era proprio
intrecciato. Avevo quasi le stesse idee. Akane però fu molto brava a non
menzionare il suo viaggio fino alle sorgenti e ritorno. Diciamo che la sua
storia era “censurata”. Non voleva che Ranma si preoccupasse per lei. E
soprattutto non era pronta a svelargli dell’acqua che portava con se.
Ormai era ora di cena.
Cercarono un ristorantino, e trovarono un posto molto romantico, dove i piccoli
tavoli erano illuminati solo dalle luci delle candele.
Per loro non era una
novità mangiare insieme e da soli, però così, con il bacio al tempio, gli
abbracci e la camminata mano nella mano… Sicuramente era stata una delle
giornate più bella della loro vita.
Akane “Ranma oggi è
stato come avere il nostro primo appuntamento…” E arrossendo di rimando Ranma
rispose “…già Akane… e … sei davvero bellissima!”
Tutto fu’ perfetto.
Lui non la offese nemmeno una volta e lei non lo picchiò. Erano così sereni,
imbarazzati ed innamorati.
Sembrava che lo stare
così lontani da casa, dai loro famigliari impiccioni e soprattutto dai vari
pretendenti li avesse finalmente resi “liberi”.
Akane, ormai esperta,
trovò l’alloggio per la notte. Era un piccolo alberghetto con solo 10 camere,
ma con la zona termale e la piscina coperta. La camera era molto semplice,
piccola e con pochi mobili. Il letto era poco più grande di quello in cui
dormiva Akane in camera sua.
Ranma “Akane io dormo
sul pavimento, non ti preoccupare!”
Akane “Come vuoi
Ranma, ma non saltarmi addosso nella notte o te ne pentirai!” Lo disse per
abitudine, ma senza prendersi troppo sul serio. E lui le rispose con un
sorriso. Si, stavano proprio bene insieme.
Si cambiò in bagno ed
indossò il consueto pigiama giallo. Lui aveva la solita tenuta in canottiera e
boxer. Le chiese un cuscino e scherzano iniziarono a prendersi a cuscinate.
Ridevano come due bambini. Poi Akane senza smentire la sua goffaggine gli cadde
addosso. Si fermarono e rimasero incatenati
dallo sguardo l’uno dell’altra.
Ranma “Akane io … ti
amo..”
Akane “oh Ranma … ti
amo anch’io… da molto tempo”.
Quel “ti amo” sciolse
i loro cuori, e gli regalò davvero la pace. Lui le accarezzò il viso e la baciò
per la prima volta. Assaporando ogni millimetro delle sue labbra, morbide e
profumate. Lei era pronta da tanto ma il cuore le stava scoppiando di gioia.
Nemmeno nei suoi sogni più belli aveva immaginato che il contatto con Ranma
potesse farla stare così bene. Sentiva la pelle bruciare. Lei lo desiderava,
desiderava il suo amore, la sua vicinanza. Era inebriata dal suo odore, che per
lei era sempre stato il più sublime.
Ripresero fiato dopo
interminabili secondi. Imbarazzati e con gli occhi pieni di emozione. Akane
aveva perso una lacrima, di gioia.
Ranma “Akane so di non
avertelo mai chiesto nel modo giusto… ma … vuoi sposarmi?”
Altre lacrime le
rigarono il bel viso, e senza esitare lo baciò. Un bacio leggero ma ancora
imbarazzante per lei.
Ranma “Questo lo
prendo per un si?”
Akane “Si Ranma …
Voglio sposarti!”
Note:
Spero che questo capitolo abbia ripagato almeno in parte l'attesa
dell'incotro tra i due "viaggiatori". Non volevate davvero che lui
recuperasse quel cappello, vero?
Buonanotte a tutti e al prossimo capitolo!
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Capitolo 13 *** Un bagno in piscina ***
cap. 13 - Facciamo un bagno in piscina?
Appena arrivati in
Cina Obaba aveva portato Mousse nella zona delle pianure, a meno di 100 km dal
suo vecchio villaggio.
Non aveva capito a
pieno il motivo del mancato ritorno a casa. Obaba gli aveva imposto un duro
programma di allenamento per le prossime settimane. Al termine del quale, entrambi
avrebbero ripreso la strada di casa.
Ma nella sua mente il
pensiero era sempre fisso a lei, la sua Shampoo. Voleva sapere quale sorte
le fosse toccata. Anche se si era convinto che non le fosse successo niente di
così brutto. Obaba non avrebbe rimandato a casa da sola la sua adorata nipote
in caso di una punizione troppo severa.
Obaba “Mousse smettila
di sognare ad occhi aperti e vieni qui”
Mousse “Arrivo…”
--------------------
Drin drin…
Kasumi “Pronto Dojo
Tendo”
Ryoga “Buongiorno sono
Ryoga”
Kasumi “Ciao Ryoga!
Sono Kasumi. Dove sei?”
Ryoga “Sono alle terme
di Hakome con Ukyo. Ma qui non c’è traccia di Akane. Voi avete avuto notizie?”
Kasumi “Si Ryoga. Ha
chiamato ieri. Ha detto di stare bene e di volere stare ancora un po’ da sola.
Ma non vuole farci sapere dove si trova”
Ryoga “Capisco…”
Kasumi “ah Ryoga, le
ho detto anche che tu eri partito per cercarla. Ma ha detto di riferire a tutti
di smetterla di cercarla, quindi è meglio se rientri a casa. Grazie di tutto!”
Ryoga era perplesso,
non si sentiva tranquillo a sapere Akane da sola chissà dove, però allo stesso
tempo voleva rimanere ancora un po’ con Ukyo.
Ryoga “Grazie Kasumi.
Avviso Ukyo”
Kasumi “A presto
Ryoga!”
E canticchiando la
maggiore delle Tendo tornò alle faccende domestiche.
Ukyo “Allora Ryoga?
Novità?”
Ryoga “Ha chiamato
dicendo di stare bene ma di voler rimanere ancora un po’ da sola. E di non
cercarla”
Ukyo la capiva. Dopo
tutto quello che era successo nell’ultimo periodo, era umano pensare di voler
stare un po’ da soli e possibilmente lontano dai guai.
Ukyo “Bene Ryoga.
Visto che la ricerca della principessa Akane è terminata… che ne dici di
ritornare a casa?”
Assorto nei suoi
pensieri sul significato di “ritorno a casa” Ryoga rispose “Come vuoi Ucchan”
E ripresero la strada
verso casa, camminando senza fretta.
--------------------
Lei si svegliò per
prima. La sera prima si era addormentata abbracciata a Ranma. Si erano baciati
per la prima volta. Ranma le aveva chiesto di sposarla. Ranma le aveva
dichiarato il suo amore.
Si era svegliata già
da un po’ e stava pensando a come dirgli dell’acqua delle sorgenti.
Così le venne l’idea.
Sgattaiolò via dal letto in silenzio, prese una vestaglia e scese nella sala
della colazione.
Chiese gentilmente
alla cameriera se poteva prestarle una teiera di acqua calda da portare in
camera per un the per il suo fidanzato. La ragazza, pensando ad un gesto
romantico tra innamorati, acconsentì subito.
Tornò in camera e
preparò l’occorrente. Senza fare rumore aprì la bottiglia d’acqua e si preparò
al tiro. Aveva una sola possibilità e non voleva sprecarla.
Svuotò tutta la
bottiglia di acqua miracolosa sulla testa del moro… e con gesto fulmineo iniziò
a svuotare anche la teiera fumante.
Ovviamente lui si
svegliò di colpo.
