Al di là di una finestra

di niko 180
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11. ***
Capitolo 12: *** 12. ***
Capitolo 13: *** 13. ***
Capitolo 14: *** 14. ***
Capitolo 15: *** 15. ***
Capitolo 16: *** 16. ***
Capitolo 17: *** 17. ***
Capitolo 18: *** 18. ***
Capitolo 19: *** 19. ***
Capitolo 20: *** 20. ***
Capitolo 21: *** 21. ***
Capitolo 22: *** 22. ***
Capitolo 23: *** 23. ***
Capitolo 24: *** 24. ***
Capitolo 25: *** 25. ***
Capitolo 26: *** 26. ***
Capitolo 27: *** 27. ***
Capitolo 28: *** 28. ***
Capitolo 29: *** 29. ***
Capitolo 30: *** 30. ***
Capitolo 31: *** 31. ***
Capitolo 32: *** 32. ***
Capitolo 33: *** 33. ***
Capitolo 34: *** 34. ***
Capitolo 35: *** 35. ***
Capitolo 36: *** 36. ***
Capitolo 37: *** 37. ***
Capitolo 38: *** 38. ***
Capitolo 39: *** 39. ***
Capitolo 40: *** 40. ***
Capitolo 41: *** 41. ***
Capitolo 42: *** 42. ***
Capitolo 43: *** 43. ***
Capitolo 44: *** 44. ***
Capitolo 45: *** 45. ***
Capitolo 46: *** 46. ***
Capitolo 47: *** 47. ***
Capitolo 48: *** 48. ***
Capitolo 49: *** 49. ***
Capitolo 50: *** 50. ***
Capitolo 51: *** 51. ***
Capitolo 52: *** 52. ***
Capitolo 53: *** 53. ***
Capitolo 54: *** 54. ***
Capitolo 55: *** 55. ***
Capitolo 56: *** 56. ***
Capitolo 57: *** 57. ***
Capitolo 58: *** 58. ***
Capitolo 59: *** 59. ***
Capitolo 60: *** 60. ***
Capitolo 61: *** 61. ***
Capitolo 62: *** 62. ***
Capitolo 63: *** 63. ***
Capitolo 64: *** 64. ***
Capitolo 65: *** 65. ***
Capitolo 66: *** 66. ***
Capitolo 67: *** 67. ***
Capitolo 68: *** 68. ***
Capitolo 69: *** 69. ***
Capitolo 70: *** 70. ***
Capitolo 71: *** 71. ***
Capitolo 72: *** 72. ***
Capitolo 73: *** 73. ***
Capitolo 74: *** 74. ***
Capitolo 75: *** 75. ***
Capitolo 76: *** 76. ***
Capitolo 77: *** 77. ***
Capitolo 78: *** Conclusioni dell'autore ***



Capitolo 1
*** 1. ***


1.

Nonostante le ripetute lamentele di suo padre, Lyra correva. Correva spedita verso mondi immaginari, tenendo sempre stretta a sé la speranza di imbattervisi. Correva, senza curarsi di quale sarebbe stata l’opinione delle maggiori menti del paese. Adlestrop l’avrebbe ritenuta indegna di un marito, sovversiva e fin troppo rivoluzionaria. Non le importava. Voleva correre. Correre per liberare il cuore, la mente e i suoi lunghi capelli. Sentiva, dentro di sè, di avere qualcosa da dire. Non riusciva a pensare ad un’esistenza monocromatica, insapore. Accanto ad un padrone a cui sarebbe stato inutile dare il nome di marito. Senza la minima inclinazione al dialogo. Correre era parlare, discutere, crescere. Aprire la gabbia ai pensieri e farli volare via, dargli un colore, una possibilità. Ciò, nel 1807, era intollerabile ai più. “ Non troverai mai marito! ” . Una frase che, facendo bene i conti, le risuonava nelle orecchie dai dodici anni. Il signor Schneider non avrebbe mai capito. Capiva solo un buon bilancio familiare, un bacio sulla fronte dalla “ sua perla”, e un buon filetto arrosto.  
<<  E se non volessi un marito? >>
<<  Non ti vorrò più io!  >>.
Non seppe mai se stesse scherzando. Preferì il dubbio. Restava sempre confusa da suo padre. Sua madre le aveva sempre raccontato di quanto, in giovane età,  fosse di animo altruista e gentile, e di come non esitasse per un attimo nel portare il suo aiuto al prossimo.  “ Scostante” era il termine giusto. Forse, la perdita della moglie lo aveva indotto ad una visione del mondo ben diversa. Apprezzava, infatti, la sua abilità nel giostrarsi tra situazioni di totale rimprovero e momenti di affabile ed affettuosa paternità. Chi fosse lui realmente , non volle mai saperlo. Le bastava un bacio sulla fronte. Il giorno seguente, puntualmente, il filetto era in tavola.
 
 

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Capitolo 2
*** 2. ***


 2.
 
Lyra si era alzata di buon’ ora. Aprì le finestre, mentre il sole rischiarava la campagna. La nebbiolina si faceva meno fitta. Una giornata perfetta per passeggiare sul lago. L’attendeva una ricca colazione, e un padre decisamente  troppo entusiasta.
<<  Cara figliola >> esordì il signor Schneider << Mi sono recato  ad Adlestrop  per delle compere e non crederai mai chi ho incontrato …  nientemeno che i signori Mortymer! Dicono che  trascorreranno i prossimi mesi qui in campagna, a Greenwood Park appena ristrutturata! Ma non è tutto: la settimana prossima li raggiungerà anche il figlio, David   >>.
Giornata “ perfetta ” era, probabilmente, un attributo fin troppo generoso. Si concesse, tuttavia, un “ molto piacevole ” .
 <<   Non mi va di rivedere quel pomposo, non lo sopporto. Ha un’aria sempre così … grottesca! E nonostante il mio rifiuto della scorsa primavera sarebbe capace di ritentare l’impresa. Per non parlare dei suoi genitori e della loro “ unione perfetta ”! Hanno già detto quando andranno via?     >>.
<<  Tesoro, credo proprio che dovrai fare uno sforzo, visto che ci hanno invitato alla tenuta la settimana prossima. Daranno una festa  per l’inizio della primavera. Ci sarà tutta  Adlestrop!   >>.
Ci fu silenzio. Un pesante silenzio, rotto sporadicamente dagli interventi delle stoviglie che urtavano contro i piatti. Era noto che il matrimonio dei signori Mortymer fosse ormai finito da tempo. Finito e nemmeno mai iniziato, mai stato. Nonostante ciò,  li teneva paradossalmente  uniti  un forte collante di parvenza, arricchito da una gran dose di noia. Tutto questo era lontano dalla capacità di sopportazione di Lyra, benché  la cosa non la toccasse direttamente.
<<  Bisogna conferire il merito al signor David di aver avuto il coraggio nell’esternare i suoi sentimenti, devo riconoscerlo! Ma non dimenticherò mai la sua faccia quando lo lasciasti in questa sala in piedi come uno stoccafisso! Se si fosse trattato di uno spettacolo teatrale avrei di certo pagato per godermelo tutto! Da quel momento non ho avuto alcun dubbio: possa Dio aver pietà per chiunque voglia obbligarti a compiere ciò che è contro il tuo volere, perché sapresti metterlo al suo posto!  >>.
Lyra sorrise. Sole splendente. Nebbiolina meno fitta. Giornata “ perfetta ”.
<< Ricorda anche, però, che arriverà il momento in cui non ti diletterai più nell’avere un simile atteggiamento. Il signor Mortymer aveva tutte le buone intenzioni di questo mondo, e se ripenso al comportamento che gli hai rivolto, cara, ancora faccio fatica a perdonartelo  >>.
Ecco. Era troppo bello per essere vero. Non si sorprese. Era suo padre. Finì la sua colazione, moderatamente delusa e  in silenzio. Lyra si rese improvvisamente conto di essere rimasta a corto di argomenti di conversazione.
 Sole splendente. Nebbiolina meno fitta. Giornata “  irrimediabilmente rovinata ”.
 
 

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Capitolo 3
*** 3. ***


3.
 
David Mortymer era imperdonabile. Anche a miglia di distanza aveva avuto la capacità di interferire con la sua vita. Lyra trascorse la giornata assieme al silenzio. Compagnia stranamente piacevole e tranquillizzante. Non le capitava spesso di essere taciturna, alla presenza di qualcuno, senza provare imbarazzo. Con il silenzio, era tutto più facile. I pensieri schizzavano fuori, come acqua da una cascata. Peccato che quella stessa visione idilliaca, di cui era protagonista, si concludesse con la trasformazione dell’amena cascata in violento acquazzone.   “  Tesoro, credo proprio che dovrai fare uno sforzo  ”. Si era sforzata fin troppo. Fosse stato lì in quel momento, lei avrebbe di certo abbandonato l’etichetta e oltrepassato i confini del buon gusto. Vi  era sempre qualcosa che faceva apparire quell’uomo inadatto ai suoi occhi : l’estrema sicurezza del proprio ruolo e della propria agiatezza. Tramite essa, aveva dimostrato di non possedere il minimo tatto nel dirle che doveva sentirsi onorata se, un uomo suo pari, aveva avuto il coraggio di oltrepassare la soglia di casa sua. Misera borghesotta. Immerse i piedi nelle acque del lago, dove Greenwood Park si specchiava imponente. Gli occhi fissi sulle increspature, finestre sulla sua vita.  Suo padre,  preso dalle innumerevoli difficoltà della sua professione. Un commerciante in un mare di incertezze. Senso di colpa, rammarico, pentimento. Lyra smise, per un attimo, di correre. La velocità rendeva indefiniti i contorni della sua esistenza. Senza correre, poteva analizzare approfonditamente i dettagli. Restare in balìa della velocità significava lasciare suo padre indietro e, a lungo andare, pensò che avrebbe stancato anche se stessa.  La sua amata irrequietezza assunse, d’un tratto, un aspetto del tutto diverso.  Ancora qualche tempo, e la strada si sarebbe fatta dissestata, resa impraticabile dalla pragmaticità. David Mortymer era  un essere umano. Viziato e irriverente, ma pur sempre un essere umano. La giovinezza e l’ingenuità erano certamente motivo della sua scarsa abilità nel rapportarsi. La festa a Greenwood fu, improvvisamente, un’ eccellente occasione per un nuovo inizio, una nuova opportunità.  Così facendo, avrebbe senz’altro avuto pietà delle ansie di suo padre. L’amore sarebbe cresciuto con il tempo. Forse.  

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Capitolo 4
*** 4. ***


 4.
 
La strada era una nuvola di polvere. Il calessino andava dritto, senza curarsi del rischio di un forte impatto contro lo steccato.  Si fermò. La polvere ebbe una voce. La voce di una compagna di giochi, e confidenze.
<<  Buongiorno Lyra!   >> .
<<  Buongiorno Lisa, vai ad Adlestrop stamattina?   >>
<<  Sì, devo ritirare delle stoffe per mia madre. La signora Mortymer l’ha incaricata di confezionarle un vestito. Sai, la signora ha invitato anche lei alla festa e le ha espressamente chiesto di portare anche me. Immagino abbiano invitato anche voi …  >>.  Lyra girò lo sguardo costernato  verso il lago. Annuì.
<<  Oh Lyra, coraggio! Non sarà così terribile rivedere mr. Mortymer , vedrai. Magari questi mesi a Londra saranno  stati una benedizione per lui!  >>.
Così dicendo, la invitò a salire sulla vettura e ad accompagnarla in paese. Durante il tragitto, Lyra non si potette trattenere dal riferirle quanto l’avessero turbata le parole di suo padre la mattina precedente. Pensò che la vera benedizione sarebbe stata che mr Mortymer avesse prolungato la sua permanenza a Londra. Talmente tanto da dimenticarsi dell’esistenza di Adlestrop, e di lei. Il mettere in forse le proprie riserve, riguardo il gentiluomo, appariva ai suoi occhi un enorme torto verso se stessa. Per contro, non reputava nemmeno gratificante il doversi abituare all’idea di un avvenire all’insegna dell’incertezza, nonchè della solitudine di una casa dove si sarebbe ritrovata a bisticciare  con centinaia di gatti per il posto sul sofà. Ammesso che le fosse rimasta una casa.  Attualmente, più che in una confortevole e calda dimora, il suo animo gridava aiuto dietro le sbarre di una grande prigione di smarrimento.
<<   Mia cara Lyra, l’orgoglio non conduce a nulla se non ad una profonda sofferenza. E’ stato senza dubbio immaturo e arrogante nei tuoi confronti, ma non consideri che grandi cose possono accadere nell’arco di un anno. Il perdono e un attento sguardo alla realtà sono la chiave per una sicura felicità   >>.
Tornata a casa, pensò di nascondere i propri pensieri nell’immenso canneto che circondava il lago. Sarebbe rimasta lì, fino a quando il suo mondo non avesse raggiunto la forma e i contorni sperati.   Non era giusto sradicare una rosa,  piantarla in una distesa di ghiaccio, e attenderne uno sviluppo del tutto naturale. “ Il perdono e un attento  sguardo alla realtà sono la chiave per una sicura felicità  ”.  Dal  primo momento che l’aveva incontrato, Lyra era rimasta a dir poco indispettita dai suoi modi di fare così dozzinali e impertinenti. Mr Mortymer era lo sfoggio smisurato di ricchezza, scontata  macchinazione,  atta a confondere la mente superficiale di chi aveva “ l’onore ” di trovarsi alla sua presenza. Illudersi di poter dissimulare in eterno poteva definirsi il suo tratto maggiormente infelice. Chiedeva a se stessa, insistentemente, cosa mai avesse potuto persuadere Mr. Mortymer a credere che lei fosse interessata a lui. Probabilmente, era stata proprio la sua natura schietta, il fatto che fosse stata l’unica capace di metterlo di fronte all’immagine di se stesso, ancor meglio di uno specchio, o della stessa coscienza. Tenere vivo il ricordo del suo rifiuto, l’aveva forse  indotto ad una riflessione sui propri comportamenti. Lo definì “ errore per inesperienza ”.  David Mortymer era un essere umano.

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Capitolo 5
*** 5. ***


5.

Sapeva di dover essere perfetta per il giorno seguente, anche se tutto quell’imbellettarsi sarebbe stato una schiavitù. I suoi pensieri trovarono ristoro nella visione comica della sua amica, intenta a legare il cavallo ad un gancio incassato nel muro, troppo alto per lei. Scese  di corsa le scale  e, dopo aver messo al corrente il resto della casa della presenza di Lisa, la invitò a seguirla nella sua stanza.
<<  Credo resterà quantomeno  scioccato nel trovarmi ben disposta e non più amareggiata nei suoi confronti  >>.
<<   Mia madre è stata spesso a Greenwood questi giorni, per via dell’abito della signora Mortymer, e mi ha detto di aver trovato David molto affascinante. Pensa che una volta lo ha sentito suonare il piano meravigliosamente e, inoltre, si è offerto di accompagnarla a casa in carrozza  perché era buio pesto  >>.
Un invito alla risata, una beffa, uno scherzo. L’anno prima, discorsi del genere, avrebbero presentato quella consistenza.  Lyra provò un’amara tristezza per la mancata ironia delle parole di Lisa. Era un addio alle decisioni affrettate, non più sovrastate dall’istinto e dall’ irrazionalità.
<<  Qualcosa mi dice, Lyra, che saprà offrirti delle grandi sorprese!   >>
 <<   Lo spero per lui, Lisa !Altrimenti non gli perdonerò mai di avermi fatto passare tutto questo tempo ad acconciarmi  !    >>.
Risero. La frivolezza e superficialità erano, per il momento, un rifugio molto piacevole. La paura veniva a tratti spazzata via, ma mai del tutto frantumata. Paura di sembrare sfacciata, approfittatrice e, soprattutto, traditrice della propria natura. L’irritazione, che la presenza e gli atteggiamenti di quell’uomo le avevano provocato, sembrava, nonostante tutto, svanire in favore di un più pacato e ragionevole sentimento di fiducia e disponibilità. La descrizione rivelatrice di Lisa faceva emergere un David astratto, incorporeo, mai conosciuto. Un fantasma. Quell’immagine indefinita aveva difficoltà ad assumere una plausibile realtà.  Tanto era radicato nella sua mente il momento in cui, risentita per gli irriverenti, e forse involontari, insulti che accompagnavano la sua proposta di matrimonio, si era sentita costretta a fuggire dalla sala da pranzo; senza dargli la possibilità di concludere.
Un’ eclissi inaspettata. Lisa non avrebbe dovuto farle visita.

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Capitolo 6
*** 6. ***


6.

Il signor Schneider odiava quel tipo di feste. Se non avesse avuto la necessità di inseguire le sue aspirazioni di ricchezza, a quell’ora sarebbe sprofondato nella voragine della sua poltrona a documentarsi sulle sorti del suo paese. Era lì, all’interno della loro unica e modesta carrozza, intervenendo, in via del tutto eccezionale, in questioni di toeletta femminile.
<<   Speriamo vada tutto per il meglio, cara. Non toccarti troppo i capelli!  >>.
Era forte la tentazione di tornare indietro. Togliersi di dosso tutti quei fastidiosissimi fermagli, prendere il  cavallo e correre. La carrozza imboccò il viale alberato e si fermò dinanzi la scalinata esterna. Lyra scese velocemente, cercando di mimetizzarsi tra la folla. Fu obbligata a rallentare il passo: il signor Schneider la teneva stretta , esibita come una fonte inesauribile di guadagno. Ad un tratto, un sorriso familiare.  Sollievo.
 <<   Lyra sei incantevole!   >>.
<<   Sei proprio una cara amica, Lisa.  Distrarmi con questi complimenti così gradevoli. Temo, tuttavia, che dovrai scusarmi perché, per quanto possa apprezzarli, non riusciranno a distogliermi dal mio nervosismo. Piuttosto è il tuo fascino ad essere sorprendentemente folgorante.  >>
<<  Sei in errore, se credi che mi stia complimentando con te solo per tranquillizzarti. Stasera non avrà occhi che per te, ne sono certa.   >>
<<  Lo hai già visto?  >>
<<  No. Deve trovarsi all’ingresso con i signori Mortymer.  >>.
Un attimo, e le sue membra si ritrovarono, ancora una volta, nella morsa dell’insolenza di suo padre. Interrotto ineducatamente il loro dialogo, si vide strattonata nella grande distesa di piume e cristalli.  Mantenne il contegno, anche se la tendenza alla collera era tanta e le ragioni giustificabili.  Pochi secondi. La tendenza fu azione. Si fermò di scatto. Il padre la squadrò  interrogativo. La ragazza, tentò di riconquistare la propria compostezza.
<<  Padre, sono stufa di tutto ciò! Mi state mettendo in imbarazzo! Volete che da domani ridano tutti di noi ?  >>.
<<   Mia cara, potrai capirmi … quando sarai nella più totale solitudine e con dei figli da mantenere!   >>.

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Capitolo 7
*** 7. ***


7.

