Alexa

di Lady Shadow 87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - La Lettera ***
Capitolo 2: *** 2 - I Primi Incontri ***
Capitolo 3: *** 3 - Hogwarts ***
Capitolo 4: *** 4 – Si deve cadere sempre fino in fondo, per poi ricominciare a risalire. Forse. ***
Capitolo 5: *** 5 - Hosmeade ***
Capitolo 6: *** 6 - Tu-Sai-Chi ***
Capitolo 7: *** 7 - La pioggia lava tutto ***
Capitolo 8: *** 8 - In biblioteca ... ***
Capitolo 9: *** 9 – Scelte giuste e scoperte inaspettate ***
Capitolo 10: *** 10 – Le verità da sempre taciute ***
Capitolo 11: *** 11 – Una nuova realtà ***
Capitolo 12: *** 12 - Il ballo?? Non sono pronta!! ***
Capitolo 13: *** 13 – Il giorno del ballo. Confessioni e regali. ***
Capitolo 14: *** 14 - Il ballo - Prima parte ***
Capitolo 15: *** 15 - Il ballo - Seconda parte ***
Capitolo 16: *** 16 – E.S. – L’Esercito di Silente, l’ultimo segreto cade ***
Capitolo 17: *** 17 - Inquietudine ***
Capitolo 18: *** 18 - Ritorno al tempo passato ***
Capitolo 19: *** 19 – Verso la verità ***
Capitolo 20: *** 20 - Dolorosa verità ***
Capitolo 21: *** 21 - Salvataggio ***
Capitolo 22: *** 22 - Capitolo Ventidue ***
Capitolo 23: *** 23 - Capitolo Ventitre ***
Capitolo 24: *** 24 - Capitolo Ventiquattro ***



Capitolo 1
*** 1 - La Lettera ***


Sasha mi si era appena addormentata in grembo.
La mia piccola e dolce gattina.
La rimisi dentro al suo trasportino.
Mi riassorbì nei miei pensieri guardando fuori dal finestrino del treno.
Non potevo credere a quello che avevo fatto, ero scappata di casa! E per cosa? Per andare alla ricerca di un qualcosa di cui non ero sicura neanche dell'esistenza. Forse ero matta ma volevo crederci, volevo credere che anche io potevo avere un futuro.
Tutto era cominciato una settimana prima quando per sbaglio avevo trovato una vecchia lettera indirizzata a me di cui non ero mai stata messa a corrente dell'arrivo. Guardando meglio notai che era di quattro anni prima.
Perché i miei genitori me l'avevano nascosta?
Subito la girai e a voce alta lessi il mittente.
<< Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. >>
Scuola di magia e stregoneria? Hogwarts? Ma che roba è?
Ma aprì ugualmente la busta e vi lessi:


SCUOLA DI MAGIA E DI STREGONERIA DI HOGWARTS
Direttore: Albus Silente

(Ordine di Merlino, Prima Classe, Grande Esorcista, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso, Confed. Internaz. dei Maghi)

Cara Miss Alexa,

Siamo lieti di informarLa che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts a partire da quest'anno. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie. I corsi avranno inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.

Con ossequi,

Minerva McGrannitt

Vicedirettrice


Sembrava tutto un grande scherzo, ma allora perché i miei genitori non l'avevano buttata quella lettera invece che tenerla per quattro lunghi anni in fondo a quel cassetto?
Non riuscivo a capire.
Era tutto uno scherzo o invece tutto era vero e io ne ero sempre stata all'oscuro per colpa dei miei genitori?
Certo tra me e i miei genitori non c'era buon sangue anzi ci odiavamo, sembrerebbe incredibile a chiunque ma invece era così, per cui tutto era probabile.
Decisi di prenderla e nasconderla in camera mia.
La sera quando finalmente riuscì a chiudermi in camera mia finalmente sola con Sasha finì di leggere il secondo foglio di quella strana lettera.
Il secondo era però solo un elenco degli oggetti che sarebbero serviti durante quell'anno scolastico. Era incredibile quanti oggetti strani e di cui non avevo neanche mai sentito il nome erano segnati, dal calderone alle provette fino alla bacchetta.
Ma proprio mentre sorridevo all'idea del cappello a punta sentì un urlo provenire dal piano inferiore, era mia madre che mi chiamava. Rabbrividì, sembrava infuriata ma non ricordavo di aver fatto niente. No ero sicura.
Scesi lentamente e con timore la scala e raggiunsi il salotto dove si trovavano in quel momento i miei genitori. In quel momento mia madre era di spalle e non potevo vederne il volto ma sapevo che avrei visto un volto completamente trasfigurato dalla rabbia e dall'odio, invece mio padre fissava cupamente il tappeto di fronte a lui.
Palesai con poca convinzione la mia presenza.
Certo sapevo che avrei ricevuto una qualche feroce sgridata per qualcosa ma non ero assolutamente preparata alla ferocia della loro reazione.
Mia madre si voltò con una velocità inaudita e si diresse verso di me, nel suo viso vidi una rabbia senza confini. Mi prese per il colletto della camicia e quasi mi sollevò.
<< Dov'è la lettera? So che l'hai presa tu! Dimmelo immediatamente senò passerai dei guai molto ma molto grossi! >>
<< Quale lettera?? >>
Domandai spaventata. Possibile che parlasse di quella lettera?
<< Lo sai bene! Fino a stamattina era sul fondo di quel cassetto! Dammela! >>
Stava parlando di quella lettera. Se era così infuriata forse non era uno scherzo, e ciò voleva dire che mi aveva nascosto per quattro lunghi anni una cosa così importante. Come aveva potuto? La rabbia ora stava crescendo in me come non mi era capitato. Quattro anni prima sarei potuta andarmene, e loro me lo avevano tenuto nascosto.
<< Quindi è tutto vero quello che c'è scritto? Esiste quella scuola. >>
Mia madre mi lasciò andare d'improvviso indietreggiando.
<< Era tutto vero e voi me lo avete nascosto! Come avete potuto? Come avete potuto?? >>
Dopo un attimo di silenzio mia madre si riprese.
<< Allora è vero c'è l'hai tu, piccola stupida. Dimmi subito dov'è! >>
<< Non te lo dirò mai! >>
Urlai. Ero fuori di me. Tentai di calmarmi ma con scarsi risultati.
<< Perchè me lo avete nascosto? Perché? >>
Spostai il mio sguardo anche su mio padre, ma lui continuava a fissare intensamente il tappeto, tornai su mia madre.
<< Perché? >>
<< Non esiste niente del genere! Non esiste nessuna scuola di stregoneria! Piccola stupida! >>
Mi avvicinai con passo deciso a mia madre.
<< Se veramente non esistesse non ti saresti mai arrabbiata così >>
<< Modera i termini ragazzina! >>
<< No! Voglio sapere il perchè! >>
<< Mi hai stancato ragazzina, vai immediatamente in camera tua! >>
<< Ma!? >> << Ma niente! Vai! >>
Tornai lentamente in camera mia, ero delusa, infuriata e per di più non avevo concluso molto. Decisi di chiudermi dentro a chiave. Rilessi più e più volte entrambi i fogli, mancava una settimana al primo settembre, è vero che la lettera era di quattro anni prima, ma una scuola non può scomparire. O si... Ma mentre pensavo il sonno mi avvolse e mi addormentai.
Nei giorni successivi presi la decisione più importante della mia vita, decisi di scappare, di vedere quella scuola e toccarla con le mie mani.
Cominciai a preparare le poche cose che erano in mio possesso, i miei pochi libri, il mio diario e i vestiti che di nascosto mi ero cucita in quegli anni, i miei amati abiti dark e gotici e infine presi la roba di Sasha, sarebbe venuta anche lei in fondo nel secondo foglio c'era scritto che era possibile portare con sè il proprio gatto.
Finalmente arrivò il mattino del primo settembre, per fortuna che abitavamo a Londra non ci avrei messo niente ad arrivare a Kings Kross.



*****


Ed eccoci arrivati alla fine del primo capitolo. ^^
Spero non ci siano troppi errori o altro. Insomma se volete commentate. A breve brevissimo il secondo capitolo. U_U
Ciao !!!

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Capitolo 2
*** 2 - I Primi Incontri ***


Ed ecco il secondo capitolo. ^^ Fortunatamente lo avevo già scritto. XD Bè buona lettura !!!


*****


2 - I primi incontri


Quella mattina mi alzai presto, prima dei miei, mi vestì con un abito di velluto nero che arrivava alle ginocchia e i miei amati anfibi, mi guardai allo specchio un ultima volta, i miei occhi quella mattina erano leggermente più verdi del solito invece che il mio solito azzurro-verdino, i miei capelli castani chiari nell’ultimo anno erano cresciuti abbastanza e mi arrivavano a metà schiena, forse avrei dovuto accorciare un poco la mia frangetta che oramai era diventata un pò troppo lunga ma per il momento andava bene lo stesso, non avevo più tempo. Misi Sasha dentro alla sua gabbietta, mi misi il mio mantello nero che mi ero cucita con molta fatica un anno prima e infine presi il borsone con le mie cose.
Uscì in fretta da casa, dovevo muovermi mancava appena un'ora alla partenza del treno. Presi due autobus e infine arrivai alla stazione. Abbassai il cappuccio ed entrai assieme ada altre decine di persone, guardai il biglietto che era nella lettera e lessi:
<< Binario 9 e ¾. Binario 9 e ¾? Ma non esiste! >>
Possibile che avesse ragione mia madre e non esisteva niente del genere?
Andai di fronte al binario 9 e osservai. Mancavano solo dieci minuti alla partenza del treno. Cosa dovevo fare, chiedere?
Poi improvvisamente sentì dietro di me un forte chiacchiericcio e mi girai. Vidi una moltitudine di teste rosse, osservai meglio, i due più anziani dovevano essere i genitori e gli altri i figli. Ma come minimo dovevano essere in sette figli! Quella si che era una famiglia numerosa. Insieme a quella grande famiglia c'erano anche una ragazza castana e un ragazzo moro con gli occhiali.
I figli più giovani assieme agli altri due ragazzi avevano tutti dei grandi carrelli con dei bauli e delle gabbie di gufi. Gufi?
Forse avevo trovato le persone giuste. Forese anche loro andavano alla scuola di magia. Decisi che gli avrei seguiti. Non potevo andarglielo a chiedere. Poi vidi una cosa stranissima, due alla volta correvano versa la colonna del binario nove e... scomparivano.
Rimasi a bocca aperta, infine anche i due genitori passarono. Mi avvicinai alla colonna. Sembrava una colonna normale come tutte le altre. Chiusi gli occhi e con passo veloce ci andai contro o almeno così credevo perchè non avvenne nessun impatto con la colonna, aprì gli occhi e di fronte a me non vidi più la colonna ma decine e decine di persone davanti ad un immenso treno dall'aspetto retrò su cui vi lessi:
<< Hogwarts Express >>
Mi venne da ridere, ce l'avevo fatta, ero arrivata al treno sul binario 9 e ¾!
Velocemente salì tentando di non farmi notare, e dopo tanti scompartimenti ne trovai uno libero, e finalmente mi sedetti tranquilla sapendo che lì mia madre non mi avrebbe mai trovato.
Ed era lì che mi trovavo in quel momento. Sull’ Hogwarts Express!!
Ripensandoci forse ero stata un pò troppo avventata, ma quale altra scelta potevo avere?
Sottostare ai voleri di mia madre?
No no, basta mi ero stancata, e mio padre come al solito non aveva fatto niente era stato lì ad ascoltare e nient'altro.
Come potevano definirsi miei genitori?
Ma ora avevo cose più immediate a cui pensare.
Mi girai verso il trasportino di Sasha, stava dormendo beatamente sul fianco destro. Tornai a guardare fuori dal finestrino. Infine sentì bussare mi girai verso la porta e vidi entrare una ragazza bionda dall'aspetto strano.
<< Posso sedermi quì? >>
Risposi annuendo con la testa, subito si sedette e si mise a leggere una rivista e ad un esame più attento notai che lo stava leggendo all'incontrario, e le stranezze non erano finite lì. Al collo indossava una collana di tappi che assomigliavano a quelli della birra e all'orecchio sinistro aveva appoggiata una sottospecie di bacchetta di legno.
Che fosse la bacchetta magica?
Nell'elenco delle cose da comprare c'era, ma io ovviamente non ce l'avevo, non avevo neanche la più pallida idea di dove si potessero comprare tutte quelle cose. Rimasi un attimo a fissarla ma poi il mio sguardo tornò al finestrino.
Il treno cominciava lentamente a muoversi, con un ritmo sempre più veloce le ruote sferragliavano sulle rotaie. Finalmente eravamo partiti.
Dopo poco bussarono nuovamente ed entrò una ragazza rossa con dietro due ragazzi.
<< Ciao Luna. >>
Salutò la rossa.
Luna, la ragazza con la bacchetta dietro l'orecchio salutò distrattamente la rossa, Ginny scoprì poco dopo, e si rimmerse nella sua lettura all'incontrario, si sedettero anche se i due ragazzi, da come si guardarono si poteva capire che non stavano saltando di gioia per la presenza della ragazza, o forse anche della mia.
Li guardai di soppiatto, sembravano ragazzi normali, non notavo niente di troppo strano in loro che gridasse “Siamo dei maghiii!”, se non quella bacchetta appoggiata con noncuranza dietro l’orecchio della ragazza bionda.
Poi vidi che il ragazzo che era entrato poco prima con la rossa e con il moro, tirò fuori una sottospecie di piantina rachitica, non dopo aver affidato in mano al moro con estrema cura una rana. Rana ... Una rana ?! Si si era proprio una rana e anche bella grande e verde!
Non so che successe dopo perchè non avevo ascoltato la loro conversazione presa com’ero dalla ranocchia che gracidava tranquilla nelle mani del moro ma mi sentii tutta ad un tratto arrivare addosso della roba calda viscida e puzzosa. Mi guardai addosso e constatai di essere ricorperta da capo a piedi di chiazze verde vomito, senza andare troppo nello specifico. Dire che ero schifata era assolutamente poco.
Dopo poco sentì la voce di quello che aveva ancora in mano la pianta.
<< S-scusate ... Non ci avevo ancora provato .... non sapevo che sarebbe successo così ... non preoccupatevi, comunque, la Puzzolinfa non è velenosa ... >>
Puzzolinfa, direi nome appropriato. Aspettate ha detto velenosa? Perchè sto schifo poteva anche essere velenoso?
Rimasi a bocca aperta boccheggiante, il primo approccio non sembrava dei migliori. Infine mi decisi a togliermi il mio mantello ormai evidentemente rovinato, e dire che ci avevo messo così tanto a cucirmelo.
Il ragazzo si girò verso di me imbarazzato.
<< Scusami ... ma tranquilla si può togliere ... >>
<< Si infatti, possiamo liberarci in fretta di questa roba >>
Detto questo la rossa estrasse la sua bacchetta e con un rapido movimento e aggiungendoci le parole “Gratta e netta!” ci ripulì magicamente tutti.
Avevo visto una magia ! Per la prima volta avevo visto una magia! Mitico!
Dovevo essere rimasta a bocca aperta perchè vidi che tutti mi fissarono stupiti dalla mia reazione. << Che succede? Stai bene? >>
Mi chiese la rossa.
<< Si si ... >>
Riuscì debolmente a dire.
<< Chi sei tu ? >>
Infine chiese a tradimento la ragazza bionda dalle sembianze da tocca.

Mi si bloccò il respiro.
E ora che potevo dire ?
La verità ?
Sapete i miei genitori per 4 anni mi hanno nascosto che ero una strega e quindi sono scappata di casa e sono salita su questo treno con la mia micia Sasha.
Come facevo a dirglielo.

Tutti mi fissavano curiosi aspettando una mia risposta.
<< Io ... bhè .... io sono una nuova studentessa. >>
O perlomeno lo spero. Non era proprio una bugia.
Pensai dentro di me, li vidi fissarsi tra di loro sorpresi.
<< Ma scusa quanti anni hai ? >>
Continuò a interrogarmi la rossa.
<< 16 ... >>
Mi guardò pensierosa.
<< Strano che venga una studentessa da un altra scuola, da quale scuola vieni ? >>
<< Luxor School ... >>
Sparai senza pensarci il nome della mia vecchia scuola a Londra.
<< Luxor School ? Mai sentita prima. Vabbè, ah ma che stupidi non ci siamo nemmeno presentati ! Io mi chiamo Ginny Weasley, il ragazzo al mio fianco Harry Potter. >> Fissandomi attentamente mentre lo diceva << e loro sono rispettivamente Neville Paciock e Luna Lovegood. >>
<< Piacere io sono Alexa, Alexa Bennet. >>
Ginny mi fissò un altrò pò dopo che tutti mi avevano già salutata, e non capivo il perchè.
<< Ehm, ho qualcosa di strano ? >>
Chiesi per sicurezza, magari a tradimento un pò di puzzolinfa o come si chiamava mi era rimasta addosso.
<< No no, anzi si ... non hai avuto nessuna reazione dopo che ho nominato il suo nome. >> Mi disse indicando Harry, il ragazzo al suo fianco.
Cavolo, perchè lo dovevo conoscere ? Che fosse un cantante o qualcosa del genere?
Lo fissai intensamente ma, no niente il suo viso non mi diceva niente.
<< Ehm ... scusate, ma ... sono un pò ignorante in queste cose ... >>, ammisi, << c’è dovrei conoscerti ? >>
Ginny spalancò gli occhi, Neville sbiancò, Harry sembrò quasi soddisfatto e Luna si mise a ridere sguaiatamente.
Ecco me lo sentivo, dovevo aver fatto una figura tremenda. Mi sa proprio che arrossii, e mi morsi anche il labbro inferiore ormai domoralizzata. Chissà chi era questo ragazzo dal nome Harry Potter. Si accorserò probabilmente che ero a disagio, ma non fecero in tempo a dirmi niente perchè dopo poco si aprì la porta dello scompartimento e fecero capolino due ragazzi che mi furono subito presentati. Ron Weasley, il fratello di Ginny, e Hermione Granger. Di sfuggita sentì parlare di casate, Grifondoro e Serpeverde sopratutto. Hermione mi squadrò da capo a piedi un paio di volte e saputo quello che avevo anche raccontato agli altri disse pensierosa che non ne sapeva niente.
Dopo poco la porta dello scompartimento si riaprì nuovamente e guardarono dentro con sorriso compiaciuto, tre ragazzi, due più che altro con lo sguardo da ebeti. L’unico che parlò fu il biondo al centro che sembrò anche l’unico con del cervello in zucca.
<< Sii educato Potter o dovrò metterti in punizione ... >>
Il suo sorriso non prometteva niente di buono, osservandolo notai che aveva gli occhi del colore del ghiaccio, erano molto belli.
Mi persi così parte del discorso, ma sentì ribattere da Harry:
<< Si ... ma tu a differenza di me, sei un idiota. >>
Vidi quasi tutti sghignazzare a questa risposta. Non dovevano proprio essere amici.
Smise di ridere il ragazzo biondo, che scoprì chiamarsi Draco Malfoy e lo vidi prendere fuori la bacchetta dalla tasca.
<< Vediamo se sono così idiota ! >>
Ma prima che potesse far niente, vidi una piccola sagoma tigrata attaccarsi ai pantaloni di Malfoy, spalancando gli occhi capii che non poteva essere altro che ... Sasha ! Doveva, aimè, aver scambiato la bacchetta per un giocattolo! E da come vidi scalciare Malfoy gli si doveva essere attaccata con le unghie. Chissà che male!!
<< Ahia ! Dannata bestiaccia da dove cavolo sbuchi fuori!? Toglietemela subito di dosso! >>
Urlò girandosi verso i suoi scagnozzi con la faccia da scimmie lesse.
Vidii che stavano allungando le loro luride manacce su Sasha. Come si permettevano. Non l’avrebbero toccata finchè c’ero io a proteggerla!
Mi alzai di scatto dalla poltrona acchiappando Sasha prima di loro e li guardai malissimo.
<< Non provate a toccarla animali che non siete altro! >>
Il biondo per la prima volta appoggiò il suo sguardo su di me.
<< Ah è tua quella bestiaccia. Tienila vicino a te se non vuoi che le capiti niente. >>
Disse massaggiandosi dove gli aveva conficcato le unghie Sasha.
<< Che cosa sarebbe una minaccia? Chi cavolo credi di essere? >>
Ahia Ahia. Mi ero davvero arrabbiata e quando succedeva la mia bocca si muoveva ancora prima di pensare. Il sangue mi bruciava come fuoco nelle vene.
<< Chi cavolo credo di essere ? >>
Lo vidi fare un passo verso di me.
<< Vuoi dirmi che tu ragazzina non sai chi sono io? Assurdo, tutti sanno chi sono io. >>
E due! NO ! NON SAPEVO CHI FOSSE LUI!
<< Esatto, non so chi sei e non mi interessa ! >>
Lo vidi alzare dubbioso un pallido sopracciglio.
<< Sento puzza di babbana, chi sei tu? Non mi pare proprio di averti mai visto. >>
<< Io, io sono nuova. >>
Ridissi nuovamente arrossendo.
<< Mm nuova, che stranezza, allora vorrà dire che appena arriveremo ti porterò dritta dritta dal preside, così ti presenterai per bene a lui. >>
Azzo, e adesso ?
<< Non c’è bisogno, Malfoy, ci penserò io a portare questa nuova alunna da Silente. >>
Era stata Hermione a parlare stavolta.
Mannaggia non ero nemmeno arrivata e già ero nei casini, io volevo soltanto vedere la scuola a cui ero stata destinata.
<< Già, sempre che sia un’alunna. >>
Strascicò quell’ultima parola. Mi fece avvampare di rabbia! Io avevo diritto di star lì quanto lui, avevo la lettera che lo dimostrava... Certo la lettera! Come avevo fatto a non pensarci prima?!
<< Ma ho grossissimi dubbi, sembra una babbana o peggio una ... mezzosangue ... >>
Da come lo pronuciò stavolta capì che ciò che aveva detto doveva essere un insulto, sia verso di di me che verso ad Hermione, dalla faccia che aveva fatto quest’ultima.
Senza pensarci due volte calpestai con tutte le mie forze il piede di Malfoy col mio, urlò dal dolore, e quando iniziò a saltellare su un piede solo con la mano libera lo spinsi a terra, le due scimmie lesse si spostarono senza nemmeno tentare di prenderlo.
<< Ma come ti permetti brutto idiota, e se proprio vuoi saperlo io ho lo stesso diritto che hai tu di stare quì, lustrati gli occhi con questo! >>
Tirai fuori con rabbia la lettera e gliela sbattei davanti al muso piegandomi su di lui.
<< Ecco, ecco. Vedi. Se sai leggere noterai che questa lettera mi invita caldamente a frequentare questa scuola! >>
Solo in quel momento notai tutte le persone nello scompartimento e non, guardarmi con occhi e bocca spalancati per lo stupore.
<< Miseriaccia, che roba! Questo resterà negli annali di Hogwarts! Malfoy sbattuto a terra da una ragazza! >>
Mi girai verso Ron, scoprii che era lui che aveva parlato, dal suo viso sembrava che non avesse mai visto niente di più bello e esilarante di Malfoy steso a terra da una ragazza.

Cavolo forse avevo esagerato!

Nessuno osò dire nient’altro ma dopo poco tutti scoppiarono a ridere. Malfoy con sguardo a dir poco infuriato si rialzò allontanando da se i due oranghi che stavano per tentare di aiutarlo.
Mi si parò di fronte colpendo con ferocia la lettera che avevo in mano ed arrivando a due cm dal mio volto mi sibilò, quasi fosse stato un serpente.
<< Me la pagherai! Te lo giuro! Scoprirai a tue spese chi è Malfoy, ricordatelo, e vedrai che non sarai capace mai più di dimenticarlo ragazzina! >>
Detto questo se ne andarono, non senza prima sbattere la porta dello scompartimento.
Mi girai dubbiosa verso gli altri che dovevano aver sentito ogni singola parola che mi aveva sibilato.
<< Ne sarebbe capace? >>
<< Oh si che ne sarebbe capace, non l’ho mai visto così infuriato se non con Harry. >>
Mi rispose Hermione, gli altri annuirono.
Ecco, non ero nemmeno arrivata che già mi ero creata dei casini!


*****


Anche il secondo capitolo è giunto alla fine. =)
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e commentato. =D

Lady_Malfoy_4ever ---> Grazie! L'idea mi venne tempo fa ma ci misi un bel pò poi a decidermi a scriverla. XD

KokoroChan ---> Ed ecco il seguito. ^^ Spero che ti piaccia anche questo nuovo capitoletto.

DumbledoreFan ---> Wow! A me piace molto il nome Alexa, e ADORO gli abiti dark e gotici! E idem pure io sono un pò in conflitto con mia madre.XD Spero che ti piaccia anche questo secondo capitolo!!! =D


Alla Prossima !!!!!!!

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Capitolo 3
*** 3 - Hogwarts ***


Ebbene finalmente ce l'ho fatta!! Sono riuscita a scrivere il terzo capitolo, fra un pò non ci speravo più ... XD ECCOLO !!!!


*****


3 – Hogwarts

 

Il resto del viaggio lo passai in silenzio rimurginando su quello che era successo, e su cosa avrei dovuto fare appena arrivata. Cosa avrei fatto una volta davanti al preside? Che cosa avrei detto?

E se mi avesse rispedito a casa?

Mi appoggiai con la testa contro il vetro e una ciocca di capelli mi scivoglò sugli occhi, non tentai nemmeno di spostarla.

Fino ad adesso era tutto così strano, così diverso. Mezzosangue. Che cosa intendeva con mezzosangue quel ragazzo dall’improponibile biondo platino, Malfoy. E babbano? Che significava?

Guardai gli altri ragazzi dello scompartimento parlottavano tra di loro. Di certo non potevo chiederglielo, si sarebbero insospettiti.

Hermione e Ron si alzarono.

Hermione mi guardò ancora perplessa, probabilmente non mi credeva del tutto.

<< E’ ora di cambiarsi e di mettersi la divisa, intanto io e Ron torniamo nel vagone Prefetti... Alexa? Tutto bene? >>

Sentendo il mio nome sobbalzai.

<< Si si, tutto bene. >>

<< E tu non ti cambi? >>

Mi chiese Luna alzando appena gli occhi dalla rivista.

<< Ehm, no ... non ho ancora la mia divisa ... >>

Sempre se mai l’avrò. 

Pensai sorridendole.

<< Mmm, capisco ... >>

Tutti infine si cambiarono, solo io rimasi col mio abito nero di velluto con la scollatura quadrata e dall’ampia gonna.

Erano molto belle le divise, ma notai che erano di diverso colore alcune parti.

Non riuscì a concentrarmi ulteriolmente sulle loro divise perchè il treno fischiò e cominciò a rallentare.

 

Ero arrivata.

 

Oddio e adesso che faccio ????

Non so che dire, non so cosa fare ...

Scesi velocemente assieme agli altri, fuori era ormai buio pesto, ma appena scesa li lasciai andare avanti finchè non li vidi più tra la calca di studenti, poi mi nascosi dietro al primo albero.

Il mio cuore batteva forte nel mio petto, avevo paura. Ero arrivata fin quì e ora, solo ora, avevo paura.

E se mi avessero rispedito indietro. Dai miei genitori.

Sarebbero stati infuriati.

No non volevo tornare, non ora che ero arrivata fin quì.

Quì ad Hogwarts, la scuola di magia. E se veramente lo era, ora doveva farla la magia.

Cambiare il mio futuro.

Mentre pensavo a questo incominciò a piovere, le voci degli studenti si spensero in lontananza, ormai non c’era più nessuno, solo io e Sasha, che fortunatamente non si bagnava dentro al suo trasportino, mentre io ormai ero completamente zuppa, dalla testa ai piedi. Il mio vestito era insolitamente pesante, come ciò che avevo nel cuore. Mi sporsi da dietro l’arbero e osservai. In lontananza si vedeva un enorme castello pieno di luci, sembrava veramente immenso ma con quel buio non si riusciva bene a capire le reali dimensioni. Da un lato vi era un grande lago nero che rifletteva appena le luci del castello. Era veramente bello, ed era là che io dovevo andare.

Mi guardai attorno, ero sul bordo di un sentiero, un sentiero largo e dietro di me una foresta.

<< Basta, è ora di andare... è ora della verità... >>

Sussurrai appena.

Presi in una mano il trasportino di Sasha e nell’altra la sacca di tela che conteneva le mie poche cose, e cominciai ad avvicinarmi al castello.

Ci misi circa un quarto d’ora ad arrivare, e non mi era venuto in mente niente da dire al Preside e agli altri, se non la verità.

Arrivai davanti al portone, era alto e massiccio, rimasi a bocca aperta. Spinsi e con una facilità che non mi aspettavo riuscì ad aprirla.

Davanti a me si aprì un ampio salone con in fondo due grandi scaloni, ma mi bloccai, notai che in lontananza sentivo delle voci e delle risa, decisi di seguirle.

Ero completamente bagnata e infreddolita, ormai il più era fatto.

I miei passi producevano tichettii sommessi, che sembrava quasi rimbombassero nel salone e nel corridoio. Arrivai davanti ad un altro portone, ormai sentivo perfettamente le voci, erano lì dietro.

 

Eccomi, ora devo entrare, spingerò quest’ultimo portone e entrerò.

Si si farò la mia trionfale entrata.

...

Macchè trionfale entrata!

E’ già tanto se riesco a trovare il coraggio di entrare.

...

Mi sbatteranno via subito me lo sento.

Almeno prima mi staranno ad ascoltare.

Spero.

 

Ma non feci in tempo a finire il mio discorso mentale per autoconvincermi che sentì una mano appoggiarsi sulla mia spalla. Mi bloccai terrorizzata. Poi sentì dietro di me una voce bassa e strascicata, e un qualcosa di sottile appoggiarsi sulla mia schiena minaccioso.

<< Abbiamo un intruso direi ... E tu chi saresti ... >>

<< Io ... ehm ... >>

Lasciai andare tutto per terra e alzai le mani ben in alto, non si sa mai, poi mi girai.

Vidi un un uomo completamente vestito di nero, con un lunghissimo mantello dello stesso colore.

I capelli lisci arrivavano al mento. Poi lo guardai attentamente in viso. Aveva uno sguardo glaciale, i suoi occhi neri mi fissavano come voler leggere dentro di me la risposta.

<< Allora? Non ho ancora sentito la risposta. >>

Continuò con la stesso timbro atono di prima e tenendo sempre ben puntata verso di me, quello che ora vedevo bene, la sua bacchetta.

<< Io sono ... ehm ... dovrei parlare col p-preside ... è per caso lei ... ? >>

<< No. Col preside? E che cosa dovrebbe riferirgli? >>

AHHHH mi terrorizza quest’uomo! E ora che gli dico?

Tentai di indietreggiare di un passo ma calcolai male e mi inciampai nel trasportino di Sasha. Mi sentì sbilanciare all’indietro, l’uomo tentò di prendermi il polso per fermare la mia caduta, ma inciampò nella mia sacca e si sbilanciò lui stesso, così ci ritrovammo non so come a terra entrambi.

 

Altro che entrata trionfale.

 

<< Severus ?! >>

 

E poi il più completo silenzio. Non si sentiva più nemmeno una voce.

Solo in quel momento compresi appieno la situazione, imbarazzante tra l’altro.

Cadendo avevamo spalancato il portone e ora ci trovavamo, precisamente lui sopra di me, per terra di fronte a tutta la Sala Grande, come scoprì chiamarsi in seguito. E, ciliegina sulla torta, giusto per completare il tutto Sasha non si sa come si trovava seduta comodamente sopra all’uomo. Sbadigliò pure.

 

Se non ci fossi stata io lì sotto, credo avrei riso a crepapelle, era una situazione demenziale.

Sentì dei passi avvicinarsi a noi, l’uomo si alzò, la sua espressione era rimasta sempre la stessa, così lontana e inarrivabile. Mi tirai un poco su e mi girai, vidi di fronte a me ora un anziano signore dalla lunga e bianca barba e degli occhialetti a mezzaluna, e dietro gli occhi più comprensivi e sicuri che avessi mai visto.

Mi allungò una mano.

<< Miss, non credo che ci conosciamo. Ma forse prima di presentarsi dovrebbe alzarsi. Non trova? >>

Dicendo questo sorrise dolcemente.

Guardai ai suoi lati, vidi tutti i ragazzi che erano sul treno divisi in quattro lunghe tavolate.

Erano tutti lì.

Ero arrivata.

Qualsiasi cosa cosa sarebbe successa da quel momento in poi io ero arrivata.

Ero veramente arrivata ad Hogwarts.

<< Hogwarts ... >>

Sussurrai.

Sono quì.

Poi non riuscì più a trattenermi e scoppiai in lacrime.

Lacrime liberatorie, come quelle di una bambina.

 

Ci misi qualche minuto a riprendermi, poi ancora con gli occhi umidi accettai la sua mano e mi alzai da terra.

<< L’ho trovata quì fuori dal portone, dice che deve parlare con lei preside. Se vuole me ne occupo io... >>

Fu l’uomo vestito di nero a parlare, quindi era quest’uomo ammantato di bianco e azzurro ad essere il preside.

<< No no Severus, pare che abbia bisogno di me la signorina. >>

<< Come vuole preside. >>

<< Io .... >>

Dissi piano.

<< Si signorina? ... Ma forse questo non è il luogo più adatto per parlare, mi segua andremo in un luogo più tranquillo. >>

Cosa? Che volesse riportarmi indietro?

Ebbi una paura insensata.

<< No! >>

Dissi finalmente forte.

<< No ... >>

Ripetei.

Poi iniziai a cercare sotto il mio mantello fradicio la lettera. Dovevo mostrargliela subito.

<< Ecco, >> Dissi trovandola. << Questa mi arrivò quattro anni fa, ma i miei genitori me la tennero nascosta. Io non ne sapevo niente. Fino a qualche giorno fa. >>

Gliela allungai. Lui la prese dalle mie mani e aprendola la lesse.

<< Bene, vedo che abbiamo fatto un imperdonabile sbaglio. >>

 

Sbaglio ? !

Voleva dire che forse si erano sbagliati a mandarmela?

Che in realtà non mi doveva arrivare?

Oddio, fa che non si così.

Non voglio tornare indietro.

 

Stavo per aprile la bocca per suppicare quando continuò.

<< Quattro anni fa siamo stati tanto sbadati che non ci siamo accorti che ci mancava un’alunna. Potrà mai perdonarci? >>

Rimasi in silenzio un attimo fissandolo negli occhi.

<< Vuol dire che non mi volete rimandare indietro ? >>

<< No no, signorina Alexa. E manderò subito una lettera via gufo ai suoi genitori, e vedrà che non avranno niente da ridire. >>

E dicendo questo mi fece l’occhiolino.

<< Cosa ? >>

Dissi appena, Avevo grossi dubbi che i miei genitori non avrebbero avuto nulla da ridire, ma non potevo fare altro che fidarmi.

Ripensai solo in quel momento dove ci trovavamo, mi guardai attorno, tutti gli studenti e tutti gli adulti in fondo alla sala, quasi sicuramente i professori, ci fissavano.

<< Che sbadato che sono, ancora non ci siamo presentati perfettamente. Io sono Albus Silente il preside di questa scuola di magia, Hogwarts. Chiamami pure professor Silente. >>

Allargò le mani dicendomi questo, mostrandomi l’ampia sala, poi alzando lo sguardo vidi sopra la mia testa invece che il soffitto una grande volta stellata. Rimasi a bocca aperta fissando il soffitto Era meraviglioso.

