The Weeping Angels

di EriChan92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 01 - A New Life ***
Capitolo 2: *** Cap. 02 - The Black Angel ***
Capitolo 3: *** Cap. 03 - Weeping Angel ***
Capitolo 4: *** Cap. 05 – Your eyes, your smile, You ***
Capitolo 5: *** Cap. 04 - Red Ring ***
Capitolo 6: *** Cap. 06 - Maybe... ***



Capitolo 1
*** Cap. 01 - A New Life ***


The Weeping Angels


 

Cap. 01 – A New Life
 

Quando Jungsoo aprì gli occhi ci mise qualche attimo a capire dove fosse e cosa fosse successo.
Ricordò bene la paura quando vide quell'auto sbandare, il dolore lancinante al corpo, e a quella sensazione di vuoto che sembrava tenerlo in sospeso.

Non si capacitava di come potesse essere sopravvissuto, dopotutto, si era buttato in mezzo alla strada per salvare un bambino che per poco non veniva travolto.
Non si capacitava del perché non provasse dolore o paura, si sentiva calmo, sereno e, in un certo qual modo, felice.
Sperava che il bambino stesse bene, che si fosse salvato e che fosse al sicuro.

Il ragazzo si rese conto di essere disteso in una stanza molto luminosa e calda.
Quando si alzò, notò che vi era una sola porta, bella e maestosa, sembrava essere stata posta li per lui.
Vicino ad essa vi era uno specchio, dove Jungsoo andò a riflettersi.

Si aspettava di trovare graffi, ferite o lividi; ma il suo viso invece era ancora più bello e perfetto di prima e i capelli erano sempre biondi e in ordine.
Si vedeva uguale, ma allo stesso tempo diverso.
Qualcosa in lui era cambiato, ma non sapeva definire cosa.
Si scrutò a fondo, studiò ogni minimo particolare del suo volto, del suo collo, fino alle spalle, ma nulla riusciva a fargli capire dove fosse avvenuto il cambiamento.

Il ragazzo venne ridestato da un lento ed armonioso bussare.
La porta era chiusa, attendeva solo di essere aperta, ma non sapeva cosa fare.

Non aveva riconosciuto il luogo dove si era svegliato, il ricordo dell'incidente era vivido nella sua mente, ma quello che era avvenuto prima?
La sua vita prima di quel momento dov'era finita?
Si rese conto di non sapere chi fosse.
Il suo nome era Park Jungsoo, ma non ricordava chi glielo avesse dato, chi l'avesse messo al mondo e chi lo aveva cresciuto.
Una paura innaturale gli attanagliò il cuore, come poteva aver dimenticato una parte così fondamentale della sua vita?
Doveva sapere, doveva capire.

-Chi è?
Rispose titubante.

Tutto tacque per qualche attimo.
Pensò che quella presenza se ne fosse andata, che lo avesse lasciato solo.

E questo fu quello di cui ebbe più paura.
Rimanere da solo.
La solitudine non gli piaceva, a lui piaceva venir coccolato, avere sempre qualcuno vicino a dirgli cose dolci,
gli piaceva il calore di un corpo stretto al suo, gli piaceva la compagnia.

-Sono Yesung.
-Yesung chi? Non conosco nessuno con questo nome.

-Sono Yesung, sono un angelo.

Jungsoo non poteva credere alle proprie orecchie, era sicuro di aver capito male,
e se non aveva capito male, quel “Yesung” lo stava sicuramente prendendo in giro.

-Un angelo?
-Si...
-Mi hai preso per un cretino forse?
-Lungi da me dal pensarlo, potresti aprire la porta?
-Dovrei?
-Si.
-Perché? Apri da solo se vuoi...
-Perché è ora che tu lo faccia e solo tu puoi.

Quell'ultima affermazione gli sembrò l'unica cosa sensata del discorso.
Non sapeva perché, ma si sentiva padrone di quella porta e di quella serratura.

Solo lui poteva aprirla, ne era certo.
Il perché lo sapesse gli era ignoto.
Pensò fosse il colmo, non sapeva quasi chi fosse, ma sapeva una cosa così...
Si vergognò di se stesso e di quella strana sensazione che, nonostante la sua memoria fosse perduta, lo rendeva calmo e razionale.

Con una lentezza e delicatezza quasi irreali, aprì quella porta, trovandosi davanti una creatura che lo lasciò a bocca aperta.

Davanti a sé c'era un angelo, bellissimo, interamente in bianco, fatta eccezione per i suoi capelli corvini e gli occhi dello stesso colore.
Sulla sua schiena erano presenti un paio d'ali bianche e luminose, che emanavano una sorta di luce calda e meravigliosa.

-Posso... Posso toccarle?

Fu l'unica cosa che riuscì a pensare.
Voleva toccare quelle ali, sentire le piume tra le dita e decifrarne la morbidezza e delicatezza.

Non pensò a chiedere scusa per non aver avuto fiducia nelle sue parole, ne a chiedergli se quello che i suoi occhi stavano ammirando fosse reale;
il suo unico pensiero fu quello di porgere quella domanda.

-Perché non tocchi le tue?

Il ragazzo non afferrò appieno le parole di Yesung.
Le sue ali?

Quali ali?
Lui non ne aveva.
Era solo un comune essere umano.
Si, un comune essere umano morto.


Si portò una mano al cuore quando la sua mente elaborò quel pensiero.
Non lo sentiva.

Il suo cuore non batteva, il suo petto era muto come un tomba.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime, come poteva essersi scordato?

Lui era morto.

Park Jungsoo morì in un incidente d'auto all'età di 23 anni, sacrificando la sua vita per salvare quella di un bambino.
Con le lacrime che rigavano il volto diafano, rivolse uno sguardo malinconico e profondo all'angelo,
che senza una parola gli indicò la porta, invitandolo ad oltrepassarla.

Uscirono e la prima cosa che vide, dopo che la vista si abituò alla luce prepotente che lo investì, fu una grande sala bianca,
divisa da tre navate e percorsa quindi da due file di colonne enormi e maestose. 
Pensò che “grande” fosse un eufemismo.
Ai suoi occhi sembrava infinita.

Sulle pareti laterali si vedevano tante porte tutte uguali, dove, a detta di Yesung, entro quelle vi erano altre stanze, con altrettante porte.
Vi erano inoltre molti altri angeli, chi parlava, chi gli dava il benvenuto, e chi lo ignorava.

-Se sei un angelo puoi passare da una sala all'altra senza aver bisogno delle chiavi. Dietro ogni porta, come ti ho detto,
ci sono altre sale come questa, beh, più piccole ovviamente. In queste sale minori ci sono altrettante porte che danno su singole stanze private.
Ci sono circa sette miliardi di queste stanze private, ognuna di esse sarà il luogo dove l'anima o le anime attenderanno la reincarnazione. E--

-Yesung aspetta... Perché mi dici tutto questo? Non ho capito nulla...

Jungsoo aveva cercato di stare dietro alla spiegazione dell'angelo, ma proprio non ci era riuscito.
Non aveva capito nulla. La sua mente si era fermata sul fatto che era morto e che non sapeva cosa fosse diventato, ne dove si trovasse.

-Come perché? Non le hai viste le ali sulla tua schiena?
-A-Ali?

-Si, sono così belle e nuove...

Jungsoo ci capiva ancora meno , lui non aveva nessuna ala sulla schiena.
Si voltò anche per vedere se ci fossero, ma non vide nulla, non sentiva nulla, ne peso ne calore.

Perciò rivolse uno sguardo indagatore al moro, che annuì riflettendo sulla situazione.

-Capisco...
-Cosa?

-Non hai accettato la tua morte vero?

Il biondo sussultò, come se sentirselo chiedere gli avesse fatto realizzare davvero quanto accaduto.
E' vero, non lo aveva ancora accettato.

Come poteva pensare di accettare la propria morte? 
Gli sembrava impossibile anche solo crederlo...

-Ti pare che possa accettare una cosa simile?

Yesung si fermò e si voltò a guardare Jungsoo negli occhi.

-Anche io quando il mio corpo mortale ha perso la vita, ho fatto fatica ad accettare la cosa. 
Volevo tornare a casa, dalla mia famiglia e vivere. Ma una volta che diventi angelo non puoi più avere una vita terrestre. 
Si diventa angeli perché la morte è avvenuta a causa di un paradosso, che "rovina" l'anima rendendola effimera, e non più in grado di reincarnarsi. 
Perciò il Destino, per rimediare a questo errore, concede all'anima una vita eterna al suo servizio. 
Sia io, che te, sia ogni angelo che vedi in questa sala, siamo morti per errore. Però sai, adesso inizierai una nuova vita, 
il tuo cuore presto riprenderà a battere e, quando ti distaccherai dalla vita umana e accetterai la tua nuova essenza, 
riuscirai a vedere e a sentire le tue bellissime ali.

-Quindi... Non dovevo morire quel giorno?

-No, quel giorno tu avresti dovuto semplicemente girare l'angolo, fermarti al passaggio pedonale ed assistere impotente alla morte di quel bambino. 
Ne saresti rimasto segnato per tutta la vita, ma avresti vissuto. Questi paradossi avvengono molto di rado. 
Avvengono quando un animo è così puro e gentile che, per la felicità o la salvezza di una terza persona, sfonda le barriere di ciò che è già stato scritto. 
La maggior parte dei casi succede così, ma non sempre... Diciamo che non è una regola esatta.
A volte accadono e basta, e quando una persona lascia la vita umana senza ragione, senza cioè essere stati la salvezza di qualcuno, 
diventano qualcosa di uguale ma fondamentalmente diverso da noi.

-E... Cosa diventano?
-Angeli della Morte.

Jungsoo faceva davvero fatica a seguire le spiegazioni dell'angelo, ma il discorso in generale credeva di averlo capito.

-Angeli della Morte?
-Si, ecco...

Yesung alza la mano e indica un angelo completamente in nero.
Era di spalle, portava un cappotto lungo fino al ginocchio, le ali erano nere come la notte profonda, ma allo stesso tempo lucenti,
i capelli erano corti e scuri, la pelle chiara e all'apparenza liscia.
Jungsoo rimase incantato da ciò che vide.
I suoi occhi si rifiutavano di abbandonare quella visione.

Si rese conto che qualcosa nel suo petto aveva iniziato a muoversi.
Gli doleva, provava una strana sensazione all'altezza del cuore, vi portò una mano e “thump...thump...thump...” Aveva ripreso la sua corsa.
Provo a parlare, ma quella sensazione meravigliosa gli mozzava il fiato.

-Quello in nero laggiù...- Riprese Yesung. -E' un Angelo della Morte. Loro non sono come probabilmente pensi.  
Quando si sente parlare di “Angeli della Morte” si pensa a creature malvagie e assassine.  
Ma non è così, sono creature buone, come noi, ma a loro spetta un compito piuttosto difficile. 
Sono coloro che prelevano le anime dal corpo. 
Quando un essere umano muore, loro vengono chiamati sulla terra e raccolgono l'anima in sospeso, e la portano nella propria stanza.

-Oh... Tipo gli Shinigami?
-Tipo...
-Oh... E... E noi cosa facciamo?
-Noi le anime le portiamo a reincarnarsi. Gli concediamo un nuova vita. Noi siamo gli Angeli della Vita, o Angeli Bianchi. 
Preleviamo le anime dalle proprie stanze, quando sono sufficientemente forti da impegnarsi in una nuova vita, e le portiamo sulla Terra a vivere.
-Io quante vite ho vissuto? Quante volte mi sono reincarnato prima di diventare... Angelo?
-Una sola.

Il ragazzo rifletté sulle parole del moro.
Ha vissuto una sola vita da umano. 
La sua anima ha avuto solo una opportunità di vita ed era diventato un angelo, anche se la cosa gli suonava ancora strana. 
Era molto confuso, avrebbe voluto scappare via e nascondersi.

