Is It Not Always Rainbows And Butterflies?

di ElianaTitti
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pozzanghere. ***
Capitolo 2: *** Where Is The Luck? ***
Capitolo 3: *** Sun, Moon and Angels ***



Capitolo 1
*** Pozzanghere. ***


colore

                             

 

 

Tutti i giorni sono speciali perchè ogni momento fa parte del sogno da trovare,

e mentre lo insegui scopri cose che mai avresti sognato,

se non avessi avuto il coraggio di tentare ciò che ti sembrava impossibile.”

 

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Capitolo 2
*** Where Is The Luck? ***


Sono sempre stata convinta che noi fossimo due sorelle mancate.

Scambi di vestiti, chiacchierate interminabili, distribuzione di consigli e infinita complicità.

Eravamo sulla stessa lunghezza d’onda.

Non ci conoscevamo da molto tempo, a malapena 2 anni, ma eravamo entrate subito in sintonia.

I nostri caratteri non erano né uguali né diametralmente opposti; A volte avevamo quasi la sensazione di completarci a vicenda.

Una cosa delle cose che ci univano era la passione per la musica.

Altea e Caschmira, le classiche ragazze che ritenevano l’ mp3 il tesoro più grande, forse anche più del lipgloss.

Non avevamo cantanti o gruppi preferiti, eravamo più che altro attirate da singoli di un po’ tutti i generi.

L’unica eccezione erano i Tokio Hotel.

Scoperti per caso, venerati per scelta.

Anch’io all’inizio non ero stata immune dall’avere pregiudizi, ferma nel mio dubbio sul cantante: Maschio o Femmina?, ferma nel considerarli tutti froci.

Mio nonno diceva che dissipare pregiudizi era sinonimo di genialità.

Beh per una volta gli ho dato ascolto.

Ed è stata una delle cose migliori che ho fatto, insieme al convincere Cass a seguire il mio esempio.

Oserei dire che siamo ghermite dalle loro canzoni, da quella musica che si avvicina troppo a pura magia.

Cerchiamo solo di non farci coinvolgere troppo, cerchiamo di non crearci una loro immagine di vita e di carattere, di limitarci ad ascoltare la loro musica e nutrirci di solo quello.

Quante stupidaggini. E’ impossibile.

Come possiamo non crearci una loro ipotetica figura, eliminare quella sensazione che ti fa pensare “Io li conosco” dopo che osserviamo con avidità ogni minima mossa, sguardo, espressione che fanno durante i concerti e le premiazioni? Come rimuovere l’idea dei ragazzi perfetti, creati aggiungendo senza riguardo caratteristiche a loro estranee, e mescolate con tutti i loro possibili dettagli, assimilati inconsapevolmente leggendo una quantità impressionante di loro fanfiction,che ci aiutano anche a  sognare l’amore meraviglioso?

Non Possiamo, questa è la verità. Inconsapevolmente ognuno di noi conosce un Bill, Tom, Georg, e Gustav diverso; caratteristiche di base uguali, ma numerosi dettagli aggiuntivi che li rendono differenti gi uni dagli altri, e soprattutto sempre più lontani da quelli veri.

Noi, che siamo spaventate da questa possibilità e preferiamo rischiare di non conoscere mai quelli veri che crearne noi di falsi, ci teniamo a distanza da tutto questo.

Superficiale dire che è difficile.

Inutile dire che è impossibile.

Infatti non ci siamo riuscite.

E quasi per scherzo ci siamo create un mondo tutto nostro.

Dalla domanda “chi ti piace tra i quattro?” è nata una commedia.

Io con Bill e Georg, lei con Tom e Gustav.

Ci divertiamo, pur essendo coscienti che abbiamo messo in scena la pura contraddizione ai nostri principi.

Entriamo in un'altra realtà, in quella perfetta, dove tutto può accadere.

E ci piace.

 

Oo●oO

 

-Cass, tu che parli sempre con Tom...hai idea del perchè piaccio a Bill?- chiedo alla mia migliore amica.

Lei sembra pensarci un po’.

Mi sembra soltanto strano di come mi possa sentire in ansia per la sua risposta, sapendo che è comunque frutto di fantasia. Certo, so che quello che dirà è veramente quello che pensa lei di me; Ma ovviamente non è quello che pensa il mio cantante preferito. Eppure mi sento sulle spine.

- A Bill piaci principalmente perchè sei diversa. Rimani sempre la stessa nonostante le critiche che a volte ti possono fare...proprio come lui che si è dovuto subire ogni tipo di critica e pregiudizi.-

Non posso far a meno di sorridere.

-Siete uguali nella vostra diversità, ma  d'altronde sai come si dice: Mi guardate male perchè sono diversa,io vi guardo e rido perchè siete tutti uguali.-

Questa espressione passerà alla storia: in tutti i discorsi, basta che sia presente la parola “diverso” che lei automaticamente cita la frase.

