Vampire & Hunter

di AngelHeller
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caccia sotto la luna ***
Capitolo 2: *** cicatrici e morsi ***
Capitolo 3: *** Non puoi... ***
Capitolo 4: *** Risveglio ***
Capitolo 5: *** Cuore silente ***
Capitolo 6: *** Grilletti e pesi ***
Capitolo 7: *** Nuova strana normalità ***
Capitolo 8: *** Giorno ***
Capitolo 9: *** Caccia al simile ***
Capitolo 10: *** Odore di sangue ***
Capitolo 11: *** Bambina ***
Capitolo 12: *** Famiglia ***
Capitolo 13: *** Intimità ***
Capitolo 14: *** Profumo ***
Capitolo 15: *** Esperimento ***
Capitolo 16: *** Mai più. Per sempre. ***
Capitolo 17: *** Piccole Vendette ***
Capitolo 18: *** Egoismo ***



Capitolo 1
*** Caccia sotto la luna ***


Notte, era notte, una notte silente, con il cielo senza stelle e senza nuvole, ma adornato da una luna di 3/4 che lasciava vedere i riflessi del panorama boschivo, dove si aggiravano i più grandi nemici dell'uomo: mostri dalle sembianze umane che succhiano il sangue delle persone, costoso sono i vampiri. Levi Rivaille, un ragazzo di 24 anni, dall'apparenza normale, imparò l'arte per l'uccisione dei vampiri. Stava girando presso i boschi, armato di proiettili e armi anti-vampiro a cercare Eren che, come al solito, era scappato dalla baita dove abitavano per poter inseguire il maggiore nella speranza di poter diventare come lui un Hunter, un cacciatore di vampiri.
Eren camminò silenzioso tra gli alberi, guardandosi intorno. Come sempre si era messo a seguire il suo amico, nonostante gli avesse sempre ordinato di rimanere a casa, o comunque di non aggirarsi in posti pericolosi come il bosco. Ma quando mai lui gli obbediva? Era già capitato che venisse attaccato, ma Levi era sempre riuscito a correre in suo soccorso, salvandolo. Nonostante quelle esperienze sembrava non aver capito ancora. Solo che gli piaceva vederlo combattere. Il problema era che l'aveva perso di vista. Quella sera stava camminando troppo veloce per i suoi gusti. Guardò i tronchi che lo circondavano, gli occhi leggermente socchiusi per scrutare meglio il buio. Sussultò quando sentì dei rumori provenire da dietro di lui, girandosi di scatto.
-Le-Levi?-
Non ricevette risposta. Deglutì rumorosamente, fissando insistentemente il punto da cui aveva sentito provenire il rumore. Sentiva il cuore in gola, e il respiro si stava facendo già più veloce.
-Eren? Ancora ad avventurarti nei boschi, razza di idiota?!-
Da lontano, nonostante ci fosse solo la luce lunare ad aiutarlo a vedere, vide comunque il suo compagno che ancora una volta non aveva ubbidito al suo ordine. Una volta Eren era stato perfino legato a letto nel vero senso della parola solo per esser sicuro che non scappasse. Si avvicinò a lui a passo pesante, mentre riporse le pistole con i proiettili anti-vampiro dentro le custodie che stavano al lato delle coscie. Prese il ragazzo per un orecchio e glielò tirò
-Quante volte t'ho detto che non devi uscire la notte? ma vuoi morire sul serio?!-
-Ahi ahi ahi!-
Nonostante il dolore all'orecchio, fu sollevato di vederlo. Aveva pensato seriamente che dietro tutti quegli alberi si stesse aggirando un vampiro, il che l'aveva letteralmente spaventato a morte.
-S-scusa!-
Gemette lievemente. Anche se si era scusato, in realtà non si pentiva di averlo seguito. Non gli dispiaceva per niente aver fatto ciò, e di sicuro non avrebbe smesso di farlo, nonostante tutti i pericoli che correva. Si sentiva male a vederlo andare da solo.
Mollò con aria seccata l'orecchio del suo compare con un espressione davvero incazzata.
-La prossima volta ti rilego a letto con le corde come quella volta!-
 Lo minacciò. Non ne poteva più. Continuava a scappare ogni volta che ne aveva l'occasione. La sua pazienza stava raggiungendo il limite
-E adesso torniamo a casa. Considerati fortunato di esser vivo-
Disse con tono seccato, per poi sbuffare.
Sbuffò leggermente anche lui. Nonostante i suoi diciannove anni, Levi continuava a trattarlo come un bambino: "Eren non fare questo, Eren stai lì, Eren non seguirmi, Eren attento, Eren obbedisci", anche lui si stava esasperando. Voleva semplicemente seguirlo, e in caso di bisogno l'avrebbe protetto. Non sapeva usare le armi, non sapeva nemmeno i loro nomi, ma almeno ci avrebbe provato. Non avrebbe lasciato morire il più grande senza almeno tentare di salvarlo, ma per quel momento preferì non pensarci.
-Come vuoi tu, mamma.-
Disse lui, rispondendo alle sue minacce e alle sue repliche.
Con passo svelto, Levi, attraversò la massa di alberi che componevano quella foresta tetra e buia, il luogo ideale per i vampiri per nascondersi. La cosa che lo turbava era il fatto che Eren non uscisse mai armato, nemmeno con un piccolo armamento che potesse difenderlo. Sbuffò e poi pose una domanda a Eren.
-Si può sapere perché fai tutto questo? Se vuoi suicidarti basta dirlo.-
-Segreto.-
Gli rispose rimanendo sul vago. Loro non avevano segreti tra loro, si dicevano sempre tutto, eppure sulla ragione per cui faceva tutto quello voleva tacere. Levi sicuramente avrebbe riso di lui, dicendogli che sapeva difendersi da solo, e molto probabilmente era vero. Ma lui temeva con tutto se stesso il giorno in cui il più grande sarebbe rimasto senza armi con cui difendersi, succube dei vampiri, e lui voleva essere lì, per poterlo aiutare.
Eren si accorse di essere rimasto un po' indietro, così recuperò subito i metri persi, arpionando con una mano il braccio di Levi. Lo faceva sempre quando non aveva voglia di camminare.
"non è possibile" pensò Levi. Eren si sarebbe permesso di poter uscire la sera, se solo fosse stato in grado di combattere o come minimo di usare le armi di difesa come le bombe con gas anti-vampiro, un must per i principianti. Gli aveva imposto anche diverse volte di portare un crocifisso, ma non lo faceva perché era "fuori moda" e anche scomodo. Non poteva farci nulla. Finì per sbuffare di nuovo dalle narici. Si fermò di colpo, tenendolo all'erta Eren.
-Non fare rumore-
Borbottò. Aveva sentito un rumore insolito. insolito era il rumore, ma solito chi fosse a provocarlo: un vampiro.

 

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Capitolo 2
*** cicatrici e morsi ***


-Che hai detto?-
Come al solito parlò involontariamente a voce troppo alta. Il maggiore aveva parlato tra i denti, un borbottio che non era riuscito a decifrare. Solo quando sentì anche lui il rumore si fermò di botto, guardandosi intorno.
-Cos'è stato?-
La risposta era fin troppo ovvia, ma volle sperare che fosse stato un innocuo animaletto notturno.
-Shhh-
Gli ordinò di far silenzio, poi, si abbassò per terra a raccogliere alcune foglie secche che sbriciolò in modo da capire dove tirava la corrente del vento tirava e di conseguenza dove esso potesse portare il loro odore alle narici del nemico. Il vento soffiava alla loro sinistra, di conseguenza l'odore di carne umana lo avrebbero percepito i vampiri che stavano alla loro sinistra.
-Prendi dalla mia tasca le bombe fumogene anti-vampiro e una lama dalla mia custodia-
Ordinò sussurrando quelle parole che questa volta si fecero sentire, a differenza di prima.
Eren fece come gli era stato detto, silenzioso. Guardò la lama che teneva tra le mani, sbattendo le palpebre. Avrebbe dovuto usarla?
-Cos'hai intenzione di fare?-
Gli chiese, abbassando la voce. Aveva capito che evidentemente il rumore era stato provocato proprio da dei vampiri. Quanti erano? Sarebbero riusciti a proteggersi? Scrutò nervoso il maggiore, dondolandosi leggermente sul posto a destra e a sinistra. Non doveva farsi prendere dal panico, dopotutto Levi quelle cose le faceva sempre. Poteva riuscirci anche lui..no?
-Eren, tu nasconditi, in caso le cose andassero male usa ciò che ti ho dato. Usa le bombe fumogene e rinchiuditi in casa, okay?-
Proprio all'ultimo,quando terminò la frase, spuntò un vampiro proveniente da ovest, proprio dove il vento in precedenza spingeva le foglie. Data la tecnica praticata in precedenza gli fu facile difendersi, sparando in mezzo al petto.
Fece quel vampiro K.O. in un secondo, ma lì era solo l'inizio, ne sarebbero arrivati altri. Intanto Eren scappò.
Iniziò a muovere qualche passo per allontanarsi da lui, poi prese a correre. Non aveva tempo per farsi una passeggiata, sapeva di non sapersi difendere, nonostante avesse con sé dell'attrezzatura, e meno scontri gli capitavano durante il tragitto, meglio sarebbe stato. Rallentò pian piano, il fiatone che gli reprimeva i polmoni iniziò a soffocarlo. Ma Levi? Si girò per guardarsi indietro. Oramai l'aveva seminato, e non riusciva nemmeno a sentire nessun rumore, escluso quello degli spari in lontananza. Lui l'aveva seguito per aiutarlo, per proteggerlo, e poi se ne scappava così? Mentre era sul punto di decidere se tornare indietro o andare a casa, venne scaraventato a terra. Prima di venire assalito, cercò le bombe che si era messo in tasca, non riuscendo a prenderle a causa delle mani tremanti. La sua unica speranza era la lama. Osservò davanti a sé un uomo, sembrava sulla trentina, lo sguardo che scintillava nell'oscurità del bosco, facendolo tremare. Girando il volto notò che la lama era solo a un misero metro da lui. Poteva ancora fare in tempo a prenderla. Fece per allungarsi, ma un secondo vampiro fece capolino da un'albero, raccogliendola al posto suo.
-Cerchi questa, per caso?-
Chiese la donna che era appena giunta, guardandolo con un sorriso sadico. Sgranò gli occhi, mentre l'uomo gli saltava addosso, facendogli per giunta sbattere la testa contro il suolo.
-Ora sta fermo.-
Il respiro era veloce, sentiva di non potersi muovere. Cercò di dimenarsi, rendendosi conto che la sua forza era molto inferiore rispetto a quella del vampiro, così fece l'ultima cosa che gli venne in mente. Tirò un urlo con il poco filo di voce che gli era rimasto, prima di essere azzannato con violenza al collo. Tenne gli occhi spalancati, i pugni chiusi e stretti, le unghie che quasi gli perforavano la pelle. L'uomo si staccò dal suo collo, azzannandolo una seconda volta vicino alla spalla, permettendo alla donna di occuparsi dell'altra. Sentì delle lacrime di dolore percorrergli il viso, contratto in una smorfia sofferente. Sarebbe dovuto rimanere con Levi. Intanto Levi fu impegnato a sparare a qualche decina di vampiri, usando tecniche degne di un maestro. La massa che cercò di attaccarlo cessò velocemente, di preciso cessò qualche secondo prima di sentire Eren gridare.
"Merda!" corse verso quell'urlo, verso nord-est, cercando di raggiungere quella voce che conosceva da anni. Quell'urlo era potente, Levi penò subito che fosse stato ferito, ma non pensò subito al fatto di esser stato addentato. Doveva uccidere il nemico che lo stava ferendo, ma non poteva permettersi di sparare direttamente davanti a sé, o di fare attacchi improvvisati, avrebbe rischiato di colpire Eren! Poteva limitarsi a raggiungerlo per poi poter mirare al suo obbiettivo. Mancavano pochi metri e vide il suo bersaglio, sparò due colpi diretti, uno sulla testa dell'uomo e l'altro al cuore della donna.

