Iron Man: next generation of heroes

di robiii
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come un pacco postale: from England to Malibù ***
Capitolo 2: *** Nel paese delle meraviglie: il laboratorio di Tony ***



Capitolo 1
*** Come un pacco postale: from England to Malibù ***


Era un venerdì di aprile verso le cinque. Il sole stava per tramontare, ma non era ancora sparito all'orizzonte sprofondando nel mare dalle sfumature rossastre. Sull'altura, che dava sullo stesso mare, Tony Stark stava osservando dall'esterno la sua nuova casa soddisfatto del risultato. L'aveva fatta ricostruire nello stesso punto in cui sorgeva prima che il Mandarino, accettando la sua sfida, si prendesse la briga di fargliela saltare in aria. In realtà era da un po' che stava pensando di ristrutturarla e lui gli aveva offerto il pretesto giusto, solo avrebbe preferito che non venisse letteralmente rasa al suolo. Soprattutto con lui è la sua fidanzata all'interno.

Mentre varcava la soglia dell'entrata pensò che gli era mancato quel luogo. Sorrise al pensiero che lui, miliardario filantropo quale era, aveva avuto nostalgia di quel rifugio così solitario; ma dopotutto lì lui era diventato Iron man.

Non gli piaceva proprio piangere sul latte versato perciò aveva deciso di dare un nuovo aspetto alla sua abitazione accettando anche i suggerimenti della sua compagna. Ora rispecchiava entrambi i loro stili, quello elegantemente impeccabile di lei e quello rock di lui: era assolutamente perfetta.

L'unico ambiente che aveva voluto identico al precedente, e di cui si era occupato personalmente, era stato il suo laboratorio dove costruiva le sue meraviglie o, per dirlo alla Pepper, le sue distrazioni. Era un fantastico santuario, il suo santuario, al quale poche persone fidate avevano accesso.

Con una mano appoggiata al muro salì al piano superiore per aiutare la sua Pepper a sistemare le ultime cose. Lei era nella loro camera da letto, dalle pareti arancioni, dove stava sistemando i vestiti nell'armadio. Dava le spalle alla porta perciò non lo vide arrivare né poté notare il suo sorriso mentre la guardava in silenzio.

-Sei uno schianto in versione sexy-casalinga, sai?- commentò lui dalla porta.

Lei, dopo aver riposto gli abiti sul letto, si avvicinò e gli gettò le braccia al collo. -Anche tu non sei niente male-

-Solo niente male?- aveva inarcato un sopracciglio, ma il suo tono divertito tradiva il suo atteggiamento da "orgoglio ferito".

-Beh signor Stark era per essere educata- sussurrò Pepper prima di baciarlo dolcemente sulle labbra.

Dopo quel bacio leggero lei sciolse l'abbraccio e tornò a sistemare quello che rimaneva dei loro vestiti aiutata da lui, anche se più che aiutarla la distraeva di continuo. Nonostante questo però i due continuavano a sorridere divertiti. Avevano deciso che, dopo cena, avrebbero dormito lì da quella sera visto che tutto era pronto e dovevano solo svuotare gli scatoloni.

In circa un'ora e mezza la camera da letto fu in perfetto ordine quindi scesero al piano di sotto per occuparsi della cena. Nessuno dei due però aveva voglia di disimballare gli scatoloni delle pentole e dei piatti perciò optarono per una pizzeria con consegna a domicilio. Visto che avrebbero dovuto aspettare una ventina di minuti circa per la cena si sedettero sul divano per guardare la televisione. Improvvisamente il campanello suonò.

 

-Signore stanno suonando alla porta- la voce di Jarvis si diffuse per tutta la stanza.

-Chiedi chi è Jarvis- ordinò Tony convinto che fosse decisamente troppo presto per essere il fattorino.

