Happy Days

di Marauder_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 2: *** Due ***
Capitolo 3: *** Tre ***
Capitolo 4: *** Quattro ***
Capitolo 5: *** Cinque ***
Capitolo 6: *** Sei ***
Capitolo 7: *** Sette ***
Capitolo 8: *** Otto ***
Capitolo 9: *** Nove ***
Capitolo 10: *** Dieci ***
Capitolo 11: *** Undici ***
Capitolo 12: *** Dodici ***
Capitolo 13: *** Tredici ***



Capitolo 1
*** Uno ***


UNO


Eccola, dovrebbe essere questa pensai, quando raggiunsi la porta di una piccola casetta ad un piano, con i muri celesti ed il tetto in legno.
Vicino all'entrata c'erano due campanelli: sul primo c'era scritto Jake Flock, mentre il secondo era vuoto.
Suonai sul primo, ma non ricevetti nessuna risposta.
Provai a suonare piú volte, ma al quarto tentativo decisi di arrendermi; sarei ripassata piú tardi.
 
Mi avvicinai alla mia auto e, finchè frugavo nella borsa per cercare le chiavi, sentii una voce: "Hey, heyy! Aspetta, sei Bree?" 
"Sì! Sono io! E tu sei Jake?"
"Jake Flock, piacere di conoscerti, possibile futura coinquilina!"
Nel frattempo un tipo di piú o meno la mia età si era avvicinato, sorridendo, per stringermi la mano.
Possibile? Probabile coinquilina, direi! pensai, osservando il ragazzo che mi stava di fronte: era piú alto di me, castano con gli occhi azzurri, abbronzato e, sicuramente, sotto i vestiti, si nascondeva un corpo muscoloso.
Insomma, era bellissimo.
"Scusa il ritardo, ma mi sono perso via all'università" Proseguí lui arrossendo un po'.
"Ma figurati, nessun problema"
Sorrise "Allora andiamo" e così dicendo ci avvicinammo all'entrata della casa.
Jake tiró fuori un mazzo di chiavi dalla tasca dei pantaloni e aprí la porta principale, dietro alla quale c'erano altre due porte bianche.
"Allora, la porta a destra è il mio appartamento, mentre quello a sinistra, se ti piace, è il tuo" mi spiegó mentre apriva la porta di sinistra.
"Eccoci qui" disse lui facendomi entrare per prima.
Vidi un salone principale piuttosto grande, che faceva anche da cucina, con una grande vetrata che copriva tutta la parete.
A sinistra si intravedeva una stanza da letto, mentre a destra c'era una porta che portava probabilmente ad un bagno.
"Come vedi è già parzialmente arredato, ma è comunque spazioso.. Il letto è ad una piazza e mezza e in bagno c'è sia la vasca sia la doccia"
"Mi piace molto!" dissi io sinceramente.
"Oh, ma non hai ancora visto la parte migliore!" esclamó avvicinandosi all'enorme vetrata.
Aprì una porta-finestra che non avevo notato e che portava su una lunga veranda che collegava i due appartamenti.
C'erano anche due sedie ed un tavolino, che si affacciavano su un parco con un grande lago azzurro al centro.
"Oh.. Woow!" sussurrai quasi senza parole "E' una figata!" proseguii senza riuscire a trattenermi.
"Sono contento che ti piaccia" disse lui sorridendomi.
 
Continuammo a parlare nel suo appartamento, che era identico all'altro, discutendo di prezzi e altri dettagli.
"Dammi un paio di giorni per parlarne con i miei, ma.. Beh probabilmente saró la tua nuova coinquilina!" dissi stringendogli la mano, prima di salutarlo e ripartire verso casa.

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Capitolo 2
*** Due ***


DUE


I miei genitori furono felicissimi di sapere che avevo trovato una buona sistemazione vicino all'università, mentre mia mamma era particolarmente soddisfatta di sapere che avrei vissuto affianco ad un muscoloso e bel ragazzo.
 
Caricai la macchina di tutto ció che mi sarebbe servito e ripartii per Swarton, felice di poter dare a Jake la bella notizia.
Durante il viaggio gli telefonai (mi aveva mandato il suo numero per e-mail) e gli dissi che sarei arrivata dopo due ore, con tutto il necessario per il trasloco.
"Basta che mi lasci da qualche parte le chiavi, per il resto mi arrangio!" gli spiegai.
 
Parcheggiai vicino alla mia nuova casa nel tardo pomeriggio e, scendendo dalla macchina, vidi Jake seduto per terra, appoggiato con la schiena alla porta, che sorseggiava da una bottiglia di birra e con l'altra mano giochicchiava con delle chiavi.
"Stavi aspettando me..?" chiesi salutandolo con la mano.
"Esattamente!" rispose alzandosi "La mia nuova coinquilina deve ricevere una buona accoglienza, non vorrei mai che scappasse" aggiunse facendo l'occhiolino.
Sorrisi e aprii il bagagliaio, mentre Jake appoggiava la birra sul muretto affianco all'entrata e veniva ad aiutarmi.
"Però, quanta roba.. Ti avevo detto che l'appartamento è già parzialmente arredato, sì?"
"Cosa ti aspettavi da una ragazza che se ne va da casa?" risposi ridendo.
"Giusto!" prendemmo quindi uno scatolone e una valigia a testa e li trasportammo nel mio nuovo appartamento.
"Ecco qui, queste sono le tue chiavi.. Per qualsiasi evenienza chiamami pure, tanto sai dove trovarmi!"
"Va bene, grazie mille di tutto!"
"Ma figurati.. Allora tolgo il disturbo, ciao!" e tornò nel suo appartamento.
Bene bene, diamoci da fare.. ed iniziai così a fare e disfare per rendere quell'appartamento il mio appartamento.
Cominciai dalla stanza da letto: misi la coperta con la foto del Big Ben di Londra, attaccai delle foto alla parete, stesi per terra un piccolo tappeto colorato e sistemai tutti i vestiti negli armadi.
Posizionai il Computer sul tavolo, la sveglia sul comodino, lo stereo sullo scaffale.
Gran parte delle mie cose era già sistemata, le altre stanze erano rimaste praticamente vuote.
Beh, le riempiró di nuovi ricordi
 
Decisi che mi meritavo un po' di relax e uscii quindi in veranda, per godermi il panorama; oltre al parco si vedevano anche delle bellissime montagne, già innevate nonostante fosse solo settembre.
"Allora finito col trasloco?"
"Oddio, mi ero dimenticata che condividiamo la veranda" dissi stupita di sentire la voce di Jake "Comunque sí, tutto apposto"
"Ottimo" sorrise "Hai già visto l'università?"
"Beh sono venuta qui solo per le iscrizioni.. Ho visto a mala pena un paio di aule"
"E la città l'hai vista?"
"No per niente!"
"Allora.. Se ti va, domani mattina, potrei portarti a fare un giro" disse guardando verso il lago.
"Davvero?"
"Certo, non ho nulla da fare e poi io sono qui già da un anno, ormai questo posto non ha più segreti per me!"
Come faccio a dire di no ad un sorriso così bello..
"Ahah, allora accetto! A che ora vuoi partire?"
"Con calma dopo colazione! Mandami un messaggio quando ti svegli, poi vediamo" concluse sempre sorridendomi.
"Va bene, grazie.. Grazie mille! Allora.. Buonanotte!"
"Buonanotte, a domani" e così ritornammo nei nostri appartamenti.
 
Erano le 22.35 e non avevo ancora voglia di dormire..
Ma.. E la tv?!?! Oh, no...
Ma mi misi lo stesso a letto e, quella notte, sognai Jake.

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Capitolo 3
*** Tre ***


TRE


Mi svegliai per via dei raggi del sole che mi battevano giusto sul cuscino.
Il sole bacia i belli, giusto? Beh, allora Jake si starà facendo un bagno di luce..
Quel pensiero mi fece venire in mente parte del sogno che avevo fatto.. C'era anche Jake e mi abbracciava..
Mmm, lo conosco da troppo poco per capire se mi piace..
Iniziai a pensare al fatto che avevo accettato di passare un'intera giornata con un perfetto sconosciuto.. Perché avevo deciso di fidarmi? E chi lo sa, in lui c'era qualcosa di speciale che mi diceva "se sei con me andrà sempre tutto bene".
Spero davvero di poter diventare buoni amici, un giorno.
 
