Diamanti blu

di StellaBieber98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovo arrivato ***
Capitolo 2: *** Festa inaspettata ***
Capitolo 3: *** Una margherita ***
Capitolo 4: *** Posso accompagnarti a casa? ***
Capitolo 5: *** Non avvicinarti a lei! ***
Capitolo 6: *** Io lo amo ***
Capitolo 7: *** Insieme ce la faremo ***
Capitolo 8: *** Cosa vuoi per colazione tesoro? ***
Capitolo 9: *** Sfida ***
Capitolo 10: *** Pioggia ***



Capitolo 1
*** Nuovo arrivato ***


CAPITOLO UNO "Nuovo arrivato"
La sveglia non era ancora suonata...pero' i tuoni e i lampi mi avevano svegliata; Era buio pesto e non vedevo quasi nulla. Spostai lentamente di lato il piumone che mi copriva fin sopra la testa e mi girai a pancia in su, rimanendo a guardare il soffitto: le nuvole, fuori la finestra, giocavano a rincorrersi e il rumore della pioggia creava un'atmosfera di dolce pace che mi portò a sorridere, guardando le ombre che le nuvole creavano sul soffitto della mia stanza con il sole che stava per sorgere. Quel giorno sarei andata a scuola come al mio solito, però prima mi sarei incazzata con mia madre e poi, in classe, avrei finito per snobbare qualcuno del primo anno, visto che mi divertiva! No, forse non mi divertiva poi così tanto, ma era una maschera che avevo creato e che mi serviva per andare avanti, per affrontare mia madre e i miei compagni, per spaccare la monotonia della mia vita.
La sveglia suonò, dicendomi che erano le 6:00 e dovevo alzare il sedere e portarlo in bagno per lavarmi e vestirmi. Mi alzai lentamente dal letto e iniziai a camminare verso la sala da bagno. Sì, avevo una sala da bagno e una per il guardaroba. Mia madre era un'affermata stilista e ci teneva al look. Forse era per questo che mi vestivo sempre male... Lei aveva fatto in modo che non mi mancasse nulla, che non fossi da meno a nessuno, ma non aveva pensato che non è così che si rende felice una ragazza. Forse, se mi avesse dato l'amore di un padre, invece di impedire che io potessi conoscerlo, sarei stata una ragazza spensierata come tutte le normali diciassettenni e mi sarebbe bastato vivere in un monolocale, piuttosto che in una villa di 300 metri con 500 metri quadrati di giardino all'esterno, compresa di giardiniere e autista. Odiavo la mia vita, non era una favola, soltanto una gabbia dorata dalla quale volevo uscire, ma non avevo le chiavi del lucchetto!
Mi lavai il viso per svegliarmi un po', poi i denti e mi spruzzai una generosa quantità di profumo. Dopo poco tornai in camera mia e aprii la porta accanto allo scaffale di profumi, entrai ed iniziai a scegliere i vestiti e le scarpe...
Decisi di mettermi un paio di Jeans blu elettrico, una maglia a pipistrello sul violetto e scarponcini con il tacco neri.
Applicai agli occhi qualcosa di leggero: matita nera e rimmel quanto basta per mettere in risalto i miei occhi blu come il mare in tempesta; Poi presi lo zaino sulla mia poltrona e corsi di sotto. Arrivata in salotto addocchiai le chiavi sulla mensola di marmo, quella sopra il camino e così mi precipitai per afferrarle, decisa ad ignorare mia madre, occupata a leggere u articolo di Vogue.
Mamma:"Vedo che ti sei vestita decentemente oggi..." -sussurrò, quasi come se quel mezzo complimento l'avesse scottata.
Honey: "Invece vedo che tu sei di buon umore!" -dissi amaramente, prendendo una mela e avviandomi verso porta.
M:"Tu al contrario non lo sei, come sempre, vero Honey? "-Disse sarcasticamente.
H:"Infatti, prova a chiederti il perchè! " -Dissi facendola sentire in colpa per l'ennesima volta e sbattendo la porta di casa.
Georgie, il mio autista, mi venne subito incontro con un ombrello...
Georgie: "Bruttissimo tempo oggi."
H: "lo so, lo vedo! Sembra che in questo periodo il tempo rifletta il mio umore!"
Lui sorrise, poi mi aprì la portiera della Lamborghini dalla parte del passeggero, aiutandomi a sedermi.
H:"Grazie Giorgie,dopo torno da sola a casa."
G:"Va benissimo Signorina Kinghst!"
Georgie c'era sempre stato, sin da quando ero piccola ed era come un padre per me, forse l'unico al quale io volessi davvero bene e, nonostante la confidenza e i 20 anni di età che ci separavano, continuava a darmi del "lei".
Arrivati, scesi e la macchina nera a vetri oscurati ripartì, mentre tutti mi fissavano con disprezzo ed invidia. In realtà ero io che invidiavo loro, perchè erano liberi, io non lo ero mai stata...
Iniziai a camminare quando, ad un tratto, arrivò July, la mia migliore amica, l'unica amica che avevo, la sola che riusciva a sopportarmi:
July:"Ehi ciao bell..."
Honey:"Non ce la faccio piu!" -la interruppi abbassando la testa
July:"Lasciali stare non ti conoscono come ti conosco io...non sanno nulla di te lascia che parlino..."
Honey:" non mi sto riferendo a quello!"
Dissi, alzando leggermente lo sguardo e vedendo arrivare un ragazzo, mai visto prima, con i capelli color miele, dagli occhi stupendi...la mia vocina interiore disse -"va da lui!"- ma non sapevo il perchè... aveva qualcosa di diverso, rispetto a me, si vedeva dallo sguardo e dal modo in cui gesticolava quando parlava... intanto July mi stava dicendo qualcosa e dopo un po' capì che non la stavo ascoltando:
J:"Mi dici a che pensi???" -girò lo sguardo e vide che guardavo il ragazzo:
J:"Si chiama Justin... Justin Bieber! E' nuovo...e' arrivato qualche minuto fa."
H:"Come fai a saperlo?"
J: "Ho i miei informatori!"
H: "E'... carino."
J: "lo so, guarda che gli occhi ce li ho anche io!"
Mi disse sorridendo...
H: "Sta entrando a biologia! Noi che abbiamo adesso?"
J: "Indovina?! Biologia!"
H: "E allora perchè siamo qui impalate?!" - dissi prendo il braccio di july violentemente e iniziando a trascinarla verso l'aula.
J: "Ahi ahiii...mi fai male Honey!" - Disse gridando per il fatto che le stringevo così forte il polso da farlo diventare rosso. Dovevo arrivare da quel ragazzo!
Appena entrati in classe....



Okay, questo è il primo capitolo della mia prima storia.
Spero che vi piaccia, mi scuso in anticipo per eventuali errori di scrittura, anche se non ce ne dovrebbero essere...
Se vi piace, mi farebbe piacere se lasciaste una recensione. Acceto anche critiche, infondo servono per migliorare!
Un bacio, Stella! <3

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Capitolo 2
*** Festa inaspettata ***


Capitolo 2 “Festa inaspettata”

POV HONEY

Io e July entrammo in classe e ci sedemmo al primo banco vuoto che trovammo. Justin si sedette davanti a voi ma non mi degnò neanche di uno sguardo...
Era occupato a parlare con alcuni suoi amici. Ridevano, facevano spallucce e poi si diedero il pugno. Chissà di cosa stavano discutendo?! La prof non era ancora arrivata e mi sembrava brutto intromettermi nella loro conversazione così tentai di captare alcune parole, ma le uniche che riuscii a sentire furono “festa” e “sballiamo”.

July: ehi, terra chiama Honey! Ma ci sei?

Honey: zitta July, per favore! Sto cercando di ascoltare!

July: Honey ma che ti prende?! Da quando origli le conversazioni dei ragazzi?

Io non le risposi perchè in realtà non sapevo cosa risponderle! Non era da me un comportamento simile ed era stranissimo per me sentirmi così attratta da uno sconosciuto. Era come se io e Justin fossimo due calamite, una con carica positiva ed una con carica negativa e che ci attraessimo. O meglio, a quanto pareva, solo io ero attratta da lui, perchè Justin non mi si filava minimamente!
Carly: Ciao ragazze, come va?

Disse una ragazza non identificata irrompendo nelle mie riflessioni.
H: E...tu sei?
C: Non ti ricordi di me? Ero al tuo compleanno!
H: Tesoro, c'era tutta la scuola al mio compleanno! Che mi avevi regalato?
C: La borsa di Gucci!
H: Ah si, adesso mi ricordo di te! Sei quella che ha bevuto come un cammello e si è sentita male, la tizia che mi ha vomitato sulla moquette...

Carly abbassò lo sguardo e non rispose! Ecco che lo stavo rifacendo! Mi veniva naturale maltrattare le persone. In realtà non mi piaceva questo aspetto del mio carattere, ma come ho già detto era la mia natura! Comunque non avevo tutti i torti, quella moquette costava un sacco e la mamma si incazzò con me più di quanto non lo fosse normalmente ed io fui costretta a prendermi la colpa per qualcosa che non avevo fatto e questo mi rodeva profondamente!

Vidi Carly rivolgere un cenno di saluto e mandare un bacio da lontano al ragazzo che stava parlando con Justin. “Carpe diem”, mi dissi e questa volta ascoltai la mia vocina interiore!

Honey: lo conosci?

Carly: certo! E' il mio ragazzo...

Honey: e chi è quello?

Le chiesi indicando Justin... lei mi guardò con un'aria del tipo “Tu sei la reginetta della scuola e non lo sai?” No, tesoro, non lo so perchè io non sono la reginetta di nessuno!
Carly: è Justin Bieber, è arrivato questa mattina! Stanno organizzando una festa per questa sera, ma è riservata, non possono andarci tutti e si entra solo su invito.

Honey: posso chiederti un favore enorme?

Carly: ahhhh quindi hai bisogno di me!

Disse con fare compiaciuto. Cavolo certo che no! Io non ho bisogno di quella insulsa ragazzina!

Honey: sai una cosa?! Lascia stare, troverò un altro modo per avere i biglietti!

July mi guardò sbalordita... Poi sorrise, mentre la prof entrava e tutti presero posto per iniziare la pallosa lezione.

 

DOPO IL SUONO DELLA CAMPANELLA CHE SEGNAVA LA FINE DELLE LEZIONI

 

Honey: July, puoi prestarmi un attimo il cellulare? Ho finito i minuti...

July me lo diede ed io iniziai a pigiare diversi tasti.

July: che hai intenzione di fare?!

Honey: Tu ti ricordi di Tod, quello dell'ultimo anno, quello che mi vuole?

July: come potrei non ricordarmelo! Lo hai rifiutato clamorosamente dandogli uno schiaffo! Scusa, ma adesso che centra?

Honey: lui di sicuro andrà a quella maledetta festa e io ci andrò con lui!

July: come fai a sapere che dirà di si?

Honey: tranquilla, lo farà! E' ancora cotto di me!


QUELLA SERA


Tod: Avanti bellezza, siamo arrivati!
Bellezza glielo dici a quelle troiette che ti porti a letto, brutto stronzo! Mi dava sui nervi questo tizio, adesso mi ricordavo perchè gli avevo dato un ceffone in pieno volto! ;-)
Scesi con i miei tacchi di Prada e il vestitino di Armani... Se qualcuno mi avesse rapita sarei valsa almeno 5000 dollari soltanto per i vestiti che indossavo...
C'era la musica ad alto volume ed il locale era pieno di ragazzi e ragazze che fumavano spinelli e si ubriacavano... non avevo mai visto una "festa" del genere! Non avevo neanche mai fumato. Di solito non mi piacevano queste cose, ma dovevo trovare Justin!

Tod: vuoi qualcosa da bere?

Mi gridò vicino alle orecchie a causa della musica a a palla ad altissimo volume.