-Comunque è bellissimo.
-Che cosa?
-Il suono del tuo cuore.

L'angelo rivolse un sorriso carico di dolcezza al ragazzo, che rimase impietrito dalle sue parole. 
Si chiese come aveva fatto a sentire il battito del proprio cuore.
Si rispose che, probabilmente, era una cosa “da angeli”.



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Buonasera~
Che dire di questa roba? Non lo so, mi è uscita così.
Se qualcuno ha letto "In The Middle" avrà capito che si tratta di uno Spin-Off di Leeteuk, l'angelo di cui parlo in quella ff.
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto!

Grazie in anticipo~

EriChan92

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'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di ...; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'





 

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Capitolo 2
*** Cap. 02 - The Black Angel ***


Hello everyone~
Non so come ma sono riuscita a partorire codesto capitolo (?)
E' piuttosto contorto, spero sia tutto chiaro! D:
Beh, buona lettura, se avete voglia fatemi sapere che ne pensate ;D ♥

EriChan92~
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Cap. 02 – The Black Angel

Passarono diversi giorni da quando Jungsoo si risvegliò, a quando Yesung lo informò che di li a poco sarebbe stato presentato ufficialmente alla “Cerchia”.

Yesung dovette spiegarglielo almeno tre volte, prima di fargli capire cosa fosse la Cerchia e di cosa si occupasse.

-Aaaaah Jungsoo... Sei tanto tenero quanto lento di comprendonio. 
La Cerchia è l'istituzione che si occupa del lavoro degli angeli, e che mantiene l'ordine supremo! 
E' costituita da sei Angeli Bianchi (Angeli della Vita) e da sei Angeli Neri... 
Gli Angeli Bianchi sono i sommi  Hangeng, Kangin, John, Sara, Nicole e Zelda. 
Gli Angeli Neri invece sono i sommi Heechul, Sungmin, Gregory, Molly, Irene e Saphira...
I dodici si riuniscono una volta ogni tre giorni per chiarire quanto accaduto nei giorni precedenti. 
Quando giunge qui un nuovo angelo, deve essere presentato ufficialmente a loro e agli angeli comuni, prima che possa iniziare a svolgere le sue mansioni. 
Tutto chiaro?

Ma per Jungsoo non fu “tutto chiaro” come sperava Yesung in cuor suo.
Se lo fece spiegare ancora una volta, per poi chiedere che luogo fosse quello dove si trovavano.

-Cosa intendi per “che posto è questo”?
-E' il Paradiso?
-Ah... Puoi chiamarlo così se vuoi! Alcuni terrestri lo chiamano in questo modo, altri Inferno e altri ancora Purgatorio. 
Ma non è così suddiviso come sulla Terra si pensa. Esiste un solo luogo, ed è questo. 
E' il luogo dove le anime ritornano per riposare prima della reincarnazione. La maggior parte di noi lo chiamiamo “Key Heart”.
-Perché lo chiamate così?
-Non lo so, nessuno lo sa. E' così e basta. 


I due Angeli si incamminarono sulla lunga balconata che si estendeva per miglia e miglia al piano superiore della Grande Sala, 
discutendo dei vari impieghi extra che possono tenere occupato un cittadino di quel luogo chiamato “Key Heart”.
Jungsoo scoprì che la vita per gli Angeli era pressoché parallela a quella umana.
Come gli esseri umani, anche gli Angeli potevano amare, potevano sposarsi e vivere la loro eterna esistenza con “L'Anima Per Te”.
A dispetto di quanto credesse Yesung, Jungsoo non ci mise molto a capire il significato di “Anima Per Te”.

-Yesung... L'Anima Per Te sarebbe l'anima gemella? L'anima che è destinata a alla tua fin dalla creazione dell'anima stessa?
-Si Jungsoo, come fai a saperlo?
-Non lo so... Credo di averlo intuito!
-Oh, è difficile intuire concetti del genere! Prima o poi incontrerai anche tu l'Anima a te destinata. 
Però dovrai prepararti! Potrebbe essere umano, e in quei casi è difficile portare a vanti una relazione simile... 
-Perché?
-Beh... L'umano invecchierebbe, e tu resteresti sempre uguale. Dovresti patire per la sua morte e attendere la sua reincarnazione, 
fino a che non sarà di nuovo pronto a conoscerti nuovamente. Ma non disperare, è estremamente raro che accada una cosa simile! 
-Ah... Si, sarebbe molto doloroso effettivamente.

Jungsoo rifletté sulla spiegazione esaustiva che Yesung gli propose.
Pensò che nell'insieme gli fu tutto chiaro. Ma d'improvviso davanti agli occhi gli si presentò l'immagine di quell'Angelo Nero. 
L'Angelo Nero che, a pochi minuti dopo il suo risveglio, vide di spalle.
Così si rivolse al suo amico chiamandolo con un nomignolo carino.

-Yeye...
-Yeye?
-Ehm, si, è un soprannome...
-Ah, va bene, è carino! Non ti è chiaro qualcosa?
-Ecco... Ma tra Angeli ci si può amare giusto?
-Certo!
-Dico... Tra Angeli Bianchi e Angeli Neri...

Yesug si fece scuro in volto.
Abbassò lo sguardo e divenne pallido in viso.
Deglutì forse più sonoramente di quanto non si aspettasse, portandosi poi la mano alla bocca sospirando.

-Perché me lo chiedi?
-Non lo so, mi è venuto il dubbio...
-Non dovresti neanche dovuto pensarlo...
-Perché?
-E' proibito...
-E perché mai? Chi lo vieta?
-Jungsoo... E' raro. Ancora più raro dei paradossi che ci rendono Angeli... Quindi non me lo chiedere e non ci pensare...
-Yesung...?
-Ti prego...
-Mi sono innamorato di uno di loro. E' guardandolo che il mio cuore ha ripreso a battere... 

Yesung guardò sconvolto Jungsoo. 
Tremava.

-Devi dimenticarlo.
-E se fosse l'Anima Per Me?
-Sarebbe un triste, anzi, un pessimo e triste scherzo del Destino...
-Yesung spiegati.
-Non... Non posso. Scusami.

Yesung si avviò verso la propria dimora e lasciò solo un profondamente turbato e confuso Jungsoo.

Il giovane Angelo si chiedeva perché le relazioni sentimentali tra gli Angeli Bianchi e quelli Neri fossero proibite.
Non se lo spiegava, dopotutto, perché proibire un amore tra due anime destinate l'una all'altra? 
Perché Yesung non si sentì di spiegargli la motivazione di tale proibizione, con quel volto scuro e sofferente, che di solito è fresco, solare e luminoso?
Era curioso.
Voleva saperlo ma non era in confidenza con nessun altro a cui chiedere.


Voleva sapere chi fosse quell'Angelo, come si chiamasse e da quanto era tale.
Voleva sapere se ciò che provava nei suoi confronti fosse vero amore, e se fosse l'anima per lui.

Ma Jungsoo in cuor suo sapeva già che quel sentimento che riportò il suo cuore a battere era amore. 
Sapeva che quell'Angelo bellissimo, e ai suo occhi misterioso, sarebbe stato per lui la persona, l'Anima, più importante della sua intera esistenza.


Arrivò dunque il giorno della sua presentazione alla Cerchia.
Yesung gli fece indossare la divisa ufficiale, interamente bianca, composta da lunghi pantaloni di seta, camicia aderente, 
gilet color panna con orologio d'oro nel taschino, giacca in seta come i pantaloni con le punte tipo Smoking, e lucidissime ed eleganti scarpe.
Jungsoo rimase a fissarsi allo specchio per diverso tempo.
Non capiva come pochi semplici indumenti riuscissero a farlo sembrare veramente un angelo, anche se ancora non riusciva a vedere le proprie ali.
Yesung lo osservava soddisfatto del proprio lavoro, con un sorriso stupendo disegnato sul volto.

I due Angeli si incamminarono lungo la sala centrale, raggiunsero le scale ed entrarono nell'Alta Sala, un specie di anfiteatro, 
con il cielo azzurro come soffitto e marmo per il pavimento e le panche, dove già sedevano una quantità indefinita di Angeli Bianchi e Neri.
Jungsoo si sentì gli occhi di tutti puntati addosso.
Arrossì violentemente.
E' sempre stato un ragazzo timido, benché fosse molto socievole, ha avuto parecchie difficoltà a ad aprirsi agli altri, 
e sentirsi osservato ed al centro dell'attenzione, fu per lui molto duro da sopportare.

Yesung, il suo Angelo mentore, lo guidò fino al centro dell'anfiteatro, dove in semicerchio sedevano, su alte sedie, gli Angeli Superiori, 
i protettori della Cerchia e di ogni anima esistente, coloro che interpretano il volere del Destino e il lavoro degli angeli.

Jungsoo rimase in silenzio per tutta la durata della cerimonia di benvenuto, dava le spalle agli spettatori e osservava i volti di quegli Angeli, 
che ai suoi occhi sembravano tali e quali agli altri.

La Cerchia terminò la cerimonia, e dissero a Jungsoo di girarsi e salutare i suoi nuovi fratelli.
L'Angelo si voltò e, tra le migliaia e migliaia di Angeli presenti, i suoi occhi si posarono, attirati come un pezzo di metallo da una calamita, 
su una creatura che gli fece battere il cuore come non mai.
Lo vide.
Un Angelo Nero, splendido.
Lui osservava Jungsoo, e Jungsoo si fissò e concentrò ogni particella di sé su di lui.
Avrebbe riconosciuto quelle spalle tra migliaia, e le riconobbe.
Avrebbe riconosciuto quelle ali tra migliaia, e le riconobbe.
Avrebbe anche riconosciuto quella pelle e quei capelli tra migliaia, e li riconobbe.
Era Lui.
Il primo Angelo su cui i suoi occhi si posarono una volta uscito dalla stanza in cui si risvegliò.
Quella volta non vide il suo volto.
Ma sapeva che era lui.
Lo sentiva nel profondo del suo essere, nella sua più radicata essenza.

Lo voleva.
Voleva conoscerlo, averlo, saperlo suo.
Si... 
Lui era l'anima a lui destinata.

Quando giunse a quella conclusione, Jungsoo si sentì improvvisamente tirato indietro.
Sentì un peso non indifferente sulla propria schiena, e un calore nuovo e confortante avvolgerlo.
Si sentiva completo.
Per la prima volta da quando riaprì gli occhi da questa parte della Vita, si sentiva qualcosa di preciso e definito.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime di gioia, che in breve tempo iniziarono copiose a solcare il suo viso diafano. 
Sorrise come probabilmente non ebbe mai fatto, e girò la testa fino a vedere le sue maestose e bellissime ali,
che morbide, calde e luminose, si estendevano per almeno il doppio del suo braccio.

D'istinto tornò a guardare il suo Angelo Nero, ma il suo sorriso svanì d'improvviso come era arrivato.
Il posto dove prima era seduto era adesso vuoto.
Non era più in quel teatro.
Se ne era andato.

Il suo cuore fece una capriola per l'amarezza di tale delusione e arrestò la sua corsa, tornado a palpitare regolarmente nel suo petto.

Yesung si avvicinò a Jungsoo, e gli sorrise, contento che anche lui avesse finalmente accettato la propria morte, 
e essere così divenuto un Angelo completo e perfetto.
Ma capì subito che qualcosa non andava in lui.
Sembrava triste, spossato, stanco.

Gli mise una mano sulla spalle e attirò la sua attenzione.

-Jungsoo?
-Eh... Eh?
-Tutto bene? Devi salutare gli Angeli, poi la cerimonia sarà terminata.
-Si...

