Business problems

di Ace of Spades
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scacco matto ***
Capitolo 2: *** Diffidate delle persone che si vestono di rosa. ***
Capitolo 3: *** Il segreto degli affari č sapersela cavare in ogni situazione ***
Capitolo 4: *** Č incredibile quante cose si trovino mentre cerchi qualcos'altro ***
Capitolo 5: *** Dio fece i primi piatti ma il Diavolo fece i dolci ***
Capitolo 6: *** Nella gelosia c'č pił egoismo che amore ***
Capitolo 7: *** La differenza tr l'amore e il sesso č che il sesso allieva le tensioni e l'amore le provoca. ***
Capitolo 8: *** Il miglior modo per non farti spezzare il cuore č fingere di non averne uno. ***
Capitolo 9: *** Neppure Apollo sta sempre con l'arco teso ***
Capitolo 10: *** Ciascuno mostra quello che č dagli amici che ha ***
Capitolo 11: *** Non si desidera ció che č facile ottenere ***
Capitolo 12: *** Il pensare divide, il sentire unisce ***
Capitolo 13: *** Chi si innamora per primo perde ***
Capitolo 14: *** L'amore č la risposta, ma mentre aspettate la risposta, il sesso puó suggerire delle ottime domande. ***
Capitolo 15: *** Meglio agitarsi nel dubbio che riposare nell'errore ***
Capitolo 16: *** Uno non puó decidere di chi innamorarsi, l'unica cosa che puó decidere č se negarlo o ammetterlo, per quanto scomodo questo possa essere. ***
Capitolo 17: *** Quando si č innamorati si comincia sempre ingannando se stessi e si finisce ingannando gli altri. Č quello che il mondo chiama sentimentalismo. ***
Capitolo 18: *** Il cuore ha delle ragioni che neanche la ragione stessa puó spiegare ***
Capitolo 19: *** Ben poco ama colui che puó esprimere a parole quanto ami ***
Capitolo 20: *** Il fenicottero perde le piume ma non il vizio ***
Capitolo 21: *** Ti odio disse la scusa per non ammettere che amava troppo ***
Capitolo 22: *** Il destino spesso lo si incontra sulla strada presa per evitarlo ***
Capitolo 23: *** Quegli amici che hai e la cui amicizia hai messo alla prova, aggrappali alla tua anima con uncini d'acciaio ***
Capitolo 24: *** Debolezze, console e pigiami imbarazzanti ***
Capitolo 25: *** Cap25. I sogni della nostra esistenza presente sono l'ambiente in cui elaboriamo le impressioni, i pensieri, i sentimenti di una vita precedente. ***
Capitolo 26: *** Certe coincidenze ce la mettono proprio tutta per farci credere nel destino ***
Capitolo 27: *** EXTRA ***



Capitolo 1
*** Scacco matto ***


Crocodile non era mai stato un uomo paziente. Ma questo era del tutto ridicolo. E se si trovava in quella situazione era per colpa di uno dei suoi migliori nemici. Perchč di amici lui non ne aveva e non ne sentiva il bisogno. Se l'era sempre cavata da solo fin da piccolo, brillando per intelligenza ed astuzia, per poi affermarsi come uomo d'affari ed aprire un'agenzia tutta sua, la famosa Baroque Works. Che non conducesse affari del tutto legali, bhe quella era un'altra storia, ma nessuno sano di mente aveva il coraggio di mettersi contro di lui.
D'altro canto anche il suo aspetto incuteva un po' di paura: capelli corvini portati all'indietro con un ciuffo che gli ricadeva davanti all'occhio sinistro, una cicatrice che gli percorreva tutta la faccia in orizzontale da orecchio ad orecchio, occhi neri e penetranti e muscoli ben definiti. Ma la cosa che lo rendeva unico era l'uncino d'oro che portava al posto della mano sinistra. 
Il motivo per cui si trovava in in quel luogo era a causa di una stupida scommessa con uno degli uomini meno raccomandabili in circolazione: Drakul Mihawk. Quell'uomo era un famoso cecchino professionista e nella sua lunga carriera di assassino su commissione non aveva mai sbagliato un colpo; per questo gli avevano affibbiato il soprannome di "Occhi di Falco". Anche organizzazioni come l'FBI e la CIA lo avevano assoldato per qualche lavoretto sporco. 
Ma la cosa che nessuno sapeva tranne lui e un'altra persona era che Mihawk non fosse solo un maestro con qualsiasi arma da fuoco, ma anche con le armi da taglio.
"Non uso la spada per uccidere della spazzatura. Sarebbe come usare un cannone per far fuori una formica". Questo era quello che pensava. Crocodile in parte lo capiva; avrebbe usato la spada solo contro avversari degni di nota.
Mihawk era un uomo alto poco meno di Crocodile, con capelli neri corti, baffi a punta e un fisico ben sviluppato e formato grazie ai lunghi allenamenti a cui si sottoponeva giornalmente. Il soprannome Occhi di Falco gli era stato affibbiato anche a causa dei suoi occhi: gialli, ipnotici e taglienti, con uno sguardo metteva in soggezione chiunque.
Crocodile e Mihawk si conoscevano fin da bambini e qualche volta si vedevano per bere insieme. Quella sera Occhi di Falco lo aveva invitato a casa sua per fargli assaggiare un vino famoso e piuttosto raro. Crocodile aveva accettato di buon grado senza sapere in che cosa si stava cacciando. 
Arrivato davanti a casa di Mihawk suonó il campanello ed entró. La casa rispecchiava appieno il proprietario: arredamento spartano, c'erano solo le cose indispensabili, un salotto con un divano scuro, un tavolo con tre sedie, un camino e nell'angolo un computer nuovo di zecca , la cucina, un bagno, una camera da letto e una per gli ospiti. Il tutto immerso in un'atmosfera lugubre data dai candelabri sparsi un po' ovunque. A Crocodile ricordava tanto il castello di quello psicopatico di Gekko Moria, un fissato di zombie e film horror che veniva al liceo con loro.
Una volta entrato nell'appartamento Crocodile si sedette in salotto sul divano e inizió a sorseggiare il vino che Mihawk gli aveva offerto.
"Niente male" disse, mentre Occhi di Falco si accomodava di fianco a lui.
"Sapevo ti sarebbe piaciuto" rispose "mentre beviamo giochiamo a scacchi"
'Tipico di Mihawk porre una domanda come se fosse un'affermazione' pensó Crocodile alzandosi e raggiungendo il tavolo. Mihawk, dopo aver preso la scacchiera dall'unico mobile presente, lo raggiunse e si sedette di fronte a lui, per poi disporre i pezzi. 
"Come va al lavoro?" 
"Mihawk, come mai tutta questa curiositą?"
"Cosģ"
"Se vuoi sapere se va tutto bene, sģ va tutto bene, il mio lavoro va bene, ho dei buoni collaboratori, scopo con chi voglio e quando voglio, quindi direi che non mi va affatto male"
"Mm"
Iniziarono a muovere i pezzi in silenzio. Essendo entrambi molto orgogliosi, nessuno dei due aveva intenzione di perdere. Dopo un'ora, quando erano rimasti pochi pezzi a ciascuno dei due, Mihawk parló.
"Perderai anche stavolta"
"Solo perchč l'ultima volta mi sono distratto e ti ho fatto vincere, non vuol dire che succederą di nuovo"
"Se sei tanto sicuro allora scommettiamoci su"
"Certo, che cosa? Soldi? Donne? Uomini?"
"Se vinco io dovrai eseguire un mio capriccio, al contrario se vinci tu, Crocodile, potrai darmi tu un ordine. Allora ci stai?"
"Tsk. Ovvio, potrei sempre ordinarti di tagliarti quei baffi"
"Mi fa piacere che tu sia cosģ sicuro di te. Ah Crocodile?"
"Si?"
"Scacco matto"
Mihawk si godette la faccia attonita di Crocodile, anche se duró per pochi secondi. 
"Maledetto. Bene, togliamoci il dente subito." disse, sbuffando e passandosi una mano tra i capelli corvini che portava all'indietro. "Cosa devo fare?"
Mihawk lo guardó per qualche secondo come se stesse pensando seriamente a che ordine dargli. 'Che attore terribile, sa benissimo cosa vuole chiedermi di fare ma deve comunque fare scena'
"Nulla di particolare" gli rispose Mihawk, sfoderando un ghigno che non prometteva nulla di buono.
"Devi solo andare al supermercato e fare la spesa per me."
Crocodile pensó di aver sentito male, anzi lo speró vivamente con tutto se stesso. Mihawk sapeva bene che lui odiava mischiarsi con gente inferiore, per questo faceva svolgere questo genere di mansioni a qualcuno dei suoi impiegati.
"Tra tutte le cose che puoi chiedermi, perchč questa" sibiló Crocodile assotigliando lo sguardo.
"Perchč ho il frigo vuoto" rispose tranquillamente Occhi di Falco con un'espressione rilassata. "Quindi domani mattina, all'orario di punta, andrai al supermercato pił vicino e comprerai quello che ho scritto su questa lista" concluse porgendogli un foglietto.
Crocodile prese il foglietto e se lo mise in tasca per poi alzarsi e prendere il cappotto dirigendosi verso la porta.
"Sappi che questa me la paghi" disse soltanto prima di uscire.
Mihawk, dopo aver visto l'uomo uscire, si versó un altro bicchiere di vino sorridendo leggermente. "Ci sarą da divertirsi" 
Ecco spiegato perchč ora Crocodile si trovava di fronte all'entrata del supermercato vestito con abiti scuri e, per non farsi riconoscere, con il cappuccio della felpa calato sulla testa.
"Mihawk, razza di bastardo, questa la paghi con gli interessi" 






Salve a tutti! Questa č la mia prima fanfiction spero vi piaccia! La storia parlerą del rapporto tra Doflamingo, Crocodile e Mihawk, approfondendo ilrapporto che lega il fenicottero e il coccodrillo. Ebbene sģ sarą una DoflaxCroco :3 ovviamente ci saranno momenti imbarazzanti e comici ma anche tristi. I tre personaggi saranno caratterizzati sia prendendo spunto dal manga di One Piece del grande Eichiro Oda, sia prendendo spunto da alcune persone che conosco. 
Detto questo, lasciate un commento e mi farete immensamente felice! Un bacione a tutti!

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Capitolo 2
*** Diffidate delle persone che si vestono di rosa. ***


Crocodile era immobile davanti all'entrata del supermercato. Sapeva che doveva entrarci, ma la sola idea di mischiarsi a famiglie allegre, fidanzati che si sbaciucchiavano e vecchietti che brontolavano per ogni cosa gli dava la nausea. Sģ, poteva anche dire a Mihawk che aveva avuto un impegno al lavoro e che non era riuscito ad andarci, ma aveva dato la sua parola e non intendeva rimangiarsela. Quindi, preso un respiro profondo, si fece coraggio ed entró nel supermercato. Appena mise piede all'interno, venne investito da un'ondata di calore e rumore. 'Mi verrą mal di testa e prima di finire, avró ucciso qualcuno, lo so. Oggi sarą decisamente una brutta giornata' pensó l'uomo mentre, con il suo solito passo deciso si avviava verso gli scaffali. 
'Non esistono brutti giorni, esistono solo cose che non le va di fare, capo. Ed ora guardi come mi sta bene questo rossetto!' Non sapeva bene il motivo per cui gli erano venute in mente le parole di uno dei suoi dipendenti pił fidati, Bon Clay detto Mister 2, ma si fece forza pensando che quel posto lo rincretiniva e che doveva sbrigarsela in fretta, cosģ tiró fuori dalla tasca la lista che quel bastardo di Drakul gli aveva dato.
'Bene, vediamo di cosa ha bisogno quel maledetto approfittatore per vivere' pensó e inizió a leggere.
'Latte, carne, riso, sakč, verdure a scelta, ananas, mele, banane, pesce, sakč, pane, grissini, gelato, sakč... Se non lo conoscessi bene direi che ha scritto tre volte sakč per sbaglio, tsk, idiota te lo prendo il sakč, non c'era bisogno di riscriverlo!' Sbuffó, passandosi la mano tra i capelli. Tutte le persone che erano entrate in contatto con Mihawk ed avevano avuto la fortuna di sopravvivere sapevano che l'uomo aveva un debole per gli alcolici, soprattutto per il sakč. Crocodile invece preferiva sorseggiare del raffinato vino rosso servito in un calice.
 'Bene' pensó sbuffando per l'ennesima volta, 'e questa č la parte alimentare, passiamo alla seconda parte della lista. Amuchina, candele, accendini, fazzoletti Tempo profumati al limone, shampoo, balsamo, bagnoschiuma al muschio, preservativi, assorbenti.
No devo aver letto male. 
Assorbenti??'
 Crocodile giró il foglietto trovando una nota che diceva 'ricordati: devi comprare tutto quello che c'č sulla lista. T u t t o. Divertiti. M.' 
Crocodile stava quasi per mettersi ad urlare. Quasi. Non sia mai che uno come lui si metta ad urlare per cosģ poco. Di solito gli piaceva urlare in altre situazioni non proprio caste.
Comunque questo non toglie che avrebbe pianificato una vendetta con i fiocchi.
'Stronzo' pensó incamminandosi verso gli scaffali alimentari.
Dopo una buona mezz'ora aveva comprato tutto tranne i famosi assorbenti.
 Aveva rischiato di strangolare una vecchietta che si era messa a blaterare sul fatto che sembrava una persona sospetta. Ma aveva resistito.
Era riuscito persino ad evitare di passare davanti alle coppiette che si sbaciucchiavano in continuazione, come se da quello dipendesse la loro vita. Girava per gli scaffali spingendo il carrello carico di tutte le cose che Mihawk gli aveva chiesto di prendere. Molte persone lo guardavano con timore a causa dell'uncino e dello sguardo truce, ma lui li ignoró tutti. Ed infine eccolo davanti a lui: il reparto per prodotti femminili.
'Se faccio in fretta nessuno mi vedrą, poi pago tutto ed esco. Facile.'
Crocodile diede l'ennesima occhiata dietro di sč assicurandosi di essere solo per poi cominciare ad indietreggiare verso la zona in cui erano gli assorbenti. Sentendo delle voci avvicinarsi, cominció ad indietreggiare pił velocemente andando a sbattere contro qualcosa. Anzi, avrebbe preferito si trattasse di qualcosa, invece era andato a sbattere contro qualcuno. Si giró di scatto pronto a mandare a fanculo chiunque gli fosse venuto addosso - perchč era stato l'altro a venirgli addosso anche se lui camminava all'indietro - ma, prima che potesse aprire bocca, vide tutto rosa. Rosa ovunque. E poi una voce inconfondibile.
"Oh Croco-chan, anche tu qui? Che bella sorpresa~!"
Crocodile aprģ la bocca per dire qualcosa di intelligente, ma tutto quello che riuscģ a pronunciare fu:
"Cazzo"






*Special*
Mihawk aprģ gli occhi stiracchiandosi leggermente. Quel giorno aveva deciso di svegliarsi presto e quindi la sera prima aveva puntato la sveglia alle due di pomeriggio. Si giró verso il comodino per guardare che ore fossero, ma trovó la sveglia spaccata a metą. Sospiró per poi alzare il cuscino e prendere in mano il pugnale a forma di croce che si trovava sotto di esso. 'Maledetti riflessi, questa č la quarta sveglia che distruggo in una settimana.' Indossó una maglietta e si diresse verso la cucina per prepararsi la colazione, poi si sedette al tavolo con davanti un' intera scatola di brioches ripiene al cioccolato e una tazza di tea caldo. 
'Probabilmente Crocodile avrą gią ucciso qualcuno al supermercato. Dopo aver finito di mangiare gli mando un messaggio e gli chiedo se ha bisogno di una mano per occultare il cadavere' pensó addentando una brioche.








Buonasera a tutti! Ecco a voi il secondo capitolo! Lo aspettavamo tutti, ed infine ecco che fa la sua comparsa! Donquijote Doflamingo č arrivato! Povero Crocodile, spero tu abbia imparato la lezione, mai fare scommesse con Mihawk. Mai. Cosa ci fa il fenicottero nel reparto femminile? Bhe, vedremo nel prossimo capitolo! 
Perdonatemi lo special ma non ho resistito a presentare Mihawk appena sveglio! ebbene sģ, ha un grosso debole per i dolci, quelli in casa sua non mancano mai! ;) 
Lasciate un commento e ditemi che ne pensate! Un bacione! ^^

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Capitolo 3
*** Il segreto degli affari č sapersela cavare in ogni situazione ***


Cap3. Il segreto degli affari č sapersela cavare in ogni situazione.


Doflamingo si sveglió. aprģ gli occhi e instintivamente cercó i suoi occhiali sul comodino, li trovó e li indossó. 
'Molto meglio' pensó, sedendosi sul bordo del letto. Senza i suoi occhiali Doflamingo si sentiva vulnerabile. Guardó l'orologio a forma di fenicottero appeso al muro. "Merda, sono gią le 9" disse grattandosi la spalla destra.
Fin da piccolo Donquijote Doflamingo aveva avuto le idee chiare sul suo futuro. La prima volta che gli chiesero cosa volesse fare da grande fu alle elementari. Il bambino, che anche allora aveva un ghigno perverso stampato in faccia e gli occhiali da sole calati sugli occhi,rispose:
"Io da grande saró una persona importante, cosģ potente da controllare moltissimi uomini e da poter realizzare ogni mio desiderio. Non voglio essere una persona qualunque"
Ed infatti cosģ era stato: Doflamingo era il capo di una delle pił potenti organizzazioni mafiose esistenti, aveva molti uomini fedeli e un sacco di soldi; inoltre aveva donne e uomini che facevano a gara per venire a letto con lui. A Doflamingo non importava minimamente il sesso del suo patner, l'importante era provare e dare piacere; per lui non c'era cosa pił soddisfacente di vedere l'effetto che scatenava sull'altra persona durante il sesso, lo faceva sentire come un Dio sceso in terra. L'amore non era neanche considerata un' opzione. "Preferisco una sana scopata." rispondeva a chi gli chiedeva se si fosse mai innamorato di qualcuno.
Dopo aver sbadigliato per la terza volta, decise di alzarsi in piedi e di dirigersi in cucina per cercare qualcosa da mangiare. Di solito ci pensava Vergo, il suo braccio destro, a questo genere di cose, ma oggi era impegnato in una riunione con il personale. Doflamingo aprģ la porta di camera sua, scese le scale che portavano al primo piano dove si trovava la cucina, quando improvvisamente sentģ una voce familiare.
"Signore, mi scusi se non sono riuscita a prepararle la colazione, ma stamattina andavo di fretta e sono tutt'ora in ritardo" Doflamingo si giró, sorridendo come sempre, e rispose "Monet, non preoccuparti, piuttosto dovresti sbrigarti altrimenti Vergo si arrabbierą con te" 
Monet, una splendida donna dai capelli verdi, era la segretaria di Doflamingo da anni, da quando lui l'aveva salvata dal padre, che la picchiava ogni giorno. Quando fu chiamato a deporre in tribunale, Doflamingo dichiaró di non sapere nulla del misterioso incendio scoppiato a casa della donna quando questa si trovava dal dottore per farsi medicare le ferite che il padre le aveva procurato. E quando l'avvocato gli disse che, prima dell'incendio, avevano sparato all'uomo, lui si mise a ridere facendo impallidire i presenti. Il caso venne archiviato per mancanza di prove come suicidio, anche se tutti sapevano chi era il responsabile o il mandante dell'accaduto, ma nessuno era tanto stupido da mettersi contro un uomo tanto potente.
"Certo Signore, ha ragione." rispose la donna spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "adesso vado" concluse scendendo le scale e, arrivata davanti al portone che dava sulla strada principale, si giró, sorridendo al il suo capo, aggiungendo "ah Signore, si ricordi di vestirsi prima di andare in cucina" poi uscģ lasciando da solo l'uomo.
"Oh, giusto. Mi dimentico sempre che dormo nudo. Bhe ho un corpo cosģ bello che sarebbe un peccato non mostrarlo" disse rivolto a se stesso mentre saliva le scale e recuperava i vestiti in camera. Doflamingo era un bell'uomo, alto, con i capelli biondi, corti e un fisico scolpito; ecco perchč gli amanti non gli mancavano. Il suo unico problema era che fosse quello che le persone normali definiscono 'un pezzo di merda.' Gli importava solo dei membri pił stretti della sua famiglia e di qualche altra persona che aveva suscitato il suo interesse. Per il resto si divertiva a giocare con i sentimenti delle persone per poter ottenere da loro qualche vantaggio o semplicemente per passare il tempo.
Dopo essersi vestito con una camicia rosa e dei pantaloni bianchi a strisce rosse, scese di nuovo le scale ed entró in cucina, non trovando nessuno ma vedendo invece un biglietto sul tavolo con scritto sopra -per Dofy-. 
'La scrittura č quella di Vergo' pensó Doflamingo, cosģ lo aprģ e lo lesse.
"Dofy, mi scuso per la mia inettitudine, ma sono stato molto impegnato questa settimana e non sono riuscito a fare la spesa. La prego di perdonarmi."
Il biondo si passó una mano nei capelli ridendo. "Hahaha! Saranno anni che č il mio braccio destro e continua a darmi del lei. Non cambierą mai. Bhe, vorrą dire che andró personalmente a fare la spesa, non ci vuole un genio." disse mentre apriva il cassetto della scrivania posta subito fuori dalla cucina, dove trovó la lista della spesa. "Sarą giusto un po' difficile visto che devo comprare cose per una decina di persone, ma posso cavarmela" detto questo, si infiló la lista, il portafoglio e le chiavi di una delle sue molte auto in tasca ed uscģ.
Arrivato davanti al supermercato si pentģ immediatamente della sua scelta. Aveva deciso di fare la spesa da solo e nell'orario di punta; risultato: c'erano persone ovunque. 
"Hahahaha! Va a finire che uccido qualcuno prima di finire" disse uscendo dalla macchina ed entrando nel supermercato. 
Nel giro di un'ora era riuscito a riempire due carrelli con tutto quello che c'era sulla lista. Anzi, quasi tutto. Mancavano solo gli assorbenti, ma visto che alcuni dei membri della sua famiglia erano delle donne, Doflamingo non si stupģ pił di tanto e si incamminó verso il reparto femminile con il solito ghigno.
Arrivato davanti alla corsia degli assorbenti lasció i due carrelli e si diresse verso lo scaffale che conteneva i maledetti affari con le ali. 
'E adesso quali prendo? Perchč ce ne sono cosģ tanti?' pensó il biondo incrociando le braccia. Poi, proprio mentre stava per scegliere a caso, qualcosa, o meglio, qualcuno gli finģ addosso.
Stava per iniziare ad insultare il malcapitato, quando si rese conto di chi fosse il malcapitato. Sorrise involontariamente per poi rivolgersi all'uomo dai capelli corvini.
"Oh Croco-chan, anche tu qui? Che bella sorpresa~!" disse, gustandosi l'espressione di puro terrore di Crocodile, il quale, gli rispose con un "Cazzo" che lo fece sorridere ancora di pił.
'Questa giornata non č poi cosģ male' pensó Doflamingo.









Ok, questo capitolo č stato un parto. Doflamingo sei troppo difficile da rappresentare! Ho paura di non averlo descritto bene, ma il fenicottero č un bel personaggio, spero di non averlo rovinato (>.<)
Il passato con Monet me lo sono inventato di sana pianta, volevo cercare di far capire che sarą anche un figlio di p****a, ma Doflamingo tiene a quelli della sua famiglia e a chi suscita il suo interesse ^^ 
Cosģ ora sappiamo perchč il biondo si trovava nel reparto degli assorbenti xD
Vi ho gią annoiato abbastanza, lasciate un commentino e fatemi sapere se vi č piaciuto!
Mihawk "ti sei dimenticata di me in questo capitolo. Mi ritengo offeso"
Tranquillo, ci sarai anche tu nel prossimo capitolo! Un bacione! 
Mihawk, metti via la spada, ti prometto che nel prossimo capitolo ci sarai, te lo giuro!!
... Aiuto...

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Capitolo 4
*** Č incredibile quante cose si trovino mentre cerchi qualcos'altro ***


Cap4. E' incredibile quante cose si trovino mentre cerchi qualcos'altro. 




'No. Non puó essere. Merda ma questo č un incubo' questi erano i pensieri dell'uomo dai capelli neri mentre fissava con gli occhi sgranati la persona contro cui era andata a sbattere. Dopo un primo momento di sconcerto, Crocodile riprese la sua solita espressione menefreghista e si ricompose. 
"Doflamingo, perchč sei sempre tra i piedi?" sibiló l'uomo rivolto all'altro che si trovava di fronte a lui.
"Fufufu~ Croco-chan, ammettilo, non sono io che sono sempre tra i piedi, sei tu che mi segui! Se volevi incontrarmi potevi mandarmi un messaggio, il mio numero ce l'hai" rispose sorridendo Doflamingo, aspettandosi la reazione dell'altro, che non si fece attendere.
"Io non ti seguo!" sbottó "se ci siamo incontrati č solo per una mera coincidenza. Ed ora scusami ma ho delle faccende da sbrigare." concluse Crocodile afferrando il primo pacco di assorbenti che vide e buttandolo nel carrello, per poi iniziare ad allontanarsi.
Doflamingo copió l'altro uomo e prese due pacchetti rosa di assorbenti e, dopo aver recuperato i due carrelli, cominció a rincorrere Crocodile.
"Oohi, Croco-chan! Aspettami!" 
'Oggi dovevo rimanere a casa. Perchč tra tutte le persone che potevo incontrare proprio lui? Che rottura di coglioni' pensó Crocodile.
"Uff, finalmente ti ho raggiunto!" esclamó Doflamingo sorridendo come sempre mentre affiancava l'altro.
"Cosa vuoi da me fenicottero?" chiese atono Crocodile quando si fermó davanti ad una cassa.
"Mmm, sicuro di volerlo sapere? Ti ricordo che siamo in un luogo pubblico e alcune persone potrebbero scandalizzarsi. Hahahaha!" rispose Doflamingo con il suo solito tono derisorio.
Crocodile decise di ignorarlo e di concentrarsi sulla fila mentre l'altro faceva allusioni pił o meno implicite su nottate infuocate, letti ed altro che fecero scappare la maggior parte delle persone attorno a loro.
Crocodile si era totalmente isolato dalla realtą circostante; aveva solo un unico pensiero che si ripeteva come un mantra nella sua testa.
'lo uccido, lo uccido, lo uccido, lo uccido, lo uccido, lo uccido, lo uccido, lo uccido'
Dopo aver pagato e imbustato la spesa, uscģ dal supermercato, e si rese conto che Doflamingo lo stava aspettando fuori, appoggiato con la schiena alla sua macchina, con le braccia incrociate e il solito ghigno.
A Crocodile quasi caddero le braccia. Come aveva fatto quell'insulso fenicottero, che aveva il triplo delle sue sporte, a pagare, uscire e mettere tutto in macchina prima di lui? Quell'uomo aveva la capacitą innata di innervosirlo ogni cosa facesse, che sbadigliasse, camminasse con quel passo inconfodibile o che si vestisse in quel modo assurdo. Chi sano di mente indosserebbe una camicia rosa con dei pantaloni bianchi a strisce rosse?
'L'unica cosa positiva di quei pantaloni orridi č che mettono in mostra le gambe e quel fondoschiena che mi piacerebbe tanto.. Ok sto degenerando. Voglio andare a casa' pensava Crocodile mentre, raggiunta la sua Audi nera, depositava le sporte e chiudeva la portiera, il tutto sotto lo sguardo di Doflamingo, che non lo lasciava un momento.
"Neh Croco-chan, non sei curioso di sapere come ho fatto a finire prima di te? Perchč non vieni a casa mia e ne parliamo davanti ad un bel bicchiere di vino rosso, magari un Lambrusco amabile, so che č il tuo preferito~"
cinguettó Doflamingo mentre raggiungeva l'altro davanti all'Audi nera.
"Doflamingo, come ti ho detto prima ho altro da fare e ora se vuoi scusarmi" commentó Crocodile guardando l'altro uomo con astio.
'Ah che bello sguardo, che bello sguardo! Se si potesse uccidere qualcuno con un'occhiata sarei gią morto, fufufufu~' pensava Doflamingo mentre continuava a sorridere. 
Un suono interruppe i pensieri e i discorsi dei due uomini. Crocodile tiró fuori il cellulare per vedere chi gli aveva mandato un messaggio. 
'da Mihawk: spero tu abbia finito di fare compere, se hai ucciso qualcuno chiamami che ti aiuto ad occultare il cadavere'
Crocodile si lasció sfuggire un mezzo sorriso, quell'uomo non cambiava mai, come minimo aveva messo la sveglia presto per poterlo importunare ma aveva finito per affettare la sveglia ed era tornato a dormire.
A Doflamingo non sfuggģ il sorrisetto che Crocodile si era lasciato scappare e, per un attimo, perse il suo solito ghigno ed assunse un'espressione seria.
"Crocodile" esordģ il biondo "chi č che ti cerca? Il tuo nuovo amante?"
Crocodile rimise il cellulare in tasca e aprģ la portiera della sua auto per poi entrare nell'abitacolo e sedersi. Solo allora si rivolse all'altro uomo sorridendo in un modo che di rassicurante non aveva nulla.
"Penso proprio che non siano affari tuoi Donquijote"
Dopo aver pronunciato queste parole, chiuse la portiera e partģ con la sua auto diretto verso la casa di Mihawk.
Doflamingo rimase immobile per qualche secondo per poi mettersi a ridere.
"Ahahahah! Il solito figlio di puttana! Prima o poi ti insegneró a stare al tuo posto, maledetto coccodrillo, magari mentre impieghi quella bella bocca che ti ritrovi a fare qualcosa di estremamente piacevole. Per me." esclamó ridendo il biondo dalla camicia rosa mentre sulla sua faccia si dipingeva un ghigno perverso.
Detto questo si diresse verso la sua auto, aprģ la portiera e si mise a sedere per poi fermarsi con le mani sul volante. 
"Aspetta un attimo. Che ci faceva Crocodile nel reparto degli assorbenti?"












*Special*

Dopo aver finito tutta la scatola di brioches al cioccolato ed aver bevuto la tazza di tea caldo, Mihawk raggiunse il suo cellulare e compose velocemente un messaggio che poi invió a Crocodile.
Dopo aver appoggiato il cellulare sul tavolo inizió a fare i suoi esercizi giornalieri iniziando dagli addominali.
'Una serie da 300 dovrebbe bastare' pensó l'uomo mentre raggiungeva camera sua.
Dopo mezz'ora di allenamenti sentģ qualcuno suonare al campanello e non faticó ad immaginare chi fosse.
Prese un asciugamano per pulirsi dal sudore e si diresse a passo deciso verso la porta per poi aprirla.
"Oh, gią finito?"







Ecco il quarto capitolo! Mi sono divertita un sacco a descrivere l'incontro tra Doflamingo e Crocodile, quei due si odiano proprio. Oh no? Sembrano conoscersi bene, forse anche troppo per essere semplici rivali in affari... Bhe vedremo che succederą! Mihawk ha un tempismo perfetto xD 
Lo special su Occhi di Falco č un po' anche un'anticipazione del prossimo capitolo!
Spero vi siate divertiti e che vi sia piaciuto il capitolo! Lasciate un commento per dirmi il vostro parere! Un bacione!
Mihawk: "questa volta ti sei ricordata di me. Bene."
Penso di essere salva per il momento :D ciaoo!



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Capitolo 5
*** Dio fece i primi piatti ma il Diavolo fece i dolci ***


Dio fece i primi piatti ma il Diavolo fece i dolci





Crocodile, arrivato davanti alla casa di Mihawk dopo circa mezz'ora, parcheggió e trovó la porta del palazzo aperta, cosģ entró e salģ le scale con le sporte della spesa attaccate all'uncino. Arrivato davanti alla porta di Occhi di Falco suonó il campanello ed aspettó.
Mihawk aprģ la porta e Crocodile rimase un attimo incantato a fissarlo: l'amico, o presunto tale, era senza maglia con indosso solo dei pantaloni neri di una tuta; doveva averlo interrotto mentre stava facendo i suoi allenamenti dato che era sudato.

"Oh, gią finito?" chiese Mihawk spostandosi e facendo entrare Crocodile in casa.
"Sai dov'č la cucina" affermó l'uomo dagli occhi gialli dirigendosi verso il salotto e appogiandosi con una mano al tavolo mentre con l'altra si passava l'asciugamano sul torace e sugli addominali scolpiti per pulirsi dal sudore.
"Se continui cosģ prenderó in considerazione l'idea di saltarti addosso" commentó Crocodile appoggiato allo stipite della porta del salotto, osservando Mihawk con uno sguardo divertito.
Occhi di Falco non si scompose, gettó l'asciugamano per terra e, passando davanti a Crocodile per dirigersi in camera sua, gli rispose "A tuo rischio. In effetti hai ancora una mano utile. Chissą come te la caveresti con due uncini" per per poi sparire e riapparire subito dopo con indosso una semplice camicia bianca.
"Ahahahaha! Non ti smentisci mai eh?" disse Crocodile mentre si sedeva sul divano. "E comunque sei un gran figlio di puttana, mandarmi a comprare degli assorbenti."
Mihawk si sedette di fianco a lui.
"Non sarebbe stato divertente" 
"Gią, non immagini neanche quanto mi sia divertito" sibiló il capo della Baroque Works accavallando le gambe.
Occhi di Falco guardó il suo ospite in faccia e vide una vena pulsare sulla sua fronte. 
"Hai incontrato Doflamingo" affermó con sicurezza.
"Scusa e tu come fai a saperlo?" domandó Crocodile alzando un sopracciglio.
"Č l'unica persona che riesca a farti innervosire in questo modo. Inoltre, solo quando parli di lui, una vena inizia a pulsare sulla tua fronte esattamente qui" rispose semplicemente Mihawk indicando il punto esatto.
Il fatto che Occhi di Falco lo conoscesse cosģ bene non lo stupģ pił di tanto, d'altronde si conoscevano da quando erano alle elementari, quindi era naturale che si capissero al volo.
"Tsk. Sģ, l'ho incontrato al supermercato. Non chiedermi cosa ci faceva lģ perchč non lo so e non mi interessa"
"Vero e falso. Non sai cosa ci facesse lģ ma la cosa ti interessa" 
"… comunque, per rispondere al tuo messaggio, non ho ucciso nessuno, anche se ero tentato di farlo" disse Crocodile agitando la mano destra come per scacciare una mosca fastidiosa.
"Spero di non aver interrotto qualcosa. Se avessi saputo della vostra riunione non avrei di certo disturbato" commentó Mihawk alzandosi in tempo dal divano per schivare un cuscino che l'altro gli aveva lanciato contro.
"Non dire cazzate!" esclamó Crocodile sbuffando e tirando fuori un sigaro dalla tasca interna della felpa.
"Io non dico cazzate" rispose atono Occhi di Falco, tornando a sedere di fianco a lui mentre addentava un bombolone alla crema che aveva preso dalla cucina.
"Il grande Drakul Mihawk, detto Occhi di Falco, che ha un debole per ogni cosa dolce. Questo sģ che sarebbe uno scoop" commentó Crocodile accendendosi il sigaro con il suo accendino d'oro a cui era molto affezionato.
"Taci" rispose l'altro uomo con la bocca piena e i baffi bianchi a causa dello zucchero.
"Hahahah! Sei uno spettacolo!" disse ridendo Crocodile.
Mihawk si fermó a fissarlo; Crocodile non rideva spesso, di solito i suoi erano dei ghigni, ma quando lo faceva gli ricordava il bambino che aveva conosciuto molti anni prima. Quei pochi sorrisi che faceva li rivolgeva a lui e a pochi membri fidati della sua organizzazione, per questo ogni volta che succedeva si ritrovava a fissarlo.
"Visto che ho onorato la scommessa me ne torno a casa" disse Crocodile alzandosi e dirigendosi verso la porta.
Mihawk ingoió quello che rimaneva del bombolone e seguģ l'altro uomo che, nel frattempo, aveva aperto la porta.
"Certo, alla prossima" rispose Occhi di Falco per poi chiudere la porta e tornare a sedersi sul divano dopo aver preso una bottiglia di sakč ma vedendo qualcosa luccicare di fianco a lui pensó sbuffando:
'Crocodile ha lasciato qui l'accendino, glielo riporteró domani, so quanto ci tiene. 
Comunque. «Doflamingo al supermercato» sembra l'inizio di una barzelletta' pensó bevendo il primo sorso della bevanda alcolica e mettendosi comodo sul divano.










