Cuore celato

di PRISHILLA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la sfida ***
Capitolo 2: *** Sapevo che eri tu... ***
Capitolo 3: *** la punizione a sorpresa... ***
Capitolo 4: *** capita per caso... ***
Capitolo 5: *** abitudine ***
Capitolo 6: *** simili ***
Capitolo 7: *** Doxy ***
Capitolo 8: *** Dubbi ***
Capitolo 9: *** casualità ***
Capitolo 10: *** ti proteggo io. ***
Capitolo 11: *** solo chiacchiere? ***
Capitolo 12: *** tra dubbi e rivelazioni dubbie... ***
Capitolo 13: *** la pulce nell'orecchio ***
Capitolo 14: *** il momento ***
Capitolo 15: *** che succede? ***
Capitolo 16: *** Paura ***
Capitolo 17: *** finisce qui? così? ***
Capitolo 18: *** decisione impossibile ***
Capitolo 19: *** Non me la date a bere... ***
Capitolo 20: *** perché non capite?! ***
Capitolo 21: *** un'ascia per due ***
Capitolo 22: *** Mi manchi..! ***
Capitolo 23: *** L'amo ***
Capitolo 24: *** Un'azione sconsiderata ***
Capitolo 25: *** Finalmente ***
Capitolo 26: *** Non posso non farlo ***
Capitolo 27: *** Non sei un assassino Draco. ***
Capitolo 28: *** Solo per te. ***
Capitolo 29: *** epilogo ***



Capitolo 1
*** la sfida ***


Capitolo 1



Harry ne era quasi certo: Draco tramava qualcosa.

Erano settimane ormai, più o meno dall'inizio di quell'anno scolastico, che il pensiero gli dava il tormento...

In realtà la cosa poteva anche andar bene così, se non fosse che... lui dava il tormento agli altri!

Diceva di trovarlo cambiato, lo sentiva diverso, avvertiva che c'era qualcosa che non andava in Draco Malfoy.

Come se in passato invece avesse trovato qualcosa che andasse bene nel biondino serpeverde...

Ma ad ogni modo, ad ogni loro segno di protesta lui trovava di che difendere la sua tesi ormai esasperata e soprattutto... esasperante! Arrivò presto quindi il momento in cui decise che Draco Malfoy era diverso, Draco Malfoy era cambiato... lo avevano di sicuro marchiato!

Questo almeno secondo Harry Potter.

Ron, Hermione e Ginny non poterono far altro che riderci sopra. Letteralmente, sì, perché nell'esatto momento in cui disse quelle parole i ragazzi non riuscirono a trattenere le risa.

Tutti sapevano fin troppo bene che il ragazzo era un codardo. Sapevano che era solamente un ricco ragazzino viziato, certamente non adatto al ruolo di mangiamorte.

Il problema si poneva dunque nel momento in cui nessuno gli dava retta.

Ron, Hermione e anche Ginny, continuavano a ripetergli fino allo sfinimento che le sue erano solo paranoie e che soffriva di ossessione. Secondo loro era ossessionato dal ragazzo. Era ossessionato dall'odio che provava per Draco e che lo spingeva a trattarlo e a considerarlo un nemico, acerrimo si potrebbe facilmente aggiungere, e che quindi la sua mente tendeva ad accusarlo dei crimini peggiori solo spinto dall'ira e dal rancore.

Che sciocchezze! Pensava invece Harry, che sapeva benissimo che si sbagliavano. Si sbagliavano tutti!

Non poteva dimenticare di quella volta in treno. Ci aveva quasi rimesso la pelle per la miseriaccia!

Fortuna aveva voluto che Luna fosse presente in quel momento, lei e le sue stranezze gli avevano salvato la vita.

Ma l'odore di morte ormai aleggiava su quel ragazzo, lo perseguitava, lo seguiva ovunque andasse. Era fin troppo evidente ai suoi occhi quello che Malfoy tentava così disperatamente di nascondere a tutti gli altri, e a quanto pareva ci stava riuscendo anche alla grande.

Ma a lui proprio non glie l'avrebbe fatta sotto il naso!

Sembrava però che nessuno volesse dargli retta.

Perché non gli volevano credere? Eppure lui era attendibile, o almeno sarebbe dovuto risultare così...

Era dei suoi amici che si parlava. Neanche loro gli credevano?

Quando anche Ginny quella mattina a colazione lo aveva contraddetto per l'ennesima volta dichiarandolo un maniaco, psicopatico, ossessionato da Draco Malfoy, il suo mondo parve disintegrarsi in quell'istante. Capì che ci sarebbe voluto più tempo del previsto per illuminare il gruppo. Ma non avrebbe demorso e avrebbe continuato con la sua tesi sostenendola fino all'inverosimile!

-Vi ripeto che non mi piace affatto.- insistette lui battendo un pugno sul tavolo guardando poi a destra e a sinistra con aria sospetta. Tenne fermi i suoi dubbi sostenendoli a perdifiato.

-Lo sappiamo Harry...- sorrise Ginny sarcastica guardando in su.

-Non in quel senso...- Harry era affranto e sbuffava sconfitto. La presa in giro era proprio l'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento.

-Ok Harry!- Ginny sedutagli difronte sbottò. Appoggiò un gomito sul tavolo sventolando la mano come per darsi delle arie. -Credi davvero che Draco sia un assassino?- Harry annuì rinvigorito. Ginny si appoggiò meglio sul tavolo sporgendosi per non essere udita che dal loro gruppetto. Si diede un'occhiata intorno furtiva. -Allora faremo così...- i ragazzi, dopo essersi guardati con sospetto, si avvicinarono ancora un po' a lei curiosi di capire cosa le ronzasse nella mente. -lo smaschererò io!- affermò soddisfatta non appena si furono avvicinati quel tanto che era bastato a farli sobbalzare per lo stupore.. e perché no anche per lo spavento.

-Cosa?!- fu l'unica risposta che i tre riuscirono a darle non appena furono di nuovo in grado di parlare.

Ginny ridacchiò soddisfatta. -Avete capito benissimo.- confermò. -Lo seguirò, lo pedinerò! Sarò la sua ombra celata nel buio. Non si accorgerà mai di me, ma io sarò sempre presente pronta a cogliere ogni sfaccettatura, pronta a smascherarlo all'evenienza!- levò un braccio in aria come a voler rendere meglio l'idea. Sembrava una paladina della giustizia pronta a dare battaglia al nemico.

Quante sciocchezze si stavano dicendo quel giorno intorno a quella tavola. -Ginny calmati dai... è di Draco che stiamo parlando. Anche se non fosse ancora un mangiamorte presto lo diventerà di sicuro...-

Prima che Hermione potesse finire la frase intervenne Ron indignato. -E' pericoloso!- sostenne guardando la sorella con uno sguardo che non ammetteva repliche.

Hermione un po' stizzita non poté far a meno di constatare che... -Mi hai tolto le parole di bocca.-

Ginny fece roteare gli occhi. -Ma dai... ragazzi cosa volete che mi faccia che non mi abbia ancora fatto? E' Draco... so come comportarmi con lui.- Ginny era sicura di se. Non era certo una sprovveduta, sapeva benissimo come trattare con Draco Malfoy, tutto quello che voleva fare era vederlo con le braccia scoperte per provare ad Harry che il ragazzo non era un mangiamorte. La cosa era in apparenza molto semplice.

-Non è il Draco che conoscevamo Gin.- le ricordò Harry.

-Me la caverò.- continuò lei sicura.

Sì, era convinta anche lei che non fosse proprio un tipo affidabile, ma non era colpa sua se era nato in una famiglia tanto scellerata, comunque non poteva far a meno di pensare che Draco non avrebbe avuto la stessa sorte toccata al padre.

Non era certo un asso quel ragazzo a suo parere, anzi ai suoi occhi era decisamente troppo codardo e abbastanza furbo da tenersi alla larga da certi giri. Un conto era fare il bulletto a scuola, un altro era immischiarsi in qualcosa di decisamente più grande di lui.

-Benissimo ci sto.- esordì Harry ignorando gli amici, stuzzicato dall'idea di vedere Ginny in azione. Ma soprattutto ignorando le urla indignate di Ron. Anche se questa era una cosa che gli era costata non poca fatica.

-Ma Harry...- continuava a protesta invano.

-Ginny è grande abbastanza da cavarsela da sola, e poi finché è ad Hogwarts non le potrà accadere nulla di male.- sorrise di rimando a Ginny che soddisfatta non vedeva l'ora di dargli torto sulla questione del tatuaggio.

In realtà Harry sapeva benissimo che protestare sarebbe stato inutile. Quando la piccola di casa Weasley si metteva qualcosa in testa non c'era verso di farle cambiare idea.

Probabilmente era stato così quando aveva deciso di essere innamorata di lui anni prima, ed era stato così anche quando aveva deciso di non esserlo più. Era un po' ormai che Ginny si era convinta che stargli dietro fosse una gran perdita di tempo ed energie.

Forse però, più semplicemente non lo amava più, glielo leggeva negli occhi, quegli occhi che non brillavano più per lui ma che in quel momento brillavano di sfida.

La piccola Ginny non era più l'eterna innamorata di Harry Potter, adesso era solo Ginevra Weasley, la ragazza più cocciuta, più energica e più indomabile che avesse mai conosciuto. Era simile a Ron per certi versi, forse per questo riusciva ad andarci tanto d'accordo.

-E' deciso.- affermò Ginny afferrando un bicchiere di acqua portandolo a mezz'aria. -Brindiamo alla mia vittoria...- disse levandolo ancora un po' e sorrise alla faccia arrabbiata di Ron. Qualcosa però la distrasse, lo sguardo s'incupì di colpo e rimettendo il bicchiere bruscamente sul tavolo annunciò: -Scappo, la mia preda si sta allontanando... meglio che lo segua.- un ultimo occhiolino, un sorrisetto furbo, e anche lei uscì dalla Sala Grande come un fulmine.

-Io insisto a pensare che la cosa sarà pericolosa.- affermò Hermione esasperata.

-Lasciatela stare, infondo in questo momento abbiamo tutti bisogno di un diversivo per non pensare a cosa accade la fuori. Draco Malfoy sarà il suo.- Harry lo disse tristemente, quella guerra aveva spento più anime di quante non ne avesse uccise il signore oscuro.




Era già trascorsa una settimana... ma nulla.

Ginny non era riuscita a cavare un ragno da un buco!

Draco era dannatamente bravo ad essere schivo e riservato, ma Ginny lo attribuì semplicemente al suo modo naturale di essere, al modo in cui era stato cresciuto, al suo appartenere ad una famiglia altolocata dove la forma e l'etichetta valevano più della vita.

No, nulla di tutto quello che Draco faceva o diceva le appariva sospetto o sconveniente. Anzi, era arrivata addirittura al punto di considerarlo terribilmente noioso.

Era un tipino abitudinario insomma, decisamente diverso da lei che invece aveva bisogno di sperimentare cose sempre nuove.

Lui usciva sempre dal suo dormitorio alla stessa ora, si recava in Sala Grande dove faceva sempre la stessa colazione: un caffè con poco latte, due zollette di zucchero e un cucchiaino di miele (probabilmente nel tentativo di addolcirsi la vita... Pensó.), dopo averlo bevuto sorseggiandolo con così tanta lentezza da farle tornare il sonno si alzava pronto per cominciare la sua giornata di studio.

Il pomeriggio?

Forse un po' peggio della mattina...

Finite le lezioni era l'ora della... biblioteca! E li rimaneva precisamente un'ora sfogliando tomi degni solo di Hermione (che fosse tanto studioso non se lo aspettava affatto, dovette ammettere che i suoi bei voti non erano poi così tanto comprati come aveva sempre creduto...); finito con la biblioteca era l'ora del quidditch o in alternativa si rifugiava nel suo dormitorio fino al mattino seguente.

Non riusciva a spiegarselo ma, la vita di Draco Malfoy era una vera noia.

Ginny aveva creduto di assistere a scene spiacevoli alle quali avrebbe dovuto assistere da spettatrice senza avere la possibilità di reagire per non far saltare la copertura, cose come ad esempio trovarlo intento a dar noie ai più piccoli, o a pomiciare con ragazzine ignare attratte unicamente dal fascino del male... e dai suoi soldi ovviamente.

Ma nulla.

Nulla di tutto ciò era accaduto nell'arco di quella settimana.

I suoi piani d'azione poi facevano acqua da tutte le parti. Eppure non ne capiva il motivo considerando che nella sua mente erano perfetti... Peccato solo che poi nel metterli in pratica c'era sempre quel qualcosa, quel particolare che, guarda caso, le era sfuggito...

Sentiva di sbagliare in qualcosa, ma proprio non riusciva a capire in cosa. Prima di agire rifletteva abbastanza e i suoi piani le parevano perfetti e molto facili da sviluppare, sì, certo, salvo imprevisti...

Una volta aveva tentato di sbirciare nel bagno dei ragazzi sperando di vederlo intento a lavarsi le mani.

La sua teoria in merito era che per lavare le mani bisognasse arrotolare le maniche. Scontato no?

Eh no!

Peccato, davvero un peccato che la gente comune non facesse i conti con quelli che come Draco Malfoy avevano capacità fuori dal mondo.

Peccato davvero che non avesse messo in conto che un ragazzo tanto posato, tanto ben educato, riuscisse a lavarsi le mani anche senza arrotolarsi barbaramente le maniche rischiando poi di sgualcirle.

La fregatura era constatare che effettivamente riusciva a non bagnarsele.

Per la miseria almeno sarebbe stata una magra consolazione...

Quella volta fu addirittura beccata nell'atto di sbirciare nel bagno, e per la barba di Merlino, avrebbe desiderato certamente di morire nel momento in cui i ragazzi avevano deciso di prenderla in giro chiamandola “guardona” e qualche aggettivo in più che preferiva dimenticare al più presto.

Si divertirono un mondo a tormentarla, e quanto baccano riuscivano a fare una decina di ragazzi messi assieme.

Draco in tutto ciò si asciugò le mani e, scansandola, se ne andò, semplicemente, senza degnarla d'uno sguardo.

Non l'aveva ritenuta neanche degna d'un offesa.

Non sapeva cosa le avesse dato più fastidio, se l'essere stata ignorata da lui o etichettata ingiustamente (per colpa sua) dagli altri.

In ogni caso s'innervosì parecchio.

In un'altra occasione invece credette di essere davvero fortunata. Questo era di certo un piano geniale caduto dal cielo, non poteva assolutamente finire nel modo in cui invece poi, contro ogni previsione, era finito.

Aveva appena terminato gli allenamenti e il campo doveva essere ceduto ai Serpeverde. I ragazzi erano già arrivati, chiusi nello spogliatoio si stavano cambiando.

Fin qui tutto nella norma, ma poi...

Passando da lì davanti notò che non si erano affatto chiusi dentro, anzi! La porta era abbastanza aperta da lasciar intravedere la bionda chioma del ragazzo che di spalle si cambiava la maglietta.

Era stata una manna dal cielo, non poteva non approfittare di un'occasione tanto ghiotta.

Aspettò che i suoi compagni si ritirassero nello spogliatoio intimando loro mentalmente di darsi una mossa. Si avvicinò furtiva all'uscio sperando, quasi pregando, che il ragazzo si voltasse. Quando però la porta si aprì del tutto e si ritrovò davanti un ragazzone grande e grosso a coprirle quasi tutta la visuale, con un balzò si allontanò spaventata.

Era stata beccata!

A quel punto quello si accorse che Draco era senza la maglietta e ridendo prese a canzonarla affermando che neanche la Weasley era immune al fascino del loro capitano. Tutta la squadra prese a ridere di lei che arrossiva vistosamente tentando di giustificarsi con le scuse più banali alle quali neanche lei avrebbe mai creduto. Ma non era mai stata un gran che nell'inventare scuse, soprattutto nel momento opportuno...

Draco in allora si era voltato, ancora senza la maglia, ma sfortunatamente le maniche già infilate coprivano le braccia. Ginny si soffermò un attimino di troppo sulla sua figura beccandosi un sorrisetto sapiente dal ragazzo e una battutina sarcastica sull'essersi innamorata di lui.

Tutta la squadra rise e a lei non restó che andar via sconfitta, amareggiata e ferita nell'orgoglio.

Ma ancor peggio, con quella battutina che si ripeteva come un disco rotto nella sua mente: -Ti sei incantata Weasley.- seguita dalla sua risatina sarcastica.



Si stava avviando in Sala Grande per far colazione. Sul suo volto la delusione di non essere ancora riuscita a ricavare nulla di buono dalle sue indagini e la certezza, visti gli sguardi dei ragazzi, che c'era assolutamente qualcosa di sbagliato nel suo modo d'agire.

-Come va Gin?- le chiese Hermione mentre la ragazza le si accomodava al fianco.

-Ehi Weasley, Draco si allena anche oggi, se vuoi posso aiutarti ad entrare nello spogliatoio senza che sbirci dalla serratura.- un ragazzetto del primo anno Serpeverde passando di lì non riuscì a non dire la sua, come tutti ormai del resto.

-Ecco come va, uno schifo. Anche i mocciosi mi prendono in giro.- affermò immergendo il cucchiaio nel porridge. Anche i ragazzini avevano il coraggio di prenderla in giro, e lei più che minacciarli di morte non poteva fare. -Non solo non sono riuscita a scoprire nulla di interessante, ma mi sono anche beccata la nomea di guardona e di innamorata di Draco Malfoy.- Addentò il cucchiaio come fosse una coscia di pollo e masticò sonoramente il porridge storcendo il naso.

-Com'è stato possibile?- chiese Ron irritato.

-Lo stavo sbirciando mentre era nello spogliatoio.- ammise lei masticando con noncuranza.

Harry scoppiò a ridere. -Vedo che ti stai divertendo.-

-Immensamente Harry.- confermò la ragazza lanciandogli uno sguardo di stizza.

-Sta attenta a quello che fai, non vorremmo proprio avere un Malfoy in famiglia...- anche Ron ormai aveva preso a canzonarla.

-Be allora com'era?- le chiese Hermione ridacchiando.

-Cosa?-

-Draco nello spogliatoio...- le disse stuzzicandola col gomito.

-Herm...- Ron la riprese scandalizzato.

-In forma direi.- affermò però Ginny senza curarsi della sua faccia esterreffatta mentre Hermione rideva come una matta nel vedere Ginny esaltare così tranquillamente davanti al fratello la fisicità di un ragazzo, di Draco per giunta.

-Poi però ha aperto bocca... è tutto è finito lì con un semplice: Ti sei incantata Weasley?- scimmiottò la voce del ragazzo mentre Hermione prendeva a ridere di cuore senza più contegno. -Quanto lo odio!- annunciò immergendo con forza il cucchiaio nel porridge e masticando con forza ripetendo di tanto in tanto: -ti sei incantata Weasley?- con la bocca ancora piena.

-Dai non demoralizzarti, puoi sempre rinunciare.- tentò di persuaderla bonariamente Harry.

Ginny in effetti aveva già meditato di lasciar perdere, ma a quel punto si sentiva punta sul vivo. Era diventata una questione di principio per Merlino!

E quella di Harry cos'era? Una sfida forse?

Voleva che lasciasse perdere per rinfacciarle di non essere riuscita nell'impresa e continuare a tormentare tutti loro con la storia del “buon sangue non mente”?

No, non sarebbe mai riuscita a sopportarlo.

-Tranquillo Harry non ho mai detto di voler abbandonare la missione. Ho semplicemente detto che è più difficile di quanto pensassi. Ma la cosa non mi spaventa affatto.-

-Dovrebbe invece. Già circolano voci su te e lui... cosa succederebbe se effettivamente lui decidesse di dar retta a quello che si dice in giro?-

Ron non aveva tutti i torti, ma in quel momento qualcosa di più importante stava attirando la sua attenzione: la preda si era mossa.

-Be Ron non so che dirti, forse meglio così.- iniziò alzandosi in tutta fretta. -Forse l'unica soluzione è sedurlo in effetti, così da levargli la maglietta e scoprire quello che c'è da scoprire.- con un sorrisetto furbo si allontanò da loro lasciando il fratello boccheggiante, indignato da quello che aveva appena udito. Neanche le parole di Hermione lo calmarono anche se continuava a ripetergli che Ginny stava solo scherzando.

Ma Ginny stava solo scherzando? Si chiese poi tra se la riccia.

La risposta doveva certamente essere si.

 

 

 

 

Eccoci qui!
Ebbene come avrete capito (e letto...) è un'altra Draco/Ginny. Ma sono loro i “miei” personaggi, non posso cambiarli o sostituirli non sarebbe lo stesso per me! XD 
Vi avevo promesso che avrei iniziato a scrivere una nuova storia e ogni promessa è debito!
Inizio col premettere che non sarà lunga come l'altra. La mia idea è di una decina di capitoli circa, qualcuno in più forse, ma poi vedremo comunque... (ma non fidatevi troppo di quello che dico perché anche l'altra volta pensai la stessa cosa e poi...XD)

 Spero solo sia all'altezza delle vostre aspettative. Spero vi piaccia e che non la troviate troppo banale. Ma soprattutto spero che leggerla vi allieti almeno un po'.
Fatemi sapere cosa ne pensate perché per me è fondamentale sapere dall'altra parte (dalla vostra parte...) cosa vi suscita. E spero che mi seguiate in tanti fino alla fine :)
Siete il mio carburante e il mio motore e vi ringrazio tutti in anticipo (sia chi recensisce sia chi legge tacitamente) augurandovi un buon proseguimento e buona lettura!
Un bacio e al prossimo capitolo!!! 

ps non so ancora ogni quanto aggiornerò, vedremo... spero di aggiornare almeno una volta la settimana o se tutto ve bene anche due, non so. Ciao!! ^.^

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Capitolo 2
*** Sapevo che eri tu... ***


 

Capitolo 2




La giornata trascorse come le altre: assolutamente nulla degno d'importanza.

Quella sera però durante la cena Ginny avrebbe giurato di aver visto Draco guardarla almeno un paio di volte.

Le sue deduzioni furono che:
A) stava dando troppa importanza alle voci di corridoio.
B) la sua fervida immaginazione iniziava a tirarle scherzi sinistri.

Lasciò perdere pensando che poteva essere stata solo la stanchezza.

Si strofinò gli occhi tornando poi a guardare la minestra nel piatto. Nulla di eccezionale ma doveva pur mangiare se sperava di avere le forze indispensabili per continuare a condurre quella routine. Sbadigliò mentre le palpebre pesanti tendevano a chiudersi involontariamente. Aveva proprio sonno.

Da quando aveva preso a seguire le abitudini di Malfoy tendeva ad andare a letto prima e ormai arrivate le otto si sentiva già crollare.

Rise tra se mentre ancora non riusciva a capacitarsi dello stile di vita che conduceva quel ragazzo. Non ci avrebbe scommesso una moneta, anzi lei credeva il contrario. Era convinta di dover fare le ore piccole e di rischiare la pelle in più di qualche occasione, ma se continuava così non avrebbe cavato un ragno da un buco.

Se anche Malfoy stesse nascondendo o tramando qualcosa, di questo passo non sarebbe mai riuscita a scoprirlo, e Harry l'avrebbe avuta vita.

Niente prove...

Sbadigliò ancora.

Dannato Malfoy! Adesso a causa sua aveva dovuto stravolgere le sue adorate abitudini e se per alcune cose andava anche bene... per altre assolutamente no!

Adesso si alzava presto al mattino, faceva una colazione così lunga e lente che alle volte rischiava di riaddormentarsi, quando lei invece dormiva fino all'ultimo istante, finché proprio non poteva più farlo ed era costretta ad alzarsi. A volte aveva addirittura preferito saltare la colazione pur di rubare anche gli ultimi minuti di sonno. Altre invece faceva una colazione così veloce da rimanerle sullo stomaco per tutta la mattinata.

Ron la sgridava perché diceva che era una pigrona. Da che pulpito, pensò. Non è che lui lo fosse molto meno di lei. Doveva solo ringraziare di poter disporre dell'amicizia di Hermione. Lei si che in quegli anni lo aveva “ammaestrato” per bene. A volte pensava addirittura che Ron avesse più paura di lei che della mamma.

Comunque tutto sommato il suo stomaco ringraziava. Quell'acidità che la perseguitava era sparita.

Ron non l'avrebbe saputo mai, questo era certo, ma forse aveva proprio ragione lui su quel punto, abbuffarsi in fretta di primo mattino non era salutare.

-Che guardi?- le chiese il fratello sentendosi osservato.

-Di certo non guardo te.- gli rispose distogliendo lo sguardo ridacchiando tra se. Beccata! Penso. Ron fece spallucce confuso da quell'atteggiamento. Ma Ginny lo vide tornare prontamente alla sua cena come se nulla fosse.

Dopo le lezioni Malfoy era solito trascorrere un'oretta in biblioteca, così anche a lei toccava trascorrere un'oretta forzata in biblioteca, ma non sempre riusciva a concentrarsi sui libri. Dopo le lezioni in realtà aveva sempre preferito di gran lunga riposare la mente! Quel ragazzo invece pareva instancabile.

Infine andava a letto presto. Molto presto. Subito dopo cena.

Dopo più di una settimana trascorsa con questo ritmo ancora le era difficile credere che Draco Malfoy conducesse quella vita. Ma era così.

I primi tempi quando lo vedeva ritirarsi nella sua Sala Comune in realtà credeva che stesse solo aspettando il momento giusto per uscire e fare i suoi comodi senza essere visto da occhi indiscreti, ma lui da quella sala usciva solo in due occasioni: il mattino seguente e quando aveva le sue ronde da prefetto.

Ebbene si, la vita del ragazzo era pura noia.

Contemplava la minestra di lenticchie che aveva nel piatto rigirandola con il cucchiaio. Aveva sempre odiato le lenticchie. Sbuffò pensando che anche la cena quella sera era pura delusione.

Svogliatamente, quasi per abitudine ormai, levò lo sguardo verso l'ultimo tavolo in fondo alla sala. Come sempre i suoi occhi cercarono quella chioma biondissima che poteva avere un unico proprietario. Individuarlo era facilissimo oltre tutto anche grazie a quel branco di gorilla in libertà che in teoria dovevano rappresentare i suoi amici, ma che in pratica a suo parere erano solo un branco di animali fuggiti da uno zoo.

Eccoli lì infatti tutti presenti all'appello in grande stile!

Partendo da destra c'era Goyle, quella montagna d'uomo che torreggiava tutti gli altri. Grande e grosso, sì... ma con una nocciolina al posto del cervello. Incuteva timore solo fino al momento in cui era costretto ad esprimersi a parole, a quel punto era facile per chiunque metterlo in difficoltà.

Poi Tiger, che a parere di Ginny era quello più rivoltante di tutti. Ogni volta che si voltava nella sua direzione lo trovava masticando. Ma quanto poteva arrivare a mangiare uno stomaco umano?! E ovviamente anche quella volta non deluse le sue aspettative, infatti si era avventato su una succulenta coscia di pollo come un...

Un attimo...

Una coscia di pollo?

-Perché diamine quel dannato di Tiger ha una coscia di pollo in bocca mentre io devo mangiare questa poltiglia?!- esclamò Ginny d'improvviso furibonda battendo una mano sul tavolo allibita.

I suoi amici si voltarono a guardarla confusi.

-Se volevi il pollo Gin bastava che lo chiedessi.- le disse Hermione puntando il dito infondo al loro tavolo.

Ginny si voltò incuriosita e lo vide. Era pollo ed era lì solo soletto aspettando solo il momento in cui sarebbe andata a prenderlo. Si risedette al suo posto appoggiandosi su di una mano. Poco male ormai quei legumi le avevano riempito lo stomaco e anche con tutta la buona volontà non sarebbe riuscita più ad infilarci una briciola.

-Te lo passo?- le chiese gentilmente Harry.

-No.- fu la sua risposta scocciata. -Non ho più fama.- lei non era certo Tiger.

A questo punto tornò a quello che aveva lasciato a metà. La tavolata degli sfigati di serpeverde.

Ecco. Come dimenticarsi di quell'essere arrogante e per nulla al mondo spiritoso di Theodore Nott? Di lui si poteva dire tutto tranne che le sue battute fossero divertenti ma guai a farglielo notare!

Eppure doveva ammettere che gran parte delle ragazze lì a scuola ridevano di quelle battutine idiote che neanche Ron sarebbe stato in grado di inventare. Per quale motivo poi? Solo perché era alto, bruno, capelli perfetti, pelle perfetta, occhi scuri, profondi, sguardo penetrante...

No, un attimo. Aveva appena detto sguardo penetrante?

Sobbalzò.

Ebbene sì, Theo la stava guardando. Si sentì arrossire, fu come essere colta in flagrante. Si domandò cosa avesse pensato lui in quel momento. Poi lo vide sorridere e lanciarle un bacio al volo ridendo sguaiatamente con gli altri.

Dal canto suo Ginny ritirò tutto quello che aveva appena pensato. Arricciò il naso e storse le labbra disgustata distogliendo subito lo sguardo.

Il ragazzo al suo fianco era Blaise Zabini invece. Lo vide ridere guardando nella sua direzione. Probabilmente Theo gli aveva fatto notare la sua gaffe e adesso ridevano di lei.

Ma Blaise era un tipini abbastanza tranquillo. Forse l'unico del gruppo un po' più al limite della decenza. Taciturno e solitario, pareva trascorrere le sue giornate unicamente con Malfoy e Nott, ignorando gli altri e preferendo addirittura la solitudine alla cattiva compagnia.

Oddio, c'era però da spiegargli meglio cosa si intendesse per “cattiva compagnia”.

E in fine la ciliegina sulla torta. Spostò lo sguardo verso il posto solitamente occupato da Draco convinta di trovare anche lui a sbellicarsi dalle risate come gli altri ma, con sua somma sorpresa, lui non c'era più.

Voltò istintivamente il capo verso l'uscio trovandolo proprio lì nell'esatto istante in cui scompariva al di la del portone.

Non era possibile. Non era da lui! Stava per succedere qualcosa lo sentiva.

Ginny scattò in piedi come una molla urtando il piatto che spinse il bicchiere che si capovolse bagnando Ron che le era difronte. Il ragazzo protestò infastidito ma Ginny non aveva tempo di stare lì a scusarsi con lui, si congedò di fretta invece e corse dietro a Draco per non perderlo di vista.

Non aveva mai fatto nulla di simile, e il suo istinto le diceva che finalmente la cosa si stava cuocendo.

Forse non sarebbe riuscita a vedere il tatuaggio, ma con un po' di fortuna avrebbe sentito o visto qualcosa di più compromettente!

Era la sua occasione! Finalmente avrebbe potuto smascherare Draco e se la fortuna sarebbe stata dalla sua parte avrebbe potuto mettere a tacere Harry e le sue angosciose paranoie una volta e per sempre!

Mentre correva però le venne un tremitio improvviso. Era una sensazione che non provava spesso e per un attimo non seppe come gestirla. Era ansia.

Probabilmente fu solo in quell'istante che si rese effettivamente conto del pericolo che correva, dei guai in cui si stava andando a cacciare. Un lungo brivido le attraversò la schiena. Era sempre la solita infondo. Le era sempre piaciuto fin da piccola fare quello che le era proibito fare, andare dove non sarebbe dovuta andare e soprattutto riuscire dove neanche i suoi fratelli maggiori riuscivano. Senza rendersene conto anche questa volta aveva fatto lo stesso.

Iniziò a domandarsi se la vera ragione di quella sfida fosse davvero l'ossessione di Harry oppure se il suo sfidante in realtà era un altro, se portava un altro nome a lei ancor più più famigliare. Iniziava a chiedersi se quella sfida non fosse più rivolta a se stessa che a lui. In tal caso il suo vero sfidante avrebbe portato il nome di Ginevra Weasley. Il suo nome.

Sorrise mentre proseguiva imperterrita per la sua strada, svelta e al tempo stesso attenta a non far alcun rumore per non essere notata da Draco. Se questo fosse accaduto allora non avrebbe saputo proprio cosa fare...

Ormai ci era dentro fino al collo e non poteva fare altro che andare avanti.

Draco proseguì il suo cammino inarrestabile fin sulla torre di astronomia. Pareva sapere esattamente dove stesse andando e Ginny capì che aveva una meta ben precisa.

Aspettò che lui fosse salito fino in cima prima di iniziare il suo cammino lungo le scale.

Tirava vento quella sera e Ginny rabbrividì nelle spalle non appena la prima sferzata l'ebbe colpita in pieno viso. Si rammaricò di non avere con se il mantello, ma non avrebbe potuto prevedere, non avrebbe mai immaginato...

Lo osservò mentre si avvicinava alla finestra e sporgendosi guardava le stelle con un interesse sovrannaturale.

Che stesse aspettando qualcuno?

A Ginny prese un colpo. Nella sua mente immaginava scene raccapriccianti in cui comparivano i mangiamorte. Se stesse aspettando qualcuno di loro allora lei non era affatto al sicuro. Avrebbe potuto ingannare lui facilmente, così come aveva fatto per settimane, ma non avrebbe potuto ingannare loro. Quei mosti avrebbero capito che lei era lì solo annusando l'aria!

Quando dopo diversi minuti nulla accadde a Ginny venne in mente di raggomitolarsi su di un gradino, in un punto dal quale potesse vederlo restando comunque inosservata. Se erano vere quelle immagini che le passavano per la mente allora avrebbe fatto meglio a cercarsi un nascondiglio.

Draco intanto era lì, immobile.

Lo guardava con lo stesso interesse con lui si ostinava a guardare fuori. Non riusciva a capire cosa stesse facendo in quel momento. Sembrava perso nei suoi pensieri...

Ah, quanto avrebbe dato per entrare nella sua testolina bionda e sentire cosa aveva da dirsi nel silenzio tombale della torre di astronomia, dove solo il soffio del vento interrompeva quella quiete... e ancor più raggelava le carni.

Si avvolse meglio nelle braccia pregando che si dessero una mossa qualunque cosa avessero in mente di fare. Non vedeva l'ora di rientrare.

Sbadigliò. Ginny si rese conto di quanto, d'altra parte, fosse cullante quel suono e di quanto la stanchezza e le nuove abitudini stessero influendo il suo naturale equilibrio.

Le palpebre, fin troppo pesanti, iniziarono a chiudersi e senza neanche rendersene conto si assopì, convincendosi però che avrebbe chiuso gli occhi solo qualche istante, per riposarli, e che non avrebbe dormito restando invece vigile e pronta ad intervenire.

Peccato solo che Morfeo non la pensasse allo stesso modo.

 

 

-So che sei lì.- la voce di Draco riecheggiò nel silenzio della notte.

Ginny non gli rispose assopita com'era. Storse un po' il naso però, come infastidita da quella voce che interrompeva i suoi sogni.

-Weasley non farmi perdere altro tempo, esci fuori.- la chiamò ancora roteando gli occhi all'insù, questa volta con una nota di stizza nella voce.

Nulla, lei non si mosse. Draco chiuse il libro con un tonfo e lo gettò con violenza di lato. Quello batté contro il muro e cadde rovinosamente per terra.

Ginny trasalì aprendo finalmente gli occhi. Si era svegliata così di soprassalto che quasi non ricordava più dov'era o come ci era finita.

-Weasley te lo ripeto un'ultima volta, dopo di che verrò a prenderti con le mie mani: esci fuori!-

Draco?

Certo, Draco!

Ora si che ricordava tutto. Maledizione! Era stata scoperta. Rabbrividì, quella voce fredda le raggelò l'anima... o forse era semplicemente il vento che filtrava da ogni fessura ad averle provocato quel brivido lungo la schiena?

Non stette lì a domandarselo due volte, ad ogni modo quella non era una voce che accettava un no come risposta...

Pensò che fosse meglio uscire allo scoperto, si sarebbe inventata qualcosa sul momento...

Si alzò di malavoglia salendo gli ultimi gradini che la condussero davanti al ragazzo ritto vicino alla ringhiera.

-Sapevo che mi avresti seguito.- ghignò lui finalmente soddisfatto incrociando le braccia al petto.

-Non ti ho seguito, si dia il caso che ero già qui e dormivo... non ti ho neanche visto arrivare altrimenti avrei di certo cambiato strada.- si giustificò lei con un'espressione così seccata da sembrare quasi vera.

-Si certo...- Draco sollevò un sopracciglio. -Dalla a bere a quegli idioti dei tuoi amici questa! Io non sono uno sprovveduto.- la freddò.

Ginny si sentiva messa alle strette. Incrociò le braccia al petto imitando la sua mossa per intensificare la sua seccatura difronte a quella situazione.

In effetti però la sua teoria non reggeva. Faceva acqua da tutte le parti. Come avrebbe potuto lui arrivare in cima alle scale senza vederla se lei era lì prima di lui? Come al solito la scusa che aveva trovato era delle peggiori. Sbuffò tra se ormai arresa all'idea di non essere portata per le balle di salvataggio. Ma mai e poi mai avrebbe ammesso la verità condannandosi alla resa!

-Ho notato benissimo che mi perseguiti di recente, la mia unica domanda a questo punto è: Perché?- si avvicinò a lei a passi moderati, girandole attorno come fosse uno squalo a caccia guardandola dall'alto in basso. -Sai Weasley...- iniziò lui non sentendola replicare. -non mi piace avere gente intorno, men che meno mi piace avere più di un'ombra alle mie spalle ma... ho notato, che ovunque io vada c'è sempre qualcuno con me.-

-Il tuo angelo custode?- azzardò lei con un sorrisetto furbo.

Lui si arrestò di colpo difronte a lei torreggiandola dalla sua altezza cercando di intimidirla. -No... tu!- esordì guardandola dritto negli occhi.

E ci era riuscito. Sobbalzò. Ovviamente questo faceva parte delle cose che nessuno avrebbe saputo mai, soprattutto non l'avrebbe dato a vedere a lui. Indurì lo sguardo rendendosi più fiera di quello che in realtà era in quel momento. -Non so cosa ti stia frullando per la testa, ma stai dando di matto Malfoy.-

-Nel bagno degli uomini,Weasley...- le fece notare inarcando un sopracciglio.

Ginny sbarrò gli occhi. -Cercavo Ron.- notando la sua espressione saccente si umettò le labbra e poi aggiunse: -Era urgente.- come fosse la cosa più naturale del mondo.

Draco annuì poco convinto, ma lasciò correre. Dalla sua espressione però Ginny capì che non era finita lì. -Spiavi negli spogliatoi dei serpeverde...- Ginny stava per aprir bocca, anche non avendo nulla da dire in sua difesa, quando Draco continuò prontamente azzittendola. -Sbavavi Weasley...- quel ghigno trionfante e quel sopracciglio sollevato erano elementi sufficienti per farle perdere le staffe.

-Io non ti sbavo dietro Malfoy... sei fuori strada!- ma l'espressione del ragazzo la diceva lunga. Il sopracciglio ancora sollevato, le mani incrociate al petto e quel sorrisino sbieco e furbo pronto a deriderla. Una faccia da prendere a schiaffi insomma. -Tu non mi credi...- constatò in fine lei scandalizzata. -Ma è vero io... non...- era talmente scioccata al pensiero che Draco pensasse che lei si fosse presa una cotta per lui che per un istante le si annebbiò il cervello. Era incapace di formulare una frase di senso compiuto.

-Si, come no. Sei senza parole?- la stuzzicò vedendola inerme.

Ginny avrebbe voluto controbattere ma qualcosa, un'idea malsana, finalmente si fece largo nella sua mente costringendola a non emettere nessun suono.

Infondo la situazione poteva andar peggio. Draco avrebbe potuto capire che lei gli stava alle costole solo per scoprire cosa stava tramando e allora sarebbero stati guai grossi per lei. In questo modo invece lui credeva che lei si stesse prendendo una cotta per lui, il che la scagionava da molte accuse e le dava quasi il diritto di continuare a seguirlo senza dare troppo nell'occhio. La sua reputazione sarebbe stata distrutta per sempre, questo era anche vero, e il suo buon nome infangato, ma almeno sarebbe stata utile prima a Harry, e in caso avesse avuto ragione lui, sarebbe stata utile anche a tutti gli altri nel mondo magico e non!

Aveva la possibilità di salvare l'intero mondo magico per la miseriaccia! Quello non era che un piccolo ma utile sacrificio.

Si convinse che era un sacrificio più che nobile e decise quindi di andare avanti.

-E se anche fosse?- mai frase fu più difficile da pronunciare... Draco parve rifletterci su colpito da quella risposta. Probabilmente non se lo aspettava. -E anche fosse così tu non hai nessun diritto di sbattermelo in faccia in questo modo Malfoy.- Ginny osservò raggiante l'espressione interdetta e spaesata di lui. -Non che sia vero ovvio...- si affrettò ad aggiungere per non destare sospetti.

-Ma certo che non è così... come competere con il buon vecchio San Potter.- Draco pareva stizzito.

Ginny capì quasi subito di averlo punto sul vivo. -Appunto... vedi? La tua teoria è impossibile.-

-E allora come mai ti trovi qui? Come mai mi hai seguito? Perché non fai altro che starmi appiccicato?!- quasi urlava. -Su Weasley non essere ridicola...- aprì le braccia in un gesto di esasperazione.

Ginny lo guardò attentamente. Sembrava il Draco di sempre, nulla di strano. Forse solo quelle borse sotto gli occhi indice di stanchezza. Ma anche questo era spiegabile. Draco non se la passava affatto bene da quando Lucius era stato arrestato. Per un breve istante provò pena per lui.

Ad un tratto notò un sorrisino sbieco illuminargli il viso. Perché rideva?

-Che vuoi?- gli chiese inacidita.

-Lo stai facendo ancora...- le fece notare tornando ad assumere quel ghigno fastidioso.

-Sto facendo cosa?- chiese con una nota di esasperazione allora Ginny.

Lui si fece più vicino. -Mi fissi...- sussurrò a fior di labbra. Si avvicinava lentamente, forse voleva testare il suo coraggio, la sua resistenza prima di retrocedere. La stava testando quel maledetto squalo!

Non si mosse, neanche di un passo. Quando lui l'ebbe raggiunta si fermò così vicino da riuscire a sentire l'odore della sua pelle... era dopobarba? Era fresco. Sapeva di pioggia... di vento... di aria... Nulla a che vedere con quello che avrebbe immaginato per lui. Magari un odore più caldo, di quelli nauseabondi con cui non si ha nessun piacere ad entrare in contatto, di quelli che ti tolgano il respiro.

-Weasley...- ancora un sussurro leggero.

-Si..?- gli rispose piano, ancora persa nei suoi stessi pensieri.

-Lo vedi che ho ragione?-

Le rideva in faccia. Rideva di lei. Rideva, quel maledetto, di lei!

Ma cosa poteva farci se per qualsiasi cosa, anche la più banale, la sua mente intraprendeva viaggi dai quai uscirne poi era un'impresa?!

-Non è affatto così!- gli rispose inferocita.

-E Weasley...-

-Che vuoi?!-

-Io sarei più gentile con me fossi in te.-

-E per quale motivo milord?- gli fece eco scimmiottando i suoi modi da gran signore.

-Molto semplice pezzente. Sono le dieci.- le fece notare. -E io sono un prefetto.- lei continuava a fissarlo, convinta ormai di sapere bene a cosa stesse mirando. -E tu no.- concluse saccente per rendere più chiara l'idea.

Ginny lo guardò dritto negli occhi. -Non lo faresti mai...- non era una minaccia, e neanche una preghiera... una falsa speranza forse. -Non andrai...- lui annuì ghignando. -Malfoy, ma non puoi... tu non puoi...-

-Sta a guardare.- la sfidò senza paura sicuro di se.

-Non dirai sul serio!-

Ma Draco l'aveva già superata pronto a dirigersi da Piton per denunciare la sua presenza fuori dalla sua sala comune al professore che avrebbe colto l'occasione per metterla in punizione e togliere dei preziosissimi punti a Griffondoro.

Lui sarebbe passato come l'eroe della situazione tra i suoi compagni, mentre lei sarebbe stata l'emarginata tra i propri...

Alla fine ci era riuscito, in un modo o in un altro l'aveva presa in trappola!

Doveva impedirglielo...

Lo rincorse, lo raggiunse, gli afferrò il braccio più volte nel tentativo di farlo voltare, di convincerlo, di persuaderlo... Ma in cuor suo sapeva benissimo che era tutto tempo perso.

Lui si divincolava dalla sua presa e si liberava di lei come se stesse scacciando semplicemente una mosca fastidiosa. Neanche si sprecava a rivolgerle la parola quando lei invece tentava con tutte le sue forze di cercare di parlare con lui.

Arrivati a metà strada, dopo il suo ennesimo strattone, fu Draco a voltarsi improvvisamente cogliendola di sorpresa e, spingendola contro una parete, le si parò addosso fermandola con un braccio spinto contro il suo petto quasi a livello della gola. L'impatto fu così violento che per un attimo smise di respirare.

-Così impari a seguirmi...- ringhiò tra i denti a un passo dal suo viso. -Pezzente.- la insultò atteggiando le labbra in una smorfia disgustata.

A Ginny mancò il fiato quando la schiena sbatté contro il muro in pietra e la pressione esercitata dal l'avambraccio del ragazzo sul suo petto era insopportabile. Si sentiva in trappola e la cosa non le piaceva affatto. Si divincolò tentando si spingerlo via senza però riuscirci.

Si fermò sfinita. Era raccapricciante constatare che per quanto lei potesse avere di certo più coraggio di lui e per quanto per una vita intera fosse stata cresciuta tra i maschi, quasi come un maschio, lui restava sempre più forte di lei fisicamente.

E le dava fastidio, le dava un fastidio dell'anima! Quel sentirsi debole, inferiore, incapace di difendersi la feriva nell'orgoglio.

E lui?

Era ancora lì che la fissava trionfante. Sapeva di avere potere su di lei, almeno a livello fisico, e si godeva ogni istante di quella battaglia vinta.

Lei tentò di distogliere lo sguardo, ma guardarlo sembrava inevitabile...

Sorrideva trionfante il principino. Che voglia aveva di prenderlo a ceffoni!

Dopo un ultimo sguardo gelido almeno quanto la pietra che le urtava la schiena, vedendolo allontanarsi sicuro di se, si arrese all'idea di essere denunciata al professore.

Draco Malfoy era pur sempre Draco Malfoy.

 

 

 

 

 

Buon giorno a tutti!!!

Eccoci qui al secondo capitolo di questa storiella. A chi è giunto fin qui voglio augurarmi che sia stata una lettura quanto meno piacevole e spero di essere riuscita ad incuriosirvi e a farvi sorridere almeno un pochino :)

Bene, detto questo spero anche che decidiate di lasciare una vostra recensione, un vostro parere su questo inizio anche per capire se vi sta interessando o meno. Ovviamente mi auguro di si!! XD

Vi mando un bacio e vi prometto che cercherò di aggiornare spesso!!! Sempre se i vari impegni me ne daranno la possibilità...

Ciao a tutti quelli che mi stanno seguendo al prossimo capitolo!!! 

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Capitolo 3
*** la punizione a sorpresa... ***


Capitolo 3

 

 

Il mattino seguente era iniziato nel peggiore dei modi.

Prima ancora di colazione Ginny fu richiamata dal professor Piton nel suo ufficio e le comunicò la decisione di metterla “giustamente” in punizione.

A Ginny quasi scappò una risata sarcastica quando lui le annunciò con quella voce strascicata che “era desolato, ma doveva farlo”.

A chi voleva darla a bere? Non aspettava altro da anni, e adesso per colpa di Draco Malfoy aveva ottenuto il suo momento di gloria.

Vane furono le sue proteste e i suoi tentativi di persuasione. Era deciso più che mai a coronare il suo sogno di assegnarle una punizione esemplare. Adesso quello che le restava da fare era sperare che fino alla fine della giornata non riuscisse ad escogitare qualcosa di troppo devastante. Infondo non gli restava molto tempo per pensare e probabilmente con tutto quello che le avrebbe voluto far fare alla fine non sarebbe riuscito a scegliere in modo adeguato.

Almeno così si augurava lei...

Lasciò l'ufficio del professore sconsolata camminando a testa china, sbuffando di quando in quando fino ad arrivare finalmente alla Sala Grande.

Non sapeva bene per quale motivo ma la strada le era sembrata più lunga del solito.

Già s'immaginava quanto sarebbe stata lunga e pesante quell'intera giornata che aveva davanti.

Si sedette pesantemente sulla panca accanto all'amica che faceva colazione con gli altri.

Certo, loro mangiavano tranquilli e allegri, non erano certo loro quelli che avrebbero dovuto trascorrere una serata intera in compagnia di quel viscido di Piton!

Poi però, qualcosa al di là del tavolo attrasse la sua attenzione. Si domandò come avesse fatto a non notarlo prima. Come poteva un particolare così grande esserle sfuggito di mente a quel modo?

Quel curioso esserino con gli occhiali a pallina, alias “Harry Potter”, stava facendo allegramente colazione, come nulla fosse!

Fu in quel preciso istante che una lampadina si accese nella sua mente e capì. A quel punto capì quanto si fosse sbagliata...

Non era affatto colpa di Draco Malfoy stavolta.

Oh no.

Lui si era limitato a comportarsi da viscida serpe velenosa quale tutti sapevano benissimo fosse. Nulla di straordinariamente strano. Anzi era giusto così.

Ma lui...

Il paladino del mondo magico, il salvatore, il prescelto...

Un corno!

Era colpa sua se adesso avrebbe trascorse ore interminabili insieme al caro professor Piton! E Merlino solo sapeva cosa avrebbe escogitato per lei quella viscida serpe!

Era colpa di Harry se adesso i suoi compagni la guardavano con astio dopo aver saputo dei punti che a causa “sua” avevano perso.

Ma non era affatto sua la colpa ma di Harry Potter!

-Non so come fai a mangiare con tanta serenità.- iniziò lei guardandolo disgustata.

Lui alzò lo sguardo. -Dici a me?- le chiese con innocenza.

Dici a me? Dici a me...?” -Certo che dico a te... ipocrita!- sbatté una mano sul tavolo facendolo sobbalzare. -Non fosse stato per la tua mania accusatrice nei confronti di...- badò bene di abbassare la voce. -Malfoy...- sussurrò guardandosi intorno circospetta. -io adesso non sarei in questa situazione!- urlò infine.

-Abbassa la voce Gin potrebbe sentirti qualcuno.- implorò lui imitando il gesto di lei e guardandosi poi intorno tornando a respirare solo quando ebbe appurato che gli altri avevano troppo da fare per badare a quello che faceva “quella traditrice” della Weasley.

-Non mi importa un'accidente Harry! Tutti mi guardano come fossi un mostro... e tutto per colpa tua. Se non ti fossi fissato con...- ancora un sussurro. -Draco... a quest'ora non avrei avuto bisogno di seguirlo, in piena notte per giunta, e in questo momento la gente non mi guarderebbe con disprezzo. E' colpa tua!- concluse irritata dall'indifferenza che Harry dimostrava in quella circostanza.

-Scusa Gin, forse hai ragione, ma devi ammettere che l'idea è stata tua...- si giustificò lui.

-Per aiutare te!-

-Si certo.. ma...-

-Ma cosa Harry? Adesso mi credono una pervertita, un'ossessa, innamorata di Malfoy per giunta!- a Harry scappò un risolino. -Come se non bastasse anche Malfoy mi crede innamorata di lui.-

-Ma dai Gin poteva andarti peggio...- intervenne Hermione per calmarla.

-Ma davvero Herm? E come? Potevo gettarmi nel lago e essere mangiata viva dalla piovra gigante?-Hermione ridacchiava mentre Harry iniziava a sentirsi un tantino a disagio. -Certo, presto o tardi continuando di questo passo sarà l'unica soluzione.-

Ginny decise di concentrarsi sulla sua colazione, avrebbe lasciato a dopo le occhiatacce e le paroline “gentili” di chi la circondava.

Harry parlava, ma non sapeva neanche cosa le stesse dicendo. Sentiva il ronzio della sua voce fastidiosa ma le parole non le distingueva più presa dai corn flakes che nel tazzone di latte fresco iniziavano ad essere molli, decisamente poco appetitosi.

Ma forse era lei che non aveva appetito.

Levò lo sguardo, come era ormai consuetudine fare, per osservare gli spostamenti di Malfoy. Appoggiata pesantemente su una mano non poté non notare quelle iridi gelide puntarla con fare al tempo stesso minaccioso e divertito.

Draco Malfoy la stava fissando.

Era come se si fossero invertiti i ruoli.

Ginny aggrottò le sopracciglia furente. Quell'espressione voleva dirle: “visto, mi guardi, mi cerchi... e non solo... sono riuscito a fregarti pezzente!”

Se per il primo pensiero aveva un'idea malsana ma positiva considerando le circostanze, qualcosa da girare in suo favore e che le sarebbe risultato molto utile ai suoi fini...

Per il secondo non c'era proprio nulla da fare... Ebbene sì, l'aveva fregata quel maledetto!

Si ritrovò a pensare a quanto avesse sottovalutato il suo avversario. Draco Malfoy era un furbo, e con lui, avrebbe dovuto tenere la guardia alta altrimenti avrebbe rischiato un ribaltamento di ruoli, finendo con il passare da predatore, a preda.

-Se vuoi puoi lasciar perdere tutto.-

La voce di Harry la riportò indietro. Lasciar perdere diceva... -Non adesso.- gli rispose. -Ormai, è una questione di principio.- lo sguardo che lanciò a Draco era più eloquente di milioni di inutili parole.







Erano le otto di sera, Ginny aveva avuto appena il tempo di terminare l'ultima lezione che si ritrovò a correre verso l'aula di pozioni per non arrivare in ritardo alla sua punizione.

Giusto un'ora prima era stata richiamata da Piton il quale le aveva annunciato di presentarsi nella sua aula alle otto in punto, non un secondo più tardi.

Ginny aveva sospirato e “ringraziato” il professore per poi recarsi all'ultima lezione della giornata: la Cooman. Per Merlino che giornata!

Svoltando l'angolo vide Draco e i suoi scagnozzi uscire dalla loro sala comune diretti a cena.

Per un attimo a Ginny venne in mente di cambiare strada, quelle erano le ultime persone che aveva voglia di vedere in quel momento. Poi però la parte orgogliosa del suo carattere ebbe la meglio nel momento in cui si rese conto di quanto fosse codardo quel pensiero. Non era abituata certo a scappare.

Prese un bel respiro, si diede un contegno e a testa alta proseguì decisa a non guardarlo e a non rivolgergli la parola.

-Weasley.- la richiamò lui, ma lei continuò per la sua strada imperterrita. -La Sala Grande è nell'altra direzione... oh...- Draco si porto una mano a battere contro la sua fronte.-giusto, tu sei in punizione.- quel sorrisetto ironico poteva percepirlo anche senza vederlo.

Si voltò furente. -Sei un essere arrogante Malfoy.- non resistette alla tentazione di sputargli addosso un po' del suo stesso veleno. Puntò il suo sguardo in quello dell'altro fiera.

-Calma con le tue sentenza piccola strega... infondo non ti ho costretto io a seguirmi.- i serpeverde risero alle sue spalle. Ginny lanciò loro un'occhiata fugace rendendosi conto di essere sulla bocca di tutti.

-Pensala come ti pare. Ho da fare, non posso sprecare li mio tempo con te.- detto ciò si voltò avanzando di qualche passo prima di essere rimbeccata.

-Ma che strano...- disse lui con finto stupore. -Mi pareva invece che fosse proprio questa la ragione per cui sei in punizione adesso.- Ginny si arrestò senza però voltarsi. -Mi sarò sbagliato...- quell'ironia pungente la detestava! Ma forzando ogni muscolo del suo corpo proseguì senza più degnarlo di uno sguardo con le mani che le facevano male per quanto serrasse i pugni lungo i fianchi.

Serpe!

Draco alle sue spalle rideva, non sentiva le sue risa per via del chiasso che facevano i suoi compagni, ma sapeva benissimo che rideva di gusto... che rideva di lei!







Era ormai mezz'ora che chiusa nell'aula di pozioni scontava la sua punizione.

Quando arrivò Piton la rimproverò per il ritardo, non perse neanche quell'occasione ghiotta per farle notare quanto stesse diventando irresponsabile.

Lei si morse la lingua per non rispondergli a tono. Non voleva certo che levasse altri punti a Griffondoro per via della sua lingua lunga. Si giustificò pazientemente dichiarando che prima aveva dovuto sentire Draco Malfoy vantarsi del colpo fatto con i suoi amici.

Piton tacque pensoso, poi le diede gli ordini.

Avrebbe dovuto togliere tutti i libri dagli scaffali, spolverarli, e in fine riordinarli... in ordine alfabetico ovviamente.

Quando Ginny si voltò per dare un'occhiata ai libri per poco non le prese un accidente. La libreria di Piton era immensa per Merlino, e la polvere pareva essere lì da secoli...

Andava anche bene il fatto che lui di quei libri non avesse bisogno essendo in fin dei conti un grande mago, ma poteva comunque spolverare di tanto in tanto!

Rischiava di essere preda di un attacco d'asma chiusa laggiù in quella sporcizia. Se solo mamma Weasley avesse visto si sarebbe messa le mani nei capelli per poi infuriarsi come un demonio!

Doveva ammettere che questa volta però l'avrebbe sostenuta di certo.

Rassegnata consegnò la bacchetta e prese tutto l'occorrente rassegnandosi a stare lì rinchiusa per ore intere, se non proprio tutta la notte.

Stava ancora smontando gli scaffali dai libri quando la porta alle sue spalle si aprì. Convinta che fosse il professore non si voltò ne disse nulla, anche se avrebbe voluto dirgliene quanttro.

Afferrò un grosso tomo da uno scaffale alto e dopo qualche sforzo riuscì a tirarlo verso di se, ma nell'estate momento in cui era proprio alla punta, le scivolò dalle mani e le cadde addosso facendole perdere l'equilibrio finendo poi rovinosamente per terra mentre l'aria ormai piena di polvere la faceva tossire.

-Sei sempre la solita incapace Weasley.-

Si voltò di scatto e quello che vide la lasciò senza parole.

Malfoy!?

-Che ci fai qua? Vattene, il professore arriverà a momenti.- si levò in piedi e tornò ad occuparsi dei suoi libri.

-E' qui che ti sbagli... non verrà affatto.- concluse quello sedendosi ad una sedia.

Ginny si voltò. Lo trovò sulla sedia con aria imbronciata che si dava un'occhiata intorno intento a studiare la situazione. A suo parere si stava domandando quanto tempo ci sarebbe voluto prima di andarsene. Poi lo vide guardare per terra disgustato da tutto quel disordine. -E perché mai?- gli chiese interrompendo i suoi pensieri.

Lui la guardò. -Perché ha deciso che fossi io ad occuparmi di te.-

Ginny lo guardò di sbieco. Poi tornò alle sue faccende. -E poi sono io quella che perseguita te.- gli fece notare prendendosi la sua rivincita.

Lui si alzò. -Certamente non vorrai credere che io sia finito qui per mia volontà.- Draco era seccato, lo si avvertiva dalla voce.

-Non so, ma la cosa non quadra...-

-Senti bamboccia...- iniziò portandosi al suo fianco. -Se non fosse stato per quella frignona che non sei altro io non sarei qui. Sei andata a spiattellare al prof che sono stato io a farti arrivare in ritardo alla punizione lui ha pensato di...-

-Di cosa?- gli chiese con indifferenza. Se non avesse saputo che Draco era il suo pupillo avrebbe quasi azzardato a pensare che anche Draco in quel momento era in punizione. Scacciò quel pensiero dalla mente, anche se doveva ammettere che le faceva non poco piacere. Giustizia era stata fatta!

-Niente.- tagliò corto lui cambiando poi discorso. -Di certo avevo di meglio da fare che starmene qui con te a non far nulla.-

-A si certo...-

-Cos'è? Non credi che la mia vita possa essere più interessante di così?-

-Se cenare e andare a letto sono cose interessanti, be si certo...- Ginny si morse la lingua quando capì di aver parlato troppo. Iniziò a spolverare più in fretta. Se continuava ad aprir bocca così facilmente rischiava sul serio si spifferargli tutto il suo piano!

Avvertiva i suoi occhi di ghiaccio puntarla. Ebbe un brivido gelido prima di avvertire le orecchie in fiamme. Pregò perché non accadesse, pregò affinché non arrossisse proprio davanti a lui, proprio in quel momento! Sarebbe stato umiliante e avrebbe dato a Draco l'impressione che effettivamente lei lo seguisse e che magari si stesse prendendo davvero una cotta per lui. Ma più ci pensava più sentiva di arrossire. La sua unica salvezza era che non se ne rendesse conto alla luce delle candele.

-Come sai che avrei cenato e poi sarei andato a dormire?- non si era sinceramente aspettata che lasciasse cadere così il discorso.

Non poteva certo digli che l'aveva seguito però. -Immagino che sia così...- lo guardò. -Anche tu hai il coprifuoco quando non sei ti turno... prefetto.- tentò di gettarla sull'ovvio.

Lui annuì semi convinto. -Ma quello che non sai è cosa faccio una volta in sala comune.- le disse avvicinandosi ad un suo orecchio. -Ci sono molte ragazza disposte ad intrufolarsi nel mio letto di notte...- lo soffiò piano, un sussurro intenzionato a metterle i brividi. Le scostò una ciocca di capelli dalla spalla. -Sono in tante quelle che sbavano per me, tante quelle che starebbero con me solo per il gusto del proibito...-

Ginny capì subito che quei riferimenti erano diretti a lei. Draco era sempre più convinto che Ginny avesse un debole per lui.

-Sono affari tuoi Malfoy. Di quello che fai nel tuo letto o con chi lo fai sono solamente affari tuoi.-

Draco si scostò da lei ridacchiando. Si sedette ancora sulla sedia e la osservò mentre si affannava per arrivare agli scaffali più alti senza l'utilizzo della magia.

Notò che non erano poi tanto alte quelle mensole, ma per lei, che era infondo bassina, doveva essere un martirio sollevarsi sulle punte, allungare il braccio quanto più possibili per poi rendersi poi conto di non arrivare comunque.

Dopo l'ennesimo tentativo fallito Ginny vide una mano alle sue spalle afferrare il tomo e posarlo per terra. E così fu anche per gli altri libri in alto.

Si voltò scettica. Draco la stava aiutando?

Rimase lì a fissarlo incapace di capire cosa avesse in mente. Non riusciva a spiegarsi il perché.

-Smetti di guardarmi così Weasley. Non ce ne andremo finché non avrai scontato la punizione quindi... diamoci una mossa.- ma Ginny non si mosse. Lui si voltò guardandola lì ferma impalata. -Eh muoviti! Inizia a pulirli io te li passo.-

Ginny sobbalzò ancora stupita ma fece come aveva detto lui, tanto più che una mano era certamente gradita in quel momento, almeno le speranze di finire prima dell'alba incrementavano.

Si sedette quindi per terra circondata da quei libroni di cui poco le importava e che non avrebbe mai voluto avere la sfortuna di dover leggere, e con un panno iniziò a spolverarli. La polvere la fece tossire ancora.

Quando Draco ebbe finito si levò la giacca rimanendo in camicia e si sedette accanto a lei. -Allergia?- le chiese vedendola tossire con vigore.

-Non lo so, tutta questa polvere mi fa tossire.- si strofinò gli occhi.

-Si vede che non sei abituata.-

Lei lo guardò. -Tu si?-

Lo vide esitare. -Ci sono dei libri a Malfoy Manor che ho categoricamente proibito di toccare. Perderebbero il loro valore se li spolverassero. Non sarebbe la stessa cosa.-

Che idea bizzarra, eppure quella visione di Draco immerso nei libri era ormai qualcosa che non la poteva proprio stupire. Era così che lo aveva immaginato: un piccolo secchione che trascorreva intere giornate tra i libri in solitudine, in alternativa al suo hobby di rendere la vita impossibile a più di qualcuno ovviamente... -Passi molto tempo vicino ai libri impolverati?-

-Solo tutto il tempo che i miei obblighi mi lasciano libero.- ammise con una naturalezza sofisticata. Alle volte il sangue blu del ragazzo pareva quasi tangibile. Se solo fosse sempre così composto quasi quasi sarebbe potuto essere il ragazzo più ambito in tutta Hogwarts, o persino nel regno magico. Ma poi c'era quel suo atteggiarsi a padrone dell'universo, a quello che aveva i soldi e i mezzi facendolo pesare a chi aveva meno di lui e quella macabra ombra che albergava quella sua testolina biondissima, quella che faceva credere a tutti che Draco Malfoy, come suo padre, fosse o comunque sarebbe un giorno diventato uno di loro, uno di quelli che di notte andavano ammantati di nero a caccia di morte: un mangiamorte insomma.

La cosa la fece rabbrividire. Nonostante tutto Draco era stato un suo compagno per così tanti anni che pensarlo in quelle vesti era doloroso in qualche modo.

Ginny levò lo sguardo dal libro che stava ripulendo portandolo su di lui. -Deve essere difficile per te essere un Malfoy in questo momento.-

-Non più di quanto non lo sia sempre stato.- ammise, e quello che a Ginny parve di vedere fu un sorriso tirato, triste.

Una ciocca di capelli le ricadde sul viso nell'abbassare il capo. Con un gesto spiccio la portò dietro l'orecchio.

Draco afferrò un panno e iniziò a spolverare. Ginny lo osservò di sottecchi, senza farsi beccare da lui intenta a spiarlo, mentre un po' imbranato si rigirava il tomo tra le mani.

-Grazie.- le venne quasi spontaneo dirgli.

-Non lo faccio per te ricordalo bene. Voglio andare a letto, è già abbastanza tardi.-

Sorrise nel vederlo così affannato a trovare scuse su scuse, certo era che ad ogni modo erano migliori di quelle che tirava fuori lei sotto pressione... -E chi sa quante ragazze ci saranno in fila ad aspettare dietro la tua porta.- Ginny rise rumorosamente.

-Ridi, ridi. Ma tu non hai idea di quante mi vogliano.- affermò lui sporgendosi verso di lei guardandola con aria di soddisfazione.

-Ma tu fai il prezioso e non ti concedi a nessuna...-

-No, no ti sbagli.- le rispose scandalizzato da quella prospettiva. -Che mi prendano pure!- Draco allargò le braccia per rendere meglio l'idea della sua apertura a qualunque genere di esperienza. Ginny rise ancora e questa volta anche a Draco sfuggì un risolino. -Mi dicevano che ti vedevi con Dean Thomas.- la guardò un attimo mentre lei ancora affaccendata non si scompose affatto. -Le voci girano.- insistette.

-Che girino pure.- ammise lei serena. -Si ho avuto una mezza storia con lui, ma è finita ancora prima di iniziare.- alzò lo sguardo, Draco la guardava come a volere maggiori dettagli. -Non lo sopportavo.- concluse lei spiccia.

-Certo che no. Lui non era certo Harry Potter.- Draco riprese a pulire.

Ginny alzò gli occhi al cielo. Che noia! -Non capisco perché tutti si fissino su quella storia.- si sentiva un po' frustrata in merito. -Si è vero che ho avuto una cotta per lui in passato ma... la gente cresce per la miseriaccia!-

Draco levò lo sguardo scettico. -Vuoi dirmi che non sei più l'innamorata di Harry Potter?- non ci credeva se doveva proprio essere sincero.

-No.- ammise lei ferma. -Harry è un buon amico. Ma l'amore... quello è un'altra cosa.- finì in un sussurro spolverando il libro che aveva tra le mani con maggior apprensione di prima.

-E cos'è per te l'amore?-

Quasi le cadde dalle mani. Ma quella domanda lasciò più spiazzato lui di quanto non fece con lei.

Ginny non sapeva come rispondere. Non sapeva se la domanda fosse sincera o semplicemente buttata lì a caso per fare conversazione. Ma poi Draco che voleva fare conversazione con lei era ancora più ridicolo della domanda stessa. Più probabilmente aveva voluto metterla a disagio.

Non riusciva a catturare il suo sguardo, chino sui libri com'era.

Draco Malfoy che le chiedeva cosa fosse l'amore...

Come rispondergli?

Notando il silenzio e l'esitazione lui alzò lo sguardo su di lei. -Ehi non prenderla così sul serio. Era solo una domanda.- per qualche strana ragione Draco tentò di smorzare il suo imbarazzo. Ginny azzardò che anche lui doveva essere in imbarazzo.

-Si, lo so.- si scosse da quel torpore e riprese a pulire. -Ma la verità è che non saprei rispondere.- sorrise e ridacchiò lievemente. -Non ci avevo mai riflettuto su.-

-Neanche io.-

Ginny gli sorrise poi tornò al suo lavoro.




Un oretta trascorse tranquilla.

-Sei più silenzioso del solito quest'anno.- gli fece notare lei. Lui la guardò senza replicare. -Voglio dire... prima i battibecchi nei corridoi erano all'ordine del giorno. Non potevamo muovere un passo senza che tu fossi li pronto ad un litigio sbucato dal nulla.-

Draco ridacchiò. -Bei tempi.- si limitò a confermare.

-Cos'è cambiato?- gli chiese.

Si era resa conto che in quell'atmosfera confortante il momento ideale per fargli domande inopportune le era stato servito su un piatto d'argento. Quelle domande che in altre circostanze non gli avrebbe fatto mai erano possibili in quell'occasione. Non poteva farsela sfuggire. Lui sembrava ben disposto nei suoi confronti e le sue risposte avevano perso la solita acidità.

-Tutto.- fu la sua sola risposta.

Un po' poco per quello che le sarebbe servito sapere. Doveva insistere. Terminò di pulire l'ultimo tomo e si sedette più comodamente. -In che modo?-

Draco la guardò, e per un attimo quello sguardo parve furente, ma finì con l'acquietarsi.

-Le situazioni cambiano, le persone cambiano e così anche le abitudini. Non ho la testa di stare dietro allo Sfigato in questo momento...- abbassò lo sguardo. -Ho già i miei guai a cui pensare.- ammise piano.

-Quali guai?- azzardò lei piano.

Lui parve fulminarla. -Non sono affari tuoi Weasley.- l'ammutolì. -Non cercare di entrare in dettagli che non ti riguardano. La tua ossessione per me non ti da il diritto di ficcare il naso nella mia vita.- concluse alzandosi.

-Io non sono ossessionata da te!- si alzò anche lei.

Lui si voltò a fissarla con un sorrisetto ironico sul volto. -Come no...- prima ancora che potesse replicare però la precedette. -Muoviti, dobbiamo riordinare tutto in ordine alfabetico.-

Ginny si voltò partendo alla ricerca dei libri che iniziassero per “A”.

-Come ci sei finito tu qua poi non lo so.- lo disse più rivolta a se stessa che a lui, ma fu udita comunque.

-Sono il diretto responsabile della tua punizione, e in quanto tale sono io che devo tenerti d'occhio e assicurarmi che tu finisca tutto in tempo. Almeno è quello che mi ha detto Piton.-

Certo, un'altra scusa plausibile, pensò lei. -Ma Piton non ti aveva certo detto di darmi una mano...- lo stuzzicò e rise quando gli cadde un libro dalle mani.

-Ti ho già detto che è solo perché...-

-... hai sonno e vuoi andare a letto.... lo so lo so. Come sei noioso Malfoy.- sorrise tornando al lavoro mentre lui raccoglieva il libro e lo metteva sugli altri nella fila delle “A”.





Era ormai mezzanotte quando i due finirono il loro lavoro. Sfiniti si gettarono per terra nel tentativo di riposare la schiena che dopo tante ore piegata doleva ad entrambi.

Ginny non aveva fatto altro che tossire e strofinarsi gli occhi. Anche in quel momento li stava sfregando con le mani annerite dalla polvere e dalla sporcizia, ma bruciavano e non poteva fare altrimenti. Le bruciavano immensamente ed erano ormai rossi e gonfi.

Draco si voltò di lato reggendosi su di un gomito. -Che hai?- le chiese.

-Niente.- fu la sua risposta secca.

-Che hai?- insistette lui.

-Gli occhi Malfoy, gli occhi.- gli rispose stufa di quell'insistenza.

-Che hanno i tuoi occhi?-

-Mi bruciano.- quanto poteva essere pressante?

-Forse è meglio che ci diamo una mossa e rientriamo in dormitorio.- propose lui, ma prima che si fosse alzato Ginny lo contraddisse.

-Io non posso. Credo che rimarrò qui stanotte. Non sarei in grado di rientrare. Ho gli occhi incollati.-

-Non puoi rimanere qui Weasley, sarei costretto a rimanere con te e non ne ho nessunissima voglia.- le rispose.

-Non scherzo affatto. Non posso camminare così.- Ginny si mise comoda pronta a trascorrere la notte lì, sul pavimento dell'aula di pozioni.

Draco si distese ancora sul pavimento tornando a fissarla. Ginny avvertì il suo sguardo su di lei, ma fece finta di nulla sperando se ne andasse.

-Non posso andarmene senza di te. Io sono responsabile della tua incolumità stanotte ricordi?-

Lei fece spallucce e lui notando quell'insofferenza si sporse in avanti afferrando la mano di lei che continuava a strofinare gli occhi arrossandoli maggiormente. -Sta ferma e che diamine!-

-Che fai? Lasciami!- Ginny si agitò a quel contatto. Tentò di allontanarlo da se ma lui le afferrò entrambe le mani bloccandole sopra le testa tenendole ferme con una sola delle sue inchiodandola al suolo. Ancora una volta la sua impotenza fisica contro il ragazzo ebbe la meglio. Maledetto vigliacco! Pensò. Se ne approfittava perché in quel momento era anche troppo debole per reagire, e poi alla cieca era ancora più impossibile che lei avesse la meglio. Ma sarebbe arrivato il giorno in cui l'avrebbe spuntata e quel giorno sarebbero stati cavolacci suoi!

Lui Intanto la sormontava e pareva fissarla anche se non riusciva a vederlo bene. -Lasciami ti ho detto.- insistette.

-Smetti di fare la bambina e lasciami dare un'occhiata.- l'ammonì con fare severo. Pareva sapere quello che faceva.

Dopo un po' Ginny gli chiese cosa stesse guardando e lui la zittì ancora. Ginny distolse lo sguardo imbarazzata e infastidita.

Lui le afferrò la mascella con la mano costringendola a fissarlo. -Guardami.- ringhiò stufo. Lei ubbidì mentre la mascella iniziava a dolerle per quella presa troppo ferrea.

Non sapeva se semplicemente non si rendesse conto della sua forza o se lo facesse con intenzione.

Quella strana situazione la metteva a disagio. Il silenzio della stanza poi faceva sì che l'unico suono che udisse era il respiro di lui. Era così vicino da percepirne il respiro sul viso. Così vicino da sentirne l'odore. Arrossì lievemente.

-Non hai finito ancora?- gli chiese stanca osservandolo tra le ciglia semichiuse.

Lui le lasciò il viso e le passò le dita sugli occhi costringendola a chiuderli. Il suo tocco era delicato, così lieve da convincerla a dargli ascolto, a fare come diceva, così diverso dall'atteggiamento tenuto fino a quel momento. Li chiuse mentre lui ancora le sfiorava le ciglia. Per un attimo parve dimenticare che quello che le carezzava il viso fosse proprio Malfoy.

Percepì un movimento, ma non aprì gli occhi. Udì la sua voce pronunciare delle parole silenziose, un sussurrare lieve, un bisbiglio incomprensibile ma quasi cullante, tanto da farle venire i brividi lungo la schiena. Non riusciva a distinguere cosa dicesse e intanto la punta della bacchetta di lui era sulle sue palpebre, e pian piano scivolava sul suo viso fino a sfiorarle le labbra che dischiuse lievemente a quel contatto.

-Aprili.- le disse in n sussurro roco senza smettere di accarezzare i contorni delle sue labbra con la bacchetta.

Ginny lo fece, e lo vide. Poteva vederci di nuovo bene, il bruciore era cessato. Lui era lì che sorrideva compiaciuto di se stesso. Gli occhi a fissare a propria bacchetta che non smetteva di muoversi sul suo viso solleticandola a tratti.

-Ci vedo.- ammise.

-Lo so.- finalmente la guardò e Ginny deglutì per la spossatezza che provava in quel momento.

L'altra mano che le imprigionava le proprie allentò la presa e Ginny poté muovere le dita finalmente. Ma non la lasciò andare del tutto, con la mano continuava ad accarezzarle i palmi fino ad arrivare alle dita sottili e poi ancora tornando verso i polsi.

Ginny non sapeva più cosa fare, o meglio cosa volesse fare. Sarebbe stato così facile alzarsi approfittando di quel momento di tranquillità e andar via, e così opportuno anche...

Ma se doveva dirla tutta, ogni muscolo del suo corpo era in quel momento rilassato e la voglia di muoversi era nulla. Aveva anzi voglia di continuare a ricevere quelle carezze silenziose non curandosi del particolare che provenissero dal suo nemico.

Un momento di debolezza che volle concedersi.

Respirò affondo quando la punta della bacchetta, che ancora le carezzava la pelle lentamente, scivolava sulla sua guancia, e arrivava a sfiorarle le labbra ancora una volta, e che piano scendeva sul mento, sulla gola...

Ginny rimase ferma, incapace di muovere un solo muscolo. Draco la fissava ancora, non distoglieva il suo sguardo da lei. Si sentiva catturata, intrappolata da due iridi troppo fredde, troppo chiare, troppo diverse da quello a cui era abituata.

Ad un tratto avvertì la punta della bacchetta conficcarsi nell'angolino sotto la mandibola. La presa sui polsi si fece salda e ogni muscolo si ridestò così bruscamente che quasi rischiò di affogarsi.

-Se lo dici a qualcuno Weasley... sei morta.-

Ed ecco l'incantesimo spezzarsi. Come poteva non tornare ad essere il principe delle serpi..?

-A chi vuoi che lo dica? Non credi che farebbe senso a me almeno quanto lo farebbe a te?-

Lui sollevò le sopracciglia in un gesto svelto che stava a significare quanto poco gli importasse di quello che passava per la mente di lei.

Si levò in piedi e si rimise la giacca.

Uscendo dalla porta le disse solamente: -Andiamo.-





L'aveva accompagnata fino alla scala che portava al suo dormitorio. Non le aveva detto il perché, ma Ginny immaginava fosse per via dei prefetti che avrebbero potuto vederla in giro di notte e metterla ancora in punizione, così come non aveva più pronunciato una parola da quando avevano lasciato l'aula di pozioni.

In piccola parte ne era felice, sia per una cosa che per l'altra. Il castello di notte era alquanto spettrale, ormai nessun luogo pareva essere sicuro, e sinceramente non aveva voglia di parlare con lui, anche perché era ancora intenta a giustificare se stessa da quel momento di debolezza avuto poco prima.

Guardò Draco di sottecchi, era serio e camminava dritto. Non aveva più quell'aria spaurita che aveva avuto negli anni passati. L'espressione era diversa, era severa, preoccupata, più triste...

Ma in quel momento gli parve più adulto, più uomo in qualche modo. Quel pensiero la incupì. Ci doveva essere una spiegazione a quel cambiamento e purtroppo o per fortuna, toccava a lei scoprirlo.

Per il momento si accontentava della sola spiegazione logica che la sua mente le forniva, cioè che mancando suo padre a Draco toccava il compito del capofamiglia. Tutto qua. Ecco spiegata la sua improvvisa maturità!

Sorrise. Sarebbe stato facile se fosse stato davvero così.

Draco Malfoy aveva avuto un cambiamento troppo radicale per non accorgersene o per far finta di non vederlo. In quel momento più che mai si rese conto di avere qualcosa da scoprire. Che Harry avesse ragione? Si ritrovò a pensare. E se così fosse stato allora lei camminava fianco a fianco ad un mangiamorte.

Rabbrividì al solo pensiero.

Non poteva crederci nonostante tutto. Se così fosse stato non sarebbe stato gentile con lei un momento prima. Se fosse stato un mangiamorte allora avrebbe gioito delle sue pene, avrebbe fatto qualcosa per aumentarle il dolore, non l'avrebbe certo curata.

Draco Malfoy, ma cosa poteva nascondere quel nome? Cosa poteva esserci di così spaventoso da farlo cambiare a quel modo se non l'essere stato marchiato?

Decise, avrebbe scoperto senza ombra di dubbio se il ragazzo aveva il tatuaggio. Ormai era una questione di principio.

-Eccoci arrivati Weasley.- annunciò lui fermandosi di colpo. -Sana e salva al tuo dormitorio.- parve sorridere nella penombra burlandosi dei lei. -Puoi dire a Lenticchia che non ti ho torto neanche un capello.- le fece un occhiolino e girando sui tacchi la lasciò lì... sola a riflettere e a ricordare che forse i capelli in effetti non glieli aveva toccati, ma di certo non aveva proprio tenuto le mani al loro posto quel serpente velenoso!

Ma questo Ron non lo avrebbe saputo mai. Ovvio. Adesso lei e Draco avevano un piccolo segreto da mantenere e sapeva in cuor suo che non sarebbe andato a spiattellarlo in giro, perché infondo quell'intesa che pareva essersi creata qualche minuto prima era stata colpa di entrambi.







Eccoci qui al terzo capitolo della nostra storiella :)

Come avrete notato è un po' più lunghetto del solito, e so già che apprezzerete molto questa cosa XD spero che abbiate apprezzato altrettanto il contenuto del capitolo e che la storia continui a piacervi e a stuzzicarvi.

Spero di aggiornare presto!

Quindi... be nulla ^.^ alla prossima ragazzi!!! Un bacione a tutti quelli che seguono la storia!!!

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Capitolo 4
*** capita per caso... ***


Capitolo 4

 

 

Lo avrebbe tormentato e seguito fino in capo al mondo. Lo avrebbe cercato per mari e per monti senza darsi sosta e senza tregua, solo per non sentir più quelle noiosissime lamentele che Harry le propinava durante ogni momento libero della giornata.

Era arrivata addirittura a preferire una lezione di Piton alla cena...

La cena! Il momento più bello di tutta la giornata. L'unico momento in cui poteva staccare un attimo la spina e dedicarsi solo a tutte le prelibatezze che il suo piatto riuscisse ad ospitare...

L'unico momento in cui non doveva stare a preoccuparsi di dove diamine quel damerino platinato di Malfoy si fosse andato a cacciare, o peggio l'unico momento in cui era felice di essere nello stesso posto in cui era lui... lontana da enormi tomi, doveri e noia.

Questa storia doveva finire, e sarebbe stata certamente lei a mettervi la parola “punto” quanto era vero che il suo nome era Ginevra Weasley!

Lo vide seduto insieme ad un gruppetto di serpi, il suo solito gruppetto ad essere sinceri, con quell'oca della Parkinson sempre presente a reggergli il moccio.

La giornata era piacevole e non tirava vento. Molti studenti durante la pause erano usciti all'aperto per godersi le ultime giornate soleggiate prima dell'arrivo del duro inverno che avrebbe oscurato il cielo per lunghi mesi. Fra questi c'era anche lui che sotto un grosso albero discuteva animatamente con gli altri della sua combriccola.

Avrebbe dato tutto quello che aveva per ricordare in quel momento la formula magica usata per sentire anche a lunghe distanze... ma era innegabile, lei non era mai stata una frequentatrice assidua della biblioteca.

Imprecò mentalmente mentre si faceva strada nella sua mente l'unica soluzione possibile: avvicinarsi al gruppetto.

Si fece più vicina per sentire le loro conversazioni, a passo moderato attena a non calpestare neanche il più piccolo dei ramoscelli per non far rumore. Per fortuna quell'albero dall'ampio tronco poté farle da riparo mingherlina com'era.

-No, Pansy cara... non hai capito niente. Come al solito.- la voce di Draco pungente e rassegnata al contempo.

-Ma potrei se solo tu me lo spiegassi meglio...- fece lei lagnosa.

-Sarebbe inutile, e poi ti ho già detto che non sono cose da ragazzini.- fece una pause, la voce greve. -Ascolta un consiglio e restane fuori...- le suggerì abbassando il tono di voce.

Ginny era curiosa. Cosa poteva essere questa cosa tanto rischiosa che neanche Pansy poteva sapere? Perché non dirle nulla e perché era meglio se non lo sapesse? Che Harry avesse ragione? Che Draco stesse tramando qualcosa?

Si sporse un pochino per sentire meglio. Qualcosa, anzi no, ogni singola fibra del suo essere le diceva che stava per udire quello che lambiva così tanto sapere.

-Ma Dracuccio dimmelo, io potrei darti una mano...- lei ancora lagnosa, lui... silenzio.

Perché non le rispondeva?

Si volle fare più vicina per sentire meglio ma nell'avvicinarsi posò il piede su di una foglia secca che scricchiolò. A Ginny prese un colpo! Le si arrestò il fiato di colpo in gola. Il cuore che batteva a mille e il panico ad assalirla. Cosa avrebbe dovuto dire alle serpi se l'avessero trovata lì ad origliare? Una scusa plausibile e decente era impossibile trovarla in così poco tempo. Ancora una volta si maledisse per quell'assurda abitudine di non avere mai un piano e di partire subito in quarta all'avventura!

Non si mosse più neanche di un centimetro nella speranza che nessuno avesse sentito.

-Il Quidditch non è cosa da ragazzine, fine della questione.-

Ginny quasi incespicò sui suo stessi piedi.

Quidditch?

Quidditch?!

Era quasi morta d'infarto, aveva dovuto trattenere il fiato quasi fino a diventare cianotica pur di non emettere neanche il più piccolo dei suoi, come appunto respirare... e tutto per una stupidissima partita di Quidditch!

Dovette fare ricorso a tutta la sua calma e la sua temperanza per non uscire allo scoperto urlando come un'ossessa.

Dannazione a lui!

Maledisse Draco Malfoy in tutte le lingue conosciute.

-Andiamo.-

Quando finalmente si furono allontanati tirò un sospiro di sollievo. Almeno poteva riprendere a respirare.







Dopo le lezioni pomeridiane come ogni giorno Draco si recò in biblioteca, e Ginny lo seguì...

Lo vide accomodarsi al solito tavolino, vicino alla finestra, aprirla e sedersi aprendo un grosso tomo. Con la testa appoggiata sul palmo della mano pareva assorto nella lettura.

Ginny invece in piedi sulla soglia era indecisa su quale atteggiamento adottare. Voleva avvicinarsi, magari per spiare cosa avesse da leggere con tanta attenzione, ma non aveva idea su come fare.

Quando d'un tratto lo vide levare lo sguardo posandolo su di lei aggrottando un sopracciglio, s'irrigidì. Probabilmente si era sentito osservato. Oppure più semplicemente era in stato di allerta, il che l'avrebbe portata a dedurre che stesse nascondendo qualcosa....

Ad ogni modo fu solo in quel momento che riportata bruscamente sulla terra, capì che restando lì impalata avrebbe dato modo di sospettare. Senza pensarci troppo si avviò verso gli scaffali più vicini a lui leggendo i titoli delle copertine con vago interesse sfiorandone qualcuno di tanto in tanto sempre attenta a tenerlo a bada con la coda dell'occhio.

Lo vide voltarsi nella sua direzione più spesso del consueto arrivando a domandarsi se avesse intuito che lei fosse lì per lui o meno.

Si diede mentalmente dell'idiota, infondo, perché avrebbe dovuto?

Afferrò il primo libro con un titolo accettabile prendendo a fogliarlo con aria vaga.

Si voltò. Il tavolino alle spalle di Malfoy era libero, non perse tempo ad occuparlo. Con disinvoltura si avvicinò e scostando la sedia si sedette. Erano ormai schiena contro schiena.

-Weasley.-

Quello di Draco le era parso un saluto più che un richiamo, anche se doveva ammettere che aveva sussultato nel momento in cui aveva sentito la sua voce pronunciare il suo nome. Ricomponendosi decise di adottare lo stesso atteggiamento senza scomporsi.

-Malfoy.- voltò pagina con noncuranza e afferrando la piuma prese a scrivere i suoi appunti.

-Ci incontriamo spesso di recente...- insinuazione scomoda affermata con tono neutro. Raccapricciante.

Ginny sentiva il rumore della puntina della piuma che continuava a scrivere come se nulla stesse accadendo. Draco era imperturbabile. -La scuola è quella che è.- gli rispose Ginny adottando la sua stessa strategia.

-Non ti facevo tipo da biblioteca. Gli altri anni non era certo qui che trascorrevi il più del tuo tempo.-

-Le abitudini cambiano... per tutti...- si voltò verso di lui che ancora con il capo chino era intento a scrivere sulla pergamena gli ingredienti di una qualche pozione che lei ancora non poteva conoscere. -O forse mi sbaglio Malfoy?- calcò la mano. Quella di Ginny era una chiara allusione al suo temperamento calmo e disinvolto, decisamente diverso dall'impulsività che lo aveva contrassegnato gli altri anni.

Draco cessò di scrivere. Ginny lo vide restare immobile per un istante prima di voltarsi verso di lei. A quel punto era ad un palmo dal suo naso. Per qualche strana ragione si sentì a disagio, la gola secca e il respiro pesante. Tentò comunque di non darlo a vedere ingoiando il vuoto e battendo le palpebre più del necessario.

-Non saprei. Sei tu quella che ha cambiato abitudini, le miei sono sempre le stesse.-

-Oh si certo Malfoy, tu sei sempre stato un ragazzo serio e taciturno dedito allo studio e ben lontano dalle azzuffate per i corridoi...- il sarcasmo pungente di Ginny parve smuoverlo solo per un millesimo di secondo, tutto quello che lei riuscì a percepire fu un luccichio strano nei suoi occhi, ancora così vicini, ma poi sorrise sollevando in modo spiccio le sopracciglia. Si alzò senza dire più nulla e si diresse verso gli scaffali ignorandola lasciandole quasi la sensazione che quel discorso non si era tenuto mai e che in realtà lo avesse solamente immaginato.

Dannato smorfioso!

Ginny dovette comunque tirare un sospiro di sollievo. Non riusciva a spiegarselo, ma stargli così vicino, sopportare una conversazione che andasse oltre i semplici insulti, la spossava parecchio.

Ma nonostante tutto avrebbe tenuto duro, aveva una missione da portare a termine e a qualunque costo avrebbe scoperto cosa si nascondeva dietro a quella figura ambigua.

Non vedendolo tornare decise di seguirlo.

Sezione: libri proibiti.

Fantastico, l'unico luogo di tutta la biblioteca macabro e buio. Ma ovviamente non poteva essere andato che lì. E lei? Lei avrebbe dovuto seguirlo per la miseriaccia!

E così fece. Lo seguì portandosi dall'altra parte dello scaffale. Fece finta di osservare interessata i titoli dei libri sfiorandone qualcuno di tanto in tanto. Si guardò la mano e tutto quello sporco le ricordò la punizione dell'altra sera. Storse il naso ricordano quel momento di debolezza. Non sarebbe ricapitato, aveva deciso che sarebbe rimasta focalizzata sulla missione senza lasciarsi coinvolgere da inutili contrattempi.

Arrivata alla fine dello scaffale si voltò per seguirlo dall'altra parte ma sentì qualcosa afferrarle un polso e poi con violenza fu scaraventata contro la parete. Avvertì una fitta dolorosa alla schiena nel momento in cui urtò il muro.

Il dolore cesso in un istante e riaprendo gli occhi trovò quelli di lui a fissarla aggrottati. Era ormai schiacciata tra lui e la parete alle sue spalle. Non poteva fuggire.

Per un attimo, solo uno, si perse all'interno di quello sguardo marmoreo incapace di voltarsi, incapace di non ricambiare. Quegli occhi, di un grigio tanto intenso da ricordarle quelle giornate di pioggia in cui non si vede uno spiraglio di luce, scuri come il mare durante una tempesta. Vibranti di energia. Capaci da soli di metterla a tacere.

Un brivido silenzioso le percorse la schiena, interrotto nel momento in cui le parole di lui le gelarono il sangue.

-Che diavolo hai in mente Weasley?!- lo disse tra i denti per non destare attenzioni, impedendosi di urlarle contro solo per paura di essere udito. Ginny lì per lì presa alla sprovvista non rispose, cosa avrebbe dovuto dirgli? -Lo so che mi stai seguendo, quello che non capisco è il perché. Voglio delle spiegazioni Weasley e le voglio immediatamente.-

-Io non ti sto seguendo.- fu l'unica risposta che il suo cervello le diede il tempo di formulare.

-Certo come no...- fece roteare gli occhi seguiti da una risatina isterica. Draco pareva stufo. Tornò a guardarla più serio che mai. -Io non la bevo la storia della tua stupidissima cotta per me Weasley sia ben chiaro. Non mi importa di quello che gli altri vanno in giro a raccontare... l'eterna innamorata di Harry Potter ha ben poco a che fare con me. Ti avverto, stammi alla larga, a lungo andare potrei perdere la pazienza.- la premette ancora un attimo contro la fredda parete alle sue spalle per poi staccarsi da lei con brutalità lanciandole un ultimo sguardo prima di dirigersi verso il suo tavolo con la stessa noncuranza con cui l'aveva lasciato.

Ginny dal canto suo preferì aspettare prima di avviarsi anche lei verso i suoi libri, che ancora aperti, erano lì ad attenderla. Il petto che si sollevava e riabbassava a ritmo dei suoi respiri affannosi. Se l'era vista brutta.

Draco era riuscito a lasciarla senza parole, a intimorirla. Era rimasta lì inebetita a sentirlo parlare senza neanche difendersi. Ma non aveva idea di cosa avrebbe potuto dirgli. Lo aveva sempre sospettato che dietro quell'aspetto da perfetto idiota nascondesse una perspicacia pungente, ma quello che non credeva era di avvertire quell'energia provenire da lui. Era come se un solo sguardo bastasse a neutralizzare le sue difese, a mandarla in confusione. Quella sensazione di panico che la faceva sentire incapace di mentire, di trovare una scappatoia.

E pensare che l'aveva visto sempre come un inetto, un ragazzino incapace forte solo della protezione altrui: suo padre e in sua assenza i suoi gorilla.

Adesso si rendeva conto che dietro la sua naturale vigliaccheria c'era del potenziale, probabilmente ancora acerbo, ma di certo era qualcosa di potente.

-Wow...- le sfuggì a fior di labbra mentre ancora sconcertata cercava di rielaborare le idee.

Quel maledetto!

Cosa avrebbe dovuto fare adesso che sapeva che gli era alle costole. Forse per un po' era meglio lasciarlo perdere, o meglio ancora...

Come un'illuminazione divina, si accese una lampadina nella sua mente.

Le voci sul suo possibile innamoramento potevano anche tornarle utili. Bastava solo riuscire a convincere Draco che lei aveva sul serio una cotta per lui, a quel punto avrebbe avuto campo libero per agire...

Ma d'altra parte la cosa era inverosimile.

Come aveva già avuto modo di appurare, non era certo di uno stupido che stava parlando.

Intanto però, quella era la migliore idea che le era venuta fino a quel momento. E a dirla tutta era infondo anche l'unico piano che aveva formulato. Non aveva altro in mente, non al momento almeno, e il tempo correva non aspettava certo lei.

Si avviò verso il tavolo lentamente sedendosi ancora dandogli le spalle.

Non riprese a scrivere però, la tensione era ancora troppo alta. Poteva percepire il rumore della sua piuma scorrere lungo il foglio e poi, un tonfo. Aveva chiuso il libro. Guardò l'orologio:era trascorsa un ora...

Draco prese le sue cose e andò via lasciandola ancora sola a riflettere.







La sera a cena Ginny era ancora una volta decisa a non demordere e a non lasciarsi prendere dal panico.

-Come procede Gin?- le chiese Hermione tra un boccone e l'altro.

-Diciamo che sono ancora a zero. E' un tipino la nostra serpe.- Ginny sorrise. -Ma io lo sono di certo più di lui.-

-Su questo non ci sono dubbi.- l'assecondò Ron mordendo un pezzo di pane.

-Bene, quindi notizie?- anche Harry era impaziente di sentire, per ragioni ovviamente diverse.

-No Harry, no.- fece Ginny esasperata. -Ha capito che lo seguo, ha capito che gli sono alle calcagna e adesso credo sia sulle difensive.-

Hermione sospirò sonoramente. La sua indignazione per quanto succedeva era palese a tutto il gruppo, ma mentre Harry e Ginny ignoravano le sue richieste di pace, Ron era abbastanza propenso a stare dalla sua in quell'occasione. -Gin lascia perdere prima di superare una soglia dopo la quale non portai più tornare indietro.- Hermione era preoccupata, per nulla convinta di quello che stava facendo l'amica.

-Posso solo dire che a mio favore ho un elemento: lui non ha ancora capito il perché del mio interessamento.- Ginny sorrise trionfante.

-E tu hai già una soluzione in merito non è forse così.- l'imbeccò Harry.

Annuì vigorosamente. -Credo proprio di si.- gli rispose lei con uno strano luccichio negli occhi. -Hai presente quella voce ridicola che gira già da un po' per la scuola?-

-Quella che dice che tu saresti innamorata di Malfoy?- chiese Ron tra un boccone e l'altro senza prestare però troppa attenzione a quello che stavano dicendo preferendo di gran lunga rimpinzarsi prima di andare a dormire.

-Esatto.- Ginny aveva un sorrisetto malizioso stampato in viso.

Hermione la guardò e capì. -Oh benedetta ragazza... non starai pensando quello che io temo tu stia pensando...-

-Si Herm.-

-Perché a che sta pensando?- chiese il rosso alla ragazza sedutagli difronte con aria distratta. Ma prima che Hermione potesse riprendersi dalla notizia e dargli una risposta Ginny stava già spiegando il suo piano.

-Approfitterò di questa ridicola diceria per rendere il tutto più veritiero ai suoi occhi.-

Ron quasi si strozzò con la mollica. Hermione prontamente gli versò dell'acqua costringendolo a berne qualche sorso per non morire soffocato, anche se in quel momento Ron avrebbe di certo preferito la morte all'idea di vedere la sua adorata sorellina con quell'essere arrogante di Malfoy. -Tu non ti innamorerai di Draco Malfoy!- era furibondo. Dopo aver tossicchiato un po' si era levato in piedi e aveva battuto una mano sul tavolo. Per fortuna la voce strozzata e la tosse avevano mascherato più di qualche parolina alle orecchie indiscrete di chi si era voltato per cercare di capire cosa stava succedendo dalle loro parti.

-No Ron certo che no...- Ron tirò un sospiro di sollievo. -Sarà solo una messa in scena.- terminò con la naturalezza di chi stesse parlando del più e del meno, avendo però l'accortezza di mettere una mano a nascondere le labbra sussurrando.

-Cosa?!- Ron e Harry non sapevano cosa dire.

-Tu non farai nulla del genere!- l'aggredì il fratello, questa volta con voce chiara, diventando rosso in viso.

-Certo che lo farò, non sarai certo tu ad impedirmelo Ron.-

-Certo che sarò io ad impedirtelo!-

-E' l'unico modo!-

-Non mi importa nulla del modo... ti proibisco di continuare con questa storia...- a Ron tremava la voce. Il pensiero di vedere la sorellina correre dietro a quella viscida serpe lo ripugnava. -Deve finire... questa storia deve finire subito!- Ron si era alzato ancora in piedi urlando come un forsennato. E questa volta sarebbe stato impossibile non sentire le sue parole.

Ginny avvertì gli occhi di tutti in sala puntati su di loro. Avvampò quando distogliendo lo sguardo vide ancora quegli occhi grigi fissarla. -Smettila subito Ronald.- gli intimò digrignando i denti.

-Devi giurarmi che la finirai con questa storia!-

A Ginny andò il sangue alla testa. -No!- si alzò a sua volta fronteggiando il fratello di fronte a lei battendo lei stessa le mani sul tavolo. Ron sussultò sorpreso, ma non si mosse ne fece una sola piega. -Non sei tu che devi decidere per me Ronald Weasley! Io sono grande abbastanza da prendere da me le mie decisioni...-

-Ma che grande e grande... sei ancora una bambina e per tanto sei sotto la mia tutela!- puntò l'indice contro il petto che si gonfiò di fierezza nella vana speranza di incuterle se non timore almeno rispetto.

Ginny non poteva permettergli di parlarle così, di farle fare la figura dell'idiota davanti a tutti. -Ma quale bambina e quale tutela?! Tu sei solo un anno più grande di me... Ma a cervello lo sanno tutti che ti supero di gran lunga!-

Ron avvampò se possibile ancor di più arrivando ad una tonalità simile ai capelli incapace di replicare per l'indignazione.

-Ginny calmati adesso.- Herm tentò in vano di metter pace cercando di tirarla giù a sedere senza però riuscirci.

-Come ti permetti? Harry dille qualcosa!- Ron tentò di cercare l'appoggio dell'amico ma Harry non aveva nessuna voglia di mettersi in mezzo.

-Io andrò avanti con la mia decisione, e tu Ronald Weasley sappi che non puoi assolutamente permetterti di decidere cosa è meglio per me. La mia decisione è presa e tu sei al corrente di come la penso. Se ti sta bene, bene... altrimenti... Arrangiati!- Ginny quasi tremava per la rabbia, la delusione e la vergogna. L'idea di restare lì mentre tutti la guardavano giudicando ogni singola parola era insopportabile. E poi c'era lui che qualche tavolo più in là pareva divertito da quella scena pietosa.

E Ron? Era sempre colpa sua! Scavalcò la panca e lasciò la Sala Grande a larghe falcate sotto gli occhi inquisitori dei presenti.

Ron dal suo canto stringeva i pugni. Non sopportava quella sua testardaggine. -E questa è tutta colpa tua!- urlò Ron a Harry. -Non sarebbe successo niente se tu non avessi...-

-Ron!- Hermione lo fermò appena in tempo prima che rivelasse a tutta la sala cosa Harry pensasse di Malfoy.

Ron si morse la lingua, ma per paura di non riuscire a tenere la bocca chiusa in quel momento preferì lasciare la sala, imbestialito come non mai.

Hermione spostò lo sguardo su Harry vedendolo sconfortato. -Non è colpa tua Harry, lascialo stare gli passerà.- Harry si voltò verso l'amica che gli sorrise.

-Si hai ragione tu.-

Ma intanto quello che gli altri avevano visto era stato abbastanza, anzi, fin troppo...







Quando la mattina dopo Ginny entrò in Sala Grande per fare colazione tutti gli sguardi dei presenti si spostarono su di lei tanto che si arrestò un attimo quasi folgorata da tanta attenzione.

Possibile che stessero ancora pensando alla sfuriata che Ron le aveva fatto la sera precedente?

Dai loro sguardi, si poteva proprio supporre di si.

A testa alta con l'espressione più neutrale del mondo decise di avanzare, continuando per la sua strada come nulla fosse, sedendosi al suo tavolo. Ma anche lì gli sguardi non cessarono, anzi ormai il chiacchiericcio era ancora più pressante degli sguardi.

Con rammarico si accorse che ancora gli altri non erano scesi per la colazione... ma non le era parso che fossero in sala comune. Proprio quando gli serviva appoggio loro si volatilizzavano nel nulla, begli amici...

Si versò del latte in una tazza levando poi lo sguardo per veder se avevano ripreso le loro normali attività, ma nulla. A quanto poteva constatare lei e suo fratello erano l'argomento del giorno.

Eppure non era certo la prima volta che litigava con Ron. Avevano fatto di peggio in molte altre occasioni.

Alzò lo sguardo, Draco Malfoy la stava fissando.

Per un attimo si sentì quasi intimorita, poi però lesse in quello sguardo confusione. Dovuta a cosa però non poteva neanche immaginarlo, ma sicuramente era qualcosa che riguardava lei personalmente. Poteva anche avere qualcosa a che fare con tutta quella gente che non aveva nulla di meglio da fare che guardarla e ridacchiare.

Tutti quegli sguardi erano opprimenti e soffocanti. Ma cosa diavolo era preso a tutti?!

-Ginny!- la voce di Hermione da lontano la distolse da quel caos. -Vieni con me.- le disse prendendole un braccio e trascinandola con se fuori dalla sala con la forza.

Una volta in un corridoio deserto si fermò.

-Herm che ti è preso?- le chiese trafelata.

-Gin dimmi la verità. Sei convinta di quello che hai detto ieri sera?- le chiese con così tanta serietà da farle temere che qualcosa di brutto stava per succedere.

Si fece coraggio, meglio affrontare di petto l'argomento una volta per tutte. -Riguardo Draco?-

Hermione annuì. -Vuoi davvero continuare con il tuo piano?-

Ginny ci rifletté un attimo su, e ancora una volta convenne che quella era l'unica soluzione possibile. -Si Hermione, si. Non vedo altre possibilità.-

-Bene allora. Sappi che dopo questa dovrai ringraziare tuo fratello per la gentile, quanto inconsapevole, partecipazione.-

Ginny era confusa, quando la tirava per le lunghe le metteva ansia. -Che stai dicendo?-

-Ti spiego subito. Allora, le voci già circolavano da un po' sul tuo presunto innamoramento, giusto?-

-Si... ma...-

-E ieri quello che loro hanno sentito in realtà era Ron che ti proibiva di “continuare con questa storia”...- Ginny parve confusa, ma poi qualcosa s'illuminò in lei. -loro non sanno che Ron si riferiva al tuo piano... hanno creduto invece che si riferisse alla “tua storia con Malfoy”!-

Ginny capì finalmente. Un sorrisetto isterico le comparve sul viso mentre iniziava a ridere di gusto seguita da Hermione.

-Herm ma questo vuol dire che...-

-Si...-

-Mi ha avvantaggiata!-

-Già. Quei pettegoli idioti non hanno capito nulla e hanno invece sparso la voce sbagliata, ma in questo caso è stato tutto a tuo guadagno!-

-Meraviglioso! E Malfoy era presente e ha visto tutto!-

Ma Herm parve rabbuiarsi tutto d'un tratto. -Si, ma Gin ti prego, fai attenzione e vacci piano...-

-Ma stai tranquilla Herm, e poi ad ogni modo io non gli interesso.-

Ma ormai Ginny era lontana con i pensieri. Già vedeva i suoi piani realizzarsi. Era fatta! Era impossibile ormai per Malfoy resistere alla verità postagli davanti agli occhi. O meglio, la verità che voleva fargli vedere.

Era tutto perfetto. Adesso aveva lei il coltello dalla parte del manico, avrebbe dovuto crederle e finalmente aveva una scusa per stargli appiccicata.

Certo la cosa non andava proprio a suo vantaggio. Alla fine di tutto la sua immagine sarebbe rimasta lesa, ma per lo meno avrebbe finalmente scoperto la verità su Malfoy e Harry avrebbe messo l'anima in pace.

Da quel momento non si tornava seriamente più indietro. Ci era dentro fino al collo!

Aveva una missione e l'avrebbe portata a portata a termine.

Ormai il suo corpo era un fremito, un continuo mutare di adrenalina che la portava alle stelle e di fifa che la trascinava sulla terra.

Avrebbe resistito? Sarebbe morta prima di scoprire di cosa si trattasse? O forse semplicemente non avrebbe retto a tutto quell'interessamento da parte dell'intera scuola?

Erano dubbi che forse era meglio mettere da parte. Non pensarci le avrebbe solo giovato, e poi, aveva di meglio a cui pensare adesso.

I giochi potevano avere inizio!

 

 

 

Ciao a tutti!! Eccoci con il quarto capitolo della storia...

Scusate se ci ho messo più tempo ma davvero tra lavoro e tutto il resto non ho avuto neanche un attimo di tregua :( e si sa, per poter rivedere e correggere c'è bisogno di pace (quella che a me di recente manca!!! -.-)

Ma spero che in futuro possa aggiornare con più frequenza, sempre contrattempi permettendo...

Volevo ringraziare tutti quelli che seguono la mia storia e tutti quelli che recensiscono ricordandovi che sono anche le recensioni che aiutano a crescere e a migliorarsi, come è successo e succede ancora a me :)

quindi vi abbraccio tutti, spero che abbiate gradito questo piccolo stralcio di lettura e vi lascio semplicemente con la promessa: alla prossima!!!!

CIAO!!!! ^,^

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Capitolo 5
*** abitudine ***


Capitolo 5

 

 

Dopo un paio di giorno Draco pareva guardarla ancora di sottecchi ma non aveva avuto il coraggio o la scusa plausibile per avvicinarla.

Ovunque Ginny andasse i suoi occhi la perseguitavano, giudicandola, non lasciandole il tempo di pensare o di reagire, e come un'ombra così come compariva si dissolveva diventando più sfuggente del consueto.

Ma i suoi occhi... erano opprimenti quegli occhi e quasi soffocanti, inquisitori la colpevolizzavano togliendole il respiro. Ginny si limitava a distogliere lo sguardo con noncuranza ma dentro un senso di oppressione la perseguitava.

E ancora loro, indagatori più che mai, parevano chiederle alle volte cosa stesse tramando alle sue spalle. Le chiedevano tacitamente se il mormorio della gente, se quelle chiacchiere repentine e fastidiose avessero un fondo di verità.

E come dargli torto?

Ovvio che no Draco Malfoy, ma tu non verrai mai a saperlo... non per il momento almeno si ripeteva questo nella mente come fosse un mantra.

Ma doveva ammettere che i sensi di colpa di tanto in tanto bussavano alla porta della sua coscienza. Solo con tutta la sua buona volontà riusciva a mandarli via giustificando i mezzi per il suo fine ultimo. Anzi, non erano solo giusti... erano necessari!

La sua maggiore soddisfazione ad ogni modo era rendersi pienamente conto dello stato confusionale in cui il ragazzo adesso giaceva. Sapeva benissimo di avergli messo la pulce nell'orecchio, si rendeva benissimo conto di essere entrata nei suoi pensieri.

Il problema però nasceva dalla paura che questa nuova distrazione potesse spostare la sua attenzione da quelli che Harry riteneva i suoi “cattivi intenti” proprio su di lei. Se per disgrazia Draco si fosse interessato a lei, non che la cosa potesse effettivamente accadere, ma se malauguratamente il suo interesse si fosse spostato su di lei e i suoi piani accantonati, Ginny avrebbe perso tempo prezioso e non solo, anche la sua dignità.

Voleva essere creduta, certo. E sapeva benissimo che il suo piano non avrebbe mai potuto funzionare se non fosse cascato nella rete con tutte le scarpe ma...

Cercava di accantonare ad ogni modo quei pensieri sgraditi preferendo di gran lunga occuparsi del presente lasciando quelle faccende al momento opportuno.

Adesso che sentiva nel profondo che Draco la stava credendo, comunque sapeva di avere la strada più libera, doveva stare solo molto attenta a non varcare soglie invarcabili, come le ricordava spesso Hermione.

Persa nei suoi pensieri si dirigeva verso il suo dormitorio. Era stanca e tutto quel gran pensare le faceva venire sonno.

Una volta davanti alle scale però ebbe un fremito. Fu come essere attraversata da un lungo e agghiacciante brivido che le percorse tutta la schiena. Aveva la sensazione di essere osservata.

E fu questione di attimi...

Mosse un piede verso le scale ma un vuoto allo stomaco le impedì di salire il primo gradino, e quello che parve il frusciare di un mantello attrasse la sua attenzione.

Intanto le scale avevano preso a muoversi cambiando direzione. Sussultò nell'udire quel rumore e balzando all'indietro si allontanò da esse portando una mano al petto.

Ancora il fruscio.

Per un attimo aveva creduto fosse stato solamente la sua immaginazione ma voltando di scatto il capo vide quella che pareva un'ombra ammantata di nero appoggiata alla parete che conduceva nei sotterranei di serpeverde.

Guardava lei.

Il cuore prese a battere più forte nel petto e le mani a sudare. Non può essere, pensava negli istanti di lucidità.

Nei meandri più nascosti della sua mente il pensiero che potesse essere un mangiamorte le arrestò il respiro in gola. Per fortuna il lato, anche se debolmente, razionare della sua persona le ricordò che mai per nessuna ragione i mangiamorte avrebbero potuto mettere piede ad Hogwarts...

Si calmò.

-Ti aspettavo.- Il silenzio fu spezzato da una voce strascicata, da un sussurrò appena percettibile ma che ebbe il potere di calmarle i sensi.

Quella voce non poteva che essere la sua. L'aveva udita così tanto spesso nell'ultimo periodo da non poterla più confondere con quella di nessun altro.

-Aspettavi me Malfoy?- gli chiese con aria innocente schiarendosi la voce dopo aver ripreso fiato. Tentò comunque di mascherare quel senso di ansia che le era preso un attimo prima.

-Già.- le confermò e con un passo si allontanò dal muro rimanendo però nella penombra del corridoio. La sua figura si ergeva alta e snella in quel mantello scuro ma l'oscurità le impediva di vederlo bene in volto.

Ginny si avvicinò a lui. -Allora su avanti, dimmi che vuoi...- finse urgenza per non dare nell'occhio.

Draco fece ancora un passo nella sua direzione. Ormai le era così vicino che nonostante l'oscurità poteva notare un luccichio nei suoi occhi. Quello sguardo furbo e sospettoso la diceva più lunga di quelle mezze parole che si apprestava a pronunciare.

-Mormorano...-

Ginny roteò gli occhi. Mai una volta che le parlasse chiaramente. Avrebbe di gran lunga gradito un dizionario che traducesse in parole povere e concise quello che le sue insinuazioni non riuscivano a spiegarle. -Chi mormora?- gli chiese ad ogni modo pazientemente reggendogli il gioco.

-La gente.- tagliò corto guardandosi intorno come alla ricerca di possibili spie che vedendoli assieme avrebbero potuto “fraintendere”.

Nonostante la carenza di lessico Ginny capì subito che quelle di Draco erano allusioni a quello che era successo un paio di giorni prima in Sala Grande. Probabilmente per lui era un modo per prendere di petto l'argomento.

Sapeva bene che prima o dopo avrebbe dovuto confermare il tutto, che avrebbe dovuto parlargli da vicino e dichiarare l'indicibile per fargli credere che tutto quello che sentiva blaterare nei corridoi di quel castello non era altro che... beh, si insomma, la “pura verità”. Peccato che anche solo l'idea le dava la nausea.

Quello che però non riusciva a spiegarsi era come mai si fosse fatto avanti così in fretta. Aveva sempre pensato a Malfoy come ad un inguaribile codardo. Aveva creduto nella sa mente che quel giorno sarebbe arrivato quanto più tardi possibile e che probabilmente sarebbe stata proprio lei ad affrontarlo considerando la sua natura schiva e sfuggente. E invece...

Eccolo la, davanti a lei che affrontava il discorso, anche se a modo suo.

Si rese presto conto di essere rimasta un attimo stranita e silenziosa. Ma tanto lui troppo preso a guardarsi le spalle non si era reso conto di nulla. -E tu... credi al mormorio?-

Draco la guardò. Tacque un'istante ponderando le parole come suo solito, studiando attentamente cosa dirle e cosa “farle intendere”. -Dovresti essere tu a dirmelo non credi? Le voci che circolano sono su di te...-

Questo giochetto però era decisamente insopportabile per una che per tutta la vita aveva preferito parlare chiaro. -Proprio perché parlano di me tu non dovresti impicciarti.- fece per andar via, era già stufa.

-E' qui che ti sbagli ragazzina.- la richiamò afferrandole un braccio stringendolo poi forte.

-Aia Malfoy lasciami immediatamente...- protestò lei ma lui non parve neanche ascoltarla anzi aumentò la stretta.

-Sono coinvolto anche io questa volta e quello che non mi spiego...- abbassò la voce avvicinandosi al suo viso per non doverla alzare. -è come sia possibile che proprio tu... una Weasley... l'eterna innamorata di San Potter... la sorellina di Lenticchia...-

-Taglia corto so benissimo chi sono...- tentò di divincolarsi ma non ci fu nulla da fare, quella mano serrata attorno al suo braccio pareva acciaio puro al confronto della sua forza di donna esile e minuta. Ancor più s'innervosì, e dovette far appello alla sua buona stella per non mandare tutto all'aria.

Lui parve notare la sua stizza e un ghigno di soddisfazione s'impadronì delle sue labbra sottili. -Volevo aggiungere soltanto la principessa delle toppe e poi avrei terminato...-

-Ti ringrazio...- fece lei con tono sarcastico aggrottando la fronte. -Le cose cambiano Draco, le persone cambiano. Si cresce si impara a proprie spese quello che è giusto e quello che è sbagliato; cosa ci piace e cosa no...- lo guardò dritto negli occhi mentre lui stava in silenzio lasciandole il modo di spiegarsi. Infondo non voleva sapere altro... -E se permetti, decido io di chi innamorarmi...-

Continuò a guardarlo dritto negli occhi sostenendo il suo sguardo con forza intensificando quell'affermazione.

Lui sbigottito restò in silenzio preso probabilmente alla sprovvista. Fu così tanto preso dai suoi pensieri che ad un tratto le lasciò il braccio involontariamente, e ovviamente Ginny approfittò della cosa per voltarsi, decisa a lasciare l'argomento in sospeso.

Nella sua mente però avrebbe dato qualunque cosa per sapere cosa il ragazzo stesse farfugliando in quella zucca vuota.

La sua voce la richiamò. -Vuoi dire che non sei più innamorata di Potter?- dal tono le sembrava stesse ridacchiando. Si, rideva Malfoy nel pronunciare quelle parole. Che fosse una risata nervosa..?

Lei non se ne curò continuando per la sua strada. -Vorresti dirmi che adesso sei innamorata di me..?- continuò tutto d'un fiato. Questa volta il sorriso pareva essere sparito dalle sue labbra e quello che lesse in quella voce rotta fu solo apprensione, urgenza di sapere...

Si arrestò indecisa se fosse o meno il caso di replicare. Intanto le scale erano tornate al loro posto e lei lo prese come un invito a restare in silenzio e a continuare per la sua strada lasciandolo lì, solo nel silenzio tombale della sera. Intuí che sarebbe stato decisamente meglio attenersi alla piccola vittoria ottenuta e proseguire per il dormitorio.

Sorrise quando nell'attimo prima di varcare il quadro con la coda dell'occhio lo vide ancora lì impalato, troppo stupefatto anche solo per muovere un muscolo.

La bestia era stata forse domata?




Ma Draco Malfoy restava pur sempre un mistero spaventoso per la povera Ginny Weasley, che giorno dopo giorno pareva perdere la salute nel tentativo disumano di complicarsi la vita a causa sua.

Mentre lui?

Lui pareva essersi ripreso alla grande dall'accaduto. Anzi, era come se non fosse mai accaduto nulla.

Era trascorsa già un'altra settimana ormai da quell'incontro, e ogni giorno malediva la sua testardaggine.

Perché si era cacciata in quella situazione? Perché doveva essere sempre così testarda!?

Ma ormai ci era dentro fino al collo e finché l'orchestra suonava avrebbe dovuto danzare.

La colazione trascorse rapida e silenziosa, parecchio noiosa negli ultimi tempi. Gli studenti continuavano di tanto in tanto a sparlare di lei, c'era addirittura chi faceva scommesse sull'esito della loro “storia”. Per un po' l'avevano tormentata, ma ormai iniziavano a stufarsi, tanto più perché vedevano che nulla accadeva.

