Point of no return

di Marty_Winchester
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Demone ***
Capitolo 3: *** Voglio aiutare ***
Capitolo 4: *** Allenza e amicizia non sempre collimano ***
Capitolo 5: *** Con me o contro di me ***
Capitolo 6: *** I sentimenti accecano, l'odio distrugge ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Noi angeli siamo freddi, delle pedine nelle mani del paradiso. Non proviamo emozioni, dobbiamo ubbidire e se non lo facciamo veniamo uccisi. Non sono mai stata all’inferno, ma questa vita è molto simile. Per anni, troppi anni, ho visto i miei fratelli litigare e contendersi il potere; se noi angeli siamo come statue di marmo, gli arcangeli sono peggio.
Tutti tranne lui.
All’inizio ero troppo “timida”- per usare una caratteristica umana – e non riuscivo ad avvicinarmi, lo guardavo da lontano.
Lui non è come gli altri arcangeli: non si affanna per emergere, non schiaccia i propri fratelli e non si fida ciecamente degli ordini. Sorrido, solo guardarlo mi fa sentire bene. All’improvviso si volta verso di me, sono così sovrappensiero che non faccio in tempo a distogliere lo sguardo. Mi rivolge un’espressione dolce e serena. Si avvicina, a ogni passo mi sento sempre più agitata, in ansia come non mai.

«Ho visto la luce che brilla nei tuoi occhi: scappiamo, insieme»

«Ti seguirei ovunque, ma dove possiamo nasconderci?»

Non risco a credere alle parole che sono uscite dalla mia bocca.
«Sulla Terra… io sarò un Trickster, una divinità pagana. Vedrai, ci divertiremo»

«Cos’è il divertimento?»
Sorride e posa le sue labbra sulle mie, questo strano gesto libera una scarica elettrica che attraversa il mio corpo.

«Scopriremo tutte le sensazioni umane, solo quelle belle ovviamente, come questa»
Mi stringe forte a sé, facendomi provare delle emozioni stravolgenti.

«Seguimi, Sweety»

«Io non mi chiamo così»

«Adesso si»
Scendiamo sulla terra, pronti a condividere il libero arbitrio con gli umani.



**angolo dell'autrice**
eccomi qui con questo breve prologo, spero di riuscire a continuare presto ^^
lasciate una recensione, vi ruba pochi secondi ^^

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Capitolo 2
*** Demone ***


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Ogni creazione di mio padre è meravigliosa, la natura è in un pieno equilibrio, quasi troppo: ci voleva qualcosa che spezzasse tutta questa perfezione, ci voleva l’uomo.
Gli essere umani vivono in mezzo alla sporcizia, non curano l’igiene, litigano, portano rancore, fingono di volersi bene ma poi si pugnalano alle spalle. Sembra inverosimile che possano anche provare un amore smisurato, quasi cieco. Papà ha perfettamente ragione: sono perfetti nelle loro contraddizioni.


«Allora, cosa vuoi fare oggi?»
Sussurra Gabriele al mio orecchio, ma non è davvero di mia proprietà questo corpo.

«Non saprei…»
Mi metto seduta e prendo le ginocchia tra le braccia, questo corpo è così… limitato.

«Che cosa succede?!»
Mormora l’arcangelo, tirandosi su e stringendo le sue mani nelle mie.

«Niente, ma è proprio necessario dover possedere gli umani? Mi sento così… in colpa»
Qualcosa di bagnato riga la mia guancia; la mano di Gabriele, anzi del suo tramite, corre ad asciugarla.  

«Oh Sweety non fare così e poi abbiamo chiesto il permesso»
Risponde con tono da bambino birichino, stringendomi forte al suo petto. Lo allontano, delicatamente, rimanendo a specchiarmi nei suoi occhi.

«Si, ma…»

«Niente ma»
Taglia corto lui, chiudendomi la bocca con un bacio. All’inizio erano leggeri e sfuggenti, ma con l’aumentare del nostro amore sono diventati sempre più appassionati. Rifarei senza esitare le stesse scelte, adesso capisco perché gli uomini arrivano a farsi la guerra per amore: questo sentimento è la cosa più bella e vera che esista, l’invenzione più straordinaria di mio padre.

«Vorrei… andare nel futuro, mi sono stufata di queste condizioni igieniche»
Esordisco dopo circa dieci minuti, sistemandomi i lunghi capelli biondi: potrei anche abituarmi a questo contenitore.

«Possiamo andare ovunque tu voglia»
Mi accarezza una guancia e si alza, ma lo afferro per un braccio e lo faccio sdraiare ancora.

«Non adesso, che fretta abbiamo»
Sorrido e mi metto sopra di lui, senza preoccuparmi di poterlo schiacciare (il mio involucro è talmente esile). Lui mi incornicia il volto con le mani, così calde e morbide, e poi le fa scorrere sul mio corpo. Non credevo esistessero simili emozioni, non pensavo che un angelo potesse provarle.
Siamo così presi dal turbinio di passione che ci avvolge da accorgerci tardi della presenza di un estraneo. Ci alziamo in piedi, di scatto, involontariamente faccio scivolare la mano su quella di Gabriele.

«Lucifero, cosa ci fai qui fratello?»
Gabb si rivolge con molta leggerezza a nostro fratello, io non ci riuscire mai: Lucifero è l’angelo più vicino a nostro padre, il più luminoso di tutta la schiera celeste.

«Non sono qui per uccidervi, sto reclutando angeli ribelli: facciamo capire a nostro padre che i suoi cari umani sono solo degli aborti»
Noi siamo stati codardi, ma quello che vuole fare Lucifero è peggio. Michele lo sbatterà… no, impossibile, l’inferno non esiste. Oppure si? Anche se fosse, il nostro comandante non potrebbe mai condannare Lucy a un simile destino.

«No grazie, fratello. Noi stiamo bene come stiamo»
Posso solo fissare Lucifero in tutta la sua Grazia, quello che vuole fare è folle! Noi angeli siamo violenti e senza scrupoli, ma fedeli sempre al paradiso.

«Ariel, è davvero questo quello che vuoi? Una vita passata a ingannare la gente fingendosi divinità pagane, a spostarsi da un anno all’altro solo per trovare il letto giusto su cui scopare?»
Si rivolge a me come un nonno si rivolge al nipote, ma le sue parole sono taglienti come una lama.

«Sempre meglio che andare incontro a un destino inevitabile e terribile: essere cacciati da Michele a suon di spada e ridotto a chissà quale miseria»
Le parole escono dalla mia bocca con impeto, troppo velocemente per potermele rimangiare. Lucifero estrae la sua spada, l’unica arma in grado di uccidere un angelo: mai avrei pensato che sarei finita in una situazione simile. Faccio qualche passo indietro, andando a sbattere contro il letto. Gabriele si avvicina al fratello, mettendosi tra me e la morte.

«Lucifero: se tutti gli altri fratelli ti volteranno le spalle, io non lo farò»

«Gabb, ma…»
Il mio arcangelo si volta, rivolgendomi un’espressione eloquente, sufficiente a farmi stare zitta.

«è un patto?»

«Si Lucy, è un patto»
Conferma Gabriele con una voce che non ho mai sentito uscire dalle sue dolci labbra. Il Portatore di luce* annuisce, mi rivolge un sorriso compiaciuto e sparisce.

«Mi dispiace Gabb, io…»
Alza una mano e si volta, non l’ho mai visto così distante. Adesso capisco le persone che si tolgono la vita dopo una delusione amorosa, tutte le cose create da mio padre sono un’arma a doppio taglio. L’amore può esistere solo in presenza di tanta sofferenza, così come la luce può brillare solo nel buio. Inizio a… piangere, no di più, mi dispero.

«Gabriele non odiarmi ti prego, non posso… io non posso…»
Lui si gira verso di me, un’espressione affranta in viso.

