Il Regalo più grande

di Bebess
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La cintura nera di Karate ***
Capitolo 2: *** Una proposta inaspettata ***
Capitolo 3: *** Dove vai, Heric? ***
Capitolo 4: *** A Osaka ***
Capitolo 5: *** Un ritorno al passato ***
Capitolo 6: *** Verità nascosta ***
Capitolo 7: *** Nakao ***
Capitolo 8: *** In Italia ***
Capitolo 9: *** La notte dei desideri ***
Capitolo 10: *** Aiutami ***
Capitolo 11: *** Ancora tu ***
Capitolo 12: *** Rapporti complicati ***
Capitolo 13: *** Destino. ***
Capitolo 14: *** Assenza di te ***
Capitolo 15: *** Una chiamata improvvisa ***
Capitolo 16: *** Finalmente io e te ***
Capitolo 17: *** E ritorno da te ***
Capitolo 18: *** Per dirti ciao ***
Capitolo 19: *** Mancanze ***
Capitolo 20: *** Why? ***
Capitolo 21: *** Nuovi avvenimenti ***
Capitolo 22: *** A new beginning? ***
Capitolo 23: *** Tutto ciò che ho ***



Capitolo 1
*** La cintura nera di Karate ***










                                                                         




  Cap. 1



Triiin - triiin - triiin.  Suono della sveglia. Erano le 7.30. "Un altro po'.." pensai, quindi richiusi gli occhi e addio mondo.

Fu la voce di mia mamma a svegliarmi per la seconda volta.

-Sana! Che ci fai ancora a letto? Sono le 8 e mezzo.-

-Cooosa? le 8 e mezzoo? Oh, accidenti! Mi sono addormentata di nuovo dopo aver sentito la svegliaaa!- esclamai.

-Magari se ti alzavi dopo aver sentito la sveglia, invece di spegnerla Sana.. - a quel punto apparve Robby.

- Per ora non è il momento Robby con le tue ramanzine! Andiamo.-

Per fortuna arrivai in classe giusto in tempo prima della seconda ora.

Era tutto così diverso. Forse perchè il giorno prima erano successe molte cose. La storia di Nakao, il prof Sengoku licenziato, io e Heric rimasti nella stanza dei cancellini.. già giusto, Heric. Dov'era?

Cominciai a guardarmi intorno e non lo vidi. Strano, lui non mancava quasi mai a scuola. Così decisi di chiedere spiegazione a Terence che era proprio accanto a me.

-Hei, Terence. Come mai Heric non c'è oggi?- chiesi.

-Ah Sana, non lo sai? Oggi Akito deve superare una prova per prendere la cintura nera di Karate, è per questo che non è venuto.-

-Sì lo sapevo, ma che c'entra di mattina? Non è di pomeriggio?-

-No è di mattina. Non lo sapevi?-

-No io pensavo che era di pomeriggio. Ahh, che stupidaa!- urlai. -Ma aspetta un attimo, allora come mai voi non siete andati a vederlo?- ripresi io.

-Perchè la prova è alle 11.00, solo che Heric ha preferito non venire a scuola per allenarsi un po' prima.-

-Ah, allora vengo anch'io con voi dopo!-

Così aspettai con ansia le 11.00 di quella mattina. Non vedevo l'ora di vedere la prova di Heric. "E se vince? Oddio, se vince gli devo dire ciò che provo per lui. Non ce la posso fare.. la nostra amicizia finirebbe! -pensai- Però ora che ci penso, anche lui ha detto che mi deve parlare. Chissà, forse anche lui prova ancora dei sentimenti per me?".

Finalmente erano le 11.00 ed io, Terence, Alissa,George e gli altri ragazzi andammo a vedere Akito. Arrivammo lì e subito vidi il signor Frenk e Nelly.

-Ciao Sana, che bello sei venuta pure tu!- disse Nelly.

-Oh ciao Sana. Apprezzo molto che tu sia venuta.- parlò il signor Frenk.

-Buongiorno Sig. Frenk e ciao Nelly. Come potevo non venire? è un evento così importante per Heric che non potevo starmene a casa.-

Parlammo un po' del più e del meno e incontrai anche un po' di ragazze che mi chiesero l'autografo. Dopo una quindicina di minuti apparve Heric.

Cominciò a praticare le sue mosse da Karate. Era proprio bravo. Però mi accorsi che era un po' stanco e quindi era più lento, ma forse era solo una mia impressione.

La sua prova durò 10 minuti. L'insegnante ci disse che era meglio aspettarlo fuori perchè il risultato sarebbe stato comunicato in privato ad Heric.

Così aspettammo tutti insieme e quando ho visto Heric uscire da quella porta, mi venne instintivo di urlargli contro.

-Heeeeric! Allora com'è andataa? Hai preso questa cintura o no?-

-Bhe.. non è andata. Non ho preso la cintura. A quanto pare ancora non sono al livello della cintura nera.-

Rimanemmo tutti di sasso.

-Ma come, ti eri impegnato così tanto!- disse Terence.

-Figliolo vedrai che un giorno prenderai quella cintura.- disse il padre.

Ci rimasi male. Soprattutto perchè vedevo che nell'espressione di Heric c'era dispiacere e delusione.

-Vabbè fa lo stesso. Sono il migliore comunque.- disse Heric, e in quel momento la sua faccia passò da delusa, amareggiata a soddisfatta e orgogliosa.

-Ma come fai a dire una cosa simileeee! Dovresti riconoscere che hai sbagliato.- dissi colpendolo un po' con il mio martello.

-Non ho sbagliato proprio niente io. E' il maestro che non riconosce la mia bravura innata per il Karate.- disse Heric cominciando ad andare via.

-Aaahh, che ragazzo cocciuto! Quel tipo non cambierà mai! Dovrebbe riconoscere di non aver fatto il massimo invece che dare la colpa agli altri!- dissi urlando.

La sera seguente ci pensai e forse ci rimasi male per il risultato di Heric, non solo perchè mi dispiaceva per lui, ma anche per il fatto che non mi avrebbe parlato.

Bhe forse era una cosa positiva. Da parte mia di sicuro. Sì, era meglio così, non rivelargli nulla. Forse un giorno gli avrei rivelato i miei sentimenti, ma non in quel momento.







Angolo autrice, chi vuole se lo legga.
Ciao a tutti!! eccomi qui con il mio primo capitolo della mia prima ff su Kodocha! E' cortino ma penso vada bene per l'inizio C: Mi farebbe piacere ricevere recensioni, quindi lasciate le vostre opinioniii che siano brutte o belle!!
un bacio
-Gaiuccia-

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Capitolo 2
*** Una proposta inaspettata ***





Cap. 2



 -Sana, si può sapere cosa stai facendo?-
-La mamma mi ha detto che devo cominciare a imparare a cucinare perchè sto diventando una donna!-
-Apprezzo il tuo sforzo.. ma sarà commestibile?- disse Robby con un'espressione schifata. Fu proprio in quel momento che si sentì un botto.
-Ops, forse devo fare ancora un po' di pratica, eheh.- dissi imbarazzata.
-Va tutto a fuoco! A fuoco! Ohoho.- questa volta fu mia mamma a parlare, mentre passeggiava in giro per casa con la sua macchinina.
-Opterei per un po' di sushi! Vado subito a comprarlo!- urlai.
-Almeno quello non c'è rischio che prenda a fuoco.- parlò Robby.
Mentre camminavo per andare al supermarket, sentii una voce che mi chiamava.
-Sanaaa!-
Mi girai e vidi Charles scendere dalla macchina.
-Charles? Oh..ciao.-
-Come stai? E' da tanto che non ci vediamo...-
-Sì, in effetti non ti ho più cercato. Sono stata molto impegnata con la scuola, con i miei compagni...- dissi.
-Sana.-
-Hmm?-
-Io..bhe, io volevo chiederti scusa per l'altra volta. Ho reagito un po' male quando mi hai detto che eri ancora legata a Heric, non dovevo.-
-No, sono io quella che si deve scusare. Forse ti è sembrato che io ti abbia usato ma ti posso assicurare che non è così. Mi sono resa conto più tardi che da parte mia provo solo una grande amicizia per te. Scusami davvero Charles, io...-
-Dai Sana, stai tranquilla. Allora... amici come prima?-
-Sì!- dissi, battendogli il cinque.
 
A scuola nei giorni successivi non facemmo molto. Si stavano svolgendo delle gare sportive per le classi quarte e quinte superiori, e quindi ogni giorno ci recavamo in giardino per poter assistere all’evento.
Anche in quel periodo continuai a vedere Heric strano. Chissà, forse era ancora rimasto deluso per il fatto di non aver vinto la cintura di Karate?
“Forse dovrei chiederglielo..”- pensai.
“Ma se poi si torna a parlare dei nostri sentimenti? No meglio lasciar perdere..”
Mi accorgevo che piano piano mi stavo allontanando da lui, però in quel momento pensai che era la cosa più giusta. Non avrei permesso in nessun modo a ciò che provavo per lui di intromettersi un’altra volta nella nostra amicizia. E poi provavo una sensazione strana. Dopo la faccenda di Nakao, non riuscivo più a parlargli come prima. Chissà.
-Heric!-
-Sì?-
-Potresti venire un attimo?-
-Mi dica maestro.-
-Come stai?Va tutto bene?-
-Sì.-
-Meglio così. Mi dispiace tanto che non hai potuto vincere la cintura ma sappi che te la saresti meritata. Purtroppo sai bene che non ero io ad occuparmi del giudizio finale ma esperti esterni. Però volevo che tu sapessi che per me è come se l’avessi presa.-
-Grazie.-
-E poi.. un’altra cosa. Oggi mi ha chiamato il maestro di un’altra scuola e mi ha informato che il Sig. Yoda, il critico di Karate più conosciuto qui a Tokyo, ha deciso di far frequentare una scuola a Osaka ai ragazzi che non hanno preso la cintura nera. Lì si occupano molto di questo passaggio.-
-A-a Osaka?-
-Sì. Il sig. Yoda ha preso questa decisione soprattutto per te,Heric.-
-Per me?-
-Sì. Dopo la tua prova mi ha direttamente riferito che sei stato il ragazzo che lo ha colpito di più. Infatti lui aveva intenzione di farti arrivare al livello successivo ma essendo in contrasto con molti altri critici non ha potuto fare nulla. Se desideri andarci l’unica cosa che devi fare è far compilare un documento ai tuoi genitori.-
-Bhe, non so..-
-Non sei obbligato a darmi una risposta adesso ma entro minimo cinque giorni.-
-D’accordo.
Aspetti un attimo, quanto tempo dovrei  trascorrere lì?-
-Dipende dal tempo che impieghi tu a raggiungere la forza necessaria per poter prendere la cintura nera. Comunque di solito i ragazzi stanno un anno intero e visto che io sono il tuo maestro e noto come ti muovi, penso che anche tu starai lì un anno o al massimo finirai pochi mesi prima.-
-Va bene, le farò sapere.-




  ---> avrei ammazzato Terence e gli altri.


 

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Capitolo 3
*** Dove vai, Heric? ***





Cap. 3






 Quella fu una delle poche mattine calde d'inverno. C'era un leggero venticello che accompagnava i raggi del sole, una giornata perfetta per essere a metà febbraio.
-Ah, che bella giornata! Non mi sembra neanche vera.- dissi.
-Eh già. Dopo tutta la pioggia di questi giorni, un po' di sole ci voleva.- affermò Terence.
Girai il capo e vidi Heric che stava per entrare nella sua classe, mentre invece noi eravamo in corridoio.
-Heeeeeeric! Dove pensi di andare?-
-In classe. Sai com'è, sono a scuola.- disse.
-Heheh. Perchè invece non vieni a parlare un po' con noi? Non ti vediamo più da queste parti!- dissi io, cominciando a trascinarlo per le braccia.
-Hei, Heric. Stavamo parlando della bella giornata che c'è oggi.- disse Terence.
-Interessante. Scusate ma devo proprio andare.-
-Dove pensi di andare?- intervenni io.
-Te l'ho già detto, in classe.-
-Ahhh ma perchè devi fare sempre cosìì!- dissi io, cominciando a sclerare un po'.
-E' inutile, ormai se n'è andato.- disse Terence.
Qualche secondo dopo vidimo uscire Heric dall'aula. Aveva lo zaino alle spalle.
-Vai a casa,Heric?- comparì Funny insieme ad Alissa.
-Sì, vado a preparare la valigia.- disse lui.
-La valigia? Per andare dove?- rispose Terence.
-Devo partire per Osaka. Il critico di Karate, il sig. Yoda,  ha offerto a tutti i ragazzi che non hanno preso la cintura di poter frequentare una scuola lì.-
-Ma come,Heric.- disse Alissa.
-E quando avevi intenzione di dircelo?- fu Funny a parlare.
-Non so..non avevo il coraggio.-
-Vabbè dai, quanto mai dovrai rimanere..- parlò Terence.
-Un anno. O forse di meno, di più, non lo so con precisione.-

"Un anno? Un anno? Come.. non è possibile. Non ci posso credere.." pensai.
-Un anno? Ma Heric.. è tanto tempo.- disse Terence.
-Heric, ci mancherai.- dissero Funny ed Alissa.
Fui l'unica in quel momento a non dire nulla. Un anno intero senza Heric, non potevo farcela. E come mai lui non aveva detto niente a nessuno? 

Dov'è finito il nostro rapporto di una volta, Heric?


-Scusate, io.. non avevo il coraggio di dirvelo. Non so perchè. Mi dispiace..- parlò Heric.
-A che ora devi partire?- chiese Terence.
-Fra due ore, però devo andare via ora perchè devo finire di sistemare le mie cose.-
-Mmm..Heeeeric.- Terence cominciò a sbraitare e mettendosi a piangere abbracciò Heric insieme a Funny e ad Alissa.
Mi resi conto che stavo facendo la figura della  stupida rimanendo lì immobile. Ma non ce la facevo. Non potevo sopportare l'idea di non vederlo. In quel momento stavo provando lo stesso dolore che provai quando mi accorsi che ero innamorata di lui.
Un vuoto.

-Sana, non dici nulla?-  si rivolse a me Terence.
-Sana?- si girò Funny.
-Scusate ma non riesco a dire nulla.-
-Lo capiamo, sei dispiaciuta pure tu.- mi disse Funny.
Dopo qualche minuto se ne andarono tutti. Forse lo fecero per farmi rimanere sola con Heric, non lo so.
-Heric, senti. Non so se si vede ma mi dispiace molto che tu te ne vada. Soprattutto perchè nell'ultimo periodo ci siamo un po' allontanati. Ma quello che ti volevo chiedere è perchè tu non abbia detto nulla a nessuno, neanche a me.-
-Mi è mancato il coraggio. Ci ho riflettuto per un po' e sono arrivato alla conclusione che anche se non vi vedrò per un anno, io voglio andare lì. Voglio dimostrare che io quella cintura me la merito.-
-Certo che te la meriti. Tu hai sempre lavorato con sacrificio per il Karate. Ti sei sempre impegnato per ottenere i risultati che hai ora. E te li sei meritati perchè sei veramente bravo.-
-Io.. prima di andarmene, volevo ringraziarti Sana.-
-Eh? Grazie? E per cosa?- chiesi ridacchiando.
-Per tutto. So che non è la prima volta che ti ringrazio ma ci tenevo a farlo pure ora. Senza di te, bhe,ecco.. senza di te non sarei quello che sono ora.-
-Oh,Heric.. ma che dici. Se sei lo stupidone di ora non è mica colpa mia!- dissi, cercando di sdrammatizzare la situazione. -Allora buona fortuna.-
-Aspetta.- mi prese la mano e in un attimo ci ritrovammo abbracciati.
Questa scena l'avevo già vissuta. Sì, quando ad andarmene via fui io e non lui.
Sentii il cuore palpitare come se stesse facendo la breack dance. O cavolo. Menomale trattenni le lacrime. Non volevo che Heric mi vedesse per l'ennesima volta soffrire.
-Ti penserò anche se sarai lontano.-
-Anche io.-
Girò le spalle e cominciò a camminare via. Via da me.
Non stavamo insieme ma sentivo il bisogno di dirgli qualcosa di sincero. Sì, perchè io l'avrei pensato sempre. Tutti i giorni.
"Lo farà anche lui, ha detto.."

Promettimi che mi penserai anche tu, Heric.






Angolo autrice, chi vuole se lo legga.


 Ciaao a tutti!! (: Come potete vedere sono ancora al 3° capitolo, vabbè tempo al tempo!! Volevo dirvi che dal prossimo capitolo in poi nella parte del narratore ci sarà anche Heric, cioè parlerà dal suo punto di vista. Lo riconoscerete perchè prima della sua parte scriverò: POV Heric, e anche per Sana la stessa cosa. Bene, volevo dirvi solo questo ahah. Spero che la mia fanfiction vi piaccia e con questo vi saluto. Un bacio e grazie a voi che leggete!! :* -Gaiuccia-

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Capitolo 4
*** A Osaka ***




Cap. 4



 -ALISSIAAAAAAAA! Mi manchi così tantoo, quanto sei bella..-
-INSOMMA, ROBBY!- urlò mia madre dandogli un colpo con il martello di plastica. -Perchè devi proprio urlare all'una di notte?-
-Scusi signora Smith. Quest'orario è l'unico in cui posso vedere la mia adorata Alissia in televisione. Mi manca così tantoo!- disse Robby frignando.
-Non è una giustificazione. Sana deve dormire e anche io. La vita da scrittrice è molto impegnativa.-
-Ma se scrive un manoscritto una volta ogni due mesi.-

Il giorno dopo a scuola sembrai uno zombie. Non avevo chiuso occhio per niente. La mancanza di Heric già si sentiva. O almeno, io la sentivo.
Menomale che c'erano i miei amici. Forse loro sarebbero riusciti a rallegrarmi un po'.
-Sana!-
-Buongiorno Terence, buongiorno Alissa.-
-Come stai? Ti sei ripresa un po'?- chiese Terence.
-Sì, abbastanza. Anche se stanotte non ho chiuso occhio. Si vede?-
-Beh, in effetti un po' si. Sembri un morto resuscitato.- disse Terence.
-Oh, grazie mille Terence per la tua sincerità.- dissi un po' frastornata.
-Tu invece Alissa, sei così carina oggi.- riprese lui.
-Oh, Terence. Tu sei carino sempre.- gli rispose Alissa ed entrambi cominciarono ad arrossire e a fare gli sdolcinati.
-Ooooddio.-
-Buongiorno Sana! Buongiorno Alissa e Terence!.-
-Ciao Funny!- Andai da lei battendole un cinque con la mano.
-Che facciamo, andiamo in classe?- chiese lei.
-Sì!-
















 
POV Heric.

-Ben arrivati alla scuola di Karate "Yoshitaka". Come già sapete, questa è una scuola molto importante e prestigiosa per la nostra città. Qui noi ci occupiamo soprattutto di migliorare il livello di preparazione dei ragazzi. Ah già, io mi chiamo Usui Takumi e sarò il vostro insegnante.Oltre a me ci sarà anche il maestro Takahashi Misaki, che è qui accanto a me. Ovviamente vi dividerete in gruppi di età.
Domani provvederemo a questo e a farvi conoscere gli altri insegnanti, per oggi visto che è il primo giorno è bene che vi sistemiate nei vostri alberghi. A domani.-
-Arrivederci!-
"Mamma mia quanto parlava quello lì" pensai.
Cominciai ad uscire dalla scuola e appena arrivai sulla soglia mi chiesi in che posto ero. La scuola di Karate era enorme, tanto che quando vi ero dentro mi pareva un castello. E la città, sconosciuta ai miei occhi. Eppure ero stato nella maggior parte dei luoghi del mio paese.
Arrivai in albergo, avevo la stanza 102. "Per fortuna non la devo condividere con qualche schizzato".
Il giorno dopo mi alzai a mezzogiorno. Ero stanchissimo per il viaggio. Non sapendo cosa fare per metà giornata, decisi di visitare un po' Osaka. Camminai un po' di ore e mangiai sushi. Dopo un po' di tempo cominciai ad andare verso la scuola e mentre percorrevo la strada sentii che qualcuno mi stava chiamando.
-Heric.-
Mi girai. Non ci potevo credere. Rimasi di sasso, anche se all'apparenza non dimostrai niente. La persona che avevo di fronte era il professor Sengoku. L'unico insegnante che abbia mai odiato.
-E lei cosa ci fai qui?- chiesi.
-Cosa ci faccio io? Cosa ci fai tu qui.- rispose acidamente lui.
-Non penso gli possa interessare, arrivederci.-
-Fermo qui.- mi prese per il braccio.-Mi interessa eccome. Non riuscirai pure qui a farmi lincenziare e a togliermi il lavoro, lurido bamboccio.-
-Io non gli ho tolto proprio nulla. Non è colpa mia se ha cercato di farmi bocciare dalla scuola e non c'è riuscito.-
-Ci riuscirò, prima o poi. Voglio ripagarti con le tue stesse armi. Tu meriti questo e molto peggio, Akito. Insomma, vuoi dirmi cosa ci fai qui?- mi chiese, stringendomi di più il braccio.
-Sono qui per frequentare una scuola di Karate, e ora mi lasci!- dissi, andandomene e togliendomi di torno quell'antipatico.
-Non ti libererai così facilmente di me,Heric.-

Finalmente arrivai a scuola. Ci divisero in gruppi d'età e conobbi altri ragazzi. Tra tutti ce ne fu uno più simpatico; si chiamava Yasu. Dopo la prima lezione, uscii e decisi di farmi una passeggiata con lui.
-Da quanto tempo fai Karate?- chiese.
-Sei anni.-
-Wow, io quattro. Sai, ho cominciato a piacermi questo sport perchè ti da una forza impressionante. Quando sei teso o agitato, sembra che facendo Karate ti passi tutto.-
-Sì, lo penso anch'io.-
Parlammo un po' e verso sera tornai in albergo. Mi stesi sul letto e dormii profondamente: un'altra giornata se n'era andata via.