-E nonostante i tuoi lati negativi riesci a tirare il meglio di te in ogni situazione, riesci a essere divertente e quindi, a far divertire gli altri, a volte gli sembra strano pensare che tu sia la stessa Altea che in alcuni momenti si fa molto pesante, cominciando a lamentarsi per ore o addirittura giorni.-

Sono fatta così.

-Inoltre dice che ti sai fare abbastanza bene le unghie e che potresti avere un buon futuro anche come sua truccatrice personale.-

Grazie.

-Dice anche che sei molto carina, hai una risata un po’ strana ma che fa ridere anche gli altri, un fisico giusto.. insomma il tipo che gli piace in poche parole.-

Magari...

-Lo attrae anche il tuo stile, nonostante sia un po’ differente dal suo-

Molto differente dal suo.

-Gli piace il tuo modo di pensare e di affrontare le cose, anche lui è un tipo vendicativo, solo che al  contrario tuo ripaga con la stessa moneta  anche se deve fare qualcosa contro i suoi principi. Secondo lui è più giusto questo metodo occhio per occhio, anziché il tuo chi semina vento raccoglie tempesta.- aggiunse rassegnata.

-Anche se non ti conosce molto bene per poterlo dire, pensa che sei una di cui sicuramente si può fidare. In poche parole Al....per lui sei perfetta!- conclude soddisfatta del suo lavoro.

Infatti, grazie, mi hai fatto illudere per bene!

Ma non posso fare a meno di voler restare sempre in questa dimensione.

Mi fa sentire bene.

Ora però tocca a me, lo so.

-A Tom piaci perchè sei ingenua.- inizio.

Piccola, ingenua Cass.

Le faccio segno di non controbattere perché vedo già il suo viso corrucciarsi.

-Attenzione! Non stupida, ingenua.- ci tengo allora a precisare.

Ora sembra soddisfatta.

-Sembra che stai tutto il tempo in un mondo tuo, a cui possono accedere poche persone.Hai una naturale capacità di riuscire a far ridere le persone, sempre con questo tuo atteggiamento-

Sorride.

-Sai ascoltare le persone (anche se per 3/4 del discorso fai finta), e questo gli piace; Perchè anche lui a volte ha bisogno di essere ascoltato, come suo fratello-

Qui la vedo preoccuparsi, spera che non inizi a parlare di Bill come al solito.

E io non la deludo.

-Gli piace la tua spontaneità, Anche a Gustav.Tu e lui avete molto in comune. Ad esempio il mondo a parte in cui vivete. Siete timidi ma non con le persone che conoscete, non vi fidate subito della gente e per voi conta molto il primo impatto. Non vi aprite molto, e se lo fate o è un occasione particolare oppure siete stati incitati a farlo.- dico tutto d’un fiato io.

-Questo come carattere. Come aspetto fisico piaci a tutti e due.-

-Con la differenza che se devi baciare Gus ti viene più facile data l'altezza- aggiungo io, trascinandola in una risata che ci procura le lacrime agli occhi.

-Anche tu sei messa male con Bill...- ci tiene a precisare.

- Ah lo so! Infatti ho deciso che la prossima volta che lo vedo, mi porto uno sgabellino- le rispondo convinta io.

-Al di là dell’ aspetto fisico, Ovviamente, la nostra simpatia al limite della pazzia ci da un tocco in più! L'unica tua pecca, lo devo dire, è che a volte esageri con l’ingenuità…E che magari a volte dovresti essere più combattiva-

-Come te?-

-No, fino ai miei livelli no..- dico rassicurandola.

-Ma non si può essere perfetti, come io non posso non essere pesante.- aggiungo concludendo.

E’ contenta,e sprigiona allegria da tutti i pori.

 

Oo●oO

 

Anche quella sera Cass si fermò a dormire da me.

Eravamo sdraiate sui rispettivi letti, e quella sembrava la classica notte destinata ad essere molto lunga.

Parlavamo senza sosta, e avevamo toccato tutti gli argomenti possibili.

Era questa la cosa bella della nostra amicizia: avevamo un dialogo costante.

Ovviamente si parlò anche dei nostri sogni o dei nostri progetti.

- Io quest’anno voglio imparare a suonare la chitarra e la batteria. Vieni con me?- chiesi speranzosa.

- Non lo so…già due anni fa mi hai coinvolto nel tuo progetto “impariamo il tedesco, perchè se incontriamo I TH non sappiamo come comunicare”. Quanti corsi dovrei pagare quest’anno?- rispose esasperata.

Lasciai cadere il discorso.

-E poi se vuoi diventare famosa ti basta la tua bella voce.- cercò di convincermi.