«Sweety non fare così, non sono arrabbiato per il patto - cui non dovrò mai tener fede - ma perché ti stavi per far ammazzare!»
Mi asciugo le lacrime e distolgo lo sguardo dal suo viso:  mi sento troppo in colpa per guardarlo in faccia.

«Perché dici che non dovrai mai adempire al patto?»
L’arcangelo scoppia in una risata, ma quando porto il mio sguardo su di lui, torna serio.

«Semplicemente perché Michele lo ucciderà, o peggio»
Annuisco e sparisco: ho bisogno di stare un po’ da sola.


 
Cammino in una malconcia città, perdendomi ad ammirare tutte le invenzioni dell’uomo. Imperfette, come chi le ha costruite, ma perfettamente capaci. Entro in un locale pieno di esseri umani, sporchi e puzzolenti; mi guardano come se avessero capito la mia natura angelica, ma saranno solo stupiti di vedere una donna in un bar invece che a casa.

«Che ci fai qui, splendore?»
Borbotta un uomo, seduto in maniera scomposta vicino al bancone.

«Vorrei bere qualcosa che producete voi, ho sentito che è capace di far dimenticare brutte esperienze»
Tutti i presenti scoppiano a ridere, non capisco per cosa; cerco di uscire, ma un uomo mi si para davanti. Mi mette una mano nei capelli, posso sentire la puzza nauseante del suo alito.

«Sei molto carina, vieni con me»

«Arturo sei ubriaco. Lascia in pace la fanciulla»
Interloquisce l’uomo dietro al bancone, con il solo risultato di far arrabbiare Arturo.

«Tacci e pensa al tuo sudicio bar»
Risponde malamente l’uomo, tentando di baciarmi. Una strana emozione si fa largo dentro di me: tocco l’essere umano sulla fronte, apparentemente dorme beato, ma sta vivendo un incubo terribile che finirà solo quando avrà imparato la lezione. Fisso per un po’ l’uomo a terra, cercando di capire le ragioni del mio gesto. D’improvviso sento qualcuno battere le mani, alzo lo sguardo e rimango a fissare quella strana creatura dagli occhi bianchi, apparentemente umana, ma non lo è.

«Molte bene, davvero brava. Gli esseri umani sono tutti difettosi, ma quelli di sesso maschile sono peggio. Così impara»
Si alza e viene verso di me, non ho mai visto niente di simile. Che mio padre abbia creato una nuova specie?

«Che cosa sei tu?»

«Il mio nome è Lilith. Esisto grazie a Lucifero, prima ero una putrida umana, ma adesso sono un sublime… demone. Una versione migliorata di questa specie tanto… repellente»
Si ferma con un finto conato, indicando una pozza di sangue. Inorridisco di fronte a quella scena: tutte le persone nel bar sono morte, il loro corpo è martoriato in modo orribile.

«Chissà cosa dirà il tuo paparino quando saprà che l’angelo a lui più vicino ha migliorato la creazione a lui più cara»
Non posso credere alle sue parole, Lucifero è andato così oltre?

«Non ti preoccupare, Dio rimetterà tutto a posto, la tua anima tornerà a brillare»
Il demone alza le spalle e sparisce, lasciandomi sconvolta e incredula. Mio fratello Lucifero ha trasformato un umano in un “demone”? La corruzione che ho sentito provenire da quella creatura è possibile solo con la tortura, ma gli angeli non si permetterebbero mai di violentare un’anima - pura e potente come quella umana - ma Lucifero l’ha fatto.
Faccio tornare tutti in vita e raggiungo Gabriele, sarà sconcertato quanto me.




* il nome Lucifero significa "portatore di luce"

*angolo dell'autrice*
eccomi tornata ^^
tutto bene? ;) lasciate una recensione e mando un bacio speciale alle mie sorelline ^^

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Capitolo 3
*** Voglio aiutare ***


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« Mi dispiace Gabb, tra noi è finita»
Queste sono le parole più difficili che abbia mai dovuto pronunciare, ma erano ferme nella mia gola da troppo tempo. L’Arcangelo fa apparire un lecca-lecca alla ciliegia e me lo porge, non sopporto il suo non prendere mai nulla sul serio.

«Non sto scherzando, Gabriele»
È la prima volta che lo chiamo con il suo nome intero, finalmente sta capendo la mia serietà: il suo classico sorrisetto diventa una smorfia.

« Di che parli?»
La sua voce profonda e turbata mi fa stringere il cuore, anche se noi angeli non ne abbiamo uno.

«Quello che c’era, non c’è più…»
Gli occhi del mio tramite si riempiono di lacrime, amare e salate. Lo amo, ma per troppo anni ho sopportato i suoi dispetti all’umanità, adesso mi sono stufata: voglio aiutare le persone, gli uomini e le donne si meritano di avere un “angelo custode” e non di essere prese in giro da un arcangelo infantile. Mi specchio nei suoi occhi pieni di dolore, prima di teletrasportarmi lontano.
 
                                     ***
Gli esseri umani sono imperfetti, ma è proprio questo che li rende speciali: la perfezione non esiste, e anche se mio padre l’avesse creata, sarebbe solo il limite al miglioramento.
I miei fratelli sono degli stronzi imprudenti, un amico fidato in paradiso mi ha confidato che vogliono aprire la gabbia di Lucifero e iniziare l’apocalisse. Devo impedirlo! Lucifero non può uscire dalla sua prigione, troppe persone morirebbero nello scontro. Il primo sigillo è stato spezzato, Castiel ha dovuto aspettare che l’uomo giusto spargesse sangue all’inferno prima di poterlo salvare dalla perdizione. Dean e suo fratello Sam si meritano un aiuto, il mio aiuto. Non conosceranno la mia natura angelica, non si fiderebbero mai veramente di me.

 
                                    ***
I fratelli sono venuti in questo posto sperduto per cacciare. Il motel si chiama “the guardian angel”, l’umorismo di mio padre è qualcosa di cui non si parla molto. La loro stanza è la 12, sarà meglio che prenda anche io una camera per passare innosservata.
Percorro il corridoio sudicio e incontro un ragazzo alto, muscoloso e con un paio di occhi splendidi: Sam. Gli rivolgo un leggero sorriso e lui ricambia; sospiro appena mi allontano dal ragazzo, mi fa stringere il cuore pensare che sarà lui il tramite di Lucifero, beve sangue di demone e si è innamorato di Ruby. Arrivo davanti alla mia camera, la numero 14, e inizio a lottare con la serratura. Potrei teletrasportarmi dentro, ma da questo momento in poi devo comportarmi da umana, con annessi e connessi.

«Ti serve una mano?»
Ecco l’uomo giusto, nonostate la sua “visitina” all’inferno non ha un’anima corrotta. Mi giro e incontro gli occhi smeraldo, la bocca seducente, il naso perfetto e i capelli luminosi di Dean. Gli sorrido, sento le guancie del mio tramite infuocarsi e la gola seccarsi.

«S-si grazie»
Mi allontano dalla porta e dopo qualche spintone la serratura cede, la stanza si rivela quasi più sudicia del corridoio.

«Ecco»
Mi porge le chiavi, rivolgendomi un sorriso che parte da un orecchio e arriva all’altro.

«Grazie mille…?»
So perfettamente il suo nome, ma sarebbe un problema se mi scappasse in futuro senza che me lo avesse mai detto.

«Dean, mi chiamo Dean. E tu splendore?»

«Io sono… Angelica»
Non posso dirgli il mio vero nome, è troppo particolare e potrebbe associarlo alla mia natura angelica; nemmeno Sweety va bene: mi ricorda Gabb e il suo pensiero mi fa stringere il cuore. Ci salutiamo educatamente, mi da le spalle e si allontana. Mi lascio sfuggire uno sbuffo, passo una mano nei capelli del mio tramite e mi richiudo la porta alle spalle.

