Torneremo a sorridere, insieme

di Arizona_Malfoy
(/viewuser.php?uid=527060)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo1-Diagon Alley ***
Capitolo 2: *** Capitolo2-Fred (ri)diventerò come te ***



Capitolo 1
*** Capitolo1-Diagon Alley ***


CAPITOLO 1-DIAGON ALLY

 

Ormai era passato un anno dalla battaglia di Hogwarts, era passato un anno dall'ultima volta che avevo riso, o semplicemente sorriso.
Dalla morte di Fred non ero più uscito dalla mia camera, un tempo nostra, se non per mangiare.
Era un anno che non parlavo con nessuno, ero ancora capace di farlo? Almeno fino a quel giorno. Il giorno in cui tutto sarebbe cambiato.
Erano le 3,00 del mattino ed ero sceso in cucina per preparare un thè caldo, stavo facendo bollire l'acqua quando:
-Uh...ciao George- mi salutò Hermione, è incredibile quanto fosse cambiata: aveva le guance scarne e negli occhi le si leggeva il dolore provato nella battaglia. Era dimagrita molto, come me del resto; era diventata lo spettro di se stessa.
-Ehm...ciao Hermione- risposi con la voce roca per il troppo tempo passato in silenzio,-vuoi del thè?
-Si rispose sedendo al tavolo della cucina.
Dopo alcuni minuti il thè era pronto, lo versai in due tazze e mi sedei al tavolo con lei.
-Allora...come va?- chiesi per rompere il silenzio.
-Come vuoi che vada: i miei genitori non sanno nemmeno di avere una figlia, Harry è andato a vivere con Ginny a Godric's Hollow, Ron se n'è andato e io...- disse soffocando un singhiozzo.
-Lo so scusa- dissi facendo una cosa che fino a quel momento non avrei mai creduto possibile: l'abbracciai. Non eravamo mai stati tanto amici.
-Grazie George- rispose cercando invano di sorridere. -Buonanotte- disse poi alzandosi. Ma io l'afferrai per un polso impedendole di andarsene.
-Si- disse guardandomi con lo stesso sguardo di rimprovero che mi-ci- rivolgeva ad Hogwarts.
-ti dispiacerebbe dormire con me per questa sera?- azzardai.
-Va bene George ma solo per questa volta e...puoi venire tu in camera mia? Sai non mi va di...- disse mentre delle lacrime le rigavano il volto.
-si va bene- risposi afferrando il messaggio: non le andava di dormire nell'ex camera di Fred, ricordare faceva troppo male...
Salimmo nella camera di Hermione, una volta condivisa con Ginny. La ragazza si infilò nel letto sfatto, lasciandomi spazio ed io mi sdraiai accanto a lei, abbracciandola come a proteggerla.
Dopo pochi minuti ci eravamo addormentati, quella notte dormii sonni tranquilli senza incubi ne sogni, per la prima volta da tanto.
 

* * *

Quando mi svegliai la stanza era illuminata da una lama di luce proveniente dalla finestra semiaperta.
Hermione era ancora addormenta, i lineamenti del viso non erano tesi come al solito; era più serena, sembrava di nuovo l'Hermione di due anni fa, prima che tutto accadesse. Non so per quanto tempo rimasi a fissarla, mi riscossi solo quando la sentii mugugnare un “buongiorno”.
-Giorno Granger!- dissi, -Che cosa ne dici se oggi andiamo a fare un giro a Diagon Ally?- le chiesi. Ma che mi era preso, era un anno che non mettevo il naso fuori dalla casa ed ora pensavo si andarmene in giro per il mondo magico.
-Ehm...va bene, non potrà farci male distrarci un po'- rispose accennando un sorriso.
-Okay, allora vado a vestirmi- se mi ricordo ancora come si fa -facciamo colazione e usciamo- uscii dalla stanza ricambiando il suo debole sorriso.