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Capitolo 3
*** Non puoi... ***


Eren sentì due colpi di pistola, leggermente attutiti. Teneva gli occhi socchiusi, sentendo il sangue colargli lungo i morsi lasciati lungo il suo collo, il petto e le spalle. Si erano divertiti ad azzannarlo in modo sadico, cercando magari punti in cui il sangue scorresse con maggiore intensità, aumentando il suo livello di sofferenza. Non aveva nemmeno più la forza per girare il viso. Si limitò a spostare lo sguardo su Levi, e quando lo vide arrivare fu sollevato.
Levi lo raggiunse. Lo spettacolo fu orribile, il corpi morti dei vampiri e il suo compare steso a terra ancora vivo per poco. Si piegò davanti a lui, mettendosi in ginocchio, assicurandosi che non gli fosse successo nulla, ma in realtà era successo qualcosa, qualcosa che non doveva accadere. Vide i morsi sul collo e sulle spalle, il sangue sulla sua pelle, sui suoi vestiti e anche per terra sul terriccio umido. Non aveva tempo da perdere, doveva assolutamente impedire che la saliva del vampiro potesse infettarlo e farlo diventare un vampiro a tutti gli effetti. Si avvicinò al collo e succhiò il "veleno" del vampiro, per poi sputarlo sull'erba. Succhia e sputa, succhia e sputa. Come tecnica non era efficace, ma era la base per poter impedire che la vampirizzazzione avvenisse,
Eren digrignò i denti, sentendo le ferite dolergli ogni qualvolta Levi ci appoggiava contro le labbra per succhiargli via ciò che i vampiri gli avevano fatto circolare in corpo. Alzò pian piano un braccio, forse il maggiore nemmeno se ne accorse, e gli stringe un lembo della maglia nella mano. Era debole, di sangue gliene era stato sottratto fin troppo, facendogli calare anche la temperatura corporea per mancanza di quel liquido rosso. Nonostante quelle condizioni, voleva sentire il corpo del più grande vicino. Se doveva proprio morire in quel momento, voleva farlo con Levi accanto. Sperò solo che non succedesse, e che inoltre il compagno riuscisse a eliminare tutto il veleno che gli era entrato in corpo. Trasformarsi in vampiro per lui sarebbe stata la seconda cosa peggiore dopo la morte.
-Eren, ti proibisco di morire o di diventae vampiro, che sia chiaro-
Disse lui, imponendogli quell'ordine.
No, non doveva morire, non se ne parlava. Cercò dentro le sue tasche una piccola scatolina con dentro l'unica cura efficace e sicura: era una siringa con dentro una sostanza particolare: era come un moltiplicatore di sangue, una sostanza era stata studiata in modo che essa moltiplicasse ogni singola molecola di sangue umano e che uccidesse la saliva del vampiro. Eren odiava le siringhe, ma..."a mali estremi estremi rimedi". Dovette inficcare la siringa a qualche centimetro di distanza dal polso.
-Tu resisti, va bene? Non devi morire ,capito?-
Il povero Eren fece una smorfia sentendo l'ago penetrargli la pelle e la carne, ma annuì debolmente alle sue parole. Non aveva idea di che razza di liquido gli stesse iniettando, ma si fidava di lui, sapeva che era qualcosa che molto probabilmente avrebbe contribuito al proprio bene. Ebbe un colpo ti tosse, che gli fece sputare un grumo di sangue. Era una cosa insolita. Oltre ai morsi, non gli avevano fatto nient'altro. Eppure non avrebbe dovuto sputare sangue. Era come se il suo corpo stesse rifiutando il suo sangue umano.
Guardò a occhi sgranati la scena, l'effetto doveva essere contrario: il sangue si sarebbe dovuto rigenerare e non sarebbe dovuto uscire! No, non stava andando per niente bene. Che fosse troppo tardi? "Merda!! non dirmi che è troppo tardi!!". Non poteva più fare nulla, quello che poteva fare lo aveva già fatto, poteva solo sperare che ciò andasse a finire bene. Eren non sarebbe morto, non sarebbe diventato un vampiro. No! Non sarebbe successo!!
Il ragazzo sofferente per qualche attimo fissò le gocce di sangue che avevano macchiato i fili d'erba. Un'espressione confusa e spaventata, che si contrasse non appena avvertì un dolore lancinante al petto, che lo fece piegare su un fianco, boccheggiando. Si strinse la maglia tra le dita, iniziando a gemere per il dolore, gli occhi che si riempivano nuovamente di lacrime. Aveva paura. Aveva seriamente paura. Credeva di star morendo e come morte faceva troppo male.
Levi gli strinse il petto in una sorta di abbraccio, in modo da assicurarsi che muovendosi il suo dolore non sarebbe peggiorato. Temeva anche che avrebbe imprecato così fortemente dal dolore che si sarebbe rimosso la siringa che non aveva ancora finito di trasferire il liquido dentro le sue vene.
-Ancora un poco, resisti ancora un poco-
Mancava davvero poco, un decimo della sostanza e poi gliela avrebbe rimossa.
Singhiozzò tra le sue braccia, rivolgendo il viso verso il suo petto. Era proprio un debole. Era uscito per assicurarsi che non finisse in qualche guaio, e alla fine era diventato un osso di gomma che i vampiri avevano morso a loro piacimento, facendo intervenire Levi per salvarlo. Era inutile, una persona totalmente inutile. Si sentiva peggio, rendendosi conto di tutti i guai che per colpa sua si erano andati a creare. Si piegò leggermente sentendo un'altra fitta, e poi un'altra ancora. Forse quella era la giusta punizione per della feccia come lui. Chissà cosa stava pensando il più grande, a vederlo in quello stato. Magari gli faceva solamente una grande pena. Beh, non poteva biasimarlo, infondo. I suoi occhi andarono a socchiudersi lentamente, senza che se ne accorgesse. Se si fosse addormentato per sempre, avrebbe tolto un peso dalle spalle di Levi? Si sarebbe preoccupato? Avrebbe sofferto? Le palpebre si chiusero, facendogli vedere solo il buio. Forse era meglio così.

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Capitolo 4
*** Risveglio ***


Quando il liquido era finito tutto dentro nelle sue vene, il corpo di Eren aveva smesso di reagire. Il suo corpo non si dimenava, non tremava, non fece più nulla, era molle, si era lasciato andare.
In primo luogo pensò che fosse causa del liquido che non era ancora stato studiato abbastanza in modo non poter far male, ma anche allo stesso tempo che fosse accaduto ciò che non doveva accadere. In qualunque caso c'era una cosa da fare ed era l'ultima che poteva fare. Lo mise supino e mise le mani al centro del suo petto, sovrapponendole, facendo un massaggio cardiaco in modo che il cuore potesse continuare a pompare il sangue, ma...c'era il sangue? Il cuore batteva ancora?
Non aveva tempo per controllare, si limitò a fare il massaggio cardiaco che era l'ultima speranza rimasta, l'ultima possibilità per rivedere Eren. Il ragazzo disteso non accennò a svegliarsi, ma era ancora vivo. Vivo? Forse quello era un parolone.
Il cuore aveva cessato di battere, quei dolori lancinanti di pochi minuti prima erano dovuti alla terribile conseguenza che ne sarebbe venuta dopo. In quel sonno che avrebbe segnato il suo passaggio da una vita all'altra, i muscoli si contrassero. Tutto dentro di lui sembrava ardere come se fosse finito in mezzo ad un incendio, una tortura a cui voleva sfuggire, ma che sapeva di non poter evitare. Del sangue prese a scorrergli nuovamente fuori dai morsi ancora aperti. Il poco sangue umano che gli era rimasto, il suo corpo lo stava rifiutando, rigettando fuori, mentre si rigenerava in lui una sostanza nuova, più fredda ma simile a quel liquido rosso che possedeva ogni normale umano. Ma lui sarebbe tornato a vivere, dopo il risveglio?
Erano passati diversi minuti. Levi era rimasto lì a fare il massaggio cardiaco, senza ottenere risultati. Eren non accennava a svegliarsi. Finì per crederlo svenuto, non voleva crederlo morto. Aveva fatto quello che poteva. Lo prese in groppa e si assicurò che fosse ben appoggiato. Tempo non ne aveva, corse direttamente in quella che per loro è sempre stata una casa, erano sempre lì se non erano fuori. Corse, corse, non poteva permettersi di incontrare altri vampiri o pericoli simili.
"Quando saremo a casa dovrai svegliarti, che sia chiaro" pensò. Intanto, durante il tragitto, le conseguenze di ciò che stava diventando iniziarono a presentarsi anche sotto forma fisica. La pelle, già chiara di suo, andò pian piano a impallidirsi, facendola assomigliare a quella di una bambola di porcellana. Ed era tiepida, non più calda come quella che aveva sempre posseduto, e che a Levi piaceva tanto. I canini si fecero più affilati, ma non sporgenti come quelli di alcuni vampiri. Rimasero al loro posto, allungandosi di poco, giusto per prendere una forma più puntigliosa. Il maggiore, giunto a casa, aprì e chiuse velocemente la porta. Non doveva entrare nessuno.
Fece sdraiare Eren nella sua camera il più velocemente possibile, rimanendo comunque delicato. Non si preoccupò di accendere la luce nel far tutto quel tragitto dall'ingresso alla camera, la sua casa la conosceva benissimo. Solo dopo accese la luce, vide Eren, sembrava davvero morto. La cosa lo fece spaventare, il suo migliore amico era morto. Poggiò le testa sul materasso, nascondendo gli occhi con il braccio.
Gli stinse la mano che era diventata tiepida, stava ancora sperando che fosse vivo e che quel pallore insieme alla pelle tiepida fosse dovuto al scarso sangue in circolazione.
-N-non puoi morire....-
Passarono infinite ore mentre Levi piangeva, senza far uscir alcuna lacrime o gemito, la morte del suo amico.
Un verso soffocato interruppe il silenzio. Il pallido ragazzo aveva sgranato gli occhi, boccheggiando alla ricerca d'aria, che non trovò. Era come una creatura appena nata che lasciava espandere i propri polmoni. Deglutì rumorosamente, guardandosi velocemente intorno.
Dov'era? Perché era lì? Cosa diamine era successo? Sentì una mano stringere la propria, e si girò verso il più grande, che lo stava guardando, forse stupito. Perché aveva quell'espressione?

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Capitolo 5
*** Cuore silente ***


-Eren...-
Alzò il capo, quel bastardo che aveva creduto morto era ancora vivo. Quel gran pezzo di merda era ancora vivo
-Ma porca puttana!! ti rendi conto dello spavento che mi hai fatto prendere?!! Guarda che t'ammazzo davvero-
Al posto di essere felice per lui o di preoccuparsi di farlo star bene, si incazzò.
-Maledizione a te...-
Eren non diede molto ascolto alle sue parole, essendo impegnato a concentrarsi su altro. Si alzò a sedere, piegandosi lievemente su se stesso e appoggiandosi una mano sulla gola. Bruciava, ed era secca. Faceva un male cane. Quando riuscì a recuperare un minimo il respiro, si accorse di un profumo che aleggiava nell'aria. Non era di cibo.
-Ho sete..-
Sussurrò, con voce roca. Per un attimo si illuse che dell'acqua avrebbe risolto tutto, ma fece una smorfia. In quel momento pensare a quella bevanda gli fece venire la nausea. Sbuffò in un primo momento, chiedendosi "Ma ti sembra questo il momento per chiedere un bicchiere d'acqua?". Alla fine, si alzò in piedi, guardano il ragazzo con premura, ma senza accennare un espressione diversa dalla solita.
-non farmi spaventare più così, va bene?-
Replicò con un tono che corrispondeva a un mix tra il seccato e il premuroso. Uscì dalla stanza, andando a procurarsi il bicchiere d'acqua che Eren aveva richiesto. Quel moccioso...non si era nemmeno scusato, non aveva nemmeno accennato col capo un segno di dispiacere nell'averlo fatto preoccupare, la cosa gli diede fastidio, ma non quanto la paura di doverlo mettere in chissà quale bara.
Intanto Eren si guardò le braccia, notando immediatamente il cambio di colorito, il che lo lasciò frastornato. Accarezzò con la lingua i canini più appuntiti della norma, il che lo fece sussultare, e questo fu il colpo di grazia. Sgranò gli occhi, girando il volto per potersi specchiare nello specchio che teneva Levi in camera. Si osservò: la pelle pallida, tiepida, i canini affilati, una sete violenta..non sentiva nemmeno più i battiti del proprio cuore. Si alzò velocemente, inginocchiandosi davanti al comodino per cercare la pistola. Sapeva che il maggiore ne teneva sempre una lì, carica di proiettili. Doveva esserci. Quando lo vide tornare, gliela porse in fretta e furia con un'espressione piena di terrore, il corpo tremolante e gli occhi sgranati con un espressione ricca di paura, orrore e ansia, respirando a fatica come se avesse il fiatone, nonostante a lui l'ossigeno non servisse più.
-U-uccidimi. Adesso-
Levi stava tornando in camera col bicchiere d'acqua, e non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi Eren con una pistola in mano a chiedergli di ucciderlo.
-Che cazz...?-
Posò in fretta e furia il bicchiere sulla prima superficie piana accanto a sé, facendo uscire un poco di acqua dal bicchiere. Gli prese entrambe i polsi prima che facesse qualche cazzata. Che cazzo stava succedendo?
-Ma che cazzo stai facendo, deficiente?!-
-Secondo te?! Guardami cazzo!-
Iniziò a dimenarsi, cercando di opporsi a lui. Era diventato un mostro, un orribile mostro. Uno di Loro. Riuscì a liberare un polso, e prende la mano di Levi, portandosela al petto.
-Cosa senti? Ah? Ti sembra normale?!-
Lacrime di rabbia iniziarono a rigargli le guance pallide, mentre abbassava il volto. Non poteva crederci, non voleva crederci.
Rimase pietrificato. Quello che Levi aveva cercato di far rifunzionare attraverso il massaggio cardiaco non pulsava più. La sua pelle era fredda, morta... Eren era un vampiro. La mano si strinse alla sua maglietta e il suo sguardo da pietrificato, scioccato, passò a uno sguardo che si abbassò e si trasformo in uno sguardo pieno di rancore, rabbia... non di certo non pieno di sentimenti positivi.
-Non ci credo...-
il ragazzo, oramai divenuto vampiro, lasciò andare il suo polso, porgendogli nuovamente la pistola. Stava morendo di sete, e l'odore del sangue del più grande lo stava attirando fin troppo. Si stava facendo schifo da solo. E poi, lui era un cacciatore di vampiri. Non poteva di certo accudirlo e tenerlo con sé come faceva prima che accadesse tutto quel macello. Sicuramente anche lui in quel momento stava realizzando ciò che era successo, e tempo due secondi che non avrebbe esitato a farlo fuori. Come si può voler bene ad una bestia? Come si può anche solo pensare di poter convivere con un tipo simile? Quel "non ci credo", detto con rabbia, non fece altro che confermare tutti i suoi pensieri, mentre una lacrima in più, dovuta a quelle parole, gli segnava la gote.
Il maggiore prese la pistola in mano, il suo corpo tremava, non di paura, ma di orrore. Lo credeva vivo, averlo visto vivo gli fece subito credere che tutto sarebbe stato normale, che sarebbero andati avanti con la loro vita, come sempre. Quel "non ci credo" non era per Eren, ma per se stesso. Come poteva aver permesso che ciò accadesse? Nulla del genere sarebbe mai dovuto accadere. colpa ne aveva Levi, non Eren. Ma sarebbe stato ancore più colpevole a spararlo? Prese la pistola che Eren gli stava porgendo, abbassò il cane e caricò il colpo, poggiando la pistola sul suo cuore.

