THIS IS IMPOSSIBLE FOR US

di kisskiss12345
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. REFUGE ***
Capitolo 2: *** II . Who are you? ***
Capitolo 3: *** III . Secrets ***
Capitolo 4: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** I. REFUGE ***


*Jackie*

Teenage dreams in a teenage circus

Running around like a clown on purpose

Who gives a damn about the family you come from?
No givin' up when you're young and you want some”

La voce squillante e melodiosa di Mika dava inizio ad un'altra delle mie noiose e grigie giornate in questa piccola cittadina dimenticata da tutti. Lasciando i pensieri depressi in un angolino della mia mente, mi diressi al piano inferiore, in cucina. Lì c'era mia madre che, tutta indaffarata, era impegnata a preparare la colazione a me e a mio fratello

: 'Giorno ma!- la salutai con la voce ancora un po' impastata dal sonno

: Ciao tesoro, dormito bene? - chiese senza voltarsi per guardarmi, ma continuando ad osservare i fornelli.

: Sì, a parte il fatto che quello stupido di Liam è tornato alle 4.00 e ha fatto un macello!- dissi alterandomi.

: Dai Jack lo conosci! Tuo fratello ha la delicatezza di un rinoceronte- disse lei girandosi verso di me e dandomi una piccola sberla sul braccio – Comunque ecco la tua colazione, proprio come piace a te! Vado a chiamare tuo fratello. - disse dandomi un bacio sulla guancia e dirigendosi al piano superiore. Io sorridendole mi fiondai sul mio piatto. Era pieno di ciambelle e una tazza fumante di tè era posata al suo fianco. Nel giro di dieci minuti il piatto e la tazza erano completamente vuoti, così mi alzai per metterli a lavare, in quel momento entrò nella stanza Liam, che appena mi passò affianco mi diede uno scappellotto.

: Ahi! Ma che sei scemo? - chiesi massaggiandomi dietro la testa.

: No, sono Liam! - disse cercando di fare lo spiritoso – Impara a stare zitta qualche volta Jay, per colpa tua mamma è venuta a rompere perchè sono tornato tardi.- disse con fare canzonatorio.

: Se magari impari a fare più piano e a non svegliare anche i morti quando torni a casa, mamma non ti rompe, no? - dissi tenendogli testa.

: Pfff, quanto sei stupida. Se magari anche tu ti trovassi degli amici e uscissi ogni tanto di casa, non saresti così acida! - affermò