Ranma “Akane ma che
accidenti ti prende? Non potevi svegliarmi più dolcemente?!”
Akane “E dai Ranma… Le
vecchie abitudini sono dure a morire…E poi era acqua calda!”
Ma lui non le diede il
tempo di reagire e la trascinò sul letto, abbracciandola e baciandola.
Ranma “Intendevo che
preferisco un risveglio così!”
Akane “Pervertito!”
Ranma “Maschiaccio!”
Le risate armoniose
dei due piccioncini invasero la stanza.
Poco dopo scesero a
fare colazione e Akane restituì la teiera. Ranma non si era accorto di nulla e
Akane aspettava il momento propizio per fargli scoprire la verità.
Akane “Ranma ti va di
andare a vedere la piscina dopo colazione?”
Ranma “Akane ma se non
sai nuotare?”
Akane “E dai… magari
l’acqua non è tanto alta… e poi se dovessi avere problemi tu mi salveresti,
no?”
Ranma “Se proprio ci
tieni. Ma adesso facciamo colazione. Ho una fame da lupi!”
Akane “Ranma guarda
che bella piscina! Sul fondo della vasca c’è l’immagine di un sole!”
Ranma “Si … è bello …
(anche tu sei molto bella…)” Era arrossito come un bambino. Si ritrovava da solo
con Akane in quella piscina al coperto. Con lei con indosso solo un bikini rosa
che lasciava poco spazio all’immaginazione. Erano soli ma lui continuava a
sentirsi in imbarazzo. Inoltre non poteva nemmeno permettersi di fare il bagno
con lei senza trasformarsi in Ranko… Ma tutto questo sarebbe finito presto.
Stava per tornare alle sorgenti.
Akane “Ranma perché
fai quella faccia triste? Non ti piace la piscina?”
Ranma “Certo che mi
piace… ma non posso entrarci..”
Akane “E perché?”
Ranma “Non voglio
trasformarmi in ragazza … qualcuno potrebbe vedermi…”
Akane “Dai Ranma… ci
siamo solo noi due!” “Prendimi”
E con fare
provocatorio gli lanciò l’asciugamano e cominciò a correre sul bordo della
vasca.
Un attimo di distrazione,
forse anche un po’ volontaria, ma inciampò cadendo nel punto più profondo della
piscina.
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Capitolo 14 *** Ritorno a Shanghai ***
cap. 14 - Ritorno a Shangai
Ritorno a Shangai
Ranma “Akane attenta!”
Senza pensarci un
momento di troppo, si tuffò subito per salvarla. Dopotutto il suo maschiaccio non sapeva
nuotare.
La abbracciò
teneramente. “Akane devi stare più atten…”
La stava sgridando, ma
si fermò a metà della frase… La sua voce, il suo corpo… Era ancora un ragazzo,
nonostante l’acqua della piscina fosse quasi fredda.
Akane “oh Ranma!”
Lo abbracciò ancora
più forte. Era davvero felice. Finalmente la maledizione, che tante pene aveva
causato, era stata cancellata.
Ranma “Akane ma che
succede? Non mi sono trasformato!”
Akane “Lo vedo… anzi
lo so!”
Ranma “Che vuole dire
lo so? Cosa mi hai fatto?”
Akane “Vedi io …ecco
io … stamattina ti ho bagnato con l’acqua …”
Ranma “Si mi hai
svegliato con la teiera… Ma poi?”
Akane “Lasciami
spiegare!” Stava già andando su tutte le furie. Possibile che Ranma non la
lasciasse mai finire un discorso, anche se serio.
Akane “Questa mattina
ti ho prima bagnato con l’acqua del ragazzo affogato e subito dopo con dell’acqua
calda!”
Ranma “Ma dove hai
preso quell’acqua? Non è che ti hanno venduto un altro trucchetto cinese momentaneo?”
Akane “No Ranma… è
proprio l’acqua giusta… L’ho presa io alle sorgenti!”
Ranma non poteva
credere alle sue orecchie. Non si sarebbe più trasformato. Lei lo aveva
guarito. Lei era andata alle sorgenti. Lei … lei cosa?
Ranma “Akane ma non
dovevi! Sono pericolosissime!”
Akane “Forse per te.
Io non ho avuto problemi, anzi, ho anche spedito una botte di acqua in Giappone
per gli altri!”
Rimasero in piscina
ancora per una buona ora. Parlarono a lungo del viaggio che aveva intrapreso
Akane e dei motivi che l’avevano spinta a farlo da sola.
Ranma sprizzava gioia
da tutti i pori ed appena ebbero finito il lungo chiarimento cominciò a
tuffarsi in piscina, uscire, fare la
doccia calda, poi fredda… Sembrava un bambino al parco giochi. Tutta la
situazione gli sembrava un sogno. Un bellissimo sogno dove aveva ottenuto le
due cose per lui più importanti, Akane e la ritrovata “virilità”.
Felici come mai prima
d’ora, lasciarono il piccolo albergo e mano nella mano presero l’autobus che li
avrebbe riportati a Shanghai. Era l’inizio di una nuova vita. La loro vita
insieme.
In tarda serata
arrivarono alla fermata di fronte all’aeroporto. Akane aveva parlato a Ranma
dell’hotel che l’aveva ospitata al suo arrivo in Cina. E aveva deciso di
pernottare nuovamente la per la notte.
Signora Yasuko “Oh
Akane! Sei tornata! Ma chi è questo bel ragazzo?”
Akane “Buonasera
signora Yasuko. Questo è Ranma, il mio fidanzato. Ci siamo ritrovati per caso a
Suzhou e adesso siamo di ritorno insieme”
Signora Yasuko “Mi fa
molto piacere vederti più serena cara ragazza!” “Vi serve una camera per la
notte?”
Akane rispose affermativamente.
Yasuko “Bene, però la
camera dell’altra volta è un po’ troppo piccola per due. Vi daremo una
matrimoniale”
Ranma arrossì, non era
ancora a suo agio a fare il fidanzato, figuriamoci a farsi dare una camera
matrimoniale.
Akane “Grazie signora
Yasuko!”
La stanchezza del
viaggio li fece desistere dall’uscire a fare una passeggiata per Shanghai,
anche se Akane avrebbe tanto voluto portare Ranma a visitare le cose che lei
stessa aveva visto nel suo piccolo tour. Però pensò che magari il giorno dopo
ci sarebbe stata occasione. Dopotutto non aveva programmi per il ritorno a
casa.
Stava facendo un bagno
caldo e non riusciva a togliersi dalla testa la faccia felice del suo
maschiaccio quando aveva confessato di averlo “liberato” dalla maledizione. Il
grande Ranma Saotome stavolta era stato battuto. Battuto sul tempo e nella
forza di volontà, ma non gli pesava, visto che a batterlo era stato proprio la
sua Akane.
Adesso però rimaneva
ancora una cosa da sistemare. Rimettere apposto anche la faccenda del
matrimonio. Lui manteneva sempre le promesse!
Imbarazzato dai suoi
pensieri si immerse con la testa tra le bolle del bagnoschiuma, dopotutto non
doveva più preoccuparsi dell’acqua che si raffredda.
Dormirono ancora una
volta abbracciati teneramente, ma al mattino fu Ranma a svegliarsi per primo.
Un risveglio dolcissimo con lei appoggiata al suo petto. Quanto aveva aspettato
per questo, quanto lo aveva desiderato?