 << Signora Mortymer!  >>, esclamò il signor Schneider inchinandosi. <<   Volevamo esprimervi la nostra gratitudine per aver avuto la gentilezza di invitarci   >>.
  Lyra  osservava Mrs. Mortymer.  L’espressione astiosa tentava, faticosamente, di somigliare ad un sorriso. Si inchinò.
<<   Ma le pare signor Schneider! D’altra parte, dopo quello che c’è stato tra i nostri figli, non potevo privarmi della vostra presenza qui   >>.
Spostò lo sguardo altezzoso  verso la ragazza, per accertarsi che avesse inteso l’allusione totalmente fuori luogo. Lyra, a malincuore, la raccolse.
<<   Mr Mortymer,   come avete trascorso questi mesi a Londra?    >>.
Il signor Schneider cercava di rompere la tensione, quando i  lunghi baffi del signor Mortymer emersero dal bicchiere di ponch.  Riposizionato il monocolo, il padrone di casa  riprese la sua convenzionale e severa compostezza.
<<   Non c’è che dire signor Schneider. Gli affari stanno andando bene, le nostre rendite sfiorano ormai le settemila sterline l’anno. La campagna si può dire sia il mio luogo prediletto. Se potessi ci vivrei stabilmente.   >>
<<   Ma caro, come puoi asserire una cosa del genere! Ogni volta che veniamo qui, l’ orticaria mi colpisce al solo pensiero! Non è possibile che per fare delle compere sono sempre costretta a mandare la servitù o ad arrivare ad Adlestrop! Soltanto qualcuno con poco giudizio andrebbe fin lì a cavallo! Non è  incredibile signor Schneider?    >>.
In silenzio, rabbiosa e infastidita, Lyra ascoltava. Girò lo sguardo attorno al salone. Nessun volto familiare in suo aiuto.
<<  State cercando qualcuno signorina Schneider?   >>.
<<  No affatto, mi stavo solo chiedendo quanto denaro occorresse per organizzare un ballo con un gusto così squisito  >>.
Sorrise falsamente, mentre il signor Schneider le rimproverava l’inappropriatezza di quegli argomenti.
<<  Non più di mille sterline signorina  >>,  rispose la donna. Il volto nascosto dietro il ventaglio.
<<  Una gran bella fortuna! Se ne  avessi  anche  solo la metà non esiterei a farmi un viaggio in giro per il mondo. Anche solo a cavallo!  >>.
 Mrs Mortymer si limitò a sbarrare gli occhi, riparandosi dietro le proprie piume. Quasi volesse preservare la sua nobiltà dalla sgraziata volgarità di quelle parole. Cercando nuovamente di rimediare alle risposte volutamente inadeguate di sua figlia, il signor Schneider chiese dove fosse il loro giovane figlio. L’interesse di Lyra si fece immediatamente vigoroso ma, mostrata la propria incertezza nella risposta, i signori Mortymer si allontanarono per  idratarsi la gola. Lyra odiò ancor di più quella donna.

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Capitolo 8
*** 8. ***


8.

Una voce familiare le era a pochi centimetri di distanza. Si voltò.  David Mortymer la fissava sorridente.
<<  Buona sera,  Lyra. Spero stiate tutti bene in famiglia.  >>
Silenzioso stupore.
<<  Vi trovo in gran salute. Sono da poco ritornato da Londra  >>
Silenzioso imbarazzo.
Aspettò che lei dicesse qualcosa. Il suo volto assunse un’espressione sbalordita, non meno della sua interlocutrice. Era vicendevole l’incapacità di far evolvere la conversazione.
<<  Ho speso gran parte di questi mesi nello studio e nella musica. Sapete, ho imparato a suonare il piano. Più tardi suonerò qualcosa  >>
Rivelazione. Era completamente rapita dalla sua inedita affabilità. Non aveva  davanti a sé l’uomo freddo e arrogante, che non aveva altro scopo se non  rimarcare  l’elevatezza del suo rango.
<<   Spero anche che mi facciate l’ immenso onore dei primi due balli.    >>
Stava pacatamente conversando. Eleganza, garbo, moderata modestia. Nonostante tutto, non l’aveva dimenticata.
Silenziosa  consapevolezza.
 

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Capitolo 9
*** 9. ***


9.

<< E’ molto gentile da parte vostra signor Mortymer. A casa stiamo tutti molto bene  >>
Un sorriso. Da non dimenticare.
<<  Ho avuto il piacere di sapere che avete trascorso stabilmente a Londra questi mesi. Che notizie ci sono da lì?  >>
Le dita, rivestite di seta bianca, scorrevano leggere le une tra le altre. Calore.
<< Sarebbe meraviglioso sentirvi suonare. Sono davvero stupita  >>
I fermagli di perle rilucevano alla luce delle candele. Barche su un ondeggiante mare dorato. Naufragio.
<<  Accetto volentieri di ballare con voi  >>
Era a dir poco euforico. Un bambino a cui viene consentito, dopo innumerevoli insistenze,  di rotolarsi nel fango. Lei, che l’anno prima lo aveva amaramente rifiutato, gli sorrideva come non aveva mai osato fare.  Le baciò la mano. Sfiorandola appena.
 

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Capitolo 10
*** 10. ***


10.

 Pochi istanti, e subito girava lo sguardo altrove.  Arrossiva e sorrideva  leggermente, mentre le proponeva gli argomenti di conversazione più impensati. Reputò una fortuna, che fosse stato lui ad avvicinarsi. In quel caso, il coraggio le sarebbe venuto meno. Totalmente sopraffatto dall’orgoglio.
<<    Senta Lyra    >> cominciò <<   Volevo assolutamente porgerle le mie più sentite scuse per il mio comportamento della scorsa primavera. Ero talmente cieco da non capire davvero cosa sentissi. Molte volte siamo prigionieri del nostro vissuto e del  carattere che da esso discende. So di aver  sbagliato con voi sin dal principio, e vorrei quindi dirvi quanto io sia profondamente costernato e debitore nei vostri riguardi   >>
Abbassò lo sguardo, messa al muro da quelle parole. Flebilmente, disse che dispiaceva anche a lei essersi comportata in modo egoista e sgarbato, lasciandolo solo nel bel mezzo di una proposta di matrimonio.
<<    Sono felice di trovarvi cambiato, eravate troppo pieno di voi stesso.   >>
<<    Mi avete colpito  da subito per il vostro coraggio e la vostra irrefrenabile sincerità, benchè sia stato troppo codardo per ammetterlo. L’inferiorità della vostra famiglia mi spaventava … o meglio, era tutto quello che ne sarebbe derivato. Per questo ero sempre propenso alla freddezza e al distacco  : ero scisso tra i miei sentimenti per voi e il rispetto verso i miei nobili natali. Questi mesi mi hanno fatto riflettere e, se me lo concedete, vorrei fare la vostra conoscenza come fosse la prima volta    >>.
Si avvicinò. <<  Il mio nome è Lyra Schneider  >>. Sussurrò.  Timidamente.
Un sorriso. Da non dimenticare.
 

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Capitolo 11
*** 11. ***


11.

Era certamente appropriato come non mai alla tranquilla atmosfera  creatasi. La delicatezza,  con cui i tasti venivano sfiorati, rispecchiava la sua attuale indole. Non poteva che provenirne una melodia deliziosa, suggestiva, delicata. Non poteva che provenirne David Mortymer.
Conclusa l’esibizione, l’attenzione di Lyra fu richiamata nella terrazza. Lisa Prenderlitth avvertiva l’urgente bisogno di una compagna, con cui commentare le stravaganze di certi personaggi presenti in sala. Il loro impegno fu tale da scorgere nella penombra una figura strana. Un uomo alto, e di aspetto elegante, aveva gli occhi bassi su un bicchiere di ponch.
<<  Chi è il tipo   che sta affogando in quel bicchiere ?  >>
<<  Oh sì! Credo che sia il Signor Owen. E’ intimo amico di mr David, ma non ama molto farsi vedere. Dicono che non parli con nessuno, e che sia qui solo per rispetto verso l’amico.  Non si sa molto su di lui. >>
<<  Strano modo di manifestare rispetto. Non trovo certo corretto, verso l’ospitalità di un amico, dare sfoggio della propria espressione peggiore ad una festa da ballo  >>
Fu un secondo. Lyra si spostò con uno scatto contro il muro e portò una mano al petto. Gli occhi di quell’uomo si sollevarono minacciosi verso il finestrone. Su di lei.
 
 

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Capitolo 12
*** 12. ***


12.

Non ne fece parola, sebbene il solo pensiero le incutesse terrore. Sarebbe stato sconveniente riferire a mr Mortymer di essere stata infastidita da un suo caro amico, per giunta a lei sconosciuto. Uno sguardo, per quanto minaccioso, non poteva certo dirsi una violenza.   Lyra si guardava continuamente  attorno, per paura che la sua agitazione si notasse. Con lucidità, si impose di cacciar via dalla sua mente quegli occhi ghiacciati. Si congedò con suo padre alle prime luci dell’alba, facendosi strappare il giuramento di nuove e piacevoli visite a Greenwood.  Salutò, ringraziando a malincuore la signora Mortymer,   pensando che non  si sarebbe sorpresa di vederla sollevata dalla sua uscita di scena. Si vergognò, tuttavia, del momento in cui suo padre, con il mento ancora unto di arrosto, fece per baciare la mano della padrona di casa, la quale rifiutò il gesto ritraendosi rapidamente.   Si stupì, inoltre, che il suo rammarico superasse di gran lunga quello di suo padre nel salutare  David Mortymer.  Qualche altra ora sarebbe stata di certo utile per decifrare il suo nuovo e insperato temperamento.  Si convinse, quindi, a salire sulla carrozza. Guardò suo padre.   Stanco, ma sorridente. Non era stato necessario un bacio sulla fronte. Immediatamente, ebbe qualcosa in più di cui compiacersi: per quella giornata, il signor Schneider le avrebbe  risparmiato i suoi rimproveri.
Arrivati a casa, il signor Schneider corse dal cuoco.
Ordinò.
Filetto.

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Capitolo 13
*** 13. ***


13.

Benchè le avesse provocato timore e nervosismo, si rasserenò nel constatare, in differenti occasioni, che l’atteggiamento astioso del signor Owen poteva dirsi connaturato alla sua persona. L’aspetto freddo, irrequieto e taciturno  non differiva a seconda dei soggetti. Era qualcosa di più di un semplice vizio. Era lui, la sua stessa essenza.  La paura e la repulsione, che egli le aveva suscitato, non tardarono infatti a tramutarsi in sorriso ed ironia verso quell’atteggiamento solitario e poco incline al confronto.
<<  Deve essere proprio pazza chi accetterebbe di sposarlo! Quella povera  donna vivrebbe  nel continuo terrore. Immagina come sarebbero tutti i suoi risvegli alla vista di un volto del genere; non le resterebbe che passare a miglior vita con il tagliacarte. >>
Lisa, ridendo,  preferì mettere in luce la propria ragionevolezza.
<<  Non credo che mr Mortymer ami circondarsi di gente poco raccomandabile  >>
<<  Ci sono molte persone al mondo capaci di crudeli nefandezze, mia cara Lisa. Spero solo che il signor Mortymer sappia chi ha di fronte.  >>
Quella mattina, si trovavano sulla strada per Greenwood  Park. Oltre il boschetto,  una proprietà altrettanto solenne per dimensioni. Lo stesso non si poteva dire delle condizioni.
King’s Park. Disabitata da anni. Un fascio di rovi ed agrifoglio appassito. 

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Capitolo 14
*** 14. ***


14.

Furono invitate per il tè. Il momento stava pian piano evolvendo nel più totale imbarazzo, grazie all’impegno che la signora Mortymer dimostrava nell’osservarla continuamente. Per sua fortuna, David  propose una  passeggiata attorno i giardini della tenuta. Nonostante le piogge dei giorni precedenti, il tempo era stato clemente per quella giornata. La varietà di piante circostanti, la indusse, per un attimo, ad un paragone con la flora incolta di King’s Park.  Sussurrò a Lisa che quella residenza, dall’aspetto lugubre e trascurato, poteva risultare un degno ambiente per un uomo dall’animo turbolento come mr Owen. Si meravigliava, infatti, di come egli non si fosse ancora convinto all’acquisto della proprietà. Ne avrebbe trovato, finalmente, un ambiente degno della propria personalità e, magari, una fonte di appagamento per la sua profonda insoddisfazione. In modo quasi istantaneo, ritrattò il suo pensiero: se mr Owen avesse deciso di acquistare la tenuta, sarebbe stata costretta ad incontrare a malincuore il suo volto più di frequente. La sua ilarità venne troncata inaspettatamente. Mr Owen, solenne  sul suo cavallo, verso di loro.  Mr Mortymer presentò le due giovani, e fu stupito nel notare una differenza alquanto netta nelle loro reazioni. Lisa, come intimorita, ripiegò su un celere inchino.  Lyra, al contrario, non ebbe mezzi termini per far intendere che il suo inchino, accompagnato da un sarcastico “ buon giorno ”,   era stato più una faticosa concessione che un segno cordiale. Il suo sguardo era rivolto altrove.
L’uomo la squadrò superbo. Non un cenno. Non una parola. Spronò il cavallo, e corse verso la tenuta.
Giunsero ai confini del grande giardino. David le si avvicinò.
<<  E’ sordomuto  >> 

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Capitolo 15
*** 15. ***


15.

Intrecciò i capelli, e rimirò la propria immagine nello specchio.
 Spegnendo la candela, spense i suoi pensieri.  O meglio, era quella l’intenzione. Purtroppo, soltanto una questione la teneva lontana dal chiudere gli occhi.
Trovare una maniera convincente per porgere le proprie scuse a mr Owen.
 

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Capitolo 16
*** 16. ***


16.

Il signor Schneider era fuori di sé dalla gioia. Era ormai tutta la mattina che correva per  la casa, sventolando in mano un foglio di carta. Lyra cercava di seguirlo ma, dopo poco, si sedette su una sedia con una gamba penzoloni, stufa di andargli dietro. Durante il pranzo, suo padre non toccò quasi cibo, tanta era l’euforia:
<<  Sei stata invitata ad un pranzo di famiglia a Greenwood Park! Ti rendi conto dell’enorme fortuna?  >>
<<  Mi toccherà fare attenzione che quella strega della signora Mortymer non voglia avvelenarmi! >>
<<  Bada a come parli! Potrebbe essere la tua futura suocera! >>
<<  Se ciò accadesse, ella non ne sarebbe certo sollevata. Allora sì che dovrò fare attenzione!  >>
La sua mentalità, semplice e capitalista, lo indusse ad assumere un’ espressione nervosa e infastidita,  incapace di comprendere l’ironia di quelle parole. Sua figlia, non poteva che esserne divertita. 

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Capitolo 17
*** 17. ***


17.

Mal di stomaco. Lo stesso che, la sera precedente, l’aveva accompagnata a letto. Come da lei immaginato,  l’intera  famiglia era accomodata  nel giardino di fronte la proprietà. Lyra trovò che, a prescindere dalle opinioni che potesse avere su ognuno di loro, componessero un piacevole quadretto familiare. La signora Mortymer si guardava attorno in maniera stanca e svogliata. La brezza primaverile e il sole splendente, dovevano essere un’ autentica tortura. Ogni tanto si voltava verso il marito, esortandolo ad abbandonare il bicchiere che aveva in mano dalle dieci del mattino. Accanto a loro Lisa leggeva, composta e sorridente, alla presenza di mr Mortymer. Costeggiò la tenuta verso le stalle, e presto la colse un immenso  imbarazzo.  Mr Owen. Nella stessa direzione. Pur essendosi accorto della sua presenza, non la degnò di uno sguardo. Le parve, addirittura, che più energia impiegasse nello spronare il cavallo, più l’animale stesse rallentando  il passo. Così, per farle dispetto. Non le restò che fare quel  pezzo di strada, accompagnata dal profondo silenzio dell’uomo.
<<   Buon giorno, signor Owen. Non so dirle quanto io sia profondamente dispiaciuta e imbarazzata dal mio comportamento nei vostri riguardi. Mi sono lasciata trasportare dalla mia immaturità, che mi ha indotto a fidarmi esclusivamente dei pochi attimi in cui mi sono ritrovata alla vostra presenza. Vi prego, quindi, di accettare le mie più sentite scuse  >>.
Un sorriso. Improvviso. Malefico.
 Scocciato, uscì dalle scuderie dandole le spalle.
Era indiscutibilmente sbalordita.
Umiliata.
 

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Capitolo 18
*** 18. ***


18.

I convitati presero posto attorno al lungo tavolo di legno intagliato. Dall’enorme finestrone, un gran fascio di luce. Fiori di campo facevano da centrotavola. Vennero servite le prime portate, in una tagliente atmosfera.
<<  Signorina Prenderlitth, vostro padre mi ha reso partecipe della vostra innata dote artistica. Avete fatto molti progressi dall’anno passato. Spero abbiate la disponibilità nel realizzare un paesaggio per me. >>, disse la signora Mortymer.
Lisa annuì. Il volto sul piatto, preoccupato per la sua amica.
<< Signorina Schneider, scusi la domanda indiscreta, ma quante proposte di matrimonio avete ricevuto dalla scorsa primavera?   >>
Nonostante presentasse un certo fascino, Lyra sapeva che, per le sue condizioni, in pochi l’avrebbero chiesta in moglie.
<<   Signora, voi stessa avete detto di essere indiscreta nel pormi una domanda simile. Non vedo perché, al giorno d’oggi, sia così d’importanza la quantità rispetto alla qualità di qualcosa. Solo un amore deciso e viscerale mi condurrà al matrimonio. Non vorrei ritrovarmi, un domani, nella triste condizione di donna infelice che, per sopperire alle mancanze dovute a quello che si suole dire un “buon matrimonio”, elargisce tutta la sua rabbia e rancore nei confronti del mondo. Non trovate?   >>
Prese il bicchiere e sorseggiò il suo vino, mentre la signora Mortymer tentava di mascherare il suo irrefrenabile bisogno di ribattere. Riflettè, e restò in silenzio, poiché realizzò che sarebbe stato certamente sconveniente dar sfogo alla rabbia, e avrebbe così avvalorato le tesi appena esposte dalla ragazza. Il pranzo procedette, con il sollievo di Lyra, senza intoppi e irriguardevoli commenti.
Lisa, trattenne il riso. Le sue preoccupazioni erano infondate.

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Capitolo 19
*** 19. ***


19.

Mrs Mortymer avvertì un improvviso mal di testa. Lyra sorrideva divertita, nel vedere con quanta teatralità il malore fosse lamentato. Pensò, per un attimo, che il fastidio non fosse causato dal dolore, bensì dalla rabbia covata, per tutta la durata del pranzo, verso la sua risposta dal tono impertinente. La sera del ballo, d’altra parte, era stata costretta ad ingoiare la velenosa allusione della donna. Lyra fu ben felice, infatti,  di consigliarle, con tanta premura,  di riposare al più presto e lasciare che il mal di testa facesse, senza fretta, il suo corso. Le augurò, comunque, che il dolore passasse repentinamente. I giardini di Greenwood non avrebbero potuto  assolutamente privarsi della sua presenza.
Il sole si era spostato verso il boschetto, e ciò consentì al resto degli invitati di passeggiare all’aria aperta. Mr Owen, seduto sulla terrazza, scriveva. Ogni tanto, alzava i fogli alla luce. A giudicare dai movimenti discontinui del braccio, Lyra pensò che non dovesse avere una grande abilità di pensiero nello scrivere.  Distolse lo sguardo non appena David Mortymer le offrì il braccio, guidandola lungo il viale.
<<  David, posso chiedervi da cosa scaturisce tutto questo?  >>
<<  Cosa di preciso ? >>
<<  Questo vostro modo di fare. Credo siate pienamente consapevole che il vostro atteggiamento sia completamente diverso rispetto l’anno passato … >> 
<<  Vede Lyra, al ballo le dissi che molte volte il carattere viene forgiato dall’esperienza e dal nostro modo di pensare. Il mio problema è che non possedevo un “ mio ” modo di pensare. Una volta tornato a Londra, mio padre ha tanto insistito perché iniziassi ad entrare nel suo giro di affari, così da poter amministrare io, un domani, le nostre rendite. Eviterò di raccontarvi della meschinità e dell’arrivismo che ho riscontrato in quell’ambiente: false amicizie, pronte a lasciarti in balìa della solitudine e dell’abbandono in circostanze avverse. Così sono uscito per un po’ da quella prigione. Decisi, quindi,  di dare anima e corpo a cose che, fino all’anno precedente, non avevo avuto  la benché minima intenzione di intraprendere. Ho iniziato a capire il valore degli studi, della musica e dell’arte. Ho frequentato diversi salotti,  ed è in uno di questi che ho avuto l’onore di conoscere mr Owen.   Purtroppo ho saputo che soffre di questo malanno, che per molto tempo lo ha tenuto lontano dalla vita pubblica. Tuttavia, l’ho convinto a trascorrere del tempo qui, così da fornirgli un diversivo, nella speranza che comprenda la vasta gamma di possibilità che la vita offre. Nulla deve tenerci lontani dall’esplicitare noi stessi. All’inizio si è sempre mostrato  chiuso e uggioso, poi con il tempo e con la frequentazione quotidiana ha fortunatamente smussato il suo carattere nei miei riguardi  >>.
Lyra pensò che, per la sua modesta esperienza, il modo di fare di mr Owen fosse ben lontano dall’essere affabile e poco spigoloso. Per quanto David facesse sembrare mr Owen un povero disgraziato che la sorte aveva burlato,  non riusciva a cancellare dalla mente quel suo sorriso sarcastico  con il quale, di fronte alle sue scuse, si era preso gioco di lei.
 