Jungsoo fece come richiesto dal suo Mentore e di fretta uscì dalla sala, cercando un luogo nascosto dove rifugiarsi a riordinare le idee.
Passò diverse stanze, e giunse su una balconata buia, sopra uno strapiombo nel quale era presente un vortice immenso e spaventoso.
Si tenne alla ringhiera, non sapeva come, ma le sue ali si erano “ritirate” fino a diventare piccole quanto le sue spalle.
Lo aveva visto fare spesso a Yesung, ma era certo che ci avrebbe messo anni ad imparare a restringerle, e invece fu la cosa più naturale che potesse fare.

La sua attenzione ricadde sul vortice sotto di sé, si sentiva attirato da una forza misteriosa e potente.
Si sporse in avanti, cercando di capire cosa fosse, ma qualcosa lo tirò verso l'interno del balcone.

Non si chiese chi fosse stato.
Gli bastò solo sentire la presa di quella mano forte sul suo braccio, e i brividi che da quel punto si propagarono in tutto il corpo, per capire di chi si trattasse.
Non esitò un secondo.
Si girò e, attirato verso quel corpo Nero e dalle sue forti braccia, si alzò sulle punte dei piedi, raggiungendo così le labbra di quell'Angelo stupendo, 
rubandogli un bacio dove riversò tutto l'amore di cui era capace.

Dopo un tempo indefinito, i due slegarono le loro labbra da quel bacio colmo di amore e bisogno reciproco.
Rimasero stretti l'uno all'altro, guardandosi negli occhi e sorridendosi appena.

-Hai la minima idea di quanto ti abbia aspettato?

Jungsoo venne investito per la prima volta dalla voce profonda e lievemente rauca della creatura stratta a sé.
Si sentì cedere le ginocchia da quanto desiderio provava verso di lui, da quanto quella voce fosse perfetta e adatta a lui.

-Quanto?

In un sussurro rispose a quella domanda che gli parve carica di un misto di malinconia e gioia.

-Almeno duecento anni, piccolo Angioletto che non sei altro...
-Perdonami...

L'Angelo Nero sorrise alla risposta di Jungsoo.
Si intenerì dalla dolcezza del suo sguardo e dal dispiacere disegnato in volto.

-Sai, non è colpa tua. E' il Destino che ha deciso di creare la tua anima molto tempo dopo la creazione della mia... 
Fa brutti scherzi... E ce ne sta ancora facendo a noi due. Pare proprio che non voglia che noi stiamo insieme...
-Pe... Perché?
-Te lo spiego la prossima volta ok? Adesso, dammi la possibilità di tenerti ancora stretto a me... 

Jungsoo si sentì immensamente felice.
Non voleva pensare alle “proibizioni” del Destino o dei suoi stupidi “scherzi” in quel momento.
Voleva solo bearsi del calore dell'Angelo che amava e che sarebbe stato suo, da quel momento, fino alla fine.

-Scusami... Ma non so come ti chiami...

L'Angelo Nero sorrise imbarazzato.
Strinse ancora più forte a sé “L'Angioletto” Bianco e depositò un bacio dolce e sincero sulla sua fronte calda e liscia.

-Il mio nome è Siwon.

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Capitolo 3
*** Cap. 03 - Weeping Angel ***


Ciao a tutti!
Finalmente riesco a postare il terzo capitolo! Scusate il ritardo, ho avuto un blocco creativo D:
Ringrazio chi segue questa ff, chi a recensito e anche solo letto~ ^^
Buona lettura!

EriChan92~
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Cap. 03 – Weeping Angel

I due Angeli rimasero abbracciati per diverso tempo, prima di essere costretti a separarsi per tornare ai propri compiti.
Siwon propose a Jungsoo di incontrarsi su quella balconata ogni tre giorni, quando la Cerchia si riunisce, 
e, grazie all'enorme affluenza di Angeli che assiste alle loro riunioni, avevano così la possibilità di passare inosservati.

Jungsoo tentò un'ultima volta di scoprire da Siwon il perché le relazioni tra Angeli Bianchi e Neri fossero proibite, 
ma lui di nuovo non volle rispondere, liquidando la faccenda con un bacio, che distrasse Jungsoo dal discorso.

Ma una volta tornato nella sua camera, il discorso lasciato a metà con la sua Anima Gemella gli tornò alla mente, 
e si maledisse per essere così facilmente ingannabile e raggirabile. Ma come avrebbe mai potuto resistere a quelle labbra?
Si porse quella domanda in cerca di una scusa plausibile alla sua stupidità, ma si rese presto conto che una scusa non la poteva proprio trovare.
Voleva sapere.
Aveva millemila domande in testa, a cominciare dalla domanda a cui ne Yesung, ne Siwon, vollero dare risposta. 
Si chiedeva poi quando avrebbe iniziato a trasportare le anime sulla terra, per donargli una nuova vita; 
si chiese per quanto tempo avrebbe fatto da assistente a Yesung, come gli fu spiegato alla cerimonia, 
prima di poter operare in autonomia e a chi poteva rivolgersi per avere informazioni riguardo alle “proibizioni”.

Era il suo chiodo fisso.
Ovvio che lo era.
Amava Siwon, e Siwon era un Angelo Nero.
Le storie d'amore tra Angeli Bianchi e Angeli Neri erano proibite.
Chi, poi, aveva deciso che erano proibite?
Perché?
Non lo concepiva.
Perché permettere a due Anime Gemelle di esistere, se poi non potevano completarsi?
Doveva sapere.
Ora non era più in ballo solo il “volere”.
Lui avrebbe amato Siwon.
Lo avrebbe fatto per sempre.
E, chiunque avesse deciso per tale proibizione, per quanto gli riguardava, poteva anche andare a farsi benedire.


Aprì gli occhi il mattino seguente -perché si, anche gli Angeli hanno bisogno di dormire e mangiare- 
con la chiara intenzione reperire le informazioni che la sua mente martellante gli imponeva di dover sapere.
Dopo essersi rinfrescato e dopo aver indossato la divisa, si diresse verso la camera di Yesung. 
Qualche attimo dopo dal suono del campanello il suo amico aprì la porta ancora in pigiama.

-Buongiorno Yesung.
-Oh, buongiorno a te! Già in piedi?
-Si... Quando si inizia questa mattina?
-Mh... 

Jungsoo lo osservò mentre prendeva il suo tacquino, ove, giornalmente, vengono segnalati i nominativi e il numero di stanza delle anime 
che avrebbero dovuto far reincarnare.

-Oggi partiamo con Hyukjae e Donghae, stanza 5. La loro reincarnazione è prevista per le ore 13, giorni 04/04 e 15/10 dell'anno 1745.
-1745??
-Si... Perché così stupito?
-Ma... Ecco, io pensavo che le anime che portiamo a sulla Terra le portassimo nel nostro tempo...
-Quale tempo?
-Come quale? Non siamo nel 2013?
-No... Jungsoo davvero non lo sai? Qui siamo fuori dal tempo, possiamo portare le anime a reincarnarsi sia nel passato che nel futuro! 
-Ah... No aspetta. Non ho capito.
-Eh figurati...

Yesung prese un respiro profondo e cercò le parole più semplici da usare.

-Allora, qui dove siamo noi, il tempo non scorre come sulla terra. I giorni e le ore passano, ma gli anni no. 
E' difficile da spiegare... Accontentati di questa spiegazione.

-Ma se è fermo come facciamo a vivere?

-Oh cielo... Viviamo con il tempo delle Anime. Se non ci fossero Anime a Key Heart non esisteremmo. 
Le Anime si rigenerano qui, e per farlo devono scaricare gli anni di vita che hanno vissuto sulla terra. Capito?

-Più o meno. Quindi noi viviamo sulla durata della vita terrestre delle Anime, e non sul tempo?

-Esatto.

-Ok...

-Quindi abbiamo tempo fino alle 13? No un momento. Se non c'è il tempo perché di parla di orari? Aaaaaah non ci capisco nulla.

-Jungsoo. Noi viviamo sul TEMPO delle anime. Quindi il tempo, anche se non come lo intendi tu, scorre. Ma non come sulla Terra.

-Vabbè... Facciamo che ho capito e chiudiamo qui il discorso.

-Come vuoi tu.

Uscì dalla stanza di Yesung con una confusione in testa che non aveva eguali.
Si chiese se prima o poi avrebbe capito il significato del “Tempo che scorre ma che in realtà non scorre”, 
ma per il momento decise di metterci una pietra sopra e rimandare ad un altro momento la questione.

Si diresse verso la biblioteca, perdendosi diverse volte prima di trovare la strada giusta.
Capì di essere arrivato quando si trovò di fronte ad un edificio maestoso e dall'aspetto antico, con l'insegna scritta in Latino. 
Entrò e rimase basito dalla quantità di libri che si trovò di fronte.
La biblioteca era divisa su tre piani, ogni piano era suddiviso in tre saloni, dove vi erano dieci corsie riportanti dieci categorie. 

Ok.
Voleva cercare informazioni li, ma per un momento perse la speranza.
Non era mai stato bravo a muoversi in biblioteca, anche con l'aiuto del bibliotecario.
Ma adesso che era arrivato fin li, perdendosi pure, come poteva rinunciare?
Fece la fila al bancone, attendendo con ansia il suo turno.
Cosa avrebbe chiesto?
O come lo avrebbe chiesto?
Come avrebbero preso la sua richiesta?
Poi, c'era in questo luogo qualche libro in grado di rispondere alle sue domande?

-Ehm... Tocca a lei.

Alzò lo sguardo rendendosi conto che toccava finalmente a lui.

-Scusi, ero immerso nei miei pensieri... Ecco, non so come spiegarle ciò che cerco...

-Provi dal principio!

-Mh... Ho sentito parlare di alcune proibizioni... 

-Proibizioni? Perché è interessato alle “Proibizioni”?

-Così, per informarmi un po su cosa si può fare e, invece, su cosa non si può fare...

Jungsoo sperò con tutto il cuore che l'Angelo di fronte a sé abboccasse.
E così fu.

Osservò l'Angelo bibliotecario cercare nel suo taccuino.

-Proibizioni. Piano 3, sala 3, corsia 10, nella sezione “Storia”.

-Ok, grazie infinite.

Jungsoo non poté credere alle sue orecchie.
Esisteva davvero qualche libro, o pergamena, o manuale su quello che cercava.
Sperò però che quello che l'Angelo gli aveva indicato sia realmente ciò che cercava.
Di passo spedito raggiunse la sezione.
Si sentiva tremendamente in soggezione, mentre passava i piani e i corridoi gli Angeli presenti lo adocchiavano, 
sopratutto quando passò l'entrata dell'ultima sala dell'ultimo piano, dove si trovò da solo.

Cercò la lettera P nella sezione storia, e, incredibilmente, non ci mise molto a trovare un solo e unico libro, ne troppo antico, ne troppo recente; 
abbastanza pesante e con uno strato di polvere a coprirlo, con il titolo “Proibito – Proibizioni” 
Lo prese e si avviò verso il tavolo, dove si sedette e aprì il libro.

Lesse le prime pagine, dove si parlava di vere e proprie regole di comportamento.
Ma non era quello che Jungsoo cercava. 
Sbuffò.
Come poteva aver creduto che fosse stato così facile?
Sfogliò le ultime pagine velocemente, per essere sicuro che non ci fosse dell'altro, più in fondo, ma non trovò nulla.
Chiuse il tomo e lo ripose.

Vagò per le corsie ancora un po, finché un Angelo non troppo educato, e piuttosto di corsa, gli si scontrò addosso.
Lui, per non cadere, si spiaccicò contro lo scaffale alle sue spalle, facendo così cadere diversi libri.

