Power Game- I know your pain

di Lady of the Circus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo- Come little children ***
Capitolo 2: *** Lies ***



Capitolo 1
*** Prologo- Come little children ***


Super phsyco glorius war
Power Game
Part I

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È notte su Vanaheimr, cupa e fredda. Niente luna, niente stelle, solo una compatta e pigra cappa portatrice di tempesta.
Un tuono brilla nell’ oscurità.
«Nostra figlia--»
«Tua figlia!»
È come un pugno nello stomaco, solo più doloroso.
“Papà, perché non mi hai mai detto che le parole fanno male?”
Sicuramente la mamma si è sbagliata, non voleva dire quello. Ora si volterà e le chiederà scusa, con un sorriso lei la perdonerà.
Ma non c’è rimpianto delle proprie parole nello sguardo che la madre le rivolge. Freyja è spaventosamente fiera, sdegnata ed offesa dalla sua presenza. Lo sguardo del padre forse è ancora più doloroso, Oðr è incredulo quanto lei alle parole della moglie ma nei suoi occhi d’ oro c’è una nota ancora più velenosa, una lama di pietà e di rimpianto.
È come svegliarsi la mattina, aprire gli occhi ai raggi del sole che vestono la realtà e poi guardarsi allo specchio: non c’è luce su di lei, solo un inconsistente e fastidioso manto cinereo.
Improvvisamente si sente…sbagliata.
Si accorge troppo tardi di star piangendo.
Come little children
I’ll take thee away
[vieni piccolo bambino/ ti porterò lontano]
Corre lontano, ha paura. Improvvisamente tutto si fa aggressivo e creature spaventose sbucano dagli angoli, ombre si allungano sulle sue vesti, bestie strane si nascondono tra le colonne.
I mostri sono reali, perché il padre le diceva di no? è pieno, li vede, sono dappertutto!
 “Papà, aiuto!”
Corre e corre e corre ancora, inciampa, si rialza e riprende a correre. Ma per quanto lontano possa andare non sarà mai abbastanza.
Into a land of enchantment
[in una terra d’ incanto]
“Papà, perché mi racconti di una terra incantata?”
È una consapevolezza che fa male: i racconti sono inventati, la giustizia non esiste e l’ amore è un dolore atroce.
Dolore, non sente altro, dolore e lacrime si impastano sul suo volto.
Avrebbe dovuto capirlo sin da subito, che stupida che era stata.
Corre.
La diffidenza dei servi.
Non vede dove va.
La stizza della sorella.
La terra si fa umida sotto i suoi piedi.
Lo sdegno della madre.
L’ aria si fa gelida.
L’ amore falso del padre.
Come little children
the time's come to play
here in my garden of shadows
[vieni piccolo bambino/ è tempo di giocare/ nel mio giardino d’ ombre]
Gli alberi svettano alti e neri come le colonne del cielo.
Non è sicura di voler giocare ancora con il padre. Non è sicura di voler tornare più in quel palazzo.
Se esiste cosa più tetra e labirintica del destino quella è sicuramente la foresta, dedali di rami e di foglie ti costringono a prendere strade inesistenti e sconosciute. Almeno per il momento, però, è l’ ultima cosa di cui si preoccupa
Follow sweet children
I'll show thee the way
through all the pain and the sorrows
[Seguimi piccolo bambino/ ti mostrerò la via/ oltre la pena ed il dolore]
Vorrebbe essere un ombra, passare oltre tutto il dolore, così…
“Papà, vorrei essere… passiva”
Le ombre lo sono, si adagiano su un muro piuttosto che su un pavimento, si adeguano. Nere e piatte, silenziose.
Intoccabili, osservano tutto senza provare niente. Lontane dalla vita, lontane come…
“Papà, vorrei essere…morta”
Estrae la lama.
Era l’ unica via per passare sopra tutto…
Il filo tocca le vene sottili del polso.
Provò a farlo, tentò davvero.
Weep not poor children
for life is this way
murdering beauty and passions
[Non piangere bambino/ perché la vita è questa/ uccide la bellezza e la passione]
Ma le lacrime scendono, maledette.
”Papà, come si smette di piangere?”
Deglutisce.
La carne si piega.
Singhiozza.
La lama si tinge di rosso.
Ha un tremito.
Il sangue schizza.
Pentimento, violento ed immediato. Un istante di lucidità mentre la sua vita scivola sul tappeto di foglie autunnali.
“Papà, perché il sangue è prezioso?”
Hush now dear children
it must be this way
to weary of life and  deceptions
[zitto ora caro bambino/ deve essere questo il mondo/ stanco della vita e dell’ inganno]
Si rasserena, non ha sbagliato, la via è quella. Già la sente quella pace.
Ogni fiotto scarlatto che abbandona il suo corpo è un incubo che si cancella, una lacrima che si asciuga.
Sorride.
Rest now my children
for soon we'll away
into the calm and the quiet
[Dormi ora bambino/ presto ce ne andremo via/ nella calma e nella quiete]
Si sente più leggera, serena.
Ad assistere soltanto i rispettosi rumori della foresta.
Sta andando lontano, quel lontano dove i suoi piedi non potevano portarla. Abbastanza lontano.
“Papà… non ho più domande.”
«Ti ha seguito?»
«Sì, l’ ha fatto»
Il corpicino di una bambina nella piena età dei “perché” dorme sereno nel letto delle foglie autunnali.
«Lo sapevi già, non è così?»
La foresta che veglia su di lei e rispettosa tace.
«Lei era la prima a saperlo»
Un increspatura nella pozza rossa le bagna il sorriso.
Ci sono simboli e richiami antichi come il tempo su questa terra…e forse anche sulle altre.
Non so, voi cosa capireste del cantare di un corvo?


