You and I

di 1Dfab5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ultimo giorno di vacanza ***
Capitolo 3: *** L'incontro ***
Capitolo 4: *** L'avvertimento ***
Capitolo 5: *** Gli sguardi ***



Capitolo 1
*** Ultimo giorno di vacanza ***


È l’ultimo giorno di libertà prima del ritorno a scuola. Ultimo giorno di divertimento e di stupidaggini. Guardo l’orologio della cucina e sono le tre. Sono in ritardo. Io e la mia migliore amica avevamo deciso di incontrarci al “solito posto”. Prendo la borsa, mi metto gli occhiali da sole e corro di fretta. Per andare al “solito posto” ci impiego 15 minuti a piedi. Arrivata, la vedo seduta sul prato che guarda pensierosa il cielo. Decido di farle uno scherzo e all’improvviso urlo come una pazza e le corro incontro. Lei come al solito, sta al gioco, urla e mi viene incontro. Ci abbracciamo e ci sediamo sul prato a gambe incrociate. Il nostro “solito posto”, secondo me, è un luogo che descrive il vero senso della parola estate e libertà. Si tratta di una lunga distesa di prato con tantissime margherite e dopo si trova un bosco. Ci siamo ritrovate lì per tutta l’estate. Io e lei siamo tipe semplici che non vanno tanto in giro a vantarsi e a fare le fighette. Siamo molto tranquille e ci vogliamo un gran bene. Ci conosciamo da poco, ma la considero la mia migliore amica. Si chiama Sara e ha la mia stessa età, 17 anni. Siamo in classe insieme e con lei condivido ogni minimo istante della mia vita. C’è un momento di silenzio tra noi due, ma poi Sara inizia a parlare di tutti i bei momenti che abbiamo passato insieme quest’estate e ad un certo punto dice: “E già un’altra estate è volata via. Fammi una promessa: io e te staremo sempre insieme e saremo sempre migliori amiche”. “Promesso. Ti voglio bene” le rispondo. “Domani inizia la scuola, sei pronta a venire presa in giro dai nostri compagni di classe? ” mi chiede. “Purtroppo no, ma noi dobbiamo reagire e fregarcene” la rassicuro. Ci abbracciamo e ci salutiamo. Torno a casa e ormai è ora di cena. Mangio, salgo le scale, vado in camera e chiamo Sara per chiederle consiglio su come vestirmi domani. Opto per un paio di jeans, una camicia a quadretti blu lunga e le all star. Terminata la telefonata, vado a letto a dormire.  Il mattino seguente, mi sveglio assonnata, mi vesto, faccio colazione, esco di casa pronta per un nuovo giorno e pe un nuovo anno scolastico.

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Capitolo 3
*** L'incontro ***