E in effetti avevano ragione loro nel pensare che non accadeva proprio nulla!

Quello nel corridoio fu il loro ultimo incontro “privato”. Se toglieva quelle volte in cui si vedevano in biblioteca, dove tra l'altro non le rivolgeva parola, i loro incontri diretti erano pari a zero.

Girava i cereali nella coppa senza però guardarli. I suoi occhi erano puntati unicamente su Draco che come ogni mattina aveva preso il suo caffè ed era pronto per una nuova giornata. A Ginny non sarebbe bastata una caffettiera invece.

Draco levò lo sguardo su di lei sentendosi osservato e non distolse lo sguardo dal suo sostenendolo come lei aveva fatto quella volta.

Ma Ginny non si mosse affatto, non sobbalzò, non distolse lo sguardo. Rimase lì a fissarlo, a fissare la sua espressione confusa, il suo sopracciglio inarcarsi. Distolse lo sguardo come nulla fosse solo per noia terminando di mangiare e avviandosi verso la prima aula di lezione.

Ne aveva tentate parecchie a dire il vero.

Lo aveva seguito, fermato nei corridoi, infastidito in biblioteca. Ma non gli aveva estorto nulla! Lui non le parlava e non la considerava affatto. Era arrivata a sentirsi un fantasma. Aveva ascoltato tutte le conversazioni che aveva avuto con le serpi e non, ma mai aveva detto quel qualcosa per cui avrebbe potuto accusarlo. Draco Malfoy pareva pulito, per quanto la parola pulizia potesse essere associata al suo cognome...

Aveva solo sprecato il suo tempo prezioso?

Se lo era domandato spesso negli ultimi giorni arrivando al punto di essersi presa una pausa. Si, aveva avuto bisogno di prendersi una pausa dalla sua presenza, dai suoi occhi che ormai non la guardavano più e da quella faccenda che la stava consumando.

Non aveva più assi nelle maniche, cos'altro avrebbe dovuto fare?

Quindi era in sciopero.

Era sinceramente stufa e iniziava a credere che non avrebbe mai scoperto nulla, se mai ci fosse stato qualcosa da sapere su quel tipo tutte tenebre e niente luce.

La prima ora trascorse così come le altre due. Finalmente una pausa.

Girò in un corridoio deserto, non aveva voglia di vedere nessuno, voleva solo un po' di silenzio.

Si fermò dinnanzi ad una finestra. Fuori pioveva e tirava vento, le sembrava quasi che il tempo rispecchiasse il suo malumore.

-Weasley.- Questa volta sobbalzò lievemente. L'ultima cosa che avrebbe pensato di udire era proprio la sua voce. E invece eccolo lì colui che era ormai un'ossessione per lei. Lo vide inarcare un sopracciglio -Ti vedo stanca.-

Rimase un attimo basita, ma non aveva voglia neanche di stare lì a sospettare che il ragazzo avesse qualcosa in mente. Se voleva parlare allora che lo facesse chiaramente. -Lo sono.- ammise lei piano.

-E come mai... se posso saperlo.- le chiese avvicinandosi a lei.

Ginny non credeva che a Malfoy interessasse davvero del suo stato d'animo. Vederlo così vicino poi le ricordò dei suoi attacchi improvvisi di violenza e la sensazione sgradevole di sentire quegli artigli serrati attorno al suo braccio. Fece un passo di lato per distanziarlo. -Che fai qui?- gli chiese infine ignorando la sua domanda.

-Quello che fai tu credo...- sorrise tenendo lo sguardo fisso sulle goccioline che rinforzavano al di là del vetro. -Mi allontano dal baccano, dalla gente... da tutti loro.-

Decise di reggergli il gioco se di questo si trattava. -Non ti piace più essere il centro delle attenzioni Malfoy?- ridacchiò.

-Quando mai...- fece offeso guardandola di sottecchi.

Ginny rise. -Mi scusi, devo averla confusa con qualcun altro.-

-Infatti.-

Il silenzio calò sui due. C'era uno strano imbarazzo ormai, una voglia bruciante di saperne di più da parte di entrambi, ognuno per una ragione diversa.

Ginny non sapeva più cosa dire o cosa fare per avvicinarlo, per incastrarlo o semplicemente per sapere quello che voleva sapere. A volte aveva solo voglia di chiederglielo. Sapeva benissimo che l'idea era ridicola ma...

-Non mi pedini più?- interruppe il flusso dei suoi pensieri lui. -Prima eri decisamente più invadente... disgustosamente appiccicosa...- lo vide storcere il naso. -E' successo qualcosa che dovrei sapere?-

Ginny sorrise. -No, nulla di strano.- anzi, di strano c'era il sentirlo pronunciare quelle parole. Proprio nel momento in cui non ci credeva più, proprio quando era sul punto di gettare la spugna eccolo che si faceva avanti ancora una volta nel tentativo di riallacciare quel legame impossibile che ormai li teneva quasi vincolati. -Tranquillo è solo stanchezza domani sarà tutto normale.- la domanda era giunta con tanta spontaneità che quasi non ci credeva. Ma per lo meno era riuscito a rinvigorirla in qualche modo, era riuscito a ridarle la forza per credere che forse era ancora il caso di insistre perché così facendo sarebbe riuscita presto o tardi ad estorcergli la verità.

-Bene. Ormai sarebbe troppo strano riuscire a fare colazione senza essere osservato o studiare senza le tue dannate piume che fanno rumore sul tavolo.- Draco sorrise passandole accanto. -Ci vediamo.- la saluto con la mano senza più voltarsi.

E Ginny?

Ginny guardava nella direzione in cui si stava allontanando senza riuscire a pronunciare una parole. Completamente ammutolita, esterrefatta, incredula. Udiva quei passi, i suoi passi, che si allontanavano decisi e ancora con la schiena contro la parete non riusciva a togliersi un sorrisetto ebete dal viso.

Perché rideva? continuava a domandarsi.

Ma non riusciva a smettere. L'unica risposta che le venne alla mente era che quella situazione era a dir poco assurda, quasi esilarante.

Draco Malfoy che le domandava come mai non la vedeva più accanto a se. Che la cercava, la fermava per il corridoio chiedendole se ci fosse qualcosa che non andava. Che l'avvicinava senza l'intenzione di offenderla.

Gli aveva domandato per quale motivo non lo aveva seguito in biblioteca in quegli ultimi due giorni e come mai a colazione si alzava prima di lui anziché subito dopo. Erano abitudini che ormai sembravano essere entrate a far parte di entrambi e lei aveva spezzato la routine stanca di non cavare un ragno da un buco.

Ma quello che aveva fatto in quel momento le aveva dato la forza di riprendere in mano la situazione.

Draco non sembrava avere segreti temibili come invece dichiarava Harry con vigore. Era cupo, tenebroso, malinconico alle volte, ma mai una volta il suo comportamento aveva lasciato tradire un'ombra di malvagità inaudita.

Era arrogante, scorbutico, spesso e volentieri era insopportabile, per non parlare del suo essere schivo e del suo lasciare le frasi a metà, cosa che odiava a dir poco, e lo faceva visibilmente di proposito, ma lui era sempre stato così, nulla di nuovo, nulla di strano...

E comunque, in quel momento l'unica cosa a cui riusciva a pensare, era al tacito invito di lui a stargli alle calcagna.

Forse anche lui si era talmente abituato alla sua presenza da non trovarla più tanto insopportabile.

Ricordava l'inizio quando sentendosi seguito cambiava strada. Ricordava le sue occhiatacce, i ringhi inferociti che le lanciava nel momento in cui sentendosi pedinato gli saliva il sangue alla testa.

Ora invece era stato proprio lui a chiederle di essere pedinato a vista.

D'altra parte...

Il sorriso scomparve dal suo viso in un istante.

Cosa aveva in mente?

Non era da lui lasciarsi in balia di quello che in fin dei conti era a tutti gli effetti il nemico.

Poco prima aveva abbassato la guardia, solo ora se ne rendeva conto. Gli aveva permesso di lasciarla senza parole...

Non doveva più succedere. Doveva rimanere sempre vigile, sempre lucida quando lui era nei paraggi.

Draco era un vero demonio nell'imbrogliare il prossimo, non poteva permettergli di imbrogliare anche lei.

Prese una bella boccata d'aria. A quanto pareva la caccia riprendeva, ma questa volta avrebbe scoperto qualcosa e avrebbe tenuto la guardia alta. Se pensava di fargliela sotto il naso si sbagliava di grosso, si capiva subito che non aveva idea di con chi avesse a che fare.

Svoltò l'angolo. Le lezioni pomeridiane avrebbero avuto inizio in dieci minuti, giusto il tempo di raggiungere l'aula.

Dopo le lezioni sarebbe certamente andata in biblioteca.




Draco era lì, seduto al suo solito tavolo, quello vicino alla finestra che lui apriva prontamente. Ginny notò infatti che anche quella sera era dischiusa anche se non troppo per via della pioggia che avrebbe rischiato di bagnargli gli appunti.

Sembrava assorto tra quelle pagine, quasi come se le righe e le lettere lo avessero inghiottito al loro interno. Non avrebbe mai detto prima che Draco Malfoy era un ragazzo dedito allo studio, ma dovette ammettere che era proprio così. Certamente più di lei che doveva ringraziare la sua buona stella per i suoi voti vista la sua volontà nello studiare così... scarsa?

Lo vide levare lo sguardo quando udendo il rumore della porta la vide entrare. E quello che aveva tutta l'aria di essere un sorrisetto sapiente si dipinse sul suo volto raggiante. Sapeva sarebbe arrivata.

Ginny fece finta di nulla andandosi a sedere come di consueto al tavolo accanto al suo dandogli le spalle.

-Sapevo saresti arrivata.- confermò quello che nella sua mente si era fatto strada. Forse semplicemente stava iniziando a leggere fra le righe di quell'incomprensibile essere dalle frasi lasciate a metà...

-Ho anche io il diritto di studiare no...- lo rimbeccò.

-Ma certamente.- concluse lui sghignazzando senza mai voltarsi nella sua direzione. Ma tanto meglio, neanche lei aveva voluto girarsi in quel momento.

Ginny prese un libro e degli appunti iniziando a leggere attentamente. Infondo quando erano lì non succedeva mai nulla di strano, tanto valeva studiare sul serio.

Anche Draco studiava davvero. Con il capo chino sui libri si dava un gran da fare per finire tutto nell'arco di un'ora. Lei non ci riusciva mai nonostante fosse bravina a scuola e per seguirlo lasciava tutto a metà dovendo finire tutto poi in sala comune.

Nel prendere appunti le capitava spesso di perdere la piuma dalle mani. Draco aveva ragione anche su questo ma non lo faceva intenzionalmente, semplicemente era una piuma di seconda, o forse anche di terza scelta quella che usava e come era ovvio che fosse il materiale non era un gran che. Lo stelo su cui appoggiava le dita era particolarmente ruvido al tatto, tanto che a volte le dava una fastidiosa sensazione e le provocava disagio. Per non parlare della piuma vera e propria che non era affatto liscia e morbida ma tutt'altro! Era fastidiosa e oltre a solleticarle le dita dandole la sensazione di doversi grattare di continuo, le irritava anche la pelle.

Per cui nonostante tutto era giustificata, cosa poteva farci?

-Tre...-

Lo udì dire.

-...due...-

Ma che aveva da blaterare quell'idiota. La stava distraendo.

-...uno.-

Ginny stizzita fece per voltarsi ma le cadde la piuma dalla mano che battendo sul tavolino fece rumore.

-Ma dai Weasley mi distrai.- si lagnò lui voltandosi nella sua direzione allargando le braccia e roteando gli occhi. -Come pretendi che io possa studiare sapendo che quella dannata piuma ti cadrà dalle mani ogni cinque minuti?-

Ginny si voltò di scatto. -Pensa meno a quello che faccio io e più a quello che fai tu!-

-Ma è quello che faccio. Non è certo colpa mia se tu con i tuoi rumorini vari non sai stare in una biblioteca. Qui la gente viene per trovare un po' di tranquillità.- aveva l'espressione di chi la sapeva lunga. -Quella che tu mi fai perdere.-

Ginny lo avrebbe volentieri strozzato solo per il gusto di levargli quel ghigno idiota dalla faccia! -Senti un po' la biblioteca non è tua, se ti disturbo puoi benissimo andartene.-

-C'ero prima io... tu sei arrivata dopo.- le fece notare.

-Chi si sente stretto se ne vada, io sto bene.-

-Lo so che ami trascorrere le tue noiose giornate in mia compagnia. Ma devi capire che forse per me non è lo stesso...-

-Ma se sei stato tu a chiedermi di venire qui oggi!- gli fece notare scandalizzata.

-Non ricordo affatto di aver pronunciato tali parole...-

Lo detestava quando faceva il sapientone. Lo vide voltarsi e riprendere da dove si era interrotto. Anche lei dovette voltarsi in fine.

Riprese a scrivere i suoi appunti notando che "la dannata piuma" le cadeva più spesso del consueto. Ma cosa poteva farci se le piume le facevano il solletico e se la mano le tremava per il nervoso. Dannato Malfoy!

-Incantala ti prego Weasley, incantala per una buona volta!-

Ancora lui!

Ginny si voltò furente. -Se poi la incanto dovrei parlare per dettarle quello che deve scrivere e poi anche li troveresti da ridire. Magari che la mia voce ti innervosisce o che ti distrae.-

Draco si voltò. -Puoi fare quello che ti pare.- Chiuse il tomo che aveva difronte. -Io tanto ho finito.-

Lo vide alzarsi e riporre tutto via.

-Ma come diavolo ci riesci?-

La guardò di sottecchi. -A far che?- le chiese senza capire, ritto dinnanzi a lei.

-A finire tutto in un ora. Io sono ancora a metà e non so per quanto ancora ne avrò.-

Draco ridacchiò.

Lo vide sedersi al suo tavolo difronte a lei. Il tavolino era così piccolo che se avesse allungato una mano avrebbe anche potuto schiaffeggiarlo. E doveva ammettere che l'intenzione c'era...

-Tu non sai cosa vuol dire crescere con i miei.- iniziò lui. -Dovevo finire tutto in un ora, non un minuto di più. Solo così mi sarei risparmiato... le conseguenze.-

Parlava con tono così neutro da lasciarla senza parole. Come poteva una persone normale vivere sotto un regime così duro e poi parlarne con così tanta indifferenza? Ginny si dispiacque per lui, infondo se era quello che era la colpa era certamente dell'ambiente crudele e freddo in cui era dovuto crescere...

-E perché scusa, se avevi più compiti del normale non era certo colpa tua se non riuscivi a finire tutto in così poco tempo.-

-Se avevo più da fare allora voleva dire che dovevo sbrigarmi più in fretta.-

Ginny tacque. I suo genitori erano sempre stati molto larghi di maniche su questo punto di vista. Tanto era vero che i suoi fratelli erano degli incapaci... Beh forse non proprio tutti ma...

-Dev'essere stato difficile per te all'inizio...-

-E' come con tutto, ci prendi la mano... ci fai l'abitudine.-

Ginny levò lo sguardo su di lui mentre quello si apprestava a lasciarla lì da sola, capendo subito che quello era un breve accenno a loro due, alla loro attuale situazione...

Che Malfoy stesse facendo l'abitudine ad avere la sua “piattola Weasley” sempre nei paraggi?

Lo vide sorridere mentre si alzava e la lasciava sola con quei pensieri che l'avrebbero tenuta occupata per tutto il resto della serata.

 

 

 

 



Salve a tuttiiiiii!!!!!!

Sono mortificata per il tempo che ho impiegato a postare questo capitolo... e spero vivamente che la cosa non ricapiti più!!! Mi impegnerò affinché possiate leggere un capitolo nuovo almeno una volta alla settimana, di più e non di meno!!!!

Bene, detto questo vi prego di farmi sapere cosa ne pensate in modo che possa continuare sapendo di essere sulla strada giusta...

Grazie a tutti quelli che hanno deciso di seguire questa mia nuova storiella!!

Un grosso bacio a tuttiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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Capitolo 6
*** simili ***


Capitolo 6

 

 

Rabbia, frustrazione, angoscia...

Questo provava Malfoy mentre con sguardo indifferente camminava lungo i corridoi.

Si guardava intorno con circospezione, sempre attento che nessuno lo seguisse, che nessuno lo vedesse, che si accorgessero dei suoi malumori, delle paure che rilegava in fondo a quello che tutti chiamavano “cuore” e che alle volte aveva paura gli mancasse.

Un'ombra.

Ecco cosa sarebbe voluto essere. Solo un'inutile ombra a cui nessuno presta attenzione. Qualcosa a cui non fare più di tanto caso. Ignorato per una buona volta.

E invece non era così...

Sempre nel mirino dell'attenzione sia da una parte che dall'altra. I mangiamorte che volevano da lui un degno erede di suo padre, Lucius, e tutti gli altri che lo accusavano di tramare nell'ombra senza porsi il minimo dubbio nei suoi riguardi. Per loro era tutto scontato: Draco Malfoy era malvagio.

E non poteva impedirselo, per quanto tentasse non riusciva a non provare rabbia... verso tutto, verso tutti, verso la vita! Quella vita che non gli apparteneva, che sapeva benissimo essere nelle mani di suo padre e dei suoi compagni. Lui l’aveva messo al mondo e solo lui avrebbe deciso del suo destino.

Ma se lo era mai chiesto se lo voleva quel destino?

Era arrivato molte vole sul punto di negare, di non accettare. Aveva trascorso notti insonne nel tentativo di trovare il coraggio di ribellarsi, di prendere le sue decisioni ma poi...

Poi... non ci era mai riuscito.

Ma non voleva essere quello che il padre aveva deciso per lui, non voleva essere l’erede dei Malfoy, non lo aveva chiesto lui. Era un peso troppo grande da sopportare.

Spalancò il portone che dava sul pontile e a passo deciso avanzò guardandosi bene che nessuno fosse presente.

Era solo.

Tutta quella rabbia gli stava offuscando la mente, non riusciva più a ragionare, seguire le lezioni era diventato ormai impossibile.

E gli sguardi...

Tutti quegli occhi puntati addosso, quelli dei suoi compagni, quelli dei professori, quelli di Silente...

Lo scrutavano, lo accusavano tacitamente, lo rimproveravano e colpevolizzavano, e il pensiero di doverli affrontare tutti i giorni era diventato troppo pesante da sopportare.

Strinse i pugni e si arrestò di colpo improvvisamente incurante del contesto in cui si trovava e calciò una, due, tre volte il pilastro alla sua destra preso da un istinto che non riusciva più a dominare.

Avevano ragione loro, avevano ragione tutti!

Come avrebbe potuto negare? Come difendersi?

Ed era stanco e indebolito mentre avvertiva il sangue circolargli più in fretta nelle vene. Mentre iniziava ad accaldarsi e a non sentire più le gambe. Mentre le ginocchia molli quasi non lo reggevano più.

Ma non sarebbe caduto, non si sarebbe piegato. Non poteva spezzarsi, non poteva permetterselo. Era costretto ad affrontare tutto, doveva farcela perché un solo momento di debolezza sarebbe potuto risultare fatale per lui, e per sua madre e poi... ma...

Era stanco di quella vita.

Obbedire agli ordini, non poter scegliere, non protestare, mettere a repentaglio la propria vita per ideali che non sentiva neanche suoi!

Cosa credevano che fosse un burattino?! Una stupida, stupidissima marionetta! Dannazione!

E sfogò quella rabbia per troppo tempo repressa contro quel pilastro come non aveva mai fatto prima.

E ancora più stupido... codardo per giunta. Infinitamente, mille e mille volte codardo!

Esternare i suoi sentimenti, di qualunque natura fossero, non era facile per lui, non lo era mai stato, ritrovarsi a calciare oggetti in luogo pubblico era stato tanto devastante quanto liberatorio. Quando si fu calmato rimase stupito di se stesso, di quello che provava, della sua reazione tanto esplicita, così violenta.

Ma ne era stato infondo sollevato.

Tutta quell’energia, quella frustrazione, dovevano venire fuori in qualche modo o sarebbe presto scoppiato!

Si portò una mano a pulirsi gli angoli della bocca ancora assorto.

-Se hai intenzione di far crollare il ponte fammelo sapere così me ne vado...-

Draco sembrò destarsi solo in quel momento. Eppure era quasi certo che non ci fosse nessuno sul pontile...

Voltandosi la vide.

Una lunga chioma rossa scompigliata che ricadeva lungo la schiena e un viso lentigginoso che conosceva molto bene, fin troppo bene negli ultimi tempi... -Weasley.- La salutò. Aveva ancora il fiatone, la voce gli uscì smorzata mentre il cuore a mille non accennava a calmarsi e i capelli che ricadevano scomposti sulla fronte gli solleticavano gli occhi.

-Malfoy.- gli rispose lei. -Ma che ti è preso si può sapere? Sembravi indemoniato, anche se in effetti forse lo sei davvero...- lo canzonò sorridendo.

Ecco spiegato perché non l’aveva vista prima: era seduta sul davanzale di una delle finestre con le gambe che pendevano verso l’esterno. In quella posizione era chiaro che non l’avesse vista. -A te invece che è preso, tentato suicidio malriuscito per caso?- non aveva voglia di risponderle, di darle spiegazioni. E poi, cosa averebbe dovuto dirle. Rivelarle la verità? Impensabile...

Si avvicinò maggiormente a lei, quasi non fosse ancora del tutto padrone dei propri movimenti, e si appoggiò con i gomiti sul davanzale della stessa finestra riprendendo pian piano fiato e coscienza.

Fissò lo sguardo sull’orizzonte. Di lì a poco il sole sarebbe tramontato, e il cielo era già variopinto di tonalità calde che contrastavano il freddo pungente di fine Ottobre. Eppure quel venticello per quanto freddo era piacevole, aveva la capacità di farlo sentire vivo, presente...

-No davvero.- Il tono gli sembrò vagamente piatto, come se in realtà questo era un pensiero che le era già ronzato per la testa in qualche occasione. Chi sa quante volte...

Si voltò verso di lei che era ancora con le gambe a penzoloni fuori dalla finestra. A guardarla così gli pareva come se da un momento all'altro avrebbe potuto spiccare il volo.

Per qualche strana ragione la cosa gli spezzò il fiato in gola che si seccò in un istante. Quell'immagine di lei che si buttava si sotto proprio davanti ai suoi occhi gli dava in qualche modo la nausea. Non voleva pensarci.

Se voleva gettarsi avrebbe dovuto aspettare almeno che lui se ne fosse andato.

Ma perché mai la Weasley avrebbe dovuto cercare la morte?

Cercò di ricacciare indietro quel pensiero improbabile, liberando la mente da scene improponibili.

-Avevo bisogno di aria.- aggiunse lei dopo un po', quasi a volersi giustificare di un pensiero troppo folle.

Aria...

La Weasley voleva solo un po' d'aria.

La stessa ragione che aveva spinto lui li fuori. D’istinto respirò a pieni polmoni inebriandosi di quell’odore di fresco, di pulito, di vita. Lui che la vita poteva accontentarsi di sentirla solo così, di sfuggita, di nascosto, in quei rari momenti in cui riusciva a prendersi una pausa da tutto. Avrebbe tanto voluto annullare tutti i suoi pensieri e far finta di essere libero, almeno, per una volta...

-Già.- una risposta flebile, per niente adatta a Draco Malfoy ma non ci fece poi tanto caso.

Sentendosi gli occhi di lei addosso si voltò istintivamente a guardarla. Sembrava quasi sorridesse, anche se era appena un accenno.

E la fissò per un istante.

Grandi occhi scuri che parevano scrutargli dentro, ma non avvertiva quella sensazione che era solito provare quando qualcuno lo guardava, non si sentiva giudicato o irritato, era quasi confortante vedere quelle rughe d'espressione ai bordi degli occhi della ragazza...

Sorrideva, sorrideva con gli occhi e lo faceva per lui, senza alcun interesse, senza nessun fine.

Scacciò quel pensiero ridicolo dalla mente battendo le palpebre più volte. Si convinse che fosse stato lo stress a parlare e mise a tacere subito quella vocina impertinente.

Poi però le diede un'altra occhiata, più razionale questa volta. Guardandola meglio poté notare che aveva gli occhi arrossati, forse... dal pianto?

Poteva essere?

Al suo aggrottare le sopracciglia lei girò il capo abbassando gli occhi, quasi le avesse letto i pensieri e li avesse uditi così chiaramente da farla vergognare.

-Cos’è, hai litigato con Potterino il “santo”, Weasley?- questo non gli impedì certo di prenderla un po' in giro per quella debolezza, infondo non avevano fatto altro che insultarsi e prendersi in giro dal primo momento in cui avevano fatto conoscenza.

Lei a quella frase storse il naso, allora l'immagine di quella bambina dai capelli rossi che, così piccola e indifesa, mostrava un coraggio da leoni nel difendere il “suo amato”, gli tornò alla mente.

Lei si incupì subito. -No.- fu la risposta secca che Malfoy ricevette. Ma poi... -Ron.- senza neanche sapere perché aveva confessato. Aveva parlato in silenzio, con un tono così basso che non fosse stato per la totale assenza di suoni non l'avrebbe di certo udita.

Ma non era stato così... l'aveva udita eccome.

-Il fratellone geloso... il nostro sir Lenticchia.- lo decantò.

-E’ insopportabile!- sbottò senza curarsi di quello che Draco diceva, non sembrava più prestare molta attenzione alle sue parole, anzi, sembrava quasi avesse bisogno di parlare con qualcuno... a questo punto con chiunque. -Mi tratta come se fossi una bambina! Non riesce proprio ad accettare che anche io sono cresciuta, io non sono più la sua sorellina indifesa da difendere a spada tratta da tutto e da chiunque mi si avvicini. Io ho il diritto di parlare con chi voglio, di vedere chi voglio... e anche di baciare qualcuno se ho voglia di farlo!- si arrestò improvvisamente essendosi accorta di star esagerando un pò. Arrossì lievemente, ma fece palesemente finta di non rendersene conto e continuò a fissare il vuoto con aria decisa.

Gesticolava molto quando parlava, Draco non lo aveva mai notato prima. In effetti non ricordava di aver parlato molto con quella ragazzina prima di quell'anno. Non avevano avuto quasi mai nulla da spartire prima che la storia della sua infatuazione per lui iniziasse a circolare sulla bocca di tutti.

Se la cosa fosse vera o meno ancora non aveva deciso. Non riusciva a convincersi dell'idea che la piccola fidanzatina di Potter potesse così da un anno all'altro decidere di cambiare totalmente orizzonti.

Ma poi ripensò a tutte le cose strane accadutegli, ognuna delle quali aveva una testolina rossa di mezzo.

Ripensò al litigio furioso avuto in Sala Grande con il fratello e le voci che giravano in fretta. Anche in quel momento era lì perché aveva litigato con Lenticchia. Che il motivo fosse davvero lui..?

La guardò ancora un po', mentre lei pareva riprendere fiato e colore.

In generale la ricordava come una ragazza silenziosa, taciturna, di quelle che non si vedevano molto in giro e che quando cerano sono non facevano certo la differenza.

L'ombra dello Sfregiato. L'amica della Zannuta. La sorella di Lenticchia. Ecco come la vedeva lui...

Vederla tanto animata da un discorso era quasi divertente. Ma che stava dicendo? Animata? Inviperita era la parola giusta!

-Vorresti baciare Potter, Weasley?- il solito ghigno divertito sul volto. Magari riusciva a farla scattare ancora...

E infatti come un elastico tirato e lasciato di colpo... -No!- scattò. Sembrava in preda all’esasperazione. Draco ridacchiò di quegli occhi accesi dall'ira. -Vorrei solo che Ron capisse che non può tenermi in campana per sempre, io ho la mia vita da vivere non può essere lui a gestirla per me.-

Una strana realizzazione si fece largo nella sua mente. Lo colpì come un fulmine a ciel sereno. In un attimo realizzò che forse anche la Weasley era quasi nella sua situazione, con la sola differenza che lei era di certo più vicina alla libertà di quanto lui non lo sarebbe stato mai...

Era oppressa dai suoi genitori che volevano di lei una brava bambina, educata e ubbidiente, e peggio ancora, da un fratello maggiore di un solo anno che credeva di essere in diritto di “tenerla d'occhio”, il che in gergo Weasley voleva dirle soffocarla, toglierle l'aria e tutto ciò che di vicino alla libertà ci potesse essere.

-Ormai sono una donna! Ho superato cose terribili nella mia vita, le ho affrontate da sola senza l’aiuto di nessuno! Sono stata tentata da Tu Sai Chi durante il mio primo anno di scuola... questo non conta niente?- s'ammutolì di colpo notato che Draco aveva cambiato espressione. Sentir parlare di Voldemort era troppo per lui, aveva certo le sue buone ragioni, ma Ginny non aveva idea di cosa stesse passando e pensò che quegli occhi sbarrati, a tratti impauriti e ad altri carichi di rabbia e confusione fossero dovuti al suo non sapere quello che lei gli aveva confessato tutto d'un fiato. Ma Draco sapeva, e non era rivolto lei quello sguardo. Ginny riprese piano a parlare senza porre domande o dare inutili spiegazioni facendo più attenzione a cosa stesse dicendo. -E sono stata sulla bocca di tutta la scuola, sono stata derisa per... per la mia cotta per Harry. E ovviamente tu ne sai qualcosa a riguardo...- lo guardò con aria di rimprovero vedendolo tornare in sè.

-Vagamente...- le rispose con aria innocente accennando ad un innocuo sorriso.

Ginny lo guardò ancora inarcando il sopracciglio. Infondo quell'aria da angioletto non gli stava poi tanto male... almeno la faceva ridere. -Certo, vagamente.- fece lei di rimando. -Io sono stufa...- concluse poi portando lo sguardo sul sole che ormai tramontava.

Quella luce le faceva risplendere i capelli che assumevano tutte le tonalità più lucenti del rame, e gli occhi di un marrone intenso brillavano, ma forse non era solo la luce, non era solo il sole, erano le lacrime che le inumidivano lo sguardo, perso in chi sa quali pensieri lontani da loro...

La vide mordersi il labbro nel tentativo di ricacciare indentro quell’amaro che aveva in bocca, e ci riuscì perché poco dopo la vide tornare normale, forse solo un pò più stanca di prima.

-Tu piuttosto, cosa ti è preso prima? Sembravi impazzito.-

Non aveva nessuna intenzione di parlarne proprio con lei. Quella era e sarebbe comunque rimasta pur sempre una Weasley!

Anche se doveva ammetterlo, stare in sua compagnia non era poi un così gran sacrificio. Ma...

-Tu non sei una donna Weasley...- e il suo non era un insulto. -Lenticchia ti sta così addosso perché tu sarai sempre la sua sorellina da difendere, qualunque cosa accada.- c'era serietà nella sua voce atona.

Ginny lo fissò, ma non disse nulla, forse troppo stupita da quelle parole. Era stupita dalla naturalezza, poteva osare definirla delicatezza, con la quale Malfoy l’aveva appena definita una mocciosa senza che lei si sentisse per questo risentita, o peggio offesa.

-E da cosa dovrebbe difendermi, sentiamo..?- gli chiese comunque, non per avere una risposta, ma più semplicemente per non lasciargli il gusto di averla lasciata senza parole.

-Ma è ovvio...- le disse voltandosi e appoggiandosi al davanzale con i gomiti. -Dai loschi tipi...- le disse voltandosi e, nel vederla ridacchiare, aggiunse... -Come me...- lo disse piano scandendo bene le parole lasciandola col fiato sospeso e un lungo brivido a percorrerle la schiena.

Lei si voltò mentre la risata le si mozzò in gola. Draco lasciò che lo guardasse un attimo prima di decidere che per quel giorno poteva bastare.

-Ci vediamo in giro Weasley.- la salutò con un cenno della testa allontanandosi da lei piano senza alcuna fretta.





A cena quella sera sentì quegli occhi puntati addosso per tutto il pasto. Due occhi scuri che probabilmente lo stavano scrutando increduli e indagatori, incapaci di esporre un giudizio.

Levò lo sguardo dal piatto e lo puntò sul tavolo dei Grifondoro, e infatti era li difronte a lui che lo guardava.

La vide sussultare e distogliere lo sguardo a disagio. Gli venne da sorridere e non ne sapeva neanche il motivo. Forse solo per quella situazione inverosimile che si era venuta a creare.

Durante la cena continuò a puntare lo sguardo in quella direzione e più di qualche volta l’aveva sorpresa a fissarlo. A lungo andare divenne quasi un gioco, e si ritrovarono a sorridere entrambi senza una ragione, divertiti probabilmente da quella situazione insolitamente bizzarra.





Qualcosa da quell’incontro era cambiato nei due. Almeno apparentemente era stato così.

Non erano certo a conoscenza della ragione ma si sentivano meno ostili l’uno verso l’altra. Incuriositi da quel qualcosa che non gli apparteneva, lontano dal loro naturale essere, intrigante e al tempo stesso mostruoso.

Per un po' non ebbero più modo di parlarsi. Sembrò quasi che l’occasione per farlo non si stesse ripresentando, forse con un pizzico di rammarico da parte di entrambi che arrivati a un punto saturo avevano voglia di capirci di più. Chi per un motivo, chi per un altro.

Si incontravano spesso nei corridoi della scuola. Lei aveva preso a sorridergli quando lo vedeva.

La prima volta che si era permessa la ricordava bene. E come dimenticarlo. Lo intravide a distanza, dall'altra estremità del corridoio che veniva nella direzione opposta alla sua. Era stato il giorno dopo il loro incontro e ancora quei ricordi erano ben presenti nella sua mente al punto che non sapeva cosa fare.

Continuava a domandarsi, in quel frangente di tempo che li separava, se era il caso di salutarlo o meno. Cosa avrebbe dovuto fare a quel punto? Erano diventati amici? Erano abbastanza in sintonia da salutarsi o fermarsi a parlare nei corridoi quando s'incontravano?

E poi dandosi dell'idiota si domandava se per lui era lo stesso, se anche lui si poneva le stesse domande, se avesse gli stessi dubbi.

Probabilmente no, si rispondeva. Per certi versi aveva potuto conoscere gli uomini attraverso i suoi fratelli, e certo era che loro non si ponevano problemi di natura così profonda.

Arrivato quasi ad un palmo da lei, l'unica cosa che le venne di fare tra l'imbarazzo e il panico fu di accennare ad un sorriso, mentre gli occhi cercava di tenerli su di lui ma inevitabilmente venivano abbassati, rialzati, spostati di qua e di la.

Era davvero convinta di aver fatto la figura della stupida con lui che invece pareva tutto d'un pezzo.

Inspiegabilmente però, prima di superarla, le rispose con un cenno del capo.

Era rimasta quasi raggelata dalla cosa tanto che i piedi smisero di camminare e la testa, leggera e vuota, di pensare.

Quando i suoi passi si furono allontanati del tutto quello che le rimase fu quel sorrisetto ebete sulle labbra che stranamente non andava più via.

Nei giorni a seguire, avendo notato questa sua propensione a risponderle, in qualche modo aveva preso forza e coraggio e non perse più occasione di cercare un contatto per lo meno visivo con il ragazzo che a suo modo non la lasciava mai “delusa”.

Ed era sempre così.

A volte, quando lei era in compagni di Ron e di Harry, il sorriso era meno accentuato, ma si voltava sempre per seguirlo con lo sguardo e lui le rispondeva puntualmente, ad ogni modo stando attento che nessuno ci facesse caso.

L'ultima cosa che volevano era creare uno scandalo.

Erano sulla bocca di tutti da qualche tempo, non potevano rischiare di dare alito alle loro chiacchiere per delle leggerezze.

Andarono avanti così per un pò. Un rapporto fatto unicamente di sguardi, gesti e sorrisi appena accennati, sempre attenti a non destare l’attenzione di nessuno.

Si incontravano in biblioteca tutti i giorni, stessa ora stessi tavoli, quasi fosse un appuntamento a cui nessuno dei due aveva voglia di mancare.

In parte forse entrambi si sentivano quasi colpevoli di questa tregua, della loro frivolezza. Era come andare contro natura, non avrebbero mai potuto essere amici, e mai dovuto rivolgersi la parola. Ma era andata così e ormai non ci potevano fare più nulla. E poi questa novità non disturbava nessuno dei due, anzi, c’era quel qualcosa di proibito che li attirava entrambi.

Non potevano essere amici, ma potevano invece essere nemici?

Sembrava quasi ad entrambi che le basi per la loro inimicizia si stessero dissolvendo.

Il passato dei loro avi poteva davvero essere un motivo valido e attendibile per odiarsi? Si chiedeva Ginny.

Draco invece, dal canto suo, era a conoscenza di quel qualcosa che avrebbe di certo potuto dividerli per sempre...

Eppure in quel frangente di tempo, durante la loro piccola e innocente tregua avevano sviluppato quel desiderio di sapere, di conoscere il mondo dell'altro. Capirne le differenze e le similitudini.

Ginny sapeva benissimo di avere una missione, e scusava se stessa di questa debolezza ricordandosi che lo faceva unicamente per il suo fine ultimo: smascherare Draco Malfoy.

Draco invece continuava a ripetersi che avrebbe voluto solo capire se quello che dicevano gli altri era vero o meno. Se quello che vedeva in lei era solo un inganno della sua volubile immaginazione. E poi era convinto che tenere la mente impegnata sulla Weasley fosse un ottimo diversivo per dimenticare almeno per qualche attimo la vita disastrosa che stava conducendo.

Decisamente uno strano rapporto.

Ormai Draco sapeva che Ginny usciva dalla sua sala comune alle sette e trenta, un attimo dopo di lui.

Sapeva che prendeva solo una tazza di te molto zuccherata, non toccava mai altro, forse per paura di prendere qualche chilo di troppo, o forse solamente perché pareva ancora dormire in piedi.

Sapeva che si sarebbero incrociati sulla torre di astronomia due volte alla settimana perché lei aveva lezione subito dopo di lui.

Sapeva di trovarla al suo tavolo in biblioteca, o che al massimo l'avrebbe raggiunto trafelata dopo una lunga corsa quando aveva gli allenamenti di Quidditch. Anche in quelle occasioni non rinunciava a presentarsi all'appello nonostante sapesse che a Draco mancava poco per finire. Doveva anche ammettere che qualche volta in quei casi, quando era particolarmente annoiato aveva fatto finta di studiare solo per poterla prendere in giro qualche minuto in più.

E sapeva che sarebbero arrivati insieme alle otto in Sala Grande e si sarebbero rivisti ancora prima di rientrare nei dormitori.

Così come Ginny dal suo canto sapeva che Draco la mattina faceva colazione con un caffè nero molto zuccherato con l'aggiunta di miele.

Sapeva che passava il più del suo tempo con il cugino Blaise e con Nott che a suo parere dovevano essere i suoi migliori amici.

Sapeva che durante i pasti parlava poco e spesso rileggeva i suoi appunti per ammazzare il tempo.

Sapeva anche che spesso si estraniava dal resto del mondo nonostante fosse circondato da un mucchio di gente.

Si era oltretutto resa conto che attendeva con ansia quei momenti in cui si sarebbero visti. Un pò la cosa la turbava, ma preferiva non farci caso, almeno per il momento.

Metteva a tacere la sua coscienza ogni qual volta bussasse chiedendole il permesso di lasciarla entrare. Permesso che non accordava. Quando Herm le chiedeva come stesse andando le rispondeva tranquillamente che tutto era piatto, nulla di nuovo, e a Harry ricordava di non aver visto mai nulla di strano.

Non che fossero menzogne, ma non erano neanche quella che poteva essere definita la pura verità.

Aveva infatti omesso loro di quell'episodio in corridoio, e di quello ancor peggiore sul pontile. Non aveva avuto il coraggio di confessarlo.

Non riusciva più a far a meno di pensare alle sue esperienze con Draco come qualcosa di unicamente suo, da tenere lontano, nascose da occhi e orecchi indiscreti. Erano momenti intimi che riguardavano solo loro.

Si sentiva una stupida per quei pensieri e spesso avrebbe voluto confessare unicamente per liberarsi la coscienza, ma non ci riusciva, in cuor suo non poteva.

Andarono avanti così per tutto quel che restava di Ottobre, scambiandosi sguardi colpevoli e battutine poco simpatiche.

Ma andava bene così, per Ginny andava benissimo così.

Draco Malfoy stava diventando la sua unica distrazione da una vita di oppressione.

 

 

 

 

 

Eccomi bella genteeeeeee!!!!

Come promesso almeno una volta alla settimana mi ammazzerò per rendervi un capitolo nuovo!

Come avete avuto modo di notare le cose stanno iniziando a cambiare... c'è un aria di novità, d'amicizia, d'amore???

Lo vedremo insieme questo ;)) intanto spero che mi facciate sapere la vostra come avete gia fatto in tanti, e io ve ne sono immensamente grata.

Come sempre ringrazio chi ha la pazienza di seguire la mia storia, soprattutto visto che non sono stata proprio brava con i tempi di postaggio (si può dire postaggio???? boh, credo proprio di no ma... vabbè... però credo di aver reso l'idea XD)

Un bacio a tuttiiiiiiii al prossimo capitolooooo!!!!!!!

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Capitolo 7
*** Doxy ***


Capitolo 7

 

 

 

Quella mattina per Ginny era iniziata splendidamente.

Avrebbe dovuto avere due ore di lezione con la McGranitt, ma quel giorno era stata convocata con urgenza per qualche questione burocratica, che tenne ben lontano dall'esporre ai suoi alunni, che di conseguenza non avevano idea di quale fosse la vera ragione anche se in molti associavano questo suo sempre più frequente assenteismo alla guerra che fuori dalle mura di Hoguarts iniziava a farsi sentire con prepotenza.

In effetti inizialmente si erano tutti preoccupati quando avevano notato che la professoressa iniziava a saltare le lezioni, non era certo da lei lasciare i suoi alunni durante le ore scolastiche, ma a quanto avevano potuto capire la cosa era urgente, e sicuramente grave al punto che si vociava su un possibile sostituto, ma la McGranitt aveva prontamente smentito quelle chiacchiere.

Anche a Ginny venne in mente solamente una cosa: la guerra.

Doveva assolutamente centrare qualcosa con la mancanza così frequente della professoressa durante le ore di lezione.

Ma ad ogni modo non era compito loro occuparsi di quello che succedeva al di fuori della scuola, almeno non per il momento, così decise di riempire queste due ore nel miglior modo che conoscesse: dormendo.

Infondo agli studenti andava bene così, per lo meno andava bene a Ginny che non aspettava altro che un colpo di fortuna così per avere del tempo per se stessa.



Aveva deciso di recarsi vicino al lago e farsi una bella dormita, recuperando quelle ore di sonno di cui Malfoy la stava privando. Già si vedeva distesa sull'erba riscaldata dai raggi del sole. Anche il tempo era favorevole alla sua iniziativa, era quasi Dicembre ma il clima non era rigido come avrebbe dovuto essere. Non quel giorno almeno. Quei caldi raggi di sole novembrini erano un invito più che ben accetto per lei.

Sapeva che Draco era a lezione, quindi era inutile andare a controllarlo, per cui quelle due ore sarebbero state tutte per lei. Finalmente!

Camminava per i corridoi dirigendosi pigramente verso l'uscita quando incrociò niente popò di meno che... i serpeverde del settimo anno.

Non era possibile, una persecuzione a dir poco! Non riusciva a spiegarsi com'era possibile che ovunque andasse loro erano lì sul suo cammino. E ancor peggio si chiedeva dove stessero andando tutti insieme.

Dando un'occhiata più accurata notò che non erano solo i serpeverde ma c'erano anche i grifondoro con loro. E la fortuna aveva voluto che Hermione le passasse accanto proprio in quel momento. Decise di fermarla.

-Herm.- la chiamò vedendola girarsi e sorriderle con aria dubbiosa.

-Che ci fai in giro signorina? Dovresti essere a lezione o mi sbaglio...- le domandò con una nota di severità nella voce.

Ginny levò gli occhi al cielo, era sempre la solita. -Due ore di buca...- tagliò corto. -voi piuttosto dove andate con i serpeverde?- le chiese velocemente notando che gli altri la stavano lasciando indietro.

-Abbiamo lezione con Hagrid. Ha detto che ha una nuova specie “fantastica!” da farci conoscere.- le ragazze risero pensando alle speci fantastiche a cui si riferiva il gigante. Solitamente erano bestie feroci o tra le più pericolose in circolazione, ma che lui insisteva a chiamare “i suoi cuccioli”. Era davvero fantastico quando diceva loro “non sono tenerissimi?” con quell'aria impietosita. Peccato che lui era l'unico a considerarli a quel modo. -Tremo al solo pensiero.- infatti si lasciò scappare Herm.

-Già. Adesso vai o ti lasceranno qui.- le fece notare.

Hermione si voltò ritrovandosi sola. -Vado. Ma prima Gin dimmi... avevi lezione con, la McGranitt, per caso?- Ginny storse il labbro, aveva capito benissimo a cosa stesse pensando l'amica, tanto più che pensava lo stesso anche lei. Annuì e l'altra sorrise. -Bene, allora vado. Approfitta di queste ore libere per ripassare qualcosa.-

Ginny inarcò le sopracciglia. Le disse che avrebbe certamente fatto così, ma ovviamente non lo avrebbe fatto. Quanto potevano essere diverse due menti. Dove Herm si rilassava studiando, lei, si rilassava dormendo.

Però...

Ma, qualcosa le disse che avrebbe dovuto impiegare meglio quelle ore.

Iniziò a pensare che era stata tutta colpa della “cattiva” influenza di Herm che la faceva sentire in colpa per la sua innata pigrizia, ma sentiva di dover fare una cosa...

Certo non si sarebbe messa a studiare, non ne aveva nessuna voglia, tanto più che nel pomeriggio da qualche tempo non faceva altro, ma sentiva di dover seguire quel gruppo di studenti, o meglio, di dover seguire Malfoy.

Era certa che non sarebbe stato attento a quello che diceva Hagrid. Non credeva davvero che fosse un appassionato di creature magiche, quindi era più probabile che facesse comunella con qualcuno e che gli scappasse qualcosa di scottante!

O per lo meno se lo augurava per lui visto e considerato che a causa sua stava per rinunciare alle sue due... ebbene sì due! ore di pennichella.

Perfetto, aveva deciso ormai, se n'era fatta una ragione e a malincuore era uscita anche lei all'aria aperta seguendo i ragazzi nella foresta tenendosi però ad una debita distanza. Non troppa però, non voleva certo essere mangiata viva da qualche strana creatura! Magari proprio da una delle "fantastiche" creature di Hagrid, pensò ridacchiando tra se.



-Bene ragazzi miei...- iniziò il gigante buono pensando di ottenere l'attenzione di tutti i suoi alunni con quello che avrebbe da li a poco annunciato. -Oggi è un gran giorno per voi, oggi, conoscerete una delle speci più simpatiche e carine tra le creaturine magiche.- ridacchio allegro come una pasqua. Peccato solo che l'unico di buon umore in quel momento era proprio lui, gli studenti invece tremavano al pensiero di cosa “carini” potesse voler dire, senza contare che quella “i” nel finale voleva far intendere un plurale... era un branco di qualcosa! -Bene, bando alle ciance, ecco a voi ragazzi...- Hagrid afferrò il lembo di un telo che teneva coperte queste misteriose creature e poi tirò con forza. -I Doxy!-.

Gli studenti sobbalzarono quando li videro. Non era possibile! E quelle dovevano essere creaturine carine!?

Hagrid intanto il guardava come innamorato, rapito da quello “splendore”...

Ginny nascosta dietro un albero si sporse leggermente per guardare meglio. Dovette ammettere che oltre ad essere raccapriccianti non sembravano neanche troppo gentili i piccoli amichetti del gigante. Si ritrasse bruscamente indietro quando le parve che uno di loro le facesse l'occhiolino con quello sguardo malefico che le fece accapponare la pelle.

Per fortuna erano in gabbia...

-Ecco ragazzi miei, purtroppo devo tenerli chiusi in gabbia perché gli altri professori ritengono che potrebbero essere pericolosi per la vostra incolumità, ma in realtà non sono cattivi poveri cari, è vero che il loro aspetto non è dei più consueti ed è anche vero che sono dei birbantelli che amano gli scherzi... ma da li a tenerli chiusi in gabbia mi sembra un'esagerazione.- Hagrid mise su il broncio mentre gli studenti si chiedevano come diavolo riuscisse a vedere tanta bellezza in creature simili.

-Allora, come potete notare queste piccole creature dall'aspetto antropomorfo sono ricoperte da una fitta peluria nera e dotata di una doppia serie di arti simmetrici (quattro gambe e quattro braccia) e di due piccole ali, spesse e ricurve, che ricordano quelle di un coleottero.- ridacchiò mentre quelle parevano quasi danzare per lui nella loro gabbia. Per fortuna non potevano scappare di lì.

-Hagrid, ma sono pericolosi o mi sbaglio?- gli chiese Ron ricordando che non erano animali così pacifici come voleva far credere il mezzo gigante.

-Ebbene Ron dicono che non siano poi tanto amici degli uomini... diciamo che...- spostò un cartone nella loro direzione. -Avrete bisogno di questi, giusto in caso.-

I ragazzi si avvicinarono e a uno a uno afferrarono una delle bombolette spry che Hagrid offriva loro.

-Che è sto schifo?- chiese Malfoy rigirando tra le mani quella piccola bomboletta con su inciso: Doxycida.

-Quello, Malfoy, è il doxycida.- Hagrid pronunciò quella parola con non poco disgusto. -In caso di pericolo può servire a tranquillizzarli... li stordisce insomma, dando poi il tempo ai maghi di formulare l'incantesimo d'esilio che li terrà definitivamente lontani.- gli studenti annuirono convinti stringendo prontamente quelle bombolette tra le mani. -Ma attenzione!- urlò il gigante riportando la loro attenzione su di se. -Usatelo moderatamente oppure quelle povere creaturine potrebbero rischiare la vita!- li ammonì con apprensione.

-Hagrid, ma se hai detto che sono delle creature innocue allora a cosa ci serve il doxycida?- chiese una studentessa di grifondoro.

-Be quello che non vi ho ancora detto è che, anche essendo apparentemente innocue... e il più delle volte lo sono...- le giustificò prontamente. -come vi ho detto sono creature spiritose che amano gli scherzi.-

-Che genere di scherzi?- chiese quell'oca della Parkinson interrompendo il mezzo gigante mentre tentava di spiegare.

Hagrid si schiarì la gola. -Il Doxy ha una doppia fila denti... affilatissimi e velenosi!- gli studenti arretrarono di un passo istintivamente. -In caso di morso è necessario assumere tempestivamente un antidoto adeguato, altrimenti...-

-Altrimenti..?- chiese Ron ingoiando il vuoto.

-Si potrebbe rischiare di morire.- concluse lui con assoluta tranquillità. -Ma questo non può capitare a voi oggi ragazzi miei in quanto ho l'obbligo di tenerli rinchiusi... poveri cari.-

-Si, poveri cari...- lo canzono Draco, che in realtà si mostrava scettico nei confronti di quella gabbia, che a parer suo poteva essere rinforzata in qualche modo...

-Ma Hagrid, giusto per la cronaca... qual'è l'incantesimo che serve a noi per scacciarli?-

-Relascio.- annunciò Hermione anticipando il professore che la guardò soddisfatto e fiero di quella studentessa tanto diligente.

-I miei complimenti Hermione, sempre molto preparata.-

Hermione gli sorrise e lui tornò alla spiegazione di quelle creature.

A Ginny bastava sapere quello che aveva sentito, non voleva sapere nient'altro. Oltre a farle senso, le mettevano ansia. A volte le pareva quasi la guardassero e ridessero di lei. Era un pensiero sciocco forse, ma poteva giurare che fosse davvero così.

Intanto Draco seduto su una roccia prendeva appunti.

Ginny si batté una mano sulla fronte. Non era possibile che prendesse appunti anche con Hagrid! Quando era diventato la copia sputata di Hermione al maschile?

Ginny si fece più vicina per vedere se erano davvero appunti quelli che stava buttando giù ma prima che potesse vedere di cosa si trattasse ecco arrivare i suoi fedelissimi compagni a rovinarle i piani.

-Ehi Dra, vuoi sapere l'ultima?- gli chiese Tiger venendo però ignorato dal ragazzo. Quello però non pareva essersene reso conto perché continuò come nulla fosse. -Ho sentito la mezzosangue dire che la McGranitt ha saltato le lezioni e sai chi aveva lezione con lei stamattina?- Draco si limitò ad inarcare le sopracciglia senza neanche distogliere lo sguardo dal foglio. -La pezzente.-

Ginny storse il naso, non si spiegava com'era possibile essere insultata addirittura da quella testa vuota di Tiger. E pensare che il suo cervello non arrivava più in la del suo naso...
Ma mantenne la calma aspettando con ansia di sentire le risposte e i commenti generali.

Solo a quel punto lui smise di scrivere e levò lo sguardo dal foglio finalmente interessato. -E con questo?- lo freddò prontamente lui.

-Ho sentito che diceva che sarebbe andata giù al lago a fare una pennichella... perché non la raggiungi, sono certo che alla tua fidanzatina mancherai un mondo!- rise seguito dagli altri.

Anche Draco aveva atteggiato le labbra ad un sorrisetto furbo.

Così tutti erano convinti della storiella della sua cotta per il serpeverde... illusi! Ma d'altra parte, meglio così...

-Tiger ha ragione, magari è lì che ti aspetta e intanto ti sogna ad occhi aperti la povera cara...- questa volta era stato Nott a prendere la parola.

Draco non pareva affatto turbato dai loro commenti, se ne stava lì come un pesce lesso a lasciare che gli altri lo prendessero in giro, o meglio, che prendessero in giro lei!

-Non mi stupirei invece di vederla sbucare da dietro a qualche cespuglio invece...- affermò Blaise sedendosi accanto all'amico. -Quella mi sembra la tua ombra, è appiccicosa. Troppo appiccicosa Dra io ti consiglio di lasciarla.- gli disse con un espressione seria e tranquilla.

A Ginny prese un colpo e quasi si strozzò con la sua stessa saliva e ancor peggio non poteva neanche tossire o avrebbe fatto rumore facendosi scoprire dando ragione a Blaise. Quelli davvero credevano che stessero insieme? Cosa diamine gli aveva raccontato quel pervertito per far credere agli amici una cosa simile?! E se avesse spifferato loro della sera in punizione? Come avrebbe dovuto comportarsi lei da quel momento in avanti? Che vergogna! La sua reputazione era ufficialmente distrutta.

Draco intanto ridacchiò. -Non stiamo insieme Blaise.- il ragazzo fece spallucce. -E poi non siete certo voi a dover dire a me con chi divertirmi e con chi no... non credete?- pareva una minaccia, almeno alle sue orecchie. Certo era che sentirsi “una con cui divertirsi” era sufficientemente snervante. Dovette fare appello a tutta la sua pazienza per non reagire. -E comunque sono d'accordo con voi, la piattola potrebbe essere ovunque.- i ragazzi annuirono e si guardarono istintivamente intorno alla ricerca di una testolina rossa nascosta da qualche parte.

Ginny si nascose prontamente meglio dietro al tronco di un'enorme albero. Sospettavano di lei. Avevano ragione! Constatò ridacchiando tra se. Doveva ammettere che non erano poi così stupidi come li aveva creduto per anni... almeno alcuni di loro.

-Il modo in qui ti guarda con quegli occhi languidi mi fa morire!- ridacchiò Nott seguito dagli altri,

-Che idiota! Davvero pensa di avere delle speranze con te?- Tiger esplose in una fragorosa risata.

Ok, certo di pazienza ne aveva avuta anche troppa ma sentire quello stupido darle dell'idiota era come sentire il bue che dava del cornuto all'asino! Così si divertiva tanto a canzonarla, eh? Perfetto... Gliel'avrebbe pagata cara questo era certo! Strinse forte la bacchetta nella mano sudata per il nervosismo e la puntò verso il ragazzo.
Infondo non era niente che qualche graffietto qua e la non potevano sistemare.

-Exulcero!- pronunciò Ginny puntando la bacchetta nella sua direzione. Ma...

Oh no! Pensò lei mentre assisteva impotente alla scena che le si proponeva dinnanzi con le dita immerse nei capelli.

All'ultimo il ragazzo si era spostato e l'incantesimo andò a colpire non lui bensì... la gabbia dei doxy! Annullandone l'effetto barriera che li teneva intrappolati.

Ginny sbiancò nel momento in cui si rese conto che quelle creaturine erano in libertà e, cosa peggiore, per colpa sua!

Accadde tutto così in fretta che ebbe appena il tempo di rendersene conto. Quei brutti esserini volanti erano in libertà e non solo... gli studenti erano nel panico più totale e correvano per ogni dove alla ricerca di un riparo o di un modo per sfuggire ai loro temibili morsi. A nessuno veniva in mente quello che aveva detto Hagrid a proposito delle bombolette presi com'erano dalla paura...

-Restate calmi!- continuava a ripetere il professore, ma non lo ascoltavano già più. Solo Hermione, Ron e Harry e pochi altri restarono eseguirono alla lettera quello che Hagrid aveva spiegato loro. Ma non bastò, erano ovunque.

Ginny intanto si era resa conto di quello che aveva appena fatto. Per colpa sua quelle bestiole stavano creando il caos!

-Andiamo scappiamo!- urlarono i serpeverde e Draco si alzò in fretta pronto a darsi alla fuga.

Ginny intanto uscita fuori dal suo nascondiglio si era accorta di essere appena stata puntata da un gruppetto di Doxy, le sembrarono quelli che prima le avevano fatto l'occhiolino. Intuendo che stavano per volare nella sua direzione lanciò un urlo e si precipitò nella direzione opposta.

Corse a perdifiato per la foresta senza rendersi bene conto di dove stesse andando sperando solo di fuggire il più lontano possibile da loro ma ogni volta che si voltava vedeva quelli sempre più vicini.

D'un tratto incespicò e cadde rovinosamente per terra sbucciandosi le mani e le ginocchia contro le pietrine che ricoprivano il terreno. Si voltò nonostante il dolore sbarrando gli occhi alla vista dei doxy così vicini. Quasi riusciva a sentire il dolore dei loro dentini aguzzi perforarle le carni.

Non aveva via di scampo ormai, erano troppo vicini per ricominciare la sua corsa. Urlò coprendosi il viso con le braccia.

Aspettò un attimo, ma pareva non succedere nulla. Il rumore di uno spry la costrinse a guardare.

Quello che vide fu ancora più sorprendente, mai neanche nelle sue fantasie più remote avrebbe pensato che proprio lui fosse corso a soccorrerla.

Era Malfoy.

Con la bomboletta puntata nella loro direzione li aveva storditi tutti e quattro. -Relascio!- pronunciò puntando questa volta la bacchetta, e quelli furono scaraventati via lontano da loro. Sembrava che il peggio fosse passato.

Lo vide voltarsi nella sua direzione. Era affannato e anche se le era quasi impossibile crederci, nel suo sguardo poteva leggere qualcosa di molto simile alla preoccupazione.

-Sei stata morsa?- le chiese. Ginny ci mise un po' a riprendesi ma alla fine scosse la testa. -Bene.-

Si costrinse a darsi un contegno. Non poteva starsene lì ammutolita. -Come facevi tu a sapere che...-

-Sei rumorosa- la freddò. -ho sentito i tuoi passi. Poi ho sentito urlare ed ero sicuro che la voce fosse la tua...-

Ginny era esterrefatta. Non avrebbe mai creduto che lui le sarebbe corse dietro per aiutarla. Malfoy era un codardo da sempre! Era risaputo, e rischiare la sua vita per lei... e poi... -Hai riconosciuto la mia voce...- il fiato corto rotto da uno strano calore che le partiva dallo stomaco e si fermava in gola.

-Già.-

Ginny si rialzò a fatica accorgendosi solo allora di quanto le facesse male il ginocchio. Si piegò istintivamente per afferrarlo, come se solo toccandolo avrebbe potuto sanare la ferita o sperare che facesse meno male. Ovviamente non fu così e guardandolo notò anche che sanguinava un bel po'. Si avvicinò a lui titubante, insicura su cosa dire o su cosa fare, zoppicando un pò. -Grazie.- alla fine pensò che era doveroso almeno quello.

-Senti...- iniziò lui con aria minacciosa puntandole un dito contro. -Non iniziare a farti film!- Ginny sobbalzò nel sentirlo alzare la voce così all'improvviso senza una ragione. -Nessuno sapeva che eri lì, anche io me ne sono accorto tardi... e sapevo che tu a differenza nostra non avevi la bomboletta... non volevo averti sulla coscienza tutto qui.- terminò imbronciato e giustamente imbarazzato da quella situazione equivoca.

-Va bene, ma ti ringrazio comunque.- gli disse lei senza poter fare a meno di sorridere dell'ilarità del momento.

-Andiamo dai.- le disse voltandosi, ma prima ancora di terminare la frase Ginny urlò il suo nome e nella voce c'era paura.

Draco si voltò ancora verso di lei ritrovandosela letteralmente addosso. Strabuzzó gli occhi incredulo mentre nella sua mente accadeva di tutto. Ginny era lì a circondargli il collo con le braccia, e senza rendersene conto lo aveva voltato senza mai staccarsi da lui costringendolo ad invertirsi di posto con lei.

Fu una questione di istanti. Draco la guardò stupito da quel gesto mentre lei d'improvviso lanciava un urlo.

Adesso che era voltato Draco poteva vederci chiaro. Si rese finalmente conto di cosa stesse accadendo non riuscendo ad impedire a se stesso di digrignare i denti provando rabbia cieca.

Quello di Ginny era stato un urlo di dolore. Uno di quegli schifosissimi animaletti era ancorato alla sua spalla e non pareva avere nessuna intenzione di lasciare la presa!

Il sangue usciva a fiotti dalle ferite che le aveva procurato e Ginny era in preda ad un dolore allucinante.

Non ci pensò su neanche per un istante, lo afferrò strappandolo letteralmente di lì scaraventandolo poi in aria. Quello si riprese in fretta sorridendogli in segno di sfida e tornò all'attacco, ma Draco prontamente ripeté la procedura di poco prima afferrando la bomboletta, stordendolo ben bene e scaraventandolo il più lontano possibile da loro. L'animaletto si levò di torno definitivamente.

Per un'istante la soddisfazione gli fece dimenticare del corpo della ragazza che pareva sempre più leggera sul suo collo.

Ginny aveva allentato la presa scivolando sempre più verso il basso. Draco l'afferrò quasi istintivamente tentando di sorreggerla ma finendo in ginocchio con lei tra le sue braccia che pareva svenuta.

-Weasley che diavolo fai? Non puoi perdere i sensi proprio ora...- lei non rispondeva. -Resisti dannazione!- urlò.

-Adesso siamo pari.- Ginny levò il viso verso di lui e gli sorrise con le palpebre pesanti e gli occhi stanchi.

Draco la guardava negli occhi incapace di credere ad un gesto tanto eroico, così spassionato e... Cosí stupido! Non poteva credere che si era appena sacrificata per salvare la sua vita. Nessuno lo avrebbe fatto mai. A volte avrebbe addirittura giurato che neanche il suo stesso padre avrebbe mai sacrificato la sua vta per lui... al massimo il contrario...

E intanto vedeva quegli occhi scuri rabbuiarsi fino a non guardarlo più, fino a diventare vuoti, fino a chiudersi definitivamente.

La scosse più volte chiamando il suo nome con la forza della disperazione che saliva vorticosamente dandogli alla testa. Ma lei non dava segni di vita. La guardava e il panico stava per prendere il sopravvento quando in quello che poteva essere il suo ultimo attimo di coraggio decise di prenderla tra le braccia e portarla da Hagrid, in quel momento era l'unico che poteva aiutarlo.

Intanto Ginny tra le sue braccia era inerme, il braccio che penzolava senza forza, pareva senza vita. Bastò questo pensiero a farlo correre più in fretta.

Tornato sul luogo del ritrovo erano rimasti in pochi quelli che fattosi forza avevano deciso di restare per combattere i mostriciattoli.

Draco si ritrovò a pensare a cosa avrebbero fatto in caso di attacco da parte dei mangiamorte...

Ma non era quello il momento di pensare a certe cose, almeno questa volta potevano aspettare.

-Hagrid!- lo chiamò.

Quello si girò e sbarrò gli occhi difronte alla figura della piccola Ginny Weasley inerme tra le sue braccia. -Cos'è successo?- chiese.

Prima che Draco fosse riuscito a dargli una risposta però fu investito da quello che gli era parso un tornado.

Guardando meglio però non era un tornado, forse peggio...

Ronald Weasley, che era rimasto lì a combattere con i suoi amici, aveva afferrato brutalmente Ginny strappandola dalle sue braccia e affidandola poi a Hagrid. Draco rimase un attimo esitante, ancora troppo preso dalla ragazza per ragionare freddamente.

Un dolore fortissimo lo costrinse per terra. Era stato come se la sua mandibola si fosse staccata dalla faccia e poi si fosse rimessa a posto. Non aveva mai sentito nulla del genere, ma certo bastò a riportarlo con i piedi per terra.

Era stato Ron a colpirlo appena ebbe le mani libere. Gli si era scagliato contro con tutte le sue forze colpendolo con un pugno in pieno viso.

Draco non se lo aspettava affatto. Rimase stordito qualche secondo, l'orecchio gli fischiava e la testa gli pareva instabile mentre tutto il mondo intorno girava. Ma cosa diamine voleva da lui adesso? Si domandava Draco a cui per essere stata solo una mattinata avevano somministrato già una dose troppo forte di emozioni.

Ron approfittò di quel momento di debolezza per afferrarlo dal colletto della camicia sollevandolo quasi da terra. E pensare che erano alti quasi allo stesso modo, ma di certo in quanto a stazza Ron era il doppio di lui.

-Che le hai fatto?!- gli ringhiò contro in pieno viso. Gli occhi rossi di sangue, di vendetta...

-Io non le ho fatto proprio niente...- riuscì a dirgli mentre la bocca gli faceva male e sentiva la voce impastata.

-Tu menti, bugiardo!- urlò Ron inferocito stringendo maggiormente la presa.

-Aspetta Ron.- lo fermò Hagrid. -Malfoy ha ragione, Guarda.- gli fece notare i segni lasciati dai morsi. -Sono stati loro, svelto, in infermeria.-

Ron rimase un attimo interdetto. Draco poté notare la preoccupazione nei suoi occhi e probabilmente riusciva anche a capire quali pensieri ronzassero per la sua mente. Erano di certo gli stessi che affollavano la sua. Se quello che il mezzo gigante aveva affermato quella mattina era vero allora Ginny poteva morire.

Ron lasciò la presa ma si voltò ancora a guardarlo. La stessa ferocia di poco prima, neanche un grammo in meno. Riusciva benissimo a rendersi conto di quanto Lenticchia fosse ciecamente convinto che in tutta quella faccenda lui centrasse più di quanto non volesse ammettere.

Non poteva neanche immaginare quanto si sbagliasse...

Continuò a guardarlo in cagnesco finché no se ne fu andato.

A Draco sarebbe davvero piaciuto vedere la sua faccia mentre gli dicevano che in realtà Draco era corso a salvarla e lei si era sacrificata per lui, magari sarebbe stata la stessa Ginny a dirglielo.

Nel pensare a lei gli venne però in mente che la sua vita era ancora in pericolo.

Si ritrovò a stringere i pugni lungo i fianchi come non aveva mai fatto prima d'allora, fino a farsi male. Non riusciva a spiegarselo ma sperò vivamente che la piccola piattola se la cavasse.

Intanto ai rimasti restava il compito di riacciuffare quei mostriciattoli e di rinchiuderli nella loro gabbia.









Ciao a tutti ^.^ Eccomi come sempre al nostro appuntamento settimanale di Cuore Celato. Come promesso almeno un capitolo a settimana lo avrete sempre fino alla fine ;)

Spero che lo troviate almeno divertente :D

Mando un bacio a tutti quelli che seguono e ringrazio vivamente tutti quelli che recensiscono XD

Un bacioneeeeeeeeeeeee al prossimo capitolooooo!!!!!


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Capitolo 8
*** Dubbi ***


Capitolo 8

 

 

Per tutto il resto della giornata non fece che pensare a lei e a tutto quello che era successo nell'arco di poche ore.

Ancora non poteva credere che si fosse esposta così tanto al punto da sacrificarsi per lui. L'idea che le chiacchiere che circolavano fossero vere a quel punto non era poi tanto irragionevole. Sapeva benissimo che ci poteva essere la possibilità anche se minima che lei non stesse mentendo sulla cosa, in fin dei conti era pur sempre una Grifondoro e come tale la lealtà e l'onestà primeggiavano su tutto, ma da avere una cotta per lui a decidere di sacrificare la sua vita... questo era decisamente troppo!

E poi c'era quella dannata sensazione di inadeguatezza che lo perseguitava in quel momento, e dopo un attento esame di coscienza aveva appurato che quella sensazione era quello che comunemente si definiva: senso di colpa.

E non lo sopportava.

Era opprimente, anche se tentava in tutti i modi di non pensarci non riusciva a non farlo, non poteva nascondersi non poteva fuggire da se stesso. Era nella sua testa il problema e qualunque cosa avesse fatto non sarebbe riuscito a sbarazzarsene.

Stupida ragazzina impicciona!

Era solamente colpa sua se adesso era in infermeria ricoverata in fin di vita, cosa ci poteva fare lui se lei aveva deciso di seguirlo? Non l'aveva certo obbligata a farlo anzi al contrario lui cercava in ogni modo di evitarla.

Era anche un po' colpa della McGranitt a dirla tutta. Da quando in qua una professoressa si assenta così spesso dalle lezioni lasciando i suoi alunni scoperti?

E poi era lui quello che doveva andare a recuperare la pecorella smarrita?

Assolutamente no! Non era cosa che lo riguardava e poi lui aveva fatto anche troppo per lei inseguendola e salvandola la prima volta, se poi lei aveva deciso di darsi in pasto a quelle cose disgustose che Hagrid chiamava "adorabili creature" non era certo colpa sua!

O no?

Draco portò le mani alla testa scompigliandosi i capelli mentre la grattava con forza. Era quel maledetto dubbio che non gli dava pace.

Ma in fondo lui ci aveva provato, non era colpa sua...

O no?

-Dra, che ti prende?- gli chiese Nott che sedeva sul divano difronte al suo, visibilmente perplesso.

Draco prese tempo nel tentativo di trovare le parole giuste da dire, ma che spiegazioni gli poteva dare? -Niente.- rispose in fine.

-Non puoi non avere niente Dra, ti conosciamo abbastanza bene, almeno fino al punto di sapere che quando ti siedi a fissare il fuoco come fosse una cosa fantastica... c'è qualcosa che non va.- aggiunse Blaise appoggiando l'amico andandosi a sedere accanto a Draco. -Sputa.- gli intimò.

Draco si ritrovò ad apprezzare non poco l'interessamento che i suoi amici gli stavano riservando, e se doveva essere sincero non se lo aspettava affatto, sapeva che erano sempre lì per lui, ma conoscerlo cosí bene solo guardandolo... Nonostante ciò non poteva certo andare da loro e ammettere che la causa dei suoi malumori e dei suoi pensieri era la piccola Ginny Weasley.

Tutti sapevano della cotta della ragazza per lui, non voleva certo dar l'impressione che anche per lui era lo stesso.

-Sai Dra, è strano...- iniziò Nott.

-Cosa è strano?- gli ringhiò contro senza pur volerlo fare. Aveva i nervi a fior di pelle che scattavano con un nonnulla. Si ritrovò a pensare che quel suo atteggiamento poteva insospettire i ragazzi, così si costrinse a darsi un contegno.

Nott sollevò le sopracciglia. -Questo è strano. E' questo tuo atteggiamento, questi malumori... stamattina stavi bene e poi...-

-Poi cosa?- insistette Draco convinto di sapere già cosa l'amico stava per dire.

-Poi la Weasley in infermeria... e noi non riusciamo più a capire da dove prenderti.-

Draco distolse lo sguardo puntandolo ancora sulle fiamme che scoppiettavano nel camino. Non aveva voglia di dare spiegazioni, in più non sarebbero neanche servite.

-A cena eri assente, a lezione non riuscivi a rispondere alle domande dei professori e oggi non sei andato in biblioteca... sei rimasto su quel maledetto divano tutto il giorno!- Nott spalancò le braccia esasperato.

-Non è da te Dra... e ammettilo, su...- lo esortò a confessare Blaise con quel suo fare dolce e accattivante.

Chi poteva conoscere Draco Malfoy meglio dei suoi unici amici?

Ad ogni modo non rispose. Sbuffò solamente.

Certo, avevano ragione loro, ci avevano visto benissimo non poteva dar loro torto, ma non voleva parlarne, tanto più che non aveva risposte pronte neanche per se stesso figuriamoci per loro.

A cena aveva sentito lo sguardo di Ronald Weasley puntarlo per tutta a serata e non era riuscito a toccar cibo. A lezione era ancora ossessionato dalle immagini della mattina e dal ricordo del corpo esanime della ragazza per riuscire a concentrarsi su altro. Quando i professori lo avevano richiamato a dire il vero non li aveva neanche uditi, per sua fortuna aveva Theo al suo fianco che gli dava gomitate ogni volta che lo vedeva distratto.

Ma cosa ci poteva fare lui se si sentiva particolarmente distratto? Non era certo colpa sua se una ragazza era in fin di vita in quel momento, distesa su un lettino in infermeria, dopo aver tentato di salvare la vita a lui...

E in realtà si, era colpa sua e ne sentiva tutto il peso!

Si levò da quel divano sentendosi troppo osservato e di gran lunga sotto accusa.

L'ultima cosa che gli serviva in quel momento erano i loro sguardi curiosi addosso.

-Ma dove vai adesso?- protestò Theo nel vederlo in procinto di lasciare la sala comune.

-Sono di ronda.- tagliò corto Draco riferendosi al giro di ronda che gli spettava quella sera in quanto prefetto.

Varcando la soglia del quadro del barone si sentì sollevato. Per lo meno quando era da solo doveva avere a che fare solo con se stesso, che di per se era già un peso sufficiente.



La ronda di quella era più noiosa del consueto. Non c'era un anima viva e se non fosse stato per i quadri e i fantasmi di certo avrebbe immaginato in essere in un antico castello abbandonato a se stesso.

Sbuffò nel momento in cui si rese conto che erano quasi le undici, il suo giro era quasi terminato, ma il sonno non lo aveva avvicinato affatto. La stanchezza era tanta ma il sonno nullo.

Già tremava al pensiero di stare nel letto con gli occhi sbarrati a fissare un punto qualunque del baldacchino sperando che l'alba arrivasse nel più breve tempo possibile.

Che nottataccia...

E poi c'era quel senso di colpa che non lo aveva abbandonato mai, neanche per un'istante.

Sbuffò sonoramente pensando che probabilmente non sarebbe riuscito a togliersi dalla mente quello che era successo.

Alzò lo sguardo e rimase allibito.

Pur senza averlo davvero volto si era ritrovato facci a faccia con la grande porta dell'infermeria.

Gli venne un risolino quasi isterico rendendosi conto di essere faccia a faccia con la realtà che lo aveva tanto turbato fino a quel momento. Ma non era sicuro di avere voglia di affrontarla.

Eppure i piedi non gli si muovevano neanche di un millimetro. Erano come inchiodati al suolo, fissi in quel punto come ad intimagli di restare li a guardare quello che lo stava consumando: il dubbio.

Si perché la fronte di tutto quello che lo stava rendendo particolarmente nervoso era proprio il non sapere che fine avesse fatto la piccola Ginny.

Non sapeva se si fosse ripresa, se le avessero somministrato il medicinale in tempo, se quel morso si era infettato, se aveva delle strane escrescenze sul corpo o una miriade di cose orribili che continuavano a saltargli da una parte all'altra della mente non dandogli pace.

E poi c'era quella stramaledetta porta che lo chiamava, quasi lo stesse invitando ad entrare.

Strinse i pugni a darsi forza. Se non fosse entrato a controllare non sarebbe riuscito a darsi pace. La Weasley non poteva valere una notte insonne.

Appoggiò la mano sul portone mentre un brivido gli percorreva la schiena, e poi prendendo un bel respiro con un unico spintone lo aprì ritrovandosi immerso nella penombra di quella grande sala. Dandosi una breve occhiata in giro intravide la ragazza distesa sul secondo lettino alla sua sinistra.

Dormiva.

Si avvicinò a lei piano senza smettere di fissare il suo corpo che giaceva silenzioso e immobile in quel lettone.

Ancora non riusciva a spiegarsi come mai aveva avuto tutta quella voglia, l'esigenza e quasi l'urgenza di andare a soccorrerla.

Lenticchia era lì, poteva benissimo andare da lui e avvisarlo che quella piattola di sua sorella era in pericolo se proprio ci teneva così tanto alla sua vita, cosa di cui ancora era sconcertato... per non dire sconvolto.

Poteva benissimo salvarla lui, e invece?

No. Era partito in quarta senza neanche preoccuparsi della sorte che gli sarebbe toccata se per qualche strana ragione o sfortuna la maledetta bomboletta non avesse funzionato, e per cosa? All'inseguimento della sua pedinatrice, decidendo addirittura di mettersi in pericolo pur di salvarla. E ci era riuscito alla grande, almeno fino a quando la piattola aveva deciso di fare l'eroina del momento rovinando tutto quello che lui era riuscito fare, e ovviamente il suo momento di gloria.

Mai come in quel preciso momento si era sentito tanto stupido.

Però ripensandoci era giunto lì un momento prima che l'attaccassero in branco. Se un solo morso era stato in grado di ridurla in quello stato in men che non si dica non riusciva neanche ad immaginare cosa le sarebbe successo se l'avessero morsa in quattro...

Lenticchia non sarebbe mai arrivato in tempo e sicuramente a quel punto la pezzente sarebbe morta per l'alta quantità di veleno presente in corpo.

Se c'era un eroe lì era proprio lui. E quel ingrato pezzente aveva anche osato insinuare che era colpa sua se quella piccola zecchetta era stata ferita.

Ingrato.

Ma la domanda che gli girava per la testa era sempre la stessa: Perché?

La guardava mentre lì, su quel lettone dalle lenzuola immacolate, dormiva e di tanto in tanto sospirava pesantemente.

Si domandava quanto ci avrebbe messo a riprendersi, e se gli avrebbe fatto domande scomode, come avevano fatto i suoi amici, domande alle quali tra l'altro gli sarebbe stato difficile rispondere.

Quello a sospirare adesso era lui mentre si sedeva pesantemente sulla sedia accanto al letto di lei, ignara di quali occhi in quel momento erano intenti a fissarla.

Sorrise pensando che se avesse aperto i suoi vedendolo la le sarebbe preso un colpo. O almeno sarebbe stato così fino a qualche tempo prima, adesso peró, forse...

Adesso se lo avesse saputo, chi sa, probabilmente si sarebbe emozionata. Almeno così sarebbe dovuto essere considerando la sua "infatuazione"...

Draco si ritrovò a ridere sotto i baffi portandosi una mano sulla fronte quasi a voler nascondere il suo viso sereno quasi allegro a lei, che dormiva. Forse per paure di dover ammettere che quell'euforia era dovuto proprio al pensiero di quella piccola piattola moribonda.

Ormai qualcosa in lui lo spingeva sempre più a pensare che fosse tutto vero, che la piccola di casa Weasley avesse improvvisamente sbattuto la testa da qualche parte, probabilmente su di una parete molto dura o meglio ancora una delle colonne in pietra che abbellivano il castello, e che le rotelle del suo cervellino immacolato avessero improvvisamente iniziato a girare al rovescio e che lei si fosse ritrovata a pensare al contrario finendo con lo scambiare il bene con il male, disinnamorandosi di Harry Potter e invaghendosi di Draco Malfoy...

Era pur sempre una possibilità. Anzi, sarebbe l'unica soluzione plausibile a questa disastrosa situazione.

Ma lui? Anche lui aveva sbattuto la testa? O forse era solo una naturale conseguenza questo suo nuovo disgustoso interessamento alla ragazza più insignificante di tutta Hogwarts?

Ma d'altra parte, tutto questo non era possibile.

Lei non era una ragazza qualunque in quella scuola e lui non era un ragazzo qualunque. E pensandoci un attimino sú, qualcosa che li accomunava c'era ed erano proprio i loro cognomi: Weasley e Malfoy.

Una lotta che andava avanti da generazioni. Una rivalità tra le due opposizioni della peggior specie. Un odio reciproco voluto da chi sa quali avi e perdurato fino alla loro generazione.

Erano divisi proprio da ciò che li accomunava.

E allora com'era possibile che lei s'innamorasse di lui così, come nulla fosse, come fosse invece la cosa più naturale del mondo?

Qualcosa di certo non quadrava e più ci pensava più sentiva la testa scoppiare. Si portò una mano a strofinarsi gli occhi stanchi da troppe notti insonne.

Ancor peggio, perché mai doveva importargli così tanto di cosa avesse quella lì per la testa...

Eppure gli importava eccome! Altrimenti non sarebbe lì in quel momento.

Ancora non aveva del tutto abboccato a quella storiella dell'innamoramento e se come sospettava non era quella la vera ragione ci doveva essere dell'altro.

Adesso stava tutto a capire cos'era “quest'altro” e assicurarsi di che natura fosse. Doveva assolutamente valutare che le vere ragioni della ragazza non fossero qualcosa che poteva nuocergli. Se come sospettava era tutta una presa in giro per raggirarlo ed estorcergli informazioni che non riuscirebbero ad ottenere in altro modo allora glie l'avrebbe pagata cara, molto cara, quanto era vero che il suo nome era Draco Lucius Malfoy!

-Signor Malfoy cosa ci fa lei qui?-

Quella voce stridula e squillante lo fece sobbalzare. Si alzò di scatto mentre la sedia cadeva facendo rumore. Si voltò d'istinto per assicurarsi che in tutto quel fracasso la ragazza non si fosse svegliata. Se così fosse stato sarebbe potuto morire per la vergogna!

Per fortuna dormiva ancora. Guardò l'infermiera che era lì impalata aspettando una sua risposta. Il cuore gli martellava in petto. Si era sentito colto con le mani nel sacco, quasi stesse rubando qualcosa a qualcuno.

In teoria non stava facendo nulla di male, ma in pratica era pur sempre Malfoy che faceva la veglia alla Weasley, era una cosa semplicemente terrificante.

Ma osservando l'espressione che Madama Chips aveva in volto gli venne quasi da ridere. Sicuramente si stava domandando cosa diamine ci faceva lì e peggio ancora cosa aveva intenzione di fare.

-Volevo sapere se si riprenderà.- le chiese comunque facendosi coraggio, sentendosi quasi avvampare nel momento in cui lo sguardo della donna divenne insistente. -L'ho trovata io... solo per questo volevo sapere se...- le gambe improvvisamente diventate deboli tremavano. Sperò che la donna non si accorgesse del suo stato deplorevole per uno del suo rango sociale.

-Starà benone.- lo interruppe lei, probabilmente accortasi del suo imbarazzo, e perché no, anche divertita della cosa visto quel sorrisetto sapiente che aveva dipinto sul volto.

-Capisco.-

-Anzi le dirò di più...- iniziò lei avvicinandosi al letto in cui Ginny giaceva ancora addormentata. -Dovrebbe risvegliarsi a momenti.- annunciò sorridendogli.

-Bene- Draco si schiarì la voce. -Allora sarà meglio che io vada prima che si risvegli...-

-Ma no!- lo contraddisse con vigore. -Resti, suo fratello e i suoi amici sono andati via poco fa e sarebbe un peccato se svegliandosi non trovasse nessuno non crede?- lo fissava con quegli occhi rotondi e penetranti. Non pareva ammettere un “no” come risposta. Draco ingoiò a voto, cosa diamine doveva fare adesso?

Certo sapeva benissimo che “Ronald” era andato via, se lo avesse trovato in infermeria sarebbe corso cosí lontano da lì anche costo di rompersi una gamba nella foga! Ma non credeva affatto fosse il caso di restare e aspettare che la piattola si svegliasse.

Cosa avrebbe dovuto dirle?: “Ciao pezzente vedo che non sei morta, bene buona fortuna allora...”.

Semplicemente ridicolo.

-No credo che invece andrò, grazie mille per l'informazione, addio.- fece per voltarsi quando la voce della donna lo fermò ancora.

-Oh, ma guardi che coincidenza.- Draco si immobilizzò all'istante impietrito. -Buonasera signorina Weasley, come va? Dormito bene mia cara?- le chiese l'infermiera dolcemente mentre la ragazza riapriva gli occhi piano adattandoli alla fioca luce della lampada sul comodino.

-Dove sono.- chiese lei. Draco notò subito la voce impastata e ancora assonnata.

-E' in infermeria, ha dormito tutto il giorno. E' proprio una pigrona sa...- l'infermiera ridacchiò mentre Ginny si stiracchiava portandosi a sedere sul letto. -E guardi un po'... ha visite.- le fece un occhiolino indicando il punto in cui Draco tentava ancora invano di sfuggire a quella situazione avanzando a piccoli passi verso l'uscita, verso la salvezza!

Beccato sul fatto si arrestò di colpo sentendo la ragazza pronunciare il suo nome. Si voltò molto lentamente accennando ad un sorrisetto tiravo rivolto a quell'impicciona dell'infermiera.

-Bene, vi lascio ho da fare. Weasley non mangi nulla per le prossime dodici ore, se ha sete beva, ma non esageri o rischia di rovesciare tutto quello che ha ingerito.-

Ginny annuì vigorosamente ai comandi della donna e quella andò via di gran passo, lasciandoli soli in un silenzio imbarazzante.

Draco non sapeva che dire. Continuava a domandarsi cosa avesse pensato lei vedendolo lì, mentre Ginny si passava una mano tra i capelli nel tentativo vano di riordinarli. Si erano scompigliati e annodati mentre dormiva, certo una lisciata con la mano non sarebbe bastata. Lei parve intuirlo nel momento in cui li portò frettolosamente dietro le orecchie.

Dal canto suo Ginny non riusciva a spiegarsi come mai l'unica persona presente vicino a lei in quel momento era Malfoy e non i suoi amici o meglio ancora quell'imbranato di suo fratello. L'avevano abbandonata.

Inspirò profondamente. Guardò fuori dalla finestra. Era buio.

-E' quasi mezzanotte.- le riferì lui notando la sua espressione stranita.

Lei era quasi sobbalzata nel sentirlo rivolgerle la parola. Annuì semplicemente incapace di formulare una frase di senso compiuto.

Si sforzò tuttavia di pensare a qualcosa, ma la testa le doleva e si sentiva un tantino confusa. I ricordi si fermavano alla foresta, nel momento in cui aveva avvertito le braccia di Draco cingerla impedendole di cadere. A quel pensiero arrossì e decise di dire subito qualcosa. -Allora...- iniziò lei facendosi forza. -Come mai se qua?- gli chiese circondando le ginocchia con le braccia.

Lui parve esitante. Ma poi lo vide rilassarsi un attimino e sputare il rospo. -Ero venuto a vedere se eri morta.-

Ginny arricciò il naso e sollevò le sopracciglia. Che essere insensibile. -Immagino non ti sarebbe dispiaciuto poi molto.- Draco fece spallucce. -Immaginavo.- Lui sorrise furbo. -Allora qual'è la vera ragione della tua presenza qui?- Ginny sbadigliò portandosi una mano davanti alle labbra.

-Volevo vedere se eri morta.- ripeté questa volta avvicinandosi al letto della rossa riprendendo il suo posto sulla sedia dopo averla sollevata da terra.

Ginny inarcò le sopracciglia confusa. -Bene allora, sono viva e vegeta, contento?-

Draco fece ancora una volta spallucce lasciando Ginny ancora più confusa. -Perché eri lì oggi?- le domandò a bruciapelo.

Era un peso che doveva togliersi dallo stomaco. In fondo era lì per quella ragione e tanto che era sveglia era meglio se si affrettava a cercare le sue risposte.

Ginny esitò. Cosa avrebbe dovuto dirgli? Doveva riuscire ad uscire da quella situazione pulita. -Non è come pensi...- iniziò.

-Ah no?-

-No.-

-Prego, illuminami.- Draco si sistemò meglio sulla sedia accavallando le gambe e appoggiando le braccia allo schienale. Si era messo comodo. Era proprio curioso di sapere quale stupidaggine sarebbe uscita da quelle labbra sottili e bugiarde.

Ginny si agitò un po' davanti alla sua fermezza, ma decise che anche lei doveva sentirsi tranquilla, Draco non poteva provare nulla, e lei non gli avrebbe detto nulla. -Avevo due ore di buca e ho pensato di passarle all'aperto vista la bella giornata. Tutto qua.- mentì.

-Tutto qua?-

-Si Malfoy tutto qua.- spalancò le braccia come per mostrargli che non aveva nulla da nascondere.

-E allora dimmi un po'...- scavallò le gambe portando il busto in avanti per avvicinarsi a lei. -Come mai le coincidenze hanno voluto che tu fossi proprio dov'ero io? Il giardino intorno ad Hogwarts è grande...-

Ginny ingoiò a vuoto. Doveva trovare una scusa alla svelta! Poi le venne in mente di aver incontrato Hermione nei corridoi un attimo prima che uscissero, e da lì l'illuminazione... -Si dia il caso che è stata Hermione a dirmi che avevate lezione con Hagrid, e non avendo molto altro da fare dopo un po' mi sono stufata e ho deciso di venire a seguire la lezione con voi.- tié! La faccia di Malfoy fu la sua vittoria più grande. Era sconcertato, come se effettivamente riteneva possibile la cosa. Per una volta tanto la sua scusa non era stata banale e spropositata.

Draco inarcò le sopracciglia tornando ad appoggiare la schiena allo schienale sospirando. Quella scusa poteva essere vera. Si ritrovò a pensare mentre lei aspettava con ansia la sua approvazione. Bene, tanto valeva dargliela. Annuì.

-Quindi hai colto l'occasione per spiarmi da lontano.- Ginny impallidì. -Perché continui a spiarmi Weasley? Cosa diamine credi di fare?!-

Ginny sobbalzò quando Draco alzò la voce. Doveva assolutamente cambiare discorso. -Io nulla, tu invece cosa credevi di fare inseguendomi nella foresta proibita a quel modo?-

Draco avvampò. -Ti ho salvato la vita dannata pezzente e questo è il tuo modo di ringraziarmi!?- si era alzato, la mano stretta a pugno davanti al suo viso minacciosa.

Ginny si levò in ginocchio senza scendere dal letto. -Calmati Malfoy o ti verranno i capelli rossi...- lo canzonò posando le mani sui fianchi sorridendo furba. Lui storse il naso atteggiando le labbra in una smorfia schifata. Aveva di sicuro capito l'allusione ai capelli della famiglia Weasley.

-Non sia mai io assomigli ad uno di voi...- affermò senza mai levarsi quell'espressione dal volto.

Ginny ignorò volutamente la sua provocazione. -Quindi sei venuto a salvarmi intenzionalmente...- gli chiese invece. Era curiosa di sapere cosa fosse scattato nella sua mente nel momento in cui aveva deciso di correrle dietro incurante di se stesso.

Draco abbassò la mano. -Può darsi.- le rispose con aria severa.

-Hai rischiato la tua vita per me Malfoy, immagino che ti debba almeno un grazie.-

-Non mi devi nulla, non ricordi più Weasley? Ti sei frapposta tra me e il doxy per evitare che mi mordesse. Siamo pari. La questione finisce qui.-

Ginny annuì col capo. -Però sei venuto ad accertarti che io stessi bene.- gli sorrise divertita mentre lui apparentemente non sapeva più che pesci pigliare.

Ed era così infatti. Draco sentiva che ogni parola che pronunciava in quella stanza poteva essere usata contro di lui. Cosa avrebbe dovuto dirle? Che era in pena forse? Qui ci si stava avvicinando ai limiti dell'assurdo!

Ed ecco che le domande scomode che lo preoccupavano poco prima si presentavano all'appello una dietro l'altra pronte a metterlo in difficoltà. Ringraziava solo la penombra che gli dava forza e lo faceva sentire protetto.

-Non l'ho fatto per te.-

Ginny rise. Questa scusa era più banale di quelle che inventava lei. -Ah no, e per chi sennò?- rise ancora. -Sei venuto qui perché in realtà sei innamorato di Madama Chips e questo era un modo come un altro per vederla?- sorrise furba canzonandolo a dovere.

Continuava a ridere divertita delle espressioni che assumeva il volto di lui. -Non è come pensi tu quindi non farti strane idee pezzente!-

-Va bene... ma grazie comunque.- Guardandolo Ginny poté leggere nei suoi occhi quel dubbio che lo tormentava. Che stesse pensando che mentisse? Forse Draco aveva dei dubbi sul fatto che le dicerie fossero reali o meno.

A Ginny venne in mente solo una cosa da fare. Non poteva fare altro che rendergli quella situazione il più reale possibile.

Infondo anche lei aveva dei dubbi su di lui. Quella storia era iniziata proprio così, per i dubbi di Harry e per la sua insistenza nel proclamare il ragazzo innocente a dispetto di quello che l'amico affermava con convinzione.

Arrivati a quel punto probabilmente tutto quello che le restava da fare era proprio portare avanti quelle voci, usandole a suo vantaggio.

E decise che avrebbe fatto proprio così.

Draco Malfoy doveva crederla innamorata di lui, per cui lei avrebbe dovuto innamorarsi di Draco Malfoy. Almeno apparentemente doveva essere così.

Storse il labbro al solo pensiero, ma era quello che doveva fare, e lo avrebbe fatto.

Non le restava altro che pensare come ad una ragazza innamorata cotta. Da questo momento quello che avrebbe dovuto ripetersi ogni volta che incontrava Malfoy era: cosa farebbe adesso una ragazza innamorata?
E poi agire di conseguenza.

-Ti sei preoccupato per me...- iniziò facendosi più vicina al bordo del letto, più vicina a lui. Ingoiò il vuoto prima di allungare una mano verso la sua. -Se non fosse stato per te sarei morta per certo.- lo guardava negli occhi notando benissimo quel senso di soggezione che gli provocava quella situazione improbabile.

Avvertì la sua mano irrigidirsi al contatto con la propria. Ma non si mosse di un passo, anche se il suo continuo umettarsi le labbra tradiva l'agitazione.

-Si, è vero...- balbettò quasi con voce roca. La gola secca mentre il viso di Ginny si avvicinava lentamente. Ma ancora, non si mosse di un passo.

-Non potrò mai ringraziarti abbastanza.- terminò la frase in un soffio sulla sua guancia andando poi a posar lì un bacio soffermandocisi più del necessario.

Draco non sapeva come comportarsi. Ginevra Weasley che lo baciava? Baciava lui, e in tutto questo non gli era passato neanche per un millesimo di secondo di scansarsi dannazione!

Gli prese stranamente una sensazione sgradevole, quasi di panico. Il fiato corto e le parole che nella sua mente giungevano troppo in fretta anche per essere capite da se stesso.

E l'ansia mentre lei continuava a puntare il suo sguardo nei suoi occhi. Cosa diamine voleva da lui quella piccola strega? Avrebbe dovuto fidarsi di quello che vedeva o era solo una tattica?

Dannazione!

Si allontanò da lei bruscamente facendo un passo indietro. -Io vado, non hai bisogno di ringraziarmi anzi, ti dirò di più...- si portò una mano nei capelli lisciandoli indietro con un gesto spiccio. -chiudiamo questa storia, fai finta che non sia mai successo. Addio.- si voltò e a passo svelto sparì dietro la porta che richiuse alle sue spalle bruscamente.

Agitato come non mai si diresse verso il suo dormitorio. La ronda per quella sera era terminata. La cosa peggiore però era pensare di essere giunto lì per togliersi un peso ed esserne invece uscito con uno più grave.

Se aveva mezza speranza di dormire prima, adesso anche quella era evaporata!

Dal canto suo invece Ginny era soddisfatta. Adesso se lui avesse avuto dei dubbi, anche i suoi dubbi avrebbero avuto dei dubbi!

Draco Malfoy stava impazzendo dall'incertezza ne era certa. Continuando così il pesce avrebbe abboccato all'amo!

Non le restava altro da fare che... sciacquarsi la bocca col collutorio per togliersi di quella sgradevole sensazione di tradimento che le aveva lasciato quel bacio al nemico.

Si lasciò cadere pesantemente sul lettone portandosi due dita a coprirsi le labbra. Un forte odore di dopobarba le salì su per il naso, non ci fece caso chiudendo poi gli occhi quasi senza accorgersene. Si leccò le labbra ritrovandosi a dover fare una smorfia: erano amare!

L'immagine del viso di Draco Malfoy le venne alla mente quasi all'istante costringendola a riaprire gli occhi frettolosamente quasi avesse avuto un incubo.

Quello che aveva sulle labbra era effettivamente il dopobarba del ragazzo, e quello che aveva sotto il naso era il suo profumo.

Per qualche insana ragione la voglia di andare a lavarsi le labbra le passato di mente, invece si ritrovò a chiudere gli occhi quasi cullata dalla sua presenza che in qualche modo per quella notte le tenne compagnia mentre di riaddormentava pian piano.

 

 

Ciaoooooo genteeeee!!!

Scusate il ritardo ma spero che con questo capitolo io mi sia fatta perdonare ;)

La situazione inizia ad cuocersi... e spero che lo stiate apprezzando. Finalmente posso iniziare a sbizzarrirmi sui sentimenti che iniziano ad affiorare e che pian piano dovrebbero aumentare.... forse XD

Vi mando un bacione e ringrazio ancora tutti quelli che leggono e tutti quelli che mi sostengono con le recensioni... GRAZIE A TUTTIIIIIII!!!!!!!!! al prossimo capitolo!

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Capitolo 9
*** casualità ***


CAPITOLO 9

 

 

Il mattino seguente Draco si svegliò con un gran mal di testa. Come aveva previsto non era riuscito a chiudere occhio se non alle prime luci dell'alba. Quello che ne era conseguito fu ovviamente il sentirsi più stanco di quando si era coricato la sera precedente.

Avrebbe voluto sul serio restarsene così, nel lettone della sua stanza da prefetto godendosi quel po' di pace che la solitudine gli offriva, ma ovviamente non poteva era sabato e come ogni sabato...

Si mise a sedere di colpo.

Sabato?

Sorrise rituffandosi tra i suoi morbidissimi cuscini pensando che aveva tutto il diritto di continuare a dormire quanto voleva. Tutti gli altri sarebbero andati ad Hogsmade mentre a lui restava tutta la tranquillità che solo il sabato riusciva a trovare all'interno di quel caotico castello.

Ormai i suoi amici non glie lo chiedevano neanche più se avesse o meno voglia di andare nell'allegra cittadina a bere una burrobirra con loro, sapevano in partenza che la sua risposta sarebbe stata un no secco.

Non che non ne avesse voglia, ma ormai non gli restava che il sabato per restare un po' solo, godersi la tranquillità e sopratutto occuparsi dei suoi affari.

Da quando suo padre non c'era più, tutto il peso della famiglia era dovuto cadere sulle sue spalle, non poteva certo permettere che fosse la madre, così fragile e indifesa, ad occuparsi di lavare i “panni sporchi”.

Non piaceva neanche a lui in realtà quello che stava facendo, più probabilmente perché neanche lo capiva cosa stesse facendo, ma sapeva che doveva farlo altrimenti quelli avrebbero ucciso sua madre.

Non poteva permetterlo.

Strinse a se il cuscino mentre l'immagine della porta al settimo piano gli compariva davanti agli occhi: la stanza delle necessità.

Li aprì fissando lo sguardo nel vuoto rendendosi conto che tra poco meno di un'ora avrebbe dovuto essere lì.

D'altra parte, per cercare di pensare a qualcosa di meno spiacevole, il sabato era anche un gran giorno.

Finalmente un giorno da trascorrere senza la sua zecca attaccata alle calcagna. Per sua fortuna non si era ancora resa conto che lui non partiva insieme agli altri, forse troppo presa dall'emozione di uscire a prendere aria.

Nel pensare a lei richiuse gli occhi. Una massa incolta di capelli fulvi a circondare due grandi occhi scuri. Non poteva non pensare ai suoi caratteristici tratti somatici nel pensare a lei. Ma per qualche strana ragione questa volta oltre alla sua immagine classica alla mente arrivò anche il suo sorriso, e per una manciata di secondi gli parve di udire la sua risata.

A quel punto fu come rivivere gli ultimi minuti trascorsi con lei la notte precedente.

La rivide mentalmente mentre, ad un solo passo da lui, avrebbe potuto approfittarsi di lei in qualunque momento.

Fu come sentirne l'odore, la sua essenza, il suo respiro. Per un attimo fu come averla ancora vicina a se mentre delicatamente si chinava su di lui per baciagli una guancia.

Nessuna gli aveva mai dato un bacio tanto casto, senza malizia, senza fini...

Ripensandoci però, qualche fine doveva pur averlo se come dicevano tutti era innamorata di lui. Però a suo parere aveva un modo tutto strano di dimostrargli quello che provava.

Le ragazze di serpeverde quando volevano un ragazzo se lo prendevano senza tante lusinghe, se c'era passione lo dimostravano subito e per loro era facile gestirle, era facile gestire quello che gli facevano provare con quei modi di fare.

Con la Weasley era sempre tutto così... diverso.

Con lei gli capitava di non sapere cosa fare, cosa dire, come rispondere a certi gesti che apparentemente per lei potevano sembrare naturali e spontanei, ma che per lui erano territorio inesplorato.

Come si faceva a trovare le parole giuste da dire dopo un momento di silenzio prolungato? Oppure la cosa giusta da fare dopo aver ricevuto un bacio sulla guancia?

Se fosse stata una serpeverde probabilmente gli avrebbe dato un bacio mozzafiato, di quelli con tanto di denti e lingua, e a quel punto era facile intuire cosa sarebbe successo dopo, soprattutto trovandosi nelle strette vicinanze di un letto in una stanza buia nel cuore della notte, sicuri di non essere disturbati.

Con lei invece c'erano tutti gli elementi al posto giusto, ma quel suo modo di fare restio, quel suo lanciare la pietra per poi nascondere la mano, erano tutte cose che lo portavano solamente a confondersi.

Voleva essere baciata dopo quel bacio innocente? Avrebbe voluto che fosse lui a prendere l'iniziativa? Era una provocazione o un semplice ringraziamento gentile, di quelli che usano i grifondoro e che a lui facevano venire la nausea?

Non riusciva a capirla e ancora più i dubbi lo assillavano.

Nascose il viso tra i cuscini.

Ma a cosa diamine andava a pensare?!

Non riusciva a credere a quello che la sua mente stava realmente formulando... stava pensando a Ginevra Weasley come ad una ragazza qualunque! E non solo, stava pensando a lei in termini di rimorchio...

Stava impazzendo. Non c'era altra spiegazione se non quella.

La sua mente era ormai partita fino al punto di pensare di portarsi a letto la Weasley.

Bene, adesso poteva dirsi definitivamente disturbato mentalmentte mentre la voglia di levarsi da quel letto si faceva sempre più piccola.

Sbuffò convincendosi che non poteva fare altrimenti, si convinse anche grazie al pensiero della lunga doccia bollente che lo attendeva di li a poco.





L'acqua calda aveva avuto dei benefici straordinari sui suoi nervi tesi riuscendo a calmare almeno in parte quegli spiriti pazzi che pian piano sentiva lo stessero possedendo.

Guardando l'orologio da polso si rese conto di non avere tempo sufficiente per fare colazione quindi si diresse molto svogliatamente fino al settimo piano dove lo attendeva quella maledetta porta, così come ogni sabato.

Mentre saliva le scale avvertiva le gambe pesanti, come se ci fosse qualcosa lì ad ostacolargli il cammino, a tirarlo indietro impedendogli di compiere una stupidaggine. Ma la realtà era che non sarebbe arrivato nessuno a salvarlo, nessuno poteva fare nulla per lui, non adesso.

Era solo ad affrontare tutto quello che il padre gli aveva lasciato in eredità, e volente o nolente gli toccava.

Tre volte camminò davanti a quel muro vuoto quasi sperando inconsciamente che alla fine nulla succedesse, che nessuna porta comparisse e che quello che aveva vissuto fino a quel momento non fosse altro che un incubo dal quale si sarebbe presto risvegliato, magari nel suo letto a Malfoy Manor e con un pizzico di fortuna in più la mattina di Natale pronto a scartare i suoi bei pacchetti sotto l'albero che la mamma non mancava mai di addobbare nonostante fosse un'usanza babbana.

La porta comparì davanti ai suoi occhi stanchi.

Come ogni sogno alla fine doveva terminare. La porta era reale almeno quanto lui e si ritrovò a stringere quella maniglia più forte del dovuto, forse solo per aggrapparsi ad una certezza.

A quel punto gli vennero in mente le fiamme e le urla di sua madre quando l'anno precedente Lucius, stufo di quelle che lui chiamava idiozie, decise di dar fuoco all'albero di sua moglie. Diceva di essere stanco di vedere quello scempio in casa sua, che era una vergogna e che in momenti come quelli lei non si poteva permettere simili sciocchezze.

Ricordava bene di essere giunto sulle scale mentre il fumo invadeva il palazzo arrivando quasi fin su in camera sua. Da quel punto poté vedere bene sua madre mentre piangeva accasciata al suolo davanti a quelle fiamme che divampavano.

In un primo momento rimase quasi paralizzato davanti a quello scenario, poi però notò le fiamme farsi più vicine a lei mentre Lucius non faceva altro che gridarle addosso incurante del pericolo che tutti loro stavano correndo, decise di intervenire nel suo piccolo scendendo le scale precipitosamente afferrando sua madre, e dopo averla costretta ad alzarsi si rivolse al padre per la prima volta in vita sua con un tono severo intimandogli di domare quelle fiamme immediatamente.

Rimasero entrambi allibiti dal suo comportamento, non gli aveva mai parlato a quel modo tanto meno si era mai imposto con lui, ma quella volta fu diverso.

Dopo aver udito la madre tossire per via del fumo decise di incamminarsi verso l'uscita di casa e una volta all'aria aperta poté calmarsi.

Qualche minuto dopo le fiamme erano scomparse, ma l'albero era incenerito così come il salone grande che la mamma era solita addobbare a festa.

Batté più volte le palpebre.

Non era certo quello il momento di perdersi in inutili ricordi strappalacrime, tanto più che non aveva nessuna voglia di piangere, e poi ad ogni modo non ne avrebbe avuto il tempo.

Prendendo un bel respiro girò la maniglia e fu nella stanza in men che non si dica.





Quella mattina Ginny fu destava da un vociare fastidioso. Riaprendo gli occhi quello che vide fu la faccia imbronciata di suo fratello Ron che veniva sgridato da Hermione per qualcosa.

Nel dormi veglia però non aveva ben afferrato il tema di questo nuovo entusiasmante litigio.

-Fate silenzio.- protestò debolmente mentre si rigirava tra le coperte avvinghiata al suo cuscino.

-Ginny ti sei svegliata finalmente.- Ron si avvicinò maggiormente a lei e le prese una mano. Per un attimo Ginny rimase perplessa, indecisa su come comportarsi, ma il sorriso radioso di Ron le fece tornare all'istante il buon umore. -Ero così tanto in pensiero che stamattina non ho fatto colazione.- ammise lui come se fosse una cosa grandiosa.

Ginny si ritrovò a ridacchiare quasi lusingata da tanta premura nei suoi riguardi. Infondo Ron non era poi un fratello tanto male, almeno poteva dire che lui ci fosse sempre nel momento del bisogno.

-Madama Chips ci ha riferito che ti sei svegliata già ieri sera...- a Ginny mancò un colpo al cuore ripensando alla sera prima. Adesso non riusciva a far a meno di pensare a cosa avrebbe dovuto rispondere loro nel caso in cui l'infermiera gli avesse rivelato la visita di Malfoy. Sperò con tutte le sue forze che non fosse andata così. -Ci dispiace essercene andati, ma è colpa mia sono stata io a trascinare Ron fuori da qui, aveva bisogno di dormire dopo aver trascorso tutto il giorno a vegliarti.- Hermione sorrise vedendo che le guance di Ron iniziavano a prender colorito.

Ginny tirò un sospiro di sollievo, a quanto sembrava Madama Chips non aveva detto nulla e lei riuscì a rilassarsi. -Grazie Ronny per le tue dolci premure...- lo canzonò deviando quanto più possibile il discorso dalla sera appena trascorsa.

Ron fece una smorfia voltandosi a guardare altrove mentre le ragazze ridevano di lui.

-Allora tutto quel baccano a cosa era dovuto?- chiese la rossa portandosi a sedere sbadigliando sonoramente.

Hermione parve tacere qualcosa. Dalla sua espressione aveva voglia di parlare, di vuotare il sacco, ma Ron aveva un'espressione così seria che probabilmente in quel momento le incuteva in qualche modo timore.

-Allora..?- insistette lei ancora più curiosa di sapere viste le reazioni dei due.

Ron sbuffò ma poi si apprestò a parlare torturandosi le mani. -Si tratta di ieri...- iniziò lui. Ginny si sedette meglio per sentire quello che il fratello aveva da dire. -Lui continua ad affermare che non centra niente in questa storia... ma...-

-Ma Ron non riesce a capacitarsene e pur di andargli contro ha deciso di dargli la colpa di tutto.- finì Hermione per lui con una nota di stizza nella voce.

-Ma non può essere altrimenti! E' sbucato fuori dal nulla con “mia” sorella tra le braccia... morente!- le sopracciglia inarcate e un pugno stretto davanti al viso. Pareva volesse la sua testa. -Come la mettiamo eh?-

Hermione strinse le labbra ad una fessura stretta. Non era per nulla d'accordo con quell'ipotesi, glielo si poteva leggere in faccia. -E perché mai allora non dovrebbe essere andata come dice lui?- gli chiese mettendo le mani sui fianchi.

-Perché è impossibile!- protestò il ragazzo alzando la voce.

-Impossibile dici? Allora adesso che tua sorella è qui lo vedremo quanto è impossibile!- gli urlò contro. -Avanti Gin parla.- le intimò.

Ginny di tutto quel discorso ci aveva capito molto poco. Forse sarà stato il fatto che aveva appena aperto gli occhi e che si sentiva ancora un po' intontita, ma sinceramente non ci aveva capito quasi nulla.

Adesso si trovava con quegli occhi di fuoco puntati addosso, ognuno a sostenere la propria tesi, e lei incapace di esprimere anche una sola frase di senso compiuto.

-Scusate ragazzi ma dovreste ricominciare daccapo... non ho idea di cosa diamine stiate dicendo!- quei due intanto continuavano a punzecchiarsi arrivando al punto di ignorare lei nonostante l'avessero appena interpellata. Ginny aveva dovuto urlare per attirare la loro attenzione, infatti erano sobbalzati, ma almeno era riuscita a farli tacere.

-Ginny- iniziò Hermione. -Tu fratello insiste a pensare che è stato Draco a farti qualcosa... puoi cortesemente dirgli che in realtà lui non centra?-

-Ma perché lo difendi anche tu adesso? Cos'è un complotto? Harry ha ragione quando dice che...-

-Ti stai facendo plagiare Ronald!-

-Ron...- lo richiamò Ginny. -E' stato Draco a dirvi dov'ero?- gli chiese con tono di voce esitante. In realtà Ginny ricordava ben poco di quel momento. I suoi ricordi s'interrompevano nel momento in cui era svenuta nella foresta tra le sue braccia.

-No.- le rispose lui. Per qualche strana ragione a Ginny il cuore mancò di un battito. Sentiva di avere dentro forse un'aspettativa che era appena stata delusa. Una parte di se avrebbe voluto sentirsi dire che in realtà era stato proprio lui a “salvarla”. Annuì debolmente come rassegnata. -E' stato lui a portarti da Hagrid.- terminò Ron con un tono di voce così silenzioso che quasi quasi per un attimo Ginny aveva temuto di aver sentito male.

Hermione probabilmente si era accorta del suo sguardo inebetito ed era intervenuta. -Ti ha portato in braccio dicendo che eri stata morsa da una di quelle creature.- sorrise. Poi si rivolse a Ron con sguardo severo. -Dimmi tu cosa può centrare lui con il morso di quei cosi? Non è che l'ha morsa lui... dovresti solo ringraziarlo invece, non fosse stato per lui tua sorella in quella foresta avrebbe potuto rischiare la pelle!-

Ron si zittì, ma dalla sua espressione pareva ancora perplesso. Non riusciva proprio a convincersi che ci potesse essere del buono in lui, qualcosa di così forte da spingerlo a mettere da parte tutto il rancore e l'odio e salvare Ginny.

-Ron- Ginny decise che era il momento di fargli una piccola confessione. Non c'era in realtà il bisogno che sapesse proprio tutto quello che succedeva tra loro, tanto più che ormai le considerava cose talmente intime da non riuscire a rivelarle neanche ad Hermione, ma ad ogni modo non poteva certo vedere suo fratello struggersi dal dubbio. -La verità è che non avendo lezione e sapendo che i serpeverde erano con voi ho deciso di seguirvi.- Ron la guardò con interesse. -Volevo vedere se riuscivo a sentire qualcosa di compromettente. Non pensavo certo che invece quel secchione riuscisse a prendere appunti anche in cure delle creature magiche....- l'espressione di Ron era tutto un dire. Lui non riusciva a concepire l'idea di prendere appunti in pozioni o trasfigurazioni, figuriamoci con Hagrid! Hermione per qualche strana ragione si sentì orgogliosa di sapere che nonostante tutti i vari difetti quel ragazzo stesse dando alla piccola Ginny questo buon esempio. Adesso sì che si sentiva più tranquilla.

-Non riesco neanche a pensare che esista qualcuno capace di tanto...- esordì Ron perplesso.

Hermione gli diede una gomitata. -Fa molto bene invece. Almeno grazie a Malfoy ti vedo più spesso china sui libri.- sorrise fiera.

-Per forza Herm, con quello lì non si fa altro. Che infanzia triste deve aver avuto.- i due fratelli parevano pensarla allo stesso modo, annuivano pensosi quasi fossero davvero in pena per Draco. Hermione era lì che li guardava e si domandava come avesse potuto immischiarsi con certa gente. Guardò Ron, e sorrise, ormai ci era dentro fino al collo.

-Comunque, a parte questo, quando i doxy sono scappati un gruppetto di loro mi ha inseguita nella foresta, non fosse stato per Draco che mi ha sentita urlare probabilmente come dice Herm sarei morta.-

-Ma ha lasciato comunque che ti mordessero...- protestò Ron arrampicandosi sugli specchi. -Non mi stupirei affatto se avesse usato il tuo corpo come scudo.-

-No Ron ti sbagli, e poi non avrebbe alcun senso corrermi dietro per poi usarmi come scudo.- Ron sbuffò ma questa volta non protestò. -Mi ha salvata la prima volta, non ci eravamo accorti di uno di loro rimasto in disparte e quello mi ha morso a tradimento. Malfoy ha cacciato anche quello però, e poi sono svenuta e da lì la storia la sapete voi meglio di me.-

Uno strano silenzio calò nell'infermeria. Ognuno di loro era assorto nei propri pensieri e nelle proprie ragioni.

-La verità è che Malfoy a me è sembrato in pensiero per te.- confessò Hermione beccandosi un'occhiataccia da Ron. -Che c'è? Per me è così.- affermò lei affrontando il gelo che il ragazzo emanava con un solo sguardo.

-Ah si?- chiese Ginny con tono neutro. Hermione annuì. -E cosa te lo fa pensare?- le domandò poi cercando di rimanere quanto più distante possibile dalla cosa.

-Semplice. Per tutto il giorno mi è parso distratto e a cena ha mangiato poco.- disse soddisfatta.

Ron era sbigottito. -Non posso...-

-Ma dai... davvero?- chiese Ginny ridacchiando sommessamente.

-Si, si te lo posso assicurare. E ricordo anche bene lo sguardo che aveva nel momento in cui è uscito dalla foresta con il tuo corpo tra le braccia... era terrorizzato!-

Ginny rise ancora. -Non esagerare adesso...-

-Davvero.- rise anche lei sotto gli occhi di Ron che non ne poteva più.

-Non posso credere che stiate davvero parlando di Draco Malfoy come se stesse parlando di un ragazzo qualunque della scuola! Vergogna!- protestò quasi schifato da quei discorsi che avevano come protagonista il ragazzo che per anni non avevano fatto altro che disprezzare e dal quale non avevano mai avuto indietro altro che insulti di cattivo gusto.

-Ma dai Ron fattela una risata su...-

-Come sei noioso.-

Le ragazze però erano troppo prese da quello spettegolare per dargli retta. A Hermione l'idea di vedere Ginny in compagnia di Draco non dava più tanto pensiero. Inizialmente si era sentita quasi soffocare pensandola nei paraggi di quello che per loro era stato per anni un mostro.

Adesso, dopo quasi due mesi di stretto pedinamento poteva affermare che Ginny non aveva visto ne sentito nulla di strano, e in più trascorreva quasi intere giornate a studiare. Era diventata piú serena del solito, forse anche perché non aveva più il tempo di pensare tra lezioni, studio, allenamenti e pedinamenti.

Infondo Draco pareva innocuo e doveva anche ricordarsi che le aveva salvato la vita. Per quanto la riguardava se Ginny avesse deciso di instaurare un rapporto più amichevole con il ragazzo a lei andava bene. Se voleva dire vederla più felice allora andava benissimo. Che male poteva mai fare una amico in più? E poi la stessa Ginny poteva essere di beneficio al ragazzo.

-Adesso andiamo o faremo tardi.- Ron si alzò dalla sedia e si avviò verso l'uscita.

-Dove andate?- chiese Ginny rattristandosi al pensiero di rimanere lì tutta sola.

-Ad Hogsmade.- le ricordò Hermione.

-Ah, giusto, oggi è sabato!- rammentò la rossa. -Vengo anche io!- Ginny si apprestò a scendere dal letto, ma appena ebbe appoggiato il piede per terra avvertì un dolore al ginocchio che quasi le impediva di camminare. Guardandolo vide che era fasciato. Non ricordava però di aver avuto questa fastidiosa sensazione la sera prima, ma d'altra parte era anche probabile che Madama Chips le avesse dato qualche antidolorifico per mettere a tacere il dolore momentaneamente per aiutarla a riposare meglio.

-No Gin tu resti qui.- le disse Hermione tra il dispiaciuto e l'autorevole.

-Ma io voglio...-

-Non importa quello che vuoi tu. Non lo vedi in che condizioni sei? Sta qui e riposa.- le impose Ron senza darle modo di replicare. -Ciao Gin ci vediamo quando torno. Muoviti Herm, Harry ci sta a spettando giù.- uscì lasciandola dietro.

-Dai Gin, pensa positivo... puoi sempre approfittare della cosa per ripassare un po'.- la ragazza sorrise e dopo averla salutata corse verso l'uscita raggiungendo l'amico sulle scale.