Dopo aver fatto due parole non troppo gentili con l'altro, si abbassò a prendere i libri caduti, per rimetterli al loro posto.
Fu così che lo trovò.

I suoi occhi si posarono sul titolo dell'unico tomo che gli era rimasto in mano.

“Gli Angeli Piangenti e l'amore proibito”

Non poté credere ai propri occhi.
Sorrise fiero della sua scoperta, portandosi poi il libro al solito tavolo.
Prima, però, constatò che non fosse troppo tardi per il suo appuntamento con Yesung, alle “Ore” 13.
Quando notò di avere a sua disposizione ancora più di tre ore, aprì infine il libro.

Postfazione”Gli Angeli Piangenti sono Angeli che si auto impongono la cessazione dell'anima. 
Essi si tramutano in statue che compiono all'infinito l'ultimo gesto eseguito prima della propria estinzione come anima di Key Heart. 
Gli Angeli Piangenti si chiamano così perché il loro ultimo gesto è stato piangere. Perciò essi piangeranno per l'eternità.”

Jungsoo rimase basito dalle prime righe lette.
Non capiva perché un Angelo dovesse imporsi la morte... 
Decise perciò di continuare.


“Esistono solo cinque casi registrati dal grande INIZIO. 
Fu dopo l'estinzione dell'Angelo Bianco Joshua e dell'Angelo Nero Katrina che le relazioni tra Angeli Bianchi e Neri furono proibite dalla Cerchia. 
La loro storia d'amore stava causando la caduta di Key Heart. 
Gli Angeli Bianchi e gli Angeli Neri sono due creature uguali, ma fondamentalmente diverse. 
Sono nati entrambi da paradossi, ma da paradossi generati da forze diverse.
I primi nascono quando strappano alla morte un essere umano destinato a morire in quel  momento, prendendo il suo posto; 
mentre i secondi muoiono senza motivi precisi, nel momento non destinato al proprio percorso di vita. 
Per questo sono diversi. Come risaputo, gli opposti si attraggono prima o poi; ma è altrettanto risaputo che quando due opposti si incontrano, 
creano un'energia che li annulla. 
L'Amore è il sentimento più potente che un anima è in grado di provare, e l'Amore che prova un Angelo Bianco per un Angelo Nero, e viceversa, 
viene alimentato dalla forza di attrazione dei due opposti, portando all'annullamento dei due angeli, ma, prima di loro, 
alla distruzione di ciò che hanno intorno. La forte energia che ne scaturisce, se non viene fermata per tempo, diventa ingestibile persino dai due angeli stessi. 
L'amore infinito che provarono Joshua e Katrina l'uno per l'altra, causò quasi l'annullamento e la caduta di Key Heart, e la distruzione di ogni forma di vita esistente. 
La Cerchia non era preparata a sostenere e a combattere tale forza, perciò Katrina si sacrificò per la salvezza del creato, 
piangendo per il dolore che avrebbe causato al suo amore, si tramutò in pietra annullando da sé la propria anima, 
e ancora oggi piange nel luogo dove la sua statua è stata posta. 
Key Heart, le anime e il creato, furono salvi grazie al suo gesto. 
Joshua, distrutto dal dolore dalla perdita della sua amata, si gettò nel vortice del tempo, lasciandosi consumare fino alla morte. 
Per evitare che una cosa simile accadesse nuovamente, la Cerchia proibì questo tipo di relazioni, imponendo gravi punizioni a chi infrange tale regola.”


Jungsoo lesse il paragrafo tutto d'un fiato, con un nodo alla gola e con calde lacrime che già gli solcavano il viso. 

Il loro amore avrebbe portato alla distruzione Key Heart e della Terra, di ogni Anima esistente e di ogni creatura?
Non poteva, o meglio, non voleva credere a quanto avesse appena letto.

Rilesse il paragrafo tre, quattro, cinque volte. 
Ma nulla riusciva a convincerlo che una cosa così bella come l'amore, potesse essere in grado di causare tanto dolore e distruzione.

Andò avanti a leggere il libro.
Più avanti, la storia di Joshua e Katrina vennero spiegati nel dettaglio.
Vi era descritta la loro morte, la rinascita in angelo e il percorso lavorativo.
Le successive cento pagine raccontavano della storia d'amore dei due angeli, delle calamità che si abbatterono su Key Heart e di come quasi cedette.

Jungsoo era sconvolto.
Il libro gli tremava tra le mani e gli occhi ormai erano secchi e prosciugati di ogni lacrima.

-Siwon...

Pronunciò d'istinto il nome del suo amato e subito si sentì meglio, come se una sensazione di calore gli avvolgesse il cuore, riscaldandolo.
Chiuse gli occhi e si concentrò sull'immagine del volto della sua anima gemella.
Ritrovò la calma e riprese a sfogliare le pagine.

Tra le centinaia e centinaia righe, la sua attenzione venne rapita da una sola, singola frase:


“Joshua e Katrina si sposarono e stettero insieme per cinquecento anni terrestri, prima che i primi segni di cedimento iniziarono ad allarmare la Cerchia...”


-Cinquecento anni terrestri... Allora... Abbiamo tempo...

Jungsoo si sentì rincuorato.
I due angeli, prima che Key Heart iniziò a sfaldarsi, vissero insieme e felici per secoli, quindi lui e Siwon avevano tempo per trovare una soluzione. 

Perché una soluzione doveva esserci.
Non ammetteva il contrario.
Non poteva ammettere il contrario.

Con il cuore più leggero Jungsoo sfogliò le ultime pagine del tomo, dedicate alle altre coppie registrate.
Il suo cuore si fermò, quando, all'ultima pagina, i suoi occhi si posarono sull'ultimo paragrafo:

Coppia:
-Angelo Nero, Kim Ryeowook – Angelo Piangente
-Angelo Bianco, Kim Jong Woon, Yesung – Punito all'Anello Rosso.

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Capitolo 4
*** Cap. 05 – Your eyes, your smile, You ***


Eccomi! Che dire, questa volta sono piuttosto puntuale~
Domani nevica, sicuro! xD
Buona lettura! :)

Elisabetta~
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Cap. 05 – Your eyes, your smile, You.



Jungsoo rientrò a casa dopo una lunga ed intensa giornata.
Il suo primo incarico si era concluso con un bel po' di ritardo, poiché le due anime che lui e il suo mentore dovevano reincarnare non ne volevano proprio sapere di lasciarsi.
Erano anime gemelle, Hyukjae e Donghae.
In loro ha riconosciuto l'amore puro e sincero.
Quell'amore carico di bisogno reciproco e che ti rende completo.

Gli mancava provare quella sensazione, benché fosse passato solo un giorno da quando aveva conosciuto Siwon, già gli mancava terribilmente.
Se pensava ai suoi occhi si sentiva morire perché voleva perdercisi dentro.
Se pensava al suo sorriso si sentiva morire perché voleva romperlo in un bacio.
Se pensava a lui si sentiva morire perché lo voleva stretto a sé.

Per fortuna il primo giorno passò piuttosto in fretta agli occhi di Jungsoo.
Come già detto, la reincarnazione delle prime due anime fu piuttosto complicata.
I due non volevano slegarsi e i due Angeli furono costretti a spingerli con la forza, contro la loro volontà, a tornare alla vita.

Yesung spiegò che le anime, una volta pronte, devono obbligatoriamente abbandonare Key Heart, poiché la permanenza prolungata causerebbe la distruzione dell'anima stessa.
Ma neanche Yesung fu in grado di dire se il loro compito andò a buon fine.
A volte, come spiegò l'Angelo, le Anime Gemelle che condividono la stanza in Key Heart, ossia le più complicate, spesso si reincarnano a metà,
e rimangono in sospeso tra la vita e la stanza per diversi anni di vita. In quel caso esistono degli Angeli Dannati, che vivono sulla terra e si occupano di queste anime.
Le seguono cercando di concludere il lavoro andato male, e, quando ormai il tempo è al limite, tentano un ultima volta di completare la reincarnazione. Non è mai successo che due anime, pur di restare inseme, si distruggessero.
Non è mai successo perché le anime hanno la possibilità di vivere infinite vite e di ritrovarsi infinite volte, e, di conseguenza, di amarsi infinite volte.



Al termine della spiegazione, a Jungsoo parve spontanea una domanda.

-Chi sono gli Angeli Dannati?
-Sono Angeli che hanno disubbidito alle regole di Key Heart. Che hanno commesso gravi crimini, e che per i loro crimini hanno “Perso le Ali”. La cerchia punisce così, talvolta.
Toglie le ali ad un Angelo e lo costringe ad una vita eterna sulla terra, dove dovrà occuparsi solo e soltanto delle anime a metà.
Generalmente questi Angeli vengono mandati ai tempi dei primi uomini... E vivranno una vita lunga e solitaria, senza amore o felicità.
Avranno la possibilità di tornare a Key Heart una volta ogni venti anni terrestri per fare rapporto del proprio operato.
Riavranno le ali solo per il tempo in cui devono completare il lavoro, ossia quando entrano nelle stanze della anime in sospeso, quando tornano in Key Heart,
oppure se la Cerchia decide di assolverli.

-Che... Che cosa triste... E che crimini devi commettere per essere condannato ad una simile esistenza?
-Amare un Angelo Nero se sei un Angelo Bianco, per esempio.



Era tutta le sera che pensava all'ultima discussione avuta con l'amico.
Se la relazione con Siwon fosse stata scoperta, c'era la possibilità che uno dei due fosse condannato a vivere sulla terra, lontano dagli occhi e dal cuore del proprio amato.
Ancora una volta decise che avrebbe trovato un modo per vivere felice con Siwon, senza essere la causa di distruzione e morte.


Cenò da solo ed in silenzio.
La giornata fu la più stancante che potesse ricordare.
Dopotutto, per portare le anime sulla terra, dovettero passare nel vortice del tempo, e passare per quel turbine scuro e veloce chiedeva un immenso sforzo,
sopratutto se non si è preparati.

Ripensò a quanta paura ebbe a uscire su quella balconata.
Era la stessa in cui il giorno prima trovò Siwon ad attenderlo, e passare di li, dove avevano deciso di incontrarsi ogni tre giorni,
gli provocò panico e mancanza insieme.


Inutilmente i suoi occhi lo avevano cercato tra la folla di Angeli nella sala principale.
Era talmente colma e frenetica che non lo avrebbe trovato neanche se ci si fosse scontrato.
Pensò, con non poca delusione, che per quel giorno fossero previste numerose morti sulla Terra, perciò il suo amato doveva essere molto impegnato
a riportare a Key Heart le Anime dei deceduti... O così sperava, per non essere riuscito a scorgerlo neanche per un momento.



Con la mente ritornò al giorno precedente, dove per dolcissimi momenti fu tra le braccia di Siwon. Ricordò che gli disse di averlo atteso per duecento anni...
Ma non aveva utilizzato poi il “terrestri” come aggettivo finale.

Cosa intendeva?
Da quanto aveva capito dalla poco esaustiva spiegazione di Yesung, gli Angeli in Key Heart vivono sull'ondata di anni che scaricano le anime una volta tornate dopo la morte...
Quindi, facendo i conti, se tornavano in una giornata almeno tre anime che hanno vissuto sulla terra per ottant'anni, Siwon avrebbe aspettato per nemmeno un giorno.
E di anime, al giorno, ne tornavano sicuramente più di tre...

Perché doveva essere tutto così difficile da comprendere?
Era convinto che, essendo ormai un Angelo a tutti gli effetti, certi concetti gli sarebbero venuti naturali da capire...
Ma sto fatto del tempo che scorre ma non scorre proprio non gli andava genio.
Non riusciva a concepirlo, come, del resto, una marea di altre cose, a cominciare dalle relazioni proibite.