                                   ***
Mi rendo invisibile e seguo le indagini nei ragazzi; arrossisco violentemente quando Sam esce dal bagno con solo un’asciugamano intorno alla vita e ancora umido *. Mi concentro sul maggiore, ma presto anche lui si alza e va a chiudersi in bagno per sciacquare via il sudore e la frustrazione. Mi siedo sul letto e fisso il muro sbiadito, mi sento terribilmente in colpa per una simile violazione della loro privacy, ma devo tenerli d’occhio.
Quando Sam è intento a vestirsi e Dean è sotto il getto d’acqua calda, mi alzo e gli metto degli indizi sotto il naso: non riescono a trovare il nido di dieci vampiri, sono in un vicolo cieco. Sono dei cacciatori eccellenti, presto o tardi arriveranno alla soluzione, ma hanno questioni più urgenti cui pensare. Mi blocco di scatto quando sento gli occhi di Sam sulla mia schiena, ma lui non ha idea della mia presenza e quindi si siede sul tavolo –a pochi centimetri da me- con disinvoltura. I suoi occhi si illuminano, finalmente ha collegato gli indizi che ho messo in evidenza e incita suo fratello a fare presto. Sorrido, soddisfatta, e mi trasferisco nei pressi della casa dei vampiri. Mi lascio investire dall’aria fresca del pomeriggio, mi siedo su una panchina e mi rendo visibile. Sento una strana sensazione alle gambe, mi sporgo e trovo un gattino tutto bianco che importuna i miei piedi. Sorrido e prendo in braccio questa meravigliosa creatura, si lascia accarezzare e mi fa addirittura le fusa. Avverto una presenza angelica e alzo subito lo sguardo; mi specchio in un paio di occhi colore della pece, prima ancora che rompa il silenzio con le sue parole lo inchiodo con gli occhi chiari del mio tramite.

«è pericoloso per te stare così vicina ai Winchester, potresti attirare sulla tua testa attenzioni indesiderate»
Continuo ad accarezzare il micio, rivolgo a mio fratello un’espressione difficile da decifrare e con voce sottile rispondo.

«è pericoloso per tutti se l’apocalisse avvenisse»
Uriel si siede accanto a me, il micio non sembra gradire la sua presenza: soffia, cerca di allontanarsi e mi graffia. Mi alzo in piedi e lo adagio per terra, in breve tempo è sparito ed io mi sento leggermente triste.

«Non ti ricordi com’era quando c’era lui? È stato punito per averci difesi, si era rifiutato di inchinarsi di fronte a simili larve: l’umanità»
Mi volto di scatto verso mio fratello, mi sento come se avesse offeso me stessa.

«Come puoi dire cose del genere?! Siamo noi angeli le larve!»
Gli occhi del mio tramite iniziano a bruciare e il mio istinto da combattente inizia a farsi sentire. Uriel si avvicina a me, spada d’angelo in mano e odio negli occhi. Con velocità fulminea afferro il suo polso e lo faccio pugnalare da solo, il suo corpo si riempie di luce e quando cade a terra, un paio di ali nere lo circondano. Ho ucciso mio fratello, ho ucciso Uriel. Sono in un mare di guai, anzi gli umani direbbero “sommersa sotto un mare di feci”.

                           ***
Piango in silenzio, in un angolo, mentre Sam e Dean lottano contro i vampiri. Sono proprio una rammollita, ma preferisco provare emozioni umane che essere fredda come una statua.
I Winchester hanno quasi sterminato la minaccia, mancano solo due vampiri.

«SAM!»
Il fratello maggiore emette un urlo straziante quando un vampiro addenta il collo di Sam, la sua carotide si squarcia e molto sangue cola dal collo. Dean, aiutato dall’adrenalina, uccide i due mostri e corre a sostenere il fratello. Approfitto della sua distrazione per rendermi visibile.

«Ero qui fuori e ho sentito gridare… oh mio dio!»
Fingo di essere sconvolta, Dean si stupisce della mia presenza, ma è troppo preoccupato per suo fratello e non dice nulla.

«Tranquillo Dean, io sono un medico»
Per fortuna che mi sono fatta dire il suo nome, è uscito dalle mie labbra senza controllo.

«Ti prego, aiutalo!»
Mi metto in ginocchio vicino a lui, ha perso troppo sangue e se non uso i miei poteri morirà, per poi essere portato in vita certo, ma ancora non è il momento di metterli al corrente dei loro ruoli.

«Hai un kit medico?»
Come se servisse a qualcosa, ma almeno posso usare i miei poteri senza dare troppo nell’occhio. Il maggiore è imbambolato, sotto shock, devo dargli uno schiaffo e chiedergli di essere forte se vuole salvare il fratello. Spinto dalle mie parole, corre in aiuto a prendere il kit, così posso farlo in parte guarire: quando tornerà crederà di aver esagerato a giudicare il suo stato.

 


* giu le mani e giù gli occhi, è solo di Vanny_Winchester
**angolo dell'autrice**
non posso crederci, ho aggiornato! Questa ff era bloccata da mesi!
che ne pensate?? aspetto recensioni!

 

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Capitolo 4
*** Allenza e amicizia non sempre collimano ***


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**Note dell’autrice**
Questo capitolo è “speciale” perché da adesso in poi "Point of no return" diventerà una storia a quattro mani. In questo capitolo avremo una prima parte scritta da me, poi interverrà la mia collega. Che altro dire? :) Buona lettura!

 
 
QUALCHE MESE DOPO


«Aliel è scomparsa, dobbiamo fare qualcosa!»
«Ambriel il paradiso ha questioni più urgenti di cui occuparsi; Aliel è scesa sulla terra e ha preso un tramite, senza un ordine diretto del paradiso, quindi ci ha tradito. Mi chiedi di impegnare soldati per cercarla, ma sarebbero costretti a ucciderla ne sei consapevole spero. Vuoi questo?»

«Angy? Angy?»
La voce squillante di Dean distoglie la mia attenzione e smetto di captare la “radio” angelica; sbatto le palpebre e gli rivolgo un ampio sorriso, passando una mano nei miei capelli color miele.

«Scusami Dean, dicevi?»
Il maggiore è visibilmente turbato, inoltre ha profonde occhiaie e nel suo respiro sento odore d’alcool. È il fratello la causa del suo stato: ormai la dipendenza di Sam non è più un segreto, Dean sa perfettamente che il fratellino ha sviluppato un bisogno fisico e psicologico per il sangue di demone.
Mi avvicino a lui e lo abbraccio, forse troppo amorevolmente: il cacciatore mi cinge i fianchi e mi fa adagiare sul letto, mettendosi sopra di me. I suoi occhi, un paio di smeraldi meravigliosi, brillano di desiderio. Mi fissa per un po’ e, vedendo che non mi sottraggo, inizia a baciarmi. Le sue mani scorrono lungo il mio corpo, mi sfila la camicia con un gesto deciso ed io faccio lo stesso, scoprendo il suo fisico invidiabile. Mi tolgo il reggiseno e inizio a sentire chiaramente l’eccitazione di Dean; tolgo i suoi jeans e lui fa lo stesso, sempre più impaziente. Appena lo sento dentro di me, inizio a gemere di piacere e questo fa eccitare il mio amante sempre di più. Veniamo travolti dal una crescente passione e arriviamo al culmine quasi nello stesso momento.
 

Per fortuna Dean è stato vinto dalla stanchezza abbastanza in fretta: non avevo intenzione di sostenere una discussione con lui, non mentre in paradiso Ambriel cerca di ottenere informazioni sulla mia vecchia amica Ally; possibile che quell’angelo la conosca così poco?! Dannazione! Se Ambry continuerà a insistere farà diventare la sua scomparsa un affare di stato, mettendola in pericolo di vita!
 