<< Ma ora prima di tutto dovremo smistarti alla tua casa, e i tuoi nuovi compagni ti spiegheranno ogni cosa che c’è da sapere ... Venga signorina Bennet. >>

Il professor Silente  si girò e camminando tra le due tavolate centrali arrivò in fonto alla sala dove dietro ad un lungo tavolo girato in modo che i professori che vi erano seduti potessero guardare le 4 grandi tavolate degli studenti. Davanti c’era un piccolo sgabello con un malconcio cappello a punta.

<< Professoressa McGrannit le presento la nostra nuova studentessa del 5° anno, potrebbe smistarla? >>

La professoressa McGrannit era una donna dall’età indefinibile ma era sicuramente abbastanza in la con gli anni.

<< Ma, Silente come passiamo mandarla al 5° anno? Lei non sa assolutamente nulla. >>

<< Si fidi professoressa McGrannit vedrà che la ragazza ci stupirà. >>

Smisi di ascoltare il loro discorso e mi guardai indietro cercando nelle tavolate i ragazzi che avevo incontrato sul treno. Finalmente di lì a poco sarei stata una di loro, anche se non sapevo bene come funzionasse questo smistamento nelle case.

<< Signorina Bennet ma lei è completamente bagnata. >>

Mi sentì chiamare dalla professoressa, non sentì l’incantesimo che pronunciò ma un attimo dopo ero di nuovo completamente asciutta. Dopo aver visto tutte quelle cose me ne ero completamente dimenticata.

<< Oh grazie ... >>

<< Si sieda quì signorina Bennet. >>

Mentre lo diceva alzò il cappello dallo sgabello e appena mi ci sedetti me lo appoggiò in testa, oscurandomi completamente la visuale.

* Ohhh vediamo vediamo, una ritardataria... in che casa possiamo metterla...*

Sussultai sentendo quella voce nella mia testa.

Doveva provenire senza dubbio dal cappello.

Oddio, adesso pure il cappello parlante. Divertente.

* Si si parlo, ma adesso veniamo a te, in che casa possiamo metterti ... Hai sicuramente coraggio, molto coraggio, sei scappata di casa andando incontro all’ignoto ... Sei testarda, orgogliosa, a volte anche troppo, uhhhh, e hai una lingua tagliente, si si. Ma, sai essere buona e generosa. So proprio dove metterti. *

<< Grifondoro ! >>

Sentì gridare nella mia testa e non solo.

Mi venne tolto il cappello e mostrato il tavolo a cui mi sarei dovuta sedere. E mi venne anche detto che tutte le mie cose erano già state trasportate nel mio dormitorio.

Il tavolo era lo stesso tavolo dei ragazzi che avevo conosciuto sul treno. Li vidi sorridere applaudendo.

Mi avvicinai a Harry ed Hermione che mi indicarono di sedersi fra di loro, e di fronte a Ron Weasley.

<< Ora sei proprio una di noi Alexa. >>

Mi disse Harry e vidi annuire Hermione.

<< Si. >>

Risposi io sorridendo.




*****


Ed ecco finito il terzo capitolo, ho fatto una bella fatica a finirlo. XD Ora mi lascio alla vostra clemenza, e ditemi pure se lo ritenete troppo lento o noioso !!! Insomma ditemi pure tutto ciò che pensate della Fan Fiction!

Ciao !!!!

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Capitolo 4
*** 4 – Si deve cadere sempre fino in fondo, per poi ricominciare a risalire. Forse. ***


4 – Si deve cadere sempre fino in fondo, per poi ricominciare a risalire. Forse.

 

La serata finì velocemente, ma non senza incidenti.

Nessuno ancora mi aveva avvertito della presenza dei fantasmi, di cui io da sempre ne avevo il terrore, visto i vari racconti che mi avevano narrato i miei “cari” genitori, e così appena vidi svolazzare Nick Quasi Senza Testa gridai e il piatto ricolmo di cose appetitose che avevo in mano finì irrimediabilmente per terra fra l’ilarità generale di una tavolata poco lontana.

La tavolata di quel tale. Draco Malfoy.

Quando finalmente arrivammo nel dormitorio mi mostrarono tutto spiegandomi le cose basilari, tra cui che mi dovevo ricordare la parola d’ordine senò la Signora Grassa, la dama del quadro, non mi avrebbe fatto entrare, per nessun motivo. Fissai ogni cosa nuova, ogni cosa magica. I quadri si muovevano e pure le scale. E io facevo parte di quel mondo, quel mondo magico.

Quella sera andai letto stanchissima ma molto contenta. Mi addormentai in un attimo con Sasha accoccolata ai piedi del letto.

 

La mattina dopo mi svegliai presto, prima di tutte le altre mie compagne di dormitorio, tra cui c’era Hermione Granger, che era proprio nel letto di fianco al mio. Mi alzai tentando di fare meno rumore possibile e dopo aver coccolato un pò Sasha mi misi i primi abiti che trovai dentro al mio borsone. Una magliettina nera  e dei pantaloni dello stesso colore di velluto molto larghi. Scesi in sala comune scalza con in mano un libro che mi aveva consigliato la sera prima Hemione, La Storia di Hogwarts.

Mi sedetti sul primo divanetto che trovai e mi guardai un attimo attorno prima di iniziare a leggere quel voluminoso tomo. Lessi per almeno un oretta accoccolata sul divanetto prima che i primi rumori giungessero dai dormitori, poi lentamente cominciarono a scendere i miei primi compagni di casata, Harry e Ron furono tra gli ultimi a scendere anticipati di poco da Hermione.

<< Miseriaccia, già alzata e ... a leggere!? >>

Mi chiese un Ron sbadigliante e ancora arruffatto.

<< Mica sono tutti illeterati come te Ron. >>

Rispose Hermione buttandosi dietro alle spalle una ciocca di capelli ricci.

Harry mi si avvicinò dopo aver ridacchiato all’ultima constatazione di Hemione.

<< Che libro leggi Alexa ? >>

<< Storia di Hogwarts, me l’ha consigliato Hermione. >>

Ron e Harry dopo essersi scambiati uno sguardo più che eloquente si girarono verso Hermione.

<< Che c’è ragazzi ? >>

Chiese lei non capendo del tutto lo sguardo.

<< NOO alla fine ce l’hai fatta a propinarlo a qualcuno quel libro. >>

Harry annuì alla frase di Ron.

<< Ma andate a quel paese tutti e due ! Guardate che è un libro bellissimo e interessantissimo. Vero Alexa ?!?!? >>

Hermione si girò di scatto verso di me intimandomi con lo sguardo di rispondere.

<< Ehm ... si si ... solo che pultroppo fino ad adesso non ho capito alcune cose e il significato di altre. >>

<< Bè si è normale, se vuoi durante la colazione ti spiego ciò che non hai capito. >>

<< Ok, grazie Hermione. >>

<< Hemione ti prego non trasformare pure lei in una fanatica so-tutto-io. >>

Hermione si girò di scatto verso Ron squadrandolo malissimo.

<< E io sarei una fanatica so-tutto-io??? >>

<< Ron te la sei proprio cercata. >>

Gli disse Harry ridendo.

Subito dopo aver finito di dire ciò che pensava a riguardo Hermione suggerì di scendere a colazione senò avremmo fatto tardi alle prime lezioni.

<< Ma io come faccio ? >>

Chiesi preoccupata alzandomi dal divanetto di scatto. Io non avevo ne il materiale ne le nozioni basi, come avrei fatto a seguire le lezioni. Era un bel problema. Chissà se ce l’avrei mai fatta a recuperare tutti qugli anni che avevo perso.

<< Non lo so, sicuramente dovrai parlare con Silente per risolvere tutto questo.... Ma ... Ehm ... Alexa tu volevi scendere così a fare colazione? >>

Tutti e tre abbassarono lo sguardo sul mio abbigliamento compresa io. La magliettina nera mi arrivava a metà pancia scoprendomi l’ombelico e i pantaloni di veluto nero  che mi stavano larghissimi erano parecchio bassi e lasciavano intravedere un poco la mia biancheria, rigorosamente nera, ed erano stretti al bacino da una cintura con alcune borchie, senò rischiavano di cadermi.

<< Ehm... pensavo di si, non va proprio bene ? >>

<< No, credo proprio di no Alexa. >>

Mi rispose sempre fissandomi.

<< Miseriaccia... >>

Fu il commento di Ron.

<< Ma io, se devo essere proprio sincera ho solo questi vestiti oltre a quelli di ieri, quando sono partita non ho avuto molto tempo e dentro il mio borsone ci sono poche altre cose, ma non altri abiti. >>

<< Questo è un problema e non credo che i miei ti vadano bene. Bè per oggi dovrai stare così. Poi in qualche modo risolveremo... Ma ti prego, tira un pò su quei pantaloni. >>

Datomi quest’ultimo consiglio riuscimmo a scendere a colazione, non prima però di correre al piano di sopra a  prendere in prestito un giubino da Hermione.

 

In sala grande, come notai appena entrata, a quell’ora di mattina si potevano vedere tutti i diversi stadi di risveglio. Da quelli che ancora praticamente dormivano e rischiavano di finire inesorabilmente dentro alle loro tazze a quelli già completamente svegli che erano già prontissimi a raccontare a massima velocità le notizie fresche.

Noi subito dopo essere entrati ci sedemmo alla nostra tavolata. La colazione parve procedere nel migliore dei modi, Harry e Ron parlavano di un qualche sport di cui avevo capito poco e niente ed Hermione tentava di spiegarmi ciò che non avevo capito e molto altro.

Improvvisamente uno stormo di gufi entrarono nella sala grande e rilasciarono ad alcuni dei paccetti e ad altri delle lettere. Inspiegabilmente ne cadde una anche di fronte a me.

Ci misi un pò a prenderla in mano, dopo averla fissata per benino. La girai per leggerne il destinatario e il mittente.

 

Alexa Bennet

 

Vi lessi, era proprio per me, ma chi mai poteva avermi scritto, pultroppo non vi era scritto il mittente. La aprì cautamente sotto lo sguardo curioso degli altri, e dopo aver aperto il foglio che vi era dentro iniziai a legere sottovoce la lettera, ma dopo poche parole mi fermai, capendo chi era il mittente di quella lettera.

 

 

Alexa,

 

appena abbiamo trovato il tuo letto vuoto abbiamo capito che avevamo sempre avuto ragione. Tu sei sempre stata la nostra più grande delusione. E la lettera di quel Silente ce l’ha confermato. Sei scappata di casa per correre incontro ad un mondo folle, popolato di pazzi. E tu forse ci stai proprio a pennello.

 

Ora hai fatto la tua scelta, ti preghiamo solo di non tornare mai più indietro, resta pure dove sei. Da noi non avrai più niente.

 

Addio.

 

Mrs e Mr Bennet.

 

 

Rimasi per un attimo intontita guardando quel semplice foglietto. Quel semplice foglietto....

Io non avevo più niente. Ne una famiglia, ne una casa.

Niente.

Ero sola al mondo.

<< Alexa ? >>

Sentii pronunciare al mio fianco, ma non feci nemmeno in tempo a girami che sentì un’altra voce, bassa e strascicata.

<< Signorina Bennet. >>

Alzai il volto sconvolto lentamente. Vidi dinnanzi a me l’uomo completamente vestito di nero della sera prima, che mi avevano spiegato tra le risate generali che si chiamava Severus Piton ed era il professore di pozioni. Ripassai mentalmente e inconsapevolmente queste informazioni fissandolo. Ero ancora troppo scossa. Lui non parve badarci.

<< Signorina Bennet mi dovrebbe seguire, la devo portare dal preside. >>

Freddo, conciso e lento nel parlare. Lo sguardo non era cambiato di una virgola.

Pensavo a tutto per non pensare a nulla.

<< Signorina Bennet mi ha sentito ? >>

Stavolta la sua voce aveva un tono leggermente spazientito e scocciato.

<< Si, eccomi. >>

Risposi debolmente alzandomi senza badare a nessuno. Camminando infilai la lettera malamente nella tasca davanti dei pantaloni.

Lo seguì senza guardarmi troppo attorno e senza seguire ciò che mi succedeva attorno, fissavo solo lo strascico nero del suo lungo mantello come si muoveva sopra a quello che sembrava marmo ambrato. La stoffa sembrava scivolarci sopra senza nemmeno toccare.

Mi accorsi che eravamo arrivati dal preside quando ci fermammo e sentì un leggero tossicchiare.

Alzai lo sguardo sbattendo le palpebre come se mi fossi appena svegliata, così all’improvviso.

Silente era di fronte a me dietro una scrivania ricolma di roba, mentre il professor Piton poco distante da me mi fissava quasi incuriosito.

Sentii di arrossire, e abbassai lo sguardo, si dovevano essere accorti del mio comportamento.

<< Signorina Bennet ...

Incominciò Silente.

<< So che stamattina ha ricevuto anche lei una laida lettera dai suoi genitori. Ebbene ho ricevuto anche io una lettera dal simile contenuto. >>

Si fermò di nuovo per scrutarmi da dietro quegli occhialetti a mezzaluna.

<< E’ sicuramente un brutto colpo ma, e me ne scuso profondamente, ora dobbiamo affrettare le nostre decisioni e azioni. Se lei vuole restare, deve avere tutto il necessario per la scuola e non credo che lei abbia i soldi per comprarli, e non credo anche che lei saprebbe nemmeno dove procurarseli questi oggetti. >>

Mi tornò a fissare richiedendomi tacitamente una risposta a riguardo.

<< Si voglio restare. Ora non ho altro luogo dove stare. E dove vorrei restare. >>

Mi stupii delle mie stesse parole, anche se era tutto vero, era inutile nascondersi dietro a vecchie e tristi bugie. Davanti a nessuno e mai avevo avuto il coraggio di dire quella verità, da anni sognavo di potermene andare da casa mia.

Sempre avevo finto sorridento, mentendo davanti a tutti. Ora non c’era più posto per le bugie. Tanto non avevo più un posto dove tornare.

<< Allora dovrà andare a procurarsi tutto il necessario e verrà accompagnata dal professor Piton, che l’aiuterà e la consiglierà. >>

<< Cosa ? >>

Domandò immediatamente il professor Piton.

Silente sorrise.

<< Severus, al momento di fronte a me ci sei tu, e so di potermi fidare ampiamente. Solo mezza giornata e avrete adempiuto al vostro dovere. >>

Guardò sia Piton che me pronunciando quest’ultime parole.

<< Ma signore io non ho ne soldi babbani ne del mondo magico. >>

Me l’aveva insegnato quella mattina stessa Hermione il significato della parola babbani, ero rimasta dubbiosa all’inizio ma se volevo appartenere a questo mondo dovevo imparare a parlare con i suoi termini. Mi sarei impegnata, avrei fatto tutto ciò che era nelle mie possibilità.

Strinsi forte a pugno le mie mani fino a quasi sentire male.

<< Non si preoccupi, avrà tutti i mezzi di cui avrà bisogno, c’è sempre un fondo, in questi casi, per chi ne ha bisogno. >>

Dicendo questo gli vidi muovere la bacchetta e un sacchetto di tela chiuso da un nastrino rosso volò lontamente verso di me. Allungai la mano e la richiusi appena il saccetto vi cadde sopra tintinnando. Era abbastanza pesante.

<< Li ci sono abbastanza galeoni per tutti i suoi bisogni scolastici. Dovrà comprarsi prima di tutto una divisa ...

Si pronunciò abbassando lo sguardo sui miei vestiti, anche Piton abbassò lo sguardo sprezzante.

<< ... e la sua bacchetta. E poi anche tutti i libri, gli oggetti e gli ingredienti necessari che sono comunque tutti segnati nel secondo foglio della sua lettera, anche se i libri devono essere un pò aggiornati. >>

Guardandomi ora di nuovo negli occhi.

<< E poi dovremo discutere per le lezioni supplementari, dove lei imparerà tutte le basi.

Allargò il suo sorriso.

<< Vedrà che fra pochi mesi saprà destreggiarsi benissimo con le basi. E ora veda di spendere tutto quel denaro. >>

Detto questo il preside ci congedò e entrambi uscimmo dalla stanza scendendo delle scale di pietra a chiocciola.

Appena scesi sentimmo dietro di noi un sonoro << Hem Hem. >>.

Ci girammo.

<< Oh professor Piton, vedo che è appena stato dal preside con questa, signorina. >>

<< Già ,a quanto vede ... professoressa Ubridge. >>

Rispose atono senza battere ciglio.

<< Già già, visto l’abbigliamento inappropriato, oltre il modo in cui è arrivata ... sconveniente. >>

La guardai totalmente, sembrava una sottospecie di confetto roseo e tondo. Aveva pure un assurdo fiocchetto rosa in testa. Sembrava quasi un uovo di pasqua, ma dubito che ci fossero sorprese piacevoli con lei.

Il suo abbigliamento si che è  inappropriato ancora più del mio.

Pensai sbuffando.

<< Ora devo accompagnare la signorina a fare acquisti per la scuola. >>

<< Vada vada pure. >>

E senza nemmeno salutare ci allontanammo. Tornammo verso la sala grande poi davanti al portone si fermò.

<< Ci vediamo fra mezzoretta quì e poi andremo a Hosmeade, ma in teoria il necessario si compra  prima dell’inizio dell’anno scolastico e non durante. >>

Senza dire altro si girò e si allontanò scomparendo dietro un angolo. Io rimasi lì un attimo indecisa se andare in dormitorio e aspettare  che passasse la mezzora o tornare in sala grande dagli altri, se erano ancora lì, non feci in tempo a decidere che si aprì il portone e mi ritrovai di fronte Harry e gli altri.

<< Alexa, eccoti quì. E’ successo qualcosa? >>

Li guardai seria senza rispondere subito, si comportavano come se fossimo amici, e dire che ci conoscevamo appena dal pomeriggio prima.

Prima che mi riporgessero la domanda feci il migliore dei miei sorrisi e risposi.

<< Si si, eccomi. Niente di che, dovrò solo andare a fare acquisti ad Hosmeade col professor Piton. >>

<< Con PITON ? >>

Urlarono tutti e tre contemporaneamente.

<< Si pare proprio di si. L’ha detto Silente. E poi mi ha dato questi ...

Risposi mostrando loro il sacchetto tintinnante e ricolmo di monete ancora nella mia mano.

<< ... per comprare tutto ciò che mi serve. >>

<< Miseriaccia deve essere un gran bel gruzzoletto! >>

<< Si credo di si, anche se non ho ancora molto chiaro quanto siano in sterline. >>

Replicai soppesando il sacchetto. Non avevo ancora per niente chiaro quando fosse l’effettivo valore di tutti quei galeoni.

Mentre parlavamo ancora si riaprì il portone ed uscirono stavolta Malfoy ed altri suoi compagni.

<< Oh chi si vede, il trio dei miracoli, e in più la babbana. >>

<< Oh piantala Malfoy. >>

<< Che mi vuoi fare Wesley? Sono anche io un prefetto. E sicuramente ne sono assai più degno di te. >>

Dopo un attimo di silenzio fu Hemione ad intervenire appoggiando una mano sulla spalla di Ron.

<< Lascia perdere, andiamo. >>

<< Si si scappate, tanto ci avete la maestra delle fughe. Solo che è ora in un mondo che non le appartiene. Sarebbe bene che se ne tornasse nel suo lurido mondo. >>

Fino a quel momento ero stata ad ascoltare e basta. Il mio sangue ribolliva nelle vene dalla rabbia. I miei genitori non mi volevano perchè non ero babbana, e alcuni maghi mi guardavano in modo diverso perchè secondo loro ero babbana. Al momento non ero ne l’uno ne l’altra cosa, pare. Ma come si permettevano. Io ero una strega. Come Malfoy.

Feci un passo avanti guardandolo con rabbia, che sentivo fremere e crescere dentro di me. Stavolta fui io ad avvicinarmi a lui furiosa.

<< Taci Malfoy. Non chiamarmi mai più BABBANA. Io sono una STREGA proprio come te, che a te piaccia a no. E’ indifferente. Non ci puoi fare nulla. IO resterò qui. Perchè questo è il MIO mondo. >>

Rimase un pò a fissarmi, il ghigno sparì per un attimo ma poi ricomparve.

<< Ah si ? E che mi vorresti fare? Non hai nemmeno una bacchetta e se anche ce l’avessi non sapresti neanche come usarla. E poi lo vedremo se tu rimarrai qui. Non ci scommetterei. >>

Mi morsi il labbro. Aveva ragione per il momento. Le mie mani erano ancora vuote, non potevo difendermi dalla sua bacchetta. E se anche l’avessi avuta non sapevo nemmeno come utlizzarla. Al massimo al momento potevo infilargliela in un occhio.

<< Ed ora allontanati, sai infetti il mio spazio vitale. >>

Sentii ridacchiare i suoi compagni di classe, e una mano appoggiarsi sulla mia spalla e spintonarmi per allontanarmi, e senza pensare feci di nuovo la cosa più sbagliata.

Gli diedi un pugno sul naso.

Me ne accorsi subito dopo di cosa avevo fatto. Il mio pugno era ancora alzato e dal suo naso iniziava a scendere un sottile rivolo di sangue.

Subito Malfoy ci premette entrambe le mani sopra.

 

Oh no no no no no NOOOOOOOOOOOO. COSA HO FATTO ?!?!?!?!?!

 

Urlavo dentro di me.

<< Miseriaccia .... >>

Sentii dire dietro di me. E anche altre esclamazioni.

<< Oddio, non volevo ... scu ... >>

Tentai di dire ma non feci in tempo a dire altro che una ragazza dal caschetto moro mi allontanò e si fiondò su Malfoy.

<< Oh no povero Dracuccio ! >>

Ma venne allontanata bruscamente pure lei. Malfoy per un attimo mi guardò malissimo, poi si allontanò con tutti gli altri con un passo terribilmente feroce in completo silenzio.

 

Ci fu un silenzio pesantissimo subito dopo. Io mi rigiravo le mani.

 

Non credo di aver fatto qualcosa di proprio lecito anzi. Ho dato un pugno ad un ragazzo, e non un ragazzo qualunque, a Malfoy.

 

<< Alexa ...

Sentii di nuovo una mano appoggiarsi sulla mia spalla, stavolta era Hermione.

<< Abbiamo visto benissimo tutti che la tua era solo legittima difesa, non devi preoccuparti, non ci saranno conseguenze. >>

Mi sorrise dolcemente ma non riuscì a risollevarmi il morale.

<< Si ha ragione Hermione, Alexa. E’ sempre stato un tipo irritante e se l’è cercata. Lui e la sua razza pura. >>

 

Tutte a me capitano.

Vorrei piangere, ma non posso, non di nuovo. Devo pensare a ciò che mi ha detto. Se lo meritava.

E poi dopo tutto ciò che mi è successo in questi due giorni. Mi sembra di impazzire, devo stare attenta ovunque... Be almeno ora non mi devo più preoccupare dei miei genitori.

Genitori.

 

Mi si strinse il cuore a questi pensieri sconnessi.

Avrei solo avuto voglia di buttarmi sotto le coperte e dormire, dormire per sempre.

Quando mi succedevano di queste cose mi sentivo stremata. Ma ora non potevo dovevo andare avanti.

Alzai lo sguardo di colpo.

<< Si hai ragione Hermione, lui mi ha provocato. Non è stata totalmente colpa mia. >>

<< Si si e anche questo è stato un ottimo colpo. >>

Finì Ron entusiasta ben più che sul treno.

<< Cavolo ragazzi noi ora dovremmo andare a lezione senò arriviamo tardi! Ci vediamo quando torni Alexa. >>

Quasi urlò Hermione.

<< E al ritorno avrai la tua bacchetta e la tua divisa da vera Grifondoro! >>

Mi incoraggio Harry terminando la frase facendomi l’occhiolino.

<< Ok ragazzi ma ora è meglio che andate, su su, che dovete andare ad apprendere! >>

<< Che poco da scherzare tu stai per uscire con Piton! >>

Mi rispose di rimando Harry ridendo.

Risi pure io mentre loro tre si allontanavano velocemente andando verso la loro classe.

Io rimasi lì ad aspettare che il professor Piton tornasse, ormai doveva essere passata quella mezzora, di guai.

Da quando ero arrivata sembrava che il mondo avesse iniziato a correre e che io non riuscissi a starci dietro. Be prima o poi sarebbe migliorata la situazione, doveva..

E poi finalmente ora, forse stavo per avere degli amici. Io non avevo mai avuto dei veri amici. Io ero diversa e mi avevano sempre escluso per questo. Per come mi vestivo, per i gusti che avevo. Amavo leggere.

E finchè si ha un buon libro da leggere non si è mai soli. Non ricordavo dove l’avessi letta questa frase, ma per una buona metà era vera. Leggere mi aveva tenuta occupata quando ero sola perfino in casa mia. Perfino quando i miei genitori erano nella stanza accanto e quel muro era sempre sembrato invalicabile. Ora era proprio scomparsa quella stanza affianco. E loro mi avevano chiesto di non farmi più viva con loro. Per loro ero come morta. Scomparsa. Cancellata. Mai esistita. Be ora potevo fare solo una cosa.

Andare avanti e cancellare il mio passato. Il mio passato da babbana.

Ero piena di questi pensieri quando il professor Piton arrivò finalmente, fissandomi. E non lo notai subito.

 




*****


Ed ecco finalmente anche il quarto capitolo!!! XD
L'ho scritto tutto di getto tra ieri sera e stamattina.

Ora passo ai ringraziamenti. :D

Lady_Malfoy_4ever ---> AHHH grazie per le correzioni, faccio sempre gli stessi errori ahimè! Anche la mia professoressa me li correggeva sempre. Per quanto lo rilegga me ne rimangono sempre. Spero questa volta di essere stata più attenta. La scena con Pito che cade mi era venuta così di getto, ma temo di non averla resa al meglio. XD

DumbledoreFan ---> Ed ecco il nuovo aggiornamento!!! Sono contentissima che ti piaccia. Io ho sempre il terrore che non sia mai abbastanza scorrevole. XD Modello mattone. Bè spero ti piaccia anche questo nuovo capitolo.


Al prossimo aggiornamento, spero al più presto!!
Ciao!!!!! :D

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Capitolo 5
*** 5 - Hosmeade ***


5 – Hosmeade

 

<< Signorina Bennet è pronta? >>

Sobbalzai sentendo la voce del professor Piton di fianco a me. Non l’avevo proprio sentito arrivare.

Annuì con la testa.

<< Bene allora andiamo, avremo un pò da camminare per arrivare ad Hosmeade ma non più di un quarto d’ora, spero che non sia un problema per lei. >>

Mentre diceva la frase aveva già incominciato a camminare verso l’uscita aprendola. Uscimmo nel grande parco che avevo percoso al buio la sera prima, sembrava un altro luogo inondato dalla luce di quella tiepida mattina.

<< No no, nessun problema, mi piace camminare. >>

<< Bene. >>

Poi non disse più nulla per tutto il resto del viaggio, io lo seguii sempre stando qualche passo indietro osservando tutto ciò che mi circondava. Poi finalmente, un quarto d’ora dopo arrivammo ad Hosmeade, sembrava uno di quei villaggi del secolo scorso, solo che le persone che vi abitavano erano abbigliate in modo assai diverso. Chi portava lunghe tuniche scure e chi invece si vedeva solo il lungo mantello. Varie persone indossavano alti cappelli a punta in tinta con ciò che indossavano.

<< Wow, che belli!! >>

Il professor Piton mi lanciò una debole occhiata poi si voltò nuovamente camminando sempre a passo spedito dritto davanti a se.

<< Prima di tutto ...

Incominciò lentamente, fermandosi davanti ad un piccolo negozietto dalla piccola vetrina impolverata, e in vetrina solo poche bachette appoggiate sopra a lunghe scatoline scure.

<< ... pensiamo alla bacchetta. >>

Alzò lo sguardo a guardare l’insegna. Io lo imitai e vi lessi “BELLA – QUI TROVERETE LA VOSTRA BACCHETTA”. Bella doveva essere il nome della propietaria del negozietto. Mentre osservavo l’insegna il professore entrò, io lo seguì subito dopo allungando il passo.

Il negozietto all’interno non appariva molto diverso da come appariva dall’esterno. Era piccolo e impolverato e strapieno di alti scaffali ricolmi di quelle scure scatoline che si vedevano in vetrina.

Arrivò subito con passo veloce una donna sulla quarantina, non molto alta e sorridente. Indossava una lunga e larga veste arancione scura. Doveva essere la padrona, Bella.

<< Buongiorno. Vi posso aitare. ? >>

Disse con voce allegra la donna.

<< Si, a lei servirebbe una delle sue bacchette. >>

La donna mi squadrò da capo a piedi, poi mi si avvicinò.

<< Hai più di 11 anni, strano che tu non possegga già la tua bacchetta ... >>

Disse meditabonda, quasi più a se stessa che a me.

<< Ma non preoccuparti ci pensa Belle a te. >>

Finì allungando le labbra in un sorriso.

Mi tirò con se facendomi avvicinare agli scaffali poi prese un metro e dopo avermi chiesto che mano usassi, la destra, cominciò a prendere diverse misure. La osservai incuriosita. Poi finalmente dopo pochi minuti finì.

<< Bene Bene. Provi questa bacchetta. >>

Mi mise in mano una bacchetta, ma rimasi lì ferma, non sapevo che farci.

<< Ehm, mi scusi che ci dovrei fare. >>

<< La muova. >>

Mi rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

La mossi appena e un raggio rosso parti dalla bacchetta afflosciandosi a pochi metri da me.

<< No, non va bene. >>

Dopo questa mi mise in mano come minimo un’altra decina di bacchette, poi finalmente mettendomi in mano una lunga bacchetta scura con dei piccoli intarsi grigi nell’impugnatura io sentì come una piccola scossa e la donna applaudì gioiosa.

<< Eccola eccola, l’abbiamo trovata, abbiamo trovato la sua bacchetta signorina! Piume di fenice e salice antico. 13 Pollici. Bella flessibile. Una splendida bacchetta veramente !

Sorrisi anche io felice avvicinandomi al viso la bacchetta e osservandola meglio, per un attimo vidi gli intarsi emettere un debole color rosso, poi tornarono del loro color grigio.

Uscì dopo poco dal negozio soddisfatta, finalmente anche io avevo la mia bacchetta! Che bello!

In seguito facemmo tutto il resto degli acquisti e un ora dopo avevamo quasi terminato. Restava solo la divisa.

<< Ecco lì puoi andare a farti fare la divisa. L’aspetto quì. >>

Mi girai verso di lui, osservando tutta la roba che si appoggiò a fianco dell’entrata del negozio.

<< Non entra? >>

<< No, non credo ce ne sia il bisogno. >>

<< Ok. >>

Risposi allontanandomi, poi mi rigirai.

<< Grazie. >>

Rimase un attimo a fissarmi alzando un poco un sopracciglio.

<< Di cosa? >>

<< Di avermi accompagnato quì anche se non era suo compito. >>

<< Me l’ha ordinato il preside. >>

Lo fissai un attimo.

<< Mm, ok. >>

Poi entrai nel negozio. Mezzora dopo uscì con già addosso la mia divisa, non mi sembrava il caso dopo tutte le occhiate stralunate che avevo ricevuto di tenere ancora quegli abiti addosso quando sarei tornata. Era un peccato però, erano veramente belli quei pantaloni di velluto nero, ma li avrei sempre potuti mettere in altre occasioni.

 

Nemmeno a mia madre erano mai piaciuti.

Pensava che fossero da poco di buono, e si vergognava di me ogni qualvolta li indossavo.

...

Basta pensare ai miei genitori. Quel che è passato è passato.

 

Tentai di autocovincermi, ma inutilmente sapevo che quella ferita ci avrebbe messo molto, troppo a rimarginarsi. Ma come avevo imparato da tempo dovevo sorridere e essere allegra. Sempre e comunque.

Il professor Piton era cnora lì fuori come l’avevo lasciato.

Mi squadrò attentamente appena mi vide.

<< Finalmente ha addosso una veste appropriata e decente ...  Bene ora possiamo tornare al castello.>>

Mi guardai attentamente prima di inziare a camminare dietro di lui.

 

Quando arrivai al mio dormitorio, subito dopo aver salutato Sasha con una grattatina dietro le orecchie, andai a controllare tutti i miei acquisti. Ero troppo curiosa.

Sfogliai velocemente tutti i libri, girai e rigirai ogni oggetto e agitai davanti allo specchio la bacchetta. Ora si che cominciavo a somigliare ad una vera strega.

La divisa era molto carina, e la gonna nera plissettata non mi arrivava al ginocchio. Il pullover grigio recava  nello scollo e nelle maniche i colori della mia casa, i Grifondoro.

Mi girai per un attimo a osservare il leone con a fianco lo stemma che campeggiavano alla parete a fianco.

La cravatta era rossa e a strisce oro. Fortunatamente me l’aveva annodata la ragazza del negozio, ma me lo sarei dovuta far rispiegare non mi ricordavo già più tutti i passaggi!

Presi in mano diversi libri tra quelli che avevo comprato, ce ne erano tantissimi, non avevo dovuto comprare solo quelli di quell’anno, ma anche di quegli altri che mi ero persa.

Chissà come sarebbe stato iniziare la scuola con loro, normalmente, forse sarebbe stato tutto più facile. Senza il forse.

Se solo avessi avuto una famiglia come tante altre.

Già se loro mi avessero lasciato venir quì, anni addietro, mi avrebbero anche visto meno.

O forse avevano pensato ad uno scherzo. Ma allora perchè mai avrebbero tenuto quella lettera per anni?

Quanto più pensavo di non dover pensare al mio passato più finivo per pensarci.

Che casino!

Era sempre lì dietro ad ogni angolo il passato, d’altronde era ancora fin troppo fresca quella cicatrice.

Fino ad una settimana prima per me quel mondo non esisteva.

 

Scesi al piano di sotto, la sala comune, con alcuni libri da iniziare a leggere e la mia bacchetta accanto.

Iniziai a leggere il Manuale di Incantesimi ma per evitare di fare casini tentai di trattenermi dal provarne, ma ahimè, desideravo troppo provare, e difatti come mio solito combinai un piccolo danno. Piccolo piccolo però.

Ehm, si. Avevo solo fatto levitare un cuscino, o almeno ci avevo provato, ma questo dopo uno scatto felino era finito dritto dritto dentro al caminetto prendendo fuoco all’istante.

Rimasi un pò a fissare l’ex- cuscino autodistruggersi, tra sinistri scoppietii e una macabra fumata nera, ancora con la bacchetta in alto di fronte a me.

Magari avrei potuto chiedere a Hermione o a Harry la prossima volta prima di provare a fare qualche esperimento.

Proprio mentre pensavo a questo si aprì il ritratto ed entrò qualcuno.

<< Alexa !! Hai la divisa e la bacchetta ! >>

Attimi di silenzio mentre mi girai.

Probabilmente tutti notarono la fumana nera che si stava ancora alzando, anche se assai più debolmente, perchè li vidi tutti voltarsi verso il camino.

<< Alexa .... >>

Continuò Harry.

