Otto alunni per un Ottavo anno

di MarmeladeFever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima estate dopo la fine ***
Capitolo 2: *** Pronti, via! ***
Capitolo 3: *** Corpo a corpo ***
Capitolo 4: *** Amanda Amorell ***
Capitolo 5: *** Una profezia poco profetica ***
Capitolo 6: *** Quell'adorabile testolina di capelli ***



Capitolo 1
*** La prima estate dopo la fine ***


Otto alunni per un Ottavo anno.

La prima estate dopo la fine


Era il caprifoglio che Hermione ricordava più di tutto in quella estate gloriosa. Sdraiata nel frutteto, circondata dai fiori, il dolce profumo dei loro petali prendeva in giro il suo naso, facendole provare un curioso senso di vertigine. Il modo in cui il vento giocava con i capelli di Ron, scompigliandogli la chioma rossa e infine il polline giallo che si posava sul suo naso, facendolo starnutire.

Ron aveva uno starnuto potente. Era un ragazzo robusto, quindi con un grande naso e quindi con un possente starnuto, il rumore simile ad un treno che deraglia. La faceva ridere, guardando i suoi occhi diventare rossi e acquosi, mentre lui piano piano si ricomponeva dopo lo slancio dello starnuto. Alla fine dovette lasciare il frutteto, scongiurando sua madre di preparargli una pozione anti-allergia e di dargli un fazzoletto. Ma Hermione era rimasta lì, semplicemente respirando la vita - in un modo un po' meno violento di Ron - semplicemente felice di essere lì. Il loro grande peso era finalmente finito.
In un certo senso, non era sicura se questo significava che la sua vita era appena iniziata o si era appena conclusa. Voldemort aveva giocato un ruolo così cruciale nella sua vita per gli ultimi sette anni che la perdita di qualcosa di importante da fare la lasciò quasi confusa. Le sembrava strano essere in grado di rilassarsi, senza avere la minima preoccupazione ... beh, tranne che per la grande domanda: E adesso?
Aveva maledettamente perso il suo settimo anno di scuola. E i MAGO! Cosa sarebbe mai riuscita a combinare nella sua vita se non aveva nemmeno concluso il suo percorso di studi?
La risposta arrivò presto, sotto forma di una lettera. A dir la verità erano tre, e anche Ginny aveva avuto la sua, sebbene un po’ diversa.
Leotordo era sovraccarico quella mattina. I quattro Grifondoro erano seduti intorno al tavolo della colazione, mentre gli altri Weasley si stavano già preparando ad affrontare la loro mattinata. Leotordo sbatteva furiosamente le ali solo per cercare di mantenersi in aria.
La perdita di Edvige faceva ancora soffrire Harry. Due volte questa estate, quando erano andati a vedere le vetrine a Diagon Alley, era quasi entrarto al Serraglio Stregato prima di cambiare idea all'ultimo minuto e correre in un negozio di Quidditch, sprecando i suoi soldi per un intero set di palle e un nuovissimo modello di manico di scopa, lo Skybeam Millenium.
Hermione prese la lettera indirizzata a lei, un po’ interdetta quando vide lo stemma di Hogwarts premuto nel sigillo di cera. Ciò che veramente attirò la sua attenzione, fu il leggero peso che si era spostato all'interno della busta. Con molta attenzione, con il dito aprì la busta, scansò la lettera al suo interno, e un pezzo di metallo cadde nel palmo della sua mano.
La spilla era grande solo pochi centimetri, di un colore metallizzato opaco, come l'acciaio. "Vice Capo Scuola", c’era scritto in grandi lettere lucide. Lei rifletté per un momento sopra la parola “Vice”, con le dita informicolite mentre posava il distintivo per leggere la lettera.
Dall'altra parte del tavolo, Ginny strillò, alzando la propria spilla da Caposcuola. Hermione si dovette contenere per non spalancare la bocca in segno di stupore; Harry era incredulo tanto quanto lei. Anche lui aveva un distintivo molto simile al suo. Fu Ron l’unico ad aver ricevuto solo una lettera. Hermione si voltò di nuovo verso il foglio di carta, determinata a scoprire che cosa esattamente stava succedendo.
 
Gentile Signorina Granger,
Sono lieta di informarvi che Hogwarts: Scuola di Magia e Stregoneria, vorrebbe invitarvi a tornare per completare la vostra formazione. Poichè lei è maggiorenne ed è stata lontana dalla scuola per un anno, la decisone di voler continuare o meno la sua formazione dipende unicamente dalla sua volontà. Tutti gli studenti dell’Ottavo anno, come mi è piaciuto soprannominarli, saranno esenti da certe regole della scuola. Ad esempio, saranno liberi di recarsi ad Hogsmeade durante tutto il  tempo libero che avranno a disposizione.
 
Siamo spiacenti di informarla che, a causa del flusso inaspettato di studenti, non ci sono letti disponibili in nessuno dei dormitori già esistenti. Tuttavia, sono stati resi disponibili alloggi in una zona precedentemente disabitata del castello per tutti coloro che vogliono ripetere il loro ultimo anno. Una piccola sala comune e un dormitorio per le ragazze e per i ragazzi saranno messi a vostra disposizione.
Inoltre, sono lieta di informarla che, se volesse fare ritorno, le verrà dato il titolo di Vice Capo Scuola. Tutto il personale trova ingiusto che voi, signora Granger, siate privata del diritto ad un titolo per cui vi siete a lungo impegnata e che avete giustamente meritato. Tuttavia abbiamo anche considerato ingiusto che gli studenti del Settimo anno fossero privati di godere di questo titolo. Pertanto, Lei manterrà il titolo di Caposcuola, mentre la Sig.na Weasley svolgerà i doveri veri e propri che il suo ruolo le impone. Potrà comunque continuare a detrarre o attribuire Punti Casa qualora lo ritenga necessario.
In allegato, potrà trovare un elenco di libri e materiale. Si prega di inviare una risposta via gufo, informandoci riguardo la sua decisione.
Cordiali saluti,
Professoressa Minerva McGranitt
Preside di Hogwarts: Scuola di Magia e Stregoneria.

Hermione non era esattamente al corrente del grande sorriso che si era appena diffuso sul suo viso. L'estate precedente, non aveva mai fatto parola a nessuno del profondo disappunto che provava al pensiero di non poter terminare l’ultimo anno. Se solo avesse menzionato il fatto che le mancava la sua preparazione per sostenere i MAGO... beh...
E, ovviamente, aveva voluto essere Caposcuola più di tutto fin dal suo primo giorno a Hogwarts.
" Bene, " disse finalmente Ron, guardandoli. Lui per esempio, sembrava un po' deluso, cosa che per lui aveva assolutamente senso. "Posso ben dire che qualcuno ha già preso la sua decisione di proseguire."  Inclinò la testa in direzione di Hermione. " E mentre personalmente preferirei non passare attraverso tutto questo lavoro ancora una volta… uh ... studiare per i MAGO, " fece una smorfia, “credo che sia probabilmente una buona idea”.

Harry sbuffò. Aveva un sorriso timido stampato in faccia. "Sì, Immagino di sì. "
Guardò Ginny e arrossì lievemente, probabilmente al pensiero che avrebbero frequentato la maggior parte delle lezioni insieme.
"Se voi ci state ci sto anch’io. "

Hermione emise un acuto gridolino, battendo le mani insieme. " Harry, ne hai avuto uno anche tu?" gli chiese. Prima che lui potesse rispondere, lei già svolazzava intorno al tavolo per prendere il suo distintivo. "Ce l’hai fatta! Oh, Harry! " disse abbracciandolo.
" E Ginny! " Strinse la testa dell'altra ragazza da dietro, facendola scoppiare in una sonora risata.

" Mi sono perso qualcosa? " disse Ron, seduto scomposto con le labbra piegate in una smorfia a metà tra un sorriso e un cipiglio imbronciato.
" Oh, mi dispiace, " si scusò Hermione. Non riusciva a trattenersi dal sorridere, però. " Ginny è stata nominata Caposcuola. "
Ron sorrise, anche se allo stesso tempo, si sentiva un po’ escluso. " Che cosa è che mette in comune essere un Weasley e diventare Caposcuola? " ha chiesto. "Lei è la terza della famiglia. Ma questo non spiega comunque voi due ", ha aggiunto, guardando intensamente prima Harry, poi Hermione.
Lei prese un respiro profondo. "Sono stata nominata Vice Capo Scuola. " Fece una pausa. " Credo che sia per lo più solo un titolo onorifico. "
Ron sorrise. "Il che immagino significa che Harry ... "
Harry annuì. "Già. Vice Capo Scuola. Evvai! ". Nonostante il sarcasmo, Harry sembrava comunque orgoglioso.
Ron, a quanto pare, si era deciso a salvare Harry dall’imbarazzo di voler minimizzare la sua ennesima vittoria. " Bene, allora congratulazioni, amico! "
Si fermò per grattarsi la testa, i capelli scomposti tutti da un lato. " Ma come è possibile? Non sei mai stato un Prefetto. "

Harry scrollò le spalle. " Nemmeno mio Padre lo è mai stato ", sottolineò.
Ci fu un momento di silenzio prima che Hermione strillasse di nuovo. " Non avete idea di quanto tutto questo mi faccia felice! ", esclamò. " Tornare di nuovo ad Hogwarts ..." sussurrò con le lacrime agli occhi, " I giardini, i professori, le classi ..."
" I libri? " suggerì Ginny.
Hermione non si preoccupò di scoccarle un’occhiataccia, si limitò a sospirare con aria sognante.
Ron scrollò le spalle, continuando a guardare con diffidenza Hermione. Rivolse la sua attenzione su Harry. "Immagino che significa che ritorneremo a giocare a Quidditch. "
Harry annuì. Aveva iniziato a scurirsi in viso qualche minuto prima, e gli altri lo avevano notato solo adesso.
Sospirò. " Ma sarà diverso, a scuola, voglio dire. "
Gli altri si scambiarono uno sguardo silenzioso. Aveva ragione. Prima di tutto, solo una manciata di loro sarebbero tornati a scuola dato che tutti gli altri avevano finito in primavera. Oltre a questo, se n’erano andati anche molti dei loro vecchi insegnanti.

C'era stato un tempo in cui tutti e quattro avrebbero accolto l’uscita di scena di Severus Piton a braccia spalancate.  Ma adesso? Ora era solo... diverso.
Piena di curiosità, Hermione si voltò a leggere la lista dei libri. Scorse la lista con un dito, perché in un primo momento non era riuscita trovare quello che stava cercando.
" Difesa contro le Arti Oscure non verrà insegnata, " disse " o per lo meno non ha un libro. " Alzò lentamente lo sguardo verso di loro. Ginny aveva preso la mano di Harry nella sua.

Hermione si schiarì la gola, e un altro libro sulla sua lista attirò la sua attenzione. " Hmm... "
" Che cosa c’è? " domandò Ginny.
"C'è un libro nell’elenco che s’intitola Lutto per la propria Anima. "
Harry aggrottò la fronte. " Che cosa? "
Ron sbuffò. "E per quale lezione servirebbe? Suona come qualcosa che avrebbe sicuramente ordinato la Umbridge. "
Hermione si strinse nelle spalle. "Di certo non suona come un libro di testo normale, o no? "Aprì la lista di Ginny e vi trovò lo stesso titolo.
Erano distratti quando la signora Weasley entrò nella stanza, stringendo il Profeta in una mano. "Hai ricevuto una lettera da Hogwarts, Ginny? "
"In realtà tutti noi mamma " rispose Ginny. Un sorriso si insinuò sul suo viso. " E indovina... "
Molly era ancora accigliata e confusa. " Che cosa? " Ginny le mostrò il distintivo da Capo Scuola, raggiante.
La signora Weasley cadde immediatamente in preda ad una crisi isterica. "Tu ... tu! Oh, Ginny! " Abbracciò la figlia così ferocemente che la piccola Weasley sembrava cigolare.

