Cold As You

di KlauriciaShipper
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** What did I do to you ***
Capitolo 2: *** Growing up alone ***



Capitolo 1
*** What did I do to you ***


What did I do to you?


La stanza del castello era addobbata di azzurro quella fredda notte di gennaio in cui la regina avrebbe presto dato alla luce l'erede al trono.

Il re era al suo fianco, una delle esili mani della donna era nascosta in quella molto più forte del marito, mentre il miracolo della vita prendeva luogo; di fianco a loro un dottore di fama, che si diceva potesse curare ogni disagio e far venire alla luce ogni bambino nascosto nel ventre materno, aiutava la donna ad affrontare il parto nel meno doloroso dei modi.

Nessuno pareva notare però, un giovane che se ne stava fermo in piedi di fronte a loro: aveva i capelli così biondi da sembrare del colore della neve, gli occhi di un blu intenso, un sorriso a fior di labbra che avrebbe ammaliato chiunque. Delle leggende che erano state create Jack Frost era sicuramente quella meno era conosciuta nel mondo umano, quasi nessuno credeva in lui, quasi nessuno riusciva a vederlo, e la solitudine era diventata ormai una delle migliori amiche del giovane, nonostante fosse segretamente desiderato da ognuna delle leggende femminili per il suo bell'aspetto. Ma al giovane non importava, stava bene in solitudine, ci era abituato, e ben presto le altre presenze lo annoiavano, o lo scacciavano per la sua indole maliziosa e confusionaria.

Del resto, Jack era sempre stato ammaliato più dal mondo umano che da qualsiasi altra realtà esistente, il desiderio di essere notato, di non essere più solo, di entrare in contatto con quegli esseri complicati ed imprescindibilmente temporanei lo aveva sempre dilaniato dall'interno anche se quasi mai lasciava trasparire i suoi veri problemi. Ogni umano era un orologio che un giorno avrebbe smesso di ticchettare, il tempo sarebbe arrivato, per ognuno di loro mentre lui sarebbe sempre rimasto lì ad osservare, come ormai faceva da trecento anni abbondanti. Era giovane per essere una leggenda, e non sapeva come fosse diventato una di esse. Spesso aveva parlato all'uomo della luna -la leggenda più anziana che potesse esistere- ma non aveva mai ottenuto una risposta sul perché fosse diventato una leggenda, su cosa lo avesse creato.

Sapeva solo il proprio nome, niente di più. E forse era proprio quel mistero che portava Jack a presenziare ad una nascita di nuova vita umana, era il desiderio di conoscere la verità.

“E' una bambina.”

Disse all'improvviso una voce profonda quando il primo vagito di una neonata, bionda anche lei come quel giovane che la osservava in silenzio, riempì la stanza di suoni infantili che alle orecchie di ognuno dei presenti sembrarono bellissimi, nuovi e preziosi. L'uomo -il re- strinse a sé la donna che aveva scelto di sposare anni prima, quando in un giorno freddo proprio come quello aveva deciso di donare una regina all'impero ed aveva conosciuto per caso quella bella popolana ad un ballo organizzato nel castello.

“Sarà una regina bellissima.” le sussurrò all'orecchio mentre il medico poneva quella piccola figurina avvolta in un panno azzurro e bianco tra le braccia di sua madre. Niente era stato preparato per una femmina, tutti confidavano nel sesso maschile dell'erede nonostante nessuno potesse saperlo con certezza. Ed il destino, come del resto spesso faceva, aveva deciso di scombinare le carte in tavola, con un abile gioco di imprevisti.

Gli occhi chiari di Jack Frost si allargarono mentre avvicinava il viso con curiosità a quella piccola ma agitata scintilla di nuova esistenza. Le sorrise, sorrise a quegli occhi chiusi e ciechi, come gli altri nella stanza la guardava ammaliato ed affascinato.

“Ciao, piccola. Ti chiamerai Elsa” sussurrò la regina all'orecchio della bambina baciandole poi la fronte con tutto l'amore che una madre può donare alla figlia primogenita. “Benvenuta al mondo.”

Elsa.
Ciao, Elsa; sei appena nata e già sei morta a causa della tua umanità.
Sei bellissima, Elsa, ed ancora non sai nemmeno cosa “Bellissima” voglia dire.
Forse non lo so nemmeno io.

I pensieri e le emozioni del giovane dai capelli chiari raffrescarono la stanza, un fiocco di neve singolo e solo come colui che lo aveva creato, cadde sul naso della regina mentre la leggenda baciava la fronte della bambina proprio come la donna aveva fatto pochi secondi prima.