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Capitolo 5
*** Un ritorno al passato ***




Cap. 5




 Erano le 2.45. Non riuscivo ad addormentarmi e quindi decisi di prepararmi un panino.
Era già passata una settimana da quando ero arrivato a Osaka e cominciavo a sentire la mancanza della mia famiglia e dei miei amici. In realtà, fin da subito avevo sentito  la loro nostalgia, ma all'inizio non ci feci molto caso.
Mi mancava mio padre e la sua generosa disponibilità nel comprarmi il sushi, mi mancava Nelly con la sua voce isterica, Terence, Funny.. e Sana. 
Non so perchè ma da quando ero partito non avevo più pensato a lei. Forse perchè nell'ultimo periodo ci eravamo allontanati.
Mi mancava tutto di lei. La sua vivacità, la sua risata, il suo essere lei. Sì, perchè lei era unica.
Prima di partire avrei voluto dirgli tante cose  e invece come uno sciocco non uscì nulla dalla mia bocca. 



"Sana, mi hai cambiato la vita. Da quando ti ho conosciuto è come se fossi rinato, come se un'altra persona si fosse impossessata di me. Prima la mia vita era buia e senza speranza, ma poi tu all'improvviso sei entrata e sei diventata la mia luce. Sei la mia voglia di vivere, Rossana."


Avrei dovuto dirgli testuali parole e invece questo, come tanti altri discorsi, marcì in un angolo. Chissà se un giorno le avrei rivelato tutto ciò.

POV Sana.

Quel giorno decisi di non impegnarmi con il lavoro. Sapevo benissimo di non poter decidere a mio piacimento se lavorare o no, ma era talmente una bella giornata che avevo voglia solo di stare con i miei amici. 
D'altronde, era da tanto che non ci vedevamo fuori dalla scuola.
Io, Terence, Alissa, George e Margaret decidemmo di andare alla nostra vecchia scuola elementare. Era il minimo che potessimo fare andare a trovare la signorina Lisa e il signor Zed.
-Ragazzi, mi sembra che sia passata un'eternità dall'ultima volta che ho visto  questa scuola.- affermò Margaret.
-Già. Quanti ricordi.- disse Terence.
Entrammo all'interno della struttura e quelle mura mi fecero rabbrividere.
Quella scuola mi causava molte emozioni. Lì erano successe talmente tante cose che in quel momento non le ricordai nemmeno tutte. Lì conobbi i miei amici. Le persone di cui ormai  non potevo più fare a meno.
-Oh ragazzi, la nostra classe!- intervenne Alissa.
-Che bella! Mi ricordo ancora tutti quei momenti fantastici insieme agli altri maschi. Quando facevamo disperare gli insegnanti.- disse George.
-Già, come dimenticarlo!- disse sarcasticamente Margaret.
In quell'istante mi girai e vidi camminare nel corridoio una ragazza. Ma certo, era la signorina Lisa!
-Signorina Lisa!- la chiamai urlando.
Si girò e appena mi vide metabolizzò un po' per riconoscermi.
-R-Rossana? E voi, ragazzi?- disse sul punto di piangere.
-Signorina Lisaa!- corremmo da lei ad abbracciarla.
-C-come state r-ragazzi?- disse singhiozzando. Era commossa.
-Bene e lei signorina?- chiese Terence.
-Io bene. Quanto siete cresciuti, ormai sono passati due anni. E io che pensavo che vi eravate dimenticati di mee.- disse scoppiando nuovamente in lacrime.
-Ma che dice! Non ci potremmo mai dimenticare di lei. E il signor Zed che fine ha fatto?- chiesi io.
-Lui oggi non c'è. E' da una settimana che sta a casa con la febbre.-
-Senta, signorina. Ma per caso lei e il sig. Zed.. niente?Niente scintille?- chiesi io sghignazzando.
-Ma Rossana!- rispose lei arrossendo.
-Sana sei sempre la solita!- disse Alissa ridendo.
-Bhe, comunque.. io e il sig. Zed abbiamo intenzione di sposarci. Ancora non sappiamo precisamente quando, forse l'anno prossimo.-
-Ma che bella notiziaa! Pretendo di essere invitata! Ahah.- dissi io entusiasta.
-Aspettate, ma manca qualcuno. Heric dov'è?- chiese la signorina.
-Heric è partito  una settimana fa. Sa signorina, sta intraprendendo seriamente il Karate e così è andato in una scuola  a Osaka per poter raggiungere il livello di cintura nera.- rispose Terence.
-Oh, ma che bello. Quando lo vedete salutatemelo tanto. Mi manca pure lui.-
Così ce ne andammo. Osservammo un altro po' quella meravigliosa scuola e tornammo a casa.
Solo in quel momento capì che forse tornare piccola non mi sarebbe dispiaciuto.













 


                     

                                                       










 

Angolo autrice, chi vuole se lo legga.

 Ciaao a tuutti, belli e brutti! ahaha :D eccomi con questo nuovo capitolo, spero che vi piaccia!
Un bacio :*


 

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Capitolo 6
*** Verità nascosta ***





Cap. 6



 Fu un gelido mattino quello. Mi svegliai e sentii freddo. Poi mi affacciai alla finestra e capii subito: neve. Quanto mi piaceva.
Non persi tempo e corsi subito da mia madre e Robby per festeggiare l'evento.
-Mamma, hai visto c'è la neve!- dissi urlando.
-Sì cara ho visto. Ma a quanto pare tu non hai guardato qualcos altro, l'orologio. Sono le otto e mezza.-
-Oh, noo! Sono in ritardissimo Robby! Devo essere agli studi televisivi del centro alle nove! Non ce la farò mai.-
-Sana, questa frase la ripeti ogni mattina. Cambia copione.- disse sarcastico.
Feci tutto di corsa e appena scesi le scale suonò il campanello.
-Vado io!- dissi.
Aprii la porta e dall'altro lato c'era Charles. Incantevole come sempre.
-Oh, buongiorno Charles! Ti stavo raggiungendo agli studi.-
-Buongiorno anche a te Sana. Ho visto l'ora e quindi ho deciso di venirti a prendere.-
-Sì lo so, sono la solita ritardataria! Ma non c'era bisogno che ti scomodavi.-
-Tranquilla, per me è un piacere.- disse lui gentilmente.
-Allora andiamo tutti insieme con la macchina di Robby!- dissi allegra.
-No, Sana. Scusa ma vorrei che andassimo noi due da soli.-
-Cosa? E perchè?- chiesi curiosa.
-Devo dirti una cosa molto importante. Tranquilla non ti faccio niente, eheh.-
-D'accordo, con te sono tranquilla. Ciao mamma, ciao Robby!-
-Sana ma dove v..?- chiese Robby non concludendo la sua domanda perchè gli chiusi involontariamente la porta in faccia.
Uscimmo di casa e Charles iniziò subito a parlare.
-Vedi Sana, te lo chiedo senza pochi giri di parole. Ieri il signor Yamamoto, un noto regista, ha chiamato il mio manager chiedendogli se io e te saremmo disposti a partecipare ad un suo film..-
-Ma certo! Che problema c'è?- dissi io interruppendolo.
-Che verrà girato in Italia. Tu verresti con me?-
-In Italia? Oh bhe, è lontano. Ma d'altronde io e te siamo andati pure a New York insieme, quindi a questo punto potrei anche accettare.-
-Oh, Sana! Mi farebbe così piacere.- disse diventando rosso.
-Sì Charles, ma non ti fare illusioni. Hai capito sciocchino?- dissi colpendolo in testa ridendo.-
-Eheh. Quindi qual'è la tua risposta?-
-Sì!-
Non so perchè accettai immediatamente. Forse per il fatto che, al contrario della volta precedente, non avevo il "problema" di Heric. Certo, mi sarebbero mancati gli altri, ma in quel momento preferì partire. 
E poi, mi piaceva l'idea di stare di più con Charles. Non capii mai il movito ma ogni volta che mi sentivo triste o che comunque avevo bisogno di staccare un po', cercavo Charles.
In quel momento lui mi faceva stare bene più di chiunque altro, ne ero convinta.


POV Heric.

-Un'altra giornata del cavolo. Che scocciatura.-
Già, fuori pioveva. Non mi dava fastidio la pioggia ma il fatto di dover camminare con l'ombrello. Che palle.
Ma dovevo raggiungere la scuola, quindi mi convinsi e decisi di uscire.
Dopo qualche minuto arrivai. Avevo la fortuna di avere l'hotel vicino, almeno quello.
-Hei, Heric!- sentii urlare da dietro e mi girai. Era Yasu.
-Ciao.- 
-Lo sai che oggi ci dividono? Ci saranno quattro gruppi e ognuno di questi farà attività di Karate diverse.- disse.
-Capisco.-
Yasu mi sorrise. Certo, non c'era niente di male, ma mi sorrise in modo strano. Aveva una bocca femminile. Bah, forse era una mia impressione.
-Buongiorno ragazzi. Oggi abbiamo deciso di dividervi in più gruppi. Ovviamente sarete misti, quindi uno che fa parte di un gruppo d'età, ne entrerà in un altro. Ora pronuncerò i nomi e voi vi alzarete mettendovi dove vi indico io.
Takumi Sakamoto. 
Shin Murakami.
Yasu Fujita.

Sì alzò, era accanto a me.
Mi girai e un attimo dopo vidi una chioma di capelli lunghi attaversargli il viso.
Ma come, com'era possibile? 
-Yasu..?- 
Guardai a terra. Il suo cappello che aveva sempre in testa era caduto. Osservai le altre persone che lo videro rimanendo a bocca aperta mentre invece qualcuno bisbigliava.
A quel punto si girò verso di me. Aveva un'espressione disperata e imbarazzata.
Ormai era evidente, Yasu non era mai esistito.

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Capitolo 7
*** Nakao ***









 


Cap. 7




 -E quindi vai in Italia, Sana.- mi parlò Funny.
-Sì. Mi dispiace andarmene di nuovo ma è una richiesta che mi affascina e non voglio rinunciarci. Scusate, forse sembrerò egoista..-
-No non lo sei affatto. Hai tutto il diritto di occuparti del tuo lavoro senza pensare a noi. Stai tranquilla.- disse Terence.
Decisi di dire subito ai miei amici la notizia. Erano persone fondamentali nella mia vita e quindi dovevano saperlo.
-Quando partirai di preciso?- chiese Alissa.
-Le riprese del film verranno girate verso la fine di maggio, quindi fra qualche settimana partirò.- dissi.

-C-cosa? Te ne vai, Rossana..- parlò una voce. All'inizio non la riconobbi poi quando mi girai vidi Nakao.
-Nakao?- chiesi io stupita.
-Non puoi andartene pure tu, Sana. Io vorrei sapere perchè.. PERCHE' MI ABBANDONATE TUTTI!- Pronunciò queste ultime parole urlando e cominciando a correre verso l'uscita della scuola,
-Nakao, aspetta!- Provai a raggiungerlo anche se ormai si trovava fuori dall'edificio.
Quando finalmente lo vidi da lontano, lo fermai.
-Nakao! Hei, Nakao!- lo chiamai con il fiatone. -Nakao, che ti prende?-
-Prima lui, adesso tu..-
-A chi ti riferisci?- non capii.
-Non capisco perchè.. Prima se ne è andato Heric senza dirmi nulla lasciandomi qui da solo, e adesso tu Rossana, vuoi fare la stessa cosa..-
-No, Nakao. Purtroppo io devo partire per dedicarmi al lavoro. Vedi, in questo momento ne ho davvero bisogno visto che nell'ultimo periodo non ho lavorato molto.-
-E Heric, perchè? In questi mesi mi sono chiesto tante volte il motivo per cui lui non mi abbia detto della sua partenza e all'inizio ho pensato che fosse per la spiegazione che ha dato lui. Ma adesso sto capendo che forse l'ha fatto di proposito..-
-No, Nakao. Heric non voleva lasciarti da solo, come non voleva farlo con me, Terence, Funny e tutti gli altri. Io credo che in quel momento abbia avuto paura perchè è successo tutto all'improvviso. Non voleva ferirci. So come tu ti possa sentire, ma non voglio che tu ti faccia l'idea che lui abbia voluto fare tutto di sua volontà. L'ha fatto inconsciamente, devi credermi.-
-Io voglio venire con te, Rossana.- disse sembrando deciso.
-Cosa? Ma che stai dicendo..-
-Sì, voglio venire con te in Italia. Te lo chiedo per favore.-
-Scusami ma penso che questo non sia possibile. Io non vado lì per farmi un viaggio ma per recitare in un film. Tu invece devi rimanere qui per continuare gli studi, Nakao. Lì saresti da solo.-
-Non mi interessa più continuare gli studi. L'unica cosa che volevo continuare era Karate, ma senza la presenza di Heric non so più cosa fare. 
Vedi Sana, io ci tenevo alla scuola soprattutto per attirare l'attenzione del prof. Sengoku, e quando lui se ne è andato non mi è interessato più di tanto studiare. E' stato lì che invece ho trovato conforto in Heric, lui mi ha salvato. Mi ha ridonato il sorriso ed è diventato il mio punto di riferimento. Vorrei essere come lui, ma ora che si trova in un altro posto mi sento perso. L'unica persona che mi può sollevare, sei tu. E se vai via anche tu, a questo punto cosa farò io..-
-Che belle parole hai detto Nakao. Però vedi, come potresti venire con me da solo, senza nessun adulto.. Io starò lì con un mio amico, Charles Lones, che parteciperà con me al film.-
-Ormai ho 16 anni, posso essere responsabile di me stesso. Certamente lo dirò a mia madre e anche se non approverà io verrò lo stesso. Ti prego, Rossana..-
-Va bene. Però mi devi assicurare che lo dir...-
-Va bene, GRAZIE.-

Non potei assolutamente dire di no a Nakao. Sentivo che aveva bisogno di me, era una persona che aveva bisogno di molte attenzioni. E dopo l'ultimo accaduto, non avrei voluto che lui avesse fatto una sciocchezza solo per la mia assenza e quella di Heric.
Speravo solo che tutto ciò non avrebbe cambiato qualcosa, lo speravo con tutto il cuore.










 

Angolo autrice, chi vuole se lo legga.

  Ciiiao!! (: eccomi qui con il mio nuovo capitolo. Spero tanto che vi piaccia. Ho deciso di far comparire Nakao per il semplice fatto che nell'anime la sua storia non penso sia del tutto finita, o almeno questa è la mia opinione. Alla prossima!! :*

-Gaiuccia-

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Capitolo 8
*** In Italia ***












Cap. 8




 -Hei.. ma che ti è preso?-
-Heric, mi dispiace. Non avevo intenzione di prenderti in giro, nè di prendere in giro tutti gli altri.. lo so che ci sei rimasto male.-
-Non ci sono rimasto male. Bhe, forse un po' sì ma non è quello il problema. Il fatto è che non capisco perchè tu l'abbia fatto.- dissi io.
-Ti spiegherò tutto. Vedi, quando ho chiamato per l'ammissione a questa scuola, mi hanno detto che non c'era più posto per la sezione femminile e quindi sono andata subito in panico. Così ho pensato di travestirmi da maschio, l'ho fatta instintivamente. In realtà mi chiamo Giusy e sono nata in Spagna. Però tutta questa storia è stato uno sbaglio...-
-Ma non potevi chiamare un'altra scuola?-
-No. Questa è la scuola più prestigiosa e anche la più efficiente di Osaka. Qui di sicuro migliorerei le mie capacità più di altre scuole. Vedi Heric, il Karate è tutta la mia vita, non voglio rinunciarci così.-
-Ti capisco. Anche per me è così, soprattutto in questo momento.-

Verso le dieci di quella stessa sera la noia si stava diffondendo. Pensieri, pensieri e ancora pensieri. Pensavo alla conversazione con "Yasu" che in realtà era Giusy. Pensavo alla mia vita a Tokyo, a mio padre e a mia sorella, e a quanto mi mancavano. Ai miei amici,  ai miei compagni di classe, e a lei. Da quando sono arrivato a Osaka non ha degnato neanche di chiamarmi al telefono.
"Evidentemente non gli manco abbastanza" pensai.
"Bhe però avrei potuto chiamarla anch'io" mi suggerì la mia coscienza.
Ma io non l'avrei fatto, ne ero sicuro. Non sentivo quel bisogno di sentire la sua voce. Forse perchè avevo la sensazione che la cosa fosse reciproca.
Dovevo non pensare più a lei perchè ogni volta che accadeva avevo le fitte allo stomaco. Fitte di dolore e rabbia. Rabbia, sì. Rabbia perchè pensavo che le cose fra noi due fossero andate diversamente. E invece mi ritrovavo lì, da solo, come un povero illuso.



POV Sana.

-Si parteee!- urlai entusiasta. -Non vedo l'ora di poter visitare l'Italia! L'ho sempre voluta vedere fin da piccola.-
-Anch'io non vedo l'ora di poterla vedere.- disse Nakao.
-Ciao mammina! Mi raccomando stammi bene e non fare pazzie!-
-Ciao tesoro, stai attentaa.- disse mia madre stringendomi un po' troppo.
-Mamma così mi strozzi.-

Presi le valigie e andai verso il taxi. Durante il tragitto casa-aereoporto guardai più volte Charles che lanciava occhiate a Nakao. Non era rimasto molto contento del nuovo passeggero ma presto lo avrebbe accettato. Ripensai anche a tutti i miei amici e compagni di scuola che purtroppo avevo salutato di fretta per il poco tempo rimasto.
In quel momento avevo solo voglia di divertirmi e non pensare a niente. Volevo fare nuove esperienze possibilmente senza l'incontro di nuovi ragazzi.
Dopo un paio d'ore arrivammo nell'aereoporto Roma-Fiumicino. Stetti a osservare ciò che mi circondava per qualche secondo. Notai subito quanta gente c'era. Chi correva per non perdere l'aereo, chi lo aspettava impazientemente, e poi c'eravamo noi. Tre perfetti stranieri che non vedevano l'ora di esplorare una nuova città.
-Finalmente siamo arrivati!- urlai io felice.
-Sana mi raccomando tienimi la mano mentre andiamo. Non vorrei che fra tutte queste persone tu ti perdessi.- disse Robby.
-Ma dai Robby che dici, non sono più una bambina! Forza andiamo.-
Uscimmo dall'aereoporto per raggiungere l'autista della macchina che ci avrebbe portato diretti al centro di Roma. Appena entrata nell'auto non ho perso tempo per chiaccherare con il conducente del mezzo.
-Buongiorno! Come sta? Io sto alla grande! Lei ha mai visto Roma? Bhe che domande, penso proprio di si visto che è qui. Menomale che parla anche lei il giapponese sennò a quest'ora era un bel problema! Non vedo l'ora di visitare questa fantastica città. Ancora non l'ho vista ma so già che lo è. Sono molto felice! Si vede? Se non si ved..- ad un certo mi interruppe Robby mettendomi la mano sulla bocca.
-Basta Rossana, non disturbare il signore.-
-Uffa Robby sei proprio un rompi scatole.-
-Sapete, penso che mi divertirò molto in vostra compagnia. Grazie mille Rossana.- disse Nakao.
-Sì infatti..- disse un po' con aria fredda Charles.
-Basta Nakao ringraziarmi. Non mi devi dire grazie di nulla perchè a me fa piacere che ci sei anche tu.- dissi sorridendo.

Quando arrivammo in hotel incontrammo subito l'agente di Charles che per problemi di orari, era già lì ad aspettarci da un bel po'.
Ci sistemammo tutti nelle rispettive stanze. Charles condivideva l'alloggio con il suo agente e io, Robby e Nakao invece eravamo insieme. 
Vista l'ora decidemmo di andare direttamente a letto anche perchè eravamo molto stanchi.
Quella sera mi addormentai dopo due ore. Ero emozionata. Chissà che avventure mi sarebbero successe in quella nuova vita in Italia.





Angolo autrice, chi vuole se lo legga.

