Diario di un aspirante suicida

di Amartema
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Diario di un aspirante suicida ***
Capitolo 2: *** Part. 2 ***
Capitolo 3: *** Part.3 ***
Capitolo 4: *** Part. 4 ***
Capitolo 5: *** Fase finale. ***



Capitolo 1
*** Diario di un aspirante suicida ***


Documento senza titolo




NOTA IMPORTANTE:
questa storia contiene contenuti forti
e che potrebbero offendere o destabilizzare
gli animi più sensibili. Le tematiche
presenti sono crude e spietate, seppur
descritte con una linea "morbida" .
Invito quindi coloro che decideranno
di leggere questa OS, a prendere lo scritto
come puro frutto di fantasia poichè
non è stato prodotto con l'intenzione
di offendere qualcuno.
Peace&Love.


Non ci sono ferite, niente lamette nascoste nel cassetto e nessuna sigaretta spenta contro la carne, perché il dolore, quello vero ci pensa da solo ad aprire squarci e a farci sanguinare.
Il dolore, quello vero, ti riduce l’anima a brandelli e rende il corpo come una gabbia dorata, splendente, al cui interno un piccolo uccellino ormai arreso, si lascia addormentare, accogliendo la sua fine.
Il dolore, quello vero, ti rende un bravo attore: ti lascia apparire come un lottatore, un individuo da stimare e ammirare, quasi da invidiare.
Il dolore, quello vero, una volta che si è stanchi di combatterlo, ti prepara.
Ti prepara alla fine in tanti modi, ti allontana da quelle poche persone amate, ti aiuta a mettere fine ogni piccola o grande situazione in sospeso.
Perché il dolore, quello vero, non è istintivo: è come un piccolo roditore che continuamente gratta contro l’anima, aiutandoci a progettare la nostra stessa fine.
E pensandoci, cazzo se fa paura.
Fa paura come una persona riesca a prepararsi per spegnersi e fa ancora più paura nel vedere come ci riesca a farlo in maniera così fredda, così distaccata e ragionata.
Alla fine, cosa troviamo di così “ragionato” nel programmare la propria fine?
Voi direte nulla, ma provate a chiederlo all’aspirante suicida, potreste rabbrividire nel constatare la lucidità con cui espone le sue mille e più ragione.





NOTA DELL'AUTRICE: Lo sapete che sono portata per le cose
tragiche e contorte, quindi non
scandalizzatevi, Pace e Amore.

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Capitolo 2
*** Part. 2 ***


Documento senza titolo




NOTA IMPORTANTE:
questa storia contiene contenuti forti
e che potrebbero offendere o destabilizzare
gli animi più sensibili. Le tematiche
presenti sono crude e spietate, seppur
descritte con una linea "morbida" .
Invito quindi coloro che decideranno
di leggere questa OS, a prendere lo scritto
come puro frutto di fantasia poichè
non è stato prodotto con l'intenzione
di offendere qualcuno.
Peace&Love.


La verità è che l’aspirante suicida è sin troppo consapevole di ciò che sta facendo ma ormai è giunto alla consapevolezza che il risultato giustificherà ogni mezzo; è consapevole che quel risultato, ormai, sia quello giusto e lo sa da anni.
E l’aspirante suicida, inevitabilmente reputa la propria vita alla pari di un edificio diroccato e da demolire totalmente; e l’aspirante, con piccone alla mano, silenziosamente colpisce mattone dopo mattone, rendendo la sua stessa esistenza solo un triste cumulo di macerie. Polvere al vento.
Il primo colpo fa male, fa tanto male ma la realtà è che quel colpo ti tramortisce l’animo come se fosse uno tsunami, così forte che improvvisamente ogni altro dolore scivola via: infinite gocce di un infinito oceano nero.

E se siete giunti sino a qui, è perché un po’ vi sentite come me: annegati in questo vasto oceano che altro non è che una vita finita ancor prima di cominciare; aborti che la felicità non ha desiderato come suoi figli, rinnegandoci ancor prima che noi potessimo solo scorgerla e sorriderle.
Ma dato che la serenità ci ha proibito il suo sorriso, noi siamo incapaci anche solo di abbozzarlo, figuriamoci eguagliarlo.

Il mio nome è Irvin e sono un’aspirante suicida.