*Special*

Doflamingo entró in casa e lasció le sporte a un Vergo piuttosto preoccupato che continuava a scusarsi e a domandargli perchč si era recato di persona al supermercato. Il biondo ignoró l'uomo e anche tutti gli altri componenti della sua famiglia che, al suo passaggio, lo salutavano cortesemente.
Arrivato davanti alla sua camera da letto, entró e chiuse la porta a chiave, segno che non voleva essere disturbato da nessuno. 
Si sedette sulla sua poltrona rosa e inizió a fissare il soffitto.
'Che cosa ci faceva Crocodile con degli assorbenti? A lui ovviamente non servivano, non era mica una...donna? Forse erano per la stessa donna che gli aveva mandato un messaggio e che aveva fatto sorridere il moro. In tal caso la storia č piuttosto seria' pensó Doflamingo.
Crocodile non era il tipo da dispensare sorrisi gratuiti, anzi, da quanto ne sapeva lui - e lui era sempre informato su tutto e tutti, soprattutto su quell'uomo - i pochi a cui aveva sorriso erano lui, Mihawk e alcuni membri della sua organizzazione.
E allora chi era quella donna?
"Non ho intenzione di passare tutto il pomeriggio a riflettere. Penso sia giunto il momento di andare a fare una visitina al mio amico Occhi di Falco, č da tanto che non lo vedo. Potrei cogliere l'occasione di informarmi riguardo alla nuova cotta di Crocodile. Ah che piano geniale. Fufufufu~" 
Detto questo, uscģ dalla camera dirigendosi verso l'uscita e lasciando detto a Vergo che andava a trovare un vecchio amico.






Ed ecco un altro capitolo! Ok non ho resistito a descrivere Mihawk sudato senza maglia :Q_  il rapporto tra Crocodile e Mihawk č abbastanza complesso, diciamo che sono amici ma nessuno dei due vuole ammetterlo, per questo si limitano a punzecchiarsi a vicenda :3 
L'idea di un Mihawk dolciomane mi č venuta perchč, come ho scritto nei capitoli precedenti, per lui e Doflamingo mi sono ispirata a due persone che conosco; spero di non aver travolto troppo il suo personaggio ma non ho resistito~ 
Doflamingo č geloso o solo curioso? Lui č un maniaco del controllo e non sapere qualcosa lo rende nervoso. 
Quindi nel prossimo capitolo andrą a trovare Mihawk. Non so neanche io cosa succederą! Lasciate un commento e fatemi sapere cosa ne pensate! ^^ un bacione!
PS.  La citazione del titolo č una frase di James Joyce: 'Dio fece il cibo ma il Diavolo fece i cuochi' ; io l'ho adattata al capitolo! ;)

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Capitolo 6
*** Nella gelosia c'č pił egoismo che amore ***


Cap6. Nella gelosia c’č pił egoismo che amore.






Mihawk stava sorseggiando sakč seduto comodamente sul divano, quando sentģ suonare il campanello.
'Di sicuro non č Crocodile. Chi sarą?' pensó, mentre con una mano impugnava la collana a forma di croce che portava al collo. Oltre a rispecchiare pienamente i suoi gusti, quel pendente era anche utile in caso di pericolo visto che all'interno si nascondeva una lama affilata.
Senza ulteriori indugi, Occhi di Falco aprģ la porta. Tutto si immaginava, tranne che Doflamingo si recasse a casa sua per fargli visita. 
'Di sicuro vuole sapere qualcosa, altrimenti dubito si sarebbe spinto a tanto' pensó, togliendo la mano dalla croce.
"Mihawk! Che bello rivederti! Mi fai entrare?" gli disse allegro Doflamingo.
"Sarei tentato di risponderti di no, ma se sei qui č per un motivo preciso, quindi entra" gli rispose l'altro.
Doflamingo entró in casa e diede un'occhiata in giro: non era cambiata di una virgola dall'ultima volta che l'aveva vista, sempre immersa in un' atmosfera da film horror.
Mihawk, dopo aver detto all'ospite inatteso di accomodarsi in salotto, si diresse in cucina dove prese due bicchieri e una bottiglia di liquore.
Doflamingo si era seduto su una sedia e aveva accavallato le gambe, quando vide 
il moro tornare e porgergli un bicchiere, per poi sedersi di fronte a lui.
"Doflamingo cosa vuoi"
"Ahi ahi, non ci vediamo da un bel po'! Perchč sei cosģ freddo con me falchetto? Per caso non ti piace la mia compagnia?" domandó il biondo versando il liquore ad entrambi.
"Cosa vuoi sapere" disse atono Mihawk, ignorando le parole dell'altro uomo.
"Ho sempre ammirato il tuo sangue freddo e la tua intelligenza" rispose sorridendo Doflamingo.
"Se inizi facendomi complimenti allora la cosa č grave" commentó il moro per poi bere un sorso di liquore.
"Non posso farti dei complimenti che tu pensi subito male? Ahahaha! Bene." disse Doflamingo passandosi una mano tra i capelli e cambiando tono di voce.
"Parliamoci chiaro. Voglio sapere chi č la donna che esce con Crocodile"
A Mihawk per poco non andó ditraverso il liquore che stava bevendo.
"Hai detto donna? E come fai a sapere che esce con una donna?" rispose curioso.
"Semplice. Oggi l'ho incontrato al supermercato mentre stava comprando degli assorbenti, e in pił, mentre stavamo parlando, ha ricevuto un messaggio da qualcuno e si č lasciato scappare un mezzo sorriso. Conclusione: esce con una donna e gli piace anche vista la sua reazione al messaggio" Dopo aver detto questo incroció le braccia ed aspettó che l'altro gli rispondesse.
Mihawk appoggió il bicchiere sul tavolo e poi ... scoppió a ridere.
Doflamingo aprģ la bocca per dire qualcosa ma non riuscģ a dire nulla.
Vedere Occhi di Falco ridere era uno spettacolo pił unico che raro; per intenderci, era pił facile incontrare Smoker, il comandante della polizia detto il Cacciatore Bianco, vestito da fatina a cavallo di un unicorno rosa.
Dopo aver finito di ridere, Mihawk riacquistó la sua solita espressione seria e guardó l'altro uomo per poi cominciare a parlare.
"Hai frainteso la situazione, ma č comprensibile. Crocodile si trovava lģ a causa di una scommessa, l'ho costretto io a fare la spesa e a comprare gli assorbenti, e sono stato io a mandargli un messaggio. Da quello che so non si vede con nessuno" concluse aspettando la reazione dell'altro, che lo guardava con la bocca semiaperta.
Doflamingo immagazzinó le informazioni. 'Scommessa, Mihawk, assorbenti, messaggio, non si vede con nessuno' 
Sapeva che Crocodile e Occhi di Falco si conoscevano da tempo, e quindi era anche possibile che Mihawk riuscisse a scatenare un mezzo sorriso nell'altro uomo.
Non riusciva a capire il motivo, ma si sentiva sollevato a sapere che le cose stavano cosģ.
"Vedo che sapere che non esce con nessuna donna ti rende felice" commentó Mihawk guardando il suo bicchiere, ora vuoto.
Doflamingo lo guardó come un bambino scoperto a rubare le caramelle guarda il proprietario del negozio di dolci.
"Falchetto, non allargarti troppo. Non so di cosa stai parlando e non mi interessa la tua opinione. Croco-chan puó uscire e scopare con chi gli pare. Ora scusa ma devo andare, sai come si dice, 'il tempo č denaro' e io non ho altro tempo da dedicarti" disse assumendo di nuovo il suo solito ghigno e dirigendosi verso la porta.
"Ci vediamo." Detto questo uscģ.
Mihawk appoggió il mento sul palmo della mano destra sbuffando.
"Ma a chi vuoi darla a bere, idiota."





*Special*

Crocodile era ancora fermo in macchina. Aveva parcheggiato nel suo garage da pił di cinque minuti ma, proprio mentre stava per scendere dall'auto, gli era tornato in mente il discorso che aveva avuto con Mihawk.

..."Tsk. Sģ, l'ho incontrato al supermercato. Non chiedermi cosa ci faceva lģ perchč non lo so e non mi interessa"
"Vero e falso. Non sai cosa ci facesse lģ ma la cosa ti interessa"...

"Cosa vuoi che me ne freghi di cosa ci facesse quel maniaco in rosa al supermercato. Che stesse comprando degli assorbenti poi... Ah basta, ogni volta che lo incontro mi viene mal di testa!" concluse dando un pugno al volante con la mano destra ed uscendo dalla macchina.






Buonasera a tutti miei cari! Ecco il sesto capitolo~ Doflamingo, non ci crede nessuno che non ti interessa quello che fa Crocodile, ma dato che sei cocciuto ti diamo ragione. Mihawk deve avere una bella pazienza per sopportare questi due ^^ e lo special questa volta č su Crocodile! Lasciate un commento e ditemi le vostre impressioni! Un bacione! ;)

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Capitolo 7
*** La differenza tr l'amore e il sesso č che il sesso allieva le tensioni e l'amore le provoca. ***


Cap7. La differenza tra l'amore e il sesso č che il sesso allevia le tensioni e l'amore le provoca.







Crocodile entró in casa e lasció le chiavi sopra un mobile vicino alla porta.
Chiamarla casa era riduttivo; il coccodrillo abitava in una specie di reggia dotata delle pił moderne tecnologie e con ogni confort.
Essere circondati da cose mediocri non faceva proprio per lui.
Dopo essersi tolto la felpa, decise di farsi una doccia; non amava particolarmente l'acqua ma, quando aveva i nervi tesi, si concedeva una vasca ad idromassaggio.
Dopo il bagno, si infiló una camicia nera e dei jeans blu scuri e si sedette sul divano con il giornale del giorno, che inizió a sfogliare e a leggere distrattamente.
Quando ebbe letto tutto il quotidiano, lanció un'occhiata all'orologio verde che segnava le 18.27 e decise che era ora di andare in ufficio, dato che era mancato per tutto il giorno. Non che qualcuno avesse il coraggio di dirgli qualcosa o chiedergli dov'era stato, ma almeno si sarebbe distratto.
Chiuse la porta, salģ in macchina e dopo dieci minuti era davanti all'ingresso del palazzo dove lavorava e agiva l'Organizzazione Baroque Works.

In realtą la Baroque Works era una societą segreta di criminali che portava a termine i compiti pił svariati: rapine, furti, sequestri di persona, omicidi e altro. Ma ufficialmente, la Baroque Works era un'agenzia di investimenti.
Il nome in codice che il presidente, Crocodile, usava per concludere gli affari non ufficiali, era Mister zero.
Chi aveva il codice pił vicino allo zero era dotato di pił potere e di conseguenza occupava una posizione pił alta.
Ogni agente aveva una partner femminile (ad eccezione di Bon Clay, detto Mister two, in quanto gay) che prendevano i nomi delle feste pił importanti dell'anno o dei giorni della settimana, mentre gli uomini dai numeri.
L'Organizzazione era cosģ suddivisa:
-Official agent: agenti che compivano le missioni pił pericolose.
-Frontier agent, subalterni degli Official agent, avevano il compito di riscuotere i fondi per l'Organizzazione.
-Adepti

Appena entrato fu accolto da saluti e inchini che lui ignoró per poi prendere l'ascensore e arrivare al 10ŗ piano, dove si trovava il suo ufficio.
Una volta aperta la porta del suo studio, si diresse verso la poltrona in pelle dietro la scrivania, quando un rumore lo fermó a metą strada.
'Un messaggio' pensó tirando fuori il cellulare dalla tasca.
'da Sconosciuto: Croco-chan~ stasera vieni a cena da me! Sono sicuro che ci divertiremo~'
Una vena sulla fronte di Crocodile inizió a pulsare pericolosamente.
L'uomo lasció cadere il cellulare per terra per poi pestarlo pił volte fino a quando non fu sicuro di averlo distrutto.
"Das!" 
Un uomo alto, muscoloso e dalla pelle abbronzata, entró nell'ufficio del capo non appena lo sentģ chiamare. Era il braccio destro di Crocodile da tempo immemore e sapeva bene che, quando lo chiamava con quel tono di voce, era meglio precipitarsi perchč era parecchio arrabbiato.
"Mi ha chiamato Signore?" domandó cortesemente Das Bornes, detto Mister one.
"Questo telefono č rotto, ne voglio un altro con gli stessi numeri in rubrica entro un'ora" disse Crocodile rivolgendosi all'uomo mentre si accomodava sulla poltrona di pelle.
"Capisco. Provvedo subito" rispose Das raccogliendo i resti del cellulare ed uscendo dall'ufficio chiudendo la porta.
Das non era un idiota, aveva capito subito che l'apparecchio elettronico era andato distrutto perchč il suo capo lo aveva pestato ripetutamente, ma non disse comunque nulla; lo rispettava troppo per chiedergli cose inutili.
Ecco perchč Crocodile l'aveva scelto come braccio destro: fidato, efficiente ma soprattutto sapeva quando tenere la bocca chiusa.
Quando l'uomo fu uscito, Crocodile tiró fuori un sigaro e si accorse di non avere pił l'accendino d'oro con sč. Bestemmió ad alta voce per poi tirare fuori dal cassetto dei fiammiferi e accendersi il sigaro, poi cominció a fissare il muro.
Com'era possibile che Doflamingo riuscisse sempre a scoprire il suo numero di cellulare? Ogni volta succedeva sempre la stessa cosa: il biondo gli mandava un messaggio dal dubbio contenuto e lui distruggeva il telefono.
Per distrarsi cominció a leggere e firmare documenti; era cosģ assorto dal suo lavoro che non si accorse che Das gli aveva lasciato un nuovo cellulare sulla scrivania. 
Alle 23 Mister one bussó alla porta del suo ufficio ed entró non appena Crocodile gli rispose.
"Boss" inizió Das "la vedo piuttosto stressata, perchč non va al Casinó a svagarsi un po'? Qui finisco io" 
L'unico che poteva permettersi di parlargli in quel modo era Das, se ci avesse provato qualcun'altro avrebbe perso una gamba. Cosģ Crocodile decise di ascoltare l'altro uomo ed uscģ dallo studio, per poi dirigersi al Casinó di sua proprietą, il quale non si trovava molto distante dal palazzo.
Una volta arrivato, entró e si diresse nella sala vip che si trovava dopo la sala principale in cui le persone venivano a scommettere i loro soldi (a vantaggio suo ovviamente.)
Una donna dai capelli rossi e dagli abiti succinti gli si avvicinó camminando in modo sensuale per poi sedersi di fianco a lui sul divanetto bianco della sala vip ed offrirgli un bicchiere di vino.
'Non male' pensó Crocodile guardando la donna che gli sorrideva maliziosamente.
'Ho proprio bisogno di sfogarmi, poi si sa che il sesso č una cura universale'
L'uomo, dopo qualche altro bicchiere di vino, decise che ne aveva avuto abbastanza, quindi lanció uno sguardo eloquente alla donna, che si alzó e gli si attaccó al braccio destro.
Per raggiungere le camere da letto adibite proprio per i clienti vip che volevano teminare la giornata con una sana scopata, bisognava uscire dalla sala vip e passare per la sala comune, per poi prendere l'ascensore e arrivare al 3ŗpiano.
Cosģ Crocodile, con la donna attaccata al braccio che aveva cominciato a parlare ininterrottamente, uscģ dalla sala vip e si ritrovó nella sala comune.
Un uomo, che si trovava lģ non per caso, vide Crocodile in compagnia di una bella rossa dirigersi verso l'ascensore, ed assottiglió lo sguardo.
"Cosģ hai rifiutato il mio invito per scoparti una donna qualunque. Questo č abbastanza per rendere un uomo geloso" commentó con un sorriso Doflamingo mentre usciva dal Casinó.






Bene! Ecco il nuovo capitolo! Crocodile č un po' nervosetto per colpa di un certo fenicottero... 
Doflamingo stai calmo. Ho paura per Crocodile o.ó 
Il coccodrillo che pesta cellulari come hobby per liberarsi dai messaggi del biondo xD hahaha! Bhe grazie per aver letto il capitolo! E come sempre, se lasciate un commento mi fate felice! ;) un bacione!
Ps. La frase che dice alla fine Doflamingo non č di mia invenzione ma č presa dal manga- SPOILER- quando, a Marineford, Crocodile decide di 'aiutare' Rufy a salvare Ace, Doflamingo, che precedentemente gli aveva chiesto di allearsi con lui, gli dice "hai rifiutato la mia alleanza per poi accettarne un'altra? Questo č abbastanza per rendere un uomo geloso"
Ecco, sģ, in quel momento dire che mi sono messa a ridere č dire poco. Ho dovuto riguardare la scena per almeno 3 volte prima di convincermi che l'aveva detto sul serio- xD va bhe lasciatemi perdere, alla fine di ogni capitolo sparo sempre cavolate! ;) a presto!





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Capitolo 8
*** Il miglior modo per non farti spezzare il cuore č fingere di non averne uno. ***


Cap8. Il miglior modo per non farti spezzare il cuore č fingere di non averne uno.







Doflamingo uscģ dal Casinó per poi entrare in una limousine bianca.
"Vergo. A casa." disse il biondo all'uomo alla guida.
"Si signore" gli rispose l'altro.
Mentre la macchina sfrecciava sulla strada, Doflamingo guardava fuori dal finestrino. Se pensava che in questo istante Crocodile si stava intrattenendo in una camera da letto con quella donna gli veniva il nervoso.
Quando lui voleva qualcosa se la prendeva usando ogni mezzo a sua disposizione, anche la forza.
Non gli era mai fregato nulla di quello che facevano i suoi amanti dopo essere andati a letto con lui, ma quell'uomo non riusciva a toglierselo dalla testa.

La prima volta che si erano incontrati avevano 17 anni; Doflamingo si era trasferito in quella cittą a causa del lavoro di suo padre e si era iscritto al migliore liceo, il Shitasora.
Il destino volle che capitasse nella stessa classe di Crocodile e Mihawk.
Mihawk era di poche parole e stava sempre in compagnia del coccodrillo, che, anche allora, aveva un'aria scocciata ogni cosa facesse e brillava in ogni materia. Per questo provava una sorta di sadico piacere a punzecchiarlo sempre e comunque. Anche se dicevano di odiarsi e facevano a botte un giorno sģ e l'altro pure, erano sempre insieme, con Mihawk che riusciva a sedare ogni rissa che scatenavano. D'altronde Doflamingo rispettava entrambi perchč sapevano tenergli testa - e per lui non esisteva cosa pił importante del rispetto.
La prima volta che capģ di provare qualcosa di diverso per Crocodile fu quando lo vide mentre una loro compagna di classe lo abbracciava.
L'unico che si accorse del cambiamento fu Mihawk, che comunque non disse nulla e non si immischió pensando che Doflamingo avrebbe chiarito la situazione. Certo non si sarebbe immaginato che il biondo cominciasse a fare sesso con ragazze e ragazzi.
Il ragazzo dagli occhi gialli non capiva il loro comportamento; era lampante che quei due provassero qualcosa l'uno per l'altro, certo non amore, ma desiderio di possessione e controllo sģ.
La gelosia cresceva di giorno in giorno, entrambi facevano a gara a chi si portava a letto pił persone e si offendevano ogni volta che si incontravano.
Poi, durante l'ultimo anno, successe.
Doflamingo e Crocodile erano stati incaricati di rimettere in ordine la palestra dopo le lezioni, cosģ i due si ritrovarono uno di fronte all'altro a fissarsi: uno ghignava divertito, l'altro lo inceneriva con lo sguardo.
"Su Croco-chan, sbrighiamoci che dopo ho un appuntamento" esordģ il biondo cominciando a rimettere a posto le palle da basket.
"Per una volta siamo d'accordo su qualcosa, anche io ho fretta" rispose Crocodile riponendo i materassini nel retro della palestra.
Doflamingo gli tiró una pallonata addosso per poi cominciare a correre inseguito dall'altro, che aveva in mano una corda per saltare e che agitava come se stesse usando una frusta.
Dopo essersi tirati addosso ogni cosa presente nel deposito degli oggetti, i due si fermarono a prendere fiato e a fissarsi.
"Cos'č, per caso sei geloso Doflamingo?"
"Ma fammi il piacere!" gli rispose "cosa vuoi che mi interessi; scopa pure con chi ti pare!"
"Č quello che intendo fare!"
"Bene!"
"Bene!"
Doflamingo prese per le spalle Crocodile e lo spinse contro il muro.
"Bene" sussurró il biondo all'orecchio del moro, per poi scendere a baciargli e a mordergli con forza il collo.
Il gemito che si lasció sfuggire Crocodile era la cosa pił bella che Doflamingo avesse mai sentito, cosģ continuó a morderlo ovunque. Gli tolse la maglia quasi strappandogliela e scese a leccare i pettorali e gli addominali del moro.
Crocodile ansimava pesantemente, quando ad un certo punto spinse Doflamingo per terra e gli si posizionó sopra.
"Io non ti sopporto" ansimó il moro mentre slacciava i pantaloni dell'altro.
"Provo la stessa cosa" gli rispose Doflamingo, mentre con le mani, dopo avergli accarezzato i fianchi, lo spinse contro di sč.
Un'unione di morsi dove ognuno cercava di avere la meglio sull'altro. Ecco come fu il loro bacio.
Quello che successe dopo Doflamingo non se lo sarebbe mai scordato, e come avrebbe potuto dimenticarsi il sesso con Crocodile? Graffi, morsi, pugni e baci dal sapore ferroso a causa del sangue.
Il giorno dopo si presentarono a scuola ricoperti di lividi e morsi; tutti pensarono alla solita lite, tutti tranne Mihawk. Potevano ingannare chiunque ma non lui.
Quando finirono il liceo ognuno prese la propria strada: Mihawk, che nel tempo libero tirava di spada e sparava al poligono, a 22 anni inizió la sua carrera da cecchino; Crocodile sfidó i criminali pił influenti della cittą, rimettendoci la mano sinistra ma guadagnandosi un nome; e lui formó un'organizzazione criminale che gli piaceva definire 'famiglia', e, grazie alla sua mancanza di pietą nei confronti dei suoi avversari, divenne famoso in poco tempo.
In quegli anni si erano rivisti pił volte a casa di Mihawk 'in onore dei vecchi tempi', anche se finivano sempre a lanciarsi improperi; inoltre, ogni volta che Crocodile cambiava numero di telefono, lui gli mandava un messaggio per rompergli le scatole. 
Era pił forte di lui, si divertiva troppo a stuzzicarlo e a farlo incazzare.
Quello che non si aspettava era di rivedere il coccodrillo al supermercato.
'A comprare degli assorbenti per giunta. Se non l'avessi visto non ci avrei creduto neanche sotto tortura' 

La voce di Vergo lo distrasse dai suoi pensieri.
"Capo, siamo arrivati"
Doflamingo annuģ mentre si passava due dita sulle labbra.
Scese dalla macchina e, dopo essere entrato nel palazzo, si diresse verso la sua camera da letto, per poi chiudere la porta e levarsi i vestiti.
"Sarą meglio riposare, domani sarą una giornata piuttosto impegnativa" disse sdraiandosi sul letto dopo essersi tolto gli occhiali.




*Special*
Crocodile si rivestģ ed uscģ dalla camera da letto lasciando la donna addormentata.
Di sicuro aveva rilassato i nervi, ma c'era ancora qualcosa che non andava. Non sapeva spiegarselo, ma aveva un brutto presentimento.
E lui non sbagliava mai.
Prese l'ascensore ed uscģ dal Casinó. l'aria fredda della notte lo colpģ in pieno svegliandolo completamente. 
'Il mio istinto non mi ha mai tradito. Qui sta per succedere qualcosa ed ho paura che non mi piacerą'
Arrivato al parcheggio, salģ in macchina ed arrivó alla sua abitazione.






Eccomi! Crocodile, faresti bene a seguire il tuo istinto anche stavolta, ho paura che non ti succederą nulla di buono-
In questo capitolo abbiamo scoperto finalmente il passato che lega i 3 moschettieri, cioč Shichibukai xD 
Crocodile e Mihawk, come avevo gią accennato, si conoscevano fin dalle elementari, e al liceo sono stati raggiunti dal fenicottero~
Ma arriviamo al punto principale: la scena nella palestra. Spero di aver reso bene quel pezzo, non l'ho volutamente approfondito perchč trattandosi di un ricordo di Dofy non voleva essere molto descrittivo ma pił emotivo xD
Spero vi sia piaciuto! State tranquilli, Mihawk tornerą non temete! :3 un bacione! E lasciate un commento dicendomi la vostra ;)

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Capitolo 9
*** Neppure Apollo sta sempre con l'arco teso ***


Cap9. Neppure Apollo sta sempre con l’arco teso.










Crocodile si sveglió nel suo letto a mattina inoltrata. Sperava che, dormendoci sopra, il brutto presentimento se ne sarebbe andato, ed invece eccolo lģ, pił forte della sera prima.
L'uomo si infiló l'uncino e si vestģ con jeans neri aderenti e una camicia verde scuro, per poi dirigersi verso la cucina e aprire il frigorifero.
Fortunatamente c'erano ancora i piatti preparati da Paula, una delle sue sottoposte nella Baroque Works.
La donna, detta Miss Doublefinger, aveva i capelli ricci di colore blu scuro e occhi verdi, indossava quasi sempre una giacca a maniche lunghe pił piccola della sua taglia con gli orli di pelliccia, un reggiseno con un motivo che assomigliava ad una ragnatela e che le arrivava fino allo stomaco, pantaloni a vita bassa e sandali.
Paula, molto calma e sicura, oltre ad essere una spietata assassina, era una maga ai fornelli, tanto che a volte si incaricava di preparargli il pranzo e la cena. Inoltre la si poteva riconoscere dal suo modo di camminare dato che ondeggiava i fianchi in modo esagerato.
Dopo aver pranzato, Crocodile accese il cellulare ritrovandosi un messaggio.
'No andiamo non č possibile'
-da Sconosciuto: Croco-chan, oggi pomeriggio vengo a farti visita.-
Crocodile rimase immobile a fissare lo schermo. 
"Primo, chi ti ha detto che puoi venire a casa mia. Secondo, come cazzo fai ad avere gią il mio numero?" sbottó contro il cellulare, che venne malamente gettato sul tavolo del salotto.
Si passó una mano tra i capelli per cercare di calmarsi poi si accese un sigaro e si sedette sul divano rosso.
'Io rischio un esaurimento nervoso. Almeno ho capito perchč č da ieri che ho questo brutto presentimento. Altro che brutto, nefasto.' pensó espirando una boccata di fumo.
Il rumore del campanello lo fece sobbalzare ma non si mosse dalla sua posizione, anzi accavalló le gambe e si distese maggiormente.
"Croco-chan apri, lo so che ci sei"
Per tutta risposta il moro sbuffó e tiró una boccata dal sigaro.
"Se non apri sfondo la porta. Sai che ne sarei capace. Oppure posso usare le chiavi dato che ne ho fatto una copia l'ultima volta che sono venuto qui"
Doflamingo non fece in tempo a finire la frase che un Crocodile incazzato aprģ la porta di scatto.
"Come cazzo ti sei permesso di fare una copia delle chiavi di casa mia testa di.."
"Ah hai visto che c'eri?" disse il biondo spostando l'altro uomo ed entrando in casa "figurati se ho fatto una copia delle tue chiavi, l'ho detto solo per fare in modo che tu mi venissi ad aprire, ed ovviamente ha funzionato" concluse ghignando mentre Crocodile chiudeva con forza la porta ringhiando insulti.
Il biondo si era seduto sul divano dove prima si trovava l'altro allargando le braccia ed appoggiandole sullo schienale. Il moro rimase in piedi mettendosi di fronte a lui appoggiandosi al muro.
"Fottiti Doflamingo" gli disse riservandogli uno sguardo truce.
"Lo sai che mi piace di pił fottere, soprattutto te" gli rispose l'altro piegando leggermente la testa verso destra.
"Cosa. Vuoi." Crocodile stava gią perdendo la pazienza.
"Nulla, volevo solo passare un po' di tempo in tua compagnia"
"Non raccontarmi stronzate."
"Possiamo sempre parlarne davanti ad un bicchiere di vino" 
"Intendi trattenerti ancora per molto? Perchč se č cosģ dimmelo subito che oltre al vino nel bicchiere ti verso del cianuro"
sibiló Crocodile.
"Quanto siamo nervosi, pensavo che dopo la scopata di ieri notte saresti stato pił accondiscendente" gli rispose Doflamingo con un tono di voce che avrebbe fatto accapponare la pelle a chiunque. Ma lui non era chiunque e non si lasciava impressionare per cosģ poco.
Cosģ, invece di rispondergli, si diresse in cucina lentamente. Come cazzo faceva a sapere come aveva passato la notte?
Poco dopo ritornó con due bicchieri ed una bottiglia di vino rosso molto pregiato, ignorandolo e facendo innervosire l'altro uomo.
Doflamingo si alzó improvvisamente dal divano e si sedette vicino a lui prendendo un bicchiere e versandosi il vino con un ghigno perverso stampato in faccia.
Il moro si sedette di fronte a lui mentre l'altro gli riempiva il bicchiere.
"Tu sei uno stalker. Non hai altro da fare che pedinarmi? Che problemi hai?" cominció Crocodile "e poi come cazzo fai a procurarti il mio numero di cellulare ogni volta che lo cambio?"
"Quante domande! Lo sai che non sono uno stalker, se mi va di fare una cosa la faccio, e per caso mi sono ritrovato a passare dalle parti del Casinó visto che qualcuno aveva rifiutato il mio invito.
Non č stato per nulla cortese da parte tua darmi buca per scoparti una puttana." commentó Doflamingo per poi sorseggiare il vino che l'altro gli aveva 'gentilmente' offerto.
"Io faccio quello che mi pare. Se mi va di scopare con una puttana lo faccio. Se la cosa ti infastidisce non sono affari miei" gli rispose Crocodile assottigliando lo sguardo e ghignando.
"Non sono geloso, se č questo che stai pensando, ma mi da piuttosto fastidio essere rimpiazzato da una persona mediocre." rispose il biondo per poi aggiungere "comunque se vuoi che lo diventi non hai che da chiederlo" 
Crocodile si lasció sfuggire un ringhio per poi finire di bere tutto il contenuto del suo bicchiere.
"Sei la persona pił insopportabile che io abbia mai incontrato, sei un idiota, un pezzo di merda, un bastardo e un figlio di puttana con manie di protagonismo" rispose Crocodile con una calma invidiabile.
"Se mi fai tutti questi complimenti penseró che tu voglia venire a letto con me, Croco-chan"
Crocodile sospiró passandosi una mano tra i capelli e chiudendo gli occhi per riacquistare la calma. In quel momento voleva solo tirare un pugno in faccia all'altro, giusto per togliergli quel sorriso onnipresente.
"Doflamingo non hai risposto alla mia domanda."
"Quale domanda?"
"Come fai a procurarti il mio numero di cellulare ogni volta che ne distruggo uno" chiarģ Crocodile.
"Aah! Quella domanda! Non ci sei ancora arrivato? E dire che la soluzione č piuttosto semplice" sghignazzó Doflamingo appoggiando il mento sul palmo della mano destra.
Crocodile lo guardó in modo interrogativo.
Chi poteva fornirglielo ogni volta? Appena aveva un nuovo numero informava i membri pił importanti della sua Organizzazione e... 

"Mihawk" sussurró il moro incredulo. 
"Hahahaha! Esatto! Č sempre molto gentile il falchetto~" commentó il fenicottero ridendo.
"Quel... Bastardo. Gliele faró pagare tutte, dagli assorbenti a questo." disse Crocodile con uno sguardo che non prometteva nulla di buono.
"Oh dai, non essere cosģ cattivo"
"Taci. Perchč sei ancora qui? Non hai da fare?" sbottó il moro.
"Mmm, avevo degli impegni ma li ho annullati tutti, non sei contento Croco-chan?" disse il biondo alzandosi e dirigendosi verso il coccodrillo.
"Sto sprizzando gioia da tutti i pori. Se ti avvicini ti stacco un braccio"
"Oh calmati, non voglio mica perdere una mano come č successo a te, anche se penso che con quell'uncino tu sia molto affascinante~"
Crocodile lo fissó inarcando un sopracciglio ma continuando a restare immobile sulla sedia con le braccia incrociate, mentre Doflamingo aggirava il tavolo e si posizionava dietro di lui.
"Croco-chan" inizió il biondo abbracciandolo e appoggiando il mento sulla spalla sinistra dell'altro.
"Staccati" disse il coccodrillo non muovendo un muscolo.
"Non penso proprio" gli sussurró Doflamingo per poi mordergli il lobo dell'orecchio.
Un brivido percorse la schiena di Crocodile, che comunque non fece nulla, giusto per non dargli soddisfazione. Voleva sul serio ucciderlo, davvero, ma il suo corpo non si muoveva. Aveva una gran voglia di picchiarlo ma non lo faceva, anzi, stava completamente immobile.
Doflamingo interpretó il comportamento del moro come un invito a continuare, cosģ spostó le mani sul petto dell'altro ed inzió a sbottonargli i bottoni della camicia, mentre con la bocca lasciava una scia di baci e morsi sul collo.
Crocodile cominció ad ansimare pesantemente. Quel figlio di puttana sapeva bene quali corde toccare per farlo fremere e lui glielo stava permettendo senza opporre la minima resistenza. Se continuava cosģ sapeva benissimo quale sarebbe stata la conclusione. 
Nonostante tutto non si muoveva.
Un suono fastidioso interruppe i due uomini.
"Chi cazzo č?" sbottó Crocodile alzandosi e dirigendosi verso la porta.
"Ignoralo. Se ne andrą." rispose Doflamingo leggermente incazzato.
Finalmente era riuscito ad avere Crocodile tutto per sč ed ora veniva interrotto sul pił bello.
'Chiunque sia č morto' pensó il biondo.
Crocodile aprģ la porta e sbattč pił volte gli occhi. 
"Mihawk che ci fai qui?"








Hahahah! Ok scusate ma l'entrata in scena di Mihawk non ve l'aspettavate eh? Neanche io xD ho riso troppo per questo capitolo, quei due si punzecchiano incostantemente, e Dofla che fa sempre allusioni sessuali~ 
Crocodile, il tuo corpo non si muoveva per un motivo, TU non volevi muoverti. Aaah, santa pazienza! 
Lasciate un commento e ditemi se vi č piaciuto~ un bacione ^^



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Capitolo 10
*** Ciascuno mostra quello che č dagli amici che ha ***


Cap10. Ciascuno mostra quello che č dagli amici che ha.