Decise che avrebbe chiesto informazioni a Yesung il giorno dopo perché, di sicuro, non avrebbe mai più messo piede in biblioteca.

Andò così a dormire con un dolore alla testa micidiale, che neanche una scatoletta di erbe officinali donatagli dall'amico la sera stessa riuscì ad alleviare.




La sveglia suonò presto per Jungsoo.
Quella mattina lui e Yesung avrebbero dovuto trasportare sulla terra dieci anime, fortunatamente per loro erano tutte in stanze con il numero oltre il miliardo.

La mattinata passò incredibilmente veloce, trovò piacevole svolgere il proprio lavoro, nonostante dovette assistere a una decina di parti, anche gemellari.
Purtroppo per lui, e per il suo stomaco debole, l'anima viene posta nel corpo solo dopo la nascita, prima del primo singulto.
Quindi, volente o nolente, per svolgere appieno il proprio lavoro, avrebbe dovuto sorbirsi per l'eternità nascite in diretta.

Mise una pietra sopra sul fatto che prima o poi avrebbe dovuto abituarsi, non ci sarebbe mai riuscito.


La pausa pranzo fu l più noiosa che potesse ricordare.
Lui e Yesung incontrarono, disgraziatamente, un angelo molto vecchio di nome Benedict, che parlò tutto il tempo di come ai “suoi tempi” l
e regole erano meno rigide e salde, e di come si dava alla pazza gioia con sua moglie Adele.

Ai due poveri Angeli malcapitati, non poteva importare un accidenti.

Da un lato però Yesung era contento che ci fossero ancora Angeli che volessero avere a che fare con lui.
Dopo ciò che accadde a lui e a Ryeowook, fu emarginato e confinato a vivere ai margini di Key Heart, e dopo poco tempo, gli fu assegnato un'apprendista.
Un'apprendista di nome Jungsoo.
Nessuno per scelta decideva di avere un'apprendista.
Fare da mentore era un compito arduo e faticoso, comportava prendersi la colpa nei casi i lavori eseguiti non fossero andati a buon fine e, quindi, subirne le conseguenze.
Perciò gli apprendisti, ossia gli Angeli appena nati, venivano assegnati ai “rifiuti della società”, cioè ad Angeli che avevano violato le regole, come fece Yesung.

Ma a Yesung non dispiaceva insegnare.
Nella sua ultima vita vissuta sulla Terra, era stato insegnante, e un po' di quella parte gli era rimasta dentro.
Per di più gli piaceva aiutare le persone, o gli Angeli in questo caso.
E Jungsoo aveva davvero bisogno di aiuto, o, perlomeno, del suo silenzio.


Jungsoo scoprì dell'emarginazione di Yesung solo il pomeriggio, quando due Signorine Angeli Bianchi gli chiesero com'era lavorare con un delinquente.
Lui lo difese apertamente.
Non sapevano quello che dicevano e, sicuramente, non sapevano cosa volesse dire amare, perché se lo avessero saputo, non avrebbero aperto bocca così scioccamente.
Si sentì terribilmente male per l'amico, che in lontananza aveva assistito alla scena.
Non voleva che soffrisse più di quanto avesse già sofferto.



Era già di nuovo sera, e solo un giorno separava Jungsoo dal suo amato Siwon.
Era buio e si rese conto che non aveva più avuto l'occasione di chiedere nel dettaglio a Yesung, come funziona il tempo a Key Heart.

Decise così di indossare la divisa informale e uscire a fare due passi.
Optò per passare dalla balconata superiore e arrivare al capo opposto, dove si trovava la camera dell'amico.
L'aria era incredibilmente fresca e pulita, si rese conto che non era mai uscito di sera da quando era arrivato,
e si chiese come mai non gli era passato neanche per l'anticamera del cervello.

Alzò gli occhi al cielo e i suoi occhi si persero in migliaia di punti luminosi.
Il cielo notturno era limpido e stracolmo di stelle argentee e meravigliose, che gli strapparono un sorriso.

Ma d'improvviso sentì una voce non troppo lontana.
D'improvviso quella voce lo riportò alla realtà e lo fece ricadere con i piedi per terra.
Girò lo sguardo e a pochi metri da sé vide Siwon, parlava animatamente con un collega, e non si era ancora accorto di lui.

Il suo cuore fece capriole pericolose nel suo petto.
Il respiro accelerò la sua corsa e lo spinse inconsapevolmente a fare un passo verso di lui, finché anche Siwon non lo riconobbe.

I due Angeli rimasero in silenzio e per un brevissimo attimo a guardarsi, l'uno si perdeva nello sguardo dell'altro, rendendo quei pochi secondi quasi infiniti e stupendi.
Ad entrambi sfuggì un sorriso, che disegnò una fossetta gioiosa sul volto di Jungsoo, e due fossette contagiose sul volto dell'amato.

Ma quegli attimi eterni dovettero terminare, quando l'accompagnatore di Siwon notò la strana aurea che si era creata intorno a loro.
Un'aurea fresca, carica di elettricità e felicità, che dissolse chiedendo il permesso di passare.

I due Angeli si scrollarono di dosso quel momento, capendo che la loro reazione alla vista dell'altro poteva aver fatto intuire qualcosa all'amico di Siwon.
Ma quest'ultimo fece l'occhiolino, facendo capire invece che aveva compreso bene la situazione, ma era intenzionato a non rivelare nulla.

Siwon sorrise al suo accompagnatore, facendo implodere Jungsoo di gelosia.
Quel sorrido doveva essere suo e suo soltanto.
Come osava donarlo ad altri?

Jungsoo pensò che non aveva mai sorriso così spontaneamente a nessuno, se non a Siwon.
Quindi neanche Siwon avrebbe dovuto.
Certe cose, a parer suo, sarebbero da mostrare solo al proprio amato.


Si ridestò da quel momento di gelosia quando udì la voce dei due Angeli Neri salutarlo.
Jungsoo avrebbe voluto ascoltare la voce di Siwon in eterno.
La trovava bella, dolce e calda, profonda e sincera.
Voleva viverci per quella voce.

Ma purtroppo, anche se non come pensava Jungsoo, anche a Key Heart il tempo trascorreva, e lo spegnimento delle luci artificiali gli fece capire che era ormai molto tardi.
Salutò, suo malgrado, Siwon e l'amico di cui era geloso, e decise di rientrare a nella propria camera.

La notte la trascorse a rigirarsi nel letto.
Era insoddisfatto.
Voleva Siwon vicino a sé.
Lui era come la migliore droga in commercio e Jungsoo il drogato in astinenza che necessitava della sua dose per non cadere in overdose.

Si sentiva uno stupido a pensare a certi paragoni e da solo, nel cuore nella notte, gli scappò una risata per le stupide frasi che la sua mente assonnata era capace di concepire.
Avrebbe voluto dormire, chiudere gli occhi e sognarlo, invece che immaginarlo al suo fianco e stare male perché ancora un giorno li separava.

Ancora un lungo, lunghissimo giorno a trasportare anime sulla terra.
Ancora viaggi attraverso quel turbine odioso.
Gli prosciugava ogni energia... Ogni volta, dopo il passaggio, necessitava di alcuni momenti per riprendere fiato e per stirarsi le membra, che gli dolevano e formicolavano.
Tutte le volte Yesung gli diceva che presto si sarebbe abituato, come assistere alle nascite, ma Jungsoo non ci credeva.



A sua grande sorpresa invece, già con il secondo passaggio della giornata, Jungsoo notò un netto miglioramento.
Non si sentiva poi così stanco e spossato come il giorno prima, e Yesung sorrise e rispose con un “Te lo avevo detto!”.

Il giorno lavorativo terminò senza intoppi e problemi.
Ogni reincarnazione andò a buon fine e Jungsoo sviluppò un certa abilità nel convincere le Anime a fidarsi di lui.
Dopotutto, il suo sorriso era particolarmente contagioso e la fossetta che gli si scolpiva sul lato del viso era capace di donare serenità;
questo suo particolare meraviglioso, portava le anime a fidarsi di lui e a seguirlo.


Jungsoo era molto soddisfatto del lavoro svolto.
Si sentiva orgoglioso per essere riuscito nel proprio compito e aver compiaciuto il suo mentore che, ad ogni compito completato con successo,
si complimentava con lui per l'enorme passo avanti fatto dal giorno precedente, e da quello prima ancora.




Si distese nel suo comodo letto, dove dovette rendersi conto che la stanchezza non l'aveva abbandonato del tutto.
Pensò a Siwon.
Il giorno dopo lo avrebbe incontrato, mentre la stragrande maggioranza degli Angeli avrebbe assistito alla riunione della Cerchia.
Avrebbe potuto godere nuovamente del suo calore, delle sue carezze, e dei suoi baci.
Il cuore gli palpitava nel petto come fosse rincorso, e l'emozione trapelava dal sorriso ben visibile sul suo volto assonnato.
Si addormentò con esso sulle labbra, e con la certezza che il giorno dopo avrebbe incontrato il suo amore.


Era mattina, il sole splendeva nel cielo e l'aria era tiepida e piacevole.
Jungsoo, dopo essersi affacciato alla finestra della propria camera e aver constatato che poteva evitare di indossare la giacca del completo,
si rimirò allo specchio per almeno due ore, prima che si decise ad uscire e avviarsi verso il luogo in cui si sarebbe dovuto incontrare con Siwon.


Il cuore gli palpitava nel petto come fosse impazzito.
Non poteva credere che erano passati già tre giorni da quando era stato presentato alla Cerchia e aveva conosciuto Siwon.
I te giorni appena trascorsi gli parevano i più lunghi e allo stesso tempo i brevi che avesse mai vissuto.

Con passo spedito e con le mani sudate dall'emozione, giunse al luogo dell'appuntamento.
Fortunatamente la balconata era deserta, e ne in cielo ne dal vortice non si vedeva Angeli passare.
Ringraziò il cielo per questo.
Essere soli era l'ingrediente fondamentale per non rischiare di essere scoperti.

Però, andava bene che la balconata fosse deserta, ma almeno Siwon ci doveva essere.
Jungsoo era già arrivato da diversi minuti, e iniziava ad andare nel panico.

“Siwon perché non arrivi... Ho bisogno di te...”


-Eccomi!

E come se rispondesse ai suoi pensieri, Siwon arrivò, abbracciando forte Jungsoo e schiacciando il proprio petto contro la sua schiena.
Depositò un bacino sulla sua guancia e sorrise felice di poter tenere tra le braccia il suo amore.

Jungsoo si sciolse nella sua stretta.
Si sentiva così al sicuro e felice con lui... Avrebbe voluto restare in quella posizione per sempre.
Ma gli tornò alla mente il ritardo.

-Ne Siwon! Come mai hai fatto tardi? Eri per caso con quel tuo amico...?
-Sei geloso?
-Si che lo sono.
-Lo ammetti? Anche io sono geloso di quel Yesung che ti sta sempre appiccicato.
-Non mi sta appiccicato! Dobbiamo lavorare insieme, è il mio mentore!
-Lo so, ero presente alla cerimonia, ricordi?
-Come dimenticare...

Jungsoo si girò, rimanendo però stretto a Siwon, finché non si trovò faccia a faccia con lui.

-Mi sei mancato...
-Anche tu Jungsoo, non credevo che questi tre giorni potessero passare tanto in fretta...

Si baciarano.
Le loro labbra furono attratte le une sulle altre, come da una calamita.
Il tempo si fermò.
O almeno parve ai due Angeli.

Il tempo che passavano insieme, sembrava non trascorrere finché erano vicini, una volta separati però, quei momenti apparivano come fugaci.

-Siwon, ho scoperto tutto...
-Tutto?
-Sul perché le relazioni tra Angeli Neri e Bianchi sono proibite...