Ginny sospirò. Era rimasta sola nella scuola, e la cosa peggiore era che non aveva seriamente niente di meglio da fare se non proprio ripassare i suoi appunti.

Il lunedì successivo aveva una verifica di pozioni e sinceramente ne sapeva molto poco. Forse era un segno, era meglio se per lo meno ci dava una lettura.

Ridacchiò mentre si rivestiva pensando che se Hermione l'avesse sentita parlare a quel modo dopo esserle preso un colpo, l'avrebbe di sicuro martoriata.





La giornata era bella prometteva bene. Sicuramente tutti gli studenti si stavano divertendo un mondo godendosi quella pacifica atmosfera soleggiata.

Ginny aveva sceso le scale con non poca fatica, ma aveva deciso di andare a studiare fuori approfittando delle ultime belle giornate prima del rigido inverno.

Aveva preso la sua cartella e se n'era andata giù nel giardinetto interno al castello. Il suono dell'acqua della fontana le metteva un senso di serenità.

Si sedette per terra sull'erba fresca si circondò di libri e pergamene nella speranza di capirci sul serio qualcosa.

Purtroppo però nonostante tutto anche le strade dell'inferno erano lastricate di buone intenzioni...

Guardava e riguardava quelle pagine senza riuscire a capirci un gran che. Gli ingredienti usati le facevano orrore e ricordare l'ordine esatto in cui inserirli e quante volte girare la miscela e in quale direzione per lei era semplicemente una tortura.

Com'era possibile che ci fosse davvero gente a cui quella materia non solo non dispiacesse, ma addirittura piacesse sul serio?!

No, non era concepibile per lei che invece solo a guardare i libri dalla copertina iniziava a sentire una certa sonnolenza.

Si convinse tuttavia che essendo una materia scolastica la doveva studiare per forza, così trattenne la voglia pazza di farsi un pisolino e proseguì sforzandosi di capirci un minimo.





Draco intanto era uscito dalla stanza delle necessità.

Sgranchì la schiena per poi affacciarsi da una finestra a prender aria.

Com'era possibile che la sua vita dovesse sul serio essere così?

Così come?

Così vuota.

Per tutta la vita aveva preso ordini da qualcuno, e adesso che, anche se era brutto dirlo, si era liberato di lui, c'era sempre qualcuno a dirgli cosa doveva fare.

Non lo sopportava più.

I suoi amici erano andati ad Hogsmade. In realtà tutta la scuola era andata giù in paese tranne lui... e i ragazzini piú piccoli ovviamente. E li invidiava, tutti.

Loro si che si divertivano, si godevano la vita.

Appoggiò il viso sul palmo della mano sporgendosi un po' di più per lasciarsi accarezzare dai raggi del sole tiepido.

Ogni tanto, quando era solo, pensava a come sarebbe stata la sua vita futura, o meglio, a come avrebbe voluto fosse.

Si vedeva spensierato, nella sua bella casa a vivere alla giornata, senza pensieri e senza pensare a cosa gli altri volessero da lui.

S'immaginava sereno, mentre si giostrava tra il lavoro e, perché no, una famiglia tutta sua.

Sorrise al pensiero di una moglie dolce e carina che si prendeva cura di lui.

Il sorriso scomparve nel momento in cui si rese conto che vaneggiava. Chi avrebbe mai voluto sposare uno come lui? Uno con un passato come il suo, con una famiglia come la sua...

Draco Malfoy era come il figlio del demonio stesso, e per quanto alle ragazzine piacesse il gusto del proibito, ad una donna non sarebbe andato giù di dividere la vita con qualcuno così.

Una donna vuole sicurezza e stabilità, mentre quello che poteva offrire lui era solamente un mucchio di soldi sporchi... almeno fino al momento in cui gli avrebbero sequestrato anche quelli.

A quel punto non aveva sul serio più nulla da offrire se non una mente squilibrata e tanti guai.

Probabilmente non gli sarebbe neanche andato di rovinare la vita a qualcuno a quel modo, a maggior ragione se davvero disposta ad accollarsi la responsabilità di essere innamorata di lui.

Sorrise ancora quasi sentendosi sconfitto in partenza dai suoi stessi pensieri. E si sentì uno sciocco sentimentale, qualcosa che prima d'allora non era stato mai.

I suoi pensieri però furono interrotti bruscamente dalla visione di una chioma ramata china sul prato nel giardinetto della scuola.

Si sporse meglio per vedere di chi si trattasse anche se non aveva dubbi considerato l'intensità di quel colore che brillava al sole.

Infatti era proprio lei, era la Weasley!

Per un attimo si ritrovò a domandarsi cosa diamine ci facesse lì, ma si diede dell'imbecille per essersi dimenticato dell'incidente del giorno prima tanto in fretta.

Era ovvio che lei non fosse andata ad Hgsmade con gli altri, come avrebbe potuto se ancora non s'era ristabilita al meglio?

Sul volto il suo solito ghigno divertito gli fece venire un'idea cattivella.

Erano soli in quella scuola a quel punto, non gli restava altro da fare che andare da lei e prenderla un po' in giro, così per divertirsi un po'.

Almeno per qualche oretta avrebbe avuto uno svago quasi piacevole...







-Ehi pezzente... non dovresti essere a letto?- le chiese avvicinandosi a passi lenti e calcolati.

Ginny levò il capo di scatto non essendosi accorta della sua presenza. Il sole faceva brillare la sua chioma fulva, e i suoi capelli sottili ondeggiavano andandogli a finire negli occhi quando soffiava un po' il vento.

Si stava avvicinando a lei lentamente, il mento levato come a darsi delle arie. Ma ormai quell'atteggiamento da sbruffone non aveva più alcun effetto su di lei, lo conosceva sufficientemente bene da sapere che Draco Malfoy era un vanitoso, ma altrettanto bene da sapere che la spavalderia era tutta apparenza.

A dire il vero neanche gli rispose. Se lo ritrovò a pochi passi da se ma non gli disse nulla limitandosi ad osservare ogni sua mossa scrupolosamente. Lo vide aggrottare le sopracciglia e probabilmente sentendosi ignorato s'era anche offeso.

Ginny avrebbe riso volentieri di quell'espressione inebetita ma era troppo presa dai suoi pensieri anche solo per muovere un muscolo.

Che ci faceva Draco a scuola? Come mai non era andato ad Hogsmade con gli altri? E sopratutto, sapendo che lei non era a conoscenza della sua presenza nella scuola, perché mai non ne aveva approfittato per starsene da solo tenendola almeno qualche ora alla larga da se?

Si, aveva decisamente troppe cose in mente per riuscire a rispondere alle sue offese inutili.

-Weasley, il gatto t'ha mangiato la lingua?- insistette lui non ricevendo alcuna risposta. S'imbronciò maggiormente arrivando al punto di inginocchiarlesi difronte per essere certo di essere visto, udito e risposto. -Buongiorno! C'è nessuno lì dentro?- chiese mettendo le mani a cono intorno alla bocca riferendosi alla sua testa. -Se ci sei batti un colpo!-

Ginny si ritrovò a ridacchiare di quella scenetta inconsueta. -Si, si ci sono.- confermò poi essendosi accorta di averlo ignorato a sufficienza, senza contare che a lungo andare l'avrebbe sul serio fatto arrabbiare. Doveva anzi apprezzare la volontà che aveva avuto nell'insistere a cercare un dialogo con lei.

-Non hai battuto un colpo però...- le fece notare lui levando un sopracciglio con fare sapiente.

Ginny roteò gli occhi per poi portare una mano alle sue spalle dov'era la panchina di pietra e battere un colpo con le nocche. -Soddisfatto?- gli chiese voltandosi ancora nella sua direzione.

Draco fece spallucce. -Diciamo.- si limitò a dire.

Ginny appoggiò il libro e la pergamena sulle ginocchia. Se già aveva fatto fatica a studiare fino a quel momento, adesso che sapeva di non essere sola nella scuola e di avere la compagnia proprio del ragazzo che aveva il compito di pedinare a vista, le sarebbe risultato impossibile.

Draco abbassò lo sguardo notando forse per la prima volta da che era arrivato i libri. -Che fai?- le chiese d'istinto senza però aspettarsi una risposta di ritorno visto che ci pensò da sé a darsi una risposta afferrando i libri che giacevano per terra. Erano libri di pozioni. Draco levò gli occhi su di lei continuando a reggere il libro tra le mani. -Studi?- le chiese arrivando al punto di ridacchiare sotto i baffi.

A Ginny non era piaciuto per niente quello sguardo derisorio in cui aveva atteggiato gli occhi, tanto meno le era piaciuto il modo in cui l'aveva chiaramente canzonata. Perché si stupiva così tanto? Cosa c'era di strano in lei che studiava? -Certamente.- gli rispose riprendendosi il libro, strappandoglielo letteralmente dalle mani.

Draco ridacchiò ancora.

-Be che c'è di strano?- gli chiese vedendolo così divertito della cosa.

-No, no, fai pure.- rise ancora.

-Adesso smettila, non sarò una secchiona come te ma ogni tanto ci provo anche io.-

Draco smise di ridere. -Io sarei un secchione?- chiese quasi cadendo dalle nuvole. Ginny annuì vigorosamente con lo sguardo di chi la sapeva lunga. -Ma come ti permetti? Io non sono un secchione...- Ginny continuava ad annuire contraddicendolo. -Ma che... ma io non...- Ginny oltre ad annuire prese a ridere di gusto. -Non sono una secchione!- le inveì contro.

Ginny intanto aveva preso a ridere forte. -Si certo... a dire il vero a volte mi sembri Hermione.-

Draco si arrestò di colpo apparentemente ferito da quelle parole. Dalla sua espressione Ginny dedusse che molto probabilmente ne era rimasto anche a dir poco disgustato. Se da un lato le dispiaceva sapere che il pensiero della sua amica lo disgustasse tanto, dall'altro era quasi divertita da quell'espressione imbronciata che aveva assunto.

-Non c'è niente di male nell'essere paragonati ad Hermione.- Draco pareva di un'altra opinione anche se stranamente non espresse a voce i suoi pensieri. -E' la strega più intelligente dei nostri tempi, è meglio di un'enciclopedia portatile. Se hai bisogno di sapere qualcosa basta chiederlo a lei e puoi star sicuro che riceverai una risposta...-

Draco atteggiò le labbra ad un sorriso sbieco. -Quindi vuoi dire che a questo punto io sarei il mago più intelligente dei nostri tempi.-

Ginny rimase un attimo in silenzio a riflettere su quello che aveva appena udito, poi scoppiò in una fragorosa risata.

-Che hai da ridere adesso?- le chiese lui ancora una volta ferito nell'orgoglio.

-Ma non farmi ridere...- riuscì a dire tra un respiro e l'altro. -Tu? Ma dai Malfoy sarai anche bravino a scuola e sei certamente un topo di biblioteca, ma da lì a considerarti il mago più intelligente dei nostri tempi ce ne vuole...-

-Ah si certo, perché per ovvie ragioni è il nostro Harry Potter, il paladino della giustizia, il difensore dei più deboli, il nostro nobile di cuore... È il vero genio qui...- si sporse verso di lei quasi accostando il suo viso a quello della ragazza. -O mi sbaglio?- le chiese con tono chiaramente provocatorio.

Ginny per un attimo rimase muta quasi si fosse persa nei meandri di quelle iridi grigie dalle sfaccettature indecifrabili. Quegli occhi che non vedeva mai tranquilli adesso parevano essere più tormentati del consueto. -No, ti sbagli.- gli rispose poi con naturalezza. E quegli occhi mutarono ancora, adesso parevano confusi, quasi avessero perso la sicurezza che avevano poco prima. -Harry è un gran mago, e sarà anche il paladino della giustizia, ma nello studio è una capra quasi quanto Ron.- Ginny gli sorrise con una dolcezza spontanea che per un'istante aveva messo in agitazione quelle iridi che erano improvvisamente diventate più chiare.

-Bene.- affermò poi lui riprendendosi da quel torpore. -Se la tua cara “Hermione” è il genio del tuo mondo magico, allora questo vorrà dire che io sarò per te il tuo genio del male.- le sorrise sornione mentre lei lo guardava quasi senza parole.

Era decisamente convincente quando parlava non c'era che dire. Anche il modo stesso di porsi era più che mai convincente, eppure qualcosa le diceva che c'era più di qualcosa che non conosceva di quel ragazzo e che una volta scoperto avrebbe potuto darle una visione totalmente differente di lui.

Ginny in cuor suo credeva nella sua innocenza, in quel poco di buono che poteva scorgere in quei rari momenti in cui era naturale, in cui non aveva idea che due grandi occhi nocciola lo stessero spiando.

In tutti quei momenti in cui Draco Malfoy, era solo Draco.

-Non mi fai paura caro genio del male.- gli disse dandogli uno spintone per allontanarlo da se.

Questa volta fu Draco a ridacchiare. Ogni volta che lo sentiva ridere per davvero Ginny abbassava lo sguardo quasi avesse il timore che sentendosi osservato lui potesse in qualche modo fermarsi o limitarsi nell'esprimere quelle emozioni. Non voleva che si limitasse in sua presenza, a questo punto tutto quello che le serviva era che lui si sciogliesse con lei.

Lo guardò di sottecchi.

Si stava sedendo sul prato difronte a lei. Malfoy che si sedeva sul prato era già tutto un dire, non si era minimamente preoccupato dello sporco o delle macchie com'era solito fare. Lui che era così tanto schizzinoso.

Nel guardarlo si ricordò del suo piano, dell'unico piano che aveva una minima speranza di riuscita. Arrossì e abbassò lo sguardo sulla pergamene fingendo di leggere.

Come avrebbe mai potuto avvicinare il ragazzo così tanto al punto di riuscire a vederlo a torso nudo? E pensare che a lei bastava che lui sollevasse leggermente la manica della camicia per avere la sua conferma e finirla con tutte quelle idiozie...

-Che studi?- le chiese, quasi volesse rompere il ghiaccio.

-Pozioni.- gli rispose non troppo convinta.

-Dai un po' qua fammi dare un'occhiata...- le porse una mano aspettando di ricevere il libro. Dopo un attimo di esitazione fece come le era stato chiesto.

Mentre lo vedeva leggere una strana ma forse sufficientemente brillante idea le venne alla mente.

Era una splendida giornata e iniziava a sentire caldo con quei raggi di sole tiepidi che le infuocavano la testa.

Si, si rendeva perfettamente conto di stare ad auto convincersi troppo e che la giornata non era poi così calda, ma aveva bisogno che lo fosse per riuscire.

Ginny iniziò a sventolarsi con la mano ripetendo come fosse un mantra le parole “che caldo”. In fine si levò il giacchetto e si arrotolò le maniche della camicetta. Quando Draco levò lo sguardo per vedere cosa stesse combinando lei si limitò a chiedergli: -Non senti caldo?- lui fece spallucce e allora lei calcò la mano. -Se hai sangue nelle vene allora dovresti perché qui fuori si mure di caldo...- lui però la guardava senza muovere un muscolo. Lei si sventolò ancora. -Ma dai Malfoy togli quella giacca... solo a guardarti mi sento soffocare...- lui era quasi indeciso sul da farsi e allora Ginny decise di usare il tutto per tutto. -Se proprio una femminuccia.- fece finta di sussurrarlo più a se stessa che a lui, ma fece ben attenzione che lui la udisse.

E infatti ancora una volta punto nell'orgoglio afferrò la giacca togliendola e appoggiandola ad un cantone. Ad un tratto lo vide sbottonarsi il bottoncino del colletto della camicia.

Ginny si sporse leggermente mentre sentiva l'ansia crescere nel petto. Quella poteva essere la volta buona.

Per sua delusione però Draco non sollevò le maniche riprendendo invece da dove aveva interrotto.

-Ecco è qui l'errore.- le fece notare riportandola tra l'altro alla realtà. Ginny si sporse per guardare meglio. Draco parve rendersi conto di essere troppo distante e forse senza neanche rendersene pienamente conto si portò di fianco a lei appoggiandole il libro sulle ginocchia puntandole con l'indice l'errore di cui parlava.

Ginny avvertì una strana sensazione di disagio al suo fianco. Lo attribuì subito all'idea di star sbagliando dando tutta quella confidenza ad una persona che solo fino ad un paio di mesi prima nella sua vita non era nessuno, anzi peggio ancora era il suo nemico.

Levando lo sguardo sul suo viso diafano intento a spiegare con paroloni assurdi quella che era la strada giusta da seguire per portare a termine la pozione, iniziò a vagare con la mente portandosi avanti di qualche tempo, a quando la guerra sarebbe definitivamente scoppiata e loro sarebbero stati avversari sul campo.

Avrebbe facilmente corso il rischio di trovarselo difronte un giorno o l'altro, bacchetta contro bacchetta,...

E cosa avrebbero fatto allora?

Il suo sguardo si rattristò al pensiero che in quel momento alla mente le sarebbero di certo tornati tutti quei momenti trascorsi insieme in tranquillità. Forse stava sbagliando nel creare tutti questi presupposti per avere un'esitazione sul campo di battaglia che le avrebbe potuto causare la perdita della vita.

E lui... lui cosa avrebbe fatto allora?

In quel momento Draco alzò lo sguardo puntando quegli occhi di ghiaccio nei suoi. Un brivido le percorse la schiena.

-Mi stai ascoltando?- le chiese ad un soffio da lei.

Ginny annuì ma lui non parve cascarci. Afferrò una piuma abbandonata al suolo e prese a scrivere degli appunti che in teoria le sarebbero serviti per il test del lunedì successivo.

-Ti trascrivo alcune cose, con questi non dovresti avere problemi.- sentendosi osservato aggiunse -Così la smetterai di dire che la Grenger è la più intelligente.-

Ginny sorrise appena, l'aveva buttata così su Hermione, stava tentando di mascherare la sua evidente voglia di aiutarla.

In quel momento abbassando lo sguardo Ginny vide che nello scrivere la manica si stava sollevando da sola.

Sgranò gli occhi mentre il cuore le mancò d'un battito. Avrebbe finalmente saputo...

Ingoiò a vuoto nella speranza di riuscire a mettere fine a tutti quei dubbi risparmiandosi così anche il problema di riuscire a sedurlo.

Nell'istante prima che la manica giungesse a metà avambraccio però lui terminò di scrivere lasciando la piuma e risistemandosi la camici abbottonandosi i bottoncini aggiungendo che in realtà iniziava a far freschetto.

Ginny rimase in parte delusa.

-Bene Weasley, hai capito qualcosa di tutto quello che ho detto fin ora?- le chiese levando il capo chino fino a quel momento ritrovandosi a pochi centimetri dal viso di lei.

Ginny avrebbe voluto rispondergli con maggior vigore. Il “si” che le era uscito dalle labbra infatti non era certo una degna risposta, tanto più che era anche falsa considerando che aveva avuto troppo a cui pensare per occuparsi di ciò che lui si affannava a spiegare.

Ma in quel momento otre alla menzogna qualcos'altro gravava sulla sua coscienza.

Erano i suoi occhi che ad un passo da lei la fissavano senza mai smettere. Non si muoveva neanche d'un centimetro rimanendo così vicino al suo viso che a tratti avrebbe giurato di riuscire ad udire il suono dei suoi respiri.

Lo vide umettarsi le labbra guardando poi quelle di lei alternando ad un punto tra labbra e occhi.

Il cuore di Ginny parve fare una capriola nel momento in cui si rese conto che s'erano create le circostanze favorevoli per un primo bacio.

L'idea di baciare Malfoy a dire il vero non le aveva ancora sfiorato la mente, eppure sapeva bene che se avesse sul serio voluto sedurlo questo era parte del prezzo da pagare.

Per una frazione di secondo il viso del ragazzo era sembrato avvicinarsi pericolosamente al suo. Tirò il vento in quel momento costringendola a socchiudere gli occhi inspirando quel odore che ormai le era in qualche modo divenuto famigliare. Era certamente il suo dopobarba, una miscela di muschio e pino, o almeno così le era parso. Quello che sapeva per certo era che sapeva di fresco.

Per un istante poi aveva sperato di avere l'alito fresco.

Si rese conto che i pensieri nella sua mente erano ormai affollati e, perché no, anche un po' sciocchi. L'agitazione la portava sempre a blaterare cose insensate.

D'un tratto le sembrò che lo sguardo del ragazzo s'indurisse, come se avesse preso una decisione. Lo vide appoggiare una mano sul prato sfiorando la sua, e poi prendendo un respiro avvicinarsi a lei quasi di slancio.

A quel punto Ginny chiuse gli occhi. Era ormai certa che sarebbe successo.

Nel momento in cui le loro labbra era così vicine da sfiorarsi un enorme frastuono li fece come immobilizzare all'istante.

Riaprirono gli occhi ritrovandosi così vicini da riuscire a malapena a distinguere le loro sagome.

Riconobbero in quel baccano le voci dei loro compagni di ritorno da Hogsmade.

Si divisero di colpo e senza il bisogno di dare spiegazioni ognuno di loro iniziò a raccogliere le proprie cose.

-Ti ringrazio per il tuo aiuto...- gli disse mentre infilava i libri nella borsa.

Lui intanto era già in piedi. -Non devi ringraziarmi, non l'ho fatto per te, era un modo come un altro per dimostrarti che io non sono paragonabile a nessuno.- la lasciò lì senza aggiungere altro.

Ginny capì subito l'allusione ad Hermione, ma in quel momento era troppo frastornata per riuscire a ragionare chiaramente.

Tutto quello che aveva voglia di fare era tornarsene in dormitorio, farsi una bella doccia e cercare di lavare via tutte quelle sensazioni sgradevoli che la sua pelle in quel momento le mandava come input direttamente alla testa.





 

Ciao a tuttiiiii!!!!

Ragazzi miei ormai sto postando come una matta... non ho più un giorno giusto!!! Ma comunque posso dirvi che tra il martedì e il giovedì è sicuro che un capitolo vi arrivi perché sono gli unici giorni in cui posso finire di scrivere e rileggere quello che la mia mente malata ha buttato giù XD

Spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto. Come avete potuto vedere è anche più lunghetto degli altri... diciamo che la mia immaginazione si sta rendendo più ricca (o almeno per questo capitolo è stato così) e se tutto va bene anche i prossimi dovrebbero essere lunghetti :)

Questa volta però l'ho scritto tutto d'un getto quindi non so bene come sia venuto fuori per cui perdonatemi i probabili errori :)

Bene, allora recensite in tanti mi raccomando!!! La vostra opinione è sempre importante non dimenticatelo mai ;)
un bacione a tutti!!!!

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Capitolo 10
*** ti proteggo io. ***


Capitolo 10

 

 

Quella mattina Ginny s'era svegliata con il piede sbagliato.

Uno strano vociare l'aveva destata nel bel mezzo d'un sogno. Non lo ricordava a dire il vero, ma era certa che fosse un sogno bellissimo considerando che non aveva voglia di riaprire gli occhi nella speranza di riviverlo ancora.

Purtroppo per lei non solo non riprese sonno ma riconobbe anche i proprietari di quelle voci e una volta ritornata in se riuscì anche a percepire qualche stralcio di discorso.

Non ebbe neanche il tempo di riaprire gli occhi che già lo stomaco aveva iniziato a fare le capriole.

Harry era entrato in camera e parlava con Ron e Hermione, ovviamente il protagonista delle sue vicende immaginarie non poteva che essere Malfoy.

-Vi dico che l'ho visto fare cose strane di recente... sono sempre più certo che trami qualcosa...- diceva Harry mentre a Ginny iniziava a sembrare un disco rotto e ripetitivo.

-Harry, non hai le prove che Draco stia davvero facendo qualcosa...- insisteva Hermione che da qualche tempo aveva preso a sostenere la sua teoria sull'innocenza di Draco, o per lo meno non era disposta ad accusarlo così solo perché Harry aveva un problema con lui.

-Non lo so Harry... tu sai bene quanto io detesti Malfoy ma, un assassino... no non credo che....- Ron intanto era solamente confuso da tutta quella situazione, probabilmente una parte di se avrebbe voluto sostenere l'amico ma alla fine dei conti neanche tutto l'odio del mondo poteva condannare un uomo come assassino senza prove concrete.

Ginny s'irrigidì.

Un attimo, pensò nella sua mente ancora vagamente annebbiata, ha detto assassino?

In quel momento si mise a sedere sul letto spaventando chi le era intorno. I capelli spettinati le ricadevano sul viso mentre nello sguardo si poteva leggere la sua preoccupazione.

Qui si andava ben oltre ciò che aveva immaginato, qui s'iniziava a scherzare col fuoco!

Poteva credere che Harry pensasse di lui come ad poco di buono, e sinceramente neanche per lei Draco era un innocentino, ma da lì a considerarlo un assassino...

-Tu sei pazzo Harry...- annunciò con la bocca impastata dal sonno e le orecchie che le fischiavano per quel risveglio brusco e improvviso. Riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti mentre gli altri la fissavano allibiti.

-Quindi eri sveglia.- disse Harry quasi sentendosi offeso o peggio ancora spiato dalla sua amica.

Ginny lo guardò di sbieco. Si stropicciò gli occhi e si portò i capelli dietro le orecchi mentre scendeva dal letto dirigendosi verso il bagno.

-No, mi sono appena svegliata. Ma credo che se non volevate che io sentissi i vostri discorsi non avreste dovuto parlarne sul mio letto.- quel tono acido non mancò di essere percepito da nessuno anche se alla fine non ricevette risposta.

Si chiuse in bagno lasciandoli dietro di se mentre un gran mal di testa iniziava a farsi sentire.

La verità era che per lei quel ragazzo non era una minaccia. A suo parere Draco aveva solamente bisogno di una guida, per tenerlo sulla retta via insomma, a maggior ragione approfittando dell'assenza di suo padre.

Si portò davanti allo specchio notando il suo viso imbronciato.

Non poteva farci nulla, Harry in quel periodo aveva la meravigliosa capacità di farle girare i connotati come nessuno era mai riuscito a fare prima.

Si lavò la faccia cercando di cacciare indentro quella rabbia che sentiva affiorare.

Quando ebbe finito di lavarsi non trovò nessuno in camera. Erano tutti in sala comune che a quanto pareva avevano deciso di aspettarla.

Lei passò vicino a Harry. Si fermò dinnanzi a lui guardandolo dritto negli occhi. Aveva preso una decisione in quel frangente di tempo e lo sguardo quasi feroce del ragazzo le fece credere maggiormente in quello che stava per fare.

Non poteva lasciargli il campo libero. Voleva la testa di Malfoy? Avrebbe dovuto passarle da sopra prima.

-Puoi cercare di buttargli fango addosso quanto vuoi Harry, ma per ogni cattiveria gratuita che tu dirai ci sarò io alle tue spalle per smentire.- Ginny era seria e scura in viso.

-Vorrei tanto capire perché lo fai Gin.- annunciò lui sbuffando.

-Perché non è giusto. Io ci sto passando del tempo insieme e lo conosco di certo meglio di te che invece non ti sei ma soffermato un'istante a guardarlo più da vicino. Tu non lo conosci.- si voltò decisa ad andar via lasciandolo dietro.

Lo udì ridere. -Perché tu invece si?-

Quella di Harry era chiaramente una provocazione bella e buona. Ginny non si fermò neanche, proseguendo spedita e imperterrita nel suo cammino. Non l'avrebbe avuta vinta lui questa volta. Per una volta in vita sua Harry Potter non aveva ragione e lei non era disposta a dargli corda.

Questa volta stava diventando una questione di principio. Gli sarebbe stata ancor più alle costole del consueto, doveva sapere ogni suo movimento in modo da avere sempre la risposta pronta da usare contro Harry.





La mattinata trascorse tranquilla come sempre. Anche l'allenamento era andato benone anche se adesso era letteralmente a pezzi.

Volare non era un problema ma il ginocchio le dava ancora fastidio e se sottoposto a sforzo prolungato le faceva anche male.

Nulla di grave ad ogni modo, almeno non al punto da non potersi allenare.

I serpeverde iniziarono a prendere posto nel campo che loro gli avevano appena ceduto. Le divise verde-argento sfilavano di fianco a lei con ordine e compostezza.

Li guardò, uno per uno, apparentemente distratta ma infondo alla ricerca della testolina bionda di Draco Malfoy.

Ormai osservare Draco prendere posizione in capo alla fila della sua quadra una volta finito il suo allenamento faceva parte delle piccole abitudini acquisite in quel periodo. Sapeva che mentre lei andava a farsi una bella doccia lui era in campo ad allenarsi e non correva il rischio di perderlo d'occhio.

Così come ogni volta prese in rassegna la fila dei serpeverde.

Si arrestò di colpo presa dal dubbio. Qualcosa non quadrava.

Rimase ancora un po' lì inebetita a contare i ragazzi uno per uno dando nomi e cognomi a quei volti famigliari. Ma quello del ragazzo non comparve all'appello.

Quando finalmente la sua mente elaborò che Draco Malfoy era a tutti gli effetti assente un vuoto allo stomaco la costrinse voltarsi verso quello che per uno strano scherzo del destino ormai rappresentava il suo rivale.

Come d'istinto guardò Harry che ricambiò il suo sguardo con uno altrettanto eloquente. Aveva atteggiato le labbra in un sorrisetto soddisfatto e prepotente... si prendeva gioco di lei?!

Ginny aggrottò le sopracciglia. Sapeva bene a cosa stesse pensando Harry in quel momento, lo conosceva troppo bene per stupirsi di tale reazione.

Harry si stava chiedendo sicuramente dove fosse Draco in quel momento, e ancora più certamente non vedeva l'ora di porre a lei quella domanda e rendere nota agli altri quella risposta che la sua mente aveva già elaborato.

Riusciva già a sentire la sua voce mentre si prendeva gioco di lei dichiarando che Draco Malfoy era in giro a far danni per certo!

Sicuramente pensava che in quel momento stesse da qualche parte a tramare nell'ombra.

Il viso di Ginny si contorse in un'espressione di sfida. Se voleva la guerra per lei andava benissimo.

Non sarebbe certo stato un ragazzetto venuto fuori dal nulla a metterle paura. Proprio a lei che era cresciuta in quella che poteva essere benissimo paragonata ad una giungla in cui i genitori e i fratelli erano posti lì a renderle la vita impossibile.

Eppure neanche loro ci erano riusciti fino infondo...

Doveva trovare Malfoy prima che Harry potesse anche solo pronunciare mezza parola su di lui! Doveva batterlo sul tempo.

Vide Harry andare insieme agli altri negli spogliatoi. Bene, pensò, aveva più tempo per trovare quell'idiota di un serpeverde, suggerendo a se stessa di attaccagli un collare con tanto di guinzaglio per non rischiare di perderlo ancora.

Non si lavò neppure, per non sprecare neanche un secondo.

La sua corsa per la scuola fu frettolosa e anche dolorosa se considerava il ginocchio che ancora non s'era ripreso a dovere.

Non fare sforzi, le avevano detto...

Dannato Malfoy! Gliele avrebbe pagate tutte a una a una!

Ma intanto non poteva fermarsi, le toccava stringere i denti e proseguire la sua corsa per il castello, che mai come allora le era parso così immenso.

Doveva trovare quell'idiota e capire per quale diamine di motivo non s'era presentato agli allenamenti e tutto questo prima che Harry finisse di farsi la doccia.

Ringraziò il cielo per la vanità di quel ragazzo che almeno in questa circostanza le sarebbe ritornata utile. Harry in bagno era peggio di una donnicciola.

Cercò Draco in lungo e in largo, in tutti quei posti dove sapeva era di consueto recarsi, ma nulla. Aveva quasi perso le speranze, sentiva il fiato corto e le idee venirle meno, quando...

-Malfoy...-

Quel nome...

Benedetto nome!

Mai come allora aveva desiderato di sentirlo pronunciare nei suoi paraggi. E lo udì pronunciare così vicino da riaccendere in lei la speranza perduta.

Si guardò intorno ma nulla. La voce doveva essere arrivata quasi certamente da un'aula.

Quando vide una porta socchiusa le venne istintivo avvicinarvisi, come se fosse stata chiamata a farlo.

Vi si avvicinò piano accostando l'orecchio alla porta.

Tutto quello che riusciva a sentire però era il suo cuore che batteva all'impazzata.

Cercò di respirare più affondo nei polmoni per calmare i battiti, ma distrattasi non s'accorse della porta che d'un tratto s'aprì colpendole un braccio.

Lanciò un gridolino mentre voltandosi si ritrovava faccia a faccia con la professoressa McGranitt.

-Buongiorno signorina Weasley, tutto bene?- la salutò e le chiese cortesemente andando poi via ad un suo cenno del capo.

Non riuscì neanche a risponderle a parole per quanto era agitata. La porta intanto era rimasta aperta e probabilmente udendola chiamare per nome lui s'era voltato.

E si ritrovarono così, occhi negli occhi. Nessuno fiatava.

Draco era in piedi difronte ad uno scaffale con un libro tra le mani. Qualcosa le disse che quello che stava facendo aveva a che fare con la professoressa.

Vide il suo sguardo dapprima confuso, poi per qualche ragione rasserenarsi e anzi, divenire quasi divertito quasi s'aspettava di ritrovarsela lì a momenti.

Ginny però non ci fece caso ritrovandosi invece a sorridere vedendo Draco in piedi davanti allo scaffale con il libro tra le mani. Tra i vari scenari che la sua mente le aveva proposto questo proprio non ne faceva parte.

Sentì il cuore calmarsi finalmente. Questa volta Harry non poteva aprir bocca sulla questione.

Lui intanto la guardava incerto, inarcando un sopracciglio come se fosse rimasto sconcertato dal suo sguardo allegro e soddisfatto.

-Che ci fai tu lì?- le chiese con il suo solito tono di voce strascicato, quasi annoiato dalla sua presenza.

Ginny ci mise un attimo ma poi si rese conto di dovergli una spiegazione. -Niente.- grande spiegazione in effetti.

Lui distolse lo sguardo da lei riportandolo al suo libro. Parve sfogliarlo frettolosamente e poi chiuderlo bruscamente riposizionandolo sullo scaffale.

-Tu che ci fai qui piuttosto...- gli chiese quasi fosse la cosa più scontata del mondo. -Dovresti essere agli allentamenti.- gli fece notare rimproverandolo della sua condotta beccandosi poi uno sguardo truce. A Draco Malfoy non piaceva esser fatto osservazioni sul proprio conto.

-Dimmi ragazzina... sono per caso affari tuoi?- le chiese mantenendo quell'atteggiamento calmo e pacato che riusciva quasi sempre a darle sui nervi e ad inquietarla allo stesso tempo.

Ginny non gli rispose rendendosi perfettamente conto che di certo non erano affari suoi, ma non per questo rinunciò a sapere cosa stesse facendo lui lì.

-Eri così tanto preoccupata dal non avermi visto arrivare che sei fuggita via Weasley?- le chiese dandole un'altra occhiata mentre le labbra non potevano che sorridere.

Ginny si ricordò di avere ancora indosso la divisa. -Non cercavo te.- gli rispose con convinzione, ma l'occhiata che le tornò indietro le suggerì che come scusa, tanto per cambiare, era banale. -Cercavo la professoressa.- tagliò corto lei mentre lui accennava ad un “come vuoi” con la testa. -Adesso che sappiamo cosa ci faccio io qua, posso sapere tu cosa ci fai qua?- gli chiese portandosi più vicina a lui che ancora sfogliava libri.

Draco tacque ancora un po' quasi l'avesse del tutto ignorata. -Cerco una cosa per conto della professoressa.- le rispose spiccio, ma lo sguardo insistente di Ginny lo convinse, o per meglio dire costrinse, a confessarle tutta la verità. Sbuffò sonoramente mentre si voltava verso di lei guardandola dritto negli occhi. -Dopo mi lascerai in pace?- le chiese esasperato. Lei annuì vigorosamente sorridendogli. -Bene allora. Oggi chiacchieravo in classe mentre lei spiegava...- Ginny ridacchio. -Con Pansy...- parve dirlo per farle dispetto, tanto che si fermò qualche istante dopo aver pronunciato il nome di quell'incurabile arpia. Ginny smise di ridacchiare in effetti come se improvvisamente le si fosse seccata la gola. Draco se ne compiacque. -Così mi ha detto che tutta quell'energia che sprecavo parlando potevo impiegarla aiutandola lei dopo le lezioni a cercare un fascicolo che non trovava più... il suo era un gentile suggerimento... le mie protese però guarda caso sono state vane. Così eccomi qui.-

-Così impari a parlare mentre la signora spiega.- fece lei saccente come a volergli restituire il favore di poco prima.

-Che c'è Weasley? Ti da forse fastidio sapere che chiacchiero con Pansy?-

Ginny al solo sentirla nominare si sentì come se qualcuno le avesse sferrato un pugno nello stomaco. -Assolutamente, puoi fare quello che ti pare.- gli fece notare con tutta la calma di cui disponeva.

Lui sollevò le sopracciglia per nulla convinto.

-Bene, dimmi di che documento si tratta che ti aiuto a cercarlo.- gli disse con naturalezza. Lui la fissò stranito. -Che c'è? Se lo cerchiamo in due forse ci sbrigheremo prima e tu farai in tempo comunque ad allenarti...- gli fece notare.

-Non ho bisogno del tuo aiuto Weasley. E poi guardati dovresti cambiarti.-

-Ci sarà tempo.- gli rispose tranquilla.

-Weasley sparisci...- quella sembrò essere quasi un'implorazione, al punto che Ginny non riuscì a non ridere di lui. -Non te ne andrai non è così?- le chiese sconfitto avvicinandosi a lei che scosse il capo decisa. -Un fascicolo rosa, si trova in uno di questi libri ma non ricorda in quale.-

-Benissimo.- Ginny si voltò e afferrò il primo libro iniziando a sfogliarlo.

-Weasley...- la chiamò lui. -Comunque le tue scuse non valgono una moneta bucata...-

-Perché mai milord?- gli chiese senza prestarci troppa attenzione.

-Perché hai detto che cercavi la McGranitt- lei annuì distrattamente. - ma quando l'hai vista non le hai detto proprio niente.- si irrigidì rendendosi conto che come al solito a Draco non sfuggiva mai nulla. -Hai solo cercato me.-

-Non dire stupidaggini Malfoy e muoviti cerca o non ci sbrigheremo più.- si schiarì la gola che mai come in quel momento era stata tanto secca.

-E Weasley...- la chiamò ancora.

-Che vuoi?!- gli rispose brusca.

-Nulla, solo dirti che... puzzi.- dopo un'ultima occhiata si voltò e riprese a lavorare.

Ginny rimase ferma senza riuscire a muovere un muscolo ripetendosi mentalmente quello che le aveva appena detto.

Puzzi.

Si ritrovò ad arrossire violentemente preoccupandosi più del dovuto di quella stupidissima parola maleducata che era riuscito a dirle spiazzandola.

Senza rendersene conto aveva annusato la divisa come una stupida mentre lui scoppiava in una fragorosa risata.

Rideva di gusto voltato di spalle.

Ginny si rese conto di essere stata presa imperdonabilmente in giro e senza riuscire a controllarsi non riuscì a far a meno di ridere lei stessa tentando disperatamente di nascondere il rossore con il viso immerso nei libri.







Hermione era in sala comune seduta sul divano davanti al caminetto acceso che leggeva un enorme tomo dall'aspetto terrificante o per usare parole sue: una lettura leggera.

Harry era appena entrato seguito da Ron che scalpitava per sapere quello che Harry aveva intenzione di dire.

-Siediti Ron ho notizie grandiose.- annunciò sistemandosi meglio sulla poltrona mentre il rosso prendeva posto vicino a Hermione sul divano.

Ron si voltò a guardarla alzando gli occhi al cielo nel momento in cui capì che era nel bel mezzo di una delle sue letture di compagnia. Proprio non arrivava a capirla e probabilmente questo sarebbe rimasto per sempre un mistero per lui.

Hermione fece spallucce. -Che hai scoperto di così sensazionale Harry?- la voce pareva annoiata. Qualcosa nella sua mente le diceva che l'argomento non poteva che riguardare Malfoy. Si diede una fugace occhiata in giro notando che Ginny mancava all'appello.

Harry sorrise. -Voi siete ancora convinti dell'innocenza di Malfoy non è così?- Hermione sospirò, quella storia iniziava a darle sui nervi. Non gli rispose neanche. -Allora perché non mi spiegate dov'era oggi mentre la sua squadra si allenava e dov'è in questo preciso momento?-

Hermione incrinò un sopracciglio. Draco non mancava mai ad un allenamento, almeno a detta di Ginny che lo teneva severamente sotto controllo. Dove si poteva essere andato a cacciare?

Guardò meglio Harry e non poté fare a meno di notare quel luccichio negli occhi di chi sapeva di aver vinto a tavolino. Era come se la convinzione del ragazzo di avere ragione in qualche modo lo stesse accecando portandolo a vedere l'ovvio dove invece c'era solo probabilità.

-Harry non correre con la mente...-

-Hermione lui non c'era... e in questo momento non si sa dove sia. Ginny è corsa a cercarlo ma io non vedo neppure lei qui quindi mi pare che neanche lei sappia dov'è il suo protetto...-

-Ti sbagli.-

I ragazzi si voltarono verso le sale che conducevano alle camere da letto. Hermione ridacchiò sotto i baffi mentre lo sguardo di Harry passava dal confuso al deluso al meravigliato.

-Ciao Gin.- la salutò Ron, che invece non si era né reso conto dell'assenza in campo di Malfoy né della sparizione di Ginny.

-Che ci fai tu lì?- le chiese Harry ma a rispondergli fu invece Hermione.

-Ginny è rientrata poco fa, era di sopra a lavarsi visto che dopo l'allenamento ha avuto da fare Harry.- in realtà Hermione ne sapeva quanto lui o poco piú, ma aveva visto Ginny ritirarsi di sopra arrivando trafelata dicendole solamente "poi ti spiego".

Harry intanto continuava a fissare la ragazza come se stesse vedendo un fantasma. Continuava a domandarsi come fosse possibile.

-Io so perfettamente dov'è il mio “protetto”.- gli fece notare lei chiamando il ragazzo con lo stesso appellativo che Harry gli aveva dato poco prima per evitare di nominarlo esplicitamente davanti a orecchi indiscreti.

Il viso di Harry era una maschera di cera, impassibile eppure curiosa. -Illuminami.-

Ginny finì di scendere le scale andando a sedersi proprio sulla poltrona difronte alla sua. -In questo momento è agli allenamenti...- iniziò vedendolo storcere il naso come ad essere scettico a riguardo. -Era in punizione. Pare stesse parlando durante l'ora della McGranitt e lei abbia deciso di affidargli il compito di ritrovarle un documento perduto.-

La naturalezza con cui Ginny esponeva i fatti stava dando non poco fastidio a Harry, come del resto si poteva leggere da ogni suo più piccolo gesto o movimento.

-Però ha finito quindi gli ho suggerito di andare ad allenarsi adesso visto che il campo è vuoto.-

-Tu avresti consigliato qualcosa a Draco Malfoy... e lui ha addirittura ascoltato?- questo era decisamente troppo per Harry. -Ma vi state bevendo il cervello?- spalancò le braccia frustrato.

-Che c'è di male?- chiese Hermione sapendo di agitare le acque ma troppo divertita della cosa per non mettere il dito nella piaga.

-Ma Hermione è di Malfoy che stiamo parlando!-

-Dai Harry su, lo abbiamo ritrovato e ancora una volta Ginny aveva ragione, non stava facendo niente di male...- Ron si era alzato in piedi stiracchiandosi con aria decisamente annoiata. -Qualcuno vuole fare una partita a scacchi?- chiese con indifferenza.

Harry lo guardò un attimo allibito da una proposta tanto ridicola in un momento del genere. Guardò poi Hermione. -Tu lo sapevi?- le chiese riferendosi a Ginny che per tutto quel tempo era stata al piano di sopra. Lei annuì facendo spallucce con quel sorrisetto furbo che ormai faceva parte di lei. -E mi hai lasciato parlare lo stesso.-

-Mi diverte vedere quanto sforzo metti nel tentare di gettare fango su Malfoy. Se solo mettessi altrettanto impegno nello studio...- sospirò chiudendo il tomo. -Vengo con te in Sala Grande Ron, qui la luce è troppo fioca, non vedo più niente.-

Harry lanciò un'ultima occhiata a Ginny che sorrideva trionfante mentre si lisciava i capelli con la mano. -Va bene Ron facciamoci una partita.-

-Bravo Harry, ti farà bene.- gli diede una pacca sulla schiena. -Tu vieni Gin?- le chiese voltandosi.

Lei scosse il capo. -No, devo andare a controllare un certa persona...- lasciò la frase in sospeso facendogli un occhiolino.

-Mia sorella s'impegna sempre tanto in quello che fa.- la canzonò lasciando la stanza insieme agli altri.







Infatti era dove doveva essere.

Ginny si avvicinò piano al campo da quidditch rimanendo per qualche strana ragione nascosta al di la dei finestroni delle mura in pietra spiandolo come una ladra, silenziosa, sfuggente.

Si fermò una volta giunta al portone senza però varcare la soglia continuando a rimanere nell'ombra del pilastro osservandolo di sottecchi.

Draco era in cielo in quel momento. Si librava in aria con una maestria che lei nonostante volasse molto bene non aveva ancora.

Inseguiva il boccino, ma d'un tratto non lo vide più. Si fermò restando al centro del campo silenzioso più che mai. Lo vide chiudere gli occhi concentrato.

In quel silenzio tombale Draco udì il battito delle ali dell'oggetto dorato e come una saetta scattò alla sua destra pronto a raggiungerlo.

Il sole tramontava sulla sua figura mentre le prime stelle iniziavano a prendere posto nel firmamento assieme alla luna che già splendeva ampia in tutto il suo splendore.

Ma a breve non si sarebbe visto più nulla. Se Draco non si fosse affrettato ad acciuffare quel maledetto affare non sarebbe più riuscito a farlo. Le luci del campo non venivano mai accese in giorni normali.

I minuti trascorrevano senza che lui vi fosse riuscito e ormai il sole non era che un ricordo mentre scompariva al di la delle montagne.

Non ci sarebbe più riuscito ormai, non in quelle condizioni, la luce lunare non era di certo sufficiente.

Le venne quasi un moto di sconforto che le partì dallo stomaco e si fermò in petto. Avrebbe davvero voluto che afferrasse il boccino.

Fu un istinto o forse un bisogno per Ginny quello di afferrare la sua bacchetta.

Mentre la teneva puntata in aria non poté comunque far a meno di domandarsi il perché. Questo però era solamente un particolare irrilevante, una di quelle domande quasi retoriche, di quelle a che non necessitano di una risposta o peggio ancora di cui già la sia conosce ma si preferisce ignorare.

Prese un bel respiro mentre stringeva più fermamente il manico della sua bacchetta nella mano tremante. -Lumos Maxima.- sussurrò a voce ferma.

D'un tratto una luce abbagliante s'accese al di sopra delle loro teste. Fu come se qualcuno avesse acceso i fari o meglio ancora che fosse tornato il sole.

Draco ne fu in un primo momento abbagliato, poi sconcertato. Lo vide guardarsi intorno meravigliato di riuscire a vedere così chiaramente, di essere uscito dal buio così improvvisamente.

Stava per voltarsi ancora quando il suono delle ali di quel esserino lo distrasse catturando tutta la sua attenzione. Gli basto un attimo per capire dove fosse e con uno scatto gli fu dietro.

Ginny dal basso si godeva la scena di quell'inseguimento divertita e in cuor suo tifando per lui quasi fossero nel bel mezzo di una vera partita di quidditch.

Draco allungò un braccio e con un ultimo sforzo riuscì ad acciuffarlo soddisfatto di se stesso.

Ginny sentì il cuore riempirsi di entusiasmo mentre come comandate da una volontà propria le mani iniziarono ad applaudire sole. Quando se ne rese conto era ormai tardi, Draco l'aveva udita e portandosi al centro del campo era ormai lì che la fissava incerto.

-Weasley?- chiese più a se stesso che a lei, ma in quel silenzio la sua voce fu udita sufficientemente bene da Ginny che sussultò colta in flagrante.

Dopo un primo momento di esitazione lo salutò con una mano, afferrò ancora la sua bacchetta portandola in aria...

-No, aspetta...- tentò di fermarla.

-Nox.- una semplice parolina che li fece ricadere nel buio. Ginny approfittò di quell'attimo in cui gli occhi di lui dovevano abituarsi all'oscurità per correre via.

Mentre si avviava in Sala Grande non poté far a meno di ridere di gusto pensando alla figura che aveva appena fatto con il cuore che batteva a mille per l'adrenalina. Ma come avrebbe potuto non farlo?

Nonostante tutto, ritrovandosi in quelle circostanze, lo avrebbe rifatto anche altre cento volte. Ne era certa.





Dolce il risveglio di Draco quella mattina.

Ancora quelle lettere, notizie che gli ricordavano chi era, da dove provenisse e cosa avrebbe dovuto fare in quella vita.

Non ne poteva più, era seriamente intenzionato a mollare tutto, a lasciare che lo prendessero e che facessero di lui quello che volevano, non gli importava più nulla!

Si sedette in malo modo al tavolo della colazione versandosi una tazza di caffè.

Ma a chi voleva darla a bere?

Chi voleva prendere in giro?

Lui che affrontava e fronteggiava i mangiamorte...

Ridicolo.

Non avrebbe mai avuto il coraggio di fare un'azione tanto temeraria, proprio lui che era stato un codardo per tutta la vita.

Bevve il caffè nel tentativo di dimenticare quella brutta faccenda, chiacchierò svogliatamente con i suoi compagni, ascoltò Pansy mente civettava con lui. Ma nulla riusciva a distogliere la sua attenzione da quei pensieri opprimenti, soffocanti.

Oltretutto la voce di Pansy iniziava a diventare fastidiosa...

Levò lo sguardo posandolo al di la della tavolata di mezzo per posarlo su quella in fondo, vicino al muro, quella dei Grifondoro.

Divise rosso-oro scintillavano facendo da contrasto alla parete in pietra scura alle loro spalle. Parevano tutti uguali ai suoi occhi, ma poi c'era quel particolare, che da solo faceva la differenza.

I suoi capelli...

Lunghi capelli rossi, rame allo stato puro, ondeggiavano ad ognuno dei suoi movimenti. Riuscì ad individuarla senza troppa fatica.

Sorrideva a mala pena mentre con fare annoiato consumava la colazione.

Che fosse una giornata "no" anche per lei?

Quando sentendosi osservata alzò lo sguardo dalla ciotola incrociando i suoi occhi, Draco vide nascere un sorriso spontaneo sul suo viso.

Distolse lo sguardo quasi infastidito, da lei, dai suoi occhi, da se stesso... dai suoi pensieri che inevitabilmente lo riportavano al campo da quidditch.

-Che fai Dra, ti sei incantato?- quella voce squillante lo riportò al suo tavolo.

Si voltò con stizza. -Pensa per te.- freddò la compagna, alzandosi subito dopo e lasciando la Sala Grande senza neanche aver finito il caffè.

Era troppo anche per lui da sopportare, oltre alla pressione quotidiana della sua vita adesso ci si metteva anche la Weasley ad occupare la parte libera dei suoi pensieri.

Stufo, era stufo di tutti e di tutto.

Quella era proprio una di quelle giornate da dimenticare. Aveva voglia di chiudere gli occhi nella speranza che riaprendoli tutto fosse diverso. O magari meglio ancora, di non riaprirli affatto!

Voleva che tutti quei pensieri svanissero e che tutti i suoi problemi si dissolvessero nell'aria come fumo.

Sapeva che non sarebbe successo.

Sapeva benissimo che per quanto ci avesse provato, pensato, sperato che tutto passasse non sarebbe stato così facile. Aveva un compito e a qualunque costo avrebbe dovuto portarlo a termine. Doveva farlo altrimenti...

Il sangue circolò rapidamente nelle vene e raggiunse la testa mentre sentiva di star perdendo il controllo.

Si ritrovò a stringere i pugni lungo i fianchi mentre a grandi falcate percorreva i corridoi.

Come poteva essere finito in quella situazione? Come potevano tutti i guai di questo mondo trovarlo con tanta facilità e ancorarsi a lui a quel modo, finendo col soffocarlo tanto brutalmente?

Non ne poteva più...

Gli mancava l'aria. Portò una mano al colletto della camicia nel tentativo di allargarlo. Alla fine sbottonò il bottone più alto.

Ancora una volta sentiva i nervi a pezzi, la voglia di scappare, di fuggire, di urlare a squarciagola quanto tutto questo fosse maledettamente ingiusto!

Strinse i pugni tentando di darsi un contegno, di mantenere le apparenze. Si mosse in fretta alla ricerca di un luogo appartato dove poter sfogare la sua rabbia.





Ginny vedendolo uscire finalmente solo decise di seguirlo.

Era il momento giusto, gli studenti a colazione e i professori impegnati nelle loro aule, i corridoi deserti...

Se Draco avesse voluto fare qualcosa sicuramente quello sarebbe stato il momento perfetto.

Lo vide svoltare un angolo, fermarsi un attimo per poi ripartire più spedito di prima.

Da come si muoveva pareva andare in una direzione predestinata, aveva sicuramente qualcosa in mente!

Tentò di fare più piano che poté, non voleva si accorgesse di lei ma stargli dietro era faticoso. Pareva aumentare il passo...

Finalmente lo vide spalancare una porta e uscire senza neanche richiuderla alle sue spalle.

Una ventata gelida le sferzò il viso. Draco era sul pontile che collegava le due torri del castello di Hogwarts, ancora una volta.

Lo seguì.

-Perché maledizione!- lo sentì imprecare.

Ginny sobbalzò presa alla sprovvista. Ancora un altro sfogo...

Lo vedeva lì fermo con le mani sul davanzale di una delle finestre e le braccia tremanti. Il capo era chino, i capelli le impedivano di vedere i suoi occhi...

A quel punto l'unica cosa che le veniva in mente era: che diavolo era preso a Draco Malfoy?

Si avvicinò a lui, piano. I piedi parevano trascinarla nella sua direzione senza chiederle il permesso. Un istinto, un richiamo a cui rispondere senza opposizioni, senza domande o spiegazioni.

Sarebbero stati inutili.

Il buon senso le diceva di non avanzare oltre, ma ormai era l'istinto che aveva preso il sopravvento sulla ragione.

Arrivata ad un passo da lui lo vide avvertire la sua presenza e voltarsi con uno scatto fulmineo nella sua direzione senza darle il tempo di riflettere.

Solo allora Ginny si arrestò quasi schiaffeggiata dalla realtà che l'aveva riportata indietro da quel torpore che l'aveva spinta da lui.

La gola secca, le mani tremanti, occhi negli occhi nessuno osava aprir bocca.

Lei certo non ne aveva il coraggio, tutto quello che le passava per la mente le moriva poi in gola.

Lui pareva avere l'affanno. I respiri pesanti e il corpo scosso da brividi. Gli occhi erano forse un po' più gonfi del solito. Le occhiaie potevano essere il segno di una notte insonne... o peggio, più di una.

-Non dovresti uscire qui fuori senza il mantello.- Ginny non riuscì a trattenersi oltre dopo l'ennesimo brivido che vide attraversare il corpo del ragazzo.

Aveva solamente la camicia, troppo leggera per il freddo novembrino.

-Che cosa vuoi Weasley? Non mi sembra di averti invitata a seguirmi...- la voce rauca usciva pesantemente da quelle labbra tremanti.

Ginny ingoiò il vuoto. La voce di Draco era talmente fredda che per un attimo dimenticò il vento che le batteva contro le palpebre costringendola a chiudere gli occhi.

-Non lo fai mai, ma io ti seguo lo stesso...- parole venute fuori da chi sa quali meandri della mente. Si stupì quasi nel riconoscere la sua voce pronunciarle.

Non riuscì a decifrare l'espressione di lui. Non sapeva se era più stizza o dubbio.

Lo vide voltarsi a guardare l'orizzonte e poi iniziare a camminare quasi istericamente avanti e indietro.

Ogni tanto si bloccava di colpo quasi avesse voglia di dirle qualcosa ma si arrestava ancora.

-Tu...- un altro passo. -Tu non...- un altro ancora...

-Io cosa?- vederlo così l'aveva per un attimo addolcita, ma quasi subito si ricordò dei suoi doveri e allora il sangue freddo tornò a circolarle nelle vene. Insistette, sperando si decidesse a rivelarle qualcosa di estremamente utile.

-Lascia stare!- urlò voltandosi ancora verso la finestra appoggiandovisi con i gomiti.

Ginny esitò un attimo incerta sul da farsi, ma alla fine si avvicinò a lui. Quando gli fu accanto attese ancora un attimo, aspettando la sua reazione. Lui non si mosse, ma neanche la cacciò. Questo bastò a darle il coraggio di farsi avanti.

-Certe volte è più facile parlare con qualcuno che si conosce a malapena piuttosto che con qualcuno che si conosce da una vita...- sorrise guardandolo.

-Lascia stare Weasley, non mi capiresti... come potresti?- aggiunse sottovoce quasi non volesse lasciarle udire quello che la mente stava urlando a perdifiato.

-Chi lo dice che non capirei?-

Draco si voltò verso di lei con.. ira?

C'era dell'odio nei suoi occhi blu, blu come il mare in tempesta. Ginny trattenne il fiato pronta a sopportare un'esplosione.

-Che vuoi saperne tu? Come puoi pretendere di capirmi!?- Draco era sbottato. -Come puoi anche solo pensare di poter paragonare la tua misera esistenza alla mia!? Tu, che nella vita hai avuto tutto!-

Ginny era allibita. -Io avrei avuto tutto..?-

-Hai una famiglia che ti ama, un destino ben chiaro, sai cosa vuoi, sai chi sei...- si fermò un attimo levando lo guardo al cielo con stizza. -Io invece so soltanto quello che non sono!- la voce strozzata.

Che volesse piangere?

-Mio padre è in carcere.- continuò abbassando un tantino il tono della voce. -Mia madre è disperata, e si affida a me, per rincuorarla, per sostenerla...- la guardò negli occhi con uno sguardo che Ginny non avrebbe mai creduto di trovare nelle varie sfaccettature delle sue espressioni. -Ma io non credo di esserne capace...-

Ginny lo vide così spossato che per un attimo non seppe se rispondergli o meno, ma infondo non riusciva a lasciarlo in quello stato...

-Non è vero che non sai chi sei... tu sei Draco Malfoy... semplice.-

Lui la guardò ancora, lo sguardo era cambiato.

-Semplice dici.- si sporse quel tanto che bastava per arrivare al suo viso. Ginny abbassò lo sguardo a disagio. -Guardami.- le intimò. Ma lei non lo fece. -Ti ho detto di guadarmi!- portò una mano dietro la sua nuca afferrandola dai capelli in un attimo di violenza costringendola a levare lo sguardo sul suo viso.

Il dolore era talmente forte che le pareva le stessero infilando degli aghi nel cranio. Ma lui non la lasciò andare neanche dopo averla sentita urlare per il dolore. Pareva non accorgersi neanche di quanto male le stesse facendo, o magari neanche gli importava.

-Non c'è assolutamente niente di semplice dentro Draco Malfoy.- un sussurro gelido che la penetrò fin nelle ossa. -Il mio nome è una croce che dovrò portarmi dietro per l'eternità. E' un destino già segnato. E' una maledizione!- urlò. -Io sono quello che vogliono che sia.- sussurrò poi a fior di labbra quasi avesse timore di poter essere udito. Forse però aveva ancora più paura che fosse lui stesso ad udire tali eresie.

-Nessuno è condannato dalla nascita.- gli rispose Ginny stringendo i denti quando la presa si fece più ferrea.

-Draco Malfoy... è solo un nome. Io non ho una mia volontà, io non ho desideri, non posso permettermeli. Non ho scelto questa vita... ma devo accettarla.-

-Perché se ti è così stretta non ti ribelli allora?- nonostante tutto non poteva lasciar cadere l'argomento, doveva calcare la mano adesso che finalmente si era deciso a parlare.

Lui la fissò un istante muto. Poi la lasciò andare di malo modo.

Ginny barcollò un attimo massaggiandosi il capo.

-Non è così facile.-

-Non è neanche così difficile.- lo rimbeccò vedendolo voltarsi nella sua direzione con occhi infuocati temendo un altro attacco.

-Cosa credi che se fosse stato possibile non lo avrei già fatto? Credi che se avessi potuto decidere sarei diventato quello che sono adesso? Un...- si fermò di colpo impallidendo.

Ginny vide il terrore nei suoi occhi sbarrati. Le labbra, rimaste dischiuse, tremavano un po'. Il pallore del suo viso era quasi mortale a quel punto.

Non era quello che aveva detto ad averle lasciato una sensazione di spossatezza. Erano quelle parole lasciate a metà e quelle mai dette a darle il tormento.

-Un cosa Draco..?-

-Niente.- si affrettò a risponderle.

Fissandosi negli occhi parevano non voler aggiungere altro.

Draco non le avrebbe detto nulla quel giorno e dal canto suo Ginny non avrebbe voluto sentire altro per quel giorno.

-Io non sono come te Ginevra Weasley. Io sono un burattino, un soldato nelle mani di un demonio. Mio padre non è Arthur Weasley. Mio padre è Lucius Malfoy... mio padre è ad Azkaban. Mio padre è...-

-Tu non sei tuo padre Draco!- si affrettò a correggerlo prima di udire quelle parole impronunciabili.

Non sapeva perché ma non avrebbe voluto udirle da lui, non voleva sentirlo mentre si convinceva di essere come loro...

Lui si arrestò così, con quelle parole in gola che ormai non aveva più senso uscissero.

-Ma ora che lui non c'è più... sono io che...-

-Non dirlo.- Ginny chiuse gli occhi inspirando profondamente. -Non c'è bisogno che tu aggiunga altro.- si sforzò di sorridergli.

Si rendeva perfettamente conto di aver sprecato un'occasione perfetta per sentirlo confessare qualora ci fosse qualcosa da confessare. Ma forse in quel momento non era ancora pronta a sentirsi dire certe cose, ad affrontare certi argomenti. Non aveva voglia di pensare che quello che Harry diceva potesse essere realtà, aveva voglia di convincersi che non fosse così.

Draco si avvicinò a lei che tremò sentendo il contatto del dorso della sua mano sulla sua guancia. -Io non sono quello che tu credi... non sono quello che vorresti che io fossi.- quella fredda carezza, così leggera da sembrarle quasi uno strano gioco della sua mente. Chiuse gli occhi come cullata da quel gesto in un momento tanto delicato. -Non illuderti.- un sussurro che alle sue orecchie pareva quasi dolce ma che spezzò quell'istante magico che si era creato intorno a loro. Ginny riaprì gli occhi. Quell'espressione... misto di disperazione e protezione.

La stava proteggendo?

Draco andò via lasciandola ancora lì da sola a domandarsi se quello che la sua mente stava elaborando fosse la realtà o solo il frutto di un malinteso.

Il cuore prese a martellarle nel petto, e per una ragione a lei ignota, sperò vivamente di aver frainteso le parole non dette, che però riecheggiavano come martelli impedendole di ragionare in modo lucido.

La proteggeva...

La proteggeva da se stesso, dai suoi demoni, dal suo mondo e visto dal punto di vista si lui la proteggeva dall'amore che lei apparentemente nutriva per lui.

Quasi barcollando lasciò il ponte per andare a lezione. Con la testa così impegnata però non riuscì a concentrarsi per tutto il resto della giornata. Sarebbe stato impossibile...

 

 

 

Ciao a tutti!!! Eccomi ancora qui per portarvi un altro capitolo!! Un caloroso grazie va a chi mi segue in quest'avventura, e spero che continuiate a farlo anche nei prossimi capitoli ;))

Avrei voluto postare prima ma dei contrattempi me lo hanno impedito... però non potevo concludere la giornata senza averlo fatto :)

Un bacione alla prossima!!!!

 

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Capitolo 11
*** solo chiacchiere? ***


Capitolo 11

 



Draco finite le lezioni decise di rintanarsi in camera sua. L'unico posto rimastogli per trascorrere un po' di tempo in solitudine e tranquillità.

Richiusa la porta alle sue spalle vi si appoggiò con la testa. Chiuse gli occhi inspirando profondamente calmando i nervi e i battiti del cuore che scalpitavano come impazziti, impazziti come lui...

Continuava a domandarsi cosa avrebbe fatto se avesse rivelato a Ginny la verità. Cosa sarebbe successo se non fosse riuscito a trattenersi? O se alla fine lei non l'avesse trattenuto...

E la rivedeva lì davanti ai suoi occhi ogni volta che li chiudeva. Lì ferma a fissarlo in attesa di sapere...

E il suo sguardo... quel misto di curiosità e paura.

Ginevra Weasley.

Come ci riusciva?

Draco si distese sul letto fissando con non poco interesse il baldacchino.

Come ci riusciva?

Continuava incessantemente a ripetersi.

Quando era con lei la mente si annebbiava e il cervello andava in tilt. Non ragionava più chiaramente. Diceva cose, faceva cose, di cui avrebbe potuto pentirsi in qualunque momento, anche un solo attimo dopo averle pronunciate, ma non riusciva a controllarsi.

La guardava e vedeva in lei quello che non era lui.

La invidiava, a volte la invidiava maledettamente. Quell'alone di libertà che albergava intorno alla sua presenza. Quegli occhi pieni di speranza...

Chiuse gli occhi.

La vide.

Era di nuovo sul pontile, il viso vicino al suo, la sua mano a tirarle i capelli, e quell'odore, quel profumo di legno fruttato a riempirgli le narici, il suo odore...

Riaprì gli occhi all'istante strozzandosi con il suo stesso respiro.

Scuoté il capo cercando di allontanare quei pensieri dalla mente. Aveva altro a cui pensare, e ad ogni modo quelli erano pensieri che non lo avrebbero condotto a nulla di buono.

Aveva un dovere da compiere, un compito infame che però avrebbe dovuto portare a termine anche a costo della vita. Doveva farlo per lei, per quella madre che lo aveva sempre difeso e protetto da quel mondo oscuro nel quale però prima o dopo sarebbe dovuto precipitare volente o nolente.

Uscì alla svelta dalla sua stanza dirigendosi verso quel corridoio che ormai conosceva fin troppo bene. Come ogni notte camminò tre volte avanti e indietro davanti ad un muro vuoto. Come ogni notte una porta davanti ad aprirgli la strada per l'inferno. Ancora una volta era il servo di qualcuno.
Ancora un volta era il servo del male...



Un altro giorno trascorse. Un'altra mattinata come tutte le altre tra libri e lezioni noiose e infinite a cui Ginny non ebbe la forza di prestare attenzione con la mente che vagava qua e la nei suoi pensieri affollati e caotici. Pensieri senza testa ne coda. Nessuna risposta, tante domande.

Il pomeriggio tanto atteso arrivò finalmente con un agitazione e un ansia sempre più pressante che si facevamo largo nel suo petto mentre si dirigeva a passo sempre più svelto verso la biblioteca. Non aveva mai avuto tutta quell'urgenza di recarvisi come in quel momento.

Lui ci sarebbe stato?

Sentiva di volerlo sapere, doveva saperlo.

Aprì l'anta e il suo sguardo cadde subito sul suo tavolo e...

Il fiato corto.

Il cuore che aveva insolitamente preso a battere più forte.

Le labbra che continuavano a contrarsi in sorrisetti isterici.

E poi...

Le gambe rigide, i piedi ancorati al suolo improvvisamente troppo pesanti.

Lui si volse nella sua direzione e lei ancora immobile non riuscì a far altro che a costringersi ad avanzare nel modo più naturale possibile.

Si sedette dandogli le spalle rimanendo in silenzio mentre sentiva le mani tremanti.

Voleva parlargli, chiedere, domandare, sapere...

Eppure...

Era agitata. La paura di quelle risposte che avrebbero potuto spezzare tutto, la sua tranquillità, quel rapporto fatto di piccoli gesti e parole mancate. Le sue ferree convinzioni che la spingevano a difenderlo a costo di trovarsi a rispondere male anche a Harry che era suo amico.

Strinse più forte il tomo che aveva tra le mani. Decise di avere coraggio. Si voltò.

Si arrestò di colpo ritrovandosi faccia a faccia con lui che si era voltato prima di lei.

Le parole le morirono in gola ancora una volta, e ancora una volta non ci fu bisogno di parlare. Era come essersi capiti al volo mentre gli occhi di lui la fissavano come se in quel momento stessero annullando il mondo circostante.

-Non fare troppo rumore o finirò col distrarmi.- l'avvertì spezzando quel momento che nella sua mente aveva assunto tutt'altro aspetto.

Ginny imbronciata non riusciva a spiegarsi come fosse possibile che dopo tutto quello che era successo tra loro, dopo essere entrati in quel livello di intimità, lui si ostinasse con quell'atteggiamento arrogante e freddo.

-Non è colpa mia se la piuma mi solletica le dita!- gli rispose con tono inacidito.

-E non sarà colpa mia quando in un attacco di isterismo la spezzerò in due!- sollevò entrambe le sopracciglia accennando ad un sorrisetto furbo voltandosi subito dopo senza lasciarle modo di ribattere.

-Lo vedremo Malfoy.- si voltò anche lei più nervosa che mai.

Aveva un sacco di compiti da fare tra cui pozioni, non poteva perdere altro tempo con lui.

Non riusciva proprio a spiegarsi come riuscisse a farla innervosire fino a quel punto, fino a farle contorcere lo stomaco e tremare le mani.

Aprì un libro e srotolò la pergamena. Afferrò la piuma stringendola forte ma proprio in quel momento un sorriso spuntò sulle sue labbra.

Già, non si sarebbe mai spiegata come riuscisse a darle così tanto sui nervi, ne tanto meno come le passasse così in fretta.

Si diede mentalmente dell'idiota, ma non riuscì ad impedirselo. Il sorriso non andava più via...

 

 


Certo.

Era assodato che Draco Malfoy non fosse un tipo del tutto normale. Aveva abitudini decisamente strane e atteggiamenti tal volta sospetti, ma in fin dei conti era pur sempre Draco Malfoy e anche se l'aggettivo “bravo ragazzo” non gli si addiceva per nulla, lei non aveva notato in lui atteggiamenti malvagi così evidenti da farlo additare con sicurezza.

Non più del limite del consentito almeno.

Anzi.

Aveva notato in lui un notevole miglioramento rispetto agli anni passati. Che fosse sul serio maturato?

Non dava più problemi ai più piccoli come era solito fare e anche le liti con Ron e Harry erano decisamente diminuite. Anche se in realtà Harry non faceva che provocarlo.

Ron però pareva non essersene accorto.

Per lui Draco era il solito prepotente e combina guai. Ai suoi occhi continuava ancora con le sue opere di prepotenza. Alle volte se ne sentiva addirittura vittima affermando spesso che Draco non faceva altro che fissarlo e guardarlo in cagnesco, o che lo sfidava con lo sguardo anche se a suo parere non avrebbe mai avuto il coraggio di affrontarlo di persona.

Come se Draco non avesse nulla di meglio da fare che infastidire lui...

Ma sapeva benissimo che agli occhi del fratello il ragazzo non sarebbe mai cambiato. Il suo odio per lui era ormai radicato in fondo al suo cuore, e risanare le fratture non era più possibile.

Ammetteva che un po' le dispiaceva anche.

Ginny lo seguiva da tempo ormai, forse erano addirittura due mesi, e non aveva mai trovato il ragazzo nelle condizioni di essere considerato un “degno erede di suo padre” come invece molti lo definivano, suo fratello e Harry in prima linea.

Eh si, Harry.

La sua ossessione per Draco non faceva che incrementare dando a tutti loro di che pensare.

Non riusciva a convincere proprio il ragazzo a lasciar perdere quella faccenda, tanto più che iniziavano a verificarsi incidenti strani agli studenti di Hogwarts. Harry, come è ovvio che fosse, incolpava lui di tutto.

Tentava disperatamente di spiegargli che era impossibile che Draco centrasse qualcosa visto che lei era sempre alle sue spalle pronta a cogliere qualunque particolare nascosto alla vista di chi osserva innocentemente dall'esterno. Draco continuava ad avere una noiosissima vita normale.

Harry però stava decisamente perdendo la ragione.

Seduta in sala comune rifletteva su quanto sarebbe stato difficile distogliere la sua attenzione dal ragazzo a quel punto.

E Draco?

Cosa dire di lui, o cosa pensare?

Le sembrava un ragazzo a posto, o comunque non migliore o peggiore di quelli con cui tutti i giorni doveva avere a che fare. Certo, era il figlio di Lucius, era un Malfoy, e probabilmente aveva un suo lato sadico, oscuro, ma nulla che potesse farle pensare che Draco Malfoy fosse un mangiamorte.

Harry ne era certo.

-Ne sono certo!-

Ecco per l'appunto...

-E un mangiamorte vi dico!-

Quelle parole e quella voce la riportarono alla realtà. Voltandosi vide Harry entrare in sala trafelato, il viso sconvolto e gli occhi infuocati di ira.

-Ve l'ho detto più volte ma voi non mi avete voluto credere... e questo è stato il risultato!- Harry urlava ad un Ron più pallido del consueto e ad un Hermione particolarmente silenziosa.

-Harry, calmati... forse...-

-Forse... Forse Hermione?- l'aggredì sconvolto. -Stiamo ancora a forse? Ron è quasi morto a causa sua!- ruggì, Hermione sobbalzo.

Il cuore di Ginny parve perdere un battito. Cosa stava succedendo? Perché Ron avrebbe rischiato di morire?

-Che succede Harry?- gli chiese con l'anima in pena.

Il ragazzo si voltò nella sua direzione accorgendosi solo in quel momento di lei. Quello sguardo così severo non glielo aveva mai visto, almeno non quando si rivolgeva a lei. E invece in quel momento era proprio lei quella che guardava con aria di rimprovero.

Ma perché?

-Vuoi saperlo Gin?- le chiese inferocito.

Lei annuì poco convinta. In quel momento si rese conto di non sapere se volesse davvero conoscere la risposta a quella domanda. Eppure suo fratello aveva appena rischiato la morte a detta sua e avrebbe dovuto voler conoscerne il motivo...

E invece...

Era lì con le labbra serrate incapace di parlare, incapace di pronunciare quel “si” deciso che le avrebbe aperto le porte della realtà. E iniziava a domandarsi se fosse cieca, se la realtà la stesse effettivamente vedendo o se alla fine avesse finito con il chiudere gli occhi al mondo reale creandosene uno fittizio, forse più piacevole...

Il cuore che aveva preso a battere in modo irregolare, e le labbra che iniziavano a dolerle per quanto le stesse serrando con forza. Si rese conto di essere agitata.

Era per Ron?

Si rispose.

Era per Ron?

Si chiese subito dopo.

Certo, era preoccupata per lui, questo era ovvio nonché scontato, ma era preoccupata per qualcos'altro.

Draco.

Quel suo viso pallido gli venne alla mente come un fulmine a ciel sereno.

Fino a pochi minuti prima c'era il sole, e poi senza preavviso la tempesta.

Suo fratello poteva morire, e la colpa era di Draco?

Possibile che proprio lui avesse potuto essere la persona che aveva quasi fatto fuori suo fratello?

Draco.

Ormai trascorreva così tanto tempo con lui che vederlo come un possibile pericolo, vederlo come un assassino... le era impossibile oltre che, doloroso.

-Draco ha tentato di uccidere Ron ecco cosa succede!- le urlò in faccia iroso. Pareva quasi un leone pronto ad attaccare la sua preda, e quella preda era lei. Si, perché lei ormai non faceva che difenderlo a spada tratta senza essersene neanche resa conto. -Tu che lo difendi tanto... cos'hai da dire adesso ah!- quell'accusa, le arrivò dritto la cuore che già era il lotta contro la sua mente.

Si sedette sulla poltrona alle sue spalle, o per meglio dire vi cadde di peso sopra, abbassando poi lo sguardo fissandolo in un punto non preciso della sala con le labbra dischiuse che però non avevano nulla da dire.
Come poteva discolparsi da quelle accuse se erano tanto vere? E come discolpare lui..?

Allora era così. Era stato lui. Draco aveva tentato di uccidere Ron.

Possibile? Si chiese ancora poco convinta nonostante tutto quello che le sue orecchie stavano udendo.

E poi una fitta al cuore e il rossore a imporporarle le gote.

Anziché dubitare di Draco continuava a dubitare di Harry.

Aveva appena udito con le sue orecchie la verità, aveva sentito benissimo cos'era successo eppure non lo ammetteva. Non riusciva a capacitarsene. Continuava a difenderlo, proprio come diceva Harry.

-Non parli più ora Gin?- insisteva l'amico rendendo più ignobili i suoi pensieri.

-Dai Harry smettila adesso, non sappiamo se sia stato lui o meno...- Hermione si era portata sul divano trascinando un Ron avvilito e stanco al suo seguito adagiandolo piano sopra e guardando lei.

Ginny levò il capo a quelle parole, come se Hermione fosse riuscita ad accendere quel barlume di speranza che nonostante tutto non l'aveva mai abbandonata.

Incrociò il suo sguardo. Non c'era la stessa ira che aveva trovato in quelli di Harry, ne la stessa malignità. Ma erano seri e forse un tantino più severi del consueto, e questo bastò perché Ginny si agitasse ancora una volta rendendosi conto di aver inconsciamente voluto usare Hermione come scudo di difesa contro le accuse di Harry.

Ma se quello che Hermione diceva era pari al vero, ed era sicura che lo fosse, allora Draco era, almeno per il momento, scagionato dalle accuse. Questo non poteva essere dettato semplicemente dalla sua fantasia.

Non erano certi della sua colpevolezza anche in questo caso, quindi per quanto la riguardava poteva non essere stato Draco... poteva essere stato chiunque!

Per qualche strana ragione la cosa la sollevò immediatamente permettendole di tornare a respirare regolarmente.

-Ma di quante prove avete bisogno prima di credermi?- chiese Harry esasperato. -Cosa deve fare prima che mi crediate? Deve forse uccidere qualcuno?-

Quell'ironia fece girare la testa a Ginny che non approvò affatto il suo atteggiamento. -Di prove vere Harry.- lo corresse lei in un impeto di nervosismo. Lui la guardò stranito. -Di prove vere. Quelle tue sono sempre e solo deduzioni poste lì a casaccio. Tu non lo accusi per giusta causa ma solo per dar sfogo al tuo odio per lui!- lo corresse con un tono forse un tantino più acido del dovuto.

-E tu invece che te lo difendi così tanto? Perché lo fai..? Spinta da quale motivazione, sentiamo.-

Ginny si sentiva quasi con le spalle al muro, eppure non ne capiva la ragione. Ma la domanda era davvero una di quelle domande a cui dare una risposta rapida e secca era non facile.

Perché?

-Perché io ho a cuore la giustizia Harry.- gli rispose comunque con il tono più sincero del suo repertorio. -Perché prima di accusare qualcuno ho bisogno di prove, e anche se lo seguo da tempo io non ho visto nien...-

-Esattamente Ginny.- la interruppe lui. - Lo segui da così tanto tempo che non esserti accorta delle sue stranezze sarebbe impossibile... forse non lo guardi nel modo giusto o forse peggio ancora davanti a lui diventi cieca! Cosa guardi quando lo pedini Gin?!-

Quel rimprovero, quell'accusa così diretta, fu peggio di ricevere un ceffone.

E d'un tratto la realtà ancora una volta ad oltrepassare le barriere del suo mondo fittizio con prepotenza.

Harry aveva ragione... cosa stava facendo?

Iniziava quasi a dubitare di se stessa. Era di Draco Malfoy che si parlava e lei non aveva mai notato nulla di sospetto? Nulla di strano? Si che c'era qualcosa di strano, era il suo stesso atteggiamento quello che di strano c'era in tutta quella faccenda. Cosa le prendeva?

Eppure...

Indurì lo sguardo ferita da quell'atteggiamento sospettoso che proprio Harry aveva avuto nei suoi confronti. Come osava lui metterle quei dubbi, come osava trattarla a quel modo!

-Tu non hai nessun diritto di dirmi queste cose Harry... Non hai nessun diritto di fare di queste insinuazioni!-

-Calmati Gin sono certa che Harry non intendeva quello che ha detto.-

-Non lo difendere Herm! Harry sa benissimo quello che sta dicendo e se non ti fosse stato chiaro, sta dicendo che io sono una traditrice! Sta dicendo che so cose che vi nascondo!-

-Be mi sembra strano Ginny che in tutto questo tempo tu non abbia visto niente...- si giustificò il ragazzo senza però perdere quella nota di rimprovero e sospetto.

Ginny sentiva di essere stata messa con le spalle al muro, ancora una volta.

Guardava Harry che ormai non la guardava più. Forse era il rimorso o il senso di colpa a fargli abbassare lo sguardo, ma nei suoi occhi si leggeva benissimo la convinzione di essere nel giusto.

Avrebbe fatto qualunque cosa pur di trovare le prove per accusare Malfoy.

-Gin...- questa volta fu Ron a parlare. Ginny si voltò nella sua direzione trovandolo pesantemente seduto sul divano. -Credo che sia arrivato il momento di smetterla con questa farsa.- Ginny lo fissò quasi incredula. Cosa voleva dire? -Ti proibisco categoricamente di continuare a seguire Draco Malfoy.- lo sguardo severo, le labbra serrate e la stessa nota di rimprovero usata dall'amico.

-Oh ma certo... figuriamoci se non saresti giunto tu in sua difesa...-

-Non fare del sarcasmo signorina, non sto affatto scherzando!-

-Neanche io se è per questo!-

-Guardami Ginny! Sono a pezzi, ci ho quasi lasciato le penne per la miseriaccia!-

-Ma sei ancora qui.-

-Ma potevo non esserci! Ginny maledizione ma che diamine ti prende si può sapere?!- urlò Ron in preda ai nervi. Il viso che raggiungeva gradualmente la stessa tonalità dei capelli. -La faccenda si sta facendo più pericolosa... tu non sai cosa stai facendo... Malfoy è pericoloso...-

-Con quale diritto accusi lui! Chi ti dice che Draco centri qualcosa con questa faccenda?!- Ginny aveva perso le staffe. Non riusciva a spiegarsi il motivo per cui non sopportava l'idea di saperlo colpevole ma era così. Dentro di se avvertiva quell'urgenza di mettersi sulle difensive quando si parlava di lui.

-Ginny guardati!- le urlò contro il fratello. -Sei ancora lì a difenderlo nonostante tutto!-

-Ma non ci sono prove!-

-Chi ha bisogno di prove quando si tratta di Draco?- aggiunse Harry. -Ginny sono d'accordo con Ron questa volta. Le tue indagini finiscono qui.-

-Io Harry... io! Io ho bisogno di prove prima di colpevolizzare qualcuno! Non posso semplicemente mandarlo al patibolo così!- urlò lei quasi in preda ad un crisi isterica. Aveva il fiato corto, quasi avesse corso a lungo, e le tremavano le mani e la voce.

-Ginny adesso basta!- l'ammonì Ron.

-No Ron. Adesso basta voi! Non state giocando ad una stupida partita di scacchio o a quidditch Ron. Qui si gioca con la vita...- quasi avvertiva il sapore amaro delle lacrime salirle agli occhi. Se ne stupì, ma non pianse. -...con la vita Harry. Non lo state accusando di aver rubato caramelle, lo state accusando del peggiore dei crimini nel regno magico... lo accusate di essere un assassino. Di essere un mangiamorte per Merlino!- terminò con un filo di voce.

Ci fu una pausa in cui nessuno ebbe il coraggio ne la forza di proferire verbo. Ginny aveva perfettamente ragione, le accuse non erano scarne. Si parlava di accusare un uomo di crimini mostruosi, di considerarlo al pari di un mostro. Ma per Harry Potter, Draco Malfoy non poteva essere altro.

-Suo padre è un assassino, è un mangiamorte. E' logico che lo sia anche lui.-

Ginny sbarrò gli occhi. Non poteva essere...

Quelle che per lei erano solo paranoie di Draco in realtà erano più semplicemente la verità.

Quindi tutti credevano che essendo lui suo figlio non poteva che essere come lui. Davano per scontato che Draco fosse un mangiamorte solo per il semplice fatto di portare il cognome dei Malfoy.

Ma quale disgraziata eredità era mai quella? Come si poteva fare una colpa ad una persona per essere nata nella famiglia sbagliata? Con quale peso era dovuto crescere quel ragazzo?

E per Ginny tutto questo era fin troppo abominevole.

-No... Draco non è suo padre Harry!- esplose poi in un impeto di rabbia e isteria.

Avvertiva gli occhi gonfiarsi di lacrime e preferì voltarsi e andar via a passo svelto per evitare che gli altri se ne accorgessero. Avrebbe ricevuto troppe domande scomode, a cui tra le altre cose, non avrebbe saputo dare risposte.

-Stai lontana da lui Gin è pericoloso!- le urlò dietro Harry.

-Ti proibisco di stragli intorno Ginny!- urlò Ron agitatissimo.

-Io faccio quello che mi pare!- rispose lei uscendo dal dormitorio di tutta fretta.

In quel momento erano passate di lì un gruppetto di compagne rosso-oro che avevano udito e assistito a quella scena, che vista così, avrebbe messo altra paglia sul fuoco su quella storia già abbastanza complicata.

La cosa non sfuggì ad Hermione che le incenerì con lo sguardo. -Che avete da ridacchiare voi! Non una parola sulla faccenda o vi trasformo in orrendi rospi gracchianti!- li minacciò, e quelle scapparono via impaurite da quella minaccia spaventosa. Ma Hermione sapeva che entro l'ora di cena sarebbero stai ancora una volta sulla bocca di tutti.

Si lasciò scivolare pesantemente sullo schienale del divano e prese una bella boccata d'aria. Avrebbe avuto bisogno di tutto il suo sangue freddo, tutte le sue energie e tutta la sua intelligenza per affrontare ciò che a suo parere sarebbe certamente accaduto da lì a breve.

 

 

 

Si rese conto che senza volerlo le gambe l'avevano portata su al pontile.

Era pomeriggio, le ultime lezioni della sera sarebbero iniziate a breve, il sole era quasi tramontato e iniziava a far freschetto, ma a lei di tutto ciò non importava.

Spinse la porta con fermezza e avanzò a passi decisi, almeno apparentemente.

Era nervosa, sentiva chiaramente il sangue pulsarle nelle vene. Il viso era decisamente arrossato e la pressione le era di certo salita alle stelle considerando che non avvertiva affatto freddo, anzi.

Si affacciò ad una delle finestre e fissò quella sfera rosso arancio mentre con lentezza scendeva al di là delle montagne. Tenne lo sguardo fisso lì, in quel punto non ben definito nella speranza di calmare i nervi ed evitare di versare altre inutili lacrime. Voleva evitare di pensare, sentirsi fuori dal mondo almeno per qualche istante.

Ma poi...

Le voci di Harry e Ron tornavano a far echi fastidiosi nella sua mente e allora diventava tutto più difficile.

Quel magone in gola che spingeva per uscir fuori. E a malincuore non riuscì a trattenersi oltre. Odiava piangere, la trovava una cosa inutile, senza senso. Ma in quel momento non riusciva a trattenersi, non riusciva a farne a meno.

Ogni volta che pensava a quelle accuse, ogni volta che pensava a tutto quello che stava succedendo intorno a lei senza che potesse sentirsi veramente padrona delle circostanze, le veniva una rabbia da dentro che non aveva mai provato prima.

E poi c'era lui, c'era Draco Malfoy.

Innocente o colpevole?

Un dubbio a cui non riusciva a dare una risposta concreta, ma come avrebbe potuto lei da sola smascherarlo?

A volte le sembrava di non avere altri assi nelle maniche, di non avere più idee. Altre di non avere più la voglia di scavare affondo in quella faccenda.

Che fosse la paura di aprire gli occhi?

Tirò su col naso strofinando le mani tra di loro, non per il freddo, ma per l'agitazione.

Ricordava lo sguardo di Draco mentre le parlava di suo padre, ricordava benissimo il momento in cui le aveva detto di stargli alla larga, ma non poteva credere che ci fosse così tanta malvagità in lui. Se fosse stato così non le avrebbe tacitamente dato il permesso di seguirla.

Non che lo avesse fatto, ma non l'aveva neanche scacciata.

Be... in effetti si. Ma quello risaliva a qualche tempo prima...

Se avesse avuto qualcosa da nascondere allora lei se ne sarebbe di certo accorta! Oppure no?

E poi ancora quei due, le loro accuse...

Era un alternarsi di pensieri contrastanti che non le davano più pace!

Strinse i pugni avvertendo le mani tremare.

-Ma perché?!- urlò al vento prima che le lacrime riprendessero ad affogarle le iridi arrossandole gli occhi. Ma era più forte di lei, non poteva trattenerle più...

-Sapevo di trovarti qua.-

Il pianto le si arrestò in gola insieme al respiro lasciato a metà. Poteva essere che...

-Dov'altro potevi andare in queste condizioni...-

Era lui, adesso ne era certa. Quella voce le era ormai così famigliare...

Famigliare...

Le venne quasi da sorridere al pensiero che proprio lui potesse esserle così vicino da sembrarle famigliare. Una lacrima le scivoló lungo la guancia involontariamente, la ignoró sperando che lui non se ne accorgesse. Ma poi...

Fu ancora una volta sopraffatta dal pianto nel momento in cui si rese conto che forse ormai non avrebbe più sopportato l'idea di vedere Malfoy come un nemico, o peggio come un assassino a sangue freddo.

Se quello che i suoi amici dicevano fosse stato vero, allora un giorno in battaglia avrebbe rischiato di trovarsi davanti proprio lui, e magari a quel punto uno dei due avrebbe dovuto uccidere l'altro.

Ma lui l'avrebbe fatto? L'avrebbe uccisa?

E lei..?

-Smettila di frignare Weasley ti potrebbe vedere qualcuno...- non vedendo nessuna reazione continuò quasi esitante. Non era abituato a certe cose. -Che figura ci faresti me lo dici? Già la tua immagine non è delle migliori in tempi di pace, figuriamoci in tempi di guerra.- quella voleva essere una battuta, ed era certo che la ragazza l'avrebbe capita, ma quello che vide fu lei che si stringeva di più nelle spalle e i singhiozzi farsi più insistenti anche se aveva notato benissimo che lei tentava di nasconderli.

-Non sto piangendo.- fu l'unica cosa che le sentì pronunciare.

Draco avvertì una strana sensazione al petto, quasi un bisogno sconsiderato di accordarle quelle menzogna. -No, è vero...- le disse quindi. -Non stai piangendo. Probabilmente mi sarò sbagliato io.- sorrise a malapena di quella figura piccola e tremolante che aveva di fronte. E pensare che di solito era così spavalda.

Dal canto suo Ginny si sentì lievemente sollevata. Sentiva che Draco mentiva e che non le credeva affatto, ma gli era grato di non aver voluto insistere. Non si sarebbe mai perdonata un simile momento di debolezza proprio con lui.

Udì i suoi passi avvicinarsi e si asciugò frettolosamente le guance con la manica del giacchetto che aveva indosso nel tentativo di cancellare le prove del suo pianto.

Le fu accanto in un attimo e come lei fissò dinnanzi a se concentrandosi sul sole che calava senza guardarla mai.

Non seppe spiegarsi il perché di quel trattamento di riguardo che ebbe per lei, ma ne fu quasi lusingata.

Draco era un gentiluomo dopo tutto..?

Quella frase la riportò alla realtà e al motivo per cui era finita lì.

Draco era un gentiluomo?

Se così fosse allora non sarebbe mai stato capace di commettere certe azioni abominevoli.

Gli diede un'occhiata di sottecchi. Il suo profilo le si mostrava in tutta la sua perfezione, e in tutto il suo pallore...

Draco era sempre più stanco.

Tornò a fissare il vuoto.

-Allora, adesso che ti sei calmata un po', me lo dici perché “non” stavi piangendo?-

Ginny avvertì le orecchie infuocarsi. L'aveva messa in imbarazzo con quella frase. Si sentì un po' stupida. -Non ho niente.-

-Bugiarda.-

-Sto benissimo, te l'assicuro.-

Lui tacque.

Dopo qualche istante di silenzio Ginny iniziò a sentirsi osservata. Voltò di lato lo sguardo e trovò i suoi occhi a fissarla. -Si può sapere quando hai imparato a mentire?-

Ancora una volta le spalle al muro.

Abbassò lo sguardo decisamente in imbarazzo. Lei non era abituata a mentire e tutta quella faccenda la faceva agitare parecchio. Ma cos'altro poteva fare?

-Da sempre. Ho troppi fratelli...- sorrise deviando l'argomento.

-Quindi è loro la colpa se sei una bugiarda...- la punzecchiò lui.

-Ma io non sono bugiarda!- lo ammonì lei voltandosi nella sua direzione con ritrovato spirito combattivo.

-Ah, no?-

-No!-

-E dimmi un po'... immagino che sia sempre colpa loro che tu sia uscita fuori così maschiaccio...- Quell'aria di superiorità gli si addiceva proprio. Il mento all'insù e le braccia conserte. Quanto la innervosiva!

Ma per un attimo ebbe quasi l'impressione di vedere un sorriso su quel viso diafano. Un sorriso sincero.

Lui abbassò lo sguardo e puntò gli occhi nei suoi. Brillavano con gli ultimi raggi di sole che li rendevano più chiari che mai.

Le pareva quasi un angelo quel diavolo di ragazzo.

-Non sono un maschiaccio...- si lamentò lei rendendosi conto di non avergli risposto, persa com'era nei suoi pensieri.

-E dimmi un'altra cosa... è sempre per colpa dei tuoi fratelli che sei qui a “non” piangere... mi sbaglio?-

Beccata in pieno!

Si domandò come fosse stato possibile per lui leggere così bene in lei con un semplice sguardo. Per un attimo pensò addirittura a qualche magia che gli permettesse di leggere la mente. Ma poi tornò razionale e si ricordò di quella volta in cui l'aveva beccata sul ponte e lei aveva confessato così spontaneamente da lasciare se stessa di stucco.

Come poteva negarlo? Come faceva a digli che non era così, che il problema non era Ron e che la causa di tutto non era lui?

Come faceva ad uscire da quella situazione senza ammettere che la colpa in qualche modo era la sua?

-Lenticchia giusto?- si ritrovò ad annuire contro la sua volontà. Draco sbuffò abbassando la testa. -Sono io la causa dei vostri litigi Weasley.-

-No che dici? Come potresti mai centrare tu? E' solo che Ron come al suo solito è...- si era affrettata a contraddirlo, ma forse proprio quell'urgenza di contraddirlo o magari il tono della sua voce la resero poco convincente.

-Non te lo stavo domandando. Ron come al solito ti avrà messa in guardia contro di me e tu avrai fatto una scenata...-

-E tu cosa vuoi saperne di quello che è successo?- come diamine aveva fatto a capire tanto in fretta? Il ragazzo era decisamente un genio... -E poi, non credi di star esagerando nel darti tutta questa importanza Malfoy? Non è che tutto nella mia vita possa riguardare te...-

Lui ridacchiò. -Sei brava lo ammetto...-

-A far che?- gli chiese con esasperazione.

-A mentire.- le rispose con semplicità.

-Ma come ti permetti? E' la verità!-

-Weasley...- la interruppe. -Ti prego risparmiami.-

-Ma...-

-Weasley...- sussurrò voltandosi nella sua direzione e avvicinandosi maggiormente al suo viso. -Ho sentito le tue compagne di Grifondoro spiattellare tutto nei corridoi.- Ginny rimase esterrefatta. -Entro cena lo saprà tutta la scuola.- Draco si riposizionò dritto. -Come altro avrei potuto saperlo io se no?- aggiunse con fare schietto e diretto sollevando le sopracciglia com'era solito fare.

Ginny dovette ammettere che forse gli aveva dato del genio troppo in fretta. E lei che per un attimo aveva anche creduto che lui fosse in grado di leggerle l'anima... Roba da bambine.

-E cosa dicono quelle pettegole sentiamo.-

-Ho sentito che Ron ti diceva di lasciarmi perdere e che tu lo hai affrontato dicendogli chiaramente di non averne nessuna intenzione.- tirò fuori il petto inorgoglito.

-Stupidaggini.- lo smontò. -Non è affatto quello che è successo.-
Draco sgonfiò il petto mentre lei con quella mezza frase gli spezzava le gambe. -Ah no... e sentiamo allora.-

Ginny sospirò rassegnata all'idea di dovergli un minimo di spiegazione considerando il suo sentirsi così coinvolto nella situazione. -Ron mi ha in effetti impedito di stare nei tuoi pressi. Mi ha detto di tenermi a distanza...-

-Di starmi alla larga insomma.-

-Già.- ammise lei atona.

-E... tu?- il silenzio era così assordante che lo sentì deglutire. Non c'era un filo di vento a coprire i loro respiri e il sole ormai tramontato aveva spento qualunque fonte di luce lasciandoli al buio illuminati solo di raggi della luna che però compariva e scompariva dietro le nubi.

La voce di Draco era esitante, eppure avvertì l'urgenza di avere una risposta nei suoi atteggiamenti, nelle sue mani strette in pugni appoggiate sul davanzale della finestra.

-E io gli ho intimato di farsi fatti suoi.- osservò ancora le sue mani, e nella penombra le vide rilasciare la tensione.

Lui si schiarì la voce. -Bene. Quindi sei ancora convinta di questa...”cosa”.... folle che provi per me.- non la guardava e quelle parole parevano essere state precedentemente studiate.

-Nessuno ha mai detto di provare qualcosa per te.- lo canzonò. -E comunque quelle ragazze hanno solo immaginato di sentire il tuo nome perché per quello che loro hanno potuto sentire nessuno di noi ha proferito il tuo nome.-

-Ma è comunque quello che andranno in giro a dire.- aggiunse lui consapevole di quello che aveva lui stesso udito nei corridoi.

-E cosa posso fare? Glielo lascerò credere.-

-Lascerai credere a tutti che hai un debole per me?- lei fece spallucce fintamente incurante. -Potresti tranquillamente smentire.- le fece notare.

-A che pro Draco?- gli chiese allora voltandosi a guardarlo. A che pro doveva andare in giro a smentire quelle voci di corridoio che per lungo tempo le erano state così utili, e che in quel momento invece...

-Per uscirne pulita ad esempio... non ci fai una gran bella figura tra i tuoi amici ammettendo di essere innamorata di me.-

Ginny lo fissò attentamente. Nella penombra il suo viso si vedeva appena lasciandole di certo una gran bella dose di coraggio in più. E in quella penombra anche i suoi sensi si annebbiarono forse rendendola incapace di distinguere il vero dal falso o il bene dal male. Fatto stava che in quella penombra Draco Malfoy gli apparve decisamente più uomo di quanto non lo fosse nella realtà, e in quel silenzio il suo cuore le sembrò più rumoroso. -Sono loro quelli che non ci fanno una gran bella figura se pensano questo.-

Nel buio lui abbassò lo sguardo, e forse quello che Ginny vide fu davvero un sorriso compiaciuto.

Lo stava lusingando. Lo riempiva di apprezzamenti. Lo incoraggiava.

Era tutto per il suo piano?

Ma certo che si. Si rispose.

E allora perché non aveva pensato a quel piano fino a quel preciso istante? Perché aveva proferito quelle parole dimenticandosi quasi di essere una Weasley, che lui fosse un Malfoy. Essendo solo una donna difronte ad un uomo. Un uomo che c'era sempre quando lei aveva bisogno di lui anche senza essere cercato.

Draco poteva anche non essere stato in grado di capire i suoi sentimenti solo guardandola negli occhi, ma era comunque lì in quel momento accanto a lei per nessuna ragione al mondo.

-E' tardi.- disse lui ricordandole che erano quasi le sei di sera.

-Le lezioni!- esclamò lei.

-Non dirmi che avevi intenzione di andarci perché non ci credo...-

-Ma non io... tu...- si rese conto di averlo trattenuto lì fin troppo e di avergli fatto perdere le lezioni. -Mi spiace.- si scusò d'istinto.

-Non sei stata certo tu a costringermi... e poi avevo già deciso di non andare a lezione.- lo sguardo di lei poco convinto e parecchio colpevole lo fece sorridere. -Piton...- aggiunse quindi. -Sai che noia...- ridacchiò seguito da lei che si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio indecisa sul da farsi.

Per fortuna fu lui a prendere in mano la situazione incamminandosi verso l'entrata e chiamandosela dietro quasi fosse un cane.

Ginny gli mormorò qualcosa riguardo al fatto di non essere uno dei suoi tira piedi ma lui la ignorò continuando a camminare tranquillo non lasciandole altra scelta che seguirlo.

 

 

 

Arrivati al bivio delle scale che portavano su alla torre dei Grifoni Draco si arrestò.

-Non scenderai a cena giusto?- Ginny scosse la testa. -Lo immaginavo. Forse neanche io...-

-No, no, no... tu ci devi andare per forza!-

Draco si arrestò un attimo a guardarla perplesso. -E perché mai dovrei scendere a cena se non ne ho voglia?-

-Ma dai Draco è ovvio! L'argomento di stasera sarà la mia litigata con Ron. Se entrambi mancheremo a cena non faremo altro che dare alito alle chiacchiere.-

Draco sorrise appena. -Vedi... allora ti importa eccome di quello che si dice in giro.-

Ginny ci pensò su un attimo. Non era per quello, era solo preoccupata di quello che gli altri avrebbero...

Si vergognò un attimo di se stessa. Draco aveva ragione, si stava preoccupando effettivamente di quello che gli altri avrebbero detto o fatto.

-Hai ragione tu perdonami. Resta pure in camera se non hai voglia di scendere. Non sarò di certo io ad impedirtelo e poi gli altri potranno pensare ciò che vogliono...-

-Sta un po' zitta Weasley.- l'ammutolì lui. -Decido io cosa fare e poi sento che mi sta venendo un certo languorino, credo proprio che andrò a mangiare un boccone prima di andare a letto.

Ginny si ritrovò a sorridere per l'ennesima gentilezza fattele. Draco non lo dava a vedere chiaramente ma quei toni di riguardo che aveva per lei erano fin troppo ovvi ai suoi occhi.

-Bene... come vuoi tu.-

Ancora una volta il silenzio calò tra i due ma questa volta il vociare dei ragazzi finalmente liberi dalle lezioni impedì loro un altro momento d'imbarazzo.

-Hanno aperto le gabbie...- annunciò Draco.

Ginny ridacchiò. -Tra qualche attimo saranno tutti qui.-

-Già.-

-Bene... allora....- ma la voce di Ginny si perse nell'aria quando avvertì la mano di Draco posarsi sul suo viso. Abbassò lo sguardo interdetta mentre lui le scostava una ciocca di capelli dal viso.

-Allora, buonanotte.- le disse cercando il suo sguardo.

-Si, buonanotte.- gli rispose lei attenta a non guardarlo mai per non correre il rischio di arrossire.

Presa dal panico però si voltò salendo le scale di fretta e rinchiudendosi nella sua sala comune dove si sentiva al sicuro da quello che il suo cuore martellava per dirle.

 

 

 

 

 

Eccomi qui prima del tempo!!!!

Avendo finito il capitolo prima ho pensato che fosse inutile aspettare un altro giorno prima di postare... non credete???? XD

Purtroppo sono di corsa quindi non ho avuto il tempo di rivederlo per l'ultima volta, quindi spero sia scritto bene e che mi perdoniate per eventuali errori....:)

Mando un bacio a tutti e come sempre spero nelle vostre recensioni per sapere se la storia vi stia interessando o meno :)

ciaoooooo!!!! 

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Capitolo 12
*** tra dubbi e rivelazioni dubbie... ***


Capitolo 12





-Esco.- annunciò a gran voce.

-Dove credi di andare a quest'ora?- le chiese Ron. Erano le undici di sera e uscire poteva voler dire essere beccata in flagrante e far perdere altri punti preziosi alla casa.

Ginny scherzava col fuoco e la cosa non faceva affatto piacere ai ragazzi, che ormai dato le voci che circolavano, non la sentivano più al sicuro. Quel suo atteggiamento gradualmente sempre più strafottente nei loro confronti non faceva che gettare legna sul fuoco già acceso.

Ma di tutto ciò a Ginny non importava davvero nulla. O meglio le importava, ma era arrivata al punto di non ritorno. Non aveva più voglia ne tanto meno forza di sopportare le loro insinuazioni e le loro grida continue.

Anche in quel momento avevano litigato.

Harry le aveva proibito categoricamente di andare girando per la scuola da sola, e insieme a suo fratello Ron avevano deciso di mettere in scena una storiella che aveva lei come protagonista. Tutto ciò senza neanche chiederle il permesso.

La loro idea prevedeva che Harry si fingesse il suo fidanzato fino alla fine dell'anno in modo da smentire le voci che circolavano da qualche tempo sul suo probabile innamoramento per Draco.

A Ginny però questa loro idea banale non era piaciuta affatto.

Non aveva nessuna voglia di fingere che stesse con Harry, tanto più per tutta la fatica fatta per arrivare al punto in cui era con il biondo.

Draco adesso pareva fidarsi di lei, o per lo meno dei sentimenti “sinceri” che lei teoricamente provava per lui. Quel vociare le era stato di così grande aiuto che adesso rovinare tutto sarebbe stato uno spreco.

I due però erano decisi a dare la smentita e a portare avanti il loro piano geniale anche senza di lei.

Così avevano iniziato ad urlarsi contro mentre lei affermava che qualunque tentativo di sabotaggio del suo piano sarebbe stato ricambiato con la stessa moneta.

Non c'era proprio nulla che loro due potessero fare per farle cambiare idea e decidere di rinunciare alla sua impresa. Potevano anche scordare la cosa perché per ogni idiozia che avrebbe sentito in giro lei avrebbe smentito alla grande e non solo... aveva anche deciso che se si fosse ritrovata costretta avrebbe dichiarato a Draco il suo “amore”.

A quel punto i due erano rimasti in silenzio mentre le orecchie di Ron prendevano fuoco.

Si era voltata non sopportando più la loro vista ed era uscita nonostante il coprifuoco.

-Ginny!- la voce di Hermione a richiamarla.

-Non ora Herm ho bisogno di aria.-

-Ginny aspetta...- le disse afferrandole un braccio costringendola a voltarsi.

-Che vuoi?- le chiese un po' brusca.

Hermione non ci fece caso, sapeva che non era arrabbiata con lei ma con quei due che offesi si erano ritirati nella loro stanza. -Prendi.- le disse porgendole una pergamena.

-Cos'è?- chiese Ginny prima di srotolarla. Sorrise all'amica quando capì di cosa si trattasse. -Ma è...-

-La mappa del malandrino.- confermò Hermione annuendo.

-Ma come? Dove?-

-In camera di Ron... ho rovistato tra le sue cose.- le disse abbassando il tono di voce per non essere udita.

-Quando se ne accorgerà andrà su tutte le furie.- le ricordò il bel temperamento del ragazzo.

Ma Hermione non temeva nulla figuriamoci se aveva timore di lui. -Gin, tuo fratello deve solo permettersi a dirmi mezza parola e io ti giuro che lo trasformo in un rospo.-

Ginny ridacchiò. Di recente Herm aveva quella strana voglia di trasformare qualcuno in un rospo... era meglio per Ron se si teneva alla larga da lei.

-Grazie.- le disse uscendo poi dalla sala.





Una volta nel corridoio aprì la pergamena. Si sentiva al sicuro con quell'oggetto magico tra le mani. Nessuno in quella scuola poteva fargliela sotto il naso ormai, e di certo nessun prefetto avrebbe potuto scoprirla e toglierle dei punti.

Perfetto, pensò, Hermione era sempre la migliore.

Pensando ai prefetti si ricordò che quella sera Draco era di ronda. Glielo aveva detto quel pomeriggio in biblioteca mentre si lamentava del sonno che aveva per le poche ore in cui era riuscito a chiudere occhio la notte precedente e al solo pensiero della notte a venire sentiva già il mal di testa crescere.

A volte era come i bambini, forse un po' peggio, sempre a lamentarsi per problemi inesistenti.

Ricordò quell'anno con l'ippogrifo. Povero Fierobecco, lo aveva appena sfiorato eppure lui si era gettato a terra strillando per il dolore allucinante che stava provando. Gli dovettero fasciare il braccio per tenerlo contento.

Ancora ripensandoci le veniva da ridere. Si domandò se anche adesso a distanza di anni era rimasto così pappamolle o se avesse finalmente forgiato il carattere.

S'intristì riflettendo sull'ultima frase.

Certo che non era più lo stesso, era ovvio che non lo fosse.

All'epoca andava ancora tutto bene, i Malfoy non avevano problemi e il ragazzo poteva essere viziato quanto voleva. Ogni suo piagnisteo era un ordine per la coppia Malfoy.

Adesso invece...

Quante cose erano cambiate d'allora. Lui era cambiato d'allora.

Suo padre non c'era più e le responsabilità di portare avanti una famiglia spettavano a lui. Sua madre che era una donna troppo volubile e delicata non poteva certo portare un simile peso.

Ma lui? Lui sì?

Si rispose che doveva farlo, non aveva scelta, proprio come le aveva detto quella sera.

Era in momenti come quello che avvertiva quel calore al petto che la spingeva a voler credere alla sua innocenza. Draco non poteva essere il colpevole delle sue azioni, la responsabilità di quello che sarebbe diventato era solo di suo padre.

Quel maledetto di Lucius Malfoy. Per quanto la riguardava poteva anche bruciare all'inferno!

Ma era Draco quello che invece a causa sua doveva subire le pene dell'inferno. Non poteva tirarsi indietro se gli chiedevano, o meglio se l'obbligavano a fare certe cose.

Una fitta al cuore le fece mancare l'aria. I suoi pensieri stavano prendendo una brutta piega.

Adesso che faceva? Si metteva anche lei a credere che Draco fosse coinvolto in qualcosa di illecito, di losco?

Eppure non poteva escludere quella possibilità. Non poteva anche se avrebbe voluto.

Sulla mappa comparve il suo nome, e sulle sue labbra un sorriso.

Non ci capiva più nulla, ma sapeva che ormai le piaceva l'idea di incontrarlo, di avere con lui quel rapporto fatto di piccoli gesti e poche parole. Quel rapporto fatto unicamente di presenze silenziose.

Le piaceva pronunciare il suo nome senza che lui la fermase dal farlo, e pensare che erano legati in qualche modo da un filo sottile e invisibile che però lei sapeva esserci. Lo sentiva che anche per lui era lo stesso.

Le venne voglia di vederlo e quasi inconsciamente si diresse nella sua direzione.

Prima di svoltare l'ultimo angolo che l'avrebbe condotta da lui si arrestò di colpo. Improvvisamente era cosciente dell'enorme idiozia che stava per compiere.

Cosa diamine le era saltato in mente?

Hermione le aveva dato la mappa del malandrino proprio per non incorrere in un prefetto e Draco prima di essere il suo nuovo “compagno di giochi” era uno di loro!

Udì i suoi passi risuonare nel corridoio silenzioso. Tentò addirittura di trattenere il fiato pur di non fare rumore mentre si malediva per la sua imprudenza.

Forse su questo Harry aveva ragione: a cosa diavolo pensava quando si trattava di Draco? Le si annebbiava il cervello forse?

Chiuse gli occhi tenendoli ben serrati mentre nella mente pregava affinché lui non si avvicinasse.

Già si vedeva rientrare in dormitorio dopo una bella strigliata dal professor Piton e con almeno ottanta punti in meno.

L'avrebbero linciata. Questa volta l'attendeva il rogo per certo.

Di recente il loro rapporto era migliorato, non c'era che dire, ma dall'essere migliorato al considerarlo forte abbastanza da non rischiare di essere denunciata ai professori in modo da essere tolta dei punti alla propria casa... questa era follia!

Era pur sempre di Draco che stava parlando, di Malfoy, e lo sapeva benissimo quanto riuscisse ad essere crudele in momenti ghiotti come quello. Non se lo sarebbe lasciato sfuggire per nulla al mondo.

I passi del ragazzo divennero più tenui. Si era allontanato.

Finalmente tirò un sospiro di sollievo tornando a respirare. Era salva, almeno per il momento.

Controllò sulla mappa, e in effetti si stava allontanando ma...

Osservò bene la direzione presa dal ragazzo, stava salendo le scale.

Storse le sopracciglia dubbiosa. Dove credeva di andare?

Continuò ad osservare la pergamena ancora per un po' decisa a capire il suo giro di ronda dove lo stesse portando, tanto più che erano le undici e mezza e in teoria doveva essere in dormitorio per mezzanotte o mezzanotte e mezza, non ricordava bene.

Lui però pareva allontanarsi sempre più continuando ad avanzare di piano in piano arrivando al quinto.

Decise che era il caso di seguirlo per controllare meglio quello che stava facendo. Per qualche strana ragione un brivido lungo e freddo le percorse la schiena, aveva una brutta sensazione e voleva sbarazzarsene il prima possibile.

Corse a perdifiato controllando di tanto in tanto che nessuno si trovasse nei suoi paraggi, ma per sua fortuna la scuola era deserta e Gazza era lontano.

In cuor suo sperava che Draco non si stesse cacciando nei guai, sperava che non stesse progettando di fare nulla di male, eppure quel piccolo barlume di lucidità che le rimaneva nella mente le ripeteva di smetterla di illudersi sul suo conto. Esattamente come lui stesso le aveva suggerito quella volta...

Controllò la mappa e lo vide salire sino al settimo piano. Per sua fortuna correva veloce nonostante il ginocchio continuasse a dolerle. Forse era solo la forza della curiosità, la disperazione o il bisogno di sapere ad averle infuso la forza di salire in fretta quelle scale ma ci era riuscita.

Svoltando un corridoio se lo ritrovò davanti, o meglio lui era di spalle e non poteva vederla, tra l'altro era parecchio distante da lei che si nascose dietro ad un enorme pilastro approfittando della penombra.

Lo vide fermo a fissare un muro. Lo fissò qualche attimo prima di prendere a camminarci davanti due o tre volte.

Il settimo piano...

Una porta comparve davanti al ragazzo che ne afferrò la maniglia, aspetto qualche istante, per poi varcare la soglia tutto d'un fiato.

Solo in quel momento Ginny si rese conto che quella che Draco aveva appena evocato era la stanza delle necessità.

Era così scossa da questa nuova condizione da non riuscire neanche a formulare un pensiero compiuto nella mente. Tutto quello a cui pensava a quel punto era al perché Draco evocasse la stanza delle necessità in piena notte, sapendo che non ci sarebbe stato nessuno a vederlo, approfittando della sua ronda notturna.

Cosa faceva lì dentro tutto solo?

Ginny avvertì la gola secca.

Lottò contro se stessa ma in fine dovette ammettere che... non aveva voglia di scoprirlo.

Sarebbe stato molto facile raggiungere la porta, girare la maniglia e beccarlo in flagrante. Ma non poteva farlo.

Non voleva farlo.

Retrocesse di qualche passo fino a decidere che era il momento di tornarsene in dormitorio, al sicuro. Non sarebbe mai dovuta uscire quella notte, poteva evitarsi questo colpo basso.

Si rese conto scendendo le scale, che non era pronta per sapere.

La verità era solo una, questo lo sapeva benissimo, ma anche nella sua mente la verità era una anche se lei continuava ad auto convincersi che non era così, che le possibilità potevano essere diverse.

Ma arrivata a quel punto...

A chi voleva prender in giro?

Forse solo se stessa, perché per lei Draco era innocente.

Quello che aveva appena visto stravolgeva i suoi piani, la sua mente, le sue idee, la sua realtà.

Adesso la possibilità che Draco tramasse qualcosa non era più tanto remota, anzi, era addirittura più plausibile di quella in cui lui era solo una povera vittima indifesa.

Ma nonostante tutto a lei doleva l'idea che varcando quella soglia, tutto quello in cui aveva creduto fino a quel momento potesse sgretolarsi. Non era pronta per conoscere la realtà, per tornare con i piedi per terra, come le diceva sempre anche Harry.

Finalmente la signora grassa.

Le disse la parola d'ordine e lei la fece passare, non prima di averle fatto notare che ore fossero e che aveva una pessima cera naturalmente.

Non le fece caso rispondendole solo che stava poco bene. Ed in effetti non era proprio quello che si potesse definire una bugia.

Entrata in camera si spogliò in fretta, quasi automaticamente infilandosi la lunga camicia da notte. Si nascose tra le coperte e il cuscino nel suo lettone a baldacchino chiudendosi però le tende in modo da isolarsi dal resto delle compagne tranquillamente assopite nei loro letti.

Aveva freddo, si strinse più nelle coperte che però non riuscivano a darle il calore di cui necessitava in quel momento.

Ginny, coperta fino alla testa, tremava in quel letto troppo grande e troppo vuoto. Il respiro era pesante e le labbra non riuscivano a star ferme. Era come se tutto il corpo era un tremitio.

D'un tratto poi la colse alla sprovvista il primo singhiozzo. Se ne stupì ma non riuscì a trattenerlo, così come non riuscì a reprime tutti quelli che lo seguirono a ruota.

Si ritrovò a piagnucolare da sola senza un vero motivo.

O forse il motivo lo aveva?

Continuava a ripetersi che per lei era troppo, che non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi dal quel momento in avanti e soprattutto non sapeva cosa avrebbe fatto se alla fine la realtà l'avesse messa difronte ad un Draco Malfoy in versione mangiamorte.

Continuava a ripetersi come in un mantra che Draco non era un assassino e che tutti si sbagliavano. Che lei lo sapeva, lo sentiva che non era così.

Continuava a piangere incapace di ragionare freddamente, con lucidità.

Come dirlo agli altri? Come ammettere di aver sbagliato tutto difronte a chi non aveva fatto altro che metterla in guardia cercando di aprirle gli occhi?

Era davvero un'ingenua. Una stupida.

La faccenda stava diventando sempre più grande, forse un po' troppo grande per lei sola.

Ma...

Non si sentiva in grado di portare con se il peso, la responsabilità, di essere stata proprio lei la persona ad aver smascherato Draco, proprio lei quella ad averlo tradito.

Non poteva denunciarlo agli altri ormai.

E le faceva male il petto. Era come se sentisse che le scoppiava il cuore dal dolore di sapere che quello che per lei era ormai un amico, in realtà era solo un doppiogiochista, che era un bugiardo, un vile.

Si strinse nelle coperte abbracciando il cuscino più forte immergendovisi il viso per non fare rumore con il suo singhiozzare.

E nonostante la sua vigliaccheria, nonostante la sua disonestà, lei non poteva far altro che difenderlo. Anche a costo di nasconderlo ai suoi stessi amici se fosse stato necessario.

Loro non avrebbero capito.

La sua unica consolazione era sapere che l'indomani sarebbe stato un nuovo giorno e che tutta la tristezza l'avrebbe lasciata lì, sul suo cuscino, come era solita fare da anni. Il dolore era qualcosa da vivere in solitudine per Ginny Weasley, qualcosa di intimo, di privato. Qualcosa di personale al quale fino a quel momento nessuno mai era stato partecipe, nessuno tranne lui.