"Mihawk che ci fai qui?" 
Doflamingo alzó un sopracciglio non appena sentģ Crocodile pronunciare quelle parole. Mihawk? Quell'uomo aveva un tempismo impeccabile. Ma perchč era lģ?
"Posso entrare?" chiese Occhi di Falco "ho fame e a casa non ho nulla di pronto" concluse. Crocodile lo lasció passare per poi chiudere la porta.
"Oh falchetto! Che bello rivederti!" esclamó Doflamingo, ora seduto a gambe aperte sul divano.
"Doflamingo. Non sapevo avessi visite Crocodile" disse Mihawk entrando in salotto e sedendosi su una sedia di fronte al tavolo. "Se l'avessi saputo non sarei passato" concluse, mentre Crocodile in cucina stava preparando un piatto per Occhi di Falco. Anzi, prepararlo era una parola grossa, in realtą stava solo cercando quanta pił roba dolce riuscisse a trovare per poi metterla in un piatto.
Finita l'operazione tornó in salotto.
"Oh falchetto, non ti arrabbiare, se vuoi delle coccole basta chiedere" disse Doflamingo a Mihawk, il quale gli riservó un'occhiata glaciale.
"Ho solo queste, cerca di fartele bastare" disse Crocodile appoggiando un piatto pieno di dolciumi vari, da biscotti al cioccolato a pezzi di torta.
"Andrą benissimo" gli rispose Mihawk fissando il piatto per poi addentare un biscotto, mentre Crocodile si mise a sedere di fronte lui dopo avergli rubato un biscotto al cocco.
"Riguardo al motivo per cui sono qui" continuó Occhi di Falco facendo finta di non averlo visto "č per riportarti questo, l'hai lasciato ieri a casa mia" concluse tirando fuori dalla tasca l'accendino d'oro e facendolo scivolare sul tavolo.
Crocodile lo afferró e se lo rigiró tra le mani.
"Ti ringrazio, pensavo di averlo perso" disse.
"Non sapevo vi vedeste cosģ spesso voi due" commentó Doflamingo incrociando le gambe "potevate anche chiamarmi, fufufu~"
"Doflamingo non voglio sapere perchč sei qui. Ma tieni la bocca chiusa almeno finchč non ho finito di mangiare" gli rispose Mihawk mentre dava un morso ad una fetta di torta millesfoglie.
Doflamingo si limitó a sorridere.
Crocodile allungó il braccio verso il piatto di dolci per prendere un altro biscotto, ma Mihawk gli tiró uno schiaffetto sulla mano.
Il coccodrillo sbuffó scuotendo la testa.
"Ti verrą il diabete se continui a mangiare cosģ. Quand'č stata l'ultima volta che hai fatto gli esami del sangue?"
"Non mi verrą proprio niente. Non so neanche cos'ho mangiato a colazione, figurati se mi ricordo quando ho fatto degli stupidi esami." rispose Mihawk continuando a mangiare.
"Crocodile, sembri una mamma in apprensione per il figlio.. Hahahahah! Croco-mamma~" commentó Doflamingo alzandosi dal divano per poi sedersi di fianco agli altri due uomini, i quali si voltarono verso di lui e dissero contemporaneamente:
"Taci"
Cosa che fece ridere ancora di pił il fenicottero.
"Pensavo che col tempo avessi capito che quel cappotto che ti porti dietro č un dolore per gli occhi" disse Crocodile rivolto a Doflamingo, mentre Mihawk, con la bocca piena di cibo, annuiva.
"Ah parli del mio splendido cappotto" disse allegro il fenicottero "cos'ha che non va? Io lo trovo magnifico"
"Prima di tutto č rosa, e gią questo dovrebbe essere una ragione pił che sufficiente. Poi č un cappotto fatto di piume! Piume rosa!" spiegó Crocodile agitando la mano destra.
"Sģ, lo so com'č fatto il mio cappotto, d'altronde č il mio cappotto" disse Doflamingo sorridendo.
"Aaah, sapevo che il tuo gusto fosse discutibile, ma devo ricredermi, č del tutto inesistente!" continuó Crocodile.
"Ognuno ha i suoi gusti, e questo vale in tutti gli ambiti, mio caro" gli rispose il biondo.
Mihawk spostava lo sguardo da un uomo all'altro seguendo la conversazione, anche se era interessato solamente ai dolci che finivano nel suo stomaco, non aveva mai disdegnato il 'pranzo con intrattenimento'.
I due continuarono ancora a lungo a parlare di vestiti e gusti osceni, per poi passare all'arredamento delle loro abitazioni.
"Croco-chan, non ammetto critiche da uno che ha delle tendi verdi in casa"
"E io non ne accetto da uno che ha un orologio rosa a forma di fenicottero in camera!"
"Fufufu~ allora ti ricordi com'č fatta la mia camera da letto!"
"Perchč non ti soffochi con le tue amate piume? Mi faresti un favore"
"Oh lo sai che verrei a tormentarti anche da fantasma. In effetti sarebbe divertente vedere la tua faccia spaventata quando ti sentirai tirare per i piedi mentre sei a letto, uhuhuh~"
Crocodile sbuffó.
"Non preoccuparti, in tal caso chiameró un esorcista"
Nel frattempo Mihawk aveva finito di ripulire il piatto e, appoggiando il mento sul palmo della mano, aggiunse:
"Un esorcista non basterebbe Croco-chan"
Doflamingo si mise a ridere visto che Mihawk aveva risposto al suo posto e con le stesse parole che voleva usare lui.
Crocodile lanció un'occhiataccia ad Occhi di Falco.
"Mihawk non ti ci mettere anche tu"
"Hahahaha! Oh falchetto, dopo questa ti meriteresti un abbraccio!"
"Provaci e ti taglio a metą"
Crocodile sbuffó di nuovo, ma questa volta reprimendo un sorriso.
Quei due erano gli unici che gli tenevano testa in un discorso, erano gli unici che lo conoscevano veramente, ed erano gli unici che sapevano farlo ridere. 
Non erano amici, no, ma qualcosa che ci andava vicino forse sģ.







Okok non uccidetemi per aver fatto entrare in scena Mihawk. Ci saranno altre occasione per Dofla e Croco di ehm, divertirsi~ questo capitolo č uno dei miei preferiti, spero di aver fatto capire il rapporto strano che c'č tra i 3... La conclusione č un po' melensa ma passatemela. Saranno anche stronzi ma hanno dei sentimenti anche loro, pur non mostrandoli :3 lasciate un commento e fatemi sapere la vostra! Un bacione ^^

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Capitolo 11
*** Non si desidera ció che č facile ottenere ***


Cap11. Non si desidera ciņ che č facile ottenere.










Crocodile fissava la scena che aveva davanti scuotendo la testa: Mihawk si era addormentato con le braccia conserte appoggiate sopra il tavolo per usarle come cuscino e Doflamingo stava sorseggiando quello che rimaneva del vino rosso.
E dire che si era allontanato 5 minuti per rispondere ad una chiamata di lavoro, non si aspettava una tale quiete nel suo salotto, anzi, aveva immaginato di trovare tende squarciate e divano tagliato a metą.
Invece nella stanza regnava una pace surreale.
Crocodile tornó in cucina per cercare se aveva qualcosa da mangiare per cena; odiava cucinare, l'ultima volta aveva bruciato tutto, per quello i suoi collaboratori avevano deciso di preparargli da mangiare cosģ da evitare di chiamare i pompieri.
Ma Crocodile era un uomo orgoglioso come pochi, aveva deciso di provare a cucinare e lo avrebbe fatto. Chiedere aiuto non rientrava nei piani. 
Cosģ aprģ un cassetto per cercare qualcosa da indossare visto che di sporcare la sua amata camicia verde firmata Lacoste non se ne parlava, ma tutto quello che trovó fu un imbarazzante grembiule bianco col pizzo.
'Ma che diavolo č questo? Deve averlo lasciato Paula l'ultima volta che č venuta qui a cucinare. Che orrore.' pensó riponendo il grembiule nel cassetto con una faccia schifata.
"Oh perchč lo metti via? Ti sarebbe stato benissimo Croco-chan~"
Crocodile si giró lentamente verso la porta per trovarci un Doflamingo piuttosto divertito.
"Perchč non te ne torni in salotto? Non ho bisogno delle tue frecciatine"
"A me sembra che tu abbia bisogno di un aiuto per svariati motivi" disse il biondo avvicinandosi all'altro "primo: hai al posto della mano sinistra un uncino, e non penso sia molto comodo per cucinare; secondo: tu non sai cucinare!" concluse affiancando il moro.
Crocodile grugnģ un mezzo insulto.
"Al contrario tuo, io so cucinare egregiamente. Quindi ora o ti sposti oppure mi dai una mano" disse Doflamingo aprendo un cassetto e prendendo un coltello.
"Tsk, dammi quel coltello. Io taglio, tu cucini chiaro?" rispose Crocodile togliendo l'oggetto affilato dalle mani dell'altro.
"Non darmi ordini, non sono uno dei tuoi sottoposti Croco-chan. Comunque direi che come idea non č male" commentó Doflamingo "peró perchč non ti metti quel bel grem-"
"No" lo interruppe Crocodile.
'Cavolo, era un ringhio quello?' pensó Doflamingo sorridendo.
"Ok ok cominciamo" 

Dopo mezz'ora i due si erano completamente sincronizzati ed erano riusciti per miracolo a cucinare del riso al curry con delle verdure al forno come contorno senza uccidersi, anche se pił di una volta Crocodile aveva tentato di pugnalarlo e Doflamingo aveva cercato di fargli indossare il grembiule di pizzo.
Mihawk aprģ gli occhi dorati e si stiracchió. Sentiva un buon profumo provenire dalla cucina ed immaginó che qualcuno avesse preparato la cena.
'Di sicuro non Crocodile, l'ultima volta ha rischiato di far esplodere la mia cucina. Doflamingo?' pensó mentre si alzava e si dirigeva verso l'origine del profumo sbadigliando.
"Incredibile. Voi due siete riusciti a collaborare in qualcosa." commentó guardando i due che stavano armeggiando ai fornelli.
"Non ti svegliano neanche le cannonate ma l'odore del cibo sģ" disse Crocodile girandosi verso Mihawk.
"Per fortuna che c'era lui" gli rispose Mihawk indicando Doflamingo, che stava mescolando il contenuto di una pentola "altrimenti qui sarebbero dovuti intervenire i pompieri" 
"Ah ah molto divertente" disse Crocodile assottigliando lo sguardo.
Il resto della serata passó pił o meno senza incidenti: Mihawk scoprģ che Doflamingo era bravo in cucina, Crocodile cercó di bruciare il cappotto rosa con le piume mentre il fenicottero era distratto, ma riuscirono comunque a cenare senza distruggere nulla.
Quando l'orologio del salotto segnó l'una, Mihawk decise di tornare a casa sua.
"Se vuoi c'č una camera per gli ospiti" gli fece notare Crocodile.
"No grazie, domani devo lavorare, la prossima volta. E poi ho l'impressione che sarei di troppo." disse Mihawk, per poi salutare ed uscire prima che Crocodile potesse rispondergli.
"Oh chissą cosa avrą voluto dire~" commentó Doflamingo guardando Crocodile.
"Visto che immagino tu voglia trattenerti, la stanza degli ospiti si trova in fondo a sinistra, seconda porta a destra." disse il moro mentre si dirigeva verso la sua camera da letto.
"Non penserai mica che dormiró nella stanza per gli ospiti vero?"
"Bhe se il divano ti piace di pił fai pure" gli rispose Crocodile mentre appoggiava la mano sulla maniglia della porta.
"Non stavo pensando al divano" sussurró Doflamingo all'orecchio dell'altro.
"Non dormirai con me" sibiló Crocodile abbassando la maniglia e facendo un passo verso la camera, quando Doflamingo lo afferró per le spalle e lo spinse contro il muro.
"Oh stai tranquillo, non avevo alcuna intenzione di lasciarti dormire" 
Crocodile cercó di liberarsi dalla stretta dell'altro senza riuscirci.
"Lasciami" 
Doflamingo lo guardó continuando a sorridere, lasció la presa e si allontanó di un passo rimanendo di fronte all'altro.
"Sei sempre il solito."
Crocodile lo fissó per poi distendere le braccia ed appoggiarle al muro dietro di lui.
"Cosa vuoi?"
"Perchč fai domande ovvie? Lo sai cosa voglio"
"Se hai tanta voglia di scopare con qualcuno ci sono molte persone disponibili"
"Gią, ma non voglio delle persone disponibili."
"Ah č vero, non c'č gusto quando una persona cede troppo facilmente. E poi tu quando vuoi una cosa la ottieni, anche con la forza, non č vero?"
"Di solito sģ, ma non in questo ambito. Il mio amante deve essere consenziente.
Vieni a letto con me"
"Mi sembra di averti gią dato una risposta"
"Prima non sembravi tanto riluttante"
Crocodile sgranó gli occhi per poi digrignare i denti.
"Spiegami il motivo per cui sei tanto fissato con me. Mi pare che tu non faccia mai sesso due volte con la stessa persona o mi sbaglio?"
Doflamingo lo guardó sorpreso.
"Come fai a saperlo?"
'Perchč č la stessa cosa che faccio io' pensó Crocodile per poi rispondere:
"Perchč ti conosco."
Doflamingo lo fissó serio e il suo sorriso scomparve.
"Siamo entrambi uomini d'affari e possiamo metterci d'accordo. 
Sai come si dice Croco-chan, 'un affare in cui si guadagna solo del denaro non č un affare.' Quindi dimmi cosa vuoi" disse appoggiando la propria mano su quella dell'altro.
"Doflamingo, allora saprai anche che quando due uomini in affari sono d'accordo, uno dei due č superfluo." rispose togliendo la mano con uno scatto. "E non chiamarmi Croco-chan!"

Crocodile non riusciva a spostare il suo sguardo. L'altro gli stava proponendo di fare sesso con lui come se fosse un affare di lavoro? Quell'uomo non finiva mai di stupirlo, era pronto a tutto pur di ottenere quello su cui aveva messo gli occhi. Ma era davvero curioso di sapere che cosa gli avrebbe risposto.
"E sentiamo, cosa avresti da offrirmi che io gią non possiedo?"
Doflamingo incroció le braccia ed assunse un'espressione pensierosa.
"In effetti.. Non lo so."
Crocodile sgranó gli occhi per poi mettersi a ridere.
"Hahahaha! Tu sei veramente senza speranze!"
Doflamingo lo guardó. Aveva visto ridere Crocodile sģ e no due volte, ma non riusciva a muovere un muscolo. Tutto quello a cui pensava era ad imprimersi nella mente la sua espressione.
"Ohi, hai perso la lingua per caso?" commentó il moro vedendo che l'altro aveva smesso di parlare, cosa assai preoccupante dato che si trattava di Doflamingo.
L'altro uomo deglutģ pesantemente e tornó a sorridere.
"Sarebbe un vero dramma se la perdessi, non immagini neanche quanto sia bravo ad usarla" 
Crocodile alzó gli occhi al cielo ma, quando stava per rispondergli con un insulto, un cellulare si mise a suonare.
Doflamingo tiró fuori dalla tasca l'apparecchio elettronico che, in questo momento, avrebbe volentieri scagliato contro il muro, ma rispose quando vide che si trattava di Vergo.
"Dimmi."
-signore, la prego di scusarmi, so che non voleva essere disturbato, ma abbiamo un problema con un carico di armi.-
"Ho capito. Arrivo." disse per poi chiudere il telefono rimettendoselo in tasca.
"Ahi ahi, mi dispiace ma dovremo continuare la nostra conversazione un'altra volta. Comunque non intendo andarmene a mani vuote"
Detto questo, Doflamingo si avvicinó annullando la distanza tra il suo corpo e quello di Crocodile tenendolo premuto contro il muro con una mano, mentre l'altra teneva fermo l'uncino sul fianco del moro, si chinó e unģ le sue labbra a quelle dell'altro uomo. Inizió a morderle piano fino a che non sentģ Crocodile ricambiare, allora approfondģ il contatto leccando il labbro superiore. Le loro lingue si incontrarono ed iniziarono una guerra per ottenere il dominio sull'altra.
Dopo alcuni minuti, Doflamingo si staccó da Crocodile ansimando e toccandosi il labbro inferiore da cui usciva del sangue.
"Stronzo" sussurró all'altro che stava sorridendo soddisfatto.
"Questa me la paghi. Ora devo andare, ci vediamo." disse Doflamingo uscendo dalla stanza.
Quando sentģ la porta d'ingresso chiudersi, Crocodile si passó una mano tra i capelli e si sedette per terra.
"Ma che cazzo sto facendo?"










Eccomi! Allora partiamo dal principio: Crocodile e il grembiule di pizzo. Doflamingo che sa cucinare. Mihawk che dorme. Ok che il fenicottero sappia cucinare č una sorpresa, Crocodile con quell'uncino non deve avere vita facile, soprattutto in cucina, e Mihawk...lui capisce sempre tutto XD 
Poi Doflamingo finalmente chiarisce cosa vuole da Crocodile anche se tutti ce lo aspettavamo. Stupido cellulare! Interrompi sempre sul pił bello! Bhe almeno il bacio c'č stato, e Crocodile č sempre Crocodile, quindi ha dato un bel morso al labbro inferiore di Doflamingo :3 qui le cose cominciano a complicarsi! Lasciate un commento e ditemi che ne pensate! ;) un bacione!
PS. Tra qualche giorno pubblicheró una one-shot extra su MIHAWK dal titolo 'WORK PROBLEMS' se volete leggetela :3

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Capitolo 12
*** Il pensare divide, il sentire unisce ***


Cap12. Il pensare divide, il sentire unisce.










Crocodile si passó stanacamente una mano tra i capelli rimanendo seduto sul pavimento della sua camera da letto.

'Che cazzo sto facendo?'

Eppure lui era stato molto attento a non lasciarsi coinvolgere in quel tipo di situazione, soprattutto da quell'uomo.
Gią dalla prima volta che l'aveva incontrato al liceo gli era stato sul cazzo.
Odio a prima vista.
Se lo ricordava come se fosse successo ieri: era entrato dalla porta della sua classe con aria superiore, un ghigno strafottente dipinto in faccia e degli orribili occhiali da sole.
Doflamingo aveva iniziato a importunarlo quasi subito cercando di fargli perdere la calma, e quando gli aveva chiesto perchč non lo lasciava in pace, quello gli aveva risposto semplicemente "Perchč ti trovo interessante."
Da quel momento cominció a trovarselo tra i piedi ovunque andasse e, se non ci fosse stato Mihawk, l'avrebbe ucciso dopo una settimana.
Ogni occasione era buona per fare a pugni, per sfidarsi e per importunare l'altro; dopo un po' gliel'aveva data su, era cosģ che loro comunicavano, non avevano bisogno di parole e a lui andava bene.
Lui era l'unico che fosse riuscito a capire il significato di ogni espressione di Doflamingo; riusciva a vedere dove guardasse, che cosa provasse, e anche quando stava mentendo nonostante portasse sempre gli occhiali, che, sicuramente, indossava per nascondere agli altri le proprie emozioni. Doveva esserci anche un altro motivo se non li toglieva mai, cosģ cercó in tutti i modi di levarglieli, senza successo.
Ancora adesso il non poter guardare l'altro negli occhi lo faceva incazzare.
Ma ció che lo mandava veramente in bestia era il fatto che quando avevano fatto sesso in palestra gli era piaciuto.
Era andato a letto con moltissime persone, ma quella continuava ad essere la scopata migliore della sua vita.

'Merda. Ci mancava solo incontrarlo al supermercato...' pensó sbuffando.

"Vieni a letto con me"

Poi se lo era ritrovato in casa sua a fargli proproste indecenti, solo che questa volta non le aveva dette con il solito ghigno, ma con uno sguardo serio che lo aveva fatto tentennare per un attimo.
Gli aveva addirittura chiesto cosa volesse per fare sesso con lui, come se fosse una delle tante puttane che si portava a letto.
O era completamente impazzito -anche se dubitava che al fenicottero rimanesse un pizzico di sanitą mentale- oppure voleva fregarlo in qualche modo.
Magari voleva convincerlo a scopare con lui per poi ricattarlo o sfotterlo a vita, le opzioni erano diverse.

Allora perchč non riusciva a togliersi dalla mente il modo con cui lo aveva guardato?
Era tremendamente serio come poche volte lo aveva visto; questo lo preoccupava e gli faceva salire un senso di inquietudine.
No, sicuramente Doflamingo aveva qualcosa in mente, non si sarebbe fidato e non gli avrebbe permesso di avvicinarsi ancora. Ne aveva abbastanza dei suoi giochetti mentali.
Crocodile decise di alzarsi e di andare a letto, gli era venuto mal di testa.

               •           •           •

Doflamingo chiuse la portiera della sua auto e si passó una mano sulla fronte.
Quando c'era di mezzo Crocodile non riusciva a controllarsi, cosa che a lui riusciva benissimo in tutte le situazioni.
Aveva cercato di mantenere la calma ma quando lo aveva visto seduto con i primi bottoni della camicia slacciati non aveva resistito.
Cosģ lo aveva abbracciato ed aveva iniziato a baciare, leccare e mordere il collo scoperto.
Anche dopo che Mihawk se n'era andato, dopo averli interrotti, aveva sentito il bisogno di unire le sue labbra a quelle dell'altro.
Nonostante tutto, quello non era abbastanza, lui voleva di pił, anche a costo di dargli in cambio qualsiasi cosa gli avesse chiesto.
No, non era amore, semplicemente voleva Crocodile solo per sč; l'idea che qualcun'altro che non fosse lui potesse toccarlo gli faceva venire la nausea.
Si toccó il labbro inferiore dove l'altro lo aveva morso.
"Maledizione, fa male" disse sorridendo per poi accendere la macchina e partire.
Quando arrivó nel palazzo dove lavorava, venne accolto da Vergo che gli espose i problemi che erano sopraggiunti con il carico d'armi che doveva arrivare quella sera. 
"Smoker. Quell'uomo č una vera palla al piede" commentó Doflamingo dando degli ordini a Vergo che annuģ e si allontanó, ma prima di andarsene, si giró verso il suo capo.
"Signore, sta bene?"
Doflamingo lo guardó in modo interrogativo, poi rispose indicandosi il labbro.
"Ah questo? Oh non č nulla non preoccuparti"
Vergo annuģ di nuovo e si allontanó. C'era qualcosa che non andava, l'aveva capito subito, dal modo lento in cui si muoveva alla sua espressione assente, comunque non chiese altro.
Se Doflamingo avesse avuto dei problemi li avrebbe risolti, in un modo o nell'altro.
Il biondo si diresse verso il suo ufficio, entró e chiuse la porta, poi si sedette sulla poltrona e si perse a fissare il soffitto. Quella notte sapeva che non avrebbe chiuso occhio, quindi accavalló le gambe e sospiró, preparandosi a passare la nottata insieme ai suoi pensieri.
Monet vide Doflamingo salire le scale e dirigersi verso l'ufficio, cosģ si alzó dalla sedia per salutarlo, ma lui la ignoró, come se non l'avesse sentita, e si chiuse dentro l'ufficio.
La donna rimase immobile per un attimo, poi appoggió i suoi occhiali sulla scrivania, spense la luce e prese l'ascensore.
Di sicuro il suo capo aveva la testa tra le nuvole, per questo non l'aveva salutata.
'Deve essere per il carico d'armi' pensó annuendo Monet mentre usciva dal palazzo diretta a casa.







Ecco un altro capitolo! Ok, non uccidetemi, lo so che vi sto facendo penare, ma questi due proprio non vogliono sentire ragioni! Sono dei testoni u.u
Tra Crocodile che non si fida di Doflamingo e Doflamingo che passa la notte insonne direi che č una bella lotta tra teste dure- ammettere che vi volete un po' bene no? 
Vedremo cosa succederą! Come al solito, lasciate un commento e mi farete immensamente felice! Un bacione ^^

PS. Per chi volesse leggerla qui c'č la one-shot su Mihawk!

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2505734&i=1

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Capitolo 13
*** Chi si innamora per primo perde ***


Cap13. Chi si innamora per primo perde










La mano gli accarezzava la schiena mentre l'altra gli tirava leggermente i capelli spingendolo verso un altro corpo.
La bocca scese dal suo collo fino alla clavicola mordendola con forza, lasciando un segno e facendo uscire il sangue. La lingua leccó il liquido scarlatto e scese fino ai suoi addominali, depositando sul suo corpo baci e morsi.
Il suo controllo era andato a farsi fottere. Era completamente dipendente dalle attenzioni di quella persona, non voleva che si fermasse.
La bocca scese ancora fino ad arrivare alla lampo dei suoi pantaloni, e poi, con i denti, la aprģ.
"Croco-chan"


Crocodile si sveglió di soprassalto in un bagno di sudore. Ansimó cercando di regolarizzare il battito del suo cuore che sembrava stesse per saltargli fuori dal petto.
Una terribile consapevolezza si fece strada nella mente dell'uomo, cosģ alzó la coperta con la mano destra.
"Merda, neanche fossi un adolescente" commentó.
A causa di quel sogno non del tutto casto, ora tra le sue gambe si trovava una bella erezione.
'Ma che sogno era..' pensó passandosi una mano tra i capelli.

"Croco-chan"

"NO!" urló Crocodile rizzandosi improvvisamente a sedere.
Tutto ma non quello. Gią fare un sogno erotico era incredibile -per uno come lui che l'astinenza non sapeva neanche cosa fosse- ma farlo su QUELL'UOMO era inaccettabile.
Di sicuro aveva sbattuto la testa nel sonno e il suo cervello era impazzito.
Oppure aveva bevuto troppo vino e le sue sinapsi si erano interrotte.
Magari aveva avuto un ictus.
Probabilmente nella sua mente si era verificato un blackout.
C'erano alte possibilitą che fosse stato drogato in un modo a lui sconosciuto.
Non poteva aver avuto un sogno erotico su Doflamingo.
"Vaffanculo al mio cervello" disse, poi gli tornarono in mente delle parole che aveva letto su un libro.

-Il sogno costituisce la realizzazione di un desiderio, di un desiderio che la coscienza reputa magari vergognoso e che č proclive a ripudiare con stupore o con indignazione. In conclusione, l'interpretazione dei sogni č la via 
per la conoscenza dell'inconscio-

"E vaffanculo anche a Freud!"

Crocodile si alzó e si diresse in bagno, e, dopo una doccia gelata a temperatura polo nord, si vestģ ed uscģ, diretto alla Baroque Works.
Appena vide il suo capo, Das capģ che si era alzato di pessimo umore e che, se ne avesse avuto l'occasione, avrebbe ucciso qualcuno. 
"Capo" lo salutó, porgendogli una tazzina di caffč prima che entrasse in ufficio.
"Das" inizió Crocodile "se qualcuno entra da quella porta gli sparo."
Detto questo, dopo aver bevuto il caffč, si chiuse in ufficio.
Mister one sapeva bene che doveva tenere lontani tutti dal suo capo, altrimenti avrebbe dovuto disfarsi di un cadavere a fine giornata.
L'unica cosa che non riusciva a capire era perchč sulla fronte di Crocodile pulsasse una vena in modo cosģ persistente.


               •      •      •


Doflamingo decise di sgranchirsi le gambe e di bere del tea caldo, cosģ si alzó dalla poltrona su cui aveva passato la notte e aprģ la porta del suo ufficio.
Una raggiante Baby-5 stava in piedi davanti a lui.
Baby 5 era una donna dai lunghi capelli neri che lavorava come assassina nella sua 'famiglia'; indossava un vestito rosso scuro da cameriera molto succinto e delle scarpe di colore rosso scuro con il tacco alto. Oltre ad avere il vizio del fumo, Baby-5 non sapeva dire di no a nessuno quando le veniva chiesto di fare qualcosa, credendo che il proprio intervento fosse fondamentale; questa idea persisteva anche dopo che la persona le aveva chiarito che si trattava unicamente di uno scherzo. Ciņ la portava a sposare, aiutare e prestare denaro a chiunque gliene facesse richiesta, per questo Doflamingo doveva sempre tenerla d'occhio ed assicurarsi che non si cacciasse nei guai, dato che la considerava come a una sorella minore.
"Buongiorno Dofy!" esclamó la donna arrossendo e sorridendo.
"Baby-5, di chi si tratta stavolta?" chiese Doflamingo dopo aver visto il suo comportamento.
"E-eh?! Ecco, ieri un uomo mi ha chiesto se volevo acquistare delle rose.. Lui.. Lui aveva bisogno di me! E allora io le ho comprate tutte! Mi sono innamorata di lui!"
Il fenicottero non si scompose, ma le pose una domanda con un tono gelido.
"Come si chiama?"
"Ah si chiama Pedro Fernandez Rodriguez, vende le rose al semaforo.."
"Ok basta, ne riparliamo pił tardi" la interruppe il biondo posandole una mano sulla spalla ed allontanandosi.
Baby-5 saltelló raggiante verso una sala in cui vide Monet per raccontarle tutto.
"Vergo." disse soltanto e immediatamente l'uomo gli fu di fianco.
"Mi dica signore"
"Liberati di quel Pedro qualcosa." concluse Doflamingo agitando una mano.
"Certo signore" rispose Vergo allontanandosi.
Il fenicottero sbuffó; quel giorno avrebbe dovuto concludere l'affare sul carico d'armi che Smoker aveva gentilmente intercettato e requisito. Aveva una gran voglia di uccidere e sperava che qualcuno facesse una mossa falsa per potersi sfogare.

A pomeriggio inoltrato, dopo aver risolto l'affare delle armi -aveva fatto in modo che la colpa ricadesse su un idiota che spacciava senza il suo permesso nella sua zona- si sedette comodamente sul divano.
Stava per distendere i nervi quando un coltello si conficcó a poca distanza dalla sua gola. 
"Dofy!" Baby-5 raggiunse l'uomo lanciandogli contro ogni sorta di arma che nascondeva addosso; e ne nascondeva parecchie, tanto che si era guadagnata il soprannome di 'Arma umana'.
Doflamingo non si scompose, si limitó a schivarle tutte; quando la donna fu abbastanza vicina, le afferró un polso e la gettó sul divano accanto a lui.
"Perchč? Perchč hai fatto uccidere Pedro Fernandez Rodriguez? Era l'amore della mia vita!" gridó Baby-5 mentre si metteva a sedere e cercava qualche altra arma da lanciare contro l'uomo.
In quel momento fece la sua comparsa Vergo.
"Signore, ho svolto il compito che mi aveva assegnato" disse soltanto.
"Oh non preoccuparti, lo avevo capito" rispose Doflamingo accennando a Baby-5 che si dimenava sul divano.
"Aaah! Ti odio ti odio ti odio!" urló la donna mentre Vergo se la caricava sulla spalla e la portava via, scusandosi del comportamento della subordinata.
Una volta rimasto solo, Doflamingo sbuffó sorridendo; ormai quella scena era diventata una routine: ogni volta che Baby-5 aveva una nuova cotta lui se ne liberava. Lo faceva per lei, dato che era un po' troppo gentile verso tutti.
Le persone che si innamoravano cosģ facilmente non le capiva proprio.
'L'amore č un sentimento inventato, ciņ che conta č provare piacere nel sesso. C'č un detto famoso che dice «chi si innamora per primo perde» ; io odio perdere' pensó Doflamingo chiudendosi nuovamente in ufficio.









Ah Dofla quanto hai ragione! L'amore č sempre complicato >.< 
Salve a tutti! Ecco... Spero che la scena del sogno vi sia piaciuta, povero Crocodile sempre a lui succedono! :3
Freud dovevo citarlo in ambito dei sogni~  bhe che altro dire, c'č Baby-5! Mi dispiace per Pedro qualcosa xD
Hahha! Lasciatemi un commentino! Un bacione ^^

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Capitolo 14
*** L'amore č la risposta, ma mentre aspettate la risposta, il sesso puó suggerire delle ottime domande. ***


Cap14. L'amore č la risposta, ma mentre aspettate la risposta, il sesso puņ suggerire delle ottime domande.











Crocodile si sveglió di soprassalto. Non ne poteva pił, da una settimana faceva ogni notte lo stesso sogno erotico su Doflamingo. Cosa aveva che non andava?
'Basta non si puó andare avanti cosģ' pensó l'uomo dopo l'ennesima doccia gelata.
Si vestģ ed uscģ per andare al lavoro immerso nei suoi pensieri.
'Il mio cervello deve essere stato influenzato dalla proposta di quel maniaco, oppure mi ha fatto il malocchio... Ho sentito che ultimamente c'č un uomo di nome Basil Hawkins che sa fare riti woodoo e riesce a capire anche il giorno in cui morirai leggendo le carte. Potrebbe essersi rivolto a lui.. Anche perchč l'altra opzione č del tutto impossibile. Io non posso essere..... attratto da...da.... Doflamingo. No mi rifiuto, quell'affare rosa coperto di piume dal gusto estetico di un daltonico non puó interessarmi. L'ultima volta che l'ho visto indossava una camicia rosa sbottonata fino al petto, dei mocassini e degli orribili pantaloni bianchi a strisce rosse che gli fasciavano il culo in modo perfetto... … …'
Crocodile inchiodó con la macchina nel parcheggio dell'Organizzazione. Non poteva aver pensato veramente al culo di Doflamingo. Stava peggio di quello che pensava.
'Bene. Ho la soluzione. Una volta che avró scopato con quel pennuto lui mi lascerą in pace per sempre ed io non faró pił sogni strani.'
Quel pensiero gli fece salire un peso sullo stomaco, ma lo ignoró, tiró fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni, digitó un messaggio e lo invió, poi parcheggió l'auto e si diresse in ufficio.
Quel peso opprimente non accennava ad andarsene.

                        •


Doflamingo, che aveva appena finito di fare colazione seduto al tavolo della sala comune nel palazzo in cui lavorava, sentģ vibrare il cellulare.
Mentre lo tirava fuori dalla tasca interna del cappotto di piume, si versó del tea alla pesca.
Si portó il bicchiere alla bocca e inizió a leggere il messaggio.

-da Croco-chan <3 : stasera ceno da te cosģ parliamo della tua proposta.-

Doflamingo sputó tutto il tea che stava bevendo ed inizió a tossire.
Doveva aver letto male, per forza.
Anche dopo la quarta volta che rileggeva il messaggio faticava a credere che fosse stato scritto da Crocodile.
Vergo si precipitó nella sala quando vide il suo capo sputare il tea ed iniziare a tossire.
"Capo sta bene? Č colpa del tea? Eppure ho controllato personalmente che fosse alla pesca dato che so che quello al limone non le piace"
"No Vergo, non č colpa del tea, stai tranquillo. Piuttosto, stasera avevo qualche cosa da fare?" chiese il fenicottero al suo braccio destro.
"Un secondo signore. Monet!" chiamó l'uomo in direzione della donna dai capelli verdi che sedeva poco distante e che stava sorseggiando del caffč.
"Signore mi ha chiamata?" disse avvicinandosi in fretta al biondo.
"Stasera ho qualche appuntamento?"
"No non mi pare, l'ultimo appuntamento č alle 18.30" gli rispose Monet.
L'espressione rilassata e il sorriso che comparvero sulla faccia di Doflamingo fecero sgranare gli occhi ai suoi due subordinati che si guardarono in cerca di una spiegazione logica.
Il loro capo aveva appena sorriso? Non il solito ghigno ma un sorriso vero!
"C-capo č sicuro di stare bene?" chiese timorosa Monet spostandosi una ciocca dietro l'orecchio e mordendosi il labbro dalla preoccupazione.
"Ma certo! Mai stato meglio in vita mia!" esclamó Doflamingo alzandosi improvvisamente e abbracciando la donna che, non sapendo come reagire a quello slancio di affetto, rimase immobile.
Il fenicottero si allontanó fischiettando e si diresse in ufficio sotto lo sguardo attonito e preoccupato di Vergo che era rimasto fermo, mentre Monet correva da tutte le parti chiedendo se ci fosse un dottore.
Una volta arrivato, chiuse la porta ed invió un messaggio di risposta a Crocodile nel quale diceva di andare da lui alle 21, poi si mise al lavoro deciso a finire in fretta.

Dopo l'ultimo appuntamento, Doflamingo salutó Vergo e Monet, che ancora lo guardavano cone se avesse la peste, e gli disse di non disturbarlo fino al pomeriggio del giorno dopo. Arrivato a casa sua, dopo aver dato due giorni liberi ai suoi servitori, si mise ai fornelli.
Cominció a cucinare tutti i piatti che ricordava piacessero al suo ospite, apparecchió la tavola e poi si fece una doccia.
Con un ascigamano legato in vita si diresse davanti al suo armadio per decidere cosa mettere. Alla fine optó per una camicia blu e dei pantaloni neri, poi tornó in cucina a sitemare le ultime cose aspettando l'arrivo del moro dall'uncino dorato.