-Sono una donna e una ragazza. La donna ha affermato che si tratta di una questione urgente, ma non ha voluto aggiungere altro, mi spiace-

-Non fa niente Jarvis falle entrare-

Entrambi si erano alzati ed erano andati all'entrata per fare gli onori di casa e fare strada alle due ospiti inaspettate.

Una volta aperta la porta la donna avanzò per prima e si fermò poco oltre la soglia.

-Il signor Anthony Edward Stark?- domandò lei prima di proseguire.

Tony annuì squadrandola per intero. Aveva una aspetto estremamente professionale,indossava dei pantaloni neri eleganti, una camicia chiara a maniche corte e aveva i capelli nero corvino raccolti perfettamente in uno chignon.

-Salve sono Lucy Hoffman, sono un'assistente sociale e lavoro per il dipartimento dell'infanzia della Repubblica della California. Mi spiace piombarle in casa così, ma è davvero una situazione delicata e importante che non può essere risolta con una telefonata-

-Si figuri, vogliamo accomodarci in sala così staremo più tranquilli?- rispose prontamente Pepper indicando il corridoio che portava in quella sala.

La donna annuì e fece cenno alla ragazza di entrare, dopodiché i quattro si spostarono in sala e nel tragitto Pepper si presentò educatamente.

-Prego accomodatevi- esclamò Pepper da ottima padrona di casa e, come tale, aspettò che le ospiti si accomodassero.

Solo allora Tony notò la ragazza che Lucy accompagnava. Doveva essere alta un metro e settanta, aveva i capelli castani talmente chiari da sembrare biondi e gli occhi verdi; ma ciò che attirò di più la sua attenzione fu il suo abbigliamento. Jeans grigi slavati accompagnati a degli anfibi neri e una maglia dei nirvana.

-Bella maglia- le disse Tony.

-Anche la tua lo è- lo pensava davvero visto che le piacevano gli Ac/dc.

-Lei è Roxanne, ha 15 anni. Fino qualche giorno fa abitava in Inghilterra con la madre che è tragicamente scomparsa da poco. Il nome Sarah Morgan le ricorda qualcosa?-

-Forse, ma dove vuole arrivare signorina Hoffman?- non riusciva a capire e la cosa gli dava dannatamente fastidio visto che di solito non aveva bisogno di delucidazioni.

-Signor Stark Roxanne è sua figlia ed essendo lei il suo parente più prossimo la Repubblica della California ha deciso di affidargliela nonostante il suo discutibile passato- nel dire quella frase l'assistente aveva posto l'accento sulla parola discutibile.

Lei infatti non era molto convinta di quella scelta e, in realtà, non gli avrebbe affidato nemmeno un tamagotchi: non che avesse qualcosa contro di lui, ma piuttosto non era sicura che potesse essere la persona adatta a crescere un adolescente o qualsiasi altro essere vivente che avesse bisogno di cure e affetto costanti.

Tony era rimasto immobile sperando che qualcuno sbucasse da qualche angolo nascosto della sua casa per digli che si trattava di uno scherzo come in uno di quei reality show della tv-spazzatura, così avrebbe potuto rilassarsi; ma gli occhi dell'assistente sociale erano talmente seri da fargli capire che non si trattava affatto di uno scherzo, era tutto vero e avrebbe fatto bene a dire qualcosa...qualunque cosa.

 

Notando la rigidità del suo compagno, e l'argomento delicato della discussione, Pepper decise di sbloccare la situazione chiedendo a Roxanne di seguirla in cucina. Riteneva indelicato parlare di certe questioni come se il diretto interessato non ci fosse nonostante la sua reale presenza, soprattutto quella questione vista la giovane età della ragazza.

Una volta che Tony rimase solo con l'assistente sociale, egli si alzò di scatto e si diresse verso il tavolino degli alcolici posizionato davanti alla parete opposta della stanza rispetto al divano color avorio.

-Vuole qualcosa da bere?- Non che gli interessasse veramente la risposta, voleva solo una scusa per versarsi dell'ottimo bourbon invecchiato.