Ed ora faccio la mia solita figuraccia...
E il primo premio per resistenza va a... chiuque tu sia che sei riuscito ad arrivare fin quaggiù senza tagliarti. Complimenti e medaglia d' oro e tanto tanto cioccolato, se ci riuscirai anche con gli altri capitoli tanta altra cioccolata *corruzione mode:on*
Spiego un paio di cosette: 
  • Questa storia è abbastanza forte e già dal prologo abbiamo un' idea, se siete facilmente impressionabili o eticamente rigidi non leggetela. Davvero, non voglio "passaggi al lato oscuro" sulla coscienza XD
  • Tutta la storia sarà accompagnata da una colonna sonora, ogni capitolo porterà il titolo di una canzone ed il testo, come ogni song-fic che si rispetti ù.ù Le musiche non sono messe a caso, aiutano a capire meglio il tutto quindi vi consiglio di ascoltarle. La canzone di oggi è questa rilassante ninnananna "cliccami sono puccioso *.*"
  • Le parti in corsivo tra virgolette sono i pensieri, quelle solamente in corsivo sono semplicemente evidenziate
  • Escluso il prologo, nei seguenti capitoli userò il punto di vista di vari personaggi (rischiando la mia stessa sanità mentale) senza preannuciare in quanto penso sia molto più fico così ù.ù
  • Questa non è una storia romantica, se vi aspettate cuoricini e fiorellini spiacente di deludervi. Odio il romanticismo ed anche la dolce Honoss lo odia.​
P.S. tutti i personaggi aleggeranno in torno a me come presenze inquietanti e /o imbarazzanti, ragione per cui sarò io la prima a voler finire questa follia... non so voi ma avere Odino che gironzola per casa con indosso solamete un asciugamano non è affatto piacevole.