Honey: una birra sarebbe perfetta!

Lui fece cenno di si con la testa e si allontanò! Bene un rompiballe in meno! Non feci in tempo a rilassarmi per essermelo tolto davanti che un ragazzo dall'aria sballata mi si avvicinò e mi porse una sigaretta...
R: Guarda un po' chi è scesa dai piani alti! Honey Kinghst!Vuoi farti un tiro tesoro?
H: Em... no! Io devo andare adesso!
Mi girai e cercai di allontanarmi il più possibile da quel posto... non mi piaceva x niente!
R: E dai piccola, resta un po' con noi!
Mi afferrò x il braccio, ma riuscii a sfuggire facilmente alla sua presa! A momenti non si reggeva neanche in piedi!
Ad un certo punto dei ragazzi gridarono e mi vennero addosso! Erano tutti ubriachi e stavano facendo uno strano trenino... Improvvisamente mi ritrovai nella mischia e alcune persone che non conoscevo iniziarono a spintonarmi a destra e sinistra, fino a quando non andai a sbattere contro qualcuno...
J: Ehi, stai attenta principessa, qualcuno potrebbe rapirti, è prezioso il carico!
Disse una voce alle mie spalle così mi girai e vidi il famoso Justin di cui tutta la scuola parlava che mi scrutava dalla testa ai piedi come se fossi un gustoso pasticcino. Già non mi piaceva più quella situazione imbarazzante!
H: Qualche problema?
J: Io no, ma tu potresti averli! Non dovresti essere qui! Ti metterai nei guai!
H: Cosa?! tu non mi conosci nemmeno!

Ma chi si credeva di essere?!?!
J: Hai ragione ma i tuoi vestiti parlano da soli! Va' via di qui! Questo non è il posto adatto alle signorine figlie di papà come te!
H: Me lo stai imponendo?
J: No, ti sto solo consigliando la cosa giusta da fare!
H: Non so cosa tu stia cercando di fare ma... me ne vado! Ma perchè lo voglio io... non perchè me lo hai detto tu!
J: *SORRIDE* Certo!
Mi giro e mi avvio verso l'uscita, ma lui mi grida da dietro...
J: Potresti almeno ringraziarmi!
H: Per cosa?
J: Per non averci provato con te! *sorride*
H: Perchè?! Avresti voluto farlo!?
J: Non si sa mai principessa! *fa spallucce*
H: Mi chiamo Honey!
J: Io Justin! E' stato un piacere conoscerti... principessa!
Si gira e cammina verso la parte opposta alla mia... io proseguii, fino a raggiungere la fermata dei taxi. Uno si fermò subito, poi mandai un messaggio a Tod liquidandolo con un “ Mi dispiace, non è il posto adatto a me, a domani!”

Eravamo già arrivati vicino casa mia, quando mi vibrò il cellulare:

Da: JULY

Allora?!?!

 

A: JULY

Uno schifo! I ragazzi hanno solo una cosa in mente e lui non è diverso da tutti gli altri!

 

Da: JULY

Ma chi? Justin?

 

A: JULY

Non mi nominare più quel nome, non voglio sentirlo mai più! Io credevo che fosse diverso, pensavo fosse speciale e invece mi sbagliavo... =(

 

 

 

 

SPAZIO SCRITTRICE

Che ne dite della storia? Vi sta piacendo? Vi assicuro che poi Honey si ricrederà su Justin, ma non vi anticipo nulla! =D Se vi piace e volete lasciare una recensione sarò felice di leggerle e di rispondervi. Grazie a tutti coloro che dedicheranno parte del loro tempo a leggere la mia FF, un bacio, Stella! <3

 

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Capitolo 3
*** Una margherita ***


Capitolo 3 “Una margherita”

POV HONEY

 

Il giorno dopo feci molta fatica a spiccicarmi dal letto. Non era mica colpa mia se il piumone e il materasso mi amavano così tanto da non volermi lasciare andare. Scherzi a parte, sapevo benissimo perchè non volevo andarci: avrei incontrato Justin e l'idea non mi andava giù, per niente! Alla fine mi costrinsi ad alzarmi dal letto e, dopo essermi fatta una veloce doccia, mi vestii con una camicetta bianca, un pantalone nero molto attillato e un paio di stivaletti dello stesso colore dei pantaloni. Raccolsi i capelli in una treccia di lato e mi misi soltanto un velo di lucidalabbra, senza appesantire gli occhi! Erano già pesanti con quelle enormi borse che si erano create a causa delle ore piccole che avevo fatto la scorsa sera. Guardandomi allo specchio, mi venne in mente di aver letto in un libro che le occhiaie erano le borse dove si nascondevano i nostri sogni... forse aveva ragione!

 

DOPO QUALCHE ORA, A SCUOLA


Entrai in classe e mi avviai con July verso gli ultimi banchi... Justin non c'era, forse aveva un'altra lezione a quell'ora... era strano perchè non volevo vederlo, ma mi sentivo vuota senza di lui nei paraggi! Ma che mi stava succedendo?! Dovevo smetterla, questa non ero io! Io non mi faccevo prendere dai sentimenti, mai! E se mi stavo innamorando per davvero?! No, mai! Non avrei commesso lo stesso errore che avevano commesso i miei, non avrei mai fatto soffrire una ragazzina come avevo sofferto io!
Entrò anche la prof e prese posto dietro la cattedra, accavallò le gambe e guardò la classe con con fare minaccioso...
"July! Guardala! Ci vuole uccidere!" esclamai con una nota implicita di divertimento.
"Ma che dici?! Ci vuole solo interrogare!"
"Solo?! Io non ho studiato un cavolo!"
"Neanche io!"
Scoppiammo a ridere e la prof posò subito lo sguardo su di noi, ammutolendoci con un solo gelido battito di ciglia... poi tornò a guardare il resto della classe.
"Ragazzi, prima di iniziare la lezione, vorrei ricordarvi che, come ogni anno, oggi pomeriggio ci sarà il corso di botanica, perciò vi aspetto numerosi."
Mi feci una risatina sentendo quelle parole... corso di botanica! Che stronzata!


ALLA FINE DELLA LEZIONE


"E va bene, anche oggi ci siamo salvate il culo!"
"July! Un minimo di eleganza! Comunque... che si fa oggi?! Shopping?!"
"No, andiamo al corso di botanica!"
"Che?!"
"Ci danno i crediti extra x la maturità e poi tu sai che sono appassionata di piante!"
"Che palle!"
"Honey... un minimo di eleganza!"
Sorrise, ripetendo le parole che poco prima io avevo rivolto a lei... odiavo quando riusciva a voltarmi contro le mie stesse parole. Ma July era fatta così, mi faceva capire con il suo comportamento quando stavo sbagliando o esagerando. Così non le dissi nulla, ma le sorrisi, promettendole, anche se a malincuore, che avrei fatto con lei il corso. Alla prossima ora avevo Divina Commedia!

"Honey, io devo andare! Ho geografia e Mister Lama non sopporta quando facciamo ritardo!"

Mister Lama era il prof più brutto che l'intera umanità avesse mai visto! Si era guadagnato questo soprannome il primo giorno di scuola, quando si era presentato alla classe e aveva fatto una doccia di saliva ai ragazzi della prima fila... che schifo! Era un flagello quel prof e se consideriamo che era l'unico prof maschio che avevamo, allora ci si rende conto che la situazione era bella critica!

"Va bene July, non ti trattengo! Io ho Divina Commedia, devo andare a prendere il libro nell'armadietto, ci vediamo dopo!"

"Certo! Honey ascolta una cosa: ma secondo te se mi porto un ombrello evito la doccia di saliva?!"

Mi disse così seria che non potei fare a meno di scoppiare a ridere.

"Perchè no! Provaci!"

Le dissi dandole una spintarella... stavo diventando troppo dolce, ma forse mi piaceva... forse!

Mi diressi verso il mio armadietto dopo aver salutato July e infilai la chiave nella toppa della serratura. "Hei, anche tu qui? Honey, giusto?"- Mi disse una voce conosciuta alle mie spalle, io mi girai di scatto e rimasi basita per almeno dieci secondi, mentre Justin non smetteva di sorridere. "Si, c'è il mio armadietto qui!"

"Lo so, lo vedo"- disse lui sorridendo.

"Smettila di fare così, okay?! Non mi piace!"

Dissi scansandolo e allontanandomi di qualche passo... quegli occhi, non lo avevo mai guardato negli occhi prima d'ora. Mi avevano paralizzata, non riuscivo più a muovere nemmeno un muscolo, a momenti neanche e a respirare, mentre il mio cuore si muoveva molto bene, tanto che i battiti cardiaci mi erano così accellerati che per un attimo ebbi paura che il petto mi esplodesse.

"Ti faccio agitare principessa?" Mi disse con uno strano sorrisino che mi dava sui nervi! Nessuno mi mandava in tilt, nessuno! Nemmeno... lui! Cavolo quanto mi piaceva quel ragazzo.

"Ho lezione adesso, ci vediamo principessa!"- Mi disse afferrando i libri e andandosene. Non andare via, ti prego... Ho bisogno che tu rimanga con me! Troppo tardi, era già andato!

 

IL POMERIGGIO, AL CORSO DI BOTANICA


"Saranno le 3 ore più lunghe della mia vita!"
"No dai, non esagerare! Sarà interessante..."
"Si certo, interessante come studiare la rivoluzione francese!"
Risposi ironica a July che sembrava quasi eccitata di fare questa specie di lezione.
"O come... Justin Bieber!"
Dissi senza accorgermene, vedendo entrare dalla porta quel ragazzo-calamita.
"July! Guarda!!!!"
"Ah si, la prof è vestita proprio male!"
"Ma che centra?!?! Io parlo di Justin! E' venuto!"
"Honey ti stai sciogliendo! Chiudi la bocca sennò ti entrano le mosche! Scommetto che adesso ti piace il corso!"

"Si... il corso..."

Dissi continuando ad attorcigliarmi una ciocca di capelli intorno al dito e mordendomi il labbro inferiore. Ero completamente partita, ma che ci potevo fare?! Maledetto Justin Biber!
"Allora ragazzi, oggi faremo una prova a tu per tu con la natura che ci circonda! Dividetevi in coppie, andate in giro per la città e trovatemi la meravigliosa Leucanthemum vulgare!! Chi la riporta prima a scuola riceverà dei crediti extra per la fine del quadrimestre!"

Aspetta che aveva detto la prof figlia dei fiori?! Non mi era tanto chiaro...
"Che ha detto?!"
"Boh!"
"Carly ma che ha detto?!"
"E che ne so?! Josh che ha detto?"
"Non ne ho idea!"
"Ragazzi! La margherita!"
Un “Ahhhhhhh” di comprensione generale si diffuse per tutta la classe! Poteva anche parlare in italiano quella tizia!
"Dai ragazzi dividetevi! Bieber tu con la signorina Kinghst!"

Aspetta, COSA?!?! Justin si girò di scatto e fu quasi sorpreso nel vedermi lì... aspettate un attimo! Io a momenti svenivo alla sua vista e lui non si era nemmeno accorto di me?! Ma che stronzo, chi si credeva di essere?!?!


IN GIRO PER LA CITTA'


Io non gli parlai e lui continuava a fissarmi... se non la smetteva lo avrei ucciso, parola mia!
"Hai finito?!"
"Non sto facendo niente!"
"Si invece! Mi stai osservando!"
"E che c'è di male?!"
"Niente tu... non posso essere arrabbiata con te senza un motivo preciso?! Perchè mi va?! "
Dissi in preda alla rabbia... in realtà il motivo c'era ed era la gelosia... aveva dato un bacio sulla guancia ad una che avevo appena aggiunto sulla mia lista nera! Ma perchè mi importava così tanto?! Che confusione...
"Tu sei pazza!"

