Complicated Relationship

di What is her name
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Lily

Lily non pensava sarebbe finita in mezzo alla strada. Fino a qualche ora prima credeva di essere 
indietro con i pagamenti, ma non al punto da essere buttata fuori di casa. Si era innervosita ed aveva 
chiamato la sua carissima sorella. Non poteva averle ridotto la vita in quel modo. “Cosa cazzo è 
successo? Mi avevi detto che ero indietro di un mesetto” le aveva urlato al telefono. ”Ed invece mi 
hanno sbattuto fuori di casa!” 
Lei tutto sommato aveva continuato ad essere tranquilla. Come se fosse la cosa più naturale del mondo. 
“Ho detto un mesetto. Non significa letteralmente uno” 
“Ah no! Io … io ti ammazzo! Non ti fare vedere in giro. Ti ammazzo! Parola mia ti ammazzo!” 
aveva urlato attraverso il microfono del cellulare. Poi aveva chiuso bruscamente ed era rimasta per 
qualche secondo seduta sopra i suoi bagagli, a guardare gli operai che mettevano il cartello 
“vendesi” di fronte casa sua. Non poteva crederci. L’avrebbe scomunicata dallo Stato di Famiglia a 
quella scema di sua sorella. 
Era rimasta lì anche quando era arrivata una coppietta felice, pronti a guardare la loro futura casa. 
“C’è posto solo per una persona. Mi dispiace” aveva urlato dietro ed era rimasta lì a guardare la 
sua amata porta in legno, che le avevano di nuovo sbattuto completamente in faccia. Anche quando 
arrivò l’agente immobiliare in questione a dirle di andarsene, lei aveva urlato: “Questa è casa mia! 
Non me ne vado neanche morta!” ed era rimasta lì con una corona di fiori alla testa, seduta sul suo 
giardino. 
Verso le tre del pomeriggio aveva preso le valigie, costretta dalle minacce dell’agente immobiliare 
di chiamare la polizia, ed era andata via. Non aveva idea di dove sarebbe andata. Di sicuro non da 
Sally. Non capiva come faceva a mantenersi casa sua, se non era riuscita a mantenere quella di Lily 
per qualche mesetto. Le veniva la rabbia ogni qual volta ci pensava. 
Si recò dalla sua cara amica. Crystal Reed. Era davvero bella e quando le aprì la porta del suo 
appartamento rimase piuttosto sorpresa nel vederla. Crystal era un’attrice. Un’attrice conosciuta tra 
l’altro. Lei era la sua stupida amica fotomodella. Quella che non faceva molto nella vita. Diciamo 
che solo la loro carriera li rendeva diverse, del resto erano molto simili.
Crystal aveva i capelli corti e castano scuro, anche se al momento tinti di un biondo scuro, lei li 
aveva castano chiaro. Crystal era bella e alta. Lei era carina e alta. Crystal aveva un bellissimo 
fisico, lei molto simile. Crystal aveva pessimi gusti nel vestire, lei portava una corona di fiori alla 
testa che non centrava nulla con quello che indossava. Lei era una riccona e Lily era appena stata 
mandata da casa. Diciamo che a parte il piccolo dettaglio che l’altra fosse ricca e felice, erano molto 
simili fra di loro. Alla fin fine erano pur cresciute insieme. 
“Lily? Cosa ci fai qui?” chiese sorpresa. “È successo qualcosa?” poi vide le valige. “Oh!” mormorò.
“Quella stupida di Sally! Non le lascerò mai più casa mia per un paio di mesi!” disse sbraitando ed 
entrando, mentre l’amica rimase davanti alla porta a fissare le valige fuori.
“Lily … le valige.” Disse Crystal, per poi prenderne una. 
Lily si girò mortificata “Oh, scusa” disse per poi prendere la seconda e chiudere la porta di casa.
Crystal non aveva una casa così grande. Abitava in un appartamento al centro di Los Angeles. Era 
al secondo piano. Aveva le stanze necessarie ed un cane meraviglioso. Oscar, era il miglior cane e 
migliore amico di Crystal da molto tempo.
“Quindi stavi dicendo?” chiese Crystal sedendosi sul divano.
Lily la imitò. “Che sono rimasta senza casa e non posso neanche comprarla. Non ho abbastanza 
risparmi. Adesso dovrò comprarmi un piccolissimo appartamento. Di quelli minuscoli. Di quelli che 
mi fanno venire la claustrofobia.” Disse lei disperata, poi spalancò gli occhi inorridita e prese il 
cellulare. “Oh no! Sicuramente sarò su tutto il web!” sbraitò cercando le news della giornata in quel 
blog così pieno di gossip.
“Lily … Lily, tesoro … un consiglio? Lascia perdere” disse lentamente Crystal, ma Lily 
continuava a cercare disperata, fin quando non trovò la foto di lei seduta sopra le sue valige con una 
faccia sconsolata. Sotto c’era un piccolo articolo, che Lily preferì non leggere. Stava già abbastanza 
male senza il bisogno di leggere gossip su di lei.
“Dio mio! Lo sapevo!” sbraitò la ragazza, facendo alzare Oscar dalla sua postazione.
Il cane si diresse verso le ragazze e poggiò il muso sopra le gambe di Lily. La ragazza lo fissò e 
sorrise. Quel cane era sempre stato speciale. Era come se leggesse dentro le persone. Sapeva captare 
ogni singolo stato d’animo della padrona, ed anche di Lily.
“Non preoccuparti Oscar, andrà tutto bene” disse Crystal accarezzando la testa del cane, con la 
mano destra, e poggiando la mano sinistra sulla schiena dell’amica in segno di conforto.
“Perché non cerchi annunci su giornali o su internet. Magari puoi condividere l’appartamento con 
qualcuno.” Propose Crystal “Io l’ho fatto una volta e sinceramente mi manca vivere con qualcuno
che conosci da poco, ma che ti da la sensazione di conoscerlo già da tempo.” Disse lei, immersa nei 
pensieri. Ovviamente parlava del suo ex. Eh già, il suo ex l’aveva lasciata perché era gay. Lily 
pensava che fosse l’unico motivo logico per lasciare una ragazza come Crystal.
“Okay. Farò così. Si risparmia?” chiese Lily quasi convinta.
“Certo che si risparmia. Ti dividi le spese con diverse persone” disse Crystal guardandola 
sorridendo. A volte Lily era proprio ottusa.
“Bene. Ma con la sfiga che ho, sicuramente non ci sarà alcun posto disponibile.”
“Tranquilla tesoro. Andiamo a cercare qualche posto e se non va bene ho dei miei colleghi che 
dividono l’appartamento ed hanno bisogno di un coinquilino. Andiamo da loro, e se non vai bene 
riproviamo da qualcun altro.” Disse l’amica sorridendo. Poi guardò da un’altra parte e sorrise. “Che 
scema che sono. Sempre se a te va bene”
Lily ridacchiò. “Crystal, sono disperata! Mi va bene qualsiasi cosa” disse infine sorridendo.
“Perfetto! Allora andiamo a fare questo colloquio.” Disse Crystal alzandosi e prendendo la giacca
 ed il mazzo di chiavi trovatosi sul tavolino di vetro, al centro del salone. Poi prese Oscar e si diresse 
verso la porta.
“Colloquio? Oh Dio, proprio un vero colloquio?” chiese Lily, alzandosi e seguendola nel
pianerottolo. 
“Tranquilla, ti spiego in macchina” disse lei per poi ridere. 


 

Sally 


 

Quando Lily le aveva chiamato, Sally non poteva credere ai suoi occhi. Quindi aveva fatto la finta
tonta e si era fatta prendere per cretina. Perché quella era la sua unica difesa. Non voleva farla 
sentire peggio di come stava. Perché se sarebbe stata una tipa senza cuore, le avrebbe detto quanto 
scema era stata a non mandarle soldi. Perché Lily sapeva che mentre Sally le teneva la casa e gliela 
puliva, aveva una sua casa da pagare e non poteva di certo pagarne due. Lily era davvero una 
svampita e non se ne rendeva minimamente conto. A volte Sally si chiedeva come faceva la sorella 
ad essere la sua fotomodella se non riusciva neanche a fidarsi di lei. “Lily …” disse, prima che 
sentisse l’altra scollegare la chiamata. S’innervosì e lanciò il telefono sul letto, che sfortunatamente
prese il muro e cadde per terra. Corse subito dal suo amato telefono e lo guardò accuratamente. Non 
si era fatto niente fortunatamente. Sorrise più rilassata e si andò a fare una doccia. Quando uscì da 
casa decise di prendere l’auto. Quel giorno avrebbe fatto diverse tappe. Difatti, prima si diresse da 
Starsbucks, dove comprò il pranzo per lei e Lily, anche se erano le tre del pomeriggio. Voleva
andare da lei e scusarsi. Quindi si diresse a casa della sorella, perché era convinta di trovarla lì, ma 
quando arrivò vide il cartello vendesi e nessun ombra di Lily. Sicuramente era andata da qualche 
parte. Conoscendola si sarebbe recata da Crystal. Decise di lasciarla perdere al momento, ed andò a 
casa della persona che più riusciva a rilassarla. Andò a casa della sua migliore amica. Holland 
Roden. Lei ed Holland erano molto simili. Tenevano molto allo stile, ai capelli e tutto il resto. Loro 
si erano conosciute qualche anno fa, al contrario di Crystal e Lily che si conoscevano da una vita. 
Holland aveva posato per Sally. Eh già! Sally era una fotografa. Una brava fotografa. Era la 
fotografa di Lily. Da qualche anno aveva iniziato a fotografare persone famose e questo l’aveva resa 
altrettanto famosa. Era molto indaffarata. Correva di qua e di là. Lei era presente in
ogni manifestazione, celebrazione e così via, che le avrebbero fruttato soldi. Era molto stressante il suo 
lavoro, ma le piaceva così tanto. Era sempre stato il suo sogno, poter correre con il caffè in mano,
una macchina fotografica e una borsa sulla spalla, sempre impeccabile nel suo stile. E poteva urlare 
al mondo che era riuscita perfettamente nel suo intento. 
Quando arrivò sotto casa dell’amica scese velocemente dalla macchina, salì le scale ed aprì il 
portone. Portava una copia delle sue chiavi. In realtà lei portava la copia delle chiavi di Lily, Crystal 
ed Holland. Quando si ritrovò dietro la porta di casa, decise di non aprirla, ma bensì di bussare. Ad 
accoglierla fu un sorriso mozzafiato della sua adorabile amica, che la fece entrare. 
“Ho portato il pranzo.”
“Grazie, ma sono le tre. Ho già pranzato.” Disse Holland sedendosi su una sedia per poi poggiare le 
braccia sul tavolo di legno.
“Oh …” disse Sally sedendosi di fronte l’amica e poggiando la busta col pranzo sul tavolo.
Holland la guardò per un po’. “Oh, dannazione! Mangerò ugualmente” disse lei aprendo la busta.
Sally sorrise soddisfatta e prese l’hamburger, mentre la ragazza prese l’insalata di Lily. Pranzarono 
mentre lei spiegava ad Holland cosa fosse successo.“Quando smetterai di fare Lydia?” disse infine Holland.
“Cosa?” chiese Sally confusa.
“Ancora non hai visto Teen Wolf? Bell’amica!” disse Holland con ironia.
“Scusa! Non ho avuto il tempo” disse sincera.
“Comunque sia, intendevo quando è che smetterai di fare la finta stupida.”
“Stava male, non potevo dirle che era tutta colpa sua” disse lei esasperata. Perché era l’unica persona che provava sentimenti?
“Okay. Allora diglielo quando starà meglio.”
“Okay” mormorò Sally con poca sicurezza.
“Bene” disse lei sorridendo terribilmente soddisfatta. 