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Capitolo 2
*** Lies ***


Super Phsyco Glorius War
Power Game
Part I

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Talvolta i sogni sanno essere estremamente rilassanti. Certo poi, dipende da persona a persona, ma lei trovava piacevoli quei contorni liquidi e frementi che offuscano inutili dettagli.
Riflessi rossi e ombre danzanti, i suoni ovattati che solo l’ acqua sa creare.
Sensazioni così reali da far impazzire.
Dannazione, avrebbe rischiato davvero di impazzire se non si fosse mostrato subito! Non era una donna ansiosa ma attendere per secoli una figura sentendo soltanto il richiamo maledettamente attraente della sua voce non è affatto semplice.
Eccolo lì, fermo.
Bind my limbs with fear
Choke me with tears
[Leghi i miei arti con la paura/ mi soffochi con le lacrime]
Aumenta l’ intensità del respiro ed i passi si bloccano...che assurdità le sta accadendo?
Non è nessuno
Correre nei sogni è come correre nella realtà, alla fine non si raggiunge niente. Ecco perché non correva. Misurava i respiri con il suono degli stivali contro il pavimento inconsistente. Il portico pareva fatto di pennellate grottesche. Tratti neri, grigi e bianchi contro il rosso dell’ aria.
Quanti respiri ancora?
Avanzava fiera, come solo un’ ombra può a fare.
Quanti passi?
L’ emozione cresceva, la distanza diminuiva, i passi rallentavano fino a fermarsi.
Un battito del cuore tanto forte da renderla sorda per un istante.
Una maschera sul suo volto.
I won't die for you
[Non morirò per te]
Di delusioni ne aveva subite tante, su molte di loro aveva avuto la sua rivincita. Ma una maschera, no, quella non era una semplice delusione.
Quello era un tradimento.
«Tu hai avuto un dono, tempo fa.»
You've been here before
[Sei già stato qui]
Sottile e carezzevole, bassa ed imperiosa… una tonalità dannatamente perfetta per una maschera
«Rammenti?»
And come back for more
[e ci sei tornado ancora per ottenere di più]
«Sì»
Il sangue le infuocava le vene, ma il tono era freddo e passivo, come sempre.
«è tempo che tu renda il favore»
Honoss sorrise.
«Cosa dovrò fare?»
But not this time
[Ma non questa volta]
 
«Cosa vuoi che faccia?» il tono del principe era calmo, come sempre. Il sorriso emozionato del biondo lo fece felice ma si guardò bene dal darlo a vedere. Era un calore piacevole quel sorriso, lo faceva sentire utile.
«Non lo so…» la voce strozzata dell’ altro lo divertì, Thor che cercava di fare silenzio era uno spettacolo davvero comico. «…qualcosa che non mi faccia né sentire né vedere»
«Hai pensato al cianuro?» Sorrise quando notò lo sguardo infastidito del fratello, poi tornò serio. Gli avevano detto che sbagliava a trovare piacevole il dispiacere altrui… semplicemente non poteva farne a meno.
«Scherzavo» non troppo.

«Io e gli altri dobbiamo andare a Nornheim e ci serve passare il Bifrost senza essere visti.» fantasticava spesso su Nornheim, gli sarebbe piaciuto andarci.
«Potrei aiutarvi, ma sarebbe necessario che venissi con voi. Devo avervi a contatto visivo per imprimere l’incantesimo» Aveva mentito, era più forte di lui e, cosa ancora peggiore, non se ne pentiva minimamente. Guardò il fratello, in ansia per la sua risposta, sperava di essere stato abbastanza credibile e se ne vergognò. Non doveva andare fiero delle sue bugie... eppure ci teneva tanto ad andare su Nornheim.
«Non saprei, c’è il rischio di una battaglia»
You will never be strong enough
You will never be good enough
[Non sarai mai abbastanza forte/ non sarai mai abbastanza buono]
Non era abbastanza, non lo sarebbe mai stato.
Fratello, perché continui a ferirmi?
Si era allenato come gli avevano richiesto, era bravo a combattere, avrebbe potuto farcela… e poi aveva la magia dalla sua parte. No, non doveva usarla! Un incantatore non era ben visto dalla società, figuriamoci un principe incantatore. Non l’ avrebbe usata… solo in caso di estrema necessità.
«Non c’è altro modo» un altra bugia. Il biondo si grattò la nuca, indeciso «Sicuro?»
Annuì: mentì ancora.
Trattenne un sorriso quando il fratello borbottò un «va bene» non troppo convinto. Avrebbe voluto ringraziarlo, promettergli che non se ne sarebbe pentito, che insieme avrebbero raggiunto la vittoria… ma sarebbe stato smascherare la sua piccola menzogna, così si trattenne
«Però ne devo parlare anche con gli altri, lo sai che…insomma…non è che non gli stai simpatico…è che…»
Thor, parli troppo.
You were never conceived in love
[Non sei mai stato concepito in amore]
«Capisco» perché gli era uscito quel sibilo così irritato? Si schiarì la voce
«A me non interessa, infondo siete voi ad aver bisogno dell’ incantesimo» Era stato troppo acido, per questo il fratello si era dileguato presto… ed aveva mentito, ancora.
La cosa più bella? Non gli importava minimamente
You will not rise above
[Non risorgerai]
 