" Non riesco... respirare... "
 
" Oh, oh, scusa ... " Molly Weasley sorrideva a tutto loro con gli occhi pieni di lacrime. "Penso che dovremmo fare una bella festa! "
" E non hai nemmeno sentito ancora notizie degli altri, " aggiunse Ginny, adesso che aveva di nuovo fiato.
" Eh? " Molly si voltò speranzosa verso Hermione, Ron e Harry.
" Siamo stati invitati a finire il nostro settimo anno ", disse Ron, non particolarmente entusiasta. " E ad Harry e Hermione sono stati offerte la posizioni di Vice Capo Scuola.
"Oh! Bene, è una notizia meravigliosa, davvero! Complimenti a tutti voi! " Mise Il Profeta sul tavolo. " E penso che andrò subito a fare una torta! " Lasciò la stanza, canticchiando una canzone di Celestina Warbeck, saltellando ad ogni passo.
Harry scoppiò in una risata. “E’andata bene".
 
Hermione rise, raccogliendo il Profeta scartato e leggendo pigramente i titoli in prima pagina. La sua bocca si spalancò. " Shh! Sentite qua!

Lucius Malfoy riceverà il Bacio del Dissennatore il 21 Agosto. Lucius Malfoy, noto Mangiamorte e sostenitore di Colui-Che -Non-Deve - Essere-Nominato, è stato condannato al bacio del Dissennatore ieri, il primo agosto. Malfoy è stato tenuto in custodia ad Azkaban per gli ultimi due mesi ed è stato rilasciato per il suo giorno in tribunale. Il Wizengamot ha sprecato pochissimo tempo nel prendere la decisione al riguardo. Malfoy riceverà la sua punizione in meno di tre settimane.
"Il processo di Narcissa Malfoy ha avuto luogo una settimana prima di quello del marito. La sua punizione non è altrettanto grave. Alla Signora Malfoy è stato richiesto di indossare un braccialetto speciale per la durata di due anni al fine di impedirle di usare la magia.
" Il loro figlio, Draco, è stato anch’egli a processato, ma il Wizengamot gli ha concesso un po' più di clemenza a causa della sua giovane età. Al giovane signor Malfoy è stato ordinato di frequentare il suo ultimo anno a Hogwarts: Scuola di Magia e Stregoneria, sebbene gli sia stato impedito di lasciare la scuola per l’intera durata dell'anno scolastico. Anche a lui sarà richiesto di indossare un braccialetto speciale, anche se avrà il permesso di utilizzare la magia strettamente in ambito scolastico e durante le ore di lezione. 
" La famiglia Malfoy, secondo l’opinione di questo giornalista, non è stata e non potrà mai essere punita abbastanza. "

Ci fu un silenzio nella stanza, non appena ognuno digerì la notizia. Hermione deglutì. Davvero non c'era molto motivo per lei nel provare pietà per Lucius Malfoy, soprattutto non dopo che era stata torturata in casa sua solo pochi mesi prima. Eppure un piccolo blocco di ghiaccio si era appena stabilito nella parte bassa del suo stomaco.
" Forse non voglio tornare a scuola, dopo tutto, " disse Ron, reggendosi la testa con la mano, il gomito appoggiato sul tavolo. " Non se anche Malfoy sarà lì. " Fece una pausa. “Credi che questo significhi che dovremmo condividere un dormitorio con lui? " Questa domanda era stata rivolta verso Harry, che rabbrividì al pensiero.
" Probabilmente. " Harry aveva un'espressione pensierosa sul volto, nonostante il disgusto che dimostrava.
" Anche se, " continuò Ron, come se avesse appena scoperto che Natale era in anticipo di diversi mesi, "potrebbe essere divertente averlo intorno se è autorizzato ad usare la magia solo in classe. " Agitò la mano mimando un incantesimo “Sbam! Prendi questo Furetto!” Ridacchiò.
" Ron" lo rimproverò Hermione. Scosse la testa, riportando la sua attenzione su Harry, cercando di decifrare la sua espressione. Lui stava evitando il suo sguardo, però. Per tutta risposta, era tornato alla sua crostata di frutta. Ginny lo guardava anche lei preoccupata.

 
Salve a tutti! Questa non è una mia fanfiction ma una traduzione dall'inglese di una storia bellissima che ho scovato su fanfiction.net scritta dalla bravissima Marmelade Fever. Il titolo originale è Eight and Eighth. Spero che la storia vi piaccia e spero anche di aver fatto un bel lavoro nel tradurlo. Buona lettura a tutti e a presto col secondo capitolo.
Un abbraccio,
Charlotte

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Capitolo 2
*** Pronti, via! ***


Pronti, via!


 "Su, su, forza!" La signora Weasley strillò non appena fece capolino nella camera da letto di Ginny. Lei e Hermione erano ancora intontite, buttarono le coperte da un alto e scesero dal letto. Non appena si furono vestite scesero di sotto, dove le aspettava una ricca colazione a base di uova fritte, frittelle e ciambellone di ogni tipo. Harry e Ron si presentarono a tavolo poco dopo, con i capelli ancora arruffati dal sonno. Harry sembrava ancora mezzo addormentato mentre cercava di appiattirsi i capelli con la mano.

"Ecco un po' di succo per la Capo Scuola," tubò la signora Weasley, versando un bicchiere di succo di pompelmo a Ginny. "E un po' per i Vice Capi Scuola ... e per il Prefetto."
Ron, da parte sua, sbirciava scettico verso il basso dove aveva già appuntato sul suo distintivo. Avevano tutti deciso di smaterializzarsi direttamente a King’s Cross, ora che tutti avevano la loro licenza, e così avevano deciso di indossare subito le uniformi scolastiche, piuttosto che perdere dell’altro tempo a cambiarsi. Dovevano ancora scoprire se Ron era obbligato a svolgere a pieno i suoi doveri di Prefetto. Secondo Hermione Ron avrebbe dovuto limitarsi a togliere o assegnare punti, impartire le punizioni ma non avrebbe dovuto perder tempo con le pattuglie serali o notturne. Ron sembrava contento e soddisfatto, e per dimostrare la sua soddisfazione non faceva altro che borbottare qualcosa su come lui era troppo vecchio per andare in giro a caccia dei marmocchi del primo anno.

"Allora," disse Hermione, più o meno per la milionesima volta nell'ultima settimana "dove pensi che saranno i dormitori e la sala comune? La McGranitt ha detto che si tratta di una 'parte precedentemente disabitata del castello,' è solo che non riesco a pensare a nessuna parte che possa essere adatta ".
Harry alzò lo sguardo. "Forse il bagno di Mirtilla," mormorò assonnato.  “Perlomeno è sicuramente disabitato".
Hermione alzò gli occhi, pensierosa. "Mi chiedo se saremo autorizzati a visitare la Torre di Grifondoro. Non riesco a immaginare un motivo per cui non potremmo. Ed anche se la maggior parte degli altri dell’ottavo anno non saranno ammessi, sono sicura che tutti noi avremo buone possibilità. E a Ginny probabilmente sarà permesso di venirci a trovare ", si affrettò ad aggiungere, dato che sia Harry che Ginny la guardavano con una leggera traccia di panico sul volto.

Ron accoltellò un uovo e lo masticò, le palpebre ancora pesanti. La signora Weasley arrivò dietro di lui e cominciò a pettinargli i capelli, tirandogli indietro la testa mentre lui cercava di ingoiare. Non appena ebbe finito con Ron, si dedicò a Harry, senza nemmeno preoccuparsi di chiedergli il permesso. Si stava concentrando su un nodo di capelli particolarmente difficile quando George fece il suo ingresso nella stanza, lasciandosi cadere su una sedia. Era stato insolitamente cupo durante l'estate, sebbene si sforzasse di ricominciare a fare a tutti piccoli scherzi, anche se risultavano essere ancora un po’ mosci anche a causa dell’umore generale. "Sembra una colazione uovosa stupenda mamma," Disse. Gli altri ridacchiarono, più per la sua battuta che per l’atmosfera di allegria che aleggiava nella stanza.
 A dire il vero, George si era un po’ rattristato. "In partenza per Hogwarts?" chiese. "Sapete, non ho finito il mio settimo anno, eppure sto bene lo stesso."
La signora Weasley tirò un po’ troppo del necessario i capelli di Harry. "Ahi!"
"Oh, mi dispiace caro," disse, lanciando uno sguardo di disapprovazione a George.
"Non si preoccupi, signora Weasley," disse Hermione con sussiego, “nessuno di noi ha intenzione di mollare. Non è vero?" ottenne una risposta poco entusiasta dagli altri, ma annuì rapidamente quando Molly si voltò, uno sguardo di disapprovazione negli occhi fiammeggianti.
Hermione controllò l'orologio e strillò. "Dobbiamo andare, avanti!"
Harry, liberatosi dalle grinfie del pettine della signora Weasley, scolò il suo succo e si alzò. Gli altri seguirono il suo esempio, presero i loro bauli, con Grattastinchi che soffiava dall’interno della sua gabbia.
"Arthur! Stanno andando via!" urlò Molly. Il signor Weasley emerse dal soggiorno, una copia del profeta di quella mattina in mano.
“Sei sicuro che non volete che vi accompagniamo?" chiese. Scossero la testa. Sarebbero rimasti sul binario solo pochi minuti prima di prendere il treno. "Va bene, allora." Ci fu una serie di baci e abbracci tra tutti, persino Percy rientrò dal giardino per salutarli. George li salutò con l’augurio di una orecchiosa giornata e subito dopo se andarono.

Hermione non incespicò appena mise i piedi sul binario. Aveva fatto abbastanza esercizio con la Materializzazione durante lo scorso anno ed era diventata molto brava. Gli altri si stavano già affrettando per salire a bordo del treno, quando Hermione si fermò: un luccichio d'argento catturò la sua attenzione.
Alla fine del binario opposto, vicino al vagone dei Prefetti, due figure dai capelli biondi si stavano abbracciando. Per essere più precisi, la donna stava stringendo il giovane in un abbraccio disperato. Non ci volle molto per riconoscerli: erano Narcissa e Draco Malfoy. 

Sembrava molto a disagio a causa di tutta l'attenzione che sua madre gli stava dando. Si era appena voltato per andarsene, che lei lo tirò per il polsino del mantello. Gli mormorò qualcosa, sempre con quell’aria disperata, e lui annuì riluttante. Si passò una mano tra i capelli prima di riportarla al suo viso per coprire le lacrime, e Hermione provò una strana sensazione di imbarazzo nel vedere che la fredda Narcissa Malfoy era di nuovo scoppiata in lacrime. Draco si guardò intorno a disagio prima di far cadere un rapido bacio sulla fronte di sua madre, sospirando e poi salendo sul treno. Solo in quel frangente, poco prima che Malfoy sparisse sul treno Hermione notò ancora una volta il rapido bagliore d'argento dal suo polso. 
Improvvisamente, si rese conto che sembrava molto di più una manetta che un braccialetto. Narcissa ne indossava uno identico, più piccolo forse ma sembrava altrettanto pesante.
Di nuovo, un pezzo di ghiaccio si era stabilito nello stomaco di Hermione. La signora Malfoy si voltò, e Hermione distolse frettolosamente lo sguardo, ma era sicura che la donna avesse colto quello scambio di occhiate. Il treno fece un impaziente suono rombante, e Hermione si affrettò a prendere il suo baule, salire sul treno e cercare i suoi amici. Sistemò le sue cose e raggiunse Ginny, Ron e Harry verso la cabina dei prefetti.
In un anno normale, c'erano ventiquattro prefetti, due più o meno nel caso qualche Capo Scuola fosse stato precedentemente nominato anche Prefetto. Quest'anno c’erano anche Ron, Hermione, Harry, Padma Patil, e Hannah Abbott. Malfoy era assente, e Hermione immaginò che i suoi doveri e privilegi di prefetto erano stati giustamente revocati. Infatti, il vano sembrava una scatola di sardine.

