I hope a love story.

di MariannaAle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capter 1 ***
Capitolo 2: *** CAPTER TWO E PERSONAGGI ***
Capitolo 3: *** Capter 3 ***
Capitolo 4: *** Capter 4 e altri personaggi. ***
Capitolo 5: *** Capter 5 ***
Capitolo 6: *** Capter 6. ***
Capitolo 7: *** Capter 7. ***
Capitolo 8: *** Spoiler capter 7 ***
Capitolo 9: *** Capter 8 ***
Capitolo 10: *** Capter 9 ***
Capitolo 11: *** Lettera di Justin per noi e Capter 10. ***
Capitolo 12: *** Capter 11. ***
Capitolo 13: *** Sorry. ***
Capitolo 14: *** Capter 12. ***
Capitolo 15: *** Non è un capitolo . ***
Capitolo 16: *** Capter 13. ***
Capitolo 17: *** Capter 14. ***
Capitolo 18: *** Capter 15. ***
Capitolo 19: *** Capter 16. ***
Capitolo 20: *** Capter 17. ***
Capitolo 21: *** Capter 18. ***
Capitolo 22: *** Swag. ***
Capitolo 23: *** Capter 19. ***
Capitolo 24: *** Capter 20. ***
Capitolo 25: *** Capter 21. ***
Capitolo 26: *** Capter 22. ***
Capitolo 27: *** Capter 23. ***
Capitolo 28: *** Avviso. ***
Capitolo 29: *** Capter 24. ***
Capitolo 30: *** Capter 25. ***
Capitolo 31: *** Capter 26. ***
Capitolo 32: *** Capter 27 ***
Capitolo 33: *** Capter 28. ***
Capitolo 34: *** Capter 29. ***
Capitolo 35: *** Capter 30. ***
Capitolo 36: *** Capter 31. ***
Capitolo 37: *** it's importante e moltooo ahahaha ***
Capitolo 38: *** Ehi. ***
Capitolo 39: *** Capter 32. ***
Capitolo 40: *** Capter 33. ***
Capitolo 41: *** Capter 34. ***
Capitolo 42: *** Capter 35. ***
Capitolo 43: *** Capter 36. ***
Capitolo 44: *** Capter 37. ***
Capitolo 45: *** Capter 38. ***
Capitolo 46: *** Capter 39. ***
Capitolo 47: *** Capter 40. ***
Capitolo 48: *** Capter 41. ***
Capitolo 49: *** Capter 42. ***
Capitolo 50: *** Capter 43. ***
Capitolo 51: *** SEQUEL. ***
Capitolo 52: *** Capter 44. ***
Capitolo 53: *** Capter 45. -The end- ***
Capitolo 54: *** Error ***



Capitolo 1
*** capter 1 ***


Vivian ‘s pow.


Vivian Leight Salvador ritorna immediatamente qui  cazzo ! “  sempre la stessa storia, l’ennesima litigata con mio fratello e l’ennesima rottura dei coglioni.
sbattei la porta di casa talmente forte da far svegliare i vicini di casa e perché? Perché mio fratello ha deciso di trasferirci a Los Angeles e lasciare il mio adorato Puerto-Rico. Non ci posso ancora credere, si certo ho sempre desiderato andarci ma non andarci per sempre.
mi incamminai in riva alla spiaggia per dimenticare almeno per un secondo tutto questo.
il mare anche se era notte fonda era davvero meraviglioso e le palme lo facevano diventare ancora più bello. Mi mancherà tutto questo..
Come farò senza Crystal, la mia migliore amica, al mio fianco? E senza Josè il mio ragazzo?
decisi poi di tornare a casa o mio fratello si sarebbe incazzato di più.
Dopo la morte dei miei genitori la mia vita è cambiata radicalmente: da casa scuola, a sesso fumo droga e discoteca e questo non faceva molto felice mio fratello. Ero diventata ribelle,ribelle da morire.

Suonai  molte volte quel cazzo di campanello e finalmente mio fratello aprì
John..” dissi spingendolo leggermente per farmi passare.
“l’aereo parte domani alle quattro. Devi essere pronta" esclamò.
“ cosa? Ma sei pazzo? Pensi sia facile per me? Non posso lasciare tutti qu! “vaffanculo” soffiai leggermente in modo che lui mi sentisse. È la prima volta che alza le mani con me..
Mi diressi in camera con le lacrime agli occhi..non ci posso ancora credere..

Gemetti sentendo la musica di mio fratello rimbombare anche nella mia stanza. Erano le 9.00 e lui già metteva la musica?
Vivian! “  che cazzo vuole adesso?
che vuoi John?? Sto cercando di dormire cazzo ! “  gridai in modo che mi sentisse,
Spalancò la porta e inizio a saltellare  e a cantare gentleman di Psy.
“ John hai vent’anni cazzo !!  sembri un bambino” non è possibile perché a me?
“Dai su svegliati devi prepararti ancora la valigia e devi salutare i tuoi amici..” disse con un sorriso compassionevole. Non voglio nessuna compassione da lui.
si si adesso lo faccio..”  me ne ero completamente dimenticata..
scusami per ieri ma ero nervoso..” disse mentre  mi accarezzava la guancia destra
non ti preoccupare John..levati da qui che devo cambiarmi “ dico spingendolo leggermente
si si  ciao.”  Se ne andò e chiuse la porta.
andai in bagno e mi feci una doccia calda per poi cambiarmi: scelsi dei pantaloncini bianchi strappati e una maglia fucsia con la spalla sinistra scoperta.
presi due valigie e ci misi tutti i miei vestiti e affetti personali..
John io esco ciao “ gridai mentre uscivo. Non ricevetti alcuna risposta..boh..
chiamai Crystal e gli dissi di venire in spiaggia . poi chiamai gli altri e il mio ragazzo.
Li vidi venirmi in contro e salutarmi con un bacio nella guancia
ragazzi devo dirmi una cosa importante” dissi con gli occhi leggermente lucidi..
Vivi ehi perché piangi?” mi disse Crystal abbracciandomi. La ignorai e ripresi l’altro discorso
mi devo trasferire a Los Angeles per sempre ragazzi” non riuscì a resistere e le lacrime già scivolavano dal mio viso abbronzato.

Recensite!

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Capitolo 2
*** CAPTER TWO E PERSONAGGI ***


Capitolo due.
 

Vivian’s pow

I miei amici avevamo un’espressione scioccata e come biasimarli me ne stavo andando..
cosa? Vivi non mi puoi lasciare da sola cazzo? Hai fatto qualcosa per impedire tutto questo eh? L’hai fatto? Dannazione me lo avevi promesso ! “  urlò   Crystal con le lacrime agli occhi..
“ spiegami cosa potevo fare ? non è colpa mia Crysti ..pensi davvero che ti avrei lasciata? !” gridai.
“ si scusami , lo so che non è colpa tua ma non puoi lasciarci ti prego..” stava piangendo molto ma io non potevo fare niente così l’abbraccia e gli dissi che l’avrei chiamata ogni giorno
“ Vivi ci dispiace molto ci mancherai un casino. Davvero” era anche lui distrutto . E’ tutta colpa mia cazzo.. “ vi chiamerò ogni giorno giuro! Parola di scout! “ il mio tentativo di togliere la tensione era riuscito..
“ sai sempre come sdrammatizzare tutto amore” questo era Josè anche lui come tutti piangeva.
Mi avvicinai a lui e lo bacia per poi salutare tutti con un grande abbraccio
“ vi voglio bene ragazzi non dimenticatevelo..” maledette lacrime..

Mi incamminai verso casa mia, ormai erano le 3.30 di pomeriggio e dovevamo andare in aeroporto
“ sono a casa John! “ gridai. Senti dei passi scendere dagli scalini di casa mia
“ Vivi sei pronta? Dobbiamo andare , su prendi le tue cose” mi disse con un sorriso dipinto sulla faccia
“ si adesso arrivo”  presi la mia valigia e osservai per l’ultima volta la mia camera che aveva così tanti ricordi..
Scesi giù e entrai nella macchina.
Poco a poco ci allontanavamo da quella casa che mi aveva vista crescere per diciassette lunghi anni..

Eravamo arrivati all’aeroporto da ormai 15 minuti e non sapevamo dove cazzo bisognava andare.. sarà la millesima volta che ci giriamo intorno..
“ ecco dobbiamo andare a prendere il biglietto dai vieni”  disse John appena vide la biglietteria
Prendemmo i biglietti e ci recammo a fare il ceck-in ( non so come si scriva) .
“ si avvisa alla gentile clientela che il volo per Los Angeles sta per parite” una voce meccanica ci avvisa che dobbiamo imbarcarci nell’aereo..
E’ la prima volta che salgo in un aereo e  mi sto decisamente cagando addosso.Cazzo.
“ Vivi dai andrà tutto bene, se ti addormenti le tre ore finiranno in fretta” mi disse dolcemente John
Seguii il suo consiglio e cercai di dormire. Inutile, non ci riuscivo . Presi il mio Nokia Lumia e le cuffie  e iniziai ad ascoltare musica.
L’aereo  stava ormai per decollare.
Io invece, non ero ancora pronta per lasciare tutto ma era troppo tardi..

Justin’s pow


Ero nel corridoi della scuola a cazzeggiare per non andare q quella cazzo dilezione di biologia.
Andai nel giardino del retro e fumai una sigaretta, non ce la facevo più non vedevo l’ora di finire questa cazzo di scuola e fare ciò che mi piace fare.

L’ora era passata velocemente e tutti poco a poco uscivano dalla loro classe per andare alla mensa
“ ehi amico, dove cazzo eri?”disse Chaz , il mio migliore amico.
“ ehi bro, Non volevo fare lezione tutto qui..”  ero scocciato..ma che cazzo di domanda era..
Mentre andavamo vidi uno sfigato che cercava di aprire il suo armadio..
“ oh ma guarda un pò? Westem non dovrebbe stare da solo quando non c’è nessuno nei corridoi ..” mi divertivo un sacco a spaventarlo ..
“c-c-che cosa vuoi ora?” balbettò ..sfigato..
“ oh semplice sfogarmi..”

Qui in questa scuola tutti avevano paura di me, o perché sono mezzo bullo , o perché dicono che sono il capo della banda” The King’s”   .. può essere vero come può essere una bugia, ma questo ve lo dirò più avanti..


Leggetemi qui ci sono i personaggi e qualcos’altro dovete solo leggere
 
Intanto per iniziare volevo presentarmi:

MI chiamo Alessandra e non sono italiana ma io come la protagonista sono del Puerto-Rico, ma sono nata qua. Ho deciso di ispirarmi un po’ a me stessa in questa storia . boh non so che altro dirvi spero leggete tutti i capitoli Jbaci <3

protagonisti


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Capitolo 3
*** Capter 3 ***


CAPITOLO 3.


Vivian’s Pow

Quelle tre ore erano quasi passate . Precisamente mancava mezz’ora..
girai la testa per vedere cosa faceva mio fratello. Dormiva.
“ salve signorina,volevo avvisarle che l’aereo sta per atterrare dovrebbe svegliare suo fratello” una hostess molto giovane attirò la mia attenzione  mentre ero avvolta nei miei pensieri.
oh si adesso lo sveglio” risposi  sorridendole lei ricambiò e se ne andò ad avvisare altre persone.
“ John svegliati stiamo per atterrare”  mossi leggermente la sua spalla per svegliarlo con scarsi risultati perché come risposta ricevetti solo un mugolio indecifrabile, così decisi di  svegliarlo più violentemente.
Dopo quasi 10 minuti riuscii a svegliare quel coglione.
“ cazzo John pensavo fossi morto dio! “ dissi quasi urlandogli
“ ehi piccola stavo solo dormendo tutto qui.” Rispose stiracchiandosi leggermente..
Gemetti rumorosamente pensando a quell’odioso nomignolo che mi aveva affidato fin da piccola…dannazione lui sapeva che mi da fastidio eppure lo fa sempre..boh.
“ smettila di chiamarmi così” sbottai dandogli una leggera sberla.
Finse di avergli fatto male piagnucolando. Patetico.
“ si avvisa la gentile clientela che il viaggio è finito “  sorrisi appena quella voce ci avvisò..stavo andando a Los Angels cazzo! Ma come potrei non essere triste allo stesso tempo? Ho lasciato la mia città e i miei amici..
“ siamo arrivati Vivi! Non ci posso ancora crederee” attirò  la mia attenzione mio fratello
“ già, credici piccolo credici” esclamai chiamandolo allo stesso modo che mi aveva chiamato prima
Mi fede la linguaccia e uscimmo dall’aeroporto.
Ero scioccata questa città era immensa ed era pieno di grattaceli e luci,  ovvio erano quasi  le sette e mezza. Era diversissimo da Puerto-rico ..
Chiamammo un taxi che ci portò in un hotel  prenotato da mio fratello prima della partenza..
La macchina si fermò e davanti a me apparse un hotel a quattro stelle. In Puerto-Rico eravamo abbastanza ricchi e quindi potevamo permetterci hotel ancora più elevati.
Consegnò i soldi al taxista e ci incamminammo verso l’hotel .
Camera 120 era la stanza che ci avrebbe ospitati per una notte e dopo avremmo visto la nostra casa..
“ vai a farti una doccia  che dopo dobbiamo cenare” disse mio fratello mentre si distendeva nel suo letto.
Aprii la valigia e scelsi dei jeans strappati e una maglietta bianca con la scritta “peace” nera al centro e le mie supra bianche.
Mi svestii e entrai nella vasca.
Cosa succederà quando sarò nella mia nuova casa e nuova scuola? Avrò amici come quelli che avevo nel mio paese? Ci saranno cambiamenti?
Erano queste le domande che mi affollavano la mente. Sì , la doccia mi faceva riflettere molto a voi no?
dopo una buona mezz’ora mi avvolsi nell’asciugamano e mi asciugai.
Mi vestii e poi chiamai mio fratello per andare a mangiare.

Justin’s Pow

Ero  disteso nel divano a guardare un disgustoso film con la mia ragazza. Aveva il ciclo e quindi niente sesso con lei.
Era davvero una domenica sera orrenda, a quest’ora dovrei essere ad una festa a scoparmi qualche bella ragazza e invece sono qui con la testa della mia “ragazza”  appoggiata al mio petto muscoloso a guardare l’intera saga di  Twilight. Cosa c’èra di più noioso di questi  film? Troppo romantico e poi rischiare la vita per l’amore? Ma che minchiata è?? Boh.
Sospirai pesantemente vedendo tutte quelle scene così romantiche e disgustose..
Quando finimmo di vedere quei film , precisamente alle 11.30  cacciai la ragazza restata qui e  uscii di casa , presi la mia Porsche bianca e guidai fino ad arrivare alla discoteca più vicina di Los Angeles.
Parcheggiai ed entrai per cercare qualche bella ragazza da scopare.
Ne avvistai una seduta in un divanetto  nero. Sembrava una puttana che aspettava che qualche bel ragazzo fosse pronto per scoparla.
“ ehi dolcezza vuoi venire a casa mia per divertirci  divertirci?” la chiamai attirando la sua attenzione toccandogli la coscia destra.
“ certo bellissimo non vedevo l’ora di divertirmi” disse leccandomi in labbro superiore.
La presi per mano  e la portai fuori e poi in macchina per andare a casa mia.
Entrammo a casa mia e la sbattei nelle pareti del salotto. Non mi piace portare le troiette nella mia camera preferisco il divano.
La bacia violentemente  mentre lei si strusciava la sua intimità contro la mia.
Mi slacciò  la cintura e mi abbassò i pantaloni e i boxer.
Mi trascinò nei divanetti e iniziò a toccare il mio membro  e pompando su e giù.
Gemetti mentre con le mani la incitai a continuare.
Quando ero al punto di venire la fermai e capovolsi la situazione.
“ ora tocca a me troia”  le chiamo sempre così le ragazze che mi faccio. A loro non da fastidio .
Le tolsi la maglietta e il reggiseno e iniziai a stuzzicarle i capezzoli.
Gemette a questo contatto.
Le abbassai la mini gonna e il perizoma e poi scesi giù con le mani fino alla sua intimità.
Strofinai le mie dita contro il suo clitoride e poi entrai in lei con le dita per poi baciarle  l’intimità.
Con un colpo secco entrai in lei spingendo in modo violento.
Uscii un piccolo urletto dalla sua bocca non aspettandosi questo inaspettato gesto.
Quando arrivammo entrambi all’orgasmo la feci rivestire e la cacciai via.
Davvero un buon sesso anche questa volta, pensai.
Mi misi dei nuovi boxer e poi andai a dormire.



LEGGETE SONO IMPORTANTE ANCHE IO

Vi ho postato anche il capitolo 3. Spero sia di vostro gradimento

Però voglio che recensiteee

Ale. <3

 

 

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Capitolo 4
*** Capter 4 e altri personaggi. ***


CAPITOLO 4.


Vivian’s Pow


Mi svegliai grazie alla luce del sole che entrava dalla finestra.
Guardai l’ora e vidi che erano le 10.00. Ormai la colazione era già terminata e quindi decisi di ritornare a dormire. Cosa impossibile perché non ci riuscii.
decisi poi di svegliare mio fratello e andare a vedere un po’ questa meravigliosa città.
Lo chiamai svariate volte e alla fine aprì gli occhi e mi baciò la guancia.
“ che ne dici di andare a fare un giro per Los Angeles? “  chiesi a John sperando che rispondesse di sì.
“ dammi 15 minuti e poi andiamo dolcezza” ma la smetterà mai di darmi nomignoli odiosi?!?
“ John ho un nome cazzo! “ sbottai.
“ oh scusami piccola” fanculo.
“ vai in bagno e sbrigati coglione.” Sbottai incazzata.
Entrò in bagno per lavarsi e io intanto presi la mia valigia da sotto il letto e la aprii.
Scelsi dei pantaloncini corti viola e una maglietta grigia con scritto “ Fuck” al centro e delle all star bianche. Era giugno per cui qui faceva davvero caldo. Ma non quanto in Puerto-Rico , là era sempre estate.
Aspettai un po’ e dopo ( finalmente ), mio fratello uscì già vestito e pettinato. Cazzo sembrava una donna da quanto ci metteva per prepararsi.
“ eccomi Vivi “ prese le chiavi della camera e uscimmo per andare a visitare la città.
Era bellissima, c’erano negozi ovunque, cinema, luna- parck  e molte altre cose.
Per visitare la città intendevo fare shopping e così decisi di entrare nel primo negozio che mi si trovava davanti. Ovviamente obbligando John  prendere le borse.
entrai nel primo dove c’erano solo vestiti da sera.
Presi uno lungo fino a metà coscia di color rosso con una cintura sotto il seno argentata con diamanti e delle scarpe col tacco nero.
Pagai e poi andai alla ricerca di un negozio per vestiti casual.
Entrai nel primo che mi capitasse e iniziai a provare tutte le magliette e pantaloncini che mi piacessero.
Ero a cambiarmi nell’ennesimo negozio quando io e John sentimmo un sparo al di fuori del negozio.
“ Vivi stai dentro a un camerino io vado a vedere cazzo succede.” Mi sussurrò mio fratello.
Annuii e lo lasciai andare. Mi stavo decisamente cagando addosso.  c’è  capitemi ero a fare shopping tranquillo e poi senti uno sparo ma vi sembra una cosa normale? Boh per me no.
Ero chiusa nel camerino da ormai mezz’ora così decisi di andare a vedere che fine aveva fatto John.
Uscii schietta schietta  e mi avviai verso l’entrata del negozio.
La scena che vidi era scandalizzante tanto che tirai un urlo pazzesco.
C’èra la commessa che ci aveva accolti distesa per terra nella tua stessa pozza di sangue e la cassa dei soldi vuota. Subito capii  che c’è stata una rapina.
“ John dove sei? John!” gridai. Ma nessuno mi rispose.
“ Jo- “ stavo per gridare di nuovo ma uno mano non me lo permise.
“ stai zitta Vivi , credo che siano ancora qui”  sussurrò John.
Lo abbraccia talmente forte da farlo soffocare.
“ pensavo fossi morto cazzo” sussurrai baciandogli la guancia.
“ ehi, mi ci vuole ben altro per uccidermi “ modesto il ragazzo.
“ sempre modesto sei cazzo” sbottai.
Mi prese per mano e mi trascinò fino all’uscita di emergenza.
“ perché non sei venuto a cercarmi coglione” lo rimproverai.
“ non potevo piccola cazzo! C’erano almeno cinque ragazzi che gironzolavano per il negozio ma ero calmo perché sapevo che la non avrebbero cercato.” Ma se erano dei camerini ? sarebbero stati i primi posti dove cercare.
“ ma come? Guarda che ero nei camerini stupido. Se mi trovavano solo dio sa cosa mi avrebbero fatto” imprecai abbassa voce le ultime parole .
“ ma per fortuna non  è successo niente. Non essere pessimista e poi quei camerini dov’eri tu non erano mica in bella vista, erano nascosti dietro  la parete e in più non avevano molto tempo da perdere per controllare i camerini scema.” Mi rispose il coglione che dovrebbe essere  mio fratello.
“ si vabbè. Tu dov’eri’? “ chiesi. Deve aver trovato un ottimo nascondiglio altrimenti sarebbe morto come quell..O MIO DIO HO VISTO UN CADAVERE CAZZO ! CHE DIO MI AIUTI SONO TRAUMATIZZATAA               .
Gridai a quel ricordo
“ Ma sei scema? Cazzo urli adesso? “ mi sgridò.
“H-ho v-visto un cadavere di una ragazza John..d-d-ella commessa..” mormorai . Ero spaventata merda.
“ Sì l’ ho visto anche io. Sicuramente adesso ci sarà la polizia . non devi preoccuparti e comunque ero dietro un armadio dove tenevano delle camicie per Gay. Chi avrebbe mai cercato  in mezzo a quelle camicette orrende?”  sa essere ironico anche quando succedono queste cose. Stupido.
“ beh non si sa mai coglione” gridai .
Mi prese per mano ignorando la mia affermazione e chiamò un taxi.
Appena arrivammo nell’hotel corsi nella camera.
“ avevi dimenticato queste ritardata”  e sarei io la ritardata adesso??! Boh.  Mi girai per vedere di cosa stava parlando e vidi le mie borse con i vestiti nuovi
“ Grazie grazie grazie! “  saltellai fino ad arrivare da lui e abbracciarlo.
“ preparati che prima mi hanno chiamato, dobbiamo andare nella nostra nuova casa.”
Annuii e misi apposto la valigia.
“ sei pronta?” mi chiese. Annuii e finalmente ci avviammo nella nostra “ New Home” (No okei, dovevo farlo per forza).
Salutammo quel signore dell’albergo e chiamammo un taxi.
Erano le 14.00 ormai e fame dopo quello che avevo visto non ce l’avevo.




Quando arrivammo , dopo un lungo viaggio, mi apparse una villa bianca enorme!
Ero impressionata. Con quali soldi l’aveva comprata questa adesso?
“ hai visto Vivi . non è meravigliosa? “ esclamò  dalla felicità
e me lo chiedi pure John” gridai. Cazzo cazzo cazzo voglio vedere la mia camera. ADESSO.
“ Vai su a vedere le stanze.” Mi disse mentre lui vedeva il piano di sotto.
Annuii e corsi di sopra.
Ci saranno stati sette bagni   e almeno cinque camere da letto.
Vidi una porta di color rosa. Dovrebbe essere la mia.
Aprii la porta  e sgranai gli occhi dalla sorpresa.
Era immensa e aveva altre due stanze. Bagno  e CABINA ARMADIO!
“ O mio dio “ parlavo da sola. sto iniziando  a preoccuparmi di me stessa.
C’era in mezzo un letto matrimoniale e le pareti erano di viola chiaro era abbastanza vuota come stanza così decisi di riempirla con qualche mia cazzata. Dopo di che riordinai i vestiti nella mia bellissima cabina armadio.



Justin’s Pow.


Erano le 6.00 di mattina  e grazie al mio cellulare che squillava mi svegliai per rispondere.
Era Chaz il mio migliore amico.
“ che vuoi cazzo” sbottai incazzato. Sapeva benissimo che non doveva chiamarmi a quest’ora.
“ non abbiamo più soldo Justin. Gli abbiamo finiti tutti.” Che cosa? E come cazz’??
“ COSA??? Mi stai prendendo per il culo per caso? Ne avevamo un sacco! “ gridai ero rosso dalla rabbia.
“ ehm..si lo so ma gli abbiamo usati per comprare droga e altre cose. Oggi dovremo  anche dare 200 dollari a Mike per averci fatto una bomba. Cazzo.” Sbottò ricordandosi l’evento.
“ merda! E ora che facciamo?” chiesi sperando che mi desse una risposta.
“ non lo so amico , sei tu il capo.” Stronzo. Usa sempre questa scusa.
“ l’unica cosa. Rapinare.”  Risposi con un sorriso maligno dipinto nel viso.
“ ottima idea. Oggi si salta scuola amico!”  mi disse.
“ già . vediamoci tra tre ore nel nostro solito posto. E chiama anche gli altri.”
“ va bene.”
Mi rispose per poi riattaccare.
Sbuffai rumorosamente e cercai di riaddormentarmi. Oggi niente scuola.


Mi alzai velocemente per vedere l’ora.  Cazzo erano le 8.30 del mattino ,  devo sbrigarmi.
Mi vestii  nel mio modo fighissimo di vestire, presi le chiavi e guidai fino alla mia destinazione.
Entrai nell’ enorme magazzino e salutai tutti.
“ allora  oggi alle 11.00 andremo a rapinare una banca e al massimo qualche negozio.” Sorrisi orgogliosamente alla mia idea geniale. Si , sono molto modesto.
annuirono e ci organizzammo per la missione.


Salimmo nel nostro Suv nero e ci recammo alla banca più vicina.
“ dai prendete le pistole e il passamontagna che è ora di scendere” gli avvisai parcheggiando  più avanti della banca.
Caricammo le pistole e entrammo nell’edificio.
“ mani in alto e dateci tutti i soldi, altrimenti spariamo.” Avvisai  ringhiando.
Mi incamminai verso la signora più vicina e gli puntai la pistola alla tempia mentre Chaz, Ryan, Chiad e Jason sorvegliavano l’uscita .
“ forza.” La incitai. Annuì e prese tutti i soldi che aveva.
Uscimmo dalla banca e cercammo il negozio più vicino. Avevamo bisogno di 200 dollari in più per pagare quel pezzo di merda di Mike.
Ne avvistai uno dove non c’èra nessuno ed e sparammo per attirare l’attenzione della commessa.
Dacci tutti i soldi che possiedi bellezza altrimenti avrai un buco proprio qui” l’avverti indicando il suo cuore.
Scosse la testa e mi guardava impaurita.
La pregai molte volte ma lei non ascoltò.
“ Salutami Dio piccola” le dissi per poi sparare dritto al cuore.
Presi i soldi e corremmo via.

   
LEGGETEMIIII E' DAVVERO IMPORTANTEEE

Bene. Grazie per avermi cagata. 

Avete visto ? le cose stanno iniziando a collegarsi...secondo voi è capo di una banda si o no Justin? hahaha che domanda stupida penso ci siate arrivate da sole. <3 

Sono orgogliosaa di me stessaa hahaha c'è modestia apparte è lungoo il capito. 
Vorrei che recensiste così per vedere se vi piace.

Vi lascio qui gli altri personaggi :


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Image and video hosting by TinyPic ( Chaz )

Image and video hosting by TinyPic ( RYAN)

Image and video hosting by TinyPic ( CHIAD)

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Capitolo 5
*** Capter 5 ***


CAPITOLO  5.


Justin’s pow.

Appena parcheggia il furgone uscimmo ed entrammo nel magazzino.
“ Chiad conta quanti soldi abbiamo.” Ordinai porgendogli i dollari.
Annuì e si sedette nella  sedia più vicina.
“ Justin detesto doverlo dire, ma hai sbagliato a uccidere quella ragazza cazzo.” Urlò  Chaz .
Sì, lo sapevo di aver sbagliato ma cos’altro potevo fare?
Non gliel’ avrei data vinta così finsi di dargli torto.
“ e sentiamo perché avrei sbagliato” domandai sfidandolo. Lo so è il mio migliore amico ma odio quando qualcuno mi urla dietro.
“ Ma sei scemo per caso? Cosa penseranno adesso che l’hanno vista?” 
“ cosa vuoi che me ne freghi dio! Non capiranno mai che siamo stati noi. Avevamo il passamontagna idiotaa! “
gli diedi uno sberla nella testa per quanto era stupido.
“ e allora? Adesso andranno fino infondo per scoprire chi è stato a ucciderla e a rapinare..e sta sicuro che noi saremmo nella lista! “ ma perché se la prendeva tanto?
Okei lo ammetto sono stato un’idiota.
“ noi negheremo allora.” Affermai toccandomi i capelli e sospirando.
“ spero che crederanno-“ lo interruppi.
“ Se sospetteranno di noi. Non sanno nemmeno chi siamo poi..” lasciai la frase in sospeso.
“ vabbè ci toccherà aspettare e basta.”  Prese una sigaretta e l’accese.
Feci con il dito di darmene una e di accendermela.
Mi avvicinai a Chiad che stava contando i soldi.
“ quanti ne abbiamo?” domandai.
“ 75.000” bene proprio quello che mi aspettavo di avere.
Salutai tutti e tornai a casa, avevo un sonno tremendo.

Mi svegliai e guardai l’ora che segnava le 7.00 di sera.
Mi alzai e andai a lavarmi.
Non sapevo che fare in tutta la sera. Boh andrò a farmi un giro da qualche parte.

Uscii dalla doccia e mi vestii per poi prendere le chiavi di casa e le sigarette ed uscire di casa.
Faceva leggermente freddo, ma era una cosa sopportabile infondo era estate no?
Accesi la mia sigaretta e mi incamminai verso la panchina più vicina.
Riflettevo..Riflettevo tanto quando mi sedevo da qualche parte mentre fumavo.
Che fine hanno fatto la mia famiglia? Dove saranno adesso?
Mi capitava molto raramente di pensare alla mia famiglia.

Flashback
“Justin! Justin vieni qui devo farti vedere il mio nuovo disegno! “Gridò Jazzie la mia sorellina di appena dieci anni. Mi faceva sempre vedere i suoi nuovi disegni,  per essere una bambina  era davvero brava a disegnare  meglio di me e di Jackson.
Mi incamminai verso la sua cameretta per vedere che disegno aveva fatto.
Posai le mie mani sulle sue spalle per vederlo.
Spalancai la bocca era bellissimo. C’era lei che correva in riva ad una spiaggia ed io e Jackson che la rincorrevamo,  eravamo più piccoli di adesso  . Non capivo cosa volesse rappresentare con questo disegno
“ che cosa vuoi  rappresentare con  questo disegno piccolina?” le chiesi dolcemente.
E’ un disegno che rappresenta il passato Justin..Non te lo ricordi più cosa successe?” mi chiese. Non capivo dove volesse arrivare.
“ No, non capisco Jazzie” risposi .
“ non ti ricordi quando comprammo tre gelati? Eravamo in questa spiaggia e voi mi rincorrevate perché vi avevo fatto cadere il vostro. Era stata la prima volta che ci divertimmo così tanto dopo la morte del nostro Zio.” È vero me lo ricordo adesso quando scoprimmo della sua morte ci eravamo divisi , fino a quel momento. Poi ci rilegammo  ancora più di prima.
“ Te lo regalo a te questo disegno Justin.” Affermò girandosi verso di me.
“ davvero me lo daresti?” chiesi. Di solito i disegni che faceva se li teneva per lei. Strano.
“ Sì così non ti dimenticherai mai di me e di Jackson” non lo farei mai.
“ va bene lo prendo. Ma sappi che anche se cascasse il mondo io di voi non mi dimenticherei mai.” Le dissi.
Le baciai la guancia e presi il suo disegno, Lo attaccai alla parete da quando bello era.



Sorrisi pensando a quel ricordo.
Quando me ne andai di casa circa due settimane dopo che mi regalò quel disegno me lo portai via ma ora non ricordo dove lo misi.
Adesso Jazzie dovrebbe avere 13-14 anni e Jackson  17. Sono diventati grandi quei due. Mi mancano un casino.
E mamma chissà come sta..Spero gli manchi come lei manca a me.
Mio padre invece non mi manca per niente, anzi lo odio.
E’ per colpa sua se me ne sono andato, solo sua.
Cassie la mia ragazza. Magra viso angelico e capelli biondi era la donna più bella che avessi mai visto.
Dovrei dire era la mia ragazza.
Mio papà la uccise. Lui è come me. Un killer.
Gli dava fastidio che io stessi di più con lei che con la mia famiglia.
Io l’amavo più di me stesso e questo mio papà lo capì  così fece in modo che io e Cassie non ci vedessimo. Ma fu impossibile. L’amore non si può fermare. Quando lo trovi non c’è nulla che ti fermi .

(LEGGETE CON IL SOTTOFONDO DI JasonMraz- I won’t give up.)
FLASHBACK


“Guarda il cielo è pieno di stelle Justin! “ esclamò Cassie alzando lo sguardo al cielo.
Alzai gli occhi e vidi quel cielo così limpido e pieno di stelle.
Eravamo scappati per stare insieme. Mio padre voleva separarci ma nulla ci avrebbe fermato.

esprimi un desiderio Cassie.”Le dissi subito dopo aver visto una stella cadente passare davanti a noi.
Chiuse gli occhi e dopo li riaprì per guardarmi come se stessi per sparire da un momento all’altro.
“ che succede amore?” le chiesi accarezzandole la guancia destra.
“ ho paura che potrebbero scoprirci. Che cosa succederà?” mi chiese cercando una risposta nei miei occhi.
Ma neanche io lo sapevo purtroppo.
“ non lo so, l’unica cosa da fare e pensare al presente.” Le sorrisi e poi la baciai.
Fu in quel momento che sentii qualcosa o meglio qualcuno muoversi.
Mi alzai per vedere cos’era ma non trovai niente.
“ JUSTIN!” gridò Cassie . Mi girai per vedere cosa succedeva.
Il mondo mi cadde addosso. Mio padre ci aveva scoperti e ora stava puntando la sua pistola alla tempia della mia ragazza.
“ Justin io ti avevo avvisato di starle alla larga… Credi  che non vi avrei trovati? Ho molto informatori qui. è stato un gioco da ragazzi.” Sorrise malignamente  e strinse con le braccia il collo fragile della mia Cassie.
“ No! Sta fermo ti prego “ gridai dalla disperazione. Non poteva capitarmi tutto questo. Non adesso.
Le lacrime mi rigarono il viso appena vidi Cassie cadere lentamente per terra e una pozza di sangue formarsi intorno a lei.
“ NO!” corsi da lei feci di tutto per auto convincermi che era tutto un brutto sogno. Ma non era così.
Mio padre l’uomo che invece di uccidere doveva comportarsi da padre aveva appena tolto la vita alla ragazza che amavo .


Delle lacrime mi  rigavano il  viso ricordando quel brutto momento che segnò la mia vita.
Mi dispiaceva tanto aver lasciato soli la mia famiglia ma dovevo farlo, non potevo più guardare in faccia quell’uomo.
Avrà la mia vendetta.
Aver preso 3 anni di carcere non gli basteranno perché prima o poi metterò fine alla sua vita come lui ha fatto con Cassie.
Andò in prigione un anno dopo che io me ne andai. Volevo ritornare per  stare con i miei fratelli e mia madre ma non mi sembrava una buona idea.
Mi alzai da quella panchina cercando di dimenticare e mi avviai verso casa più distrutto che mai.


Vivian’s Pow


Sorrisi orgogliosa di me stessa per aver addobbato la mia stanza rendendola bellissima.
“ Vivi scendi un attimo!” gridò mio fratello.
Aprii la porta e scesi le scale vedendo la scena più divertente che possa mai  capitare.
C’era John tutto sporco di sugo con la maglietta strappata disteso per terra mentre imprecava.
Scoppiai a ridere. Mi ero dimenticata che lui non sapeva proprio cucinare.
“ non c’è niente da ridere. Aiutami ad alzarmi và!” esclamo arrabbiato del fatto che invece di correre in lacrime verso di lui ero scoppiata a riderli in faccia. E’ abituato a ricevere tante attenzioni.
Lo afferrai per il braccio e lo alzai.
“ ce la potevi fare anche da solo idiota. Potevi chiamarmi così cucinavo io” gli sorrisi ma l’unica cosa che ricevetti fu una smorfia di disapprovazione su quello che avevo detto.
“ voglio proprio vedere tu al posto mio! Non volevo disturbarti, eri occupata a mettere apposto la tua camera” rispose lasciando la mia mano e camminando verso le scale.
Il bello era che zoppicava e si teneva con le mani la schiena. Dovreste vederlo dio!
Scoppia di nuovo a ridere. Quanto poteva essere stupido a volte.
“ che c’è? Sono scivolato cazzo! “ sbottò. Scomparendo dalla mia vista.
Pulii il casino che aveva fatto e mi misi a cucinare.

“ è pronto John” gridai aspettandolo per mangiare.
Scese le scale e si sedette per mangiare.
“ mi piace “ esclamò. Come se non lo sapessi. Bha.
“ Lo so.” Gli sorrisi facendogli la linguaccia.
Finimmo di mangiare pulimmo e andammo a guardare la tv.
Capitai in un canale dove trasmettevano il telegiornale così lasciai lì.
“ Passiamo alla prossima notizia. In un negozio di abbigliamenti c’è stata una rapina di quattro o cinque ragazzi. La polizia dopo aver ricevuto svariate telefonate si recò immediatamente al negozio. Non c’erano più soldi e la commessa del negozio fu trovata morta con una pallottola alla tempia. Non si sa ancora chi siano stati quei ragazzi. Si pensa sia stata una banda della quale non si sa il nome. Il negozio dove avenne la rapina si chiamava  Casually Shop. Non c’erano clienti in quel momento, chi può sapere qualcosa avvisi subito potrebbe essere d’aiuto” spalancai gli occhi. Era quello in negozio dove ci trovavamo noi. Merda.
Mi girai verso mio fratello che guardava il telegiornale come se non fosse successo niente.
“ ma hai sentito o cosa? Sei sordo” lo sgridai pizzicandogli le spalle.
“ ahi!  mi hai fatto male cazzo! E allora? Noi non abbiamo visto niente per cui non vedo il perché andare dalla polizia. Saremo solo di intralcio. Quindi lascia perdere tutto .” sputò freddo. Che cos’era successo a mio fratello?
“ perché li proteggi adesso?” domandai più confusa che mai.
“ perché io ero come loro cazzo” gridò. Subito dopo si rese conto di quello che aveva detto e si tappò la bocca.
Mio fratello come loro? Cosa voleva dire questo? Che cosa mi stava nascondendo?
“ che cos’hai appena detto? chiesi mentre mi rigavano lacrime amare per il dolore che provavo.


 LEGGETEMI!

Ve gusta?? Hahahaha no okei.

Spero sia di vostro gradimento. Recensite però perché se no non so se vi piace o no.
Justin e Vivian non si sono ancora incontrati, sorpresi? Ahahah
vi lascio in pace và.
SE DOVETE FARMI QUALCHE DOMANDA FATEMELA PUREJ

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Capitolo 6
*** Capter 6. ***


CAPITOLO 6


Vivian’s pow.

Ero in attesa di una sua spiegazione.
“Rispondimi cazzo!” gridai presa dalla disperazione.
“ tutto è iniziato quando perdemmo i nostri genitori , circa due anni fa, non avevo soldi ne lavoro e quindi come potevo pagarti la scuola? Cercai un lavoro ovunque pur di vivere una vita decente ma non lo trovai. Preso dalla disperazione andai in uno dei tanti vincoli che si trovavano in Puerto-Rico. Finì che mi persi, girai ovunque pur di trovare una via di uscita. Ma mentre camminavo qualcuno mi prese per il braccio destro e un altro uomo mi prese per quello sinistro mi chiesero perché mi trovavo qui e io risposi che ero in cerca di un posto dove lavorare e che per sbaglio mi ero imbattuto in questo vincolo. Mi dissero che qui si poteva trovare lavoro e che guadagnavi moltissimi soldi. Chiesi dove si poteva chiedere informazioni ma mi dissero che mi avrebbero guidato loro. Quando arrivammo il “ Capo”  mi fece delle domande. Dopodiché mi diedero una pistola e subito dopo entrai nei “ Perros” ( stronzi in italiano ma vuol dire anche cani.)” ero scioccata, mio fratello in una banda?
“ non ci posso ancora credere John. Non prenderla male ma sono delusa da te. Fra tutti i lavori che ci potevano essere in Puerto-Rico dovevi proprio fare questo?” sussurai, non ero affatto abituata a queste tipo di cose. Per niente.
Chissà quante povere persone avrà ucciso.
“lo so che lo sei ma come ti ho detto prima lavoro non c’era.” Abbassò subito lo sguardo, si vedeva che era pentito..
“ hai mai ucciso?” chiesi. Sapevo che aveva ucciso ma volevo esserne certa.
“sì.” Sussurrò  era chiaro che non volesse che io sentissi ma avevo sentito.
Gli occhi iniziavano a pizzicare e le mie labbra a tremare sapevo che stavo per piangere di nuovo.  Per lui.
“ non ci posso credere…perché John? Perché ti sei rovinato la vita così? Sei intelligente e bello perché ti fai questo! Ti odio cazzo! Non voglio più vederti.” Urla. La rabbia prese il sopravvento da non riuscire più a contenere le lacrime.
Mi alzai rabbiosamente per avviarmi nella mia stanza ma un braccio non me lo permise, tolsi  le sue mani dal mio polso  e prima di parlare lo interruppi.
“ e non fermarmi” affermai con tono duro e freddo. Non mi fidavo più di lui, so che forse sto esagerando ma non posso sopportare che si rovini la vita così.
Subito mi venne un dubbio: perché ci eravamo trasferiti qui?spero che non centri niente con quella merda della banda eccetera.
Mi fermai di colpo sentendo gli occhi di mio fratello bruciare dentro di me mi girai e lo guardai negli occhi .
“l’esserci trasferiti non c’entra niente con quella merda con qui hai a che fare vero?” chiesi. Spalancò gli occhi , e li capii che era così. Lui stava scappando da qualcosa o meglio da qualcuno.
“rispondimi” affermai.
“ si per quello. Ormai ero diventato esperto e avevo molti nemici ma poi uccisero Sam minacciandomi che mi avrebbero ucciso. La prima cosa che mi passò per la mente era fuggire. E così feci.” Sospirò e poi mi guardo in cerca di sostegno.
Ecco perché quando aveva visto quel cadavere fece come se non fosse successo niente, e ecco perché prima durante il telegiornale non percepivo nemmeno un po’ di agitamento quanto il mio.
Corsi verso la mia stanza non volevo sentire altro.
Guardai l’ora che segnava le 11.30 di notte così mi misi a letto.
“Vivian domani devi andare ad iscriverti alla scuola !” gridò John.
No ti prego la scuola no cazzo.
Era meglio dormire chissà cosa stanno facendo i miei ami….CAZZO MI SONO DIMENTICATA DI CHIAMARLI!  Sono una testa di cazzo. Scema scema e doppio scema li chiamerò domani. Promesso.
 

Sentii qualcosa suonare e capii che c’era una cazzo di sveglia che non avevo messo io ma mio fratello. Cazzo.
Mi alzai, oggi dovevo andare ad iscrivermi alla National Hight School. Che bello. scherzo preferirei iniziare a lavorare.
 Entrai nel mio gigantesco bagno comprato insieme alla villa con i soldi di tutti quei drogati. Era impossibile dimenticare una cosa del genere.
Decisi di mettermi dei leggins grigi e una maglietta con maniche corte bianca e poi supra nere.
Scesi le scale e non vedendo mio fratello uscii di casa per andare in quella cazzo di scuola.
Era da circa mezz’ora che gironzolavo per Los Angeles ma è perché avevo deciso di fare un giro da sola. Okei lo ammetto mi sono persa.
Chiesi a un signore dove si trovava quella scuola. Neanche sapevo com’era che già la odiavo.
Seguii le indicazioni che mi aveva dato quel signore e finalmente trovai davanti a me una scuola color giallo gigantesca.
Entrai per cercare la segreteria ma era impossibile questa scuola è piena di corridoi, dovevo  chiedere a qualcuno perché se no non sarei più uscita da qui.
“ ehm..scusami mi sapresti dire dov’è la segreteria dovrei iscrivermi..” chiesi a un ragazzo che era intento a prendere qualcosa da una macchinetta.
era alto con i capelli marroni e degli occhi meravigliosamente azzurri.
“ oh ciao si devi andare dritta e …ti accompagno io” affermò prendendomi la mano. Ma quanta confidenza a questo?
Tolsi la mia mano dalla sua e lo seguii
“ eccoci bellezza.” Mi dava l’impressione che ci stesse provando con me.
“ grazie” dissi non mi fidavo di lui. C’era qualcosa in lui che non mi piaceva per niente.
“ piacere Chaz.” Mi porse la mano ma la rifiutai
“Vivian.” Dissi indifferente ed entrai  nella segreteria
ci sarà rimasto di merda ma poco m’importava sarà stato il solito puttaniere.
“ salve sono qua per iscrivermi nella scuola” esclamai attirando l’attenzione di una ragazza bionda ovviamente tinta con degli occhi verdi. Dal modo di vestire sembrava una puttana.
“ salve mi dica il suo nome e compili questi fogli.”
Feci quello che mi aveva chiesto ed uscii da quel posto per rincamminarmi per i corridoi.
“ sfigata ti è caduto un foglio per terra fai meglio..” mi girai di colpo per  incrociare gli occhi  freddi di un ragazzo.

Justin’pow.


La sveglia iniziò  a suonare interrottamente, mi alzai e mi preparai.
Vivevo  da solo in una grande casa. Potevo permettermelo, ero ricco.
presi le chiavi della macchina e partii per andare a scuola.
Quando parcheggia avevo tutti gli occhi puntati su di me cosa che naturalmente non mi dava fastidio  ma era inquietante.
Quando camminai per il corridoio mentre passavo addirittura quegli sfigati facevano un varco per farmi passare sorrisi pensando a quanto tutti hanno paura di me.
“amore sono qui!” la voce squillante della mia troia personale ovvero ragazza mi chiamò. Mi girai e la invitai a venire da me. Anche se incuto terrore questo alle troie piace.
Le presi la mano e attaccai il suo petto contro il mio, e la baciai.
Lei non era come Cassie però, io non ero innamorato di Lizzie la mia ragazza,  ma dovevo pur togliere Cassie  dalla testa altrimenti mi farei solo del male.

Lascia Lizzie in classe e me ne andai, non avevo voglia di fare lezione.

Camminavo pensando ancora a Cassie è stato con lei che feci l’amore per la prima volta, tre anni fa.

FLASHBACK ( ASCOLTATE CON FALL- JUSTIN BIEBER)
Le accarezzai i suoi capelli biondi naturali. Non potevo credere che una sola persona possedeva così tanta bellezza.
 Presi con le mani il suo angelico viso e lo baciai, man mano che passava il tempo il bacio di faceva sempre più passionale.
Mi staccai da lei e iniziai a baciarle il collo fino a scendere sempre più giù.
Eravamo una persona sola in quel momento.
La passione prese il comando in quel momento. Io ero pronto per fare quel grande passo e penso che anche lei lo sia.
Ci denudammo dei nostri vestiti e facemmo l’amore tutta la notte con il cielo stellato sopra di noi. L’unica melodia che si sentiva erano i nostri gemiti.



Faceva male pensare a quelle cose.  Era una di quelle notti in cui scappammo.
Scossi la testa cercando di dimenticare e camminai verso i bagni.
Sentii dei passi più avanti dei miei, alzai il volto e vidi una ragazza che camminava e che si lasciava dietro un foglio.
“ Sfigata ti è caduto un foglio per terra fai meglio..” mi interruppe girandosi di scatto e guardarmi dritto negli occhi.

           



LEGGETEMI!


Non pensate che nel capitolo sette ci siano rose e fiori cuori amori e bla bla no tutt'altro.
Non si innamoreranno nel prossimo capitolo e neanche nell'ottavo bisogna solo aspettare.

MMM...potrei lasciarvi uno spoiler? se recensite e mi dite che lo volete lo posto subitissimo ma prima voglio recensioni! 

Ale. <3 
 

 
 
 
 
 

 
 

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Capitolo 7
*** Capter 7. ***


Capitolo sette
 

Vivian’s pow.




 L’impressione che questo  ragazzo davanti a me mi fa ? pff.. niente penso solo che sia Presuntuoso e puttaniere.
“ grazie. Ciao” feci per andarmene ma mi prese per il polso.
La presa sul mio polso diventava ogni secondo più forte.
che vuoi cazzo? Scoparmi ?” sbottai. Nessuno mi doveva toccare in questo modo.
“ scopare una come te? Mai tesoro.” Mi rivolse una smorfia e poi un sorrisino perfido. Che voleva da me?
che vuoi da me allora?” chiesi ero davvero spazientita da lui.
“ nessuno mi rivolge così la parola. Io ti ho fatto un favore e tu mi rispondi cosi? “ mi stava prendendo per il culo cazzo?
“ mollami cazzo tu non sei nessuno per me”cercai di togliere la sua presa ma era molto più forte di me.
“ ne sei sicura? Vedrai non sarò più nessuno ma sarò solo il tuo peggior incubo tesoro.” Rise malvagiamente.
La paura prese il sopravvento ed è lì che iniziai ad avere paura mai come prima. Che cosa voleva dire?
“ e perché dovresti scusa?” chiesi ,ero confusa e scocciata, ma soprattutto avevo paura di lui.
“ perché nessuno mi ha mai risposto così o anzi, quelli che lo hanno fatto ora non ci sono più” e dovrei credere a questa barzelletta? Pff..
“ e come ti dovevo rispondere? Dovevo risponderti come se fossi tua amica? Mi dispiace ma hai sbagliato persona tesoro” lo sfidai. Riuscii a togliere la sua mano dal mio polso e corsi, avevo un brutto presentimento. Sapevo che non stava scherzando. Dovevo tenere gli occhi ben aperti altrimenti potrei essere fottuta.
Lo sentì gridare qualcosa ma capii solo “ io sono ovunque è inutile che scappi.” .


Incubo è solo un brutto incubo no? Ero distesa sul letto a riflettere su quello che aveva detto quel ragazzo misterioso che mi voleva rovinare la vita. Il bello è che non sapevo se prenderlo sul serio. Dovevo conoscere qualcosa di più su di lui. Per carità non è brutto ma è il tipo di persona che non vorrei mai e poi mai al mio fianco.
Che cosa potrebbe mai farmi uno come lui poi? Vabbè lo scoprirò domani a  scuola.
Presi il telefono e chiamai Crystal.
tra 3..2…1…
“ VIVIAN LEIGHT SALVADOR SPIEGAMI PERCHE’ CAZZO NON MI HAI CHIAMATA! SU FORZA VOGLIO UNA RISPOSTA ORA!” tolsi il cellulare dall’orecchio da quanto cazzo gridava. Lo sapevo che avrebbe reagito in questo modo, infondo la conoscevo da una vita.
“ ehm..ero molto impegnata Cry scusami davvero sono successe molte cose ma preferisco no parlarne.” Risposi sperando che non insistesse.
“ daii spiegami tutto tesoro ti sentirai meglio.” Lo sapevo. E ora che gli dico? Non potevo dirgli di mio fratello non voglio che lo sappia altrimenti si preoccuperebbe.
“ Ho sonno Cry scusami ma ora non ne ho voglia. Allora come stanno tutti là? “ cambiai subito argomento sperando che non insista ancora.
“ come vuoi che stiano ? sono molto tristi per la tua partenza specialmente Josè” piccole lacrime rigarono  il mio viso. Mi mancavano dannazione. Se solo mio fratello avesse trovato un lavoro decente ora saremo nel mio paese a fare la vita di sempre. Cazzo .
“ mi mancate così tanto “singhiozzai talmente forse che anche Cry mi sentì e cominciò anche lei a piangere. La situazione era davvero pessima.
“ anche tu ci manchi Cipollina” risi a quel nomignolo, mi chiamava sempre così quando eravamo piccoline.
“ ti voglio bene Cry non dimenticarlo mai. Ora devo chiamare Josè.” Sospirai immaginando come stesse adesso.
“anche io tesoro. Ricordati di chiamarmi domani!” risi. Riusciva sempre a farmi ridere questa scema.
“ allora a domani scema” la salutai per poi mettere giù.
Adesso toccava a Josè..
1….2…3…squilli perché  non rispondeva?
“pronto amore?” rispose. Sentii molte risate boh starà parlando con qualcuno.
chi è Josè? Dai vieni qui dobbiamo finire..” sentii parlare  di una ragazza, ma che stava succedendo?
“di chi è questa voce Josè? Sembra di una ragazza..”domandai leggermente incazzata.
“ oh ehm..mia cugina..si mia cugina!”  mi credeva così stupida?
“ mi credi così stupida stronzo?” gridai. Sentii gli occhi pizzicarmi e poi una lacrima scendere giù..
“ scusami è che era da tanto che non facevo un pò di sesso..l’ultima volta che l’ho fatto è stato con te una settimana fa..scusami di nuovo ma ne avevo bisogno ..mi perdoni?” chiese con speranza, mi ha solo usato per sesso..
“ no, tu mi hai usato cazzo! Ti interessava solo quello vero? Vaffanculo. Ora sai che ti dico? Vai a fotterti quella puttana e non farti più sentire!” urlai ora sentivo solo che disprezzo nei suoi confronti..
Misi giù e andai in bagno per farmi una doccia. Le lacrime non cessavano ero davvero ferita mi fidavo ciecamente di lui.
Neanche una semplice doccia serviva..
“ Vivi tutto apposto? “ chiese mio fratello. Ero ancora arrabbiata con lui, non avevo intenzione di rivolgergli più la parola.
“ seh…” risposi..
sentii dei passi scendere..era sceso.
Guardai l’ora ed erano le sette di sera.
Non avevo la minima idea di che cazzo fare così presi il mio Lumia e le mie cuffiette e feci partire Heart-Attack di Demi Lovato.



Justin’pow


La vidi correre via  e sorrisi , riuscivo a mettere paura anche a persone che neanche sapevano il mio nome.
“Sfigata è inutile che scappi io sono ovunque” le gridai..
Nessuno si era mai permesso di parlarmi così. Si è rovinata la vita da sola io l’ho avvisata ora spetta a lei se ascoltarmi o no..
Mi avviai verso la mia classe per fare le altre tre ore. Che palle..


La campanella suonò mi alzai velocemente  presi lo zaino e mi avviai verso la porta.
“ Bieber la lezione non è ancora finita si sieda per favore.” Ordinò la prof. Will  davvero credeva che l’avrei ascoltata? Pff..
“ la campanella è suonata questo vuol dire che la lezione è finita o meglio per me è finita per voi sfigati..beh no.” Feci un sorrisino falso e uscii dalla classe con gli occhi puntati di tutti gli studenti su di me.
Entrai nella mia macchina e mi avviai verso casa.
Il mio cellulare vibrava lessi nel display ma c’era solo un numero sconosciuto..
Sbaglio o dovevi portarmi i 200 dollari ieri?” era Mike. Cazzo mi ero dimenticato.
“ mi sono dimenticato..non rompere ok? Te li porto tra mezz’ora. Ciao” misi giù. Non avevo intenzione di ascoltare quel coglione.
Parcheggia e entrai nella mia villa.
Presi il mio telefono e chiamai Chaz per dirgli  che dovevamo portare i soldi  a Mike tra meno di 20 minuti.
“ Chaz avvisa gli altri, Mike mi ha chiamato dobbiamo portargli i soldi tra 20minuti.” Dissi. Sapeva che non era una domanda ma un ordine.
“ si va bene. Ti aspettiamo fuori casa tua” annuii anche se non avrebbe potuto vedermi e misi giù.
In quei 15 minuti rimasti decisi di farmi una doccia.
Mi tolsi tutti i vestiti ed entrai nella vasca.
Era l’unico momento in qui  non pensavo a niente . Zero.

Uscii dalla vasca e mi avvolsi in un asciugamano legandola alla vita.
Andai in camera mia e mi vestii: jeans a vita bassa neri , una maglietta rossa  e una giacca del medesimo colore.
Presi le chiavi della mia macchina e uscii di casa trovando i miei amici ad aspettarmi nelle loro rispettive macchine.
Li salutai con un cenno con la mano ed entrai in macchina partendo a tutto gas sapendo che mi stanno seguendo.

“ Mike eccoci qui..” dissi avvicinando mi a lui.
“ perfetto Bieber. Dammi i soldi” mi ordinò. Nessuno deve darmi ordini.
“ Non darmi ordini Strengs non ti conviene. Ora voglio che cambi subito tono con me altrimenti ciao ciao Mike.” Ringhiai avvicinandomi al suo viso.
Si stava decisamente cagando addosso. Sfigato.
“ Mi dai i soldi per favore?” disse indifferente. Non diedi molto peso a come lo aveva detto.
Gli porsi i soldi e lui li prese.
Si allontanò di qualche metro e rise. Ma che cazzo di problemi aveva?
“ che problemi hai cazzo?” chiesi era pazzo per caso?
“ oh io? No niente. Ci si vede Bieber.”  Mi salutò con la mano e si perse nell’oscurità.
“ ragazzi? Andiamo?” chiesi girandomi verso di loro. Annuirono e si incamminarono verso le macchine.
“perché ha sorriso in quel modo?” chiese Jason aggrottando le sopracciglia.
“ non ne ho idea ma credo che stia per succedere qualcosa. Ho come il presentimento.” Dissi aprendo la mia macchina.
“ vabbè ne parleremo domani. A domani ragazzi” li salutai e partii verso casa. Ero stanco e domani avevo anche scuola.



Vivian’s Pow.


Mi svegliai appena la sveglia suonò, la spensi e con pigrizia mi alzai strisciando verso il mio bagno PERSONALE.
Mi lavai e mi truccai un po’: matita nera , e mascara.  La mia pelle non aveva bisogno di fondotinta.
Andai verso la mia cabina e scelsi dei Jeans giallo fluorescente strappati e una maglietta nera che lasciava scoperta la spalla destra.
Scesi le scale trovando mio fratello bere un caffè.
“ che ci fai sveglio a quest’ora?” chiesi andando verso il frigorifero.
devo iniziare a lavorare.” Disse prendendo un sorso del suo caffè.
“ oh e di cosa si tratta il tuo lavoro?” chiesi incuriosita.
“ lavoro in un’azienda Vivi non quello che pensi tu. Ho smesso di fare quel tipo di vita.” Esclamò duro. Che avevo fatto adesso? Stronzo.
“ ho solo chiesto. Ciao” bevvi il mio ultimo sorso di succo e uscii di casa.
“ Vivi! Tieni le chiavi della macchina. Non vorrai mica andare camminando come l’altra volta vero?” mi lanciò le chiavi della macchina e mi avviai verso il garage.
Chissà che macchina sarà.
La porta del garage si aprì lentamente mostrando due macchine una Audi bianca e una Land Rover Nera. O mio dio.
Cliccai il pulsante della mia chiave per capire quale sarebbe stata la mia.
Le luci dell’Audi bianca si accesero, mi si illuminarono gli occhi. Cazzo cazzo cazzo avevo una macchina! Nel mio paese non ce l’avevo.
Avevo fatto la patente quando compii sedici anni.
Entrai dentro quello splendore e l’accesi.