Jungsoo raccontò della sua gita alla biblioteca, del brutto libro che lesse e della conversazione con Yesung.

-Lo sapevi di Yesung?
-Si, ero arrivato da poco quando ci fu il processo...
-Com'è stato?
-Terribile... Per tutti lo è stato! Non immagino per loro due...
-Yesung è distrutto, cerca di non darlo a vedere, ma si capisce.

I due Angeli rimasero stretti l'uno all'altro per diverso tempo, finché stanco di quel silenzio Jungsoo non chiese a Siwon di spiegargli bene come funziona il tempo a Key Heart.

-Cosa non hai capito?
-Beh... Diciamo che ho capito solo che viviamo sugli anni che le anime che rientrano a Key Heart hanno vissuto sulla terra, e che scaricano per rigenerarsi.
-Ok... Cosa vuoi sapere di preciso?
-Se i minuti, le ore e i giorni passano, perché non scorrono anche gli anni?
-Certo che scorrono!
-Yesung ha detto che gli anni non passano... E che si può parlare di anni solo in termini terrestri.
-Non è vero! Cioè, è vero, ma gli anni passano, ma non vengono conteggiati con il “tempo”.
-E come?
-Con i cicli di reincarnazione!
-Non capisco...
-Ok, sulla terra al momento son in vita circa 7,2 miliardi di persone. Quando Key Heart reincarna questo totale si conclude un ciclo e un anno. Capito?
-Si... Quindi tu mi hai aspettato per duecento cicli?
-Si, davvero tanto tempo amore mio...
-Scusami...

Finalmente qualcosa fu più chiaro a Jungsoo.
Yesung avrebbe dovuto fare i conti con lui una volta lasciato Siwon.

Però la sua nuova conoscenza gli riportò a galla i “cinquecento anni terrestri in cui Joshua e Katrina vissero felici”.

-Siwon... Sul libro che ho letto in biblioteca c'era scritto che Joshua e Katrina vissero cinquecento anni terrestri felici, prima che Key Heart iniziò a cedere...
Però, se non erro, visto che si parla di “anni terrestri”, in realtà si tratterebbe di davvero poco tempo! Cioè, di Anime ne giungono almeno centosessanta mila ogni giorno,
con una media di sessant'anni di vita vissuta da scaricare... Cinquecento anni in quanto sono passati? Due minuti?

-Ma che? Frena! Non hanno vissuto insieme per cinquecento anni terrestri!
-Si invece, c'era scritto sul libro!
-E tu ti fidi di qualcosa scritto in una biblioteca pubblica, perennemente sotto controllo della Cerchia? E' ovvio che lo hanno scritto apposta per scoraggiare chiunque abbia voluto leggerlo!
-Quindi quanto?
-Cinquecento cicli... Mediamente un ciclo impiega trentamila giorni per concludersi, moltiplica per cinquecento... Centocinquanta milioni di giorni per stare insieme...
-Oh...

Jungsoo sorrise felice per ciò che aveva scoperto.
Centocinquanta milioni giorni con cui stare con Siwon, non riusciva manco ad immaginarseli.
Quel numero gli sembrava talmente alto, che lo classificò come infinito.

Si buttò sulle labbra del compagno e lo baciò con tutto l'amore e la passione di cui era capace.

Era felice.
Ormai i pensieri tristi erano distanti, quasi non gli appartenevano più.
Sarebbe bastato che fossero stati attenti.
Anzi, attentissimi.
Sarebbe bastato incontrarsi ogni tre giorni, al sicuro dagli occhi e dalle orecchie di chiunque.
Non avrebbero dovuto più sbagliare come la sera precedente, e rischiare di farsi scoprire per un semplice incontro voluto dal caso.

Jungsoo si sentiva forte.
Si sentiva felice e carico di energia positiva.
Siwon, oltre ad essere la sua droga preferita, era anche il suo carica batterie.
Quando era con lui, sentiva che niente e nessuno avrebbe mai potuto fargli del male.

-Siwon!
-Mh?
-La prossima volta che ci vediamo voglio fare l'amore... Si può vero?
-C... Che? Ehm... Si, si può... Che richiesta...
-Non vuoi?
-Certo che voglio... Solo non me lo aspettavo così presto!

Jungsoo rise a vedere le gote di Siwon colorate di un rosso vivo.
Aveva messo in imbarazzo il suo fidanzato. Gli piaceva molto questo suo lato!

-Così presto? Hai aspettato due cicli che arrivassi! Hai aspettato anche fin troppo.

I due si schioccarono un bacio, e, visto il sole ormai alto, furono costretti a salutarsi.
La riunione della Cerchia terminò infatti pochi minuti dopo a quando Siwon e Jungsoo non raggiunsero la propria camera.

Erano colmi di gioia.
Si erano visti, si erano amati ed erano salvi.
Pregarono entrambi che anche i prossimi incontri potessero trascorrere in armonia e in sicurezza.
Erano decisi, si amavano e mai nessuno li avrebbe scoperti.
Pregarono per questo, ma, volenti e nolenti, le loro preghiere erano in mano al Destino.

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Capitolo 5
*** Cap. 04 - Red Ring ***


Buonasera~
Dopo secoli aggiorno. Chi l'avrebbe detto? D:
Spero che vi piaccia questo parto, e spero che non sia noioso~
Buona lettura ♥

Elisabetta~
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Cap. 04 – Red Ring




Jungsoo percorse la strada dalla biblioteca alla casa di Yesung in silenzio, con gli occhi fissi di fronte a sé, il respiro regolare e il passo leggero ed armonioso.
Nella sua mente però si ripetevano all'infinito le ultime righe che lesse sul libro, facendogli dolere il cuore.

Yesung aveva amato un Angelo Nero, e la sue anima gemella si era tramutata in un Angelo Piangente.
Si chiese perché Yesung non gli avesse fatto parola di ciò...
Non lo riteneva, forse, degno della sua fiducia?

Con quei pensieri, e una mano sul cuore, si ritrovò, per la seconda volta in poche ore, ad attendere che il suo amico e mentore gli aprisse la porta.

-Jungsoo?
-Eh?
-E' già un po' che ho aperto la porta, a che pensavi?

Jungsoo distolse lo sguardo da quello del suo amico, per poi entrare e notare che ancora non era pronto.

Fece il giro su se stesso un paio di volte, poi decise che voleva sapere.

-Senti Yesu--

Solo allora lo vide.
Yesung era a petto nudo e sul suo braccio sinistro era tatuato un anello rosso.
Jungsoo rimase pietrificato sul posto.
Non sapeva come continuare, non sapeva come chiedere senza ferire il più che probabile animo sofferente del suo unico amico.

-Jungsoo, tutto bene?

Yensung si avvicinò all'Angelo, lo cinse per le spalle e lo scrollò appena, finché non lo vide crollare in un pianto silenzioso.

-Ma che hai? Ehi!!

Jungsoo non parlava, piangeva in silenzio per ciò che il suo amico poteva aver provato.
Si maledisse per non aver capito il perché di quella scintilla opaca nel suo sguardo, il perché i suoi sorrisi erano spesso di circostanza,
o il perché quando non parlava, i suoi occhi cercavano sempre qualcosa tra la folla.
Si maledisse per essere sempre un gradino indietro agli altri, e per essere finito tra le sue braccia a piangere come un bambino.
Dopotutto, era Yesung che avrebbe dovuto piangere.
Era lui quello che aveva assistito alla morte della creatura che amava, e che ancora subiva le conseguenze di un ormai lontano e tormentato amore.

-Jungsoo, non vuoi dirmi che succede?
-Io... Io... Mi dispiace...
-Per cosa?

Jungsoo nascole la testa nella curva del collo dell'amico e lo strinse a sé più che poté, prima di trovare il coraggio e le parole necessarie a rivelargli ciò che aveva scoperto.

-Sono... Sono stato in biblioteca...
-Ok, è un tuo diritto... Ma?
-Ma ho trovato un libro... Più che trovato diciamo che lo stavo cercando...
-Che libro? Dev'essere stato davvero orribile se mi torni piangendo come un bimbo!
-Yeye... Il libro si chiamava “Gli Angeli Piangenti e l'amore proibito”.

Nella stanza calò un silenzio pesante, rotto solo dai singulti provocati da quel pianto incessante e stancante.

-E...?

Rispose Yesung immobile, con la voce totalmente privaa di ogni emozione.

Jungsoo sciolse l'abbraccio e guardò l'amico negli occhi, che ospitavano in quel momento un'espressione apatica ed indifferente ad ogni sua parola.
Si spaventò dell'abisso opaco che vi trovò, non aveva mai visto quello sguardo così vuoto e vacuo provenire da Yesung.
Il suo volto era però tirato, come costretto a mantenere un'innaturale tranquillità.

-Yesung... Ho letto di te... e di Ry--
-Non dire quel nome... Ti prego, non farlo...

Si sentì sollevato quando vide Yesung crollare e dare libero sfogo ai suoi sentimenti.
Si sentì sollevato perché quello che poco prima gli si presentò di fronte non era Yesung, era un guscio vuoto. E quel guscio vuoto a lui faceva terribilmente paura.

-Yesung... Ti prego, dimmi cos'è accaduto...
-Perché mi fai questo? Tu non sai cos'ho passato... Non sai quanto ho sofferto per la nostra... Per la nostra storia, per il nostro amore, e per la sua morte.
Non lo sai e non lo saprai mai.

-Io, invece, temo che lo saprò molto presto.

I due Angeli si guardarono, entrambi con il volto irrigato da lacrime.
Entrambi rimasero in silenzio, Jungsoo con sguardo spaventato e, allo stesso tempo, rassegnato, mentre Yesung con sguardo indagatore.
Non aveva capito le parole del suo protetto. O meglio, non aveva voluto capirle.

-Ma che dici piccolo? Tu sarai felice! Conoscerai l'Anima per Te e vivrai una lunga e serena vita con lei. Chiaro?
-Yesung... E' inutile che fingi di non aver capito – disse Jungsoo con voce rotta – Te l'ho già detto, no? Mi sono innamorato.
Mi sono innamorato di un Angelo Nero e quell'Angelo è l'Anima per Me. Mi dicesti che lo avrei capito se fosse stato così. E l'ho capito.
E' lui. E' per me, è ME. Tu sai cosa si prova ad amare, e sentendo queste parole ti convincerai che, davvero, non mi sto sbagliando. Ma ho paura...
Tanta paura. Perché io lo amo e non posso vivere felice insieme a lui. Alla luce del sole e... E...

L'Angelo si rannicchiò su se stesso, piangendo disperato per il suo prossimo futuro.
Sarà immensamente felice quando, ogni tre giorni, sarà tra le braccia del suo amato.
Ma sarà altrettanto immensamente triste quando, per tre giorni, non potrà vederlo ne toccarlo ne baciarlo.

-Jungsoo...

Yesung posò la mano tremante sulla spalla dell'amico. Lo scrollò.
Avrebbe voluto a tutti i costi che le parole appena udite fossero frutto della propria fervida immaginazione.
Conosceva bene la felicità provata in quegli attimi in cui poteva accogliere tra le proprie braccia il suo amato, conosceva bene la felicità provata per quei baci d'amore,
per i sussurri, per le dolci parole e per il calore dei corpi a stretto contatto.
Ma conosceva perfettamente il dolore causato dalla perdita.
Quella sensazione costante che mai più esisterà qualcosa in grado di strapparti un vero sorriso, la certezza che mai più proverai gioia.
Sapeva cosa si prova a vivere una vita metà.
Un vita priva ormai di ogni gioia e speranza.
Una vita vuota.
Una vita inutile e insensata.


-Jungsoo ti prego, dimmi che stai scherzando...