 

Dylan 


 

Dylan era davvero esausto. Non poteva credere di aver fatto gli straordinari. Quel Jeff Davis 
l’avrebbe distrutto prima o poi. Sì, anche lui era un attore. Al momento stava lavorando, insieme ai coinquilini, 
per Jeff Davis. Era davvero soddisfatto del suo lavoro. Ma non poteva credere che Jeff lo avesse 
trattenuto tutta la notte. Aveva detto che Russel era “malato”. Chissà se era vero, poi. A volte si 
chiedeva se Jeff avesse un amore segreto verso lui, ma poi scosse la testa, pensando che erano le ore 
di sonno che lo facevano parlare e girò la chiave nella toppa. Stava morendo di sonno. 
“Ehi Dylan!” sentì il ragazzo da dietro le sue spalle. 
Pensò alla fan che aveva come vicina e si girò abbastanza scocciato, perché quello non era il 
momento adatto per gli autografi. Ma poi vide Crystal Reed, la sua amata collega, insieme al suo 
cane Oscar, ed una ragazza abbastanza carina. Aveva dei capelli castano chiaro ed una coroncina di 
fiori in testa. Portava dei collant a rete minuscole e dei pantaloncini sopra, una maglietta nera con 
un triangolo al contrario ed una giacca di jeans verde militare.
“Crystal? Cosa ti porta qui?” disse Dylan sorridendo ed abbracciando l’amica.
Crystal sorrise, col quel sorriso che tutti loro pensavano fosse perfetto. “Ti ricordi l’amica di cui vi
ho parlato. Quella con cui sono cresciuta …”
“Quella che non vuole guardare Teen Wolf?” disse Dylan per poi riguardare la ragazza che alzava 
gli occhi al cielo divertita.
“Esatto.” Disse Crystal ridendo. “Oggi l’hanno sfrattata da casa e quindi è qui per il colloquio.”
Dylan la guardò assente per diversi secondi, poi ricordò di cosa parlasse e si affrettò a dire: “Oh, sì
certo. Sono stato fuori tutta la notte, quindi non ne sapevo nulla” disse lui facendole entrare. 
“Ah sì? Una notte di fuoco?” chiese l’amica di Crystal sorridendo maliziosa.
“In realtà no. Una notte di lavoro.” Disse Dylan posando lo zaino davanti la porta.
“Davvero? Come mai? Pensavo che ancora le riprese non fossero cominciate” disse Crystal 
confusa.
“Infatti, ma Jeff mi ha detto se lo aiutavo con gli ultimi ritocchi dei copioni.” Disse Dylan alzando 
gli occhi al cielo, mentre l’amica di Crystal guardava la casa come una bambina in un campo 
di giochi.
“Finalmente sei a casa! Con chi diavolo parli?” si udì la voce di Tyler provenire da camera propria, 
La porta si aprì ed uscì Tyler che rimase immobile a fissare la ragazza, che faceva altrettanto, poi 
il ragazzo posò gli occhi su Crystal. 
“Crystal? Che diavolo ci fai qui?” chiese sorridendo.
“Lei è la mia amica Lily, ve ne ho parlato altre volte.” Disse Crystal sorridendo.
“Ciao. Sono qui per il colloquio” salutò Lily, muovendo le dita alla parola colloquio.
Tyler la fissò sorridendo imbarazzato. “E’ quella che non guarda Teen Wolf?”
“E’ bello che mi conosciate tutti così”
Dylan li guardò divertito. “Allora. Accomodatevi pure che iniziamo.” Disse per poi spostarsi ed 
indicare il loro divano marrone.
Le ragazze camminarono verso il divano e quando si sedettero, mentre Oscar si coricò sul tappeto,
 Lily li guardò divertita.
“Che fate lì impalati? Non vi avvicinate? Non ho mai fatto questi colloqui” 
e alla parola colloqui ripeté il gesto con le dita. “Quindi non so se voi dovete stare in piedi ed io 
sono l’unica che deve sedersi.” Disse lei sorridendo.
“Di solito facciamo così quando una ragazza ha una certa scollatura, non so se intendo” ironizzò 
Tyler.
Dylan guardò Crystal che sorrideva imbarazzata e per un momento il ragazzo pensò che Lily si 
sarebbe alzata e sarebbe scappata via, ma successe il contrario. La ragazza iniziò a ridere divertita, 
puntando qualche dito nella direzione di Tyler e facendo innervosire Oscar, che si alzò dalla sua 
postazione. Dylan sospirò. Gli faceva già simpatia. Quando anche loro si sedettero sul divano, di 
fronte alle ragazze, Crystal disse: “Allora? I ragazzi dove sono?”
Si erano completamente scordati di Colton e Daniel. “Colton è in camera e Daniel è uscito con 
Posey” Disse Tyler sorridendo a Crystal.
“Quindi non ci sarà per il colloquio?” chiese Crystal.
“Non importa, a lui piacciono tutti” disse Dylan sorridendo.
“Bene. Oscar? È arrivato il momento di andare a fare i bisogni. Ci vediamo dopo, tesoro” disse 
Crystal alzandosi e sorridendo a Lily.
Dylan sapeva che l’amica stava andando via per quello che aveva detto Tyler. Daniel non era in 
casa, quindi era inutile che ancora lei fosse lì. Si chiedeva perché ancora i due non si fossero decisi 
a fare un passo avanti. Erano perfetti insieme. Stavano bene, si divertivano sempre, ma ancora 
mentivano a loro stessi sull’evidenza. 
Tyler fissò Crystal uscire, poi girò lentamente la testa. “Colton! Ci sono i colloqui!” gridò infine. 


Colton 


Colton stava guardando il suo armadio. Era davvero concentrato. Cercava un abito decente da 
mettere quella sera. Un abito che qualsiasi persona, donne e uomini, avrebbe notato. Era un ragazzo 
con molti soldi, quindi potete solo immaginare com’era ricco di vestiario costoso il suo armadio. 
Tyler diceva sempre che il suo guardaroba era l’oggetto più costoso di quella casa. Rideva ogni qual 
volta ci pensava. Ed anche in quel momento stava sorridendo, mentre spostava leggermente gli 
abiti, per guardarne di altri. E fu lì che venne distratto dal suo lavoro quotidiano. 
“Colton! Ci sono i colloqui!” era la voce di Tyler. Per lui era inconfondibile. Il suo carissimo 
migliore amico. Lo conosceva da due anni circa, ma per lui era come se lo conoscesse da sempre. 
Il ragazzo sorrise. Si ammirò allo specchio ed uscì dalla camera da letto, con eleganza. “Ciao. 
Scusami se mi presento solo adesso. Sono Colton.” Disse lui, andando incontro alla ragazza.
Era sorprendentemente carina. Ci avrebbe provato. Questo fu il suo primo pensiero, quando prese 
posto vicino Tyler, ma poi la sua mente percorse un’altra immagine. L’immagine dell’unica ragazza 
che riteneva importante ai suoi occhi. Holland Roden. Lei era tutto per lui. Lui la riteneva una sorta 
di dea ed insieme erano perfetti. Colton lo sapeva, e si arrabbiava ogni qual volta ci pensava. Non 
riusciva a capire perché lei gli diceva sempre di no. Non lo capiva affatto.
“Non preoccuparti. Sono Lily” disse lei sorridendo.
“Bene. Iniziamo” disse Tyler.
Tutti e tre fecero un profondo respiro, poi poggiarono i gomiti sulle ginocchia e le mani sotto il 
mento, ed iniziarono a fissare la ragazza. Com’era solito fare ad ogni loro colloquio. Colton notò 
quanto Lily rimase sorpresa di questo, ma decisa non distolse lo sguardo. Questa sua azione piacque
molto ai ragazzi, che le diedero subito un punto in più, ovviamente senza riferirglielo. 
Rimasero così per un’altra manciata di minuti, fin quando la ragazza spazientita disse: “Okay, non 
so per quale motivo vi abbia dato corda, ma adesso sto iniziando a spaventarmi.”
Colton sorrise soddisfatto. 

Tyler H. 