- Non è questo il punto. A me piacerebbe davvero suonare la batteria e la chitarra indipendentemente dal diventare famosa…Comunque credo che essere una star sia l’unico modo per incontrarli.-

-Chi?-

-Come chi? B, T e doppia G.-

-Ah..i Tokio! Comunque tra poco ci sarà il sorteggio per la vacanza studio in Germania…chissà…-

-No Cass!- la fermai – noi ci provare neanche! Già ci illudiamo abbastanza. Devi capire che queste cose non succedono! E se lo vincessimo sicuramente non abbiamo il culo di incontrarli per caso. In più ti do per certo il fatto che nessuno di quei quattro si innamorerà perdutamente di me o di te.-

-Tu distruggi sempre I miei sogni…- rispose con tono deluso.

-Sono realista…-

Si, solo quando mi conviene..

 

Oo●oO

 

Venerdì tredici. La resa dei conti.

Sembra il titolo di un film dell’horror invece è la realtà.

Tutte le allieve del corso B sono radunate attorno all’insegnante madrelingua.

Il sorteggio per il viaggio in Germania tra pochi minuti. Andremo in un paesino vicino Lipsia.

Sembra quasi fatto apposta.

Proprio quella Leipzig, la città dove I Kauliz fanno parte di quei 507.095 abitanti.

 

Sono distante, seduta su un banco. Cass ha cercato di convincermi ad unirmi a loro, quel cerchio di ragazzine invidiose l’una dell’altra, impegnate a mandare sfortuna e maledizioni qua e la con un dubbio sorriso.

Sono sicura che per me sarebbe troppo. Già qui la tensione mi sta procurando un mal di pancia spaventoso.

Ascolto Durch den monsun. Sembra che mi porti fortuna.

Vedo la professoressa che inizia a mescolare i piccoli foglietti dove abbiamo scritto i nostri nomi.

Strano come un biglietto, come una mischiata in più, ti possa cambiare la vita.

Ora ho chiuso gli occhi, alzo il volume dell’ mp3 al massimo in modo da non percepire alcun rumore oltre al suono della voce di Bill.

Inconsciamente aspetto Cass che si avvicina a me, mi abbraccia e mi dice che abbiamo vinto, che siamo state sorteggiate, che abbiamo avuto un culo pazzesco per una volta nella vita e che partiremo.

Prenderemo quell’aereo che ci porterà ad un passo dal sogno, come il titolo del libro di Chicco Sfondrini e Luca Zanforlin; solo che la copertina del mio sogno non sarà raffigurata da un paio di scarpe rosse, ma dal volto dei miei quattro dei.

Non sento nulla di tutto questo. Solo un piccolo spostamento d’aria accanto a me dopo qualche secondo.

La curiosità è troppa e schiudo gli occhi.

E’ Lei. Sta quasi per piangere.

Per un misero momento, mi lascio prendere dalla speranza che quelle che sta per versare siano lacrime di gioia. Ma mi basta osservare con più attenzione il suo viso, o voltarmi verso Margherita che sta improvvisando con Claudia una danza per celebrare la vittoria, per capire tutto.

Ed ecco che anche il misero momento se ne va.

Non posso evitare di scoppiare a piangere abbracciando la mia amica che mi imita, formando un quadretto funereo.

Inutile negarlo. Ci avevo sperato.

Per quanto la mia natura pessimista e negativa me l’aveva potuto impedire in tutti i modi, io ci avevo sperato.

Avevo sperato in quel colpo di fortuna.

Quello che ti cambia la vita, quello che ti fa vivere esperienze che popolano solo i tuoi sogni.

Invece eccomi qui, abbracciata a Cass, e mandando Iella a non finire sulle due ragazzine odiose del gruppo.

Perché poi, non solo il danno, anche la beffa.

Non solo non avevamo vinto, ma ci eravamo dovuti sorbire 30 minuti di esultanza esagerata da parte di due persone che odiavamo già dai primi cinque minuti di lezione.

 

 

 

-C lo sapevamo che era impossibile...- provai a dirle, dopo aver assistito a 3 ore di broncio.

-Scusa ma credevo che avremmo vinto noi! Aspettavo quel colpo di fortuna che viene una volta nella vita a ragazze come noi. Voglio dire, Claudia e Margherita ci possono andare quando vogliono in Germania, basta che schioccano le dita e il paparino gli prenota un albergo a 5 stelle nel centro di Berlino. Noi quando possiamo andare in Germania? Te lo dico io : A vent’anni se va tutto bene. In più loro si sono iscritte a quel corso solo perché lo frequentavano anche Giovanni,Michele e Giuseppe! Cosa vuoi che sappiano di Tedesco?- disse quasi aggredendomi.

Però aveva ragione. Noi quando saremmo potute andare?

Sembrava, no, era perfetto. Vacanza studio, Genitori che stranamente avevano accettato in un caso di mandarci, e tutto pagato.

La storia della nostra vita.

Perennemente sfortunate.

Non osavo fare questo discorso con mia mamma. La sua risposta sarebbe stata che altre erano le sfortune della vita. E aveva ragione.