<< Che è sta fumana? >>

<< Ehm ... vedi, come dire un cuscino è finito casualmente dentro al camino, e ha, casualmente sempre, preso fuoco incenerendosi. >>

<< E forse c’entra il fatto che hai la bacchetta ancora alzata di fronte a te? >>

Perspicace Hermione, pensai arrossendo.

<< Si, ho provato a fare un incantesimo semplice semplice. Ma questo è stato il triste epilogo. >>

Risero tutti, ma subito Hermione puntualizzò che era meglio che evitassi di fare esperimenti da sola, per lo meno all’inizio. Poi tutti ammirarono la mia nuova bellissima bacchetta. Passai una serata felice, sentì parlare di draghi e altre fiere mitologiche. Tutto ciò che aveva popolato per anni i miei sogni da babbana esisteva nel mondo magico, ma fino a quel momento nessuno aveva mai accennato minimamente in mia presenza che il mondo magico avesse un nemico.




*****


Rieccomi con un nuovo capitoletto anche se un pò più corto dell'altro. XD

In questi giorni non ho avuto molto tempo, tra iscrivermi all'università e il resto XD, e ieri finalmente sono riuscita a scrivere questo, spero non ci siano scritte troppe mostruosità, ho letto e riletto ma ero e sono un pò rinco stasera. XD Speriamo.

Lady_Malfoy_4ever ---> Grazie grazie! E fai benissimo a correggermi! Già povera Alexa! Ahhh io da piccola avevo proprio paura del buio e dei fantasmi! XD

Spero di riuscire a postare presto il prossimo capitolo! E tenterò di mantenere un ritmo di almeno uno alla settimana.

Ciao, alla prossima!!! :D

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Capitolo 6
*** 6 - Tu-Sai-Chi ***


6 - Tu-Sai-Chi

 

Fino a quel momento me l’ero sempre immaginato perfetto e pacifico il mondo magico, forse perchè ero tanto presa ad osservare ogni stranezza e diversità di quel mondo da non accorgermi di tutto quello che succedeva attorno a me.

Passarono le prime settimane da quando ero arrivata, cominciai un poco ad ambientarmi anche se ancora mi sembrava così diverso e nuovo. Ogni giorno nuove scoperte, ed essere allegra non mi riusciva difficile, nessuno che mi urlasse contro, nessuno che mi facessere intendere che ero inutile o cattiva.

 

I miei genitori non mi vogliono più, bè tanto meglio, io sto benissimo senza di loro.

Niente è mai andato meglio.

Sono assieme a persone come me, non mi snobbano ne mi guardano come un essere strano.

E per la prima volta nella mia vita ho degli amici.

E’ tutto perfetto.

 

Pensai camminando velocemente verso la classe nei sotterranei di pozioni. Ovviamente alle lezioni stavo solo a guardare per il momento e alla sera i professori mi insegnavano le cose basillari che mi ero persa. Ero rapita dalle loro spiegazioni. Ascoltavo a bocca aperta osservandoli muovere bacchetta o mestolo. Anche le lezioni di storia mi piacevano molto, avevo sempre adorato ascoltare le azioni passate dei popoli, comprese ora, quelle del popolo magico.

Adoravo imparare cose nuove. Nuove nozioni. E infine Hermione durante il giorno mi aiutava nelle esercitazioni.

 

<< Hai letto cosa c’è scritto nel nuovo numero della gazzetta? Pare che Harry Potter si sia inventato tutto. >>

<< E’ tutta l’estate che il ministero della magia l’afferma. >>

<< Silente però dice il contrario. Dice che è tornato, è tornato ... Tu-Sai-Chi. >>

<< Shhh, silenzio. C’è la nuova Grifondoro. >>

 

Non feci nemmeno in tempo a voltarmi per vedere chi avesse parlato che erano già scomparse dietro l’angolo, l’unica cosa che capii era che erano state due ragazze a parlare.

La cosa strana era la titubanza e la paura con cui ne avevano parlato. E poi quel nome strano. Tu-Sai-Chi.

 

Arrivai finalmente davanti alla classe ancora riflettendo su quel nome, Tu-Sai-Chi, sbirciai dentro e vidi dentro solo il grande mantello strusciante del professor Piton. Non c’era nessun altro in classe.

Entrai titubante indecisa se aspettare gli altri o sedermi già al mio solito posto vicino ad Hermione, ma prima ancora di decidere il professore si voltò. Mi squadrò dalla testa ai piedi sostando per alcuni secondi sui miei anfibi neri a metà polpaccio con un leggero tacco, che parvero non piacergli troppo visto che alzò il suo solito sopracciglio.

<< Come al solito signorina Bennet indossa qualcosa di ... particolare, lo definirei. >>

<< Indosso ciò che possiedo, professor Piton. >>

Risposi fissandomi gli anfibi.

 

E ciò che mi piace.

 

Pensai tra me e me. Mi sededdi subito dopo al mio solito posto senza aggiungere altro, avevo altri pensieri al momento.

Ripensai solo in quel momento alle facce di quella mattina di Harry e gli altri quando arrivò la gazzetta del profeta come ogni altra mattina ad Hermione. Erano facce preoccupate le loro, si erano squadrati a lungo e poi dopo avermi detto di aver scordato qualcosa si erano allontanati senza dirmi altro.

Ero stata così cieca in quelle settimane da non accorgermi che in diverse occasioni era successo qualcosa del genere. Loro dovevano parlare delle loro cose, dei loro segreti lontano da me.

Ci rimasi male.

 

Certo non sono una loro amica da molto tempo, ma ...

E se per loro non fossi un’amica?

E se fossi solo una scocciatura?

Fino ad adesso non ci avevo mai pensato. Che stupida, come ho fatto a non accorgermene?

Sono la solita stupida.

D’altronde, io, degli amici?

Però ora devo scoprire anche chi è Tu-sai-Chi. Tutti lo sanno tranne me.

 

Senza che me ne accorgessi mentre mi perdevo nei miei pensieri erano già arrivati quasi tutti i miei compagni. Harry e gli altri mi salutarono sedendosi di fianco a me, io li salutai un pò freddamente, ero ancora un poco delusa dal fatto di non essermi accorta di molte cose.

La lezione passò molto veloce, fin troppo, ma non ascoltai molto, i miei pensieri erano altrove, lontani.

Appena finì la lezione tutti si alzarono velocemente compresi Harry, Ron ed Hermione, che dopo avermi detto: << Scusa Alexa dobbiamo andare, ci vediamo più tardi a pranzo. >>, si allontanarono velocemente.

Annui senza troppa convinzione, appena si furono allontanati sospirai rumorosamente non accorgendomi che era rimasto ancora qualcuno nella classe. Malfoy.

 

<< Oh i tuoi amichetti ti lasciano da sola. >>

Mi girai di scatto verso di lui sospirando di nuovo vedendolo.

 

Ma perchè tutte le volte che sono triste e giù di morale compare lui. Va che la sfiga quando si accanisce è proprio crudele.

 

<< Che vuoi Malfoy? >>

<< Oh ma come sei scortese. Come sempre. Sai il mio naso mi fa ancora male ogni tanto, è stato vermanete un brutto colpo. >>

Disse indicandosi il naso perfettamente a posto.

Arrossii, mi sentivo ancora un pò in colpa per il pugno che gli avevo dato, avevo un pò esagerato quella volta anche se se l’era cercata.

<< Bè tu di certo non sei da meno, te la sei cercata. >>

<< Cercata? Avevo solo detto la verità ... fa male la verità, babbana ? >>

Sottolineò ghignando. Mi sentivo di nuovo sfinita e non avevo voglia di litigare.

<< Basta, me ne torno in sala comune, dì ciò che vuoi. Ciao. >>

Lo vidi strabuzzare gli occhi.

<< Che succede, poco combattiva oggi? Il gatto ti ha mangiato la tua bella lingua lunga? >>

Lo guardai per qualche secondo poi mi girai per allontanarmi.

Non avevo voglia di sentire altro, ma non feci in tempo a fare neanche due passi che sentii afferrarmi il polso e strattonarmi all’indietro per voltarmi.

Ovviamente era stato Malfoy.

Non reagii nemmeno, ero troppo debole in quel momento. Rimasi lì ferma a guardare la sua mano poi alzai lo sguardo sul suo viso.

Poi senza nemmeno pensarci gli domandai:

<< Tu sai chi è Tu-Sai-Chi ?? >>

Lo vidi spalancare gli occhi sorpreso, allentò un poco la presa ma subito dopo la rinsaldò nuovamente guardandomi pensieroso.

<< I tuoi amichetti non ti hanno raccontato nulla? >>

Negai muovendo appena la testa.

<< Bè, Bennet, strano che sfregiato non ti abbia ancora raccontato le sue mirabolanti gesta nel combattere il Signore Oscuro. San Potter è uno famoso sai? Sopratutto adesso ma non certo in modo positivo, dopo l’anno scorso è il pazzo che vaneggia sul ritorno di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. >>

<< Signore Oscuro ? >>

<< Si, non ti hanno ancora spiegato proprio niente, sai tu col Signore Oscuro in giro e all’antico potere non vivresti ancora molti anni. Lui odia i mezzosangue, i babanofili e i babbani. Quelle stupide creature. Anni fa ne uccise tantissimi, compresi molti maghi che lo combattevano.>>

<<... Lui odia i mezzosangue, i babbanofili e i babbani... Perchè se non è veramente tornato tu ne parli al presente ? >>

Chiesi, fissandolo sospettosa, poi continuai.

<< Il Tuo Signore Oscuro spero proprio che non sia tornato perchè deve proprio essere un grande stronzo. >>

Non avevo ben afferrato ancora chi era. Quella mattina ne avevo sentito parlare con terrore, ma Malfoy ne parlava quasi con rispetto.

<< Stai attenta a come ne parli, forse, e dico forse, potrebbe anche essere tornato ...

Mi si avvicinò all’orecchio sussurrandomi quell’ultima frase.

<< ... e tu assieme a tutti i tuoi amichetti potreste passare dei gran brutti momenti, ricordatelo....

Si riallontanò fissandomi.

<< Giusto, sempre che siano tuoi amici, visto che si sono anche dimenticati di raccontarti una cosa così importante. Io ci ripenserei sulle tue amicizie. >>

Ghignò soddisfatto.

<< Pensavo che il vostro mondo, ed anche il mio, fosse diverso da quello babbano, ma alla fin fine non cambia molto. Ci sono sempre degli stronzi che vogliono rovinare tutto. Venera pure il tuo Signore Oscuro o come si chiama, ma quì come nel mondo babbano i cattivi non possono avere vita molto lunga, potranno anche tentare di uccidere chi non la pensa come loro, ma non li distruggeranno mai tutti. Qualcuno rimarrà sempre. >>

<< Oh brava ma che bel discorsino. >>

Sghignazzò.

<< Malfoy mi deludi ...

Sorrisi io avvicinandomi.

<< ... dovresti studiare più la storia sai?! >>

Poi finalmente girandomi riuscì ad allontanarmi dall’aula e da Malfoy. Girato l’angolo cominciai a correre e mi fermai col fiatone solo davanti al ritratto della signora grassa. Dissi la parola d’ordine ed entrai.

Avevo detto delle cose a Malfoy senza che nemmeno ne fossi convinta. Il suo Signore Oscuro del mondo magico da quel poco che mi aveva raccontato mi ricordava l’ Hitler del mondo babbano. E sapevo bene che cosa aveva combinato quel mostro, senza l’aiuto della magia. Conoscevo bene la storia e proprio pensando a quel mostro avevo detto quelle parole a Malfoy, sperando, forse ingenuamente, che in fondo in fondo potessero dimostrarsi vere.

Dovevo chiedere spiegazioni ad Harry, sperando che mi raccontasse la verità, tutta la verità.




*****


Eccomi finalmente con il nuovo capitolo. E' stata dura ma finalmente sono riuscita a finirlo. XD Anche se in ritardissimo.

Spero vi piaccia, l'ho riscritto ben tre volte, prima di esserne abbastanza soddisfatta. Bo speriamo in bene!!!!

 

SakiJune ---> Grazie! Sono contenta ci ti sia piaciuta e che l'abbia messa tra i preferiti !! :D
Ahhhh gli errori, cerco sempre di stare il più attenta possibile ma me ne scappano sempre. XD Speriamo in bene per questo capitolo.

Lady_Malfoy_4ever ---> Ebbene si pure lei! u_u Mi piace troppo la fenice!! XD
Piton, è tra i miei personaggi preferiti, se non si nota, oltre a Draco.

 

Bene e anche questo capitolo è andato, al prossimo !!!

Ciao !!!!!!!

 

 

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Capitolo 7
*** 7 - La pioggia lava tutto ***


7 – La pioggia lava tutto.

 

Mi svegliai di colpo sentendo una goccia di pioggia sul viso. Spalancai gli occhi rimanendo sdraiata. Il cielo era scuro e in lontananza si sentivano dei tuoni. Delle grosse gocce iniziarono a cadere sempre più forti.

Mi dovevo alzare ed andare a ripararmi da qualche parte, ma non avevo voglia di alzarmi, preferivo quasi stare lì sull’erba umida nel parco della scuola più che tornare dentro insieme agli altri.

Ripensai a quello che era successo solo poche ore prima.

 

Ero da poco entrata nella sala comune e in quel momento non c’era nessuno, solo io e le mie preoccupazioni, i miei dubbi. Dovevo parlare con Harry e gli altri, ma che dire? Cosa chiedere?

Malfoy mi aveva messo mille dubbi. Io avevo creduto che Harry, Ron ed Hermione fossero veramente miei amici, ma quello che aveva detto Malfoy era giusto. Come avevano potuto dimenticarsi una cosa così importante.

Ripensai a quel primo giorno in treno, al loro sguardo quando io ammisi di non conoscere Harry Potter, ecco perchè. Ora iniziavo a capire molte cose.

Mi mordevo poco gentilmente il labbro inferiore quando sentii aprirsi dietro di me il quadro con la signora grassa, mi girai di scatto e sentii poche frasi prima che si zittissero vedendomi.

 

<< Perchè dobbiamo farlo fuori dalla scuola? >>

<< Perchè non credo che la Ubridge sarebbe molto contenta di sapere che cosa abbiamo in mente. >>

 

Erano Ron ed Hermione che avevano parlato, Harry era subito dietro a loro.

Subito dopo feci una cosa di cui non vado molto fiera, mi sentivo tradita, ma dopo ripensandoci capii di avere esagerato e anche tanto, ma io in vita mia non avevo mai avuto amici, non sapevo cosa volesse dire e nemmeno come bisognasse comportarsi. E per la prima volta ero andata vicina ad avere degli amici.

 

<< Quello di cui state parlando centra per caso con un certo essere denominato per caso Tu-Sai-Chi o Signore Oscuro? >>

Rimasero a fissarmi attoniti.

<< Alexa ... tu ... come l’hai chiamato? >>

<< Vi eravate dimenticati di parlarmi di alcune cose. E le ho dovute scoprire da Malfoy. >>

<< Ecco perchè l’hai chiamato anche Signore Oscuro... >>

Rispose serio Harry.

<< Solo i suoi seguaci lo chiamano così, Alexa. >>

Arrossii abbassando gli occhi, la sua voce ora era quasi accusatoria verso di me, ma se me ne avessero parlato questo non sarebbe successo.

<< Ma avrà un nome questo tipo... Perchè mai non lo chiamate col suo nome? >>

<< Mi-miseriaccia Alexa nessuno lo chiama mai col suo nome. >>

Ron era visibilmente terrorizzato.

<< Perchè? Avete paura perfino di nominarlo? Non posso credere che abbiate paura di nominarlo! >>

<< Alexa calmati ... vedi è difficile da spiegare. >>

<< Già sopratutto a me ... io ... che non sono una di voi! >>

<< No non è così Alexa ... >>

<< Il suo nome è Voldemort... >>

Sentendo quel nome tutti trattennero il respiro, tranne Harry ed io.

<< Ed ha ucciso entrambi i miei genitori, solo io mi sono salvato. Ecco era questo che volevi sapere? Quella notte tutti pensarono che lui fosse morto, e ora dopo quello che è successo l’anno scorso, lui è tornato, è di nuovo tra di noi. Ma nessuno mi crede perchè solo io l’ho visto tornare. Solo io. >>

Harry era veramente turbato.

Mi sentii meschina e colpevole. Loro me lo avrebbero dovuto raccontare ma io avrei potuto chiederlo diversamente.

<< Scusa Harry, non volevo... ma tranquillo, anzi tranquilli, non vi disturberò più. >>

Feci un passo indietro, un altro ancora poi mi girai uscendo dal quadro da dove poco prima erano entrati loro. Senza nemmeno accorgene mi ritrovai nel parco. Il cielo era brutto ma non aveva ancora iniziato a piovere. Arrivai al limitare del bosco, mi lasciai cadere a terra e mi addormetai subito dopo.

 

Ecco, questo era tutto ciò che era successo fino a quel momento.

E mi sentivo in colpa, terribilmente in colpa.

Sentivo dentro me un turbinare di sentimenti, che vorticavano e premevano per uscire, mi sentivo disorientata e sola.

Mi alzai debolmente a sedere. Non avevo la forza di alzarmi, ormai tutti i vestiti fradici mi si erano incollati addosso. Guardai verso i miei piedi, gli stivali erano lucidi per via dell’acqua che era già penetrata fino ai piedi. Mi strinsi le ginocchia al petto e ci appoggiai sopra la testa nascondendomi agli sguardi del mondo. Sentivo rimbombare dentri di me ogni rumore, ogni goccia e ogni pensiero.

Era andato tutto storto, tutto storto.

Quelle settimane erano state solo un debole sogno, che poi però era scomparso. Esploso da un momento all’altro. Ora mi ero risvegliata,

Ora era tutto finito.

Io non avrei mai fatto parte di quel mondo.

Io non sapevo niente di quel mondo.

Io non sapevo niente di Voldemort.

Io sapevo solo ciò che non ero.

Ma io chi ero?

Dove era il mio posto?

Dove...

Tuoni sempre più forti rimbombavano sopra di me. Era come se quel cielo riflettesse ciò che sentivo dentro di me.

Dentro di me in quel momento c’era una tempesta.

Mi tornarono in mente i momenti in cui ero a casa mia.

Di mia madre.

Le sue parole taglienti.

Tutte le volte che mi aveva fatto intendere che ero niente.

Aveva ragione.

Alzai la testa sotto quella pioggia e urlai. Piansi e urlai tutto il dolore che avevo accumulato in quegli anni. In quegli anni in cui avevo nascosto sempre tutto sorridendo.

Ma io non sorridevo dentro di me!

No!

 

Loro non sentono.

Loro non vedono.

Loro non sanno.

A loro non gliene frega un cazzo di sentire, vedere, sapere.

 

Vecchia filastrocca che un tempo ripetevo sempre dentro di me.

Quanto era profondo questo mio dolore.

Io non ero babbana, e non ero strega. Che cosa ero?

Settimane di illusioni.

Riguardai il castello di fronte a me, alcune finestre si erano illuminate con la notte che avanzava.

E io ero sempre lì. La divisa e i capelli zuppi e la mente e lo sguardo persi.

Piano piano, come il ritmo della pioggia mi calmai. Riuscii a tornare lucida di nuovo, e mi vergognai profondamente di me stessa.

 

Non doveva più succedere. Quei pensieri tumultuosi dovevano scomparire da me, dalla mia mente, da ogni mio ricordo.

Dovevo affrontare una cosa alla volta e la prima era che dovevo imparare a cavarmela da sola in questo mondo di maghi. Non potevo più appoggiarmi ad Harry e gli altri. Si, sola avrei combattuto per diventare una brava strega.

Io avevo il potere. Ero una strega senza ombra di dubbio. E da questo dovevo ripartire senza pensare più a cosa gli altri vedevano in me.

Mi sentii un pochino più forte e rincuorata.

Non sarebbe più successo, non mi sarei mai più lasciata andare così alla tristezza. Mai più.

 

Finalmente decisi di alzarmi, la sera era ormai giunta da un pò ed era già buio, e anche freddo, rabbrividii stringendo le braccia lungo il mio corpo tremante.

Mi incamminai verso il castello come la prima volta che lo vidi, sotto una ormai debole pioggia. Varcai il portone del castello senza esitazioni stavolta e andai spedita in direzione del mio dormitorio per cambiarmi, pultroppo non avevo ancora imparato l’incantesimo per asciugarmi totalmente.

Incontrai diversi studenti, tutti mi fissarono perplessi mentre salivo le scale completamente inzuppata con la matita che mi colava lungo le guance bagnate. Gli occhi dovevano essere di un verde brillante in quel momento, diventavano sempre di quel colore dopo che avevo pianto.

Arrivai davanti alla signora grassa per l’ennesima volta in quella giornata.

Dissi la parola d’ordine senza esitazione e così entrai, col passo deciso come il mio sguardo. Gli anfibi gniccavano ad ogni mio passo.

<< Alexa!! >>

Mi girai lentamente sentendo il mio nome urlato.

Con sorpresa scoprii che era stata Hermione. Mi rivolgeva ancora la parola.

<< Dove eri finita? Non ti riuscivamo a trovare... Ma sei tutta bagnata! >>

Disse Harry avvicinandosi anchesso.

Fissai sorpresa anche lui.

Alzai un lembo del mantello dandogli un’occhiata.

<< Ho fatto una passeggiata nel parco... >>

Risposi sorridendo.

<< Aspetta che ti aiuto ad asciugare la veste! >>

Dicendo questo Hermione stava già per tirare fuori la bacchetta ma la bloccai.

<< Non ce n’è bisogno Hermione, posso anche usare il metodo più babbano di cambiarmi i vestiti. Tanto oggi non abbiamo più lezioni. >>

E dicendo questo mi girai e salii nel dormitorio.

Mi feci una lunga doccia, finchè non fu scomparso quel freddo che mi era penetrato fino alle ossa. Ancora con solo l’asciugamano addosso rimasi a fissarmi allo specchio.

Gli occhi erano un poco rossi, le labbra avevano dei leggeri segni rossi dove avevo morso con più forza. Il trucco era stato completamente lavato via dall’acqua, e sotto vi era rimasta solo una ragazzina dagli occhi rossi e dalla bocca rossa e carnosa.

Sorrisi a quella ragazzina.

Presi la matita nera in mano e disegnai lunghe e grosse  linee nere attorno agli occhi. Allungandole e assotigliandole verso l’esterno. Una nuova Alexa.

Si, sarebbe nata una nuova Alexa.

In fondo, domani è un altro giorno.




*****


Ed ecco infine la mia ultima fatica. Tutta a voi.

SakiJune ---> Grazie grazie grazie!!!! *__* E' il più bel complimento che abbia ricevuto.  Spero tanto ti piaccia anche questo nuovo capitolo!

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Capitolo 8
*** 8 - In biblioteca ... ***


Ahhhhhhhh!

Credevo di non farcela più a scrivere questo ottavo capitolo, e invece dopo decine di tentativi eccolo. Spero che piaccia, anche se devo ammettere che qualcosina non mi convince, oltre che spero che non ci siano troppi errori, ma in questi giorni aimè non sono riuscita a fare di meglio.

Buona lettura!

*****

8 – In biblioteca ...

 

Si, la divisa va proprio migliorata.

 

Pensai quella mattina guardandomi allo specchio, il mio senso estetico mi suggeriva che qualche cambiamento andava fatto, d’altronde poverino era stato fin troppo buono in quelle settimane.

Lunghe settimane per lui, sempre il mio senso estetico, di completo stato di coma, omologato a quello di centinaia di studenti.

Basta, ora si era risvegliato. E aveva detto, basta!

 

Alla fine uscì dal dormitorio con una camicetta bianca con le maniche arrotolate al gomito, alle braccia del lunghi guanti senza dita rosso oro che mi arrivavano sotto il gomito, la gonna era alzata da diversi strati di tulle che la rendevano più vaporosa e le gambe erano coperte da lunghe calze a righe, dello stesso colore dei guanti, lunghe fine a poco sopra il ginocchio, e ai piedi i miei soliti anfibi neri.

 

Scesi velocemente le scale, avevo parecchia fame, la sera prima non avevo cenato dopo tutto quello che era successo.

Sentii su di me parecchi sguardi, ma non ci feci caso finchè non sentii la voce di Hermione chiamarmi.

<< Alexa, ma che hai fatto alla divisa?! >>

La guardai sorridendo, vedendo poco dietro di lei anche Ron e Harry che mi fissavano.

Varie volte la sera prima avevano tentato di parlarmi ma sorridendo mi ero scostata, o avevo semplicemente cambiato discorso.

Avevo detto che li avrei lasciati in pace da quel momento in poi e così avrei fatto. Avevo paura di appoggiarmi nuovamente a loro e non volevo esser di nuovo ferita.

<< Bè l’ho migliorata, non ti pare? >>

Risposi raggiante alzando un lembo della mia gonna, mostrando ulteriolmente il tulle sotto ad essa.

<< E poi non infrango nessuna regola. Ho controllato. >>

<< No, ma non credo che i professori gradiranno. >>

<< Oh, lasciamo che non gradiscano. >>

Mi girai prima che potesse ribattere e uscì dal quadro della Signora Grassa.

Arrivai alla Sala grande attirando molte occhiate. Mi sembrava quasi di essere tornata alla mia vecchia scuola. Forse me la cercavo, mi stava quasi venendo il dubbio.

Dopo quello che avevo scoperto il giorno prima capivo perchè, tranne Harry e il suo gruppetto, mi avessero ignorato, Harry era creduto pazzo o simile perchè diceva che questo Voldemort era tornato, ma gli altri avevano paura anche solo sentendolo nominare, figurarsi sentir dire che era tornato.

Non capivo questa paura. Se esiste un nemico va chiamato col proprio nome. Tutti quei Tu-Sai-Chi o Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato non facevano altro che alimentare il terrore, o almeno io la pensavo così. Certo io fino a quel momento non avevo passato quel che avevano passato loro e non sapevo che pensare.

Arrivai in Sala Grande e mi sedetti al tavolo della mia casa. Nessuno mi si sedette a fianco.

Il fatto che fossi sempre stata a fianco del trio mi aveva ormai marchiata, oltre che ero una babbana trapiantata nel mondo magico per altri. Ero stata proprio ottusa in quelle settimane.

Incominciai a mangiare lentamente osservandomi attorno.

C’era chi mi osservava bisbigliando al compagno e chi proprio mi ignorava.

Vabbè ce l’avrei fatta lo stesso.

E infine, chicca tra le chicche vidi arrivare alla sua tavolata Malfoy col suo solito comportamento sicuro di se.

Ripensai a quello che mi aveva detto il giorno prima.

Anche lui, oltre ad Harry, pareva sapere molte cose su questo Voldemort.

Rimasi però a fissarlo troppo a lungo sovrappensiero quando infine lui intercettò il mio sguardo.

Ci fissammo per qualche secondo prima che io distogliessi lo sguardo.

Che figura, mi aveva beccato mentre lo stavo fissando. Vabbè Malfoy al momento era l’ultimo dei miei pensieri. Per il momento.

 

Rimasi a sedere fino a che tutti non si alzarono per dirigersi alla propria lezione o alla loro sala comune.

Fortunatamente alla prima ora non avevo nessuna lezione e me ne stetti un altrò pò lì, non avevo molto da fare al momento, tranne pormi domande su questo Voldemort. Poi finalmente mi venne un’idea.

Forse in biblioteca avrei potuto trovare qualcosa, se veramente questo Voldemort aveva provocato un simile casino l’avrei sicuramente trovato su un libro che parlava della storia degli ultimo 20 anni.

Harry aveva la mia stessa età, per cui se l’ultima volta che aveva agito Voldemort era quando aveva ucciso i suoi genitori non dovevo andare troppo indietro per trovare delle informazioni su di lui.

Arrivai in biblioteca pensando a questo e cominciai a cercare ovunque nei libri.

Passarono minuti e poi ore ma non riuscii a trovare assolutamente nulla su di lui.

Come era possibile.

Come era possibile che non fosse nemmeno nominato?

Come potevano aver cancellato tutto.

Era come se pensassero che non vedendolo scritto non fosse mai successo.

Fissavo inutilmente i diversi libri che avevo di fronte a me ma niente. Niente!

Il nulla più assoluto.

Per di più avevo perso anche la lezione di trasfigurazioni, ero stata troppo presa dal cercare nei libri e me ne ero accorta troppo tardi.

E non avevo trovato nulla.

Mi lasciai cadere sulla sedia più vicina un poco demoralizzata.

Ricapitolai per l’ennesima volta la situazione.

Harry non me ne aveva voluto parlare perchè gli faceva ancora male, molto probabilmente.

Malfoy non era attendibile in quanto sembrava quasi rispettarlo, e poi non volevo chiedere di nuovo a lui.

Gli altri probabilmente mi avrebbero guardato sconvolti se avessi anche solo osato avvicinarmi, figurati domandargli di Voldemort.

A chi altro mai potevo chiederlo?

Odiavo rimanere così nel dubbio, io così curiosa e dovevo rimanere nel dubbio.

Fissai di nuovo i libri, per una volta mi avevano tradito.

Erano sempre stati le risposte alle mie domande.

Appoggiai i gomiti sul tavolo picchiettando con l’indice su un libro, tornai a pensare all’ultima possibilità a cui avevo pensato e mi premetti l’altra mano sulla bocca soffocando la risata che mi stava salendo al pensiero della fantomatica reazione degli altri studenti.

Forse si sarebbero messi ad urlare o chissà che altro. Dopo si che nessuno si sarebbe più avvicinato a me.

<< Ridi anche da sola? Prima ti vesti strana e poi te ne stai da sola a ridere in biblioteca. Sei proprio adatta per essere nel gruppo di Potter. Due matti si trovano sicuramente bene insieme. >>

Mi girai sapendo bene per l’ennesima volta di chi si trattasse.

<< Malfoy, sempre con Potter in bocca. Non è che ne sei innamorato? Sai potrebbe sorgere il dubbio. >>

Vidi il suo viso assumere un aspetto assai schifato.

<< Bennet, è l’idea più assurda, orribile e perversa che tu potessi avere. Vedo che oggi la tua lingua è di nuovo al suo posto. >>

<< Si oggi sto benissimo. Grazie per l’interesse. >>

Risposi ironica alla sua affermazione.

Lo vidi sedersi di fronte a me sfogliando alcuni libri che avevo riunito sul tavolo.

Rimasi a fissarlo sospettosa.

Chissà come mai me lo ritrovavo sempre trai piedi. E dire che sembrava odiare la mia compagnia. E anche la mia persona da tutte le cose che mi diceva di solito.

Perchè allora era lì di fronte a me a sfogliare un libro che stavo poco prima leggendo io?

<< E comunque a quanto pare avevi ragione tu, io ed Harry e gruppetto non siamo amici. >>

I suoi occhi si alzarono lentamente dal libro, solo quelli, e non fiatò riabassandoli sul libro.

<< Il Trio dei miracoli, non accetta New Entry a quanto pare. >>

Ghignò soddisfatto vedendomi abbassare lo sguardo un pò abbattuta.

<< Forse nemmeno loro vogliono una babbana come te che non sa niente del mondo magico. >>

Mi alzai di scatto sentendomi di nuovo chiamare babbana.

<< Ancora con questa storia della babbana?! Ed io che stavo iniziando a pensare che potessi essere quasi umano tu. Sei razzista contro i babbani! >>

Lo vidi cambiare espressione.

<< Razzista ? >>

<< Non sai che vuol dire razzista? >>

<< Ovvio di no. Senò non l’avrei posta come domanda. Sarà una parola babbana sicuramente se non ne conosco il significato. >>

Mi risedetti lentamente guardandolo.

<< Razzismo, da cui deriva la parola razzista ... >>

<< Taglia corto, vai dritta al significato, non ho molto tempo da perdere così sai? >>

<< ... ok .... calma Alexa ... rispondi e basta riempendo l’ennesima lacuna della sua ignoranza ... >>

Dissi  a bassa voce a me stessa, self control. Questo mi serviva con lui.

<< IO NON SONO IGNORANTE! Sei tu Bennet, che conosci cose assolutamente inutili ... >>

<< Razzismo significa per esempio avere pregiudizi su persone di razza e colore diverso solo perchè diverso dalla tua. E per questo odiarle e insultarle. >>

Mi guardò pensieroso.

<< Razza. Colore? E perchè mai si dovrebbe odiarle insultarle per questo? Solo i babbani possono dire delle minchiate così. Vedi io non sono razzisva o come cavolo si dice. Voi e le vostre assurdità. >>

Mi stupii scoprire che da loro non esistesse quella parola. Effettivamente non avevo mai notato niente che mi potesse condurre al razzismo di quel genere nel mondo della magia che avevo visto fino a quel momento.

<< Su questo hai ragione, comunque hai dei pregiudizi su di me solo perchè sono babbana a tuo dire. E’ la stessa cosa! >>

<< I babbani sono esseri inferiori. Punto e basta. E questo non cambierà mai. >>

Disse alzandosi.

<< Allora perchè sei stato quì fino ad adesso a parlare con me? >>

Gli domandai a bruciapelo fissandolo nei suoi occhi grigi. Lui non rispose.

Appoggiò la mano sul libro che aveva sfogliato fino a poco prima.

<< Stavi cercando informazione su Tu-Sai-Chi? Quì non le trovrai mai di sicuro ... >>

<< Su Voldemort ? >>

Alzò il suo sguardo di scatto.

<< Nessuno lo chiama col suo nome. >>

<< Io sono abituata a chiamare le cose e le persone col loro nome. >>

Mi fulminò per un attimo col suo sguardo poi continuò.

<< Fai come ti pare, ma non ti conviene sfidare così la sorte. >>

<< Che ti importa. E comunque non ho molto da perdere. >>

<< Se non importa a te. >>

<< Perchè non c’è scritto niente da nessuna parte se Voldemort ha fatto tanti casini? >>

Malfoy ghignò.

<< Maghi e streghe e pure il ministero della magia vogliono ben dimenticare quel periodo nero. Quello stupido del ministero ha avuto dei gran problemi in quel periodo. Per questo hanno voluto cancellare tutto. >>

<< Occhio non vede, cuore non duole. >>

Sussurrai prendendo in mano uno dei libri e stringendomelo al petto.

<< In poche parole si. >>

Disse lanciando malamente il libro sul tavolo.

<< Ora vado ho sprecato anche troppo tempo quì. Alla prossima Bennet! >>

E così se ne uscì. Lasciandomi ancora e di nuovo con mille domande e mille dubbi.

<< Alla prossima ? >>

Ripetei stranita.

Ma perchè nessuno mai mi diceva tutto.

Qualcuno però aveva ascoltato la nostra conversazione, ma lo avrei scoperto solo più avanti.

*****

Ringrazio come sempre SakiJune! Spero ti piaccia anche questo ottavo capitolo!!!!


E ringrazio anche chi, anche se non lo commenta, legge! ^__^


Al prossimo capitolo, spero, presto! CIAO!!!!!

 

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Capitolo 9
*** 9 – Scelte giuste e scoperte inaspettate ***


Ed eccoci ad un nuovo capitolo, addirittura al nono. ^^

In questo capitolo ci saranno anche delle parti narrate in terza persona, che ho evidenziato scrivendole in grassetto.

*****

9 – Scelte giuste e scoperte inaspettate

 

Passarono i giorni.

Le giornate andavano avanti col solito ritmo, lezioni , lezioni e il resto del tempo da sola.

Sola a leggere e a studiare.

Oppure sola con la mia gattina Sasha.