Quella ragazza era particolarmente speciale, pensò Tyler, quando notò che stava alle loro regole. 
Infatti erano rimasti per qualche minuto a fissarsi, tutti e quattro, fin quando lei aveva rotto il 
silenzio, proprio nel momento in cui loro stavano per mollare. “Okay, non so per quale motivo vi 
abbia dato corda, ma adesso sto iniziando a spaventarmi”
“Per quale motivo ti mettiamo paura?” chiese Colton.
Lei sembrava sconcertata. “Non lo so. Mi sento confusa.“ disse angosciata, portandosi una mano fra 
i capelli. E poi che capelli strani! Non si capiva se erano lisci o mossi. Mentre Tyler si poneva 
queste domande silenziose, Dylan stava già spiegando la prova appena conclusa. “Lo facciamo per 
vedere che tipo di persona sei. Sai, se uno distoglie subito lo sguardo è timida, il che la rende 
noiosa.”
”Se una continua a guardare con sguardo vuoto è stupida, il che la rende una coinquilina 
inaffidabile.” Continuò Colton.
“Per quale motivo?” chiese lei tranquilla.
“Non capirebbe molte cose. Sarebbe un rischio. Potrebbe mandare a fuoco la casa” spiegò Colton.
“Sarebbe buona solo per scopare” ironizzò Tyler sorridendo.
Sia Dylan, sia Lily che Colton, anche se quest’ultimo divertito, si girarono a fissarlo. “Quindi è 
questo quello che state cercando?” chiese Lily dopo un breve silenzio.
“Certo che no!” intervenne subito Tyler. “Era una battuta.” Ma dopo aver incrociato lo sguardo 
innervosito di Dylan, disse: “Adesso parlaci un po’ di te. Facciamo finta di nulla” Continuò 
indicandola con una mano.
“Sì. Così Tyler, sta un po’ zitto” disse Dylan lanciandogli un’occhiataccia.
“Oh. Okay. Prima posso chiedervi se, per caso … siete una coppia?” chiese la ragazza facendo 
spalancare la bocca sia a Dylan che a Tyler, mentre Colton iniziava a ridere soddisfatto. 
“Qualcosa del genere” rispose Colton e Tyler provò un forte imbarazzo.
“Cosa? No! Non siamo una coppia! Siamo tutti amici e convinti etero.” Sbraitò Dylan rosso in viso 
e Tyler lo trovava sempre adorabile quando dava di matto.
“Non tanto convinti” mormorò Colton alla ragazza indicandoli e lei ridacchiò.
“Colt … lasciamo perdere, continua pure” disse Dylan portandosi una mano alla bocca, suo classico 
segno di nervosismo.
“Ok.. okay. Sono Lily Pan.” Disse lei toccandosi le mani.
“Oh, come Peter. Peter Pan” disse Tyler sorridendo ironicamente.
“Tyler, cazzo! Falla parlare, così posso andare a dormire!” urlò Dylan girandosi a fissarlo. 
Aveva il viso rosso e questo stava a significare che Dylan stava per far uscire il suo lato nevrotico. 
”Mi vuoi vedere svenire qui davanti a voi? Perché non sarebbe per niente un bello spettacolo! Lo 
vuoi davvero, Tyler? Vuoi davvero che io svenga qui davanti a voi?” 
Lily era semplicemente sconvolta. "Perché sei stato tutta la notte fuori?” chiese Tyler mentre Colton 
guardava Lily come a dirle quanto aveva avuto ragione. Era l’unica domanda che voleva chiedergli 
da tutta la mattina. 
Dylan respirò con affanno, mentre Colton alzava gli occhi al cielo. “Ero da Jeff! Continua a dirmi di
aiutarlo”
“Per quale motivo?” chiese Tyler, iniziando a sentirsi nervoso.
“Non lo so! Dice che ha bisogno del mio aiuto ora che Russel sta male” adesso non urlava più.
“Credi davvero che tu sia indispensabile nella scrittura del copione?” chiese Colton.
Dylan sospirò. “Non lo so.”
“Almeno ti paga?” chiese Tyler scontroso. Non capiva perché si stava innervosendo.
“Mm-mm”
I ragazzi si girarono verso il rumore e si ricordarono immediatamente che c’era una bella ragazza 
davanti a loro, pronta per il colloquio.
“Bene. Dicevamo?” disse Colton sorridendo.
“Okay. Emm … ho 23 anni. Sono una fotomodella.”
“E cosa fai di preciso? Le foto nuda?” chiese Colton sorridendo malizioso. Lei lo guardò stupita.
“Lascialo stare. È uno stupido.” Disse Dylan indicando Colton, poi sbraitò: 
“Dannazione quel barattolo!”
Lily sorrise imbarazzata e continuò: “Faccio diverse foto per una linea di vestiti … diciamo, dark!” 
poi dopo aver notato la bocca di Colton che iniziava a muoversi, la ragazza aggiunse: “Vestita!” 
Tyler sorrise divertito, mentre il suo migliore amico la guardava sconvolto. Era riuscito a zittire il 
lato perverso di Colton Haynes. Quella ragazza era sempre più sorprendente.
“Si guadagna bene?” chiese Tyler.
“Piuttosto bene” rispose lei sincera. Tyler sorrise soddisfatto.
“Okay. Sei presa.” Disse Dylan, per poi alzarsi dal divano.
“Cosa?” dissero in coro i tre.
“Lascialo stare, è un idiota. Continua a parlarci di te. Come mai sei qui?” disse Colton.
Dylan sbuffò e si risedette accanto a Tyler che, inconsapevolmente, gli avvolse il braccio attorno 
alle spalle. Questo a Lily non sfuggì e Tyler arrossì imbarazzato, ma fece finta di nulla. 
Ma prima che Lily riuscisse a continuare, Dylan disse: “Scusami, Lily. So che potrei sembrare antipatico o 
scontroso, ma ho davvero bisogno di dormire. Potresti parlare di te velocemente?” 
Tyler alzò gli occhi al cielo. “Certo” disse lei sorridendo. 
“È proprio una storia buffa, che ancora mi fa arrabbiare a pensarci. Qualche mese fa, mi avevano 
offerto un lavoro provvisorio a Miami. Allora mia sorella si è presa il compito di tenere decente la 
mia casa. Sono tornata ieri sera, e sembrava tutto tranquillo, alla norma. Invece l’indomani mattina 
sono stata cacciata da casa mia. Perché non risultava pagata già da un po’.” Disse velocemente
e tutto d’un botto per poi ansimare. Tyler sorrise. Era davvero strana quella ragazza. 
“Okay, sei presa!” dissero tutti e tre in coro, per poi alzarsi dal divano. 
Dylan abbracciò la ragazza e poi corse in camera da letto. Colton le chiese dove aveva lasciato le 
valige e corse a prendergliele. Rimasero solo loro due in salone. Tyler la fissò. Era davvero carina, 
si disse. “Allora. Vuoi fare un tour della casa?” chiese con una mano sulla testa. 
La ragazza sorrise entusiasta ed accettò. “Bene, iniziamo dal bagno!” 


Crystal 


 

Crystal si trovava sotto casa dei ragazzi, con Oscar. Non sapeva neanche se la prendessero come 
coinquilina. Aveva accompagnato Lily, in quel palazzo e stava aspettando che scendesse a dargli 
qualche notizia positiva. Avevano girato già due appartamenti prima di quello, ed entrambi le 
avevano detto che erano pieni. Crystal sapeva perfettamente che non era vero ed ancora si chiedeva 
cosa avesse combinato Lily per farsi mandare in quel modo da quegli appartamenti. Erano passati 
già ben venti minuti, il che era positivo, secondo le precedenti esperienze. Doveva essere più 
ottimista per la sua amica. Forse doveva fargli togliere quel cerchio di fiori dalla testa prima di farla
salire. 
Si stava davvero annoiando. Era sicura che domani, o la sera stessa, avrebbe trovato qualche foto 
sua su internet. In effetti era stata fin troppo tempo nello stesso luogo, e si stava decisamente 
annoiando. Ma una parte di lei non voleva andare a passeggiare con Oscar. Sapeva perfettamente 
che non vedeva l’ora di intravedere Daniel arrivare da qualche parte della strada. Voleva sorridergli 
e voleva vedere il suo meraviglioso sorriso. Quei suoi occhi talmente blu che il mare gli faceva
un baffo. Quell’accento inglese che nessuno in quel luogo aveva. Era talmente sexy che Crystal arrossì 
senza il bisogno di trovarlo davanti. 
“Scusa! Scusa!” sentì la voce di una ragazzina e ne fu grata che almeno qualcuno la distraesse 
da quel manicomio di pensieri. “Sei Crystal Reed?” 
Si girò e sorrise. Era una ragazzina di 15 anni circa, bionda, magrolina. Era davvero graziosa, pensò 
Crystal. “Ciao. Sì, sono Crystal. Tu sei?” chiese sorridente.
“Kimberly. Sono davvero emozionata di vederti!” disse quasi urlante.
“È un vero piacere anche per me” 


Holland 


Holland stava parlando con sua madre. Era davvero frustrante avere genitori preoccupati lontani da 
casa tua. Perché, anche se erano lontani, erano ancora più possessivi. 
“Mamma sto bene.”
“Sei sicura, tesoro? Ti vedo molto più magra in foto e leggo anche ciò che dicono le fan.” 
Holland alzò gli occhi al cielo. Eh già, in quel periodo si era parlato tanto della sua decisione di 
dimagrire, come se fosse il peccato più grosso che una persona potesse commettere. “Mamma, non 
devi assolutamente leggere le informazioni su internet. Dicono sempre il falso.”
“Ma è vero che sei dimagrita.”
La ragazza sbuffò sonoramente. “Non sono anoressica, okay? Oggi ho pranzato due volte! Se non 
mi credi puoi chiamare Sally. Non ho mai vomitato negli ultimi tre anni, mamma. Sono dimagrita 
perché ho deciso di farlo, non per qualche malattia mentale o fisica. Okay?”
Non sopportava più nessuno in quel periodo. Anche la presenza di Sally le aveva procurato fastidio 
dopo un po’. Non sapeva cosa avesse, ma Holland in quel periodo era molto stressata. E forse era 
proprio lo stress ciò che la portava a questi stati d’animo, a queste reazioni spropositate. Ma di una 
cosa Holland ne era certa. Non aveva alcuna forma di anoressia. 


 

Daniel 


Daniel stava camminando lungo la strada principale. Aveva passato una giornata stancante e adesso 
aveva solo voglia di coricarsi e riposare. Sperava che ai ragazzi non fosse venuta in mente qualche 
idea strana di come passare la serata, perché sapevano che lui non avrebbe resistito. Sperava solo di 
tornare a casa e non trovare brutti scherzi, e non si stupì affatto quando ne trovò uno dei più brutti. 
“Ragazzi sono a casa!” aveva urlato chiudendo la porta. 
Subito dopo era arrivato Tyler, tutto sorridente, un sorriso davvero inquietante. “Cosa succede?” 
aveva chiesto, quasi impaurito. Quel ragazzo era imprevedibile.
“Daniel.” Aveva detto Colton spuntando di fianco al ragazzo.
Daniel li aveva guardati leggermente sconvolto e aveva detto: “Cosa succede?”
“Niente. Dobbiamo dirti una cosa” aveva detto Dylan spuntando da dietro la scrivania, e si erano 
ritrovati tutti e tre in fila, di fronte al povero Daniel. C’era stato un grande silenzio e alla fine Daniel 
aveva detto: “Si può sapere che diavolo vi succede?” e nel frattempo era uscita una ragazza, 
abbastanza carina, dalla vecchia camera dell’altro Tyler, quello che li aveva abbandonati al loro 
destino. “Diamine Lily!” aveva urlato Colton infuriato.
“Scusate, pensavo aveste urlato il mio nome” aveva detto lei tremendamente dispiaciuta.
Daniel era rimasto in silenzio, alquanto scioccato, cambiando lo sguardo da lei ai ragazzi, poi aveva 
detto: “Ragazzi, riunione sul divano. Subito!”
E adesso si trovavano sul divano tutti e quattro i ragazzi, mentre lei era seduta sullo sgabello del 
bancone, lontani da loro ma vicina da poterli sentire, a far finta di leggere un libro di cucina. 
Daniel era davvero sconcertato. Non l’avevano aspettato. Avevano visto la prima bella ragazza e se 
l’erano accasata. “Non vi capisco. Il mio pensiero non conta? Eh?” disse sconcertato.
L’unico idiota a parlare fu Tyler. “Amico, sappiamo quanto sei dolce e socievole...”
“E quindi potete approfittare della mia dolcezza?” urlò lui rosso in viso.
Non era solito fare così, anzi era una persona molto gentile, ma gli dava tremendamente fastidio 
essere stato tranciato fuori da una decisione così importante.
“Dai, Dan. Ti posso giurare che ti piacerà. Non è snob” sussurrò Dylan sincero. Forse l’unico che 
prestava attenzione a non farsi sentire. 
Lui aveva sbuffato e si era passato una mano tra i capelli. “E se non mi piacesse? Non posso 
convivere con una persona che odio.”
“Ti piacerà eccome!” disse Colton ridacchiando.
Daniel lo guardò confuso. “Come fai a saperlo?”
I tre si guardarono.
“Glielo diciamo?” mormorò Tyler.
Dylan sorrise e si girò verso Daniel. “È la migliore amica di Crystal. Ce l’ha portata lei qui” disse 
sorridendo.
Daniel spalancò la bocca e subito la sua mente percorse il suo lato più nascosto fino ad arrivare a 
Crystal. Quindi quel giorno era passata Crystal e lui l’aveva persa. Dannato Posey. Avrebbe 
davvero preferito vedere Crystal, che non vedeva da qualche giorno, che vedere Posey, il 
coinquilino che li aveva abbandonati per vivere con la propria ragazza. 
Si sentì un rumore metallico. “Oh! Ho trovato un barattolo” disse Lily, facendo girare tutti.
Daniel era scattato subito sull’attenti. Non poteva credere che la ragazza avesse trovato così 
facilmente quel barattolo. “Hai trovato il barattolo degli imbecilli?” 
Lei lo stava fissando. Era pieno di soldi. Eh sì, lo aveva trovato “Sembrerebbe di sì, britannico.”
Disse canticchiando.
“Cosa?” chiese lui confuso. Perché aveva usato quel motivetto?
Lei si girò sorridendo. “Sì. Sei inglese, vero?” lui accennò un sì e lei continuò. “Adoro l’Inghilterra. 
Sono italo-americana, ma ho passato metà della mia infanzia a Londra, poi sono venuta in America 
ed ho conosciuto Crystal” disse lei, mentre gli altri assumevano una smorfia accondiscendente.
“Sei presa!” disse Daniel sorridendo e allargando le braccia.
“Credevo che già fossi entrata a far parte della famiglia” disse lei, poi notando lo sguardo dei 
quattro disse: “Grazie!” e sorrise felice.
“Adesso provvediamo con i soldi.” Disse Dylan. “Colton devi mettere venti.. cento dollari. Sai, non 
lo trovavamo da una settimana. Tyler, settanta dollari. Io dieci. Lily. 20 dollari”
“No! Perché?” chiese lei sconvolta.
“Ti devo fare l’elenco? Prima hai distrutto il nostro piano.”
“Allora dieci.”
“Vogliamo parlare di quel motivetto inquietante?” disse Tyler sconvolto. “Dio, non lo fare più!”
La ragazza mise una mano nei pantaloni ed uscì venti dollari, tristemente. “Ciao belli. Ciaooo!” 
disse con voce melodrammatica.
Rimasero tutti in silenzio per qualche secondo, fin quando Tyler la indicò con un braccio. “E quello 
cos’era?” chiese stupito, quanto tutti.
Lei si guardò intorno, poi abbassò lo sguardo e mormorò: “Li stavo salutando … stavo …”
“Altri dieci dollari!” dissero i ragazzi in coro. 
La ragazza alzò gli occhi al cielo ed infilò la mano nella tasca. “Bene. Non potrò mai più fare cose 
del genere?” chiese.
“No! Metti solo paura!” disse Colton.
“È vero. Fidati, non farlo più” disse Dylan.
“Devi aggiungerne altri cinquanta” disse Tyler.
“No! Perché?”
“Perché non guardi Teen Wolf!”
“Tyler, è il barattolo degli imbecilli” disse Colton confuso.
“Colton, chiunque non guarda Teen Wolf è un imbecille!” disse Dylan stando al gioco.
Lily mise un’altra mano sulla tasca ed uscì altri soldi, dicendo: “Non è giusto”
“Ringrazia che non ti abbiamo fatto mettere 100 dollari lì dentro.” Disse Tyler.
“Non è giusto! Questo si chiama bullismo” gridò la ragazza.
Daniel si guardava la scena in silenzio, ed un piccolo sorriso gli scappò dalla bocca stupendo pure 
se stesso. 
Perché no, si disse, poteva essere una brava sostituta dell’altro Tyler. Quello che gli mancava tanto. 