Però per me l’ennesimo colpo di sfiga era stato orribile. Era come se al deserto era stata negata la garanzia di alluvioni continue per un anno.

Uno schifo di metafora lo so. Ma non sono riuscita a fare di meglio.

 

Oo●oO

 

Ne sono pienamente cosciente: è stupido.

Ma sono stata per le successive settimane con il fiato sospeso.

E il cellulare sempre acceso, anche di notte.

La mia mente masochista si aspettava una telefonata. La telefonata.

 

-Pronto?-

-Ciao Altea, sono la professoressa Krüger-

-Salve professoressa!-

-Ti volevo informare che c’è stato un altro sorteggio data l’improvvisa peste bubbonica varicella che ha colpito le gemelle Del Fante. Tu e la tua amica Caschmira andrete in Germania.-

-Grazie professoressa! Non so che dire..!-

-Non dire niente, e inizia a preparare le valigie!-

-Grazie!-

 

Il mio cellulare, quasi a farsi beffa di me è stato in silenzio per la bellezza di 2 settimane.

 Ci è voluto un altro venerdì, 27 per la precisione, per convincerci che il nostro sogno era andato in frantumi già qualche settimana precedente.

Ci sono volute le facce soddisfatte e le manine sventolate dal taxi che avrebbe dovuto portare le streghe in aeroporto, per convincerci ad eliminare tutte le speranze.

Dicono che sia l’ultima a morire.

La mia è morta quando ho passato le tre ore seguenti ad aspettare l’altra telefonata.

 

-Pronto?-

-Ciao Altea, sono la professoressa Krüger-

-Salve professoressa!-

-Ti volevo informare che c’è stato un sorteggio lampo dato il tragico incidente del taxi che doveva portare all’aeroporto le gemelle Del Fante.-

-Stanno bene?-

-Si, neanche un graffio-

Maledette! Avete anche il coraggio di possedere una fortuna impressionante anche nelle mie telefonate immaginarie!

-Ah..-

-Comunque non c’è tempo da perdere: Tu e la tua amica Caschmira andrete in Germania.-

-Grazie professoressa! Non so che dire..!-

-Non dire niente, e prepara le valigie! L’aereo decolla tra poco!-

-Lo faro! Grazie!-

 

Inutile dire che non ci fu verso di sentirsi dire, dalla professoressa Krüger di preparare quelle benedette valigie.

Nessuna chiamata.

 

Oo●oO

 

Arrivai tutta trafelata al portone del palazzo dove abitava Cass. Erano quasi le 16.10 di pomeriggio.

Avevo fatto una corsa non di so di quanti chilometri.

Sembrava quasi che la tasca posteriore dei jeans, dove avevo infilato la busta arancione, bruciasse.

Tenni premuto per almeno un minuto buono il pulsante del citofono, in modo da convincere chiunque avesse intenzione di rispondere per aprirmi, che era una questione di vita o di morte, perciò di muovere le chiappe e aprire.

-Chi è?- disse con voce assonnata la mia amica, che ero pronta a scommettere, stava ancora dormendo.

-Cass muoviti apri!-

-Uhm..-

Sentì la serratura scattare.

Altra corsa su per le scale.

Pensa positivo, almeno 5 kg in meno oggi.

Caschmira era appoggiata pesantemente all’uscio della porta.

-Che vuoi?-

-Ma che accoglienza...!- le risposi ironica, spostandola da un lato in modo da permettermi di entrare.

-Uhm..-

Chiuse la porta e si lasciò cadere pesantemente sul divano.

-Cass preparati...- iniziai

-uhm...-

-Mi sono piazzata li 2 ore prima dell’apertura, ma è stato inutile perché già c’erano almeno 200 persone prima di me. Quando sono riuscita ad arrivare alla cassa ne erano rimasti solo 3.- dissi estraendo la busta arancione e poi i due foglietti di carta.

Altro che foglietti. Questo è oro.

-Uhm?-

-I biglietti!! Sono loro!! Quelli per il concerto!- esclamai al culmine della gioia.

-Uhm...-

-Non esprimere così tanti concetti in una volta, sai com’è, rischio di non riuscire a seguirti...-

-Soldi buttati.- esalò finalmente. –Li vedremo dal vivo ok, ma non so neanche da quale fila sperduta. Non ci noteranno, resteremo deluse e ci renderemo conto che potevamo guardarcelo in santa pace a casa questo concerto, in diretta, senza sorbirci il pernottamento in tenda, l’accalcamento, le spinte e chi più ne ha ne metta.-

-Ma questo è il bello dei concerti!-

O no?

-Sarà...-

-Non vuoi fare la ola con il tuo Gusty e osservare di presenza il sorriso malizioso di Tom?-

Evitai di aggiungere la parte “non nella tua stanza”.