Era sempre più duro giorno dopo giorno andare avanti, mi sentivo sola, e la cosa peggiore era che la colpa era totalmente mia.

Dentro di me avrei voluto tornare ad essere amica di Harry, Hermione e di Ron. O anche solo parlarci, visto che amica forse non lo ero mai stata veramente.

Non sapevo che decidermi a fare e intanto le giornate passavano, sempre più lentamente sempre più solitarie.

E dire che nella mia vita ero sempre stata sola, perchè mai allora adesso mi pesava tanto ?

Ma conoscevo bene la risposta. Era perchè avevo provato sulla mia pelle com’è avere persone vicine che ti parlano, scherzano con te e ti aiutano. E tornare indietro è difficile, se non impossibile, non si cancellano tali sentimenti e sensazioni una volta provate.

Ogni tanto sentivo su di me lo sguardo di Hermione e anche degli altri.

Forse era molto stupido questo mio modo di comportarmi, troppo, e in più ci soffrivo, ci stavo male.

Ad aggiungersi c’era anche Malfoy ogni tanto che mi guardava ghignando soddisfatto.

Continuai a frequentare assiduamente la biblioteca per tentare di scoprire qualcos’altro, ma lui non lo incontrai più lì.

Scoprì molte cose in biblioteca, sul mondo magico, sulle persone e le famiglie che lo popolavano. C’erano streghe e maghi ricchissimi e pieni di poteri, la famiglia di Malfoy apparteneva pienamente a questa categoria da tantissime generazioni. Generazioni di maghi e streghe solamente e necessariamente di sangue puro.

 

Capisco ora da dove vengano le sue assurde idee, da generazioni e generazioni di antenati.

Cugini che si sposavano tra di loro pur di mantenere il sangue “puro”.

 

Pensai sfogliando alcuni libri.

Guardai l’orologio, era ormai l’ora di andare a cenare, mi alzai e dopo aver sistemato alcuni libri al loro posto mi avvai verso la sala grande.

Nella borsa di tela avevo sistemato un libro che parlava dei più antichi casati del mondo magico. Ma non avevo notato che al suo interno vi erano il nome e cognome di una persona che non avrei mai e poi mai immaginato di poter trovare lì.

 

 

 

- Nello stesso momento in un grande palazzo nella sperduta campagna inglese. -

 

Una donna stava seduta di spalle alla porta del salotto, guardava verso le grandi vetrate che spaziavano su un grande cortile lussureggiante. Un grande giardino all’inglese.

Si sentì un leggero bussare e poco dopo entrò una piccola elfa domestica coperta solo da un lungo drappo di stoffa legato sulla spalla e sul fianco.

<< Signora padrona? E’ arrivato il suo gufo con lettera. >>

La donna si girò lentamente mostrando la sua alta figura avvolta da una veste da camera verde chiara. Era una donna sulla cinquantina.

Alzò il  sopracciglio deciso, con aria curiosa.

<< E chi la scrive Evereth? >>

L’elfa riguardò più e più volte la lettera sforzandosi di leggere quel nome.

<< Si ... Sil ... Silent ... >>

La donna quasi strappò la lettera di mano all’elfa e subito andò a leggere quel nome che pronunciò ad alta voce.

<< Silente. Albus Silente. >>

L’elfa se ne andò mentre la sua padrona apriva la lettera e velocemente, dopo essersi seduta su un lungo divanetto di velluto rosso di fronte alle grandi vetrate, iniziava a leggere la lettera.

Finita di leggere la lunta missiva alzò i suoi occhi fissando il nulla fuori dalle finistre.

I suoi grandi occhi erano verdi. Verde acqua.

 

 

 

- Hogwarts -

 

Arrivai finalmente alla mia tavolata, sedendomi distrattamente a fianco di Neville che chiacchierava animatamente con un altro compagno del nostro anno. Nessuno apparentemente fece caso a me.

La cena era quasi alla fine quando sentii su di me alcuni sguardi, alzai lo sguardo e poco lontano da me vidi Harry con al suo fianco Hermione e Ron. Provenivano da loro quegli sguardi. Avevo due possibilità abbassare lo sguardo e far finta di nulla o ricambiare.

Ero stanca della prima possibilità, era ora di parlare e smetterla di fuggire, ormai conoscevo la verità. Più o meno.

<< Harry ... >>

Quasi urlai, ma non mi interessava che gli altri sentissero, anzi meglio. Dovevano sentire Alexa Bennet da che parte stava. E io stavo dalla parte di Harry, Hermione e Ron.

<< ... scusami per come mi sono comportata! >>

Continuai, e infine:

<< Io ti credo! E credimi non sei tu il pazzo! >>

Sorrisi dicendo quest’ultima frase.

Mi ero accorta ormai da tempo unendo tutte le informazioni che avevo recepito in quel periodo che non potevano aver altro che ragione.

Gli altri non volevano credergli perchè avevano paura, ma probabilmente dentro di loro conoscevano perfettamente la verità, ma non lo avrebbero mai ammesso.

Come mi aspettavo quasi tutta la tavolata si girò verso di me, avevano probabilmente capito cosa intendessi con quel “Ti credo” e i loro sguardi non erano molto carini ora.

Vidi Harry ridere assieme a Ron e ad Hermione.

<< Non sai in che ti sei cacciata! >>

Mi disse Harry guardando quelli della nostra tavolata.

<< Benvenuta nel gruppo! >>

Concluse Hermione, guardando divertita Lavanda e Calì parlottare guardandoci.

Finalmente mi sentivo di nuovo il cuore leggero e tranquillo. Avevo fatto finalmente la cosa giusta.

Ora dovevo solo riniziare tutto da quì. Da delle vere amicizie ne ero convinta.

Ma mi sentivo ancora addosso un sguardo, uno sguardo glaciale. Alzai velocemente lo sguardo e vidi Malfoy fissarmi intensamente, quasi infuriato. Doveva aver capito quello che avevo fatto. Ero tornata da Potter. Sicuramente mi avrebbe detto questo se fosse stato di fronte a me. Ma dalla sua tavolata delle serpi non poteva fare altro che guardarmi male.

La cena finì poco dopo, parlammo per tutto il tempo dopo aver fatto uno scambio di posto con una compagna per trovarmi di fronte a loro, parlammo di cose banali forse ma d’altronde non potevamo parlare di altro al momento.

Appena finita la cena non facemmo in tempo ad alzarci che il portone della sala grande si aprii di scatto, entrò Gazza, e quasi correndo si precipitò verso Silente e gli parlò concitatamente.

Doveva essere successo qualcosa.

Lanciai uno sguardo ad Harry e gli altri ma alzarono le spalle non sapendo nulla.

Tornai a guardare la scena incuriosita, guardai Silente per tentare di capirci qualcosa, lo vidi stupirsi e poco dopo alzarsi ma non fece in tempo a fare alcun passo che dal portone provenì il suono di passi veloci, tacco sopra il pavimento.

 

 

 

Tutti si giraono verso l’ospite non atteso vista la reazione di Silente, o per lo meno non così presto.

Nel portone si delineò un alta figura di donna con un grande cappello a tesa larga a coprirle il volto.

Il suo passo era sicuro, quasi arrabbiato e procedette fino a quasi metà della sala prima di fermarsi.

Tutti la fissarono incuriositi. Finalmente a metà sala si fermò e alzò il volto così che tutti potessero vederla bene in faccia.

La Umbridge da lontano in fondo alla tavolata degli insegnanti tossicchiò ma nessuno parve farci caso.

Sulla faccia di Silente si allungò un largo sorriso e raggirando il tavolo si incamminò verso la sconosciuta allargando le braccia in segno di benvenuto.

<< Benvenuta di nuovo ad Hogwarts, Margareth. >>

La donna dopo aver lasciato cadere il lungo mantello nero a terra strinse calorosamente la mano di Silente che, lui con enorme galanteria, baciò.

<< Quanto tempo Albus. >>

La donna sorrise il suo volto si illuminò.

La donna doveva essere al massimo sui cinquantacinque anni, ma mentre sorrideva ne dimostrava come minimo dieci in meno.

Il volto era tondeggiante, contornato da una cascata di riccioli rossi legati dietro da una morbida crocchia che ne lasciava molti liberi.

Le sopracciglia erano sottili e decise, gli occhi erano di un intenso verde acqua sottolineati da una sottile linea nera. Sotto all’occhio sinistro aveva un perfetto e tondeggiante neo. Sembrava quasi il viso di una dama nel regno sotto Luigi XV.

Le labbra erano piccole e carnose, colorate di un lieve rosso.

Era una donna molto alta e il suo corpo formoso era stretto da un aderente abito in stile princess. L’abito lungo fino ai piedi era di velluto verde e finiva con un corto strascico. La scollatura era profonda e quadrata e incorniciava un seno molto abbondante. I guanti e il cappello erano della stessa stoffa dell’abito e in cima al cappello c’erano due grandi piume verde chiaro.

Con la mano destra infine reggeva un pesante bastone di legno scuro con in alto un’enorme pietra rossa.

Tutta la sala la fissava a bocca aperta.

Poche persone in sala sapevano di chi si trattasse, e solo una conosceva il motivo del suo arrivo.

 

 

 

Rimasi a fissarla a bocca aperta, il suo abito era splendido, una perfetta riproduzione di un abito della seconda metà dell’800, e poi che bella donna. E come lo portava, aveva sicuramente il corsetto sotto l’abito per avere una figura così, a clessidra.

Non sapevo chi fosse ma certamente aveva addosso un capo fantastico. Si adoravo il modo di vestire dei maghi e delle streghe!

 

 

 

<< Sei sicuro di quello che mi hai scritto Albus? >>

<< Non sarebbe meglio Margareth andare a parlarne in un altra stanza? >>

<< No voglio saperlo quì e adesso. E’ vero ? E’ quì ? >>

<< Si Margareth è quì. In questa stanza. In uno dei tavoli. >>

<< Oh Merlino! Ti prego non dirmi Tassorosso. >>

<< No, per quanto non ci sarebbe niente di male, non è una Tassorosso. >>

<< Per fortuna, lui, lo sai bene, fu un Tassorosso e quali e quante delusioni mi diede. Ma non voglio ripensarci. >>

<< Se proprio lo vuoi sapere, Margareth, è poco lontano, seduta al tavolo alle tue spalle. >>

Margareth si giro lentamente scrutando i ragazzi che erano seduti alle sue spalle, che la fissavano ancora pieni di curiosità.

<< Questo è il tavolo dei Grifondoro. Qual’è ? >>

<< La riconoscerai, ha i tuoi stessi occhi. Ma non sarebbe meglio andare in un’altra stanza ? >>

<< No, tutti devono sapere chi è mia nipote. >>

 

 

 

La donna si girò verso il nostro tavolo, i suoi occhi scrutavano e cercavano qualcuno, o almeno così sembrava. Sembrava preoccupata e ansiosa allo stesso tempo.

Poi i nostri occhi si incontrarono, e isuoi si fissarono su di me. Mi guardava, guardava me.

Vidi i suoi occhi, così simili ai miei.

Tutti dovettero notare che fissava me, perchè iniziarono a guardarci entrambe, prima l’una e poi l’altra.

Fece velocemente qualche passo verso di me.

<< Sei tu Alexa Bennet ? >>

Rimasi basita, conosceva il mio nome! Ma io non avevo la più pallida idea di chi potesse essere lei, mi voltai velocemente verso Harry ed Hermione, anche loro mi fissavano a bocca aperta, non ne sapevano evidentemente più di me. Mi voltai nuovamente verso di lei alzandomi dalla panca risposi.

<< Si, sono io Alexa Bennet. >>

 Il suo sorriso si allargò e anche le sue braccia.

<< Nipote mia! >>

Non feci in tempo a registrare le sue parole che già mi stava abbracciando stretta a se. Il cappello e il bastone le caddero a terra ma non ci fece caso.

 Rimasi immobile. Il mio cervello intanto, seppur molto lentamente stava lavorando.

 

Nipote. Se io sono sua nipote come afferma, vorrebbe dire in teoria che lei è mia nonna.

.....

Ma io non ho nessuna nonna.

O almeno questo mi hanno raccontato i miei genitori.

 

<< Tu sei mia nonna? >>

Le chiesi a bassa voce.

Lei si staccò da me lasciando però le sue mani guantate sulle mie spalle.

Il suo volto era radioso.

<< Si esatto sono proprio tua nonna. >>

Silenzio.

<< Veramente? >>

<< Si, veramente. Sono la madre di Luis Bennet. Tuo padre. >>

Silenzio. Mille domande si stavano creando nella mia testa.

<< Margareth ... >>

Silente interruppe il nostro silenzio.

<< Forse non è il caso che continuate il vostro discorso quì, vi porto in un posto più appartato. >>

<< Si Albus, forse ora è il caso. >>

La donna, anzi, quella che era mia nonna mi strinse il braccio attirandomi a se con dolcezza, poi seguì Silente tenendomi a braccetto al suo fianco. Il suo sguardo era gioioso e carico di dolcezza. Io ero ancora troppo sconvolta per poterle dire qualcos’altro.

Mi girai appena intempo per poter scorgere due sguardi completamente diversi.

Harry mi guardava perplesso come Ron ed Hermione.

Malfoy, di cui cercai lo sguardo all’ultimo momento prima di sorpassare il portone, invece mi guardava con uno sguardo indefinibile, tra lo sconvolto e qualcos’altro, non riuscì a decifrarlo in quel momento.

Poi le porte si richiusero dietro di noi, e dopo poco arrivammo nell’ufficio di Silente. Era la seconda volta che ci entravo, pensai.

Poi anche quella porta si chiuse alle nostre spalle.

Spalancandomi la porta sulla verità della mia famiglia, tutta la verità.

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Capitolo 10
*** 10 – Le verità da sempre taciute ***


Oltre ogni previsione eccomi quì dopo appena pochi giorni! Con il capitolo 10!!

In un lampo l'ho scritto, non è molto lungo ma svela il passato della famiglia di Alexa.

Ah dimenticavo come mi si è fatto notare non è molto chiaro l'abbigliamento che indossa la "nonnina"( XD ) Margareth, come sia fatto di preciso l'abito alla "Princesse", che era un abito molto in voga verso il 1880.

Il Vestito di Margareth <--- Pigiate quì se volete vederlo, l'ho fatto io con le mie manine XD spero si capisca come è fatto.

Ed ora il decimo capitolo, buona lettura !

*****

10 – Le verità da sempre taciute

 

Lo studio di Silente era come l’ultima volta che ci ero stata, non era cambiato. Ma ora i miei sentimenti mentre ne varcavo la porta erano totalmente diversi.

La donna che affermava di essere mia nonna mi teneva ancora stretta a lei, una tenera morsa.

Silente ci fece sedere entrambe nello studio, ma non se ne andò, rimase dietro alla sua scrivania.

C’era un pesante silenzio, io non sapevo cosa dire, forse perchè avevo troppo da dire e da chiedere, e probabilmente anche mia nonna.

Mi sembrava così strano pensare a lei come mia nonna. Fino a mezzora prima non sapevo nemmeno della sua esistenza.

<< Margareth, forse è ora che le racconti tutta la verità. >>

Silente interruppe di nuovo il nostro silenzio.

<< La verità... Non so nemmeno da dove iniziare... >>

Disse sospirando mia nonna.

Sospirai anche io e presi coraggio.

<< Ma, quindi, anche mio padre è un mago? E se è così, perchè allora me l’ha nascosto? >>

Mia nonna si morse il labbro come per reprimere ciò che voleva dire, ma comunque parlò.

<< Si anche lui lo è. Perchè te l’ha nascosto dici ? A causa della sua debolezza e di quell’arpia di babbana che sposato. E’ tutta colpa sua. >>

Silente tossicchiò leggermente.

<< Albus non c’è bisogno che imiti la Umbrige, è già abbastanza irritante lei con tutti i suoi colpi di tosse, questa è la verità. Solo la pura e semplice verità. È stata quella babbana ad allontanarmi da mio figlio, e lui come un farlocco ha ubbidito ad ogni suo ordine. Lo ha incastrato. Ribollo ancora di rabbia al solo pensiero. >>

Dicendo questo sbattè violentemente una mano sul tavolo che la divideva da Silente.

Quindi era tutta colpa di mia madre, lei lo aveva costretto a rinunciare alla magia, da quanto capivo, chissà perchè ma non faticavo a crederle.

<< Capisco Margareth, ma sono comunque i suoi genitori, i genitori di tua nipote. >>

Entrambi si girarono verso di me.

<< Dei genitori che non vogliono più avere a che fare con me. Che non vogliono più sapere niente di me. Posso veramente chiamarli miei genitori? >>

Una mano guantata strinse forte la mia, la mano di mia nonna, era calda e morbida.

<< Nonna ti prego raccontami tutto... >>

Le chiesi quasi implorante. Volevo sapere tutto.

<< Alexa, va bene ti racconterò tutto. Daltronde è giusto che tu sappia tutto... Vediamo da dove posso cominciare ... >>

Si appoggiò un dito sul labbro pensando, la osservavo e mi venne da pensare che sembrava un pò troppo giovane rispetto alle altre nonne che avevo sempre visto, con larghi maglioncini di lana e gonne informi fin sotto al ginocchio. I capelli bianchi legati malamente dietro la testa. Questa era l’immagine che avevo sempre avuto della “nonna tipo”.

<< Ma, quanti anni hai? Sembri molto giovane. >>

Chiesi a bruciapelo.

Sulle sue labbra si allargò un largo sorriso compiaciuto e malizioso.

<< Ho da poco compiuto 55 anni. >>

<< 55 ????? >>

Chiesi incredula. La vidi aggrottare un poco le sopracciglia, con uno sguardo falsamente irato.

<< Perchè ti sembravo più vecchia ?? >>

<< No no ! >>

Mi affrettai a rispondere arrossendo.

<< E’ che mi sembri un pò giovane come nonna, bè, tutte quelle che ho visto erano assai più vecchie ... ecco ... >>

<< Si, effettivamente forse hai ragione, rimasi incinta di tuo padre che avevo appena compiuto 17 anni, frequentavo l’ultimo anno di Hogwarts ... >>

Rispose sorridendo verso Albus.

<< Ricordi Albus? Oh meglio all’epoca eri il professor Silente per me. Ricordo ancora che scompiglio ci fu quando tutti lo scoprirono, non che io feci niente per nasconderlo. >>

<< Si si, ricordo bene. Come fosse ieri. >>

Rispose Silente allegro preso dai ricordi.

<< Ah si? E dopo ti sposasti col nonno ? >>

Chiesi ridacchiando.

<< Nonno? No no, io sono la signorina Bennet. Difatti tu porti il mio cognome. Io non mi sono mai sposata. >>

Sbattei le palpebre pensierosa.

<< Come mai? >>

<< Non era nei miei piani, ero felicissima di essere incinta e basta. Sai sono sempre stata una donna libera io...

Disse avvicinandosi a me sorridendo appoggiando l’indice della mano destra sulle labbra, anche io mi avvicinai per sentire il resto della frase.

<< ... non fatta per stare con un solo uomo o per rispettare le regole convenzionali ... >>

Finì facendomi l’occhiolino.

Ridacchiai riappoggiandomi allo schienale della mia sedia. Lei fece altrettanto.

Era certamente una nonna al di fuori di tutti gli schemi.

Incominciava a piacermi.

<< E così partorii tuo padre, era un così bel maschietto ...

Continuò dopo aver smesso di ridere.

<< E lo chiamai Luis Bennet. Nacque poche settimane prima della fine della scuola. Andavo in giro con questo pargoletto tra le braccia, e così avevo anche un’ottima scusa per saltare alcune lezioni. Mi dedicai totalmente a lui oltre che ad altre faccende in quegli anni, che passarono così in fretta. Compì 11 anni e iniziò Hogwarts anche lui. Ero così orgogliosa di lui! Era un bellissimo bambino. Anche se quando fu smistato a Tassorosso non ero proprio molto contenta....

<< Coff coff... >>

<< Si si, lo so Albus, non c’è niente di male a finire a Tassorosso ... >>

Disse con voce contilenante mia nonna.

<< Però, insomma, mio figlio a Tassorosso, io selvaggia, fiera e anche anticonformista, e lui, mio figlio!! A Tassorosso!! >>

Ribadì sbracciandosi.

<< Era un bambino così timido, fin troppo buono, e seguiva meticolosamente tutte le regole. Finì i suoi sette anni con il minimo dei voti, non era per niente brillante, e non aveva molti prospettive per la vita. >>

Sospirò ripensando a quegli anni.

<< Allora non è cambiato molto da allora, non si è mai impegnato per niente, aspira al minimo che può ottenere. Mia madre glielo ha sempre rinfacciato. >>

<< Quell’arpia! La incontrò pochi anni dopo aver finito Hogwarts, non ho mai capito come, riuscì a rigirarselo per benino, aveva ben capito che lui era uno ricco. Ma ancora non aveva scoperto tutta la verità su di noi. Io lo misi in guardia, lei tra l’altro era una babbana. Non che questo mi desse problemi. Anche se sai la nostra famiglia è da sempre purosangue, non perchè ci tenessimo ma perchè capitava sempre di innamorarsi di altri maghi o streghe. Comunque tornando a tua madre, avevo capito il tipo di donna che era...

Sospirò nuovamente.

<< Ma non feci in tempo. Lei rimase incinta e l’obbligò a sposarla velocemente. Così era sicura di avere i nostri soldi, ma quando scoprì chi eravamo fu per lei una doccia gelata. E costrinse tuo padre, mio figlio, ad interrompere tutti i rapporti con me... Io dopo non volli sapere più niente di loro. Ero stata troppo delusa da mio figlio. >>

Così finì il suo racconto. Rimasimo tutti in silenzio, leggevo sul suo volto la tristezza, la rabbia e la delusione per ciò che era successo. E la capivo, nel limite del possibile.

Mi svegliò dai miei pensieri stringendomi entrambe le mani con le sue.

<< Ma ho sbagliato, ho lasciato che facessero questo a te, ho saputo dalla lettera di Albus cosa è successo. Ti chiedo perdono Alexa. >>

Strinsi anche io le sue mani. Sentivo gli occhi pizzicare, stavo di nuovo per piangere. Lei, mia nonna, stava facendo cose che mia madre non aveva mai fatto, stringermi a lei, parlarmi e guardarmi con dolcezza.

Trattenendo i singhiozzi tentai di rispondere sorridendo.

<< Non ti preoccupare nonna. Non è colpa tua. >>

<< Sei proprio degna di essere mia nipote tu ...

Disse sorridendomi con dolcezza, tirando fuori non so da dove un fazzoletto di pizzo e con quello asciugandomi gli occhi.

<< Forte, coraggiosa e bella. >>

Sorrisi più sicura pure io.

<< Non è da tutti scappare di casa ed imbucarsi ad Hogwarts. Proprio mia nipote! Sono proprio orgogliosa di te. >>

Ribadì ridendo e stringendo orgogliosa le mie spalle.

Era la prima volta che qualcuno diceva di essere orgoglioso di me. Non riuscì a resistere oltre e anche stavolta finii col piangere. Avevo pianto più volte ad Hogwarts che in tutta la mia vita ormai.

Stavolta però avevo mia nonna che mi stringeva al petto, mi abbracciava e mi stampava un bacio sulla fronte.

Avevo una famiglia.

 

*****

SakiJune---> Esatto, era proprio il padre di Alexa ad essere stato un Tassorosso! E da allora Margareth ha dei pregiudizi verso a quei poveracci della casa. XD Anche io adoro, e sottolineo ADORO la nonnina di Alexa !! Ne vorrei anche io una così !!

 

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Capitolo 11
*** 11 – Una nuova realtà ***


In ritardo come al solito eccomi! XD Scusatemi ma sono tremendamente lenta a scrivere !!!!!!

Ah alcune delucidazioni, che da tempo volevo fornire ma come al solito di volta in volta mi scordavo, la FF è ambientata nel 5° libro. ^^ Per molti forse sarà ovvio, ma per chi non lo è, bè ora spero sia più chiaro.

Di base, nella FF, ho mantenuto la trama "base" del libro ma molte cose le ho cambiate per far funzionare meglio la storia e Alexa ovviamente.

Bè ora che finalmente l'ho detto, BUONA LETTURA !

*****

11 – Una nuova realtà

 

Il mio cuore batteva ancora forte quando arrivai davanti al ritratto della signora grassa, lo oltrepassai senza nemmeno accorgermene. Mentre percorrevo i corridoi avevo pensato certa di non incontrare nessuno nel dormitorio, ormai era parecchio tardi, per fortuna che il giorno seguente era domenica.

Mia nonna sarebbe ripartita lunedì mattina. Avevo un altro giorno per conoscerla meglio prima che ripartisse, in seguito avrei potuto rivederla per le feste di natale, se volevo potevo andare da lei. Ora era lei la mia unica famiglia. Anche se legalmente ero ancora affidata ai miei genitori, purtroppo.

Ma ci avrei pensato in seguito, entrai nella sala comune e vidi Harry, Hermione e Ron seduti sul divano di fronte al grande camino. Sorrisi vedendoli, non ci avevo sperato.

<< Finalmente sei tornata Alexa. >>

Rispose di rimando al mio sorriso Hermione.

<< Pensavamo non tornassi più fra un pò ... >>

Concluse con uno sbadiglio Ron.

<< Allora era veramente tua nonna ? >>

Questa volta era stato Harry a parlare.

<< Si è veramente mia nonna. >>

Dicendolo mi lasciai cadere sulla poltrona vicino al loro divano, su cui erano tutti e tre seduti.

<< Racconta allora, siamo curiosi, se ti va naturalmente. >>

Abbassò gli occhi nel finire la frase Hermione, ripensando probabilmente che solo alcune ore prima avevamo fatto “pace”.

Annuii lentamente, ripensando a tutto quello che era cambiato in sole poche ore.

<< Lei è la madre di mio padre, e pare che anche lui abbia studiato quì ad Hogwarts, tra queste mura ... e pochi anni dopo aver finito la scuola si sia sposato con mia madre, che però non ne voleva sapere di magia. Lei voleva i soldi delle mia famiglia. Non aveva capito prima chi fossero, solo che erano ricchi.>>

Alzai lo sguardo per vedere le loro reazioni, come mi immaginavo erano tutti a bocca aperta.

<< Quindi tuo padre è un mago! >>

Esclamò Hermione.

<< Si, e mia madre è una normale babbana. >>

<< E tua nonna deve essere proprio ricchissima! >>

Quasi urlò Ron.

Rimasi a fissarlo, effettivamente lo era proprio, non ci avevo pensato fino a quel momento. Ma dagli abiti e da come parlava lo doveva proprio essere.

Hermione alzò gli occhi al cielo e Harry e rise appoggiandosi una mano sulla bocca.

<< Si, direi di si, ha detto che i Bennet sono sempre stati una famiglia importante nel mondo magico. >>

<< Si adesso che ci penso, avevo già sentito un cognome come il tuo, devo averlo letto da qualche parte, ma non l’avevo mai collegato. Come si chiama tua nonna ? >>

<< Margareth, Margareth Bennet. >>

Ripetei interamente il nome di mia nonna.

<< Ma aspetta, non dovresti avere il cognome di tuo nonno ? >>

Chiese dubbiosa Hermione.

<< Ha detto che non si è mai sposata. >>

<< Ahhhhhhhhhhhhh !!! >>

Ron urlò e tutti saltammo sui nostri posti spaventati.

<< Che urli Ron ??  Ma sei impazzito ? >>

Gli urlò di rimando Hermione dandogli un colpo sulla spalla.

<< Margareth Bennet, quella Margareth Bennet, della famiglia Bennet ? ! ? ! >>

Dopo qualche attimo di silenzio decisi di rispondere.

<< Si, Ron, ehm, credo proprio di si. E’ il suo, e mio, cognome Bennet. Che c’è di sconvolgente ? >>

<< E’ una strega importantissima, fa parte di una delle famiglie più importanti e più antiche! Anche più dei Malfoy! >>

Rimasi a bocca aperta io stavolta.

<< Più .... Più dei Malfoy ?!?! .... Stai scherzando Ron ? >>

Negò ampliamente.

<< Hai ragione Ron ora ricordo! L’ho trovato sul libro delle più antiche dinastie che ho letto in biblioteca qualche anno fa. >>

Portai entrambe le mani sulla bocca, non sapevo più che dire, mia nonna era una strega ricchissima e potentissima a quanto pare. Non sapevo nemmeno che pensare io che non avevo mai visto più di 50 sterline tutte assieme, poi mi ricordai del libro che avevo preso in biblioteca quel pomeriggio. Era ancora dentro alla mia borsa, la aprii velocemente e dopo aver preso in mano il libro lo sfogliai cercando il mio cognome, il cognome della mia famiglia.

E infine eccolo.

 

BENNET.

 

Ecco era proprio lì, scesi tra i vai nomi e arrivai finalmente al penultimo scritto: Margareth Bennet. Poco sotto un altro, l’ultimo scritto lì: Luis Bennet. Mio padre.

Sotto non c’era scritto nient’altro.

 

<< Luis Bennet, l’ultimo mago di sangue puro della dinastia dei Bennet. >>

Sorrisi dicendolo.

<< Mia madre non è riuscita ad ottenere un solo centesimo da mia nonna, ne sono proprio contenta. >>

<< Tua madre credo che andrebbe molto daccordo con mia zia Petunia. >>

Disse ridendo Harry.

<< E’ la zia che ti ha cresciuto ? >>

Chiesi osservando la sua reazione.

<< Si, era la sorella di mia madre, sono cresciuto con lei, suo marito e mio cugino, loro figlio. Sono, direi, come tua madre. >>

Ne parlava tranquillamente ora. Notai.

<< Allora non devi aver passato una gran bell’infanzia. >>

<< No per niente. >>

Calò il silenzio, nessuno sapeva cosa dire.

Avevamo passato un’infanzia simile probabilmente io ed Harry, lo guardai di sottecchi. I Suoi occhi verdi guardavano verso il fuoco, riempendosi di tante sfumature.

Tornai a guardare i miei anfibi e le calze rosse e oro, che però mi avevano già stancato, ma non ne possedevo altre.

Pensai a tutti i soldi che aveva mia nonna, ma mi vergognai all’idea di chiedergliene anche se era mia nonna, avevo paura che pensasse che ora me ne volessi approfittare. Visto i trascorsi di mia madre.

Mi vergognavo profondamente di lei. Chissà se aveva mai combinato niente di buono nella sua vita.

Non me ne veniva in mente nemmeno una però.

Qualosa mi saltò in braccio, era Sasha che mi fissava con i suoi grandi occhi gialli.

<< Sasha .... >>

Dissi ad alta voce, tutti si girarono osservando la mia micia che si era comodamente sdraiata sul mio grembo.

Si una cosa giusta l’aveva fatta, mi aveva permesso di tenere quella piccola micina che avevo trovato per strada 3 anni prima e che ora era diventata quella bella gattona che tenevo in braccio.

<< Certo che spunta sempre nei momenti più impensabili ... >>

Disse Ron.

<< Si, se pensiamo anche sul treno. >>

Disse ridendo Harry.

<< Cavolo sono già passati ben 2 mesi dal quel giorno, sono cambiate così tante cose. Non avrei mai immaginato. >>

<< Già, hai scaraventato a terra Malfoy, hai dato un pugno sul naso a Malfoy, e poi basta, dovresti ormai aggiornare non credi ? >>

Continuò Ron.

<< A proposito di Malfoy, chissà che cosa si inventerà adesso, di certo conoscerà bene la posizione di tua nonna. >>

<< Non lo so proprio però mi hai messo curiosità. >>

Risposi veramente incuriosita, l’unica era aspettare l’indomani, o i giorni seguenti, di certo ora non mi poteva più chiamare babbana. Almeno in teoria.

<< Domani è un altro giorno e si vedrà, ma ora tutti a letto è già tardi. >>

Disse alzandosi Hermione

Ci alzammo tutti e ci dirigemmo ognuno verso il proprio dormitorio, dopo esserci augurati la buona notte.

 

Feci fatica quella notte ad addormentarmi, ma alla fine cedetti alle braccia di Morfeo.

 

La mattina seguente mi svegliai presto e indossai il mio abito preferito, quello che avevo indossato il giorno in cui ero arrivata ad Hogwarts.

Davanti allo specchio lisciai l’abito di velluto viola, ero pronta. Ora dovevo solo andare a cercare mia nonna, sperando che si fosse già alzata.

 

Miaooo

 

Mi girai verso il letto, Sasha era seduta sul letto e mi fissava.

<< Vuoi venire con me. >>

Dissi inginocchiandomi davanti al letto.

<< Giusto ti presenterò alla nonna. >>

Detto questo presi in braccio Sasha e raggiunsi velocemente la sala grande. Non c’era ancora nessuno ovviamente. Avrei aspettato mangiando. Mi sedetti al mio tavolo e iniziai a far colazione con calma.

I minuti passarono lentamente, come sempre quando si aspetta che succeda qualcosa o qualcuno come nel mio caso.

Sentii aprirsi il portone finalmente. Mi girai sperando fosse mia nonna, invece era una testa bionda di mia conoscenza, Malfoy, ci fissammo stupiti entrambi di vederci poi lui si avviò verso il suo tavolo senza degnarmi più di uno sguardo, e si sedette due tavoli più in là, di fronte a me.

Decisi di far finta di niente pure io.

Ma il silenzio era carico di tensione, e non riuscivo a capire se dovevo dire qualcosa o no.

Perchè avrei dovuto dire qualcosa poi. Non aveva senso.

Continuai intanto a mangiare il mio tost con la marmellata in silenzio.

 

<< Margareth Bennet è tua nonna. >>

<< Eh ?! >>

Dissi sorpesa, non pensavo avrebbe parlato Malfoy.

Alzai lo sguardo e vidi che mi stava fissando intensamente con i suoi occhi grigi.

<< Bennet. >>

Ripetè.

<< Che c’è Malfoy ? >>

Chiesi incuriosita la sua espressione era strana, sembrava teso, e forse anche un poco arrabbiato.

<<  La nipote segreta di Margareth Bennet. >>

<< Bè non lo chiamerei segreto ormai Malfoy. >>

Sorrisi un poco sarcastica rispondendogli.

<< Tu non conosci nemmeno la tua famiglia, quella a cui ora appartieni. Tu non sei al loro, nostro livello. E’ una famiglia importante quella dei Bennet. >>

<< Più dei Malfoy per caso ? >>

Chiesi puntigliosa. Non capivo se gli bruciava o che cosa.

Non rispose. Lo vidi assotigliare gli occhi.

<< Non sai di cosa stai parlando. Comunque non è cambiato niente. Sei una mezzosangue. >>

Sostenni il suo sguardo, e le sue parole.

<< E non voglio cambiare niente Malfoy, è tutto perfetto così come è. >>

Iniziai seria ma alla fine mi lasciai andare ad un largo sorriso, non aveva senso rovinarsi la mattina solo per quella discussione.

Malfoy scrollò le spalle.

<< Non vuoi capire Bennet. >>

<< Nemmeno tu Malfoy, c’è altro oltre la purezza del sangue. >>

Ma mentre finivo di parlare sentii la porta aprirsi di nuovo. E vidi entrare maestosa come la sera prima mia nonna, cambiava solo il vestito.

Subito mi guardò con il suo viso solare, no non sembrava nemmeno una cinquantenne, sembrava ancora una ragazzina.