Entrai nel bagno della mia camera e mi gettai sotto all'acqua bollente della doccia. Una nube di vapore riempiva la stanza mentre i pensieri che mi opprimevano ormai da troppo tempo evaporavano.
Quando finalmente uscii dalla doccia mi infilai dei jeans strappati e una maglietta a maniche corte verde. Lasciai i capelli bagnati e scesi in cucina a fare colazione.
Hermione era già seduta al tavolo: indossava dei jeans stretti e una camicetta azzurra, i capelli ancora umidi erano raccolti in una semplice treccia che le scendeva da un lato.
Mia madre era ai fornelli, sconvolta -non era più abituata a vedermi fare colazione (vestito per di più)- stava preparando il bacon con le uova.
-'Giorno mamma- la salutai.
-Buongiorno caro- mi rispose lei con un gran sorriso.
Il resto della colazione la passammo in silenzio. Mi soffermai a guardare Hermione, era magrissima: sotto la camicetta le si intravedevano le costole, mi chiedo ancora come facesse a camminare senza spezzarsi, ma dopotutto la Granger era sempre stata una ragazza forte.
Finita la colazione salutammo mi madre e ci smaterializzammo a Diagon Ally.

 

* * *


Diagon Ally era esattamente come la prima volta che la vidi: piena di colori e di risate. Era come se il tempo si fosse fermato a prima della guerra. I negozi avevano tutti riaperto, la Gringott era stata ricostruita e i maghi camminavano tranquillamente per la via.
-Wow! È incredibile mi ero dimenticata quanto fosse bello qui- disse Hermione risvegliandomi dalla trance.
-Si è bellissimo...cosa vuoi fare Granger?
-Non so te ma io vado al “Ghirigoro” a comprare qualche libro Weasley- mi schernì incamminandosi verso il negozzio.
-Sei la solita secchiona, andiamo a prendere un gelato- proposi, ma lei senza darmi ascolto entro nel negozio ed io la seguii.
-Buongiorno signorina Granger! Che piacere rivederla- la salutò l'uomo al bancone senza prestarmi troppa attenzione.
-Salve- rispose educata lei prima di sparire dietro agli scaffali.
Solo dopo quella che a me sembrò un'eternità Hermione riuscì dagli scaffale con una pila di libri in mano; li pagò ed uscimmo.
-Vuoi stare tutto il giorno con questi esseri in mano?- le chiesi indicando i libri.
-Certo che no- disse puntandogli la bacchetta contro facendoli evanescere.
-Ora però andiamo a prendere un gelato- dissi trascinandola in una piccola gelateria.
Io presi un gelato al cioccolato e caramelle “tutti i gusti+1” con panna e cioccolata. Hermione invece prese un cono con cioccolato e fragola.

 

* * *

 

La giornata passò tranquilla: Hermione mi raccontò del mondo babbano e io le raccontai delle estati passate dalla zia. Scherzammo e ridemmo ricordando i giorni ad Hogwarts.
Sarebbe stata una bellissima giornata se non fosse per quella lama che mi perforava lo stomaco ogni volta che ridevo, ricordandomi che stavo ridendo senza di lui.

Ormai era il tramonto quando ci imbattemmo nell'unico negozio non illuminato della via: le travi che ancora sbarravano l'entrata e le finestre, un'insegna scolorita dondolava a mezz'aria riportando la scritta “Tiri Vispi Weasley”.
Ebbi un tuffo al cuore quando lo riconobbi: era il negozio che avevamo aperto, il nostro sogno.
Davanti alla porta sbarrata c'era un tappeto di fiori, di tutti i colori, e qualche lettera sparsa qua e là. Mi avvicinai alla porta e notai che sulle travi c'erano delle incisioni del tipo: “ci mancherai”o “ritorna abbiamo bisogno di te”.
Senza riflettere aprii la porta ed entrai. Era tutto come l'avevamo lasciato: gli scaffali pieni di merendine, pasticche, torroni e scherzi vari.
Camminai fra gli scaffali pieni di pozioni fino ad arrivare alla cassa, là trovai una lettera strappata e la ricomposi con un colpo di bacchetta:

“Ciao Voldy,
    spero con tutto il cuore che tu stia soffrendo,
in caso contrario succederà presto.
Ti auguro una morte lenta e dolorosa.
Con odio,
il gemello più bello
e orecchiuto.”

Prima di rendermene conto delle lacrime amare mi rigavano il volto. Non potevo credere a ciò che aveva fatto, aveva scatenato l'ira di Voldemort. Aveva attirato l'attenzione su di se.
Perché?
Una mano mi si posò sulla spalla ricordandomi della presenza di Hermione. Stava piangendo.
-Oh George- disse abbracciandomi forte, io mi limitai a ricambiare la stretta. -dai torniamo a casa, si è fatto tardi- mi trascinò per una manica fuori dal negozio.
Infilai la lettera in tasca e mi lasciai trascinare da Hermione.
-Pronto?
Come risposta le porsi la mano e mi feci portare a casa. Non appena arrivammo corsi in camera mia lasciando Hermione da sola sul pianerottolo.