Perchè noi almeno 1 volta a settimana riguardavamo I concerti e immaginavamo di essere la con loro.

-Uffa...-

-Io personalmente voglio provare il gusto perverso di svenire ad ogni mossa, sguardo ed espressione di bill, avere un infarto ad ogni sua parola pronunciata e immaginare intensamente di essere il basso di Georg. In diretta.-

- Immagino perciò che darai un bel po’ di lavoro alla crocerossa –

-Certo che si! Vuoi partecipare al mio scellerato progetto?- proposi.

Mi sa che è fatta.

-Sempre con te TiegerChic!- si arrese allora, contagiata anche lei dalla mia entusiasmante follia.

Tokio Hotel aspettateci!

 

Oo●oO

 

 

 

 

 

Spazio Autrice:

 

Intanto grazie ad annuk che mi ha aiutato e dato qualche spunto per il capitolo, in più ha provocato con la nostra breve litigata l’ ispirazione per scrivere il secondo capitolo.

Vorrei ringraziare tutti quelli che si sono soffermati, anche per pochi minuti a leggere il precedente capitolo.

Ringrazio ancora di più chi ha letto questo chap fino alla fine (sadici!!), e chi mi vorrà lasciare una piccola recensione.

Grazie a chi ha recensito il primo capitolo, dandomi un po’ di coraggio nel continuare, nonostante non c’era molto da “recensire”.

Grazie soprattutto a moonwhisper che come prima ad aver recensito si merita un Danke enorme. In effetti non c’era molto da dire riguardo al primo chap. La storia era soltanto all’inizio e non si capiva molto dei successivi capitoli. Ebbene si, le discussioni presenti facevano parte della “commedia” creata dalle protagoniste.

Spero che anche questo capitolo ti piaccia. Sono lusingata dall’aver ricevuto una recensione da te, perché ho dato uno sguardo alla tua “And... can you dream?(che consiglio vivamente), e ho notato che sei davvero molto brava.

Grazie a _ToMSiMo_ che ha capito benissimo le coppie nella fantasia delle protagoniste! Fammi sapere se ti piace anche questo capitolo!

Grazie a Sissymissy91, sono davvero contenta che la storia ti sia piaciuta!

 

Ovviamente ringrazio anche chi ha aggiunto questa storia tra le preferite:

 

Alysea
lebdiesekunde
tokiohotellina95
_ToMSiMo_

 

Ho cercato di fare questo capitolo un po’ più lungo del precedente...anche perché stranamente l’ispirazione non mancava!

Alla prossima, un abbraccio a tutti!

Se vi va di rendermi un po’ più felice recensite! ^^ Fatemi sapere che ve ne sembra!

 

*Eliana*

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Capitolo 3
*** Sun, Moon and Angels ***


Un'altra notte in giardino, stese sulle coperte, a guardare le stelle.

Come nei film americani per adolescenti.

Quando sembra andare tutto per il verso sbagliato, e poi all’improvviso, ti senti lucky girl.

Capiterà anche a noi?

Forse aver acquistato quel biglietto potrà rappresentare l’inizio di qualcosa.

Si certo. Contaci come al solito. Immagino che già ti vedi al concerto mentre scambi occhiate di fuoco con Georg.

-Cass?-

-uhm?-

-Abbiamo quindici anni.- dissi con voce rassegnata.

-Ma va?!-

-Loro ne hanno diciotto quasi diciannove, intendo i gemelli.-

Meglio che non dico l’età di Georg se voglio evitare una repentina depressione.

-Allora se vuoi mettere i puntini sulle i, noi ne abbiamo quindici quasi sedici-

-Siamo minorenni...-

Lo dissi in tono sdegnato, come se odiassi la mia età.

Ma io la odio.

-come può succedere qualcosa se siamo minorenni? Questa condizione già ci elimina un casino di opportunità!-

E basta con queste opportunità. Quali poi?

-Mi elimina un casino di opportunità- rettificò l’amica – Bill ha sempre detto che per lui non conta l’età!-

-Ma non potevo nascere nell’ ’89?-

Vedi tu che problemi ti crei. Se potevi nascere nell’ ’89.

Finiamola con queste stupidaggini! Stai diventando una delle tante ragazzine oche che odi!

Che palle...

Dovresti ringraziare che l’ultimo neurone rimasto nel tuo cervello bacato qualche volta si faccia sentire!

-Caschmira, lo sai qual è il problema?-

-Il problema? Secondo me tu ne hai così tanti che ormai hai perso il conto-

-Seriamente- continuai – Io ho sempre pensato: ma non potevo essere una fan normale che si accontenta di andare ad un concerto, e ascoltare le loro canzoni? Devo per forza star male ogni volta che penso che non conoscerò mai il vero Bill? Che non parlerò mai con lui e che non sarà mai a conoscenza di quanto lui conti per me?-

-Non so se questo è un bene o un male, o addirittura normale, ma forse le fan “regolari” non provano quello che senti tu quando ascolti una loro canzone.-

Era vero. Ogni volta che mi lasciavo cullare dalle loro canzoni mi commuovevo sempre.