<< Buongiorno Alexa. Mi sembra di essere tornata indietro di trent’anni svegliandomi ad Hogwarts. >>

<< Buongiorno nonna. >>

Risposi felice nel vederla.

Si avvicinò e dopo avermi abbracciato si sedette di fianco a me e iniziò la sua colazione e poco dopo, dopo che Shasha si era messa a giocare con l’orlo della sua gonna, fece la conoscenza con la mia Sasha.

Nel frattempo osservai svariate volte Malfoy, era rimastò lì seduto, fermo ed impettito, ma non aveva più pronunciato una parola.

<< Ora che abbiamo finito di mangiare perchè non usciamo un pò nel parco ? Mi piacerebbe tanto rivederlo dopo tanto. >>

<< Va bene nonna. >>

Ci alzammo e, decisa a non guardarlo un’altra volta, sorpassammo Malfoy, ma quando stavamo per aprire il portone della sala sentimmo alle nostre spalle un urlo.

<< Ahhhhh, no di nuovo! Dannata bestiaccia! Staccati immediatamente ! >>

Ci girammo sorprese e vedemmo Malfoy in piedi che tentava di staccarsi dal fianco Sasha, proprio come sul treno.

Mi lasciai andare ad una gran risata, era una scena comica, Sasha si era attaccata con le unghie ai suoi pantaloni e lui tentava ti staccarsela con le mani prendendola da sotto le ascelle. Sasha sembrava divertirsi molto.

<< Bennet smettila di ridere e staccamela subito di dosso ! >>

Mi voltai verso mia nonna, anche lei era molto divertita e rideva con una risata cristallina e giovane.

Finalmente poco dopo Sasha si staccò da sola senza bisogno del mio intervento.

<< Povero ragazzo, mi sa che la piccola gattina si sia divertita a tue spese, sembra che tu le piaccia. >>

Disse mia nonna a Malfoy guardandolo con uno sguardo indecifrabile.

<< Non credo proprio. >>

Rispose Malfoy guardandomi malissimo.

<< Bè non me lo presenti questo tuo compagno ? >>

<< Compagno ? Ah si, si chiama Draco Malfoy. >>

Subito si spense la risata sul viso di mia nonna.

<< Malfoy ? >>

<< Si mi chiamo Malfoy, Draco Malfoy. >>

Ribadì Malfoy con sguardo sicuro di se, e con un piccolo sorriso sulle labbra.

<< Ah, e così abbiamo davanti a noi il giovane rampollo di casa Malfoy. E da un bel pò che non vedo tuo padre, Lucius. >>

Draco annuì ma subito parlò di nuovo.

<< Ora scusatemi ma devo andare. Arrivederci. >>

Disse lentamente Draco. Fece un leggero inchino e si allontanò facendo ben attenzione di passare lontano da Sasha.

Addirittura si era inchinato, mia nonna doveva appartenere ad una famiglia veramente importante per lui.

<< E così tu conosci il piccolo Malfoy. Un gran bel ragazzo vero ? >>

Disse guardandomi con un sorriso di chi la sa lunga.

<< Bè si, diciamo che lo conosco, anche se propriamente non siamo andati molto daccordo. >>

<< Ah no ? >>

<< No, forse non ci siamo conosciuti nel migliore dei modi. Però si, effettivamente è un gran bel ragazzo. >>

<< Eh si ! Dai andiamo fuori! >>

Disse ridacchiando appoggiandomi un braccio sulla spalla e tirandomi verso l’uscita. E lì, vicino alle scale incontrammo Harry, Ron ed Hermione.

Li salutai velocemente con la mano e  li invitai ad avvicinarsi.

<< Nonna ti presento i miei amici. >>

Avvicinandosi la salutarono garbatamente e li presentai uno ad uno.

<< Nonna lei è Hermione Granger, lui è Ron Weasley e lui è Harry Potter. >>

Mia nonna non reagì apparentemente in nessuna maniera.

<< Piacere di conoscervi. >>

Rispose. Poi continuò.

<< Devi essere il figlio di Artur Weasley, è da un bel pò che non lo incontro, salutalo da parte mia. >>

Poi si girò lentamente verso ad Harry e gli appoggiò entrambe le mani sulle spalle.

<< E tu coraggio ragazzo. >>

Tutti si stupirono, sopratutto Harry, ma subito le sorrise di rimando.

<< Grazie signora Bennet. >>

<< Ah no signor Potter, signorina Bennet. >>

Poi scoppiò di nuovo a ridere.

Dopo li lasciammo andare a colazione e noi ci dirigemmo finalmente verso il parco.

Fu una giornata meravigliosa, e per Natale, mi chiese nuovamente se volevo andare da lei, nella sua casa, anzi nostra. E felice accettai.

*****

SakiJune --> XD ahhh io avevo messo l'acca finale perchè ero convintissima che si scrivesse così, dopo che me l'hai fatto notare sono andata a controllare, e ovviamente ho scoperto che non ci andava. :o  Ma visto che ormai l'ho chiamata così, bè tanto vale che la lascio così. :)

Personalmente io non ho nulla contro i Tassorosso, però in sta FF è finita così. XD

T_T Eh si avrebbe dovuto dirglielo, ma è troppo pappamolla quell'uomo, e quella donna è troppo cattivona ...

Sabri92 --> Grazie sono contentissima che ti piaccia. Ecco il nuovo capitolo anche se sono stata veramente lentissima. XD Spero piaccia anche questo!!!

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Capitolo 12
*** 12 - Il ballo?? Non sono pronta!! ***


Sempre più lenta sto diventando, =_= questo capitolo non riuscivo proprio a scriverlo. Temo che possa risultare troppo veloce e non è nemmeno molto lungo, ma è solo un intermezzo al capitolo dopo.

Spero che vi piaccia.

 E ovviamente come sempre ditemi cosa ne pensate, magari potrò migliorare per i prossimi capitoli. ( Magari XD )



*****



12 – Il ballo??   Non sono pronta!!

 

Era pasata una settimana ormai dalla partenza di mia nonna e le cose erano profondamente cambiate. Almeno sotto alcuni punti di vista.

Ragazze e ragazzi con cui non avevo mai parlato improvvisamente mi salutavano e mi sentivo osservata, ovunque andassi qualcuno mi indicava o mi fissava solamente.

 

<< Ma perchè fanno così? Quand’è che la smetteranno? >>

Chiesi ai miei amici, ero ormai veramente scocciata da questo comportamento nei miei confronti.

<< Alexa, temo che non la smetteranno per un bel pò. Ora sei la nipote di Margareth Bennet. >>

Mi rispose Hermione, Ron ridacchiò e Harry tentò malamente di tirarmi su di morale:

<< Ci farai l’abitudine, prima o poi, e ti va bene finchè sei un eroe, dopo peggiora la situazione. >>

<< Mi sento veramente rincuorata ora Harry. No ma veramente... >>

Risposi sbuffando continuando a camminare, ci stavamo dirigendo verso l’aula di trasfigurazione.

Stavo imparando velocemente tutto quello che dovevo sapere sul mondo magico grazie ad i miei amici stavo recuperando come meglio potevo quei 5 anni che avevo perso per colpa di mia madre.

E ora grazie a mia nonna avevo pure una famiglia, una vera famiglia, quell’unica giornata passata assieme era stata splendida. E durante tutta la settimana ci eravamo spedite diverse lettere.

Mi sembrava di essere una nuova Alexa.

 

<< Alexa tu cosa metterai per il Ballo ? >>

Mi bloccai dove ero.

 

Ballo?! Hermione ha pronunciato la parola BALLO ?

QUALE BALLO ?

 

<< Hermione, QUALE BALLO ? >>

Avevo gridato quelle ulttime parole, e loro si fermarono di botto.

<< Ehm, il Ballo che c’è ogni anno per le feste di Natale, partecipano solo quelli dal terzo anno in poi. Credevo lo sapessi. >>

<< No, non lo sapevo.... E quando ci sarebbe ? >>

<< Fra 2 settimane. >>

<< DUE SETTIMANE ? >>

Urlai nuovamente.

<< Calma Alexa, non mi sembra così grave.

Disse Hermione appoggiandomi una spalla per calmarmi. Ma non ci riuscì.

Come facevo? Non avevo nemmeno un abito adatto.

<< Hermione io non ho nemmeno un abito adatto! E per farmene uno mi occorre tempo, e non ho neppure la stoffa! >>

<< Ma non puoi chiederlo a tua nonna ? >>

Disse semplicemente Ron.

<< Ha ragione, così risolverai tutto. >>

Disse con allegria Harry.

Abbassai la testa.

<< A mia nonna? Be si potrei, ma ... >>

<< Ma ? >>

Incalzò Harry per farmi continuare.

<< Non mi va di chiederle subito qualcosa, so da appena da una settimana di avere una nonna ricchissima, non voglio approffittarne. >>

<< E che problema c’è ? >>

<< Ron sei il solito insensibile! >>

Lo riprese subito stizzita Hermione.

<< Ma che cosa ho detto ? >>

Tentò di difendersi Ron, Hermione lo fulminò con gli occhi ma non gli disse più niente.

<< Qual’è il vero problema Alexa? >>

Mi chiese gentilmente Harry, intanto avevamo ripreso a camminare ed eravamo finalmente arrivati nell’aula, ci sedemmo ai nostri soliti posti.

<< E’ che... >>

Avevo quesi paura a dirlo, quasi che potesse mai un giorno diventare vero.

<< Ho paura che possa pensare che io sia come mia madre. E non voglio. >>

<< Ma Alexa non potrà mai pensarlo. Tu non sei come lei, nemmeno lontanamente. >>

Disse dolcemente Hermione sedendosi accanto a me.

Sorrisi, inutile pensarci adesso a quello, dovevo preoccuparmi dell’abito.

<< Ora devo riuscire a pensare ad un abito e a farlo! >>

<< Ben detto Alexa! Per quanto posso e se vuoi ti darò una mano. >>

Era proprio quello di cui avevo bisogno, appena due settimane e dovevo ideare un abito, trovare la stoffa adatta e infine cucirlo. Mi serviva proprio una magia !

<< Oh grazie Hermione! >>

 

Durante la lezione Harry e Ron mi parlarono del ballo, Hermione intanto seguiva fedelmente la lezione.

Così capii che mi sarebbe servito un abito elegante, lungo preferibilmente.

Era un bel problema, io non avevo mai fatto un abito così, iniziai a scervellarmi, per due giorni non riuscì a pensare ad altro.

Alla nonna dissi solo che ci sarebbe stato un ballo ma non accennai minimamente a nessun abito, in nessuna lettera. Non volevo che pensasse che volevo dei soldi da lei.

Alla fine del secondo giorno lo vidi, mi si impresse come a fuoco nella mente. Misi giù subito uno schizzo.

Doveva essere di stoffa leggerissima, viola chiaro.

La scollatura ampia, molto ampia, ma coperta da morbido panneggio fermato dalla cintura viola scura, come le spalline dell’abito.

La vita doveva essere alta. Dalle spalle come delle morbide maniche della stoffa morbida come quella della scollatura copriva dolcemente le spalle.

Da sotto la cintura partiva la lunga gonna che scendeva morbidamente fino a terra, facendo anche un poco di strascico dietro.

Era un abito stile impero.

Ora rimanevano due ostacoli. Trovare la stoffa e cucirlo.

Fortunatamente la domenica avevamo la giornata libera per andare ad Hosmeade, e lì comperai tutto il necessario per il vestito, ci spesi quasi tutti i soldi che ero riuscita a scambiare tempo addietro, ma uscì dal negozio soddisfatta ora avrei potuto fare il vestito.

Speravo solo di esserne all’altezza.

 

Tornata al castello con il mio carico di stoffe mi accorsi di un piccolo particolare.

Non avevo la mia macchina da cucire!

Come avevo fatto a non pensarci prima a questo ?

Ero stata così sbadata.

Poi mi ricordai che il giorno che ero andata a comprare la mia divisa la negoziante me l’aveva fatta con la magia !

Quindi se l’aveva fatto lei, bè con un pò più di pazienza avrei potuto farlo anche io.

Ora dovevo solo trovare l’incantesimo e capire come applicarlo.

Ora avevo proprio bisogno di Hermione.

 

 

<< Hermione. Hermione! >>

<< Che c’è Alexa ? >>

Me ne accorsi in quel momento che Hermione stava studiando, almeno finchè non l’avevo interrotta io.

<< Oh scusa Hermione, ma, tu conosci vero l’incantesimo per cucire il vestito, vero?? >>

E dicendo le ultime parole appoggiai il disegno dell’abito di fronte a lei, facendo uno sguardo supplichevole.

Lo guardò un attimo perplessa, poi lo prese in mano e se lo avvicinò per guardarlo meglio.

<< Devi cucire questo ? >>

Annuii con foga.

<< Tu sei capace di fare una cosa così ? >>

<< Lo spero proprio, io non ho soldi per comprare un vestito. >>

Lo riguardò attentamente, e poi alzandosi in piedi e superandomi puntando verso il nostro dormitorio disse:

<< Vediamo che possiamo fare in due. >>

Battei le mani entusiasta e la seguii subito.

 

Il tempo che restava al ballo, cioè solo una settimana ormai, passò fin troppo velocemente, Hermione mi aiutò con gli incantesimi per cucire ma per il resto dovetti fare tutto a mano. Fu dura ma finalmente la notte prima del ballo, quando mancavano poche ore all’alba, riuscì a finirlo.

 

<< Finalmente è finito!! >>

Saltai in piedi sul letto per l’entusiasmo, ma subito mi zittii sentendo il grugnito di una mia compagna che tentava di dormire oltre le tende.

Mi risedetti, e tornai a guardarlo attentamente cercando qualsiasi imperfezione o rifinitura non perfettamente a posto. Lo girai e rigirai, ma non trovai nulla che non andasse.

<< Sasha, credo proprio che sia finito. >>

E dicendo sottovoce questo alla mia micia addormentata, lo alzai di fronte a me per vedere per intero il frutto del mio duro lavoro.

Era perfetto.



*****



Ed eccolo finito, spero sia chiara la descrizione dell'abito e che piaccia anche il capitoletto. XD



Grazie a tutti quelli che leggono e che commentano !!!



E anche se un pò in ritardo, auguri a tutti per felici feste e Buon Anno Nuovo ! ( questo un pò in anticipo di qualche oretta XD )





Alla prossima !

Ciao!

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Capitolo 13
*** 13 – Il giorno del ballo. Confessioni e regali. ***


Stavolta ci ho messo un pochettino meno per fortuna! Buona lettura!!!



*****



13 – Il giorno del ballo. Confessioni e regali.

 

<< Alexa svegliati!! >>

Sentii scrollarmi tenacemente, ma doveva essere un sogno. Io avevo ancora così tanto sonno!

<< Dai Alexa! Svegliati!! >>

Sentii scrollarmi nuovamente. Veramente un sogno realistico, anzi un incubo vero e proprio. Io avevo sonno.

Ma forse...

<< Alexa ti devi svegliare immediatamente!! ORA!! >>

Ma era la voce di Hermione.

Ma forse allora, nooo. Forse non era proprio un sogno.

Aprii lentamente un occhio per controllare la situazione. Sopra di me vidi il viso di Hermione gravare su di me.

<< Finalmente ti sei svegliata. Ma si può sapere come dormi tu? >>

Alzai appena lo sguardo per vedere come ero messa. Effettivamente c’era qualcosa di strano. Qualcosa che non tornava. Perchè il cuscino era andato a finire sotto ai miei piedi?

O forse non era stato proprio il cuscino ad essersi spostato.

Tastai le coperte sotto di me, ed erano indirizzate proprio come il cuscino.

Allora non era stato il cuscino a girare.

No evidentemente no.

Richiusi gli occhi il sole era veramente accecante e la testa mi faceva male.

<< Oh Alexa hai finito il vestito! Fa vedere! >>

Hermione alungò le mani e prese il vestito viola che era appoggiato a fianco a me.

E’ vero quella notte avevo finito finalmente il mio vestito per il ballo, fino a poco prima proprio non me lo ricordavo. Ecco perchè ero sdraiata al contrario nel letto. Avevo finito il vestito e poi mi ero addormentata. Questo spiegava anche il mio sonno, il bruciore agli occhi e il mal di testa. Ma almeno avevo finito il vestito.

Mi tirai su finalmente e mi sedetti sul bordo del letto, addosso avevo ancora le mie culotte e canottierina , entrambe a righe violette in varie sfumature che fungevano da pigiama.

<< E’ veramente bellissimo, sei bravissima! >>

Disse Hermione guardando intensamente il vestito col sorriso sulle labbra sorrisi anche io, finalmente quella sera avrei partecipato al primo ballo della mia vita.

<< E tu Hermione come ti vestirai? >>

<< Niente di speciale, un abitino azzurro che ho comprato questa estate a Londra con i miei. >>

Appena finito di parlare mi portò a vedere il suo abito, era un abito veramente carino. Aveva delle spalline sottili ed era aderente al corpo fino a metà coscia poi da lì si allargava un poco, l’abito le arrivava fino alle caviglie e le lasciava soperti i piedicalzati in due adorabili decoltè in tinta.

Pultroppo le mie scarpe, due semplicissime ballerine viola, non erano niente di che ma fortunatamente non si sarebbero viste sotto l’abito.

<< Peccato che la persona che speravo mi invitasse al ballo, non lo abbia proprio fatto. >>

Mi girai a fissarla, doveva stare parlando di Ron, mi ero accorta da un pò che in realtà Hermione provava qualcosa di più che amicizia verso Ron. Ma Ron sembrava proprio non accorgersi di nulla.

<< Magari Ron ti inviterà stamattina, ma aspetta, bisogna avere un cavaliere per il ballo? >>

Si girò anch’ella verso di me arrossendo un poco.

<< Come hai fatto a capire che parlavo di Ron ? E poi sono stanca che pensi a me solo come la sostituta dell’ultimo momento. >>

Sembrava non avesse sentito la mia ultima domanda.

<< Bè devo dire che non era difficile capirlo stando sempre con voi, solo i maschi sono così impediti da non accorgersene mai. Al massimo che non glielo si dica esplicitamente. >>

Dicendo l’ultima frase alzai gli occhi al cielo pensando che su questo maschi maghi e maschi babbani non si differenziassero per niente. Impediti uguali erano. Se non gli si faceva un murales davanti non ci arrivavano.

<< Esperienze sul campo? >>

Mi chiese sorridendomi guardandomi incuriosita.

<< Oh no no. >>

Abbassai lo sguardo arrossendo.

<< Vuoi dire che non ti è mai piaciuto un ragazzo? >>

<< Bè si questo si, tempo fa un ragazzo mi colpì,  ma non ho mai avuto un amico, figurarsi un ragazzo.

Ridacchiai amaramente ripensandoci.

<< Non credo che nessun ragazzo sarebbe mai stato molto contento di una mia dichiarazione. >>

<< Non dire così, erano solo degli stupidi ragazzini. Che orribile scuola che frequentavi. Ma dimmi come era il ragazzo che ti piaceva? >>

Ripensai a quel tempo, non dovevo avere più di 14 anni.

<< Era tipico contrario del belloccio della scuola, bello si, ma taciturno e solitario. Amava i libri anche lui. Il solito dal fascino oscuro. Occhi e capelli castani scuri. Alto e sempre vestito di scuro, pantaloni larghi dal cavallo basso, t-shirt una misura sempre più grande. Tiffany, una mia compagna, una volta ci aveva provato ma lui poco gentilmente l’aveva rifiutata. Nessuno aveva mai rifiutato Tiffany. Umiliata lei gliene disse di tutti i colori davanti a tutti. Lui alzò leggermente lo sguardo e le disse solamente “Scusa non ti ascoltavo, hai detto ?”, dopo questo lei si girò e non disse più niente. Io mi misi a ridere di nascosto. Tiffany era la solita ragazzina bella, ricca e viziata, la mia scuola sembrava proprio la tipica uscita da uno di quei telefilm babbani. >>

<< Non pensavo ti piacesse un tipo di quel genere, e comunque come finì? >>

<< Tentai di non pensarci più, se non aveva shance Tiffany di certo non ne potevo avere io. Per cui finì così nel nulla più totale. >>

<< Che peccato. >>

Finì Hermione.

<< No non direi, era solo una cotta. Ma allora, per il ballo di stasera è obbligatorio avere un cavaliere? >>

<< Bè si, non c’è niente di scritto ma tutte si presentano ai balli con un cavaliere. >>

Rimasi a bocca aperta senza sapere di nuovo che dire, ma perchè io arrivavo sempre all’ultimo a sapere le cose.

<< Ma per la miseria. Io non ho un cavaliere Hermione. E tu con chi ci andrai scusa visto che Ron non ti ha invitata. >>

Alzò le spalle alla mia domanda.

<< Bè mi ha invitata Neville ieri sera quando ha scoperto che nessun altro mi aveva invitato, credo che dopo andrò a dirgli che accetto. >>

Sbuffai pensando ai giorni precedenti, io ero sempre stata rinchiusa nel dormitorio, e non avevo parlato praticamente con nessuno, volevo pensare che fosse per quello che nessun ragazzo mi aveva invitato al ballo.

<< Non ti preoccupare, vedrai che entro stasera avrai un cavaliere! >>

<< Speriamo. >>

Poi mi tornò in mente il modo in cui Hermione mi aveva svegliata.

<< Ma, Hermione come mai mi hai svegliata in quel modo stamattina? >>

La vidi darsi una manata in fronte.

<< Me ne ero proprio scordata, ero venuta a svegliarti perchè è arrivato un pacco per te prima via gufo. >>

<< Veramente? Ma allora bisogna subito andarlo ad aprire! >>

Andai velocemente verso il mio letto e mi misi addosso i miei pantaloni di velluto e la magliettina entrambi neri. Dopo di che scendemmo velocemente al piano di sotto dove c’erano Harry e Ron che discutevano animatamente tra di loro, ma appena scendemmo l’ultimo gradino si zittirono e Ron arrossì un poco abbassando lo sguardo. Forse parlavano di cose da “ragazzi”, meglio non indagare.

Ron fu il primo ad aprir bocca.

<< Certo che ce ne avete messo di tempo a scendere. Ci vuole così tanto a rendersi presentabili? >>

Sentì sbuffare Hermione ditro di me.

<< Sei sempre il solito delicato Ron! >>

<< Ehm ... >>

Dissi non molto convinta. Non mi sembrava la giornata adatta per lor due da discutere.

<< Ah giusto Alexa. È lì il tuo pacco. >>

Disse Hermione indicandomi una grossa scatola rossa dal grosso fiocco dorato appoggiata sulla poltrona.

Mi avvicinai e dopo averla squadrata un attimo la presi in mano e mi sedetti sulla poltrona, Hermione, Ron e Harry si sedettero incuriositi sul divanetto di fronte.

La guardai nuovamente non c’era nessun biglietto con sopra scritto chi fosse il mittente, allora decisi di aprirla.

Lentamente sciolsi il fiocco e infine tolsi i coperchio alla scatola.

Rimasi a bocca aperta a fissare quelle che era contenuto al suo interno.

In mezzo a tantissima e morbidissima stoffa rossa, che serviva a non far rovinare il contenuti vi erano due scarpette che mi lasciarono a bocca aperta e al centro tra le due una grossa spilla che mi abbagliava quasi quanto era brillante.

Lasciai cadere il coperchio a terra.

<< Che cos’è allora Alexa? >>

Chiese Harry curioso quanto gli altri.

<< Sono, sono .... Questo. >>

Dissi non sapendo come poter descrivere quelle meraviglie. Inclinai la scatola in modo che anche loro potessero vedere.

Le scarpe  di un intenso rosso erano di raso, la punta era leggermente squadrata ma affusolata, non erano delle decoltè assomigliavano alle scarpe al tempo di Maria Antonietta, avevano un’alto pezzo di stoffa davanti che copriva una parte del piede che poteva anche essere ripiegato verso il basso. Le presi in mano e vidi il tacco. Il tacco era a rocchetto ma brillava ricoperto fittamente  da moltissimi brillanti, proprio come la spilla.

<< Ma sono meravigliose Alexa! >>

Disse Hermione avvicinandosi.

<< Te le ha mandate tua nonna? >>

Giusto dovevo scoprire chi me le aveva inviate, cercai sul fondo della scatola se ci fosse qualcosa che mi spiegasse chi me le aveva mandate e anche il perchè.

Alla fine sul fondo in un angolo trovai una lettera, sopra alla busta c’era scritto “ Per Alexa”.

Ormai conoscevo quella scrittura, sorrisi aprendo la busta.

Al suo interno trovai un biglietto non molto lungo con una scrittura grande e rotondeggiante.

Era sicuramente di mia nonna. Margareth.

Iniziai a leggere ad alta voce il contenuto della lettera:

 

Cara Alexa,

 

ti mando in dono queste scarpe e questa spilla per il tuo primo ballo ad Hogwarts.

A me furono donate da mia madre al mio primo ballo, e così è da diverse generazioni addietro.

Spero che ti piacciano e che tu le possa indossare al tuo primo ballo.

 

Con tanto, tanto, tanto affetto

 

Margareth Bennet

 

Questa lettera era ben diversa dalla lettera che mi avevano mandato i miei genitori.

Tanto, tanto, tanto affetto. La rilessi più volte sia la frase che l’intera lettera.

<< E’ veramente uno splendido regalo quello che ti ha fatto tua nonna! >>

Disse Hermione avvicinandosi alla scatola. Ron ed Harry borbottarono tra di loro quanto potesse mai valere un bene dalle sembianze così preziose e antiche, sopratutto Ron.

Riguardai le scarpe, ma solo in quel momento mi accorsi di un particolare.

<< Sono rosse! >>

Dissi ad alta voce stupita dal fatto che non ci avessi pensato prima.

<< E allora? Splendido colore! >>

Ribattè un entusiasta Ron.

<< Ma, non si intona per nulla con il mio vestito! >>

Aggiunsi io.

<< E come faccio ora. Vabbè che in teoria non si dovrebbero vedere, ma se alzassi un poco il vestito per scendere le scale o anche solo camminare si potrebbero intravedere. >>

<< E’ vero, non ci hai ancora mostrato il tuo lavoro, dopo tanto che ci sei stata dietro, non ti si è quasi mai vista in giro. >>

<< Lo vedrete stasera ragazzi. >>

Sorrisi in modo furbetto appoggiandomi un dito sulle labbra finendo la frase.

<< Alexa, un modo c’è. Guarda. >>

Nemmeno finì la frase Hermione che muovendo la bachetta sulle mie scarpe e pronunciato un incantesimo le fece diventare dello stesso violetto della parte più scura del vestito.

<< Ma sono perfette ora Hermione!!! Grazie!!! >>

<< Non c’è di che! >>

Mi sorrise di rimando risistemandosi la bacchetta in tasca.

<< Quindi il tuo abito deve essere viola. >>

Disse meditamondo Harry.

<< Ebbene si, è il mio colore preferito! >>

 

Poco dopo Hermione salì al piano di sopra per cercare alcuni libri, rimasi in sala comune sola con Harry e Ron.

Forse avevo un idea per ricambiare il favore ad Hermione.

<< Ron con chi vai al ballo? >>

Chiesi a bruciapelo. Lo vidi strabuzzare gli occhi e poi dopo essere arrossito come prima li abbassò fissando intensamente il tappeto.

<< Bè ecco, perchè me lo chiedi? Bè non lo so ancora. Tu sei libera per il ballo? >>

Harry si sbattè la mano sulla fronte. Doveva essere un discorso che avevano già affrontato.

Io sospirai.

<< Ron non è a me che lo devi chiedere ma ad Hermione. >>

Vidi che Harry mi fissò incuriosito.

Ron divenne rosso quasi di più dei suoi capelli.

<< E’ da una settimana che glielo dico io, ma ha paura che gli dica di no. >>

Disse un esasperato Harry.

<< Bè certamente se non glielo chiedi non ti dirà mai di no, ma nemmeno di si. >>

<< Ma ecco, forse è tardi, glielo avrà già chiesto qualcun altro. >>

Mentre Ron stava per finire la frase vidi uscire dal dormitorio maschile Neville Paciock, se Hermione avesse detto di si a Ron lui sarebbe rimasto senza dama, bè potevo prender due piccioni con una fava. Hermione sarebbe andata al ballo con Ron, e io avrei avuto un cavaliere per la serata.

Mi alzai di scatto ed andai verso Neville che vedendomi andare verso di lui particolarmente decisa mi guardò dubbioso e quasi intimorito.

<< Ma, dove vai Alexa? >>

Sentii dire a Ron alle mie spalle.

<< Neville! >>

<< S-si ? >>

Mi rispose dopo poco lui.

<< Ti va di venire al ballo con me stasera?

Poi mi avvicinai di più a lui appoggiando la mano al lato della bocca per coprirmi le labbra, abbassai la voce.

<< Lo so che dovevi andarci con Hermione, ma credo che Ron si sia finalmente deciso a chiederglielo. Sempre che non ti dispiaccia dello scambio. >>

Lo vidi ridacchiare guardando Ron.

<< Va bene. >>

Rispose semplicemente arrossendo.

Poi dopo aver salutato se ne andò.

Mi girai di nuovo verso Ron ed Harry.

<< No no, Hermione è libera, ora. >>

Si guardarono poi Ron disse:

<< Ma non sono i ragazzi che lo chiedono alle ragazze? >>

<< Si vero.

Dissi guardando il soffitto riavvicinandomi alla mia poltrona.

<< Ma, pare, che non tutti ne abbiano le palle. >>

Finii la frase con tono allusivo.

Ovviamente parlavo di Ron.

 

Alla fine Ron chiese ad Hermione di andare al ballo con lui, anche se subito Hermione si arrabbiò con lui per averglielo chiesto all’ultimo. Ma alla fine accettò.

Harry, come scoprii poco dopo, ci sarebbe andato con Cho Chang, una ragazza di corvonero.

Io con Neville, era un ragazzo veramente molto timido ma sembrava un ragazzo simpatico.

Mancava veramente poco ormai al mio primo ballo.

Avevo il vestito, fatto da me, le scarpe in tinta e anche una splendida spilla, regalatemi da mia nonna.

Ora dovevo solo prepararmi.



*****



SakiJune --> Grazie!!!!! ç_ç Si alcuni capitoli sono veramente difficili, e ho sempre paura di non riuscire a scriverli come vorrei.



Sabri92 -- > Grazie per averla aggiunta tra i preferiti!! *_* Sono così contenta che piaccia a qualcuno.



E ringrazio tutti, tutti, chi commenta, chi legge solo e anche chi ha la pazienza di ascoltarmi quando parto con le mie idee, una più assurda dell'altra. XD



Al prossimo capitolo!! Spero molto presto!

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Capitolo 14
*** 14 - Il ballo - Prima parte ***


Ed ecco quì la prima parte del ballo. ^^ Buona lettura!



*****



14 – Il ballo – Prima parte

 

Mancava ormai solo mezzora all’inizio del ballo.

Ed era almeno un quarto d’ora che mi fissavo davanti allo specchio.

<< Dai Alexa sei perfetta, perchè stai ancora lì a guardarti allo specchio?! Ti sta benissimo quel vestito. >>

Mi voltai lentamente verso Hermione che si stava infilando gli orecchini di perla blu, come il vestito che le stava d’incanto.

<< E’ che mi sembra così strano, io che partecipo ad un ballo. >>

<< Anche stare ad Hogwarts ti sembrava strano fino a poco tempo fa. >>

<< Giusto, come sempre hai ragione Hermione. >>

<< Vedrai ci divertiremo stasera Alexa. >>

Le sorrisi sistemandomi una lunga ciocca dietro la spalla, per la serata i miei capelli erano diventati leggermente mossi e scendevano creando una morbida chioma ai lati del viso.

La porta si aprì di scatto ed entrò Ginny che ci salutò allegramente sedendosi sul letto di Hermione, di fianco a noi. Anche lei avrebbe partecipato al ballo.

<< Non siete ancora pronte ? >>

Ci chiese osservandoci a turno.

<< Si, direi che siamo pronte. >>

Rispose Hermione.

Ginny mi fissò attentamente l’abito.

<< Ho sentito che andrai al ballo con Neville. >>

<< Si, esatto. Perchè? >>

<< Stai attenta ai piedi. >>

<< Eh? >>

Rimasi a fissarla non capendo che intendesse dire, vedendo la mia faccia si mise a ridere.

<< L’anno scorso ci sono andata io con lui al ballo, e me li ha massacrati i piedi. >>

Si mise a ridere anche Hermione.

<< Si si me lo ricordo, alla fine della serata avevi i piedi completamente rossi. >>

Rimasi in silenzio a guardarle. Sembrava che l’esperienza nuova su cui mi stavo per affacciare non sarebbe stata una delle più piacevoli. Per niente.

Ginny mi guardò di nuovo e smise di ridere, così pure Hermione.

<< Bè dai Alexa non ti preoccupare, non è un bravo ballerino, ma è un gran buon ragazzo. >>

Questo non mi consolava molto.

<< Ci devo ballare, mica me lo devo sposare! >>

Risposi ironica. Ma in fondo aveva ragione. Sarebbe stato assai peggio ballare con una persona che non sopportavo anche se era il migliore dei ballerini.

Chissà con chi avrebbe ballato Malfoy.

 

Malfoy?!

E adesso come mi veniva in mente lui?

Forse perchè avevo pensato ad una persona che non sopportavo.

Doveva essere certamente così.

Era meglio tornare a pensare al ballo, e anche ai miei piedi.

 

Finalmente era ora di scendere, io Hermione e Ginny Ci dirigemmo verso la sala grande.

Lì si sarebbe tenuto il ballo e sotto alle scale ci aspettavano i nostri accompagnatori.

Io con Neville.

Hermione con Ron.

Ginny con il suo ragazzo.

 

Arrivammo finalmente in fondo alla scalinata, era pieno di ragazzi e ragazze eccitati e allegri per il ballo che stava per iniziare.

Poco dopo in mezzo a quella calca scorgemmo i nostri accompagnatori. Tutti vestiti molto eleganti. Li guardai uno ad uno, ognuno di loro stava guardando la propria dama, Ron Hermione con tanto di bocca aperta e occhi sgranati, Harry dopo aver dato una sbirciata a me e ad Hermione posò il suo sguardo sulla sua dama che scendeva poco distante da noi, Cho Chang, mi girai anche io ad osservarla, i suoi lucenti capelli neri erano legati in altro creando diversi bagliori, doveva avere alcune perle tra i capelli. Addosso aveva un lungo abito aderente da taglio cinese di colore azzurro con le rifiniture color avorio. Le stava veramente bene.

Tornai a guardare verso il basso, verso il mio accompagnatore, Neville.

Mi sorrideva incerto mentri finii di scendere l’ultimo gradino e timidamente mi porse il braccio, io gli sorrisi.

<< Sei veramente molto elegante Neville. >>

Dissi guardando il suo vestito da mago nero.

<< Ehm, questo dovrei dirlo io a te, mi piace il tuo vestito. >>

Non riuscì a finire la frase senza arrossore.

Lo guardai con tenerezza, quel ragazzo mi ispirava questo sentimento dalla prima volta che lo vidi sul treno, la sua gentilezza e la sua timidezza erano decisamente inusuali.

<< Grazie Neville. Pronto per ballare? >>

<< Bè, si, direi di si. >>

Mentre finivo di ascoltare le sue ultime parole varcammo la porta della sala grande.

Rimasi a bocca aperta a fissarla mentre ci dirigevamo verso la parte sinistra della sala dove c’erano già tutti gli altri.