-No grazie, sono astemia-

-Un gran peccato...va beh vorrà dire che berrò anche per lei- disse lui proseguendo a versare nel bicchiere il liquido dal colore marrone.

-So che tutto questo può sembrare assurdo, ma...-

Tony la interruppe continuando a darle le spalle -Definisca assurdo, perché io avrei usato un termine differente-

-MA, come stavo per dire prima mi interrompesse, ho una lettera per lei da parte di Sarah. Credo dovrebbe leggerla-

Solo dopo essersi girato Tony notò che la donna si era alzata e gli stava porgendo una busta di un ocra pallido perfettamente tenuta.

-Ah, no. Odio che mi si porgano le cose, l'appoggi sul mobiletto dei drink davanti a lei per favore- si era completamente spostato di lato pur di evitare di prendere direttamente la lettera dalle sue mani.

-Come vuole- disse la donna prima di appoggiare la busta e tornare a sedersi sul comodo divano di casa Stark.

Lui la prese, l'aprì e iniziò a leggerla.

 

Ciao Tony,

sicuramente ti starai chiedendo come ho potuto nasconderti che aspettavo un bambino quando ci siamo lasciati e di sicuro avrai appena pensato "e come darle torto al tempo pensavo solo a divertirmi". Beh, non è per questo motivo che l'ho fatto. A dir la verità avevo più paura di perdere la mia piccola bambina. Questo però non è più importante adesso.

Ti prego lascia che ti parli un po' di nostra faglia. Roxanne è nata l'8 maggio e da subito ha mostrato un'intelligenza precoce che l'ha portata a laurearsi a quasi quattordici anni in ingegneria al MIT. Ama il rock, la sua chitarra e i fumetti. È forte, caparbia e alcune volte troppo orgogliosa; ma non è che una ragazza e ha bisogno di suo padre. Stalle vicina, prenditene cura e trattala con amore e affetto.

Sii suo padre.

 

Sarah

 

Tony sorrise, ripiegò la lettera e la infilò nella tasca dei pantaloni; poi volse lo sguardo verso l'assistente sociale.

-Roxie rimarrà con me, mi prenderò cura di lei- disse dopo aver bevuto tutto il suo drink.

La donna annuì e, consapevole di aver finito il suo compito per quella sera, si congedò educatamente. Forse si sbagliava su di lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice

Ciao a tutti,

volevo precisare solo due cose. Come prima cosa la ff in questione è un ipotetico post iron man 3, che ho deciso di scrivere in preda ad una crisi pre-esame universitario. È la prima ff che scrivo su questo fantastico supereroe quindi siate clementi. Sinceramente spero che vi piaccia, ma se così non fosse mi scuso con tutti voi.

La seconda cosa è che volevo dedicare questo esperimento alla mia beta fedelissima, nonchè altra fan di Iron man: Yuko_o.

Darlin consideralo un ringraziamento per tutto il sostegno che mi hai dato e per la tua pazienza; so che ti ho già ringraziato, ma dovevo farlo ancora.

Ro

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Capitolo 2
*** Nel paese delle meraviglie: il laboratorio di Tony ***


Erano passate alcune ore dal suo arrivo in casa Stark e, nonostante i numerosi tentativi di Pepper per metterla a suo agio, Roxie si sentiva fuori luogo in quella villa monumentale. Non era abituata a tutto quel lusso, fino a qualche giorno prima il massimo che poteva chiedere e avere era un letto condiviso con la madre in un bilocale alla periferia di Londra. Ora invece si ritrovava in una villa decisamente troppo grande a Malibu, si ritrovava lontano da casa.




Era nel letto, sdraiata su un fianco e fingeva di dormire quando Pepper e Tony passarono per vedere se avesse bisogno di qualcosa. In realtà prima che loro entrassero nella stanza stava fissando le pareti cercando di non pensare e per poco c'era riuscita, ma quando aveva sentito la porta aprirsi aveva subito chiuso gli occhi riaccendendo quei ricordi che tanto sperava di cancellare.