Arrivai nel parcheggio della scuola puntuale.
Mi misi gli occhiali da sole e uscii dalla mia auto.
Mi guardai intorno vedendo che tutti gli alunni avevano gli occhi puntati su di me. Sorrisi vedendo quanti ragazzi mi guardavano maliziosi, non pensate male , non sono una puttana mi piace solo essere guardata. Alcuni bisbigliavano cose tipo “ è quella nuova hai visto che figa?” oppure “ è quella nuova si dice che venga dal nord America” .
Ero nei corridoi mi fermai quando vidi quel ragazzo ridere e scherzare con i suoi amici. L’ansia prese il soppravvento, feci un lungo sospiro e passai accanto a loro. Dovevo per forza passargli di là il mio armadietto ero più avanti.
“ o ma guardate un po’ chi c’è qua.” Disse il biondino. Cazzo .
La verità? Mi stavo cagando addosso. Avevo paura.

LEGGIMI! 

Allora  vi piace il capitolo?
Ditemi di sìì hahaha :)
comunquee...mi farebbe davvero davvero piacere se recensiste il capitolo. Davvero. 
Ale <3


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Capitolo 8
*** Spoiler capter 7 ***


Spoiler del capitolo sette.


“ mollami cazzo tu non sei nessuno per me”cercai di togliere la sua presa ma era molto più forte di me.
“ ne sei sicura? Vedrai non sarò più nessuno ma sarò solo il tuo peggior incubo tesoro.” Rise malvagiamente.
La paura prese il sopravvento ed è lì che iniziai ad avere paura mai come prima. Che cosa voleva dire?

Potrei metterlo anche adesso il capitolo ma dipende solo da voi ragazze su forza recensite!  Ale <3 
 

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Capitolo 9
*** Capter 8 ***


CAPITOLO OTTO.

Justin’s pow.


Erano le sette in punto quando mi svegliai per colpa di quella cazzo di sveglia.
Mi alzai e mi avvia verso il bagno per lavarmi e pettinarmi.
Mi tolsi i boxer ed entrai nella vasca pensando ad un altro giorno in quella scuola del cazzo.
Dopo un paio di minuti uscii dalla vasca e mi feci una cresta perfetta.
Mi vestii e uscii di casa entrando nella mia macchina e avviandomi verso la scuola.
Come sempre tutti gli occhi puntati su di me. Ho capito che sono bello ma così mi consumano cazzo.
Camminando per i corridoi andai a sbattere contro qualcuno che cadde battendo il sedere per terra.
“ stai più attenta pivella” sbottai fulminandola con lo sguardo.
Spalancò gli occhi vedendo che quello davanti era proprio Justin Bieber.
“s-s-cusam-i “ balbettò rialzandosi da terra raccogliendo lo zaino.
“ sai, se non fosse perché sei sfigata ti avrei già scopata” sussurrai nel suo orecchio. Non era brutta aveva i capelli biondi, gli occhi verdi e nel viso aveva delle lentiggini. Magra ma proprio una secchiona del cazzo.
Mi allontanai da lei per incamminarmi verso i miei amici.
“ ehi “ li salutai sbattendo il pugno contri il loro e iniziammo a parlare.

Sentii una presenza dietro di me. Era quella ragazza.
“o ma guardate un po’ chi c’è qua.” Dissi mettendomi davanti a lei.
Sperava davvero che non l’avessi vista. Ti sbagli io vedo tutto e tutti.


Vivian’s pow.

Mi aveva bloccato la strada. Era vero , lui voleva rovinarmi la vita.
Il mio cuore prese a battere all’impazzata. ero terrorizzata da cosa potrebbe farmi, ma dovevo comunque fingere di non aver paura come ho sempre fatto.
“ scusami ma dovrei andare nella mia classe. Quindi ciao.” Cercai di spostarlo ma era impossibile. Era alto e muscoloso invece io ero bassina e magra.
“ che cosa vuoi da me?” sussurrai con frustrazione.
“ mi pare di avertelo già detto no? “ chiese alzando un sopracciglio.
“ lasciami in pace.” Gridai, non ce la facevo più, lo conoscevo da meno di due giorni e già ero stanca.
Sentii la guancia bruciarmi. Mi aveva dato una sberla anche lui.
“ abbassa la voce troia.” Ringhiò vicino al mio viso. Mi prese il polso e mi buttò per terra e si mise a cavalcioni su di me.
“ tu ora farai quello che ti dico io. E’ un ordine. Ragazzi andate via.” Ringhiò. Ma è normale questo? Cosa avevo fatto adesso.
“ no!” gridai, non voglio avere a che fare con lui in nessun modo.
Mi diede un’altra sberla, questa più forte. Si alzò e si avviò verso la sua classe.
Ero sola ora. Non avevo Crystal e nessun ‘altro dovevo vedermela da sola.
Mi alzai e mi appoggiai agli armadietti per poi scendere lentamente per terra.
Lacrime su lacrime, quel ragazzo mi stava distruggendo dentro.
Mio fratello mi ha deluso e Josè mi ha tradita. Sono sola.
Ero disperata e singhiozzavo come avevo mai fatto. Avevo bisogno di qualcuno.
Cosa dovevo fare con quello là? Non so nemmeno come si chiama.
Bell primo giorno di scuola Vivian..Davvero davvero stupendo.
Mi aspettai che qualcuno venisse ad alzarmi per chiedermi perché piangevo come facevano nei film ma non è venuto nessuno. E’ la reatà questa non è perfetta come nei film..
Trovai le forze e mi alzai per incamminarmi nella mia classe, avevo perso mezz’ora adesso mi aspettavamo anche le sgrida dei professori. Bello.

Bussai tre volte finchè non senti un “ avanti” , aprii la porta ed entrai.
Mi guardai intorno, era grande come classe e gli studenti erano tutti con la pelle molto chiara.
“ lei chi è signorina?” mi portò alla realtà il professore di Filosofia.
“ oh..come mai questo ritardo?” cercai una scusa plausibile per non raccontare quello che è successo.
“ non trovavo la classe, mi scusi” abbassai subito lo sguardo. Non ero brava a mentire soprattutto ai professori.
“ si sieda vicino al signorino Carles.” Mi indico il banco in cui dovevo mettermi poi spostai lo sguardo sul ragazzo con cui dovevo trascorrere l’anno. Cazzo ma è Chaz quello che mi aveva accompagnata fino  alla segreteria. Deglutii, lui era insieme al gruppo di quel ragazzo misterioso.
Mi avvicinai al mio banco e mi sedei il più silenziosamente possibile.
“ Vivian di nuovo insieme” esclamò, sorrise. Non era un sorriso vero ma una falso.
“ seh..” devo essere forte. Devo essere forte. Mi ripetei un sacco di volte questa frase con scarsi risultati.
“ ti ha fatto molto male Justin” ecco come si chiamava. Justin.
“ no.” Abbassai lo sguardo. Lo facevo sempre quando mentivo.
Annuì e si girò verso il professore.
Non ci rivolgemmo la parola per tutte e due le ore.

Suonò la campanella. Si alzarono tutti per andare non so dove.
“ aspetta ma dove state andando?” chiesi a Chaz.
Si mise a ridere, che aveva da ridere ?
“ stiamo andando nella mensa scema:” rise di più per poi allontanarsi e avviarsi verso la sala.
Entrai in quella sala immensa. C’erano tavoli ovunque e una signora anziana che consegnava il cibo.
Come potevo saperlo io? Nel mio paese non esisteva la parola “ mensa”.
Mi avvicinai alla signora e mi consegnò un vassoio pieno di cose disgustose. E io dovrei mangiare questa merda?
Cercai un tavolo libero. Non avevo fatto amicizia con nessuno quindi ero obbligata a stare da sola.
Lo trovai isolato da tutti vicino ad una finestra presi il vassoio e mi avviai verso quel tavolo isolato.
Iniziai a mangiare quella merda. Avevo fame, molta fame.
“ ehi scusa è occupato?”attirò l’attenzione una ragazza aveva i capelli biondi e gli occhi neri il suo viso era contornato da lentiggini. 


LEGGETEMI!!

scusatemi se l'ho messo in ritardo.
Volevo ringraziere tutte quelle persone che hanno recensito la storia. Vi amo!! spero vi piaccia, non l'ho riletto ditemi se vi piace.
Minimo 4 recensioni e dopo continuo <3 Ale.

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Capitolo 10
*** Capter 9 ***


CAPITOLO NOVE.
Vivian’s pow.


“ ehi, scusa è occupato?” attirò l’attenzione una ragazza , aveva i capelli biondi e gli occhi neri. Il suo viso era contornato da lentiggini.
“ ehm..no no siediti pure.” Esclamai sorridendogli.
“ piacere Leight sei nuova?” mi tese la mano e sorridendogli la strinsi.
“ si sono nuova mi chiamo Vivian. Sai il mio secondo nome è Leight” esclamai ridendo leggermente.
“ ah beh coincidenza” mi fece l’occhiolino e si mise a mangiare
“ come diavolo fai a mangiare questa schifezza Leight?” domandai con voce stridula. Mi guardai intorno per vedere che tutti mangiavano questa merda come se fosse cibo normale.
“ beh ne sono abituata. Anzi lo siamo tutto qui e ben presto lo sarai anche tu. Da dove vieni? Dall ‘America del sud? “ mi chiese incuriosita. Wow non pensavo si capisse tanto.
“ vengo dal Puerto-Rico è un’isola che appartiene agli Usa ma credo non sapesse quasi nessuno della sua esistenza.” Spiegai alzai lo sguardo per vedere che mi stava ascoltando con attenzione e squadrando ogni minima parte del mio corpo.
“ deve essere un posto meraviglioso. Mi piacerebbe visitarlo.” Già, meraviglioso gli si addice poco. Direi perfettamente meraviglioso.
“ già. “ esclamai posando lo sguardo sulla schifezza del c’era davanti  a me.
Parlammo del più e del meno e scoprii che lei è nata in Germania ma all’età di 10 anni si è trasferita qua. È una persona stupenda e simile a me.
Sentii che qualcuno mi stava picchiettando la spalla sinistra e Leight che aveva spalancato gli occhi quasi avesse paura. Mi girai molto lentamente fino a vedere la persona che in meno di due giorni odiavo più di me stessa buttarmi quella schifezza dritta in faccia. Non è possibile addirittura mentre si pranza lui deve rovinarmi la vita. Mi guardai intorno e vidi tutti ridere. Stavano ridendo di me. L’unica che si era degnata di proteggermi era Leight.
“ brutto figlio di puttana che cazzo hai fatto?” gridò avvicinandosi a me e cercando di togliermi quella cosa dai capelli. Io non dissi niente per la prima volta non sapevo come reagire a una cosa simile. Nessuno ha mai provato a sfidarmi. Mi ha resa debole. Sono debole ora.
Sentii gli occhi pizzicarmi e per non farmi vedere mi alzai e corsi subito in bagno.
Tutti mi prendevano in giro dicevano cose tipo “ è proprio una sfigata” oppure “ ora Bieber l’ha presa di mira. Sarà difficile non rovinargli la vita. Sfigata.”.
Fanculo lui. Fanculo tutti. Fanculo mio fratello. Fanculo la scuola e fanculo il giorno in cui lascia i miei amici.
Mi chiusi nel bagno. Qua dentro si sentivano solo i miei singhiozzi.
“ Vivi in quale bagno sei? Sono Leight tesoro.” Lei era l’unica che mi è stata vicino
“ esci dai che ti aiuto a pulirti.” Non risposi. Mi vergognavo troppo a farmi vedere.
“ ascoltami, so che per te è stata dura lasciare il tuo paese. Lo è stato anche per me. Non so come ci si sente a essere presi di mira da Justin Bieber ma ti prego devi essere forte tesoro. Tu sei forte ce la puoi fare. Puoi combatterlo e sta certa che io starò al tuo fianco pronta a proteggerti quando ne avrai bisogno. Sarò la tua spalla personale quando dovrai piangere. È una promessa Vivi. Tu però devi lasciarmelo fare. Ora esci e fai vedere a tutti chi è veramente Vivian Leigh Salvador!” è stato il miglior discorso che abbia mai sentito in vita mia. Io ce la posso fare.
Aprii la porta e automaticamente abbraccia Leight sussurrando tantissimi “ grazie”.
“ no so cosa farei ora se tu non ci fossi qua con me Leight. Ti adoro.” Sussurrai stringendo la forte.
“ ti conosco da poco ma già mi sono affezionata a te. Sei l’unica amica che ho. Non lasciarmi Vivi.”Era in lacrime anche lei. Non aveva amici tutti la consideravano una sfigata perfino i veri e propri sfigati.
“ mai Leight te lo prometto. Adesso sarò sempre al tuo fianco.” Le accarezzai la guancia asciugando con il pollice la prima e ultima lacrima che scorre nella sua guancia.
“ su andiamo a farci un bel giro per la scuola.” Disse prendendomi  a braccetto e arricciando il naso.
Uscimmo dal bagno con tutti gli occhi dei ragazzi di quella scuola. Alcuno si piegavano in due dal ridere. Abbassai automaticamente gli occhi dalla vergogna.
“guarda hai ancora un po’ di cibo tra i capelli.” Esclamò il ragazzo che mi ha rovinato la vita in meno di de giorni. Justin Bieber.
Sentii una forte stretta nella mano. Era Leight che mi faceva capire che era non me.
“ lasciami in pace cazzo! Mi stai rovinando la vita. Ti diverte vedere le persone soffrire eh? Cosa faresti se tu fossi al posto di tutti quelli che fai sentire delle merde. Ripigliati cazzo. Non dimostri di essere figo o forte facendo del male a delle persone. Il rispetto non si guadagna così beh se ne sei convinto fatti un’esame di coscienza.” Gridai. Avevo gli occhi lucidi. Lui mi guardava impassibile come se non gli avessi detto niente. Mi guardava e basta. I suoi occhi diventarono cupi e strinse i pugni lungo i fianchi. Si stava incazzando.
C’era una folla enorme intorno a noi che incitavano Justin e i suoi amici a colpirci. Così fecero. Ci avevano picchiate davanti a tutti. Grazie a me anche Leight è stata picchiata.
Non la finivano sentivamo pugni  calci schiaffi, le nostre urla disperate e la folla che se la rideva. Mi sentivo sporca. Un essere insignificante. Non posso stare ancora qui.
Raccolsi la forza che avevo e presi per mano Leight cercando di scappare lontano a quest’incubo.
Piangevamo tutte e due. Ci avevano rovinate.
“ Leight ce la dobbiamo fare noi siamo forti.” Dissi piangendo. Come potevo dare forza a lei se non  ne avevo per me?
“ ragazze. O mio dio sorellina. Vieni qui.” Disse una ragazza. Era la sorella di Leight. Mi aveva detto che aveva una sorella gemella ma non che erano identiche.
L’abbracciò forte per farla smettere di singhiozzare. Io invece piangevo silenziosamente. Nessuno poteva consolarmi. L’unica che poteva è stata picchiata per colpa mia. Solo e solamente mia.



Justin’s pow


“ lasciami in pace cazzo! Mi stai rovinando la vita. Ti diverte vedere le persone soffrire eh? Cosa faresti se tu fossi al posto di tutti quelli che fai sentire delle merde. Ripigliati cazzo. Non dimostri di essere figo o forte facendo del male a delle persone. Il rispetto non si guadagna così beh se ne sei convinto fatti un’esame di coscienza.” Gridò la ragazza. Come si permetteva di parlarmi così? Chi si credeva di essere?
Ero incazzato come non mai. La folla mi incitava a picchiarla. Lo feci , la picchiai. I miei amici picchiarono anche la sua amica. Mi facevano un po’ pena ma io non provavo pietà per nessuno. Sono fatto così.
“ che cazzo hai fatto! Come ti sei permesso di toccare mia sorella! Tu sei pazzo. Non dovevi toccarle. A no  mi sbaglio tu non provi pietà neanche per due ragazze indifese che stavano facendosi la loro vita tranquillamente. Fanculo” disse gridando per poi correre verso di loro.
Ma aspetta, lei è la ragazza che ho incontrato oggi quella con cui sono andata a sbattere. Non sapevo fosse sua sorella. Boh.
“ dai ragazzi andiamo abbiamo altro da fare in questo momento.” Spostammo la folla che si era creata e andammo verso la nostra classe. Ci aspettava solo un’altra ora di scuola dopodiché dobbiamo occuparci del nostro lavoro.


Finalmente quell’ora infernale di matematica era finita. ci alzammo di corsa e ci avviammo verso la porta.
“ sedetevi immediatamente o chiamo la preside.” Ci minacciò la professoressa.
“ mi scusa ma abbiamo altro da fare. Se permette a domani “ aprii la porta e feci uscire Chaz Chiad e gli altri componenti della nostra banda.
“ ragazzi andiamo al magazzino ora.” Ordinai prima di entrare ognuno nella propria macchina.


RECENSITEEE

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Capitolo 11
*** Lettera di Justin per noi e Capter 10. ***


RAGAZZE PRIMA DI LEGGERE IL CAPITOLO LEGGETE SOTTO E' UNA COSA CHE HA SCRITTO IL NOSTRO KIDRAUHL QUALCHE SETTIMANA FA..  è IMPORTANTE.

IL nostro justin ha bisogno di noi. leggete: 

"Care Beliebers, sono io, il vostro Justin. Ho un po' paura a scrivervi ora, con tutte le cose che sono successe negli ultimi mesi, ma lo farò comunque. Da quando il Believe tour è cominciato è come se il mondo mi fosse crollato addosso. Si sono succeduti tanti avvenimenti che mi hanno buttato giù, in un certo senso. Quella canna, ragazze mie, la ricordate bene? Il mio compleanno, che è stato un disastro, lo ricordate bene? La morte di Avalanna la ricordate bene? Quando sono stato male sul palco, lo ricordate bene? Vi prego, cancellate questi miei errori e questi brutti ricordi. Ricordate solo una cosa: siete la mia vita, ed è per questo che vado avanti, solo per voi. So di essere cambiato, ma so anche che non posso rimanere un sedicenne per sempre. La vita va avanti. Quello che mi fa stare male, però, è che nessuno si rende conto degli sforzi che sto facendo per fare una buona musica e farmi finalmente rispettare. Sono stanco, beliebers mie, tanto stanco. A volte, quando nessuno mi sente, piango. Penso a voi, a quello che dovete sopportare ogni giorno a causa mia, e mi chiedo se valga la pena di farvi stare male per me. So che anche voi piangete. So che state male quando non potete vedermi, starmi accanto, abbracciarmi... credetemi, è lo stesso per me. Vorrei avere il tempo e la possibilità di passare un pomeriggio con ognuna di voi, ma non posso. E fidatevi se vi dico che fa male. Voi fate molto per me, ogni giorno. Mi permettete di vincere premi, di fare concerti, di far arrivare ovunque la mia musica... e io cosa vi dò in cambio? Mi sembra di non fare molto per voi. Dite che ascoltate la mia musica e state subito meglio, ma io non vi credo sempre. Non sempre la musica può riparare tutto. Registrare la mia voce e farvela ascoltare non basta. A voi, per stare bene, servirebbe passare un pomeriggio con me sul divano, guardando un film abbracciati, e parlare di tutto ciò che vi fa stare male. Io, però, non posso darvi questo. Non posso esaudire questo desiderio che portate nel cuore. Io vi amo, beliebers, e sapere che state male mi uccide. Sapere che state male per me, poi... L'altra sera, ai Billboard, so di non aver mostrato la vitalità che mi contraddistingue. Io ogni giorno sorrido per voi, perchè so che volete vedermi felice, ma dentro, credetemi, sto morendo. Ho fatto tanti errori in questo periodo, forse troppi, e ho paura di perdervi... scusate per tutto, scusate se non sono perfetto, per voi dovrei esserlo perchè lo meritate. Non so cosa mi stia succedendo, so solo che è come se il mondo intero odiasse Justin Bieber. Forse ho davvero bisogno di prendermi una pausa, di smettere di lavorare e dedicarmi per un po' solamente a voi. Mi piacerebbe fare il giro del mondo per venire nelle vostre case e farvi tante sorprese, rendervi finalmente felici per davvero... Le mie lacrime, vite mie, sono le vostre lacrime. So che state male nel vedere come sto in questo periodo, ma la vita è dura. Non ho più tempo per me, per voi, non mi connetto più molto su twitter per rispondervi... ci stiamo allontanando, mie beliebers. Mi si spezza il cuore a dirlo, ma è così. Non è colpa vostra però. E' tutta colpa mia. Quando credo di fare la cosa giusta invece faccio sempre errori imperdonabili. Sto scegliendo le compagnie sbagliate, le azioni sbagliate, forse anche gli ideali sbagliati... Ho sempre tentato di trasmettervi qualcosa, ma ora non mi sento più un modello per voi. Vi ho sempre detto di sorridere in ogni situazione, e invece ultimamente sono il primo che si deprime e si piange addosso. Vi chiedo aiuto, beliebers. Non so più chi sono, sto perdendo me stesso. Sto perdendo Kidrauhl. Da quando in qua Kidrauhl ha bisogno di togliersi la maglia per sentirsi amato dalle sue fan? Da quando in qua Kidrauhl va in giro con i pantaloni che hanno il cavallo alle ginocchia? Da quando in qua Kidrauhl sorride così poco ai meet&greet, quando incontra le sue ragioni di vita? Da quando in qua Kidrauhl schiva le fan e cammina in mezzo a loro a testa bassa? Da quando in qua Kidrauhl sale su un palco senza il suo classico sorriso? Da quando in qua Kidrauhl si sente male sul palco? Amori miei, ho paura. Ho così bisogno di voi... ho paura di perdermi e non trovare più la via del ritorno. Sono cambiato, anche se voi sostenete di no. Voi siete qui, mi sostenete, e ogni giorno sfidate il mondo che vi urla contro perchè io sono cambiato. Prima tutti vedevano un ragazzino innocente che amava fare musica, ma ora il mondo cosa vede? Uno che fuma, uno strafottente scazzato che va in giro a petto nudo e si riempie di tatuaggi... e il peggio è che questa immagine me la sono creata da solo, senza l'aiuto di nessuno. Voi sapete che non sono così, vero? Voi sapete che in realtà nel mio viso si cela ancora il sorriso di Kidrauhl, vero? Voi sapete che non ho mai dimenticato la nostra Common Denominator, vero? Voi sapete che per me siete ancora più indelebili dei tatuaggi con cui mi sono coperto, vero? Vi prego, ditemi che è così... Vi amo, Beliebers, e vi chiedo di non lasciarmi, nè ora nè mai. Ho bisogno di voi, non avete idea di quanto mi serva sentire la vostra vicinanza... vi prego, aiutatemi a ritrovare il Kidrauhl di cui vi siete innamorate. Vostro per sempre, Justin."


Ragazze sono distrutta. voglio rivedere quel sorrisi magnifico di Justin. Dobbiamo aiutarlo è disperato. Ha bisogno di noi. Siamo le su beliebers ragazze. Non so come aiutarlo, ma se siamo insieme possiamo. Dobbiamo starli vicino ragazze. Sto addirittura piangendo per lui.. è un dovere aiutarlo, il punto è che non so come. vorrei darli la forza di continuare, di svegliarsi la mattina sorridendo e pensando a noi, e invece no , lui è stanco depresso e tutt'altro che felice. Non ce la faccio a vederlo così. Scusametemi se il capitolo non è un granchè ma non ho avuto ispirazione. 
pensavo solo a lui. L'ho fatto per voi per non deludervi visto che ultimamente vi sto deludendo parecchio. ricordatevi che vi amo. Adesso potete pure leggere




CAPITOLO DIECI.


Vivian’s Pow.


Tornai a casa più distrutta che mai. ero tutta indolenzita e le gambe mi tremavano per l’agitazione.
Sentii il mio telefono squillare era Cry.
“ ehi Cry “ esclamai. Avevo la voce tremante. Penso che lo avesse capito, ma ora avevo solo bisogno di lei.
“ ehi, che è successo tesoro? Perché piangi?” chiese. Scoppia a piangere non riuscivo più a trattenermi.
“ non ce la faccio più Cry. Ieri avevo incontrato un ragazzo e questo ha detto che mi renderà la vita impossibile solo perché gli ho risposto male. Non l’ho preso sul serio ma oggi ne ho avuto la prova. Mi ha picchiato Cry. Mi ha picchiata nessuno si era mai permesso ti toccarmi e lui invece lo ha fatto. Per giunta ha picchiato anche una ragazza che ho conosciuto. Mi sento terribilmente in colpa e distrutta. Non so se ce la farò a sopportarlo ancora. Voglio andarmene. Vieni a prendermi Cry ti prego.” Balbettai. In questo momento volevo solo uccidermi.
“amore, non dire questo. Tu sei forte e me lo hai dimostrato. Tira fuori quella ragazza che aveva il coraggio di picchiare un maschio muscoloso. E lo hai anche fatto oddio solo a pensarlo mi viene da ridere. Tu se vuoi ce la puoi fare , fai vedere chi sei e combattilo. Lo so che lo puoi fare. Posso scommetterci qualsiasi cosa.” Esclamò più che altro a se stessa. Potevo riuscirci. Se voglio ce la faccio. Sarà dura ma ce la farò.
“ grazie mille tesoro, ci provo. Ci posso provare” sorrisi, non mi sono mai sentita così bene in vita mia.
“ perfetto, se ci sono complicazione non esitare a chiamarmi che mi trasferisco anche io li” esclamò sarcasticamente. Anche se non era una brutta idea.
“ci sentiamo. Ti voglio bene” dissi e misi giù.
Camminai più determinata che mai verso casa. Speriamo che non veda tutti i lividi che mi ha fatto quel coglione.
Bussai alla porta.
“ Vivi che ti è successo?” esclamò sorpreso portando le mani verso i fianchi.
I suoi occhi si incupirono e chiuse le mani in pugni.
“ John stai tranquillo non è successo niente” sforzai un sorriso nonostante stessi morendo dal dolore che provo.
“ si certo. Ora dimmi chi cazzo è stato. Forza” ordinò. La verità mi stavo cagando addosso.
“ehm..s-s-ono caduta per sbaglio.” Balbettai cercando di essere più convinta che mai. abbassai gli occhi. Dannazione lui sapeva che quando mentivo facevo così. Spero non se ne accorga.
“ e dovrei crederti?” domandò sarcastico. Ero stufa di lui . cazzo.
“ma comprendi? Ti ho detto che sono caduta cazzo! Caduta. Smettila di rompere i coglioni e lasciami entrare.” Ringhiai. Quando mi innervosisco divento peggio di satana.
In neanche un istante sentii la mia guancia bruciare. Basta. Cazzo oggi ho subito troppe cose.
“ anche tu? Sai che ti dico? Vai a fanculo cazzo! Chi cazzo sei per tirarmi una sberla? Sei solo un cazzo di fratello rompi coglioni. Non rivolgermi la parola mai più. Apri bene le orecchie. ULTIMA.” Ringhia sentendo delle dannate lacrime rigarmi il viso.
“ scusa. È che nessuno mi manca il rispetto come hai fatto te. Neanche te. Se sarà necessario reagirò così sorellina. Ora Sali in camera tua. “ disse freddo. Non è mai stato così con me.
“ stai tranquillo tanto sarà l’ultima volta che parleremo. Tu ricordati solo con chi stai parlando.” Sussurrai scostandolo appena per riuscire ad entrare.
“ se per te va bene così okei. Sto parlando con mia sorella. Tesoro.” Mi sfidò. Mio fratello che mi trattativa così? Ma che cosa gli sta succedendo?
“ c-c-he ti prende?” chiesi balbettando leggermente.
“ a me? Niente solo che mi sono stufato delle tue crisi di nervosismo.”
Salii le scale più delusa che mai. non mi ha mai trattata così.


John’s  Pow.

Sono stufo di lei e del suo cazzo di nervosismo.
Ero soddisfatto di aver trovato un lavoro decente invece di lavorare in una cazzo di azienda.


Mi incamminai verso il vicolo dove Mike mi aveva dato appuntamento. Lui mi conosceva. Insomma sono famoso nelle gang.
Girai mille volte per quelle strade così cupe e vuote di Los Angeles fino a che non trovai un ombra avvicinarsi a me.
“ tu devi essere John Salvador giusto?” chiese mostrandomi un ghigno malefico.
“ si sono io . tu sei Mike?” chiesi. Che domanda sciocca.
“si sono io. Tralasciando questo. Il capo dei Perros la tua ex gang mi ha chiamato per dirmi che tu sei qua. Beh vorrei il tuo aiuto.  Devi aiutarmi a sconfiggere i The King’s. La mia domanda è vuoi entrare a far parte dei “ Dangers” ? “ ero sorpreso. Juan lo  aveva avvisato. Come sapeva che ero qua? Ero felice di poter far parte di una banda.
“ certo. Devi parlarmi un po’ di questa gang però perché io non li conosco.” Affermai sorridendo.
“ perfetto. Innanzitutto i The King’s  sono la banda che comanda Los Angeles. Lo conosci un certo Justin Bieber?” ne avevo sentito parlare a Puerto-Rico ma di sfuggita.
“ si ma poco.” Dissi
“ beh lui è il capo di questa banda. Dobbiamo sconfiggerli. Domani ti porterò a conoscere gli altri membri della mia banda e poi dobbiamo pianificare il piano. Avevo pensato di costruire una bomba e  metterla nel loro magazzino  in modo che muoiano bruciati” rise pensando alla sua idea.
“Prima però dobbiamo incontrarli sono tutti molto giovani. Sono dei ragazzini diciamo. Sarà facile ucciderli. Ma mi serve il tuo aiuto mi ha detto Juan che hai una mente geniale nel fatto di creare piani. Anche lui vuole vendetta verso di loro ma perché hanno ucciso la sua famiglia. Forse verrà qua nel giro di due o tre giorni.”
Continuò guardando dritto negli occhi.
“ perfetto. Sarò felice di vendicare i suoi genitori.” Sorrisi malignamente. Finalmente potevo fare il lavoro che mi piaceva.

La cosa che mi preoccupava di più era mia sorella. Se lo avesse saputo non mi rivolgerebbe più la parola. Meglio non dirglielo.

RECENSITE! <3

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Capitolo 12
*** Capter 11. ***


Capitolo undici

Vivian’s Pow


La sveglia continuava ininterrottamente a suonare. Girai leggermente la testa per vedere l’ora.
Spalancai gli occhi vedendo che erano le sette e mezza e mi alzai correndo verso il bagno.
Accesi la doccia , mi tolsi tutti i vestiti ed entrai dentro il box doccia.
Uscii dalla doccia consapevole che oggi avrei fatto tardi ma poco m’importava se devo essere sincera. La cosa positiva è che non avrei incontrato Bieber così si chiama credo.
Mi avvicinai alla cabina armadio e scelsi un paio di leggins neri con una maglietta rosa a maniche corte. Era settembre ma faceva comunque caldo.
Scesi le scale non degnando neanche di uno sguardo quello che dovrebbe essere mio fratello e mi recai al garage per prendere la mia macchina.

Corsi per i corridoi. Non mi ricordavo neanche dove dovevo andare cazzo.
Alla fine trovai la mia classe e aprii la porta senza neanche bussare. Adesso basta fare la brava ragazza. Devo ritornare la ragazza di una volta e sono determinata a farlo.
“ Mi scusi ma di solito si bussa signorina..”  lasciò in sospeso la frase il professore non sapendo come mi chiamavo.
“Vivian. Vivian Salvador.” Dissi per poi recarmi nel banco più lontano possibile.
“ e si può sapere perché ha fatto tardi?” chiese l’insegnate.
“ boh. Secondo lei? La sveglia, idiota” sbottai. Che minchia di domande erano?
In questa scuola si esige rispetto per i professori. Se non lo fa allora se ne può pure andare via da questa scuola. “ gridò per poi scrivere non so che cosa in un foglietto rosa.
“ mi scusi allora professor..” lasciai la frase in sospeso come aveva fatto lui provocando le risate degli alunni che erano nella mia stessa classe.
“ vedo che ha molta voglia di scherzare signorina però ora voglio giocare anche io. Voglio proprio vedere se dopo la scuola quando andrà per un’ora in detenzione  ha ancora voglia di scherzare.”Mi tese quel foglietto rosa aspettando che io mi alzassi.
beh ? non può portarmelo lei ?” chiesi alzando un sopracciglio. Tutti risero per l’ennesima volta.
Scosse la testa e mosse leggermente la mano. Sbuffando mi alzai e presi quel foglietto.
il mio nome è Antoin Butter.” Disse sorridendo. Pff..vecchio decrepito.
Annuii e andai verso il mio banco.
Bene ragazzi ora che la signorina si è decisa di essere seria possiamo iniziare la lezione” esclamò andando verso la lavagna.
Mi girai svariate volte per vedere che molti mi sorridevano o mi facevano il pollice in su..che problemi hanno?
Alzai leggermente il sopracciglio non capendo perché tutte queste attenzioni.
“Pss…pss” sentii un bisbigliare. Mi girai di colpo vedendo che un ragazzo mi chiamò.
“ sei stata davvero forte. Pochissime persone sono riuscite a sfidare il professore Butter.” Sussurrò sorridendomi. Mi fece l’occhiolino e si girò prendendo appunti su quello che diceva quel vecchio.
Feci finta di niente e iniziai a scarabocchiare su un foglio.

Ormai quelle tre ore strazianti di matematica erano finite e tutti si alzarono per andare fuori.
Mi alzai e uscii dalla porta.
“ Vivi! Ehi aspettami devo parlarti” esclamò una voce che potevo benissimo riconoscere. Era Leight.
“Certo Leight dimmi” dissi aspettando che parlasse.
ecco vedi mi dispiace non averti aiutato abbastanza. Ma ora sento che possiamo far abbassare la cresta  a quel gruppo di idioti. Bieber non ti ha toccata oggi vero?” chiese squadrandomi da capo a piedi.
“ No per fortuna no. Mi sento in colpa. Non doveva toccarti. Tu non centravi niente e invece ti ha fatto del male. Mi dispiace tantissimo.” Dissi abbracciandola improvvisamente. Pensavo non mi rivolgesse più la parola.
“ e tua sorella che ti ha detto?” chiesi guardandola.
“ beh niente. Cosa può fare lei? Niente. Mi ha disinfettato le ferite e mi ha consolata. E pensare che dovevo consolarti io. E invece nessuno ti ha aiutato. Mi dispiace un sacco.” Sussurrò prendendomi la mano e spingendomi verso la mensa.
La paura prese il sopravvento. E se mi picchiasse di nuovo? E se mi buttasse di nuovo quel cibo disgustoso?
Pensando a quelle dannate domande mi fermai di colpo. Preferivo digiunare invece di subire le cattiverie di quel mostro.
“ Ascoltami Vivi. Dai fatti forza e vai avanti. Io sono al tuo fianco per qualsiasi cosa basta che mi stringi la mano.” Disse accarezzandomi la spalla.
Annuii e ripresi a camminare.
Le mani mi tremavano e il cuore batteva come mai aveva fatto.
Devo essere forte. Devo ritornare quella di una volta. Devo farlo per me per Crystal e per Leight.
Presi un profondo respiro aprii la porta della mensa.
Sotto lo sguardo di tutti ci recammo a prendere i vassoi per il cibo.
Mi guardai in giro per cercare un posto dove sedere.
“eccolo lì Vivi” esclamò La  mia amica indicando un tavolo.
Ci sedemmo e iniziammo a mangiare.
Mi girai di colpo per vedere Bieber sedersi nel tavolo dietro il nostro. Cazzo spero non se ne sia accorto.
Ero terrorizzata. Sconfitta pensando che non riuscivo a dominare la paura. Ci ero sempre riuscita prima di trasferirmi  ma non capisco perché tutto questo cambiamento.
“ hai visto? Cazzo spero non ci vedano” sussurrò Leight. Anche le aveva paura. Come biasimarla era stata picchiata anche lei..
“ si ho visto. Mangiamo in silenzio e usciamo di qui il più piano possibile.”
Lei annuì e riprese a mangiare.
Non riuscivo a togliere lo sguardo la lui. Non perché mi piaceva, ma perché avevo paura che ricapitasse la stessa cosa che è capitata ieri.
Finito di mangiare ci alzammo silenziosamente e ci recammo verso l’uscita.
Ce l’avevamo fatta per ora eravamo salve.
Sentii una presa forte nel mio polso destro.
“ pensavi davvero di potermi scappare? Nessuno riesce a scappare da me ” sussurrò una voce nel mio orecchio. Sapevo benissimo di chi era.




Justin’s pow.

“ dannata sveglia di merda!” gridai prendendola e sbattendola al muro. Oggi ero particolarmente incazzato e non so il perché.
Mi alzai e mi andai a lavare.
L’unico momento in cui non pensavo a niente. Potevo restare in doccia fino alla morte.
Uscii dalla doccia e mi avvolsi un asciugamano attorno alla vita.
Guardai l’orologio e vidi che erano  le otto e mezza.
Presi dei vestiti e me li misi.
Uscii di casa sapendo che ormai ero fottuto. Sicuramente un’ora di detenzione non me la toglie nessuno. Cazzo.
In più avevo anche da discutere con i ragazzi cazzo.
Arrivai davanti la scuola ed entrai.
Quando trovai la mia aula spalancai la porta e mi recai nel banco vicino a Chaz.
Lo salutai con un cenno con la mano e mi sedei.
“ Bieber qual buon vento la porta qui? Poteva benissimo stare a casa visto che ormai è abbastanza tardi per entrare in classe.” Disse il professor Smither.
“ Non rompa i coglioni specialmente oggi che ho letteralmente i coglioni girati. “ ringhiai provocando grida da tutte le oche presenti in classe.
“ Bieber venga pure qua a prendere questo famosissimo foglietto rosa.” Mi incitò quel vecchio di merda.
Mi alzai e presi quel foglietto del cazzo.
non vedo perché mi dia ancora questi foglietti sapevo che non cambierò mai comportamento. Sfigati.” Dissi sorridendo. L’ultima cosa che volevo era dargli la soddisfazione di avermi messo in punizione. Non rispose. Non sapeva che cazzo dire.
Justin ti devo parlare.” Sussurrò Chaz leggermente agitato. Che aveva adesso?
“seh..che c’è?” chiesi seccato. Sarà il solito problema con le sue puttanelle.
“La gang di Mike ha un nuovo membro. Non sono riuscito a capire chi fosse ma so che è molto bravo in questo lavoro. Dobbiamo stare molto attenti.”Sussurrò.
Ora so perché Mike sorrideva quando gli avevo dato quei 200 dollari.
Pezzo di merda.
“Adesso mi è tutto chiaro. I suoi sorrisi..sapevo che c’era qualcosa che non quadrava” sorrisi. Coglione di merda ti farò mangiare merda.
Mi girai cercando di fingere almeno di ascoltare quel cazzo di coglione che insegnava.

Finalmente le ore prima di mangiare finirono.
Mi alzai dal banco e uscii dalla classe seguito da Chaz.
“Andiamo a mangiare sto morendo di fame” esclamai camminando verso la mensa.
Chaz rise e poi spalancò la porta della mensa sotto gli occhi di tutti. Tranne quelle due sfigate che avevo picchiato ieri. Non mi ricordo neanche come si chiamano.
“ che ne dici se le spaventiamo un po’?” chiese Chaz facendomi l’occhiolino.
“ certo perché no?” risi e mi recai con il vassoio del cibo nel tavolo dietro quello delle sue sfigate.
“Guardale. Sono convinte che non le abbiamo viste.” Disse Chaz ridendo.
Risi anche io girandomi per vedere cosa faceva Vin..Vi..non so neanche come si chiama. Bha.
Le vidi alzarsi molto lentamente per poi camminare velocemente verso la porta.
Chiamai Chaz e ci alzammo per andare a divertirci un po’.
Presi il polso di Vi..insomma avete capito
pensavi davvero di potermi scappare?nessuno riesce a scappare da me”sussurrai al suo orecchio.
Guardai Chaz che si stava divertendo con quell’altra ragazza.




LEGGETEMIIII!!

Allora innanzitutto grazie per avermi cagata!
Poi...vi piace come capito? spero di sì ci ho messo tutto il cuore per farlo! 
Non vedo l'ra di finire gli esami..ho solo l'orale ma pensare che devo farlo tra quattro giorni mi viene voglia di buttarmi dalla finestra! 
continuo a quattro recensiori ragazze! Vi amo <3 

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Capitolo 13
*** Sorry. ***


lo so che sono un pò stressante ma vedo quante persone hanno letto la mia storia e rimango a bocca aperta, ma non perchè sono felice che sia letta da molte persone , si anche per quello, ma anche perchè di quelli che recensiscono sono massimo due o tre. Ditemi se c'è qualcosa che non va perchè io non capisco perchè molti anzi moltissimi la leggono e pochissimi recensiscono. Vorrei avere la soddisfazione del fatto che vi piace realmente. Se devo essere sincera forse non lo fate perchè vi ho deluso. Ditemelo ragazze. Davvero. cerco di dare il meglio di me ma non ricevo niente in cambio. Non so neanche se continuare la storia ragazze. Allora.. si può sapere perchè non recensite almeno un capitolo ragazze?

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Capitolo 14
*** Capter 12. ***


CAPITOLO  DODICI

Vivian.s pov


Cazzo .
Guardai negli occhi Leight. Era terrorizzata e stava tremando.
“che vuoi?” chiesi con nonchalance e battendo ripetutamente il piede per terra.
“vuoi che ti ricordi cos’è successo ieri? Non provare nemmeno una volta a usare quel tono con me. Come sono i lividi? Fanno male, tesoro?” disse facendo il finto dispiaciuto.
Cercai di liberarmi dalla sua presa, cosa impossibile. Dannazione.
“ dimmi una cosa. Non hai altro da fare che rompere i coglioni a noi due?” chiesi mostrando uno dei miei sorrisini. Li usavo sempre quando qualcuno faceva il coglione con me.
Era sorpreso. Non se lo aspettava.
“no no. Preferisco di gran lunga uccidere te.” Spalancai gli occhi. Cosa voleva dire questa frase?
Guardai Leight che mi faceva segno di spiegarmi tutto dopo.
“ oh..avanti, ne ho conosciuti un sacco di persone come te. E fidati sei solo un montato del cazzo” sbottai avvicinandomi alla sua faccia. Sentii la mia guanci destra bruciarmi. Dovevo impedire di piangere.
la prossima volta che usi questo tono con me farò di peggio. “ mi avvertì. Non diedi ascolto alle sue parole ma mi concentravo soltanto a come scappare. Guardai la mia amica  con uno scatto velocissimo la presi per il polso e mi misi a correre per andare il più lontano possibile da loro.
“ ma che cazzo fai Vivi ! se ci prendono ci uccidono cazzo.” Gridò Leight mentre correva il più veloce possibile. Non ci avrebbero presi, io sono molto veloce e Leight non è da meno.
“ hai detto bene, Se ci prendono “ dissi girandomi leggermente verso di lei sorridendoli.
All’ improvviso sentii dei passi farsi sempre più vicini. Era Justin ci stava raggiungendo. Cazzo.
Vidi subito uno stanzino che si trovava a circa un paio di metri. Corsi più veloce non ascoltando le lamentele della mia amica.
Mi girai per vedere dove si trovasse. Ma non lo vidi. Magari si è nascosto da qualche parte. O magari si è fermato.
Aprii la porta dello stanzino se dopo essere entrate e la chiusi il più lentamente possibile.
“cazzo non ho mai corso così tanto in vita mia. Ma sei pazza per caso?!? Poteva ucciderci se ci avessero prese.” Sbottò con il fiatone. Sta per avere una crisi isterica.
“ ma smettila Leight. Hai visto? Non ci hanno prese. Sono troppo lenti.” Dissi per poi sedermi per terra e prendere un lungo respiro.
“ si ma ci prenderebbero o quando usciamo per andare a lezione  o per tornare a casa.” Disse in preda la panico. Ma quanto fifona può essere questa ragazza?
“ stai tranquilla perché resteremo qui fino alla fine della scuola.” Esclamai. Si lo so, ho una mente geniale.
“ che cosa? Sei pazza ? no no no e no. Non ci penso proprio.” Disse scuotendo la testa.
“ vuoi essere presa a pugni per caso? Se adesso noi restiamo qua per ora loro non ci prenderebbero. Per domani troveremo una soluzione ora sta tranquilla.” Dissi cercando di tranquillizzarla.
Annuì e si guardò in torno per vedere in che stanza ci trovavamo.
“ siamo nell’aula di arte.” Sussurrò.
Camminai per vedere un po’ la classe.
“ che ne dici  se facciamo qualcosa mentre aspettiamo la fini della scuola?” chiese guardando l’ora.
Spalancai gli occhi per poi mettermi a ridere.
“ cosa intendi con facciamo?” chiesi ridendo leggermente.
Spalancò gli occhi mettendo a ridere anche lei.
“ ma sei scema? Non intendevo quello. Ehi! per tua informazione non sono lesbica. Intendevo dire che ne so, disegnare. Siamo in una classe di arte cosa si potrebbe fare se no?” spiegò smettendo di ridere.
“ vada per disegnare allora.” Andai in cerca di due fogli e alcuni colori. Li porsi a lei e iniziammo a disegnare.

Erra passata ormai un’ora e noi due eravamo ancora a disegnare qualcosa per distrarci.
Io stavo disegnando un albero di mele con affianco una casetta di legno. La verità? Faceva proprio schifo questo disegno.
Finito di colorare aspettai che Leight finisse.
“ fatto. Al mio tre girammo i fogli. Uno. Due. Tre!” all’unisono girammo il foglio.
Spalancai gli occhi vedendo la meraviglia davanti  a me.  Era un paesaggio. C’era un campo di grano ed al centro c’era una ragazzina seduta che si teneva con la mano il cappello di paglia in testa e i suoi capelli che svolazzavano di qua e di là di color grano.
“ ma tu chi cazzo sei ? dio santo è meraviglioso. “ esclamai guardandola. Indovinate lei cosa faceva?
Rideva del mio orrendo disegno. Che ci posso fare? Sono una frana nel disegno.
Mi unii a lei e ridemmo fino ad avere le lacrime agli occhi.
Guardai l’orologio posizionato al centro della classe e vidi mancavano ancora quaranta minuti.
Mi sedei per terra appoggiando la schiena nella parete. Anche lei mi copiò.
“ senti so che è una idea stupida ma che ne dici di dormire un pochetto? Mettiamo la sveglia alle tre e dopo andiamo tutti a casa” esclamai. Avevo un sonno pazzesco.
Annuii e mise la sveglia sperando di sentirla.


Mi svegliai di soprassalto. La sveglia non cessava nel suonare e Leight dormiva come un ghiro.
Guardai l’ora e vidi che erano le sei!??! Porca puttana.
Leight cazzo svegliati dobbiamo uscire!” urlai leggermente e muovendola un po’.
Si alzò bruscamente e mi guardo.
Si alzò e corse verso la porta.
“ E’ chiusa cazzo! È già finita la scuola!! Ma da ben tre ore cazzo.” Strillò guardandomi.
“ mantieni la calma cazzo! Lo avevo capito dannazione. Nessuno ci può sentire è inutile che continui a bussare tanto non ti sentiranno” dissi rassegnata. Non ci facevo un dramma. Tanto è solo una dannata notte. Che cosa potrebbe mai succederci?
Prese il cellulare e digitò qualche numero.
“ non prende cazzo! Mia mamma mi uccide cazzo! “ sbottò buttando il cellulare per terra.
“ calmati cazzo. Non sei l’unica che è rinchiusa qua dentro. Ora siediti e sta zitta” la sgridai.
Sbuffò e si sedette di fianco a me.
“ beh almeno Bieber E i suoi amici non ci hanno trovate. Guarda questo lato positivo.” Dissi facendo le spallucce.
“ ti dovevo parlare di Bieber ricordi?” mi chiese. Ah si, mi ero dimenticata.
“ si mi ricordo.” Dissi. Lei mi sorrise e si preparò per spiegarmi perché tutti avevano paura di Bieber.

LEGGIMII è IMPORTANTE QUESTO CHE VI DEVO DIRE.

Scusatemi davvero. scusate se ci ho messo tanto tempo a postarlo ma come vi avevo detto avevogli esami.
Perdonatemi se e un pò corto , la prossima volta li farò più lunghi ma siccome non ho il mio computer non riesco bene a scriverlo con quello fisso. è una merda. Seriamente. 
Apparte questo. voglio che recensite ragAzze mie altrimenti non continuo.
Adesso che inizia anche per me l'estate volevo dirvi che i capitoli li metterò almeno due o tre volte alla settimana. Tutti verso la sera. insomma verso mezzanotte. Baci ragazze. 
Buonanotte <3 



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Capitolo 15
*** Non è un capitolo . ***


Hola chicass !  volevo dirvi che continuo appena il capitolo precendente arriva a quattro stupende recensioni..se lo fate ve ne sono davvero davvero grata. 
Ho ancora il computer fisso perciò non arrabbiatevi se saranno corti e merdosi..mi scuso in anticipo. <3 
Vorrei scrivervi altro ma non ne ho idea. tanto per farvi sapere che sono ancora viva. 
Beh..anche se so che non vi interessa ve lo dico lo stesso..sono andata al mare ieri e sono tornata oggi.e indovinate perchè? perchè la sfiga mi perseguita anche in estate..beh in breve pioveva..ma non solo oggi per tutta la settimana. Senza offesa a me stessa ma volte credo di essere nata con la sfiga nelle vene. 
Apparte che l'hotel faceva schifo. ma credetemi quando vi dico che faceva schifo. faceva schifo davvero.
che altro dirvi? ah si beh sapete no che avevo gli esami? beh sono andati alla grande. non so ancora i risultati ma ne sono fottutamente convinta. 
So che tutto quello che vi sto dicendo non ve ne può fregare un minchia ma come avevo detto prima è per farvi sapere che sono viva e che il capitolo arriva presto!
Vi ho già detto che ho avuto sfiga oggi n0? beh non è bastato  solo rovinarmi quei cazzo di giorni a sottomarina ma anche mandarmi a puttane l'alimentatore del mio bellissimo, stupendo computer e per di più in estate cazzo.  Vaffanculo ( non a voi, non ve lo direi mai.)
Scusate di nuovo per il mio stato sfogo. 
VOGLIO VEDERE QUATTRO RECESIONI NEL CAPITOLO DODICI.
Vì lòvvò ràgàzzè ( truxxèè ) 
okei leggermete  schizzata. scusatemi . non spaventatevi. 
Lo cancellerò questo coso che ho scritto non vi preoccupate. non vorrei preoccupare i lettori per la mia pazzia.
Notte dolcezze <3

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Capitolo 16
*** Capter 13. ***


CAPITOLO TREDICI.

Vivian’s Pow

“ Perfetto.” Disse Leight schiarendosi la gola.
“Vedi, diciamo che è abbastanza difficile da spiegare. Solo parlare di lui mi vengono i brividi alla schiena.” Esclamò con voce leggermente tremolante.
“ oh, andiamo che cosa potrà mai essere così tanto pauroso parlare di un semplice diciannovenne!” sbottai. Ero stanca, la faceva sempre tanto lunga. Cazzo arriva al punto.
“ e va bene, a-adesso ti racconterò tutto.” Sussurrò come se avesse paura che lui ci sentisse.
“ si beh se ti sbrighi magari..” dissi spazientita.
Si guardò in torno e iniziò a parlare.
“ e-e-ecco vedi, lui è uno dei criminali più pericolosi. Abbiamo cercato ogni santa volta di denunciarlo o almeno di dire che sappiamo chi è che rapina, uccide o rapisce. E quando ti dico tutti intendo dire tutta la scuola. Ovviamente nessun poliziotto ci ha creduto nemmeno i professori. Dicevano che siamo solo degli adolescenti con gli ormoni in subbuglio che cercano di rompere i coglioni agli adulti. Ma non è così.
Lui sente tutto e tutti. Se viene a sapere che abbiamo fatto questo casino lui e i suoi compagni uccidono tutti con un semplice sparo. Non hai idea di quanto terrore incute quello la. Sotto quel bel ragazzo con muscoli ovunque e un sacco di tatuaggi si nasconde un terremoto. Per questo noi lo chiamiamo ‘ Earthquake’  è capace di distruggere tutto e tutti come un terremoto, come sta cercando di fare con te. Devi riuscire a batterlo Vivian. Ci abbiamo provato anche a farlo cacciare a questa scuola ma è riuscito sempre a salvarsi. Ogni volta che ci abbiamo provato ha ucciso due persone. Con un totale di dieci persone. Nessuno lo sa, solo noi..”
disse tremando come un foglia. Io ero lì impalata a sentire tutte quelle informazioni.
Com’è possibile che quel ragazzo faccia delle cose del genere? O mio dio come faccio io?
Presa da panico mi alzai e camminai avanti e indietro per tutta l’aula. Il cielo era buio e saranno state le sette di sera.
“ o m-m-i sono dimenticata di dirti anche che lui fa parte di una banda. I ‘ the kings’. Lui è il capo. È un criminale esperto in tutto. Che si tratti di sport o crimine. Tranne la scuola ovviamente. Anche se trae terrore  parla con alcuni tipo le puttane della scuola o boh altre persone. “ disse. Non cessava di tremare. Neanche io se devo essere sincera.
Lui un criminale? Insomma come mio fratello..anzi John lo era ora no. Beh non voglio parlare di lui ora.
“ o mio dio, non può essere. Quindi volendo può uccidermi?” chiesi tremolando.
Lei annuì lentamente.
Avevo paura dannazione. Cazzo.
L’ennesima volta che ho paura quando si parla di Bieber se si può chiamare così.
“ adesso che sai questo dobbiamo cercare di uscire di qui.” Esclamò cercando di togliere la tensione che si era fatta nell’aria.
Annuii e cercai qualcosa che riesca a rompere la serratura della porta.
ecco ho trovato” esclamai avvicinandomi alla porta.
Avevo trovato un cacciavite. Che ci faceva un cacciavite in un’aula  di arte?bah.
“ perfetto ci riesci a svitare le viti?” chiese Leight avvicinandosi anche lei.
Mi abbassai e avvicinai il cacciavite alle viti. Feci leva ma niente. Non si muovevano nemmeno ci qualche millimetro.
“ niente. Ma con cosa gli hanno messi cazzo! Prova te” sbottai porgendoli quell’aggeggio inutile.
Lo prese e fece la stessa cosa che feci io.
“ niente, non si svitano cazzo.” Esclamò buttando per terra il cacciavite.
Imprecai sbattendo i miei piccoli pugni nella porta. Era tardi, ero stanca e mio fratello si sarebbe preoccupato a morte.
“ mi è venuta un’idea!” esclamò prendendo il cacciavite. Si avviò verso le finestre e iniziò a fare leva. Ma che voleva fare?
“ ma che vuoi fare?” chiesi andando verso di lei.
“ semplice. Svitare la finestra.” Disse concentrandosi sulla finestra che si trovava davanti a lei. Non era tanto lontana. Bastava alzarsi in punta di piedi e ci saresti arrivata.
“ fatto Vivi! Sono un genia cazzo!” disse la stellando di qua e di là. Che stupida cazzo.
“ si va bene ma ora usciamo di qua” presi una sedia e la misi sotto la finestra per poi salirci sopra.
Sentii l’aria fresca accarezzarmi i miei capelli lunghi.
“ cazzo come mi è mancata l’aria.” Esclamai alzando le mani in aria.
“ certo, ma ora andiamo a casa. Per fortuna cazzo , almeno non dobbiamo dormire qua in attesa che qualcuno ci apri.” Disse sorridendo.
ti serve una passaggio e hai la macchina?” chiesi alzando lo sguardo verso di lei.
“ no no tranquilla, ho la mia macchina”disse prendendo dalla sua borsa le chiavi.
“ e lo zaino merda? Domani come faccio? Cazzo. Oggi la sfiga e dalla mia parte.” Imprecai.
“ anche io non ho lo zaino ma non importa lo prendiamo domani. Ciao Vivi ci vediamo domani” esclamò salutandomi con la mano.
Feci un cenno con la testa e mi avviai verso la macchina. Era buio e faceva un po’ di freddo.
All’improvviso sentii un dolore atroce ala schiena. Urlai dal dolore e mi accasciai a terra. Mi sembrava rotta cazzo.
“ o ma guarda chi c’è qua, povera troia pensavi davvero di potermi scappare?”  esclamò un voce alle mie spalle. Era lui cazzo. La paura prese il sopravvento. Cazzo qualcuno mi aiuti ho paura.


JUSTIN’S POW.

Con uno scatto improvviso quella ragazza che non ricordo il suo nome..penso Victoria..no Vi..Vivian ecco prese per il polso la sua amica e si mise a correre.
Cazzo.
“ Chaz corri prendile!” dissi spingendolo. Lui mi guardò e poi guardò il corridoio. Ma è scemo o cosa?
Lo spinsi e mi misi a correre il più veloce possibile. Cazzo se non erano veloci.
Le stavo raggiungendo quando alzai appena lo sguardo e mi accorsi che stavo andando a sbattere contro uno stupido cestino della spazzatura. Ma che cazzo ci fa un cestino della spazzatura in mezzo ai corridoi?
Mi fermai di colpo. Non poteva essere, era la prima volta in tutta la mia vita da criminale che qualcuno riusciva a scapparmi. L’avrebbero pagata. Eccome. Troie.
Diedi un pugno forte al muro quando mi accorsi che loro erano sparite chissà dove.  Le cercai ovunque. Ma poi il suono della campanella mi avvisò che avevo altre tre ore in più quella nell’aula di detenzione.