Scatenavano in me troppe emozioni.

E a volte mi faceva paura tutto questo. Mi chiedevo come fossero capaci di aizzare mille sensazioni tutte in una volta e cambiarmi l’umore a loro piacimento.

-Ca...e se al concerto non succedesse niente?-

Mancava una settimana al concerto e io ero decisa nel rendere note tutte le mie paure.

-Cioè- continuai, volendo essere il più chiara possibile, rendendomi perfettamente conto di risultare al quanto complicata. –..ci saranno troppe persone.-

Ti prego...ancora con questa storia? Ti vuoi rassegnare? Se continui a nutrire tutte queste speranze sarà un colpo eccessivamente enorme anche per te.

Io lo so. Ma sento che deve succedere qualcosa.

Forse è meglio che ci rinuncio.

 

 

Oo●oO

 

 

Cioccolata...c’è. Patatine...ci sono. Tutte le possibili schifezze dolciarie che ti fanno rischiare uno choc diabetico?...presenti.

Adoravo andare al supermercato.

Ok, diciamo che mi piaceva andare al supermercato per acquistare questo genere di alimentari. Se si possono definire così.

Si, si. Alimentano cellulite, brufoli, glicemia e colesterolo.

-Vabbè ...- mi ritrovai a sussurrare iniziando a sentirmi troppo presto pervasa dai futuri sensi di colpa –...per una volta..-

Io propongo di specificare che tutti i tuoi  “per una volta” in questo periodo si ripetono con intervalli regolari di massimo 3 giorni.

Mi rendo conto che le tue proposte nascono sempre da buoni propositi.

Io proporrei invece di specificare che le mie delusioni in questo periodo si ripetono con intervalli regolari di massimo 3 ore.

E poi chi sei tu per mettere in discussione le mie tecniche anti-depressive?

Sono quell’ adorabile parte di te stessa a cui tu, hai dato erroneamente addio tempo addietro.

Sai, la parte normale e responsabile. Per chiariti meglio le idee sono il tuo unico, ultimo, indispensabile neurone sano. Chiamami pure Ultimo, come Raul Bova nell’omonimo film.

Che ne pensi invece di “SchiaccianteProvaDelMioPreoccupanteSquilibrioMentale”?

 

Scandalosamente occupata a sproloquiare con la parte semi-conosciuta del mio instabile cervello mi accorsi di essere ferma con il carrello davanti alla sezione libri-dvd-cd da più di 10 minuti.

Decisi allora di potermene permettere anche altri due, in modo da sbirciare qua e là nuovi titoli.

Poi qualcosa mi attirò. In un grande cesto di metallo più di cento cd di diverso genere disposti alla rinfusa, in offerta.

Poi il mio cuore emise un urlo silenzioso, coordinato a quello altrettanto privo di suoni del ragazzo immortalato nell’immagine che contemporaneamente osservavo.

So che poteva sembrare strano ma non avevo mai comprato un cd originale. Mai.

Preferivo scaricare le canzoni che più mi garbavano tramite dei programmi assolutamente gratuiti.

Non ero tirchia.  Direi oscenamente attenta a qualsiasi uscita ed entrata nel mio portafoglio, spaventata più che altro da giorni come quelli in qui il mio motto era “Si vive una volta sola, ed i soldi non te li porti nella tomba”.

Motto assurdo. Ma che vi potevate aspettare da me?

Accarezzai quella copertina un infinità di volte. Con gli occhi esageratamente dilatati e smarriti.

Sicuramente non giovò al mio stato semi-comatoso la brillante idea di qualche deejay della stazione radiofonica trasmessa dagli altoparlanti gracchianti del vecchio supermarket,  di diffondere per una di quelle rare volte la voce di Bill e le note di tutti quegli altri dei che si dilettavano nel strimpellare der letz tag.

Solo il messaggio di Cass, che si voleva informare come stesse procedendo la mia giornata mi permise di scrollarmi dallo stato in cui ero entrata dieci minuti dopo la fine della canzone.

Sono quei momenti che mi preoccupano. Quei momenti che mi confondono e mi fanno pensare di essere una povera scema.

 

 

 

A volte sentivo la mancanza di Bill.

Non so com’ era possibile, ma a volte percepivo una voragine dentro di me, quando mi rendevo conto che lui era lontanissimo.

-Perché devo fare sempre doppio lavoro?- sbottai un giorno.

-Cosa?- mi chiese non più di tanto confusa Caschmira, abituata ai miei ormai frequenti deliri.

