La decisione di Orlando

di Triz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tabella dei prompt e Sommario ***
Capitolo 2: *** L'ora della vendetta {Orlando Serra} ***
Capitolo 3: *** Nero su bianco {Daniele Ghirelli} ***
Capitolo 4: *** Il salto di Orlando {Daniele Ghirelli} ***
Capitolo 5: *** Volevo fare il pediatra {Domenico Carnacina} ***
Capitolo 6: *** Una tenaglia che stringe il petto {Fabrizio Sasso} ***
Capitolo 7: *** L'ombra del generale {Guglielmo Abrami} ***
Capitolo 8: *** Il rifugio di Lucia {Lucia Brancato} ***
Capitolo 9: *** Sfiga {Selvaggia Martini} ***
Capitolo 10: *** La vicinanza di un padre {Tommaso Ghirelli} ***
Capitolo 11: *** Epilogo {Orlando Serra} ***



Capitolo 1
*** Tabella dei prompt e Sommario ***


Ciao a tutti,
la raccolta che andrete a leggere è la cosa più triste che la mia mente abbia mai prodotto, non a caso partecipa alla challenge Think Angst indetta da _Simph_.
Prego vivamente i fan di RIS Roma e di Orlando Serra in particolare di non prendersela con la sottoscritta.
Inizio subito con il dire che la storia è una what if?, in quanto ho fatto in modo che il Lupo non fosse scappato dall'ospedale e che, di conseguenza, la terza serie non fosse mai esistita.
Fatemi sapere ciò che ne pensate.
A domani,
Triz

 
Set 08 - Frasi 2
01.  Le lancette dell'orologio si sono fermate ormai e noi non possiamo più tornare indietro. (Time - Hey! Say! JUMP) 02. My shadow's the only one that walks beside me. (Boulevard of broken dreams - Greenday)  03. E' un rifugio quel malessere, troppa fretta nel tuo crescere. Non si fanno più miracoli, adesso non più. (Nei giardini che nessuno sa - Renato Zero) 04. Non ti perderò se t'incontrerò in un'altra vita. (La donna del mio amico - Pooh) 05. Io amo la te stessa che tu odi. (Love yourself - KAT-TUN)
06. Quando ero un bambino, non sapevo di essere così codardo. (Super Delicate - Hey! Say! JUMP) 07. Inutilmente ho stretto a me quei momenti per continuare a sognare. (Song for me - Ohno Satoshi) 08. Le nostre mani sono diventate più fredde da quando ce le siamo lasciate. (Loveless - Yamapi) 09. Insegnami  il significato di queste lacrime versate. (Life - Kanjani8) 10. C'è una linea sottile fra tacere e subire.  (La linea sottile - Ligabue)
COMPLETATE: 10/10

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Capitolo 2
*** L'ora della vendetta {Orlando Serra} ***


Non ti perderò se t'incontrerò in un'altra vita.
(La donna del mio amico - Pooh)