Oggi è una bella giornata di sole qui a Londra. Mi trovo alla fermata dell’autobus ad aspettare l’arrivo del bus. Passano cinque minuti e subito dopo mi ritrovo il mezzo di trasporto proprio davanti a me. Ha l’aria vecchia e trasandata. Entro al suo interno e noto che è pieno. C’è un solo posto libero e decido di sedermi lì. Vicino ho una persona che non ho mai visto nel mio quartiere. Per andare fino a scuola ci impiego 30 minuti. Dopo dieci minuti di viaggio, sento qualcosa battermi sulla spalla. Mi giro ed è il ragazzo che mi sta vicino, prima non lo avevo degnato di uno sguardo, ma scopro che è veramente bello. Lo osservo un po’: ha gli occhi verdi, capelli castani e ricci, è alto e magro. Insomma, il ragazzo che ogni ragazza sognerebbe, ma non io, perché ha l’aria da una persona che si vanta e che vuole sempre essere al centro dell’attenzione. “Cosa c’è?” gli chiedo con arroganza. “Oh, scusa volevo solo presentarmi, visto che io sono nuovo da queste parti, comunque io sono Harry, piacere” mi dice facendo segno di stringermi la mano. Gliela stringo. “Oh, io sono Chiara” dico. “Abito a un isolato prima del tuo” mi dice. “E tu come fai a sapere dove abito?” dico fredda. “Quando sei entrata sull’autobus, allora ho capito che abitavi in quelle zone” mi risponde. “Ah, giusto” gli dico annoiata. “In che scuola vai?” mi chiede. “Alla Kingsbury High School” gli rispondo. Non faccio neanche in tempo a finire la frase, che mi dice: “Pure io!! Allora sono molto sicuro che ci vedremo in giro”. “Eh già” gli rispondo. “Ehm, mi potresti dare il tuo numero di telefono?” mi chiede. Lo guardo in modo perplesso. “Lo so che potrebbe sembrarti un po’ affrettato, ma conosco solo tu e mi sembri simpatica” dice. “Vabbè” dico e così glielo detto. L’autobus si ferma, siamo arrivati a scuola. Sono contenta pensando che non rivedrò mai più quel ragazzo. Da lontano, riesco a vedere Sara e così le corro incontro, la abbraccio e lei ricambia. Suona la campanella ed entriamo a scuola, siamo in classe insieme. Siamo le ultime ad entrare in classe e sono rimasti vuoti tre posti vicini in prima fila, Sara si mette nel posto laterale e io in quello centrale. Mi chiedo il motivo di un banco in più, perché c’è? Non manca nessuno. Entra il professore nell’aula salutandoci e ci spiega che abbiamo un nuovo compagno di classe e che sta per arrivare. Sono felice all’idea di un nuovo compagno di classe, finché quando qualcuno apre la porta dell’aula sorridendo, come i tipi della pubblicità dei dentifrici. Ne rimango stupita nel vedere che il mio nuovo compagno di classe, nonché vicino di banco è il tipo che c’era in autobus. Sono ancora meravigliata dalla sua straordinaria bellezza, ma eppure c’è qualcosa in lui che mi da fastidio.

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Capitolo 4
*** L'avvertimento ***


Si siede facendomi un sorriso malizio. Lo nego. Il professore lo chiama davanti alla classe per presentarsi ai suoi nuovi compagni.
“Ehm.. Ciao sono Harry e sono nuovo da queste parti. Spero di fare presto amicizia con voi, anche se per il momento conosco solo Chiara” dice sorridendomi. Arrossisco dopo questa sua uscita. Tutti si girano verso di me e io dall’imbarazzo divento rossa come un peperone. Harry si rimette al suo posto.