 

Tyler P. 


Tyler stava ancora sistemando gli ultimi scatoloni. Gli mancavano già i ragazzi, ma aveva 
comunque fatto un buon lavoro. Adesso era diventato un uomo a tutti gli effetti. Un uomo felice a 
tutti gli effetti. Aveva esaudito i suoi sogni e adesso stava sistemando gli ultimi scatoloni mentre 
aspettava che la sua compagna tornasse a casa dal lavoro. Eh sì, aveva mollato i ragazzi per 
trasferirsi con la sua ragazza. Avevano comprato una casa e presto si sarebbero sposati. Ancora lui 
non le aveva proposto nulla, ma presto l’avrebbe fatto. L’avrebbe fatto eccome, si disse mentre 
scartava l’ultimo scatolone. 


Seana 


Seana era davvero esausta. Aveva lavorato così tanto quel giorno, che non era riuscita neanche a
 godersi il loro trasferimento. Aveva dovuto fare tutto Tyler e questo l’aveva ferita fin troppo. Non si 
era immaginata così il suo trasloco con la persona che amava, lo immaginava ben diverso di così. 
Immaginava di riflettere con lui su dove collocare gli appositi oggetti, di sorridere mentre scartava i 
primi scatoloni, di lanciarsi addosso polistirolo ed infine di fare sesso sul pavimento gelido. Ma non 
aveva ottenuto niente di tutto ciò che si era immaginata, ed era per questo che era abbastanza 
stressata quel giorno. Quando aveva salutato il suo capo si era data solo un ultimo obiettivo prima di 
tornare a casa. Avrebbe comprato indiano, perché Tyler amava l’indiano e poi si sarebbe scusata per 
l’ennesima volta prima di mangiare e andare dritta in camera da letto.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Tyler H.

Quella mattina Tyler era davvero stanco e non poteva sopportare ancora per molto il canto felice di quella ragazza tanto carina. Stava completamente per impazzire quando si decise di uscire dalle lenzuola e dirigersi in cucina. Arrivato lì, trovò Dylan con una tazza di caffè in mano, ed un toast nell’altra, che gli sorrise una volta incrociato il suo sguardo. Poi incrociò lo sguardo di Daniel. Lui era davvero nervoso, e si vedeva bene dall’espressione che assumeva. Daniel era un libro aperto per qualsiasi persona sulla faccia della terra. Ed infine c’era Colton. Lui era completamente diffidente a tutto. Come se non fosse realmente lì. Lo amava quel ragazzo, era il suo migliore amico. “Perché le abbiamo detto di sì?” mormorò lui prendendo una tazza e versandosi il caffè. “Non sopporto tutto questo!”
“Buon giorno anche a te!” disse Colton sorridendo malizioso. Daniel e Dylan continuarono a sorseggiare il loro caffè.
Il ragazzo si girò a fissarli. “Non mi viene più nessun pensiero carino. Ed è preoccupante!”
“A me sì. Anche tanti” disse Colton, poi notò lo sguardo sconvolto degli altri. “Cosa volete? L’avete vista? Sprizza felicità da tutti i pori! Quando pensi a lei, pensi alle fate, ai cigni, a Peter Pan. A tutte queste cose belle” disse quasi soddisfatto.
Tutti lo fissarono per qualche secondo, poi Tyler si portò una mano alla fronte. “Oh Dio! Cosa ti ho fatto diventare”
“Buon giorno a tutti” disse Lily, entrando in cucina. “Che si dice?” disse prendendo un donuts e mordendolo.
Tyler si girò a fissarla e la squadrò per qualche secondo. Portava dei pantaloni neri, stretti, una maglia larga color avana, con dei brillantini sopra, ed una giacca nera sul braccio sinistro. Era truccata molto bene, rispetto al giorno prima, molto più leggera. Aveva i capelli legati, degli stivaletti col tacco e portava degli occhiali da sole, al momento, come cerchietto per capelli.
“Ohoh! Ho fatto bene a prestarti fiducia! Dove stai andando?” disse Colton con un sorriso soddisfatto. Se qualcuno era vestito bene, diventava subito il miglior amico di Colton Haynes.
 Tyler notò quanto Lily sembrasse addormentata.
Dopo qualche secondo alzò lo sguardo verso il ragazzo. “Ad una riunione col mio manager.” Poi si girò verso Dylan, quello che l’aveva trattata meglio fin dall’inizio. “Fra un po’ viene una mia amica, Crystal Reed.” Disse, poi ridacchiò. “Avevo dimenticato, voi la conoscete meglio di me!” 
“Cosa? No! Non puoi portare persone a quest’ora del mattino! È una delle leggi di casa? Non l’hai letto il regolamento?” disse subito Daniel pensando che Crystal non poteva vederlo conciato in quel modo.
“Quale regolamento?” chiese lei, forse un po’ sconvolta.
“Cosa? Non gli avete mostrato il regolamento?” chiese Daniel mettendosi le mani fra i suoi riccioli.
“Era troppo lontano!” disse Tyler abbassando lo sguardo.
Tyler si preoccupò maggiormente quando vide Daniel boccheggiare. “È qui sul frigo! Non era lontano!” sbraitò.
“Daniel, quel regolamento è solo una cazzata!” disse Dylan così aggressivamente che Tyler rimase stupito.
Sia Daniel, sia Dylan che Lily incominciarono ad urlarsi contro, procurando a Tyler uno stato di confusione e forte mal di testa.
 Si stava chiedendo come quella ragazza fosse riuscita a scatenare tutto ciò il primo giorno di convivenza. Non avevano mai urlato di mattina e lui odiava urlare di mattina.
“Okay! Stop! Okay …” disse Colton, alzando le braccia in segno di resa, però sovrastato dalle urla degli altri tre.
“Basta! Basta! Mi avete fatto venire il mal di testa, cazzo!” urlò infine Tyler, completamente distrutto.
Tutti rimasero in silenzio e fissarono il ragazzo, fin quando il campanello di casa non suonò.
 