 

* * *

 

Mi stesi sul letto e le lacrime tornarono a farmi compagnia. Rimasi il resto del pomeriggio raggomitolato sotto le coperte: con gli occhi lucidi e rossi
Tock Tock
La porta si aprì ma io rimasi con la testa sprofondata nel cuscino.
-Ho qualcosa che potrebbe aiutare- alzai lo sguardo e vidi il sorriso incerto di Hermione.
-Che hai una pozione?
-No meglio...Nutella!- esclamò.
-Nuche?- chiesi- è una delle tue cose babbane?
-No, è la “cosa babbana” più buona del mondo- disse mostrandomi un baratto contenente una crema marrone.
-Non sembra così buona...
-Chiudi il becco Weasley!- disse ficcandomi un cucchiaino in bocca. Mamma se era buona!
Passammo la sera a mangiarla e solo quando fu finita- il secondo barattolo- Hermione uscì dalla mia camera per andare a dormire.

Quando la ragazza se ne andò mi spogliai per mettermi il pigiama; in quel momento la lettera di Fred mi scivolo dalla tasca, la raccolsi e la rilessi. Solo che il messaggio era cambiato:

“Ciao Georgie,
sono io Fred. Ti volevo salutare,
mi dispiace di averti abbandonato.
Spero che tu stia bene e che stia continuando a vivere e sognare.
La tua copia venuta meglio,
Freddy.”

Quella lettera fu come un colpo al cuore: allora sapeva che sarebbe morto, lo sapeva.
-Lo sapevi!- urlai, la mia voce era strozzata dai singhiozzi.
Si lo sapevo disse una voce nella mia testa.
Fred.
 



ANGOLO AUTRICE: Ho iniziato molte FF su questo sito ma nessuna mi convinceva, così le ho eliminate. Questa storia mi ispira più delle altre e spero sia lo stesso per voi. 
Ma passiamo alla storia: io amo la coppia Fred/Hermione George/Hermione e questa storia parla di loro. di george che (con l'aiuto del gemello) si innamora del Perfetto Perfetto. 
Onestamente la parte finale con mi convince molto: l'idea di inserire Fred non mi convieceva (e non mi convince tutt'ora) molto...ma lascio a voli la parola.
spero recensiata in tanti (anche con critiche).
Arizona_Malfoy (che ama i gemelli Weasley) 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo2-Fred (ri)diventerò come te ***


CAPITOLO 2-FRED (RI)DIVENTERÒ COME TE

 

 

 

 

-F-Fred?
Si sono io una voce allegra risuonò nella mia testa.
-Sono diventato pazzo.
Tranquillo Georgy non sei pazzo, io sono qui.
-M-ma c-come- balbettai (come una balbettante bambocciona banda di babbuini)-è impossibile...
Non te lo posso spiegare ora, sappi solo che c'è lo zampino dei malandrini.
-Okay- dissi piangendo dalla gioia -quindi ora staremo di nuovo insieme- chiesi anche se non ci credevo veramente.
Mi dispiace ma la sua voce si fece improvvisamente triste non posso restare, sono qui solo per parlarti.
-Quindi questa è l'ultima volta che ci vedremo- non avrei sprecato quell'occasione.
Per ora... disse e, senza lasciarmi il tempo di ribattere, continuò non puoi andare avanti così ricomincia ad uscire e ridere come prima. Ma io uscivo e ridevo con te. Non è colpa tua quello che è successo. Ora devo andare ma ricorda starò sempre con te, solo che non potrai vedermi.
Se ne era andato-di nuovo.
-Invece si, è colpa mia- sussurrai.
In quel momento capii che se non avrei più potuto vedere mio fratello sarei diventato come lui. Come ero io.
Avrei ripreso a vivere e a sorridere, per quanto sarebbe stato difficile. Lo avrei fatto.
Quella sera mi addormentai rinforzato delle parole di mio fratello. Con più speranze, pronto ad andare avanti.