                           •



Crocodile arrivó davanti a casa del fenicottero, spense la macchina e suonó il campanello.
Doflamingo aprģ la porta e rimase imbambolato a fissare l'altro: il coccodrillo indossava una camicia nera, che gli avvolgeva il corpo in modo perfetto, e da cui spuntava un foulard verde, poi dei pantaloni aderenti anch'essi neri; sopra aveva il suo immancabile cappotto con la pelliccia sul collo. Quell'uomo era sempre elegante qualsiasi cosa indossasse, probabilmente anche con uno straccio sarebbe stato affascinante.
"Oh Croco-chan, sei in anticipo! Dģ la veritą, non vedevi l'ora di vedermi eh?" disse ammiccando Doflamingo facendo entrare l'altro e chiudendo la porta.
"Mi sta venendo voglia di andarmene e sono appena arrivato." commentó il coccodrillo togliendosi la giacca e dirigendosi in salotto. Si ricordava quella casa, c'era stato tempo fa per parlare di affari con il maniaco rosa che ora stava ridendo pił del solito. 
Crocodile lo ignoró e prese posto a tavola che era stata apparecchiata con maestria e dove, al centro, spiccava una candela accesa. 
'Il solito idiota' pensó il moro accavallando le gambe.
"Croco-chan ho preparato personalmente la cena, quindi sono sicuro che ti piacerą~" affermó Doflamingo uscendo dalla cucina con un carrellino di legno riccamente intarsiato su cui si trovavano le pietanze. Il biondo lo sistemó affianco al tavolo -che per l'occasione era stato sostituito da un tavolo pił piccolo in modo che i due si trovassero pił vicini e faccia a faccia- per poi sedersi.
Crocodile rimase senza parole: davanti ai suoi occhi, oltre ad esserci una bottiglia di Lambrusco amabile, il vino che pił gli piaceva, si trovavano tutti i suoi piatti preferiti. 
Dopo aver iniziato a mangiare l'antipasto, che consisteva in pezzi sottili di formaggio e pere coperti da miele di acacia, Crocodile si rivolse all'altro uomo.
"Non male."
 Non voleva dare soddisfazione all'altro e dirgli che aveva preparato tutti piatti di suo gradimento.
"Oh mi fa piacere che ti piaccia!" commentó Doflamingo dopo aver finito di mangiare anche lui l'antipasto.
"Hai sempre un gusto raffinato, anche nel cibo non poteva essere altrimenti" 
Crocodile alzó un sopracciglio.
"Fenicottero, smettila di essere melenso. Il miele deve esserti andato in testa invece che nello stomaco"
Il biondo si mise a ridere e non aggiunse altro, ma porse all'altro un piatto pieno di ostriche.
"Ostriche, davvero?" commentó divertito il coccodrillo.
"Non so a cosa tu stia alludendo" disse Doflamingo cercando di non ridere.

Il menł era costituito da:
-primo piatto: spaghetti cacio e pepe;
-secondo piatto: filetto di salmone con pistacchio e pepe rosa accompagnato da patate duchesse cotte al forno con rosmarino e sale grosso, fette di pane con formaggio fuso e scaglie di tartufo nero;
-dolce: torta panna e fragole

Per tutta la cena i due non proferirono parola, si limitarono a lanciarsi qualche occhiata, ma quando arrivarono al dolce, Crocodile sgranó gli occhi.
"Wow"
La torta era fatta da pan di spagna, crema chantilly e crema pasticciera con sopra pezzettoni di fragola ricoperti con la panna montata, spalmata sopra e ai lati, dove creava dei ciuffetti bianchi, il tutto decorato dalle fragole mature, alcune tagliate per il lungo, altre intere.
Il coccodrillo aveva seriamente l'acquolina in bocca; se Mihawk aveva un debole per ogni cosa dolce, lui impazziva per le fragole.
E quell'uomo lo sapeva data l'espressione soddisfatta che aveva dipinta sul volto.
"Hai finito di gongolare?" chiese sbuffando Crocodile.
"Fufufufu~ ho fatto fare quella torta appositamente per te, so che hai un debole per le fragol-"
Doflamingo si fermó a fissare la scena che aveva davanti: Crocodile stava mangiando una fragola con sopra la panna, chiudendo gli occhi e leccandosi le labbra.
L'attenzione del coccodrillo era tutta rivolta verso torta; dannazione non aveva mai mangiato un dolce pił buono di quello!
Dopo aver finito, alzó lo sguardo e si rese conto che Doflamingo gli stava porgendo anche la sua fetta.
"Posso mangiarlo?" chiese sorpreso.
"Certo! Io non ho pił fame" rispose il fenicottero appoggiando il mento sul palmo della mano destra.
'Perchč mangiare la torta quando il mio dessert č qui davanti a me?' pensó sogghignando.
Il moro mangió volentieri anche quella fetta nonostante si sentisse osservato dall'altro. 
'Lo sa che odio essere fissato. Bene, l'ha voluto lui' pensó Crocodile.
Si portó lentamente un pezzo di torta alla bocca facendo in modo di sporcarsi di panna le labbra per poi leccarle.
Il resto del dolce lo fece sparire in poco tempo.
Quando finģ, raccolse un pezzo di fragola che era rimasto sul piatto portandoselo alle labbra, che dischiuse con molta calma, per poi ingoiarlo senza masticarlo.
Crocodile leccó l'indice ed il pollice con cui aveva preso il pezzetto di frutta, poi alzó lo sguardo e guardó l'altro sorridendo leggermente.
Doflamingo era immobile con i pugni stretti con tale forza che le nocche erano diventate bianche, inoltre respirava pił velocemente del solito. Si vedeva che stava cercando di mantenere il controllo anche se con vani risultati.
"Tutto bene Donquixote?" chiese il coccodrillo con un tono leggermente derisorio. "La vedo un po'...indisposto"
"Maledetto rettile" sussurró il biondo ghignando mentre distendeva le dita delle mani sul tavolo.
"Allora, hai detto che volevi parlare della proposta che ti ho fatto... Come mai hai cambiato idea?"
"Le mie motivazioni non devono interessarti." rispose Crocodile alzandosi ed uscendo dal salotto, per poi salire le scale, seguito da un Doflamingo pensieroso.
"Invece mi interessano" sbottó il biondo afferrando l'altro per un braccio.
Crocodile si liberó dalla presa dell'altro con uno strattone per continuare a salire le scale.
Doflamingo ringhió dalla frustazione. Lui doveva sapere perchč il moro aveva deciso di sua spontanea volontą di venire a casa sua, doveva. 
Cosģ afferró Crocodile per il collo e, dopo aver aperto la porta della camera da letto, lo gettó sul letto matrimoniale che si trovava in mezzo alla stanza.
"Non ti azzardare mai pił a fare una cosa del genere." sibiló il coccodrillo portandosi una mano dove l'altro lo aveva afferrato.
"Tu ti diverti a farmi incazzare vero?" disse Doflamingo appoggiando un ginocchio sul letto nello spazio tra le gambe di Crocodile.
"Felice che tu l'abbia capito dopo tanti anni" ghignó il moro.
"Perchč sei venuto qui?"
"Non sono affari tuoi"
"Sono sempre affari miei quando ci sei di mezzo tu!"
"Perchč?"
"Il perchč non deve interessarti" ghignó Doflamingo.
Il biondo si era avvicinato ulteriormente ed ora aveva la faccia a poca distanza da quella dell'altro, che si trovava ancora sdraiato sul letto.
Con una mano andó a tirare leggermente i capelli corvini mentre l'altra si trovava sul petto di Crocodile.
"Le cose che faccio sono affari miei, se vuoi controllare qualcuno ci sono i tuoi subordinati. Non tutti scattano ai tuoi ordini Donquixote, mettitelo bene in testa" 
Il fenicottero si avvicinó ulteriormente all'altro.
"Sei un insopportabile figlio di puttana che pensa solo al suo orgoglio"
"E tu sei un coglione daltonico con manie di protagonismo"
"Stronzo"
"Deficiente"
"Idiota"
"Testa di cazzo"
Doflamingo si gettó sulle labbra di Crocodile iniziando a divorarle di morsi per poi infilargli la lingua in bocca cercando e trovando quella del moro, che inizió a rispondere al bacio.
Il coccodrillo usó la mano destra, appoggiandola sulla schiena del biondo, per spingere il corpo dell'altro pił vicino al suo.
Crocodile cominció a provare una strana sensazione; non riusciva a capire perchč ma il pensiero che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe provocato l'altro gli faceva venire la nausea. Gli insulti che si scambiavano erano un modo per comunicare, c'era chi era capace di esprimersi a parole, chi si capiva con uno sguardo, loro invece non ne erano in grado.
Crocodile -anche se non l'avrebbe mai ammesso- si divertiva ad urlargli contro dei nomi, sapeva quindi che avrebbe dovuto smettere di farlo per allontanarsi definitivamente da lui.

Il moro fece scorrere la mano lungo la schiena dell'altro per poi afferrare la camicia con forza.
"Questa. Via." 
Doflamingo lo guardó ridendo mentre cominció a sbottonare la camicia del coccodrillo, per poi toglierla, fingendo di non averlo sentito.
Il fenicottero fece scorrere il proprio sguardo sul corpo tonico dell'altro e si leccó le labbra.
"Dovremo proprio rimuovere questo uncino, sai non vorrei mi squartassi durante l'amplesso" disse per poi avvicinare la mano al braccio sinistro.
"Non penso proprio" sbottó l'altro.
Doflamingo fece un'espressione da cane bastonato.
"Smettila di fare il bambino. Possiamo arrivare ad un compromesso, io mi tolgo l'uncino e tu ti togli gli occhiali"
Il fenicottero venne preso dal panico. Tutto ma non gli occhiali, senza quelli si sentiva strano. Aveva iniziato ad indossarli quando le persone avevano cominciato a fissarlo in modo maniacale. Ed ora il coccodrillo gli stava chiedendo di toglierseli. 
Respiró profondamente.
Poteva farlo se era Crocodile a chiederglielo.
Il moro non si scompose nel vedere i cambiamenti di espressione del biondo, ma aspettó che l'altro fosse pronto.
Doflamingo si tolse gli occhiali appoggiandoli sul comodino tenendo gli occhi chiusi, poi si avvicinó a Crocodile e, quando furono faccia a faccia, li riaprģ.










Olč, eccomi! Non uccidetemi vi prego >w< iniziamo da Crocodile: pensa che andando a letto con il biondo poi se lo leverą dalla testa cominciando ad evitarlo. Ma che piano č. Aaah, chi ti capisce č bravo!
La reazione di Doflamingo quando ha letto il messaggio di Croco č fantastica, ho riso a descriverla!
Poi la cena... Ok lo ammetto, ho messo tutti i miei piatti preferiti (adesso qualcuno mi tira addosso un dizionario) 
E sģ, ho un debole per le fragole-
Comunque Dofla deve essere davvero un bravo cuoco se č riuscito a preparare tutti quei piatti o.ó
E smettila di mangiarti con gli occhi Crocodile! Un po' di contegno! 
Doflamingo: 'contegno? E a cosa serve fufufufu~'
Ok come non detto.
E alla fine si spingono, si insultano... E si baciano. No ma che bravi :Q_ 
E gli occhi del fenicottero cone saranno? Si accettano scommesse~
Ps. Per chi non lo sapesse le ostriche sono afrodisiache xD
Un bacione e lasciate un commento! ;)

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Capitolo 15
*** Meglio agitarsi nel dubbio che riposare nell'errore ***


Cap15. Meglio agitarsi nel dubbio che riposare nell’errore.










Doflamingo si tolse gli occhiali appoggiandoli sul comodino tenendo gli occhi chiusi, poi si avvicinó a Crocodile e, quando furono faccia a faccia, li riaprģ.
Crocodile rimase a bocca aperta, non voleva neanche sbattere le palpebre per paura che l'altro ne approfittasse per rimettersi gli occhiali.
Non aveva mai visto un azzurro cosģ puro, quegli occhi sembravano un incrocio tra acqua pura e il cielo estivo libero dalle nuvole.
Avrebbe potuto stare ore a fissarli.
Ora capiva perchč il fenicottero indossava sempre quegli stupidi affari, se fosse andato in giro a mostrare a tutti quelle iridi azzurre nessuno avrebbe preso seriamente le sue minacce, sarebbero rimasti ipnotizzati da quello sguardo.
Doflamingo registrava ogni movimento dell'uomo sotto di sč, aspettando che dicesse qualcosa, qualsiasi cosa.

"Chi altro li ha visti?" sussurró Crocodile appoggiando la mano destra sulla nuca dell'altro.
"Nessuno. Perchč?"
"Guai a te se ti togli quegli occhiali davanti a qualcuno che non sia io, sono stato chiaro?"
Doflamingo guardó in modo interrogativo il coccodrillo.
"Non lo farei mai."
"Bene, perchč sono miei"
Il biondo rimase senza parole; sapeva di avere occhi particolari, ma non pensava che Crocodile ne rimanesse affascinato. Per lui erano solo di un colore strano, nulla di pił.
Il moro continuava a fissarlo intensamente; in quello sguardo, che solo Crocodile era capace di fare, poteva leggere un misto di orgoglio, possessivitą e istinto omicida.
Era inutile negare l'attrazione che provava per quell'uomo dai capelli corvini che riusciva ad eccitarlo con una sola occhiata.
Crocodile spazientito strattonó la camicia dell'altro facendo saltare tutti i bottoni.
"Se domani mattina non vuoi ritrovarti con la testa staccata dal collo fai in modo che mi diverta" sibiló il coccodrillo assottigliando lo sguardo.
"Con piacere" gli rispose sorridendo Doflamingo per poi mordergli con forza la clavicola.




Crocodile aprģ lentamente gli occhi e cercó di mettersi a sedere sul letto, ma un forte dolore al fondoschiena lo fece desistere.
Solo allora si rammentó come aveva passato la nottata e con chi, ma soprattutto facendo cosa.
I ricordi lo investirono come un fiume in piena: sguardi, morsi, baci, graffi, insulti, sesso e piacere.
Si ricordava ogni fottuto secondo.
Si giró lentamente a sinistra trovando Doflamingo che dormiva beatamente a pancia in gił; il lenzuolo gli copriva solo la parte inferiore del corpo, dai fianchi in gił, lasciando la schiena scoperta. Crocodile rimase per un po' a fissarlo, solo dopo qualche minuto capģ di essersi incantato.
Sbuffó passandosi la mano tra i capelli per poi alzarsi e cercare i vestiti che erano sparsi un po' ovunque; trovó la sua camicia su una lampada e, dopo averla indossata, si infiló l'uncino.
Dopo essersi completamente rivestito, uscģ dalla stanza dirigendosi verso la porta d'ingresso.
Doveva andarsene prima che l'altro si svegliasse altrimenti dubitava che il suo piano avrebbe funzionato, dato che esso consisteva nel 'fare sesso con Doflamingo per toglierselo dalla testa'.
E i suoi piani erano sempre perfetti, in ogni minimo dettaglio, quindi, anche questa volta sarebbe andato tutto come programmato.
'E perchč non dovrebbe?' pensó scendendo le scale.
Il peso sullo stomaco ricomparve pił opprimente di prima, esattamente alla bocca dello stomaco, cosģ Crocodile respiró profondamente ed uscģ dalla casa del fenicottero.
'Dimenticare. Devo dimenticare'

                         •••

Doflamingo distese un braccio per cercare il corpo dell'altro uomo, ma non trovando niente aprģ gli occhi e capģ che se n'era andato.
Un sorriso amaro fece la sua comparsa sul volto del biondo.
Sapeva che il coccodrillo era uno stronzo imprevedibile, ma non pensava che si sarebbe volatilizzato dopo una notte di sesso. Certo, non pensava neanche che l'altro rimanesse lģ per fargli le coccole. Dio, era di Crocodile che si stava parlando! Peró si era illuso di vederlo in salotto a leggere il giornale e a fumarsi un sigaro, invece non lo trovó.
Uscģ dalla stanza vuota sbadigliando e, dirigendosi in cucina, passó davanti allo specchio che si trovava nel corridoio, cosģ si fermó a fissare la sua immagine riflessa. Il coccodrillo gli aveva lasciato segni ovunque e lui ovviamente non era stato da meno, ma la cosa che lo fece impallidire fu un'altra.

Si era alzato dal letto senza indossare gli occhiali.

Eppure era un rituale che si ripeteva da molti anni, com'era potuto succedere che se ne dimenticasse cosģ?
Poi capģ.
Era talmente impegnato a pensare a Crocodile che si era scordato di coprirsi gli occhi; non ricordava neanche di essere arrivato in salotto.
Doflamingo scosse la testa e decise che prima di fare colazione -o pranzo dato che erano le 12.30- avrebbe dovuto farsi una doccia gelida per svegliarsi, quindi si diresse in bagno, ma prima tornó in camera a recuperare gli occhiali.
Dopo essere stato per 5 minuti sotto il getto freddo, uscģ dalla doccia ed entró nella vasca che riempģ d'acqua calda fino al bordo.
Non aveva voglia di fare niente, anche la fame era passata; appoggió la testa al marmo bianco e si infiló gli occhiali per poi chiudere gli occhi e addormentarsi.
Nero, nero ovunque. Sentiva solo un vuoto opprimente e il battito del suo cuore.

Una voce lo chiamó e lo riportó alla realtą, e, quando aprģ gli occhi, si trovó davanti Vergo.
"Signore! Signore mi sente? Sta bene?" chiese preoccupato il suo braccio destro.
"Oh Vergo.. cosa ci fai qui?" disse stancamente Doflamingo pulendosi gli occhiali che si erano appannati.
"Signore, l'ho chiamata una ventina di volte al cellulare e, dato che lei non mi rispondeva, mi sono allarmato e sono venuto qui" chiarģ l'altro.
"Capisco. Come puoi vedere stavo solo facendo il bagno."
"Signore, sono le 17. Da quant'č che si trova nella vasca?"
"…" Doflamingo non rispose. Non si era minimamente accorto che fossero passate quasi 6 ore.
"Signore, esca e si asciughi la prego, e, scusi se glielo dico, ma la vedo troppo distratto in questo periodo. Scommetto che non ha neanche pranzato" inizió Vergo "mentre si riveste le preparo qualcosa" concluse dopo aver visto il cenno affermativo di Doflamingo, per poi uscire dal bagno chiudendo la porta e lasciandolo da solo.
Il biondo si alzó e si asciugó il corpo con l'asciugamano rosa che si trovava alla sua sinistra, poi indossó i vestiti che gli aveva portato Vergo; lui infatti non si era preoccupato di prendere degli indumenti quando era venuto in bagno, aveva pensato unicamente agli occhiali.
Si abbottonó la camicia arancione con strice rosse poi uscģ dopo aver messo i pataloni bianchi e si diresse in cucina da cui proveniva un ottimo profumo.
Per il momento decise di rimuovere 'il problema Crocodile' dalla sua mente; non poteva far preoccupare i suoi subordinati e non poteva dimostrarsi debole, quindi riacquistó il suo solito ghigno perverso e fece finta di nulla.










Questo capitolo č stato piuttosto complesso-
Alla fine i due vanno a letto insieme, ma Crocodile se ne va subito appena sveglio. Deve ancora capire i suoi sentimenti... Non deve essere facile per una persona orgogliosa come lui affrontare questo tipo di situazione. 
Ufff- Doflamingo invece č quello che li fa pił vedere...
Si alza dal letto e si ritrova in salotto senza sapere come ha fatto ad arrivarci. Ma, cosa assai pił importante/ preoccupante, č che ha dimenticato gli occhiali..
Parlando dei suoi occhi spero vi sia piaciuta la scena del 'sono miei' xD
Avevo pensato di rappresentarli con un colore assurdo ed impossibile, ma trattandosi di una AU ho cercato di mantenermi attaccata il pił possibile alla nostra realtą, ecco perchč azzurri. 
Vedremo come Crocodile e Doflamingo risolveranno questa situazione(magari con un aiuto)
Un bacione e lasciate un commento ^^

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Capitolo 16
*** Uno non puó decidere di chi innamorarsi, l'unica cosa che puó decidere č se negarlo o ammetterlo, per quanto scomodo questo possa essere. ***


Cap16. Uno non puņ decidere di chi innamorarsi, l'unica cosa che puņ decidere č se negarlo o ammetterlo, per quanto scomodo questo possa essere.














Crocodile rilesse per la quarta volta il foglio che si trovava sulla sua scrivania.
Si trattava di un semplice documento, di quelli che firmava ogni giorno, eppure non riusciva a mantenersi concentrato per pił di due righe.
Si passó la mano tra i capelli corvini, poi prese un sigaro e lo accese con il suo accendino d'oro.
In quel momento bussó qualcuno alla porta del suo ufficio.
"Avanti"
"Salve Capo! Le ho portato quello che mi aveva chiesto prima e...."
Crocodile smise di ascoltare Mister two nello stesso istante in cui vide che indossava una maglietta rosa. Perchč quel colore lo perseguitava? 
Basta, a lui non fregava pił niente di Doflamingo, ma quello trovava ancora il modo per manifestare la sua presenza anche quando non c'era.
"Mister two. Grazie per il caffč. Ora peró ascoltami bene. Non voglio mai pił vederti con indosso qualcosa di rosa, sono stato chiaro?" disse il coccodrillo socchiudendo le palpebre e scandendo bene le parole.
"Ma perchč? Č un colore cosģ allegro!" gli rispose l'altro iniziando a fare piroette e passi di danza.
"Sono stato chiaro?" ripetč spazientito.
"C-certo capo, come vuole lei.." sussurró Bon Clay uscendo afflitto dall'ufficio e chiudendo la porta.

Sģ, a lui non importava pił niente di quello stupido fenicottero, quella notte lo aveva solo usato per una scopata, nulla di pił. Si era divertito e se lo era tolto dalla testa, inoltre aveva smesso di fare quegli imbarazzanti sogni erotici, quindi andava tutto bene.
Bastava riperterselo tutte le volte che pensava all'altro e allora si sarebbe autoconvinto che stava facendo la cosa giusta.
Lui non poteva avere una debolezza.
Ma soprattutto lui non poteva ammettere di avere una debolezza di nome Doflamingo.

Ricominció a leggere il foglio da capo sorseggiando il caffč, quando qualcun'altro bussó alla porta.
'Oggi non c'č un attimo di pace' pensó l'uomo per poi pronunciare un "Avanti" piuttosto scocciato.
Das fece la sua comparsa nell'ufficio.
"Capo, c'č al telefono una persona che dice di conoscerla, mi pare si chiami Mihawk" 
Il viso di Crocodile si rilassó.
"Grazie"
Mister one uscģ chiudendo la porta mentre il coccodrillo si portó il telefono aziendale all'orecchio.
"Allora sei vivo" cominció Mihawk con il solito tono distaccato.
"Certo che sono vivo, perchč non dovrei esserlo?"
"Lascia stare. Questo pomeriggio vieni a casa mia. Ciao"
"Ehi! Non ci posso credere, ha riattaccato" commentó il capo della Baroque Works riagganciando il telefono. "E come sempre ha fatto una domanda trasformandola in un ordine"
Sbuffó scuotendo la testa; in effetti un po' di svago gli serviva proprio. Di solito quando si annoiava andava al Casinó a parlare d'affari o a scopare, ma da quando era andato a letto con Doflamingo non c'era pił riuscito. Semplicemente l'idea di farlo con qualcun'altro lo disgustava e non capiva perchč; lui non si accontentava 
di persone mediocri, voleva solo il meglio. Infatti poteva dire quello che voleva su quell'uomo ma non che non fosse bravo a letto, anzi, sembrava quasi che fosse nato per fare sesso.
Dopo essersi dato mentalmente dell'idiota -dato che era tutta mattina che non faceva altro che pensare al fenicottero- decise che sarebbe passato da Mihawk, sia perchč aveva voglia di bere il vino rosso dell'altro, sia perchč cosģ si sarebbe distratto.
Passata la mattinata a fare telefonate e firmare documenti, Crocodile lasció il palazzo dell'Organizzazione per dirigersi verso la casa di quell'uomo dallo sguardo glaciale.

Dopo mezz'ora arrivó a destinazione, parcheggió e scese dall'auto per poi suonare il campanello.
La porta si aprģ con uno strano cigolio, pił strano del solito, e l'uomo gettó un'occhiata dentro all'appartamento che era immerso nel buio. 
"Cosa fai, entra" gli disse una voce a lui famigliare, cosģ fece come gli era stato suggerito ed entró aggrottando le sopracciglia; odiava ricevere ordini.
Una volta chiusa la porta si diresse in salotto dove trovó Mihawk sul divano con le gambe incrociate mentre abbracciava una ciotola gigante di pop-corn. Davanti a lui si trovava il suo pc e il coccodrillo capģ che stava guardando un film, anche se non capiva perchč aveva abbassato le tapparelle ed acceso le candele. L'atmosfera che regnava in quella casa era davvero inquietante.
"Perchč mi hai 'chiesto' di passare da te visto che stai guardando un film?" domandó avvicinandosi.
"Č quasi finito, mancano 20 minuti, siediti qui" rispose Mihawk e, quando Crocodile si fu accomodato di fianco a lui, fece ripartire il film.
Urla di terrore si diffusero nella stanza mentre sullo schermo del pc si susseguivano immagini di zombie che squartavano gente e persone possedute.
Crocodile era rimasto di sasso; sperava che Mihawk non stesse guardando un film horror dato che lui li odiava, ed invece era capitato nel momento sbagliato. Sgranó gli occhi per poi abbracciare il cuscino che si trovava dietro di lui.
Ad un certo punto, un ragazzo ed una ragazza rotolarono gił per un pendio per poi cadere in un precipizio, rimanendo impiccati dalla corda che li univa e penzolando nel vuoto. Mihawk inizió a ridere commentando quanto fossero imbranati quei due, mentre Crocodile lo fissó attonito.
"Tu sei disturbato" sussurró il coccodrillo stringendo pił forte il cuscino e allontanandosi il pił possibile dall'altro.
Mihawk continuó a fissare lo schermo su cui si susseguivano morti sempre pił violente senza battere ciglio e sorridendo qualche volta.
Crocodile spostava lo sguardo dal pc ad Occhi di Falco; lui non aveva paura del sangue e delle morti violente, figuriamoci, ció che lo disturbava erano gli zombie e i fantasmi, quelli proprio non li sopportava. Com'era possibile che a della gente -tra cui Mihawk- piacesse vedere delle persone trasformate in orribili mostri putrefatti? E i fantasmi? Le persone morte erano morte, punto. E poi c'erano le possessioni del Demonio. Chi era lo psicopatico che si inventava quei film?
Stava seriamente pensando di andarsene via, ma per fortuna il film finģ e Mihawk spense il pc, poi si alzó e tiró su le tapparelle.
"Finalmente" commentó Crocodile.
"Che c'č, hai paura del buio?" domandó divertito l'altro.
"Ah ah spiritoso."
Occhi di Falco sparģ in cucina e tornó dopo qualche minuto con un bicchiere pieno di vino rosso che diede all'altro.
Il coccodrillo, dopo aver bevuto qualche sorso, chiese:
"Non mi hai ancora detto perchč pensavi fossi morto"
"Semplice. L'ultima volta ti ho lasciato solo con Doflamingo."
Dopo aver sentito quel nome, Crocodile deglutģ a vuoto.
"La questione č pił seria del previsto" disse Mihawk guardandolo e sedendosi di nuovo di fianco a lui.
"Non so di cosa parli."
"Certo come no. Inventane un'altra. Cos'č successo in queste settimane mentre non c'ero?"
"Niente"
"Crocodile"
"Ho detto niente! Assolutamente nulla! Ho solo scopato con quell'idiota per fargli un piacere e per togliermelo di torno, ok?" urló il coccodrillo alzandosi in piedi e dirigendosi verso la finestra.
Mihawk non disse nulla, aveva capito che era successo qualcosa ma non immaginava di sicuro quello.
"Sei andato a letto con Doflamingo?"
"E allora?"
"Tu proprio non ci arrivi vero?"
"La pianti di farmi domande idiote?"
Mihawk continuó a guardare l'altro; davvero non si era ancora reso conto di cosa provava per Doflamingo?
"Tu sei un idiota" disse Occhi di Falco socchiudendo le palpebre ed appoggiando la schiena al divano.
"Scusa?" Crocodile stava cominciando ad innervosirsi; era venuto lģ per distrarsi non per parlare del fenicottero.
"Rispondi ad una domanda: quante persone ti sei portato a letto per pił di una volta?"
Il coccodrillo aprģ la bocca per rispondere ma si fermó quando la risposta gli si manifestó a caratteri cubitali in mente, cosģ si limitó a lanciare un'occhiataccia all'altro e a girarsi verso la finestra finendo di bere il vino rosso.
"Come immaginavo. Non sparare stronzate e sperare che io me le beva, non sei mai riuscito a mentirmi e non ce la farai mai" commentó Mihawk accavallando le gambe.
"Hai scopato con lui per fargli un piacere? Davvero?"
Crocodile si giró verso l'altro assottigliando lo sguardo.
"Chiudi il becco, non sono affari tuoi"
"Non sai fare di meglio? Smettila, č da quando vi siete incontrati che voi due litigate e arrivate alle mani piuttosto che ammettere che tenete l'uno all'altro. Avete addirittura inizato a gareggiare a chi si portava a letto pił persone, che pena." concluse Occhi di Falco.
Crocodile sbuffó mentre un sorriso amaro si dipingeva sul suo volto. 
"Grazie per il vino" disse solamente per poi uscire dall'abitazione chiudendo la porta.
Mihawk si alzó per prendere il cellulare su cui digitó rapidamente un numero.
'Guarda cosa mi tocca fare.' pensó portandosi l'apparecchio elettronico all'orecchio.
"Pronto, Doflamingo?"










Eccomi! Mihawk ritorna e lo fa in grande stile! Come faremmo senza di lui? Ma soprattutto come farebbero i nostri due testoni? 
Crocodile, sono indecisa se darti dell'idiota o meno. Per me hai capito benissimo che provi qualcosa per Doflamingo ed č per questo che cerchi in tutti i modi di allontanarti da lui... 
E Doflamingo che fine ha fatto? Bho lo scopriremo nel prossimo capitolo!
Tutti odiano i film horror solo che c'č gente che li guarda (Mihawk) e gente che vuole dormire la notte (Croco-chan); per me nella prima categoria č da includere anche un certo fenicottero.. Io faccio di sicuro parte della seconda xD
Bene, lasciate un commento come sempre e ditemi la vostra! Un bacione ^^

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Capitolo 17
*** Quando si č innamorati si comincia sempre ingannando se stessi e si finisce ingannando gli altri. Č quello che il mondo chiama sentimentalismo. ***


Cap17. Quando si č innamorati, si comincia sempre ingannando se stessi e si finisce sempre ingannando gli altri. E' quello che il mondo chiama sentimentalismo.















Dopo quel giorno, Doflamingo aveva cercato di capire cosa aveva spinto Crocodile a cambiare idea e ad accettare la sua proposta. Doveva aver avuto una ragione pił che valida per decidere di venire a letto con lui dopo anni e anni che provava a convincerlo, e, aggiungendo l'infinito orgoglio che caratterizzava l'altro, doveva essere una ragione veramente importante.
Ormai erano passate pił di due settimane e il fenicottero non aveva ancora deciso cosa fare.
Poteva presentarsi a casa del coccodrillo e farlo parlare con ogni mezzo, oppure poteva dimenticare questa faccenda e guardare il lato positivo, cioč che finalmente avesse ottenuto quello che voleva.
Peró quello che voleva non era solo sesso, gli mancavano terribilmente le frecciatine di Crocodile -nessun'altro lo faceva divertire come lui- , gli mancava lo sguardo omicida onnipresente sulla faccia dell'altro; il modo con cui si muoveva; come risultasse elegante qualsiasi cosa facesse; la sua espressione rilassata quando mangiava le fragole; il suo ghigno perverso che mostrava in rare occasioni; la sua voce bassa terribilmente eccitante..
In pratica gli mancava Crocodile.
Ma il fatto che l'altro se ne fosse andato la mattina e che non lo avesse contattato neanche per insultarlo lo innervosiva; forse c'era qualcos'altro sotto?

Era disteso sul suo letto ed immerso nei suoi pensieri da pił di un'ora e probabilmente non si sarebbe alzato tanto presto se il suo telefono non si fosse messo a suonare.
Dopo aver raggiunto l'apparecchio, si mise a sedere sulla poltrona rosa e rispose.
"Pronto"
"Pronto, Doflamingo?"
Il fenicotteró sbattč pił volte gli occhi; ricevere una chiamata da Mihawk era un evento da segnare sul calendario.
"Falchetto, come mai mi hai chiamato? Sentivi la mia mancanza?"
"No. Adesso ascoltami bene. Crocodile č appena stato qui."
Doflamingo si fece immediatamente pił attento.
"Ah sģ? E io cosa centro?"
Sentģ Occhi di Falco sbuffare.
"Dovete risolvere questa cosa." 
"Mmm, che cosa? Non so di cosa tu-"
"Ha detto che č venuto a letto con te solo per farti un piacere e per dimenticarti. Dovete parlare."

Allora era quello il motivo per cui il coccodrillo aveva cambiato idea? 

"Doflamingo mi stai ascoltando?"

Improvvisamente sentģ un'ondata di tristezza sommergerlo e non riuscģ a dire niente.
Era venuto a letto con lui per dimenticarlo? Solo per questo?
Alla tristezza si sostituģ quasi subito una rabbia cieca.
Bene. Se era questa la ragione glielo avrebbe dovuto dire in faccia.

"Mihawk. Non preoccuparti, lo faró parlare" disse con un tono di voce che faceva accapponare la pelle, per poi chiudere la chiamata.
"Mio caro Crocodile, sei riuscito a farmi incazzare per bene questa volta" ringhió riponendo il cellulare in tasca ed uscendo da casa sua con una meta ben precisa in mente.

Arrivato davanti alla casa del coccodrillo, parcheggió e si diresse a grandi passi verso la porta.
Se non ci fosse stato nessuno avrebbe aspettato lģ in piedi anche per delle ore.
Suonó il campanello non togliendo il dito per prolungare il suono fastidioso, certo che l'altro avrebbe aperto la porta senza preoccuparsi di guardare dallo spioncino chi fosse solo per spaccare la faccia al malcapitato. Peccato che il malcapitato fosse lui.
Infatti, come previsto, Crocodile aprģ di scatto la porta pronto a fare a pezzi chiunque lo stesse importunando.
"Chi cazzo-" disse prima di trovarsi davanti l'uomo vestito di rosa che lo spinse dentro, seguendolo a sua volta, per poi chiudere la porta con il piede.
Crocodile si ritrovó disteso per terra; lo spintone che gli aveva dato l'altro era stato abbastanza forte.
"Doflamingo, esci da casa mia." sussurró massaggiandosi la testa ed alzandosi in piedi; non si aspettava proprio come risposta un pugno sulla guancia, che lo fece indietreggiare.
"Si puó sapere cosa vuoi?" 
"Adesso noi due facciamo una bella chiacchierata" disse il fenicottero con un'espressione seria.
"Io non voglio parlare con te. E adesso vattene."
Doflamingo si avvicinó velocemente all'altro prendendolo per il collo della camicia.
"Sei venuto a letto con me per farmi un piacere? Abbi almeno il coraggio di dirmelo in faccia e non ti disturberó mai pił" disse in un sussurro il biondo guardando l'altro.
Crocodile sgranó gli occhi. Se gli avesse risposto di no sarebbe tornato tutto come prima, con l'altro che non perdeva occasione per molestarlo e pedinarlo.
E se invece lo stesse prendendo in giro? D'altronde quell'uomo aveva ingannato non poche persone per compiere i suoi capricci.
Aveva ancora troppa confusione in testa.
"Sģ" rispose.
Doflamingo lasció immediatamente la presa e si incamminó verso la porta.
"Ho capito." rispose uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.

                           •

Crocodile fissó il punto in cui si trovava l'altro fino a pochi secondi prima.