NOTA DELL'AUTRICE: Non è un reale progetto ma ogni tanto
partorisco qualcosa. Quindi, inutile che commentate
la lunghezza v_v
Pace e Amore.

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Capitolo 3
*** Part.3 ***


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NOTA IMPORTANTE:
questa storia contiene contenuti forti
e che potrebbero offendere o destabilizzare
gli animi più sensibili. Le tematiche
presenti sono crude e spietate, seppur
descritte con una linea "morbida" .
Invito quindi coloro che decideranno
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come puro frutto di fantasia poichè
non è stato prodotto con l'intenzione
di offendere qualcuno.
Peace&Love.


Perché l'aspirante suicida è un collezionista. Forse un po' macabro ma sempre un collezionista. E in cima alla lista, quasi spesso, troviamo una riserva di pillole. Gelosamente custodite, stranamente significative.
Ciò che è affascinante è il loro nascondiglio: insospettabile quanto mai troppo accurato; a volte un semplice cofanetto riposto su una scrivania, altre volte un intero cassetto. In realtà non importa il modo in cui siano raccolte, ciò che è importante (e l’aspirate suicida ne è ben consapevole) è che la collezione sia sempre nei pressi del letto. E’ l’unica regola, è l’unica vera necessità.
Perché lui, ogni notte proprio prima di andare a dormire, apre quel cassetto. E nel silenzio e nella solitudine della sua camera, inizia a contare quelle scatole pensando a quanto sia vicino o lontano dal suo traguardo, pensando a come quell’idiota del farmacista non si sia mai accorto di quella ricetta scaduta e sgualcita che ogni volta, e troppo spesso, l’aspirante suicida gli propone. Non pensa a niente altro l’aspirante, inspiegabilmente vittima di un’amnesia che silenziosamente ha velato ogni suo ricordo felice, ogni sua soddisfazione passata. Ormai c’è solo il tamburellare imminente di un incubo vivente che ha corroso ogni respiro, accingendosi ormai ad annientare anche l’ultimo.
E l’aspirante, dopo aver contato con così tanta minuzia la sua riserva, si abbandona al sonno, inspiegabilmente soddisfatto dopo aver richiuso quel cassetto.
Così freddo nelle sue emozioni, così distaccato.
Così tanto impaziente.

E anche io, proprio come ogni aspirante, sono impaziente.

 





NOTA DELL'AUTRICE: Bacini a chi la segue : *


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Capitolo 4
*** Part. 4 ***


Documento senza titolo




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presenti sono crude e spietate, seppur
descritte con una linea "morbida" .
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Peace&Love.


Il tempo.
Il  tempo è ciò che più odia l’aspirante suicida.
Per lui i secondi diventano minuti, i minuti ore, le ore hanno il sapore distorto e prolungato di note emesse da un violoncello ormai vecchio, morente e dalle corde inevitabilmente sfilacciate e consumate.
Come un continuo rigirarsi nel letto mentre si è preda dell’insonnia; ma la differenza è che l’aspirante suicida continua a rigirarsi nella sua vita, inutilmente, conscio che neanche più la speranza lo assiste.
Giunge il momento in cui, però, lui si abitua a quella nenia infinita e opaca che altro non che è il tempo.
Si arrende anche a questo, inevitabilmente, lo accetta. Conscio che presto sarà lui stesso mettere fine a quella linea immutabile tranciandola di netto.
Ed intanto l’aspirante taglia ogni rapporto umano, allontanando chiunque osi sostare al suo fianco, anche il povero sfortunato che si limita a posare lo sguardo su di lui. Si lascia odiare l’aspirante, è ciò che desidera, ciò che brama: poiché perfettamente comprende che tale è il modo perfetto per non far soffrire gli altri quando lui scivolerà via. Non esistono più amici, non esistono più parenti, non esistono più fratelli, non esiste più neanche una madre e non esiste un padre. Ognuno diviene un’ombra oscura che silenziosa scivola al fianco dell’aspirante, presenze che come fantasmi non vengono notate e ormai arrese anche loro non hanno più la forza di lasciarsi notare.
E quando anche colui che più di tutti ha resistito si lascerà allontanare… ecco che per l’aspirante giunge l’ultima fase, la più semplice: lasciarsi deperire, iniziando a rifiutare il cibo. E lo fa in maniera lenta, graduale senza destare sospetti, assumendo farmaci che destabilizzano il suo stomaco, iniziano a bruciarlo.
Perché l’ultima fase è il momento in cui non si prepara più lo spirito ma il corpo.