**FINE CAPITOLO MILLY_WINCHESTER**
 

**INIZIO CAPITOLO White Snowflake Crystal**

IN UN LUOGO ISOLATO DEL PARADISO

Punto di vista: ALIEL
Aliel se ne sta da sola a pensare...
Quante cose sono cambiate, da quando Lucifero si è ribellato molto tempo prima, e da quando Gabriele e Ariel si sono dileguati, finendo chissà dove. Ariel, che era la sua più grande amica, sua sorella, è chissà dove sulla Terra, lontana da lei e dal Paradiso.
Ultimamente lì c'è aria piena di tensione malcelata, come se tutti sapessero che una qualche bomba potrebbe scoppiare da un momento all'altro.
Da quello che ha capito, un sigillo della Gabbia di Lucifero è stato rotto. Ne mancano ancora altri sessantacinque, ma tutti sono in allarme. Tutti, tranne lei.
Già. Nessuno sa che lei in verità ha sempre appoggiato Lucifero, ha sempre dato ragione a ogni cosa che lui ha detto. Perchè allora non è andata fino in fondo, non è caduta come tanti altri angeli che seguivano il Portatore di luce? Forse non è stata abbastanza forte, oppure è stata semplice codardia, viltà, che non sarebbe proprio cosa nuova per la sua razza. Disprezziamo tanto gli esseri umani, ma poi ci comportiamo come loro se non peggio... Che ironia.
Ha lasciato che Lucifero venisse cacciato da Michele dal Paradiso senza muovere un dito, senza dire una parola di difesa nei confronti dell'angelo caduto, senza cercare di combattere per lui fino alla morte. E dire che Lucifero si fidava di me, confidava nel mio appoggio. E io l'ho tradito. Come ho potuto lasciare che le cose finissero così? La sorprende il fatto che nessuno abbia mai scoperto il suo doppiogiochismo, la sua infedeltà al proprio Padre. Quasi quasi avrebbe preferito venir cacciata. La verità è che odia quel posto con tutta sè stessa, lo odia come potrebbe odiare la razza umana, imperfetta e inutile.
Dato che non ha mai potuto confidare i propri pensieri a qualcuno, ha deciso di tenere una specie di diario, dove riversare la sua sempre più crescente insoddisfazione e il proprio desiderio di andarsene, di fare qualcosa di grosso
per poter essere cacciata una volta per tutte.
"Credo proprio che sia arrivato il momento di dare una svolta a questa inutile esistenza..." dice fra sè, alzandosi dal proprio giaciglio.
Scenderà sulla Terra, sceglierà un tramite, e poi avrà inizio lo spettacolo.
È ora di schierarsi da una parte definita. E so già cosa scegliere. Avrebbe trovato tutti gli altri sigilli e li avrebbe infranti, uno a uno. E poi, quando Lucifero sarebbe finalmente risorto, lei sarebbe stata cacciata, forse punita in maniera ben peggiore, ma tutto sarebbe stato migliore di una esistenza vuota.


 
Ha individuato il proprio tramite. Si tratta di una ragazza dai folti capelli neri e lunghi come la notte, due occhi ambrati e tratti affilati ma gradevoli. A parte l'aspetto fisico, che non conta quasi nulla, quello che davvero le interessa è la storia di questa ragazza, questa Hiddy.
Ha un passato difficile alle spalle, fatto di una infanzia passata in orfanotrofio fino a cinque anni, dato che la madre era morta in un incidente d'auto in seguito all'assunzione di stupefacenti e suo padre nemmeno ha mai voluto sapere nulla di Hiddy o sua madre.
In seguito ci sono stati molti, troppi affidamenti finiti male e con lei riportata all'orfanotrofio.
Scontrosa e asociale.
Poi, arrivati i diciotto anni, è stata liquidata dall'istituto senza un posto dove andare, senza un lavoro, una casa, nulla. Solo il proprio risentimento e il senso di sfiducia verso il prossimo, e in particolare verso la silente divinità chiamata Dio.
Ora ha venticinque anni, e in questo lasso di tempo ha subito quattro arresti per stato d'ubriachezza, una volta per aggressione verso un uomo, che in verità voleva violentarla. Tutti gli arresti si sono conclusi con il suo rilascio dopo qualche tempo, ma per lei è stato difficile farsi una vita, trovare un lavoro. Alla fine, è finita a fare la barista in un locale frequentato da tipacci o motociclisti, dove abbondano alcolici, puzza di sigari e schiamazzi durante le partite a poker, con qualche rissa annessa. La paga è misera, le basta appena per mangiare e pagare l'affitto in uno squallido palazzo.
Questa è la sua vita. Una preda perfetta, disillusa e ormai priva di speranza di redenzione o cambiamento.
Una vittima.

Decide di presentarsi a lei. Forse è uno dei modi più inquietanti che ci possano essere, ma di idee ora come ora non ne possiede tante.
La ragazza sta dormendo.
Deve fare in modo che si svegli.

Punto di vista: Hiddy

Sta di nuovo sognando l'orfanotrofio. I bambini che la prendevano in giro, le istitutrici perfide, quando... Sente come il rumore di un fulmine nella propria stanza e si sveglia di scatto con il cuore che le batte a mille. Si guarda intorno. È sola, come sempre.
Un vento leggero le accarezza la schiena, ma la finestra è chiusa. Poi, sul muro di fronte a lei, vede comparire una scritta, come incisa nell'intonaco.
Non è possibile, deve essere un incubo. Non può comparire una scritta al muro così di colpo. Eppure, per quanto è spaventata, legge cosa vi è scritto:

"Sei la prescelta, Hiddy. Sei la mia tramite.".
Cerca di parlare, ma le escono parole simili a gridolini:

"Chi sei? Cosa vuoi da me? Cos'è un tramite?!".
Una seconda scritta appare sotto la prima:

"Io sono un angelo. Mi chiamo Aliel, e quando dico che sei il mio tramite, vuol dire che mi serve il tuo corpo per portare avanti una missione.".
No, Hiddy, stai impazzendo decisamente... Un angelo?!

"Perchè dovrei darti il mio corpo? Cosa me ne verrebbe?".

Invece di comparire un'altra scritta sente una voce dietro di lei.

"Perchè io potrò fare in modo di vendicarti, cara Hiddy."

"Ma-mamma?"

"Non sono lei, è solo il suo corpo per così dire. Sono un angelo, che ha una missione da compiere. E tu lo strumento di cui ho bisogno."

"Ancora non capisco perchè dovrei essere il tuo tramite..."

"La tua vita cambierebbe, serviresti un progetto tanto alto quanto glorioso, e potrai riscattarti... Pensaci, Hiddy, tutti quegli anni in orfanotrofio, tutte le famiglie che ti hanno rifiutato, tutto quel tempo nella solitudine  e nel dolore... Dimmi, sono stati davvero vani? Tu sei destinata a fare grandi cose, e potrai realizzarle solo quando mi dirai un semplice sì. Nient'altro. Una sola parola, e tutto  da oggi in poi avrà finalmente un senso, tu avrai uno scopo. Allora, cosa ne dici?".

Aliel la guarda con le lacrime che sgorgano dagli occhi. È vero. Ogni cosa che le ha detto corrisponde alla realtà.

"Io non credo in Dio, non sono fedele a nulla... Tu sei un angelo e quindi servi Lui..." "Io non c'entro nulla con Dio, Hiddy. Anche io sono arrabbiata, anche io provo il desiderio di riscattarmi, di dare un senso alla mia esistenza. Siamo molto simili, più di quanto immagini." "Allora sei dalla parte del Diavolo? Di Satana?"
"Non posso dire di no. Ma sappi che la sua ribellione è avvenuta perchè era lui ad avere ragione, fin dall'inizio."
"Chi mi dice che se morirò non finirò all'Inferno? Nelle torture peggiori?"
"Non morirai. E se anche fosse, Lucifero ha un occhio di riguardo per chi lo serve. Io e lui porteremo finalmente una nuova era, porteremo un periodo di pace, credi a ciò che ti dico. Io non mento, non come altri della mia specie, corrotti e capricciosi. Ho scelto una via. Tu ora devi scegliere la tua.".
Hiddy sospira, ci pensa bene.
Cos'ho da perdere, comunque? Non ho una famiglia, non ho amici, sono sola. Non mi rimane nulla, non ho mai avuto nulla.
"Io... Accetto... Sì, diventerò la tua tramite." "Benissimo allora...".