 Scusate per la lunga attesaa! Ho avuto molto da fare quindi non ho potuto continuare i capitoli, ma spero che continuiate lo stesso a seguire la mia storia!! Un bacio e grazie a chi mi legge :*
-Gaiuccia-







 

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Capitolo 9
*** La notte dei desideri ***


Cap.9 





 Il giorno dopo visitammo Piazza di Spagna, il Colosseo, Ponte Milvio e per ultima, verso tarda serata, la Fontana di Trevi.
-Ho voglia di lanciare una monetina ed esprimere un desiderio! Te Sana che fai?- mi chiese Charles.
-Sì, arrivo. Sto pensando a quale desiderio esprimere. In realtà sono già felice così.-
Non era vero. C'era qualcosa che mi mancava per poter essere completamente felice. Quel qualcosa si chiamava Heric Akito.
Sì, mi mancava. Mi mancava esageratamente. Dopo due mesi percepivo la sua mancanza. Non potevo desiderare altro in quel momento che non fosse la sua presenza; potevo avere infinità di persone che mi volevano bene accanto a me ma nessuno poteva colmare la sua assenza.
Avevo disperatamente bisogno di lui, ecco ora ne ero consapevole. Avevo bisogno del suo caratteraccio, del suo orgoglio che a volte ci faceva litigare. Della sua bontà che dimostrava in piccoli gesti. 
Tornai alla realtà dopo aver sentito qualcuno toccarmi il braccio.
-Sana, tutto bene?- era Charles.
-Sì, tranquillo Charles. Il fatto è che non so davvero che desiderio esprimere..-
-Beh se non hai un desiderio non sei obbligatata a chiederlo.-
A quelle sue parole decisi finalmente di lanciare quella benedetta moneta e desiderare il ritorno di Akito vicino a me.
-Fatto.- dissi.

Sono sempre stata così, io. Una ragazza allegra, sorridente, un vero portento della felicità. E ho sempre fatto così con i miei problemi, li ho sempre nascosti dietro un maledetto sorriso. 

"Crolla tutto ed io son morto e nessuno se n'è accorto". A quei pensieri mi vennero in mente le parole di una canzone di Tiziano Ferro, azzeccatissime.


POV Heric.

Quella mattina mi svegliai con il piede giusto e speravo almeno che la giornata sarebbe stata tranquilla come avevo previsto. 
Andai verso l'uscio e quando aprii la porta vidi Giusy.
-G-Giusy? Che ci fai qua?- chiesi.
-Buongiorno Heric! Lo so che oggi non dobbiamo andare a scuola però avevo voglia di parlare con qualcuno. Ti stavo per suonare.- disse abbastanza allegra.
-Ah, beh mi fa piacere che tu mi abbia pensato. Andiamo a fare colazione?-
-Ma certo.-
Arrivammo in un bar dietro l'angolo e cominciammo a guardare qualcosa di squisito da gustare.
-Tranquilla prendi ciò che vuoi tanto pago io.- dissi io.
-Non ci pensare neanche. Non sei mica il mio ragazzo.- disse lei sorridendo.
Non capii quell'affermazione, ma vabbè.
-Cosa c'entra? Sei una mia amica e io.. insomma.. volevo essere gentile.-
-Ahah va bene tranquillo, non ti offendere. Se vuoi pagare ti lascio fare.- si arrese.
Finita la colazione tornammo a casa ,ma mentre passeggiavo, sentii qualcuno che mi toccò con un po' di violenza le spalle. Mi girai.
Oh no, un'altra volta. Quell'uomo ancora non me lo ero levato di torno. L'ex prof. Sengoku.
-Ma bene, guarda chi si vede di prima mattina. Un bel buongiorno devo ammettere.- disse lui con il fallito tentativo di essere simpatico.
-La cosa è reciproca, glielo posso assicurare. Che cosa vuole ancora da me?- chiesi io. Stavo già cominciando ad innervosirmi.
-Devi stare calmo, Heric. Non ti conviene agitarti così te lo posso assicurare.-
-Mi dica cosa vuole e poi ognuno per la sua strada.-
-Voglio che tu te ne vada, semplice. Sei venuto qui per infastidirmi, non è vero?- chiese cominciando ad alzare la voce.
-Gliel'ho già detto. Sono venuto qui perchè mi hanno offerto di diventare studente alla scuola di Karate "Yoshitaka". La mia vita non è concentrata su di lei al contrario suo.-
Dopo queste mie parole vidi Sengoku avvicinarsi e prendermi per la maglia sbattendomi contro una colonna.
-Se non decidi di andartene di qui, troverò io il modo per farlo. HAI CAPITO AKITO?- disse urlandomi nel viso.
Dopo qualche secondo mi lasciò e io caddi per terra.
La storia non era finita lì, era chiaro.


Angolo autrice, chi vuole se lo legga.
Ciauuu eccomi con il mio nuovo capitolo!! Mi raccomando recensite!! c:
Grazie a chi legge e segue. un salutoo
-Gaiuccia-



 





 

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Capitolo 10
*** Aiutami ***




Cap. 10



 -Hai capito cosa devi fare?-
-Certamente signore. Sarà tutto perfetto come mi ha chiesto.-


-Hei Heric!-
-Ciao Giusy.-
-Ma che cos'hai? Ti senti bene? Mi sembri un po' teso.-
-No tranquilla, va tutto apposto.-
Effettivamente ero molto nervoso e agitato. Non facevo altro che pensare alla sera prima, all'incontro con Sengoku. Che cosa voleva?  Perchè provava così tanto astio verso di me? Non me ne capacitavo.
I pensieri si interruppero con la voce di Giusy.
-Beh, comunque lo sai che.. per qualunque cosa.. sì insomma, io ci sono per te...- disse.
-Attenta che se ti imbarazzi ancora di più diventi un peperoncino.- dissi con un pizzico di sarcasmo.
-Eh? Io imbarazzata? Ma stai scherzando!- disse dandomi una pacca sulla spalla. -Senti, che ne dici se stasera ci vediamo? Non ho niente da fare.- chiese.
-Per me va bene, almeno non passo la solita serata monotona.-
Decidemmo di vederci da lei dopo cena. Entrai nella stanza dell'albergo e subito mi spogliai per farmi il bagno.
Mentre mi detti lo shampoo sentii un odore strano. Annusando sempre di più lo riconobbi. Era puzzo di bruciato. Eppure non avevo acceso il gas visto che avevo mangiato un panino.
Uscii dal bagno e mi allarmai per ciò che stavo vedendo: fuoco dappertutto. Com'era possibile? Chi aveva acceso il fuoco senza che io me ne accorgessi? Tutto ciò era impossibile perchè nessuno aveva la chiave della mia stanza.
Cominciai a gridare capendo che non avevo altra scelta.
-Aiutooo, aiutatemi! Qualcuno mi aiuti sta prendendo a fuoco tutto! Vi pregooo!- Urlai con più voce possibile ma nessuno mi sentii.
Rimasi chiuso in bagno tentando di aprire quella specie di buco che assomigliava una finestra, ma mi accorsi che era troppo stretta e non sarei riuscito a passarci.
L'unico tentativo era quello di urlare con la speranza che qualcuno mi sentisse.
Fu in quell'orribile momento che avevo bisogno di una persona.
Sana, aiutami.


POV Giusy.

"Ma dove sarà finito?" pensai.
Erano le nove e mezza e Heric ancora non si era fatto vivo. L'appuntamento era per le nove e considerando che lui era sempre puntuale cominciai a preoccuparmi.
Avevamo deciso di guardare il film "Kuro-obi" che parlava di tre allievi del Karate.
Mi trovavo bene con Heric, avevamo molte cose in comune. Forse mi stava cominciando a piacere. Beh, a quale ragazza non sarebbe piaciuto un ragazzo come lui? Bel fisico, occhi che ti penetravano l'anima, un carattere così forte e allo stesso tempo interessante.
Chissà se aveva una ragazza, non avevo mai pensato di chiederglielo.


Dopo cinque minuti decisi di chiamarlo.

Riprovai a chiamare altre cinque volte e sentii sempre la stessa voce.
"Gli sarà successo qualcosa?"
Uscii dalla porta e mi recai verso il suo albergo e appena arrivai ebbi una brutta sorpresa; un mucchio di pompieri fuori dall'edificio.


Angolo autrice, chi vuole se lo legga.

Ehilà! Scusate per questo capitolo un po' corto, purtroppo oggi l'ispirazione è questa :( spero di rimediare con il prossimo. Intanto volevo ringraziare chi segue la storia e a chi recensisce!!
-Gaiuccia-



 

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Capitolo 11
*** Ancora tu ***



Cap.11





 Quel giorno  mi alzai con una voglia matta di tofu* ma quando aprii gli occhi e vidi la tavola piena di cornetti, ciambelle e biscotti rimasi di sasso.
-Ma come, io avevo proprio voglia di tofu!- dissi un po' amareggiata e ancora mezza addormentata. In quel momento vidi Robby entrare in camera.
-Buongiorno Sana, hai dormito bene?- chiese.
-Mmh si, anche se mi sono svegliata con il desiderio di mangiare tofu e invece qui non lo vedo.- dissi imbronciata.
-Ma Rossana è ovvio che non c'è, siamo in Italia. Comunque sono molto gentili, guarda quante cose ci hanno portato.-
-Sì hai proprio ragione Robby. E poi a me piacciono molto i biscotti.-
Cominciai a gustarmi tutti i tipi di dolci che si trovavano davanti a me quando mi venne mente una cosa.
-Robby ma Nakao dov'è andato a finire? Starà ancora dormendo?- chiesi.
-Qualche ora fa è uscito e mi ha detto che andava a farsi una passeggiata. Nulla di cui temere.-
-Va bene. Penso che invece Charles sarà già sveglio, lo vado subito a chiamare!- urlai cominciando a uscire.
-Sana forse ancora dor..- Robby non riuscì a finire la frase che già avevo chiuso la porta.

-CHARLEEEEEESS! Buongiorno!- gridai accorgendomi solo dopo pochi secondi che lui si stava vestendo ed era letteralmente senza nè maglia nè pantaloni.
-S-sana. B-buongiorno anche a t-te.- disse imbarazzato cercandosi di coprire.





  -S-scusa Charles, non pensavo ti fossi alzato ora. Eheh ho fatto proprio una gaff, ma menomale che hai le mutande.- dissi toccandomi dietro la nuca mentre lui si stava già mettendo i pantaloni.
-Per favore possiamo sorvolare su questa cosa?- chiese un po' disperato.
-Sì forse è meglio! Comunque ti ero venuta a cercare perchè visto che oggi è l'ultimo giorno libero che abbiamo perchè domani cominciamo a girare per il film, ho avuto l'idea di passare tutto il giorno fuori. Ho una voglia enorme di continuare ad esplorare questa città. Sei d'accordo con me?- 
-Certo, lo sai che con te verrei ovunque.-
-Ma smettilaaa!- dissi io sorridendo dandogli un colpo sulla spalla così da farlo girare.
E come avevamo programmato, dopo pranzo decidemmo di camminare per Roma. 
-Scusi, ci può fare una foto?- chiese il manager di Charles. Menomale che almeno lui sapeva parlare l'italiano.

Tornammo che erano le undici di sera ed ero completamente sfinita. Non mi sentivo più le gambe.
-E pensare che io e Charles domani mattina dobbiamo svegliarci alle sette. Con quale coraggio!- esclamai stendendomi sul letto.
-E dovrò accompagnarti pure io, che ingiustizia!- disse Robby.
-E' il minimo che tu possa fare d'altronde.- dissi io sarcastica muovendo le mani.
-Buonanotte Rossana e grazie per oggi. Anche a te Robby.- disse Nakao sdraiandosi nel suo letto accanto a quello del mio manager.-
-Buonanotte Robby, buonanotte Nakao.- dissi.
-Buonanotte anche a voi.- disse Robby.
Chiusi gli occhi.


POV Terence.

-Funny, secondo te dovremmo dirlo a Sana?- chiesi.
-Sì Terence. Ha diritto a sapere dell'incidente di Heric, è una nostra amica.-
-Sì tesoro, chiamala. Anche se è tarda sera penso sia sveglia.- disse Alissa.
Decisi di comporre il numero di Rossana.
Uno squillo, due squilli, tre squilli...
E se non avesse risposto?
-Pronto?- A quel punto sentii la voce di lei che sembrava mezza addormentata.
-Pronto Sana, dormivi? Scusami se ti disturbo.-
-Ciao Terence! Come mai chiami a quest'ora? Non sai quanto mi mancate!-
-Anche a noi ci manchi molto ma non ho chiamato per questo.- dissi deciso.
-E per cosa? Gli altri come stanno? Ti sento piuttosto serio, è successo qualcosa?- chiese lei.
-No. Cioè sì,cioè io...- non riuscivo a parlare.
- Dai Terence raccontami! Ci sono scoop me lo sento. Però fai presto a dirmeli perchè non posso stare tanto visto che domani mattina mi devo alzare presto. Sai cominciano le riprese del film...- 
-Sana.- la interruppi. -Heric ha avuto un incidente.-


NOTA:
tofu = Alimento diffuso in quasi tutto l'estremo oriente. Si ottiene dalla cagliata del latte di soia e dalla successiva pressione per la sua forma.


Angolo autrice, chi vuole se lo legga.

 Ciaaao a tuttii! come state?? Io insomma, in questo periodo sono più triste del solito :( Più che altro mi sento sola e forse è da questo umore che mi viene più ispirazione per scrivere!! Bhe almeno c'è un lato positivo!
Volevo ringraziare chi segue questa storia e mi raccomando recensite,accetto pure le critiche!! Ammetto che non è una ff favolosa ma a me piace e penso sia questa la cosa più importante.
Un bacino :*
-Gaiuccia-



 

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Capitolo 12
*** Rapporti complicati ***



Cap. 12




 -Heric? Incidente? Ma c-come...- fui sconvolta da quella notizia. Sentii il telefono di Terence spostarsi.
-Rossana, sono Funny. Heric ha bisogno di te, devi venire. Purtroppo i medici hanno detto che ha una grave lesione alla faccia.-
-Una lesione alla faccia, ma che significa? Come mai che gli è successo?-
-Non so benissimo come sono successe le cose. Posso solo dirti che è scoppiato un incendio nella sua stanza d'albergo. Non sappiamo neanche chi possa aver appiccato il fuoco.-
-E ora voi dove siete? Chi vi ha informato della notizia?-
-Siamo in ospedale. C'è anche il padre di Heric, la sorella, Alissa, Terence. Appena abbiamo saputo da una ragazza di nome Giusy del fatto, siamo corsi immediatamente qui ad Osaka.-
-Giusy? E chi è?-
-E' una ragazza che frequenta la scuola di Karate insieme a lui. Forse è la sua ragazza visto che si dovevano vedere dopo dell'incidente.
Provai un senso di dolore. La sua ragazza? Mi aveva dimenticato in fretta.
Anche se mi faceva male sapere questa cosa, mi faceva ancora più male ciò che stava passando Akito in quel momento e quindi decisi di non chiedere più nulla riguardo a quella ragazza.
- Ma Heric, lui si è svegliato?-
-No ancora no. Abbiamo molta paura Sana..- disse scoppiando a piangere e di conseguenza cominciai anch'io.
Non poteva succedere tutto questo a lui. Proprio in quel momento che io ero lontana, perchè? Sapevo benissimo che non potevo partire, no proprio non potevo. Ma non potevo neanche abbandonarlo.
-Senti Sana.- riprese Funny calmandosi. -Tu che hai intenzione di fare? Lo so che domani inizi a girare il film, ma Heric ha un gran bisogno di te e tu lo sai.-
-Funny, vorrei tanto poter venire...- dissi io cercando di smettere di piangere. -Ma non posso...-
-Ma... stai scherzando, vero?-
-Purtroppo no. Se partissi in questo momento per venire lì rischierei di non lavorare più  per un bel po'. E questo succede perchè ho rifiutato per tre mesi tutte le offerte di lavoro che mi richiedevano prima di partire per l'Italia. Io vorrei tanto venire ma adesso non posso. Magari fra qualche giorno quando avrò concluso le prime riprese vedo se riuscirò a venire, ma adesso che sono all'inizio proprio non posso...-
-R-Rossana, per favore dimmi che stai scherzando. Sei davvero cambiata così tanto? Eppure è da solo un mese che non ci vediamo. Non ci posso credere.-
-Ma no, non ti ho detto che non verrò. Ti ho solo detto che in questi giorni molto probabilmente rimarrò qui.Funny capiscimi, per favore.- dissi.
-No non ti capisco affatto! Tu preferisci il tuo stupido lavoro, è questo quello che devo capire? E menomale che Heric era importante per te. Sei la solita egoista!- disse Funny.
Cercai di emettere qualche parola ma ormai aveva chiuso. Rimasi qualche secondo immobile. Funny non mi aveva mai parlato in questo modo. Aveva tutte le sue ragioni ma io in quel momento non me la sentivo di vederlo.
Sì forse mi stavo comportando da egoista ma in quel momento non avevo la forza di poterlo guardare in quello stato. Non sarebbe servito a nulla andare lì e piangergli davanti. No, avrei solo complicato la situazione.
Perchè avrei preferito che quelle cose fossero successe a me, piuttosto che a lui.
Ritornai alla realtà.
-R-Robby..- singhiozzai con le lacrime che mi sgorgavano dal viso.-Robbyy! No,HERIC!.- urlai piangendo sempre di più.
A quel punto si svegliò non solo Robby ma anche Nakao.
-Rossana? Ma che hai? Perchè piangi?- 
-Robby! Heric ha avuto un incidente, come faccio!- gridai strattonandolo. Vidi di rado Nakao che aveva una faccia scandalizzata, come se avesse perso le parole.
-Come ha avuto un incidente? Chi te lo ha detto?-
Non riuscii a rispondere da quanto piangevo. In quell'istante entrò nella stanza Charles e il suo manager.
-Sana! Che cos'hai? Perchè urli?- chiese Charles.
-C-Charles! Devo andare d-da lui!-
A quelle parole sentii le braccia di Charles toccarmi i fianchi e in un attimo mi ritrovai in braccio a lui.
-E' meglio che per ora parli con me, sta delirando.- disse uscendo dalla stanza.

-Ora che siamo qui fuori dall'albergo spiegami tutto. Ti sei calmata?-
-Sì. Prima i miei amici mi hanno chiamato e mi hanno detto che Heric ha avuto un incidente. E' presa a fuoco la sua stanza e ora è all'ospedale ed ha una lesione alla faccia. Non posso lasciarlo da solo...- dissi continuando a singhiozzare.
-Capisco. E' una cosa bruttissima quello che gli è successo ed è normale che tu stia male.-
-Si ma vedi, non è questo il punto. So di non poter andare lì adesso per il fatto che sennò non potrò più lavorare e so anche che se andassi lì non saprei affrontare la situazione. Non posso pensare di farlo soffrire, già sta soffrendo abbastanza.-
-Senti Sana, sò che questo film è importante ma se tu senti di dover andare a trovarlo secondo me dovresti farlo. Tu vuoi bene a lui e staresti peggio di lui a rimanere qui.-
-Oh,Charles. Sei un amico d'oro.- lo abbracciai. Lui c'era sempre.





 
POV Giusy.

Stetti all'ospedale tutto il giorno e decisi anche di dormire lì. Ogni tanto mi giravo per sbirciare se per qualche miracolo apriva gli occhi. Aveva un viso bellissimo e pulito e per colpa di quelle maledette fiamme gran parte lo avevano rovinato. Il fuoco aveva colpito tutte le guancie e un po' di mento.
-Non voglio perderti- dissi con la speranza che lui mi sentisse. Volevo che sapesse quanto era diventato importante per me.
-Sei un ragazzo fantastico- gli accarezzai la mano. -E' per questo motivo che non ti meriti tutto quello che ti è successo.  Un po' mi sento in colpa perchè forse se saresti rimasto direttamente a casa mia le fiamme non ti avrebbero colpito.-
Poco tempo dopo mi addormentai. Di una cosa ero sicura: avrei fatto di tutto per scoprire il colpevole di tutto ciò.


POV Funny.

-Non capisco come Rossana possa essere così egoista. Pensa solo a se stessa.- dissi furibonda.
-Bhe non so, non lo è mai stata. E poi in questo caso si parla di Heric e quindi non potrebbe mai pensare a lei invece che a lui.- rispose Alissa.
-Sì la penso anche io così amorina. Vedi Funny, tu non conosci Sana da tanto tempo come noi quindi a volte non riesci a capirla. Sicuramente ti ha detto quelle parole per nascondere qualcos'altro. E poi sono sicuro che verrà. Se non domani, nei giorni successivi.-
-Ne sei certo Terence?- chiesi io.
-Sì puoi stare tranquilla.- rispose lui.
Pensai alla telefonata con Rossana anche quando tornai a casa. Mi era dispiaciuto molto aver avuto quella discussione con lei ma in quel momento ero molto preoccupata per Heric e non mi piaceva il ragionamento che aveva fatto.
Io le volevo bene ma a volte non riuscivo proprio a comprenderla, forse aveva ragione Terence.