Era l’ unica a cui importasse veramente…faceva bene a parlarne con lei, sì… sì, faceva bene.
Sua figlia era l’ unica ad essersi sempre preoccupata per il regno, sarebbe stata un ottima sovrana se solo…
«Padre, mi hai fatto chiamare?» Non l’ aveva sentita arrivare, aveva un passo leggero.  Le sorrise non ostante perfino quel gesto lo sfiancasse… stava invecchiando ed era stanco, molto stanco… profondamente tentato di abbandonare tutto e di lasciarsi trasportare da quegli ultimi anni della sua vita.
«Padre, ti senti bene?»
Somebody tell me what made us all believe you
[Qualcuno mi dica cosa ci ha fatto credere in te]
Era dolce Honoss, delicata ed apprensiva. Lo capiva senza parole, lo vedeva senza sguardi.  Sapeva tutto e sorreggeva tutto. Era la sua spalla su cui appoggiarsi, il suo “gioiello”.
«Sono stanco, figlia mia» si spaventò di come la sua voce uscì fievole e strozzata. Honoss sorrise, oh…quel sorriso. Anche la madre sorrideva così, no, non sua moglie, la madre di Honoss.
Con quello stesso sorriso lo invitò ad una rasserenante passeggiata tra giardini e aiuole… Honoss sapeva che gli piaceva passeggiare nei giardini, sua figlia sapeva che lo aiutava a pensare
«Di che si tratta?» dritta al punto, come sempre…
I should have known all along it was all a lie
[Avrei dovuto sapere che era tutta una bugia fin dall’ inizio]
«Un altra carestia… e stavolta a pochissima distanza dalla precedente. E in più Asgard continua a fare pressione ai confini.» Honoss tacque a lungo, forse non l’ aveva sentito. Perché si chinava adesso? Oh, un Cablè, doveva convenire che fosse un bel fiore ma che c’ entrava con…
«Padre, conosci la vita di un Cablè?» Si confondeva quando la figlia parlava per metafore. Perché sicuramente lo stava facendo… giusto?
«Il Cablè nasce solo, ma cresce grazie all’ aiuto dei fiori maggiori. Quando sta per morire si “aggrappa” ,per così dire, agli altri che lo portano fin alla luce dove può tornare a crescere.» Ancora si ricordava dei suoi studi di botanica di quando era un giovane principe…incredibile.
«Honoss, te ne prego, parla chiaramente» si ritrovava a pregare, cosa sarebbe rimasto di lui se non un paio di occhi imploranti pietà? Pietà al tempo.
«Vanarheim sta per morire padre. Il nostro regno non può farcela da solo, necessita dell’ appoggio di un forte impero» No, un patto di sudditanza… quello mai. Non lui, l’ orgoglio era l’ unico vanto che gli era rimasto.
«So quello che stai pensando» quando mai era il contrario «Ma il popolo non ti perdonerà se lo lascerai morire di fame. Non si sfameranno con il tuo orgoglio.» Ora capiva perché aveva lasciato che Honoss diventasse sua consigliera personale.
«Mi duole dirlo ma, ora come ora, Asgard è la nostra unica salvezza»
«Non potrei mai Honoss: io tengo a questo regno» la sua voce era troppo flebile…
«Anche io padre»
I should have known it was all a lie
[Avrei dovuto sapere che era tutta una bugia]
 
Era una lotta di sguardi che continuava da anni. Lei di certo non avrebbe ceduto, non più.
Doveva riconoscere che quelle iridi d’ oro sapevano essere terribilmente calde, come il sole, bisognava fare attenzione a non guardarle troppo a lungo.
E forse la sfida stava proprio in questo, Freyja la voleva cieca.
Now I know the truth
[Ora so la verità]
Era divertente quella ostentata fierezza, soprattutto al sapere quel che realmente celava. Invidia.
Un invidia così meravigliosamente potente… aveva un che di rinvigorente, la faceva sentire meglio. Fare del male a colei che per prima l’ aveva uccisa. Quella notte… era bastata una sola frase di quella donna per portarla al suicidio.
Quanto era schifosamente debole all’ epoca?
Non importava, ora era tutto cambiato.
I'm through fearing you
[Ho smesso di avere paura di te]
Sapeva che le dava fastidio quando la ignorava, ecco perché lo faceva. Era una strategia che usava spesso, quando si annoiava di quegli sguardi lunghi e pesanti. Semplicemente sorrideva e guardava altrove. Libera da quegli occhi fastidiosi e dalle insignificanti accuse che le rivolgevano.
And I am free
[E sono libera]
«è divertente osservare come  l’ indifferenza liberi la follia»
 