Mi alzai e guardai fuori dalla finestra della mia camera da letto; anche da lì si potevano vedere quelle bellissime montagne.
Erano le 9.15 quando scrissi a Jake su Whatsapp Io sono sveglia! :)
Anche io :) Hai già fatto colazione?
No, ho ancora il frigo vuoto :'(
Allora vieni da me, ti aspetto con due croissant freschi di panificio!
Mi precipitai subito fuori dalla porta, quasi più per l'idea della colazione che per la voglia di vedere Jake.
Solo dopo aver bussato al suo appartamento mi resi conto di essere ancora in pigiama e, quando lui aprì la porta, io stavo ancora fissando imbarazzata i miei piedi nudi ed i miei pantaloni a cuoricini.
"Buongiorno" mi disse, finché osservava i miei vestiti "Ahah, sono felice di non essere l'unico" aggiunse, facendomi notare che, fortunatamente, anche il suo pigiama con i Looney Tunes era piuttosto divertente.
 
"Sei davvero gentilissimo.. Io.. non so proprio come ringraziarti" dissi addentando la colazione.
Jake arrossì "Non esagerare.. Solo trovo giusto cercare di avere un buon rapporto tra vicini di casa"
"Sono d'accordo.. Comunque sta' tranquillo che mi sdebiterò per tutto questo il prima possibile!" 
"Ma non è necessario!"
"Oh sì che lo è.. Comunque, quando partiamo?" chiesi decisa a cambiare discorso.
"Quando vuoi tu" rispose Jake sorridendo in maniera affettuosa.
"Se per te va bene anche subito.. Giusto il tempo di indossare qualcosa di meno imbarazzante" spiegai sentendo le mie guance scaldarsi.
"Affare fatto! Ti aspetto fuori allora"
 
Mi fermai un secondo a riflettere davanti al mio armadio: Usciamo solo a fare un giro, non devo fare colpo su di lui.. Ma che problemi mi faccio?!?! Jeans e maglietta andranno benissimo.
Prima di uscire mi spazzolai i capelli e, specchiandomi, un pensiero affiorò nella mia mente: trucco? ma cosa mi passa per la testa? Non vado mica ad un appuntamento! Cavoli, un vicino di casa qualunque non dovrebbe complicarmi così l'esistenza! Certo, se il vicino in questione è Jake, però..
Pensierosa chiusi a chiave la porta e, una volta in parcheggio, vidi Jake appoggiato a quella che doveva essere la sua auto, con gli occhiali da sole che gli coprivano gli occhi.
Di colpo, tutti i miei pensieri sparirono.
 
"Quanto lontani siamo dall'università?" chiesi dopo che ci fummo allacciati le cinture.
"Allora, dall'università un quarto d'ora in macchina, dal centro sono dieci minuti!"
"Capito! E tu sei al secondo anno di.. di che facoltà?"
"Sono iscritto ad informatica"
"Figo! Quindi sei tipo un hacker!"
"Ahaha sì, qualcosa del genere! E tu cosa fai?"
"Io sono iscritta ad ingegneria delle telecomuncazioni"
"Mica male la signorina!"
"Come se tu avessi vita facile in quella facoltà.." risposi, già immaginando che avrei avuto bisogno di ripetizioni di informatica.
 
Parcheggiammo e dopo due minuti a piedi raggiungemmo il campus universitario.. Era enorme.
Jake mi spiegò dove potevo trovare le varie aule delle lezioni che avrei frequentato, i migliori bar per pranzare e i migliori posti dove andare in caso di lezioni troppo noiose.
Passammo gran parte della mattinata a passeggiare tra gli edifici, quando alle 13.30 decidemmo di andare a pranzo in uno di quei posti che Jake mi aveva precedentemente indicato.
 
Finchè mangiavamo, ci raccontammo qualcosa delle nostre vite ed iniziammo a conoscerci meglio: lui era figlio unico e i suoi genitori erano separati; prima di trasferirsi a Swarton viveva con suo padre.
Io gli spiegai invece che avevo una sorella più piccola che aveva appena iniziato le superiori.
Dopo aver finito di mangiare, Jake mi fece una domanda più personale: "Hey Bree, tu hai.. Hai il ragazzo?"
"No no, per fortuna no.."
"Come per fortuna?"
"Beh, sai com'è, se avessi il fidanzato sarebbe piuttosto dura vivere qui, senza di lui.. Forse, se lo avessi avuto, non sarei stata pronta a cambiare vita! E tu invece ce l'hai la ragazza?" chiesi con una punta d'ansia.
"Giusto, hai ragione.. Comunque no, nemmeno io ce l'ho!" 
Non riuscii a trattenere un sorriso Che sollievo!
"Vado un secondo in bagno, torno subito!" dissi dopo qualche secondo di silenzio, intenzionata ad andare a pagare il pranzo di entrambi.
Almeno mi sarei parzialmente sdebitata di quello che Jake aveva fatto per me.
"Bene, possiamo andare!" dissi quando tornai al tavolo.
"Aspetta, dobbiamo pagare"
"Ci ho già pensato io, dai andiamo!"
"No ma.. Non dovevi! Non si fa così, di solito è il ragazzo ad offrire!"
"Ma io ti avevo detto che mi sarei sdebitata prima o poi! Dai, portami in centro" risposi mentre camminavo a passo spedito verso il parcheggio.

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Capitolo 4
*** Quattro ***


QUATTRO



"Benvenuta a Swarton!" mi disse Jake aprendo le braccia, quando arrivammo in una zona pedolale piena di enormi negozi e centri commerciali.
"Wooow!" esclamai.
Rimasi ferma un paio di minuti a guardarmi intorno, indecisa sulla direzione da prendere.
"Che c'è?" chiese Jake, notando la mia esitazione.
"E' che non ci sono abituata.. Il paese da cui vengo è molto piccolo e ci sono solo minuscoli negozietti che tra l'altro non posso nemmeno permettermi!" spiegai, camminando verso un negozio di gioielli.
Proseguimmo lungo i negozi senza mai fermarci, chiacchierando del piú e del meno.
"Ma non ti piace fare shopping? Non ti sei ancora mai fermata!" mi chiese dopo un po' Jake.
"Mi piace farlo solo in certi posti" risposi, indicando soddisfatta un negozio di scarpe da ginnastica.
"Ahah, mi stupisci, Bree!"
"Con chi credevi di avere a che fare? Con una sfigata tutto trucco e vestiti firmati?" dissi sorridendo e prendendo in mano un paio di Nike.
 
"Devo assolutamente fare un po' di spesa, se voglio cenare sta sera" spiegai a Jake mentre stavamo ripercorrendo il centro verso la macchina.
"Non c'è problema, conosco un negozio di alimentari abbastanza economico, seguimi!"
 
Dopo aver comprato il necessario e dopo aver litigato con Jake per non fargli portare la leggerissima borsa della spesa che avevo riempito, tornammo alla sua fiat azzurra metallizzata.
 
"É stata una bellissima giornata, grazie" dissi io sinceramente, quando parcheggiammo davanti a casa.
"Grazie a te!" rispose Jake, facendo uno di quei sorrisi che mozzano il fiato.
 