Sentģ uno strano rumore simile ad un 'crack' o a qualcosa che si rompeva, ma probabilmente era colpa della porta.

Ora sarebbe andato tutto bene, il fenicottero non lo avrebbe pił disturbato e lui sarebbe andato avanti con la sua vita in tutta tranquillitą, senza dei fastidiosi sentimenti che stavano cercando di abbatterlo.
Sarebbe andato tutto bene.
Ma perchč non riusciva a muoversi?
Respiró profondamente riuscendo finalmentead alzarsi in piedi, poi si diresse in bagno dove prese un asciugamano e si pulģ il sangue che stava uscendo dalla bocca a causa del pugno ricevuto.
Aveva pensato di aver fatto la scelta giusta fino a quando non aveva visto la faccia dell'altro alla sua risposta.
Sembrava quasi...triste.
Il fatto che lui pensasse sempre che le persone cercassero di tradirlo faceva parte del suo carattere, era un riflesso per evitare di essere ferito. Chiunque si fidi di una persona deve anche mettere in conto di poter essere pugnalato alle spalle.
Lui era noto per essere un uomo spietato ed intelligente; si era costruito quell'immagine nel corso degli anni senza guardare in faccia a nessuno, calpestando i sentimenti degli altri prima che gli altri calpestassero i suoi.
Quella era la prima volta che tentennava dopo aver preso una decisione.
Era sicuro di averlo ferito, lo aveva capito da quando l'altro lo aveva spinto facendolo cadere. Lo sapeva ma aveva comunque confermato di essere andato a letto con lui per fargli un favore; il suo spirito di autoconservazione aveva avuto la meglio e ora si ritrovava a fissare il vuoto.

Se aveva fatto la scelta giusta allora perchč si sentiva di merda?

                         •••

Doflamingo chiuse la portiera e accese l'auto per dirigersi al lavoro.
Doveva immaginarlo, Crocodile era cosģ, non si fidava mai di nessuno fino in fondo, perchč avrebbe dovuto fidarsi di lui?
Se avesse dovuto dire come si sentiva in quel momento avrebbe risposto di non saperlo, dato che non sentiva pił niente.
Arrivato davanti al palazzo, scese e si diresse verso il suo ufficio facendo il percorso che percorreva ogni giorno.
Vedeva persone che lo salutavano e che gli sorridevano ma a lui non interessava, gli sembrava di essere un automa; una volta giunto davanti al suo studio si fermó per poi dirigersi verso la sala pranzo.
Al suo interno fortunatamente non c'era nessuno, cosģ, dopo aver preso una tazzina di caffč si mise a sedere.
Guardó per qualche minuto il contenuto scuro per poi berlo e fare una smorfia disgustata; come faceva Crocodile a berlo ogni giorno? Aveva un sapore troppo forte..
Si appoggió alla sedia lasciando cadere all'indietro la testa e cosģ non si accorse che Vergo era entrato nella sala.
"Signore, riguardo a quei documenti... Signore?"
"Lasciali pure qui, me ne occupo tra qualche minuto" rispose Doflamingo mantenendo un'espressione seria.
"Certo" disse il suo braccio destro, depositando dei fascicoli a fianco alla tazzina per poi uscire lasciandolo solo.

Vergo si diresse verso Baby-5, che stava passando in quel momento, per farle una domanda di cui sapeva gią la risposta.
"Baby-5 da quando Dofy beve il caffč?"
La donna lo guardó sorpresa per poi sorridere.
"Vergo-san, lo sai che Dofy odia il caffč!"
L'uomo annuģ distrattamente per lasciare la mora che lo guardava con uno sguardo interrogativo.
In quel periodo il suo capo si comportava in modo molto strano.
'Probabilmente č solo stanco' pensó infine tornando a svolgere le sue mansioni.











Buonasera! *evita oggetti accuminati* vogliate perdonarmi questo capitolo triste-
Mihawk alla fine ha chiamato Doflamingo e gli ha detto il perchč Crocodile si era comportato cosģ e il fenicottero ovviamente ha voluto confermare di persona.
Probabilmente starete pensando che Crocodile sia uno stronzo senza sentimenti, ma non č cosģ. Come tutti, lui ha paura di essere ferito e di mostrare apertamente cosa prova; questa paura č presente in ogni persona ma in alcune molto di pił.
Come si era gią intuito (anche se in questo capitolo si capisce meglio) Doflamingo ha proprio una cotta per Crocodile... Vedremo come si risolverą la cosa :3 un bacione e lasciatemi un commento (anche degli scleri se volete) xD a presto!

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Capitolo 18
*** Il cuore ha delle ragioni che neanche la ragione stessa puó spiegare ***


Cap18. Il cuore ha delle ragioni che neanche la ragione stessa puó spiegare.













Dopo la visita di Doflamingo, Crocodile passó i successivi due giorni a non fare niente se non girare per casa, pensare e bere. Aveva informato Das che si sarebbe preso una piccola vacanza, cosģ ora si ritrovava seduto sul pavimento con la schiena appoggiata al muro e con, di fianco a lui, una bottiglia quasi vuota di rhum.
Era gią la terza quel giorno e la testa aveva cominciato a girargli; non gli piaceva ubriacarsi perchč non riusciva a controllarsi e lui odiava non avere il controllo della situazione.
Voleva semplicemente non pensare a nulla per un po', cosģ, quando aveva visto il rhum, aveva pensato che magari bevendo ci sarebbe riuscito.

Ovviamente si sbagliava.

Perchč, perchč la faccia triste di Doflamingo gli compariva davanti ogni volta che chiudeva gli occhi?
Sentiva quel peso sullo stomaco, che da qualche mese lo perseguitava, farsi sempre pił opprimente.

Che fosse senso di colpa?

Ma per favore, lui non si era mai sentito in colpa per niente, le sue decisioni le reputava totalmente giuste.
Il suo cervello gli diceva che la scelta presa andava bene, ma c'era qualcos'altro che gli suggeriva di aver sbagliato; si sentiva diviso a metą.

Prese la bottiglia e bevve un altro sorso di rhum.

Da quanto tempo conosceva Doflamingo?
Erano anni ormai, lo aveva incontrato al liceo; aveva capito subito che sarebbe stato una spina in un fianco, ma si era consolato pensando di aver trovato qualcuno che sapeva tenergli testa senza tremare di paura.
Č vero che facevano a botte quasi sempre e che si insultavano tutti i giorni, ma alla fine era divertente.. Le persone in quell'istituto -escluso Mihawk- erano noiose e mediocri, mentre quell'idiota era un ottimo passatempo, anche se i doppisensi a natura sessuale che sparava ogni minuto proprio non li digeriva.
In quel momento gli tornarono in mente le parole di Occhi di Falco.

"...Smettila, č da quando vi siete incontrati che voi due litigate e arrivate alle mani piuttosto che ammettere che tenete l'uno all'altro. Avete addirittura inizato a gareggiare a chi si portava a letto pił persone, che pena."

Gareggiare per portarsi a letto pił persone.. Gią, ora che ci pensava, era stato proprio quell'idiota a fargli capire che scopava un giorno sģ e l'altro pure con ragazzi e ragazze che incontrava nei pub, a scuola o dovunque andasse; da lģ a trasformarlo in una competizione c'era voluto poco, dopo l'ennesima provocazione, lui aveva ceduto e aveva deciso di accettare la sfida.
Non aveva alcuna intenzione di perdere contro di lui perchč questo avrebbe significato essergli inferiore in qualcosa e non poteva sopportarlo.
Inoltre era troppo orgoglioso per rifiutare e tirarsi indietro.
Era da quel momento che aveva cominciato a chiedergli di venire a letto con lui, non perdeva occasione per domandarglielo con quel ghigno stampato sulla faccia. Lui ovviamente aveva sempre rifiutato rifilandogli insulti o pugni, peró, durante l'ultimo anno...
Si ricordava molto bene cos'era successo nella palestra, quando Doflamingo lo aveva spinto contro il muro e aveva iniziato a baciargli e mordergli il collo.
Aveva completamente perso il controllo e, alla fine, avevano fatto sesso nel deposito degli oggetti che servivano durante educazione fisica, sopra un materassino.
Quella era stata la migliore scopata della sua vita, o forse no?
Probabilmente il primo posto spettava a quella avuta recentemente con...
Dannazione, non riusciva proprio a liberarsi di quell'uomo!

Crocodile si passó la mano tra i capelli per poi riprendere la bottiglia di rhum e finirla.

Non si sarebbe affatto stupito se Doflamingo lo avesse gią rimpiazzato.
In quel momento, nella sua mente si materializzó l'immagine del fenicottero circondato da belle donne e da giovani ragazzi che lo servivano in tutto. Senza rendersene conto tiró un pugno contro il pavimento.
Eh no, col cazzo! Quell'imbecille lo tormentava da anni, non avrebbe permesso che trovasse qualcun'altro a cui rivolgere le proprie attenzioni! Soltanto a pensare che potesse dimenticarlo, o peggio, sostituirlo, gli faceva salire una rabbia incontrollata ma soprattutto tristezza.

Sgranó gli occhi fissando un punto indefinito davanti a sč. 
Era proprio quello che lui aveva fatto al fenicottero, lo aveva allontanato fornendogli una spiegazione idiota solo per proteggere se stesso, fregandosene dei suoi sentimenti, troppo preoccupato a non mostrare i propri.
Lo aveva sempre fatto, aveva sempre calpestato gli ideali e i sogni degli altri, pensando che fosse meglio cosģ, che le persone dovessero rimanere con i piedi per terra. Se gli altri restavano feriti voleva dire che non erano abbastanza forti, per lui i sentimenti erano ció che rendeva un uomo debole.
Troppo abituato a deridere le emozioni altrui, non aveva capito che era riuscito ad allontanare l'unica persona che gli interessava.

Questa volta aveva preso la decisione sbagliata. 
"Merda"

Lo sapeva, aveva capito da tempo di provare qualcosa verso l'altro, ma lo aveva nascosto bene, pensando che fosse una cosa passeggera. Non poteva certo avere un debole per quell'uomo che si vestiva come un daltonico, che amava il rosa, che sparava doppisensi ad ogni minuto e che aveva sempre quel fastidioso ghigno stampato in faccia.

'Invece sģ.' pensó.
Sbuffó chiudendo gli occhi. 
Cosa poteva fare?
Aveva ferito sul serio il fenicottero con il suo comportamento, e non quel genere di ferita che smette di far male dopo qualche giorno perchč si č richiusa. Tutti hanno dei sentimenti, anche quel pennuto rosa, per quanto gli sembrasse impossibile. Aveva sempre pensato che l'altro lo stesse prendendo in giro, che, ottenuto ció che voleva -cioč andare a letto con lui- se ne sarebbe andato e non gli avrebbe pił rivolto la parola. D'altronde quella era anche la sua filosofia: scopare con qualcuno e poi ignorarlo dato che non significava niente.
Ecco perchč aveva fatto la prima mossa e si era allontanato per primo.

Sapeva cosa doveva fare, questa volta avrebbe parlato con Doflamingo dicendogli la veritą.
Sarebbe andato da lui il giorno dopo, e, in un modo o nell'altro, si sarebbe scusato.. no, scusato no, si sarebbe fatto capire -a modo suo, s'intende- ora peró aveva bisogno di una doccia.

                          •••

Per sua fortuna il giorno seguente era l'ultimo giorno della settimana.
A Doflamingo piaceva dormire fino a tardi e non essere disturbato da nessuno ed infatti, tutte le domeniche, i suoi collaboratori si volatilizzavano; quindi Crocodile si diresse a casa del fenicottero sapendo di non trovare ostacoli.
Arrivato davanti al portone suonó il campanello ma non tolse il dito, proprio come l'altro aveva fatto qualche giorno prima a casa sua per farlo incazzare.
Infatti Doflamingo aprģ la porta di scatto con un'espressione omicida, che si trasformó in stupore quando si rese conto chi aveva davanti.

Crocodile gli diede uno spintone riservandogli lo stesso trattamento che l'altro aveva riservato a lui, per poi entrare in casa e chiudere la porta alle sue spalle.
Il fenicottero rimase disteso a terra ignorando il freddo del pavimento a contatto con la pelle della sua schiena -dato che aveva indossato solo dei pantaloni per andare ad aprire- per poi aprire la bocca pił volte cercando di dire qualcosa ma richiudendola senza proferire verbo.
"Sembri un pesce fuor' d'acqua. Alzati, dobbiamo parlare" disse Crocodile guardandolo.
Doflamingo lo fissó serio alzandosi e dirigendosi verso camera sua.
"Crocodile. Potevi avvertire prima di piombare in casa mia di domenica" commentó atono senza nessuna espressivitą nella voce.
Il coccodrillo rimase fermo a guardare la sua schiena mentre saliva le scale.
'Dov'č il tono derisorio con cui parli di solito? E da quando mi chiami per nome?' pensó prima di lasciare il cappotto all'ingresso e seguirlo.

Arrivato in camera trovó il biondo seduto sulla poltrona oscenamente rosa ad aspettarlo. Senza il ghigno stampato in faccia non sembrava neanche lui.
La situazione era piuttosto seria.
"Allora, di cosa vuoi parlarmi? Lo sai che oggi č domenica" ribadģ scocciato Doflamingo.

Crocodile appoggió la schiena al muro di fronte alla poltrona.
"Lo so che giorno č, ce l'ho anche io un calendario, grazie. La domenica č l'unico giorno in cui in questa casa non c'č nessuno a parte te, ecco perchč sono venuto oggi"
Doflamingo lo fissó mantenendo l'espressione seria di prima, ma Crocodile potč vedere che l'altro era incuriosito.
"Allora dimmi perchč sei venuto qui. Mi pare di ricordare che tu non voglia pił avere a che fare con me, o sbaglio? Quindi levati dal-"
Il fenicottero non riuscģ a finire la frase perchč le labbra di Crocodile glielo impedirono.
Il moro aveva appoggiato la mano sul bracciolo della poltrona per baciare l'altro, con lo scopo di farlo stare zitto.
Dopo qualche secondo si staccó rimanendogli di fronte.
"Sono sempre stato pił bravo a fatti che a parole, quindi ascoltami bene perchč non lo ripeteró. Mi fideró di te ma prova a tradirmi e ti uccido. Sono stato chiaro?" sussurró il coccodrillo.
Doflamingo rimase in silenzio. Crocodile aveva detto che si sarebbe fidato di lui? 
Erano passati due giorni da quando era piombato in casa dell'altro, e, date le occhiaie, doveva averci pensato bene prima di venire lģ. Questo peró non giustificava il suo comportamento.
"Tu non ti fidi mai di nessuno, anche a costo di allontanare ogni persona che hai intorno, perchč dovresti fidarti di me? Non prendermi per il culo!" sbottó il biondo sbattendo il pugno sul bracciolo e fissando l'altro.
"Infatti, non fidandomi di nessuno evito qualsiasi coinvolgimento. Se ti concedo la mia fiducia č perchč ho preso questa decisione, se non ti va bene non mi interessa"
Doflamingo inizió a capire cosa voleva dirgli l'altro.
"Certo che sei proprio un gran figlio di puttana. Quindi quello che mi hai detto l'altro giorno era una balla per fare in modo che mi allontanassi da te. Allora adesso voglio che tu mi risponda seriamente: hai fatto sesso con me per farmi un favore o no?"
Crocodile distolse lo sguardo puntandolo verso una lampada che si trovava a destra della poltrona.
"Avevo bisogno di una scusa per venire a letto con te e per non ferire il mio orgoglio ammettendo che lo stavo facendo per un altro motivo" rispose allontanandosi leggermente ma venendo fermato dalla mano di Doflamingo, che lo afferró per un braccio.
"Per quale motivo?" chiese con un sussurro il fenicottero; i due rimasero a fissarsi per quella che sembrava un'eternitą, ma che in realtą erano pochi secondi.
Quello sguardo conteneva le parole che entrambi non riuscivano a dire, i sentimenti che non sapevano manifestare e la possessione che provavano per l'altro.

"Come ho detto prima, preferisco i fatti alle parole" rispose il coccodrillo togliendo gli occhiali all'altro ed appoggiandoli su un tavolino lģ vicino per tornare a guardare gli occhi azzurri di Doflamingo, il quale, sorridendo rilassato, circondó il collo dell'altro con un braccio avvicinandolo a sč.
"Su questo sono totalmente d'accordo con te, Croco-chan"













Olč! Finito un altro capitolo! E che capitolo, succede di tutto-
Iniziamo da Crocodile; finalmente dopo 18 capitoli ha capito che č affezionato al fenicottero *partono i cori di Alleluja*
E Doflamingo che in quei due giorni non ha sorriso neanche una volta? Non so chi segue il manga, ma vederlo serio fa strano, sono troppo abituata al suo ghigno perenne! ;)
Alla fine si sono capiti, anche se nessuno dei due si č sbilanciato. (Che tipi, un po' di romanticismo no?)
Come nel capitolo 8, ho mostrato il passato che li lega, ma stavolta dal punto di vista di Crocodile e chiarendo la questione della gara~
Un bacione e lasciatemi un commento! A presto :3
PS. Vi lascio questa perla xD

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Capitolo 19
*** Ben poco ama colui che puó esprimere a parole quanto ami ***


Cap19. Ben poco ama colui che puņ esprimere a parole quanto ami.












Aveva caldo, troppo caldo, cosģ decise di allontanare la coperta che sembrava volesse stritolarlo.
'Strano, č troppo pesante per essere una coperta' pensó aprendo gli occhi scuri e trovandosi davanti un collo.
Crocodile alzó lo sguardo fino ad incontrare il volto sereno dell'altro uomo che dormiva beatamente di fianco a lui; Doflamingo aveva il braccio sinistro sul suo fianco, quello destro passava sotto il suo collo e la gamba sinistra era attorcigliata alle sue gambe.
'Tsk, idiota, non ho intenzione di andarmene questa volta' pensó il coccodrillo cercando di muoversi ma ottenendo l'effetto contrario, dato che il fenicottero lo strinse di pił a sč; sembrava una sorta di riflesso.
La tentazione di spingerlo gił dal letto per potersi finalmente muovere era tanta, visto che cominciava a non sentire pił la gamba sinistra. Il fenicottero continuava a dormire ignaro dei suoi pensieri.
Crocodile sbadiglió; la sera prima l'avevano fatto pił volte, iniziando su quella schifosissima poltrona rosa, poi si erano spostati sul letto. 
Ció che non riusciva a spiegarsi era il fatto che, mentre l'altro gli slacciava la camicia, lui gli aveva baciato il collo e poi era sceso fino a ritrovarsi in ginocchio tra le sue gambe. Non aveva mai fatto una cosa del genere, ma in quel momento gli sembrava una cosa naturale.
Anche se provava qualcosa per Doflamingo quel qualcosa non era amore, no. D'altra parte, č normale provare un desiderio di possessivitą nei confronti di qualcuno che si reputa proprio, no? Ed č anche normale desiderare di andarci a letto un giorno sģ e l'altro pure.

'Merda. Non č affatto normale.'
Pensare a questo genere di cose gli fece venire mal di testa; gettó un'occhiata all'orribile orologio a forma di fenicottero realizzando di aver dormito solo poche ore, cosģ, dopo aver masticato un mezzo insulto sul fatto che l'altro sembrasse una fottuta piovra, decise di tornare a dormire.




Doflamingo si sveglió e la prima cosa che vide furono dei capelli neri, abbassó lo sguardo e trovó Crocodile addormentato. Rimase fermo a fissarlo per un po' cercando di memorizzare la faccia rilassata dell'altro, pensando che, quando dormiva, era davvero bello. 
Ok, forse questo era meglio non dirglielo se ci teneva alla vita.
Il respiro regolare dell'altro gli trasmetteva un senso di tranquillitą mai provato; era come se tutto fosse al posto giusto.
La sera prima il coccodrillo gli aveva fatto capire che non lo odiava poi cosģ tanto anche se dopo, mentre gli toglieva i vestiti, aveva continuato a dirgli che lo avrebbe ucciso prima o poi.
'Ah, quanto sei tsundere*, mio caro Croco-chan' pensó sorridendo.

Dopo che il moro gli aveva detto che era venuto a letto con lui solo per fargli un piacere aveva passato due giorni come se si trovasse in uno spazio vuoto. Aveva perso interesse per ogni cosa, andava al lavoro ma si muoveva automaticamente; anche quando una ragazza gli si era avvicinata con intenzioni non molto caste l'aveva mandata via in malo modo. Non poteva concepire l'idea di scopare con qualcuno che non fosse Crocodile. Forse aveva ragione il coccodrillo, era meglio sopprimere i sentimenti facendo sģ che tutto ti scivolasse addosso senza mai toccarti veramente cosģ da evitare di rimanere feriti, ecco perchč si muoveva come se fosse un robot.
Quando aveva sentito il campanello suonare insistentemente, si era alzato per vedere chi fosse la testa di cazzo che aveva osato svegliarlo di domenica.
Mai si sarebbe aspettato di trovarsi davanti il moro e mai avrebbe immaginato che l'altro avrebbe ingoiato l'orgoglio ammettendo che era venuto a letto con lui non per fargli un piacere, ma per 'altro'. 
Quando capģ cosa volesse dirgli si sentģ come un fiume in piena che esce dagli argini; questo voleva dire che quello che provava non era a senso unico.
Lo aveva tirato per un braccio fino a quando non aveva sentito le sue labbra sopra quelle del moro, cercando immediatamente di approfondire il bacio, mentre gli slacciava la camicia che gli impediva di toccare quel corpo. Poi gli aveva tolto con cautela l'uncino, non riscontrando alcuna opposizione da parte dell'altro, che nel frattempo gli aveva slacciato la cintura dei pantaloni.
Una cosa che non si sarebbe mai aspettato č che Crocodile cominciasse a baciargli il collo per poi continuare a scendere fino all'inguine.
Pensó di avere le allucinazioni quando lo vide in ginocchio tra le sue gambe. Una persona dall'orgoglio smisurato come lui non si sarebbe mai abbassata a fare una cosa del genere per qualcun'altro.
Aveva immaginato talmente tante volte di avere il moro a sua completa disposizione che per un po' non riuscģ nč a muoversi e nč a distogliere lo sguardo da Crocodile; solo quando sentģ dei brividi di piacere decise di fermarlo e di spingerlo sul letto. Non voleva che finisse tutto troppo in fretta.

Doflamingo si passó una mano tra i capelli sospirando. Non poteva mettersi a ripensare alla notte precedente altrimenti avrebbe avuto bisogno di una doccia gelida.
Gli sarebbe piaciuto rimanere lģ a godersi il calore del corpo dell'altro, ma gli stava venendo fame ed immaginava che anche Crocodile, non appena si fosse svegliato, ne avrebbe avuta dato che avevano fatto parecchio movimento.
Il fenicottero rimosse lentamente il braccio destro da sotto il collo dell'altro senza svegliarlo ed alzandosi dal letto; dopo aver trovato ed indossato i suoi pantaloni, uscģ dalla sua camera diretto in cucina.
Scendendo le scale vide la porta che dava sulla strada aprirsi per poi riconoscere il suo vice.
"Vergo" disse a bassa voce raggiungendolo "per oggi pensaci tu a svolgere i miei compiti e dģ agli altri di non venire qui per nessun motivo, chiaro? Ho da fare" concluse Doflamingo appoggiando una mano sulla spalla dell'altro.
Vergo lo guardó in modo interrogativo; in quel periodo il suo capo aveva accumulato molto stress quindi era chiaro che volesse stare da solo per un po', inoltre aveva anche mal di gola dato il tono di voce.
"Certo Dofy-sama, faró come mi ha detto. Ci sono delle pillole per il mal di gola nel bagno al pianoterra" rispose facendo un leggero inchino ed uscendo.
Il biondo tiró un sospiro di sollievo; fortunatamente Vergo non aveva capito che stava parlando a bassa voce per non svegliare qualcuno, ma aveva pensato che gli fosse venuto il mal di gola.
'Meglio cosģ' pensó mentre si dirigeva in cucina dove, aprendo il frigo, trovó delle brioches congelate che mise a scaldare in forno. 
Riuscģ persino a trovare del caffč per l'altro, fatto insolito dato che a lui non piaceva particolarmente quel gusto amarognolo; girandosi verso lo scaffale di fianco ai fornelli, vide delle fragole fresche: sicuramente Monet doveva aver comprato tutto il giorno prima quando era andata a fare la spesa, cosģ prese i frutti rossi, li lavó e li taglió a pezzi per poi metterli in un piatto e ricoprirli di panna montata.
Un tintinnio lo avvisó che le brioches erano pronte per essere mangiate, ma si fermó davanti al forno vedendo un'ombra passare per il corridoio.
Doflamingo si affacció alla porta della cucina trattenendo una risata: Crocodile doveva essersi appena svegliato data l'espressione assonnata dipinta sul suo volto mentre entrava in salotto e si metteva a sedere sul divano accendendosi un sigaro.
'Fufufu~ decisamente adorabile' pensó il biondo rientrando in cucina per poi uscirne con una tazza di caffč fumante.
Crocodile alzó lo sguardo sentendo il profumo della bevanda calda trovandosi davanti Doflamingo con in mano la tazza da cui proveniva quel buon profumo.
"Grazie" sussurró con la voce ancora impastata dal sonno, prendendola e iniziando a bere sotto lo sguardo soddisfatto dell'altro.
Il fenicottero si ricordó delle brioches e tornó in cucina mentre il coccodrillo, dopo aver finito di fumare, si alzó per andare a sedersi a tavola appoggiando la tazza davanti a sč. L'unica cosa che riusciva a svegliarlo era il caffč, se non ne beveva almeno una tazza rischiava di addormentarsi di nuovo ma sapeva bene che all'altro non piaceva; dopo aver finito di bere, inizió a guardarsi intorno.

"Croco-chan ti sei svegliato! Su di te il caffč ha effetti miracolosi~" disse Doflamingo entrando in salotto e appoggiando sul tavolo un piatto pieno di brioches calde, del latte, dei biscotti al cioccolato e mettendo davanti al moro il piatto con le fragole e la panna montata.
Crocodile sgranó gli occhi vedendo tutto quel cibo; in effetti aveva piuttosto fame dato che la sera prima, invece che cenare, avevano fatto altro. Ma quando vide le fragole rimase a fissarle leccandosi le labbra per poi sibilare:
"Doflamingo, togliti quel ghigno dalla faccia. Comunque come mai avevi del caffč in casa? Mi sembra di ricordare che a te non piacesse" concluse prendendo una brioches.
"Infatti č cosģ" rispose il fenicottero imitando l'altro e versandosi una tazza di latte "ma di solito č la mia segretaria che fa la spesa, quindi puó averlo comprato per quando viene Vergo a cucinare. A lui piace il caffč."
"Ma se la spesa la fa la tua segretaria, cosa ci facevi nel reparto femminile?" chiese Crocodile finendo la prima brioches ed iniziando la seconda.
"Ah intendi quella volta che mi sei saltato addosso!" esclamó Doflamingo sorridendo e beccandosi un'occhiataccia da parte dell'altro.
"Non ti sono saltato addosso, sei stato tu a venirmi contro"
"Bhe, quel giorno" inizió ignorando il moro "c'era una riunione del personale e il frigo era vuoto, quindi ho deciso di andare io al supermercato comprando tutto quello che c'era scritto sulla lista e dato che questa casa č molto grande, a volte i miei subordinati si fermano qui per un po', per questo ero nel reparto femminile a comprare degli assorbenti" continuó mangiando una brioches.
"Tsk. Ora č tutto chiaro." affermó il coccodrillo prendendo una forchetta ed iniziando a mangiare le fragole. Nonstante l'altro stesse mangiando dei biscotti, si sentiva sempre osservato come se si trovasse sotto una lente di ingrandimento.
"Hai finito di fissarmi?" sbottó ad un certo punto guardando il biondo che gli rispose ghignando:
"Mi piace guardarti, hai qualche problema a riguardo?"
"Sģ, potrei farti una lista"
"Ooh, amo quando i tuoi occhi lanciano stilettate, ecco esattamente cosģ~" disse Doflamingo sorridendo mentre il moro cercava di provocargli un ictus con lo sguardo.
"Io e te non riusciremo mai a parlare normalmente" concluse Crocodile alzandosi. Discutere con quell'uccellaccio gli aveva fatto venire voglia di fumarsi un altro sigaro.
"Per fortuna!" esclamó Doflamingo aggiungendo "comunque puoi restare, oggi non verrą nessuno"
Il moro lo fissó fermandosi per poi andare a sedersi sul divano accavallando le gambe e dire con tono derisorio:
"Chi ha detto che me ne stavo andando? La vedo ansioso Donquixote, ha paura che me ne vada?"

Ah, quando gli parlava con quella voce gli veniva una gran voglia di fargliela pagare, magari mentre lo spingeva sul tavolo dove avevano appena finito di mangiare ed intratteneva quella lingua biforcuta con la sua.
Ogni volta che lo chiamava per cognome dandogli del lei sentiva un brivido corrergli lungo la schiena, se poi usava quel tono basso e leggermente roco.. Probabilmente sapeva quale effetto gli faceva, infatti non era la prima volta che lo provocava in quel modo.
"Bastardo di un rettile" sibiló il fenicottero ghignando pił di prima.

Crocodile sorrise soddisfatto; Doflamingo era a conoscenza dei suoi punti deboli, ma anche lui sapeva quali erano le cose che facevano perdere la calma all'altro. Dopo anni di conoscenza ormai sapevano tutto l'uno dell'altro: punti deboli, gusti, posizione preferita a letto e molto altro.

"Dato che insisti resteró ancora per un po', non preoccuparti che poi ti si alza la pressione"
"Se ci tieni cosģ tanto a finire di nuovo contro il muro dimmelo invece di provocarmi, Croco-chan"
La solita vena fece la sua comparsa sulla fronte del coccodrillo, cominciando a pulsare pericolosamente; odiava quando lo chiamava con quel nomignolo perchč pronunciava la 'r' arrotolando la lingua e facendo sembrare il suo nome una presa in giro.
"Ti ho gią detto di non chiamarmi cosģ" sussurró rabbuiandosi.
"Fufufufu~ certo certo" disse il fenicottero alzando le mani in segno di resa "tanto lo sappiamo entrambi che lo faró di nuovo"
"Come sappiamo entrambi che le piume possono prendere fuoco, specialmente quelle rosa" disse assottigliando lo sguardo.
"Ahi ahi che lingua tagliente! Almeno adesso so che, oltre ad usarla per minacciare e lanciare insulti, la sai utilizzare bene anche in ambiti pił piacevoli" concluse Doflamingo alzandosi in tempo per evitare un libro che l'altro gli aveva tirato contro.
"Non ti si puó neanche fare un complimento fufufu~" aggiunse fingendosi dispiaciuto e raggiungendo il divano, per poi sedendersi di fianco all'altro.
"Venderei l'anima al diavolo se questo servisse a farti tacere per sempre" ringhió il coccodrillo incrociando le braccia.
"Oh andiamo, se vuoi che stia zitto basta chiedere, d'altronde lo sai che «preferisco i fatti alle parole»" disse il biondo girando la testa in direzione dell'altro. Aveva volontariamente usato le stesse parole che Crocodile gli aveva detto la sera prima per vedere la sua reazione.
Si aspettava che lo insultasse o che cercasse di farlo esplodere con lo sguardo, invece si mise a ridere.
Ok, questa non se l'aspettava.
"Ahahah! Hai finito?" chiese Crocodile girandosi a guardarlo e alzando un sopracciglio, ma continuando ad avere un sorrisetto dipinto in faccia.
"Finito? Con te?" rispose appoggiando una mano sul petto del moro spingendolo leggermente per farlo semi-sdraiare sul divano. "Mai" affermó mettendosi sopra di lui ed unendo le sue labbra a quelle dell'altro.












Buonasera a tutti! Allora, finalmente questi due si sono capiti (a modo loro)
Doflamingo si dimostra sempre bravo in cucina e non perde occasione per provocare l'altro (il libro te lo sei meritato~)
Crocodile mi stupisce sempre di pił..
Il coccodrillo sembra anche rilassarsi un po' alla fine, dopo tutto questo tempo era anche ora! Vorrei far notare che non si sono mai detti niente riguardo ai loro sentimenti, infatti il capitolo va letto tenendo in mente il titolo (una citazione di Dante Alighieri) che per me si adatta molto bene a questi due~
Potrei anche parlare dell'ingenuitą di Vergo ma, sapendo che Dofy non ha mai un amante fisso, probabilmente avrei pensato anche io che avesse il mal di gola-
Come sempre i commenti sono ben accetti! Mi diverto ogni volta a leggerli, vi ringrazio molto! Un bacione e a presto ^^
*Tsundere č un termine della lingua giapponese che indica uno stereotipo di personaggio arrogante e combattivo che in seguito si rivela generoso e amorevole, rivelando una contraddizione fra la propria vera personalitą e la sua esterioritą. Si tratta di un tipo di personaggio nato all'interno dei videogiochi, principalmente nei simulatori di appuntamenti, ed in seguito adottato in altri media come anime o manga.
In pratica, una persona orgogliosa e tosta fuori che nasconde i propri sentimenti, magari dietro ad insulti. ;)

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Capitolo 20
*** Il fenicottero perde le piume ma non il vizio ***


Cap20. Il fenicottero perde le piume ma non il vizio












"Hai intenzione di spostarti o, per passare il tempo, vuoi che inizi a giocare a tris sulla tua schiena usando l'uncino?" sbuffó Crocodile; in quel momento si trovava sdraiato sul divano con sopra Doflamingo, che aveva deciso di usarlo come materasso, standosene comodamente con la testa nell'incavo del suo collo.
"Ohi fenicottero, lo so che sei sveglio. Devi alzarti"
"Se mi alzo te ne andrai" disse il biondo borbottando e chiudendolo in una morsa ancora pił stretta "non voglio che tu te ne vada"
'Ma cos'č, un bambino?' pensó il coccodrillo per poi commentare 
"Non fare il moccioso, č pomeriggio inoltrato, devo andare, quindi alzati o ti butto gił dal divano"
Doflamingo non parló, cosģ speró di avergli fatto cambiare idea e che finalmente si sarebbe alzato, cosa che parve ancora pił plausibile quando l'altro alzó leggermente la testa.
Invece il fenicottero scese con la bocca sul suo collo e gli diede un morso fino a quando non uscģ del sangue.
Crocodile soffocó un ringhio quando capģ di non riuscire a muoversi come avrebbe voluto, ma per sua fortuna l'altro lo lasció andare e si sedette sul divano leccandosi le labbra per poi aggiungere sorridendo:
"Ora puoi andare"
"Che cazzo! Si puó sapere perchč mi hai dato un morso cosģ forte? Mi resterą il segno" disse lanciandogli un'occhiataccia e portando una mano dove sentiva male.
"Appunto. Mi piace marcare il territorio" concluse il biondo con un'alzata di spalle.
Crocodile si mise a sedere mentre sul suo volto si dipingeva un' espressione da serial-killer: lo avrebbe ucciso, magari soffocandolo nel sonno col suo cappotto di piume rosa.
Dopo aver sbuffato, si alzó dal divano per poi uscire dal salotto e percorrere il corridoio trovandosi davanti alla porta, prese il cappotto e se lo mise sottobraccio girandosi verso l'altro che l'aveva seguito e sorrideva come se nulla fosse.
"Grazie... per la colazione, ci vediamo" disse solo mentre apriva la porta.

Non c'era bisogno di aggiungere altro, tanto si capirono comunque; capirono tutti i significati racchiusi in quel 'grazie'.

"Oh figurati~" gli rispose il fenicottero guardandolo uscire e abbassando lo sguardo.
"Smettila di fissarmi il culo idiota" ringhió il coccodrillo sbattendo la porta.
"Fufufu~ Croco-chan, se hai un culo da favola come faccio a non fissarlo?" commentó Doflamingo fissando la porta appena chiusa, per poi girarsi e dirigersi in camera per vestirsi.