Osservava il suo viso,
il naso piccolo e le labbra proporzionate. Scese ancora un po’ con lo sguardo, ma senza sfiorarla. Come aveva
fatto a definirla piatta come una tavola e vita larga? Akane aveva un seno
pieno anche se non grandissimo e una vita piccola piccola. Era perfettamente
proporzionata. Minuta ed atletica, proprio come un’artista marziale dovrebbe
essere. Lei era perfetta per lui.
La risveglio con un
dolce bacio sulla fronte “Buongiorno Akane”
Lei aprì piano gli
occhi e gli sorrise, ricambiando “Buongiorno Ranma”
Si, si stava abituando
alla sua presenza così vicina, non si sentiva più così in imbarazzo anzi,
adesso sembrava non essersi svegliata mai in altro modo.
Ranma “Akane so che
ieri parlavi del giro della città che hai fatto pochi giorni fa. Che ne dici di
mostrarmelo? Non mi va di ripartire per Nerima subito … e poi qui si sta così
bene… (senza i soliti scocciatori)… C’è un aria così famigliare…”
Akane “… Ranma …
(anche io non voglio ritornare ancora alla vecchia vita) … non c’è fretta… Io non
ho speso molto dei soldi che mi ha prestato Nabiki. Penso che bastino per
fermarsi ancora un po’ e per il viaggio di ritorno”
Era davvero felice
della richiesta di Ranma. Nessuno dei due moriva dalla voglia di ritornare
subito a casa. L’aria della Cina stava facendo davvero miracoli per la loro
relazione e sotto sotto aveva paura che tornando a casa svanisse tutto per
lasciare il posto alla vecchia vita.
Ranma “Bene!” “Dai
andiamo a fare colazione!”
Adorava vederla felice
e spesso non si rendeva conto che per farlo bastava davvero poco. Vedere il suo
sorriso non avrebbe mai avuto prezzo. Era sicuro come non mai che lei fosse il
suo destino. Che il destino di entrambi fosse stare insieme.
Yasuko “Buongiorno
ragazzi! Siete mattinieri vedo”
Ranma “Buongiorno
signora Yasuko. Già, l’aria di Shanghai mi fa bene (e la presenza così vicina
di Akane mi fa dormire poco), è così diversa da casa”
Akane “Buongiorno
signora Yasuko. Come sta oggi?”
Yasuko “Bene ragazza
mia. Vi ho preparato il tavolo d’angolo, vicino alla finestra.”
Akane e Ranma “Grazie…”
Finito di mangiare
Akane decise di salire in camera per prima, per prepararsi con calma. Voleva
essere bellissima per la gita con Ranma.
Lui invece si fermò a
mangiare ancora qualche dolcetto cinese, fatto in casa dalla padrona
dell’albergo.
Yasuko “Vedo che sei
ghiotto dei miei dolci ragazzo!”
Ranma “Sono squisiti
signora. Grazie” (magari un giorno anche la mia Akane sarà brava in cucina...)
Yasuko “Se ti serve
qualcos’altro chiedi pure”
Ranma era in imbarazzo
ma anche molto determinato.
Ranma “La ringrazio…
effettivamente mi servirebbe un’informazione ed un favore”
Non vedendolo
rientrare in camera scese a cercare quel mangione del suo fidanzato.
Akane “Ranma … Ranma …
che fine hai fatto? Ti stai ancora ingozzando di dolci?”
Sbucando da un
corridoio la signora Yasuko la spaventò.
Yasuko “Akane calmati…
Ranma è stato così gentile da accompagnare mio marito per delle commissioni.
Non ti dispiace, vero?”
Akane “No certo, solo
avrebbe potuto avvisarmi…” Pensò che il suo Ranma fosse sempre il solito. Non
la teneva mai abbastanza in considerazione.
Yasuko “Allora dopo
farò una bella ramanzina a mio marito per il comportamento assai poco cortese
che ti ha riservato!”
Sembrava quasi averle
letto nel pensiero. Akane sorrise, non poteva certo arrabbiarsi con una signora
così gentile. Ma di sicuro l’avrebbe fatta pagare al fidanzato al suo ritorno.
Durante la mattinata,
ed in attesa del rientro degli uomini, Akane aiutò la signora Yasuko con le
mansioni dell’albergo. In particolare le venne affidato il compito di
riapparecchiare i tavoli della sala da pranzo.
Aveva accettato
volentieri, si sentiva molto “a casa” nel piccolo albergo. I gestori l’avevano
accolta come se fosse stata una lontana parente.
Nel frattempo Ranma
era rientrato con il signor Yan. Avevano preferito l’ingresso sul retro così
che Ranma potesse tornare in camera per cambiarsi.
Signor Yan “Yasuko
sono tornato!”
Akane si sporse per
scorgere il fidanzato, ma rimase delusa. “Salve signor Yan”
Yan “Ciao Akane. Se
stai cercando Ranma è già andato in camera.”
Akane “Grazie. Finisco
ancora un lavoretto e vado da lui”
Yan “Bene Akane. Ah,
quasi dimenticavo, questa sera nel quartiere si festeggia la festa della dea
della purezza. Vi unirete a noi?”
Akane “Veramente
saremmo dovuti andare in aeroporto per cercare un volo per rientrare in
Giappone”
Entrando con il
grembiule da lavoro la signora Yasuko prese la parola “Ma se non avete ancora
il biglietto potete fermarvi ancora un giorno! Vi regaliamo noi il
pernottamento! E poi dicono che questa ricorrenza porti tanto fortuna alle
giovani coppie! Rimanete come nostri ospiti, abbiamo un’area riservata in
quanto albergatori”
E strizzò l’occhio in segno
di intesa per Akane, ma anche per suo marito.
Yan “E poi a Ranma
sembrava interessare, ne abbiamo parlato prima”
Akane “Allora se a lui
va bene, possiamo restare ancora un giorno. Vado a prepararmi.”
Yasuko “Ancora una
cosa Akane, le donne devono essere tutte vestite di bianco! Mi raccomando! E’
di buon auspicio!”
Akane “Vedrò cosa
posso fare allora!”
Non era sicura di aver
portato qualcosa di completamente bianco, doveva controllare. E poi moriva
dalla voglia di riabbracciare Ranma. Salì le scale quasi correndo e aprì piano
la porta della camera.
Lui l’aspettava, occhi
negli occhi. Il blu profondo di lui nel mare di cioccolato di lei. Erano stati
lontani solo poche ore e ad entrambi era sembrata un’eternità.
Ranma “Akane …”
Akane “Oh Ranma … mi
sei mancato… non sparire più senza avvisarmi Baka!”
Ranma “Scusa, non
volevo farti preoccupare. Perdonami”
E per suggellare
meglio la richiesta di clemenza la baciò con passione. La strinse forte e con
le mani le accarezzò la schiena, scendendo quasi sul fondoschiena. Forse tutte
quelle emozioni erano troppo per lui. Sapeva di desiderarla con ogni centimetro
del suo corpo, ma si imponeva di aspettare. Non voleva anticipare i tempi.
Ripresero fiato e Akane
espresse la sua preoccupazione sull’abbigliamento da tenere. Non aveva mai
curato esageratamente il suo aspetto, ma ci teneva a fare bella figura.
Akane “Ranma ci hanno
invitato a questa festa ma io non credo di avere niente di bianco da indossare”
Ranma arrossendo un po’ “Non ti preoccupare. Mentre
ero in giro per le commissioni del signor Yan ho visto questo in una vetrina…”
E spalancando
l’armadio la lasciò senza fiato. Le aveva comprato un bellissimo abito bianco.
Lungo e con le spalle scoperte. Con un corpetto pieno di piccoli cristalli
azzurri e candida stoffa svolazzante fino a terra.