"Prego" mi disse, aprendo la porta principale.
"Allora.. ciao" dissi io entrando nel mio appartamento, chiedendomi se dire a dopo o ci vediamo in veranda sarebbe stata una buona idea.
Mi lanciai sul letto di schiena e rimanei lì, a braccia aperte, a pensare a quanto fortunata fossi ad aver conosciuto un ragazzo stupendo come Jake.
Ad un certo punto però una canzone, All the small things dei Blink 182, interruppe il filo dei miei pensieri: era la suoneria del mio telefono che mi avvertiva che la mia migliore amica, Niki, mi stava chiamando.
"Heyy Niki! Che bello sentirti!!"
"Ciao Bree! Come stai? Mi manchi un sacco.."
"Tutto bene.. Anche tu mi manchi!! Quando vieni a trovarmi?"
"Presto, te lo prometto!"
Le raccontai di com'era andato il trasloco, di com'era la casa.. Ma soprattutto di Jake: di quanto era gentile, bello e dolce.
"Insomma.. Sei cotta!" esclamò lei alla fine della mia accurata descrizione.
"Forse.. "
Continuammo a chiacchierare per quasi un'ora, fino a quando il mio stomaco mi avvertì che era ora di cena.
Salutai Niki ed iniziai a preparare una pasta: non che fossi capace di cucinare niente di meglio!
Dopo aver mangiato uscii in veranda per respirare un po' d'aria fresca e, dovevo ammetterlo, nella speranza che uscisse anche Jake.
Dopo mezz'ora di solitudine tornai dentro: ero stata con lui tutto il giorno, dovevo accontentarmi!
Mi sedetti sul divano per.. Ah già, niente TV.. presi in mano il cellulare: 3 messaggi su Whatsapp.
I primi due erano di mia madre, che mi chiedeva se potevo chiamarla, il terzo era di.. Jake: Stai dormendo?
Scrissi a mia mamma Ci sentiamo domani mattina, promesso! e risposi a Jake No, sto cercando di accettare il fatto che non ho una TV :'(
Io ne ho una e ho anche un divano comodo! Vieni? :)
Tre secondi dopo stavo bussando alla sua porta.
Guardammo la fine di X Factor, seduti sui due lati opposti del divano.
"Hai freddo?" mi chiese Jake, quando notò che stringevo le ginocchia con le braccia.
"Un po'.."
"Ma potevi dirlo anche subito!" e si alzò per prendere una coperta.
"Ecco.. guarda che puoi anche avvicinarti un po', non ti mangio mica!" stese la coperta sopra le nostre gambe e io mi spostai un po', fino a quando le nostre braccia iniziarono a sfiorarsi.
Iniziavo a sentire il sonno, quando qualcosa di pesante si appoggiò sulla mia spalla: era la testa di Jake, che era evidentemente ancora più stanco di me.
Mi alzai quindi con grande delicatezza, appoggiai la sua testa su un cuscino, lo coprii con la coperta e sgattaiolai fuori dalla porta.

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Capitolo 5
*** Cinque ***


CINQUE


Grazie di avermi coperto, ma potevi anche svegliarmi :) diceva il messaggio di Jake che lessi appena mi fui svegliata.
É che sei troppo bello quando dormi.. No, questo lo pensai e basta, non mi sarei mai fidata a scrivergli una cosa del genere! 
 
I giorni passarono, le lezioni all'università iniziarono e io mi feci nuovi amici e amiche, con i quali uscivo quando Jake non poteva stare con me.
Io e lui ci scambiammo reciprocamente ripetizioni di informatica e matematica e la nostra amicizia crebbe sempre di piú.
Io invece mi stavo rendendo conto che mi stavo davvero innamorando di lui e ogni tanto mi chiedevo se anche lui potesse provare qualcosa del genere per me.. Poi peró mi guardavo allo specchio: No, come potrebbe? Sono una ragazza come tante altre, non sono niente di speciale.. Si comporta solo da buon amico.

Una sera, come era già successo tante volte, mi chiamó Mike, un mio caro vecchio amico che aveva iniziato l'università in una città non troppo lontana da Swarton.
Purtroppo la chiacchierata peró si trasformó in una brutta litigata, che mi portó prima ad alzare la voce, poi, una volta spenta la telefonata, a piangere.
Probabilmente Jake, dall'appartamento accanto, riuscì a sentirmi, perche poco dopo stava bussando alla mia porta, ma io non avevo proprio voglia di andare ad aprirgli..
Lo sentii dire "Bree, ci sei?" ma io rimasi raggommitolata sul divano a piangere.
Poco dopo sentii delle braccia avvolgermi la schiena: mi resi conto di aver lasciato la porta-finestra aperta e Jake, ovviamente, era entrato da lì e si era quindi seduto accanto a me.
"Ei, ei, cosa succede?" 
"N-niente.." tentai io piangendo in silienzio.
"Beh, questo non mi sembra niente.." rispose, stringendomi e accarezzandomi la testa.
Io allora mi voltai e appoggiai la testa sul suo petto, abbracciandolo a mia volta e continuando a versare lacrime silenziose.
Rimanemmo così, senza dirci niente, abbracciati, fino a quando io non terminai le lacrime.
"Stai un po' meglio?" mi chiese Jake, accarezzandomi la schiena.
"Sì, molto.. Grazie Jake.."
Lui mi bació la testa "Ma se non ho nemmeno aperto bocca.. Senti, se hai voglia di dirmi cos'è successo, io sono qui" disse senza mai smettere di abbracciarmi.
Gli raccontai della litigata e Jake riuscì a tirarmi su di morale, prima consolandomi, poi facendomi ridere.
Quando sciogliemmo l'abbraccio era già quasi l'una di notte.
"Mi dispiace di averti tenuto qui per così tanto" spiegai, piú dispiaciuta per l'idea di vederlo andare via.
"Non dirlo neanche per scherzo, era il minimo.."
Sorrisi "Allora.. Buonanotte e.. Grazie, davvero.." Jake mi abbracció "Ti voglio bene" mi sussurró all'orecchio.
"Anche io" risposi, prima di chiudere la porta.
Quella era la prima volta che ci abbracciavamo, ed era un peccato che non l'avessimo mai fatto prima, siccome le sue braccia attorno alla mia vita mi facevano provare delle sensazioni meravigliose.
Sono innamorata persa pensai prima di addormentarmi, quando ormai nella mia mente non c'era piú alcuna traccia della litigata con Mike, ma solo l'immagine di Jake che mi stringeva..
 
La mattina successiva trovai un messaggio sul cellulare: Se hai bisogno di me chiamami, per te la mia porta è sempre aperta, a qualsiasi ora! <3 (e intendo letteralmente: la mia porta-finestra è solo accostata ;) )
Grazie <3 Risposi, quasi commossa dal suo modo di prendersi cura di me.
 
Da quel giorno le cose furono leggermente diverse tra me e Jake, nel senso che eravamo piú a nostro agio nell'abbracciarci, nello stare vicini.
Una sera, poco prima di Natale, mi invitó da lui per guardare insieme un film.
All'inizio ci sedemmo vicini sul suo divano, sotto una coperta.
Dai, buttati mi dissi dopo un po' e così appoggiai la testa sulla sua spalla: Jake, in risposta, mi passo il braccio dietro alle spalle e, sorridendomi, mi abbracció.
Sotto la coperta lui cercó la mia mano e quando la trovò, la strinse.
Avrei voluto rimanere così per sempre.

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Capitolo 6
*** Sei ***


SEI


Nonostante fosse già il 20 di dicembre, a Swarton non aveva ancora nevicato: la prima bufera era prevista non prima del 22.
La cosa migliore, peró, era che le lezioni all'università erano finite e io e Jake potevamo stare tutto il giorno insieme.
"Siccome vedremo ancora per poco il prato.. Ti va di fare un giro nel nostro parco?" mi chiese quel giorno dopo aver fatto colazione.
"Da quando è diventato il nostro parco?" dissi io sorridendo.
"Beh, da quando tu vivi qui.. Prima era il mio parco! Ritieniti onorata"
"Oh ma lo sono, signor Flock!" risposi inchinandomi.
"Ahah dai! Allora andiamo?"
"Sì, volentieri"
 
Dopo essermi messa cappotto, sciarpa e cappello uscii e, assieme a Jake, raggiungemmo il parco.
Se c'era una cosa che mi piaceva veramente (oltre a Jake) era camminare in mezzo agli alberi.
Non riuscivo a smettere di guardarmi in giro: era un posto bellissimo.
Finchè Jake giocava a far rimbalzare i sassolini sull'acqua del lago, io mi sedetti per terra, con la schiena appoggiata ad un tronco di un abete.
Anche a lui deve piacere molto questo posto pensai vedendolo sorridere come un bambino.
Quasi come se l'avessi detto a voce alta, Jake si voltó e mi raggiunse.
"Mi piace un sacco stare qui" disse stendendosi e appoggiando la testa sulle mie gambe.
"Anche a me" risposi, mentre gli passavo la mano prima tra i capelli, poi sulla guancia.
"Sai cosa facciamo oggi pomeriggio?" 
"Cosa?" chiesi un po' preoccupata.
"Andiamo ai mercatini di Natale in centro! Devi assolutamente vederli, prima di tornartene a casa"
"Ehm.. Io.. Veramente.. Mi piacerebbe un sacco, solo che.. Stavo per dirtelo.."
"Cosa?"
"Un mio compagno di corso, Tommy, mi ha chiesto se facevo un giro con lui oggi pomeriggio.. Mi ha scritto proprio finchè tiravi i sassi prima.."
"Oh, va bene.. Ci andremo domani" disse sforzandosi di sorridere.
"Scusa.. " 
"Ma figurati, è la tua vita!" esclamó quasi scocciato, alzandosi.
Giá, appunto. Avrei preferito mille volte uscire con Jake che con Tommy, ma dovevo assolutamente consolidare delle amicizie.. Se avessi litigato con Jake altrimenti da chi sarei potuta andare a chiedere aiuto?  
Sarebbe stato piuttosto stupido dimenticarsi che esisteva anche altro, oltre a Jake.
 