Si, pazza di te! Avrei voluto dire, ma poi mi bloccai accorgendomi della stupidità dei miei pensieri! Io non impazzivo per un ragazzo, semmai erano loro che perdevano la testa per me!
"Ah certo, bello giudicare la gente così! Tu non mi conosci Bieber!"

Mi girai di scatto con le lacrime che mi salivano agli occhi per il nevosisma e anche perchè ci ero rimasta male. Feci per andarmene quando lui mi afferrò il braccio, bloccandomi e avvicinandomi al suo corpo...
"Ehi ehi, vieni qui principessa! Non fare così, dai!"
Mi disse, spostandomi i capelli da davanti agli occhi e asciugandomi le lacrime...
"Guarda!"
Mi mise la mano dietro l'orecchio e poi la portò davanti ai miei occhi: aveva una splendida margherita in mano..
"C-Come hai fatto?!"
"Che domande?! L'ho materializzata, no?! Sono un mago io!"

"Materializzata... interessante!"

Dissi prendendolo in giro. Lui sorrise e mi prese per mano.

"No scherzo. L'ho presa prima, mentre tu eri distratta a parlare al telefono e l'ho nascosta e ora è ricomparsa come per magia! E' un trucchetto che ho imparato da mio padre."
"Tuo padre è un prestigiatore?!" dissi sorridendo.
"No... lui è solo... un ubriacone che picchia mia madre solo perchè gli va... e quando tu hai detto che ti disturbavo perchè ti andava, me lo hai ricordato! Però una cosa buona l'ha fatta!" disse sorridendo, guardando la margherita tra le sue mani
" Io... mi dispiace, non volevo!"

Io che chiedevo scusa?! Stavo completamente impazzendo!!
"Non lo sapevi! Ma adesso basta brutti discorsi! Ti posso offrire un gelato x farmi perdonare?!"
"Permesso accordato!"
"Grazie vostra altezza!"
Mi rispose, facendomi un buffo inchino e prendendomi teneramente in giro... quindi aveva la margherita ma non me l'aveva detto, e aveva prolungato la passeggiata per stare con me... interessante!
Dopo essere tornati a scuola e aver scoperto di aver vinto i crediti extra, ci avviammo insieme verso il sentiero che portava al centro, con gli occhi rivolti verso il roseo orizzonte di Novembre!

 

 

 

SPAZIO SCRITTRICE

Allora ragazzi, la vicenda inizia a prendere piede. Questo capitolo è più scorrevole rispetto ai capitoli precedenti e spero che vi sia piaciuta! Come al solito vorrei che mi faceste sapere cosa ne pensate perciò lasciate una recensione se vi va, me ne basta anche soltanto una, siete voi la mia più grande soddisfazione.

Un bacio, Stella! <3

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Capitolo 4
*** Posso accompagnarti a casa? ***


Capitolo 4 “Posso accompagnarti a casa?”

 

POV HONEY

 

“Tu che prendi?”

Mi disse non staccando gli occhi dal banco gelati. In realtà non andavo pazza per i gelati, li trovavo troppo ghiacciati e poi non ti saziavi certo con un gelato, però già che c'eravamo, mi sembrava scortese dirgli che non volevo niente, così mi buttai.
“Un cono con fiordilatte e nocciola!”- dissi al tizio dietro il bancone vestito con un grembiule bianco che gli dava un tocco... femminile! Era buffissimo!

“Ci vuole la panna signorina?”

“Si, grazie!”- dissi compiaciuta. Amavo la panna ed anche se era un'acerrima nemica della mia dieta non ero ancora riuscita a sconfiggere la mia passione per questa cremosa e spumosa delizia. Come si fa a dire di no alla panna?! Specialmente quando la metti sulle fragole d'estate...

“E lei cosa prende?”- chiese il tizio rivolgendosi a Justin, dopo avermi dato il cono.

Justin mi guardò mentre leccavo con gusto il mio gelato soffermandosi sul mio naso all'insù sporco di panna e si mise a ridere. Io mi allontanai il gelato dalle labbra e, accorgendomi della panna, mi pulii la punta del naso con un fazzolettino, poi chinai la testa... Per la prima volta nella mia vita mi ero vergognata per qualcosa che avevo fatto davanti ad un ragazzo ed ero diventata tutta rossa! Interessante!

“Come la signorina, grazie!”- disse lui, forse per mettermi a mio agio. Okay la situazione stava precipitando...

Presi i nostri gelati, uscimmo dalla gelateria e ci dirigemmo verso un parco lì vicino. Erano già le 22 ed era strano come il tempo fosse passato così velocemente... prima di andare in gelateria avevamo fatto una lunga passeggiata e avevamo chiacchierato di tutto, della nostra vita, di ciò che ci piaceva fare. Il problema era che avevo come la sensazione che ci stessimo avvicinando troppo in fretta! Certo eravamo solo amici però...

Il cielo notturno era tempestato di stelle e non c'era neanche una nuvola a nasconderle. Quando ero piccola, la mamma mi diceva che le stelle erano gli occhietti degli angeli che vegliavano su di noi... anche se sapevo che non era vero, mi piaceva pensarlo, era dolce...

Quando mi girai vidi che anche Justin stava fissando il cielo. Non avrei mai pensato di dirlo, ma forse lui era più simile a me di quanto pensassi e poi era l'unico in grado di tenermi testa!

Dei bambini stavano giocando con un pallone e per un attimo li invidiai... erano così spensierati! Una leggera brezza iniziò a far muovere le fronde degli alberi e a sferzare i miei lunghi capelli. Intorno a noi c'erano coppiette innamorate, intente a parlare e a scambiarsi dolci effusioni, mentre i vecchietti si stavano organizzando per la partita di Poker del prossimo pomeriggio.

“Vuoi fare un giro nel parco principessa?”- disse lui facendomi inevitabilmente sorridere. Mi iniziava a piacere quando mi chiamava così! ;-) Gli feci cenno di si con il capo e così entrammo nel piccolo parco illuminato dalle tiepide lampadine degli imponenti lampioni. Era strano perchè con lui non mi sentivo la Honey bisbetica e viziata, almeno non totalmente. Ero soltanto me stessa e iniziavo ad apprezzare questa Honey che lui stava risvegliando.

Così impegnata a riflettere non vidi un sasso che stava davanti ai miei piedi e così inciampai, cadendo in avanti, ma... Justin mi afferrò fortemente il braccio e mi tirò su prima che potessi avere il riflesso di mettere le mani in avanti per non sbattere il muso. Nell'intento di salvarmi, mi tirò verso di se e successe una cosa strana... la mia bocca era a meno di dieci centimetri dalla sua e per un attimo ebbi l'impulso di accorciare quella distanza tra le nostre labbra, ma poi mi bloccai! No, no, non dovevo perdere il controllo, non ancora almeno...cazzo!!

Justin continuava a fissarmi, ma prima che avesse il tempo di protendersi verso di me mi allontanai con un gesto repentino: non era così che doveva andare!!!

“Scusa, non so che mi è preso!”- disse lui mordendosi il labbro inferiore e continuando a fissarmi come se stesse cercando di leggermi dentro...

“Niente, non ti preoccupare! Capita...”

“No, veramente non dovrebbe capitare, insomma io ti conosco appena! E' solo che..”

“Che?!?!”

Avanti dillo, dillo!! Niente non mi rispose, ma si girò continuando ad inumidirsi le labbra carnose, dicendo -“si è fatto tardi, dobbiamo tornare!”- io feci cenno di si con la testa seppur a malincuore, ma il bello doveva ancora venire. Prima che iniziammo a camminare lui mi prese per mano e mi disse:

“Vuoi che ti accompagni a casa?! Sai si sta facendo tardi e non dovresti andartene in giro tutta sola!”
“Si, forse hai ragione! Aspetta ma... Perché non dovrei stare in giro?
“Perché qualcuno potrebbe rubarti e...”

“E?!”
“Non vorrei perd... cioè è pericoloso! Dai andiamo!
Disse girandosi e iniziando a camminare, cercando di non incrociare il mio sguardo, con una mano dietro la nuca e gli occhi bassi.
“Ehi, aspetta! Dove vai?! Chiamo l'autista!
“Honey...”
“ E va bene, va bene, andiamo a piedi!”

Dopo aver messo qualche passo, ci addentrammo in una via buia e solitaria. Si sentiva in lontananza il rumore delle macchine che sfrecciavano sulla strada di campagna e i sassolini che scricchiolavano sotto i pneumatici. Mi sentii abbagliata da un'accecante luce, così mi girai di scatto. Justin ancora una volta, mi prese per il braccio e mi tirò indietro, così che io mi andai a schiantare contro il suo petto, appiccicandolo al muro...

“Ehi, stai bene?”- mi disse prendendomi il volto e spostando i capelli che avevo davanti agli occhi per assicurarsi che stessi davvero bene.

“C-credo di si!”

Dissi ancora un po' stordita, quel pazzo mi stava investendo! Oggi non era la mia giornata fortunata, era meglio tornare subito a casa prima che fossi colpita da un fulmine. Era come se anche gli eventi volessero che mi avvicinassi a Justin... Questo era pazzesco! Ma che cavolo succede?!


DOPO TRE QUARTI D'ORA


“Wow che mega casa...”- disse ridacchiando restando basito dalla mia modesta piccola dimora.. ;-)

“Già...me lo dicono tutti!”
“Allora ci vediamo domani principessa?”
“Oh...emh...si certo!”
Justin mi avvicinò a se e io avvampai dentro.

“Se scappi adesso, giuro che non ti parlo mai più principessa!”

Disse lui abbracciandomi e dandomi un delicato bacio sulla guancia. Mi sussurrò un “buonanotte Honey”, poi si allontanò con uno splendido sorriso sulle labbra e corse via.
Io continuavo a sorridere come una cretina, o meglio, come se mi fossi fatta tre o quattro canne di... Justin Bieber. Sorrisi e aprii la porta, entrai in casa ma appena mi girai vidi una cosa inaspettata: mia madre che mi guardava serissima e il mio sorriso scomparve immediatamente:
“Honey Kinghst... Ti sembra questa l'ora di tornare?! Chi era quel ragazzo?
Oh merda! Guai in vista!

 

 

SPAZIO SCRITTRICE

Allora ragazzi, questo è il capitolo! Chiedo scusa per eventuali errori ma l'ho scritto adesso di getto perchè mi è venuta l'idea che aspettavo da tutto il pomeriggio =D Che succederà tra Justin e Honey? Non posso anticiparvi nulla, lo scoprirete nei prossimi giorni visto che aggiorno ogni giorno! =) Spero che vi sia piaciuto, se volete lasciate una recensione e fatemi sapere cosa ne pensate! <3 Grazie! :-*

Un bacione, Stella <3

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Capitolo 5
*** Non avvicinarti a lei! ***


Capitolo 5 “Non avvicinarti a lei!”

 

POV HONEY

 

“Honey, sto aspettando una risposta!”
“E' solo un amico...”

Dissi io vagamente. C'era da notare che lei mi aveva fatto due domande ma io mi mostrai subito più interessata a quella che riguardava Justin... interessante!

“Dai, fai la tua critica ai miei capelli, ai miei vestiti e ai miei amici così posso andare di sopra! Non ho tempo da perdere!”
Dissi duramente e guardando verso il basso, cercando di chiudere le labbra che non volevano smettere di aprirsi in un sorriso. Mi sentivo strana, troppo strana e non ne riuscivo a capire la causa o meglio, non riuscivo ad accettarla! Non era possibile che stessi in questo stato per un...un... ragazzo! No, non potevo accettarlo, sicuramente ero così contenta per... altri.. motivi! Maledetto Justin!!!
“Ti vedo diversa! Sei così... Felice...”
“No perché? Sono sempre uguale! E ora se hai finito io dovrei andare a dormire!
Dissi ancora una volta dura come marmo. Avrei voluto prendermi a bastonate, ma che cavolo mi stava succedendo?! Basta stronzate, io non perdevo la testa, non non mi innamoravo e assolutamente non mi mostravo felice davanti a mia madre!
Lei si alzò come se volesse abbracciarmi con uno strano sorriso che non mi piaceva per niente... era come se avesse letto i miei pensieri e mi trovasse buffa. Io mi ritrassi e lei capì che non doveva fare un passo di più o sarei scappata di sopra e non le avrei parlato per un mese: niente contatti fisici tra lei e me, erano le mie regole!