Akane “… è stupendo
Ranma!”
Ranma “Lo so… ma
impallidisce al confronto con la tua bellezza Akane”
Non era abituata ai
suoi complimenti e forse non lo sarebbe stata mai, ma il pensiero di lui che le
compra un vestito per la festa era qualcosa di indescrivibile. Una gioia enorme
la cullava.
Ranma “Dai
maschiaccio… vai a prepararti! Stasera sarai la più bella della festa!”
Lui si preparò in
pochi minuti. Indossò abiti tradizionali cinesi. Una casacca bianca con le
polsiere blu ed i soliti pantaloni neri. Da uomo non aveva bisogno di molto per
essere pronto.
Ranma “Akane io scendo
nella hall. Ti aspetto in fondo alle scale!”
Akane “Arrivo subito…
sono pronta… “ Ma lui era già scappato.
Akane si sorprese della
sua immagine nello specchio, si era leggermente truccata ed aveva un aria così eterea. Sembrava quasi una
sposa occidentale. Le scappò un sorriso. Non vedeva l’ora di celebrare
nuovamente il loro matrimonio e senza intoppi. Magari avrebbe anche potuto
indossare di nuovo questo splendido vestito.
E con questi pensieri,
comincio a scendere le scale con fare incerto sui tacchi.
Ranma l’aspettava come
promesso in fondo alle scale. Lei scendeva come se fosse un angelo. Il tessuto
leggero del vestito sembrava mosso dal vento. Era
bellissima. Ed il suo cuore dapprima agitato, adesso era impazzito di battiti.
Le porse la mano per
farle da appoggio per l’ultimo scalino. Poi estrasse dalla tasca una scatolina
blu, si inginocchiò e l’apri con le mani tremanti.
Ranma “Akane vuoi
diventare mia moglie?”
Akane era imbarazzata
ed emozionatissima. Lui le stava chiedendo di nuovo di sposarla, in ginocchio
come nei film romantici. E lei lo amava follemente.
Akane “Oh Ranma … SI!”
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Capitolo 15 *** 4 giugno ***
cap. 15 - 4 giugno
4 giugno
Ranma “Bene … allora
andiamo!” La prese per mano e con dolcezza la portò fuori, in cortile.
Il portico era
adornato di luci bianche. In fondo troneggiava un altare, dietro al quale
faceva bella mostra di se un monaco.
Lui la guardò dritto
negli occhi. “Sposiamoci adesso, subito! Non voglio che nessuno ci rovini il
matrimonio, mai più.”
Akane “Ma Ranma, la
nostra famiglia non è qui con noi”
Ranma “Akane lo so, ma
ogni volta che ci sono loro nei paraggi qualcosa tra noi va male, o arriva
qualcuno ad ostacolarci. Approfittiamo del momento. E’ tutto così perfetto”
Akane con un po’ di titubanza “Va bene Ranma…” In fondo
anche lei lo desiderava tanto, anzi con tutta se stessa.
Yan e Yasuko “Viva gli
sposi!” Fecero volare una miriade di petali di rosa bianchi e blu alla fine
dell’intima cerimonia.
Mancavano i loro
famigliari, ma tutto il resto dal vestito, ai fiori all’atmosfera… Tutto era
perfetto. Ranma aveva organizzato il matrimonio, come aveva promesso. E per una
volta nessuno aveva interrotto. L’unico clik che avevano sentito era quello del
fotografo che aveva immortalato la cerimonia. Ranma lo aveva ingaggiato per
avere un ricordo da mostrare a tutti al loro rientro. Era proprio fiero di se,
e di come aveva organizzato il tutto.
I gestori gli avevano
preparato un gazebo adornato di fiori, dove avevano avuto la loro prima cena da
sposi. Ma gli avevano anche lasciato le chiavi di una dependance che sarebbe
stata la loro suite per la prima notte di nozze.
Erano imbarazzati ma
ebri di felicità. Finalmente erano marito e moglie e nessuno poteva più
intromettersi.
Arrivò l’ora di
scoprire com’era la suite. In verità avevano tardato molto a tavola. Avevano
addirittura fatto una lunga passeggiata nel parco poco distante dall’hotel.
Erano davvero felici
ma avevano paura. Nelle loro menti riecheggiavano le parole dei padri che li
incoraggiavano a dargli l’agognato erede.
Arrivati alla porta
Ranma la prese in braccio.
Akane “Ranma che fai?”
Ranma “Ti porto in
braccio oltre la soglia! E’ la tradizione!”
Sorridendo lei si
appoggiò al petto di lui. Felice ma timorosa. Sentiva il suo corpo percorso da
piccole scosse. E sentiva teso anche il corpo di lui.
Ranma “Akane stai
tremando. Hai paura? Guarda che se non vuoi non dobbiamo … ecco … fare …”
Akane “No Ranma… non
ho paura. Sono solo emozionata… sai … la nostra prima notte da marito e moglie”
Arrossirono entrambi
al pensiero di tutto quello che voleva dire essere “marito e moglie”.
----- ----- -----
Varcata la soglia la
fece scendere. Era una dea illuminata dalla luce della luna. Un angelo venuto
solo per lui.
Senza parlare cominciò
ad accarezzarle il viso, la baciò su una guancia, leggermente sulle labbra… per
poi scendere sul collo.
Lei lo fissava dritto
negli occhi, scintillanti pozze blu, cariche di emozione. Lo amava alla follia,
e con follia si erano sposati di corsa quella sera.
Si stavano lasciando
andare, erano soli, solo loro due e tutto il resto del mondo lontano. Il resto
del mondo non poteva interromperli o disturbarli.
Il tempo si era
fermato. Non sapeva che ore fossero ne da quanto tempo erano entrati. Incatenata
all’oceano degli occhi di Ranma. Non sapeva nemmeno bene come avessero fatto a
finire sul letto.
Ranma “… Akane… se non
sei sicura possiamo anche aspettare…” Si vergognava dei suoi desideri ma non
voleva turbarla o forzarla.
Akane “Se non sono
sicura? Di cosa stai parlando …”
Ranma “Ecco…
dell’erede … “
Akane “Ranma sei
proprio un baka! Ti amo e adesso sono tua moglie… e poi non nasce “un erede”
ogni volta che due persone … ecco … si avvicinano troppo”
Non sapeva come
parlare con lui. Non aveva paura di lui, era solo emozionata.
Tutte queste emozioni,
la loro prima notte di nozze. Una giovane donna come lei aveva il diritto di
essere imbarazzata.
Ripresero a coccolarsi
e tra un bacio e una carezza si ritrovarono con solo il leggero pizzo
dell’intimo di lei ed i boxer di lui.
Lui le aveva sfilato
il leggero vestito di dosso con una tale delicatezza, neanche fosse fatta di
cristallo. Ma la paura stava lentamente svanendo, per lasciare il posto ai
desideri mai espressi. Alla voglia di essere amati dall’altro. Non aspettavano
altro.
Erano stati così
timidi da imbarazzarsi al minimo contatto per anni, ma adesso che si
appartenevano, legati in matrimonio, volevano diventare una cosa sola. Non
riuscivano più ad aspettare. Si desideravano. Si erano sempre segretamente
desiderati.
Ranma cominciava a
sentire il suo corpo che si preparava alla sfida più grande della sua vita. Non
era preparato, non aveva esperienza. Però era pronto, deciso a farsi guidare
dall’istinto, dal suo amore.
Akane non aveva paura,
sapeva che entrambi avrebbero imparato insieme ad amarsi anche così. Per
rompere poi l’esitazione di lui… “Ranma io non ho paura… Ti amo”.