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Capitolo 20
*** 20. ***


20.

“  La pioggia si infittì. Osservava i sottili rigagnoli d’acqua che scorrevano lungo il legno della finestra.
Mangiava avidamente le sue carote bollite, quando la porta dell’osteria si spalancò.
<<  Buona sera, cerco aiuto! Ci hanno derubati e mia moglie sta per partorire! Cerco una stanza, o almeno un posto per la mia signora!  >>.
L’oste sputacchiò che era tutto occupato.
<<  Non si preoccupi. Dia al signore la mia stanza  >>
Gli occhi dell’uomo si illuminarono. La donna fu portata di corsa dentro.
<<  Tenete questi. Vi serviranno per il necessario. >>
Duecento sterline.
<<  Non so come ringraziarvi, signore.  Vi restituirò tutto. Il vostro nome ?  >>
<<  Mr Schneider, per servirvi. Non preoccupatevi. Mi ripagherete facendo crescere in serenità questa creatura  >>    ”
L’eroe delle favole, che sua madre non si stancava mai di raccontarle. Altruista, affettuoso e di buon cuore. Lyra, preferiva pensarlo così.

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Capitolo 21
*** 21. ***


21.

Lungo lo steccato, che costeggiava il viale della chiesa,  la famiglia Mortymer era intenta a salire sulla propria carrozza. Il signor Schneider si lasciò andare a manifestazioni a suo solito disdicevoli e plateali. David sembrava non curarsi delle stravaganze dell’uomo, dal momento che i suoi occhi erano occupati altrove. Lyra lo ringraziò nuovamente per il pranzo del giorno precedente, e si augurò di poter presto ricambiare. Mr Mortymer si offrì di accompagnare a piedi gli Schneider verso casa. Di questo Lyra fu doppiamente felice, poiché considerava la compagnia di David molto stimolante, com’ era altrettanto stimolante il fatto di suscitare  fastidio nella madre del suo corteggiatore. Le offrì il braccio, e  non resistette nell’ostentare il suo consenso agli occhi di una mrs Mortymer alquanto irritata. Il signor Schneider li precedette, lasciandoli in confidenza.
 <<  Il vostro amico non c’è, vedo … >> 
<<  No, infatti. Posso definire la sua religiosità molto più intima che incline al dogmatismo. D’altra parte, con quindicimila sterline l’anno, può permettersi il lusso di approvare o disapprovare ogni cosa  >>
 <<  Mi spiace contraddirvi, ma credo che il rispetto e le buone maniere debbano essere contemplate a priori nell’educazione di un essere umano  >>.
<<   Dico solo che, un uomo nelle sue condizioni, viene inevitabilmente e  continuamente giudicato. Non trovo perciò ingiusto, da parte sua,  ricambiare i giudizi sulle abitudini e vizi altrui  >>
<<  Ma, così facendo, non credete che il suo atteggiamento si carichi della stessa meschinità che hanno gli altri nel disapprovarlo? Dovrebbe, in questi casi e con queste persone, dimostrare superiorità di carattere, ignorandole. C’è il rischio che adotti lo stesso trattamento anche con chi non avrebbe mai la minima intenzione di giudicarlo  >>.
Annuì.  Aggiunse poi, assumendo un tono affabile e prudente, per paura di apparire sgarbato nel contraddirla, che purtroppo il carattere di mr Owen era lontano dall’essere remissivo. La natura lo aveva già privato di importanti privilegi e abilità fisiche. Avrebbe fatto, quindi, un enorme sopruso alla sua persona, se avesse permesso agli altri di prendersi gioco di lui. Certamente, riconobbe David, egli affrontava il problema con lo spirito sbagliato, ponendosi verso il prossimo con un atteggiamento di completa chiusura. 
<< So che a Londra rischiò il carcere. I motivi mi sono però  ignoti. Non ha mai voluto parlarne >>
<<   Non trovate che quest’aura di mistero attorno ad un fatto così grave, come un arresto, sia oltraggiosa e a dir poco irrispettosa nei vostri riguardi? Non avete forse timore che, dietro tutto ciò, possano celarsi malvagie intenzioni?  >>
<<  Il vostro zelo nel preoccuparvi per la mia sicurezza mi lusinga, ma temo che le vostre preoccupazioni siano vane: il signor Owen  reca un profondo rispetto verso chi ha il buon senso di manifestargli altrettanto garbo e fedeltà. Nel mio caso, posso assicurarvi che io ho sempre avuto per lui  un riguardo e una stima smisurati, e non mi ha mai dato modo di comportarmi nel modo inverso. Posso quindi dire che il nostro legame sia di reciproca sincerità, alla base di una solida amicizia  >>
<<  Mi affido al vostro senso critico: spero che, qualora se ne manifestasse l’occasione, sarete in grado di prendere le giuste distanze, in modo da non doverne ulteriormente soffrire  >>
Dentro di sé, giunse alla conclusione che fosse tutto riconducibile a sincera compassione, che David provava nei confronti di mr Owen.  La permanenza  a Londra lo aveva cambiato, rendendolo più gentile e sensibile. Talmente sensibile, da accogliere un uomo che non aveva avuto la correttezza di rivelargli il perché fosse stato ad un passo dalla prigionìa.
Sensibile, ma fin troppo ingenuo
.

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Capitolo 22
*** 22. ***


22.

Il carboncino scorreva a piccoli tratti. La mano, non ne era mai pienamente soddisfatta. Un misero disegno, non sarebbe bastato a renderne la perfezione.
 Le dita sfumavano, di tanto in tanto, quel volto.
Di donna.

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Capitolo 23
*** 23. ***


23.

Il caffè,  in cui il signor Schneider era solito recarsi nelle sue quotidiane visite ad Adlestrop, risuonava, quella mattina, della gioia del signor Hollander. Quest’uomo possedeva una piccola casetta, poco lontana dal paese, nonchè confinante con il giardino del signor Schneider.   Dopo anni, era riuscito ad affittarne il piano superiore ad un prezzo addirittura superiore alle aspettative. Visto il notevole guadagno che riusciva a trarre dai suoi modi garbati ed eccessivamente affettati, e nonostante fosse in età molto matura, era sempre in compagnia di giovani fanciulle di dubbia condotta, attirate certamente dalle sue tasche tintinnanti. Il signor Schneider, quindi, fu ben contento di rendersi partecipe della gioia dell’ amico, senza contare che, probabilmente, ne avrebbe ricavato il suo whiskey giornaliero.
***
Katherine White era una donna affascinante e di immensa cultura. Di famiglia nobile, caduta in rovina, dopo la perdita del marito aveva con estrema volontà messo a frutto la propria intraprendenza, divenendo la dama di compagnia di una nobildonna proveniente dal sud dell’Inghilterra. In primavera la sua padrona era solita far visita alla propria figlia. Essendo in un’ età che le permetteva ancora di intraprendere certi sforzi fisici e intellettuali, con i suoi piccoli nipoti, disse che l’avrebbe congedata, per qualche tempo, dai suoi servizi. Quando mrs White fu davanti al signor Hollander, manifestò l’ urgente necessità di  un riposo tranquillo. Con il suo meritatissimo denaro. 

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Capitolo 24
*** 24. ***


24.

Il ballo pubblico, nella sala riunioni di Adlestrop, era considerato quanto di più esaltante e imperdibile, a cui un giovane, di qualsivoglia estrazione, non avrebbe in alcun modo potuto rinunciare. L’ ostentazione di abilità culinarie era, per le donne del paese, un pretesto per dare sfoggio delle loro figlie. Mr Mortymer le aveva confermato, nei giorni precedenti,  che sarebbe stato presente assieme alla sua famiglia. Nonostante quest’ultimo aspetto fosse per lei ragione di fastidio, Lyra si compiacque di poter essere in compagnia del gentiluomo in una circostanza di gran lunga più informale di un ballo privato.
<<  Tesoro, il signor Hollander ha finalmente affittato la sua piccola proprietà. L’ha presa una signora molto distinta. White, ha detto di chiamarsi. Sono passato a darle il benvenuto e l’ho invitata, come nostra ospite, al ballo di domani sera. Pare sia al servizio di una donna molto ricca del sud dell’ Inghilterra. Se le cose non dovessero andare come speriamo, tra te e mr Mortymer, la signora White potrebbe mettere una buona parola per te presso la nobildonna in questione … >>
<<  E in che modo potrei giovare a questa signora?  >>
<<  Figlia mia, mi stupisce come la tua arguzia sia sconfinata in questioni di poco conto, e quando, al contrario, ci si presentano occasioni fortunate non tardi a metterla da parte! La signora è ben inserita nell’alta società, e potrebbe procurarti un impiego presso qualche altra donna di rango illustre e, se il Signore sarà veramente buono, potrebbe facilmente capitare che una di queste abbia un figlio in cerca di una bella e devota moglie >>
<<  E’ questo quindi il vero scopo del vostro invito alla signora White! >>
Il signor Schneider esitò per un attimo.
<<  Beh, se mi avessi fatto finire, avrei aggiunto che, durante la nostra chiacchierata, mrs White si è mostrata di carattere spontaneo e di grande dolcezza. Ha aggiunto che aspetta con ansia di incontrarti. Le farebbe piacere avere un’amica durante la sua permanenza.  >>
Fastidio, rabbia. I suoi desideri erano, ancora una volta, tenuti prigionieri dalle esigenze e aspettative paterne. Vedeva la signora White come una povera donna frustrata, continuamente soffocata dai bisogni pedanti di una padrona fin troppo lamentosa. Non le importava essere la dama di compagnia di un’anziana signora, né tantomeno una moglie “ devota ” e senza amore. Ripose tutte le sue aspettative in mr Mortymer, nella speranza che, presto, le avrebbe rinnovato la sua proposta.
 

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Capitolo 25
*** 25. ***


25.

La famiglia Mortymer non si fece certo aspettare. I coniugi restarono seduti per tutta la serata, mostrandosi  titubanti e  restii al dialogo. Il signor  Schneider fu uno dei pochi che si avvicinarono per scambiare qualche parola. Non certo per pura simpatia, quanto più per mantenere una certa cordialità nel  rapporto, che, un domani,  sarebbe potuta tornare utile. Lyra fu sollevata nel vedere che mr Owen non fosse presente, ma mr Mortymer non tardò nel dire che il suo amico sarebbe giunto di lì a poco, dopo aver concluso la lettura di certi documenti di affari. Poiché il suo sollievo   era stato abbattuto  dalle parole di David, preferì rivolgere la sua attenzione  verso mrs White. La donna tornava dal tavolo dei rinfreschi, sorridente. Lyra le presentò David e Lisa, e fu colpita nell’ammirare l’eleganza e la cordialità che la donna mostrava verso i suoi interlocutori. Non era affatto come l’aveva immaginata. Non c’ era traccia di insoddisfazione o stanchezza nel suo volto. Un volto, da amica.
 

 

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Capitolo 26
*** 26. ***


26.

Mr Owen fece il suo ingresso nell’intervallo tra due balli. Ossequiò i Mortymer, intrattenuti dalle interminabili chiacchiere del signor Schneider. David si avvicinò e lo condusse all’angolo della sala, dove Lyra, Lisa e mrs White  intrattenevano una conversazione.  Le donne terminarono  i loro discorsi. Mr Owen restò immobile. Con il volto infuocato, uscì di corsa dal salone.
 

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Capitolo 27
*** 27. ***


27.

<<  Sono profondamente dispiaciuto signora White. Purtroppo il mio amico soffre di una malattia che gli ha causato non pochi problemi >>
<<  Non si dispiaccia mr Mortymer.  Comprendo, anzi, il disagio del signor Owen nel rapportarsi con qualcuno, specialmente se sconosciuto. >>
<<  Mi perdoni signor Mortymer  >> intervenne Lyra  << Ma non trovo che il disturbo del vostro amico possa essere un’attenuante alla sua profonda irriverenza e scortesia. Il suo modo di fare è scontroso e arrogante in maniera indistinta con tutti. Questo suo carattere gli deriva certo dal sentirsi diverso dagli altri, per via del suo malessere, ma ciò non giustifica la sua totale mancanza di garbo >>.
<<  Permettetemi di spezzare una lancia in favore del mio amico, signorina Lyra.  Il suo vissuto e il suo presente non sono facili situazioni, in cui un essere umano può dimostrare fermezza e forza di volontà assidue e mai vacillanti >>.
<< Sono spiacente, ma mi sento costretta a dissentire da voi: non credo   siano semplici neanche le condizioni in cui pone i suoi interlocutori, suscitando in essi imbarazzo, umiliazione e repellenza. >>
Imbronciato, mr Mortymer si sedette. In silenzio.
 

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Capitolo 28
*** 28. ***


28.

Lisa Prenderlitth era un’amabile ragazza, e un’amica estremamente fedele. Sebbene fosse considerata, assieme a Lyra, una delle più affascinanti dame del Glouchestershire, non era riuscita a trovare un uomo che fosse degno di conquistare il suo cuore. Eppure casa Prenderlitth era stata più volte frequentata, negli ultimi mesi, da uomini affascinanti e del tutto meritevoli. Lyra si era meravigliata della facilità con cui la sua amica rinunciasse alle numerose, e molte volte convenienti, proposte di matrimonio. Il suo stupore era indotto dalla natura razionale e molto pragmatica che Lisa aveva più volte messo in mostra, soprattutto nei momenti in cui non resisteva nel ribadirle che la vicinanza di mr Mortymer costituiva una grande occasione per la famiglia Schneider.
<<  Sei una cara amica, Lyra. La migliore. Uno dei miei più grandi desideri, è vederti felice.   >>

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Capitolo 29
*** 29. ***


29.

La donna lo tenne  fermo. Un uomo lo pugnalò, ripetutamente. Le loro mani strisciarono avide dentro i cassetti. Un sospiro trattenuto. Si appoggiò a lei, ma presto lasciò la presa. Cadde a terra. Le striature del marmo, rosse, a poco a poco. La donna  impallidì e, con aria disorientata, si mise le mani sulla bocca.
 Suo figlio le era davanti.  Gli occhi azzurri rossi di rabbia. In mano, un pugnale. Rosso di sangue.

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Capitolo 30
*** 30. ***


30.

Attendeva  l’arrivo di Lisa, per la loro passeggiata settimanale al lago. Prese un libro, e attese.
La cameriera entrò nella sala da pranzo. Sul cesto, colmo di biancheria, una lettera.

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Capitolo 31
*** 31. ***


31.

Cara Lyra,
credo che probabilmente sarò lontana quando aprirai questa mia lettera. La tua sensibilità e bontà d’animo ti avranno di certo spinta al pianto, per la sorte che, di mia volontà, ho voluto mi spettasse. Il profondo rispetto che ho per te e per la famiglia Mortymer, mi ha indotto ad una scelta drastica e, forse, vigliacca. Le ultime settimane hanno rappresentato per me una fonte di dolore, seppure ben mascherato, e Dio sa quanto io abbia sofferto per questo. Sono rimasta sorpresa quanto te dal cambiamento, oltremodo sconvolgente, che il signor Mortymer ha esternato nei confronti di chiunque abbia avuto la fortuna di goderne.  Non riesco, ad oggi, a comprendere le ragioni che mi abbiano spinta a queste riflessioni, ma credo si tratti di questioni che, a parole, siano impossibili da spiegare. Sono sensazioni che nascono senza curarsi, molte volte, del dolore che potrebbero  provocare in chi ci sta intorno. Ci siamo sempre confidate, e questo nostro rapporto, fatto di condivisione e lealtà, ha fatto sì che tu assumessi quasi il ruolo di una sorella, da proteggere e salvaguardare. Proprio in virtù di questo, ho deciso che sarebbe stato certamente meglio andar via, allontanando con me il profondo sentimento che ho maturato nei confronti del tuo mr Mortymer. Quell’affetto romantico e appassionato, di cui a lungo abbiamo fantasticato, mi ha travolta inaspettatamente, facendo nascere  in me una grande sensazione di disagio e ingiustizia nei tuoi confronti. Chiarisco il fatto che egli non mi ha mai fatto promesse di alcun genere, e che tutto è frutto della mia persona. Il suo comportamento si è rivelato esemplare e degno di un gentiluomo. Ciò che vorrei capissi è che non avrei mai potuto rovinare la felicità di una sorella. Partirò per il Worcherstershire, e da lì viaggerò per diverse città, di cui i miei zii non mi hanno ancora informata. Non volermene, ma la mia felicità è saperti serena e fuori da ogni sventura. Addio
Lisa P.

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Capitolo 32
*** 32. ***


32.
 
<<  So come ci sente nel perdere qualcuno per il quale sentiamo uno smisurato affetto. Anche se la nostra conoscenza risale a poche settimane, mi avete sin da subito ispirato fiducia e simpatia. Il vedervi così evidentemente scossa dalla perdita della vostra amica, non può fare altro che accrescere la mia stima e affetto per voi.  >>
Mrs White le prese il braccio, e la invitò a passeggiare lungo la veranda che circondava la casa.
<<  Vi prego di non farne parola, per adesso. Le vere ragioni che hanno spinto Lisa a partire, sarebbero a dir poco dolorose per la sua famiglia. Hanno sortito in me un effetto devastante, e non so quale sarà l’avvenire del rapporto che mi lega a mr Mortymer. Sono stata abbastanza egoista, fino ad ora, senza rendermene conto.   >>
<<  Non fatevene una colpa miss Schneider. L’amore è un fiume in piena. Non ci sono regole alle quali esso si attiene. Se tutto fosse pianificato, la nostra esistenza non avrebbe senso.  >>
<< La sofferenza di chi amiamo può forse dare un senso alla nostra vita?  Eppure ella c’è, e ti coglie all’improvviso. Credo sia ceca quanto l’amore. >>
<<  Posso solo dirvi di guardarvi dentro, signorina Lyra. Troverete un modo per superare la cosa. Parlatene con franchezza a mr Mortymer. Mi sembra una persona ragionevole e disponibile, e di certo prenderà a cuore il vostro dolore. Dovete, però, avere ben chiaro in voi stessa il da farsi. Se mr Mortymer vi chiederà nuovamente di sposarlo, qualunque sia la vostra risposta, vi sarà qualcuno che ne soffrirà terribilmente. >>.
 

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Capitolo 33
*** 33. ***


33.

L’ ultima mano e sarebbe finita. In disparte, osservava soddisfatto la loro sconfitta. Ubriachi, i due gentiluomini sembravano non aver più la percezione della realtà circostante. Le carte si catapultavano  da sole al centro del tavolo. Senza criterio.
 Non lo interessava. Era quello che  meritavano.
Le loro ricchezze. Nelle sue mani.

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Capitolo 34
*** 34. ***


34.