Orlando parcheggiò davanti al cancello della piccola ed elegante villetta poco distante da Roma, spense la macchina e tirò il freno a mano. Vide che le finestre erano accese nonostante fosse tardi e sorrise: «Perfetto, a noi due» mormorò scendendo dall'auto e affrettandosi verso il citofono.
«Sì?» gracchiò la voce maschile che gli rispose pochi secondi dopo.
«Salve, signor Righi, sono Giuseppe Marli, ricorda? Avevamo appuntamento per quell'intervista» mentì Orlando trattenendo il sorriso per quella performance: dopo aver imparato le tecniche per riconoscere le menzogne, era facile poi dirle ad altri.
«Prego, prego, si accomodi» disse Righi facendo aprire il cancello e, mentre Orlando percorreva il breve sentiero ghiaioso, un uomo sui quaranta apriva la porta della casa e lo attendeva.
“Finalmente” pensò Orlando dando un forte colpo di tosse e incrociò le mani dietro la schiena, là dove teneva la propria pistola d'ordinanza. Orlando aveva aspettato anni per quella vendetta, aveva indagato per capire che fine avesse fatto colui che aveva rovinato la vita della sua amata Caterina e finalmente lo aveva incontrato. Non l'avrebbe più perso.
«Non ho capito per quale giornale lavora» chiese Alberto Righi quando chiuse la porta dietro Orlando. Voltandosi, però, trovò una pistola puntata alla testa.
«Ti ricordi di me?» ringhiò Orlando.
Righi corrucciò il viso per lo sforzo, poi un'illuminazione lo colse: «Tu sei...».
«Il marito di Caterina, esatto» disse Orlando avanzando verso l'altro uomo: «Sai, la stessa Caterina che tu hai violentato dieci anni fa».
«Violentato?» chiese Righi scoppiando in una fragorosa risata: «Te lo ha detto lei? È stata la tua adorata mogliettina a sedurmi, per la cronaca!».
«Ah, davvero?» commentò Orlando sarcastico e osservando che Righi tremava di paura.
«È così che è andata, poi quella là per spillarmi i soldi ha inventato la storia dello stupro».
«Mi pare che le prove dicessero il contrario».
«Tsk, le prove!» borbottò Righi in un altro accesso di risata.
Più Righi rideva e più la rabbia in Orlando aumentava: «Potevi pensarci prima di sposare quella put...».
Un colpo di pistola riecheggiò in quella via solitaria, seguito da altri due spari freddi.


Note dell'Autrice
Come promesso sono tornata con il primo capitolo.
La storia si apre così, purtroppo. Cosa accadrà ora a Orlando? Come reagiranno i RIS appena lo scopriranno?
Non vi resta che continuare a leggere la storia.
Ci vediamo mercoledì prossimo,
Triz

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Capitolo 3
*** Nero su bianco {Daniele Ghirelli} ***


C'è una linea sottile fra tacere e subire.
(La linea sottile - Ligabue)

Ultimamente l'umore di Orlando era peggiorato.
Che non avesse il più bel carattere del mondo persino Ghiro se ne era accorto, ma in quei giorni Orlando sembrava più abbattuto del solito.
Forse era lo stress subito per via dell'omicidio di Alberto Righi, uno dei volti più noti dell'economia romana, forse perché sembrava che stesse male da giorni oppure per il fatto che avesse litigato con l'ex moglie al telefono facendosi sentire da tutto il laboratorio.
Con Orlando, però, avrebbe parlato più tardi.
Veloce come un fulmine, Daniele digitò il nome di Righi nel database sperando che la ricerca desse buoni frutti. Come aveva detto Orlando durante l'ultima riunione, l'assassino aveva lasciato numerose tracce perché il suo solo scopo era la vendetta nei confronti della vittima.
Un risultato saltò agli occhi dell'informatico: una denuncia per violenza sessuale dalla sua segretaria di allora, una certa Caterina Rosi. Daniele digitò il nome della donna sul motore di ricerca e cliccò sul primo documento apparso sulla schermata: cognome, nome, data di nascita, status, matrimonio...
Ghiro si tappò la bocca con le mani di fronte alla riga nera che freddamente recitava "Coniugata con: Serra Orlando".
"Cazzo" pensò Daniele: da ragazzo aveva letto che la linea tra l'odio e la vendetta era sottile e Orlando, quella linea, l'aveva superata. Si prefigurò i casini che l'amico avrebbe passato se la storia fosse venuta fuori.
"Cazzo" pensò nuovamente: Lucia avrebbe dovuto assolutamente saperlo, così come Abrami e... No, magari era una coincidenza. Forse, però, avrebbe taciuto per un po' in modo da parlarne direttamente con Orlando, ma...
«Ghiro» lo chiamò Bartolomeo bussando alla porta e facendo sobbalzare Daniele: come da ordinanza, Bart era serio in viso e tra le mani stringeva un foglio.
«Hai trovato di chi sono le impronte che abbiamo trovato sulla maniglia della porta?».
«Purtroppo sì» rispose Bart mostrando il foglio a Ghiro.
Il nome di Orlando Serra si leggeva nero su bianco sul documento.