Lui le sorrise e
stingendola con più ardore cominciò la lenta esplorazione del corpo di lei.
Corpo che lui conosceva e desiderava dal primo giorno.
Quella sarebbe stata
davvero una lunga notte per i due novelli sposi …
----- ----- -----
Ormai erano passati 10
giorni dalla partenza di Akane. Lei aveva chiamato una seconda volta per dire
che aveva deciso di fermarsi per un periodo (forse un po’ lungo) in una
località turistica, e di aver trovato un lavoretto in un piccolo albergo. Non aveva
aggiunto altro e non aveva chiesto di Ranma.
Il giovanotto invece
non aveva chiamato, ma nessuno si preoccupava troppo, anche perché se rimaneva
lontano da casa non poteva scoprire della “fuga” di Akane.
La famiglia aveva
ripreso la sua routine quotidiana, anche se c’era effettivamente troppo
silenzio senza i due giovani.
Nabiki era in camera
sua a cercare qualche vecchia foto ancora utilizzabile per spillare soldi a
Kuno. La partenza di entrambi le era davvero costata cara tra il prestito ed i
mancati guadagni. Doveva inventarsi qualcosa!
Toc Toc
Kasumi “Nabiki posso
entrare?”
Nabiki “Entra pure
Kasumi! Ti serve qualcosa?”
Kasumi “Veramente è
arrivata posta per me e per te. Io ho aperto la mia busta subito ma volevo
darti in privato la tua.”
Nabiki si mise ad
esaminare l’insolita missiva… Portava il timbro postale della Cina!
Nabiki “Che strano …
non saranno notizie di Ranma?”
Kasumi sorridendo “Dai
aprila! La tua è più grande della mia!”
Nabiki “Ma tu cos’hai
ricevuto?”
Kasumi “Una
fotografia. Ma te la mostrerò solo dopo aver visto cosa c’è nella tua busta”
Nabiki cominciava a
diventare sospettosa. Aprendo la busta però le saltò all’occhio la bella
calligrafia… Non aveva dubbi, era di Akane.
Entrambe rimasero
allibite dal contenuto. Kasumi aveva ricevuto una sola foto ed un biglietto con
delle istruzioni. Ma a Nabiki erano state inviate almeno 10 foto.
Kasumi “Oh Nabiki non
è stupendo? Sono così carini!”
Nabiki stava
calcolando mentalmente quanto il tesoro che aveva in mano potesse fruttarle.
“Già sono proprio carini” (e me l’hanno fatta sotto al naso quei due!).
Kasumi “Ora vado a
preparare il pranzo. Nel mio biglietto c’era scritto di comunicarlo alla
famiglia riunita. Sono così felice per loro!” E tornò nel suo regno
canticchiando.
Nabiki guardò con
attenzione tutte le fotografie. Arrivò alla foto del bacio degli sposi. La girò
e dietro trovò un messaggio per lei.
“4 Giugno
Con questo considera
il nostro debito estinto. Fanne buon uso.
Akane e Ranma”
Nabiki sorrise, la sua
giornata stava decisamente migliorando. Era davvero felice di essere stata
proprio lei a dare questa possibilità ai novelli sposi.
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Capitolo 16 *** Ritorno a Nerima ***
cap. 16 - Ritorno a Nerima
Il torneo e la vittoria di Moousse
Si era svegliata
all’alba, anzi era come se non avesse dormito per niente. Ormai era arrivato il
giorno del torneo e doveva guardare in faccia il suo destino.
Il consiglio aveva
fatto in modo che potesse allenarsi tutti i giorni e lei non aveva opposto
nessuna resistenza.
Erano stati i 15
giorni più lunghi della sua vita, forse proprio perché sapeva di non poter più
fare niente per il proprio destino, per la propria felicità.
Nella solitudine della
sua dimora aveva avuto modo di ripercorrere la sua vita, riflettere su tutto e
tutti. Aveva compreso appieno la situazione con Ranma. Forse non lo aveva mai
amato, era solo infatuata dell’immagine forte di lui e accecata dagli specchi
delle sue leggi. Dogmi che adesso richiedevano il prezzo più alto, la sua
libertà.
Bussarono alla porta.
Era la sua allenatrice che veniva a prenderla per il torneo.
Shampoo “Mi batterò
con onore con chiunque sia venuto qui per sfidarmi. Che le danze abbiano
inizio!”
Obaba si guardava
attorno con fare sospetto. Non aveva voluto incontrare la nipote prima del
torneo e questa decisione le era costata davvero parecchio. Però voleva
seguirlo, lei non l’aveva mai abbandonata davvero. Aveva pregato per la sua
sorte e la sua anima sempre. Le era costato tantissimo dividersi da lei.
I concorrenti fecero
il loro ingresso. Erano 5 uomini dalla corporatura massiccia che si intravedeva
sotto i pesanti abiti cerimoniali. La tradizione voleva che indossassero le
uniformi da combattimento del villaggio e una maschera sul viso. Maschera che,
sempre nella tradizione, doveva celare la loro vulnerabilità… la loro “paura”
delle donne guerriero.
Shampoo sorrise, preferiva
non sapere che volto avessero i suoi sfidanti. Ormai per lei uno valeva
l’altro.
Il regolamento del
torneo prevedeva che gli uomini si sfidassero tra loro, e solo il vincitore
acquisisse il diritto di sfidare l’amazzone. Dopotutto non c’erano troppe
regole da rispettare per questo evento “eccezionale”.
Dopo poco più di
un’ora finalmente era arrivato il momento della sfida finale tra gli ultimi due
combattenti. Uno dei due sarebbe stato quello che doveva battersi con lei.
Li studiava. Seguiva
tutti i movimenti. Erano apparentemente simili con l’abito della sfida, ma uno
dei due aveva il netto predominio sulla gara. Lo aveva studiato bene negli
scontri precedenti, aveva battuto tutti senza sembrare mai affaticato. E adesso
stava battendo il suo ultimo avversario senza sforzarsi particolarmente.
Ne era sicura, lui
sarebbe stato il suo avversario, il suo terribile antagonista.
Visto la sua
particolare situazione, il capo villaggio Moiura aveva imposto una modifica del
regolamento solo per l’ultima sfida. L’uomo vincitore doveva riuscire solo a
toccarla in combattimento, non era necessario sconfiggerla. Se ci riusciva
acquisiva il diritto di prenderla in moglie. In caso contrario avrebbe
continuato il torneo con le stesse modalità anche il giorno a seguire, fino a
quando non fosse giunto un uomo degno di lei.
Dong. Dong. Dong.
L’incontro era finito
e come aveva previsto era proprio il più temibile ad aver vinto.
Lei si alzò di scatto.
Lentamente e con un velo di dispiacere salì sul ring, si
inchinò al suo avversario che ricambiò il gesto e si mise in posizione
d’attacco. Prima iniziava l’incontro e prima sarebbe finito questo brutto
incubo.
Lui sorrise da dietro
la maschera. Sapeva di non poter essere visto, era grato di poter celare le sue
fattezze. Non voleva farle male, in fondo sarebbe bastato riuscire a toccarla
una volta.
Lei partì subito
all’attacco e lui schivò con un agile salto il colpo. Non la attaccava,
sembrava studiare i suoi movimenti. Erano tornati veloci e pericolosi come un
tempo, come prima della partenza della bella amazzone.
Poi decise di smettere
di titubare. Nel momento in cui lei spicco un salto dritto verso il suo viso,
lui l’afferrò per un polso con una mano, mentre con l’altra la spinse a terra.