Per il resto della mattinata lui fu piuttosto freddo: non credevo che l'avrebbe presa così male.
Pranzammo soli, ognuno nel suo appartamento e alle 15 bussai alla sua porta, per salutarlo: "Hey Jake, io vado! Ci vediamo dopo" urlai quando mi resi conto che nessuno mi avrebbe aperto.
"Ok, ciao!" sentii da dietro la porta.
Mi sentivo molto in colpa, ma, in fondo, avevo delle buone ragioni.
 
Il pomeriggio con Tommy fu molto piacevole: gli raccontai un po' di Jake e lui capii subito che ne ero innamorata e così mi diede anche qualche consiglio utile.
Mi rifiutai di andare ai mercatini di Natale: volevo vederli con Jake.
Mi fermai, peró, in una pasticceria e comprai una fetta della sua torta preferita (che poi era anche la mia): Sacher.
In qualche modo dovevo farmi perdonare!
Tornando a casa mi dissi che avevo fatto bene ad uscire con Tommy: era un buon amico.
 
Entrai in casa, decisa ad andare da Jake subito dopo essermi cambiata.
Quando fui pronta mi accorsi, guardando attraverso le tende, che lui era seduto in veranda.
"Heilà" dissi dopo averlo raggiunto.
"Ciao!" rispose lui in modo assolutamente sereno. 
Forse gli è passata pensai.
"Com'è andata?" mi chiese subito dopo.
"Bene, ma mi sei mancato" spiegai nel tentativo di addolcirlo ancora un po'.
Lui sorrise.
"Ah, e ti ho anche portato una cosa"
"Ah sì? Cosa?" chiese alzando un sopracciglio.
Gli posai davanti la torta avvolta dalla carta della pasticceria, che lui scartó in un attimo.
"Prendo due forchette?"
"Magari.." risposi con l'acquolina in bocca.
 
"Grazie Bree, sei stata dolcissima" mi disse dopo essersi pulito la bocca dalle ultime briciole di torta.
"E mi devo anche scusare per come mi sono comportato sta mattina.. Sono stato uno scemo"
"Non hai niente di cui scusarti! Ah e comunque oggi non sono voluta andare ai mercatini, voglio andarci con te domani!" non volevo farlo sentire in colpa.
"Saró più che felice di accompagnarti!"
 
Poco dopo ci salutammo, con un abbraccio che duró più del solito.
Prima di lasciarci, Jake, sempre tenendo le braccia attorno alla mia vita, si fermó un attimo a guardarmi: "Ti voglio bene" mi disse e mi bació sulla fronte.
"Anche io" sussurrai, annebbiata dalla sua dolcezza.

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Capitolo 7
*** Sette ***


SETTE



"Quando andiamo in centro?"
"Sta sera, è piú bello quando è buio!" mi spiegó Jake a colazione.
Ormai passavamo quasi ogni momento insieme, dalla colazione al film prima di andare a dormire.
Non avevamo praticamente mai litigato, se non si considerava la storia di Tommy.
Ma perchè se l'era presa così tanto? Continuavo a chiedermi.

Verso le 18.30 uscimmo di casa: non vedevo l'ora.
Quando arrivammo rimasi senza parole: c'erano luci dovunque, casette in legno che vendevamo di tutto e di piú.
Tutto questo sotto un cielo stellato; mancava solo la neve e poi sarebbe stato perfetto.
Mi sentivo come un bambino in un enorme negozio di giocattoli: non sapevo cosa andare a guardare per primo.
Alla fine presi Jake per mano e lo trascinai verso il mercatino più colorato.
Feci bene a farlo: le nostre mani non si separarono piú per tutta la sera.
Ad un certo punto, dopo aver cenato con un dolce, andammo verso una cabina di quelle in cui ci si fa le fototessere.
Ci divertimmo da morire, soprattutto nel riguardare le foto che avevamo scattato: nella prima eravamo sorridenti, nella seconda e nella terza facevamo facce stupide e nella quarta ci abbracciavamo mentre gonfiavamo le guance.
"Ahahah, di questa voglio l'ingrandimento" dissi indicando l'ultima foto.
 
Finchè stavamo tornando indietro verso l'auto, un vecchio signore con barba e cappello ci fermó: "Questa coppia innamorata vuole un ritratto?"
"Veramente noi.." 
"Volentieri" mi interuppe Jake, sorridendo.
"Come dobbiamo metterci?" chiesi entusiasta.
"Perchè non gli dai un bacio?" mi rispose l'uomo.
Stampai a Jake un lungo bacio sulla guancia, mentre lo abbracciavo.
"Basta così?"
"Se dobbiamo rifarlo non c'è problema" aggiunse Jake ridendo.
"No no, va benissimo! Datemi un po' di tempo.."
 
Dopo pochi minuti ci fu consegnato un disegno stupendo fatto a matita: le nostre teste erano esageratamente enormi, ma per il resto sembrava una fotografia: io stringevo Jake con gli occhi chiusi, mentre lui, con le guance rosse, sorrideva come un ebete.
"E'.. Bellissimo!!" mi complimentai.
"Si davvero.. Quanto le devo?"
"Sarebbero 10 euro!" ma Jake gliene mise in mano 15: se li meritava davvero.
 
Una volta a casa ci sedemmo attorno al tavolino nel mio salotto, a giocare a carte finchè bevevamo un po' di birra.
"Bree.. Quando parti per casa?"
"Il 23.. E tu?"
"Anche io.. Mi mancherai"
"Mi piacerebbe poter passare il Natale con te.."
"Festeggeremo quando torniamo!" rispose lui con un po' di tristezza nella voce.
"Giusto.. E comunque capodanno lo facciamo insieme, vero?" chiesi un po' preoccupata.
"Assolutamente sì!"
Chissá che magari quella sarà la sera giusta per.. No, non succederà mai.
"Grande!" sorrisi "Ora non vorrei cacciarti via ma.. Sto per addormentarmi e sto anche per perdere questa partita, quindi mi sento costretta a darti la buonanotte"
"Certo che non sei molto sportiva" rispose alzandosi.
Quando fui anche io in piedi, mi prese entrambe le mani e mi disse "Grazie per oggi, sono stato benissimo"
"Anche io" e ci abbracciammo.
Stava per uscire, quando "Hey Jake, il disegno!" "Te lo regalo!!"
"Oh.. Grazie mille Jake!!" e corsi ad appenderlo sul muro, in modo che lui potesse vederlo ogni volta che entrava in casa mia.
 
Il giorno dopo, come previsto, ci svegliammo con una bufera di neve in corso: peccato, niente piú veranda.
Quando mi tolsi le coperte mi sentii come se fossi stata infilata nel frigo: si moriva di freddo.
Forse mi sono ammalata.. Eppure non mi sento male!
Provai ad uscire dalla mia porta, fermandomi nell'ingresso della casa. Li faceva molto piú caldo.
Hey Jake, sei sveglio? Anche da te si muore di freddo? Scrissi per messaggio.
No non mi pare.. Aspetta, mi infilo una maglia e arrivo.
Ma fai pure a meno pensai.
Quando entró in casa mi confermó che non ero io a stare male: il riscaldamento non funzionava.
Chiamammo un tecnico, che disse di poter arrivare solo il giorno dopo in mattinata.
"E adesso? Moriró ibernata qui dentro!"
"Semplice, starai da me fino a domani mattina"
Ma che enorme dispiaceree pensai con grande ironia. 
"Ma.. Sei sicuro? Non voglio disturbarti.."
"Senti, ci sono tre ragioni per cui devi venire a stare da me: primo, non vedo tante alternative, secondo, non mi disturbi affatto e terzo, tanto sei comunque sempre a casa mia!"
"Ahah anche questo è vero.. Grazie Jake, come farei senza di te" dissi subito prima di avere un brivido.
"Dai prendi quello che ti serve e vieni di là, che si congela qui!"
Corsi a prendere caricacellulare, spazzolino, spazzola, jeans, scarpe e felpa e corsi, ancora in pigiama, nel caldo appartamento di Jake.
"Hai ancora freddo?"
"Sí un po'.. Chissà quante ore sono stata sta notte senza riscaldamento" risposi mentre mi sedevo sul divano.
Jake prese una coperta, mi avvolse e poi mi abbracció: "Rimediamo subito" mi sussurró all'orecchio mentre accendeva la televisione.
Mi scaldai immediatamente nel suo abbraccio, ma non glielo dissi.
 