: Sei un stronzo! - disse alzandomi e spostando rumorosamente la sedia su cui ero seduta. Corsi in camera mia, non curante delle grida di mia madre che diceva di smettere di litigare una buona volta e essere dei bravi fratelli “Che si fotta Liam, che si fottano gli amici. Io non ho bisogno di amici, i ragazzi e le ragazze della mia età sono tutti stupidi, così dannatamente stupidi!” Mi vestii velocemente, nel giro di venti minuti ero davanti alla porta di casa, con un paio di jeans attillati, un maglione rosso e delle converse bianche. Era Novembre, ma la temperatura era ancora abbastanza alta, infatti indossavo solo un giacchetto di pelle. Anche se era domenica, la piccola strada davanti a casa era deserta. Magari vi starete chiedendo perchè sono in giro la domenica mattina alle 10...Bhè diciamo che non mi piace stare in casa dopo aver litigato con mio fratello. In verità non mi piace proprio stare in casa. Io amavo quel piccolo boschetto che si trovava ad una ventina di metri dalla mia abitazione. Non era molto, ma aveva un non so che di misterioso. A volte leggevo, altre ascoltavo la musica, altre volte ancora cantavo. Sapevo che non mi avrebbe sentita nessuno, dopotutto ero in mezzo ad un bosco dove difficilmente la gente vi ci si addentrava. Ritornando a quella fresca domenica mattina di Novembre, presi il solito sentiero che portava al mio “rifugio”, come mi piaceva chiamarlo. Quella mattina non avevo voglia né di leggere né di ascoltare musica. Le cose che mi aveva detto Liam, mi avevano ferito, dovevo riflettere e il bosco era il posto più adatto per farlo. Adesso che ci penso io e Liam ci assomigliamo molto fisicamente, cosa anche logica dato che siamo gemelli. Abbiamo entrambi i capelli castani mossi, occhi marroni, abbastanza comuni, ma i miei, a differenza dei suoi, hanno una lieve sfumatura sul verde. Io ho i capelli lunghi fino a poco sotto le spalle, di solito li tengo sciolti o legati in una traccia, come me la faceva sempre papà. Oh che stupida, non vi ho detto di mio padre, bhè lui purtroppo è venuto a mancare 7 anni fa, quando io avevo 10 anni, per colpa di un idiota che non ha rispettato lo stop. Quando ero piccola portavo i capelli lunghi fino al sedere, papà mi faceva sempre la traccia dicendomi che ero la sua Raperonzolo. Avevo un rapporto bellissimo con mio padre e mi piace pensare che lui sia ancora qui, al mio fianco: nel vento che soffia tra le foglie degli alberi del bosco, nella carezza di mia madre, nei rimproveri di mio fratello. Quella mattina, seduta sulla roccia, pensai a quanto era ingiusto il mondo. Nel giro di 4 anni avevo perso mio padre e la mia migliore amica. Sì, non sono sempre stata la tipica asociale senza amici, non che sia mai stata una tipa estroversa e chiacchierona, ma prima di amici ne avevo eccome. Poi tutto è cambiato, è bastata una stupida notte e tutto è cambiato. Quella mattinata si prospettava ricca di nostalgia e tristezza - Alla grande Jay! - pensai.

 

*Liam*

Ok lo ammetto sono un grande stronzo. Mi dispiace litigare con lei ma a volte è così irritante che non la sopporto e le cose mi escono dalla bocca senza che io prima le abbia elaborate. Ora sarà sicuramente in quello stupido bosco a leggere o fare qualcos'altro di altrettanto stupido. Le voglio bene, ma dopo la morte di papà è cambiata, non è più la Jay di un tempo: quella bambina spensierata che vagava per casa pensando di essere un principessa, no, era cambiata drasticamente dopo l'incontro che ha fatto con la realtà. È cambiato in tutto, da come si veste e come parla, sopratutto con me e sopratutto quando la chiamo Kiki. So che odia quando lo faccio infatti cerco di evitarlo. Era come la chiamava sempre papà, e anch'io, però, bhè, l'ho detto che è cambiata. Con queste riflessioni scorre la mia domenica mattina passata stravaccato sul divano facendo zapping alla televisione per cercare qualcosa di decente su cui soffermare la mia attenzione, ma a quanto pare niente era abbastanza soddisfacente. È ora di pranzo, mamma non c'è: è andata dalla nonna per tutta la giornata e penso che ci resterà anche la notte. Jay non è ancora tornata invece. Ok lo so che è stupido, ma sto iniziando a preoccuparmi. Lei non arriverebbe mai tardi a pranzo, o comunque a qualsiasi pasto, ama mangiare, è una delle cose che preferisce. Comincio a preparare qualcosina da mettere sotto i denti, così...tanto per alleviare la tensione. Niente, non serve a niente. Sono le 15 e lei è fuori da stamattina alle dieci, non è normale stare in una merda di bosco cinque ore. *Calmati Liam, si sarà addormentata mentre ascoltava un po' di musica* cerco di tranquillizzarmi facendo un profondo sospiro *adesso prendi quel libro di chimica e ti metti a studiare dato che domani hai il test, e se vuoi passarlo con un voto decente ti conviene veramente studiare* Devo dare ragione alla mia coscienza, anche perchè così posso distrarmi un po' dalla preoccupazione che mi sta divorando in questo momento. Prendo il libro, un evidenziatore, e con una camminata blanda mi dirigo verso il divano marroncino che abbiamo in sala. Dopo un tempo indeterminato di studio folle, almeno per me, alzo gli occhi all'orologio che è appeso alla parete bianca della sala, vicino a alle tante foto di famiglia. Cazzo. Sono le 19. Rifacciamo il punto della situazione...Ho litigato con Jackie. Lei è uscita alle 10 per andare al bosco. Non è tornata per pranzo. Mi sono messo a studiare. Adesso sono le 19 e lei ancora non è a casa. È il caso di preoccuparsi? Sì lo è. Corro al piano superiore per prendere il mio cellulare, cerco tra i vestiti sparpagliati su una sedia e lo trovo nella tasca dei jeans che indossavo ieri sera.
*Ok, devo stare calmo, magari ha perso solo la cognizione del tempo* respiro * Cognizione del tempo un cazzo, se mi risponde giuro che la uccido* altro respiro *Mantieni la calma e non fare il coglione, chiamala muoviti!* Ok dopo aver avuto quest'avvincente scambio di insulti con la mia coscenza decisi di comporre il numero...