Il Caposcuola, che Hermione ricordò chiamarsi Wilkes, cominciò a spiegare ai Prefetti del quinto anno quali compiti avrebbero dovuto svolgere. Dopo un po', una ragazza di Serpeverde del sesto anno di nome Astoria Greengrass si decise a parlare e pose la tanto attesa domanda: "Che cosa ci fanno qua questi maggiorenni", indicando Hannah e Ron, "perché sono ancora qui? E perché quei due, "indicò Hermione e Harry," hanno quei distintivi? "
"Siamo stati chiamati e invitati a finire la nostra istruzione," spiegò Hermione nervosamente, ora che gli occhi di tutti erano puntati su di lei. "Saremo separati dal resto di voi, nella nostra sala comune." Ci fu un leggero mormorio tra gli studenti più giovani. "Harry e io abbiamo ottenuto il titolo onorifico di Vice Capi Scuola." Wilkes sembrava un po’ messo fuori da questa faccenda. "Ma per lo più ci limiteremo a togliere o assegnare punti casa", concluse.
"Interessante", disse la Greengrass, e si sedette.
Una volta che la riunione si concluse alcuni Prefetti uscirono a pattugliare i corridoi mentre Hermione, Ron, Harry e Ginny androno a cercare un altro scompartimento, cosa che era più facile a dirsi che a farsi. Il treno sembrava essere sovraffollato quel giorno. Alla fine, trovarono un vano occupato da Luna e Dean e decisero di sistemarsi lì.
"Allora," disse Dean, ed Hermione non poté fare a meno di notare che lui e la Luna si tenevano per mano, la ragazza guardando con aria sognante le sue scarpe da cui pendeva una testa di coniglio di pezza "ho cercato di capire quanto quanti del nostro anno si sono decisi a tornare ma non ho visto nessun altro ancora. Voi? "
"Be ', c'era Padma Patil," iniziò Ron. Lo disse velocemente, ed Hermione si chiese se davvero pensava che potesse essere gelosa di una ragazza che aveva invitato a un ballo e che aveva successivamente ignorato per il resto della serata. "E Hannah Abbott."
"E Malfoy," mormorò Harry, con tono indifferente.
"E di certo anche Calì sarà qui da qualche parte," Hermione rifletté. Proprio come finì di parlare, si sentì bussare alla porta, e Padma fece capolino dentro lo scomparto. Lei e Calì erano identiche, ci volle qualche momento per vedere la spilla di prefetto che luccicata e la sua divisa da Corvonero per distinguerla da sua sorella.
"Ti dispiace?" chiese lei. Si fece strada assieme ad Hannah e un’altra piccola ragazza che indossava una cravatta gialla di Tassorosso. Si schiacciarono nei sedili rimasti liberi. Padma sospirò. "Nel caso ve lo stiate chiedendo, Calì non è qui."
"No?" Chiese Hermione. Non era mai stata molto amica con la sua vecchia compagna di stanza, ma sarebbe comunque stato bello rivederla.
Padma gonfiò il petto. "E non riuscirai mai ad indovinare perché! Mia sorella si è sposata! " Tutti nel vano sembravano essersi congelati, e Hermione non riusciva a sopportare l'idea di guardare verso Ron, come se qualche enorme disastro si sarebbe verificato se l'avesse fatto.
"Ma ha solo diciotto anni," disse Ginny.
Padma si strinse nelle spalle, guardandola irritata. "Non dirmelo. Ha incontrato quel giovane Auror durante la, ehm, la battaglia finale", stava evitando lo sguardo di Harry adesso, "e credo che si siano innamorati. Loro due se ne sono andati a vivere negli Stati Uniti insieme ". Lei alzò gli occhi e scosse la testa. "Giuro, a volte non riesco a credere che lei e io abbiamo gli stessi geni, perché proprio non capisco che cosa le passi per la testa."
"Probabilmente si tratta di un caso di infestazione del BrucoAmoroso." Spiegò Luna che ora riposava con la testa appoggiata sulla spalla di Dean. Sembrava vagamente nervoso.
Padma fece un respiro lento, come se stesse cercando di decidere se chiedere spiegazioni o meno alla compagna Corvonero. "Che sarebbe?" disse alla fine.
"E’ una malattia dello stomaco, delle bolle a forma di farfalla rimbalzano per tutta la pancia.' Generalmente è colpa del Bruco dell’Amore che poi scava fino a raggiungere il cuore, dove depone le sue uova."
La piccola ragazza di Tassorosso scoppiò in una risata. "Bruco Amoroso," mormorò. "Questa è buona, Lunatica."
Ginny aprì la bocca come se stesse per difendere Luna, ma la ragazza bionda prese la parola per prima. "Dovresti davvero pensare di abbonarti al Cavillo, Nana."
La ragazza di Tassorosso aggrottò la fronte, e Hannah si è affrettò a accarezzarle la mano. "E 'tutto a posto, August," ha detto. "Non è così male per essere un soprannome."
Ron aggrottò la fronte. "Come si fa a far uscire Nanà da August?"
"Non è Nanà, Ronald. E' Nana. Lei è la piccola August Moon, "Luna rispose, in tono sognante. "E’ un bel nome." Era davvero molto bassa, pensò Hermione. Sembrava non raggiungere il metro e cinquanta.
" So di essere bassa. Preferirei non essere ricordata per questo motivo, però ".
Luna appena alzò le spalle in quel modo sognante che aveva.

Il resto del viaggio fu confortevole, con Hermione che iniziava a conoscere i suoi tre nuovi compagni di stanza e Harry, Ron, Ginny e Dean impegnati in un intenso dibattito sul Quidditch. August li interruppe chiedendo a Ron come mai tifasse ancora per i Cannoni, e per fortuna, prima che esplodesse una lite furibonda ci fu il tempestivo arrivo del carrello del pranzo.
Si stava facendo buio, e l’Hogwarts Express si era appena fermato ad Hogsmeade.
Il viaggio in carrozza fu lento e accidentato, e tutti ormai ignoravano bellamente i Thestral. Una volta giunti al castello i cinque Grifondoro si sedettero a tavola, per assistere alla cerimonia dello Smistamento.
Hermione dette solo un'occhiata agli altri tavoli per assicurarsi che avesse identificato tutti i suoi compagni dell’ottavo anno, ma i suoi occhi rallentarono fino a fermarsi, non appena il suo sguardo cadde sul tavolo dei Serpeverde. Assomigliava ad una grande groviera. Molti degli studenti appartenenti a quella casa, avevano deciso di non fare ritorno, pensò Hermione con tristezza. Malfoy si era seduto a un'estremità, assolutamente solo. Nessuno degli altri Serpeverde presenti sembrava far caso a lui. E lui sedeva nell’angolo guardando il Cappello Parlante. La sua espressione sarebbe stata vuota tranne per il leggero solco nella sua fronte.

Il rimuginare di Hermione fu interrotto quando iniziò la Cerimonia dello Smistamento; applaudì ad ogni studente del primo anno, segretamente contenta ogni volta che uno di loro riempiva un buco al tavolo dei Serpeverde.
Dopo la festa, la McGranitt si alzò e richiamò l’attenzione dei presenti. "Vorrei dare il benvenuto e il bentornato a tutti voi a un altro anno a Hogwarts," cominciò. “E vorrei anche dare il benvenuto ai nostri nuovi insegnanti." Si voltò e indicò tre persone sedute al tavolo. " Il Professor Candanver, ha preso la cattedra di Pozioni." Un uomo calvo si alzò e fece un cenno con la testa verso gli studenti. "Professoressa Writzky, Babbanologia." Una donna con un naso troppo grande e un piercing luccicante sul setto si alzò e li salutò. "E, infine, la professoressa Amorell. Insegnerà una nuova disciplina quest'anno, al posto di Difesa contro le Arti Oscure." La McGranitt si guardò intorno, per sondare le loro reazioni. "Consulenza sul Dolore, Unione e Tolleranza tra le Case."
La giovane donna aveva una spessa cicatrice che correva lungo tutto un lato del viso, tuttavia gli sorrise in maniera affabile e si sedette con un turbinio delle vesti celesti.
Hermione lanciò uno sguardo in direzione di Malfoy, e non fu sorpresa quando vide che
 il suo volto si era fatto serio e pensieroso.
 
Ciao a tutti! Vi lascio a secondo capitolo e mi raccomando recensite, anche solo per sapere cosa ne pensate della traduzione!
Baci e Buona lettura
Charlotte
 

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Capitolo 3
*** Corpo a corpo ***


Corpo a corpo


Sua madre gli afferrò il polso proprio mentre stava per partire. Si voltò di nuovo verso di lei, seppur riluttante. Non era sicuro di essere in grado di gestire la situazione. I suoi occhi erano pieni di lacrime, e stavano iniziando a scendere copiose sulle sue guance. 

"Draco," la sua voce era così soffocata dalle lacrime e la disperazione che riusciva a malapena a sentirla, "tutto quello che voglio, tutto quello che ho sempre voluto, è che tu sia felice. Finché sei al sicuro e felice, anch’io sarò appagata. Quindi voglio che tu faccia qualcosa per me. Tutto ciò che pensi ti renda felice, conquistalo. Non aver paura. ". Lui fissò i suoi occhi chiari iniettati di sangue per un momento, non del tutto sicuro di come intendere questa dichiarazione; le sue unghie gli si stavano piantando nel polso e lui si limitò ad annuire. Che altro poteva fare, vedendo sua madre ridotta in quello stato? 
Un pallido accenno di sorriso le arricciò la bocca mentre allungò una mano per lisciargli i capelli, come faceva quando era molto piccolo e le si addormentava con la testa in grembo. La sua mano tremò e corse a coprirsi gli occhi di nuovo bagnati. In preda al panico, Draco guardò a destra e a sinistra prima di chinarsi a baciare la fronte di sua madre, sperando che seppur minimo, il suo gesto le avrebbe portato un po’ di conforto. 
Sospirando, salì sul treno.

Draco fissò amaramente la McGranitt non appena ebbe concluso il suo discorso. Siate buoni, andate d'accordo con gli altri, cercate di andare avanti. Cerchiamo di prevenire un'altra guerra, che ne dite? Queste non furono le sue esatte parole, ma era quello che ne aveva tratto. Spiegò alla sala rumorosa tutta la questione riguardo gli studenti che avevano scelto di fare ritorno per concludere il loro ultimo anno. Alcuni fra quelli che avevano deciso di tornare appartenevano anche ad altri anni, ma nessuno di loro sembrava essere stato segregato come lo erano loro, quelli soprannominati “dell’Ottavo anno”.
Stava deliberatamente cercando di evitare ogni contatto visivo con gli altri studenti della Casa di Serpeverde. Non sapeva dire esattamente il perché, ma si sentiva come se scambiare una qualsiasi parola con qualcuno avrebbe significato ammettere qualcosa. Quel qualcosa che... non ne era del tutto sicuro. Ma meno parlava di quello che era successo lo scorso anno, meglio era. E parlare con i suoi compagni di casa, sembrava l’opzione peggiore, dato che lo guardavano di sottecchi come qualcosa che avrebbero voluto evitare come la peste.
In realtà, sentiva il profondo bisogno di reinventare se stesso. Beh, reinventare era forse un termine esagerato. Si sentiva come se avesse bisogno di un nuovo motivo per guadagnarsi il rispetto, qualcosa che nessuno, né Potter né il Signore Oscuro, avrebbero potuto sottrargli.