Daniel

Daniel non poteva credere che quella ragazza si fosse permessa di sconvolgere il loro equilibrio. Le regole erano quelle ed erano affisse pure sul frigo. Luogo che lei aveva aperto tutta la serata e due o tre volte la notte. Soprattutto non poteva credere che Dylan gli avesse detto che era tutta una cazzata. Proprio lui che era stato tanto entusiasta di scriverlo insieme a lui e l’altro Tyler. Gli mancava così tanto l’altro Tyler. Non si era mai annoiato in sua presenza. Era sempre stato divertente stare con lui. Un ottimo coinquilino. Gli mancava, era questa la verità, e forse se la prendeva così tanto con Lily, perché aveva preso il posto del suo carissimo amico. Non voleva che la ragazza riuscisse a rendere divertente quella casa quanto la rendeva Tyler, perché questo significava che loro lo avrebbero dimenticato e successivamente sostituito.
Quando il campanello suonò, Daniel fissò la porta, poi Lily ed iniziò a correre verso il bagno, con lei che diceva in sottofondo. “Devo ammettere che Daniel è proprio strano”
Nel frattempo Daniel si guardò allo specchio e si sciacquò diverse volte il viso, poi cercò di appiattirsi quei ricci che si ritrovava, si stirò la tuta, che usava come pigiama, con le mani ed infine, quando si sentì pronto, corse in cucina.
Quando arrivò in cucina c’era già Crystal seduta accanto a Colton, che mangiava un donuts insieme agli altri. Daniel la fissò per un po’ davanti la porta. Aveva il fiato mozzo dallo splendore che era quella ragazza. Era davvero stupenda e lui non potè che essere più felice di essersi innamorato di una tipa come lei. Portava una gonna, all’altezza delle ginocchia, nera ed una maglia bianca di sopra. Era stupenda.
“Che fai lì impalato?” disse Lily fissandolo. “Certo che Daniel è davvero strano!”
Crystal rise imbarazzata, mentre Daniel decideva di avvicinarsi e sedersi accanto a lei. “Allora? Come va?” chiese sorridendo.
Crystal alzò gli occhi verso i suoi, e lo guardò per qualche secondo. “Tutto bene. Credo” disse per poi ridere. Quante volte se lo ripeteva in testa che quella ragazza aveva un sorriso meraviglioso!
“Adesso le parli pure vero?” disse Lily con ironia.
 “Perché non dovrebbe parlarmi, Lily?” chiese Crystal
Daniel la fissò leggermente sconvolto, mentre Dylan prendeva subito in mano la situazione.
“Ma niente! Lily è un po’ pazza. Sai come è? Ma certo che lo sai. È la tua migliore amica!” disse il ragazzo con voce, forse, troppo alta rispetto al normale.
Daniel sapeva che Lily avrebbe detto tutto, perché Lily era fatta così. Aveva imparato a conoscerla immediatamente. Lui era bravo in queste cose, capiva subito il carattere di una persona, e l’unica parola che gli veniva in mente per descrivere Lily era ingenua. Sì, proprio così. Sembrava un adolescente ingenua.
“Dylan? Perché parli così?” chiesero Lily e Crystal allo stesso tempo.
“Ma niente” disse Tyler mettendo un braccio sul collo del ragazzo, così da avvolgerlo in un tenero abbraccio. “Dylan oggi non ci sente molto bene” continuò per poi ridere agitato.
Daniel si sbatté una mano in testa, mentre Colton si alzava per andare a prepararsi.
Crystal si girò verso di lui, ed il ragazzo la fissò timoroso. “Cos’è questa storia? Perché non dovresti parlarmi?” chiese lei confusa.
“Non è niente, Crys” disse Daniel,
“Non è niente? Daniel non voleva che entravi in casa! Perché in quel fottuto regolamento c’è scritto che i coinquilini non possono far salire nessuno di mattina, a meno che non sia già in casa!” disse Lily arrabbiata.
Ci fu un silenzio improvviso. Dylan e Tyler, ancora stritolati in quell’abbraccio strano, guardavano la scena sconvolti e Daniel si sentiva nel posto sbagliato al momento sbagliato. Avrebbe ucciso Lily con tutto il suo cuore. Tutte le possibilità con Crystal erano crollate, proprio in quel momento.
“Daniel, è vero?” chiese Crystal sconvolta.
In risposta, Daniel boccheggiò per qualche minuto, mentre Dylan e Tyler, ancora abbracciati, mormoravano: “No che non è vero!”
Crystal assottigliò le labbra e disse: “Non credevo potesse portare tutto questo fastidio la mia presenza.” Poi si alzò dal tavolo. “Lily, andiamo” e si diresse verso l’uscita.
“Non è così, Crys! Lo dice il regolamento!” disse Daniel, ma oramai era troppo tardi. La ragazza era uscita fuori insieme a quella stupida guasta feste della sua nuova coinquilina.
“Dan” mormorò Dylan rattristito. Finalmente quei due avevano sciolto l’abbraccio.
“Quella lì deve andarsene!” sbraitò Daniel.
“Dan, ragiona. È stata una piccola vendetta” disse Tyler.
“Non m’importa. Non voglio in casa mia, adolescenti nel corpo di un adulto! Deve andarsene!” urlò prima di chiudersi in camera.
 
Crystal

Crystal era rimasta sbigottita da tutto quel casino che era successo. Si sentiva davvero triste. Perché Daniel non voleva la sua presenza in casa, la mattina. Era stupido! Perché era solo la mattina, giusto? In altri momenti era stata a casa loro e nessuno si era lamentato. Oppure lo aveva fatto, ma gli altri non le avevano mai detto niente? Forse il giorno prima, non era vero che Daniel non era in casa, forse si era chiuso in camera fin quando non se ne fosse andata. Non avrebbe mai saputo la verità. Però, forse, se lo chiedeva a Lily, l’amica le avrebbe risposto. Certo che lo avrebbe fatto.
“Lily? Ieri al colloquio c’erano anche Colton e Daniel?” chiese, sempre guardando la strada. Non voleva che l’amica capisse qualcosa.
Lily la guardò per qualche secondo. “C’erano solo Dylan, Tyler e Colton. Daniel è arrivato verso sera. Si è arrabbiato tantissimo quando mi ha visto”
“Perché?” chiese curiosa.
“Perché ha detto che non l’hanno calcolato per la scelta e quindi mi odia in partenza.” Disse Lily.
“Se tu la smettessi di fare l’antipatica e ti mostrassi per quella che sei, forse non ti odierà più” disse Crystal sincera, perché sapeva quanto la sua amica si stesse torturando dai sensi di colpa.
“Sono stata troppo odiosa, vero?” chiese Lily guardandola.
“Decisamente. Anche io ti ho odiato per quello che hai detto” disse sincera Crystal. Aveva deciso di mettere in chiaro la situazione. Alla fin fine era la sua migliore amica. Holland già lo sapeva da così tanto.
“Ti piace, vero? Provi qualcosa”
Crystal sospirò e chiuse gli occhi. Eh sì! Era proprio cotta di quel ragazzo. Si sentiva un adolescente cretina.
“Da quanto tempo?” chiese l’amica sorridendo.
“Da un po’” ammise Crystal sempre guardando la strada.
“Scommetto che è stato l’accento inglese” ironizzò Lily, facendola ridere.
“Come ti sei trovata con gli altri?” chiese Crystal dopo qualche minuto.
 “Sono apposto. Hanno un barattolo degli imbecilli.”
“Cosa?” chiese lei sorridendo.
“Un barattolo degli imbecilli. Ogni qual volta qualcuno spara una cazzata, deve aggiungere soldi nel barattolo”
“Tipico di Posey! L’avrà inventato lui”
“Chi? Ah, sì! Il vecchio coinquilino?”
“Esattamente. Non vedo l’ora che lo conoscerai. È davvero divertente” disse Crystal sorridendo.
Tyler Posey era il ragazzo più energico che Crystal avesse mai conosciuto. Era davvero un grande. Lo adorava.
“Invece non capisco la mania di Tyler e Dylan”
“Quale?”
“Hanno questa fissazione che devono sempre toccarsi in qualche modo. Li hai visti oggi con quell’abbraccio? Penso pure che dormano insieme”
Crystal scoppiò a ridere. “Se ci sentissero le loro fan!”
Lily ridacchiò insieme all’amica, fin quando Crystal non accostò.
“Ed eccoci qua” disse Crystal.
“Bene.” Disse Lily prendendo la borsa. “Stasera ci vediamo?”
“Certo. Al solito bar?” chiese, prima che la sua amica acconsentisse e scendesse la macchina.
 
Dylan
 
La sera prima Dylan l’aveva passata in camera di Tyler. Avevano parlato. Parlato per molto tempo. Lui non stava molto bene, quindi aveva avuto il bisogno di disturbare il suo Tyler. Lui l’aveva accolto volentieri, come tutte le altre volte, e Dylan si era limitato ad infilarsi sotto le coperte e parlare di cosa lo turbava. Era T-Posey il motivo, il suo migliore amico. Era felice per lui, questo lo aveva detto anche a Tyler, ma non riusciva comunque a non sentirsi egoista. Voleva che il suo migliore amico tornasse, perché gli mancava. Gli mancava T-Posey più che mai e non sopportava il vuoto che aveva riempito in quella casa il giorno in cui aveva abbandonato quella stanza. Quella casa. Era stato un brutto colpo per Dylan. Era stato troppo precipitoso, gli aveva detto. Alla fin fine con Seana ci stava da qualche mese, poteva succedere qualsiasi cosa. Non era ancora detto che fosse quella giusta. Ed ogni volta che pensava a questo un senso di colpa gli perforava il petto, perché lui sapeva meglio di tutti che Seana era perfetta per il loro amico. Non che odiasse Seana, anzi, tutti amavano Seana, ma era successo tutto così all’improvviso che né Dylan né Daniel, perché lui sapeva quanto Dan stesse soffrendo, erano riusciti a mandare in tempo giù il boccone troppo grande per la loro gola. E così si era ritrovata quella ragazza in casa, al posto del suo più caro amico, che cantava e rompeva qualsiasi cosa toccasse. Malgrado tutto gli piaceva la sua compagnia. Era una ragazza oltre misura. Non ne aveva mai vista di questo tipo. Davvero strana. E quella notte lei aveva occupato la stanza di T-Posey e questo lo aveva lasciato leggermente stranito. Era una sensazione davvero strana. Neanche lui riusciva a riconoscerla.
Si era addormentato insieme a Tyler e si era svegliato l’indomani mattina abbracciato al suo corpo caldo e muscoloso. Si era vergognato molto, e si era promesso che non l’avrebbe mai raccontato a nessuno, soprattutto a Colton. Lui che era sempre pronto a qualsiasi battuta. Era sgattaiolato in camera e si era coricato sotto le coperte, con lo sguardo perso nel soffitto bianco pallido. Gli piaceva molto scherzare, ironizzare, e quant’altro, ma nel suo profondo lo sapeva che era e sempre sarebbe stato un ragazzo triste. Questo lo faceva star male. Davvero male. E si chiedeva se mai avesse trovato l’occasione per andare avanti e non pensare troppo al passato. Poi si era addormentato ed aveva fatto un cumulo di sogni confusionari che al suo risveglio neanche ricordava. Aveva preso il caffè, aveva sorriso a Tyler, aveva urlato contro Daniel e Lily, aveva accettato volentieri l’abbraccio di Tyler ed era rimasto in silenzio a fissare Crystal e Lily che andavano via. Poi aveva salutato Colton, aveva salutato Daniel. Infine era rimasto un po’ con Tyler, non avevano parlato della sera prima, perché entrambi sapevano che non c’era proprio niente da dire e poi Tyler era andato agli allenamenti e lui era rimasto solo a casa. A guardarsi la tv. Si era appisolato ed infine aveva sentito un rumore strano provenire dalla porta di casa.
Adesso si trovava in allerta, sul divano, a guardare l’orologio e chiedersi chi stesse forzando la porta. Erano le dieci e nessuno, nemmeno T-Posey, poteva essere già arrivato.
Prese la lampada e si alzò lentamente, posizionandosi dietro la grande libreria che avevano al posto di un muro del corridoio, ed attese impaurito.
Quando la porta si aprì, Dylan alzò la lampada fin sopra la testa, sentì un rumore di tacchi. Si chiese se alcuni ladri portassero i tacchi e si rispose che forse era una tattica per passare inosservati.
Quando la figura sbucò da fuori la libreria Dylan iniziò ad urlare e la ragazza, perché era una ragazza, lo seguì a ruota. Si stavano decisamente urlando contro, pensò.
 