Mi avviai verso l’aula di detenzione. Che cosa potevo fare lì tutto solo?
Aprii la porta vedendo seduti tre ragazzi più il professore. Beh non sono solo oggi.
Guardai l’ora e segnava le quattro e cinque. Cazzo sarà l’ora più lunga della mia vita.
Si sentivano solo i rumori della penna del professore e il rumore della lancetta dell’orologio.
Che diavolo potevo fare?
Mi sentivo osservato. Era vero quei tre ragazzi mi guardavano.
“ che cazzo avete da guardare? Giratevi prima di trovarmi una pallottola in testa” sbottai. Senza esitare si girarono riprendendo quello che stavano facendo.
Guardai l’ora e vidi che erano le meno cinque. Atri cinque minuti e poi posso uscire.
Che fine avranno fatto quelle due puttane?
La pagheranno. Non dovevano permettersi di scappare.
Finalmente quell’ora straziante finì. Presi le mie cose e mi avviai verso l’entrata della scuola.
Uscii, ma mi sentii preso per le spalle.
“ ehi amico, pensavi davvero di tornare a casa senza salutarmi?” ma chi cazzo era questo qua? Mi girai lentamente preso dalla rabbia. Nessuno doveva toccarmi in quel modo.
Spalancai gli occhi vedendo Mattew un vecchio amico.
“ Mattew? Che diavolo ci fai all’entrata di una scuola?” esclamai dandogli una pacca nella spalla.
“ niente. Avevo parcheggiato qui . Ma poi ti ho visto uscire e sono venuto a salutarti.” Disse sorridendo.
come mai sei qui? Non ti eri trasferito?” chiesi corrugando le mie sopracciglia.
“ si infatti, ma siccome mi sposo con la mia ragazza dovevo prendere alcune carte che avevo lasciato nella vecchia casa.” Spalancai gli occhi. Si sposa? Cazzo chi è la donna coraggiosa che riesce a sopportarlo?
chi è la magnifica donna che riesce a sopportarti?” chiesi ridendo.
“ Si chiama Jennifer. È magnifica. Un giorno te la farò conoscere.” Esclamò.
Parlammo del più e del meno. Guardai l’ora nel display del mio cellulare e spalancai gli occhi. Cazzo erano già le sette e dieci.
“ amico devo andare. Ci sentiamo” gli diedi una pacca nella spalla e mi incamminai verso la mia auto.
Mi fermai di colpo sorridendo il più malignamente possibile. Ora non poteva più scapparmi. Troia.
La spinsi forte nella porta di un’auto. Sussultò per poi urlare e cadere per terra.
“ o ma guarda chi c’è qua, povera troia pensavi davvero di potermi scappare?” chiesi. Leggevo nei suoi occhi terrore. E faceva bene ad averne.


SPAZIO AUTORE. LEGGETE è IMPORTANTE.

Mi scuso tantissimo per aver tardato tanto ma come avevo detto non trovavo il tempo e ho un computer merdoso.
Non so quando metterò il prossimo capitolo. Penso o mercoledì o venerdì. non lo so. 
Mi dispiace se non ho potuto metterlo venerdì come avevo detto ma ho avuto parecchi impegni. 
Bene, e per concludere..
Avete visto?? sono riuscita a fare la seriaaaaaa..
Okei continuo quando avrò cinque recensioni ragasheee..
Cazzarola è tardi eh..ho un sonno che non potete immaginare. Non so dove ho trovato la voglia di scrivere il capitolo. ma vabbeh..per voi lo farò sempre ragazze. ! <3
Ora vado a dormire perchè ho un sono della madonna.
 Kiss kiss gossip girl..<3 hahaha no okei.
Buonanotte ragassuoleee..
Spero ve piasa il capitilo...sogni d'oro..
VI LOVVO <3  ( hahahaha ) 









 





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Capitolo 17
*** Capter 14. ***


CAPITOLO QUATTORDICI.

Vivian’s pow.



Presi tutto le forze che avevo in corpo e mi rialzai appoggiandomi alla portiera di una macchina. Credo fosse la mia a in questo momento non me ne importava poco e niente.
“ Sei solo una piccola troia, è l’ultima volta che fai la furba in questo modo specialmente con me.”  Disse avvicinandosi pericolosamente a me per poi prendermi per l’avambraccio e sbattendomi di nuovo nella portiera dell’auto.
Urlai sentendo un dolore atroce alla schiena. Come diamine potevo ribattere se lui era molto più forte di me. Vorrei essere un maschio in questo preciso istante.
“ Smettila di urlare figlia di puttana” mi urlò tirandomi una sberla.
“ adesso basta. Puoi insultarmi e picchiarmi fino a morire ma mia madre non la devi neanche nominare specialmente dicendo che è una puttana quando non sai neanche il suo nome” ringhiai. Non so neanche io dove ho preso tutto questo coraggio.
“ ti conviene chiudere quella bocca. Non sei nelle condizioni di sfidarmi sguattera” ringhiò avvicinandosi al mio viso.
Mi diede una sberla. Un’altra e un’altra ancora. Fino a farmi sanguinare il labbro.
sei fortunata ad essere una femmina altrimenti di avrei riempito di pugni ma come vedi le rispetto le donne.” Ma è stupido? Cazzo mi ha appena picchiata!
Cercai di non piangere non volevo apparire debole ai suoi occhi. Non un’altra volta.
Mi misi a ridere. Sempre meglio di piangere.
Lui mi guardava tra il confuso e l’arrabbiato. Sembravo una pazza, ma dovreste vedere che scena. Mi fa proprio pena.
“ sei davvero patetico. Ma ti senti? Dici che hai rispetto per le donne quando guarda il mio labbro. Sta sanguinando. In questo momento posso sembrarti una pazza ma non uno stupido criminale che finge di essere forte ma che se si prova a conoscere  riesce a distruggere quella corazza che si è  fatto da solo. Pensi che non me ne sia accorta? Nel mio paese era pieno di tipi come te e sai cosa facevo quando mi si avvicinavano? Niente, dicevo solo quello che pensavo di loro.  E il bello è che era giusto. Penso che tu sia un ragazzo sensibile che si nasconde in se stesso facendo del male al prossimo. Ma non è cos’ì che si riesce a migliorare le cose. Devi cercare di fidarti di qualcuno. Non fraintendere, non ti sto dicendo che devo proprio essere io. Io ne sono totalmente sicura.” Esclamai asciugandomi il sangue che gocciolava dal mio labbro.
Lui mi guardava con gli occhi lucidi. Segno che stava per piangere.
Avevo fatto centro. Un’altra volta.
Mi fulminò con lo sguardo e mi diede le spalle per poi dirigersi verso la sua auto. Sono sicura che piangerà. Non mi faceva per niente pena. Okei ho detto una bugia, si mi faceva pena perché in fondo anche io sono quasi simile a lui. Ma almeno ho qualcuno di cui fidarmi. E penso che anche lui abbia qualcuno ma no riesce ad aprirsi.
Ma che cazzo sto dicendo? Oddio sto parlando come se sapessi tutto quello che quel ragazzo provi. Sono una fottuta veggente. Yeah.
Feci un lungo respiro pensando che per oggi quest’inferno era finito. Lo so avevo qualche bella botta ma sarebbe sparita comunque.
Presi dalla borsa le mie chiavi e andai verso la mia macchina.
Misi in moto e partii verso casa mia. Guardai l’ora e vidi che erano le  otto e dieci. Vabbè tanto a chi vuoi che interessi se ho fatto tardi? A mio fratello credo di no.
Parcheggiai nel mio garage ed entrai in casa.
Non c’era nessuno. Chissà cosa sta facendo mio fratello sarà sicuramente in quell’azienda.
Andai verso il frigo e presi una pizza surgelata che avrà preso John.
La scaldai e poi la mangiai. Avevo una fame pazzesca. Non mangiavo qualcosa da un sacco di ore cazzo.
Cosa potevo fare? Compiti non ne avevo..
Andrò su facebook.
Avevo più di dieci messaggi. Tutti dei miei amici del mio paese.
Tutti dicevano che mancavo un sacco a tutti. La cosa è reciproca. Non mi dimenticherò la prima volta che andai in discoteca. Mi ubriacai talmente tanto da aver perso la verginità. Me lo aveva detto Cry. Sono rimasta depressa per giorni se non settimane. Avevo solo quindici anni.

Flashback.
Ero intenta a messaggiare con  un mio vecchio amico quando il mio cellulare non squillo.
Guardai il display e vidi che era Cry.
“ Ehi Cry come mai mi hai chiamata? È successo qualcosa?” chiesi. Avevo un brutto presentimento.
“ M-m-mi dispiace così tanto Vivi, non avrei voluto dirtelo m-m-a ecco..t-t-tu ieri sera hai perso la verginità con un ragazzo. Ti giuro ho cercato di fermarti ma tu non mi hai ascoltato. Mi dispiace. Non avrei voluto dirtelo ma lo avresti scoperto.” Il mondo mi cadde addosso. Avevo perso la cosa più importante della mia vita. La cosa che custodivo con tanta sicurezza.
Mi sono sempre immaginata come sarebbe stata la mia prima volta.
L’avevo immaginata con il ragazzo che amo. Ed ora avevo perso tutto per una mia stupida scelta da ubriaca. Cazzo.

Sono stata così stupida. Ma vabbè ero ubriaca.
All’improvviso sentii il mio cellulare squillare. Era Cry.
“ ehi amore mio! Ti ho chiamata per sapere se c’è qualche novità” esclamò raggiante. La invidiavo per la sua voglia di vivere e di andare avanti.
“n..oh si beh…ecco vedi..io e Josè ci siamo lasciati.” Dissi sussurrando. Speravo con tutta me stessa che non avesse sentito. Ma invece aveva sentito bene.

 

Justin’s pow.


Me ne andai più sconfitto che mai. Quella ragazza aveva centrato  il punto.

“Penso che tu sia un ragazzo sensibile che si nasconde in se stesso facendo del male al prossimo”

Era vero.  Tutto quello che aveva detto era vero. E la cosa che mi infastidiva di più è che era lei, la ragazza che avrei dovuto rendere la sua vita un incubo.
Delle lacrime salate rigavano il mio viso. Facevo tanto il duro quando poi se sono solo sembro peggio di una femminuccia.
Ricordai quando mia mamma mi disse una certa frase. Che non ho mai ascoltato.

Se devi piangere fallo, non è da femminucce. Anche i più forti piangono.”

Quella frase è piena di significato. Io invece pensavo tutto il contrario.  Non ho mai ascoltato quello che diceva mia madre. Ascoltavo solo quello che diceva quell’infame di mio padre.
Lui pensava che piangere fosse da donne. Che se piangi tutto il rispetto che hai guadagnato svanisce nel nulla.  Per questo io piango sempre da solo senza la spalla di nessuno.

Adesso basta fare il ragazzo sensibile. Se Vivian pensava che dicendo quelle cose pensava che io smettessi beh doveva ricredersi. Ho appena iniziato.

Arrivai a casa e mi feci una lunga doccia. Perlomeno in questo momento non pensavo a niente.

Dopo una buona mezz’ora uscii dalla doccia e mi vestii.
Scesi le scale andando verso la cucina per prendere qualcosa da mangiare. Avevo una fame tremenda. Presi un pacchetto di cracker e lo mangiai.
Di solito fumavo sempre una sigaretta prima di andare a letto. Ma anche questa volta non e avevo proprio voglia. Davvero molto strano direi.
Andai in camera mia e cercai di dormire. Dimenticando per una notte tutti i problemi che mi affollavano la mente.


Vivian’s pow.

“CHE COSA?? E perché? “ gridò Cry dopo aver sentito quello che gli avevo detto.
“ Si. Hai sentito bene.” Dissi scocciata. Non fraintendetemi. È ovvio che mi dispiaceva essere stata tradita dal ragazzo che in teoria amavo.
Gli raccontai  della telefonata che avevo avuto con lui.

Flashback.



1….2…3…squilli perché  non rispondeva?
“pronto amore?”rispose. Sentii molte risate boh starà parlando con qualcuno.
chi è Josè? Dai vieni qui dobbiamo finire..” sentii parlare   una ragazza, ma che stava succedendo?

“di chi è questa voce Josè? Sembra di una ragazza..”domandai leggermente incazzata.
“ oh ehm..mia cugina..si mia cugina!”  mi credeva così stupida?
“ mi credi così stupida stronzo?” gridai. Sentii gli occhi pizzicarmi e poi una lacrima scendere giù..
“ scusami è che era da tanto che non facevo un pò di sesso..l’ultima volta che l’ho fatto è stato con te una settimana fa..scusami di nuovo ma ne avevo bisogno ..mi perdoni?” chiese con speranza, mi ha solo usato per sesso..
“ no, tu mi hai usato cazzo! Ti interessava solo quello vero? Vaffanculo. Ora sai che ti dico? Vai a fotterti quella puttana e non farti più sentire!” urlai ora sentivo solo che disprezzo nei suoi confronti..


B
rutto figlio di buona madre. Ho i nervi a fior di pelle pensando a lui.
“ mi dispiace tanto. È un gran stronzo. “ disse. Era arrabbiata anche lei.
“ già. Ora devo andare. Ho un sonno che non puoi immaginare. Buonanotte amore “ misi giù senza neanche lasciare che rispondesse e mi misi sotto le coperte.
Che cosa sarebbe successo domani?


Guardatemi..

Bene. avete visto? l'ho messo in anticipo. Non avevo niente da fare per cui l'ho messo oggi. Probabilemte metto il prossimo capitolo domani. Ma solo se vedo un bel pò di recensioni ragazze. Spero vi piaccia.
So che è notte fonda ma è che avevo appena finito di vedere Catwoman mangiando pop-corn sola soletta.
Ho così tante cose da dirvi è che mi dimentico sempre. Dannata la mia testa a volteee <3 
Vi lovvo mucho mucho.. ! <3 




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Capitolo 18
*** Capter 15. ***


Capitolo 14.



Vivian’s pow.


Sveglia di merda. Sempre la stessa storia, sto facendo un sogno e la sveglia suona e rovina tutto. Ma che cazzo.
Ma questa volta non è stato un sogno normale, almeno per me.
Ho sognato Bieber. Non ricordo bene cosa ho sognato ma solo lui che tiene una pistola in mano. Poi buio.
Mi terrorizza questo perché non mi è mai capitato di sognare qualcuno in questo modo. E quando vi dico mai è mai cazzo.
Dovrei preoccuparmi? Boh..
La sveglia non smetteva di suonare così decisi di alzarmi e prepararmi.
Andai verso l’armadio e presi  dei jeans e una maglietta che mi lasciava la pancia scoperta fino all’ombelico color blu e le mie adorate supra bianche.

Parcheggiai e andai verso l’ingresso della scuola. Tutti si erano girati verso di me. Ma perché?
Chissà se oggi Bieber mi romperà i coglioni.
“Vivi è vero quello che dicono su di te? O mio dio non ci posso ancora credere..dimmi che è la verità ti prego!” esclamò Leight. Ma di cosa stava parlando?
“ mi spieghi di cosa stai parlando?” chiesi inarcando un sopracciglio.
“ ho sentito dire che ieri Justin ti ha picchiata e che tu sei riuscita ad affrontarlo e vero?” chiese eccitata.
“ cosa? Macchè io e quel coglione non ci siamo visti..no ascoltare quelle voci. Non hanno niente da fare dalla mattina ala sera e vengo a rompere a me. No. Comunque e tutto falso. Leight.” Dissi cercando di essere il più convincente possibile.
Non ho detto la verità a Leight semplicemente perché non volevo che si creasse chissà cos’altro e poi perché non volevo che la ‘ fama ‘ del ragazzo figo, bullo e killer si distruggesse. Non so neanche io perché l’ho fatto.  Sicuramente non per paura. So per certo che ora per smentire tutto quello che la gente dice mi farà fare una brutta fine. Cazzo.
“ uhm..okei” disse prendendomi per il braccio e portandomi in classe.
“ girati immediatamente, troia.” Ringhiò una voce. La riconoscevo benissimo.Justin.
Mi girai lentamente per poi incrociare i miei occhi con quelli scuri e cupi di Bieber.
Immediatamente le mie mani iniziarono a tremare. Perché a me ?
Dovevo essere forte. Infatti lo sono vero? No, io fingevo di essere forte.
“ avanti Bieber, cosa vuoi ora?” chiesi scocciata.
Mi prese per il braccio e mi spinse per terra provocando le risate di tutti gli studenti. Mi sento umiliata.
le hai sentite le voci che circolano?” mi chiese facendo un sorrisetto malefico. Ma quando diavolo può essere perfino questo ragazzo?
si, le ho sentite e con questo?” chiesi alzandomi e ricomponendomi.
“ oh semplice. Di a tutti che ieri non ci siamo mai visti. E lo sai benissimo.” Disse sorridendo come prima. Vuole giocare? Perfetto allora giocherò anche io.
“ non mi sembravi così tanto duro ieri quando ti ho detto tutte quelle cose in faccia Bieber.” Dissi usando un tono sfacciato e sorridendo come lui.
“ Non ti conviene sfidarmi.” Mi minacciò. Si avvicinò pericolosamente e mi prese per il braccio. Ma che cazzo fa?
E se mi stupra? No no no ti prego.
Mi spinse verso i bagni maschili e mi spinse violentemente nel muro. Cazzo.
Gemetti. Avevo male dappertutto.
“ se pensavi che dicendomi quelle cose ieri io avrei smesso beh, ti sbagliavi. Ho appena iniziato. Hai sbagliato davvero tanto a dire quella dannata frase per quando si fa arrabbiare Bieber, Bieber uccide. Si, è una minaccia. Prova ancora una volta a sfidarmi così e ti giuro che ti ritroverai a ceneto metri sotto terra. Ci siamo capiti?” disse alitando contro le mie labbra.
Cosa potevo fare se non annuire?
“Brava ragazza. Ora vattene prima che ti uccida adesso. Sai com’è io non ho pietà di nessuno men che meno per una bella ragazza.” Ha detto che mi trova bella? Ma che schizzi ha questo?
Lo spinsi leggermente per poi lanciarli un occhiataccia.
I corridoi erano vuoti. Cazzo per colpa sua ho fatto di nuovo ritardo. Spero no si ricordi della punizione che mi avevano dato. Non ci sono neanche andata nell’aula di  detenzione.
Bussai ed entrai senza attendere la parola ‘ avanti’.
“ ma chi si rivede. Ha intenzione di venire a tutte le mie ore in ritardo signorina?” chiese quel vecchio di merda.
“ vaffanculo cazzo.” Sussurrai provocando le risate di alcuni ragazzi che erano vicini a me.
“ ha detto qualcosa Salvador?” chiese inarcando il suo merdoso sopracciglio.
“ no. Amplifon. “ dissi. Ma che cazzo avevano da ridere questi qui?
“ ehi. Per essere una che viene presa di mira da Bieber sei forte.” Disse un ragazzo vicino  a me.
Lo ignorai e sperai con tutta me stessa che quel dannato prof non ribatta. Infatti è così.

Finito quelle estenuanti ore mi incamminai alla ricerca di Leight per mangiare insieme.
“ eccomi bellezza!” esclamò qualcuno alle mie spalle. Leight.
Le sorrisi e ci incamminammo verso la mensa.
Presi tutto quello che potevo mangiare. Avevo una fame da lupi.
“ non so se ti conviene mangiare tanto. Da come vedo sei grassa Salvador” disse indovinate chi? Bieber.
Provocò le risate di tutti tranne Leight, lei era l’unica che mi stava vicino.
Mi sentii umiliata. Buttai tutto il vassoio nel cestino della spazzatura e me ne andai singhiozzando verso i bagni. Non aveva il diritto di insultarmi così.


Justin’s pow.


Mi sentii felice dopo aver detto quella frase. Lo so che avevo ferito i sentimenti di Vivian ma non me fregava un cazzo. L’importante e aver riconquistato il terrore che tutti avevano per me.
“ adesso basta, non hai nessun diritto di dirle quelle cose. Quando sai perfettamente anzi sapete tutti perfettamente che lei è una ragazza buona e che è magra. Lo sapete tutti. È a dir poco perfetta. Ma sai com’è l’invidia non è vero? Bieber si può sapere perché ti da tanto fastidio la sua presenza?” disse la sua amica. La verità,  non lo so neanche io.
Scrollai le spalle e me ne andai a sedere.
“ ecco vedi? Sei una persona di merda.”subito dopo se ne andò per seguire la sua amica.
Ha detto la verità, sono una persona di merda. Tutti lo sapevano.
“ ehi amico, non ascoltarla.” Mi consolò Jason.
“ io non la sto ascoltando infatti.”  Puntualizzai. Ma solo io so che ho detto una stronzata.


Vivian’s pow.

Ero chiusa in uno dei bagni a piangere. Davvero ero così tanto grassa? Perché nessuno me lo ha mai detto? Tutti mi dicevano che ho un bel corpo e io ovviamente ci credevo sempre fino ad adesso. Devo cercare di dimagrire.
Sentii bussare.
“avanti Vivi, esci per favore. Lo so che quello che ti ha detto ti ha offeso ma non lo pensava veramente. Era solo un modo per farti star male. Non ascoltarlo.” Disse pregandomi.
“ chi mi dice se non mi stai mentendo?” chiesi balbettando.
“ lo sai che su queste cose non ti mentirei mai. Dico davvero. Tu sei perfetta. Sei bella e hai un bellissimo corpo. Che tutte le ragazze invidierebbero.” Mi rassicurò dovevo credergli?
“ non ti credo Leight.” Dissi delusa da me stessa.
“ cosa? Credi di più a quel coglione là? Maddai! “ disse incredula.
Aprii il bagno ed andai a vedermi allo specchio. Ero brutta vero?
“ non sei brutta Vivi” disse come se mi avesse letto nel pensiero.
“ ascolta, che ne dici se andiamo ad una festa sabato sera? L’ha organizzata mio cugino e ci terrei davvero tanto se ci venissi. Ti prego” disse facendo il labbruccio.
Una festa? O mio dio, non ci vado da un sacco di tempo.
“ Certo” dissi sorridendole.
Non vedo l’ora di divertirmi come una volta.


IT'S IMPORTANT.

Mi scuso se non è molto lungo è che sono molto stanca  ed è molto tardi ma non ho altro tempo se non alla sera. Recensite in tante ragazze  come il capitolo precedente mi farebbe davvero piacere ! <3 Infatti mi sono stupida un sacco ! ho avuto sette recensioni! so che vi sembra poco ma per me che ho scritto la storia è davvero tanto. grazie mille non sapete quanto mi avete reso felice <3
Buona notte bellezze <3 <3 


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Capitolo 19
*** Capter 16. ***


Capitolo sedici.

Vivian’s pow.


Ero elettrizzata per la festa che ci sarà tra due giorni. Non vado a un festa da quando? Due settimane, credo.
“ perfetto, passo  a prenderti alle nove. Devi essere più sexy di quello che sei già” esclamò la mia unica amica in questa scuola.
Annuii e ci incamminammo verso le nostre classi.
Entrai nella mia dopo aver accompagnato Leight nella sua classe.
Aprii la porta sentendo bisbigli da tutti.
“ è quella grassa” o “ non avevo mai notato quanto fosse grassa” che persone orribili.
Se Bieber diceva qualcosa su di me tutti gli altri lo seguivano nonostante abbiano paura di lui.
“ adesso basta cazzo, è inutile che dite cose che sono grassa, quando fino a quattro giorni fa dicevate che ero bella pensando ovviamente che non vi sentissi. Ma non vi rendete conto di quanto siete ridicoli? Pronto?!’  voi seguite Bieber anche se avete paura di lui? Io proprio non vi capisco. Nel mio paese pensavo che quasi tutti fossero degli imbecilli ma mi sbagliavo voi lo siete veramente. Fatevi un esame di coscienza.” Gridai. Non me ne fregava un cazzo se c’era la prof in classe. Tanto ormai sapeva che non poteva dirmi niente io non l’avrei ascoltata.
“ Vada a sedersi Salvador.” Disse ignorando tutto quello che avevo detto.
Gli altri mi guardavano con la bocca spalancata. Ma che cazzo vogliono?


La campanella dell’ultima ora suonò così mi avviai verso l’entrata della scuola per tornare a casa. Ma ovviamente i bisbigli di tutti quei coglioni non sarebbero mancati.
“ ha ragione Bieber. Sei grassa.” Esclamò una ragazza. Ma chi la conosce?
“ e tu chi saresti troia?” chiesi inarcando un sopracciglio.
Lei spalancò gli occhi come se non si aspettasse il modo in cui ho reagito.
“ non lo sai? Io sono la ragazza di Justin.” Disse vantandosi. Ma di cosa doveva vantarsi? Sta insieme a un criminale.
“ seh..chi vorresti prendere in giro? Tu credi che abbia un cuore quello lì? Ti usa solo per scoparti. Ovviamente è il tuo lavoro. Sarai sicuramente molto brava. Ora levati dai coglioni zoccola.” Dissi squadrandola.
“ strano, fai tanto la dura quando il mio ragazzo non c’è e invece quando lui c’è non hai nemmeno il coraggio di ribattere.” Esclamò  facendo un falso sorriso.
Non sapevo cosa dire. Mi aveva smerdata.
“ ma non hai proprio un cazzo da fare eh? Vattene prima di tornare dal tuo adorato principe azzurro con un occhio nero.” La minacciai. Lei non si mosse era impassibile.
“ ma chi vuoi prendere in giro ? non mi toccheresti neanche con un dito.” Ne era davvero sicura?
La presi per le spalle e la sbattei nella parete. Gemette dal dolore.
“Credevi davvero che non avrei il coraggio? Penso di averti appena dimostrato che posso farti di peggio” ringhiai a pochi centimetri da lei.
Non ne vale la pena perdere tempo con lei.
“ ci rivedremo” la salutai guardandola. Non volevo rivedere Bieber.

“ sono a casa” gridai. Avevo una fame pazzesca.
Non rispose nessuno. Probabilmente è a lavoro.
Nel frigo trovai un foglietto.

Ho avuto problemi con il lavoro. Torno domani.

Vabbè. Vorrà dire che trascorrerò due giorni da sola.

E’ sicuramente il pomeriggio più noioso della mia vita. Potrei chiamare Leight e farla venire qua a dormire.
Presi il telefono e la chiamai.
Vivian! Qual buon vento” esclamò sorpresa.
“ buon pomeriggio signorina” dissi ridendo.
mi dica il motivo della sua chiamata” disse imitando la voce di un maggiordomo. È pazza.
“beh, le andrebbe di venire a dormire da me?” chiesi speranzosa
“ ma certo! Arrivo subito.” Chiuse la telefonata. Come fa a venire da me se non sa dove abito? Ho già detto che è pazza giusto?
Subito dopo mi richiamò.
“ ehm..mi sono appena ricordata di chiederti l’indirizzo.” Scoppiò subito a ridere seguita da me.
“Che cogliona. 14 june street. Sbrigati “ esclamai mettendo subito giù.

Camminammo per i corridoi della scuola cercando le nostre aule.
“ ho trovato la mia Vivi. Ci vediamo dopo” mi salutò Leight.
Avevamo passato una bella serata ieri. Davvero.

La campanella suonò e tutti ci dirigemmo in mensa.
“ ecco la balena”esclamò Bieber. Tutti si girarono e risero. Ma perché a me?
Mi squadrò dalla testa ai piedi e poi rise.
“ sei orrenda. Dobbiamo ammetterlo” scoppiò a ridere. Io ero immobile a fissarlo con disprezzo.
Può farmi tutto quello che vuole ma non può insultare la mia persona. Nessuno è perfetto.
Corsi via da li e andai nei bagni. Non ce la faccio più.
Mi guardai allo specchio alzai la maglietta bianca che avevo e mi guardai pancia e fianchi.
Erano tutte cazzate come sempre.
Lo ammetto quando ero piccola ero un po paffutella ma poi mi sono data da fare e ho fatto una dieta.
Se continua a dire così finirò per crederci.
La campanella suonò la fine del pranzo. Mi ripresi e andai verso la mia classe ignorando le risate di tutti quanti.

“ Vivian se vuoi oggi vengo da te per preparaci” mi chiese entusiasta Leight.
Annuii e le sorrisi. Un sorriso falso.
“ lo so che quello che ti dicono ti fa stare male ma non farci peso. Tu non sei grassa anzi sei perfetta. “ mi rassicurò. Era davvero molto dolce.
La salutai e mi avviai verso casa mia.
Lo odio da impazzire. Giuro, non lo sopporto più.
mi appoggiai al letto per poi cadere nel cuscino. Gridai. Tanto ero a casa da sola.
Mi addormentai pensando alla sera. E a quanto mi sarei divertita.


Mi svegliai di colpo guardando l’ora. Erano le sei e mezza. Cazzo Leight mi sarebbe venuta a prendere alle otto.
Andai verso il bagno a farmi una lunga doccia durata mezz’ora.
Aprii la mia cabina armadio e scelsi il vestito che avevo comprato la giornata dell’omicidio della commessa. Tremai al sol pensiero.
Era rosso con la cintura contornata di diamanti  lungo fino a mezza coscia e le scarpe nere.
Per l’acconciatura decisi di piastrarli facendo diventare ancora più lunghi. Erano davvero molto lunghi. Mi arrivavano fino al sedere. E se non di più.  Li legai formando una coda alta e appoggiarli alla mia spalla destra. 
Per il trucco optai per eyeliner matita e mascara e infine un rossetto rosso.
Presi la mia pochette e aspettai che arrivasse Leight.
Sentii il motore della sua macchina e scesi giù.
“ o mio dio sei stupenda.” Esclamò guardandomi.
“ ma scherzi? Tu sei molto più bella” dissi guardandola. Aveva un vestitino azzurro con un grande fiocco sulla spalla sinistra.
Partimmo a tutta velocità fino ad arrivare alla festa.

La puzza di alcool e fumo mi invase le narici. Era disgustoso ma una volta che ti ci abitui non ci fai più caso.
Camminammo verso il bar e ordinammo da bere.
Leight mi prese per il polso e mi spinse nella folla che stava ballando.
Subito dopo partì Play hard di David Guetta. È la mia canzone preferita.
Un ragazzo mi si avvicinò e mi prese per i fianchi. Strusciammo per un po’ e poi lo seguii fino ad una stanza. Perché non divertirsi anche i questo tipo di modo? Adesso ci voleva solo sesso.
All’improvviso sentimmo delle grida e poi la musica si spense.
Sentii un odore di fumo. Mi girai per guardare il ragazzo ma non c’era più. Nessuno c’era in casa.
Girai per la casa. Era tutto bloccato dal fumo. Non avevo via di uscita.
“ aiuto” gridai. Stavo piangendo .
“ per favore qualcuno mi aiuti” singhiozzai. È così che morirò? Bruciata dalle fiamme? Magnifico.
All’improvviso mi sentii presa dal polso.
Justin?


Justin’s pow.

“ ragazzi vi sbrigate? Vorrei arrivare alla festa prima che finisca” esclamai scocciato.
scesero di corsa e entrammo nella Range Rover di Jason.

Mentre ballavo vidi Vivian. Era davvero bella come ragazza ma ormai in danno è fatto.
Andai al bar e bevvi un paio di bicchieri di Vodka. Mi sentivo benissimo.
Andai verso la ragazza con cui avevo ballato prima e la spinsi fino ad una camera. Avevo bisogno di una sana scopata.
Ma prima di entrare sentimmo delle grida e una puzza di fumo.
La ragazza che avevo prima non c’era più. Dove cazzo è andata?.
Ero intento a uscire da quella casa quando delle grida mi fermarono.
C’era Salvador che piangeva. Dovevo lasciarla morire?
La presi   per il polso e cercai una via di uscita.
Ovunque pur di non morire.

LEGGETEMI! 

scusatemi se fa schivo. e se l'ho messo tardi. sono una stronza. lo ammetto.
Aspetto un pò delle vostre recensioni ragazze <3 


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Capitolo 20
*** Capter 17. ***


Capitolo diciassette



Vivian’s pow.



Ero terrorizzata, spaventata e non riuscivo a muovermi
“ preferisci morire, sbrigati!” gridò Justin. Non ci potevo ancora credere che lui, colui che mi fa del male sia psicologicamente e fisicamente male mi stesse salvando la vita.
Dovevo fidarmi di lui almeno adesso, dopo tutto sarebbe ritornato come prima.
Il fumo mi stava soffocando e le fiamme erano ovunque.
Stavamo correndo per trovare una via di uscita. Ad una certo punto Bieber mi indicò una scala che scendeva giù. Credo in garage.
“ dobbiamo riuscire a scendere rimanendo illesi. Fidati di me” non riuscivo a riconoscerlo. Non è il solito comporta tempo che usa con me.
Annuii e lasciai che mi guidassi fino alla via d’uscita, ogni tanto si girava verso di me per assicurarsi che sia viva e senza ferite.
come mai d’un tratto è buono con me? Poteva benissimo lasciarmi morire.
Scendemmo tutti gli scalini fino ad arrivare alla porta che ci conduceva al garage. Il fumo si faceva sempre più intenso. Scoprire come si era provocato questo incendio rovinandomi il sabato era uno dei miei ultimi problemi al momento.
Prese la maniglia cercando di aprirla ma era chiusa a chiave, ma che cazzo!
Gridò dal nervosismo tanto da farmi spaventare. Cazzo quando è arrabbiato è peggio di un leone, sul serio eh.
“ merda è chiusa cazzo” ringhiò. Diede un calcio fortissimo alla serratura tanto da far aprire la porta con uno scatto. Porca puttana.
Spalancai gli occhi dalla sorpresa, questo qua non è affatto umano.
Mi tirò verso l’entrata del garage e aprì la grande porta che divideva l’interno dall’esterno.
Eravamo salvi. Grazie a dio.
Aspirai l’aria pulita fino a soffocarmi.
Mollo la presa e si mise le mani in tasca.
“ ci vediamo lunedì Salvador”  sussurrò per poi avviarsi verso la sua macchina.
“ seh..ehm..grazie” sussurrai. Si girò appena per farmi capire che aveva sentito per poi andarsene impassibile. Sarà sempre il solito stronzo.
E ora come faccio ad andare a casa? Ero venuta alla festa con Leight.
Andai nella parte frontale della casa e vidi i pompieri ovviamente appena arrivati  spegnere il fuoco e tutti i ragazzi che erano alla festa vicino a loro.
Appena mi videro spalancarono tutti gli occhi. Leight corse verso di me.
“ o mio dio, tesoro stai bene? Pensavo fossi morta. Come hai fatto ad uscire?” si certo, sto benissimo, ho solo delle leggere bruciature male il polso e sono tutta sporca.
Non so se  dirgli che colui che mi rendeva le giornate di merda mi ha salvato la vita. Non credo sia una buona idea.
“ ma ti pare? Guardami cazzo!” sbottai dal nervosismo.
“ho visto una porta e ci sono entrata, poi ho scoperto che era il garage. E tu invece?” chiesi alzando un sopracciglio.
“ stavo ballando e appena ho sentito dire da qualcuno che c’era un incendio sono andata subito a cercarti ma non ti ho trovato. Mi hanno addirittura portato via con la forza. Scusami” abbassò subito gli occhi mortificata. È una brava ragazza.
“ non importa. Ma da  dove proveniva l’incendio?” chiesi curiosa.
“ non lo so, pensavo lo sapessi tu Vivian” disse girandosi verso la macchina.
Aprii la portiera ed entrai.
“ ti porto  a casa va bene?” chiese. Annuii e aspettai di arrivare.

“ Sono a casa.” Gridai. In teoria era già tornato mio fratello.
“ il piano ha funzionato alla grande Mike” sentii una voce, presumo fosse di mio fratello.
Cosa intendeva dire con piano?
La porta dove c’era John si aprì  facendo vedere la figura gigante di mio fratello.
“ bentornata. Cosa sono quelle bruciature? “ chiese indicandole.
“ oh niente, c’è stato un incendio nella casa dove c’era la festa.” Dissi indifferente.
“ e l’organizzatore come si chiama?” chiese corrugando le sopracciglia
“ penso sia Charlie Brook” dissi.
Spalancò gli occhi e corse subito in camera sua.
cosa stava succedendo?


John’s pow.


“ porca puttana Mike ! non mi avevi detto che da Brook c’era una festa” sbottai incazzato.
che ne sapevo! hai appiccato te il fuoco insomma dovresti aver sentito la musica alta . E poi chissene frega” spalancai gli occhi dalla rabbia.
“ può darsi che a te non te ne freghi. Ma alla festa c’era mia sorella cazzo.  Non dovevo fidarmi di te. Non so come ma non ho sentito niente ” Ringhiai.
“ ma non mi avevi detto che di tua sorella non te ne fregava più niente? E poi è sana e salva. Non è morto nessuno”  figlio di puttana.
“ certo l’ho detto ma è pur sempre mia sorella. Dovevi essere più prudente.” Gridai.
almeno lui e morto? Doveva pagarci il debito per comprare la droga e non l’ha ancora fatto. Se non è morto digli che lo prenda per un avvertimento.” Disse.
“ va bene. Ci vediamo. Vado da lui.” Dissi per poi prendere la pistola.
“ se non ha i soldi uccidilo.”ordinò prima di riattaccare.
Cercai nella lista dei miei contati il nome di quello sfigato e lo chiamai.
“ pronto?”
“ dove sei? Ce li hai i soldi?” chiesi senza esitare.
“ n-n-o “ balbettò.
“ dimmi dove sei. Ora” ringhiai.
“ che cosa vuoi?” chiese disperato.
“ e me lo chiedi anche?” sbottai sorpreso.
“ ehm..ho una parte dei soldi vieni davanti casa mia” riattaccò.

“ Vivian esco” gridai per poi sbattere la porta.
presi la mia macchina e mi diressi verso casa sua .
“quanti ne hai?” chiesi spazientito.
“ zero. Salvador.” Rise per poi puntarmi una pistola.
che cazzo? Brutto figlio di puttana.
“ credi di spaventarmi ?  ce l’ho anche io una pistola ma a differenza tua io ho la mira perfetta.” Risi malignamente.
Spalancò gli occhi e poi premette il grilletto colpendomi la spalla. Gridai dal dolore.
“ brutto figlio di puttana!” gridai per poi avvicinarmi pericolosamente a lui.
“addio Brook, marcisci all’inferno” ringhiai. Premei il grilletto e diedi fine alla sua schifosa vita con una pallottola conficcata nel cranio. Come sempre ho vinto io.



Justin’s pow.


Accesi la macchina per andare a casa mia.
Ho fatto bene a salvarla? Cosa avrei dovuto fare? Lasciarla morire?
Sì, e vero sono un assassino a sangue freddo ma non so perché l’ho fatto. Comunque sia non cambia niente.
Ormai è fatta. Ora devo solo capire com’è stato provocato l’incendio.
Chiamai Jason per chiedergli informazioni.
“ sai qualcosa dell’incendio di stasera?” chiesi sperando che sapesse qualcosa.
“ si. Sono stati i Danger’s  dovevano farla pagare all’organizzatore per un debito ma non credo sia morto.” Mi informò.
okei. Non conoscevo molto bene questo qua. So solo che a scuola è uno dei popolari. “ dissi.
ok. Ci vediamo. “ riattaccò.
Oggi volevo divertirmi ma ovviamente non ci sono riuscito. Fanculo.
Il telefono squillò facendo intravedere il nome della mia ragazza. Lizzie.
“ tesoro, stai bene? Se vuoi vengo da te e ci divertiamo come si deve.” Mi chiese. Perché no?
certo, io sto tornando a casa ti aspetto la.” Riattaccai.



Vivian’s pow.

La sveglia  non cessava  di suonare. Guardai l’ora e erano le otto. Cazzo cazzo cazzo !
Mi vestii e andai con la mia macchina diretta a scuola
Andai verso la mia classe ma non trovai nessuno. Come se non ci fosse nessuno.
Andai in giro e poi vidi tutta la scuola in palestra. Perché?
Mi diressi verso Leight che aveva gli occhi lucidi.
“ ehi perché piangi?” chiesi accarezzandole la spalla sinistra.
Mi guardai intorno. Tutti piangevano.
Cosa diavolo stava succedendo?


NOTA DELL'AUTORE. MUY MUY IMPORTANTE. <3


Bene. Intanto volevo ringraziarvi per tutte le persone che hanno recensito. grazie mille siete fantastiche. 
Se devo essere sicera non pensavo che questa storia potesse interessare tante persone. Cosa ci trovate di bello in questa storia? non riesco a capirlo. Oddio anche a me piace questa storia ma vedo che praticamente amate questa storia. mi sbaglio? ditemelo pure. non mi offendo mica <3
POI... non ho intenzione di interrompere la storia anche se metto i capitoli un pò in ritardo non pensatelo altrimenti vi avviserei. :)

Voglio tantissime recensioni amori miei!
Vi adoro <3
SE AVETE QUALCHE DOMANDA DA FARE QUESTO E' IL MIO TWITTER : @AleMarianna222 SEGUITEMI RICAMBIO! <3

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Capitolo 21
*** Capter 18. ***


Prima di leggere il capitolo vorrei chiedervi un favore. potete mettere la mia storia nei preferiti? mi farebbe piacere ragazze <3 


Capitolo diciotto.



Vivian’s pow.


“Vivi ieri sera hanno ucciso Charlie” disse singhiozzando. O mio dio..
“ cosa? Tuo cugino?” chiesi leggermente scioccata.
“ si, per questo il preside ci ha riuniti tutti qui” spiegò soffiandosi il naso.
mi dispiace. Tu sicuramente stai peggio di tutti gli altri” accarezzai la sua spalla.
“ infatti, era mio cugino.. ti giuro appena scopro chi è stato lo ucciderò con le mie stesse mani” ringhiò dalla rabbia.
“ è impossibile, sicuramente deve essere stato un assassino o un drogato. Non avresti speranze. Lascia che se ne occupino la polizia “ dissi.
Si alzò bruscamente e si diresse verso il bagno.
Appena fuori dalla palestra la presi per il polso.
“ ma lo capisci che era mio cugino? Cazzo come puoi pensare che lasci tutto stare! Quando dico che lo vendicherò ti giuro che lo faccio” mi urlò contro.
“ stai calma cazzo! Ho capito che tuo cugino è morto ma non puoi reagire in questo modo! Cosa credi di poter fare eh? Sei solo una ragazza. Ti ucciderebbe. “ urlai in risposta.. odio chi mi urla contro.
“ non me ne frega un cazzo. Lo sai quanto la mia famiglia sia distrutta eh? Ti pare una cosa normale che il tuo stesso cugino venga ucciso con una pallottola in testa?” ringhiò.
“ mi dispiace ok? Ora calmati e fai a berti un bicchiere d’acqua.” La rassicurai.
Rientrai in palestra. Tutti gli occhi erano puntati su di me. Che cazzo vogliono?
“ signorina? Si può sapere che succede? “ chiese il preside.
“uhm..niente” dissi indifferente. Non vedo perché dirgli gli affari degli altri.
Annuì e riprese il discorso.
Tutti erano in lacrime tranne ovviamente Justin e i suoi amici che se la ridevano. Coglioni.

La giornata è stata piuttosto strana. Abbiamo trascorso la giornata scolastica in palestra a pregare per Brook. È stata una vera palla.
“ sono a casa” gridai. Sbucò dal nulla mio fratello con in mano un panno da cucina.
“ ciao” mi salutò per poi ritornare a fare quello che faceva prima.
“ oggi abbiamo parlato della morte di una ragazzo. Charlie Brook ne sai qualcosa?” chiesi. Magari sapeva qualcosa.
“ ehm..non so chi sia” disse pensandoci. Era leggermente agitato.
“ok” salii le scale per poi entrare in camera mia. Non avevo per niente fame.
Avevo un sonno pazzesco così decisi di dormire.

Mi svegliai per guardare l’ora, erano le cinque.
Volevo chiamare Leight ma non mi sembrava una buona idea, insomma ha avuto un lutto.
Cosa potevo fare?una passeggiata? Si dai, può andare.
Mi vestii con un jeans  strappato e una maglietta bianca ed uscii di casa.
Presi il mio Lumia e le mie cuffiette e misi “ made in the usa “ di Demi lovato.  La potevo considerare una specie di mia idola. La adoro.
Andai al ritmo della musica fino a sedermi in una panchina.
Tolsi le cuffie e un rumore assordante mi incuriosì. Mi avvicinai di più fino a sentire Bieber parlare al telefono.
va bene. Trovate l’assassino di Brook. Ora” ordinò.
 perfetto. Allora prendete questo John e uccidetelo … si lo so che è il nuovo membro. Sbrigati. Ciao.”  Disse per poi riattaccare. Perché non ha detto il cognome? Potrebbe essere mio fratello. Ma non credo. Anzi è impossibile.
Corsi via da li  per non essere scoperta e mi avviai verso casa. Chi può essere? Insomma, so solo che si chiama John.
Mi avviai verso casa. Avevo fame.
Aprii la porta e mi recai verso il frigo, presi pane prosciutto e mi feci un panino. John non era a casa. Guardai l’orologio  ed erano le nove. Cazzo. Ho fatto davvero tardi.
Mi recai in camera mia per stare un po’ su facebook.


Justin’s pow.


Avevano scoperto che l’assassino si chiama John. Perché lo cerchiamo tanto? Beh, perché lui sicuramente sa qualcosa riguardo il carico di droga e quindi dobbiamo darli fine alla sua vita.
Presi le chiavi della macchina e andai a fare una visitina a un ragazzino che aveva preso la droga e non aveva ancora pagato.
Buttai giù la porta e andai verso di lui.
“ ci si rivede Leon.”dissi sussurrando.
Si girò di colpo e spalancò gli occhi.
“ che cosa vuoi? “ chiese balbettando.
“ come che cosa voglio? Avanti, dammi i soldi. Altrimenti il prossimo a morire sei te.” Lo minacciai.
“ n-n-non ce li ho i soldi ora” disse abbassando gli occhi.
“ non  me ne frega un cazzo. Tu ora muori” dissi avvicina domi a lui con la pistola in mano.
“ no ti prego ! i-io faccio parte della scuola cosa penseranno? Non uccidermi ti prego. Ti trovo i soldi tra tre giorni. Ultima occasione” mi pregò. No no bello mio, Quando dico una cosa la faccio.
Sparai tre colpi al cuore e poi mi dileguai al magazzino.

“ Jason, hai saputo qualcosa di più?” chiesi prendendogli una sigaretta.
“ ehm..no. sto facendo ricerche ma niente.” Disse mangiucchiado una penna.
“ va bene.” Mi sedetti nella sedia di fianco alla sua aspettando gli altri.
Ad un tratto sentimmo dei rumori provenire da fuori.
“ prendi la tua pistola e vieni fuori. Coprimi” sussurrai a Jason.
Ci incamminammo piano piano verso la porta d’ingresso.
ricordati il piano. Tu entri dalla porta del retro e rubi tutta la droga che c’è. Chiaro?” questo che parla deve essere uno dei The danger’s .
Uscii correndo dalla porta puntando la pistola a uno mentre l ‘altro era occupato con Jason.
“ ma ciao Rick. Sei davvero stupido se pensavi che non ti avessimo sentiti.” Dissi sorridendo. Coglione.
“ oh, ciao Bieber.” Mi salutò con la mano.
“ hai tre secondi per andartene altrimenti non hai nemmeno il tempo di guardarmi l’ultima volta che sei già morto per terra.” Lo minacciai.
“ ma credi davvero che io ti ascolti? No no.” Disse ridendo.
“ vattene Juarms.” Ringhiai.
“ non prima di prendermi quello che ci appartiene.” Disse.
“ ma che cazzo dici? Qui non c’è niente che vi appartiene. Questo è il nostro territorio.” Mi avvicinai pericolosamente a lui puntandoli la pistola al cuore.
In risposta mi tirò un pugno nello zigomo destro.  Stronzo.
In seguito li tirai un calcio nello stomaco facendolo cadere. Gli schiaccia la testa con le scarpe sul pavimento e poi gli sparai alla gamba.
“ ho detto  di andartene” urlai. Tolsi il piede e lo lasciai andare via seguito dall’altro coglione messo anche lui male. Zoppicavano male. Così imparano.
“ bel lavoro Jason” dissi mettendogli una mano nella spalla.


John’s pow.


Cazzo. Se venivano a sapere che sono stato io a ucciderlo mi mettono in carcere a vita.
Mi diressi verso il nostro magazzino.
“ Mike. Dimmi.” Dissi vedendolo seduto.
“ beh, intanto volevo dirti che domani viene il tuo ex capo della manda i cui eri. Dovrai ospitarlo tu a casa tua. Va bene?” chiese.
“ certo. È sempre stato e sarà il benvenuto” dissi ridendo.
“ perfetto. Poi la seconda cosa è che I the King’s ti stanno cercando. Non sanno chi sei. Per ora sanno solo il tuo nome. Cerca di non farti trovare ragazzo.” Mi avvisò.
Annuii per poi vedere entrare Rick e Lucas.
“ ragazzi per voi ho un compito importante.” Disse Mike.
Annuirono e poi lasciarono che continuasse a parlare.
“ dovete andare nel magazzino dei The King’s per prendere la loro droga. Formate voi un piano io ora non ho tempo.” Disse.
“ certo” dissero
“ state attenti ragazzi”
“ puoi andare John. Ci vediamo domani
“ lo salutai e me ne andai a casa.


Vivian’s pow.


Mi alzai puntuale per andare a scuola.
Mi vestii con dei leggins e una maglietta lunga viola e le mie vans viola.
“ ciao” salutai mio fratello per poi andare a prendere il latte e versarlo in una tazza.
Finii la colazione mi diressi verso la mia macchina.

Camminai nei corridoi era pieno di studenti e pure nessuno parlava. Perché?
Vidi Leight che camminava terrorizzata verso di me.
che succede?” chiesi preoccupata.
“ è stato uccisa un’alta persona. Della scuola. Si chiamava Leon. È successo ieri sera. Tre colpi al cuore” disse tremando.
“ o dios mio.” Dissi mettendomi una mano nella bocca.
“ qui la situazione sta degenerando Vivi. Bisogna fare qualcosa” disse balbettando.
Ora si che siamo nella merda. Potrebbero uccidere tutti.
“ dicono che potrebbe essere Justin e i suoi amici a provocare questo casino.” Disse sussurrando.




RECENSITEEEEEE 

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Capitolo 22
*** Swag. ***


Alloraaaaaaa...volevo dirvi che ho un sacco di visite. Porca vacca se non sono tante. Nel primo capitolo sono 1102! Vi giuro non potevo crederci neanche io! Comunqueeee lo volete il capitolo diciannove questo pomeriggio? DATECI DENTRO CON LE RECENSIONI ALLORA! P.S: RICORDATEVI DI METTERE LA MIA STORIA NEI PREFERITI<3 vI LOVVOO <3

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Capitolo 23
*** Capter 19. ***


Capitolo diciannove.


No e impossibile. O forse si?
Non devo assolutamente mettermi in mezzo a cose che non mi riguardano ma avevo dei seri dubbi pensando alla telefonata di ieri che Justin aveva fatto.


Tolsi le cuffie e un rumore assordante mi incuriosì. Mi avvicinai di più fino a sentire Bieber parlare al telefono.
“va bene. Trovate l’assassino di Brook. Ora” ordinò.
“  perfetto. Allora prendete questo John e uccidetelo … si lo so che è il nuovo membro. Sbrigati. Ciao.”  

Non so se devo preoccuparmi.
Il preside ricominciò a parlare.
“ ragazzi, vi chiedo di essere prudenti perché non sappiamo se questo omicidi continuino o siano finiti ne sappiamo se gli assassini sono più di uno. Fatto sta che erano della nostra scuola. Riposino in pace. Potete riprendere le lezioni. Arrivederci.” Concluse svelto. Bah.
Andai verso la mia classe ma mi fermai vedendo Bieber che camminava davanti a me. Pregai con tutta me stessa che non venisse verso di me. 
Camminava guardandomi dritto negli occhi finchè non passo di fianco a me dandomi una spallata. Lo ha fatto apposta? Subito dopo mi ricordai che dovevo ringraziarlo, infondo è solo grazie a lui se in questo momento sto camminando per la scuola viva.
“ grazie” sussurrai. Si girò di colpo e incrociò i miei occhi.
“ e di cosa?” chiese corrugando le sopracciglia.
“ uhm..per avermi salvato la vita. “ dissi balbettando.
“ oh, non ti preoccupare. Non devi ringraziarmi. Sinceramente me ne sono un po’ pentito.” Disse squadrandomi e ridendo divertito.
“ comunque non importa ci vediamo Salvador. Stavo scherzando” disse facendomi l’occhiolino e andandosene. L’ho già detto che sarà sempre lo stesso coglione di sempre?
Ma me ne sono accorta che non stava scherzando. Ancora non ho capito il motivo per cui non mi sopporta. Boh. La cosa positiva è che oggi non mi ha toccata.
“ posso sapere il motivo per cui non mi sopporti?” lo bloccai di nuovo. Ero troppo curiosa
“ dovresti saperlo Vivian. Nessuno si è mai permesso di affrontarmi come hai fatto te.” Disse con tono freddo.
“ e a te da fastidio. Ma sappi che se dovrò rifarlo non esiterò. Non mi conosci ancora ma ti basta sapere che se devo sfidare qualcuno lo faccio e basta” dissi alzando lo sguardo incrociando il suo.
“ mi piace questa tua sicurezza “ disse.
“ ne sono onorata allora.” Dissi fredda.
“ non basta una chiacchierata per sistemare le cose e neanche i ringraziamenti se ti ho salvato la vita è per il fatto che non potevo lasciarti morire così. Insomma sei una persona innocente giusto?.” Disse con un tono di sfida. Anche in questi momenti deve essere così?
“ ah, ho capito. Ma allora spiegami perché parli proprio tu di questo se in effetti tu uccidi persone innocenti. “ dissi sfidandolo. Non stavo proprio pensando alle conseguenze. Stupida.
“ queste sono cose che non ti riguardano. Fatti i cazzi tuoi e vedrai che le cose andranno meglio” detto questo si mise le mani in tasca e fece per andarsene ma ovviamente lo fermai.
  ma è stupido?
“bada a come parli ragazzina. Non pensi alle conseguenze non è vero? Perché dovresti” mi avvisò avvicinandosi a me.
“ ti da fastidio il fatto che io abbia ragione vero?  Ma accettalo. Sei tu qui quello che ha torto fattene una ragione” dissi con fare ovvio. Ringhiò per poi spingermi contro il muro.
Si avvicino a me e mi schiacciò con il suo corpo scolpito contro il muro.
“ parlami di nuovo così e ti faccio saltare la testa” mi minacciò a pochi centimetri dalla mia bocca.
Annuii e lo spinsi per lasciarmi andare. Cosa impossibile.
Rise per poi mettersi le mani in tasca e andarsene.
Sospirai sollevata. Cazzo mi metteva terrore quel ragazzo.

Mi diressi verso la mia aula per poi entrare e andare verso l’ultimo banco.
Ricevetti un’ occhiataccia dal professore per il mio ritardo ma non disse niente.
Era una lezione noiosissima porca miseria..
“ bene, ora come ultima cosa ho da darvi un compito da fare a coppie. Deciderò io le coppie.” Cosa cosa cosa? Odio i compiti a coppie.
Disse i nomi in ordine del registro fino ad arrivare al mio.
“ mmm..Salvador tu farai coppia con Laws” disse guardandomi. Chi cazzo è Laws?
“ ehm..scusi ma chi cazzo è?” chiesi muovendo le mani.
“ Lizzie Laws. Quella del primo banco” me la indicò. O mio dio, non quella troia là. Tutti ma non lei.
il lavoro sarà riguardo l’amicizia, dovrete scrivere un tema di due fogli protocollo. Insomma un po’ quello che provate stando insieme. Dovrete conoscervi bene e stendere un tema riunendo i pezzi e spiegando cosa avete imparato chiaro?” spiegò. Filosofia di merda.
Come risposta ricevette degli sbuffi da tutta la classe.
“ avanti ragazzi, sarà divertente. Fidatevi” disse sorridendo.

La campanella della fine della scuola suonò.
Qualcuno mi chiamò facendomi girare.
“ ti spiego in poche parole Salvador. Non ti sopporto proprio. Ma comunque sia devo fare assolutamente questo compito i modo eccellente per prendere la sufficienza. Per cui domani pomeriggio vieni a casa mia alle tre. Chiaro?” mi ordinò con la sua voce stridula. Quanto la odio.
“ Laws, non prendo ordini da te. Comunque va bene. Preferisco venire da te altrimenti dovrei disinfettare tutta casa mia se venissi te.” Dissi sorridendo falsamente.
“ odio quando qualcuno mi chiama per cognome. Mi chiamo Lizzie.” Disse gridando. Troia.
Si girò sbattendomi i suoi capelli contro il mio viso . Non sapeva cosa rispondere. Gliel’ho messa in culo un’ altra volta.



Justin’s pow.


La lasciai lì spiazzata. Aveva ragione. Era una ragazza furba e molto saggia ma comunque sia non faccio il gentile con nessuno.
Entrai in classe ignorando le occhiate dei miei compagni e del professore.
“ Bieber  non accetto più ritardi da lei.” Gridò. Che palle. Ora ci si metteva pure lei.
Lascia che parlasse ed entrai nei miei pensieri più assurdi.
“ sono stata chiara ?” sbottò la professoressa Jukomovijch. Sì, è serba.
mi scusi ma ha finito di rompere i coglioni?” chiesi incazzato. Alzò gli occhi e ritornò a spiegare delle cose riguardo il corpo umano. Boh non ci ho capito niente.
Mi sedetti di fianco a Chaz e presi un quaderno per poter fare qualcosa mentre quella vecchia spiega.
“ Amico, dove cazzo eri?” chiese Chaz.
“ ero andato in bagno. Tutto qui.” Mentii. Se gli dicevo cos’era successo rompeva i coglioni.

L a campanella suonò la fine della scuola. Uscii dalla classe e andai verso il mio armadietto.
amore, non hai idea di cosa mi è successo” disse la mia ragazza.
“ riguardo cosa?” chiesi alando un sopracciglio.
“ beh, il professore di filosofia ci ha assegnato un compito a coppie. Sono capitata con Salvador. Ora devo andarle a parlare.” Disse sbuffando. Annuii e la lasciai andare.
Andai verso il mio armadietto e cercai nelle mie tasche la chiave. Non c’era. Merda e ora come faccio a prendere le chiavi della macchina? Dove cazzo ho messo le chiavi dell’armadietto.
Cercai di aprirlo ma era inutile.
“ ti serve aiuto?” chiese una voce. Vivian.
Mi girai  per vedere se era lei. Sì, era lei.
“ e come faresti?” chiesi alzando un sopracciglio.
“ basta fare leva con questo righello.” Disse ovvia mostrandomelo.
perché mi aiuti? Ti ho fatto solo male non mi merito il tuo aiuto. Ora vattene mi arrangio io.” Dissi freddo e trattenendo la rabbia.
“Si è vero non te lo meriti ma devo in qualche modo sdebitarmi.” Disse ovvia.
“ e poi, perché vorrei provare a conoscerti” continuò abbassando gli occhi.
Se provasse a conoscermi scoprirebbe  la seconda parte di me, non la mia parte da duro, ma la parte da debole e questo non lo avrei permesso a nessuno. Neanche a lei.




                                                                                  
                                                                          Perchè vorrei provare a conoscerti.




Allora? vi piace? spero di si,
ci ho messo un sacco di impegno.
recensite in tanti. Riuscite ad arrivare a nove recensioni?
dio, non sapeve quanto orgogliosa mi rendereste.
Se volete mettetemi nei preferiti, mi farebbe  piacere <3 



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Capitolo 24
*** Capter 20. ***


Capitolo venti.
 
Vivian’s pow.