In attesa che arrivasse il momento opportuno, e che scegliesse le parole più adatte, Lyra non rivelò a nessuno l’accaduto. Lisa aveva trovato, con i suoi genitori, il pretesto per partire, decantando la zia come sua benefattrice, che le avrebbe permesso di fare esperienza della società del Worcherstershire.  Lyra pensò che, se mrs Prenderlitth avesse saputo le reali ragioni della partenza di sua figlia, non si sarebbe preoccupata di indossare il suo vestito migliore per pavoneggiarsi, con tutta Adlestrop, dell’eccellente sorte di Lisa. Bensì sarebbe stata chiusa in casa, in lacrime, ad incolpare suo marito. 
  Le sue visite a Greenwood si facevano più rare. Il solo piacere le veniva dal  far visita giornalmente a mrs White. La delicatezza e la semplicità, che la donna dimostrava nell’intrattenerla, le rendevano più  tollerabile la spiacevole circostanza.
<<  Il nostro mr Mortymer mi sembra un giovane di tanto garbo ed educazione, posso chiedervi cosa mai ha potuto indurvi a respingerlo lo scorso anno?  >>
<<  Il suo attuale temperamento è per me cosa nuova, nonché ragione di stupore.  E’ sempre stato di indole distaccata e tremendamente superba. Poi ho avuto il piacere  di ascoltare il  resoconto  sul suo soggiorno a Londra, e ho capito da dove questo suo cambiamento sia scaturito. Potete immaginare la mia sorpresa nel vederlo così premuroso e presente. Anche se questo periodo di assenza da Adlestrop lo ha reso, a mio avviso, fin troppo ingenuo e poco accorto nella scelta delle persone da frequentare. Ho trovato mr Mortymer molto disponibile verso il prossimo, più di quanto osassi sperare. Vi prego di non credere che io non apprezzi questo suo atteggiamento, ma ritengo che, in certi casi, si debba cercare una sorta di mediazione tra la nostra vera indole e le circostanze, o le persone, che la vita pone sul nostro cammino  >>.
<<  Signorina Schneider, rinnovo ancora una volta la mia profonda stima nei vostri confronti. Dimostrate un’acutezza di intelletto molto rara in una giovane della vostra età. Questi discorsi che mi proponete, ho ragione di pensare che riguardino il signor Owen?  >>.
<<  Mi duole dirlo, mrs White, ma è così. Il signor Owen ha mostrato nei miei confronti, e non solo, un astio e una scortesia che non mi sarei mai aspettata di trovare in un uomo che possa ritenersi degno amico di mr Mortymer. Proprio quest’ultimo mi ha riferito che l’amico, soffrendo per la grave malattia, ha sempre avuto un atteggiamento di diffidenza e superiorità. In molti ritengono questo suo comportamento un mezzo per compensare l’infelice sorte che la vita gli ha inflitto. Ciò mi infastidisce, poiché non reputo ragionevole caricare il prossimo della colpa di essere stato meglio accolto dalla fortuna. Senza contare che il signor Mortymer mi ha raccontato qualcosa riguardo un suo scampato arresto, sul quale ho preferito non indagare, dal momento che anch’egli ha mostrato di non saperne grandi particolari   >>.
<<  Ascoltate, mia cara Lyra, tutto ciò mi addolora molto, e resterete certamente meravigliata  quando vi avrò riferito le ragioni del mio dolore. Vi prego di non riportare a nessuno ciò che sto per dirvi. Rovinerebbe la mia vita più di quanto già non lo sia. Io e il signor Owen ci conosciamo da gran tempo e non potrebbe essere altrimenti >>
Accostò il suo viso a quello della ragazza.
<<  Sono sua madre  >>
 

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Capitolo 35
*** 35. ***


35.

Silenziosa.  I suoi occhi, la sua mente, il suo cuore verso le parole della donna.
<<   Mr Owen è nato in un ambiente sereno e dotato di tutte le attenzioni, a cui un gentiluomo del suo rango non può e non deve certo rinunciare. Questa sua malattia gli ha tuttavia causato notevoli problemi, come già sapete, nel porsi nei confronti della vita e del prossimo. Non nego che egli abbia certamente sofferto, ma tutta questa situazione  ha provocato e incrementato in lui, negli anni, un forte sentimento di rabbia e indignazione.  Suo padre morì quando egli aveva sette anni, ed è superfluo farvi immaginare quanto fossero legati. Dopo tre anni dalla sua morte, io accettai la proposta di matrimonio di un gentiluomo, il signor Richard Schmidt, il quale si offrì gentilmente di occuparsi di noi, nonostante mio figlio avrebbe ereditato, una volta compiuta la maggiore età, un ingente patrimonio di cinquantamila sterline. Il forte legame che mr Owen aveva per suo padre John, era talmente radicato in lui, che il solo pensiero di sua madre con un altro uomo lo rendeva ancor più rabbioso e vittima di una forte gelosia. Fu in quel momento che iniziò la condanna mia e di mio figlio. Non sopportando l’affetto e il legame che mi teneva unita al signor Richard, il signor Owen iniziò a palesargli il suo risentimento e avversione, con capricci e provocazioni di vario genere. Tutto proseguì in un forte clima di tensione, finchè, Dio lo perdoni!, un giorno mio marito gli propose di recarsi in un collegio per potersi meglio rapportare con gli altri, pensando forse che un cambiamento di ambiente avrebbe potuto scioglierlo e giovare alla sua forte chiusura.  Le resistenze, che la testardaggine di mr Owen lo indusse ad opporre, irritarono gli animi di entrambi. La discussione assunse dei toni fortemente accesi che, nell’impeto della rabbia, mio figlio uccise il signor Richard. Dopo il delitto, mio figlio venne arrestato tra lo stupore generale. Nonostante ciò, riuscì ad uscirne molto presto, grazie al pagamento di una generosa somma. Questo avvenimento mi rese ancor più insopportabile l’esistenza. Ha sempre trovato un fedele alleato nel denaro.  Ma la mia maledizione doveva ancora arrivare. Una volta tornato a casa, si rinchiuse nel suo studio, passandovi tutte le ore del giorno e della notte. Questi giorni di silenzio giunsero al termine quando egli, con estrema violenza, mi intimò di lasciare immediatamente la nostra casa, e di non farvi più ritorno. Siete in grado, anche in questo caso, di pensare alla mia reazione. Così me ne andai, convinta ormai che nulla si sarebbe potuto risolvere. Mi venne riservata una modesta casa di campagna e un’ esigua, ma fedele, servitù. Non è molto, rispetto agli agi che avevo a Londra, ma è sicuramente qualcosa di più autentico, capace di risvegliare in me una forte speranza nel prossimo. Fortunatamente, le mie amicizie mi hanno permesso di ottenere la protezione di Lady Hill. Sarò per sempre grata a questa donna per tutto quello che ha fatto. >>
Il fazzoletto di seta scivolò sotto le occhiaie. Un timido e rassegnato sorriso fece capolino.
<< Anche se lontana da mio figlio, ho sempre avuto l’accortezza di mandare qualcuno discretamente a Londra per avere informazioni sulla sua salute e la sua vita. Riguardo questa seconda, purtroppo, me ne giungevano esclusivamente di  spiacevoli. Ultimamente ad esempio, e vi prego di tacere anche questo, ho saputo che non ha esitato per un attimo nel mandare in rovina alcuni suoi cari amici. Mi è stato detto che i motivi sono riconducibili a incomprensioni di natura oltre maniera sciocca ed infantile, per le quali sarebbe stata sufficiente una lettera di spiegazioni e di scuse. Ho ricevuto l’infelice notizia che due di essi, in preda alla disperazione, hanno preferito trovare pace nel suicidio. Tuttavia, negli ultimi anni, la lontananza da mio figlio è stata per me causa di immensa sofferenza. Da fonti certe, ho saputo che era ospite ad Adlestrop dai signori Mortymer. Così, decisi di approfittare del mio congedo da Lady Hill, per venire qui. Vorrei tanto che egli tornasse a sentire, dentro di sé, il bisogno di un affetto materno. Io provo per lui molta preoccupazione. Vorrei poter tornare a guidarlo, proteggerlo, aiutarlo. Ho paura che la sua rabbia possa avere effetti ancor più devastanti. Fatta la sua conoscenza, e da come lo avete descritto, ne deduco non sia molto cambiato. Inizio a dubitare dell’utilità di questo mio viaggio  >>
Lyra non aveva parole. Le avesse avute,  sarebbero state vane e insufficienti.
 

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Capitolo 36
*** 36. ***


36.

L’inquietudine rendeva il tratto di inchiostro più netto. La grafia, un viale di cipressi appuntiti e slanciati verso l’alto. Le lettere  fuggivano dalla pagina. Chiuse la busta.
“A  Miss Lyra Schneider  ”

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Capitolo 37
*** 37. ***


37.

Passarono due settimane dalle sconcertanti rivelazioni di mrs White. Le sensazioni che Lyra provò erano senza dubbio molteplici e confuse. Innanzitutto, si domandava cosa avesse persuaso mr Owen a mandar via di casa colei che era il suo stesso sangue.  Chiese poi a se stessa se, alla luce di tutte le scelleratezze compiute, mr Owen avesse avuto un ruolo nella partenza improvvisa di Lisa. Probabilmente, si era accorto dell’attaccamento provato dalla sua amica, e l’aveva quindi intimata di tenersi lontana da mr Mortymer. “ Ha sempre trovato un fedele alleato nel denaro ”. I signori Prenderlitth avevano costantemente lamentato il bisogno di una buona dote per la figlia. Così facendo, mr Owen avrebbe, da un lato, agito per il bene dell’amico, mostrando, dall’altro, una profonda noncuranza verso il legame fraterno tra lei  e Lisa e, inoltre, verso il sentimento stesso della sua amica. Senza contare che Lisa e la sua famiglia, non avrebbero mai disdegnato del denaro. Anche a costo di doversi allontanare e abbandonare tutto.  Credette, magari, che se mr Owen non fosse stato presente, i sorrisi di Lisa l’avrebbero accompagnata per lungo tempo. Si sarebbero confidate di persona, senza gesti improvvisi e sconsiderati. La sua partenza, era un gesto fin troppo lontano dall’indole razionale che Lyra conosceva. Un gesto troppo sentimentale, troppo drastico. Troppo improbabile.
 

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Capitolo 38
*** 38. ***


38.

Appese la spazzola al muro. Il pelo gli sembrava abbastanza lucido. Il bimbo bevve il suo bicchiere di latte e corse dalla cameriera.
<< E’ ora della lezione!  >>
 La bambina era già al suo posto, mentre il maestro sfogliava le pagine del suo quaderno. Il ragazzino arrivò di corsa e, velocemente, si mise a posto aggiustandosi i capelli.
Il maestro si schiarì la voce. <<  Bene, possiamo iniziare  >>

 

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Capitolo 39
*** 39. ***


39.

Non riusciva a capacitarsi. Il suo destino, la solitudine.  Nemmeno l’ombra di un saluto, di una lettera, di un avvertimento.  Lyra si incamminò verso casa, scoraggiata, delusa e a dir poco scossa.
La casa in affitto del signor Hollander era sprangata.
“  La signora White è partita stamattina all’alba. Ha avuto un’urgenza ”. Quella frase ancora nella testa. Poi, ricordò.
“ Inizio a dubitare dell’utilità di questo mio viaggio ” .
  
 

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Capitolo 40
*** 40. ***


40.

Scese per colazione imbronciata e infastidita. Vicino al suo piatto, il solito invito per Greenwood.
Sapeva che avrebbe declinato.
Di nuovo.

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Capitolo 41
*** 41. ***


41.

 Il suo sguardo si distoglieva continuamente dalle pagine. La concentrazione non era tra le sue migliori qualità, ultimamente. Temeva di imbattersi in mr Mortymer e dovergli le dovute spiegazioni. Era sollevata e rattristata, allo stesso tempo, dal fatto che non si fossero ancora visti, dopo la lettera di Lisa.  Certo era che, prima o poi, avrebbe dovuto incontrarlo e spiegargli il  distacco delle ultime settimane. Sapeva bene che il suo comportamento non era corretto, e che alla lunga avrebbe reso il tutto più difficoltoso.  
Ad un tratto, la pioggia. Corse più che potette. Poi, finalmente, il riparo sotto l’ incavo di una roccia.
Si nascose. Avvertì una presenza. Un  uomo  incappucciato si avvicinò, e scoprì il suo volto. Lyra lo guardò negli occhi, sorpresa, spaventata, adirata. La figura spronò il cavallo e fuggì. La velocità, con cui tutto avvenne, non le permise di realizzare ciò che fosse accaduto. Solo pochi istanti, e lo vide. Davanti a sè. Per terra. Un foglio di carta.

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Capitolo 42
*** 42. ***


42.

Miss Schneider,
tempo fa mi raccontarono  che, molte volte, il nostro peggior nemico è la nostra stessa persona. Mi trovo a confermare pienamente questa asserzione, che mi ha portato ad abbattere un muro che, da tempo, avevo posto dentro di me. Non si è mai verificata occasione perché noi potessimo approfondire la nostra conoscenza.  Se mai ci fosse stata, non sono evidentemente stato in grado di carpirne l’importanza.  Avete avuto modo di constatare, infatti, che il carattere, di cui sono prigioniero, è molto incline alla diffidenza e ad una paradossale insicurezza, mascherata da una fierezza oltremodo fasulla. Premetto di aver avuto molti scrupoli e infinite paure nel pensare se e come poter aprire francamente il mio animo con voi, poiché sono consapevole dei difetti che, spesso, il mio temperamento può far emergere. Colgo l’opportunità, che il mio inaspettato coraggio mi offre, per esprimervi il mio profondo dispiacere per il  comportamento inaccettabile di fronte le vostre scuse. Aggiungo che non dovete aver nulla di cui scusarvi. Se mi fossi ritrovato nella vostra condizione, avrei mostrato io stesso indignazione verso una  reazione carica della più totale superbia e meschinità, come si è rivelata la mia. Detto ciò, lasciate che vi sveli la vera natura della mia lettera. Vi amo, e il solo pensiero che i vostri occhi  possano sfiorare, anche solo per un attimo, queste mie righe piene di speranze mi rallegra come non mai. Non vi nego, tuttavia, che la mia felicità sarebbe di gran lunga più sconfinata se mi faceste l’onore di concedermi  la vostra  mano. Mi rincresce non avervene fatto parola di persona, ma, come sapete, la natura me lo impedisce.  So bene, inoltre,  dell’interesse reciproco che lega voi e mr Mortymer, e sappiate che, qualunque decisione  vi suggerisca la  coscienza, i miei sentimenti resteranno tali. Spero di avere un motivo per attendere una vostra risposta. Abbiate cura di voi
Mr  Owen
Alzò gli occhi, respirando affannosamente.  Fino a sera inoltrata.

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Capitolo 43
*** 43. ***


43.

Era sulla terrazza.  La cameriera servì il vassoio del  tè. Nel piattino, accanto alla teiera, non c’erano biscotti.
 
Signor Owen,
 Vi confesso che  mai mi  sarei aspettata un simile gesto da parte di  vossignoria. Vi informo che i convenevoli  non mi hanno mai affascinata, e perciò vi riferirò senza remore il mio sentire. La vostra persona mi ha sin da subito colpita per la grande avarizia di sentimenti e affetto verso il prossimo. Ciononostante, l’aver appreso della vostra disgrazia mi ha fatto illudere di potervi concedere il mio rispetto, ma il vostro atteggiamento da povera e falsa vittima mi ha indotto ad intraprendere ben altra strada. Ho ricevuto,  inoltre,  notizie su di voi che mi hanno ulteriormente scioccata, e non hanno fatto altro che confermare l’opinione negativa che ho di voi. Dite bene che non ho nulla di cui scusarmi. Di voi, non si può certo dire lo stesso. Mi spiace dirvi che la gentilezza e la cortesia non sono qualità che vi appartengono, e resto sbalordita quando qualcuno tenta di giustificarne l’ assenza in voi,  ponendo in gioco il vostro malanno. Una di queste persone è proprio mr Mortymer. Non trovo molto chiaro e giusto il vostro atteggiamento verso un uomo, nonché amico, che vi ha ospitato in casa propria, pensando che avrebbe potuto esservi di aiuto. Sono, oltretutto, al corrente che avete rischiato di macchiare le vostre nobili origini con una condanna sventata con il mezzo che più vi rappresenta, il denaro. Forse avrete preservato il vostro rango, ma la vostra anima sono certa ne subirà le conseguenze. Reputo, inoltre, profondamente disgustoso il dichiararvi ad una donna che, sapete bene, sarà presto promessa al vostro amico, ma, conoscendovi, non mi stupisce la vostra sfrontatezza. Un atteggiamento simile, mi è stato confermato dalla signora White, con la quale, so, siete stato in stretto rapporto. Mi chiedo quale infimo e  malvagio sentimento possa avervi spinto ad una simile scelleratezza nei suoi confronti. Non ha forse diritto una madre, ancora giovane, a portare avanti la propria vita, mantenendo, allo stesso tempo, un affetto immutato per un figlio avuto da un precedente matrimonio? Mandarla via di casa, privandola del marito e delle sue ricchezze, mi è sembrato quanto di più volgare possa esserci in un animo disgraziato come il vostro. E deduco che mr Mortymer non sia a conoscenza di tutto ciò. Avete forse intenzione di riservargli la sorpresa di essere rovinato, da un giorno all’altro, da quello che credeva il suo migliore amico, per pura cupidigia? Basta davvero un niente per diventare una vostra vittima?  Non scomodatevi nel rispondermi, poiché so che non mi riferirete mai le vostre vere intenzioni o, se lo faceste, mi rivelereste solo il falso. Credo, inoltre, siate al corrente della partenza improvvisa della mia cara Lisa. Sappiate che ciò ha costituito per me una fonte di sbalordimento e dispiacere immensi, poiché conosco bene la mia amica da poter dire che non avrebbe mai potuto compiere un gesto simile. Vi prego di confessarmi se la vostra perfidia si sia spinta fino al cuore del sentimento fraterno che mi lega alla signorina Prenderlitth. Se mi direte la verità, potrò almeno attribuirvi il merito di essere stato sincero nel riferire, alla luce del sole, la vostra aridità di spirito. Concludo con il dire che non avete motivo di attendere una mia risposta affermativa alla vostra proposta, dal momento che non vedo futuro accanto ad un uomo dall’animo così oscuro. Non saprei, per di più, come comportarmi nei confronti del vostro problema fisico, dal momento che il dialogo, specialmente con il proprio consorte, è per me  elemento basilare di crescita e rinvigorimento del sentimento stesso. Sbagliate nel dirmi che seguo la mia coscienza in materia di sentimenti. Essi sono supportati da una gran dose di cuore e calore umano, ma credo che voi non conosciate abbastanza approfonditamente il significato di tutto ciò. Alla luce di questo e, mettendovi per un istante  nei miei  panni, accettereste mai un uomo capace di tali malefatte?  Addio
L. Schneider

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Capitolo 44
*** 44. ***


44.

Uscì sotto il pergolato e si sedette sulle colonnine dell’ingresso. Soddisfatta, ma abbastanza inquieta e dubbiosa. Una voce la richiamò in casa. All’inquietudine e ai dubbi si unì un grande stupore.
La grafia, un viale di cipressi appuntiti e slanciati verso l’alto. Le lettere  fuggivano dalla pagina.
 