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Capitolo 6
*** Grilletti e pesi ***


-Ti sto per uccidere, lo sai?-
-Se non lo fai tu..lo fa-farò io. Muoviti.-
Lo incitò, appoggiando entrambe le mani sul suo polso, premendosi maggiormente la pistola contro il petto. Lo sguardo sembrava essersi svuotato, dopo aver versato tutte quelle lacrime. Due piccoli smeraldi che perdono tutto il loro contenuto, tutta la loro vivacità. Infondo, se avrebbe continuato a vivere sarebbe soltanto diventato un problema. La sua nutrizione non sarebbe stata facile da mantenere, e avrebbe avuto la tentazione costante di morderlo. Non voleva questo per il suo futuro. Preferiva scontarlo sotto terra.
Non voleva ucciderlo, ma come poteva tenerlo con sé? Quelle lacrime poi... . Era come essere un bambino davanti a due piatti: uno pieno di cioccolato e l'altro pieni di altre caramelle e dolciumi, un bambino potrebbe mangiarli entrambi, ma in quel caso, non c'era via di mezzo: o uno o l'altro. Poggiò l'indice sul grilletto. Chiuse gli occhi, li strizzò, abbassando il capo e sparò. Sparò, ma...la pistola era scarica ,era vuota, non aveva proiettili.
Levi si era sempre assicurato di tenerla carica nei casi di emergenza, ma per fortuna, per chissà quale stra fortunata coincidenza essa era scarica. Tirò un sospiro di sollievo, cercando di mantenere l'equilibrio che la tensione del momento gli stava facendo perdere.
-Eren....-
Stette in silenzio quando sentì il proprio nome, pronunciato da quelle labbra che gli erano sempre piaciute, segretamente.
Come mai, nonostante il cuore non battesse, provava la stessa attrazione di prima verso quel ragazzo? Per quale dannato motivo era così doloroso cercare di separarsi con lui? I vampiri non erano persone senza sentimenti? Si portò una mano alla bocca, deglutendo.
-Le-Levi, uccidimi e ba-basta! Qualsiasi co-cosa va bene!-
Quasi urlò. Il dolore alla gola lo stava perforando, non riusciva più a sopportarlo, e non voleva nemmeno mordere il suo migliore amico, non l'avrebbe permesso. Preferiva la morte, piuttosto che trascinare Lui giù con sé all'Inferno.
Mollò la pistola, la poggiò per terra. Fece scorrere invece la mani sui suoi polsi, per poi afferrargli entrambe le braccia.
-Eren, va bene così. Non ti ucciderò, ti farò vivere comunque da umano. Farò qualcosa in modo che tu non abbia sete di me, va bene? Troveremo un metodo insieme-
Uccidere Eren? Non se ne parlava, era l'ultima cosa da fare nella sua vita, ma anche aiutare un vampiro era fuori discussione. Levi si mise contro ogni volontà, non poteva far nulla.
-Prima di essere un vampiro, sei te stesso, Eren. Prima di essere umano o vampiro, sei Eren, hai capito, coglione?!-
Non sono Eren..sono una bestia.-
Eren abbassò lo sguardo, sentendosi ferito dalle sue stesse parole. Alla fine era la verità, perché si sentiva morire? ..che pessimo paragone. Nonostante stesse cercando di rimanere distante, finì per buttare le braccia al collo del più grande, abbracciandolo stretto a sé.
-Qua-qualsiasi cosa..dico davvero. Basta che m-mi cancelli per sempre.- Da una parte non lo voleva realmente, ma stava cercando di sopraffare sull'altra, quella che invece gli urlava di essere uno schifo, un mostro, di agognare la morte come se fosse un dolce. Singhiozzò piano contro di lui, appoggiando le labbra al suo collo. Non era sul punto di morderlo, anche se la gola gli doleva, non era quella l'intenzione. Stette semplicemente fermo, a piangere, a sfogarsi, cercando di farsi consolare dal calore del maggiore. Intano le lacrime che cadevano erano calde, amare...gli facevano male gli occhi a forza di piangere.
Levi lo fece appoggiare a sé, lo lasciò fare. Quel povero essere si stava odiando da solo. Gli mise una mano dietro i capelli e una dietro la schiena, avvolgendolo in un abbraccio caldo, essendo lui l'unico caldo. Ora non sarebbe più stato geloso del calore di Eren, non più.
-Va bene così..., va bene così, calmati-
Gli sussurrò, rassicurandolo. Eren vampiro non sarebbe stato un problema. L'unica cosa di cui si sarebbe dovuto preoccupare sarebbe stato il sangue da dargli, il suo nutrimento.
-Non ti preoccupare...-
Si lasciò cullare dalle sue dolci e rassicuranti parole, dalle carezze leggere ma tuttavia efficaci. Tenendo il viso lì, gli fu inevitabile sentire l'odore del sangue farsi più intenso, penetrandogli le narici. La bocca sembrò schiudersi da sola, per permettere ai canini di affondare nella dolce carne, ma le braccia furono più veloci, spingendo Levi via da sé, come se scottasse.
-Scu-scusa..-
Mortificato, lo guardò con preoccupazione nello sguardo. Aveva usato così tanta forza nella spinta da farlo cadere al suolo.
Il maggiore cadde a terra. La forza di Eren era cresciuta. Si alzò in piedi, risistemandosi in modo decoroso.
-Oggi dormirai qui, va bene? E' tardi, meglio se vai a dormire. Domani starai meglio-
Si riavvicinò a lui in modo tranquillo, si sarebbero respinti in caso uno dei due si sarebbe accorto che lo stava per addentare. Lo riavvolse in un abbraccio, senza avvisarlo. Eren stava già fin troppo male, figurarsi se non lo avesse consolato un minimo.
-Penserò a un modo per placare la sete, non temere. Lascia il resto a me- Il minore rimase sorpreso quando fu riavvolto nuovamente in un abbraccio. Levi voleva davvero tentarlo -incoscientemente- così tanto? Sospirò leggermente, annuendo e ricambiando l'abbraccio. Non aveva mai sentito il corpo del maggiore caldo come in quel momento.
-..Ora non ti potrò più riscaldare.-
Pensò ad alta voce, restandoci anche male quando ne prese pienamente la consapevolezza. Levi non si sarebbe più aggrappato a lui d'inverno, alla ricerca di calore. Nonostante non fosse completamente freddo, era comunque di una temperatura inferiore, e di certo Lui non si sarebbe accoccolato a un ghiacciolo formato gigante.
Mollò Eren. Rimanere così era rischioso. Gli diede due piccole pacche sulle spalle e lo superò.
-Dormi bene nella mia stanza, eh. Buonanotte-
Lo abbandonò, non si preoccupò di chiudere la finestra o la porta, non si ricordò nemmeno del bicchiere d'acqua. La situazione generale lo agitò così tanto che preoccuparsi di quelle cose era fuori discussione. Come sarebbe andato avanti il loro futuro? Sarebbe l'uno scappato dall'altro? solo uno sarebbe andato via? o sarebbero rimasti insieme?

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Capitolo 7
*** Nuova strana normalità ***


Approfittò di essere rimasto solo per prendere il bicchiere che Levi aveva poggiato sul comodino. Inizialmente guardò male il bicchiere, manco avesse visto chissà quale orrore. Bevve tutto il bicchiere d'acqua, ma non appena la mandò giù, la sputò con tanta energia da mollare la presa e far cadere il bicchiere, rompendolo. Gli faceva davvero schifo e pensare che era solo acqua.
L'acqua che sputò finì sul pavimento finì sui ai cocci di vetro. Fregandosene del disastro, ne prese uno in mano, e lo scrutò con attenzione, per poi farsi un taglio lungo il braccio. Osservò del sangue fuoriuscire, e gli parve normale, uguale identico a quello che possedeva prima. Passò la lingua sopra la ferita, facendo una piccola smorfia: non per il sapore, ma per il gesto in sé. A quanto pareva, era più freddo di quello umano. E dall'odore sembrava pure meno buono. Decise di non andare oltre quel misero assaggio, l'aveva solo fatto per vedere se c'era ancora qualcosa di "normale" in lui, mica per nutrirsi. Si rialzò, lasciando che il coccio sporco del suo stesso sangue ricadesse a terra. Forse aveva fatto troppa pressione, dato che il sangue colava lungo il suo braccio a fiotti, e non a gocce.
Si guardò allo specchio, lo sguardo vitreo, perso in se stesso. La sua maglia era strappata, impregnata del rosso delle rose più belle, così come il petto e il braccio. Quella persona era davvero lui?
Sospirò pesantemente: la sete stava iniziando a prendere il sopravvento, facendogli perdere la pazienza, ma di andare da Levi non se ne parlava proprio. Non voleva metterlo in pericolo. Il suo sguardo cadde sulla finestra aperta, e con un sorriso rassegnato e sconfitto la scavalcò, uscendo fuori dalla casa. La sua non era una fuga, voleva semplicemente cercare qualcosa con cui placare la sua sete, anche se avrebbe tanto voluto ricorrere al suicidio in quel momento.
Corse, allontanandosi dalla casa con passo silenziosi e svelti. Sperava solo che Levi non se ne accorgesse: sapere che era scappato una notte per cacciare gli avrebbe fatto solo orrore.
Levi non riuscì a dormire la notte. Temeva di poter venire morso, ma per evitare tutto ciò sarebbe bastato chiuderlo nella stanza, ma se avesse fatto così, sarebbe stato come paragonare Eren a una bestia. Era ancora notte, di preciso erano le tre, e gli occhi iniziavano a cedere, non ne poteva più di rimanere sveglio. Alla fine si addormentò.
Giunse il mattino, e stranamente Eren non era ancora tornato, era rimasto nel bosco a girare come un dannato. Era riuscito a trovare qualcosa con cui placare la sua sete, ma girava per il semplice gusto di starsene da solo, anche se in quel momento avrebbe voluto tanto ricevere un abbraccio dal più grande. Un abbraccio caldo. Il solo pensiero lo fece arrossire un poco: finalmente poteva capire cosa lui provasse a venir stretto da qualcuno di caldo che ti protegge come una mamma.
Levi non era ancora sveglio, il suo vano tentativo di rimanere sveglio non ebbe successo e nonostante fossero quasi le nove del mattino non si era ancora svegliato. Molto strano da parte sua. Era un tipo dannatamente mattiniero: si alzava tutti i giorni alle sette e un quarto.
Il piccolo vampiro era rientrato verso le otto e cinquanta, e si sorprese nel trovare la casa silenziosa. Decise di farsi una doccia veloce, e dopo essersi cambiato e aver buttato la ex maglietta oramai squarciata e sporca, poi, di fretta e furia piombò in cucina. Non l'aveva mai fatto, ma quel giorno, dato che non aveva niente da fare, decise di mettersi ai fornelli e preparare la colazione. Era sempre stato il maggiore a cucinare. Tentò di cucinare delle semplici frittelle, ci riuscì, anche se a dirla tutta erano un po' bruciacchiate. Tutto sommato potevano andar bene. Quando arrivò Levi, lui in cucina sembrava non esserci più, o almeno non sul pavimento. Aveva incastrato le gambe in un'asse di legno presente nel soffitto e stava tranquillamente a testa in giù.
Levi si era appena svegliato. Non aveva una bella cera: era pallido con un poco di borse sotto gli occhi. Andò in cucina, con la convinzione di trovare tutto normale e invece...vide Eren. Lo guardò male, malissimo e si augurò di esser morto e di essere finito in un incubo o di essere sotto effetto di stupefacenti.
-Ti prego, dimmi che ciò che sto vedendo non è vero.-