 
Passarono due settimane e lui non mi aveva importunata mai.  Ogni tanto ci scambiavamo delle occhiatacce ma nulla di più. Non mi aveva rivolto la parola dopo quella conversazione.


“ tu cosa?” chiese stranito. Ha ragione ad essere stranito perché lo sono anche io.
“ ehm, dimentica quello che ho detto.” Dissi muovendo le braccia.
“ no. Tu adesso me lo ripeti. Che tu lo voglia o no” disse alzando un sopracciglio.
“ ho detto che vorrei provare a conoscerti. “ ripetei la frase sussurrando. Avevo paura del modo in cui reagirà.
“ e sentiamo, perché mai vorresti conoscermi? Io la trovo una pessima idea” sempre lo stesso tono deve usare. Freddo e distaccato anche con le persone che vogliono essere gentili con lui.  Dovrei odiarlo no? No. Non ci riesco. Sono fatta così. Non riesco ad odiare nessuno.
“ boh, non lo so” dissi
“ stammi alla larga Salvador. Non sono un tipo raccomandabile, penso tu lo sappia meglio di me.” Detto questo se ne andò.



Era una cosa strana.  Davvero.
Mi diressi in biblioteca  per andare a cercare un buon libro da leggere per questa settimana e restituire quello che avevo già letto. Mi iniziava a piacere la lettura ed ogni tanto scrivo delle piccole storielle riguardo due ragazzi. Nulla di che. Mi piace scrivere e leggere. Strano per una come me.
“ Buongiorno “ salutai educatamente la bibliotecaria .
“ buongiorno. La biblioteca chiude tra mezz’ora” mi avvisò mentre scriveva qualcosa su un registro.
Mi incamminai verso la colonna dei romanzi d’amore e guardai attentamente il titolo e la trama di alcuni libri.
vorrei che fosse amore”  

Questo lo trovo stupendo.
Andai verso la bibliotecaria per registrare il libro ma non c’era , era come sparita nel nulla bah.
“ Mi scusi? Dovrei registrare un libro” gridai, ma invano non mi sentiva.
“ Salvador, non sapevo ti piacesse leggere” mi girai di scatto vedendo Justin appoggiato alla parete dietro di me.
Beh, non mi stupisco affatto visto che non mi conosci per niente” dissi alzando un sopracciglio.
Fece per avvicinarsi ma io feci dei passi indietro. Sicuramente vuole farmi del male.
Velocizzo il passo fino a farmi appoggiare alla parete.
Sorrise e mi prese il libro dalle mani.
“ Vorrei che fosse amore” ripetè il titolo del libro per poi posare gli occhi su di me.
Si mise a ridere intensamente.
“ fantastichi sulle storie d’amore eh? Tutte le ragazzine della tua età lo fatto.” Disse ridendo. Dio santo , giuro che mi sto trattenendo da spaccargli la faccia.
“ no, non fantastico su niente. E poi non sono una ragazzina avrò si o no la tua stessa età!” esclamai.
“ certo certo. Ehm, sbagliato io sono più grande di te. Ho diciannove anni mentre te ne avrai sedici. “ esclamò ridendo.
“ diciassette.” Lo corressi con disprezzo.
si vabbè fa lo stesso.” Odio quando le persone si prendono gioco di me.
“ potrò essere più piccola di te ma di cervello io sono molto più grande ragazzino” alzai un sopracciglio e facendo un falso sorriso.
“ nah, non credo.
“ che ne puoi sapere se neanche mi conosci cazzo!” sbottai. Pensa di sapere tutto quando invece non sa un cazzo.
“ può essere che io non ti conosca ma sai, non mi ci vuole molto a fare delle ricerche su di te.” Vaffanculo.
Si mise a ridere vedendo che io non avevo niente da dire, anzi non sapevo cosa dire.
All’improvviso sentimmo qualcosa sbattere. Mi girai e vidi che era la porta della biblioteca. Merda.
Corsi e sbattei le mani per farmi sentire. Inutile era chiusa e tutti erano sicuramente usciti dalla scuola. Eravamo solo io e  Bieber.
Mi raggiunse camminando con le mani in tasca e cercò di aprire la porta.
“ merda. Non riesco a resiste neanche un secondo con te, figuriamoci  una notte intera.” Ringhiò.
la cosa è reciproca” replicai con disprezzo
“ stai zitta. Non fiatare per tutta la notte chiaro? “ si avvicinò pericolosamente a me e ringhiò.
“ bipolare.” Sussurrai scocciata e alzai gli occhi.
“ hai detto qualcosa?” chiese girandosi infastidito.
Scossi la testa e mi sedei per terra.
Lui fece la stessa cosa e si mise a giocare con il suo cellulare.
E’ un bel ragazzo lo ammetto, ma ha un carattere di merda. 
Biondo scuro, occhi del medesimo colore se mai un po’ più chiaro come  il miele, la pelle chiara e il corpo muscoloso  e alto. È pieno di tatuaggi sulle braccia chissà  cosa rappresentano per lui..
E’ un ragazzo perfetto ma come carattere lascia a desiderare. Non lo conosco bene come sicuramente lo conoscono gli amici ma a me sembra un ragazzo scontroso, vanitoso e bipolare. Poi, non so comè dentro realmente, penso che sia solo una maschera quella  che usa con gli altri.
“ che ci facevi te in biblioteca ?” chiesi curiosa. Non penso sia per cercare un libro.
“ cercavo la mia ragazza.” Rispose semplicemente.
“ oh. Devo fare un lavoro a coppie con lei domani.” Lo informai.
“ lo so e non mi interessa. Shh..” mi zittì. Che palle che minchia faccio ora?


Justin’s pow.


L’avevo evitata perché non voglio che mi conosca come vorrebbe.
Ero seduto per terra a giocare con il telefono, ma sentivo che Vivian mi stava fissando. Cazzo vuole?
“ che ci facevi te in biblioteca?” chiese all’improvviso.
cercavo la mia ragazza.” Risposi.  Non la sopporto. È troppo curiosa.
“ oh. Devo fare un lavoro a coppie con lei.” Mi informò. Non me ne fregava niente.
lo so e non mi interessa. Shh..” la zittii
“ scusa dio santo. Era solo per parlare un po.” Non ascolta vero?
“ sbaglio o ti avevo detto che non ho intenzione di conoscerti?” chiesi urlando.
“ va bene. Però almeno parliamo di qualcosa” questa ragazza prima o poi la uccido.
“ e di cosa vorresti parlare? Ti interessa davvero parlare con un criminale? Va bene, ma poi non spaventarti se ti rispondo in un certo modo alle cazzo di domande che mi fai” sbottai. Di solito ho molta pazienza con le persone ma con lei..no.
“ perché mi eviti e quando non lo fai mi tratti male? So che a questa domanda hai già risposto ma la cosa che non mi convince è che non vuoi essermi amico, io posso aiutarti. So che in realtà vorresti sparire. L’ho capito e mi pare che in un paio di occasioni io te lo abbia detto.”  Mi sorprese. Chi mai si è interessato realmente a me? Nessuno.
“ beh, mi dispiace ma hai sbagliato. Nessuno mi vuole aiutare in niente e nessuno mai lo farà.” Sbottai.
perché sei tu quello che non vuole.” Disse per poi alzarsi e sparire chissà dove in questa biblioteca.






Benishiimooo! scusatemi se è cortoo ma non avevo tanta ispirazione oggi! <3 
Poi..Justino? quando minchia mette Heartbreaker ? cazzo oh, sarà più di un mese e mezzo che dice " soon ", vabbe lo amo lo stesso <3
EEEE Key?? non vedo l'ora di settembreeee. tunzzz tunzzz tunzzzz ! 
Forseeeeee il prossimo capitolo lo metto o stasera o domaniii ma voglio tantissimee recensioniiii.
Poi vi racconto una cosa che mi è successa. 
Se andate a vedere nelle recensioni dei capitoli tre e sei,  vedrete una scellerata ( andate a vedere cosa mi ha scritto e anche cos'ho risposto) :) . Tesoro, se non ti piace la storia Non leggerla. poi.. Non ho niente contro le Bionde!! e poi questa dice che è una scrittrice ma dove???!!  sono andata a vedere nel suo profilo e non c'erano storie. Zero. 
Amore?  Hai scritto un libro? dimmi come si chiama così vedo che merda hai fatto! oppure pensi di essere una scrittrice solo perchè scrivi ottimi temi  a scuola? chi cazzo vuoi prendere in giro?.
Scusatemi ma questa qua mi ha fatto girare le palle!  okei. ora che ho detto quello che dovevo dire...

RECENSITEEEEEEEEEE


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Capitolo 25
*** Capter 21. ***


Capitolo ventuno.



Vivian’s pow.

Cos’avevo appena detto?
Cazzo, adesso mi picchia a sangue.
“ cazzata” sbotta avvicinandosi a me.
“ oh, avanti lo sai benissimo che è la verità. Non negarlo”  replicai puntandogli il dito contro.
“ hai preso troppa confidenza ragazzina.” Disse seguendomi.
“ smettila di seguirmi ovunque Justin” urlai.
“ taci idiota. Mi spacchi i timpani” ringhiò.
“ urlo quanto cazzo mi pare” mi piaceva provare le persone anche se alle conseguenze non ci pensavo mai.
Sentii un dolore atroce allo stomaco. Urlai dal dolore piegandomi in due.
“ se ti dico una cosa devi ascoltarla che ti piaccia o no.”  Ringhiò alzandomi il mento.
Mi staccai dalla sua presa e andai il più lontano da lui. Trovai un angolino dietro degli scaffali e mi raggomitolai su me stessa. Mi faceva male, male da morire.

Aprii gli occhi guardando l’ora. Avevo dieci chiamate da mio fratello. Cazzo.
Mi alzai per vedere dov’era andato a finire Bieber e lo trovai seduto su una sedia a giocare con il telefono.
“ pensavo fossi morta” non risposi.
Neanche scusarsi? Ah no, Bieber non si scusa mai..
Mi fulminò con lo sguardo per poi ritornare a guardare il telefono.
“ non mi chiedi neanche scusa vero? Vaffanculo” sussurrai. Ti prego fa che non mi senta, ti prego!
“ esatto, Bieber non chiede scusa a nessuno. Te lo meritavi, se fossi stato un maschio ti avrei picchiato a sangue” sbottò.
lo so, lo hai già fatto Bieber.”
“ perfetto.” Voleva avere  sempre l’ultima parola . Coglione.
Sono stata per più di quindici minuti in silenzio, ma ora basta devo fare qualcosa. Perché non rompere i coglioni a Justin?
“ sei consapevole del fatto che qui tutti ti chiamano Earthquake? Non per farmi i fatti tuoi ma, volevo solo chiedere”
“ si lo so,  cos’altro ti hanno detto di me?” alzò un sopracciglio.
Mi ritornarono in mente tutte quelle cose che Leight mi avevo detto quando siamo rimanste chiuse nell’aula di arte.

Flashback.


Si guardò in torno e iniziò a parlare.
“ e-e-ecco vedi, lui è uno dei criminali più pericolosi. Abbiamo cercato ogni santa volta di denunciarlo o almeno di dire che sappiamo chi è che rapina, uccide o rapisce. E quando ti dico tutti intendo dire tutta la scuola. Ovviamente nessun poliziotto ci ha creduto nemmeno i professori. Dicevano che siamo solo degli adolescenti con gli ormoni in subbuglio che cercano di rompere i coglioni agli adulti. Ma non è così.
Lui sente tutto e tutti. Se viene a sapere che abbiamo fatto questo casino lui e i suoi compagni uccidono tutti con un semplice sparo. Non hai idea di quanto terrore incute quello la. Sotto quel bel ragazzo con muscoli ovunque e un sacco di tatuaggi si nasconde un terremoto. Per questo noi lo chiamiamo ‘ Earthquake’  è capace di distruggere tutto e tutti come un terremoto, come sta cercando di fare con te. Devi riuscire a batterlo Vivian. Ci abbiamo provato anche a farlo cacciare a questa scuola ma è riuscito sempre a salvarsi. Ogni volta che ci abbiamo provato ha ucciso due persone. Con un totale di dieci persone. Nessuno lo sa, solo noi..”
disse tremando come un foglia. Io ero lì impalata a sentire tutte quelle informazioni.



Non potevo di certo dire questo a lui. Avrebbe fatto una strage qui a scuola.
“ oh beh, ehm..solo che sei il capo di una banda..c-c-credo”   ero piuttosto insicura  , se avessi detto altro mi avrebbe di certo picchiata.
si è vero.. paura?” alzò di nuovo un sopracciglio.
Non devo apparire debole agli occhi degli altri, specialmente davanti a lui.
no.” Sussurrai. Era un no insicuro. In realtà avevo paura, eccome.
Si alzò dalla sedia in cui era seduto  e venne verso di me. Oh cazzo..
Alzai  lo sguardo verso di lui ma poi lo distolsi subito. Quegli occhi, erano..erano così profondi, in un momento erano vuoti e nell’altro erano tristi, spenti.. chissà come sono quando è felice.
che..che vuoi fare?” chiesi cercando di allontanarmi con la sedia.
“ vedi hai paura
. Vuoi apparire forte, ma non lo sei Vivian” alitò sulle mie labbra. Un brivido mi percorse lungo la schiena. Paura
Abbassai il viso, ma me lo rialzo prendendo il mio mento con un movimento brusco.
“ i-i-i tuoi occhi sono…sono così strani..vorrei provare a leggerti ma non ne sono capace”  mi impressionava quel ragazzo.
Spalancò gli occhi e poi si ritrasse.
“ ed è meglio così” sbottò duro. Perché per una volta non poteva distruggere la sua corazza?
Guadai l’ora ed era mezzanotte e mezza. Non ce la faccio più.
“ voglio andare a casa. Tu che sei un criminale dovresti trovare un modo per uscire!” urlai. Ero stanca di passare del tempo con lui. Ero stanca dei suoi cambiamenti di comportamento.
“ non ti piace passare del tempo con me? Le altre ragazze vorrebbero essere al tuo posto. E comunque cosa c’entra? Se ci fossero delle finestre alla mano ci avrei provato ma come vedi sono troppo alte.”
“ beh mi dispiace per te ma io non sono una troia” sputai acida. Non avevo mai usato questo tono con nessuno.
“ pensavo lo fossi invece. Sei vergine?”



Justin’s pow.


Scommetto che lo è.
“ n-n-o” balbettò. Era sincera, si vedeva.
“ e te?” chiese. Questo è un tasto che non doveva toccare.
“ non sono cose che ti riguardano” dissi  freddo.
“ ok, non lo trovo affatto giusto. Tu puoi farmi domande e io no? Io ti ho risposto anche se per me è un tasto dolente te l’ho detto e sai perché? Perchè altrimenti  mi avresti picchiata non è così?  Ho paura di te. L’ho ammesso contento?” aveva gli occhi lucidi.
“  potrei provare a sfogarmi con te, ma solo se tu lo vuoi e specialmente se lo farai  anche te”  continuò. Una lacrima rigò il suo viso.
Cosa dovrei fare? Cazzo, non mi sono mai confidato con nessuno e ora dovrei farlo con lei.
Avrei dovuto davvero raccontargli quello che mi e successo per colpa  di mio padre? Una cosa che nessuno sa tranne la mia famiglia?
“ potrei, ma non ti garantisco niente” la guardai intensamente negli occhi.




John’s pow.

Vivian non rispondeva a nessuno delle mie chiamate. Erano passate ormai tre ore dalla fine della scuola ma non è arrivata. Cazzo.
amico vedrai che arriva quando meno te lo aspetti”  mi consolò Juan.
Era venuto due settimane fa da me. Dovevevamo distruggere i The king’s e lui ci stava aiutando.
Quando ero ancora nel mio paese era il capo della banda in cui ero membro.
“ dobbiamo andare da Mike tra mezz’ora”  mi ricordò.

Eravamo in macchina per andare al magazzino. Mike non aveva conosciuto ancora Juan, ero un po preoccupato si quello che sarebbe successo.
Parcheggiai l’auto e ci incamminammo verso il magazzino.
“ mike” lo salutai con un sorriso.
“ questo è Juan, il mio ex capo della banda Perros” li presentai.
“ Mike, piacere” disse Mike porgendogli la mano. Fece un  cenno con la testa e poi prese la sua mano.
“ gli altri?” chiesi.
“ arrivano a momenti” mi informò.
“ hai già in mente un piano per distruggerli?” chiesi a Mike.
“ no, per quello ti ho chiesto di venire, voglio ucciderli” era arrabbiato. Si vedeva parecchio.
Dalla porta entrarono i ragazzi  presentammo i ragazzi  a Juan e iniziammo la nostra vendetta.
“ potremmo mettere una bomba nel loro magazzino “ scossi la testa con disaccordo.
“ no, è una cosa che fanno tutte le bande rivali. Lo capirebbero.” Dissi ovvio.
e se ingaggiassimo una ragazza per avere più informazioni possibili su di loro e usarli a favore nostro?” propose Mark.
e chi? In questo momento non possiamo fidarci di nessuno. Tutti sembrano avercela con noi.” Disse Mike.
“ beh, potremmo tenerla come proposta. Non va scartata affatto” Parlò Juan.
“ intanto dobbiamo scegliere quando dichiarare guerra contri i  the King’s” li informai.
“ direi che tra un mese esatto può andare bene” disse Mike.
“ si dai” riki parlò.
“ perfetto tra un mese esatto la guerra sarò aperta ragazzi.” Sorrisi trionfante. Finalmente la vendetta.



                                                                                      Cosa succederà nel prossimo capitolo?
                                                                                             Lo volete un bacio tra i due protagonisti?





RECENSITE :) 







 



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Capitolo 26
*** Capter 22. ***


Prima di iniziare a leggere volevo dirvi che questo capitolo a me fa decisamente schifo. E'  corto eee..boh. Spero di non avervi deluso, ma non ho avuto ispirazione.

Capitolo ventidue.


Vivian’s pow.

Ho sentito bene? Aveva detto che voleva fidarsi di me?
“ cosa?” spalancai gli occhi dalla sorpresa.
“ hai sentito bene. Non ti assicuro niente ma non voglio comunque dirti tutti i dettagli. Non so neanche perché mi sto confidando con te.”
“ beh, io ho perso la mia verginità in una discoteca. Ero ubriaca marcia, che stupida.” Scossi la testa per la mia stupidità.
“ hai ragione sei stata stupida, ma ormai..” alzò le spalle, indifferente.
“ e tu invece?” chiesi curiosa.
Esitò un po’. Non credo si fidi ancora di me.
“cos’è che ti turba tanto?” andai verso di lui.
“ non voglio mostrarmi debole ai tuoi occhi” abbassò lo sguardo.
“ e perché mai? Tutti prima o poi cadono. Io ad esempio piangevo anche a scuola per colpa..tua, ma comunque , non me ne importava. Non ti prederò in giro se tu dovessi piangere.” Spiegai.
“ ok, è stato davvero importante per te. Se vuoi non farlo non ti sto obbligando.”  Lo rassicurai.
Presi il libro che volevo portarmi via ma che purtroppo la bibliotecaria non ha registrano perché se l’è svignata senza avvisarmi che la biblioteca chiudeva. Ok, si mi ha avvisata ma mezz’ora prima!
Lo studio per bene e poi lo apro.
“ avevo sedici anni quando mi innamorai di Cassie.  Ero accecato da lei. Era una ragazza meravigliosa. Perfetta e innocente. Era bionda e aveva degli occhioni su cui potevi perderti. Era bellissima.
Però mio padre non era d’accordo sulla nostra relazione e così decidemmo di scappare. Ho perso la mia verginità con lei. È stato bellissimo. Poi, però mio padre ci trovò e la uccise.”
Sussurro malinconico. Mi rattristava tutto questo. Ma comunque ero felice che si fosse confidato con me.
Andai verso di lui e lo abbracciai.
“ mi dispiace.” Sussurrai al suo orecchio.
si vede che ne eri realmente innamorato. E tua madre come ha reagito. Insomma la tua famiglia?” chiesi.
“ mia madre lo denunciò e così finì in galera. Per tre anni. Quest’anno dovrebbe finire. “ spiegò.
sciolsi l’abbraccio e lo guardai negli occhi. Ce li aveva lucidi.
“ ho lasciato la mia famiglia per colpa sua.”
“ mi dispiace.” Non sapevo cos’altro dirgli.
“ non voglio compassione da nessuno , neanche da te.” Erano parole taglienti. Acide. Lo faceva per sfogarsi.
“ continua” dissi.
“ a fare cosa?”
“ sfogati. Suppongo che tu non lo faccia da tanto.” Infondo, ma davvero infodo eravamo uguali. Tutti e due ci tenevamo dentro tutto quello che per noi è stato pesante.
Scosse la testa.
“ grazie.” Bofonchiò.
Trattenni una risatina. Non volevo alterare la situazione.
“ non ti preoccupare.” Gli presi la mano per calmarlo.
“ sai è una cosa strana, mi stai aiutando anche se ti ho fatto solo del male. Non dovresti aiutarmi. Ma sappi che usciti da qua noi due saremo indifferenti capito?” alzai lo sguardo su di lui. Guardai le sue labbra. A cuoricino e leggermente rosee.
Mi guardò intensamente, poi scese sulle mie labbra la stessa cosa si ripetè un paio di volte.
Si avvicinò lentamente a me fino a incollare le sue labbra contro le mie. In questo bacio potevo sentire in lui, solitudine, amarezza, rabbia..
Battè la lingua contro le mie labbra per chiedere accesso. Esitai un po’ ma poi cedetti. Le sue mani vagavano sul mio corpo.
Le nostre lingue si toccarono per poi creare un armonia perfetta.
Mi accorsi dopo di quello che stavamo facendo. Sembrava che mi avesse letto nel pensiero perché si staccò di colpo da me.
“ non doveva succedere. Dimentica tutto.” Mi ordinò. Possibile che doveva anche in questi momenti essere così duro con se stesso?
“ vuoi davvero dimenticare? Ok, non ti fermo.” Si abbassò leggermente per toccarmi le labbra con il pollice. Mi sorrise leggermente e poi mi voltò le spalle.
O mio dio, ho appena baciato il ragazzo che dovrei odiare? Non ci posso credere.
Mi toccai le labbra. È stato uno sbaglio. Solamente uno sbaglio. Un errore che non si ripeterà mai più giusto?



Justin’s pow.


Non può essere vero l’ho baciata. Se non mi fermavo l’avrei scopata di certo.
Mi sono mostrato debole a lei. Ora me lo rinfaccerà.
Con passo felpato mi avvicinai a lei.
“ quello che è successo qua dentro deve rimanere chiuso qua chiaro? Che non ti venga in mente di dirlo alla tua amichetta. Perché altrimenti ucciderò sia lei che te.” La minaccia spingendola contro il muro.
Annuì spaventata.
“ sei ritornato lo stesso di prima” sussurrò.
“ sbagliato. Io non sono cambiato mai. Sono sempre lo stesso.” .chiarii.
“ e allora perché mi hai baciata?” oh, cazzo. Non lo sapevo neanche io.
“ così.”
“ non si bacia una persona così, tanto per fare”
disse ovvia.
“ sicura?” avvicinai le mie labbra alle sue e la ribaciai. Ho cercato di farle sembrare un bacio tanto per fare ma solo io so che  l’ho fatto perché nessuno riuscirebbe a resistere a quelle labbra.
“ hai visto? Non è cambiato niente.”
Mi allontanai e presi il cellulare.
Sono le quattro di mattina, tra un paio di ore  verranno ad aprirci.
Ho un sonno che non potete immaginare.
“ cazzo , mio fratello mi ammazzerà” esclamò
“ non vivi con i tuoi genitori?” 
no sono morti.” Mi guardò.
“ oh.” Vabbè.
“ mio fratello dice che sono morti per via di un incidente. Ma è impossibile perché la macchina in cui erano non ha neanche un’ammaccatura. Ho come l’impressione che siano stati uccisi.” Uccisi?
“ uccisi? E da chi?” potrebbe essere stato un criminale.
“ un criminale come te. Una banda che ne so.”
“ in Puerto-rico c’erano parecchi clan.” Continuò. Si vede l’odio che prova.
“ e ne sei sicura?”  chiesi toccandomi la cresta.
Annuì convinta.

Sentimmo la porta che si apriva facendo comparire la bibliotecaria insieme al preside. Oh cazzo.
“ Cosa ci fate qua voi due?”  lanciai un’occhiata a Vivian.
Ora si che erravamo nella merda.




Perdonatemi, fa schifo. Dio santo mi fa veramente schifo a me. Non ho mai scritto così male in vita mia.
E pensare che voi aspettavate con ansia questo capitolo. Vi ho deluso vero? non mi stupirò di certo se non troverò recensioni..
Comunque sia mi farò perdonare a tutti i costi. 
Scusateee <3 



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Capitolo 27
*** Capter 23. ***


Sotto ho una domanda da farvi, che non c'entra niente con la storia.

Capitolo ventitre
.


Vivian’s pow.

 
Cazzo, perché la sfiga deve sempre venire da me?
“ Bieber e..” lasciò in sospeso il preside. Non sa il mio cognome.
“ Vivian, Vivian Salvador” risposi.
“ in presidenza.” Sbottò severo. Cazzo.
Camminammo lungo il corridoio lanciando occhiatacce a Justin. È solo colpa sua se ci hanno visti in biblioteca.
“ sedetevi. Ora” mi spaventa quest’uomo.
Annuimmo e ci sedemmo nelle sedie che c’erano davanti alla cattedra del preside.
“ si può sapere cosa ci facevate in biblioteca?” chiese alzando la voce. Cosa pensava questo, che avessimo scopato? Per carità, neanche morta.
“ Salvador?” mi chiese di parlare.
“ehm..stavo cercando un libro e..” non sapevo cosa dire.
“ e io sono entrato per vedere dov’era la mia ragazza. Ho visto lei e ci siamo fermati a parlare. Poi la bibliotecaria ha chiuso la biblioteca e non ci eravamo accorti di niente. Cosa pensa che possa essere successo? Ma le pare che io e lei potessimo fare qualcosa? Pff..” stronzo.  Non so perché, ma mi sono sentita respinta..
“ non si sa mai, vabbè dirò alla bibliotecaria di stare più attenta. Cos’avete fatto mentre eravate chiusi?” Oh, merda.
“uhm..abbiamo..” di nuovo in palla. Cosa gli dovevo dire? Abbiamo litigato, parlato, e poi baciati?
“ abbiamo dormito tutto il tempo. Giusto?” continuò Bieber. Mi rivolse un occhiata come per dire ‘ annuisci’.
“ si ehm..giusto” annuii. Speriamo ci creda.
“ potete andare.  Tra mezz’ora avete lezione.” Puntualizzò. Cazzo. Non ho per niente voglia di fare lezione.
Presi tutte le mie cose e andai verso l’ingresso della scuola. Oggi resto a casa.
Qualcuno mi prese per il polso, facendomi girare dalla parte opposta.
“ nessuno deve sapere cos’è successo chiaro?” justin.
Annuii per poi strattonare il mio polso per mollare la presa.
“ dove vai Salvador?” chiese.
“ a casa. Ciao” mi aspettavo un saluto da parte sua e invece, niente.
Andai verso la mia macchina e misi in moto.

“ sono a casa.” Urlai.
“ tuo fratello sta dormendo ancora.” Vidi Juan, un amico di mio fratello bere una tazza di caffè.
Era venuto da noi un paio di settimane fa, non so il perché.
“ dove sei stata?” chiese rivolgendomi un’occhiata.
“ da una mia amica.” Risposi semplicemente.
Buttai lo zaino per terra e salii le scale per andare dritta in camera mia.
Presi il mio cellulare e le mie cuffie, lascia la modalità casuale e da lì entrai nel mio mondo.

( ashtrays and heartbreaks  Snoop lion Miley Cyrus)
Now my buzz is goin’, I need to re-up on reality
Can’t let them see me weak, I need to find something
Is there any possibility that everyone feels like me?


                                                                                                ora il mio ronzio sta andando, devo tornare alla realtà
                                                                                                      non lasciare che mi vedano debole. devo trovare qualcosa
                                                                                                            c’è qualche possibilità che tutti si sentano come me?



Questa frase sembra che mi descriva. E sono solo tre righe, 28 parole e 130 lettere.
Chissà se c’è realmente qualcuno che si sente come me. Deve farsi vedere forte  dalle persone quando appena si è soli si sprofonda nella debolezza e nelle nostre stesse lacrime amare..

A interrompermi dai miei pensieri fu mio fratello. Non si può neanche un momento essere lasciati in pace?
“ dove sei stata?” chiese severo mio fratello.
“ehm..da una mia amica. Si chiama Leight te la farò conoscere.” Risposi più convinta che mai. Non abbassare lo sguardo, non abbassare lo sguardo. Lui sa quando mento o no.
Mi guarda attentamente gli occhi e poi annuisce. Gli rivolgo un sorrisino innocente e poi mi rimetto le cuffie.

Mi sono addormentata? Si.
Guardai l’orologio ed erano le otto. Sicuramente è pronto da mangiare.
Scesi le scale e vidi mio fratello e il suo amico mangiare il famoso riso alla Portoricana. Da quanto che non lo mangiavo cazzo!
“ chi ha fatto questa delizia” chiesi assaggiando il riso sul mio piatto.
“ Juan. Si è offerto di cucinare e così ha fatto il risotto. Ha fatto anche le banane cotte. Dio santo mi mancavano queste cose. Qua non ci sono queste cose.” Disse eccitato. Mi fiondai sul risotto. Consisteva in un risotto arancione, è di questo colore grazie a un condimento fatto apporta per quel tipo di riso abbellito con delle semplici salsicce tagliate a pezzettini, olive e mais. Quanto mi manca il Puerto-rico.
Presi una fetta di banana e la mangiai. È una banana semplice, basta metterla in una pentola con dell’olio e lasciarle cuocere. Sono dolci come lo zucchero ve lo posso assicurare.
Finito di mangiare salii le scale e andai in camera mia.

Il suono assordante della sveglia mi fece alzare di malavoglia.  Ancora un anno e mezzo e poi le superiori le ho finite , è questo il mio motto.
Andai in bagno mi tolsi il pigiama e l’intimo ed entrai dentro il mio box- doccia .
Una sensazione di rilassamento mi invase il corpo. Tutte quelle goccioline di acqua calda ci vogliono proprio quando sei sotto stress. Chissà cosa succederà a scuola. Come devo confortarmi con Justin se lo incontro?
Spensi l’acqua e mi avvolsi nell’asciugamano bianco.
Mi misi l’intimo nero e un semplice Jeans con una maglietta verde acqua e le mie supra nere.
Presi il telefono e mi diressi nel mio garage.
Accesi la macchina e andai verso il carcere, la scuola.

“ Vivian” mi chiamò Leight.
“ Leight” le sorrisi.
“ come stai? Sei pronta per un’altra giornata di scuola?” mi chiese ridendo. Stronza.
Le lancia un’occhiataccia divertita e poi scoppiammo a ridere.
Il suono della campanella ci interruppe.
“ ci vediamo dopo” la salutai con la mano e andai verso il mio armadietto.
Lo aprii e presi il libro di Algebra. Quanto la odi quella materia, soprattutto il professore.
“ hai dimenticato questo.” Sussultai dallo spavento. Era Justin con in mano il mio libro preso dalla biblioteca.
“ ehm..grazie” lo presi e cercai in tutti i modi di avere un dialogo con lui.
“non hai detto a nessuno di ieri giusto?” chiese alzando un sopracciglio.
Annuii e mi incamminai verso la mia classe.
“ perché mi eviti?”domandò infastidito.
“ non ti sto evitando. Cosa te lo fa pensare? Solo perché vedi che sono di fretta non vuol dire che ti eviti. Non pensarlo e una cazzata. Anche perch..” mi interruppe.
“ sei un tantino nervosa oggi, come mai?” mi rivolse un sorriso malizioso. Risi nervosamente. Ok, lo ammetto da ieri divento nervosa quando lui mi si avvicina. Cazzo che mi prende?
“ cosa? No, non è vero.” Scossi la testa cercando di essere il più convincente possibile. Abbassai il viso, non riesco a reggere il suo sguardo, soprattutto quando dico una cazzata.
“ si invece” mi prese con il pollice il mento e mi alzò il viso.
“ e come fai ad esserne certo?” chiesi insicura.
perché ogni volta che menti abbassi lo sguardo, come hai fatto appena adesso rise.
“ h-h-ho un compito adesso, per quello” balbettai.
“ Lizzie non mi ha accennato niente.” Mi disse. Cazzo.
“ devo andare” mi scansai dalla sua presa e mi incamminai vero la mia classe.
“ ci vediamo Salvador” mi salutò con il suo solito tono freddo.
Ora. Una semplice domanda. Perché sono così nervosa?



                                                                                              perchè sono così nervosa?





Salveeeee, allora vi piace come capitolo? beh, me lo direte nelle recensioni.
Oraaa, la domanda che ho da farvi:  Il nuono profumo di Justin è già uscito in Italia o deve uscire a settembre? perchè una mia amica mi ha detto che lo ha già provato. Quindi non so. rispondetemi per favore <3 





RECENSITE :D


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Capitolo 28
*** Avviso. ***


Ragazzeeeeee, scusatemi se non ho ancora messo il capitolo, lo metto stasera.
Lo giuro. comunqueee il capitolo ventitre non era bello vero? beh, lo so ma non ho molta inspirazione al momento ma comunque sia, oggi provo e ascolto anche dei consigli che vorrei che voi mi dareste :) 
Accetto tutti, pur di continuare questa storia, lo faccio per voi e per me, perchè mi piace scrivere ma non so come andare avanti ce le ho delle ideee ma vabbè mi basta che voi mi diate dei consigli e io li ascolterò con molto piacere <3
Che sia chiaro, io questa storia non la cancellerò, e ne la lascerò senza continuarla perchè ci tengo tanto a voi e alla storia.
Vi voglio bene.
Aggiorno stasera usando i vostri consigli.
A vale1999 seguirò anche il tuo ovviamente :)
Sono pronta ad ascoltarvi tutti pur di mandarla  avanti :)



SONO PRONTA RAGAZZE! DATEMI PIù CONSIGLI CHE POTETE <3

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Capitolo 29
*** Capter 24. ***


Scusatemiii scusatemiii scusatemiii 

Capitolo ventiquattro


Vivian’s pow.


Camminai per il corridoio fino a cercare l’ultima aula per l’ultima  lezione del giorno.
Aprii la porta ed entrai.
si  bussa..” disse il professore di matematica.
Lo guardai male e andai a sedermi in fondo.
ora che la signorina si è accomodata può rispondermi a delle domande. Chiamala pure interrogazione” stronzo di merda.
Sbuffai, prima il fatto di Bieber e adesso questo coglione? Vaffanculo.
“ venga alla lavagna ed esegua questa equazione.”
Non ho intenzione di fare niente.
Cercai di ignorarlo.
“ ma ha sentito? Le ho detto di venire” gridò sbattendo le mani nella cattedra.
“ non ho voglia.” Dissi alzando un sopracciglio.
“ F. venga a prendersi il foglietto delle punizioni”
Ho preso f. bello no? F è insufficiente, non me ne frega niente al momento.
Mi alzai sbuffando e andai verso la sua cattedra.
stronzo.” Sussurrai, ma mi ha sentito. Cazzo.
“ un’ora e mezza.” Ha aggiunto mezz’ora. Cazzo.
Presi quel cazzo di biglietto e andai verso il mio banco.
“ ora possiamo iniziare un nuovo argomento” continuò girandosi verso la lavagna.

La campanella del’ora di pranzo era appena suonata. Mi alzai e andai verso la porta.
Camminai per il lungo corridoio fino ad arrivare alla mensa. Presi il vassoio e andai verso il primo tavolo libero.
Prima di sedermi mi accorsi che Bieber si stava sedendo sul mio tavolo.
“ l’ho visto prima io cazzo” esclamai gridando.
“ no no ti sbagli, l’ho visto prima io. Ora fai meglio ad andartene prima di vedere la parte peggiore di me. Non credo tu l’abbia mai vista. Vattene” ringhiò. La sua espressione cambiò appena vide una ragazza camminare davanti a lui. Puttana l’ha fatto apposta.
Li fece l’occhiolino e gli fece segno di avvicinarsi.
“ehi tu, ti consiglio di andartene altrimenti nessun ragazzo ti guarderà più con i denti rotti” le dissi sorridendo falsamente. Sia Justin che la troia mi guardarono male.
“ vattene Bieber.” Gridai.
“altrimenti?” mi sfidò alzandosi dal tavolo. Avevamo gli occhi di tutti puntati addosso.
“ altrimenti di puttane fino a quando starai seduto qui non ne vedrai neanche una” lo avvisai.
“ troppa confidenza Salvador. Vieni bellezza” spinse leggermente la ragazza per poi portarla con lei in un altro tavolo.
Sorrisi accorgendomi della mia piccola vittoria. Non so neanche io dove ho trovato tutto quel coraggio. Boh
Preferiva una puttana che ad un tavolo? Ok,lo ammetto mi da un po’ fastidio.
“ Vivi, come stai” chiese Leight sedendo di fronte a me.
“ bene. Te?” chiesi guardandola.
“ non male.” Fece spallucce  e riprese a mangiare.
“ ho visto cos’è successo appena adesso con Justin” mi disse sorridendo.
“ ehm..si beh avevo visto prima io il tavolo” sussurrai.
“ ma ti da fastidio il fatto che abbia preferito la puttana. Ho visto come la squadravi.” Mi fulminò con lo sguardo.
“ cazzata.” Scossi la testa in disapprovazione.
“ non è vero. Devi stargli alla larga Vivi.” Mangiò un boccone.
“ ma io gli sto alla larga è lui che si avvicina”
“ sarà. Comunque, che fai questo pomeriggio?” chiese
devo stare a scuola.” Sbuffai.
“ io anche,  ho il recupero” sbuffò rumorosamente.
La campanella suonò. Mi alzai dal tavolo e salutai la mia amica.

Mi incamminai fino all’aula delle punizioni per trascorrerci un ora e mezza.
Oggi alcuni alunni avevano le ore di recupero per quello metà degli studenti erano a scuola. E io che pensavo di dover fare solo matematica e basta. Ora ci si metteva pure la punizione
Entrai in classe. Non c’era nessuno. Bene, sarà più noiosa di quanto pensassi.
La porta si spalancò con un movimento brusco raffigurando una figura alta e un pò robusta.
Era un ragazzo avrà si o no diciotto anni. Mi notò e si avvicinò al mio banco.
Sembra il solito ragazzo a cui dovresti stare alla larga.
Si sedette di fianco a me e mi sorrise.
“ piacere, Lunard. tu sei?”  si presentò. Aveva un bel sorriso. Lo devo ammettere.
Vivian.” Sorrisi.
“ come mai sei qui?” si rivolse a me prendendo una penna.
“oh beh, non volevo essere interrogata. Te?”  chiesi curiosa.
“mi hanno beccato mentre fumavo una sigaretta in bagno.” Non sembra tanto grave.
“ non ti ho mai visto qua in giro. Sei nuova?”
“ si, vengo dal Puerto-rico.”sorrisi.
“ oh, bello” risi.
Parlammo del più e del meno
Si erano fatte le sei e mezza. L’ora in cui dovevo andare a casa.
beh, io ora vado. Tu a che ore te ne puoi andare?”
“ alle sette.” Annuii e andai verso la porta.
“ ci vediamo domani Vivian” gridò salutandomi,. Lo salutai anche io e mi diressi all’ ingresso.
Stavo uscendo quando vidi una Porsche. Justin.
Si accorse di me e finimmo per incrociare i nostri sguardi. I suoi occhi parevano brillassero. Erano davvero stupendi. Ma che ci faceva là?
I miei pensieri furono interrotti quando la sua auto andò a sbattere contro un camion.
Spalancai gli occhi.
“ Justin!” gridai disperata. Non è possibile. Sembra che io stessa abbia perso una parte di me.
“ o mio dio, qualcuno chiami un ambulanza. Vi prego” corsi verso la sua auto singhiozzando.
Il camion era ormai in fiamme.
Un cerchio di persone era intorno a noi. Vi prego ditemi che è tutto un incubo. Vi prego..
“ Justin non adesso!” ero disperata.
“ Lasciatemi” gridai. Qualcuno mi stava trattenendo.
“ non può andare verso di loro. Potrebbe aggravare le cose. Resti qui e si calmi.” Un cazzo di sconosciuto mi teneva ferma.
Era tutto distrutto.
Mi accorsi proprio ora quanto tenessi a quel ragazzo.  Proprio ora che rischia di morire.
E’ tutta colpa mia. Non avrei dovuto guardarlo. Ora starebbe bene. Cazzo.
Il suono dell’ambulanza mi risvegliò dai miei pensieri.
Aprirono la portiera della sua auto, se si poteva chiamare così e presero il corpo di Justin. Non può essere vero.
Scrollai la presa di quel signore e andai verso l’ambulanza.
Lui è forte. Ce la farà.
“ Vengo con voi” esclamai salendo dentro il furgone.
“chi è lei signorina?” un uomo mi chiese.
la sua ragazza”  non potevo credere a quello che avevo detto.
Annuì e fece segno di partire verso l’ospedale.
L’unica cosa che ora m’importava era lui che stesse bene, ma soprattutto vivo e vegeto.




Justin’s pow.

“ uno ..due…tre  attacca”
sentii delle voci che dovevano le stesse cose da un pò di tempo, poi una scossa.
“ forza, ce la deve fare riproviamo.”
Scosse, tantissime scosse.
“ ce la fa, ce la fa” un'altra scossa dannazione sto bene!
Sono vivo giusto?
Mi ricordo solo gli occhi di Vivian e poi solo un grosso botto.
Devo riuscire a stare vivo.
Sentivo solo delle grida e dei singhiozzi.
“ signorina vada sedersi abbiamo bisogno di silenzio, almeno fino ad arrivare all’ospedale ” era Vivian.
Che diavolo ci fa qui?  Per me?
All’improvviso sentivo tutto più lontano, come se stessi per morire.
Io sono forte.
“ ti prego Justin, tu sei fort..”  Era una supplica. Non riuscii  sentirla tutta perché ora ero davvero quasi morto.



   Non so come scusarmiiii <3 
Scusatemii scisatemii scusatemiii scusatemii.
Ieri sono andata a dormire da una mia amica per quello non l'ho messo. Scusatemi comunqueee  stasera metto il prossimo <3 
Vi e piaciuto?? spero si siiii

RECENSITEEEE <3



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Capitolo 30
*** Capter 25. ***


Scusatemi se è corto, ma questo serve a introdurre il prossimo. ( ci saranno colpi di scena, preparatevi) 

Capitolo venticinque


Vivian’s pow.


Ero da ormai tre ore  seduta in una merda di sedia in un ospedale altrettanto di merda.
Mi sentivo una persona orrenda, lo sapete benissimo che è stata colpa mia. Non dovevo guardarlo..
Delle piccole lacrime rigarono il mio viso. Dire che ero distrutta era poco.
All’improvviso cinque ragazzi camminavano verso di me.
Riconoscevo Chaz. Saranno gli amici di Justin.
“ che cazzo gli è successo?” gridò disperato  un ragazzo moro.
“ i-i-o..oh…è stata tutta colpa mia. Ero appena uscita da scuola quando vidi la sua macchina. Mi notò e prese a guardarmi. Successe tutto in un secondo. La macchina andò contro un camion e poi boom fuoco.” Singhiozzai. Mi sentivo così dannatamente in colpa.
“ tranquilla non è stata colpa tua. Di nessuno, quando due persone si piacciono e ovvi-“ lo interruppi.
“ non ci piacciamo.” Ribattei disperata.
e allora perché vi guardavate? Andiamo! Spara meno cazzate”  vaffanculo.
“ chi siete voi? “ chiesi guardandoli e asciugandomi gli occhi.
“ siamo  Chaz, Ryan, Chiad e Jason. Tu devi essere Vivian una delle vittime di Justin” mi tese la mano e mi sorrise. Questo deve essere Chiad.
“ beh Chaz ho avuto già modo di conoscerlo” nominai il suo nome con disgusto. Perché con lui riesco a provare odio e con Justin no? Boh, proprio non capisco.
“ ti hanno detto qualcosa i dottori?” chiese Chaz.
no, purtroppo non mi hanno detto niente.” Sbuffai passandomi una mano sui capelli.
perché sei qui? insomma, vi odiate” richiamò l’attenzione Jason.
ehm, non lo so, so solo che sento il dovere di stargli accanto.” All’improvviso dalla porta di Justin uscì un dottore.
“ voi chi siete?”chiese alzando un sopracciglio.
“ ehm, loro sono i suoi cugini e io sono la sua ragazza. Allora come sta?” chiesi. Sembrò crederci.
“ mi dispiace dirlo ma è entrato in coma. Tranquilli non è grave ma bisogna stare in allerta. La botta è stata molto forte. Ha un braccio rotto e varie bruciature. Se volete potete entrare. Ma uno alla volta” in coma? Ti prego no, non ora!
Singhiozzai, non può essere cazzo. Lui è forte vero? Ce la farà.
Anche i suoi amici erano distrutti e come non capirli?
“ entra tu prima, sei la sua ragazza” disse Ryan alzando un sopracciglio. Lasciai perdere ed entrai.
Era lì immobile e inerme, dio mio. Il suo viso era coperto di tagli e bruciature. Ha un braccio gessato e ha la pelle bianca.
“ Justin, devi essere forte..perchè..perchè ci sono tutti i tuoi amici che ti aspettano e poi ci sono io. È stata tutta colpa mia non avrei dovuto distrarti. Per favore resisti. Sei un ragazzo forte tanto forte. Devi rimanere qui affianco a tutti i tuoi amici. Alla tua famiglia e a me. Io voglio esserti amica o forse anche qualcosa di più, sai non ho mai provato emozioni forti come quando con te. I baci che ci siamo dati a me sono importati. Non so se anche a te, ma a me si. Ti starò accanto in qualsiasi modo anche se mi picchierai mi insulterai io sarò li sempre pronta ad aiutarti. Dovrei odiarti vero? Ma non ci riesco. E questa cosa mi distrugge dentro. Non credo di amarti ma qualcosa lo provo per te. Da quel bacio.” Gli presi la mano e poi baciai la sua guancia. Un piccolo brivido mi prese la schiena.
“ ciao Juss..” lo salutai sorridendo leggermente.
“ potete entrare ora. Penso che resterò qui la notte.” Annuirono e ed entrarono uno alla volta.
Presi il cellulare e chiamai John
“ John  oggi non torno a casa” dissi aspettando una sua risposta.
“ uhm, okei. E dove stai?”
un mio caro amico ha avuto un incidente e adesso  sono qua ad aspettare che si riprenda” dissi.
“ caro amico? Ma se ci siamo appena trasferiti?” scoppiò a ridere.
“ cosa te la ridi eh? Che cazzo ne sai te? Se ti ho detto che c’è un caro amico che ha bisogno di me è così chiaro? Fatti i cazzi tuoi per una buona volta” gridai attirando l’attenzione di tutti compresi gli amici di Justin.
“ sei un tantino agitata oggi. Vabbè buona notte Leight.” Quando è incazzato mi chiama sempre per il secondo nome. Patetico. Lo facevano anche i miei genitori. Erano molto simpatici e in casa si rideva un sacco con loro. Mi mancano un sacco.
Non voglio perdere anche Justin, ho perso un sacco di persone. I miei amici i miei genitori e forse anche Juss.
La mia vita è una merda..vorrei morire .



Justin’s pow.


Non riuscivo a svegliarmi, non riuscivo a muovermi. È una cosa orrenda non potersi muovere.
Sentivo solo singhiozzi, tanti singhiozzi. Sentivo delle strette di mano e poi sentivo un bacio, un bacio che mi ha dato un sacco di emozioni.
Anche gli assassini hanno un cuore sapete? Credevo che il mio era diventato pietra dopo la morte di Cassie e invece Vivian mi ha salvato. Non provo amore verso di lei, ma il bisogno di stargli accanto.
Io sono forte, sono un assassino e gli assassini sono forti vero?
Io riesco a risvegliarmi, io sono forte.




RECENSITEEEEEEEEE :D

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Capitolo 31
*** Capter 26. ***


Capitolo ventisei.

Vivian’s pow.


Ero seduta nella sedia dell’ospedale, erano appena le due di notte e non avevo per niente sonno.
Ogni tanto entravo per vedere come stava, o se almeno, dava segni di vita. No, niente non si muoveva, era immobile, come se fosse morto.
All’improvviso sentii un suono, come un allarme che proveniva dalla stanza di Justin. Mi alzai, ma un dottore mi fermò con la mano. Cazzo.
“ non può entrare signorina” sbottò il dottore. Dovrebbe chiamarsi.. Jones..credo.
Passavano, minuti, tanti minuti, che poi diventarono ore..
Cosa diavolo sta succedendo? Perché non posso ancora entrare? È morto? Oh dio dimmi di no ti prego..
Si aprii la porta mostrando il dottore Jones che quando si accorse di me mi venne incontro.
“ lei è la sua ragazza?” chiese indicandomi.
Annuii e lascia che continuasse a parlare.
“vede, due ore fa il suo cuore ha smesso di battere, non sappiamo il perché, per ora è apposto il ragazzo ma bisogna stare in allerta.” Lo guardai dritto negli occhi, si vedeva che non diceva la verità.
“ mi deve dire qualcos’altro?” chiesi timorosa.
“e-e-ecco vede, potrebbe non farcela. Se succede di nuovo non sappiamo cosa fare, questa è stata pura fortuna. Bisogna solo sperare.” Spalancai la bocca. Siamo in un ospedale giusto? Che cazzo! Perché non fanno di tutto per non farlo smettere di vivere.
“ che cosa? Dio santo il vostro compito è salvare la vita alle persone e allora perché non lo fate correttamente anche con lui? Cazzo ma hai sentito cos’hai detto? Forse ne sei abituato a vedere persone morte ma io e tutti i suoi cari no! Se sei realmente un dottore faresti di tutto per farlo rimanere in vita.
“ si calmi. Vedrò cosa posso fare. Al momento bisogna solo sperare e aspettare.” Crollai nella sedia stanca di tutto questo.
Quando si riprenderà? Dio, ti prego aiutalo.

I giorni passarono, come le settimane. Lui non si svegliava. Andavo da lui ogni giorno anche se trascurandomi e non dedicandomi neanche un momento alla scuola. Ora mi importava solo vederlo camminare per la scuola con il suo fare da figo. Mi manca.

Ormai era passato un mese e Justin non si svegliava. Odio ammetterlo ma ormai sto iniziando a credere al dottor Jones..
Lui veniva tutti i giorni a vedere come stava.
Io entravo sempre e ormai l’ospedale è diventato la mia casa.
Gli amici di Justin hanno legato molto con me, ci ho fatto amicizia.
Pensate che una volta abbiamo addirittura dormito tutti nel bagno dell’ospedale perché volevamo tutti stare con Juss. Apparte il fatto della banda non c’era niente che mi intimoriva.
Ve lo ricordate Lunard? Beh lui è quasi diventato il mio migliore amico. Ogni tanto stava con me la notte per prendersi cura di me. È molto dolce.
Pregavo ogni giorno, sperando che si riprendesse e potessimo ricominciare da capo. Mi manca dannatamente tanto.



John’s pow.

“ Mike allora?” ci eravamo riuniti, tutta la banda compreso Juan per decidere quando ci sarebbe stato l’incontro con i The kings.
“ per ora non si fa niente.” Disse Mike.
Aggrottai le sopracciglia non capendo cosa volesse dire.
“ ho saputo che il capo, non è in buone condizioni. Lo so, sarebbe un ottimo modo per agire a nostro vantaggio, ma non mi sembra una cose leale. Certo, una piccola visitina al loro magazzino non sarebbe male ma, l’incontro sarà rimandato. Chiaro?” annuimmo tutti.
“ che ne dite se domani se domani andiamo a far visita al loro magazzino? “ chiese Rick.
“ mm..certo domani alle tre di notte ritroviamoci davanti la magazzino dei the kings” rispose Mike.
Finalmente un po’ di azione. Non vedevo l’ora.
Certo potevamo incontrarli anche senza il capo ma vabbè per ora va bene così.


Vivian’s pow.


Ero in macchina con Leight e Lunard , volevano farmi passare per almeno qualche ora il fatto dell’incidente.
“ cosa volete fare?”chiesi guardandoli.
“ andiamo al cinema” esclamò Leight dando il cinque a Lunard.
“ patetici” dissi ridendo.
“ che film volete guardare?” chiesi.
“ che ne dite di un horror?” chiese Lunard. Io e Leight ci guardammo negli occhi per poi scuotere la testa.
“ allora guardiamo ‘ come ti spaccio la famiglia’”
affermò dopo.
“E va bene. Spero per te che sia bello Luni.”  Spero solo di potermi dimenticare per almeno un istante Justin. Dopo di che mi dedicherò a Justin tutto il tempo possibile. So che non è giusto così ma è il minimo, visto che è colpa mia.

Eravamo usciti dal cinema circa mezz’ora fa, adesso siamo al Burger king’s a mangiare.
“ cosa fai adesso Vivi?” chiese Leight bevendo un della sua coca cola.
“ penso che andrò di nuovo all’ospedale.” Risposi guardandola.
Annuì e riprese a mangiare.
“ non trascurarti molto Vivian, ultimamente lo fai molto spesso. Lo so che magari ti senti in colpa ma non devi trascorrere la maggior parte del tempo da lui. Puoi andare anche una volta alla settimana.” Disse Lunard. Nessuno mi capisce dannazione.
“ Lunard, quello che faccio non è una cosa obbligatoria ma è perché lo voglio io. Si, mi sento in colpa ma io devo stare a fianco a lui quando si sveglia.” È vero, voglio essere io a spiegarli per prima cos’è successo e voglio essere io a vederlo per prima.
“ come vuoi, cercavo solo di aiutarti.” Alzò le mani in segno di arresa.
Risi e dopo aver finito di mangiare ci incamminammo verso la mia auto.
Dopo aver accompagnato  i ragazzi andai verso l’ospedale.
Spinsi la porta d’entrata e andai verso la camera di Justin.
Lì trovai  Chaz, Chiad, Ryan e Jason che si davano i turni per entrare.
“Allora novità?” chiesi quando ebbi l’attenzione di tutti.
“ si, il dottore ha detto che le bruciature stanno scomparendo e che per ora non hanno trovato nessun problema” disse Jason sollevato.
Sorrisi e andai a sedermi con loro.
“ chi tocca entrare?” chiese Ryan.
“ tocca a Chiad, te  poi a me e poi a Jason e infine a Vivian.” Rispose Chaz.
allora, ti piace Justin?” chiese Chaz sorridendo.
cosa? No no cosa vai a pensare” esclamai spalancando gli occhi.
Scoppiò a ridere sicuramente per la mia agitazione. Subito dopo mi misi a ridere anche io
“ non ci ha mai parlato di te ma penso che un pochino tu gli piaccia” risi leggermente per l’imbarazzo. È impossibile, cioè , noi due ci odiamo.
“ impossibile, ci odiamo” esclamai scuotendo la testa.
“ si certo per questo tu sei qua dalla mattina alla sera solo per vedere se si sveglia” ironizzò provando le risate dei ragazzi.
“ ehm..si beh, è il minimo che possa fare.” Scrollai le spalle.
La porta si aprì vedendo la figura di Chiad.
“ allora? Segni di vita?”chiese Ryan.
“ beh apparte il suo petto che si alzava e abbassava niente.” Abbassò lo sguardo.
Tutti qui volevamo che si svegliasse ma sembra come non succedesse mai. Però non bisogna mai perdere la speranza, è l’ultima a svanire.
Il cellulare iniziò a squillare, guardai il display  e c’era il nome di mio fratello.
“ che c’è?” chiesi scocciata.
“ volevo solo sapere dov’eri, tutto qui.” Chiese.
“Vedi che non mi caghi mai? ti ho detto che sto in ospedale” gridai ignorando tutti gli occhi puntati su di me.
“ si invece, non mi ricordavo” disse semplicemente.
Riattaccai subito, non volevo sentire la sua voce.
Mi alzai, avevo fame.
“ volete qualcosa?” chiesi guardandoli.
Scossero tutti la testa. Sono a digiuno per caso?
Lascia perdere e mi diressi verso le macchine.
Cliccai nel tasto della cioccolata calda e aspettai che si preparasse.
Lo presi e mi diressi di nuovo dai ragazzi.


Era passata ormai un’ ora e mezza. Tra un po’ dovevo entrare io.
La porta si aprì, mi alzai e sorridendo entrai.
Era nella stessa posizione in cui lo avevo lasciato.
Gli baciai la guancia e gli presi la mano.
“ ehi, ciao Juss. Sai, non ho fatto altro che starti accanto tutto il tempo, sperando che ti riprendessi. Sono successe tantissime cose nel giro di un mese se non di più. Manchi tanto a tutti qui. Speriamo che ti risvegli il prima possibile perché sai, anche a scuola si sente la tua mancanza. Odio doverlo dire ma, mi manca il tuo modo di fare, quando mi dai attenzioni anche se male, ma non m’importa perché io ci sarò quando avrai bisogno. Ma ti prego svegliati. “ singhiozzai, mi stavo trattenendo dal piangere ma non ci sono riuscita.
All’improvviso i miei occhi si illuminarono non appena successe quello che  speravo per tutto un mese intero.
Si era svegliato.



 
            Tralalalallalalalalalalaa allora? vi piace?
Ci ho messo due giornii hahahaha si beh mi perdevo ogni tanto per quello <3


RECENSITEEEEE :D





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Capitolo 32
*** Capter 27 ***


Capitolo ventisette.

Vivian’s pow.


Con un movimento lento Justin mosse leggermente i piedi.
Schiuse piano piano gli occhi scoprendo quelle grandi palline di miele che con un solo sguardo ti incantavano.
La mia bocca fece un sorriso che arrivava da un orecchio all’altro. Dire che ero felicissima era poco.
“ finalmente ti sei svegliato Juss” dissi staccando la mia mano dalla sua.
Gemette cercando di alzarsi con il busto.
“ a-a-aspetta ti aiuto” lo presi per le spalle e lo aiutai ad alzarsi.
“E-e-ehi “ sussurrò con il suo solito tono freddo. Ma è possibile?
“ma che diavolo è successo?” chiese. Ecco, questa era la domanda che volevo evitare.
“ vuoi davvero saperlo?” chiesi abbassando lo sguardo.
Annuì aggrottando le sopracciglia.
“ era sera e io ero appena uscita dalla scuola, mentre mi incamminavo verso la mia auto  ti vidi mentre guidavi una grande macchina. Ti accorsi di me e iniziammo a fissarci quando tu andasti in contro a un camion. È stata tutta colpa mia Juss.” Scossi la testa e abbassai lo sguardo per non far notare alcune lacrime che mi bagnavano il viso.
“ si ora ricordo. Mi ero incantato.” Disse sussurrando l’ultima frase. Alzai subito lo sguardo non capendo.
“ da quanto sono qui?” chiese posizionandosi meglio nel letto e cambiando subito discorso.
“ da un mese.” Spalancò gli occhi.
“ cazzo. Vabbè, ora va via, voglio vedere i miei amici.” Che cosa? Sono stata un mese intero in questo dannato ospedale e lui mi caccia? Vaffanculo.
“ sai, sono stata un intero mese qua dentro per vedere se ti svegliavi. E tutto per te! E tu mi stai cacciando? Vaffanculo Bieber. Crepa.” Urlai sbattendo la porta. Ero incazzata nera. Ma chi cazzo si crede di essere?
“Che succede Vivi?” chiese Chaz mettendomi una mano nella spalla.
“ si è svegliato il coglione. Ora che mi ha cacciata vuole vedervi. “ dissi innervosita sotto gli sguardi increduli dei ragazzi.
Presi la mia borsa e me ne andai via da quel posto. Odio gli ospedali.
Il mio cellulare squillò, mi era arrivato un messaggio.