“Honey, domani andiamo all'orfanotrofio, perciò quando esci da scuola ti vengo a prendere io. Ti prego, almeno lì, fai finta di essere davvero felice, tu almeno una famiglia ce l'hai.”

“Certo, non ti preoccupare, lo farò!”

Dissi io con una certa nota di dolcezza e lei mi sorrise ancora. Mia madre faceva molta beneficenza e mensilmente andava a visitare degli orfanotrofi, ma mi coinvolgeva soltanto quando andava nEl mio orfanotrofio preferito: quella era l'unica vola in cui dovevo essere dolce, ma non per lei, per quei poveri bambini. Specialmente per Hannika, che era la mia piccolina...

Raccolsi la borsa che avevo lasciato sulla poltrona e salii di sopra, ancora non riuscendo a smettere di sorridere. Entrai nella mia camera e mi chiusi la porta alle spalle. Poi mi buttai sul letto, affondando la testa nel cuscino. Cavolo, che giornata!

 

IL GIORNO DOPO

 

“Cavolo, sono già le 8!!!”

Avevo dormito come un ghiro e adesso a che ora sarei arrivata a scuola?! Dovevo muovermi porca paletta!! Corsi in bagno ed iniziai a lavarmi i denti mentre mi infilavo il vestitino e a spazzolarmi i capelli mentre mi allacciavo le scarpe. Veloce Honey, muoviti!!

Come mi aspettavo, arrivai a scuola con venti minuti di ritardo, ma mi fecero entrare. Quella era la prima volta che facevo tardi. Appena mi diressi verso July che mi faceva segno, dicendomi che mi aveva conservato il posto, Justin mi guardò e mi fece un cenno con la testa sorridendo, per salutarmi. Io scandii un “ciao” con le labbra, ma senza emissione di voce e inaspettatamente mi ritrovai anche io a sorridere come la persona più felice del mondo.

“Ciao July, come va?”

Le dissi a bassa voce per fare in modo che la prof non mi sentisse, appena mi sedetti accanto a lei...

“Benissimo, se non fosse per il fatto che IERI NON SEI TORNATA E NON MI HAI FATTO SAPERE PIU' NIENTE, TI RENDI CONTO DELL'INFARTO CHE MI HAI FATO PRENDERE?!”

Cavolo, mi ero completamente dimenticata di July... era che il mio cervello era preso da altro.

“July, mi dispiace, scusami!”

“Questa volta non te la cavi con delle semplici scuse Honey!”

“Cosa?! E che dovrei fare per farmi perdonare?”

“Io un'idea ce l'avrei!”

Okay, qui si metteva male... che aveva intenzione di fare?!

 

DOPO DUE ORE

 

“Passaaaa!!!”

Mi gridò un tizio dall'altra parte del campo di pallavolo.

“Ehi, adesso te la passo questa maledetta palla! Stai calmo!”- gridai io di risposta, intenzionata a fargli abbassare la cresta! Ma chi si credeva di essere?! Con me non si doveva permettere sennò lo prendevo a sprangate! Chiaro?!

“July, mi spieghi perchè mi vuoi costringere a fare questa cosa?!”

“Perché devi farti perdonare, ricordi Honey?!”

“La prossima volta ricordami di avvisarti sempre!”

Lei sorrise mentre io mi iniziavo a preoccupare, visto che al prossimo cambio sarei andata io in posizione di battuta ed io ero negata a pallavolo! Odiavo questo sport!

“Okay, ragazzi, un giocatore può uscire e un altro entra, veloci però!”- disse il professore di educazione fisica.

“Esco io!”- gridai vedendo finalmente una via d'uscita...

“No signorina Kinghst, lei rimane! McKelli esca lei, Bieber, lei entra!”

Justin... cavolo!

Lui entrò in campo e si posizionò al mio fianco, piegandosi sulla ginocchia e aspettando di respingere la palla al mittente se qualcuno l'avesse buttata nel nostro campo.

“Signorina Kinghst, deve battere lei!”- disse il prof! Lo sapevo che dovevo battere io, per questo non avevo ancora raggiunto la postazione di battuta... uffa! =(

Lanciai la palla e poi saltai per colpirla con il palmo della mano, buttandola su soffitto, ma facendola comunque cadere nel campo avversario. Avevo fatto schifo, ma era comunque punto... vero?! Loro non l'avevano presa, perciò...

“Non vale, l'hai fatta toccare il soffitto, è punto nostro!”- urlò il brontosauro che prima mi aveva intimato di passargli la palla. Questo mi stava dando sui nervi e non avrebbe fatto una bella fine, parola mia!

Mi avvicinai a lui con tutta l'arroganza che avevo in corpo e gli strappai la palla di mano.

“E' punto nostro, hai capito?! Quindi questa la prendo io!”- dissi uccidendolo con gli occhi. Lui sorrise maliziosamente e quando mi girai mi diede una pacca sul sedere...

“Va bene, bel culetto!”- disse ridendo. Io mi bloccai e ci misi circa 10 secondi per metabolizzare la situazione, poi mi girai e gli diedi un pugno sul naso! Ti sta bene, pezzo di cretino!

Lui si ritrasse, con una mano sul naso sanguinante... poi i suoi occhi si accesero di collera, così si scagliò contro di me, bloccandomi le braccia, ma Justin fu più veloce, si mise tra di noi e lo allontanò da me con uno spintone...

“Vattene!”- gli intimò.

“Bieber non ti intromettere!”

“Ho detto vattene altrimenti ti gonfio, hai capito?!”

“Oh e dovrei aver paura?”

Con un gesto che non mi sarei mai aspettata, Justin lo prese per la maglia e gli diede un pugno in pieno stomaco. Non aveva perso tempo a pensarci, era come se lo avesse già fatto... suo padre forse...

“Si, dovresti avere paura coglione!”- disse Justin, buttandolo per terra e guardandomi... poi senza tradire alcuna emozione, vedendo che il prof stava arrivando, corse nello spogliatoio della palestra... Lo avrebbero sospeso e tutto per colpa mia! Che stupida che ero!!

Avrei voluto rincorrerlo, gridargli che mi dispiaceva da morire per quello che avevo causato, ma il prof non me lo permise.

“Per questa volta non lo sospenderemo, tranquilla signorina Kinghst, ma se lo farà di nuovo, potrebbe rischiare grosso!”- mi disse il prof quando io lo fermai perchè l'aver fatto del “male” a Justin mi stava uccidendo dentro e volevo sentire esattamente quelle parole. Non ebbi la possibilità di andargli a parlare perchè mia madre era già arrivata e dovevamo andare all'orfanotrofio... Scusami Justin, perdonami, ti prego!

 

ALL'ORFANOTROFIO, UNA VENTINA DI MINUTI DOPO

 

“Ciao Honey! Vuoi vedere Hannika?”- mi disse una delle suore che si occupava dell'orfanotrofio in cui ci eravamo recate io e mia madre; ormai mi conoscevano e sapevano dell'amore sconfinato che provavo per quella bimba.

“Certo! Come sta?”

“Molto bene cara! Vieni...”- mi disse facendomi strada.

Mi portò nella sala della mensa e io notai subito il mio piccolo angelo... era un cioccolatino fondente tra tanti cioccolatini al latte. Hannika, quella bellissima bambina di colore, era figlia di uno stupro e sua madre era morta dandola alla luce, mentre non aveva mai conosciuto il mostro che sarebbe stato pur sempre suo padre per tutta la vita. Era intenta a mangiare una pizzetta. Io sorrisi e le andai vicino...

“Honey!”- mi disse con la sua piccola vocina, venendomi incontro e abbracciandosi alle mie gambe, visto che aveva solo 5 anni... io la sollevai e la presi in braccio.

“Ciao piccola mia! Come stai?”

“Bene, oggi ho fatto un disegno!”

“Oh davvero?! E chi hai disegnato?”

“Ho disegnato te Honey, perchè tu sei mia amica!”- mi disse sorridendo. Io le diedi un bacio sulla guancia e poi le dissi- “me lo fai vedere?”-

Lei scese e mi prese per mano, facendomi sedere su una sediolina delle principesse rosa.

“Eccolo qui, ti piace Honey?!- mi disse dandomi un disegno... c'era un angelo disegnato sopra...

“Chi è questo angioletto?”

“Sei tu Honey!”

“Amore io non sono un angelo, gli angeli stanno in cielo, io sono qui, con te!”

“Allora... la mia mamma perchè non è qui con me?”- mi disse guardandomi con quegli occhioni neri che mi fecero affiorare le lacrime agli occhi.

“Perchè la tua mamma... è un angelo!”

“Quindi è in cielo?”

“Si tesoro mio...”

“E' in cielo perchè non mi vuole?”

“No tesoro, lei...”

“Honey ma perchè tutte le altre bambine vengono adottate ed io no?! E' perchè loro non mi vogliono vero? Come la mia mamma!”- disse lei abbassando lo sguardo.

Io la presi in braccio e la strinsi forte a me, con gli occhi pieni di lacrime...

“No tesoro mio, non è per questo motivo! Stai tranquilla, quando diventerò un po' più grande ti adotterò io e staremo sempre insieme, non ti lascerò mai, te lo prometto!”

 

 

 

 

 

MI LEGGI? =)

 

Okay ragazze questo è il capitolo, vorrei ringraziare tutti per i 15 commenti bellissimi che non mi sarei mai aspettata e un grazie va anche a chi ha messo la mia storia nelle ricordate o nelle preferite o in quelle da seguire.... grazie a chi recensisce tutti i miei capitoli e mi aiuta a crescere... grazie a tutte! Domani non credo che aggiornerò perchè ho tantissimi compiti, ma lo farò al più presto! <3 Vi adoro, un bacione! <3

Stella :-*

 

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Capitolo 6
*** Io lo amo ***


Mi Leggi? :)

Allora ragazze ho deciso di mettervi per oggi uno special San Valentino... naturalmente la storia seguirà comunque un filo logico e non sarà un capitolo scollegato da quelli precedenti, solo che sarà San Valentino anche in questo capitolo ;-) alcune ragazze mi hanno scritto che il carattere di scrittura che ho scelto per i capitoli precedenti è poco comprensibile, perciò cambierò carattere di scrittura. Aggiornerò al più presto, intanto fatemi sapere cosa ne pensate lasciando una recensione, grazie a tutti quelli che lo faranno! Mi scuso in anticipo per eventuali errori ma l'ho scritto alle 11:30 visto che mi è venuta improvvisamente un'idea, perciò comprendetemi... ;-) Un bacio, Stella <3

 

Capitolo 6

 

POV HONEY

 

Continuavo a rigirarmi nel letto, senza riuscire a prendere sonno... ero contentissima di essere andata all'orfanotrofio, ma c'era il pensiero di quello che avevo fatto a Justin che mi attanagliava, creandomi un groppo in gola che non mi permetteva di respirare e poi c'era Hannika. Io sapevo che molte famiglie non volevano adottarla perchè era una bimba di colore e questo non era giusto! Lei era speciale proprio perchè era “diversa”. Le avevo promesso che l'avrei adottata e avrei mantenuto la mia promessa ma non potevo farlo subito perchè io avevo solo 17 anni e so che avrebbe potuto adottarla mia madre, ma io non la volevo come sorella! Volevo che lei mi chiamasse “mamma”... sapevo che il mio pensiero era un'utopia, ma non volevo smettere di crederci!