Perché lui c'era stato per lei anche quando sentiva il mondo crollare. Lui era lì che faceva finta di non vedere le sue lacrime, che faceva finta di non far caso al suo dolore, alla frustrazione o alla rabbia di quel momento. Lui era lì e faceva finta...

Fingeva? Fingeva anche quella volta? Si domandò tornando a piangere. Aveva sempre finto con lei?

No, sentiva che non poteva essere così, lo sentiva sincero, se avesse finto con lei lo avrebbe avvertito. Lo avrebbe sentito. Ma non erano andate così le cose anzi, Draco era una delle persone più spudoratamente sincere che conoscesse.

Decise che non poteva far altro ormai, era una questione di principio, una faccenda personale. Dal quel momento toccava solo a lei capire cosa diamine stava facendo, e soprattutto, toccava solo a lei fermarlo.

Si addormentò con quel pensiero nella mente, speranzosa che la notte le avrebbe portato consiglio.





Ma l'indomani quella sensazione di vuoto non mutò affatto. Se possibile parve intensificarsi.

Per tutto il giorno non aveva potuto smettere di fissare la figura di Draco Malfoy.

Continuava a tormentarsi, a struggersi nell'amaro pensiero di non sapere la verità. Continuava a pensare che una via di mezzo ci doveva pur essere, qualcosa che potesse farle avere finalmente le prove della sua innocenza.

E poi a quel punto si fermava a riflettere sulle sue stesse parole ripetendosi un'infinità di volte che non doveva dare per scontato la sua innocenza. Se alla fine avesse scoperto il contrario ne sarebbe rimasta più delusa.

Tra l'altro la sera prima aveva avuto la possibilità di provare a se stessa e al mondo la sua innocenza, o colpevolezza, ma non aveva voluto azzardarsi ad entrare in quella stanza.

Codarda.

Era ormai pomeriggio inoltrato, i membri della sua squadra si allenavano lassù in cielo mentre lei era rimasta seduta su una panchina a guardare giustificando la sua mancanza ad un banale mal di pancia.

La verità era invece proprio la svogliatezza.

Aveva come perso tutte le energie, si sentiva svuotata di almeno una buona metà della sua forza di volontà. In balia degli avvenimenti.

Non era solita sentirsi così, e la cosa non le piaceva affatto, ma non riusciva proprio a reagire.

I grifondoro avevano terminato e lasciato il campo ai serpeverde, che in fila indiana come al loro solito partirono alla volta del cielo. Quando fu però il turno dell'ultimo di spiccare il volo questi si arrestò di colpo voltando il capo nella sua direzione.

Ginny sentendosi osservata tornò in se prestando più attenzione a quello che le succedeva intorno rendendosi conto che quello che la guardava era proprio Draco.

Batté più volte le palpebre per accertarsi di vederci chiaro, ma era proprio lui. Il suo sguardo? Non avrebbe saputo dargli una definizione. Pareva chiederle qualcosa, probabilmente il perché del suo strano atteggiamento.

Poi si voltò e prese posto in campo da buon capitano.

Ginny decise di restare lì a guardarlo mentre volteggiava in aria a bordo di quella scopa costosissima e potentissima.

Era un po' ormai che aveva ammesso la sua bravura in campo.

Non solo bravo nello studio, bravo anche nello sport. Stando a contatto con lui anche se per così poco tempo aveva avuto modo di rivalutarlo tantissimo.

Sorrise stringendosi maggiormente nella sciarpa.

-Freddo?- una voce alla sua sinistra la fece sussultare. Voltandosi al suo fianco trovò seduto Zabini. -Posso vero?- le chiese gentilmente riferendosi all'essersi seduto senza permesso. Ginny si limitò ad annuire rimanendo vigile. -Freddo Weasley?- le chiese sorridendo allegramente ma rimanendo sempre in quella naturale compostezza che un po' le metteva agitazione.

-Pochino.- ammise lei.

Una folata di vento brusco e improvviso la costrinse a chiudere gli occhi. Era stato come se una saetta le fosse passata davanti in quel preciso istante. Udì Blaise ridere e riaprì immediatamente gli occhi.

Quella che per lei era stata una saetta non era stato altro che Draco.

Era passato loro davanti come un razzo e in quel momento si era voltato a lanciare loro un occhiata prima di tornare a cercare il boccino.

-Ma che gli è preso?- si lasciò sfuggire lei sistemandosi i capelli.

-Nulla...- Blaise sollevò le sopracciglia. -avrà voluto avvertirci di qualcosa forse... tu per caso sai di cosa Weasley?- si voltò verso di lei con quello sguardo sapiente in viso.

Ginny batté più volte le palpebre. -No... ovviamente.-

-Ovviamente...- le fece eco lui. Restò in silenzio aspettando forse che lei continuasse la frase ma Ginny non aveva proprio nulla da aggiungere. -Senti...- iniziò sedendosi più comodamente. -Draco potrà anche darla a bere agli altri, ma a me non me la fa.-

-Non so di cosa tu stia parlando.-

-Ma dai Weasley... che tu sia cotta di lui l'ha capito l'intera scuola ormai...- Ginny avvertì le orecchie andare in fiamme. -Non c'è bisogno che tu arrossisca.-

-Io non sto...-

-No, no, certo che no...- la canzonò chiudendole il becco in modo spiccio. Aveva voglia di continuare -Il punto ad ogni modo è che a me pare che anche da parte sua ci sia dell'interesse...- Ginny si ripeté più volte nella mente quella frase. Poteva essere vero quello che Blaise le stava dicendo? Ma a che pro mentirle? -Quindi adesso voglio sapere da te: cosa c'è tra te e Draco?- le chiese a bruciapelo sporgendosi in avanti, arrivando a sfiorarla fino a farla sentire in trappola.

Ed era lì che la guardava e quegli occhi pretendevano una risposta.

Ginny aveva la gola secca e la bocca asciutta. Si domandava il perché di quell'interrogatorio.

D'un tratto un'altra folata. Questa volta più breve di quella precedente. Quando riaprì gli occhi non erano più soli.

-Hai finito, Blaise?-

-Ma dai Dra, non facevo nulla di male...- rimbeccò l'amico portando il braccio a circondare le spalle di Ginny che sussultò a quel tocco.

-Ah no?-

Ginny intanto aveva aggrottato le sopracciglia. -Chi ti ha detto che mi potevi mettere le mani addosso?- gli chiese liberandosi da quella sorta di abbraccio in cui era capitata suo malgrado. Si alzò in piedi. -Me ne vado.- annunciò senza aspettarsi una risposta.

-Ci si vede in giro Weasley.- le rispose però Zabini che si sedette più comodamente sulla panchina difronte ad un Draco inferocito in groppa alla sua scopa.

Lei decise di lasciarli perdere e preferì andare in sala comune a stendersi un po' sul divano davanti al caminetto acceso.





Rimasti soli Draco guardò il suo amico Blaise come fosse impazzito. -Questa poi me la spieghi.- gli annunciò a voce bassa scandendo bene ogni parola per poi scendere dalla scopa e dirigersi verso gli spogliatoi mentre l'eco della risata di Blaise gli ronzava nelle orecchie.





Uscito dalle docce trovò il ragazzo ad aspettarlo.

S'incupì ancora una volta ricordando la scena di poco prima.

E pensare che l'acqua bollente solo pochi minuti prima era riuscita per un attimo a tranquillizzarlo...

S'incamminò senza neanche degnarlo di una parola, nero come la pece. Blaise lo seguì allegramente incurante del suo malumore, anzi, molto divertito della cosa.

Arrivati in un corridoio meno popolato si decise a parlargli. -Che diamine ti è preso?- gli chiese senza mezzi termini.

-Perché mai questa domanda?-

Draco s'innervosì ancor di più. -Lo sai... non farmi domande inutili.- ringhiò.

-No Dra non capisco il perché di questa tua reazione. Infondo io e la Weasley stavamo solo...-

-E già questo non va bene.- lo corresse senza mai smettere di camminare, anzi alzando il passo nervosamente.

-Cosa?- gli chiese Blaise prendendo il suo passo.

-Tu e lei nella stessa frase.- gli fece notare. -Non è normale...- si corresse quasi subito. -Non è da te. Che hai in mente?- gesticolava parecchio, e anche questo non era certo un atteggiamento da Malfoy.

-Nulla.- scrollò le spalle con quell'aria da innocentino.

-Blaise!- urlò Draco nel tentativo di farlo parlare.

-Stavamo solamente intrattenendo una piacevolissima conversazione... cosa che spero vivamente di poter fare ancora. Sai Dra, adesso capisco perché tu passo tanto tempo in sua compagnia. E' una ragazza estremamente intelligente, ed estremamente bella...- Draco avvertiva una rabbia prepotente salirgli dallo stomaco e arrivargli al cervello. -E quelle fossette che le compaiono sulle guance quando sorride... deliziose... senza parlare della sua risata...-

-Adesso basta!- urlò Draco voltandosi e afferrando l'amico per il colletto della camicia spingendolo contro il muro.

-Oh oh adesso calmati amico... che ti prende?- gli chiese Blaise mantenendo vivo quel ghigno divertito che non aveva abbandonato le sue labbra per un solo istante.

Draco lo fissò dritto negli occhi anche se il ragazzo era di qualche centimetro più alto di lui. Quello sguardo non gli piaceva affatto, pareva divertito della situazione o peggio ancora, pareva aver architettato tutto. Ad un certo punto a Draco venne in mente che probabilmente tutto quello era stato pianificato fin nei minimi particolari, anche quella sua reazione.

Lo lasciò andare allontanandosi da lui di un passo. Non se ne sarebbe stupito affatto, adesso voleva solo sapere perché.

-Che cosa vuoi Blaise?- gli chiese ancora tentanto di trovare dentro di se la forza di restare calmo. Incrociò le braccia al petto attendendo una risposta sincera. -A te la Weasley non interessa affatto.-

-Proprio questo.- ammise l'altro sistemandosi la camicia. -Guarda, me l'hai sgualcita.- s'ammusò.

-Blaise cerca di essere serio.- Draco roteò gli occhi frustrato.

-Draco, questa tua reazione era quello che volevo. Volevo capire fino a che punto saresti arrivato per lei.-

-Che intendi dire?-

-Ma guardati...- iniziò puntandolo con un gesto della mano. -Sei livido di rabbia... è come se avessi messo le mani su qualcosa di tuo.- gli fece notare.

Draco rimase un attimo incerto. Blaise aveva ragione se proprio doveva rifletterci su doveva ammettere che aveva esagerato di gran lunga con lui. Addirittura era arrivato a mettergli le mani addosso, e tutto questo perché aveva chiacchierato con Ginny Weasley?

Che idiota.

-Draco, cosa vuol dire per te quella ragazza? Perché se a te non piace, me la prendo io...- Draco lo fissò con sguardo assente e un po' disgustato. -Cosa c'è? Non guardami così, un giro di prova me lo farei volentieri.-

Si, era uno stramaledetto idiota, ma non poteva fare a meno di sentire il sangue ribollire in corpo quando sentiva parlare di lei a quel modo.

-Lei non è quel tipo di ragazza Blaise, gira al largo.- quello di Draco non era certo un consiglio...

-E' libera, è sulla piazza, e se la voglio non vedo perché non dovrei prendermela...-

-Blaise!-

-La cosa sarebbe diversa, certo, se ci fosse già un mio amico a farle la posta.- lo interruppe l'altro.

Draco prese un bel respiro. Blaise stava tentando in ogni modo di estorcergli una confessione che però non in grado di dargli. Non sapeva neanche lui perché si arrabbiava tanto, e di certo non era perché gli piaceva la Weasley, ma ad ogni modo non la vedeva il tipo di ragazza da poter stare con Blaise, non per una notte e via per lo meno.

Blaise era ancora lì che attendeva una risposta.

-E va bene.- non trovava altra scappatoia. -Se proprio la vuoi mettere così...- ma di certo non gli avrebbe permesso di avere la ragazza per suo piacimento. -La ragazza è sotto la mia personale protezione. Prenditi chi ti pare ma alla Weasley non la devi pensare.- lo minacciò greve.

Blaise rise di tutta risposta. -Non mi basta la tua protezione Draco, te lo chiedo chiaramente allora: Che intenzioni hai con la Weasley, perché se non la vuoi tu amico, me la prendo io.-

-Tu non la devi toccare!- e senza che potesse fermarlo il sangue circolo più in fretta e ancora l'adrenalina l'accecò e non ci vide più.

Aveva di nuovo il colletto del ragazzo stretto in pugno e lo teneva ancora lì, inchiodato al muro mentre quello se la rideva di gusto.

Non vedeva il perché di tutto quell'accanimento che dimostrava nei confronti della ragazza, ma di certo non poteva permettergli di farei suoi comodi con lei.

-Azzardati ad avvicinarti a lei e ti giuro Blaise che io...-

-Che tu cosa amico?-

Draco esitò solo un istante prima di proseguire più deciso che mai. -Che io te la faccio pagare Blaise.- lo lasciò andare ancora un volta. -Quella lì non è per te, non è una che si usa un sera poi ti dimentica il giorno dopo. Non è per te. Chiaro?-

Blaise dovette ancora una volta sistemarsi la camicia. -E cosa importa a te se io la uso o no?- gli chiese in maniera del tutto neutra. -Forse hai paura che soffra?- lo guardò e sorrise della sua espressione inebetita.

In effetti era possibile. Non aveva molta voglia di vederla intristirsi come quella sera e se Blaise l'avesse fatta soffrire, e di sicuro ci sarebbe riuscito, l'avrebbe rivista su quel ponte nel baratro della sconsolatezza per diverso tempo, di questo ne era certo.

-Non è questo.-

-Ah no?-

-Blaise...-

-Draco.-

Draco si passò una mano tra i capelli nervoso. Come fare per uscire indenne da quella situazione. Non poteva continuare a girarci intorno, sapeva benissimo che Blaise non era tipo che demordeva. -Io non lo so!- urlò infine.

Blaise gli sorrise. -Ti piace. Dillo pure.- scrollò le spalle.

-Non è così semplice Blaise, e poi non lo so neanche io cosa mi prende.- lo guardò e s'interruppe. Blaise aveva l'aria di essere distratto, come se in realtà dei suoi dubbi gli importasse molto poco, e la cosa era anche possibile, ma no, c'era dell'altro. -Blaise,- lo richiamò all'attenzione. -non lo deve sapere nessuno...- lo vide guardare altrove con aria indifferente. -Blaise, chi altro sa?- ormai ne era certo.

-Io, ovviamente.- quella voce sbucata dal nulla la conosceva fin troppo bene, e chi poteva essere se no? Ancora si domandava come aveva fatto a non pensarci prima. -E così ci siamo presi una cotta eh Draco?-

-Lo dovevo capire subito che era tutto un tuo piano.- il ragazzo rise. -Se ci avessi provato tu me ne sarei accorto subito, con Blaise è stato tutto più facile.- sorrise all'amico in piedi difronte a lui.

-Blaise è un latin lover, un play boy... un facilotto insomma...-

-Ehi.- s'offese quello nel sentirsi usato in malo modo.

-Scusa Blaise, ma tu ci proveresti con qualunque esserino in gonnella che respiri... o meno, probabilmente ci proveresti anche con un fantasma potendo.- rifletté. -Ma il punto è che Draco nel vederti con lei non ha avuto alcun dubbio sul fatto che ci avresti provato, con me sarebbe stato tutto più equivoco.-

-Si hai ragione.- dovette ammettere.

-Theo ti proibisco di andare a dire quello che hai visto o sentito oggi in giro.-

-Draco, non sono così idiota. Infondo siamo amici e per tanto debbo mantenere i tuoi... segreti...- roteò gli occhi come a dimostrare che non apprezzava affatto le sue scelte ma si sentiva vincolato a far finta. -Ma ti avverto, se è solo un futile desiderio da quattro soldi il tuo non c'è nessun problema, ma ti auguro vivamente che la cosa finisca lì.-

Draco s'incupì, ma come si permetteva? -Non sei certo tu quello che mi deve dire...-

-Lei è la figlia di un Auror Dra. Non è una qualunque, è una Weasley per giunta. Un giorno vi ritroverete faccia a faccia, e quel giorno non sarà felice. Ti auguro di divertirti e di lasciarla perdere.-

Draco rimase lì in silenzio, per una volta tanto senza parole. Non sapeva come controbattere ad una cosa del genere, l'avevano preso in contropiede e a quel punto non era più neanche in grado di difendersi da se stesso.

-Fai chiarezza in te Dra, capisci quello che vuoi, prenditelo, e poi torna in te.- con questo i due ragazzi si congedarono lasciandolo solo.

Draco a quel punto si sentiva in alto mare. Quella era l'impressione che aveva dato ai suoi amici, e forse all'intera scuola.

Ma se doveva dirla tutta, lui non aveva la più pallida idea di cosa volesse davvero. Non si era mai fermato a rifletterci su, lasciava semplicemente che le cose prendessero il loro corso. Adesso invece sentiva il peso di quello che faceva sulle sue spalle.

S'affacciò alla finestra.

Un aria gelida gli sferzò il viso. Era quasi dicembre e ormai faceva sufficientemente freddo da far rabbrividire.

Lasciò scorrere lo sguardo sulle fredde pietre del castello, e poco distante da lì vide una testolina rossa che sporgeva da una delle finestre della torre.

Era lei.

Probabilmente era affacciata dalla finestra della sua stanza. Si ritrovò involontariamente a domandarsi cosa stesse facendo.

Ancora più involontariamente si ritrovò a pensare alla sua figura, a quelle fossette di cui parlava Blaise un attimo prima, al suono della sua risata, e ovviamente alle sue forme sinuose. Si chiese quanto sarebbe stato bello poter toccare e stringere le sue morbide curve e magari anche assaporare le sue labbra.

Certo, per essere uno a cui la ragazza non interessava si rendeva benissimo conto che le sue fantasie erano già andate ben lontane, ma forse semplicemente non si era mai soffermato prima a rifletterci.

Era come se Nott gli avesse messo la pulce nell'orecchio.

Come mai le lasciava la possibilità di girargli attorno senza impedirglielo e senza avere un secondo fine?

Forse più semplicemente il secondo fine c'era eccome, stava solo aspettando il momento giusto per essere tirato fuori.

Baciare Ginevra Weasley. Riflettendoci, non doveva essere affatto male,e dopo essere stato ad osservarla per così tanto tempo, era quasi certo che neanche a lei sarebbe dispiaciuto poi tanto.




 

Eccoci quaaaaaa :)

la verità è che c'era un'altra particina che avrei voluto inserire in questo capitolo, ma poi ho visto che sarebbe risultato troppo lungo così vi toccherà aspettare per sapere XD (lo so, sono malvagia u.u)

intanto spero che lo svolgersi degli avvenimenti vi stia intrigando e che continuiate a voler sapere cosa succederà poi... così saprò di aver ottenuto il mio scopo ;))

vi mando un bacione e vi ringrazio di seguire la mia storia in tanti, siete magnifici *.*

ciaoooooooo!!!!!!

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Capitolo 13
*** la pulce nell'orecchio ***


Capitolo 13

 

 

Quella sera a cena Draco aveva ancora nella mente quello che i suoi compagni erano arrivati a fare in modo da costringerlo ad aprire gli occhi e a confessare, più a se stesso che a loro infondo, il potere che la piccola di casa Weasley era in grado di avere su di lui.

E lo aveva infine ammesso.

Anche in quel preciso momento non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. L'idea di avere un'ascendente su di lei lo eccitava. Il pensiero che la piccola andasse a dormire la notte sperando di vederlo l'indomani mattina lo entusiasmava. Accresceva il suo ego.

Non aveva idea di come fosse successo o minimamente del perché lei avesse scelto lui anziché il ben più meritevole Potter, ma i fatti non facevano che confermare che Ginevra Weasley non voleva più il paladino della giustizia, ma che avesse invece messo gli occhi proprio su di lui.

Questa consapevolezza fece in modo da risvegliargli i sensi, rendendosi forse per la prima volta conto di quanto la ragazza potesse in qualche modo essere attraente...

La chioma rossa che aveva a lungo disprezzato non era più tanto sgradevole alla sua vista, e quelle lentiggini che aveva più volte ridicolizzato avevano quel non so che di affascinante, di dolce...

E forse era proprio questo il motivo che lo spingeva lontano da lei.

Ginevra Weasley per quanto avesse manifestato più volte e in diversi modi il suo desiderio nei suoi confronti, rimaneva pur sempre quello che era.

Con lei non era semplice come poteva esserlo con una Pansy.

Pansy era la ragazza che solo un paio d'anni prima era sgattaiolata nel cuore della notte nella sua stanza e si era concessa a lui così, senza parole dolci, senza preliminari, senza promesse, in una stanza affollata di ragazzi, che per quanto dormissero profondamente, potevano benissimo svegliarsi in qualunque momento pensando a tutto il baccano che aveva fatto quella notte.

E poi era andata via senza dire una parola.

Non aveva mai voluto essere la sua donna, la sua compagna, la sua fidanzata. Non lo aveva mai preteso e sinceramente credeva che neanche lo volesse.

Più ci pensava più era certo che Pansy lo avesse solo usato quella volta come fosse stato uno stappa bottiglie. E dopo quella volta ne erano seguite altre di notti così, e anche quell'anno si erano visti più di qualche volta sotto le sue lenzuola.

Era sempre lei a cercare lui. Così com'era stato solo due notti prima.

Ginny invece a suo parere non era affatto così.

Sapeva che la ragazza aveva avuto qualche fidanzatino in passato quando Harry Potter neanche la guardava, ma a suo modesto parere non si era mai spinta oltre i preliminari.

Se avesse ceduto alle sue lusinghe, se si fosse sporto quel tantino che bastava anche solo a baciarla, era certo che per lei sarebbe voluto significare che da quel momento in avanti erano legati per la vita.

Gli venne da ridere al pensiero di essere legato alla Weasley per la vita, o anche solo al pensiero di essere considerato il suo ragazzo.

Eppure di tutto ciò a lui cosa poteva mai importare?

Anche se lei poi si fosse fatta dei film in merito non erano certo problemi suoi.

Se la voleva, e più la guardava e più avrebbe voluto averla, perché non prendersela e basta?

E invece lui era lì esitante e incerto, per la prima volta, pensando al dopo.

Quando mai aveva pensato al dopo? Quando era mai accaduto che a Draco importasse cosa una ragazza avrebbe pensato di lui dopo?

Ma Ginny era fragile, non era come loro.

Ginny era una di quelle che si nascondevano in solitudine su un ponte, fingendo di non piangere, solo perché aveva discusso con il fratello. Era una di quelle che non ti negavano un sorriso neanche dopo averle insultate una vita intera.

Era una di quelle che viveva di fantasie e di sogni irrealizzabili. Probabilmente in quel periodo fantasticava su di lui e su di un improbabile futuro insieme.

Che sciocca.

Però sapendo questo, pensando questo, per una volta tanto provò quel sentimento che comunemente chiamavano: rimorso di coscienza.

Gli veniva da ridere anche al solo pensiero di avercela una coscienza in effetti. Ma con lei era così.

A malincuore, dovette rinunciare all'idea di scoparsi la Weasley. Quella non era una da scopare, era una con cui fare l'amore, e lui non ne aveva nessuna intenzione.

Ad un tratto però vide una scena da tempo inconsueta.

Harry Potter si era seduto accanto a lei, troppo vicino a dire il vero, così vicino che ad un tratto le circondò le spalle con un braccio.

Lei sorrideva.

Draco inarcò le sopracciglia. Da quando quei due erano tornati in quello stato di confidenza?

Tornò a mangiare quello che aveva messo nel piatto quasi per reazione incondizionata, e maledizione a lui aveva finito con prendere i fagiolini... e lui odiava i fagiolini!

Scansò il piatto con un gesto spiccio. Non aveva nessuna intenzione di mangiare fagiolini, anzi, solo la loro vista gli aveva tolto l'appetito.

-Che hai Dra?- gli chiese Pansy.

Draco non rispondeva mentre uno strano senso di nervosismo gli percorreva lo stomaco. All'insistenza della ragazza però esplose. -Niente Pansy niente! Ma come si fa a servire questa roba me lo spieghi? Che schifo...-

-Dai Dra poteva capitarci di peggio...-

-Ah si?- chiese inacidito all'amico al suo fianco. -Be io mi rifiuto, anzi, me ne vado!-

Così dicendo si alzò e lasciò la Sala Grande lasciando i più interdetti. Blaise e Theodore si guardarono per poi prendere a ridere a perdifiato. Avevano assistito anche loro a quella scena che ai loro occhi era stata pietosa, e anche se avevano resistito davanti a Draco, adesso che se n'era andato, non avevano più motivo di trattenersi.

-Ci penso io a lui.- affermò Pansy civettuola ignara di tutto correndo via per inseguirlo.

 

 

Intanto Draco camminava lungo un corridoio deserto nella penombra.

Voleva stare solo.

Continuava a chiedersi cosa diamine gli era preso poco prima. Non era certo la prima volta che gli elfi domestici servivano qualcosa che ai suoi occhi era disgustoso, ma non ci voleva certo molta fatica a cambiar piatto e pietanza.

Si passò una mano tra i capelli pensando a cosa stessero dicendo gli altri su di lui in quel momento. Molti di loro probabilmente lo credevano matto da legare, mentre Blaise e Theo ridevano di lui. Ci avrebbe messo la mano sul fuoco.

-Draco!- quella voce famigliare lo fece voltare. -Aspetta...- una Pansy tutta trafelata gli si avvicinava a gran passo.

-Che vuoi Pansy?- le chiese distrattamente. Non aveva voglia di sentire la sua voce se doveva essere sincero, la trovava troppo squillante in quel momento per essere sopportata.

Lei però ignorò la sua acidità, come faceva sempre del resto, e in men che non si dica se la ritrovò letteralmente addosso. -Ma che fai?- le chiese quasi istintivamente mentre le afferrava me mani che gli circondavano il collo nel tentativo di allontanarla da se.

-Stai buono su...-

-Pansy stiamo in un corridoio pubblico... potrebbe passare chiunque...- le fece notare guardandosi intorno.

-Oh come sei noioso... sono tutti a cena e ce ne metteranno di tempo...- gli rispose abbassando il tono di voce. -Abbiamo tutto il tempo di cui abbiamo bisogno...-

Si avvicinò al suo collo prendendo a baciarlo e a leccarlo piano. Draco doveva ammettere che non gli dispiaceva affatto tutta quella situazione. Pansy sapeva sempre come fare per distrarlo, e poi l'idea di essere beccati in flagrante era piuttosto eccitante.

-Dai Pansy su smettila, finiremo nei guai.- tentò ancora di dissuaderla, ma la ragazza aveva già insinuato le sue mani sotto la camicia accarezzandogli la schiena e il petto.

A Draco non dispiaceva affatto, si lasciò convincere mentre senza pensare aveva già stretto le natiche della ragazza spingendola con poca grazia contro la parete.

La baciò con trasporto mentre lei prendeva ad ansimare più forte.

-Ma che fai ci vuoi far scoprire?- le chiese ridendo. -Sta un po' zitta vuoi...-

Lei prese a ridacchiare mentre continuava a tormentarlo con i suoi baci.

Draco aprì gli occhi e la guardò senza però fermarla o ostacolarla in quello che faceva. Solo che qualcosa non andava, qualcosa non era giusto...

-Voltati.- le disse afferrandola malamente e costringendola a voltargli le spalle. Da quella prospettiva andava già molto meglio mentre la sua mente prendeva a modificare la realtà sostituendola con quello che maggiormente voleva in quel momento.

E i capelli di Pansy si tinsero di rame puro e la sua voce non era più squillante e fastidiosa come poco prima.

Sorrise, adesso andava decisamente meglio.

Lei rise mentre faceva come le era stato chiesto. Si voltò e si sfilò le mutandine sollevando la gonna della divisa.

Draco sentiva ormai l'eccitazione crescere e premere forte nei pantaloni mentre lei sorrideva furba agitando il sedere per provocarlo.

-Prendimi dai...- lo incitò, e per lui fu troppo.

L'afferrò con poca grazia e la penetrò così nel bel mezzo del corridoio correndo il rischio di essere visti da qualcuno.

E infatti pochi istanti dopo essere entrato in lei udí dei passi.

Pansy presa com'era non s'era accorta di niente, dovette tapparle la bocca con una mano per evitare che continuasse a miagolare come una gatta in calore.

L'incantesimo ormai era rotto. -Rivestiti subito Pansy e vattene, arriva qualcuno.- le disse uscendo da lei in fretta ricomponendosi nella divisa quanto più in fretta possibile.

Lei fece ancora come le era stato detto mentre anche lui si chiudeva la lampo dei pantaloni.

La vide allontanarsi mentre lui decise di restare dov'era cercando di riprendere fiato.

Quando i passi si fecero più vicini si voltò per vedere chi gli avesse interrotto il divertimento.

Quasi s'affogò con la sua stessa saliva nel riconoscere nella figura che aveva difronte proprio Ginny.

Per una frazione di attimi, solo perché era rimasto lucido a sufficienza da rimanere vigile, lei non li aveva visti all'opera. Se malauguratamente fosse arrivata qualche istante più tardi non sapeva se avrebbe avuto la forza di fermarsi.

-Ciao.- la sentì dire mentre si avvicinava a lui.

-Ciao.- le rispose con voce ancora un po' roca.

-Ti ho visto che ti allontanavi e allora ho pensato che qualcosa non andava e così... eccomi qui.-

Draco si limitò a fissarla. Se doveva essere sincero non era arrabbiato con lei per averli interrotti sul più bello. Doveva invece ammettere che in parte ne era quasi sollevato. Si diede mentalmente dello stupido, avrebbe dovuto immaginare che lei lo avrebbero di sicuro raggiunto...

Lei era lì che gli sorrideva ignara di tutto, ignara dell'erezione che ancora nei pantaloni non lo aveva abbandonato, o che per meglio dire nel vedere lei era ripresa come poco prima. Ignara del fatto che lei ne fosse la causa. Del tutto ignara dell'effetto che gli faceva in quel momento.

Ma forse anche lui era ignaro di qualcosa.

Sorrise.

Ma perché no, tanto ormai non poteva far altro che ammettere che poco prima aveva chiesto a Pansy di voltarsi in modo da potersi immaginare il suo viso anziché quello della ragazza.

Aveva immaginato di possedere una chioma fulva e lunga e quel corpicino minuto e esile.

Avrebbe voluto avere lei lì in quel momento e non Pansy. Ma si rendeva benissimo conto di non poter soddisfare i suoi desideri, così anche l'altra andava bene per quella volta. Almeno così l'aveva pensata.

Forse però, non sarebbe stato comunque sufficiente.

-I fagiolini.- disse notando il suo crescente imbarazzo. -Odio i fagiolini.-

Ginny rimase di stucco, o almeno questo era quello che il suo viso dava a vedere. Poi sorrise. -I fagiolini?- gli chiese prendendo a ridere. -Te ne sei andato solo perché erano capitati i fagiolini nel tuo piatto?- era sbalordita, ma si vedeva chiaramente che gli aveva creduto. E rideva di gusto mentre lo ridicolizzava per una cosa a suo parere tanto infantile e sciocca.

E mentre lei lo canzonava a dovere prendendolo in giro a perdifiato, lui non poteva far altro che sorriderle mentre di tanto in tanto le dava spago.

Era buffa, e alle volte ingenua, e la cosa più bella di lei era che voleva fare la donna di mondo, quella che non ha paura di nulla e che affronta tutto come se vi fosse già passata, quando in realtà non riusciva neanche a rendersi conto di quanto lo eccitasse in quello stesso momento.

-Pensa per te Weasley piuttosto.-

-E perché mai io che avrei fatto milord?- gli chiese appoggiando entrambe le mani sui fianchi gonfiando il petto.

E Draco non riuscì a non appoggiare gli occhi sul suo seno che in quella posizione era esasperatamente troppo invitante. Si schiarì la voce distogliendo lo sguardo da quella visione allettante. -Ho notato un riavvicinamento tra te e Potter... i miei complimenti.- il sarcasmo pungente che aveva usato le sgonfiò l'umore e con quello anche la sua posizione tornò normale, per sua fortuna.

-Ma che dici?-

-Non fingere non ce n'è bisogno cara. Ci vedo benissimo.-

Lei parve guardarlo in modo strano. Sbatteva le palpebre più del dovuto mentre si torturava le labbra. E lui che improvvisamente prendeva a trovare tutto quello che faceva estremamente eccitante...

-Tra me e Harry non c'è niente.- affermò improvvisamente seria. -Puoi togliertelo dalla testa.- quello pareva un avvertimento più che un consiglio. -Ho la testa da un'altra parete in questo momento per concentrarmi su di lui.-

Draco si ritrovò a cercare di decifrare quelle parole lasciate a me tra lo speranzoso e il ragionevole.

Qualcosa in lui lo stava spingendo ad approfondire quella frase e magari ad approfittare della situazione.

Sarebbe stato facile in quel momento intendere che il suo interesse non era rivolto a Potter perché era rivolto a lui. E con una sola falcata avrebbe potuto benissimo annientare la distanza che c'era tra loro e prendere quelle labbra che lei non aveva smesso per un solo istante di umettare con la lingua.

Per Merlino, non si rendeva minimamente conto di quanto quello che facesse fosse provocatorio per lui, e la cosa la rendeva ancora più eccitante ai suoi occhi, ma... in fine la vide voltarsi e prendere la sua strada.

Aveva preso troppo tempo, aveva perso l'occasione.

Quello che aveva capito da quella situazione era che Ginny faceva sul serio. A suo parere era cotta di lui e probabilmente aspettava solo una sua mossa. Adesso toccava a lui prendere una decisione.

E soprattutto, sapeva che doveva trovarsi un bagno alla svelta visto che il solo pensiero di lei gli provocava fitte dolorose al bassoventre.

Come avrebbe fatto a resistere a quel modo?

 

 

Ginny era stata colta decisamente alla sprovvista con quella reazione che aveva appena visto in Draco.

Avrebbe giurato che quello che aveva appena visto fosse gelosia.

Aveva notato il suo sguardo perennemente addosso per tutta la cena e poi appena Harry si era avvicinato, ecco che Draco si alzava e si precipitava fuori dalla Sala Grande.

Non aveva resistito alla tentazione di rincorrerlo, a maggior ragione non essendo più certa della sua innocenza. Per quello che ne sapeva poteva benissimo essere semplicemente andato via approfittando dell'assenza degli studenti e dei professori dai corridoi.

Infondo la cena era il momento migliore per agire di nascosto, certo che nessuno lo vedesse.

Ma non aveva ancora fatto i conti con lei.

Eppure c'era qualcosa che non andava affatto. Non era certa che quella volta la sua uscita di scena fosse stata intenzionale, ma forse provocata.

Lo aveva ritrovato solo come un dannato a contemplare il cielo fuori dalla finestra, assorto in chi sa quali pensieri. E poi quel riferimento a Harry.

I fagiolini...

A chi voleva darla a bere!

A dire il vero ci era cascata, almeno fino a quando non aveva tirato in ballo il suo acerrimo nemico di sempre. A quel punto qualcosa non quadrava e certamente Harry doveva centrare qualcosa.

Facendo due più due, l'unica opzione era proprio la sua fuga per gelosia.

Sorrise pensando ad un Draco Malfoy geloso di lei. A quanto pareva la sua vicinanza a lui stava dando i suoi frutti. Continuando di quel passo lo avrebbe sedotto in breve tempo.

Quella era ormai la sua unica speranza di conoscere la verità. L'unico modo per quanto crudele, di sapere cosa passasse nella vita di quel ragazzo tanto tenebroso quanto... buffo.

Lo aveva notato da qualche tempo ormai quanto Draco si fosse aperto con lei. Si ritrovava a fare battute divertenti e a farla ridere il più delle volte. Anche quando la minacciava di morte nei momenti di studio quando la sua “dannata piuma” faceva rumore, anche lì lo trovava ormai buffo.

Forse erano solo delle fantasie, ma in realtà non poteva negare che di recente trovava la vicinanza del ragazzo molto meno sgradevole.

Entrò in Sala Comune e trovò il trio allegramente seduto attorno alle fiamme del camino acceso.

Si sedette senza dire una parola accanto a Hermione.

-Perché mi hai scansato oggi a cena?- le chiese Harry a bruciapelo.

Doveva ammettere che al contrario, i modi di Harry iniziavano decisamente a darle sui nervi. -Perché ti ho già detto che non ho nessuna intenzione di dar corda al tuo piano idiota Harry.- ne aveva abbastanza.

-Modera i termini signorina.- l'ammonì il fratello.

-Non rompere Ron.-

-Ehi! Ma come ti permetti... vorrei tanto capire che ti prende di recente.- Ron si sistemò meglio nella poltrona decisamente incupito e offeso.

-E' la vicinanza di quel tipo losco a farla diventare così... ragione in più per interrompere questa scommessa inutile.-

-E smettila Harry, stai diventando monotono. E poi per la scommessa non devi più preoccuparti... ormai la cosa non riguarda più te.-

-Che vuoi dire?-

-Che scoprirò cosa Draco trami, a patto che trami qualcosa, e lo farò per me e non per te.-

Harry si sedette più comodamente. -Quindi ti interessa proprio tanto quel ragazzo Gin.-

Ginny si ritrovò svantaggiata da quello che l'amico aveva appena detto. Era letteralmente un colpo basso, non se lo aspettava di certo da lui, ma ormai erano in ballo e dovevano ballare.

Aveva paura di arrossire. Se fosse arrossita gli altri avrebbero potuto anche pensare che Harry aveva ragione, e non voleva assolutamente che questo accadesse.

Serrò per bene la mascella preparandosi ad un altro scontro con il moro che le sedeva difronte. -Lo conosco molto meglio di te, e questo è certo. Ci passo così tanto tempo insieme che se dovesse essere come dici tu ci rimarrei male, questo lo ammetto.- Harry inarcò un sopracciglio con quel ghigno divertito stampato in faccia mentre Ron raddrizzava le antennine da super eroe pronto a correre in suo soccorso. Ma lei non voleva affatto essere salvata quella volta. -Ma proprio per questo non posso sopportare che tu lo attacchi senza prove. Ti giuro che scoprirò la verità, ma fino ad allora, sei pregato di smetterla.-

-Oh si Ginny, tranquilla... tanto ha già cercato di uccidere tuo fratello, cos'altro vuoi che possa succedere?-

Quel sarcasmo era decisamente riuscito a farle perdere la calma. -Eh no eh! Harry Potter questo è un colpo basso!- si levò in piedi incapace ormai di star ferma. -Non puoi usare questi ricattini psicologici contro di me!-

-Calma Ginny non urlare o si gireranno tutti.- Hermione tentò di salvare il salvabile, ma dandosi un'occhiata intorno notò che ormai tutti gli occhi erano su di loro.

-Posso eccome visto che è la realtà. Quello non è il ragazzo per te Gin, e tu lo sai benissimo.-

-Oh questo si che è il colmo... chi mi viene a fare la predica adesso.- Ginny allargò le bracci in un gesto esasperato.

Non riusciva più a ragionare chiaramente ed era certa che tutto quello che avrebbe detto in quel momento sarebbe stato usato contro di lei. Preferì tacere e lasciò la sala chiudendosi in dormitorio.

Una volta sul letto si sedette incrociando le gambe.

Come osava?

Udì bussare alla porta e sussultò irritata.

Per una frazione di secondo l'idea che fosse Harry le aveva attraversato la mente, ma di certo quel prepotente non avrebbe bussato affatto, piuttosto sarebbe entrato sfondando la porta.

-Posso?- domandò invece la vocina dolce di Hermione.

Annuì con il capo anche se non aveva molta voglia di chiacchierare.

Hermione le si sedette difronte accomodandosi sul letto con molta cautela. Prese una bella boccata d'aria prima di parlare, ponderando bene le parole da usare con una Ginny decisamente fuori di sé.

-Ginny...-

-Lo so...- la interruppe. -Lo so! So che non si arrenderanno finché non mi sarò tolta dalla mente l'idea di difendere Malfoy.-

-Si, e poi...-

-E poi so benissimo che la cosa non è normale, che io non dovrei correre dietro a Draco come fosse realmente un mio amico...-

-Già... e vedi che...-

-Non mi daranno pace. So benissimo che quei due si intestardiranno con la storia del falso fidanzamento.-

Hermione che era seduta lì a quel punto non sapeva se tentare ancora di parlare o se lasciare che fosse lei a farlo per entrambe. Ma pareva essersi calmata, forse aveva finito, così decise che era il momento di dire la sua. -Ginny, io credo che...-

-Ma Herm io non posso...- Hermione rinunciò sedendosi più comodamente rassegnata a non avere la possibilità di dir nulla. -Per me lui “ è ” mio amico Herm, ormai lo conosco così bene da poter affermare che la sua compagnia non mi dispiace e che quando vuole è un bravo ragazzo. Mi dispiace per lui, e rimarrei sinceramente male sapendo che è davvero un mangiamorte. Non riesco neanche a pensarci..- si mise le mani nei capelli. -questa cosa non mi da pace. E poi ci si mettono anche quei due con quella storia ridicola di io che dovrei fidanzarmi con Harry.- in tutto questo si era alzata, ma poi aveva finito con il gettarsi ancora sul letto apparentemente distrutta. -Non so che fare. Non voglio rinunciare finché non ci avrò visto chiaro con i miei occhi.- Hermione sospirò. -E quei due possono lasciar perdere perché io non mi arrendo di certo ai loro desideri.- concluse soddisfatta anche se un tantino abbattuta. Si voltò sorridendo all'amica. -Sai Herm ti devo ringraziare...-

-A me?- chiese l'altra come cascando in quel momento dalle nuvole. Cosa aveva ma fatto lei per ricevere un ringraziamento quella volta.

-I tuoi consigli sono sempre meravigliosi.-

Il sorriso di Ginny era decisamente sincero, e quelle parole pareva davvero sentite nel profondo. -Non c'è di che.- Hermione non si sentiva di deludere le sue aspettative anche se sinceramente si sentiva un attimino presa in giro. Non solo non le aveva dato dei consigli, ma non era neanche riuscita a parlale!

-Adesso devi solo augurarmi buona fortuna.-

-Per cosa?-

Ginny fissò il baldacchino. -Perché l'unico modo di vedere il tatuaggio è quello di riuscire a sedurlo.-

-Stai scherzando spero!- si scandalizzò Hermione.

-Zitta Herm vuoi che ci sentano tutti?- l'azzittì avvicinandosi a lei portando un dito davanti alla bocca.

-Ma Gin ragiona, come fai tu a sedurlo se non hai nessuna esperienza in merito?-

Ginny ci aveva già pensato senza arrivare ad una risposta concreta, tendendo piuttosto a rimandare l'argomento. -Mi inventerò qualcosa sul momento.-

-Ginny, tu non sei mai andata oltre i preliminari, e per sedurre Draco Malfoy ci vorrà ben più che dei semplici preliminari!-

Ginny sobbalzò. -Lo so ci avevo già pensato.- ammise arrossendo un po'.

-E allora cosa farai nel caso in cui togliendosi la camicia non trovassi il marchio? Dovrai spingerti fino in fondo... e con Draco Malfoy per giunta!-

-Lo so Herm ma io cerco di non pensarci più di tanto o...-

-E se invece avesse il marchio?- Ginny avvertì il sangue nelle vene raggelarsi a questa opzione. -Se lo avesse e tu lo vedessi, cosa faresti a quel punto?-

-Non lo so...- ammise lei piano abbassando gli occhi.

-Continueresti comunque sperando che lui non se ne rammenti, o gli faresti notare che lo hai viso rischiano a quel punto che ti faccia fuori?!-

Questa era una possibilità a cui non aveva prestato molta attenzione. Aveva preferito non pensare al dopo rimanendo piuttosto concentrata sul presente, sull'atto, sul come.

Ma Hermione aveva ragione.

Cosa avrebbe fatto in quel caso?

Se lui in quel momento si fosse dimenticato del tatuaggio, lei avrebbe dovuto continuare comunque facendo finta di nulla, ma essendo cosciente di fare l'amore per la prima volta in vita sua con un assassino.

O poteva benissimo fargli notare che aveva capito chi era. Poteva rendere evidente il suo essere stato smascherato, rischiando un Avada Kedavra un attimo dopo.

Portò le mani al viso.

Era tutto così complicato...

-Ginny...- la richiamò Hermione, questa volta il viso le parve raddolcito. -Dimmi un po', ma a te, non è che per caso... Draco piace?- la vide ridacchiare senza innervosirsi al pensiero che lei potesse risponderle positivamente a quella domanda.

Ma non era così. -Ma che dici sei impazzita forse?-

-Ma dai Gin!- rise Hermione. -Non ti sei neanche posta il problema di finire a letto con lui, hai dato la cosa così tanto per scontato... hai anche detto che non ci hai pianificato su. Pare quasi tu ti fidi di lui fino al punto di lasciargli carta bianca.-

Non ci aveva riflettuto su se doveva essere sincera. -Ormai non lo considero più come prima questo è vero, ma da lì a dire che mi piaccia... è troppo non credi?-

Hermione ormai rideva di lei e di tutta quella situazione.

Certo non c'era molto da ridere, piuttosto da piangere, ma alla fine dei contini non poteva farci molto, la scelta finale spettava sempre a Ginny. Tanto valeva esserci per lei nel momento in cui fosse tornata indietro con il cuore spezzato. Tanto sapeva che sarebbe finita così.

-Dormiamo adesso vuoi?- le chiese e Ginny annuì sorridendo ancora. Hermione s'infilò sotto le coperte con lei. -Stanotte dormo qua con te, giusto in caso quei due decidessero di importunarti ancora.-

Spensero le candele mentre Ginny si rendeva conto di non essere del tutto sola in questa esperienza devastante che la stava pian piano portando alla pazzia.

 

 

Ciaoooo a tuuuuttiiiii!!!!! XD

rieccomi con un altro capitolo di questa che era nata come una storiella breve ma che mi sa proprio stia diventando una storia piuttosto lunga...

Le idee sono ancora tante nella mia testolina malata XD

Sono felicissima di aver sentito voci nuove e come sempre sono strafelice di sentire le mie solite ragazze!!! Siete meravigliosi quando vi prendete del tempo solo per farmi sapere cosa ne pensate dei miei capitoli... e almeno così so che la storia vi sta piacendo :')

Grazie di cuore a tutti voi che siete arrivati fin qui, spero di portarvi avanti fino alla fine!!! UN BACIONE A TUTTI!!!!!

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Capitolo 14
*** il momento ***


Capitolo 14

 

 

Quella mattina a colazione Pansy non aveva fatto che fissarlo con quella sua aria superba, un misto di rimprovero e sgomento.

Aveva ragione lei ad ogni modo. Come darle torto?

Dopo quell'interruzione improvvisa nel corridoio la ragazza aveva pensato bene quella sera di intrufolarsi nel suo letto per riprendere da dove avevano lasciato, ma...

Ebbene sì, l'aveva cacciata.

Beh in effetti il termine “cacciare” non era proprio adeguato. In qualche modo si riteneva un gentiluomo, quindi aveva semplicemente preferito dirle che non era il caso di continuare e che era troppo stanco. Preferiva dormire insomma.

Ricordava benissimo la sua espressione nel momento in cui seduta a cavalcioni su di lui si era effettivamente resa conto che per quella sera non avrebbero concluso.

Era sbalordita.

Lo lasciò lì senza aggiungere una parola, probabilmente offesa.

Eppure Draco non aveva avuto quell'intenzione, niente affatto, semplicemente non ne aveva più voglia.

A dire il vero si era ritrovato a domandarsi se ne avesse mai avuta. Infondo aveva voluto che si voltasse proprio per evitare di guardarla in viso e rendersi conto che quella che aveva davanti non era la persona che invece avrebbe voluto lì in quel momento.

Doveva essersi decisamente rammollito per aver avuto il coraggio di mandar via una ragazza vogliosa e pronta a darsi a lui in qualunque momento... e in qualunque modo.

Ancora ci pensava e la cosa, doveva ammettere, gli dava il tormento.

Come diamine aveva fatto quella piccola piattola della Weasley a passare da piccolo scricciolo insignificante ad occupante di tutti i suoi desideri più nascosti.

Doveva ammettere che anche quella notte aveva fatto sogni strani, e lei ne era stata la protagonista. E più la guardava più avrebbe voluto averla.

L'unico problema dunque restava il fatto che la ragazza non avrebbe mai e poi mai accettato di andare a letto con lui per puro sfogo ormonale, e per fare questo avrebbe dovuto invece fare di lei la sua ragazza.

La cosa era decisamente ridicola, e purtroppo la sua brama di lei doveva restare silenziosa e nascosta.

Alzò lo sguardo incrociando gli occhi di Pansy che lo squadravano severi.

Per un attimo ebbe un sussulto, quasi colto in flagrante, come se in qualche modo lei potesse udire i suoi pensieri per poi usarli contro di lui.

L'ultima cosa al mondo che gli serviva in effetti in quel momento era proprio che qualcuno come Pansy scoprisse questa sua nuova “passione” per la Weasley.

Se doveva essere sincero, la cosa faceva un po' senso anche a lui.

Pansy si alzò e senza dire una sola parola lasciò la sala inferocita.

-Che le hai fatto Dra?- ridacchiò Theo.

-Proprio niente...- gli fece notare il biondo.

-Ma è proprio quello il problema Theo...- s'intromise Blaise affiancando l'amico sulla panchina. E sussurrando in modo da non essere udito poi aggiunse: -Le ha servito un due di picche.-

Theo pareva cascare dalle nuvole. -Cosa?-

-E' andata in bianco.- tagliò corto il moro.

-Ma finiscila dai Ble...- tentò di stroncare il discorso Draco, fallendo miseramente nel momento in cui i due continuarono a parlare incuranti di lui.

-Poteva dirmelo... io ero solo stanotte, l'avrei gradita un po' di compagnia.- i ragazzi risero di lei che con il suo comportamento non faceva altro che dare ai ragazzi modo di parlare.

-Bene, bene... ad ogni modo Dra, puoi spiegarci questo improvviso rifiuto?- continuò Theo curioso.

-Già, non hai mai mandato via Pansy prima... è forse cambiato qualcosa?-

I ragazzi erano insistenti e soprattutto molto invadenti... tipico, pensò Draco. -Voi due siete peggio di due arpie impiccione e pettegole. Non è successo niente che dovreste sapere.- il suo sguardo si posò involontariamente sul tavolo in fondo, quello vicino al muro, quello dei grifondoro...

-Si, certo. E scommetto che una certa fanciulla dai capelli ramati non centra proprio nulla con la faccenda.- Blaise aveva quel tono di voce strascicato e sarcastico che misto alla sua naturale calma avrebbe fatto girare le scatole a chiunque. Theo ne era consapevole e non riuscì a trattenere una risatina.

-Smettetela.- fu la sua debole difesa. Nel mentre anche Ginny sentendosi osservata aveva voltato lo sguardo e in quel momento i suoi occhioni scuri e gonfi di sonno s'incrociarono con i suoi. Un debole sorriso le comparve sul viso mentre era visibilmente indecisa se abbassare o distogliere lo sguardo o continuare a tenerlo fisso su di lui che invece era impassibile. Ma nel vederla, nonostante la confusione, forse solo per riflesso incondizionato, anche le labbra del ragazzo si atteggiarono ad un debolissimo sorriso, così tanto accennato che probabilmente lei non se ne accorse neppure.

-Be, comunque quello che ho detto è ancora valido.- Draco parve ritornare attento a quello che l'amico aveva preso a dire. -Se non la vuoi tu, ci penso molto volentieri io a lei.- Blaise si versò una tazza di caffè con noncuranza mentre a Draco salivano i nervi.

Come osava? Cosa di tutto il discorso che gli aveva fatto non era stato ben chiaro? -Ti ho già detto che non devi avvicinarti a lei. La scuola è piena di ragazze, cercatene un'altra.- ringhiò.

I ragazzi risero.

-Ma guardati Dra, rosso per l'agitazione... finalmente abbiamo trovato qualcosa in grado di darti un po' di colorito.- ci scherzò su Theo.

-Se ti piace basta dirlo... e io non la importunerò.-

Draco era infastidito da tanta insistenza. Stava bene prima che loro due iniziassero ad immischiarsi nelle sue cose. Tutto filava liscio, ogni cosa andava per il meglio, e poi quei due avevano iniziato a dire stupidaggini e ormai la sua mente non poteva che essere puro caos.

Li detestava in quel momento.

Puntò l'indice contro Blaise alzandosi in piedi, ma non riuscì a spiccicare parola. Non sapeva che dire, come giustificarsi o che scusa usare contro quelle accuse.

Alla fine si voltò e andò via senza dir nulla mentre alle sue spalle sentiva le risa divertite di quelle due serpi velenose.





Era tutto il giorno che cercava il suo sguardo senza però riuscirvi. Era come se lui tentasse di sfuggirle in qualche modo, come se fosse acqua nelle mani, destinato inesorabilmente a ad essere disperso, a non essere mai catturato.

Ma era di Draco Malfoy che si parlava, lui era così, era come se vi fossero due persone intrappolate in quel corpo.

Da una parte sapeva, era certa, dei passi avanti che avevano fatto, ma dall'altra ogni volta che parevano avvicinarsi ecco che lui si allontanava ancora.

Proprio come in quel momento.

Era nel corridoio e lui le era passato davanti insieme ai suoi due amici. Blaise e Theo l'avevano salutata e Blaise le aveva anche accennato ad un complimento al suo fermaglio, mentre lei si era limitata a salutare e ringraziare anche se con riluttanza. Ma lui...

Draco si era limitato a superarla così come fosse solo una parte dell'arredamento, come se non si conoscessero affatto.

Per un attimo aveva dato la colpa al volersi nascondere dai suoi amici, magari era semplice orgoglio o pura vergogna. Ma se l'avevano salutata loro allora perché lui aveva tanta ritrosia nei suoi confronti.

Non lo trovava giusto.

Lo vide allontanarsi lentamente non potendo far altro che guardare la sua schiena. Quella postura e quel modo di camminare che ormai avrebbe riconosciuto tra mille. Quella compostezza che non poteva che appartenere a lui.

E guardandolo mentre si allontanava si ritrovò a pensare a come sarebbe stato ritrovarsi stretta tra le sue braccia, sentire l'odore della sua pelle così vicina alla sua, baciare quelle labbra sottili perennemente atteggiate in un sorriso di strafottenza.

Come sarebbe stato ritrovarsi così vicina a lui?

Avvertì le guance bollenti e capì che stava arrossendo.

Se ne vergogno, non le capitava spesso di formulare certi pensieri.

Ma a dire il vero doveva ammettere a se stessa che era arrivata al punto di non sapere più quanto senso potesse avere una situazione del genere.

Hermione aveva ragione quando diceva che doveva pensare bene a quello che stava facendo. Una volta deciso di attuare il suo piano non poteva più tornare indietro.

Era davvero disposta a sacrificare qualcosa di così importante solo per sapere se Draco era o meno un mangiamorte?

Eppure, le sembrava sul serio l'unico mezzo.

Cos'altro avrebbe dovuto fare infondo, andare da lui e chiederglielo in modo diretto? E lui cosa le avrebbe dovuto rispondere?

Sarebbe stato davvero idiota da parte sua.

E così si era ritrovata a dover tirare le somme. E tutti i risultati erano a favore del suo piano.







Quella sera Ginny non andò in biblioteca, decise a non presentarsi al loro solito luogo d'appuntamento.

Certo, non era proprio una cosa esplicita, ma lei sapeva bene che anche per lui era così ormai. L'aspettava ne era certa, ma quella sera avrebbe aspettato invano perché lei non si sarebbe presentata per nulla al modo.

Sì, voleva progredire con il suo piano, ma quel poco di amor proprio che le rimaneva era comunque stato ferito da quell'atteggiamento scostante e dal suo ignorarla. Ormai erano giorni che aveva preso a far finta che non esistesse, e allora per quella sera sarebbe stato lui a non esistere per lei.

Si affacciò.

Dalla torre di astronomia si godeva di una vista sensazionale. Faceva freddo quella sera, doveva ammettere che stava rabbrividendo, ma ne valeva la pena considerando che quella pace riusciva a calmarle i nervi.

Ma, purtroppo, non riusciva a scacciare la sua presenza dalla testa...

-Perché sei qui?-

Ed ecco che infatti la mente le giocava brutti scherzi facendole addirittura sentire il suono della sua voce...

-Parlo con te...-

Ancora?

Ma questa volta le era parsa più vicina e più... viva.

-Bene dunque hai preso ad ignorarmi adesso?-

Che diamine!

Sobbalzò. Doveva ammettere che non si aspettava proprio di trovarselo alle spalle. Si voltò incrociando il suo sguardo, ma rimanendo ancora un po' frastornata dal trovarselo davanti.

Si rese conto che quel mutismo era innaturale, così facendosi forza decise di rispondergli a tono.

-Perché dove dovrei essere?- tentò di essere sufficientemente stizzita.

Lui fece spallucce con molta indifferenza avvicinandosi a lei a passi moderati e calcolati. Pareva pensare. Forse come suo solito cercava le parole giuste per non compromettersi troppo.

Ginny sorrise di quell'atteggiamento, ormai lo conosceva fin troppo bene.

-Di solito passi dalla biblioteca. Avevo addirittura creduto di ritrovarmi a dover assistere ad un'altra scena pietosa come quella dell'altra sera.-

Draco si riferiva a quella volta sul ponte. -No tranquillo.- Ginny odiava l'idea di sentirselo rinfacciare, ma che razza di atteggiamento era mai quello? Quel giorno aveva fatto finta di nulla solo per tirarlo fuori al momento opportuno? Ma che razza di idiota... -Non sono obbligata a presentarmi in biblioteca, e oggi non ne avevo nessuna voglia. E poi...- fece notare lei con un sorrisetto tirato in viso. -non eri certo tenuto a seguirmi fin qui.-

Lui parve irrigidirsi, come colto in flagrante. Ginny era davvero curiosa di sapere cosa avrebbe detto per discolparsi.

-Cos'è quest'atteggiamento che vedo signorina? Sei più arrogante del solito...-

Tipico, pensò lei, non aveva nessuna intenzione di prendere il discorso di petto. -Assolutamente Malfoy, io sono sempre la stessa... sei tu quello che ama tanto le ambiguità.-

Lui si fece più vicino affiancandola alla ringhiera. -Quali ambiguità?- chiese sollevando un sopracciglio.

-Oh si certo, mi passi davanti e neanche mi guardi in faccia, mi eviti e cerchi in tutti i modi possibili di tenermi lontana... neanche avessi la peste.- lei distolse lo sguardo puntandolo fuori sulla linea immaginaria dell'orizzonte, che ormai per l'oscurità non era più visibile ad occhio umano. -E poi mi sento dire che sono io quella che ignora te...-

Lo ammetteva, in quel momento aveva sentito sue tutte le parole che gli aveva detto. Quello era sul serio un rimprovero.

Lui sorrise. -Perché la cosa ti dovrebbe dar fastidio?-

Senza rendersene conto ad ogni modo gli aveva girato il coltello dal lato del manico.

-Non mi sembra coerenza.- si giustificò.

-E perché mai? Non mi pare che io mi sia mai comportato diversamente con te.- annunciò lui con quel suo fare arrogante.

E questa era anche l'ultima goccia.

Si voltò a guardarlo come una furia. Aveva sul serio un nervoso addosso pari al punto di riuscire ad incenerirlo solo guardandolo.

-Draco Malfoy!- gli urlò contro.

-Si?- le rispose senza il benché minimo accenno a scomporsi.

-Lo sai benissimo che di recente le cose tra di noi sono cambiate. Devi ammetterlo anche tu che c'è qualcosa di diverso!-

-Non mi pare, no.- rispose, indisponente.

Quel suo atteggiamento non faceva altro che gettar legna al fuoco.

-Ah no? Be a me invece pare proprio di si... mi pare che ormai qualcosa di diverso ci sia...-

Draco si fece più vicino. -Ma dai...-

-Ormai c'è un certo livello si conoscenza... di confidenza...- le tremava la voce. Draco si era fatto così vicino che, anche se buio, riusciva a vedere le sue iridi brillare illuminate dalla luna che ormai aveva preso il posto del sole tramontato.

-Confidenza?- le chiese con quella voce bassa e roca che non gli apparteneva, con quel fare sinuoso che pareva volerle spegnere i sensi.

E per Merlino per un attimo ci era anche riuscito.

-Si...- gli aveva risposto riprendendosi poi da quel torpore. -Ammettilo Draco, ammettilo che le cose sono cambiate!-

-E tu ammetti che mi vuoi.-

Ginny rimase spiazzata da quella frase.

Era stata proprio pronunciata? Lui le stava davvero chiedendo per la prima volta in tutto quel tempo se la faccenda del suo ipotetico innamoramento fosse vero?

-Io...- balbettò incerta nel momento in cui si rese conto che la situazione era ormai degenerata. Quello poteva essere il momento giusto, il momento che avrebbe messo fine a tutti i suoi dubbi, a quei tormenti che ormai la seguivano perfino di notte mentre dormiva. -Io...- ma era pronta? Tutto succedeva così in fretta che non sapeva se si sentisse pronta o meno per un passo così importante.

-Weasley, dimmi che mi vuoi...- le ripeté lui spingendola a retrocedere di un passo mentre lui si avvicinava. -Dimmelo...- arrivata con la schiena contro il murò capì che non aveva più modo di scappare, il momento era giunto, ed era quello. Non le restava che dargli la sua risposta.

Stava per aprire bocca quando avvertì la sua mano sul fianco, poi l'altra. La stava premendo contro la parete mentre con le mani l'accarezzava.

Quello sguardo puntato nei suoi occhi le fece inaridire la gola. Ma gli doveva quella risposta.

-Draco, io...- che faticava però a venir fuori.

Lui si avvicinò appoggiando la sua fronte alla sua. Lo vide chiudere gli occhi inspirando profondamente. Era affannato? -Si?- le chiese in un soffio.

E dovette ammetterlo a se stessa, che era bello, bello da toglierle il respiro.

Sentendo il suo silenzio lui riaprì gli occhi, ma probabilmente leggendo in quelli di lei quella forma tacita di desiderio non riuscì a trattenersi o forse non trovò più il motivo per farlo.

In un attimo un braccio le avvolse la vita mentre l'altra mano era salita sulla nuca in modo da tenerla quanto più ferma possibile, impedendole di divincolarsi. E sì, si era deciso, e preso da un impeto incontrollabile aveva premuto le sue labbra contro quelle di lei.

Ginny dal canto suo si ritrovò schiacciata in quel abbraccio e forzata in quel bacio che sapevano quasi di violenza.

In un primo momento non rispose, troppo scioccata da quello che stava succedendo, cercando invece di liberarsi da quella forzatura. Poi però lui le lasciò un po' di spazio per respirare allentando la presa e separandosi un attimo dalle sue labbra per riprendere fiato.

In quel frangente di tempo anche Ginny si calmò smettendo di agitarsi.

Il tempo di un respiro però e lui fu ancora su quelle labbra baciandole forse con meno forza ma con più intensità, lasciandole così il modo di poter rispondere a sua volta, cosa che fece in modo talmente spontaneo da stupirsene.

Draco era lì che la baciava e lei che rispondeva ai suoi baci con altrettanto entusiasmo.

La voglia di staccarsi da lui era talmente poca che quasi non sfiorava la sua mente.

Ma poi a rompere l'incantesimo fu il realizzare che arrivata a quel punto il suo piano avrebbe dovuto avere inizio.

Avvertì le mani di lui scivolarle lungo il corpo arrivando a sfiorarle l'orlo della gonna.

In un attimo capì che Draco era ben disposto ad andare oltre.

La cosa avrebbe dovuto rallegrarla in qualche modo... ma allora perché non riusciva proprio a rilassarsi?

Il pensiero che solo pochi minuti e avrebbe saputo la verità che si nascondeva dietro il volto di Draco Malfoy in qualche modo la terrorizzava.

Arrivò ad accarezzarle le gambe sollevando la gonna. Continuò fino al gluteo che accarezzò e strinse senza farle male, anzi una parte della sua mente avrebbe voluto che si spingesse oltre.

E così fece...

Scostando le mutandine insinuò le dita al di sotto dove prese ad accarezzarla piano.

Ginny era combattuta. Non avrebbe mai pensato che essere toccata da lui non solo non gli avrebbe fatto schifo ma anzi, le avrebbe annebbiato la vista e i sensi.

Draco vedendo che le piaceva decise di spingersi oltre spingendo un dito all'interno di quella calda fessura...

Ma fu in quel momento che Ginny s'irrigidì. Fu come destata definitivamente da quel torpore.

Ormai la parte razionale del suo cervello aveva preso il sopravvento e si rendeva conto che se non fosse rimasta lì a “subire” quelle dolci torture non avrebbe mai potuto portare al termine il suo piano...

Il problema nasceva nel momento in cui non era più certa di voler continuare a quel modo.

E s'irrigidì.

Lui se ne accorse.

Fu qualcosa di così veloce che quasi Ginny non se ne rese conto.

Draco si era staccato da lei, aveva farfugliato qualcosa come “è tardi vai a dormire” e poi era sparito a sua volta lasciandola lì sola a far ordine nei suoi pensieri ormai troppo affollati.







Scusateeeeeeeeeeee l'enormeeeeeeee ritardoooooooooo!!!!!

Sto avendo problemi in questo periodo e non sono sicura di riuscire ad aggiornare in tempo.

Mi sento malissimo per questo ma prometto che appena posso vi posto il prossimo.. intanto spero vi piaccia questo...:)

un bacione a tuttiii!!!!!


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Capitolo 15
*** che succede? ***


Capitolo 15

 

 

Vorrei iniziare chiedendo a tutti umilmente scusa.
Mi rendo benissimo conto che non è così che ci si comporta con i propri lettori... Voi che dedicate a me minuti che non torneranno più e io che vi deludo non aggiornando :(
So che non è una scusante valida, ma credo davvero di essere in uno dei periodi che ricorderò come uno dei più brutti della mia vita. Non è che ho troppo da fare e quindi non posso scrivere... è proprio che non ho più la testa sul collo... credo che mi abbia abbandonata e che sia andata a farsi un giro...
Mi manca la concentrazione e l'ispirazione. Ritrovarmi davanti alla pagina bianca è una gran pena, perché nella mente si accumulano così tanti pensieri che cancellano le mie idee, la mia buona volontà va in fumo insieme alla mia tranquillità. Conseguenza vuole che la pagina rimanga bianca e che io non riesca ad aggiornarvi.
Mi dispiace davvero tantissimo, credetemi!!!
Ciò non toglie che quando mi collego e vedo vostre recensioni o messaggi la cosa mi faccia molto piacere. Per lo meno mi strappate quel sorriso sincero che altrimenti ormai non mi esce più...
Quindi vi ringrazio infinitamente di tutto!!! Spero di non avervi annoiati ma il punto era che avevo bisogno di mettervi al corrente della situazione perché non volevo pensaste che non avrei più continuato la storia...
La porterò a termine, fosse l'ultima cosa che faccio. Quello che non so dirvi è quanto ci metterò di questo passo...
Un bacione a tutti!!! Grazie ancora della vostra pazienza :)


Allora...
Premessa....
Per non causare equivoci o scandali vi annuncio fin da ora che per questo capitolo mi sono servita un un pezzo realmente esistente nel libro/film di Harry Potter. L'ho completamente stravolto però e ne ho fatto ciò che volevo (XD...) quindi capirete benissimo di che scena si tratta leggendo (e io in questo momento non ve lo svelerò per non rovinarvi la “sorpresa”) e capirete altrettanto in fretta il perché della mia premura nell'annunciarvi gli stravolgimenti fin da adesso...
Spero che questa versione alternativa vi piaccia lo stesso e spero capiate che quello che ho fatto l'ho dovuto fare al fine di continuare la storia nel miglior modo possibile...
Detto questo, vi lascio, e... buona lettura!!!



Due settimane. Erano trascorse già due settimane da quella notte che purtroppo per Ginny le era rimasta impressa nella mente, quasi marchiata a fuoco.

Dimenticare quello che era successo sarebbe stato impossibile. Ci pensava eccome.

A volte se ne vergognava molto... si vergognava di come le cose erano andate alla fine.

Non era proprio quello che aveva avuto in mente per tutto quel tempo. Aveva di certo creduto che le cose sarebbero state più facili, più semplici. Aveva pensato di riuscire a scoprire la verità senza lasciarsi minimamente coinvolgere dalla cosa.

Ma poi...

Quelle labbra calde, le sue braccia forti... il suo profumo. E tutto nella sua mente si era annebbiato di colpo.

Quando si era destata era ormai già tardi, troppo tardi, e lui stava già andando via.

E già, era andato via... e non era più tornato.

Seduta sul marmo freddo lo aveva aspettato per qualche interminabile minuto, poi aveva capito che non sarebbe più tornato indietro e aveva deciso di andar via anche lei.

Quello che però le dava più di che pensare era quella sensazione di oppressione all'altezza del petto. Sensazione che non l'aveva più abbandonata.

Ginny aveva notato qualcosa di strano in Draco in quelle ultime due settimane.

Inizialmente era stato solo più taciturno del consueto. Quando erano in biblioteca neanche la degnava di uno sguardo. Lei però testarda più che mai aveva deciso di provarci lo stesso sperando in una reazione da parte di lui...

Certo, la reazione l'aveva avuta, anche se non era proprio quello che lei aveva in mente.

Si rese conto pian piano, quasi sconfitta, che ormai nulla andava come la sua immaginazione esigeva...

Una volta aveva provato ad attaccar bottone, lui non solo non l'aveva guardata ma non le aveva rivolto la parola neanche per errore. D'un tratto lo aveva visto alzarsi quasi infastidito dalle sue chiacchiere e perdersi dietro gli enormi scaffali, quasi nascondendosi tra i suoi amati tomi.

Quella scena le era rimasta impressa nella memoria così bene che solo chiudendo gli occhi poteva riviverla.

Lei gli parlava, stranamente aveva il cuore in gola e poteva giurare di essere accaldata, ma non demorse, e poi lui che si voltava così, senza dirle una parola, senza curarsi minimamente di lei, e si allontanava.

Si era quasi offesa quella volta, era troppo, quel comportamento terribilmente infantile non era più tollerabile. Aveva deciso di parlargli, magari semplicemente per chiedergli se il suo ciarlare lo infastidisse.

Una volta raggiunto però l'aveva liquidata in fretta dicendole che aveva da fare e che doveva togliersi dai piedi.

Ginny rimase ancora un po' lì, in piedi tra quegli scaffali pieni di libri, sola, a pensare a com'era appena stata trattata... era ferita.

Quando tornò al suo posto non gli rivolse la parola.

Ricordava benissimo il suo orgoglio ripeterle che doveva essere lui a parlarle per primo, che doveva chiederle scusa per il suo comportamento e che lei non avrebbe dovuto fare la prima mossa quella volta.

In realtà quando lo vide radunare le sue cose e andar via senza neanche voltarsi, perse le speranze, e maledì il suo orgoglio per averla consigliata così male.

C'erano stati anche alcuni episodi in Sala Grande.

Draco non si voltava più nella sua direzione.

Ormai le era quasi naturale sorridergli prima di mangiare. Era diventato come augurargli “buon appetito”, e lui anche se a modo suo e con aria seccata le rispondeva sempre, ben attento però a non farsi beccare dai suoi “amici”. Ma ormai anche questa era un'abitudine superata...

Quando un giorno poi lo vide allungare un braccio e circondare le spalle di Pansy non ci vide più, le mancò l'aria e in seguito l'appetito.

No, non stavano insieme, e no, non c'era assolutamente del tenero tra loro, di questo si rendeva perfettamente conto, ma vedere quello che le si prospettava davanti era semplicemente insopportabile.

Quelle piccole attenzioni di cui godeva erano ormai tramontate, e in qualche modo invidiava l'altra che invece poteva essere lì alla luce del sole, al suo fianco, senza temere nulla.

Inutile dire che le passò la fame.

Quando Draco levò gli occhi su di lei voltandosi subito dopo a sussurrare qualcosa nell'orecchio di quel carlino che ridacchiò civettuola, le ribollì il sangue. Capì che era una provocazione quando lui si voltò ancora a guardarla con quel maledetto ghigno stampato in viso.

In quel momento le venne in mente di quella volta in cui le disse che c'era una fila di ragazze pronte a gettarsi nel suo letto anche solo per una notte. E lei sapeva benissimo quanto a Pansy piacesse Draco.

Nella sua mente allora non poteva far a meno di immaginarli insieme...

Quella notte non dormì affatto pensando a cosa stesse facendo lui.

Continuava a domandarsi se effettivamente Draco sarebbe stato con lei, se lei fosse andata da lui o se fosse stato proprio lui a chiamarla e se... se avessero fatto...

Non riusciva a spiegarselo, ma una parte non proprio piccola del suo cuore sperò che quella di Draco fosse solo una provocazione. Infondo l'aveva guardata apposta...

Il giorno dopo lo attese in biblioteca, aveva tutte le intenzioni di chiedergli spiegazioni. Sapeva che infondo era un comportamento infantile il suo. Sapeva di non avere nessun diritto di impicciarsi negli affari del ragazzo, che non la riguardavano affatto, ma voleva sapere, doveva sapere...

Lui non si presentò. Ne quel giorno ne mai...

Aveva cambiato abitudini, così da un giorno all'altro.

Non si presentò più neanche sul ponte sul quale avevano trascorse delle splendide serate a chiacchierare.

Tutta la gentilezza e il riguardo usatole in passato sembrava svanito nel nulla. Evaporato. Disperso come polvere al vento. E di quella persona che ormai la sua mente iniziava ad immaginare non era rimasto che un ricordo.

Poteva davvero essere tutto finito così? Senza neanche un addio?

Ma addio di cosa poi...

Era perfettamente convinta che mentre lei si faceva tutte quelle paranoie, per lui invece la vita andasse avanti senza mai fermarsi, senza stare troppo a pensare a quello che era stato o meno. Per lui, e lei ne era certa, era stata solo un passatempo di breve durata e di poco conto.

Si sentiva usata.

Usata?

Ma perché poi?

Non erano mai stati insieme e lui non si era mai espresso di termini affettuosi nei suoi riguardi.

Perché mai doveva sentirsi usata?

Eppure era così.

Camminava lungo i corridoi di Hogwarts con i capo chino e gli occhi puntati sulla fredda pavimentazione in pietra. Certo, ormai non poteva che camminare così.

Per quale motivo?

Ma era ovvio...

L'ultima volta che aveva camminato a testa alta aveva assistito a quella scena raccapricciante: Draco la stava baciando, baciava Pansy, proprio lì davanti ai suoi occhi. La baciava, proprio come qualche settimana prima baciava lei, e quando vide che Ginny era li ferma, impalata a fissarli, la baciò con più enfasi sentendola gemere come una gatta in calore a quel contatto.

E il suo stomaco... fece una capriola.

Voleva andar via di corsa e fuggire il più lontano possibile da lì, per non vederli più, per non vedere più lui. Ma non ci riusciva. I piedi inchiodati al suolo e gli occhi fissi su di loro. Lei non si era accorta di nulla impegnata com'era, ma lui? Lui sapeva di essere osservato, che proprio lei lo guardava, ma nulla. Non si fermava.

E ancora a Ginny venne in mente che lo faceva apposta!

Per fortuna arrivò Hermione alle sue spalle e la trascinò via da lì spintonandola e chiamandola “allocca”, paragonandola a Ron nei suoi momenti di imbambolamento. Ginny tentò di ridacchiare e si lasciò trascinare a colazione.

Così da quel momento aveva preferito camminare a capo chino. Era stato come sprofondare.
Arrivata al tavolo si sedette accanto ad Harry. Ron e Hermione erano già lì e parevano parlare di qualcosa di serio considerando quelle facce scure. Decise di prestare orecchio a ciò che dicevano, tanto per distrarsi un po'.

-Eccola Harry, è Katie.- annunciò Hermione indicandola con un gesto del capo. Harry si voltò e lo fece anche Ginny. -Katie Bell.- insistette quindi.

A Ginny quel nome non era affatto famigliare. Non capì quindi perché il ragazzo invece si levò di scatto correndo nella sua direzione fermandola.

-Chi è Katie Bell.- chiese quindi ai due ragazzi che invece erano rimasti seduti al loro posto.

-Katie è la ragazza che ha appena rischiato di morire Ginny... ma dove vivi? Lo sa tutta la scuola meno che tu.- disse Ron con una nota di rimprovero.

-Perchè cosa le è successo?-

-Ha toccato un oggetto maledetto. Una collana mi pare.- le rispose invece Hermione con più garbo.

-Oh... no non ne sapevo nulla...- Ginny era come cascata dalle nuvole. Quindi Harry aveva tanto interesse in lei perché voleva saperne di più su quella faccenda.

Ginny guardò Harry intento a parlare con la ragazza quando quella parve puntare lo sguardo su qualcosa in fondo alla Sala, Harry fece lo stesso.

La sua espressione mutò notevolmente. Le sopracciglia aggrottate, la mascella serrata. Pareva un segugio che aveva avvistato la sua preda.

E poi...

Tutto si svolse in attimi....

Ginny voltò lo sguardo alle sue spalle scoprendo che ciò che la sua mente aveva appena elaborato era pari al vero. Questa volta non erano solo la follia della sua immaginazione.

Draco era lì e nel suo sguardo c'erano stanchezza, ansia, colpa...

Poi lo vide voltarsi e fuggire via come un ladro mentre Harry lo inseguiva.

Harry e le sue maledette teorie su Draco! Pensò, mentre partiva all'inseguimento a sua volta.

Lasciò il tavolo e partì come un fulmine dietro quei due, lasciando alle sue spalle Ron e Hermione sbigottiti. Ma doveva raggiungerli!

Cosa avrebbe fatto Harry se lo avesse raggiunto? Doveva impedirgli di fare qualcosa di stupido, doveva impedirgli di compiere qualche azione malsana di cui in seguito si sarebbe sicuramente pentito!

Correva lungo i corridoi chiamando il suo nome a gran voce, ma Harry non accennava a fermarsi. A suo parere neanche l'aveva sentita preso com'era a decidere quale maledizione scagliare contro Draco.

Non poteva permetterglielo.

Harry era entrato nel bagno degli uomini! Cosa poteva fare? Non poteva certamente entrare...

Ma poi...

-Professore!-

Piton!

Per una volta nella sua vita era stata felice di vederlo, per una volta quell'uomo era al posto giusto nel momento giusto!

Lo vide svoltare l'angolo in tutta fretta. Probabilmente aveva sentito la sua voce e non aveva nessunissima voglia di parlarle...

Non se ne sarebbe certo stupita. Ma in quel momento aveva bisogno di lui. Infondo anche precipitandosi nel bagno cosa avrebbe potuto fare lei da sola contro la rabbia cieca di Harry.

Aveva bisogno del professore, aveva bisogno di Piton!

Con uno scatto fulmineo si fiondò nella direzione in cui l'aveva visto sparire. Mai le sue gambe avevano corso tanto in fretta.

Non poteva permetterglielo, non poteva lasciare che Harry lo uccidesse!


Dopo aver visto Harry parlare con Katie a Draco salì il sangue alla testa. Capì in un attimo che Harry sospettava di lui e non ci avrebbe messo molto ad associare anche tutto le altre cose strane accadute negli ultimi tempi sempre a lui. Il panico lo sopraffece mentre l'unica cosa che la testa gli intimava di fare in quel momento era di scappare. E così fece sostenuto anche dalle sue gambe che si mossero in fretta anche se un po' tremanti.

Chi lo avesse visto in quel momento non avrebbe visto che l'ombra di quello che era un tempo.

Riusciva ad udire i passi del ragazzo alle sue spalle. L'unica cosa che gli venne in mente di fare era di svoltare il primo angolo e cercare un po' di fortuna.

Così fece e la porta del bagno dei ragazzi gli si parò dinnanzi. Vi si precipitò al suo interno gettandosi di corsa sul lavandino.

Tentò di respirare, di recuperare fiato. Si aggrappò meglio al freddo marmo mentre lentamente sollevava lo sguardo verso lo specchio.

Si guardò.

Bianco come il marmo che stringeva sotto le dita, gli occhi incerchiati lo facevano somigliare ad uno scheletro. Il volto scavato da troppe notti in bianco e troppo senso di colpa.

Non voleva dannazione, ]non voleva fare quello che stava facendo!

Ma cosa diamine poteva farci lui se era stato prescelto? Cosa poteva fare difronte alla minaccia del signore oscuro di uccidere sua madre se non gli avesse ubbidito?!

Avvertiva il respiro farsi pesante come quel senso di oppressione che aveva nel petto.

Continuava a fissare i suoi occhi cupi e spenti, continuava a fissare quell'ombra riflessa nello specchio. S'immaginò ammantato di nero... E si fece schifo.

Poteva una persona guardarsi allo specchio e farsi schifo da solo?

E se poteva lui, neanche voleva immaginare quella che era l'opinione altrui...

Si guardava e non si riconosceva. Non era rimasto nulla del Draco che era, o per lo meno di quello che pensava di essere. Guardava negli occhi un estraneo. Un uomo inutile, perduto ormai tra le fiamme di un inferno dal quale uscire era semplicemente impossibile. Un uomo che aveva venduto la sua anima in cambio di... in cambio di... in cambio di cosa?

-Ne si convinto?- si domandò sussurrando quelle parole tra i denti. E il suo riflesso, che non aveva nessuna voglia di dargli risposte, gli fece pena.

Una rabbia cieca gli risalì fino a scoppiargli dentro. -Ne vale la pena?!- urlò a se stesso riflesso nello specchio sopraffatto poi da un pianto disperato e prepotente.

Aria...

Aveva bisogno di aria, non riusciva a respirare.

Si tolse il gilet di tutta fretta senza fare minimamente attenzione a non sgualcirlo e lo gettò di lato.

Soffocava...

Si tolse anche la cravatta.

Come poteva continuare a vivere con quel senso di oppressione?!

Aprì il rubinetto di fretta e si bagnò il viso con gesti spicci e secchi.

L'acqua fresca sul viso fu un toccasana in quel caso. Gli permise per qualche istante di tornare a respirare.

-Malfoy!-

Draco si arrestò di colpo. Sapeva benissimo a chi appartenesse quella voce, quella voce che tanto odiava, ma volle accertarsi che non fosse solamente uno stupido scherzo della sua immaginazione e ne osservò nello specchio il riflesso.

Non vi era più solamente un'immagine riflessa bensì due, e l'altra era proprio quella di Harry Potter.

Allora non si era sbagliato, lo aveva davvero inseguito!

Si voltò appena in tempo per scansare un colpo uscito dalla bacchetta dell'altro.

Da lì fu il caos.

Harry pareva deciso ad eliminarlo senza neanche il beneficio del dubbio, senza pretendere inutili spiegazioni o perdere tempo in futili chiacchiere.

Non era proprio così che aveva immaginato la sua fine, ma in un certo senso era meglio farla finita subito e per mano del suo eterno avversario piuttosto che per mano dell'oscuro...

La battaglia aveva inizio e ne era certo, sarebbe stata all'ultimo sangue...


Ginny con non poca fatica riuscì a convincere il professore che le sue parole erano sincere. Non lo biasimava però, aveva perfettamente ragione a dubitare che una Weasley andasse da Piton per informarlo che Malfoy era in pericolo e che Harry era il colpevole.

Se si soffermava a riflettere sulle sue parole rimaneva basita lei stessa ma era così e dovevano correre se volevano arrivare in tempo!

A tratti le faceva ancora male la gamba. Corse a perdifiato ma temeva davvero di non arrivare in tempo.

Con le lacrime agli occhi si costrinse a non rallentare, a non far caso al bruciore.

E, finalmente, la porta del bagnò apparve all'orizzonte. Con un ultimo sforzo si ritrovò al di là dell'uscio, ritrovandosi ad assistere, però, a quella che ai suoi occhi era una scena terrificante.

L'ambiente era invaso dall'acqua che, fuoriuscita dalle tubature rotte, le arrivava ormai alle caviglie.

-Serpensempra!-

-Harry no!- urlò Ginny con tutte le sue forze. Ma ormai era fatta. Il suo incubo che diveniva realtà.

Non era arrivata in tempo...

Draco udendo la sua voce aveva voltato il capo nella sua direzione giusto in tempo per un ultimo sguardo.

Una scia luminosa partita dalla bacchetta di Harry si fiondò sul corpo di Draco colpendolo in pieno petto. Un urlò, un volo, e poi quel corpo martoriato che cadeva di peso al suolo in una pozza di acqua gelida.

Draco era a terra e pareva non muoversi.

Fu come se un silenzio tombale fosse sceso su di loro. Ma più probabilmente erano le sue orecchie che ormai ovattate non udivano più nulla.

Il cuore ormai arrivatole in gola pareva battere più forte.

Non riusciva a credere a ciò che i suoi occhi la costringevano a vedere...

Nella sua mente era tutto solamente un incubo mostruoso.

Presa dal panico si precipitò da lui inginocchiandosi al suo fianco incapace di credere che il suo amico di sempre, il ragazzo che aveva adorato e idolatrato per così tanto tempo, fosse stato davvero capace di tanto.

Era incapace di toccare il corpo di Draco per paura, incapace di pensare mentre le calze e la gonna si bagnavano fradici.

Allungò una mano a sforargli il viso in una carezza leggera.

Era madido di sangue.

Ormai l'acqua introno a loro era di un rosso vivo, il rosso del suo sangue.

-Harry...- disse Ginny con un filo di voce. Le mani sospese a mezz'aria incapaci di decidere cosa fare, come muoversi o su cosa posarsi, tremavano. Il cuore in preda a convulsioni. -Cos'hai fatto Harry!- gli rimproverò prendendo a piangere disperata.

Guardò ancora Draco notando che respirava.

-Spostati.- le intimò il professore raggiuntoli e spostandola di peso facendola cadere seduta in quel lago.

Avvertiva i capelli bagnarsi per via dei tubi esplosi probabilmente durante la colluttazione, ma non le importava, non le importava neanche di ciò che chi la vedeva potesse pensare, di ciò che Harry stava pensando in quel momento. Quando però lo udì allontanarsi si sentì meglio.

Non aveva nessuna voglia di vederlo.

Il professore puntò la sua bacchetta sul corpo del ragazzo e pian piano anche tutto il sangue sparì insieme e quelle ferite.

Quando ebbe finito e lo vide prendere di peso il corpo svenuto di Draco per essere trasferito in infermeria e si sentì meglio.

Draco era vivo!





Scusate eventuali errori, non era proprio il risultato a cui miravo se devo essere sincera, ma avete già aspettato troppo e quindi ho voluto postare subito... ad ogni modo spero vi sia piaciuto :)

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Capitolo 16
*** Paura ***


Salve a tutti, ben ritrovati!
Mi sembra quasi assurdo essere qui dopo così tanto tempo, e in realtà è stato davvero un caso...
Sono già trascorsi sei anni da quando scrissi quella che adesso chiamo la prima parte di Cuore Celato, che lasciai a metà per diversi problemi che adesso però ho superato (diciamo bene per essere positivi XD), ma in tutti questi anni non sono mai riuscita a superare il blocco per questa storia.
L'avevo data per morta in realtà...
Erano più o meno sei anni che non scrivevo affatto...
Sinceramente qualche volta mi era tornata in mente ma non sapevo più come continuarla perché non ho idea di che fine abbiano fatto i miei appunti in merito!!!
La quarantena mi ha ricordato il piacere nel mettere giù le idee nero su bianco, la bellezza di creare con la mente e poi dar vita. La luce nel buio insomma...
Ho iniziato a scrivere qualcosa, poi per qualche ragione ho lasciato quello che stavo facendo perché sono finita di nuovo su Cuore Celato, mi ero anche dimenticata la storia, l'ho riletta ( mi è piaciuta XD...) e in un giorno mi è venuto in mente tutto il continuo fino al finale! Allora mi sono detta, è arrivato il momento di superare il blocco.

Volevo chiedere scusa, davvero, di cuore, a tutti quelli che hanno aspettato, sperato, e sono rimasti delusi. A coloro che HO deluso.
Forse è troppo tardi per alcuni, che non leggeranno mai, ma spero di rifarmi almeno con quelli che si ritroveranno qui per caso, come me, e leggeranno il continuo di questa storia...

Ripeto, non ho idea della trama iniziale, non ricordo affatto la piega che doveva prendere la storia, come l'avevo immaginata allora, quindi ho cercato di darle un proseguo adatto, sensato, e soprattutto di darvi un finale.

Spero davvero davvero davvero vi piaccia, perché tutta quest'attesa per una ciofeca (che dalle mie parti è l'equivalente di una cagata XD... ) sarebbe un fallimento.

Vi lascio alla storia, avete atteso abbastanza, ma ci tenevo a chiedere scusa e ad augurarvi una buona lettura!

Fatemi sapere che ne pensate!!!!! Recensiteeeee!!!! ^^


Capitolo 16


L'infermeria era stata piuttosto affollata per tutto il resto del giorno, un via vai di gente continuo e instancabile. Blaise e Theo avevano vegliato su Draco per gran parte del tempo mentre lui era disteso privo di sensi nel letto solitario.

Pansy aveva fatto la sua comparsa ad un certo punto, e frignando come una bambina viziata aveva fatto un teatrino in cui dimostrava di tenere a lui immensamente e di essere distrutta all'idea di saperlo incosciente, ma i ragazzi non se la bevvero affatto e non parvero commuoversi neanche per un attimo davanti a quel dolore privo di lacrime e sentimento.

Quando se ne furono andati tutti era piuttosto tardi, poco prima del coprifuoco, il via vai era cessato e anche Madama Chips pareva essersi ritirata.

Come un'ombra uscita fugacemente dal buio, Ginny fece la sua comparsa nella grande sala dell'infermeria.

Si avvicinò a lui lentamente, a passi tremanti, la gola arida e graffiante le faceva male per il troppo piangere.

Aveva trascorso così l'intero pomeriggio e la serata, nascosta nell'ombra per non essere vista, aspettando con ansia che tutti fossero andati via almeno fino al mattino dopo.

Si era stretta le gambe al petto in un angolino solitario e si era cullata dondolandosi, mantenendo la calma mentre le lacrime scolavano via dagli occhi stanchi senza poter essere fermate e l'ansia le stringeva lo stomaco in una morsa dolorosa.

Ma si era imposta di aspettare, di resistere, di essere pazente.

La sua atesa era in fine terminata, la sua pazienza premiata, e finalmente poteva andare da lui. Quello che non sapeva era che ritrovarsi davanti al corpo di Draco, inerme e immobile su quel lettino, le averebbe fatto quell'effetto...

Aveva sempre creduto di essere piuttosto forte, c'era chi negli anni le aveva dato dell'insensibile. Si sbagliava. Si sbagliavano tutti.

Soffocò un singhiozzo, portandosi le mani alla bocca, non voleva, non doveva fare rumore, ma non riuscì a frenare quelli che seguirono subito dopo.

La testa le girava terribilmente e una nausea pressante la costringeva a respirare in fretta. Aveva caldo, davvero tanto caldo e in un attimo non ebbe più le forze di trattenere tutto quel dolore e si lasciò andare in un pianto straziante, stringendo i denti fino a farsi male, trattenendi il respiro fino a soffocare.

Aveva davvero creduto di aver già pianto tutte le lacrime che aveva in corpo, ma a quanto pareva non era così.

Si avvicinò al letto, piano, e allungò una mano tremante per accarezzargli il viso, lasciandola sospesa a mezz'aria quando si rese conto di non riuscire a farlo, di non riuscire neanche a toccarlo.

Sembrava così sereno...

Gli spasmi provocati da quei singhiozzi prepotenti le fecero levare la mano in fretta, ritirandola come si fosse scottata. Cercò di prendere fiato ma le vie respiratorie parevano bloccate, otturate, chiuse! Si portò la mano allo stomaco stringendo forte, tremando e agitandosi.

Era colpa sua. Era stata tutta colpa sua...

Fu in quello stato che Hermione la trovò. Quasi piegata in due davanti al letto di Malfoy, piangeva ormai rumorosamente. Era in uno stato pietoso. -Ginny!- sospirò di sollievo nonostante tutto nel essere riuscita a trovarla. L'aveva cercata per tutta la scuola senza risultati e iniziava ad avere un brutto presentimento. Per fortuna era finita.

Ginny si spaventò nel sentirsi chiamare, gli occhi sgranati e sul viso chiari segni di colpevolezza. Hermione pensò che forse era per l'essere stata scoperta a vegliare su Draco, ma c'era dell'altro nel suo sguardo, qualcosa di indecifrabile, sembrava una pazza con i capelli sciolti arruffati e la divisa...

-Hermione...- disse quasi senza fiato.

Hermione le si avvicinò e la prese per le spalle. -Va tutto bene Ginny sono qui... sono qui...- la guardava ma sembrava assente, gli occhi vacui e spenti, arrossati per il troppo piangere e gonfi. Non l'aveva mai vista così. Una parte di sé se la prese con se stessa, non avrebbe dovuto assecondare quel piano idiota!

-Hermione...- disse ancora. -E colpa mia.- le sentì dire con un fil di voce. A Hermione si spezzò il cuore nel sentirle dire quelle parole. Non era vero...

-No Ginny, no. Non è affatto così...- tentò di dirle ma Ginny non l'ascoltava persa com'era nei suoi pensieri.

-Hermione guardami...- le disse allontanandosi da lei bruscamente. Aveva le mani levate a mezz'aria e continuava a guardare le dita affusolate ricoperte da quello che in quella penombra non poteva ben decifrare, sembrava sporca... -Guarda...- ripeté. -E' il suo sangue Herm, il suo sangue. - le disse inorridita per poi perdere fiato, e la vide tentare di respirare faticando.

-Ginny calmati!- le ordinò senza averne reali speranze. La situazione era grave.

-Il suo sangue. Sono ricoperta del suo sangue...- diceva mentre non toglieva lo sguardo dalle sue mani sospese.

Hermione la guardò meglio ed era vero. Le mani e anche la divisa di Ginny erano impregnati del sangue di Malfoy. Aveva sangue seccato ovunque sulle gambe.

Hermione sapeva bene che era stata lei a trovarli nel bagno, lei a chiamare Piton, se non lo avesse fatto adesso lui probabilmente non sarebbe stato neanche lì. Ma Ginny non pensava a questo, poteva solo pensare a quello che era successo, probabilmente rivivendo quella scena infinite volte di seguito nella sua mente senza mai una pausa.

-Io ero lì, l'ho visto cadere davanti ai miei occhi, non ho potuto fare niente non ho potuto fermarlo.- continuò parlando in fretta quasi a volersi giustificare con la voce rauca e scossa. Poi si fermò di colpo e scosse il capo prima piano, poi con più vigore. -Dovevo fermarlo.- disse in un soffio con tono severo. -Io ho sbagliato tutto dovevo fermarlo, dovevo correre più in fretta, dovevo raggiungerlo per prima, dovevo essere lì...-

-Ginny basta!- le urlò Hermione non potendone più di sentirla parlare a quel modo. -Tu hai fatto l'unica cosa sensata che potessi fare: Hai chiamato Piton!- urlò ancora per sovrastare la voce di lei che continuava a ripetersi come un disco rotto che era colpa sua.

-Dovevo essere lì e impedirlo, dovevo salvarlo!- questa volta era Ginny che urlava in preda ad una crisi di nervi in cui tremava e si piegava in due respirando a fatica. Hermione fece l'unica cosa sensata che potesse fare in quel momento...

L'abbracciò.

L'avvolse tra le braccia per tenerla ferma, per impedirle di contorcersi, di cadere mentre continuava a piangere. -E' stata tutta colpa mia! Hermione mi sento morire! Mi sento morire!- urlava, e Hermione non poté impedire a quel groppo alla gola che tentava di respingere di salire prepotentemente. Stava vincendo la battaglia contro la sua difesa. Le straziava il cuore vederla così, ancora di più sapere di non poter fare nulla per lei.

-Ginny smettila.- le disse abbracciandola più forte sul punto di piangere lei stessa.

-Cosa sta succedendo qui?- chiese Madama Chips entrano nell'infermeria attratta da quelle voci, trovandosi difronte quella scena.

Hermione in un primo momento sobbalzò, presa alla sprovvista, ma sapeva che l'infermiera sarebbe accorsa da un momento all'altro con tutto quel baccano, in parte ne fu sollevata. -Ginny non sta bene.- le disse, e infondo era la verità.

-Lo vedo signorina Granger.- disse avvicinandosi a loro mentre un'affannata Ginny continuava a respirare a fatica aggrappandosi saldamente al suo braccio per non cadere. L'infermiera si avvicinò a loro prendendo il viso di Ginny tra le mani, guardandola poi con attenzione. -La faccia sedere mentre le preparo qualcosa.- disse con tutta tranquillità l'infermiera mentre si allontanava con passo sicuro e prendeva a mischiare certi liquidi tra di loro.

Hermione fece come le era stato detto e cercò di far sedere Ginny sulla sedia accanto al letto dove giaceva Draco. Sembrava essersi calmata un attimo, ma nel voltare il viso lo vide ancora e riprese a piangere. Hermione non sapeva che fare. Cosa avrebbe pensato l'infermiera sentendole ripetere che era colpa sua e che doveva essere lì a salvarlo? Tentava di farla tacere ma era impossibile.

-Granger- la richiamò la signora. -Venga qui.- le disse, ma lei era restia ad allontanarsi dall'amica. Dovette farlo ad ogni modo richiamata ancora dall'infermiera che “non aveva tutta la notte”. -Tenga.- le disse porgendole un bicchiere pieno di un liquidi di cui non vedeva il colore in quell'oscurità. -Glielo faccia bere tutto.- le disse per poi voltarsi dall'altra parte rimettendo tutto in ordine.

Hermione era titubante, si morse le labbra, ma doveva chiederlo. -Madama...- la chiamò, e lei si voltò nella sua direzione guardandola. -Come sta Malfoy?- le chiese in un solo respiro.

L'infermiera sollevò un sopracciglio, il suo sguardo era dubbioso. La vide voltarsi totalmente nella sua direzione e guardarla con aria di sfida, poi guardò Ginny che seduta su quella sedia ancora si fissava le mani sporche del sangue ormai stagnante di Draco e si dondolava sulla sedia come una matta.

Infine tornò a guardare lei. -Può dire alla signorina Weasley non appena si sarà ripresa che il signorino Malfoy starà benissimo.- le sorrise furba mentre Hermione si schiariva la voce. -Temo che ora non sarebbe in grado di capirci, è un attacco di panico il suo, le faccia bere la pozione e vedrà che starà meglio.- le indicò con un cenno del capo la pozione tra le sue mani. -Per fortuna il professor Piton è arrivato in tempo, può dirle che gli ha salvato la vita.- e così dicendo si allontanò riprendendo il suo da fare mentre Hermione si avvicinava all'amica e chinandosi su di lei cercava di farle ingollare quel liquido puzzolente.

-Bevilo Ginny ti farà bene.- le disse sopportando pazientemente le sue proteste ma riuscendo in fine a convincerla. La vide affogarsi un pochino ma senza smettere di bere. -Dobbiamo andare adesso. Dai.- sorrise all'amica dolcemente mentre lei finalmente la guardava negli occhi quasi presente.

-Le dia una ripulita.- disse Madama Chips dal fondo della sala.

-Andiamo, ti lavo e ti metto a letto, dormi con me stanotte così non dobbiamo dare spiegazioni a nessuno.- sorrise ancora mentre la vedeva annuire. Era la soluzione migliore, era un prefetto quell'anno e aveva la camera tutta per se, era il modo migliore per non alimentare chiacchiere.

Benedì solo la lucidità che Ginny aveva avuto nel nascondersi fino all'ultimo momento...

Prima di lasciare la sala l'infermiera diede loro un permesso giustificato che Hermione non comprese subito. -E' oltre l'orario del coprifuoco.- le disse accennando in particolare alla presenza di Ginny per i corridoio di notte.

Hermione sorrise ringraziandola, prendendo poi il biglietto e cercando di allontanare Ginny da quella sala mentre lei guardava Draco con l'aria di chi non aveva voglia di andare da nessuna parte. -Non possiamo restare su.- le ripeteva trascinandola via di lì a forza.




Una volta nella vasca Ginny si sentì meglio. La pozione iniziava a fare effetto, si sentiva più lucida e più rilassata. Era certa che fosse l'effetto della pozione.

Hermione era lì con lei, non l'aveva lasciata per un solo istante, l'aveva portata in bagno, l'aveva spogliata e infilata nella vasca piena di acqua calda e bolle di sapone. La stava lavando come avrebbe fatto sua madre al suo posto, con attenzione, delicatamente, strofinandole prima un braccio e poi l'altro mentre lei vedeva il sangue finalmente andar via dalle sue mani. Era un po' ostinato, ma Hermione era paziente.

-Grazie.- le disse d'un tratto cogliendola alla sprovvista, ma la vide sorridere e scuotere il capo.

-Non devi ringraziarmi di nulla Gin, tu avresti fatto lo stesso.- le disse ridacchiando.

Ginny annuì piano e consapevole, era vero, lo avrebbe fatto di certo.

Non sapeva davvero come avrebbe fatto senza di lei. Era la migliore amica che avesse potuto avere, e sarebbe stata davvero felice se Ron si fosse finalmente deciso a dirle quello che provava per lei. Sarebbero diventate famiglia. Sorrise appena del primo pensiero gradevole che la sua mentre riuscì a formulare dopo tanto tempo.

Ripensare a quello che era successo le dava dolore, ma era più lucida adesso e riusciva a non piangere più e a non ripetere assurdità. Si vergognò moltissimo al pensiero di come si era comportata, di essere stata vista in quello stato anche da Madama Chips. Per Merlino che figura.

Si lasciò sprofondare nell'acqua ormai tiepida mentre sentiva Hermione ridere in superficie, probabilmente sapeva esattamente a cosa pensava.

Poi un pensiero...

Uscì fuori dall'acqua a corto di fiato mentre Hermione prendeva a strofinarle forte la testa. -Laviamo via questi pensieri.- disse mentre strofinava più forte facendole anche un po' male, ma aveva altro a cui pensare.

La situazione poteva essere andata molto peggio di così. Molto peggio...

Se Draco si fosse svegliato e l'avesse vista in quello stato? Cosa avrebbe pensato di lei?

Si coprì il viso con le mani. -Ah, sono una stupida.- rantolò e il suono arrivò ovattato alle orecchie di Hermione, ma riuscì a capirla lo stesso.

-No, non lo sei.- la corresse con tono neuro e sicuro.

-Si Herm, si, lo sono. Non tentare di giustificarmi. Mi sono comportata da perfetta imbecille.- e sprofondò ancora nell'acqua, questa volta però Hermione non si fermò continuando a lavarle i capelli anche da lì sotto.

Se si fosse svegliato e l'avesse vista avrebbe pensato che fosse davvero una stupida. L'avrebbe derisa per il resto della vita e se già non le parlava più a quel punto l'avrebbe allontanata peggio della peste.

D'altra parte, perché preoccuparsene tanto? Pensò, lui già non mi parla più. Con quel pensiero riemerse, stanca e afflitta da tutta quella situazione.

-Madama Chips mi ha detto di riferirti che si riprenderà, dormiva solamente.- Hermione non la guardava, concentrata com'era, ma aveva l'aria serena ed era sincera. Ginny annuì sollevata. -Curioso come mi abbia chiesto di riferirlo a te non trovi?-

Conosceva quello sguardo, la diceva lunga, ma arrivati a quel punto tanto valeva confessare. -Draco mi venne a trovare in infermeria la notte dell'incidente nel bosco, e anche allora fummo beccati da lei.-

-Beccati Ginny?- la guardò con un sopracciglio sollevato.

Capì che l'amica stava di sicuro pensando che con “beccati” intendeva colti in flagrante. -Non facevamo niente, lo giuro.- rettificò e vedendola ridacchiare, sorrise sollevata.

Lo sguardo di Ginny s'intristì. Se solo sapessi, pensò.

Se le avesse detto di quel bacio come avrebbe reagito? Certo le aveva ammesso che il suo piano non era proprio “innocente”, ma non credeva che Hermione pensasse davvero che avrebbe avuto cuore e stomaco di metterlo in atto. Se le avesse detto del bacio cosa avrebbe pensato di lei?

Notò distrattamente che le bolle si erano come dissolte e ormai l'acqua si era tinta di rosso, del suo sangue. Era ancora una volta immersa nel sangue di Draco. Hermione parve accorgersi della cosa e levò il tappo facendo scorrere via tutta l'acqua, aprendo la doccia. Il getto dell'acqua fredda sulla testa la distrasse riportandola alla realtà. Herm le aveva propinato una vera e propria doccia fredda.

Le era grata, le aveva impedito di perdersi ancora nel fluire dei suoi pensieri. Le sentì dire “finisci da sola, io mi vado a mettere il pigiama” o qualcosa di simile, ed era andata più in là verso quelli che sembravano spogliatoi.

Solo in quel momento si rese conto che quello era il bagno dei prefetti.




Una volta nel lettone si diedero la buonanotte e si girarono dandosi le spalle. Ginny però non riusciva a dormire, aveva un peso sulla coscienza e voleva liberarsi.

Si rigirò fissando allungo silenziosa la schiena di Hermione. Come diglielo? Perché poi? Doveva proprio? No. Ma voleva farlo...

Sentiva di doverlo dire a qualcuno, e in più lei si era dimostrata leale nei suoi confronti, voleva fare lo stesso. Doveva fidarsi di lei e confessarle tutto.

Hermione si mosse. Si voltò nella sua direzione e Ginny rotolò prontamente nell'altra dandole le spalle. Il cuore le martellava in petto, come una bomba ad orologeria pronto ad esplodere. Prese una bella boccata d'aria e la chiamò. -Hermione, sei sveglia.- domandò sottovoce. Non sentendola rispondere pensò che dormisse, e in qualche modo sollevata all'idea, si arrese a rimandare tutto...

-Si.- sussurrò peró una voce biascicante alle sue spalle.

A Ginny si congelò il sangue nelle vene, il suo piano da codarda aveva fallito e adesso le toccava dirglielo. Si maledisse mentalmente dandosi dell'idiota. Era o non era una Grifondoro per la miseriaccia?! Stare così tanto con quella serpe l'aveva resa debole.

Un brivido le attraversò la schiena pensando a lui. Quella sera, su nella torre, le tornò alla mente come fosse la scena di un film babbano, di quelli che piacevano tanto a suo padre.

-Dimmelo e basta Gin.- disse Hermione con voce neutra.

Sentendosi come colta in flagrante sputò fuori la cosa di getto.-Ci siamo baciati.- confessò tutto d'un fiato, poi chiuse gli occhi stringendoli forte preparandosi all'impatto, che però non arrivò mai.

-Lo so.- le sentì dire. -O meglio lo avevo immaginato.-

Ginny si voltò nell'udire quelle parole. -Come potevi saperlo?- le chiese quasi d'istinto. Non poteva essere.

Hermione ormai supina si voltò a guardarla con un lieve sorriso sulle labbra distesa comodamente come se stessero semplicemente parlando del più e del meno, a differenza sua la cui agitazione era palpabile. -Ginny ormai ti conosco abbastanza bene, conosco benissimo quello sguardo di colpevolezza che ti si dipinge sul viso quando fai qualcosa di sbagliato.- la canzonò.

In un primo momento lei ridacchiò, dando merito ad Hermione di conoscerla davvero piuttosto bene ma... -Credi che abbia sbagliato?- le domando dubbiosa, senza guardarla, concentrandosi invece sui suoi capelli con cui giocherellava per dissipare l'ansia.

-Gin io non credo si dovrebbe scherzare con i sentimenti degli altri.- le disse con un accenno di severità nella voce.

-Credi che io stia giocando con i suoi sentimenti?- le chiese allibita.

-Non è forse quello che stai facendo?- l'ammonì. Ginny si sentì lievemente in colpa ripensando al suo piano diabolico. -Ma no... non credo che tu stia giocando con lui.- ammise. -E ammetto che la cosa un po' mi spaventa.-

Cosa voleva dire Herm con quella frase. Forse credeva che lei in realtà fosse innamorata di lui? Ma le cose non stavano così, non potevano stare così. -No Herm ti assicuro che io...-

-Credo che sia lui a giocare con i tuoi Ginny.- l'interruppe prima che finisse la frase, togliendola dall'imbarazzo di ciò che stava per dirle.

Ginny ci rifletté un attimo su. Lo sguardo intristito, si rendeva benissimo conto, era evidente agli occhi dell'amica che la guardava con una sorta di pietà, tanto che le afferrò la mano dicendole che andava tutto bene. Ma non era così. Non andava tutto bene. Draco stava giocando con i suoi sentimenti. Davvero?

Sobbalzò destandosi da quello strano torpore, riprendendosi da quella riflessione assurda. Ma quali sentimenti?!

Si rituffò nel letto stringendo forte la mano di Hermione.

-Ti sei scottata Gin, io sapevo sarebbe successo.- la voce era lieve e dolce. -Temo sia tutta colpa mia.- si voltò a guardarla, accigliata e preoccupata. -Avrei dovuto fermarti.-

-Non avresti potuto.- le confessò, e sapeva che Hermione ne era consapevole. -E poi non mi sono scottata.- le disse, e ci credeva.

-Ginny...- le disse invece Hermione al limite dello scandalizzata. -Tu non ti sei vista quando eri in infermeria poco fa... io si!- aveva il viso sconvolto. -Eri disperata.-

-Perché credo sia colpa mia.-

-No.- la fermò Hermione. -Perché tu sei inna...-

-Non dirlo.- la fermò. La guardò sorridendo. -Non dirlo.- le ripeté.

-Ma...-

-Se non lo diciamo allora sarà come se non fosse mai successo niente.- Ginny era certa, se avesse continuato a ignorare quella vocina nella sua testa e ad azzittire quella ancora più rumorosa nel suo cuore, allora ne sarebbe uscita indenne. -E potremo tutti andare avanti.- aggiunse in un soffio, più convinta che mai.

Hermione allora non disse nulla. Guardò l'amica mentre le si stringeva il cuore, e Ginny fu grata del suo silenzio. Si erano capite, e questo le bastava. Non voleva che Hermione la portasse al ragionamento, non voleva arrivare a nessuna conclusione.

-Tanto ormai non siamo neanche più amici.- le disse facendo spallucce. Ed era la verità. A che pro confessare qualcosa di così doloroso se poi il mattino seguente avrebbe dovuto dimenticare tutto, riporlo in un cassettino della sua memoria, lo stesso in cui custodiva tutti i ricordi che aveva con lui, e fingere che nulla fosse mai stato dal momento in cui lui non le rivolgeva neanche la parola.

-Eravate amici?- le chiese Hermione divertita.

Ginny ci pensò su. -In un modo unico...- e speciale, finì la frase nella sua mente dove nessuno l'avrebbe udita, dove le parole mai pronunciate non potevano farle male, perché non pronunciandole non erano mai esistite.




Draco era in infermeria disteso nel suo letto e rifletteva guardando la luna fuori alla finestra.

C'era davvero troppo su cui doveva fare chiarezza in realtà. Lei era appena andata via, e lui aveva sentito tutto.

Quando Ginny era entrata nella stanza aveva creduto davvero che fosse ancora Pansy.

Aveva chiesto a Theo e Blaise poco prima di dirle che non si era ancora risvegliato, quando in realtà aveva ripreso i sensi già circa un'oretta prima del suo arrivo. Loro gli avevano retto il gioco, e dopo qualche scenetta da teatro erano riusciti a portarla via.

Non riusciva neanche lui a spiegarsi com'era riuscito a mantenere le apparenze di ragazzo svenuto quando quell'oca le si era lanciata addosso finendogli sullo sterno facendogli anche piuttosto male. Ma non poteva emettere neanche un suono o l'avrebbe smascherato!

Per fortuna erano riusciti a portarla via di lì, ringraziò mentalmente quei due idioti che al momento giusto si rivelavano buoni amici.

Poi era entrata lei, e non aveva mosso un muscolo.

Solo sentendola piangere aveva capito che non era Pansy ma Ginny, d'istinto volle riaprire gli occhi e dovette lottare contro se stesso per non farlo. Poi udì la Granger quasi si strozzò per evitare di emettere qualunque suono.

Fu allora che Ginny parlò e le sue parole lo colpirono come un pugno nello stomaco. Era stata lei a chiamare Piton, era stata lei a salvarlo. Ma si era anche convinta in qualche modo di essere stata lei la colpevole di tutto quello che era successo.

Stupida bambina sciocca, pensò.

Non era stata affatto colpa sua, anzi. L'unico colpevole di tutta quella faccenda era proprio lui, se dovevano proprio incolpare qualcuno era lui da biasimare, neanche lo stesso Potter era colpevole di ciò che aveva fatto. Lui credeva di essere nel giusto.

E in effetti...

Sentire Ginny agitarsi a quel modo era stato straziante, non riusciva neanche a spiegarsi perché aveva quella voglia pressante di alzarsi dal letto e mettere fine a quell'agonia. Ma non lo aveva fatto. Era rimasto in silenzio a sentirla soffrire per lui.

In realtà in qualche modo il suo ego ne aveva gioito.

Si, perché nessuno, che non fosse stata sua madre, si era mai preoccupato tanto per lui. Lo aveva fatto sentire in qualche modo importante.

Scacciò quel pensiero grattandosi in malo modo la testa, pensando che quel colpo ricevuto doveva essere stato piuttosto potente.

Rise. Che idiota che era.

Ricordava benissimo il momento prima di stramazzare al suolo svenuto. Ricordava benissimo il momento in cui aveva sentito la sua voce. Sapeva bene in quel momento che ogni distrazione poteva essergli letale, che Potter faceva sul serio, ma era stato un richiamo più forte di lui, e lui era risaputo fosse un debole.

Si era voltato, l'aveva vista, guardata, studiata per quelli che potevano essere gli ultimi millisecondi della sua vita. E aveva deliberatamente deciso di morire così, guardando lei che con lo sguardo più spaventato che le avesse mai visto, lo guardava urlando disperata mente veniva colpito e scaraventato al suolo.

Era stato bello. Sorrise appena di se stesso. Si. Era stato piuttosto bello morire guardando negli occhi qualcuno che davvero teneva alla sua vita, e anche se allora non ne era certo, adesso...

Come negarlo?

Ginny sembrava impazzita qualche minuto prima quando, inarrestabile nel suo dolore davanti alla possibilità che lui potesse anche non risvegliarsi, piangeva e delirava dicendo sciocchezze.

Un attacco di panico, aveva dello l'infermiera.

Ma davvero Weasley? Aveva pensato lui sconvolto e attonito.

Anche in quel momento non riusciva quasi a crederci. Ma doveva farlo, era innegabile. Le voci erano vere, gli studenti ci avevano visto giusto, il primo pettegolezzo fondato in quella scuola da quando la frequentava.

Solo, lui non era riuscito mai a crederlo fino infondo, aveva preferito non farsi nessuna illusione in merito per...

Illusione...

Ma che andava a pensare? Illudersi di che cosa? Che la Weasley potesse davvero essere innamorata di lui? E se anche fosse? Che idiota, continuava a pensare dandosi dei colpetti sulla fronte con il pugno chiuso.

E se anche fosse stato così? Non poteva certo mettersi con lei, fingere che in tutti quegli anni nulla era mai accaduto, che i dissapori tra le loro famiglie non esistevano e che non stavano in realtà combattendo su due fazioni diverse del campo di battaglia

E poi a lui non piaceva.



Stava mentendo.

Solo un'imbecille poteva mentire così spudoratamente a se stesso. Mentire nei propri pensieri dove nessuno aveva il permesso di accedere, dove nessuno mai lo avrebbe sentito. La sua mente, che era schermata anche dall'intrusione dello stesso Signore Oscuro.

Ma quello di cui aveva più paura infondo, era proprio se stesso.

Quella sera era andato a cercarla.

Perché?

Perché...

Chi lo aveva costretto?

Nessuno.

Aveva scelto di farlo, o meglio si era ritrovato lì senza riflettere.

Ogni cellula del suo corpo voleva vederla.

Era stato facile trovarla, era stato più difficile restare freddo alle sue accuse, ai suoi occhi che a lui sembravano implorarlo. Forse era stata davvero solo una sua impressione, ma in quel momento non volle resistere, non volle controllarsi, non volle dar retta alla vocina che nella sua testa gli diceva che era assolutamente sbagliato quello che stava per fare. E lo fece. Una volta così vicino non aveva più potuto fermarsi, e l'aveva baciata.

E dannazione a lui lo avrebbe rifatto ancora!

Diede un pugno sul letto, agitandosi, come se ogni fibra del suo corpo reagisse in malo modo a quel pensiero. Ma era vero. Chiuse gli occhi inspirando profondamente. Tornò a guardar fuori dove la luna aveva ormai completato il suo giro ed era sparita dalla sua vista.

Sapeva che Ginny non era una delle ragazze della sua casa. Sapeva che non poteva trattarla come una di loro. Se lo era ripetuto un'infinità di volte, così tante che credeva di aver recepito il messaggio. Ma non era stato così.

Una volta tra le sue braccia aveva perso il controllo. Nella sua mente si erano formulate le idee più disparate. Si era lasciato prendere dal panico. Continuava a credere che fosse impossibile che davvero la Weasley si fosse potuta innamorare di lui. Di lui per Merlino!

L'aveva baciata anche per quello.

Era certo che lo avrebbe rifiutato, respinto in malo modo non sopportando neanche l'idea di averlo sulle sue labbra, ma...


Lei aveva... risposto.

Dannazione a lei aveva risposto a quel bacio e se doveva proprio dirla tutta gli era sembrata piuttosto convinta. Era stata colpa sua quello che era successo dopo.

Almeno questo era quello che si era ripetuto per i giorni seguenti creandosi una sorta di alibi.

La verità era che si era spinto troppo oltre con lei, lo aveva capito solo in seguito. Ma forse era stato meglio così.

Nel momento in cui l'aveva sentita irrigidirsi sotto le sue mani aveva creduto di avere la risposta alla sua domanda, aveva creduto che lei stesse fingendo e che si fosse irrigidita perché gli aveva mentito per tutto quel tempo.

Un po' offeso l'aveva lasciata lì ed era scappato via come un vigliacco.

L'aveva anche punita in qualche modo, a modo suo, mostrandosi in pubblico con Pansy, facendole capire che lui poteva avere tutte le ragazze che voleva, ricordandole che c'era gente che si prostrava ai suoi piedi, che non aveva bisogno dei suoi stupidi giochetti per umiliarlo o prendersi gioco di lui! Non sapeva cosa avesse avuto in mente ma doveva farle capire che con Draco Malfoy non si scherzava.

Decise di non presentarsi più ai loro “appuntamenti” e allontanarsi da lei definitivamente.

Punendola.

Ma a chi la voleva dare a bere?