Il piccolo non rispose, si limitò a continuare imperterrito a piangere lacrime salate, a tremare come una foglia chiuso su se stesso.

-Jungsoo... Parlami...
-Yesung... Mi dispiace per quello che è accaduto... Per te e la tua Anima gemella... Ho paura, ti prego, aiutami...

Yesung si pietrificò.
Aiutarlo?
Come avrebbe fatto ad essergli di aiuto? Lui che non era in grado neanche di aiutare se stesso?

-Co... Come?
-Non dire nulla di me e di... Di Siwon... Per favore, non farlo... Staremo attenti, non ci faremo scoprire.
Ho letto della storia di Joshua e Katrina, loro sono stati insieme per cinquecento anni terrestri prima che Key Heart iniziò a cedere...
-E quanti pensi che siano cinquecento anni terrestri per Key Heart? Lo sai, il tempo non scorre come sulla terra, se qui in una volta sola si radunano cinque anime che hanno vissuto per cento anni,
tu e Siwon avreste solo un giorno per stare insieme felici... Sempre se prima non vi scoprano...
-Cosa?
-Te l'ho spiegato, noi viviamo sugli anni che le anime hanno vissuto sulla terra. Quando muoiono e tornano a Key Heart gli anni vissuti vengono scaricati.
Cinque anime che han vissuto per cento anni, fa cinquecento anni in una volta sola...
-Ma... Ma...
-Ma nulla Jungsoo... Siete già stati fortunati che da quando vi siete trovati non siano passati i “cinquecento anni terrestri” di cui parli mentre eravate insieme...

Jungsoo guardò sconsolato e deluso Yesung...
Sperava che lo aiutasse, che, vista la sua “esperienza”, avrebbe capito e che avrebbe fatto di tutto per la loro felicità.
Ma non aveva fatto i conti con il destino.
Non aveva fatto i conti con la propria ignoranza e con la sua propensione a credere tutto facile.

Si sentì male.
Dal più profondo del suo cuore si sentì sopraffatto da un dolore insopportabile.

I suoi occhi brillarono, e la sua mente corse ad una sola cura possibile.
Siwon.
Siwon avrebbe cacciato via quel dolore lancinante al petto e lo avrebbe salvato.

-Devo vederlo...
-COSA?
-Adesso.

Junsoo scattò in piedi, e, per la prima volta nella sua nuova vita, le ali risposero alla sua chiamata e possenti lo sollevarono da terra,
trasportandolo veloce come un fulmine fino alla dimora del suo amato.

Bussò alla porta.
Nessuno aprì.
Bussò ancora.
Ma ancora nessuno aprì.

Si sentì morire.
Doveva vederlo, doveva baciarlo e doveva abbracciarlo.
Doveva sentirlo suo e sentirsi suo.

Ma nessuno apriva la porta.
Attese per minuti interminabili, finché gli occhi ormai prosciugati cominciarono a dolorere, e finché una mano conosciuta si posò sulla propria spalla.

Si voltò e l'amico lo strinse in un abbraccio forte e deciso.

-Yeye...
-Scusami piccolo, non avrei dovuto dirti quelle brutte cose, anche se è la verità, avrei dovuto aspettare che ti calmassi...
-No Yeye... Hai fatto bene... Solo che ora... Ora ho ancora più bisogno di lui.
-Lo so Angioletto... Però adesso dobbiamo andare, il lavoro ci attende. Ora rilassa la tua mente, respira e calmati. Prendiamo un tea e andiamo...

Yesung guidò Jungsoo a casa sua, lo fece sedere sulla poltrona e gli versò una tazza di tea.
Il piccolo lo sorseggiò in silenzio, sospirando di tanto in tanto, sotto gli occhi premurosi e dolci di Yesung.

-Sai Jungsoo? Ti conosco da poco ma ti voglio già un gran bene. Non voglio vederti mai più come poco fa... Devi essere forte. Devi essere come non sono stato io. Sii forte. Capito?
-Come?
-Pensa a lui. Pensa a quanto sarai felice tra le sue braccia. Quando ti mancherà talmente tanto da non sopporta più, ma non è ancora giunto il momento di incontrarvi,
pensa a quello, poi pensa a quanto soffriresti nel vedertelo portare via.

-Credo... Credo di aver capito...
-Ok piccolo...
-Tu... Tu come fai a sopportare?
-Non sopporto... Hai presente l'anello che ho tatuato sul braccio?
-Quello rosso...
-Esatto! E' stata la mia punizione... Anzi, inizialmente la nostra... Quando scoprirono la nostra relazione, la cerchia ci impose l'anello rosso.
L'Anello è una specie di gps, che ti rende rintracciabile ovunque tu sia e, sopratutto, con chiunque tu sia... Inoltre, ha il potere si soffocare l'amore.
Ma l'amore è testardo. Molto testardo. Non ne vuole sapere di farsi da parte quando c'è in gioco il Destino... Alla fine non abbiamo più sopportato la lontananza e ci siamo incontrati.
Ci siamo baciati dopo un tempo che a me parve infinito, e pochi istanti dopo siamo stati accerchiati. Gli Angeli guardiani, quelli armati che stanno di guardia alle entrate di Key Heart,
ci hanno portato di peso dinanzi alla cerchia e ci hanno nuovamente processato. Volevano renderci cechi l'uno all'altro. Esistono magie, sortilegi li chiamo io,
che rendono una creatura invisibile e non percepibile ad un altra. Ma Ryeowook... Ryeowook non era del loro stesso avviso. Si alzò in piedi, mi sorrise con il suo sorriso migliore.
I suoi occhi piangevano e il corpo, seppur dritto, tramava a dismisura. Mi chiese scusa per avermi legato in un amore impossibile, e...
E lentamente divenne di pietra. Io... Io non so cosa ho provato in quel momento. Ricordo di aver urlato, di aver pianto, e di aver abbracciato il suo corpo di pietra.
Poi mi sono svegliato in camera mia, legato.

Jungsoo ascoltò il racconto con entrambe le mani sul petto, che cercavano inutilmente di trattenere e rallentare il battito irregolare e spedito del proprio cuore, che agitato e stressato si dimenava nel suo petto.

Yesung, dall'altra parte della camera, raccontò con lo sguardo perso nel vuoto.
Gli occhi gonfi di lacrime e la voce rotta lo costrinsero diverse volte a fermarsi, per poi riprendere e terminare guardando Jungsoo rannicchiato sulla poltrona.

-Yesung... Mi dispiace...
-Lo so, anche a me...
-Scusa se ti sto facendo rivivere il tuo passato...
-Va bene rivivere il passato, tutti gli altri momenti eccetto quelli che ti ho raccontato sono stati i più belli che abbia mai vissuto. Sono stato immensamente felice...
-Ho paura...
-Lo so piccolo... Ma ricorda che devi essere forte... Per te e per Siwon... Il vostro amore vi terrà uniti, ma state attenti, sarà poi esso la causa della vostra separazione...
-Ma... Non c'è un modo, un modo per stare insieme? Un modo per evitare il collasso di Key Heart?
-Se esiste, nessuno lo conosce...
-Lo scoprirò. Lo scoprirò e io e Siwon vivremo felici e insieme, per sempre.
-Lo spero piccolo...

Dopo che entrambi terminarono la loro tazza di tea ormai fredda, indossarono la giacca del completo e si diressero verso il primo incarico della giornata.

Yesung, per distrarre Jungsoo dai suoi tristi pensieri, parlò tutto il tempo dell'importanza di come un'anima viene posta nel corpo del nascituro.
Ma Jungsoo non vi prestò particolare attenzione.

Giunsero alla porta numero cinque, una porta di legno scuro e lucido.

-Strano che ci abbiano assegnato un numero così basso...
-Perché?
-Perché dalla stanza numero uno alla numero settecentomila ci sono le anime più complicate e difficoltose.
E' strano quindi che abbiano assegnato le Anime di Donghae e Hyukjae nella stanza cinque a noi...
Visto che ti sei un apprendista e di questo tipo di anime se ne occupano i membri della cerchia o comunque gli angeli più antichi ed esperti...
-Ah... Quindi?
-Quindi sarà difficile. Pronto?
-No.
-Bene, neanche io.

Bussarono alla porta.
Dopo qualche minuto si aprì e così il primo incarico di Jungsoo ebbe inizio.


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Capitolo 6
*** Cap. 06 - Maybe... ***


Hello everyone! :D
Chi l'avrebbe mai detto?? Finalmente dopo mesi -MESI- aggiorno.
Chiedo scusa per l'immenso ritardo, ma ho traslocato e in più non mi danno la connessione internet quindi non sono riuscita a postare...
Ora devo ringraziare la mia best acciosnape che mi ha fatto l'HTML e mi ha postato il capitolo! XD
Spero che il capitolo vi piaccia,

buona lettura!

Elisabetta~



Cap. 06 – Maybe...


Passarono diverse ''settimane'' dal primo vero appuntamento di Jungsoo e Siwon.
Come promesso, al loro successivo incontro, fecero l'amore.
Fu complicato per loro riuscire a rilassarsi... Trovare un posto nascosto sulla balconata, quel giorno, fu un impresa epocale.
Diversamente dal solito, parteciparono pochi Angeli alla riunione della Cerchia, perciò nel loro luogo speciale c'era un via-vai continuo, e il rischio di venire scoperti li teneva sempre vigili.

Dopo aver vissuto la sua prima volta con il suo fidanzato, Jungsoo non fece altro che pensarci, ogni momento, fino al successivo appuntamento.
Appena poteva, ripercorreva quegli attimi di amore e passione con la mente e, sebbene non potesse dire di essere stato perfetto, gli piacque da impazzire.
Gli tornavano alla mente tutte le sensazioni provate: dolcezza, calore, amore, passione, lussuria, paura, ansia...
Un miscuglio stupendo che, come da programma, gli facevano venire le ''farfalle nello stomaco''.
Non vedeva l'ora di ripetere quell'esperienza e di imparare a ''comportarsi'' in tale situazione.
Voleva essere perfetto per il suo Siwon, voleva amarlo come meritava e farlo sentire vivo e pieno come aveva fatto con lui.
Voleva restituirgli tutte quelle sensazioni provate, moltiplicate all'infinito, per dimostrargli quanto immenso fosse l'amore incondizionato che provava per lui.

Così, sempre con il suo meraviglioso sorriso, svolse il suo lavoro in maniera impeccabile, poiché costringeva la sua mente a rimanere un minimo concentrata sui suoi doveri, almeno durante le ore di lavoro.

La volta in cui raccontò a Yesung di aver fatto quel passo con Siwon, il suo amico quasi cadde dalla sedia.
Non si aspettava tutta quella intraprendenza da parte di Jungsoo, e non si aspettava che Siwon avesse acconsentito così facilmente.
Ok che si amavano, ed erano anime gemelle... Ma per lui, la cui ultima vita terminò il 20 Ottobre del 1856, avere rapporti sessuali così presto gli sembrava fuori luogo.
Così ricordò la sua prima volta con Ryeowook, che dovette aspettare un ciclo intero prima di riuscire a convincere Yesung ad approfondire.


Dall'altra parte, Siwon non era per niente soddisfatto di come erano andate le cose.
Voleva che fosse tutto perfetto, ma il suo continuo allarmarsi per una voce lontana, o un battito d'ali, lo distraeva, e temeva di non aver trasmesso tutto il suo amore e desiderio a Jungsoo,
e non seppe fino al loro terzo appuntamento che, invece, lui ne era pienamente soddisfatto e che, nonostante nulla fosse stato impeccabile, quei momenti passati insieme erano per lui preziosi e stupendi.