Mi girai per la terza volta, a sembrava che il piumone mi volesse schiacciare e così sentii il bisogno di uscire da quel letto, prima di sentirmi soffocare. Controllai l'orologio: erano ancora le cinque di mattina. Mi infilai la vestaglia di raso rosa che avevo comprato qualche settimana fa e scesi di sotto. Prima di giungere in cucina passai per la camera della mamma: lei stava dormendo beatamente, ma aveva ancora gli occhiali sul naso e dei fogli tra le mani. Chissà quale splendido abito stava disegnato quando fu vinta dal sonno?! Io non lo sapevo, no glielo avevo mai chiesto e non ero neanche mai andata ad una sua sfilata di moda.

Scesi al piano di sotto e aprii il frigorifero, riempiendomi un bicchiere di latte freddo, poi mi portai il bicchiere alle labbra e fu in quel momento che mi accorsi che il sole stava sorgendo. Mi avvicinai alla finestra e lo osservai mentre si svegliava... Per la prima volta potei affermare di aver sentito Dio al mio fianco, quando i raggi del sole mi illuminarono il volto...

 

QUELLA MATTINA, A SCUOLA

Appena suonò la campanella afferrai lo zaino e mi precipitai fuori: avevo visto Justin camminare per il corridoio quando ero andata in bagno, qualche minuto prima. La professoressa non mi disse niente, presa com'era dal regalo che le aveva fatto il marito per San Valentino, e mi lasciò andare.

“Honey, Honey aspetta, ma dove vai?!”

Disse July rincorrendomi per il corridoio. Io mi bloccai quando vidi che non c'era più. Forse era entrato in qualche classe, ma quale?! Porcaccia! Sconfitta buttai lo zaino per terra e July finalmente mi raggiunse.

“Honey, ma che ti prende?!”

“Devo parlare con Justin! Tu per caso sai dov'è andato?”

“Honey...”

Aveva la testa bassa... ma che voleva dirmi?!

“Che c'è July, parla ti prego!”

“Ho parlato con lui ieri sera, su FB e...”

OH NO!

“Mi ha detto che non vuole parlare più con te, almeno non per ora.”

Guardai il corridoio deserto e le lacrime mi affiorarono agli occhi... Io non volevo!

“Honey, ma stai piangendo?”

“July... Io lo amo!”- dissi abbracciandola e piangendo sulla sua spalla...

“Cosa?!?!”

POV JUSTIN

 

Lo avevo fatto, avevo parlato con la sua amica, le avevo chiesto di dire Honey che non volevo più parlare con lei... avevo dovuto farlo! Lei mi aveva cercato e avevo visto tutto... avevo sentito quelle due parole che mi avevano terrorizzato: lo amo! No, non era possibile, non poteva dire sul serio! Ed adesso che ero consapevole dei sentimenti che provava per me, dovevo allontanarla il più possibile. Non potevo permettere che lei entrasse nella mia vita, nel mio mondo. Dovevo proteggerla da me, da mio padre, dai miei amici e l'unico modo per farlo era dimenticarla e trattarla male, falla soffrire in modo che si tenesse alla larga da me. Non potevo permettere che mio padre o qualsiasi persona della mia vita le facesse del male... Non so in realtà perchè quelle parole mi avessero turbato così tanto. Di solito non mi facevo problemi con le ragazze: le corteggiavo un po' giusto il tempo che loro si lasciassero andare un po' di più con me, le portavo a letto e poi... beh, le cambiavo come si fa con i calzini! Può sembrare terribile, ma non lo era... avevo paura di instaurare relazioni affettive con qualcuno perchè temevo che potessimo fare la stessa fine dei miei genitori... Da piccolo avevo sempre visto mia madre che veniva picchiata da mio padre e non ebbi mai la forza di fare niente.. come potevo, avevo solo 10 anni! Ma adesso, adesso la situazione era diversa! Se mio padre si avvicinava a mia madre e la toccava soltanto con un dito io lo avrei picchiato fino a quando mia madre, piangendo, non mi avrebbe implorato di smetterla! Lei sapeva che io lo facevo per lei, ero il suo angelo custode. Honey non poteva vedere tutto questo, non poteva vedere tutta la rabbia che avevo dentro, come diventassi violento davanti a mio padre... Non potevo metterla in una situazione di pericolo e non lo avrei fatto, anche se il mio cuore mi diceva di andare da lei perchè infondo la vita era la mia ed anche io avevo il diritto di essere felice... ma cosa dovevo fare? Seguire il mio cuore o la mia testa?! Non lo sapevo...

“Dai Justin muoviti!”- mi disse Mark, il mio migliore amico. Eravamo come fratelli e lo conoscevo dai tempi dell'asilo.

“Arrivo, arrivo...”

“Dai bello su, sennò le ragazze più belle ce le fregano tutte!”

Come se mi importasse... era un rito per me e Mark che a San Valentino ci sballassimo un po' e poi andassimo alla ricerca di ragazze da sfruttare per una notte sola. Naturalmente non lo facevamo da soli, ma con altri nostri amici... Era strano, ma da quando avevo incontrato Honey, non mi importava più del sesso o di un bel sedere... Lei mi aveva sempre trattato con distanza ma negli ultimi giorni si era aperta a me ed era come se sentissi, ogni volta che la guardavo, il mio cuore sciogliersi... Ma che mi stava succedendo?! Forse lo sapevo...

“Dai Justin!! Fratello, ma ci sei?”

“Mark, oggi no! Devo fare una cosa importantissima!”

“Ho capito dai...”- mi disse con sguardo compiaciuto. Mi conosceva meglio di quanto mi conoscessi io e gli avevo parlato così tante volte di Honey, che aveva già capito le mie intenzioni! Io gli sorrisi e guardai l'orologio: erano le 11. Dovevo essere a casa per il ritorno di mio padre e quindi più meno a mezzanotte. Avevo un'ora...

“Justin, ti conviene correre sennò chiude!”- mi disse Mark. Iniziai a correre e quasi volai, spinto da una forza della quale non conoscevo il nome.

 

POV HONEY

Io e July avevamo passato il San Valentino più triste della nostra vita! Avevamo fatto un po' di shopping e poi, visto che mia madre era partita per un impegno di lavoro, avevo invitto July a dormire da me... Ci stavamo infilando il pigiama e ci eravamo appena messe sotto le coperte, quando qualcuno bussò alla porta della mia stanza. Mi alzai tutta scocciata e andai ad aprire. Mi ritrovai il mio maggiordomo, Cedric che mi guardava in modo strano.

“Hanno portato questa per lei signorina Kinghst!”- mi disse porgendomi una bellissima rosa profumata...

“Chi la manda?”

“Non lo so, signorina Kinghst, comunque c'è un biglietto!”

Aveva ragione, non ci avevo fatto caso... lo aprii: “Anche io ti amo Honey, esci fuori, ti prego! Ti aspetto vicino al cancello.

-Justin”

“Cavolo!!”- esclamò July in preda all'euforia. “Muoviti Honey, esci che stai aspettando?”

Aveva ragione! Con il sorriso sulle labbra misi il cappotto e scesi mentre July e Cedric, i due impiccioni, mi seguivano! ;-)

Corsi per tutto il giardino, fino ad arrivare al cancello, ma... non c'era nessuno! Dov'era Justin?!

July mi raggiunse....

“July, non c'è!”- le dissi in preda al panico...

“Tranquilla, sicuramente si sarà allontanato! Vieni sediamoci qui e aspettiamolo!”

Mi disse portandomi verso la panchina nel mezzo del mio giardino... anche Cedric si sedette con noi e io mi strinsi nel mio giubbotto: faceva un freddo cane! Passò mezz'ora, poi un'ora e di Justin nemmeno l'ombra. Fu a quel punto che mi alzai, buttai la rosa per terra e la calpestai. In preda all'ira presi il cellulare e composi il suo numero, poi gli scrissi un messaggio: Tu credi che io sia un gioco? Credi di potermi illudere quando ti pare e piace?! Beh sai che cosa c'è che io ti odio brutto stronzo, non voglio vederti mai più!!” Premetti il tasto invio e poi in preda alle lacrime corsi dentro casa...

 

POV JUSTIN

Mentre stavo aspettando che Honey scendesse, avevo ricevuto una telefonata da mia madre. Mio padre era tornato in anticipo e si era già avventato violentemente contro di lei! Io dovevo aiutarla, dovevo fermare quell'uomo! Scusami Honey, ti prego!

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Capitolo 7
*** Insieme ce la faremo ***


Mi leggi? =D
Ragazze vi vorrei avvisare che questo capitolo è molto intenso e che ci sono scene di violenza le quale spiegano la mia scelta di rating arancione... perciò se vi fanno impressione scene di padri che picchiano i loro figli non lo leggete, vi voglio avvisare. Ho cercato di non sbilanciarmi più di tanto quindi non dovrebbe spaventarvi ;-) leggetelo fino alla fine perchè il finale è importante. Io l'ho scritto sentendo la canzone “Stay” di
Rihanna, se volete ascoltatela mentre lo leggete. Ecco il link dove la potete trovare su YouTube http://www.youtube.com/watch?v=wS4InT7Ycdk

Un bacio, Stella <3

 

Capitolo 6 “Insieme ce la faremo”

 

POV JUSTIN

 

Raggiunsi di corsa il mio palazzo ed entrai nel portone facendo a piedi ben 5 piani per non aspettare che l'ascensore scendesse. Il palazzo era troppo vecchio e io non potevo aspettare l'ascensore perchè in quei minuti sarebbe potuto succedere il peggio. Corsi di sopra e infilai la chiava nella toppa. Intanto che giravo la chiave sentii un gran tonfo e qualcuno gridare, mi affrettai ad entrare e quando lo feci la scena fu raccapricciante: mio padre teneva la mamma per i capelli sospesa a circa 3 centimetri dal pavimento, mentre lei aveva del sangue che le colava dalla fronte. Quell'uomo mi guardò, mentre io avevo quasi gli occhi fuori dalle orbite a causa della rabbia. Avrei voluto prendere uno di quei coltelli per tagliare il pane e... No, Justin, ragiona!!! Ragiona, cazzo!! Lui mi sorrise con quell'aria da ubriaco, poi, mentre mi vedeva stringere i pugni e le vene dei miei muscoli che si gonfiavano, invece di lasciar stare mia madre e di capire che mi stavo trattenendo dallo sfondargli il cranio, si girò e le diede uno schiaffone, sbattendola per terra. A quel punto non ci vidi più, corsi verso di lui ed iniziai a percuoterlo sulla faccia e nello stomaco, intimandogli che doveva smetterla o lo avrei ammazzato una volta per tutte! Lui mi diede uno spintone con quell'ultima forza che aveva in corpo, facendomi andare a sbattere di testa contro lo spigolo del tavolo... Sentii la mia fronte gonfiarsi e il sangue uscire dal naso. Adesso basta! Feci per girarmi ma lui mi precedette: aveva una bottiglia di vetro in mano. OH NO! Feci per allontanarlo, spostandolo di lato ma lui mi afferrò per il collo e mi buttò per terra facendomi sbattere di faccia per terra. Sentivo il sangue scendermi in gola. Era più lucido degli altri giorni... la vista mi stava abbandonando... stavo morendo? No, non potevo. Non adesso! Presi la bottiglia che lui aveva lasciato cadere e mi alzai. Mio padre era steso per terra, forse aveva perso i sensi... lasciai andare la bottiglia mentre mia madre mi correva incontro piangendo e asciugandomi il sangue con i suoi baci, lavandomi la faccia con le sue lacrime. “Amore mio, ma che ti ha fatto?”- mi disse lei piangendo...