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Capitolo 13
*** Destino. ***






 
Cap. 13




 Il giorno delle riprese era iniziato. Il film che dovevamo girare parlava di una storia d'amore nata tra una ragazza ricca alla ricerca dell'assassino della sua famiglia e un ragazzo che cerca di combattere lo spaccio di droga nel suo quartiere. Io interpretavo la protagonista Arisu mentre l'altro personaggio si chiamava Eichiro.
L'appuntamento era alle 9.00 in via del Corso e subito vidi Charles.
-Hei, Charles!- urlai.
-Ciao Sana!- rispose lui con il suo solito sorriso smagliante. -Tutto apposto oggi? Ti sei un pò ripresa?-
-Bhe dai... diciamo di sì. Ma prima ho saputo da Robby che tu non farai la parte del protagonista, come mai?-  La cosa mi dispiaceva. Se proprio avrei dovuto recitare delle scene d'amore preferivo girarle con Charles che era un mio amico invece che con uno sconosciuto.
-In effetti ci sono rimasto male anche io. Pare che questo attore sia un pò raccomandato...-
-Mmmh, già mi sta antipatico.- dissi nervosa.
-Buongiorno ragazzi! Vi vedo in ottima forma, ne sono felice.- Si avvicinò un uomo di statura abbastanza bassa con una camicia elegante e con un'aria di una persona molto precisa.
-Buongiorno! Se non sbaglio lei è il regista.- disse Charles.
-Infatti non sbagli mio caro. Sono molto contento della vostra presenza nel mio film. Vi ho sempre seguito singolarmente, poi al debutto di New York siete stati meravigliosi e di certo non potevo perdere l'occasione di avervi nel mio film.-
-Oh, ma che gentile.- dissi con un sorriso imbarazzato.
Così ci incamminammo verso una via meno conosciuta della città per provare la prima scena. Passeggiando potei notare con quale cura erano costruiti gli edifici e quanto erano carine le case. Osservai le varie vie che mi si presentavano quando ad un certo punto vidi in lontananza una struttura diversa dalle altre. Ma certo, era un ospedale. Solo al pensiero di questa parola mi venne in mente Heric. La sera prima avevo pianto talmente tanto che la mattina dopo decisi di non pensarci più. Ma ciò era impossibile, tutto mi ricordava lui.
Mi fermai e cominciarono a luccicarmi gli occhi.
-Quanto vorrei essere lì con te.- dissi. Dopo qualche secondo sentii la voce di Robby.
-Sana, come mai ti sei fermata?- Cercai di tornare all'espressione di prima e risposi.
-Nulla avevo la scarpa slacciata, eheh.- 
"Che scusa di merda" pensai. Ma Robby a volte era così stupido che infatti ci credette.

Quando arrivammo a destinazione fui un pò stanca, d'altronde una sfaticata come me non era abituata a camminare per più di 10 minuti.
-Bene, qui si girerà la prima scena con il gruppo di ragazzi che spacciano droga. Poi a primo impatto si vedrà il protagonista maschile, qualche battuta di Charles e alla fine ci sarai tu Rossana. Oggi non dureranno molto le riprese essendo una semplice introduzione del film.- disse il regista.
-Che bello già mi piace! Ma si può iniziare?- chiesi allegra.
-Ehm, no Sana. Bisogna aspettare il signorino Thomas.- parlò Robby.
-E chi è?- chiesi. In quel momento guardai Robby cadere a terra.
-Ma c-come chi è? E' l'attore che farà il protagonista maschile.- rispose.
-Ma come mai non è ancora arrivato?-
-Bhe, avrà avuto un contrattempo...-
-Sì ma il regista non mi sembra tanto preoccupato o nervoso.-
-Te l'ho detto, qui c'è qualcosa sotto.- disse Charles avvicinandosi e parlando a bassa voce.
G-g-grrrrow.
-Oh oh, è il mio stomaco che brontola, eheh. Non ci vedo più dalla fame, stamattina ero così di furia che non ho nemmeno fatto colazione. Visto che bisogna aspettare quel ragazzo, ne approfitto per andare a comprarmi un buon cornetto. Torno subitoo!- dissi io sparendo in un attimo.
-Stai attenta Rossana!- urlò Robby. Corsi ed entrai in un bar vicino.
La scelta dei dolci era molto vasta ma tra i tanti non vidi i miei amati cornetti alla crema.
-Oh no, non ci sono i cornetti! Uffaa.- Proprio quando esclamai questa frase vidi una ragazza dall'altra parte del bancone.
-Mi dispiace piccola, sono finiti. Però se vuoi ci sono i bomboloni alla crema chantilly, le ciambelle, le tortine alla nutella...-
-Ehm...non saprei. Perchè vede io non sono italiana quindi non so quale dolce oltre ai cornetti potrebbe piacermi. Lei quale mi consiglierebbe?- chiesi.
-Bhe, i bomboloni sono i miei preferiti. Però visto che non so se a te possano piacere meglio andare sul semplice, cioè le ciambelle.-
-Lei dice?-
-Certo che sì.-
-Bene, allora mi affido a lei ahahah.- dissi ridendo. Mangiai la ciambella con gusto, evidentemente la barista mi aveva consigliato bene. 
Pagai e appena mi girai andai involontariamente addosso ad un ragazzo.
-Oh scusami, che sbadata!- Alzai gli occhi. Che bel ragazzo. Era alto, spalle un pò larghe, capelli corti scuri con il ciuffo tirato all'indietro e occhi verdi.
-Stai più attenta, pischella.-
A quella frase mi innervosii. Non sapevo cosa voleva dire l'ultima parola ma già dal tono in cui l'aveva pronunciata capii che non era un aggettivo gentile.
-Scusa, come mi hai chiamato?-
-Pischella. Amplifon, se non ci senti.-
Quel modo odioso di parlare, oddio. Era così simile a... no, ma che farneticavo. Quello la era molto più antipatico di Heric. Era una specie di Akito però com'era all'inizio.
-Sì che ci sento, carino. Però non so cosa significa quel termine e visto che ti ho chiesto scusa potresti essere più cordiale, non ti pare?- dissi io.
-Cordiale, ma come parli? Senti levati per favore, che già mi hai fatto perdere troppo tempo. Adios.-

"Ma chi si crede d'essere questo qui?" pensai.
Uscii dal bar più nervosa che mai. Ma guarda te se mi dovevo rovinare la giornata per il maleducato di turno. Menomale che non l'avrei mai più rivisto.
Arrivai dal mio manager e dagli altri.
-Hei Sana, com'era il cornetto?- chiese Charles.
-Sono arrabbiata, arrabbiatissima. Nervosa, nervosissima.- dissi mettendo le braccia incrociate attorno al petto.
-Come mai, il cornetto faceva schifo?-
-Mmmmh... CHARLES MA QUALE CORNETTOOO!- urlai.
-S-scusa, e allora c-che è successo?- chiese quasi impaurito.
-Ho incontrato un antipatico che mi ha dato della pischella. Non so che cosa voglia dire ma penso sia un'offesa e non mi sta beneee!- gridai scuotendo la testa.
-Ma dai Sana, che ti importa. Neanche lo conosci.-
-E questo che vuoldire? Allora mi può offendere chiunque?-
-Assolutamente no, però non ti conviene arrabbiarti in questo modo per uno sconosciuto.-
-Sì, hai ragione.- dissi sospirando.
-Ragazzi è arrivato Thomas per cui spostatevi perchè iniziano a girare la prima scena.- disse Robby.
-Che dici Charles, andiamo a conoscerlo? Magari facciamo amicizia!- dissi entusiasta.
-Mmmmh...- ghignò lui.
-E dai, non giudicare un libro dalla copertina! Magari è simpatico e non è un raccomandato come dici. Andiamo?-
-Va bene, mi hai convinto.-
Ci avvicinammo al ragazzo in questione e iniziai subito a parlare.
-Hei ciao, noi siamo Rossana Smith e Charles Lones. Ci fa molto piacere l'idea di lavorare insieme a te e anche di conoscerti.- dissi sorridente.
Un secondo dopo che finii di parlare si girò e rimasi di sasso. 
No, non potevo crederci. Che destino crudele.


POV Heric.


Ma... dove sono? Aiutatemi, per favore...Devo vedere...


Cercai di aprire gli occhi. Quante ore avevo dormito? Non sapevo che ora era e neanche in che posto mi trovavo. 
Riflettei sul sogno che avevo fatto. Mi trovavo sperduto in una foresta e man mano che camminavo non riuscivo a vedere più nulla. Nè alberi, animali, foglie, nulla. Che incubo terribile.
Chiusi per un attimo gli occhi perchè sentivo un gran dolore alla testa.
Dopo qualche secondo li riaprii.
-M-ma... cosa...- 
Non potei crederci. Stavo continuando a sognare o quella era la pura realtà? Vedevo tutto sfocato, come una fotografia ad effetto opaco.
Sentii il cuore che cominciava a palpitare sempre di più dall'agitazione. Io che ero agitato era un evento più unico che raro. Mi sistemai meglio e cominciai a strizzare gli occhi pensando che forse era entrato qualcosa nelle palpebre.
Ma niente, la mia vista rimaneva sempre uguale. Fu a quel punto che mi prese una paura terribile.
-N-non vedo nulla... C'è qualcunoo? Dannazione, perchè non vedo niente? Aiutatemi! Dove sonoo?- urlai. Ero disperato e capendo che nessuno mi aveva sentito iniziai a muovermi e non vedendo dove stavo andando caddi per terra.
Finalmente dopo qualche secondo sentii una voce femminile che si avvicinava a me.
-Signorino Akito, che cosa sta facendo? Deve stare seduto non può alzarsi!- era una voce abbastanza adulta e non capii chi poteva essere.
-Non me ne frega nulla, dimmi dove sono! E perchè non vedo? Cosa mi avete fattoo?- gridai disperato cercando di ostacolare con le braccia le mani della donna che cercava di riportarmi dov'ero prima.
-Per favore si metta seduto così posso controllare che cosa le sta succedendo. Se lei si muove non mi è possibile!-
-No voglio sapere adesso che cos'ho, non posso aspettare accidenti!-
Furono le mie ultime parole perchè dopo di esse sentii un piccolo ago trapassarmi la pelle, dopodichè mi addormentai.
Non so per quanto tempo, ma dormii.





Angolo autrice, chi vuole se lo legga.

 Ciaooo a tutti!! come state? Questo capitolo devo dire che è molto pieno di cose e forse non ci crederete ma l'ho scritto alle 4 di mattina ahahahah. Avevo l'ispirazione a go go e non potevo andare a dormire!! ;D L'ho pubblicato solo adesso perchè quando ho finito ero stanca e poi oggi rileggendolo ho deciso di aggiungere altri particolari eheh!! Spero vi piaccia e recensiteee!!
Grazie a chi segue:3
un besos
-Gaiuccia-







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Capitolo 14
*** Assenza di te ***




Cap. 14





-Tsè, chi non muore se rivede.- disse il ragazzo con un atteggiamento abbastanza irritante.
-T-tu!-
-Ehm Sana, puoi spiegarmi cosa succede? Non ci sto capendo niente.-
-Charles tranquillo dopo ti spiegherò. Ora, Timmy, Tammy o come caspita ti chiami, è meglio che tu mi stia alla larga perchè sono alquanto allergica alle persone maleducate!- dissi con una smorfia innervosita.
-Datte na calmata bellezza! Forse abbiamo iniziato con il piede sbagliato, e siccome dobbiamo lavorare insieme sarebbe meglio ricominciare da capo.-
-Ah-ha-ah! Carino, a me non mi convinci con queste finte parole da bravo ragazzo! Comunque sia accetto, ma solo perchè voglio lavorare in modo tranquillo senza agitarmi.- risposi mettendo le mani sui fianchi a "io maestrina".

Passarono le ore e cominciai a non pensare più a quell'inutile conversazione. Quel ragazzo non significava nulla e in realtà non mi aveva mancato così tanto di rispetto come invece dimostravo. In realtà sfogavo tutta la mia ansia e il mio nervosismo per Heric su di lui. Volevo che i giorni passassero in un attimo solo per poterlo vedere e togliermi tutte le preoccupazioni.
Appena arrivata in albergo sprofondai nel letto. Ero tremendamente stanca tanto da non aver neanche un po' di appetito.
-Sana, posso?- sentii la voce di Robby accompagnata da un picchettio sulla porta.
-Vieni Robby.-
-Ah, pensavo ti stessi cambiando. Noi stiamo scendendo a mangiare, vieni pure tu?- chiese entrando.
-No, non ho fame...-
-Come? Tu che non hai fame? Non ci credo. Di quanto sei golosa fra un po' comincerai anche a mangiare i tavoli ahah.- disse ridendo, ma accorgendosi che la mia espressione era rimasta quella di prima tornò ad essere serio. -E' successo qualcosa, Sana?-
-N-no... Sono un po' in ansia, ma niente di che. Sai, prima stavo pensando a una cosa.- risposi alzandomi e incrociando le gambe.
-A cosa?-
-Che la vita è imprevedibile. Quando pensi che tutto vada bene, c'è sempre qualcos'altro che inizia in modo negativo. Quando sono partita dal Giappone ero molto entusiasta ed emozionata per questo film anche perchè avrei visitato un paese nuovo che ho sempre sperato di vedere. Sono arrivata qui anche con la consapevolezza di averlo dimenticato. Si insomma, lui. E invece all'improvviso cos'è successo? Heric ha avuto un incidente e tutto si è frantumato. Tutta la mia felicità è stata sostituita da ansia vera e propria. Robby io non so se l'ho dimenticato perchè in questo momento mi sento davvero confusa, ma so che una parte di me ci tiene a lui. E non parlo per forza di amore, ma di essere semplicemente legata ad una persona. E quando vuoi bene ad una persona, se crolla il mondo addosso a lei involontariamente ti crolla addosso anche a te...-
-Oh Sana... Che belle parole. Mi viene quasi da piang-gere...- disse Robby cominciando a singhiozzare.
-Ma dai che stupido, piangi per così poco! Ahah.- dissi scuotendo le mani.
-Comunque sia, io ti starò sempre accanto Sana. Capisco che per ora stai attraverso un momento difficile, ma sappi che io ci sono. Non pensavo tu fossi così saggia, mi stupisci ogni giorno di più.-
-Non penso che sia solo saggezza ma esperienza. Non puoi sapere di avere un carattere forte finchè non è l'unica cosa che ti rimane.-
-Oddio... Chi sei tu e cosa ne hai fatto della mia Rossana?-
-Che cosa vorresti dire?- dissi fingendomi irritata.
-Niente!-



POV Giusy.


Quella mattina mi alzai decisamente con il piede sbagliato. Tutto andava storto. Ancora mi sentivo tremendamente in colpa per l'incidente di Heric, anche se infondo sapevo che non c'entravo nulla.
Finita la lezione di Karate decisi di andarlo a trovare. Ormai era passata una settimana dall'ultima volta che lo avevo visto e per colpa dei vari impegni che mi occupavano le giornate non ero potuta tornarci.
Arrivai nella sua stanza e prima di entrare vidi che aveva delle bende negli occhi. 
"Perchè quelle bende?" pensai. Mi attravversò un pensiero bruttissimo che cercai di cacciare subito via.
-Heric?- parlai chiudendo la porta alle mie spalle.
-Giusy?- Era sveglio e appena sentii la mia voce cominciò a muovere la testa.
-Sì, sono io. Come stai? Vedo che ti sei svegliato, menomale.- dissi con un sorriso sulle labbra.
-Sì..-
-Ma perchè hai una benda sugli occhi?- dissi molti secondi dopo. Mi terrorizzava la risposta che avrebbe dato.
-L'altra sera... Mi sono svegliato e non vedevo niente. Mio padre mi ha detto che i medici gli hanno riferito che ho un'abrasione alla cornea. Infatti ho un gran mal di testa.-
-Oddio Heric, non solo il fuoco ti ha colpito il viso ma anche gli occhi...-
-Sì ma per fortuna ha detto il medico che posso guarire entro 24-72 ore. Lo spero tanto perchè oltre al mal di testa mi lacrimano anche gli occhi.-
-Ma specificamente qual'è la causa?- chiesi visibilmente preoccupata.
-Pare che mi sia entrata un po' di cenere ma io non ricordo...-
-Spero che tu guarisca. Nel frattempo io ci sono.- dissi prendendogli la mano.
-Hei, ma tutte queste lusinghe?- disse cambiando tono.
-Ahah, perchè ti infastidiscono?-
-No però ti ricordo che fino a qualche giorno fa eri un uomo per me.- rispose non capendo se scherzava o era serio.
-Hai ragione, lascio fare. Non vorrei che poi tu abbia dubbi sul tuo orientamento sessuale! Ahahah.-
-Su quello non avrò mai dubbi, te lo posso assicurare.-
Continuai a stare in ospedale per tutta la sera tanto che mi addormentai di sasso. Quando mi svegliai erano le tre di notte ma vista l'ora decisi che ormai non valeva la pena tornare a casa e quindi mi rimisi a dormire. Quando aprii gli occhi e guardai il cellulare, capii che dovevo andare via.
-Oh cazzo, sono le undici!- gridai.
-Buongiorno, me lo immaginavo che eri rimasta qui.- parlò Heric.
-Ah ciao, sei sveglio!-
-Sì, è da qualche ora che sono sveglio.-
-Wow, sei proprio un tipo mattiniero!-
-In questi giorni sì, e non sai che scocciatura. Non c'è niente da fare qua.-
-Scusa ma che vorresti fare? Sei in un ospedale!-
-Sì ma che ne so, una televisione ci starebbe tanto per ascoltare qualcosa.-
-Beh, ci sono io e questo basta! Ahah.- dissi cercando di sdrammatizzare.
-Bisogna accontentarsi nella vita.-
-Ah grazie eh! Ma tu sei sempre così?- 
-Così come?-
-Niente, lascia fare! Adesso vado perchè è piuttosto tardi. Ci vediamo, stammi bene signor Akito!- dissi sorridendo. 
A quelle parole sentii aprire la porta e quando mi girai vidi una ragazza abbastanza alta con i capelli corti e con il ciuffo raccolto in una molletta.
-Ah, ciao! Scusate il disturbo. Tu chi sei, la nuova ragazza di Heric?- disse cominciando a ridere.
-Nelly, ma cosa dici...- rispose Heric.
-Ehm, no.- risposi imbarazzata. Ero piuttosto timida con chi non conoscevo.
-Dai, scherzavo. Io sono Nelly, la sorella di Heric, piacere di conoscerti.- parlò la ragazza porgendomi la mano.
-Giusy, una sua compagna di Karate.- risposi ricambiando la stretta di mano.
-Ah, ma che bello! Sai, sapendo com'è fatto mio fratello non pensavo avesse già fatto amicizia con qualcuno! Soprattutto con una ragazza! Hahaha.-
-Molto divertente.- disse Heric.
-Beh, scusate ma adesso devo proprio andare. Mi ha fatto piacere conoscerti, ciao!- dissi andandomene via.



POV Nelly.


-C-ciao!- parlai ma quella ragazzina era già andata via da un po'.
-Carina la tua amica, però sbaglio o è un po' timida?-
-Boh...-
-Comunque, come stai? Vanno un po' meglio gli occhi?- chiesi.
-Sempre uguale.-
-Sono venuta per portarti un po' di cose da mangiare. Voleva venire anche papà ma è dovuto rimanere di più a lavoro. Ti manda tanti saluti.-
-Nelly, tranquilla che non sto morendo...-
-Ma che dici! Sono solo un po' preoccupata ma so che te la caverai! Allora, ti ho portato un po' di Sashimi, la Soba in scatola e mi raccomanda questa mangiala subito sennò si raffredda! E poi...ta dà! Una montagna di sushi! Credo tu sia in astinenza visto che è da due settimane non mangi il tuo cibo preferito!-
-Grazie...-
-Figurati Heric. Ora devo proprio scappare, scusami. Sono in ritardo, devo fare tantissime cose! Preparare il pranzo, fare un salto da Takumi e poi all'università! O mio Dio, diventerò pazza!-
-Takumi? Il tuo nuovo spasimante?- disse con una smorfia strana.
-Ma no, che ti salta in mente!- risposi diventando rossa. -E' solo il proprietario della biblioteca e anche cugino di una mia amica!-
-Ok...-
-Va bene, allora ci vediamo domani! Ciao fratellino!- lo salutai con un bacio sulla guancia.
-Ciao.-


POV Charles.