Dannazione! Era tutta colpa di Thor ed del suo modo affrettato di fare le cose. Se gli avessero dato ascolto… certo come no, dare ascolto al principe cadetto, che sacrilegio!
E poi si ritrovavano in quelle situazioni, che rabbia!
E chi era che doveva coprire le spalle a quei cinque babbei? E su chi era che ricadevano sempre tutte le colpe, una volta tornati ad Asgard? Lui, lui sempre lui!
Alle volte si chiedeva come sarebbe stata la vita ad Asgard senza quel capo espiratorio…
You will never be strong enough
You will never be good enough
You were never conceived in love
You will not rise above
[Non sarai abbastanza forte/ Non sarai abbastanza bravo/ Non eri mai stato concepito in amore/Non risorgerai]
Quella battaglia cominciava a stancarla, veramente troppo noiosa e banale. I soliti colpi, i soliti punti deboli per ogni avversario, insomma, che ce ne fosse uno decente! Un colpo di spada ed erano già a terra. Lei era  Sif, l’ unica guerriera Asi, non una pallida guardia da macello, meritava un po’ di rispetto!
Oh, finalmente si andava più sul pesante. Sì quel bestione di quattro metri poteva essere un buon avversario.
Il suo sguardo esperto vagò sulla sua pelle scura alla ricerca di un unico punto debole, poi avrebbe attac-
Accadde in un attimo, il frastuono causato dall’ arma rozza di quel tizio le fece perdere la testa, le parve di volare…oh, forse aveva davvero fatto un bel volo a giudicare dal tremendo scricchiolare della sua schiena contro il terreno. Che dolore atroce, ma dov’ era? A sì, appena sotto il costato, bruciava da morire, dannazione! Strinse il pugno sulla sua spada, non poteva arrendersi così. Fece per rialzarsi ma un altro colpo la fece capitolare. In ginocchio davanti al suo nemico, succube. Non poteva arrendersi così, non doveva, lei era una guardiana di Asgard, doveva alzarsi.
Il tonfo davanti a lei la fece rimanere ferma. Quando alzò lo sguardo la prima cosa che notò fu il piccolo pugnale conficcato nella nuca del gigante, quel pugnale dai decori verdi e oro. Alzò ancora la testa. Tra la polvere e la battaglia stava la figura immobile col braccio teso di Loki.
Somebody tell me what made us all believe you
[Qualcuno mi dica cosa ci ha fatto credere in te]
Le aveva salvato la vita. Non sapeva perché era così sorpresa. Forse non se lo aspettava proprio da lui, così debole e gracilino, forse semplicemente il suo orgoglio non lo poteva ammettere. Ecco infatti! Se la sarebbe cavata da sola, come sempre. Avrebbe brandito nuovamente la sua spada non ostante il sangue scivoloso e si sarebbe sollevata esattamente come stava facendo adesso. Quell’ aiuto era stato completamente inut-
Si ritrovò nuovamente a terra, le sue gambe non avevano resistito alla fitta soffocante del suo addome. La vista offuscata ed il respiro mozzato, ebbe un attimo di panico, poi la mano rassicurante sulla spalla la fece calmare ed il respiro riprese normalmente. Sicuramente era Thor.
No, Thor non aveva gli occhi verdi.
I should have known all along it was all a lie
[Avrei dovuto sapere che era tutta una bugia fin dall’ inizio]
Di impulso lo allontanò
«Sei ferita» Lo sapeva, lo sapeva molto bene.
«Non ho bisogno del tuo aiuto» fu quasi un ringhio il suo, o forse a ringhiare era ancora una volta il suo orgoglio.
«Neanche io ci tengo a farti da balia.» è giusto un sibilo sussurrato che mostra i canini da serpente del principe cadetto.
I should have known it was all a lie
[Avrei dovuto sapere che era tutta una bugia]
 
