she's mine.

di bice_94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** attenzione!!!!! ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


S: sono a casa.
Non seppe cosa scattò nelle loro menti, ma il tradimento della madre e il ritorno alla vita di Starling City per Sara, li aveva destabilizzati. Il contatto fisico fu l’unica ancora di salvezza in quel marasma confuso. Lì, in un buio seminterrato, con Sara tra le braccia, Oliver decise di abbandonare la realtà e godere di quel calore inaspettato.
 
Diggle aveva notato perfettamente lo strano comportamento di Felicity e non aveva perso gli occhi pieni di lacrime prima e dopo il suo colloquio con Oliver. Aveva aspettato fino all’ora di tornare a casa per poi portarla a mangiare qualcosa. Non aveva fatto domande, ma aveva cercato solamente di portarla fuori dai suoi pensieri. In un primo momento, era ancora silenziosa, ma lentamente si fece coinvolgere dall’entusiasmo di Roy e finì con il balbettare come il suo solito. La situazione tra la donna e Oliver era sempre stata complessa, ma quel giorno doveva aver toccato note dolcenti per entrambi. Stava per riaccompagnarla a casa, quando si accorse di aver lasciato il telefono al “covo”, come amava chiamarlo. Sospirò con delusione e Diggle si offrì di accompagnarla a riprenderlo e poi a casa.
Quando arrivarono, il seminterrato era chiuso e buio e i due scesero le scale tranquillamente.
F: sai, se non lavorassi qui, direi che questo posto mette i brividi.
Diggle scoppiò a ridere.
D: Felicity Smoak, sei una fifona.
La donna stava per ribattere, ormai arrivati in fondo alla scalinata, quando un rumore proveniente da un angolo buio li sorprese. Il cuore di Felicity minacciò di uscirle dal petto e vide Diggle raggiungere immediatamente la pistola ancora al suo fianco e assumere la sua posizione soldato.
D: sta dietro di me.
Felicity annuì e tenendosi leggermente alla camicia dell’uomo lo seguì. Si diressero all’angolo in cui stava solitamente il tappeto per l’allenamento e chiuse gli occhi un secondo per calmarsi.
Il movimento di Diggle fu veloce e silenzioso, ma ogni possibile attacco o parola non arrivò.
O: Diggle che ci fai qui?
La voce di Oliver sembrava più roca del normale e Felicity iniziò lentamente a calmarsi, cercando ora di spostarsi dal corpo di Diggle che, sembrava quasi, cercasse ancora di tenerla indietro.
Queen vide la sua guardia del corpo spostare i suoi occhi rapidamente da lui a Sara, ancora in reggiseno sportivo e chiudere ermeticamente la sua mascella. Fu allora che la vide e pensò per un secondo di morire. Felicity si sporse con un sorrise, che scomparve ben presto.
F: ci ha fatto prende-..
Le sue parole si smorzarono e Oliver non fu in grado di spostare gli occhi dai suoi. C’era confusione, delusione e dolore. Dolore vivido, selvaggio che gli rubò il respirò. Iniziarono a formarsi le prime lacrime, ma allontanò il viso dalla loro vista più velocemente possibile.
F: scusate.. si, noi non dovev-.. credo che andrò a prendere il mio telefono.
Aveva balbettato, ma la sua voce era ancora tremolante. Sara osservò la scena, sentendo un leggero senso di disagio al dolore evidente di Felicity. Era una ragazza in gamba, ma in quell’istante le era sembrata una donna fragile, strattonata violentemente dagli eventi. Diggle seguì la dipartita di Felicity con lo sguardo, prima di rivolgersi di nuovo ad Oliver, con occhi che esprimevano quanto avrebbe voluto ucciderlo.
D: scusate, ma la prossima volta, cercate un qualsiasi altro posto. Chiaro?
Il suo tono di voce non ammetteva repliche e Sara intravide il suo passato di soldato proprio in quell’istante. Oliver si alzò immediatamente, realizzando solo in quel momento di essere rimasto seduto.
O: Diggle-..
D: no, niente Diggle, Oliver. Sei libero di fare ciò che vuoi e io non ho bisogno di sapere assolutamente niente, ma ora devo andare a recuperare Felicity.
Li osservò ancora una volta, prima di scomparire dietro l’angolo. Oliver rimase immobile, fissando lo spazio occupato fino a poco prima dai suoi partner. Non riusciva a togliere dalla sua mente gli occhi tormentati di Felicity. Pensò che qualcosa fosse contro di lui. Era stato esattamente come in Russia, ma questa volta c’era stato qualcosa di molto più profondo. Gliel’aveva letto negli occhi. E purtroppo non era troppo difficile capire cosa fosse. Le parole che le aveva detto proprio dopo l’incidente Rochev risuonarono selvaggiamente nella sua mente. “ A causa della vita che conduco credo che sia meglio non stare con qualcuno a cui potrei davvero affezionarmi.” Averlo visto lì, con Sara, una persona che sicuramente non gli era indifferente, aveva di certo reso le sue parole qualcosa di falso e assolutamente fuori luogo. Fu Sara che, appoggiandosi alla sua schiena, lo riscosse dai suoi pensieri.
S: penso che dovremmo andare.
 