-Robby, dov'è Sana?- chiesi appena lo vidi da solo.
-Ha detto che non ha fame. Meglio non forzarla.-
-Ma perchè? E' molto strano! Cosa gli è successo?- chiesi preoccupato. La risposta doveva essere "Heric". Akito era sempre nel mezzo, sempre.
-Niente tranquillo, è solo un po' stressata. Capita, soprattutto alla sua età.-
-Capisco, ma io devo dirgli una cosa. E' nella sua stanza?-
-Sì.-
Non aspettai di mangiare e corsi subito verso l'ascensore. Schiacciai il pulsante del piano e aspettai di arrivare a destinazione. Era troppo importante la notizia che dovevo dargli tanto che non potevo attendere oltre.
"Sicuramente sarà felice..." pensai con il sorriso sulle labbra.
Finalmente qualche secondo dopo le porte si aprirono e mi catapultai subito verso la camera della mia amica.
-Sanaa!- bussai forte. Qualche attimo dopo la vidi aprire l'uscio.
-Hei, Charles! Come mai hai il fiatone?- disse confusa.
-Sana, che hai? Come mai non hai fame?-
-Boh non lo so, forse perchè stamattina ho fatto una colazione troppo abbondante!- disse sfoderando un sorriso. 
-Capisco. Comunque ti devo dare una cosa. Il fatto è che in quest'ultimo periodo ti ho vista molto giù però ero insicuro se comprarlo o no, ma alla fine l'ho fatto.-
-Di cosa stai parlando?-
Dopo quella domanda estrassi dalla tasca dei pantaloni due biglietti di carta e gliene porsi uno.
-Cosa? Ma che significa?- 
-Gli ho prenotati online. Visto che il sabato è l'unico giorno libero che abbiamo, ho deciso di partire. Si va a Gardaland, solo io e te! Ci divertiremo come dei matti, ne sono sicuro.-

                 


  

NOTE:

Sashimi= cibo spesso confuso con il sushi. Nel sashimi non c'è riso e il pesce crudo viene tagliato a fette.
Soba= piatto della cucina giapponese consistente in sottili tagliatelle di grano saraceno, solitamente cotte e servite con vari condimenti.

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Capitolo 15
*** Una chiamata improvvisa ***




Cap. 15- Una chiamata improvvisa




-Non so cosa dire…-
-Ehm… quello che senti.-
-Sinceramente sono molto grata per il tuo sostegno, ormai tu sei un amico caro e mi sei sempre accanto. Però ecco…-
-Tranquilla, ormai sono abituato al rifiuto.- Disse toccandosi la nuca con un sorriso forzato.
-Ma che dici Charles? Io non ti voglio rifiutare, ma il punto è che se in questo momento ho la fortuna di avere un giorno libero preferisco tornare in Giappone, scusami…-
-Ah, sì ti capisco… In effetti sono stato uno stupido a non arrivarci da solo.-
-Però hai già speso soldi, insomma hai prenotato e sarei davvero una stronza a dirti di no.-
-Sana, io non voglio che ti senti obbligata a venire con me. E tranquilla per i soldi, posso sempre chiedere al mio manager di venire al posto tuo. Lui ne sarebbe felicissimo.-
-Oh, davvero? Bhe c’è da capirlo, quelle montagne russe di sicuro mettono un’adrenalina fantastica. Promettimi che non ce l’avrai con me. Capiscimi, ho bisogno di vedere Akito.-
-Non me la prendo, stai tranquilla. Ti voglio così bene che per avercela sul serio con te dovresti farmi un torto fuori dalla natura umana.-
-Grazie Charles.-

POV Akito.

“Ma qual è la differenza tra dormire e stare sveglio per un cieco? Io non riesco a capirla, vedo sempre il buio in entrambe le situazioni. E’ una cosa stressante e anche triste. Ma io e la tristezza ci siamo già incontrati, durante la mia infanzia.”

-Mmmh… Che palle.- sussurrai. –Io non capisco perché cazzo mi chiamano al telefono, se non posso vedere dove ce l’ho.- Mi girai verso destra e provai a cercare con le mani il telefono. Se la mia memoria non sbagliava, la sera precedente lo avevo appoggiato sul comodino.
-Pronto?- Risposi quando lo trovai. –Hei, pronto?- Parlai di nuovo sentendo che nessuno rispondeva dall’altra parte.
-A-Akito…- La voce era maschile ma delicata.
-Sì, chi è?-
-Ciao, sono Nakao…-
-N-Nakao?- Rimasi a dir poco sorpreso dal sentire quel nome.
-S-Sì. Forse ti disturbo, scusa. E’ meglio che riattacco…-
-Non disturbi. Come hai avuto il mio numero?-
-L’altra sera… Ho preso un attimo il telefono a Sana e l’ho registrato…-
-Come? Sana?- Notai che cambiai tono di voce, come un bambino emozionato per il suo primo giocattolo. Quindi provai a tornare come prima.
-Sì, per ora sono con lei. Siamo in Italia perché lei deve recitare in un film e io sono voluto venire insieme a lei.-
-Ah.-
-C-Comunque, ti ho chiamato perché da poco ho saputo che hai avuto un incidente e che sei in ospedale. Non sai quanto mi dispiace, tu non te lo meriti.-
-Non sono cose che si meritano, succedono e basta.-
-Capisco. E ti volevo fare anche una domanda…-
-Dimmi.-
-Noi… Siamo sempre amici, vero Heric?-
“E che significa sta domanda?”
-Già.-
-Che bello, grazie Heric. Pensavo di averti perso. Ti prometto che verrò a trovarti il più presto possibile, ciao!- Rispose chiudendo subito la chiamata.
“E quindi questo mi ha chiamato solo per chiedermi se siamo ancora amici? Bah.”

POV Thomas.

Sentivo il bisogno di riposarmi, dopo quell’abbuffata del pranzo una dormita era il massimo. Così salii verso camera mia, ma mi fermai appena vidi una scena molto gradita ai miei occhi.
-Hei bellezza, lo sai che così mi fai arrapare?- Dissi osservando una ragazza abbassata verso le scarpe con il sedere molto sporgente.
-Hei cretino, lo sai che ti sto per tirare un bel calcio laggiù? Così almeno non ti arrapi più.- La ragazza in questione era Rossana Smith. Rimasi di sasso.
-Ah, sei tu. Allora stai tranquilla che non ti guardo neanche.- Dissi guardandola piuttosto male.
-Sarà bene, non voglio essere guardata da te!- Cominciò a diventare rossa dalla rabbia e non potei non ridere.
-Ahahah. Lo sai, infondo mi stai simpatica. Riesci ad arrabbiarti in maniera banale ma a farmi ridere.-
-Oh che bello, sto simpatica al signorino Thomas! Ora sì che sono davvero soddisfatta.-
-Ma perché fai così? Guarda che ora sto parlando sul serio…-
-Certo e io ieri ho vinto Miss Universo ahahahah.-
-Non avrai vinto Miss Universo, ma hai un culo…- Dissi facendo un sorriso malizioso.
-Come osiiii?- Rispose lei più infuriata che mai, tirando fuori da non so dove un martello rosso enorme. Con quell’oggetto mi colpì in testa e non capii più nulla.
-Ma che fai? Mi hai fatto male stupida!- Dissi toccandomi la testa dolorante.
-Bene, era quella la mia intenzione. Ti presento il mio martelletto, ha colpito molte teste di pigna e non si risparmierà a colpirti un’altra volta se ce n’è di bisogno!-
-Ma dai… Anzi, ti ho fatto un complimento e dovresti ringraziarmi. Mah.-
-Per me non è un complimento, e anche se lo fosse non voglio che sia tu a dirmi certe cose! E con questo chiudo e me ne vado, pace e amore! Anzi, solo pace!- Parlò allegramente.
-Te sei strana!- Urlai, ma lei era già andata via.

POV Nakao.

Parlare al telefono con Heric e sapere che stava meglio mi rallegrava la giornata. Lui mi aveva salvato la vita, e da quel giorno era diventato una persona fondamentale. Avevo sempre avuto problemi di tipo esistenziali, tanto che all’età di undici anni ero entrato in depressione per qualche mese. Ho sempre sofferto di mancanza d’affetto. Appena nato il mio punto di riferimento era diventato mia madre ma lei era sempre assente, troppo impegnata con il lavoro e quindi cercavo sempre di più certezze da qualcun altro.
Per un paio d’anni ero rimasto solo, non volevo crearmi nessuna amicizia perché tanto non sarebbe servito a niente. Se non ero importante per mia madre, perché lo sarei dovuto essere per un mio amico?
Poi sono andato al liceo, e dopo quel fatto spiacevole del prof. Sengoku ho trovato Heric. Lui mi ha saputo capire, attraverso le lezioni di Karate mi ha aiutato e nei suoi occhi riflettevo il mio dolore. Sentivo che lui in un tempo passato, oppure proprio in quel momento, aveva provato le mie stesse cose. Però non lasciavo trasparire nulla, non volevo che gli altri e né tantomeno lui capisse qualcosa.
Così dopo l’incidente dei cancellini, ho cominciato a pensare a ciò che era successo. Mi sono venuti in mente tanti pensieri, e solo dopo aver parlato al telefono con lui capii che alcuni di quei pensieri non erano senza fondamenta, ma erano veri.
All’inizio ebbi paura di quello che avevo appena scoperto, ma subito dopo aver chiuso la chiamata sentii quel brivido di felicità e voglia di vivere che solo un sentimento forte ti può dare. E’ per questo che non vedevo l’ora di poterlo raggiungere, perché l’amore non può aspettare. E io dovevo assolutamente dirgli che ero innamorato di lui.




                                  

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Capitolo 16
*** Finalmente io e te ***



Cap. 16- Finalmente io e te




Quella fu una mattina di maggio talmente calda che mi svegliai sudata. 
Il giorno prima avevo chiesto al regista il permesso di prendermi tre giorni liberi e fortunatamente lui mi aveva risposto: -Ma certo cara! Tanto per ora provvediamo a registrare le parti in cui compaiono gli altri personaggi.- Un uomo migliore di lui non poteva esistere. Proprio in quel momento in cui stavo perdendo tutte le speranze per raggiungere lui, ecco che era arrivata questa risposta. Certo, avrei potuto aspettare direttamente sabato per partire, ma un giorno sapevo che non mi bastava sicuramente. Avevo da dirgli tante cose, ma talmente tante che avevo il timore di dimenticarmi qualcosa.
Mi alzai dal letto e raggiunsi il bagno per farmi una bella doccia fredda, congelata. Proprio quando stavo per aprire la porta qualcuno bussò. 
"Che palle, ma chi è?" Pensai.
-Sì?-
-Sana, sono io.- Era la voce di Nakao. Aprii la porta.
-Ciao Nakao! Dimmi tutto.-
-Posso entrare un attimo?- Chiese lui.
-Certo.-
Si sedette sul letto e notai che fissava le sue mani in modo ansioso. Nello stesso modo in cui facevo io per un'interrogazione.
-Ehmm.. ma è successo qualcosa?-
-Senti... No vabbè, devo andare.- Disse alzandosi immediatamente raggiungendo l'uscio.
-No aspetta!- Dissi io fermandolo per un braccio. Quel ragazzo era davvero strano. -Ma che hai? Sei venuto qui, sei entrato e ora te ne vai? Non è che ti sei fatto, vero?-
-N-no. Il problema è che ti devo dire una cosa, ma è importante e...-
-Bhe, se è importante hai un motivo in più per dirmelo.-
-Ma non so come iniziare. Io... Ho paura.- 
E che significava?
-Ah... ma guarda che non sei l'unico! Sapessi di quante cose ho paura io! Ad esempio ho paura del buio, ma quel buio pesto, ho paura dei ragni, uh mamma che schifoo! E poi ho anche paura dei clown, non lo so perchè ma mi hanno sempre fatto una certa inquietudine! Brr.- Risposi io cominciando a parlare senza interrompermi più.
-No non dicevo in quel senso. Ho paura per Heric.-
-Ah. Beh sì, pure io. Non avevo capito. Ma devi stare tranquillo perchè io domani parto e lo vado a trovare. Quando sono lì te lo saluterò e poi ti farò sapere come sta.-
-Forse non hai capito, pure io lo vado a trovare.-
-P-pure tu? Ma scusa potevi dirmeloo! Almeno prendevamo l'aereo insieme. Uffa Naky perchè sei così introverso!- Urlai cominciando a fare gesti.
-Scusami Sana è vero potevo dirtelo, ma io voglio partire solo. Ho bisogno di vedere Akito, devo dirgli tante cose. H-ho bisogno di vederlo...-
-Mmh? E cosa devi dirgli scusami? Non parlerai male di me vero?- Feci lo sguardo cattivo.
-No Sana, come potrei. Non posso dirti cosa devo dirgli... un giorno sicuramente lo verrai a sapere.-
-Come? Lo verrò a sapere?- Cominciai a riflettere. -Non è che siete fratelli vero?!- Esclamai a bocca aperta.
-No...- 
-Fiuu. Una notizia troppo grande, anche se la cosa risulterebbe carina! Ahah.-
Ci fu silenzio e inizia a fissarlo perchè lui guardava per terra.
-Nakao, quindi era questa la cosa che volevi dirmi?-
-S-sì.-
-Ma dai! Era questa sciocchezza! E io pensavo che era chissà cosa. Dai ci vediamo dopo, ora devo andare a farmi il bagno.-
-Va bene, scusa per il disturbo.-
-Tranquillo!- Dissi con un sorriso.- 
-Ah, aspetta un attimo!- Urlai mentre stava uscendo. -Quand'è che parti tu?-
-Oggi pomeriggio e dovrei arrivare domani verso le cinque.-
-O-oggi? Ma uffa non è giustooo! Io quando ho cercato i voli erano esauriti i posti per oggi! E scusa che fai 24 ore in aereo da solo? Non ti annoi?-
-No, e poi la noia passerà.-
-Caspita però, 24 ore ad annoiarsi è tanta roba ahah. Comunque mi dispiace, perchè magari se partivamo insieme saresti stato con qualcuno. Anche perchè io non riuscirei a stare un giorno intero senza parlare ahahah.-
Ci salutammo e io finalmente potei farmi un bagno. Avevo proprio voglia di immergermi nell'acqua e non pensare a niente.

Il giorno dopo ero nell'ansia più totale. Paura, paura, tanta paura di vederlo. Sì, perchè era esattamente un mese e mezzo che non vedevo il suo viso. Quel bellissimo e angelico viso. Questa volta non c'era nessuna scusante, gli avrei dovuto dire tutto quello che avevo sempre sentito per lui. Eravamo ed eravamo stati due bambini, ma che insieme si completavano.
-Guarda Robby, lì c'è un giapponese! Non li avevo mai visti fino ad ora qui in Italia.-
-Sei tu che sei sbadata perchè io ne ho visti parecchi qui a Roma.- 
Dopo una mezz'oretta salimmo sull'aereo. Ero così felice ma allo stesso tempo agitata.
-Sana, prima che me ne dimentichi ti devo dire una cosa. Appena lo vedi, fai finta di nulla. Cerca di parlargli come se non lo vedessi solo da due giorni e soprattutto con spontaneità senza pensare a quello che gli è successo. Spero che non ti faccia stare male ulteriormente perchè non lo sopporterei. Sei una ragazza fantastica e il sentimento che provi per lui è meritato se anche lui te lo ricambia. Buona fortuna.-
Oh Robby.
-R-r-robbyyy!- Urlai piangendo e strattonandolo a più non posso.
-S-sana, ci gurdano tutt.-
-Ma che dici? Non ti capisco!-
-SE MAGARI MI LASCI ANDARE.- Urlò.
-Ah scusa!-
-Wooo. Finalmente respiro!-
-Grazie Robby, sei un vero amico. E comunque non ti devi preoccupare perchè io sono calmissima, anche se magari non andrà a finire come speravo la cosa che conta è che io ci ho provato. Sto andando a trovarlo e non me ne pentirò sicuramente!- Dissi con goia.
-Bravissima.-

POV Nakao.

Erano le sei di pomeriggio quando scesi dall'aereo. Che fatica.
Vidi mia madre che mi salutava da lontano con un fazzoletto in mano.
-Nakao!- Mi raggiunse correndo e mi strinse tra le sue braccia.
-Ciao mamma, come stai?- Dissi con un'espressione sollevata.
-Tutto bene e tu? Adesso che sei tornato non devi ripartire più, ci sei mancato.-
-Davvero?- Risposi con un sorriso a trecento denti. Non potevo credere alle mie orecchie,io ero mancato a qualcuno?
"Spero che queste parole me le dirai pure tu."
Arrivai a casa e vidi i miei fratelli correre verso di me. Il più grande aveva cambiato completamente taglio di capelli. Aveva i capelli biondi con dei ciuffetti neri.
-Fratellino ben tornato!- Urlarono in coro.

La mattina dopo mi alzai presto, dovevo prepararmi per partire per Osaka. Un altro viaggetto di un'ora, ma ne valeva la pena.
Mi vestii, preparai la colazione per i miei fratelli e salutai.
-Dove vai Nakao?- Chiese mia madre.
-Da Heric, a Osaka.-
-Di già? E quanto stai?-
-Non lo so mamma, non troppo. L'orario di visite all'ospedale sono da mezzogiorno  alle tre e poi dalle sei di sera alle nove. Verso le quattro penso di essere qui.-
-Va bene.-
Presi l'autobus per arrivare alla stazione e da lì prendere il treno che mi avrebbe portato all'aereoporto. Mi sentivo ancora abbastanza stanco dal viaggio del giorno prima ma la voglia di vedere Akito era più forte di qualsiasi altra cosa.

Arrivai ad Osaka all'una e un quarto e subito mi diressi verso l'ospedale che per fortuna si trovava vicino all'aereoporto.
-Scusi, il sig. Heric Akito in che stanza si trova?- Chiesi all'infermiera.
-Non lo so, aspetti che controllo nel computer.- 
-E' stato dimesso la settimana scorsa.- Riprese lei.
-Cosa? Ma c-come...- Deluso.
-Sì, mi dispiace.-
-P-per caso sa dove abita?-
-Sì dovrebbe essere scritto nel modulo dei pazienti.-
Dopo aver controllato il modulo mi disse in che via abitava Akito.
Non persi tempo e cominciai a camminare.



 

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Capitolo 17
*** E ritorno da te ***


Cap. 17- E ritorno da te




-Robby, sono entrata dentro e mi hanno detto che Heric è stato dimesso.- Dissi mentre guardavo il mio manager che addentava un panino sostanzioso.
-E quindi? Non mi dire che abbiamo fatto un viaggio a vuoto!-
-No no macchè, mi hanno riferito che ora è nell'albergo in cui alloggia e mi hanno dato l'indirizzo.-
-Perfetto, allora andiamo. Quanto dista da qui?-
-Non molto, mi ha spiegato dov'è e possiamo arrivarci o in autobus o a piedi in una quindicina di minuti.
Quindi andiamo a prendere il bus!-
-La solita sfaticata...-

Ci incamminammo verso la fermata e con nostra, ma soprattutto mia grande fortuna arrivò immediatamente l'autobus. Appena mi sedetti cominciai a fissare il finestrino girovagando con i miei pensieri.
"Non posso crederci che mi trovo qui... Sì insomma, non ho proprio il coraggio di vederlo. Qui scherziamo, ma è DUE MESI che non vedo quel testino biondo. Non so neanche come ho fatto a sopravvivere tutto questo tempo senza di lui. Sono una ragazza forte e piena di vita ma lui è come se fosse il mio punto debole."
-Sana, dobbiamo scendere. Ho chiesto all'autista la via e mi ha detto che corrisponde alla prossima fermata.-
-Sì...-
Scesi dal mezzo e cominciai a girare il capo da una parte all'altra. Alla mia sinistra c'era un Hotel enorme e ovviamente era quello che noi cercavamo.
Entrammo e chiesi subito dove si trovava la stanza e in un attimo ci ritrovammo lì, davanti  a quella porta.
-Robby... Scusami, lo so che forse ci resterai male ma preferirei che tu ci lasciassi soli. Ho tante cose da dirgli e da chiedergli e se ci sei anche tu ho paura di non riuscirci.-
-Certo Sana, tranquilla.- Disse dileguandosi in un secondo.
Era arrivato il momento e... dovevo bussare. Decisi di farlo quando inaspettatamente la porti si aprì da sola.
La persona che mi trovai davanti era Nakao.
-Nakao?- Dissi incredula e sorpresa.
-Sana! C-ciao.-
-Ma... che ci fai qui?-
-Eh, che bello trovarsi tutti e due qui. Come, non ti avevo detto che anche io sarei venuto a trovare Heric?-
-Mmmh...- Pensai dubbiosa fino a quando mi venne in mente che quello che mi stava dicendo era vero. -Ah già! Ahah scusami Nakao ma ho la memoria corta e me ne ero completamente dimenticata. Beh, tu vai via e io arrivo eheh.-
-Già.-
-Nakao, ma hai lasciato la porta aperta?-
Era la voce di Heric, quella. Proveniva da una stanza più lontana.
Ma sentivo che si sarebbe alzato per raggiungere l'uscio e...
-Oh.- Aprì bocca. Era davanti a me. Indossava dei pantaloni che intuitivamente dovevano essere quelli del pigiama, una felpa blu della New York, calzini e aveva i capelli arruffati. Ma anche conciato in quel modo stava bene.
-Ciao Heric! Allora come stai tutto bene?- Dissi per togliere il silenzio ma feci come al solito una delle mie gaf visto che una persona appena dimessa dall'ospedale, non poteva 'stare bene' completamente.
-S-Sana... Che ci fai qua? Non me lo aspettavo...- Quanto mi mancava la sua voce.
-B-Bhe, volevo sapere come stavi visto che non ci siamo sentiti al telefono. E poi... Avevo questi due giorni liberi quindi ne ho approfittato per tornare in Giappone, anche se non a Tokyo.-
-Vabbè io vado, ci sentiamo Sana e anche con te Heric. Ciao.-
-Ciao Nakao!- Salutai sulla soglia della porta.
-Insomma, mi fai entrare?-
-Vieni.- Rispose lui chiudendola poi alle mie spalle.
Quando entrai lo seguì e andammo in cucina.
-Mi aspettavo di vederti peggio, comunque.- Iniziai a parlare.
-Peggio di così?-
-Bhe, non sei così messo male infondo, apparte i capelli tutti spettinati ahah.-
Mentre parlavo non mi guardava, fissava un punto preciso del tavolo.
-Potresti anche guardarmi, o dire qualcosa...- Cominciai a dire io.
-Non so cosa dire.- Rispose continuando a non guardarmi.
Non so perchè, ma piano piano mi stavo innervosendo. Avevo fatto tutti quei kilometri solo per lui, ed ecco il ringraziamento.
-Non devi dire per forza chissà cosa, basterebbe anche semplicemente un 'grazie'.-
-Grazie.- Disse passivamente.
A quella risposta ero sul punto di scoppiare e al nervosismo si era aggiunta anche la delusione.
-Senti adesso devo andare, scusami. Mi sono accorta che è un po' tardi e Robby mi aspetta.- Mi alzai.
-Ma sono solo le quattro di pomeriggio.- Finalmente alzò lo sguardo verso di me.
-Sì lo so, ma ho molto da fare.- Volevo sembrare il più calma possibile. -Mi ha fatto piacere vederti, davvero. Spero tu guarisca. Ah, quando senti gli altri salutameli e mandagli tanti baci. Ciao.- E detto questo mi precipitai alla porta, triste e amareggiata.