Passammo la giornata in casa, abbracciandoci molto più spesso del solito.
Iniziavo a pensare che forse avevo davvero qualche speranza di piacergli.
 
Jake si rovesció dal ridere ascoltando la telefonata con mia mamma, nella quale le raccontavo che avrei passato la notte con il mio vicino di casa.
"No mamma, non posso tornare a casa, domani deve venire il tecnico! Sì mamma, mi fido.. É un bravo ragazzo! Ma noo stai tranquilla!"
Alla fine della chiamata io ero esausta dai folli discorsi di mia madre, mentre Jake quasi non respirava piú da tanto rideva.
"Ha paura che ti violenti sta notte?" mi chiese dopo essere riuscito a riprendere fiato.
"Piú o meno.. Ma le ho detto che deve fidarsi"
"E come sai che puoi fidarti? Come fai a sapere che tutto questo casino del riscaldamento non è solo un mio piano per ucciderti finchè dormi?" disse con una finta serietà sul volto.
"Non sei così astuto" risposi ridendo.
"Ah no? Beh.. Se volessi.. Potrei ucciderti anche subito!!"
"E come scusa?" chiesi lasciandomi cadere sul divano.
Jake si avvicinó lentamente e quando fu a pochi centimetri da me inizió a farmi il solletico.
"Basta! Basta!" urlavo quando riuscivo a tirare il fiato tra una risata e l'altra.
Ad un certo punto, dopo aver iniziato anche io a farlo ridere, mi trovai stesa sopra di lui, a pochi centimetri dal suo naso.
All'improvviso ci fermammo entrambi.
Immaginavo cosa stava per succedere, lo sognavo da mesi.. Quando.. If you have the timee.. Il suo cellulare squilló.
Lui sorrise e io mi spostai per farlo scendere dal divano.
Evidentemente non era destino pensai.
 
"Perchè fai quella faccia?" chiesi, quando lui concluse la telefonata "chi era?"
"Mio padre.."
"E cosa è successo?"
"Credo si sia messo d'accordo con tua madre"
Spalancai gli occhi "In che senso?!"
"Beh, gli ho raccontato che devi stare da me fino a domani mattina e lui mi ha risposto 'cerca di trattenere i tuoi istinti'"
Io affondai la faccia in un cuscino e scoppiai a ridere di gusto.

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Capitolo 8
*** Otto ***


OTTO


Quando ormai era sera inoltrata, mentre stavamo guardando un film seduti sul divano, decisi di affrontare l'argomento che costava ad entrambi un po' di imbarazzo.
"Ma.. Per sta notte.. Come facciamo?" chiesi.
"Beh tu sul letto e io sul divano!"
"Ma no, dormo io sul divano! É casa tua!"
"Ma tu sei una ragazza e quindi devi stare comoda. Guarda che sono un cavaliere io! E poi ho già dormito sul divano, ricordi?" disse facendo l'occhiolino.
"Ma sei sicuro?"
"Assolutamente!"
"Grazie" risposi accoccolandomi tra le sue braccia.
 
La mattina dopo mi svegliai nel suo letto, avvolta dal suo profumo.
Ma.. Come ci sono arrivata sul letto?! Non mi ricordo di aver camminato fino qui.. Oh no, mi devo essere addormentata sul divano!!
"Hei Jake ma.. Oddio scusa!!" dissi richiudendo di scatto la porta della camera da cui stavo uscendo.
Si doveva essere appena svegliato, perchè era in mutande.
Non avevo pensato a bussare per uscire da una stanza!
"Ma dai, scherzi? Ti faccio cosí schifo mezzo nudo?"
Ma ci mancherebbe.. Mi dissi pensando alla visione del suo corpo mozzafiato.
"Heyy ci sei o ti ho spaventata troppo?"
"Eh? Oh scusa" dissi uscendo, e trovandolo ancora senza maglietta.
"Se ti faccio questo effetto non gireró mai più neanche in maniche corte!"
"Cosa?!? No no, vestiti pure come ti pare!" ma stai anche nudo se vuoi!
"Comunque.. Non è che mi sono addormentata ieri sera?"
"Oh sì, ti ho portato a letto cinque minuti dopo la fine del film!"
"Ma potevi svegliarmi!!"
"Mmh, no, sei bella quando dormi"
Sentii il viso infiammarsi.
"Ma lo sei anche quando ti metto in imbarazzo!" aggiunse ridacchiando.
Mi voltai dall'altra parte, in modo da non fargli vedere il viola che probabilmente ormai inondava il mio viso.
Jake allora si avvicinó a me, mi abbracció da dietro e mentre tentava di soffocare un'affettuosa risata mi baciò sulla guancia.
"Sta mattina hai mangiato pane e dolcezza?" chiesi, stupita dal fatto che ero sveglia da cinque minuti ed era già la quarta volta che mi venivano i brividi per colpa sua.
"No è che.. Oggi partiamo"
"E questo cosa c'entra?"
"Beh, sto cercando di racimolare il maggior numero di abbracci possibili"
Quasi mi veniva da piangere.
Mi voltai verso di lui "Ma dovresti saperlo che per te i miei abbracci sono gratis" spiegai stringendolo a me.
 
Din don
"Oh, dev'essere il tipo del riscaldamento" indovinó Jake.
"Puoi pensarci tu finchè io mi cambio? Arrivo subito!"
 
"Allora, qual'è il problema?" chiesi quando entrai nel mio appartamento congelato.
"Niente di grave, solo una valvola che non fa il suo dovere.. In dieci minuti dovrei riuscire a sistemare" spiegò l'uomo.
Dopo averlo pagato per il lavoro, iniziai a sentire che la casa si stava riscaldando.
 
"Ma tu a che ora devi partire?" mi chiese Jake.
"Quando voglio, mi basta non arrivare a casa troppo tardi.. E tu?"
"Idem.. Quindi non è un problema se pranziamo insieme?"
"Assolutamente no, anzi!" esclamai felice di poter allontanare ancora per un po' il momento di salutarci.
Verso le tre del pomeriggio, però, quel momento era arrivato: entrambi sistemammo in macchina ciò che dovevamo riportare a casa e alla fine ci ritrovammo uno di fronte all'altro, in mezzo al parcheggio, in silenzio, senza saper cosa dire o fare.
"Scrivimi appena arrivi" iniziò Jake.
"Anche tu!" 
"Mi mancherai da morire.." disse abbracciandomi.
"A chi lo dici.. Jake, ti devo dare una cosa prima che tu te ne vada!"
"Cosa?"
"Ti ho preso un regalo di Natale.. E' una stupidaggine, ma dovevo assolutamente prenderti qualcosa!"
"Anche io ho un regalo per te!"
"Ma non dovevi!"
"Tu non dovevi!" ribatté lui.
Mi mise in mano una scatolina con in torno un nastro colorato, mentre lui osservava un pacchettino color rosso bordò; gli scartammo insieme.
Io gli avevo preso un braccialetto di pelle (lui ne aveva al polso uno che si stava per rompere) mentre nella mia scatola trovai una meravigliosa collana con un fiocco di neve come ciondolo.
"Oddio Jake.. E' stupenda!! Io.. non so cosa dire!"
"Nemmeno io.. Grazie Bree, è bellissimo e poi io vado matto per 'ste robe!"
Ci abbracciammo a lungo; "Non so come farò senza di te" dissi ad un certo punto.
"Ci sentiremo tutti i giorni, promesso! E poi ci rivedremo presto!" tentò di consolarmi, baciandomi sui capelli.
"Attenta a guidare, è pieno di neve.."
"Vale anche per te!"
Dopo poco ci riuscimmo finalmente a separare, voltando nelle due direzioni opposte una volta usciti dal vialetto di casa.