Era finita. L’aveva
battuta così, semplicemente e senza troppa violenza.
Le porse la mano ma
lei la respinse.
Moiura “Bene signori.
Il torneo può dirsi concluso. L’uomo mandato dal villaggio fratello ha
sconfitto Shampoo ed acquisito il diritto di prenderla in moglie. Questa sera
celebreremo subito l’unione tra questi due giovani ragazzi. Questa è la nostra
legge!”
Shampoo corse via in
lacrime. Tutto ormai era inutile ai suoi occhi.
Lui la inseguì subito,
facendo un cenno alle guardie del corpo di lei. Se ne sarebbe occupato da solo.
Obaba nascosta dietro
al pubblico sperò con tutta se stessa che la nipote potesse vedere la retta via
in questa situazione. Più tardi sarebbe andata anche lei a parlarle. Ora doveva
presentarsi ad udienza dal capo villaggio Moiura. E si avviò saltellando sul
suo bastone.
Si buttò sul letto, il
suo bellissimo viso era rovinato dal trucco, ormai sciolto dalle lacrime.
Lui bussò ma senza
attendere la risposta entrò subito. Si sedette accanto a lei sul letto.
“Non piangere Shampoo.
Io non ti farò del male, mai”
Shampoo era sconvolta,
troppo per capire quella frase, troppo per classificare la voce o il significato.
Shampoo “Non capisci!
La mia vita è segnata. Ed io non so nemmeno chi sei. Togliti quella dannata
maschera!”
Non fece in tempo a
finire la frase che gliela strappò lei stessa.
Occhi negli occhi, le
manco il respiro per l’emozione. I suoi occhi verdissimi la fissavano con
dolcezza.
Mousse “Shampoo io ti
ho sempre amato. Non ti farei mai del male”
E così facendo la
strinse a se e la bacio dolcemente. Lei non si ribellò e subito dopo cedette,
ricambiando il gesto.
Lo abbracciò con una
tale urgenza, come un bisogno di dire tutto, di essere tutto, tutto quello che
non era mai stata.
Obaba “Ragazzi scusate
l’intrusione. Mousse lasciaci un attimo sole, avrai tempo per stare con la tua
futura sposa!”
Non oppose resistenza,
anche se il distaccarsi dalle braccia di lei fu difficile come smettere di
respirare.
Mousse “Vi aspetto in
cucina”
Shampoo “Bisnonna io…
“
Obaba “Cara nipote
lascia che sia io a spiegarti tutto. Il consiglio … “
Fu un racconto lungo,
dovevano chiarirsi su tante cose le due donne. Ma quando finalmente uscirono da
quella stanza, una nuova luce aveva illuminato il viso di Shampoo.
Shampoo “Mousse grazie
di tutto. Stasera ti sposerò senza oppormi”
Lui sorrise ancora. Il
suo cuore non smetteva di correre. Finalmente aveva baciato la sua amata
Shampoo, lei non lo aveva respinto e adesso aveva “acconsentito” a sposarlo.
Non che avesse molte possibilità di scelta, però non si era opposta.
Obaba “Mousse vai a
prepararti per la cerimonia. A lei ci penso io!”
E corse via.
6 mesi dopo …
Nabiki “Buongiorno
sorellona! Cosa c’è per colazione?”
Kasumi “Buongiorno
Nabiki. Oggi ho dei deliziosi dolcetti cinesi che ci hanno spedito Akane e
Ranma!”
Nabiki “Ma ancora non
hanno deciso di rientrare? Chissà cosa ci trovano nel vivere in Cina quei due.
Ormai sono sposati da quasi sei mesi!” (ed io ancora non ho potuto approfittare
a dovere della situazione…)
Soun “Su su Nabiki,
vedrai che torneranno presto. Lasciali godere ancora un po’ della luna di
miele. Poi li attende la palestra! Torneranno!”
Genma “Hai ragione
amico mio. Manterranno la parola e porteranno avanti le tradizioni della nostra
scuola di arti marziali indiscriminate!”
Soun “E poi noi
vogliamo l’erede…”
Nabiki “Io non sono
così sicura che quei due possano riuscire ad avere tanto ardore da darvi
l’erede”
Soun in lacrime “No…
la mia bambina … “
Kasumi sentendo
aprirsi il portone si avviò in corridoio e annunciò “Abbiamo ospiti. Sta
entrando qualcuno…”
Corsero tutti
all’ingresso e per un attimo nessuno ebbe il coraggio di parlare.
Ranma ed Akane erano
immobili all’ingresso. Quasi aspettassero il permesso per mettere piede in
casa.
Akane “Papà, Kasumi,
Nabiki, signor Genma… sono così contenta di rivedervi!”
Soun “Bambina mia…”
Stava già inondando di lacrime la casa.
Ranma “Papà non sei contento
di vedermi?”
Genma “Figliolo sono
fiero di te! Finalmente hai fatto l’uomo e sposato Akane”
Ranma ed Akane
arrossirono. Ormai erano abituati alla loro condizione di coniugi, anche troppo
bene. Ma trovarsi a casa, nella loro casa, e con tutta la famiglia intorno dava
loro una strana sensazione.
E poi ormai era tempo
di tornare.
Kasumi “Oh.. ma che
maleducati che siamo. Andiamo a tavola e raccontateci tutto davanti ad una
tazza di the”
Poco dopo tutti erano
accomodati nelle solite posizioni. Ranma aveva raccontato la storia del suo
viaggio in nave e di come Akane avesse viaggiato da sola per le sorgenti.
Ormai tutti erano
guariti grazie all’acqua spedita da Akane.
Nei mesi passati
insieme in Cina Ranma aveva detto la verità ad Akane anche su P-Chan. Ma lei
aveva reagito meglio del previsto. Forse stare lontani, in un ambiente
neutrale, le faceva davvero bene.
Akane “E gli altri
sono guariti tutti? Mousse e Ryoga?”
Nabiki “Bhe penso di
si. Abbiamo seguito le tue istruzioni ma quando è arrivata la botte Mousse,
Obaba e Shampoo non erano più in Giappone”
Akane “…ah…”
Kasumi “Ma ho sentito
dire che il ristorante ha riaperto un mesetto fa. Perché dopo non passate a
salutare? Sono sicura che sarebbero felici di rivedervi!”
Kasumi era la solita
brava persona che pensa sempre al bene. Chissà come avrebbe preso Shampoo il
loro matrimonio, ed il loro ritorno a casa.
Ranma “Bhe vedremo …
Akane è un po’ provata dal viaggio… emh… siamo un po’ provati. Forse sarebbe
meglio rimandare le visite di cortesia”
Nabiki un po’
sospettosa “Che c’è Ranma sei appena tornato ed hai già paura di Shampoo? Non
ti facevo così codardo. Soprattutto ora che siete sposati. Ormai le tue
fidanzate hanno capito sai”
Akane intervenendo a
difesa del marito “Nabiki lascialo stare. Sicuramente passeremo a salutare
tutti, con calma”
Nabiki si chiese da
quando Akane fosse così pacifica. Aveva una luce strana negli occhi. Non
l’aveva mai vista così radiosa.
Nabiki “Se la pensi
così. Comunque alcune delle tue fidanzate si sono rifatte una vita Ranma”
Kasumi “Parli di Ukyo
vero? Sono così carini”
Ranma “Sono così
carini?”
Kasumi “Si, Ukyo e
Ryoga! Si sposeranno la prossima settimana nel tempio della volpe rossa. Ci
hanno anche mandato l’invito!” “Ryoga sarà contento di rivedervi”
Ranma ed Akane si
guardarono sorridendo. Avevano sperato che quei due trovassero pace e magari
anche che finissero per stare insieme ma non avevano certo immaginato tanto.