-Cantano in Tedesco. E va bene, li capisco è la loro lingua madre. Ora cantano anche in Inglese, li capisco è la lingua internazionale. Ma per i fan come me è un casino!-

-Non ti seguo..-

-Le loro canzoni sono più belle nella versione tedesca, perché secondo me le “sentono” di più. Solo che quando si esibiscono in Italia Bill canta in Inglese. Non posso imparare due versioni!-

-Guarda che non sei obbligata!-

-Lo so, ma se ascolto sempre quelle in tedesco, poi quando vado al concerto non posso cantare con lui!-

-Senti perché non giochiamo a The Sims invece di parlare sempre dei TH?-

Ha ragione, ha ragione, ha ragione. Sembro quasi ossessionata.

Neanche cinque minuti di gioco, perché un Sim accende la radio e la prima canzone che si sente è Ich bin da.

-Cazzo!- scoppiai alzandomi dalla sedia.

Cazzo cazzo cazzo.

-Cass perché non sono normale?- chiesi con voce disperata. –Perché ogni volta che sento una loro canzone devo per forza avere un mal di pancia fortissimo?- continuai iniziando a girare in tondo alla mia stanza. –Io non ce la faccio più. Mi stanno rubando il cervello!-

Finalmente ci sei arrivata!

- Io non voglio provare queste cose. Io non li conosco. Come fai ad amare una persona che non conosci? Forse conosco la sua maschera. Provo tutte queste cose, cose che non ho provato mai per una maschera.

La cosa più triste è che non lo conoscerò mai, che rimarrò con il rimpianto, non saprò mai per chi provo tutti questi sentimenti di merda. Sembra impossibile ma c’è una cosa ancora più triste.

La cosa più triste è che lui non hai la minima idea di chi sono io. La minima idea che esisto.-

-Io non voglio sentirmi male quando ascolto una loro canzone! Non voglio smettere di fare tutto appena sento la sua voce o vedo una sua immagine! Non voglio nutrirmi di un sogno che non si avvererà mai!-

-Altea…- provò a interrompermi con la sua voce comprensiva.

-No, Cass, davvero. Sono nauseata. Io dovevo mantenere le distanze, e invece non l’ho fatto. Non dovevo diventare come tutte le fan oche che noi critichiamo sempre!- spiegai, provocando un mega “puff” lasciandomi cadere sul divano.

-A volte, e ti giuro che mi dispiace moltissimo pensarlo, non so quale sia la cosa migliore. Conoscerli o non conoscerli. Loro fanno bella musica, anzi bella è dir poco, mi hanno conquistato con la loro spontaneità e con le cazzate che fanno come per dimostrarci che sono esattamente come noi. Poi però viene la parte brutta della storia. Non dico di essere ossessionata, ma quasi. Ci penso sempre ,e a volte mi chiedo se sia normale idolatrare persone che effettivamente non conosci.- proseguii nel mio monologo.

-Mi secca, ma non so cosa dirti.- rispose allora Cashmira.

 

 

Oo●oO

 

Mi sento molto sola.

Per quanto possa sembrare il contrario, io non ho veri amici.

A Cass non le dico tutto. Le parlo dei miei angeli.

Ma non le dico tutto.

Parliamo del sole, della luna, di cose in generale, dei nostri sogni, ma io non le ho mai detto tutto di me.

Sono una persona diffidente e cinica. Non ci posso fare niente.

Sono molto restia dal fidarmi degli sconosciuti. Ma anche delle persone che conosco da tanto tempo.

Il problema è che alterno momenti di puro scetticismo a momenti in cui ho una voglia matta di fermare qualcuno per strada e chiedergli di diventare il mio migliore amico.

Ho avuto periodi decisamente orribili, e uno di questi è inerente alla separazione dei miei genitori.

In quei momenti, e tuttora, mi è sembrato come se i Tokio Hotel, e in particolare Bill, fossero gli unici che inconsapevolmente mi capissero e mi dessero una mano.

Ed è molto triste quando litigo brutalmente con mia madre, e ho voglia di morire perché penso che non c’è nessun motivo per vivere, pensare che l’unico motivo per cui accantono l’idea sono loro. Persone che non hanno mai fatto niente (volontariamente) per me. Che quando ne ho bisogno, non mi possono abbracciare.

Non mi sembra normale.

Intanto non mi sembra neanche giusto pensare queste cose. Ci sono persone che darebbero di tutto per vivere ancora un solo attimo. Chi si aggrappa con le unghie alla vita.

E io, che non sono neanche adulta, penso di voler morire.

Che poi lo penso senza neanche avere dei validi motivi.

Il fatto è che a volte la solitudine mi opprime.

Cioè,  non avere nessuno che conosce tutto di me, al quale dire tutto.

Posso avere tanti pseudo amici, è vero.

Ma io ne ho bisogno di veri.

Purtroppo gli amici non si cercano, si trovano.

In ogni caso, sarà stato che il tutto mi ha colto in un momento un po’ particolare, ma il fenomeno Tokio Hotel mi ha travolto.