Da: Ryan
A: Me

Scusalo, non doveva comportarsi così.

A: Ryan
Da: me
Non preoccuparti xx
Ci vediamo domani
 :)



Justin’s pow.


All’improvviso la porta si aprì intravedendo la figura dei miei amici.
finalmente bro!” esclamò Chaz  dandomi un leggero abbraccio.
“ allora cos’avete fatto mentre io non mi svegliamo?” chiesi.
“ niente. Siamo stati un intero mese qui all’ospedale insieme a Vivian marcò il nome ringhiando.
“ che c’è?” chiesi alzando le mani.
“l’hai cacciata via. È stata sempre qua accanto a te e tu la ripaghi così? Bieber sei uno stronzo” urlò Ryan.
“ mi dispiace ok? Comunque sia devo tenerla lontana da me.” Dissi lanciando un occhiataccia a Ryan.
Scossero tutti la testa in disapprovazione. Oh andiamo!
“ non puoi tenere lontana una persona che ti piace” esclamò provocando la risata di tutti.
si invec.. non mi piace Vivian”urlai frustrato.
“ si invece” replicò Jason.
Sussurrai un ‘ vaffanculo’ facendo tutti ridere.
Entrò il dottore tenendo in mano un block notes.
“ finalmente ti sei svegliato. Sei forte ragazzo. Comunque, hai solo un braccio rotto ma credo sia già guarito. Tra cinque giorni potrai andartene. Vengo dopo per vedere come stai.” Disse per poi uscire dalla porta.


John’s pow.


Eravamo tutti pronti per andare al magazzino dei The king’s. in teoria non ci doveva essere nessuno a sorvegliare.
“allora ragazzi sapete il piano. “ disse Mike.
Il piano era quello di entrare e mettere delle telecamere nascoste. Siamo intelligenti vero?
Avevamo pensato di incendiare il magazzino ma poi abbiamo trovato un’idea più geniale. L’idea è stata di Juan.
Le telecamere le ha fatte Mike e poi, basta. Adesso dovevamo solo metterle nel magazzino sperando che non ci sia nessuno.
prendemmo le pistole e le telecamere e andammo verso il suv.

Siamo appena usciti, devo dire che sono molto eccitato. Cazzo.
“perfetto Rick vai a vedere se ci sono guardie in giro” ordinò Mike, questo annuì e camminò verso il magazzino.
Ritornò subito dopo per indicarci due guardie che si guardavano intorno. Merda.
Mike mi fece cenno di avvicinarmi a loro e sparare. Un gesto alquanto scorretto visto che si accorgeranno sicuramente che le guardie non ci sono. Ma vabbè gli ordini sono ordini.
Mi avvicino furtivamente e sparo due colpi. Sono tutti e due a terra. Che razza di guardie solo questi? Bah.
Entrammo, non può essere che siano così stupidi. Oh avanti! Non era neanche chiusa a chiave!
Avevamo messo tre telecamere. Una sotto un tavolo attaccata a una delle gambe, è piccola come telecamera non si vedrà. L’altra l’abbiamo messa in un angolo della parete destra e infine l’ultima sotto una poltrona. Dobbiamo sapere tutti i loro piani. Tutti.
Tutto è andato come ci aspettavamo.
“bravi ragazzi, ora ritorniamo alla base.” Disse Mike sorridendo.


Vivian’s pow.

Ero amareggiata, distrutta,delusa e furiosa.  Come cazzo può aver fatto una cosa del genere? Mi ha cacciata, e io che volevo abbracciarlo chiederli se stava bene, dirmi come si sentiva nel momento dell’incidente e invece? Mi ha cacciata. Vaffanculo.
Chiamai Leight, avevo bisogno di sfogarmi.
“dimmi tutto” rispose dopo tre squilli.
“ehi..” sussurrai appena.
“che succede? Vuoi che venga là?” chiese .
“si, vieni” sentivo gli occhi pizzicarmi. E io che pensavo che tutto tra me e Bieber fosse cambiato. Non succederà mai.
Il campanello suonò pochi muniti dopo. Puntuale la ragazza.
La porta si spalancò e sentii dei saluti,avrà aperto John.
I passi si facevano sempre più vicini fino a sentirmi due braccia avvolgermi il collo.
“Dimmi cos’è successo.” Si staccò guardandomi negli occhi.
“ si è svegliato.” Dissi sentendo una lacrima rigarmi in viso.
“oh bene, che c’è di così negativo allora? Dovresti essere felice giusto?” disse asciugandomi la lacrima con il pollice.
“ si ma, quando si è svegliato mi ha chiesto cos’è successo, quanto tempo è stato in ospedale e poi mi ha cacciata perchè voleva vedere i suoi amici. Mi ha cacciata capisci? Mi aspettavo un ‘ Vivi grazie per esserci sempre stata’ e invece, zero. Ero l’unica che è stata tutto il tempo in ospedale per vedere se si riprendeva apparte i suoi amici. Ma giusto, lui è il criminale senza cuore. Ho trascurato me stessa e la scuola per lui capisci? Anche voi a volte. Non posso ancora crederci. Con lui ho chiuso ma credo che non abbiamo neanche iniziato.” Dissi tutto senza fiato sentendo tante piccole lacrime scendere ma le ignoravo, ho pianto troppo per una persona che non si meritava neanche una cazzo di lacrima.
“ cosa? Dovrebbe ringraziarti. Non posso crederci. Ti avevo detto di stargli alla larga. Non farebbe altro che farti del male.” Esclamò massaggiandomi una spalla.
Distolsi lo sguardo dal suo e guardai il cellulare per vedere se mi aveva scritto. Ah giusto, lui non ce lo ha neanche il mio numero.



Justin’s pow.

                                                                                                                              | cinque giorni dopo |


Ieri ero appena tornato dall’ospedale con l’aiuto dei miei amici. Vivian non si era fatta più viva da quando l’ho cacciata. Se mi sento in colpa? No. Perché dovrei?
Mi stavo preparando per andare a scuola. Non so perché ma mi mancava.
Scesi le scale di casa mia e uscii di casa. Presi la mia macchina e andai verso la scuola.

Scesi dall’auto sapendo che tutti mi stavano guardando. Oh bene, tutti sapeva dell’incidente.
Bisbigliavano cose tipo ‘ ha fatto un incidente un mese fa’ o ‘ cazzo è di nuovo qui’, non feci altro che sorridere, amavo incutere terrore. Cosa potevo farci? Sono fatto così.
Cercai per tutta la scuola i ragazzi ma di loro nemmeno l’ombra.
Avrò fatto massimo dieci volte il giro di tutta la scuola e alla fine dov’erano? All’ingresso. Stronzi.
“ragazzi! Guardate chi c’è qui? Justin Bieber” esclamai scoppiando a ridere e contagiando tutti.
“ come stai? “ mi chiese Chaz.
“ bene. Un po’ strano ma bene” alzai le spalle.
Annuì e ripresero quello di cui stavano parlando. Credo di macchine, di una cerca corsa di macchine clandestine tra una settimana.
Sentii il mio cellulare squillare. Chi cazzo può essere?
Era Jason.
“ amico, sono appena andato al magazzino pensando di trovare Kenny e Joe ma di loro nemmeno l’ombra. Nella parete ho trovato una chiazza di sangue. Penso li abbiano uccisi” sbottò .
Merda. Kenny e Joe erano le nostre guardie migliori. Credo. Ora che sono morti non lo credo più.
C’entrerà sicuramente Mike e i suoi ragazzi. Chissà cosa ci facevano la.
“ merda. E ora? Che ci facevi la?” chiesi alzando un sopracciglio. I ragazzi mi stavano guardando con delle facce interrogative.
“dovevo prendere una cosa ok?” gridò scocciato.
“ ok va bene! Dopo ne parleremo. Merda. E io che mi fidavo di loro.” Imprecai. Ero frustrato. Proprio ora? Ora che mi stavo riprendendo da quello spiacevole incidente?
Raccontai tutto a i ragazzi che come me imprecavano e battevano i pugni al muro.
All’improvviso la vidi, insieme a un ragazzo che le aveva messo un braccio nelle spalle e stavano parlando animatamente.
Mi irrigidì subito e chiusi i pugni. Un ragazzo la stava toccando.
Ringhiai e guardai intensamente Vivian negli occhi. Quando mi vide diventò subito seria, non si vedeva nessuna emozione.
Non ero geloso, ma mi dava semplicemente fastidio il fatto che un ragazzo la toccava.
Il ragazzo mi squadrò da capo a piedi e poi scosse la testa riprendendo a parlare con lei.
Si sta  mettendo nei guai quel ragazzo, ve lo posso giurare.



                                                                                                               'Mi ero incantato'


Tadaaaaaaaannnnn <3 
E' un po lungoo spero non vi dispiaccia...hahahhah <3 non credooo
Comunqueeee oggi  sono andata in piscina e indovinate che musica hanno messo? All around the world . Vi giurooo ho iniziato a cantarlaa quasi gridando  hahaha ero pazza <3 
Comunquee volevo dirmi che.....ho 73 preferiti e 63 segiutii  e 109 recensioni. Grazieee milleee non sapete quanto io lo apprezzi <3 
Siete dolcissime perchè mi dite sempre che la mia storia è stupenda. Mi date la forzaa di scrivere sempre meglio. Non smetterò mai di ringraziarvi <3
Vi amo <3 


RECENSITE <3 <3 <3 <3 

                                                                                        





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Capitolo 33
*** Capter 28. ***


Capitolo ventotto.


Vivian’s pow.



Lunard era passato a prendermi per andare a scuola insieme.
Eravamo appena usciti dalla macchina quando mi mise un braccio attorno alla spalla.
Lo guardai sorridendo leggermente e lui ricambiò il sorriso.
Non mi ero ripresa del tutto dopo quello spiacevole episodio. Erano passati cinque fottuti giorni e dire che mi mancava sarebbe stato un miracolo.
Tutti gli occhi erano puntati su di noi mentre ridevamo.
“ allora sei pronta per rivederlo?” chiese.
“mm..beh se per rivederlo intendi essere umiliata beh no” abbassai lo sguardo.
“ ehi, finchè ci sono io non può toccarti. “ mi alzò con il pollice il mento.
“ grazie mio principe azzurro” ci scherzai su. Scoppiò a ridere seguito da me.
“ sai non pensavo che potessimo diventare così tanto amici” disse sorridendo.
Appena varcammo il cancello vidi Justin, era serio più che mai e i ragazzi si toccavano i capelli con le mani.
Subito dopo il mio sorriso si spense vedendo che lui mi stava fissando. Lo guardai e poi ripresi a sorridere con Lunard.
Salutai i ragazzi ed entrai dentro.
“bene, io vado. Non badare a Bieber” esclamò diventando subito serio.
Annuii e andai nella mia classe. Avevo un ora di chimica. Bello..

La campanella che ci avvisava di andare a mangiare suonò.
Mi alzai dalla sedia e camminai a passo svelto alla mensa. Non volevo vederlo.
Presi tutto quello che volevo mangiare e mi andai a sedere nel tavolo più lontano.
“ Vivian! “ mi salutò Leight baciandomi la guancia. Di risposta le sorrisi e ripresi a mangiare.
“ ma ciao Salvador” mi salutò una voce. Chi poteva mai essere? Justin.
Si sedette di fronte a me appoggiando il mento nei gomiti.
“ vedo che non ci hai messo molto a trovarti un ragazzo giusto?” mi chiese ironico.
“ non ti è bastato cacciarmi?” urlai alzandomi dal tavolo. Ero stufa di lui. Di tutto.
“ no. Evidentemente nessun ragazzo ti si filava e hai dovuto trovarti una schifezza giusto? Sei sempre la solita puttanella. Ah dì al tuo fidanzatino di non guardarmi troppo altrimenti si ritrova a mille metri sotto terra. Morto.” Si alzò dal tavolo e battè il suo pugno nel tavolo spaventando tutti.
“ cosa c’è eh? Ti da tanto fastidio il fatto che di te non me ne freghi niente o ti da fastidio il fatto che io sia l’unica che non ti cade ai tuoi piedi? Puttanella io ? Ma se neanche mi conosci stronzo!” gridai. Mi sentivo  bene dopo aver detto quello che pensavo ma ovviamente alle conseguenze non ci pensavo mai. come sempre.
“ prova a ripetere troia” esclamò ringhiando e avvicinandosi pericolosamente a me. Cazzo.
“Sai dovresti contare fino a cento prima di osare parlare così a me” ringhiò a pochi millimetri dalla mia bocca. Sentivo il suo respiro sulla mia bocca.  Era davvero incazzato.
“ e sarò io stesso a fartelo capire.” Disse. Lo squadrai e vidi che era pronto a tirarmi un gancio destro. Chiusi immediatamente gli occhi preparandomi al grande colpo che avrei subito.
fossi in te non la toccherei.” Era Lunard. Grazie al cielo cazzo! Pensavo di dover andare all’ospedale.
“ oh, tu saresti il fidanzatino della troia? Certo che poteva trovarsi di meglio.” Lo squadrò scuotendo la testa. Sorrise, ma non un sorriso vero , era maligno.
“no. Solo un suo amico. Diciamo stretto. Geloso?” chiese alzando un sopracciglio. Qua tra un paio di minuti succerà il finimondo.



Justin’s pow.


“no. Sono un suo amico. Diciamo stretto. Geloso?” io geloso? Ma siamo pazzi? Pff..
Mi divertivo solamente a rompere i coglioni alla ragazzina e al suo amichetto.
“no femminuccia. Ma  sai,con gli sfigati mi diverto molto spesso. Non lo sapevi?” risi. Mi divertivo.
Ero troppo occupato a ridere che non mi accorsi che lo sfigato mi aveva tirato un calcio allo stomaco.
Mi piegai in due ma poi mi ripresi dandogli un pugno del naso. Senti un ‘ crack’ . Gli avevo rotto il naso.
Iniziammo a picchiarci senza finire mai. ovviamente la meglio ce l’avevo io. Modestia a parte, ma io sono un criminale e diciamo che sono abituato a queste cose.
“ basta. Vi prego finirete per uccidervi” esclamò una voce femminile. Vivian.
La ignorammo e continuammo a picchiarci.
Sentimmo dei singhiozzi. Era Vivian. Mi fermai di colpo e la guardai negli occhi, mi stava implorando di smetterla. Non riuscivo a non incrociare i suoi occhi. Feci un passo in avanti come per avvicinarmi  ma lei ne faceva uno indietro. Aveva paura. Mi faceva male ma purtroppo è la conseguenza del male che faccio.
Scossi la testa e ripresi a picchiare lo sfigato.
Con un colpo secco  lo buttai per terra. Mi misi a cavalcioni e lo presi a pugni nel viso.
“che succede?”all’improvviso il preside fece spazio tra la folla che si era formata e ci fece smettere.
“ Bieber  e Norris in presidenza!” gridò prendendoci per le braccia. Lo strattonai e lo seguii.
Ci fece entrare e io mi sedetti nella sedia davanti alla sua.
“non ti ho detto che ti puoi sedere Bieber” urlò.
Feci le spallucce e lo ignorai. Chi era lui per comandarmi?
“ ho detto di alzarti.” Gridò
altrimenti?” lo sfidai alzandomi.
“ la sospendo. Non temporaneamente ma per sempre.” Disse alzando un sopracciglio.
Ringhiai e calciai con il piede la sedia. Girai lo sguardo e vidi Norris assente. A cosa stava pensando? A come scoparsi la mia Vivia..ehm..Salvador? coglione.
“ bene, ora vorrei sapere il motivo della vostra litigata” disse sedendosi sulla sua poltrona.
“ ha iniziato a infastidirmi e io ho semplicemente reagito.” Disse Norris.
“ beh se tu non fossi venuto a rompere i coglioni facendo l’eroe io non ti avrei picchiato.” Gli rinfacciai tutto.
“ ok, ora basta. Cosa intendi facendo l’eroe?” chiese il preside  a me.
“oh, niente cose da ragazzi.” Sorrisi innocentemente.
“questa volta non vi punisco perchè non servirebbe. Ora andate e non voglio più sentirne dei vostri litigi.” Lo salutai  e me ne andai dopo aver fulminato con lo sguardo Norris. Gliel’ avrei fatta pagare.
Camminai per i corridoi. Erano deserti. Tutti erano a lezione.
Cercai la mia classe ed entrai. Non mi dicono mai niente i professori del mio ritardo, diciamo che sono abituati.
Mi sedetti di fianco a Jason.
“amico ora devi dirmi tutto” dissi con un tono che non ammetteva repliche.
“ero nel magazzino per prendere una cosa quand..” lo interruppi.
cosa dovevi prendere?” chiesi alzando un sopracciglio.
Prima o poi deve dirmelo.
e va bene, te lo dico ma promettimi di non arrabbiarti” scoppiai a ridere. Cosa poteva aver mai dimenticato in un magazzino?
“ beh ecco,  sei giorni fa ero andato in discoteca perché volevo un po’ distrarmi e beh ho trovato una tipa che volevo scoparmi. Avevamo tutti e due gli ormoni in subbuglio e quindi decisi di portarla al magazzino per scoparmela. Era il posto più vicino. Oggi sono andato perché mi ero dimenticato i preservativi. Ecco l’ho detto.” Mi alzai ignorando gli occhi puntati su di me.
“ tu cosa?” gridai. Devo cercare di controllarmi.
“shh..siediti coglione.” Sussurrò prendendomi per un braccio.
Mi sedei di nuovo ignorando gli occhi di tutti su di me.
“ hai portato una tipa al magazzino per scopartela? Cazzo è il nostro ritrovo coglione!” sussurrai ringhiando.
si lo so. Mi dispiace ok?” distolse lo sguardo da me e iniziò a scrivere degli appunti. Il solito secchione.



Vivian’s pow.


La scuola era appena finita ora sto andando verso la macchina di Lunard per andare a casa. Dire che ero incazzata e delusa era poco.
All’improvviso due braccia mi avvolsero in un abbraccio. Era Lunard.
“mi dispiace.” Disse semplicemente.
Tolsi le sue braccia ed entrai nella macchina.
“ ti ho detto che  mi dispiace Vivi. Cos’altro posso dirti!” sbuffò chiudendo la portiera e iniziando a guidare.
“ sono arrabbiata e delusa capisci? Da Bieber me lo aspettavo ma da te no! Come hai potuto fare a botte con lui. Guardati sei ridotto malissimo!” ero esasperata e stressata.
“ ho dovuto farlo. Intanto perché ti sta importunando e poi perché stava infastidendo” si difese tenendo stretto il volante facendo diventare le nocche bianche.
“ ma non si risolve niente con la violenza! Non posso crederci cazzo..” scossi la testa.
“ ok, basta altrimenti facciamo un incidente.”disse senza degnarmi neanche di uno sguardo.
Annuii e lasciai che il silenzio avvolga la macchina.
Appena arrivati a casa mia aprii la portiera e me ne andai senza neanche salutarlo.
ciao eh!” gridò prima di partire.
Entrai a casa e andai di sopra. Non c’era nessuno a casa. Ultimamente Juan e mio fratello non ci sono mai. Boh.
Andai nella sua camera e cercai le sigarette. Lui dovrebbe fumare. Ne ho bisogno ora.
Ho iniziato a fumare nel mio paese una notte in discoteca. Ma è una ogni tanto. Vi ricordate che vi dicevo che ero ribelle? Beh ultimamente non lo sono più.
Ma è possibile che non abbia neanche una sigaretta? Cercai nell’armadio. ma niente.
Nei cassetti del comodino ma c’era solo una pistola..aspettate..una pistola?
Sgranai gli occhi. Che diavolo ci faceva una pistola in casa mia? Sarà della sua vecchia banda ma allora perché se l’è portata dietro? Merda.
Chiusi il cassetto e me ne andai da camera sua cercando di dimenticare. Boh.
Spero solo che non si sia messo di nuovo nei casini. Non lo sopporterei e non glielo perdonerei mai.
Andai nella camera di Juan. E fortunatamente le trovai. Erano nella sua valigia. Ne estrassi una e poi l’accesi.
Andai nel balcone e mi ci appoggiai sopra.
La misi in bocca e assaporai la nicotina. Mi rilassai.
Ne avevo proprio bisogno. Buttai  tutto il fumo dalle narici e feci gli stessi movimenti fino a finirla.
E’ stata una giornata faticosa. Ero distrutta.
Andai nel mio bagno e mi spogliai.
Accesi la doccia ed entrai dentro.
Oggi stavo per ricevere un pugno. Con che coraggio può picchiare una donna? Dio santo, forse dovrei ringraziare Lunard è grazie a lui se ora non mi ritrovo con un occhio gonfio e viola.
Lo ammetto Justin mi manca. A lui di me non gliene fregava un cazzo ma devo accettarlo comunque.
Uscii dalla doccia mi vestii e andai a letto dimenticandomi per una notte tutto e tutti.



    RECENSITE <3 




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Capitolo 34
*** Capter 29. ***


Capitolo ventinove.

Justin’s pow.


L’assordante rumore della sveglia mi svegliò. Dovevo andare a scuola.
Mi alzai sbuffando e andai nella doccia.
Lasciai che tutte quelle goccioline tiepide mi bagnassero il corpo per poi uscire e cambiarmi.
Scelsi una semplice maglietta bianca e dei pantaloni neri con il cavallo basso e  con le mie Supra color oro e infine una giacca di pelle nera.
Presi le chiavi della mia macchina e mi avviai verso la scuola.
Parcheggiai e scesi dalla macchina. Sempre la stessa storia, tutti gli occhi di tutti i ragazzi mi fissavano.
Fulminai tutti coloro che mi fissavano e poi andai verso il gruppo dei miei ragazzi, ovvero i miei amici.
“ehi” diedi una pacca sulla spalla di Chaz e poi cercai di capire di cosa stavano parlando.
“allora, lunedì prossimo chi vuole gareggiare? Almeno se vinciamo ci prendiamo tanto soldi anche se non ci mancano mai.” disse Ryan. Non ho ancora capito di cosa stanno parlando.
“uhm, di che cazzo parlate?” chiesi alzando un sopracciglio.
“ si terrà una gara di macchine clandestine lunedì prossimo” esclamò Jason entusiasta.
“ gareggerò io. Mi dovete trovare una macchina adatta e poi i soldi sono nostri.” Sorrisi trionfante.
Girai la testa e vidi Vivian che teneva per mano Norris. Dio, vorrei spaccargli quella faccia da cazzo.
Strinsi i pugni tanto forte da sentire le unghie conficcarsi nei palmi. Non mi piace per niente quel ragazzo.
C’è qualcosa che non va in lui. Ne sono sicuro.
Incrociai gli occhi di lei per un misero secondo perché lei abbassò subito gli occhi. Notai un piccolo luccichio nei suoi occhi, segno che probabilmente stava per piangere.
Non volevo più vedere lei così mi girai di nuovo verso i ragazzi.
Tutti i miei amici  mi stavano guardando. Cazzo.
“cazzo avete da guardare!” sbottai ringhiando.
Scoppiarono a ridere. Vaffanculo.
“andate in figa.” Urlai andando via.
Camminai per i corridoi fino a trovare il mio armadietto. Lo aprii e ci misi dentro le sigarette.


Stavo andando in mensa quando la vidi, mentre metteva dei libri nel suo armadietto.
Mi avvicinai e le toccai una spalla.
“cazzo” sussultò appena si girò e mi vide.
Sorrisi ma poi diventai subito serio.
“allora Vivian, come sta il tuo fidanzatino?” chiesi alzando un sopracciglio.
“ fatti i cazzi tuoi.” Sbottò. Mi irrigidì. Non impara mai.
La presi per le spalle e la sbattei leggermente negli armadietti.
“prova a rispondermi ancora così e poi ti ritroverai schiacciata come una mosca degli armadietti.” La ammutolì. Spalancò gli occhi per poi abbassarli.
“ è una minaccia?” chiese sarcasticamente.
Scoppiai a ridere.
“boh.” Alzai le spalle in segno di nonchalance.
Mi avvicinai mentre lei cercava di allontanarsi. Cosa impossibile perchè era praticamente attaccata agli armadietti.
“perché ti allontani? Hai paura?”avvicinai il mio viso al suo.
Scosse la testa per poi spingermi lontana da lei. Non mi ha spinto nemmeno di mezzo millimetro.
Scoppiai a ridere era così tenera. Era impacciata e non sapeva cosa fare.
“ cosa vuoi da me?” balbettò abbassando lo sguardo.
“parlarti” dissi semplicemente.
“ e di cosa?” chiese  squadrandomi.
non mi piace quel ragazzo. Com’è che si chiama Lunard giusto? Beh, stagli alla larga. Non voglio che ti si avvicini.” Dissi soffiando nelle sue labbra.
“chi sei tu per impedirmelo?” sbottò.
“Un ragazzo che potrebbe rapirti e poi ucciderti se non mi obbedisci” sussurrai.
“no.” Scosse la testa.
Basta, sto iniziando a perdere la pazienza.
Gli presi il viso con le mani con forse e lo alzai. Gemette.
Lo so che gli faceva male ma deve ascoltarmi.
“ tu mi obbedirai.” Dissi abbassandomi al suo orecchio. Era molto bassa come ragazza.
“ lasciami stare cazzo. Mi hai cacciata dall’ospedale e ora fai il geloso? Tu non sei nessuno per impedirmi di non vedere una persona specialmente se lui è una persona che mi protegge e mi rispetta. A me non m’importa niente di te come a te niente di me. Fottiti cazzo.” Urlò frustrata. Aveva gli occhi lucidi.
“ cosa? Tu credi che io sia geloso?” scoppiai a ridere. Che minchiata cazzo. Io geloso? Mai.
“ si.” Sussurrò. Notai un leggero rossore nelle sue guancie.
Non sono geloso. Io non lo sarei mai, specialmente di una ragazza come lei. Però non era mica brutta,  occhi marroni scuro facile da poterti incantare, la sua pelle abbronzata, il suo corpo perfetto, quei capelli che vorrei tanto toccare  e  quelle labbra carnose dove mi ci vorrei tuffare. Cazzo dico? Sono pazzo. Però bisogna ammettere che è perfetta.
“ vuoi la verità? Si, sono geloso.” Sussurrai prima di attaccare le mie labbra alle sue.
Non so perché lo sto facendo. Eppure non provo niente per lei.
Si staccò da me e mi guardò stranita.
“ perché mi fai questo? Perché non mi lasci in pace? Credi che io sia una delle tue puttane eh? No ti sbagli. Potrai essere geloso quanto vuoi ma io nella tua merda di trappola non ci casco. Ora vattene.” I miei occhi si scurirono e i miei pugni si chiusero.
Mi avvicinai pericolosamente a lei fino ad attaccare di nuovo le mie labbra alle sue con violenza. Picchiettai con la lingua il suo labbro per chiederli l’accesso. Non me lo concedeva.
Ringhiai fino a spaventarla. Aprì la bocca e così iniziò la grande lotta per la dominazione. Che ovviamente vinsi io.
Misi le mie mani sotto il suo sedere e la alzai senza difficoltà. Attaccò le sue gambe al mio bacino. Mi girai e la attaccai agli armadietti. Il bacio si intensificò fino a diventare più violento e passionale. Nessuno dei due voleva staccarsi. Dire che non era brava a baciare sarebbe stata la cazzata più grande che io possa mai dire.
Ci staccammo un secondo per prendere aria e per guardaci negli occhi. Mi avvicinai di nuovo riprendendo a giocare con le nostre lingue.
Si staccò da me e prese a guardarmi negli occhi.
Lasciai le sue cosce e la rimisi a terra.
Teneva lo sguardo basso come se non avesse il coraggio di guardarmi.
“ come mai non mi guardi negli occhi piccola?” chiesi alzandogli il viso con il pollice.
“perché io lo so che per te non sono altro che una puttana. Vattene.” Disse acida.
Detto questo la fulminai con lo sguardo e li passai accanto dandogli una leggera spallata come quando faccio con i miei nemici.


Vivian’s pow.


“perché io lo so che per te non sono altro che una puttana. Vattene” dissi acida.
Mi fulminò con lo sguardo per poi andarsene. Era la verità per lui non ero altro che una puttana.
Eppure i baci che ci siamo dati mi sembravano veri e molto passionali. Le farfalle non smettevano neanche un secondo di svolazzare.
Scossi la testa per cacciare quei brutti anzi, orrendi pensieri.
Chiusi l’armadietto e mi avviai per cercare Lunard. Se pensa che non gli avrei rivolto più la parola solo per un po’ di gelosia beh si sbagliava.
Lo trovai in mensa intento a mangiare una mela e parlando con Leight.
“ehi, ragazzi” esclamai. Mi sentii osservata. Era così, Justin mi stava fissando freddo. Un brivido mi invase la schiena.
“allora, stasera discoteca?” chiese di punto in bianco Leight.
“ ovvio, non voglio stare il venerdì sera a casa” esclamò ridendo.
I loro sguardi si posarono su di me. Non so se ho voglia, ma comunque non mi farebbe male andarci.
“va bene. “ dissi.
“Bene, vengo a prendervi io. Per le nove dovete essere pronte “ disse Lunard  prima di alzarsi.
Annuimmo e ci alzammo anche noi. Di quello che è successo prima con Justin ho preferito non dire niente. Poi, quei baci non sono significati niente per nessuno dei due.
No, a me si. A lui può darsi di no ma a me sono importati tanto.
Salutai Leight e Lunard e andai in classe.

Erano le sei in punto. Mi alzai dal letto e andai in bagno per farmi una doccia. Dovevo prepararmi alla fantastica serata che trascorrerò in discoteca..
Mi spogliai  ed entrai in doccia.
Spensi l’acqua ed uscii dalla doccia avvolgendomi con un asciugamano bianco.
Andai nella mia cabina armadio. Scelsi con vestitino color verde acqua con una cintura argentata messa appena sotto il seno e con una scollatura a V. Come scarpe optai per delle scarpe col tacco nello stesso colore del vestito solo più scuro.
Come acconciatura optai per piastrarmi i miei capelli lunghi e lasciarli sciolti.
Misi un po’ di matita e mascara neri e infine un rossetto rosso fuoco.
Guardai l’ora ed erano le otto e cinquantasette.
Scesi giù e aspettai che arrivassero.
“ dove vai vestita così?” chiese mio fratello.
“ in discoteca.” Risposi semplicemente.
“non credi sia un po corto?” domandò.
“no. Ciao.” Lo liquidai.
Il clacson dell’auto di Lunard suono. Presi la mia pochette argentata e uscii di casa.
Attraversai l cancello ed entrai in macchina.
wow. Sei di una bellezza..non riesco neanche a descriverti.” Disse Lunard.
Scoppiai a ridere.
“Tesoro, lasciatelo dire. Tu sta sera farai una strage” disse Leight.
“ e tu allora? Guardati sei uno schianto cazzo!” scoppiò a ridere.
Era con un vestitino color bordo con una manica un po’ strana. Aveva i capelli raccolti in uno chignon e gli occhi colorati di una matita nera. Era bellissima.
Lunard accese il motore e partimmo per la discoteca. Si chiamava ‘ Sissy’s Club’ . Che nome stupido.
Quando fummo arrivati  scendemmo ed entrammo nella discoteca.
L’odore di alcool e fumo mi invasero le narici. Tutti o stavano ballando o già scopando.
“vado a prendere qualcosa da bere. Voi volete qualcosa?” chiese Lunard.
“si, io una vodka liscia.” Dissi guardandolo.
“ una birra.” Rispose Leight. Annuì per poi dirigersi al bar.
“cosa ci facciamo qua? Andiamo a ballare”esclamai appena sentimmo ‘ Turn up the love’ .
La musica iniziò a scorrere nelle mie vene fino a muovermi insieme a Leight. Alzammo le mani e poi le ondeggiammo. Saltammo fino a scoppiare a ridere come pazze. Dire che mi stavo divertendo era dire poco!
“ragazze, ecco a voi” ci fermò Lunard.
Bevvi la mia vodka e ripresi a ballare, tutti e tre stavamo saltando.
Leight si muoveva sensualmente fino ad attirare due ragazzi. La presero per mano e prima di perdersi tra la folla ci rivolse un’occhiata.
Quando finì, partì subito dopo ‘ slow down’ di Selena Gomez.
Mi misi a cantarla a squarcia gola insieme a Lunard.
“ tu sei pazza” esclamò per poi prendermi per i fianchi e attaccarmi a lui.
Appena finì partì subito ‘Tembleque’ era reggae ton e io ero una maga in quel genere di ballo.
In Puerto-rico tutti lo sapevano ballare.
Iniziai a muovere i miei fianchi sensualmente mentre Lunardi cercava si starmi dietro.
All’improvviso non lo sentii più. Ma subito dopo mi riprese per i fianchi.
Mi mossi molto più sensualmente e iniziai a abbassarmi e alzarmi. Non sono una puttana ricordatevelo.
“non ti avevo ordinato di non avvicinarti a Lunard?” sussurrò una voce. Mi girai di colpo e spalancai gli occhi. Cosa voleva da me?
“non intendo ascoltarti.” Cercai di toglierli le mani dai miei fianchi ma non aveva intenzione di staccarsi.
“balla con me.” Sussurrò con un tono seducente.
Mi girai e ripresi a muovermi.
“oggi sei bellissima” disse poi.
Mi rigirai di nuovo ma non feci in tempo che appiccicò le sue labbra alle mie.
Mi mancavano le sue labbra.



Leight.

http://i43.tinypic.com/2s0zuit.jpg




Vi ho messo Leight nel prossimo vi metto Lunard :)
Allora? vi piace? Spero di sì :)
Ma Giustino? non doveva mettere heartbreaker il 5 agosto?? cazzarolaaa sono stata tutto il tempo su facebook su twitter e su youtube ma niente. <3
Che palleeee.



Recensite :)




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Capitolo 35
*** Capter 30. ***


Capitolo trenta.

Justin’s pow.


Non potevo credere di averla baciata. Io la odio.
Però, un piccolo pensierino su di lei lo farei. La porterò a letto. Poi, io e lei non ci rivolgeremo la parola.
La scuola era appena finiti, non vedevo l’ora di andarmene.
Mi incamminai verso la mia auto pronto ad andare a casa.
Mentre stavo salendo in macchina qualcuno mi tirò da un braccio. Mike.
“ che cazzo vuoi?” sbottai. Non era solo.
C’erano tutti membri della sua gang. Bastardi.
“ semplice. Parlare” alzò le spalle e scoppiò a ridere.
“ e di cosa vorresti parlare sentiamo?”chiesi alzando un sopracciglio.
Mi avvicinai a lui sfidandolo con lo sguardo.
“ tu e la tua merda ti gang dovete farvi vedere domani a mezzanotte.” Disse.
per cosa?” chiesi guardando tutti i suoi ragazzi. Compreso l’ultimo arrivato. Anzi gli ultimi arrivati.
Erano tutti e due molto abbronzati. Li guardai ringhiando.
Come risposta scoppiarono a ridere. Alzai un sopracciglio e sorridendo leggermente scossi la testa.
“avete ragione. Meglio ridere che tremare di paura.” Dissi. Avevo vinto di nuovo.
voi venite e basta” sbottò Mike.
“come vuoi. Ci saremo.” Risposi con il mio solito tono freddo.
Aprii la portiera e montai nella mia macchina lasciandoli lì immobili.
Il mio cellulare iniziò a squillare, lo presi e risposi. Era Chaz.
“che vuoi?” chiesi scocciato.
“ ho una proposta da farti. Che-“ lo interruppi.
“senti, che ne dici se venite tutti da me. Devo dirvi una cosa ciao.” Lo liquidai mettendo giù.
Parcheggiai la macchina e entrai a casa.
Mi feci un caffè e aspettai che i miei amici arrivassero.
Lo sorseggiai fino a quando il mio campanello suonò.
Andai ad aprire e comparvero i miei amici.
Li feci accomodare e posai la tazza di caffè.
“oggi mentre stavo entrando in macchina, i the Danger’s mi hanno fatto visita. Vogliono che li incontriamo domani a mezzanotte.” Dissi guardando uno ad uno.
“ ok. Non hai idea di cosa vogliano parlare?” chiese Jason.
Scossi la testa.
“potrebbero fare una sparatoria opp-“ interruppi Ryan.
“può darsi, ma comunque sia porteremo le armi. Spero solo che non vogliano guerra perché altrimenti sarà un grandissimo casino.” Dissi.
“ ho visto i nuovi componenti “ dissi scoppiando a ridere.
“ come sono ? sai i loro nomi? “ chiese Chaz.
“no, ma so che sono degli idioti e sbruffoni” dissi provocando le risate di tutti.
“ che si fa stasera? Non ho intenzione di stare a casa.” Continuai.
“discoteca?”chiese Chaz.
“certo.” Disse Jason.
“Sissy’s Club.” Disse Chiad.
“ va bene. Ma è pessima come discoteca. Le troie lì fanno schifo.” Dissi alzandomi dalla poltrona.
Scoppiarono tutti a ridere seguiti da me.
“sei sempre il solito.” Disse Jason scuotendo la testa e ridendo.
“ che c’è? Io mi diverto così e lo sapete.” Sbottai.
Alzarono tutti le mani in segno di arresa.
“ci vediamo lì per le nove ragazzi.” Li salutai per poi vederli uscire tutti.
Salii le scale ed andai a farmi una doccia.
Mi spogliai ed entrai della doccia.
Mille goccioline scorrevano nel mio corpo. Rilassando i miei muscoli.
Uscii dalla doccia e mi avvolsi in un asciugamano legato alla vita.
Guardai l’ora ed erano le sei e mezza. Cosa diavolo faccio? Tv.

Ero seduto nel divano mentre guardavo CSI. Mi appassiona quel telefilm.
Erano le otto e  quarantacinque . mi alzai e andai a vestirmi.
Presi una maglietta attillata grigia  in modo da far intravedere i miei pettorali, alle ragazze piace e cos’altro fare se non attirarle in questo tipo di modo?
Poi dei jeans bianchi a vita bassa e delle vans nere.
Presi le chiavi della macchina e partii verso la discoteca.
Scesi per poi appoggiarmi  all’auto per aspettare gli  altri. Odio dover aspettare le persone.
Finalmente vidi le loro macchine. Andai verso di loro e li salutai con le nostre solite mosse.
“ alcool e sesso ci aspettano dentro quella discoteca” urlò Chiad indicando la discoteca.
Scoppiai a ridere insieme agli altri per poi dare uno scappellotto a Chiad.
Farfugliò qualcosa di incomprensibile e iniziò a camminare verso il locale.
Un odore di alcool e droga mi invase le narici. Sorrisi vedendo già che alcune ragazze mi mandavo certe occhiate maliziose.
Andai verso il bar e ordinai una birra.
Mi sedetti in una sedia e iniziai a guardarmi in torno.
Tutti che ballavano, drogavano o scopavano.
Poi, il mio sguardo si posò su una ragazza che ballava insieme a quel suo amico sfigato. Vivian.
La riconoscerei tra mille grazie ai suoi capelli lunghi e al corpo mozzafiato che ha.
Sorrisi malizioso pensando che questa volta è la volta buona per una notte con lei.
Posai la bottiglia vuota nel tavolino e andai verso di lei.
All’improvviso un altro tipo di musica iniziò provocando lo scatenamento di tutti. Penso sia reggae ton. La vidi mentre allontanava con le mani Norris e iniziava a muoversi sensualmente. Come una vera portoricana. Dire che era brava era dire poco. Era strepitosa.
Camminai più velocemente per poi togliere Le mani di Lunard dal suo corpo e allontanarlo rivolgendoli uno sguardo di ghiaccio. Fece per ribattere ma un gruppo di ragazze lo presero per mano e lo spinsero a ballare insieme a loro. Bell’amico, la lascia insieme a un criminale. Io ovviamente.
La  presi per i fianchi e iniziai a muovermi insieme a lei.
“non ti avevo ordinato di non avvicinarti a Lunard?” le sussurrai all’orecchio.
Spalancò gli occhi. Non se lo aspettava  di vedermi.
“non intendo ascoltarti.”disse cercando di togliere le mie mani ma inutilmente.
“balla con me” le sussurrai sensualmente.
Mi ascoltò e riprese a muovere i fianchi contro la mia intimità.
oggi sei bellissima” le dissi all’orecchio.
Si girò per guardarmi e ne approfittai   per darle un bacio.
La mia lingua girovagava nella sua bocca per cercare la sua.
Le nostre lingue si intrecciarono continuando così per svariati minuti.
Mi staccai da lei e li presi il polso spingendola insieme a me in una stanza qualsiasi. Mi stavo decisamente eccitando.
Non sono neanche ubriaco e lei lo è un pò,non sarà difficile passare una notte con lei..
Aprii con violenza la porta e la spinsi dentro.
Ripresi a baciarla con foga palpandole il fondoschiena.
Gemette continuando a baciarmi.
All’improvviso si fermò violentemente.
La guardai stranito. Che cazzo le prende?
“Non sarò una delle tue puttane. Ora lasciami uscire perché tu sei l’ultima persona con qui farei sesso. Coglione.” Gridò con acidità.
La rabbia prese il sopravvento quando la vidi intenta ad aprire la porta.
tu non vai da nessuno parte” ringhiai spingendola violentemente contro il muro.
Incollai il mio corpo  al suo e ripresi a baciarla con violenza e rabbia.
Cercò in tutti i modi di staccarmi da lei ma non ci riuscì.
Alla fine si arrese e iniziò a giocare con la mia lingua. Le sue mani girovagavano sul mio petto, si alzarono e tirarono l’estremità dei miei capelli. Gemetti provando un sorriso da parte sua. Gli piaceva giocare.
Sorrisi malizioso e mi staccai dalle sue labbra per poi attaccarle al suo collo.
Il suo profumo mi inebriò le narici. Era terribilmente dolce e naturale.
Gli baciai il collo e li feci un succhiotto. Passai la mia lingua intorno al succhiotto e poi lo baciai continuando così fino ad ottenere un capolavoro. La sentii gemere.
“ora sei completamente mia.” Le sussurrai.
ti piace vero?” le chiesi all’orecchio con fare seducente.
“s-s-sì” balbettò.
Era completamente attaccata al muro e io le ero appiccicato.
Mi abbassai e le presi le ginocchia per poi sollevarla e metterla in stile sposa nelle mie braccia.
La buttai nel letto e salii sopra di lei.
Riprendemmo a baciarci con foga, presi i lembi del suo vestito per poi sfilarglielo lentamente. I miei occhi si illuminarono vedendo una meraviglia del genere. Il suo corpo snello e abbronzato era stupendo.
“sei bellissima”le sussurrai riprendendo a baciarla. Sorrise per poi riprende a baciarmi.
Ci staccammo per prendere fiato. Incrociai i suo occhi e rimasi  fissarli con lussuria.
Ci fissammo per alcuni secondi  fino a che lei abbassando gli occhi riprese a baciarmi.
Mi prese i bordi della maglietta e me la sfilò.
Mi fissò intensamente per poi soffermarsi sul mio petto che non smetteva di guardarmi.
Sorrisi malizioso prima di alzargli con il pollice il mento. Le sue guancie si tinsero di rosso vedendo che mi ero accorto che mi stava fissando.
Si mise a cavalcioni su di me e iniziò a baciarmi il collo fino ad arrivare al petto.
Lo toccò e lo baciò. Cercai di trattenere i gemiti ma era impossibile.
Contornò con la lingua i piccoli tatuaggi che avevo nel petto per poi riprendere a baciarmi in bocca.
Capovolsi la situazione e cercai con le mani il gancio del suo reggiseno.
Lo trovai e lo sganciai. Glielo tolsi e poi mi abbassai e iniziai a torturarle con la lingua il capezzolo destro e tenendo l’altro con la mano lo palpai leggermente.
Emise parecchi gemiti, sorrisi e poi ripresi a torturarli il seno.
“J-j-justin” sussurrò.
Mi vennero i brividi pensando a come diceva bene il mio nome.
“ridillo, piccola” le sussurrai seducente.
“J-justin” ridisse. Sorrisi.
Quando finii di torturarle il seno abbassai le mani fino ad arrivare agli slip.
Mi una mano dentro e iniziai a torturarle l’intimità.
Gridò in preda a l’eccitazione.
“cazzo, quanto sei bagnata.” Sussurrai gemendo.
Con un dito entrai in lei sentendola urlai per la sorpresa.
Iniziai a muovere su e giù sempre più piano.
“più v-v-eloce!” urlò in preda a un orgasmo.
Sorrisi malizioso e iniziai a muovere più veloce.
“Sto venendo.” Gridò. Mi fermai di colpo.
“non così in fretta,bimba sussurrai.
Urlò in preda alla disperazione.
La ribaciai per poi toglierle lo slip.
Le baciai il ventre prima di abbassarmi di più. Con la lingua contornai la sua intimità.
Cacciò un urletto e iniziò a muoversi su e giù chiedendo di più.
Mi alzai e sentii  ringhiare. Era lei.
Quasi non scoppiai a ridere.
Capovolse la situazione baciandomi con violenza. Le dava tanto fastidio non avere un orgasmo adesso?
Si staccò e sorrise prima di soffiarmi nell’orecchio.
Le sue mani girovagavano nei miei pantaloni. Con una mano strizzò il mio pacco.
Spalancai gli occhi e la fulminai. Sorrise vittoriosa.
Aprì il bottone del mio pantalone e lo sfilò.
Vide la mia erezione scoppiare.
Mi guardò e mi fece l’occhiolino. Che stupida.
Scoppiai a ridere, era così buffa.
Mi tolse i boxer sentendomi liberato. Cazzo stavo esplodendo.
Prese con la mano il mio membro e lo mosse su e giù.
Continuò così per un po’ di secondi.
Poi si abbassò e lo portò alla bocca. Lo contornò per poi morderlo.  Gridai dal dolore.
Rise mentre faceva il suo lavoretto.
“cazzo, sto venendo” ringhiai mettendole le mani nella testa.
Manca poco, poco poc..ma lo fa apposta? Vaffanculo.
Capovolsi la situazione e mi misi sopra di lei.
Mi posizionai in mezzo alle sue gambe e poi dal portafoglio presi un preservativo.
Lo misi in tutta la mia lunghezza.
Entrai in lei lentamente per abituarla. Man mano andavo sempre più veloce.
Si sentivano i nostri gemiti e i nostri urletti.
Rallentai per prendere fiato.
“ più v-v-veloce Juss” gridò.
“cosa?”chiesi alzando un sopracciglio. Ora gioco con lei.
“P-più veloce ho detto!” Ringhiò.
Andai più veloce sapendo di stare venendo.
Quando fummo all’apice del piacere andai sempre più veloce.
Quando arrivammo tutti e due mi accasciai sopra di lei.
Si sentivano solo i nostri respiri, eravamo tutti  e due sudati e distrutti.
Mi girai per guardarla negli occhi, mi spostai da lei e mi misi di fianco a lei.
Avvolsi un braccio intorno ai suoi fianchi e l’avvicinai a me.


Vivian’s pow.

Mi svegliai di colpo grazie ai raggi di sole.
Mi guardai intorno e mi accorsi che non ero in camera mia. Dove diavolo sono?
Mi girai vedendo più bello che mai Justin che mi teneva avvicinata a lui.
Poi, mi ricordai, lo avevamo fatto. Merda, e in più in un locale.
svegliati dannazione!” gridai. Sussultò per poi cadere per terra.
Scoppiai a ridere. Cazzo oh dovreste vedere!
Mi alzai per vedere come stava. Mi piegai in due tenendomi con le braccia la pancia.
“smettila di ridere cazzo! “ si alzò tenendosi con le mani il sedere.
Mi coprii con le mani gli occhi.
“oh, avanti piccola, mi hai già visto nudo. Abbiamo fatto sesso!”esclamò.
All’improvviso tornai seria.
“e di questo che adesso dobbiamo parlare” dissi guardandolo intensamente negli occhi.




                                                                                                        Cosa succederà nel prossimo capitolo?

Buonaaseraaaa gente! 
Come avete visto l'ho messo..
E' un po, come dire, pervertito come capitolo.
Spero non vi dispiaccia ma doveva succedere qualcosa di ' eccitante' tra i due, come una sorta di avvicinamento. Ma..non succerà niente subito..diciamo che manca pochino pochetto prima che si mettano insieme.
Se no riuscite a leggere il capitolo beh sappiate che fanno sesso ahahaha <3
Dimenticavo,ho intenzione di fare una seconda serie di ' i hope a love story' ma non so ancora se farlo.
Secondo voi? ditemi la vostra opinione.. manca ancora prima che finisca non preoccupatevi..siamo solo all'inizio..succederà il finimodo! ahahaa ok vi sto dicendo un po troppo..
Poi, ho una cose da dirvi..
La prima, scusate se sono passati un paio di giorni prima che aggiornassi ma primo, avevo da fare e secondo, non ho ricevuto molte recensioni..perchè? forse è perchè siete in vacanza ma di visite ne ricevo un casino nel giro di dieci minuti.. non riesco a capire :)
Ma vabbè..ho un mal di pancia tremendoo primo perchè ho le cose da donna ( ahaahaha) e poi perchè ho mangiato un casino di caramelle e bevuto tre bottigliette di pepsi..cazzo sto morendo..
Poi..niente..ahahahha ringrazio tutte quelle che hanno recensito i capitoli precedenti <3 

Lunard lo mettero nel prossimo :)

Le avrò delle recensioni?







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Capitolo 36
*** Capter 31. ***


Leggete la nota sotto.

Capitolo trentuno.


Vivian’s pow.


Non riesco a capire come cazzo ho fatto a cedere. Merda.
“di cosa vorresti parlare? Abbiamo fatto sesso. Non c’è niente da dire.” Replicò alzando le spalle.
“si, invece.” Dissi severa mentre cercavo nei suoi occhi serietà.
“cos’è stato per te tutto questo? Solo sesso?” chiesi.
All’improvviso lo vidi assente, come se fosse perso.
Sventolai la mia mano davanti al suo viso. Quando fui sicura che mi stesse ascoltando parlai.
“allora?” alzai lo sguardo incontrando il miele concentrato nelle sue pupille.
“ è stato sesso. Da adesso saremo solo degli sconosciuti.”esclamò mentre si vestiva.
La rabbia ribolliva dentro le mie vene, mi ha rotto i coglioni per tutto questo tempo solo perché voleva scopare?
“sai una cosa? Hai ragione, è stato solo sesso.  Ma lascia che ti dica una cosa..sei un pezzo di merda che non ha fatto altro che rompere i coglioni a me. Non hai altro da fare? Vatti a scopare  la tua ragazza e non scassare le palle. Sei solo un criminale. Dovresti vergognarti e basta. Sei solo capace di far male alle persone. Spero di non vedere più la tua merda di faccia da culo. Addio.” Detto questo ripresi a vestirmi. Lo guardai con la coda dell’occhio, era ancora immobile, aveva i pugni chiusi ed era rosso di faccia. Oh merda. Farei meglio a scappare prima che mi punti una pistola in fronte.
Presi il cellulare e mi avviai verso la porta della camera del locale. Merda, eravamo ancora nel locale?
In un batter d’occhio mi ritrovai con la schiena contro il muro. Cazzo che male, penso di essermela rotta.
“ascoltami bene puttana, chi cazzo sei tu per giudicarmi eh? Vuoi avermi ancora contro eh dolcezza? Non ti conviene. Sai, non ci metto molto a ucciderti. Cogliona di merda.” Ringhiò contro il mio viso. Ho paura che mi faccia ancora del male.
“vaffanculo Bieber. Ti da fastidio che quello che abbia detto sia la verità?” risi nervosamente. Mi piaceva provocarlo.
“ho fatto sesso con te e allora? Sei solo una delle puttane che mi sono fatto. Sei abbastanza brava. Ci vediamo.” Chiusi automaticamente gli occhi per paura che mi faccia del male ma quando li riaprì era sparito.  Il mio cuore si ruppe in piccoli pezzi. Son le lacrime agli occhi  mi accasciai per terra.
Eppure io avevo provato qualcosa. Sentivo solo dei brividi ogni volta che mi toccava, era così delicato. Avevo un tornado nello stomaco, altro che farfalle.
E adesso chi mi veniva a prendere? Vaffanculo.
Presi il mio telefono e chiamai mio fratello.
Tu..tu..tu..tu..tu..tu..tu….
Gridai innervosita. Perché a me?perchè?
Non ce la faccio più a stare in questo posto. Voglio tornarmene nel mio paese, voglio tornare a casa,questo non è il mio posto.
Delle piccole lacrime rigarono il mio viso, ero stanca e frustrata.
Ripresi il telefono e chiamai Lunard.
Al primo squillo rispose.
“vieni a prendermi, sono nel locale di ieri.” Dissi.
“ehm..anche io sono là, c’è anche Leight.” Disse cono voce assonnata.
Spalancai gli occhi, cazzo hanno fatto sesso!
“o mi dio, lo avete fatto?” chiesi alzando un sopracciglio.
“si, ma è stato un errore, un grosso errore. Eravamo tutti e due ubriachi.”si affrettò a parlare.
“su dai usciamo di qui”
dissi riattaccando.
Uscii dalla camera e li aspettai all’entrata del locale che fortunatamente era aperto. È un bar durante il giorno e alla notte è una discoteca. Figo no?
“eccoci.” Disse Leight pettinandosi con le dita i capelli.
“già che siamo in un bar perché non pranziamo?” propose Lunard.
Annuimmo tutte e ci sedemmo per aspettare che venissero a prendere le nostre ordinazioni.
“tu che diavolo ci facevi qui? “ chiese Leight  alzando un sopracciglio.
Subito mi irrigidii , avrei dovuto dire che ho fatto sesso con Justin?
“ehm..si b-b-beh..ho fatto sesso anche io.” Dissi alzando lo sguardo.
“ e con chi? Lo conosciamo?” chiesero all’unisono. Merda.
“si.” Dissi intimorita.
“dai dai diccelo!” esclamò entusiasta Leight.
Spostai lo sguardo su Lunard che aveva lo sguardo basso. Aggrottai le sopracciglia ma lascia stare.
“con Justin” sussurrai sperando che non avessero sentito, ma sperai male perché quando li guardai erano increduli e sorpresi.  Sarà una lunga giornata..


Justin’s pow.


La lasciai in quella camera sola, come cazzo si permetteva a dirmi quelle cose?
Sono troppo orgoglioso per ammettere che mi piace stare con lei, che mi piace soprattutto lei.
E’ meglio così, non ci rivolgeremo la parola mai più e non la infastidirò più a scuola.
Però e stato il miglior sesso fatto, ci sa fare la ragazza, soprattutto con la bocca.
Entro in macchina e sfrecciai verso casa mia. Oggi avevamo l’incontro con i Danger’s..pff.
Accesi la radio e lasciai che le note di ‘wake me up ’  risuonassero nella macchina.
Canticchiai ogni tanto il ritornello fino ad arrivare a casa.
Entrai in casa e mi avviai verso il mio bagno.
Erano le due di pomeriggio, e non sapevo che cazzo fare..
Mi svestii ed entrai in doccia.
Avevo fatto la cosa giusta con Vivian? A questo punto non lo so neanche io.
Spensi la doccia e avvolsi la vita con un asciugamano bianco.
Mi misi i boxer e poi dei pantaloni rossi e una maglietta bianca.
Presi il telefono e chiamai i ragazzi per farli venire qua, almeno faccio qualcosa.
“Chaz chiama gli altri e venite da me ok?”dissi.
“certo.” Replicò prima di mettere giù.
Dieci minuti dopo il campanello suonò. Andai ad aprire e i ragazzi entrarono e sedendosi nel divano.
“ciao anche a voi” dissi sarcastico.
Guardai l’ora sul mio orologio ed erano le cinque di pomeriggio.
“siete pronti per stanotte? Avete preso le pistole vero?” chiesi aspettandomi un sì.
Mi rispose tutti all’unisono con un ‘ sì ‘.


Eravamo in macchina avviandoci verso..o merda dove diavolo dovevamo incontrarci?
“ehm..fermati Chaz.” Ordinai prendendo il cellulare.
Dovevo chiamare Mike. Quanto è stupido.
“ testa di cazzo, non mi hai neanche detto dove incontrarci” gridai ringhiando.
“calma Biebs, nel magazzino abbandonato a Canters Street. Sai di quale parlo..” spiegò.
“ma sai quanto cazzo di tempo ci metteremo per arrivare? Non veniamo.” Urlai. Mi toccai con la mano i capelli ed uscii dalla macchina ignorando gli sguardi dei ragazzi.
“cos’è hai paura? Biebs sono solo quaranta minuti. Che sarà mai?” sta giocando con il fuoco.
“se mai sei tu a dover avere paura coglione. La prossima volta usa la testa e dai più indicazioni” ringhiai interrompendo la telefonata.
Rientrai in macchina e mi accesi una sigaretta.
“allora? Dove dobbiamo andare?” chiese Chaz aspettando che gli dessi informazioni.
il vecchio magazzino a Canters Street.” Dissi buttando fuori il fumo.
“che cosa? Sei pazzo? Ci mettiamo quaranta lunghi minuti se non di più” gridò spalancando gli occhi.
“non l’ho deciso io ok? Tu intanto inizia a guidare” dissi.
“perché vogliono vederci in un posto così distante ?” chiese Ryan.
“non ne ho idea , amico.” Disse Jason.
sarà per paura che la polizia li trovi. Sono talmente stupiti da essere dei ricercati, mentre guardate noi? L a polizia non sa nemmeno che esiste una banda come la nostra.” Disse Chiad ridacchiando. Scossi la testa ridendo “ siamo troppo intelligenti e furbi” dissi provocando le risate di tutti.
Chaz svoltò in un piccolo sentiero di sassi, era un posto oscuro e malfamato.
La polizia non ci passa mai perché sono troppo stupidi da non capire che è qui che gli spacciatori si concentrano.
Chaz spense il motore non appena i nostri occhi videro il magazzino ormai prossimo a crollare.
Eravamo arrivati.



Vivian’s pow.