Sally

Sally non ne poteva più. Aveva trovato l’indirizzo del nuovo appartamento di Lily e aveva deciso di passare da lei, prima di andare a lavorare. Quella mattina le aveva chiamato per chiarire, ma lei aveva urlato, di nuovo, ed aveva sconnesso la chiamata, di nuovo. Quindi si era decisa ad andare a trovarla. Era sicura che ancora fosse a casa. Essendo la sua fotografa personale, sapeva quasi tutti i suoi impegni. Un’ora le sarebbe servita per chiarire e far la pace, perché sua sorella le mancava più che mai e questo Lily lo sapeva sicuramente.
Indossò un vestito azzurro, regalatole da Holland, era proprio il suo stile, e delle scarpe col tacco crema. Poi prese le chiavi, ed il giubbotto di pelle ed uscì di casa. Riandò da Starsbucks, ma questa volta prese la colazione e si diresse verso il nuovo appartamento. Aveva una voglia matta di vedere la nuova casa di Lily. Sperò che fosse molto più accogliente rispetto a quella prima. Se lo meritava e questo era solo un bene per lei.
Quando arrivò davanti la porta, non si limitò a bussare, perché sapeva che non le avrebbe aperto, quindi sfilò la forcina e cercò di forzare la serratura. Non ci riuscì subito, ma al quarto tentativo la porta si aprì e mostrò la nuova casa della sorella. Mormorò un lieve wow! Quando vide la libreria piena zeppa di libri e cominciò a camminare, cercando la sorella. Non credeva che quando avesse svoltato l’angolo si sarebbe trovata un ragazzo con una lampada in mano ad accoglierla. Urlarono a vicenda, spaventati l’uno dell’altra, per qualche minuto, poi entrambi la smisero e si guardarono per qualche secondo, rossi in viso ed entrambi ansanti. “Chi diavolo sei tu?” urlò il ragazzo dopo un po’.
“Lo so! Lo so! Scusami! Tu vivi qui?”
Lui accennò un sì con la testa e si andò a sedere. “Hai le chiavi di casa?” le chiese.
“No. Ho aperto con una forcina” e gliela mostrò, sorridendo soddisfatta, poi lo guardò leggermente confusa ed imbarazzata. Difatti il ragazzo, quando aveva alzato lo sguardo si era soffermato per molto tempo a fissarla, con una faccia da ebete, provocandole un rossore lieve sulle guance. Era davvero imbarazzata. Si sedette di fianco a lui. “Come posso chiederti scusa? Non sapevo che Lily vivesse con qualche ragazzo.” Poi rifletté qualche secondo. Ancora lui la stava fissando. “Sei il suo ragazzo?” chiese dopo un po’.
Il ragazzo continuò a fissarla e mosse la testa in segno di no. Lei sorrise. “Sono Sally. La sorella di Lily.” Disse lei offrendogli la mano che venne guardata per un po’, per poi essere stretta. “Dy … Dylan” disse lui. Era troppo agitato.
“Avevo portato la colazione a mia sorella, ma a quanto pare non c’è. Posso passare stasera? Pensi che la troverò?” chiese alzandosi dal divano e prendendo due donuts dalla busta.
Lui fece un segno di assenso col capo e lei sorrise soddisfatta. “Bene. Ci vediamo questa sera, Dylan.” Ed andò via, pensando che quel ragazzo aveva proprio bisogno di qualche dritta.
 
Tyler P.

Tyler aveva lavorato tutto il giorno col suo gruppo. Durante la pausa pranzo aveva deciso di andare nella sua vecchia casa. Sperava di incontrare Dylan, perché gli mancava così tanto e quindi si era diretto nel suo vecchio appartamento. Per strada aveva incontrato Daniel. Si erano abbracciati e avevano parlato molto. L’aveva trovato molto più rilassato rispetto a quando se n’era andato e questo lo rendeva felice, poi lo aveva salutato ed era andato da Dylan. Adesso si trovava davanti la porta di casa e stava per girare la chiave sulla toppa. “Dylan!” urlò quando entrò in casa. “Sei a casa?” nessuna risposta. Ma lui sapeva che era lì. Lo sapeva eccome. Se lo sentiva nelle palle e quindi si diresse in salone dove trovò Dylan seduto sul divano col viso rivolto verso il nulla.
“Oh no! Cosa è successo?“ chiese lui sedendosi di fianco l’amico.
“È venuta Sally.” Disse lui.
Tyler non lo seguiva proprio. “Chi è Sally?”
“Una ragazza. Una bellissima ragazza.”
Tyler sorrise. Sapeva a cosa stava andando incontro. “Oh no! Un’altra Selena Gomez?” disse sorridente.
“No! No! Questo è diverso … io … oh Dio! Mi sento uno scemo!” sbraitò Dylan facendo ridere Tyler di gusto.
Gli era mancato il suo amico e in quel momento si chiese perché Dylan si prendesse una cotta per tutte. “Hai balbettato?” chiese divertito.
Dylan si girò a guardarlo quasi offeso, poi sbuffò, facendo ridere Tyler. “Come pensavo. Okay, Dylan. Non preoccuparti, stasera si va a rimorchiare”
“E Seana? Ieri non avete potuto passare la serata insieme”
“Abbiamo una vita davanti. Lo capirà” disse per poi ridere nuovamente.
“Eh dai! Smettila di sfottermi!” sbraitò Dylan, anch’esso divertito.
“Scusami, non posso farne a meno” sussurrò ridacchiando.
Era sempre bello passare dei momenti solo con Dylan.
 
Colton

Colton era davvero esausto. Aveva passato tutta la giornata con la sua amica Lucy, in giro per negozi. La ragazza le aveva fatto spegnere il telefono e questo lo aveva fatto soffrire tanto, perché non aveva idea di dove fosse Holland, che cosa stesse facendo. Se lo avesse cercato. Chissà cosa avrebbe pensato se lo avesse cercato ed il telefono fosse risultato spento.
Quando finalmente salutò la sua amica con un caloroso abbraccio, accese il cellulare e camminò verso la sua auto. Aveva quattro chiamate da Tyler Hoechlin, un messaggio da Dylan ed uno da Daniel, tre chiamate da Holland ed un messaggio. Sorrise soddisfatto. Allora l’era mancato e questo faceva alzare ancora di più la sua autostima.
Lesse il messaggio di Daniel, aveva deciso di tenersi Holland per ultima. ‘Dio! Ho davvero rovinato tutto con Crystal? Sto davvero odiando Lily. Deve andarsene. Cosa mi sta succedendo? Sono ossessionato da una ragazza e ne odio un’altra.’ Colton sorrise divertito e scrisse un messaggio di risposta. ‘succede che devi scopare!’. Lo lesse due volte e lo inviò. Sorrise tra sé e sé. Poi lesse quello di Dylan. ‘Io e T-Posey usciamo stasera. Verrete anche voi, vero? Si scopa!’. Ridacchiò tra sé e sé. Quei due erano degli idioti a volte.  Poi digitò il numero del suo migliore amico e cliccò il tastò verde. “Sono Tyler.
“Tyler, sono Colton”
E quindi? Cosa c’è?” chiese. Sicuramente si stava allenando.
“Tu mi hai chiamato quattro volte di fila e mi chiedi cosa c’è?” era divertito.
Senti, bello. Non ricordo assolutamente perché ti abbia chiamato. Sono con Lily e mi sta stressando con questa storia di Daniel e Crystal e sua sorella Leslie!
Sally!” urlò Lily dall’altro capo del telefono.
Fa lo stesso. Non m’importa comunque!” sbraitò Tyler per poi sbuffare.
Colton ridacchiò divertito. “Ecco perché iniziavi a parlare come lei. Lasciamo perdere, sto tornando a casa, ci vediamo lì” disse.
Non sono a casa!
“Quindi sei con Lily fuori casa? Davvero Tyler? Davvero?” chiese Colton stupito.
Mi ha minacciato. Ne parliamo a casa. Una storia fin troppo lunga.” Rispose Tyler.
Colton alzò gli occhi al cielo, salutò i suoi amici e scollegò la chiamata. Ora mancava solo Holland. Aprì il messaggio e lesse: ‘Colton, dove diavolo sei? Chiamami quando lo leggi. Sbrigati pure ad accendere quello stupido telefono e a leggere il messaggio. Love you
Colton ridacchiò divertito della stranezza di Holland e poi digitò il numero della ragazza.
Pronto?” sentì la minuscola voce di Holland.
Sorrise involontariamente. “Ehi, sono Colton”
Finalmente! Mi stavo addormentando a furia di aspettarti. Dove sei stato?
“Con Lucy. Cosa succede?”
Sentì la ragazza sbuffare. Capì che la situazione era seria. “Non so cosa mi succede in questo periodo. Odio tutti. Voglio semplicemente stare lontana da tutti, ma poi sento il bisogno di qualcuno che mi stia vicino
“Che ne dici se metti da parte questo odio per tutti. Ti vengo a prendere, andiamo a casa mia e ci distendiamo sul bellissimo divano in pelle di casa mia e mi parli di tutto quello che vuoi?” disse Colton.
La ragazza rimase in silenzio per qualche minuto, poi disse: “Vado a vestirmi
“Ci vediamo fra qualche minuto. Arrivo subito”
 
 
Holland

Holland non poteva davvero credere che un ragazzo stupendo come quello che si trovava davanti potesse essere così estremamente dolce. Colton era arrivato sotto casa sua, e quando lei era scesa, lo aveva trovato sotto il portone con varie buste in mano.
“Non avevo idea di cosa ti andasse. Cinese, giapponese, messicano, oppure semplicemente dei dolci. Poi ho pensato alle patatine fritte e a quelle in busta e ad un cheeseburger, quindi ho deciso i comprare tutto. Poi mi sono ricordato che sei vegana ed ho comprato tutto questo cibo per nulla, quindi sono passato al ristorante vegano e ho preso più cibo possibile” Disse guardandola con un sorriso stampato in faccia.
Sorrise davvero lusingata e lo guardò per qualche secondo. Non riusciva davvero a capire cosa provava per quel ragazzo. C’erano volte che voleva davvero baciarlo con tutto il suo cuore ed altre che voleva semplicemente che si comportassero come dei semplici amici. C’erano state altre volte che aveva pensato ad un loro matrimonio, ma poi aveva ridacchiato pensando che tutte queste fan li stavano facendo impazzire.
“Colton. Sei il migliore di sempre” disse lei sorridendo felice.
“Andiamo?” chiese lui felice. La ragazza acconsentì ed insieme entrarono in auto.
Durante il tragitto parlarono del più e del meno. Quando arrivarono sotto casa di Colton, il ragazzo disse, aprendole il portone e facendola passare: “Oh! Quasi dimenticavo. Abbiamo una nuova coinquilina”
“Davvero? Qualche fan maniaca?” chiese Holland ridacchiando.
“Fortunatamente no! Ne abbiamo trovata una che non sapeva nemmeno chi eravamo. È la migliore amica di Crystal“
“Per caso parli di Lily?” chiese Holland confusa.
Non poteva credere che Lily vivesse con loro. Era felice di questo. Quei ragazzi erano davvero magnifici.
“Sì. La conosci?” chiese Colton entrando in casa.
“Certo che la conosco! È la sorella della mia migliore amica.”
“Sally?”
“Sì.” Disse arrivando in salone.
“Che cosa Sally?”
Holland si girò e vide la sua migliore amica sul divano che dovevano occupare lei e Colton. E purtroppo non era sola, c’erano Dylan, Daniel, Seana e Posey.
“Scusami” mormorò Colton prima di sorridere a tutti. “Ragazzi, io ed Holland andiamo in camera mia.”
“Invece perché non rimaniamo qui?” disse la ragazza sorridendo all’amica. Cosa avrebbe pensato la sua amica se l’avrebbe vista entrare in una stanza con un ragazzo che non era il suo?
 