E il corpo, per non fallire, bisogna prepararlo maledettamente bene.

 

 





NOTA DELL'AUTRICE: Bacini a chi la segue : *


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Capitolo 5
*** Fase finale. ***


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Peace&Love.


E lasciate che ora io vi parli, lasciate scorrere la mia voce a carezzarvi l'udito per rendere il tutto maledettamente più personale, toccante, intimo.
Potrebbe risultare traumatico o doloroso, addirittura sconvolgente.
Potrete sentirvi le gambe tremare, potreste svenire o piangere così tanto da non riuscire neanche a respirare.
Ma non sono forse sensazioni che mi hanno inseguito per tutta la vita? Si, lo sono.
Abbiamo avuto tutto il tempo necessario per conoscerci, io e loro, studiarci vicendevolmente. Sapete, all'inizio provavo a scappare ma ogni volta eccole lì, ad osservarmi con un compiaciuto ghigno sul volto in grado di urlarmi: “Ehi, vecchio amico, eccoci, siamo di nuovo qui. Ci sei mancato tanto. Noi ti siamo mancate?”
E sapete, non mi sono mai reputato un grande lottatore eppure lo devo ammettere, in un certo senso sono soddisfatto, non credevo di resistere così maledettamente tanto.
Ho lottato per anni. Anni. Ve ne siete mai accorti? No. Ma come potevate?
Voi così impregnati dall'egoismo non riuscivate a guardare oltre il vostro naso.
Conseguenze di vita le chiamano. Ma lo sapete che le conseguenze giungono anche quando non si muove un solo dito?
Effettivamente è strano. Non ho mai pensato di scrivere una lettera, in realtà non ho mai desiderato di scrivere qualcosa prima di partire... ma il flusso di emozioni in questo momento è talmente enorme che non posso far altro che scaricarne una parte qui, rendendovene partecipi per la prima volta.
Perché no, pregustare il momento in cui mi ritroverete ormai rigido e pallido nel mio letto, no, non mi basta: vi ci vuole uno schiaffo conclusivo, una verità stampata così prepotentemente in faccia da farvi male e segnarvi per tutta la vita.
Attenzione, una premessa è necessaria: no che tutti debbano sentirsi coinvolti in questo dolore... anzi, solo l'idea di abbandonare quei rari individui mi spezza il cuore. E mi si infrange l'animo nel sapere che io, con il mio gesto lacererò il loro cuore, formando una ferita che loro non si meritano. E a quei rari dico semplicemente: miei tesori, guardate il cielo quando penserete a me perché io sarò lì con voi; non martoriatevi poiché parte della mia forza è derivata da voi e dal puntellarmi ogni volta che il mio pensiero si annebbiava. Ho resistito tanto grazie a voi.

Ma la realtà è che questa non è una lettera di addio, questa non spiega i motivi nel dettaglio del perché del mio gesto, non vi spiega nulla. Questa è una scaletta, una lista, un foglio informativo nel quale troverete delle semplici istruzioni.
Solo una in realtà:

Crematemi. È l'unica cosa che mi importa, crematemi.
E dopo avermi cremato spargete le mie ceneri al vento.
Ho sprecato la mia intera esistenza qui, rinchiuso, prigioniero degli altri e di me stesso. Lasciatemi scoprire il mondo quando il mio animo non conoscerà mai più questo dolore così maledettamente terreno. Lasciatemi abbandonare quella casa, quella stanza. Lasciatemi abbandonare tutti voi e concedetemi la possibilità di vivere ciò che mi aspetta oltre.




Mai più vostro,
il non più aspirante suicida.
Il Suicida.





NOTA DELL'AUTRICE: E avevo già intenzione di non portarla per le lunghe questa storia. E direi che così si conclude. Che strano concludere una storia, effettivamente.
Che dire? Probabilmente i pessimisti si aspettavano un finale simile, quelli positivi invece speravano in un salvataggio. Ammetto che credo di avervi donato l'aspetto più brutale, dove oltre al dolore, rassegnazione e depressione subentra anche la rabbia.
Ringrazio chi l'ha seguita, ringrazio chi sperava un seguito e mi scuso per avervi fatto attendere tanto.


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