Era ingiusto!  Tremendamente ingiusto! Perché quando Oðr era pensoso parlava solamente con…quella! Sapeva la verità su di lei e si rifiutava di chiamarla sorella. Il solo ricordo degli anni passati a giocare insieme la riempiva di ribrezzo…
Eppure Oðr la preferiva. Perché? Non era di certo quella ad aver ereditato i suoi capelli di rame e il suo sguardo di oro, non era certo quella la figlia di sua moglie.
No, assolutamente. Quella non si avvicinava neanche lontanamente alla sua perfezione.
La sua regalità, la sua bellezza, la sua dolcezza. Lei era la personificazione del desiderio.
Fortunatamente quella era debole e stravedeva per la sua adorata sorella maggiore. Era divertente da prendere in giro, lei e le sue amiche si dilettavano spesso a farle gli scherzi, soprattutto perché non reagiva mai. Si era chiesta spesso se fosse realmente stupida come si mostrava.
Somebody tell me what made us all believe you
[Qualcuno mi dica cosa ci ha fatto credere in te]
Ma che domande, certo che lo era!
“Tutti i bastardi sono stupidi perché hanno il sangue marcio” Glie lo aveva detto sua madre.
Oh, eccola. Sicuramente aveva parlato con Oðr.
Non che le interessassero quei tediosi affari del regno ma era una questione di principio. Quella non doveva sapere cose che lei non potesse sapere.
«è una bellissima giornata»
«lo è davvero Gorsimi…» le era parsa triste
I should have known all along it was all a lie
[Avrei dovuto sapere che era tutta una bugia fin dall’ inizio]
«Cos’ hai?» non si stava preoccupando per il suo umore, voleva soltanto capire.
«Ti prego sorella, sai che non te ne posso parlare» era tormentata, lo vedeva, era fin troppo evidente
«Honoss, tu sai che di me ti puoi fidare…» quelle frasi la facevano sempre crollare, ormai la conosceva. Ecco, quel guizzo nei suoi occhi di quel verde malsano erano il segnale, un ultimo tocco e sarebbe crollata
«Sorella…» Le scoppia a piangere tra le braccia, e tra i singhiozzi parla.
«Ti prego, perdonami. Ho provato a farlo ragionare, non mi ha dato retta!»
«Honoss, calmati. Vieni, sediamoci e raccontami tutto» Quella ingoia delle lacrime e la segue.
«Nostro padre ho deciso di risolvere i problemi del regno con un patto di sudditanza» Il discorso è interrotto da qualche singhiozzo.
«è stata una sua decisione ed io non ho potuto fare niente per fargli cambiare idea. Come farai a perdonarmi, come farete tutti voi?»
«Non è stata colpa tua» Forse, in fondo, è veramente rattristata… in fondo quella non era cattiva, era solo sbagliata.
I should have known it was all a lie.
[Avrei dovuto sapere che era tutta una bugia]

 
Piede destro, sinistro, scatto ed attacco. I loro movimenti sono perfetti, certo, hanno poco di raffinato, ma sono efficaci.
Però…che noia!
Padre era incredibilmente di buon umore, era l’ unica spiegazione plausibile. Altrimenti ora piuttosto che tediarsi ad osservare gli allenamenti del fratello sarebbe stato nella sala della guarigione a guaire per le cure delle infermiere sulla sua schiena. Di solito la punizione era quella, il numero delle frustate cambiava di volta in volta a seconda della “sconsideratezza delle loro azioni”.
Quella volta, invece, doveva solo stare a guardare gli allenamenti dei suoi “amici” e cercare di impararne il più possibile.
You will never be strong enough
 [Non sarai abbastanza forte]
Il fatto che fosse stato lui a permettere a quegli stolti di riportare la pelle a casa evocando del fumo per facilitare loro la fuga non era interessato a nessuno, ed anzi era stato ammonito per non essersi fatto valere in battaglia come un vero guerriero.
Oh beh, poco gli importava in fondo… della delusione nello sguardo di Odino…
You will never be good enough
[Non sarai abbastanza bravo]
Monotoni, non c’è che dire. Stare fermo lo infastidiva, permetteva al cervello di concentrarsi su certi pensieri troppo scomodi. Meglio una bella passeggiata.
«Ehi fratello, Padre ha detto di non-»
Non gli interessa, Odino non scoprirà mai che gli ha disubbidito. Continuava a camminare, sì, andava molto meglio. Decisamente l’ aria pungente dei giardini era più sopportabile di quella soffocante dell’ arena.