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Capitolo 9
*** Nove ***


NOVE



Le vacanze di Natale a casa dei miei parsero infinite senza Jake.
Ci scrivevamo messaggi di continuo, ci telefonavamo almeno due volte al giorno, ma sentivo lo stesso la sua mancanza.
Gli raccontai che i miei mi avevano regalato una piccola TV per il mio appartamento e lui mi disse che sua mamma aveva passato le feste con lui e suo padre e che aveva ricevuto un sacco di soldi.
Il 28 dicembre, comunque, arrivó e sia io sia Jake partemmo dopo pranzo, in modo da trovarci a casa più o meno per le 16.
Durante il viaggio ci telefonammo:
"Io sono praticamente arrivata! E tu?"
"Eh io sono bloccato nel traffico.. Mi servirà almeno un'altra mezz'ora!" mi spiegó.
Io allora salii a casa e sistemai la televisione, mentre aspettavo che quei lunghissimi trenta minuti passassero.
Circa ogni cinque minuti mi affacciavo alla finestra per vedere se arrivava.
Ad un certo punto sentii bussare alla mia porta: finalmente era arrivato!
"Jakeeeee" urlai saltandogli praticamente al collo e stringendolo forte, nonostante il suo cappotto bagnato dalla neve.
"Bree, che bello essere di nuovo qui.." disse mollando i bagagli a terra e stringendomi a sua volta.
Dopo di chè lo aiutai a portare a casa sua tutta la sua roba, compresa una custodia nera piuttosto grande.
"Cosa c'è li dentro?"
"La mia chitarra classica"
"Tu suoni?!?"
"Sì un po'.. L'ho portata perchè volevo farti sentire" mi spiegó da dietro la porta della sua stanza, mentre si cambiava.
"Dai allora! Non vedo l'ora" dissi sedendomi per terra davanti al divano, a gambe incrociate
Lui uscì, sfiló la chitarra, la accordó ed inizió a suonare una serie di accordi uno dietro l'altro.
Era talmente bravo che mi venne da piangere.
"Che c'è?"
"Sei.. Sei bravissimo Jake"
"Ti sei commossa?!"
Io annuii.
"Oh, piccola mia!" esclamó Jake appoggiando la chitarra per potermi abbracciare.
Piccola mia?! Quanto mi piace..
 
La sera, quando entrai a casa sua per cenare, lo trovai senza maglietta.
"Cosa fai mezzo nudo?" chiesi arrossendo.
"Fa caldo a stare sui fornelli.. Ma tu mi dici perchè ti da tanto fastidio vedere il mio corpo?" chiese quasi sull'offeso.
"No Jake, tu non hai capito bene" dovevo dirglielo "A me non da fastidio, solo mi mandi in pappa il cervello"
"Cosa? Perchè?"
"Perchè.. Perchè sei bellissimo!!"
Lui arrossí tantissimo "Grazie, non me lo avevi mai detto.."
"Ma ti assicuro che lo penso dalla prima volta che ti ho visto" risposi.
Lui allora corse ad abbracciarmi e, sentire la sua pelle nuda, fu qualcosa di magico.
 
In un attimo fu capodanno e io e Jake ci eravamo promessi di passarlo insieme.
"Come andiamo in centro?"
"A piedi, tanto, considerato che possiamo passare per le zone pedonali, ci mettiamo dieci minuti come in macchina!" mi spiegò.
"Ok! Be allora io vado a prepararmi, vienimi a bussare quando sei pronto!"
 
Mi misi una sorta di vestito, con sotto dei leggins.
Jake bussò finché mi stavo sistemando il mascara.
"Vieni pure!"
Lo raggiunsi all'entrata e mi feci aiutare a chiudere la cerniera sulla schiena, dopo di che feci una giravolta e chiesi "Allora, che ne pensi?"
Lui rimase un po' con gli occhi spalancati: "Woow! Be, sei stupenda!"
"Grazie, anche tu sei niente male" risposi facendo l'occhiolino.
Poco dopo uscimmo di casa e camminammo verso il centro.

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Capitolo 10
*** Dieci ***


DIECI


Lungo la strada Jake comprò una bottiglia di prosecco.

"Ottima idea!" commentai, mentre lui cominciava a bere a canna.

Poco dopo eravamo in centro, dove tutti i bar erano aperti e affollati.

Iniziammo a bere, ma Jake molto più di me.

A mezzanotte eravamo entrambi brilli.

"Tanti auguri!" ci dicemmo, abbracciandoci forte.

Io a quel punto smisi di bere, mentre Jake continuò.

Ad un certo punto, mentre lui ordinava, degli sconosciuti vennero a farmi gli auguri baciandomi sulle guance.

"Lasciatela sta-stare, lei è la mia ra-ragazza!" disse Jake dietro di me, venendomi ad abbracciare e facendomi arrossire.

"Hey, credo sia ora di tornare a casa Jake" dissi alle 3.30, quando lui ormai non si reggeva quasi più in piedi.

"Solo u-un'altra birra!"

"No no, dai andiamo" e lo trascinai via, aiutandolo a camminare.

Nel tragitto verso casa ogni tanto lui si fermava per parlare.

"Me lo d-dai un bacio?" disse strascicando le parole.

"No Jake" risposi sorridendo affettuosa.

"Perché no?"

"Perché sei ubriaco"

"Allora me la faccio passare e poi mi baci"

"Ok" conclusi per non continuare a discutere.

 

Arrivammo a casa e io lo accompagnai nel suo appartamento.

Gli tolsi la giacca, la felpa e i Jeans e lo feci stendere sul letto, solo che lui mi trascinò sul materasso con lui.

"Ahah dai, lasciami andare a dormire!"

"No, resta qui"

"Dai Jake, dormo solo una stanza più in là!"

"No, resta qui, ti prego" alla fine non era una richiesta così fastidiosa.

Lui mi strinse talmente forte da non riuscire più a divincolarmi.

Mentre mi sfilavo i vestiti, rimanendo solo in canottiera, lui mi chiese di nuovo "Me lo dai un bacio?"

"Noo!"

"E quando me lo dai?!"

"Domani" risposi per farlo stare buono, mentre mi stringevo a lui.

Durante la notte provai (di malavoglia) a liberarmi, ma mi stringeva sempre troppo forte.

Verso le 10 di mattina un cumulo di neve cadde dal tetto, facendoci svegliare entrambi.

"Ma che diavolo.. Bree, che ci fai qui? No, aspetta, non dirmelo.. Mi sta venendo in mente a suon di mal di testa.."

Risposi con una risata.

"Ti ho obbligato a dormire qui?"

"Eh già.."

"Oh, scusami! Mi dispiace tanto.. Che idiota che sono!"

"Tranquillo, non è stato poi così male.." risposi stringendolo con le braccia.

Anche lui ricambiò l'abbraccio.

"Che altro ho fatto?"

"Preferisco non dirtelo" risposi pensando alla sua insistente richiesta di un bacio.

"Forse è meglio così.."

Rimanemmo abbracciati nel letto ancora un po' mentre lui ogni tanto mi baciava la testa.

"Come farei senza di te?" disse ad un certo punto.

 

"Ci potrei prendere l'abitudine a dormire così" aggiunse dopo un po', rompendo il silenzio.

"Sì, anche io! Ma comunque è ora di alzarsi, ho fame!"

 

Ripensai, nei giorni successivi, a tutto quello che era successo; Jake che dice che sono la sua ragazza, che mi chiede un bacio, che mi abbraccia per tutta la notte.. Se solo queste cose non succedessero solo quando è ubriaco..

Era stata una sensazione stupenda, quella notte, sentire il calore del suo corpo accanto al mio.

Avrei potuto baciarlo, eppure non mi ero pentita di non averlo fatto: se doveva succedere, dovevamo essere noi stessi, non ubriachi.