Note dell'Autrice
Buongiorno,
come promesso, ecco un nuovo capitolo della mini-long. Ripeto che, in questa storia, la terza serie di RIS Roma non è mai esistita e che partecipa alla challenge Think Angst, il che vi fa capire per quale motivo non siano tutte rose e fiori.
E non finisce qui: cosa succederà ora che Daniele e Bart hanno scoperto Orlando?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo, che sarà pubblicato domenica 23 febbraio. D'ora in poi, per accelerare i tempi di pubblicazione, posterò due volte a settimana, il mercoledì e la domenica.
Spero che comunque la storia sia di vostro gradimento.
Un bacio,
Triz

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Capitolo 4
*** Il salto di Orlando {Daniele Ghirelli} ***


Le lancette dell'orologio si sono fermate ormai e noi non possiamo più tornare indietro.
(Time - Hey! Say! JUMP)
 
«Ghiro, io sto per morire».
Presso quel vecchio palazzo, Orlando sembrava tranquillo mentre parlava con Daniele. Il primo era in piedi sul ciglio del tetto e ogni tanto dava un'occhiata in basso, là dove tre auto nere dell'Arma erano parcheggiate sotto il cielo senza nuvole.
«Se ti butti, morirai sicuramente» disse Ghiro alle sue spalle. Orlando rise e poi ebbe un accesso di tosse.
«Tu hai paura, Ghiro, si sente che ne hai» mormorò: «Comunque non parlavo del tetto».
Daniele avanzò di un passo e, dietro di lui, apparvero Lucia, Sasso e il generale Abrami: «Se avessi aspettato ancora, non sarei riuscito più a vendicarmi, mi capisci, Ghiro?».
Daniele rimase in silenzio e Orlando proseguì: «Non posso più tornare indietro, mi dispiace».
«Tenente Serra, scenda immediatamente da lì» ordinò Abrami facendo cenno a Sasso di avvicinarsi a Orlando.
Il tenente prese un respiro profondo per calmare l'angoscia e fece un passo in avanti.
L'ultimo.
«ORLANDO!» urlò Ghiro correndo verso il ciglio del tetto e allungando le braccia per afferrarlo, ma era troppo tardi.

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Capitolo 5
*** Volevo fare il pediatra {Domenico Carnacina} ***


Quando ero un bambino, non sapevo di essere così codardo.
(Super Delicate - Hey! Say! JUMP)

Mimmo si chiese come mai non avesse fatto il pediatra, rispondendosi che la colpa era di quel suo docente mezzo matto di quando era studente che vedeva in lui un talento nella medicina legale.
E lui, Mimmo, gli aveva dato retta come un idiota.
C'erano state volte in cui avrebbe voluto gettare la medicina legale alle ortiche e cambiare vita, e una di quelle volte fu proprio quel mattino, quando concluse l'autopsia su Orlando Serra.
Ancora non riusciva a credere che non ci fosse più.
Non riusciva a pensare con lucidità che se Orlando non si fosse buttato dal tetto della caserma, sarebbe morto comunque a causa di quella malattia ai polmoni.
Odiava la medicina legale perché faceva scoprire cose terribili che uno aveva buona ragione di tenere per sé.
Accolse Caterina Rosi per farle riconoscere il corpo del suo ex marito, mentre dietro di loro Sasso e Ghiro li accompagnavano da Orlando silenziosi.
Diede un'occhiata a quella donna segnata dal dolore e Mimmo si convinse che no, non sarebbe riuscito a dirle della malattia di Serra.
E si odiò per la propria codardia.