Da dietro sento bisbigliare qualcuno e riesco a seguire il discorso. “Hai visto che bello che è il tipo nuovo? Quasi quasi dopo ci provo con lui e attacco bottone” dice Lexy. Dopo quell’affermazione, non so il perché, ma ne rimango infastidita. Sara mi da una gomitata, bisbigliandomi poi nell’orecchio: “Presentami il tuo amico”. Chiamo Harry e lui si volta verso di me, così noto la bellezza dei suoi occhi, ne rimango incantata e mi ritrovo a fissarlo. “Dimmi” mi dice con voce entusiasta. “Ti presento la mia migliore amica Sara” gli dico sorridendo. Harry le sorride facendo un sorriso che solo lui sa fare. Sara è felicissima. È ora di andare in mensa e un gruppo di mie compagne di classe mi viene incontro dicendomi: “Ehi tu, stai lontano da Harry, hai capito? Lui è mio” dice Lexy. “Sisi, tranquilla. Non mi piace nemmeno. Ha l’aria da presuntuoso e vanitoso, proprio come te. E poi io non gli piaccio nemmeno” le rispondo. “Ci credo. Da quanto sei brutta, non piacerai mai a nessuno. Di sicuro io gli piaccio, sono bellissima” dice andandosene. “Guarda che sei belle Chiara. Non ascoltare quello che dice quella lì. Lo dice solo per farti stare male: è scema” mi dice Sara. “Grazie Sara di esistere, ti voglio bene” le rispondo. Facciamo la coda per prenderci da mangiare e ci sediamo ad un tavolo solo io e lei. Mangiando, vedo nel tavolo davanti a me, Harry circondato da tutte quelle vipere delle mie compagne di classe. Ha l’aria imbarazzata e questo mi fa ridere. Ha la testa abbassata, quando ad un certo punto la alza per guardarmi. Lo guardo pure io e noto che il suo sguardo è profondo, uno sguardo sincero. Dopo dieci secondi, distolgo lo i miei occhi dai suoi e divento rossa in viso, ma mi sento ancora osservata. Per fortuna suona la campanella, ed è ora di rientrare in classe. Durante la lezione, sento i suoi occhi rivolti verso di me, non vedo l’ora che suoni la campanella per andarmene. Finalmente suona ed è ora di tornare a casa. Trascino Sara con me fino all’uscita e una volta arrivate fuori dall’edificio, ci incamminiamo per tornare a casa. Quando siamo quasi arrivate a casa sua mi dice abbracciandomi: “Ho notato come ti guarda Harry, credo che gli piaci” e detto questo se ne va. Rimango da sola sulla strada, pensierosa. Dopo mezz’ora arrivo a casa, salgo le scale e mi butto sul letto, stanca. Ceno e non rivolgo nemmeno la parola ai miei genitori. Vado in camera per prepararmi ad andare a letto. Sono pronta, vado a dormire, spengo la luce e dopo qualche istante sento un “bzz-bzz”. Uffa, ho dimenticato di spegnere il cellulare. Penso che sia un messaggio di Sara, a quest’ora. Guardo il cellulare e vedo un numero sconosciuto, leggo il messaggio e c’è scritto: “Notte e grazie per oggi ♥”. Rispondo subito, chiedendo: “Scusa, ma chi sei?”. Dopo pochi secondi ricevo un messaggio con scritto: “Harry, il tipo nuovo. Notte e ancora grazie”. Non gli rispondo nemmeno. Spengo il cellulare e mi addormento pensando alle avventure della giornata di oggi, incluso l’avvertimenti li Lexy. Chi si crede di essere? Io posso fare ciò che voglio con la mia vita.