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Capitolo 11
*** Undici ***


UNDICI


"Ciao mamma!"
"Tesoro, come stai?"
"Tutto benissimo e tu?"
"Bene dai, tua sorella mi ha mostrato giusto ieri la pagella e se l'è cavata con solo due insufficienze! E tu quando ricominci con le lezioni?"
"Oh bene! Io tra 10 giorni!"
"E il tuo vicino.. Come si chiama.."
"Jake?"
"Sì, lui! Come sta?" era piuttosto strano che mia madre si interessasse a lui..
"Sta bene.."
"Ti tratta come si deve?"
"Certo! Perché?" fortuna che non poteva vedermi, visto che stavo arrossendo al pensiero di tutti i suoi abbracci.
Toc toc
"Entra pure!" urlai a Jake appoggiando il telefono sul mio petto in modo che mia madre non sentisse.
"Mi stavo solo assicurando che mia figlia fosse con una persona affidabile.." proseguì mia madre, mentre Jake mi arruffava i capelli e apriva il mio frigo in cerca di una colazione.
"Ti piace?" mi chiese lei ad un tratto, facendomi sobbalzare.
Entrai nella mia camera da letto: faccio sempre delle grandi passeggiate quando parlo al telefono.
"No, non mi piace, siamo solo amici" non l'avrei mai ammesso a mia madre, almeno per ora.
"Mmm.. Sicura?"
"Sì, sicura! Sono costretta a viverci insieme e quindi cerco di avere un buon rapporto.. Ma non potrebbe mai piacermi uno così.."
"Come mai?"
"Perché siamo troppo diversi!" tentai di convincere mia madre con altre frasi senza senso, cercando di terminare quella comunicazione che mi teneva lontana da Jake il prima possibile.

 

Quando finalmente mia mamma si arrese (o fece finta di arrendersi) tornai nell'altra stanza e diedi un sonoro bacio sulla guancia a Jake.
"Scusa, eccomi qui!"
Jake mi sorrise in un modo strano.
"Va tutto bene?" chiesi.
"Sì.. Perché?"
"Mi sembri un po' triste.."
"No no, tranquilla!" rispose con un sorriso evidentemente forzato.

 

"Allora.. Ci guardiamo quel film? Sex list?"
"Ha ha" annuì Jake dopo colazione "mi faccio una doccia e poi arrivo"
Ero davvero dispiaciuta di vederlo così giù di morale.. Lui che è sempre così sereno..

 

Quando tornò in casa mia si sedette in un angolino del divano, mentre io collegavo la chiavetta alla televisione per guardare il film.
Una volta preparato, presi la coperta e mi buttai affianco a lui, stringendogli il braccio e accarezzandogli la mano.
Lui, stranamente, non si mosse, non ricambiò per niente le mie coccole come faceva di solito.
Il film era molto divertente, ma per Jake non lo sembrava affatto: quasi non sorrideva neanche.
Tutto quello che faceva era sbirciare verso di me ogni tanto.
Dopo circa mezz'ora presi in mano il telecomando, stoppai e costrinsi Jake a guardarmi negli occhi.
"Che cos'hai?" provai per l'ennesima volta.
"Nulla"
"Ok.. Be, anche se non me lo vuoi dire, ti assicuro che te lo farò passare!" come? Non lo sapevo neanche io.

Gli baciai la testa, ma vedendo la sua non-reazione dissi “Ok, le coccole non sono ben accette.. Posso offrirti una fetta di torta in pasticceria? Una passeggiata nel parco?”

“No Bree, grazie.. Ho bisogno di stare un po' da solo, vado di là.. Ci vediamo dopo.”

Non risposi neanche, rimasi imbambolata a guardarlo uscire dalla mia porta.

Mi faceva male sapere che lui soffriva e io non potevo farci niente..

 

Non ci vedemmo né sentimmo fino a quando, vero le 3 del pomeriggio, gli mandai un messaggio: Io faccio un salto in centro.. Vuoi venire?

No, grazie, vai pure!

Non ti serve niente?

No no grazie

Gironzolai per il centro fermandomi davanti a qualche vetrina, senza però guardare mai veramente ciò che era messo in mostra: continuavo a pensare a Jake.

Feci la spesa e verso le 18.30 tornai a casa.

Mi continuavo a chiedere se fosse il caso di invitare Jake a cenare da me o se fosse meglio lasciarlo in pace.

Decisi di pensarci sotto una doccia calda: quella riesce sempre a schiarirmi le idee.

Quando uscii dal bagno controllai il cellulare: un messaggio di Jake, che mi fece fare un grande sorriso: Ceni da me?

Mentre digitavo certo il display mi mostrò la chiamata in entrata di mia madre.

Mi fece praticamente le stesse domande della mattina: stava ovviamente cercando di capire se ero sincera quando le ho detto che Jake non mi piace affatto.

Continuai a negare per quasi 15 minuti, fino a quando non attaccai dicendo che il mio coinquilino mi stava aspettando per mangiare.

“Ciao Jake, scusa il ritardo.. Ero al telefono con mia madre.. Che continua a stressarmi da 'sta mattina!” il viso di Jake era ancora molto triste.

“Ah sì, perché?”

“Continua a farmi delle domande che dovrebbe farmi la mia migliore amica, non lei! E si aspetta anche che io le risponda in modo sincero..”

“Del tipo?”

“Tipo se ho compagni di corso carini, se mi sono innamorata di qualcuno.. E il bello è che mi ha fatto queste domande già due volte oggi! Cinque minuti fa' e anche sta mattina! E io ho continuato a dirle 'No no, ma figurati'”

“Aspetta, sta mattina eri al telefono con lei?!”

“Sì, perché?”

“No no, niente..” ma il suo viso si allargò finalmente in un bel sorriso.

Finché versavo la pasta nella pentola, Jake si avvicinò a me e mi abbracciò da dietro, passandomi le mani attorno alla vita e appoggiando la tua testa sulla mia spalla.

“Mmm, vorresti dirmi che stai meglio?” chiesi.

“Sì, scusa per oggi! Mi sa che avevo un po' di febbre o qualcosa del genere..” disse in un modo per niente convincente e baciandomi la guancia.

“Tranquillo, l'importante è che ti sia passata!” esclamai voltandomi per stringerlo.

 

Finché cenavamo mi chiese se mi andava di guardare Sex list quella sera.

Ovviamente accettai, anche se ero piuttosto stranita dal suo comportamento.

Andai a prendere la chiavetta in camera mia, la diedi in mano a Jake e mi sedetti su un lato del divano, chiedendomi se lui si sarebbe messo dall'altra, oppure se mi avrebbe stretto a sé come faceva di solito.

Come speravo, lui si sistemò accanto a me e mi passò un braccio attorno alle spalle: io allora appoggiai il mio viso sul suo petto e strinsi la sua mano sotto alla coperta.

Ad intervalli di pochi minuti Jake mi baciava i capelli e io rabbrividivo ogni volta.

Il film era molto bello e questa volta anche lui se lo era goduto: rideva più di me.

Durante i titoli di coda chiesi “Come mai sei così dolce questa sera?”

“Perché ti sono stato lontano tutto il giorno.. Devo recuperare!”

“Oh beh, fai pure!” sussurrai stringendolo forte.

 

Era evidente che eravamo innamorati uno dell'altra, ed era anche evidente che avevamo entrambi una grandissima voglia di baciarci.. Solo che, chissà perché, nessuno dei due si fidava a farlo.

Si vede che il momento giusto doveva ancora arrivare: nel frattempo mi accontentavo delle sue coccole.

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Capitolo 12
*** Dodici ***


DODICI



Il giorno successivo, mentre ero nel soggiorno di Jake, lui ricevette una brutta telefonata: sua madre era stata coinvolta in un incidente nella sua città, a sei ore da Swarton, ed ora era, svenuta, in cura in un ospedale.

A spiegare tutto questo era stato il padre di Jake, che aveva chiamato pregandolo di non fare tutta quella strada per raggiungerli all'ospedale: l'avrebbe tenuto informato dei miglioramenti.

Non era proprio il caso che Jake guidasse per sei ore di fila mentre era completamente distratto dal pensiero di sua madre che stava male.

Nel raccontarmi tutto questo, il suo volto era ogni secondo più contratto, quasi come se stesse provando il dolore di sua madre.

Mi ero offerta di accompagnarlo io fino all'ospedale, ma mi spiegò che era un viaggio davvero pesante e non se la sentiva di farmelo fare.

Insistetti, fino a quando mi resi conto che Jake in quel momento aveva solo un gran bisogno di essere consolato.

Tentai di rassicurarlo, sua madre sicuramente si sarebbe ripresa in fretta: anche suo padre gli ripeteva che i medici sostenevano lo stesso.

Il suo volto però era sempre pallido e i suoi occhi umidi, come se stesse trattenendo le lacrime.

Passai il pomeriggio seduta sul suo letto, con Jake tra le mie braccia, che si lasciava accarezzare finché ascoltava le mie parole.