ALIEL POV

Finalmente ha un vero corpo.
Si guarda le mani, tasta il proprio volto. Si sente limitata lì dentro, ma ha ancora i poteri, è forte, e da ora potrà muoversi liberamente e iniziare a cercare i sigilli. Ne mancano sessantacinque ancora. Il lavoro da fare ancora è
tanto, ma per lei sarà uno scherzetto, una volta individuato ciò che cerca. Presto Lucifero sarà libero, e il Paradiso come chi lo "abita" avrà ciò che merita.
Basta nascondersi dietro una maschera. Finalmente farà vedere chi è davvero. Ma prima di tutto, andiamo a fare una visitina alla cara Ariel, chissà cosa dirà quando mi rivedrà.
Intanto, troviamola. Poi si vedrà.
**Salve a tutti, gente! Sono White Snowflake Crystal, la nuova co-autrice di
questa storia, originariamente scritta solo da Milly Winchester :)
Dunque, per me è una cosa un po' nuova scrivere nello stupendo fandom di
Supernatural dato che fino ad ora mi ero cimentata solo in quello di The
Avengers/Thor,  ma spero di essere all'altezza e di scrivere qualcosa di
decente come la mia cara compare!
So che come inizio e presentazione è un capitolo un po' corto, ma spero che
comunque vi piaccia... :) per qualunque cosa fatemi sapere e non risparmiatevi nelle
critiche se devono esserci ;)**

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Capitolo 5
*** Con me o contro di me ***


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**Capitolo di White Snowflake Crystal**

Punto di vista: Aliel


Ha trovato Ariel.
È a poca distanza da qui...
Si materializzerà lì, proprio nella stanza dov'è  la sua amica.
È sicura che la seguirà, che le darà ragione, che l'appoggierà come sempre ha fatto. Non oserà rifiutare la sua proposta.
In quel momento, proprio quando sta per andare, sente una voce familiare nella testa.
"Aliel, Aliel mi senti?".
Ambriel?! Che cosa vuole?
"Ti sento, Ambriel. Avanti, spicciati che ho un po' da fare!"
"Aliel, torna subito in Paradiso, sei in un mare di guai e lo sarai di più se non torni!"
"Non posso e non voglio tornare. E ti consiglio di non contattarmi più."
"Aliel, cosa ti succede? Sei strana, non sei più tu... Perchè te ne sei andata? Cos'è cambiato?" "Niente, Ambriel. Questo è il punto. Nulla è cambiato. E sono stufa."
"Ti scongiuro, torna. Non costringermi a mandarti a cercare, e sai che lo faccio."
"Non essere ridicolo, Ambriel."
"Aliel, sei mia sorella dopotutto! Tu sparisci e io devo starmene qui senza sapere nulla?"
"Ambriel, se ancora non lo hai capito, io sono un angelo ribelle."
"Non puoi dire sul serio! Non puoi dirmi di essere dalla parte di Lucifero, non tu!"
"E invece sì. E ti chiedo di non intralciarmi, o non avrò altra scelta se non ucciderti. E non voglio spingermi a tanto."
"Non ti lascerò andare incontro alla tua fine! Non così!"
"La mia fine?"
"Aliel, sei considerata una traditrice ora come ora! Ed è ancora peggio che essere ribelle! Se ti spingerai oltre non avranno altra scelta se non quella di ucciderti, e ho timore che questo compito spetterà a me. Te lo chiedo un'ultima volta: torna da me, in Paradiso, dai tuoi fratelli, da tuo Padre!"
"Io non so nemmeno se nostro padre è vivo o no! Non so nemmeno se ci ha abbandonati tutti o meno! Il mio posto non è lì, non lo è mai stato!"
"Aliel-"
"Addio, Ambriel. Per sempre.".

Ignora la voce dell'angelo che la chiama disperatamente, e va da Ariel.

La sua amica nonchè sorella è in una camera da letto insieme a un uomo biondo e dagli occhi verdi.
Non prova imbarazzo, nemmeno un po', nemmeno quando entrambi sono nudi e coperti appena dalle lenzuola.
"Ciao, Ariel... Da quanto tempo...".
L'angelo sgrana gli occhi, poi si alza e si riveste e le fa cenno di seguirla fuori, mentre l'uomo è addormentato. Chiusa la porta, Ariel si volta a parlarle: "Aliel, che ci fai qui?!"
"Come vedi anche io sono giunta sulla Terra infine..."
"Sei venuta a cercarmi? Posso spiegarti io-"
"In parte sì, e in parte sono qui per un altro motivo. Dovevo vederti, prima di iniziare la mia missione."
"Missione?"
"Sai di cosa parlo. Lo sanno tutti anche in Paradiso. Il primo sigillo è stato spezzato. L'Apocalisse sta per giungere."
"E ti hanno incaricata di fermarla? Di aiutare i Winchester?"
"I chi?"
"I fratelli Cacciatori... Castiel te ne avrà parlato."
"In verità non vedo Castiel da molto... Comunque no, non sono qui per aiutare nessuno,figurarsi due insulsi esseri umani.".
Ariel la guarda senza capire: "Aliel... Per-Perchè dici così?" sembra quasi spaventata.
Povera ingenua Ariel...
"Sorella cara, se non sto da una parte qualcun altro desumerebbe che io stia dall'altra, non credi?" "Aliel, mi stai facendo paura..."
"Ti sto solo dicendo in cosa consiste la mia missione. Sono decisa a liberare Lucifero. E voglio che tu mi aiuti, che tu ti schieri con me. Ho bisogno del tuo aiuto, Ariel...".
L'angelo scuote la testa fissandola incredula: "Aliel, se è uno scherzo non è divertente... Spero tu ti renda conto di cosa stai dicendo..."
"Me ne rendo conto. Allora, ti unirai a me?" .
Ariel la guarda triste e amareggiata: "Non posso, Aliel. Il tuo è un piano malvagio e pericoloso, e io sono fedele al Paradiso... Non chiedermi di liberare una creatura come Lucifero... Metterei in pericolo Gabriele  tra l'altro..."
" Non me ne importa un bel niente di mettere in pericolo Gabriele!Sappi che se non sei con me sarai contro di me. Lo capisci questo?"
" Ma Gabriele è tuo fratello!Aliel, ti prego di ragionare... Rinuncia ora a questa pazzia, e-"
"Tu chiami la mia nobile opera una pazzia? Tu, che fuggisti qui insieme a Gabriele senza dare più notizie di te, osi dire che il mio è un piano malvagio? Tu che rifiutasti di prendere parte una volta allo scontro tra Inferno e Paradiso, rifiuti di nuovo di schierarti? Quale vile creatura lo farebbe? Sono io a chiederti se stai scherzando!"
"Sono seria come lo sei tu. E se stavolta ci sarà da combattere sarò tra le prime file! Forse le forze infernali saranno troppo per me e i miei fratelli, e forse cadremo in molti, ma non ci schiereremo mai dalla vostra parte!"
"Bada a come parli, Ariel... Sono paziente ma ho un limite!".
Ariel le prende le mani, e la sorella la guarda disgustata mentre la supplica sull'orlo delle lacrime: "Aliel, ti prego! Non posso sopportare l'idea che tu sia diventata un... Un mostro! Rinuncia a questa folle impresa!".
Aliel ritira le mani come scottata, gli occhi fiammanti quasi di rabbia contenuta: "Tu mi disgusti e deprimi, cara sorella! E sappi che da questo momento in poi non saremo più tali, ma nemiche! Sei solo una debole e una gran vigliacca!"
"Aliel, sei mia sorella, e ti voglio bene, ma se è questo che desideri, se vuoi rinnegare me e gli altri e te stessa, io non posso fermarti. Ma posso fermare l'Apocalisse che intendi scatenare!"
"Dunque questa è la fine!"
"No, è solo il principio e nemmeno te ne sei accorta...".
Aliel le volta le spalle e fa per andarsene, ma l'angelo la richiama: "Aliel! Io combatterò se dovrò farlo, ma non sarò io a ucciderti nè imprigionarti!".
Aliel la fissa, poi sul suo viso si disegna un lieve ghigno: "Lo so che non lo farai. Perchè lo farò io prima, e farò in modo che tutti quelli che come te si schiereranno contro Lucifero vengano eliminati!" e con queste parole se ne va lasciando Ariel.