 

* * *

Appena sveglio mi precipitai davanti alla camera di Hermione e, senza pensarci, entrai; stava ancora dormendo.
-Sveglia Granger! Oggi si lavora!
Come risposta mi lanciò il cuscino e si rimise a dormire. Per poi rialzarsi mezzo minuto dopo e chiede:-Lavoro?
-Si Granger lavoro- le sorrisi -tra cinque minuti a fare colazione- detto questo uscii.

Esattamente cinque minuti dopo eravamo seduti al tavolo della cucina con i piatti colmi di cibo.
Durante il pasto Hermione mi chiese più volte spiegazioni, ma io mi rifiutai di darlele.
Finita la colazione la presi per mano ci smaterializzammo.
-Perché siamo qui?- chiese guardandosi attorno.
-Te l'avevo detto che oggi si lavorava- ghignai -è ora di riaprire il negozio.
Si girò verso di me con faccia sbalordita come a chiedere: “Davvero te George Weasley avresti intenzione di lavorare?”
-Ed io cosa ci faccio qui esattamente?- chiese infine.
-Vuoi farmi lavorare solo soletto?- risi -Granger da te non me l'aspettavo- misi il broncio.
-Okayokay! Ti aiuto ma non fare quella faccia!

Passammo tutto il giorno a riempire scaffali e a testare prodotti ( “magari le magie si sono sfatte con il temo” aveva obbiettato la riccia). Alle cinque eravamo stesi sul pavimento (brillante come non mai) del negozio a riprendere fiato.
-Mi devi ancora spiegare perché non mi hai fatto usare la magia- brontolai.
-Bé Weasley le cose senza magia vengono meglio- disse agitando la bacchetta per far apparire due tazze di cioccolata calda.
Ci sedemmo a gambe incrociate ed iniziammo a berla.
-Alla faccia di “le cose senza magia vengono meglio”- dissi bevendo l'ultimo sorso.
-Ricorda che stai parlando con “la strega più brillante dalla sua età”- scherzò lei facendo sparire le tazze in un “puff”.
Aveva le labbra sporche di cioccolata, i capelli in disordine e i vestiti stropicciati, ed io sapevo di non essere ridotto meglio. Ci guardammo per qualche secondo negli occhi e poi scoppiammo a ridere.
-Senti George- disse lei improvvisamente seria -posso farti una domanda?
-Si?
-Volevo chiederti se mi potevi accompagnare a casa dei miei, per restituirli la memoria. Ma se non ti va...- disse tormentandosi l'orlo della camicetta.
-Certo che mi va- la interruppi -oggi mi hai aiutato qui e so che non hai mai amato i nostri scherzi.
Perché continuavo a pugnalarmi da solo? Nostri? Si erano nostri ma ormai ma ormai di quel noi non era rimasto niente. Solo un mucchio di stupidi scherzi. Che senso aveva continuare a stare lì se non c'era più lui. Quello era il nostro sogno la nostra vita ed ora...
-Grazie- Hermione mi riportò alla realtà

 

* * *

 

Eravamo davanti ad una villa come le altre: stessa altezza, stesso marrone chiaro e stessa staccionata bianca. L'unica cosa che la distingueva dalle altre era la scritta in oro “Granger” sulla cassetta delle lettere.
-Ci siamo- disse, più a se stessa che a me, Hermione.
Le strinsi la mano per farle forza e ci avviammo per il vialetto. Nel viso della ragazza si rispecchiava tutta la sua agitazione.
Con mano tremante suonò il campanello e, dopo quella che parve un'eternità, la porta si aprì. Una donna sulla quarantina era in piedi alla porta: aveva dei piccoli occhi color nocciola e dei lunghi capelli biondo cenere. Apparentemente non sembrava avere nulla in comune con la figlia.
-Avete bisogno di aiuto?- chiese la donna.
Hermione era rimasta a bocca aperta, gli occhi lucidi per le lacrime che cercava di reprimere. Feci un altro passo per avvicinarmi a le, presi la sua mano fra le mie e la strinsi forte.
-Signora Granger- iniziai ma venni subito interrotta dalla donna.
-Io non sono la signora Granger, si sono trasferiti- disse la signora con un sorriso di scuse.
-Sa dove si sono trasferiti?- chiese Hermione con le lacrime che ormai le scendevano copiose.
-In Australia credo- rispose lei -o forse era in America...
Hermione corse via prima di sentire il resto della frase ed io la seguii.
-Hermione fermati!
-Vattene!- singhiozzò continuando a correre, feci uno scatto e la raggiunsi.
-Dai Granger torniamo a casa- dissi abbracciandola appoggiando il mento sulla sua testa e accarezzandole i capelli -ci sdraiamo sul divano e facciamo tutto quello che vuoi.
-Grazie- mi rispose con le guance rigati dalla lacrime -ma prima voglio stare un po' da sola.
-Tutto ciò che vuole principessa- dissi issandomela sulle spalle e smaterializzandomi alla tana.
-...pessa!- stava gridando divertita.
-Si 'Pessa- ricambiai il sorriso -sei la mia 'Pessa.
Mi diede un pugno scherzoso sulla schiena ed io la lasciai cadere sul letto del sua camera e poi me ne andai nella mia