Signorina Schneider,
le cose di cui mi accusate mi hanno indotto ad esercitare, per quello che mi è possibile, il mio diritto alla difesa,  e vi prego di non pensare che io abbia l’illusione di poter tramutare il vostro rifiuto in consenso.  Per ciò che riguarda il mio atteggiamento verso di voi, mi sembra di aver già detto che mi ha causato profondo dolore e non posso far altro che rinnovarvi le mie scuse più sincere. Venendo a mr Mortymer, sappiate che egli è già al corrente del mio sentimento per voi, poiché, in virtù della sincerità e dell’ umanità che egli ha mostrato verso di me, ho reputato doveroso fargliene parola. Egli, come sapete, è uomo ragionevole e di notevole magnanimità. Ha compreso, a malincuore, la situazione e non si spiega il motivo della vostra assenza da Greenwood, visti i numerosi inviti da voi declinati. L’ intenzione di mr Mortymer era  di trattare con voi l’argomento, per capire quali possano essere i vostri sentimenti, ed è per questo che avrebbe voluto incontrarvi. Aveva in animo  di venire personalmente da voi, ma temeva di sembrare troppo sfacciato e di sollevare delle spiacevoli incomprensioni, senza contare le prime volte in cui vi siete palesemente fatta negare. Ne ha perciò dedotto che vi siate allontanata per vostra scelta, poiché lui vi sembrasse indifferente o avesse fatto qualcosa di increscioso nei vostri riguardi. Per i momenti in cui vi ho osservata, mi meraviglia questa vostra sorprendente mancanza di coraggio, miss Schneider. Non me ne abbiate, è solo l’opinione di uomo che per voi non ha alcun valore. Mi duole molto, a questo punto, affrontare la questione riguardante mrs White. La signora in questione, come vi avrà detto, è mia madre. Vi racconterò dal principio il rapporto che questa donna ha intrattenuto con il  sottoscritto e con la  sua famiglia. Mia madre e mio padre si sposarono molto giovani. Dalla loro unione nacqui io, dopo circa un anno, e mio padre si curò immediatamente del nostro avvenire. Stabilì che avrei ereditato una somma di cinquantamila sterline alla maggiore età. Dovete sapere, tuttavia, e mi spiace molto parlarne in questi termini, che mia madre è una donna di indole molto debole e calcolatrice. Il matrimonio con mio padre fu solo un’ occasione per preservare se stessa da un avvenire incerto. Non mi sorprese, infatti, venire a conoscenza della relazione che intratteneva con l’amministratore, nonché fidatissimo amico, di mio padre, il signor Richard Schmidt. Credevano di aver architettato tutto nei minimi dettagli, pensando di poter disonorare la mia famiglia senza pagarne le conseguenze. Il fatto che fu per me sconcertante, e da cui scaturirono poi tutte quelle che voi definite malefatte, avvenne quando assistetti all’uccisione del mio amatissimo  padre da parte della signora White con la complicità del signor Schmidt. Avevano stabilito la sua morte per impossessarsi del documento su cui era attestata l’appartenenza, da parte mia,  dell’intero ammontare della rendita. Non resistetti. Feci irruzione nella stanza, e uccisi a sangue freddo il signor Schmidt. Mia madre, non ne ebbi il coraggio. La mandai via, certo; ma ho sempre avuto molto rispetto per colei che mi ha messo al mondo. Sarà sicuramente stata troppo occupata a gettar fango sulla mia persona, che non  avrà avuto premura di rivelarvi che, da otto anni a questa parte, mi occupo ancora del suo sostentamento, senza contare che ho permesso le venisse offerto un impiego presso Lady Hill. La signora White non avrebbe bisogno di quel posto, poiché il denaro che le cedo è sufficiente a darle una vita agiata. La sua condizione, perciò, non è delle più disperate, come, al contrario, vi avrà fatto certamente intendere. Ogni volta è per me una tortura ristabilire i contatti con lei, solo per denaro. La sera del ballo ad Adlestrop, il mio istitutore, nonché assistente, il signor Lambert, era venuto occasionalmente da Londra per aiutarmi ad affrontare questa situazione, scrivendo una lettera a mrs White dove attestavo la somma che, periodicamente, ho deciso di inviarle.  Dopo questo, ho diritto di pensare che, se avessi passato in carcere i miei giorni e avessimo da tempo fatto la conoscenza l’uno dell’altra, mi avreste fatto l’onore di una visita con uno spirito ben diverso da quello di un mese fa? Ricambio, come voi avete fatto nei miei riguardi, col dirvi di non scomodarvi nel rispondermi poiché conosco la vostra disposizione all’orgoglio che vi imporrà di tenere lontana la verità dalla vostra bocca o da un’eventuale lettera. Rischiai, come vi ho detto, di passare il resto della vita dietro le sbarre, solo per aver cercato di difendere il nome di mio padre. Mia madre mi denunciò, ma, come mi avete detto, il denaro è la cosa che più mi rappresenta, e non provo vergogna  nel dire che mi rallegro di averne impiegata una parte  per liberarmi di una colpa che non credevo mi appartenesse.  Dopo questi spiacevoli e dolorosi avvenimenti, potete immaginare lo stato di profonda solitudine che mi ha invaso l’animo. Odiavo la mia sorte e la mia malattia, e ciò mi ha spinto a maturare un’ indole  incline al risentimento, al sospetto e all’odio per la felicità altrui, e che mi ha reso, oltretutto, propenso a commettere atti di cui, ad oggi, mi pento con tutto me stesso. Ho tentato di porvi rimedio, come meglio mi ha suggerito il cuore, perché, a differenza di ciò che credete su di me, ritengo di averne uno anche io. Proseguo dicendovi che mia madre si è recata ad Adlestrop con un fine ben preciso. Nonostante il mio aiuto finanziario, ha manifestato l’esigenza di denaro ulteriore, facendo leva sul mio temperamento sgradito alla maggior parte delle persone e minacciandomi di rivelare a tutti dell’uccisione del signor Schmidt, così da disonorarmi. Sapeva che non l’avrei mai denunciata per l’assassinio di mio padre;  è già abbastanza infelice, povera donna. Noto, comunque, che ne ha fatta parola con voi. Non riesco bene a spiegare la paura che provavo nel vedervi così affiatata con lei, sapendo che già non mi avevate in buona considerazione, e potrete capire la rabbia e l’impulsività del mio fuggire dalla sala da ballo alla vista di quella donna.  Vi faccio notare che, una volta accertatasi di persona di aver ottenuto il denaro, la signora White è scomparsa. Conoscendo questi retroscena, signorina Schneider,  considerate ancora  la perdita della signora White come una “ grande perdita ” ? Anche in questo, non occorrerà la vostra replica, vi sentirete già abbastanza sciocca e occupata a cercare delle risposte a delle domande che, di certo, vi starete ponendo. Vi informo, poi, che io possiedo già abbastanza denaro per desiderarne dell’altro, come mi accusate. Al contrario, preferirei di gran lunga una modesta dimora e qualche animale, se la ricchezza deve portarmi a simili sofferenze. Ribadisco, nuovamente, che mr Mortymer è un grande amico, e non potrei far altro che proteggerlo da chi volesse fargli del male.  Quanto a miss Prenderlitth, so della sua partenza, ma vi prego di affidarvi alla sincerità che ho nel dirvi  che non mi permetterei mai di oltraggiare un legame così forte come il vostro. Spero che il  dolore per la sua assenza passi rapidamente. Con questo concludo la mia autodifesa, nella speranza che possa avervi fornito una prospettiva diversa sulla mia persona. Vi chiedo di non rispondere a questa  lettera. Sto partendo, e non so se avremo occasione di rincontrarci. Solo una cosa vi prego di fare: parlate con mr Mortymer, tiene immensamente a voi. Riguardatevi e siate felice
Mr Owen 

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Capitolo 45
*** 45. ***


45.

I suoi occhi scorrevano ripetutamente su quelle righe. Per due giorni strinse il foglio tra le mani, cercando di ricomporre il suo mosaico. Aveva ragione lui. Era stata tremendamente sciocca. No, era stata  sciocca, egoista, infantile, cieca, orgogliosa, superstiziosa e tremendamente codarda. Mr Owen non aveva avuto bisogno di conversare con lei. Gli era bastato osservarla per capire. Per capirla. Si sentì, improvvisamente, sbagliata. Quello di mr Owen era l’atteggiamento  che lei stessa aveva avuto verso mr Mortymer, l’anno precedente.  La differenza era, tuttavia, sostanziale. Mr Owen le aveva rivelato, nonostante tutto, il suo attaccamento. Aveva avuto il coraggio di abbattere le mura dell’orgoglio.  
<<  Signorina Schneider!  >>. La cameriera la distolse dalle sue riflessioni.
<<  Chiamate vostro padre. E’ arrivata una lettera  >> 

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Capitolo 46
*** 46. ***


46.

<<  Padre, come avete potuto nascondermi una cosa simile? >>
Il signor Schneider, con gli occhi bassi, restò in silenzio. Un ragazzino rimproverato per aver rotto una finestra con una fionda.
<< Resto sbalordita, se ripenso al contegno che avete mantenuto per tutto questo tempo. Ora mi è chiaro   perché eravate così  ansioso di spingermi tra le braccia di mr Mortymer!  >>
Suo padre sospirò.
<<  Non ho altra scelta che raccontarti tutto, tesoro. Non è un buon momento per gli affari. Ho fatto in modo che nella nostra vita non cambiasse nulla, per non darti preoccupazioni. Mi stupisco io stesso della mia leggerezza, non è da me. Ho perso delle grandi somme al gioco, sperando di poter, al contrario, incrementare la tua dote e investire in altre attività. Mi sbagliavo. Non mi è restato che chiedere un aiuto, ed abbassarmi a trattare affari con gente non molto raccomandabile. Non riuscivo a sopportare nel vedere la signora Mortymer mortificarti. Credi forse che non me ne sia mai accorto? Volevo renderti veramente degna di suo figlio, sebbene tu abbia sempre dimostrato una risolutezza e dignità ben al di sopra del denaro. Comunque, credo che non ci siano molte speranze per noi. Ci toglieranno la proprietà tra una settimana se non paghiamo e, come immagini, non ne siamo in grado. Mi dispiace, tesoro.  >>
Lyra si avvicinò, e lo baciò sulla fronte. Sapeva, tuttavia, che, l’indomani, il filetto non sarebbe stato in tavola.
 

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Capitolo 47
*** 47. ***


47.

<<  Vi sentite bene, miss Schneider? Forse preferireste parlare con me in un altro momento. >>
<<  No affatto, signor Mortymer. Sono solo un po’ stanca. Al contrario, è giusto che io vi dia delle spiegazioni >>.
Attesero che la cameriera ebbe sistemato il vassoio del tè e, con l’imbarazzo negli occhi, presero parola.
<<  Il mio improvviso allontanamento da Greenwood è stato indotto da un avvenimento che mi ha profondamente ferito il cuore. Sapete che la signorina Prenderlitth è partita. Andando via, mi ha fatto recapitare questa lettera, dove giustifica il suo gesto, poiché indotto da un profondo sentimento verso di voi. Ora capite cosa ha potuto costituire tutto questo per me. Ho un legame molto viscerale con la signorina Lisa, e ciò mi induce a rifiutare, seppur con dispiacere, il vostro corteggiamento. Non voglio che soffra ulteriormente. Ha portato abbastanza, e con sofferenza, il peso di questo affetto per voi, e non vorrei essere io stessa la causa del suo male.  >>
David lesse la lettera. Si stupì della forte passione di quelle parole, e di come la profondità di un animo così generoso  potesse condurre ad un sacrificio così grande, ad uno sforzo tale da soffocare e rendere infelice il proprio cuore pur di regalare la propria felicità ad un altro. Per amore dell’amicizia.
<< Signorina Schneider, non nego che il vostro rifiuto mi stupisce, ma ne comprendo le ragioni. Mr Owen mi ha reso, poco tempo fa, partecipe  del suo sentimento per voi, e ,nella totale confusione in cui vagavo, ho follemente pensato che fosse stato questo a frenarvi. >>
<<  Avete la mia parola, signore, che l’influenza delle dichiarazioni del signor Owen è stata per me meno che trascurabile. Sebbene mi abbiano spinta ad una riflessione molto impegnata sui miei atteggiamenti e su certi aspetti della vita del vostro amico, state certo che non ha avuto la benché minima influenza sull’ affetto che mi teneva legata a voi >>
<<  Forse è proprio il destino a non esserci favorevole, miss Schneider. Sicuramente la mia rabbia e il mio dispiacere sono cose di cui non avete assolutamente bisogno in questo momento. Sarò felice, tuttavia, di mantenere nei vostri confronti un sentimento di solida e fedele amicizia. Spero possiate presto riabbracciare miss Prenderlitth. Non esitate ad informarmi, qualora io possa esservi di aiuto >>.
Le prese la mano e la baciò. Sfiorandola appena.
 

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Capitolo 48
*** 48. ***


48.

Ripiegò i vestiti e li ripose nel baule. Nell’eventualità  che fossero mandati via prima del previsto, tutto sarebbe stato pronto. Osservò l’abito che aveva indossato per il ballo a Greenwood. Pensò che sarebbe stato più ragionevole venderlo, ad una vera signora. Scese ad abbeverare il cavallo. Erano ormai pochi i domestici rimasti. Appena l’aria del mattino le sfiorò il volto, uscendo le si parò davanti agli occhi, lungo la strada, una nuvola di polvere che ben conosceva.  Lasciò cadere il secchio. Le mani sulla bocca, cercarono di trattenere lo stupore.  Stavolta, non avrebbe usato la scusa che era la polvere a renderle gli occhi lucidi.
 

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Capitolo 49
*** 49. ***


49.

<<  Perché non me lo hai detto subito? Avrei capito … >>
<<  In realtà, ero io a non aver capito. Oh, mia cara Lyra. Ho causato tanta sofferenza ad entrambe. Ma quando sentiamo dentro di noi un forte attaccamento verso qualcuno, non si scapperà mai abbastanza. Mi sentivo a dir poco confusa. Non avevo mai provato una sensazione di questo genere. Ogni volta che ero con te, lo osservavo. Ogni sua azione, anche la più insignificante, era per me una scoperta, una rivelazione.  Le attenzioni che mi rivolgeva, sebbene sporadiche, è come se avessero, a poco a poco, distrutto il mio castello di certezze. Bastava un suo “ buon giorno  ”  a farmi sentire completamente disarmata. Era come trovarsi in una tempesta di petali di rose, con il timore che si sarebbero trasformati, da un momento all’altro, in spine. Non volevo assolutamente nuocere al tuo avvenire. Era palese il suo totale interesse per te, e non avrei comunque avuto la speranza di catturare la sua attenzione. Capisci, quindi, che mi era ormai diventato insopportabile trattenere con voi due queste mie sensazioni. Così ho preferito farmi da parte, Lyra.  >>
<<  Lisa, dunque è solo questo il motivo della tua partenza. Vuoi dire che nessuno ti ha intimata di compiere questo gesto? >>
<<  Assolutamente, Lyra. Mi sono stupita io stessa di questo mio atto, almeno quanto te. E’ stato fin troppo impulsivo rispetto alla mia incorruttibile lucidità. Ma il sentimento conosce strade infinite, come anche la paura. E’ come se, per un istante, realizzassi di voler fare un’azione, giusta o sconsiderata che sia, e ne hai ben chiare anche le implicazioni, ma, poi, nel momento in cui stai per compierla, ci fosse un aspetto fuori posto in quel  quadro che hai dipinto con tanta cura dentro di te. Noti qualcosa di informe, di  disarmonico, ma non riesci ad individuare cosa sia. Ecco, mi sono sentita in questo modo, ogni giorno, per tutto questo tempo. Ora, sono più sollevata, ho individuato cosa ci fosse di tanto  informe. La paura ci offusca e inganna continuamente, senza contare che ci impedisce di accettare avvenimenti spesso fuori dalla nostra portata. Spero le cose possano tornare come prima tra di noi. >>
Lyra abbassò gli occhi.
<<  Non sposerò mr Mortymer >>
Gli occhi di Lisa sembrava stessero per esplodere.
<< Oh no, Lyra! Devi sposarlo! Lui ti ama, e tu ami lui. >>
<<  Non posso e non voglio che alcuno sia infelice. Ho preferito fare una scelta, Lisa. E ho scelto di essere leale con te. Non avrei mai potuto perdonarmelo. E poi, non credo che da parte mia ci fosse del forte sentimento. Non ancora, per lo meno.   >> 
Passeggiarono. Le raccontò degli inviti di mr Mortymer, da lei ripetutamente rifiutati in tutte quelle settimane, del triste destino che stava per travolgere lei e suo padre e, inevitabilmente, della corrispondenza avuta con mr Owen e delle sue rivelazioni su mrs White.
<<  Oh mio Dio! Ora capisco … >>.
Era evidente l’intento che Lisa aveva di rivelarle qualcosa. Superata la temporanea titubanza, le disse :<<  Lyra, resto sbigottita da tutto. Immagino quale deve essere stato il tuo stupore. Forse, resterai meravigliata ulteriormente. Vedi, ero ormai abituata alla vita con i miei zii, e credevo non sarei davvero più tornata stabilmente ad Adlestrop. Giorni fa mi è giunta una lettera, in cui il signor Owen mi pregava di tornare qui. Non volevo credere ai miei occhi quando lessi la sua firma, mi chiedevo soprattutto come avesse fatto a rintracciarmi.  Diceva che ti aveva trovata molto spenta e rattristata dalla mia assenza, e che certamente una mia visita ti avrebbe solo che portato gioia. E’ chiaro che lui provasse qualcosa: non mi avrebbe mai mandato una lettera, chiedendo il mio ritorno, preoccupato per la tua felicità, se non avesse sentito un qualche trasporto. Avrebbe abbandonato il tuo dispiacere a se stesso e lasciato correre l’intera situazione >>
<<  E pensare che, nella mia totale follia, ho creduto  che egli ti avesse intimato di andar via, perché saresti stata solo di ostacolo tra me e il suo amico, e capisco perché, nella sua ultima lettera, chiedeva di non rispondere, poiché in partenza. Era certamente venuto a cercarti.  >>
<<  Lyra, posso garantirti che tutto ciò che ho fatto è avvenuto per scelte avventate, mie e solo mie. La mia ragionevolezza, che ben conosci, non è riuscita a sovrastare il sentimento, che ogni giorno si faceva più intenso. Mi sono solo illusa di poter essere pienamente padrona del mio agire.  >>
Pensò che non sarebbe bastata una giornata intera, per affrontare, punto per punto, tutti gli avvenimenti che avevano caratterizzato quelle settimane. Lisa, fortunatamente, lo disse.
<< Sono tornata. Per restare  >>
 

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Capitolo 50
*** 50. ***


50.

Più cresceva la preoccupazione dentro di sé, tanto più le sembrò che il giorno, in cui avrebbero lasciato la loro casa, si avvicinasse  velocemente. Se avesse acconsentito a sposare mr Mortymer, l’anno precedente, a quell’ora suo padre si sarebbe ritrovato ad affrontare la difficile scelta tra una giacca di broccato d’oro e una in seta color magenta. Pensò che avrebbe certamente  preferito prenderle entrambe e, magari, avrebbe pensato di acquistarne una in velluto verde. Per il puro gusto di avere un guardaroba ricco, che avrebbe avuto difficoltà a chiudere. Anche se fosse stato così, ne avrebbe comprato uno più grande, a quattro ante e, magari, intarsiato. Invece era dietro la scrivania che raccoglieva i suoi registri contabili, un tempo emblema della sua maniacale accortezza e previdenza. Lyra sapeva che, sia lei che suo padre, non avrebbero potuto né voluto chiedere aiuto. Il signor Schneider non era in buoni rapporti con suo fratello, con il quale non faceva altro che gareggiare su chi dei due avesse registrato più entrate in un anno. Il signor Prenderlitth, invece, si sarebbe ritrovato nella loro stessa condizione, se non avesse avuto l’opinabile fortuna di incontrare  sua moglie che, escludendo gonna e cuffietta in pizzo,  poteva dirsi lei  il vero “ uomo di casa ”, poiché era in possesso del totale controllo del bilancio familiare, nonché di suo marito. Una donna,  insomma, talmente  poco incline all’accettare critiche verso se stessa, che rivelava una spiccata abilità nell’elargirle al prossimo. D’altro canto, Lyra non si stupì di come, una donna con un carattere del genere, potesse vantare la totale approvazione di mrs Mortymer.  Quella mattina fu costretta, infatti, ad improvvisare un urgente impegno per potersi liberare al più presto delle sue prediche lungo la strada; pur essendo ben consapevole che la pesantezza delle chiacchiere di una moglie, e madre, così insistente, avevano certamente portato tranquillità economica alla famiglia Prenderlitth. Infine, pensò che non si sarebbe mai fatta aiutare da mr Mortymer. Era  sicura che egli avrebbe accettato senza alcun tipo di problema, senza domande e senza pretendere che il denaro gli fosse restituito, com’  era altrettanto sicura che si sarebbe sentita tremendamente in colpa; senza contare l’umiliazione che suo padre avrebbe provato verso di lei, verso se stesso e verso i coniugi Mortymer, i quali avrebbero visto, nell’atto eroico di David, solo il capriccio di un giovane idealista e fin troppo sentimentale. No, non avrebbe mai voluto metterlo contro i suoi genitori. Rassegnata all’idea di doversene fare una ragione, preferì riflettere su come rendere l’abbandono della loro proprietà meno doloroso di quanto già  non lo fosse.  A poco servirono gli incoraggiamenti di Lisa, sebbene rendessero meno gravosa l’atmosfera, arricchendola di una vellutata fiducia e speranzosità.
Mancavano ancora cinque giorni. La sua tristezza e rassegnazione fecero posto, una mattina, dapprima ad una totale sorpresa, poi ad una forte e irreprensibile rabbia.
 

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Capitolo 51
*** 51. ***


51.