Angolo autrice, chi vuole se lo legga.

Ciaao a tutti! Rieccomi qui dopo un po' di tempo. Anche se in ritardo vi volevo augurare buone feste e soprattutto BUON ANNO! Spero che chi segua già la mia storia non se ne penta perchè ancora non è finita ma se ne vedranno delle belle eh! hahah c: 
Questo capitolo non è molto positivo ma ho pensato già di sfornarne un altro ora ora.
Un bacioo vi lascio con queste fotine natalizie dei nostri amati! :*
-Gaiuccia-










                                         

                                                                

 




Alla prossima!

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Capitolo 18
*** Per dirti ciao ***


Cap. 18



-Aspetta!-
La sua mano afferrò il mio braccio mentre io ero intenta ad abbandonare la stanza.
-Che cosa ti prende adesso?-
-Nulla, davvero. E’ che sono stanca e voglio tornare a casa.- Dissi fingendo che ciò che avevo detto corrispondeva alla verità.
-A me sembravi un po’ arrabbiata.-
-No, non sono arrabbiata. Il fatto è che sono venuta qui perché ero interessata a sapere come stavi ma a te sembra che non cambi nulla la mia presenza.-
-Scusa, è che…- Rispose Heric abbassando lo sguardo. – E’ da tutto il giorno che penso a una cosa e non riesco a togliermela dalla testa. Tu non c’entri nulla.-
-Di cosa si tratta?-
-Non te lo posso dire. Stupida come sei mi prenderesti in giro.-
-Io? Prenderti in giro?- Dissi sapendo esattamente che aveva ragione. Molte volte ridevo di lui perché era buffo. –Dai dimmelo!- Ripresi a parlare.
-Beh, quando Nakao è venuto a trovarmi… mi ha detto una cosa.-
-Che cosa?-
-Che è innamorato di me.-
-Che coooosaaa?- A quella frase non potei fare altro che sbarrare gli occhi. Nakao innamorato di Heric? Ma era uno scherzo? Non che la cosa mi dava fastidio, perché non c’era nulla di male nell’ essere omosessuale. La cosa che mi sbalordiva era che non avrei mai pensato che quello che provava lui era amore, sembrava più un sentimento simile alla fratellanza.
-Già.-
-E tu… ehm… cosa gli hai risposto?- Domandai sghignazzando.
-Nulla, cosa dovevo dirgli. Per me non è ricambiato e l’ho messo subito in chiaro. Comunque, non capisco cosa tu ci trova da ridere.-
-Mi fa ridere la situazione. Ma soprattutto mi fai ridere tu perché avrei voluto essere presente in quel momento solo per vedere la tua faccia. Ahahah.-
-Che allocca.-
-Ah sono un’allocca? E allora tu sei un cretino! E ignorante!-
-Ignorante? E perché? Non sono io quello che andavo male a scuola. Solo nel comportamento avevo qualche problema ma nel rendimento delle materie ero ottimo. Tu invece sei sempre stata un’asinella, soprattutto a matematica.-
-Come mi hai chiamato? Caprone!- Dissi avvicinandomi a lui. Cominciai a fargli il solletico ma a volte dimenticavo che lui non sembrava un essere umano non avendo reazioni. E quindi per vendicarsi lui cominciò a fare il solletico a me e finimmo tutte e due per terra.
-S-smettila..Heric…Ahahahahaha.- Balbettai mentre stavo collassando dal ridere.
Mentre cercavo di fermarlo bloccandolo con le mani, in un secondo ci ritrovammo con il viso vicino a qualche centimetro di distanza. Quanto era carino. Anzi no, non era solo carino. Era un bel ragazzo, e io in tutti questi anni non l’avevo voluto ammettere. Avevo sempre avuto la verità davanti agli occhi, ma ero così piccola e ingenua che non ci facevo caso. Ma davvero ero cambiata da allora? Ero veramente maturata mentalmente o ero rimasta ancora quella ragazzina indecisa e problematica nelle questioni di cuore? Sentivo piano piano che si stava avvicinando per congiungere le nostre labbra e io non stavo facendo nulla per allontanarmi. Ma proprio lì suonò il telefono.
-Ehm… sta suonando.- Dissi alzandomi di scatto. Ero talmente imbarazzata che sentivo di essere diventata tutta rossa.
-Sì… Ah, chi è?- Rispose prendendo il telefono.
<< Ciao Heric, sono Giusy.>>
-Ah, c-ciao.-
Chissà chi era.
<< Ti disturbo? Ma non hai segnato il mio numero? >>
-Sì, è soltanto che non ho fatto caso al nome che chiamava ora.-
<< Ah ok. Senti ti volevo dire che oggi non c’è la lezione di Karate perché il maestro ha l’influenza. Non lo so… se ti andava di bere qualcosa da qualche parte. Sempre se non hai da fare. >>
-No, va bene. Verso che ora?-
<< Le quattro?>>
Lo ascoltavo parlare mentre mi guardavo attentamente le unghie. Ero così nervosa. Da una parte era stato un bene che il telefono aveva squillato, perché se davvero ci fossimo baciati non avrei sopportato le conseguenze. Non c’era futuro per me ed Heric, o almeno questo era quello che pensavo io.
-Va bene, al solito bar dietro alla scuola. Ci vediamo dopo.- E chiuse la chiamata.
-Chi era?- Mi venne spontanea la domanda, ma me ne pentii subito dopo averla pronunciata perché non erano affari miei.
-Una mia amica… della scuola.-
“Una sua amica? Della scuola? Non è che forse è… Giusy? Quella sua compagna di Karate che Funny mi aveva detto forse stavano insieme. Oh no…” Pensai.
-Ah… Ho capito. Adesso è meglio che vada.- Dissi guardando l’orologio sul polso. –Sono già le due e ho una gran fame.-
-D’accordo…-
-Va bene allora… ci sentiamo. Non ci vediamo perché io molto probabilmente stasera o domani mattina parto. Vado a trovare mia mamma e poi me ne vado.-
Il cuore mi batteva all’impazzata. Perché? Non era successo niente e non doveva succedere nulla. Eppure… è come se lui mi avesse spezzato in due. Sapevo che lui dopo avrebbe visto Giusy e la cosa mi straziava. Avrei voluto urlargli: “Tu devi stare con me e non con lei. Non devi andare a nessun appuntamento con lei!” Ma ciò non sarebbe mai successo. Lui le avrebbe potuto dire di no, ma se non l’aveva fatto c’era un motivo. Il motivo era che aveva scelto lei.
Tentai di guardarlo almeno per pochi secondi negli occhi ma lui aveva lo sguardo basso e quindi smisi.
-Ciao, stammi bene.- Ripresi alzando una mano.
-Sana… Scusami.-
Eh?
-E per cosa? Tranquillo, mi ha fatto piacere venirti a trovare.-
-No, scusa per prima. Quando eravamo per terra…-
-Ah… Lascia stare, non è mica successo niente. Non c’è bisogno che tu ti scusi. Adesso vado, ciao Heric. Buona fortuna.-
Lasciai l’edificio e raggiunsi la macchina di Robby, con tanto amaro in gola.
 
POV Giusy.
Arrivai nel bar e mi misi subito a sedere fuori. Ancora Heric doveva arrivare, ma d’altronde ero io quella troppo in anticipo. Mancavano ancora quindici minuti alle quattro.
Ero così agitata e non comprendevo neanche il motivo. Sentivo che mi stavo affezionando sempre di più a lui e in un modo ben diverso da quello dell’amicizia. Era questo quello che mi impauriva: affezionarmi a qualcuno. Mi faceva sentire debole.
-Heii, sono arrivato.- Sentii la sua voce e sobbalzai. Quanto era bello.
-Hei! Scusami ero in sovrappensiero.-
-Ho notato. Cosa prendiamo?-
-Io non ho molta fame veramente. Mi va bene solo un frappè. Te cosa prendi?-
-Io voglio una coca.-
-Allora… come stai? Ti vedo meglio, sai?-
-L’occhio è guarito da una settimana.-
-Ne sono felice. Era da tanto che non ci vedevamo, ammetto che un po’ mi sei mancato. Le lezioni senza di te non erano le stesse, sono tutti antipatici lì.-
-Lo penso anche io.-
-Quando pensi di tornare?-
-Lunedì.-
-Salve, che cosa vi posso portare?-Entrò in scena il cameriere.
-Un frappè all’ananas e una coca, grazie.- Risposi gentilmente.
Mentre il cameriere si dileguava, notai che Heric aveva uno sguardo un po’ cupo e riflessivo. Beh, che il suo sguardo fosse cupo e misterioso non era una novità ma quel giorno aveva qualcosa di diverso.
-Tutto bene?- Chiesi a quel punto.
-Certo, perché?-
-Non lo so, mi sembri pensieroso.-
-Da quando in qua ti interessa?-
-Ma perché devi essere così! A me interessa di te, siamo amici.-
-Sì. A volte ho l’impressione che invece di avere un’amica femmina io abbia un amico maschio.-
-Ahahah, sì lo so. Me lo dicono tutti che sono mascolina. E’ il mio stile e mi piace.-
-Non ho detto che è brutto.-
-Senti… perché non ci conosciamo un po’ meglio? Nel senso, perché non ci raccontiamo qualcosa della nostra vita? Io non so nulla di te.-
-Cosa vuoi sapere?-
-Se sei fidanzato, ad esempio.-
-E perché ti è indispensabile saperlo?-
-Non mi è indispensabile, assolutamente!- Dissi sorridendo. –Però non so cosa chiederti d’altro. Ho paura di farti domande troppo personali. Mentre questa è un po’ più leggera, ma se non vuoi rispondere fa niente.-
-Non sono fidanzato.-
-Ok, neanche io.-
-Non avevo dubbi.- Rispose lui con un tono alquanto strano.
-Perché scusa?-
-Non sei una da fidanzato. Non lo so, non ti vedrei bene con un maschio.-
-E con chi mi vedresti bene scusa, con una donna?-
-Perché no.-
-No guarda, non mi piacciono le donne. Ne sono certa. Anche se in un momento passato della mia vita ho pensato di sì, ma no…-
-Perché hai pensato di sì?-
-Bhe… Non ho mai avuto buoni rapporti con gli uomini.-
-Capisco.-
-Mi aspettavo un “come mai”!- Risi.
-Se mi vuoi vedere il motivo bene, sennò nulla.-
-Il fatto è che… Non ho un padre.-
-Ah. In che senso non ce l’hai?-
-In realtà ce l’ho, ma io non lo considero. Quando avevo quattro anni i miei genitori si sono lasciati perché mia madre aveva scoperta che lui le faceva le corna. E appena hanno avuto la separazione lui se n’è andato, non ha neanche aspettato il divorzio.-
-Mi dispiace.-
-A me no. Sono felice di questo. Mi ricordo che la sera prima che lui se ne andasse picchiò mia madre. Le diede tanti schiaffi… e calci. Io avevo solo quattro anni e ho visto tutto. Quando se n’è andato mi disse solamente: “Niente è come sembra, ricordatelo.”-
-E cosa c’entra questa frase?-
-Non lo so, non c’entra un cazzo. Non puoi dire a una bambina una frase del genere mentre te ne stai andando. La sera prima hai picchiato mia madre, sei stato uno stronzo e ora te ne esci fuori con questa frase. Non aveva senso quella frase, non aveva senso quello che faceva e per me non ha mai avuto senso la sua esistenza. E’ servito solo a procreare.-
-Quindi non l’hai più visto?-
-No. Ecco perché ti dico che fino a qualche anno fa pensavo di essere lesbica. Perché non volevo avere rapporti con nessun ragazzo, avevo paura che finisse come a mia madre. Ma nonostante questo io sono eterosessuale, anche se ho timore a fidanzarmi. Hai ragione a dire che non mi vedresti bene fidanzata… hai centrato il punto.- Smisi di parlare quando arrivò il cameriere per servire i rispettivi ordini. Presi il portafoglio dalla borsa ma la mano di Heric mi fermò.
-Pago io, lascia fare.- Così estrasse i soldi dalla tasca e gli diede all’uomo.
-La prossima la pago io però.-
-Come ti pare.-
-Sai Heric… Tu sei l’unico ragazzo con cui mi trovo davvero a mio agio. Ho avuto amici maschi ma io e te non ci conosciamo molto eppure mi sono confidata. Non lo faccio spesso.-
-Bene.-
-Sono felice che tu… mi abbia ascoltato. Sto male quando ripenso a quelle cose e…- Non riuscii a trattenermi e scoppiai in lacrime. Anche se mi vergognavo da morire. Non piangevo mai davanti a nessuno io.
-Oh. Aspetta, non piangere.- Si alzò e mi porse un fazzoletto.
-Scusa… Anche io ho dei sentimenti e nonostante odio il mio passato, quando ne riparlo a volte non riesco a trattenermi.-
-So cosa provi.-
-Menomale mi capisci.- Dissi cominciando un po’ a singhiozzare.
Gli misi una mano sulla guancia e instintivamente lo baciai. Mi venne in modo naturale e non me ne pentii.



                                               

 

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Capitolo 19
*** Mancanze ***


                       Cap. 19
 
 
 

Dopo qualche ora di macchina, finalmente io e Robby arrivammo a Tokyo. Rivedere le luci splendide di quella città, la mia città, mi provocava una gioia immensa. E anche se erano passati solamente due mesi, sembrava che fosse passata un’eternità. Non vedevo l’ora di vedere tutti, ma mia madre in particolare.
-Se ho tempo passo anche da Terence, Alissia e gli altri. Mi mancano troppo e mi mandano sempre messaggi.-
-Sana, avresti bisogno di un po’ di riposo. Sono più di 24 ore che sei sveglia, possibile che non hai un briciolo di sonno?-
-No Robby! Io sono una tempesta carica di energie!- Urlai facendo le mie solite scene.
-Va bene tempesta, ma ricordati che domani devi ricominciare a lavorare.-
-Mamma mia, sei un guastafeste!-
Dopo aver parcheggiato scesi dalla macchina ed entrai in casa. C’era un silenzio tombale e la cosa mi pareva strana.
-Wow, che silenzio. Si vede che non ci sono io ehehe.-
-Signora Smith? Siamo arrivati!-
-Mammaaaa! Ma non c’è nessuno?- Fu al pronunciare delle ultime parole che sentii un gran fracasso dal piano di sopra. Mi voltai e vidi mia madre con la sua solita macchinina che urlava.
-Eccomiiiii!-
-Mammaaaaaaa!- Le corsi incontro e l’abbracciai forte. Soltanto in quell’istante capii che non c’era cosa più bella di stare con mia madre. Lei c’era sempre, nonostante tutto e tutti.
-Tesoro cara, quanto mi sei mancata!-
-Ma dov’eri? Ho sentito un gran botto provenire da sopra.- Dissi sciogliendomi dall’abbraccio.
-Mi stavo facendo un bagno caldo, ma ho sentito la tua voce e ci mancava poco perdessi un timpano. Non ero più abituata ai tuoi urli, Sana.-
-Rossanaaa!- Sentii il suono di una voce a me familiare alla mia destra: ma certo era la sig. Patricia!
-Signora Patricia!- Risposi con un sorriso e corsi a stringerla tra le braccia.
-Come stai cara?-
-Tutto bene grazie! Quanto mi manca il cibo preparato da lei! In effetti ho un certo languorino.- Dissi toccandomi lo stomaco.
-Nessuno mi saluta, nessuno mi considera. Non esisto proprio.- Parlò Robby piuttosto sconsolato, poveretto.
-Ciao Robby, non ti avevo proprio visto!- Rispose mia madre.
-Ecco, infatti.-
-Buonasera sig. Robby, sono felice di rivederla.-
-Menomale.-
 
-Allora cara, vieni nella mia stanza e raccontami qualcosa.- Intervenne mia madre.
-Sì mamma.-
La seguii e appena entrammo mi rivolse una domanda.
-Hai visto Heric?-
-Ehm… Ma perché così di botto? Non dovevo raccontarti io?-
-Sì, ma tanto è solo questo che mi interessa. Le altre cose sono noiose.-
-Sei sempre la solita!- Sorrisi. –Comunque sì, l’ho visto… proprio oggi.-
-Ma davvero? E com’è andata? Su, raccontami!-
-Beh… Normale, come sempre. Gli occhi sono guariti quindi presto tornerà di nuovo a fare Karate, ma non abbiamo parlato molto. Non sono stata tanto lì.-
-Perché? E’ successo qualcosa tesoro?-
-No… Anzi, una cosa si in effetti! Nakao è innamorato di lui.-
-Come? Nakao?-
-Eh sì, eheh.-
-Non ci posso credere! E lui lo ricambia?-
-Ma no mamma.-
-E quindi non è questo il problema.-
-Perché ci deve essere per forza un problema?-
-Che domande, perché lo avverto. Dal tuo sguardo, dal tuo modo di fare, da tutto. Ma tanto intuisco già cosa potrebbe essere successo.-
-E cosa sentiamo?-
-Lui si è comportato come sempre, strafottente e indifferente. A te questa cosa ha dato fastidio perché pensavi potesse essere cambiato nei tuoi confronti visto che era da tanto non vi vedevate, ma ciò non è accaduto. Sbaglio?-
-No mamma… A volte parli proprio al posto mio.- Abbassai lo sguardo. Lei mi capiva sempre, inutile.
-Ma c’è qualcos altro… vero Sana?-
-In effetti… Sì. All’inizio è andata proprio come hai detto tu, però poi dopo che mi ha confessato quella cosa di Nakao abbiamo cominciato a scherzare come facevamo un tempo. Ha iniziato a farmi il solletico e in quel momento ci siamo trovati con i volti vicini, stava per darmi un bacio ma è squillato il telefono. Era…- Piano piano mentre parlavo cominciarono a farmi male gli occhi. –Era una sua amica, si sarebbero visti dopo.- Lì non riuscii a trattenermi e piansi sul serio.
-Calmati, cara. Non è niente.- Disse mia madre avvicinandosi a me e mettendomi una mano sulla spalla.
-Non è vero mamma, fa male. Ancora. Mi fa sempre soffrire. Io lo amo sul serio. Ecco, l’ho detto.-
-Io penso che ancora siete due bambini, o almeno da tali vi comportate. E oltre a questo, siete troppo orgogliosi e non volete rivelare i vostri sentimenti ma finchè uno dei due non lo fa rimarrete sempre in questa situazione. Sana, hai ragione ad essere delusa perché è suonato il telefono mentre vi stavate per baciare ma di certo non è colpa sua. Se ha chiamato quella sua amica cosa doveva fare, rifiutare? Tu in tutti questi anni non ti sei mai accorta che quel ragazzo moriva per te. Ti stava sempre dietro e tu lo chiamavi “amico”. E’ straziante. Capisco che eri piccola e che ora hai capito che anche tu provi qualcosa, ma pensa anche a quanto ti ha dovuto aspettare lui. Dal primo giorno che l’ho conosciuto e l’ho visto con te ho capito che ti voleva.-
-Uffa mamma, perché non mi dai mai ragione!-
-Adesso basta!- E dopo tale frase tirò fuori il martelletto e ovviamente mi colpì sul capo.
-Ahia!-
-Era da tanto che non lo usavo, mi mancava.- Disse con aria sarcastica.
-Mamma, io lo so che lui è sempre stato dietro a me ma me ne sono accorta da poco. Non è colpa mia!-
-Eh no, è un fatto caratteriale. Arrivi sempre dopo alle cose.-
-Comunque questo non lo giustifica a comportarsi così. Io sono andata a trovarlo, doveva apprezzarlo invece come al solito ha fatto lo sbruffone e non gli è cambiato assolutamente niente.-
-Tu dici? E allora come mai ha provato a baciarti?-
-Sì ma…-
-Cara, fai chiarezza in te e poi sii sincera con lui. Non importa se glielo dirai per telefono, ma digli quello che provi per lui. E’ l’unico rimedio. Ricorda: chi non rischia non vince. Non saprai mai come andrà a finire se non gli dici la verità.-
-D’accordo… Grazie mamma, tu mi capisci sempre.-
 
POV Heric.
 