“ non ci posso credere. Lo avete fatto!” esclamò Leight in  macchina. Sarà la millesima volta che lo dice.
“si Lei.” Dissi scocciata. Abbiamo fatto sesso e allora?
“siamo arrivati, ciao dolcezza. Buonanotte” mi salutò Lunard schioccandomi un bacio nella guancia.
“ciao tesoro” mi salutò anche Leight. Li salutai con la mano ed entrai a casa.
“sono a casa.” Gridai.
“ciao splendore.” Mi salutò Juan.
“ci stai provando amico?” intervenne John. Ridacchiai e poi salii le scale.
“tra un po’ usciamo.” Gridò mio fratello.
Mi girai e scesi di nuovo le scale. Dove vogliono andare?
dove volete andare alle dieci e mezza di notte?” chiesi alzando un sopracciglio.
Spalancarono tutti e due  e si guardarono.
“allora?” chiesi severa.
“ehm..in discoteca.” Disse John poco convinto.
“vengo anche io allora.” Esclamai.
“NO!” esclamarono tutti e due.
“perché?” chiesi confusa.
“perché..perchè ci sei già stata e forse sarai stanca no?”  mi chiese mio fratello.
“hai ragione, beh la prossima volta avvisatemi quando andrete.” Girai i tacchi e salii di nuovo le scale.
Aprii la porta della mia camera e mi tolsi i vestiti di ieri.
Puzzavano di fumo e alcool. Che schifo..
Mi tolsi anche l’intimo ed entrai in bagno per farmi una doccia.
Mi insaponai per bene i capelli e poi il corpo.
Perché è così difficile poter essere almeno un amica di Justin? Perché deve sempre trattarmi in malo modo? Perché devo essere solo io a soffrire mentre lui neanche una mezza lacrima la versa per me? Perché mi sento legata a Justin?
Perché? Perché esistono così tanti perché? Non ha senso tutto questo.
Perché deve piacermi proprio uno come lui? Io lo odio.
Spensi la doccia e mi misi l’intimo e una maglietta lunga di John.
Presi le cuffiette e il mio Lumia e mi addormentai con ‘ love will remember’ alle orecchie.



                                                                                                   'sono troppo orgoglioso per ammettere che mi piace
                                                                                                                                         stare con lei, soprattutto che mi piace lei.'    
 


Scusate, lo so che fa schifo. Mi dispiace molto.
Bhe, volevo dirvi che dai prossimi capitolo inizia la vera storiaa <3                                                                                                                             Twitter: AleMarianna222
                                                                                                                                                                                                                                                                  
Poi, niente.


Otto recensioni me le lasciate? non mi lamento se sono di più :)

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Capitolo 37
*** it's importante e moltooo ahahaha ***


Holaaaa chicass :)


Ho una cosa da dirvi..
Oggi mio papà viene a casa per stare un pò con la famiglia, si beh, praticamente lui è un militare che però vive ora in messico quindi volevo dirvi che siccome c'è lui vorrei trascorrere più tempo con mio padre ..cercherò di continuare il prima possibile, anzi adesso se ci riesco mi metto a scrivere il capitolo e lo metto oggi, ma non vi garantisco niente :)
Scusatemi è che sono venuta a saperlo solo ieri, Nessuno me lo ha detto,,che razza di..bah..ahahahha <3
Lasciamo stare poi, vi scrivo qui il mio Twitter così , se avete qualcosa da dirmi..muahahaha dire che sono feliceeee èèèèè dire pocoooooooooooo muahahahahahahahahaha <3

Ok, ricordatevi che vi voglio bene bene bene bene bene bene bene bene bene bene bene..bla bla bla..

Ieri, ero su twitter è vedo che qualcuno inizia a seguirmi, beh fin qui tutto apposto vero? ma poi, sono andata a vedere chi ed era Justin Bieber..cazzo oh ho sclerato in una maniera tremendaaa, poi arriva il peggio..sono andata a visitare il suo profilo..sembrava lui perchè sapete no che affianco al suo nome ha quella V  che ti dice che è il vero account..era così ma poi ho visto chi lo seguiva ed erano pochi e mi sono accorta che non era lui..vaffanculo cazzo..mi ha illusa quel anonimo là ..bah lasciatemi morire in pace ora..

OVVIAMENTE:  risponderò alle vostre recensioni..( sempre se ne avrò), sarò sempre presente qui nel vostro cuore solo che non aggiornerò <3 hahaha

Vi lovvo beliebers <3

Heartbreaker ti stiamo aspettando..

Twitter:  @AleMarianna222




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Capitolo 38
*** Ehi. ***


Ehi bellezze, ho delle cose da dire 
Scusatemi un casino se non ho ancora messo il capitolo è che sono stata molto impegnata questa settimana.
Volevo metterlo l'altro ieri verso sera ma non ho potuto. Diciamo che è successa una cosa molto brutta qua nel mio paese, scusate se non ve la dico ma vorrei non ricordare..
Poi ieri non ho potuto perchè ero da un'amica e oggi non posso perchè lo schermo del mio computer non va bene. In più non posso ora perchè il carica del mio pc non è quello originale e adesso è al venti per cento, spero con tutto il mio cuore che non si spenga ora..ma vabbè, vi prometto che appena trovo tempo lo metto.
Ahn..stavo scrivendo un'altra storia ma non so ancora se finire il primo capitolo o cancellare tutto..Boh..
Come vi stanno andando le vacanze? Le mie sono schifose come la merda..tranne che per voi. Quando vedo le votre recensioni mi sento bene! <3
Spero di non avervi deluse ma come potete vedere ho un sacco di problemi.
Vedo se posso metterlo domani ma non credo, voi speratee che spero anche io!

Se avete qualcosa da chiedermi vi do sia twitter che Ask e se volete anche facebook ma basta che me lo chiedete per messaggio  :)

Twitter:  @AleMarianna222
Ask: @Alemari98

Bene...scusatemi ancora ragazze..

Vi voglio bene <3 

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Capitolo 39
*** Capter 32. ***


Sotto vi ho scritto delle robe e vorrei che le leggeste <3

Capitolo trentadue.

Justin’s pow.


Io e i ragazzi ci stiamo incamminando verso la porta del magazzino con le pistole in mano. Potevamo aspettarci di tutto dai Danger’s, di tutto.
Con un calcio apro la porta e subito dopo ci ritroviamo dentro il magazzino. È come lo avevo lasciato due anni fa. È stata una lunga battaglia quella che successe. Era contro i Warriors. E ovviamente vincemmo noi. Li avevamo bruciati dentro il magazzino e non pensavo fosse ancora in piedi. Grazie a loro abbiamo perso Jonathan, era il più vecchio tra tutta la gang.  È stato accoltellato al collo durante una sparatoria. Ma vabbè lasciamo perdere, non ho proprio voglia di ricordare.
“non è cambiato molto questo posto” commentò Chiad.
“già” sussurrai mentre percorrevamo il corridoio.
“finalmente.” Disse Mike con un ghigno stampato il faccia.
hai visto?siamo cui cazzone” ringhiai caricando la pistola per possibili aggressioni.
“oh, non serve la pistola, puoi metterla via.” Esclamò Mike ridendo.
“non si sa mai Mike, potresti spararci in qualsiasi momento” dissi alzando un sopracciglio.
“allora? Perché ci avete chiamati?” chiese Chaz.
“beh semplice, vogliamo vendicarci. Io perché voglio il tuo carico di droga e loro per vendicare la famiglia di Juan” disse indicando i ragazzi nuovi.
“ e voi chi siete? E poi chi era la famiglia di questo Juan?” chiesi alzando un sopracciglio.
Lui è Juan Queridos viene dal Puerto-rico, ti dice niente?” chiese Mike indicando un uomo con i capelli mori e la pelle scura.
“Queridos? Si  che tuo padre era  un membro dei Warriors  che però ora non esistono più. Beh, ci dispiace.” Dissi sarcastico provocando le risate dei miei ragazzi.
lui invece è John Salvador anche lui del Puerto-rico.” Spalancai gli occhi. Quel John..lui è il John che ha ucciso Brook, lui è il fratello di Vivian.
No
, non può essere. Come diavolo può uno come lui essere fratello di Vivian? Voglio dire, lei è una brava ragazza mentre lui no.
“che c’è Biebs?” chiese Mike.
“niente.” Risposi aggrottando le sopracciglia.
“bene, in poche parole vi stiamo dicendo che vogliamo guerra”replicò. Mi girai verso i ragazzi, anche loro avevano capito chi fosse quel John. Merda. Ora è solo quello che mi preoccupa. Vivian lo sa?
“se è questo che volete allora la guerra è aperta Danger’s” dissi facendo un sorrisino.


Vivian’s pow.
 

L’assordante rumore della sveglia mi svegliò. Grugnii per poi alzarmi e prepararmi per un altro giorno di merda. Anche il finesettimana era volato via purtroppo..
Andai in bagno mi lavai i denti e feci i miei bisogni.
Scelsi un paio di jeans strappati con sopra una maglietta bianca con le scritte nere e dei mr. martners neri.  Mi misi un po’ di matita e sciolsi i miei capelli e li pettinai.
Presi il mio zaino e andai verso il garage per prendere la macchina.
Accesi il motore e mi avviai verso la scuola.
“bellezza” esclamò Leight dandomi un bacio nella guancia.
“salve” la salutai.
Per un secondo incontrai gli occhi di Justin. Ma in confronto a me lui non smetteva di fissarmi. Era come se mi stesse studiando. Non capisco cosa vuole.
Scossi la testa e mi girai verso Leight .
“ hai voglia di andare a fare shopping  oggi pomeriggio?” chiese Leight .
“Si, va bene. Passo a prenderti io alle quattro va bene?” dissi guardandola.
Il suono della campanella ci interruppe, Leight annuì e mi salutò per poi andare in classe.


“allora Vivian prendi questo vestito rosso o quello azzurro?” chiese scocciata Leight.
“non lo so. Tu quale mi consigli?” le chiesi mostrando un sorriso.
Sbuffò sonoramente e poi parlò.
“sarà la 22546 volta che me lo chiedi. Ti ho detto quello azzurro.” Prese il vestito e lo porse alla cassiera per pagarlo.
Era molto bello. Terminava a metà coscia, era stretto nel busto e si allargava, stile ballerina insomma.
“ma non ti ho detto che lo voglio comprare.” Esclamai avvicinandomi a lei.
“infatti non lo compri te, ma te lo compro io.” Disse sbuffando.
“che cosa? No no e no!” sbottai.
“troppo tardi” disse mentre mi porgeva la borsa con dentro il vestito.
“prego eh.” Esclamò fulminandomi con lo sguardo. Le feci la linguaccia e poi ci avviammo verso altri negozi.

“ci vediamo domani Leight. Ciao” la salutai con la mano mentre la vedevo percorrere la stradina di sassi di casa sua.
Accesi il motore e partii verso casa mia.
Presi le dieci borse di vestiti ed entrai a casa.
“oh, ciao Vivi”mi salutò Juan.
“Ehm..ciao” dissi guardandolo confuso.
c’è qualcosa che non va?” chiesi alzando un sopracciglio.
No, niente. Senti ti andrebbe di farmi vedere cos’hai comprato?” chiese mentre ogni tanto spostava lo sguardo oltre di me.
“cosa?” chiesi intenta a girarmi dove ogni tanto Juan posava lo sguardo.
“NO! Non girarti. Dai andiamo a vedere cos’hai comprato su!” disse spingendo verso di lui e portandomi verso le scale. Ma che cazzo succede?
“aspetta. Dov’è mio fratello?” chiesi alzando un sopracciglio.
“ehm..starà cucinando.” Disse insicuro.
“oddio, vado a vedere cosa combina. Aspett-“ mi interruppe.
“no! Lascialo cucinare. Ci sta provando meglio non sconcentrarlo.” Mi prese per il polso e mi portò verso camera mia.
“che stai facendo?” chiesi infastidita.
io? Niente. Sono curioso di vedere cos’hai preso” fece una risatina nervosa.
“va bene..” sussurrai confusa.


John’s pow.


Eravamo in macchina per tornare a casa. Da adesso era guerra aperta. Ma noi siamo in vantaggio visto che abbiamo messo le videocamere. Vinceremo noi questa volta.
“abbiamo la vittoria davanti agli occhi ragazzi.” Disse Mike ridendo e seguito da noi.
“dobbiamo solo fare le bombe e dopo è tutto finito” continuò.
“io e Juan ci metteremo subito a lavoro.” Dissi .
Annuì e riprese a guardare la strada.
“ci vediamo ragazzi.” Li salutai prima di entrare a casa.
Entrai a casa seguito da Juan e andai in camera a dormire.

“ok, abbiamo il pomeriggio da soli senza Vivian. Mettiamoci a lavorare.
“certo. Vado a prendere gli attrezzi e arrivo.”disse per poi salire le scale.
“Eccomi” disse prendendo una piccola vite e metterla insieme agli altri pezzi per assemblarli.
Le ore passavamo e noi avevamo già fatto due bombe. Ci mancava solo aggiungere una cosa all’ultima e poi avevamo fatto.
A interrompere il nostro lavoro fu il rumore della porta chiudersi. Cazzo è Vivian. Se adesso vede tutto sto casino e il fatto delle bombe sono morto.
“merda. Vai da lei e cerca di distrarla mentre io metto a porto le bombe e metto ordine in questa stanza. Sbrigati prima che venga” sussurrai spingendolo dalle spalle.
Speriamo non scopri mai nulla.


Vivian’s pow.

“beh, ho preso due paia di scarpe, cinque vestiti, due magliette e sette pantaloni. Che altro vuoi vedere? Il mio reggiseno e le mie mutandine? Vattene Juan.” Dissi scocciata.
“ma io volevo solo diventarti amico” esclamò facendo il finto offeso.
“si certo. Vattene prima che ti prenda a calci in culo.” Ringhiai.
Alzò le mani in segno di resa e se ne andò chiudendo la porta.
Sono riuscita a passare un intero pomeriggio senza pensare  Justin. Cazzo..
Mi distesi nel letto e guardai il soffitto rosa. Dovrei cambiare colore della stanza.

I giorni passavano e tutto sembrava normale tranne per il fatto che io e Justin passiamo le giornate a fissarci come non so cosa..come faccio a dimenticarlo se lo vedo tutti i santi giorni a scuola? Perché non lo odio? Perché?!
Sto camminando per i corridoi cercando Lunard. Mi aveva detto di vederci a mensa ma di lui non c’è nemmeno traccia. Lo avrò chiamato almeno un centinaio di volte ma non risponde.
Cercai perfino nelle porte dove io non sapevo neanche l’esistenza. Bah.

[ Ascoltate con ‘ Look after you’ The fray.]

All’improvviso un suono, sembra una chitarra, un melodioso suono attira la mia attenzione. Mi girai e cercai dove provenisse il suono.
A ogni passo che facevo il suono era sempre più forte.
Poi, un voce. Una voce fantastica inizia a cantare con parole a dir poco stupende.


Love me like you do
Love me like you do
Like you do
Hold me tight and don't let go
What am I to do
When you love me like you do?
Like you do
Hold me tight and don't let go

Feci un passo per avvicinarmi alla porta e aprirla leggermente. Spalancai gli occhi. Era Justin.
Non ci posso credere. Non sapevo avesse una voce così bella.

Baby, baby, baby
Teach me, teach me, teach me
Show me, show me, show me
The way to your heart
ooh, my baby,baby
i'm begging, lady,lady
Put me in the middle
That's  where i'mma start



Chiusi gli occhi e mi appoggiai alla  porta per sentire di nuovo quel canto.
In un attimo mi ritrovai con la faccia per terra la porta spalancata e gli occhi spalancati di Justin su di me. Merda.
ehm..stavo..stavo-“ lo interruppi.
“cantando.” Finii io la frase recuperando l’equilibrio e avvicinarmi  a lui.
“che ci fai qui?” chiese alzando leggermente il tono.
“stavo cercando Lunard.” Risposi abbassando lo sguardo.
“oh, Lunard..certo.” disse annuendo.
“è la verità, altrimenti non starei in una stanza sconosciuta agli occhi miei” spiegai.
“hai una bella voce. dovresti essere un canta tante invece di-“ mi interruppe.
“un criminale,lo so.” Sbottò alzandosi dalla sedia.
“no! Aspetta.” Dissi prendendolo per un polso.
“che vuoi? Mi stai assillando.” Ringhiò.
“perché mi fissi sempre?” chiesi. Ok, è una domanda stupida lo so.
“e perché lo fai anche tu?” chiese alzando gli occhi al cielo.
“non si risponde a una domanda con un'altra domanda.” Dissi.
“beh io posso.” Disse.
“dove l’hai presa quella?” chiesi indicando la chitarra.
“l’ho trovata.”
“Senti, lo so che può sembrare stupido ma vedi, mi vergogno di chiedertelo perché tu sei un ragazzo un po’..beh..vedi ecco ci tenevo a chiederti sempre se-“
mi interruppe di nuovo.
“ma la smetti di parlare e arriva al dunque!” sbottò stringendo i pugni.
mi insegni a suonare la chitarra? Sai, ho sempre voluto farlo.” Chiesi sperando che dica di sì.
“no.” Disse semplicemente.
“ ti prego ” feci il labbruccio.
“ho detto di no.”
“vaffanculo.” Gridai.
“cosa?” ringhiò avvinandosi a me.
“ho detto vaffanculo. Sei sordo?” sbottai .
La sua mano si mosse velocemente fino a colpire la mia guancia.
No. Non di nuovo. No..ti prego..
Le lacrime iniziarono a scendere. Non mi faceva male la guancia ma il mio petto, il mio cuore.
Lo allontanai con le mani contro il petto e strisciai per terra.
“perché lo hai fatto?” chiesi sussurrando.
“sai, mesi fa non mi importava se mi picchiavi. Ma ora, si. Ma non mi fa male il punto dove mi colpisci ma proprio qui.” Confessai  indicando il cuore e ignorando le lacrime che scorrevano nelle mie guancie.
Spalancò gli occhi e cercò di avvicinarsi ma lo fermai.
“no, non ti avvicinare.” Urlai alzandomi e dirigendomi verso la porta con le lacrime agli occhi.
Una presa ne troppo forte e ne troppo debole mi fece girare incontrandomi faccia a faccia con Justin. Si avvicinò con il viso alle mie labbra con un gesto veloce mi allontanai  fino a trovarmi contro il muro.
Mi prese dolcemente per i fianchi e mi avvicinò a se. Le nostre bocce all’improvviso si incontrarono dando inizio a una dolce danza di disperazione, passione e amore.



                                                                                                             '  Amore '




Eccomi qui <3
L'ho messo oggi intanto perchè mi mancavate e poi perchè avevo tempo :)
Mi sono commossa alla fine. ve lo giuro..
Azzegaa quanti colpi di sce a ci sono? muahaha <3 ora vi lascio l'ansia, vedrete ne prossimo capitolo cosa succederà..ahahaha ok..<3
Vi adoro sapete? mi avete capita per il fatto di mio padre e non so come ringraziarvi <3 
Vi amo <3 

Poi, sapete dirmi quando c'è MTV hottest o una roba del genere? e dove?
Perchè io non ne ho idea <3
Vi amo vi amo e vi amo e vi stra amo <3


Nove recensioni? non mi lamento se le superate <3 

Alla prossima <3






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Capitolo 40
*** Capter 33. ***


Capitolo trentatre.


Vivian’s pow.



Mi staccai bruscamente dalla sua presa, gli voltai le spalle e me ne andai da lui correndo con le lacrime agli occhi.
Vivian! Aspetta!” gridò seguendomi. Scossi la testa e mi lasciai andare ad un pianto disperato. Perché mi fa questo? Perché non riesco a evitarlo? Dio, lo odio.
“lasciami stare! Stammi lontano! Ti odio.” Gridai girandomi per vedere dov’era.
Corsi lungo il corridoio ignorando alcuni studenti che mettevano il loro materiale nell’armadietto.
Quando mi accorsi che il corridoio stava per terminare fu troppo tardi.
Misi la schiena contro il muro e le mani nel mio viso cercando di fermare le lacrime. Mi sento una merda in questo momento. E il bello è che non so perché sto piangendo così tanto.
“Vivian che cazzo fai eh?” urlò prendendomi i polsi con le sue grandi mani.
Chiusi gli occhi appena mi accorsi che stava alzando una mano come se volesse colpire.
Il suo pollice viaggiava nella mia guancia per togliere le lacrime, aprii di nuovo gli occhi e il sorriso dolce ci Justin mi sciolse.
“p-p-perché mi hai questo?” chiesi abbassando lo sguardo.
n-non lo so. So solo che non posso starti lontano ormai. Non ci riesco.” Lo guardai mentre avvicinava il suo viso per baciarmi ma non lo permisi. Misi le mie mani sul suo petto e lo allontanai sentendo gli occhi pizzicare.
“perché piangi? Perché mi allontani?” chiese con uno sguardo confuso.
“n-non lo so, cazzo.” Gridai accasciandomi a terra.
te lo dico io perché. Hai paura di me. Hai paura di innamorarti. Hai paura di te stessa. Giusto?” alzai lo sguardo vedendo che mi aveva teso una mano. La presi e mi aiutò ad alzarmi.
può essere.” Dissi sorridendo leggermente.
Mi sorrise dolcemente e mi prese per mano.
“non devi avere paura di me.” Disse scuotendo la testa e chiudendo i pugni.
“uhm..perchè ti interessa tanto se provo paura per te o no?” chiesi confusa.
“perché? Te l’ho detto prima. Non riesco a starti lontano, provo ad odiarti ma è impossibile. Provo a farti del male e peggioro solo le cose. L’unica cosa da fare e provare a stare insieme.” Affermò guardandomi negli occhi.
“c-c-cosa? No, non posso stare con un criminale! Mio fratello non approverebbe..” dissi scuotendo la testa.
Spalancò la testa e si toccò il collo con la mano, cercando in tutti i modi di evitare il mio sguardo. Che cazzo succede?



Justin’s pow.


Glielo dico o non glielo dico? Merda, cosa diavolo devo fare?
Se glielo dico odierà suo fratello per l’eternità e se non glielo dico avrò un segreto che riguarda lei e mi sentirò in colpa..aspettate un attimo..Io in colpa? Merda.
“ c’è qualcosa che non va?” chiese aggrottando le sopracciglia.
ehm..no niente” scossi la testa e le sorrisi.
“ non possiamo stare insieme.” Affermò staccando la sua mano dalla mia.
“ perché no? Hai paura di essere giudicata perché parli con un criminale? Ti facevo più coraggiosa Salvador.” Affermai sentendo la rabbia scorrere nelle vene.
E’ vero non è una cosa normale una coppia formata da un criminale e una ragazza portoricana normale. Io non sono normale, e questo non mi permette di avere una vita sentimentale perché le ragazze appena vengono a saperlo prima mi scopano e poi scappano. Bello vero? No.
Beh, apparte Cassie. Ah giusto,  a quei tempi non ero un criminale ma un ragazzino sensibile e dolce. Bella merda.
“Justin? Ci sei?” chiese sventolandomi la mano davanti al mio viso.
“si. Allora?” chiesi impaziente.
“Non ce la faccio. Ho paura..di te.” Disse sussurrando l’ultima parte.
“non ti farò del male. Te lo prometto.” Le ripresi la mano incastrando le mie iridi color miele nei suoi color nero. I suoi occhi anche se scuri sono meravigliosi, sono i più belli.
“ e chi me lo assicura?” chiese abbassando lo sguardo.
“io Vivian”  dissi.
Sento che posso fidarmi di lei, sento che con lei posso essere me stesso e non quello freddo e cattivo.
“non lo so..io non mi fido di te.” Disse.
“ ovvio, nessuno si fida di me. E’ strana come cosa. Prima eri tu a dirmi di fidarmi di te e ora sei te che non ti fidi di me.” risi amaramente stringendo la presa nella sua mano.
“si ma io in confronto a te non ti picchio e non ti umilio. Ti ho perdonato è vero ma ormai sono cambiate le cose. Dimostrami che posso fidarmi di te e forse qualcosa tra di noi nascerà.” Affermò alzando la testa verso di me.
“ è vero ti ho picchiata ma cosa ti fa pensare che lo farò di nuovo? Vuoi dire che tra di noi non è nato niente? Ci siamo baciati e abbiamo fatto sesso per di più quella notte mi hai chiesto se per me è significato qualcosa, appena ti sei chiarita le idee chiamami.” Dissi per poi togliere le mani dalle mie e andarmene.
E’ vero ho poca pazienza ma quella ragazza è terribilmente confusa tanto da confondere anche me.
Entrai nella mia classe ignorando gli occhi di tutti i componenti dell’aula.
“Bieber..” sputò il professore di biologia.
Ringhiai e contrassi la mascella spaventando tutti gli studenti, in questo momento se voi foste qui sareste scoppiati a ridere da tutti quei pappamolle.
“che cazzo vuole? È una brutta giornata, non le conviene rompermi i coglioni.” Ringhiai fulminandolo con lo sguardo.
“ si vada a sedere e non fiati più fino alla fine della lezione. La manderei dritto dal preside ma cosa cambierebbe? Niente.” Disse indicandomi un posto all’ultima fila di banchi in fondo.
Sbuffai fulminando tutti quelli che mi stavano fissando. Sfigati.


La scuola era finita da ormai cinque minuti e io stavo girovagando per la scuola in cerca di Jason. Dovevo parargli riguardo il fratello di Vivian.
La vidi mentre parlava con la sua amica credo si chiami Leight.
Aspettai che finissero di parlare e la aspettai appoggiato agli armadietti con le mani nelle tasche.
Quando mi vide iniziò a fissarmi, la fissai anche io divertito, distolse lo sguardo appena vide che stavo sorridendo.
Quando finì di parlare si girò e iniziò a camminare dalla parte opposta alla mia. Avevo in mente una cosa da fare oggi con lei. Nah, non pensate male. La voglio portare a casa mia.
La rincorsi e la presi per il polso facendola automaticamente girare verso di me. Mi rivolse uno sguardo confuso e poi parlò.
“che cosa vuoi ora? Non ti e bastato andar..” la interruppi spingendola con delicatezza verso la mia macchina.
“ma dove diavolo mi stai portando? Mi stai rapendo? No ti prego non voglio morire. Ti prego, sarò buon..” la interruppi di nuovo..
“ non ti sto rapendo ne uccidendo scema! Ti sto solo portando a mangiare a casa mia. Non è una cosa carina?” chiesi sorridendole.
Spalancò gli occhi e scosse velocemente la testa.
“cosa? no non mi sembra una cosa carina, prima fai come se volessi uccidermi e dopo mi inviti a mangiare a casa tua? bah.” disse. Scoppiai a ridere e la guardai.
so beh, tu vieni e basta. esclamai sorridendole divertito.
“chi mi dice che quando mi porterai a casa tua mi ucciderai?” disse chiudendo gli  occhi in due fessure. È così tenera.
“Vivian chi vuole ucciderti?” esclamò una voce. Mi girai e vidi quello sfigato del suo amico.
“Lunard!” gridò sorpresa prima di saltargli addosso e abbracciarlo.
“piccola così mi uccidi!” Piccola?  L’ha chiamata piccola? Sfigato di merda.
Contrassi la mascella e strinsi i pugni. Volevo ucciderlo con le mie stesse mani.
Mi schiarii la gola apposta attirando l’attenzione di tutti e due.
“oh, ciao Bieber.” Mi salutò, mi stava sfidando.
“ciao.” Dissi guardandolo intensamente negli occhi, come mi aspettavo abbassò lo sguardo. Segno che aveva paura.
“allora vieni? I ragazzi avranno già preparato il pranzo.” Dissi alzando un sopracciglio e avvicinandomi  a Vivian. Avvolsi il braccio intorno alla sua vita e la spinsi contro di me.
Lunard ci guardava confuso e cercava con lo sguardo Vivian.
La ragazza cercò con tutte le forse di togliere il mio braccio dalla sua vita ma inutilmente.
“ sta venendo a mangiare da me, qualche problema?” chiesi avanzando verso di lui.
“n-n-no. Vivian sei sicura di voler andare da lui? Se vuoi-“ lo interruppi.
“ho detto che sta venendo a mangiare da me, stiamo facendo tardi.” Presi per il polso Vivian e la spinsi dentro la mia macchina.
“ahia! Perché lo hai fatto?” chiese.
Perché? Boh, gelosia? Si, sono geloso di tutti i ragazzi che la guardano, la toccano e parlano.


Vivian’s pow.


E’ pazzo? Stavo parlando con Lunard cazzo!
“ rispondi” sbottai. Mi ignorò e accese la macchina.
Sbuffai rumorosamente e guardai fuori dal finestrino.
“ perché vuoi che venga a mangiare a casa tua?” chiesi rivolgendo lo sguardo a lui
“perché mi hai detto che devo conquistare la tua fiducia e io sto cercando di farlo.” Disse semplicemente.
Il mio cuore iniziò a battere forte e il mio stomaco tremava insieme alle mie mani. Che cazzo mi prende?
“ non dovevi.” Dissi  cercando di sembrare calma.
“perché sei così agitata? Calmati piccola.” Disse girando la testa verso di me.
“i-i-o…come sai che sono nervosa?” chiesi.
“beh, si vede. O almeno lo so, perché un po’ lo sono anche io.” Ho sentito bene?
Dei brividi mi percorsero la schiena. Mi toccai la fronte e presi un respiro.
Si prospetta un lungo, lunghissimo pomeriggio da passare insieme al ragazzo che ora mi sta facendo provare emozioni mai provate in vita mia e i suoi amici criminali. Bello vero? No.




Lo so , lo so, vi aspettavate che si mettessero insieme ma non voglio fare le cose troppo affrettate <3 
Si beh, che poi tanti affrettate non sono hahahaha <3 
Bhe, mi scuso perl'enorme ritardo <3 
EEEE finalmente l'ho messooo <3 
Vedrete cosa succederà nel prossimo..credete che sia simile a Danger? beh vi sbagliate, è totalemte diversa <3
D I V E R S A   <3 
Diciamo che voglio essere originale <3

Dieci recensioni? 










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Capitolo 41
*** Capter 34. ***


Capitolo trentaquattro .


Vivian’s pow.


Scesi dalla macchina aspettando che Justin facesse la stessa cosa.
“sei pronta?” chiese chiudendo la macchina. Annuii e lo seguii fino a casa sua.
“ma non vivevi da solo?” chiesi corrugando le sopracciglia.
si, ma almeno una volta alla settimana mangiamo insieme.  Diciamo che si autoinvitano. “ disse ridendo seguito da me.
Prese le chiavi e aprì la porta.
“ragazzi siamo a casa.” Esclamò buttandosi nel divano.
“siamo? Chi altr..oh ciao Vivian.” Mi salutò Chaz con un sorriso malizioso.
“ciao.” Lo salutai abbassando subito gli occhi.
Justin mi prese la mano e mi portò fino in cucina per presentarmi agli altri.
“ci si rivede.” Disse indicandomi.
ehm..ciao a tutti.” Alzai la mano in segno di saluto.
“ vieni qua bellezza, fatti abbracciare!” disse Chiad avvolgendo le braccia.
“e così Bieber sta ceRcando di conquistarti eh?”disse Chaz malizioso.
“è pronto.” Esclamò jason mentre metteva i piatti nel tavolo.
Presi posto nel tavolo vicino a Justin e aspettai che tutti arrivassero.
Appena tutti si sedettero presi la forchetta e iniziai  mangiare la pasta alla panna.
“allora, state insieme?” chiese Chiad.
“no” rispose Justin facendomi l’occhiolino. Le mie guancie nel giro di pochi secondi si tinsero di rosso.
Girai la testa e cominciai a fissare Justin. Era così dannatamente bello.
Quelle labbra che si muovevamo su e giù mentre  masticava era così sensuale. O cazzo.
Appena si accorse che lo stavo fissando mi sorrise e ritornò a mangiare e a parlare con i  suoi amici.
“Justin vieni un attimo di là?” disse Jason, sembrava preoccupato.
“ si, arrivo.” Di alzò dalla sedia e sparì dalla cucina
Chissà di cosa vogliono parlare. Devo preoccuparmi?



Justin’s pow.                              




 Chiusi la porta della cucina e raggiunsi Jason.
 “allora? Di cosa volevi parlarmi Jason?” chiesi sedendomi nel divano.
“abbiamo un problema.” Disse camminando avanti e indietro. Che cazzo succede?
“quale cazzo! Parla!” ringhiai. Ero nervoso, deve sempre farla lunga.
“beh, ti sarai chiesto il perché i nostri avversari non hanno ancora iniziato la guerra? Beh, stamattina sono venuto a sapere che dentro il nostro magazzino quando tu eri all’ospedale  loro hanno fatto qualcosa. Ma non so cosa capisci?  Hanno anche triplicato il numero di componenti cazzo, non vinceremo mai se non siamo più furbi cazzo. “ ok, com’è possibile? Cosa possono aver fatto dentro il nostro magazzino?
Bombe?
“ potrebbero aver messo delle bombe no? Dovremo perlustrare il magazzino. Mi stai dicendo che dovremmo far entrare nuovi membri? No, assolutamente no.” Scossi la testa. Siamo capaci di batterli così come siamo.
“Come no? Andremo in cerca di qualche ragazzo che non ha una famiglia ne una casa e lo addestriamo. Che cazzo ti costa!” esclamò esasperato. In questo momento non posso fidarmi di nessuno.
“ho detto di no. Non è perché non voglio è che in questo momento non possiamo fidarci di nessuno” dissi mantenendo la calma. Gli avrei spaccato la faccia se no.
“sei il capo lo so ma dovremo decidere insieme.” Affermò. Alzai le mani in segno di resa e raggiungemmo gli altri. Vivian mi guardava confusa, le sorrisi e poi ritornai a mangiare.
“ bene, ora che siamo riuniti, vorrei dire delle cose.” Disse Jason. Ma è stupido cazzo? C’è Vivian, merda.
ehm..Jason, non possiamo parlare dopo. Abbiamo ospiti.” Ringhiai fulminando con lo sguardo.
“perché? È la tua ragazza, può stare” mi prende per il culo?
“osa solo aprire la bocca e ti spacco la faccia chiaro? E poi non è la mia ragazza.” ringhiai prendendolo per il colletto della sua maglietta e sbattendolo contro il muro.
“basta Justin, me ne vado da qui. Torno appena mi chiamate.” Disse alzandosi e dirigendosi verso l’uscita della cucina.
Tolsi le mani da Jason e aspettai che parlasse.
Ero furioso, come può essere così irresponsabile? Sarà pure una mia amica ma  non deve esserci quando si parla del nostro lavoro.
“beh, scusami amico.” Disse avvicinandosi a me. gli rivolsi un falso sorriso e poi aspettai che continuasse.
“Stamattina ho saputo che i the Danger’s sono entrati nella nostra base mentre Justin era all’ospedale, non so cos’abbiamo fatto.” Disse.
“bombe? “ chiese Chaz corrugando le sopracciglia.
“può essere, domani perlustreremo il magazzino” intervenni guardando Chaz.
“avevo pensato di aggiungere componenti nella nostra gang, ma Justin non è d’accordo. Voi siete con me?” chiese Jason sorridendo.
“sì” dissero all’unisono. Vaffanculo.
“cosa? Ma siete pazzi? No, non sono d’accordo.” Dissi scuotendo la testa.
“amico, sei l’unico.” Disse Chiad.
Sbuffai sonoramente e poi annuii.
“bene, troviamo qualche ragazzo o ragazza e li addestriamo, dobbiamo essere massimo otto.”disse Jason.
“e dove li troviamo?” chiesi alzando un sopracciglio.
“per strada.” Bah.



Vivian’s pow.


Ero seduta nel divano e cercavo di sentire la loro conversazione, ma non si sentiva niente. Solo grida.
Perché dovevano proprio parlare ora? Cioè, c’è un ospite aspettate almeno che se ne andasse ma no, loro sono diversi. Presi il cellulare e giocai per far passare un po’ il tempo, era da quindici minuti che ero seduta e mi stavo rompendo i coglioni.
“ok, è deciso allora, da domani iniziamo le ricerche.” Sentii a malapena prima che aprissero la porta.
“ehm..tutto apposto ragazzi?” chiesi osservandoli, erano leggermente alterati.
“sì.”rispose secco Justin.
“volete caffè?” chiese Ryan.
Tutti annuimmo e il silenzio riprese a trionfare nell’aria.
Mi guardai intorno e abbassai subito lo sguardo vedendo Jason che mi studiava. Che c’è adesso?
“ho trovato!” esclamò dopo sorridendo.
“cosa?” rispondemmo tutti all’unisono. Che problemi ha questo?”
“ho trovato la prossima componente.” Lo guardai confusa insieme agli altri. Di cosa stava parlando?
“Vivian.” Esclamò alzandosi e portando all’aria il pugno destro. Scoppiai a ridere pensando che ridessero anche loro ma no, erano seri. Mi schiarii la gola, sicuramente le mie guancie si erano tinte.
“no.” Gridò secco Justin.
“si invece” replicò Jason. Io non avevo capito ancora un cazzo.
“si può sapere perché mi avete nominato?” mi guardai intono e tutti, sottolineo tutti, mi stavano squadrando.
beh?” li guardai confusa.
“ho detto di no. Non voglio che entri in queste cose.” Disse Justin guardandomi. Non riesco a capire cazzo.
“mi potete spiegare? Cosa volete da me?” sbuffai frustrata.
“tu farai parte dei The King’s.” esclamò sorridendo. Tutti sorridevano tranne Justin.
“the kin..cosa?” chiesi alzando le sopracciglia.
“la mia gang si chiama The King’s.” esclamò Justin tirando un calcio al tavolino che c’era in mezzo ai divani.
Mormorai un ‘ oh ‘ e mi toccai le mani per il nervosismo.
“perché non la vuoi dentro? Potrebbe essere utile. È la prima che mi è venuta in mente e penso che sarebbe ottima in questo lavoro.” Esclamò Jason cercando di convincere Justin.
“cazzo no! “ gridò Bieber.
“uhm..io non ho ancora parlato.” Sussurrai in imbarazzo.
“parla” gridarono tutti.
“ ragazzi, piano. Allora tu vorresti far parte di questa banda di criminali?” chiese Ryan.
Cosa dovevo fare? Beh, non sarebbe brutto.
Anche mio fratello lo faceva e sembrava divertente. Non lo so però.
Voglio davvero dare un svolta così pericolosa alla mia vita? Fare la stessa strada che faceva mio fratello?
Sono confusa e molto. Io non ero molto d’accordo su questo tipo di lavoro.
Imparare a uccidere? Usare un pistola?  Tenere tutto nascosto da mio fratello? Questa vita non fa per me purtroppo.
cazzo, io non voglio  che gli succeda qualcosa lo volete capire?” disse Justin uscendo dalla stanza e andando i giardino. Corrugai la fronte chiedendo spiegazioni ai ragazzi ma l’unico che poteva darmene era Justin.
Mi alzai e lo seguii.
Stava tirando pugni al muro.
“Justin, ti prego calmati ora.” Sussurrai appoggiando una mano nella sua spalla.
Smise di tirare pugni e si girò per guardarmi.
si può sapere che cazzo ci fai qui?” ringhiò trattenendosi dal tirarmi una sberla.
“devi darmi spiegazioni.” Esclamai convinta.


Justin’s pow.


Spiegazioni? Oh, ho capito. La verità è che non voglio che si faccia male, non voglio che rimanga uccisa nella prossima battaglia ma soprattutto non voglio che sorella e fratello diventino nemici.
Scossi la testa e prestai attenzione a lei.
“quali spiegazioni vuoi?” chiesi frustrato.
“beh, sul fatto della tua banda, del fatto che i tuoi amici mi voglio dentro e del fatto che te ne sei andato.” Disse indicando con le dita i numeri dei motivi.
non ho niente da dirti.” Dissi estraendo dalla tasca il pacchetto di Marlboro e prendendo una sigaretta.
“sai una cosa? Vaffanculo. Tu che dicevi che dovevo fidarmi di te e che avresti fatto di tutto per che avvenisse, non voglio mai più vederti. Vaffanculo te e la tua cazzo di gang di merda.” Sbottò incrociando le braccia come una bambina. Mi trattenei dal riderle in faccia, era così buffa.
La osservai e poi mi morso il labbro, era così bella e innocente. Come poteva entrare a far parte della mia gang? Questo significherebbe trasformarla in una macchina assassina. No, farò di tutto pur che non succeda.
“allora? Mi vuoi parlare stronzo?” urlò mettendomi il dito contro.
La rabbia prese il sopravvento, la presi per il polso e l’avvicinai al mio viso. Vuole la verità? E va bene, l’ha voluto lei.
“vuoi sapere perché? Bene te lo dirò.. mi piaci ok? Mi piace il tuo modo di fare, anche quando ti incazzi e dici le sciocchezze più assurde del mondo. Mi piace il tuo corpo e il modo in cui muovi i tuoi fottuti capelli che vorrei tanto toccare.  Mi piace la tua risata. Mi piace tutti di te. Non voglio perderti in una battaglia capisci?  non sopporto il fatto che tu mi abbia scombussolato la vita ma soprattutto,io devo proteggerti.” sussurrai prima di lasciarle un dolce bacio nelle labbra.
Si staccò e mi guardò con gli occhi spalancati. Ora arriva la parte peggiore, sapere se a lei piaccio.
"sai Justin, io ti odio, tanto. Ma non sopporto il fatto che sotto questo odio tu mi piaccia. Si Juss, anche te mi piaci." sussurrò.



 

FINALMENTEEEEEE <3  non vedevate l'ora scommetto.
Dopo trentaquattro capitoli hanno ammesso che si piacciono!.
Si metteranno insieme ne prossimo? Vivian farà parte dei The King's?
Vi lascio alla vostra immaginazione.


Eccoci quaaaa donne! vi piace? spero di sìì <3
Vi adoro <3

Nove recensioni?







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Capitolo 42
*** Capter 35. ***


Capitolo trentacinque


Vivian’s pow.

Ditemi che è un sogno vi prego. Non ci posso ancora credere di aver confessato a Justin che mi piace ma soprattutto che lo abbia fatto anche lui.
Ho un casino di pensieri in testa, la banda, io e Justin. Si beh, sembra poco ma provate ad essere al mio posto.
“Vivian ci sei?” mi chiese Justin sventolando la mano davanti al mio viso. Strizzai gli occhi e lo fissai, era così fottutamente bello. Quale ragazza non sarebbe caduta ai suoi piedi? Nessuna.
“si ?” chiesi.
Scosse la testa e scoppiò a ridere.
“sai, io con le donne ci facevo solo sesso ma ora.. che ci sei tu non credo sarà più sesso ma di più” spiegò osservandomi.
“davvero?” chiesi sorridendo, annuì e intrecciò le sue mano con le mie.
“cosa siamo ora?” chiesi.
“non lo so. Non posso ancora crederci che io, Justin Bieber, abbia confessato a una ragazza quello che provo.” Disse, scoppiai  a ridere.
“ riguardo alla banda, ho deciso cosa fare” dissi semplicemente. All’improvviso diventò serio e chiuse in un pugno la mano che non teneva la mia.
“ho deciso che io ci sto. Voglio entrare.” Dissi convinta.
“non è uno scherzo Vivian. Soprattutto quando tu con la droga non ne hai mai avuto a che fare.” Disse severo. Mi dispiace deluderlo ma io ho avuto a che fare con la droga.
“ti sbagli. Io ho avuto a che fare con la droga.” Dissi formando un mezzo sorriso.
“davvero?” chiese alzando un sopracciglio, sembrava sorpreso.
“si, la mia vita non era rose e fiori come sicuramente pensavi.  La mia vita consisteva in sesso, droga, fumo e alcool. Tutto grazie al mio ex ragazzo.” Spiegai.
“ io insieme alla mia migliore amica e altri miei amici passevamo ore a drogarci di marijuan o ecstasy. Anche canne.” Dissi.  Lo guardai, era concentrato. I suoi occhi si erano scuriti, era serio e la mano destra era chiusa in un pugno.
“e come hai fatto ad uscirne?” chiese curioso.
“beh, appena me ne sono andata mi sentivo come rinata, ero felice di cambiare aria. Ne sono uscita semplicemente perché in quel periodo avevo in mente il nostro trasferimento, i nuovi amici, insomma una nuovo vita.  Poi, quando stavo per trasferirmi avevamo fatto io e i miei amici appena un mese dalla prima volta che ci siamo drogati. È stato semplice. La cosa si fa più complicata se ne fai uso da anni. Lì devo andare in qualche posto per smettere altrimenti ne rimani segnato a vita.” Dissi. Lui annuii come per dire che ha capito.
“lo so. Io non lo faccio spesso ma quando mi capita fumo qualche canna  o una semplice pasticca.” Spiegò.
Era un argomento molto delicato, è la prima volta che ne parlo con qualcuno.
Mise una mano in una tasca come per cercare qualcosa e ne estrasse un pacchetto di sigarette e un accendino. I miei occhi si illuminarono e aspettai che me ne offrisse una.
Ne prese una e la portò alla bocca. Prese l’accendino e  con il pollice mosse quella piccola rotellina facendo comparire una fiamma. Avvicinò la sigaretta e subito dopo il fumo girava nell’aria.
Era dannatamente sexy il modo in cui faceva fuoriuscire il fumo. Le sue labbra poi..
ne vuoi una?” chiese finalmente porgendomi l’accendino e il pacchetto.
Annuii e presi in mano gli oggetti. 



Justin’s pow.


Non potevo ancora crederci che lei era quel tipo di persona. Mi sembrava così innocente.  Anche se non sembra, insomma, ci ho fatto sesso. È tutt’altro che una innocente ragazzina.
Mi girai e la fissai. Stava accendendo la sigaretta. Era così dannatamente sexy.
Volete sincerità? Io non ci credo molto al fatto della droga, voglio dire, servono prove. Le farò fare una canna e da lì vedrò.
Ancora non sono molto d’accordo sul fatto di farla entrare nel giro. Potrebbe farsi male, molto male.
“entriamo” dissi buttando il mozzicone per terra. Annuì e lo butto anche lei.
“eccoci.” Gridai sedendo nel divano seguito da Vivian.
“allora Vivian, accetti?” chiese Jason alzandosi dal divano e avvicinandosi a Vivian le tese la mano.
Lei alzò un sopracciglio, mi guardò e poi prese la mano di Jason e gridò “ci sto” esclamò più convinta che mai.
I ragazzi si alzarono ed esultarono abbracciando Vivian, io ero l’unico che rimaneva seduto. Avrei preferito che non avesse accettato.
Mi alzai e andai ad abbracciarla. Mi guardò e mi sorrise, era felice.
“stasera si festeggia!” esclamò Chaz.
Vivian scoppiò a ridere e esclamò un ‘ sì ‘ provocando le risate di tutti compreso io.
“beh, io ora vado. Mio fratello si starà sicuramente preoccupando.” Disse. All’improvviso tutti diventammo seri. C’era suo fratello di mezzo, cazzo. 
“certo, ma ti accompagno io.” Dissi prendendo le chiavi. Aprii la porta e andai verso la mia auto.
“allora, sei felice di essere una di noi?” chiesi accendendo il motore.
“si” disse guardandomi.
“ so che non sei d’accordo ma ti prego, lasciami provare.” Sbottò agitata.
Scoppiai a ridere  e la guardai. È così tenera.
“non preoccuparti piccola, so che sei brava.” Le feci un’ occhiolino che la fece arrossire.
“ non dirmi che sei arrossita! Una dei The King’s non deve arrossire.” Esclamai facendo il finto tono serio e severo.
“smettila Justin!” esclamò con le lacrime agli occhi.
Abbiamo riso per tutta l’andata verso casa sua, cantando le canzoni alla radio e prendendo per il culo i miei amici e gli insegnati.
“si sta bene con te.” Disse sorridendomi.
Le sorrisi dolcemente e le accarezzai la guancia, cercando di concentrarmi sulla strada.
Spensi il motore e aspettai che scendesse.
“beh, ci vediamo domani.” Disse.
“si, domani ricordati che inizia l’addestramento. Ciao piccola” la salutai.
Aprì la portiera della mia macchina e andò verso la sua casa.
Accesi di nuovo il motore e ritornai a casa mia.

“Sono a casa.”  Gridai sedendomi nel divano.
“finalmente.” Esclamarono.
“penso avete scelto bene la nuova componente.” Dissi.
“si ma non sei d’accordo.” Disse Ryan
“si invece.”
“no.”
“si.”
“lo sai che ho ragione.” 
“no.
“si.
“sta zitto.”
  Esclamai ridendo.
“come volete festeggiare?” chiesi.
“oggi c’è una gara di macchine illegale. Ci andiamo?” chiese Jason.
“si ma Vivian?” chiesi.
“viene con noi.” Alzò le spalle.
“ va bene. La chiamo.”
Presi il cellulare e la chiamai.
“Vivian.” La salutai.
“mi hai visto neanche mezz’ora fa.” Disse ridendo.
“si ma devo chiederti una cosa.”
“dimmi.”
“vieni con noi ad una gara di macchine?”
“ è illegale?”
“si..”
“no.”
“perché?”
“perché so che vorrai gareggiare
.” Esclamò seccata.
“no, te lo giuro.”
“prometti?”
“prometto.”
“ok, a che ore?”
“undici e mezza di notte.”
“cosa?!?”
“ti aspettiamo.”

Misi giù senza neanche ascoltare le sue grida.
“cos’ha detto?” chiese Jason.
“ha detto di si.” Dissi guardandolo.
“gareggerai?” mi disse Chiad. Sinceramente? No. Gliel’ho promesso a Vivian. Poi, non sono neanche un appassionato di queste cose. Solo, mi piace vederle. Chaz ne è appassionato. Lo ha fatto raramente ma quando lo fa vince sempre. Io a volte lo faccio, ma per soldi.
bene, noi ce ne andiamo. Ci vediamo stanotte.” Mi salutarono e se ne andarono.


Erano le undici e io ero in cucina a bermi un caffè.
Sentii il campanello suonare. Sarà Vivian.
Andai ad aprire ed era lei.
“eccomi.” Esclamò sorridente.
“sei in anticipo.” Dissi facendola entrare. Alzò le spalle e si sedette nel divano.
“alzati, dobbiamo andare” risposi secco.
Alzò gli occhi al cielo e andò verso la porta.
La vidi dirigersi verso la sua macchina, ma non intendo lasciarla sola. Potrebbe essere pericoloso.
“no, vieni con me.” esclamai prendendola per il polso.
La feci entrare con forza e partii.
“cos’hai?” chiese arrabbiata.
“niente.” Dissi guardandola. È vero non ho niente  è solo che quando ho le palle girate  sono così, e non chiedetemi il perché.
Accesi la macchina e partii fino alla strada dove si svolgevano le gare.
Guardai Vivian che stava osservando le auto, ne era meravigliata.
che c’è? Non hai ma visto delle macchine, piccola?” dissi con voce roca.
“n-n-no, mi piacciono.” Disse balbettando.
Parcheggiai vicino alla Ferrari di Chaz  e insieme a Vivian scesi dalla macchina.
“o mio dio, Chaz. Hai una macchina bellissima” esclamò Vivian.
Tutti la guardammo straniti, una ragazza che ama le macchine?
Un’altra cosa di Vivian che non sapevo.
“non hai mai visto una Ferrari bellezza?” disse Chaz. Lo fulminai con lo sguardo per il nomignolo che aveva usato.
“si, ma non da vicino.” Rise nervosa.
Scossi la testa ridendo e le sorrisi.
“Bieber, che ci fai qua?” mi girai vedendo Mike insieme a Ricky.
Mike.” Ringhia trattenendomi dal prenderlo a pugni.
“sorpreso? Beh, oggi volevo gareggiare. Mi dispiace averti rovinato la serata con la tua ragazza.” Disse facendo un occhiolino.
Vivian restò impassibile. Lo guardava solo male. Mi stupisce sempre di più quella  ragazza.
“non guardarla.”ringhiai avvicinandomi a lui e prendendolo per il colletto della sua maglietta.
“che c’è? Non posso guardarla? Ho voglia di giocare.” Disse sorridendo.
“una semplice scommessa. Tu e io gareggeremo. Se vinco io mi dai la tua ragazza, mi serve una nuova puttana l’altra l’ho uccisa. E se vinci tu ti do la mia pistola più il prossimo carico di droga. Prendilo come l’inizio della nostra guerra.” Disse ridendo.
“no. Non ho voglia di gareggiare. Lo fa Chaz al posto mio.” Dissi.
“no. Che c’è non hai le palle? Hai paura? Ma Biebs pensavo ce le avessi.”disse avvicinandosi a Vivian e prendendola per il polso la spinse contro di se.
“non toccarla “ gridai tirandogli un pugno.
“ e va bene, Chaz dammi la tua macchina.” Ordinai.
“cosa? Mi avevi promesso che non avresti gareggiato.” Disse Vivian delusa.
“vuoi morire? No, allora zitta.” Ringhiai. Se prima avevo le palle girate ora hanno preso fuoco.
a una condizione, vengo con te.” Disse sorridendo trionfante. Sbuffai sonoramente e la presi per il polso.
Salii nella Ferrari e la guidai fino alla riga di partenza.
“sei pronta?” chiesi sorridendo beffardo.
“nata pronta.” Disse sorridendo malignamente.
Che il gioco abbia inizio.

 
                                                                                                 Se prima avevo le palle girate ora hanno preso fuoco.


Scusatemi, lo so che ho fatto un enorme ritardoo <3
Spero vi sia piaciuto:)
L'ho fatto lungo, penso sia lungo <3
Beh, in Francia mi sono divertita molto. Beh che dire?
Hanno modificato l'editor, non ci capivo più un cazzo..sono stata un paio di minuti per cercare come si incollava, poi ci sono arrivata. 
ahahahahahha <3
Vi voglio bene. <3
Avete sentito Wait for a minute , e the intro <3 o cazzo, sono fantastiche <3 Justin si è proprio impegnato <3 
Poi, la sua voce, diooo <3 hahaha ok.
Mi ero presa..ahahahaha <3

Alla prossima <3



NOVE RECENSIONI? <3 





 

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Capitolo 43
*** Capter 36. ***


Capitolo trentasei.

Vivian’s pow.

Justin accese il motore della macchina. Ero emoziona,voglio dire, non capita tutti i giorni di stare in una Ferrari insieme a un ragazzo , pronti a fare una gara illegale. Beh, abbiamo un motivo valido. Se perdesse morirei. Oppure diventerei la puttana personale di quel tipo là, non mi ricordo come si chiami.
A distrarre i miei pensieri fu una ragazza mezza nuda camminare verso il centro della strada, lei è la puttana.
Girai la testa per vedere Justin mangiare con gli occhi la ragazza. Era molto bella, lo devo ammettere.
Aveva i capelli neri come la pece, gli occhi azzurri contornati da una matita nera, era magra, tette esageratamente grosse, rifatte, si vede poi!
Aveva una gonnellina nera che gli arrivava a malapena sotto il sedere e la parte di sopra di un costume giallo.
Ma come fa a guardare delle ragazze del genere?
Sono gelosa ok? Mi da fastidio che lui guardi altre ragazza quando ci sono io.
“smettila” lo fulminai con lo sguardo colpendogli con il gomito la sua pancia.
“di fare cosa?” chiese stranito. Sbuffai e scossi la testa.
“stavi scopando con gli occhi quella ragazza, smettila.”dissi infastidita.
Scoppiò in una fragorosa risata e io non riesco a capire il perché.
“ sei gelosa?” chiese alzando un sopracciglio e trattenendosi dal scoppiarmi a ridere in faccia.
“no, solo che stai per fare una gara illegale con affianco una ragazza che potrebbe morire o fare la puttana per uno sconosciuto, ti sembra il momento di fissare le ragazze!?” gridai in preda a una crisi isterica.
“posso fare quello che voglio, non sei la mia ragazza e se voglio posso benissimo darti a Mike” disse trattenendosi dal tirarmi un pugno. Merda, l’ho fatta grossa ora.
A interromperci fu l’arrivo di Mike con la sua auto. Non smetteva di sorridere.
Era convinto che vincesse, pff.
Justin intanto era concentrato sulla strada, anche se non eravamo ancora partiti, boh.
“che stai facendo?” chiesi alzando un sopracciglio.
“sto memorizzando la strada, andrò più veloce sapendo già più o meno il percorso no? Sono proprio intelligente.” No, non è per niente intelligente. Come si fa a memorizzare una strada se non si vede niente? È buio.
“ma sei scemo? Non si vede niente!” esclamai scoppiando a ridere.
beh, lascia stare. Tu non capisci, sei una femmina.” Disse cercando di essere serio.
In questo momento lo prenderei a sberle, mi sta dando della stupida.
“ e allora? Posso capire se solo mi spieghi” sbottai urlando.
Mi azzittì quando la ragazza alzò la bandiera in alto e sorridendo verso Justin che intanto le faceva l’occhiolino.
L’ansia cresceva in me, sarei sicuramente morta. Mi sono pentita di aver chiesto a Justin di farmi venire con lui, dannazione.
“Via!” gridò.
Il rumore delle ruote rimbombò nelle mie orecchie, eravamo partiti, e io mi stavo cagando in mano.
Avevamo Mike dietro di qualche metro fino a che la velocità della sua macchina aumentò fino a superarci della prima curva. Con un movimento fulmineo Justin  Cambiò marcia facendo così aumentare la velocità.
Il motore della nostra auto rimbombava e ad ogni secondo la velocità aumentava.
“mettiti la cintura, ora si inizia il vero gioco.” Disse  tenendo lo sguardo fisso nella strada. In che senso si inizia il vero gioco? Spero solo di non morire.
“svelta, mettiti quella cazzo di cintura se non vuoi morire!” gridò lanciandomi un’occhiataccia. Se la cosa che deve fare è così pericolosa perché la fa?
Mi misi la cintura e chiusi gli occhi cercando di scacciare via i brutti pensieri.
Mike si allontanava sempre di più aumentando in me paura e ansia.
“sta tranquilla, non perderemo.” Mi rassicurò. Sbuffai leggermente e mi girai verso il finestrino.
Con la mano si allungò fino ai sedili posteriori e toccò una maniglia rossa facendola scorrere. La mia testa andò a sbattere nel sedile appena la macchina assunse una velocità incredibile. Mentre lui rideva io gridavo di fermare la macchina ma ovviamente non mi ascoltò.
L’auto raggiunse Mike fino a superarlo. Facemmo l’ultima curva fino a trovarci davanti il traguardo.
Con una manovra fermò la macchina facendomi così sbattere contro il parabrezza, cazzo.
“merda, vaffanculo Justin.” Ringhia trattenendomi dal piangere dal dolore.
“mi dispiace, ti fa male?” disse fingendosi preoccupato.
Mi tolsi la cintura e senza degnarlo di uno sguardo scesi dalla macchina ignorando tutta la gente che acclamava Justin per la sua vittoria.
Io invece, mi toccavo la fronte e andavo in cerca di un bagno, come se ci fosse.
Sentii una forte pressione del polso e capii che qualcuno mi stava fermando, mi girai per vedere chi era.
“stai bene?” chiese Jason vedendomi con una mano sulla fonte.
“uhm, si. Solo che mentre Justin fermava la macchina sono andata a sbattere con la fronte.” Dissi mostrando il bernocolo che si stava formando.
“vieni, ti porto a casa mia, ti medico e dopo ti porto a casa tua va bene?”  disse prendendomi per mano.
“va bene, ma dopo portami a casa di Justin è li che ho la mia macchina” dissi cercando di sopportare il forte dolore. Era insopportabile e credo di perdere sangue. Justin pensa solo a se stesso , e mi fa male questo. Vuol dire che a lui di me non gliene frega un cazzo.