 
Seana

“Invece perché non rimaniamo qui?” disse Holland
Seana rimase lì a fissare i due ragazzi squadrarsi per bene. Colton era leggermente sconvolto ed anche lei lo era. In quel periodo Holland era davvero strana e a parer di Seana, la ragazza aveva bisogno di chiudersi in una camera e chiarire tutto quello che le frullava in testa.
“Bene. Allora stiamo qua.” Disse Colton lanciando le buste di cibo sul tavolino. “Mangiate ragazzi! C’è cibo per tutti!” urlò infine.
Tutti rimasero in silenzio e Seana fissò la stanza in imbarazzo. C’era Daniel, che era rimasto tutto il tempo in un angolo col telefono in mano. Stava cercando di chiamare qualcuno che non le rispondeva. C’era Sally, che aveva conosciuto da qualche ora. Era una ragazza simpatica e sembrava davvero sincera. C’era Dylan che era rimasto tutto il tempo a fissare il vuoto e parlare di tanto in tanto. C’era il suo Tyler che, come al solito, aveva urlato e si era divertito più di tutti. C’era lei, che aveva dato tutto il tempo corda a Tyler e infine c’erano Colton ed Holland. Holland aveva uno sguardo innervosito e le braccia incrociate e Colton era furente.
“Cosa vuoi Holland?” chiese dopo un po’ Colton sedendosi e rovistando fra le buste. “Un cheeseburger vegano?”
“Non ho fame!” disse lei scontrosa.
“Holly, tutto okay?” chiese Sally, mentre Colton lanciava il panino sul tavolo e si alzava.
“Adesso mi hai stancato Holland! Si può sapere che cazzo di problemi hai?” urlò Colton, mentre la ragazza lo fissava sconvolta.
“Ehi, non parlare così ad Holland” urlò Sally alzandosi dal divano.
 “Non c’entri un cazzo, Sally! Torna a sederti” e Seana decise di mettersi in mezzo e salvare la situazione, come faceva sempre del resto. “Okay, calmiamoci. Colton, credo sia arrivato il momento di smetterla, scendere giù al bar e sbronzarsi. Sally … lascialo semplicemente stare. Non lo vedi? È impazzito!”
“Cosa cazzo dici!” urlò Colton contro di lei.
“Amico calmati. Stavamo tutti scherzando prima che arrivaste voi” disse il suo Tyler.
“Ah sì? Allora anche se faccio questo è uno scherzo?” e tirò uno schiaffo in faccia a Posey.
Il ragazzo rimase sorpreso e Seana capì che la situazione non stava che peggiorando. “Okay, ragazzi … b” ma non riuscì a finire la frase che il suo Tyler si alzò e lanciò uno schiaffo a Colton.
Poi fu più una catena. Colton a lui, lui a Colton fin quando non si rotolarono per terra e si picchiarono silenziosamente.
“Smettetela! L’avevo detto che non dovevo uscire!” sbraitò Holland
“Cosa diavolo stanno facendo?” chiese Sally rialzandosi. “Qualcuno li divida!” sbraitò.
“Oh tranquilla. Picchiano come delle femminucce. Non fanno seriamente.” Disse Seana sorridendo.
Nello stesso momento si sentì aprire la porta ed altre voci furenti entrarono in casa. Seana si disse che era una serata più che interessante.
 
Lily

Tyler aveva appena chiuso la chiamata quando Lily gli aveva tirato una sberla. “Ahi! Cosa diavolo fai?” disse lui toccandosi la guancia.
“Io non ti ho minacciato!” disse lei offesa.
Si trovavano in macchina e stavano decisamente morendo di freddo. Infatti Lily lo aveva costretto a buttarsi per lei in piscina per un servizio fotografico. Ed era vero. Il suo collega si era ritirato all’ultimo minuto e lui era l’unico idiota in zona e quindi si era dovuto buttare da un trampolino alto circa 10 metri, completamente nudo insieme a Lily, anche se quest’ultima in costume da bagno. E lei lo aveva pure visto. Aveva voluto vederlo, perché lui era davvero un gran figo e lei, come tante altre in quella stanza, non aveva potuto resistere al fascino di quel ragazzo. Cosa che lui non doveva assolutamente venire a conoscenza. Ma tornando alla storia …
Tyler la guardò con sguardo sorpreso. “Non è vero? Lily, tu mi hai così tanto incastrato e poi minacciato che mi sono dovuto spogliare nudo davanti a gente! È stato peggio di fare la doccia in spogliatoio e rischiare di sbattere il culo contro il pene o il culo di un altro! Sai cosa ne dirà la mia reputazione di bravo ragazzo?“ disse lui.
Lily socchiuse gli occhi confusa. “No! Non ti seguo, davvero.”
“Il punto è: mi hai fatto spogliare nudo davanti a gente e soprattutto davanti a te! E ho visto che hai guardato!”
Lei spalancò la bocca inorridita. In realtà era impaurita che fosse scoperta del piacere con cui l’aveva guardato. “Non è vero! Come ti permetti? Non ti ho affatto guardato. Mi sono tappata gli occhi ed ho iniziato a cantare canzoni.” Ironizzò lei.
Tyler assunse una smorfia divertita. “Quindi ti è piaciuto guardarmi” disse sorridendo e girandosi a guardarla.
“Ti ho guardato, perché lo richiedeva il copione!” sembrava proprio una bella scusa, si disse.
“Okay, okay. È stato per il copione. Continuo comunque ad essere arrabbiato con te. Farmi spogliare nudo, per 1000 dollari.”
 “Mi pare che non ti stia lamentando dei tuoi 500. E comunque cosa vuoi che sia spogliarsi nudo davanti a una decina di persone”
“Tra cui bambini”
“Tra cui bambini” ripeté lei sorridendo in imbarazzo.
“Non è niente? Certo tu non puoi capirlo, sei entrata in costume!”
“Cosa vuoi se i fotografi sono gay? Non gli importa del mio corpo!”
“Quindi se avrebbero detto che avresti dovuto farlo tu, tu l’avresti fatto?”
Lei si guardò intorno. In effetti non lo avrebbe assolutamente fatto. “S … ssssì. Sì” disse infine.
“No! Non ci credo. Sei troppo ingenua.” Disse lui.
“Cosa significa sei troppo ingenua?” si stava davvero incavolando.
“Lily, tu vivi in una bolla di sapone!” disse infine girandosi a guardarla.
Lei spalancò la bocca decisamente offesa ed incrociò le braccia al petto. “Non è assolutamente vero! Io non vivo in alcuna bolla di sapone!” sbraitò lei.
“Lily, per favore! Fatti insultare dopo quello che mi hai fatto!”
Lily alzò gli occhi al cielo e accese la radio. C’era un cd dentro. Lo azionò. Musica rap. Bè, c’era di peggio. “Perché hai acceso la musica?” chiese lui.
Lei aveva deciso di non parlargli quindi alzò ancora di più il volume. “Lily” urlò lui cercando di abbassarlo. Ci fu una silenziosa lotta per il volume della radio, finendola con quasi un incidente. Infatti Tyler aveva lasciato il comando della macchina per lottare con Lily ed aveva alzato gli occhi in anticipo per vedere che stavano andando a spappolarsi contro una fila di macchine. Alla fine avevano abbassato il volume e adesso lui non stava più parlando.
Stettero in silenzio per un bel po’ di tempo, fin quando non risuonò una canzone rap che Lily conosceva, ma che non ricordava mai il nome. “L’adoro!” urlò entusiasta, sotto lo sguardo perplesso di lui, iniziando a cantare e muovere le braccia a tempo.
Tyler spense la radio, lasciando la ragazza delusa. “Ricorda di mettere 5 dollari nel barattolo, una volta a casa.” Disse, guardando la strada.
Lily lo fissò sconvolta. “Cosa? No! Stavo cantando!”
“Vogliamo salire a 10?” disse lui crudele.
Lei alzò gli occhi al cielo e girò lo sguardo verso il finestrino. Non parlarono più per tutto il tragitto, anche quando salirono l’ascensore ed anche quando aprirono la porta. “Finalmente a casa! Colton non sai cosa mi ha fatto questa pazza!” urlò Tyler, mentre Lily chiudeva la porta. “Non sono pazza!” sbraitò lei. Era davvero seccata e si bloccò quando vide ciò che si trovava in salone.
Colton e Tyler Posey, il ragazzo che lei aveva sostituito, si stavano picchiando leggermente, ma la cosa che più la fece tremare di rabbia era la visione di sua sorella sul suo nuovo divano.
“Cosa ci fai qui? Fuori da casa mia!” sbraitò lei.
“Lily, ti prego! Ascoltami! Mi dispiace. Ci siamo capite male” disse Sally alzandosi.
“Mi hai fatto sfrattare da casa mia!” urlò lei, mentre tutti incominciavano a fissarle ed anche Colton e Tyler Posey smettevano di picchiarsi.
“Non è proprio così, però lo so. Ho portato qualcosa per farmi perdonare.”
“Una squallida cena non ti farà riparare ciò che mi hai fatto” urlò lei davvero arrabbiata. Sapeva che non era del tutto colpa di Sally, ma è sempre la storia dell’orgoglio che la faceva arrabbiare molto di più.
“Spero si picchino” disse Tyler ad alta voce. “Così possiamo vedere il coraggio di Lily!” Era una provocazione a quello che era successo prima in macchina.
“Sta zitto, tu!” urlò Lily. “Sennò quello che verrà picchiato sarai tu!” urlò ancor di più.
“Lily … ho ancora la chiave di casa tua” disse Sally sorridendo.
Lily si girò a fissarla. “Davvero?” chiese stupita.
Sally sorrise maliziosa ed uscì la copia delle sue vecchie chiavi. “Facciamo qualcosa di illegale?” Disse sorridendo e guardando tutti gli altri.
Mezz’ora dopo si ritrovarono di fronte la vecchia casa di Lily, ognuno con i volti coperti, e Crystal, che li aveva raggiunti, si stava sfregando le mani entusiasta. “Pronti?” chiese Sally. Tutti acconsentirono ed insieme si diressero verso la porta di casa. Quando Sally infilò la chiave e la girò sulla toppa, rimasero tutti colpiti che i nuovi proprietari non avessero cambiato la serratura. “Davvero? Non posso credere che siano così stupidi” sussurrò Lily sorridendo.
“Da domani cambieranno serratura” disse Crystal entusiasta.
Era fin troppo entusiasta secondo i gusti di Lily. Non fecero niente di divertente o pauroso; ribaltarono il divano, uscirono tutti gli utensili di cucina e li poggiarono a terra cercando di non far rumore. Poi salirono al piano di sopra ed andarono in bagno, dove poggiarono a terra profumi e robe varie. La parte divertente fu quando entrarono in camera da letto, dove dormiva la coppietta incosciente di avere dieci persone al loro capezzale. Incominciarono ad aprire i cassetti ed uscirono vestiti, biancheria intima, ecc …
Lily si accorse troppo tardi, che Colton era a un millimetro di distanza dal viso della donna. “Che stai facendo?” sussurrò Lily.
“Sto cercando di riposare col pensiero!” mormorò lui di rimando.
Lily s’innervosì. “Levati da lì!” sussurrò muovendo il braccio. Il problema fu che a furia di muovere il braccio sbatté la mano contro un mobile ed imprecò ad alta voce. Tutti si bloccarono sconvolti, persino Lily si portò una mano alla bocca. Colton rimase lì, immobile, a fissare nervosamente la donna che girò il capo e continuò a dormire.
Tutti simularono un sospirò di sollievo e finirono il loro lavoro per poi andarsene e pensare che quell’uscita era stata una delle più divertenti, paurose e indimenticabili di tutta la loro vita.
 