Mi ci sono rifugiata.

Leggendo una fan fiction. Ecco l’ origine.

E poi è un attimo.

Su internet trovi foto, informazioni…e ti lasci inghiottire dal vortice.
E poi, scaricare video ed esibizioni.
Ecco, sinceramente quello che proprio mi ha fatto precipitare nella fissazione, è stato vederli muoversi sul palco, sono stati i loro movimenti, il loro sguardi, le loro interpretazioni.
La sua interpretazione.

E’ quando cominci a guardarti i backstage, i video rubati, le immagini “dietro le quinte” e quando leggi le interviste o vedi le interviste video, che scatta proprio la molla definitiva.
E’ li che capisci che è incredibile come in una sola persona, Bill Kaulitz, si riescano a conciliare così la bellezza, la timidezza, la dolcezza, lo stupore di un ragazzino, la purezza delle sue risate e il “battito animale” che riesce a provocare quando è on stage.

E ti innamori. O forse no. Provi affetto quasi.

Ma, e so che mi ripeto, come fai a provare del vero e proprio affetto (per non parlare di un sentimento come l’amore) per un ragazzo così distante? Per una persona che non ci sarà mai per te? Per una persona che comunque non conosci?

A quel punto io mi sono chiesta se ero normale. Se mi stesse succedendo qualcosa. Se era normale piangere guardando i video o sentendo le loro canzoni. Così, di punto in bianco, senza pensare a niente. Ti senti soltanto imbambolata e le lacrime che scendono sul tuo viso.

Non ti sei ferita, non hai sbattuto contro nessuno spigolo, non hai ricevuto schiaffi né botte.

Il tuo cuore è soltanto un po’ più gonfio e lavora un po’ di più.

Perché anche se non te ne accorgi il tuo subconscio, o comunque il mio neurone sano si ribella e quelli rimanenti, i pazzi assatanati e drogati da 4 ragazzi tedeschi rispondono.

Una piccola guerra insomma.

Tra razionalità e fantasia.

E a volte non so davvero per chi fare il tifo.

 

 

 

Mi scuso per il ritardo, ma l’ispirazione non c’era.

Voglio ringraziarvi tutte per aver letto questo e il precedente capitolo.

Soprattutto grazie per le recensioni. Mi tirano su il morale, e soprattutto m incoraggiano a continuare, nonostante io scriva anche per me stessa.

 

_ToMSiMo_: Spero che ora tu abbia capito la storia. Ovviamente all’inizio non era molto facile comprenderlo, in particolar modo il primo capitolo. In ogni caso grazie per la recensione!

moonwhisper: un mega-grazie anche a te, specialmente a te. Spero vivamente che questo capitolo non ti abbia deluso. Questa parte della storia è un po’ riflessiva, scava e descrive l’animo e le sensazioni di Altea, a cui io tengo molto. Sono lusingata, compiaciuta, troppo contenta. Grazie davvero, ma davvero per la tua recensione. Non so, quando l’ho letta mi sono sentita come…compresa. Come se tutto quello che volevo trasmettere con la mia fanfic fossi riuscita a trasmetterlo. Ed è una sensazione bellissima. Grazie. Spero davvero che commenterai anche questo capitolo, se ti ha deluso, ti prego di dirmelo, e di far presente quello che secondo te non va. Io non ho molta esperienza nello scrivere e pubblicare fanfiction, per questo spero in tutti i vostri consigli, i modo da migliorare pian piano. Ti ringrazio un’altra volta. Sei un amore.

broken93: sono contenta che ti piaccia la fanfic per ora. Fammi sapere se continui a pensarla così! Grazie ancora! XD

Sarah92: Grazie anche a te Sarah. Che dire, più che lusingata dal tuo commento. Soprattutto perché è un commento fatto da una grande scrittrice, oltre che da un’amica. (eh si, ormai ti considero tale! XD) Sono felice che il capitolo e che la storia in generale ti piaccia, in particolar modo per il fatto che anche tu hai capito il senso della storia e che ti incuriosisce. Grazie davvero. Mi hai reso felice (si, so anche di ripetermi continuamente, ma che ci vuoi fare…). Spero che troverai un altro minutino per recensire questo nuovo chap.

Antonellina: Grazie tantissimo per la tua recensione. Comunque no, non sei stata tu a darmi l’ispirazione, ma ti assicuro che questo periodo di intensa amicizia mi ha aiutato per la tanta aspettata ispirazione. Grazie anche a te. Per tutto. Anche per le tue cazzate. Ora sei al concerto di Marco. E mi dispiace non sai quanto di non essere là. La con te. Aspetto ovviamente con ansia anche il tuo commento. Grazie ancora.

 

Ok, ora vi lascio davvero.

Un ultimo grazie a tutti.

Soprattutto a chi vorrà lasciarmi un piccolo commentino.

Un bacio. Auf widersehen.

 

Eliana.

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