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Capitolo 6
*** Una tenaglia che stringe il petto {Fabrizio Sasso} ***


Le nostre mani sono diventate più fredde da quando ce le siamo lasciate.
(Loveless - Yamapi)

Per Fabrizio Sasso vedere Caterina scoppiare in lacrime sul corpo di Orlando fu come una tenaglia che stringeva il petto. Neanche Ghiro ce la fece ad assistere, perciò uscì dicendo di avere bisogno di aria.
«Mi dispiace per quello che è successo, signora Rosi» mormorò Sasso: gli sembrava incredibile come una frase di rito uscisse così sincera.
«Non credevo che dopo dieci anni Orlando...».
Caterina lasciò la frase a metà scoppiando in singhiozzi e coprendosi il viso con le mani e Sasso decise di accompagnarla fuori dall'obitorio, mentre Carnacina ristese il lenzuolo azzurro su Orlando.

Fuori dall'obitorio, Fabrizio e Caterina parlarono a lungo: parlarono di Orlando, naturalmente, e Caterina parlò del suo rancore per Righi, dei conflitti che portarono alla fine del loro matrimonio e di un tentativo di riavvicinamento avvenuto poco prima dell'arresto della banda del Lupo, tentativo colato a picco dopo quel violento litigio al telefono.
«Se dieci anni fa non fosse accaduto nulla, ora io e Orlando saremmo di nuovo felici» mormorò Caterina asciugandosi gli occhi: «Mi parlava spesso del suo lavoro, sembrava quasi rinato e felice. Aveva conosciuto voi e si era affezionato a Ghiro... mi scusi, il capitano Ghirelli e...».
Il discorso cadde lasciando il posto a un pesante silenzio.
Fabrizio cercò mentalmente qualche parola per rincuorare Caterina, ma fu un tentativo vano: «Io devo andare, devo tornare a casa, organizzare i funerali di Orlando e... La ringrazio, tenente Sasso» aggiunse piano Caterina prendendo le mani di Fabrizio, che si rese conto di quanto esse siano calde. La signora Rosi lasciò le mani di Fabrizio e lo saluta prima di voltarsi e andare via.
Le mani di Fabrizio tornarono fredde.

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Capitolo 7
*** L'ombra del generale {Guglielmo Abrami} ***


My shadow's the only one that walks beside me.
(Boulevard of broken dreams - Greenday)

Guglielmo Abrami uscì dal laboratorio che era il tramonto pensando al morale nel RIS che era caduto giù insieme a Orlando.
Prima Flavia, ora Orlando.
Abrami non fece in tempo ad avvicinarsi all'auto che intravide un uomo che sembrava aspettare proprio lui: «Cosa vuole, Terracciano?» chiese in modo brusco.
«Ho sentito che uno dei vostri carabinieri si è suicidato» disse il blogger: «I lettori del mio blog vorranno dunque sapere di più su Orlando Serra».
«Era un bravo carabiniere, avrebbe potuto fare carriera ed era molto apprezzato per il suo ruolo nel RIS» disse seccamente Abrami.
«E il suo coinvolgimento nel caso Righi?».
«Cosa intende?»
«So che era presente alla morte di Serra perché era sospettato dell'omicidio di Alberto Righi» rispose calmo Terracciano.
"Ne sa una più del diavolo" pensò Abrami gelidamente: «Le indagini su Righi sono ancora in corso» replicò allora.
«Sì, immagino che approfondirete al riguardo» disse Terracciano malizioso.
La vicinanza a quell'individuo causò in Guglielmo Abrami una nausea profonda. Si voltò e, senza salutare Terracciano, si allontanò in solitudine dalla caserma mentre il tramonto gli allungava l'ombra alle sue spalle.