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Capitolo 8
*** Giorno ***


Rimase qualche secondo in silenzio, sperando che l'aver dormito poco gli avesse causato causava traumi alla vista Gli diede le spalle e si diresse in camera per tornare a dormire.
-Buonanotte-
-Ehi, torna qui! Ho anche preparato la colazione!-
Si lagnò, incrociando le braccia. Perché aveva reagito così? Dopotutto stava solo dondolando appeso al soffitto, che c'era di strano? ...Okay, forse qualcosa di strano c'era. Ma doveva ammettere che era comodo. Tornò da lui, si presentò di preciso davanti a lui che stava ancora appeso. Volle prenderlo in giro, prendendogli il viso tra le mani.
-Tu guarda che bel faccino. Fossi una ragazza ti bacerei-
Gli tirò il naso, per poi allontanarsi da lui che non era per nulla nella norma. Per niente normale. Dopo che il maggiore si fu allontanato di qualche passo, Eren, cadde inesorabilmente a terra, con le guance rosse.
-Co-cosa?-
-Ohi, non farti male alla capoccia, ti serve ancora quella-
-Pff..-
Si alzò a sedere, massaggiandosi la nuca, osservando curioso Levi che si sedeva a tavola, poggiandoci un gomito sopra per poi reggersi il viso con la mano. Sperava solo di aver preparato qualcosa di decente, dato che non l'aveva nemmeno assaggiato. Il solo sentirne l'odore gli aveva dato la nausea. Ironia della sorte..e a lui che i dolci piacevano tanto.
-Ti fa tanto male?-
Chiese lui gentilmente inclinando la testa e gli fece cenno con la mano di avvicinarsi. Eren gli avvicinò, leggermente in imbarazzo. Dopotutto gli aveva preso il viso tra le mani dicendo che avrebbe potuto baciarlo.
-In realtà...non sento niente.-
Ammise, solo dopo aver ricevuto la sua mano calda sulla nuca.
-Hm...allora va bene. Ah, scusa se non ho preparato la colazione-
Si alzò dal posto e andò davanti ai fornelli e vide che c'aveva già pensato lui.
-...Mi hai anticipato-
Non si ricordava che Eren prima gli aveva detto di aver preparato la colazione, ma nemmeno che lui ora non ne aveva praticamente più bisogno, o almeno non aveva più bisogno di quel tipo di colazione.
-Anche perché a me quella roba da la nausea. Se non è buono, non esitare a dirmelo.-
Si sedette sul tavolo, nonostante fosse una cosa da maleducati. Ma lui la faceva sempre, quindi perché regolarsi proprio a diciannove anni? Levi prese la prima forchetta e il primo piatto che riuscì a trovare, mise la frittella sul piatto, la tagliò con il dorso della forchetta una fetta di quella che doveva essere una frittella, la inforcò e se la porto alla bocca.
-Non male, se solo non fosse leggermente bruciacchiata, andrebbe bene-
Affermò, ,a subito dopo tossì fortemente. Gli era andata di traverso. Preoccupato si avvicinò subito a lui, dandogli delle forti pacche sulla schiena. Forse un po' troppo forti, dato che lo fece finire con la faccia nel piatto.
-Scu-scusa...-
Si mise una mano davanti alla bocca, trattenendo a stento le risate. Il povero Levi rimase con la faccia nel piatto, ma si voltò in modo da maledire Eren con lo sguardo, lasciando dietro di sé un'aura malvagia -Ti proibisco di cucinare senza la mia sorveglianza....-
-Ho diciannove anni, Levi..-
Gli fece notare, un sorriso divertito -che mostrava i canini- ancora in volto. Quando era più piccolo solitamente tendeva a dargli ascolto, e se gli avesse dato ordini simili in passato, gli avrebbe pianto davanti per poi mettergli il broncio. Tempo una mezz'ora però che sarebbe tornato da lui correndo.
-Rimani comunque un pericolo pubblico in cucina. Lascia cucinare a me prima che tu mi avveleni-
Disse seccato, rialzandosi col busto. Non voleva nemmeno pensare a come ci fosse finito con la testa nel piatto.
-T'ammazzo- Gli disse con voce secca, manco fosse la voce gracchiante di un vecchietto. -Ti consiglio di scappare prima che ti prenda-.
-Sei così basso che se tornassi sul soffitto non riusciresti nemmeno a sfiorarmi.-
Il minore lo punzecchiò, ridendo della sua stessa frase. Guardò il suo sguardo omicida, e il suo sorriso si allargò maggiormente. Quando faceva così solitamente lo buttava a terra e gli tirava il braccio, o la gamba, ordinandogli di scusarsi. E lui si divertiva ad essere trattato così, non tanto per il dolore, quanto il fatto di avere il suo corpo su di sé.
-Scommettiamo? Se riesco a toccarti dovrai lavare tu i piatti per 3 giorni- Accettò la sfida, anche se, insomma, prima gli aveva preso il viso tra le mani tranquillamente
-Se perdo io, butterò io la spazzatura al posto tuo per un mese, anzi, 3 mesi. Ci stai?-
Mh..-
Acconsentì poco convinto. Quando lo vide scattare in avanti, iniziò a correre, inseguito dal più grande. Non aveva nemmeno dato il via quell'infame! Non si accorse nemmeno della velocità che stava usando, non finché finì contro la porta della camera socchiusa, sgranando gli occhi prima di poter sbattere le gambe contro la fine del materasso e ricaderci sopra di peso.
A differenza di Eren, lui camminò tranquillo verso la camera, con passo delicato e con la punta dell'indice picchietto la spalla di Eren.
-vuoi la rivincita?-
Chiese ironico nonostante la sua faccia rimase seria. Sapeva che avrebbe vinto con o senza Eren da vampiro.
l' imbronciato si mise in ginocchio, girando il viso verso il maggiore. Nonostante l'espressione di pietra, aveva colto benissimo l'ironia nelle sue parole.
-Però poi saremmo pari, e non ho voglia di farmi altre due corse.-
Il suo lato pigro aveva avuto la meglio su quello vendicativo, il che lo portò alla sconfitta.
-..Hai vinto-.
-Coraggio, va a cambiarti, andiamo a caccia-
Disse serio, per poi dargli le spalle, uscendo dalla stanza.

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Capitolo 9
*** Caccia al simile ***


ATTENZIONE: Prima di proseguire il racconto, ringrazio tutti quelli che hanno voluto leggere la mia fanfiction. Mi emoziona sapere che c'è gente che apprezza e dimostra il suo apprezzamento continuando a leggere, vi ringrazio davvero tanto. Vi annuncio anche che uno di questi giorni, scriverò un'altra FanFiction ,sempre dedicata alla stupenda coppia Ereri, intitolata Nathiel. Spero possiate ancora apprezzare ciò che scrivo, grazie mille e ora vi lascio con la lettura.
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Levi, andò in bagno a sistemarsi i capelli che Eren aveva rovinato grazie alla sua frittella. Lo stava ancora trattando da umano, non voleva trattarlo da diverso, da mostro. Era pur sempre Eren!
Più tardi ritornò nella sua stanza, andando a prendere dei vestiti puliti. In pochi minuti era già pronto e vestito con una semplice maglietta bianca con scollo a V, pantaloni di stile militare grigio scuro, anfibi neri e giacca di pelle nera. Per far in modo che Eren non potesse impazzire o perdere il controllo si mise del profumo L'idea di farlo non gli piaceva, odiava i profumi o quelle cose lì, ma a partire da quel momento avrebbe dovuto fare un'eccezione.
Mentre Levi si vestiva, Eren si mise a sedere, incrociando le gambe. Anche se Levi stava cercando in tutti i modi di farlo sentire umano, non riusciva ad illudersi. Si scrutò la cicatrice sul braccio che si era procurato la sera prima. La pelle si stava rigenerando ad una velocità impressionante. Come avrebbe detto a Levi che lui effettivamente era già andato a caccia? Poi dover bere sangue davanti a Lui lo metteva a disagio soltanto pensandoci. Il maggiore bussò alla porta della stanza e chiese a Eren se fosse pronto -Eren, sei pronto?-
Sussultò, alzandosi in piedi. Si scrutò un attimo allo specchio: maglietta a maniche corte nera e jeans bianchi e delle semplici converse del medesimo colore della maglia. Beh, forse poteva andar bene..no? Aprì la porta, lasciando che il braccio segnato aderisse al fianco. Figuriamoci se gli avrebbe dato ulteriori preoccupazioni con quel "taglietto insignificante".
-Si..-.
Alla sua conferma, si voltò e uscì di casa, lasciando che fosse Eren, che gli stava praticamente dietro, a chiudere la porta.
-Oggi farò un esperimento, poi oggi manderò da noi una mia amica fidata, non ti farà del male-
Affermò mentre con maestria ricaricò le pistole che erano rimaste senza pallottole, per poi rimetterle via nelle loro custodie attaccate alle cosce. -Quale esperimento?-
Chiese lui con una nota preoccupata nella voce. Gli era stato inevitabile sentirsi messo in mezzo, e di conseguenza una cavia. Che aveva in mente? -Riguarda me?-
Vedendo che era sul punto di parlare, lo prese per la giacca. Voleva che lo guardasse in faccia mentre gli rispondeva. Quello non era un gioco.
-Non ti farò nulla, sta calmo. Voglio solo capire come devo nutrirti, se posso ancora darti cibo umano, se lo devi prendere con sangue o se ti devi nutrire solo di sangue. Non farò mai un qualcosa che possa farti male, nemmeno ucciderti-
Affermò serio, le prime parole erano state dette per dirgli cosa aveva in mente di fare, le seguenti erano parole serie, erano una promessa. A quelle parole, Eren allentò la presa, fino a mollarla. Sospirò leggermente, quasi di sollievo. Levi non era mai stato un tipo particolarmente premuroso e protettivo, o almeno non con gli altri. Con lui sembrava assumere un atteggiamento completamente diverso, mantenendo però i suoi modi composti. Era fortunato ad essere nelle sue grazie. Gli trotterellò dietro, stando in silenzio, finché non gli venne una piccola curiosità.
-Come hai intenzione di fare l'esperimento? -
Levi lo scrutò con la coda dell'occhio mentre continuava a camminare in modo da rispondergli oltre con le parole anche con lo sguardo
-Per il momento andiamo a cacciare come sempre, in caso trovassimo una vittima umana gli prenderemo alcuni campioni di sangue, lo stesso lo faremo con un vampiro. Poi prenderemo che ne so, delle caramelle, qualcosa da mangiare comunque, e dopo lì avrà inizio l'esperimento-
Rispose senza distogliere lo sguardo da lui, mentre spostava i rami degli alberi che gli stavano davanti. Come facesse a spostare i ramni davanti a sé e a guardare Eren che gli stesse dietro era un mistero. Solo lui poteva farlo.
Lui, a differenza sua, non faceva nemmeno caso ai rami che gli arrivavano in faccia ogni tanto. Solo quando giunse davanti ad un ramo più grosso riuscì pure a provocarsi un taglietto per lo sfregamento della pelle contro la corteccia, ma non ci fece caso, era troppo intento ad ascoltare ciò che Levi aveva da dirgli. Dovevano davvero sottrarre del sangue a una persona per nutrirlo? Fece una smorfia un po' schifata, nonostante fosse ciò di cui aveva bisogno.
-Che schifo..-
Commentò solo, sottovoce. C'era da vergognarsi per cose simili, ed era esattamente ciò che stava facendo lui in quel momento.
-Non possiamo fare altrimenti, Eren- aveva sentito il suo commento- In caso non dovessimo trovare qualche vittima umana, useremo il mio sangue, è l'unica soluzione. Comunque, l'esperimento si svolgerà così: io dentro le caramelle, o che ne so, metterò a uno il sangue umano, uno quello di vampiro e il terzo rimarrà vuoto. Se vedo che magari il sangue da vampiro non ti disgusta e riesce a dissetarti, useremo quello, in caso tu potessi mangiare invece quella vuota, allora mangerai come un umano qualunque. E in caso una o nessuna delle due avesse effetti positivi, dovremmo usare il sangue umano-
Disse facendo anche lui una piccola smorfia di disgusto. L'idea di nutrirlo con qualcosa col retrogusto di sangue gli faceva venire la nausea.
-Non se ne parla!...io non voglio il tuo sangue, anche perché ti farei del male.
-Comunque quello di..-
Si bloccò un attimo. No, non poteva confessarglielo. Quella notte si era dissetato con il sangue di un suo simile, di un'altra bestia come lui. Non riusciva a dirglielo. Poi chissà che reazione avrebbe avuto se glielo avesse raccontato.
-"Comunque quello di" si? Ti sei interrotto-
Fermò il passo, guardandolo negli occhi
-Dimmelo, dai-
-Nononono, continuiamo, è una cosa di poco conto!-
E così lo tirò per una manica, cercando di farlo camminare, sperando che si scordasse dell'argomento.
-Ohi, rallenta! Fermati!-
Venne trascinato via come fosse un peluche di coniglio preso da un solo orecchio.
-fermati, Eren!-
Si fermò, ubbidendo all'ordine, provando ancora agitazione. Non sapeva che fare, che dire. L'idea che Levi potesse immaginarlo a succhiare sangue da un corpo gli faceva venire la nausea. Non voleva che lo scoprisse.
-Non tirarmi così, mi stavi strangolando!-
Disse seccato, mentre si sistemava la giacca per poi dargli un paio di pugnali da usare contro l'attacco di un potenziale vampiro.
-So che è un controsenso ma...lo dovrai fare-
Il controsenso era un vampiro che ne uccideva un altro. Un simile che uccideva un altro suo simile. La cosa divertente era proprio la parola in sé, "simile", infatti Eren era simile ai vampiri: aveva come loro sete di sangue, il cuore silenzioso, una sottospecie di liquido rosso nel suo corpo, la pelle pallida e i denti aguzzi, ma non sarebbe mai stato come loro. Mai.

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Capitolo 10
*** Odore di sangue ***


Eren guardò i pugnali che stringeva tra le proprie mani. Non erano esagerati come le lame del giorno prima, ma gli fu impossibile evitare di pensare alle loro zanne che gli penetravano la carne, tenendolo ancorato al suolo, impedendogli qualsivoglia movimento. Strinse i manici tra le dita, prendendo un profondo respiro. Non sapeva cosa lo aspettava quella mattina, ma non doveva avere paura. Non doveva, eppure se la sentiva costantemente addosso.
-Faremo veloce, te lo prometto.- Disse l'altro -Poi, guarda il lato positivo: puoi percepire dal fiuto dove si trovano i vampiri, dai-
Cercò di trovare una scusa per non farlo stare male, almeno ora aveva occasione di fare qualcosa degno di un Hunter, anche se al contempo sembrava averlo paragonato a un segugio, a un cane di polizia.
-Senti già odore di vampiro o di umano da qualche parte?-
-Sento solo l'odore del tuo profumo, se devo essere sincero. Quanti chili te ne sei messo?-
Anche se il più grande ne aveva messo poco, lui riusciva a percepirlo amplificato. Così tanto che ormai era l'unica cosa che sentiva.
-Ne ho messo pochissimo, sai che li odio. - Ribatté lui -Poi, tu magari lo senti forte proprio a causa del tuo olfatto ultrapotente. Vabbè, se non ci possiamo affidare a esso, andremo a zonzo, nella speranza di trovar qualcosa-
-Infatti non penso che li attireremo facilmente..io non ho più sangue umano, e il tuo è coperto. Dovremmo essere noi ad andare da loro...e ci metteremmo un botto di tempo.-
Pensò ad alta voce, guardandosi intorno. Quella moltitudine di alberi lo stava inquietando come la sera precedente. Poi molto probabilmente il vampiro a cui aveva fatto del male durante la notte lo stava cercando per vendicarsì, e questo lo scosse maggiormente. Poteva saltare fuori da un momento all'altro per azzannarlo. L'unica cosa che lo sollevò un minimo fu il fatto di non poter essere ucciso.
Il maggiore sbuffò dalle narici e sii coprì il collo alzando la zip della giacca e si schiacciò il collo in modo che il suo profumo non si potesse più sentire.
-Senti qualcosa adesso?-
-Si sente, ma di meno. Dovrei riuscire a sentirne altri. Anche perché quello del sangue è più buono di quella schifezza artificiale..-
Dovette ammettere, una piccola smorfia che andava ad enfatizzare il concetto. Anche lui non era mai stato un grande amante dei profumi,
esclusi quelli dei bagnoschiuma e degli shampoo. Infatti spesso si divertiva a mischiare nuove fragranze durante il bagno, e Levi ne sapeva qualcosa, ma non doveva pensare a certe cazzate in quel momento. Doveva concentrarsi per sentire se c'era qualche odore sospetto, e aguzzare l'udito in caso che qualche rumore fosse sfuggito a quello del maggiore.
Rimase in quella posizione, pressando ancora le mani sul collo, attendendo che Eren sentisse qualcosa.
-Non senti niente?- Chiese impaziente. -Senti traccie di umano o vampiro da qualche parte?-
-Ancora nie-...-
Si fermò all'improvviso, girando il viso verso destra. Qualcosa gli stava stuzzicando l'olfatto, e non era di certo il profumo di Levi. Sembrava sangue umano.
-Di la!-
Esclamò, indicando nello stesso punto in cui stava guardando.
Levi non esitò, non aspetto nemmeno che Eren potesse fargli da guida, e andò verso la direzione indicata a perdifiato, evitando i rami, scacciandoli con la mano.
-Aspettami!- Eren prese a correre, seguendo il maggiore. Storse il naso quando si accorse che quel sangue era diverso da quello di un adulto, e se avesse avuto ancora un cuore, avrebbe molto probabilmente perso un battito. Quando sentì un singhiozzo femminile, aumentò il passo.
-Levi, non fare niente!-
Urlò, arrivando contemporaneamente nel luogo da cui arrivava la voce. Una bambina se ne stava con le gambe strette al petto, la schiena contro un albero, e davanti a lei sostava un uomo, molto probabilmente anche lui appena arrivato.
-Che sta succedendo qui?-
Chiese Levi, facendo una domanda praticamente retorica, mentre prese in mano le sue pistole già cariche. Aspettò che l'uomo si voltasse e se avesse visto che era un vampiro, non avrebbe esitato a sparare.
La bambina si strinse maggiormente in se stessa, mentre invece la persona davanti a lei si voltò verso di loro, con lo sguardo rabbioso. Eren lo riconobbe: era l'unico vampiro che non avrebbe voluto incontrare. Quella bestia iniziò a fare dei passi verso di loro, e prima che Levi potesse sparargli, il moro gli prese la pistola dalla mano, facendolo al posto suo, e beccandogli miracolosamente il cuore, facendolo cadere a terra, morto. Deglutì leggermente, lasciando ricadere la pistola a terra. L'aveva fatto seriamente.
Aveva ucciso un vampiro.