A malincuore, durante quella estate terribile aveva passato gran parte del suo tempo a pensare di come si fosse sempre nascosto dietro le presenze ingombranti di Tyger e Goyle, il buon nome di suo padre (del tutto discutibile), il suo cognome, la purezza del suo sangue e le sue valanghe di denaro. Fatto eccezione di queste qualità, cosa gli restava? Il portamento, il suo acume, la sua-mai-abbastanza-bravura nel Quidditch, un buon uso della bacchetta, e una bella testa di capelli.
Ma non era abbastanza.
Tiger e suo padre non avrebbero più fatto ritorno, comunque.
Non appena le teste si furono alzate dai piatti ancora mezzi pieni di cibo, la McGranitt attirò la loro attenzione con quel suo tipico modo di schiarirsi la voce: “Tutti gli alunni dell’Ottavo anno sono pregati di presentarsi da me, cosicché possa accompagnarli ai loro rispettivi dormitori."
Draco scivolò silenziosamente lungo il tavolo, fino a dove si trovava la McGranitt. Erano in otto, fatto curioso dato che erano gli studenti dell’Ottavo anno. Erano quattro ragazzi e quattro ragazze. E la metà, osservò acidamente, erano Grifondoro.
Che cosa disgustosa.
Draco si era assolutamente ripromesso di non rivolgere mai più la parola a Harry Potter, cosa che era messa in grave discussione ora come ora. Aveva trascorso buona parte di un mese a rimuginare sul fatto che aveva posseduto la bacchetta più potente del mondo, la Stecca della Morte, senza nemmeno saperlo.
La sua attuale bacchetta funzionava bene e tutto quanto. Ma non c’era proprio paragone.
"Seguitemi, per favore", disse la McGranitt, severa come sempre. Draco camminava strascicando i piedi, dietro a Dean Thomas.
Un bisogno improvviso di vomitare lo colse appena vide Weasley prendere la mano della Granger e stringerla nella sua. Beh, era solo questione di tempo. Era sempre stato chiaro a Draco che quei due sarebbero diventati, prima o poi, una cosa sola. A partire dal loro quarto anno, quando Weasley iniziò a ringhiare contro Victor Krum. Forse la Granger era un po’ migliorata durante il sesto anno, ma Draco aveva la mente impegnata in altre questioni a quel tempo.
Quando la McGranitt finalmente si fermò, Draco si fermò a guardare, e quasi si perse la parola d’ordine che la McGranitt mormoro alla nuova impotente statua di Merlino: Tritone allo zenzero.

Sul serio? Scherziamo?
Più in là, Harry Potter era appena sbuffato a ridere, e gli altri sembravano avere lo stesso problema a trattenere le risa.
Era bagno di Mirtilla Malcontenta, solo accuratamente ristrutturato. Dove una volta c’erano le cabine con i gabinetti, ora cerano delle sedie, dei tavoli e dei divani messi a cerchio. A destra, dove c’erano stati gli specchi e i lavandini, ora c'era un camino, il fumo magicamente reindirizzato non si sa dove. Ma la cosa più interessante di tutti stava vicino al camino: dove una volta c’era un lavandino rotto adesso c'era una scala a chiocciola che conduceva verso il basso.
"Quaggiù," disse la McGranitt, "la scalinata vi conduce in due direzioni. A destra il dormitorio delle ragazze, a sinistra quello dei ragazzi."
"Professoressa?" la Granger, come al solito, aveva alzato la mano.
“Sì, signorina Granger?"
"Professoressa, posso chiederle cosa ne è stato della Camera?" Che c’entrava la Camera adesso?
"è ancora più in profondità, ma abbastanza inaccessibile. I vostri dormitori sono stati aggiunti in un secondo momento." La McGranitt tirò su col naso.
"Ciao, Draco." Quasi saltò fuori dalla sua pelle quando vide Mirtilla Malcontenta dietro di lui che galleggiava mezza dentro alle sue scapole, causandogli brividi su e giù per le braccia e il collo. "Harry," aggiunse, con un tono sprezzante.
"Ciao Mirtilla," disse Potter, improvvisamente teso. I suoi occhi si spostarono su Draco per un attimo, forse ricordando l'ultima volta che loro tre erano stati insieme in quella stanza. Per Draco non si trattava di un ricordo particolarmente piacevole.
"Mirtilla", disse lentamente la McGranitt, come se scegliesse con molta attenzione le sue parole: “Apprezzo il tuo impegno nel voler diventare il fantasma di questo dormitorio, ma devo ripeterti che non ce n’è bisogno. E mi scuso per il disturbo che ti è stato causato."
"Disturbo?" Gli occhi del fntasma si strinsero. "Disturbo!" la sua voce stridula riecheggiò per la stanza. "Mi avete sfrattata dal mio bagno!" strillò in lacrime.
"Mirtilla," sottolineò la McGranitt, ora adottando il suo solito tono fermo, "ci sono molti altri bagni nel castello che potrai infestare! Ma devo chiederti di abbandonare questo, da ora in poi".
Mirtilla si gonfiò. "Ma questo è il luogo dove io sono morta ", sottolineò. "voi esseri insensibili, pensate sempre a voi stessi solo perché siete ancora vivi! Aspettate solo di essere voi ad essere morti, e poi vedrete quanto desidererete aver una bagno da infestare e qualcuno da perseguitare." Non senza altri rumorosi lamenti, Mirtilla sparì su per il camino.
La McGranitt fece un respiro profondo prima di voltarsi verso gli studenti. "Siete tutti giovani adulti responsabili. Mi aspetto che voi vi comportiate come tali."  Guardò proprio nella sua direzione. Fece una pausa poi, come se soppesasse le parole. "Inoltre, mi dispiace informare tutti voi che il Consiglio Scolastico ha deciso che tutti gli allievi dell’Ottavo anno non potranno essere ammessi nelle squadre di Quidditch a causa della vostra maggiore età."
Dall'altra parte della stanza, gli occhi di Weasley erano quasi usciti dalle orbite. Draco avrebbe riso, se non avesse sentito il braccialetto ... o la manetta ... qualunque cosa fosse, spostarsi sul suo polso. Non avrebbe rischiato di farsi schiantare senza avere la possibilità di difendersi.
"Ci sono domande?" Chiese la McGranitt, guardandoli uno ad uno.
La Granger, ovviamente, sventolò la mano in aria, la manica che scivolava a rivelare il suo braccio lungo e pallido. "Avremo il permesso di visitare la nostra vecchia Sala Comune?"
La McGranitt sembrò riflettere sulla questione. “Sì”, disse infine, “tuttavia, vorrei scoraggiare tutti voi a spendervi la maggior parte del vostro tempo. Molto tempo e fatica sono stati impiegati per crearvi questa Sala Comune, " Draco sbuffò, era solo il gabinetto delle ragazze dopo tutto, “ –e non vorrei che tutto quel tempo fosse stato sprecato."
La Granger alzò di nuovo la mano, ma la McGranitt aveva già annuito prima che il suo braccio fosse del tutto steso in aria. "Possiamo ricevere degli ospiti?"
"Ho paura non sia possibile, per il solo fatto che è necessario mantenere assoluta riservatezza sulla Parola d’Ordine. Ora, a meno che non ci sia nient’ altro, ho molto da fare prima dell'inizio delle lezioni del mattino." Gli augurò la buonanotte e uscì.
Con una inquietante sincronia, le teste di tutti si erano girate verso Draco. "Che c’è?" chiese lui, incrociando le braccia in modo che la manetta fosse leggermente nascosta alla vista.
"Questo sarà un lungo anno," disse alla fine Potter, e non disse altro.
Uno per uno, tutti iniziarono a studiare il loro nuovo spazio di vita. C'erano due ritratti sulle pareti. Uno raffigurava un uomo che sonnecchiava, con un berretto da notte che gli era caduto sul ginocchio. L'altro era un folletto, che stava sorridendo a tutti, scoprendo le quattro file di denti straordinariamente nitidi. "Non penso che mi piacerà molto," disse Hannah Abbott.
"Oh!" Questa era la Granger. "Mi è venuta in mente un'altra domanda che volevo chiedere alla McGranitt." Sospirò, scostandosi i capelli crespi dal viso. "Vado a vedere dormitori." Detto questo, svolazzò giù per la scala a chiocciola.
Draco rimase nella Sala Comune solo il tempo necessario per fare una critica generale della stanza. Nonostante le modifiche, rimaneva pur sempre un bagno, il ché accostato al nome dei Malfoy era un fatto abbastanza offensivo.
A parte questo, seguì l'esempio della Granger e scese la rampa di scale, guardandosi sopra la spalla per assicurarsi che nessuno dei Grifondoro avesse deciso di chiarire la loro innata inimicizia con una bella fattura Gambemolli.
Al fondo della scala a chiocciola, c’ erano due porte.
Essendo un adolescente, Draco si chiese se ci fosse alcun tipo di incantesimo a proteggere la porta di destra. La scala non si era trasformata in uno scivolo, come succedeva nei dormitori delle ragazze di Serpeverde. La McGranitt non era per niente stupida, però. Era sicuro che avesse pensato a tutta una serie di precauzioni per evitare il suo ingresso nella stanza delle ragazze. Ma in definitiva, che cosa gliene importava?
Quattro ragazze avrebbero vissuto in questa stanza. Due di loro erano Tassorosso. Ma i suoi standard erano di gran lunga superiori. La Patil era una Corvonero, e lui non aveva mai avuto un pregiudizio particolare verso le studentesse di quella casa. Ma non era mai stato attratto dalle gemelle Patil, nonostante la loro conclamata bellezza. C'era qualcosa nel modo in cui essi si svolgono. Mentre trovava Padma più simpatica di quella smorfiosa eCooman-ossessionata di sua sorella, aveva comunque qualcosa che lo infastidiva anche se non riusciva bene a capire cosa fosse. E infine, c'era la Granger, che stava nella stanza proprio adesso. C'erano troppe cose sbagliate in lei per essere elencate: il suo sangue sporco era solo uno fra i suoi molteplici difetti e il fatto che fosse stata torturata in casa sua da sua zia solo pochi mesi prima, era solo un altro fattore non trascurabile.
La porta a sinistra si aprì facilmente e vi trovò all’interno una camera molto più adatta di quanto si era dimostrata la Sala Comune. C'erano quattro letti di dimensioni decenti, con le coperte bianche e in altre tonalità neutre. Il baule era già accanto al suo letto, che era il più vicino alla porta del bagno. C'erano due finestre incantate che mostravano il cielo notturno e uno spicchio di prato che si congiungeva alla Foresta Proibita.
Se sedeva sul suo letto con le tende tirate, forse poteva semplicemente ignorare i suoi nuovi compagni di stanza.
Se lo augurava tantissimo.
Draco fece finta di dormire, mentre ascoltava Thomas, Weasley e Potter raccontarsi aneddoti sulla loro estate. Weasley continuava a parlare della Granger... senza sosta.
"Pensi che a Hermione farebbe piacere venire a Hogsmeade con me questo fine settimana?" chiese.
"Non lo so, Ron," disse Potter. "è la prima settimana di scuola. Vorrà sicuramente studiare."
Weasley sbuffò. "Sì, forse hai ragione. A voi vi andrebbe di volare invece? Non riesco a credere che ci hanno vietato di giocare a Quidditch!"
Potter sospirò. "Sì, possiamo farci una partita solo noi tre. Magari, posso chiamare Ginny. Ho ancora quel set di palle da usare, l’ho comprato quest’ estate, e mi piacerebbe molto provare il mio nuovo Skybeam in un posto che non sia il giardino della Tana."
Skybeam? Skybeam Millenium? "Hai appena detto quello che penso che hai detto, Potter?"
Anche se Draco non li vide, gli altri avevano sobbalzato. "Che cosa te ne importa?" Chiese Weasley.
Draco gemette. "Nel caso tu abbia dimenticato, stupida donnola, anche a me piace il Quidditch. Hai detto che hai un Skybeam, Potter?"
"Sì, Ferretto, ce l'ho." Rimasero in silenzio per un momento.
"Interessante". Fu l’unica cosa che riuscì a dire per rimanere il più possibile neutro e non mostrare il suo entusiasmo.
"Che parola buffa," disse Thomas sbadigliando. "Interessante è una parola che sta nel mezzo. Può significare bene oppure male."
"Ne sono a conoscenza."
Weasley gemette. "Perché mai stiamo parlando con un furetto? Silencio. "
Draco aprì e chiuse la bocca e non uscì alcun suono. Che sfacciataggine!
"Ron," disse Potter, a metà strada tra un rimprovero e una risatina.
Draco tirò indietro le tende e mostrò un bel dito medio a Weasley. Invece di attizzare la rabbia, gli altri scoppiarono a ridere.
"Va bene, va bene. Ron, fai tornare la voce a Malfoy e poi andiamocene tutti a letto, va bene?" Potter aveva ancora problemi a mantenere una faccia seria.
"Va bene. Ma ti avverto, Malfoy. So dove dormi." Ah ah, che furbacchione. " Finite incantatem. "
"Per una volta sono contento Potter ti comandi a bacchetta," borbottò Draco prima di chiudere di nuovo le tende. Dormì con un occhio aperto. 
Sarebbe stato davvero un luuungo anno.
 