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Capitolo 2
*** II . Who are you? ***


II . Who are you?

 

*Luois*

:Vieni qui subito, ho bisogno di aiuto!- ordina, con la sua voce gracchiante, dall'altra stanza.

: Hai rotto i coglioni! Chiama qualcun altro, io esco!- dico arrabbiato sbattendo la porta di casa dietro di me, non prima di aver preso la mia adorata giacca di jeans. È una domenica pomeriggio di Novembre e come qualsiasi altro fottutissimo giorno mia madre era già ubriaca alle sei del pomeriggio. Odio questa situazione. Ogni volta torna casa sbronza, dopo aver passato la serata in uno dei locali squallidi delle città vicine, con un uomo diverso ogni sera. A volte sono contento di essere figlio unico, così che altre persone non debbano vedere in che schifo di situazione vivo, a volte mi sento fottutamente solo. Ho già percorso tutta la via di casa mia senza neanche accorgermene, devo andare più lontano possibile da questo schifo di posto. *Potresti andare al bosco* mi suggerisce il mio subconscio, da quando in qua ho un subconscio che mi fa da navigatore? Comunque decido di ascoltarlo, è da anni che non vado al bosco. Quando ero piccolo ci andavo sempre per giocare, poi mio padre ci ha lasciati per andare a Londra con quella puttana della sua segretaria e mia madre ha iniziato a entrare nel circolo vizioso dell'alcool. Non voglio stare qui a ripensare alla drammatica storia della mia vita, così appena messa una sigaretta in bocca, mi avvio per il bosco. Ci metto all'incirca 30 minuti ad arrivare e devo dire che non è stata propriamente una buona idea mettersi solo un giacchetto di jeans, è veramente freddo. Arrivato al bosco butto la sigaretta a terra e la schiaccio sotto la mia Vans nera. Mi addentro nella boscaglia. Sono le sei e mezza ma sta iniziando a fare buoi, non credo che incontrerò qualcuno...bhe meglio! Cammino per un'altra decina di minuti, così, tanto per schiarirmi le idee e non pensare a niente. Arrivo in una piccola radura, ci sono delle rocce qua e là, è carino come posto. Mi avvicino al centro e affianco ad una roccia vedo una figura. *Chi cazzo è?* penso. Possibile che quando voglio stare da solo c'è sempre qualcuno che rompe? Mi avvicino di più alla persona. È accovacciata a terra con le ginocchia portate vicino al petto e con la schiena appoggiata ad una roccia abbastanza grande. È quasi buio ma riconosco facilmente che è una ragazza: capelli legati in una treccia, lunghi e castani. Non riesco a vedere il viso perchè rivolto dall'altra parte, sta guardando fisso davanti a sé e fa una strano movimento dondolante con tutto il corpo. Mi avvicino ancora un po'. Non sembra essersi accorta della mia presenza, così faccio finta di fare un piccolo colpo di tosse, tanto per attirare l'attenzione. Niente. Strano, siamo in un bosco in completo silenzio e lei non mi ha sentito? Ci riprovo. Ancora niente. *O è cogliona o è sorda* penso fra me e me. Le vado affianco e le tocco lievemente la spalla, non dà segni di vita e rimane a fissare il vuoto davanti a lei *Che cazzo sta facendo questa...è pazza* .