Dannata debole! Ha appena firmato la sua condanna, poco ma sicuro!
Ho bisogno di alleati, di qualcuno che appoggi la mia causa o sarà tutta fatica inutile!

Sa già da chi iniziare e per questo si materializza all'Inferno.

"Aliel, che bella sorpresa..."
"Andras, vedo che il lavoro non ti manca!"
"No, in effetti... Allora, perchè sei qui? Il Paradiso ti annoiava così tanto?"
"A essere sincera verso il Paradiso provo un palese disgusto..."
"Oh, beh, sfondi una porta aperta con il sottoscritto!"
"Confido che tu abbia udito le voci che corrono... Il sigillo spezzato, l'Apocalisse..."
"Sì, ma sono tutte frottole. Lo sanno tutti che Lucifero non scapperà mai dalla sua prigione!"
"E se io ti dicessi che è per questo che sono discesa qui? Per liberarlo?"
"Direi che: primo, tu ti sia bevuta il cervello. Secondo, che sarebbe un'idea diciamo imbecille..."
"Si tratta di liberare il tuo creatore, tuo padre per dire un eufemismo. Non dirmi che non ti importa."
"Non è che non mi importi, ma non sono sicuro che Lucifero una volta libero non ucciderebbe tutti i demoni oltre che gli uomini."
"E se ti dicessi che potrei fare in modo di convincere Lucifero a risparmiarti!"
"Non mi fido di lui, tantomeno di te!".
Aliel perde la pazienza e con un gesto fulmineo la sua mano si avvolge attorno al collo di Andras.
"Bada a come parli di me e di Lucifero, essere inferiore! Sono disposta a darti una possibilità di dare un senso alla tua esistenza mediocre e tu mi sputi in faccia?!"
"Se c'è qualcuno la cui esistenza è mediocre, ti consiglio di guardarti allo specchio per vedere quella creatura!".
Aliel rafforza la presa: "Credi che non sappia cosa dicono di te? Che non conosca la tua fama di ingannatore e doppiogiochista? Sei bravo a ribaltare i fatti a tuo favore, ma voglio proprio vedere come farai quando ti troverai a fare i conti con Lui. Te lo ripeto: sei con noi o contro di noi?".
Andras ghigna guardandola senza nemmeno un'ombra di pauura negli occhi o nel viso: "Credo di non avere scelta, dico bene?"
"No, in effetti non ce l'hai. Allora? Il mio tempo è prezioso e non ho intenzione di sprecarlo con te!"
"Va bene. Dimmi cosa devo fare."
"Fare?"
"Beh, avrò pure un ruolo in questo tuo piano malsano?"
"Raccogli tutti i demoni che puoi. Presto o tardi ci sarà una battaglia, tra il Paradiso e l'Inferno, e stavolta la vinceremo noi!"
"Ci credi molto nella tua cosiddetta causa, eh?"
"Più di quanto ci crediate voi infimi demoni."
"Come saprò quando sarà il momento di agire?"
"Aspettati degli ordini da me... Oh, e per essere sicura che non mi tradirai..." dice Aliel e, presa una mano di Andras, strappa la manica della sua camicia inamidata e con la punta dell'indice della mano sinistra, incide a fuoco sulla pelle del demone le parole: "Possa io morire se tradirò Lucifero.".
Andras guarda il proprio braccio con orrore: "Che motivo avevi di farlo?!"
"Te l'ho detto. Voglio essere sicura che tu non ci tradisca. Prova anche solo a rivelare il nostro piano a qualcuno che non sia un alleato certo e le parole del marchio diverranno realtà. Non credo ti convenga, no?".
Andras sta per rispondere ma lei gli fa un cenno di tacere e scompare lasciando il demone da solo.


Punto di vista: AMBRIEL

"Vi prego cercate di ragionare un attimo! Se Aliel-"
"Ambriel! Ti è già stato detto che Aliel è una traditrice! Non sprecheremo nessuno dei nostri invano per recuperare qualcuno  che ha disobbedito deliberatamente all'autorità nostra e di nostro Padre!"
"Vorrà dire allora che ci penserò da solo! Qualcuno deve fermarla! C'è il rischio di un'Apocalisse!" "Abbiamo appena saputo che proprio lei sta tentando di Liberare Lucifero, ed è proprio quello che vogliamo noi!"
"Avete perso il senno! Gli uomini moriranno tutti se il Diavolo camminerà sulla Terra! Permettetemi di parlare ad Aliel, di far ragionare almeno lei!"
"L'unica cosa che potresti fare è trovarla e ucciderla! Siamo stati anche fin troppo indulgenti con i ribelli! E mentre possiamo trovare un accordo con Lucifero, lei resta un elemento troppo pericoloso e incontrollabile! Non possiamo fidarci di lei! "
"Non lo farò, mi rifiuto di eseguire un tale compito!"
"Vuoi che ci pensi Michele?"
"No!"
"Allora andrai tu e farai come ti stiamo ordinando ora! La ucciderai e così l'Apocalisse avverrà senza che ci sia lei a complicare le cose!"
"Ma-"
"Così è deciso!".
Ambriel guarda gli angeli superiori con rabbia impotente e se ne va.
E va bene! Vogliono che vada sulla Terra?! E sia! Ma non ucciderò Aliel! Le farò cambiare idea e torneremo insieme qui, e poi penseremo insieme a un modo per fermare questo piano folle di far tornare Lucifero, con cui sono d'accordo anche gli angeli!

GIORNI DOPO...

Ha trovato il suo tramite.
Si tratta di un giovane uomo, James, di buon cuore e che ha accettato subito di cedere il proprio corpo ad Ambriel.
Fortunatamente ci sono ancora persone con un po' di fede in suo Padre.
Ora è tempo di cercare Aliel.
Si concentra...
Eccola! È nel cimitero!
Non perde altro tempo e si reca lì.