Il quel momento, la piccola schiuse impercettibilmente gli occhi: erano chiari quasi come quelli del giovane di fronte a lei.

Erano occhi di ghiaccio.

E di ghiaccio divenne quel fiocco di neve quando la bambina si mosse appena, un lieve rivolo azzurro scaturì dalle sue dita incoscienti ma nessuno, se non il giovane dai capelli chiarissimi lo notò.

Jack comprese d'improvviso e non appena comprese, si allontanò.

Non avrebbe dovuto interferire con una vita così piccola, non avrebbe dovuto baciarla in quel modo innocente, non avrebbe dovuto toccarla.

Ma del resto come avrebbe potuto sapere? Qualunque umano che fosse nato con i poteri era stato sfiorato da una Leggenda appena venuto al mondo. Ogni singola traccia di magia era nata in quel modo, tramite l'azione consapevole o meno di qualcosa di tutt'altro che umano. La Leggenda scappò da quel castello, cosciente di aver combinato uno dei suoi tanti guai ma inconsapevole del fatto che adesso quella piccola sarebbe stata per sempre legata a lui, per tutta la sua fragile ed acerba vita.

Il giovane scappò, come tante volte scappava, non codardo ma spaventato e turbato come mai era stato in tutti gli anni che aveva passato sulla terra, sfruttò le correnti d'aria fuori dalla grande ed imponente finestra della sala, in pochi secondi si ritrovò in Antartide e si nascose contro un complesso di ghiaccio: freddo come lui, solo come lui.

Cosa ti ho fatto, Elsa?

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Capitolo 2
*** Growing up alone ***


Growing up alone



Il mondo era pieno di persone con i poteri, poteri di diverso genere ovviamente, il fatto era che la maggior parte di essi erano considerate qualità normali: una spiccata creatività, la spiccata abilità nelle attività manuali, il bricolage e la costruzione, erano tutti segni chiari dell'intervento di una Leggenda ma erano anche qualità accettate senza problemi, per questo quasi nessun umano si rendeva conto di essere effettivamente stato sfiorato da uno come Jack.
Alcuni poteri però potevano essere difficili se non impossibili da controllare, potevano essere distruttivi, come quella volta, secoli prima, quando Coriolis, la Leggenda che incarnava la forza, aveva sfiorato un bambino che era poi diventato per tutti uno dei più grandi eroi greci, Ercules, o quando Vulcano toccò per sbaglio un neonato ed esso diede fuoco ad un'intera città dal giorno alla notte, senza che nessuno si accorgesse nemmeno dei suoi poteri.

Purtroppo, anche il controllare il ghiaccio poteva risultare distruttivo, impossibile da controllare, perfino Jack all'inizio aveva avuto i suoi problemi con la conoscenza dei suoi nuovi poteri non appena aveva realizzato di essere una Leggenda.
Ed Elsa presto si trovò di fronte a quei tipi di inconvenienti, aveva appena due anni quando le capitò di ghiacciare l'acqua del lago che si trovava nel cortile del castello, o cristallizzare dei fiori al solo tocco, pensando di coglierli per la Regina.
All'inizio erano cose innocenti, e lo rimasero finché non nacque Anna.
Elsa aveva quasi congelato la sorellina almeno un paio di volte prima di rendersi conto che lei non aveva i poteri e certamente non poteva giocare con lei con il ghiaccio.
Non erano rare le occasioni in cui Jack tornava a far visita alla piccola principessa, a colei che era la legittima erede al trono.
Spesso, senza che né lei che i suoi genitori se ne accorgessero, creava per lei delle bellissime piste da pattinaggio, costruiva piccoli parchi giochi privati solo per lei, e gioiva nel farla ridere.
Solo una volta aveva parlato ad un'altra Leggenda di quello che era effettivamente successo la notte della nascita della bambina, e colei che lo aveva ascoltato non era altri che la fata dei denti. La Leggenda più giovane -che era di molti secoli il ragazzo- quel giorno scoprì che sarebbe sempre stato legato alla bambina che quel giorno aveva sfiorato, che lo avesse voluto o meno. Non dipendeva nemmeno più da lui. Era come un effetto collaterale che avrebbe dovuto fronteggiare. E pensò che lo avrebbe fatto con tutto il coraggio necessario. Perché ormai non poteva abbandonare Elsa alla sua stessa solitudine. Dopodiché la fata lo aveva semplicemente rassicurato, gli aveva promesso che sarebbe andato tutto bene nonostante fosse la bugia più palese che entrambi avessero mai sentito, e Frost si era comportato come faceva sempre, non si era affatto mostrato preoccupato, anzi, la situazione era degenerata in fretta ed i due non avevano terminato la serata parlando.