: Ehi!! - cerco di chiamarla, ancora non l'ho ben vista sul volto. Mi siedo accanto a lei.

: Stai bene? - chiedo titubante. Noto una borsa posata al suo fianco. Mi sporgo un poco per guardarla in faccia. Cazzo se è bella *Louis conteniti, è pazza e magari pure sorda* mi ammonisce la mia coscienza. La osservo meglio. Ha gli occhi rossi e gonfi e sulle guance una infinità di lacrime scivolano come ad inseguirsi. Rimane con gli occhi puntati su un punto indeterminato di fronte a lei *Ok mi sto spaventando*. Il dondolio avanti e indietro del suo corpo mi ipnotizza, resto a fissarla per una decina di minuti. Questa situazione sta diventando davvero strana, mi metto davanti a lei, sembra ancora assente, come se fosse in un mondo suo. Le prendo le spalle ed inizio a scuoterla.

: Ehi! Ehi! Guardami! Stai bene? Devo chiamare qualcuno?- dico mentre la scuoto leggermente. Nessuno risposta. Ci riprovo, ma ancora niente segni di vita. Dopo un po' vengo interrotto, nel mio tentativo di risvegliare questa ragazza, da la suoneria di un cellulare. Mi giro di scatto verso la borsa, noto solo due un paio di minuti di ricerche del suo cellulare nella sua borsa, che anche lei si è girata. Prendo il cellulare, ma lei sembra che continui a non vedermi, sta guardando solo il cellulare che ho in mano. Schiaccio il tasto e rispondo.

 

*Liam*

“: P-Pronto? “ - chiede una voce sconosciuta dall'altra parte del telefono.

“: Chi cazzo sei? Dov'è Jack? Che state facendo?” - riempo di domande il mio interlocutore. Ma che cazzo! Perchè Jay non mi ha detto che era con un ragazzo, se lo trovo gli spacco la faccia.

“: Jack? “- chiede, dalla sua voce potrei dire che è stupito.

“: Chi cazzo sei?” - tuono, ok forse sto esagerando.

“: Sono Louis! Modera i termini coglione! “ - risponde questo cosiddetto Luois arrogantemente

“: Chi ti credi di essere? Dov'è mia sorella?!” - chiedo questa volta con tono esasperato *Jay che cazzo stai facendo?*

“: Tua sorella ha per caso i capelli castani lunghi, una treccia e...-Dice l'altro, ma non lo faccio finire

“: Sì sì è Jack, dov'è? Cosa le è successo? Perchè sei con lei?” - chiedo io preoccupatissimo, questa situazione è veramente strana.

“: Oh quindi lei è Jack...Comunque siamo nel bosco, l'ho travata qui seduta a fissare il vuoto mentre piangeva, seriamente, dovrei essere io quello a chiedere che cazzo sta succedendo?!” - risponde, ma non presto importanza a tutta la sua risposta, la mia mente sta ancora elaborando quello che ha detto. Jackie ha avuto un'altra crisi. Devo andare da lei. ORA. Potrebbe succedere qualsiasi cosa.

“: Spiegami esattamente dove siete” - istruisco con tono severo

“: Bhe...nel bosco, in una radura. Devi camminare un po' prima di trovarla...”- dice Louis -” fa presto!” - continua poi. Devo fare veloce, Jay è in pericolo.

“: Sarò lì tra meno di venti minuti, tu tienila buona, non dire niente, anzi digli che sta arrivando Liam e che tutto andrà bene, ok? “- chiedo quasi pregandolo

“: Certo lo farò, sbrigati!” - detto questo Lou come cazzo si chiama chiuse il telefono. Spero veramente che vada tutto bene. Salgo in macchina. Sono al bosco in meno di due minuti, non ho rispettato neanche uno stop, ma chissene fotte. Mi addentro nel bosco e quasi correndo inizio a cercare questa fantomatica radura. Devo fare in fretta.
 