Ranma “Allora dobbiamo
passare a trovarli e farci raccontare…”
Akane “Ranma …”
Ranma “…dopo aver
riposato un po”.
Kasumi “Ragazzi noi vi
abbiamo preparato la vecchia camera di papà. E’ giusto che la camera padronale
adesso passi a voi”
Akane “Kasumi grazie.
Grazie a tutti”
Ranma “Signora Saotome
posso permettermi di portarti in braccio in camera. Ti sei affaticata
abbastanza per oggi!”
Nabiki “Ma cosa state
dicendo voi due? Cosa succede?”
Possibile che non si
fossero accorti di nulla. Akane aveva sempre indossato abiti non troppo
aderenti ma ormai, quasi al quinto mese era abbastanza evidente la situazione.
Ranma “Akane ma non
gli hai detto nulla nelle tue chiamate…”
Akane in imbarazzo
“…veramente no… avevo paura di come avrebbero reagito…”
Soun “Bambina mia …
cos’hai … stai male? Sei malata?”
Kasumi “Ma non dire
sciocchezze papà … Non vedi che è in splendida forma. Sono tutti e tre in
splendida forma!”
Si girarono tutti
verso la dolce Kasumi che con la solita spensieratezza aveva svelato il mistero
e fatto morire tutti di imbarazzo per non essersi accorti che Akane era
incinta.
Nabiki non riusciva a
crederci. Stava per diventate molto ricca. “Complimenti sorellina. Cognatino
non hai perso tempo vedo”
Ecco, ora erano
davvero in imbarazzo.
Ranma “E’ per questo
che siamo già rientrati. Saremmo voluti restare ancora in Cina. Avevamo
entrambi lavoro e ci trovavamo molto bene all’hotel. Ma abbiamo preferito
tornare per far seguire Akane dal dottor Tofu”.
Soun e Genma “Abbiamo
l’erede! Abbiamo l’erede!”
Cominciò il
festeggiamento generale. Era arrivato anche Happosai che dopo qualche
piantuccio per la sua Akanuccia aveva preso prepotentemente parte alle bevute
dei due genitori.
Approfittando della
distrazione Ranma aveva preso Akane in braccio ed erano sgattaiolati in camera.
Per riposare e riprendersi da tutto quel trambusto.
Akane “oh Ranma… che
giornata! Ma mi mancava davvero tanto casa nostra”
Ranma alzando un
sopracciglio “Davvero ti mancava questo manicomio?”
Akane “Fino all’ultimo
matto!” Si, tutto le era mancato tanto. Anche se la persona più importante era
sempre con lei.
Ranma “E come sta il
mio principino?”
Akane “e come mai lo
chiamiamo sempre principino? Magari è una femminuccia!”
Ranma “Akane non dire
sciocchezze, dall’unione di un maschiaccio come te e di un uomo con la mia
virilità può nascere solo un bel maschietto!” Adorava scherzare così con sua
moglie. Non avevano rinunciato del tutto ai loro battibecchi.
Akane “Smettila di
prenderci in giro paparino! Anche lei o lui qui dentro si sta arrabbiando ed ha
appena tirato un poderoso calcio!”
Ranma “lo vedi che ha
preso dalla mamma? E’ già irascibile”
E con naturalezza
prese ad accarezzare il pancione della moglie, per poi baciarlo.
Ranma “E tu qui dentro
cerca di non fare male alla tua mamma!
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Capitolo 17 *** Il piccolo mondo di Nerima ***
cap. 17 - Il piccolo mondo di Nerima
Cap. 17 – Il piccolo
mondo di Nerima
Il giorno seguente
approfittarono del bel tempo per andare a fare una passeggiata e per passare a
trovare Ukyo al locale. Ranma voleva rivedere la sua vecchia amica e raccontarle
un po’ di cose della Cina, ma era anche molto curioso di sapere di lei e Ryoga.
Stringendo
delicatamente la mano di Akane, bussò ed entrarono nel locale ancora chiuso.
Ranma “Buongiorno.
Possiamo entrare? Ucchan ci sei?”
Ryoga “Siamo ancora
chiusi sig… “ Le parole gli morirono sulla bocca.
Akane “Oh Ryoga da
quanto tempo! Come stai? Hai avuto l’acqua della sorgente?”
Ryoga era paralizzato
sul posto. Si ridestò però al suono della voce di Ukyo che lo raggiunse.
Ukyo “Tesoro chi è?”
Ma anche lei si fermò di scatto.
Ukyo “Ranchan, Akane!
Che bello rivedervi! Quando siete tornati?”
Ranma “Siamo rientrati
ieri. Abbiamo sentito dire che vi sposerete la prossima settimana. Dai
raccontateci tutto!” “P-chan cos’hai? Riprenditi!”
Ryoga per non perdere
le vecchie abitudini “Ranma brutto stupido. Chi è che hai chiamato P-chan?
Combatti se hai coraggio?”
Ukyo scosse la testa
come a sottolineare che le cose non sarebbero mai cambiate. Mentre Akane gli
sfiorò appena il braccio e disse “Ryoga calmati. So che non rivedrò più P-chan.
Ranma mi ha raccontato la verità ed io non sono arrabbiata con te”
Imbarazzato Ryoga non
sapeva cosa dire “Akane … scusami … non avrei voluto mentirti”
Ukyo “Bene ragazzi.
Ora che abbiamo chiarito, che ne dite di una bella focaccia special per tutti?
Così ci aggiorniamo un po’!”
Le due coppie
passarono tutta la mattina a chiacchierare. Ukyo aveva raccontato loro di come fosse
nato l’amore tra lei e l’eterno disperso e di come fossero arrivati così
velocemente alla convivenza e ad un passo dal matrimonio. Ryoga era ancora
imbarazzato. Si vedeva che era realmente innamorato di Ukyo, anche se provava
sicuramente ancora un certo affetto per Akane.
Akane e Ranma
raccontarono il loro viaggio in Cina e la vita che avevano vissuto per questi
velocissimi sei mesi. E diedero loro la lieta notizia della gravidanza di
Akane. Erano tutti raggianti di felicità, tutto sembrava perfetto.
Ukyo poi chiese
leggermente intimorita “Ranma hai già parlato con Shampoo? Sono rientrati dalla
Cina da poco anche loro”
Ranma “Veramente no.
Siamo venuti da voi come prima cosa. Magari potremmo passare oggi. Ma non
vorrei che presa dalla rabbia facesse del male ad Akane. Sai nel suo stato…”
Ryoga “Non credo che
ci sia questo pericolo Ranma. Sono cambiate tante cose per tutti in questi
mesi. Ma te le racconteranno loro”
Incuriositi, poco
dopo, salutarono e lasciarono il locale.
Akane aveva parlato
telefonicamente tante volte con il dottor Tofu, ma era ora di andare a fare una
bella visita medica. Dopo avrebbero deciso se era il caso di passare al locale
di Obaba e mettere in chiaro le ultime cose anche con Shampoo.
Arrivati davanti
all’ingresso della clinica Akane aprì la porta e si annunciò. Subito una voce
familiare li accolse dicendo che sarebbe arrivato subito.
Tofu “Akane, Ranma
sono felice di rivedervi! Aspettatemi un attimo. Finisco una visita e sono subito
da voi. Perché non prendete un po’ di the mentre aspettate?”