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Capitolo 4
*** Amanda Amorell ***


Amanda Amorell


Proprio dopo pranzo, Hermione si ritrovò nella vecchia aula di Difesa contro le Arti Oscure lanciando rapide occhiate agli altri sette studenti. Questa materia, Consulenza sul Dolore, Unione e Tolleranza tra le Case – aveva decisamente bisogno di un soprannome di qualche tipo; fra l'altro era l’unica in cui gli studenti dell’Ottavo anno non sarebbero stati affiancati da altri studenti. Era strano perché anche alle lezioni di Aritmanzia c’erano sempre pochi studenti, ma otto persone erano davvero pochissime, un numero quasi ridicolo.

Prima che potesse approfondire i suoi ragionamenti sul perché fossero stati separati dal resto della scuola, la professoressa Amorell entrò nella stanza.

“Buongiorno a tutti voi”, disse mentre posava la sua valigetta e sedeva alla scrivania. Cosa alquanto bizzarra, era scalza. Gli sorrise amichevolmente, con la cicatrice un po’ stiracchiata da quel sorriso. “Prima di iniziare, una precisazione: vi iscriverete tutti ad una consulenza sul dolore con me, uno per volta dopo lezione. Se penso ci sia bisogno organizzerò altri colloqui” e il suo sguardo si posò rapidamente su Harry. Lui fece una smorfia di rimando.

“Bene”, continuò “lo scopo di questa materia mi sembra già abbastanza chiaro dal titolo del corso”, mosse la sua bacchtta e quel nome terribilmente noioso comparve sulla lavagna. “Se non mi sbaglio, ci divertiremo moltissimo anche se a voi potrà sembrare il contrario.”

La Amorell rise, ma a Hermione non era molto chiaro il perchè. Una strana senzazione – un orribile presagio – gli pesava sulla testa come un mattone.

“Siamo stati fortunati, a quanto pare. Sono stata io ad insistere per avere voi dell'ottavo anno da soli. Dato lo scarso numero, abbiamo la preziosa opportunità di dividervi a coppie.” Sorrise mentre li guardava uno ad uno.

“Dunque, ecco cosa faremo. Voglio che ognuno di voi trovi un compagno di sesso opposto e che non appartenga - ripeto, che nonappartenga alla vostra casa. Questa persona sarà il vostro partner nella maggior parte delle attività che svolgeremo durante l'anno.”

Hermione aveva sempre avuto la terribile sfortuna di avere un cervello che lavorava velocemente, e come era già successo, andò nel panico molto più in fretta degli altri. I suoi occhi schizzarono in lungo e largo per la stanza pieni di una – secondo lei – motivata disperazione.

Harry aveva appena fatto coppia con Hannah. Ron sembrava indeciso tra August e Padma – la ragazza che odiava i Cannoni o quella che aveva scaricato al ballo al quarto anno? Dean era anche lui abbastanza indeciso sul da farsi.

Alla fine, guardò Malfoy. Tentava con insuccesso, di attirare l'attenzione di Padma. Ignorandolo bellamente Padma mosse un passo verso Dean, che sorrise sollevato alla sua compagna.

Data la scelta di Padma, Ron si diresse grugnendo verso August e la sua spilla delle Holy-Head Arpies.

Ed ecco fatto.

L'unico ragazzo che non apparteneva a Grifondoro, quindi suo compagno in automatico. Poteva farcela, disse a sé stessa. Era una persona diplomatica. Era assolutamente a favore della cooperazione tra case.

Ma era Malfoy, dannazione.

Lui tremò, non appena lei mosse un passo nella sua direzione. “Che cosa? Te?” disse.

“Si, io”. Incrociò le braccia al petto e lo guardò dritto negli occhi.

“Incredibile” sussurrò. Teneva la bacchetta stretta in pugno, notò Hermione. Probabilmente non vedeva l'ora di dimostrare a tutti loro che sapeva usarla, dato che erano a lezione. E a giudicare dalla smorfia che aveva stampata sul viso si stava rendendo conto ogni momento di più con chi era costretto a far coppia durante l'anno.

“Siete tutti in coppia?” chiese la Amorell, la voce un po' troppo allegra, data la spiacevolezza di quella situazione. “La lezione di oggi sarà sulla fiducia. Mi scuso se potrà sembrarvi uno sciocco clichè, ma dovrò insistere che facciate quello che vi dico, anche se non sarete particolarmente bramosi di farlo.”

Hermione stava diventando sempre più nevrotica ogni minuto che passava e nemmeno Malfoy sembrava particolarmente contento.

“Voglio tutte le ragazze qui, alla mia cattedra, in fila. Voi, ragazzi le afferrerete quando si lasceranno cadere dalla scrivania”.

Le pupille di Hermione diventarono delle dimensioni di piattini da tè, forse anche più grandi. Era tesa come una corda di violino. Malfoy si voltò lentamente verso di lei. “Interessante” disse col suo solito tono maligno.

“E poi le ragazze prenderanno i ragazzi... sempre che non siano troppo pesanti per voi” aggiunse, “ forse dovrei abbasare un po' la cattedra.”

“Se tu non mi farai cadere, io non farò cadere te,” disse Hermione, la voce piena di panico alla vista del ghigno di Malfoy che si allargava.

“Lasciarti cadere? Mai avuta l'intenzione”. Ridacchiò.

Riluttante, Hermione prese posto alla fine della fila. August era già salita sulla scrivania e Ron stava sotto di lei, con le braccia tese pronte ad afferrarla. Nonostante l'ansia, Hermione sorrise all'assurdità di quella situazione: Ron era almeno venti centimetri più alto di August. Prenderla sarebbe stato facile per lui, ma l'opposto – August afferrare Ron – sarebbe stato impossibile a meno che lei non usasse un Incantesimo Imbottito.

“Sei sicuro di farcela?” chiese August.

“Si” rispose Ron.

“Sicuro sicuro?”

“Si” grugnì.

“Sei pronto con le braccia?”

Si” , Ron era davvero urtato adesso.

August prese un bel respiro. “Okay”. E si lasciò cadere dalla cattedra, le braccia forti di Ron pronte a prenderla. Rimase spiazzata per un momento, ancora spaventata mentre Ron la posava a terra ridendo.

Padma fu la prossima, con Dean che la afferrò per il rotto della cuffia. Harry afferrò Hannah come se non si trattasse di più che una Pluffa oversize.

Alla fine arrivò il suo turno.

Salì sulla sedia e poi sulla cattedra con le gambe che le tremavano, senza trovare la forza di guardarsi intorno per cercare lo sguardo degli altri.

“Non preoccuparti” gridò Ron “ci assicureremo che ti prenda” e sottolineò quanto detto sbatacchaindo la bacchetta sul palmo della mano. Ne uscirono scintille viola che gli scottarono la pelle e lui scosse la mano bruciacchiata, brontolando.

Malfoy sbuffò d'impazienza. “Muoviti, Granger” disse, incrociando le braccia.

“Allarga quelle braccia, Malfoy” abbaiò. “ E ti avverto, non esiterò a toglierti dei punti, se mi costringerai a farlo.”

Ebbe un flash di quando prendeva lezioni di nuoto. Detestava saltare dal trampolino e rimaneva sul blocco come congelata, finchè non riusciva a convincersi a saltare. Questa volta si sentiva come se stesse per saltare, bendata, dritta nelle fauci di uno squalo.

Lui allargò le braccia, ancora quell'espressione di pura noia sulla faccia. Riluttante, lei si voltò.
Uno, due, contò. E poi diecise di cadere.

Ebbe solo il tempo di sentire la suola delle scarpe grattare il bordo della scrivania, prima che due braccia forti la catturassero. Un braccio dietro le sue cosce e l'altro introno alle spalle.

Troppo presto – e perchè mai gli venne questo pensiero non riuscì proprio a capirlo – lui la rimise a terra, per poi ripulirsi i vestiti e le mani.

“Per Merlino, Granger, che cosa mangi? Le piume? Potrei farti volare dentro gli anelli del campo da Quidditch senza nemmeno provarci.” Hermione aggrottò le ciglia, sebbene suonasse tutto come una sorta di velato complimento.

La Amorell battè le mani per attirare la loro attenzione. “ Piccolo cambio di prgramma. Non credo sia sicuro, specialmente per la signorina Monn provare a prende il signor Weasley, quidni ho pensato ad un alto simpatico gioco di fiducia per voi.” Hermiome grugnì: era certa che questo gioco non le sarebbe piaciuto per niente.

“Ecco cosa faremo. Lancerò ai ragazzi un incantesimo oscurante, chiaramente temporaneo, e voi ragazze li accompagnerete in giro per la classe, magari anche per il castello, se vi va. Assicuratevi di tornare in classe dieci minuti prima della fine della lezione, cosìcchè possa assegnarvi i compiti e rimuovere l'incantesimo oscurante.”

Stavolta, quando Malfoy guardò Hermione, era senza dubbio lui ad avere paura.

Lei ghignò, maligna. “Paura, non è così?”

 


Draco si stupiì quando lo sguardo infastidito della Granger si trasformò improvvisamente in un ghigno che avrebbe fatto invidia ad uno dei suoi.

Il nome della professoressa Amorell faceva venir in mente a Draco diverse cose: la prima era un po' patetica: una varietà di fungo che si chiamava appunto morella. Ne andava matto, rosolati e serviti in una crema da mettere sopra la pasta. La seconda cosa, gli venne in mente mentre guardava il ghigno della Granger farsi sempre più largo. Amorale. Quella donna doveva essere davvero amorale se intendeva obbligarli a fare stupidi giochi in cui dovevano per forza sopportarsi. Il terzo? Amore: gioioso sentimento verso il quale non sentiva inclinazione, né nei confronti della professoressa né tantomeno nei confronti della Granger.

“Vieni avanti, Malfoy” disse lei.

“Credo che tu possa comprendere la mia esitazione, Granger” rispose, corrucciato. Non aveva alcuna intenzione di muoversi di un millimetro, finchè lei non si fosse tolta quel ghigno malefico dalla faccia.

Ma la Amorell aveva piani diversi. “Il signor Malfoy e la signorina Granger, presumo?” chiese. Teneva in mano un rotolo di pergamena con piccole fotografie accanto ai loro nomi. Draco fu orgoglioso di vedere come anche in fotografia il suo viso avesse un chè di aristocratico, con il sopracciglio sinistro leggermente arcuato e sollevato. La maggior parte delle persone riesce a sollevare un solo sopracciglio. Draco sapeva sollevarli entrambi, sebbene il destro si alzasse di più del sinistro. Ma dopo anni di conteplazione di fronte allo specchio, aveva deciso che preferiva il sottile e quasi impercettibile arco del suo sopracciglio sinistro, al lampante sollevarsi del destro. Il sinistro significava potere. Il destro, incredulità e derisione.

“ Si, è così” rispose la Granger per entrambi, inconsapevole dei ragionamenti di psicologia connotativa su cui Draco stava riflettendo.

“Ah, si” disse la Amorell, annuendo e spuntando i loro nomi sulla pergamena. “E vedo che lei è una nata babbana, signorina Granger. È corretto?”

“Si” rispose lei lentamente, come se volesse tastare il terreno con la nuova insegnante.

Interessante. Sarà davvero interessante vedere come si evolverà la collaborazione tra voi.”