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Spazio scrittrice:
Hi everybody! È kisskiss che vi parla ahahahah. No dai seriamente, sono contenta che gia 70 persone abbiano letto questa storia. Mia piacerebbe davvero tanto sapere che ne pensate di quello che è successo a Jack e della comparsa di Louis, quindi se vi va recensite, mi farebbe mooolto piacere. Ora vi lascio, ci rivediamo al prossimo capitolo. Bye everybody! xx

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Capitolo 3
*** III . Secrets ***


Sick of all the insincere
So I'm gonna give all my secrets away

-One Republic (Secrets)-

 

*Jackie*

Pioggia, l'unica cosa che riuscivo a vedere e a percepire era la pioggia. Strano no? Sembrava che stesse diluviando, ma io non ero bagnata, i miei vestiti non erano bagnati. Pioggia. Non credo che quella che stessi vedendo fosse pioggia vera, quella di cui ti avvertono l'arrivo al telegiornale, quella che bagna le strada, quella che crea le pozzanghere dove i bambini si divertono a sporcarsi. No, questa non era quella pioggia. Questa era la pioggia dell'anima. Oh dio, lo so che non ha senso! Ma la mia anima in quel momento si stava svuotando, pian piano, come fanno le nuvole. Era una pioggia straziante. Non molto fitta, oh no, scendevano grandi gocce, lentamente, troppo lentamente per essere una pioggia normale. Stava crollando il cielo, fra poco non sarebbe rimasto più niente, tranne il bianco. Si può odiare un colore? Sì, a quanto pare, io odio il bianco. È angosciante, è vuoto ma allo stesso tempo pieno. Forse lo odio così tanto perchè anch'io sono un po' “bianca”. La mia anima è vuota, quasi inesistente oserei dire, ma il mio cuore è pieno. Sì è pieno di dolore. Sono incompleta, proprio come il bianco. Ti aspetti sempre che arrivi qualcosa dopo il bianco, ma niente lui rimane lì mezzo pieno mezzo vuoto, senza capo né coda, rimane lì, nel limbo. Ecco dov'ero nel limbo. Ultimamente mi ci trovavo spesso, ma ogni volta cambiava, stavolta c'era la pioggia. Tra le pesanti gocce riuscii a scorgere una figura. Qualcosa mi scosse ad inseguirla, lei correva. Corsi anch'io. Si fermò, si voltò. No, non poteva essere lei.

: Jack tu mi hai lasciato sola!- disse chinando si lato il capo, per osservarmi meglio, con un'espressione inquietante dipinta sul volto.

: Wali...- cercai di rispondere ma lei mi fermò

: Oh no cara Jack, è tutta colpa tua non ricordi? Avevamo litigato, ti ero venuta a cercare nel bosco e poi...- disse lei alzando sempre di più la voce

: No! Non è vero! Non è colpa mia! Wali per favore...- urlai tappandomi le orecchie. Sentii una goccia colpirmi in fronte, non gli prestai molta attenzione.

: Jack mi hai lasciato sola! La tua migliore amica! In quella notte io sono venuta a cercare TE! Tu dov'eri, eh?- disse lei avvicinandosi a me e iniziando a scuotermi. Era sempre bella, ma che dico, una bellissima ragazza. L'avevo sempre invidiata un po', per quanto, anche grazie ai suoi capelli mori e occhi marroni fosse così unica.

: Io...- in quel momento una goccia, e dopo un'altra, iniziarono a colpirmi. Colpirmi sì, facevano male, erano come tanti chiodi che entravano nella palle. Era un dolore allucinante, sia fisico che psicologico. Wali aveva ragione, era tutta colpa mia. In quel momento rivolsi ancora lo sguardo davanti a me, dove prima si trovava la mia amica, ma lei era scomparsa, al suo posto una roccia. Era enorme, mi voltai per tornare indietro, mi ritrovai faccia a faccia con mio fratello. Che cosa ci faceva lì. La pioggia continuava mentre il bianco continuava ad avvolgere tutta la scena come in attesa di qualcosa.