Note dell'Autrice
Ciao,
siamo quasi a metà di questa mini long. Ricordo che, in questa storia, la terza serie non è mai esistita e, quindi, Terracciano è ancora vivo.
Vi annuncio inoltre che il prossimo capitolo sarà postato sabato, poi, a causa dell'università, potrò pubblicare solo di domenica.
Ci vedremo sabato.
Triz

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Capitolo 8
*** Il rifugio di Lucia {Lucia Brancato} ***


E' un rifugio quel malessere, troppa fretta nel tuo crescere.
Non si fanno più miracoli, adesso non più.

(Nei giardini che nessuno sa - Renato Zero)

Guido Brancato era accorso appena la sorella Lucia era stata in grado di chiamarlo. Lei era talmente scossa per ciò che era successo che Guido si era poi ritrovato ad accompagnarla a casa.
«Eccoci, Lucia» disse Guido parcheggiando davanti alla casa della sorella: erano state le sole due parole che aveva pronunciato da quando era partito dal laboratorio.
Lucia sospirò e abbracciò forte il fratello prima di scendere dall'auto. Salì le scale e con le mani tremanti aprì la porta di casa.
Varcò la soglia con un passo e immediatamente due braccia la avvolsero, mentre due labbra la baciavano sulla fronte: «Lucia, ho saputo quello che è successo... Mio Dio!» le disse lui stringendola a sé.
E Lucia non vorrebbe più abbandonare quel rifugio di conforti.

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Capitolo 9
*** Sfiga {Selvaggia Martini} ***


Io amo la te stessa che tu odi.
(Love yourself - KAT-TUN)

«Io porto sfiga alla gente, ecco cosa c'è!».
Selvaggia accarezzò i ricci mori del suo Ghiro senza dire una parola. Erano passati pochi giorni dai funerali di Orlando, eppure la sua presenza continuava ad aleggiare nella loro casa come un fantasma.
Daniele non si era dato pace dalla morte di Orlando: litigava con Selvaggia, si incazzava con il computer che si inceppava e durante la notte non riusciva a dormire e si alzava per lavorare ai suoi programmi.
Perché solo il suo computer riusciva a distrarlo, anche se per poco.
«Tutte le persone che si sono avvicinate a me sono finite male. Ragno è morto, Veronica ha perso il bambino, Flavia è morta, Stinco è in galera e Orlando si è suicidato. Porto sfiga e basta, che cazzo!».
Selvaggia alzò gli occhi al cielo e smise di accarezzargli la testa. Ghiro si alzò dal divano e passeggiò per la stanza continuando a sfogarsi e a ricordare tutte le persone a lui care che aveva perso.
«Credo che dovresti lasciarmi, Selvaggia».
La ragazza si alzò e si avvicinò a Daniele mettendosi le mani sui fianchi: «Senti, Ghiro, tu non porti sfiga alla gente, ok? Non sei stato tu a volere che si allontanassero, tu non hai fatto niente che li costringesse ad andarsene e non sei stato tu a spingere il tuo amico Orlando dal tetto» gli sbottò in faccia.
Ghiro si portò una mano alla fronte e la riportò giù con un sospiro: «E poi io non ti lascerò mai, anche se tu portassi sfiga» concluse Selvaggia baciandogli le labbra.



Note dell'Autrice
Ciao,
ricordate quando avevo detto che avrei aggiornato solo la domenica? Bene, dimenticatelo!
Scherzi a parte, visto che avevo già finito di scrivere la raccolta/mini long, tanto vale continuare a pubblicarla due volte a settimana.
Ricordo che in questa storia la terza serie non è mai esistita, per cui Stinco non è mai morto, ma solo in galera. Per chi non lo ricorda, Ragno era l'amico di Ghiro ucciso in una delle puntate della quarta stagione di RIS. 
Alla prossima,
Triz

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Capitolo 10
*** La vicinanza di un padre {Tommaso Ghirelli} ***


Insegnami  il significato di queste lacrime versate.
(Life - Kanjani8)