“Riguardo a questo...”

“ E' una squadra come questa che rappresenta il cuore di quello che questo corso si prefigge di trasmettere” continuò la Amorell come se non avesse sentito la ragazza.

“Cooperazione tra case e tolleranza” sottolineò. “E' mia speranza, e di tutto il consiglio scolastico, che insieme riusciremo ad impedire nuove guerre e conflitti soffocando queste stupide credenze riguardo la superiorità del sangue e, sebbene non fosse intenzione dei fondatori di Hogwarts, la rivalità fra le case della scuola.”

Per Merlino, quella donna stava sorridendo di nuovo.

“E quindi potete capire quanto io sia felice di vedervi fare squadra insieme. I più profondi dissidi nascono tra Babbani e Purosangue, tra Serpeverde e Grifondoro. E voi due avete giocato due ruoli così diversi, durante la guerra.”

Il suo sorriso si allargò ancora, stiracchiando la sua orribile cicatirce. “ E non meno importante, l'abbattimento delle idee sessiste gioca un importante ruolo nella tolleranza. Ecco perchè vi ho smistato con compagni di sesso differente.”

Detto questo, la donna si girò verso Draco e mormorò l'incantesimo oscurante, e tutto divenne buio pesto.

 



Per qualche istante non accadde niente. Draco rimase fermo, convinto che quello sarebbe stato uno fra i peggiori – e imbarazzanti – momenti della sua vita. Dopo un momento si ritrovò concentrato sul respiro della Granger.

“Allora?” domandò.

“Zitto, sto pensando”, rispose lei, acida.

“Notizia bomba, Granger, tu pensi sempre”. Nonostante la preoccupazione, sapeva che del trio grifondoro lei era quella meno incline a dispetti infantili o a fare cose inutilmente pericolose.

Poi si sentì strattonare per la manica. “Stavo pensando al modo migliore di muoversi senza essere costretta a toccarti” gli confessò.

“Non vuoi prendermi per mano? Sono dispiaciuto, davvero”.

“ Sforzati almeno di mentire meglio, Malfoy” rispose amaramente. Lo stava conducendo – o almeno gli sembrava – nella direzione della classe. Ci fu un brusco soffio di vento, quando si fermarono nel corridoio, e la Granger cominciò di nuovo a muoversi, stavolta verso destra.

Draco provò a concentrarsi su dove potessero trovarsi. Se aveva ragione, non si trovavano molto distanti da una rampa di scale, e automaticamente rallentò il passo sempre di più fino a che la Granger non fu costretta a tirarselo dietro per farlo muovere.

“Che c'è?”

“Non avevi intenzione di avvertirtmi, vero?” le chiese. Avrebbe incrociato le braccia, se non avevsse avuto quel parassita che lo teneva per il polsino della camicia.

“Avvertirti riguardo cosa?”

“Le scale, granger. Non sono stupido, sai. Non ho intenzione di spaccarmi l'osso del collo per colpa tua”.

Per sua sorpresa, lei scoppiò a ridere. “Malfoy, invece sei stupido. Mancano ancora almeno quindici metri alle scale.”

Sbattè gli occhi, sebbene non vedesse niente. Non era nemmeno sicuro di dove si trovasse la testa della Granger, magari stava fissando il muro invece della sua faccia. “E perchè dovrei crederti?”

Lei sospirò. “Per una ragione. Dovrei scendere le scale prima di te. Immagino te ne accorgeresti.” saldò la presa sul suo polso. “Ma se hai paura, mi volterò e proseguiremo nella direzione opposta.”

“Io non ho paura. Non c'è niente di male nell'avere un po' di spirito di autoconservazione quando si ha a che fare con voi Grofondoro”.

Lei sbuffò di nuovo. “ Non sono Pix, Malfoy. Ti consiglio di iniziare a fidarti, così questo dannato esercizio servirà al suo scopo.”

Lui rise. “ E' quello che stavi facendo poco fa, quando mi hai minacciato di togliermi dei punti?”

Touchè”. Strinse la sua mano attorno al polso del ragazzo e si voltò nella direzione opposta.

Venire trascinato ovunque completamente accecato era davvero un'esperienza frustrante. Per metà del tempo, si era preparato al fatto che lei l'avrebbe fatto sbatacchiare contro un muro o lo avrebbe buttato giù da una finestra.

Avevano appena svoltato l'angolo - era un angolo? Almeno pensava lo fosse – quando la Granger si fermò all'improvviso, un po' troppo bruscamente e lui sbattè il naso dietro la sua testa e annaspando, crecò di liberarsi da quella massa aggrovigliata che erano i suoi capelli.

Lo afferrò rapida per il polso e cambiò di nuovo direzione, muovendosi decisamente troppo in fretta. “ Che succede?” farfugliò Malfoy, le caviglie che sbattevano furiosamente mentre saliva gli scalini.

“La Cooman” bisbigliò lei in risposta.

Draco non aveva mai frequentato Divinazione. Era stato abbastanza furbo da non farlo. Ma lo sorprese che la cocca degli insegnanti avesse una reazione così negativa nei confronti di quella pazzoide della Cooman.

Non era una spiegazione sufficientemente esaustiva. Si fermò all'improvviso, ma rimpianse subito di averlo fatto: la Granger cadde all'indietro per la forza con cui lui si piantò coi piedi sulla pietra e caddero entrambi sul pavimento. Draco col gomito della Granger piantato nella milza e di nuovo quei maldetti capelli che profumavano di miele sparsi per tutto il viso.

“Oh...” gemette lei mentre cercava di rialzarsi.

“Ah sei tu signorina Granger” disse una voce, una nota di derisione in quel tono sognante. “Che cosa stai facendo fuori in corridoio?”.

Il tono della Granger si fece sprezzante. “Come, non lo sa? E io che pensavo che avesse la vista.”

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Capitolo 5
*** Una profezia poco profetica ***


Una profezia poco profetica


Draco si costruì nella mente l'immagine della professoressa Cooman che fissava sbalordita la Granger, con gli occhi ingigantiti da quegli assurdi occhiali con le lenti spesse come fondi di botttiglia.

“E' chiaro che lei non riesce a comprendere il delicato equilibrio che costringe, colui che ha il dono della Vista, a celare alcune profezie nei meandri della propria mente o a sentire il bisogno di rivelarne delle altre.”

“Oh, quindi aveva dimenticato, vedo”, replicò acida la Granger. Per qualche strano motivo, Draco si era convinto che la Grifondoro dimostrasse astio solo verso i Serpeverde e le giornaliste della Gazzetta del Profeta. Evidentemente si era sbagliato.

“No, mia giovane ragazza, il problema è che lei non puoi vedere”, la corresse la donna, tirando su col naso. “E non mi sono dimenticata di niente. È solo una questione di decidere quali profezie sono migliori di altre, per convincere quelli come voi che ne avete di fronte una? Le persone cieche, come lei, non gradiscono sapere come andranno gli eventi nella loro vita, e per questo preferisco sempre non allarmarli facendogli conoscere troppe cose, troppo presto.

“Quindi mi stava proteggendo, fingendo di non sapere perchè fossi qui?” tradusse la Granger.

“E' assai più complicato mia cara, ma in parole povere, sì.”

“Quindi non dovrebbe avere dubbi riguardo quello che io e Malfoy stiamo facendo qui e sul perchè non siamo in classe.”

“Malfoy?” chiese la Cooman. “Oh”. Sembrava aver visto anche Draco, alla fine.

“Forse ha nascosto anche la sua presenza in fondo alla sua mente, professoressa?” chiese la Granger, malignamente.

“L'Occhio vede quello che l'Occhio vuole,” rispose leggera la Cooman.

La Granger si zittì un momento, ma Draco fu abbastanza sicuro che stava battendo il piede a terra con impazienza. “Bè, credo che dovrebbe provarlo”, disse infine.

Provarlo?” chiese la Cooman.

Draco grugnì, sedendosi per terra con la testa tra le mani. Questa questione della temporanea cecità non era poi più tanto temporanea.

“Predica qualcosa” disse la Granger “e vedremo se si avvera”. Era la sua immaginazione o il tono della Granger aveva assunto un qualcosa di diabolico?

La Cooman rimase un attimo interdetta prima di prendere una gran respiro. “Se insiste” disse. La sua voce divenne profonda e drammatica come non mai. “Prima della fine di quest'anno” scandì lentamente la donna, “ lei e il signor Malfoy scoprirete quello che il cuore cerca ma la mente rifiuta.”

La testa di Draco scattò in direzione della voce della Cooman, non appena si sentì chiamato in causa.

“Per le mutande di Merlino, che cosa diavolo vorrebbe insinuare?”, chiese, la voce stridula.

Sentì che la Cooman tirava di nuovo su col naso. “Significa, signor Malfoy, che lei e la signorina Granger v'innamorerete, che vi piaccia o no.”

Draco avvampò per un secondo, prima di scoppiare in una grassa risata. “Cosa? Lei è tutta matta!” sopra di lui, la Granger aveva anche lei iniziato a ridere.

“Questo è... davvero... non poteva uscirsene fuori con qualcosa di più credibile?” chiese mentre annaspava in cerca di aria, tra una risata e l'altra.

“Non me esco proprio con un bel niente, signorina Granger.” berciò. “Lei, mia cara ragazza, è completamente cieca all'Occhio Interiore, e la sua mente sta già iniziando a rifiutare l'inevitabile. E poi, quale profezia potrebbe mai convincerla? Se avessi predetto che avrebbe preso una O per il compito di Pozioni, e sarà così, avrebbe pensato fosse una coincidenza, non è così?”

La Granger grugnì. “Suppongo sia vero”. Ci fu una breve pausa. “Oh no! Forza Malfoy, dobbiamo tornare in classe.” Con sua gran sorpresa lo afferrò per una mano e lo aiutò a rimettersi in piedi, poi lo spinse su per le scale questa volta con un'andatura più calma.

“Bè, è stato interessante,” borbottò, non appena svoltarono un angolo ritrovandosi in un ampio corridoio. Interessante, perchè mai poi continuava a ripeterlo? Era una parola neutra, quasi sicura, si disse. Di facile e varia interpretazione, a seconda del bisogno.

“Non avevo idea che i rapporti tra voi due fosero così tesi. Credevo che andassi in giro tutto il giorno a leccare le scarpe di qualsiasi professore ti capitasse a tiro.”

“Notizia bomba, Malfoy” echeggiando alle sue parole di poco prima, “rispetto solo chi se lo merita”.

“E com'è che la stramba Veggente ha perso la tua stima, mh?”

“Preferirei non parlarne”, borbottò, “Sebbene potrebbe farti piacere sapere che è stata uno dei motivi di stress che ha contribuito a farti schiaffeggiare al terzo anno.”

“Un'altra notizia bomba per te. Se ci tieni a passare questo esame, ti conviene evitare di ricordarmi quante buone ragioni ho per odiarti.”

“Oh, una povera ragazza indifesa, ti ha fatto male Malfoy?” chiese.

“Indifesa, un par di scarpe.” si fermò, ma senza impuntarsi all'improvviso come poco fa, non voleva che gli franasse addosso di nuovo. “Un'ultima cosa prima di rientrare”, disse lentamente.

“Se ti farai uscire dalla bocca anche una sola parola che quella pazza pipistrella ha profetizzato, ti farò rimpaingere il momento in cui hai ricevuto la tua lettera per Hogwarts otto anni fa.”

Lei sbuffò. “Come se impazzissi dalla voglia di dire a tutti che la Cooman ha appena partorito una stupida profezia su noi due che finiamo per innamorarci. Ho una reputazione da difendere, Malfoy proprio come te.” lo prese di nuovo per il polsino e se lo porto dietro, finchè pochi minuti dopo non sentì le voci degli altri compagni.

“Eccovi qua, finite incantatem”, disse la Amorell. La luce investi Draco, che si sentì colto da un'ondata di sollievo. Strattonò il polso e si liberò dalla stretta della Granger.