“Io lo ammazzo mamma, così ci libereremo di lui, una volta per tutte!”

“No Justin, ascoltami. Non so cosa tuo padre sia diventato, ma lui non è cattivo. Ha solo bisogno di essere aiutato! Ti prego, tu...”

“Lo difendi?! Ma come fai a difenderlo?! Guarda cosa ci ha fatto?!”- gridai in preda alla rabbia ed afferrando la bottiglia di vetro per toglierlo di mezzo una volta per tutte...

“No, Justin! E' pur sempre tuo padre!”- mi disse lei alle spalle. Aveva ragione, ma che stavo facendo?! Lasciai la bottiglia cadere per terra e mi misi in ginocchio, mentre le lacrime continuavano a scendere. Mia madre venne da dietro e mi abbracciò...

“Mamma, io ti porto via di qui, non ti devi preoccupare, non lo rivedremo mai più te lo prometto!”

“Va bene tesoro mio, vieni qui!”- mi disse piangendo anche lei e abbracciandomi. Mi tenne stretto sul suo seno mentre io continuavo a piangere...

“Mi dispiace tanto Justin, non avrei mai voluto farti fare una vita simile, piccolo mio. Mi dispiace...”- disse lei piangendo...

Dovevo portarla via da quella situazione, ma dove?! Da Mark non potevo portarla perchè lì la situazione non era tanto diversa. Non c'era nessuno tra i miei amici dei quali mi fidassi per davvero... mentre riflettevo, lo schermo del mio cellulare si illuminò: era un messaggio di Honey. Ne lessi il contenuto e così mi venne un'idea. Aiutai mia madre ad alzarsi, distrutta com'era, la aiutai a sedersi su una sedia; poi andai nelle nostre camere e presi un po' di biancheria intima e qualche vestito, misi tutto in un borsone, poi mi misi le chiavi di casa in tasca e, dopo essermi caricata la mamma sulle spalle, uscii da quella maledetta casa!

 

POV HONEY

 

Stavo dormendo beatamente già da un'ora, quando all'improvviso suonarono al citofono.... Era le tre di notte, ma chi poteva essere.?! Scossi July, ma lei non mostrò la minima intenzione di volersi alzare. Continuavano a citofonare con insistenza, come se avessero fretta che io rispondessi, come se la situazione fosse disperata! Per un attimo ebbi paura. Stavo impazzendo! Mi erano successe troppe cose, ma che voleva il mio cervello ancora da me?! July continuava a dormire ed era come se il suono del citofono lo sentissi solo io. Mi misi la vestaglia e le ciabatte ed aprii la porta della camera. La luce del corridoio era accesa e sentii Cedric che scendeva sbuffando e parlottando qualcosa del tipo “Non si può più dormire in questa casa!!”

Allora non lo sentivo solo io i citofono! Chiusi la porta con cautela per non svegliare July e scesi anche io al piano di sotto. Raggiunsi Cedric... Stava frugando nel porta ombrelli...

“Cedric, ma che stai facendo?!”

Lui si girò di scatto...

“Mi ha spaventato signorina Honey!”- poi si spostò vicino a dei bastoni di ferro che servivano per spostare i ceppi del camino e attizzare il fuoco e ne afferrò uno...

“Cedric?!”

“Signorina Honey, sono le tre di notte. Potrebbe essere un mal intenzionato! Almeno sono pronto!”- disse nascondendoselo sotto la vestaglia. Oh cavolo!

Uscimmo insieme mentre io camminavo dietro di lui...

“Signorina Honey...”- mi disse Cedric in preda allo shock, guardando chi c'era oltre il cancello...

Io mi sporsi da dietro di lui per guardare meglio...

“Justin!”- gli dissi vedendolo con la madre sulle spalle, mentre aveva il volto sanguinante...

Gli corsi incontro, aprendo il cancello, mentre Cedric mi raggiungeva...

“Ma che... che...”- non riuscivo a parlare. Cedric prese la donna in braccio e Justin lo guardò con uno strano sguardo, poi si protese in avanti come se stesse per svenire.

“Ehi, ehi...”- gli dissi dolcemente, poggiando una mano sul suo petto e tirandolo su...

“Ma che è successo? Che ti hanno fatto?”- gli dissi abbracciandolo, in preda alle lacrime.

“Aiutami, ti prego! Honey, mi dispiace io non volevo deluderti. Tutto quello che ti ho scritto su quel bigliettino era la verità, io...”- Si interruppe improvvisamente contorcendosi e gridando come se avesse bevuto veleno a causa di una fitta lancinante al fianco. Io lo abbracciai nuovamente, stringendolo più forte, poi gli sussurrai all'orecchio- “Tranquillo, adesso ci penso io a te!”-

Mi misi il suo braccio intorno alle spalle e lo portai dentro, mentre Cedric portava Pattie di sopra. Intanto July si era svegliata a causa del frastuono e si portò le mani sulla bocca quando vide Justin conciato così. Mi aiutò a stenderlo sul divano, poi accese la luce. Se prima stavo piangendo un fiume di lacrime, adesso ne avrei piante un oceano. Era raccapricciante... Il sangue continuava ad uscirgli dal naso e aveva un grosso livido sulla fronte, ma nonostante tutto era ancora bellissimo...

“Justin...”- gli dissi accarezzandogli il volto. Lui prese la mia mano tra le sue e me ne baciò il dorso, continuando a sorridere nonostante fosse conciato in quel modo.

“July corri, va in bagno c'è una cassetta del pronto soccorso, portamela subito! Sbrigati!”- le dissi in preda allo sgomento mentre July saliva più veloce che poteva le scale...

“No, non pensate a me ma a mia madre... Honey lei ha bisogni di cure, sta male!”- disse contorcendosi di nuovo per il dolore.

“Stai tranquillo, non ti agitare, se ne sta occupando Cedric...”

July arrivò con la cassetta ed io la aprii cercando qualcosa per fermare il sangue e disinfettare le ferite...

“Honey...”, “Honey...”- mi disse lui con l'affanno, cercando di attirare la mia attenzione ma io non lo ascoltai. Dovevo trovare qualcosa per salvarlo, dovevo!!! Io...

“Ascoltami ti prego... ehi...”

Io lo guardai in preda alle lacrime, ma lui mi fece segno di abbassarmi ed io feci come aveva detto. Posò le mani tremolanti sulla mia faccia e mi asciugò le lacrime... Poi sorrise con un'espressione mista di dolore e felicità immensa.

“Ti amo principessa.”

“Anche io ti amo...”- gli dissi piangendo e posando le mie labbra sulle sue. Succhiai il sangue che usciva dal suo labbro inferiore e lo baciai con più intensità quando vidi che era quello che lui desiderava... Poi la mia lingua si addormentò sulla sua ed entrambi chiudemmo gli occhi...

Quando mi staccai gli poggiai la testa sulla spalla...

“Andrà tutto bene vedrai, mi prenderò cura di te ed insieme ce la faremo, amore...”

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Capitolo 8
*** Cosa vuoi per colazione tesoro? ***


CAPITOLO 8 “Cosa vuoi per colazione tesoro?”

 

POV HONEY'S MOTHER

 

“Prego, faccio da sola!”

“Oh no signora, mi permetta di accompagnarla fino a casa! Non vorrà mica affaticarsi con tutte queste valigie?! Saranno come minimo...”

“Sette! Grazie per la sua gentilezza!”

“Sette?!”

“Non credo che ci siano problemi per un uomo forte e vigoroso come lei!”- gli dissi facendo gli occhioni dolci. Avevo imparato a farli da Honey, che me li sfoggiava quando era piccola, ogni volta che voleva un gioco che io non le volevo comprare! Il tassista si tirò indietro le maniche della giacca; poi aprì il portabagagli ed iniziò a tirare fuori le valige, una dietro l'altra. Erano così tante che occupavano anche i sedili anteriori. Era solo per questo motivo che avevo fatto il tragitto dall'aeroporto fino a casa seduta sul sedile del passeggero, altrimenti no lo avrei mai fatto! Io NON siedo nella maniera più assoluta dalla parte del passeggero per evitare qualsiasi contatto fisico o aereo con l'autista! Mi sistemai gli occhiali sul nasino all'insù e il velo rosa carne che si poggiava sul mio capo, alla maniera delle donne anni 80. Poi presi la mia porchette che si abbinava perfettamente alle mie scarpe e al mio vestito e passai oltre il cancello con il tassista che mi seguiva tutto affaticato! Il peso della bellezza si sentiva e lui lo stava provando in quel preciso momento: doveva sentirsi fortunato! In quelle valige c'erano gli ultimi modelli che avevo presentato alla mia recentissima sfilata che, modestamente, valevano più di lui. Il giardiniere mi salutò mentre io gli sorrisi vedendo che aveva seguito perfettamente i miei ordini: la siepe era stata potata, le rose innaffiate ed anche le mie margherite rosa. Mi aveva detto che era raro trovarle, ma io gli avevo risposto che non mi interessava, e che avrebbe dovuto comprarle a costo di prendere quelle bianche e dipingerle tutte!

Arrivai al portone d'entrata e mi fermai. Chiamai Cedric con un particolare Wouche Toki che serviva proprio per radunare la servitù. Lui dopo circa 5 minuti arrivò.

“Ben tornata signora!”

“Grazie Cedric... il braccio per favore!”- gli dissi con aria di superiorità.

Lui guardò in alto come per invocare qualche santo che lo proteggesse da me, ma nessuno lo avrebbe aiutato. Si era soli in questo mondo! Mi porse il braccio ed io mi ci appoggiai togliendomi le scarpe. Il mio parquet era di legno di ciliegio, estremamente pregiato e specialmente delicato. Non potevo sporcarlo con tutti i germi che avevano raccolto le scarpe per la strada. Entrai a piedi nudi in casa, mentre il tassista mi stava ancora seguendo.

“Si fermi!”- gli gridai mentre stava entrando...

“Che succede signora?!”

“Si tolga le scarpe se vuole entrare!”- gli dissi continuando a camminare e, senza degnarlo più neanche di uno sguardo, entrai in salotto.

“Ascolta amico, scappa finchè sei in tempo!”

“E lei chi è?”

“Il maggiordomo!”
Cedric e quel tassista stavano parlottando qualcosa e si scambiavano strane occhiatine. Okay, adesso basta.

“Cedric, dai la mancia al signore e poi preparami un bicchiere di Martini, ghiacciato!”

“Subito signora!”

Mi sedetti sul divano ma... la mia attenzione fu catturata da alcune macchie di sangue... sul MIO PARQUET!

“Cedric, Cedric corri, vieni subito qui!”- gridai in preda al panico.

“Signora, si sente male?”

“Cedric, le vedi anche tu quelle macchie di sangue?!”

“Em... si, signora. Ecco sua figlia...”

“Mia figlia?! Honey?! Che le è successo? Sta bene? Oh mio dio! Honey, Honey, dove sei tesoro?!”- dissi chiamando mia figlia.

“Signora si calmi, non è di sua figlia quel sangue, ma del suo nuovo fidanzato! Lo hanno picchiato e...”

“Oh menomale! Aspetta un attimo... Honey si è fidanzata con uno che è stato picchiato?!

“Si, signora e...”

“Cedric bando alle ciance! Dov'è mia figlia?”

“E' di sopra!”

“Bene!”- dissi io iniziando a salire le scale completamente infuriata con Honey. Ma come le veniva in mente di frequentare certa gente?! Ah, l'avevo cresciuta in modo troppo permissivo ed adesso era diventata una ribelle. Povera me...