Era addobbata in un modo incredibile, le pareti erano piene di alti alberi dalle decorazioni bianche, in alto in mezzo a miliardi di stelle brillava la più bella luna piena che avessi mai visto. Così tonda e perfetta. E lentamente da quello splendido cielo scendevano bianchi e freschi fiocchi di neve, quasi fossero veri.

Al centro dei lati della sala vi erano due lunghe tavolate con sopra centinaia di piatti con mille deliziose cibarie. Molte non sapevo nemmeno cosa fossero.

In fondo alla sala al posto della tavolata dei professori c’era un palco con un gruppo che suonava e cantava canzoni che non avevo mai sentito.

E infine al centro, completamente sgombro da tutto c’era il luogo dove si sarebbe svolto il ballo.

Quando finii queste mie constatazioni eravamo già arrivati dagli altri e stavano già parlottando. Io non sentii una sola parola dei loro discorsi.

 

Arrivò il tempo di ballare,

Le prime coppie in pista furono i prefetti, Ron ed Hermione furono i primi di noi ad entrare in pista.

Le orecchie di Ron durante tutto il ballo furono tremendamente rosse, La mano destra reggeva la mano di Hermione e la sinistra stringeva il suo fianco, ma per tutto il ballo fissò insistentemente i suoi piedi fare ogni passo per paura di sbagliare.

Hermione lo fissava un pò scocciata.

Poco dopo entrarono in pista anche tutti gli altri.

Rimanemmo dalla nostra parte a non ballare solo io e Neville.

Mi girai verso il mio cavaliere.

<< Ci buttiamo in pista anche noi? >>

Dicendo queste parole ributtai un occhiata alla pista. Io non avevo mai ballato così, in modo così ... classico.

A dire il vero non avevo mai ballato, ma ormai eravamo in ballo e tanto valeva ballare. Giusto per restare in tema.

Da quanto vedevo in pista c’erano anche coppie che sembrava non sapessero neppure cosa fosse il ritmo. Peggio di così non potevamo fare. Questo mi tranquilizzava parecchio.

<< S-si. >>

<< Dai non ti preccupare! Guarda quelli.

Indicando una coppia corvonero che sembrava che stesse ballando una polca salterina invece che quello che ballavano gli altri.

<< Peggio di così non possiamo fare tranquillo. >>

Dissi io sorridendo tentando di tirargli su il morale.  Vedendo che non si decideva a muoversi lo stesso presi la sua mano con le mie e lo tirai in mezzo alla sala.

Finalmente anche noi iniziammo a ballare.

 

Bè forse aveva ragione Ginny, non era un gran ballerino e i miei piedi ne stavano risentendo dolorasamente, ma ci stavamo divertendo ridendo ad ogni passo falso, suo o anche mio.

E’ vero non avevo mai ballato, ma non era difficile, la musica era bella e ritmata e la seguivo cercando di evitare i piedi di Neville che si avvicinavano troppo spesso pericolosamente ai miei, metà delle volte riuscivo ad evitarli.

<< Scusa Alexa, ti ho pestato di nuovo i piedi. >>

Risi vedendo la sua faccia diventare ancora più rossa.

<< Non ti preoccupare Nevil ... >>

Ma non riuscii a finire la frase perchè andai a sbattere contro qualcuno alle miei spalle.

Caddi pesantemente sbattendo il sedere.

<< Ahia ... >>

Dissi piano alzando gli occhi per vedere chi avevo colpito.

Un ragazzo biondo sorrideva divertito in piedi davanti a me.

Malfoy.

No, con tutte le persone che avrei potuto colpire proprio lui.

<< Guarda chi si rivede. Ora sei tu a terra, possiamo considerarci quasi pari. Bennet. >>

Pronunciò il mio cognome con scherno. Poi si voltò a guardare chi fosse il mio cavaliere.

<< Bennet. Questo non me lo sarei mai aspettato nemmeno da te. Sei venuta al ballo con ... Paciock?! >>

Un’acuta risata di scherno conparve al suo fianco, girai lo sguardo sulla ragazza che aveva riso. Era Pansy Parkinson la ragazza serpeverde che stava sempre dietro a Malfoy, dovevano essere venuti al ballo assieme.

<< Perchè che problema c’è Malfoy? >>

<< Paciock non è nemmeno un mago degno del suo nome ...

Dicendo questo si girò verso di me.

<< Come te. >>

Io ero ancora a terra ma mi alzai di scatto sentendo  le sue ultime parole e mi misi tra Malfoy e Neville.

<< Credo tu abbia già parlato troppo per stasera Malfoy. >>

Finito di dire questo mi girai, così non potei vedere l’espressione mezza pentita che comparve sul volto di Malfoy.

Con passo deciso mi allontanai dalla pista tirandomi dietro Neville, che per tutto il tempo era stato zitto. Guardava semplicemente il pavimento apatico.

Ci sedemmo su una delle panchine agli angoli della sala.

Stetti zitta per qualche minuto fissando davanti a me, ma poi non ce la feci più.

<< Neville perchè ti fai trattare così? >>

Rimase in silenzio alla mia domanda, sospirò appena.

<< Che dovrei dire, ha ragione. Sono un pessimo mago. >>

Rimasi in silenzio, lo capivo benissimo.

Nella mia vecchia vita da babbana ero stata esattamente come lui.

Mi sentivo inferiore, diversa da tutti, e mi lasciavo trattare esattamente così.

Ma da quando ero arrivata ad Hogwarts, da quando avevo scoperto la verità mi sentivo una nuova persona. Mi sentivo finalmente nel luogo giusto, assieme a ragazzi come me, maghi e streghe, coi miei stessi poteri.

E per di più avevo scoperto cosa significasse avere degli amici, e ad avere qualcuno che ti vuole bene, la tua famiglia.

Tutto questo mi aveva cambiata.

Tutto questo aveva creato la nuova Alexa, che non si sentiva più inferiore agli altri e che non aveva più intenzione di farsi trattare come tale.

<< Neville, nessuno quì dentro è migliore di un altro. Siamo tutti uguali. Alcuni sono bravi in alcune cose, altri in altre. Da questo non si può giudicare una persona. >>

Chissà come mi sarei comportata io adesso davanti ai miei vecchi compagni, ai loro insulti, alle loro prese in giro per il mio abbigliamento, per il mio silenzio, per i miei libri. Per la mia diversità.

Neville si schiarì la voce interrompendo i miei pensieri sul passato.

<< Torniamo a ballare? >>

<< Si. >>

Gli risposi semplicemente, sorridendo.

 

Il ballo andò avanti e finalmente dopo un oretta si passò a musica e a balli più moderni e “babbani”.

Ritrovai Hermione e Ron, Harry e Cho. E ci scatenammo tutti assieme  ai ritmi delle Sorelle Stravagarie.

Ballai fino ad avere il fiatone, il vestito troppo lungo per quei balli lo tirai un poco su fino a metà polpaccio per ballare meglio, così si videro anche le scarpine regalatomi da mia nonna.

Neville un pò impacciato si muoveva davanti a me, per fortuna andava molto meglio in questi balli.

Ma la serata purtoppo non era ancora finita.

O forse per fortuna.



*****



SakiJune --> Si si, parla così solo che di solito tenta di trattenersi. XD

Neville non ha ancora perso il vizietto di pestare i piedi invece.

Si forse il vestito di Alexa è un poco ingombrante, più che altro troppo lungo. Quello di Hermione mi piace molto, su di lei ci vedo molto meglio il blu ed un abito fatto così. ( ho una certa antipatia per esempio per quello che indossa nel 4° film ) 



Sabri92 --> Grazie! Io invece continuo a vedere come coppia quasi perfetta Hermione/Ron, solo che mamma mia quanto ci hanno messo. XD



A presto con il prossimo capitolo, per fortuna l'ho praticamente già scritto.



Ciao!

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Capitolo 15
*** 15 - Il ballo - Seconda parte ***


Ed ecco, abbastanza velocemente la seconda parte del ballo!!! :)



*****



15 – Il ballo – Seconda Parte

 

Ci divertemmo per non so quanto tempo così, forse ore.

Neville nonostante fosse tanto timido era un ragazzo simpatico, un gran bravo ragazzo, su questo aveva avuto pienamente ragione Ginny.

 

Sfiniti ci fermammo, avevamo entrambi il fiatone e a me girava pure la testa.

Mi sedetti per la seconda volta dall’inizio della festa su una panca. Avevo proprio bisogno di riprendere fiato.

Neville rimase in piedi di fronte a me.

<< Siete già stanchi? >>

Chiese una voce lenta e allegra. Era Luna.

<< Ciao Luna. >>

La salutai allegramente. Neville la salutò con un cenno imbarazzato.

<< Dov’è il tuo cavaliere? >>

Le chiesi guardando attorno.

<< Sono venuta al ballo da sola. >>

Rispose guardando verso il tavolo con le cibarie.

Che strana ragazza, aveva sempre l’aria di una che vive nel suo mondo personale, tutto suo, solo suo. Ma mi stava molto simpatica, era molto più sveglia di quanto sembrasse.

Luna aveva un abito nero e semplice che le arrivava appena sotto al ginocchio e allacciato dietro al collo. Scarpe decoltè sempre nere.

<< Sono veramente stanca ...

Dissi, facendomi sentire da entrambi.

<< Perchè non ballate un pò voi due? >>

Neville si girò di scatto verso di me e dopo aver guardato Luna si girò di nuovo verso di me.

<< Si si, vai pure Neville non ti preoccupare per me. >>

Sorrisi rispondendogli.

E così io rimasi lì seduta a riposarmi e loro andarono a ballare assieme agli altri.

 

Dopo poco mi rialzai, avevo un pò fame e mi avvicinai al tavolo, osservai alcuni piatti. Avevano tutti un bell’aspetto ma non sapevo che cosa fossero e sopratutto come fossero.

Poi, tutto successe in un attimo, fu talmente inaspettato che non associai subito quella parola con la parte del mio vestito che cadeva a terra ormai totalmente estranea a quella che mi era rimasta addosso.

“Diffindo” era stata la parole lontana, gridata da una voce acuta e femminile.

Tutto si zittì.

Io fissai senza capire il tessuto a terra. Hermione che era poco distante da me alzò le mani a coprirsi la bocca dicendo, “Oh no, il vestito”.

Mi girai di scatto dietro di me, un lungo corridoio fatto di persone mi guardavano attoniti, e in fondo proprio di fronte a me Pansy Parkinson sghignazzante.

<< Ora va molto meglio il tuo vestito Bennet, non dovrai più tenertelo su. >>

Riabbassai lo sguardo sul mio abito, ora mi arrivava a metà coscia ed era tagliato malamente. Nessun bell’orlo, un taglio rozzo.

Rialzai lo sguardo su lei, era ancora lì a ridere con la bacchetta ancora stretta nel pugno, assieme a molti serpeverde, Malfoy, non molto lontano da lei osservava la scena dubbioso. Non era stata un’idea sua.

Parkinson abbassò lo sguardo prima sulla spilla che brillava ancora al mio petto e poi sulle mie scarpe, dapprima alzò uno sguardo dubbioso poi, tornando a guardarmi in viso si rimise a ridere.

 << Ma che belle scarpe, Bennet. Hai già supplicato la tua nonnina perchè ti rendesse finalmente presentabile? >>

<< Io non ho supplicato nessuno, Parkinson. Non nominare nemmeno mia nonna! >>

Mi guardò sfottente. Si stava divertendo.

<< Ah si? Senò cosa mi fai? Mi lanci la bacchetta? Non sai nemmeno fare magie tu! >>

Le parole le uscivano come veleno dalle sue labbra.

Una serpe, non era altro che una serpe.

Non pensai oltre, ero furiosa e ciò che feci mi sembrò la cosa più naturale. Estrassi velocemente la bacchetta e urlai:

<< Expelliarmus! >>

Un lampo partì dalla mia bacchetta e colpì violentemente quella della Parkinson che volò poco dietro di lei.

Cadde anche lei.

La risata le morì in gola, con la bocca ancora aperta mi fissava.

Io ero veramente fuori di me.

Aveva rovinato il mio vestito. Aveva rovinato la mia serata. Il mio primo ballo.

Lei sembrò riprendersi e si lanciò sulla bacchetta e ancora a terra stringendola fortemente mi urlò contro.

<< Stupeficium. >>

Velocemente il mio corpo e la mia voce risposero.

<< Protego. >>

I ragazzi che fino a quel momento erano stati attorno a noi si allontanarono velocemente.

L’incantesimo rimbalzò verso il soffitto.

<< Ora basta! >>

Una voce imperiosa ci bloccò, entrambe ci girammo verso il proprietario. Silente.

<< Credo che per stasera abbiate già dato abbastanza prova del vostro talento nel duello. >>

Vidi i suoi occhi puntati su di me. Una strana luce brillava in essi.

Dietro di lui arrivarono anche la professoressa McGrannit e Piton.

<< E’ già l’una, anche quest’anno il ballo è concluso. Potete ritirarvi nei vostri relativi dormitori, e auguro felici feste a chi domani partirà per le vacanze natalizie. Buona notte. >>

Con queste parole ci costrinse a tornare ognuno nei propri dormitori.

Io ero ancora tremante dalla rabbia, lì ferma a guardare la Parkinson, che ancora fissava me con gli occhi spalancati tra un misto di rabbia e sorpresa.

Silente mi si avvicinò e mi appoggiò la mano sulla spalla, mi decisi ad alzare lo sguardo su di lui.

<< Signorina Bennet. Vada nel suo dormitorio ora, ne riparleremo domani mattina alle 11 di ciò che è successo questa sera. Ora vada pure a dormire. >>

Poi lentamente mi superò senza più guardarmi.

Hermione mi raggiunse velocemente e assieme a Ron e ad Harry mi spinsero verso l’uscita dalla sala grande nel più completo silenzio.

Mentre ci allontanavamo sentimmo lontanamente un leggero tossicchiare. Ma ormai eravamo troppo lontani e non sentimmo la risposta di Silente alla Umbridge.

Mi ritrovai nella sala comune, precisamente sul divanetto senza nemmeno accorgermene.

Attorno a me c’erano tutti i miei amici, gli altri compagni di casa stavano tutti andando nei dormitori al piano di sopra.

<< Alexa? Tutto bene? >>

Chiese preoccupata Hermione, alzai gli occhi su di lei e annuii debolmente.

<< Quand’è che hai imparato quegli incantesimi? >>

Chiese stavolta Harry fissandomi incuriosito e con qualcos’altro nello sguardo.

<< Io, ho letto i libri di incantesimi e difesa contro le arti oscure. Ma, a dire il vero non li avevo mai provati. >>

Hermione e Harry si scambiarono uno sguardo strano.

Fino ad allora praticamente non avevo fatto quasi nessun incantesimo, solo quelli più semplici, e mi risultavano comunque un poco difficili, daltronde io fino a 3 mesi prima non avevo mai preso una bacchetta in mano e nemmeno preso in considerazione l’eventualità di avercela un giorno.

<< E’ stato un gran bel duello Alexa. >>

All’affermazione di Harry annuirono convinti anche Hermione, Ron e Neville che si era trattenuto anche lui per vedere come stassi.

<< Però devi imparare a controllarti, per stavolta ti è andata bene, ma reagire così con anche i professori presenti non è una gran bella mossa. >>

Disse lentamente Hermione.

Io abbassai tristemente lo sguardo.

<< Hai ragione. Scusatemi, vi ho rovinato la festa. >>

<< Non è vero. >>

Disse con voce decisa Neville, tutti ci girammo stupiti verso di lui.

<< Io mi sono divertito molto e comunque ormai la serata era finita. >>

<< Già è stato un finale col botto. >>

Intervenne annuendo Ron.

<< Ah questo è il pezzo del tuo vestito. >>

Disse porgendomi il pezzo di vestito Neville, era di nuovo arrossito.

<< P-peccato. Era molto b-bello. >

Allungai la mano e presi la stoffa mal tagliata di quello che rimaneva della parte inferiore del vestito, la strinsi al petto.

<< Grazie Neville. >>

<< Forse è meglio che ti vai a coprire ora Alexa. >>

Disse piano Hermione.

Fino a quel momento non mi ero accorta veramente di quanto fosse alto lo strappo del vestito, ora talmente corto da scoprire quasi totalmente le mie gambe.

<< Magari ora è pure migliorato il vestito. >>

Sospirai lisciando quelle poche pieghe che si potevano essere create in così poca stoffa.

Tutti mi fissarono senza dire nulla, però c’era una cosa che era sbocciata in quel momento, in quel primo expalliarmus, in quel primo vero incantesimo. Avevo sentito la bacchetta vibrare, avevo sentito la bacchetta come un tutt’uno con il mio braccio, con la mia mano.

La magia faceva parte di me, era dentro di me. Questo avevo sentito in quel momento per la prima volta. Da me era uscita.

Estrassi nuovamente la bacchetta, e la guardai. Ci appoggia sopra l’indice sinistro e lo feci scivolare sopra, vidi di nuovo, come il giorno che la comprai, gli intarsi grigi diventare rossi. Subito dopo tornarono normali.

<< Alexa? Tutto bene? >>

Harry mi mise la mano sulla spalla e alzai lo sguardo su di lui. Poi sorrisi.

<< Non mi sono mai sentita meglio. Mai. >>

Mi alzai di scatto andando verso il camino. Poi mi girai verso di loro che mi guardavano non capendo cosa fosse successo in quei pochi attimi.

<< Io, in quel momento ...

Volevo spiegare loro cosa avevo provato in quel momento, ma non sapevo con che parole potessi farlo. Era difficile da spiegare, da esprimere con delle semplici parole.

<< In quel momento ho sentito scorrere la magia in me come sangue nelle vene ... E’ difficile spiegarlo ... Mi sono sentita forte, capace di proteggermi. Capace di proteggere. >>

Mentre pronunciavo queste parole cominciai a camminare avanti e indietro davanti al camino.

Nessuno osava fiatare.

<< E’ stata come la cosa, si, come la cosa più naturale del mondo. >>

Finendo la frase mi girai verso di loro, sperando che qualcuno capisse le mie emozioni. Quello che avevo provato in quel momento.

Quella forza inaspettata che avevo sentito dentro di me in quel momento.

Li guardai uno ad uno, capii dallo sguardo di Hermione, Ron e Neville che non capissero quello di cui stavo parlando.

Ma Harry si, lo capii.

<< Si, ti capisco Alexa. Capisco quello che hai provato ... >>

<< Ti prego non mi dire che è una cosa negativa. >>

Lo interruppi.

<< No non lo è. >>

Rispose solamente Harry. Ma c’era dell’altro non mi aveva detto tutto.

<< E’ che ora ho capito che sei pronta per entrare nell’E.S. >>

<< E.S. ? >>

<< Esercito di Silente. >>



*****



Sabri92 --> Anche a me sta particolarmente antipatica Cho Chang, ma non volevo distanziarmi troppo per il momento dal libro. XD



SakiJune -->  Siii io adoro Neville ( oldre a Draco XD ) , è così carino. *_* Nemmeno io mi rifiuterei di ballare con lui. XD

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Capitolo 16
*** 16 – E.S. – L’Esercito di Silente, l’ultimo segreto cade ***


Evvai!! La terza settimana di fila che posto non in ritardo!! Queste sono soddisfazioni. Scusate il mio attimo di follia. XD

Buona lettura!



*****



16 – E.S. – L’Esercito di Silente, l’ultimo segreto cade

 

<< E’ che ora ho capito che sei pronta per entrare nell’E.S. >>

<< E.S. ? >>

<< Esercito di Silente. >>

 

<< Esercito di Silente? >>

Harry annuì, e poi mi iniziò a spiegare tutto.

Rimasi a bocca aperta a scoprire tutto quello che non mi avevano ancora detto, della loro idea, dei primi due incontri.

Mi spiegarono che non mi avevano detto nulla per un solo motivo.

Sapevano che se me ne avessero parlato io avrei voluto entrare, e che non mi credevano pronta.

Chiunque era libero di entrare tranne io pensai.

Sentii quel vecchio sentimento tornare prepotentemente ma chiusi gli occhi e feci un respiro profondo. Non avrei commesso di nuovo lo stesso errore.

Avevano ragione. Se io lo avessi saputo sarei voluta entrare, subito, anche se non conoscevo nessuna magia. Anche se non sapevo difendermi. Sarei stata più di intralcio che altro.

Molti a quanto pare facevano parte dell’E.S.

Alcuni anche da tassorosso e da corvonero oltre che da grifondoro. Ovviamente nessun serpeverde.

<< Quindi ora pensate che io sia pronta e possa fare magie al vostro livello? >>

Harry annuì.

<< Ok. Anche io farò parte dell’Esercito di Silente. >>

 

Appena mi svegliai la mattina dopo mi alzai e velocemente mi vestii. Come spesso mi succedeva ero tra le prime a svegliarmi.

Tre ore dopo mi sarei dovuta incontrare con Silente, ero un pò preoccupata, non sapevo se mi volesse punire o no, ma probabilmente se non lo aveva fatto la sera prima non lo avrebbe più fatto. O almeno io lo speravo.

Il vestito la sera prima lo avevo chiuso nel baule sotto tutta l’altra mia roba. Mi faceva male vederlo, io mi affezionavo sempre a ciò che cucivo ed ero particolarmente legata a quello, il mio primo abito da ballo, per il mio primo ballo. E ora era lì miseramente stracciato.

Chissà poi perchè ce l’avesse con me, non ricordavo di averle mai fatto nulla. Mai.

Scesi al piano di sotto con il libro di incantesimi, avevo una ancora maggiore voglia di imparare ora che sapevo di aver fatto un passo avanti, un grande passo avanti. Il blocco che sentivo fino a quel momento dentro di me era scomparso.

Richiusi il libro di scatto, mi ricordai finalmente che io entro la giornata avrei dovuto cominciare a preparare il baule. Due giorni dopo sarei partita per le vacanze Natalizie e sarei andata da mia nonna, Margareth.

Finalmente avrei visto la sua casa. Chissà come era.

Con questi pensieri mi dimenticai completamente del libro di incatesimi che scivolò lentamente a terra.

Alcuni pesanti passi mi risvegliarono dai miei pensieri.

Vidi ragazzi e ragazzi completamente vestiti che scendevano dai rispettivi dormitori con i bauli dietro di loro, erano quelli che partivano quella mattina stessa.

Alcuni velocemente salutarono, io tentai di ricambiare ma sparirono poco dopo oltre il ritratto della signora grassa.

Poi di nuovo silenzio. Sembrava fosse stato quasi un’allucinazione tanto erano stati veloci. Io avevo ancora la mano alzata. Non vedevano proprio l’ora di essere di nuovo a casa.

Mi appoggiai con le braccia sullo schienale del divano guardando ancora verso il retro del ritratto della signora grassa.

Di nuovo si sentirono dei passi sulla scala ma questa volta erano lenti e un poco strascicati.

Erano Ron e Harry con ancora addosso i pigiami e sopra le vestaglie, e per ultimo i capelli tutti arruffati.

<< Buon giorno! >>

<< Arhaam >>

Fu la risposta di Ron al mio saluto.

<< Eh ? >>

<< Lascia stare Alexa, per il primo quarto d’ora è così. >>

<< Ah capito. >>

Risposi divertita ad un Harry visibilmente più sveglio di Ron.

Si buttarono entrambi sul divano affianco a me.

<< Ma ... che è passato prima? Un branco di troll? Mi hanno svegliato .... >>

Chiese Ron sbadigliando leggermente più sveglio di prima, ma con ancora gli occhi semichiusi.

<< Solo studenti desiderosi di arrivare a casa il prima possibile. >>

Risposi ridendo.

<< Allora che farai Alexa vai da tua nonna per queste feste? >>

Annuii alla domanda di Harry.

<< E voi che fate? >>

Chiesi curiosa, fino a quel momento, causa ballo, non ne avevamo parlato.

<< Bè andiamo dal mio padrino. >>

Annuì, qualche settimana prima mi avevano raccontato tutto quello che era successo a loro in quegli anni. Di tutti i 4 anni prima. Compreso del suo padrino, Sirius Black.

La mia vita a confronto di quella di Harry era normale.

<< Eccovi quì. >>

Disse la voce squillante di Hermione.

Scese velocemente le scale e come me era già vestita.

<< Tieni Alexa, l’ho appena fatto per te. >>

Dicendo questo mi porse un galeone.

Lo guardai attentamente, girandolo e rigirandolo.

<< Ehm grazie Hermione ... Mi hai fatto un galeone ... ? >>

Hermione rise rispondendo alla mia risposta.

<< Non è un normale galeone, ci ho fatto un incantesimo sopra, serve per passarci le informazioni tra di noi dell’E.S. Quando lo sentirai caldo vorrà dire che c’è qualche novità. >>

<< Wow che splendida idea! Grazie! >>

Soddisfatta lo infilai velocemente in tasca.

<< Il prossimo incontro lo faremo dopo le feste. >>

Disse Harry sorridendo.

Non vedevo l’ora di andarci.

Speravo solo di riuscire a tenere il passo degli altri.

<< Ci scriverai vero? >>

Mi chiese Hermione.

<< Si! ... Ma, siete sicuri che posso? Non è che così potreste essere scoperti? >>

Chiesi preoccupata.

<< No non ti preoccupare. >>

<< Allora vi scriverò! >>

Promisi felice.

 

Erano ormai le 11, dovevo avviarmi verso l’ufficio di Silente.

Mi incamminai visibilmente tesa non sapevo cosa mi aspettasse, in teoria quello che avevo fatto era contro le regole.

Ma a pensarci bene non avevo iniziato io ma la Parkinson, e a lei non aveva detto niente, o almeno mi pareva. Non me lo ricordavo proprio.

Arrivai davanti all’entrata delle scale per l’ufficio di Silente, per fortuna il passaggio si aprì mentre mi stavo avvicinando. Ne uscì il professor Piton altero e serio come sempre. Si bloccò vedendomi e alzando un sopracciglio mi rivolse la parola.

<< Signorina Bennet. >>

<< Buongiorno professore. >>

Risposi tentando di superarlo per salire su per la scala a chiocciola ma Piton mi bloccava la scala.

<< Pare, che lei abbia dimostrato doti che nessuno si sarebbe mai aspettato ... da una che studia magia da soli 3 mesi. >>

Mi fissò negli occhi dicendo la frase, appena ebbe finito di dirla si allontanò senza più guardarmi.

Io rimasi un pò ferma a guardare la sua figura allontanarsi finchè non scomparve voltando l’angolo.

A me quell’uomo sconcertava, non provavo antipatia nei suoi confronti come Harry e gli altri, ma non riuscivo a capirlo, era strano e cupo. Non sapevo proprio che altro pensare di lui.

Mi decisi a salire e dopo aver bussato leggermente entrai.

Silente era seduto come la volta scorsa dietro la sua scrivania e mi fissava da dietro i suoi occhialini a mezzaluna.

<< Buongiorno signorina Bennet. Perfettamente puntuale. >>

Mi disse indicandomi con una mano una sedia di fronte alla scrivania, mi sedetti velocemente rispondendo al suo saluto.

<< Signorina Bennet, come può immaginare vorrei parlarle a riguardo dei fatti successi ieri sera. >>

Sentendo le sue parole abbassai mestamente lo sguardo fissando a terra.

<< Mi dispiace profess ... >>

<< Ottimo duello signorina Bennet. >>

Alzai lo sguardo da terra immediatamente sentendo quelle parole bloccando la mia frase. Avevo gli occhi sgranati dalla sorpresa.

<< Anche se non credo fosse l’occasione più adatta per dimostrare le sue doti, ma, capisco che la signorina Parkinson con il suo comportamento e le sue parole l’abbiano fatta agire senza troppo pensarci. >>

Continuai a fissarlo stupida guardandolo, arrossendo leggermente al pensiero di quello che mi aveva detto la sera prima la Parkinson, mi avevano colpito dove ero più debole.

<< Comunque ...

Continuò interrompendo i miei pensieri.

<< Credo si sia rivelata una cosa positiva, per molte cose anche per le più brutte c’è spesso una nota positiva. E noi ora sappiamo che lei è in grado di fare magie di difesa. Molti della sua età non sono ancora in grado di farle correttamente e sopratutto non nei momenti in cui servono veramente. >>

Sorrise prima di dire l’ultima frase.

<< Credo che, impegnandosi correttamente, lei potrà diventare una grande strega. >>

E infine aggiunse:

<< Per questa volta nessuna punizione signorina Bennet. >>

 

Uscii dall’ufficio di Silente con gli occhi ancora sgranati. Non solo non avevo avuto nessuna punizione, ma mi aveva detto sorridendo che sarei potuta diventare una grande strega.

 

Questo devo assolutamente scriverlo a mia nonna.

 

Pensai contenta avviandomi verso il mio dormitorio.



 

*****



matrice --> Non avevo mai pensato alla nonna di Neville ma effettivamente forse un poco ci assomiglia in certi aspetti. Margareth è la nonna dei miei sogni. XD Giovanile, allegra e anticonformista. XD Lei non bada alle apparenze, lei è se stessa, che agli altri piaccia o no. Se non si nota mi piace Margareth. Forse prima o poi farò una fan fiction solo su di lei al tempo di Hogwarts. Chissà!



Sabri92 --> Grazie! Ed ecco ce l'ho fatta ho postato abbastanza velocemente speriamo che l'ispirazione rimanga. -.-" Pansy trovo che sia tra i personaggi più odiosi assieme a Cho. XD



SakiJune --> Sono contenta che sia piaciuto il duello! Ero stata indecisa fino all'ultimo se metterlo o no, ma alla fine mi sono buttata.

Anche io li preferisco, sia da leggere che da scrivere, tento il più possibile di mantenere i personaggi originali, per quanto poco, a volte, mi renda conto che mi riesca. Faccio fatica a gestire personaggi non miei, ma mi piacciono così e Alexa si muove nel loro mondo.

Sembrerà un idozia lo so. XD Spero di continuare a scrivere capitoli che  piacciano, quanto piace a me scriverli.



Al prossimo capitolo! Ciao!!!

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Capitolo 17
*** 17 - Inquietudine ***


Chiedo umilmente perdono. =_= Imperdonabile il tempo che ci ho messo a scrivere questo misero capitolo ma ero senza ispirazione e tutto ciò che scrivevo mi faceva schifo. E poi finalmente ho scritto questo. Spero buona lettura.



*****



17 – Inquietudine

 

<< Alexa! Alexa! Alzati subito! >>

<< Eh ? ! >>

Riuscì a sbiascicare soltanto, mi sembrava di avere chiuso gli occhi solo poco prima, come poteva già essere ora di alzarsi ? ? ?

Riuscii finalmente ad aprire lentamente e a fatica gli occhi e vidi a pochi centimetri di distanza dal mio viso Hermione, e il resto completamente buio.

<< Ma ... E’ buio ... voglio dormire. >>

Tentai di rigirarmi nel letto ma una mano di Hermione mi rigirò.

<< No Alexa non è il momento di dormire è successo qualcosa di grave. >>

Riaprii di scatto gli occhi sentendo queste parole, all’improvviso non sentivo più sonno e velocemente mi tirai su e mi sedetti sul letto fissando nel buio Hermione.

<< Che è successo ? >>

Chiesi preoccupata, il mio cuore improvvisamente batteva a mille dalla paura.

<< Shhh, vieni con me scendiamo in sala comune. >>

Scendemmo velocemente in sala comune ancora in pigiama e ci sedemmo così sopra il divano, Hermione guardò verso le scale per vedere che non arrivasse nessuno.

<< Allora che è successo? >

<< Pare sia successo qualcosa al padre di Ron, Ron e gli altri sono da Silente, anche Harry è con loro. >>

<< Harry? >>

Chiesi confusa, non capivo cosa centrasse lui.

<< E come mai tu hai sentito tutto e io niente? >>

Finii ancora più confusa.

<< Io ero sveglia e ho sentito dei rumori, allora sono scesa e ho ascoltato quello che si sono detti Harry e la MacGrannit. >>

Non mi aveva chiarico comunque molto le cose.

<< E Harry? Che c’entra? >>

<< E’ stato lui a vedere tutto, attraverso un sogno. >>

Rimasi a fissarla stranita,  capii che l’unico modo per sapere tutto era aspettare, e intanto si poteva solo sperare per il meglio.

 

Passò quasi un ora prima che il quadro della signora grassa finalmente si aprisse ed entrarono Ron e gli altri suoi fratelli visibilmente sconvolti, e Harry in coda alla fila era ancora impaurito.

Hermione corse subito verso Ron e Ginny, appoggiando una mano sulla spalla di quest’ultima. Dopo averli osservati mi avvicinai lentamente verso Harry.

<< Harry. Tutto bene? >>

Scattò sentendo la sua voce, mi guardò con occhi stanchi.

<< Si, ora si. >>

Disse con voce bassa massaggiandosi la cicatrice sopra la fronte.

<< Il padre di Ron è vivo anche se gravemente ferito. >>

<< Per fortuna ... >>

Riuscì a dire finalmente un pò più tranquilla.

Mi voltai verso Ron e i suoi fratelli, avevano ancora i visi tirati dalla stanchezza, e dalla paura da poco leggermente scomparsa. Dovevano essere veramente preoccupati per il loro padre.

Per un attimo pensai a mio padre.

Con i suoi spenti. Le labbra sempre piegate verso il basso.

Scossai la testa velocemente tentare di ricacciare quel ricordo in fondo a tutti gli altri più recenti, e più felici.

La voce di Harry mi riportò al presente.

<< Dovremo partire domani mattina, Silente mi ha detto di avvertire anche te ed Hermione. >>

<< Allora bisogna finire le valigie stanotte. >>

Harry annuì e poi con si diresse verso il suo dormitorio, dopo poco tutti noi seguimmo il suo esempio, dovevamo finire le valigie e essere pronti per la mattina seguente per partire.

Però non capivo come mai anche io dovessi prepararmi, io dovevo andare da mia nonna per le vacanze di Natale. Oppure no.

 

La mattina giunse veloce dopo le poche ore che avevamo dormito quella notte. Però eravamo tutti pronti con le nostre valigie dietro di noi, io, Hermione, Harry e tutti i fratelli Weasley al completo. Eravamo tutti stranamente silenziosi.

Mi voltai a fissare Ginny, aveva gli occhi ancora rossi, doveva aver pianto per tutto il resto della notte.

Bè era normale, suo padre era stato ferito ed era quasi morto.

Che cos’è che mi angosciava così.

 Si ero dispiaciuta per loro, era normale, il padre di alcuni miei compagni e amici aveva richiato di morire ed io ero partecipe del loro dolore e della loro paura.

Ma c’era qualcosa di più profondo che mi bruciava dentro, qualcosa di più personale. E non capivo. Ci avevo pensato per tutta la notte ma non ero giunta a nessuna conclusione. Mi sentivo un’estranea, in più.

<< Bennet. >>

Mi girai di scatto sentendo una voce dietro di me chiamarmi, eravamo appena arrivati davanti al portone d’entrata, oltre c’era l’immenso parco di Hogwarts.

Dietro di me c’era soltanto Malfoy.

Non so cosa vide nei miei occhi, ma i suoi occhi, dalla loro solita aria glaciale e superiore, cambiò e mi guardarono stupiti e interdetti.

<< Ma cosa ... Bennet? >>

Sussurrò appena, poi appena se ne accorse del suo tono tornò velocemente quello di prima. O forse non del tutto.