Era facile usare il proprio charme con quella piccola colibrì, il ragazzo sapeva che sarebbe probabilmente stata disposta a fare qualsiasi cosa se solo glielo avesse chiesto, ma anche lui aveva dei limiti. Finché si trattava di un bacio, di qualcosa di più a volte, poteva anche scendere a patto con la propria coscienza, perché in nessun modo le aveva mai detto di amarla, né glielo aveva fatto intuire, ma se mai si fosse spinto oltre quel lieve confine, si sarebbe odiato troppo anche solo per convivere con sé stesso.
E “Sé stesso” era qualcuno che fuoriusciva raramente, se era in compagnia. Anzi, lui stesso avrebbe potuto dire che non era mai sé stesso, se non con i bambini che non riuscivano a vederlo. Nonostante la solitudine e la propria invisibilità lo dilaniassero, non poteva che adorare il genere umano, la loro avventatezza.
E con Elsa era lo stesso, la risata cristallina di quella piccola bionda mentre scivolava con i suoi pattini nuovi, appena comprati dal re per la propria figlia maggiore oppure il modo in cui si abbandonava al sostegno che lui le offriva con il vento quando stava per cadere.
Con lei, come con tutti i bambini il suo lato dolce, talvolta addirittura premuroso, usciva come un uragano e stupiva perfino lo stesso Jack Frost.
La prima volta che lui vide Anna la piccola aveva già qualche mese, le stette il più lontano possibile, ma sentì il modo in cui Elsa provava in continuazione ad avvicinarsi a lei, con il nascente terrore di ferirla e farle del male.
A cosa aveva condannato quella piccola?

Mi dispiace.

Pensò il giorno in cui per la prima volta Elsa fu costretta a rimanere in una stanza, isolata dalla sorellina e dal resto della servitù, talvolta addirittura dai propri genitori.
A dodici anni per lei era quasi impossibile controllare il potere. La sua camera non era altro che una zona dove nevicava in continuazione, dove il ghiaccio ricopriva in strati sottili il pavimento ed il tappeto e qualsiasi altra superficie sulla quale si potesse camminare.

Jack spesso riusciva ad entrare e si sedeva di fronte ad Elsa, quando la vedeva piangere. Provava a portare via quelle lacrime ingiuste sapendo di esserne per la maggior parte di casa.

Sei solo una bambina, non è giusto.

Lui non ricordava cosa volesse dire essere un bambino, non se lo ricordava più, ma non era così che doveva essere, sicuramente.
Tutti i bambini che aveva visto nel mondo degli umani ridevano felici, andavano a scuola, avevano degli amici, tutte piccole normalità che ad Elsa erano state negate.

Non conosceva il motivo per cui non potesse più vedere la sorella, la sera in cui la piccola era stata portata d'urgenza dai troll lui era da qualche parte a far nevicare di fronte ad una scuola che il giorno dopo sarebbe stata chiusa per la gioia dei più piccoli.
-Andrà tutto bene, Elsa.- continuava a ripeterle il giovane senza che lei potesse sentirlo.
Talvolta le preparava dei piccoli regali di ghiaccio che lei nemmeno riusciva a notare, distrutta come era da quel potere che non aveva mai chiesto, da quella solitudine che un giorno aveva deciso essere la sua unica compagna.
E fu così che Elsa crebbe.
Crebbe sola, proprio come era cresciuto Jack. Erano così simili, avevano trovato semplicemente sfogo in due peculiarità differenti. L'uno l'avventatezza, l'altra la compostezza imposta.

 

Era un giorno d'estate quello in cui Arandelle perse i suoi sovrani, in una sventurata tempesta in mezzo al mare. Nessun sopravvissuto.
Elsa aveva quasi diciannove anni, nessun controllo su sé stessa ed il nuovo spettro dell'incoronazione che si avvicinava galoppante.

Quel giorno nevicò sul regno.
Quel giorno, Jack Frost lo passò di fianco alla sua protetta, tentando di confrontarla, con la solitudine di entrambi a far loro da muro e la frustrazione di non poterla davvero consolare perché invisibile ai suoi occhi.
















N.d.A
Dopo questo secondo capitolo ammetto di essere impaziente di scrivere e pubblicare il prossimo nel quale finalmente i due verranno effettivamente in contatto. By the way chiedo umilmente perdono se siete sottoposti a questo strazio. Vi amo tutti <3

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