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Capitolo 5
*** Gli sguardi ***


SPAZIO AUTRICE
Ehi, scusate se questo capitolo l 'ho postato solo adesso, ma ho avuto da fare con la scuola, quindi per farmi perdonare cercherò di mettere gli altri al più presto. Spero che la leggiate in tante la storia e che i lettori aumentino di numero. Recensite in tante, accetto ogni tipo di critica.


Suona la sveglia, devo andare a scuola, non  sono ancora abituata al fatto di dovermi alzare presto. Mi alzo dal letto un po’ assonnata, mi vesto, scendo per fare colazione, vado in bagno a lavarmi i denti e a truccarmi, prendo la cartella, saluto mia mamma ed esco di casa. Uscendo, tengo la testa bassa che guarda per terra e verso la fine del vialetto vado a sbattere contro qualcosa. Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti Harry che mi sorride. “Ahi!” dico. “Scusa, non volevo farti del male. Ti stavo aspettando” mi risponde. “T-tu stavi asp-aspettando mee?” dico balbettando, non mi è ami capitato che un ragazzo mi aspettasse fuori casa. “Ehm, si! Per ansare a scuola” dice. “Va bene, dai andiamo” dico un po’ innervosita. Non mi è mai capitato di provare un sentimento così strano per una persona. Provo, allo stesso tempo, odio e affetto, è difficile da spiegare. Ci incamminiamo verso la fermata e una volta arrivati, ci tocca aspettare l’autobus. In quel breve tempo d’attesa, ma che per me non sembra finire mai, mi sento costantemente osservata da Harry. Dopo un po’, l’autobus arriva, saliamo, vediamo due posti liberi e ci sediamo vicini. Durante il viaggio in autobus, ascolto sempre la musica per passare il tempo, ma oggi le cuffiette me le sono dimenticate a casa, così d’istinto chiedo subito a Harry: “Scusa, hai delle cuffiette?”. “Si, ce le ho, me te le impresto solo a patto che ascoltiamo insieme la musica” mi dice. “Va bene” dico sbuffando, infilando il cavetto all’interno del mio cellulare. Decido di mettere la mia canzone preferita e ad un certo punto mi accorgo che la sto cantando in compagnia di qualcuno. Strano, di solito canto sempre da sola perché mi vergogno. Continuo a cantare senza farmi problemi e ad un certo punto sento la mano di Harry appoggiata sulla mia per prendermela, così levo la mia mano di scatto. Quando ha toccato la mia pelle ho sentito una sensazione indescrivibile, ma mi ha dato fastidio. “Ho fatto qualcosa di male?” dice Harry. “Certo che hai fatto qualcosa di male. Mi da fastidio che una persona sconosciuta mi prenda per mano” rispondo con un tono fermo. Lo guardo in faccia, i suoi occhi mi dicono tutto quel che pensa, è rimasto deluso dalla mia reazione. Si gira dall’altra parte verso il finestrino e per tutto il resto del viaggio non ci rivolgiamo più la parola. Arriviamo a scuola e lui mi ignora totalmente, scende dall’autobus di corsa e mi lascia da sola. Non so il perché, ma dentro di me, tutta questa situazione mi rattrista. Raggiungo Sara, le racconto dell’accaduto e mi dice: “Lo sapevo, tu gli piaci”. “Ma che dici Sara” le rispondo. “La verità, comunque farete pace, stai tranquilla” mi rassicura. “Mi auguro” sussurro senza accorgermene. Suona la campanella ed entriamo in classe. Vedo Harry seduto dov’era ieri, con nessuno vicino, cos’ io e Sara ci mettiamo accanto a lui. Pensavo che durante le lezioni mi avesse chiesto scusa, ma niente, è rimasto sempre zitto pe tutte le ore. Ha l’aria pensierosa. Suona la campanella per la mensa ed Sara ed io ci avviamo verso la stanza per andare a mangiare. Preso il cibo, Sara ad io ci sediamo nel tavolo davanti a quello dove si trova Harry. Vicino a lui si è seduta Lexy, miss simpatia fatta a persona insieme al gruppo di ammiratrici che gli pendono dalle labbra. Sono girata di spalle, quindi non riesco a vederli, me c’è qualcosa dentro di me che quasi mi spinge a girarmi per vederlo, per cercare qualcosa nei suoi occhi, sono così verdi e chiari che una persona riesce a vedere la sua anima. Mi trattengo dalla tentazione di voltarmi, anche se è difficile. Perlo con Sara per fare dialogo e ad un certo punto sento Lexy dire qualcosa ad Harry, così zittisco la mia amica per poter sentire meglio la conversazione. “Allora che autobus prendi?” gli chiede Lexy. “Quello che prende Chiara..” le risponde Harry. “Ah Chiara! Quella dell’altra sezione” dice Lexy. “No, no. Chiara, la mia vicina di banco” risponde Harry. Lexy delusa dice: “Oh, la sfigata! L’unica insieme alla sua “amichetta del cuore” che non ha mai avuto il coraggio di parlare con un ragazzo, figuriamoci mettersi insieme! E poi, è orrenda ma l’hai vista?” dice Lexy. Le altre ridacchiano. Dopo questa affermazione, ho voglia di prendere a pugni la vipera, ma non ne ho il coraggio. Mi volto a guardarli. Harry mi osserva. I nostri occhi si incrociano per un secondo. Harry mi guarda, ma non come gli altri giorni, ha lo sguardo vuoto e sofferente. Sento una fitta al cuore: odio doverlo ammettere, ma mi fa male vederlo così; per non dimenticare che sono io la causa di quel dolore che lo affligge. Ho le lacrime agli occhi. “Tanto per cominciare, non è assolutamente una sfigata, anzi, è molto più furba e carina di tutte voi messe insieme. Lexy stammi alla larga” dice Harry. Così si allontana. Lexy ha una faccia arrabbiata e delusa perché non le era mai capitato di essere scaricata da un ragazzo. 1 a 0 per me. Beh, posso dire che Harry ora non lo odio più, mi ero fatta delle illusioni sbagliate su di lui. Domani in qualche modo voglio fare pace. Chissà, forse nascerà una solida amicizia, ho detto forse però.

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