Il viaggio verso casa di Felicity passò in un silenzio scomodo e pesante. Diggle la vide di sfuggita, cancellare una lacrima che era uscita dal suo controllo. La donna era rigida e pensò che sarebbe caduta a pezzi da un momento all’altro. Conoscere la reputazione di Oliver è una cosa, vederlo di persona era tutt’altra questione. Parcheggiò sotto il suo palazzo e sospirò. Felicity parlò allora per la prima volta, ma non lo guardò in faccia, continuando ad osservare le sue mani, diventate improvvisamente moto interessanti.
F: Diggle, domani non sarò reperibile. Ho bisogno.. di sbrigare alcune questioni personali. Quindi spero non andrete in campo o fare qualcosa di stupido, perché non potrò veramente essere lì. Devi farmi un favore però..
Alzò i suoi occhi su Diggle e l’uomo potè vedere la tempesta emotiva che c’era li, vide lo sforzo di tenersi ancora in un'unica pezzo, prima di ritirarsi nel suo appartamento.  Oliver Queen era una capra. L’uomo di colore si limitò ad annuire.
F: ho lasciato alcuni aggiornamenti da chiudere.. e ti sarei veramente grato se potessi farlo per me.
D: non c’è problema.
Le sorrise delicatamente, ma non ne ricevette uno indietro.
F: ti ringrazio, per il passaggio Digg.
L’uomo le afferrò delicatamente la mano, con una domanda inespressa negli occhi.
F: starò bene, non preoccuparti.
Un sorriso che non arrivò agli occhi distese il suo viso e con questo se ne andò, permettendo finalmente a se stessa di cadere a pezzi.
 
La mattina successiva, Oliver arrivò in ufficio con 10 minuti di ritardo. Il resto della notte era stato un inferno. Diggle lo scortò su per l’ascensore, ma non ci furono parole riferite agli eventi del giorno precedente. Quando le porte si aprirono, Oliver boccheggiò per la sorpresa e per il velo di panico che lo conquistò.
Si avvicinò come una furia alla scrivania generalmente occupata da Felicity, oggi invece in possesso di una donna di mezz’età con un’acconciatura curata e occhiali spessi.
O: mi scusi, ma lei chi è?
Il suo tono non era stato dei più cordiali e la donna saltò quasi sull’attenti.
G: mi scusi, sig. Queen. Io sono Grace Tyler, sostituisco la sig.ina Smoak per oggi. È un piacere conoscerla.
Oliver non considerò la mano della donna e sparò invece uno sguardo confuso a Diggle.
O: che sta succedendo?
La sua voce era molto simile a quello della freccia, ma Diggle non si lasciò intimidire. Alzò un sopracciglio, cercando di sottolineare la stupidità della domanda. Non furono dette altre parole, per lo meno fino a quando i due uomini non scomparvero nell’ufficio di Oliver, dimenticando completamente la segretaria, sconvolta dallo strano comportamento del suo capo.
Oliver si fermò al centro della stanza, guardandolo con aggressività.
D: ha detto che oggi non sarebbe stata reperibile. Che avrebbe dovuto sbrigare qualche questione personale.
Vide le parole affondare nel cervello dell’uomo di fronte e decise che forse era arrivato il momento di mettere le cose in chiaro.
D: ascolta Oliver , sei libero di dirmi che non sono affari miei, ma voglio veramente dirti una cosa. Felicity è una persona speciale. In questi anni siamo diventati amici e ho avuto l’occasione di parlare con lei.
Gli aveva volutamente fatto capire che sapeva cosa c’era in ballo.
D: io non so cosa tu stia facendo, ma la stai distruggendo lentamente. Non credo che lei ti sia indifferente, ma questo tira e molla non va bene. Lei non riesce ad andare avanti, ma non se la prende con te, pensando che la tua intenzione fosse quella di proteggerla. Un complesso da eroe anche lì.
Era chiaro che Diggle conosceva la loro conversazione post Russia e capì di non aver mai capito quanto il loro rapporto di amicizia fosse stato profondo.
D: da ieri sera però è evidente che non era quella la vera ragione per cui hai rinunciato Felicity.
C’era una leggera vena di accusa in quelle parole.
D: non so se hai mentito allora o-..
O: no!
Ruggì, rivendicando quanto avesse creduto in quelle parole. Quella della sera prima era stata un debolezza, che però aveva portato alla luce delle problematiche ben più profonde.
Diggle sospirò, vedendo la verità negli occhi di Oliver.
D: beh, allora non so cosa ti stai facendo, ma cerca di capirlo nel più breve tempo possibile.
Il ragazzo spalancò gli occhi, percependo quasi una vena di minaccia. La minaccia di perdere Felicity.