Perché mai Odino doveva essere di così buon umore?
« Riuscirai mai a rimanere in quell’ arena per più di quindici minuti?»
«Madre!» erano poche le persone capaci di prenderlo alle spalle, davvero poche.
«Pensoso?» ed ancora in meno riuscivano a leggere nel suo sguardo.
«Stavi aspettando che uscissi per potermi riprendere?» non era sembrato troppo acido vero? Non voleva sembrare cattivo.
«Sapevo che l’ avresti fatto. »
You were never conceived in love
 [Non eri mai stato concepito in amore]
Almeno Frigga riesce a farlo sorridere…
«Loki, qualcosa ti turba» non era una domanda.
«Niente di importante Madre»
«Ma…» non se la sarebbe cavata così, non con lei, lo sapeva.
«Mi stavo semplicemente chiedendo perché non riesco in un incantesimo. Mi fa rabbia»
«Ed io mi chiedo perché continui a mentire» questo fece male, molto male.
“Madre, il tuo sorriso è così bello”
«Non sto mentendo» Credere nelle proprie bugie, è questo il trucco.
«So che lo stai facendo, so che non puoi farne a meno»
You will not rise above
[Non risorgerai]
«Mi domandavo cosa mettesse così di buon umore Allfather.» non trovava risposta migliore della verità
«Non ti si può nascondere niente»
«Neanche a te» Decisamente il suo sorriso è il più splendente di tutta Asgard
Non vuole parlarne, forse Odino le ha detto di non farlo. Loki sa che lo farà, per lui, andrà contro il marito, per lui, solo per suo figlio, per il suo piccolo corvo. O almeno ci spera.
«Si tratta di Vanarheim.»
“Grazie madre.”
«è riuscito a conquistarlo finalmente.» quasi quasi è contento anche lui.
«Meglio.» cosa potrebbe esserci di più appagante per il Padre degli Dei se non un regno in più sotto i suoi piedi?
«Hanno proposto un patto di sudditanza» Questa notizia sì che lo rende felice, vuol dire che la sua strategia ha funzionato. Odino ha un motivo per essere fiero di lui.  Certo, se avesse ammesso di essere stato lui a mandare siccità in quei regni... probabilmente non sarebbe stato molto orgoglioso del suo piccolo mago… no, affatto.
«Loki, non ti ho insegnato la magia per dilettarti con le vite degli innocenti» Come al solito, Frigga capiva tutto.
«Non si tratta di diletto»
«Non lasciare che la sete di potere di tuo padre afferri anche la tua gola» è una donna saggia Frigga, forse dovrebbe darle più retta. 


Dunque dunque dunque... non si capisce niente, lo so. Per quanto mi ricordo Honoss era morta...mmh. Intanto facciamo la conoscenza di suo padre e sua sorella. Umile lei non trovate? poi uno si chiede perchè sale l' istinto omicida -.- Ma ehi! c'è qualquadra che non cosa... a voi scoprire cosa.
La canzone di oggi è.... *rullo di tamburi* Lies degli Evanescence (la versione di Fallen, più che altro per una scelta registica)
"non sono adorabile :3"
Oh, quasi dimenticavo, piccolo appunto sul PVD di Loki. La storia è ambientata precedentemente agli avvenimenti di Thor quindi, ho immaginato, non servasse ancora tutti quei rancori e quelle brame di potere... ok magari quelle sì ma solo un pochino. Diciamo che per ora è un piccolo cucciolo indifeso... (N.d. Loki: )  ok magari no. 
Non so che altro dire, se avete chiedizioni chiedete chiarmienti per queste chiedizioni e io vi risponderò perchè sono un dio onnipotente e so tutto e vedo tutto. ù.ù
 come non detto T.T

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