Se avesse voluto punirla si sarebbe vendicato sul serio, in quel modo stava solo cercando di dimostrare a se stesso che, se voleva, aveva a disposizione altre ragazze con cui spassarsela, e che era perfettamente in grado di farlo. Che non aveva bisogno di lei.

Ma i baci di Pansy non erano più come una volta, erano violenti, avventati, rumorosi. E anche lei era come i suoi baci.

Non gli piacevano più, gli davano quasi fastidio.

In realtà ora capiva che il motivo era il paragonarli sempre a quello che si era scambiato con Ginny, così caldo e avvolgente, lento eppure profondo.

Sbatté le palpebre più volte mentre si metteva a sedere sul letto sperando di distogliere la mente dai particolari che, ancora al solo pensarci, lo riempivano di desiderio.

Allora aveva pensato che fosse stata bugiarda, e si era sentito ferito, usato, ingannato da una persona di cui iniziava a fidarsi in qualche modo. Ma in quel momento il quadro pareva essere più completo e capì che era arrivato alla conclusione sbagliata, aveva pensato in modo affrettato. Eppure lui in genere era un tipo piuttosto razionale.

Ginny non si era irrigidita perché non voleva quel contatto, il suo corpo diceva esattamente il contrario, lui sapeva bene come reagiva il corpo di una ragazza quando lo voleva, e il corpo di Ginny, caldo e accogliente, aveva risposto molto bene alle sue carezze. Ma come aveva potuto anche solo pensare per un attimo che lei fosse stata come le ragazze a cui era abituato?

Sbuffò sonoramente rimproverandosi quella debolezza che gli aveva impedito di ricordare che le ragazze come Ginevra Weasley non andavano a letto con un ragazzo l'istante dopo averlo baciato per la prima volta.

Magari semplicemente non era pronta ad un passo del genere, magari era davvero vergine e sarebbe stata la sua prima volta e voleva esserne sicura, o magari stava pensando che la persona che stava baciando era Draco Malfoy, serpeverde, e che dopo un bacio le avrebbe chiesto di più e non sapeva come reagire.

Certo era stato un imbecille, ma forse era stato meglio così.

Se lei era davvero innamorata di lui allora troncare i loro rapporti era stata la cosa migliore che avesse potuto fare fino a quel momento. Non era tempo di storielle impossibili, di illusioni o di frivolezze.

Aveva un compito, una missione. Doveva andare fino in fondo o...

Pensò a sua madre, e perché no anche suo padre. Era stato il suo idolo da sempre, ora non era più così, ma nonostante tutto teneva a lui, sua madre lo amava, e lui voleva salvare la sua famiglia. Non poteva permettere che per un momento di debolezza tutto il suo duro lavoro andasse in fumo.

Ginny lo amava, ma lui no. Non l'amava affatto. La desiderava forse, ma non era la stessa cosa.

Avrebbe finito con il ferirla accrescendo le sue illusioni su di lui, e non voleva.

Non poteva amarla, ma non voleva neanche vederla soffrire.
 

Un giorno sarebbero stati sui lati opposti di un campo di battaglia all'ultimo sangue, e non poteva permetterle, per un attimo di debolezza, un momento di esitazione che le sarebbe costato la vita.

Non l'amava ma non meritava di morire cosí, per lui...

Meritava di odiarlo, di essere ferita da lui al punto da volerlo morto e combattere con il sangue negli occhi finché non avesse avuto la sua vendetta.

Sorrise. Ancora la confondeva con le altre.

Davvero, si era immischiato in qualcosa di più grande di lui. Per capire lei, doveva uscire fuori dai suoi schemi mentali ed esplorare vie mai conosciute. In realtà non sapeva come avrebbe reagito Ginny ad un suo allontanamento, ma dopo quello a cui aveva assistito quella sera sapeva benissimo che non si sarebbe mai vendicata con la violenza in battaglia, forse avrebbe anche tentato di proteggerlo in qualche modo... maledizione a lei!

Cosa aveva combinato? L'aveva condannata a morte?

-Signorino Malfoy.- la voce di Madama Chips lo distrasse dai suoi pensieri. -Ancora non dorme.-

Lei lo sapeva. -Perché mi ha retto il gioco poco fa?- le chiese invece.

Madama Chips aggrotto la fronte ma la vide rilassarsi in un attimo sorridendogli furba. -A dire il vero sono già trascorse diverse ore. Tra un po' inizierà ad albeggiare.- gli fece notare. Guardando fuori dalla finestra vide che aveva ragione, il buio presto avrebbe lasciato spazio alla luce del giorno. -Credevo stesse facendo finta perché non aveva interesse a parlare con loro.- gli disse poi lasciandolo basito. Non le credeva. In quello sguardo leggeva molto di più, leggeva la sapienza di chi la sapeva più lunga di lui. La vide voltarsi e fare qualche passo.

-Grazie.- le disse comunque vedendola fermarsi e voltarsi ancora verso di lui, stupita forse di quell'atteggiamento.

-Credo che sia la signorina Weasley quella che dovrebbe ringraziare. Se non avesse chiamato il professor Piton a quest'ora non staremmo qui a guardare una nuova alba.- sorrise e lo lasciò lì con i suoi pensieri.

Non poteva farlo, non poteva ringraziarla.

Anzi.

Non avrebbe dovuto rivolgerle mai più la parola.
 
Lo faceva per lei.





Grazie a tutti di essere arrivati fin qui!!! Spero vi sia piaciuto un bacione al prossimo capitolo!!!!! :))

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Capitolo 17
*** finisce qui? così? ***


Capitolo 17


Nella scuola le voci giravano in fretta, come già si sapeva molto bene, e non importava se fossero veritiere o meno, ognuno aveva una sua opinione, ognuno aveva sentito qualcosa e nessuno si poneva il problema di informarsi prima sulla veridicità di quello che sapeva.

A loro bastava lo scoop.

La mattina seguente infatti in ogni corridoio e ad ogni tavolata, correvano le voci più disparate su ciò che era accaduto a Draco Malfoy.

C'era chi diceva che anche lui era stato vittima, come gli altri di qualche scherzo maligno, e altri che dicevano che non si trattava sicuramente di scherzi, ma che Draco ne era comunque la vittima, altri ancora invece credevano fermamente che Malfoy non fosse proprio la vittima di niente.

In tutto questo Ginny, Hermione e Ron cercavano di mantenersi alla larga dalle chiacchiere: loro sapevano come erano andate le cose.

Per fortuna il professore non aveva denunciato Harry apertamente.

Dopo aver portato Draco in salvo lontano da occhi indiscreti, aveva convocato Harry nell'ufficio del preside. Una strigliata non gliel'avrebbe tolta nessuno, ma non presero provvedimenti che coinvolgessero la scuola o gli studenti. Era pericoloso in tempi come quelli esporsi troppo-

Piton aveva poi parlato con Draco in disparte domandandogli se fosse lui l'artefice di quegli “incidenti” che continuavano a susseguirsi, chiedendogli poi comunque di smettere quando il ragazzo non gli diede certezza.

Draco aveva convenuto che era meglio così, colse il silenzio come un'occasione, in questo modo non sarebbe entrato nel mirino delle attenzioni più del necessario e avrebbe potuto continuare il suo lavoro.

Per Harry le cose andarono diversamente.

Mentre per Draco tacere era stata una benedizione per Harry l'idea di continuare a fingere che tutto andasse bene era senza ombra di dubbio un'eresia. Era più che convinto che Draco tramasse qualcosa, in quel momento più che mai, e il fatto che Piton gli imponesse il silenzio gli andava anche bene, ma che anche Silente gli avesse detto di tacere ciò che era accaduto era un'assurdità intollerabile!

Lo aveva implorato di ascoltarlo, gli aveva elencato le sue motivazioni ma nulla di ciò che diceva sembrava interessare al preside che invece scuoteva il capo chiedendogli di non formulare quei pensieri, di non essere ostile a Malfoy, e che aveva frainteso certamente la situazione chiedendogli di credere nella buona fede del giovane.

-Ma professore sono certo che sia un mangiamorte!- continuò ad urlare fino allo sfinimento Harry, ma nessuno volle dargli retta.

Quando poi gli aveva domandato se davvero avesse capito la situazione il preside con molto garbo e tanta pacatezza gli rispose che molto probabilmente l'aveva capita anche meglio di lui.

Così il discorso fu chiuso e Harry messo a tacere

Dovette infine accettare le loro condizioni, tacere, e tornarsene a lezione con la coda tra le gambe.

Ginny intanto dovette fare i contini con i pettegolezzi. Draco era ricoverato e sarebbe rimasto in infermeria per tutta la giornata, mentre a lei toccavano le chiacchiere da corridoio e le risate di scherno.

Inutile dire che tutta la scuola aveva assistito alla scena pietosa di Ginny che correva dietro ad Harry che correva dietro a Draco.

In realtà i sostenitori convinti de “la Weasley ama Malfoy” avevano la loro opinione su come si erano svolti i fatti.

Sinceramente Ginny trovava che forse tra le tante questa era la più colorita e la più anticonvenzionale di tutte:

Dicevano che Harry aveva scoperto che Ginny stava con Draco e che aveva vendicato il suo onore, dandogliene di santa ragione al punto da farlo finire in infermeria. E non era tutto, dopo quello scontro Draco l'aveva lasciata per sempre e lei ora soffriva come un cane.

Nulla alle orecchie della ragazza era mai suonato tanto ridicolo, assurdo, contorto e sbagliato.

Sapeva che appena la voce fosse arrivata a Draco avrebbe dato di matto. O avrebbe riso di gusto?

Per fortuna avevano fatto sgomberare l'area in fretta quel giorno nel bagno, altrimenti chi sa cosa avrebbero pensato vedendola in quello stato: sporca di sangue dalle scarpe alla gonna, senza contare le mani, bagnata fradicia e sconvolta.

Sicuramente avrebbero aggiunto qualche altra succulenta notizia al pettegolezzo che ora girava per quei maledetti corridoi.

“Sei già stata a trovare il tuo fidanzato Ginny?” le domandavano, oppure “Draco ti ha lasciata dopo essere stato ridotto in quello stato?”. Domande così stupide che Ginny doveva usare tutta la sua buona volontà per non rispondere.

-Vuoi che mettiamo una buona parola per te con Malfoy, Weasley?- le disse un ragazzetto del primo anno serpeverde mentre il gruppetto che lo seguiva ridacchiava.

Questa era proprio la goccia che faceva traboccare il vaso. Anche i bambini del primo anno ora? -Sparite!- gli urlò contro come una furia. Non fosse stato per Hermione lì accanto a lei a fermarla li avrebbe aggrediti di sicuro. -Ti rendi conto Hermione?- le disse sconvolta.

-Si, lo so, ma sta tranquilla tempo una settimana e avranno trovato altro su cui concentrarsi.

-Ma Herm... Draco che lascia me.- il viso contratto in una smorfia schifata. -Ma ti rendi conto?- le disse aprendo le braccia. -Devo assolutamente trovare il modo di smentire questa cosa e rigirarla in mio favore.- disse camminando più svelta verso la sala comune.

Hermione ridacchiò. Non sapeva se Ginny stesse provando in tutti i modi ad alleggerire i toni della situazione, o se davvero se l'era presa per le voci in cui era lei quella ad essere stata lasciata.

Per arrivare al quadro della Signora Grassa bisognava passare davanti al corridoio che conduceva ai sotterranei. Ginny si fermò in quel punto esatto che mesi prima li aveva visti parlare serenamente, quasi come due amici, quello che non sarebbero mai più stati da lì in avanti.

Si costrinse a stringere i denti e a dimenticare. Era tutto quello che poteva fare, dimenticare lui, il passato, la scommessa, le risate, i suoi occhi che la guardavano schernendola e le battutine che le rivolgeva per offenderla che però nell'ultimo periodo gli riuscivano piuttosto male...

Un sorriso amaro le si palesò sul viso senza poterlo fermare, senza riuscire a ricacciarlo indentro. Strinse le labbra forte per nascondere le sue emozioni al mondo, per nasconderle anche a se stessa, mentre in cuor suo, lì a quell'incrocio, gli diceva addio proprio quando un groppo le si andava formando in gola.

La mano di Hermione sulla sua la ridestò da quel torpore, le sorrise mentre le diceva “andiamo” con la sua voce calma e gentile.

La seguì per le scale ma salito il primo gradino notò che il corridoio non era isolato e che Zabini e Nott la fissavano. Ricambiò il loro sguardo stranita prima di essere richiamata ancora da Hermione.

-Le scale Ginny... sbrigati!- le urlò e rendendosi contro che stavano per cambiare direzione si affrettò. -Dai Ginny passerà.- le diceva mente insieme oltrepassavano il quadro e si ritrovavano in sala comune.

Lei le sorrise assicurandole che non c'era proprio nulla che doveva passarle, ma la sua serenità svanì nell'esatto momento in cui si ritrovò difronte gli occhi verdi di Harry. E la guardava.

Il sangue fluì così velocemente alla testa che per un attimo capì la furia cieca di Ron quando aveva i suoi cinque minuti. Tutto quello che voleva fare era andare lì e schiaffeggiarlo come se fosse l'ultima cosa che faceva al mondo.

-Ginny.- disse lui avanzando di un passo verso di lei.

-Come osi?- gli chiese tirandosi indietro. Non voleva si avvicinasse. -Come osi pronunciare il mio nome con quella leggerezza!?-

-Dai Ginny non fare così... hai visto anche tu che avevo ragione.- si giustificò lui.

-Draco è quasi morto a causa tua!- urlò lei in preda ad una crisi di nervi. Sentiva le mani tremare.

Hermione probabilmente si era accorta della cosa, ed avendo già assistito ad una delle sue crisi di nervi, cercò di mettersi in mezzo e calmare le acque. -Dai ragazzi, parliamone con calma... adesso ci sediamo e...-

-Ti rendi almeno conto di quello che hai fatto?- gli domandò senza neanche darele ascolto.

-Ti rendi conto che tu continui a difenderlo anche dopo l'evidenza.-

-Quale evidenza Harry? Non mi pare tu l'abbia visto nell'atto!- era esasperata da quelle continue accuse. Lui non lo conosceva affatto!

E lei?

Cercò di scacciare quell'ultimo pensiero, non era il momento e non aveva la voglia di avere a che fare con la sua coscienza.

-E' un Malfoy, Ginny, quando te lo devi mettere in quella zucca!?- adesso anche Harry urlava.

Un gruppetto di ragazzine, del secondo forse terzo anno, aveva fatto la sua comparsa saltellando allegramente nella sala, fermandosi di colpo dopo aver sentito le urla. Hermione e Ron si guardarono con uno sguardo complice, entrambi sapevano che dovevano fermarli altrimenti sarebbero bastati minuti prima che altre voci girassero, o peggio, prima che uno di quei due dicesse qualcosa di cui si sarebbe pentito in seguito.

-E tu quando lo capirai che non mi importa nulla del suo cognome! Non mi importa di chi sia suo padre, non mi importa a quale casa appartenga o se a te piaccia o meno, non mi importa Harry Potter se lui non è un tuo amico o se non lo approvi!- urlò Ginny prima che nessuno dei due potesse far nulla per fermarla.

Ron riuscì però a cacciare le ragazze in qualche modo prima di complicare ulteriormente la situazione e Hermione riuscì a far abbassare la voce a Ginny che ormai urlava così tanto da sentire le spine in gola e si affogava mentre parlava per l'agitazione.

-Lui non è un assassino Harry.- ne era certa, Draco non avrebbe mai potuto essere un assassino. -Io so che è innocente.- lo disse con un filo di voce, soffocando la voglia matta di piangere. Ma non volle farlo davanti a loro. -Tu non hai nessun diritto di...- non riuscì a finire la frase perché sapeva benissimo che un'altra parola e non sarebbe più riuscita a trattenersi. Ingoiò il vuoto per ricacciare giù le sue emozioni.

-Ginny.- disse Harry abbassando anche lui i toni. Lei sembrava stavolta, e in effetti lo era, e restava pur sempre una sua cara amica. Non voleva vederla così. -E' tutta colpa sua se stai così.- pensò ad alta voce.

-No, è colpa tua.- lo corresse scandalizzata al pensiero che non se ne rendesse proprio conto. -Harry potevi ucciderlo. Questo volevi?- Harry non rispose, si limitò a stringere le labbra che tremavano. -Come avrei potuto vivere io sapendo che un mio amico aveva ucciso...- si fermò incerta su come continuare la frase.

Lui sollevò un sopracciglio guardandola con sospetto. -Chi Ginny?- disse avvicinandosi. -Il tuo ragazzo?- le chiese mentre lei strabuzzava gli occhi. -Sono vere le voci Gin? Stai con Malfoy adesso?-

Tutti gli sguardi erano su di lei, sentiva la pressione di essere sotto torchio, messa alle strette, ma allo stesso tempo non aveva paura di lui, ne delle chiacchiere. -No.- gli rispose semplicemente. -Un mio amico.- gli disse. -Innocente fino a prova contraria.- aggiunse scansando Harry con un braccio per farsi largo e allontanarsi da lui.

Salì le scale in fretta e una volta sul pianerottolo si voltò verso di lui. -E Harry...- lo richiamò vedendolo voltarsi verso di lei stancamente. -Non ti avrei mai perdonato...- ammise con tutto il cuore. Sapeva che era così, lo sentiva nelle vene, se fosse malauguratamente morto, per lei, anche Harry lo sarebbe stato.

Lasciò i ragazzi a fissare il pianerottolo vuoto con sguardi attoniti.

Si lanciò sul letto afferrando il cuscino e sprofondando il viso al suo interno urlando per liberarsi da quel peso sullo stomaco che non l'abbandonava mai.

Draco non poteva essere un assassino. Lo conosceva abbastanza da negarlo con tutte le sue forze. Era tante cose, ma non un assassino.

Era il ragazzo che le aveva scritto gli appunti di pozioni quella mattina in cui tutti gli altri erano a Hogsmade.

Ricordava benissimo di aver strappato la pagina e di averla ripiegata con cura conservandola nel cassetto del comodino accanto al letto. Ogni tanto li aveva anche riletti, così, giusto per osservare la sua calligrafia, così perfetta e precisa, non una sbavatura. E ricordava quel momento in cui, per un attimo solo, aveva creduto che la baciasse proprio lì, sul prato verde sotto il sole tiepido, se non fossero rientrati gli studenti...

Ed era quello che le aveva curato gli occhi dall'allergia in punizione quella volta nell'aula di Piton.

Era stato così delicato che ricordava benissimo di aver avuto i brividi, anche se la cosa era durata poco perché all'epoca erano ancora ai ferri corti.

Rise ripensando a tutte le volte che avevano litigato in quegli anni, e a tutti i loro litigi di quell'ultimo periodo decisamente diversi in tutto, dai soggetti delle loro discussioni agli insulti che si propinavano.

I loro discorsi “civili” in biblioteca e di quella volta che, dimentica di tutti, gli aveva illuminato il campo a da quidditch a giorno per aiutarlo a catturare il boccino!

Rise ancora di quel momento di quello che sembrava essere tanto tempo prima.

Il sorriso si spense immediatamente da suo viso, le labbra tremarono e avvertì un calore crescente tra il naso e gli occhi.

Draco era quello che usciva sempre dal suo dormitorio alla stessa ora, quello che si recava in Sala Grande dove faceva sempre la stessa colazione: -Un caffè con poco latte, due zollette di zucchero e un cucchiaino di miele.- ripeté dando voce ai suoi pensieri. -Probabilmente nel tentativo di addolcirsi la vita...- disse prendendo a piangere senza volerlo, tentando di fermarsi, ritrovandosi a ridere di se stessa che da qualche tempo aveva la lacrima facile.

Draco era quello che dopo averlo bevuto il suo caffè, sorseggiandolo con così tanta lentezza da farle tornare il sonno, si alzava pronto per cominciare la sua giornata di studio.


Ricordò che quella volta sul prato lo aveva paragonato ad Hermione facendolo infuriare. Era per quella ragione che adesso aveva i suoi appunti.

Draco era quel topo di biblioteca che l'aveva costretta a cambiare i suoi orari, le aveva modificato lo stile di vita, senza però riuscire a migliorarle i voti scolastici. Era quello che in un'ora doveva finire tutti i compiti altrimenti per lui erano guai...

Era quello che non era mai mancato ad un allenamento, che era sempre presente a lezione, che andava a dormire presto.

Non riusciva a spiegarselo ma, la vita di Draco Malfoy era: -Una vera noia.- rise ancora tra le lacrime mentre quei ricordi affioravano nella sua mente incontrollabili susseguendosi come in un bel film, che aveva per tema le confidenze fatte a vicenda, i piccoli momenti di intimità, l'aiutarsi l'un latra, e forse un'amicizia che aveva tutti i presupposti per nascere ma che era stata stroncata bruscamente da una forza superiore alle sue capacità.

Avrebbe dato qualunque cosa per tornare indietro, ma non poteva, poteva solo andare avanti.




Ginny era stata esortata più volte a darsi una mossa, era tardi e doveva sbrigarsi se voleva riuscire a fare colazione prima delle lezioni, ma non aveva voglia di affrettarsi, aveva voluto solo starsene nel letto nel dolce far nulla finché fu davvero tardi e solo a quel punto si era decisa ad alzarsi e a darsi una sistemata.

Si vestì di mala voglia, si pettinò proprio perché doveva farlo se non avesse voluto piangere dopo per i grovigli che avrebbe dovuto sciogliere. Aveva sempre avuto i capelli sottili e si annodavano che era una bellezza...

Quando decise che era sufficientemente in ordine scese le scale, sempre con molta calma, e si avviò per i corridoi semi deserti della scuola.

Se non avesse fatto in tempo a mangiare tanto meglio, non aveva fame.

Si fermò davanti ad una delle finestre del corridoio, proprio fuori al grande portone che portava alla Sala Grande. Il sole splendeva, ma non era sufficiente a riscaldare l'aria che era invece fredda e pungente. Rabbrividì stringendosi nelle spalle, ma si avvicinò ugualmente al vetro e vi posò una mano sopra. Sotto di lei il giardino incriminato che adesso era un manto candido ma che allora era verde e rigoglioso.

Levò la mano solo perché le si stavano congelando le dita. Le guardò, erano arrossate, sorrise...

Il mondo andava avanti come nulla fosse, ne la guerra ne tanto meno i suoi stupidi problemi avrebbero fermato il tempo dallo scorrere regolare. La vita andava avanti per tutti, in un modo o in un altro.

Chi sa se Draco sta meglio, si ritrovò a pensare.

E sorrise ancora perché a quanto pareva non poteva proprio fare a meno di pensare a lui e di preoccuparsi. Era davvero una stupida. Tutto il coraggio e la perseveranza dei Grifondoro non erano abbastanza da farle dimenticare...

-Ehi Weasley.- una voce a pochi passi da lei la desto dai suoi pensieri e si voltò strabuzzando gli occhi. Era Draco.

No, in realtà non era stato lui a parlarle, la voce era quella di Zabini. Non gli rispose, cosa poteva volere da lei..?

-Devi essere davvero impazzita come dicono per il dolore della vostra rottura, se adesso sorridi da sola nei corridoi.- rise mentre la guardava e Nott sogghignava della stupidità dell'amico.

Udì la voce di Draco dirgli di stare zitto, ma con un filo di voce al punto che, se non ci fosse stato un silenzio tombale in quel momento, non lo avrebbe udito affatto.

Lei però non rispose neanche, troppo presa dalle sensazioni contrastati che le battagliavano in corpo.

Guardava lui, ed era felice, perché era vivo, perché le era difronte in piedi e integro, perché si era ripreso bene. Ed era inquieta, perché non sapeva cosa dire, cosa fare, se parlargli o se aspettare.

Lui non la guardava.

Venivano verso di lei a passo lento e strascinato, come erano soliti fare, e lei invece ferma alla finestra aspettava ansiosa di ricevere un segnale, di vedere un movimento qualunque che la incitasse, spronasse a fare qualcosa o a dire qualcosa. Ma era gelido, come la lastra di vetro che le aveva arrossato la mano.

Si rendeva perfettamente conto di star facendo la figura dell'imbecille davanti agli altri due, perché non li guardava, non rispondeva, non toglieva gli occhi di dosso a Draco Malfoy che la ignorava completamente, come succedeva tempo addietro quando si rivolgevano a malapena la parola.

Ma non le importava. Tutto quello che voleva era un segnale, un cenno qualsiasi che le facesse capire che c'erano ancora speranze di un riavvicinamento, un riavvicinamento qualsiasi, le sarebbe bastato anche semplicemente un salutarsi nei corridoi, in onore dei ricordi che li legavano.

Era ad un passo da lei, il momento era giunto, e passato.

Draco le era passato oltre, superandola come se non ci fosse stata neppure, lo sguardo serio fisso davanti a se, non un battito di ciglia.

-Ci vediamo Weasley!- la salutò Zabini invece voltandosi su se stesso per guardarla camminando un po' all'indietro sorridente come al solito, un po' svampito. Nonostante tutto la fece sorridere e lo salutò con la mano per gentilezza mentre dentro si sentiva uno straccio.

Quindi era così.

Questo era l'epilogo di tutto, la fine di quello strano rapporto, la gomma che doveva servirle per cancellare tutto e andare oltre, come aveva fatto lui.

Abbassò lo sguardo mentre le labbra si ammusavano involontariamente e per riuscire a tenerle ferme al loro posto prendeva a mordicchiarle. Gli occhi lucidi.

Si appoggiò al davanzale, sconfitta.

Allora era così che stavano le cose.

Eppure, non poteva negare la gioia che aveva provato nel rivederlo, vivo e vegeto. Sorrise ancora finalmente libera da quel broncio che le imbruttiva il viso.

-Ginny.- conosceva quella voce, era Harry.

-Tutto bene?- chiese Hermione con premura.

Quando alzò lo sguardo sorrideva ancora, un sorriso triste ma pieno di dolcezza, al punto che gli altri la guardarono senza più parlare, guardando i suoi occhi sorridenti riempirsi di lacrime.

-Si.- le rispose con la bocca impastata. -E' vivo.- continuò con naturalezza facendo spallucce mentre le lacrime scivolavano via da sole dagli occhi e lei le asciugava con gesti spicci, con poca grazia, pulendosi le mani sulla gonna, senza che quel sorriso raggiante le lasciasse mai il viso.

Forse ai loro occhi poteva sembrare una matta, ma una parte di se era felice davvero, e non aveva più voglia di essere triste, voleva essere felice per lui, voleva essere felice anche se il suo corpo reagiva diversamente.

-Non fateci caso.- disse parlando delle lacrime. Rise ancora. -Non so perché continuano ad uscire.-

Ron pensieroso e silenzioso come non mai fece l'unica cosa che sentiva di fare: l'abbracciò stretta.

Non lo faceva spesso, anzi negli umili anni era capitato così di rado che non ricordava quando era stata l'ultima volta che lo avesse fatto. Un gesto così gentile da farla commuovere, ma nessuno lo notò perché tanto già piangeva.

Nascose il viso nel suo petto e stette li per un po' rassicurata da quel profumo che sapeva di famiglia, si sicurezza, di felicità.

Ron era sempre stato il suo fratello preferito, ma non glielo avrebbe mai detto. Era quello con cui giocava da piccola, quello a cui rubava la scopa per farsi un giro di nascosto, quello a cui faceva gli scherzi più brutti perché sapeva che l'avrebbe sempre perdonata.

E nonostante tutto lui era lì per lei mentre piangeva a dirotto per quello che era il suo peggior nemico in quella scuola, per il ragazzo che gli aveva reso la vita un inferno, che lo aveva chiamato nei modi più coloriti e che aveva fatto lo stesso con lei.

Non la stava giudicando, almeno non in quel frangente, e sapeva che almeno per il momento era salva dalle strigliate. Volle approfittarne.

Suonò la campana che annunciava l'inizio delle lezioni, dovevano affrettarsi a lasciare quel corridoio che in un attimo sarebbe stato pieno di studenti.

-Andiamo Gin datti una ripulita e corri a lezione.- le disse lui guardandola gentile. Lei sorrise ed annuì.

Si separano e Ginny cercò il bagno prima di dirigersi a lezione come le aveva detto il fratello.





Ron si era sentito ferito nel profondo dall'evidente dolore che Ginny stava provando. Aveva provato a chiedere spiegazioni a Hermione ma lei era una tomba, gli aveva detto che ne sapeva quanto lui, ma era ovvio mentisse. La cosa gli dava un po' fastidio, ma le era grato per l'amicizia che aveva dimostrato alla sua sorellina.

Seduto al banco di trasfigurazioni non riusciva a concentrarsi sulle lezioni per quanto era affollata la sua mente.

Voltò lo sguardo di lato, Malfoy era seduto qualche banco più in là.

Maledetto.

Ron sentiva già la rabbia risalirgli il canale, ma si impose di restare seduto paziente e di ignorarlo.

Ma come poteva farlo per la miseriaccia!

Si muoveva nel banco come se avesse avuto le pulci e non potesse stare fermo, in realtà il suo corpo fremeva per avere vendetta per sua sorella.

La povera Ginny era distrutta, la vedeva giorno dopo giorno sempre più esile, più vacua. Non era la solita ragazzina saltellante di gioia che era sempre stata. Quando entrava lei in una stanza entrava il sole, ma adesso...

Tutto per lui? Malfoy valeva le sue lacrime?

Più ci pensava più non poteva capacitarsene. Come diamine erano arrivati a quel punto?

Lei diceva che lui era suo amico, ma per Ron quell'atteggiamento non era quello di un buon amico. E come poteva esserlo? Quello era Malfoy per Merlino, Ginny!

Si prese la testa tra le mani incapace di far acquietare la sua mente.

-Signor Weasley ha qualcosa che vorrebbe condividere con la classe?- le chiese la McGranitt stufa di vederlo muoversi in continuazione e di sentirgli fare quelli che sembravano dei ringhi sommessi.

Ron sobbalzò sulla sedia e divenne rosso come i suoi capelli quando la professoressa lo interpellò. -No, no.- disse lasciandosi scivolare sulla sedia nel tentativo di nascondersi sotto il banco quanto più possibile. Non era il caso di esporre i suoi pensieri alla classe.

La campana lo salvò da quella situazione spiacevole. Gli studenti si alzarono di fretta e uscirono di corsa dall'aula.

Ron fece lo stesso ma con molta più lentezza.

-Allora qual'è il problema?- gli chiese la professoressa ora che i ragazzi erano usciti tutti.

-Non c'è nulla che non vada professoressa, ho solo troppi pensieri.- abbozzò un sorriso mentre lei gli diceva che per qualunque cosa poteva contare su di lei, che sarebbe stata un'ottima ascoltatrice.

Gliene fu grato, ma le disse che non c'era davvero nulla che non andasse, mentendole ancora, ma non poteva certo andare a dire ad un professore che il suo problema era che Malfoy non voleva più essere amico di su sorella! Per Merlino che assurdità! Scosse il capo violentemente per ripulire la mente da quei pensieri degradanti.

Più ci pensava più quella situazione gli sembrava paradossale.

Si grattò frustrato la testa.

Alzando lo sguardo lo vide...

Ogni fibra del suo essere tremò.

Era nel corridoio con i suoi amici al seguito. Avrebbe tanto voluto andare da lui e prenderlo a pugni, lì, in quello stesso momento!

Ma sapeva che avrebbe aggravato la situazione, che avrebbe imbarazzato Ginny e che non glielo avrebbe perdonato.

Per fortuna qualche mese prima si era tolto la soddisfazione di picchiarlo, anche se a quanto pareva allora era ingiustificato.

Tanto meglio, pensò, vale per quelli che non ti posso dare ora.

Decise di andare in classe, aveva lezione, ma era deciso a non oltrepassarlo senza quantomeno urtargli contro. E così fece, dandogli una spallata degna di essere ricordata, passando oltre come nulla fosse senza neanche scusarsi o voltarsi.

-Cos'è lenticchia non ci vedi più?- sentì la sua voce alle sue spalle.

Si fermò pensando a cosa era meglio fare. Sapeva che avrebbe dovuto semplicemente lasciar correre.

-Il gatto della zannuta ti ha mangiato la lingua?- rise insieme al suo gruppetto, e Ron non ci vide più.

Si voltò nella sua direzione avanzando svelto verso di lui che non si mosse e lo afferrò per il bavero della camicia spingendolo contro il muro sollevandolo quasi da terra.

-Senti un po' tu...- gli ringhiò contro.

-Cosa Weasley?- lo vide esitare un attimo, e poi riprendere. -Cosa dovrei sentire?- gli chiese con quell'aria da innocentino che Ron non riusciva a sopportare.

Lo spinse ancora contro il muro facendogli urtare la schiena, ma Malfoy non sembrava avesse paura di lui quella volta, il ghigno sul suo viso non andava via.

Ora che lo aveva tra le mani non sapeva che fare.

-Fallo... Avanti...- lo istigava con quel sorrisetto beffardo. Ma Ron non poteva farlo, non poteva neanche sputargli addosso il suo odio senza far sentire a tutta la scuola che il motivo di tutto quello era Ginny, figuriamoci se poteva picchiarlo.

Allora cosa diamine avrebbe dovuto fare?

Si guardarono dritto negli occhi per un tempo indefinibile. Ron vide quegli occhi grigi tradire un velo di malinconia rispetto al ghigno che lo rendeva spavaldo.

Draco lo stava guardando senza più proferire parola, attendeva che fosse lui a muoversi per primo.
Non cercava neanche di reagire o scappare. Era impassibile, attendeva e basta.

Ma Ron non poteva.

Lo lasciò andare sospirando sonoramente mentre si voltava e lo lasciava lì senza più degnarlo di uno sguardo. Doveva allontanarsi prima di dire o fare qualcosa di cui si sarebbe pentito.

Alle sue spalle gli sghignazzi dei serpeverde che avevano assistito divertiti alla scena.

 

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Capitolo 18
*** decisione impossibile ***


Ciao a tutti, eccomi ancora qua, come promesso a questo giro sto cercando di aggiornarvi spesso! Vedo però che siete timidi con i commenti, ma io vorrei davvero sapere se vi piace o meno la piega che sta prendendo la storia perché come già detto non sarà sicuramente fedele alla mia idea iniziale di sei anni fa (che non ricordo assolutamente XD), quindi mi farebbe piacere sapere se vi sta piacendo, se la trovate interessante o meno insomma.

Intanto vi lascio un altro capitolo e spero di sentire le vostre opinioni! Un bacio!!

Capitolo 18

Era trascorsa già un'altra settimana da quel giorno.

Ricordava benissimo che durante le lezioni del pomeriggio gli studenti della scuola l'avevano guardata sinceramente divertiti, e che non era riuscita a capire cosa si sussurrassero con tanto entusiasmo.

Ovunque andasse chi la vedeva sghignazzava e la cosa iniziava a darle sui nervi.

Forse era per i suoi occhi gonfi, forse qualcuno l'aveva vista piangere. Non aveva idea si cosa pensare. Ma ad ogni modo voleva farli smettere.

Fu solo a cena quella sera che ebbe le sue risposte. Seduta finalmente al tavolo con i suoi amici poté ricevere tutte le risposte che voleva, la prima era sulla faccia di suo fratello.

-Centri tu in tutto questo non è così?- gli chiese con un cipiglio incrociando le braccia al petto.

Lui guardò altrove con il viso imbronciato.

-Lo sapevo.- disse esasperata sbuffando. -Ditemi cos'ha fatto, vi prego.- supplicò gli altri due che si guardavano con sguardi colpevoli. -Subito!- ordinò al limite della pazienza. -E' tutto il giorno che vengo guardata tra risolini isterici e chiacchiere. E adesso voglio delle spiegazioni!- quasi urlava Ginny mentre minacciava i suoi amici.

-Calmati Gin ti diremo tutto.- le disse Hermione mentre lei annuiva e soddisfatta si sedeva comodamente.

-Ron ha appeso Draco al muro.- le annunciò Harry schietto.

Ginny strabuzzò gli occhi. -Tu hai fatto cosa?- era paonazza e scandalizzata.-Si è appena ripreso dall'incidente per amor del cielo, Ron!-

-Non è andata proprio così.- disse Hermione cercando di smorzare i toni guardando Harry truce, ma lui fece spallucce dicendo semplicemente che “doveva sapere”.

-Non gli ho fatto niente.- si giustificò Ron.

-Tu consideri quello di appendere una persona al muro niente?!- gli domandò furibonda.

-Non l'ho picchiato anche se avrei voluto, e non ho aperto bocca per non imbarazzarti ulteriormente davanti a tutti.- si giustificò ancora pensando bastasse a placarla.

-Ron...- gli disse sconvolta. -Hai comunque dato alito ad altre chiacchiere... ti rendi conto almeno?- non sapeva cosa fare, come reagire. Da una parte c'era suo fratello che aveva tutte le ragioni per sentirsi in dovere di difenderla, ma dall'altra adesso la scuola aveva altro su cui chiacchierare.

Di quel passo quella storia non sarebbe mai finita, rendendo a lei le cose più difficili.

Levò lo sguardo quasi involontariamente, lo portò al tavolo delle serpi e cercò la sua testolina bionda, un'abitudine quella che ormai aveva perso da un po'.

Lo trovò.

Lo guardò. -E lui?- chiese senza distogliere lo sguardo. -Cos'ha fatto?-

-Niente.- rispose suo fratello. -Non si è scomposto il damerino!- diceva Ron esasperato. -Anzi sembrava quasi volesse essere colpito per come mi guardava.- ammise. -E io lo avrei fatto volentieri se non fosse stato per te.- concluse mentre Ginny guardava Draco al suo tavolo che mangiava la sua cena senza troppo entusiasmo, incurante delle chiacchiere e delle voci che a lei invece stavano facendo impazzire.

Sperò che la guardasse, vide Nott sussurrargli qualcosa all'orecchio, e poi lo vide finire la cena come nulla fosse.

Per tutta la cena non la guardò mai, mentre lei mangiava come un uccellino, spiluccando qua e la senza un vero appetito.

Potevano andare avanti così?

Poteva lei andare avanti così?

Pensò allora.

Adesso era trascorsa una settimana e ancora nulla, non uno sguardo, non un gesto, non una parola.

La evitava al punto che anche la scuola si era messa a tacere sulla loro “storia” non avendoli più visti entrare in contatto l'uno con l'altra.

Ma per Merlino per lei il tempo si era congelato insieme alla neve che scendeva violenta fuori dalle finestre.

Non riusciva davvero a farsene una ragione, non riusciva a passargli accanto senza parlargli, non riusciva a non guardarlo, e continuava testarda a presentarsi ai loro soliti posti nella speranza di vedendolo arrivare. Ma non accadeva mai.

Addirittura una volta si era nascosta furtiva dietro una delle colonne di pietra del cortile per paura di essere vista, mentre lui si allenava, solo per vederlo...

Era da matti?

Si, lo sapeva, questa era l'unica cosa di cui era davvero cosciente...

Ma del resto si sentiva impazzire, e faceva le cose che solo un folle avrebbe fatto.

La cosa peggiore era che non riusciva a spiegarsi il suo stesso atteggiamento. Non sapeva perché lo facesse!

Aveva capito benissimo che per lui era tutto finito quel giorno nella torre di astronomia, che probabilmente era andato oltre, e sarebbe dovuto essere così anche per lei, certo, era consapevole... ma non era stato così.

Aveva convenuto in fine che semplicemente non voleva rinunciare a quello che aveva visto in lui. La fiamma della speranza era fortemente accesa in lei e neanche le sue lacrime erano riuscite a spegnerla.

Era da matti?

Si, ne era consapevole.

Quel pomeriggio aveva allenamento dopo i serpeverde, le sue gambe l'avevano portata lì al campo almeno dieci minuti prima della fine del loro turno.

Aveva già la divisa indosso e la scopa in pugno. Era inutile allontanarsi con il rischio poi di far tardi solo perché lui la voleva evitare.

Dannato Draco Malfoy, lei di lì non si muoveva! Se voleva doveva passarle davanti per uscire dal campo, e che diamine. Si arrabbiò.

Non poteva davvero cambiare sempre strada per evitare che potesse pensare che fosse lì per lui.

Scosse la testa per scacciare tutti quei pensieri.

Il fatto che fosse sicuramente lì per lui era del tutto irrilevante.

Si sedette alla panchina e attese che il loro turno finisse a braccia conserte.
 

-Ciao Ginny.- quella voce la fece sobbalzare per lo spavento. Non se l'era aspettato. -Ti ho spaventata?- le disse divertito lui.

-No, no.- gli rispose tentando di mantenere un minimo d'apparenza. -Ciao.- si ricordò di salutarlo almeno quella volta.

Era stato Blaise Zabini a spaventarla saltando sulla panchina e sedendosi al suo fianco, piuttosto vicino in effetti, notò mentre si allontanava un po' da lui.

-Gran bell'allenamento non credi?- le disse convinto. Ginny gli rispose che non poteva saperlo perché era appena arrivata. -Draco è stato piuttosto bravo oggi. Questo è il suo terzo boccino.- sorrise orgoglioso dell'amico.

Anche Ginny sorrise cercandolo involontariamente nel campo senza darsi il tempo di rifletterci su.

-E' lì adesso, guarda.- puntò il dito verso alcune bandiere in alto nei cieli sporgendosi su di lei avvicinando la guancia alla sua. Poteva quasi sentirne il tocco sulla pelle.

-No, sinceramente non lo vedo.- ammise nel tentativo di farlo allontanare ma quello che ottenne invece fu di ritrovarselo quasi addosso. Aveva appoggiato il braccio sinistro sulla panchina alle sue spalle e con l'altro puntava in una direzione sempre più alla sua sinistra, considerando che le sedeva alla sua destra, poco ci mancava che non l'abbracciasse.

-Ma come no, guarda meglio.- le diceva con la voce calda che lo contrassegnava. In effetti non gli aveva mai sentito alzare la voce. Si ritrovò a domandarsi se ne fosse capace.

Un attimo dopo una sferzata di vento le scompiglio i capelli, fu come se fosse appena passato un tornado. Blaise rideva, lei non capiva, ma finalmente si allontanò quel tanto che le bastava per sentirsi più a suo agio. Non levò il braccio da dietro la sua schiena però, anzi di tanto in tanto mentre parlava le toccava la spalla, come se la stesse abbracciando.

Era una situazione ambigua, ma in fondo Blaise era ambiguo. Forse era così con tutti, di certo era così con tutte. Aveva una certa fama da play boy nella scuola, ma con lei non c'era trippa per gatti, pensò mentre gli sorrideva furba.

-Che cosa vuoi Zabini?- gli chiese a bruciapelo continuando a sorridergli.

-Ma niente davvero.- le disse lui quasi offeso dalle insinuazioni di lei.

-Mh...- gli rispose una Ginny per nulla convinta.

-Uh, guarda Draco ha acchiappato il boccino, giusto in tempo.- le disse puntando verso l'alto senza avvicinarlesi troppo. Ginny d'istinto voltò la testa in quella direzione, ma non lo vide. -Lo sapevo.- gli sentì dire.

-Sapevi cosa?- gli chiese voltandosi verso di lui ritrovandoselo quasi addosso. Era ad un palmo dal suo viso. Doveva ammettere che il suo dopobarba aveva un buon profumo.

-Che ti saresti voltata.- le disse lui sorridendo divertito. Ginny non sapeva cosa rispondergli, era palesemente vero. -Dimmi Weasley...- le disse girandosi maggiormente verso di lei sinuosamente.

-Dimmi.- riuscì a dirgli piuttosto nervosamente muovendosi spesso sul posto nel tentativo di aumentare lo spazio tra loro, che però lui riduceva puntualmente, e Ginny stava finendo la panchina...

-Tu per caso...- iniziò prendendole una ciocca di capelli rigirandosela tra le dita. Ginny sentiva una crescente ansia pensando che suo fratello Ron poteva essere lì da un momento all'altro. Cosa avrebbe pensato vedendola così? Lui le guardava le labbra e poi la guardava negli occhi, e ancora le labbra. Doveva ammettere che Blaise era davvero un bel ragazzo... Si maledì per l'idiozia che il suo cervello riuscì a formulare in un momento come quello. Cosa andava a pensare?! Ma era vero. Pensò guardandolo. -Sei ancora innamorata di Draco?-

Quelle parole la colpirono come un pugno nello stomaco. Cosa doveva rispondergli? -No.- e credeva davvero di essere sincera con lui. -Non lo sono mai stata.- ammise innocentemente. Lui sollevò un sopracciglio, capì che non la credeva. Sapeva che anche dicendogli la verità non sarebbe stata creduta. Ma era vero, lei non era mai stata innamorata di Draco, anche se tutti pensavano fosse così.

-Weasley...- le disse con una voce fin troppo sensuale per i suoi gusti. Le lasciò la ciocca passando ad accarezzarle il collo con la punta delle dita. Ginny voleva solo scappare cercando di divincolarsi da quella situazione assurda. -Lo sappiamo entrambi che non è così. Ma se adesso non provi più niente allora, che ne dici se...-

Blaise non poté finire la frase perché Ginny udì un suono fin troppo famigliare e si mosse prontamente.

-Ma che diamine!- esclamò lui stupito ma al contempo divertito da quello che era accaduto prendendo infatti a ridere come un matto l'istante dopo.

Ginny si era ritrovata praticamente seduta su di lui, la pluffa stretta tra le braccia e gli occhi che guardavano in cielo, dove lui la guardava con uno sguardo che poteva uccidere.

Cosa voleva? Non poteva neanche parlare con i suoi amici perché sua maestà si offendeva?

-Qual'è il tuo problema?- gli domandò rendendosi conto solo dopo che era la prima cosa che gli diceva dopo tanto tempo ed era stata acida. Ma ben gli stava, cosa credeva che le poteva lanciare palle addosso senza che reagisse, era quella l'impressione che aveva dato di sé? Non lo credeva affatto.

Ginny si rese ben presto anche conto di essere seduta sulle gambe di Blaise quando lui le mise le mani sui fianchi. Si alzò di scatto imbarazzata, e la pluffa la cadde dalle mani.

-Non ce l'aveva con te Ginny.- le disse lui ancora seduto comodamente. Ginny levò un sopracciglio costernata. Di che parlava? -E ti ringrazio perché io non sono un gran giocatore...- parve rifletterci su un attimo. -Be in effetti si, ma il gioco che piace a me è differente...- e ammiccò mentre Ginny faceva un passo indietro.

-Togliti di mezzo!- sentì Draco urlare alle sue spalle. Si voltò incuriosita da quella situazione che non riusciva bene a comprendere.

-Non dirmi cosa fare!- gli urlò di rimando rimanendo ferma al suo posto con le braccia sui fianchi.

Che modi...

-Togliti ti ho detto.- le intimava ancora cercando di guardare alle sue spalle.

Ginny si voltò trovando Blaise che si contorceva dalle risate rimanendo quasi senza fiato. Lo vide mentre si alzava e andava ad afferrare la pluffa. -Spostati Weasley, devo insegnare a Draco una lezione.- portò il braccio indietro e tirò con tutta la forza che aveva in corpo.

Non era possibile...

Ginny non riuscì a trattenere una risata spontanea. Adesso era lei che rideva come una matta. Era la cosa più esilarante che avesse visto in tanto tempo.

-Ah ridi eh.- le disse lui che trafelato non era riuscito a tirare la palla più lontano di un metro. Aveva davvero ragione quando le aveva detto che lo sport non faceva al caso suo.

Non voleva offenderlo, davvero, non voleva, ma prese a ridere così forte che l'udirono tutti. Non riuscì a trattenersi, a darsi un contegno. Non rideva così da una vita! Era ridicolo, e l'espressione di Blaise era ancora più ridicola mentre le faceva le boccacce. Non si era offeso, anzi assecondava la sua ilarità.

-Dai qua.- gli disse tra una risata e l'altra. -La prendo io.- e andò verso la palla afferrandola e portandosi di fianco a lui. -Ti faccio vedere io come si tira una pluffa!- e così dicendo Ginny prese la mira, e la tirò con tutta la forza che avesse in corpo. In quel tiro c'era tutta la disperazione, la fatica, il dolore, la gioia, c'erano tutte le emozioni che lui le aveva fatto provare. Era come rispedirle al mittente.

La pluffa non solo entrò in uno dei cerchi superando il portiere della squadra dei serpeverde, ma andò a finire a destinazione. Draco si ritrovò con la palla nello stomaco. Per sua fortuna aveva mantenuto le apparenze riuscendo ad afferrarla senza cadere dalla scopa.

Ginny sorrise soddisfatta.

-Ma sei un portento.- le disse Blaise affiancandola incredulo. -Non ho mai visto nulla del genere, Weasley lo ammetto.- concluse dandole una pacca sulla schiena come un buon amico.

-E' così che si rispedisce una pluffa al mittente.- gli disse lei divertita. Poi ripensò al tiro di lui e non riuscì a trattenere le risa ancora una volta notando che lui sorrideva guardandola.

Il turno delle serpi era finito e scesero per terra mente la squadra dei grifoni arrivava allegramente ignara di quello che accadeva nel campo.

-Ginny, sei già qui?- le chiese Ron andandole incontro e guardando di sbieco il ragazzo al suo fianco.

-Si sono arrivata prima e ho aspettato, tanto mancavano solo pochi minuti alla fine del loro allenamento.- confessò serena mentre guardava il fratello squadrare Zabini dalla testa ai piedi.

-Blaise, maledetto!- si voltarono tutti e tre nella sua direzione. Draco sudato come non lo aveva mai visto andava loro incontro con passo pesante, i pugni stretti ai fianchi e l'aria di chi voleva vendetta.

-Oh, Dra, non essere sempre così scontroso...- gli disse invece l'altro rimanendo calmo. -Ti verranno le rughe.- concluse quando l'amico fu a un passo da lui. -Guarda, tipo questa che hai sulla fronte adesso.- e allungò la mano puntando quella che per lui era una ruga sulla fronte di Draco con un dito.

Draco scansò la sua mano in malo modo. -Smettila!- gli ringhiò contro. -Questo argomento era chiuso! Perché ti ostini a non capire!- gli urlava in faccia mentre lui non si scomponeva di una virgola.

-Chiuso per te... chi ha parlato di me.- gli rispose con leggerezza, come se parlasse della cosa più ovvia del mondo.

Ginny intanto era lì, ad assistere alla scena proprio sotto di loro. Era al fianco di Blaise quando lui era arrivato tutto trafelato e si era ritrovata scaraventata di lato quando Draco era arrivato e con poca grazia l'aveva allontanata con un braccio dicendole “eh spostati” con quell'aria da arrogante.

Per un attimo si era anche arrabbiata, e stava sul serio per rispondergli mandandolo a quel paese quando si rese conto che non gli era così vicino da mesi.

Poteva sentire il suo odore misto al sudore. Poteva guardare il suo profilo così vicino da vedere la ruga di cui parlava Blaise. Poté guardare i suoi occhi che in quel momento sembravano scuri come un cielo tempestoso mentre i capelli gli ricadevano davanti scompigliati e disordinati, muovendosi ad ogni parola che diceva. Era piuttosto agitato. Non seguì bene il discorso, non avrebbe capito nulla ad ogni modo perché sembravano discutere di cose loro.

Capì che la pluffa era per Blaise quando lui la guardò e le fece un occhiolino sorridendo indicandogli Draco con un gesto delle sopracciglia e della testa. A lei sembrava che a Blaise piacesse farlo arrabbiare. Ad ogni modo a quel punto Draco scattò e gli disse: -Vedo che la pluffa non ti è bastata, dannato!- ma Blaise rise ancora più di gusto mentre Draco irato respirava affannosamente.

Ginny era allibita, allora era naturale per lui trattare male i suoi amici.

-Lascialo in pace Malfoy, sembri impazzito.- le uscì dalle labbra senza potersi fermare. Ma le dava fastidio assistere a certe scene senza far nulla. Anche se Blaise rideva, lei non lo trovava affatto gentile.

Draco s'irrigidì. -Tu stanne fuori.- fu il ringhio minaccioso che le propinò senza mai guardarla abbassando la voce.

Ginny deglutì ma mantenne con fierezza il capo alzato fissandolo intensamente sicura che avrebbe ceduto, ma non lo fece, si ostinò nel non degnarla di uno sguardo, e si limitò ad andarsene furibondo.

-Bene, il nostro tempo è infine giunto al termine... ma il mio discorso è ancora aperto se...- non finì la frase perché Draco era tornato indietro e se l'era trascinato via con sé.

Li guardò allontanarsi mentre la sua testa faceva le giravolte. Che diamine era appena successo?

-Che diamine è appena successo?- sentì dire a Ron.

Le venne da ridere al pensiero del fratello che esprimeva a voce i suoi pensieri. -Non ne ho la più pallida idea.- ammise ridendo.

-Andiamo.- le disse Ron ricordandole che avevano un allenamento a cui pensare.

Annuì seguendolo, ma con gli occhi seguiva la scena di quei due che continuavano a battibeccare ma tutto quello che riusciva a sentire era Draco che urlava qualche “muoviti bastardo” oppure “taci maledetto”.

Ad ogni modo si apprestò a spiccare il volo, aveva dei punti da segnare con quella benedetta pluffa.


 


 


 


Draco era sconvolto. Non si capacitava di quello che era accaduto proprio davanti ai suoi occhi.

Quel rimbecillito!

Gli aveva intimato di restare dove poteva vederlo, costringendolo a restare negli spogliatoi fino a che non avesse finito di lavarsi e cambiarsi.

Poteva benissimo vedere dalla sua espressione che la cosa gli faceva piuttosto schifo. E ne fu soddisfatto. Era una vendetta piuttosto soddisfacente quella di vedere Blaise circondato da vapore, asciugamani bagnate, divise sporche e ragazzi sudati, mentre cercava in tutti i modi possibili di non toccare niente. Ben gli stava.

Intanto sotto la doccia cercava di rilassarsi, gli aveva fatto saltare i nervi.

Ci stava mettendo tutta la sua buona volontà per non parlare con lei, per non avvicinarsi a lei, per fare finta che non esistesse affatto, che non fosse mai esistita nella sua vita come nei suoi pensieri... e poi arrivava lui e gli rovinava tutto!

Maledetto!

Si strofinò i capelli con più vigore cercando di lavare via le immagini di quello che aveva visto dalla testa.

Quando aveva visto Blaise arrivare al campo aveva fiutato aria di guai, quando si era accorto che lei era lì aveva capito che avrebbe avuto guai, quando si era reso conto che lui era arpionato a lei come un polipo in calore avrebbe voluto staccargli i tentacoli a morsi! Adesso per lui erano guai!

Respirò affondo mentre l'acqua calda gli cadeva sulla testa con violenza.

E non si staccava da lei dannazione!

Tirò un pugno al muro, si fece un male tale che per poter trattenersi dall'urlare si morse forte le labbra. Doppiamente maledetto!

Forse non avrebbe dovuto dare spettacolo, non avrebbe dovuto tirargli la pluffa a quel modo, davanti a tutti. Ma i ragazzi sapevano che lui e Blaise erano così da sempre, non avevano fatto altro che tirarsi brutti tiri in quegli anni, eppure la loro amicizia era salda come una roccia. Allora perché fargli questo? Si domandava mentre appoggiava la fronte alle mattonelle e si lasciava cadere l'acqua sulla schiena.

Ginny era stata formidabile a prendere la palla al volo, senza avere la più pallida idea che stesse arrivando, e con quel pervertito che le sussurrava chi sa quali schifezze all'orecchio.

E l'aveva anche toccata!

Draco roteò gli occhi stanco dei suoi stessi pensieri, chiuse l'acqua e prese un asciugamano.

Quando gli passò davanti lo guardò sbieco. Sorrise solo una volta che gli ebbe voltato le spalle per aprire l'armadietto delle robe, il viso di Blaise era troppo comico in quel contesto. Non faceva altro che scansarsi da tutto e da tutti stando attendo che non venisse toccato da nulla che avesse potuto infettarlo.

-Dai Dra lasciami andare, non ne posso più.- si lamentò lui.

-Non esiste, non mi fido.- gli rispose iniziando a vestirsi.

-Ma dai non potrei fare niente comunque e lo sai.- si riferiva al fatto che Ginny era agli allenamenti, Draco lo guardò truce e poi riprese a vestirsi senza più rispondergli.

I ragazzi per fortuna non dissero niente, nessuno parve più di tanto interessato alla vicenda che si era svolta sul campo. Ne fu grato. I maschi non erano così inclini al pettegolezzo come le ragazze.

A quel punto si ritrovò a pensare che non sapeva cosa stesse accadendo nello spogliatoio femminile.

Sbuffò mentre pensava che forse quella sera a cena ci sarebbe stato un ritorno di fiamma per gli appassionati dello scoop di “la Weasley ama Malfoy”.

Che stress, pensò finendo di sistemarsi i capelli e uscendo dallo spogliatoio seguito dall'amico che fu felice di essere uscito da lì.

Appena in tempo, pensò, passando dal campo nel momento in cui i grifoni finivano l'allenamento e scendevano dalle loro scope. Notò Blaise voltarsi a cercarla con lo sguardo e gli sferrò una gomitata nel fianco senza smettere di camminare.

-Che c'è?- gli chiese con aria innocente ridacchiando.

-Maiale.- disse senza mai guardarlo.

-Ma dai Dra...-

-No Blaise, ma dai tu!- gli disse fermandosi in un corridoio isolato, guardandolo finalmente. -Avevamo già discusso della cosa e ti avevo pregato di smetterla e di lasciarla stare.-

-E io ti avevo risposto che non ne avevo nessuna intenzione perché è carina.- concluse lui ricordandogli la cosa come se Draco si fosse semplicemente dimenticato.

-Non puoi provarci con tutta la scuola semplicemente perché sono carine!- fece lui scandalizzato.

-Si che posso.- gli rispose ammiccando.

Draco era furibondo, come doveva fare con lui? Possibile che non si arrendesse proprio?

-Ti ho già detto che visto che tu non la vuoi, e neanche la frequenti più da mesi, io non ho nessuna riserva nel prendermela.-

-Ma lei non è una di quelle che puoi prendere con indifferenza e lasciarti dietro come nulla fosse!- gli urlò contro.

Blaise sorrideva, di lui probabilmente, dello spettacolo che stava dando di se stesso, del modo in cui ancora ora si agitava quando la nominavano, o la nominava.

-Ah no?-

Riusciva come nessun altro mai era riuscito prima a farlo uscire dai ghingheri. Se avesse potuto lo avrebbe preso per la gola e strozzato fin quando non avesse chiesto pietà.

-Perché mai? A me sembra una ragazza come le altre...-

-Perché io ci ho provato e non ha funzionato.- gli disse d'un fiato mentre si allontanava per andare alla finestra. Da lì poteva vedere il campo da quidditch, era vuoto. Sospirò pensando che l'unico modo che aveva di tenere Blaise lontano da lei era ammettere cose che lui non ammetteva neanche a se stesso.

Lo vide avvicinarsi e posargli una mano sulla spalla avvicinando il viso al suo orecchio bisbigliando piano: -In che senso l'hai “presa”.-

Draco se lo levò di dosso voltandosi a guardarlo. -Non nel senso che intendi tu!- si affrettò a correggerlo.

Blaise rideva ancora mentre lui si giustificava e difendeva l'onore della ragazza come fosse una questione di principio. Loro che non erano proprio tipi da ferrei principi morali...

-Sei carino.- ammise lui guardandolo.

-Smettila.- gli disse disgustato dalla sua viscida gentilezza.

-Senti Dra te l'ho detto, sono un uomo di parola io, se tu mi dici che Ginny è off limits perché la vuoi tu va bene...-

-Ma io non la voglio Blaise.- gli rispose esasperato.

-E allora me la prendo io.-

-Sei un maledetto idiota.- gli ringhio Draco nervoso.

-Mai quanto te.- fu la risposta del ragazzo che non si scomponeva mai. -Mi basta che tu mi dica che la ami e la lascerò stare.-

-Ma io non la amo!- gli urlò al limite della pazienza.

-Allora dimmi che la vuoi.-

Per un attimo Draco si perse tra i ricordi evocati da quella frase: “dimmi che mi vuoi” le aveva sussurrato mentre non riusciva più ad impedirsi di avvicinarsi a lei, “dimmelo” le aveva intimato per poi...

-Non lo farò.- gli rispose serio e severo. Era deciso, aveva preso una decisione tempo prima e avrebbe rispettato quella decisione.

Blaise sospirò sonoramente. -Non può più bastarmi la solita tiritera di “è sotto la mia protezione”, o “non la toccare perché è casta e pura”.- disse lui incrociando le braccia al petto e parlando come se per lui fossero tutte sciocchezza. -La rossa non è male, ed è pure simpatica, se tu non la vuoi io ci provo.- e prima che potesse rispondergli aggiunse. -Tanto se non lo farò io lo farà qualcun altro.- e si allontanò lasciandolo dietro.

Draco era allibito da quelle parole. Blaise faceva sul serio? Gli piaceva Ginny? Cioè la Weasley...

Che diamine, era la stessa cosa!

Gli piaceva?

Lo seguì continuando a chiederglielo ma lui evitava di rispondergli direttamente, ovviando la domanda, girandoci intorno o stando in silenzio.

Nella sua mente intatto si erano formati tanti di quei pensieri che la testa iniziava a dolergli.

Aveva anche aggiunto che qualcun altro poteva provarci con lei...

A quel punto che avrebbe fatto?

Fermó con violenza il flusso dei suoi pensieri. Respiró affondo dandosi una calmata. Non poteva farci niente, era giusto così.

Tanto a lui bastava che non fosse Blaise a provarci, non era un ragazzo serio, non faceva al caso suo!

Si fermò ancora di colpo, questa volta oltre che mentalmente anche fisicamente, rendendosi contro finalmente di cosa stava dicendo.

Era impazzito?!

Si, era impazzito. Non c'era altra spiegazione.

Non erano affari suoi con chi lei usciva, se se la sentiva allora poteva farsi anche tutta la scuola per quello che gli importava!

Lo sapeva che non doveva dar retta a Blaise, sapeva che doveva chiudere gli occhi o voltarsi dall'altra parte, eppure continuava a cascarci come un allocco.

Maledetto!

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Capitolo 19
*** Non me la date a bere... ***


Ciao a tutti eccomi di nuovo qui! :))

Volevo anzitutto ringraziare tutti quelli che seguono la storia, noto che siete numerosi e la cosa mi fa piacere, spero davvero che vi stia piacendo e spero troviate questo capitolo un po' divertente, come l'ho trovato io. ^^

Ci vuole una scossa tra quei due ed è ora che qualcuno sia quel fattore scatenante!

Allora senza aggiungere altro ecco a voi il diciannovesimo capitolo!

Buona lettura!



Capitolo 19


Da quella volta si era come sentita seguita, perseguitata, stalkerizzata da un Blaise Zabini che con un'insistenza disarmante era letteralmente ovunque.

Se lo trovava davanti quando entrava in Sala Grande per la colazione, e poi per la cena, le apriva la porta se malauguratamente capitava vicino a lei quando si apprestava ad entrare in una stanza, le dava la buonanotte quando la sera si ritirava in sala comune con la scusa di scendere nei suoi sotterranei e addirittura, e questo era davvero troppo, se lo trovava davanti anche uscendo dal bagno!

Ormai viveva come l'ombra di Hermione perché non voleva essere lasciata sola per paura di un altro dei suoi approcci inappropriati, e per fortuna fino a quel momento aveva funzionato.

Aveva preso a guardare i suoi allenamenti di quidditch impedendole di allenarsi a dovere, deconcentrandola.

Si domandava come poteva fare per toglierselo dalle scatole, senza però riuscire a trovare una soluzione. Non temeva neanche Ron, si avvicinava a lei e la salutava anche in sua presenza...

In realtà la salutava in presenza di chiunque.

Era un continuo “ciao Weasley” o “come va Weasley”, di qua e di la, e la gente iniziava a guardarla in modo strano.

Le veniva da ridere però quando riflettendoci su immaginava la gente che pensava a lei come la ragazza di Draco Malfoy e in seguito che avesse un flirt con Blaise Zabini.

-Che hai da ridere così?- le chiese Hermione mentre si lavava le mani.

-Niente.- le disse finendo di lavarsi le sue.

-Gin io devo proprio correre o farò tardi.- le disse d'un tratto come una nube a ciel sereno. -Ci vediamo dopo ciao!-

-No aspetta!- urlò Ginny invano in preda all'ansia voltandosi di scatto e bagnandosi la camicia. -Cavoli...- disse cercando un modo per asciugarsi le mani mentre pensava al fatto che era sola....

L'ultima volta che era uscita dal bagno lo aveva trovato sul davanzale della finestra con un libro in mano che, secondo lei, faceva solo finta di leggere.

Questa volta cosa l'aspettava?

Sospirò, tanto valeva scoprirlo. Fece spallucce e si diede una sistemata veloce. Prese i libri che aveva appoggiato per lavarsi le mani e aprì piano la porta, solo uno spiraglio per dare giusto un'occhiata.

Una ragazza dietro di lei però la spalancò uscendo dal bagno mentre la guardava con aria stranita. Ginny tossicchiò schiarendosi la gola sorridendo come nulla fosse.

Comunque non aveva visto nessuno fuori. Per sicurezza si affacciò dall'uscio e guardò prima da una parte poi dall'altra. Nulla.

La via è libera, pensò, finalmente.

Peccato che ebbe solo il tempo di fare pochi passi prima che un sonoro “ciao Weasley” la spaventasse a morte facendola strillare e cascare tutti i libi rovinosamente per terra.

-Zabini.- lo salutò, con un tono che però pareva più una minaccia che un saluto vero e proprio. Lui ovviamente non se ne curò affatto.

Si piegò a raccogliere i suoi libri e lo vide chino vicino a lei che l'aiutava. Lo guardava di sottecchi senza capire a che gioco stesse giocando. -Lascia, faccio io.- le disse, come se già quel gesto non fosse abbastanza equivoco.

-Lascia stare non c'è bisogno.- tentò lei sperando che rinunciasse, ma dovette scoprire che era ostinato. -Grazie.- gli disse con un mezzo sorriso di circostanza, voltandosi per andar via ma...

-Zabini...-

-Chiamami Blaise.- la corresse.

Ginny dovette fare affidamento a tutta la sua pazienza per non mandarlo a quel paese subito. -Blaise...- lo assecondò. -Perché mi stai seguendo?- gli domandò esasperata da quel comportamento vedendolo passeggiare serenamente al suo fianco come se stessero davvero camminando insieme.

Non solo doveva ritrovarselo davanti ovunque andasse, adesso stava camminando con lei nei corridoi dove tutti potevano vederli. E non era tutto... Con molta indifferenza e tranquillità salutava gente a destra e a manca mentre camminava con lei vicino, sorridendo come fosse la cosa più naturale del mondo.

-Perché abbiamo un discorso in sospeso.- le ricordò.

Maledizione a lei e a quella sua boccaccia, poteva stare zitta? No. Lei doveva porgli la domanda da un milione di...

-Allora?- lo sentì insistere.

-Come?- gli domandò confusa. Aveva parlato? Era troppo presa dai suoi pensieri per sentire cosa aveva da dirle.

La prese per un braccio, ma fu gentile, non strinse, non le fece male, volle solo fermarla ed essere guardato. Quando fu certo di ricevere la sua attenzione allora parlò ancora: -Ginny voglio sapere se, visto che hai detto che con Draco è finita... se ti va che io ti faccia la corte.-

Non sapeva davvero cosa rispondergli. La corte. Si faceva ancora la corte ai loro tempi? E poi, per quale motivo tutto quell'interesse improvviso per lei?

-Dammi la possibilità di starti un po' intorno.. solo questo ti chiedo.- sembrava sincero, parlava piano con una voce sottile e suadente, un sorriso quasi timido, inusuale sulle sue labbra, a chiudere quella richiesta palesemente assurda.

Ginny pensò che in effetti non ci sarebbe stata molta differenza da quello che già faceva da qualche tempo, ma dovette declinare la gentile offerta... -Non credo sia il caso.- gli disse sperando di averlo deluso abbastanza da vederlo demordere.

-Ma dai Gin...- si lamentò, e le parlava come se si conoscessero da una vita, una confidenza che aveva impiegato anni ad ottenere con altri, lui se la prendeva così, come nulla fosse. -Sono bello non credi?- Un po' narciso, pensò lei invece. -Non sono proprio da buttare suvvia...- continuò non ricevendo risposta. Ma dovette ammettere che lo trovava comico, era sufficientemente divertente da estorcerle un sorrisetto, che davvero non riuscì a reprimere malgrado i suoi tentativi. Lui probabilmente lo prese come un assenso. -Ecco vedi? E allora qual'è il problema?- avrebbe voluto rispondergli che di problemi ce n'erano quanti ne voleva, ma non le lasciava il tempo di parlare. -E sono simpatico.- continuò infatti. -Ti faccio ridere... vedi?- le disse puntando gli indici sugli angoli della sua bocca tirandoli su. Ginny rise togliendogli le mani dalla faccia, non le era possibile trattenersi. -Allora?- le chiese dopo qualche attimo di pausa tornando pacato, senza mai perdere quel sorriso dolce, innaturale su quel viso di serpe.

Ginny non sapeva cosa rispondergli, tanto non accettava un “no” come risposta. -Io non mi sento in grado di uscire con qualcuno in questo momento.- ed era vero, non voleva vedere nessuno, aveva la testa altrove.

-Benissimo allora, considerando il freddo che fa possiamo rimanere dentro.- e sorrise con uno sguardo così sinceramente divertito che Ginny non ebbe cuore di continuare a rifiutarlo.

-Non lo voglio un fidanzato... Blaise.- faticò a chiamarlo per nome, infondo non era mai successo prima che si dessero tanta confidenza.

-Perfetto.- le disse lui. -Allora facciamo che sarò il tuo buon amico... fintanto che non cambierai idea.- ammiccò facendole un occhiolino pieno di promesse.

La fece sorridere ancora quando poi le fece un inchino quasi fosse un cavaliere. Non le restava altro da fare, da dire, l'aveva disarmata. Annuì, se non poteva eliminarlo definitivamente... -Vada per l'amico.- almeno questo era il meno peggio.

-Benissimo allora, vogliamo andare.- le disse prendendole i libri dalle mani e prendendosela a braccetto si incamminarono verso l'aula in cui Ginny avrebbe avuto la prossima lezione.

Dire che si era sentita terribilmente a disagio era dire poco.



Con il tempo si abituò alla presenza di Blaise, non avrebbe potuto fare altrimenti, era una presenza ingombrante.

Ricordava come all'inizio gli chiedesse spesso se in realtà lui non avesse davvero nulla da fare, e le rispondeva che era lei il suo da fare, con quell'aria trasognate a cui Ginny non credeva assolutamente, facendola ridere invece.

Doveva ammettere che le sue lusinghe le facevano piacere, e che la faceva ridere come nessun altro, ma la cosa finiva lì, nonostante tutto non l'aveva convinta a volere un fidanzato.

Il tempo che trascorrevano insieme però non era male, anzi. Blaise era uno di quelli a cui non importavano le apparenze, o meglio gli importava moltissimo della sua di apparenza, ma non di quello che la gente pensava di lui come persona, solo di lui come “gran figo” come si era auto proclamato lui stesso in diverse occasioni.

Gli invidiava tutta quella autostima in realtà.

Giravano per i corridoi, parlavano in Sala Grande quando non era ora dei pasti e la sala era una semplice sala di riunione o di studio. Lui si sedeva accanto a lei, al suo tavolo insieme agli altri Grifondoro, senza pensarci troppo o farsi problemi in merito a ciò che avrebbero pensato di lui, della situazione, dei suoi atteggiamenti o della scelta delle sue amicizie, e iniziava a chiacchierare del più e del meno, incurante di cosa stesse facendo lei un attimo prima che lui arrivasse.

Quando arrivava Blaise il resto del mondo doveva essere messo in pausa. Era una prima donna.

Le raccontava delle sue giornate, della scuola, dei compiti. Le chiedeva come gli stessero i capelli o se gli piaceva quanto il verde della sua cravatta tirasse fuori il verde che c'era nei suoi occhi...

-Ma Blaise i tuoi occhi sono marroni!- gli ripeteva ridendo ogni volta che glielo chiedeva.

-E quindi?- le rispondeva attonito.

Ginny non poteva non ridere con lui, e di lui, era estremamente comico!

E poi la complimentava, nei modi più disparati e più fantasiosi, a volte più gentile a volte più sincero, a volte senza un briciolo di pudore facendola arrossire vistosamente beandosi della cosa.

Ricordava benissimo quella volta in cui entrando in Sala Grande lo aveva sentito fischiare dal suo tavolo, e voltandosi a guardarlo si rese conto che ce l'aveva con lei! L'aveva messa così tanto in imbarazzo che gli aveva tenuto il muso per un giorno intero.

Quella volta si beccò anche una bella gomitata nello stomaco da Draco, che gli sedeva accanto.

Era così spudorato che anche durante i pasti, a diversi tavoli di distanza le faceva segnali perché lo guardasse, e poi faceva qualcosa di stupido per farla ridere, e ci riusciva sempre.

Inizialmente Hermione, Ron e Harry lo trovarono strano, come lei del resto, ma impararono a conviverci perché era inarrestabile.

Addirittura salutava anche loro se si trovavano nei paraggi.

Una sera sentì Ron entrare in sala comune sconvolto perché: -Mi ha chiesto dove poteva trovarti... ma ti rendi conto.- le disse con un'espressione da pesce lesso in faccia. -Lui ha chiesto a me dove trovare te!-

Ginny non sapeva se ridere o se mantenersi seria, ma ovviamente rise di gusto alla fine, come avrebbe potuto non farlo?

-Sai cosa voleva?- gli chiese tra l'altro.

-Cosa diamine vuoi che ne sappia io!- le rispose inferocito. -Gli ho detto che non erano affaracci suoi!- concluse agitato.

-Poverino...- pensò Ginny che ormai lo conosceva quel tantino che le bastava per sapere che: -Lo avrai offeso.-

Uscì dalla sala lasciandosi dietro un Ron scioccato da tanta impertinenza che continuava a ripetere “e a come mi sono sentito io in quel momento non ci pensi?”, e Hermione che rideva di gusto.

Non le dispiaceva affatto l'amicizia di Blaise, l'aveva distratta da tutta quella faccenda di Draco, e stare con lui era un po' come stargli vicino anche se a distanza.

Sapeva benissimo che era sbagliato, sapeva che stava usando Blaise per rimanere aggrappata ai suoi ricordi, ma non riusciva a dare un taglio netto a quella storia.

Lo stava cercando in giro per la scuola ma non aveva idea di dove fosse. Infine lo trovò seduto sulla panchina giù al campo di quidditch. Gli corse incontro chiamandolo a gran voce. Lui voltandosi le sorrise radioso sventolando la mano felice di vederla.

Questo le piaceva di lui, sapeva sempre di essere accolta con gioia da quel ragazzo esuberante e vanitoso, che però le tirava sempre su il morale.

-Mi stavi cercando...- gli disse avvicinandosi e sedendosi accanto a lui sulla panchina.

-Già...- le rispose. -Tuo fratello ha qualche problema con la gentilezza.- s'imbronciò.

Ginny rise. -Sapevo che ti eri offeso.- gli confessò. -Non farlo, Ron semplicemente non concepisce questa “cosa” tra di noi.- Ginny arricciò il naso e storse il labbro pensando a cosa effettivamente potesse esserci tra loro, e come poterlo definire in un discorso.

Blaise le sorrise, sembrava quasi serio mentre la guardava dritto negli occhi. -Questa “cosa” tra di noi?- le chiese dolcemente.

-Si insomma...- balbettò accaldata credendo di aver fatto una gaffe.

-Cosa c'è tra di noi?- le domandò lui stuzzicandola senza mai smettere di sorridere debolmente a labbra serrate.

-Siamo amici Blaise... ricordi? Amici..- si affrettò a rettificare sperando di non aver gettato le basi per un fraintendimento. E forse in cuor suo era davvero così, era quella la definizione migliore per quella “cosa” che era nata tra loro, almeno per lei.

-Bene.- le disse allungando una mano per portarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio, lei lo lasciò fare senza preoccuparsi di scansarlo.

-Blaise.- lo chiamò, e nella voce una strana malinconia, le dispiaceva davvero. -Mi dispiace davvero.- gli confessò.

-E di cosa?- le chiese lui senza capirne il motivo strabuzzando gli occhi.

Ginny gli prese una mano e la tenne stretta tra le sue accarezzandogli le nocche. -Mi dispiace davvero di non essere innamorata di te.- confessò tutto d'un fiato. -Potendo scegliere di chi innamorarmi sceglierei di sicuro te.- continuò ridacchiando. -Sei gentile, e simpatico, e mi fai ridere! Davvero tanto... Mi tieni allegra, mi fai sentire speciale, mi dai belle sensazioni...- concluse guardandolo senza mai distogliere lo sguardo pensando pienamente tutto quello che gli confessava.

-Ma?-

Ma... ma cosa? Ci doveva essere per forza un ma? Ma non lo amava punto! Punto, giusto?

-Ma non ti amo in quel senso... ti amo da amico.- e gli sorrise sperando che la spiegazione gli bastasse.

Lo vide sospirare e scuotere il capo tristemente. Le si strinse il cuore nel vederlo così. D'istinto si portò la mano che avena stretta tra le sue alle labbra e la baciò. Era un modo come un altro per farlo sentire importante per lei.

-Non dovresti farlo Gin.- le disse lui a quel punto.

-Non era per illuderti, scusami io...-

-Non è per quello!- ridacchiò davvero divertito. -Sciocca.- la chiamò guardandola con occhi strani, dolci e velati di qualcos'altro che lei non riusciva a decifrare. -Guarda Ginny visto che tu ti sei liberata, devo fartela anche io una confessione.- Ginny corrucciò la fronte umettandosi le labbra interessata a questa piega che stava prendendo il discorso. -Ginny... neanche io ti amo.- le confessò tutto d'un fiato lasciandola basita.

-Ma...- era senza parole. Allora davvero non capiva il suo comportamento, ma aveva fatto bene a non fidarsi al cento per cento di quegli occhi languidi.

-Volevo riuscire ad estorcerti la confessione dell'amore che nutri per Draco.- le confessò.

Ginny gli lasciò la mano. Come aveva potuto? -Tu mi hai usata...- si sistemò meglio sulla panchina respirando a fondo per calmare i nervi, dopo la confessione che gli aveva fatto e quello che le aveva risposto, l'unica cosa che voleva fare era allontanarsi da lui, da quella panchina, e da tutta quella situazione. Che stupida.

-Non mi fraintendere ora..- le disse cercando di prenderle la mano senza però riuscirvi perché Ginny continuava a sfuggirgli. -Io non ho detto che non nutro sentimenti per te.- le disse attirando finalmente la sua attenzione riuscendo ad afferrarle quella benedetta mano. -Anche io ti vedo come un'amica Gin. Sei adorabile.- le confessò, e Ginny involontariamente si sciolse un pochino. -Oh Ginny avanti guardami...- piagnucolò cercando il suo sguardo.

-Come potrei? Blaise ma ti rendi conto di cosa hai fatto?- gli domando esasperata.

-Si certo... volevo vedere se per Draco c'erano speranze.-

-Cosa?- non riusciva più a seguirlo, ma di che cavolo parlava quel pazzo per la miseriaccia di una scopa ladra!

-Ginny... e voltati maledizione!- le disse afferrandola di peso e girandola in modo da averla difronte, ma lei non lo guardava, si rifiutava, allora le afferrò il viso tra le mani e la costrinse a guardalo. La sua faccia doveva essere esilarante perché Blaise rideva incapace di continuare. Alle sue protese disse solo “okay, okay, sono serio, sono serio” e riprese il discorso tenendola in quella posizione. -Le voci che nella scuola girano da mesi le conosci tu meglio di me...- parve rifletterci su, ma scosse il capo per non distrarsi rischiando come al solito di perdere il filo. -Io voleva capire se erano vere, perché Draco mi sembrava piuttosto preso e non volevo che gli spezzassi il cuore.-

Era una confessione assurda quella. -E ti credi che io mi beva sta porcheria?!- gli domandò, la voce le uscì distorta in quella posizione.

Blaise rise e la lasciò andare. -E' la verità.- le disse. -Ti ho mai mentito?- Ginny sollevò un sopracciglio guardandolo di sbieco. -Domanda stupida me la riprendo... ma comunque sono sincero.- mise una mano sul cuore per enfatizzare la cosa.

Ginny non sapeva che pesci pigliare. Secondo Blaise Draco era innamorato di lei? Be lui non aveva detto proprio “innamorato” ma comunque gli piaceva, almeno questo era la sua opinione. E se fosse così? Ma come poteva esserlo se oramai non le rivolgeva più la parola, non solo la parola, ma neanche lo sguardo!

-C'è nessuno?- domandò Blaise, non ricevendo segni di vita dalla ragazza, bussandole sulla testa come fosse una porta.

-Si ci sono... ci sono...- gli disse difendendosi da quella mano che chiusa a pugno batteva ancora sulla sua testa, senza che riuscisse suo malgrado a impedirsi di sorridere.

-Sei scioccata?- le domandò. -Non lo sapevi?- le chiese come fosse una cosa talmente ovvia da essere riuscita a sfuggire solo a lei.

Ma Ginny era di un'altra opinione. Strinse le labbra e la sua espressione si fece combattuta, un po' tirata mentre era costretta a contraddirlo. -Non credo tu abbia ragione Blaise, in verità credo che non voglia avere molto a che fare con me...-

-Ginny ma come sei ingenua...- le disse saltandole letteralmente addosso e strofinandole le nocche sulla testa tenendola ferma immobilizzandola con l'altro braccio.

Rise a perdifiato finché dopo una breve ma intensa colluttazione riuscì a liberarsi da quella presa tirandogli un ceffone in testa per vendicarsi. Risero insieme. -Ginny...- le disse prendendole le spalle. -Ti confesso anche che... anche per me sarebbe stato lo stesso, mi sarebbe tanto piaciuto innamorarmi di te, sei splendida!- le disse sorridendole, e Ginny era certa che fosse sincero, forse le aveva anche mentito, ma quale Serpeverde non mentiva? E lei voleva credergli davvero, a lui e a quel suo modo tutto particolare di essere.

Gli saltò tra le braccia stringendolo forte e sentendolo ricambiare. Forse era anche la necessità che aveva in quel momento di un sostegno perché se quello che Blaise diceva era vero allora le si riaprivano le porte, le speranze. -Tu mi ascolti blaterare, mi dici sempre se ho qualcosa in disordine, ridi alle mie battute e mi fai sentire bello.- le confessò stringendola ancora. Ginny storse il naso, così tutto il suo affetto per lei era in realtà solo perché lui si sentiva importante e bello vicino a lei. Tutto nel suo mondo girava introno a se stesso, pensò.

-Spero davvero che tu non voglia solo illudermi Blaise.- gli confessò quasi senza accorgersene con un filo di voce impercettibile forse senza un reale desiderio di essere udita da lui. Si rese infatti conto solo dopo di avergli appena confessato di avere dei sentimenti per Draco, almeno così poteva sembrare con una frase del genere.

-Ma allora è vero!- le disse scostandosi da lei. -Ti piace!-

-No!- gli rispose, ma Blaise gli faceva certe facce. -Non in quel senso comunque... non in quel modo...- tentò di giustificarsi. -Mi manca... la sua amicizia.- gli disse in un soffio.-Tutto qui.- continuò a voce sempre più bassa, sempre più incerta.

Finché non lo esprimi ad alta voce, non esiste. Questo continuava a credere lei, che per tutto quel tempo aveva deciso di rimanere su quella versione dei fatti.

-Davvero vuoi prendermi in giro?- Blaise aveva sollevato un sopracciglio per nulla convinto di quella versione.

-Io non sono te Blaise io sono sincera.- gli rinfacciò facendogli una linguaccia.

Lui annuì convinto. -Allora vuol dire che sei solo molto più ingenua di quello che credevo.- sembrava serio davvero mentre con una certa premura la guardava costernato.

-Vuoi smetterla di insultarmi o no? Ci siamo appena confessati il nostro grande amore reciproco e tu mi tratti così?!- scherzò lei.

-Io non ti sto ne insultando ne prendendo in giro. Ginny sei cotta di lui!- esordì esasperato dal comportamento restio di lei nei suoi confronti.

-Oh, smettila sei noioso.-

-E parlando del diavolo... eccolo là.- disse lui indicando qualcuno alle sue spalle con un gesto del capo.

-Dove?- gli chiese voltandosi di scatto. Inspirò piano ma profondamente mentre gli occhi si chiudevano in due fessure. -Blaise!- gli urlò contro tornando a fissarlo inacidita.

Lui rideva come un matto continuando a ripeterle “visto che ti dicevo” con quell'aria da so tutto io che non sopportava in Hermione che ne aveva tutti i diritti... figuriamoci in lui!

-Ginny va tutto bene.- le disse infine prendendole ancora la mano. -Non c'è niente di male se nutri dei sentimenti per lui.- lei non gli rispose limitandosi a distogliere lo sguardo.

Perché le faceva questo? Aveva fatto davvero tutto quello che era in suo potere per andare oltre, e poi arrivava lui e passava da quello che le faceva passare i pensieri a quello che gliene metteva di peggiori.

-Io credo che gli farebbe bene stare con qualcuno che ci tiene davvero a lui per una volta tanto.- Blaise le sorrideva mentre sincero le apriva il suo cuore. A Ginny gelò il sangue al pensiero di cosa quelle parole volessero dire. Stava frequentando qualcuna? O peggio ci stava “solo”andando a letto? Ebbe un brivido lungo la schiena, tentò di camuffarlo facendo finta che fosse dovuto al freddo mentre si dava della stupida evitando di guardare il ragazzo quasi avesse paura le leggesse nello sguardo quei dubbi malsani.

Decise di porre fine a quel discorso assurdo. -Blaise, Draco per me è stato un buon amico, e io tengo a lui per questo.- cercò di essere convincente. -E sì, mi manca davvero trascorrere il mio tempo con lui.- un sorriso amaro e ricordi nostalgici a riaffiorare da quel cassettino mai chiuso a chiave. -Era un tipo impossibile sai?- ridacchiò. -A volte l'avrei strozzato a mani nude.- rifletté guardando un punto indefinito nel cielo mimando il gesto con le mani.

-A volte fa questo effetto anche a me.- le confessò lui serio.

-Ma alla fine dei conti... era... bello, stare con lui.- terminò con un filo di voce sorridendo piano abbassando poi lo sguardo sulle sue mani, sperando che quelle emozioni non risalissero il canale per i suoi occhi. Blaise la guardava con aria trasognante, ma anche un po' saccente. -Che vuoi?!- gli chiese quando non ricevendo una risposta si decise a guardarlo, spintonandolo poi via lontano da se per punirlo dei suoi pensieri.

-Hai detto stare con lui...- le fece notare.

-Ma no non...- capì dal suo sguardo che la prendeva in giro. -Idiota!- rise con lui mentre decidevano di rientrare perché il sole stava tramontando e iniziava a fare piuttosto freddino.

Passeggiarono per un po' per i corridoi con una nuova consapevolezza, quella di sapere di essere finalmente stati sinceri l'uno con l'altra. Adesso erano amici. Ora non era più strano, ne assurdo, essere in sua compagnia, adesso era naturale. Blaise le passò un bracciò sulle spalle attirandola un po' più a sé appoggiandosi su di lei come fosse un bastone. Ginny non si scansò, lo sorresse ben volentieri.

-Ginny tu non mi credi giusto?.- le domandò a bruciapelo proprio fuori dalla Sala Grande. Era ora di cena. Lei capì che si riferiva a Draco. Guardò dentro la sala trovandolo seduto al tavolo con gli altri che parlava con Nott spiluccando dell'uva. No, non gli poteva credere. -Ti dimostrerò che sbagli, e una volta che ne sarai sicura, mi confesserai apertamente che anche per te è lo stesso?- le domandò chinandosi su di lei appoggiandole una mano sulla spalla per non farsi sentire dagli studenti che si apprestavano ad entrare la sala.

Ginny era esitante, non sapeva mentire e non voleva farlo con lui. -Non posso confessarti quello che non c'è.- gli disse schietta. Lui roteò gli occhi facendola sorridere. -Ma se qualcosa ci fosse... te lo direi certamente.- continuò a sorridergli dolcemente mentre quella consapevolezza si faceva più forte.

Lo vide sorridere soddisfatto. -Bene. Allora da adesso in poi qualunque cosa strana tu mi veda fare, dovrai assecondarmi.- le ordinò con un tono che non ammetteva repliche.

-Non è forse già così?- gli chiese ridendo di lui che sollevava le sopracciglia.

-Sono serio.- l'ammonì.

-Anche io.- lo canzonò lei decisa.

-Ginny sei impossibile. - concluse prendendole la mano e portandosela alle labbra baciandone il dorso rimanendo lì per qualche secondo prima di lasciarla andare soddisfatto facendole un occhiolino e andando al suo tavolo.

Ginny scuoté il capo cercando di riprendersi dall'Uragano Blaise che come sempre arrivava, la sconvolgeva, e la lasciava piena di dubbi.






Draco vide Blaise avvicinarsi. Un moto di rabbia lo pervase, ma decise di darsi un contegno. Avrebbe davvero voluto spegnergli quel sorriso ebete dalla faccia. Aveva anche il coraggio di spostare Pansy di lato per infilarsi in mezzo a loro per sederglisi accanto.

In realtà non era dispiaciuto per la questione Pansy, ma...

-Draco.- si sentì salutare. Era davvero indeciso se rispondergli o meno ma alla fine lo fece a denti stretti. -E una bellissima giornata.- continuò Blaise incurante del suo visibile malumore, beandosi di quella reazione che sapeva avrebbe ricevuto da lui.

-E' sera Blaise la giornata finita.- gli fece notare inacidito.

-Si, ed è stata una bellissima giornata, non trovi?- gli domandò sorridendogli allegro.

Draco lo guardò esaminando quella faccia felice, quella domanda assurda, e quell'allegria immotivata. Non sapeva di preciso cosa fosse successo o cosa si fossero detti, ma li aveva visti.

Oh si che li aveva visti.

Lo aveva cercato.

Aveva cercato Blaise in lungo e in largo per impedirgli di continuare a disturbare Ginny visto che aveva sentito dire a Nott che andava in cerca di lei, così lui si era messo a cercare Blaise.

Lo aveva trovato, certo che lo aveva trovato. E aveva trovato anche lei.

Dalla finestra del secondo piano li aveva visti in giardino, seduti vicini vicini sulla panchina, mano nella mano...

Avrebbe voluto fare qualcosa, lanciarli qualche maledizione senza perdono, dirle chiaramente che Blaise la stava usando per divertirsi, ma sentiva le gambe pesanti, come paralizzate.

Si, paralizzate, da quei sorrisi, che lei gli rivolgeva, che una volta erano per lui.

Non la vedeva ridere così da tempo. Ogni cosa lui dicesse sembrava che lei pendesse dalle sue labbra.

E lui?

Lui sembrava felice di farla ridere, di starle attorno, di essere la sua ombra ovunque andasse.

Di farla ridere...

Vedendoli su quella panchina aveva avuto un vuoto nello stomaco. Sembravano felici...

Che Blaise si fosse innamorato davvero di lei..?

Strinse i pugno senza volerlo, non era possibile, non era da lui.

E se così fosse stato invece?

Blaise intanto era seduto accanto a lui e aveva preso a riempirsi il piatto mangiando allegramente scherzando con Theo come al solito, sembrava sempre il solito Blaise in quel momento nulla di diverso. Eppure quella scena, non riusciva a togliersela dalla testa.

Lei lo aveva abbracciato saltandogli letteralmente tra le braccia. Aveva strabuzzato gli occhi mentre sobbalzava preso alla sprovvista. Per un attimo ebbe paura che si sarebbero baciati, proprio davanti ai suoi occhi...

Si passò una mano sul viso partendo dagli occhi arrivando al mento con un gesto ruvido e sgraziato. Non poteva andare avanti così.

Paura di che cosa dannazione a lui!?

Paura che si legasse troppo a Blaise che non era un buon partito per lei, che era uno sciupa femmine, che non aveva la testa apposto e non era in grado di pensare a nessun altro che a se stesso.

Fosse stato un altro ragazzo sarebbe stato diverso, pensò deglutendo.

Per questo non aveva sopportato quella vista e aveva raggiunto Theo in Sala Grande. Per non vedere in che guaio quell'idiota della Weasley si stava cacciando.

-Si Theo, Ginny è fantastica in realtà.- quel nome attrasse la sua attenzione. "Ginny", la chiamava per nome adesso?

-Ho notato che passi tutto il tuo tempo libero con lei...- gli rispose divertito Theo sogghignando.

-Eh già.- confermò tra un boccone e l'altro. -Mi piace molto, è simpatica.- gli disse voltandosi nella sua direzione, perché per poter parlare con Theo doveva scansare Draco che sedeva tra i due amici. Sorrideva felice mentre diceva quel mucchio di stupidaggini. Draco avrebbe davvero voluto togliergli quell'espressione inebetita dalla faccia. Ma si limitò ad addentare un pezzo di pane capitatogli sotto tiro. -Guarda un po' qua.- disse mentre si voltava verso il tavolo dei Grifoni e sventolava le mani finché non ebbe attratto l'attenzione di Ginny che in fine lo guardò stranita. A quel punto le sorrise e fece qualcosa che Draco trovò assolutamente disgustoso, indegno, gli fece ribrezzo... unì le dita delle mani per formare... un cuore!

Draco era sbigottito. Erano arrivati a quel punto? Al punto da rendersi ridicoli davanti a tutti!?

Theo dall'altro lato rideva di gusto, anche se a differenza di Blaise era sempre stato più riservato nelle sue manifestazioni.

Si impose di non guardala, si impose di mantenere la calma e fare finta di non aver notato il suo amico di sempre che faceva l'imbecille al suo fianco cercando di far ridere quella che era... che per lui era... che era stata... ma che diamine, cosa importava? Il punto era che si stava rendendo ridicolo davanti a tutti!

E lei? Gli aveva risposto?

Non resistette oltre, la guardò di sottecchi levando appena lo sguardo puntandolo davanti a sé dove di solito sedeva. E la trovò lì al solito posto.

Sorrideva di quella tarantella che l'amico le stava proponendo. La vide scuotere il campo mentre con il labiale leggeva un “no”.

Spostò allora lo sguardo su Blaise e lo vide puntare lei con un dito indicandola e poi tornare a formare quel cuore sciocco e infantile, e infine puntare se stesso.

Draco sgranò gli occhi quando si rese conto che Blaise voleva che Ginny gli facesse un cuore di rimando. Era allibito da quello che vedeva. Quanta stupidità!

Lei non lo avrebbe mai fatto, ne era certo. Tant'era vero che gli aveva detto di no.

Sorrise soddisfatto, mentre ancora facendo l'indifferente tornava a dirigere il suo sguardo verso di lei, bevendo un sorso d'acqua per riparare a quell'arsura che gli era presa d'improvviso.

Inutile dire che sputò tutta l'acqua con cui aveva riempito la bocca un'istante prima.

Quella maledetta stupida! Pensò stringendo i pugni.

Lo aveva fatto, sembrava un po' titubante, ma gli aveva fatto quel gesto sorridendo con la stessa faccia ebete che aveva Blaise stampata quando lo aveva visto entrare in sala!

Saltò letteralmente dalla panca quando Blaise scattò in piedi come un indemoniato e si batté un paio di volte il pugno sul petto al livello del cuore puntando poi l'indice verso Ginny, che lui guardò nel pieno dello sbigottimento, mentre lei arrossiva lievemente e prendeva a ridere come una forsennata guardandolo con uno strano sguardo scuotendo il capo.

Avrebbe strozzato anche lei... subito dopo aver crucciato lui, facendola assistere... ovviamente.

-Visto Theo?- disse tornando a sedersi affacciandosi davanti a lui per parlare meglio con l'amico. -Che ti avevo detto? E' fantastica. Mi asseconda sempre, ride alle cose che faccio... un'altra avrebbe fatto finta di non conoscermi.- rise di gusto mentre Theo la guardava con aria incuriosita.

-Prima Draco, adesso tu...- gli sentì dire, e si voltò a guardarla incuriosito. -Credo che a questo punto me lo dovrei fare anche io un giro con la Weasley.- si leccò le labbra come se fosse stata una preda gustosa.

Questo era davvero troppo!

-Non ci pensare nemmeno!- urlarono i due amici all'unisono.

Draco sollevò le sopracciglia voltandosi piano verso Blaise. Avevano appena urlato la stessa frase. Lo guardò dritto negli occhi con un cipiglio. -Ma davvero Blaise?- gli domandò inferocito.

-Ma davvero Draco?- gli rispose lui con un ghigno malefico stampato sul viso.

-Ma fai sul serio?- gli chiese Draco irato.

-Potrei.- fu la sua risposta soddisfatta.

E questa fu l'ultima goccia.

Si alzò dal tavolo e se ne andò. Per quella sera aveva finito.

Una volta andato via Blaise guardò Ginny trionfante facendole il gesto della vittoria con due dita a formare una "V". Sapeva di aver vinto, di averle dimostrato che lui proprio non riusciva a sopportare... ma lei non sembrava della stessa opinione, scuoteva la testa e mangiava come se non avesse visto nulla di compromettente.

Blaise era allibito.

-Blaise che succede? Posso sapere anche io?- gli chiese scivolandogli vicino sulla panca abbassando la voce.

-Ricordi cosa ci siamo detti su di lui... su di loro?- gli disse Blaise cercando di parlare in codice.

-Certo. Che si piacciono.- disse Theo mangiando una patata arrosto che aveva preso dal piatto di Draco.

-Appunto...-

-Ma tu sembra ci stia provando con lei...- gli fece notare guardandolo con un sopracciglio sollevato, continuando però a mangiare come nulla fosse.

-Si.. e no.- gli rispose Blaise soddisfatto di se stesso. -Ho parlato con lei oggi. Non mi ama purtroppo.- fece la parte di quello che aveva il cuore spezzato. Theo rise. -Ma a me Ginny piace davvero, e io piaccio davvero a lei.-

-Che diamine stai dicendo Blaise!?- lo rimproverò con la tonalità di voce più bassa che poté.

-E calmati... come sei noioso... neanche fossi Draco.- lo guardò di traverso. -Intendo che abbiamo deciso di essere amici. E ho intenzione di aiutare Draco a conquistarla.- sembrava radioso all'idea, gli brillavano gli occhi.

-Bene... ti sfugge solo un piccolo particolare.- gli disse con tono neutro.

-E qual'è?- chiese l'altro attonito. Non riusciva proprio a vedere una falla nel suo piano.

-Che lui ha detto di non volerla.- concluse soddisfatto portando un'altra patata alla bocca.

-Mente spudoratamente. Anche lei ha detto di non volere lui.- lo squadrò corrucciato all'idea di non essere creduto. Blaise sapeva benissimo quello che diceva, ne era certo.

Entrambi presero un boccone delle patate dal piatto di Draco. Masticarono, ingoiarono, rifletterono, si guardarono, sorrisero.

-Ci sto.- disse Theo divertito. -Se ti serve una mano dimmelo.- in fine aveva ceduto.

-Non credo mi servirà molto con lui, scatta che è una bellezza. Una settimana così e l'avrò cotto a puntino.- annunciò soddisfatto. -Ma lei... è un'altra storia.- disse guardandola con gli occhi un po' tristi.

Theo gli diede una gomitata lieve per scuoterlo. -Che ti prende, che è quella faccia?-

-Ho paura che Ginny soffra... tutto qua.-

Theo lo guardò con aria incerta. -Ti piace davvero la ragazza...- dovette ammettere.

Blaise gli sorrise. -Certo, mi sono affezionato, è stato piuttosto facile... è... gentile.- lo disse come se questo fosse un fattore alieno. -E ho capito che Draco aveva ragione quando mi disse che non si poteva giocare con i suoi sentimenti... non ci riusciresti neanche tu, non lo troveresti giusto.-

-Addirittura neanche io...- disse con sarcasmo.

-Assolutamente. Con tutto quello che lei ti da, senza pretese, non avresti cuore di farle male.- ammise serio.

Theo lo guardò esterrefatto. Iniziava davvero a volerci provare anche lui con la piccola di casa Weasley.

-Ma comunque... Per fortuna che è tutto finito tra noi...- continuò Blaise come fosse vero. -Non ne potevo più con tutta quella storia della fedeltà.- ammise e Theo dopo un attimo rise di gusto. -E credo di aver individuato la mia nuova preda.- concluse instaurando un contatto visivo molto eloquente con una ragazza della loro casa che era un po' che voleva “conquistare”. Sembrava ci stesse, e Blaise ne fu a dir poco eccitato. Finalmente si tornava alla buona vecchia vita!


 

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Capitolo 20
*** perché non capite?! ***





Capitolo 20


Secondo Ginny, Blaise stava esagerando con quella storia del far ingelosire Draco solo per dimostrarle che lui provava qualcosa per lei.

Sì, doveva ammettere che in effetti aveva delle reazioni un pochino.. equivoche? Forse, alle volte, esagerate? Ma non potevano necessariamente dire che lui la volesse.

Non l'aveva ancora degnata di uno sguardo fino a quel momento, non una parola neanche per errore.

Blaise insisteva, ma lei iniziava a non crederci più. Quel barlume di speranza che le era rimasto, e che lui si ostinava nel mantenere vivo in lei anche con la forza, aveva iniziato a prendere il volo.

I suoi metodi poi erano tutto un dire...

Quando incontravano Draco in un corridoio le prendeva una mano. Quando capitava che era lei a passare loro davanti le mandava baci volanti e le faceva l'occhiolino.

Agli allenamenti l'aspettava con un asciugamani pulita pronta e glielo porgeva con “amore”.

In tutto questo Draco aveva delle reazioni bizzarre.

Come ad esempio una volta lo aveva visto cambiare strada imprecando nel vederli, oppure tirare uno scappellotto a Blaise, imprecando, o ancora aggredire il primo che gli rivolgesse la parola dopo averli visti insieme senza che questi li avessero fatto nulla... sempre imprecando.

Sì, ammetteva che lo aveva visto imprecare molto in quell'ultimo periodo, ma non faceva altro. Non la guardava, non le parlava, era come se non esistesse affatto!

Ne parlò con Blaise ad un certo punto perché davvero non credeva fosse il caso di continuare.

-Blaise mi sa tanto che ti stai sbagliando.- gli disse esasperata ma con tono gentile. Nonostante tutto apprezzava davvero quello che stava cercando di fare.

-Ginny io sto rischiando la vita per te e tu ancora non mi credi.- le aveva risposto lui tra l'imbronciato e l'offeso.


Una parte di se voleva anche credergli arrivati a quel punto ma...

-Ciao Gin.-

Ginny si voltò verso la voce di Hermione trovandola sorridente dietro di se. -Ciao Herm.- Hermione fece il giro del divano andandosi a sedere accanto a lei davanti al tepore del fuoco scoppiettante interrompendo il flusso dei suoi pensieri. -Da quando hai un nuovo amico non ci siamo viste un gran che.- l'ammonì.

Aveva perfettamente ragione, ma Blaise occupava davvero buona parte del suo tempo libero... e anche quello già occupato a dire il vero.

-Scusa Herm.... Blaise è insistente.-

-In che senso?- le chiese Hermione incuriosita da quella storia.

Ginny non sapeva se dirglielo o meno. Le aveva fatto capire che l'avrebbe fatta finita con tutta la faccenda di Malfoy, ma...

-E' tutta colpa sua, io non centro davvero.- si giustificò ancor prima di averle esposto la cosa..

-Ginny puoi dirmelo tranquillamente... tanto lo so che c'è qualcosa che mi sfugge di tutta questa faccenda.- ammise storcendo il naso.

Ginny sospirò sonoramente, ma poi decise di liberarsi il petto. -Blaise e io siamo diventati davvero buoni amici. E' simpaticissimo sai.- le disse sorridendo, quasi a voler giustificare le cose assurde che faceva, per quell'affetto che era certa ormai nutrisse per lei. -Ma lui si è messo in testa che Malfoy sia in qualche modo attratto da me... si insomma dice che gli piaccio, e sta cercando di dimostrarmelo.- nella voce Ginny tradiva l'emozione anche se voleva mostrarsi distaccata dalla faccenda...

Hermione si avvicino maggiormente a lei. -E tu?-

-E io che?-

-E tu cosa pensi di lui invece? Provi quello che “non” provavi per lui allora?- le chiese Hermione che come al solito sapeva sempre tutto.

Ginny sorrise abbassando lo sguardo.

Davvero aveva creduto di poter prendere in giro Hermione. Un conto era negare a se stessa con tutto il cuore che non provava niente per Draco. Un altro era negarlo a lei.

Però ci aveva provato, davvero tanto, a fingere che nulla fosse, che per lei, lui era solo la scommessa di Harry, o un compagno che aveva trovato ad un certo punto simpatico.

Ma non ce la faceva più.

Ogni volta che gli passava accanto sentiva le spine nello stomaco quando la ignorava. Ogni volta che Blaise le diceva che lui provava qualcosa per lei le veniva da piangere. Ogni volta che cercava il suo sguardo e lui guardava un'altra voleva morire.

Questo era quello che si provava per un amico?

Diamine no!

-Herm io... non lo so... non vorrei in realtà, ma...- si strinse le gambe al petto facendosi forza. Hermione le circondò le spalle. -Sarebbe così tanto sbagliato?- le chiese con un filo di voce.

Hermione non le rispose subito, tanto che pensò non l'avesse neanche udita ma poi... -No, non credo...- le disse con una nota di esitazione. -Sarebbe a dire nel caso fosse assolutamente sincero con te.- si affrettò ad aggiungere. -Ma anche tu devi esserlo Gin, con lui e con te stessa.-

Si, lo sapeva benissimo, ma ricordava bene quanto era stato difficile riprendere la quotidianità dopo che lui aveva deciso di ignorarla. Come poteva pensare di ricominciare tutto d'accapo con il rischio di rimanere più ferita di prima se ammetteva il coinvolgimento di emozioni più serie, più profonde?

-Qual'è la cosa a cui pensi di più vedendolo?- le chiese a bruciapelo.

Ginny sapeva che per Hermione non era facile tutto quello, le era grata e doveva essere estremamente sincera con lei, solo così le avrebbe davvero dimostrato gratitudine. La guardò un attimo e poi tornò a concentrarsi sulle fiamme nel camino. -Che mi manca ascoltarlo mentre mi insulta o mentre mi punzecchia o mi corregge.-

-Non sembra una persona così gentile.- fece Herm con il viso disgustato.

Si guardarono e risero insieme.

-E che... mi manca...- ammise piano vedendo lo sguardo di Hermione impietosirsi al tono delle sua voce. -la sua presenza mi manca.-

Hermione le accarezzò la testa mentre Ginny si sentiva liberata da un peso.

-Per mesi l'ho negato, ci ho provato, ma la verità è che mi manca da morire... tutto di lui! La sua voce, la sua saccenza, il suo sorriso furbo...- il suo odore, la sua pelle, le sue labbra, concluse poi nella sua mente. Non era ancora pronta a condividere con lei quei particolari.

-Ah Ginny mia cara...- proruppe Hermione disperata. -Ti sei presa un'infatuazione con i fiocchi...- la strinse a se mentre lei si lasciava cullare. -Fattelo dire da chi ne sa qualcosa. Da chi ci è cascata...-

-Con tutte le scarpe?- le chiese stringendosi maggiormente a lei.

-Con tutte le scarpe.- confermò l'amica, e risero insieme delle loro condizioni miserabili, chi più chi meno, ma entrambe disastrate.





Draco sedeva nella sala comune guardando lo scoppiettio delle fiamme nel camino.

Era stanco, non dormiva bene, si sentiva indebolito per tutti quei tentativi di...

E poi c'era Blaise che gli dava il tormenti con quella storia di Ginny, e Theo che aveva preso ad assecondarlo per chi sa quale arcana ragione...

Pansy che ogni notte bussava alla sua porta e veniva rispedita al mittente senza però che la cosa la scoraggiasse la notte successiva.

Era stufo dei pensieri, di non sapere come stesse davvero sua madre, che nelle lettere gli sembrava tranquilla, ma sapeva bene che era impossibile che lo fosse.

La faccenda di suo padre in prigione che gli aveva creato non pochi problemi, e molta vergogna. Non era riuscito ad essere una brava persona, assetato com'era di potere, e non era riuscito ad essere un buon mangiamorte, riempendo il loro nome di fango e di umiliazione.

Adesso spettava a lui ripulire il loro nome dalla vergogna.

Spettava a lui, e a nessun altro.

-Dra...-

E in tutta quella faccenda Blaise si ostinava a trattarlo come aveva sempre fatto, incurante di quello che stesse facendo nonostante le sue continue minacce, nonostante sapesse benissimo come la pensava in merito, nonostante stesse rovinando la loro amicizia...

Lo guardò. Gli sorrideva seduto sul divano difronte al suo con un'aria serena.

Che non gli importasse?

No... più semplicemente era così svampito ed egocentrico che non se ne rendeva conto. Nonostante tutto però lui restava il suo amico di sempre.

-Blaise.- si sforzò di salutarlo nel modo più gentile che poté.

-Allora, che hai fatto oggi con la Weasley?- era Theo che parlava con Blaise.

Possibile che a nessuno dei due importasse una mazza di lui e di come poteva sentirsi nel vederli parlare di lei? Eppure mesi prima lo aveva dichiarato apertamente che lei non si doveva toccare!

-Niente di che, la solita, abbiamo parlato, scherzato... ci siamo divertiti.- concluse Blaise guardando Draco.

Divertiti...

Cosa diavolo voleva dire divertiti?!

Si voltò nella sua direzione pronto a scattare. Ma le parole gli morirono in gola quando vide i ragazzi che dall'altro divano lo guardavano... in attesa.

-Oh no...- gli disse capendo il loro gioco. -Non dirò niente.- li guardò truce.

-Draco dovresti sul serio smetterla.- annunciò Theo stufo. -Per ora Blaise non le piace, ma le cose potrebbero cambiare sai....- gli fece notare. -Alle ragazze piacciono i ragazzi che le sanno fare ridere.- continuò non avendo ricevuto alcuna risposta cercando il modo di farlo esplodere.

Draco strinse le labbra, un nodo alla gola gli impediva di parlare perché sapeva che se avesse aperto la bocca sarebbe stato solamente in grado di urlare.

Proprio non riuscivano a capire. -Ma perché?- sbottò in fine.

Voleva capire.

-Perché è chiaro che tu provi per lei molto di più di quello che vuoi farci credere... e noi siamo stanchi di questa storia...-

Draco era allibito. Loro erano stanchi...

Si portò i capelli indietro con un gesto veloce per toglierseli davanti agli occhi. Non riusciva a sopportare neanche i suoi stessi capelli... non si sopportava!

-E poi c'è Ginny... a lei non ci pensi?- lo ammonì Blaise gettandogli in faccia con quelle parole la sua vicinanza alla ragazza e la loro confidenza stretta e... sincera.

-E secondo te perché mi starei comportando così?- gli urlò conto questa volta davvero imbestialito. -Questa è la cosa giusta da fare. Io non posso perdere il mio tempo occupandomi di queste faccende insulse mentre sapete benissimo che ho un altro compito più importante per le mani!- si alzò in piedi. Dovevano capire, per lui il discorso era chiuso.

Si allontanò di qualche passo. -Nella vita bisogna anche scegliere a cosa dare la propria priorità Dra...- gli fece notare Theo.

-O a chi...- finì Blaise.

Ma che avevano quei due? Cos'era un complotto fatto a sue spese?!

Ma le cose non potevano andare così, come volevano loro. Insensatamente credevano di potersi comportare come bambini capricciosi mentre le cose adesso erano diverse!

Dovevano crescere!

-State lontani da lei. Questo è l'ultimo avvertimento. Non ha bisogno di uno come noi, noi siamo la morte per lei, capitelo una buona volta.- un ringhio felino e sommesso il suo, uscito dalle profondità più scure del suo animo a raggelare il sangue di quei due che lo guardavano con interesse.

Si stava allontanando ma la voce di Blaise lo vece voltare ancora verso di loro. Gli aveva domandato per quale motivo sarebbero stati la morte per lei.

-Possibile che davvero non lo capiate?- chiese allora sbalordito voltandosi ancora verso di loro. Era arrivato il momento di essere seri, di parlare chiaro, e forse questa faccenda si sarebbe conclusa una volta per tutte. -Noi siamo nemici...- disse avvicinandosi a loro. -Combatteremo molto presto su due fazioni diverse del campo di battaglia... e a quel punto Blaise...- disse mettendo un accento particolare sul nome del ragazzo, a un passo da lui, guardandolo dritto negli occhi. -Te la ritroverai davanti... sarete con le bacchette puntate l'uno verso l'altra... e dovrai decidere in fretta, dovrai fare una scelta rapida perché in battaglia non avrai il tempo di decidere, di soppesare, di riflettere o ponderare. Dovrai decidere in quel momento stesso se quella persona che hai davanti che ti punta la bacchetta, e alla quale tu punti la tua, è tua amica o meno.- gli disse chinandosi su di lui imprigionandolo tra le sue braccia guardandolo con uno sguardo così cupo che Blaise dovette deglutire per sostenere. -Quella che adesso è la tua amichetta del cuore Blaise, lo sarà anche sul campo di battaglia?- gli domandò vedendolo vacillare, non era più spavaldo come lo era stato un attimo prima. -E se sì... se si dimostrasse tua amica e decidesse di non attaccarti tu che faresti? Faresti lo stesso con lei o la colpiresti? O se tu decidessi di non attaccarla e lei attaccasse te tu come ti sentiresti? E se nessuno di voi due attaccasse l'altro perché avete creato in questo momento i presupposti per non farlo e quel momento di esitazione le costasse la vita, Blaise, tu come ti sentiresti dopo!- urlava come non aveva mai fatto prima, nella voce tutta la disperazione che in quel periodo marciva infondo al suo stomaco, tutta l'angoscia e la frustrazione di sapere esattamente di avere ragione.

I ragazzi non parlavano più, li aveva ammutoliti, finalmente...

Si alzò e andò via lasciandoli lì, incapace di reggere ancora quella tensione, quel nodo in gola che graffiava terribilmente e la certezza che quello che diceva non erano assurdità. Prima di chiudersi la porta della sua stanza alle spalle disse loro un'ultima cosa. Voleva farlo, erano suoi amici e volevano davvero sapere cosa provava. Glielo avrebbe detto.

-Io preferisco che mi odi piuttosto che sapere che quel momento di esitazione sarà a causa mia.- quando Draco chiuse la porta i ragazzi erano ancora ammutoliti, incapaci neanche di guardarsi. Rimasero così per un po' aspettando che la sala che si era popolata si svuotasse.

Videro Pansy che come ogni notte bussava alla porta di Draco e lui che la mandava via questa volta urlando senza neanche aprirle, e lei andar via inviperita.

-Wow.- disse Blaise ad un tratto. -Io sapevo che... ma non credevo che...-

-Anche io.- gli rispose Theo al suo fianco capendo esattamente quello che l'amico intendeva.

-Ha ragione.- disse Blaise.

-Già.- fu la risposa piatta che gli arrivò

-Se fossimo su due lati opposti del campo è esattamente quello che succederebbe, Draco ha perfettamente ragione.- constatò.

-Lo sai che parlava di se stesso vero?- gli domandò Nott a bruciapelo, incerto sulle capacità interpretative dell'amico. -Ha usto il tuo caso per darci una spiegazione, ma in realtà parlava del suo rapporto con la Weasley.-

Blaise sembrò cascare in quel momento dalle nuvole, rendendosi conto che Theo aveva perfettamente ragione. -Povero Dra, starà soffrendo terribilmente.- affermò tristemente.

-La ama, non c'è nessun dubbio.- disse Theo tornando al suo solito tono di voce.

-Già.- gli rispose Blaise portandosi le mani dietro la testa e sistemandosi più comodo sul divano. -Perfetto.- disse sogghignando mentre l'amico lo guardava ridendo.

-Quello che stiamo facendo è pericoloso.- gli fece notare.

-Ma è giusto.- concluse Blaise. -A Ginny ci penso io... Draco crede di avermi scoraggiato... non sopporterà l'idea di vedermi girarle intorno ora che dovrei aver capito di essere una minaccia per lei. Avrà la sua reazione.- concluse sorridendo.

-Sai cosa?- gli disse Theo. -Lo credo anche io a questo punto. Hai tutto il mio appoggio.-





Il giorno dopo infatti Blaise era felicemente in giardino con Ginny a godere dei raggi del sole che oramai iniziava ad essere più caldo, nonostante l'aria fosse pungente.

-Ancora mi domando perché stiamo sempre fuori.- ammise lei confusa di quella scelta.

-Io amo stare fuori Gin, il freddo fa miracoli nel congelare le cellule, e il mio viso ne giova.- Ginny si voltò a guardarlo esterrefatta. Davvero nei mesi più freddi dell'anno aveva rischiatori di congelare perché Blaise potesse avere il suo trattamento di bellezza gratuito? Lo vide ridere di gusto... la stava prendendo in giro. Gli diede un colpetto sorridendo. -No Gin, non è solo per quello.- Solo, pensò Ginny. -E' che quando cresci in famiglie come le nostre una bella boccata d'aria è come rinascere d'accapo. Potessi io vivrei fuori.-

Ginny si sentì una stupida. Blaise era così adorabile che spesso dimenticava che le famiglie delle serpi erano per lo più mangiamorte, silenziosamente seguaci del signore oscuro o semplicemente ricchi snob.

Sorrise. Sotto quell'aura da eterno birbante Blaise doveva avere un'anima ferita.

-Non guardarmi così Ginny sento le tue vibrazioni negative anche con gli occhi chiusi.-

Ginny ridacchiò. -Non ti sto affatto guardando.- mentì.

Lui si sporse su di lei puntandole un dito contro. -Bugiarda.- le disse. -Quando hai imparato a mentire così?-

Vecchi ricordi le passarono per la mente, ma li scacciò via con più facilità adesso. -Non sei l'unico capace di mentire caro.- gli disse invece con sguardo saccente.

-Oh Ginny me lo rinfaccerai a vita?- gli domandò lui sinceramente esasperato. Ginny rise ancora.

A vita diceva. Sarebbero stati amici a vita loro due? Davvero?

Lo guardò con rinnovata tenerezza, le sarebbe piaciuto anche se sapeva bene qual'era la verità. Lo abbracciò in uno slancio d'affetto e lui colto alla sprovvista in un primo momento rimase impalato, ma poi ricambiò il gesto rispondendo all'abbraccio con calore.

-Che ti è preso?- le domandò comunque.

-Niente... così...- gli disse non volendo rovinare quell'atmosfera con pensieri tristi.

-Di un po' Weasley... non è che ti stai innamorando di me?- le chiese minaccioso.

Ginny scosse la testa con vigore negando assolutamente. Sapeva che le aveva creduto.