“Adesso” continuò la Amorell “ ecco il foglio per prenotarvi all'incontro sulla Consulenza sul Dolore, diversi posti sono già stati presi dagli alunni degli altri anni, vi avverto. Inoltre voglio che leggiate l'introduzione e primi due capitoli di Lutto per l'Anima, ce l'avete tutti? Bene” la donna annuì e lasciò il foglio sulla cattedra.

Draco gemette. Consulenza sul dolore? Con quella lì? Oh, ci sarebbe stato da divertirsi un mondo.

La Granger gli urtò la spalla per superarlo nella fila e firmare il foglio.

Aggrottò la fronte: cos'è che aveva blaterato quella svitata della Cooman? Lui, innamorarsi della Granger? Era l'idea più stupida e ridicola che poteva venirle in mente.

La Granger si chinò sul foglio per scarabocchiare la sua firma; con i capelli selvaggi a coprirle il volto, un piccolo pezzo di pelle color pesca s'intravedeva dal suo colletto della camicia.

Draco si morse le labbra prima di trovarsi un posto nella fila.

Appenà fu il suo turno, vide che la maggior parte delle sedute da lì a qualche giorno erano già tutte occupate. Pure la Granger si era scelta una seduta durante quella settimana.

Lui sbuffando, scelse una data a caso: 19 settembre.
 



Le lezioni di Pozioni erano parecchio diverse da quelle a cui erano abituati a frequentare con Piton e poi con Lumacorno. Il professor Candaver – e draco notò con arguzia che se toglievi la n, il suo cognome somigliava molto alla paola cadavere, - era un tipo proprio pigro. Le sue istruzioni si riducevano in: “Cercatevi qualcosa sul libro e tenetevi occupati. Non create problemi o vi punirò tutti, chiaro? Ora schiaccio un pisolino.” detto questo, metteva la testa pelata sulle braccia piegate a mo' di cuscino, e nel giro di cinque minuti russava rumorosamente.

Potter e la Weasley parlavano a bassa voce qualche banco più indietro. Potter era appena diventato rosso in viso per qualcosa che la Weasley aveva mormorato.

La Granger e la Donnola se la cavavano leggermente meglio. Chiaramente lei si rifiutava di oziare durante l'ora di lezione, e stava preparando l'ultima pozione che aveva trovato sul libro, notò Draco mentre con svogliatezza, sfogliava le pagine del suo libro di testo.

Gli altri tre Serpeverde che erano con loro a lezione, non li conosceva. C'era una ragazza, si chiamava Una Maroo, che aveva dei lunghissimi capelli biondi, una frangia orribile e i denti superiori troppo sporgenti.

C'era un ragazzo, Gavin Woolsey e la sua gemella Margaret. Erano talmente riservati, che era sicuro di averli visti solo qualche volta al bagno e in giro per la sala comune. Erano due tipi proprio uniti: lui teneva sempre la mano di sua sorella, e c'era qualcosa nel modo in cui lei gli passò la bile di rospo, che fece venir voglia a Draco di vomitare nel suo calderone.

I minuti passavano troppo lentamente, e per impegnare il tempo decise di iniziare una pozione. Scelse una Pozione di Agilità, particolarmente utile per quando si vuole acquisire delle migliori prestazioni fisiche, sulla scopa ad esempio.

Ron!” la testa di Draco si voltò in direzione del suo presunto futuro amore, che aveva gli occhi spalancati e il mestolo ancora sollevato, da cui gocciolava un liquidi vischioso color albicocca.

Bisbigliò: “Non mentre sto lavorando! E di certo non in classe!”

Wealsey aggrottò la fronte. “Mi dispiace” sussurrò.”Era solo un bacio sulla guancia. Non ti agitare.” Il Rosso si voltò nella sua direzione. “Che hai da guardare, Malfoy?”

“Non molto, a quanto pare”, sputò lui. “Oh, Granger la tua pozione sta diventando sulfurea, dovresti prestargli più attenzione.” Stropicciò il naso per l'odore pungente. La Granger strillò e buttò dentro al calderone due foglie di alloro, mescolando la pozione come una forsennata.

Nel frattempo Candaver biascicò qualcosa tipo: “Sudici ragazzetti cenciosi”.

Appena Draco si voltò verso la sua pozione, con ancora i sibili della Granger che cercava di rimediare alla sua pozione, un'idea potenzialmente rischiosa gli attraversò la mente.

C'era solo un modo per guadagnare un po' di rispetto contando solo sulle proprie forze, e siccome era solo il primo giorno di scuola non era troppo tardi per cominciare.

Doveva riuscire ad essere migliore della Granger.

Aveva abbastanza intelligenza, anche se spesso si dimenticava di farne uso. Significava stare ore sui libri a studiare, ma non sembrava che avrebbe avuto molte occasioni per partecipare ad eventi di socializzazione quest'anno. Aveva bisogno di qualcosa per tenersi occupato.

Se solo fosse riuscito ad eguagliare o persino a superare i voti di quel topo di biblioteca della Granger, avrebbe provato una volta per tutte il suo valore.

Quando finalmente Candaver si destò, e si alzò per ispezionare le pozioni degli studenti, assegnò cinque punti a Serpeverde per la sua Pozione d'Agilità e sei a Grinfondoro per la pozione Cura-Agorafobia della Granger.

Era l'inizio della sua strada verso il succceso. O verso il disastro.
 



A cena Hermione era silenziosa, guardava distratta le teste degli altri studenti. Vedere così posti vuoti le provoco un lungo brivido lungo la schiena. Molti di loro erano morti, oppure avevano lasciato il paese con le loro famiglie, in cerca di un futuro migliore.

Neville, Lavanda, Seamus e moltri anni del sup stesso anno avevano lasciato la scuola l'anno precedente, e non era convinta che avessero avuto modo di studiare e imparare molto durante quell'anno terribile.

Pochi altri, sopratutto Serpeverde, erano ad Azkaban, Pansy Parkinson inclusa. Non era riuscita a gioirne quando aveva letto la notizia sul Profeta; sebbene non fossero mai andate d'accordo, Pansy era ancora pur sempre una bambina.

Gli elfi che lavoravano nelle cucine, avevano cucinato una fondue di formaggio buonissima. Ron aveva schizzi di formaggio dovunque. Gli porse un tovagliolo e lui grugnì un ringraziamento tra un boccone e l'altro.

Gli occhi di Hermione si posarono sul tavolo dei Serpeverde, dove Malfoy stava mangiando la sua fonduta con coltello e forchetta. Tra lui e Ron, non aveva ancora deciso chi fosse il più ridicolo.

“Allora,” disse Harry dall'altro lato del tavolo, “non indovinerete mai cosa mi ha chiesto la Mcgranitt dopo Trasfigurazione”.

Hermione lo guardò. “Cosa?”

“Prima di tutto, queste Consulenze sul Dolore sono temporanee, sembra. Dovrebbe tornare la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, ma per adesso c'è un grande carenza di personale e nessuno sembra molto entusiasta di ricoprire questa posizione. Comunque la Mcgranitt mi ha chiesto se mi piacerebbe”, sbuffò, “essere il prossimo insegnante per il prossimo anno”.

Hermione spalancò la bocca. “Oh Harry! È meraviglioso!”

“wow 'rry! È 'tupendo 'avvero!” disse Ron, sputacchiando fonduta dappertutto.

Harry aggrottò la fronte. “Potrebbe essere una bella esperienza, credo. Un po' come essere di nuovo nell'ES, ma... sai quanto divento nervoso davanti alla gente”.

Ginny aprì la bocca, ma la richiuse subito attenta a moderare le parole. “Hai mai notato” mormorò “che nessuno tra i professori si è mai sposato?” e dicendolo le sue guance si tinsero delicatamente di rosa.

Harry si allentò il nodo alla cravatta, “E' un'altro punto a sfavore. Non credo che potrei venirvi a trovare spesso, tranne il fine settimana e durante le vacanze.”

“Bè, di sucuro troverai una soluzione” disse Hermione. Non voleva certo rinunciare così facilmente ad un'occasione del genere!

“Bene” disse Ron, dopo aver ingoiato tutta la sua cena, “la Mcgranitt ha detto che sta cercando anche qualcuno per lasciare in consegna Trasfigurazione il prossimo anno. Come te la cavi a trasformare un topo in un cavolo, Gin?”

Ginny alzò gli occhi. “Meglio di te, ma probabilmente non è abbastanza”.

Borbottò qualcosa riguardo un certo Woozy Wilkes e si alzò da tavola, salutandoli.

Hermione intinse pensierosa un pezzetto di pane nella fonduta.

Una piccola parte di lei, era per la prima volta in questi anni gelosa di Harry.

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Capitolo 6
*** Quell'adorabile testolina di capelli ***


Quell'adorabile testolina di capelli

Draco si diresse verso il bagno attiguo al suo dormitorio, ancora intontito a causa del poco riposo di quella notte. Ogni volta che sembrava sul punto di crollare, sentiva uno dei letti vicini scricchiolare in modo sinistro. Sebbene né lui, né Potter né Wealsey avessero interagito più del dovuto il giorno precedente, non era sicuro che – sopratutto la maledetta Donnola- avrebbero rinunciato ad attuare qualche infimo piano di vendetta durante la notte. Fu l'ultimo ad alzarsi, gli altri si erano già diretti in Sala Grande per fare colazione.

Si fece la doccia, lanciando sguardi schifiti alla matassa di capelli castani e riccioluti, neri e spessi e rossi e sgargianti che si erano aggrovigliati nello scarico. Non c'erano stati gli elfi domestici a pulire lì intorno? Lanciò un grattta e netta fra i suoi piedi e uscì svelto dalla doccia.

Dopo che si fu vestito di tutto punto, si asciugò i capelli a colpi di asciugamano, li pettinò e poi aprì l'armadietto sopra il lavandino. La mano rimase sospesa tra variopinte boccette di vario genere, le sopracciglia aggrottate in segno di confusione.

Di tutte le cose meschine e i colpi bassi, quell'idiota di Weasley gli aveva nascosto il suo gel per capelli.

La sua adorabile testolina di capelli, quel giorno sarebbe stata au naturale.

Finì di asciugarsi per bene i capelli e li spazzolò con cura, prima di dirigersi verso la Sala Grande.


Hermione aveva sollevato il suo bicchiere ricolmo di suco di zucca, quando sentì Ron esplodere in una risata sguaiata. Le andò il succo di traverso per la sorpresa, e tutto quel sapore acido le fece lacrimare gli occhi. Lui smise di ridere e le assestò un paio di colpi vigorosi sulla schiena: “Stai bene?” le chiese. Lei annuì, schirendosi la gola con qualche colpo di tosse.

“Che c'è di tanto divertente?” chiese Harry, versando un calice d'acqua e porgendolo ad Hermione.

Ron si fermò con la mano in aria, ridacchiando soddisfatto. Con un gesto molto plateale che ricordò a Hermione gli spettacoli di magia babbana in tv, infilò la mano sotto il mantello e tirò fuori dalla tasca interna un tubetto di plastica azzurra. “L'ho preso dall'armadietto sopra il lavandino, stamani.” disse, e lo lanciò a Harry da sopra il tavolo.

“Gel per capelli?” chiese.

“Gel per capelli”, annuì Ron, “da quel negozio spocchioso a Diagon Alley. Gli sarà costato almeno un galeone, se non di più.”

Harry scoppiò a ridere. “Hai rubato il gel di Malfoy?”. Si voltò e lanciò uno sguardo al tavolo dei Serpeverde, con Ron e Hermione che si sporsero anche loro per vedere.

Malfoy era seduo al tavolo di Serpeverde due posti più giu della giovane Greengrass, coi capelli morbidi e flosci che gli sfioravano la fronte e le orecchie. Lo facevani sembrare diverso, realizzò Hermione. Un po' come quando vedeva Harry senza occhiali. Sembravano persone totalmente diverse e quello laggiù poteva sembrare il fratello di Malfoy, magari.