 

POV HONEY

 

Quella notte non ero riuscita a dormire, anche perchè non c'erano state troppe ore per farlo, visto che Justin non smetteva di contorcersi dal dolore e fui costretta a chiamare il medico di famiglia, che mi aveva detto che Justin aveva una costola leggermente inclinata e che gli aveva dato un sedativo per non fargli sentire il dolore e farlo riposare un po'. Quando finì di spiegarmi la sua diagnosi, non potei fare a meno che provare una fitta al cuore e andare a stendermi vicino a lui per ascoltare i battiti del suo cuore, mentre lui dormiva profondamente, stordito dai medicinali. Presto fu l'alba ed io non potei smettere di pensare a noi. Eravamo così diversi eppure così simili... non avrei mai pensato di dirlo, ma quando ero con lui mi sembrava di toccare il cielo con le dita e poi quel bacio... fu l'esperienza più bella della mia vita. In realtà non avevo mai pensato all'amore, non ci avevo mai creduto. Pensavo che fosse soltanto un sentimento che illudeva gli uomini e che li conduceva al dolore. Per mia madre era stato così e anche per me, infatti entrambe ci eravamo costruite una corazza di cattiveria e superiorità proprio per non soffrire di nuovo. Eravamo diventate crudeli per non lasciar entrare i sentimenti e non rimanerne bruciate. Avevo sempre avuto una concezione distorta della vita, pessimistica direi, ma con Justin, tutto era cambiato... lo avevo baciato da poche ore, ne ero consapevole, ma era come se lui fosse stato l'unico guerriero ad essere riuscito ad espugnare la fortezza del mio cuore.

Ero immersa nei miei pensieri, quando mi accorsi che il petto di Justin iniziò a muoversi con un ritmo diverso; mi girai e vidi che mi stava guardando, con un dolcissimo sorriso sulle labbra. Il livido violaceo era ancora ben visibile, ma stava meglio. Aveva i muscoli facciali distesi e non contratti per il dolore e questo mi portò a sorridergli. Restammo per circa cinque minuti senza parlare... molti pensavano che il silenzio sia un vuoto da riempire a tutti i costi, anche con parole stupide o senza senso, ma ancora non sapevano che era più loquace di mille parole. Ci guardammo dritti negli occhi, poi io lo baciai dolcemente e lui ricambiò il mio bacio, poggiandomi le mani sulle guance e, quando ci staccammo, mi accarezzò il viso con le nocche.

“Come stai?”

“Meglio grazie. Hai dormito un po'?”

“Non molto a dire la verità!”

“Honey, mi dispiace... io non voglio accollarti anche i miei problemi!”

“Justin lo hai già fatto!”

“Lo so e ti chiedo scusa...”

“No, tu non ti devi scusare di nulla! Io dovrei scusarmi con te! Ho... distrutto la tua rosa, ti ho mandato quel messaggio orribile. Ho reagito d'impulso e non avrei dovuto...”- gli dissi prendendo le sue mani tra le mie e iniziando a piangere.

“Ti prego, non odiarmi!”- continuai, chiudendo gli occhi.

Justin mi accarezzò ancora la faccia e poi mi prese il volto tra le mani; mi fece chinare verso la suo faccia: eravamo così vicini che le punte dei nostri nasi si toccavano.

“Io ti amo Honey, non potrei mai odiarti.”- mi disse guardandomi negli occhi, ma poi fu costretto dal dolore a stendersi di nuovo. Io mi chinai di più e lo baciai nuovamente sulle labbra.

“Anche io ti amo!”- gli sussurrai a fior di labbra continuandolo a guardarlo negli occhi.

“Okay, bel giovane, cosa vuoi per colazione?”- dissi allegramente sedendomi accanto a lui per cercare di tirarlo un po' su di morale. Aveva gli occhi stanchi, povero amore mio!

“Non so, che offre la casa?”

“Allora posso prepararti... fette biscottate e marmellata, marmellata e fette biscottate oppure... no, oppure niente, non sono una gran cuoca! Che prendi?”

“Vediamo, mi piacerebbe mangiare: fette biscottate e marmellata!”

“Ottima scelta tesoro!”- dissi sorridente.

Mi alzai per scendere giù in cucina, quando ad un tratto sentii la voce di mia madre che mi chiamava dal piano di sotto. Lei salì velocemente le scale e poi entrò nella stanza dove eravamo io e Justin. Guardò prima me, poi lui...

“Honey...”

“Mamma posso spiegarti tutto!”

“Va bene ti ascolto, inizia a parlare e non omettere nulla!”- mi disse seccata e sfinita contemporaneamente....

 

MI LEGGI? <3

Allora ragazzi questo è il capitolo, ho cercato di seguire il più possibile i consigli che mi avete dispensato nelle recensioni. Spero tanto che vi piaccia! Volevo solo dirvi che in questa settimana sono piena di interrogazioni però molto probabilmente il prossimo capitolo lo metterò o venerdì o sabato... spero che troviate la lettura piacevole e che la storia vi stia piacendo. Mi raccomando, lasciate tante recensioni, ci tengo a sapere che ne pensate! ;-) Un bacione, Stella :-*

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Capitolo 9
*** Sfida ***


MI LEGGI? <3

Allora raga questo è il capitolo e scusatemi se non l'ho messo prima e vi ho fatto aspettare un'eternità ma ho avuto tantissime interrogazioni ed inoltre il 26 è stato anche il mio compleanno. Sono riuscita a scrivere soltanto oggi. Non lo avevo programmato, ma combinazione oggi è anche il compleanno di Justin, anche se nella mia storia non lo è. Gli avete già fatto gli auguri su Twitter?! Io siiiiiii =D Beh non mi perdo in inutili chiacchiere, leggete e come sempre lasciate una recensione per farmi sapere cosa ne pensate e se devo continuare! <3

 

CAPITOLO 9 “Sfida!”

 

POV HPNEY

 

Portai la mamma fuori dalla stanza di Justin, mentre lui ci vedeva andar via. Era diventato rosso in volto, forse pensava di essere di troppo o che mi stesse creando problemi, ma io non volevo che si sentisse così. Lui non era un peso per me e volevo aiutarlo, dovevo solo convincere mia madre!

“Honey, che cos'è questa storia?”

“Mamma ascolta, ha una situazione familiare complicata. Suo padre è un alcolizzato, è pericoloso e li ha picchiati!”

“Li?!”- mi disse incredula iniziando a montare su tutte le furie.

“Em... Justin e... sua madre”

“Honey... ma noi non possiamo... è pericoloso!”

“Lo so mamma, ma non ho intenzione di sbatterli fuori di casa. Perciò ho un accordo da proporti...”

“Stai negoziando con me Honey?”

“Proprio così! Ti ricordi che mi avevi chiesto di andare a vedere la tua sfilata, quella del mese prossimo?”

“Honey...”

“Avevi detto che ci tenevi! Ma ci tenevi tanto tanto mamma... non sono mai venuta ad una tua sfilata!”- le dissi, facendole gli occhioni e al tempo stesso guardandola come se non ci fosse un'altra soluzione. In effetti era così, o li faceva stare oppure avrebbe dovuto sbattere anche me fuori di casa. Avevo omesso questo ultimo particolare per non farlo sembrare un subdolo ricatto, ma era questo che le avrei detto se mi avesse risposto di no.

“Honey, se quell'uomo è pericoloso come dici, potrebbe trovarli e metterci tutti in pericolo... e poi quel ragazzo non fa per te ed io...”

“Mamma, io non lo lascio andare! Ti prego, sarà solo per poco tempo...”- le dissi quasi mettendomi a piangere. Non riuscivo ad immaginare di stare senza Justin, non più e non potevo perderlo adesso che ce l'avevo sotto il mio stesso tetto, al sicuro!

Lei sorrise e poi mi guardò intensamente negli occhi... “E va bene, possono restare, ma solo per qualche settimana!”

Io la guardai con il viso rigato di lacrime e fu strano perchè per la prima volta i miei occhi e le mie labbra espressero un sorriso sincero, che veniva dal cuore. Non mi sentivo così felice da... sempre!

La abbracciai e lei per un momento credette di avere una visione. Merda, non abbracciavo mia madre dai tempi delle elementari! Mi persi in quell'abbraccio, nascondendo il volto bagnato nella sua maglietta e mi ricordai com'era bello toccare la sua pelle morbida e sentire il battito del suo cuore. Avevo dimenticato che mi piacesse così tanto... quante cose che avevamo sbagliato nel corso degli anni e non ce ne eravamo rese conto, né io e né lei.

 

POV JUSTIN

 

Appena Honey era uscita, mi ero messo a sedere, le mani intrecciate in grembo... stavo creando mille problemi e non volevo. Ero di troppo ed era chiaro che la mamma di Honey non mi vedeva come uno alla “loro altezza”. Ma che mi ero messo in testa?! Io non sapevo nulla di quella ragazza ma me ne ero innamorato... il problema era che non facevo per lei. Mi ero presentato a casa sua senza preavviso, ma d'altronde lo avevo fatto perchè non sapevo dove altro andare... Basta cazzo, ero stanco di pensare!! Il suo mondo non mi apparteneva, era lampante, come avevo fatto a non capirlo?! Dovevo andarmene e subito. Mi alzai, cercando di non torcere molto il busto che mi faceva un male cane e mi avvicinai al mio borsone che avevo riposto sulla sedia. Lo presi e poi uscii dalla stanza facendo attenzione a non farmi vedere da Honey. Salii al piano di sopra e guardai mia madre stesa su un letto rosso carminio: stava dormendo beatamente, forse per la prima volta dopo sette anni. La stanza era quella degli ospiti ed era tutta bianca, c'era soltanto quel letto rosso che spiccava tra lo stucco e i mobili lattacei... Cavolo, loro avevano una stanza degli ospiti!

“Justin, che stai facendo?”

“Honey...”- dissi girandomi di scatto e fissandola, mentre lei entrava nella stanza chiudendosi la porta alle spalle.

“Principessa ascoltami io...”

“Posa subito quel borsone, tu non vai da nessuna parte!”- mi disse rispondendo alla mia affermazione non formulata. Era così evidente che stavo scappando?! Forse si...

“Justin, non voglio che te ne vada. Puoi restare, davvero!”

“Ma tua madre...”

“Lei ha detto che potete restare. Anche perchè se vi costringe ad uscire da questa casa dovrete passare tutti sul mio cadavere!”- disse lei mettendosi con le braccia conserte e guardandomi con quell'irresistibile sguardo severo ma dolce allo stesso tempo.

“Con cosa l'hai costretta?! Un tacco o una padella?”- dissi divertito...

“No, solo con la mia lingua biforcuta!”- sorrisi vedendo che iniziava ad agitarsi e a soppesare le sue parole, arrossendo. Ma perchè faceva così?! Non si accorgeva che mi faceva impazzire quando il suo faccino diventava rosso per me!

“Sei bellissima!”- Lei si morse il labbro inferiore e lo tenne stretto tra i suoi denti, arrossendo ancora di più... Cavolo, mi fece un effetto strano! Iniziai a passarmi la lingua sulle labbra per inumidirle. Evidentemente lei se ne accorse perchè mi sorrise ed abbassò lo sguardo...

 

POV HONEY

 

Smettila di leccarti le labbra porca paletta!”-avrei voluto gridargli contro ma mi trattenni per mantenere un certo decoro. Come avrei fatto a vivere per qualche settimana nella stessa casa con il ragazzo che amavo e che mi piaceva da impazzire, senza diventare matta?!

Devi smetterla di leccarti quelle maledette labbra, per l'amor del cielo!”- pensai ancora una volta, sospirando e lui smise accogliendo la mia supplica non formulata. Ma come riusciva a farlo?! A leggermi dentro... ero così prevedibile?!

Lui si avviò verso di me e mi aprì la porta. Evidentemente voleva parlarmi ma non davanti alla madre che si sarebbe potuta svegliare all'improvviso e sentire i nostri discorsi...

Si chiuse la porta alle spalle e poggiò il borsone per terra, nel corridoio.