: Jay mi hai deluso, lo sai vero?- disse lui con una faccia tra il deluso e il triste

: Li tu...perchè?- chiesi confusa

: Jay, tu hai deluso tutti, sei cambiata, non ti riconosco più!- disse lui toccandomi dolcemente la guancia

: Scusa Li, io non...- caddi sulle ginocchia, non avevo la forza di piangere, le lacrime non uscivano, ma la pioggia le sostituiva più che egregiamente. Nascosi il viso tra le mani. Lo rialzai, ma come prima Liam era scomparso e al suo posto vi era una grande pietra. Mi rialzai a fatica. Il mio cuore era distrutto. Io ero distrutta. Il bianco continuava ad avanzare. Girai a sinistra per cercare di sfuggire da quella specie di incubo. Non feci in tempo a fare due passi, che davanti a me trovai mia madre. Aveva le lacrime agli occhi, non ce la facevo a vederla così. Mi avvicinai a lei.

: Mamma, che succede?- chiesi in un filo di voce.

: Tesoro, non ce la faccio più, tu non puoi capire...-disse singhiozzando

: Ma mamma...- cercai di avvicinarmi ancora di più.

: Non mi toccare! Perchè pensi che sono sempre al lavoro, eh? Credi che mi diverta? Bhè no! Voi due mi ricordate troppo il mio Richard, non ce la faccio a stare con voi!- disse questa volta con tono arrabbiato, quasi urlando.

: Noi ti vogliamo bene mamma- cercai di calmarla con voce spezzata.

Una frazione di secondo. Ecco quanto passò prima di sentire un fastidioso bruciore sulla guancia sinistra. L'impatto dello schiaffo mi aveva fatto voltare il viso con uno sguardo sconvolto. Mia madre non mi aveva mai picchiato. Mai. Quando tornai con lo sguardo su di lei, il suo posto era stato preso da una pietra altrettanto grossa, come le precedenti. Ormai quelle strade erano bloccate, mi rimaneva solo una via d'uscita. Corsi il più veloce possibile. Ma questa volta la mia strada fu sbarrata da una figura maschile. No, non era Liam. Era mio padre. La pioggia, cessò improvvisamente.

: Papà?- chiesi sconvolta.

: Kiki, ti devi svegliare, le persone che ti vogliono bene si stanno preoccupando- disse sorridendomi. Quel sorriso, non lo avrei mai dimenticato.

: Papà, ma nessuno mi vuole bene. Per favore papà, portami via con te.- lo pregai avvicinandomi, sperando di non ricevere un altro schiaffo.

: No Kiki, non puoi venire con me! Tu devi andare lì, tante persone hanno bisogno di te.- Mi disse lui prendendomi per mano -Jack svegliati! Jackie ti devi svegliare!- disse abbracciandomi. Ma non era la sua voce, era molto più acuta. Rimasi sbigottita, sempre avvolta dalle sue braccia notai il bianco intorno a me scomparire pian piano.

: Jackie svegliati ti prego- questa volta la voce era chiaramente quella di un ragazzo, avrà avuto qualche anno in più di me. Assaporai gli ultimi secondi tra le braccia di mio padre chiudendo gli occhi. Quando li riaprii non ero più in quello strano posto bianco. Ero in una radura, di sera, era buoi. Avevo il viso inondato di lacrime.

*Oddio Liam mi ucciderà, sarà preoccupatissimo* pensai subito. Non mi accorsi di essere abbracciata ad un ragazzo, ma quando lo realizzai, mi staccai subito imbarazzata. Chi era?

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Scusatemi tanto se il capitolo, è corto, ma è solo di passaggio e spiega un po' quello che vedeva la nostra Jack durante la sua crisi. Fa un po' pena, perdonatemi, cercherò di rimediare con i prossimi. Lasciate una piccola recensione se ce la fate :D
kisskiss12345 xx

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Capitolo 4
*** AVVISO ***


chiuderò la storia, quindi per ora non pubblicherò più! Ci tenevo a dirvelo, magari riprenderò quando avrò tempo ed isperazione, grazie a tutti dell'attenzione!

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