Senza i capelli tirati indietro dal gel il mento sembrava anche meno appuntito, come se quella acconciatura gli avesse accentuato quel difetto in tutti quegli anni.

Inghiottì con lentezza un altro piccolo sorso di succo. Sembrava... carino. Un riccioletto biondo accarezzava il suo orecchio e gli sfiorava delicatamente il collo.

“Verso la decandenza, un passo per volta non vi pare?” chiese Ron, soddisfatto. “Da principino a popolano, inizia la discesa del povero Malfoy.”

Harry grugnì e iniziò a leggere l'etichetta della confezione. “Se mia zia Petunia avesse saputo della sua esistenza, scommetto che me lo avrebbe spiaccicato tutto sulla testa.” Cercò di abbassarsi la frangia ribelle che nascondeva parzialmente la cicatrice.

“Beh, non ho intenzione di restituirglielo. Puoi provarci se vuoi.”, disse Ron ritornando al suo budino.

Harry scosse la testa. “Nah. Va bene così.” e passò il tubetto a Ron. “ E' meglio se ne resto fuori. Non dimenticarti di torgliere le mie impronte digitali.”

Ron lo guardò confuso.” Impronte digitali?”

Hermione roteò gli occhi, esasperata. “Te lo spiegherò dopo. Ora penso sia meglio se mi dai quel gel per capelli.”

“Perchè?”

“Perchè,” disse, assumendo la postura eretta e la voce chiara di quando si preparava ad una ramanzina. “Ti stai comportando da idiota. Malfoy non ti ha quasi mai provocato, ed in più è vulnerabile adesso. Non ha la sua bacchetta.”

Ron grugnì. “Vulnerabile? Hermione è solo del gel per capelli. Non è una tragedia e non gli procurerà nessun male non averlo.”

“E come ti sentiresti tu Ron, se tuo padre fosse stato appena condannato a ricevere il bBcio, se tu potessi usare la magia solo durante le lezioni, non avevssi nessun amico e in più qualcuno andasse in giro a rubrati i tuoi prodotti per capelli?”

“Ha degli amici!”

Hermione lo gurdò scettica. “Ne sei sicuro?” tutti e tre lanciarono un altro sguardo al tavolo dei Serpeverde, dove Malfoy consumva il suo pudding evitando il più possibile il contatto visivo con gli studenti della sua casa.

“Okay, “ le concesse Ron. “Forse hai ragione... solo un po'- ma non ho comunque intenzione di ridarglielo”.

“Oh, certo ce non lo farai. Ecco perchè lo farò io al tuo posto.” afferrò la confezione di gel e dopo una breve battaglia di tira e molla, Ron cedette e gli consegnò il tubetto.


Astoria Greengrass lo stava fissando, e non era molto sicuro del perchè lo stesse guardando con così tanta insistenza. Aveva iniziato mentre mangiava le uova, continuato mentre si beveva il suo caffè e ancora mentre si era asciugato la bocca col tovagliolo e si era voltato nella sua direzione, con il sopracciglio più sollevato possibile. “Qualcosa ti ha per caso incantato gli occhi, Greengrass?”

“Hai qualcosa di diverso, stamani. I capelli, forse?” chiese lei, le labbra arcuate e il tono tutto fuorchè innocente.

“Ho perso il mio gel per capelli.”

“Mmh,” fece lei. “Mi piacciono” disse e con un gesto sinuoso si voltò facendo ondeggiare la sua chioma e riprese a parlare con una sua amica, che ghignava sotto i baffi.

Draco scosse la testa. Se questo secondo lei era una tentativo di approccio, doveva affinare decisamente la sua tecnica.

Non era una brutta ragazza. Aveva dei lunghissimi capelli color grano e il viso rotondo. Era troppo giovane, però. Se avesse avuto la possibilità di uscire con qualcuno avrebbe preferito qualcuna del settimo anno, a meno che non avevsse suscitato l'interesse della gemella Patil.

Non sapeva un granchè di Astoria. Aveva frequentato lo stesso anno con sua sorella maggiore, Daphne Greengrass, che compiaceva ogni capriccio di Pansy Parkinson come una versione femminile di Goyle.

O Tiger.

All'improvviso la sua colazione non sembrò più invitante, il caffè che gorgogliava nello stomaco.

La morte di Vincent Tiger era stato uno shock per Draco, a dirla tutta.

Non aveva mai visto il suo amico così... sicuro di sé stesso? Aveva disubbidito ai suoi ordini, lo aveva trattato da codardo, agendo senza cervello, berciando Maledizioni Senza Perdono a destra e a manca come se soffiasse sulle candeline della sua torta di compleanno. E poi, a causa di un suo stesso errore, Tiger era morto.

Ma quello che lo infastidiva era che, dopo appena una settimana, non gli importava che Tiger fosse morto. All'inizio aveva pensato alla loro come un' amicizia di convenienza, anni in cui Tiger era stata una fedele guardia del corpo, se così si poteva definire.

Si era anche ricordato di quella volta in cui al secondo anno i capelli di Tiger erano stranamente diventati rossi quasi del tutto.

Dopo una settimana aveva capito qualcosa di vitale importanza. Erano stati solo un'ombra di una vera amicizia. Non erano mai stati dei veri compagni. E il modo in cui Tiger aveva agito durante quell'ultima battaglia, come se si trovasse davanti uno sconosciuto invece che un amico, glielo avevano confermato.

L'ansia lo travolse come un'onda quando si rese conto di quanto era solo quest'anno. Non aveva amici, non aveva nessuno. Gli alti Serpeverde lo ignoravano, magari gli imputavano le colpe di come erano andate le cose durante la guerra. Avevano capito che il suo momento di gloria era giunto al termine. Era stato spodestato dal suo trono, come si suol dire, e adesso annaspava nel fango esattamente come gli altri.

Finora, la conversazione civile più lunga che aveva avuto dopo aver lasciato sua madre al binario era stata con Hermione Granger, che era in assoluto la persona più fangosa di tutti.

A quel pensiero i suoi occhi vagarono sul tavolo degli insegnanti, dove la Cooman si stava versando una dose extra di brandy nel caffè mattutino. La McGranitt la guardava con sdegno, incerta se obiettare o meno.

Di certo quella donna era una pazza completa. Non sembrava nemmeno lei convinta di quel che stava dicendo, mentre spiattellava quella stupida profezia.

Aveva sentito una profezia una volta. La sua bisnonna Malfoy aveva predetto una crisi di babbani riguardo qualcosa dal nome Y2K Bug.

Ma, siccome era ancora il 1998, doveva ancora scoprire se si sarebbe verificata o meno questa profezia.

Per caso i suoi occhi si posaroso sul tavolo dei Grifondoro, dove l'oggetto della falsa profezia stava imburrando una fetta di toast. Accanto a lei, Wealsey era grigio di rabbia per qualche sconosciuto motivo.


Hermione prese posto nel suo solito banco, nell'aula di Aritmanzia, tirò fuori i suoi libri, piuma e inchiostro e iniziò a leggere I viaggi di Gulliver mentre aspettava l'inizio della lezione. L'isola dei Lilliput era stata appena descritta, quando la porta della classe si aprì. Alzando lo sguardo non fu molto sprpresa di vedere il suo partner in Consulenza Unione e Tolleranza fa le case fare il suo ingresso in classe.

Malfoy le lanciò un breve sguardo pima di dirigersi verso l'ultimo banco in fondo all'aula.

Hermione si schiarì la voce: “ehm, Malfoy?” chiese.

Si voltò. “Che vuoi?”

Hermione frugò dentro la sacca dei libri e pescò il tubetto di gel per capelli, mostrandolo al suo legittimo proprietario. Glielò lanciò con poca grazia, ma lui riuscì ad afferrarlo lo stesso.

“ Ho pensato ti avrebbe fatto piacere riaverlo indietro”, disse semplicemente. Si voltò e tornò a leggere il suo libro. Rimasero in perfetto silenzio per circa due minuti.

“E quindi?” le chiese. “Tutto qui? Nessuna spiegazione? Nessuna scusa per il tuo ragazzo cleptomane? Nemmeno un misero senso di colpa?”

Si voltò di nuovo verso di lui. “Io non ti devo niente. Ti ho riportato il tuo stupido gel per capelli, dovresti esseremene grato.”

“Oh, si. Grazie davvero, Granger. Riavere indietro mezzo tubo di gelatina risolve tutti i problemi della vita. Grazie tante, sarò per sempre in debito con te.”

“Bene, sono felice che è tutto risolto, allora.” finirono in un teso e ostinato mutismo, aspettando l'inizio della lezione.

La professoressa Vector iniziò la lezione come al solito, scarabocchiando sulla lavagna una tabella piena di numeri, e dando loro il tempo di riflettere e calcolare la soluzione. Hemione aveva appena finito di calcolare il risultato, e si stava apprestando ad alzare la mano quando Vector disse qualcosa che le fece spalancare la bocca per la sorpresa: “Si, signor Malfoy?”

Hermione si girò sulla sedia. Non era mai stata la seconda a finire una tabella, mai!

“La proprietà del cinque, in relazione al sistema di elementi è uguale alla somma delle particelle magiche presente in ogni grammo dato di polvere di ali di pipistrello.”

Hermione controllò furiosamente sulla sua pergamena.

Che Merlino la aiuti, aveva ragione!

“ Molto bene signor Malfoy! Dieci punti a Serpeverde. Ora, voglio che prendiate il libro e lo apriate a pagina 327...”

Hermione stava solo parzialmente facendo attenzione quando aprì la sua copia di Numeri e proprietà: una guida avanzata all'Aritmanzia.

Non era la fine del mondo. Pure lei aveva scritto la risposta esatta. Ma qualcuno aveva comunque fatto prima di lei a risolvere la tabella, e quel qualcuno era Malfoy, fra tutti! Di solito rispondeva alle domande solo se Vector lo interrogava e talvolta era impreciso nelle sue rispose dato che era pigro nel prendere appunti.

Gli altri nove studenti erano impegnati a copiare dalla lavagna, i Tassorosso scrivevano con foga, mezzi impazziti.

Hermione si costrinse a concentrarsi sul diagramma che stava scrivendo Vector alla lavagna.

“Mi scusi, professoressa?”

Vector si fermò con la mano ancora a mezz'aria, e guardò oltre la testa di Hermione. “si?”

“Credo che la X dovrebbe trovarsi accando al due, non al quattro.”

Vector era sorpresa, proprio come Hermione. “Oh, si, in effetti dovrebbe. Altri cinque punti a Serpeverde” mentre la professoressa cancellava e riscriveva,Hermione gettò un rapido sguardo oltre la sua spalla. Malfoy alzò lo sguardo dal suo foglio pieno zeppo di appunti e le rivolse un ghigno dei suoi, il sopracciglio sinistro alzato.

Non era certa di come sarebbero evolute le cose, ma la volta successiva che Vector fece una domanda alzò il braccio così veloce che le scrocchiò il gomito.

“Si, signorina granger?” chiese la donna, ed hermione snocciolò la risposta così velocemente che non prese nemmeno fiato, facendo guadagnare cinque punti a Grifondoro.

Appena finì la lezione, Hermione si sentì davvero sfinita. Rimise apposto i sui libi nella cartella, con i capelli che gli svolazzavano di fronte al viso. Malfoy la superò di fronte al suo banco e fermandosi lì accanto, le mormorò: “Devi fare più attenzione, Granger. Ti prenderai un colpo di frusta a forza di alzare il braccio così veloce. Sarebbe un peccato non poterlo più alzare, vero?”

Non gli rispose. Tutto quello che sapeva era che dovera stare in guardia, da adesso in poi. Studiare sarebbe stata la sua priorità. Battere Draco Malfoy sarebbe stata la sua preorogativa.

 


NdT.

Il Y2K bug è il millennium Bug del 2000!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, sono in ritardo lo so! Vi mando un bacio e spero di far prima stavolta! Il prossimo capitolo è molto simpatico!

Buona lettura,

char

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