La ragazza della mia scuola.

di Pesh
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** San Valentino? No, grazie. ***
Capitolo 2: *** Cos'ha quel ragazzo che io non ho? ***



Capitolo 1
*** San Valentino? No, grazie. ***


-Din. Din. Din. Mi girai velocemente verso la sveglia e la spensi subito. Più cercavo di aprire gli occhi e più essi si chiudevano, questo succedeva tutte le mattine, dal Lunedì al Sabato. Ma non quel Venerdì 14 Febbraio, il giorno di San Valentino. Aprì gli occhi e mi ricordai che quella mattina non sarebbe stata come tutte le altre. Saltai dal letto e presi velocemente i Jeans e la camicia bianca che avevo appoggiato la sera prima sulla sedia della mia scrivania, quella mattina non potevo far tardi. Prima di dirigermi a Scuola, dovevo passare dal fioraio a ritirare un mazzo di Tulipani Blu, per poi regalarli a Jennifer, la ragazza più bella della mia Scuola. Non avevo speranze, questo era sicuro. Era amata, senza esagerare, da quasi metà dei ragazzi della mia Scuola. Ogni hanno mi ha sempre respinto; accettava i miei regali con un sorriso stampato sulla faccia e dalla sua bocca usciva solo la parola “Grazie”. Sono ormai quasi 3 anni, lo ha sempre fatto e lo farà anche questa volta. Ma non mi arresi con il passare degli anni. Dovevo riuscire a conquistarla. Era la ragazza dei miei sogni. Una doccia calda, una tazza di Caffè al volo e via dal fioraio. Una vasta varietà di fiori di tutti i tipi di colore si estendeva davanti ai miei occhi, era quasi impossibile scegliere, ma la mia migliore amica si intendeva del “linguaggio dei fiori” e mi ha consigliato di comprare dei Tulipani blu. Essi rappresentano il simbolo dell’amore. Mi avvicinai all’anziana signora, situata dietro al bancone. Mi sorrise, si ricordava di me, ero passato qualche giorno prima e le avevo gentilmente chiesto di mettere da parte un mazzo di Tulipani blu.
-Buongiorno Josh- Mi disse sorridendo.
-Buongiorno signora!- Le rispondo ricambiando il sorriso. –Allora, li avete?- Chiesi. Forse li aveva già venduti a qualcun altro.
-Certo- Si girò e prese da un vaso pieno d’acqua i Tulipani che presto sarebbero diventati di Jennifer. Me li porse. Allungai le mani e presi il mazzo.
-Grazie per averli messi da parte- Sorrisi e misi le mani in tasca per darle i soldi.
-Non ce n’è bisogno. Vai e conquistala- Disse annuendo.
-… Grazie- Me li aveva regalati. Quella signora era gentilissima con me. In questi 3 anni sono andato a comprare i fiori sempre nel suo negozio, non solo a San Valentino.
Guardai l’orologio digitale, segnava le 07:30. La scuola stava per cominciare. Uscì dal negozio e a passo veloce mi diressi verso la mia scuola. Questa volta ero deciso a conquistarla. Non poteva rifiutarmi, non di nuovo. Completamente perso nei miei pensieri, arrivai. Tante coppie composte da un ragazzo e una ragazza erano appoggiate tranquillamente sui muretti della Scuola. Non feci molto caso alla cosa. Entrai e mi guardai intorno. Jennifer era sempre in classe, puntualissima, anche se i Professori non erano ancora arrivati. Ne approfittai e percorsi il corridoio che portava all’aula 5, la sua classe: non c’era. Mi parve strano, lei a quest’ora era già in classe, soprattutto nel giorno di San Valentino. Scrollai le spalle. Decisi di darglieli dopo la fine delle lezioni, così l’avrei trovata sicuramente nel cortile della scuola. Mi voltai. Non dovevo farlo. La vidi. Non era sola, era insieme ad un ragazzo. Si stavano baciando.

 

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Capitolo 2
*** Cos'ha quel ragazzo che io non ho? ***


La ragazza della mia Scuola.
Capitolo 2
 
Il mazzo di tulipani con i quali avrei dovuto conquistare Jennifer scivolò dalla mia mano fino a toccare il pavimento freddo. Freddo come il cuore di quella ragazza, che ha spezzato il mio in nemmeno cinque minuti. Jennifer si distrasse dal ragazzo che aveva appena baciato e portò l’attenzione su di me. Ero posizionato praticamente all’entrata della sua classe. Mi diede una veloce occhiata, dalla testa ai piedi, fino ad accorgersi del mazzo di Tulipani a terra. Si accovacciò e lo raccolse, mentre odorava il profumo che esso emanava. Mi guardò e mi sorrise. –Che bei tulipani, a quale ragazza devi regalarli?- Mi chiese. Guardai il ragazzo alle sue spalle. Egli cominciava già a farmi occhiate che sinceramente non gradivo. Non sapevo che fare in quel momento. Allungai la mano e ripresi i Tulipani. –Sono per mia nonna. Sai, lei è nata proprio a San Valentino.-Mentì. –Che casualità…- Mi rispose ridacchiando mentre guardava il suo ragazzo. Fui salvato dalla campanella, che indicava l’inizio della lezione. Jennifer si girò verso di me e allungò la mano, per stringere la mia. –E’ stato bello rivederti, Josh.- La guardai per poi stringerle la mano. –Anche per me.- Risposi. Ella mi sorrise. –Mattia entra in classe, finirai per fare tardi!- Urlò Jennifer al suo ragazzo. Si diedero un ultimo bacio, il colpo di grazia per me e si separarono, ognuno nella propria classe. Guardai il mazzo di Tulipani per qualche secondo, non potevo credere a quello che era appena successo. Questa volta Jennifer era stata più dolce con me. E adesso? Non le ho nemmeno dato i Tulipani, ora penserà che io non le abbia fatto un regalo. Ma non potevo farlo, il suo ragazzo me lo impediva. Dovevo decidere cosa fare. Entrai in classe: dieci banchi, venti sedie e diciotto assenti. Ah già, era San Valentino. Camminai per l’aula fino ad arrivare all’ultimo banco, vicino al mio migliore amico: Esio. Era l’unico presente insieme a me in quella giornata di “festa”. –Anche tu senza ragazza, vero Esio?- Dissi ridacchiando. Egli non era molto bravo con le conquiste. –Non sei divertente, Josh.-Mi rispose seccato. Si accorse del mazzo di Tulipani e rispose alla mia “provocazione” –A quanto vedo Jennifer non li ha accettati, eh?- Disse ridacchiando. Appoggiai la testa sulla mia mano destra, guardando completamente il vuoto. –Smettila Esio, tu non puoi capire… l’ho vista insieme ad un altro. Si chiama Mattia.- Gli risposi. –Mai sentito.- Disse Esio mentre scrollò le spalle. –Già, nemmeno io, fino a pochi minuti fa.- La porta della classe si aprì, era appena entrato il Professore di Chimica, la materia che detesto. Esio si alzò per salutare il Professore che era appena entrato. Rimasi seduto, indifferente, guardando il Professore entrare e posare quintali di libri sulla cattedra. Io ero completamente perso nei miei pensieri. Cosa aveva quel Mattia che io non avevo? Dovevo scoprirlo. 

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