-Bene, perché c'è un'altra persona innamorata di te, e se sapesse che adesso hai cambiato bandiera non solo mi odierebbe al punto da volermi morto, ma...- ci rifletté un attimo e poi..- no, credo che ucciderebbe solo me in effetti. Ho la sensazione che ti risparmierebbe.- le sorrise con i denti bianchi in bella mostra.

Ginny gli sorrise piuttosto critica. -Blaise smettila per una buona volta. Non ci sono possibilità che quello che tu dica sia vero.-

-E perché no?- le domandò come fosse la cosa più naturale del mondo. -Non dirmi che Draco non ci ha mai davvero provato con te in tutto quel tempo che avete trascorso da soli insieme.-

A Ginny tornarono alla mente tanti ricordi, tanti momenti equivoci. -Beh...- disse vedendolo guardarla con più attenzione.

-Puoi dirmi tutto Gin...- disse lui sedendosi più comodamente tirando poi un pacco di gelatine tutti i gusti più uno fuori dalla cartella e aprendolo con indifferenza iniziò a mangiarle attento a non perdersi nessun particolare. -Sono tutte orecchie.-continuò masticando.

Ginny credeva davvero che una persona come lui non l'avrebbe mai più incontrata neanche se avesse vissuto quanto Silente stesso. -Ma non credo sia il caso...- gli disse invece vedendolo guardarla truce e gettarle alcune gelatie contro. Poi le porse il pacco per offrirgliele. Mai visto una dualità di personaggio così palese, pensò. E va bene, si convinse. -Qualcosina in effetti è successa.- gli disse prendendone una infilandosela in bocca.

Blaise pareva aver raddrizzato le antennine sulla testa, il radar del pettegolezzo era attivo. -Dimmi ti prego... che fa Draco con le ragazze come te?-

Per qualche strano motivo si sentì quasi offesa, che voleva dire con quello? -Perché come sono io?- gli domandò storcendo il labbro infastidita.

-Lo sai...- disse lui mangiucchiando.

-No, davvero, illuminami.- gli disse piatta incrociando le braccia al petto.

-Non una da una botta e via.- disse infilandosi un'altra gelatina in bocca senza scomporsi troppo per quella rivelazione.

Ginny era spiazzata. Quindi era questo quello che vedevano in lei? Era così che lui la vedeva? -E' stato lui a ...- azzardò.

Blaise mugugno un sì tra un boccone e l'altro, e lei arrossì lievemente di piacere. Così Draco non la vedeva come una da una notte, la considerava diversa...

-Allora Weasley non ho tutto il giorno e le gelatine presto o tardi dovranno finire!- le fece notare nervoso.

Lo guardò di sbieco, era davvero una persona assurda, lamentarsi delle gelatine quando là si parlava della sua vita privata, della sua “intimità” con Draco. Qualcosa di cui non parlava con se stessa e che adesso doveva condividere con lui come se fosse uno spettacolo da seguire smangiucchiando popcorn... o in questo caso gelatine.

Eppure non poteva arrabbiarsi con Blaise, lui era così per natura, non lo faceva ne per schernirla ne per imbestialirla. Gli sorrise. -Una volta, quando eravamo in punizione mi era andata la polvere negli occhi...-

-Quindi lui che ha fatto?- chiese impaziente.

-Me li ha puliti usando la magia.- confessò lei soddisfatta, ma Blaise sembrava piuttosto deluso. -E' stato carino...- gli fece notare osservando quella espressione scettica. -Poteva lasciarmi lì così e invece mi ha aiutata.- insistette.

-Che eroe.- disse Blaise mangiando deluso.

Ginny ci pensò su...

-Mi ha salvato dai Doxy.-


-Storia vecchia, la conosciamo tutti.- la rimbeccò.

Ginny storse il labbro pensandoci su. -Quello che non sapete è che è venuto a trovarmi in infermeria quella notte.- gli disse parlando civettuola.

-Non mi dire...- era finalmente interessato. - E che avete fatto tutti soli soeltti in infermeria... oh Draco non ci credo che tu non me l'abbia detto.- disse Blaise guardando in su come se stesse parlando con Draco stesso. -E anche tu Gin mi hai tenuto allo scuro di tutto!- Ginny non sapeva cosa si fosse immaginato lui ma non credeva che stessero parlando la stessa lingua. -Allora dimmelo no?!- la spronò.

-Beh... alla fine ho preso l'iniziativa io e... gli ho dato un bacio.- ammise orgogliosa di se stessa, tutta impettita come se avesse vinto qualcosa. Blaise sembrava soddisfatto della cosa forse più di lei. -Sulla guancia.- concluse, vedendolo perdere d'entusiasmo e affogarsi con il succo di una gelatina andatogli di traverso per poi guardarla con una sorta di disgusto misto a delusione.

-Oh Gin sei davvero patetica sorella mia.- disse lui riprendendo a mangiare distrattamente.

-Draco mi ha quasi baciata sul prato dietro la scuola una volta che voi eravate tutti a Hogsmade.- questo sembrava abbastanza interessante.

-Quasi?- chiese lui sconfitto.

-Poi siete tornati voi e si è fermato.- disse facendo spallucce.

-Ginny ma io non voglio sapere questa roba da adolescenti alle prime armi, voglio la roba piccante!-

-Ma non ce n'è roba piccante.- gli rivelò sconfitta, lui sembrava assolutamente deluso da quello che stava sentendo mentre si lamentava di quanto Draco si fosse comportato da rammollito con lei perdendo un sacco di occasioni. -Tranne...- disse lei decisa a dirglielo. Blaise era troppo comico mentre la difendeva da un Draco senza spina dorsale dicendo “povera ragazza mia cosa hai dovuto sopportare”, che meritava di sapere.

Attrasse subito la sua attenzione, e incuriosito smise anche di mangiare. -Tranne?- le domandò ansioso di sapere.

-Nulla... giusto quella volta nella torre d'astronomia quando lui ha baciato me...- disse lei prendendo una gelatina con finta indifferenza portandosela in bocca e sorridendo con la bocca piena alla faccia di Blaise, per poi storcere il naso. -Carciofo.- disse riferendosi alla gelatina. Che sfiga...

-Aspetta...- disse lui questa volta. -Un bacio vero?- chiese guardandola con sospetto. Lei annuì mugugnando un si a bocca chiusa mentre masticava cercando di mandare giù quello schifo. -Ma vero vero?- domandò ancora e lei gli rispose come prima. Si sporse verso di lei sussurrando. -Con la lingua?- Ginny per poco non si affogò ma rise annuendo ancora sentendo le guance andare a fuoco. -Ma brava... allora vi siete divertiti insieme...- la stuzzicò punzecchiandola di qua e di là con l'indice della mano libera.

Ginny riuscì ad ingoiare prima di affogarsi e scappò via da lui che la inseguiva per chiederle di altri dettagli piccanti certo che le stava nascondendo dell'altro.

La raggiunse bloccandola contro il muro tenendola dai polso. -Voglio i particolari piccanti di quello che è successo dopo... impossibile che non ti abbia fatto altro dopo un bacio così.-

Ginny dovette deluderlo, perché in effetti la cosa era finita lì, più o meno... ma non era necessario raccontargli proprio ogni dettagli. Non le diceva neanche ad Hermione quelle cose, non voleva di certo dirle a lui che restava pur sempre un uomo. -No poi mi ha lasciata lì ed è andato via.- gli spiegò. -E' stata anche l'ultima volta che mi abbia degnato di un po' di attenzione... d'allora non mi parla più...- disse lei mentre il viso si incupiva e la tristezza tornava a far breccia nel suo cuore. -E neanche mi guarda più.- Ginny guardò Blaise che non parlava più, sembrava soprappensiero. -Ehi, ma va tutto bene, io adesso sto bene.-

-Non è vero.- le disse lui. -E sono certo che neanche lui stia bene.-

-Smettila Blaise non è giusto.- gli disse con apprensione mentre corrucciava le sopracciglia e il suo sguardo assumeva un'espressione sofferente.

-Cosa?- gli chiese palesemente inconsapevole.

-Quello che fai... farmi credere che lui è...-

-Eccolo.- disse Blaise d'un tratto. -Non muoverti Ginny al momento giusto ti bacio.- le disse mentre a lei prendeva un colpo. Protestò ma lui era insistente. -Tranquilla sarà un bacio scenografico, anche se molte ucciderebbero per essere te in questo momento.- si vantò narciso.

-Cedo volentieri il mio posto se non ti spiace.- si affrettò a dirgli tentando di liberarsi da quella presa senza riuscirvi.

-Eccolo è il momento sta guardando!-




Draco passeggiava soprappensiero.

In realtà non era così... aveva un solo pensiero, ed era trovare quel maledetto di Blaise che avrebbe giurato sapere con chi fosse in quel momento.

Lo avrebbe ucciso, ormai aveva deciso. Gli avrebbe strappato tutti i capelli prima e lo avrebbe deturpato dopo, poi lo avrebbe legato ad una sedia davanti ad uno specchio e avrebbe aspettato che si consumasse da solo nel dolore di vedersi così tanto sfigurato.

Sorrise, quell'idea gli diede un attimo di sollievo e perché no, di piacere..

La cosa durò poco però, perché in fondo sapeva dove trovarlo.

Come lui aveva avuto i suoi luoghi d'appuntamento con la rossa sapeva che anche Blaise aveva i suoi.

Sapere che quei due condividevano qualcosa del genere gli dava il voltastomaco, ma mai quanto la scena che si palesava davanti ai suoi occhi in quel momento.

Strabuzzò gli occhi mentre la pancia faceva una capriola e un fischio alle orecchie gli impediva di sentire alcun suono. Non poteva essere vero...

Blaise era su di lei, le teneva le mani e voleva... loro si sarebbero...

No... non poteva essere.

Un conto era dirgli che erano amici, ma certe cose gli amici non le facevano!

A chi voleva darla a bere? Voleva baciarla!

Si ritrovò a domandarsi se quella era la prima volta o se quella storia andava avanti così da tempo, se gliel'aveva davvero fatta sotto il naso o se faceva in tempo ad impedirlo.

Non riuscì più a ragionare lucidamente, non poteva farlo, semplicemente non glielo avrebbe permesso. Lo aveva lasciato fare anche abbastanza, lasciando correre cose che trovava riprovevoli, ma adesso stava superando ogni limite.

In un impeto percorse quel che restava del corridoio ponendo fine alla distanza che li separava. Si fiondò su di lui afferrandolo da una spalla costringendolo a voltarsi, allontanandolo da lei, spingendolo via da quel corpo che non sopportava di vedere tra le sue braccia, e senza pensarci, senza rifletterci o farsi alcuno scrupolo, gli tirò un pugno ben assestato.

Sentì il dolore alle nocche già indolenzite per lo scontro contro le mattonelle della doccia, anche se era passato un po' di tempo, ma adesso il dolore era riaffiorato più vivo che mai.

Il fiato corto, la mente annebbiata e gli occhi di Blaise che avevano un luccichio strano, particolarmente sprezzante. Il cuore che gli batteva a mille.

Guardò ancora Blaise che seduto per terra aveva il labbro sanguinante. Forse non erano state le mattonelle, forse era stata proprio la violenza di quel pugno a indolenzirgli le nocche.

Lo aveva colpito così forte? Aveva colpito suo cugino, il suo amico di sempre, una delle poche persone per cui provava affetto sincero.

E cosa peggiore, non è che gli importasse molto in quel momento.

Pazienza se l'era meritato, soprattutto dopo il discorso che gli aveva fatto la sera prima. Aveva ignorato tutte le sue raccomandazioni dannato!

E in verità, non gli era neanche bastato.

Quello per lui era un tradimento bello e buono e questa volta non l'avrebbe passata liscia, la sua sete di vendetta non era ancora sazia.

Avvertì le gambe paralizzarsi però quando nell'istante prima di colpirlo ancora, fiondandosi su di lui che era ancora per terra, vide Ginny correre da lui e gettarglisi sopra coprendolo con il proprio corpo per impedirgli di continuare.

Strabuzzò gli occhi. Aveva un braccia a circondargli le spalle e l'altra mano sul suo viso, mentre gli diceva di fermarsi a gran voce.

-Sei impazzito per caso?- gli disse con occhi fiammeggianti. La vide guardare Blaise chiedendogli se fosse tutto apposto e poi tornare a guardare lui. -Guarda cosa gli hai fatto? Gli hai fatto male!- lo rimproverò.

Draco era al limite della sopportazione, tutta quella faccenda diventava sempre più ridicola. Ginny che difendeva Blaise e attaccava lui per...

-Cosa succede qui?- chiese la professoressa McGranitt retorica. Aveva assistito a tutto. -Signor Malfoy, ma che le è perso?- gli domandò severa. -Il signor Zabini non è forse un suo amico?- Draco non le rispose, non sapeva davvero cosa dirle. Si “era” suo amico, fino prova contraria, e quella poteva essere la prova contraria per quel che ne sapeva. -Dieci punti in meno a Serpeverde e Malfoy... lei è in punizione.- concluse voltandosi. -Ci vediamo nel mio ufficio per discutere i termini.- li lasciò lì e andò via convinta che la cosa potesse bastare a placare gli animi.

Ginny aveva un'espressione sconvolta. Lo guardava allarmata, dubbiosa, forse delusa da lui, da quell'atteggiamento, da quella reazione nei confronti di quello che adesso era un suo amico, o forse ormai anche di più....

Non riusciva a reggere quello sguardo, doveva andarsene.

Non sopportava il peso di quei pensieri, di quella visione disgustosa che aveva difronte agli occhi. Non sopportava il modo in cui lei lo guardava e soprattutto l'idea di quel senso di soggezione che gli metteva addosso.

Lo faceva sentire sbagliato, gli faceva riflettere sul peso di ciò che aveva fatto, e non voleva.

Il cuore che ormai galoppava come impazzito nel petto era intollerabilmente fastidioso. Tentò di ingoiare ma la gola arida graffiava e si ritrovò a stringere i denti e i pugni mentre decideva di andar via.

Doveva allontanarsi da lei subito se non voleva altri guai. Sapeva benissimo che continuando a stare lì, con i suoi occhi addosso, alla fine avrebbe rischiato di fare qualcosa di molto stupido, di compromettersi per sempre.

Doveva andar via!

E così fece.





Ciao a tuttiiiii!!!!

Eccoci arrivati alla fine del ventesimo capitolo! Per quelli di voi che mi hanno seguita fin qui mi auguro che vi stiate divertendo e che la storia stia prendendo un piega interessante.

Si inizia a sentire nell'aria profumo di guai per quei due che malgrado le loro intenzioni non riescono proprio a rimanere separati a lungo... Non so voi, ma Blaise in queste vesti mi piace un sacco, mi diverte scrivere con lui ha sempre delle uscite stravaganti e dice cose assurde... che gran bel personaggio! XDXD (oramai ne parlo come se mi parlasse lui direttamente!!! Sono impazzita...)

Stiamo andando incontro a capitoli più intensi e spero che decidiate di continuare la lettura ;))

Solo... RECENSITEEEEEE!!!! Vi prego ditemi qualcosa, qualsiasi cosa!!! Mandatemi a cagare!!! Criticatemi, fatemi notare i miei errori (che sappiate conosco molto bene... e cerco anche di andare poi a correggerli ma qualcosa mi sfugge di continuo!!!)

Ho bisogno di voi per continuare, ho bisogno di sapere cosa vi piace e cosa no, se ci sono cose che vi intrigano, se vi state divertendo, se sono riuscita a strapparvi un sorriso, una lacrima, uno sbadiglio!!! XD

FATEVI SENTIRE!! Il bello delle fanfictions è anche quello di poter interagire con voi, che in passato mi siete sempre stati molto utili, il sostegno e il vostro appoggio aiuta chi è da questa parte e scrive per (se stesso anzi tutto a dire il vero non lo nego ma...) VOI che dall'altra parete leggete!!!

Vi mando comunque un grosso abbraccio virtuale e rimando il nostro appuntamento alla settimana prossima.... CIAO A TUTTI!!!!!!


 

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Capitolo 21
*** un'ascia per due ***


Capitolo 21


A Draco era stato preannunciato che avrebbe trascorso tutta la serata fuori nei pressi della casa di Hagrid a spaccare legna.

“In questo modo canalizzeremo la sua energia in eccesso in qualcosa di produttivo” gli aveva detto quella megera della McGranitt.

Così adesso era lì, con un ascia lunga quanto il suo braccio almeno e una pila di legna da tagliare che sembrava infinita.

Hagrid gli aveva anche augurato un buon lavoro prima di entrare nella casetta allegramente.

Che idiota, aveva pensato prima di vederlo sparire dietro l'uscio.

Il sole sarebbe presto calato e avrebbe iniziato ad imbrunire. Voleva proprio sapere come avrebbe dovuto continuare al buio, tra l'altro nei pressi della foresta proibita.

Sollevò ancora l'ascia al di sopra della testa e poi giù con uno sforzo immenso.

Era pesante.

Non era abituato a questo genere di cose, i lavoretti come questi erano svolti dagli elfi domestici a casa sua, non certo da lui. Non era mica un Weasley lui, non c'era nessun bisogno che si spaccasse la schiena a quel modo. Si ripeteva nella sua mente tra un ceppo e l'altro.

Però doveva ammettere che era sfogante. Ogni volta che calava la lama immaginava che sotto vi fosse la testa di Blaise, e allora ritrovava tutta la forza che gli sembrava perdesse di volta in volta.

Tutto quell'esercizio gli aveva messo caldo. Sentiva la pelle arrossata e stava sudando. La cosa gli diede non poco ai nervi e si levò la giacca lanciandola da qualche parte. Inutile pensarci troppo, tanto era così sporca che non avrebbe fatto differenza dove appoggiarla. Rimase con la camicia nera arrotolandosi i polsini per essere più comodo.

Si rendeva perfettamente conto di non avere l'abbigliamento giusto, ma che diamine, lui era così, non aveva tute o robe usate da poter indossare senza temere di sporcarle o sgualcirle.

Sapeva bene che quelle robe avrebbe dovuto gettarle subito dopo, ma... al diavolo anche loro!

Si fermò un attimo per asciugarsi il sudore dalla fronte con un braccio, scostando i capelli che vi ricadevano scomposti e madidi di sudore.

Alzò lo sguardo nel farlo e la vide arrivare.

Strabuzzò gli occhi rimanendo immobile sul posto.

Rimase un istante inebetito, tutto avrebbe immaginato tranne di vedersela arrivare così di punto in bianco a disturbare la sua punizione.

Poi ci pensò su rapidamente e comprese che doveva essere stata messa anche lei in punizione.

-Anche tu qui.- ghignò ironicamente a se stesso mentre riprendeva il lavoro. Lui cercava di evitarla, e loro gliel'appioppavano in punizione. Ironia della sorte...

Sbuffò mentre la sentiva avvicinarsi. Non voleva guardarla, e non voleva neanche essere visto in quello stato.

-Già- gli rispose senza entusiasmo.

La sentiva ferma alle sue spalle domandandosi cosa stesse facendo e cosa avrebbe mai potuto fare lei lì in quella punizione. Si fermò ancora con la lama infilzata nel tronco che stava usando per tagliare i ceppi. Nonostante i guanti iniziavano a dolergli le mani.

La vide muoversi con la coda dell'occhio. Gli passò accanto, si chinò ad afferrargli la giacca e la pulì dalla polvere in eccesso spolverandola con la mano libera appoggiandola poi su di una balla di fieno lì vicino non avendo in realtà alternative.

Poi iniziò a raccogliere i ceppi già rotti intorno a lui, riponendoli in pile ordinate.

Per qualche istante infinito si ritrovò a guardarla, mentre illuminata dagli ultimi raggi del sole la sua pelle si dorava e i capelli risplendevano.

Lavorava con calma e dedizione senza digli una parola. Meticolosamente e ordinatamente, quasi meccanicamente, senza pensare.

Riprese anche lui il suo lavoro, non voleva che si accorgesse che la sua attenzione era stata rapita dalla sua presenza.

Lavorarono così per diversi minuti fin quando non riuscì davvero più a sollevare l'ascia. Aveva il fiatone e sapere che lei lo guardava lo agitava maggiormente.

-Dai qua.- gli disse afferrando l'ascia, o meglio strappandogliela dalle mani nel momento in cui lui si rifiutò di cedergliela.

Alla fine vinse lei. Solo perché era troppo stanco per reagire, e la sua presenza così vicina lo infiacchiva. Erano mesi ormai che non si ritrovavano a fare qualcosa insieme.

La vide sollevare quell'ascia più grande di lei e colpire il ceppo con maestria.

Il primo, il secondo, il terzo, e così via a buon ritmo.

Draco era incapace di distogliere lo sguardo dalla figura minuta di Ginevra Weasley che usava un ascia come fosse un'accetta.

Le lo guardò di sottecchi, probabilmente sentendosi osservata. -A casa mia questo è compito dei ragazzi in genere, ma quando tocca a Ron lo aiuto sempre, facciamo a turno così nessuno dei due si stanca troppo.- gli spiegò senza che lui le avesse chiesto nulla.

Doveva davvero avere un'espressione che parlava da sola.

Come aveva immaginato prima queste erano cose che a casa Weasley erano all'ordine del giorno, solo non credeva che anche lei partecipasse a queste attività.

Ma come gli aveva spiegato, era un'eccezione fatta solo per Ronald.

Prese a raccogliere i ceppi spaccati e a porli sopra le pile che lei aveva iniziato prima.

-Ginny!- udirono d'un tratto, e si voltarono entrambi nella direzione della porta della casetta per trovarvi un Hagrid tutto allegro che salutava la ragazza con entusiasmo. -Anche tu?- le chiese dopo un istante vedendola a lavoro. Ginny gli sorrise allegramente dopo aver ricambiato il saluto in un tacito assenso. -Bene allora, vi lascio lavorare, buon lavoro.-

-Grazie Hagrid!- lo salutò lei tornando a lavorare a perdifiato mentre il sole tramontava sulla sua figura esile ma forte.

Le andò accanto. -Levati, faccio io.- le disse fermandola afferrando l'ascia che ancora teneva stretta sfiorando le sue mani. Ginny non si mosse e allora la spintonò via con un braccio. Prendendo possesso dell'arma, e quando fu ad una distanza sufficiente riprese il lavoro.

-Sono perfettamente in grado di farlo anche io Malfoy.- disse lei con le mani appoggiate ai fianchi e il broncio.

Qualche mese fa avrebbe riso di lei in quel momento, ma ora tutto quello a cui riusciva a pensare era che sentirsi chiamare da lei per cognome suonava strano, suonava male.

-Non è lavoro per le femminucce.- le fece presente.

Lei sollevò un sopracciglio. -Allora non sarà lavoro per te.- disse sfidandolo.

A Draco per poco non cadde l'ascia dalle mani. Ma davvero aveva sentito bene? L'aveva chiamato femminuccia?

-Non credo affatto che queste sono tue mansioni quotidiane quando sei a casa.- gli fece presente lei continuando senza perdere quel tono di arroganza.

-No infatti.- le rispose inacidito. -Non ne ho bisogno. Io ho servitori che fanno queste cose per me.- concluse saccente, ma non ebbe una gran soddisfazione nel dirle quelle parole. Tempo prima avrebbe gioito nel sentire di aver segnato un punto contro di lei. Adesso invece...

-Questo è vero.- gli rispose però facendo spallucce con molta naturalezza. -Ed è per questo che devi lasciarti aiutare.- gli spiegò avvicinandosi ancora a lui mettendo le mani sull'attrezzo.

Draco avvertì il contatto con quelle manine. Ebbe un sussulto ma sperò che lei non se ne fosse accorta. Le mani di Ginny erano fredde sulle sue, aveva freddo? Era calata la sera e l'aria era cambiata.

-Lascia.- le disse tirando l'ascia verso di se sentendola urtare contro di lui quando vide che non mollava la presa.

-Non ci penso nemmeno.- gli disse tirandola indietro verso di se.

Draco l'afferrò meglio e tirò ancora dal lato opposto, Ginny incespicò per lo strattone ma ancora non mollò la presa. Nel vederla inciampare a Draco era venuto l'istinto di lasciare tutto per sorreggerla. Per fortuna quel poco di buon senso che gli era rimasto glielo aveva impedito, afferrando invece l'ascia quasi fosse un'ancora di salvezza contro i suoi impulsi più profondi .

-Dai qua.- disse lei tirando ancora l'attrezzo verso di se.

-Lascia stare, queste non sono cose da ragazzine, puoi farti male.- le disse cercando di farla innervosire in modo che abbandonasse l'idea di rubargli l'ascia, ma così facendo non fece che incrementare la sua ira, e presa da una forza che davvero non capiva da dove uscisse fece di tutto per appropriarsene.

Andarono avanti così fin quando Hagrid aprì la porta bruscamente urlando: -Non capisco davvero come stiate lavorando qui fuori al buio.-

Mollarono la presa contemporaneamente facendo cadere l'ascia che fece rumore. Hagrid si voltò per guardarli trovandoli in piedi uno affianco all'altro immobili come statue.

Il mezzo gigante non ci fece più di tanto caso e accese un bel falò nei pressi del grande ceppo su cui stavano lavorando. Adesso sì che riusciva a vedere qualcosa.

-Grazie.- gli disse Ginny prima che lui tornasse in casa.

La vide piegarsi per prendere l'ascia ma riuscì a batterla sul tempo. Sbuffò e si arrese allontanandosi per sistemare e pile.

Draco continuò a perdifiato finché davvero non riusciva più a muovere un muscolo. A quel punto lei gli dava il cambio volente o nolente finché lui riusciva a riprendere il lavoro.

Almeno un paio d'ore dopo Draco avrebbe solo voluto morire. Era la peggior punizione che gli avessero dato fino a quel momento. Una cosa era certa, seppure avesse avuto energie in eccesso, a quel punto non ne aveva più. La professoressa era decisamente riuscita del suo intento.

-Ah.- sentì Ginny urlare tra denti.

Senza pensarci due volte lasciò cadere l'attrezzo e si precipitò da lei per vedere cos'era successo.

La vide che si teneva un dito con l'altra mano. Gliel'afferrò senza molta grazia e diede un'occhiata. Non vedeva niente. La trascinò vicino al falò e guardò ancora.

Una spina. Si era infilata una scaglietta di legno nel dito.

-Perché non porti i guanti?!- la rimproverò. -Te li hanno sicuramente dati, ma tu vuoi fare la sbruffona, vuoi fare quella che “aiuto sempre mio fratello a farlo a casa”.- concluse scimmiottando lei un attimo prima.

-Aia Malfoy non stringere fa male!- gli urlò mentre lui girava e rigirava il suo dito come fosse carne da macello.

-Arrangiati, ti farò un po' male ma devo farla uscire.- le disse vedendola in preda al panico. Sorrise. -Siediti.- le disse trascinandola per terra con se prendendo poi ad armeggiare con il suo dito.

Sentiva gli occhi di lei puntati addosso, e le fiamme del falò che gli scaldavano eccessivamente la pelle. Forse erano troppo vicini al fuoco, ma gli serviva la luce.

Si levò i guanti gettandoli di lato ed ebbe un fremito al contatto della sua mano nelle sue. Decise di non farci caso e immaginò che non fosse lei quella che aveva difronte.

Ogni tanto faceva qualche verso per il dolore, doveva bruciarle terribilmente.

-Visto, avevo ragione. Questa non è roba per le mani delicate di una ragazza.- le disse con l'intenzione di rimproverarla per la sua testardaggine.

-Neanche le tue mani hanno grandi calli sai.- gli rispose.

Nonostante il dolore aveva la faccia tosta di controbattere. Draco non poté trattenere un sorrisetto a quel pensiero.

-Ah! Draco...- gli appoggiò la mano libera sulla sua coprendogli la visuale stringendola forte.

Sentendosi chiamare a quel modo non riuscì ad impedirsi di sollevare lo sguardo ritrovandosi gli occhi di lei negli occhi. Erano atteggiati in una smorfia di sofferenza, ma non per questo erano meno belli.

Era così vicina che solo una volta ricordava che il suo viso fosse stato così vino al suo, quella notte di tanto tempo fa.

Draco ingoiò il vuoto facendosi violenza per riuscire a distogliere lo sguardo da quegli occhi che brillavano sotto la luce delle fiamme ardenti.

-Lasciami fare.- le disse vedendola annuire piano. Esitò a togliere la mano, e lo fece con una lentezza tale da esasperarlo.

Si chinò ancora sulla sua mano, e alla fine fu lui a scostare l'altra che gli impediva di vedere. Premette ai due lati della ferita vedendo la scheggia riaffiorare, soddisfatto.

Insistette fin quando non la vide quasi del tutto fuori mentre Ginny si era aggrappata alla sua spalla in preda al dolore stringendo forte.

-Hai finito?- gli chiedeva con premura e urgenza mentre di mordeva il labbro inferiore per resistere alla voglia di urlare..

-Quasi.- le rispose mentre finalmente la scheggia veniva via. La guardò con una certa soddisfazione- Fatto.- le disse sorridendo.

Ginny finalmente allentò la presa sulla sua spalla, ricadendo seduta mollemente per terra dopo essere stata tesa come una coda fino a quel momento.

-Grazie...- gli disse. -Credo.- aggiunse guardando il dito gonfio e martoriato con aria circospetta. Poi gli sorrise e per la prima volta dopo tanto tempo si ritrovarono rilassati uno accanto all'altra senza tensioni o dissapori. Sembravano tornati quello che erano prima.

Ma così non poteva essere, era sbagliato dannazione a lui.

-Dovresti disinfettarlo.- le disse, quasi con la speranza che andasse via. Ma non fu così la vide semplicemente riprendere il lavoro come nulla fosse.

Quella brutta idiota si sarebbe fatta di nuovo male, ne era certo.

Afferrò i guanti e glieli porse. -Tieni.- le disse mentre lei esitava. -Mettili.- le ordinò.

-Ma tu come fai?-

-Lascia perdere me, mettili e basta. Perché non puoi fare fare qualcosa senza fare tante storie?- s'innervosì. Ma lei prese i guanti e li infilò.

Ripresero a lavorare, non mancavano più molti ceppi.

D'un tratto la sentì ridacchiare. Non resistette alla tentazione di chiederle perché stesse ridendo da sola.

-Niente...- gli disse. -Immaginavo Blaise a fare quello che stiamo facendo noi ora...- e rise ancora. -”Le miei mani di fata” “i miei capelli” “la mia pelle”!- lo scimmiottò ridendo a perdifiato.

E la cosa avrebbe fatto ridere anche lui se non fosse che in ogni ceppo che aveva spaccato c'era la faccia di Blaise e che ancora non gli era passata.

-A proposito di lui.- disse invece. -Da quando sei diventata l'amichetta delle serpi?- le domandò nervoso.

A Ginny non piacque affatto quel commento e glielo fece notare, ma a Draco non importava una mazza cosa le piaceva o meno, aveva la sua opinione in merito e ora l'avrebbe sentita.

-Non dovresti farti vedere in giro con lui, non dovresti frequentarlo affatto!- le disse posando l'attrezza tenendolo però saldamente tra le mani. -Cosa diamine avete in testa voi due?- le chiese con ira. -Non vi rendete minimamente conto che la cosa non va affatto bene?- continuava ad urlarle contro, non riusciva proprio a regolare la voce, era troppo arrabbiato.

-Blaise mi piace, non vedo perché non lo dovrei frequentare solo perché alla scuola non sta bene.- gli rispose lei sollevando gli occhi al cielo. Non poteva credere a quello che aveva appena detto. Gli aveva confessato apertamente che Blaise le piaceva. -O peggio, perché a te la cosa non sta bene. Non sei il mio padrone e non sei mio padre... e anche se lo fossi non ti darei retta comunque!- gli fece notare con un'aria di sfida gli che fece letteralmente lanciare di lato l'ascia fiondandosi da lei.

Ginny arretrò di qualche passo ma lui riuscì comunque a raggiungerla. -E' un serpeverde Ginevra Weasley, ficcatelo nella bella testolina rossa che hai.- le disse bussandole alla testa con l'indice per rendere meglio l'idea. -Cos'è il cricetino ha smesso di far girare le rotelle lì dentro?-

Ginny divenne rossa dalla rabbia, ma il buio lo mascherava bene, troppo lontani dal falò per illuminarle il viso, che invece era illuminato solo dalla pallida luce lunare. -Come ti permetti?- gli disse inviperita. -Io so bene che Blaise è un Serpeverde e la cosa non mi importava quando stavo con te perché dovrebbe importarmi con Blaise?- urlò

-Noi non siamo mai stati insieme!-

-Non era quello che intendevo!-

Continuavano ad urlasi contro senza ritegno, senza pensare minimamente che tutte quelle urla potevano arrivare ad Hagrid che sarebbe potuto uscire e trovandoli così, e poi cosa avrebbero dovuto digli? Ma che litigavano ovviamente, qual'era il problema..?

Avevano così tante cose inespresse e tenute dentro da così tanto tempo che sarebbe stato impossibile fermali!

-E' una serpe Ginny ti mentirà! Ti sta già mentendo! E' quello che sappiamo fare meglio! Noi mentiamo, non ne possiamo fare a meno, mentiamo sempre, usiamo la gente, la feriamo!- urlò lui che ad un certo punto non sapeva più se si stesse riferendo ancora Blaise o meno...

Aveva il fiatone a furia di urlare, ma sperò vivamente di aver reso il concetto. La vide ammutolirsi e avvicinarsi a lui con passi lenti e misurati, Draco non osò spostarsi di un millimetro, rimase fermo, immobile e attese, attese qualunque cosa stesse per arrivare, anche qualora fosse uno schiaffo ben assestato, lo attese in silenzio con pazienza.

Ginny portò davvero una mano sulla sua guancia, ma quello non era certo uno schiaffo.

Gli stava accarezzando delicatamente la pelle, partendo da mento era arrivata allo zigomo. Lui ancora non si mosse, lottò contro tutto ciò che gli stava dicendo di allontanarsi da lei in quel momento, e non si mosse. Tremava impercettibilmente, anche le labbra presero a tremare incerte.

Ad un tratto, fu un attimo solo, un momento di debolezza, che lo spinse a chiudere gli occhi, inspirando il suo profumo agrumato misto al sudore. Sentì la pace e la disperazione lottare tra di loro, tutto nella sua pancia, arrivando fino alla testa.

-Tu non sei così.- gli disse d'un tratto, e lui riaprì gli occhi come ridestatosi da quel torpore. -Tu non sei come ti descrivi, non so come ti vedi tu, ma non è così che ti vedo io.- ammise lei, e Blaise sembrava un discorso ormai superato.

-E invece è quello che ho fatto.- le disse prendendo fiato e coraggio. Doveva fermala, doveva fermare anche se stesso. -Io ti ho usato Weasley...- le disse guardandola dritta negli occhi afferrandole la mano interrompendo quel contatto scostandola dal suo viso di malavoglia.. -Ti ho lasciata avvicinare, ho visto fin dove potevo arrivare, mi sono divertito e poi una volta arrivato al massimo di quello che mi avresti dato me ne sono andato. Tutto qua.- le disse convincente. Per un attimo vide gli occhi di lei incerti, tremanti, e sperò che si fosse bevuta ogni singola parola. -Blaise sta facendo altrettanto. Ti userà finché si sarà divertito a sufficienza, e poi lo vedrai andar via come se non esistessi, come se non fossi mai esistita.- voleva ferirla, infliggerle quella ferita così profonda da farsi odiare al punto che quando quel giorno sarebbe arrivato, lei non avrebbe esitato un'istante.

Le lasciò la mano e si voltò dandole le spalle deciso a non guardarla più, a dimenticare quegli occhi che brillavano di dolcezza e di tristezza, a dimenticare quell'affetto che lei provava palesemente per lui e che gli rigettava addosso ogni volta che lui abbassava le difese, facendolo sentire importante, voluto... impotente.

Doveva dimenticare tutto, era oramai tutto nel passato.

-Su una cosa hai perfettamente ragione.- le sentì dire alle sue spalle. -Davvero voi serpi sapete mentire piuttosto bene.- lo freddò con quelle parole facendogli perdere quasi le speranze.

-Ma vai da Potter Weasley ti prego e togliti dalle scatole una volta per tutte!- le intimò con voce fintamente esasperata. -Lui è il ragazzo per te... e' con uno così che dovrebbe stare una come te.- e calcò su quelle parole. Sapeva benissimo che lei era perfettamente a conoscenza di quanto lui odiava Harry Potter e quanto poco rispetto avesse per lui, in questo modo sperava di averle fatto intendere che per lei aveva lo stesso livello di rispetto. -Sei una pezzente Ginevra Weasley, una babbanofila, un insulto per la nostra popolazione! Le cose non cambieranno da un momento all'altro e io... cosa pensi che potrei farmene io di una come te?- lo disse tutto d'un fiato con un aggressività che non gli aveva mai visto prima, sputandole addosso quelle parole velenose che non gli sentiva dire da tempo mentre voltatosi la guardava dritto negli occhi a fatica. -Se non divertirmi un po'?- terminò scandendo bene le parole ghignando come era solito fare. -Quel... bacio... non ha significato niente per me, tu non hai significato niente per me. Convincetene!-

La vide esitare, stringere i pugno lungo i fianchi, resistere qualche altro minuto e poi superarlo dandogli una spallata per scansarlo.

Stava andando via. -E la punizione?- le fece presente quasi inconsapevolmente, quasi qualcosa in lui non volesse davvero mettere fine a quel momento, cercando di prolungarlo anche se con quell'aria che tirava. Se ne pentì un istante dopo dandosi del debole.

-Io non sono mai stata in punizione!- urlò un attimo prima di voltargli le spalle e risalire la collina diretta alla scuola.

Draco rimase spiazzato.

Per tutto quel tempo, lei aveva lavorato con lui aiutandolo a spaccare tutta quella legna, facendosi anche male e... non era mai stata punita.

Possibile che per lei lui rappresentasse così tanto? Si domandò sedendosi sul mezzo tronco.

Levò lo sguardo udendo dei passi avvicinarsi a lui. Era ancora lei, cosa poteva volere da lui ormai?

-E per tua informazione...- iniziò. -Se avrò voglia di continuare a frequentare Blaise lo farò!- gli puntava un dito contro minacciosa. -Non sarai certo tu a scoraggiarmi dal farlo!- gli urlò contro.

Draco era accecato dall'ira, non ci vedeva quasi più dalla voglia di prenderla a schiaffi. -Bene!- le urlò.

-Bene.- gli rispose. -Ed è quello che farò!- finì togliendosi i guanti scaraventandoli ai suoi piedi andando via a grandi falcate arrabbiata come non l'aveva mai vita prima.

Una volta lontana sospirò. Si chinò afferrando i guanti che Ginny aveva appena gettato ai suoi piedi in malo modo. Se li portò alle labbra inspirando ancora quell'odore famigliare, poi in un impeto di rabbia li gettò per terra sfogandosi almeno su di loro.

Si voltò, aveva ancora del lavoro da sbrigare.






-Ginny!- si sentì chiamare, ma nervosa com'era quasi non lo udì. Si rese conto che era reale quando qualcuno le afferrò la mano. Si voltò con sguardo omicida ritrovandosi occhi negli occhi castano di Blaise che nel vederla in quello stato si era incupito.

Ginny si liberò dalla sua presa con uno strattone.

-Ginny...- insistette lui. -Che è successo?-

Che era successo gli chiedeva lui.

-Ti ama, ti ama...- lo scimmiottò con poca grazia. -Mi ama un corno!- urlò. -Ho fatto come tu hai suggerito.- gli confessò -Sono andata a parlargli.-

-Ebbene?- le chiese Blaise accigliato.

Ginny strinse le labbra trattenendo la voglia matta di piangere. -Mi ha umiliata in tutti i modo possibili, ha insultato anche te chiamandoti serpe dicendo che sei un bugiardo e confessandomi che mi stai solo usando per i tuoi giochini e quando avrai finito te ne andrai anche tu come ha fatto lui!- Ginny faticò a trattenere le lacrime.

Blaise si avvicinò a lei prendendole le mani. -Lo sai che non è così Gin, vero?- le chiese lui dolcemente cercando il suo sguardo. -Ci siamo già stati su questo discorso e...-

Blaise non poté finire la frase perché Ginny era letteralmente saltata tra le sue braccia piangendo a dirotto scossa da tremori mentre gli diceva che non ce l'aveva con lui. -Lo so Blaise, lo se che voi mentite, me lo hai detto, e so anche che sei sincero con me, so che la tua amicizia è vera, non ne ho dubitato neanche per un istante.- pianse ancora tra quelle braccia accoglienti che sapevano di sicurezza e di amicizia.

-E allora perché?- le chiese incerto ricambiando quella stretta. -Vieni, devi dirmi tutto.- le disse sciogliendosi da quell'abbraccio e portandola via dai corridoi. Non era lì che avrebbero potuto parlare in pace.





-Ma davvero Blaise?- le chiese lei stupita. -L'aula di trasfigurazioni?-

Tra tutti i luoghi più tranquilli a cui avrebbe potuto pensare, proprio l'aula di trasfigurazioni.

-Le lezioni sono finite e la McGranitt a quest'ora sarà andata a riprendere Draco, poi andranno tutti a cena, e nessuno studente vuole venire proprio qui quando non è strettamente necessario. Questo è il luogo più sicuro della terra.- concluse piuttosto soddisfatto della sua scelta.

Ginny l'approvò solo perché troppo stanca per contraddirlo.

-Allora, che ti ha detto quell'imbecille del mio migliore amico?- le domandò sedendosi ad una sedia appoggiando un gomito su un banco e la testa sulla mano guardandola con un mezzo sorriso, con un'aria così tranquilla da darle sui nervi, ma solo per un attimo.

Ginny raccolse i pensieri e iniziò pulendosi il viso dalle lacrime. -Ha detto che mi ha usata.- iniziò mentre le sopracciglia di Blaise arrivavano in cielo scandalizzato. -Ha detto che si è spinto fin dove aveva potuto e vedendo che non avrebbe ottenuto altro si è allontanato.- ammise lei tutto d'un fiato, senza guardarlo per la vergogna.

-Ma che balla colossale.- disse lui esplodendo allargando le braccia. -Continua...-

-Ha detto che tu avresti fatto lo stesso.- sussurrò prendendo adesso a guardarlo con gli occhi rossi e gonfi che si riempivano ancora di lacrime mentre si mordeva le labbra agitandosi.

Blaise sorrise dicendole: -Ma sappiamo entrambi che non è così che abbiamo già messo in chiaro che siamo solo amici...- le sorrise e lei annuì. -Ringraziando il cielo...- aggiunse lui lasciandola stupita. -Non so Draco come faccia ma io ho l'esigenza di divertirmi di tanto in tanto... spesso...- parve guardarsi intorno. -Anche in questa stessa aula.- sorrise soddisfatto perso nei suoi pensieri. -ma ti prego non fare caso a me continua....- le disse, e Ginny cercò davvero di non immaginare cosa intendesse dire con quelle parole.

-Mi ha detto... niente Blaise, niente di speciale...- guardò in basso giocherellando con le dita. -Stupidaggini.- ammise. -Che non devo frequentare le serpi perché non fanno al caso mio e che dovrei stare con Harry perché siamo più simili.- terminò imbronciandosi.

-Quindi ti sei arrabbiata per questo.- le disse lui sorridendole dolcemente. Lei lo guardò senza capire. -Perché ha detto che sei simile a Harry.- continuò saccente. -E siccome tu sai che opinione ha Draco di Harry ti sei offesa.- concluse sogghignando.

Ginny sapeva che aveva ragione e tacque, si era sentita ferita, e stupida...

-Ma lo sai che tutto quello che ha detto è stato per deviati?- le disse sporgendosi vero di lei appoggiando gli avambracci sulle ginocchia. -Lo sai Ginny?-

Blaise insisteva e lei non poté fare altro che ammettere che probabilmente aveva ragione lui. Anzi aveva sicuramente ragione lui.

-Si.- gli disse sorridendogli.

-Andiamo Gin, devi mangiare qualcosa e andare a dormire...- la guardò ancora storcendo il naso. -Magari fatti anche una doccia.- le disse guardandola meglio. Ma poi... -Ginny... ma tu sei andata a parlare con lui o forse...-

-Si.- gli disse senza lasciargli finire roteando gli occhi sentendosi osservata. -l'ho aiutato.- doveva avere proprio un brutto aspetto.

-Oh Ginny!.- disse ridendo passandole un braccio intorno al collo mentre la trascinava via da quella stanza diretto a cena. -Tu sei la ragazza più cotta che io abbia mai conosciuto... e lui è un vero idiota...- rise di gusto mentre lei si sentiva una vera stupida. -Un'idiota fortunato però.-

Passeggiarono così per i corridoi, con lui che l'abbracciava e di tanto in tanto le toglieva qualcosa dai capelli, paglia, fieno o qualunque cosa riuscisse ad individuare. Infondo era quello che lei avrebbe fatto con lui. E lei che lo lasciava fare. La sua vicinanza era piacevole, un sollievo in realtà. Seppe in quel momento con una certezza assoluta che tutto quello che Draco diceva su di lui era un suo personale punto di vista, e non il vero Blaise.

Sollevò la testa per guardargli il viso. Blaise chiacchierava molto, e in realtà lei non lo ascoltava un gran che perché lo trovava piuttosto frivolo, e sapeva per certo che molte cose che diceva erano inventate, alcune solo per farla ridere. E gli era grata perché riusciva davvero a tirarle su il morale.

Blaise era fatto così, non credeva avesse cattiveria in corpo, tanta vanità... a montoni! Ma non era cattivo.

Ed era suo amico.

Allora come poteva credere che come diceva Draco, Blaise voleva solo usarla? Usarla in che modo poi? Facendola ridere allo sfinimento?

No, lui era un suo amico, oramai ne era certa, e voleva che fosse così perché teneva alla sua vicinanza. In così poco tempo avevano instaurato un rapporto che aveva impiegato anni a cercare con altri senza riuscirvi davvero. Certo c'era Hermione, ma non sentiva di poterle dire proprio tutto, aveva paura del suo giudizio, perché Hermione ai suoi occhi era perfetta, e lei no...

Con Blaise era diverso. Lui era lontano dalla perfezione, anche se vedendolo ammirarsi in uno specchio poteva dare un'altra impressione. Era bello, davvero, e elegante nella sua postura eretta e composta. I suoi modi di fare galanti e la sua pacatezza innata. Ma non era perfetto quando poi lo si conosceva meglio, affatto.

Con lui poteva davvero liberare il cuore e la mente, arrivando a dirgli cose che negava anche a se stessa.

-Bene, mangia qualcosa e poi dritta a letto signorina.- le disse davanti all'ingresso per poi ripensarci. -No, fatti una doccia prima.- si corresse spolverandole la maglietta di terra e togliendole ancora un filo di fieno dai capelli dandole poi un buffetto sul viso facendola sorridere.. Non aveva avuto il tempo di lavarsi.

Gli diede un colpetto fintamente offesa, e con un “grazie” sussurrato a fior di labbra e uno sguardo complice si separarono, ognuno per la sua strada.

Una volta al suo tavolo venne investita di domande sul suo abbigliamento da ranch e su quanto era sporca. Li liquidò con un “ho avuto da fare” e cercò di cambiare discordo, ascoltandoli distrattamente mentre mangiava con in realtà una gran fame.

Nella mente non poteva evitare di rivivere quello che era successo, tutti i suoi errori, tutte le cose che avrebbe potuto fare diversamente, tutte le cose che lui avrebbe potuto fare diversamente...

Ricordò quando prendendogli la giacca da terra prima di posarla sulla balla l'aveva distrattamente annusata, solo per rammentare quell'odore famigliare che le era mancato, sperando un attimo dopo di non essere stata vista, ma voleva sentire il suo odore, era così grave?

E quando le loro mani si erano sfiorate per togliergli l'ascia, il suo corpo era stato scosso da brividi che le avevano quasi tolto le forze.

I suoi capelli biondissimi che con la luce del sole del tramonto sembravano più caldi. I suoi occhi più blu.

Diceva che lei non era stata niente per lui, che l'aveva usata spudoratamente, ma appena aveva avuto bisogno di lui era corso lasciando tutto quello che stava facendo per soccorrerla.

Ed era stato delicato, paziente. Avrebbe voluto dire amorevole ma non si spinse tanto in là. Le bastava quello che c'era davvero e che non era poco.

 

Blaise diceva che gli piaceva, lei era certa che anche se non ci fosse stato un sentimento tanto grande quantomeno quando la guardava vedeva un'amica.

Per questa ragione non riusciva a capire il perché del suo comportamento, quell'allontanarla a tutti i costi, l'ignorarla e arrivare a paragonarla a Harry...

Attenzione lei nonostante tutto aveva un'alta considerazione di Harry, se qualcun altro l'avesse paragonata a lui sarebbe andato bene, ma come diceva Blaise, la cosa non andava bene se detta da Malfoy. Ma forse detta da Draco...

Portò lo sguardo sul suo tavolo sospirando mentre continuava a mangiare. Lo vide entrare in sala in quel momento affiancando Blaise e Theo che erano già seduti.

Si era cambiato.

Sorrise. Draco non sarebbe mai sceso a cena in quelle condizioni, a differenza sua...

Si diede un'occhiata e storse un po' il naso. Forse avrebbe fatto meglio a cambiarsi anche lei, ma non ci aveva davvero pensato. Rise di se stessa e delle loro differenze, della poca attenzione che prestava alle apparente.

Draco sembrava piuttosto serio. Lo guardava mentre si riempiva il piatto e mangiucchiava qualcosina.

Notò qualcosa di strano in effetti: mangiava con l'altra mano. Forse tra il pugno e la punizione gli faceva male. Non l'aveva notato mentre le toglieva la scaglia dal dito. In realtà non ci aveva affatto pensato presa da altro.

Aveva quasi dimenticato quel pugno. Povero Blaise, era stata così presa dai suoi problemi da non chiedergli neanche come stesse o se facesse ancora male. Lui era un buon amico, ma lei?

Che idiota.

Draco si sbagliava alla grande, qua era lei da biasimare!

Eppure lo vide sporgersi verso Draco e circondargli le spalle con un braccio mentre con l'altra mano mangiava da suo piatto. Ad un tratto Draco parve alterarsi e urlargli qualcosa come “Blaise, dannato, c'è tutto quello che vuoi sul tavolo perché mangi sempre nel mio piatto!” e lui gli rispondeva “perché l'erba del vicino è sempre più verde.” continuando come nulla fosse seguito a ruota da Nott che prese anche lui a mangiare nel piatto del poverino che urlò ancora ad entrambi esasperato. Alla fine Draco iniziò a rubare loro il cibo e tra spintoni e forchettate nei rispettivi piatti finirono con il ridere insieme, chi più chi meno.

Ginny intuì che era il loro modo di fare pace e sorrise. Anzi a volte non riusciva a trattenere una risatina per le cose che vedeva e che non avrebbe mai associato in passato a un gruppo di serpeverde. Erano carini.

Non si era davvero mai accorta che anche loro formavano un bel trio, forse solo perché non si era mai soffermata così tanto su quella tavolata.

Infondo erano tutti uguali, in modi diversi. Erano tutti studenti che facevano del loro meglio per affrontare la scuola, gli esami e la guerra tutto allo stesso tempo. Divisi da fazioni, credenze, famiglie che li separavano gli uni dagli altri trasformandoli alle volte in quello che non erano.

Ma per lo più erano ragazzi che a furia di interagire costantemente tra loro formavano comitive, e guardò quei tre che in fondo alla sala erano ancora avvinghiati gli uni agli altri nonostante fossero dei serpeverde, e fossero ritenuti essere senza cuore né sentimenti, ma lei in quella scena vedeva tutto il sentimento del mondo.

Quell'amicizia era sincere, sembravano inscindibili come quello che legava il trio al suo tavolo e li passò in rassegna godendo della vista di Hermione che diceva a Ron di non ingozzarsi a quel modo o a Harry di preoccuparsi più per lo studio che per cose che in quel momento non gli concernevano.

Si anche le serpi erano come loro. Costruivano rapporti d'amicizia e d'affetto. Si innamoravano...

E guardò lui, senza in realtà volerlo davvero, senza alcuna pretesa, tranne l'ammettere a se stessa che qualcosa era cambiato e che non avrebbe potuto negarlo in eterno. E lui la guardò, proprio in quel momento, togliendole il respiro, come se avesse potuto sentire i suoi pensieri e distolse lo sguardo imbarazzata credendo di essere arrossita.

Portandosi una mano alla guancia era così, era calda.

Tornò a guardarlo, e lui non la guardava già più, ma sentiva ormai in cuor suo che Draco come ogni brava serpe le aveva mentito.

Si, le aveva mentito spudoratamente per diverso tempo.

Le aveva mentito quando le aveva detto che l'unica cosa che sapeva fare era ferire, eppure sapeva bene che ne era perfettamente capace. L'aveva provato sulla sua pelle solo poco prima.

Ma sapeva che le aveva mentito quando le aveva detto che uno come lui non poteva stare con una come lei, appioppandole termini che in realtà non sembravano sentiti. Non c'era cattiveria nei suoi occhi in quel momento, c'era altro, ma non avrebbe saputo definirlo. Forse se anziché fare l'offesa avesse insistito ne avrebbe ricavato molto di più. Si diede della stupida per quell'occasione persa.

Se poi andava a pensare al loro trascorso, credere a quelle parole era davvero impossibile. I suoi sorrisi, le sue risate, i suoi sguardi... era tutto vero. Ne era certa! Ma doveva ammettere che era stato piuttosto convincente.

E sapeva... no, in questo caso voleva solo sperarlo, ma era sufficiente, che quando le aveva detto che lei non significava niente per lui, che il loro bacio non aveva significato niente per lui, sperava davvero che anche in quel momento mentisse spudoratamente come era solito fare, come solo lui sapeva fare, e come Ginny gli vedeva fare tutte le volte che si incontravano.

Le parole di Draco dicevano una cosa, che il suo corpo e le sue azioni contraddicevano.

Draco in fondo era un po' come lei in questo.

E il cerchio si chiudeva. In quella guerra erano tutti un po' simili, in modi diversi, ma anche le serpi, per quanto la riguardava, le avevano dimostrato di avere un cuore, e Draco per quanto fosse il caso più improbabile, non era stato da meno.







Caio a tutti!!! eccoci qui per il nostro appuntamento settimanale ^^

In realtà avrei voluto aggiornare ieri notte tornata da lavoro, ma non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Allora ho cercato di farlo stamattina ma mi hanno trattenuta. Adesso ho finalmente mandato tutti a quel paese e mi sono nascosta in un angolino dove non dovrebbe disturbarmi nessuno... poi la connessione ha iniziato a dare problemi e voi avete rischiato di non avere il capitolo affatto.......... che faticaccia!!! XD

Ma sono qui ed ecco a voi il vostro ventunesimo capitolo sperando che vi sia piaciuto.

Finalmente qualcosa si smuove e avete iniziato a prendere coraggio e comunicare con me... GRAZIE!!! T,T

Non c'è niente come l'interazione ^,^ è totalmente un'altra cosa quando sai il parere del lettore, certo la storia non cambierà la sua linea e il suo percorso, ma è bello vedere dove voi concordate con me e dove invece non siete d'accordo.

Meraviglioso!

Spero continuiate così e che vi facciate sempre più coraggio! Io sono gentile lo giuro accetto tutto XDXDXD

Un grazie speciale va a Chapeauchinois che è stata la prima a recensire dopo la ripresa della storia!

E a Vejitina a cui do anche un grosso in bocca al lupo! ;)

Mando un bacio generale a tutti anche a quelli che leggono in silenzio e rimando il nostro appuntamento al prossimo capitolo!!!

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Capitolo 22
*** Mi manchi..! ***




Capitolo 22



L'indomani tutto sembrava normale, quello che era successo il giorno prima pareva lontano dopo la constatazione che probabilmente tutto era stato una menzogna.

Ci aveva rimuginato su per tutta la notte, come aveva rimuginato sul suo comportamento scorretto nei confronti di quell'amico che invece, comparso dal nulla, era entrato prepotentemente nel suo cuore e nella sua vita.

Quella mattina in realtà ebbe il forte impulso di andare da Blaise e chiedergli come stesse, di dimostrarsi quell'amica che voleva essere per lui.

E lo fece.

Lo fermò in un corridoio pubblico straboccante di gente gli sorrise nel modo più dolce che poté e gli chiese come stava guardandolo speranzosa. Lui ne fu felice. Aveva probabilmente lusingato il suo ego.

-Va meglio oggi Ginny tranquilla. Sono andato in infermeria chiedendo disperatamente aiuto a Madama Chips perché avevo paura mi avesse deturpato, e lei mi ha dato una brodaglia schifosa delle sue e ora sono come nuovo.- terminò piuttosto soddisfatto dell'interessamento.

-Devi scusarmi se non te l'ho chiesto prima... ieri intendo.- il suo tono era sinceramente amareggiato e colpevole.

-Gin è acqua passata, ho perdonato Draco per avermelo tirato un pugno, figuriamoci se potevo portarti il broncio solo perché eri così presa dalle tue faccende private da esserti totalmente dimenticata di me.- le disse e Ginny capì che in realtà quelle erano delle frecciatine belle e buone. Sorrise mentre sollevava un sopracciglio guardando le sue espressioni. -Di me, che sono il tuo confidente, la tua giuda, la tua fatina del dentino, la luce di tuoi occhi...-

Ginny rise. -Okay Blaise finiscila ora! Mi dispiace davvero non c'è bisogno di questo teatrino pubblico.- gli disse cercando di fermalo dal gesticolare a quel modo. -E poi non sei la luce dei miei occhi.- gli fece notare ammiccando.

Lui si fermò e si chinò su di lei mentre con fare furbo la rimbeccava: -No, perché sappiamo entrambi chi è la luce dei tuoi occhi.-

Ginny lo guardò, e trovò in quegli occhi che la guardavano tra il divertito e il malizioso, la risposta a quell'affermazione. Temette davvero per un attimo che Blaise si mettesse a spifferare ai quattro venti gli affari suoi. Si calmò quando vide che non lo fece, ma poi...

-Perché la luce dei tuoi occhi ha scintillanti occhi grigi, e capelli biondissimi ad incorniciare una pelle diafana...- non poté terminare il teatrino perché lei gli fu addosso azzittendolo tappandogli quella lurida boccaccia!.

Solo in quel momento notò non essere l'unica addosso al ragazzo.

Nott era lì con loro, comparso improvvisamente alle spalle di Blaise e anche lui gli aveva tappato la bocca tenendolo da dietro.

Ginny si scansò leggermente togliendogli la mano dalle sue labbra allontanandola da quella del nuovo arrivato..

-Weasley.- la salutò, e lei ricambiò incuriosita. -Portiamolo via da qui o tutta la scuola avrà il suo primo scoop della giornata.- disse trascinando l'amico come fosse un ostaggio.

-Oramai questo non sarebbe più neanche un scoop, secondo me la scuola si è stancata di questa storia.- gli fece notare lei seguendoli inconsapevolmente.

-E tu Weasley, ti sei stancata di questa storia?- le domandò a bruciapelo.

Ginny non seppe cosa rispondergli, o peggio se fosse il caso di rispondergli.

Non aveva nessuna confidenza con Theodore Nott, non ci aveva mai parlato allungo, anzi non ricordava se ci avesse mai parlato affatto, e rivelargli una cosa del genere non era proprio nelle sue intenzioni, ma...

Nonostante fosse impossibilitato a parlare Blaise si dimenava come un forsennato cercando in tutti modi di scuotere il capo il più possibile per negare la teoria del ragazzo.

Dire che Ginny avrebbe voluto colpirlo era dir poco.

D'un tratto vide Theo fare una faccia schifata lasciando andare l'amico mentre Blaise faceva delle smorfie per togliersi quella sensazione di avere una mano premuta sulla faccia.

-Ma che schifo Blaise.- sentì urlare l'altro non capendo che gli fosse preso. -Sei una cane forse?- continuò.

-Tu non mi lasciavi.- disse lui soddisfatto alzando le sopracciglia ghignando.

-Ma che schifo.- ripeté Nott più piano pulendosi la mano sui pantaloni.

Ginny capì che doveva averlo leccato, storse le labbra non potendo impedirsi di sentirsi comunque divertita dalla cosa.

-Comunque la risposta è no.- riprese Blaise tornando sul discorso che Ginny aveva davvero sperato fosse chiuso.

-Blaise!- gli urlò contro allibita.

-Ma dai Ginny, Theo è il mio migliore amico, credi davvero che lui non lo sappia?-

Ginny si sentì tradita e ferita. -Sei andato a spifferare gli affari miei in giro.- lo ammonì frastornata. -Come hai potuto?-

-Ginny.- la interruppe Nott chiamandola per nome senza preavviso facendola voltare verso di lui. -Se uno sciocco come Blaise è potuto arrivare a certe deduzioni, cosa pensi che potrebbe fare una mente intelligente?- le disse con un atteggiamento piuttosto naturale come se davvero credesse in quello che diceva.

-Ehi!- lo rimbeccò Blaise offeso.

-E' la verità- gli rispose l'amico pacato.

Ginny non sapeva se sentirsi più divertita o imbarazzata. I suoi sentimenti erano davvero sulla bocca di tutti.

-Inizialmente non ci credevo molto.- riprese Theo più serio guardandola. -Continuavo a domandarmi cosa una Weasley potesse trovare in Draco Malfoy.- il tono greve e l'atteggiamento di qualcuno che in realtà sembrava davvero piuttosto intelligente, molto diverso da Blaise allegro e scherzoso. -Ho continuato a chiedermelo per tutto il tempo in cui per la scuola girava quella voce, per tutto il tempo in cui vedevo Draco girarti intorno, ed ero preoccupato per lui.- fu un ammissione che non si aspettava di certo.

-Tu eri preoccupato perché io giravo intorno a Draco...- Ginny non sapeva davvero cosa pensare. -Che cosa avrei potuto fargli io?- gli domandò esasperata.

Theo si sedette sul davanzale della finestra incrociando le braccia al petto. -Ferirlo per prima cosa.- ammise sottolineando la semplicità della cosa con un gesto della bocca. -O peggio... spezzagli il cuore.-Ginny era sempre più attonita da quel che stava succedendo. Così i suoi amici avevano paura che lei avesse potuto spezzato il cuore a lui. Un po' come Hermione aveva paura del contrario...

-Lo vedevo avvicinarsi a te sempre di più, lo sentivo più leggero, più giocoso... non era il solito Draco.- affermò.

-Ma è stato lui ad allontanarsi da me...- gli fece notare.

-Si, e io pensavo fosse perché avesse capito che tu fingevi.- le rispose con ovvietà. -Ero convinto che tu in fine lo avessi ferito.-

-Ma non è andata così io non...- in realtà si, aveva inizialmente finto con lui, doveva a Theo questa ragione, ma poi....- io non volevo che si allontanasse...- ammise con meno enfasi.

-Ne sono certo.- le disse lasciandola di stucco. -Ma l'ho capito dopo quando nonostante tutti gli sforzi che lui facesse tu eri sempre lì a guardarlo... con quella faccia da pesce lesso.- i ragazzi risero mentre lei prendeva ad arrossire protestando. -Si... Proprio questa faccia qui...- e risero ancora.

-Non la trovi adorabile?- chiese Blaise, Nott non gli rispose affatto.

-Poi Blaise si era messo in testa che Draco si era allontanato da te perché in realtà non voleva avere a che fare con i tuoi sentimenti.-

-No no no, non vuole avere a che fare con i “suoi” di sentimenti...- lo corresse. -Ma come poteva sperare di farla a un'altra serpe.- disse sollevando le sopracciglia convinto e fiero. -Poteva farla a lei ma non certo a me.-

-Ehi.- ora era Ginny a protestare. Ma quei due erano talmente convinti che continuarono le spiegazioni senza darle il tempo di dire la sua.

-Allora questo pirla ha deciso di avvicinarsi a te, conoscerti meglio e decidere se gli piacevi abbastanza per il suo amico.-

-Ed è così mi piaci abbastanza.- le fece l'occhiolino mentre una Ginny esasperata iniziava davvero a sentirsi in qualche modo usata. -E in fine gli ho fatto notare come anche per Draco fosse la stessa cosa e che mi sono davvero stancato di vederlo depresso... allora ho deciso di farvi mettere insieme.- concluse soddisfatto.

-Blaise!- gli urlarono contro i due, chi per un motivo chi per un altro.

-Non puoi decidere tu per gli altri.- gli fece notare Nott.

-Già...- si ritrovò a dire Ginny rinforzando l'opinione di Theo. -Non puoi decidere per me... io non sono un burattino che puoi gestire a tuo piacimento Blaise.-

Ma lui la guardava come se non stesse ricevendo assolutamente nulla di tutto quello che dicesse. -Ma lui ti piace.- le disse solamente. -E tu piaci a lui.- aggiunse come nulla fosse. -Cosa c'è di sbagliato?-

Già, si ritrovò a pensare, cosa c'era di sbagliato in quell'idea malsana di una Weasley che amava un Malfoy.

-Tutto.- fu ciò che le sfuggì dalle labbra sottili rendendosi poi conto di averlo detto ad alta voce.

I ragazzi la guardavano straniti, ma lei non disse altro in proposito a parte: -Perché?- voleva davvero sapere a questo punto, visto che loro si facevano spudoratamente i fatti suoi... -Perché lo fate? Da quando in qua approvereste una relazione del genere..?- e poi rivolta a Blaise. -Da quando un serpeverde vuole essere amico di una come me?- era sinceramente dubbiosa ormai, stava succedendo tutto troppo in fretta, troppe cose inspiegabili e la sua testa non ne poteva più.

-Perché anche se voi non credete nella nostra buona fede o nel fatto che anche noi abbiamo dei sentimenti... teniamo davvero a Draco e crediamo davvero che la tua presenza in qualche modo gli stesse migliorando la qualità della vita.- ammise Theo serio.

-Si Gin, Draco aveva proprio bisogno di una come te...- aggiunse Blaise. -Di qualcuno che gli facesse capire che va bene avere dei sentimenti, e che tirasse fuori quello che c'è davvero in lui... perché fin ora ha sempre soltanto finto...- lo sguardo divenne più triste, un po' cupo, diverso da quella che era la sua naturale espressione serena e rilassata.

-Ma noi in realtà pensiamo ci sia di più e vorremmo che tu glielo tirassi fuori.- finì Theo per lui.

-Io?- loro annuirono. Ginny si sentì davvero investita da una notevole dose di responsabilità. -Ma come faccio io a...-

-Sii te stessa Ginny, non hai avuto bisogno di fare altro fin ora.- le disse Blaise guardandola con uno sguardo dolce. -Devi solo ammettere che tu sei davvero innamorata di lui, e magari farglielo presente.- aggiunse facendo spallucce.

Lei voleva fortemente contraddirlo, ma non ne ebbe la forza. Loro conoscevano Draco meglio di lei e se dicevano che le cose stavano così allora doveva essere vero. Theodore non lo conosceva abbastanza ma si fidava quel che bastava di Blaise per credere che quelle che diceva non erano menzogne.

-Ginny.- riprese Nott vedendola incerta. -Draco non è mai stato così legato a qualcuno in vita sua...-

-A parte sua madre.- fece notare Blaise.

-Già...- dovette convenire con lui. -E' un mammone.- ammise guardando l'amico annuendo mentre insieme continuavano a ripetere “già” “si” è vero” convinti che quella fosse una realtà imprescindibile. -Dov'ero... Ah si... Ma il punto è...- continuò lui tornando a guardarla. -Che si vede lontano un miglio che gli piaci.-

-Già.- confermò l'altro.

-Ginny noi siamo abituati a scambiarci le ragazze...- ammise lui mentre lei storceva il naso disgustata da quell'affermazione. -Ma quando Blaise gli ha annunciato che voleva provarci con te è impazzito.- per la prima volta Theo prese a ridere guardando Blaise che ridacchiava lui stesso scimmiottando Draco che gli tirava quel pugno a sangue freddo. -A spese del poverino...- aggiunse indicandolo con la testa. -Poi quando gli ho detto che ci avrei provato anche io puoi solo immaginare...- le sorrise furbo mentre lei non sapeva davvero che pesci pigliare, continuando a domandarsi cosa diamine quei due stessero combinando. -Ripeto, ci siamo sempre scambiati le ragazze...-

-Si è vero, di solito non ci abbiamo mai riflettuto troppo, se una non ci andava a genio la passavamo all'altro e via dicendo...- ammise Blaise con naturalezza infilandosi le mai in tasca mentre pareva riflettere sulla cosa.

-Siete disgustosi.- gli disse Ginny che ascoltava quei discorsi come fosse la prima volta che sentisse qualcuno parlare a quel modo.

Theo annuì. -Si...- ammise con naturalezza mentre Ginny atteggiava le labbra in una smorfia di disgusto. -Ma poi quando...-

-Oh, e ti ricordi di quelle che ci proposero un'orgia?- continuò Blaise interrompendolo, quasi dimentico che Ginny fosse lì e potesse sentire tutto.

-Basile...- tentò invano infatti lei di richiamarlo, ma Nott parve assecondarlo.

-Che schifo!- esclamò l'altro convinto senza fermarsi. -Non per le ragazze... tante ragazze insieme mi piace...- continuò totalmente indifferente. -Ma il pensiero di vederti nudo e ansimante...- continuò Theo ormai preso dal discorso.

-Che schifo!.- dissero insieme prendendo a ridere e rievocando qualche altro ricordo del genere mentre Ginny non poté far altro che stare ancora ad ascoltarli disgustata.

-Ragazzi!- li richiamò non potendone più. Loro si voltarono verso di lei con sguardo attonito. -Io sarei qui...- gli fece notare riportando l'attenzione sul loro discorso iniziale più che su questo che stava prendendo una strana piega. Non voleva essere davvero così intima con loro...

-Il punto comunque è che Draco non voleva dividerti con noi e allora abbiamo capito che...-

-Era cotto!- dissero ancora insieme riprendendo a ridere come babbei.

Ma questa volta Ginny non poté fare a meno di sorridere di piacere nell'udire quelle parole. Non lo avrebbe mai creduto che Draco fosse davvero in qualche modo attratto da lei. Invece quei due confermavano tutt'altro.

Ma...

-Ah non so ragazzi...- ammise in un turbinio di emozioni. -Io non posso credere che... e voi due... devo davvero credervi o mi state giocando un brutto tiro?- come poteva fidarsi fino in fondo dei discorsi sconclusionati di due serpi. Sentiva il cuore pesante.

-Ginny mi offendi.- le disse Blaise avvicinandosi a lei guardandola negli occhi. -Avevamo già deciso che eravamo amici, e ora tu mi vieni a dire che hai dei dubbi su di me?- le chiese nervoso. -Davvero non ti fidi di me? Eppure io ti ho dimostrato di esserci per te, ti ho anche dimostrato che non mi importa seriamente il parere della gente mostrandomi in giro con te...- sembrava offeso davvero.

A Ginny si spezzò un pochino il cuore, ma non poteva davvero credere al cento per cento a quello che dicevano. -Mi dispiace Basile.- ammise sincera.

Lui sbuffò. -Lo so... e ti capisco... neanche io mi fiderei davvero di questo qui, se proprio dobbiamo dirla tutta, nei tuoi panni.- e chiudendo il pugno puntò il pollice contro Theo al suo fianco che protestò. -Ma Ginny ti prego di credermi quando ti dico che so quello che faccio, so quello che vedo e so che tu sei sincera con lui.- le disse posandole le mani sulle spalle. -Prova ad esserlo un po' di più con te stessa... non avere pregiudizi su di lui solo perché è Draco Malfoy, guarda oltre, provaci, c'è di più...-

Ginny guardava quei due e davvero si domandava come fosse possibile che quel testone fosse riuscito a farsi due amici così affezionati. Per lui loro si erano avvicinati a lei, rinunciando a qualunque dissapore passato, a qualunque pregiudizio.

-Puoi farlo Gin?- le chiese guardandola. Ginny non poté che inspirare forte e annuire decisa.

Si, poteva farlo.

I ragazzi si guardarono e sorrisero annuendo soddisfatti.

-Eccolo che arriva.- disse Theo mentre a Ginny mancò un battito quando voltandosi nella direzione indicata scoprì che aveva ragione.

-Eravamo certi che ci sarebbe venuti a cercare.- le spiegò il ragazzo.

-Allora Gin... ricordi quando ti dissi che dovevi fidarti di me e assecondarmi?- le chiese e lei annuì. Parlava in fretta come se qualcosa stesse per succedere. -Adesso devi lasciarci fare.- le disse lanciando uno sguardo d'intesa a Theo che ghignò.

Non ebbe il tempo di accettare o protestare che Theo saltò giù dal davanzale e Blaise si mise alle sue spalle circondandole la vita in un abbraccio avvolgente mentre Theo si avvicinava a lei prendendole una ciocca di capelli iniziando a giocarci con molta confidenza.

-Cerca di sorridere...- le fece presente lui facendole un occhiolino. -Non stai andando incontro al patibolo sai?-

-No, infatti Gin, lì ci stiamo andando noi.- ridacchiò Blaise alle sue spalle seguito dalla risatina sommessa di Theo.

Ginny si sforzò di sorridere ma non era brava a fingere come loro, Blaise le fece il solletico facendola ridere di gusto tenendola più stretta mentre tentava di divincolarsi rendendo la situazione davvero equivoca.

Il sorriso le sparì dal viso quando si ritrovò Draco ad un passo da lei che con il viso altero si era fermato accanto a loro e guardava i ragazzi con orrore.

-Ma possibile che davvero non capiate!?- urlò in preda ad una rabbia implacabile nonostante la campanella fosse suonata annunciando l'inizio delle lezioni e i corridoi iniziassero a riempirsi di ragazzi ritardatari che correvano di qua e di la incuranti per lo più della scena troppo presi dal non far perdere punti alla propria casa.

-Ciao Dra.- lo salutò Theo beccandosi uno sguardo truce.

-Ci fai compagnia?- chiese invece Blaise mentre teneva Ginny stretta tra le braccia dondolandosi un po'.

Ginny credette davvero di dover assistere ad un'altra scena come quella del giorno prima. Davvero si chiedeva se per loro due quella storia valesse tanto da rischiare di rovinare le loro amicizie. Si sentì terribilmente in colpa mente tentò di sciogliersi da quell'abbraccio senza però riuscirvi.

Guardò Draco che non la guardava mentre con i pugni chiusi e le labbra serrate si mosse, solo per allontanarsi da loro senza dire più nulla.

-Be, non era questa la reazione che mi aspettavo in realtà.- dichiarò Theo deluso.

-Neanche io.- lo appoggiò Blaise liberandola finalmente.

-Sinceramente io ho pensato davvero che...- iniziò a dire lei ma non riuscì a finire perché qualcosa l'aveva tirata via da lì con forza.

Si voltò d'istinto ritrovandosi la mano di Draco serrata intorno al suo braccio che senza neanche voltarsi nella sua direzione o rispondere alle sue proteste continuava a trascinarla di peso lontana da quei due che nel frattempo avevano un'aura di vittoria intorno a loro e delle espressioni felici mentre le facevano il gesto dei pollici in su probabilmente congratulandosi l'un l'altro.

Intanto lei veniva ancora strattonata via, e accidenti a lui se faceva male!




Draco non ci aveva sul serio visto più.

Aveva faticato così tanto la sera prima per essere convincente abbastanza da insultarla con tutte le forze che avesse in corpo perché lei credesse lui e i suoi amici dei bastardi, che vederla lì con loro era stato davvero troppo.

Era andato oltre deciso a lasciarla perdere, ma non ci era riuscito, il tempo di svoltare l'angolo che aveva sentito ogni fibra del suo corpo reagire tornando indietro strappandola via da loro.

Sentiva i muscoli delicati del suo braccio avvolti nella morsa della sua mano mentre la trascinava via, lontana da loro, dalle braccia di Blaise e dalle carezze di Theo.

Anche lui adesso?

Spalancò la porta del pontile sentendola richiudersi alle loro spalle con un tonfo, e quando furono all'incirca a metà strada del ponte sentì di essere lontano a sufficienza da potersi fermare.

Così fece strattonandola in modo che gli fosse davanti senza mai lasciarle il braccio.

-Cosa diamine credevi di fare?- le chiese senza alcun diritto di farlo.

Lei lo guardava attonita. Probabilmente tutta quella faccenda le sembrava inverosimile, almeno quanto a lui sembrava inverosimile vederla in quegli atteggiamenti con quei due.

E il sangue gli ribollì ancora nelle vene facendogli prendere la pazienza.

-Blaise e anche Theo adesso Weasley? Sei impazzita?- le domandò urlando come un forsennato.

Finalmente lei reagì. -Ma cosa t'importa Malfoy di quello che faccio io!?- gli urlò di rimando sollevandosi quasi sulle punte per sembrare più stazzosa. -Non mi avevi giusto detto ieri che di me non ti importa nulla..? Allora... che vuoi?- gli urlò in faccia e Draco sgranò gli occhi a tutta quella insolenza. Di solito la gente non si permetteva di trattarlo a quel modo... perché lei invece lo faceva con tanta naturalezza?

Ma perché lo aveva sempre fatto, semplice.

Perché Weasley e Malfoy nella stessa frase era sinonimo di guai...

-Senti ragazzina...- iniziò camminando verso di lei che retrocesse fin quando urtò il davanzale alle sue spalle arrestandoli entrambi. Ma non sapeva cosa dirle. Adesso che l'aveva a tiro e lo guardava con quello sguardo inferocito, non sapeva che dirle.

“Cosa diamine pensavo di fare?!” Era l'unica cosa che gli venisse in mente considerandosi apertamente uno stupido, idiota, rimbecillito.

Ma oramai era lì, quella situazione l'aveva creata lui con la sua sconsideratezza e doveva tirarsene fuori con dignità.

-Io non sono una ragazzina più di quanto tu non sia una ragazzino.- gli disse senza urlare con tono greve.

-E' qui che ti sbagli Weasley. C'è una bella differenza tra quello che so io della vita e quello che sai tu.-

-Ah, si?-

-Si.- le confermò serio. -Lo dimostra la tua ostinazione a frequentare gente a cui tu non potresti mai tener testa.-

-Ho tenuto testa a te perché non dovrei tener testa a loro?- gli domandò Ginny incurante della situazione, della sua posizione, del braccio che stretto nella mano di lui le faceva male.

A Draco sfuggì una risatina isterica. Davvero lei credeva di tenergli testa? Questa era bella...

-Mi fai male.- si voltò a guardarla stranito. Lei indicò l'avambraccio che lui stringeva a mezz'aria. -Mi fai male.- ripeté, e lasciò la presa di scatto, come scottatosi, o forse più probabilmente rendendosi conto solo in quel momento di averle tenuto il braccio per tutto quel tempo.

La guardò con il fiato corto mentre lei si massaggiava il punto indolenzito.

-Weasley... lo vedi o no?- le domandò. -Quando sei con una serpe questo è il rischio che corri. Ti fai male.- un sibilo sottile che sperò davvero afferrasse a pieno.

Lei però lo guardò, e vide quegli occhi che fino ad un attimo prima erano infuocati da una rabbia firmata Weasley, acquietarsi mentre guardandolo gli diceva: -E se io non avessi nessuna paura di farmi male?- con una voce sottile ma non per questo poco decisa.

Draco sentì la gola inaridirsi. Gli tremarono le labbra indeciso su cosa rispondere ad un'affermazione del genere. -Tu non sai cosa dici.- la rimbeccò stringendo gli occhi a due fessure.

Lei sospirò. Non disse nulla. La vide abbassare lo sguardo e afferrargli la mano, piano, portandosela davanti al petto.

Quel contatto lo fece rabbrividire. Diede la colpa al vento.

Era la mano con cui aveva colpito Blaise il giorno prima. Gli faceva ancora un po' male, le nocchie erano arrossate, e c'era ancora qualche segnetto del pugno che aveva tirato al muro qualche giorno prima, ma quelli stavano guarendo.

-Ti fa male?- gli domandò accarezzandogli le nocche con i polpastrelli con una lentezza tale da infastidirlo. Sussurrava, quasi non volesse spezzare il silenzio che si era venuto a creare.

-No.- le disse in un soffio, mentendo, e sperando davvero che non si fosse accorta della sua esitazione. Ingoiò il vuoto mentre lei era lì insistente e si portava la mano alle labbra baciandogliela appena.

E lui?

Lui glielo lasciò fare. Si lasciò guidare da lei che con quella lentezza, con la sua delicatezza, stava mandando in tilt i suoi neuroni.

Draco avvertì lo stomaco fare una capriola mentre il fiato si accorciava in gola.

Maledetta strega cosa diamine gli stava facendo?

-Voglio essere libera di decidere chi frequentare.- le sentì dire ad un soffio dalla mano, tanto da sentire il calore del suo respiro sulla pelle. -Voglio che tu sappia che niente di quello che potrai dirmi potrà più offendermi o deviarmi da quello in cui credo.- gli disse sollevando lo sguardo puntando i suoi occhi scuri in quelli di lui più chiari che mai.

Draco si sentì perduto in quel momento. Vinto da qualcosa che dentro di lui bramava di venir fuori alla luce. Lottò per ricacciare indentro quelle emozioni cercando di ricordare il perché della sua decisione. Ma lei insisteva torturandolo.

-E io credo... che tu sia un ottimo bugiardo!- esclamò premendogli la mano con le dita laddove le ferite erano aperte facendolo letteralmente saltare dal dolore urlando imprecazioni contro di lei.

-Ma sei impazzita?!- le urlò contro.

-No, quello impazzito sei tu che mi strattoni, mi tiri via e mi porti qui solo per urlarmi contro!- gli fece notare.

E anche se aveva decisamente ragione ora che si era svegliato da quel magico torpore poteva dirgliene di santa ragione. E così fece. Battibeccarono per un po' lanciandosi insulti rimproveri, recriminazioni, come facevano un tempo, inconsapevoli della soddisfazione che la cosa dava ad entrambi.

-Tu sei un'idiota! Una ragazzina romantica che vede del bene ovunque le cada l'occhio!-

-E tu sei il più gran bugiardo che io abbia mai conosciuto!-

-Appunto, e in tutto questo tu continui a fantasticare su di me come una bambina!-

-Ah, io sarei una bambina? Furetto viziato che non sei altro!-

-Ti ho già ripetuto più volte di non illuderti su di me!- la spinse ancora bloccandola tra le sue braccia appoggiandosi con le mani al davanzale. Questa volta avrebbe dovuto starlo a sentire! -Io non sono il principe delle favole... non ho mai preteso di esserlo e in realtà la cosa mi da anche una certa nausea. Sapere che tu fantastichi su di me mi da il volta stomaco e sapere che credi che noi serpi possiamo essere tuoi amici mi fa ridere.- disse imitando il suono di una risata. -Tu mi fai ridere...- le disse atteggiando le labbra in una smorfia. -Vederti corrermi dietro come un cane scodinzolante mi fa ridere.... raccogliendo le mie briciole... avvicinandoti ai miei amici solo per...-

-Perché mi manchi!- disse lei in un soffio strozzato battendo le palpebre più del normale azzittendolo e fermando quello sproloquio pietoso che aveva iniziato. -Solo perché mi manchi da morire.- ammise poi con voce rotta dall'emozione. Doveva esserle costato tanto.

Draco era esterrefatto nel sentirle dire quelle parole, non era mai stata così franca prima. -Baggianate Weasley... fatti una vita.- la freddò speranzoso di offenderla al punto giusto.

-E mi mancano i nostri appuntamenti in biblioteca...- disse invece. -E le chiacchiere sconclusionate.- aggiunse sorridendo appena mentre gli occhi si facevano più lucidi e il naso prendeva ad arrossarsi.

-Non avevamo nessun appuntamento eri tu a perseguitarmi.- le fece notare. Avrebbe voluto invece dirle che mancava anche a lui. -E smettila con questi sentimentalismi ridicoli...-

Lo guardava con quel visino d'angelo confessandogli tutto ciò di cui lui aveva più paura rendendo palesi i suoi timori, rendendo reali le sue ansi, e lui non poteva far altro che dirle che tutto ciò era ridicolo...

-Io non ci riesco più...- disse ancora e nella voce poteva sentire tutta l'apprensione, tutti i ricordi, tutta la tristezza che l'aveva perseguitata in quei mesi. -Non voglio più fingere che vada tutto bene, che mi vada bene così perché non è vero.- Ginny lo guardava chiaramente piena di dubbi e di ansia, ma mai quanta ne avesse Draco che non riusciva a reagire a quelle parole che lei gli riversava addosso nonostante l'avesse allontanata, disprezzata, insultata, nonostante avesse sminuito i suoi sentimenti chiamandoli anche ridicoli.

-Ti ho già detto che io non sono il tipo giusto per te... trovo assolutamente ridicolo tutto questo... i tuoi sentimenti sono ridicoli... tu sei....- Draco non finì la frase perché Ginny facendosi leva sulla sua giacca si era sporta in avanti in uno slancio che aveva fatto aderire le sue labbra alle proprie.

Draco era sconvolto, il cuore a mille e la testa piena di pensieri. Quelle labbra, quel profumo, quel calore che fino a quel momento solo lei era stata in grado di dargli. Tutto era riaffiorato in quel momento, in quel bacio rubato che Ginevra Weasley gli stava dando.

Strinse forte i pugni che aveva ancora appoggiati al davanzale di quella finestra priva di vetri avvertendo il vento freddo stuzzicargli le nocche oramai bollenti.

Con gli occhi aperti continuava a guardarla, incapace di realizzare fino in fondo quanto quel momento fosse reale.

Avrebbe voluto prenderla tra le braccia, stingerla a se dicendole che gli era mancata da morire, che ogni minuto passato ad allontanarla era stata una pugnalata che si auto infliggeva, che tutto ciò l'aveva sopportato solo per lei...

Stava quasi per commettere l'errore di lasciarsi andare quando le sue giuste motivazioni lo ridestarono.

-Smettila...- le disse tentando di levarsela di dosso, di sollevarsi ponendo fine a quel contatto. Ma lei continuava a tirarlo dal bavero della giacca, ancorandosi forte a lui, tirandoselo contro con tutte le sue forze. -Non farlo...- continuò disperatamente parlandole sulle labbra mentre avvertiva quelle di lei così morbide sotto le sue da fargli desiderare di cedere. -Weasley sono serio...- riuscì ad allontanarsi da lei ma quella ragazza era un polipo! Si era lanciata su di lui portandogli le braccia intorno al collo riprendendo da dove l'aveva interrotta.

Maledetta mocciosa, pensò mentre la voglia di fermarla si affievoliva e le gambe diventavano molli. -Baciami Malfoy.- le sentì sussurrare a fior di labbra e questo bastò perché nello stomaco iniziassero a sparare i fuochi d'artificio e le mani che involontariamente si erano posate sui suoi fianchi, quando per quello slancio aveva dovuto levarsi dritto in piedi per non cadere, iniziassero a muoversi vogliose di accarezzare quel corpo che non sfiorava da mesi, che aveva avuto per troppo poco tempo, fino a ritrovarsela stretta tra le sue braccia.

La mente ormai aveva preso la sua strada per quanto cercasse di mantenersi lucido. -Dimenticami Ginny, devi dimenticarmi.- le diceva cercando in tutti i modo possibili di sembrare convincente, quando in realtà non riusciva a convincere neanche se stesso.

Ma lei aveva preso ad approfondire quel bacio forse consapevole di quel momento di debolezza che gli era preso. -No, non voglio...- gli disse tra un bacio e l'altro. -Non posso...-

Era tutto troppo perfetto per essere realtà. Reagì lasciandole approfondire il bacio, partecipandovi attivamente realizzando quella fantasia che da lungo tempo bramava.

Ginny, la sua Ginny, era tra le sue bracci e lo costringeva in un bacio che avrebbe voluto ripetere da quella volta nella torre. Gli stava praticamente dichiarando il suo amore, perché cos'altro poteva essere se non quello con lei? Ginny lo stava baciando come se non esistesse nessun altro, facendolo sentire unico, speciale, come lei era da tempo ormai per lui.

D'un tratto fu come se qualcuno gli avesse tirato un pugno nello stomaco, i fuochi cessarono e la consapevolezza, la razionalità tornò a bussare forte.

-No...- le disse allontanandola mentre lei continuava nel suo intento di prolungare quel bacio. -No Weasley smettila dannazione!- con un ultimo spintone, mettendoci tutta la forza della sua disperazione riuscì ad allontanarla da se, ad allontanare se stesso da lei...

Respirava a fatica e sentiva caldo. Non poteva negare di essersi sentito totalmente eccitato da lei, come avrebbe potuto non esserlo? Ma era vero anche che purtroppo era davvero come temeva, e Ginny doveva davvero essersi innamorata di lui.

-Devi dimenticarmi maledizione a te!- le urlò contro. -La scuola è piena di altri ragazzi perché ti sei intestardita con questa cosa?- le chiedeva al limite della disperazione.

-Perché non posso più reprimere quello che sento Draco!- gli urlò lei e anche la sua voce tremava, il viso stravolto da emozioni più grandi di lei.

E Draco allora la vide.

Fu come un incubo divenire realtà.

Vide in quello sguardo quell'attimo di esitazione che l'avrebbe condotta alla rovina. Vide Ginny sul campo di battaglia che per guardare lui veniva colpita, che per salvare lui veniva uccisa. Sapeva benissimo che sarebbe andata finire così e si maledì con tutta la rabbia che avesse in corpo perché sarebbe stata solo colpa sua!

-Smettila, smettila!- urlava nel disperato tentativo di farla tacere.

-Io ti...-

-Sta zitta!- le urlò rigettando verso l'esterno tutta la rabbia. -Tu non sei niente per me Weasley lo vuoi capire o no? Non dirmi cose compromettenti, non dirmi cose che non pensi, non dirmi cose che mi porterebbero a ridere di te!- le urlò con ferocia zittendola. -Potresti essere una bella scopata.- aggiunse giocandosi il tutto per tutto. -Non ti dirò che non mi sia piaciuto baciarti, perché non è così.- cercò di rievocare i suoi soliti ghigni maligni ridendo come un folle mentre i capelli gli ricadevano spettinati sugli occhi. -Puoi vederlo benissimo tu stessa l'effetto che mi fai... che il tuo corpo mi fa...- sottolineò cattivo vedendo nei suoi occhi la conferma del fatto che lei avesse capito benissimo l'antifona. -Ma questo non è assolutamente amore Weasley è sesso... E' questo che un serpeverde può offrirti, e se è quello che vuoi venitelo a prendere.- aprì le braccia per indicarle che gli concedeva il suo corpo. -Ma non credo sia quello che tu cerchi. Ho cercato di dirtelo più volte ma tu non lo capisci. Se mi vuoi io non mi negherò, ma sappi che per me sarà solo una scopata come un'altra, finirà tutto nell'esatto istante in cui ti avrò avuta e mi riterrò soddisfatto.-terminò con l'affanno, lei che lo guardava sull'orlo del pianto e lui... lui avrebbe solo voluto allontanarsi prima di vacillare vanificando tutti i suoi sforzi.

-Io non ti credo.- disse Ginny dopo un tempo che gli parve infinito con un filo di voce.

-Be puoi farlo invece.- le rispose stizzito.

-Perché lo fai?- gli chiese con la voce esasperata e la morte negli occhi.

Già, la morte... proprio quello che lui voleva evitarle.

Si voltò e la lasciò così senza dirle più nulla, non avrebbe potuto continuare così, avrebbe rischiato di cedere, e non voleva assolutamente farlo, per quello che lo riguardava quello era un addio.

-Stai mentendo Draco, lo so che stai mentendo!- le sentì urlare alle sue spalle con tutta la disperazione e l'amore che aveva, che adesso era certo provasse per lui. In quella frase Draco aveva provato tutto quello che lei provava, aveva sofferto tutto quello che lei ora soffriva, e dannazione a lei, quanto aveva ragione!

Non si voltò, non la guardò, non vacillò neanche un secondo. -Dimenticami dannazione!- le urlò mentre lei continuava a chiamare il suo nome speranzosa... speranza che si frantumò insieme a quel portone sbattutole in faccia.







Ciao a tutti quelli che seguono la storia!!

Scusate ma non riesco più a pubblicare la domenica notte perché torno troppo tardi da lavoro e non mi reggono gli occhi aperti.

Comunque l'appuntamento per ora è rimandato al lunedì in mattinata! Non vi lascio senza capitolo nonostante i miei precedenti tranquilli!! ^.^

Allora che dire... la tensione è nell'aria e la situazione si fa più drammatica e forse più intensa. E pensare che quando iniziai a scrivere questa storia doveva (voleva...) essere più leggera dell'ultima che scrissi XD Beh forse un pochino lo è ma... mi sono oramai rassegnata al fatto che un pochino il dramma mi piace... (O forse un tantino...) Ammetto spudoratamente che queste sono le scene che amo scrivere di più... Sono una persona pesante!!!XDXDXD

Spero vi sia piaciuto il capitolo, GRAZIE a tutti quelli che hanno deciso di scrivermi una recensione o anche semplicemente di dirmi il loro pensiero in riguardo!!! Mi fa sempre molto piacere!! Quindi... GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!! ^,^

Adesso vi lascio e vi do appuntamento alla prossima settimana con il prossimo capitolo sperando ancora di sentirvi nell'attesa.

Un bacione a tutti e non state troppo in ansia per il seguito anche se so di avervi lasciati con il fiato sospeso XDXD (cattivissima me...) CIAO!!!!

 

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Capitolo 23
*** L'amo ***


Capitolo 23



Ginny rimase lì ancora un po', il cuore a pezzi, scossa da strani tremori.

Si illuse che fosse il vento che soffiava forte, il gelo invernale, la mancanza di una giacca, o quella delle sue braccia...

Non versò neanche una lacrima.

Aveva davvero creduto per un attimo, un attimo lunghissimo, di essere riuscita a convincerlo, di riuscire a sbloccare qualunque cosa lo stesse fermando dall'uscire allo scoperto, di aver creato quello squarcio grande a sufficienza da insinuarcisi dentro. Lo aveva visto vacillare. Ma non aveva fatto i conti con la forza di volontà di un serpeverde.

Aveva perso.

Si era illusa ancora.

Le aveva detto cose orribili, non si era mai spinto tanto in là, non l'aveva mai ferita così tanto intenzionalmente, aveva esagerato, ma lei aveva sopportato, con pazienta aveva stretto i denti finché la mandibole aveva iniziato a farle male, aveva mantenuto la calma e si era convinta che quelle parole potevano anche mentire, ma i suoi occhi no.

E quando l'aveva imprigionata tra le sue braccia non aveva potuto evitare il suo sguardo di ghiaccio, plumbeo come il cielo alle loro spalle, aveva guardato quegli occhi in cui si vedeva riflessa, in cui vedeva riflesso il cielo, in cui vedeva la vita, la morte...

Non aveva più ascoltato nulla di tutto ciò che le stava sputando addosso, quel veleno non la feriva più, non la bruciava, aveva solo guardato nei suoi occhi e le era bastato per vedere l'ansia crescente, la paura, una pressante urgenza di farla finita.

E aveva capito, ne era sicura...

Aveva preso il coraggio a due mani e si era spinta fino al punto di baciarlo e... era stata la cosa più bella che avesse fatto fino ad allora.

Si portò una mano al viso, che adesso era caldo rendendosi conto di essere arrossita per i suoi stessi pensieri, al ricordo di quelle azioni che con lui venivano così spontanee.

Sentire il suo profumo così vicino, le sue labbra morbide che solleticavano le sue ad ogni sciocca parole che diceva.

Aveva riversato in quel bacio tutto ciò che aveva represso fino a quel momento. Uno sfogo, un urgenza...

L'urgenza di sentire le sue mani addosso...

-Ginny!- Si voltò in quella direzione, la stessa in cui qualche minuto prima lui era sparito alla sua vista. Adesso Hermione era li e le correva incontro. -Che succede?- le chiese trafelata. -Ero in classe quando ho sentito delle ragazza dire di averti vista trascinare via da Malfoy...- riprese un attimo fiato prima di chiederle: -Stai bene? Lui dov'è?-

Hermione.

Quanto era dolce, si preoccupava per lei. Le sorrise con un'aria così tranquilla che la vide aggrottare le sopracciglia, per la prima volta incapace di capire cosa stesse succedendo.

-Era qui, se n'è andato poco fa.- le disse con naturalezza, il viso sereno.

-E tu che ci fai qui? Che ti ha detto?- le chiese con un'ansia crescente.

Ginny fece spallucce. -Non è tanto quello che mi ha detto, ma quello che non vuole dirmi che mi da pensieri.- ammise piano. Sorrise ancora mentre Hermione era incapace di proferire alcuna parola, non capitava spesso di lasciarla senza nulla da dire. -Io l'ho baciato Herm.- una confessione che le uscì così spontanea che ormai non aveva più dubbi neanche lei, baciare Draco era la cosa più naturale del mondo adesso.

-Hai fatto cosa?- domandò Hermione sbigottita senza darsi il tempo di rifletterci troppo su. -Ma è stato lui o...-

Ginny scosse la testa. -Sono stata io, hai sentito benissimo.- sorrise soddisfatta. -E... lo rifarei... ancora e ancora...- la guardò negli occhi con uno sguardo pieno di emozioni e di promesse. -Lo rifarei milioni di volte ancora.- ridacchiò portandosi una mano alle labbra quasi scioccata da se stessa, da quello che stava dicendo, da quello che stava ammettendo, non solo a se stessa, ora anche a qualcun altro.

Adesso i pensieri avevano preso una forma, adesso erano diventate parole sussurrate ad alta voce, adesso erano una realtà innegabile. Aveva osati pronunciarle e così facendo aveva dato il permesso a quei pensieri di esistere nel mondo reale.

Non aveva più nessuna paura di ammetterlo, era inutile continuare a negare, a mentire. Lei non mentiva mai, perché farlo proprio ora. Perché farlo con se stessa?

-Herm...- la chiamò, e rise ancora. -Io lo amo...- ammise con una voce piena di tenerezza e le sorridevano gli occhi a quella consapevolezza ritrovata.

Hermione era sbigottita da quella confessione improvvisa. Lei lo sapeva da tempo che era così ma sentirselo dire era diverso. -Ginny...- esitò, probabilmente quello che aveva da dirle le morì in gola guardando l'amica così decisa, il viso illuminato da una luce diversa, gli occhi un po' più lucidi ma felici. -Glielo hai detto?- le chiese poi senza rimproveri, senza ammonizioni, semplicemente come un'amica.

Ginny scosse la testa. -No...- le uscì in un soffio. -Non ha voluto stare a sentirmi.- fece ancora spallucce mentre sentiva qualcosa spezzarsi. Era quella strana calma che l'avvolgeva che si stava spezzando pian piano. -Dice che devo dimenticarlo, che non è lui il ragazzo per me, perché non può darmi quello che cerco.- strinse le labbra. -Cosa diamine può saperne lui di quello che cerco!- le uscì amaramente.

-Ginny forse lui ha ragione, siamo in guerra e lui sarà un tuo avversario un giorno.-

-Dimenticarlo.... come crede che potrei farlo così da un momento all'altro?- chiedeva più a se stessa che all'altra. -Dimenticarlo. E' ridicolo.- e le venne in mente di quando aveva detto che quella ridicola era lei... -Sei tu ridicolo se credi che io posso dimenticarti.- continuò accigliata.

-Ginny...- la richiamò Hermione attirando finalmente la sua attenzione. -Siamo in guerra...-

Ginny scosse ancora il capo. -No Herm ti sbagli, non sarà mai mio avversario, non lo vedrò mai come una minaccia, può dirmi tutte le cattiverie che vuole io non potrò mai vederlo così. Per me lui è semplicemente Draco.- le rispose sicura.

Hermione annuì, capiva quello che intendeva ma... -E con il marchio come la mettiamo?- Ginny la guardò un attimo confusa, ma poi la consapevolezza di quel particolare dimenticato si fece largo in lei e sgranò gli occhi impaurita. -Non sai ancora se è stato marchiato o meno. Ginny per quello che ne sappiamo lui potrebbe benissimo essere un mangiamorte.- disse abbassando la voce, anche se erano sole.

-No... non lo so se ha il marchio.- ammise mentre una fitta nella stomaco le ricordava la realtà.

-Se fosse così?- insistette Hermione cercando di farla ragionare.

Si, era una possibilità. Draco per quello che sapeva poteva essere un mangiamorte, ma più ci pensava più l'idea che fosse un assassino non riusciva a farsi largo nella sua mente, non riusciva a farsi strada nel suo cuore.

Per lei era innocente.

Non poteva essere altrimenti, gli assassini non erano premurosi come lui, e aveva parecchi ricordi di Draco che l'aiutava, la curava, la stringeva quasi avesse bisogno di un'ancora di salvezza.

Lei voleva essere quell'ancora.

Non aveva scelto di essere invischiata in quella situazione, non fin quel modo almeno, non aveva mai pensato che le cose potessero mutare così tanto, che il solo parlargli una volta nella vita avrebbe causato quel caos universale nelle loro esistenze. Ma oramai era andata così. Non si tornava più indietro.

La realtà.

Doveva guardarla in faccia la realtà.

Ginny guardò Hermione negli occhi ferma, decisa, sicura, e guardò in faccia la realtà. -Io lo amo Herm.- ne era certa. -Qualunque cosa sia, chiunque lui sia, io lo amo...- gli occhi iniziarono a diventare più lucidi mentre quella consapevolezza si faceva sempre più strada nel suo cuore. -Immensamente.- aggiunse mentre quel nodo alla gola le impedì di dire altro e il cuore le sembrava esploderle in petto.

Hermione l'abbracciò. Cos'altro poteva fare? -Ginny spero davvero tu sappia quello che fai.-

Ginny ricambiò l'abbraccio stringendosi a quel corpo in cui riusciva sempre a trovare tutto il conforto di cui necessitava. Annuì sulla sua spalla.

No, non aveva idea di cosa stesse facendo in realtà, non sapeva a cosa andasse incontro, sapeva solo di volere Draco Malfoy con tutte le sue forze. Sapeva che era tutto quello che voleva e che stare senza di lui era stato troppo doloroso, e sentiva che anche lui la voleva.

Per il suo corpo? Come le aveva detto. O mentiva anche su quello?

Doveva essere così perché in quel bacio c'era più di quello che diceva, c'era più del sesso di cui lui si riempiva la bocca, c'era più di una necessità fisica...

Ma forse c'era anche quella...

-Non mi importa più niente Hermione... il marchio, la scommessa... tutto quello che voglio è lui.- confessò stringendola più forte. I ricordi nella sua mente che si susseguivano prepotenti. -Voglio che torniamo com'eravamo prima...- disse con voce strozzata stringendola un po' più forte. -Lo voglio vicino, voglio la sua presenza, voglio i suoi sorrisi e voglio i suoi baci...- una risata imbarazzata le sfuggì dalle labbra. -Le sue carezze, la sua pelle.- rise ancora tra le lacrime sentendosi una sciocca, grata di quell'abbraccio che celava il suo viso agli occhi dell'amica dandole il coraggio di parlarle così apertamente.

-Se lui è sincero io ti appoggerò Gin...- le disse Hermione accarezzandole i capelli. -Ma se malauguratamente per lui stesse facendo il doppio gioco... se per qualche caso lui ti facesse soffrire davvero per qualcosa che ti farà... allora Ginny sarò io stessa ad ucciderlo sul campo di battaglia.- la voce severa e il cuore a mille. Ginny poteva sentire tutta l'ansia dell'amica, la sua paura, e la propria... Non era certo quello che voleva.

Ma non poté far altro che ridere più forte mentre tutto quello che le veniva in mente era che: -Eppure... io farei l'amore con lui anche adesso.-

-Ginny!- lo sguardo che Hermione le lanciò staccandosi da lei era stato impareggiabile, ma si erano spinte fino a quel punto, tanto valeva ammettere proprio tutto. -Tu sei davvero impazzita.-

-No, come dice Blaise... sono cotta!-

Hermione cercò di non ridere, Ginny poteva benissimo vedere i suoi sforzi per mantenere una certa severità, un contegno, ma in fine tutta quella faccenda era così assurda da essere quasi ridicola. E rise con lei tra un rimprovero e l'altro, implorandola di non spingersi fino a quel punto, perché non era il caso, non era il momento...

Ma Ginny non l'ascoltava mentre guardando le nuvole in cielo cariche di neve non poteva far altro che pensare a quanto le ricordassero il grigio dei suoi occhi.

Si, era cotta.






Draco aveva caldo. Sentiva la frustrazione farsi strada in ogni poro della sua pelle, in ogni organo vitale, nello stomaco, nella gola. Una nausea crescente, incontrollabile.

Si allentò la cravatta sbottonando il bottone del colletto della camicia.

Si fermò all'improvviso aprendo una finestra del piano terra, dove si era ritrovato senza rendersene conto. Da quanto stava camminando? Si era girato tutta la scuola?

Aveva bisogno di aria.

Inspirò profondamente mentre l'aria gelida gli entrava nel naso e il freddo gli pungeva il viso delicatamente congelando i suoi pensieri, calmando i suoi nervi.

L'effetto ebbe vita breve, quando riaprendo gli occhi si trovò davanti il giardino incriminato, quello in cui avrebbe baciato Ginny per la prima volta, preso da un istinto incontrollabile, se solo gli studenti non fossero tornati da Hogsmade in quel preciso momento, in quel pomeriggio mite di quello che sembrava essere tanto tempo prima...

Si ritrovò a domandarsi cosa ne sarebbe stato di loro se le cose fossero andate a quel modo.

In quell'angolo infondo, adesso ricoperto da un sottile strato di neve, erano seduti vicini. Allora non c'erano problemi, non c'erano sentimenti equivoci, complicazioni. Se volevano passare del tempo insieme potevano farlo, se l'aiutava con i compiti, se la prendeva in giro, se lei lo guardava con gli occhi di un pesce lesso innamorato, andava bene, perché per lui non era niente, era un passatempo divertente, ma nulla di più.

Non avrebbe mai dovuto farlo, ma come poteva prevedere che la piccola di casa Weasley nella sua semplicità, con i suoi modi da prepotente, da piccola arrogante piena di sé, pianta grane, da bambina, gli rubasse...

Ancora faticava a dirlo.

Faticava ad ammettere che oramai per lui non c'erano più speranze, che se lei si fosse avvicinata a lui ancora una volta sarebbe stata la fine per la sua mente già compromessa, per la sua volontà incrinata.

Rise di gusto di se stesso, dello stupido che era, che si era dimostrato, di quel debole che tutti lo consideravano. E avevano ragione.

Strinse i pugno sul davanzale mentre cercava disperatamene di rilasciare l'aria che aveva inspirato e che adesso tratteneva nei polmoni assieme a tutto il suo nervosismo.

Come c'era riuscita? Maledetta!

Maledetto lui, che non poteva semplicemente decidere di amarla e farla finita.

Qualcosa gli solleticò il viso, rabbrividì.

Era neve.

I fiocchi bianchi cadevano dal cielo ricoperto da grosse nuvole paffute. Era come vedere quelle lacrime gelide che non voleva versare, che non poteva versare, era il cielo che piangeva per lui, che non poteva farlo.

Pensò a quelle labbra premute sulle sue, quel bacio tanto voluto, tanto cercato, che rappresentava la fine per entrambi. Una cosa tanto casta così nociva.

Se chiudeva gli occhi ancora poteva sentire quel corpicino stretto tra le sue braccia, le sue mani a sfiorarle la schiena, i capelli...

Era riuscito a respingerla per miracolo quell'impertinente.

-Draco.- un sussurro alle sue spalle. Una voce che conosceva fin troppo bene. Gli occhi che si fecero stretti al punto da non riuscire quasi più a vedere e la rabbia fino a quel momento repressa che saliva lungo il petto e finiva nella sua gola in un esplosione bruciante.

Ed era proprio così, perché la sua rabbia era assolutamente cieca.

E non ci vide più quando voltandosi trovò quelli che dovevano essere i suoi amici, i suoi “migliori” amici, che ad un passo da lui lo guardavano con uno sguardo che a parere suo voleva dimostrare vicinanza per quello che stava succedendo nella sua vita.

Peccato solo che fossero stati proprio loro a rendere le cose peggiori di quello che già erano!

-Voi...- disse loro sentendo il fiato corto, la voce strozzata che usciva tremante in quello che pareva essere più un ringhio sommesso. -Come avete osato!- ringhiò ancora con ferocia crescente sentendo poi quel nodo alla gola che la chiudeva impedendogli di proseguire.

-Dra... aspetta un attimo.- tentò Blaise, la sua calma gli diede fastidio.

-Aspettare cosa Blaise?- urlò afferrandolo per il colletto della camicia stringendo così forte da farsi male.

-Ma perché finisce sempre così...- si lamentò quello. -Non puoi prendertela con Theo per una volta tanto?- piagnucolò.

-Blaise!- urlò, ma questa volta la voce gli era uscita più squillante di quello che avrebbe voluto, per nulla divertito dal suo umorismo scadente. -Io vi credevo miei amici!- e quel nodo in gola lo colse con prepotenza impedendogli di continuare. Draco sentì la bocca impastata e la saliva amara.

-Draco è quello che siamo.- Theo gli aveva posato la mano sulla sua che ancora teneva stretta la camicia dell'amico. Lo guardò spaesato. Come potevano ritenersi suoi amici e fargli quello che gli avevano fatto. -Lascialo.- gli disse piano Theo guardandolo serio. -Lascialo...- ripeté in un sussurro. Draco avvertì le forze venirgli meno e mollò la presa abbassando le mani lentamente.

-Dra come hai potuto anche solo pensare che noi due potessimo fare qualcosa per ferirti?- gli domandò Blaise accigliato risistemandosi alla bene e meglio la camicia ormai sgualcita. -Tutto quello che facciamo, lo facciamo per te.- Draco era allibito, sembrava serio. Era assurdo.

-Ti avevo chiesto un'unica cosa Blaise, ti avevo chiesto di lasciarla perdere, ti avevo detto che avevi una scuola a disposizione ma tu sei cocciuto!- la voce era uscita rotta, sperò vivamente che non se ne accorgessero. Gesticolava in preda all'agitazione. -Ma tu no... dovevi avere proprio lei!- abbassò la voce tremante. -Tu l'hai usata... e hai usato me.-

-E' lei che ha usato me Draco.- gli urlò Blaise in preda ad un improvviso vigore colpendosi il petto più volte per sottolineare maggiormente la cosa. -E' lei che ha fatto tutto quello che era in suo potere per ritornare da te!- Blaise gli urlava contro esasperato. -Apri gli occhi! Sei l'unico a non vederlo che lei pende dalle tue labbra! Se non riesci a vederlo sei un cieco Draco Malfoy!-la sua alterazione era visibile. Non era da lui. -Io non ho fatto altro che spingerla da te!- ammise esasperato.

-E hai fatto malissimo Blaise!-

-Non avrei rischiato di compromettere la nostra amicizia se non avessi creduto che fosse necessario intervenire!-

-Necessario per cosa? Sai benissimo come la penso...- si urlavano addosso, vomitando colpe e incertezze, mezze parole, sussurri. -Io non voglio perderla Blaise!- urlò Draco infine riempendosi la bocca con ogni singola parola, sentendo le lacrime pungere ai lati degli occhi che si arrossavano. Distolse lo sguardo sollevando il capo per ricacciarle indentro nascondendosi alla loro vista respirando profondamente.

-Lo sappiamo.- Theo aveva sempre quell'aria pacata, in tutto quel tram tram aveva la forza di mantenere una calma snervante. -Draco tu menti a te stesso, menti a lei... ma come puoi credere di poter mentire a noi?-

Draco sorrise amaramente. Avevano ragione. Lui era come loro, e loro erano come lui. Erano legati da un vincolo d'amicizia e disperazione che li aveva tenuti uniti per tutti quegli anni. Sapevano tutto l'uno degli altri, ma...

-Non si può fare Theo.- gli disse voltandosi verso di lui. -Vi ho già detto che non voglio che le accada qualcosa, e questa storia potrebbe ucciderla.- il viso di Draco era una maschera d'orrore. Non riusciva più a reprimere, a nascondere quello che provava, era un urgenza, un esigenza fisica quello che provava per lei, irreprimibile, insaziabile, incontenibile. -Non voglio che muoia... non voglio perderla così.- ripeté con la bocca impastata contorta in una smorfia di dolore.

-Draco le cose potrebbero andare diversamente.- gli fece notare.

-No! Smettetela voi non capite!- urlò portando le mani a coprirsi le orecchie. -Se le dovesse succedere qualcosa io ne morirei!- le lacrime che aveva tentato di fermare iniziarono a cadere come i fiocchi di neve che entravano dalla finestra ancora aperta. -Io l'amo.- un sussurro doloroso, venuto fuori senza una reale intenzione, in quello che fu un sospiro di rassegnazione più che una dichiarazione d'amore.

Ma era finalmente riuscito a dirlo, lo aveva ammesso mentre le mani gli tremavano per la vergogna, l'imbarazzo di ammettere qualcosa di così intimo, qualcosa di cui infondo conosceva così poco e che gli metteva una paura snervante addosso.

Non poteva più fingere, adesso si sentiva smascherato, messo alle strette, da loro, da lei, e peggio ancora, da se stesso...

Si appoggiò al muro chiudendo gli occhi forte lasciando cadere stancamente quelle lacrime contro cui aveva combattuto, perdendo ancora un'altra battaglia, come sempre, perdente come sempre, lasciandosi scivolare poi per terra fino a ritrovarsi seduto sulla dura pietra, la testa tra le mani, piangeva come un bambino, davanti a un pubblico, come non aveva mai fatto in vita sua, tra singhiozzi e singulti imbarazzanti.

-Io non ce la faccio più...- ammise, il cuore in gola.

-Lo sappiamo.- Blaise gli si affiancò. -Cosa credi che stiamo a fare noi qua?- disse l'amico con voce dolce, cosa che lo fece piangere di più se possibile. Non riusciva a parlare. -Andrà tutto bene.-

-Come!- urlò in preda a spasmi. -Come, maledizione! Come possono andare bene le cose!?- domandava sconfitto. -E poi perché lo fate? Perché avete tenuto così tanto che io ammettessi i miei sentimenti per lei?- voleva sapere, capire. -Perché?- chiese tra le lacrime.

-Perché è bello vederti innamorato perso e piagnucolante in un corridoio pubblico.- gli rispose Theo con semplicità portandosi anche lui a sedersi accanto all'amico. Blaise rise, e anche a Draco sfuggì quella che sembrava una mezza risata strozzata.

-Così la condannate.- disse poi tornato serio. -Non vi importa proprio niente di lei?- domandò rivolto più a Blaise, che in quel periodo pareva essersi avvicinato molto a lei. -Se vi importa di me allora vi deve importare di lei.- gli fece notare quasi fosse un'intimazione, che in quel momento però pareva essere la frase più dolce del mondo.

-Dra io non vorrei mai mettere Ginny in pericolo.- ammise Blaise. -E' mia amica... ci tengo.- inconsapevolmente Draco venne punto da una fitta di gelosia pensando a Ginny e Blaise insieme, a tutto il tempo che trascorrevano a tenersi compagnia, alla libertà che avevano di poterlo fare, all'affetto che lui sembrava davvero provare per lei, e a quello che sicuramente lei provava per lui, ricordando che un tempo era lui quello che occupava le sue giornate, che le stava accanto... ma cercò di non darlo a vedere.

-A me non importa molto di lei sinceramente.- fece notare Theo sincero beccandosi qualche occhiataccia. -Ma di te si. E noi abbiamo visto del potenziale in tutto questo...-

Draco non capiva. Di che diamine stavano parlando? Blaise e Theo intanto si lanciavano sguardi complici e lui non capiva, non poteva. -Parlate accidenti!- gli intimò urlando, ritrovando un po' della forza perduta.

Theo sospirò prendendo fiato mentre Blaise gli faceva cenno con la testa di parlare. -Draco, tu non vuoi davvero fare quello che ti hanno ordinato di fare... non è così?- gli chiese ingoiando l'eccessiva saliva per la bocca impastata.

Draco strabuzzò gli occhi distogliendo lo sguardo.

Un silenzio innaturale era calato su di loro. Non era mai successo prima. Erano soliti raccontarsi tutto, ma in quel momento sembrava che l'ombra della morte vegliasse sui tre, che muti guardavano qualunque cosa non fosse il viso dell'amico.

-Devo farlo.- disse poi serio dopo un tempo indefinibile.

-Ma non vorresti.- insistette Blaise portando finalmente il suo sguardo su di lui.

-Non importa ciò che voglio o ciò che non voglio Blaise, importa solo ciò che devo fare.- gli disse esasperato, sperando che lo capisse, ma quello sguardo era insistente, cosa doveva fare?

Non poteva semplicemente guardare i suoi amici e ammettere che di quella guerra a lui non importava un accidente! Erano tutti dalla stessa parte, dovevano esserlo, erano schierati con il signore oscuro!

Era così.

Era così?

Per lui non era più così da un pezzo ormai.

Ma loro..?

Di Blaise era quasi certo, ma Theo?

-Draco...- lo chiamò Theo. -Spero vivamente che questo non rovini la nostra amicizia ma...- esitava, per la prima volta vedeva Theo esitante, insicuro, titubante, incapace di scegliere le giuste parole. La cosa lo spaventò.

-Avanti Theo parla dannazione.- lo spronò parlando tra i denti per reprimere l'agitazione.

-Io credo... noi, crediamo- aggiunse guardando Blaise che aveva un sorriso tirato sul viso. -Che questa guerra in realtà interessi a te quanto interessi a noi...-

Draco li guardò allibiti. Non poteva essere. -Mi prendete in giro.- disse incredulo. Ed era certo che non poteva essere così. Sarebbe stato dannatamente fortunato se quei due davvero non avessero alcun interesse in quella guerra. Ma lui nella fortuna non aveva mai creduto, nel tradimento invece si... -Questa è una trappola, è un tranello.- disse levandosi da terra. Non poteva essere vero. Chi li aveva corrotti a quel modo? -Non lo tradirò. Porterò a termine il mio compito! Avete la mia parola, questa storia non comprometterà l'esito della missione.-

-Draco smettila. Datti una calmata vuoi?- disse esasperato Blaise mentre si avvicinava a lui che aveva preso a tremare visibilmente. -Noi non combatteremo con...-

-Shh.. abbassa la voce Blaise.- l'ammonì Theo. -Però è così Dra. Perché avremmo fatto tanto per avvicinare la Weasley?-

-Perché sapevamo bene che era l'unica in grado di farti cambiare idea.- concluse Blaise soddisfatto.

Li guardava senza in realtà vederli.

Così quello era stato un piano architettato da quei due per... per cosa? Per farli condannare tutti?