Tenne gli occhi chiusi per quella che le parve una frazione di secondo e non si era accorta che qualcuno le si era sdraiato accanto. Fece un profondo respiro prima di riaprirli ricacciando ogni ricordo doloroso in un angolo remoto della sua mente, così non avrebbero più avuto potere su di lei o comunque il loro effetto si sarebbe attenuato. Magari non subito.

Fece un altro respiro profondo e si girò sulla schiena. Non riusciva a prendere sonno, da quando aveva aperto gli occhi non faceva altro che fissare intensamente e attentamente il soffitto. Era rimasta sdraiata, immobile, con le lenzuola che le coprivano le gambe per due ore; poi, improvvisamente, si alzò di scatto. Un gesto quasi seccato.

Lentamente uscì dalla stanza e, scesa al piano inferiore, risoluta andò all'ingresso del laboratorio di Tony.

-Non è autorizzata ad accedere a quest'area della casa signorina- esclamò Jarvis impeccabile come sempre.

-Ma come Jarvis? Stavamo diventando amici!-

-Mi spiace signorina, questo è il protocollo- ribadì la voce elettronica.

Roxie sospirò, estrasse dalla tasca dei pantaloncini il suo telefonino di ultima generazione e lo collegò via wireless al sistema operativo di casa Stark.

-Dispiace anche a me- aveva iniziato a digitare delle stringhe che silentemente bypassassero il protocollo di sicurezza, ma ben presto decise di aggiornare lo stesso Jarvis aggiungendo al sistema nuove operazioni. Alla fine premette invio.

-Salve Roxie sono Jarvis 2.1, come posso aiutarla?-

Roxie sorrise, questa nuova versione di Jarvis le piaceva parecchio. -Ciao Jarvis mi faresti entrare nel laboratorio, per favore?-

-Certo signorina-

Alla risposta di Jarvis seguì un rumore sordo e questo voleva dire una cosa sola: era stata aperta la porta che indirizzava al seminterrato dove si trovava quel piccolo angolo di paradiso - il laboratorio di casa Stark. Roxie imboccò le scale e, una volta arrivata infondo ad esse, entrò senza fatica nel locale.

Non aveva mai visto nulla di simile, era talmente fornito da farle venire i brividi. Aveva quasi paura a muoversi, come se la sua presenza - o addirittura il solo respirare - intaccasse la perfezione di quel luogo che per lei era meglio del Paese delle meraviglie. Dopo qualche minuto in cui si abituò all'atmosfera quasi mistica del laboratorio, Roxie iniziò a cercare la "postazione di progettazione" dove, sicuramente, avrebbe trovato qualcosa da fare.

All'improvviso una tavoletta digitale - abbandonata sul tavolo al centro della stanza - attirò la sua attenzione, era ancora accesa. Solo quando la prese in mano notò quale progetto era stato salvato su di essa: N4M2.

Incuriosita dal nome aprì il file, iniziò a studiarlo e, su un foglio, sistemò quelli che lei riteneva dei punti deboli. Quando ebbe finito chiese a Jarvis di importare il file e salvarlo sulla stessa tavoletta; ma, prima di poter ricontrollare il suo operato, venne interrotta.

-Cosa ci fai qui?- domandò una voce alle sue spalle.

Prima di girarsi chiuse il file. -Visto che non riuscivo a dormire ho pensato di scaricare della musica-

Tony, che era rimasto sulla soglia della porta, fece qualche passo in avanti. -Alle tre di mattina?-

C'era qualcosa che non quadrava.

-Non pensavo fosse così presto- si giustificò Roxie per togliersi da quella situazione, non voleva rivelare a Tony quello che stava facendo. Doveva scoprirlo lui e, ne era certa, non ci avrebbe messo molto.