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Capitolo 11
*** Bambina ***


Si stupì della velocità con la quale Eren aveva fatto colpo perfetto in mezzo al cuore. Non se lo sarebbe aspettato.
-Non me lo aspettavo, bravo-
Lo elogiò, mettendogli una mano tra i capelli scompigliandogli, per poi avvicinarsi alla bambina, senza riprendendosi la pistola che Eren gli aveva sottratto.
-Stai bene?-
Eren, intanto, dopo un primo attimo di confusione, in cui non faceva altro che pensare al rumore dello sparo, decise di avvicinarsi anche lui. La bambina aveva alzato la testa, il viso reso rosso dal pianto. Aveva due grandi occhi castano chiaro, tendenti al verde, e dei capelli color biondo cenere che le ricadevano sulle piccole spalle.
-N-non fatemi de-del male..-
Sussurrò con un filo di voce, come se alzandola avrebbe potuto attirare altri vampiri. Sembrava davvero indifesa. Superò Levi, parandosi di fronte alla bimba, e inginocchiandosi.
-Non ti faremo del male, stai tranquilla. Non siamo come loro.-
"Lui non è come loro" si corresse mentalmente, ma dicendo a quella bambina che era un vampiro, l'avrebbe quasi sicuramente fatta agitare di più.
-Cosa ci fai qui?-
La bimba abbassò subito lo sguardo, un po' intimorita. Poi raccogliendo un minimo di coraggio, decise di rispondergli.
-I miei genitori...loro..sono spa-spariti nel bosco..volevo se-seguirli, ma non..li trovo..- .
Eren fece un'espressione quasi sofferente. Odiava con tutto se stesso vedere il dolore emotivo-fisico altrui, era fonte di sofferenza anche per lui. Rivolse lo sguardo verso Levi, in attesa di un aiuto. Non era bravissimo con i bambini, quindi sperava che Lui avesse saputo cosa fare o dire. Finalmente Levi intervenne e l'attenzione della bambina cadde su di lui. -Li troveremo, va bene? Coraggio, vieni qui, ti porto io in braccio- La bambina si avvicino con fare timido, aveva ancora un poco di paura di loro, insomma, li aveva appena visti ammazzare un uomo, di preciso un vampiro.
Levi la prese in braccio facendola sedere sul suo braccio destro, mentre lei si agrappò fortemente al suo collo e la mano sinistra la lasciò libera in caso avesse dovuto sparare.
-Eren, intanto preleva un poco di sangue da quel vampiro e tieniti la pistola, come pistolero non sei male-
Disse, incoraggiandolo. La bambina chiese timida chi fossero i loro salvatori che se non fossero arrivati in tempo per lei sarebbe stata la fine
-Chi siete?-
-io sono Levi, un cacciatore di vampiri, lui è Eren, mio socio-
Non voleva dire che era vampiro, ma nemmeno che fosse umano, si limitò a dire che era suo collega, nulla di più. Intanto con lo sguardo disse a Eren "aiutiamola, tanto non abbiamo nulla da fare e se magari troviamo i suoi genitori chiederemo a loro di prelevare un poco di sangue, non vorrei mai chiederlo a una bambina".
Annuì, senza ribattere niente di ciò che gli era stato ordinato. Prese dalla tasca di Levi una boccetta, avvicinandosi accanto al corpo del vampiro. Aveva guardato così tanti film horror che temeva gli avrebbe preso una gamba all'improvviso. Con la lama del pugnale, che gli era stato dato prima, gli tagliò il collo, e riempì la boccetta del suo sangue, che finì per andargli anche sulla mano. Quando ebbe finito la richiuse, mettendosela in tasca e andando a recuperare velocemente la pistola che aveva lasciato cadere a terra. Prima di raggiungere gli altri, si pulì la mano, leccandola. Si fece schifo da solo, era orrendo gustare così tanto quel liquido rosso, ma decise di non farci caso e di nutrirsi ugualmente, senza far capricci. E alla fine, tornò da loro.
-Okay, ho fatto tutto.-
Disse, affiancando il maggiore con un sorriso complice, ma senza socchiudere troppo le labbra. I denti erano fin troppo visibili, e non voleva spaventare la piccola che teneva Levi tra le braccia. Quella scenetta un po' lo intenerì..sembravano padre e figlia.
La piccolina era ancora troppo spaventata per poter guardare in realtà. Rimase appoggiata alla spalla di Levi, coprendosi gli occhi. Povera piccola, non doveva vedere nulla del genere.
-Ehy, ora ti chiedo un favore-
Disse Levi, poi la bambina alzo il capo e lo guardò negli occhi, asciugandosi una lacrima che le stava cadendo col dorso della mano.
-Copriti il collo con entrambe le mani, okay? In questo modo capiremo dove si trovano i tuoi genitori-
La bambina, ingenua, lo prese come un gioco e ubbidì all'istante. Lo stesso fece Levi, ma questa volta con una sola mano, dato che l'altra era occupata
-Tocca a te, Eren-
-In realtà..sento l'odore da un po' di tempo..-
Ammise. Era da qualche minuto che era riuscito ad avvertire uno strano odore. Sangue, troppo sangue, come se fosse stato sparso dappertutto. Ciò gli fece venire un presentimento orribile. Strinse la pistola nella mano, precedendo Levi. L'avrebbe guidato, senza indicargli dove sarebbero dovuti andare. Se ciò che temeva era reale, non voleva che fosse il maggiore a raggiungere il luogo per primo, la bambina avrebbe potuto guardare. Superò velocemente un'enorme distesa di rami e foglie secche, la maggior parte cadute e incollate al suolo come una coperta scura, e quando inciampò in qualcosa perse l'equilibrio, cadendo a terra. O qualcosa di simile. Quando riuscì ad assottigliare lo sguardo, si accorse di essere caduto addosso ad un corpo. Un cadavere.
-Ohccristo!-
Si alzò di scatto, gli occhi spalancati.
-Levi, coprile gli occhi!-
Ordinò, mentre scrutava senza fiato due cadaveri che giacevano per terra, del sangue sparso ovunque. Anche sui suoi vestiti.

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Capitolo 12
*** Famiglia ***


Autrice: Prima di iniziare, chiedo umilmente perdono per essere stata assente praticamente per 2/3 settimane. La ragione per la quale non ho postato nulla per molto tempo è solo dovuto alla mia pigrizia. Scusate tanto.
Per chiedervi scusa, oggi, posterò almeno quattro o cinque capitoli, in modo da scusarmi con voi e in modo da riprendere tutta la storia. Spero possiate perdonarmi. Buona lettura!
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Ubbidì all'istante, la bambina si stava per voltare e per vedere la scena, ma Levi gli coprì subito gli occhi. Levi era rimasto un poco indietro, non vide ancora ciò che aveva visto Eren. Camminò, tenendo la mano sugli occhi della bambina e solo dopo rimase paralizzato da tanto orrore. Non commentò. Sangue, foglie e terriccio insieme a due cadaveri. Era uno schifo, era macabrissimo.
-...Sono un uomo e una donna.-
Commentò, e la piccola somiglianza tra la donna e la bimba confermò ciò che più aveva temuto fin dall'inizio. Loro erano stati uccisi. Si voltò verso Levi, un'espressione che faceva vedere chiaramente quanto si sentisse a disagio. L'odore del sangue gli stava penetrando violento le narici, e la voglia di dissetarsi che fino a quel momento sembrava essersi placata iniziò a ripresentarsi, ma con meno violenza del giorno precedente. La bambina alle parole di Eren sussulto e chiese piangente se fossero i loro genitori.
-Sono mamma e papà?-
Cosa risponderle? Dire di no sarebbe stata un bugia, e anche una bella tosta, ma non poteva di certo dirle anche di sì, si sarebbe voltata e forse avrebbe creduto di ritrovarseli vivi quando non era così. Nemmeno Levi sapeva cosa fare.
-Eren, fa quello che devi fare, se hai bisogno di loro...fa pure-
Disse, passandogli un altra boccettina. Dopodichè si allontanò, non si preoccupò di dire dove sarebbe andato, Eren lo avrebbe seguito dall'odore. Levi, come Eren, non aveva mai avuto a che fare con i bambini, ma di certo non ne voleva a che fare con loro in quelle situazioni, stava male anche lui. Quella visione gli aveva fatto venire la nausea.
Eren riempì la boccetta con le mani lievemente tremanti, per poi mettersela in tasca. Con quella potevano tornare a casa, dopotutto avevano fatto tutto quello che dovevano fare. Con l'olfatto seguì la scia di profumo lasciata dal maggiore, assicurandosi di non essere seguito da nessun vampiro.
-Levi..ho fatto.-
Gli comunicò non appena giunse alle sue spalle, con un paio di metri a separarli. La bambina sembrava spaventata, si era stretta maggiormente al busto dell'amico. La piccola tremava e piangeva mentre rimase ancora poggiata a lui. Non gli avrebbe mai detto che i suoi erano morti. Si limitò a farla diventare sua, a essere la sua famiglia.
-Vieni con noi, saremo noi la tua famiglia-
La bambina annuì per poi alzare il capo per guardare Eren. Piangeva, era già rossa in viso e già anche le iridi si fecero rosse a causa del suo pianto infinito. Quando la bimba spostò lo sguardo su di lui, le regalò un sorriso stanco. Non stanco fisicamente, ma stanco di quella vita piena di pericoli, di persone morte, di sangue, di violenza. Non ne poteva davvero più. Comunque, In realtà non sarebbe mai rimasta con loro, i pericoli erano troppi, avrebbero fatto adottare la piccina a una nuova famiglia, possibilmente che vivesse lontano dalle aree di montagna, dove si nascondevano i vampiri.
-Andiamo a casa, Eren-.
-Va bene..-
Obbediente seguì il maggiore, rimanendogli dietro in modo da proteggerlo in caso qualche creatura avesse tentato di coglierlo alle spalle. Ora che sapeva di essere meno fragile, poteva benissimo esporsi completamente, nonostante la paura costante. Lo faceva per Lui. Arrivarono presto alla baita, ed entrarono silenziosi. Accese le luci e chiuse la porta, girandosi poi verso i due.
La bambina s'era addormentata, aveva pianto così tanto che il pianto stesso l'aveva stancata. Levi la portò in camera sua, facendola sdraiare e mettendola sotto le coperte, per poi uscire dalla stanza e chiudere la porta. Non appena tornò in salotto, guardò Eren, si capiva che quello spettacolo lo aveva distrutto.
-Eren...-
Quando venne pronunciato il suo nome, lo abbracciò di slancio, stringendolo a sé, come a non volerlo più lasciare andare. Tutto quello che stava vivendo, che STAVANO vivendo, era qualcosa che due normali persone non avrebbero mai dovuto nemmeno immaginare. Ma ormai lui non era nemmeno più normale. Quella vita fatta di pericoli era diventata la loro quotidianità. Qualcosa che riusciva a distruggerlo seriamente dentro.
-Levi..-

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Capitolo 13
*** Intimità ***