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


La mattina successiva, Oliver fu praticamente trascinata da Thea nel parco della città. La sorella continuava a parlare, ma la sua mente era così dannatamente confusa da rendere i suoi pensieri assordante. Non amava Sara, ma c’era quella sensazione di comodità che non aveva mai avuto con nessun altro. Questo perché lei aveva vissuto il suo steso orrore e non c’era bisogno di parole o di spiegazione, perché lei sapeva già. Era semplicemente la soluzione meno complicata. Eppure Felicity, la sua Felicity non aveva mai fatto domande. Certo, vedeva la curiosità nei suoi occhi, ma non aveva chiesto. Si era limitata ad aspettare.
La mano di Thea lo strattonò e lo costrinse a guardarla.
T: ehy, ma quella non è la tua amica?
Gli occhi di Oliver raggiunsero immediatamente il punto indicato da Thea e riconobbe immediatamente la familiare figura di Felicity.
T: aspetta, come si chiama?
O: Felicity.
Il suo tono era un sussurro e la sorella lo osservò con curiosità.
T: beh, andiamo a salutarla.
Non gli diede il tempo di fermarla, perché aveva già raggiunto l’obiettivo.
 
Felicity amava il parco. Amava sedersi su una panchina, al sole, lasciando che il vento freddo le pungesse la faccia. La sua mente si svuotava, beh, almeno i primi minuti. Si strinse un po’ di più nella giacca e si passò una mano stancamente sul viso. Una mano le strinse la spalla e si voltò, sobbalzando.
Thea Queen era davanti a lei, con un sorriso da 300 watt.
T: Felicity, giusto? Ciao, come stai?
La ragazza era leggermente confusa, ma sorriso di rimando.
F: bene, ti ringrazio. Tu?
Thea doveva aver risposto, ma l’attenzione di Felicity era completamente su Oliver che aveva raggiunto le due donne. Non parlarono tranne per un saluto leggero.
T: sei sicura di stare bene?
Notò che Thea continuava a guardare i suoi occhi. Erano leggermente gonfi, un po’ umidi e più profondi del solito. Fellicity sorrise tiratamente, dando un rapido sguardo a Oliver, gesto che non passò inosservato a Thea.
F: si, un po’ di allergia. Niente che non passerà.
Oliver la osservò, volendo prenderla tra le braccia e chiedere scusa.
Felicity si guardò un po’ intorno a disagio.
F: oh, beh, già che ci siamo penso che posso salutarvi, domani parto per un paio di mesi.
E così aveva sganciato la bomba. Era felice della presenza di Thea, cosicchè Oliver non avrebbe potuto fare una scenata. Vide la mascella dell’uomo cadere leggermente.
T: oh, Felicity, spero non sia per qualcosa di grave.
Thea li guardò con curiosità e capì che era il caso lasciarli da soli per qualche minuti.
T: Beh, ragazzi ho visto un mio amico laggiù. Torno subito. Ah e buon viaggio Felicity.
Felicity sorrise e annuì, ringraziandola.
Oliver aspettò che Thea si allontanasse e si avvicinò minacciosamente a Felicity che istintivamente si strinse di più nella sua giacca.
O: che stai dicendo?
Felicity lo osservò e sospirò.
F: mio cugino Micheal lavora alla Wayne Enterprises e sta realizzando un progetto informatica abbastanza impegnativo. Ha chiesto più volte il mio aiuto e penso che sia arrivato il momento di raggiungerlo. Ho parlato con Heater, delle risorse umane, e ha detto che Grace può sostituirmi per un paio di mesi.
Gli occhi di Oliver si oscurarono di rabbia.
O: non puoi andartene Felicity. E la Freccia? Hai delle responsabilità..
Era irrazionale e suonava un po’ patetico
F: ho lasciato a Diggle tutte le istruzioni. Non è poi così difficile. E poi per qualsiasi cosa potrete chiamarmi.
La guardò e vide quanto tutto ciò le stava costando. Sentì un moto di rabbia costringergli il petto.
O: questo comportamento è infantile, lo sai vero?
Felicity scosse la testa, incredula.
F: spero tu stia scherzando. Oliver io devo andarmene da questa città al più presto. In questi ultimi due anni, ho sempre pensato prima a te, poi alla squadra e poi a me. Ora basta! Mi sto distruggendo e sono.. stanca. Veramente molto stanca. Devo prendere le distanze e cercare di rimettere insieme quello che resta. Devo mettere fine a questa cosa.. qualunque cosa fosse.
Oliver le afferrò delicatamente la mano, non appena vide una guancia attraversarle la guancia.
O: Felicity, ti prego.
F: sai, io non ho mai saputo dare una definizione a ciò che siamo. Beh, è evidente che tu sia per me più di quanto io non lo sia per te. Comunque sia, ho sempre pensato che almeno fossimo amici. Quando mi hai detto che a causa della tua vita non potevi stare con qualcuno a cui veramente ti interessavi, ho pensato che.. ah, non so nemmeno io cosa ho pensato. Beh, di sicuro era un modo per allontanarmi, ma non avevo capito. Evidentemente però era una bugia e sai, avrei preferito la verità. Io non valgo il rischio. Ma va bene così, ora, ho capito.
Oliver strinse la presa su di sé e scacciò con una carezza una lacrima della donna.
O: Felicity, non è così. Per favore, non andare via.
Felicity gli sorrise stancamente.
F: sono solo un paio di mesi, ma sono sicura che faranno bene ad entrambi.
La donna vide la paura aleggiare negli occhi dell’uomo e provò un senso di tenerezza.
F: tornerò. La sai, alla fine torno sempre.
Oliver rimase in silenzio, sentendo un brivido attraversare la schiena.
O: aspetterò per te.
Felicity sorrise tristemente.
F: non lo hai mai fatto Oliver. Non lo farai nemmeno stavolta.
Tolse la mano dalla sua presa e si avvicinò ad Oliver, lasciandogli un leggero bacio sulla sua guancia.
F: cerca di non farti uccidere mentre sono via, ok?
Gli accarezzò la guancia e si allontanò, lasciando Oliver con la più profonda sensazione di solitudine che avesse mai provato.
 