                         •••

Crocodile arrivó all'ufficio della Baroque Works dopo mezz'ora e prima di uscire dall'auto si controlló il collo.
"Merda, sta ancora sanguinando" sbottó prendendo un fazzoletto e pulendosi la ferita; quando smise di perdere sangue, si alzó il colletto della camicia cercando di coprirla ed uscendo dalla macchina.
Arrivato in ufficio si sedette sulla sua poltrona appoggiando la testa e chiudendo gli occhi; aveva ancora sonno ma non poteva permettersi di dormire, aveva ancora delle cose da fare.
Cosģ si mise all'opera ed indossó i suoi occhiali da vista isolandosi completamente dal mondo esterno come faceva sempre quando lavorava.
Era quasi riuscito a concludere tutti quei maledetti documenti che sembravano moltiplicarsi sulla sua scrivania, quando dei colpi sulla porta lo avvertirono che qualcuno era lģ per vederlo.
Sentģ distintamente Das che, con tono intimidatorio, diceva "Mi scusi ma non puó entrare"
La porta del suo uffició si aprģ ugualmente mentre un maniaco di dolci di sua conoscenza riservava un'occhiata glaciale al suo vice liquidandolo con un "Prova ad impedirmelo" mentre entrava.
"Das, va tutto bene, lasciaci" rispose all'uomo abbronzato che, dopo aver squadrato ancora una volta il nuovo arrivato, fece un cenno affermativo ed uscģ chiudendo la porta.
"La vuoi smettere di apparire ovunque?" domandó all'ospite che nel frattempo si era seduto sul divanetto.
"Dato che questa volta č stata colpa mia se ti sei trovato nei guai, ho pensato di venire qui" rispose Occhi di Falco.
"-Ho pensato di venire qui per scusarmi- volevi dire" aggiunse togliendosi gli occhiali e appoggiandoli sulla scrivania per poi alzarsi e raggiungere l'altro, mettendosi a sedere sul divanetto di fronte.

A destra della sua scrivania c'erano infatti due divanetti uno di fronte all'altro separati solo da un tavolino in vetro su cui si trovava un contenitore pieno di cioccolatini; questo spiegava perchč Mihawk si era subito diretto in quella parte della stanza. Dopo essersi seduto, aveva iniziato a mangiare un cioccolatino dopo l'altro; che fossero di una marca molto pregiata all'uomo dagli occhi dorati non importava, gli interessava solo che fossero buoni.
"Prego, serviti pure" disse ironicamente guardandolo mentre faceva sparire il quarto cioccolatino.
"Ti ho portato questo" commentó Occhi di Falco porgendogli una bottiglia di Lambrusco Amabile che venne aperta subito.
"Hai dimenticato -per scusarmi-" aggiunse versando il vino rosso in due bicchieri e appoggiandoli sul tavolino.
"Comunque" continuó sedendosi "hai un'espressione diversa dal solito, ti č per caso successo qualcosa di interessante?"
Mihawk si fermó per qualche secondo fissandolo con uno di quegli sguardi che mettevano in soggezione chiunque, per poi scartare un altro cioccolatino e mangiarselo.
"Puó darsi"
"Č possibile che ogni volta debba cavarti le parole di bocca? Sii pił preciso" sbuffó il coccodrillo passandosģ la mano tra i capelli corvini.
"Un ragazzo mi ha sfidato in un incontro con la spada. Č ancora inesperto, ma mi ha colpito la sua determinazione e il suo sguardo. Cercherą di battermi di nuovo" concluse Occhi di Falco come se nulla fosse.
"Non pensavo esistesse qualcuno tanto folle, ma almeno hai trovato un secondo avversario contro cui usare la spada... Fin'ora l'unico con cui tu abbia mai fatto sul serio č quel tipo dai capelli rossi, Shanks"
Occhi di Falco ingoió l'ennesimo cioccolatino per poi tornare a guardare l'altro, che stava sorseggiando il vino, e notare una cosa interessante.
"Il fenicottero perde le piume ma non il vizio" disse indicandosi il collo nello stesso punto in cui Doflamingo aveva morso Crocodile.
Il coccodrillo alzó gli occhi al cielo appoggiando il bicchiere e alzandosi il colletto della camicia.
"Non me lo ricordavo cosģ questo proverbio" commentó accavallando le gambe.
"I proverbi si adattano alle situazioni" rispose Mihawk agitando una mano e aggiungendo "alla fine vi siete chiariti"
Il capo della Baroque Works ricominció a bere il Lambrusco con tutta calma per poi rispondere, imitando l'altro: "Puó darsi"

Occhi di Falco sorrise e non chiese altro. Sarebbe stato del tutto inutile dato che per lui Crocodile era un libro aperto; aveva capito che, per il momento, poteva smettere di preoccuparsi per lui; avere una relazione con Doflamingo avrebbe portato alla pazzia qualsiasi essere umano, ma forse l'uomo che gli stava seduto di fronte era l'unico in grado di sopravvivere alle pazzie del fenicottero.
"Bene, allora uno di questi giorni dovremo fare un'altra riunione 'in onore dei vecchi tempi'." disse finendo di bere, alzandosi e arrivando davanti alla porta, si giró a guardare il coccodrillo, che si era appena alzato, e lo salutó uscendo.

Crocodile sbuffó reprimendo un mezzo sorriso e ritornó a sedersi sulla poltrona intenzionato a finire il suo lavoro; voleva solo poter tornare a casa sua e fare una bella dormita, dopo tutto quello che era successo se la meritava.













Salve! Ecco un altro capitolo! Allora partiamo dal principio: Doflamingo sembra aver trovato un nuovo cuscino~ povero Crocodile..
Il fenicottero ha inoltre la bella abitudine di lasciare segni visibili sul coccodrillo e di fissargli il fondoschiena xD
Poi ritorna il nostro dolciomane preferito che č tornato dalla missione che gli aveva affidato Shanks (leggete 'Work Problems' e saprete tutta la storia)
Presto vedremo un'altra riunione dei nostri tre Shichibukai <3 chissą cosa succederą- la fine del mondo xD
Hahaha! Bhe lasciate un commento! A presto! ;)


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Capitolo 21
*** Ti odio disse la scusa per non ammettere che amava troppo ***


Cap21. "Ti odio" disse la scusa per non ammettere che amava troppo.













Dalla visita di Mihawk alla Baroque Works erano passate due settimane che erano trascorse in modo pił o meno normale: ogni giorno riceveva un messaggio dal contenuto alquanto esplicito dal fenicottero e a cui evitava di rispondere, aveva dovuto far fronte a dei problemi dovuti ai suoi traffici non del tutto legali ed aveva ricevuto visite da quell'insulso maniaco rosa giustificate dal fatto che non gli aveva risposto.
Pił lo si ignora e pił si innervosisce; questo lui lo sapeva bene, ecco perchč non rispondeva mai ai suoi messaggi.

Anche quel giorno, all'incirca all'ora di pranzo, aveva sentito vibrare il cellulare. Sospirando l'aveva estratto dalla tasca del cappotto per leggere cosa l'altro aveva da dirgli.
'da Doflamingo: Croco-chan, che fai di bello? Sei sempre piegato sulla scrivania del tuo ufficio a lavorare? Non sarebbe pił piacevole se ti piegassi sul mio letto?'

Ma queste frasi del cazzo da dove le prendeva? Avrebbe potuto scriverci un libro con tutti i doppisensi che gli aveva detto quell'uomo nel corso degli anni.
Riposto nuovamente il cellulare nella tasca, ricominció a lavorare dato che doveva ricevere anche delle chiamate piuttosto importanti e non aveva tempo neanche per distrarsi.

Aveva appena finito di rivedere l'ultimo rapporto su una missione che aveva affidato ad alcuni agenti, quando qualcuno bussó alla porta.
"Avanti" disse passandosi la mano tra i capelli e prendendo un sigaro dalla scrivania.
Das entró nell'ufficio chiudendosi la porta alle spalle.
"Capo, le ho portato un caffč" disse appoggiando una tazzina fumante davanti a Crocodile.
"Grazie Das. Ho appena finito e mi ci voleva proprio... Come vanno gli affari al Casinó?" chiese prendendo la tazzina e portandosela alle labbra.
"Bene come sempre, perchč non va a controllare di persona?"
"Perchč no, voglio verificare che tutto vada bene" 
"Certo, allora le preparo la macchina" concluse Das prendendo la tazzina ora vuota ed uscendo.
Crocodile si distese maggiormente sulla sedia chiudendo gli occhi per riposare la mente; in effetti era da tanto tempo che non faceva un salto al suo Casinó.. Era sempre bello vedere le persone affannarsi per vincere qualche misero soldo in pił, anche se, alla fine, perdevano pił di quello che guadagnavano.
Dopo una ventina di minuti si trovava all'entrata del Casinó; una volta entrato cominció a guardarsi attorno per poi ghignare soddisfatto. Come previsto la gente non mancava e quindi neanche i soldi (per lui ovviamente).
Dopo aver dato un'ultima occhiata in giro, decise di andare nella sala vip mentre, al suo passaggio, tutti lo salutavano cordialmente.
'Tsk, idioti senza spina dorsale' pensó continuando a camminare.
Finalmente, arrivato nella sala riservata, potč concedersi un attimo di respiro sedendosi comodamente su uno dei tanti divanetti.
Quell'area serviva agli uomini ricchi che volevano o svagarsi o concludere qualche affare davanti ad un bicchiere di vino e circondati da belle ragazze.
Crocodile ignoró le risate sguaiate e le battutine di quegli uomini che sedevano su divanetti lontani da lui e che osavano definirsi uomini d'affari. Li avrebbe volentieri piantato un proiettile in testa, ma quella sera era pił stanco degli altri giorni, cosģ si limitó a massaggiarsi le tempie infastidito, pensando che poteva anche andarsene ora che aveva visto che tutto procedeva come sempre.
Improvvisamente sentģ una leggera pressione sulla base del collo mentre due braccia liscie si posavano sulle sue spalle. Crocodile aprģ gli occhi voltandosi verso la donna mora che lo aveva appena abbracciato. Aveva un profumo intenso di vaniglia e un vestito rosso molto aderente che metteva in mostra le sue forme; doveva trattarsi di una di quelle che avevano il compito di intrattenere gli uomini nella sala vip.
"Capo, posso portarle un bicchiere di vino?" gli chiese con voce suadente.
"Certo" rispose, cosģ la donna si allontanó  tornando subito dopo con un bicchiere pieno in mano per poi sedersi sulle sue gambe.
"Molto gentile" disse Crocodile prendendo il bicchiere e cominciando a sorseggiare il vino rosso. Non era difficile immaginare cosa volesse da lui quella donna dal trucco pesante e il profumo invadente, ma non le dedicó neanche uno sguardo.
"Grazie per il vino" disse alzandosi mentre sulla faccia della ragazza si dipingeva un'espressione delusa.
Crocodile uscģ dal Casinó ed entró in macchina diretto a casa sua; una volta arrivato, estrasse dalla tasca del cappotto le chiavi della porta.

"Era ora"
'Questa voce.' Si fermó girandosi e trovando poco distante Doflamingo appoggiato al muro.
"Sei davvero una piaga" disse sbuffando mentre apriva la porta lasciandola aperta ed entrava in casa, seguito dall'altro.
"Che cos'č questa puzza di profumo?" sbottó il biondo annusando l'aria e pensando 'Vaniglia... č decisamente un profumo da donna'
"Tsk, lo sapevo che mi sarebbe rimasta addosso" commentó il coccodrillo togliendosi il cappotto e appendendolo all'attaccapanni.
Si sentiva lo sguardo dell'altro addosso, uno sguardo gelido che metteva i brividi.
"Crocodile. Cos'hai sul collo." sibiló il biondo guardandolo attentamente ed avvicinandosi.
Crocodile si giró verso lo specchio che si trovava nel suo ingresso scostando il colletto della camicia. 
'Ecco cos'era quella pressione che ho sentito quando quella donna mi ha abbracciato' pensó guardando il segno rosso del rossetto; sul suo collo infatti si trovava un marchio di un bacio.
"Oh questo? Non č nulla di importante" commentó ghignando.

Ormai poteva prevedere le mosse di Doflamingo anche prima che lui pensasse di farle. Infatti, come aveva programmato, venne malamente spinto contro il muro.
Da quando gli aveva detto di fidarsi di lui, il fenicottero aveva iniziato a trattarlo in modo troppo gentile per i suoi gusti, quindi, appena aveva visto il rossetto sul collo, aveva deciso di cogliere l'occasione per farlo incazzare per bene.
D'altronde, una delle tante cose che avevano in comune era la gelosia che provavano verso le cose che consideravano proprie.
Le ultime volte che erano andati a letto insieme l'altro lo aveva trattato in modo pił dolce, neanche fosse una donna. Doveva ammettere che gli mancava fare sesso in modo violento con Doflamingo.
D'altra parte, se avesse dovuto scegliere tra una scopata e una scopata violenta avrebbe scelto senza ombra di dubbio la seconda; ecco perchč lo stava provocando in quel modo, voleva che l'altro si incazzasse e lo prendesse con la forza, e quando lui voleva una cosa la otteneva.

"Crocodile dove sei stato?" sibiló il fenicottero stringendogli le spalle con le mani.
"Ho fatto un salto al Casinó per svagarmi un po', non vedo dove sia il problema" rispose continuando a sorridere.
"Sei stato con una donna. Hai ancora il suo profumo addosso e il rossetto sul collo, non negarlo" aggiunse il biondo stringendo ulteriormente la presa ed avvicinandosi all'altro.
"Non mi ero accorto che quella tizia mi avesse baciato sul collo" aggiunse avvolgendo il fianco destro di Doflamingo con la sua gamba destra e spingendolo verso di sč, facendo combaciare i loro corpi.
Il fenicottero lo guardó con rabbia per poi recuperare il suo solito ghigno.
"Oh~ capisco, il tempo per rispondere ai miei messaggi non ce l'hai ma quello per divertirti con una donna lo trovi sempre" ringhió mordendogli un orecchio e aprendogli la camicia facendo saltare tutti i bottoni.
"Non so di che cosa tu stia parlando" disse Crocodile cercando di modulare il tono della sua voce mentre l'altro faceva vagare le mani sul suo corpo lasciandogli anche dei graffi pił o meno profondi.
"Questa volta ti uccido sul serio, stupido rettile" gli sussurró il biondo nell'orecchio per poi baciarlo con forza.
Crocodile cercava di trattenersi ma l'evidente rigonfiamento nei suoi pantaloni diceva ben altro.
"Uccidermi dici? Provaci" disse dopo aver preso un respiro profondo mentre sulle sue labbra spuntava un ghigno per nulla rassicurante.
Doflamingo ringhió di nuovo mordendo ogni lembo di pelle scoperta che vedeva e lasciando segni ovunque, sul collo, sul petto, sugli addominali, sui fianchi, per poi slacciargli i pantaloni con una mano mentre l'altra gli teneva saldamente un fianco.
Alla fine andó tutto come aveva previsto: fecero sesso contro il muro e poi di nuovo a letto, arrivando in qualche modo in camera.

 


Doflamingo si trovava sul letto sdraiato supino e fissava il soffitto da oltre 10 minuti . Avrebbe davvero dovuto uccidere il moro dopo quello che aveva fatto, eppure pił ci pensava e pił c'erano cose che non gli tornavano. Che fosse stato al Casinó in compagnia di una donna era palese, ma che ci fosse anche andato a letto no. Sapeva bene che la cosa pił preziosa che quel rettile potesse concedere era la sua fiducia, quindi non era possibile che dopo avergli detto quelle parole se ne andasse a scopare con la prima che trovava.
E allora perchč gli aveva mentito?
Dopo aver sbuffato si alzó dal letto senza dire una parola ed inizió a cercare i suoi vestiti che erano sparsi un po' ovunque.

"Non ho fatto nulla con quella donna." 
Il fenicottero si giró verso il letto dove si trovava l'altro uomo disteso a pancia in gił.
"…"
"Ero andato al Casinó per controllare la situazione e una donna mi ha offerto un bicchiere di vino, poi si č messa a sedere sulle mie gambe, ecco perchč avevo il suo profumo addosso. Avevo appena finito di compilare dei documenti ed ero stanco, mi sono reso conto solo quando me lo hai fatto notare che mi aveva baciato sul collo lasciandomi il segno del rossetto."
disse Crocodile non muovendosi di un centimetro.
"Allora perchč?"
"Da quando ti ho detto che mi fidavo di te hai iniziato a trattarmi in modo diverso"

Ora aveva senso. Non aveva dato troppa importanza al suo cambio di comportamento nei confronti di Crocodile perchč gli sembrava normale iniziare a trattarlo anche gentilmente oltre che lanciargli insulti. Avrebbe dovuto arrivarci prima; per una persona cosģ orgogliosa essere trattati in quel modo era un po' umiliante, ma lui continuava a non vederci niente di male in questo.

"Fammi capire: mi hai fatto credere di aver scopato con una donna per farmi incazzare e farmi perdere il controllo?"
Crocodile sbuffó muovendosi leggermente ma fermandosi subito dopo a causa di una fitta dolorosa al fondoschiena.
"Che masochista." disse infilandosi i boxer e raggiungendo l'altro per poi sedersi sul letto di fianco a lui.
"Fufufu~ Ti sbatteró pił spesso contro il muro ora che so quanto ti piace~"
"Ohi!" ringhió il coccodrillo alzandosi leggermente appoggiandosi sui gomiti.
"Rimani disteso, non sono stato molto gentile" commentó il biondo cominciando ad accarezzare la schiena dell'altro.
"Era questo di cui parlavo, smettila di trattarmi cosģ, mi fai venire il voltastomaco" sbottó Crocodile girandosi dalla parte opposta per evitare di guardarlo.
"Lo sai che non lo faró." disse abbassandosi e baciandolo sotto l'orecchio; stava per rialzarsi quando la mano del moro lo tiró per un braccio facendolo cadere sul letto.
"Ti odio." sussurró il coccodrillo girandosi per abbracciarlo, o forse strangolarlo data la forza.
"Sempre pił adorabile" disse sorridendo mentre con il braccio sinistro avvolgeva il fianco dell'altro.
"Taci" sibiló Crocodile con tono minaccioso ma allentando la presa.















Salve a tutti! Inizio chiedendo umilmente scusa se i personaggi vi sono sembrati un po' OOC, in queste scene mi sembra sempre di andare fuori dai personaggi.
Detto questo, quanto sono asdfghj questi due? Dovete sapere che ho un debole per le coppie angst ♡
Anche per questo capitolo il titolo č fondamentale :)
Passando ai fatti: Crocodile si rivela un rettile calcolatore e masochista, appena vede il segno rosso sul suo collo ne approfitta per fare incazzare Doflamingo ed ottenere del sano sesso violento~ 
Il fenicottero lo amo sempre di pił! Dai come si fa ad odiarlo quando ti invia quei bei messaggini romantici? :'D
Inoltre Dofy, dopo essersi calmato, riflette sull'intera questione della 'donna al Casinó' e capisce che qualcosa non quadra. Crocodile ovviamente chiarisce (a modo suo) i dubbi all'altro che si rende conto di avere un debole per un masochista. Per me Doflamingo č leggermente ma proprio leggermente sadico, quindi non penso ci saranno problemi, ANZI.
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, amo i vostri commenti, mi fanno sempre ridere! Lasciatemi la vostra opinione! Un bacio ^_^

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Capitolo 22
*** Il destino spesso lo si incontra sulla strada presa per evitarlo ***


Cap22. Il destino spesso lo si incontra proprio sulla strada presa per evitarlo.













Doflamingo aprģ gli occhi svegliandosi e sbattendo pił volte le palpebre. Sentiva un respiro caldo sul collo ed istintivamente sorrise; Crocodile si era addormentato addosso a lui.
Si allontanó un poco per vedere l'espressione rilassata del moro che dormiva beatamente.
"In questo stato non sembri poi cosģ pericoloso" sussurró accarezzandogli la guancia per fermarsi con il pollice sulle sue labbra delineandone il contorno.

Ora che l'altro non lo vedeva poteva coccolarlo in ogni modo senza rischiare la vita. Non si era mai comportato in quel modo con nessuno, ma con quell'uomo gli veniva naturale; ormai aveva capito che quella che provava per lui non era semplice attrazione fisica, lo aveva realizzato dopo che si era svegliato senza trovarlo di fianco a sč. Non aveva mai creduto nell'amore, ma doveva ammettere che Cupido aveva uno strano senso dell'umorismo... Farlo innamorare proprio di Crocodile.. Se ci rifletteva peró era inevitabile dato che si trattava dell'unico uomo che l'aveva sempre sfidato a parole e con lo sguardo, che non mancava mai di fare a botte se ce n'era la possibilitą e che era in qualche modo cosģ simile a lui.

Fece passare le dita in mezzo ai capelli corvini scendendo poi ad accarezzargli il collo. Una delle cose che gli piacevano di pił era quella strana cicatrice che Crocodile aveva sul volto e che si espandeva orizzontalmente da orecchio a orecchio, passando sopra al naso e sotto gli occhi. A lui non piacevano le cicatrici, eppure quella aveva un non so che di magnetico.
Si abbassó cominciando a depositare dei leggeri baci su quel segno mentre con la mano gli accarezzava la schiena.
"Croco-chan che cosa mi hai fatto?" disse a bassa voce guardandolo per qualche secondo, poi si alzó facendo attenzione a non svegliare l'altro, uscģ e si diresse verso il bagno per farsi una doccia.

Crocodile digrignó i denti mettendosi supino e alzando le braccia per coprirsi il volto.
"Maledizione..." sibiló mentre un lieve rossore compariva sulle sue guance.

Dopo una decina di minuti, Doflamingo uscģ dalla doccia, si asciugó con un ascigamano che si legó in vita e tornó in camera da letto.
Aprģ la porta pensando che il coccodrillo stesse ancora dormendo, invece lo trovó in piedi che guardava in giro. Il suo sguardo si fermó sulla camicia che indossava Crocodile, bianca con delle strisce rosse sui fianchi, ovvero la sua.
Gli stava piuttosto larga e lunga, ma il vederlo con indosso i suoi vestiti lo eccitava teribilmente.
"Questa č istigazione allo stupro" disse sorridendo e appoggiandosi allo stipite.
"Chiudi la bocca, sto cercando la mia camicia ma non la trovo" rispose lanciandogli un'occhiataccia.
"Io non l'ho vista" commentó mentre con il piede sinistro spingeva indietro una certa camicia nera facendola scivolare sotto il mobile dietro di lui. "Puoi tenere la mia" 
"Non scherzare. Quella camicia era l'ultima pulita che avevo. La devo trovare" disse il moro piegandosi in avanti per guardare sotto il letto.
"Mmm, sģ, probabilmente č sotto il letto" disse sorridendo godendosi la vista del fondoschiena dell'altro.
Crocodile si alzó di scatto, prese i jeans e i boxer e glieli lanció in faccia.
"Imbecille" ringhió finendo di vestirsi e ricominciando la ricerca.
"Ahi ahi come siamo acidi" commentó prendendo i vestiti che l'altro gli aveva gentilmente allungato per poi indossarli.
Crocodile si fermó nuovamente sbuffando "Vado a farmi una doccia, continuo dopo. Fai come se fossi a casa tua" disse uscendo dalla stanza ed entrando in bagno chiudendo la porta a chiave.
"Hai fatto bene a chiuderti dentro altrimenti sarei entrato subito~ fufufufu! E per quanto riguarda questa" sussurró chinandosi e prendendo la camicia nera "faró in modo che tu non riesca a trovarla per un bel po' dato che mi piace troppo vederti con indosso la mia~" concluse dirigendosi verso un grosso vaso per poi infilarci dentro l'indumento ed allontanandosi fischiettando come se nulla fosse.

                         •••••

Crocodile si rilassó non appena sentģ l'acqua scivolare sulla sua pelle; se non avesse chiuso la porta a chiave quell'idiota si sarebbe di sicuro infilato nella doccia con lui, ci avrebbe scommesso l'unica mano che gli rimaneva.
Dopo poco uscģ asciugandosi con un ascigamano bianco; l'acqua non gli era mai piaciuta troppo.
Si rivestģ sbuffando quando dovette rimettersi la camicia di Doflamingo.
'Che palle' pensó alzando gli occhi al cielo ed uscendo dal bagno. 'Dove si sarą cacciato quel maniaco rosa?'
Passó davanti alla camera da letto ma non vide nessuno, quindi si diresse in salotto e trovó l'altro seduto a gambe aperte sul divano.
Sbuffó scuotendo la testa mentre guardava con uno sguardo divertito il fenicottero che stringeva tra le mani una confezione di biscotti con le goccie di cioccolato e ne mangiava uno dietro l'altro.
"Avevi fame?" disse sedendosi di fianco a lui e allungando la mano.
"Mmm, un po' " rispose dandogli un biscotto a cui diede subito un morso..

Mentre mangiava biscotti inizió a fissare il soffitto pensando che si stava abituando ad avere Doflamingo sempre intorno (e questo non era un bene). Se qualcuno un anno fa gli avesse detto che sarebbe finita cosģ gli avrebbe riso in faccia. Ed ora guarda in che razza di situazione era finito, lui che di sentimenti non voleva neanche sentir parlare, adesso si ritrovava a provare qualcosa verso quell'idiota. Robe da pazzi. Non aveva mai creduto nel destino o in Dio, ma se fosse esistita una qualche entitą superiore allora doveva ammettere che aveva un gran senso dell'umorismo.

"Mi piacciono questi biscotti a macchie" disse ad un certo punto Doflamingo interrompendo i suoi pensieri.
"Piacciono anche a me"
"Una cosa su cui siamo d'accordo" commentó il fenicottero sorridendo.
"A quanto pare" rispose mentre l'ombra di un sorriso si dipingeva sulle sue labbra.
Il suo cellulare si mise a suonare insistentemente, cosģ si alzó di malavoglia dal divano per raggiungere l'apparecchio elettronico che si trovava nella tasca del suo cappotto appeso all'ingresso.

"Pronto."
"Crocodile"
"Mihawk, č da un po' che non ci sentiamo"
"Gią. Riguardo alla nostra riunione, venite a casa mia stasera alle 19, dillo tu a Doflamingo. Ciao, ora ho da fare"
"Aspe-"
*tu tu tu tu*
"Ha di nuovo riattaccato prima che potessi rispondere.. Allora č un vizio" commentó rimettendo il telefono nella tasca e tornando in salotto.

"Cosa ha detto di bello il falchetto?" gli chiese Doflamingo a cui non era sfuggita la breve conversazione.
"Tsk, ha detto che dobbiamo andare da lui stasera alle 19"
"Ooh~ non pensavo avesse cosģ tanta voglia di rivederci"
Crocodile sbuffó per l'ennesima volta mentre il fenicottero si alzava dal divano.
"Č ora che vada, sempre che tu mi voglia ridare la camicia~" 
Non se lo fece ripetere due volte; si tolse quella roba che solo l'altro osava indossare e gliela tiró.
Doflamingo la prese al volo e se la mise per poi dirigersi verso la porta seguito dal coccodrillo.
"Allora ci vediamo stasera Croco-chan" disse il biondo sogghignando. "Ah, un'altra cosa. La prossima persona che ti lascia un qualsiasi segno addosso la trovo e la uccido~" aggiunse tranquillamente uscendo e chiudendo la porta.
"Tsk, idiota." commentó per poi aggiungere tornando in camera "ora devo trovare dei vestiti puliti"
Dopo lunghe ricerche riuscģ a trovare una camicia arancione, dei pantaloni verde scuro e un cappotto nero pił corto di quello che metteva di solito e senza pelliccia sul collo.
Alle 18.50 arrivó a casa di Mihawk e parcheggió, prese un respiro profondo ed uscģ dall'auto pronto per affrontare la serata in compagnia delle due persone pił pericolose che conosceva.








*Special*

Mihawk si sveglió e sbadiglió. Si giró verso il comodino per controllare l'orario ma trovó la sveglia tagliata a metą.
'Di nuovo' pensó mettendosi a sedere sul letto e fissando un punto indefinito sul muro.
Dopo circa un minuto si decise ad alzarsi dato che il suo stomaco reclamava cibo soprattutto dolci, cosģ si diresse in cucina e, dopo aver aperto il frigo, trovó i pasticcini che aveva acquistato il giorno prima e ne prese 5. Si sedette in salotto con davanti il piatto iniziando a mangiarli.
Si allungó quel che bastava per raggiungere il cellulare poi compose un numero che sapeva a memoria.
"Pronto."
"Crocodile"
"Mihawk, č da un po' che non ci sentiamo"
"Gią. Riguardo alla nostra riunione, venite a casa mia stasera alle 19, dillo tu a Doflamingo. Ciao, ora ho da fare"
"Aspe-"
Riattaccó senza aspettare la risposta dell'altro che sapeva essere positiva.
Gią, aveva altro da fare, doveva mettere un po' in ordine la casa.
"Odio pulire" disse ingoiando l'ultimo pasticcino e appoggiando il mento sul palmo della mano destra.















Buonasera a tutti! Ecco un altro capitolo!
Qui vediamo i nostri due piccioncini (certo come no) a confronto con i loro sentimenti.
Alla fine hanno ammesso almeno a loro stessi che provano pił della semplice attrazione fisica verso l'altro. Ho messo di proposito la ripetizione del 'deve avere un grande senso dell'umorismo' per far vedere che hanno anche gli stessi pensieri pił o meno xD
Doflamingo pensa a Cupido mentre Crocodile a Dio... Ma in entrambi i casi nessuno dei due ci crede~
Vogliamo parlare del fenicottero che nasconde la camicia nera del coccodrillo in un vaso?!? Ho capito che ti piace vederlo girare con la tua camicia ma cosģ dai- (^^)
E Crocodile che fa finta di dormire mentre Doflamingo si diverte a coccolarlo? Croco-boy che arrossisce č la cosa pił bella del mondo.
Finalmente nel prossimo capitolo vedremo la riunione del mio trio preferito, ne succederanno delle belle~
Č tornato lo special dopo secoli che non c'era! Spero vi piaccia anche se č corto, ovviamente su Mihawk! Ebbene sģ, se fosse per lui le pulizie le farebbe fare a qualcun'altro! Č una persona molto pigra figuriamoci se ha voglia di mettere in ordine la casa xD

[ NON Č STATA MALTRATTATA NESSUNA CAMICIA IN QUESTO CAPITOLO ]

Detto questo, vi lascio quest'immagine che mi ha inviato「super_googletta97」e da cui ho preso spunto per i vestiti di Crocodile e prenderó spunto anche per quelli di Doflamingo nel prossimo capitolo! Non sono bellissimi? ♡ 

http://www.pinterest.com/pin/450430400202153024/

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Capitolo 23
*** Quegli amici che hai e la cui amicizia hai messo alla prova, aggrappali alla tua anima con uncini d'acciaio ***


Cap23. Quegli amici che hai e la cui amicizia hai messo alla prova, aggrappali alla tua anima con uncini d'acciaio.


















Crocodile respiró profondamente e suonó il campanello; passare la serata con quei due uomini gli avrebbe fatto sicuramente venire un gran mal di testa.
La porta si aprģ e comparve Mihawk con indosso una camicia rosso sangue e dei pantaloni neri.
"Entra" gli disse.
Quella casa metteva sempre soggezione con i candelabri negli angoli e la semi oscuritą; ci mancavano solo i fantasmi e sarebbe stata una perfetta casa dell'orrore.
"Ho fatto le pulizie" disse Occhi di Falco appoggiandosi al muro del salotto mentre gli passava davanti.
"Davvero? Mi ricordavo che odiassi questo genere di cose"
"Infatti."
Crocodile si sedette davanti al tavolo su cui si trovavano tre bicchieri, una bottiglia di vino ed un posacenere, per poi accavallare le gambe; quell'uomo riusciva sempre a sorprenderlo nonostante si conoscessero fin da piccoli.
"A volte proprio non ti capisco" disse guardandolo.
"Invece per me sei un libro aperto. Ad esempio mi basta guardarti per capire che c'č qualcosa di diverso in te e sono certo che questo sia opera di Doflamingo" commentó Mihawk incrociando le braccia al petto.
Il coccodrillo lo guardó assottigliando lo sguardo.
"Di solito non sei cosģ loquace"
"Di solito non sei cosģ espressivo"
Il campanello interruppe i due uomini che si stavano fulminando con lo sguardo.
Occhi di Falco si staccó dal muro per andare ad aprire sapendo bene chi si sarebbe trovato davanti.
"Buonasera falchetto, ti trovo in splendida forma~"
"Ho un'improvvisa voglia di decapitarti. Stai zitto ed entra"
Crocodile guardó l'ultimo arrivato: camicia viola con i primi bottoni slacciati, cintura rossa e pantaloni bianchi.
"Il buon gusto ha deciso di farti visita?" gli chiese ironico mentre Doflamingo entrava in salotto seguito da Mihawk.
Il fenicottero, dopo essersi seduto di fronte a lui, cominció a ghignare.
"Era l'ultima camicia pulita che avevo, sai l'altra penso che la terró come una reliquia~" 
Il 'falchetto' nel frattempo si era seduto nella sedia libera di fianco ai due uomini per poi versarsi del vino.
"Non voglio sapere il perchč." commentó bevendo un sorso del liquido rosso.
Crocodile si accese un sigaro mentre il fenicottero imitava Mihawk e aggiungeva: "Falchetto, sei ancora troppo piccolo per certe cose~"
"Come fai a sopportarlo tutto il giorno?" chiese Occhi di Falco guardando Crocodile.
"Non me lo chiedere"
"Peró lo fai" disse Doflamingo ghignando e appoggiando il mento sul palmo della mano destra.
"Ha ragione" commentó Mihawk bevendo un altro sorso di vino.
"Avete finito?" sbottó accavallando le gambe in un gesto di stizza che non sfuggģ agli altri due.
"Fufufu~ ogni volta che ci incontriamo non riusciamo a non punzecchiarci, č inevitabile. Probabilmente avevamo lo stesso comportamento anche nella nostra vita passata, o magari eravamo delle brave persone.."
"Ma per favore, come minimo eravamo pirati della peggior specie" sbottó Crocodile sogghignando mentre Mihawk annuiva.

Doflamingo, svuotato il bicchiere, si giró a guardare il divano e, dopo aver visto il pc, esclamó: "Guardiamo un film!"
Occhi di Falco fu subito d'accordo con l'altro anche perchč era troppo presto per cenare. "Mi sembra una buona idea."
"Magari un bel film horror~" aggiunse il fenicottero ampliando il suo ghigno e fissando Crocodile che, instintivamente, aveva sgranato gli occhi.
"No." 
"Anche questa mi sembra un'ottima idea" commentó Mihawk guardandolo.
"Che c'č Croco-chan, non dirmi che hai paura? Fufufu~" 
"Chiudi il becco, io non ho affatto paura."
"E allora cosa c'č che non va nella mia idea?"
"Che č tua."
"Smettila di arrampicarti sugli specchi Crocodile" disse Mihawk alzandosi e dirigendosi verso uno dei pochi mobili presenti in quella stanza.
"Se te la fai sotto puoi sempre abbracciarmi~"
"Piuttosto mi sgozzo con l'uncino"

Il coccodrillo non aveva la minima intenzione di guardare un film horror in loro compagnia per due semplici motivi: primo perchč si stavano divertendo alle sue spalle dato che a loro quelle cose non facevano nč caldo nč freddo; secondo perchč sapeva che non avrebbe chiuso occhio per almeno due giorni.

Nel frattempo Mihawk, che stava rovistando in un cassetto pieno di dvd, si alzó in piedi e spense le candele e la lampada per poi dirigersi verso il divano.
"Questo č carino" disse sedendosi di lato vicino ad un bracciolo.