<< Cosa vuoi Malfoy? >>

Chiesi sospettosa ripensando per un attimo a quello che era successo la sera del ballo.

Sentii i passi degli altri fermarsi, dovevano aver notato quel che era successo, ma erano ormai troppo lontani per sentire tutto, tranne Hermione e Harry i più vicini a me rispetto agli altri.

<< Credo che l’altra sera ti sia caduta questa ... >>

Con passo sicuro si avvicinò a me, e dopo aver allungato entrambe le mani appuntò alla mia maglietta nera la spilla di mia nonna.

La guardai stupita, non mi ero accorta di averla persa. Velocemente ripuntai gli occhi su Malfoy.

<< Non mi ero accorta di averla persa. Malfoy ... Grazie. >>

<< Dovresti aver più cura delle cose che ti vengono regalate Bennet, sopratutto se, come questa, hanno un enorme valore. >>

Appoggiai una mano velocemente sul mio petto dove si trovava ora la spilla. Continuando a fissarlo.

Sorrisi tristemente.

<< Malfoy, questa volta devo ammettere che hai ragione. >>

<< Io ho sempre ragione. >>

Tornando al suo solito tono altezzoso fece un passo indietro infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni.

<< Ah, Potter. >>

Disse con un ghigno verso Harry.

<< Sei un idiota ripeto. >>

E dopo aver detto questa frase e avermi fissato con il suo solito sorriso, se ne andò come era arrivato.

Mi voltai verso Harry, era talmente stanco che non aveva nemmeno provato a rispondere alla provocazione di Malfoy, che comunque evidentemente non aspettava nessuna risposta visto che se ne era andato immediatamente, o forse non gli interessava.

<< Che cosa avrà voluto dire. >>

Chiese pensierosa Hermione fissando verso il portone dietro cui era scomparso poco prima Malfoy.

<< Bè mi sembra abbastanza chiaro quello che abbia voluto dire. Non è certo la prima volta che chiama Harry idiota. >>

Rispese Ron non capendo il perchè di quella domanda per lui così banale.

<< Era diverso dal solito. >>

Continuò Hermione.

<< Non mi pareva e comunque non mi interessa. Dobbiamo andare. >>

 Concluse leggermente scocciato Harry. Era dalla notte prima che era così di cattivo umore e così distante da tutti noi.

Io nel mentre che loro discutevano li avevo fissati a turno, senza guardarli o ascoltarli veramente.

Era tutta così irreale questa situazione.

E nonostante fossi lì con loro, mi sentivo distante anche io.

La mia mente e il mio cuore mi allontanavano da loro in quel momento, sentivo il bisogno impellente di stare sola con i miei pensieri, come era una volta. Come quando ero sola.

Volevo stare lì con loro, ma allo stesso tempo sentivo il peso del passato pesarmi addosso come un macigno anche se tentavo con tutte le mie forze di scansarmi e di guardare soltanto avanti, verso loro, il mio presente. E presubilmente il mio futuro.

Che cosa mi stava succedendo?



*****



Grazie come sempre per chi ha commentato! E anche per chi ha anche solo letto. Spero sia piaciuta.

E spero di postare al più presto il prossimo capitolo che ho già iniziato!

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Capitolo 18
*** 18 - Ritorno al tempo passato ***


Questa volta posso affermare che non è stata colpa mia. Misera consolazione. =_= Il mio computer con mio grande orrore un giorno non si è acceso più, e così ho scoperto che la mia ventola e il mio alimentatore mi avevano detto addio, ma per fortuna era soltanto quello! Ho avuto più che altro paura per tuttii i miei file. Le mie foto! I miei disegni! E più di tutto i miei racconti! Per fortuna non si è cancellato nulla. Comunque vi chiedo scusa per avervi fatto aspettare tanto. ç_ç

Ma eccovi quì il nuovo capitolo. Spero vi ripaghi un pò dall'aver aspettato, sempre che lo legga ancora qualcuno. ( Me negativa come sempre... )



*****



18 – Ritorno al tempo passato

 

Scendemmo dal treno qualche ora più tardi, era stato un viaggio silenzioso.

Eravamo arrivati, dopo tre mesi avevo rimesso piede a Londra. Era così strano, tre mesi prima arrivai lì con poche cose e un passato che avrei cancellato volentieri, ma nonostante tutto non avevo questa inquietudine a quel tempo, mi sentivo più sicura. Forse perchè tre mesi prima non avevo nulla da perdere se non me stessa.

Mi voltai verso la gabbiettina di Sasha che come al solito stava dormendo, sorrisi, era incredibile quante ore dormisse in una giornata.

Tre mesi prima eravamo solo io e lei.

Mi voltai verso Harry e gli altri, ora avevo qualcosa di estremamente prezioso tra le mie mani, e mi sentivo così egoista a sentirmi così inquieta proprio in quel momento quando era successa una cosa così seria.

E il fatto di sentirmi in colpa mi faceva sentire ancora più inquieta.

Era un circolo vizioso.

<< Ragazzi! Ron! Da questa parte, siamo quì! >>

Sentendo il suo nome Ron si girò per primo, poi tutti noi di seguito.

Una signora rossa, non tanto alta e in carne si sbracciava verso di noi. Doveva essere la signora Weasley.

Dietro di lei vidi anche un uomo dai capelli castani chiari tendenti ormai al grigio, lo sguardo che sembrava triste.

Ancora un poco più in là finalmente vidi mia nonna, i suoi capelli rossi, anche se più scuri di quelli della signora Weasley, i suoi occhi gioviali dello stesso colore dei miei e il suo sorriso.

<< Nonna! >>

Urlai e velocemente le corsi incontro, saltandole al collo. Lei mi strinse forte a se salutandomi.

Dietro di me sentii arrivare anche gli altri, mi staccai sorridente da mia nonna, mi sentivo più felice ora, ma nonostante la presenza di mia nonna quello che avevo provato fino ad un attimo prima non era scomparso, aspettava solo il momento opportuno per risaltare fuori, più prepotente e doloroso di prima. Mancava solo il momento proprizio.

<< Tu devi essere Alexa, io sono la signora Weasley. >>

Mi girai sentendo il mio nome, e strinsi le mani che gentilmente mi erano state allungate.

<< Lupin, Remus Lupin. >>

Mi disse l’uomo dai capelli castani. Subito dopo aver lasciato la mia mano ci invitò tutti a seguirlo, e così tutti noi facemmo, anche mia nonna e io.

 

Durante il viaggio verso la nostra destinazione mia nonna mi spiegò che non saremmo più andate a “Bennet Manor”, per sicurezza e comodità saremmo andati tutti nel nascodiglio segreto dell’Ordine della Fenice, a cui da poco si era unita pure lei. Voleva finalmente essere utile mi disse. Per cui saremmo andati tutti a Grimmauld Place.

<< Grimmauld Place?? >>

Riuscì solo a dire sconvolta.

Non poteva essere.

 

E invece era proprio Grimmauld Place. Fino all’ultimo sperai che esistesse un’altra via col medesimo nome, e invece era proprio quella.

Poco lontano da lì, meno di 10 minuti di distanza, si trovavano i miei genitori. Si trovava quella che fino a qualche mese prima era la mia “casa”.

Grimmauld Place, ogni mattina ci passavo per andare a scuola e ogni pomeriggio ci passavo per tornare a casa. Quelle vie le conoscevo perfettamente.

Cominciai a guardarmi attorno, niente era cambiato lì in quei luoghi, però per me, anzi in me erano cambiate molte cose.

Da sempre una strana sensazione tornare dopo tempo in luoghi che hai frequentato per lunghi periodi e poi per diversi motivi non hai più rivisto. Non è tanto il tempo calcolato in anni o mesi, ma il tempo interiore, le esperienze vissute che cambiano il tuo modo di vedere. O almeno io credo.

Però tornare lì, mi faceva sentire di nuovo immersa nel mio passato. Era come sprofondarci dentro lentamente, ma inesorabilmente.

<< Alexa ? >>

Mi girai di scatto sentendo il mio nome, per un attimo non riconobbi Harry, e lo fissai come se fosse uno sconosciuto incontrato per la prima volta, ma subito mi ritornò in mente tutto. Con chi ero e perchè.

<< Tutto bene Alexa? >>

Mi chiese mia nonna appoggiandomi la mano su una spalla.

<< Si si. Tutto bene. >>

Risposi velocemente. Non potevo parlare con loro di certe cose, sarei stata solo di peso. Avevano ben altri problemi loro.

Ma non mi accorsi degli sguardi preoccupati che si erano scambiati Harry, Hermione e Ron.

 

La casa comparve spuntando al centro di due altre villette.

Entrammo velocemente, tentando di non farci notare dai babbani che ovviamente non la potevano vedere, e subito fummo accolti dalle altre persone che si trovavano all’interno.

La casa da quanto si poteva vedere sembrava molto scura, con corridoi stretti e bui.

<< Finalmente siete arrivati. Harry! >>

Mi voltai lentamente seguendo la voce e vidi comparire un uomo. E un uomo vestito elegantemente, capelli lunghi fino alle spalle, mossi e neri e una leggera barbetta sul viso.

Era un uomo sui quarant’anni dall’aspetto affascinante.

<< Sirius! >>

Sentii dire ad Harry che gli andò incontro abbracciandolo.

Lui era Sirius Black, il padrino di Harry, l’uomo di cui mi avevano parlato tempo addietro. Si staccarono dopo poco e salutò anche Hermione e Ron.

Infine si voltò verso me e mia nonna.

<< Lei deve essere Margareth Bennet. >>

Disse stringendo la mano a mia nonna.

<< E tu, Alexa Bennet. Mi ha parlato di te Harry nelle sue lettere. >>

Continuò Sirius allungandomi la mano, dopo un attimo di esistazione la strinsi arrossendo e sperai con tutta me stessa che nessuno se ne accorgesse.

<< Piacere di conoscerla, anche a me Harry ha parlato di lei. >>

Riuscii a rispondere, rimasi a fissarlo e mi sentii molto sciocca, fortunatamente tutti si erano già voltati per dirigersi verso il salotto, mia nonna mi sorpassò con passo deciso con un sorriso che non prometteva nulla di buono. Che si fosse accorta di quello che era successo? Speravo proprio di no.

 

Gli adulti si diressero in salotto mentre noi raggiungemmo i piani superiori dove c’erano le camere. Erano le stesse in cui avevano dirmito a settembre prima dell’inizio della scuola, io mi sarei unita ad Hermione e a Ginny.

La stanza non era molto grande e poco luminosa ma confortevole e con i suoi colori spenti trasmetteva come una profonda rassegnazione alla decadenza che ormai l’avvolgeva inelluttabile, come tutto il resto della casa.

<< Ecco quello è il tuo letto Alexa. >>

Mi disse Ginny indicandomi il letto alla destra della stanza, ci appoggiai silenziosamente la mia giacca sopra, poi mi ci sedetti sopra guardando il resto della stanza.

Ginny dopo aver appoggiato anche lei le sue cose sul suo letto velocemente uscì dalla porta dicendo che doveva chiedere delle cose a sua madre.

Rimanemmo io ed Hermione da sole.

<< Cosa succede Alexa ? >>

Alzai stupita lo sguardo su di lei senza rispondere.

<< Dai è da stamattina che ti comporti in modo strano, non mi dire che non c’è niente. >>

Abbassai lo sguardo pensando a che cosa avrei potuto risponderle. Non la verità.

<< Sono solo stanca Hermione. >>

Dissi alzandomi e dirigendomi verso alla finestra, da li, oltre alle tendine si poteva vedere bene la strada. Persone che passavano.

<< Solo stanca ... >>

Aggiunsi a voce bassa.

“ Stanca di avere un passato da dimenticare. ”

<< Stanca eh ? Non mi convince mol ... >>

<< Ragazzi !! Scendete, è ora pranzo ! >>

Per fortuna il pranzo mi aveva salvato.

 

Passarono alcuni giorni e finalmente arrivò il giorno di Natale. Appena mi svegliai trovai in fondo al mio letto una montagna enorme di regali.

Li guardai intensamente per alcuni minuti non capendo. Erano forse per me?

Io non avevo mai ricevuto regali da quanto mi ricordassi.

Guardai in fondo ai letti di Hermione e di Ginny anche loro avevano dei regali ma non quanti ne avevo io.

Mi morsi il labbro ricordandomi immediatamente che io non avevo comprato il regalo a nessuno, sia perchè non avevo soldi sia perchè non avevo pensato che ci saremmo regalati nulla, e invece su alcuni pacchi vedevo i nomi di Harry, Ron ed Hermione. E anche di mia nonna. Mi sentivo veramente malissimo. Una parte di me era contenta di aver ricevuto dei regali ma l’altra per niente, avrei preferito quasi non ricevere niente, io non meritavo niente.

Presi in mano un pacco colorato, di discrete dimensioni e lo fissai, solo in quel momento mi accorsi che stavo piangendo. Lo strinsi forte e alla fine mi costrinsi a lasciarlo andare.

Corsi in bagno e mi ci chiusi dentro.

Di fronte a me c’era lo specchio, mi rimandava la mia immagine, fin troppo nitida, fin troppo distrutta. Occhi verdi ricolmi di lacrime calde che scendevano lungo le mie guance fino al mento.

Tante lacrime, non riuscivo a fermarle.

Non mi meritavo nulla di quello.

Niente. Niente!

Mi lasciai scivolare a terra e mi strinsi forte a me.

Nella mia mente si affollò subito di ricordi, ricordi dei miei vari Natali.

Ricordi che non mi ricordavo di avere.

Il Natale dei miei 6 anni quando per la prima volta appena tornata a scuola scoprii dai miei compagni che i genitori in quel giorno facevano regali ai propri figli, il natale dei miei 8 anni quando con i pochi soldi che avevo comprai due fiori, uno per mia madre e uno per mio padre, il natale dei miei 11 anni quando ...

Sentii una dolorosa fitta alla testa.

Cosa successe quell’anno?

Non riuscivo proprio a ricordarmelo.

Il Natale dei miei 11 anni ...

Altra fitta, mi strinsi le mani forte ai lati della mia testa.

Il dolore era tornato ma i ricordi riguardanti quel Natale no.

Strano, tutti gli altri chi più faticosamente o meno me li ricordavo, ma quello proprio no, e ogni volta che provavo a pensarci sentivo profonde fitte alla testa.

Tentai di rialzarmi.

I miei 11 anni.

Sentii nuovamente una fitta stavolta più dolorosa, mi aggrappai alla maniglia della porta per sorreggermi e come in un flash mi rividi a casa mia nel mio salotto.

 

Mia madre era di fronte a me, la faccia stravolta dalla rabbia e anche da qualcosa in più, io ero impaurita, mio padre spaventato era dietro di lei, sembrava che stesse tentando di fermarla. Femarla da fare cosa?

 

Tornai velocemente al presente, e mi ritrovai di nuovo a terra, ansante a guardare il soffitto del bagno.

Cos’era quel ricordo?

Sembrava quasi un sogno. Un sogno tremendamente realistico.

“I miei 11 anni.”

Urlai dentro di me. E risuccesse, stesso dolore ma stavolta la scena era diversa

 

Io ero a terra in un angolo della mia stanza, sentivo dolore, tanto dolore, fisico ed emotivo. Mio padre era di fronte a me. Piangente.

<< Perdonami. Non son degno di essere chiamato “padre”, sono un buono a nulla e per te posso fare solo questo. >>

Mi puntò contro un quello che mi sembrò un bastoncino e disse una parola, poi più nulla.

 

Tornai nuovamente al presente, aspirando un’enorme boccata di ossigeno come se fossi stata a lungo senza.

Quel ricordo.

Io...

Cos’era successo.

Quel che pensavo un bastoncino, una bacchetta!

Quel che mi era sembrata solo una parola, un incantesimo!

Mi tirai su di scatto da terra, tornandomi a fissare allo specchio le lacrime avevano smesso di scendere ma avevo ancora il viso completamente bagnato, ora il mio sguardo era spaventato, sconvolto.

 

Mio padre aveva fatto un incantesimo su di me!

 

Mi aveva fatto dimenticare qualcosa che ora mi provocava dolorose fitte. Qualcosa che era successo nei miei 11 anni.

Io. Io dovevo sapere che cosa. E l’unico modo per scoprirlo era chiederlo proprio ai miei genitori. Avrei dovuto incontrarli di nuovo. Avrei dovuto affrontarli di nuovo.

 

In quel momento il passato aveva superato il mio presente, aveva riempito totalmente la mie testa. Io e il mio passato. Nulla più.



*****



Ed ecco concluso il diciottesimo capitolo.

Il prossimo capitolo ve lo posterò presto presto, così mi farò un pò perdonare per questo.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno commentato, e tutti quelli che leggono.

Stasera sono di fretta. Ma la prossima volta vi ringrazierò uno a uno. E' bello vedere che si è seguiti, che la tua fan fiction piace, e che ci sono persone che la mettono tra i preferiti.

Veramente grazie a tutti !

Bacioni! E Buona Notte!

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Capitolo 19
*** 19 – Verso la verità ***


19 – Verso la verità

 

Spalancai la porta e corsi verso il letto, mi dovevo vestire e andare fuori subito, ma quando uscii dal bagno di fronte a me trovai Hermione e Ginny già sveglie.

<< Buongiorno Alexa e Buon Natale. >>

Sentii appena ma non ci badai corsi verso i miei abiti e mi vestii in un attimo, presi le scarpe in mano, sentivo i loro sguardi puntati su di me.

<< Alexa ? Che cosa succede? Che stai facendo? >>

Sentii la voce di Hermione preoccupata, ma non avevo tempo, uscii di corsa dalla camera dicendo ad alta voce “Perdonatemi ma devo andare...”.

Corsi lungo il corridoio e arrivata di fronte alla scala sentii Hermione urlarmi dietro.

<< Alexa fermati! >>

Poco oltre la scala c’era il bagno dei ragazzi, e proprio in quel momento stava uscendo Harry e stava per entrare Ron. Mi fissarono non capendo cosa stesse succedendo e perchè Hermione mi stesse urlando dietro.

<< Harry, Ron fermatela! >>

Urlò di nuovo Hermione.

Io velocemente imboccai la scala e saltando gli ultimi gradini arrivai al pian terreno. La porta era proprio di fronte a me, dovevo farcela, sentii i passi dietro di me, non potevo farmi bloccare proprio adesso.

Ecco la porta.

Alla mia sinistra sbucarono Remus Lupin e il padrone della casa ,Sirius Black, ognuno con una tazza in mano.

Mi fermai un attimo a fissarli spaventata, non potevo lasciarmi bloccare, ma per fortuna nemmeno loro si erano accorti di niente e mi fissavano guardando me e le mie scarpe che tenevo ancora in mano, mi girai velocemente e vidii che Harry e Ron erano ormai alla fine delle scale. Senza altri indugi mi rimisi a correre. Allungai la mano, tirai, e la porta fin troppo facilmente si aprì.

Sentii un ultimo “Fermati Alexa!”, ma richiusi velocemente la porta dietro di me. Ero fuori e dovevo muovermi. Dovevo raggiungere casa mia, velocemente.

Di corsa attraversai la strada e velocemente imbucai la strada che conduceva a casa mia.

 

Harry e Ron si fermarono di fronte la porta, non potevano andare oltre e lo sapevano, senò sarebbe saltata la copertura, sopratutto per Harry.

Hermione e Ginny arrivarono poco dopo.

<<  No! E’ riuscita ad uscire. >>

<< Ora ragazzi dovrete spiegarmi cosa è successo. >>

Era stato Lupin a parlare e li fissava preoccupato. Sirius accanto a lui annuiva incuriosito. Quella ragazza anche se per pochi attimi li aveva fissati, e nei suoi occhi avevano visto lo sguardo di un animale braccato e tanto dolore.

Velocemente si ritrovarono tutti in salotto ed Hermione disse tutto ciò che sapeva. La parte più difficile sarebbe stato spiegare tutto in seguito a sua nonna che al momento non era ancora scesa.

<< Era strana ultimamente? >>

Chiese Lupin.

<< Si era sfuggente, silenziosa e persa nei suoi pensieri, è iniziato tutto quando siamo arrivati quì. >>

Lupin sospirò pensieroso, questo si che era un bel problema, la ragazza era là fuori e loro non sapevano cosa potevano fare per cercarla, non avevano punti di riferimento.

<< Sapete se questo luogo avesse un qualche significato per lei? >>

Hermione come gli altri scossero la testa. Non sapevano nemmeno dove si trovasse casa sua. L’unica che forse poteva sapere qualcosa era sua nonna Margareth. Ma come l’avrebbe presa.

Proprio in quel momento comparve Margareth.

<< Buongiorno a tutti e Buon Natale! Come siete mattinieri.

Poi si guardò attorno notando le loro facce preoccupate.

<< E’ successo forse qualcosa? >>

<< Si Margareth, forse è meglio che ti siedi. >>

Lentamente si sedette, cominciando a sentire una tremenda paura dentro di se.

 

<< Cosa? E nessuno è riuscito a fermarla? >>

<< No, nessuno di noi aveva capito cosa intendesse fare, finchè non l’ha fatto. >>

Margareth camminava avanti e indietro davanti al camino con passo esante, massaggiandosi la fronte aggrottata con la mano destra, l’altra era avvinghiata al suo fianco.

<< Non è possibile ... >>

Sussurrò.

<< No. No. L’ho appena ritrovata. Non posso perderla proprio adesso. >>

<< Margareth calmati, sembra che fosse strana da quando era arrivata quì, sai forse se questo posto ha qualche importanza per lei? >>

Margareth si fermò guardando Lupin.

<< Questo posto? Non so ... >>

Abbassò gli occhi a terra pensando. Poi di scatto rialzò il viso, i lunghi capelli sciolti le scivolarono dietro le spalle.

<< Forse mio figlio con sua moglie abitano da queste parti. L’ultimo indirizzo che seppi era quì in zona. >>

Tutti si voltarono a fissare Margareth.

<< Possibile che sia andata da loro? E perchè? Che io abbia sbagliato qualcosa? ... Di nuovo ... >>

Margareth si risedette pesantemente sulla poltrona che fortunatamente era lì vicina.

Harry si alzò di scatto.

<< Non dica così, Alexa le voleva bene, lei era la sua unica famiglia. Non certo i suoi genitori. Non sempre le persone che ti hanno cresciuto sono la tua famiglia. Anche se a dire il vero noi non sappiamo molto dei suoi genitori, non ne ha mai parlato. >>

Harry smise di parlare voltandosi verso Ron ed Hermione.

<< E noi non le abbiamo mai chiesto nulla. >>

<< Non è colpa di nessuno, nessuno può conoscere tutto di qualcun altro, e nessuno poteva sapere che cosa aveva in mente. >>

Disse lentamente Lupin.

<< Ma noi siamo suoi amici! >>

Disse alzandosi Hermione.

<< E ora dobbiamo ritrovarla, o si farà ancora del male. Qualsiasi cosa sia successa deve essere grave senò non sarebbe fuggita così. Credo, anche se ne ha ancora paura, che sia andata ad affrontare il suo passato. >>

Tutti rimasero in silenzio a fissare Hermione.

 

Pochi minuti ed eccomi di nuovo di fronte a casa mia, sembrava passata una vita intera, ma era tutto uguale a prima.

Ora però non sapevo che fare.

Ero lì di fronte a quella che era stata la mia casa fino a pochi mesi prima e non avevo il coraggio di entrare.

Era il giorno di Natale e sicuramente erano entrambi in casa.

Sentii un brivido, era freddo e solo in quel momento mi accorsi che ero uscita senza la giacca. Incrociai le mani al petto e mi strinsi così nelle spalle. Ma ovviamente non cambiò molto.

Cosa dovevo fare ora.

Sbattei forte un piede per terra. I miei lunghi capelli proteggevano un poco la mia schiena dall’aria fredda. Ma ovviamente non potevano fare molto di più.

C’era la strada che mi divideva dalla mia casa. Una stradina stretta e pulita in un quartiere di villettine tutte uguali ben ordinate con giardino ben curato davanti. Tutti uguali.

L’apparenza, ecco la cosa più importante.

E io col mio abbigliamento diverso stonavo in quel luogo.

 

Una goccia.

Due.

 

Iniziò a piovere, sempre più forte e sempre più intenso.

Ecco mi mancava solo la pioggia.

Abbassai il viso verso terra per guardarmi le scarpe che a poco a poco diventarono più scure a causa della pioggia. Da viola a viola scuro.

 

<< Ma quella ... non è ? >>

Parole sussurrate, alzai la testa verso la voce. E riconobbi subito la signora Norris, la mia vicina, e sua figlia Claire, che fino all’anno prima era stata una mia compagna di classe. Le vidi guardarsi scandalizzate e velocemente subito dopo entrarono in casa.

Sospirai. Avrei potuto scommetterci che ancora con i giacconi e l’ombrello in mano sgocciolante stavano già telefonando a mia madre per avvertirla che io ero lì fuori.

Non avevo più tempo per pensare.

Lentamente fissando la porta di casa mia mi ci avvicinai e senza nemmeno suonare o bussare vidii la porta spalancarsi e il viso di mia madre freddo come il ghiaccio apparire dietro la porta.

La signora Norris aveva già finito la sua telefonata.

Senza dire niente entrai.



*****



Lo so forse è un pò banale la scena della fuga di Alexa da Grimmauld Place, ma non decidendomi su come descriverla ho scelto di basarla su un mio incubo.



Spero che piaccia comunque il capitolo. XD





shandril --> Grazie! Sono contenta che piacciano Alexa e sua nonna, visto che sono personaggi un pò particolari, penso ^_^ ( sopratutto la nonna). Ebbene si, Alexa si è presa una cotta per Sirius, ma insomma a chi è che non potrebbe accadere ( lo so, sono di parte ). Draco ci sarà, eccome se ci sarà. Cosa ha dimentaicato si scoprirà nel prossimo capitolo.



Honey Evans --> Eh si, è proprio un mostro. Tutti vogliono proteggerla, ma il punto è: proteggerla dall'esterno o da se stessa?



Sabri92 --> Si scoprirà tutto nel prossimo capitolo! ^_^



SakiJune --> Sapeva quello che faceva. Adoro Sirius! *_* E nella mia trama in originale doveva comparire molto di più! Ma mi sono poi scordata di inserire alcune scene, ma ormai l'è tardi. =_= ( se riesco però le inserirò più avanti, mi piacevano proprio! ) Grazie di aspettare e continuare a seguire. :D Spero comunque di non dover più fare aspettare tanto!



E come sempre GRAZIE A TUTTI, TUTTI, TUTTI, TUTTI!!



Al prossimo capitolo!

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Capitolo 20
*** 20 - Dolorosa verità ***


20 – Dolorosa Verità

 

Rimasi per un attimo in piedi davanti la porta, non sapevo se andare verso il salotto o no. Non ero un ospite gradito io.

Guardai mia madre, con un gesto del viso mi indicò il salotto. Feci una lunga scia bagnata fino al centro del salotto dove vidi mio padre che con la bocca aperta si alzò dalla sua poltrona.

<< Alexa ... >>

Disse soltanto visibilmente stupito.

<< No, cosa ci fai quì ... >>

Continuò spaventato, ma non sapevo per chi, se per me o per lui.

<< Cosa ci fai tu quì. >>

Queste invece era senza dubbio la voce di mia madre irata. Scandì ogni parola, stava trattenendo la rabbia. Mi girai verso di lei che era alle mie spalle. Ma subito mi rigirai verso mio padre non degnandola più di uno sguardo.

<< Padre ... >>

Non lo avevo mai chiamato così, e intimorito sobbalzò.

<< S-si? >>

<< Non osare ignorarmi. >>

Disse mia madre ma feci finta di non sentirla.

<< Tu hai fatto un incantesimo di memoria su di me quando avevo 11 anni vero? >>

Mio padre sentendo la mia domanda distolse velocemente lo sguardo da me, ma non diede segno di voler rispondere.

<< Cosa avrebbe fatto lui? >>

Nessuno degnò di risposta mia madre.

<< Che cosa mi hai fatto dimenticare? Dimmelo! >>

Gli urlai contro avvicinandomi, volevo saperlo. Adesso. Poi li avrei abbandonati per sempre. Ma volevo sapere. Volevo sapere cosa si insianuava nei miei pensieri e mi provocava tutto quel dolore. Forse allora avrei saputo come combatterlo.

Ma lui non voleva parlare, fece un passo indietro.

No. Io dovevo sapere.

Velocemente estrassi dalla tasca la mia bacchetta e gliela puntai contro.

Per fortuna l’avevo lasciata dentro ai pantaloni.

Mio padre fece un balzo all’indietro e mia madre dietro di me urlò.

<< Sai chi è che ho incontrato e che mi avevate tenuto nascosto. Mia nonna Margareth! Tua madre! E lei mi ha trattato come una figlia. Non come voi. >>

Mio padre sobbalzò nuovamente.

<< Quella donna .... >>

Mi girai di scatto verso mia madre, era stata lei a parlare.

<< Quella donna è la persona più dolce e buona che abbia incontrato. >>

Le dissi. Nessuno poteva parlare male di mia nonna. Che era tutta la mia famiglia.

<< E’ una strega, proprio come te. >>

<< E come papà. Anche se immagino tu gli abbia impedito di fare incantesimi. >>

<< Esatto. >>

Vidi un sorriso di maligno trionfo allargarsi sul suo viso.

Mi rigirai lentamente verso mio padre, che ancora ci fissava spaventato.

<< Non del tutto però direi. Che cosa mi hai fatto dimenticare papà? >>

Stavolta la mia domanda suonò come supplicante.

Lui aprì la bocca per parlare ma non uscì nessun suono. Ma dopo poco abbassando la testa si decise.

<< Alexa, non posso dirtelo. >>

<< Tanto prima o poi me lo ricorderei comunque non credi? Dimmelo, centra mia madre vero? >>

Sentii mia madre indietreggiare.

<< Si, lei .... >>

<< Lei? >>

Ripetei. Ma non feci in tempo a dire null’altro che sentii mia madre tentare di prendermi la bacchetta, strinsi maggiormente la bacchetta e non la mollai, mi girai verso di lei e vidi che nell’altra mano brandiva un paio di forbici.

Scattai velocemente all’indietro e lei perse la bresa dal mio braccio destro.

Una fitta molto più forte delle altre mi assalì alla tempia. Sembrava quasi che la mia testa si volesse spaccare. Urlai, urlai come non avevo mai urlato.

E in quel momento ricordai tutto. Ogni cosa.

 

I miei 11 anni.

Mia madre era di fronte a me, mio padre poco dietro che tentava di fermarla.

Io ero scivolata a terra e avevo paura, tanta paura.

Mia madre allora come adesso aveva in mano un paio di forbici macchiate di rosso.

Abbassai il mio sguardo fino alla mia spalla sinistra.

Anche lì c’era una macchia rossa che si stava allargando.

Rialzai lo sguardo sua mia madre e sulle forbici.

Quello era il mio sangue.

 

Vidi mia madre cadere a terra, io velocemente scappai al piano superiore in camera mia e mi raggomitolai a terra di fianco al mio letto.

Faceva tanto male. Sia alla spalla che al cuore.

Poi arrivò mio padre con la bacchetta in mano. Doveva aver fatto svenire mia madre.

Mi si avvicinò.

<< Perdonami. Non son degno di essere chiamato “padre”, sono un buono a nulla e per te posso fare solo questo. >>

Disse con le lacrime agli occhi e poi l’incantesimo di memoria.

 

Il ricordo finì così.

Il dolore no, dalla testa ora si stava allargando fino al mio cuore.

Sentivo una stretta allo stomaco, una stretta al cuore.

Rialzai la testa.

Lacrime bollenti scendevano nuovamente lungo le mie guance.

Guardai incredula mia madre. Ma sapevo dentro di me che era tutto vero.

Non riuscivo però nemmeno a pensare a quella parola, alla verità.

Mia madre...

<< ...voleva uccidermi ... >>

Senza nemmeno accorgermene ero riuscita a dirlo.

Ma non mi faceva sentire meglio.

Vidi i suoi occhi assotigliarsi, tirò indietro le spalle e si sistemò impettita di fronte a me.

Mio padre invece abbassò la testa vergognoso, e sembrò quasi ingobbirsi.

<< Ditemi che non è vero ... >>

Chiesi implorante.

Anche una bugia ma volevo sentirlo.

Mia madre non poteva volermi uccidere.

Forse per sbaglio mi aveva ferito.

Casualmente

Erroneamente.

Mio padre aprì la bocca, voleva dire qualcosa, ma non disse niente.

<< Invece è tutto vero. >>

Mia madre fece un passo avanti e poi lentamente iniziò a girarmi d’attorno.

<< Si, fu tutto uno sbaglio fin dall’inizio, ma me ne accorsi veramente solo quando arrivò quella odiosa lettera che mi sbatteva in faccia che anche tu eri un mostro. >>

Io potevo solo seguirla con la coda dell’occhio. Senza sapere cosa dire o cosa pensare.

<< Già mi ero sposata tuo padre, che non valeva quello che appariva, anzi non valeva niente. E in più era quello che era, gli ho dovuto insegnare tutto. Come ad un bambino. E poi sei arrivata tu. >>

Mi girai per guardarla negli occhi.

<< Ma io sono tua figlia... >>

Sussurrai tra le lacrime.

Si fermò, continuando a fissarmi negli occhi. Il suo sopracciglio sinistro si alzò dubbioso. Stava per dire qualcosa.

 

<< Non ti ho mai voluta. >>

 

Sentii il mio cuore spezzarsi.

Chiusi gli occhi.

Sentii improvvisamente tutta la mia vita come uno sbaglio.

In quel momento gli ultimi mesi non esistevano più.

 

Non c’era nessuna Hogwarts.

Non avevo nessuna nonna.

Non ero una strega.

Non avevo nessun amico.

Non esistevano Harry, Ron ne Hermione.

Non esisteva Draco Malfoy.

 

<< Ora vattene, non ti voglio più vedere.  Vattene! >>

 

Mi spinse forte e io caddi, non avevo la forza di oppormi.

Sentii in bocca il sapore del sangue.

Mi dovevo essere rotta il labbro. Ma cosa me ne poteva importare in quel momento. Avevo ben un’altro dolore dentro. Ben più straziante.

Debolmente tantai di tirarmi su.

Ma niente sembrava avere importanza in quel momento.

Niente.

 

Solo ora ripensandoci dopo tanti anni capisco che quella fu la fine, la morte definitiva, della vecchia me stessa. Da lì potevo soltanto alzarmi e risorgere.

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Capitolo 21
*** 21 - Salvataggio ***


Mai più! Nella mia prossima FF, quando e se la scriverò, non metterò più i titoli nei capitoli, sono una vera frana. E' quasi più difficile decidere il titolo che scrivere il capitolo. Ehm... scusate questo mio piccolo sfogo, ma tutte le volte trovare un titolo è un dramma.

Vabbè, meglio tralasciare, eccovi il nuovo capitolo!

Per un pò premetto che i capitoli saranno in terza persona.

Buona lettura!!