-Ma siete impazziti!- gli urlò. -Volete farci ammazzare tutti?- gli domandò in preda al panico. -E quel che è peggio... avete coinvolto Ginny!- erano imperdonabili. -Avete messo lei in pericolo!-

-Draco c'è sempre una scelta, non sei costretto a...-

-Hanno mia madre Theo!- urlò ancora incurante del luogo in cui si trovavano. -Potrebbero ucciderla se solo sospettassero...- abbassò la voce guardandosi intorno con terrore. Sapeva bene di cosa erano capaci, li aveva visti in azione, a casa sua, lo avevano costretto ad assistere...

Il ribrezzo, la nausea, l'angoscia che aveva provato quel giorno erano ineguagliabili, indescrivibili. Pensò davvero che fu quel maledetto giorno ad uccidere il mangiamorte che era in lui, ogni desiderio di grandezza, di potere, ogni onore ottenuto a quel modo non lo riguardavano più, non lo allettavano più. Aveva solo tanta voglia di normalità...

Ma poi...

L'arresto di suo padre, il loro nome infangato, la precarietà della loro situazione, sua madre, i mangiamorte...

-Potresti andare da Silente e dirgli tutto... potresti stare con Ginny.- gli disse Blaise entusiasta.

Draco scuoteva il capo incredulo. Non poteva credere a quello che sentiva. Erano impazziti, questo era certo. Ma loro non avevano assistito, non avevano visto quegli orrori, non potevano sapere.

Non sarebbe stato a quel gioco.

Si avvicinò a loro, parlò piano, ponderò le parole, non negò più nulla. -Io non vorrei mai metterla in pericolo, piuttosto che saperla in pericolo darei la mia vita... la mia stessa vita!- e questo in realtà gli costava molto, perché Draco Malfoy non era noto propriamente per il suo coraggio da leone... -Io sono innamorato di lei.- faticarono quelle parole ad uscire, gli tremò la voce, ma erano ormai inevitabili. -I miei sentimenti per lei sono sinceri, non sono mai stati così sinceri.- la voce era rotta, tremante, ansiosa, ma continuò. -Se potessi annullerei il mondo per lei, ma questo fardello sulle mie spalle è troppo grande...- strinse gli occhi a due fessure. -Devo farlo. Devo farlo perché altrimenti le persone più importanti della mia vita saranno in pericolo e sarà tutta colpa mia... perché non lo capite?- riprese a piangere, non aveva più un briciolo di forze. -Devo farlo.- li guardò con disperazione. -Io l'amo davvero...- una confessione non facile. Se qualche tempo prima glielo avessero detto non ci avrebbe mai creduto, come non avrebbe mai creduto che qualcuno che gli tirasse fuori quei sentimenti, che non credeva neanche di avere, esistesse davvero.

E invece...

Era lei, Ginevra Weasley, quella che faceva diventare Draco Malfoy un leone.

Theo e Blaise abbracciarono Draco in uno slancio d'affetto sincero ed improvviso. Forse non era stato un buon piano infondo, forse avevano sbagliato tutto, forse Draco aveva ragione e gli avevano solo complicato le cose, ma ora sapevano che se Draco avesse potuto scegliere avrebbe scelto l'altro lato.

Ora sapevano.


 


 


 


 

La colazione quella mattina non era un gran che, come non lo era stato negli ultimi giorni, trascorsi, vuoti, miseri, insapore.

O forse era solo che Ginny non aveva molta fame, giocherellava con i cereali rigirandoli nella ciotola. Il aveva visti mutare da freschi e croccanti a molli, appiccicosi e spappolati.

-Ginny dovresti mangiare il cibo non giocarci.- le fece notare Ron con aria importante.

-Non sei la mamma Ronald.- lo rimbeccò con una smorfia di fastidio.

-No ma faccio le sue veci quando lei non c'è... ricordati che sei sotto...-

-”La mia custodia.”- gli fece eco lei. -Lo so, lo so. Ti sei davvero convinto di questa cosa e io sono troppo stanca per contrastarti.- sbuffò lasciando il cucchiaio.

Ron la guardò per qualche minuto, storse il labbro ma poi le chiese: -Non hai dormito?- continuando a mangiare con falsa indifferenza.

-Non molto.- ammise lei prendendo a sbadigliare.

-Dovresti dormire di più la notte.-

-Non è che non vorrei... se sono sveglia è perché non ci riesco.- gli uscì un tantino più acido di quello che avrebbe voluto. Povero Ron, lui si era solo preoccupato per lei. -Scusa.- gli disse con un sorriso tirato ma sinceramente dispiaciuto. -Sono un pochino tesa.- fece spallucce mentre Ron le sorrideva continuando a mangiare.

-Ah, non ne posso più di tutto questo chiacchiericcio.- annunciò un Hermione esasperata raggiungendoli al tavolo e sedendosi com'era consuetudine accanto a Ron.

-Di che parli?- le chiese Ron distrattamente.

-Già, noi non abbiamo sentito proprio niente.-

Hermione si sistemò meglio sulla panca portando i capelli dietro le spalle. -Se ne parla in tutti i corridoi. Non potevo non apprendere questa “importantissima” notizia.- calcò sulla parole evidenziandone l'importanza. Ginny ridacchiò, si stava già preparando a sentire qualcosa di molto stupido. -Lo scoop fantasmagorico di oggi è...- fece il verso delle trombette suonanti per creare attesa mente Ginny rideva ancora. -Pansy Parkinson ha avuto un due di picche da niente popò di meno che... Draco Malfoy.- aprì le braccia come a rendere l'idea si essersi svuotata un peso dal cuore, mentre Ron chiedeva “tutto qui?” con la più totale indifferenza isolandosi poi totalmente dal discorso prendendo a parlare con Harry che non le aveva dato affatto ascolto.

Ginny nel sentire il suo nome si irrigidì un attimo, ma prese a ridere piano per mascherare l'effetto che le faceva anche solo sentirlo nominare. Quando guardò Hermione vide in quel sorriso più del semplice divertimento, c'era complicità. Voleva farle sapere quella notizia, non voleva aspettare ne destare sospetti, e aveva architettato quel modo simpatico di far perdere a Ron l'interesse nel discorso.

Era un genio.

-E non è finita qui...- prese a dire mentre si serviva della macedonia in una scodella. -Non è la prima volta.- disse portandosi un cucchiaio alla bocca. -Eh no, perché si racconta ogni singolo particolare di questa storia nei corridoi, o tutto o niente.- disse con finto disinteresse e ironia. -La rifiuta da un bel po' di tempo, tanto che lei inizia a perdere la pazienza, ma lui non cede.- concluse sorridendole soddisfatta.

-Povera ragazza incompresa.- disse Ginny e questa volta quell'acidità era assolutamente voluta, ben le stava. Era grata ad Hermione per quell'informazione. Erano mesi che ormai nella sua mente le scene più piccanti di Pansy e Draco insieme le davano il tormento, e non la facevano dormire.

Sollevò lo sguardo su Hermione sorridendole felice della notizia, ma il suo sguardo passò rapidamente da lei alla figura che, qualche tavolo dietro la sua testa, faceva la sua comparsa in sala.

Vide Draco prendere posto al suo tavolo e prepararsi la solita coazione come ogni mattina: un caffè con poco latte, due zollette di zucchero e un cucchiaino di miele.

Ginny storse il naso, quel caffè doveva essere davvero dolcissimo.

Sembrava tranquillo, sembrava la solita persona di sempre, sicuro di se, un po' snob, altezzoso. Tutto nella norma insomma.

Blaise attirò la sua attenzione sventolando la mano e una volta ottenuta le fece segno di stare a guardare.

Non aveva idea di cosa volesse, o di dove volesse, arrivare a parare, ma con Blaise era così, un'eterna giostra in cui non sapevi mai cosa poteva succedere dopo.

Lo vide chinarsi sull'orecchio di Draco, lui prese a bere il suo caffè ad occhi chiusi gustandolo come era solito fare. D'un tratto dopo che Blaise gli ebbe sussurrato qualcosa nell'orecchio lo vide sul punto di strozzarsi, si era affogato.

Afferrò un tovagliolo e se lo portò alle labbra tossicchiando un po'. Si voltò a dire qualcosa a Blaise che fece spallucce, e poi si voltò verso Pansy che gli sedeva accanto l'afferrò per un gomito e le disse qualcosa in quello che da quella distanza sembrava cagnesco.

Blaise approfittò del fatto che era voltato di spalle per ridere di gusto con lei puntando il dito su Draco.

Quando si stava per girare lo avvisò e si ricompose in tutta fretta, Draco lo guardò con sguardo dubbioso e senza preavviso si voltò verso di lei.

Ginny capì in quel momento che Blaise aveva detto a Draco dello scoop di quella mattina, delle chiacchiere che andavano circolando per i corridoi.

Non riusciva a decifrare la sua espressione da quella distanza, ma il semplice fatto che la stesse guardando per lei significava che probabilmente si stava domandando se lei sapesse.

Sorrise sorniona per fargli intendere che sapeva già tutto.

Lo vide distogliere lo sguardo e riprendere a bere il suo caffè. Hermione si era voltata per vedere cosa stesse guardando e aveva assistito anche lei alla scena ridacchiando con Ginny quando si fu voltata nella sua direzione.

Quello che le ragazze non videro fu lo sguardo furioso di Pansy puntato su un'ignara Ginny che prese finalmente a mangiare soddisfatta.

Quella pappina apparentemente disgustosa era la colazione più buona che avesse mangiato nell'ultimo periodo. La rese felice.

Ancora più felice era la consapevolezza di avere ancora qualche speranza, e quella più grande di sapere che il sonno le stava tornando e che quella notte avrebbe dormito serena e perché no? Felice.

 


 


 


 


 

Ciao a tutti!!! ^.^

Eccomi!

Allora, in realtà il capitolo finiva senza l'ultimo paragrafetto, ma mi pareva così corto da non darmi soddisfazione (per voi si intende) e allora ho deciso di incorporarvi anche quest'ultimo pezzettino :) (Mi auguro che non siano davvero troppo brevi, e che la lunghezza valga l'attesa di una settimana...).

Ci siamo, i sentimento sono adesso verbali oltre che sentiti emozionalmente, le cose stanno mutando, evolvendo... un passo avanti, due indietro... ma è la vita no? Un passo alla volta e arriveremo probabilmente dove tutti voi volete che arriviamo XD (perché tanto so dove tutti volete andare a parare!!! Serpi!!XD)

Ma tranquilli infondo anche noi quando scriviamo abbiamo quel capitolo in mente che non vediamo l'ora di raggiungere, ma prima dobbiamo passare da tutti questi altri capitolini che per quando belli non sono proprio quelli che ci fanno esplodere il cuore di emozione...

Spero intanto che questo necessario capitolo vi sia piaciuto e che commentiate in tanti!

Grazie a tutti quelli che lo fanno già, che mi seguono e me lo dicono! E a tutti quelli che leggono silenziosi, ma interessati, e forse un pochino silenziosamente emozionati.

Un bacio a tutti alla prossima settimana!!!

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Capitolo 24
*** Un'azione sconsiderata ***


Capitolo 24


 

La giornata trascorse come le altre, ne più ne meno.

Le lezioni erano finite e non aveva allenamenti per quel pomeriggio. I suoi piedi la portarono in biblioteca.

Arrivata al portone si fermò un'istante a riflettere. Non ci aveva più messo piede all'incirca da quando Draco l'aveva trattata piuttosto male proprio lì dentro, ma per uno strano caso era giunta fin lì senza neanche pensarci.

Poteva essere un segno..?

Appoggiò una mano sulla maniglia, era gelida, o forse era solo la sua percezione di quella situazione. Aveva paura che un'altra scena come quella dell'ultima volta si ripetesse e che lei ne rimanesse non ferita, ma delusa.

Se lo avesse trovato davvero lì cosa avrebbe dovuto fare? Poteva davvero far finta di nulla e riprendere da dove avevano lasciato? E lui glielo avrebbe permesso?

Era certa però, nella sua mente un po' sciocca, che se lui fosse stato lì quello sarebbe potuto essere un segno, il segno che Draco voleva che riallacciassero i rapporti, che le cose tornassero com'erano.

Prese un bel respiro preparandosi ad aprire l'uscio e ad affrontare quello che c'era al di là, ma la porta si spalancò e degli studenti vi uscirono chiacchierando.

Delusa.

In fondo alla biblioteca, su quello che era stato per diverso tempo il “suo” tavolo, lui non c'era.

La porta si richiuse interrompendo quel contatto visivo.

Lui non c'era.

Le labbra si incurvarono in un sorriso amaro, ma decise di entrare nella grande sala lo stesso tanto che era lì, e si avvicinò lentamente al tavolo vuoto.

Carezzò il legno della superficie con i polpastrelli girandogli intorno, si sedette su quella che per lei era la “sua” sedia e sospirò. Non aveva mai fatto più di tanto caso al fatto che il tavolo affacciasse su una finestra. Guardò fuori. Non nevicava più, faceva freddo, ma non era gelido come nei giorni passati. Iniziavano ad andare incontro alla fine dell'inverno.

Vide quello che le parve essere un lampo, ma poi capì che in realtà era stato un fulmine. Era saltata la luce.

-Oddio, sistemiamo subito.- disse la voce della bibliotecaria.

Vide accendersi diverse fiaccole lungo le pareti, in uno spettacolo di fiamme danzanti che poco aveva da essere paragonato all'elettricità.

La biblioteca calò comunque nella penombra, una luce soffusa che in realtà le piaceva molto, l'aiutava a pensare.

Guardò ancora fuori sospirando, iniziava a piovigginare... acqua neve? Si domandò, ma non si diede mai una risposta, assorta in altri pensieri che avevano ben poco a che vedere con il meteo.

Appoggiò il viso su una mano sostenendosi la testa che sembrava piuttosto pesante.

Lui non era lì, e lei era ancora una volta una stupida.

Per un attimo aveva davvero creduto che quello potesse essere un segno del destino, che sciocca. Aveva creduto di trovarlo seduto lì ad aspettarla, che avrebbe avuto solo un'ora a disposizione, e che poi sarebbe andato via dicendole il solito “ci vediamo Weasley” con finta indifferenza.

Ma lui non era lì, e lei era sola.

-Weasley.- un saluto inaspettato.

Il cuore le mancò di un battito quando udì il suo nome all'improvviso alle sue spalle facendola saltare quasi dalla sedia. Una speranza si accese nel suo cuore, che si spense in fretta quando vide che il riflesso del ragazzo sul vetro non era il suo.

-Nott.- lo saluto voltandosi verso di lui con un sorriso tirato. Non voleva essere scortese, ma non aveva voglia di fingere più del necessario che tutto andasse bene.

Lui le si sedette difronte. -Ti ho vista piuttosto sconsolata...- iniziò per poi voltarsi ad indicare un tavolo più in la. -Ero seduto di la.- giustificò quell'intrusione.

-Scusami, non ti avevo visto.-

Lui annuì sorridendole appena.

Era strana quella situazione, con Draco e con Blaise era naturale, ma con Nott non c'erano ancora i presupposti per stare da soli insieme a chiacchierare... di cosa poi?

Iniziò a tormentarsi le dita, incerta su cosa dire o su cosa fare. Sapeva che lui era a conoscenza di quello che provava per Draco perché quell'infame di Blaise gli aveva spifferato tutto, ma non era ancora pronta a parlane con lui.

-Lo so che non ci conosciamo abbastanza perché io ti possa fare una paternale.- le annunciò sicuro di se mentre lei sollevava lo sguardo dalle sue mani puntandolo su di lui. -Ma devo dirti che davvero non mi trovo d'accordo su come tu e Draco stiate gestendo la cosa.-

Ginny lo guardava attonita. Era la persona più composta che avesse mai visto in vita sua. Si era seduto con eleganza senza fare rumore, dalla sua postura si poteva vedere chiaramente la sua autostima sprizzare da ogni poro, e il suo modo di parlare... una calma assoluta, una pacatezza, un garbo che faceva venir voglia di dargli ragione anche se non ne avesse davvero.

-Che vuoi dire?- gli chiese infatti senza prendersela troppo per quel rimprovero che sapeva più di suggerimento.

-Semplice.- spiegò. -Io tengo davvero sia a Draco che a Blaise, ma devo dire che il loro modo di gestire le situazioni fa... pena.- storse il labbro guardando in aria come a rinforzare il concetto, come se le scene che gli venivano in mente gli provocavano disgusto. -Uno ha paura di vivere e l'altro crede che la gelosia risolva davvero i problemi.- ridacchiò. -Ridicoli.-

-E tu cosa suggerisci?- chiese lei riconoscendo i due profili dei ragazzi in questione, trovandosi anche piuttosto d'accordo, poche parole concetto perfetto, il codardo e il giullare.

Theo la guardò. -Devi essere tu a fare la tua mossa se non vuoi che la situazione ti sfugga definitivamente di mano.- le sorrise con un ghigno sicuro.

Ginny non sapeva come fare oramai, le aveva provate tutte. -E' qui che ti sbagli Theo.- gli disse infatti, rendendosi conto dopo di averlo chiamato per nome imbarazzandosi un po' per quella confidenza rubata, ma infondo erano stati loro a mostrarle quel nuovo modo di approcciare le cose. Lui infatti non si scompose. -Io le ho provate tutte.- gli disse con esasperazione nella voce. -Mi sono subita anche una punizione per lui, ho spaccato legna per un'intera serata... e io non ero affatto in punizione.- vide Theo ridacchiare, probabilmente di lei. Doveva sembrargli piuttosto comica. -E lui niente, una lastra di ghiaccio.- gli occhi di Ginny erano una fessura impenetrabile di rabbia e scherno. Theo rise ancora con compostezza.

-E' molto carino da parte tua...- rise ancora. -Credimi...- aggiunse vedendo lo sguardo di lei guardarlo truce. -Ma non basta per spezzarlo, magari così lo pieghi un po' ma... per spezzarlo ci vuole ben altro.- le disse scuotendo il capo ancora divertito da quello che aveva sentito.

-Ma io ho fatto anche ben altro...- gli disse lei che non apprezzava l'idea di come lui giudicasse deboli i suoi approcci.

-Ah si?-

-Certo che si.- ammise fiera. Non sapeva se Blaise gli avesse rivelato tutto, ma era certa di si, ogni suo segreto era al sicuro con Blaise, se aveva la possibilità di rivelarlo almeno ad un'altra persona, tale Theo, in questo caso. -Io, l'ho baciato.- ammise piano appoggiandosi con gli avambracci al tavolo mentre vedeva lui sollevare le sopracciglia. -Un bacio vero.- lo rimbeccò prima di essere schernita ancora. -Ma non è stato abbastanza neanche quello.- concluse sconfitta.

-Ginny, Draco è un ragazzo... vediamo...- guardò su ponderando bene quello che voleva dire. -Si, diciamo...- ancora non riusciva a trovare la parola giusta. -Dannazione.- imprecò sussurrando più a se stesso che a lei. -”Particolare”... ecco... diciamo così o non riusciremo a concludere il discorso.- senza rendersene conto Ginny rideva di quella sottile comicità involontaria. Era diverso da quegli altri due. Draco era decisamente pieno di se e aveva un umorismo pungente ma consapevole, Blaise era un comico mancato, sembrava un narciso ma non aveva paura a mettersi in gioco per far ridere qualcuno, ed era quello che aveva più mal giudicato di tutti! Un tempo lo credeva incapace di alzare la voce... adesso lo vedeva rumoroso. E poi c'era Theo. Serio, pacato, umorismo sottile ma non indiscreto. Un umorismo sincero, per meglio dire. -Draco ne ha passate tante nella sua vita. Non è uno di quelli che con due moine ti aprono il cuore... se sei una donna potrebbe aprirti la porta della camera da letto.- disse pensandoci su come fosse una cosa naturale ricordandosi solo dopo che stava parlando con Ginny e, schiarendosi la voce per la gaffe, tornò serio. -Quello che voglio dire è che Draco non è mai stato amato da nessuno in vita sua, tranne che da sua madre... in qualche modo da noi, ma è diverso.- disse atteggiando le labbra in una smorfia schifata. -Ha paura di te, di quello che rappresenti, anche della tua sincerità, perché se tu sei davvero sincera costringi anche lui ad essere sincero, e non vi è abituato.- fece spallucce.

Ginny annuì. Capì perfettamente il discorso di Theo, anche Blaise gli aveva fatto un discorso simile, anche se lui le aveva suggerito di sedurlo e di metterlo letteralmente al tappeto. Capiva perfettamente quello che intendevano ma ad ogni modo non sapeva più che fare.

-Suggerimenti?- chiese portandosi esasperata le mani nei capelli portandoli indietro con un gesto esasperato.

Theo le sorrise. -Non ti arrendere.- le disse semplicemente. -Trova il modo di dirgli quello che senti davvero, e lui non potrà resistere alla sincerità, perché infondo un po' di normalità è tutto quello che vuole.- fece spallucce.

Ginny ricambiò il sorriso. -Okay, ci proverò.- gli assicurò.. -Sempre se mi lascia parlare.- rifletté storcendo le labbra.

-Sai...- disse lui sedendosi più comodamente. -Noi...- Ginny credette davvero che si riferisse a loro tre. -Le nostre vite...- certo era pacato e garbato, ma per la barba di Merlino ci voleva un'eternità perché esprimesse un concetto! Attese comunque pazientemente sorridendogli appena nella speranza che trovandola ben disposta si affrettasse. -Non sono come le vostre.- concluse. -Abbiamo costantemente scelte da fare, decisioni da prende, cose da nascondere, alcune piuttosto pesanti....- disse abbassando lo sguardo per quella frazione di secondi che fece capire a Ginny che la cosa non riguardava davvero solo Draco, ma tutti loro. -E a volte una mano esterna ai fatti può rivelarsi un grande aiuto.- e lì per la prima volta lo vide in qualche modo impacciato. -Sii tu quella mano Ginny. Tendigliela e una volta che l'avrà afferrata... perché lo farà... tienila stretta, non la lasciare.-

Ginny non sapeva che rispondergli. Erano così spavaldi, sicuri di se, astuti al limite del viscido, ma in quel momento aveva difronte un semplice ragazzo titubante, pieno di paure, di pensieri. Quello che dovevano affrontare loro era ben diverso da quello che affrontava lei, o quelli che come lei erano tra quelli che comunemente poteva definire “i buoni”. Si rese conto in quel momento di quanto fosse più semplice essere dalla parte dei buoni.

Dandogli una seconda occhiata, si rese conto che era anche piuttosto carino, con quello sguardo triste, impassibile, impeccabile. Ma soprattutto triste.

Senza pensarci allungò una mano verso di lui sporgendosi e allungandosi finché riuscì a raggiungere la sua dall'altra parte del tavolo, e gliela strinse come avrebbe fatto con un qualunque altro amico.

I Serpeverde ora erano suoi amici.

Sorrise a Theo che rimase stranito da quel gesto, immobile guardando attentamente la scena come dall'esterno. La cosa lasciava anche lei perplessa a dire il vero, ma ormai era così, tanto valeva rassegnarsi all'idea che loro erano dei semplicissimi ragazzi come tutti gli altri.

Theo non si mosse, chiuse solo la mano sulle su dita, quel piccolo gesto le bastò per farle capire che adesso in qualche modo si erano accettati a vicenda.

Quello che le aveva detto le aveva dato dei sospetti. Le aveva lasciato l'illusione che in realtà molti di loro non condividessero le stesse idee, o che fossero costretti ad agire in un determinato modo, ma che potendo scegliere sarebbe stato diverso.

In quel momento sperò davvero che quando l'ora fosse giunta e la battaglia avesse coinvolto anche loro, non si fosse mai ritrovata in un faccia a faccia con Blaise e Theo, perché sarebbe rimasta molto delusa di se stessa e di loro se quell'amicizia, così pulita, così fresca, fosse stata sporcata da ideali corrotti, smania di potere, falsità...

Vide Theo ritrarre la mano di scatto e lo guardò stranito non capendo in cosa avesse sbagliato. Lo sentì schiarirsi la voce e sprofondare un po' di più nella sedia mentre guardava altrove.

Ginny si voltò appena in tempo verso l'uscio per vedere una testa biondissima allontanarsi in fretta.

Il viso le si illuminò vedendolo lì, anche se era corso via di tutta fretta.

-Non fosse stato per me non sarebbe sparito così.- ammise Theo tornando a guardarla. -Un altro punto per il piano idiota di Blaise.- annunciò sospirando riferito al fatto che secondo l'amico la gelosia era la miglior arma di conquista.

-Non importa, intanto si è presentato.- disse Ginny appoggiando la testa su una mano continuando a rimirare l'uscio con sguardo sognante. Sentì Theo ridacchiare, ma non le importò se in quel momento stesse facendo la figura della stupida, era felice, almeno un po'.


 





Trascorsero giorni, mesi, che erano sembrati infinitamente lunghi mentre ogni tentativo di avvicinare Draco fallivano miseramente.

Le mancava da morire.

Non aveva più parlato da sola con Theo, ma aveva incontrato Blaise come al solito spesso e volentieri, e alle volte Theo si aggregava a loro.

Avevano parlato del più e del meno, o meglio Blaise parlava e lei stava a sentirlo mentre annuiva, rideva e lo prendeva in giro sapendo di fargli piacere.

Si ritrovò ancora a paragonarlo all'altro, due mondo diversi. Come erano riusciti a diventare tanto amici nonostante le loro diversità era un mistero, ma forse a quei due musoni l'allegria di Basile non poteva che giovare.

Li immaginò senza di lui. Immaginò i loro discorsi, seri, tetri, composti. E immaginò la noia, l'aria pesante...

Erano stati benedetti dalla sua presenza. Concluse.

Era nel suo letto, la cena era finita, la giornata anche finalmente, e tutto quello che aveva voluto fare era andare a letto.

Hermione le aveva tenuto compagnia per un po'. Avevano parlato di Ron, e del fatto che ormai Hermione era assolutamente certa di quello che provava per lui. Ginny non capiva sinceramente come potesse una ragazza geniale come lei amare un perfetto imbecille come suo fratello. Ma forse quella era solo la prospettiva della sorella minore...

Infondo anche loro due si completavano in qualche modo.

Lei era un genio, lui uno sciocco, lei era noiosa, con Ron il divertimento era assicurato. Ridacchiò pensando a quanto fosse sciocco lui a non rendersi conto di quanto palesemente lei lo ammirasse e lo stimasse. Di quanto lo amasse.

Rotolò sul lettone ritrovandosi a pancia in su. Le altre ragazze nella stanza dormivano come ghiri ma lei non riusciva a chiudere occhio.

Eppure era certa che quella notte avrebbe dormito, ma nulla.

Pensò allora al discorso di Theo, alla sua gentilezza, ai suoi consigli, al suo modo silenzioso di dimostrarsi un buon amico per Draco rivelando le sue fragilità a lei, che lui tentava disperatamente di allontanare.

Ridacchiò tristemente della cosa, se Draco l'avesse saputo l'avrebbe preso a pugno come faceva volentieri con Blaise?

Riflettendoci le sembrava improponibile, forse si sarebbero solo guardati sfidandosi in un duello di sguardi alla “vinca il più forte”.

Draco...

Più pensava a lui più l'unica cosa che voleva era avvicinarlo, sentire il suono della sua voce, così profonda alle volte, e piuttosto squillante in altre. Quella voce che avrebbe riconosciuto tra mille e che le dava i brividi.

Chiuse gli occhi abbracciando il cuscino.

Se le voci circa Pansy erano vere allora poteva tirare almeno un sospiro di sollievo. Non dormiva la notte pensando a loro due, e invece...

Anche quella notte però non riusciva a dormire.

Si voltò, la luna era alta in cielo e illuminava la stanza con la sua luce fioca.

D'un tratto ebbe un idea improvvisa guardando il comodino nella penombra, lo stesso comodino in cui teneva la mappa del malandrino.

Senza farsi sentire aprì il cassetto e la tirò fuori nascondendosi sotto le coperte afferrando la sua bacchetta stretta, dicendo: -Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.- sottovoce.

La mappa si rivelò a lei che subito andò in cerca di lui.

Non lo trovò nei sotterranei e allora il suo sguardo passò i rassegna i corridoi uno per uno, quando in fine lesse il suo nome . Era di pattuglia quella sera. Sorrise.

Guardando il corridoio parallelo, vide che anche Pansy lo era. Storse il naso.

Guardò l'ora mordendosi le labbra, era l'una. Sapeva che Ron e Hermione avevano finito il loro turno di sorveglianza della porta d'uscita dalla sala comune e che volendo poteva tentare di sgattaiolare fuori.

Non sapeva a che ora aveva la ronda Draco o peggio fino a che ora. Correva il rischio di non incontrarlo affatto anche uscendo, e di correre rischi inutili.

Continuava a mordersi le labbra, mentre una crescente voglia di provarci si insinuava in lei. Aveva la mappa, non l'avrebbe trovata nessuno se sapeva dove tutti fossero in ogni momento, e se vedeva che Draco si ritirava sarebbe semplicemente ritornata in dormitorio.

Non riuscì a resistere alla tentazione, le motivazioni che aveva usato per convincersi erano più che plausibili a suo parere e l'avevano davvero convinta.

Uscì da sotto le coperte infilandosi il mantello sopra la camicia da notte e le pantofole. Fece più piano che poté evitando anche di respirare per non fare rumore. Riuscì ad aprire e richiudere la porta alle sue spalle senza svegliare nessuno.

Scese le scale che cigolarono appena, ma in quel silenzio la fecero sobbalzare mentre il cuore le prendeva a martellare nel petto così forte che ebbe paura che qualcuno lo sentisse.

Il fuoco nel camino era ormai consumato e in quell'oscurità riuscì a farla franca senza essere beccata, almeno per il momento.

Con la bacchetta illuminata appena seguiva le sue tracce nei corridoi prendendo scorciatoie per raggiungerlo più in fretta mentre ancora il cuore le martellava così forte preso dall'ansia e dall'eccitazione del momento.

Quando vedeva che c'era qualcuno al di la delle mura si arrestava spegnendo anche la luce, sapendo benissimo che comunque non avrebbero potuto vederla da lì, ma la prudenza non era mai troppa.

Quando fu ad un passo da lui decise di uscire allo scoperto, ma si arrestò di colpo vedendo Pansy che sulla mappa si avvicinava a lui pericolosamente.

Aspettò che se ne fosse andata, quando fu almeno a due corridoi di distanza uscì dal suo nascondiglio. Era buio, ma poteva intravedere benissimo la luce in lontananza della sua bacchetta e la sua sagoma riflessa sulle mura.

Era ad un passo dal lui non le restava che prendere coraggio e avvicinarsi.

Ad ogni passo che li separava pensava alla grossa cavolata che stava facendo. Lui era un prefetto e non erano proprio in buonissimi rapporti in quel periodo, era piuttosto facile essere denunciata, tolta dei punti, e allora se la sarebbe dovuta vedere con la sua intera casa. L'avrebbero fatta a pezzi.

Ma non demorse, non indietreggiò, avanzò silenziosa e decisa.

Non le importava, seppure avesse deciso di prendere dei provvedimenti contro di lei, non le sarebbe importato. Tutto quello che voleva era vederlo, parlargli, anche solo per un attimo.

Mise la mappa nella tasca del mantello dopo averla chiusa per benino dopo aver “fatto il misfatto” in tutti i sensi.

Quando gli fu ad una sponda lo vide voltarsi verso di lei e puntarle la bacchetta contro illuminandole il viso.

-E' un po' troppo luminosa se non ti dispiace.- gli disse abbagliata da quella luce a giorno. Lui abbassò piano la bacchetta portandosela ad un fianco con lo sguardo attonito. -Ciao.- gli disse interrompendo quel silenzio che li avvolgeva.

-Che ci fai qui?- le chiese stranito. -Non dovresti essere in giro a quest'ora.- la rimproverò poi accigliandosi.

-Lo so ma...-

-Ma un corno Weasley! Io sono un prefetto!- le urlò in un sussurro stretto tra i denti. Sentiva che avrebbe voluto urlarle davvero ma qualcosa lo tratteneva, continuava a guardasi intorno con circospezione.

-Draco io...-

-Ti troverò una punizione esemplare di quelle che non dimenticherai mai.- le disse ghignando.

Ginny fece una smorfia nel sentire tante stupidaggini. Se era vero che voleva denunciarla allora perché sussurrava? Per non svegliare i quadri che dormivano?

-Non mi importa.- gli disse in un sussurro deciso per farsi sentire. La sua espressione era impagabile. -Ne varrà la pena. Puniscimi come ti pare.- si rese conto che quella frase detta così aveva un doppio senso, e si rese anche conto che se non fosse stato per tutto il tempo che trascorreva con Blaise non se ne sarebbe mai accorta. Lui però parve coglierne il senso e lo vide sollevare un sopracciglio forse indeciso sul fatto che lei avesse o meno voluto esprimersi per doppi sensi.

Serrò le labbra ingoiando il vuoto. -Non dovresti essere qui. Non mi dai altra scelta.- sembrava piuttosto serio in merito, ma anche lei lo era, davvero...

-C'è sempre una scelta.- lo rimbeccò lei convinta guardandolo con aria da saputella.

-Guarda Weasley che...- le disse avvicinandosi a lei di qualche passo con il dito indice puntatole contro come fosse un arma pronto a far fuoco.

-Volevo vederti.- gli disse lei invece ignorandolo totalmente. Tutto quello che le importava era poter essere lì in quel momento ad un passo da lui e guardarlo in quella penombra che le dava un senso di calore in quella notte fredda.

Lo vide tacere come improvvisamente scosso da qualcosa. Dubbi forse? Era la strada giusta?

-Non riuscivo a dormire, e sapevo che eri di ronda e... volevo vederti.- gli disse ancora facendo un passo in avanti verso di lui che restava immobile.

-Be ora che mi hai visto vattene.- le intimò con voce incerta.

-Ma come?- ridacchiò piano. -Non mi punisci più?- gli chiese sollevando lo sguardo per guardarlo meglio.

-Oh io ti punirei Weasley... eccome se ti punirei. Troverei davvero cose piuttosto “piacevoli” da frati fare...- lo vide chiudere gli occhi e voltare il capo guardando poi in su come se si fosse morso la lingua per mettersi a tacere. In un soffio lo udì imprecare contro se stesso, e la cosa confermò la sua ipotesi.

-Mostramene una allora...- si sentiva spudorata. Sarà stata l'atmosfera, sarà stata la luce tenue della penombra, la protezione della notte, o il semplice fatto che voleva quel ragazzo più di qualunque altra cosa al mondo in quel momento, ma arrivata a questo punto i suoi doppi sensi erano intenzionali,aveva visto che riuscivano a smuoverlo e voleva insistere fino a farlo vacillare, non aveva più paura di nulla, solo una gran voglia di lui.

Draco strinse i denti e una risatina esasperata gli sfuggì al controllo mentre i suoi occhi vagavano ovunque rifiutandosi di puntarsi su di lei.

-Sto aspettando.- gli desse lei con voce neutra. -Mostrami tutta questa furia da serpeverde Draco... sono qui. Avanti...- aprì le braccia in un gesto di resa e di attesa aspettando di vederlo cedere.

La guardò, i suoi occhi erano diversi, c'era qualcosa che non poté decifrare. -Te lo do io il serpeverde furioso.- disse alzando di pochi decimi la voce che pareva incrinata facendosi più avanti annullando le distanze che li separavano con una falcata decisa e gli occhi finalmente puntati nei suoi con uno sguardo che non ricordava di avergli mai visto prima.

A Ginny mancò un battito quando lo vide avvicinarsi a lei e quando sentì la sua mano afferrarle il fianco stringendolo tra le dita lunghe e affusolate. Fu lei a sentirsi senza forze, a cedere, a vacillare nell'istante in cui capì che l'avrebbe baciata e con lo stomaco in petto attese quel bacio a labbra schiuse per l'urgenza pressante di mettere fine a quel desiderio bruciante.

Ma quell'attesa non si placò. Draco si fermò ad un respiro da lei, dalle sue labbra, poteva sentire il suo fiato caldo sulla pelle che le diede i brividi ovunque, ma non si mosse oltre.

Ginny ne rimase delusa, ed era decisa a chiudere quel discorso in quello stesso istante sporgendosi verso di lui per baciarlo lei stessa ma lui si allontanò e lei incespicò aggrappandosi al suo braccio, che ancora la teneva stretta, per non cadere.

Per la barba di Merlino, ma che modi erano?

Lo guardò e vide che era rivolto da tutt'altra parte.

-Ehi ma senti un po'...- cercò di rimproverarlo ma fu zittita con un semplice “Shh” che però ebbe l'effetto sortito perché si sentì così spaesata e sorpresa da ammutolirsi all'istante.

Lo guardò incuriosita notando solo allora che Draco guardava con attenzione in fondo al corridoio e udì anche lei quello che aveva udito lui.

-Sono dei passi.- disse piano.

-E' Pansy!- le rispose con un sussurro a denti stretti.

Lo vide guardarsi intorno come spaurito, quasi non sapesse più dove si trovavassero, poi parve avere un'intuizione. -Nox.- disse facendoli cadere nel buio più totale mentre Ginny si rendeva pian piano conto che rischiava davvero di essere beccata da qualcuno che non avrebbe avuto nessuna pietà di lei.

-Che faccio?- chiese quasi inconsciamente a se stessa.

-Vieni.- le rispose lui trascinandola per un braccio per un breve tratto. Udì il suono di una maniglia girare e una porta aprirsi e si sentì spintonata all'interno di una stanza.

Una volta dentro calò un silenzio assoluto, interrotto solo da passi che si facevano più forti. -Non fiatare.- le intimò lui dall'altra parte della porta, non gli rispose. Lei però voleva capire dov'era finita e sussurrando “lumos” accese la bacchetta per ritrovarsi in quello che era uno sgabuzzino delle scope. -Spegni quella luce immediatamente idiota.- sussurrò lui con aria minacciosa e con poco garbo per poi sentirgli dire a sua volta un “lumos” che accese la sua di bacchetta.

-Nox.- disse Ginny rendendosi conto che probabilmente la luce sarebbe potuta vedersi da sotto la porta e poteva essere beccata. Fece come le era stato detto e aspettò in silenzio che passasse.

-Draco.- sentì la sua voce petulante pronunciare il suo nome con languore. -Perché avevi la bacchetta spenta?- gli domandò.

-No sono affari tuoi Pansy.- le rispose sgraziato.

Lei parve non farci troppo caso. -Sentivo dei rumori e sono venuta a controllare... tutto bene?-

-Si Pansy tutto bene, e ora torna nella tua zona.- gli intimò lui.

Sentì ancora dei passi avvicinarsi. -Eppure un tempo le ronde notturne erano più divertenti... con il rischio di essere beccati.- Ginny capì subito il doppio senso e pensò davvero che fosse stato un miracolo se non avesse fatto uscire alcun suono dalle labbra.

-Tempi andati cara... tu vivi nel passato.- le fece notare lui. Nella voce di Draco una leggera apprensione.

-Mica tanto- disse lei, e a quelle parole Ginny prestò più orecchio. Che voleva dire? -Ricordi quella volta nel corridoio in pieno giorno?-

-Pansy...-

-O le notti in camera tua...-

-Pansy...- la fermò lui sovrastando la sua voce, per poi tornare a parlare più in silenzio. -E' tutta roba passata, sono passati secoli d'allora- Ginny sentì la voce di Draco tremare, ma ormai tutto quello che voleva era continuare a sentire cosa quell'arpia avesse da dire e cosa invece lui le nascondesse.

-Passato Draco? Tu chiami “giorni” passato..?- a quelle parole a Ginny si gelò il sangue, lei era lì che bruciava letteralmente per lui e... giorni?!

-Anni...- si affrettò a correggerla alzando un po' la voce.

-Settimane al massimo.- fece lei con voce apparentemente convinta.

-Mesi Pansy.. mesi e chiudiamo qua il discorso.- Draco aveva una notevole fretta di interrompere quelle chicchere da corridoio, ma Ginny voleva sapere!

-Facciamoli diventare minuti...- le sentì dire e in quel silenzio quelle parole le rimbombarono nella testa come schiaffi.

Ginny non poteva crederci. Per tutto il tempo in cui lei aveva pianto disperata per lui, in tutto quel tempo che Blaise, ( e ne avrebbe di certo parlato con lui successivamente), le aveva chiarito che Draco voleva solo lei... per tutto quel tempo in cui lei si torturava, aveva effettivamente ragione...

Draco andava ancora a letto con Pansy! E non solo a letto a quanto aveva sentito...

Al sentire pronunciare quelle parole, sentendola miagolare su di lui ignara di avere una spettatrice, le aveva fatto perdere il controllo e le era sfuggito un suono gutturale per lo shock. Si era immediatamente tappata la bocca con le mani ma aveva accidentalmente urato un secchio che fece un lieve rumore perché per fortuna lo aveva appena sfiorato, ma in quel silenzio quante probabilità aveva di non essere udita?

-L'hai sentito?- chiese infatti la voce di Pansy tornata normale.

Ginny si arrestò all'istante sul posto cercando anche di respirare quanto più piano possibile mentre sperava che la cosa andasse a scemare e che non si occupasse più di lei.

-Sentito cosa?- si affrettò a chiederle Draco, ma forse la domanda gliela porse un pochino troppo in fretta perché lei si convincesse.

-Il rumore veniva da dietro quella porta...-

Sentì dei movimenti e poi la maniglia girò e l'uscio si aprì.

-No non credo.- Draco aveva richiuso la porta con uno spintone.

-Ne sono certa Draco veniva da li.- e ancora una volta sentì la maniglia della porta girare ma questa volta nulla, la porta non si aprì.

-Pansy...- la voce di Draco uscì frettolosa, fin troppo squillante. -Sono stato io.- lo sentì ammettere e Ginny in quel momento avrebbe voluto strozzarlo... la stava vendendo? -Ci ho chiuso miss purr.- Ginny soffocò un risolino. Non l'aveva venduta. -Per fare uno scherzo a Gazza. La cercherà per tutta la scuola prima di ritrovarla.-

-Draco sei così infantile.- disse lei tornando alla voce civettuola. -Allora tornando a noi...-

Ci fu un breve silenzio che però per Ginny parvero un'eternità. Che diamine stavano facendo quei due? Era l'unica cosa che riusciva a chiedersi.

-No Pansy.- una speranza si accese nel suo cuore ferito. -Smettila dai.- continuava a chiedersi cosa stesse facendo... -Ti ho rifiutato fin ora e non vedo come le cose possano cambiare adesso. Accettalo e vai avanti.-

Allora le chiacchiere erano vere. Draco aveva davvero rifiutato Pansy. Si, ma, la domanda restava, da quanto tempo?

-Draco io non capisco. Eppure ti piaceva così tanto quando stavamo insieme... ti ho sempre accontentato in ogni... “richiesta”.-

Ginny incespicò ancora ma questa volta fece più rumore dell'ultima. Si guardava intorno per capire come sfuggire da quella situazione, se solo avesse potuto leggere la mappa, ma non poteva accendere la luce e rischiare di perdere l'ultima speranza che le restava. Era in trappola con il cuore a mille che batteva così forte che era certa che se Pansy non avesse udito quel il rumore avrebbe udito lui tamburellare in petto fino a scoppiare!

Vi appoggiò le mani sopra nella stupida illusione di placarlo.

-No sono sicura spostati fammi vedere.-

Sentì una leggera colluttazione, Draco le diceva di lasciar stare ma lei insisteva. Infine lei riuscì ad aprire la porta, ma fu solo uno spiraglio perché quello che accadde dopo sarebbe stata un'immagine che Ginny sapeva bene, si sarebbe ripetuta nella sua mente per decenni.

Con la porta ancora schiusa Draco era riuscito a bloccare Pansy contro il muro con il suo corpo, poteva vederli perché avevano le luci delle bacchette accese. Fece un passo indietro per ritrarsi dalla luce che riusciva a penetrare nello sgabuzzino facendo distrattamente attenzione a non urtare nulla, anche se la sua attenzione in realtà era tutta per la coppia .

-Perché perdi tempo in stupidaggini?- le chiese Draco d'un tratto. -Sai una cosa, perché invece non vai in camera, il tuo turno è terminato e tutto questo parlare delle mie richieste mi ha fatto venire un certo languorino...-

-Davvero?- le chiese lei e lui annuì con fare malizioso.

Ginny dal canto suo avrebbe solo voluto scomparire dalla faccia della terra in quell'istante.

-Allora va bene... vado e ti aspetto.- sembrava comunque che il suo piano avesse funzionato quando... -Do solo un'occhiatina prima di...-

Ginny aveva chiuso forte gli occhi per non vedere, ma quello che vide riaprendoli fu peggio dell'essere stata scoperta.

Per bloccarla Draco l'aveva afferrata e baciata. Era lì ad un passo da lei che baciava un'altra, che baciava Pansy!

Le sue labbra tremarono, e tremò ancora di più quando vide Draco guardare nella sua direzione non vedendola per l'oscurità, e chiuderle la porta in faccia.

Ginny si corresse. Era in quello il momento in cui avrebbe voluto scomparire, e intanto nel mentre lavarsi gli occhi con quel prodotto chimico che i babbani chiamavano candeggina, perché dicevano che togliesse tutte le macchie più ostinate, e quella visione sarebbe stata la macchia più ostinata da rimuovere di tutta la sua vita.

Rimase così per un po', immobile, pietrificata, incapace di compiere qualunque movimento o di emettere alcun suono.

Le mani al petto all'altezza del cuore che non batteva quasi più.

Tutto sembrava essere rallentato, non sentiva quello che succedeva dal di fuori di quello sgabuzzino minuscolo e ringraziava l'oscurità perché non voleva che Draco vedesse la sua faccia proprio in quel momento.

Era certa di non trasparire alcuna emozione, sentiva tutti i muscoli del viso moli, statici, e la voglia di muovere anche uno solo di quei muscoli le era passata completamente.

Udì vagamente la voce di lui dirle un “vai” e i passi di lei saltellanti e allegri allontanarsi da loro.

Quando Draco in fine riaprì la porta fu così che la trovò, una maschera di cera priva di emozioni che lo guardava ma non lo vedeva.

Lo vide esitare un attimo dopo averle detto qualcosa che non percepì, poi l'afferrò per un polso tirandola via da lì dentro, era buio, la bacchetta spenta, e l'unica luce che penetrava era quella della finestra qualche passo più lontana da loro.

-Weasley che fai lì impalata, muoviti e scappa!- lo sentì dire ringhiandole contro sottovoce a denti stretti.

Fu come ridestatasi solo in quel momento da uno strano torpore, scosse la testa un attimo per riprendersi mentre tutto quello che fu in grado di dire fu un semplice “come” distratto.

Draco non le rispose subito, attese un'istante avvicinandosi di qualche passo. -Devi andartene subito, non credo se la sia bevuta, più probabilmente tornerà a controllare.-

Lei intanto lo guardava in quegli occhi che nell'oscurità sembravano quasi fluorescenti. -Così è questo che fai durante le ronde...- gli disse con un filo di voce e nessuna emozione.

-Facevo. E adesso vai.- si affrettò a correggerla.

-Nel corridoio in pieno giorno.- disse ancora Ginny mentre una smorfia le compariva sul viso, disgustata al solo pensiero di loro due insieme. -Così ti piace Malfoy?-

-Vai o no?!- non le rispose neanche cercando di ovviare il discorso.

-E quali sono le tue “richieste” che lei soddisfa con tanta passione?- aveva incrociato le braccia al petto, voleva delle risposte, doveva vederci chiaro in quella situazione, tutto era così assurdo, e oramai le parole le uscivano senza neanche il bisogno di rifletterle.

Draco a quel punto la strattonò portandola più vicina a se per non urlare. -Senti un po'... sai benissimo dei miei trascorsi con lei e non solo con lei, credo di essere stato almeno una volta con ogni ragazza della mia casa ma la cosa non ti riguarda...- lei lo fissava senza dire nulla, lo sguardo duro. -Ma anche fosse, sono cose del mio passato Weasley, è un po' che ho smesso. Non lo ascolti il gazzettino degli scoop a colazione?- parlava a denti stretti, pieno di ira e di ansia, e quella era una chiara allusione allo sguardo che si erano scambiati quella mattina.

Certo che l'aveva sentito lo scoop, ma quello che aveva detto Pansy ignara di lei era davvero troppo. Poi però ricordò che era una serpeverde e che i serpeverde mentivano...

Ma...

-Tu l'hai baciata...- non riuscì a trattenersi dal dirglielo. Si sentiva terribilmente stupida e anche un po' infantile, ma non riuscì a tenerlo, e lo disse.

Draco fece per aprire bocca ma udì qualcosa e si fermò. Tornò poi con gli occhi su di lei che lo guardava con delusione. -L'ho fatto per te.- disse e gli tremava la voce. -Vai adesso, ti prego, ti verrò a cercare io ma vai!- la spinse più in la nel corridoio, incespicò ma non cadde.

Ginny si voltò per guardarlo ancora, doveva starlo a sentire. Fece qualche passo della direzione opposta alla sua mentre lui la implorava di andar via, e in fine si voltò e corse via da lui, lontana da loro, da quello che sarebbe potuto succedere, da quello che avrebbe potuto ancora apprendere.

Non voleva saperne più nulla in realtà, era stato tutto già abbastanza mortificante così, non voleva sapere altro.

Corse a perdifiato fino alla torre d'astronomia.

Come poteva non finire lì? Forse quello era il luogo più significativo per lei in assoluto.

Salì le scale con estrema lentezza, senza emettere un suono, sentendo solo il rumore metallico dei gradini stridere piano. Si avvicinò lentamente a quella ringhiera incriminata che li aveva visti baciare per la prima volta mesi addietro, accarezzò il ferro freddo mentre una sferzata di vento le soffiava sul viso.

Quello a cui aveva dovuto assistere era stato tremendo, sapere che mentre si scambiavano il primo bacio in realtà lui si vedeva intimamente con l'altra fu come una pugnalata.

Così era questo Draco Malfoy, le aveva sempre mentito?

Era sincero quando le aveva detto che per lui sarebbe stata solo una delle tante? Era sincero quando diceva che lei non era niente per lui? Era quello il vero Draco?

E allora chi era quello che lei invece aveva conosciuto? Quello della biblioteca, quello sul pontile, quello in giardino, quello in punizione, quello in quella stessa torre, in quello stesso medesimo punto che calpestava in quel preciso istante?

Le mancò un respiro per un istante e si portò una mano al petto per calmarsi.

Era troppo facile in quelle circostanze lasciarsi prendere dal panico, dallo sconforto e mandare tutto all'aria. Non era quello che voleva.

Tu cosa vuoi Ginny? Continuava a chiedersi ripetutamente fino a convincersi che...

Era lui quello che voleva.

Aveva preso la sua decisione, aveva fatto la sua scelta, aveva intenzione di credere in lui, in quello che lei sentiva quando lui le era vicino e anche quando non lo era.

Aveva capito che oramai qualunque cosa facesse era inutile perché non poteva smettere di amarlo così, da un minuto all'altro. Per una frase, per un gesto, o per un altro.

Neanche vederlo baciare Pansy l'aveva dissuasa, al massimo le aveva fatto capire quanto lo volesse solo per sé.

Strinse forte la ringhiera che la separava da un salto nel vuoto di diversi metri e sorrise di se stessa mentre il vento le accarezzava i capelli.

Era arrivata fin lì per che cosa? Per scappare via come una codarda, per lasciare quella circostanza ambigua a metà?

Lui non l'aveva denunciata, l'aveva nascosta da Pansy, le aveva detto che l'avrebbe raggiunta. Non avrebbe fatto queste cose per lei quella notte se le cose stessero davvero come diceva lui, anzi avrebbe potuto approfittarsi della situazione per diverse ragioni, in diversi modi.

E poi c'era un altro fattore lì in mezzo da considerare.

Il suo cuore, che quando era con lui impazziva letteralmente battendo così forte, in modo così disordinato, che le sarebbe stato impossibile nasconderlo, capirlo, fermarlo e negare che...

Udì dei passi salire le scale. Abbassò la testa e prese un bel respiro. Il momento era giunto, ora toccava a lei.




Salve a tutti!!! Questa settimana anticipiamo l'appuntamento!

Ho un attimo di tempo e ho deciso di pubblicarlo subito questo bel capitoletto... scusate per come vi ho lasciati a metà sul più bello... ma non ci sarebbe gusto nel leggere il prossimo senza la giusta dose di attesa :D e dopo questa breve anticipazione su quello che sarà il prossimo capitolo che farà impazzire gran parte di voi.... passo a ringraziare chi legge, chi commenta, e chi si strugge nell'attesa del prossimo capitolo ^.^

Volevo davvero ringraziarvi per il sostegno, e spero sia ben ricambiato da emozioni che mi auguro di riuscire a farvi provare leggendo. Sono davvero felice che stia piacendo la storia che è davvero nata senza alcuna pretesa e che quando sarà finita vi lasci un bel ricordo...

Non è finita ancora eh! Il prossimo non è l'ultimo XD è stato solo un momento di sentimentalismi isterici!!! XDXDXD

Allora niente... alla prossima!!! XDXD spero di sentirvi in tanti un bacione!

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Capitolo 25
*** Finalmente ***


Capitolo 25



Draco salì le scale in fretta guardandosi le spalle attento a non far troppo rumore.

Non aveva neanche dovuto pensarci su, sapeva già dove cercarla, dove trovarla. E lei era lì, davanti alla balconata, il vento a soffiarle nei capelli che ondeggiavano disordinatamente.

Quella brezza gli sferzò il viso, rabbrividì, ma non era certo fosse per il freddo.

La penombra, il silenzio... gli sembrò quasi di essersi perso all'interno della sua anima, era tutto così surreale da poter essere benissimo solamente un sogno, un incubo... faceva lo stesso.

Sapeva che lo aveva sentito arrivare, e sapeva che si era accorta di averlo alle spalle quando voltò lo sguardo di lato per vederlo con la coda dell'occhio. Gli era sembrato avesse sorriso. Non ne era certo.

Voleva dire qualcosa, interrompere quel silenzio che man mano diventava più pressante.
 

Avrebbe voluto dirle di rientrare in dormitorio, di sparire dalla sua vista e di non farsi più vedere.

Avrebbe anche voluto arrendersi a lei, arrendersi alla sua anima che scalciava disparatamente per averla.

Avrebbe voluto togliersi da quei panni troppo stretti, diventatigli estranei, e distruggere quel bugiardo che era diventato nel tempo per sostenere quella mascherata necessaria, ma penosa, che lo allontanava da lei, che li avrebbe divisi per sempre.

Avrebbe voluto dirle tante cose ma, non riusciva a dir nulla, troppo combattuto.

Eppure...

Eppure cedere con lei era facile, farlo vacillare, annullare la sua determinazione. Come ci riusciva?

-E' qui che tutto è iniziato...- disse lei interrompendo il flusso dei suoi pensieri. -E' qui che tutto è finito.- aggiunse e il sorriso sul suo viso s'incrinò. -Non è ironico?- gli domandò voltandosi verso di lui con un sorriso amaro sulle labbra.

Avesse potuto avrebbe eliminato tutta quell'amarezza in un'istante, ma non poteva farlo.

-Sapevo di trovarti qui.- disse invece l'unica cosa di sensato che gli venne in mente.

Si guardarono in quel silenzio assordante per diversi minuti, per un'eternità.

Era bella. Non riusciva a pensare ad altro. La luna che ogni tanto si liberava dalle nuvole in cielo le illuminava il viso, quei capelli color del sangue che le ricadevano spettinati, solleticandole il naso, spinti dal vento, la sua mano delicata che se li portava dietro l'orecchio.

Ogni cosa di lei era semplice perfezione, ogni gesto era spontaneità, era semplicità, e sicuramente lei neanche se ne rendeva conto, non si rendeva conto che lui pendeva dalle sue labbra.

E lui?

Aveva solo freddo e gelo per lei.

La vide avvicinarsi piano, non ci volle molto perché lo raggiungesse essendo a pochi passi l'uno dall'altro, gli appoggiò una mano sul petto, senza dir nulla, senza guardarlo, osservando le sue dita che accarezzavano piano il tessuto morbido della sua camicia scura.

Sentì di star respirando male, sperò che lei non se ne accorgesse, cercò di darsi un contegno.

-Dovresti tornare in dormitorio.- le disse con una voce rotta da un'emozione troppo grande per essere imprigionata ancora. Lei parve non udirlo affatto, ma più probabilmente lo ignorò. Odiava quando lo faceva, odiava quando ignorava “le stupidaggini che diceva”, per usare la sua espressione.

-Non ne ho voglia.- gli rispose qualche attimo dopo continuando a non guardarlo.

-Weasley io sono un prefetto... non hai neanche un po' di paura di quello che potrei fare?-

Finalmente lo guardò con un'espressione così indecifrabile da fargli tremare le gambe. Sembrava guardarlo dentro, scrutarlo nel profondo, facendolo sentire nudo, privandolo delle sue difese.

-Non ho paura di te Draco... Non di te... ne abbiamo passate così tante che... non ho paura di niente.- sussurrava, la voce sicura, decisa, il viso un misto di rabbia e dolcezza.

-Tu non mi conosci affatto... potrei farti male.- le intimò, ne era sicuro, era così, lui si conosceva e sapeva che se non fosse stata attenta, se lui non fosse stato attento, sarebbe finita così.

-E fammene allora.- lo aveva spiazzato, era l'ultima frase che si aspettava da lei. -Fai di me ciò che vuoi.- Draco scosse la testa piano, non poteva essere che gli stesse davvero dicendo quelle cose. -Io non ho paura, saprò resistere a qualunque cosa tu dica o faccia.- una piccola donna con un coraggio da leoni. Questo era davanti ai suoi occhi che la guardavano con ansia crescente.

Lui invece in quel momento voleva solo scappare, via lontano, trovare sollievo nel suo dolore lontano da lei, soffrendo in silenzio, da solo, senza intaccare la sua tranquillità.

Avrebbe potuto avere qualunque altra persona, il piacere sarebbe stato lo stesso, effimero, passeggero. Ma la sua pelle richiedeva lei, la sua anima anche.

-Tu non capisci.- le disse a denti stretti. -Se tu sapessi...- si fermò prima di dire cose di cui si sarebbe pentito. -Non staresti qui adesso, non diresti quello che stai dicendo. Non fare promesse che non puoi mantenere.- toccava a lui allontanarsi da lei.

Avrebbe davvero voluto aprire le porte della sua mente e camminarci senza terrore, rinunciando a quei ricordi troppo terribili per essere semplicemente accantonati. Desiderava davvero salvare la sua anima che ormai era innegabilmente perduta.

Un soldato, questo era, carne da macello.

Non voleva coinvolgerla... non lei!

-Capirei se tu solo me lo dicessi, se tu parlassi con me... io ti starei a sentire.-

-Certo che mi staresti a sentire e poi scapperesti via in preda all'orrore!- le urlò contro allontanandosi da lei interrompendo quel leggero contatto che pesava troppo sulla sua pelle.

Gli occhi di Ginny si spalancarono, ma non disse nulla. Respirava a fatica e anche lui, in quel silenzio tutto quello che si sentiva erano i loro respiri irregolari, e se prestava più attenzione poteva riuscire a sentire il rumore dei pensieri di Ginny riempire la stanza.

Si portò le mani alla testa afferrandola con forza. Avrebbe desiderato di scomparire in quell'istante pur di non essere guardato da lei, con quegli occhi indagatori, quegli occhi che lo avevano guardato dentro e che, ne era certo, avevano capito la sua natura... lei aveva capito tutto!

Volle scappar via.

Era un codardo, lo sapeva, ma non poteva farne a meno. Il fardello era troppo grande per il suo cuore, non riusciva a sopportarlo, e adesso che lei sospettava di lui e immobile lo guardava impaurita non poteva sopportarne la pressione.

Mille e mille volte codardo!

Avrebbe voluto scegliere il buio, l'oblio anziché il freddo della sua anima, ma non poteva farlo, non poteva dimenticare, non poteva ignorare chi era, cos'era. E non poteva dirglielo, la vergogna sarebbe stata intollerabile, aveva preferito voltarsi e andar via da lei.

“Avrebbe” preferito...

-Lasciami.- le disse mentre lei gli afferrava il mantello impedendogli di scappare lontano. -Ti prego lasciami andare.- era una supplica, sapeva bene che la voce rotta non poteva nasconderla, sentiva il groppo nella gola che gli faceva male, sentiva che avrebbe rischiato di crollare lì davanti a lei, e non voleva.

Ginny non si fermò, riuscì ad insinuarsi tra le sue braccia e con una mano dietro la sua nuca lo costringeva a guardarlo.

Il viso di Draco era un mascherare di dolore.

-Non posso farlo.- gli disse lei guardandolo come fosse la cosa più preziosa di quella terra. A Draco mancò il fiato a quel pensiero, lui prezioso per qualcuno? Lui che non si sentiva abbastanza neanche per se stesso.

-Smettila di scappare da me... affrontami!- gli disse a denti stretti con voce disperata. -Smetti di guardare il muro... guardami in faccia!- gli urlava.

Ma non riusciva a farlo, non ci riusciva. -Non posso. Non lo capisci?- le afferrò le spalle in un impeto, sentiva che se non si fosse aggrappato a lei avrebbe vacillato, le gambe molli, i muscoli indolenziti dalla tensione.

-Non me ne andrò... potrai cacciarmi quanto vorrai ma io voglio restare qui...- la voce rotta e quegli occhi che per Draco erano il paradiso, caldi, sicuri, sinceri. Avrebbe davvero desiderato scegliere il paradiso all'inferno, scegliere lei a tutto il resto, lei che rappresentava la libertà e la prigione. Un dualismo costante e incontrollabile che non faceva altro che confonderlo. -Resterò qui e ti ascolterò, ascolterò tutto quello che avrai da dirmi, ascolterò ogni insulto, ogni offesa, ogni minaccia.- rise con gli occhi che si facevano lucidi. -Ascolterò ogni genere di stupidaggine tu avrai da dire.- anche a Draco sfuggì un risolino a quella frase interrotto solo dalla voglia di piangere che lottava per reprimere. -E poi ascolterò tutto ciò che ti affligge, lo farò con pazienza e ti prometto che non sottovaluterò ogni dolore, ogni ferita, ogni oscurità che ti impedisce di essere sereno.- era sincera, lo sapeva, lo sentiva, lo vedeva in quegli occhi sull'orlo delle lacrime.

Voleva solo urlare forte, sfogare quell'angoscia, parlare con lei che avrebbe saputo confortarlo, perché sapeva che Ginny avrebbe mantenuto la sua parola, quella promessa inespressa. L'unica persona che si era soffermata a domandarsi il perché di ogni cosa.

Inspirò forte ingoiando il vuoto lisciandosi nervosamente i denti con la lingua, tutto per non crollare, non cedere al dolore.

-Non voglio che ti preoccupi per me.- le disse con voce sottile tentando di scostarla da sé, di allontanarla, ma era ostinata, lo era sempre stata.

-Draco ascoltami!- gli urlò in un impeto sollevandosi sulle punte e aggrappandosi con forza al suo collo avvicinando così tanto il viso al suo da sentirne i respiri caldi che misto al vento freddo gli davano i brividi. -Ascoltami.- sussurrò piano, quasi impercettibilmente. Lo guardava dritto negli occhi, con una forza disperata che non aveva mai visto in nessuno. E tutti i ricordi nella sua mente si mischiarono, la sua testa andò in confusione, tanto da non riuscire più a distinguere quelli belli da quelli brutti, il bene dal male. Ingoiava e tratteneva il respiro aspettando l'inevitabile, incapace di lottare ancora con lei, che era sicuramente più forte di lui, che da buon codardo sarebbe già scappato via da tempo.

-Perché sei qui, perché mi sei venuta a cercare, perché ti ostini con questa storia?!- le urlò stringendola con forza sentendola sussultare.

-Perché ti voglio.- glielo disse in un soffio, sfiorandogli le labbra con le sue senza annullare completamente quella distanza, abbassando lo sguardo imbarazzata, forse sorpresa lei stessa di quello che era riuscita a dirgli.

Non riusciva più a respirare, non poteva crederlo, non doveva cederlo, ma sapeva che doveva essere sincera. Voleva lui, lei, la purezza, voleva lui, un peccatore e la sua anima ormai inevitabilmente corrotta. Scuoteva il capo incapace di dirle nulla, di contraddirla, di respingerla.

Incapace di urlarle ancora di stargli lontano.

Lei si avvicinò piano, la sentì muoversi verso di lui, ma non fece nulla, non si sottrasse, la lasciò fare finché non ebbe coperto le sue labbra con le sue. Lo baciò piano, con una infinita tenerezza, Draco non era mai stato baciato a quel modo, era tutto diverso con lei.

Certo che poteva trovare piacere altrove, ma dovette correggersi, non tutto il piacere era lo stesso, avrebbe potuto trovare il modo di soddisfare le sue voglie ovunque, ma solo lei soddisfaceva la sua sete, la sua fame, il suo bisogno, la sua urgenza, il suo dolore...

Ricambiò quel baciò ormai privato di tutte le sue forze, crollate tutte le sue difese, tutte sulle sue labbra umide e fresche. Era inerme davanti a lei che con la forza, la caparbietà della brava Grifondoro era riuscita a stroncare la sua forza di volontà, aveva spento la sua intelligenza di astuto serpeverde, lasciandolo lì davanti a lei come un poveraccio bisognoso di cure.

-Voglio stare con te, voglio te...- gli disse tra un bacio e l'altro. -Non andare via... fai finta che io sia Pansy, prendimi come se fossi lei.-

Si arrestò immediatamente al sentirle pronunciare quelle parole che ferivano più lui di quanto stessero ferendo lei...

Pansy... Ginny voleva che pensasse a lei...

Come avrebbe mai potuto farlo quando la sua mente era interamente occupata da immagini di lei che si ripetevano e si susseguivano interrottamente impedendogli anche di dormire!

Le afferrò i capelli sulla nuca costringendola a guardarlo interrompendo il loro bacio, la guardò con severità, con affanno... -Come puoi dirlo...- con stanchezza. -...quando per mesi non ho fatto che pensare a te! Ho immaginato te al suo posto arreso all'idea di non poterti avere!- una confessione che gli costò caro, gli costò tutto.

Lei lo baciò ancora mentre Draco non riusciva più a sostenere il peso del suo stesso corpo e camminò incespicando finché raggiunse la parete alle spalle di lei e vi si appoggiò con una mano mentre Ginny continuava a baciarlo avidamente senza sosta, senza pause, afferrandogli il viso tra le mani.

Continuava a non capire il perché, perché ostinarsi con lui? Quando era ovvio che poteva avere chiunque altro.

I loro cuori che in quel momento erano così vicini, premuti l'uno contro l'altro, che battevano forte. I loro cuori che vivevano in realtà, in mondi del tutto diversi, inconciliabili. Ma per lei non era nessun sacrificio stargli accanto, accettarlo con tutte le menzogne, le cose nascoste, taciute, che non le aveva rivelato, che aspettava di sentire, ma che il suo cuore freddo non aveva il coraggio di confessare.

Si sarebbe sacrificata volentieri per lui, ne era certo, lo sapeva, lo aveva sempre saputo. Adesso era il momento di accettarlo.

Non poteva fermarla, ci aveva provato.

Anche lui si sarebbe sacrificato per lei. Avrebbe dato tutto per lei, quando la situazione lo avrebbe richiesto avrebbe dato tutto quello che aveva per lei, avrebbe rischiato qualunque cosa per lei.

-Non possiamo.- le disse ancora nell'ultimo vano tentativo di proteggerla, per quella malsana abitudine che aveva preso ad allontanarla da sé.

-Non possiamo più evitarlo.- gli disse invece lei guardandolo con desiderio.

Avrebbe davvero voluto avere più coraggio, ma la sua anima era raggelata dalla paura, non riusciva a liberarsene.

Ginny vide la sua esitazione e allora aprì il mantello, aveva la camicia da notte sotto, si ricordò solo in quel momento che era fuggita nel cuore della notte, con tutti i rischi che la cosa comportava solo per lui.

Prese ad armeggiare con i bottoni che percorrevano la veste sul davanti arrivando fino all'ultimo mentre la sua gola si seccava, e dovette respirare più forte quando intravide in quella sottile fessura che aveva creato, in quella penombra silenziosa, la pelle candida del suo ventre, lo spazio in mezzo ai seni, la stoffa sottile delle sue mutandine.

Avrebbe voluto fermarsi e riflettere, ponderare razionalmente quello che sarebbe successo se avesse ceduto, ma intanto che lui pensava lei gli afferrava la mano con delicatezza e se la portava sulla pelle scoperta.

Draco inspirò profondamente chiudendo gli occhi mentre appoggiava la fronte alla sua per sostenersi.

I polpastrelli che vagavano liberamente su quella pelle morbida. Senza che lui se ne fosse accorto Ginny gli aveva lasciato la mano e adesso era lui a muoversi sulla quella pelle in uno stato di trans.
Arrivò al suo fianco e lo strinse tra le dita sentendola respirare più forte.

L'ultima volta che si erano ritrovati lì lei non era pronta. L'aveva sentita irrigidirsi al suo tocco e si era fermato, lasciandola lì, deciso a dimenticarla.

Questa volta sembrava diverso, ma non poteva esserne certo, se lei non fosse stata sicura lui si sarebbe sicuramente fermato.

Aprì gli occhi guardandola con ardore.

Quanto era bella...

Quanto la voleva... la desiderava.

Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, la camicia da notte si era spostata e intravedeva un seno, tondo, piccolo, perfetto...

Si avvicinò e la strinse a sé andando ad accarezzarle il gluteo senza smettere mai di guardarla.

Questa volta l'avrebbe guardata, questa volta avrebbe capito se davvero lo voleva.

Passò ad accarezzarla piano laddove l'ultima volta s'era sentita incerta, sentendola fremere e agitarsi tra le sue labbra. Tentava di baciarlo, ma lui si allontanava quanto bastava per non essere raggiungibile, voleva guardala, voleva guardarla mentre la penetrava piano prendendola di sorpresa.

E così fece.

Ginny sospirò profondamente sollevandosi sulle punte stringendosi maggiormente a lui trattenendo poi il respiro per soffocare un gemito.

Era calda, accogliente, umida al punto da fargli capire che lo voleva davvero. Si mosse dentro di lei vedendola muoversi con incertezza, imbarazzo, cercando in qualche modo di nascondere il piacere per pudore.

Si sporse un po' su di lei lasciandosi baciare le labbra per mettere fine al suo imbarazzo. Lo baciò piano mordicchiando a tratti, leccandole avidamente, sensualmente. La lasciò fare senza risponderle.

Gli piaceva sentirla disperatamente vogliosa di lui al punto da dover fare qualcosa per mettere fine ai suoi tormenti, mettendo da parte l'imbarazzo, il pudore, la vergogna per soddisfare quella voglia.

Entrò in lei con due dita con più decisione e la vide sollevarsi ancora sulle punte dei piedi mentre un gemito gli moriva sulle labbra, annebbiandogli i sensi mentre preso da un istinto, un desiderio incontrollabile usciva da lei stringendola con tutta la forza che avesse in quel momento baciandola come fosse l'ultima volta, l'ultima possibilità, mettendo in quel baci tutto se stesso, tutto quello che possedeva e tutto quello che poteva darle.

Ma le gambe molli e pesanti li fecero scivolare lungo la parete finendo per terra.

Ginny lo spinse a sedersi e si posizionò a cavalcioni su di lui. Sembrava avesse paura di vederlo scappare via da un momento all'altro, intrappolandolo sotto di sé, stretto tra le sue gambe.

Lo baciava incerta su casa fare, come continuare. Vide la sua esitazione e gli fece tenerezza, vide il suo sguardo e gli provocò un vuoto nello stomaco. Aveva gli occhi velati di desiderio, lo sapeva, si vedeva, era chiaro.

Fermi a un respiro di distanza si guardarono in silenzio mentre le sue mani sotto la veste le accarezzavano i fianchi con lentezza ed esigenza.

Ginny allora prese a sbottonargli la camicia con le dita tremanti.

A Draco prese un colpo. Come aveva potuto dimenticarlo? Non poteva farlo...

Le afferrò le mani fermandola. Lei lo guardò con incertezza e sorpresa. -Lasciami fare.- gli disse. La voce spezzata da quell'eccitazione, quelle sensazioni nuove per lei, per il suo corpo...

Riuscì a continuare nel suo intento, rispondendo a quella debole presa.

Non poteva farlo, non poteva mettersi così a nudo davanti a lei. Aveva immaginato che avesse capito un'istante prima ma vedere con i propri occhi era tutta un'altra storia. A quel punto come avrebbe reagito.

Finì di sbottonarlo estraendo la camicia dai pantaloni aprendola sul davanti e carezzandogli il petto delicatamente.

Sorrise appena di quella scena. Un sorriso tirato, amaro, triste, che però non poteva reprimere, perché era felice. Era felice di lei, di quello che stava facendo, di quello che avrebbe voluto fargli ma non sapeva come. Era felice di saperla lì in quel momento. Ed era disperato.

Avevano passato di tutto, così aveva detto lei. Avevano affrontato di tutto.

Sarebbero riusciti a superare anche quello?

Avrebbe dovuto provare gioia, paura, colpa? O tutto insieme...

Pochi minuti li separavano dalla verità, Draco sentiva che stava per cedere, ma non avrebbe pianto, non piangeva per una qualunque cosa. In quel momento però lo avrebbe voluto fare, avrebbe voluto liberare tutto quello che aveva in corpo, tutte quelle emozioni che lo costringevano a soffrire minuto per minuto.

Lei avrebbe saputo e sarebbe andata via.

Respirò più forte mente per trattenere il pianto tentava di soffocare i respiri indurendo gli addominali scosso da lievi tremori. Lei si accorse che qualcosa non andava e lo guardò dubbiosa. Lui si sforzò di sorridere, con un sorriso tirato che di certo lei avrebbe smascherato.

Avrebbe visto il suo maldestro tentativo di nasconderle quelle emozioni che prepotenti volevano venir fuori. La guardò con tenerezza, pochi minuti e l'avrebbe perduta per sempre.

Riusciva a vedere la sua colpa semplicemente guardandolo? La sua gioia, la sua paura?

Gli accarezzò il viso, Draco imprigionò quella mano con la sua voltandosi con un sospiro profondo baciandole il palmo stretto alle sue labbra.

Voleva farlo. Voleva fidarsi di lei, voleva fidarsi di tutto quello che avevano passato, voleva aggrapparsi al suo cuore come fosse la sua unica ancora. Voleva essere salvato da lei, voleva lei.

Decise che sarebbe stato lui a farlo.

In un impeto prese a togliere la camicia con tutto il mantello ma lei lo fermò. -Fa freddo...- gli fermò le mani. La guardò con occhi imploranti. -Non c'è bisogno, prenderesti freddo.- gli sorrise e Draco vide in quel sorriso tutto l'amore del mondo, tutta l'accettazione e la fiducia.

L'afferrò baciandola portandola delicatamente sul pavimento, schiacciandola sotto il suo peso mentre la baciava e la sentiva macchinare con i suoi pantaloni. Gli venne da sorridere sulle sue labbra, era decisa, era sicura.

Quando anche l'ultimo indumento fu tolto si ritrovarono pelle contro pelle, poteva sentire il cuore battere contro il suo petto scatenato, e lei, che si spingeva contro il suo corpo, le mani nei suoi capelli.

Capì che era giunto il momento, che non poteva fare altro che assecondarla, soddisfarla, prenderla lì su quella fredda pietra, in quella torre solitaria, silenziosa e scura.

Si staccò da lei guardandola negli occhi trafelato. Lei lo guardava aspettando di vedere cosa sarebbe successo, chiedendogli aiuto mentre spingeva il bacino contro di lui in preda a spasmi incontrollabili.

Draco udì un rumore continuo. Era la pioggia che aveva preso a scendere dal cielo nuvoloso, coprendo la luna, coprendo il suono dei loro respiri.

-Sei sicura.- si sentì in dovere di chiederle. Lei annuì. -Ti potrei fare male.- gli sorrise sollevandosi poi quel che bastava per baciargli le labbra.

Draco lo prese come una conferma e si posizionò meglio su di lei che poteva sentire tremare come una foglia.

Fu gentile, entrò piano, gradatamente facendola abituare di volta in volta a quella nuova intrusione.

La sentì immediatamente irrigidirsi e si fermò. Si prese il tempo di baciarla, non smise mai di accarezzarla. Si sentiva eccitato, fosse stato per lui l'avrebbe presa subito, ma non poteva farlo, doveva darle i suoi tempi, farla sentire al sicuro. Doveva fare quello che non sapeva fare, doveva fare qualcosa che gli era stato precluso per anni... doveva amarla, come non aveva mai fatto, come non credeva di saper fare.

Ginny rilassò il bacino, riprese a baciarlo. Quando la sentì muoversi sotto di lui in cerca d'altro, capì che voleva di più, voleva che continuasse, che aveva il suo permesso.

Riprese a muoversi piano. Si sorprese quando la trovò così bagnata da scivolarle dentro con facilità. Un gemito le sfuggì dalle labbra per la sorpresa, per quel piacevole dolore che non conosceva, che non si aspettava, mentre lui sospirò di sollievo una volta dentro di lei, liberandosi da ogni peso, preso solo dal momento, da quelle sensazioni così diverse da quelle che conosceva, così intense da soffocarlo, si sentiva quasi privo di forze, ma Ginny sotto di lui si agitava, lo cercava, si muoveva, incerta, senza sapere bene cosa fare, come muoversi.

Si mosse in lei piano intensificando il ritmo solo alle sue richieste tacitamente espresse. Lei si aggrappava a lui con forza, soffocando quei gemiti che lui avrebbe tanto voluto sentire.

Andarono avanti così, cullati dal suono della pioggia che cadeva giù. Le disse che era bellissima, e le disse quanto la desiderava tra un respiro e l'altro, senza riuscire a trattenersi, senza contegno, prendendola con tutto il sentimento che aveva, aggrappandosi a lei per non perdere se stesso, aggrappandosi al suo amore, ai battiti forsennati di quel cuore che sotto di lui, stretto al suo petto, era come impazzito, che batteva per lui...

Fece l'amore con lei, mentre le gocce della pioggia rimbalzavano sulla pietra e finivano su di loro, che non se ne curavano affatto, che non si curavano del freddo pungente, dei capelli inumiditi, della stanchezza, del sonno.

Fece l'amore anche lui per la prima volta quella notte.

Quando ebbero finto, quando raggiunse l'apice del piacere, lo fece sulle sue labbra con un lungo gemito soffocato, accasciandosi su di lei stanco ma soddisfatto.

Si sollevò su un avambraccio mentre riprendevano fiato, gli occhi lucidi carichi di lacrime che premevano per venire giù, si guardarono, risero imbarazzati, contenti, coprendosi maggiormente con il mantello, stringendosi più forte, per il freddo...

-Lo sapevo!-

Ebbero a malapena il tempo di godersi il momento perché voltandosi nella direzione di quella voce Pansy era lì che a braccia conserte li guardava con aria di sfida.

-Per questo non venivi con me... ti scopavi la Weasley.- la voce sprezzante e derisoria, carica di risentimento e voglia di vendetta. -Ti ho cercato in lungo e in largo, ma finalmente, eccovi qua.-

Draco guardò istintivamente Ginny trovandola pietrificata. Tentava di chiudere la camicia da notte per coprirsi anche se il mantello impediva ad altri la visione della sua pelle nuda.

Draco era inferocito, non era così che avrebbe voluto concludere quella notte. -Pansy, maledetta, sparisci!- le intimò.

-Certo, ma tornerò con i rinforzi, ho appena visto passare Piton.- disse saltellando via urlando “professore” mentre vedeva Ginny inorridire.

Si levò da lei. -Vestiti svelta.- le disse facendo altrettanto in fretta.

Le afferrò poi una mano pronto a trascinarla via di lì, ma si bloccò di colpo sentendo i passi che salivano, sempre più vicini.

Draco era nel panico, per lui non gli importava, ma non voleva che Ginny passasse guai a causa sua.

Si guardò intorno, non c'erano altre vie di fuga. Guardò fuori, pioveva ancora a dirotto. Ginny lo fissava impaurita ma entrambi sapevano che era l'unica soluzione possibile. -Vai.- le disse.

-Malfoy.- la voce del professore.

Si voltò si scatto, sentendosi colto in flagrante, sperando che tutto finisse in fretta.

Lo vide dare un'occhiata in giro e non trovarvi altri che lui. Piton guardò Pansy che si giustificò dicendo: -Era qui, lo giuro ne sono certa dev'essere qui!- urlava disperata tentando di giustificarsi a perdifiato con il professore che pareva piuttosto infastidito.

Piton sbuffò e entrò la stanza piano guardandosi intorno, Draco sperò vivamente che non trovasse nulla e se ne andasse subito.

Lo guardò, lo scrutò trovandolo in disordine, la camicia fuori dai pantaloni, i capelli spettinati sistemati frettolosamente.

-Vedo che sei solo.- gli disse e Draco annuì. -Che ci fai qui? La tua ronda serale è finita da un pezzo.- Pansy rise. -Non rida signorina Parkinson, la sua è finita ancor prima.- le fece notare azzittendola. -Vi voglio far notare che siete stati fortunati che sia venuto io, altrimenti avremmo perso diversi punti preziosi.- i ragazzi tacquero in colpa.

Piton si guardò ancora intorno.

Pansy gli aveva detto di averlo trovato con una ragazza, ma non vi era nessuno in quella stanza.

Era palesemente sospettoso ma si avviò verso le scale. -Signor Malfoy ti voglio nel dormitorio immediatamente, sono stato chiaro?-

-Si professore.- gli rispose tirando un sospiro di sollievo al pensiero che se ne stessero andando.

-Lei invece venga con me, la riaccompagno personalmente.-

Draco lanciò un sorrisetto ironico alla ragazza che scendeva le scale sbattendo i piedi incurante del rumore che faceva.

Piton si voltò ancora una volta, ma questa volta qualcosa parve attrarre la sua attenzione.

Draco ingoiò aspettando impaziente che andasse via.

Seguì lo sguardo del professore e sbiancò. Erano le mutandine di Ginny che sul pavimento erano illuminate a mala pena dalla fioca luce della bacchetta che il professore aveva lungo il fianco.

Lo guardò negli occhi senza dir nulla. Non vi puntò la bacchetta per vederci meglio.

Lo vide solo distogliere lo sguardo da lui preso improvvisamente da qualcos'altro che sembrava gli interessasse maggiormente. Lo vide sgranare gli occhi

Draco si voltò per seguire ancora una volta il suo sguardo, e vide il riflesso di Ginny nel vetro.

Era fuori al balcone, sotto la pioggia torrenziale che con le mani al petto non fiatava e aveva gli occhi serrati.

Si voltò ancora a guardare il professore. Non dissero nulla. Ma sapeva che sapeva...

-Nei dormitori, subito.- gli sentì dire prima di sparire alla sua vista.

Draco finalmente riprese a respirare e corse da lei tirandola dentro sottraendola alla pioggia.

Gli sembrava un pulcino bagnato, ma la vide sorridere mentre gli diceva “ce l'abbiamo fatta” con non poca soddisfazione.

Era felice di vederla di nuovo dentro, era stato in pena per tutto il tempo ma...

-Non esultare troppo Weasley.- le disse con rimprovero.

-Che ho fatto?- si domandò lei strabuzzando gli occhi perplessa.

Draco puntò il dito di lato indicando l'indumento sul pavimento. -Hai dimenticato un pezzo.- le fece notare.

-Oh.- disse lei semplicemente, lievemente imbarazzata, ma felice di averla scampata. -Però ce l'abbiamo fatta.- gli disse ancora sorridendogli.

Draco sospirò, era inutile dirle che Piton li aveva sgamati alla grande e che per qualche strana ragione a lui ignota non aveva detto nulla.

Intanto lei era fradicia, e con i capelli appiccicati al viso si stringeva nel mantello zuppo.

-Toglilo, prendi il mio.- le disse, ma prima che potesse toglierlo Ginny aveva fatto cadere il suo per terra e si era fatta largo ancora una volta era le sue braccia. -Ma che fai?- le chiese sorridendo di quei gesti così inaspettati.

-Ho un'idea migliore.- gli disse lei. -Condividiamolo.-

La guardava stranito ma felice. Quei piccoli gesti dolci, teneri, affettuosi, non erano cose a cui lui aveva mai dato importanze, ma con lei gli venivano facili.

Sentì le sue mani che gli accarezzavano la schiena stretto in quell'abbraccio, poi le avvertì sulla pelle. Sollevò un sopracciglio senza dire nulla. -Ho un'idea ancora migliore.- disse.

-Quale?- le domandò divertito.

-Tanto che le mutandine sono la...- quella che Draco sentiva era malizia...

-Cosa vuoi dire?- le chiese dubbio. Credeva di aver capito ma voleva sentirselo dire da lei...

Non disse nulla altro, si sollevò sulle punte e lo baciò rendendo più chiaro il concetto quando si aprì ancora la veste passando poi a sbottonargli la camicia.

Draco era incredulo, voleva rifarlo?

-Ginny ma sei sicura che era la tua prima volta?- le domandò ironicamente.

Lei gli sorrise sulle labbra divertita. -Si, e adesso mi tocca far pratica.- ridacchiò. -E poi adesso sei qui... ti ho finalmente per me...- la voce malinconica carica di paure.

Fecero l'amore ancora una volta, avvolti nell'oscurità mentre la pioggia rinforzava bagnando il pavimento, bagnando loro.

Il cuore di Draco era freddo, freddo come il ghiaccio, freddo come la neve, e lei era l'alba e il tramonto che con i suoi raggi caldi e luminosi lo avrebbe scaldato, in vista di una nuova notte che avrebbe portato altro gelo. Ma lei ci sarebbe stata ancora...

Riuscì a darle piacere, a sentirla tremare e fremere stretta tra le sue braccia, incerta su cosa fosse successo quando i muscoli e i nervi del suo corpo si rilassarono finalmente dopo quelli che a lei parvero interminabili istanti di pura piacevole tensione. Quando le disse a cosa erano dovuti quegli spasmi probabilmente arrossì perché le sue guance divennero improvvisamente calde contro la sua, e lui rise apertamente di lei che gli intimava di non ridere offesa e imbarazzata. Lui però si limitò a baciarla finendo quello che avevano iniziato.

Si affrettò poi a rivestirla, senza dimenticare nulla questa volta. Dovevano andare, era davvero tardi ed erano zuppi.

Separarsi fu difficile ma necessario, almeno per quello che restava di quella notte sarebbero riusciti a dormire.

Finalmente.


 


 


 


 

Eccomi qui!!!^,^

Vi avevo promesso un bel capitolo sorprendente ed eccolo a voi!

Devo dire che questo è stato stranamente il capitolo più difficile da scrivere per me... eppure non ho mai avuto problemi con questo genere di scene... anzi XD... ma questa non voleva essere una semplice scena si sesso, voleva essere una scena di liberazione, di resa, di arrivo... Volevo fosse carica di emozioni ancor più che di sensualità.

L'ho riscritta due volte XO!!! la prima versione faceva schifo.. UNA CAGATA COLOSSALE!!! Fosse stata cartacea l'avrei fatta a brandelli!!! Ma questa è riuscita a raggiungere più o meno quello che avevo in mente... (più o meno...)

Dobbiamo ringraziare James Blunt per questa scena... non fosse stato per “Tears and Rain” questo capitolo non avrebbe avuto l'intensità che ha (almeno per me...) e forse non sarei riuscita a scriverlo affatto e voi non avreste avuto il seguito di Cuore Celato perché mi sarei bloccata ^.^

Un grazie infinito va anche a tutti quelli di voi che seguono la storia e che la stanno apprezzando al punto da essere arrivati fin qui, e soprattutto a quelli che mi danno sostegno con le recensioni e i loro commenti!!! Grazie grazie grazie!

Adesso che il più è fatto, ci stiamo avviando verso la fine, non manca molto, e spero continuiate a leggere per vedere l'evoluzione della storia e che soprattutto continuiate a dirmi cosa ne pensate per vedere se la mia visione delle cose e la vostra possano coincidere in qualche modo. ^.^

Un bacio a tutti alla prossima!!!!

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Capitolo 26
*** Non posso non farlo ***


Capitolo 26



Entrato in Sala Grande per la colazione Draco era sereno, si sentiva felice per la prima volta dopo tanto tempo, non gli importava nulla di tutto quello che accadeva intorno a lui.

L'unica cosa che lo distrasse da quel suo torpore fu sollevare lo sguardo incrociando quello del professor Piton che lo guardava con un'espressione strana.

Si fermò in piedi nella navata cercando nella sua mente di spiegarsi il suo comportamento della notte appena trascorsa, ma non riusciva a capire.

Lo avrebbe denunciato per tradimento? Avrebbe spifferato tutto? Cosa pensava di quella storia? Aveva forse creduto che se la stesse solo spassando con la Weasley per poi spezzarle il cuore?

Non poteva saperlo.

Sapeva solo che lui sapeva...

Si decise ad andare oltre sedendosi al suo solito posto tra Blaise e Theo che lo guardavano con un'aria strana.

Anche loro sono strani stamattina? Si ritrovò a pensare versandosi il suo caffè come era solito fare dopo averli salutati.

-Allora Dra?- gli chiese Blaise.

-Sembri... come posso dire... soddisfatto...- lo spalleggiò Theo.

Blaise rise di gusto. -Bella questa.-

Draco con la tazza vicino alle labbra li guardava stranito, di che diamine stavano parlano? Non poteva credere che quello che era successo era così palesemente leggibile sulla sua faccia. Ma...

-Allora parli o no?- insistette Theo.

-Ma di che diamine state parlando voi piuttosto?- disse posando la tazza rinunciando a bere il suo caffè caldo.

Blaise roteò gli occhi emettendo un verso di stizza. Theo gli si fece più vicino sussurrando: -Beh, ti è almeno piaciuto?- con fare malizioso.

Draco era allibito, si riferivano davvero alla notte scorsa!

-Come fate a...-

-Draco noi siamo i tuo migliori amici.-

-Ti conosciamo meglio di chiunque altro.-

-Già... quella faccia inebetita la riconosceremmo tra mille.-

Blaise rise di quella battuta. -Si... la faccia di qualcuno che ha finalmente scopato dopo mesi.- risero entrambi a quel punto mentre a Draco sfuggiva un risolino soddisfatto.

Perché negarlo, erano stati insieme, gli era piaciuto, andava tutto alla grande quindi...

Stava per rispondere ma...

Qualcosa non andava, non erano mai stati così svegli.

-No, non è possibile... Voglio la verità- disse invece.

Li guardò in attesa. Perché avevano smesso di parlare? Perché non rispondevano, non lo canzonavano più e non parlavano affatto?

Perché Blaise non parlava affatto?!

Posò ancora la tazza esasperato. -Okay parlate che succede.- qualcosa gli puzzava e non era il panino che Goyle stava mangiando seduto alla panca difronte. Anche se anche quello non è che profumasse...

Li guardò con un cipiglio passando in rassegna prima uno poi l'altro. I ragazzi intanto si guardavano e sentiva distintamente che continuavano a scambiarsi quella patata bollente con dei “dillo tu” “no dillo tu” e andarono avanti così finché non perse la pazienza. -Finitela voi due e ditemi cosa non mi quadra!- li intimò.

-Pansy ha raccontato in giro che vi ha beccati ieri sera... insieme.- disse Theo d'un fiato.

-Il gazzettino degli scoop oggi riporta che Draco Malfoy ha scopato la Weasley.- gli spiegò Blaise con parole più concrete.

-Dannazione!-- imprecò Draco tra i denti rendendosi solo in quel momento conto che tutti gli sguardi del giorno erano rivolti a lui. Tutti chiacchieravano sottovoce nascondendo le labbra con le mani e ridacchiando di gusto.

Portò inevitabilmente lo sguardo sul tavolo dei Grifondoro dove un indemoniato Ronald Weasley lo guardava con odio.

Ingoiò mentre vedeva la Granger tentare di calmarlo, di spiegargli che probabilmente era solo una voce che girava come tante altre infondate. Ma lui sembrava non volerle dare retta.

E faceva bene...

Anche Harry Potter lo stava guardando accigliato. Certo non come Ron ma era sufficientemente arrabbiato da colpirlo ancora con un anatema mortale, e questa volta non lo avrebbe preso di striscio, avrebbe mirato agli organi interni.

Che situazione ingarbugliata.

Sbuffò indeciso su come muoversi. Non era certo quello il modo in cui avrebbe voluto che lo sapessero.

Ci pensò su.

No.

In realtà non avrebbe mai voluto che lo sapessero, avrebbe preferito che lo immaginassero senza averne conferma.

E Ginny... come avrebbe reagito alla cosa?

Come se qualcuno lassù avesse voluto rispondere alla sua domanda lei entrò in Sala.

Calò il silenzio e la vide paralizzarsi sulla porta impietrita da tutti quegli sguardi puntati su di lei.

La vide poi cercare il suo sguardo e aggrottare la fronte in cerca di risposte. Ma come avrebbe potuto spiegarle da lì?

Poi guardò Ron, e seppe che qualcosa nella sua testolina rossa si era accesa.

La vide guardare poi Pansy con uno sguardo che la trapassò da parte a parte fulminandola. Aveva capito tutto. “Sgualdrina”, sentì dire alla bruna seduta qualche metro più in la facendo ridere i suoi compagni di casa, e nonostante lo avesse detto sottovoce anche lui l'aveva sentita chiaramente.

-Da che pulpito.- le rispose vedendola voltarsi verso di lui e girarsi ancora lanciandogli solo un occhiataccia, per non perdersi quella scena.

Ginny era chiaramente imbarazzata. La vedeva ferma, indecisa su cosa fare.

A quel punto lui poteva fare un'unica cosa, al diavolo tutto...

Un gruppetto di ragazze di Serpeverde le passarono accanto entrando in Sala Grande urtandola. Si fermarono per guardarla e poi con un ghigno stampato in faccia le dissero: -Così ti sei lasciata scopre da Draco eh.-

-La santarellina.- risero di lei.

-Com'è stato? Ti è piaciuto?-

La lasciarono lì ridacchiando tra di loro mentre andavano al tavolo.

E allora la Sala riprese vita, i ragazzi tornarono alle loro attività passandole accanto urtandola e continuando a chiederle cose come “è vero che ti sei scopata Malfoy” “hai scopato Malfoy” “così alla fine ci sei stata” “ti è piaciuto?”, e vide Ginny in preda al panico lasciare la Sala per la vergogna in tutta fretta non reggendo più la pressione.

Draco imprecò ancora mentre gli altri ridevano di lei e arrivavano alle loro conclusioni. Si alzò ma prima di correre via si chinò sui suoi amici : -Si è tutto vero... e sì mi è piaciuto!- disse sussurrando. Fece per voltarsi mentre loro ridevano soddisfatti ma tornò indietro. -Mi è piaciuto due volte!- e solo allora andò via lasciandoli urlanti per la sorpresa, allibiti, con occhi sgranati e sorrisi estremi mentre applaudivano e gioivano di quella vittoria... doppia!






Ginny intanto era corsa via, si era fermata solo quando si sentì abbastanza lontana da occhi indiscreti.

Non avrebbe mai e poi mai pensato a quella svolta, se le avessero detto che la sua vita privata sarebbe stata così traumaticamente pubblica non ci avrebbe mai creduto.

Quella maledetta!

Non era riuscita a prendersi la sua vendetta tramite il professore e adesso se l'era presa così.

La immaginava che godeva del suo operato mentre tutta la scuola non faceva che parlare di quella che sarebbe dovuta essere la notte più intima della sua vita. Non bastava essere stata beccata in flagrante? Cosa che l'aveva già imbarazzata a morte... no anche la pubblica umiliazione.

Avvertì due braccia intorno alla vita e si voltò trovandosi Draco di difronte che sorrideva.

Sorrideva...

Certo, tanto a lui che cambiava?

Lo guardò accigliata. -Ma ti rendi o no conto di quello che si blatera in giro?- gli domandò con esasperazione.

-Certo che si.- le disse lui pacato

-E immagino che la cosa non ti tocchi minimamente...- gli fece notare con un espressione che la diceva lunga.

-No in effetto no...- era evidentemente sincero.

-E certo, non è mica la tua reputazione che è stata stracciata, presa a calci, calpestata e gettata nell'immondizia.-

Draco la guardò stranito. -Fammi capire bene...- le disse. -E' così brutto per te che si dica in giro che siamo stati insieme?- adesso era lui ad essere accigliato.

Ginny era esasperata. Possibile che non capisse? -No, non siamo stati insieme.- lo corresse. -Scopata Draco... scopata!- gli urlò in faccia vedendo la sua espressione tornare normale.

-Quindi è questo il problema?- le disse sorridendole.

Ginny era semplicemente allibita. -Certo che si!- per lei era la cosa più naturale del mondo.

Scopata lo si diceva a chi trascorreva una notte e via, per una cosa di poco conto, di un momento di debolezza, di una a pagamento... ma per amor del cielo!

-O forse è questo che è stato per te?- gli disse stringendo gli occhi a due fessure. Infondo la notte scorsa non c'erano state promesse, non c'erano stati paroloni d'amore a coronare il tutto...

Forse era davvero lei la stupida.

Cercò di sciogliersi da quell'abbraccio per liberarsi da lui e andare a sotterrarsi quanto più lontano e profondamente possibile. Ma lui non lasciò la presa, la tenne stretta intimandole di non muoversi di lì e costringendola a guardarlo.

-Ginny!- la chiamò esasperato. Finalmente si fermò ma non lo guardò, non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi. -La cosa è molto semplice... puoi smentire.- le fece notare con naturalezza.

-Oh si certo perché qualcuno mi crederebbe.- lo rimbeccò convinta dalla stupidità di quel piano.

-Posso smentire io se preferisci.- le consigliò allora.

Ginny lo guardò truce, non sapeva bene perché ma quella frase era stata la peggior frase che gli avesse mai sentito dire fino ad allora. Lo guardò con un'espressione così accigliata da fargli perdere la sicurezza perché le chiese se avesse detto qualcosa di sbagliato.

-Certo che si!- gli urlò lei. -Così vorresti negare di essere stato con me? Negheresti di aver avuto un coinvolgimento così profondo con me!- non sapeva perché si stava comportando così, si rendeva perfettamente conto della stupidità delle sue parole adesso, ma non riusciva a reprimere quella sensazione di abbandono che le vorticava nello stomaco.

Draco sorrise. Perché era così calmo!? Continuava a domandarsi lei che invece era un turbinio di emozioni conflittuali.

-Negherei la cosa, correggendola.- le disse, e lei lo guardò più interessata. -Magari che il gazzettino dicesse che Malfoy ha fatto l'amore con la Weasley saresti più felice?- le domandò sornione.

Ginny era senza parole. Adesso si che si rendeva conto di quanto era sciocca. Non riusciva a rispondergli troppo imbarazzata e davvero felice della cosa. Lui la spronò a dargli una risposta, ma tutto quello che poté fare fu annuire sentendosi terribilmente stupida.

Si sollevò sulle punte baciandolo. Le sue labbra le erano mancate terribilmente. Lo sentì rispondere a quel bacio serenamente, nonostante fossero in un corridoio pubblico e chiunque poteva vederli...

A quel punto però si chiese: -Ma a te sta bene dire una cosa del genere in giro?- si era scostata appena da lui, doveva chiederlo.

Draco parve pensarci pochissimo. -E' solo la verità, che male può fare?-

Ginny sapeva benissimo che quella verità poteva causargli guai seri, sapeva che non era facile per lui come poteva esserlo per lei...

No in realtà non sarebbe stato facile neanche per lei dire a casa Weasley che frequentava un Malfoy.

Affatto.

Ma sapeva che il gran cuore della famiglia nel tempo si sarebbe ammorbidito e lo avrebbero accettato, avrebbero accettato tutto anche...

Già, anche cosa?

Tutta la verità non la conosceva neanche lei. O forse si. Forse la conosceva ma la ignorava volutamente. Sapeva che sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbero dovuto affrontare anche quel discordo, e allora si sarebbero decise le sorti della loro relazione.

Relazione...

-Può rovinarti la reputazione.- gli disse sorridendogli.

-Meglio la mia della tua.- le rispose tornando a baciarla.

Si fermarono quando udirono delle voci chiamarla. Erano sicuramente Ron, Hermione e Harry che la stavano cercando.

-Vuoi che me ne vada?- chiese lui.

Lei gli fece un sorrisetto tirato. -Forse è meglio che parli loro da sola per il momento, argomento delicato.-

-Si immagino.- le disse.

I passi si fecero più vinci. -Corri nasconditi.- gli disse lei frettolosa e lui svoltò l'angolo restando fermo sulla parete del corridoio adiacente come un camaleonte.

-Ginny! Ti abbiamo cercato ovunque.- disse Hermione che con lo sguardo cercava di dirle che in realtà aveva cercato di depistarli ma non ci era riuscita. Probabilmente era stata lei a decidere di urlare il suo nome per avvisarla del loro arrivo.

-Mi devi delle spiegazioni signorina.- iniziò un Ron trafelato e arrabbiato.

-Sinceramente non te ne devo affatto Ronald. Quello che faccio con la mia vita privata riguarda solo me.- gli fece notare con le mani sui fianchi in un atteggiamento fiero. Non sopportava quando si comportava a quel modo.

-Eh no che non è così quando la tua vita privata si chiama Draco Malfoy!- urlò lui. -Malfoy, Ginny... Malfoy...- ripeteva esasperato. -Com'è potuto succedere?-

-Non vorrei spiegartelo in dettaglio.- disse lei incrociando le braccia al petto esasperata dal suo comportamento.

-E' tutta colpa tua Harry!- urlò contro l'amico. A Ginny mancò un battito mentre pregava che la cosa non prendesse quella piega. -Se tu non avessi avuto le tue stupide manie lei non si sarebbe inventata quello stupido piano!- ma fu troppo tardi.

Gli occhi di Ginny si riempirono di orrore pensando a Draco che da dietro l'angolo aguzzava l'udito per sentire meglio.

-Non è così Ron quella cosa è stata accantonata da tempo e lo sai bene!- gli disse per deviarlo, sviarlo, tentare di salvare il salvabile.

-E tu sapevi che si sarebbe spinta fin lì?- domandò invece lui ostinato ad Hermione.

-Ron adesso basta la mortifichi, smettiamola e adiamo a lezione.- gli rispose vedendo Ginny inorridita.

Ron poi si rivolse a lei. -Ne è valsa la pena almeno? Avete ottenuto quello che volevate?- Ginny avrebbe voluto piangere. Non si fermava e Draco stava sentendo tutto.

-Ron basta ti prego fermati!- gli urlava disperata.

-Già Ginny dicci un po'... immagino che tu l'abbia visto... si insomma... il marchio?- disse Harry sussurrando l'ultima parola che però in quel silenzio era arrivata chiara.

-Basta smettetela non è il luogo giusto, non è il momento!-

-No Weasley, smettila tu.- Draco era venuto fuori dal suo nascondiglio. Ginny si voltò trovandolo eretto davanti a lei, le labbra strette ad una fessura e due occhi gelidi che la trapassavano. -Puoi smettere di fingere.-

-No, Draco aspetta... tu non capisci... io non...- tentò disperatamente di giustificarsi ma lui non la lasciava parlare.

-Il piano eh? Allora qual'era questo piano?- chiese sarcastico.

-Draco...-

-No aspetta, credo di aver sentito tutto quello che mi serviva...-

-Non è come credi tu! Se solo mi lasciassi...-

-Volevi sedurmi per controllare se avevo il marchio.- disse lui con tonalità neutra. -Brava. E poi... cosa avresti fatto poi? Mi avresti infilato un paletto nel cuore per uccidermi?- le domandò cattivo.

-Non è così che stanno le cose.- disse Ginny non riuscendo più a reprimere le lacrime che scendevano giù copiose mentre i singhiozzi non le davano modo di parlare.

-Beh... ci sei riuscita.- le disse voltandosi e lasciandola lì.

-Lasciami spiegare!- gli urlò.

-Ti sei già spiegata a sufficienza!- le rispose senza voltarsi camminando più in fretta con passo deciso e pesante.

-Draco! Pensi che avrei fatto l'amore con te per una stupida scommessa? E' questa la persona che pensi io sia?!- gli urlò ancora piegandosi in due dalla disperazione non vedendolo più voltarsi finché non scomparve del tutto alla sua vista.

Ginny pianse mentre sentiva il cuore frantumarsi. Pianse mentre Ron chiamava il suo nome e tentava di avvicinarsi a lei che lei lo cacciò malamente. Pianse quando Hermione la prese tra le braccia e la strinse forte sorreggendola mentre la sentiva respirare a fatica stretta in quell'abbraccio etutto il mondo intorno a lei prendeva a girare vorticosamente come impazzito.

Riuscirono a calmarla un pochino solo dopo diverso tempo.

-Se n'è andato.- diceva con gli occhi gonfi e il viso ridotto ad una smorfia di dolore. -Non tornerà più da me, ne sono creta, lo conosco, l'ho ferito.- non guardava nessuno, puntava una delle pietre sul muso con uno sguardo incantato e la voce atona.

-Ma allora è tutto vero.- disse Hermione cercando di rimettere insieme i pezzi di quel puzzle.

Ginny si limitò ad annuire, asciugando qualche lacrima che ancora scivolava al suo controllo.

-Ginny come hai potuto?- le chiese suo fratello guardandola stranito.

Lei gli puntò gli occhi contro accigliata. -No, Ron, come hai potuto tu?- gli disse in un ringhio gelido. -Se adesso perderò Draco sarà stata tutta colpa vostra.- si riferiva anche a Harry che guardava la scena ammutolito incapace di esprimersi.

-Perderlo Ginny? Ma ti senti? Che dici?-Ron proprio non riusciva a capire, o forse non voleva crederci.

-Ron io ho fatto l'amore con lui.- la voce rotta dall'esasperazione. -E' stato mio, “io” sono stata sua...- gli rispose a quelle domande assurde che la stavano infastidendo moltissimo. -Non lo avrei fatto se non fossi stata certa di essere innamorata di lui.- probabilmente era riuscita a rivelare loro quei particolare solo a causa di quelle circostanze spiacevoli. Era sfinita per il troppo piangere e non aveva più la forza di fingere.

-E lui Gin?- chiese Hermione preoccupata, ma era stata avvisata... -Credi che...-

Ginny annuì, poi scosse il capo. -Credevo di si, non che si sia espresso apertamente ma, credevo di si...-

-Io lo ammazzo.- disse Ron facendo per partire per una ricerca distruttiva. Ma Harry lo fermò prendendolo per un bracciò scuotendo il capo.

-Ma adesso è tutto finito. Non mi crederà mai.- disse lei in un sorriso amaro carico di lacrime nuove che prontamente asciugò.

-Ginny, tutto questo è stato colpa mia, andrò io a parlare con Malfoy, sistemeremo le cose.-

-Si certo Harry tu sei proprio la persona ideale per parlare con Draco Malfoy.- disse Hermione che prese a ridere con Ginny di quell'idea malsana. -Andrò io Gin, ci penserò io a sistemare le cose..- le disse sorridendo.

Ginny avrebbe voluto risponderle che non avrebbe fatto molto la differenza, ma furono interrotti dall'arrivo di Pansy accompagnata dalle sue amichette.

Non si erano neanche accorti di aver perso la prima ora di lezione.

-Allora, che abbiamo qui?- chiese quella con fare arrogante guardandola da capo a piede con un ghigno tra lo schifato e il divertito. -Se non è la piccola di casa Weasley tutta triste... oh, cos'è ti sei finalmente resa conto che Draco ti ha solo usata per una scopata come tante altre e ti senti ferita?-
Quella voce, solo la voce avrebbe potuto farle girare i connotati, ma quelle parole, beh, erano state davvero troppo.

Ginny si alzò in piedi andandole incontro, fronteggiandola di petto. -Cosa vuoi Parkinson? Cerchi rogne? Perché sono proprio dell'umore giusto.- le disse stringendo gli occhi ignorando i suoi amici che la richiamavano all'appello.

In quel momento comparvero Blaise e Theo come dal nulla avvicinandosi alle due.

-Oh Ginny.- sentì dire a Blaise con una vocina affranta avvicinandosi a lei posandole una mano sulla spalla. -I tuoi occhi.-

-Non è il momento Blaise, le chiacchiere sono rimandate a più tardi.- lo freddò senza neppure guardarlo.

Blaise storse il naso, ma si rese ben presto conto che qualcosa di più grave stava succedendo lì.

-Ma che succede?- chiese Theo con la sua solita pacatezza.

-Che c'è Weasley? Tu fai la puttanella e poi te la prendi con me se vieni scaricata?- le disse facendosi più vicina.

-Si prenderanno a botte!- urlò un ragazzino della piccola folla che si era creata intorno a loro in risposta al ragazzo. Theo e Blaise si guardarono e si portarono più vicine alle ragazze cercando di dissuaderle da quello che volevano fare.

-Stanne fuori Blaise.- disse Ginny all'amico per poi tornare a rivolgersi a l'altra. -Non sono stata scaricata, quella che è stata scaricata per mesi sei stata tu se non vado errata... e.. no, non mi sto sbagliando, ne sono certa.- le fece notare Ginny in preda alla rabbia. Come si permetteva di mettere in dubbio il rapporto che c'era tra lei e Draco, un conto era la voce che aveva sparso, ma ora esagerava.

Theo provò a far ragione Pansy ma...

-Stanne fuori Nott!- gli urlò quella tornando poi su Ginny. -Vuoi forse negare che sei stata scopata come una puttana ieri notte?- le chiese accentuando quella parola per ferirla mentre la cerchia di ragazzi attorno a loro prendeva a fare versi eccitati dall'idea di quello scontro. -Io vi ho visti.- aggiunse poi sorniona sorridendo mentre le amiche ridevano di lei.

Ancora una volta i ragazzi cercarono in tutti i modi di fermare l'inevitabile, ma...

-Statene fuori!- gli urlarono le due contro con ferocia.

-Si lo nego.- le rispose Ginny sicura. -Perché noi non abbiamo scopato... quello lo faceva con te... noi abbiamo fatto l'amore!- le disse per poi sferrarle un pugno degno del nome che portava con una soddisfazione indicibile. E puttana sarai tu!- le disse poi rendendosi conto che l'apice della soddisfazione in realtà era stato quel preciso momento.

Pansy era allibita. Si toccava il labbro per vedere se usciva sangue, chiese alle amiche se ce n'era ma no, non perdeva sangue, la vide poi voltarsi verso di lei. -Disgraziata!.- le urlò mollandole un ceffone che per un attimo le fece vedere le stelle costringendola a voltare il viso.

Ginny sentì la famosa rabbia dei Weasley salirle lungo la schiena e...- Ti ammazzo!- urlò scaraventandosi su di lei.

-Ora sarebbe il caso di dividerle o Ginny la massacra.- fece notare Ron mentre tutti partivano nel disperato tentativo di mettere fine a quell'azzuffata carica di graffi, schiaffi, gomitate e tante tirate di capelli...

Ginny riuscì quanto meno a scaricare un po' di quella rabbia repressa che sentiva stagnata nella pancia prima che le braccia di Blaise riuscissero a trascinarla lontano dalla mora.

-Se ti avvicini a Draco ancora una volta giusto che ti faccio diventare nera come il carbone e poi ti trasfiguro nel sorcio che sei!- urlava mentre tentava la fuga da quelle braccia che però più forti di lei riuscirono a trattenerla.

In realtà ci volle anche Ron per trattenerla davvero, il povero Blaise si ritrovò con le maniche della giacca sgualcite e una testata sul lato mento.

-Lo vedremo se non riuscirò a riprendermelo Weasley. Cosa se ne dovrebbe fare di una verginella come te quando può avere una come me?! Scommetto che lo hai annoiato a morte la notte scorsa!- le urlò l'altra con ferocia. Tra le braccia di Theo che insieme a Harry tentavano di non essere colpiti e di allontanarla.

-Non puoi riprendere qualcosa che non è stato mai tuo!- le urlò di rimando sorridendo con maliziosa e cattiva nell'aggiungere: -Comunque si, devo dire che si è davvero annoiato a morte la notte scorsa... per ben due volte!-

La mora era una maschera di rabbia mente i ragazzi prendevano a ridacchiare di qualcosa che già sapevano e i suoi amici invece, compreso il povero Ron, arrossivano per la vergogna della spudoratezza della ragazza.

L'intervento della McGranitt mise fine a tutto quel tumulto.

-Cosa succede qui?- disse indignata per poi guardare le ragazze sconvolta. -Signorine.- disse. -Vi state comportando come dei maschiacci!- le ammonì. -E quale sarebbe il motivo di tutto questo scempio si può sapere?- domandò ma loro non le risposero preferendo continuare a guardarsi in cagnesco.

-E' per un ragazzo.- disse qualcuno nel “pubblico”.

-Per Draco.- disse qualcun altro mentre la folla ridacchiava.

La professoressa sollevò un sopracciglio incerta sulla situazione, i professori non erano mai del tutto ignari delle cose, non erano mai del tutto estranei ai fatti delle “gazzette degli scoop” come ormai gli studenti avevano preso a chiamare quei chiacchiericci insani e talvolta irreali che giravano per i corridoi.

Si soffermò un attimo in più su Ginny scrutandola per bene.

-Allora non ho scelta.- disse. -Tutti ai loro affari immediatamente, se non sparite entro dieci secondi toglierò tre punti alle vostre rispettive care per alunno.- iniziò a contare e tutti scapparono via tranne i diretti interessati. I ragazzi ancora a trattenere le ragazze. -Siete in punizione, verrete da me dopo le lezioni per deciderne le condizioni. Penserò a qualcosa di speciale.-

-Professoressa, se posso, le suggerirei due punizioni ben distinte tra loro.- disse Theo con la voce pacata incrinata per lo sforzo di tenere sotto controlla Pansy.

-Signorina Weasley la lascio nelle mani del suo prefetto.- si riferiva a Hermione che annuì, certo non a Ron di cui si fidava ben poco in quella circostanza.

-Signoria Parkinson per lei la situazione è più grave... è lei il prefetto. Venga con me.- le disse mentre Theo la lasciava andare e lei si liberava di lui con uno strattone seguendo poi la professoressa.

Quando se ne fu andata allora anche Blaise lasciò andare Ginny che si voltò verso di lui accigliata.

Sgranò gli occhi quanto vide il bel viso del ragazzo arrossarsi sempre più davanti ai suoi occhi. -Oh, Blaise sono stata io?- gli chiese dispiaciuta.

-Direi proprio di si.- disse lui toccandosi il mente con il terrore di quello che poteva essere successo deciso a correre subito in infermeria.

Ginny lo abbracciò ripetendogli quanto le dispiaceva fino al punto in cui Blaise capì che non erano solo per lui quelle scuse, o comunque non erano solo per quella testata. -Ginny che succede? Sei sconvolta...-

-Già, hai pianto parecchio vista la tua faccia, vuoi dircelo per piacere?- le chiese Theo avvicinandosi.

-Io mi vergogno.- ammise lei senza staccarsi dalle braccia protettive di Blaise.

-Ma dai Gin qualunque cosa sia successa non potrà mai essere peggio delle cose che ci facciamo in continuazione io, Theo e Draco.- le disse ridacchiando del loro palese essere infantili. -Eppure siamo sempre amici no?- cercò di staccarsela di dosso ma si era arpionata.

-No, lasciami! Lasciami fare Blaise... Devo abbracciarti ora che posso, perché poi non mi vorrai abbracciare mai più!- disse riprendendo a piangere sulla sua spalla.

-Ginny dai smettila e parla.- intervenne Theo. -Dov'è Draco?- le chiese poi dubbioso che lui centrasse qualcosa. -Che ti ha fatto?- domandò ancora.

Ginny si staccò da Blaise che poté finalmente riprendere a respirare. -Ti rendi conto che se passava Draco in questo momento io ero morto?- la canzonò ma lei riprese solo a piangere più forte mentre gli altri guardavano quella scena inverosimile per la prima volta partecipandovi direttamente.

-No non lo saresti.... perché per lui sono Io quella morta.- ammise tra le lacrime dovendosi sedere perché le gambe erano troppo molli.

-No fidati, ci abbiamo parlato stamattina, era entusiasta...- le disse sorridendole malizioso. -Doppiamente entusiasta, se sai cosa intendo.- le disse Blaise dandole una gomitata affettuosa e complice.

Ginny era sconvolta. -Ma voi vi dite proprio tutto?!- chiese scuotendo il campo.

-Non voglio ascoltare.- disse invece Ron che stranamente aveva afferrato il concetto prima di Hermione e aveva alzato lo sguardo sconsolato.

-Lo hai anche detto tu prima a Pansy.- le ricordò.

-Giusto.- annuì a ricordo di quello che aveva detto in preda alla rabbia. -Comunque ,Theo, la domanda non è cos'abbia fatto lui a me, ma cosa io abbia fatto a lui...- gli disse guardandolo con uno sguardo pieno di rimorsi e di sensi di colpa.

Raccontò loro la verità. Gli raccontò di come aveva mentito a tutti loro, nessuno escluso, e di come aveva mentito a Draco in particolare.

Raccontò di come tutto era iniziato, della scommessa, del desiderio di Harry di scoprire se Draco era o meno stato marchiato.

Stranamente nessuno si scompose, l'ascoltarono in silenzio mentre rideva, piangeva, esternava tutto quello che aveva dentro perché finalmente poteva farlo.

-Ma poi è successo davvero. Un'arma a doppio taglio.- rise di se stessa. -Mi sono innamorata di lui, ci sono cascata con tutte le scarpe e adesso...- si fermò presa da un nodo pressante che le impediva anche di respirare. Si mordeva le labbra e stringeva gli occhi per non piangere più per trovare la forza di reagire e di raccontare tutto. E lo fece, faticosamente lo fece.

-Blaise... non devi pensare però neanche per un momento che la nostra amicizia per me non sia vera o che non valga quanto quella di Harry o Hermione...- gli disse sconfortata e agitata, sapeva che avrebbe potuto perdere anche lui.

-Ginny mi hai proprio deluso.- le disse invece. E lei strinse le labbra trattenendo le lacrime riuscendo solo a dirgli che era dispiaciuta. -Mi hai deluso perché dovresti saperlo ormai che la nostra amicizia va oltre queste stupidaggini.- gli occhi di lei si illuminarono di speranza. -Ginny noi siamo serpi mentiamo costantemente. Anche così per sdrammatizzare un po'...-

-Per divertirci...- aggiunse Theo.

-Per prendere in giro qualcuno.- i ragazzi si guardarono convinti e soddisfatti della cosa. -E se anche tu hai voluto mentire per una volta tanto non è un dramma... non è una cosa irreparabile...- sorrise.

-Almeno con noi.- fece notare Theo guardando l'amico con un'espressione di incertezza e ammonimento. -Gin com'è finita la storia del marchio?- chiese rivolto a lei con un sopracciglio sollevato.

-Già Ginny non ci hai più detto se...- chiese Hermione a questo punto incuriosita seguita dagli altri due che volevano sapere.