'Carino? Altro che due giorni, non dormiró per almeno una settimana!' pensó Crocodile andando a sedersi di fianco all'altro con un'espressione rassegnata.
"Oh andiamo Croco-chan,sembri un condannato a morte!" esclamó Doflamingo sedendosi di fianco a lui all'altro lato del divano.
Occhi di Falco accese il pc ed inserģ il dvd premendo play, il tutto sotto lo sguardo divertito del fenicottero e preoccupato di Crocodile.
'Devo mantenere la calma, č solo pura finzione, tutto inventato e nato dalla mente malata di una persona che non sapeva cosa fare della sua vita ed ha deciso di rovinare la mia.' pensó il coccodrillo accavallando le gambe ed iniziando a mordersi nervosamente il labbro inferiore.
Il suo comportamento non sfuggģ al biondo seduto accanto a lui che cercava di trattenersi per non scoppiare a ridere; quel film l'aveva gią visto tempo prima quindi poteva godersi le reazioni dell'altro senza distrazioni.

Anche a  Mihawk non era sfuggito ció che aveva notato il fenicottero. In quel momento si ricordó della prima volta che lui e Crocodile avevano guardato un film horror insieme; erano al primo anno delle medie e, dopo aver finito di studiare, non sapendo cosa fare per passare il tempo, avevano deciso di passare la serata guardando l'ultimo film dell'orrore uscito. Non si sarebbe mai scordato la faccia sconcertata del coccodrillo e neanche quando il giorno dopo si era svegliato con l'altro raggomitolato di fianco. 

Le immagini si susseguivano sullo schermo, ma solo uno di loro stava veramente seguendo la storia, gli altri due facevano finta di guardare il film mentre in realtą spiavano l'uomo accanto a loro con la coda dell'occhio.
Crocodile il pił delle volte sgranava gli occhi o deglutiva, altrimenti si mordeva il labbro o si ficcava le dita nel palmo della mano. Si vedeva benissimo che stava cercando di trattenersi dal fare domande per allentare la tensione o dallo scappare il pił lontano possibile.
'Ma purtroppo il tuo orgoglio non ti permette di fare nulla di tutto questo' pensó Doflamingo sorridendo.
"Che c'č Croco-chan, ti vedo piuttosto pallido~" commentó non riuscendo a trattenersi.
"Sto benissimo" sussurró l'uomo al suo fianco senza neanche guardarlo.
Il fenicottero, scuotendo la testa, appoggió la spalla sinistra contro quella destra del coccodrillo per poi rimanere attaccato all'altro in quello che doveva essere una sorta di sostegno morale.
Crocodile non si spostó, ma ringrazió mentalmente l'altro.
Tutto questo non sfuggģ al padrone di casa, il quale smise di fissare l'uomo accanto a sč nel momento in cui assunse un'espressione pił rilassata.

Dopo circa un'ora e mezza il film finģ, cosģ Mihawk tolse il dvd e lo ripose nella sua custodia lasciandola sul tavolino di fianco al pc.
"Non č stato cosģ terribile" commentó mentre si alzava e riaccendeva le candele e la lampada.
"Penso sia morto" disse ridendo Doflamingo.
"Non sono morto" sbottó Crocodile mollando una gomitata all'altro.
"Ouch! Non sarai morto ma hai avuto paura tutto il tempo ammettilo!" 
Il coccodrillo gli molló un'altra gomitata pił forte della precendente, sperando di avergli spaccato qualche costola.
"Questa reazione significa solo che ho ragione~" disse con il fiato corto il fenicottero alzandosi in tempo per evitare la terza gomitata di fila.
"Vado a preparare la cena. Se rompete qualcosa poi io rompo voi." commentó Mihawk assottigliando lo sguardo ed uscendo dal salotto per dirigersi in cucina.
"Non stava affatto scherzando." disse Crocodile guardando l'altro.
"Sarebbe sul serio capace di tagliarci una gamba se gli spostassimo anche solo una candela" inizió Doflamingo sedendosi di nuovo sul divano. Aveva proprio voglia di fare incazzare l'altro cosģ aggiunse ampliando il suo solito ghigno:
 "Ah, alla fine l'hai ritrovata la camicia?"
"No ho cercato ovunque, quindi sono giunto alla conclusione che ci sia il tuo zampino, fenicottero"
"Io? Ma non dire sciocchezze! Perchč mai avrei dovuto nascondere la tua camicia?"

'Ahahah come mi guarda male!' pensó.

"Questo me lo devi dire tu"
"Non avresti questi problemi se sapessi lavare e stirare" 
"Che cazzo centra. E poi io lo so come si fa una lavatrice e anche come si usa un ferro da stiro, al contrario tuo. Il fatto che non lo faccia non significa nulla." sbottó il coccodrillo guardando l'altro con astio.
"Perchč imparare a fare qualcosa se ho delle persone che lo fanno per me?" domandó il fenicottero sollevando le spalle. "Piuttosto mi piacerebbe sapere come mai tu ne sei capace"
"Non sono affari tuoi. E poi preferisco non dipendere troppo dagli altri"
"Mfufufu~ una perfetta donna di casa"
Crocodile sollevó il cuscino che si trovava di fianco a lui per lanciarlo contro l'altro ma Doflamingo lo fermó indicando la porta. "Ricordi? Non una cosa fuori posto" disse sorridendo mentre l'altro riponeva l'arma piena di piume con cui lo avrebbe voluto soffocare e masticava insulti pił o meno coloriti sui fenicotteri approfittatori.

Aveva immaginato che, provocandolo, avrebbe cercato di lanciargli addosso qualcosa, quindi si era gią preparato. Comunque non aveva alcuna intenzione di lasciare in pace l'altro.

"Forse dovresti guardare dentro un vaso gigante, ho l'impressione che lģ troverai quello che cerchi~"
"Hai messo la mia camicia in un vaso? Ma ti ha dato di volta il cervello?" 
"Assolutamente no."
"Non azzardarti a toccare mai pił i miei vestiti"
"Oh tranquillo, se mai dovessi averne bisogno ti presteró di nuovo i miei~"

Crocodile si passó la mano sulla faccia; stava seriamente prendendo in considerazione di tirargli un candelabro in testa anche se dopo avrebbe dovuto fare i conti con il padrone di casa.
  
                           •••

Mihawk intanto aveva apparecchiato e preparato la cena, cioč aveva preso il telefono e chiamato la pizzeria pił vicina. 
L'unica cosa che aveva messo in tavola erano i dolci: mousse alla fragola, pasticcini alla frutta, cioccolatini di ogni tipo e orsetti gommosi. D'altronde si sa che sono la parte pił importante di ogni pasto.
Dopo aver pagato il fattorino e aver appoggiato le pizze nel forno, uscģ dalla cucina ed entró in salotto trovando i due ospiti seduti sul divano, uno che tamburellava le dita sulla propria gamba cercando di non commettere un omicidio, l'altro che aveva comodamente appoggiato la testa sullo schienale e stava sogghignando. 
"La cena č pronta" disse soltanto per poi uscire ed entrare nuovamente in cucina seguito dagli altri due.

Dopo che il coccodrillo e il fenicottero si furono seduti a tavola, Mihawk tiró fuori i tre cartoni con dentro le pizze.
"Aspetta, ma quando-" cominció a chiedere Crocodile ma venendo subito interrotto.
"Eravate cosģ presi a discutere che non vi siete neanche accorti che ho ordinato le pizze e me le hanno portate 2 minuti fa"

Nessuno dei due ospiti fu sorpreso dal comportamento del padrone di casa; non avrebbe mai cucinato, al massimo li avrebbe invitati a cena fuori, quindi la pizza era decisamente un'idea alla 'Mihawk'.
"Per caso hai svaligiato un negozio di dolci?" domandó invece il fenicottero fissando i vari piatti sul tavolo.
"No, quelli sono solo una piccola parte della mia scorta" rispose Occhi di Falco sedendosi ed iniziando a mangiare la sua pizza con le patate fritte, imitato da Crocodile che addentó un pezzo della sua margherita e da Doflamingo che si leccó le labbra guardando la sua alla salsiccia.
I primi minuti passarono in religioso silenzio dato che tutti e tre pensavano solo a riempirsi lo stomaco.
"Croco-chan mi passi la Coca-Cola?" domandó ad un certo punto il fenicottero.
"Tieni" rispose il coccodrillo appoggiando la fetta di pizza e passando la bibita gassata all'altro.
"Grazie~"
"Figurati"
"Ma che carini" commentó Occhi di Falco facendo sparire la penultima fetta di pizza, ma guadagnandosi un calcio da Crocodile.
"Fufufu~ falchetto, smettila di provocare Croco-chan, sai, č in quel periodo del mese." 
"Sģ, il periodo del mese in cui sono particolarmente scazzato e ho voglia di farti fuori"
"Tu sei sempre scazzato" disse Mihawk per poi bere la Coca-Cola.
"Hahaha! In effetti.. Comunque, dato che sei tanto bravo a fare le lavatrici e a stirare, ti porteró anche i miei vestiti" aggiunse Doflamingo ingoiando l'ultima fetta di pizza.
"Crocodile sa stirare?" domandó incredulo Mihawk.
"Oh sģ, sto pensando di assumerlo come maid personale~"
"Potrebbe essere vantaggioso"
"No ma tranquilli, io non sono qui" commentó acido il coccodrillo finendo la margherita. "I tuoi vestiti te li lavi tu"
"Aah adesso ti sto immaginando con indosso quel bel grembiule di pizzo che hai a casa tua~"
"Non pensavo avessi certe tendenze."
"Non č mio, ma di una mia sottoposta. E tu smettila di fare pensieri strani, appena torno a casa lo brucio"
Occhi di falco guardó i due uomini che stavano discutendo su grembiuli e camice e appoggió il mento sul palmo della mano.
'Alla fine non siamo cambiati molto in questi anni' pensó prima di alzarsi per fermare Crocodile che stava per lanciare la sua sedia in testa a Doflamingo.
'No, proprio per niente'













Salve! Ecco il capitolo sulla riunione dei nostri tre protagonisti.
Devo scusarmi con Crocodile, prima il film horror e poi il grembiule di pizzo.. Secondo me, appena finita questa storia, me lo ritroveró sotto casa-
Doflamingo non perde mai occasione per mettere nei guai il coccodrillo e Mihawk ha cominciato anche a dargli corda..
Parlando di Mihawk, quando stavo scrivendo il pezzo sulla cena non sapevo cosa fargli cucinare, cosģ ho mandato un messaggio alla persona a cui mi sono ispirata per il suo personaggio e mi ha risposto "ordinerei una pizza oppure a cena fuori, io non cucino"
E, dopo aver parlato per 10 minuti di pizze, lei ha ordinato sul serio una pizza.
"Č colpa tua"   Ahahahah xD
(La conversazione sulle lavatrici č avvenuta sul serio)
Dopo queste informazioni inutili, lasciate un commento e ditemi la vostra come sempre! A presto ;)

PS. il titolo č una citazione di Shakespeare, mi piaceva per via degli uncini♡

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Capitolo 24
*** Debolezze, console e pigiami imbarazzanti ***


Cap24. Debolezze, console e pigiami imbarazzanti.













Finita la pizza, i tre uomini passarono ai dolci per la gioia di Mihawk che, ogni volta che addentava una fetta delle sue torte, socchiudeva gli occhi.
"Ti piacciono proprio eh?" domandó Doflamingo ingoiando una manciata di orsetti gommosi.
Occhi di Falco lo guardó come se gli avesse chiesto quanto faceva 2 + 2.
"Prima di venire qui ho notato che la mia segretaria ha comprato un'ingente quantitą di ciambelle alla fragola, ai frutti di bosco, al cioccolato e molte altre... Decisamente troppe per me, quindi-" disse il fenicottero fermandosi per reprimere una risata; infatti Mihawk aveva spalancato gli occhi e lo fissava sbattendo pił volte le palpebre.
"Quindi te ne porteró un po', che ne dici falchetto?" concluse ghignando.
Occhi di Falco, con una rapiditą impressionante, assunse nuovamente la sua solita espressione fredda, tanto che quella di prima sembrava solo un miraggio.
"Se proprio devi" gli rispose spostando lo sguardo sul suo piatto.
"Fufuahahahahah! Il solito inespressivo~"

Nel frattempo Crocodile stava gustando una fetta di torta millesfoglie pensando al film horror visto qualche ora prima.
'Un'invasione zombie č poco probabile di questi tempi, chi sano di mente potrebbe iniziare esperimenti sugli esseri umani? Bhe, probabilmente qualcuno lo fa, ma non con queste conseguenze.. E se invece succedesse? Devo farmi costruire un bunker con scorte di cibo e acqua, bagno, connessione internet e letto. L'importante č non farsi contagiare' 
Era talmente preso dai suoi pensieri che non si accorse che Doflamingo lo stava chiamando da un po', e quindi sobbalzó quando l'altro gli appoggió una mano sulla spalla.
"Croco-chan, ti senti bene?"
"E-Eh? Ah no, stavo solo pensando" aggiunse ricominciando a mangiare.
"Pensando a cosa?" gli chiese il biondo sedendosi di nuovo di fianco a lui ma continuando a guardarlo incuriosito.
"Nulla di importante" rispose semplicemente. Se gli avesse detto che stava pensando a come fronteggiare una possibile invasione zombie lo avrebbe sfottuto a vita.
"Oh andiamo~"
"Pensavo a quanto fosse buona questa torta" disse sbuffando; per fortuna che sapeva mentire altrimenti si sarebbe trovato in grossi guai.
"Il falchetto ti ha attaccato la sua debolezza? E io che credevo che la tua unica debolezza fossi io~"
"Continua a sognare idiota"

Mihawk aveva seguito tutta la scena e aveva capito che Crocodile non stava affatto pensando ai dolci; data quell'espressione concentrata, l'argomento dei suoi pensieri doveva essere qualcosa di pił importante.. Improvvisamente capģ, ma decise di starsene zitto, almeno per il momento.
Dopo che i tre ebbero finito di mangiare i dolci, si spostarono in salotto; Crocodile si sedette al tavolo davanti al posacenere accendendosi un sigaro, Doflamingo si sedette sul divano a gambe divaricate, Mihawk si appoggió al mobile di fianco alla porta.
"Č da circa un mese che ho delle cose che mi occupano spazio, ma non avendo avuto tempo non le ho montate" disse Occhi di Falco staccandosi dal mobile ed aprendo una delle sue ante per poi tirare fuori una borsa con dentro un pacco rettangolare.
"L'altro č in camera, lo vado a prendere" aggiunse chiudendo l'anta ed uscendo dal salotto. Gli altri due si erano incuriositi e ora guardavano quel pacco cercando di indovinarne il contenuto.
"Secondo te cos'č?" domandó Crocodile alzandosi e avvicinandosi all'oggetto.
"Oh non ne ho idea, ma sono proprio curioso~" rispose Doflamingo affiancandolo.
In quel momento Mihawk rientró in salotto trasportando un pacco ancora pił grande di quello che si trovava davanti al mobile.
"Ecco" disse appoggindolo di fianco ai due uomini che lo guardavano sorpresi.
"Non ci hai ancora detto di cosa si tratta" commentó il coccodrillo espirando una boccata di fumo.
"Lģ" disse Occhi di Falco indicando il pacco gigante "c'č un televisore a 40 pollici, mentre nella busta c'č una cosa che si chiama Wii mi pare."
Crocodile e Doflamingo si guardarono sbalorditi; il falchetto non aveva mai comprato un televisore perchč lo riteneva uno spreco di spazio e di tempo, ed ora stava dicendo che lo aveva acquistato insieme alla Wii?
"Come mai hai comprato queste cose?" domandó il coccodrillo mentre il biondo aveva aperto la scatola gigante e si stava guardando attorno in cerca di prese per collegare l'apparecchio.
"Non le ho comprate, sai che non lo avrei mai fatto. Me li ha regalati Shanks insieme a un sacco di dolci perchč gli ho dato delle informazioni importanti" rispose il padrone di casa sedendosi sul divano per poi aggiungere "non so come si faccia a montarli, se li volete potete prenderli" 
"Shanks il capo della CIA? Certo che ne frequenti di persone interessanti! Comunque non preoccuparti falchetto, ci penso io a montarti tutto! A casa ho tutte le console in circolazione, Wii, Play Station, X-Box 360... Sarą un gioco da ragazzi!" disse allegro Doflamingo trafficando con il televisiore ed aprendo anche l'altra scatola.
"Io ho una TV molto pił grande di questa e non saprei che farmene, e poi ho paura che non riuscirai a frenare l'entusiasmo del fenicottero" commentó Crocodile sedendosi sul divano mentre Mihawk si dirigeva verso il tavolo a prendere il posacenere per l'altro. 
"Tieni" disse sedendosi accanto a lui e appoggiando il posacenere sul tavolino.
"Grazie" 
Dopo un quarto d'ora, Doflamingo aveva trovato una presa di fronte al divano e, una volta collegata la Wii al televisore, la accese.
"Ah amo questa parte!" esclamó cliccando sopra l'icona 'crea il tuo Mii'
Gli altri due guardavano in silenzio l'operato del biondo mentre armeggiava con il telecomando.
"Ecco, questo č il falchetto!"
In televisione apparve un esserino dai capelli neri, l'espressione fredda, gli occhi dorati con indosso una maglietta rossa e pantaloni neri.
"Ma che carino, ti assomiglia" commentó Crocodile mentre Doflamingo salvava il Mii con il nome di 'Falchetto'.
"Ok, ora creiamo anche Croco-chan!"
Dopo qualche minuto apparve un altro esserino dai capelli corvini tirati all'indietro, una cicatrice orizzontale sotto gli occhi neri, con indosso una maglia verde e pantaloni neri.
"Sei tu" commentó Mihawk guardando il Mii 'Croco-chan'.
"Ed ora tocca a me"
Sullo schermo comparve un altro esserino, pił alto dei precedenti, dai capelli biondi, gli occhiali da sole, il ghigno stampato sulla faccia, con indosso una maglia rosa e dei pantaloni neri, e venne soprannominato 'Dofy'.
"In alcuni giochi, come quelli sportivi che si trovano nella confezione, si devono usare i Mii" spiegó Doflamingo "basta avere un telecomando a testa e possiamo giocare uno contro l'altro"
"Ho capito" disse Mihawk sgranchendosi le braccia, alzandosi e spostando il tavolino.
"Sembra divertente" commentó Crocodile spegnendo il sigaro nel posacenere.
"Fufufu~ proviamo!" aggiunse il fenicottero porgendo ad ognuno un telecomando.
Dopo aver spiegato i comandi ed aver fatto vedere come si faceva, Doflamingo si mise a sedere sul divano godendosi la battaglia a tennis tra gli altri due.
Nessuno dei tre voleva perdere e essere inferiore in qualcosa anche se si trattava di un gioco.
Dopo la vittoria di Crocodile, Doflamingo sfidó Mihawk a baseball e poi l'altro a bowling. Nel tiro al piattello Occhi di Falco era imbattibile, per lui era una passeggiata colpire i bersagli; il biondo invece eccelleva nel pugilato mentre il moro, che evitava gli sport acquatici, preferiva giochi pił metodici, come il tennis, il bowling o il golf, in cui riusciva a battere gli altri due nonostante usasse solo una mano.

Passarono pił di due ore a giocare lanciandosi mezzi insulti, ma divertendosi come bambini.
"Ah, ho dimenticato di dirvi che al momento la stanza per gli ospiti non č utilizzabile, quindi ho spostato il mio letto e ho preparato i tre futon in camera mia" disse Occhi di Falco  appoggiando il telecomando sul divano.
"Non sapevo che avrei passato qui la notte, non ho niente con me" commentó Crocodile mettendo il suo telecomando di fianco al televisore.
"Neanche io" aggiunse Doflamingo imitando l'altro.
"L'ho dato per scontato. Comunque vi presto io tutto il necessario" disse Mihawk uscendo dal salotto mentre il coccodrillo impallidiva. 
Si ricordava molto bene i pigiami che indossava l'altro, uno pił imbarazzante dell'altro, tra disegni di barchette, dolci vari e nuvolette.
"Bhe allora non c'č nessun problema, tanto io dormo nudo~" commentó Doflamingo beccandosi un'occhiataccia da parte del moro.
"Ok ok, dormiró in boxer, anche se odio dormire con qualcosa addosso, mi sento strano"
"Tu sei strano"
"Fufufu, Croco-chan, non ammetto critiche da uno che non sa cosa significhi dormire nudi"
"E chi ti ha detto che io non lo faccia?" commentó il coccodrillo sogghignando ed uscendo dal salotto seguito subito dall'altro.
"Crocodile!"

Mihawk era in camera sua e stava guardando dentro un cassetto quando venne raggiunto dall'uomo con l'uncino.
"Non metteró mai uno dei tuoi pigiami" gli disse mentre anche Doflamingo entrava nella stanza.
"Io non ho bisogno di nessun pigiama, gią sarą una tortura dormire in boxer.."
Entrambi si pietrificarono quando si resero conto che l'altro aveva assunto uno sguardo tagliente e sembrava sprigionasse un'aura oscura.
"In boxer?"
"Ok ok, non ti arrabbiare, scherzavo~" rispose Doflamingo mentre Crocodile era cosģ bianco da assomigliare ad un lenzuolo.
"Sono cosģ terribili?" gli sussurró il fenicottero mentre Mihawk rovistava nell'armadio.
"Non puoi neanche immaginarlo" rispose scuotendo la testa.
Occhi di Falco appoggió il proprio pigiama sopra al futon esterno pił vicino a lui; era blu con disegnati dei falchetti.
"Oh ora capisco, sembrano pigiami di un bambino di 6 anni.." commentó a bassa voce il fenicottero per poi aggiungere "Mihawk, sul serio, non ci servono i pigiami, ci basta una maglietta e dei pantaloni di una tuta" 
Crocodile annuģ quando il padrone di casa si giró a fissarli.
"Siete miei ospiti, non posso farvi dormire senza un pigiama"
"Tranquillo, a noi va bene cosģ" disse il coccodrillo sperando che l'altro non tirasse fuori altri indumenti imbarazzanti.
"Se lo dite voi" commentó chiudendo il primo cassetto per poi aprire il secondo dove si trovavano altri vestiti.
Crocodile indossó una maglietta bianca a maniche lunghe e dei pantaloni di una tuta mentre Doflamingo solo dei pantaloni grigi.
Mihawk si sistemó nel futon a sinistra, Crocodile in quello centrale e Doflamingo in quello a destra.
"Dato che ho di fianco un sonnambulo e un maniaco sessuale non mi toglieró l'uncino" disse il coccodrillo sdraiandosi.
"Io dormo con gli occhiali~" aggiunse il fenicottero.
"Io non sono sonnambulo" commentó Occhi di Falco.
"No, una volta hai cercato di sgozzarmi con la spada nascosta nella croce che porti al collo, non sei sonnanbulo" sussurró ironico.
"Ah sģ? Non me lo ricordo"
"Comunque sono curioso di sapere perchč la stanza degli ospiti č inutilizzabile" li interruppe Doflamingo sollevandosi quel tanto che bastava per vedere Mihawk.
"Perchč la sto mettendo in ordine e perchč qualcuno qui ha paura degli zombie."
"Che cosa? Io non ho affatto paura!" sbottó Crocodile mettendosi a sedere di scatto.
"Ahahahahahah allora č a quello che stavi pensando in cucina! Non preoccuparti, ti terró vicino a me per tutta la notte fufufufu~" commentó il fenicottero abbracciando l'altro per la vita.
"Mihawk, č tutta colpa tua!" esclamó Crocodile girandosi verso l'altro ma trovandolo addormentato.
"MIHAWK!" urló mollando un pugno sulla testa del fenicottero che nel frattempo aveva infilato le mani sotto la sua maglietta.
"Č inutile, lo sai che non lo svegliano neanche le cannonate~" 
"Doflamingo, togli quelle mani e dormi"
"Non se prima non mi dai il bacio della buonanotte" 
Crocodile sbuffó passandosi la mano tra i capelli; era stanco e discutere con quell'idiota non avrebbe portato a niente, quindi si abbassó finchč le sue labbra non incontrarono quelle dell'altro.
"Ora lasciami in pace"
"Croco-chan, quello non era un bacio vero! Andiamo! Dai, dai, dai, da-"
Crocodile lo spinse sul letto e lo bació con pił foga rispetto a prima, ficcandogli la lingua in bocca senza tanti complimenti. Dopo un po' si staccó dall'altro sdraiandosi sul futon e dandogli le spalle.
"Dormi"
Doflamingo sorrise e si lanció sull'altro abbracciandolo per poi sussurrargli all'orecchio:
"Buonanotte"










Salve! Ok non so da dove iniziare a commentare questo capitolo. Eravamo gią a conoscenza della debolezza di Mihawk verso i dolci e Doflamingo sembra divertirsi a vedere i cambi di espressione sulla sua faccia, anche se durano poco.
Mentre scrivevo mi sono chiesta 'cosa succederebbe se questi tre giocassero con la Wii?' ed ecco cosa ne č uscito xD
Non so perchč Mihawk abbia dei pigiami imbarazzanti, ma mi piaceva l'idea che anche lui avesse strani gusti per i vestiti~
Crocodile mente riguardo agli zombie e Occhi di Falco se ne accorge (come sempre) e lo dice a Doflamingo per poi...addormentarsi!
E la parte finale... Sono troppo dolci♡

Ok, basta, sto parlando troppo, lasciatemi un parere e ditemi qual č il pigiama pił imbarazzante che possedete! A presto! ^^

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Capitolo 25
*** Cap25. I sogni della nostra esistenza presente sono l'ambiente in cui elaboriamo le impressioni, i pensieri, i sentimenti di una vita precedente. ***


Cap25. I sogni della nostra esistenza presente sono l'ambiente in cui elaboriamo le impressioni, i pensieri, i sentimenti di una vita precedente.














Doflamingo si sveglió e guardó istintivamente verso il muro per guardare l'ora, ma, non trovando il suo orologio a forma di fenicottero, si ricordó di non essere nel suo letto. Dopo qualche minuto si stiracchió e si mise a sedere sul futon per poi girarsi verso gli altri due in cui si trovavano Crocodile e Mihawk, ma li trovó vuoti.
Guardó la porta aperta della camera e vide una scena alquanto strana: Occhi di Falco con indosso il pigiama imbarazzante con i falchetti che passava recitando una sorta di litania, subito seguito da Crocodile che teneva in mano la croce d'oro che solitamente portava al collo il falchetto.
"Certo che ne faccio di sogni strani" pensó sdraiandosi nuovamente e tornando a dormire.

Doflamingo riaprģ gli occhi sentendo un caldo terrificante nonostante dormisse solo con i pantaloni.
Si guardó attorno trovando alla sua sinistra Mihawk rannicchiato che dormiva, e alla sua destra Crocodile coperto dal lenzuolo fin sopra la testa.
"Ok questo č strano" sussurró sorridendo mentre il coccodrillo si appallottolava pił su se stesso.
"Allora sei sveglio" disse sollevando il lenzuolo.
Il moro gli rispose con uno strano verso aavicinandosi a lui.
'Forse sto ancora sognando' pensó il fenicottero guardando l'altro che gli si appiccicava contro mugugnando qualcosa di incomprensibile.
Mihawk intanto aveva aperto gli occhi di scatto per poi sbadigliare e mettersi disteso sul futon.
"Č presto, torno a dormire" disse soltanto girandosi e riaddormentandosi quasi subito.
Udite quelle parole, Crocodile si mise a sedere, prese il cuscino e lo tiró in testa a Occhi di Falco, che si sveglió di nuovo.
"Torni a dormire? Razza di sonnambulo la prossima volta ti lascio in balia di te stesso!" sbottó il coccodrillo.
"Sonnambulo? Non ricordo" 
Doflamingo si fece immediatamente pił attento; Crocodile non avrebbe mai lanciato qualcosa addosso all'altro senza una buona ragione.
"Non ricordi? Adesso ti schiarisco io le idee" sibiló il coccodrillo.


*Un'ora e mezza prima*
Crocodile si sveglió sentendo il rumore della porta che si apriva, cosģ alzó lo sguardo e vide Mihawk che usciva dalla stanza.
'Starą andando in bagno' pensó, ma guardando il modo di camminare ondeggiante e la testa bassa, capģ.
"Non dirmi che č sonnambulo.." sussurró alzandosi e seguendo l'altro uomo che si stava percorrendo il corridoio.
"Dolci, ho fame" disse ad un certo punto Mihawk continuando a camminare ed arrivando davanti alla porta d'ingresso.
"E adesso cosa vuole fare?" sussurró Crocodile passandosi una mano tra i capelli.
"Stupido frigorifero" disse Occhi di Falco prendendo la croce che portava al collo ed estraendo il pugnale. 
"O cazzo" commentó avvicinandosi con cautela all'altro e toccandogli una spalla per chiamarlo, ma Mihawk si giró di scatto e cercó di colpirlo con la lama.
Crocodile paró il colpo con l'uncino, deviandolo e riuscendo a disarmare l'altro; normalmente non ci sarebbe riuscito cosģ facilmente, ma dato lo stato di sonnambulismo si trovava in vantaggio.
"Brutto idiota! Questa č meglio se la tengo io" disse staccando la croce dal collo di Occhi di Falco e rimettendoci dentro la lama.
Mihawk, come se nulla fosse successo, riprese a camminare avanti ed indietro, continuando a pronunciare la parola 'dolci' come se stesse pregando.
Crocodile non potč fare altro che seguirlo a qualche passo di distanza insultando l'altro e la sua solita sfortuna.
Lo sanno tutti che non bisogna svegliare i sonnambuli, ma bisogna tranquillizzarli e dargli quello che chiedono, ma lui faceva schifo a consolare la gente e non sapeva minimamente dove si trovassero i dolci. Piuttosto che rivelargli un'informazione cosģ importante, Mihawk avrebbe tagliato il suo palazzo a metą, cosģ si limitó a seguirlo.


"Allora non stavo sognando quando vi ho visto passare in corridoio!" esclamó Doflamingo interrompendo il racconto del coccodrillo.
"Ma dai, ho cercato di ucciderti di nuovo" commentó tranquillamente Mihawk rilanciando il cuscino a Crocodile che lo prese al volo.
"Merda quanto vi odio.. Uno diventa sonnambulo e cerca di pugnalarmi, l'altro nel sonno infila le mani sotto la mia maglietta cercando di spogliarmi." sibiló il coccodrillo sdraiandosi e ricominciando a borbottare qualcosa di incomprensibile, per poi coprirsi di nuovo con il lenzuolo, scomparendo sotto di esso.
"Č sempre cosģ quando si sveglia?" domandó Mihawk a Doflamingo che stava ridendo senza controllo.
"Fufufufu~ sģ, se non beve una tazza di caffč č completamente k.o.! Comunque falchetto sei stato un po' cattivo!"
"Umf, io non mi ricordo niente" disse Occhi di Falco sdraiandosi e riaddormentandosi.
"Voi due siete impossibili la mattina" commentó il fenicottero guardandoli per poi decidere di tornare a dormire seguendo il loro esempio.

                        •••

Si trovava immerso in uno spazio vuoto, era come se fosse sospeso in aria. Qualcuno lo stava chiamando, ma non voleva dargli ascolto, sapeva che il proprietario di quella voce voleva solo disturbare il suo sonnellino.
Malgrado tutto aprģ gli occhi trovandosi davanti un uomo con una lunga barba nera raccolta in una treccia e vestito con un uniforme bianca su cui si trovava la scritta 'Marine'.
"Occhi di Falco, se vuoi degnarci della tua attenzione" disse l'uomo con un tono autoritario.
"Fufufu~ Sengoku, lascialo dormire, almeno lui fa qualcosa di interessante" commentó una voce a lui nota.
Guardó alla sua sinistra e vide Doflamingo, vestito con il solito cappotto di piume rosa, ma con un ghigno pił inquietante.
"Queste riunioni sono uno spreco di tempo."
Si giró a destra e vide Crocodile con un foulard blu al collo e un cappotto nero che fumava un sigaro.
Diede un'occhiata a tutte le altre persone sedute al tavolo: oltre a Crocodile e Doflamingo, di fianco a lui c'era un essere blu che sembrava un pesce, poi una donna dai lunghi capelli neri, gli occhi azzurri e il comportamento altezzoso, un gigante con un'espressione immutabile e un uomo altissimo che sembrava una pera e che gli ricordava un suo compagno del liceo.
"Sono qui solo perchč devo, non ci tengo a passare il pomeriggio con degli esseri inferiori quali sono gli uomini" commentó acida la donna accavallando le gambe.
"Kishishishi, io ho delle faccende da sbrigare a Thriller Bark"
"Fufufu~ queste riunioni sono davvero noiose, non č vero Croco-chan?"
"Doflamingo, non rivolgermi la parola"
"Č possibile che tutte le volte vada a finire cosģ?" domandó scuotendo la testa l'uomo blu.
"Cosģ come?" si decise a chiedere.
"Hancock che si lamenta, Moria che cerca di rubare l'ombra a qualcuno, Doflamingo e Crocodile che si punzecchiano e Kuma che non dice una parola!"
Sperava di capirci qualcosa, ma ovviamente si sbagliava. Quella pera gigante sapeva rubare le ombre? Che potere stupido.
Mentre stava riflettendo sul da farsi, Doflamingo mosse le mani ed un uomo in divisa cominció a muoversi contro la sua volontą per poi prendere la sua arma e sparare in testa a Crocodile, il quale non cercó neanche di schivare il colpo, ma si trasformó in sabbia e si ricompose alle spalle del fenicottero.

'Aspetta. Ha un corpo di sabbia?'

Doflamingo prese un bicchiere pieno d'acqua che si trovava davanti a lui e lo rovesció sulla testa del coccodrillo prima che potesse colpirlo.
"Maledetto bastardo" sibiló Crocodile facendo un passo indietro mentre Doflamingo rideva ed insinuava di conoscerlo fin troppo bene perchč potesse prenderlo di sorpresa.
Nel frattempo la donna che rispondeva al nome di Hancock si era alzata ed era uscita dalla stanza dicendo di non avere altro tempo da sprecare, il colosso con un cappello strano si era messo a leggere la Bibbia e la pera gigante era riuscita ad agguantare un marine e stava armeggiando con delle enormi forbici per staccargli l'ombra.
'Dove diavolo mi trovo?' pensó sedendosi pił comodamente sulla sedia e notando solo in quel momento com'era vestito.
Portava in testa un cappello nero con una piuma bianca, un cappotto nero dall'interno rosso, dei pantaloni grigi e degli stivali neri; al fianco della sedia si trovava la sua spada Kokutō Yoru.
Non capendo dove si trovava e chi fossero quelle persone, decise di riaddormentarsi nonostante quell'uomo con un gabbiano sul cappello continuasse a sbraitare.