 
Lyra non abbandonò il suo sguardo per un bel pezzo.  Era una fortuna, per il suo interlocutore, che fosse una donna. Ciononostante, la sua natura femminile  non impedì alla  lingua di sputare il veleno necessario. Lisa si fece da parte.
<<  Dunque ci siete voi dietro tutto questo! Ma con quale coraggio venite qui! Dopo l’amicizia e il profondo rispetto che mio padre vi ha manifestato!  >>
Il signor Hollander si avvicinò e si sedette al tavolino da tè, sotto il portico. Poggiò i piedi sopra di esso e incrociò le mani dietro la nuca. Un perfetto, e maleodorante, padrone di casa.
<<  Vede signorina Schneider, non sono io che ho voluto tentare di sollevare ad un più alto livello la mia sorte sociale. Vostro padre era pienamente consapevole di ciò che si stava apprestando a compiere, nonché a perdere. Gli ho anche più volte chiesto se fosse sicuro di continuare a tentare la fortuna, considerato  l’ingente patrimonio da lui sperperato.  In compenso, potete rallegrarvi di una cosa: vostro padre vi ama immensamente. Mi chiedo come si possa arrivare a rovinarsi per amore della propria figlia. >>
<<  Non me ne vogliate, mr Hollander, ma io mi chiedo, invece, come possa il mio stomaco resistere al vostro pesante odore di alcol! Se siete ridotto così a quest’ora del mattino, mi chiedo cosa farete stanotte!  Ditemi, quali sono i vostri progetti adesso? Ingrandirete la vostra casa unendo le proprietà, o abbatterete la nostra e ne farete una grande fattoria? O forse no, magari lascerete la nostra casa così e ne farete un bordello, dove rinchiudere  quelle donnette sciocche e senza  spirito che vi portate dietro per tutta Adlestrop!   >>
<<  Signorina Schneider, mi dipingete nel modo sbagliato. >>.
Si alzò e il suo sorriso beffardo le si parò davanti.
<<  Potrei , accidentalmente, riflettere su tutta questa situazione e farvi un’offerta per la quale molte donne, nella vostra condizione, farebbero carte false. >>
Le prese la mano e la baciò più volte, avidamente. Lyra si liberò dalla presa, afferrò un forcone e lo invitò  cortesemente  ad abbandonare la proprietà. Anche se le restavano solo cinque giorni, quella terra e quella casa erano ancora sue. Sua era ancora la speranza. Lisa era in un angolo, in lacrime.

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Capitolo 52
*** 52. ***


52.

Si trovavano sedute sotto il salice, ancora profondamente provate dall’irruzione impertinente del signor Hollander. Mancavano ancora tre giorni.
Si voltò verso la sua casa. Tra gli steli alti e selvatici, un cappello si muoveva saltellando. Il signor Schneider arrivò affannato verso di loro. L’aria di chi avesse appena assistito ad un miracolo. La realtà non era lontana.
<<  Figlia mia! Ho la certezza che lo spirito di tua madre non ci abbia mai abbandonati! >>
  Lyra credette di svegliarsi, da un momento all’altro, da un sogno. Tra le mani, due grossi sacchi colmi. Di monete.  

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Capitolo 53
*** 53. ***


53.

Presero il calessino e si diressero spedite a Greenwood Park. I pettegolezzi della signora Prenderlitth dovevano aver rivelato a mrs Mortymer le gravose condizioni in cui navigavano lei e suo padre. Pensò che le due donne si fossero fatte beffa della loro cattiva sorte, così da riderne talmente tanto, e con così tanto fracasso, che David doveva essersene interessato. Considerò che, anche se il gentiluomo avesse avuto altro per la testa, sarebbe stato comunque impossibile non avvertire il fragoroso starnazzare delle due donne, conoscendole.   Il minimo che potesse fare era ringraziarlo di persona. La sua attuale felicità l’avrebbe indubbiamente indotta anche a ringraziare di cuore la signora Mortymer e, perché no, a trovare improvvisamente gradevole, elegante e melodioso il suo prendersi gioco di lei.
Mr Mortymer era nel suo studio. Si inchinò appena furono fatte entrare. Lisa non poteva trattenere la sua emozione. Non se ne preoccupò, tuttavia, poiché, per quel che la riguardava, egli non era al corrente del suo sentimento. Ma, d’altra parte, ella non era nemmeno consapevole che la sua amica ne avesse parlato al gentiluomo tempo prima, rinunciando, proprio per questo motivo, al suo corteggiamento. Lyra, appena giunte alla tenuta, riflettè su come sarebbe stato per Lisa rivedere mr Mortymer. Non le disse nulla. Così facendo, la sua amica  si sarebbe comportata certamente con più naturalezza. Mr Mortymer era, al contrario, piuttosto diverso dal loro ultimo incontro. Lo sguardo era sfuggevole, il sorriso impacciato, le mani si contorcevano continuamente, e raramente riusciva a guardarle negli occhi.
<<  Signor Mortymer >> disse Lyra <<  Io sono completamente sbalordita. Non so come esprimervi la mia immensa gratitudine. Se non fosse stato per voi,  io e mio padre ci ritroveremmo lungo la strada per Adlestrop ad elemosinare. Mi sentirò, tuttavia, oltremodo offesa se non accetterete che il denaro vi sia restituito.  >>
David alzò lo sguardo, e subito lo portò alla finestra.
<<  Miss Schneider, mi sento a dir poco onorato dalle vostre parole. Purtroppo,mi vedo  costretto a doverle respingere, per quanto mi siano gradite. Credo non sia a me che dobbiate rivolgerle. >>
Finì la frase, e aprì il cassetto della scrivania. Tirò fuori un foglio, piegato più volte.
La grafia, un viale di cipressi appuntiti e slanciati verso l’alto. Le lettere  fuggivano dalla pagina.

 

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Capitolo 54
*** 54. ***


54.

Mio caro amico,
sono felice di scriverti. Il nostro distacco è stato a dir poco brusco, dopo la mia confessione su miss Schneider. Sono, anzi, contento che tu mi abbia immediatamente scritto, e ne approfitto per ringraziare  anche la signorina Prenderlitth che, come da lei promesso, dovrebbe trovarsi lì con voi. Se  non ti avesse avvertito, sarebbe stato impossibile per me poter aiutare miss Lyra e suo padre. Alla luce di questo, spero che il pericolo per la famiglia Schneider sia passato, e auguro alla signorina Lyra che suo padre riacquisti presto la fiducia nella sua abilità professionale e nella sua sensibilità paterna. Sarò fuori Londra per qualche tempo. Tuttavia, vorrei ricambiare il tuo invito. Sei stato talmente gentile ad ospitarmi, e a sopportare tutti i miei scrupoli e le mie continue ed insistenti paturnie, che non posso fare altrimenti.  Purtroppo, come ti dicevo, non credo potrò essere con te, poiché il mio viaggio si protrarrà per tutta l’estate. Ti invito, comunque, ad usufruire della mia tenuta e dei giardini attorno ad essa per tutto il tempo che ti converrà. Ti ho parlato di quanto sia proficua la caccia lì, e l’aria a dir poco rinvigorente. Voglio, quindi, che tu goda delle  distrazioni, che la mia tenuta offre, nel periodo migliore. Non credo ti annoierai in mia assenza, poiché spero che miss Schneider e miss Prenderlitth possano accompagnarti. Ne sarei immensamente felice.

 
Mr Owen

P.S.  Suggerisco vivamente alla signorina Schneider di accettare il mio invito. L’aria fresca e il sole accecante del primo pomeriggio, ravviveranno di sicuro l’incarnato diafano  che la contraddistingue. Per quanto piacevole.

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Capitolo 55
*** 55. ***


55.

Giugno era alle porte.  Schneider, dopo le numerose insistenze di sua figlia, aveva ripreso la sua attività. Il registro contabile era tornato al suo posto, sovrastato e difeso dai suoi occhiali. Il signor Hollander continuava la sua vita dissoluta al di là del viale che separava le loro case, con il denaro risarcitogli miracolosamente. Il signor Schneider non poteva che mandare  occhiate di disapprovazione verso quell’uomo e la sua casa, diventata ormai il punto di riferimento per chi volesse passare del tempo lontano dalla pedanteria della propria moglie. Lo divertiva, tuttavia, il pensiero che il rumoroso baccano,  proveniente da quel covo di lussuria e sfrenatezza, si sarebbe pian piano dissolto nel nulla, con lo svanire del denaro dalle tasche di Hollander. Quest’ultimo non pareva, in effetti, tener conto di questo dettaglio. L’ annebbiamento,  procuratogli dall’alcol e dalle belle donne, glielo rendeva inesistente o, quantomeno, insignificante. Magari, fantasticò il signor Schneider, avrebbe potuto, un domani, allargare la sua proprietà, dove accogliere Lyra e i suoi futuri nipoti.
 
 

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Capitolo 56
*** 56. ***


56.

Suo padre le baciò le mani e la lasciò salire sulla carrozza. Il sole riluceva sul lago. Lyra preferì mantenere lo sguardo fuori dal finestrino, ripercorrendo, nella sua mente, tutti i momenti e le sensazioni che aveva provato in quei giorni. Era profondamente confusa, e incerta su cosa aspettarsi. Dentro di sé si susseguivano i pensieri più svariati: sentiva una forte collera verso se stessa, e si chiedeva cosa sarebbe accaduto, una volta raggiunta la residenza di mr Owen.  Dalla forma che i fatti avevano preso, era di sicuro meravigliata oltre ogni limite, ma anche incerta su ogni cosa. Inoltre, dalla lettera che mr Owen aveva mandato al suo amico,  era stata presa alla sprovvista dalla sua sarcastica e inaspettata ironia.  La sola certezza era il pensiero che Lisa e mr Mortymer avrebbero sentito un forte imbarazzo, stando l’uno in presenza dell’altra, senza conoscere le rispettive intenzioni. Lisa era sicura di cosa sentisse verso di lui e, allo stesso modo, era del tutto consapevole del disinteresse di David.  Mr Mortymer fissò i bottoni della sua giacca per tutto il viaggio, sapendo cosa provasse la dama che gli era di fronte. Gli restavano ignote, dall’altro lato,  le intenzioni del proprio cuore.
 
 

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Capitolo 57
*** 57. ***


57.

La residenza di mr Owen era pochi chilometri fuori da Londra. Lisa credette, per un attimo, che la sua amica fosse uscita di senno. Lyra, scesa dalla carrozza,  sussurrava continuamente cose incomprensibili tra sé e sé, guardandola, di tanto in tanto, con gli occhi fuori dalle orbite. Era una grande proprietà, e sebbene il suo padrone fosse molto ricco, non era arredata con volgarità e sfarzo eccessivo.  Restò sorpresa della semplicità ed eleganza del salone di ingresso. Un’enorme scalinata di marmo  conduceva ai piani superiori. Ciò che la colpì, in particolar modo, fu una grande e immensa vetrata su cui, dipinto quasi con maestria fiamminga, era  il mito di Amore e Psiche.  Da lì , si stendeva una veduta quasi completa del parco.  Quella giornata passò in fretta, tra la sorpresa, l’incredulità e un gran via vai di domestici.

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Capitolo 58
*** 58. ***


 
58.

Erano trascorsi appena quattro giorni dal loro arrivo e mr Mortymer iniziò le sue battute di caccia. Lisa trovò degli interessanti scorci da poter riportare sulla tela, mentre Lyra pensò di distrarre la sua mente con svariate letture e  lunghe passeggiate per gli immensi viali. Gli alberi l’accoglievano, di tanto in tanto, con la loro ombra. Il senso di colpa accompagnava le giornate, poiché non trovava giusto essersi fatta convincere ad intraprendere quel viaggio. Lo aveva aspramente insultato e lui, com’ era giusto, le aveva risposto salvando l’avvenire di suo padre e offrendole la sua casa. Lyra, a quel punto, riflettè sul fatto che, se  l’avesse minacciato di morte, le avrebbe fatto costruire una città d’oro e diamanti, sulle nuvole. Un pomeriggio che si trovò nella biblioteca, aprì una porta che conduceva ad un lungo corridoio. L ‘avrebbe condotta nell’ala opposta della residenza.  Alla fine del percorso,  una saletta, piccola e rivestita di legno. Fu colpita dalla straordinaria varietà di oggetti che erano disposti confusamente su una grande scrivania. In un angolo della stanza, un pianoforte. Al di sopra, innumerevoli fogli. Si avvicinò e ne alzò uno verso la luce. Così fece con tutti gli altri.
 I fermagli di perle rilucevano alla luce delle candele. Barche su un ondeggiante mare dorato. Naufragio. Improvvisamente, sulle sfumature del carboncino, le si aprì il cuore.

 

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Capitolo 59
*** 59. ***


59.

Faceva scorrere lentamente le mani su gli oggetti che l’attiravano maggiormente. Erano pochi, in realtà, quelli che non avessero ricevuto il suo tocco. Giunse alla scrivania, dove regnavano  mucchi di documenti e,  da un lato, una pila di libri sembrava sfiorasse il soffitto. In un’altra circostanza, Lyra avrebbe detto che l’ordine non era tra le migliori qualità di chi usufruiva di una stanza così caotica. Ma lo sguardo verso quegli schizzi spazzava via ogni cosa, ogni conclusione affrettata, ogni rimprovero, ogni sospetto.  Si fece scrupolo se sfogliare o meno quei documenti, non sarebbe stato corretto da parte sua. In fondo, era una completa estranea. Nonostante questo, una semplice e “casuale” occhiata non le sembrò un reato degno della forca.
 Iniziò presto a sbuffare. A giudicare dall’assidua e noiosa corrispondenza, mr Owen doveva essere costantemente  in contatto con i suoi amministratori, e gli affari dovevano essere di certo innumerevoli, come le sue proprietà. Un ultimo foglio catturò la sua attenzione. Lo liberò dal peso dei documenti sovrastanti, e lo avvicinò al viso. Recava l’ anno 1797. Rilesse più volte le ultime righe.
“  Se non sarò qui con te, cerca del signor Schneider, di Adlestrop. Gli devo, non solo duecento sterline, ma  la tua vita e quella di tua madre.
Il tuo affezionatissimo padre  ”
L’eroe delle favole, che sua madre non si stancava mai di raccontarle. Altruista, affettuoso e di buon cuore. Era lì, su quella lettera.
 
 

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Capitolo 60
*** 60. ***


60.

<<  Cosa fate qui ? >>
Si girò di scatto. Il foglio volteggiò via dalle mani. Un frastuono. A terra, un vaso di vetro, in mille pezzi.
<<  Santo cielo! Mi dispiace! Non avevo intenzione!  >>
<<  Non si preoccupi. Era un solo un cimelio di famiglia tramandato da sette generazioni.  >>
Lyra si rialzò con quello che restava del vaso malcapitato.
<<  Voi dovete essere miss Lyra Schneider >>
<< Sì, è così. E voi chi siete? >>
L’esile figura si avvicinò a piccoli passi. Si tolse gli occhiali e si strofinò gli occhi. Aveva quasi l’aspetto di uno gnomo dei boschi, una creatura  vista solo sui libri.
<<  Io sono mr  Lambert. Un tempo precettore e, attualmente,  amico del signor Owen. Mi ha parlato molto  di voi. >>
La invitò a sedersi sulla poltroncina. Imbarazzata e con lo sguardo a terra, accolse l’invito.
<<  Non siate timida, coraggio! Voglio avere il privilegio di essere testimone della vostra presuntuosa  sincerità di spirito. >>
<<  Credo di essermi trattenuta abbastanza >>
Fece per andarsene.
<<  Avete ragione, perdonatemi. >>
Si fermò, e restò in piedi davanti a lui, scrutandolo dall’alto.
<<  Dovete essere molto disorientata. Il signor Owen ha un carattere difficile. Ricordo ancora il primo mese che arrivai qui per assisterlo. Aveva appena diciotto anni. Era sconvolto per l’arresto, e per tutto ciò che lo aveva preceduto. Inizialmente, anche la mia presenza gli è stata più di peso che di aiuto. Sapete, ho i miei difetti anche io. Ho iniziato a spiegargli cosa rischiava di perdere chiudendosi così in se stesso, senza affrontare il suo problema e il suo triste passato.  Non nego che si sia comportato in modo riprovevole in certe circostanze, ma non è questo il momento di parlarne. L’importante, miss Schneider, è che voi sappiate che egli non ha mai avuto cattive intenzioni. E’ rimasto intrappolato da qualcosa che credeva troppo grande da poter domare. So bene che avete rifiutato le sue scuse e il suo sentimento, ma ciò che si augura è di poter intrattenere, in futuro, un rapporto di reciproco rispetto con voi. >>
<<   Ammiro l’impegno che mostrate nel sostenere e portare avanti  le nobili intenzioni del vostro signore. Ne ho fatta esperienza , e se fosse qui lo ringrazierei di persona. Resto, tuttavia, combattuta nella scelta della modalità con cui comunicare con lui. Crede che una lettera ulteriore lo possa soddisfare?  >>
<<  Signorina Schneider. Siete libera di scegliere qualunque mezzo riteniate vi sia più congeniale. Ciò che io vi suggerirei è di essere coraggiosa e, oserei aggiungere, molto paziente. >>
Poggiò sulla scrivania un libro che, visto nelle mani di mr Lambert,  sembrava essere di medie dimensioni. Lyra lo sollevò con cura. Poteva quasi chiuderlo nel pugno della sua mano.
<<  Informatemi sulla vostra decisione. Per qualsiasi cosa, non fatevi scrupoli. A  proposito … >>
Lyra gli lanciò lo sguardo di chi avesse visto la grossa mole della signora Mortymer avvolta in una calzamaglia rosa acceso e verde mela.
<<  Sono curioso di vedere se i vostri sentimenti siano realmente … com’era? … Supportati da una gran dose di cuore e calore umano ?  >>
Si inchinò e uscì ridacchiando, lasciandola sola, senza parole e al cospetto di un mondo sconosciuto. 
 
 

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Capitolo 61
*** 61. ***


61.
Una grande biblioteca, un gazebo dove far arrampicare delle rose. Un pianoforte nel salone, davanti la vetrata centrale. La fontana, da ripopolare di ninfee. Una distesa di  morbido verde speranza, impreziosito all’alba dalla brina mattutina. E, poi, la terrazza. Mandare lo sguardo  alla nebbiosa vallata prostrata ai piedi dell’ultima montagna, dissetata dal corso avvolgente del fiume. Correre. Sciogliere  la speranza. Aprirle le porte di quella prigione di rovi ed agrifoglio appassito. 

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Capitolo 62
*** 62. ***


62.

<<  Buon giorno >>
Si voltò, presa alla sprovvista.
<<  Credevo foste ancora a letto … >>
A passi lenti, si avvicinò alla vetrata.
<<  Incantevole vero? Un cuore perso e senza speranza … ma, dopo aver spolverato il proprio coraggio, riesce a riconquistarlo. E’ più volte confermato che il cuore di una donna può toccare le più alte e nobili vette dell’animo umano >>
<<  Dovreste usare maggiore cautela nel dire certe cose. Per quanto possano risultare piacevoli e gradite al gentil sesso , non si può dire che lo siano anche per uomini come voi.  >>
<<  Spiegatevi meglio >>
<<  Non fraintendetemi. Intendo dire che molti uomini, soprattutto fra coloro che godono di una certa posizione, come la vostra, non sono dell’opinione di dover attribuire inclinazioni e capacità eccezionali ad una donna. Potreste attirarvi un forte dissenso >>
Restò per un attimo in silenzio.
<<  In tutta onestà, trovo di gran lunga più piacevole compiacere me stesso che il prossimo.  Non credo si tratti di egoismo, ma della solida convinzione delle proprie opinioni e  aspirazioni. Psiche  insegna >>
Lisa mise una mano sul collo, giocherellò con il suo ciondolo, girando lo sguardo attorno alla stanza. Dovunque, tranne dove sapeva ci sarebbero stati i suoi occhi. Si rese conto, dopo poco, dell’assurdità di quel pensiero contraddittorio.  Pur volendo, non avrebbe mai incrociato il suo sguardo, poiché anch’egli era troppo intimidito, evasivo, e imbarazzato.  Quasi più di lei; tanto che, pensò, sarebbe toccato a lei rompere quel silenzio e prendere l’iniziativa.
<<  Forse sarebbe meglio andare a colazione. O rischiamo di lasciarci cadere su queste poltrone >>
Mr Mortymer, come risvegliato da un letargo, si affrettò a seguirla, farfugliando qualcosa di impossibile da capire alle sei e mezzo del mattino.
 

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Capitolo 63
*** 63. ***


63.