Non vedeva suo figlio Daniele da diverso tempo.
Aveva sentito dei suoi successi come carabiniere, dal mostro delle diciottenni alla banda del Lupo, e non poteva esserci al mondo padre più fiero di lui.
Poi al telegiornale aveva visto la notizia di quel carabiniere che si era suicidato alla sede romana dei RIS e aveva immediatamente pensato a Daniele. Qualche giorno più tardi, aveva ricevuto la telefonata di una ragazza di nome Selvaggia che diceva di essere la fidanzata di Daniele: «Ghiro ha bisogno di te» gli aveva detto e lui era venuto a Roma immediatamente.
Suonò il campanello e un ragazzo dai capelli ricci e mori gli aprì la porta: «Che ci fai qui?» gli chiese freddamente.
«Ciao Daniele» lo salutò Tommaso amichevole.
«Non è proprio giornata».
«Lo so».
«E se lo sai, allora perché sei venuto?».
«Perché sono tuo padre, Daniele».
«Mmh» emise lui facendo entrare il padre in casa: «La tua fidanzata è preoccupata per te» disse Tommaso.
«Ah».
«E ha ragione di farlo, Daniele» continuò Tommaso: «Quello che è successo al laboratorio...».
«Papà, non voglio parlare di Orlando».
«Non volevo parlare di Orlando, ma di te. Se continuerai a distruggerti per qualcosa in cui non hai colpa, finirai per perdere realmente tutte le persone vicine».
Daniele rifletté un momento sulle parole di suo padre, pensò a Selvaggia che li osservava da un angolo senza dire nulla e pensò agli amici.
Sia a quelli che aveva perso, sia a quelli che gli sono rimasti.
E Ghiro piange silenzioso mentre il padre gli posa le mani sulle spalle.

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Capitolo 11
*** Epilogo {Orlando Serra} ***


Inutilmente ho stretto a me quei momenti per continuare a sognare.
(Song for me - Ohno Satoshi)

Ho ripensato spesso a ciò che ho fatto l'anno scorso.
Non posso più avere rimorsi o sensi di colpa, ora che sono anche io dall'altra parte.
Ho solo il rimpianto di aver ferito e deluso le due persone che ho amato di più.
Cara Caterina, caro Ghiro, mi dispiace.
Ero così accecato dal mio desiderio di vendetta nei confronti di Alberto Righi che non mi rendevo conto di averti persa, Caterina. E tutto quel dolore che ti ho dato non lo meritavi, non dopo quello che è successo.
E nemmeno tu, Ghiro, meritavi ciò che hai passato per causa mia: sapevo che non eri stupido e sapevo che prima o poi avresti capito che avevo fatto di tutto pur di farvi arrivare a me, perciò non volevo costringerti ad arrestarmi.
E se voi, Caterina e Ghiro, vi state chiedendo se avessi organizzato tutto da tempo, la mia risposta è sì.
Mi rendo conto di essere stato un egoista e di aver dimenticato che, oltre agli abissi, l'uomo può legare all'anima anche i momenti di felicità che vive con le persone che ama, ma l'ho fatto troppo tardi.
Di nuovo, mi dispiace.
Ormai quei momenti felici con voi sono solo brevi periodi sfumati in cui i vostri volti sono l'unica cosa nitida.
Ma io, da qui, vedo i vostri momenti felici.
Quelli che tu, Daniele, vivi con tua moglie Selvaggia con cui presto avrai un piccolo Ghiro.
E quelli che tu, mia cara Caterina, stai vivendo con Fabrizio Sasso, finalmente serena e innamorata di lui come, io spero, tu lo sia stata di me.
Vi raccomando, vi prego di non compiere il mio errore e di tenervi strette queste persone a voi così care.
Ricordatemi nei vostri pensieri, se vorrete.
Il vostro amico,
Orlando



Note dell'Autrice
Ciao a tutti,
con questo capitolo dichiaro chiusa anche questa mini long/raccolta.
Ringrazio coloro che hanno letto e basta, in particolare Farfallina_Nera99 per aver inserito la storia tra le seguite.
Un bacio,
Triz

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