L'ora in cui Jungsoo doveva incontrare Siwon si avvicinava e, sebbene quei tre giorni di lontananza fossero passati in un batter d'occhio, non riusciva a starsene tranquillo e rilassato sulla poltrona di camera sua.
Non faceva altro che fare avanti e indietro per la stanza, guardando di tanto in tanto l'orologio. Fu quando si alzò per l'ennesima volta che qualcosa di strano e spaventoso lo distrasse dalla sua attesa.
D'un tratto, la terra tremò violentemente.
Tremò così forte da farlo cadere sul pavimento; i quadri appesi alle pareti caddero, i soprammobili si disintegrarono sul pavimento, con un tonfo sordo, i vetri delle finestre si creparono e la terra sembrò quasi rivoltarsi su sé stessa.
Furono attimi interminabili.

Jungsoo rimase sul pavimento rannicchiato, con le ginocchia al petto e la testa appoggiata su esse. Aveva paura poiché, da quel che ricordava, non aveva mai avvertito un terremoto prima di quel momento.
Con un filo di voce chiamava ''Siwon'', come se il solo pronunciare il suo nome alleviasse in lui ogni paura e sconforto, e, come era iniziato, il terremoto cessò, lasciando dietro di sé i segni del proprio passaggio.

L'Angelo si sentì enormemente sollevato quando tutto tornò alla normalità; una volta ripresosi, andò a controllare fuori dalla finestra che nessuno si fosse fatto del male e,
constatato che non c'era bisogno di lui fuori, ispezionò la sua camera cercando di capire da che parte iniziare a riordinare.
Era ancora spaventato per l'accaduto quando, una cosa che lo spaventava ancora di più, gli si affacciò sulla mente.
Siwon poteva essersi ferito.

Come un fulmine, fece ricadere sul pavimento il quadro che aveva raccolto, e si precipitò fuori dalla sua camera.
Si guardò attorno e notò lo stupore generale, ma non gli diede peso sul momento.
Cominciò a correre tra la folla, poiché qualcuno disse che la Cerchia avesse appena dato l'ordine di non volare, e si fece strada finché non arrivò davanti alla camera di Siwon.
E lui era li, spaventato e bianco in volto. Se ne stava immobile sulla soglia e guardava il vuoto di fronte a sé.
Jungsoo fece un passo in avanti, finché non lo notò.
Ma l'espressione che vide dipingersi sul suo volto non era quella che l'Angelo si aspettava.
Un miscuglio di paura e terrore.

Si avvicinò ancora, cercando di mantenere la calma in modo da non destare sospetti, e, con un tono più possibile fermo e tranquillo, salutò Siwon, che rispose con un cenno della testa.

-Stai bene?
-Si... Si sto bene Jungsoo... Tu, e Yesung?
-Bene credo... Cioè, io sto bene, Jongwoon non l'ho ancora visto...

Rimasero in silenzio qualche attimo, si guardavano negli occhi e cercavano di leggersi dentro.
Jungsoo non capiva perché Siwon fosse così spaventato; il terremoto era cessato, ormai doveva essere più calmo!

-Siwon che succede?


---DIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNNNNNNNNNNNNN---

Un rumore sordo simile ad un campanello li interruppe.
Il suono era stato così forte che i due Angeli furono costretti a tapparsi le orecchie.
Quando terminò, Jungsoo si rilassò e guardò nuovamente Siwon, che sembrava ancora più spaventato di prima.

-Siwon, ma che hai?
-La campana. La Cerchia ci chiama.
-Beh, non andiamo... No?
-No, non hai capito. La Cerchia ci chiama... Ci sta chiamando tutti.



L'ultima affermazione di Siwon inquietò Jungsoo profondamente, il quale si accorse finalmente dell'agitazione esagerata della folla alle sue spalle.
Gli Angeli correvano avanti e indietro come impazziti, chi urlava, chi spingeva e strattonava, chi piangeva e si dimenava.

-Ma che cavolo sta succedendo??

Siwon non gli rispose, si limitò a seguirlo in silenzio nella sala della Cerchia, dove si erano già radunati parecchi Angeli, e chi ancora mancava arrivò velocemente dopo che la campana suonò nuovamente.

Jungsoo si agitò molto quando vide Yesung sedersi al suo fianco, con il volto pallido e tirato. Respirava pesantemente e teneva lo sguardo basso, cercando in tutti i modi di evitare una qualunque conversazione.

-Yesung... Ti sei fatto male?
-N...No... No Jungsoo, sto bene.
-Sei così pallido...

Non poté terminare il discorso, poiché la i membri della Cerchia entrarono nella sala e chiesero di fare silenzio.
In un attimo, nessuno spiccicò più una parola, e calò un silenzio pesante e freddo, che fece agitare ancora di più l'Angelo.


La Cerchia osservò gli Angeli in silenzio, poi ad uno ad uno si sedettero sulle loro alte sedie e presero parola.

-Quello che è accaduto oggi, è un chiaro segno che il nostro mondo sta soffrendo.
Quello che è accaduto oggi, come ben sapete, e come uno di voi in particolare sa, non accadeva da tanti cicli.
Ci eravamo ripromessi, che con le misure di sicurezza apportate, e con le punizioni inflitte, che la causa delle sofferenze di Key Heart non si sarebbero mai dovute verificare nuovamente.
Sono stata imposte regole, alle quali non si può disubbidire. Ma è ovvio, visto il terremoto che si è presentato questa mattina, che qualcuno abbia violato queste regole.

Heechul, il membro più anziano della Cerchia, terminato di parlare, scese dalla sedia e si avvicinò alla prima fila.
Guardò ad uno ad uno gli Angeli li seduti, finché non ne scelse uno e lo portò in mezzo alla sala.

-Dimmi Angelo Nero, cosa pensi sia accaduto oggi?

L'Angelo era chiaramente agitato, tremava e balbettava.

-Qu... Qualcuno ha violato la Regola.
-E quale Regola credi sia stata violata?
-Beh... L'ultimo terremoto si è verificato quando ci fu l'ultima coppia mista.

A quel punto Jungsoo capì il perché Siwon e Yesung fossero tanto spaventati per l'accaduto.
L'ultimo terremoto si verificò quando Yesung e Ryeowook stettero insieme, e le conseguenze sapeva bene quali furono... E anche Siwon  le sapeva.
Il terremoto era stato causato dall'Amore che provavano lui e Jungsoo l'uno per l'altro?
L'agitazione si trasformò in ansia e panico.
Non era possibile che era stata colpa loro. Era passato troppo poco tempo! I calcoli che Jungosoo aveva fatto, prevedeva i primi segni di cedimento nei prossimi 35000 giorni...
Quindi, non era possibilie che fossero stai loro... No?

Heechul rimase qualche attimo in silenzio, poi riprese a gironzolare attorno all'Angelo a cui poneva le domande.

-Quindi cosa pensi dovremmo fare?
-N...Non lo so Signore...
-Dovremmo chiedere ad un membro di quella coppia?
-Io... Credo di si Signore...

Jungsoo di voltò spaventato verso Yesung, che aveva ormai portato le mani alla testa e sudava freddo.

-Beh, Yesung, il nostro amico qui ha detto che dovremmo chiedere a te. Perché non scendi?

Yesung, tremante e in silenzio, si alzò con una lentezza snervante e, trascinando un passo dopo l'altro, giunse di fronte ad Heechul.

-Yesung, quanto tempo che non parliamo noi due. Perché quella faccia?
-...
-Dai, di qualcosa.
-Che dovrei dire, Signore?
-Sai qualcosa di quello che accaduto poco fa?
-Come potrei?
-Beh, sappiamo tutti molto bene in cosa sei stato coinvolto.
-Si, ma sapete altrettanto tutti bene che Ryeowook, la mia Anima Gemella, Angelo nero, il mio AMORE, si è tramutato in pietra, Signore.

Heechul era chiaramente offeso per la replica ricevuta, il suo volto si contrasse in una smorfia rabbiosa e cupa.

-Ah, quindi dici di non saperne niente?
-Proprio nulla, Signore.
-Allora spiegami, perché saresti così spaventato? Tremi come un pulcino bagnato e sei madido di sudore.
-Le ho detto che non so nulla.
-Chi stai coprendo?
-Nessuno.
-Chi stai coprendo?
-Nessuno, Signore.
-Sei sicuro?
-Si.
-Ne sei assolutamente sicuro?
-Si, ne sono sicuro.
-... Non mi hai convinto.

Yesung lo guardò sfinito.
Cosa poteva ancora volere la Cerchia da lui? Lui che aveva già sofferto come un cane e che ancora soffriva, e che avrebbe sofferto per sempre?

Jungsoo, dal suo posto a sedere, temeva per l'amico che stava sopportando tutto questo per lui e Siwon. Avrebbe voluto urlare di lasciarlo in pace, che lui davvero non sapeva nulla;
ma sapeva invece fin troppo bene. In cuor suo era consapevole che avrebbe dovuto dire la verità, ma dire la verità comportava una conseguenza ovvia e che Jungsoo non avrebbe mai e poi mai potuto accettare.

-Quindi, lor signori.

Heechul si rivolse ai presenti.

-Chi sa qualcosa, o chi conosce gli Angeli incriminati, si faccia avanti.

Nessuno rispose.
Jungsoo guardò con la coda dell'occhio Siwon, che rimase in silenzio e con lo sguardo rivolto verso il pavimento.

Cosa doveva fare? Doveva farsi avanti? Se non l'avesse fatto, quali sarebbero state le conseguenze?

-Bene, nessuno sembra sapere nulla, e la coppia sembra non interessarsi delle conseguenze del loro silenzio.

Heechul guardò Yesung, che si reggeva in piedi a fatica, poi gli mise un braccio attorno alle spalle e lo guardò fisso negli occhi.

-Nessuno si è fatto avanti, ed è ovvio che tu sai qualcosa. Mi dispiace.

Il più anziano della Cerchia si voltò poi verso gli Angeli di guardia, e gli fece cenno di avvicinarsi.

Yesung passò lo sguardo spaesato da loro a Heechul, indietreggiava fintanto che loro si facevano avanti, finché non urtò la schiena contro una colonna laterale.

-Guardie, fatelo parlare.

Fu un attimo.
Le due guardie si avventarono su di lui e lo presero a calci a a pugni.
Resisteva quel che poteva, ma ad ogni colpo subito, ci metteva sempre di più a rialzarsi.


Jungsoo fece uno scatto come per alzarsi, per fermare quella barbaria, ma Siwon lo trattenne, stringendo la sua mano sotto il cappotto.
Il calore della sua mano gli trasmise calore e sicurezza, e per un momento si tranquillizzò, pensando che Yesung avrebbe sopportato per loro.

Ma quando sentì nuovamente le sue urla provenire dal mezzo della sala, si ridestò da quel momento di totale stupidità.
Provò un immenso dolore all'altezza del petto e cominciò a piangere per quello a cui stava assistendo.
All'ennesimo urlo, scattò in piedi e urlo di smetterla.

Quando si rese conto di quello che aveva fatto, capì che il suo gesto era proprio quello che Heechul si aspettava, e in un attimo si trovò una guardia al suo fianco.
Si voltò a guardarlo con gli occhi ancor più carichi di lacrime, non più dovute a quello che aveva dovuto subire Yesung per loro,
ma perché il suo gesto aveva messo in chiaro che lui era parte della ''coppia incriminata''.

La guardia lo strattonò con forza, facendogli male al braccio e, sentendo il gemito di dolore provenire da Jungsoo, Siwon si alzò e lo colpì forte, rivelando infine chi era l'altro membro della coppia.

Quando arrivarono le altre guardie, Jungsoo riprese a lacrimare più intensamente di prima e, mentre venivano spinti al cospetto della cerchia, guardò Siwon intensamente negli occhi e gli sussurrò 'Mi dispiace'.


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