Si muoveva ormai con velocità da un capo all’altro di quel piccolo, nuovo e inesplorato universo dalla copertina in pelle rossa. Più per la volontà di non prendere una decisione che per entusiasmo. Come un marinaio che lentamente si avvicina alla terra che ha cercato per mesi, ma, poi, improvvisamente rinuncia a toccarne la sabbia bagnata. Per timore di rendere terribilmente cruda e reale quell’ ideale visione di trionfo. Per paura di essere felice.  Ricordò le parole di Lisa. “  La paura ci offusca e inganna continuamente ”. Si rese conto di essersi illusa per molto tempo. La sua indole romantica ed istintiva, che la portava spesso ad azioni avventate, era stata assorbita dall’insicurezza di fronte l’ignoto. Mentre soggetti come mrs Mortymer o il signor Hollander avevano costituito un facile, e soprattutto conosciuto,  bersaglio della propria ironia critica, stavolta non sarebbe stato lo stesso. Capì che non erano stati solo i suoi sguardi minacciosi ad averla allontanata, bensì anche la consapevolezza, che lei stessa aveva, di qualcosa da non poter controllare. Un qualcosa che aveva fatto sentire quell’uomo, per tutto quel tempo, un infinitesimale granello di nulla. 

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Capitolo 64
*** 64. ***


64.

Il signor Lambert la trovò nello studio. Era pronta. Le  sedette accanto e, poi, la portò dinanzi uno specchio.
<<  Faccia attenzione ai dettagli! Sono tutto >>
All’inizio si sentì molto sciocca e goffa, soprattutto dopo aver rischiato di rompere il naso al signor Lambert, con un movimento fin troppo sgraziato. In seguito, tuttavia, capì cosa ci fosse dietro. Ogni gesto, ogni sguardo, avevano un senso se rapportati alla realtà circostante. Riusciva, a volte, a percepirne l’essenza, unendo mondi lontani. In un semplice “ buon giorno ” non vi era  solo una convenzione, ma  un fiore, raccolto dalla montagna più alta del proprio cuore.
Così aprì la finestra. Chiuse le imposte dietro di sé, e iniziò a percorrere il suo sentiero dorato. Fu sorpresa e, conseguentemente, imbarazzata nello scoprire che non poteva essere stato lui stesso a scriverle. Capì come facesse mr Lambert a sapere per filo e per segno i contenuti della loro corrispondenza, e il motivo per il quale tratteneva a stento il riso nel giudicare il suo carattere, tirando in ballo certe  frasi contenute in quelle righe. Mr Owen era stato l’animo, il cuore e il sentimento di quelle lettere. Mr Lambert, il suo  braccio.  
 

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Capitolo 65
*** 65. ***


65.

Era stufa dei soliti paesaggi. Aveva voglia dell’impressione. Rendere la sensazione di fronte uno scorcio, anche il più insignificante. Sotto un archetto greco, seduto su una panca di pietra, David Mortymer leggeva alzando, di tanto in tanto, lo sguardo. Ritenne che sarebbe stato un soggetto perfetto, se il gentiluomo non avesse accompagnato gli occhi con un sorriso che poteva dirsi misto di disgusto e timidezza. Non era certo una smorfia quella che si aspettava di riportare sulla tela. Stava per farsene una ragione quando, rivolgendo il proprio sguardo per cercare uno spunto più soddisfacente, gli occhi di mr Mortymer furono fissi su di lei. C’era qualcosa di nobile, rassicurante, coraggioso. Le palpebre non si chiudevano più, nessun muscolo del viso sembrava dare segni di vita. Preoccupata che il gentiluomo stesse per sentirsi male, Lisa posò il pennello e si avviò verso di lui. David, si riprese immediatamente, si alzò e, inciampando, rientrò in casa. Il sorriso, misto di disgusto e timidezza, era tornato. Lisa capì, tuttavia, che non era disgusto: solo fastidio, per qualche zanzara di troppo. 
 

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Capitolo 66
*** 66. ***


67.

<<  Lyra, devo parlarti >>
Si sedettero al tavolino della biblioteca.
<<  Ho trovato una rosa bianca sul mio cuscino ieri sera. Vorrei sapere se mr Mortymer ha omaggiato anche te in questo modo. Non può essere stato che lui >>
<<  No, Lisa. E’ molto strano da parte sua. Anche se il suo modo di fare è veramente insolito e incostante  questi ultimi giorni. >>
Cercò di non tradire il suo imbarazzo nell’affrontare quel discorso, poiché non voleva procurarle un’inutile  preoccupazione sul come affrontare mr Mortymer.  La cosa sarebbe dovuta svilupparsi con naturalezza, sebbene anche Lyra non fosse convinta di ciò che sarebbe potuto accadere tra loro. Tuttavia, vedere il gentiluomo  così lunatico e impacciato alla presenza di Lisa, non poteva che darle un buon motivo per compiacersi del fatto che tutta quella situazione  avesse smosso qualcosa  in lui. Le suggerì di aspettare e fare attenzione ai piccoli gesti. Questo, d’altro canto, era il solo modo per poter capire il confine tra una sincera e semplice amicizia e un timido e discreto interesse.
<<  Farò come dici. Non ti nego, Lyra, che questo mi lascia oltremodo sconcertata e incredula. Non vorrei mi stesse usando per dimenticarti.  >>
<<  Sono sicura che mr Mortymer non farebbe mai un oltraggio simile verso i tuoi sentimenti. Ha dato dimostrazione di forte sensibilità perfino verso quel misterioso e insospettabile mr Owen. Che io possa restare zitella se si comporterà irriguardevolmente  verso una delle più affascinanti fanciulle che abbia mai avuto la fortuna di incontrare!  >>
Incrociarono i loro sguardi, carichi di una forte e sentita risata.  
 

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Capitolo 67
*** 67. ***


68.

Il signor Lambert le fece rimpiangere suo padre, vista la notevole pedanteria che metteva nel rimproverarla ad ogni minimo errore.
<<  Mi dispiace trovarmi costretta a ribattere alle vostre affermazioni, ma vorrei farvi notare la notevole difficoltà che riveste per me questo campo. Purtroppo il buon Dio non mi ha dotata di una prescienza venendo alla luce >>
<<  Io credo invece, miss Schneider, che lei dovrebbe riflettere sulla difficoltà che il signor Owen ha, ha avuto e per sempre avrà. >>
Irritata, e intenta a non voler passare per una donna incurante del dolore e delle sofferenze altrui, Lyra si alzò  e iniziò a camminare a grandi passi, allontanandosi dal giardino. Mr Lambert, vista la piccola statura, non riusciva a starle al passo. Così, mentre Lyra si trovava già da un pezzo, e in lacrime, dall’altra parte della tenuta, il signor Lambert non faceva che chiamarla, nella speranza che gli rivelasse la sua posizione. La trovò seduta al bordo di una fontana. Respirava con agitazione. Le offrì il suo piccolo braccio, e la invitò a passeggiare. Dopo diversi minuti di silenzio, la sua tristezza scomparve nel sentire il signor Lambert proporle una passeggiata a cavallo. Non riusciva a immaginare una persona di così piccola statura, cavalcare su di un animale alto quasi il triplo. Al minimo aumento di velocità, sarebbe stato letteralmente lanciato in aria e avrebbe fatto ritorno sulla terra l’estate dell’anno seguente. Giunti nelle scuderie, le parole dell’ometto vennero sovrastate dalle urla di un ragazzino. Il piccolo, correndo dietro il suo cane con così tanta vivacità, non potè non attirare i rimproveri dell’uomo. Il bambino si fermò di scatto e augurò il buon giorno.  Dopo un quarto d’ora di ripasso delle buone maniere, il signor Lambert fece comparire un sorriso e un sacchetto di sferette colorate. Lyra fu felice di vederlo intenerito. Non trovava giusto se la prendesse con un bambino solo per della sana vivacità. Inoltre, pensò che mr Lambert aveva solo da essergli grato. Se non altro, lo faceva sembrare più alto.
<<  Dividile con tua sorella. E non dimenticate la lezione di oggi pomeriggio! >>, gli raccomandò, indicando una bambina seduta su un’ altalena, sotto un grosso salice.
<<  Sono vostri figli, signor Lambert?  >>
<< Oh no, signorina Lyra. La loro è una lunga storia. >>
La ragazza non disse altro. Credette  che l’uomo non volesse trattare la questione, avendo dato una risposta così secca. Dopo poco,  continuò.
<<  Ascolti, miss Schneider, penso che lei sia una ragazza di grande profondità di sentimenti, e potrete capire il senso di questa storia. Loro due sono Roger e Mary. I loro genitori erano assidui frequentatori della casa di mr Owen, sebbene la loro presenza qui fosse finalizzata a ben altro che ad una sincera amicizia. Sapete che, dopo la strage avvenuta, mr Owen ha molto sofferto. Il crescere della sua sofferenza, tuttavia, è andato di pari passo con l’incrementarsi della sua rabbia verso il prossimo. Io ero presente, e stentavo a riconoscere il mio signore.  Una sera, mr Owen sorprese i loro padri a rubare certi oggetti di valore. Ciò andò avanti per mesi, finchè il signor Owen giunse all’ignobile scelta della vendetta. Egli, conoscendo bene i signori in questione, li invitò per una partita a carte. Fece in modo che fosse servito continuamente da bere, sicuro che i gentiluomini non se lo sarebbero fatto ripetere. Totalmente sconfitti dall’ alcol, essi non si resero più conto di ciò che stavano facendo. Giunsero entrambi a puntare tutti i loro possedimenti. La famiglia non esisteva più. Il signor Owen aveva convocato due persone, che gli facessero da spalla e che truccassero la partita, nella più profonda discrezione. In questo modo, i signori avrebbero scoperto solo alla fine di aver ceduto, nell’arco di una sola sera, tutte le loro ricchezze nelle sue mani. Se aveste visto il suo volto in quel momento, vi sarebbe parso un demonio. Ero sul punto di andarmene, dopo aver scoperto questa scelleratezza compiuta dal mio padrone. Ma, dovete sapere, ho un profondo istinto genitoriale e protettivo che me lo ha vietato. Purtroppo, non ho potuto impedire che le famiglie dei due uomini fossero distrutte. Il signor Owen gli negò ogni aiuto, ogni richiesta di perdono e, cosa ancor più terribile, i signori preferirono trovare pace nel suicidio. Le loro mogli si ritrovarono con i piccoli, cacciati dalle loro case, sulla strada. I loro parenti si rifiutarono di aiutare dei nobili decaduti per perdite al gioco, e per di più suicidi. Alle donne non restò che lasciare i loro figli in un orfanotrofio, mentre loro … non so sinceramente dove siano, miss Schneider. So solo che mr Owen ha portato il peso di questa colpa per molto, troppo tempo. E crede che, nonostante tutti gli sforzi che possa fare, non riuscirà mai a porvi rimedio in modo soddisfacente. >>. Mr Lambert si tolse i piccoli occhiali e si strofinò gli occhi. Pianse.
 

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Capitolo 68
*** 68. ***


69.

Non sarebbe tornato prima della fine dell’estate, ed era difficile mantenere il controllo, lasciando in catene i propri sentimenti e la propria agitazione. Avrebbe voluto che fosse lì, davanti a lei, così da poter affrontare, una volta per tutte, la paura dell’ignoto. Era sicura che, una volta incontratolo, non sarebbe riuscita a sollevare un solo dito. Non era d’accordo con l’ultima frase di mr Lambert. Ciò che mr Owen aveva fatto, e stava facendo, non era solo soddisfacente. Era fonte di vita. Una segreta e ardente speranza, covata in un cuore dall’involucro apparentemente freddo e marmoreo. Ogni giorno era per lui un’occasione per fare. Sempre di più. Sempre meglio. Mr Owen aveva solo da rallegrarsi, nonostante le difficoltà e le debolezze che lo avevano sedotto in passato. Lyra convenne che era lei stessa ad avere ben poco da rallegrarsi. Lo capì quando preferì nascondere le proprie riflessioni nella brezza mattutina, avvolgerle nella soffice nebbia e accantonarle in un ripostiglio remoto del proprio cuore. Respingeva continuamente  il pensiero che avrebbe, di lì a poco, dovuto  spolverare la sua umiltà, aprire quel ripostiglio e indossarla. 

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Capitolo 69
*** 69. ***


70.

Osservava, discretamente, come la sua mano si muovesse sulla tela. Il collo era un leggero e affusolato gambo di erba selvatica, fatto ondeggiare delicatamente dal vento. La luce degli occhi era resa più vivace dalla meticolosa concentrazione, e il busto era leggermente ricurvo su se stesso , quasi avesse paura di offuscare, con la sua avvenenza, la bellezza del suo dipinto. Mr Mortymer sollevò gli occhi dalle sue carte e si avvicinò. Lisa non solo sentì i suoi passi, ma li contò, così da cercare di interpretare le sue intenzioni. Fossero stati meno di dieci, e più spediti, era quasi certa che David avrebbe avuto qualcosa da dirle, o quantomeno, qualunque fosse stato il suo pensiero, ciò che le avrebbe detto sarebbe stato carico di ardore ed entusiasmo. Il caso opposto, si sarebbe presentato se l’animo del gentiluomo fosse stato in preda della malinconia, o, ancor peggio,  di un giudizio poco riguardevole verso la sua arte. Quel pomeriggio Lisa restò, per alcuni istanti, in preda ad una forte tensione. Ebbe timore che mr Mortymer avesse scoperto il suo piccolo tranello, poiché avvertiva i suoi passi in modo irregolare e discontinuo. Sembrava quasi  volesse dirle qualcosa a tutti i costi, ma, un momento dopo, lo pervadeva un improvviso ripensamento. Mr Mortymer era a meno di un metro da lei, immobile. L’imbarazzo e la tensione riempirono la sala. Lisa sospirò, e lo fece.
<<  Senta, mr Mortymer. Spero di non offendervi, ma vorrei sapere cosa vi prende >>
David la fissò per un solo istante, poi distolse lo sguardo altrove.
<<  Nulla, miss Prenderlitth. Anzi, vi chiedo perdono se vi ho distolta dalla vostra attività  >>
<<  Mi dispiace, signor Mortymer, ma  temo che  il mestiere di attore non vi si addica molto.  Sono settimane che noto nei vostri sguardi e atteggiamenti qualcosa che non so ben definire. Vi trovo assente e molto distratto. Forse potrò sembrarvi una sfacciata, ma vi prego di credere che il mio è il semplice interesse verso la salute di un amico. >>
Mr Mortymer riportò i suoi occhi su di lei.
<<  “ Semplice interesse verso la salute di un amico  ”. >> ridacchiò, avviandosi verso la finestra.
<<  E voi, miss Prenderlitth, siete sicura delle vostre parole? >>.
L’esasperazione aprì le porte al coraggio, che uscì fuori da lui.  Improvvisamente.
<<  Sì, signore. Anche se non colgo il motivo di questa domanda. >>
<<  Ascolti, Lisa. I miei comportamenti  potrebbero rivelare che io abbia di certo qualcosa da nascondere. Voglio essere onesto con voi, ma pretendo onestà anche  da voi medesima. Era tempo che desideravo un colloquio con voi, ma non avevo sufficiente lucidità per portarlo avanti. Questi mesi mi hanno posto innanzi a fatti che hanno sconvolto del tutto la mia aspettativa di un matrimonio con miss Schneider. Tuttavia, vorrei dirvi che questo suo nuovo rifiuto mi ha indotto ad una profonda riflessione. Su di voi. Molte volte, si ha bisogno di perdere qualcosa, per capire che essa era la fonte e ragione della nostra vita. Miss Prenderlitth, so che vi siete fatta da parte per affetto verso la vostra cara amica, e questo sentimento, unito al sacrificio e alla negazione di voi stessa, sono stati per me motivo di un forte senso di colpa, all’inizio, ma di una profonda e salda speranza che attualmente alberga nel mio cuore. Non vorrei pensiate che mi stia dichiarando per  una stupida ripicca o per cercare un ripiego, ma vi dico, sinceramente, che sarei sconfinatamente entusiasta, se acconsentiste a diventare mia moglie. Sono rimasto talmente stupito dal vostro coraggio e altruismo, che non ho potuto non ascoltare l’eco che il fragore di questi sentimenti provocava in me continuamente. >>
Lisa si voltò di spalle. Le mura della sala si frantumarono all’istante.
<<  Mr Mortymer, non so spiegarvi la mia meraviglia e la conseguente gratitudine derivante dalle vostre parole. Ho sempre confidato in un vostro gesto o parola verso di me, e mi crederete forse una pazza se, in questo preciso momento, nutro dei forti dubbi sulla sincerità del vostro affetto. Non voglio dire che non siate capace di buoni sentimenti, ma credo che,  sulla vostra ragionevolezza, sia presente ancora l’ombra dell’orgoglio, ferito dal secondo rifiuto di colei che credevate la donna della vostra vita, nonostante  affermiate il contrario. Il fatto stesso che teniate a pregarmi  di non associare questa dichiarazione ad una ripicca, accresce ancor di più in me la certezza che la vostra ragione navighi in acque poco cristalline.  Signore, vi sono immensamente grata, ma non credo sia giusto, per la felicità di entrambi, accettare la vostra proposta. >>
 David Mortymer rimase lì. Solo, e abbandonato nel mezzo di una proposta, ancora una volta. Con infiniti  pensieri ancora da esternarle.  
 

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Capitolo 70
*** 70. ***


71.
Mr Owen scese dalla carrozza. L’ espressione di chi avesse scoperto di essersi dimenticato qualcosa in una locanda lontana miglia e miglia da lì. La tenuta si stava spogliando dei leggeri banchi di nebbia, e le prime foglie dell’autunno macchiavano di chiazze color bronzo il verde acceso del giardino. Entrò dall’ ingresso posteriore del palazzo, verso lo studio. Aprì lentamente la porta. L’insegnante bacchettava Roger, affinchè le lettere fossero più decise e tondeggianti, mettendo in luce la più metodica capacità di Mary. Gli occhietti della piccola videro il buio per un istante. Tornati alla luce, abbracciarono un cappellino nuovo. Mr Owen la prese in braccio, mentre Roger gli era attaccato alla gamba. Il maestro raccolse, con pazienza e soddisfazione, le proprie cose. Per quel giorno, era più che sufficiente.

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Capitolo 71
*** 71. ***


72.
Lyra leggeva tra gli alberi del giardino, mancavano due giorni alla partenza. Non credeva che l’avrebbe incontrato. Era presa, infatti, da una ritrovata spensieratezza, che fu, per sua sfortuna, rasa al suolo dallo stupore nell’incrociare il suo sguardo. Mr Owen si avvicinò. Gli occhi ovunque, tranne che su di lei. Ella chiuse il libro e gli andò incontro, dopo essersi guardata attorno, nella speranza che lui si stesse dirigendo verso qualcun altro. Notò con piacere di essere la sola nel giardino, e cambiare strada sarebbe stato codardo e del tutto immaturo. Era chiaro che stesse andando verso di lei. Si fermarono ad un metro di distanza l’uno dall’altra, per l’ irragionevole  paura che uno dei due avrebbe potuto fare un gesto aggressivo verso l’altro.  Il silenzio era carico delle più innumerevoli, segrete, ma anche dolci, parole. Esitò per alcuni minuti. Nel suo sguardo non c’era l’inverno che aveva notato attraverso la finestra della terrazza di Greenwood. Capì che lo aveva osservato da dietro un vetro per tutti quei mesi, offuscando la sua figura con l’eccessiva  fiducia nella propria capacità di giudizio.  Aspettò che la guardasse.  Lyra aprì di nuovo quella finestra, camminando, stavolta,  verso l’angolo in cui  era nascosto. Ad un tratto, le sorrise. Lyra raccolse un fiore, dalla montagna più alta del proprio cuore. No, non era un semplice “ buon giorno ”.