-Cosa ti è preso?- Dissi mentre tolsi improvvisamente le labbra da quelle di Giusy.
-N-non lo so, scusa… Forse è stato il discorso, il fatto che mi sono messa a piangere… E’ che tu un po’ mi piaci, però non avevo il coraggio di dirtelo. E non ho provato neanche a fartelo capire perché avevo paura che qualcosa tra noi cambiasse. Non voglio che questo succeda.-
-Mi dispiace, ma io non sono innamorato di te…-
-Sì, lo immaginavo… Ti piace qualcun’altra, vero?-
-Sì…-
-Va bene. Capisco. Scusami, sono stata io... cosa pretendevo. Adesso è meglio che vada, si è fatto un po’ tardi. Grazie per la compagnia e per aver pagato. E dimenticati di quello che è successo, per piacere…-
-O-ok.-
- Ciao!-
Si alzò dalla sedia e se ne andò. Decisi di tornare in albergo e dormire, per tanto tempo. Quella era stata una di quelle giornate incasinate da morire.
 
POV Sana.
Dopo qualche ora di permanenza da mia madre, decisi di andare a trovare Terence. Mi mancava molto e insieme a lui anche gli altri del mio gruppo di amici. Ricordavo ancora tutte le cazzate che facevamo e tutti quei momenti di grande solidarietà l’uno per l’altro.
-Sana!- Urlò mia mamma dall’altro capo della casa.
-Dimmi mamma.- Risposi.
-C’è Charles al telefono.-
-Pronto?- Dissi prendendo in mano la cornetta del telefono.
<< Ciao Sana! Come stai? Scusa se ti ho chiamato senza avviso, ma volevo sapere se andava tutto bene… >>
-Oh sì, va alla grande! Qualche ora fa sono arrivata qui a casa mia a trovare mia madre. E tu, tutto apposto lì?-
<< Sì, tutto al solito. Me lo immaginavo che eri lì ed è per questo che ti ho chiamato. Sai, si sente un po’ la tua mancanza. Nessuno fa lo stupido qui oltre a te. >>
-Ahaha, dai Charles! Ci sei tu che molte volte sembri più scemo di me!- Dissi ridendo.
<< Sì, ma essere scemi da soli non ha senso. E’ più divertente farlo insieme a qualcun altro. >>
-Non ti preoccupare, tanto domani torno.-
 << Sai una cosa… Una persona che non ti immagini neanche lontanamente ha chiesto di te. Quanto mi sta sulle palle. >>
-Ma parli di Thomas per caso?-
<< Sì, proprio lui. Stamattina mi fa: “Ma la tua amica quando torna?” >>
-E te?-
-Io gli ho detto che tornavi domani, e lui si è messo a ridere. Che stupido.-
-Dai Charles, lascia fare. Comunque scusami ma adesso ti devo lasciare, vado a trovare Terence e gli altri. Ci vediamo domani, un bacio.-
<> Rispose e io riposi la cornetta.
Uscii dalla porta salutando tutti e mi incamminai verso casa di Terence con l’unica speranza che fosse in casa.
-Chi è?- Fu proprio la sua voce a rispondermi da dietro la porta.
-Heilà, sono Sana!- Dissi tutta allegra.
-Sana!- Vidi aprire l’uscio con il sorriso del mio amico. –Che bella sorpresa!- Mi riferì abbracciandomi. Era così dolce. –Che fai, non entri?- Riprese.
-Veramente volevo andare a fare una passeggiata, così poi andavamo anche da Alissia , George, Margaret...-
-Come vuoi, per me possiamo stare fuori.- Rispose mentre chiudeva la casa girando il mazzo di chiavi. –Ma… Non posso accompagnarti dagli altri. O almeno, non da Alissia.-
-Perché?-
-Te lo dico senza troppi giri di parole. Io e lei… ci siamo lasciati.-
-Che cosaa? Stai scherzando!-
-Purtroppo no.-
Non potevo credere a ciò che avevo appena sentito: la coppia più unita, più smieloSSa e complice si era lasciata? Quante cose erano cambiate dall’ultima volta in cui ero stata lì…
-Terence, mi dispiace. Ma com’è successo? Eppure mi ricordo ancora che stavate sempre insieme, vi dicevate sempre paroline dolci tanto da farmi venire il diabete ogni volta ahah.- Parlai facendo finta di non notare la tristezza che si era impadronita negli occhi di lui.
-Scusami, ma per ora non voglio parlarne. Posso solo dirti che tutto quello che dici tu, cioè del fatto che stavamo tanto insieme appartiene solo al passato. Ormai eravamo diventati troppo diversi caratterialmente.-
-Ma la differenza di carattere si può lavorare, in qualche modo…-
-Sana, per favore. Parliamo d’altro.- Mi interruppe.
-Sì, scusa.-
-Allora, cosa mi racconti tu? In Italia come sono andate le cose?-
-Tutto apposto! Appena siamo arrivati io e Charles ci siamo sentiti un po’ strani perché ancora dovevamo ambientarci. Sono così diversi da noi, ma non diversi normale ma proprio diversi diversi! Sarà il fatto che noi proveniamo da paesi orientali e loro da occidentali, non so…-
-Certo, sicuramente è quello.- Rispose con un gran sorriso.
-Senti, ma Funny? Le ho mandato un messaggio ieri sera per sapere come stava e non mi ha risposto. Sai che fine ha fatto?-
-E’ partita per la Thailandia con i suoi genitori, in vacanza.-
-Ah, che bello! Anche se avevo voglia di vederla, sono felice per lei.-
-Che ore sono?- mi chiese.
-Mmmh… le quattro, come mai?-
-Le quattro? Ma è tardissimo!- disse alzandosi di scatto –Scusami Sana, me ne ero completamente dimenticato ma devo andare alla pasticceria perché domani mia madre fa il compleanno e volevo prenderle una torta. Fra un po’ chiudono, che scemo!-
-Ah, va bene Terence non ti preoccupare! Io vado da Alissia e falle gli auguri anche da parte mia a tua madre!-
-Non mancherò. Ma tu riparti stasera?-
-Sì, perché dopodomani riprendiamo a registrare e non vorrei arrivare stanca morta in Italia.-
-Certo, hai ragione. Grazie amica mia per la visita, manchi tanto a tutti.- Disse abbracciandomi all’improvviso.
-Oh Terence. Anche voi mi siete mancati tanto, amici come voi non ne esistono.-
-Ahah, dai ora non esagerare.- Ci staccammo.
-Allora a presto! Ciao e stammi bene.- Mi salutò con una mano ed un sorriso.
Abbandonai la porta e mi diressi verso casa della mia amica, quando il suono del mio telefono mi fece sobbalzare.
-Pronto?-
Sentii dall’altra parte soltanto un rumore strano tipo come se qualcuno stesse parlando male. Cercai di capire cosa succedeva mentre riprovavo a parlare.
-Heii? Ma chi è? C’è il numero nascosto, quindi lo so che è uno scherzo telefonico ma non fa ridere!- A quel punto sentii una voce maschile.
-Sana, sono tuo padre.-
 

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Capitolo 20
*** Why? ***


Cap. 20




-Mio padre…è morto. E non ti conviene scherzare su una cosa del genere, sennò ti denuncio.- Dissi riattaccando il telefono. Sentii che piano piano mi stava andando in subbuglio tutto lo stomaco dal nervoso e dalla rabbia.
-Sana! Che è successo? Hai una faccia…- Parlò Robby avanzando verso di me.
-Non ce la faccio più, bastaa! Sono sfinita, sono sfinita di vivere! E di tutto questo, tutto…- Mi allontanai piangendo. Perché doveva capitare tutto ciò a me? Cosa avevo fatto di male nella vita?
Chi era colui che mi aveva fatto quella chiamata così brutta e con così tanta cattiveria?
I miei pensieri si confusero e cominciarono a tormentarmi fino a quando non mi fermai in una panchina del parco dietro a casa mia. Mi chinai seduta prendendomi la testa con le mani e piansi così tanto da non riconoscermi. Il fatto è che prima o poi anche le persone più forti si distruggono. E l’unica persona di cui avevo bisogno in quel momento e che amavo più di me stessa non c’era.
 
POV Nakao.
Dopo qualche giorno dalla visita ad Heric ritornai a scuola. Ero stato assente perché subito dopo mi ero beccato un gran raffreddore da paura. Nei giorni in cui ero stato male avevo pensato a lui in modo più intenso. Mi sentivo enormemente cambiato da quando avevo scoperto i miei sentimenti, non so, forse era una follia ma sapevo che era così. E’ strano quanto l’amore cambi il modo di vedere le cose.
Arrivai in classe alle otto in punto anche se come al solito ero il primo ad essere arrivato in anticipo.
-Heilà, Nakao!- Mi girai e a chiamarmi fu Anzai insieme ad altri miei compagni di classe. Mi sembrò strano che mi rivolse la parola visto il fatto che in tutto quel tempo che ci conoscevamo, non avevamo mai parlato. Anche se io obiettivamente ero un ragazzo molto timido e introverso per cui erano pochi i compagni con cui stavo.
-Ciao, Anzai.-
-Come stai, eh? Dai raccontami qualche novità.-
Novità? Che tipo di novità?
-Non ho niente da dirti…-
-Su, non fare il vago. Tanto sai di cosa sto parlando. E quindi ti piace Heric eh?- Disse ridacchiando e appena sentii tale domanda sprofondai internamente. Come facevano a sapere ciò? Eppure non avevo confidato il segreto a nessuno, tranne che al ragazzo per cui provavo i sentimenti. Forse era stato proprio a lui a far girare la voce, non c’era altra spiegazione.
-Hei, come mai non rispondi? Hai paura?- Continuò un altro ragazzo, Dayu.
-No. C-come potete pensare che mi piace Heric? Sono un maschio, a me piacciono le femmine.-
-Eppure non si direbbe sai. Io in questi anni ho sempre avuto il dubbio che tu sotto sotto fossi una femmina. Il comportamento adeguato ce l’hai e ora ho avuto la conferma visto che sei frocio. Ahah.- Riprese Anzai.
-E tu come hai fatto a sapere questa cosa?- Chiesi.
-Eh no, questo è segreto professionale. Quindi stai dicendo che è la verità?-
-No affatto. Ma anche se fosse… beh, non so cosa ti cambi…-
-Uuh, l’avete sentito?- Rise. –Cosa mi cambia dici? Mi cambia che adesso ho un motivo valido per prenderti per il culo. Sei uno sfigato Nakao. Pensi che visto che non te la danno le donne, dagli uomini avrai qualcosa? Ahah ma guardati, Cristo.-
Fu l’entrata del professore che mi “salvò”. Quelle critiche così brutali non le avevo mai ricevute alle superiori, ma soprattutto non da Anzai e dal suo gruppo. Pensai tutta la giornata a chiedermi perché Heric avesse fatto una cosa del genere, perché umiliare il mio amore in quel modo? Così appena tornai a casa decisi di chiamarlo.
Rispose dall’altro capo del telefono lui.
-Ciao Heric, sono Nakao.-

-Non fare il finto tonto. So cosa hai fatto, sei uno stronzo.-
Pensavo che la risposta da parte sua fosse quasi immediata e invece stette in silenzio per qualche secondo. Forse non si aspettava questa mio attacco improvviso e mi meravigliai pure io visto il fatto che mi ero sempre presentato come un ragazzino educato e ingenuo.

-M-mi hai umiliato… Pensi che visto che non sono una donna non provi le stesse cose?- Risposi cominciando quasi a versare qualche piccola lacrima.-

-Oggi a scuola Anzai e il suo gruppo mi hanno offeso. All’inizio mi hanno chiesto se mi piacevi e poi hanno iniziato a dire che sono uno sfigato e un debole…-

-Se non sei stato tu allora chi? Tu… lo hai riferito a qualcuno?-

-Dimmi se lo hai detto a qualcun altro…-

-Quindi… lo hai detto a lei…- Instintivamente in quel momento avrei avuto voglia solo di sbattergli il telefono in faccia. Perché lo aveva riferito a Rossana? Non era una questione da niente.
-Tu non dovevi Heric!- Dissi con un tono di voce più alto.

-Non me ne frega, tu dicendolo a qualcuno hai sminuito quello che io sento. Adesso lo sa chiunque e tutti mi prenderanno in giro.-
-Tu non puoi capire quanto è difficile… quanto è difficile la mia vita. Quanto è stato difficile rivelarti i miei sentimenti, accettarmi dopo aver scoperto la mia parte più nascosta, tu NON LO SAI. Non sai cosa si prova a capire da un giorno all’altro di non essere più gli stessi!- Finii la frase piangendo e chiudendo la chiamata.
Ero deluso, deluso dalla persona che pensavo fosse quella che mai mi avrebbe fatto stare male.
 
POV Sana.
 
Quando mi svegliai da quel lungo sonno erano appena le sei di mattina. Sobbalzai alla vista dell’ora ma soprattutto alle quindici chiamate perse sia da Robby che da mia madre. La cosa che temevo di più era del fatto che avessero chiamato la polizia per la mia scomparsa.
Non persi tempo e richiamai mia madre.
-Pronto, mamma!- Parlai sentendo la sua voce al secondo squillo.
La sentii urlare stonandomi un timpano e d’altronde non potevo darle torto.
-Mammina, perdonami per favore! Mi sono addormentata nella panchina del parco dietro casa nostra. Scusami, scusami, scusami! Ora torno a casa e ti spiego.-
Mi incamminai verso la mia dimora e appena entrai vidi Robby che corse verso di me abbracciandomi forte.
-Saaaanaaaa! Perché fai queste cose, ci hai fatto prendere un colpoo!- Disse piangendo.
-Scusami, Robby…-
-Dopo quello che hai detto ieri sera, che sei stanca di vivere pensavo ti fossi ammazzata! Piccola Sana non farlo maaiii, come farei senza di teee!- Mi strinse più forte.
-Macchè Robby! Non mi ucciderei per niente al mondo.-
-Cos’è questa storia?- Entrò in scena mia madre. Adesso arrivava la parte più dura da affrontare.
-Mamma, possiamo parlare di là? Almeno ti spiego…-
-Certo.-
La seguii nel suo studio dove scriveva le sue meravigliose opere e finalmente parlammo.
-Senti… Veramente non so neanche da dove iniziare. Ho paura che sto impazzendo. Ieri sera mi è arrivata una chiamata da uno sconosciuto che diceva di essere mio padre… sapevo che non era vero perché Taddeus è morto ma è come se questa persona l’avesse fatto per riaprirmi una ferita che in qualche modo avevo provato a chiudere tempo fa…-
-E quindi questo tizio ti ha fatto tale scherzo? Bene, non perderò tempo oggi pomeriggio ad andare alla centrale di polizia e far rintracciare il numero nascosto. Quando si dice che l’essere umano è cattivo, questa ne è la prova.-
-Sì mammina è così. Non sai quanto ho pianto e a quel punto non ce l’ho fatta a trattenermi, davvero. Odio che tu, Robby, la sig. Patricia mi vediate piangere perché ho sempre dimostrato di essere forte ma ieri sono crollata e quindi sono scappata. Scusami, non volevo farvi preoccupare…- Cominciai a singhiozzare.
-Tranquilla cara, adesso che so come sono andate le cose è tutto apposto.-
-E poi… C’è sempre la questione di Heric che mi tormenta. Sto avendo dei dubbi sul fatto che quello che provo per lui sia davvero amore, perché l’amore non ti tormenta, ti fa stare bene e ti rasserena il cuore. Invece questo tipo di sentimento che provo per lui mi provoca angoscia, tristezza… Perché mamma, perché? Anche tu quando amavi il tuo ex marito o qualche altro tuo fidanzato ti capitava questo? Perché parlano così bene dell’amore ma poi in realtà è uno schifo?-
-Tesoro, la tua è un’età in cui ci sono molti punti interrogativi a cui a volte non c’è una risposta ben precisa e non è detto che sia quella giusta. Ti posso solamente dire che l’amore non fa sicuramente schifo, anzi forse è l’unico sentimento che ancora ci fa vivere a pieno la vita e che soprattutto ce la fa amare. Infatti, non è il sentimento che provi per Heric a provocarti angoscia ma la situazione in sé. Ti ho già detto che fino a che non esprimete ciò che provate siete sempre allo stesso punto di partenza. Non puoi pretendere che le cose cambino se continui a fare sempre le stesse cose. Il destino a volte dobbiamo essere in grado di cambiarlo noi, sai?-
-Lo so, ma appena penso di chiamarlo e urlargli ‘ti amo’ ci ripenso, perché ho paura delle conseguenze…-
-Ma preferisci avere un rimorso o un rimpianto? Anche se andrà male, almeno avrai la coscienza pulita e sai che ciò che volevi fare lo hai fatto senza se e senza ma. E adesso vai a dormire un altro po’ che sono ancora le sette.-
-D’accordo, a dopo mamma.-









                     






Angolo autrice.
Ciaao a tutti! Se siete arrivati fin qui vuoldire che avete letto il capitolo (eh, ma dai). Lo so che è abbastanza triste, soprattutto Sana non è molto uguale al suo personaggio ma d'altronde una storia è fatta anche di malinconia e drammaticità no? Coomunquee spero che la mia fanfic vi piaccia sempre di più e se volete lasciate una recensione, anche negativa se serve :-)
Un besos
-Gaiuccia- Ps. non so perchè mi viene sempre ispirazione verso le 3 di notte... mha, mistero!

 

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Capitolo 21
*** Nuovi avvenimenti ***





 
Cap. 21




‘Ciao Heric, senti mi dispiace molto per quello che è successo ieri. Ho sbagliato, ho sbagliato tutto.  A volte succede che si è così presi dall istinto che non capisci più niente e fai solo cazzate. Non avrei dovuto darti quel bacio, perché lo so,ciò che provo per te non è ricambiato. Sono sempre stata una ragazza considerata maschiaccio e ti sembrerà strano ma prima d’incontrarti non mi sono mai innamorata di nessun ragazzo.  Ma di te lo sono e sai perché? Perché tu sei una persona diversa dalle altre, sei veramente unico nel tuo genere e tutte quelle caratteristiche che possono essere considerate dagli altri dei difetti io le amo. Amo tutto di te. Ti sembrerò una cogliona lo so. Ho iniziato il messaggio dicendoti che mi dispiace per il bacio e ora ti sto dicendo perché mi piaci, sono la contraddizione in persona. Vorrei tanto che quegli occhi color oro misterioso guardassero solo me, ma so che non è così.
Insomma, volevo dirti che ho deciso di abbandonare la scuola e di partire. So già che me ne pentirò perché il Karate è tutto per me ma non posso sopportare l’idea di vederti tutti i giorni senza averti. Ciao.’
 