Ranma “Grazie. Ci
penso io. Akane tu siediti un po’”
Pochi minuti dopo il
dottor Tofu uscì dalla sala visite. Seguito da Obaba che saltellava sul suo
bastone.
Obaba “Akane, futuro
marito … emh Ranma… Quando siete tornati?”
Ranma “Vecchia ormai è
ora di smetterla con la storia del futuro marito. Io e Akane ci siamo sposati e
…”
Shampoo “Ciao Ranma.
Sappiamo bene che vi siete sposati. Nabiki ci ha aggiornato”
Varcò la porta e la
prima cosa che Akane noto fu che Shampoo teneva teneramente la mano di Mousse.
Poi noto che aveva un bel pancione anche lei.
Mousse “Ranma Saotome
sei appena tornato e già vuoi metterti nei guai? Lascia in pace mia moglie e
mia figlia!”
Ranma “Oh Mousse che
piacere rivederti. Ma allora vi siete sposati anche voi! Che belle notizie!”
Obaba “Vedo che anche
voi non avete aspettato molto a mettere in cantiere un erede Ranma”
Arrossirono tutti.
Akane “Già… “
Shampoo “E sarà una
bella femminuccia come la nostra o un maschietto?”
Che strano effetto
faceva sentire Shampoo così amichevole e cordiale.
Akane “Noi non lo
sappiamo ancora, ma Ranma dice che dovrebbe essere maschio”
Obaba “Benissimo! Così
poi potranno sposarsi!”
Ranma “Obaba non ci
provare di nuovo! Niente più maledizioni, leggi e matrimoni combinati!”
Tofu “Adesso basta
ragazzi. Diamoci una calmata. Alle signore non fa bene agitarsi nel loro stato.
Akane se vuoi possiamo scoprire se la dentro c’è un piccolo Ranma o una piccola
Akane che vi aspetta”.
Akane “Ranma tu vuoi
saperlo subito?”
Ranma “Akane se tu
vuoi si… “
Akane “Io si, voglio
saperlo”
Tofu “Bene allora
andiamo. Shampoo noi ci vediamo la prossima settimana per il controllo”
Shampoo “Grazie ed
arrivederci dottor Tofu”
Obaba “Akane, Ranma
perché stasera non passate a cena da noi. Ci farebbe piacere avervi come nostri
ospiti”.
Akane “Con piacere
Obaba. A stasera”.
Si salutarono tutti.
Akane entrò con
titubanza nella stanza delle visite. Ranma la seguiva senza mai staccarle gli
occhi di dosso. La loro vita era davvero cambiata, ma di una cosa era sicuro… lo
disse piano a se stesso. “Il nostro destino è stare insieme”.
…. 7 anni dopo….
Haru “mamma mamma oggi
Rin a scuola mi ha picchiato di nuovo”
Akane “Haru coraggio
non vuole farti male, vuole solo mostrare i suoi progressi con le arti
marziali. La sua mamma è molto orgogliosa di lei!”
Ranma “Haru perché non
hai risposto ai suoi attacchi come ti ho insegnato?”
Haru “Ma papà dici
sempre che non bisogna combattere con le donne…”
Akane “Dai Ranma sono
solo dei bambini. Devi smetterla di considerarli combattenti, hanno solo 6
anni!”
Ranma “Lo so tesoro,
ma ogni volta che parlo con Mousse e Shampoo mi ricordano le leggi del loro
villaggio”
Akane “Haru perché non
vai a vedere cosa fa tua sorella”
Haru “mamma ma Miyu
dorme sempre…”
Akane “è piccola ma le
fa sempre piacere sapere che il suo fratellone veglia su di lei!” Dicendogli
questo semplice incoraggiamento lo accarezzò con tutto il suo materno calore.
Akane “Cosa stavi
dicendo Ranma?”
Ranma “Oh andiamo lo
sai anche tu che quando saranno abbastanza grandi la vecchia Obaba tornerà a
tormentarci con la storia del matrimonio secondo le leggi della sua tribù. Non
voglio che i ragazzi subiscano i nostri stessi errori”
Akane “Parlerò per
l’ennesima volta con Shampoo domani, ma tu limitati ad allenare tuo figlio e la
tua classe di bambini come tali!”
Ranma era davvero
orgoglioso del suo lavoro di istruttore in palestra e amava profondamente sua
moglie, anche quando lo rimproverava. Ormai erano passati tanti anni dalle loro
“vicende” con le amazzoni, ma nessuno aveva mai completamente dimenticato i
problemi che ne derivavano.
Il giorno seguente.
Shampoo “Rin vieni
subito qui!”
Rin “Non sono stata io
mamma!”
Shampoo “A fare che
cosa Rin? Non ho ancora detto niente”
Rin era davvero una
bambina intelligente e dal carattere forte, una vera figlia di amazzone, però
tendeva un po’ troppo alle bugie.
Rin “A fare quello per
cui tu mi stai per sgridare mamma”
Shampoo “Ma come fai a
dire che sto per sgridarti allora?”
Mousse interrompendo
il quadretto madre-figlia “Shampoo, Rin è più intelligente delle bambine della
sua età e poi tu usi sempre quel tono di voce quando vuoi sgridarci.”
Rin si mise a ridere
allegramente e Shampoo sorrise.
Shampoo “Comunque Rin,
Akane mi ha detto che continui a dare fastidio ad Haru a scuola. Quante volte
ti devo ripetere che la scuola e la palestra sono due cose completamente
diverse?!”
Rin “ma io voglio bene
ad Haru e continuerò a batterlo finché non accetterà di sposarmi!”
La bimba, cresciuta
comunque sotto la supervisione di Obaba, manifestava già i segni del piglio
deciso di famiglia.
Mousse scosse il capo
e si avviò in cucina. Il ristorante avrebbe aperto tra poco.
Shampoo “Rin quante
volte ancora ti devo ripetere che ti sposerai da adulta e con l’uomo di cui ti
innamorerai. Le tradizioni di famiglia sono ormai superate. Se il destino
vorrà, allora la tua strada e quella di Haru si incontreranno, ma non sarà
battendolo che avrai la chiave del suo cuore”
Rin sapeva bene a cosa
si riferisse la mamma, Obaba le aveva già raccontato della giovinezza della
mamma e delle roccambolesche avventure dei giovani genitori di Nerima. Una
parte di lei si divertiva troppo a fare finta di essere la fiera amazzone delle
leggende. Anche se in fondo in fondo, voleva davvero bene a quel bambino con
cui aveva iniziato ad imparare le arti marziali, quasi ancora prima di imparare
a parlare.
Shampoo “Rin ora vai
di la, la zia Ukyo ha portato la piccola Ayumi per giocare con te! Ti metterò
in punizione stasera”
Rin corse incontro
alla sua mamma, le stampò un candido bacio sulla guancia e si avviò dalla sua
amichetta per un pomeriggio di gioco.
Erano passati parecchi
anni ormai, ma il destino di tutti era quello di rimanere insieme, generazione
dopo generazione, nel caotico piccolo mondo di Nerima.
--- --- --- ---
Note finali
Ormai sono giunta
alla fine della mia storia. E’ stato davvero difficile scrivere così tanto per
me. All’inizio la storia si scrive praticamente da sola, ma con l’andare avanti
diventa sempre più difficile ed il tempo libero che scarseggia ha pesato
particolarmente sulla lentezza nella pubblicazione. Una prima volta, da
scrittrice, davvero faticosa ma piena di soddisfazioni. Mi avete davvero dato
tanto supporto con le vostre recensioni ed i vostri consigli. Grazie di cuore a
tutti! Un abbraccio. J
|
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