“Non andare via, io lo so che tu vuoi restare!”

“Ne sei proprio sicura?”- mi disse sfoggiando il suo sorrisetto da furbo ed era così tremendamente... sexy.

“Si ne sono sicura!”

“Beh non lo so, Mrs Kinghst! Potresti sempre provare a convincermi!”- disse spingendosi pericolosamente verso di me. Io indietreggiai e mi appoggiai alla ringhiera delle scale!

C'era mia madre al piano di sotto, per l'amor del cielo Justin!!

“Em... non credo che sia una buona idea!”

“Non mi dire che non sai come convincermi. Mi deludi Mrs Kinghst!”

Perchè mi chiamava Mrs Kinghst?! Le farfalle nel mio stomaco impazzirono.

Okay era ora di giocare al suo stesso gioco!

“Oh Bieber, davvero, tu non sai con chi hai a che fare! Posso essere molto persuasiva se voglio!”- gli dissi poggiandogli le mani sul petto per tenerlo a distanza di sicurezza da me. Sentii il suo corpo fremere al mio tocco. Stava funzionando!

“Honey, non mi provocare. So a che gioco stai giocando e perderai principessa!”

“Ma davvero Bieber?! Credevo che fosse un bel gioco ed inoltre, da come stai reagendo, mi sa proprio che sarai tu a perdere.”- lui alzò le mani in segno di resa, sentenziando: “Un punto per te allora, Mrs Kinghst”. Io alzai il sopracciglio destro in segno di superiorità ma non volevo che lui si sentisse inferiore, volevo solo prenderlo e prendermi un po' in giro.

“Sai Honey, credo proprio che dovremmo conoscerci meglio!”

“In che senso Bieber, così potrò prevedere le tue mosse e batterti di nuovo?”

“La cosa potrebbe essere reciproca principessa.”- io sorrisi pensando che aveva ragione, ma se credeva che gli avrei mostrato le mie fragilità si sbagliava di grosso. Sapevo che in realtà stavamo soltanto giocando, ma sapevo anche che lui non mi avrebbe fatto vincere facilmente.

“Mi piace quando mi chiami principessa...”

“Lo so, lo vedo! Sarà per questo che entro tre ore mi pregherai di baciarti!”

“Cioè mi stai dicendo che non mi bacerai fino a quando non te lo chiederò io?!”

“Si, in poche parole è questo che ti sto dicendo. Insomma nessuna ragazza mia aveva mai rifiutato!- disse facendo finta di mettere il broncio... okay se voleva giocare duro lo avrei fatto!

“Okay Bieber, questo è il programma: andremo a prendere un caffè così ci conosceremo meglio, ma sappi che non ti pregherò mai, neanche se stessi per impazzire dalla voglia di baciarti. Anzi, ti dirò di più: sarai tu a pregare me, caro mio!- dissi scostandomi dalla ringhiera e scendendo lungo la scalinata per arrivare al piano di sotto. Sapevo che mi stava guardando ed ebbi come la sensazione che si stesse mordendo il labbro inferiore, ridendo tra se e se. Due a zero Mr Bieber!


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Capitolo 10
*** Pioggia ***


MI LEGGI? <3

Ehi raga.... prima di iniziare il capitolo, vorrei scusarmi con tutti per non essermi fatta sentire per così tanto tempo, ma ho avuto montagne di compiti e sto approfittando per scrivere proprio oggi che ho la febbre e che ho qualche momento libero. Avevo anche perso la mia password di epf e mi avevano disabilitato l'account e non potevo recuperarla, insomma un casino!
In questo periodo di assenza ho pensato meglio alla storia e mi è venuto in mente di crearne il trailer. Fatemi sapere nelle recensioni se lo volete e, come sempre, cosa ne pensate! Mi scuso anche con tutte le ragazze che hanno affollato la mia casella di posta, recensirò e leggerò tutte le loro FF, intanto... buona lettura! <3

PS: Non dimenticate le informazioni su Honey e Justin contenute del capitolo perchè saranno fondamentali per i capitoli successivi! <3

S

 

Cap 10 "Pioggia"

 

POV HONEY

 

“Che prendi?”

“Un cappuccino.”

“Un cappuccino e un caffè grazie.”- disse alla barista della caffetteria che lo guardava con aria adorante. Lui aveva accettato la sfida e quindi eccoci qui in questo bellissimo locale del centro: pareti rosse si sposavano con le poltroncine bianche e tutto aveva un'aria molto schick. Mia madre lo avrebbe approvato sicuramente! Fuori stava per piovere e questo mi comportava alcuni problemi a dire la verità, ma potevamo rimanere nella caffetteria fino a quando non avrebbe smesso di piovere. La ragazza dietro il bancone si rimise in ordine il grembiule bianco e quando Justin si abbassò per raccogliere la monetina che gli era scivolata dalle mani, lei si aggiustò con le mani la lunga coda di cavallo nocciola; poi, dopo che Justin ricomparse sulla sua visuale, gli sfoggiò un enorme sorriso da un orecchio all'altro. Raggiunse la cassa, che si trovava dall'altra parte del bancone, sculettando spudoratamente e quando gli riportò il resto si abbassò eccessivamente, forse per far notare a lui il suo bel decolletè e per far rendere conto a me che io portavo solo una misera seconda... La prossima volta che sarei uscita mi sarei messa dell'ovatta nelle coppe del reggiseno!

Justin sorrise vedendo gli atteggiamenti della puttana e il colorito rosso che si stava impossessando del mio volto. Mi presi le mani in grembo, iniziando ad agitarmi non poco, ma come se lui mi avesse letto nel pensiero, mi avvolse la vita con le braccia e mi posò un bacio sulla fronte, ispirando forte i miei capelli. Aspetta ma... perchè non mi aveva baciata?

-Perchè avete fatto quella stupida scommessa!- mi ricordò il mio cervello. Cavolo! Giuro che in quel momento lo avrei per davvero implorato di baciarmi, ma non lo feci. Non potevo arrendermi così presto! A dire la verità credevo che avesse ceduto lui... non lo facevo così tosto! Non quanto me almeno...

Lui sorrise sulla mia fronte, mentre il mio respiro si condensava sulla sua camicia. Si staccò e mi prese per mano, conducendomi verso il tavolo. Dalla radio nell'angolo si iniziarono a diffondere le note di “Let her go” dei Passenger. Perfetta per una chiacchierata con il proprio fidanzato, no?!

“Inizia tu!”- gli dissi sorridendo. Lui fece un'espressione interrogativa, ma poi capì a cosa mi stavo riferendo.

“Okay... ci metti lo zucchero o no nel cappuccino?”

“Che domanda è?!”

“Una domanda dolce!”- mi disse facendomi l'occhiolino e non prestando la minima attenzione alla ragazza di prima che aveva poggiato le nostre ordinazioni sul tavolino. Sorrisi di nuovo.

“Si, un cucchiaino e mezzo. Tu?”

“Lo preferisco amaro!”

Questa volta sorrise lui ed io capii che stava cercando di rompere il ghiaccio e di prepararmi alle domande serie.

“Qual è il tuo hobby, Honey?”

“Mi piace leggere e...”

“E?!”

“E disegnare!”

“Davvero?! Non lo avrei mai detto!”- sorrise.

Com'era bello quando lo faceva!

“Credo di avercelo nel sangue... mia madre è una stilista e disegna capi di moda e mio padre era... un fumettista.”

“Era Honey?”

“Si, se ne andò quando io ero molto piccola. Lo ricordo a malapena. Non ho più sue notizie da sedici anni, ma ai miei compleanni lui mi invia sempre un regalo, quindi almeno so che è vivo!”

Lui mi vide incupirmi ed abbassò la testa.

Basta pensare a mio padre!

“E il tuo hobby qual è?”

Lui mi fissò e sorrise... poi fece spallucce e si accarezzò la fronte.

“Beh... mi piace... suonare la chitarra.”

“Stai scherzando?!”

“No, e la so suonare anche bene.”

“Oh e così sarebbe questa la tattica che usi per rimorchiare le belle ragazze?! Delle belle note, qualche parola canticchiata e buttata al vento ed il gioco è fatto, vero Bieber?”- dissi prendendolo teneramente in giro.

“A dire la verità... sei la prima persona a cui lo dico.”

“Oh...”

“Mi ha insegnato mio padre a suonare... avevo cinque anni quando mi comprò la mia prima chitarra per mancini... ero così contento...”- disse abbassando lo sguardo pensieroso.

Le lacrime mi salirono agli occhi, pensando ad un piccolo bambino con gli occhi nocciola e i capelli color miele che provava il suo nuovo regalo regalatagli dal suo papà... quel padre che adesso lo picchiava...

“Mi dispiace...”

“Anche a me.”- mi guardò come per dire “Ehi, è tutto okay!” e di impulso mi alzai e lo abbracciai forte, accoccolandomi tra le sue braccia, fregandomi dei mille occhi che mi fissavano straniti.

Mi accarezzò il capo e mi baciò sulle labbra... finalmente!

“Puoi insegnarmi?”

“A fare cosa?”

“A suonare la chitarra... mi piacerebbe molto!”- dissi ancora con le lacrime agli occhi.

“Va bene principessa, appena potrò muovere il braccio ti insegnerò.”- rispose asciugandomi le lacrime con i polpastrelli ed io mi fiondai sulle sue labbra, premendogli la lingua in bocca, mentre lui avvolgeva le mani tra i miei capelli. In quel momento c'eravamo solo noi, la caffetteria era sparita ed io mi sentivo così... bene!

Quando ci staccammo avevamo il fiatone e la caffetteria era ricomparsa. Tutti ci stavano guardando. Gli sorrisi, consapevole di aver perso la scommessa. Ma che importava ormai?!

“Posso chiederti una cosa Honey?”

“Certo, tutto quello che vuoi!”

“Di cosa hai paura tu?”

“Della pioggia Justin... Quando mio padre se ne andò pioveva a dirotto. Io lo vidi varcare la soglia di casa mia con il viso sferzato dalla pioggia e i tuoni che riecheggiavano tutt'intorno. Mi disse che sarebbe tornato presto, poi mi diede un bacio sulla fronte e se andò, lasciandomi sola e non tornando mai più.”

Lui si guardò intorno, poi si alzò.

“Vieni!”- mi disse prendendomi per mano e trascinandomi fuori dalla caffetteria.

“Justin, ma dove stai andando?!”

Gli lasciai la mano, rimanendo sulla soglia del bar mentre lui si buttava per strada, dove pioveva a dirotto.

Si girò verso di me e mi sorrise, tendendomi la mano.

“Vieni piccola...”

“No... non ci vengo lì”- dissi sorridendo.

“Oh si che ci vieni.”

Disse correndo verso di me e mettendomi in groppa alla sua spalla sana...

“Justin, mettimi giù!”

Sentii i vestiti bagnati appiccicarsi addosso e i capelli umidi. Mi poggiò nel bel mezzo della strada, mentre la pioggia bagnava entrambi, scendendo sui nostri corpi. Lui prese il cellulare.

“Sorridi!”

Io lo feci e mi scattò una foto, mente nessuno dei due riusciva a smettere di ridere.

Dopo qualche minuto entrammo di nuovo nel locale per aspettare che smettesse di piovere, entrambi appagati e innamorati.

Quando tornai a casa, lui filò sotto la doccia ed io accesi il mio Mac. Entrai nella mia posta elettronica e vidi che era arrivata una nuova mail:

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Da: Justin Bieber

A: Honey Kinghst

Oggetto: Pioggia.

La vita lascia i lividi, ma noi stiamo vivendo in questo momento, insieme e tu non sei più sola. Non dimenticarlo mai!

PS: Preparati perchè domani sera ti mostrerò le mie abilità culinarie! ;-)

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Che aveva intenzione di fare?!?!

 

 

 

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