Sapeva che sarebbe stato aggredito da un "caldo" abbraccio, ed era ciò di cui anche lui necessitava in quel momento. Quella giornata che era appena iniziata non era andata per niente bene.
-La bambina la faremo adottare, non la terremo qui. Forse so già a chi affidarla, non temere. Intanto rimani così...-
Posò una mano dietro i suoi capelli freddi accarezzandoli. Era come accarezzare la brina su una liscia distesa. L'abbraccio fisicamente era freddo, ma dentro se lo sentiva caldo.
-A me sarebbe piaciuto tenerla..-
Ammise in un sussurro, stringendosi maggiormente a lui. Sapeva che però tenerla lì equivaleva a privarla della sua infanzia, a tenerla rinchiusa lì con loro per evitare che le succedesse ciò che era successo a lui il giorno prima. Per questo decise di dare ragione al maggiore, anche se a malincuore.
-Però..è giusto così.-
Girando il volto, gli lasciò un bacio quasi fraterno sul collo. Quasi perché lui non riusciva realmente a vederlo come tale. Levi sospirò un attimo prima di rispondere
-La affideremo alla mia amica, quella che t'avevo detto che sarebbe venuta qui oggi. Lei sarà una mamma perfetta e poi lei ha sempre desiderato una figlia, dato che non ne ha mai avuta una. Realizzeremo il suo sogno-
Lo acarezzò di nuovo, questa volta sul collo e pian piano si spostò, rimanendo nell'abbraccio, portando Eren a sedersi sul divano.
-Andrà tutto bene...-
Gli sussurrò dietro l'orecchio, solleticando Eren.
La sua amica sarebbe arrivata alle 2 del pomeriggio e mancava ancora molto. Non temeva per nulla che durante il tragitto potesse incontrare vampiri, o finire in qualche guaio. Lei era una ex-hunter, sapeva già cosa fare in caso di pericolo. Aveva abbandonato la carica di Hunter a causa del suo lavoro umano che amava di più di quello "paranormale". Lei sarebbe stata perfetta, lo sapeva già.
-Mh..-
Eren si accoccolò a lui sul divano, e nonostante tutti quei contatti così intimi andassero oltre la normale amicizia, ormai si erano abituati a toccarsi in quel modo, come se fosse tutto normale. Una persona che li avrebbe visti in quel momento li avrebbe definiti dei fidanzatini. Arrossì lievemente, affondando il viso contro il suo petto a quel pensiero. Incredibile come lo imbarazzasse il solo pensarlo. Continuò ad acarezzarlo, come se fosse una mamma a consolare il figlio per un errore innoquo che il bambino riteneva immenso.
-Dormiamocì su per il momento, non credo quella bambina si sveglierà presto, era davvero esausta-
Si spostò un poco col corpo in modo da potersi distendere sul divano e in moda da far appoggiare Eren sul suo corpo.
-Vieni-
Si sdraiò immediatamente su di lui, ma non era per niente stanco, ma forse quella era una delle tante conseguenze legate all'essere diventato un succhiasangue. Incrociò le braccia sul suo petto, appoggiandoci sopra il mento e guardandolo dal basso. Lo divertiva quella visuale, e gli piaceva. evi avrebbe fatto una fatica colossale ad addormentarsi con tutto quel corpo freddo che lo toccava, ma avrebbe fatto del suo meglio. Continuò ad accarezzarlo, questa volta con la punta delle dita sulla schiena gelata. Ironicamente si chiese se fosse il polo sud in forma umana. Riportò le dita sul collo di Eren per poi intrecciare la mano con i suoi capelli. Sollevo il voltò, mettendolo davanti a quello di Levi per poterlo guardare negli occhi, le labbra a pochi centimetri di distanza tra loro. I respiri sembravano mischiarsi.
-Quando dovrebbe arrivare la tua amica?-
Chiese arrossendo per la vicinanza.
-Alle due. Verrà qua, le faremo prendere un thè e le parleremo della ragazzina. In origine doveva venire per me, per una cosa che ha detto che era urgente, ma non so di che si tratti-
-Oh..capito.-
Spostò lo sguardo, per poi tornare ad assumere la posa di prima. La domanda che doveva fargli l'aveva fatta, non aveva più motivo di stargli così vicino solo per poterlo guardare negli occhi. Appoggiò la testa contro il suo petto, e ascoltò malinconico quel battito veloce, che lui non possedeva nemmeno più. Era come se il suo petto si fosse svuotato tutto d'un colpo. Era una sensazione orribile.
L'unica cosa che il maggiore fece fu riscaldarlo con quel poco di calore che aveva in corpo e coccolarlo. Ad un tratto andò a chiedersi cosa potesse essere quella "cosa urgente". Non sapeva che aspettarsi dato che non aveva ricevuto dettagli. Cosa poteva mai essere?

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Capitolo 14
*** Profumo ***


Si accorse che l'odore del profumo stava pian piano scomparendo, e iniziava già a percepire il suo sangue. Con lo sguardo andò a scrutargli il collo e il pomo d'Adamo, leccandosi involontariamente le labbra, ma oltre a quello non fece nient'altro. Non aveva il coraggio di allungarsi e fargli del male in quel modo solo per nutrirsi, non avrebbe usato Levi come un recipiente per il sangue. Lui non era un oggetto.
Il maggiore si accorse delle strane gesta di Eren, di come si fosse strusciato vicino al suo collo. Fece perno con i gomiti e guardò Eren che lo fissava come impnotizzato. Capì subito che era stato attirato dall'odore del sangue, ma non fece nulla, continuò ad acarezzarlo, si fidava di lui.
Tutto ad un tratto, sembrò risvegliarsi, sbattendo le palpebre. Si accorse di avere gli occhi di Levi su di sé, così abbassò i propri. Doveva essere inquietate abbracciare un vampiro che ti fissava costantemente il collo come se fosse chissà qualche cibo prelibato, e non poteva biasimarlo.
-Scusa..-
Era la terza volta che si scusava nell'arco di una giornata, ma era anche la più vera, fino a quel momento. Si vergognava dei propri gesti, si odiava. Come aveva potuto fissare il suo collo così ammaliato? Come poteva essere stato attirato proprio da suo odore? Figuriamoci poi se lo aveva visto mentre si leccava le labbra.
-Non fa nulla. È naturale che tu reagisca così. Vado a rimettermi il profumo, almeno non verrai nuovamente tentato.-
Gli acrezzò nuovamente i capelli come se fosse un cucciolo di chissà quale animale. -Non temere, davvero-
Si alzò col busto e si spostò, tornando in bagno a mettere quel profumo che non era nemmeno tanto buono.
Eren finì per rimanere qualche attimo solo sul divano. Si rannicchiò, rivolto verso lo schienale, ma non chiuse gli occhi. Chissà se sarebbe riuscito a farsi una dormita. Non sapeva molto sui vampiri, quindi per lui quelle erano cose totalmente nuove. Non si era mai interessato in modo particolare, e nonostante avesse un hunter come coinquilino e migliore amico, aveva cercato sempre di tenere quella storia dei vampiri un po' a distanza, anche se lo seguiva sempre durante le sue missioni. Iniziò a canticchiare sottovoce una canzone, socchiudendo leggermente le palpebre. Lo rilassava.
Il maggiore entrò ed uscì dal bagno in silenzio e ne aprofittò per vedere se quella piccola ragazzina stesse ancora dormemdo. Aprì pian piano la porta e vide la piccola che dormiva come un angelo. Per farla mettere in un ambiente più rilassante, abbassò leggermente la tapparella, lasciando un quinto di luce, non sapendo se forse la piccola avesse paura del buio. Accarezzò la guancia della piccina e la lasciò di nuovo dormire. Uscì dalla stanza e con passo silenzioso tornò in salotto.
Per quanto silenzioso potesse essere il suo passo, l'udito del vampiro gli permise di prevenire il suo arrivo, e smise di canticchiare, rimanendo però nella medesima posizione che aveva assunto. Era troppo pigro per spostarsi quando una posa gli piaceva e lo rilassava. Quando Levi fu già un po' più vicino, l'odore del suo profumo gli riempì letteralmente le narici. Sembrava una specie di tortura per privarlo dell'olfatto, ma sempre meglio che essere tentato di morderlo ogni singolo secondo.
-Se proprio devi torturarmi così, almeno cambia marca di profumo.. Ce n'era uno buono da uomo l'ultima volta che siamo scesi in paese.- commentò con tono sarcastico in modo da dimostrare il suo disgusto per quell'odore.
-Chiederò a Lucy di farlo al posto mio, io non me ne intendo-
Affermò, poggiando le mani sulle spalle di Eren. Eh, si, di profumi ne sapeva zero. Era già una consolazione averne uno per il momento. Se non ne sapeva nulla Levi, figurarsi Eren. Lui non si sarebbe mai preso cura di sé al punto di mettere il profumo.
Sussultò lievemente a sentire il suo tocco, quello non l'aveva previsto. Girò il volto verso di lui, passandosi la lingua sui canini. Faceva ancora strano sentirli così appuntiti.
-Magari finirà per comprarti un profumo da donna..-
Ridacchiò al pensiero di vedere lui, un uomo così virile, con un profumo magari di Hello Kitty addosso. L'avrebbe preso per il culo a vita.
-Ohohoh, molto maturo da parte tua-
Commentò sarcastico, insieme a quella risata alla Babbo Natale, anche essa sarcastica. -Quello lo metterò a te, puzzone-
-Ehi, io non puzzo!- Fece perno sui gomiti, lanciandogli in faccia un cuscino e colpendolo in pieno, non dandogli nemmeno il tempo di spalancare gli occhi. -Profumo come una rosa!-
Non rispose, quando gli cadde il cuscino dalla faccia lo guardò con uno sguardo che comunicava la sua morte certa. Uno sguardo omicida.
Ricambiò con indifferenza, abbassandosi la palpebra inferiore con un dito e facendogli la linguaccia, in modo molto infantile.
-Bleeeh.-
Sapeva che così facendo andava solo a mettere il dito nella piaga, ed era proprio quello che voleva e desiderava. Gli piaceva farlo arrabbiare, da incazzato quel nano era adorabile.

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Capitolo 15
*** Esperimento ***


Autrice: Salve a tutti. Scusate se sono passati MESI prima che pubblicassi questo capitolo, ma ho avuto diversi problemi ed è solo grazie ad una persona che ho conosciuto casualmente su facebook che ho potuto proseguire. Grazie, maritino mio, se stai leggendo qui! Grazie! .
Bando alle ciance. Buona Lettura! .
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Con calma e tranquillità, come se fosse la persona più calma al mondo si presentò davanti a lui aspettò 5 secondi per poi assalirlo. Cercò di bloccargli i polsi, ma era solo riuscito a mettersi a cavalcioni sulle sue gambe e a prendere le sue mani, intrecciando con lui le dita .
-Spera di crepare all'istante perché non sarò cortese- .
Ed era serio. La fronte corrugata, le sopracciglia abbassate e i denti digrignati ne erano la prova. .
Sgranò lo sguardo, ma quella reazione non fu dovuta alla minaccia. Sentì il calore di Levi infondersi in lui attraverso le mani unite e le dita intrecciate, che andò a guardare velocemente qualche secondo, per poi riportare le iridi smeraldine in quelle scure e apparentemente arrabbiate del maggiore. Le gote si imporporirono all'istante, quando vide quegli occhi puntati su di sé, e fu quasi automatico stringere maggiormente le dita in quelle di Levi, come se avesse paura che fosse solo un'illusione, e che se ne sarebbe andato via da un momento all'altro. Quando vide il ragazzo che non stava resingendo, ma bensì, accogliendo le sue gesta fu stupito. Ok, non lo avrebbe mai ucciso per davvero, ma la reazione che avrebbe dovuto sarebbe dovuta essere ben diversa. .
-Che-che c'è?-.
Chiese Eren balbettante. .
Aveva notato un leggero cambio di espressione in Levi, e quello aveva stupito anche lui. Sembrava stupito, o forse era solo un'impressione sua. Sta di fatto che anche volendolo, non voleva lasciare le sue mani. Erano così calde, rispetto alle proprie. .
Levi si allontanò da lui, mollando la presa delle mani, riprendendo un minimo di contegno, sedendosi in modo composto. .
-Nulla...- .
Quella che doveva essere una minaccia, Eren lo prese per qualcos'altro che lui non si sapeva spiegare. E fu come se si accorse solo in quel momento di aver ingrandito le cose. Levi gli si era avvicinato solo per minacciarlo, per semplice vendetta, e lui l'aveva fatto passare per qualcosa di più dolce e profondo. Si alzò a sedere anche lui, trascinandosi verso la parte opposta del divano. Avrebbe tanto voluto scusarsi, ma non lo fece solo per non sembrare ripetitivo. Dopotutto lo faceva dalla mattina alla sera. E alle lunghe diventava stressante sentirsi riempiti di scuse, anche se in quel momento sarebbe stata opportuno. Semplicemente, abbassò lo sguardo pentito. Quella era la sua tacita richiesta di perdono. Silenziosa e poco evidente. .
-Eren, ritorna qui- .
Gli ordinò senza rivolgergli lo sguardo, parlando con un tono serio, come se fosse un ordine serio del tipo "lava i piatti, butta la spazzatura, va a dormire". Un po' intimorito per un attimo volle obbedire, poi però ci ripensò, e rimase semplicemente al suo posto. Perché avvicinarsi dopo aver fatto una cosa simile? Ciò che stava accadendo sul divano sarebbe andata oltre, se Levi non avesse messo dei limiti. Solo lui sembrava essere il distruttore del loro legame, creato in anni di conoscenza, e si sentiva in colpa. Buttare all'aria un'amicizia così profonda solo per un proprio capriccio era da pazzi. .
Levi, capriccioso come infondo era, lo strattonò vicino a sé, con una mossa secca, facendo sbattergli la testa tra il petto e la spalla.. .
-Tch- .
Eren lo scrutò, con la fronte leggermente corrugata. Non gli stava dando fastidio, per niente, solo che lo lasciò un po' basito vederlo riavvicinare. Altre volte erano capitate cose simili, e Lui mai si era degnato di avvicinarsi di propria volontà. Non volle illudersi che qualcosa stesse cambiando, avrebbe soltanto aumentato il desiderio che risiedeva in lui già da tempo, nascosto in chissà quale angolo del suo cuore, ormai senza vita.
-Moccioso-
Sussurrò dietro il suo orecchio, solleticandolo con il suo respiro caldo.
Eren sussultò. Quel respiro caldo gli fece venire un brivido ,anche esso, caldo.
-Ehy....dobbiamo fare l'esperimento, ricordi?-
Chiese ancora con la sua voce calda, sia metaforicamente che praticamente. Eren a malavoglia annuì. Sapeva che era la cosa giusta da fare. E a dire il vero se n'era dimenticato dell'esperimento da fare, e al contempo non se lo voleva ricordare.
-Aspetta qui.-
Levi si alzò dal posto e prese la boccette piene di sangue, precedentemente riempite. Eren lanciò uno sguardo alle provette, e poi di nuovo al maggiore. Probabilmente, dato che la sua sete non era ancora arrivata allo stadio della sera prima, era meglio provare subito quel piccolo esperimento, in modo che poi avesse potuto controllare il proprio corpo e la propria fame.
Levi, versò i liquidi rossi in quattro bicchieri. In uno c'era il sangue prelevato dai genitori della bambina. Nell'altro quello del vampiro. In uno il sangue umano diluito con acqua. E nell'ultimo il sangue del vampiro diluito anch'esso con l'acqua. Eren, preso dalla curiosità, lo raggiunse in cucina, Inclinò leggermente la testa verso sinistra, mentre osservava il maggiore che si impegnava a riempire i bichieri. Era preoccupato, se doveva essere sincero. Se avesse perso il controllo, non se lo sarebbe perdonato, e nemmeno Levi l'avrebbe fatto.
-Stammi lontano quando le metterò in bocca, e armati di pistola. Non si sa mai..-
-Va bene. Prenderò la mia pistole piena di sonnifero-
-hm-
L'esperimento mise ansia a entrambi, un poco in ansia. Nessuno sapeva che reazioni aspettarsi dopo l'ingerimento di tutto quel sangue. Levi abbandonò un attimo Eren, preparando la pistola, per poi tornare a dove era.
-Io sono pronto.-
Dichiarò abbassando il cane per poter caricare il colpo.
-Hm. Bene.-