Quello che Giusy mi aveva scritto era alquanto strano. Perché abbandonare il Karate per me? Era così forte il sentimento che provava?
-Io non capisco che razza di problemi hanno le ragazze e cosa ci vedono in me.-
Mi dispiaceva non chiamarla ma in quel momento, non so per quale motivo, avevo solamente voglia di Taiyaki  per cui decisi di andare al market vicino a comprare qualche scatola.
Nonostante la situazione con Giusy, non avevo nessun senso di colpa ma anzi l’unica cosa che occupava la mia mente era il viso di Sana. Probabilmente sbagliavo a pensare continuamente a lei, perché sicuramente Giusy mi avrebbe reso più felice ma il cuore non ne voleva sentire.
Arrivai a prendere la scatoletta dove erano conservati due Taiyaki e andai subito verso la cassa.
Dopo aver pagato vidi con la coda dell occhio una faccia familiare a qualche metro di distanza da me.
-Giusy!-
Lei alzò gli occhi nascosti un po’ dal berretto che aveva in testa e quando mi vide arrossì completamente.
-H-Heric! Ma che ci fai qua?-
-Dovrei farti la stessa domanda.- Mi avvicinai. –Visto che nel messaggio mi hai scritto che eri partita.- Ripresi.
-B-beh… Parto fra qualche giorno…- Abbassò lo sguardo.
-Stai mentendo.-
-Ma che dici?-
-Guarda che non sono uno stupido e non mi faccio di certo prendere per il culo da te.-
-Ma che hai? Perché sei così scontroso con me?-
-Non sono scontroso è che odio le prese in giro.-
-Senti… Aspettami fuori intanto che pago questi così ne parliamo.-
Dopo qualche secondo la vidi uscire con una busta marrone in mano mentre io mangiavo i miei Taiyaki.
-Allora, come stai?-
-Benissimo. Ma vorrei andare a casa, ho sonno.-
-Senti non so per quale assurdo motivo tu ce l’abbia con me ma se è così dovrebbe essere il contrario. Eppure io ti sto trattando gentilmente. Ti ha fatto così schifo essere stato baciato da me?-
-Cazzo Giusy! Sei una bambina. Pensi proprio che io ce l’abbia con te per questo?-
-E allora per cosa scusami? Parla per una volta, mica posso fantasticare e inventarmi le cose!-
-Sì, forse hai ragione un po’ mi ha dato fastidio quello che è successo ma non è questo il problema centrale. Sono incazzato perché ho visto la ragazza che mi piace e come al solito non abbiamo risolto niente ma non posso parlartene perché non siamo più amici. Non possiamo esserlo se tu sei innamorata di me.-
-Sì… hai ragione… Sono una stupida e sono anche infantile. E hai ragione anche sul fatto che ti ho mentito, perché non parto per davvero e non ho abbandonato la scuola. Mi odierai perché ti ho detto una bugia ma volevo solo vedere qual era la tua reazione. Ma come al solito sei un tipo incomprensibile e non capisco se te ne frega davvero qualcosa di me o no. Sei un rebus…-
-Io non devo dimostrare nulla.-
-Ok, mi hai già dato una risposta…- Disse versando improvisamente qualche lacrima.
Dopo un po’ che aveva pronunciato la frase vidi che iniziò a camminare via da me. Ma non la fermai.
 
POV Sana
 
-Robby, vado a fare una passeggiata! Con questo sole non ne vale la pena stare chiusi in albergo.-
-Va bene Sana, stai attenta.-
Lasciai l’albergo e mi trovai davanti lo splendido Duomo di Firenze. Quanto mi piaceva quella città, dire che era stupenda non bastava. Cominciai a sognare ad occhi aperti quando sentii una voce fastidiosa da dietro.
-Ma che bella donzelletta!-
-Ciao Thomas.-
-Come mai da queste parti?-
-Forse perché devo recitare in un film, proprio come te?-
-Ah sì? Pensavo che eri rimasta lì dall’altra parte del mondo.-
­-No invece ci sono e purtroppo anche tu!-
-Mamma mia che acidità! Certo che se continui a fare così nessuno ti verrà mai dietro. Già sei un cesso.-
-Che cooosa? Ma perché tu ti credi bello?- Urlai infuriata cercando di colpirlo con il mio martello. A salvarci, anzi a salvare lui fu Charles che apparve proprio in quel momento.
-Sanaa! Che sta succedendo?-
-L-lasciami Charles! Devo strappargli i capelli a quell antipatico!-Dissi mentre il mio amico cercava di bloccarmi con le mani.
-Si può sapere cosa gli hai fatto? Ma perché non ti fai gli affari tuoi?-
-Hei, qui se c’è qualcuno che deve farsi gli affari suoi sei proprio tu! Che sei il suo avvocato difensore?- Rispose a tono Thomas.
-Ma perché non te ne vai? Non ti caga nessuno e stai antipatico a tutti! L’unica cosa che sai fare è importunare me e Rossana!-
-Dai Charles basta ora!- Intervenni io.
-Per tua informazione non me ne vado perché faccio il tuo stesso lavoro. E comunque a te non ti vedo proprio, deficiente.-
-Deficiente a chi?!-
-Chaarlees fermoo!- Mi misi in mezzo a entrambi cercando di fermarli ma senza nessun risultato.
-Hei, che sta succedendo qua?- Era la voce di un poliziotto.
-Cazzo che palle. Questo qui era in giro per il centro e l’avevo già beccato.-
-Allora, qualcuno mi risponde?-
-Ehm, sì io signore! Eheh vede, non è successo nulla di grave… I miei amici stavano scherzando! Beh forse lei vedendolo da fuori ha pensato che se le stessero dando invece tutt’altro, loro scherzano sempre così! Anzi a volte è anche peggio, può schizzare sangue da tutte le parti mentre adesso no! Eheheh…-
-Sana ma cosa dici? Così hai peggiorato solo la situazione!- Disse a bassa voce Charles.
-Ah sì? I tuoi amici scherzano così? Allora non li dispiacerà se continuano a scherzare mentre vengono a fare un giretto con me.-
-Perché scusi? Ok stavamo litigando è vero, ma non è stato niente di grave e ci stavamo fermando.- Parlò Thomas.
-Il fatto è che non mi piace la tua faccia,mi sai di delinquente. Perciò fatti beccare un’altra volta in una situazione spiacevole che ti porto con me sul serio.- Disse dileguandosi.
-Scusami Thomas, ma che significa un’altra volta?- Chiesi io quando vidi che il poliziotto se ne era andato.
-L’altro giorno per poco non mi beccava con l’erba. Ero entrato in un tabacchino per comprare le sigarette e c’era pure lui e ha sentito il puzzo di canna ma per fortuna me la sono scampata.-
-E come hai fatto?-
-Semplice, gli ho detto che non l’avevo fumata io ma ero insieme a degli amici che la fumavano. Ci ha creduto perché non  me l’ha trovata in tasca anche se evidentemente non sa fare bene il suo lavoro. Solo un coglione può credere a ste cazzate. Comunque, penso che si sia ricordato di me visto quello che mi ha detto.-
-Ecco perché non mi piaci. Ti canni e ho già detto tutto.- Disse Charles.
-Vedi quanto sei ignorante, non c’entra niente il fatto che fumo qualche canna con il fatto di avere questo carattere. Ce l’avrei anche se non fumassi niente.-
-Senti a me non me ne frega niente di cosa ti fumi, per me sei già fumato di tuo! Adios.- Dissi.
-Dai aspetta, scusa per prima…-
-Mmh… va bene ti perdono, ma solo per questa volta!-
-Dovresti essere meno permalosa e accettare la realtà.-
-Thoooomaaaas! Scappa ti conviene!- Iniziai a rincorrerlo ma la suoneria del telefono mi fece fermare.
-Non cantare vittoria sai! Rispondo al cellulare e poi vedi!- Dissi. –Sì pronto?-
<>
-Sì sono io, chi parla?-
<>
“G-Giusy? Oddio sì, ora mi ricordo… ma cosa vorrà da me? Perché vuole parlarmi?”
-Ehm… ok. Posso chiamarti fra qualche minuto? Sistemo una cosa e ti richiamo.-
<>
Che cosa vorrà da me?


Angolo autrice, chi vuole se lo legga.
Hola chicas! E' da un po' che non aggiornavo, devo dire che questo capitolo è un po' 'in sospeso'. Il fatto è che come al solito ho finito di scrivere tardi e il sonno si fa sentire. Ora che è iniziata l'estate aggiornerò più presto! c:
un besos





 
 



 

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Capitolo 22
*** A new beginning? ***


Cap. 22



 
Tu… tu… tu…
“Speriamo risponda, sono propria curiosa su cos’ha da dirmi.”
<>
<< Ciao Giusy, sono Rossana… Scusami ci ho messo un po’ a richiamarti ma dovevo finire di registrare. >>
<< Tranquilla, Heric una volta me l’ha detto che fai l’attrice. >>
<< Ah… >>
<< Comunque, avrei preferito parlarti di persona ma so che non sei in Giappone per cui dovrò farlo via telefono. Vengo subito al dunque: Heric è innamorato di te. >>
<< Eh? >>
<< Sì è così. Forse ti sembrerò una che non sa farsi gli affari propri ma il punto è che non voglio più vederlo soffrire. Sai, a me lui piace… Però so che ama te e anche se la cosa mi da terribilmente fastidio voglio potermi rendere utile per lui. E’ una cosa contraddittoria perché ovviamente è il mio ultimo desiderio quello di vedervi insieme ma non devo pensare a me… >>
<< Bhe, non so cosa dire… Vedi, da una parte sono felice di quello che mi hai detto, ma dall’altra non potrei essere più delusa di così. Non avresti dovuto dirmelo tu che tra l’altro sei una persona sconosciuta per me. Nonostante questo ti ringrazio, so che sei vicina a lui e quindi non menti… >>
<< Io ho solo fatto ciò che sentivo. Però ti avverto: fallo soffrire ancora e ti spezzo le gambe. >>
<< …. >>
<< Mi ha fatto piacere parlarti Rossana, ciao! >>
<< Ciao… >>
“Che cosa intendeva con fallo soffrire ancora?”
 
-Sana? Cosa succede? Perché hai quella faccia?-
-Charles, ho bisogno di tornare in Giappone. Adesso.-
-E come mai scusa?-
-…Non te lo posso dire.-
-Riguarda Heric, vero?-
-Wow, da quando leggi nel pensiero?- Dissi sbalordita.
-Certo, ti chiama lui e tu scappi subito. Non importa se 364 giorni all’anno ti fa soffrire, l’importante è quell unico rimanente no?-
-Veramente non era lui al telefono, ma un’altra persona… Scusami Charles ma per ora non ho voglia di discuterne. Voglio solamente tornare a casa.-
-Sì ti capisco. E’ sempre stato così d’altronde. Ci vediamo Sana.- Disse voltandosi.
-Hei Charles, ma che ti prende?-
-Nulla è solo che… Passano gli anni ma rimani sempre la solita egoista.-
-Come?-
-E’ da quando mi conosci che sai dei miei sentimenti per te e nonostante questo continui ad usarmi.-
-Charles ma cosa dici? Io non ti ho mai usato e non ti userei mai. E comunque, io non sapevo che tu eri ancora innamorato di me…-
-Certo che non lo sapevi, perché tu pensi solo a te e a Heric. La cosa più importante siete voi due e basta.-
-Ma perché Charles…- Dissi mentre lui se ne stava andando via.
Non capivo il comportamento del mio amico, ma l unica cosa che mi interessava in quel momento era andare da Heric. Finalmente dopo tanto tempo avevo trovato il coraggio di rivelargli tutti i miei sentimenti e non mi avrebbe fermato più nessuno.
 
Due giorni dopo…
-Robby grazie per avermi sostenuto.-
-Sana io ci sarò sempre te, ti seguirò ovunque tu andrai. E anche se non condivido questa tua scelta, sono felice perché so che tu lo sei.-
-Non capisco… Pure Charles non è stato d’accordo con questa mia decisione. Lui è ancora innamorato di me, però dovrebbe essere contento se anche io lo sono…-
-Non è facile per lui esserlo visto che stai andando da Heric. E penso che sia dispiaciuto anche perché hai lasciato improvvisamente l’Italia.-
-Sì ma tanto le mie scene le avevo concluse.-
-Ok Sana, per favore dormi.-
-Uff, che antipatico.-
Il viaggio mi sembrò durare un’eternità rispetto all’andata, forse era legato solo alla mia psiche che non vedeva l’ora di rivedere Heric.
Dormì per circa sette ore e quando mi svegliai vidi che eravamo arrivati quasi a Tokyo.
-Robby! Stiamo arrivando!-
-Mmmh.. Sì Alicia ti amo pure io…-
-Rooobbyyyy!- Gli urlai nell orecchio.
-EEHH? Ma che è successo?-
-Siamo quasi arrivati!-
-E quindi?-
-Come e quindi? Ti devi svegliare.-
-Sana, forse non lo sai ma se una persona si addormenta in aereo ed è arrivato a destinazione ci pensano le hostess a svegliarlo.-
-Ma perché far fare il lavoro a loro se ci sono io? Mah!-
 
Quando arrivai sistemai le mie cose e salutai mia madre.
-Tesoro, ma dove vai? Sei appena arrivata?-
-Scusami mammina, ma vado a fare quello che avrei dovuto fare da tanto tempo. Ci vediamo dopo!-
-Eh? Ma che intendeva?-
Camminai di corsa per raggiungere la casa di Heric. Mi ero informata da Terence che aveva smesso qualche giorno prima del mio arrivo alla scuola ad Osaka.
Bussai alla porta e…
-Heric!-
 










 
Summer!



Angolo autrice,chi vuole se lo legga.
Saalve! Inizio col dire che mi dispiace che questo capitolo sia veramente corto! (sorry :c) Vi prometto che mi rifarò con il prossimo!
Un bacioooo

 

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Capitolo 23
*** Tutto ciò che ho ***


Capitolo 23- Tutto ciò che ho
 




Bussai fortemente alla porta di Heric per più di due volte e insistetti proprio perchè nessuno rispondeva.
-Ciao Sana! Scusami ma non avevo sentito, ero sotto la doccia.- Mi ritrovai Nelly davanti a me.
-Hey ciao... Senti cercavo tuo fratello, per caso è in casa?- Dissi con abbastanza fiatone.
-Mmmh no... Veramente non so dov'è in questo momento. Forse è ad allenarsi a Karate con qualche suo amico. Prova a chiamarlo semmai, oppure se vuoi entrare ad aspettarlo a casa. E' da tanto che non ti vediamo, non sai quanto mi fa piacere!-
-Scusami, ti devo essere sembrata una maleducata. Sono piombata così all'improvviso dopo tanto tempo e neanche ti ho chiesto come stai. Perdonami davvero, solo che ho realmente bisogno di parlare con Heric.-
-Te l'ho detto, prova a chiamarlo. Lui non mi dice quasi mai dove esce, da questo punto di vista non è poi cambiato così tanto.>>
-Va bene, ti ringrazio.- E salutandola con un abbraccio, camminai per le strade di Tokyo digitando più e più volte il numero di Heric. Ma mai ci fu risposta. Addirittura dopo circa quattro chiamate, scattò la segreteria telefonica.
<"La coppietta che non sapeva di amarsi, quando lo scoprono un grave incidente di lui ostacola il realizzarsi del loro amore". Mamma mia Rossana, come sei ottimista. Magari ha solo il telefono scarico...-
Così, immersa nei miei pensieri, vagai tra panchine e panchine della città. Ad un certo punto mi trovai nel famoso parco in cui avevo visto Heric qualche anno fa, nel periodo in cui lui si era avvicinato a Funny. Ripensando a quei tempi in quel momento, mi spuntò un lieve sorriso. Mi preoccupava la compagnia di Funny, quando stupidamente e ingenuamente non avevo capito che erano altri i problemi. Ciò che ha sempre diviso l'amore, se così si può chiamare, tra me e Heric, non erano mai state terze persone. Ma solo ed esclusivamente noi due.
Mi addormentai in una panchina e quando mi risvegliai decisi di ritornare sotto casa della famiglia Akito. In quel modo, forse, era più probabile incontrarlo visto il fatto che non rispondeva al cellulare.

Quando arrivai, magicamente, lo vidi. Stava arrivando pure lui a casa sua nello stesso momento in cui stavo andando pure io.
-Heric!- Corsi verso di lui, con la strana paura che lui non mi avrebbe considerata.
-Rossana?- Mi avvicinai e lo guardai. Era in forma smagliante come al solito, una tuta grigia con un borsone alle spalle. I suoi occhi erano stanchi ed era anche un po' sudato.
-Sì, sono tornata. Io... ti ho cercato tutto il giorno, cioè, sono venuta qui a casa tua e ho chiesto di te ma non c'eri. Poi ti ho anche chiamato, ma non mi hai risposto.-
-Ah... beh, ero agli allenamenti. Non so se si vede. Fra qualche settimana ho una prova per passare alla cintura successiva e quindi mi sto impegnando.-
-Bene! Sono felice.-
-Come mai sei qua? Hai finito le riprese?-
-In realtà no. Ma sono tornata per una cosa decisamente più importante del film.-
-E sarebbe?-
-Devo parlarti, Heric.-
-Capisco... vado a lasciare la borsa dentro e mi lavo un attimo il viso e torno.-

Dopo qualche minuto tornò mentre io lo aspettavo ai giardini di fronte alla sua abitazione.
-Dimmi, sono tutto orecchie.- Disse e io ci vidi un velo di sarcasmo nelle sue parole. 
-S-Senti... io direi che è l'ora di finirla. Cioè, voglio dire, ci conosciamo da parecchi anni. Io non ho mai capito che cosa fosse la nostra, se amicizia o altro. In realtà dentro di me ho sempre saputo che non era solo un'amicizia, perchè sennò era decisamente un'amicizia strana. Però ho compreso solo ora che, insomma... dovremmo provare a essere più di quello che siamo ora.- Arrossii.
-Sai Sana, ho aspettato per tanto tempo l'arrivo di questo momento. Io ho sempre provato qualcosa per te, anche la storia con Funny non è stato niente, perchè in realtà pensavo sempre a te. E non penso che qualcun'altra ti possa mai sostituire. Perchè tu mi hai ridato la mia famiglia, mi hai salvato, insomma queste cose ormai le sai... tu ecco, sei il mio regalo. Il mio regalo più grande.-
-Wow, Heric... dici sul serio? Io... oddio.- Sentii che le lacrime stavano per arrivare e fuoriuscire dagli occhi per l'emozione.
-Però...-
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-Vedi- Riprese. -Non penso che potremmo mai stare insieme seriamente. Ci sono troppe cose che ci dividono più di quanto ci uniscono. Ogni volta che succede un qualcosa di positivo tra di noi, c'è qualcos altro di negativo che accade. Non lo so, è da un po' di tempo che ti sento lontana mentalmente da me.-
-Perchè? E' vero, da quando io ho iniziato le riprese in Italia e tu la scuola ad Osaka siamo stati più lontani, ma è normale. E' solo una cosa passeggera. Non lo so cosa mi sta succedendo, ma rinuncerei anche a questo film per stare vicina a te. Forse... mi sto... innamorando, non lo so. O forse sono più matura. Ma ho rinunciato a molte cose sentimentali nella mia vita perchè non sono mai stata brava nelle questioni amorose e adesso non ho più voglia. Non voglio più rinunciare alla mia felicità. La persona giusta si incontra una sola volta...-
Dopo quelle parole vidi Heric abbassare lo sguardo. Ebbi l'intenzione di avvicinarmi a lui ma tutto ad un tratto mi suonò il telefono.
-E' Charles...-
-Quel buono a nulla è sempre in mezzo.-
-Pronto.-
Parlò Charles.
-Sì, grazie Charles. Sto bene. Scusami ma adesso sono un po' impegnata, ti richiamo dopo ok? Va tutto apposto, stai tranquillo.- Chiusi la chiamata.
-Wow sei cambiata veramente allora, tsk.- Sogghignò Heric.
-Vuoi riassaporare l'ebrezza del martello?- Dissi malefica.
-Quindi, cosa facciamo?-
-Io non voglio che ci allontaniamo di nuovo. Lo so che tu provi qualcosa da molto tempo e che mi hai aspettato, ma ti assicuro che... non ero certa di ciò che provavo. Te l'ho detto, sono una frana.-
-Lo so, sei una babbea fatta in persona.-
-Martello!-


One year after

Un anno dopo tutto cambiò per me. Avevo molto tempo libero perchè le riprese del film erano finite e ancora in quel momento non c'era nessun programma per un nuovo lavoro. Mentre per Heric invece, continuava ad andare a scuola di Karate. E sì, avevamo provato ad avere una relazione. Non aveva senso continuare a nascondere e reprimere i nostri sentimenti, faceva solo del male a noi stessi.
Era da tanto però che non vedevo i miei amici. Terence era partito insieme ad Alissia per gli Stati Uniti, Margaret aveva trovato un lavoretto a Kyoto, George era sempre nel ristorante con suo padre e Funny  aveva iniziato l'università. Insomma, ognuno per i fatti suoi. La cosa mi rendeva un po' triste, ma sapevo che la nostra amicizia non si sarebbe mai divisa. Specialmente con Terence e Alissia.
Ripensai a quanto era passato il tempo. Non avrei mai pensato che proprio Heric, quel bambino scontroso che detestavo, poteva forse diventare l'uomo della mia vita. Perche se non lo era lui, beh, chi poteva mai esserlo? Noi due eravamo come lo Yin e Yang: due elementi apparentemente opposti ma che si completano. Proprio in quel modo mi sentivo quando ero in sua compagnia, completa e al posto giusto. Quando eravamo insieme avevo la sensazione che non mi mancasse nulla, forse era questa la vera felicità? Intravedere in due occhi tutto ciò che hai sempre cercato e finalmente hai trovato?
Avevo tante paure dentro di me. Paura che tutto ciò potesse finire, con gli stessi o altri ostacoli del passato. Perchè è così, la paura c'è sempre. Quando qualcosa è estremamente bello, si ha sempre paura. Ma da quel momento in poi era diverso. Io lo volevo e non me lo sarei fatto scappare per niente e nessuno. 
La vita mi aveva riservato questa opportunità, e chissà che cosa mi avrebbe ancora riservato in futuro.



Questo è l'ultimo capitolo della mia storia, scusatemi se ci ho messo un po'! (Un po' tanto ahahah). Spero molto che vi sia piaciuta e chissà, forse decido di scrivere un continuo :)
Arigatou <3
-Gaiuccia-

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