Lei sta cercando qualcosa tra le lapidi...
"Aliel!".
Lei si volta verso di lui, e come lo vede lo fissa con fastidio: "Ti è difficile comprendere il significato di non dovermi contattare più, a quanto vedo..." "Aliel, sono qui per-" "Per riportarmi in Paradiso? A casa?" lo interrompe sottolineando l'ultima parola con ironia gelida.
Ambriel tace un attimo: "Voglio solo che tu metta fine a questa pazzia! Che tu non scateni alcuna Apocalisse!"
"Avanti, fratellino, sappiamo entrambi che ti hanno mandato a uccidermi! Non mentirmi! E in più, anche loro vogliono l'Apocalisse! Qui tu sei l'unico a non volere che accada!"
"In effetti è così, ma non ti ucciderei in ogni caso. Non potrei mai ucciderti a mente fredda, come non potrei mai permettere l'Apocalisse!"
"Sei proprio come Ariel! Debole, e piegato da sentimenti che appartengono solo agli umani!"
"Aliel, so che c'è del buono ancora di te! Sono sicuro che una tua parte sta gridando sotto quel gelo di cui hai circondato il tuo animo! Sta gridando perchè tu l'ascolti! Ascoltala allora! Aiutami a sventare il piano dei nostri fratelli!"
"Tu non sai come sono davvero! Non lo hai mia saputo nè capito! E preferisco morire piuttosto che rinunciare al mio piano! Ora se non ti dispiace avrei un po' da fare!".
Ambriel le va vicino e la prende per un braccio, ma lei in risposta tira fuori la sua spada angelica e gliela punta dirtta alla gola.
"Toccami di nuovo e giuro che quelle stupide parole pronunciate fino ad ora in mia presenza saranno le ultime!"
"Non lo faresti mai, ti conosco!"
"Cosa ti dice non lo farei?!"
"La lieve pressione della lama sulla mia pelle, la tua mano tremante, i tuoi occhi che cercano di non incontrare i miei, il tuo tono di voce!"
"Tu vaneggi!"
"Può darsi, ma non sono l'unico..."
"Adesso basta, sono stufa di queste stupidaggini sentimentali!".
Aliel allontana la spada, solo per conficcarla nello stomaco di Ambriel.
Ambriel sente la propria forza scemare.
Guarda Aliel incredulo, la bocca gli trema mentre cerca di parlare, anche se nessuno suono ne esce.
Crolla in ginocchio, ansimante.
Aliel lo guarda sprezzante e con un sorrisetto: "Non ti ucciderò oggi, non ne ho voglia. Ma prova anche solo a intrometterti ancora e non avrò altra scelta se non finire quello che ora ho iniziato! Non spetta a te combattere questa battaglia, Ambriel! Torna pure da papà, io resterò qui, libererò Lucifero e poi ci riprenderemo il Paradiso, e uccideremo gli altri angeli! Non mi fido ugualmente di loro!".
Ambriel la guarda ancora, e un sorriso lieve compare sulle sue labbra: "Non vincerete mai... Il male non trionfa... Pregherò per te e la tua anima, Aliel, e affinchè tu venga risparmiata nel momento in cui getterai le armi, perchè sono certo che lo farai, presto o tardi... L'unica battaglia che devi vincere è contro te stessa..."
"Sogna pure, fratellino... Ora, se vuoi scusarmi, ho molto da fare...".
Aliel ripone l'arma e, allontanatasi da lui, sparisce.

Ti ritroverò, non importa dove andrai... Ma ora devo trovare Ariel, e anche Castiel... Non posso farcela da solo...
Si trascina fino a una lapide e si appoggia ad essa con la scena, tamponando con la mano la ferita allo stomaco.
Ma prima... Ho bisogno di riposare...

Perde i sensi.

 

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Capitolo 6
*** I sentimenti accecano, l'odio distrugge ***


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Capitolo scritto insieme dalle due autrici
 

**Punto di vista: Ambriel**

Si risveglia su di una superficie morbida.
Mette a fuoco la vista, sbattendo le palpebre un po' di volte.
Trova accanto al letto una ragazza, e subito riconosce in lei un angelo, e sa di chi si tratta.
"Ariel..."
"Ambriel... Fratello, te la sei vista brutta... Ma ora sei guarito. Come ti senti?"
"Bene grazie... Aliel..."
"Lo so già. Ci ha pensato lei stessa a dirmi da che parte ha scelto di stare... E so anche che molti angeli la pensano esattamente allo stesso modo... C'è il rischio di una guerra civile tra angeli, oltre a una Apocalisse... Dobbiamo trovare chi stia dalla nostra parte, a cominciare da Castiel."
"Avevo intenzione di cercarlo, ma in quelle condizioni mi era impossibile... Come hai fatto a trovarmi, Ariel?"
"Non è stato difficile e sapevo che saresti infine anche tu giunto qui sulla terra e appena ti ho rintracciato, ho capito che le tue condizioni non erano delle migliori. Ti ho portato qui e guarito...".
Ambriel annuisce gravemente, poi si alza lentamente dal giaciglio. La sorella lo osserva senza dire nulla.
"Dobbiamo partire subito, cercare Castiel, e proteggere i tramiti di Michele e Lucifero..."
"Se intendi i Winchesters a quello già ci sto pensando io ..."
"Li hai trovati?"
"Sì. E sono proprio usciti qualche minuto fa..."
"Allora mi unirò a voi... Più restiamo separati e più sarà difficile mettere fine a questa storia. E nostro Padre deve essere informato di quello che sta accadendo!"
"Dobbiamo informarlo? Nostro padre è Dio, lui sa perfettamente cosa sta succedendo… Non vuole schierarsi, non vuole fermare l’apocalisse: dobbiamo farlo noi, è nostro compito proteggere gli umani da loro stessi e dai nostri fratelli"
"Come puoi pensare che lascerebbe i suoi figli ammazzarsi tra loro?”
"Lo ha sempre fatto, sbaglio? E poi non è stato certo Death a proporsi di mietere i suoi figli, la morte è una dono di Dio”
Le ultime parole sono pronunciante con molta ironia, non riconosco quasi più mia sorella.
"Non sopporto questi discorsi, non da te!".
Ariel sospira.
"C'è un'altra ragione per cui intendo fermare Aliel e gli altri... Gabriele tempo fa, quando Lucifero intendeva ribellarsi, fece un patto con lui..."
"Che cosa?!"
"Non è come pensi. È una storia lunga....".

**Punto di vista: Ariel**
Ripenso agli avvenimenti di quel giorno, ogni istante di quei momenti è marchiato a fuoco nella mia mente; le parole fanno fatica a uscire, per molto tempo cala un silenzio assordante tra me e mio fratello, ma alla fine riesco a riprendere il controllo di me stessa: sono un angelo del signore, mi dico, non una ragazzina con la bocca che puzza ancora di latte.
«Lucifero era venuto da noi per proporci di passare dalla sua parte, noi ovviamente abbiamo rifiutato... Non mi sono controllata e ho usato un tono indisponente…»
Smetto di specchiarmi negli occhi del suo tramite, mentre estraggo una spada in grado di uccidere un angelo.
«Mi ha minacciato con una di queste e per salvarmi la vita Gabby ha giurato fedeltà al portatore di luce: “Se tutti gli altri fratelli ti volteranno le spalle, io non lo farò”. Queste le sue parole esatte…»
Ambriel alza un sopraciglio e mi guarda come se mi fossi tinta i capelli di verde e stessi ballando la conga.
«Perché quella faccia? Ti è andata la supposta di traverso?»
Scoppio a ridere: so perfettamente che non è il momento di sparare simili idiozie e di ridere come un’oca starnazzante, ma credo sia la troppa tensione a farmi reagire così.
«Ma che? Non credevo che le droghe facessero effetto anche su di noi, sorellina… Scusami ma hai davvero chiamato nostro fratello maggiore “Gabby”?»
«Lo sai vero che abbiamo condiviso il letto molte volte io e lui?»
L’angelo si tappa le orecchie, come abbiamo visto fare tante volte agli umani, e inizia a urlare un infinito “bla-bla-bla”.
Le mie risate si trasformano presto in lacrime, amare e copiose. Ambriel si avvicina e mi stringe in un abbraccio, sussurrandomi all’orecchio “Tranquilla sorellina, sistemeremo le cose”. Sto per parlare, quando i miei poteri mi avvertono che i fratelli stanno per giungere qui. Ambriel si scosta da me, il nostro abbraccio non trasmetterebbe alcun calore a un umano poiché noi non siamo fatti di carne, ma a me ha dato conforto. Mi sembra quasi di sentire mia sorella Aliel commentare sarcasticamente: “Oh, una scena strappalacrime”. Scuoto la testa –inconsciamente- e mio fratello sembra leggermi dentro, ma non dice niente. I passi dei Winchester adesso si fanno udibili, esordisco a mezza voce qualche parola prima che Sam e Dean entrino nella stanza.
«Ambry, loro mi conoscono con il nome Angelica e non sanno della mia vera natura… Dovremo stare molto attenti alle parole che useremo»

**Punto di vista: Aliel**

 