-Non mi importa un accidenti dello stramaledettissimo marchio!- Urlò lei in preda ad un attacco isterico. -Non lo capite proprio vero?- domandò loro scuotendo il capo. -Io non l'ho voluto vedere, non mi interessa sapere... io sono innamorata di lui, io voglio Draco così com'è.- disse con le lacrime che avevano lasciato il poso alla fierezza e alla sicurezza di quei sentimenti così forti da farla sentire potente. -Lo voglio con i suoi pregi e accetterò qualunque difetto.- ammise in un soffio. -Se anche sapessi del marchio io non ve lo direi!- concluse determinata.

Blaise e Theo si guardarono. -Dobbiamo andare .- disse il secondo afferrando Blaise per il braccio e trascinandolo via.

-Dove state andando?- gli chiese.

-A parlare con Draco!- le risposero in coro.

Hermione abbracciò Ginny da dietro incoraggiandola a stare tranquilla, dicendole che quei due buffi tipi avrebbero sistemato tutto.





 

Draco era furioso.

L'aveva tradito, l'aveva illuso, l'aveva ferito.

Lui le aveva dato tutto, aveva deciso di mettere in pericolo la sua stessa vita, forse di conseguenza anche quella dei suoi genitori, tutto solo per lei, ed era stato tradito.

Dov'era tutto quell'amore che lei pareva nutrire così fortemente nei suoi confronti solo fino a qualche ora prima? Dov'era finita quella ragazza che si lasciava prendere abbandonandosi completamente a lui?

Era finta, falsa, non era mai esistita...

Più ci pensava più gli andava il sangue alla testa.

Aveva ammesso di amarla, lo aveva ammesso a se stesso, a Blaise, a Theo, e lo avrebbe ammesso ben presto anche a lei se solo...

Eppure in qualche modo glielo aveva detto giusto poche ore prima quando le aveva detto che avevano fatto l'amore, era stato abbastanza esplicito ed era certo che lei avesse capito l'antifona.

Che stupido dannazione!

Aveva camminato per la sua stanza come un matto fino a che non iniziarono a fargli male i piedi. Se qualcuno lo avesse visto in quel momento non lo avrebbe riconosciuto.

Poi si fermò.

Una rabbia cieca e la decisione più importante della sua via.

Avrebbe fatto entrare i mangiamorte ad Hogwarts. E lo avrebbe fatto immediatamente.

Come una furia si aggirò per i corridoi salendo fino al settimo piano. Camminò davanti a quel muro, i passi sempre più incerti man mano che la cosa diveniva realtà. Ma lo fece. E la porta comparve davanti ai occhi.

Vi entrò esitando solo un istante.

Si portò davanti a quell'armadio, quello che per mesi aveva tentato di trasformare in una passaporta, fallendo diverse volte.

Respirò a fatica, cercò di inspirare più forte per rilassare i nervi.

Era lì, ad un passo dal suo destino, avrebbe compiuto la missione, si sarebbe fatto strada tra le chiese del signore oscuro e sarebbe forse anche riuscito a riportare il nome della sua famiglia agli antichi splendori caricandosi di onore.

Onore...

Era davvero quello che credeva lui, o erano solo le ombre di discorsi e racconti passati a farsi vivi nella sua mente ancora e ancora...

Erano le reazioni incondizionate di tutto quello che aveva visto, sentito, affrontato, a parlare?

Era davvero onore per lui servire il signore Oscuro, lasciar morire per mano sua milioni di persone innocenti, colpevoli solo di essere nati da babbani, essere mezzosangue, o peggio ancora semplicemente non provare ribrezzo davanti a uno di loro.

Infondo cosa avevano fatto i babbani di così assurdamente deplorevole per essere odiati a questo punto?

Lui non li odiava.

Strinse forte la bacchetta in pugno.

Draco Malfoy era un mago purosangue, purissimo poteva aggiungere, era una delle famiglie più importanti del regno magico, nato per essere qualcuno, ma non per essere superiore a qualcuno.

No.

Draco Malfoy, mago purosangue, non credeva di valere più di altri. Non credeva di valere più di Hermione Granger che da buona mezzosangue era la strega più geniale di tutta la sua generazione. Aveva cercato di superarla per anni... in qualunque cosa dannazione! Ma non ci era mai riuscito, non ci sarebbe mai riuscito.

Era superiore a lei?

No.

Ron Weasley. La famiglia Weasley. Babbanofili per generazioni con un apice massimo in Arthur Weasley. Adoravano tutto ciò che era babbano, e li studiavano come potevano con un interesse smodato. Ma era brava gente. Se quella era la loro unica colpa allora...

Era superiore a loro?

No.

Harry Potter.

Nessuno poteva immaginare quello che il suo cuore celava per lui. Harry era la rappresentazione fisica di un rifiuto tagliente.

Aveva cercato di essere suo amico, ma lo aveva rifiutato.

Era stato rifiutato perché gli avevano detto che i Malfoy non erano una famiglia per bene, e lui li aveva creduti.

E aveva anche ragione per la miseria ma...

In quel momento il rancore verso di lui era diventato accecante, insostenibile!

Si era sentito ferito, non gli aveva neanche dato una possibilità...

Ma no, non lo odiava, perché avrebbe dovuto? Se Harry alla fine aveva deciso che Malfoy era davvero da evitare era stato solo per il terreno bruciato che lui stesso con le sue mani si era creato intorno.

Sorrise amaramente pensandoci su.

Magari le cose sarebbero potute andare diversamente...

Era superiore a lui?

No...e non lo sarebbe mai stato.

Ma Ginny...

Con lei si era aperto, con lei aveva ritrovato la fiducia nel prossimo, la voglia di vivere, la forza di lottare per quello che riteneva più gusto.

Era riuscito ad analizzare se stesso al punto da arrivare dov'era in quel momento, a quella consapevolezza.

Al punto da riuscire a dire che non voleva lottare con il signore Oscuro, ma con lei... per lei...

E cosa gli aveva fatto? Lo aveva tradito, illuso e ingannato.

Non lo aveva mai amato.

Quel rifiuto, quella presa in giro era bastata a riaprire vecchie ferite, e ad aprirne una nuova ancora più profonda se possibile.

E quella ferita non poteva essere sanata, non più.

Si, era deciso. Avrebbe fatto entrare i mangiamorte e avrebbe messo fine ai suoi tormenti.

Sollevò la bacchetta e le puntò contro l'armadio finalmente deciso.

-Fermo!- sentì alle sue spalle e si arrestò per voltarsi a guardare i volto di quelle voci conosciute.

-Che volete?- chiese con una smorfia. -Andatevene. Oppure restate... fa lo stesso non mi importa.- disse loro con apatia.

-Draco, fermati immediatamente se non vuoi commettere un grave errore.- disse Theo trafelato per la corsa inarrestabile.

-Ti abbiamo cercato in lungo e in largo. Sale Dra, ma che hai nella testa? Vuoi farci uccidere tutti?- chiese Basile accigliato avvicinandosi a lui con il fiatone. -Io non sono un atleta... non lo sarò mai... e adesso ne son certo.- disse portandosi una mano alla milza premendo con forza. -Sto per morire.- si lamentò ancora.

-Ma smettila.- lo ammonì Theo riprendendo fiato. -Draco non farlo, c'è stato un malinteso.- gli disse speranzoso.

Draco però non voleva sentire ragioni, voleva solo farla finita con quella storia il più in fretta possibile ottenendo la sua vendetta. -Lasciatemi in pace.- andate da lei se la preferite a me.- disse loro inacidito.

-Non è una questione di preferenze Dra, è quello che è giusto o sbagliato che conta... e tu stai sbagliando.- gli disse il moro.

Draco era sbalordito da quanto i suoi amici difendessero la loro nuova amichetta. -Io avrei sbagliato?!-

-Non ha detto che “hai” sbagliato ma che lo farai ora...- lo corresse l'altro.

-E' lei che ha sbagliato con me! Voi non sapete niente non intromettetevi!- gli urlò contro con ardore scaricando su di loro la tensione.

-Noi ne sappiamo più di te.- lo corresse ancora Theo.

-Già- gli venne in aiuto Blaise. -Ti sei fermato a chiederle spiegazioni? Hai visto come stava?- gli domandava severo. -Scommetto di no. Conoscendoti te ne sarai andato via sbattendo i piedi come un bambino viziato.-

Questo era davvero troppo. -Cos'è Basile ne vuoi ancora. Lo minacciò chiudendo la mano libera a pugno.

-Questa volta te le suono io Dra stai attento.- gli intimò l'altro.

-Smettetela mi sembrate due bambini di sei anni.- Theo scosse la testa rimproverandoli senza alzare mai la voce. Per qualche ragione comunque riusciva nel suo intento anche così...

-Dovete andarvene, io non ho bisogno di ulteriori spiegazioni, voglio solo farla finita.- disse loro perdendo la sicurezza acquisita poco prima.

-Draco. Ginny ci ha raccontato tutto, e noi l'abbiamo perdonata.- disse Theo.

-Già, tu non l'hai vista, era disperata poverina, si stava piangendo via gli occhi dalle orbite!- esclamò Blaise ammusandosi per l'amica.

Draco ebbe un fremito. Cercò di scacciare via quell'immagine, di reprimerne la necessità fisica di proteggerla da tutto.

-L'Abbiamo trovava nel corridoio che se ne dava di stana ragione con Pansy- Theo ridacchiò ricordando la scena.

-Già, e io per separarle mi sono beccato una bella testata dalla tua nuova fidanzatina.- aggiunse Blaise massaggiandosi il mento ormai illividito.

Draco sollevò lo sguardo puntandolo su Blaise, guardandolo davvero forse per la prima volta da quando erano entrati in quella stanza. Era vero aveva un rossore persistete al mento.

Ebbe anche un brivido lungo la schiena nel sentir definire Ginny la sua fidanzata.

Avrebbe tanto voluto che fosse andata diversamente, ma nonostante tutto quell'appellativo non riuscì a dargli fastidio.

-Si picchiavano per te.- sottolineò Theo sorridendogli appena.

Ginny aveva fatto a botte per lui. Aveva picchiato Pansy per lui?

-Continuava a ripetere che voi non avevate scopato ma che avete fatto all'amore...- disse Blaise portando le mani incrociate sulla guancia sbattendo ripetutamente le ciglia facendo ridere Theo.

Draco sentiva che un sorriso voleva impadronirsi delle sue labbra, ma era deciso a guardare la cosa da un punto di vista razionale.

-Stava solo cercano di difendere il suo onore... non era per me.-

-Un corno. Le ha intimato di starti lontano o l'avrebbe... com'era?- chiese Theo all'amico.

-Fatta nera e poi trasmutata in un sorcio...- Blaise rise di gusto.

-No.- lo corresse Theo. -Nel sorcio che è.- scoppiarono a ridere così forte che Draco non poté fare a meno di sorridere trattenendo la voglia matta di lasciarsi andare.

Continuava a ripetere loro di smetterla, che non gli stavano rendendo le cose facili, ma loro non smettevano, non volevano rendergli le cose facili, gli rispondevano semplicemente che lui si era perso la scena e che non poteva neanche immaginare le loro facce.

-La McGranitt però le ha beccate e ha detto che le punirà.-

-Mi auguro in separata sede.- sfuggì a Draco, ma lo pensava davvero. Gli occhi di quei due erano puntati su di lui, ne sentiva il peso e non li sopportava. -Dai ragazzi andate via, vi prego...- una lamentela, una supplica, si sentiva indebolito.

-Dra riflettici... Ginny ti ama.- Theo scrollò le spalle, per lui era palese.

Draco respirò profondamente, aveva il respiro tremante. -Voleva solo sapere del marchio.- ammise piano con tono deluso e sconfitto.

-Ah si? Beh ti dico di no invece!- urlò Blaise pronto a difenderla. Draco odiava quel suo atteggiamento nei suoi confronti, gli dava ai nervi. -Caro Draco ti sembra per caso che lei abbia cercato di guardati il braccio mentre ieri notte eravate impegnati in quella piacevolissima attività fisica?- gli domandò... serio?

-Credo fosse impegnata a guardare altro.- disse Theo ghignando divertito. Draco lo fulminò.

-La risposta è no... e comunque appoggio la tesi di Theo.- risero come due ochette pettegole facendogli saltare i nervi, ma non impedendogli di sorridere.

-Ha dichiarato davanti a Potter, Weasley e alla Granger che non gliene importa niente del marchio... e ha detto che ti vorrebbe lo stesso anche con... beh, lo sai... il marchio insomma.- disse Blaise.

-Poi ha aggiunto che anche sapendolo non lo avrebbe riferito a nessuno.- spiegò Theo per non lasciare nulla di inspiegato.

Draco si portò le mani ai capelli spettinandoli. Come diamine aveva potuto sottovalutare quel particolare? Che stupido.

-Dra ma alla fine l'ha visto o no il marchio?- chiese Blaise titubante.

A Draco riaffiorarono i ricordi della notte appena trascorra.

Ricordò l'odore della sua pelle profumata, i suoi occhi che lo guardavano con desiderio, i suoi baci, la forza con cui lo stringeva a sé. E qualcosa di simile ad un pugno gli colpì lo stomaco dall'interno dandogli una sgradevole sensazione di svuotamento.

Poteva essere davvero tutto finto? Se fosse stato così era davvero brava ma.. Ginny non avrebbe mai saputo mentire con quella maestria, era così abituato a vedersi circondato da serpi che aveva dimenticato che lei non era una di loro...

Ginny era una Grifondoro, aveva il cuore puro, l'animo buono, la forza e il coraggio di un leone.

-No.- rispose a Blaise che attendeva una risposta, con voce rotta dall'emozione, un sospiro affannato, un'ammissione che sentita pronunciare dalle sue stesse labbra gli diede quelle certezze perdute, offuscate dalle sue paure, dalle sue insicurezze.

Ricordò che aveva deciso di esporsi a lei, lo aveva deciso lui di mostrarsi per quello che era perché si fidava di lei, perché era lui quello che le aveva mentito, era lui che l'aveva fatta sua, le aveva strappato via il bene più prezioso, senza dirle la verità... Senza dirle che faceva l'amore con la morte.

Se solo avesse saputo...

Eppure... eppure loro dicevano che lei lo avrebbe voluto comunque. Era così?

Ginny avrebbe amato anche l'oscurità che era in lui? E lui cosa aveva fatto? L'aveva ferita come non aveva mai fatto con nessuno!

-Mi ha detto di non togliere la camicia. Mi ha detto che faceva freddo e che mi sarei ammalato.- Draco parlava in silenzio, in fretta, per l'esigenza di gettare tutto fuori, rivolgendosi più a se stesso che a loro. -Lei però non ha esitato a spogliarsi quando...- si arrestò di colpo tornando in sé, ricordandosi che stava parlando ad alta voce difronte ad un pubblico piuttosto interessato...

-No, Dra non fermarti, ti prego continua.- gli disse Blaise interessato a quei particolari piccanti. Draco lo guardò disgustato.

-Sono stato uno stupido.- concluse ignorandolo volutamente, troppo preso dai suoi pensieri che facevano acqua da tutte le parti per preoccuparsi di lui. Sollevando il capo e portandosi una mano alla testa e l'altra sul fianco. -Non posso farlo.- disse rivolto all'Armadio Svanitore che faceva bella mostra di sé al centro della stanza caotica.

-La condanneresti a morte.- disse Theo in un soffio, capendo perfettamente qual'era lo scrupolo dell'amico, e ne fu in realtà sollevato.

Gli occhi di Draco si riempirono di orrore al pensiero del suo corpo privo di vita, al pensiero di non poterla più stringere a sé.

-Menomale... è ritornato in sé.- disse Blaise soddisfatto. -Torniamo alle nostre vite.- disse infine voltandosi e incamminandosi. Theo non si mosse, lo sguardo di Draco non gli piaceva.

-Non posso farlo.- disse Draco.

-Lo sappiamo Dra e ne siamo felici... davvero.- disse ancora Blaise con voce leggera.

-No, tu non capisci...- lo azzittì Draco in preda al panico. -Nel momento in cui non farò entrare i mangiamorte ad Hogwarts... mi crederanno un traditore... Hanno mia madre.- sgranò gli occhi così tanto che gli altri due pensarono potessero uscigli dalle orbite. -La uccideranno!- disse con un ritrovato orrore.

Draco pensò al suo tradimento. Per un attimo pensò davvero di tradirli, e di stare con lei, di scegliere lei. Ma cosa poteva comportare tutta questa leggerezza se non la morte dei suoi genitori? Non voleva fare del male a Ginny, più di quanto già non gliene avesse fatto ma, non voleva neanche che facessero del male a loro, a sua madre... -Ho trovato.- un'idea gli balenò la mente, così marcia, così subdola, così dolorosa che lo disgustò. Un conato di vomito s'impadronì di lui. Ma era l'unico modo. -Devo uccidere Silente.- disse in un soffio.

Tutta quella storia era iniziata quando il Signore Oscuro aveva deciso di scontare su di lui l'inadempienza di suo padre. Aveva deciso di affidargli quella missione suicida in modo da punire lui eliminando una pedina inutilizzabile. Molti avevano creduto morisse subito, invece lui era ancora lì. Li aveva delusi...

Aveva deluso davvero tutti in tutti i modo possibili, rise amaramente di se stesso, delle sue condizioni, della lama che oscillava sulla sua testa da quell'estate fatidica. Rise di quella missione suicida che doveva assolutamente tentare.

L'unico rimorso era lei... era non poter salutare lei, che dopo quel giorno non avrebbe mai più rivisto.

Ma era l'unico modo...

Avrebbe adempiuto al suo dovere affrontando Silente, non lo avrebbero creduto un traditore, avrebbe salvato i suoi genitori, non avrebbe aperto la porta per Magie Sinister attraverso l'Armadio, i mangiamorte non sarebbero entrati ad Hogwarts e anche Ginny sarebbe stata al sicuro.

Il piano era assolutamente perfetto in tutto.

S'incamminò spedito verso l'uscita della stanza. I ragazzi lo seguirono urlandogli conto, ma lui continuò per la sua strada.

Una volta fuori la porta scomparve.

-Dra non poi farlo. Cosa penserà Ginny di te dopo.- Theo aveva delle buone motivazioni ma Draco aveva le sue. Gli importava che fosse al scuro, e se lo odiava tanto meglio, avrebbe sofferto meno, lo avrebbe dimenticato prima.

-Se non lo faccio uccideranno mia madre. Devo farlo.- disse sicuro di se. In realtà non era mai stato tanto sicuro di qualcosa in vita sua.

-C'è sicuramente un altro modo. Le cose si possono risolvere diversamente.- disse Blaise in preda al panico, assolutamente sconvolto all'idea di perdere il suo amico.

-Non è così facile. Se io non adempio alla mia missione mi considereranno un traditore! La uccideranno Blaise!- gli urlò contro senza arrestare la sua corsa.

Draco era deciso. Doveva farlo!




Ciao a tutti^^ mi sono fatta un attimino desiderare ma il lavoro è stato tanto in questo giorni e il tempo poco...

Che dire? Le cose iniziano a farsi contorte, come in realtà piace a me... è bello accendere le micce nelle storie... quel dare e togliere che mette adrenalina e da movimento... so che per voi forse non è così e che magari mi starete odiando per questo ma... ehi... mi piace lasciare i personaggi quanto più “nei personaggi possibile”... e no credo che Draco avrebbe lasciato perdere e sarebbe corso tra le braccia di Ginny così come nulla fosse... e poi non c'è storia senza dolori e orrori, quindi...

Vi lascio questo capitolo e vi do appuntamento al prossimo.

Un bacione a tutti voi che siete arrivati fin qui! Ciao!

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Capitolo 27
*** Non sei un assassino Draco. ***


Allora, c'è una piccola premessa da fare prima che leggiate.
I passaggi del dialogo che leggerete sono stati presi direttamente dal libro, le frasi dei discorsi sono state copiate pari pari almeno in parte, non vi dico altro perché la riconoscerete insomma...
L'ho fatto perché quella scena mi ha sconvolta e anche se so benissimo che le cose non sono andate così, per me era così che dovevano andare (arrivo ioooo!!!!XDXDXD) scherzi a parte ho immaginato tutta la storia partendo da questa scena quindi è la parte più importante di tutto quello che avete letto fin ora.
Non so se l'ho resa bene, a me non dispiace, ma vorrei davvero sapere voi cosa ne pensate a questo giro, quindi per piacere commentate e fatemi sentire la vostra opinione, perché questa volta ho davvero stravolto una scena reale.

Volevo pubblicarlo ieri che era il mio compleanno... ma ho lavorato tutto il giorno e sono tornata a casa alle 3 quindi non mi reggevo in piedi ^^.

Spero vi piaccia... un bacione a tutti alla prossima!!!!



Capitolo 27


Man mano che i suoi piedi si avvicinavano all'ufficio del preside i suoi passi diventavano di volta in volta più incerti.

Tutta quella sicurezza che aveva professato minuti prima stava scomparendo, ma non per questo si sarebbe fermato.

I ragazzi continuavano a chiedergli di fermarsi, di parlarne, cercavano di convincerlo che c'era un altro modo per affrontare la cosa. Ma non c'era.

E poi trovava ridicolo l'idea che ci fosse un altro modo. Forse per loro poteva essere così, forse considerate le loro condizioni avrebbero potuto risparmiarli, proteggerli, e sperava davvero tanto che andasse a quel modo, ma per lui era diverso.

Draco era figlio d'arte, per così dire, chi gli avrebbe creduto.

Veniva da una famiglia che lo aveva condannato alla nascita, e lui stesso non era più salvabile dall'estate scorsa, da momento in cui si era lasciato marchiare, dal momento in cui aveva accettato di uccidere Silente e far entrare i mangiamorte a Hogwarts.

Senza contare i danni che poteva fare uccidendo due studenti quell'anno, uno dei quali era proprio il fratello di Ginny. Cosa gli avrebbe detto in merito se avesse saputo?

Non era quello il momento i pensarci, continuava a ripetersi sospirando.

Era il momento della verità, il momento in cui avrebbe fatto la cosa giusta, avrebbe fatto l'unica cosa che avesse potuto fare per mettere fine a quella follia.

Si fermò si scatto un attimo prima di arrivare alla porta che lo separava dall'ufficio di Silente, voltandosi nella loro direzione. Gli finirono addosso, ma bene così, era quello che voleva.

Li afferrò, li strinse in un abbraccio così forte, un abbraccio che non si erano mai scambiati prima. Erano i suoi amici, i suoi unici, veri, amici. Erano le uniche due persone che fossero state in gradi di capirlo, di sorreggerlo, di accompagnarlo in quel viaggio, giudicando solamente Draco, senza associarlo anche ai Malfoy.

Il suo cognome dalle loro labbra era semplicemente tale, non c'era disgusto, non c'era ribrezzo, c'era affetto, sincero.

Li strinse forte entrambi mentre loro non capivano cosa stesse succedendo, mentre prendevano a rispondere a quelle braccia tremando, di paura e di emozione.

Chiuse forte gli occhi reprimendo la forte voglia di lasciarsi andare in un pianto disperato, tirando su con il naso, afferrando i tessuti delle loro giacche stringendo forte fino a farsi male alle mani.

-Dra...- disse Blaise solamente, e poteva sentire che per lui era lo stesso, aveva capito che loro sapevano. E gli bastava quello, sapere che sapevano.

-Dovete promettermi...- disse ingoiando quel groppo che in gola era troppo ruvido da mandar giù. -Che ve ne andrete adesso... che qualunque cosa accadrà non interverrete, che vi dichiarerete estranei ai fatti, e che vivrete una vita lunga, bella, piena di vita e di emozioni, di gioia...- adesso la voce usciva soffocata, la bocca impastata, il cuore in gola che galoppava a centinaia di chilometri orari, troppo forte per non essere percepito da loro.

Blaise lo allontanò di scatto. -No!- gli urlò. -Non farò nulla di simile!-

-Blaise devi promettermelo!- gli intimò tremante ma deciso.

-No!-

-Draco noi veniamo dentro con te.- gli rispose Theo con calma.

 

Draco fu colto da una fitta dolorosa nello stomaco. Non poteva permetterglielo!

Li afferrò trascinandoli nel corridoio adiacente. Era piuttosto buio e isolato, non era un corridoio di servizio o di passaggio, poteva andar bene.

-Questa è la mia battaglia.- spiegò lui con voce rotta dall'emozione, dalla paura. -Non ne avrò un'altra, è questa. E' tutto quello che ho, è la mia unica occasione per dimostrare a me stesso chi sono.- cercò di spiegare loro.

-Draco ci sono sicuramente altri modi...-

-No Theo no!- urlò guardandosi poi attorno per paura che arrivasse qualcuno. -E' questo l'unico modo.- ingoiò.

Draco allungò un braccio tendendolo a Theo guardandolo dritto negli occhi. Il ragazzo aggrottò la fronte in un primo momento vedendo quel gesto, ma capì ben presto cosa Draco volesse da lui.

-No...- gli disse in un soffio.

-Devi.- gli rispose Draco sull'orlo di una crisi.

-Non posso.-

-Devi Theo! Se è vero com'è vero che la nostra amicizia vale per te quanto vale per me allora dovete farlo!- gli intimò a denti stretti faticando contro la voglia matta di urlare.

Theo lo guardò un attimo stranito. Sembrava inebetito mentre si guardava intorno, apriva la bocca, la richiudeva e scuoteva il capo. Senza preavviso però gli afferrò il polso, e le loro mani si strinsero a suggellare la presa.

Draco vedeva le labbra di Theo tremare, ma il ragazzo non vacillò, non si scompose, non disse nulla.

Gli fu grato. Era di certo più coraggioso di lui.

-Blaise tu sarai il Suggello.- gli disse senza mai togliere gli occhi da quelli di Theo, sapeva che non poteva guardare Blaise.

-Voi siete impazziti... non mi presterò a quest'assurdità!- gli urlava contro.

-Blaise!- l'urlo di Theo lo azzittì. Capitava davvero rare volte di sentire la sua voce così altera, Blaise vacillò sentendosi stordito. -Fallo e basta.- gli disse in un soffio di dolore e disperazione mentre le labbra ripresero quel tremolio isterico.

-E' una follia.- disse Blaise tirando fuori la bacchetta posandola sulle loro mani congiunte e sussurrando, con un filo di voce rotta dal dolore, quelle che furono le parole che gli costarono più care in assoluto. -Giuri tu...- disse. -Giuri tu...- riprovò più deciso ma le parole continuavano a morirgli in gola.

-Vai avanti.- gli disse Theo.

-Non ci riesco.- ammise con una lacrima che gli scivolava lungo il bel viso scuro.

Per un attimo i due interruppero quel contatto visivo. Draco guardò l'amico che rispose al suo sguardo con tutta la sofferenza del caso. -Blaise, fallo e basta.- gli disse con un sorriso tirato e gli occhi lucidi.

-Blaise.- lo incitò anche Theo con dolcezza infinita.

L'affetto era palpabile, la loro amicizia anche, nessun patto magico poteva essere forte quanto quello che li teneva uniti anche senza di bisogno di professarlo ad alta voce.

Blaise inspirò forte, soffocò la voglia di piangere, e iniziò più deciso: -Giuri tu, Theodore Nott, di non rivelare a nessuno le intenzioni di Draco Malfoy...- e la sua voce salì di qualche tonalità ma non si fermò.

-Lo giuro.- disse lui.

-E che ti dichiarerai estraneo ai fatti che accadranno oggi tra Draco e Silente.- concluse mentre la sua bacchetta tremava così tanto che ogni tanto li colpiva con la punta.

-Lo giuro.- disse infine Theo tirando su con il naso stringendo più forte il braccio di Draco, che gli sorrise grato.

-Adesso tocca a te Blaise.- gli disse Draco lasciando la mano dell'amico e porgendola all'altro.

Blaise arretrò d'un passo spaventato, per nulla convinto che fosse una buona idea, mentre i suoi amici lo guardavano con intenzione e determinazione.

Le labbra di Blaise si mossero instancabilmente. Per la prima volta non aveva nulla da dire, non sapeva cosa dire. Lo videro abbassare lo sguardo puntandolo sul pavimento e allungare il braccio timidamente, insicuro.

Draco non riuscì mai a stringergli la mano, perché Gazza arrivò alle loro spalle urlandogli contro che non potevano stare lì che dovevano tornarsene a lezione mentre Mrs Purr li guardava con uno sguardo incriminante. Pareva sapesse quello che stavano facendo.

Nulla di quello che Draco disse o fece riuscirono a calmare il Magonò che urlava contro di loro.

Quando Draco si voltò i suoi occhi incontrarono quelli di Blaise. Alle sue spalle vide Silente attraversare il corridoio velocemente sparendo alla sua vista.

Draco sbiancò. Aveva perso la sua occasione?

No, non poteva andare così, non sarebbe mai riuscito a trovare la stessa determinazione e la forza di andare avanti se avesse dovuto rinunciare adesso.

Si maledisse, e maledisse l'esitazione di Blaise che li era costata cara. Maledisse anche Gazza che era sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.

I ragazzi furono costretti a lasciare quel corridoio e una volta svoltato l'angolo Silente non era già più lì.

-Cos'hai fatto!?- Draco era furibondo.

-Dra io...- tentò di giustificarsi lui ma furono interrotti.

-Draco Malfoy?- gli domandò un ragazzino del primo anno.

Draco lo squadrò dalla testa ai piedi. Non aveva idea di chi fosse o di cosa volesse. -Si.- gli rispose incerto.

Il ragazzino sorrise dicendogli: -Il preside mi ha detto di riferirti che sarà sulla torre di Astronomia.-

Draco lo guardò accigliato. Cosa voleva dire con questo? -Perché mai ti ha detto di riferirmelo?-

-Non ne ho idea, l'ho incontrato per caso e mi ha detto di dirlo a Draco Malfoy, il ragazzo biondo.- fece spallucce e se ne tornò da dov'era venuto.

Le labbra di Draco di storsero in una smorfia gelida. Non riusciva a capire dannazione! Ma non era quello il momento di pensarci, doveva agire.

Fece per correre via, ma si ricordò di Blaise e si arrestò voltandosi verso di lui.

Blaise lo guardò spaventato, senza dargli il tempo di dire o fare nulla, scappò via superandolo di tutta fretta.

-Fermati maledetto!- gli urlò dietro, ma era tardi, non poteva più perdere tempo, doveva agire e subito.

Un ultimo sguardo per Theo e partì per la torre.






Salì le scale con le gambe tremanti. Tentò di darsi un certo tono, di non mostrare la paura, lo sdegno, e i dubbi che quello che stava per fare gli provocavano. Tentò di mostrarsi crudele e sicuro di se.

Era un mangiamorte, e aveva una missione.

Salito l'ultimo gradino lo vide. Era in piedi in fondo alla stanza, di spalle, le mani dietro la schiena.

-Buon pomeriggio Draco.- gli disse il preside senza la necessità di voltarsi, sapeva che era lì.

Draco si paralizzò, la bacchetta in pugno. Si guardò intorno per vedere se c'era qualcun altro. Come avrebbe potuto sapere che era lì altrimenti?

-Chi altro c'è?- gli domandò.

-E la domanda che potrei fare io. O agisci da solo?- gli chiese il preside voltandosi per la prima volta incontrando il suo sguardo. Era sereno mentre vedeva Draco con la bacchetta puntata al suo cuore.

-Potrei...- si schiarì la gola, voleva che la voce gli uscisse limpida. -...potrei fare entrare dei mangiamorte nella scuola quando voglio.- disse. Era vero. Ma non lo avrebbe fatto.

-Bene, bene. Molto bene davvero.- la voce calma, i toni neutri, sembrava stesse discorrendo del più e del meno con lui che era lì per ucciderlo. -Hai trovato il modo per farli entrare, allora?- sembrava quasi allegro, quasi stessero parlando di compiti scolastici potati a termine a buon fine.

Draco ebbe un fremito, non riusciva a capire cosa stesse succedendo, l'ambiguità del preside lo innervosiva, ma continuò. -Si. Proprio sotto il suo naso, e non se n'è nemmeno accorto!- tentò di inacidire la voce quanto più possibile. Tentò di rievocare tutto il disprezzo che aveva provato in passato, anche se non particolarmente per lui...

-Ingegnoso.- esclamò quello lasciandolo a bocca aperta. -Eppure... perdonami... dove sono adesso? Non li vedo.- chiese con quell'aria ingenua che lo infastidiva non poco.

-Ho detto “potrei”... non ho detto che l'ho ancora fatto... ma lo farò.- annunciò ingoiando il nodo in gola che lo faceva respirare a tratti, dandogli un'aria debole. -Ma prima... Io... Ho un compito da svolgere.- disse. La bacchetta tremò. O fu la sua mano?

Il preside annuì convinto. -Bene allora devi sbrigarti mio caro ragazzo.- aprì le bracci in segno di resa aspettando diversi minuti in silenzio che Draco compisse il misfatto.

Le labbra di Draco tremarono così tanto che dovette stringerle più forte che poté per farle smettere, e la sua mano era un fremito continuo, la bacchetta diventava ogni momento più pesante nelle sue mani indebolite. Un macigno insostenibile.

Gliela puntò ancora conto con più fermezza, ci provò davvero ma, nulla. Le gambe molli, la testa pesante, e quei maledetti conati di vomito che gli impedivano di ingoiare ancora.

-Draco, Draco, tu non sei un assassino.- gli disse l'uomo con gli occhi più dolci del modo e un sorriso sottile sotto la lunga barba.

Draco strinse forte la bacchetta. Indurì i tratti, strinse i denti. Come poteva dirgli cos'era e cosa no quando neanche lui sapeva di cosa era capace? Fino a quel momento infondo aveva lavorato per lui, per colui che non dev'essere nominato, per Voldemort... aveva il suo marchio inciso sulla pelle. -Come fa a saperlo? Lei non sa di che cosa sono capace. Lei non sa cosa ho fatto!- gli urlò contro sfogando un po' di quella tensione accumulata con la voce che tremante raggiungeva tonalità più alte e strozzate.

Il vecchio mago sollevò le sopracciglia portando le mani dietro la schiena mettendosi più comodo. -E invece si.- gli rispose mentre Draco strabuzzava gli occhi incredulo. -Hai quasi ucciso Katie Bell e Ronald Weasley.- gli confesso. -E' tutto l'anno che, con crescente disperazione, cerchi di uccidermi.- ammise stancamente sospirando. -Perdonami Draco ma sono stati deboli tentativi... così deboli, in verità, che mi chiedo se tu ci metta davvero tutto te stesso.- scuoteva il capo quasi a rimproverarlo di quella sua mancanza di decisione.

Draco era sconcertato... -Ma certo! E' tutto l'anno che ci lavoro.- gli disse con voce tremante dall'incredulità di quella situazione che stava prendendo una piega decisamente strana.

-Capisco, puoi farlo adesso. O hai paura di qualcosa?- lo spronò come ad invogliarlo ad ucciderlo.

Draco aprì le labbra per parlare, ma non disse nulla.

Gli chiedeva se avesse paura di qualcosa...

Ma certo che aveva paura.

Aveva paura di tutto. Aveva paura per sua madre, per suo padre, aveva paura per Blaise e adesso soprattutto per Theo, era quasi pentito del gesto azzardato di poco prima, ma sapeva bene che una volta che non ci sarebbe stato più lui, con la sua morte, Theo sarebbe stato libero dal vincolo. Era stato solo un modo per non metterli in pericolo e non coinvolgerli in qualcosa di più grande di loro. E lui sapeva bene cosa volesse dire.

E poi...

Aveva paura per lei, per Ginny. Come poteva non averne? Si guardò intorno, forse quella torre era in tutto il castello il luogo più intriso di ricordi per lui. Gli mancò un battito quando il suo sguardo si posò proprio nel punto dove solo la notte prima avevano fatto l'amore.

Sembrava una vita fa...

E aveva paura di morire.

Se aveva paura..?

-Io on ho paura! Dovrebbe averne lei!- gli urlò bugiardo. Ma era una serpe, e cosa facevano le serpi? Mentivano.

-Perché? Non credo che mi ucciderà, Draco. Uccidere non è nemmeno lontanamente facile come credono gli innocenti...- gli fece notare, e sembrava che il preside sapesse molto bene quello che stava dicendo. E come poteva essere diversamente? -Piuttosto dimmi, come li avresti fatti entrare, i mangiamorte ad Hogwarts? Sembra che ci sia voluto molto tempo a trovare un modo. Dicevi che lo hai trovato il modo no?- sembrava interessato alle sue spiegazioni, Draco si ritrovò a rispondergli senza pensarci.

-Ho dovuto aggiustare quell'Armadio Svanitore rotto che nessuno usava da anni. Quello nel quale si è perso Montague l'anno scorso.-

-Aaaah.- esclamò l'altro. -Molto astuto... ce n'è una copia, suppongo.-

-L'altro i trova da Magie Sinister formano una specie di passaggio.- spiegò con voce tremante ma più sicura, sapeva quello che diceva. -Montague mi ha detto che quando è rimasto chiuso in quello di Hogwarts era come intrappolato in un limbo. Non riusciva a sentire nessuno, ma a volte ascoltava quello che succedeva nella scuola, e altre volte quello che succedeva in negozio, come se l'Armadio viaggiasse dall'una all'altro.- non sapeva neanche perché lo stesse facendo, perché gli stesse raccontando il suo paiano prima ancora di averlo portato a termine. Poi si fermò un attimo. Ma che accidenti andava a pensare? Quel racconto lo aveva riportato indietro nel tempo... adesso le cose non stavano più così. -Alla fine è riuscito a materializzarsi e a venir fuori,anche se non aveva mai dato l'esame. Per poco non ci lasciava le penne. Hanno pensato tutti che fosse una bellissima storia, ma io sono stato l'unico a capire cosa significasse... nemmeno Sinister lo sapeva... l'unico a capire che si poteva raggiungere Hogwarts attraverso gli armadi. Se avessi aggiustato quello rotto.- era felice adesso che gli aveva raccontato tutto. Era sollevato al pensiero che Silente sapesse cosa era successo e che avrebbe potuto mettere tutto a posto.

-Molto bene. Così i mangiamorte passando da Magie Sinister, possono entrare nella scuola per aiutarti... un piano astuto, un piano molto astuto...- gli concesse. -E, come hai detto tu stesso, proprio sotto il mio naso.- lo sentì ridacchiare sotto i baffi, rideva di lui?

-Esatto! Proprio così!- cercò di difendersi da quella derisione inappropriata.

Silente fece qualche passo. -Ma ci sono stati momenti in cui non eri più sicuro di riuscire a riparare L'Armadio, vero?- non aspettò una risposta. -E sei ricorso a mezzucci volgari e sconsiderati come mandarmi una collana maledetta che è finita nelle mani sbagliate... avvelenare un idromele che aveva pochissime possibilità di essere bevuto da me...- sollevò un sopracciglio guadandolo con un espressione che la diceva lunga.

Draco si sentì un po' stupido. -Beh...- come colto in flagrante. -Si, ma lei comunque non ha capito chi c'era dietro, no?- chiese incerto mentre le mani sudate gli allentavano la presa sulla bacchetta.

Sorrise. -A dire il vero si. Ero sicuro che fossi tu.-

Non riusciva a crederci. Per tutto quel tempo Silente sapeva. E com'era possibile? Nessuno sapeva del suo piano, nessuno ad Hogwarts sapeva della sua missione...

Nessuno tranne Piton, ma non poteva essere stato lui. Piton era ormai il braccio destro del Signore Oscuro, il suo uomo più fedele.

Ricordò la sera in cui lo aveva fermato e ci aveva parlato. Gli aveva raccontato del voto infrangibile che aveva fatto con sua madre per proteggerlo. Non poteva essere stato lui.

Ma poi...

Blaise e Theo. Loro sapevano!

Cercò di scacciare quel pensiero, ma sapeva bene che i ragazzi avevano cambiato “lato” e...

Potevano essere stati loro?

Cercando di fare affidamento su tutta la sua razionalità cercò di andare avanti, di mantenersi saldamente ancorato al suolo. Ma... Una domanda gli vorticava nella mente. -Perché non mi ha fermato allora?- una supplica, una delusione. Anche Silente non credeva valesse la pena...

-Ho provato, Draco- ammise il preside in un sussurro fermo e deciso. Draco strabuzzò gli occhi. Era sincero? Avrebbe davvero voluto che fosse così. -Il professor Piton ti tiene d'occhio per mio ordine...-

A Draco venne spontaneo un sorrisetto di scherno. Che piano idiota quello di Silente, fidarsi di Piton. Ancora non aveva capito? -Non esegue i suoi ordini, ha promesso a mia madre...-

-Naturalmente è quello che ha detto a te, Draco, ma...-

-Fa il doppio gioco, stupido vecchio, non lavora per lei!- si pentì di essere stato tanto sgarbato, ma lo aveva fatto arrabbiare, davvero. Non poteva credere a quanto si illudesse sul conto del professore. Ma Draco sapeva la verità, la conosceva più di quanto lui non poteva immaginare...

Il mago più anziano sollevò le sopracciglia in un gesto di resa. -Dobbiamo rassegnarci a dissentire su questo punto, Draco. Si da il caso che io mi fidi del professor Piton..- disse facendo spallucce.

Draco s'innervosì. -Be allora sta perdendo colpi! Piton mi ha offerto aiuto...- tentò di farlo ragionare, di fargli aprire gli occhi, ma pareva non volerne sapere. Draco tentò di calmarsi. Aveva una missione. Una missione che finalmente partiva da se stesso. Doveva convincere Silente che era in pericolo e che avrebbe dovuto difendersi da lui, che doveva ucciderlo se voleva avere salva la vita. Doveva sentirlo come una minaccia! -Perché vuole tutta la gloria per se...- continuò più convincente. -Perché vuole partecipare...”che cosa stai combinando? Sei stato tu con la collana, è stato stupido, avrebbe potuto far saltare tutto quanto” mi disse una notte.- glielo gettò in faccia, il suo tradimento. Almeno se ne sarebbe andato facendo la cosa giusta, rivelando al preside informazioni preziose. E quella notte Draco la ricordava bene... -Ma io non gli ho detto cosa facevo nella stanza delle Necessità. Tra poco sarà tutto finito. Non sarà più il prediletto del Signore Oscuro, non sarà nulla in confronto a me, nulla!- urlò con tutta la disperazione che aveva in corpo, tentando di reprimere il disgusto che quelle parole gli provocavano, l'angoscia che la sua anima avvertiva pensando che un tempo era proprio quello che avrebbe voluto, cresciuto con ideali in cui in realtà non credeva.

-Una vera gratificazione.- lo prese in giro l'altro. -A tutti noi piace essere elogiati per il nostro duro lavoro... ma tu devi aver avuto comunque un complice... qualcuno a Hogsmade, qualcuno che ha consegnato a Katie la...- si fermò, guardò giù e sorrise, poi riprese convinto. -Ma è ovvio, Rosmerta. Da quanto tempo si trova sotto la Maledizione Imperius?- gli chiese lasciandolo di stucco.

-Ci è arrivato finalmente, eh?- gli rispose dopo un attimo di esitazione, ingoiando il vuoto, reprimendo quella sensazione di inadeguatezza che avvertiva pensando alla sua Ginny che apprendendo questo fatti lo avrebbe schifato per sempre, e avrebbe schifato se stessa per essersi concessa a lui così totalmente. Ma non era colpa sua. Lei non sapeva. Draco sperò che un giorno sarebbe riuscita a perdonarsi.

-E così la povera Rosmerta è stata costretta ad appostarsi nel suo stesso bagno per passare quella collana alla prima studentessa di Hogwarts che fosse entrata da sola? E l'idromele avvelenato... bé, naturalmente Rosmerta è riuscita ad avvelenarlo prima di mandare la bottiglia a Lumacorn, convinta che dovesse essere il mio regalo di Natale... - annuì ancora soddisfatto. -Si, perfetto... perfetto... il povero signor Gazza non ha pensato di dover controllare una bottiglia di Rosmerta...- lo stava gratificando, gli stava dando atto di essere stato ingegnoso, ma perché lo faceva? Si domandava mentre i muscoli iniziavano a dolergli per la tensione. -Dimmi, come facevi a comunicare con lei? Credevo che avessimo sotto controllo tutti i canali da e per la scuola.-

-Monete stregate. Io ne avevo una e lei l'altra, e potevo mandarle dei messaggi...-

Silente rifletté. -Non è il sistema usato l'anno scorso dal gruppo che si faceva chiamare Esercito di Silente?- sorrise.

Draco annuì. -Si ho preso l'idea da loro. Ho preso anche l'idea di avvelenare l'idromele dalla sporca Mezzosangue Granger, l'ho sentita dire in biblioteca che Gazza non sa riconoscere le pozioni.- quell'appellativo non gli sembrava più corretto. Sembrava ripugnante.

Lo sguardo del preside s'intristì sentendogli pronunciare quella parola. -Ti prego di non usare quel linguaggio davanti a me.- era una supplica, era sentita. Lo poteva capire.


-Le importa che io dica “sporca mezzosangue” quando sto per ucciderla?- ma doveva rimanere nel personaggio.

-Si.- rispose convinto, sicuro e anche severo. -Ma quanto a uccidermi, Draco, stai lasciando passare molti lunghi minuti. Siamo soli. E non hai ancora agito...-

-Ma neanche lei lo ha fatto!- cercava di incitarlo, di spronarlo a farla finita.

-Vero.- disse il preside. -Ma non ho l'abitudine di colpire qualcuno che non sia una vera minaccia.- concluse lasciandolo atterrito, vanificando tutti i suoi sforzi. -Ora consideriamo piuttosto le tue alternative, Draco.-

Una risata isterica gli sfuggì al controllo mentre si guardava intorno e abbassava di poco la bacchetta. -Le mie alternative...- disse ironico. -Sono qui con una bacchetta... sto per ucciderla...- tentò ancora puntando la bacchetta con l'altra mano e sporgendo maggiormente il braccio per intensificare la volontà di quel intento di ucciderlo.

-Mio caro ragazzo smettiamo di prenderci in giro. Se fossi in grado di uccidermi, l'avresti fatto subito quando ero ancora di spalle, come farebbe ogni bravo mangiamorte...- aggiunse con uno sguardo intenso carico di conoscenza. Silente sapeva davvero tutto. -Non ti saresti fermato a fare questa piacevole chiacchierata.-

Si sentiva perduto. Un vuoto nello stomaco, i conati di vomito e la testa che girava vorticosamente. Non era certo che il preside lo avrebbe attaccato, anzi più i minuti passavano più era certo che non lo avrebbe fatto. Era perduto. -Io non ho alternative! Devo farlo! Lui mi ucciderà! Ucciderà tutta la mia famiglia!- urlò in preda alla disperazione più totale. Aveva abbassato le difese, non ne poteva più di quel gatto e topo in cui in realtà sentiva che il topo era proprio lui.

Avrebbe dovuto immaginarlo che il suo piano non avrebbe mai funzionato con Silente. Avrebbe dovuto saperlo che sarebbe finito spalle al muro, indifeso, solo...

Silente si fece serio. Parlò piano e scandì bene ogni parola. Pareva che il discorso stesse prendendo un'ulteriore piega. -Mi rendo conto della gravità della tua posizione. Perché credi che non ti abbia affrontato prima? Perché sapevo che saresti stato ucciso se Lord Voldemort avesse compreso che sospettavo di te.-

Draco a quel punto sentì tutta la forza venire meno. Silente avrebbe davvero tentato di aiutarlo. Aveva tentato di proteggerlo. Per la prima volta sentiva che qualcuno cercava di proteggerlo incondizionatamente, senza riserve, per il semplice fatto che fosse innocente.

Gli salirono le lacrime agli occhi, la tentazione di buttare tutto per aria fu forte, la voglia di cedere era opprimente. Aveva caldo. Strinse i denti così forte che gli fece male la mandibola, ma non poteva lasciarsi andare così, non doveva dannazione!

-Sapevo della tua missione- continuò il preside mentre si faceva qualche passo più vicino e Draco alzava di più la bacchetta che a quel punto tremava così tanto da esse impossibile non notarlo. Come tremavano anche le sue labbra e le sue gambe... -Ma non ho osato parlartene nel caso che usasse la legilimanzia contro di te. Ma ora possiamo parlare chiaro...-

-Non può farlo.- disse in un soffio, la voce gli uscì strozzata. -Mi posso schermare.- prese un bel respiro per ricacciare indentro quelle emozioni troppo forti.

Il preside lo guardò, non disse nulla, aveva capito perfettamente a cosa si riferisse, parve in qualche modo soddisfatto della cosa, fiero di lui? Scacciò quel pensiero. Annuì poi all'improvviso sempre più deciso avvicinandosi ancora di qualche passo verso di lui. Il sole era calato, ora alle sue spalle rendeva la figura di Silente quasi celestiale, e lui in piedi nella sua ombra si sentiva più piccolo, povero diavolo. -Non è stato fatto alcun male, non hai ferito nessuno, anche se devi solo alla fortuna se le tue vittime sono sopravvissute...- lo rincuorava, lo ammoniva e rimproverava. Diceva tutte quelle cose che avrebbe sempre voluto sentire, che avrebbe sempre voluto sentire, sì... ma da un altro... -Io posso aiutarti Draco.- un sussurro caldo, dolce, suadente.

Draco ne rimase quasi incantato. Si leccava le labbra freneticamente cercando di ignorare quello che provava in quel momento, cercando di sopprimere la voglia che aveva di essere aiutato, di essere salvato da lui... -Non può invece.- disse piano, la voce piatta. -Nessuno può aiutarmi... Mi ha detto che se non lo faccio mi ucciderà, ucciderà lei... non ho scelta.- ormai non poteva più frenarle, le sentì scivolare lungo le guance, non batteva ciglio per evitare che cadessero, ma i suoi occhi ne erano così pieni che era incontenibile. Piangeva davanti a lui, davanti a Silente, l'uomo, il mago, che suo padre gli aveva insegnato a disprezzare, ma che lui non era mai riuscito ad odiare. Piangeva davanti a colui che avrebbe dovuto uccidere, mentre la sua missione falliva miseramente nel sorriso dell'uomo che aveva difronte, ormai ad un passo da lui.

-Passa dalla parte giusta Draco.- disse quando la bacchetta aveva ormai toccato con la punta il suo cuore. Sarebbe stato così facile dire quelle parole, apparentemente così semplici, e farla finita, ma... non poteva.. -Possiamo nasconderti meglio di quanto tu non possa immaginare. E, cosa più importante manderò dei membri dell'ordine da tua madre stanotte, per nascondere anche lei. Tuo padre per ora è al sicuro ad Azkaban... quando verrà il momento potremo proteggere anche lui...- Silente lo vide chiaramente, vide quell'esitazione in lui. -Passa dalla parte giusta, Draco... tu non sei un assassino...- Silente aveva ragione. Lui non era un assassino, non ne sarebbe mai stato capace, aveva fallito miseramente.

-Ma sono arrivato fino a qui no? Credevano che sarei morto, e invece sono qui, e lei è in mio potere, ho la bacchetta in pugno, lei è qui, a chiedermi pietà...- piangeva a dirotto quando il preside gli afferrò la mano che impugnava la bacchetta, e Draco a quel contatto non poté fare altro che mollare la presa definitivamente, lasciandosi cadere mollemente per terra dove pianse a capo chino.

-No, Draco, è la mia pietà, non la tua, che conta adesso.- gli disse quell'uomo che lo sovrastava in tutta la sua altezza. Silente era davvero il più grande di maghi.

Dalle scale avvertirono dei rumori, qualcuno correva, le stava salendo, e in men che non si dica si ritrovarono in compagnia di un trafelato Piton che saliva le scale con Blaise, affranto e spaventato a morte.

Quando lo vide non poté fare a meno di crederlo uno stupido!

-Blaise! Che hai fatto?!- gli urlò contro con veemenza, aveva appena peggiorato la situazione, possibile che non si fosse reso conto che Piton era un mangiamorte, e che adesso lo avrebbe ucciso, o avrebbe ucciso Silente?

Si alzò in piedi e fronteggiò il professore, con quelle poche forze rimastegli, con quella poca volontà che ancora riusciva a farsi strada in lui. -Lo finirò io, lo lasci stare! Il signore Oscuro ha scelto me!- gli urlò contro puntandogli la bacchetta.

-Ed è esattamente quello che continuerai a ripetere.- gli disse il professore in tutta risposta.

Draco aggrottò la fronte. Ma che diamine...

-Severus.- lo accolse Silente.

-Non si fidi di lui, non si fidi di lui... io l'ho visto con Lui, so che è dalla Sua parte!- gli ripeteva disperato nel tentativo di salvare quell'uomo che aveva tentato di salvare la sua vita, la sua anima.

Il preside gli mise le mani sulle spalle guardandolo con dolcezza. -Non ci sono nemici qua dentro Draco.-

Piton fece qualche passo verso di loro, Draco si voltò la bacchetta in pugno. -Non lo tocchi!- urlò disperato tra le lacrime che ancora scendevano copiose.

-Smettila idiota. Ancora non lo hai capito che il doppio gioco non è con lui?- Disse riferito all'uomo barbuto che lo guardava con dolcezza.

Draco strabuzzò gli occhi. Possibile? Si domandò esterrefatto.

Gliel'avevano fatta loro sotto il naso...

Draco sentiva lo sguardo del suo preside su di lui, sentiva che in qualche modo gli stava leggendo nel profondo, che aveva altro da dirgli. E infatti parlò ancora.

-Mi rendo conto Draco che questa stanza è più importante per te di quello che può sembrare.- sorrideva, di un sorriso saputello che la diceva lunga.

Draco strabuzzò gli occhi. -Come...- domanda, consapevolezza, incredulità... o forse un po' di tutto ciò era nella sua voce in quell'attimo mentre le sue guance si tingevano di un lieve rossore.

Il preside ridacchiò. -Devo ammettere di averlo trovato un tantino strano quando Severus me lo ha riferito, ma sono stato piacevolmente sorpreso dalla piega che ha preso questa storia.- gli confessò mentre Draco guardava prima uno poi l'altro senza avere molto altro da dire. -Sono mesi che i miei docenti mi riempio le orecchie con le storie di voi due, e devo dire che la scelta è stata semplicemente perfetta e di ottimo tempismo.- lo guardò ancora interrogativo. -Ma come hai fatto a conquistare la figlia di Arthur? Non sembravi affatto il suo tipo.- lo stuzzicò Silente mentre Draco riprendeva a respirare in modo irregolare.

Allora era così, lo sapevano davvero tutti...

Sorrise pensando a lei, pensando a loro due insieme, all'idea che gli altri potessero essersi fatti su quella coppia improbabile. Ma le cose non stavano come dicevano loro...

-In realtà è successo l'esatto contrario.- ammise con una voce dolce che non gli apparteneva, in un sussurrò che gli sfuggì dalle labbra senza intenzione. Si rese conto di essere osservato, tentò disperatamente di rivolgere l'attenzione altrove. -Blaise tu lo sapevi?- chiese Draco esterrefatto.

Il ragazzo arrossì lievemente. -In realtà no...- ammise piano. -Mi ha trovato che correvo per i corridoio e... mi ha fatto delle domande a cui non ho risposto e... ha trovato il modo di ricevere le sue risposte.- concluse lui vergognandosi. -Scusa Dra.-

-Severus.- lo ammonì il preside mentre Piton faceva semplicemente spallucce. -Ascoltami Draco. Non devi dichiarare mai di aver perso le speranze o la voglia di uccidermi. Altrimenti per via del voto lo dovrà fare il professore.- gli spiegò. Risultò piuttosto difficile per lui capire, ma si sforzò di mettere insieme i pezzi. -Allora, manderemo subito qualcuno a prendere tua madre. Vedrai andrà tutto bene, sarete nascosti e ben protetti.- Il sorriso di Silente era confortante, ma qualcosa gli diceva che era tutto sbagliato.

Non sarebbe più riuscito ad adempiere alla sua missione, ma non poteva semplicemente sparire dalla circolazione. Cosa avrebbe pensato lei di lui?

-No.- disse sollevando lo sguardo puntandolo negli occhi del preside con rinnovata fermezza. -Andate pure a prendere mia madre.- gli disse mentre anche Piton prendeva a guardarlo con interesse. -Ma io resterò e combatterò.- concluse asciugandosi le lacrime con una manica della giacca, sicuro, deciso, forte del fatto che c'era qualcuno che gli guardava le spalle, che avrebbe lottato con lui, che non lo avrebbe abbandonato.

Speranzoso di poter un giorno guardare Ginny ancora negli occhi e non sentirsi un perfetto idiota, un codardo, una nullità. Di non sentirsi un vile traditore.

Speranzoso di redimersi una volta per tutte.

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Capitolo 28
*** Solo per te. ***



Ciao a tutti! ^.^

Allora, vi annuncio che il nostro viaggio volge al termine. Questo è l'ultimo capitolo ufficiale dopodiché ci sarà l'epilogo e la storia sarà ufficialmente chiusa!

Un pochino mi spiace, ma considerando che ci sono voluto anni prima di dare un finale alla storia la cosa va anche bene, perché tutto deve avere un inizio ma anche una fine o non ha senso^^

Mi spiace per quelli che hanno iniziato anni fa e non hanno idea che la storia è stata continuata e terminata, mi auguro che un giorno la possano leggere, ma.. intanto... la leggete voi qui presenti. ^.^

Quindi per chi di voi è arrivato fin qui voglio solo dire che mi auguro il finale vi piaccia, ma per quello ci sentiremo all'epilogo.

Grazie a tutti e buona lettura!!!! un bacio!




Capitolo 28


Draco si sedete e ascoltò con pazienza per filo e per segno tutto quello che il preside aveva da digli in merito del piano che aveva elaborato mentre parlavano un attimo prima.

Si rese conto che Silente non aveva dubitato per un solo attimo di lui, non aveva mai creduto che lo avrebbe ucciso, lo aveva considerato un innocente da salvare dal primo momento fino all'ultimo, e mentre lui si disperava e contorceva la sua anima nel dolore di non sapere cosa fare e cosa ne sarebbe stato di lui, Albus ebbe il tempo non solo di parlargli, riuscendo a persuaderlo, ma anche di elaborare un piano d'attacco che, a dirla tutta, non gli sembrava poi così male.

Silente gli spiegò che avrebbero usato l'armadio, e che sarebbe stato proprio lo stesso Draco ad azionarlo facendo scattare la trappola.

Avrebbe dovuto lasciar entrare i mangiamorte ad Hogwarts, fingendosi ancora dalla loro parte.

Quando aveva confessato all'uomo che era in grado di oscurare la sua mente anche al Signore Oscuro qualcosa nella sua testa era scattato, ed ecco il piano d'azione comporsi dinnanzi a lui come se fosse sempre stato lì, come se fosse destino che andasse così.

I mangiamorte non avrebbero potuto capire i suoi secondi fini fin quando non sarebbe stato troppo tardi.

Gli avevano chiesto di compilare una lista degli alunni che sicuramente erano seguaci di Voldemort, e così fece. Quegli alunni sarebbero stato prelevati dai membri dell'ordine e portati nelle segrete, dove non avrebbero potuto compiere alcun male.

Gli altri studenti sarebbero rimasti in Sala Grande, nel tentativo di tenerli uniti e al sicuro quanto più possibile anche se, probabilmente, avrebbero dovuto prendere parte alla battaglia presto o tardi.

L'Ordine avrebbe accolto i mangiamorte con tutta la sorpresa del caso, e a quel punto tutti avrebbero sperato in un pizzico di fortuna.

Draco annuiva mentre il preside parlava, e ben volentieri accettò il suo nuovo incarico, che non comportava l'omicidio di nessuno per mano sua.

Ma non era solo riuscire ad essere utile, sentirsi valido, efficiente, non era solo l'idea che sua madre era al sicuro, non era solo la salvezza del mondo magico a spingerlo ad accettare, a rischiare, a tradire il più malvagio dei maghi esistenti...

In realtà ciò che più bramava in quell'organo di recente scoperta che viveva di vita propria all'interno del suo petto e che pulsava al solo pensarla, era di riscattasi agli occhi di Ginny per tutto quello che aveva combinato.

Si rendeva perfettamente conto che una volta saputi i dettagli del suo ultimo anno vissuto lo avrebbe odiato, e la cosa gli andava piuttosto bene finché secondo il suo precedente piano d'azione fosse morto, ma considerando che una remota possibilità che rimanesse in vita in realtà alla luce dei fatti c'era, allora voleva tentare il tutto per tutto, dimostrandole di essere capace, di non essere il codardo che era sempre stato, che per lei avrebbe affrontato tutto e di più, anche suo padre, o peggio, il Signore Oscuro.

Non negava di avere paura di morire, poco prima davanti a Silente aveva provato molta paura, ma voleva comunque provarci. Voleva farlo per lei.

Così attuarono il loro piano in men che non si dica.

Draco si recò nella stanza delle necessità per controllare che con l'armadio tutto funzionasse correttamente, ebbe un brivido di paura quando constatò che effettivamente era così. Infondo la sua mente aveva in realtà sperato di non dover affrontare quel momento, di poterlo rimandare, ma scacciò via quel pensiero che apparteneva al vecchio sé, ricordando a se stesso che adesso le cose sarebbero andate diversamente, dovevano andare diversamente!

I membri dell'Ordine della Fenice giunsero ad Hogwarts immediatamente, le liste furono date agli Auror, e i ragazzi furono prelevati uno ad uno e trascinati nelle celle sotterranee per non farsi del male e non farne ad altri.

Tutto fu svolto nel massimo silenzio e nella massima riservatezza affinché i mangiamorte non venissero avvertiti in alcun modo.

Silente disse che così avrebbero evitato di fare cose di cui si sarebbero potuti pentire, evitando di macchiarsi ad una così giovane età, e nel malaugurato caso avessero perso, non sarebbero potuti essere considerati traditori perché erano ostaggi.

Gli altri studenti furono portati in Sala Grande come promesso.

Ginny, Ron, Hermione ed anche Harry erano seduti al loro tavolo in attesa di ordini, mentre in fondo alla sala i membri adulti valutavano il da farsi e si preparavano all'attacco.

Erano davvero tutti lì. Ginny e Ron notarono tutti i membri della loro famiglia presenti all'appello. Si scambiarono sorrisi tirati, dolci-amari, nostalgici, malinconici. Quelli potevano essere gli ultimi.

Silente a capo di tutti si levò sul suo leggio e annunciò ai ragazzi che la battaglia avrebbe avuto inizio, che non dovevano avere paura, che lottavano per un bene superiore e che qualsiasi cosa fosse successa dovevano essere orgogliosi di loro stessi.

Spiegarono anche che fine avessero fatto gran parte dei loro compagni, e Ginny portò rapidamente gli occhi al tavolo delle serpi dopo aver appreso quella notizia, per cercare quelli che adesso erano i suoi amici...

Vide Blaise sventolare la mono felice, Theo sorridere appena ma...

Draco.

Draco non c'era.

Draco.

Draco non era lì.

Draco...

E il cuore mancò d'un battito prima che un calore straziante le arrivasse alla gola e le impedisse di respirare come avrebbe voluto.

Fu presa dal panico nel momento in cui non vide la sua bella testolina bionda spiccare su quella degli altri.

Aveva sempre avuto il timore che quello che Harry dicesse fosse vero, ma non osava credere a se stessa mentre quei pensieri le camminavano per la mente.

In cuor suo Draco era sempre stato innocente, mai per un secondo aveva creduto che fosse dalla Loro parte, e invece...

Draco?

Draco non c'era.

Un tremore improvviso le impedì di star seduta ferma mentre un sonoro “crack” all'altezza del petto la lasciava frastornata, a dir poco rintontita. Quel rumore sordo che, sapeva bene essere l'unica ad udire, le fece intuire che le si era spezzato il cuore.

Sentiva il respiro venire meno, un nodo alla gola che premeva per essere rilasciato. Le labbra tremavano, come tutto il suo corpo del resto.

La guardavano... tutti la guardavano, forse provavano pena per lei, forse se le circostanze fossero state diverse le avrebbero detto “te lo avevamo detto!” con aria vittoriosa, ma in quel momento tutti tacquero, tutti furono dispiaciuti per lei, mentre lei era arrabbiata come non mai con ogni cosa, anche e forse sopratutto con se stessa.

Si era arrabbiata maledizione!

Con se stessa!

Avrebbe potuto fare qualcosa, avrebbe potuto salvarlo, avrebbe dovuto parlargli chiaro e cercare una soluzione invece di fingere che tutto andasse bene, sapendo benissimo di non poter rimandare per sempre con una guerra alle porte.

Era stata una stupida!

Due volte stupida!

Doveva averlo deluso, quantomeno aveva deluse se stessa.

-Professore sono pronto, attendo l'ordine!-

Quella voce...

Ginny sgranò gli occhi al sentirla, ancor di più nel cercare di capire cosa quelle parole avessero voluto dire. Se era come credeva allora lui non...

La testolina bionda che tanto aveva cercato era in fine giunta comparendo alla sua vista nel momento in cui non ci credeva più, nel momento in cui temeva di avere un crollo.

L'emozione la fece levare in piedi mentre si portava una mano al petto nel tentativo assurdo di fermare i battiti del suo cuore che pulsava davvero troppo veloce, impazzito guardandolo ritto in piedi sull'uscio in attesa.

In attesa di cosa poi?

Non ne aveva idea, sapeva solo che era lì, davanti agli occhi sbalorditi di tutti i presenti, ritto in piedi, vivo, libero.

E i suoi occhi si riempirono di tutte quelle lacrime che adesso non potevano più essere represse.

Lui si voltò e la vide. I loro sguardi si incrociarono.

Ricordavano entrambi molto bene come si erano lasciati, ognuno poi aveva avuto il suo percorso, la sua evoluzione, ma nessuno dei due sapeva nulla dell'altro.

Per quanto ne sapeva Ginny, Draco al momento la odiava, anzi la detestava come non mai.

Per quanto ne sapeva Draco, Ginny era pazza di lui.

Draco la vide lì e il cuore gli mancò di un battito, la confusione, tutto intorno non esisteva più, come non esistevano le voci del preside e dei professori che chiamavano il suo nome...

Riusciva a pensare solamene a lei, al fatto che quella poteva essere l'ultima volta che la vedeva per quello che poteva sapere. La battaglia sarebbe iniziata di li a poco, si sarebbe scatenato il caos, e voleva imprimere la sua immagine per bene nella mente, conservandone il ricordo in quello che sarebbe stato uno dei momenti più tragici della sua vita.

Lei lo guardava, non faceva altro con quello sguardo indecifrabile, e lui paralizzato dai suoi occhi, rapito da quella lacrima che scese rapida, involontaria, lungo la sua guancia senza neanche che avesse sbattuto le palpebre, decise in un impeto di dar retta a quel vuoto che si imprigionò del suo stomaco correndo da lei che non vedeva altri che lui.

Lo fece ignorando tutto e tutti, scansando quelli che frapposti tra loro erano ostacoli al raggiungimento del suo obbiettivo.

Una volta raggiunta si fermò, trafelato più del necessario per quella breve corsa, il cuore in gola, la guardò, le labbra tremarono.

Lei scavalcò la panca e rimase immobile.

Non poteva più resistere, e l'abbracciò.

La strinse forte, pensando che potesse essere l'ultima volta, la strinse più forte quando sentì le sue braccia ricambiare.

Ron si mise una mano sulla fronte sostenendosi la testa. Non si sarebbe mani abituato a quelle scene, anche se ormai era rassegnato all'idea che se fossero sopravvissuti, ne avrebbe viste tante... troppe.

Hermione ridacchio al suo fianco. -Che hai da ridere?- le chiese irritato.

-Ma dai Ron, credo che Draco ti abbia dato la dimostrazione di quanto tenga a tua sorella no?- gli chiese lei saccente.

Ron fece una smorfia, non le rispose affatto.

-Che succede?- le voci alle sue spalle lo fecero saltare sul posto. Erano i gemelli che appoggiati sulle sue spalle guardavano la scena in parte allibiti e in parte incuriositi.

Voltandosi non vide solo loro.

C'era una sfilza di teste rosse, ognuna delle quali conosceva benissimo. I suoi fratelli erano lì ed erano assolutamente sconvolti e increduli da quello che i loro occhi guardavano senza riuscire a distogliere lo sguardo.

I due invece sembravano assolutamente ignari di quello che succedeva intorno a loro, semplicemente dall'altra parte del tavolo.

Stretti in quell'abbraccio, soffocando la necessità di piangere, i cuori accelerati e le teste leggere, vuote, incapaci di formulare pensieri di senso compiuto.

Draco con il viso nell'incavo del suo collo, i suoi capelli a solleticargli il viso, il suo profumo a ricordargli perché avesse deciso di fare quello che stava per fare.

E per la barba di Merlino se ne valeva la pena...

-Mi dispiace.- le sussurrò in un orecchio senza mai staccarsi da lei. -Mi dispiace per tutto...- ammise finalmente sentendosi liberato di un peso. Doveva farlo, doveva chiederle scusa. La strinse ancora un po' per darsi la forza di affrontare tutto quello che sembrava troppo grande per lui, tutto quello che solo mesi prima non sarebbe stato in gradi di pensare, figuriamoci di fare.

Si separò quel che bastava per afferrarle il viso tra le mani per poterla guardare.

Non riusciva a smettere di guardarla.

Era lì, era perfetta, era sua...

Non riusciva a smettere di guardarla...

Era bella.

Era sua.

Gli occhi arrossati, un sorriso felice, imbarazzato, umido, e quel lieve rossore che accentuava le quelle lentiggini per cui per anni l'aveva presa in giro e che in quel momento gli sembravano la cosa più meravigliosa del mondo.

Lo facevano impazzire.

Era impazzito.

Era pazzo... di lei.

E lei?

Era bella...



In fondo alla sala Silente sorrideva soddisfatto, compiaciuto...

Molly e Arthur al suo fianco guardavano la loro unica figlia sbigottiti.

L'anziano mago aveva detto loro che era Draco Malfoy la talpa. Non gli avevano creduto subito ma poi si erano dovuti ricredere. Come un po' tutti del resto.

Gli avevano chiesto come avesse fatto a convincerlo, a persuaderlo, e lui aveva risposto che non lo aveva fatto. Il dubbio allora aveva portato altre domande. Come aveva fatto a cambiare così radicalmente direzione, tanto improvvisamente poi? Silente quindi si era limitato a dire loro che aveva certamente le sue buone ragioni, e che c'era sicuramente una motivazione più che valida...

Gli aveva fatto notare che per uno come Draco ci voleva certamente qualcuno di polso alla sue spalle che lo aiutasse a trovare il coraggio di prendere la sua vita a due mani e cambiarla, di compiere le sue scelte con la sua testa. Qualcuno che gli ricordasse che il cuore non era solo un muscolo.

Gli aveva spiegato che il ragazzo non era e non sarebbe mai stato un assassino, e aveva chiesto loro di provare pena per lui, perché era solo un ragazzo, e le sue scelte fino a quel momento non erano orchestrate da lui in prima persona.

Gli avevano dato retta, avevano annuito e assecondato quell'ipotesi, vedendo in quella figura guardiana probabilmente il professor Piton o il preside stesso.

Adesso però...

-Albus...- Arthur sospirò. -Vuoi spiegarmi tutto questo?- gli chiese con voce incredula.

Il preside ridacchiò, fermandosi di colpo a schiarirsi la gola quando i due coniugi lo guardarono di traverso.

-Vuoi dire che Draco ha cambiato idea per Ginny...- chiese Molly accigliata. -La mia Ginny?!- insistette sempre più consapevole di quello che stava dicendo.

-Su via Molly, Ginny è una ragazza in gamba, non vi ha mai...- l'anziano preside si schiarì la voce. -...o quasi mai...- si corresse. - ...dato problemi. Ad ogni modo sa quel che fa.- la rimbeccò.

-Ma Silente la mia Ginny!- gli ripeté mentre Minerva McGranitt si portava dietro di lei e le posava una mano sulla spalla. -Dobbiamo saper perdonare e guardare avanti.- le disse. -Il giovane Malfoy ha avuto un netto cambiamento, e anche un notevole miglioramento. Non credo che questa sia una cosa negativa per loro... per entrambi.- le disse con gentilezza sorridendo appena.

-Malfoy...- riuscì solo a dire Molly ancora sconvolta guardando il marito che fece spallucce, quasi si fosse già abituato all'idea.

 


 

Draco aveva esitato un attimo mentre le parole gli morivano in gola. -Mi rifarò per tutto.- riuscì però a dirle portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio togliendogliela dal viso per guardarla meglio con un gesto nervoso e incerto. La mano tremante. -Vedrai... ti dimostrerò che valgo più di così.- un nodo in gola però si faceva più pungente impedendogli di dire altro.

A Ginny sfuggì una risata mentre dagli occhi pieni di lacrime qualcuna sfuggì al suo controllo non potendole più trattenerle bagnando la mano di Draco, che non ci fece caso.

Era davanti a lei, era tra le sue braccia...

Ginny si aggrappò saldamente ai suoi polsi stringendo forte per sostenersi, per impedirgli di fuggire ancora via da lei. Aveva creduto di non rivederlo mai più, aveva davvero creduto per un attimo di averlo perso per sempre.

E invece era lì.

La commozione le impediva di parlare, di esprimere quello che urgeva dirgli. Ingoiò forte per ricacciare indentro tutto. Doveva dirglielo, poteva essere la sua ultima occasione di parlagli.

-Draco tu non hai niente da farti perdonare...- strinse le labbra umide. -Piuttosto sono io che ho da farmi perdonare tutto.- Draco sgranò gli occhi scuotendo il capo ma lei continuò. -Non volevo fare quello che ho fatto... è stato tutto un incomprensione!-

-Ginny smetti di incolpare te stessa!- gli urlò quasi in viso, sospingendosi su di lei, quasi sulle sue labbra vedendole schiudersi meccanicamente per accoglierlo. Una mano a chiudersi attorno alla sua nuca immersa nei suoi capelli. -Sono io... è di Draco Malfoy che stai parlando... chiunque avrebbe avuto dei sospetti...-

-Ma non io!- lo fermò subito sporgendosi un po' in avanti, sollevandosi maggiormente verso di lui. -Ho sempre creduto in te... neanche per un attimo ho pensato che tu fossi dalla parte sbagliata!- Ginny cercava di urlare ma la voce rotta glielo impediva.


 


 

-Sono molto amici?- chiese Fred.

-Sembrano molto amici.- gli rispose George malizioso.

Ron roteò gli occhi voltandosi verso di loro severo e se possibile più irritato di prima.


 


 

Draco si sentì leggero come non lo era mai stato prima. Sorrise mentre gli occhi si facevano più lucidi e quasi non riusciva più a distinguere chiaramente il suo viso che gli appariva distorto.

Il cuore gli batté così forte che fu come se lo avesse spinto proprio lui sulle labbra di Ginny. O almeno così gli era sembrato quando per la prima volta davanti a tutti l'aveva baciata, con tutta la sua forza e il sentimento che aveva per lei, con la disperazione e il sollievo che quel momento aveva alimentato in lui.


 


 

-E questa a voi sembra amicizia!- urlò Ron contro i fratelli esasperato per quella scena, per essere costretto a stare lì senza poterli fermare, perché Hermione glielo stava impedendo...

Con tutti i suoi mezzi la riccia lo minacciava perfino di pietrificarlo nel caso in cui si fosse mosso di lì.

-Così ché hai lasciato che ci imparentassimo hai Malfoy fratellino?- domandò Bill che alle sue spalle lo sovrastava minacciosamente, imponente.

Ron ingoiò. -Non è stata colpa mia!- si giustificò rapidamente. -Prendetevela con Harry!- aggiunse, infondo era la verità.

Cinque teste rosse e minacciose si voltarono nella sua direzione. Il povero Harry sbiancò e vacillò per un istante prima di giustificarsi con una bella arrampicata sugli specchi. -Non potete prendervela con me... ho una guerra da affrontare e ne sono direttamente coinvolto.-

I ragazzi fecero spallucce, annuendo d'accordo con lui su quel punto.


 

-Rimanderemo.- affermò Charlie.

Harry sospirò, per ora era salvo. Ma...


 


 

Ginny abbracciò Draco, stringendosi così forte a lui da farsi male, stringendosi a quel corpo caldo che rischiava di non toccare mai più. Lo strinse ancora più forte quando si rese conte che qualcuno cercava di separarli dolcemente richiamandoli all'appello.

Harry dovette farlo. -Ragazzi, io non vorrei interrompere... anche se forse è meglio che vi interrompa io piuttosto che... loro.- puntò alle sue spalle dove i fratelli Weasley guardavano corrucciati a dir poco la scenetta mielosa che gli stavano propinando.

Draco e Ginny si voltarono verso i fratelli della ragazza, che non allentò la presa sul corpo dell'altro neanche quando vide gli occhi dei sei ridotti a due fessure, scuri in viso, anche se lui per un impulso incontrollabile tentò di allontanarla da sé provando un'improvvisa paura cieca. Lo strinse più forte.

Draco parve impallidire quando vide quegli occhi minacciosi puntarlo ritrovandosi a sussurrare un timido “salve” con un filo di voce sentendo Ginny ridacchiare appena nell'udire quel saluto goffo e inappropriato. Rise ancora di più quando vide i suoi fratelli rispondergli con dei salutini maliziosi, appena accennati, cattivi, sapendo esattamente quali scene si stavano susseguendo nelle loro teste rossi, ognuno delle quali vedeva il povero Draco ridotto in poltiglia.

-Abbiamo una guerra da combattere.- gli fece notare il povero Harry consapevole del fatto che era l'ultima persona con cui Draco avrebbe voluto parlare in quel momento...

Per Ginny fu come ricevere una pugnalata al cuore. Aveva quasi dimenticato cosa erano lì a fare, e cosa stava per succedere. L'idea che Draco avesse una parte così grande in quella missione la tormentava togliendole il respiro. Si aggrappò alla sua camicia stringendo il tessuto tra le dita, tenendosi a lui come fosse un ancora, con la piena consapevolezza che avrebbe dovuto mollare immediatamente la presa e lasciarlo fare, lasciarlo essere quello che aveva scelto di essere.

Avrebbe voluto dirgli di non andare, di non farlo, ma come poteva tradire tutti, anche se stessa e i suoi ideali, votata com'era a morire per il bene comune, solo per paura.

Draco invece riusciva solo a pensare che adesso tutto sembrava più reale.

Deglutì.

Quelle facce scure lo guardavano ancora accigliato, e i conti li sapeva fare piuttosto bene, 6 contro uno...

No.

Sei Weasley contro un Malfoy...

Tutto sommato era stato un incontro utile. Adesso la missione sembrava meno pesante di prima, meno pericolosa, meno suicida. Sì, perché...

La vera missione suicida non era quella che stava per affrontare... Era recarsi a casa dei Weasley a chiedere venia per i suoi peccati e ricevere il permesso di vedere Ginny.

-Si devo andare.- disse gentilmente rivolto a quello che era sempre stato il suo acerrimo nemico, quello per cui ad un certo punto aveva nutrito una gelosia smodata per quello che Ginny aveva provato per lui, per Harry Potter.

Ma era certo che non era niente in confronto a quello che lei ora provava per lui, per Draco Malfoy.

Sorrise, ancora incredulo.

-Devo andare.- disse anche a lei, coprendole la guancia con una mano, accarezzandole lo zigomo con il pollice. Lo guardava con gli occhi tristi, preoccupati, ma anche lì poteva vedere la sua determinazione e la fiducia che aveva in lui.

Lei annuì consapevole, rassegnata, abbassando lo sguardo un attimo solo per prendere a due mani il coraggio e la forza di lasciarlo andare, cosa che fece piano, dopo un attimo di esitazione.

Lui le sorrise appena, esitò, un ultimo sguardo lanciato furtivamente ai fratelli Weasley e un altro ancora a lei che mai come in quel momento gli era sembrata tanto bella, desiderabile. La voleva dannazione a lui, quanto la voleva...

E d'un tratto il coraggio di baciarla ancora una volta davanti a loro, davanti a tutti, in un gesto che lo rendeva debole e umano.

Ma fu un bacio fugace, dolce, veloce.

Voltandosi si avviò verso l'uscita senza aggiungere altro.

Ginny non resistette e lo richiamò urlando il suo nome a gran voce. Lui si arrestò e si voltò ancora.

Le labbra di lei tremarono. -Torna...- riuscì a dirgli solamente, prima di vederlo annuire e scomparire alla loro vista.

Ginny solo a quel punto vacillò. Si sedette sulla panca totalmente indifferente agli sguardi dei fratelli, ai loro taciti rimproveri e a quelle battutine sciocche che le stavano rivolgendo.

Si appoggiò con un gomito sul tavolo appoggiando il mento sulla mano coprendo le labbra con le dita.

Pensò a lui, che faceva tutto quello per lei, e pianse sulla mano con cui sosteneva la testa. Singhiozzò in silenzio finché non avvertì delle braccia forti avvolgerla, coprendo quasi la sua intera figura.

Si aggrappò a lui e pianse ancora un po'. Solo nelle braccia di Ron avrebbe potuto trovare un po' di sollievo, e così fece, grata del suo affetto smisurato che superava ogni ostacolo.



 

Draco intanto correva a perdifiato verso la stanza delle necessità con un unico pensiero in mente...

Sperò vivamente che nessuno parlasse ancora dell'ultimo “scoop” che li aveva visti coinvolti o probabilmente i fratelli Weasley avrebbero usato il campo di battagli per farlo fuori e farlo sembrare un incidente!

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Capitolo 29
*** epilogo ***



Capitolo 29 epilogo


La battaglia iniziò dopo che Draco ebbe fatto entrare i mangiamorte nella scuola.

La trappola scattò, furono colti di sorpresa e riuscirono a dimezzarli notevolmente prima di essere completamente invasi.

Draco poteva ricordare benissimo la mole di sudore che gli impregnava le mani impedendogli una salda presa sulla sua bacchetta, le gambe tremanti, il viso imperlato dall'ansia, l'angoscia e la paura da fargli da padroni.

Ma non mollò la presa, non demorse, non scappò, non si accasciò liberando quel pianto che reprimeva in gola. L'unico obbiettivo: rivedere Ginny ancora una volta. La sua forza, il suo motore, la sua adrenalina.

Combatterono tutti, nessuno escluso, con ferocia, forza di volontà, sete di vittoria e di vendetta negli occhi di sangue. Perché combattevano per la libertà, per la pace, per la possibilità di vivere una vita migliore oggi e per uno straordinario nuovo inizio domani.

Le vittime non furono poche, furono molte, ma ognuna di loro si congedò dalla terra con onore.

Anche Draco prese parte diretta alla battaglia mosso da quel coraggio che non era sicuro di avere, ma non fu facile per lui quando vide arrivare sua madre, il bel viso contratto per la paura e l'orrore, accompagnata da suo padre che credeva rinchiuso ad Azkaban, tirarlo per la camicia come fosse un ragazzino intimandogli di muoversi perché dovevano sparire di lì.

Draco la guardò negli occhi. L'amava, era stata l'unica persona che avesse davvero amato, più di suo padre e in modo certamente diverso. Ma in quel momento, in quel campo di battaglia, tra le urla isteriche e i ringhi feroci di chi restava a combattere non poté far a meno di pensare che c'era qualcun altro adesso a riempirgli la vita, qualcun altro per cui valeva la pena rischiare tutto e forse anche perdere tutto.

Non lo fece, non si mosse, non li seguì ma li incoraggiò a farlo, a mettersi in salvo, a restarne fuori. Non era più la loro guerra, non era mai appartenuta a sua madre, neanche per un secondo.

Narcissa era atterrita, il cuore in frantumi al pensiero che suo figlio potesse morire. Come paralizzata al centro della sala non si muoveva neanche incitata da suo marito che cercava di scuoterla come poté ma senza risultati. Guardava suo figlio mentre dai suoi occhi Draco capì che aveva compreso di averlo preso.

Distratto com'era da quel momento, da quello che per lui era a tutti gli effetti un addio, con il cuore in pena e le lacrime agli occhi, non si accorse di quei bagliori che si avvicinavano a lui con violenza, minacciosamente, pericolosamente.

Fu la donna a difendere suo figlio da un paio di attacchi dei mangiamorte che oramai vedevano il ragazzo come il principale traditore. A lei non importava come la vedevano loro. Non le importava nulla del Signore Oscuro o di altro, le importava della sua famiglia, e protesse il figlio da quella gente, quella che era stata la sua gente fino ad un istante prima, ma a cui per lui, aveva rinunciato a cuor leggero.

Lucius scappò, codardo.

Draco lo vide allontanarsi. Gli si strinse il cuore al pensiero che quella era per lui la figura più importante della sua vita, o quantomeno lo era stata. Aveva visto in suo padre tutto quello che avrebbe voluto essere lui stesso, era il suo massimo esempio. E per un periodo il rischio di diventare come lui era stato incombente.

Draco lo guardava, vedendo allontanarsi con lui anche la sua stessa codardia. Non era più così, non era più come lui.

Guardò sua madre che combatteva come una forsennata per difenderlo. Sorrise pensando che forse il coraggio in realtà lo aveva ereditato da lei, ma proprio come lei lo tirava fuori solo al bisogno solo per le cose davvero importanti, o per le persone davvero importanti.

Furono molti gli sguardi puntati su di loro in diverse fasi della battaglia. Nessuno poteva realmente credere a quello che vedeva, ma era così, era palese, era impossibile non vedere, negare.

Narcissa non usava le maledizioni senza perdono, e neanche lui. Lei non aveva mai ucciso nessuno prima, lo avrebbe fatto per suo figlio, certo, ma se poteva evitarlo ne era più che felice.

Lei non aveva il marchio, non lo aveva mai voluto, e ricordava benissimo la disperazione che si era impadronita di lei nel veder marchiare suo figlio.

Si sentì in qualche modo orgoglioso di lei, che rischiava tutto insieme a lui.

Draco si allontanò da sua madre in un unica occasione: quando vide sua zia Bellatrix alle prese con una battaglia sanguinolenta, con quello sguardo da assassina che gli incuteva timore, ingaggiata con quella che era oramai la sua ossessione, l'unica in grado di fargli sentire il cuore pulsare a mille chilometri orari e fermarsi di colpo senza preavviso.

Bella rise sguaiatamente. Avrebbe giurato che quella donna fossa davvero pazza...

Quel sorriso sadico e quella violenza le erano propri e tutta quell'ira la stava sfogando su di lei!

Partì come un razzo nella speranza di sottrarla alle sue grinfie, e lo fece salvandola per un soffio da un Avada Kedavra. -Non la toccare!- aveva ringhiato minacciosamente, sicuro come non lo era mai stato prima. La vide guardarlo con un ghigno tra il divertito e lo schifato. Gli sputò addosso chiamandolo traditore.

-Non sei degno del nome che porti, non sei degno di far parte della nostra famiglia...- iniziò lei con voce strascicata e al contempo stridula. Gli perforava le orecchie, gli dava i brividi. -Lui si era fidato di te...-

-Mi ha affidato una missione suicida! Questo non è fidarsi...-

-Cosa c'è di meglio al mondo se non morire per lui?!- lo corresse immediatamente, giocherellando con la sua bacchetta. -E' un onore per noi...-

-Beh non per me!- fu in gradi di risponderle. Adesso poteva anche smettere di fingere di essere dalla loro parte, di trovare sane le cose malate che quella gente pensava e applicava. -Io non ho nessuna intenzione di morire per lui! Se proprio devo morire per qualcuno lo farò per lei!- allungò un bracciò per tenere Ginny, che intanto di era rialzata e si era portata alle sue spalle, dietro di sé.

-E sia.- sussurrò lei con voce apatica prima che il suo viso si contraesse in una smorfia sadica e partisse ad attaccarlo senza ritegno.

Ci fu una breve battagli a nella quale Ginny e Draco lottarono fianco a fianco contro quella donna certamente più potente di loro. Si fermarono quando udirono che il signore Oscuro aveva Harry in pugno e videro il ragazzo disarmato.

Bellatrix fu come presa da uno strano piacere orgasmico nel vedere quella scena che a loro invece provocava ribrezzo.

-Oh no Harry...- sussurrò Ginny terrorizzata stringendo la bacchetta al petto.

Lui la guardò. Vide l'orrore, la paura, quelle lacrime che faticava a trattenere. E non lo sopportò. Questa volta però non provò gelosia per quel nome sussurrato dalle sue labbra, non per le lacrime che versava per lui, no... Quello che provò fu infinita tristezza, perché la sua Ginny era triste, era afflitta, sconvolta, e lui non poteva far nulla.

Strinse la bacchetta in pugno più forte che poté. Per una frazione di attimi nella sua mente l'idea di fiondarsi lì e fare l'eroe gli sfrecciò attraverso, ma era una inutile missione suicida, non avrebbe portato beneficio a nessuno. Ma poi...

Strinse ancora la bacchetta.

Una cosa che poteva fare c'era, forse sarebbe risultato vano, ma non poteva lasciare nulla di intentato!

Senza pensarci due volte Draco lanciò la sua bacchetta a Harry chiamandolo a gran voce. Lo chiamò per nome attirando la sua attenzione come mai prima. Harry riuscì ad afferrarla e a difendersi con un “Expelliarmus” urlato all'ultimo secondo.

Bellatrix perse il sorriso spavaldo che aveva stampato in viso, e con occhi selvaggi che guardavano la scena con orrore si volse poi verso suo nipote urlando “Crucio!” con tutta la ferocia che possedeva e fece per colpirlo, ma Ginny si lanciò davanti a lui beccandosi l'anatema al suo posto.

Urlò disperato a corto di fiato mentre la vedeva contorcersi spasmodicamente sollevata a mezz'aria mentre urlava per i dolori atroci che il suo corpo stava subendo. Vide la sua bacchetta scivolarle via dalle mani e finire per terra rotolando fino ai suoi piedi.

Senza pensarci due volte Draco l'afferrò e la impugnò saldamente mentre con tutte le forze che avesse in corpo si rivolse contro di lei puntandole la bacchetta urlando “Stupeficium!”.

Fu una questione di attimi. La bacchetta rispose a lui come avrebbe fatto la sua se non meglio. Fu come essere riconosciuto da lei. La bacchetta sapeva bene quali sentimenti legavano la sua padrona a lui, e allo stesso modo si legò a quel ragazzo obbedendogli come fosse stata sua, proteggendo la sua padrone.

Bellatrix fu scaraventata per aria e Ginny cadde indolenzita.

Quando la prese tra le sue braccia vedendola inerme sentì che era pronto anche lui a morire mentre Bellatrix tornava indietro per finire quello che aveva iniziato.

Strinse il corpo di Ginny al suo e attese, un attesa che non venne mai colmata.

Si voltò e vide che Molly Weasley era arrivata a salvarli aggredendo sua zia che ormai sembrava sul punto di perdere. -Non toccherai i miei figli!- la sentì urlare, e per qualche strana ragione si sentì parte di quei figli di cui la donna grassottella aveva parlato. Una sensazione di calore gli pervase il petto.

Molly uccise Bella. Draco non versò neanche una lacrima per lei.

Quando Ginny riaprì gli occhi sentì che tutta la forza perduta un attimo prima era tornata. La prese tra le braccia appoggiandola ad una parete in modo da non poter essere attaccati alle spalle e la protesse con tutta la forza della sua disperazione da ogni possibile attacco.

La vide mentre tentava di rialzarsi.

-Sta giù maledetta ragazzina!- le urlò contro. -Vuoi farti ammazzare?!- ringhio con sguardo severo vedendola impallidire al tono della sua voce e restare ferma immobile al suo posto senza mai smettere di fissarlo.

Se voleva morire poteva farlo, ma non prima di lui!

Blaise e Theo lo affiancarono, pronti a combattere per lei, per lui, per la loro amicizia e per tutto quello che adesso contava realmente.

Draco sorrise guardandoli provando un moto d'affetto che mai aveva provato in vita sua per quei due, almeno non fino a quel punto.

Erano disposti a morire per lui, e questo li rendeva compagni, amici, fratelli per la vita.

Harry infine uccise Voldemort, liberandosi dalla sua maledizione, liberando il mondo da quella piaga abominevole.

Quando fu tutto finito il dolore non cessò per nessuno dei vincitori. Non ci furono urla di gioia, schiamazzi e festeggiamenti. Non era una partita di quidditch che era stata giocata, era stata la guerra, e vincitori o vinti nessuno poteva gioire immediatamente al suo finire.

I corpi esanimi di amici e parenti giacevano mollemente sulla pietra dura e fredda che neanche il sole caldo di maggio poteva scaldare. Tutti loro avevano perso qualcuno.

Furono molti quelli per cui dovettero versare lacrime amare, tra questi Fred Weasley, Lupin, Tonks...

Anche Piton perse la vita, ucciso dal Signore Oscuro in persona per tradimento. Quella per Draco fu davvero una grave perdita, perché aveva finalmente iniziato a rivalutare quella persona, a capirla, sapendo per certo che era una delle poche persone in grado di capire quello che aveva passato e quello che avrebbe passato in futuro.

Dovette sostenere Ginny per la sua perdita, e lo fece come meglio seppe fare, sperando che fosse abbastanza mente lei piangeva disperata tra le sue braccia tirando pugni contro il suo petto per sfogare il dolore la cuore, totalmente dimentica delle ferite che la maledizione le aveva inferto poco prima.

Fu un momento di dolore comune, e ci volle diverso tempo per immagazzinare, ma mai abbastanza tempo per accettare...






La guerra era finita da un annetto ormai, quel campo di battaglia che li aveva visti lottare e trionfare non aveva più nessuna traccia dei suoi trascorsi violenti, la scuola era stata ripristinata, gli alunni erano potuti rientrare per l'anno scolastico successivo come nulla fosse mai accaduto in quel maggio che pareva essere scomparso dai calendari, anche se, nei cuori di tutti, non era così, non sarebbe mai stato così.

Ma la vita doveva andare avanti, doveva ristabilirsi, gli equilibri riformarsi. E così fu.

Loro presero i loro M.A.G.O. A settembre e anche Ginny aveva potuto riprendere le lezioni, finendo il suo ultimo anno, lontana da lui che aveva ancora molto altro da fare, questioni importanti da sistemare.

Il nome dei Malfoy fu in qualche modo riabilitato, adesso non voleva più dire tradimento e odio, adesso voleva dire coraggio e amore.

Tutti avevano riconosciuto a Draco il merito di aver combattuto per amore, e tutti avevano riconosciuto lo stesso merito a Narcissa.

Adesso erano visti come quella famiglia che per amore avrebbe fatto follie. Ma sempre folli erano, solo di una follia differente dalla precedente. A Draco andava bene anche così.

Prese a studiare alchimia, ritirandosi per un periodo dalla vita pubblica. Aveva bisogno di riflessione e di pace.

Non tornò a Malfoy Manor, si trasferì altrove, costruendosi una casetta in un adorabile radura nei pressi della Tana di cui era assiduo frequentatore ormai.

Ancora rideva nel pensare a come tutto ebbe inizio quel giorno in cui Molly Weasley si presentò alla sua porta porgendogli una crostata di marmellata di ciliege dicendogli di mangiarla tutta perché lo vedeva sciupato chiamandolo “figliolo”. Draco sentì ancora quel calore al petto, lo stesso che avvertì durante la battaglia contro Bellatrix. E quando andò a restituire la teglia non lo lasciarono andar via così facilmente.

Lo costrinsero letteralmente ad entrare in casa, e Draco strabuzzò gli occhi guardandosi intorno, osservando quell'ambiente assolutamente stravagante e per nulla sobrio, quella casetta piccola, che solo allora capì perché chiamassero la “Tana”, riflettendo sul fatto che quella era stata la casa in cui la sua Ginny aveva vissuto, era cresciuta, e quella gente assurda era la sua famiglia.

Il signor Weasley gli faceva vedere tutti quei marchingegni babbani che a lui provocavano solo divertimento, perché non riusciva proprio a capire come si potessero preferire alla magia, ma gli piaceva parlare con lui, Arthur lo prendeva sul serio come nessun altro prima, gli diceva spesso e volentieri quanto fosse in gamba, si interessava anche ai suoi esperimenti alchemici di tanto in tanto frenandolo quando si spingeva troppo oltre. Non era abituato a quella gentilezza, a quella premura, e iniziò pian piano a sentirsi a casa tra quelle mura.

Allora la “Tana” prese un altro significato per lui, non era sinonimo di piccolo, ma di calore, amore, famiglia, proprio come in una vera tana, in cui gli animali si rannicchiano tra di loro per cercare quel calore che mancava durante i freddi inverni, così lui passava il suo tempo con loro cercando quel calore famigliare che non conosceva, o almeno non a quel modo.

Suo padre fu catturato qualche giorno dopo la battaglia di Hogwarts e arrestato, ma furono clementi con lui, perché Narcissa e Draco aveano dimostrato di valere molto, e di aver contribuito notevolmente all'esito positivo dell'ultima battaglia.

Gli avevano dato gli arresti domiciliari a vita, per la gioia di sua madre che così poteva tenerlo sotto controllo, ma era stato anche questo il motivo che lo aveva spinto ad allontanarsi da casa, insieme alla non accettazione ferma e convinta di suo padre per Ginny. Non tollerava minimamente l'idea di vedere il figlio con Ginevra Weasley.

Poco erano valsi i suoi tentativi di dissuaderlo dicendogli che l'amava e che le cose stavano così, punto. Lui era incaponito, al punto da decidere di diseredarlo.

In realtà a Draco non importava molto, ma volle prendersi una rivincita anche su di lui.

Aveva degli amici adesso, aveva gente che combatteva per lui e con lui, e qualche chiamata fu sufficiente per far si che tutti i beni di Lucius Malfoy fossero confiscati, per essere poi donati a Draco come unico erede del patrimonio di famiglia e unico gestore.

Mantenne sia la madre che il padre, questo era scontato, la sua vendetta l'aveva avuta, ora il potente Lucius Malfoy non solo non valeva più nulla in società ma dipendeva in tutto e per tutto da lui, suo figlio di appena diciannove anni. Ironico.

L'estate era finalmente giunta e Ginny fece il suo ritorno a casa felice come non mai e anche piuttosto sorpresa di trovare Draco alla Tana.

Quando aprì la porta fu la prima figura che vide, ritto davanti all'uscio che l'aspettava a braccia aperte. A Ginny manco di un battito il cuore per la sorpresa, ma corse da lui in un baleno e l'abbracciò dopo tanto tempo stringendolo forte.

In tutte le loro lettere non gli aveva mai accennato alla sua frequentazione della Tana, e neanche gli altri gliene avevano parlato.

Si allontanarono un po', restando finalmente soli dopo mesi. Passeggiarono nel boschetto che circondava la tana e la separava dalla casetta di Draco.

Ginny gli chiese stupidamente se rivederla gli aveva provocato le stesse emozioni o se non era più così. Draco rise istericamente mentre gli uccellini di quel bosco verdeggiante e fresco volavano via dagli alti alberi che sormontavano le loro teste.

-Ginny... mia piccola Ginny...- le disse in un soffio. Poi guardandola aggiunse: -Sei davvero una perfetta idiota!- e prima che potesse protestare l'afferrò con forza baciandola come non aveva mai fatto prima, o forse si... ma non era importante, quello che contava era che fosse tra le sue braccia ancora una volta, liberi di mostrarsi al mondo, di amarsi quanto e come volevano.

Certo, inutile negare che molti ancora non riconoscevano ai Malfoy la fiducia che si erano guadagnati, ed erano in tanti quelli che li guardavano dalla testa ai piedi. Alcuni erano arrivati addirittura a guardare male Ginny, che imperterrita gli diceva che non gliene importava un “fico secco” della loro opinione, e che non avrebbe rinunciato a lui per nulla al mondo...

Lui le credeva.

Incespicarono finendo poi rovinosamente per terra ma, risero solamente, non si separarono. Si guardarono negli occhi felici.

-Mi sei mancata da impazzire.- ammise lui guardandola ancora. -Come puoi pensare che non sia così?-

Lei fece spallucce. -Controllavo.- gli disse. -Infondo sei una delle persone più lunatiche che abbia mai conosciuto.- gli fece notare sogghignando.

-Touche.- incassò la provocazione. -Ma non con te...-

-Soprattutto con me!- urlò scandalizzata agitandosi mentre strabuzzava gli occhi. -Mi hai fatto penare le pene dell'inferno prima di...- la baciò impedendole di continuare a rivangare il passato.

-Sono qui adesso no? E mi pare di averti dimostrato di essere serio al punto da restare.-

Lei annuì sbuffando ma sorridendogli guardandolo dritto in quegli occhi che sapevano di cielo infinito, carichi di quella gioia che solo guardando lei erano in grado di emettere.

Si baciarono ancora e incapaci di trattenersi oltre fecero l'amore, lì, sul terreno umido del bosco, immersi nei suoi profumi, i suoi suoni che si mischiarono ai loro gemiti, incuranti del mondo esterno.

Quando ebbero finito Draco tornò a guardare Ginny negli occhi. Era bella, era viva ed era sua. Mai neanche nelle sue prospettive più rosee aveva creduto di riuscire ad ottenere un esito tanto compiacente. Il suo petto era invaso da un calore ormai famigliare mentre tra i battiti accelerati e il fiatone le sussurrò sulle labbra quel “ti amo” ancora inespresso.

Lei gli rispose con uno slancio coprendogli le labbra con le sue ancora e ancora finché non fu davvero tardi e dovettero rientrare alla Tana sperando che nessuno si accorgesse guardando i loro visi colpevoli di ciò che era appena accaduto tra loro...

Ma Draco guardando le guance arrossate di Ginny poteva riconoscere benissimo quell'espressione da “dopo sesso” che oramai conosceva bene e che lo faceva impazzire.

Tornati alla Tana trovarono tutti lì, Draco le spiegò che avevano organizzato una festa per riunirsi. Ginny rise all'idea di Draco che pianificava una festa con sua madre mentre lei era via.

Li passò in rassegna tutti, uno ad uno. C'erano tutti i suoi fratelli, meno uno...

Erano ancora difficili per lei le riunioni famigliari, perché c'era sempre qualcuno che mancava all'appello, e che sarebbe mancato per sempre...

Ricacciò indentro quelle lacrime tristi, concentrandosi sulla bellezza di quel pomeriggio pieno di amici, amore e famiglia. Dovevano pensare alle cose belle, dovevano pensare ai vivi, che avevano tanto bisogno di essere amati. E che lei tanto amava...

Guardando più in la notò che in giardino non c'erano solo le teste rosse dei Weasley, ma una sfilza di altri colori...

Sorrise radiosa vedendo Harry, Hermione, Blaise e Theo! Anche loro lì!

Li abbracciò con gioia, soffermandosi un attimino in più tra le braccia di Blaise che adorava davvero, provocando l'ira di Draco che ancora, dopo tutto quel tempo, non si era rassegnato a quel rapporto così “stretto” tra loro.

-Quando avete finito di fare i piccioncini magari...-

-E piantala di fare il geloso!- lo ammonì lei facendolo arrabbiare ancora di più prendendo poi a battibeccare davanti a tutti che però abituati com'erano a certe scene non ci facevano più neanche caso.

Lo sguardo di Draco si posò su Theo.

Un sorriso amaro sulle labbra ogni volta in cui i loro sguardi s'incrociavano. Lo aveva messo in una situazione difficile che poteva benissimamente essere evitata. Ma l'ingenuità, la foga, l'inesperienza e l'età avevano lavorato contro di loro.

Era tutto passato però, questo disse loro il preside convocandoli ad Hogwarts qualche tempo prima.

Aveva voluto spiegare loro le conseguenze di quell'azione malsana che avevano compiuto e di cui lui era misteriosamente a conoscenza. Si sedettero in silenzio consapevolmente colpevoli come non mai in vita loro. Sapevano di aver sbagliato, sapevano che non erano cose da fare, ma ormai...

Il sollievo di entrambi fu immenso quando l'anziano mago spiegò loro che in realtà il patto andava a cadere nel momento in cui la voce di quello che Theo non poteva rivelare era oramai di dominio pubblico. Non vi era più nessun segreto da mantenere e nessun patto inscindibile.

Draco morì dalla vergogna quando l'intero mondo magico seppe dei suoi precedenti, ma per salvare Theo avrebbe fatto quello ed altro.

I loro sguardi però la sapevano lunga, e quel patto anche essendo decaduto li aveva uniti per la vita ugualmente, perché sapevano di poter contare l'uno sull'altro per davvero, per tutta la vita.

Passarono un pomeriggio in allegria, ma faceva caldo e molto, e la signora Weasley propose loro delle limonate che andò a preparare di suo pugno con uno dei giocattolini del signor Weasley che andò in suo soccorso non appena la sentì urlare.

Il caldo era davvero intenso, e quando Ron domandò a Draco come riuscisse a stare con la camicia si guardarono un po' tutti un attimo imbarazzati, lo stesso Ron ricordò il motivo, maledicendosi di aver parlato troppo in fretta come al solito chiedendo vagamente scusa.

-Va bene così, non vi preoccupate.- disse Draco ridacchiando amaramente, afferrando inconsciamente il braccio marchiato con l'altra mano quasi a volerlo coprire maggiormente alla vista di tutti gli altri.

Era ancora lì, non glielo avevano rimosso, e aveva dovuto conviverci provando vergogna e imbarazzo al pensiero che qualcuno potesse vederlo...

Tentava in tutti i modi di nasconderlo al mondo, di nasconderlo a se stesso.

Ginny lo aveva visto. Avrebbe voluto morire in quell'istante.

Una notte durante le feste natalizie era tornata a casa, ed erano da lui quando lei disse di volerlo vedere. Si era rifiutato categoricamente ma lei aveva insistito così tanto che alla fine aveva ceduto, arrotolando con estrema lentezza la manica del maglione, sentendo la pressione di quel momento gravargli sul collo.

Si fermò a metà strada quando un bagliore negli occhi di Ginny lo irrigidì. Fece per ricoprirlo ma lei lo fermò.

Fu lei stessa a scoprirgli la pelle, esponendo il tatuaggio maledetto mentre il braccio di Draco tremava. Lo accarezzò, oramai non era altro che un brutto disegno stampato sulla pelle. Non aveva più valore, non aveva più significato.

Draco era inorridito di se stesso, confessò a Ginny che quel marchio lo tormentava, di giorno e di notte, che non riusciva a riposare bene e che aveva sempre paura che presto o tardi sarebbe arrivato qualcuno a scatenare una caccia alle streghe perseguitando quelli che come lui erano sporchi.

Fu Ginny ad inorridire a quel punto. Davvero Draco dopo tutto quello che aveva fatto per la comunità magica credeva di essere sporco solo per uno stupido tatuaggio senza più alcun valore?

Quella notte lei arrivò a fare un gesto assolutamente estremo, ma necessario, sotto gli occhi attoniti di Draco, che non poteva che essere incredulo di ciò a cui stava assistendo.

Ginny afferrò il suo braccio con una delicatezza disarmante, e si chinò, baciando quella pelle sporca, portando le sue labbra candide a toccare quel serpente maledetto, senza esitazione, senza ripensamenti, dicendogli solamente: -Ecco, ora sei pulito.- sorridendogli come l'angelo che Draco vedeva in lei ogni volta che la guardava. -Anche se per me non sei mai stato sporco.-

Fu riportato al presente dalla voce di Ron che gli diceva: -Immagino dev'essere davvero difficile... vederlo dico... ogni giorno.- ammettendolo con timidezza, e una buona dose di umiltà con cui cercò di rifarsi per quella gaffe involontaria, dandogli poi una pacca sulla spalla quasi da amico.

Certo il loro rapporto era migliorato, ma Ron era ancora restio ad accettare la cosa, fu Hermione a farlo ragionare facendolo arrivare poi alla conclusione che non era Draco Malfoy il problema di Ron, no...

Sarebbe stato lo stesso con qualunque altro ragazzo!

Harry si fece avanti ad certo punto e il suo viso sembrava un enorme punto interrogativo. Draco ebbe l'impressione che gli avrebbe domandato qualcosa, e infatti così fece.

-Sai Draco, ancora oggi a distanza di tempo mi domando... come sia stato possibile che la tua bacchetta abbia funzionato così bene nelle mie mani.- lo guardava con occhi dubbiosi dietro quegli occhialini rotondi.

Draco gli sorrise, consapevole di qualcosa che lui non sapeva. -La bacchetta di Ginny quel giorno funzionò per me perché riconobbe l'amore della sua padrona... per me...- disse un pochino imbarazzato da tutti quegli sguardi addosso, ma continuò, era una domanda che aspettava gli domandasse da tempo ormai, voleva dargli quella risposta. -La mia ha funzionato con te... perché... ha riconosciuto un obbiettivo comune, desideri simili, un amico... forse-

Era probabilmente in assoluto la cosa più dolce che Draco Malfoy avesse mai detto in vita sua, e tutti rimasero attoniti e commossi all'idea che la cosa non era rivolta a Ginny ma ad Harry, il suo eterno rivale.

Harry gli sorrise comprendendo a pieno quelle parole, prendendo poi a punzecchiarlo piano dicendogli che ora vedeva chiaramente che era un tenerone per sdrammatizzare e levare quel velo d'imbarazzo che era calato su di loro.

Draco negava categoricamente quella possibilità dicendogli che quegli occhiali andavano cambiati perché non ci vedeva proprio una mazza, ma Harry andò avanti così, sempre più insistente finché non iniziarono ad aggiungersi anche gli altri al bisticcio creando una confusione firmata Weasley.

Charlie gli si parò davanti. -”Draco” eh...- disse guardandolo con uno strano sguardo sadico. -Sai... io sono un cacciatore di draghi.- disse con intenzione sogghignando a braccia conserte mostrandosi fiero.

Draco lo guardò strabuzzando gli occhi ricordando il pensiero formulato il giorno della battaglia quando si era ritrovato tutti i fratelli Weasley davanti, sicuro che in un modo o in un altro avrebbero trovato il modo di farlo fuori, e quella pareva davvero una minaccia.

-Tu addestri Draghi non li ammazzi.- sottolineò Ginny sbottando a braccia conserte imitandolo sbucandogli da dietro.

-Fa lo stesso...- disse continuando a fissarlo.

Bill afferrò Draco portandogli il braccio intorno al collo fermando definitivamente l'amichevole l'azzuffata. -Voglio mettere ben in chiaro delle regole ragazzino.- iniziò, mentre tutti prestavano più attenzione a quello che stava succedendo, e Draco deglutiva incerto di quello che stava per succedere, sentendo però nel profondo che non sarebbe stato nulla di buono... -Il sesso è assolutamente fuori discussione fino al matrimonio. Non transigo neanche un po' su questa.- era deciso, era convinto, era un illuso...

Draco sbiancò ansioso maledendo i suoi bollenti spiriti, deglutendo a fatica pensando che se quella era solo la prima regola, allora era davvero nei guai, anzi era fritto... letteralmente.

Afferrò la mano di Bill con lentezza ponderando i suoi movimenti, come se stesse avendo a che fare con animali feroci, selvatici, si sciogliendosi piano da quell'abbraccio costrittore con una calma tremenda. -Vedi Bill...- iniziò senza sapere realmente come continuare. Lo sguardo che gli lanciò però gli fece davvero venir voglia di dirigi di sì e promettergli di ripristinare la verginità di sua sorella ad ogni costo. Ginny però non sarebbe stata molto d'accordo adesso che il sesso era finalmente diventato piacevole...

Risolini divertiti e imbarazzati che si levarono per aria gli fecero venir voglia di sprofondare sotto terra scavandosi la fossa da solo. Ma infondo era quello che aveva fatto, no? Sentiva le guance imporporarsi, si sentiva “vagamente” in trappola...

Si schiarì la voce per darsi un tono. -Vedi Bill...- riprese ancora in un altro tentativo vano arrossendo maggiormente al pensiero di quello che aveva fatto poco prima nel bosco... che avevano fatto... Aveva fatto l'amore con sua sorella gusto qualche attimo prima, tanto che poteva ancora sentire la sensazione delle sue mani vagare sul suo corpo allegre ed eccitate...

E adesso lui gli chiedeva di aspettare il matrimonio. Se lo avesse saputo avrebbe potuto dire addio ai suoi genitali, questo era certo.

-E' un po' tardi per questo Bill...- disse un Ron arrabbiato e piuttosto nervoso lasciandosi scappare questa volta proprio un particolare che non avrebbe dovuto. Fu fulminato all'istante da più di qualcuno. Hermione gli diede uno scappellotto furibonda seguito da un “ne riparliamo dopo” che aveva lo stesso tono minaccioso dei fratelli Weasley.

-Vedi Bill...- disse ancora Draco, finalmente deciso su cosa dirgli mentre gli occhi dell'altro lo fissavano tra l'incredulo e l'inferocito. -Io credo sia ora che sparisca!- e così dicendo prese a correre inseguito dal fratello maggiore della piccola di casa Weasley che gli urlava contro di lasciarlo stare e di fermarsi immediatamente.

Ginny ringraziò la sua buona stella perché quantomeno i suoi genitori erano in casa in quel momento e non avevano assistito a quella scena patetica tremendamente imbarazzante.

Molly uscì, non solo con le limonate trasportate a mezz'aria tramite la magia, ma con una torta dall'aspetto delizioso tra le mani.

Furono tutti curiosi di rientrare però quando Arthur, con un foglio che sembrava apparentemente importante considerando la sua espressione, chiamava Draco dal salotto.

-Da quanto tempo va avanti sta storia?!- urlò Bill a Draco afferrandolo per il colletto della camicia mentre lui impallidiva più che mai.

Tanto valeva rispondergli. -Dall'anno scorso.- disse in un soffio.

Gli occhi di Bill divennero tondi e infuocati mentre minacciava seriamente di farlo fuori ma fu costretto a rinunciare all'idea per via di suo padre. Certo, per il momento...

Draco ne approfittò per riunirsi ai suoi amici, per sentirsi più protetto, raggiunto immediatamente da Ginny che tentò di prendergli la mano che lui le negò dicendole solennemente -No, no, no niente contatto... hai sentito il ragazzone.-

Ginny strabuzzò gli occhi soffocando un urlò. Mai come in quel momento aveva desiderato strozzarlo a mani nude! Ma dovette rimandare, sembrava che suo padre avesse qualcosa di importante da dirgli.

-Draco.- lo chiamò. -Figliolo...- aggiunse mentre lui si avvicinava piano sentendosi stranamente orgoglioso di quel appellativo con cui ormai era solito sentirsi chiamare da loro. -Abbiamo buone notizie dal ministero della magia.- gli annunciò allegramente sventolandogli quel foglio davanti al naso. Draco era ansiosi di sapere di cosa si trattasse, ma non osò dir nulla o fare nulla, attese con crescente impazienza che Arthur gli rivelasse i particolari. -Sei chiamato a presentarti per il Deletrius.- la voce di Arthur era allegra e leggera a differenza del cuore di Draco che era improvvisamente diventato pesante.

Quasi non ci volle credere mentre prendeva quella lettera dalle mani dell'uomo e leggeva e rileggeva le condizioni imposte dal ministero.

Soffocò un singhiozzo mentre realizzava che finalmente sarebbe davvero passato tutto, che poteva riappropriarsi della sua vita, che non si sarebbe più sentito diverso dagli altri, sporco e miserabile, almeno non più del necessario.

Senza rendersene conto si ritrovò le braccia di Ginny al collo, e ne fu felice perché era proprio la persona con cui voleva condividere quella gioia. Ma guardandosi intono si rese conto che non era proprio così...

Gli sguardi sereni, i sorrisi sinceri, gli “urrà” esclamati a gran voce e gli applausi felici della gente che lo circondava in quel momento... era con tutti loro che voleva condividere la sua gioia adesso che tutto era diverso.

Bussarono alla porta. Charlie andò ad aprire, una bella donna bionda attraversò l'uscio chiedendo permesso.

-E' qui la festa?- domandò guardandosi intorno, circondata di gente allegra.

-Mamma?- fu tutto quello che Draco riuscì a dire, incapace di credere che Narcissa fosse proprio lì alla Tana.

La donna salutò Ginny con un sorriso che fu ricambiato vivamente, abbracciò poi suo figlio congratulandosi per quella notizia importante di cui lei era già a conoscenza confessandogli che quella festa era per lui, perché dovevano festeggiare.

-Tutti fuori allora per la torta!- dichiarò Molly allegramente prendendo Narcissa sotto braccio sotto gli occhi sbalorditi di tutti quando lei la lasciò fare ben disposta nei suoi confronti.

Draco guardò Ginny e l'amò con ogni fibra del suo essere. Si capirono senza il bisogno di parlare, le lacrime che scivolavano lungo le guancia di lui e che lei sorridendo gli asciugava con i pollici, i singhiozzi trattenuti a stento e un rossore innaturale a imporporargli le guancia.

Adesso si sentiva abbastanza per lei, adesso sentiva di meritarla, di essere in grado di stare la suo fianco e non alla sua ombra, adesso non aveva più bisogno di nascondersi o di camminare a testa china.

Adesso Draco Malfoy non era più un mangiamorte, era solo un mago.

Il ministero della magia aveva finalmente approvato la loro richiesta di rimozione del tatuaggio. Non seppe mai come Arthur ci fosse riuscito, ma credeva vivamente che in realtà fosse stata opera di tutti i presenti...

Adesso poteva davvero dire, e ne era certo, che dalla vita aveva avuto proprio tutto.




Fine.


 


 

Caio a tutti^.^

L'ultimo capitolo è giunto e se siete arrivati fin qui è anche passato. Un pochino mi rattristano i finali, ma sono inevitabili e poi cuore celato ha dovuto aspettare anche fin troppo tempo per il suo finale quindi è giusto così.

Mi auguro abbiate trascorso bei momenti in compagnia di questa fanfic e che vi abbia fatto divertire, ridere, commuovere, non so vedete voi... a me basta che vi abbia suscitato qualcosa, qualunque cosa, perché se è così allora vuol dire che ho ottenuto qualcosa, altrimenti saranno solamente un mucchio di parole gettate qua e la su fogli bianchi.

Grazie a tutti quelli che mi hanno seguita in questo viaggio, che hanno seguito Draco e Ginny nel loro viaggio attraverso la scoperta di questi sentimenti che a parer mio potevano starci benissimo anche nella versione originale... Mi dispiace per Harry ma non sta proprio bene con Ginny, la spegne!!! non ne la spazio ne aria per esprimere quello che in potenza poteva essere o diventare. Ma comunque non sta a me dirlo ^.^ Io posso solo limitarmi a scrivere quello che secondo me poteva succedere sperando che ci siano delle pazze come me che vedono questa possibilità forte e chiara!! ^,^

Quindi grazie a tutti quelli che hanno seguito e apprezzato anche in silenzio, ma un grazie particolare va a tutte quelle che hanno commentato e mi hanno dato il loro parere su quello che leggevano di volta in volta, ha significato molto per me, quindi un grazie di cuore *.*

Vi lascio con un abbraccio e un bacione... ciao a tutti!!!!! ^.^

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