Justin’s pow.

Ignorai Vivian mentre scendeva dalla macchina e mi dedicai a tutta la gente che avevo intorno. Scesi e andai verso Chaz che mi aspettava sorridente con la pistola di Mike in mano. Mi guardai intorno e non c’era.
“se n’è andato, non sopportava di aver perso.” Disse Chaz ridendo seguito a ruota da me.
“perdente. “dissi scuotendo la testa.
“dobbiamo festeggiare, dove sono gli altri?” chiese Chaz.
non lo so. Che ne dici se invece di festeggiare andiamo a casa? Ho sonno. Sono le quattro di notte” dissi camminando verso la mia auto. Salutai Chaz partii verso casa mia.


Come al solito la sveglia suonò. Mi alzai controvoglia dal mio letto e andai in bagno.
Mi spogliai ed entrai in doccia.
Le goccioline scorrevano nel mio corpo facendo rilassare i miei muscoli.
Non faccio altro che pensare a Vivian, se né andata senza neanche salutarmi, o meglio, io non l’ho nemmeno cercata. Ero troppo preso da tutte quelle persone che mi acclamavano per la mia vittoria.
Lo so, sono uno stupido. Ehi, da quando mi interessa Vivian.
Il punto è che non riesco a starli lontano, tornerò sempre da lei, sempre.
Mi avvolsi in un asciugamano bianco e andai in camera mia per cambiarmi.

I corridoi della scuola erano pieni di ragazzini , c’era chi studiava, chi fumava e chi scherzava e rideva con la sua amica Leight. Si , sto parlando di Vivian.
Spostai lo sguardo e vidi Lunard andare verso Vivian e baciarle la guancia.  Avevo l’impulso di andare da lui e spaccarli quella faccia da cazzo che si ritrova.
“bro, eccoti finalmente” mi salutò Chaz dandomi una pacca nella schiena.
“ciao Chaz.” Dissi mentre guardavo Vivian parlare animatamente con i suoi amici.
“amico mi stai ascoltando?” mi chiese alzando un sopracciglio e posando lo sguardo su Vivian sul suo viso apparve un sorrisino malizioso.
“smettila di fissarla, se non vai subito a scusarti lei non ti parlerà più. Dovevi vedere come stava ieri.” Disse scuotendo la testa e fulminandomi con lo sguardo.
“cosa può esserle successo? Tu eri con me idiota” esclamai dandogli uno scappellotto in testa.
“me lo ha detto Jason.” Era serio. Ok, mi stavo trattenendo dal riderli in faccia.
“sentiamo, cosa ti avrebbe detto Jason?” chiesi scazzato.
“ Vivian ha sbattuto la testa nel parabrezza e ha perso sangue, ma tu ovviamente te ne sei fregato  come sempre. Stava andando a casa camminando e aveva gli occhi lucidi. Jason l’ha presa e l’ha portata a casa sua per medicarla dopodiché l’ha portata a casa.  Corri a chiederle scusa, ti sta aspettando.” Disse facendomi l’occhiolino.
Non posso crederci, sono un fottuto coglione.
Mi girai e corsi verso di lei.


( LEGGETE ASCOLTANDO  -TE SIGO BISCANDO- DI J ALVAREZ.)
“devo parlarti.” Dissi guardandola negli occhi e ignorando gli sguardi del suo amico sfigato.
Alzò gli occhi al cielo e poi annuì.
La presi per il braccio e la portai nel bagno femminile.
“scusa.” Arrivai al dunque.
“scusa? Sai dire solo scusa? Hai visto che cazzo di botta ho nella fronte? A te non  importava niente perché preferivi essere lodato. Sai che ti dico vaffanculo. “ gridò con gli occhi lucidi.
Guardai la sua fronte ed era con un bernocolo nero e un taglio abbastanza profondo.
Non sapevo cosa dirle, insomma se adesso non mi piacesse l’avrei presa a pugni ma ora mi pare impossibile.
“Ti ho chiesto scusa cazzo. Non ti basta?” ringhiai avvicinandomi a lei. Spalancò gli occhi e scosse subito la testa. Se pensava che le avrei fatto del male beh, si sbagliava.
“a cosa serve chiedere scusa se dopo si commette lo stesso sbaglio?” chiese guardandomi intensamente negli occhi.
“chi ti ha detto che lo avrei rifatto? E poi come pensi di evitarmi? Fai parte della mia banda ormai.” Dissi serio.
“potrei sempre uscirne giusto?” chiese alzando un sopracciglio.
“sbagliato. Ti ucciderei.” Sussurrai avvicinandomi a lei.
c-c-come? No, non è vero. Tu non lo faresti mai” leggevo nei suoi occhi delusione. Solo io sapevo che non l’avrei mai uccisa.
e chi te lo dice? Ricordati che sono un assassino a sangue freddo.” Le ricordai alzandogli con il pollice il mento.
“Io sono sicura che tu non mi uccideresti. “ sussurrò cercando di allontanarsi da me.
“potrei ucciderti ora, o potrei ucciderti domani.” Bisbigliai nel suo orecchio.
“no..” sussurrò scuotendo la testa.
Lentamente avvicinai le mie labbra al suo collo e annusai il suo profumo. 
All’improvviso le sue mani toccarono il mio petto facendo così in modo di allontanarmi da lei.
“come puoi dirmi che vuoi uccidermi e dopo mi baci? Che cavolo ti prende ora?” gridò.
“il fatto è che io non posso starti lontano. Tornerei sempre da te.” Sussurrai prima di prenderla per i fianchi e baciarla.
Le nostre lingue danzavano. Le nostre lingue si toccavano. Le nostre lingue si intrecciavano. Cos’è tutto questo? Non riesco a spiegarmi cosa mi prende.
Mi staccai da lei e corsi via senza preavviso. La lascia lì sola.


Vivian’s pow.


Non lo capisco. Un minuti prima mi bacia e poi scappa.
Mi ha lasciato lì sola e piena di domande.
Andai verso il lavandino e mi lavai la faccia. Ho un casino in testa.
Cosa devo fare? Se ne parlassi con Crysti? O con Leight?
Dio, ho bisogno di aiuto. Non può piacermi uno come lui. Tutti ma lui no. Non posso credere di averli confessato che mi piace. Non posso crederci di averlo baciato tante volte.  Ma soprattutto  non posso credere di non poterli stare lontana neanche un secondo.
Sto sbagliando, me ne sono accorta ma ormai è troppo tardi. Non posso dimenticare.

 


Innanzitutto vorrei scusarmi per non aver aggiornato da tanto tempo.
Ho avuto molto probblemi ultimamente e poi c'è stato il mio compleanno. 
Ieri come sapete è successo quel fatto che mi ha tirato giù ma siccome avete recensito in molte ho deciso di metterlo oggi.
Siete dei tesori, grazie mille <3 vi voglio un casino di bene. se avete dei problemi io ci sono sempre e comunque.
Per il mio compleanno mi hanno regalato The key.  
Vi voglio bene <3
Ciao ciao <3




ASPETTO TANTE RECENSIONI <3



 

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Capitolo 44
*** Capter 37. ***


Prima di leggere il capitolo leggete questa nota, grazie.
Innanzitutto, volevo scusarmi per il mio enorme ritardo. Ho avuto molto impegni in questo ultimo mese e per questo non ho potuto aggiornare.
Volevo ringraziare la ragazza che mi manda sempre messaggi, ti voglio bene! <3 
Grazie mille a tutti per le recensioni :)
Avete sentito heartbreaker? o mio dio è bellissima.



SOTTO VI LASCIO UN PICCOLO SPOILER :)



Capitolo trentasette.


Justin’s pow.


Guardai l’orologio e mi diressi verso la mia classe consapevole di aver fatto un enorme ritardo, ma infondo a me che importa?
Aprii la porta e senza degnare nessuno di uno sguardo andai verso l’ultimo banco.
“Bieber.. come mai questo ennesimo ritardo?” chiese la professoressa  Smith alzando un sopracciglio.
“ cazzi miei.” Ringhiai appoggiando i piedi nel banco con fare arrogante.
“ intanto, abbassi i piedi, e poi voglio sapere qual è il motivo. Ora.” Ordinò sbattendo le mani nella cattedra.
Non l’ho mai vista così incazzata.
“che c’è? Suo marito non vuole scoparla? È colpa mia ?” dissi provocando le risate di tutti tranne che della Smith.
“ Vada immediatamente fuori di qui! Anzi, in presidenza, Karolyn accompagnalo tu.” Gridò facendo sobbalzare tutti quanti.
Mi alzai e mi diressi verso la porta aspettando che la ragazzi un pò esitante venisse con me.
“allora? Ti sbrighi? “ chiesi impaziente. Karolyn sentendo la mia voce corse verso di me e con lo sguardo basso si incamminò verso la presidenza.
“ascolta, io non voglio andare in presidenza e tu- dissi indicandola- starai zitta.” Dissi prendendole il polso.
ma..la professoressa ha detto che devi andare.” Disse guardandomi
E’ così innocente questa ragazza, voglio divertirmi.
“Sei consapevole di chi hai davanti?” chiesi incredulo.
“si, ma devi andarci e basta,.” Disse con la sua flebile voce.
“Ascoltami bene, tu farai quello che ti dico io , hai capito?” ringhiai afferrandola per il collo e sbatterla contro la parete fredda.
Cercò di liberarsi ma cosa inutile perché io sono molto più forte di questa stupida ragazzina.
“Justin? Che diavolo stai facendo ? lasciala subito” Mi girai per vedere chi era. Spalancai subito gli occhi e lasciai la presa.


Vivian’s pow.



Con i libri in mano andai verso la mia classe, se mi mettono in punizione è solo colpa di Bieber.
Bussai alla porta ed entrai salutando gentilmente il professore.
“ vada a sedersi.” Ordinò indicandomi un banco vicino alla finestra.
Annuii e lo sorpassai.
“ora che la signorina si è seduta, possiamo ricominciare la lezione. Gli atomi come avevo detto si chiamano in greco ‘ atomos ‘ ..”  basta, cosa me ne frega della fisica?
Presi il quaderno e incomincia a scarabocchiare in un angolo della pagina.
Non faccio altro che scrivere l’iniziale di Justin, non posso, non riesco a dimenticarlo nemmeno per un
giorno.
I suoi occhi color miele erano ogni giorno più belli, e quelle labbra, erano così dannatamente sexy..
“signorina Salvador? Vuole dirmi quali sono i tre tipi di atomi?” mi chiese il professore, stronzo.
“ehm..” non sapevo niente, chi vuoi che si ricordi di queste merdate.
“con questo mi basta capire che non ha ascoltato la lezione. Sono i protoni, neutroni ed elettroni. L’ho spiegato cinque minuti fa.”  Esclamò. Vaffanculo tutto. Questa è la giornata peggiore della mia vita.
“ vado in bagno.” Sussurrai, trattenendomi dal piangere davanti a tutti.
Mi alzai e corsi verso la porta con il braccio negli occhi.
Ignorando le grida del professore sbattei con forza la porta e andai verso i bagni.
Mi appoggiai alla parete e scivolai giù fino a toccare il pavimento freddo.
Non voglio stare più qua, nessuno mi ascolta. Nessuno mi aiuta in niente.
Sono così confusa, non riesco a capire perché Justin mi abbia lasciato solo nel bagno in questo modo.
Quando mi calmai un po’ mi alzai, andai verso i lavandini e mi sciacquai la faccia cercando per quanto possibile di togliere i resti di trucco che avevo.
Mi guardai allo specchio e feci una smorfia di disgusto.
Mi trattenni dal gridare, ed uscii dal bagno dirigendomi in classe.
Alzai lo sguardo sentendo delle urla dall’altra parte del corridoio.
Tolsi i resti delle lacrime che si erano formate dopo e corsi verso le urla.
Quello che vidi fu la cosa peggiore che avessi mai visto.
Spalancai gli occhi e corsi verso di loro.
“Justin?che diavolo stai facendo? Lasciala subito” gridai sentendo la rabbia crescere in me.
Presi per mano la ragazza e guardai se stava bene.
“tutto bene?” chiesi cercando di toglierle le lacrime.
“vai in bagno. Dopo ti sentirai meglio.” Le sussurrai, alzò lo sguardo e vide che avevo gli occhi rossi, aveva capito che avevo anche io pianto.
Senza parlare avvolse le sue braccia nel mio collo. Aveva capito che avevo bisogno di un abbraccio.
Senza esitare ricambiai stringendola a me. è vero, non la conosco ma si vede che è dolce.
Mi staccai da lei, ignorando lo sguardo di Justin che bruciava su di me.
“non preoccuparti per me, ora vai in bagno” le sorrisi dolcemente e la spinsi leggermente verso il bagno.
Aspettai che fosse entrata e mi concentrai su Justin.
“si può sapere che cazzo hai fatto? Sei una persona senza cuore. sei un fottuto mostro.” Strillai colpendolo al petto.
Justin, essendo più bravo a prendere a botte mi prese i polsi e mi mobilizzò.
“calmati.” Ringhiò spingendomi contro il muro.
“come diavolo posso calmarmi se hai appena tentato di strozzare una povera ragazza innocente!” gridai cercando di togliermelo di dosso.
“ cosa te ne frega a te? Fatti una cazzo di vita, troia.” Ringhiò tirandomi una sberla.
Era stata così forte che mi fa fatto voltare la testa.
Quando mi liberai di lui mi toccai il punto dove mi aveva tirato la sberla.
Lo ha fatto di nuovo.
Le lacrime ormai stavano ritornando a coprire il mio volto, ma non le fermai.  A che cosa serviva fermarle?
“Picchiami, forza. Cos’aspetti? Fai come hai sempre fatto.” Sussurrai guardandolo negli occhi.
Lui di tutta risposta sorrise, non era un sorriso dolce che si faceva ad una ragazza, era malvagio.
lo farò più tardi quando avremo gli allenamenti. Te ne eri dimenticata?” chiese alzando un sopracciglio.
Cazzo, è vero. Oggi avevo gli allenamenti per essere brava a combattere. Ah si, sono nella sua banda ora.
“e se non volessi venire?” chiesi avvicinando mi a lui.
“ritieniti morta, allora.” Disse con quel sorrisetto strafottente.
“vaffanculo.” Ringhiai incamminandomi verso il bagno per vedere come stava la ragazza.
“ ti vengo a prendere alle tre e mezza.” Urlò sorridendo.
Sbuffando mi dirigo in bagno.
Dovrò aspettarmi di tutto da lui, potrebbe venirmi a prendere con una pistola in mano volendo e statene certi che ne ha il coraggio ,credo.
Con la mano aprii la porta, corrugai la fronte sentendo dei gemiti di dolore insieme a dei singhiozzi.
“chi sei?”chiesi aprendo le porte di tutti i bagni.
“ sei la ragazza di prima?” chiese una voce flebile.
“si, penso.” Dissi.
“Aiutami.” Disse singhiozzando. Corsi verso il bagno dove provenivano le voci e quando aprii anche quella vidi la ragazza con dei tagli nel polso  e sangue ovunque.
“o mio dio” mi coprii la bocca con la mano sentendo gli occhi pizzicare.
Andai verso di lei e la aiutai ad alzarsi.
perché lo hai fatto?” chiesi buttando la lametta nel cestino.
“la mia vita fa schifo.” Disse accasciandosi a terra.
“no, non dire così ti prego. Forza, tu sei forte.” Dissi accasciandomi con le per terra per poi abbracciarla.
“no..se solo tu sapessi che cosa mi succede non lo diresti.” Singhiozzò contro la mia spalla.
“ti va di raccontarmi?” chiesi dolcemente.
“no..non so nemmeno come ti chiami” disse alzando lo sguardo verso di me.
Le sorrisi dolcemente e la aiutai ad alzarsi.
mi chiamo Vivian.” Dissi sorridendo. Presi il suo braccio e lo misi sotto l’acqua calda.
“io Karolyn” disse sorridendomi.
allora, si può sapere cosa ti ha fatto quel ragazzo?” chiesi prendendo un pezzo di carta per fermare il sangue.
“è venuto in ritardo, e siccome si era comportato male la professoressa gli ha ordinato di andare dal preside. Mi ha detto che dovevo accompagnarlo e così ho fatto. Ad un certo punto mi dice che no vuole andarci e io dico che deve andare. Inizia a dirmi che io devo fare quello che mi dice lui e poi mi ha preso per il collo e spinto nel muro.” Disse singhiozzando.
“ma..io ci sono abituata sai? Sono abituata a essere picchiata. I miei zii lo fanno. Io non ho i genitori ma ho degli zii. Sono morti perché sono stati investiti da un camion quindici anni fa. Io avevo appena un tre e mi hanno dato ai miei zii. La mia infanzia non è stata diversa dalle altre bambine, mia zia mi accudiva come se fossi sua figlia e la stessa cosa mio zio. Cinque anni  fa però scoprirono la droga. Ogni fottuto giorno trovavo ovunque droga o semplici canne. Il punto è che io non sapevo cosa fosse insomma avevo quattordici anni, ero una ragazzina.
Una sera mentre ero in camera mia a fare i compiti i miei zii entrarono con gli occhi rossi e due canne fra le dita. Erano venuti perché volevano farmi provare quella polverina bianca. Io dissi di no, e loro per punizione mi picchiarono tanto che rimasi in fin di vita. Sono stata all ospedale per più di un mese e sono stata obbligata a dire che mi avevano picchiata dei ragazzini. Ho finto di non ricordare i loro volti.
Ora i miei zii sono il mio incubo, il buco nero che ho da anni, la rovina della mia vita. 
Apparte te lo sapevano solo le mie migliori amiche. Che se ne sono andate via da me appena ho detto loro che mi picchiavano.
Sono in un fottuto buco nero da cui io non posso uscire, ho bisogno di aiuto.”
Di istinto l’abbracciai.
“shh..ti aiuterò io. Lo prometto”  sussurrai.
“Ora andiamo, tu devi andare in classe, si staranno sicuramente preoccupando per te.” Dissi.
“no, non credo se ne siano accorti. Senti, ti va di vederci questo pomeriggio? “ chiese sorridendo.
Era così solare questa ragazza, anche se stava male riusciva sempre a sorridere. Era una ragazza meravigliosa.
“non posso, ho altro da fare. Che ne dici di domani?” chiesi sorridendo.
“certo. Magari ci conosciamo meglio.” Esclamò salutandomi con la mano.
Sono felice di aver fatto nuova conoscenza, specialmente con una ragazza come lei.

La campanella della fine delle lezioni era suonata. Per fortuna non mi sono beccata nessuna punizione per il ritardo che avevo fatto nei bagni. C’era il cambio dell’ora e nessuno se ne era accorto.
Mi incamminai verso la mia macchina ma la voce di Leight mi fermò.
“Vivian, hai da fare oggi? Ho bisogno di te. Devo studiare biologia e non capisco niente” disse.
“devo vedermi con J..” mi bloccai appena stavo per nominare il suo nome.
“con chi?!?! O mio dio Vivian, con Justin? Cosa ti avevo detto?” disse facendo la finta arrabbiata ma inutilmente perché scoppiò a ridere.
“ non riesci ad essere seria Leight. E Lunard?”  chiesi cercandolo in mezzo alla folla di ragazzi.
“ e’ andato a casa. Allora, io vado divertiti con Bieber. An, e stai attenta.” Disse ritornando subito seria. Annuii e la salutai con la mano.
Sospirai ed andai verso la mia auto sperando di non avere più interruzioni.
Accesi il motore e andai dritto a casa mia sperano che le tre e mezza  non arrivino mai.



Justin’s pow.


Guardai l’orologio ed erano le tre, ancora mezz’ora e dopo avrei preso Vivian.
Non so ancora come avrei fatto l’allenamento. Forse avrei iniziato con il combattimento a mani libere.
Mi alzai dal mio divano ed andai in camera per mettermi una maglietta comoda.
Presi le scarpe e andai in garage per prendere la mia Porsche.
L’ora segnava le tre e venti, sorrisi ed entrai in macchina.
Accesi la macchina e partii verso la casa della mia allieva.
Ora iniziano i giochi Vivian, ora per te inizia una nuova vita. Un nuovo inizio.
Suonai il clacson e dopo pochi minuti la vidi uscire dalla casa ed entrare in macchina mia.
“oggi iniziamo con il combattimento.” Dissi semplicemente prima di partire e andare verso la palestra della casa di Ryan.

 

                                                                            " Non hai ancora capito che voglio te e basta?" dissi prima di spingerla talmente tanto                                                                                                                                        forte da farla cadere nel                                                                                                                                                                                                                    materasso.
                                                                                                       ........................................................................................
                                                                          


                                                                                     "Cosa mi stai facendo , Justin? " sussurrai con le lacrime agli occhi. .
  

RECENSITE?


 

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Capitolo 45
*** Capter 38. ***


Capitolo trentotto.


Vivian’s pow

L’andata in macchina è stato uno strazio .L’unica cosa che si sentiva era la radio che trasmetteva delle canzoni. E ovviamente i nostri sguardi, beh, il mio era timido e il suo era freddo. Lo odio.
“siamo arrivati Salvador.” Disse spegnendo la macchina e uscendo senza neanche aspettarmi.
“si può sapere che cazzo hai?” sbottai fermandomi dalla piccola corsa che avevo fatto per raggiungerlo.
“io? Niente. Sbrigati” esclamò prendendo le chiavi dalla tasca e aprire la porta.
“ma non c’è a casa Ryan? “ chiesi aggrottando le sopracciglia.
“ no, per quello oggi ho io le chiavi.” Rispose dirigendosi verso la palestra.
Spalancai gli occhi vedendo l’enorme stanza che avevamo a disposizione.
Era grande, anzi, grandissima. Era divisa in due: da una parte la palestra con gli attrezzi e dall’altra c’era un campo libero. Alle pareti c’erano dei materassi gialli e blu invece in un’altra parete c’era un enorme specchio.
“porca troia, guadagnate bene voi” esclamai andando verso lo specchio. Mi guardai e diciamo che avevo un abbigliamento giusto. Leggins e una semplice maglietta bianca.
“se hai finito di perdere tempo nello specchiarti puoi toglierti le scarpe.” Disse dirigendosi verso i materassi e buttarli giù, fino a ottenere un pavimento morbidoso. È incredibile la forza di quel ragazzo.
Lo ascoltai e mi tolsi le scarpe rimanendo in calzini, così fece anche lui.
“vieni qua. Mettiti in mezzo e tirami dei pugni sul torace.” Disse sbattendo le sue mani contro il suo petto tonico.
“ehm..okei.” dissi camminando verso di lui.
“pronta? Uno, due, tre inizia!” disse gridando.
Caricai il pugno e con tutta la forza che avevo scagliai un pugno.
Alzai lo sguardo e vidi che Justin stava ridendo e si teneva la pancia con le mani.
“beh? Che ho fatto?” chiesi.
“e me lo chiedi pure? Ti sembra che questo che mi hai appena dato si possa chiamare ‘pugno’ ? “ disse trattenendosi dal ridere.
“è il meglio che ho fatto okei? E tu saresti più bravo?” dissi alzando un sopracciglio.
“tesoro, ti ricordo che io sono un mago nel combattimento. Se io ti dessi un pugno ora ti ritroveresti spiaccicata al muro per  quanto sono forte.” Disse atteggiandosi.
“beh.. – non sapevo cosa dire- non m’importa.” Dissi con una voce da bambina.
“dai, continua a scagliarmi pugni.” Disse sorridendo.
Ricomincia a tirare pugni ma lui non si muoveva neanche di un millimetro. Oh, mi arrendo.
“Mi arrendo, come diavolo faccio continuare se non ti muovi neanche di un passo” esclamai buttandomi per terra, cioè, nel materasso.
“è ovvio che non ci riesci, peso il triplo di te. Per questo dobbiamo trovare una tecnica per farti avere la meglio contro i nemici.” Disse abbassandosi verso di me.
Mi tese la mano e mi aiutò ad alzarmi.
“bene, ora invece cerca di tirarmi dei calci nel mio addome, io comunque li parerò quindi non trattenerti con la forza, non mi farai male.” Disse.
“non preoccuparti, non mi tratterrei comunque.” Dissi fingendo un sorrisino.
Iniziai a tirare calzi e intanto lui li parava, era tanto bravo.
“continua così, brava!” gridò.
Mi chiedo se dopo l’allenamento lui si possa affezionare a me, come con gli altri. La differenza è che lui ha solo amici maschi per quanto ne so. Lui, le ragazze le usa e basta. E solo il pensiero che possa fare la stessa cosa con me mi fa imbestialire. Con un veloce scatto gli diedi un calcio tanto forte da farlo cadere per terra.
“sei pazza?” disse alzandosi.
“no. Dovevo farlo.” Dissi alzando le spalle.
“ ah si? E come mai?” disse avvicinandosi a me.
“cazzi miei.” dissi urlando.
“beh, si da il caso che siano anche problemi miei.” Ringhiò.
“lo vuoi davvero sapere? Mi innervosisce il fatto che tu possa giocare con me come fai con le troie.” Gridai.



Justin’s pow.                   

Un senso di rabbia mi invase appena gridò quella frase.
“Se ti rilassa, sappi che non ho neanche immaginato di giocare con me. So che non sei una troia. “ dissi stringendo i denti per trattenere la rabbia.
Lei, era impassibile, come se non mi credesse. In un certo senso mi da fastidio, lei non si fida di me.
“lo vuoi capite che voglio te e basta?” urlai spingendola violentemente per terra.
“non lo hai ancora capito eh? Quante cazzo di volte ti ho baciato e ti ho detto cose carine. Tu trovi ancora il coraggio di pensare che io possa giocare con te? Dovresti ritenerti fortunata sai? Se tu fossi stata qualcun’altra ti avrei perso a pugni. “ ringhiai guardandola negli occhi.
“beh, fallo allora. Sappi solo che io non ti credo. “ disse alzandosi dal materasso e venendo verso di me.
“ Non voglio farti del male.” Sussurrai guardandola intensamente negli occhi.
Un flebile sorriso comparve sul suo viso che subito fece scomparire ritornando a essere incazzata.
“smettila di mentire. Mi fai del male sempre, sempre! Ora ti permetti anche di dirmi che non vuoi farmi del male? Che problemi hai Justin? Ti rendi conto delle cazzate che dici?” disse.
“non ho nessun problema. Ti ho detto che non voglio farti del male. Sono cazzi tuoi se crederci o no.” Risposi secco.
“ continuiamo l’allenamento.” Ordinai posizionandomi davanti a lei.
Annuii e riprese a tirarmi calci.

“Ci vediamo sta sera, abbiamo un incontro con gli altri. Vieni a casa mia verso le dieci” dissi prima di farla scendere dalla macchina.
“va bene, ciao.” Mi salutò.
Alzai la mano in segno di saluto e sfrecciai verso casa.
Presi il cellulare e chiamai Chaz.
“dimmi tutto.” Rispose.
“oggi vieni da me per le dieci. Avvisa anche gli altri.” Ordinai andando verso la cucina per prendere qualcosa da mangiare.
“va bene. Com’è andata con Vivian?” chiese.
“diciamo che combattere non è il suo forte.” Dissi scoppiando a ridere.
“beh, non intendevo sapere quello in realtà..” disse.
“ e cosa?”
“ è successo..qualcosa mentre eravate da soli?” disse usando una voce maliziosa.
“no.” Dissi un secondo dopo.
“non ti credo.”
“dovresti.”
“tu, vorresti dirmi che voi non vi siete mai toccati? Oh,andiamo amico, si vede che tra di voi c’è attrazione.”
“una volta abbiamo scopato, e poi ci sono stati pochi baci, quasi nessuno, solo a..stampo
.” mentii, se gli avessi detto la verità mi avrebbe chiesto spiegazioni e bla bla.
“mi dispiace ma non ti credo. Baci a stampo? Tu quando baci una ragazza le mangi praticamente le labbra.”
“cazzate.”
“no, è la verità.”
“comunque ora attacco, ci vediamo dopo. Ciao Chaz.”
Lo salutai senza aspettare una risposa.
Mi diressi verso la cucina e presi una tavoletta di cioccolato al latte. Beh, quella era la mia cena.



Vivian’s pow.


Appena varcai la porta di casa mia apparve mio fratello insieme a Juan.
“beh? Che c’è” chiesi alzando un sopracciglio.
“ niente, dove sei stata?” chiese John alzando leggermente la voce.
“da una mia amica.” Risposi secca prima di salire
Mi fermai di colpo nelle scale e cercai di rimanere calma.
“n-n-no perché mai dovrei nasconderti qualcosa?” dissi balbettando.
“boh, sembrava..io esco, ciao Vivian.” mi salutò prima di sparire dalla mia vista.
Perché mi ha chiesto se gli nascondevo qualcosa? Spero con tutto il cuore che non sappia niente riguardo alla storia della banda, mi ucciderebbe.

Accesi la macchina e sfrecciai verso la casa di Justin. Sono un po’ in ansia sinceramente, è la prima che faccio.
Parcheggiai la macchina e scesi di fretta accorgendomi che ero in ritardo.
Bussai alla porta e Justin in tutta la sua bellezza mi venne ad aprire più serio che mai.
“sei in ritardo.” Disse sedendosi davanti ai ragazzi.
“ehm..scusate.” dissi sentendo le guancie andare in fiamme.
“non preoccuparti, siediti” disse Jason sorridendo.
Ricambiai il sorriso ignorando le occhiatacce di Justin e mi sedetti vicino a Ryan.
“ciao” mi salutò schioccandomi un bacio nella guancia.
“avete finito? Sapete, stiamo lavorando.” Disse infastidito.
“bene, dobbiamo pensare a un piano contro i Danger’s-“ lo interruppi.
“chi sono i Dan..Den..quella roba?” chiesi abbassando lo sguardo.
“sono la nostra banda avversaria. Sono loro quelli che dobbiamo sconfiggere.” Disse Chaz sbattendo un pugno nel tavolo  facendo sobbalzare tutti.
“ e chi sono i componenti, li conosco? Sono della scuola?” chiesi, tutti rimasero zitti.
“ehm..penso che tu-“ Justin interruppe Jason con un calcio nel piede.
“no, non li conosci. Li conoscerai più avanti.” Disse insicuro.
Ho come la sensazione che mi stiano nascondendo qualcosa.
“c’è qualcosa che dovete dirmi? “ chiesi alzando un sopracciglio.
“no” risposero all’unisono.
“ tu devi ancora vedere il magazzino vero?” mi chiese Chiad.
“si, credo..”
“lo vedrai, ora parliamo di cose serie.”
Esclamò Justin.
“ ho un idea! E se entrassimo nel magazzino di Mike e facessimo un po’ di casino, sapete cosa intendo.” Propose Ryan.
“Chi è Mike?” Chiesi.
“il capo della banda avversaria” Dissero all’unisono. Che palle non si può mai chiedere niente.
“facciamo così, sono stanco. Che ne dite di vederci domani o un altro giorno al magazzino? Così Vivian ha la possibilità di vederlo.” Propose Justin.
“ e va bene, ma dobbiamo farlo Justin.” Disse Jason.
Tutti si alzarono e salutando se ne andarono, così feci anche io.
aspetta, dove vai? Non ti ho detto che te ne devi andare.” Sussurrò afferrandomi per i fianchi.
“ehm, si beh, io devo andare però.”  Balbettai.
“sei nervosetta eh?” disse prima di attaccare le sue labbra alle mie.
La sua lingua si intrecciava con la mia e le sue mani vagavano su tutto il mio corpo.
Mi fece fare un passo indietro e mi ritrovai distesa sul divano e con lui sopra di me che mi baciava il collo.
“no..” gemetti, non voglio fare sesso.
“non voglio” dissi cercando di toglierlo di dosso.
“ho detto che non voglio.” Dissi spingendolo per terra.
“sei scema? Cazzo, mi sono fatto male.” Borbottò toccandosi il fondoschiena.
“mi dispiace” dissi sarcastica.
“non puoi usarmi quando ti pare, non sono una troia.” Esclamai prendendo la borsa e avviarmi verso la porta.
“non andartene.” Sussurrò spingendomi verso il primo muro che avevo alle spalle.
“lo vuoi capire che non ti voglio?” sbottai spingendolo via.
“io si, come la mettiamo?” disse prima di scoppiare a ridere.
“lasciami in pace. Non voglio te, tutti ma non te. Tu vuoi solo ferirmi, tu vuoi solo giocare, ma sia da il caso che io no. Non sono una troia mettitelo in testa.” Urlai sentendo gli occhi pizzicare, perché devo stare male per lui?
“smettila, smettila di dire queste cazzate. Non voglio giocare, sono serio ora. Prova a fidarti di me.” sussurrò avvicinandosi a me, mi toccò una guancia e mi guardò intensamente negli occhi.
“cosa mi stai facendo, Justin?” sussurrai perdendomi nei suoi occhi.
“non lo so, e tu, cosa mi stai facendo Vivian?” mi sfiorò con le labbra la mia guancia.
Un’ intero zoo mi invase lo stomaco, mille brividi viaggiavano in tutto il mio corpo.

 
 

Scusate per il ritardo, non so proprio come farmi perdonare.
Spero vi piaccia il capitolo:)
Grazie mille per le 8 recensioni , mi hanno fatto tanto piacere <3 


Bacii <3 



RECENSIONI?







 

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Capitolo 46
*** Capter 39. ***


Sotto ci sono degli spoiler.


Capitolo trentanove.



Vivian’s pow.



Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte, si poteva vedere il riflesso della luna che brillava nella camera. Mi guardai in torno e mille domande mi invasero la mente. Dove mi trovo? Perché non sono a casa mia?
La camera in cui mi trovavo era grande, non posso vedere altro.
Girai la testa sentendo un piccolo gemito di fianco a me. sorrisi istintivamente capendo dov’ero. Da Justin.
Mi ero addormentata o ero svenuta? Boh.
Mi ritrovai ad osservare il suo viso che illuminato dalla luna lo faceva apparire ancora più bello. Toccai con la mano le sue labbra carnose e a forma di cuore. Si mosse leggermente e girò la testa gemendo più forte di prima. Per poco non scoppiavo a ridere, era così tenero che ti veniva voglia di riempirlo di baci. Come può un ragazzo così bello fare una vita del genere? Potrebbe fare qualsiasi cosa con tutta questa sua bellezza e allora perché si limita a fare questa schifosa vita? Sono così assetata nel sapere com’è stata la sua vita in precedenza ma non ho il coraggio di chiederli niente.
Apparte il fatto che io sto per prendere la sua stessa strada, non so perché ma  ho paura. Paura di morire e paura di deludere mio fratello.
Scuotendo la testa mi alzai per andare a liberare la mia vescica che ormai stava scoppiando.
Senza accorgermene mi ritrovai con il culo per terra e la testa spiaccicata a terra.
“merda..” imprecai toccandomi la testa.
“che cazzo è successo?” Gridò Justin alzandosi immediatamente dal letto con lo sguardo assonnato.
Si diresse verso la porta ed accese la luce.
Scoppiò a ridere vedendomi per terra. Bella figura di merda Vivian, davvero bella.
si può sapere che diavolo combini?” disse ridendo, aveva le lacrime agli occhi. Aveva una risata così bella che lo faceva apparire ancora più perfetto di quello che è già. Era così contagiosa che senza accorgermene mi unii a lui. Ero io la causa della sua magnifica risata, ero io.
“smettila di ridere e aiutami ad alzarmi” dissi cercando di rimanere seria, ma inutilmente.
Mi tese la mano e mi aiutò ad alzarmi. Alzai lo sguardo verso il suo viso e lo ringraziai.
“ora, devo andare in bagno.” Borbottai aspettando che mi lasciasse passare.
“oh..ehm..si certo.” Balbettò grattandosi la testa. Era imbarazzato.
Trattenei un sorriso e mi diressi verso il bagno. Non so nemmeno dov’è. Mi limitai a cercarlo con lo sguardo ma impossibile. Non lo trovavo.
“sei così tonta a volte sai? Non sai nemmeno dov’è.” Apparve Justin dalla porta e scuotendo la testa mi indicò una porta chiusa. Con la mano abbassai la maniglia a la aprii. Era un bagno molto grande, gigante direi.
Appena finito mi guardai allo specchio. Il mio viso senza trucco era orrendo e i miei lunghi capelli sembravano una palla di pelo appena sputata da un gatto. Ero spaventosa , ragazzi.
Con le dita cercai di pettinarmi per quanto possibile i capelli. Voi non avete idea di come sia difficile curare dei capelli come i miei. Erano lisci ma erano lunghi, e questo peggiorava le cose. Non posso neanche tagliarli. Non voglio, tagliarli. Se magari ne ho bisogno più avanti lo farò.
Aprendo la porta mi sistemai la magliett..aspetta cosa? Mi ha addirittura cambiata?
Le mie gote si tinsero di rosso appena immaginai lui che mi toglieva i pantaloni e la felpa.
“grazie per avermi cambiata.” Dissi sorridendo.
“nessun problema. Ti posso assicurare che non ho guardato niente.” Disse rimettendosi a letto.
“non importa, tanto non è la prima volta che mi vedi in intimo giusto?” dissi ricordandomi di quella notte di fuoco.
“già” disse rivolgendomi un sorrisino malizioso.
“dai, vieni a dormire che sono le tre di mattina e dobbiamo andare a scuola.”disse, andai verso la porta e spensi la luce.
“arrivo. Domani devo andare a casa per prendere lo zaino.” Lo informai mentre tiravo le coperte in su per mettermi dentro.
“va bene, ti seguo fino a casa tua,  metti in garage la macchina e ti porto a  scuola io.” Disse. Non risposi, mi limitai ad annuire anche se non poteva vedere.
Chiusi gli occhi e nel giro di qualche minuto mi addormentai serena.


La sveglia come ogni mattina suonò. Cercai di alzarmi ma inutile perché avevo il braccio di Justin avvolto nel  mio fianco.
“Justin..sveglia abbiamo scuola.” Dissi scuotendolo leggermente.
Mugugnò qualcosa e aprì gli occhi.
“buongiorno, bimba.” Sussurrò stringendomi più a se e baciarmi il capo.
“dai, lasciami andare” dissi togliendo il suo braccio, cosa impossibile perché la rimise dov’era.
“no, stiamo qua. Non adiamo a scuola” sussurrò con la voce impastata dal sonno.
“no. Alzati, forza.” Sbuffò e si alzò camminando come un bradipo verso il bagno.
“smettila, sembri un bradipo.” Dissi mentre cercavo i miei vestiti.
Me li rimisi addosso e aspettai che uscisse dal bagno.
Andai verso lo specchio e cercai di mettere in ordine i miei capelli, di nuovo.
“sei pronta?” chiese Justin prendendo le chiavi.
“si, devo solo andare a sistemarmi a casa.” Risposi.



Aprii lo sportello della mia  macchina dirigendomi verso casa ma mi fermai di colpo.
“non vuoi entrare?” chiesi indicando casa mia.
“no, non voglio. Ti aspetto qua.” Disse con un tono freddo. Che ho fatto ora?
Alzai le spalle e andai verso casa mia.
Presi le chiami dal giubbotto ed entrai a casa.
Con piccoli passi felpati andai verso le scale per poi entrare in camera mia.
Andai verso la mia cabina armadio e optai per un maglione lungo grigio e dei leggins, presi le mie vans grigie e le misi.
Andai nel mio bagno e mi lavai i denti, mi pettinai e mi truccai. Matita e mascara.
Presi le robe da mettere nello zaino e scesi le scale sperando che John non sentisse nulla.
Guardai l’orologio del mio cellulare ed erano le sette e trentacinque.
 Aprii la porta per poi chiuderla alle mie spalle  e mi diressi verso la sua macchina.
Mi rivolse un occhiata e partì verso il grande edificio.



 
Narrator.

I due ragazzi si diressero verso la scuola ignari del pericolo che avranno in contro.
Vivian non sa cosa le aspetta e non sa cosa perderà. Ormai è tutto nelle mani del karma, come si suol dire.
Justin intanto, si chiedeva cosa doveva fare e come comportarsi con Vivian, cosa avrebbe dovuto fare? 
Come farà a guardarla in faccia consapevole di aver messo contro i due fratelli?
Si sentiva così in colpa che per sfogarsi usava Vivian.
Lei, non si è chiesta perché John non era in giro per casa.
Infatti, suo fratello è sparito. Sparito con i compagni della sua gang.
Non l’ha avvisata, ne chiamata. Poteva scrivergli un bigliettino e attaccarlo al frigo come ha sempre fatto ma questa volta no, ha lasciato perdere.
Era insieme a Juan e Mike e gli altri in Messico per commerciare della droga e prelevare delle bombe che useranno in futuro.
I due ragazzi scesero dall’auto uno di fianco all’altro ignorando le occhiate di tutti gli studenti  che si domandavano il perché sono così amici ultimamente.
Ma loro non sanno, non sanno e non possono sapere.


Justin intanto la osservava con la coda dell’occhio, era così bella, pensava.
Solo pensare che un giorno si potrebbe innamorare di lei lo faceva arrabbiare. Non ha mai paragonato nessuno a Cassie la sua ex ragazza, ma ora, Vivian sembra superarla.
Aveva voglia di farla sua ancora una volta, aveva voglia di baciarla e soprattutto aveva voglia di essere amato come nessuno ha mai fatto in questi anni.
La voleva al suo fianco, per sempre. La voleva sua e solamente sua.
La voleva proteggere, ma come poteva se ora faceva parte della sua gang?
Non riusciva a spiegare quello che provava quando ce l’aveva vicino.
L’amava? Forse. La odiava? Certamente.  Come non odiarla?  Lei era quella persona che lo stava cambiando.
Lei, come poteva dimenticare tutto il male che Justin gli ha procurato?
Doveva odiarlo giusto? Ma no, non riusciva. Lo amava? Forse.
Lo odiava? No.
L’amore si sta avvicinando, e loro lo sanno.

“vado dagli altri, ci vediamo alla fine delle lezioni.” Sussurrò all’orecchio della ragazza, doveva scappare da lei prima di impazzire.
Vivian annuì e cercò con lo sguardo Leight e Lunard.
Notò una chioma di capelli biondi e da lì capì che era Light.
Le corse incontro e l’abbracciò da dietro.
Ma purtroppo la reazione che si aspettava fu ben diversa, Leight non si girò minimamente. Era immobile davanti agli armadietti.
Vivian si chiese cosa avesse, non è mai stata così. Aveva sempre quel sorriso stampato il faccia.
“Leight, che succede?” chiese aspettando che si girasse.
La ragazza si girò lentamente con le lacrime agli occhi.
Abbracciò Vivian e singhiozzò tanto da soffocarsi.
La bionda venne presa per mano e portata fino ai bagni femminili.
“ si può sapere che ti prende?” chiese  togliendo con il pollice le lacrime che rigavano nel viso della bionda.
“sono incinta.” Sussurrò toccandosi la pancia e accasciarsi a terra distrutta.
Vivian non poteva credere alle sue orecchie. Chi è stato a metterla incinta?


      Justin’s pow.


   “ehi, ragazzi.” Li salutai battendo il cinque ad ognuno di loro
   “ di che parlate?” chiesi incuriosito.
  “di ragazze.” Disse Jason.
  “ok, che ne se domani andiamo al magazzino?” chiesi sperando ad un sì.
  “certo, così Vivian ha la possibilità di vederlo” esclamò Ryan entusiasta.
  “ok, avviso io Vivian.” Dissi mentre entravo in classe.
  Si prospetta una giornata impegnativa, non so come  ma ho un brutto presentimento.


 

Scusate per il ritardo. Pardonnn
Uffa, ho sempre qualcosa da dirvi e quando devo scriverlo non mi ricordo un cazzo. 
Vabbè, vi lascio gli spoiler.



" Non posso, devo occuparmi di un'altra cosa Justin. Una mia amica è rimasta incinta di qualcuno di cui io mi fidavo ciecamente" disse liberandosi dalla mia presa.

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RECENSITE?









 

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Capitolo 47
*** Capter 40. ***


Leggete cosa vi ho scritto dopo .

Capitolo 40.



Vivian’s pow.

“come? No, dimmi che è uno scherzo Leight.” Sussurrai inginocchiandomi di fronte a lei.
“vorrei fosse uno scherzo Vivian, ma non lo è.” Singhiozzò asciugandosi le lacrime che le rigavano nel viso.
“chi è?” chiesi con voce ferma.
“che cosa chi?” chiese alzando lo sguardo verso di me.
“il padre. Chi è?” quasi non le gridai in faccia.
“è-è..Lunard.” sussurrò abbassando lo sguardo.
Il mondo mi crollò addosso.
Spalancai gli occhi, mi sentivo così delusa nei suoi confronti.
“Lunard? Che cazzo, perché proprio lui? Eh Leight?Quand’è stata l’ultima volta che avete scopato?”chiesi cercando di non apparire nervosa.
“M-mi..dispiace. E’ che a me piace, non..non sono riuscita a resistere. Due settimane fa.”  Sussurrò.
Non sapevo che provasse qualcosa nei confronti di Lunard. L’unica cosa che vorrei è che si prenda le responsabilità di un padre.
“Lui lo sa?” chiesi aiutandola ad alzarsi.
Mollò la mia prese e ricadde di nuovo a terra, in preda ad un pianto disperato. Era distrutta.
“L’ho chiamato ieri. Appena gliel’ho detto mi ha gridato di non farmi più vedere da lui. Che devo sparire insieme al bambino. Ha detto che è stata tutta colpa mia. Che è un errore..” disse tutto di un fiato. Gridava e si dimenava. L’unica cosa che potei fare è abbracciarla.
“shh..sistemo io le cose con quel figlio di puttana.” Dissi cercando di sembrare calma.
“mi ha spezzato il cuore. fa male.” Sussurrò toccandosi il cuore.
Sta soffrendo. Questo è il  suo periodo, il periodo peggiore della sua vita. Quello con il quale deve rimanere forte e tenere lontana la voglia di suicidarsi o distruggersi lentamente. Io le starò vicino.
Gliela farò pagare a Lunard, lo prometto.
Lunard, tieni gli occhi aperti.



Justin’s pow.

La fine delle lezioni era terminata. Aspettai Vivian vicino alla sua macchina. Dovevo avvisarla di domani. Dovevamo trovarci al magazzino.
Guardai l’orologio e Vivian non si vedeva. Che cazzo succede?
Mi arresi e andai verso la scuola. Alzai lo sguardo e la trovai vicino alla porta della scuola. Stava aspettando qualcuno, ma chi?
“Aspetti qualcuno?” chiesi affiancandola.
“si, una compagna.” Disse cercando in tutti i modi di ignorarmi.
“c’è qualcosa che non va?” chiesi fissandola mentre lei posava gli occhi su qualsiasi cosa tranne che me.
“no.” Sussurrò.
“va bene. Hai voglia di venire con me a mangiare qualcosa?” chiesi toccandomi il collo imbarazzato.
“no, ho altro da fare.”disse.
“senti, tu ora vieni con me. che ti piaccia o no.” Ringhiai prendendola per il polso e spingerla verso la mia macchina.
" Non posso, devo occuparmi di un'altra cosa Justin. Una mia amica è rimasta incinta di qualcuno di cui io mi fidavo ciecamente" disse liberandosi dalla mia presa.
“c-che cosa?Chi è?” chiesi sorpreso.
“non ti riguarda. Ora fammi un piacere vattene.” Urlò spingendomi leggermente.
“oh, Vivian! Ma non dovevamo vederci più tardi?” domandò qualcuno alle mia spalle.
“dovevi vedere questa sfigata?”scoppiai in una fragorosa risata.
“si, qualche problema?” chiese alzando un sopracciglio e prendendo per una mano la ragazzina.
“beh, se sei con noi, devi frequentare diversa gente non come..lei – la indicai- non vorrai avere una brutta reputazione no?” dissi sfidandola.
“per quanto ne so, tu la brutta reputazione già ce l’hai. Guardati, sei un delinquente.” Disse prima di salutarmi con un cenno con la mano e andarsene con la sua amica.
Chiusi i pugni trattenendomi dal picchiarla a sangue.
Ormai la mia mente era persa. Preso dalla rabbia corsi verso di lei e la presi per i capelli. L’avvicinai con le mani fra i suoi capelli alle mie labbra e ringhiai.
“azzardati a rivolgerti così a me un'altra volta e la mia pistola sarà l’ultima cosa che vedrai, chiaro?” ringhiai contro le sue labbra.
Per risposta mi rise in faccia.
“tu..tu credi di farmi paura? No, potrai essere chi vuoi per me ma tu i piedi in testa non li metti. E poi tu hai bisogno di me. O sbaglio?”chiese alzando un sopracciglio.
Rimasi sorpreso nel vedere la sua reazione. Nessuno mi ha mai sfidato che ha fatto in questo momento.
“ci vediamo domani alle tre davanti a casa mia,Salvador. Ciao ragazzina.”Le sorrisi.
Girai i tacchi e mi allontanai. Ma non tanto da non sentire il loro discorso. Mi misi dietro ad una macchina e ascoltai la loro conversazione.
“perché parlavi con lui? Come fai conoscerlo? Cosa vuol dire ‘ se sei con noi’ ? fai parte della sua banda?per-“ Chiese a Vivian.
“si, lo conosco. Comunque non è di quello che volevo parlarti.”E allora di che diavolo le devi parlare?
“e allora di cosa vuoi parlarmi?” chiese incuriosita.
“ti dispiace se oggi annulliamo la nostra uscita? Vedi, ho un grosso problema da risolvere adesso.” Disse guardando l’ora. Un grosso problema?
“cosa devi fare?” chiese.
“farla pagare a un tipo.” Ho sentito bene? E se si mettesse nei guai?
“posso..venire?”
“cosa? No. “ disse scuotendo la testa.
“ti..pregoo”
“e va bene..” alla fine la fa venire.
Qualcosa mi dice che si metterà in pericolo. E qualsiasi cosa sia la devo proteggere. Con velocità mi avviai verso la mia macchina, aspettando con ansia che partissero.



Vivian’s pow.

“perché parlavi con lui? Come fai conoscerlo? Cosa vuol dire ‘ se sei con noi’ ? fai parte della sua banda?per-“ interruppi Karolyn prima che mi uccidesse di domande.
“si, lo conosco. Comunque non è di quello che volevo parlarti.”le dissi.
“e allora di cosa vuoi parlarmi?” chiese incuriosita.
“ti dispiace se oggi annulliamo la nostra uscita? Vedi, ho un grosso problema da risolvere adesso.” Dissi guardando l’ora. Quel coglione mi ha fatto perdere tempo prezioso.
“cosa devi fare?” chiese, era molto curiosa.
“farla pagare a un tipo.” Dissi sorridendo malignamente.
“posso..venire?” chiese facendo la faccia che fanno di solito i bambini.
“cosa? No. “ dissi scuotendo la testa.
“ti..pregoo” mi prese la mano e mi guardò intensamente.
“e va bene..” mi arresi. Mi avrebbe potuto resistere a un faccino del genere?

“Dove stiamo andando?” era la centesima volta che mi chiedeva dove stavamo andando.
“ti ho detto da un tipo.” Risposi alzando gli occhi al cielo.
“è così lontano? Chi è ?” non la finirà mai.
“si. Si chiama Lunard.” Sbuffai rumorosamente.
“lo so, faccio troppe domande.” Scoppiò a ridere seguita a ruota da me.
Mi fermai appena trovai davanti una casa gialla.
“scendi, siamo arrivati.”dissi scendendo dall’auto.
“sono un po’ nervosa.”disse sospirando.
“non devi preoccuparti.” esclamai fermandomi davanti alla porta.
Chiusi il pugno e con questo colpii tre volte la porta.
“chi è ?” chiese una voce.
“Vivian.” Tagliai corto.
Aprii la porta e con un grande sorriso cercò di abbracciarmi.
Lo scansai e con velocità gli scagliai un forte pugno nello stomaco.
Gemette e si piegò in due dal dolore.
“ma che diavolo..che cazzo fai?” disse con la voce strozzata.
“cosa? Forse sei tu che non sai che cazzo fai.” Ringhiai trattenendomi dal spaccargli la faccia.
“di che diavolo parli?”
“come? Hai anche il coraggio di domandarlo?
sbaglio o sei tu ad aver messo incinta Leight? Con che coraggio l’abbandoni eh? Ti pensavo diverso. E invece se solo un figlio di puttana. Se tu ora non vai da lei e ti scusi ti faccio il culo insieme a Justin.”
Mi tappai subito la bocca appena nominai il suo nome.
“Justin?” scoppiò in una falsa risata.
“hai detto Justin? Non pensavo fossi amica di quell’essere. Ti sei unita alla sua banda? Hai fatto questo errore? Brava, sei solo una puttana. E no, non vado da nessuna parte. Non me ne frega un cazzo di quel bambino ne di Leight. Ora, sappi che non ho paura. Voglio proprio vedere se hai il coraggio di venirmi a picchiare.” Disse sicuro di se.
Io risi, risi maleficamente. Era una risata che esprimeva disprezzo, mi faceva schifo.
“Tieni gli occhi aperti, perché verremo a cercarti.”dissi. era un avviso.
“certo. Ma guardati, non hai nemmeno le palle di presentarti davanti casa mia da sola ma con una ragazzina. Tu avresti il coraggio di picchiarmi o di chiamare Bieber?” si avvicinò pericolosamente a Karolyn e la prese per il collo.
“non toccarla.” Ringhiai avvicinandomi a lui.
“altrimenti? Chiami il tuo fidanzatino? Prima uccido lei e poi te, va bene?” è malato.
Voi non potete capire quanta delusione mi stia dando.
Era solo una maschera la sua.
Era solo un gioco per lui.
Lui era pericolo.
Lui giocava con Leight.
Lui l’ha messa incinta.
Lui mi ha distrutto.
Lui mia ha deluso.
“Tu sei pazzo.”gridai.
“Può darsi. Non dovevi fidarti di me sai? A me piace prendere in giro le persone. Mi stavi simpatica sai? Ma poi hai rovinato tutto.”
Prese dalla tasca una pistola e la rivolse contro Karolyn.
Iniziò a singhiozzare, si dimenava. E io non sapevo che fare.
“hai fatto un grosso errore a venire sai? Ora muori.” Ringhiò.
Senza esitare premette il grilletto. La colpì. La colpì al fianco destro.
Cadde a terra con un tonfo. Il mondo mi cadde un'altra volta.
Con le lacrime agli occhi corsi verso di lei, mi coprii la bocca cercando di non singhiozzare.
Era la fine, sto per morire.
“E ora tocca a te puttana.” Mi rivolse la pistola.
Chiusi gli occhi aspettandomi un colpo che non arrivò mai.
 Girai la testa e spalancai gli occhi.
“Justin!?” gridai prima di vedere il buoi.
Sono morta? Aiuto.
Ho male, non riesco a muovermi, ho bisogno di te Justin.
Ho bisogno di te.

 
                                                                                                   E' davvero la fine?



Eccomi ragazze, finalmente. 
Scusate per l'enorme ritardo, perdonatemi. 
Ho avuto un sacco di problemi questa settimana. 
Sono stata male, tanto male ma vabbè.
Allora, Leight è incinta. E lo dice a Vivian. ha fatto bene a reagire così? io avrei fatto così sinceramente. hahahaha
Insieme a Karolyn ma da Lunard e cosa succede? Un casino assurdo. Vivian non si aspettava niente di tutto questo. Ha potuto conoscere il vero Lunard purtroppo.
Karolyn è stata colpita, secondo vuoi muore? 
Vivian, anche lei purtroppo viene colpita..ma...da una pistola? 
Finalmente Justin combina qualcosa di buono. Va a salvarle. 
Riuscirà a salvare le due ragazze e a tornare a casa?
Poi, secondo voi, perchè Lunard ha sempre con se una pistola? Perchè è così falso?
Scoprirete tutto nel prossimo capitolo.  
Provate a dire una vostra opinione. 
.............................................................

NIENTE SPOILER. ( :p) <3











 

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Capitolo 48
*** Capter 41. ***


Sotto c'è lo spoiler.
Qui vi lascio il mio twitter. @AleMarianna222  per seguirmi o farmi domande tutti su twitter!



Capitolo quarantuno.


Justin’s pow.

(Ascoltate a ripetizione fino alla fine del capitolo- http://www.youtube.com/watch?v=VeVNjH7ktRs "let me go. Avril Lavigne")

Senza aspettare un secondo di più, presi la pistola e uscii dalla macchina.
Lunard, quel ragazzo non mi convinceva per niente. Lo sapevo che nascondeva qualcosa.
Cercai di attirare la sua attenzione sparando al cielo ma non ci fu nessun botto. Merda, dovevo ricaricarla.
Imprecai mentalmente. Stavo tremando per l’ansia e per l’adrenalina a mille che avevo.
Caricai la pistola e alzai lo sguardo verso Lunard e le ragazze.
Spalancai gli occhi appena vidi Lunard tirare fuori una pistola dalla tasca posteriore. Un botto. E Karolyn cadde a terra. Vivian sarebbe stata la prossima, non volevo perderla. Non potevo perderla, non adesso.
Corsi il più veloce possibile, ormai aveva la pistola puntata contro Vivian.
Mi buttai addosso a Lunard cercando di far mancare il bersaglio.
“Justin!?” gridò.
Tutto accadde in un attimo. Lunard si alzò e sparò anche a Vivian nel torace.
“No! Fottuto bastardo.” Gridai tirando le punte dei capelli.
L’avevo persa. L’avevo persa.
“Avrai una morte lenta e dolora, figlio di puttana!” gridai rossa dalla rabbia. Delle piccole lacrime rigavano il mio viso, e non potei far altro che ignorarle.
“C-chiamo l’ambulanza.” Una flebile voce attirò la mia attenzione.
“Sbrigati, per favore. Ti prego.” Supplicai Karolyn. Sperando che abbia le forze per chiamare.
“Non riuscirai a salvare la tua principessa.” Ringhiò Lunard mirando la pistola verso il piccolo corpo della mia Vivian.
“No, non la toccherai di nuovo.” Urlai.                Mi avventai verso di lui e gli tirai un calcio in faccia.
Sputò sangue, ma rise. Rideva, rideva perché sapeva che sarebbe morto.
Si avvicinò a me e mi tirò un gancio destro. La testa si girò, il dolore era forte ma non quanto la  perdita di Vivian.
Caricando il pugno lo tirai nel suo stomaco facendolo così cadere a terra.
Mi misi a cavalcioni su di lui e lo riempii di pugni.
“morirai di una lenta e dolorosa morte. La tua faccia non si riconoscerà più, sarà sporca di sangue e lividi.” Ringhiai continuando a tirare pugni.
Quando vidi che non si  muoveva più caricai la pistola e sparai quattro colpi. Uno alla testa, una nello stomaco, torace e gamba.
Mi alzai e buttai il suo corpo inerme lontano da qui. Farò venire qui i ragazzi per bruciarlo.
“Hai chiamato l’ambulanza?” chiesi a Karolyn.
“s-sì” mormorò prima di chiudere gli occhi, pregai che non morisse. Ero in debito con lei.
Mi avvicinai a Vivian e le alzai la testa con le braccia.
Aveva gli occhi chiusi, e il sangue non cessava di scorrere.
“per favore. Amore, ti prego. Non morire. Non posso perdere anche te.” Singhiozzai. Appena sentii l’allarme dell’ambulanza e della polizia farsi sempre più vicina mi avvicinai alle sue labbra e le baciai.
“Ti prometto che verrò a trovarti. Me ne devo andare ora. Resisti, fallo per me.” le baciai la fronte e incrociai le mani con le sue. Chiusi gli occhi e appena li riaprii annullai  il contatto che avevo con Vivian e me ne andai correndo e sperando con tutto il cuore che  ce la faccia e che resti al mio fianco per sempre. Accesi la macchina e partii il più veloce possibile. Non volevo problemi anche con la polizia. Non ora.