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Capitolo 72
*** 72. ***


73.
Fu felice nel trovarlo disorientato dal suo impegno e dalla sua volontà. Ogni tanto rideva di lei, e del modo in cui fraintendesse i suoi gesti. Nonostante questo, Lyra  era felice. Era il solo modo per potersi riscattare dai propri errori. Entrare nel suo mondo. Era proprio questo, ciò che aveva costretto  mr Owen a non varcare mai un certo confine tra sé e gli altri.  Il timore di chiedere troppo, e non poter dare nulla in cambio. Lyra glielo disse ed ebbe, per un attimo, l’impressione che gli occhi di mr Owen fossero più lucidi del solito. Anche fosse scoppiato a piangere, avrebbe solo che apprezzato il suo coraggio nel manifestare, senza riserve,  la propria sensibilità. Mr Owen le fece capire, ironicamente, che non avrebbe pianto per le sue commoventi parole. Così facendo, non le avrebbe fornito un argomento su cui spettegolare e farsi beffa di lui, alla prima occasione, in qualche altro  ballo di paese. Con un sorriso sarcastico, Lyra gli chiese se trovasse il suo pallore rinvigorito dalle lunghe passeggiate sotto il sole.  Le rispose che era di sicuro migliorato, ma forse era un po’ troppo audace, c’era il rischio che la scambiassero per una bracciante; d’altra parte non aveva da meravigliarsi:  se miss Schneider non avesse esagerato, non sarebbe stata contenta.  Il suo motteggiare era sorprendentemente acuto e stimolante, con il giusto grado di malizia, mai sfociante in  volgarità. Si scusò, lo ringraziò. Per tutto. Lui le raccontò di sé, da mrs White a cosa preferisse per colazione, dei suoi disegni e di come, anni prima, per un gioco del destino, i loro genitori si fossero accidentalmente incontrati. Mary e Roger erano la sua vita. Una vita che si andava costruendo giorno per giorno, con mattoni fatti di carezze e finestre sui propri cuori. Tutto ciò che egli non aveva mai avuto.  Si fermarono davanti la fontana. Le loro immagini, riflesse nell’acqua, venivano frantumate  dalle increspature prodotte dalle foglie secche, silenziose, cadenti e leggere. Lyra le maledisse per un attimo, poiché il suo riflesso avrebbe costituito una scusa per poter distogliere il suo sguardo imbarazzato da mr Owen. Vedersi scarabocchiare la propria figura,  la costringeva a mandare i suoi occhi lontano dall’acqua. Dove, non lo sapeva. Sentì la sua mano accoccolarsi nella sua. Alzò lo sguardo a poco a poco, mentre la  guancia incontrava il palmo di lui. Lyra socchiuse gli occhi. Mr Owen si avvicinò, per fermarsi dopo poco. Riallontanò il suo volto e Lyra riaprì i suoi occhi. Era fortunata che il sole le avesse reso le guance più rosee, avrebbe avuto la scusa per giustificare il calore che le aveva invase. Mr Owen sorrise. Gli occhi annegati  nelle increspature. Si congedò e le augurò una buona lettura.
 

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Capitolo 73
*** 73. ***


74.
Mr Owen insistette per riaccompagnarli ad Adlestrop, portando con sé Roger e la piccola Mary. Mise  a disposizione la propria carrozza, nella speranza che Lyra avrebbe accettato di fargli compagnia. Mr Mortymer acconsentì a condividere la propria con Lisa, nonostante la ragazza avesse il volto molto scuro e rattristato. Erano  ancora  vivi in lei  il dispiacere e la vergogna per quel pomeriggio, in cui si era sentita costretta, dall’amor proprio, a rifiutare una proposta di matrimonio a dir poco allettante. Sospirando, e mandando un ultimo sguardo di aiuto all’amica, salì sulla vettura. Lyra ringraziò il signor Lambert. Senza di lui, sarebbe rimasta dietro un vetro. Semplice spettatrice di una vita che credeva prevedibile. Le carrozze si allontanarono, avvolte dalla nebbia e dai vortici di foglie ondeggianti. Mentre  lasciava dietro di sé una scia di felicità e confusione, Lyra rifletteva , se e quando avrebbe rivisto mr Owen. Nonostante fosse amico di David, le numerose scartoffie che aveva trovato nello studio, facevano presagire lunghi e noiosissimi viaggi, a cui l’uomo non si sarebbe potuto sottrarre. Si chiedeva il motivo per il quale, con una rendita così cospicua, egli non delegasse qualcuno per occuparsene, come il fidato mr Lambert. Questo pensiero era dettato dal timore che, forse, non avrebbe potuto rivederlo presto. Era forte il bisogno di dover fare di tutto per potersi scusare, e per dimostrarsi una ragazza dotata di un solido criterio morale, nonché degna di un bacio. Di quel bacio mancato il mattino precedente. Un bacio che aveva tutto l’aspetto  di un gesto venuto dal profondo del cuore. Qualcosa, tuttavia,  gli aveva impedito di sbocciare. Evidentemente lui l’amava, ma, dopo tutta l’irriverenza che lei gli aveva manifestato, non  bastava certo aver imparato il linguaggio dei segni per cancellare tutto. L’aveva ritenuta certo meritevole  del suo aiuto, ma non altrettanto da stargli accanto. Il suo comportarsi in modo così superficiale, seguito dallo stupore delle sue azioni benevoli verso di lei, avevano probabilmente  fatto prendere ai  sentimenti di mr Owen una direzione diversa; benché egli le avesse riferito, nella sua prima lettera, che i suoi sentimenti non sarebbero cambiati.  Lyra era serena e rattristata allo stesso tempo. La tranquillità era pensare che nell’uomo che vedeva scherzare infantilmente  con i bambini davanti a lei, non c’era il fulcro di tutto il male del mondo; dall’altra parte, distogliendosi da questo pensiero, non poteva non imbronciarsi nel riflettere sulla collera che avrebbe provato suo padre alla notizia del rifiuto verso la proposta di mr Mortymer, e  verso quella  del gentiluomo che, non solo aveva salvato il loro avvenire, ma  possedeva il doppio delle rendite dell’amico. La cosa che la fece passare in un lampo  ad una totale preoccupazione, era che, dopo aver appreso queste notizie, suo padre sarebbe stato talmente in preda  alla disperazione, che avrebbe potuto prendere addirittura in considerazione l’idea di annegare la sua tristezza nei fiumi di alcol di casa Hollander.

 

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Capitolo 74
*** 74. ***


75.
Silenziosa, lo sguardo fuori dal finestrino. Era da poco sceso il buio, e mr Mortymer si chiedeva cosa avesse la ragazza da guardare, con tanto interesse, in un paesaggio a quell’ora invisibile. Sospirava imbarazzato, sperando che lei cogliesse il suo disagio verso quella situazione sospesa ed irrisolta. La carrozza si fermò davanti il muretto di casa Prenderlitth. Mr Mortymer l’ aiutò  a scendere cercando, attraverso il contatto della sua mano, uno sguardo. La trattenne  senza dire nulla, sebbene i suoi occhi rivelassero un’ infinità di ragioni  che attendevano di essere liberate dal recinto della paura. La ragazza si  scostò  e, speditamente, si diresse verso casa.
Il mattino seguente, la malinconia aveva trovato posto nei suoi pensieri, e  sotto le sue occhiaie. Si alzò dal letto, senza la minima intenzione di affrontare la giornata. Scese le scale per la colazione rischiando di inciampare, grazie alla lunga camicia da notte e al sonno che la teneva ancora prigioniera. D’un tratto, la tristezza divenne costernazione. Lui, nel salotto. Conversava con suo padre. Mr Mortymer interruppe bruscamente la  conversazione,  e si inchinò alla vista di Lisa. Mr Prenderlitth, certamente più imbarazzato della figlia, non riusciva a giustificare il motivo per il quale lei si trovasse in una tenuta così poco consona alla circostanza. Passò circa un secondo tra quel momento e il successivo, quando Lisa fece immediatamente ritorno, come pronta per un ballo. La sua espressione era talmente disinvolta, che sembrava non giustificare quell’eleganza per la presenza di mr Mortymer, il quale era rimasto in piedi per  tutto il tempo, stringendo nella mano il suo cappello e toccando continuamente  tutti gli oggetti poggiati  sulla mensola del caminetto. Mrs Prendrlitth tornò con un vassoio da tè, sospirando continuamente e mandando occhiate di adorazione verso mr Mortymer, che ricambiava con sguardi più impauriti che cordiali.
<<  Lisa, mr Mortymer vorrebbe parlarti. Da solo  >>
Restò stupita, aggrappandosi alla porta, con il timore che un uragano l’avrebbe portata via. Mr Mortymer unì le sue mani, come in preghiera, e le portò al viso. Lo sguardo era a terra, alla ricerca di un ‘ispirazione.
<<  Miss Prenderlitth, innanzitutto mi vorrei scusare per il mio gesto alquanto disdicevole, poiché intuisco di avervi procurato disagio venendo qui, questa mattina, senza il minimo preavviso. Detto questo,  i giorni scorsi  sono stati per me una sorgente di dolore e preoccupazione. Sono venuto qui con l’intendo di chiedere la vostra mano a vostro padre, il quale ha accettato di buon grado la mia proposta. Ora, so che avete delle riserve verso la sincerità dei miei sentimenti, ma voglio che sappiate che, ad oggi, farei qualunque cosa per dimostrarvi che il mio affetto era ed è per voi. Anzi, non credo di esagerare nel dire che, probabilmente, lo è sempre stato. Non è all’oscuro di alcuno che miss Schneider abbia sempre esercitato un certo fascino nei miei confronti, ed è per questo che ho cambiato il mio atteggiamento verso  lei e gli altri. La mia coscienza  concepiva la signorina Lyra come una donna irraggiungibile, così frizzante, vivace, sincera,  e ciò  era per me quasi una sfida verso la mia stessa indole. Ma quando sono venuto a conoscenza dei vostri sentimenti per me, repressi nel silenzio e così vigorosamente sentiti, nonché sacrificati in nome dell’amicizia, ho capito che forse la mia strada con miss Schneider era invalicabile, perché era altro di cui il mio cuore voleva nutrirsi. Purtroppo, ho tardato  nel rivelarvi tutto ciò, poiché credevo che, parlandovene, avreste potuto pensare che fossi solo uno sciocco, ferito al cuore e all’orgoglio. Anche quella mattina che vi raccontai di Psiche, cercavo, nelle mie modeste e scadenti capacità di corteggiamento, di tessere le vostre lodi, nella speranza che carpiste qualcosa di più sulle mie sensazioni. Ero continuamente tentato dal parlar chiaro con voi, ma anche un uomo ha diritto ad avere paura. Non pretendo, con questo mio discorso, che  mi rispondiate di sì, ma quanto meno mi aspetto che abbiate la bontà di riflettere se accettare il mio corteggiamento. >>
Lo sguardo di Lisa era alla finestra, e vi sarebbe rimasto se non si fosse trovata a dover rispondere. Gli occhi di mr Mortymer erano divisi tra la poltroncina e il vassoio da tè, ormai freddo. Dei singhiozzi  lo distolsero dalle tazze in ceramica fiorata. Mr Mortymer le offrì la sua mano.  Stavolta,  non la rifiutò. Lisa, tra le lacrime, si lasciò andare. Ad un sorriso.

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Capitolo 75
*** 75. ***


76.
Il pomeriggio fu consumato interamente in eccitazione e allegria.  Non riusciva a smettere di raccontarle della sorpresa e della commozione che aveva provato alle parole di mr Mortymer. Aveva ormai ripetuto talmente tante volte la storia, che l’amica la minacciò di spogliarsi e gettarsi in sottana dentro l’acqua gelata del lago, per dimostrarle la sua contentezza.  Lyra si chiedeva, divertita,  con chi avrebbe avuto da ridire la signora Mortymer, ora che al fianco di suo figlio era una donna dall’animo nobile e dai modi così garbati e gentili. Avrebbe di sicuro trovato qualche difetto anche su Lisa, così da avere qualcosa con cui riempire la sua bocca e le orecchie del povero David, bacchettato a colpi di ventaglio. Tornando verso casa, i loro sorrisi vennero spenti, per un momento, dal signor Schneider che a gran voce le chiamava. Cercando di riprendere fiato, l’uomo  mise una mano nella giacca, come per impedire che  il cuore fuggisse  fuori dal petto.
<<  Lyra,  c’è una cosa che devi vedere  >>.
 

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Capitolo 76
*** 76. ***


77.
 Signor Schneider,
come ho precedentemente detto a vostra figlia, la natura del mio malessere non mi permette di essere qui, di fronte alla persona vostra. Il mio intento, tuttavia, è quello di chiedere la mano di miss Lyra, per la quale il mio sentimento è a dir poco ardente. Domani sarò da voi, nella speranza di poter  ascoltare una vostra  risposta affermativa.
A presto
Mr Owen

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Capitolo 77
*** 77. ***


78.
Sorridente, uscì da casa e, a passi lenti e leggeri, si avvicinò sotto il portico. Lyra lo attendeva in piedi e, appena arrivato, si inchinò. Nessun gesto. Solo un sorriso, accompagnato da un lento sospiro. Il calore avvolse le loro mani, mentre il viale era, a poco a poco, imbiancato dalla luce del sole. Capì che non aveva voluto baciarla, senza aver chiesto prima la mano a suo padre. Le spiegò che mr Lambert aveva avuto la gentilezza di scrivere per lui, così da poterla al più presto far recapitare a suo padre.  Nei suoi occhi si vide diversa, nuova. Non più sbagliata. I respiri si abbracciarono, mescolati al vento e all’alba mattutina. Gli occhi si chiusero, incontrando la luce nel buio.
La invitò per una passeggiata pomeridiana. Salita sulla carrozza, le bendò gli occhi. Lyra sentì il calesse partire. Per un attimo, ebbe timore che quel sogno si concludesse con la caduta di un mastodontico masso che, dal cielo, avrebbe sbarrato la strada  al  loro sentimento. Avvertiva il cinguettare degli uccelli, lo sgretolarsi delle foglie al passaggio della vettura, e le sue mani che custodivano le sue. Un forte chiasso di bambini si avvicinava, a tratti, sempre più, sovrastato da uno zampillio d’acqua. Si fermarono.  Il volto di Lyra si illuminò. Di stupore. Davanti a lei, i cancelli di King’s Park rilucevano. Roger e Mary correvano per la grande distesa di verde speranza, alle prese con un aquilone capriccioso. Scese dal calesse, respirando a stento.  Mr Owen sorrise modestamente, e le disse che, ogni cosa che aveva innanzi, aveva costituito la sua missione nei mesi che era stato lontano da Londra. Benchè non fosse stato sicuro che lei avrebbe accettato la sua proposta, voleva avere, comunque, un luogo che gli permettesse di averla vicina, o anche solo osservarla passeggiare, dall’alto della grande terrazza. Sarebbe stato lì, ad ogni ora del giorno, a contare i suoi passi, o quante volte avrebbe alzato lo sguardo da un libro  verso la nebbiosa vallata,  prostrata ai piedi dell’ultima montagna, dissetata dal corso avvolgente del fiume. Le raccontò che la sua tristezza aveva trovato conforto nella fantasia di  trovarsi  con lei, seduti al cospetto della  fontana, ora popolata da fresche e ondeggianti ninfee, o di poter discutere di arte e romanzi, seduti al pianoforte o nella grande biblioteca. Lyra, guardandosi  attorno, vedeva lui, in ogni fiore, vetrata, statua. Il cambiamento valicava la semplice ristrutturazione. Era stato una tempesta, una tromba d’aria dell’anima. Ogni angolo di quella proprietà era in sé lo spunto per poter essere migliori.  Mr Owen le diede il benvenuto in quella che, in futuro, sarebbe stata la propria residenza. Persa ed  insicura, la ragazza si poggiò al suo braccio e si fece guidare lungo il perimetro dei giardini. Gli chiese da cosa avesse capito che lei sarebbe stata la perfetta metà da incastrare al proprio cuore. Mr Owen, ricomponendosi come un avvocato che si apprestava ad esporre la sua arringa, le spiegò che di solito non aveva rapporti con nessuno, e il fatto stesso che lei gli avesse procurato  anche solo repulsione all’inizio, aveva rappresentato per se stesso un forte turbamento. Ad ogni modo, seppur negativa, era stata in grado di suscitargli un’emozione. Le spiegò, inoltre, che tutto ciò che aveva sentito, e che attualmente provava verso di lei, non era in grado di collegarlo ad un evento o gesto in particolare. Il sentimento era cresciuto in silenzio, dentro il suo cuore, che vagava tra i ricordi di una vita in cui era sempre notte. Forse, era stata la sua capacità di capire i propri errori, il suo senso critico verso se stessa, e l’amore per i suoi ideali, difesi come nessun battaglione di mille uomini sarebbe stato in grado di fare. Era ancora persa nelle sue spiegazioni, che mr Owen le pose la stessa domanda. Cercando di smorzare l’imbarazzo, Lyra rispose che il timore verso il suo atteggiamento misterioso, e, a dirla tutta, verso la mancanza di esperienza  nel rapportarsi verso una  malattia come la sua, l’avevano di certo resa superstiziosa  ed enormemente sciocca; tuttavia, le  buone azioni verso suo padre  e  il prossimo, taciute e volutamente  prive di indiscrezione, avevano sicuramente giocato un ruolo considerevole, ma non quanto la notizia che le sue rendite sfiorassero le quindicimila sterline l’anno. L’ironia non servì a farlo sorridere in modo spensierato. Per un momento, mr Owen accartocciò la sua fronte.  Il pensiero che la signora White potesse tornare con un’altra delle sue meschine richieste, minacciava l’equilibrio che tanto aveva atteso. Lyra gli spiegò che  quella donna meritava  nient’altro che  della  compassione, e che la felicità, che stavano provando in quell’istante, non poteva essere infranta da chi non fosse stato capace di nobili sentimenti.  L’intrecciare le mani, fece svanire ogni dubbio, ogni timore di fallimento. Tutto sarebbe stato diverso,  più facile da combattere. Mary e Roger sarebbero stati non più la sua ragione di vita, ma la loro; consapevoli, dopo tutto, che la loro felicità era sempre stata  lì. Al di là di una finestra.
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 78
*** Conclusioni dell'autore ***


E' giunta la fine tanto desiderata di questo, come definirlo? , esercizio letterario. Dopo mesi di silenzio, l'autore ha ritenuto doveroso ricompensare la pazienza e, soprattutto, il coraggio di tutti coloro che hanno intrapreso la lettura del suo "scarabocchio". Non gli resta che definire gli ultimi dettagli riguardo i personaggi che hanno permesso a questa storia di giungere alla conclusione. David e Lisa si sposarono, senza fretta e a tempo debito, ma prima che mrs Mortymer iniziasse a dare segni di impazienza... non poteva lasciarsi sfuggire la nuora perfetta! Quanto al vecchio mr Mortymer, continuò a bere, ma con più serenità. Mr Owen e Lyra convolarono anche loro a giuste e meritate nozze, e la felicità fu completa con l'aumentare dell'affetto di Mary e Roger nei confronti di  Lyra. Inutile descrivere la contentezza di mr Schneider, soprattutto dopo aver ricevuto dal proprio genero l'opportunità di allargare il suo esercizio commerciale con l'acquisto di un nuovo negozio e l'aiuto di un collaboratore molto speciale e dalle idee... un pò troppo moderne per lui: mr Lambert! Testardi entrambi, finirono per battibeccare per la maggior parte del tempo, ma l'evoluzione dei commerci di stoffe permise alle idee di mr Lambert di avere la meglio e a mr Schneider di ricredersi e adeguarsi. Anche se apparentemente poco meritevoli di riguardo, anche la signora White e il signor Hollander meritano una qualche parola di encomio: riguardo la prima, dopo essere sparita chissà dove, aveva deciso di investire tutto il denaro fornitole da suo figlio per un'attività di grande interesse per persone del suo temperamento: il tabacco. Ma la scarsa abilità e la poca abitudine agli sforzi del lavoro la resero ancor più miserabile e, ridotta ad uno stato di povertà assoluta e di emarginazione, bussò alle porte di un convento dove disse di aver visto " la luce" ... e si fece monaca. Mr Hollander, invece, divenne vittima proprio di ciò per cui molti uomini di affari si rivolgevano a lui. Come mr Schneider aveva previsto, gli eccessi innumerevoli avevano devastato del tutto la sua integrità, già da tempo vacillante, al punto che il signor Hollander si ritrovò con i gendarmi alla porta, nel cuore della notte, e con sfratto immediato. E così mr SChneider ebbe finalmente il giardino in cui far correre i suoi futuri nipoti! Tuttavia, pur macchiatisi di scelleratezze e pur avendo procurato niente altro che sofferenza, mr Hollander e mrs White possono, in un certo senso, ritenersi persone fondamentali, poichè hanno permesso ai nostri protagonisti di fortificare il proprio animo e salvaguardare la loro nobiltà di sentimenti, permettendogli di essere consapevoli su chi NON vogliono essere.
Il tedio è finito. Mi scuso per il ritardo, per la noia e per la banalità di tutto ciò che è stato scritto, qualora ne riscontraste.    



 

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