 

* * *

Arrivato in camera andai subito a farmi una doccia.
L'acqua bollente mi rilassò all'istante, appena entrò a contatto con la mia pelle tutte le preoccupazioni e i pensieri si dissolsero.
Il getto della doccia era così forte da coprire il bussare di Hermione, mi accorsi di lei solo quando chiusi l'acqua per uscire dalla doccia. Mi legai un asciugamano in vita ed uscii.
-Granger!
-Weasley- disse arrossendo -volevo chiederti di vedere un film ma a quanto pare sei occupato- disse indicando l'asciugamano.
-Dammi due minuti e sono pronto- entrai nella mia stanza per poi riaffacciarmi e chiederle:- Che cos'è un film?
-Lo saprai- disse scendendo le scale.
Mi infilai una maglietta nera, i jeans dell'altro giorno e corsi in salone- Hermione era seduta sul divano con una busta di Pop-Corn in mano.
-Allora cos'è il film?
-È come un libro ad immagini- disse sorridendomi -comunque sbagli grammatica è: “cos'è un film” non “cos'è il film”- aggiunse poi ridendo.
Ci voltammo verso un rettangolo illuminato -che Hermione chiamò TV.
Il titolo del film apparve grande al centro dello schermo: Titanic
-Vediamo questo?- chiese-o meglio affermò Hermione.
-Di cosa parla?
-Sta a vedere.
Il film parlava della storia d'amore tra due ragazzi che si incontravano su una nave. Non era niente di spettacolare- anche se i commenti di Hermione dicevano altro -ma mi fece molto riflettere.
Era esattamente quello che era successo a me: Fred, come Jack con Rose, aveva sacrificato la sua vita per la mia e questo non passava, il senso di colpa non sarebbe passato ma, come Rose, sarei dovuto andare avanti.
Il film era finito ed Hermione si era addormenta appoggiata alla mia spalla. Un sorriso tranquillo era dipinto sul suo volto e, in quel momento, capii perché il mio gemello era tanto innamorato di lei; sotto i capelli crespi, perennemente in disordine e la pila di libri c'era una bellissima ragazza: incredibilmente intelligente, gentile e, anche dopo tutto quello che le era successo, solare. Bastava guardarla per metterti allegria.
Addormentata sembrava così piccola e fragile che mi sarebbe piaciuto tenerla stretta e proteggerla da qualunque cosa avesse voluto farle del male. Mi sarebbe piaciuto, ma non lo feci. Mi limitai a coprirla con la pesante coperta posata sul tavolinetto vicino al divano.
Quella notte dormii sul divano con lei in modo di non svegliarla mentre mi alzavo, ma anche se avessi potuto sarei rimasto lì con lei. Per proteggerla come avrebbe fatto Fred...solo che da amico.


 


ANGOLO AUTRICE:
Sono tornata (ed era ora direte)! chiedo umilmente perdo, ma in questo periodo non ho avuto molto tempo per scrivere fra verifiche ed interrogazioni (lo so che questo no basta per il perdono ma ci provo). Sono tornata dopo due mesi con questo "capitlo" che onestamente non mi convince molto ma ho deciso di metterlo lo stesso.
Ma atralasciando il mio comportamento (cane cattivo!) passiamo al capito: qui George decise di superare la morte del fratello (o almeno di provarci) e inizia ad accorgersi di provare qualcosa per la Prefetto Perfetto Granger.
Un bacio alla prossiamo (speriamo vicina) volta
Arizona_Malfoy

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2342713