Finalmente, dopo qualche ora, Jake si lasciò andare e scoppiò a piangere, mentre io continuavo a dargli tutto l'affetto possibile.

Sì sentì meglio, anche perché suo padre gli aveva mandato un messaggio con scritto che sua madre, anche se non era ancora sveglia, migliorava a vista d'occhio.

A sera inoltrata, dopo non aver cenato, Jake mi ringraziò di essergli stato vicino e mi disse che potevo andarmene a dormire.

“No, non voglio lasciarti solo..”

“Non ti preoccupare, hai fatto fin troppo”

“Jake, vuoi che me ne vada, sinceramente?”

“No..”

“E allora non lo farò!”

Coprii Jake con la coperta e mi stesi affianco a lui: lui si accoccolò tra le mie braccia, lasciandosi baciare sulla testa.

“Cerca di dormire, domani sarà una giornata migliore..” gli sussurravo, fino a quando non crollò sotto il peso della stanchezza.

Continuai ad accarezzarlo, pregando che il giorno dopo, sia lui sia sua madre, si sentissero meglio.

 

La mattina, alle 6, fummo svegliati dalla suoneria del suo telefono, che annunciava buone notizie: sua madre si era appena svegliata e sarebbe probabilmente riuscita ad uscire dall'ospedale in pochi giorni.

Quando Jake me lo raccontò, lo abbracciai e gli dissi “Hai visto?”

“Come sempre avevi ragione.. Grazie Bree, sei stata davvero meravigliosa a prenderti cura di me”

Arrossii e lo strinsi, sinceramente felice di vederlo di nuovo sereno come al solito.

“Beh tu ti prendi sempre cura di me.. Mi sembra il minimo”

Siccome non era neanche passata l'alba, Jake propose di tornare a dormire: accettai più che volentieri.

Ci sistemammo di nuovo sotto le coperte, abbracciati come prima, con la sola differenza che adesso era lui a stringere me, come se si fosse riappropriato del compito di proteggermi.

Mi piaceva pensarla così: Jake mi proteggeva sempre dalla tristezza, dal dolore, cosa che avevo fatto io durante quell'ultima notte, quando era lui ad aver bisogno di essere protetto.

Non riuscii ad addormentarmi fino alle 7: mi piaceva troppo guardarlo dormire, era così bello e non volevo perdermi nemmeno un secondo della sua presenza.

In fondo non ci capitava tanto spesso di dormire insieme..

 

Due giorno dopo sua madre era uscita dall'ospedale e tutto era tornato alla normalità: Jake ed io eravamo felici, sempre insieme, probabilmente innamorati uno dell'altra, ma ancora troppo timidi per dircelo.

Continuavo a sognare il momento in cui ci saremmo baciati, ma contemporaneamente ne ero anche spaventata: quando (e se) quel momento sarebbe arrivato, che cosa avrei sognato dopo?

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Capitolo 13
*** Tredici ***


TREDICI


Qualche sera dopo uscimmo insieme per andare in un bar a svagarci un po'.
Mi vestii bene e mi truccai (evento più unico che raro) e ci avviammo, a piedi, verso il centro.

"Questa sera tocca a te ubriacarti" mi disse Jake, ripensando a capodanno.
Al bar iniziammo a bere, ma nessuno dei due aveva intenzione di ridursi troppo male.
Dopo un po' Jake mi disse "Possiamo parlare un secondo?"
"Certo" dissi seguendolo nella terrazza del locale.
Mi passò le mani attorno alla vita: "Questa sera sei bellissima"
Me lo disse con una tale sincerità e serenità in viso che rimasi pietrificata.
Mi fissò per qualche istante, dopo di che avvicinò le sue labbra alle mie e io.. lo schivai.
"Andiamo dentro, fa freddo" dissi sorridendo e prendendolo per mano.
Sei pazza?! disse una vocina dentro la mia testa.
No risposi io è che questo non è né il momento né il luogo giusto.

 

Quella sera rimanemmo sempre insieme fino all'una, quando lui andò un attimo in bagno.
Un ragazzo che non avevo mai visto sfruttò l'occasione per provarci con me: iniziammo a ballare e lui mi spingeva sempre di più in un angolo del locale.
Provò a baciarmi, ma io lo evitai passandogli sotto al braccio.
Quando tornai tra la folla, vidi Jake che mi fissava con la bocca aperta.
Non capivo cosa stesse succedendo.
"Io voglio andare a casa, tu se vuoi rimani pure qui a divertirti" disse con una grande serietà.
Ogni segno di felicità che aveva di solito era svanito dal suo viso.
"No no, aspettami! Non me ne sto qui senza di te!"
E lo seguii, prendendo al volo il cappotto appeso all'entrata.
Rimanemmo zitti lungo tutta la strada di ritorno e quando io cercai di prenderlo per mano, lui si allontanò.
Quando eravamo ormai quasi a casa gli chiesi "Jake, che succede?"
"Niente"
"Non mentire"
"Lasciami in pace!"
"Jake!!" dissi stringendogli la mano per farlo fermare.
"Succede che ti ho visto!"
"Visto fare cosa? Ma cosa stai dicendo?"
"Sai benissimo cosa!" ed iniziammo a litigare, senza che nessuno dei due capisse esattamente cosa intendesse l'altro.
Ad un certo punto mi arresi e dissi "Va be, sto zitta, tanto non capisci"
"Ecco, brava, era ora che tenessi quella lingua un po' nella tua di bocca!"
Cosa?! Ho sentito bene?!
Mi veniva da piangere.
Feci gli ultimi metri prima del mio appartamento di corsa, per non fargli vedere le mie lacrime che scendevano.
Sbattei la porta e scoppiai a piangere come non mi succedeva da un sacco di tempo.
Mi aveva detto proprio una cattiveria.. Non me l'aspettavo da lui.

 

Alle due sentii bussare ed io aprii la porta finestra, per respirare un po' d'aria fresca: avevo appena smesso di piangere, non avevo certo alcuna voglia di vederlo.
Dopo dieci minuti di toc toc Jake si arrese ed io tornai dentro casa.
All'improvviso però vidi passare da sotto la porta un foglietto, che diceva Ti prego, scusami. Sono geloso e sono un cretino.
Lo rispedii indietro: non ero mai stata così arrabbiata e delusa.
Jake però, come era già successo un'altra volta, entrò dalla mia porta finestra.
Devo ricordami di chiuderla
Io gli diedi la schiena: ormai non avrei più potuto evitarlo.
"Bree.. scusami ti prego.. Ho sbagliato ad arrabbiarmi.. E sto troppo male all'idea di averti ferito.."
Quando mi accorsi che aveva la voce rotta dal pianto non resistetti e mi voltai, tenendo le braccia incrociate sul petto.
"Scusa io.. Non mi meriterei di essere perdonato, ma mi fa troppo male pensare di perderti.."
Anche a me fa male..

"E' che quando ti ho visto con quel tipo sono impazzito.."
Mi avvicinai e lo abbracciai, era più forte di me.
Scoppiammo entrambi a piangere, stringendoci come mai avevamo fatto prima.

 

Quando ci fummo calmati rimanemmo comunque abbracciati, per un tempo che mi sembrò brevissimo, anche se non lo era.
"Bree.. Sei la mia migliore amica" disse ad un certo punto lui, guardandomi negli occhi.
"E te ne sei reso conto litigando?" chiesi sorridendo.
"No, è un sacco di tempo che lo penso.."
"Anche tu sei il mio migliore amico"
Lentamente mi misi in punta di piedi e lo baciai, a stampo: durò un attimo.
Lui mi guardò, prima stupito, poi felice e ricambiò.
Questa volta però il bacio fu più lungo e intenso.
Ci baciammo per un sacco di tempo, prima in piedi, poi stesi sul mio letto.
"Perché prima al bar non mi hai voluto baciare?"
"Perché non ero me stessa in quel momento"
"Come no?"
"Io sono così" dissi indicando il mio pigiama "e così" indicando i miei occhi "senza trucco, con vestiti comodi.. Non com'ero conciata prima"

"Ma tu mi piaci sempre, con qualsiasi vestito addosso" e mi baciò ancora, accarezzandomi l'addome.

Immaginando dove voleva arrivare lo anticipai "E non sono nemmeno una ragazza che ha fretta.."

"Certo" rispose sorridendo "però continuerò a baciarti"

"Quello puoi farlo finché vuoi"

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