-Okay, okay. Vai a dormire ora, è tardi e domani sarà una giornata impegnativa-

Roxie annuì -Buona notte-

-Buona notte Roxie- Tony osservò sua figlia mentre usciva dalla stanza; era più che certo che lei gli stesse nascondendo qualcosa, lui lo avrebbe fatto se si fosse trovato nella sua situazione.

Aspettò di sentire il rumore di una porta che viene chiusa poi si girò per controllare il progetto che aveva lasciato a metà quella mattina, quando ancora non sapeva di avere una figlia. Immagazzinato nella memoria del supporto elettronico vi era un nuovo documento: M4N3.

-E questo che cosa è?- domandò ad alta voce, ma in realtà non si aspettava una risposta.

-La musica che sua figlia stava scaricando signor Stark- la voce di Jarvis riecheggiò in tutto il laboratorio.

Decise quindi di aprire il file e con grande meraviglia scoprì che si trattava della versione più evoluta del suo progetto: una nuova versione della mak. Roxie aveva anche risolto la questione legata all'alimentazione, cosa che a lui dava ancora grossi problemi.

-Devo cancellare il file, signore?- la domanda di Jarvis interruppe il filo dei suoi pensieri.

-No, tienilo in memoria- disse prima di spegnere la luce e tornare in sala.

Quello che aveva detto a Roxanne era vero, era tardi e sicuramente domani sarebbe stata una giornata impegnativa per entrambi: era meglio tornare a dormire, ma l'unica cosa che riusciva a pensare sdraiato sul divano era che sua figlia ci sapeva fare. Figlia, suonava ancora strana quella parola per lui.




Alcuni giorni dopo la sua incursione nel laboratorio Roxie aveva ancora delle difficoltà ad adattarsi a quella nuova situazione. Non era per Tony o per Pepper, semplicemente si sentiva spaesata come al suo arrivo. Tutto era così diverso da Londra. Chiusa in camera sua, seduta sul letto stava suonando la chitarra elettrica che aveva comperato qualche anno prima. Suonava You're a Lie, canzone che le frullava in testa da quella mattina, quando qualcuno entrò nella stanza con fare deciso e le spense l'amplificatore. Il gesto le diede fastidio; ma non ebbe il coraggio di dirlo a Tony, aveva un'espressione così preoccupata mentre la fissava stando in piedi davanti a lei.

-Posso parlarti un attimo?-

Roxie annuì e posò con cura la chitarra nella custodia, sicuramente Tony voleva la sua attenzione e con la chitarra in mano la cosa sarebbe risultato difficile per Roxie.

-Senti Roxie io vorrei - Tony si fermò un istante, sospirò e terminò quella frase che gli stava costando molta fatica - lavorare con te in laboratorio, ho visto il tuo progetto e credo che tu sia portata per questo-

Tony non era abituato a chiedere aiuto e lo infastidiva doverlo fare, quasi quanto non capire un qualsiasi concetto. Lui era il grande Tony Stark e supponeva di non aver bisogno dell'aiuto di nessuno, ma, evidentemente, si sbagliava.

-Hai bisogno del mio aiuto Iron Man?- domandò lei senza pensare.

Era stata indelicata, molto indelicata.

-Si tratta dell'impresa di famiglia- disse Tony congedandosi e lasciando Roxie di nuovo sola nella sua stanza.




Si tratta dell'impresa di famiglia: una frase semplice che in realtà racchiudeva un significato profondo. Era il suo modo per dire che Roxie era parte integrante di quella famiglia: gli Stark.





































Angolo dell'autrice

Ciao a tutti,

inizio con il chiedere scusa a chi aspettava il secondo capitolo di questa ff. Avevo promesso di postarla presto, ma impegni universitari mi hanno impedito di lavorarci. Spero che questo nuovo capitolo basti per farmi perdonare =)

Altra cosa volevo dedicare questo secondo capitolo alle mie due beta: Yuki_o e Kagome_ .

Ragazze grazie mille per il sostegno, vi adoro <3

Ro




 

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