***

21 – Salvataggio

 

<< Deve essere questa la casa. >>

Sussurrò Margareth fermandosi davanti alla casa. Era da un’oretta che giravano tra quelle villette tutte apparentemente uguali, all’interno di una probabilmente si trovava sua nipote. Lei aveva deciso di andare a cercare Alexa a sola, e da sola l’avrebbe riportata da lei, questa volta non si sarebbe arresa Alexa era troppo importante per lei non avrebbe commesso più lo stesso sbaglio come aveva fatto con Luis. Poco dopo essersi allontanata da Grimmauld Place si era accorta di essere seguita, e scoprì con sorpresa che si trattava del trio di amici di Alexa, si erano nascosti sotto un mantello che li aveva resi invisibili.

E ora erano arrivati finalmente davanti alla casa dove aveva vissuto negli ultimi 16 anni suo figlio con sua nipote.

 

<< E’ una pazzia. Non dovremmo essere quì. >>

<< Oh smettila Ron, tre quarti delle cose che abbiamo fatto ad Hogwarts non le avremmo dovute fare. >>

<< Ma Hermione almeno lì giocavamo in casa. Ehi, perchè quella ragazza ci fissa a bocca aperta? >>

Chiese Ron indicando una ragazza nel giardino alla loro sinistra. Li fissava con occhi sgranati e la bocca aperta.

<< Credo che fissi più che altro Margareth. L’abbigliamento è un poco appariscente. >>

Rispose Harry, girandosi a guardarla. Indossava di nuovo uno dei suoi abiti verde acceso lungo fino ai piedi e sopra un altrettanto lungo mantello nero. Non vestiva propriamente babbano, o per lo meno non certo di quel secolo.

<< Ragazza, abita quì la famiglia Bennet? >>

Sentendo la domanda di Margareth la ragazza indietreggiò come spaventata. Margareth e i ragazzi si guardarono non capendo la sua reazione.

<< Voi ... voi siete della setta ... >>

Indietreggiò ancora.

<< Setta ? Cos’è una setta ? >>

Domandò Ron ad Hermione.

<< Non è il momento opportuno Ron.

Poi rivolgendosi alla ragazza.

<< Non aver paura non vogliamo farti niente, stiamo solo cercando Alexa Bennet. La conosci? E di che setta parli? >>

La ragazza sentendo le parole di Hermione cambiò sguardo e incrociò le braccia al petto, non era più impaurita.

<< I suoi genitori ce l’hanno detto, poveri loro, che la Bennet se ne era andata via con una setta. Effettivamente guardandovi siete il gruppo giusto per la “pazza-Bennet”, vestiti strani e comunque se siete suoi amici non dovete essere tanto normali nemmeno voi. >>

Ora li stava quasi deridendo.

<< Come ti permetti ragazzina di insultare mia nipote!? >>

<< Nipote?  Ecco da chi ha preso. E dire che i suoi genitori sono persone così a modo. >>

<< A modo? Non credo proprio. >>

Rispose ironico Harry.

<< Harry non credo sia il momento giusto per discutere, non abbiamo tempo. >>

<< Ha ragione Hermione, già non dovremmo essere quì ... >>

<< Ron ! >>

<< Ok sto zitto. >>

Magareth mentre gli altri discutevano si avvicinò alla porta e prendendo in mano la bacchetta, anche se non avrebbe dovuto farlo in presenza di un babbano, e sussurrò con rabbia “Bombarda”.

La porta esplose spargendo pezzi ovunque, una leggera coltre di polvere si sprigiono e per quelche attimo non si vide oltre il buco che si era ora creato.

La ragazza urlò, ma ormai più nessuno se ne curava, ci avrebbero pensato in seguito.

Margareth entrò decisa con la bacchetta ancora puntata dritta davanti a lei, subito seguita dai tre ragazzi che estrassero anche loro le bacchette.

Nessuno di loro sapeva cosa avrebbe potuto trovare.

 

<< Cosa succede? >>

 

Urlò una voce di donna da una stanza attigua. Hermione sperò fortemente che non avessero sbagliato accidentalmente casa, sarebbero stati in guai grossi in quel caso, e non avrebbero di certo ritrovato Alexa.

Seguirono la voce femminile che aveva urlato ed arrivarono velocemente al salotto, si guardarono attorno cercando Alexa e con un sospiro di sollievo finalmente la videro. Anche se quando la videro meglio non si sentirono più così sollevati.

Era a terra proprio al centro del salotto di fianco ad un tavolino di vetro, il suo sguardo era vacuo, i suoi capelli castani le scendevano scomposti lungo il viso e delle gocce rosse le macchiava il labbro.

Non sembrava nemmeno essersi accorta di ciò che era successo

<< Alexa! >>

Urlò Hermione appena la vide, tutti gli altri non proferirono parola e tentarono di capire cosa fosse successo.

Hermione, Harry e Ron alzarono lo sguardo su l’uomo e la donna presenti nella stanza stupiti, non se li erano di certo immaginati così i genitori di Alexa.

<< Luis ... >>

Sussurrò Margareth guardando suo figlio. Erano 16 anni che non lo vedeva, sembrava passata un’eternità. Abbassò lentamente la bacchetta fissandolo. Era la sua copia al maschile di aspetto, capelli rossi e mossi e gli occhi verde acqua solo che quelli di lui  non avevano mai espresso la stessa forza e fierezza dei suoi. Di carattere erano completamente l’opposto. Lui era sempre stato timido e insicuro. E tanto, tanto debole.

<< Mamma ... >>

Lui la fissava. Lei non era cambiata quasi per niente in quegli anni, solo qualche ruga in più. Aveva sempre pensato che non l’avrebbe più rivista.

Sapeva di averla delusa, e ora poteva soltanto sperare che si riprendesse Alexa, almeno lor due sarebbero potute essere felici. La sua debolezza l’avrebbe pagata lui. Lui e solo lui.

 

<< Margareth, quanto tempo. >>

 

Un’altra cosa non era cambiata, quella voce sprezzante.

La voce di Cordelia.

Margareth si girò verso la donna e il suo sguardo cambiò totalmente e rialzò immediatamente la bacchetta.

<< Cordelia, già quanto tempo, anche se speravo di non doverti vedere mai più ... >>

<< A chi lo dici ... >>

Ribattè Cordelia.

Nel frattempo Hermione e gli altri si erano inginocchiati attorno ad Alexa che era ancora a terra, e non sembrava dare segni di risvegliarsi dal suo stato.

<< Alexa, ti prego rispondi! >>

Ripeteva preoccupata Hermione.

Harry nel frattempo fissava la scena. La donna non sembrava avere paura di Margareth, nonostante le stesse puntando contro la bacchetta infuriata. Era una persona ben diversa dai suoi zii, loro si sarebbero già nascosti impauriti. Poi vide ciò che reggeva nella mano destra. Un paio di forbici grandi e argentate, le impugnava con forza e non sembrava decisa a mollarle. Si girò velocemente verso Alexa la fissò, vide il suo taglio al labbro ma non poteva averglielo fatto con le forbici, ma, forse ...

<< Alexa, ti ha ferito con le forbici? >>

Glielo chiese senza nemmeno accorgersene, dandosi mentalmente dello scemo, non poteva essere.

Alexa sentendo quelle parole lentamente alzò il viso fino ad incontrare i suoi occhi. Aprì la bocca ma invece che parlare iniziò con foga ad armeggiare con la sua maglietta, Hermione tentò di fermarla ma invano, e alla fine rimase solo col reggiseno. Si toccò la spalla e propriò lì dove toccò videro una piccola cicatrice bianca.

E compresero al volo ciò che c’era da capire.

Hermione allungò una mano tremante, raccolse la maglietta e con uno scatto la strinse forte a se Alexa. Tremava impaurita contro di lei e non sapeva minimamente come avrebbe potuto rassicurarla, consolarla. Ron abbassò lo sguardo a terra e Harry strinse la bacchetta fino quasi a spezzarla. Nessuno di loro sapeva cosa dire.

<< Tu .... TU .... MALEDETTA!! >>

Fu il grido di Margareth a ridestarli dai loro pensieri. Fece uno scatto verso la donna con una velocità inaspettata e la bloccò contro al muro puntandole la bacchetta alla gola. La donna sorpresa lasciò andare le forbici che caddero pesantemente a terra.

 

<< Mamma! >>

<< Margareth! >>

Urlarono due voci conteporanemente. Il primo era stato Luis e il secondo Harry, si guardarono un secondo scossi e poi tornarono con lo sguardo su Margareth che non sembrava nemmeno averli sentiti.

 

<< Ti ucciderei quì, adesso, con le mie mani per quello che hai fatto! >>

La donna la guardava dritta negli occhi ma ora nel suo sguardo ci si poteva leggere anche della paura, anche se non faceva di tutto per non soccombere ad essa.

<< Ma non lo farai ... >>

Disse infine la donna.

Margareth parve riacquistare un pò del suo controllo, abbassò la bacchetta e tristemente rispose:

<< No, non lo farò.

Margareth indietreggiò di un passo per girarsi e guardare sua nipote ancora stesa a terra tra le braccia di Hermione.

<< Perchè farlo significherebbe lasciarla di nuovo sola ... Non avrei paura di Azkaban, e mi devo trattenere perchè non puoi immaginare che piacere mi potrebbe dare ucciderti. Ma lei è molto più importante. >>

Se l’avesse uccisa non avrebbe mai più potuto stare con Alexa, e nulla ora era più importante.

Margareth si voltò verso suo figlio, Luis, la guardava tristemente, vergognoso. Come poteva essersi ridotto così. Il suo bambino. Era stato tutta la sua vita fin da quando aveva scoperto di essere incinta. Se lui avesse voluto l’avrebbe accolto anche subito fra le sue braccia, avrebbe potuto riunire in quel momento la sua famiglia. Sua nipote e suo figlio.

Allungò la sua mano verso il figlio sperando che la prendesse e la stringesse invece suo figlio abbassò lo sguardo e fece un passo indietro allontanandosi da lei.

Margareth dopo un attimo di esitazione ritirò la mano velocemente e con passo deciso andò verso Alexa, Hermione e gli altri si scostarono, si inginocchiò e dopo essersi tolta il mantello lo arrotolò attorno al corpo tremante di sua nipote. Le accarezzò la fronte scostandole una ciocca di capelli.

<< La dovremo riportare alla base in braccio temo, non possiamo traspostarla con una magia davanti ai babbani. >>

<< Ci sarebbe sempre il mantello dell’invisibilità di Harry. >>

Ricordò Hermione ma Margareth scosse la testa.

<< No, non voglio più perderla di vista. >>

I ragazzi annuirono.

<< La porto io. >>

Disse Harry, le si inginocchiò a fianco e con un pò di fatica la tirò su, era più pesante di quanto sembrasse. Vedendolo Ron si offrì di dargli il cambio appena fosse stato troppo stanco.

Harry semplicemente annuì.

<< Grazie ragazzi. Ora andiamo. >>

Harry si avviò verso la porta seguito da Ron ed Hermione. Margareth chiudeva la fila.

<< Mamma ... >>

Margareth si fermò voltandosi verso suo figlio. Luis per un attimo esitò intimorito.

<< ... Ti prego occupati di Alexa ... e ... alla porta ci penso io... >>

Poi riabbassò nuovamente lo sguardo.

Margareth si voltò nuovamente e uscì da quella casa. Nessuno di loro ci avrebbe mai più voluto mettere piede.

*****

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Capitolo 22
*** 22 - Capitolo Ventidue ***


22 – Capitolo Ventidue

 

Quando finalmente arrivarono a Grimmauld Place tutti li accolsero preoccupati, avevano corso un rischio enorme.

 

<< Vi rendete conto! Poteva accadervi qualunque cosa, Harry non lo capisci? >>

Urlava Lupin.

<< Ma dai Remus, non è successo niente, e sono riusciti a riportare a casa la loro amica. >>

Tentò di difenderli Sirius, dentro di se rimpiangeva di non averli seguiti, almeno sarebbe uscito all’aria aperta, era da così tanto che gli mancava. Harry e gli altri annuirono.

<< E’ vero ... >>

Tentò di dire Harry ma la voce della signora Weasley lo bloccò.

<< Sirius, Remus ha ragione, anche se lo capisco l’hanno fatto per una buona causa hanno riportato indietro la loro amica.

Disse la signora Weasley tentando di riappacificare gli animi.

<< E guardate come è ridotta, povera ragazza. >>

Finì con tono materno guardando la ragazza stesa sul divano, non aveva ancora parlato.

La signora Weasley appena aveva scoperto che i ragazzi si erano allontanati per riportarla indietro, dopo che lei stessa era fuggita in quel modo, oltre che preoccupata se l’era un pò presa con la ragazza, se fosse successo qualcosa sarebbe stata tutta colpa sua, ma vedendola ora si sentiva profondamente in colpa. Nonostante avessero sbagliato ad uscire così di nascosto avevano fatto la cosa giusta.

<< Si ma ... >>

Tentò di ribattere Remus, ma fu bloccato dalla signora Weasley.

<< Ora la cosa più importante è occuparsi di lei. >>

<< Grazie Molly, ma la colpa non è dei ragazzi è tutta mia, avrei dovuto rimandarli subito indietro appena mi sono accorta che mi seguivano. >>

Si girarono tutti verso Margareth appena sentirono le sue parole.

<< Non credo che saresti riuscita a rimandarli indietro. >>

Ribattè con ghigno divertito Sirius.

Harry, Hermione e Ron si scambiarono sguardi eloquenti e si sentì bisbigliare “ovvio che no!”.

Lupin scossò la testa sconsolato, sapeva bene che Sirius aveva ragione, quando si mettevano in testa qualcosa era difficile dissuaderli, se non impossibile.

Molly sorrise solamente allontanandosi, aveva appena sentito qualcuno entrare e sulla porta vide Piton.

<< Oh, ben arrivato Severus. >>

< Signora Weasley. >>

Disse solamente come saluto.

Si guardò lentamente attorno con il suo solito sguardo freddo soffermandosi un pò di più su Alexa che era ancora stesa sul divano con lo sguardo fisso e apatico.

<< Mi è stato riferito che non sapete nemmeno badare a dei ragazzini immaturi. Son scappati e come noto anche tornati. >>

<< Piton ... >>

Sussurrò con rabbia Sirius.

<< Black, immagino sarai stato invidioso, loro fuori e tu no. >>

Rispose divertito Piton.

<< Ragazzi ora potete andare nelle vostre camere ... >>

Iniziò a dire la signora Weasley, era meglio che non sentissero l’ennesimo scambio di convenevoli tra Severus e Sirius. Finì però Margareth.

<< ... portate su con voi Alexa, e per favore, non lasciatela sola. Mai. >>

I ragazzi velocemente annuirono. Ron assieme ad Harry si avvicinarono ad Alexa per aiutarla ad alzarsi ma lei improvvisamente con un movimento della mano li allontanò.

<< NO! >>

Urlò.

Gli occhi prima vuoti ora erano colmi di rabbia e di dolore.

<< NO! >>

Margareth si alzò in piedi e si avvicinò di qualche passo ad Alexa.

<< Alexa ... No cosa ? >>

Alexa si portò le mani al volto, i polpastrelli premuti forti ai lati del volto, gli occhi stretti ma senza lacrime. Portò le ginocchia al petto.

Dentro al suo corpo sembrava ci fosse in corso una furiosa battaglia.

Margareth velocemente le andò di fronte e le prese i polsi e glieli allontanò con tutta la forza che aveva dal viso, tremava dalla testa ai piedi.

<< Non far così, ti farai del male. >>

Alexa aprì gli occhi di scatto fissando Margareth negli occhi.

<< Male ... >>

<< Alexa torna in te ... >>

Dopo aver detto l’ultima frase si girò preoccupatissima verso gli altri. Non sapeva che altro fare.

La signora Weasley si riprese e subito si allontanò dicendo “Vado a preparare qualcosa che la possa calmare ...”, poco dopo la seguirono anche Lupin e il professor Piton.

 

Giunti nell’altra stanza La signora Weasley e Lupin si girarono verso il professor Piton.

<< Forse è meglio che te ne occupi tu Severus, tu sei il migliore tra noi per le pozioni. >>

Disse piano Lupin, la signora Weasley annuì.

<< Povera ragazza, non so proprio cosa si potrebbe fare. >>

Sentendo la dolce e preoccupata constatazione della signora Weasley Piton sbuffò.

<< Ci mancava anche questa. Abbiamo altri problemi noi. >>

<< Ma non possiamo lasciarla così Severus. Se non la prepari tu, la preparo io. >>

<< Se ci tieni tanto fallo pure. Io sono quì perchè doveva discutere per l’Ordine, non per risolvere una crisi isterica di una ragazzina. >>

La signora Weasley sentendo quelle parole si morse il labbro per non ribattere, non c’era bisogno di altre discussioni tra di loro. Se ne poteva occupare anche Remus in fondo.

 

In salotto nel frattempo la situazione si era di nuovo quietata, Alexa si era di nuovo rinchiusa nel suo silenzio. E ora la si poteva portare finalmente su, dopo le avrebbero potuto dare qualcosa per farla dormire, almeno avrebbe riposato un poco, pensò Margareth fissando sua nipote nuovamente immobile.

<< Harry, Ron, Hermione, portatela su fra poco vi raggiungo per darle qualcosa da bere. Così potrà dormire. Ah, grazie ragazzi. >>

Sorrise tristemente dicendolo e guardandoli mentre si allontanavano, questa volta aiutati da Sirius.

Lentamente raggiunse la stanza affianco dove si trovavano Remus, Molly e Severus.

Erano ancora lì che si fissavano in silenzio.

<< Basterà qualcosa che la faccia dormire tranquillamente senza sogni. Senza incubi. Senza ricordi... >>

Disse tristemente Margareth appoggiandosi una mano sulla fronte, le sarebbe servito anche a lei, ma non se lo poteva permettere in quel momento aveva troppe cose a cui pensare.

<< Voi potete fare la vostra riunione, me ne occuperò io, fra un poco arriverà anche Albus. >>

<< E tu ? >>

Le chiese Molly.

Margareth scossò la testa.

<< Mi occuperò di mia nipote. >>

 

Sirius appoggiò Alexa sopra al suo letto. Sembrava che si fosse assopita nel mentre.

<< Strana ragazza ... >>

Disse allontanandosi. Si fermarono davanti alla porta, socchiudendola, ma riuscivano a vedere Alexa. Margareth aveva chiesto che non la lasciassero mai sola.

Ron annuì fissandosi i piedi.

<< Stamattina è corsa via, sembrava un animale braccato. >>

Continuò Sirius.

<< Bè è meglio che vi lasci ragazzi, ormai inizierà la riunione. Dopo magari mi racconterete meglio cosa è successo. >>

<< Va bene Sirius. >>

Rispose annuendo Harry, Sirius si allontanò dopo aver dato un’ultima occhiata ad Harry e ad i suoi amici, erano così uniti, proprio come lui e gli altri Malandrini, bei tempi, quando ancora sembrava tutto perfetto e le cose banali potevano ancora sembrare difficili ed insuperabili per dei ragazzini che le superavano col sorriso sulle labbra scherzando. Ora era tutto tristemente troppo difficile. O forse erano loro che scherzavano sempre su tutto. Lui e James, Remus vegliava sempre su di loro, ricordando loro cosa fosse giusto e cosa assolutamente no, praticamente tutto ciò che facevano.

Sorrise leggermente scendendo le scale. La riunione stava per iniziare.

 

Rimasti soli si girarono verso la porta, Hermione la spalancò di più e si appoggiò allo stipite.

Alexa girava a tutti la schiena, i lunghi capelli ricadevano spettinati sul letto.

Sentirono dei passi dietro di loro. Era Ginny, seguita da Fred e George, stranamente seri in volto.

<< Come va? >>

Chiese sottovoce Ginny, i due gemelli sbirciarono dentro alla stanza.

<< Non bene. >>

Rispose Harry.

<< Brutta storia ...

<< ... che si può fare? >>

Chiesero i gemelli.

<< Temo non molto, possiamo solo aspettare, e non lasciarla sola come ha detto sua nonna. >>

Rimasero tutti in silenzio a fissarle la schiena.

 

Alexa non dormiva, sentì a stento quello che si dicevano. I suoi pensieri erano confusi. Era in un suo mondo. Sospesa nel dolore. Non vedeva nessuna via di uscita. Nessuna.



*****



Finalmente nuovo capitoletto, come al solito in ritardo, perdonoooo. ;_;
Grazie a tutti come sempre!

Shandril --> La Madre di Alexa è veramente il personaggio più cattivo che abbia creato. Il padre è solo debole, lui crede di non potere fare nulla per sua figlia allora chiede almeno che se ne occupi lei, come non è mai riuscito lui.



Sabri92 --> Grazie! Spero piaccia anche questo nuovo capitolo. Si se lo sarebbe meritato, fa venire una gran rabbia quella donna. ( notiamo che l'ho scritto io XD ) Piccola anticipazione, dal prossimo torna a narrare in prima persona Alexa e l'ho anche già scritto. Per cui lo posterò presto!! XD

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Capitolo 23
*** 23 - Capitolo Ventitre ***


E' un capitolo cortissimo, lo so. Ma doveva essere così. u_u  Posterò comunque presto il prossimo che sarà lungo come il solito, se non un pochino più lungo.





Buona lettura !!

*****

23 – Capitolo Ventitre

 

Passarono i giorni.

Alexa passava le sue giornate dormendo o stando sdraiata o seduta da qualche parte sempre in compagnia di qualcuno. Mangiava poco e niente sotto lo sguardo vigile e preoccupato di sua nonna e dei suoi amici.

Il Natale era passato e i suoi regali erano ancora chiusi sotto il suo letto.

Hermione e Margareth le lessero alcuni libri. Alexa adorava i libri.

Ma niente era cambiato.

 

<< “Siente troppo generosa per prendervi gioco di me. Se i vostri sentimenti sono ancora quelli che erano lo scorso aprile, ditemelo ora. Il mio amore e le mie intenzioni non sono cambiati, ma una sola parola da parte vostra mi farà tacere per sempre su questo argomento.” >> *

Margareth alzò gli occhi dal libro che stava leggendo chiudendolo.

<< Niente. NIENTE!! >>

Margareth si alzò e lanciò lontano il libro.

Niente era cambiato, non sapeva cosa fare, le stava vicino, le parlava, le leggeva ma niente cambiava, cosa poteva fare. Forse le serviva solo del tempo. Ma quanto? Quanto ancora.

Margareth le andò di fronte, le si inginocchiò di fronte, Alexa era seduta sul divano.

<< Alexa ... >>

Le prese il volto tra le mani. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, non l’avrebbe mai lasciata sola, non avrebbe commesso questo sbaglio.

Le prese le mani, le strinse delicatamente erano fredde. Se le avvicinò al viso e non resistette, fece quello che si era ripromessa di non fare. Pianse. Calde lacrime di frustrazione, dolore e rimorso.

Pianse a lungo.

 

Caldo.

 

Tepore.

 

Umido.

 

Singhiozzo.

 

Singhiozzo...

 

Singhiozzo?

 

Gocce.

 

Lacrime.

 

Chi è?

 

Abbasso gli occhi.

 

Rosso.

 

Una lunga, morbida chioma rossa.

 

La voglio sfiorare.

 

La sfioro.

 

Lei alza il volto. Occhi verdi acqua. Occhi come i miei.

 

Margareth.

 

Nonna Margareth!

 

<<  No-nonna .... >>

Riuscì a dire, mi sentivo la gola secca. Arida. La voce come se non parlassi da giorni.

<< Alexa! Oh Morgana Grazie! Alexa! >>

Mi si lanciò al collo, la strinsi forte di rimando. Mi guardai attorno, quel salotto. Non era il salotto bianco. Ero a Grimmauld Place.

E ricordavo tutto, perfettamente.

Piansi anche io stretta a lei, per la prima volta da quel giorno. Non sapevo quanti giorni fossero passati.

 

<< Margareth, ho trovato questo libro di sop... >>

Hermione non riuscì a finire la frase, rimase ferma a fissarmi imbambolata.

<< Harryyyy! Roooooon! Correteeeee!! >>

Urlò a squarcia gola ancora fissandomi ma i suoi occhi si erano già fatti lucidi.

Harry e Ron arrivarono di corsa e si fermarono loro stessi a fissarmi a bocca aperta.

 

<< Ragazzi, sono tornata. >>

Dissi solamente.

Il cuore ancora spezzato, ma almeno ero tornata in me.



*****



shandril --> Ciaooo ! Ecco il nuovo capitolo, e bè si, a Piton Alexa sta simpatica più di altri ma non lo vuole far vedere. Ha una reputazione da salvaguardare lui. u_u



MalfoyXX --> Sono contenta che ti sia piaciuta la mia FF !!! Ehm, Alexa/Draco ?! Io, ehm, lo spererei. *_* Ma io scrivo a mano a mano che la storia nella mia testa procede. XD Spero ti piacciano anche i prossimi capitoli !!!



Sabri92 --> Eccolo, eccolo!! Si è un poco ripresa, almeno, la mia povera Alexa. ç_ç Pultroppo è breve questo capitolo ma spero di potermi far perdonare col prossimo.



Grazie a tutti !!!! Tutti, tutti, tutti. Chi Commenta, chi legge, chi mette tra preferiti, e chi mette tra gli autori preferiti!!!! *___*

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Capitolo 24
*** 24 - Capitolo Ventiquattro ***


Io, veramente, chiedo umilmente perdono, scrivere questo capitolo è stato difficilissimo non riuscivo a tirare fuori niente. E, veramente scusatemi, 3 facciate in 1 mese e mezzo è incocepibile. ._.'

E non sono completamente soddisfatta del capitolo, ma al momento non riesco a scrivere di meglio.  Spero che a qualcuno piaccia, è solo un capitolo di passaggio.

Il prossimo capitolo spero di riuscire a scriverlo velocemente.

*****

24 – Capitolo Ventiquattro

 

Ero davanti allo specchio da quasi un quarto d’ora, ormai il bagno era l’unico luogo in cui riuscivo a stare da sola i miei amici avevano seguito la richiesta di mia nonna fin troppo zelantemente e non mi lasciavano mai sola nonostante ora mi sentissimi molto meglio.

Toccai lo specchio.

Meglio.

Sicuramente meglio di prima, ma non stavo ancora bene.

Erano passati diversi giorni da quando mi ero risvegliata. Ed era cambiato un mondo.

Mi guardavo allo specchio e facevo fatica a riconoscermi, non saprei dire in cosa però ero cambiata, profondamente.

Tirai davanti i miei capelli accarezzandoli lentamente. Ero sempre stata orgogliosa dei miei capelli lunghi e lisci.

“<< Le ragazze è bene che tengano i capelli lunghi. Donano molto di più. >>”

Quando ero piccola mia madre mi disse quelle parole, credetti che fossero un complimento, e me li feci crescere, ero contenta che aleno qualcosa di me le piacesse. Anche lei aveva lunghi capelli lisci, ma i suoi erano biondi, di un biondo chiarissimo, mi erano sempre piaciuti molto ma non me li aveva mai fatti toccare o pettinare, aveva paura che glieli rovinassi.

Abbassai lo sguardo verso il lavandino, nell’angolo a destra c’erano delle forbici che ero riuscita a prendere di nascosto. Le presi in mano.

Rialzai lo sguardo sulla mia figura allo specchio.

Presi i capelli con la mano sinistra.

“ ... è bene che tengano i capelli lunghi .... donano molto di più...”

Un taglio deciso.

I capelli caddero a ciocche per terra, non mi fermai finchè non arrivarono tutti al livello delle mie spalle.

Mi fissai attentamente appoggiando le forbici di nuovo sul lavandino.

Il giorno dopo sarei tornata così ad Hogwarts.

 

La mattina seguente mi svegliai prima di tutti e mi preparai accuratamente, indossai l’abito nuovo che mi aveva regalato mia nonna per natale.

I regali li avevo aperti qualche giorno dopo essermi ripresa. Erano tutti bellissimi, mi ero scusata per non aver fatto il regalo a nessuno ma tutti mi avevano detto che non importava. Erano stati così cari.

Mia nonna mi aveva fatto più regali, tutti estremamente costosi a mio parere ma comtinuava a dire che non erano stati troppo costosi, immagino che mi volesse rassicurare.

I suoi regali erano stati un abito rosso scuro lungo fino alle ginocchia e molto ampio, per mantenere la gonna larga c’era un’altra gonna sotto. Il vestito aveva una scollatura quadrata e sul fianco un fiocco che chiudeva il nastro che circondava la vita.

Era un abito fantastico, molto diverso dal semplice vestito che avevo indossato per arrivare ad Hogwarts la prima volta, e anche lo stile era diverso.

Poi mi aveva regalato anche alcune paia di scarpe nuove, altri due vestiti e un cappello.

Ammise che mi avrebbe voluto regalare anche altra roba ma non conoscendo troppo i miei gusti aveva evitato, aveva comprato quelli perchè aveva saputo da Hermione che avevo pochi vestiti con me, e 0 galeoni.

Gli altri invece mi avevano regalato altre cose: Hermione un libro sul mondo magico, molto interessante, mentre Harry e Ron mi avevano regalato due libri sul quiddich dicendomi che assolutamente non potevo non conoscerlo e non provalro, più che altro la frase era stata di Ron, effettivamente avevano ragione non avevo mai provato nemmeno a volare, promisi loro che avrei provato appena tornati.

 

<< Alexa sei già sveglia, ma che hai fatto ai capelli?? >>

Mi chiese una Ginny ancora mezza addormentata.

<< Bè, erano ormai diventati troppo lunghi. >>

Risposi sorridendo.

Dovetti rispondere alla stessa domanda un pò a tutti appena scesi per la colazione. E tutti mi dissero che stavo bene anche coi capelli così corti.

E infine partimmo, alle 9 eravamo già davanti al binario 9 ¾ e poco dopo eravamo sul treno aspettando di partire, salutai tutti compresa mia nonna quando partimmo e mi sedetti al mio posto.

Mia nonna prima di lasciarmi andare mi aveva detto che quell’estate, appena fosse arrivata, l’avremmo passata assieme al Bennet Manor.Dentro di me ero sempre più curiosa di vederlo, chissà come era la mia casa.

 

<< E così si torna ad Hogwarts. La sola idea di dover rivedere la Umbridge e Piton mi viene male. >>

Disse Ron guardando la sua bacchetta.

<< Non me lo dire ... >>

Rispose Harry massaggiandosi la mano destra sopra cui erano ancora impresse le cicatrici causate dalla piuma speciale della Umbridge.

<< Dobbiamo anche pensare agli incontri dell’E.S. >>

Ricordai.

Hermione si girò verso di me.

<< Vero, te la senti di continuare Alexa? >>

Spalancai gli occhi alla sua domanda, guardai anche gli altri.

<< C’è abbiamo pensato che forse preferivi ... >>

<< Ma ovvio che voglio ancora partecipare, ma che domande sono ragazzi. Io voglio arrivare al vostro livello. Voglio combattere con voi, al vostro fianco e non essere di peso a nessuno. >>

Dissi tutto d’un fiato interrompendo Hermione.

<< Si ma ... >>

Tentò di ribattere Hermione, ma la interruppi di nuovo.

<< Niente ma, non vi libererete di me facilmente. >>

Risposi sorridendo furbamente.

Tutti mi guardarono perplessi.

Pochi mesi prima mi sarei arresa, avrei lasciato perdere. Ma ora non avrei più lasciato perdere le cose che mi interessavano, e pensando questo mi girai e mi persi guardando fuori dal finestrino.

 

Dopo molte ore arrivammo, scendemmo velocemente e ci dirigemmo verso il castello, era così grande, grande come la prima volta che l’avevo visto. Camminai lentamente godendomi quella vista spettacolare, ma non ci mettemmo molto ad arrivare davanti l’immenso portone, ed eccoci, nella grande entrata di Howarts. Molti studendi notarono la nostra entrata e bisbigliarono animatamente tra di loro.

<< Certe cose non cambiano proprio mai... >>

Sussurrai.

<< Ciao, siete tornati ... >>

 Ci salutò Luna Lovegood.

<< ... siete arrivati appena in tempo per la cena! >>

<< Ciao Luna.. >>

Ricambiò il saluto Hermione, seguita subito dopo da tutti noi.

Luna doveva essere ancora in versione natalizia perchè al collo indossava una collana con tanti piccoli alberini di natale. La vidi voltarsi e dirigersi verso la sala grande per andare a cenare, velocemente feci anche io per seguirla assieme agli altri ma di scatto si voltò verso di me e guardando me e i miei capelli disse:

<< Hai tagliato i capelli, vedrai che ora cresceranno più forti e resistenti. >>

Poi si rigirò e come se nulla fosse si diresse verso il suo tavolo. Io invece rimasi per un attimo ferma sul posto, sembrava quasi che invece dei miei capelli stesse parlando di me. Possibile? Era una ragazza così strana e incomprensibile. Sembrava svampita e invece a volte saltava fuori con frasi così vere. Alla fine mi diressi verso il mio tavolo assieme ai miei amici, ripensando ancora alla frase di Luna.

 

La mattina arrivò anche fin troppo velocemente, mi alzai e mi vestì con la divisa. Con la normale divisa, niente fronzoli e niente stranezze. In fondo non ce n’era bisogno.

Primo giorno, la prima lezione era pozioni con tassorosso. Mi sedetti come al solito di fianco ad Hermione, che aveva già preparato tutto l’occorrente sul tavolo, era sempre così precisa e perfetta in tutto ciò che faceva, bè non proprio in tutto, nei rapporti tra persone non era così perfetta sopratutto con Ron, si arrabbiava facilmente e si agitava anche quando non c’era bisogno. Perchè non voleva capire che era proprio cotta.

Nel mentre ero intenta in questi pensieri entrò il professor Piton.

<< Le vacanze sono finite, spero che anche voi siate tornati mentalmente ad Hogwarts. >>

Finita la frase si guardò d’attorno e appena mi vide fece uno sguardo strano, tra il perplesso e l’incredulo, ma il tutto mischiato con il suo solito menefreghismo.

<< Vedo signorina Bennet, che finalmente ha scoperto cosa sia la sobrietà, pare che le vacanze natalizie le abbiano fatto bene. >>

Evitai di rispondere, ma nel mio cervello si crearono tante risposte, e tutte diverse l’una dall’altra. Ma nessuna era carina, e non mi sembrava carino discutere fin dal primo giorno.

<< Sempre il solito ... >>

Mi sussurrò Hermione all’orecchio.

<< Io quelli così li ho sempre chiamati stronzi. >>

Risposi senza girarmi.

Ultimamente si comportava da vero stronzo, avevo saputo di come si era comportato quando non ero in me, a dire il vero forse lo era anche prima ma non me ne ero resa conto, forse ero io che credevo che sotto sotto fosse una persona gentile solo un pò burbero, vabbè, molto burbero.

Forse mi ero sbagliata.

Mentre pensavo questo però mi accorsi che era già finita la lezione.

<< Alexa dai muoviti, non vorrai mica stare lì seduta. >>

Mi voltai di scatto verso il professore per controllare  se si fosse accorto che non avevo praticamente ascoltato nulla della lezione e per fortuna notai che era seduto alla cattedra intento a guardare intensamente un libro.

Mi alzai velocemente prendendo la mia roba e seguii i miei amici nel corridoio.

Era stata veramente una fortuna che non se ne fosse accorto, senò sarei stata la prima a far togliere punti a grifondoro subito dopo le feste, e non ci tenevo.

<< Oh guarda chi si vede ... lo sfregiato...>>

Riconobbi subito la voce, ma mi piegai di lato per vedere oltre Ron che mi ostacolava la vista per esserne certa, era Malfoy assieme alla sua combriccola.

 

 

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