Mentre è concentrata sul localizzare i sigilli, si accorge che qualcuno la osserva silenziosamente.
"Nessuno ti ha mai detto che è maleducazione fissare e non palesarsi nemmeno?"
"Stavo pensando..."
"Oh tu pensi, sul serio? Comunque non potevi farlo nel tuo cantuccio all'Inferno?"
 "Non quando ho una cosa da proporti...".
Aliel alza lo sguardo e incontra gli occhi verdi di Andras: "Cosa ti fa pensare che accetterei la tua proposta?"
"Nulla me lo fa pensare, ma sai come si dice... Mai dire mai..." risponde lui
con un sorrisetto. Ha in mente qualcosa poco ma sicuro.
"Sono comunque curiosa. Avanti, parla, non ho tempo da perdere con te!"
"Tu vuoi vendicare Lucifero, giusto? Vendicare la sua causa e la tua."
 "E con questo?"
 "Beh, anche io sono in cerca di vendetta, e solo questo mi ha davvero
convinto ad accettare di schierarmi con voi...".
Andras abbassa lo sguardo e fissa il marchio sul proprio braccio.
"Ebbene?"
"Cerco vendetta contro Ambriel e credo tu possa capire il perchè."
"Quell'insulsa pedina priva di vera spina dorsale?"
 "Si, nostro fratello, il mio gemello, la pedina! La pedina che ha aiutato
Dio, quel borioso di Michele e tutti gli altri a cacciare me e i miei compagni
dal Paradiso, costringendoci a vivere in questo luogo desolato, nelle viscere
di questo sputo di terra che Dio tanto ama! Tu chiami quello che ci ha voltato
le spalle un'insulsa pedina?! È molto più pericoloso di quanto possa sembrare!"
 "Modera il tono con me, demone inferiore..." sibila Aliel con gli occhi che
brillano di rabbia crescente, "Allora, cos'è questa fantomatica proposta? Parla
prima che ti cacci fuori da qui a calci sui denti!" .
Andras la guarda con malizia ricomponendosi: "Hai presente Castiel?"
"Intendi l'angelo amichetto degli umani? Quello che si è ribellato  ai suoi
superiori? Non mi sembra una grande minaccia..."
"Ti sbagli, Aliel... Lo è..."
"Ok, ammesso che tu abbia ragione, cosa di cui dubito, cosa c'entra Castiel?"
"Se io lo trovo e uccido, tu poi faresti in cambio un favore a me?".
Aliel sente la collera montarle, ma la ricaccia indietro: "Cosa mi stai
chiedendo precisamente? Si tratta di uno scambio suppongo!"
"Sì, in effetti..."
"Cos'è questo favore?" .
Andras esita un attimo: "Ti sto chiedendo di uccidere Ambriel per me.".
Aliel lo fissa a occhi sbarrati. Con sua stessa meraviglia, quella richiesta
la prende in pieno petto.
Odia sentirsi così... E Andras sembra aver notato il suo improvviso
cambiamento.
Maledetto, sta studiando i miei punti deboli!
"Non potresti farlo da solo? Cosa ti manca per farlo, lo conosci meglio di me,
siete gemelli!"
"Oh, e cos'è quello che sento? Aliel che esita e cerca una via di fuga?".
Lei si spazientisce: "Non sto cercando un bel niente, Andras!"
 "Aliel, non posso uccidere io Ambriel..."
"Perchè, sentiamo?!"
"Se lo facessi io, morirei con lui!"
 "Questa è la scusa più imbecille che abbia mai sentito!"
 "E invece è la verità! Condividiamo la stessa anima, la stessa natura! Come
se un pezzo unico dell'anima si trovasse in entrambi! Se io lo uccidessi, mi
autodistruggerei! Se invece lo facessi tu, la scomparsa di Ambriel mi
indebolirebbe soltanto!".
Aliel scuote il capo: "Non posso...".
 "E perchè mai?" insiste Andras.
Lei lo guarda furente: "Questa conversazione finisce qui. Trova un altro
sicario."
"Allora credo che dovrai vedertela anche con Castiel..."
"E sia, non mi fa paura nè mi preoccupa!".
Andras alza le mani: "Capirai di aver fatto un errore colossale a non
accettare la mia proposta... Comunque, ho avuto ragione a dubitare di te..."
dice guardandola con un sorrisetto.
Lei si fa ancora più collerica: "Sarebbe?"
 "Ho avuto ragione a pensare che il tuo affetto per Ambriel non è ancora
svanito. E sarà questa la tua rovina, cara Aliel. Tu che disprezzi tanto i
sentimentalismi di Gabriele, di tua sorella, ne sei anche tu vittima."
"Io non provo nulla per nessuno!"
"Oh, ma davvero? E perchè mi stai dando l'idea contraria? Pensi che se non lo
uccidi tu, Lucifero risparmierà Ambriel? Pensi davvero che gli concederà una
simile grazia? No, quando scoprirà la tua debolezza la userà contro di te, e
allora il tuo tradimento verso il Paradiso, i tuoi piani saranno vani! Resi
inutili da uno stupido sentimento!"
"Oh, certo ha parlato il profeta!"
"No, semplicemente conosco Lucifero meglio di quanto lo conosca tu! So come è
fatto, so di cosa è capace, e so che se si accorgerà della tua insicurezza per
te sarà la fine! Crederà che non c'è da fidarsi di te e poco varrà il fatto che
lo libererai! Credi che te ne sarà grato? Non è proprio il tipo!"
 "Che ne sai tu?!"
"Aliel, uccidi Ambriel! Uccidilo ed estirpa la debolezza! O preparati ad
essere tagliata fuori dai tuoi stessi piani!".
Aliel si allontana da lui: "Vattene, Andras. Immediatamente."
"Aliel ascoltami! So che non ti sono mai andato a genio, so che mi consideri
un pusillanime e voltagabbana, ma sto parlando sul serio ora! Lo sto dicendo
per te, non per me!"
 "Cinque minuti fa mi hai chiesto di ammazzare Ambriel perchè lo volevi tu!
Come puoi dire ora il contrario?"
 "Perchè, zuccona, nonostante tu mi stia antipatica più del dovuto ho visto in
te la speranza di riscatto che mi serviva, ok?! Perchè nonostante consideri il
tuo piano una follia, sei stata l'unica ad avere il fegato di sollevarsi e fare
qualcosa!".
Aliel scuote il capo, voltandosi.
Sente le guance inumidirsi stranamente.
Che mi succede? Cosa sono queste cose che escono dai miei occhi? Cos'è questo
tremore che mi scuote da capo a piedi?
Sente una pressione sulla spalla.
"Aliel, davvero vuoi buttare all'aria ogni cosa per Ambriel? Ti ha voltato le
spalle, ha scelto di schierarsi contro di te. Non è abbastanza per capire che
non gli devi nulla, tantomeno la tua pietà, l'affetto, o qualsiasi cosa tu
provi per lui? È il nemico, come lo sono Ariel, Gabriele, Castiel e tutti gli
altri...".
Le parole di Andras sono maledettamente e irrevocabilmente vere e sincere.
Aliel si asciuga le guance con rabbia, e si volta verso di lui, lo sguardo
intriso di rabbia e odio. Odio verso coloro che lui ha nominato.
"Va bene! È la vita di Ambriel il prezzo che devo pagare per la vittoria e la
fiducia di Lucifero? E allora che sia! Lo ucciderò, oggi stesso!".
Vede negli occhi di Andras la sorpresa, e anche timore.
È pericolosa in questo momento, ribollente di collera com'è.
"Bene, allora. Aspetto tue notizie. Torno all'Inferno, non posso mancare più
di tanto.".
Il demone sparisce.
Aliel recupera la sua spada angelica, tira un respiro profondo, e sparisce
anche lei.
Si materializza nel cimitero, lo stesso dove lei e Ambriel si sono scontrati
solo ore prima.
Lo chiama con il pensiero.
"Ambriel...".

 

**angolo autrici**

Scusate il ritardo! Allora, che ne pensate??
Alla prossima :)

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