Vivian’s pow.

“Ti prometto che verrò a trovarti. Me ne devo andare ora. Resisti, fallo per me.” sussurrò. Avrei voluto condividere quel piccolo bacio che mi aveva dato, ma non ne avevo le forze. Avrei voluto stringere la sua mano e sentirlo vicino, ma non ne avevo la forza. Avrei voluto gridarli di non lasciarmi, ma non ne avevo la forza.
L’ambulanza arrivò. Io stavo cercando di resistere. Dovevo vivere.
“Non ce la fa. La ragazza non ce la fa” gridarono. Aprii appena gli occhi e vidi che coprivano il piccolo corpo di Karolyn con un telo bianco. Avrei voluto abbracciarla. Avrei voluto gridarle di resistere. Avrei voluto piangere. Ma non ne avevo le forze.
Le ultime energie che avevo stavano per esaurirsi e senza neanche accorgermene mi spensi.


Justin’s pow.

I singhiozzi non terminavano. L’idea di perderla mi uccideva dentro.
Parcheggiai la macchina davanti casa di Chaz e corsi verso casa sua.
Bussai molte volte e finalmente aprii.
“Amico, che succede? Perché sei conciato così male?” chiese Chaz.
“le hanno sparato. “ mormorai.
“dobbiamo andare da lei, ho bisogno di te in questo momento. Non per il lavoro, ho bisogno di un amico che mi sostenga.” Lo guardai dritto negli occhi e ignorando le lacrime lo abbraccia o meglio mi abbracciò lui.
“non dovevi neanche chiedere. Sono il tuo migliore amico o sbaglio?” disse con un tono malinconico.
“certo, ora andiamo.” Dissi asciugandomi le lacrime. Mi sentivo una femmina. Ma come disse mia madre, tutti prima o poi cadono, anche i più forti.
Seguito da Chaz entrai in macchina.
“guido io, non sei in condizioni di guidare, amico.” Disse Chaz sedendosi nel sedile del guidatore.
Annuii flebilmente e girai la testa verso il finestrino. Accese il motore e senza aprire bocca andammo all’ospedale, ignorando il mio stato malconcio.

Senza neanche accorgermene arrivammo al Hospital’s Los Angeles.
“Scendiamo.”  Disse Chaz prima di spegnere l’auto.
“Abbiamo un piccolo problema.”disse.
“quale?” chiesi abbassando lo sguardo.
“Sicuramente ci sarà suo fratello.” Disse.
Non ci avevo pensato.
“non mi interessa, al momento voglio solo sapere come sta Vivian” sbottai dirigendomi verso l’interno.
“va bene, va bene.”alzò le mani in segno di resa e mi seguii.
“Salve, posso esserle d’aiuto?” chiese un’infermiera.
si, sto cercando la stanza di Vivian Salvador” dissi.
“deve chiedere alla signora che vede davanti a lei. Arrivederci.”
“arrivederci.” Mormorai prima di dirigermi verso la donna.
“salve, le serve qualcosa?” chiese senza degnarmi di uno sguardo.
“cerco la stanza di Vivian Salvador” dissi tamburellando le dita contro il tavolo d’attesa.
“voi siete?” chiese.
“io sono il suo ragazzo e lui il cugino.” Mormorai.
stanza 512, al terzo piano. Prego.” Alzò lo sguardo e mi lanciò un occhiata maliziosa. La ignorai e mi diressi verso l’ascensore.
“Sapeva se insieme a lei c’era un'altra ragazza?” chiesi  alla segretaria, fermandomi.
“si, una certa Karolyn. Ma purtroppo non ce l’ha fatta.” Abbassai lo sguardo e annuendo appena me ne andai da lì. Era morta, non se lo meritava.
“andrà tutto bene Justin.” Mi rassicurò Chaz.
“No, non  andrà per niente bene. La ragazza che credo di amare ora sta là, in fin di vita per colpa di un pezzo di merda. E’ morta una ragazza che era amica di Vivian, non lo meritava. Capisci? Karolyn non meritava di morire, non la conosco bene  ma so che sarebbe stata un’amica perfetta sia per me che per Vivian. È stata lei a chiamare l’ambulanza. Lei ha salvato Vivian, non meritava di morire.” Gridai con le lacrime agli occhi e in preda alla disperazione.
“mi dispiace, non la conoscevo ma mi dispiace molto per..lei.” abbassò lo sguardo. Mi pentii di averlo aggredito così.
“scusa..” sussurrai.
Mi sorrise appena, e salimmo nell’ascensore.

“Voi siete?” chiese un dottore calvo con il camice bianco.
“io sono il suo ragazzo e lui è suo cugino.” Dissi indicando Chaz.
“Va bene, tra un po’ dovrebbe arrivare il fratello.” Disse controllando un foglio.
Non dissi niente, rimasi li immobile mentre Chaz  si agitava. Non m’importa niente al momento.
“che cos’ha?” chiesi in un sussurro.
“adesso è in sala operatoria. Le stanno togliendo il proiettile. Il suo stato è molto grave, non credo ce la farà.” Disse guardandoci con compassione prima di congedarsi.
Mi lasciai cadere nella piccola sedia di plastica che avevo vicino e piansi, piansi anche l’anima.
Perderla era il mio ultimo pensiero.
Vivian, mi sto innamorando di te. Incondizionatamente. 

 


   
Eccomi, allora che ve ne pare? 
E' molto triste come capitolo ma non preoccupatevi. 
Nel prossimo ci sarà lo " smascheramento" di Lunard.
Mi sento depressa solo a pensare che ho fatto morire una ragazza, ve lo giuro.
Justin, in questo capitolo è molto sensibile ma non sarà sempre così. 
Poi, niente. 
Avete ascoltaltato PYD e Alone? sono bellissime.
Ora vi lascio il piccolo spoiler e me ne vado!
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"Sta peggiorando. Solo un miracolo può salvarla." Il mio cuore si contorse dal dolore. La mia Vivian rischia di non svegliarsi più e io non posso fare niente.






















 

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Capitolo 49
*** Capter 42. ***


Amori miei. Leggete!

Ciao mie belle donzelle (ho fatto la rima hahaha) come state? tutto bene? spero di si. Mi dispiace se è un pò corto ma sono un pò in fretta
Comunque, chiedo scusa se da quasi un mese non ho aggiornato ma ho perso la chiavetta! Non la trovo più, ora sto riscrivendo tutto direttamente sul computer. meglio va!
Ci tenevo a dirmi che ho scritto una nuova storia (
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2340218&i=1 ) si chiama "Jerkin", passate a leggerla e se vi va lasciatemi qualche recensione. Datemi anche consigli perchè ne ho particolarmente bisogno!
Buona lettura..e...Buon Natale in anticipo!



 
Capitolo quarantadue.

Justin se ne stava seduto nella sedia davanti alla sala operatoria in attesa di qualche buona notizia, anche se non sembrano arrivare mai.
“Ce la farà.” Lo rassicurò Chaz toccandogli una spalla.
Ma Chaz non ne era del tutto sicuro di quello che diceva, ma lo faceva per il suo amico.
“spero.” Sussurrò Justin toccandosi i morbidi capelli biondi.
Tutto stava andando per il verso giusto, tutto andava quasi bene.
 Perché deve esser i sempre qualcosa che non va?
Pensò Justin mentre i pensieri negativi gli invadevano la mente.

Cosa ci faceva Lunard con una pistola in mano?
Si chiese Justin aggrottando la fronte , ma da solo non avrebbe trovato mai risposte. Doveva ‘indagare’ su di lui. Presto avrebbe chiamato un amico per chiederli aiuto. Doveva sapere cosa nascondeva Lunard, e lo avrebbe fatto per Vivian.

Lunard, oramai defunto era il figlio di uno dei più importanti venditori di armi. E questo, lo aveva nascosto a tutti persino a chi gli voleva veramente bene.
Con il tempo, vedendo quegli oggetti ovunque trovò il piacere di usarle. Ma di usarle inadeguatamente. Karolyn  non fu la prima vittima ma fu una delle tante che lo subirono.  



“Amico, mi dispiace dirlo ma dobbiamo andarcene prim-“ Chaz non riuscì a finire la frase, John era davanti a loro con gli occhi lucidi.
Preso dalla rabbia afferrò Justin per il collo e lo sbattè con violenza contro la parete.
“che cazzo hai fatto a mia sorella figlio di puttana!” ringhiò con il viso rosso e le lacrime agli occhi. Una improvvisa debolezza gli fece allentare la presa nel collo del biondo che con lo sguardo basso pensava alla su Vivian.

Justin’s pow.

Tutto si era rovesciato, tutto.
Lunard, quel coglione. Tutta colpa sua.
Vivian voleva veramente bene a lui, come diavolo ha avuto il coraggio di spararle? Come?


“mollami, ora non sono in vena di litigare.” Sussurrai sperando che mi ascoltasse.
Senza guardami negli occhi mi mollò e si sedette nella sedia senza dire una parola.
“Chaz, ho bisogno di un favore. Devi andare a nascondere il corpo di quel farabutto.” Mormorai alzando lo sguardo verso di lui.
Come risposta annuì e gli diedi la via e il numero della casa e senza esitare se ne andò.

“Quale farabutto?” chiese John aggrottando le sopracciglia.
“il famoso amico di Vivian, Lunard.” Dissi e automaticamente strinsi i pugni ricordando quella merda di persona.
“e per quale motivo lo avreste ucciso?” chiese ancora alzando un sopracciglio.
E’ stato lui a sparare a Vivian e a uccidere una sua amica.” Scossi la testa appena mi ricordai di Karolyn che morì per colpa di quel bastardo.
Quella povera ragazza non meritava di morire. Non lo meritava, era così buona che la morte dovrebbe essere stata una dei suoi ultimi pensieri.
“Quando mi hanno chiamato e mi hanno dato questa brutta notizia il mondo mi è crollato addosso.” Sussurrò più a se stesso che a me.

Ignorai quello che aveva da dire appena un dottore uscì dalla sala operatoria e venne verso di noi con uno sguardo serio.
“Dottore, allora come sta?” chiese Salvador appena lo vide.
"se eseguiamo la terapia al modo adeguato forse si salverà." Il mio cuore perse un battito appena pronunciò quella frase.
“No! Non può dire questo. Lei si salverà senza il forse. Se morirà  ve la farò pagare.” Gridai tirando un pugno contro la parete provocando una lieve crepa.
John non disse niente..solo..pianse. Eravamo semplicemente preoccupati. E se non si salvasse?
Si sedette nella sedia e coprendosi il viso pianse anche l’anima.
Alzai gli occhi al  cielo trattenendo le lacrime, non dovevo farmi vedere così.
Non posso distruggere la corazza che ho creato con gli anni. No.


“La ragazza è stata sparata proprio nei polmoni , purtroppo.  Ha avuto una perforazione nel polmone destro. Deve eseguire una terapia e se questa va per il verso giusto non morirà.
Anzitutto si deve combattere lo stato di shock che di solito accompagna simili incidenti: trasfusioni di sangue, somministrazione di ossigeno, analgesici e sedativi sono alcune delle misure con cui viene iniziata la terapia.”
Ci spiegò controllando un foglio.
Detto questo si dileguò e ci lasciò soli immersi nell’ansia e nel terrore.
Per la prima volta ho paura. Ho paura che possa morire.

“Come fai a conoscerla?” chiese John.
“è una mia compagna di classe, con il tempo mi sono affezionato a lei.” Mentii, non potevo dirgli che la conoscevo perché l’avevo tormentata a scuola e ora fa parte della mia banda. E soprattutto non posso dirgli che forse la amo.
“Oh..interessante..ma non voglio che ti avvicini più a lei.” Mi ordinò alzando lo sguardo verso di me.
Nei suoi occhi si leggeva perfettamente terrore, rabbia e vulnerabilità.
“non ti assicuro niente,John.” Mormorai distogliendo lo sguardo dal suo.
“Non m’importa. Voglio che lei non corra pericolo e beh, con te c’è il rischio che possa morire..e io non voglio.”disse.
Strinsi i pugni appena aprì la bocca per dire quella cazzata. Parla proprio lui?

“strano sentirlo dire da te, quando anche tu fai la mia stessa vita. Pensa prima di parlare.” Ringhiai sentendo la rabbia circolare in tutto il mio corpo come il sangue scorre nelle vene.
“quello che faccio o non faccio non ti riguarda. Vivian non sarà mai in pericolo perché non sa del mio lavoro.”ringhiò a sua volta alzandosi dalla sedia.

bel modo di proteggerla sai? Mi domando cosa farà appena verrà a sapere quello che fai.” Mi alzai e fronteggiandolo lo spinsi all’indietro.
Era di mezzo centimetro più alto di me e ovviamente non avevo nessun svantaggio. Modestia a parte, avrei vinto anche ad occhi chiusi.

“Sei così sicuro di te Bieber. Apri gli occhi, non sei il migliore.” Scoppiai in una risata sentendo questa cazzata.
“e invece si, e lo sai bene.”dissi. Non disse niente, scosse solamente la testa
Mi risedetti nella sedia e il pensiero di Vivian in una sala operatoria mi fece venire i brividi.

Two hours later..

Aprii gli occhi sentendomi scrollare le spalle. Mi ero addormentato
“Scusa, sei qui per la signorina Vivian Salvador?”chiese una giovane ragazza con la divisa da infermiera.
“ehm, si.” Mi guardai intorno spaesato.


Mi sorride cordialmente e osservando un foglio alzò lo sguardo verso di me.
“Volevo dirle che tutto è proceduto nel modo giusto. La ragazza ora è nella sua stanza, sta dormendo. Domani se si sveglia può venirla a trovare.” Disse con il sorriso stampato in faccia.
“sa dov’è il fratello?” mi chiese.
“era qua fino a due ore fa.” Sussurrai osservandomi intorno.
“può andare se vuole. “ annuii e poco dopo la vidi camminare verso la camera in cui stava Vivian.
Camminai verso l’uscita e mi diressi verso la mia macchina pronto ad andare a casa più felice che mai.


 
Spalancai la porta di casa mia e sussultai appena vidi tutti i ragazzi della mia banda seduto sui miei divani.
“cosa ci fate qua?” Chiesi alzando un sopracciglio.
“niente, volevamo sapere come sta Vivian” disse Jason mettendosi più comodo nel divano.
“sta bene, per fortuna. Ora sta riposando, domani la vado a trovare.”un grande sorriso si formò nel mio viso appena pensai a cosa sarebbe successo domani.
“Veniamo anche noi” esclamarono.
“Chaz, hai fatto quello che ti avevo chiesto?” chiesi sperando ad una risposta positiva.
“si, c’erano molti poliziotti. Ma sono riuscito a togliere di mezzo il corpo. Ora bisogna dire a Vivian quando si sveglierà cosa dire alla polizia.” Disse sorridendomi.
Annuii e mi sedetti vicino a loro con un sorriso dipinto nel viso e il pensiero fisso della mia Vivian.


Solo ora mi resi conto di cosa provavo realmente per lei, e domani glielo avrei detto.
Perché la voglio, la voglio mia.
 Per sempre.








 

 

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Capitolo 50
*** Capter 43. ***


IMPORTANTE..LEGGETE PER FAVORE

Salve caramelline, questo è il mio regalo di capodanno. spero vi piacca. 
Però voglio che recensite perchè ho bisogno di sapere cosa ne pensate. Ringrazio quelle poche ragazze che non se ne sono mai andate e che recensiscono sempre. Vi amo, davvero. Probabilmente farò il sequel di questa storia, dove ci sarà più azione, credo. insomma devo vedere perchè altrimenti la storia si fa troppo lunga  quindi credo la dividerò in due. Ditemi se siete d'accordo o no. Spero di si. 
Ho scritto un'altra storia che si chiama JERKIN  mi farebbe piacere se la leggete e la recensite. 
Buona lettura!



Capitolo quarantatre.



Vivian’s pow.
 
Lentamente aprii gli occhi e rimasi quasi accecata dalla forte luce che il solo emanava.
Siamo a novembre e il solo sembra estivo..bah..chi capisce la natura.

 
Mi guardai intorno e rimasi un po’ sorpresa, insomma, dove diavolo mi trovavo?
Tutto incredibilmente bianco, noioso e c’è un odore di ospedale nauseabondo.
Ok, sono all’ospedale. Per quale motivo?
Non mi ricordo un emerito niente e la testa mi gira un po. 
Cercai di alzarmi con il busto ma una forte fitta al petto mi fece gemere dal dolore. Abbassai la testa e notai..cosa diavolo potrei avr notato se ho una camicia che mi copre il petto? A volte mi sento così stupida. Alzai la tunica verde e spalancai gli occhi appena vidi una benda bianca circondarmi tutto il seno. Ma che cazz’? 
Poi dei flashback mi rinfrescarono la mente.

Lunard.
Lunard, bastardo di merda.
Karolyn, quella ragazzina dov’è? Sta bene vero?
Justin, il mio Justin. Lui mi ha salvato la vita.

Degli spari e poi non ricordo più nulla.  Mi ricordo che Lunard ha tentato di uccidermi e anche Karolyn. Spero che sia morto, spero che Justin gli abbia dato una lezione.

La porta all’improvviso si aprì e una giovane infermiera terribilmente  bella si avvicinò a me con un sorriso premuroso.
“salve, vedo che si è ripresa.” Esclamò guardando la macchina che avevo di fianco che emetteva strani suoni ogni volta che muovevo un muscolo. “Quando posso uscire da questo posto?” chiesi leggermente in imbarazzo. Fece una piccola risata e controllando la flebo che avevo conficcato nel braccio  che mi dava terribilmente fastidio. “Probabilmente questo pomeriggio.” Mi sorrise. 
La porta si spalancò prepotentemente e apparì la figura di Leight. “che diavolo è successo? Dov’è Lunard? Perché sei stata ricoverata? Che diavolo succed-“ la interruppi  e alzai gli occhi al cielo.
“ quello stronzo mi ha sparato.” Sussurrai guardandola dritta negli occhi. “Lunard? No no no.. non è vero! Lunard non farebbe mai una cosa del genere.” Gridò mentre gli occhi diventavano lucidi e le labbra tremavano. “Mi dispiace, la sua simpatia verso di noi era tutta una maschera.”abbassai gli occhi  e  scossi la testa cercando di dimenticare.

“ho deciso di abortire.” Mormorò toccandosi la pancia. “Non puoi abortire Leight!”esclamai.
“sono troppo giovane Vivian. Ho 17 anni , c’è tempo per pensare ai bambini ma ora non sono pronta a diventare madre. Non potrò più divertirmi e soprattutto non potrò comportarmi da normale adolescente. Capisci?”disse sedendosi sulla sedia che si trovava di fianco. “ e metti conto che non avrà un padre. Cosa gli dirò quando mi chiederà perché non ha un papà come tutti gli altri bambini? Che sua padre era matto e che ha tentato di uccidere delle persone e per questo lo hanno ucciso?” esclamò.

“non puoi togliere una vita. Ricorda che non sarà mai un errore. Ti prometto che starò sempre al tuo fianco per aiutarlo a crescere. Lo..lo cresceremo insieme. Ma ti prego non abortire.” La supplicai sperando di riuscire a convincerla.  È vero è molto giovane ma io sono molto contraria agli aborti  e non sopporterei che si tolga una giovane vita a un neonato. Mai.

“ci penserò. Ora vado. Devo tornare a casa. Stammi bene tesoro” mi avvolse in un caldo abbraccio e salutandomi con la mano uscì dalla camera.
Sospirai e osservai meglio la camera in cui mi trovavo in cerca di qualche distrazione.
Ma cosa credi ci possa essere di interessante in una fottuta stanza di ospedale Vivian?
Ma che diavolo..Ora parlo da sola?
Sono pazza.


A interrompere i miei pensieri  fu la porta che si aprì.
Un paio di Supra nere dei Jeans a vita esageratamente bassa e dei capelli biondi. Justin. “Piccola, come stai?” chiese baciandomi la fronte. “Ciao anche a te Justin. Comunque bene.”gli sorrisi e finalmente dopo giorni potetti vedere il suo sorriso.


( mettete real and true- Miley Cyrus)

“Devo parlarti” all’improvviso diventò serio. Mi prese la mano destra e la strinse a se. Il mio cuore perse un battito e delle stupide farfalle cominciarono a danzare nel mio stomaco. Come può  farmi questi effetti?
“Io..”
“tu?”
“Ti ricordi il primo giorno che ti ho visto? Ti ho detto che ti era caduto un pezzo di carta, e da quell’episodio è iniziata la nostra storia. Una storia complicata, la maggior parte per colpa mia. Ti ho fatto del male per il semplice fatto che probabilmente volevo attirare la tua attenzione
” sorrisi ascoltando quello che diceva.
Tanti piccolo brividi scorreva nel mio corpo e le mie labbra fremevano di assaporare il suo sapore che per molto tempo non ho fatto.
“Ti ho picchiata, insultata e tanto altro. Ti chiedo umilmente perdono.
Mi ricordo quando facemmo per la prima volta sesso, per me era un gioco. Un gioco in cui volevo vincere, perché tu Vivian sei l’unica che riesce a sfidarmi. 
Non so se per te è stato bello ma per me..per me è stato l’errore più bello. A volte sono menefreghista e stronzo ma voglio dirti che se mai lo sarò con te ricordati che non ti abbandonerò mai.”
i miei occhi pizzicavano e le mie mani tremavano per la troppa emozione. Ma quanto sdolcinato è? Amo questo suo lato.

“quando ho visto che Lunard ti puntava una pistola contro, ho perso il controllo. L’ultima cosa che volevo era perderti. Ora mi sono reso conto che ti voglio.
Ti voglio, per sempre insieme a me. Ti prometto che ti proteggerò, e ti terrò stretto a me quando saremo a letto insieme. Oppure quando faremo l’amore, ti terrò tra le mie braccia e lo faremo tutta la notte.
Ora che sei nella mia banda, mi prenderò sempre cura di te. Nelle missioni tu sarai sempre vicino a me perché l’ultima cosa che voglio è perderti.”
Lo afferrai per le spalle e lo avvicinai a me.
“quello che hai detto è stato meraviglioso.  “ non riuscivo a dire niente. Sapevo che non aveva finito di parlare ma l’unica cosa che volevo ora è baciarlo tutto il tempo possibile.
“vuoi essere mia per sempre?” chiese inchiodando le sue pozze d’orate nei miei occhi scuri. La mia bocca si aprì in un largo sorriso e senza esitare lo abbracciai.
“si.” Risposi odorando il suo profumo. La vaniglia.
Si allontanò e un secondo dopo le sue labbra si erano posate dolcemente sulle mie.
La sua lingua picchiettò sulle mie labbra per chiedermi il permesso di unire le nostre lingue, non esitai un secondo e finalmente si intrecciarono in un sinuoso ballo d’amore. Mi prese il viso tra le sue grandi mani e mi strinse più a se. Le nostre lingue continuavano a giocare tra loro da ormai 15 minuti, ma nessuno aveva intenzione di smettere.


Justin’s pow.

Ce l’avevo fatta, le avevo confessato tutto quello che sentivo dentro. Mi sento più sollevato.
Intanto le nostre lingue si intrecciavano tra di loro, il suo sapore era dentro di me e se potessi starei così per sempre.
“scusate..” ci allontanammo e imbarazzati ci girammo verso la direzione della voce che ci aveva richiamato.
per uscire ci serve qualcuno che possa firmare il permesso. Suo fratello?” chiese.
Non l’ho più visto da ieri  e sinceramente non so più dove sia. Vedo quanto gli importa di sua sorella. “Justin, mio fratello dov’è?” chiese Vivian. “Non lo so, ieri lo avevo visto ma poi è sparito.”spiegai  alzando le spalle. “oh..strano che non sia ancora venuto a trovarmi.”sussurrò, nella sua voce si sentiva tristezza. Tristezza per colpa del suo dannato fratello che sembra fregarsene di lei. Istintivamente  chiusi a pugni le mia mano cercando di trattenere la rabbia.
“ad ogni modo firmo io.”esclamai alzandomi dalla sedia. “quanti anni ha?” chiese l’infermiera. “19.” Sbottai nervoso.  Non sembro abbastanza grande?
“Bene. Appena la ragazza sarà pronta dovete uscire di qui” spiegò uscendo dalla stanza e chiudendo la porta lasciandoci finalmente soli.
Vivian si alzò dal lettino ma appena notai che aveva delle difficoltà la aiutai ad alzarsi.
“vuoi che ti aiuti a vestirti?” chiesi tenendola con il braccio nella vita. “va bene.” Balbettò con le guancie leggermente rosse. Sorrisi dolcemente e l’aiutai a togliere la camicia rimanendo con solo le mutandine di pizzo. Io adoro il pizzo…
ma ti sembra il momento di pensare a che mutandine indossa?
No..
Ecco.
Stupida vocina mentale..

Presi dall’armadio bianco che c’era al lato del letto e estrassi un reggiseno rosso.  Lo afferrai e prendendole le mani che coprivano i seni gli misi prima una spallina e poi l’altra. 
“sei bellissima, non serve che ti copri.” Le sussurrai baciandole la fronte.
La girai e le agganciai il reggiseno, presi anche la maglietta e attirandola a me gliela misi.  Nei miei occhi si poteva leggere lussuria per quella ragazza, per le sue meravigliose forme e per la sua bellezza disumana. Perché si, lei era perfetta. 
Presi dei jeans e facendola distendere del lettino glieli misi sopra le sue gambe perfette. “Fatto.” Dissi aiutandola ad alzarsi.”G-grazie.” Sussurrò mentre si infilava le vans ai piedi. “di niente, piccola”risposi facendole un occhiolino. La presi per mano e la portai fuori dalla porta pronti a tornare a casa.
“Ma Karolyn? Anche lei era stata colpita” disse quasi avendo paura della risposta.
La tristezza prese il sopravvento e cercai in tutti i modi di ignorare la sua domanda. Non era ancora il momento di dirglielo. Non potevo dirgli che era morta. Non ora.
“dov’è Karolyn, Justin!” gridò mollando la mia mano. “Vivian, quando torniamo a casa.” Sussurrai.
Ci dirigemmo verso l’infermiera seduta vicino all’ingresso dell’ospedale e firmai il permesso. Ripresi per mano Vivian e  ci dirigemmo perso la mia Porche. 

Durante il tragitto verso casa mia il silenzio dominava in tutta l’auto, nessuno dei due aveva voglia di parlare.
“Scendi.” Le ordinai spegnendo il motore della macchina. “ Ma questa è casa tua.”disse  guardandosi intorno.
“Lo so.” Le sorrisi  e mi diressi verso la porta per aprirla e farla entrare.  “accomodati, devo parlarti.” Le dissi posando le chiavi e il cellulare nel tavolo del salotto.

Mi sedetti vicino a lei e avvolgendo un braccio attorno alle sue spalle le diedi un bacio a stampo. “ti ricordi quando mi hai chiesto di Karolyn?” chiesi guardandola negli occhi. “Si.” Rispose annuendo.

“Vedi, quando ti hanno sparato avevano sparato anche a Karolyn nel fianco destro, credo. Lei purtroppo non c’è la fatta..è morta dissanguata.” Terminai di parlare.
Il suo sguardo era perso nel vuoto, assente. Mentre io mi chiedevo cosa sarebbe successo da un momento all’altro.
“No..non è vero. Lei..è viva. Dai, lo so che stai scherzando!” gridò colpendomi nel metto. Le presi i piccoli polsi e la fermai.

“piccola, lei non c’è più. Quel bastardo l’ha uccisa.” La strinsi a me e le bacia ripetutamente la testa cercando di tranquillizzarla.
“perché e morta? Lei non c’entrava in tutto questo. Non..non meritava di morire” sussurrò stringendomi a se.
Aveva bisogno di me, la mia piccola Vivian voleva me.

 




 









 

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Capitolo 51
*** SEQUEL. ***


Importante leggete. 

Voglio avvisarvi che prima che finisca ' I hope a love story' scriverò altri due capitoli dopo di chè inizierò il sequel.
Si chiamerà ' Error' , gli ho dato questo nome semplicemente perchè si addice alla fine della prima serie. 
Beh, scoprirete tutto tra un pò. 
Mi sono registrata su ask ( 
http://ask.fm/Smilekerry ) se volete farmi domande o altro basta che mi domandate tutto su ask. 
Infine, ho scritto una nuova storia che si chiama ' Jerkin' mi farebbe piacere se la leggeste ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2340218&i=1 ).
Bacii


ERROR. 


prossimamente.

 

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Capitolo 52
*** Capter 44. ***


LEGGETE.

Gente, finalmento ho aggiornato.
Ebbene sì, questo è il penultimo capitolo prima che inizi Error. Spero vi piaccia come titolo. 
Volevo parlare un pò di Justin. Tutte avete saputo cos'è successo a Justin riguardo al vicino no?
Premetto che quando ho saputo delle uova che ha lanciato sono scoppiata a ridere. Insomma, è tipico di Justin fare queste bambinate ma non importa. 
Sapete anche che Za è stato arrestato per la droga.
Io dico solo che deve assolutamente allontanarsi da quelli che lui chiama 'amici' perchè lo portano solo nella cattiva strada. E io un Justin  che fuma e si droga come quei tipi là non ce lo voglio. Io voglio solo il bene per lui. Punto.

Justin e Selena? Io dico solo che l'amore domina tra loro due. Sono destinati a stare insieme perchè si amano. 
Ora, se avete qualche domanda o altro tutte qui
http://ask.fm/Smilekerry
Buona lettura bellissime!
 


Capitolo quarantaquattro.



Vivian’s pow.


Mi fiondai tra le braccia di  Justin e mi lasciai coccolare mentre le lacrime scorrevano nelle mie guancie.
“Mi porti a casa?” Chiesi appoggiando la testa nel suo petto. “Va bene.”borbottò come se non volesse lasciarmi andare. 
“Voglio vedere mio fratello, se no sarei rimasta.” Dissi alzando la testa verso il suo viso. “Tranquilla, ora vado a prendere le chiavi e ti porto.”disse alzandosi  e dirigendosi verso le scale.
Mi alzai dal divano e lo aspettai alla porta. La mia attenzione venne catturata da una foto nel comò vicino alla porta.
Una giovane donna dagli occhi di un azzurro limpido teneva per mano due bambini . Una maschio e una femmina. Presi la foto e la osservai, dovevano essere la sua famiglia.
“Che stai facendo?” una voce mi porto alla realtà. Girai di scatto la testa e osservai il suo viso. Mascella tesa e sopracciglia aggrottate. Sintomi di confusione e di rabbia.”Stavo guardando la foto.”sussurrai rimettendola dov’era. “Non ti ho detto che potevi toccare le mie cose.”sbottò avvicinandosi a me.
Adesso è vietato guardare una fottuta foto?”Borbottai aprendo la porta e iniziando a camminare.
Una presa al mio polso mi fece voltare e andai contro il petto di Justin. “Ti devo portare io a casa. Si sta facendo buio e non voglio che ti succeda nulla.” Disse aprendo la macchina. Non risposi ed entrai in macchina aspettando che mettesse in moto.  

Girai la testa e osservai il cielo che ormai si stava scurendo. Tutti così cupo, così triste e così solo. Mi sentivo così ora. Mi sento come se non potessi essere felice, come se il karma volesse farmi un dispetto. Perché si, è così che sta andando. Prima o poi devi cadere e farti male, ma devi saperti alzare e ripartire. Ma non ce la faccio. E’ troppo quello che sto sopportando.
I miei occhi iniziarono a pizzicare e delle lacrime silenziose scesero dai miei occhi scuri.
Senza accorgermene inizia a singhiozzare.
Merda.

“Tutto apposto, piccola?” chiese Justin accostando nel marciapiede la macchina. Mi accarezzò la testa e mi spinse contro il suo petto.  
Mi lasciai andare in un pianto disperato mentre lui cercava di tranquillizzarmi ma era impossibile. Sto cadendo nel vuoto e nessuno può aiutarmi.
“andrà tutto bene, devi essere forte.” Sussurrò mentre mi accarezzava ripetutamente i capelli.
A malincuore mi lasciò e riprese a guidare. Con la manica della mia felpa mi asciugai gli occhi pieni di lacrime.

“Siamo arrivati.”disse afferrando la mia mano. “Sorridi al mondo, Vivian.”disse baciando la mia mano.
Gli sorrisi e aprii la portiera della macchina. Camminai fino alla porta di casa mia e cercai le chiavi della tasca. Quando la trovai aprii la porta e la chiusi dietro di me appena varcai la soia.
Cercai John in camera sua ma non lo trovai.

Un gemito attirò la mia attenzione e senza esitare mi fiondai nel salotto.
Spalancai gli occhi appena vidi la scena che si presentava davanti a me. E come se non me lo aspettassi i miei occhi pizzicarono.  John era steso sul divano e stava scopando con una troia. Appena si accorse di me spalancò gli occhi. “Tua sorella era all’ospedale e quasi rischiava di morire e tu? Tu eri qui mentre ti scopi questa troia!Mi fai schifo John”Gridai salendo le scale. “Aspetta, ti posso spiegare!” gridò mentre mi seguiva.

“Non voglio ascoltare nulla. Quello che ho visto  mi ha fatto capire che a te di me non te ne frega un cazzo. Tu per me non esisti più.” Gridai afferrando la valigia che avevo messo sotto il letto . Mi avvicinai alla cabina armadio e afferrai tutti i miei vesti e li buttai con rabbia nella valigia.

“Fermati, ti prego non andartene.” Mi supplicò cercando di fermarmi. “Spiegami per quale motivo dovrei stare qui.” Ringhiai spingendolo lontano da me.
Appena finii di mettere le mie cose nella valigia la chiusi e ignorando le inutili suppliche di non andarmene di John scesi le scale e spalancai la porta. Corsi il più veloce possibile fino. Volevo andare da Justin. Era l’unico a cui importavo veramente.  Era piuttosto lontano ma non m’importava, avrei corso fino a morire.
Omari la mia casa non si vedeva più. Era coperta dalla nebbia che dominava l’aria.  Tutti era così scuro e onestamente avevo un po’ paura. Con il borsone in mano camminai il più veloce possibile tirando su il naso e pulendomi quelle fottute lacrime.
Ha preferito stare con una prostituta invece di vedere sua sorella che rischiava di rimetterci la pelle.
Perché tutto a me?Voglio essere felice,dannazione. Voglio essere sempre felice e sorridere ad ogni cosa bella che incontro.

Appena arrivai feci un sospiro di sollievo ringraziando Dio che nessuno mi abbia rapita o addirittura stuprato. Ci mancava solo questo.
Sbuffando bussai alla porta sperando che mi aprisse.
Qualche secondo dopo la porta si spalancò prepotentemente e un bellissimo ragazzo apparse  davanti a me.

Justins’pow

Scesi le scale ignorando il mio aspetto e spalancai la porta.
Vivian era davanti a me con il trucco sbavato e piangeva. Spostai lo sguardo in basso e vidi che c’era un borsone. Che diavolo succede?

“Vivian? Che succede?”chiesi aggrottando le sopracciglia. Senza preavviso le sue braccia circondarono il mio bacino e appoggiando la testa contro il mio petto iniziò a singhiozzare e sussurrò un paio di volte il nome di suo fratello. “Ti va se entriamo dentro e mi racconti cos’è successo?” chiesi spingendola dentro casa mia.

“Allora, che succede?” chiesi sedendomi nel divano. “Quando sono arrivata a casa cercai John, ma non lo trovai.”si fermò e fece un sospiro per riprendersi. “fino a quando vidi nel salotto mio fratello che scopava un troia.  Lì il mondo mi cadde addosso. Cioè, sono stata in ospedale e rischiavi di morire e lui? Era a casa a spassarsela. Allora sono andata in camera mia e ho preso tutte le mie cose ignorando la voce di mio fratello che mi supplicava di non andarmene. E infine sono scappata da te.” Abbassò lo sguardo cercando di trattenere le lacrime e ricominciò a parlare.” So che non vuoi nessuno in casa tua ma ti chiedo solo qualche giorno e poi troverò un posto dove stare. Se non vuoi non im-“ la interruppi con un bacio in bocca, parla troppo.
Come può un fratello essere così egoista? Ha preferito spassarsela con una puttana invece di stare con sua sorella.
Salvador, te la farò pagare.

“puoi stare qui quanto vuoi. Anche tutta la vita.”le dissi alzando con il pollice il suo mento. Le rivolsi un sorriso dolce che lei ricambio facendone uno ancora più grande.
“Dai vieni, ti mostro dove mettere i vestiti.” Dissi alzandomi dal divano per poi salire le scale e andare in camera mia, ormai nostra.
Afferrai il suo borsone e lo misi sopra il letto intuendo che fosse pesante per lei. “come hai fatto a trasportare questa borsa fino a casa mia?” chiesi non aspettandomi una risposta.
“Sai, ho più muscoli di te e di tutti gli altri componenti della banda” disse mostrando il braccio. Scoppiai a ridere vedendo quanto senso dell’umorismo avesse.”certo, per questo quando ti dovevo allenare e ti chiesi di tirarmi pugni non ho sentito dolore vero, donna?” ci scherzai su abbracciandola da dietro.

non avevo forza in quel momento.” Disse. Mi stupiva sempre di più. Riesce a scherzare anche quando è nel periodo più buio e cupo.
La aiutai a sistemare le cose nell’armadio e quando finimmo scendemmo in cucina per mangiare qualcosa.
“cosa desidera, mia principessa?” chiesi dedicandole un inchino.”qualsiasi cosa tu voglia mangiare,mio principe.” Disse con eleganza.
Mi diressi ai fornelli e accesi l’acqua. Avrei preparato pasta con panna e prosciutto.”posso..posso farti una domanda?” chiese timidamente. Mi girai e annuii prendendo la pasta.
“Come mai sei così buono con me?” chiese. “perché sei la mia ragazza, e una ragazza bisogna sempre trattarla da principessa. Tu sei la mia principessa.”mi avvicinai a lei e abbassandomi di un po’ le baciai la fronte.  Non disse niente ma giurai di aver visto le sue guancie tingersi di rosso.

Quando finii di preparare il cibo misi in un piatto la porzione per Vivian e quella per me. Presi le posate e incominciai a mangiare insieme a lei. “non pensavo fossi capace di cucinare.”ammise mentre addentava una pasta. “lo so. Ma quando si vive soli bisogna arrangiarsi.” Dissi sorridendole.
Quando finimmo di mangiare lavai i piatti con l’aiuto di Vivian e infine andammo in camera per dormire.
Mi tolsi i vestiti e rimasi in boxer ignorando le occhiate di Vivian che non smetteva di fissarmi.
Prese il suo pigiama e si diresse in bagno ma la fermai in tempo. “perché vai in bagno? Ti ho già vista nuda o in intimo non devi vergognarmi di me.”le dissi accarezzandoli una guancia. 
Si  liberò dalla mia presa e di sedette nel letto per cambiarsi.
Cercai  invano di ignorarla ma era impossibile non fissare le sue curve perfette e la sua carnagione così particolare. Quando finì di prepararsi la feci stendere sotto le coperte seguita da me e la avvolsi con le mie braccia. La strinsi a me e avvicinandomi al suo orecchio le sussurrai un “Buonanotte, piccola”.
















 

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Capitolo 53
*** Capter 45. -The end- ***


Leggete alla fine del capitolo. Ci sono cose importanti!



Capitolo quarantacinque-The end-



Vivian’s Pow.


Aprii gli occhi lentamente e tastai con la mano il lato destro del letto per cercare Justin. Ma come mi aspettavo, non c’era.  Mi alzai dal letto e sussultai appena i miei piedi toccarono il soffice tappeto che si trovava sotto di me. Mi diressi in bagno e mi guardai allo specchio. Occhi rossi, trucco colato e capelli in disordine. Questo è quello che vidi, una me triste e cupa.
Cercai di mettere i capelli in ordine ma con scarsi risultati, così decisi di scendere senza curarmi del mostro che ero.
Osservai la cucina e mi accorsi della presenza del mio ragazzo che tagliava del pane. “Ehi” sussurrai sedendo nella prima sedia che vidi. Si girò e mi osservò da capo a piedi, un grande sorriso si aprì e si avvicinò a me dandomi un bacio nella fronte. “Buongiorno,piccola.” Disse ritornando a fare quello che stava facendo in precedenza. “dormito bene?” chiese. “Si, tu?” dissi afferrando una bottiglia di acqua che c’era nel tavolo, mi alzai e presi un bicchiere dalla credenza.
E fu in quel momento che mi ricordai di ieri. Il giorno in cui tutto mi crollò addosso. Non sapevo se ritornare in quella casa per prendere le ultime cose rimanenti in camera mia. Avevo preso solo dei vestiti, e so che prima o poi sarei dovuta entrare in quella casa e affrontare John.  E perché non farlo oggi?
“Dopo devo andare un attimo a casa mia.” Dissi rompendo il silenzio che dominava l’aria da un po’ di minuti. “Sei sicura?” chiese osservando le mie iridi marroni attentamente. Annuii sicura, dovevo essere forte. “Tu mi accompagni, vero?” chiesi sperando in un sì. Spalancò gli occhi e per un momento giurai di aver visto paura e non ne  capisco il motivo “Certo.”sussurrò schiarendosi la voce. Poi continuò, “ma non entrerò con te.”disse serio. “perché? Hai paura che mio fratello ti faccia male? Non ti toccherà.”dissi, ma non  ne ero tanto sicura.


“Non è per quello.”scosse la testa in segno di disapprovazione su quello che avevo detto.” E allora perché?” chiesi non capendo non mi rispose, prese soli i due piatti con le pietanze da mangiare e senza degnarmi di uno sguardo cominciò ma mangiare.


Osservai dal finestrino il cielo nuvoloso, tra un pò pioverà. Justin intanto guidava e il suo sguardo spendo e cupo mi fece capire che era nervoso, ma perché?

Justin’s pow.



Dovevo dirle di no, merda. Se John mi vede, tutto andrà a puttane. Vivian scoprirà cos’è realmente suo fratello e non mi rivolgerà più la parola. Non so come cazzo fare. Vivian a modo suo mi osserva e so che si sta facendo delle domande riguardo al mio comportamento ma cosa posso dirle? Nulla, non le direi nulla.
Parcheggiai la macchina e aspettai che Vivian scendesse pregando Dio che non mi chieda di accompagnarla.
“Justin, allora vieni?” chiese osservandomi attentamente. Feci un respiro profondo e scesi odiando più che mai la mia sfiga.  Odio la mia vita.


La seguii fino alla porta e si girò per cercare le mio sguardo che ora era perso nel vuoto. Scossi la testa e le presi una mano per darle coraggio,bussò alla porta e suo fratello aprì. Appena la vide fece un enorme sorriso e allargò le sue braccia per abbracciarla. Questo sorriso si spense appena lei lo respinse. Alzò lo sguardo e lo incollò al mio. Strinse i pugni e ringhiò mentre io rimasi serio. “Che ci fai qui, Bieber.” Ringhiò guardandomi con disprezzo. “Sono venuta a prendere la mia roba, lui mi ha solo accompagnata.”si intromise Vivian spingendo all’indietro suo fratello. Mi prese per mano e mi fece salire in camera sua.
Non ti avevo ordinato di non vederla mai più?” chiese John dandomi una spallata “cosa?Justin cosa sta dicendo?”domandò Vivian confusa.

“Zitta.”ringhiai sentendo la mia rabbia salire sempre di più. “Dovresti sapere che io non mi faccio dare ordini da nessuno.”ringhiai tagliente. “io credo che dovresti, se non vuoi morire.”esclamò squadrandomi con disprezzo. “che diavolo succede, potete spiegarmi come cazzo fate a conoscervi?” gridò Vivian presa dal nervoso. “ti ho detto di stare zitta. Prendi le tue robe e usciamo di qui prima che lo uccida.”gridai facendola sussultare. Non rispose, mi guardo delusa e riprese a mettere le sue robe dentro una borsa.

“Sei nella merda, Bieber.” Ringhiò avvicinandosi a me. “non mi fai paura, coglione”ringhiai a mia volta.
“te la farò pagare per avermela portata via.” Esclamò.  Io non gliel’ho portata via. È stato lui ad averla fatta scappare via.
“Andiamo.” Disse finalmente la mora prendendomi per mano. Si fermò di colpo e si girò verso suo fratello.
Prima di fare tanto il duro fatti un esame di coscienza. Se io me ne sono andata è solo e solamente per colpa tua. Continua la tua vita senza di me e sii felice. Addio.” Disse mentre le lacrime le rigavano il viso.
“Ti prego Vivian, non lasciarmi solo.”sussurrò John in preda al panico. “sei mia sorella, perdonami.”gridò disperato “Ti sbagli, un fratello non si scopa una troia mentre la sorella sta all’ospedale e la tratta male!”urlò nervosa. “non farmi questo. Io ti voglio bene!” gridò, ma ormai era troppo tardi,eravamo già usciti da quella casa e ora sentivo solo le urla di John e i singhiozzi di Vivian.

Salii in macchina e accesi il motore,aspettando che Vivian salga. “Mi dispiace per quello che è successo.”dissi abbassando lo sguardo. “non è colpa tua” mormorò. Di istinto l’abbraccia e la strinsi al mio petto mentre lei si sfogava in un pianto.
Mi dispiace che anche il loro legame si sia distrutto. Io non so che dire, insomma, mi sento il colpevole.


Vivian’s pow.

Corsi in camera e mi distesi nel letto piangendo in silenzio. Justin mi seguii e si distese affianco a me osservando il soffitto. “Vivian, so che stai male. Ma devi essere forte, devi combattere conto te stessa per essere per una volta felice.”sussurrò accarezzandomi una guancia. “non sai cosa vuol dire perdere qualcuno.”dissi togliendo la sua mano  dal mio viso “invece ti sbagli.”mormorò diventando freddo.
“scusami.”abbassai lo sguardo sentendomi in colpa. 


Passarono dieci minuti e dopo Justin iniziò a parlare. “tutti si chiedono dov’è la mia famiglia, che fine abbia fatto. E sai cosa dicono? Che gli ho uccisi.” Spalancai gli occhi, e se lo avesse fatto realmente? ”ma-ma non lo ha fatto vero?”chiesi titubante. “no! Come ti può passare per la mente una roba del genere?”mi rimproverò.
“e allora..dove sono?” chiesi confusa “sono in Canada” disse mentre la tristezza prese il sopravvento. “sono così lontani da te..”pensai ad alta voce. “già, troppo per poterli vedere.”sussurrò dandomi un piccolo bacio nelle labbra. “e ti mancano?” chiesi guardandolo attentamente.  “molto.” Mormorò tenendomi stretta a lui.  “mi mancano i miei fratelli e soprattutto mia madre.”.


“ma tuo padre, non ti manca?” chiesi confusa, insomma a me mancherebbe mio padre. “no. È tutta colpa sua se  io me ne sono andato.” Strinse i pugni e contrasse la mascella era arrabbiato. “e posso..posso sapere il perché?” chiesi sperando in un si.  “s-si.” Balbettò. Aspettai che prese un respiro e poi iniziò a parlare. “si chiamava Cassie, era una bellissima ragazza. Io e lei ci innamorammo e iniziò la nostra storia d’amore. Avevamo sedici anni eravamo ragazzini ma nulla ci poteva dividere. Apparte mio padre. Lui non era d’accordo con la nostra relazione perché passavo più tempo con lei che con la mia famiglia, ma non m’importava. “ il mio cuore mi fece male, lui amava un'altra ragazza. Solo il pensiero che un’altra ragazza appartenesse a lui mi faceva male. “ allora quando le cose si facevano più difficili scappammo insieme, era l’unico modo per vivere felici. Ma una notte, sentimmo dei rumori strani dietro qualche pianta e io mi alzai per andare a vedere. Quando fui abbastanza lontano da lei sentii delle grida, mi girai e vidi la mia ragazza tra le mano di mio padre che le teneva una pistola nella testa.” I miei occhi iniziarono a pizzicare, ti prego dimmi che non succederà quello che mi sto immaginando.
“Mi disse che mi aveva avvisato di starle lontana ma che io non l’ho ascoltato. Lui faceva il mio stesso lavoro. Amava uccidere e così fece con Cassie. Uno sparo nella testa e poi la lasciò cadere a terra. È stato orribile vederla supplicare di lasciarla. Mi pregava di salvarla e non ci sono riuscito.” Disse con gli  occhi  lucidi. Non sapevo che avesse sofferto così tanto. È orribile vedere la persona che ami morire davanti ai tuoi occhi e non poter fare nulla. Dietro il carattere freddo e duro si nasconde una persona dolce e sofferente. Che cerca di dimenticare ma è impossibile.

Dietro ognuno di noi c’è una storia nascosta agli altri. Che vorresti gridare ma non ci riesci perché hai paura che la gente giudichi. Hai paura che ti escludano o che pensino che tu sia debole, ma io penso che non è così che si è deboli. La debolezza la dimostrano tutti quelli che insultano o giudicano senza sapere un cazzo. Justin ha avuto timore che io ridessi o altro. Ma non lo farei mai. l’ho ascoltato e ora lo voglio aiutare, dandogli il mio amore.

“tu non hai idea quanto lo odi quell’uomo. Non ha un cuore, e mai ce l’avrà. Ora è in carcere e credo che tra qualche mese uscirà. Ho promesso che gliel’avrei fatta pagare con la morte. Un uomo del genere non deve vivere.” Sputò quelle parole come se fossero veleno  “non pensavo che tu avessi sofferto così tanto.”ammisi guardandolo negli occhi. Il suo sguardo si addolcì e mi baciò per interminabili secondi.

Justin’s pow.

Il telefono iniziò a squillare e senza esitare risposi.
“Pronto”
“Justin abbiamo un cazzo di problema.”  Era Ryan.
“cioe?”
“il magazzino è in fiamme, merda. Tutto è rovinato. Sulle pareti c’è inciso un ‘ te ne pentirai Bieber’. Che cazzo hai combinato?”
“merda.”
Lo sapevo che John e Mike  me l’avrebbero fatta pagare.
“ti aspettiamo,svelto.”

“cazzo,quei figli di puttana!”ringhiai. preso dalla rabbia calciai il comodino di fianco al letto.”che succede?” chiese confusa Vivian.”il magazzino, lo hanno incendiato.”
“C-come incendiato? Chi cazzo è stato?”
chiese,non sapevo cosa dirle. Non posso dirle nulla del fratello. Non posso rovinare ancora di più il loro rapporto. “è stato Mike” mormorai afferrano le chiavi della macchina. 
Corsi nella mia macchina aspettando Vivian che salisse e con tutta la fretta possibile sfrecciai al magazzino.



Mentre i The King’s erano occupati al magazzino i loro nemici cioè Mike, John e compagnia avevano un piano. John voleva far pagare a Justin il fatto di averli portato via la sua sorellina. Era troppo orgoglioso per ammettere a se stesso che era solo e solamente colpa sua se Vivian se ne era andata. Aveva raccontato tutto a Mike dicendo ovviamente qualche bugia per aggravare la situazione così che il capo fosse dalla sua parte. E ci era riuscito. Aveva tutta la gang contro i The kings. Il loro piano era incendiare il loro magazzino per attirarli nella loro tana e poi finalmente ucciderli uno ad uno. Sapevano che  loro  non avevano le loro armi per difendersi e questo sarebbe stato a loro vantaggio.
Nessuno, era a conoscenza di quello che succederà, nemmeno se lo aspettavano.



Quello che mi si presentava davanti era il mio grande magazzino ormai bruciato. Strinsi i palmi delle mani contro il volante della macchina e scesi dall’auto più incazzato che mai. “Dovevamo essere più attenti. Tutta la droga, tutte le armi sono la dentro. Tutto quello che abbiamo coltivato per anni è andato a puttane!”ringhiai contro i miei compagni. “Justin sta calmo. Troveremo un altro posto dove mettere le nostre cose.”disse Chaz cercando di tranquillizzarmi. In questo momento nessuno può calmarmi. “Justin, calmati.”mi richiamò Vivian.”come diavolo posso stare calmo! Tutto, e dico tutto è andato a puttane. Se non ti avessi conosciuta ora avrei fatto il mio lavoro al meglio e non sarebbe successo un cazzo. È solo colpa tua!”gridai spingendola leggermente all’indietro tanto da farla cadere a terra. Spalancai gli occhi appena mi accorsi di tutte le parole taglienti che le avevo detto, le rivolsi uno sguardo di scuse che lei non accettò  “scusa se mi hai conosciuta. Dovevo lasciarti perdere fin dall’inizio. Tu dovevi lasciarmi in pace! Sei stato tu a cercarmi quindi non venire a dire a me che tutto questo è colpa mia!”urlò con le lacrime agli occhi e indicando il magazzino distrutto.
Cercai di avvicinarmi a lei ma si ritrasse. Non sapevo cosa dire, io..non volevo dirle tutto quello. Non volevo. “Mi dispiace. Scusami, ti prego piccola.”ritentai di avvicinarmi a lei ma come mi aspettavo mi spinse all’indietro. 
“Ma bravo Bieber. Tu si che sei un uomo.” Una voce familiare mi colpì alle spalle. Mi girai e vidi Mike con una pistola tra le mani.
Ora capì tutto. Era tutta una trappola,merda. “Mike.”ringhiai osservandolo disgustato. “cosa vuoi?”chiese Chiad. “Nulla, solamente uccidervi e prenderci quella bellissima ragazza.” Disse caricando la pistola. “Sei un vigliacco. Ora ti senti forse solo perché sei con una pistola. Ma noi siamo di più.”feci un sorriso maligno.
Tutte le mie certezze sulla nostra vittoria svanirono appena vidi sbucare gli altri membri della banda con le pistole puntate su di noi. Molto lentamente mi avvicinai a Vivian e le toccai una spalla  “so che mi odi ma ora ho bisogno di te più che mai. vai in macchina e prendi tutte le pistole che trovi. Ti prego.” E con questo la lasciai andare. “voi siete una banda di merda e sapete perché? Perché voi vi fate vedere da noi solo quando voi siete armati e noi no. Ma non vi vergognate?” ringhiò Chaz afferrando dalle tasche un coltellino. “Se avete il coraggio affrontateci senza armi.”disse buttando a terra il coltellino. I nostri nemici si guardarono e gettarono a terra le pistole. Non capisco perché non vedo John da nessuna parte. Mi guardai intorno e non lo trovai, ho un brutto presentimento.

Un pugno mi colpi allo zigomo destro e mi accorsi che la guerra era iniziata. Juan, questo doveva essere il suo nome mi colpi ripetutamente il viso, gli diedi un calcio sul ginocchio che lo fece cadere a terra. Mi misi a cavalcioni su di lui e lo colpì ripetutamente il naso. Quando fu totalmente svenuto mi alzai da lui e mi guardai intorno, tutti erano indaffarati a combattere da non accorgersi che io ero senza nessun nemico. Stupidi.
Afferrai una pistola e mi allontanai dal campo di battaglia. Mi avvicinai sempre di più alla mia auto e vidi Vivian che cercava di liberarsi dalle grinfie di John  “lasciami John. Sono tua sorella!” gridò disperata Vivian che cercava con tutte le sue forse di colpirlo alle gambe, ma inutilmente.
La rabbia iniziò a salirmi quando afferrò un coltellino e lo avvicinò al viso di Vivian. La mia mente si annebbiò e senza rendermene conto avevo già premuto il grilletto. Il proiettile attraversò la testa di John che cadde a terra ormai morto. “No! Justin, che cos’hai fatto!” gridò Vivian gettandosi a terra. Ricordo solo il suo sguardo, carico di odio.
 Ero a conoscenza del fatto di averla persa,per sempre.


 

                                                                                                             THE END.
 

Ecco,finalmente ho messo il capitolo tanto atteso. 
Volevo rigraziare tutti, per avermi seguito in questa storia.
Soprattutto,
                                                                                                 
        _IloveChocolate_
 

che hanno sempre recensito!
Un grazie a tutte quelle che hanno seguito la mia storia dal primo all'ultimo capitolo. 
Ci siete rimaste un pò male sulla fine di 'i hope a love story' lo so, ma non preoccupatevi che il sequel sarà meglio!
Non so dirmi con precisione quando pubblicherò il prologo ma molto presto sicuramente!
'ERROR' sarà con un pò più di azione, e non so che altro dirvi. 
Ringrazio tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite,seguite e ricordate. Lo apprezzo molto.
Ora che ne dite di scrivermi un bel  pò di recensioni su cosa ne pensate? Mi farebbe piacere. 

Quando metterò i protagonisti, non ci saranno le immagini( perchè non so metterle,ahahha) ma solo i nomi e i cognomi delle persone. 
E altro non so dire..boh..
Un bacio ragazze!
Vi voglio bene.

-ALe
 














 

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Capitolo 54
*** Error ***


ERROR
Salve a tutte ragazze!
Volevo dirvi che ho messo i personaggi su Error. Se vi va andate sulla mia pagina e la trovate. Se avete dei personaggi da dirmi basta che mi contattate! 
Il prologo per chi non lo sapesse lo metterò tra qualche giorno. 
Mi raccomando, passate!

 
"Io ho sempre scelto te. Ho scelto te anche quando le cose erano difficili,quando non mi parlavi, mi odiavi,quando non c'eri e la tua mancanza la sentivo fin dentro le vene. Ho scelto te,l'unica persona capace di distruggermi."


                
Ho imparato a mettere le foto o le gif.
ohh yeahh, ma quanto buffo sei Justin!
ZAOO AMORI MIEI.
-Ale

 

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