Era effettivamente passato più di un mese, in cui Oliver non aveva avuto contatti con Felicity. Sapeva che parlava con Diggle su base regolare e occasionalmente anche con Roy. Era una sera come le altre, quando la vide al telegiornale. Fermò qualunque attività e abbaiò agli altri di alzare il volume.
..: oggi è stato presentato il nuovo progetto informatico della Wayne Enterprises. Sembra sia in grado di apportare una vera e propria rivoluzione alla nanotecnologia. I due fautori di questo progetto sembrano essere due rappresentanti della famiglia Smoak.
Le immagini mostrarono Fox, l’amministratore di Scienza applicate della società, e Bruce Wayne con un braccio gentilmente appoggiato ad avvolgere la vita di Felicity Smoak. Oliver rimase senza fiato.
..: quindi la sig.ina Smoak lavora per la Queen Consolidated?
Wayne sorrise diede uno sguardo a Felicity che fu più che eloquente. Oliver strinse i pugni in una morsa mortale.
W: si, ma non abbiamo intenzione di lasciar andare una risorsa coma la sig.ina Smoak.
Felicity dal canto suo spalancò la bocca per la sorpresa.
..: quindi dobbiamo aspettarci un contratto per la signorina?
Wayne scambiò uno sguardo d’intesa con Fox.
W: si. Felicity Smoak dovrà essere assolutamente parte della squadra Wayne.
Ci fu una risata in sottofondo e Oliver spense la tv con foga. Diggle e Roy lo osservavano con un po’ di timore. Nessuno avrebbe potuto portarle via quella ragazza.
O: Diggle chiama John. Ho bisogno di un aereo. Ora.
La sua voce trasudava di minacciosità.
Vide gli sguardi confusi degli altri due componenti.
O: Felicity Smoak non farà mai parte della squadra Wayne. È arrivato il momento di rivendicare ciò che mio. Credo di aver aspettato abbastanza. Andiamo a riportare a casa Felicity.

p.s. ecco qua.. pubblicata già completa.. era un pò troppo lunga per una one-shot, così l'ho divisa in due.. fatemi sapere se vi piace.. ciao ciao e buona lettura. un bacione a tutti.. :D

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Capitolo 3
*** attenzione!!!!! ***


scusate, questo non è un vero capitolo, ma dovevo assolutamente invitarvi a vedere questo video. 
Che ne dite? Può, in qualche modo, essere considerato come una specie di anteprima per un eventuale seguito?
ahahah.. :)
che dire, buona visione

http://www.youtube.com/watch?v=DGsngvyjH68#t=194

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