Mihawk aprģ gli occhi e fissó il soffitto bianco della sua camera. Lui di solito non faceva sogni e se ne faceva non se li ricordava, ma quello era davvero strano.
Si mise a sedere sul futon guardandosi attorno e, non trovando nessuno, si decise ad alzarsi e a cambiarsi, poi uscģ dalla stanza.
Passando davanti al salotto vide una scena che gli fece credere di essere ancora nel mondo dei sogni.
Doflamingo era seduto sul divano con la testa di Crocodile sulla sua spalla. 
"Sta male?" chiese entrando in salotto e guardando i due.
"Oh no, come ti ho detto prima, č molto docile se non beve del caffč. Non č adorabile? Fufu~" gli rispose Doflamingo accarezzando con una mano la guancia di Crocodile che mugugnó qualcosa ma continuó a tenere gli occhi chiusi e a non muoversi. 
"Vado a fare del caffč" disse uscendo diretto in cucina; non poteva vedere il coccodrillo in quello stato, pensava avrebbe azzannato la mano del biondo ed invece non aveva fatto niente. 
Essere dipendenti dalla caffeina č terrificante, fortuna che a lui non piaceva il caffč, era troppo amaro, ma ne aveva un po' per quando Crocodile veniva a trovarlo.
Dopo averlo preparato, portó in salotto delle confezioni di biscotti, ciambella e pane e nutella, poi tornó in cucina e riempģ una tazza della bevanda scura e ritornó nell'altra stanza.
"Tieni" disse porgendo a Crocodile la tazza.
"Uff potevi lasciarmi divertire ancora un po', sei cattivo~" commentó Doflamingo staccandosi dall'altro.
"Non te ne approfittare troppo" disse sedendosi davanti al tavolo e aprendo il barattolo di Nutella.
Crocodile nel frattempo aveva bevuto tutto il contenuto della tazza per poi alzarsi e sedersi di fronte a Mihawk.
"Dovresti seriamente trovare una soluzione al sonnambulismo, hai scambiato la porta d'ingresso per il frigorifero e stavi per farla a pezzi" disse massaggiandosi le tempie cominciando a sentire l'effetto della caffeina.
Doflamingo si era seduto nella sedia libera e aveva cominciato a mangiare i biscotti a macchie seguendo la conversazione degli altri due uomini.
"Non capisco, di solito non faccio cose del genere" commentó Mihawk finendo di spalmare la Nutella su una fetta di pane.
"Č la seconda volta che cerchi di uccidermi nel sonno" sibiló Crocodile prendendo un pezzo di ciambella.
"Non penso possa farci qualcosa" aggiunse Doflamingo per poi ingoiare un altro biscotto.
Il coccodrillo sospiró passandosi la mano tra i capelli; questo voleva dire che la prossima volta doveva dormire con un occhio aperto e uno chiuso.
"Almeno dimmi dove tieni i dolci cosģ so cosa fare"
"Sģ, e poi quando non sei in casa veniamo e te li mangiamo tutti, fufufu~" commentó divertito il fenicottero.
"Se lo facessimo ci ucciderebbe e scioglierebbe i nostri corpi nell'acido per eliminare le prove" disse Crocodile, sapendo che il padrone di casa lo avrebbe fatto sicuramente.
"La cosa di cui dovresti avere paura non č quello che farņ col tuo cadavere, ma col tuo corpo agonizzante ancora in vita." sussurró Occhi di Falco con un tono agghiacciante che fece sorridere gli altri due uomini. L'uomo dagli occhi dorati poteva essere davvero spaventoso quando voleva.
"E poi non accetto critiche da qualcuno che č dipendente dalla caffeina" aggiunse Mihawk prima di finire con un morso la fetta di pane.
"Non dire stronzate, essere sonnambuli č molto pił grave"
"Non quando da coccodrillo ti trasformi in gattino"
"Cosa?" chiese Crocodile guardando l'altro.
Doflamingo di fianco a lui inizió a sbracciarsi per poi mettersi l'indice sulla bocca, chiedendogli a gesti di non dire niente.
Occhi di Falco sbuffó distogliendo lo sguardo. "Nulla, scherzavo" rispose, mentre Crocodile gli dedicava uno sguardo interrogativo e Doflamingo sollevava il pollice in segno di ringraziamento.
'Incredibile, davvero non si č mai reso conto che č un'altra persona prima di bere del caffč?' pensó il padrone di casa guardando Crocodile che mangiava tranquillamente. 'La caffeina ha decisamente un potere sorprendente'
I tre finirono di fare colazione, poi, dopo aver sparecchiato, si sistemarono uno sul divano, e due a sedere davanti al tavolo.
"Ho sognato di essere in un mondo assurdo" cominció Mihawk sdraiandosi sul divano. 
"Pensavo avessi il sonno troppo pesante per sognare" disse Crocodile accendendosi un sigaro.
"E cosa succedeva?" chiese Doflamingo ghignando e appoggiando il mento sul palmo della mano.
"Ero ad una specie di riunione, seduto ad un tavolo con altre 6 persone tra cui voi due. Anche nel mio sogno andavate d'accordo come sempre"
"Fufufu~ immagino"
"E chi erano le altre 4?" chiese il coccodrillo espirando una boccata di fumo.
"Uno era Moria, ma aveva la forma di una pera gigante, gli altri non li conoscevo. C'erano anche dei Marines in divisa. Uno di loro aveva un gabbiano sul cappello"
"Fufufufu~ tu mangi troppi dolci la sera!"
"E cosa facevamo?"
"Sembrava che a nessuno importasse della riunione, ma la cosa pił strana era che avevate dei poteri"
"Ooh questo č interessante~ poteri magici alla Harry Potter o poteri acquisiti tipo Power Rangers?" chiese curioso Doflamingo.
"Crocodile aveva un corpo fatto di sabbia e tu" disse guardando il fenicottero "sembrava potessi manovrare le persone muovendo le dita."
"Un corpo di sabbia? Interessante"
"Fufu~ manovrare le persone, eh? Decisamente da me"
"Era solo uno stupido sogno" affermó Occhi di Falco chiudendo gli occhi.
Crocodile finģ di fumare mentre Doflamingo cercava di convincere Mihawk a raccontargli di nuovo quel sogno che per il primo era interessante, ma per il secondo era solo una cavolata che non meritava la sua attenzione.
Dopo un'ora, il coccodrillo e il fenicottero salutarono Mihawk.
"Falchetto, č stato un piacere~"
"Ci vediamo Doflamingo"
"Mihawk, vedi di non tagliare la porta"
"Certo"
"La prossima volta venite a casa mia, fufufu~"
"Ecco lģ puoi tagliare tutto quello che vedi"
"Crocodile, immaginavo lo avresti detto"
"Ehi! Casa mia non si taglia!"
"Se non lo taglia lui quell'orribile orologio a forma di fenicottero, lo faccio io"
"Ma se č bellissimo!"
Occhi di Falco guardó i due uomini uscire dal palazzo, poi chiuse la porta di casa sua passandosi una mano tra i capelli.
Forse aveva ragione Doflamingo, mangiare cosģ tanti dolci la sera non conciliava il sonno e favoriva il suo sonnambulismo; magari avrebbe dovuto mangiarne meno.
...
Ma molto probabilmente si sbagliava.














Buonasera a tutti! Con questo capitolo si conclude la riunione dei nostri tre protagonisti. L'idea di un Mihawk sonnambulo mi piaceva, e anche l'idea di un Crocodile che cerca di fare qualcosa (inutilmente)-
Parliamo del sogno avuto dal falchetto: ho voluto inserire una riunione degli Shichibukai quando ancora Crocodile ne faceva parte, ma non sapendo come si svolgono (dato che Oda non le ha disegnate) me la sono inventata basandomi sul carattere dei personaggi, quindi perdonate se fa schifo xD
Passiamo a Crocodile. Non so voi, ma anche io senza un caffč o anche due la mattina proprio non mi sveglio e sembro uno zombie in stile Thriller Bark... Figuriamoci se Doflamingo non ne approfitta...
Grazie per aver letto anche il mio commento, se volete lasciarmi una vostra opinione mi farebbe piacere! Anche voi fate sogni strani oppure non sognate mai?

PS. La citazione del titolo č di  Lev Tolsoj **

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Capitolo 26
*** Certe coincidenze ce la mettono proprio tutta per farci credere nel destino ***


Cap26. Certe coincidenze ce la mettono proprio tutta per farci credere nel destino.















I due uomini uscirono dalla casa di Mihawk dirigendosi ognuno verso le rispettive automobili.
"Cosa fai di bello oggi?" chiese Doflamingo mentre estraeva le chiavi dalla tasca.
"Niente" rispose Crocodile aprendo la portiera ed entrando nell'abitacolo, imitato dall'altro che, accesa la macchina, inizió a ghignare in un modo strano.
"Fufufu~ non preoccuparti, ci penso io a rallegrarti la giornata" commentó inserendo la prima marcia ed iniziando a seguire Crocodile.
Il coccodrillo all'inizio non ci fece caso, pensava solo alla bella dormita che avrebbe fatto una volta arrivato a casa sua, senza nessuno che potesse disturbarlo. Dopo qualche minuto si rese conto che il fenicottero lo stava seguendo, o meglio pedinando, senza neanche cercare di nasconderlo.
'Ma che cazzo, cosa vuole adesso?' pensó cominciando a sbuffare.
Una volta arrivato davanti a casa sua, parcheggió e scese dall'auto per poi dirigersi verso la porta, con tutta l'intenzione di lasciare fuori lo stalker rosa.
"Ohi Croco-chan! Non vorrai lasciarmi fuori?" gli disse l'altro uomo dirigendosi velocemente verso di lui.
"Dimmi cosa vuoi da me adesso" sibiló girandosi a guardarlo con astio. "Voglio farmi una doccia e passare la giornata a dormire, quindi lasciami in pace"
Doflamingo lo guardó con aria interrogativa, poi si grattó distrattamente la testa.
"Guarda che me lo immaginavo, stai tranquillo, non voglio fare niente..."
Crocodile lo guardó sbattendo pił volte le palpebre. Stava per caso dicendo che voleva semplicemente passare del tempo con lui?
"Fai quello che ti pare" disse girandosi e lasciando la porta aperta, mentre dietro di lui Doflamingo lo seguiva sorridendo.
Il moro entró in casa e appoggió il cappotto all'attaccapanni, poi si diresse verso camera sua per prendere dei vestiti puliti da mettersi dopo il bagno.
Il fenicottero lo guardó ghignandó.
"Croco-chan non č che potremmo-"
"No"
"Ma se non sai neanche cosa voglio chiederti~" commentó appoggiando la schiena al muro.
"La doccia insieme non la facciamo"
"Cavolo, sto diventando cosģ prevedibile? Fufufu~ ok ok, allora aspetto che tu abbia finito" disse il biondo andando in salotto e sedendosi sul divano.
Crocodile lo guardó fino a quando non scomparve dal suo campo visivo aggrottando le sopracciglia. Era la prima volta che lo ascoltava. Forse stava male. E se avesse dovuto portarlo da un dottore? Non aveva idea di quale fosse il veterinario pił vicino... 
Pensando a quali malattie un fenicottero potesse contrarre, il moro entró in bagno e si fece una doccia, poi si rivestģ e si diresse in salotto.
"Ohi, puoi andare in-" disse ma si fermó notando che l'altro si era addormentato. Sbuffando si sedette di fianco a lui, rilassó i nervi ed appoggió la testa sopra il bracciolo finendo per addormentarsi anche lui.


Crocodile si sveglió e sbadiglió.
Aveva dormito un bel po' dato che la notte prima aveva dovuto fare da balia al sonnambulo dagli occhi di falco.
"Oh ben svegliato~" gli disse Doflamingo che si trovava ancora seduto di fianco a lui e stava sfogliando un giornale. "Mentre dormivi ho fatto una doccia, avevo lasciato dei vestiti qui un po' di tempo fa~" 
L'uomo dall'uncino dorato lo guardó senza rispondere e rimanendo nella stessa posizione.
Pensava che si sarebbe trovato a letto senza vestiti ed invece l'altro non lo aveva toccato, nč lo aveva spostato di un millimetro. 
Forse stava davvero male, insomma, Doflamingo che non lo importuna o non cerca di spogliarlo in ogni situazione non č Doflamingo.
"Croco-chan, stai bene? Hai uno sguardo strano" gli chiese il biondo ripiegando il giornale ed appoggiandolo di fianco a sč.
"Io sto benissimo, sei tu quello che ha qualche problema." 
"Eh? Guarda che io sono in perfetta forma! Ho solo fame, dato che aspettavo che ti svegliassi per cucinare qualcosa"

No, no, no. Qui qualcosa non andava. Stavano avendo una conversazione normale? Perchč non aveva ancora sparato uno dei suoi soliti doppisensi?

Crocodile si mise a sedere di scatto e si avvicinó all'altro uomo posandogli la mano destra sopra la fronte.
'Ok, non ha la febbre' pensó il moro.
Doflamingo rimase immobile guardando il coccodrillo che lo studiava come se fosse un animale in via di estinzione.
Chissą a cosa pensava, probabilmente aveva dormito poco ed ora stava delirando per la mancanza di sonno.

Crocodile si allontanó e si rimise seduto accavallando le gambe. Odiava essere ignorato e il fenicottero lo stava facendo da troppo tempo per i suoi gusti; non che gli piacessero le continue molestie dell'altro, ma stava cominciando a preoccuparsi seriamente.
"Sei sicuro di stare bene Croco-chan? Perchč non torni a dormire, io intanto preparo qualcosa da mangiare~"
"Aah, ma stai zitto" disse il moro afferrandolo per la maglia e tirandolo verso di sč facendo combaciare le loro labbra.
Il biondo si staccó leggermente. "Uno cerca di trattenersi, ma tu lo fai apposta" sussurró.
"Stavo cominciando a preoccuparmi, non č da te non approfittare di queste situazioni" commentó il coccodrillo lasciando la presa sulla maglia.
"Tu mi hai detto di non fare niente"
"E da quando mi ascolti?"
"Da quando stiamo insieme"
Crocodile sgranó gli occhi; aveva appena detto-
"E da quando stiamo insieme?" domandó continuando a fissarlo negli occhi; anche se l'altro portava gli occhiali sentiva il suo sguardo fisso nel suo.
Doflamingo piegó leggermente la testa di lato e sorrise. "Da quando sei venuto a casa mia quella domenica." 
"Ho capito. Ora mi č venuta fame." disse Crocodile girandosi a guardare il muro che improvvisamente sembrava molto pił interessante di tutto il resto.
"Ok! Allora guardo cosa posso preparare~" esclamó il fenicottero alzandosi ed uscendo dal salotto per dirigersi in cucina.
Crocodile deglutģ e si passó una mano sul viso lasciandola a coprirgli gli occhi. 
Quella risposta non se l'aspettava proprio, l'altro era riuscito a sorprenderlo di nuovo.
La loro relazione, se cosģ si poteva chiamare, era cambiata, e a lui non dispiaceva. Forse era proprio lui a stare male dati i pensieri privi di logica tipici di una ragazzina in piena tempesta ormonale. Sospiró togliendo la mano dagli occhi e appoggiandosi allo schienale del divano; dato che la situazione non gli dispiaceva avrebbe continuato a fare quello che faceva sempre.
"Ohi, fenicottero di merda, guai a te se mi distruggi la cucina!"


Doflamingo uscģ dal salotto ed entró in cucina, ma, una volta davanti al frigorifero, si bloccó appoggiando la mano destra sull'elettrodomestico.
Cosa gli era saltato in mente? Le parole gli erano uscite da sole e lui non aveva potuto farci niente. Sbuffó staccandosi dal frigo e passandosi una mano tra i capelli; dopo che aveva detto quella frase, Crocodile lo aveva allontanato con una scusa e lui aveva fatto finta di niente. Probabilmente l'altro non era ancora pronto per avere una relazione...

"Ohi, fenicottero di merda, guai a te se mi distruggi la cucina!"

Doflamingo sorrise aprendo finalmente il frigo.
"Croco-chan, lo faró solo se non indossi quel bel grembiule di pizzo, magari senza niente sotto~"
"Fottiti!" ringhió il moro entrando in cucina. "Adesso lo brucio"
"No, perchč, č cosģ carino~"
"Infatti, va eliminato."
"Oh andiamo~"
"Doflamingo, togli subito le mani dal mio sedere, e smettila di spogliarmi, tanto quell'affare non lo metto!"
"Fufufufu~ quante storie, vedrai come ti sta bene!"
"NO!"

Alla fine il loro rapporto non era cambiato di una virgola, si era preoccupato per niente.


                     ••••••


Mihawk ingoió l'ottavo pasticcino ai frutti di bosco; ormai era passato pił di un mese dalla visita di Crocodile e Doflamingo. In quel periodo aveva svolto alcuni lavoretti, si era ritrovato con Shanks per bere in compagnia ed aveva dormito un bel po'. Nonostante tutto, era comunque informato su cosa fosse successo tra i due uomini dato che almeno una volta a settimana Dolfamingo lo chiamava e lo metteva al corrente di tutto, ovviamente all'oscuro di Crocodile. Alla fine il fenicottero passava pił tempo a casa del coccodrillo che a casa sua, tanto da portarsi dietro vestiti e oggetti personali. Ormai pure i suoi collaboratori avevano capito che frequentava qualcuno da un po', ma nessuno aveva chiesto i dettagli. Anche i subordinati di Crocodile capirono che c'era qualcosa sotto quando il loro capo disse a Miss DoubleFinger che non doveva pił preoccuparsi di preparargli i pasti perchč ci pensava gią qualcun'altro. Il chi fosse questo 'qualcun'altro' non lo aveva detto, ma Mister Two era sicuro fosse un uomo. 
"Istinto" diceva a chi gli chiedeva come facesse a saperlo.

Mihawk finģ i pasticcini e si versó un bicchiere d'acqua; era contento che quella situazione si fosse risolta. Se pensava che tutto era partito da una stupida scommessa e da degli assorbenti gli veniva da ridere. Poi ovviamente non lo faceva.
"Certe coincidenze ce la mettono proprio tutta per farci credere nel destino" disse per poi bere il contenuto del bicchiere.
Si alzó e si diresse in cucina, ma trovó il frigo completamente vuoto. Niente dolci. Per fortuna che aveva la sua scorta di riserva, cosģ si diresse verso la stanza per gli ospiti, dove da tempo li accumulava. Aprģ la porta ma non trovó niente neanche lģ; in effetti era stato molto impegnato in quel periodo e non aveva avuto modo di fare la spesa, quindi si rassegnó e si decise ad uscire per andare a comprarli nel negozio pił vicino da cui andava sempre.
Una volta arrivato, entró e si aggiró tra gli scaffali, ma dei suoi amati zuccheri neanche l'ombra, cosģ andó davanti al negoziante con la faccia pił rilassata che poteva fare.
"Dove sono i dolci." sibiló rifilandogli uno sguardo taglente.
Il negoziante cominció a tremare, poi, preso un respiro profondo, gli rispose:
"M-mi dis-spiace signore, qui non li v-vendiamo pił" 
"Scusi?"
"Ha- ha capito b-bene signore"
"E da quando non li vendete pił?"
"Da c-circa una s-settimana"
"Perchč."
Il negoziante estrasse un fazzolettino dalla tasca e se lo passó sulla fronte per asciugarsi il sudore.
"Perchč non siamo p-pił autorizzati"
"Come prego"
"A-aspetti, lei p-per caso č il signor Mihawk?" 
"Sģ."
"A-allora ho u-una cosa per lei" sussurró il vecchio con il poco fiato che gli rimaneva ed estraendo dal cassetto sotto il balcone un foglietto piegato.
"E-ecco tenga"
Mihawk lo guardó e poi prese il pezzo di carta e lo aprģ.

-Te lo avevo detto che mi sarei vendicato. Ah, sappi che nessuno in questa cittą vende pił dolci. Divertiti, C-

Occhi di Falco sbiancó. Quel pazzo aveva minacciato tutti i negozianti in modo che non vendessero pił il suo cibo preferito solo per fargliela pagare. In tutta la cittą... Questo voleva dire che Doflamingo lo aveva aiutato.
C'era un motivo se Madre Natura aveva fatto in modo che si odiassero, se quei due si mettevano d'accordo potevano davvero far finire il mondo.
Mihawk strinse il foglio nella mano accartocciandolo. 
Si giró con uno sguardo tagliente che fece tremare il povero vecchio, poi uscģ dal negozio diretto a casa. 
"Questa č guerra"





*Special*

"Sei stato davvero cattivo con il falchetto~" disse Doflamingo girandosi verso l'altro che se ne stava sdraiato di fianco a lui.
"Se lo č meritato" commentó il moro ghignando.
"Lo sai vero che ce la farą pagare."
"Ovviamente."
"Quanto mi piaci quando fai il sadico~"
"Muori."
"Fufufu~ ti amo anche io~"


FINE







Ok, calma, sto piangendo. Non mi sembra vero di aver finito questa storia ;_; volevo che non finisse mai, ma ogni cosa ha una fine. Tranquilli, non vi libererete di me, ho gią iniziato a scrivere una raccolta che si chiama BAD ROMANCE ed č ovviamente su Crocodile, Doflamingo e Mihawk <3
Potete trovarla qui:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2640021&i=1

A breve scriveró un capitolo 27 extra su qualcosa che volevo scrivere da tempo. Non dico altro, sarą una sorpresa~

Ma passando al capitolo, l'ho scritto tutto di getto e spero non sia una cavolata.
Volevo fare vedere che il rapporto tra il coccodrillo ed il fenicottero era cambiato; č tornato fuori il grembiule di pizzo, scusate, č stato pił forte di me ;)
Finalmente si capisce perchč la stanza degli ospiti a casa Occhi di Falco č inagibile: la usa per i dolci!
Mihawk invece viene informato di tutti gli avvenimenti da un Doflamingo piuttosto pettegolo, e dal suo racconto scopriamo anche le reazioni della Donquixote Family e della Baroque Works. 
Bon-chan che sa per istinto che il suo capo si vede con un uomo... Mai dubitare della Gay Way~
La fine l'avevo in mente da un po', d'altra parte Crocodile doveva vendicarsi della spesa, degli assorbenti e delle prese per il culo di Mihawk, e naturalmente non ci va leggero-
Il biglietto che gli lascia il coccodrillo č molto simile a quello che gli aveva lasciato lui all'inizio della storia :3
La frase che dice il falchetto e che da fa da titolo al capitolo č una delle mie preferite e penso che rappresenti un po' tutta la storia.
Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita e hanno perso un po'del loro tempo per leggere questa fanfiction; un ringraziamento speciale a tutti quelli che hanno commentato e che mi hanno lasciato una loro opinione strappandomi un sorriso in pił occasioni (^ ^)/
Ci vediamo presto per lo special!

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Capitolo 27
*** EXTRA ***


Cap27. EXTRA








                            « Pensateci. Un giorno
                              lo si puņ definire
                              significativo per la
                             propria vita, solo
                           dopo che lo si č vissuto.
                            Quindi, bisogna stare
                                sempre allerta
                             perchč non si sa mai
                          cosa potrebbe accadere,
                         in un giorno come tanti»







Avete presente quando aprite gli occhi la mattina e sapete solo che quella sarą una giornata nera a prescindere da qualsiasi cosa facciate? Una di quelle giornate no dove sentģ gią di prima mattina che non é il caso di lasciare il letto per la tua incolumitą?
Ecco, quel giorno era uno di quelli.
Crocodile sbadiglió guardando l'orologio verde con l'uncino appeso alla parete di camera sua; era ancora presto per alzarsi, ma dato l'umore nero, decise di farlo ugualmente per preparasi un caffč. I suoi genitori erano sempre in viaggio per lavoro o non sapeva cosa, non gli importava molto, anche perchč aveva tutta l'intenzione di andarsene da casa sua il prima possibile. Non gli era mai piaciuto il modo di sufficienza con cui lo trattava suo padre, come se fosse un rifiuto umano e andasse compatito ogni cosa facesse, ma la cosa che gli dava davvero fastidio era il comportamento accondiscente di sua madre nei confronti di quell'uomo. Gli dava sempre ragione in ogni situazione e faceva ogni cosa che gli ordinava, come ci si apetta da una brava mogliettina, o da una schiava.
Crocodile trascinó i piedi fino alla spaziosa cucina ed azionó la macchinetta del caffč per poi inserire una cialda e premere il tasto play. Aveva davvero bisogno di una sana dose di caffeina per affrontare l'ennesima giornata al liceo Shitasora. Non che non gli piacesse frequentare la scuola, anzi, eccellendo in ogni materia non aveva alcun problema. L'unica pecca erano le persone che ci trovava dentro: stupidi studenti che non pensavano ad altro che a sogni idioti ed utopistici e leccaculo di prima categoria. Che schifo.
La sola persona verso cui provava rispetto era Drakul Mihawk, un ragazzo moro poco pił basso di lui dagli inconfondibili occhi dorati che sapevano ipnotizzare e far tremare di paura. Era da poco tempo entrato a far parte del club di kendo, ma si era gią guadagnato il titolo di pił forte.
Si erano conosciuti quando avevano 5 anni in un parco; lui era andato lģ con una baby-sitter per passare del tempo all'aperto. La donna l'aveva lasciato libero subito e si era seduta su una panchina a parlare al telefono con il suo ragazzo, cosģ lui ne aveva approfittato per guardarsi attorno: ragazzini che si sbaciucchiavano, vecchiette che sparlavano, bambini rumorosi che si rotolavano per terra... In pratica una noia. Stava quasi per arrendersi quando il suo sguardo si spostó verso lo scivolo rosso che si trovava spostato lateralmente rispetto agli altri giochi; di fianco ad esso c'era un bambino pił o meno della sua etą che se ne stava solo accovacciato per terra a fissare qualcosa, cosģ decise di avvicinarsi.
"Cosa fai?" gli chiese curioso sistemandosi di fianco all'altro.
"Guardo le formiche. Sono decisamente pił interessanti delle persone che si trovano qui" gli rispose il bambino girandosi a guardarlo. In un primo momento rimase a fissare quelle iridi giallognole fredde e ipnotiche, poi sorrise.
"Mi stai simpatico. Molto piacere, io sono Crocodile"
"Io mi chiamo Mihawk"
Da quella volta continuarono a vedersi al parco almeno una volta a settimana, si sedevano su una panchina e passavano il tempo a parlare del pił e del meno o a guardare le nuvole trovandoci forme strane, magari sgranocchiando qualche patatina o ingozzandosi di dolci. Alla fine trascorrevano molto tempo insieme, si iscrissero alle stesse elementari, medie e al liceo si ritrovarono nella stessa classe.

Un suono intermittente lo disolse dai suoi pensieri mentre il profumo del caffč appena fatto si diffondeva nell'aria. Dopo aver versato due cucchiaini di zucchero ed aver bevuto la sua bevanda preferita, si vestģ con la camicia bianca, la cravatta rossa e i pantaloni neri e, come ogni mattina, uscģ di casa passando davanti a quella di Mihawk.
Sģ perchč se era vero che quel ragazzo eccelleva nel kendo, era anche vero che era un dormiglione di prima categoria e arrivava quasi sempre in ritardo. Crocodile suonó pił volte il campanello finchč la porta non si aprģ lentamente mostrando una figura che sembrava uno zombie, ma dato l'inconfondibile pigiama azzurro con le nuvolette bianche capģ di chi si trattava.
"Non dirmi che eri ancora a letto" gli disse guardandolo e scuotendo il capo.
Dopo qualche mugugno indistinto l'altro gli rispose di aspettarlo e, nel giro di qualche minuto, si presentó davanti a lui con la camicia stropicciata e la cravatta allentata.
"Sei un disastro" gli disse cominciando ad avviarsi mentre l'altro sbadigliava sonoramente.
"Che sonno, dovrebbe essere illegale andare a scuola a quest'ora"
"E a che ora vorresti andarci?"
"Dopo mezzogiorno"
"Lo immaginavo..."
Mentre camminavano diretti verso il liceo, Crocodile raccontó a Mihawk della sua pessima sensazione e di come il suo istinto non lo avesse mai tradito. Il ragazzo gli rispose che se aveva tanta paura poteva sempre saltare la scuola e andare da qualche altra parte.
"Tsk, non ho paura, sto solo dicendo che ho un brutto presentimento"
Arrivati a scuola appena in tempo per l'appello, i due si misero a sedere nell'ultima fila, Crocodile vicino alla finestra mentre Mihawk accanto a lui.
Il professore parló delle solite cose inutili e delle date degli esami.
"E quindi la prossima settimana ci sarą la verifica di matematica sugli argomenti trattati. Ma ora passiamo ad un altro argomento. Oggi si č trasferito un nuovo studente, voglio che lo facciate sentire a suo agio, mi raccomando. Vieni, entra pure"
La porta della classe si aprģ di scatto rivelando un ragazzo biondo con degli occhiali da sole calati sugli occhi; dopo aver sorriso, camminó in modo a dir poco assurdo fino a raggiungere la cattedra. Indossava un camicia bianca con i primi bottoni aperti, dei jeans aderenti e una cintura schifosamente rosa. Dai vestiti si capiva che aveva una muscolatura sviluppata, formata molto probabilmente da allenamenti e risse.
Crocodile fissó il nuovo arrivato con fastidio; per lui era un altro essere inutile che si aggiungeva alla lista. Anche Mihawk, che sonnecchiava di fianco a lui, aprģ gli occhi e squadró il biondo.
"Molto piacere, il mio nome č Donquixote Doflamingo" disse il ragazzo sorridendo e guardando uno per uno gli studenti che si trovava davanti.
'Non c'č nessuno di interessante' pensó, finchč non incroció lo sguardo di un tipo dai capelli corvini e gli occhi neri come la pece che sembravano capaci di risucchiare ogni cosa. Quel ragazzo lo fissó con odio per poi girarsi a guardare fuori dalla finestra.
'O forse no..' pensó leccandosi istintivamente le labbra.

Mihawk sbattč pił volte le palpebre; il nuovo studente aveva appena guardato Crocodile mentre si passava la lingua sulle labbra. 
"Prego Doflamingo, accomodati pure dove vuoi" aggiunse il professore, mentre tutti i suoi compagni di classe parlavano tra loro, eccitati per questa novitą, non vedendo l'ora di sapere qualcosa in pił su questo Donquixote.
Il ragazzo in questione, che non aveva smesso di sogghignare neanche una volta da quando era entrato in classe, si incamminó verso i banchi e si sedette davanti a Crocodile.
Il professore inizió quindi la lezione scrivendo qualche espressione alla lavagna e risolvendola. Mihawk aveva appoggiato il libro aperto sul banco in posizione verticale in modo da crearsi una barriera e rimettersi a dormire senza che nessuno lo vedesse.
Crocodile scrisse tutto in modo ordinato sul suo quaderno, ma il suo sguardo si spostava dalla lavagna alla massa di capelli biondi davanti a lui un po' troppo spesso. Nonostante quel tizio gli stesse sul cazzo a pelle, doveva ammettere che gli piacevano i suoi capelli.
Ma cosa stava pensando, stava delirando.
Ritornó a fissare la lavagna tamburellando con le dita sul banco sperando che quella giornata finisse presto.
Al suono della campanella tutti i suoi compagni di classe accerchiarono il nuovo arrivato tempestandolo di domande a cui Doflamingo (a quanto pare si chiamava cosģ) rispondeva in modo vago. 
Gli stava venendo un gran mal di testa con tutto quel casino.
Non sapeva come, ma il tipo davanti a lui riuscģ a mandarli tutti via nel giro di qualche minuto.
Crocodile pensó che la tortura fosse finita, ma ovviamente si sbagliava, infatti il biondo si giró sedendosi al contrario sulla sedia e appoggiando le braccia incrociate allo schienale.
"Non ci siamo presentati, io sono Doflamingo" gli disse sorridendo.
"Lo hai gią detto prima" rispose con astio sperando che lo lasciasse in pace.
"Sģ, ma voglio sapere come ti chiami tu"
"Crocodile"
"Č un vero piacere Croco-chan, fufufu~"
Ok quel tipo era riuscito dove molti avevano fallito miseramente: era stato capace di fargli venire il nervoso in meno di 10 secondi.
"Il piacere č tutto tuo, ora girati e lasciami in pace"
"Cavolo come sei acido! Dovresti scopare pił spesso sai?"
Non sapeva cosa odiava di pił, il suo ghigno perennemente stampato sulla faccia, la risata gutturale, il suo modo di parlare o come camminava.
"E tu dovresti farti i cazzi tuoi o potresti finire male" sibiló guardandolo con astio.
"Fufufu~ nessuno mi ha mai risposto in modo cosģ sgarbato"
"Non preoccuparti, ci farai presto l'abitudine"
"Qualcuno dovrebbe farti abbassare la cresta ed insegnarti le buone maniere, Croco-chan"
"E questo qualcuno saresti tu? Ne dubito fortemente. Chiamami ancora con quel nome e ti spacco il culo"
"Che coincidenza, pensavo la stessa cosa"
"Cosa vorresti dire?"
"Ogni riferimento č puramente sessuale~" gli rispose mentre il ghigno sulla sua faccia si ampliava.
Crocodile si alzó di scatto pronto a tirargli addosso la sedia quando la campanella lo informó che la lezione stava per iniziare, cosģ si risedette.
Il biondo gli riservó un altro sorriso e poi si giró.
Una vena cominció a pulsare pericolosamente sulla fronte del moro; aveva una gran voglia di spaccare la faccia a quel pervertito di merda, e lo avrebbe fatto durante la pausa pranzo.
Mihawk, che aveva assistito a tutta la scena, sbuffó e si rimise a dormire. Avrebbe avuto un bel da fare durante il resto della giornata.
Le ore successive passarono in fretta e finalmente suonó la campanella che segnava la fine delle lezioni mattutine. Crocodile prese il suo pranzo e si alzó seguito da Mihawk, per poi dirigersi verso le scale che portavano al tetto della scuola.
Una volta arrivati si sistemarono vicino alla rete che segnava il perimetro, sotto di loro si trovava il cortile da cui provenivano le chiacchere degli studenti.
Il ragazzo dagli occhi dorati si sdraió incrociando le braccia dietro la testa usandole come cuscino.
"Nella fretta stamattina ho dimenticato il pranzo"
"Per fortuna che oggi ho con me un panino in pił, tieni" gli disse porgendogli un sacchetto di plastica.
"Grazie"
I due mangiarono in silenzio finchč non sentirono aprirsi la porta.
"Che bel posto~" disse una voce fastidiosamente nota.
"Sei venuto per farti pestare?" gli chiese girandosi a guardarlo.
"Ti piacerebbe. Sapete, mentre venivo qui alcuni studenti hanno voluto darmi il benvenuto a modo loro, peccato che fossero cosģ fragili fufufu~"
"Durante il pranzo non si fa a botte" disse Mihawk addentando nuovamente il panino.
"Oh noi due non ci siamo ancora presentati! Io sono Doflamingo"
"Mihawk"
Il biondo sorrise avvicinandosi ai due mentre Crocodile si alzava in piedi.
"Ahi ahi allora non vuoi proprio ragionare eh?" 
Il moro gli rivolse un'occhiataccia e dopo neanche 30 secondi stavano gią facendo a pugni, il tutto davanti a Mihawk che ne approfittó per finire anche il pranzo dell'amico.
Dopo una decina di minuti, i due ragazzi si fermarono a guardarsi in cagnesco ansimando.
"Pensavo fossi una mezza sega" disse Crocodile pulendosi il labbro dal sangue.
"Lo prendo come un complimento Croco-chan~" commentó divertito Doflamingo ghignado.
"Mi stai facendo alzare la pressione"
"Riusciró a farti alzare anche qualcos'altro~"
"Sģ, il dito medio"
"Adesso smettetela, stanno per riniziare le lezioni" disse atono il ragazzo dagli occhi dorati alzandosi e gurdando in modo glaciale gli altri due.
Cosģ i tre scesero le scale e tornarono in classe dove si beccarono occhiate stupite dai compagni e una ramanzina dal professore.
Crocodile e Doflamingo passarono il resto della giornata a lanciarsi occhiatacce, pezzi di carta o battutine a sfondo sessuale, mentre Mihawk li guardava scuotendo la testa. Finalmente suonó anche l'ultima campanella.
Il biondo si alzó dirigendosi verso la porta della classe.
"Allora a domani Croco-chan, non vedo l'ora di rivederti, fufufufu~"
"Fottiti"
"Mi dispiace deluderti, ma a me piace di pił fottere" gli rispose sogghignando, poi si giró verso l'altro ragazzo "Mihawk, a domani~" ed uscģ con la sua solita camminata sgraziata.
"Merda, domani lo butto gił dal tetto" ringhió Crocodile ficcando con violenza il quaderno nello zaino.
"Lo uccido, lo uccido, lo uccido" continuó a sibilare mentre si dirigevano verso casa.
Perchč non aveva ascoltato il suo istinto, quella mattina non doveva proprio alzarsi dal letto.
Mihawk guardó il moro che sbraitava ed insultava ogni divinitą esistente a lui conosciuta e sbuffó.
"Posso dire addio alle mie giornate tranquille"









Buonasera! Scusate se questo capitolo č un po' lungo, ma volevo descrivere bene il giorno in cui si sono incontrati Doflamingo e Crocodile, infilandoci anche l'incontro tra il falchetto e il coccodrillo. Spero vi sia piaciuto, grazie per aver letto anche questo piccolo (si fa per dire) extra e per aver seguito la mia storia fino alla fine! Se avete tempo lasciatemi un commento, come al solito!
Se volete ancora seguirmi, mi troverete nella raccolta BAD ROMANCE! A presto!

Ace of Spades☆

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