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Capitolo 16
*** Mai più. Per sempre. ***


Eren lanciò uno sguardo fulmineo alla pistola, per poi prendere in mano il primo bicchiere.. Il suo odore era dolcissimo, e quello gli fece capire che era piena di sangue umano, ma vedendo il colore sbiadito, capì anche che quel bicchiere era diluito con acqua.
L'acqua è insapore, questo è certo, ma la sua lingua nel sentire il suo retrogusto lo costrinse a fare una smorfia di disgusto. L'unica cosa che gli diede un minimo di sollievo fu per l'appunto il sangue.
-Com'è? Riesci a berlo anche se diluito?-Chiese rimanrndo all'erta come Eren aveva richiesto
-Si, ma..- Si fermò un attimo, deglutendo per poterla mandare completamente giù. Non era cambiato nulla. -Non ha sapore, e non placa la fame.-
-Prova le altre-
Prese in mano quella che conteneva il sangue di vampiro, non diluito Per quello non aveva bisogno di assaggiare, sapeva già che poteva essere nutrito anche tramite quel tipo di sangue, anche se gliene serviva di più rispetto a quello umano, essendo molto meno nutriente. Quando aveva assaggiato quello non contaminato, aveva sentito subito un miglioramento, e molto probabilmente con quello di vampiro non l'avrebbe quasi nemmeno percepito. Bevve il bicchiere e ciò confermò i suoi pensieri.
Provò anche gli altri bicchieri e la conclusione fu che aveva bisogno di vero sangue, senza che esso fosse diluito. Aveva bisogno di sangue umano per nutrirsi, ma anche il sangue da vampiro andava bene, solo che ne avrebbe dovuto prendere di più.
Levi, però, volle fare un'ultima prova.
-Ascolta, prova a bere questo-
E fu così che gli porse un bicchiere d'acqua normale. Eren lo bevve, ma solo di un sorso, perché subito dopo sputò l'acqua, tossendo fortemente, facendo cadere il bicchiere. Levi di corsa lo raggiunse e gli diede delle forrti pacche sulle spalle, fino a quando non smise di tossire.
-Hmp. Se basta una cosa insapore come l'acqua a disgustarti...di sicuro non potrai più mangiare cibo umano... . Mi dispiace-
Un po' dispiaceva anche a lui, dopotutto ci era cresciuto con quei tipi di cibi. Non poteva non dire che gli sarebbero mancati. Si voltò a guardare il maggiore, un'espressione in quel momento innocua, ma che non mostrava qualche emozione in particolare, era anche abbastanza neutra, anche se dentro iniziava ad agitarsi. Aver assaggiato del sangue stava risvegliando la sua fame.
-Levi..-
-Coraggio, va tutto bene, non temere- Disse avvolgendolo in un un abbraccio con l'unico braccio che non era armato. -Va tutto bene, va tutto bene...- Gli sussurrò due volte che era tutto okay, doveva calmarlo. Lo aveva sottoposto a uno sforzo troppo grande per lui -Sei stato bravo-
Si lasciò stringere, scostando la faccia dal suo collo. Nonostante il profumo, aveva paura di morderlo d'istinto, ed era l'ultima cosa che voleva. Sentire quel piccolo elogio lo rese felice, sapeva di essersi reso utile in qualche modo, e ciò lo sollevava.
-Grazie..-
Si strinse maggiormente a lui, trovando quegli abbracci ancora più irresistibili di prima. Erano caldi e confortevoli, questa volta riscaldati dal corpo del maggiore, e non dal proprio. Ecco cosa aveva provato Levi ogni qualvolta che lo aveva abbracciato.
Respirò vicino al suo collo, solleticandogli la pelle. Ora era lui quello caldo, quello che avrebbe abbracciato il corpo freddo in modo da riscaldarlo. Era lui quello che ora non poteva fare affidamento su quel "qualcuno" più caldo, mai più.
Mai più.
Erano orribili quelle parole, erano un "per sempre" negativo e a farci caso erano anche simili come parole. Due parole per due parole, come i loro nomi, quattro lettere per quattro lettere.
Mai più, per sempre.
Eren, Levi.
Mai più Eren.
Per sempre Levi.
Si strinse nelle spalle quando sentì il suo respiro sul collo, dolce e caldo. Ciò gli fece abbassare lo sguardo, allentando un po' la stretta che stava esercitando su di lui. Già gli mancava il suo vecchio corpo, bollente e con un cuore pulsante, capace di percepire i sapori, che dopo essere diventato vampiro non riusciva più nemmeno a distinguere. Sembrava di masticare plastica al posto del cibo. Avvicinò il viso al suo orecchio, respirandoci contro con dolcezza, e si inumidì le labbra prima di parlare, ma senza nessun secondo fine.
-Ti prenderai cura di me?-
Era più una richiesta, che una domanda. Lui aveva smesso di considerare il suo corpo qualcosa che valesse, Levi se ne sarebbe preso cura al posto suo?
L'avrebbe riscaldato nel momento del bisogno? L'avrebbe fatto sentire un minimo amato?
"Ti prenderai cura di me?" Certo che si! Lo aveva sempre fatto, perchè non farlo anche ora? Se c'era una filosofia che Levi manteneva per Eren era che rimaneva Eren, vampiro o non vampiro che egli fosse.
"Ti prenderai cura di me?"
-Sempre-

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Capitolo 17
*** Piccole Vendette ***


Il corvino si staccò un attimo dall'abbraccio, strusciando un'ultima volta la spalla sulla sua scapola.
-Vado a cucinare. La piccola tra poco si sveglierà e avrà di sicuro fame. Se preferisci fare altro fa pure-
Gli scompigliò nuovamente i capelli, quel gesto era di sua abitudine. Qando era più alto di Eren lo faceva sempre, ma anche quando lo superò in altezza non smise di farlo. "Il lupo perde il pelo, ma non il vizio". Aveva perso la capacità di essere più alto di Eren, ma quel gesto di scompigliargli i capelli non smise mai di farlo. Lo faceva per elogio e anche per consolazione, ma sempre per sentirsi superiore, come se già non lo fosse. E alla fine quel gesto era diventato un rituale per far mettere a suo agio quel "piccolo" vampiro.
Abbozzò un sorriso, passandosi una mano sulla nuca per sistemarsi i capelli. Levi aveva qualche anno in più, non molti, ma era comunque maggiore rispetto a lui, e da piccoli era appunto quello più alto. Si ricordava benissimo di quando gli scompigliava l'acconciatura in quel modo nei momenti in cui stava un po' giù di morale, e lui in risposta gli urlava contro che sarebbe diventato più alto, in modo da poterlo superare almeno in quello. E infatti eccolo lì, ben dieci centimetri in più. "Questo è il karma, Levi" pensò divertito. Lo aveva sempre preso in giro per la sua altezza, e ora che era lui quello più alto poteva vendicarsi, anche se l'aveva fatto altre infinite volte, procurandosi chissà come una valanga di lividi. Quando vide Levi girarsi per cucinare, tornò nella posa che aveva assunto quella mattina, ovvero con le gambe incastrate in un asse del soffitto, e lo scrutò stando a testa in giù, le braccia rivolte al pavimento. Era rilassante quella posa, ed era sicuro che l'avrebbe assunta più spesso. Il sangue che gli andava al cervello sembrava non dargli problemi, aveva qualcosa di particolare quello di un vampiro, rispetto a quello umano, ed era forse una delle poche cose positive che aveva trovato.
Levi, dopo aver assistito all'arrampicamento sulle assi di Tarzeren, aprì il frigorifero e capì che avrebbero dovuto fare la spesa, c'era poco dentro. Così si dovette limitare a fare una semplice carne alla piastra.
Era incredibile quanto Levi fosse diventato abile ai fornelli. Intanto dalla camera uscì la bambina con lo sguardo un poco spento e col corpo ciondolante.
-Zio Etren- chiamò Eren, sbagliando nome e dandogli il suffisso di "zio". Quando Eren sentì quel suffisso, e il modo tenero in cui aveva pronunciato il suo nome, non poté fare a meno di esserne intenerito. Si voltò leggermente per poterla guardare, sorridendo in modo dolce.
-Dimmi!-
A pensarci bene loro nemmeno sapevano il nome di quella ragazzina, e di sicuro gliel'avrebbe chiesto non appena lei gli avrebbe detto ciò di cui aveva bisogno. "Avrei bisogno del bagno, dov'è? Mi accompagni?" chiese con voce infantile e per di più come se di quello che fosse accaduto prima non ne avesse memoria.
-Certo!-
Anche a malincuore, dovette lasciare la sua posizione da pipistrello umano, "sganciando" le gambe e atterrando con le mani, appoggiando solo in seguito i piedi a terra. Non poteva di certo cadere come aveva fatto quella mattina. La prese per mano, un sorriso disponibile e premuroso dipinto sul volto.
-Levi, io la porto al bagno!-
Lo avvisò, nonostante non ce ne fosse il bisogno, e poi iniziò a camminare, la bimba che lo seguiva.
-Come ti chiami?-
-Desirè- Disse prendendo la mano di Eren come se fosse davvero suo fratello o suo padre. -"Sei batman, zio Etren? Ti vedevo appeso- chiese facendo una piccola risata anch'essa infantile. -Mi insegni a guidare la bat-mobile?-
Corrugò la fronte, girando il viso verso di lei, poi non riuscì a trattenere una piccola risata.
-Sei troppo piccola per guidare, magari quando sarai più grande te lo insegnerò!-
Non era una vera e propria promessa, dato che lui non aveva nemmeno la patente, ma se mai avessero mantenuto i contatti, avrebbe avuto tutto il tempo per prenderla, dato che lei era davvero piccola. Sembrava avere sui sei-sette anni.
-Oh, ecco il bagno.-
Disse, indicando una porta davanti a loro. Accese la luce e la spalancò, invitandola ad entrare.

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Interrompo un attimo il racconto per raccontarvi una discussione buffa dopo questo avvenimento:

Io: e adesso la bambina chiederà aiutonper fare pipì e Eren vedrà per la prima volta una patatina. Ahahaha!
Lei: AHAHAHAHAHAHHAAHHAHAAH MAI VISTE IN VITA SUA
Del tipo "co-cos'è quella cosa? Pe-perché non c'hai il bastone? E perché..hai..u-una riga? TI SEI TAGLIATA?!"
Io: E dopo lui farà tante domande a Heichou sul perchè lei è così e dopo Levi dovrà fare lezioni sulla sessualità. Ahahah!
Lei: Già li immagino. Ahahha. Anche se immagino Eren che è tipo il più attento in classe quando si parla di sessualità, e ad un certo punto alza la mano e fa "maestra, ma perché mi piace di più l'uccellino?"
Io: Per l'amor del cielo! No! Ahahah!
Lei: NO, vabbé dai, abbiamo sputtanato anche fin troppo Eren
Io: Ecco. Lasciamo che la piccolina faccia plin-plin da sola.
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La bambina andò in bagno, chiudendo la porta. Ci mise 2 minuti e subito dopo, quando uscì, gli riprese la mano. Levi intanto aveva appena finito di preparare il tutto. Aveva già messo il cibo in due piatti. Per Eren non c'era nulla e la cosa era piuttosto triste, metteva sempre due piatti per loro due, ma se non fosse successo nulla i piatti sarebbero stati tre.
La riaccompagnò tranquillamente in cucina, e anche lui notò i due piatti. Quello per lui non c'era. Decise soltanto di non darci troppo peso, infondo non poteva farci niente, e anche volendolo non sarebbe potuto tornare indietro. Fece sedere Desirè al tavolo, aiutandola a salire sulla sedia, e poi andò semplicemente a sedersi sul divano in salotto, non avendo niente di meglio da fare. Non poteva mica starsene in piedi davanti a loro come un'idiota. Incrociò le gambe e appoggiò un gomito sul ginocchio, sostenendosi la testa con la mano. Non aveva mai passato il pranzo in quel modo, ed era anche piuttosto deprimente.
-Come mai zio Etren non mangia, zio Levi?-
Con Levi non sbagliò nome, non si sà perchè, ma con lui non sbaglio nome. Levi rispose come avrebbe fatto un adulto davanti a un ingenuo dando una risposta completamente infantile, senza però sembrare uno di quei classici adulti deficienti che fanno le voci acute alla visione di un neonato.
-Perchè lui mangia i bambini cattivi che non mangiano il cibo nel piatto-
Rispose, strizzandole gentilmente la guancia. La bambina rise e iniziò a mangiare ciò che c'era nel piatto.
Essendo il salotto molto vicino alla cucina, riuscì a scorgere il loro discorso, e abbozzò una risata.
-Io non mangio i bambini cattivi, io mangio solo le persone che hanno i capelli neri a scodella che stanno sempre imbronciati, manco fossero orsi!- Ribatté ad alta voce per farsi sentire. -Non dare retta a quel baccalà. E' come un robot mal funzionante: svitato-
La bambina rise per le risposte che si davano. Rise un casino, così tanto che si dimenticò di dover mangiare.
Una cosa per cui Eren e Levi potevano diventare celebri? I loro battibecchi.
-Stai zitto, nano. Io sono svitato, ma a te ne manca un'altra di vite, e non dirò dove~ - Gli rispose, lasciando sottinteso il doppiosenso. Si, intendeva proprio quella "vite", nascosta nelle mutande. Tuttavia sorrise, era bello sentire Desirè ridere, dopo quello che le era successo.
Se non ci fosse stata la bambina, Levi lo avrebbe raggiunto e gli sarebbe saltato addosso e lo avrebbe fatto pentire di averlo perso in giro. Ma...con il suo forte senso della vendetta sussurrò a Desirè una cosa da fare e lei con aria pimpante scese dalla sedia e andò saltellando incontrò a Eren e gli saltò addosso facendogli il solletico allo stomaco.
Si sentì una risata isterica scoppiare in salotto, ovviamente che proveniva da lui, supino sul divano e intento a dimenarsi, la bimba addosso che lo torturava con uno dei suoi punti deboli: il solletico. L'aveva sempre "odiato", Levi lo usava sempre quando voleva ottenere qualcosa senza trattarla per le lunghe. Dannato.
-Ba-bastaaa!-
Esclamò tra le lacrime provocate dal riso: Desirè era anche più spietata del suo compagno!
Levi fece un sorriso sadico. Eh si, gli piaceva far soffrire Eren col solletico. Gli sorrise del tipo "soffri, soffri" e Desirè continuò col solletico finchè non sentì il quinto basta da parte di Eren.
Per vendetta sulla bambina, la prese per i fianchi e la fece sdraiare, recuperò un po' di fiato e in seguito iniziò a farle le pernacchie sulla pancia, sentendola ridere all'istante. Poi avrebbe pensato a Levi, ma per quel momento si sarebbe vendicato sulla sua "piccola arma".
Ad un tratto sembravano una vera famiglia: due persone che erano come una mamma e un papà, una figlia e il modo infantile di rispondere agli scherzi. L'atmosfera si poteva definire davvero tale, ed era bellissimo.
Smise di fare le pernacchie alla bimba, vedendola con le guance arrossate per le troppe risate, e in seguito guardò Levi con un enorme sorriso in volto, mostrando i canini. Solo dopo si rese conto di quel fatto, e richiuse la bocca all'istante. Aveva il timore che Desirè potesse vederlo, e magari avere paura. Sembrava che per il suo sguardo fosse passata una piccola nota di tristezza, ma lo scostò subito in modo che Levi non potesse notarla. Era una cosa da poco.
-Da che parte stai, eh?!-
Chiese alla bimba con un finto tono severo, ma dall'altra parte scherzoso, appoggiandosi le mani sui fianchi. Eren non ci sapeva fare con i bambini, ma gli erano sempre piaciuti. E anche tanto. Invece a Levi piacevano, ma a distanza. Fu il momento di vedetta per Eren. Sussurrò alla bambina un comando e lei ubbidì. Ma prima che questo potesse realizzarsi, Levi la prese in braccio, riportandola in cucina.
-Su, dai. Ora basta. Dobbiamo ancora finire di mangiare-
E fu così che Eren non ottenne la sua vedetta. Che sfiga.

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Capitolo 18
*** Egoismo ***


-Coraggio bricconciella, torna a mangiare prima che si freddi-
Desirè ubbidì e tornò a mangiare da brava bambina. Quei genitori erano fortunati ad aver avuto loro come figlia, ma erano sfortunati a non averla avuta in eterno. Se ne erano andati troppo presto. Levi guardò l'orologio da polso, era già tardi, tra una mezz'oretta Lucy sarebbe arrivata.
-Tra poco arriverà una persona importante e prenderemo il thè assieme, sarai con noi?-
Desirè annuì e Levi la guardò con un sorriso leggero.
Eren sbadigliò portandosi una mano alla bocca, e in seguito iniziò a guardare fuori dalla finestra. Non sapeva bene a che pensare, e questo lo portava a focalizzarsi sulla fame. Quei piccoli assaggi precedenti sembravano averla risvegliata, e da lì era in grado di sentire benissimo quello della bimba, ma lo schifo di aggredire una persona, un umano, era così forte da fargli reprimere l'istinto senza troppa difficoltà. Sperò solo che anche Lucy si fosse messa del profumo, sentirsi circondato dall'odore del sangue molto probabilmente non sarebbe stata una cosa positiva, non per lui.
Dopo aver finito, la piccola affermò di dover andare a dormire perchè era di sua abitudine
-Io vado a nanna, lo faccio sempre dopo pranzo. Buonanotte a tutti~" e se ne andò a letto saltellando via in camera di Levi.
Il maggiore i si alzò dal tavolo e sparecchiò velocemente la tavola, lasciando i piatti nel lavandino per poi andare vicino a Eren, facendogli accorgere della propria presenza sfiorandogli i capelli.
-Sembra felice..-
Commentò, lo sguardo tenuto fisso sulla finestra. Se doveva essere sincero, un po' la invidiava. Lui quando aveva perso i genitori per colpa di un clan di vampiri non era riuscito ad evitare di vederli, anzi..li aveva visti mentre venivano smembrati e maneggiati, privati della loro vita. Si era ritrovato ad essere accolto nella casa di Levi, ma anche i suoi genitori erano stati uccisi, e la zia era la persona che lo allevava. Sono cresciuti insieme come due fratelli, uno era la spalla dell'altro, e poi verso i suoi quindici anni aveva iniziato a sentire un'attrazione maggiore verso di lui, che l'aveva portato ad innamorarsi. Era da quattro anni che si trascinava quei sentimenti dietro, ed era frustrante.
Il maggiore, seduto accanto a lui, gli sfiorò la spalla e vide l'espressione stanca di Eren.
-Vuoi poggiarti a me?-
Per un attimo, uno solo, ebbe l'intensa tentazione di piegare la testa e appoggiarla sulla sua spalla, lasciandosi molto probabilmente accarezzare i capelli, come facevano sempre. Gesti affettuosi e fraterni, che lui rendeva "impuri" sperando ogni attimo che sfociassero in qualcosa di più profondo.
-No..-
Scostò lo sguardo dalla finestra, riportandolo sulle proprie gambe incrociate. Quel giorno aveva anche fatto troppo, "provarci" con lui nuovamente gli sembrava da egoista. Levi non voleva, e lui non doveva approfittare della sua bontà.
Nonostante Eren avesse respinto la sua gentilezza, gli avvicinò una mano che lo obbligò a poggiar le testa contro la spalle.
Sussultò leggermente a quel tocco delicato e allo stesso tempo caldo, familiare. Strinse le dita intorno alla fodera del divano, per poi spostare le iridi smeraldine sul maggiore, per poterlo guardare in viso.
-Quando arriverà Lucy oltre a parlarle di Desirè che diventerà sua figlia, le parlerò di te. Magari dopo andiamo anche in paese, che ne dici?-
-Okay..-
Il fatto di non conoscere Lucy lo stava un po' lasciando basito. Di solito entrambi conoscevano tutti gli amici dell'altro, seguendosi perennemente come ombre, per guardarsi le spalle a vicenda. Eppure come faceva a non conoscere lei? "Mah". Decise di lasciar stare, dopotutto aggiungere ulteriori paranoie al suo carico di stress non sarebbe servito a molto.
Passò quella mezz'ora e finalmente davanti alla loro casa si presentò una Ford bianca e poi..."toc toc",
Lucy era arrivata ed era lì ad attendere che la porta venisse aperta.
-Eccola qui- Il maggiore si alzò dal divano e andò ad aprire -Ehylà-
-Benvenuta, entra-
Entrò e Lucy vide per la prima volta Eren.
-Ciao Eren-
Si alzò rispettoso, accennando un lieve sorriso con cordialità, e salutandola a sua volta.
-Ciao Lucy.-
Era una ragazza normale, forse anche fin troppo.
-Vieni, preparo il thè-
Levi si fece da parte, lasciando sgombro l'ingresso, facendo passare Lucy che sistemò la sua giacca sull'attaccapanni. Lucy con molta disinvoltura si sedette sul divano vicino a Eren.
-Piacere di conoscerti- E ella gli porse la mano, aspettandosi che anche lui la stringesse. Per un attimo esitò. Lui era molto freddo, e ciò non sarebbe di certo sfuggito alla ragazza, ma in seguito ricambiò la stretta per semplice educazione.
-Io sono Eren.-
Odiava le presentazioni. Le odiava con tutto il cuore. Non sapeva se c'era un motivo in particolare, per quale motivo portasse cotanto rancore, ma sta di fatto che lo detestava. Alla fine, per educazione strinse la sua mano, ma la donna ritirò la mano con aria scioccata. Come poteva essere così freddo?
-Sei così freddo...-
Si alzò in piedi, mettendosi davanti a Eren e gli toccò velocemente guancie, polsi e braccia per poi scattare all'indietro. Aveva capito chi era.
Si premette maggiormente contro lo schienale del divano a quelle reazioni, come spaventato. La sentì toccargli il corpo, come farebbe una persona al supermercato per scegliere il frutto più buono, e ciò lo mise a disagio. Non gli piaceva essere toccato in quel modo da qualcuno che non conosceva, soprattutto se poi doveva vederlo scattare all'indietro come aveva appena fatto lei. Abbassò lo sguardo intimorito, quasi nervoso.
-Lo-lo so..-
Cinque secondi di silenzio.
-Sei un vampiro ,giusto?- Chiese intimorita.
Levi non reagì a come s'era comportata, la conosceva e sapeva come avrebbe reagito poi.
-Se sei amico di Levi allora devi essere davvero buono e simpatico- disse lei in tono amichevole prendendogli le mani, poi in tono scherzoso chiese
-Posso usarti come ghiaccio per quando fa caldo?-.
Era cambiata di punto in bianco, s'era dimostrata simpatica e per di più nemmeno razzista per il fatto che fosse un vampiro. Aspetta, aspetta. SI può essere razzisti sul fatto che uno sia vampiro o no? Wow. Questo è strano. Intanto, gli occhi di Eren si rialzarono all'improvviso per guardare confusi la ragazza davanti a sé. Quell'improvviso cambio di atteggiamento nei suoi confronti l'aveva lasciato seriamente spiazzato, ma tuttavia piacevolmente colpito. Non rise a quella piccola battuta, ma non si sentì nemmeno offeso. Si stava ancora "riprendendo".
-Fa co-come ti pare..-
Levi fece un sorrisetto malizioso. Sapeva già che sarebbe andato così. La conosceva come il palmo della sua mano.
Lucy rimase con Eren a chiedergli come tutto fosse avvenuto e di che cosa si nutrisse data la forma attuale. Levi versò l'acqua in una teiera la mise a riscaldare per poi tornare da loro.
-Beh..ho seguito Levi nella foresta, e ci hanno attaccati. Mi ha dato una lama e delle bombe per difendermi mentre tornavo a casa da solo, ma..-
Denti affilati, dolore, pelle fredda, sangue, le forze che vengono a mancare, l'oblio. Veloci immagini che gli riscorrevano davanti agli occhi ad una velocità tale da lasciarlo di sasso, pietrificato. Non riuscì nemmeno a finire il discorso come si deve, lasciò per molto in sospeso la frase, non accorgendosi nemmeno degli sguardi che i due stavano esercitando su di sé.
-Ho fa-fallito.-
-Mi dispiace molto- rispose, acarezzandogli le mani come per consolarlo. A livello di consolazione sembrava Levi, ma solo di poco, pochissimo.
-È andata come è andata, non è colpa di nessuno, Eren- Intervenne Levi
-Levi ha ragione. Ah, comunque, Levi, non mi hai detto perchè mi hai contattato. Ci sono problemi?--
-Beh, vorrei che Eren non impazzisse con la gente in giro, ho bisogno di un profumo per coprirmi l'odore, ma lo sai che li Odio, quindi ti volevo chiedere di aiutarmi in paese a prendere qualcosa di decente che non sia nè forte, nè nauseante. Poi, oggi a caccia abbiamo salvato una bambina da un attacco vampiro, però i suoi genitori sono morti. Ora la bambina sta dormendo e noi non la possiamo mica tenere. La volevo affidare a te che oltre a essere ex-Hunter, volevi tanto una figlia, no?-
-Humm... però dovremmo fare le carte di adozione e poi dovremmo anche dichiarare la morte dei loro genitori. Insomma, ci vorrà un po'-
Quando iniziarono a discutere la bambina, gli si formò come una morsa al petto. Nonostante la conoscessero solo da poche ore, lui ci si era già affezionato. Non faticava a voler bene alle persone, era sempre stato un tipo molto estroverso, il che lo aveva portato a molte delusioni, e vedersi scivolare via dalle mani un'ennesima persona a cui aveva imparato a voler bene era una sensazione soffocante,
opprimente, quasi distruttiva. Poi vederla tra le braccia di Levi gli aveva fatto immaginare seriamente il loro trio unito in una famiglia, una famiglia calda e piena di amore, la famiglia che a lui e Levi era stata negata fin dalla tenera età, e che con lei avrebbero potuto rifarsi. Ma purtroppo non era così, non tutto ciò che prendeva forma nella sua mente si trasformava in automatico in realtà, ma forse era meglio così. Lucy a quanto aveva capito non poteva avere bambini, o comunque ne desiderava, sicuramente da più tempo di loro. Se si fosse opposto, sarebbe passato sotto la luce dell'egoista, dello stronzo insensibile incapace di cedere qualcosa a qualcuno per fare la sua felicità, oscurando così per l'ennesima volta la propria.
A pensarci bene... Eren era morto proprio a causa del suo egoismo.

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