 
 
 
 
Nota dell’autrice
Bene. Inizio dicendo che questi due capitolo sono un demenziali, li ho scritti all’incirca qualche mese fa e non mi andava di cancellarli, quindi li ho lasciati. Vi prometterò che dal terzo capitolo la storia inizierà ad essere più interessante.
Continuo dicendo che è un Hobrien, anche se non sembrerà per i prossimi capitoli, per metà Holton, ovviamente Seana/Posey, Shareed sempre per metà, perché voglio legarmi alla realtà, ed amo follemente Crystal ed il suo nuovo fidanzato. Spero che questi due capitoli non facciano così schifo, anche perché l’ho scritta col cuore questa storia e spero che vi facciate sentire, che siano critiche o non. Ogni cosa è accettata, ma fatevi sentire!
Un bacio grande dalla vostra What is her name

 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Colton
Quella era stata la notte più bella della sua vita. Dopo aver saccheggiato l’ex casa di Lily, gli amici erano andati al bar sotto casa loro e avevano bevuto tanto, anche fin troppo. Quella mattina si era risvegliato sul pavimento del salone, con una gamba sopra Tyler ed un braccio sopra Holland. La stava completamente scafazzando. Tolse subito il braccio, non voleva farle male, e si mise seduto. Fu la mossa meno saggia che poteva fare perché un gran mal di testa gli stava premendo le meningi. Respirò profondamente per poi alzarsi e cercare di passare oltre i suoi amici, perché, a quanto pareva, non c’erano solo loro per terra, ma tutti quanti.
Lily era fra Sally e Dylan, Dylan era, praticamente, addosso a Tyler, Sally aveva la testa sulla pancia di Seana, Seana aveva le braccia aperte sulla faccia di Posey, Posey era accovacciato su Daniel e Crystal era l’unica che dormiva sul divano. Sicuramente la sbronza non le aveva fatto perdere l’arrabiatura con Daniel, pensò Colton.
Dopo aver scavalcato tutti i suoi colleghi e amici, andò in bagno e si fece una doccia. Dopo aver finito, si sentì lucido. Decise di preparare del caffè per tutti ed andò in cucina, ma non trovò dei ragazzi dormienti. Stavano parlando tutti contemporaneamente contro Lily e Sally, che si premevano le mani sulla testa. “Cosa diavolo sta succedendo?” urlò il ragazzo per sovrastare le voci.
Tutti si girarono verso di lui e lo fissarono per qualche secondo. “Pretendiamo che Lily e Sally guardino Teen Wolf” disse Seana sorridendo divertita.
“Fra una settimana esce la seconda stagione!“ disse Dylan quasi nevrotico.
“Sentite. Non vorrei offendervi, ma credo che dopo Buffy niente di soprannaturale possa essere bello.” Disse Lily, mentre Sally annuiva silenziosamente.
Colton si mise una mano sul cuore ed emise un suono strozzato. Come facevano solo a dire una cosa del genere? Teen Wolf era tutto in quella casa. Tutto! “Il mio cuore Wolfiano! Teen Wolf è tutto in questa casa.” Disse Colton.
“Potremmo picchiarvi, se solo volessimo, per quello che hai detto” disse Posey.
“Dai, ragazze. Solo una puntata, okay?” chiese Crystal sorridendo, mentre Daniel provava a non fissarla. Si chiese perché in quel cast non facevano altro che complicarsi la vita.
Crystal e Daniel, Tyler e Dylan, perché lui credeva fortemente in loro, Sinqua e Gage, ed infine lui ed Holland. In quel momento non si stavano parlando. Ieri sera era stato un po’ esagerato, doveva ammetterlo, ma Colton non aveva potuto farne a meno. Dopotutto quello che aveva fatto per farle passare una serata stupenda insieme a lui, lei aveva deciso di unirsi agli altri. In effetti si era infuriato per nulla, ma in quel periodo non si riuscivano proprio a capire.
Adesso lei cercava di evitare il suo sguardo e questo faceva molto male a Colton, perché la prima cosa che avrebbe voluto fare quella mattina era chiarire con Holland, e l’avrebbe fatto. Ci avrebbe tentato.
“Bene. Solo una” disse Sally guardando il gruppo.
 
Holland
“Bene. Solo una” disse Sally guardando il gruppo.
I ragazzi sorrisero, fischiarono ed urlarono entusiasti. Holland ridacchiò con un entusiasmo fin troppo grave. Stare insieme le procurava problemi. Diventava una sorta di T-Posey e Dylan. Rideva continuamente e questo le piaceva più di qualsiasi cosa. Loro erano la sua famiglia. Lo erano eccome! Li amava e avrebbe fatto di tutto per ognuno di loro.
Nel frattempo Seana aveva uscito il dvd della prima stagione di Teen Wolf dalla borsa e lo stava infilando nel lettore dvd, con accanto T-Posey che saltellava eccitato. Tutti ridacchiarono divertiti dal ragazzo ed Holland si girò verso Colton. Quel ragazzo le stava completamente facendo perdere la testa. Non capiva esattamente cosa provava per lui. Comunque non voleva capirlo. Odiava qualsiasi cosa fosse un etichetta, e definire Colton il suo fidanzato la faceva infuriare.
Il ragazzo le segnò la porta della sua camera e lei si alzò per seguirlo, mentre gli altri non si accorgevano di nulla, perché troppo eccitati dalla puntata. Quando la porta fu chiusa i due rimasero in silenzio, imbarazzati. Holland continuava a guardarsi le mani, evitando di specchiarsi in quel blu che la rifletteva. “Quindi….” Mormorò il ragazzo dopo un po’.
Holland continuò a fissarsi le mani, non voleva guardarlo, non riusciva mai a rimanere seccata ogni volta che incrociava il suo sguardo. Colton aveva quella dannata faccia da così bravo ragazzo, che nessuno poteva mai pensare di seccarsi.
Dopo qualche minuto di silenzio, con sottofondo le urla degli amici, la risata imbarazzante di Tyler ed i suoni del dvd, Colton sbuffò sonorosamente. “Okay, Holland, mi dispiace. Mi dispiace così tanto. Non volevo. Non volevo farti del male. È sempre stata un esclusione per me farti del male. Tu sei l’unica, Holland. L’unica di cui io mi possa fidare, l’unica di cui io possa mai provare qualcosa di indescrivibile. Ti prego, Holly, torna a guardarmi, perché anche solo un giorno senza incrociare il tuo sguardo, non sarebbe un gran giorno.” Disse il ragazzo facendo un passo avanti.
Holland si allontanò, ma alzò lo sguardo, mentre un groppo in gola si formava. “Mi dispiace Colton, ma non posso accettare il fatto che tu te ne vada.”bsbigliò piangendo lentamente.
Lo sorpassò e prima di uscire mormorò: “Dammi tempo.” Poi sospirò, si asciugò gli occhi ed uscì lasciando il ragazzo solo.
 
Tyler P.
Tyler aveva passato una bella serata. Aveva fatto un reato, insieme agli altri, si era ubriacato e dopo si era risvegliato sul pavimento del suo vecchio appartamento. Era stata una serata pazzesca anche se era quasi sicuro che per la sua Seana non era stato così. E questo lo pensava, mentre la guardava sorridere insieme a Sally e Dylan, mentre Tyler la stringeva affettuosamente con un braccio. Non era geloso di Tyler, o di qualsiasi altro di loro. Chiunque, tra loro, poteva avvicinarsi alla sua Seana, e lui non avrebbe avuto problemi. Si fidava cecamente della sua ragazza, sapeva quanto lei lo amasse e rispettasse, ma lo preoccupava la sua salute mentale. Sapeva che in quei giorni stava soffrendo, e sapeva anche che lei era troppo buona per dirglielo, ma lui sapeva. Sapeva che stava soffrendo.
Da quando si erano trasferiti non avevano avuto tempo per loro. Tyler aveva dovuto pensare a Dylan, al suo gruppo, a Jeff e non aveva avuto del tempo per lei. Avrebbe voluto davvero chiudersi in casa e passare un intero mese con lei, ma purtroppo la sua vita non era del tutto normale. Aveva troppi impegni, così tanti che non erano riusciti a trovare un giorno, in cui entrambi erano liberi, per aiutarsi a vicenda col trasloco. Non se lo sarebbe mai perdonato e avrebbe fatto di tutto per recuperare il tempo perso.
Dopo averla fissata per, ancora, qualche secondo, un idea gli venne in mente, si alzò, prese la giacca, si scusò con tutti ed andò via. Quella sarebbe diventata la sera più bella della sua vita.
 
Daniel
Daniel non era riuscito a parlare con Crystal, e questo lo faceva stare male. Molto male. Teneva così tanto a lei e non riusciva a perdonare Lily per questo. Perché quella ragazza era così invadente? Il ragazzo si alzò dal pavimento ed andò a farsi una doccia. Dopo la doccia si sentì meglio, leggermente più sicuro di se stesso. Decise che era arrivato il  momento di parlarle. Voleva farlo. Voleva proprio farlo.
Quando arrivò in salone-cucina, vide Seana ed Holland intente a cucinare, Dylan, Lily e Sally ancora intenti a guardare Teen Wolf, erano arrivate alla terza puntata, poi vide Tyler e Colton che leggevano qualcosa dal telefono di quest’ultimo e di Crystal non c’era traccia. “Non capisco dove sia Daniel in questo telefilm. Ancora non si è visto!” disse Lily.
“Dov’è Crystal?” chiese col suo accento inglese.
Tutti si girarono a guardarlo, tranne le due ragazze, troppo intente a non perdersi nessun particolare, menomale che dovevano guardarsi solo una puntata!
“È andata a prendere Oscar e Fievel.” Disse Seana, girandosi.
Holland si girò sorridendo. “Non possiamo stare troppo lontane da loro.” Disse.
Lui assunse la sua solita espressione da ‘Oh!’ e si andò a sedere sul divano. “Da quando è andata?” chiese.
“Da una ventina di minuti”disse l’amica. “Dan, mi dai il cambio che mi vado a fare anche io una doccia?” disse Holland lavandosi le mani.
“Certo.” Disse alzandosi e prendendo il posto dell’amica che lo ringraziò.
“Lily, posso fregarti qualche vestito? Torno tutto domani”
Lily, che era troppo impegnata a guardarsi il film, alzò una mano e disse. “Certo! Puoi prendere tutto il caffè che vuoi.”
Seana, Holland e Daniel ridacchiarono silenziosamente, e la ragazza se ne andò in camera di Lily.
“Come va?” disse Seana, una volta soli.
“Hai saputo?” disse Daniel.
Seana sorrise silenziosamente. “Si sistemerà tutto.”
“Non credo proprio” mormorò lui.
“Crystal è troppo dolce per rimanere seccata con qualcuno. Specialmente con te. Ci tiene davvero a te”
Daniel non potè fare a meno di sorridere. “Tu dici?”
“Oh! Puoi starne certo.” Disse sorridendo, per poi carezzargli affettuosamente una guancia.
Amava parlare con Seana, era una sorta di mamma. Era sempre confortante parlare con lei. Farsi consolare da lei.
Nel frattempo Dylan aveva spento il lettore dvd e Lily si era avvicinata a loro. “Daniel. Posso dirti due parole?” gli disse fissando il bancone.
Il ragazzo la fissò, poi s’incamminò lontano da Seana. Lily si fermò davanti la finestra e sospirò. “Mi dispiace tantissimo per quello che è successo. Non credevo, non sapevo. Possiamo chiarire e far finta di niente? Sistemerò tutto io con Crystal. Non voglio rovinare nessun rapporto. Mi sento così in colpa.”
Daniel la fissò per un po’. “Non preoccuparti. Non sapevi nulla ed io dovevo parlare a Crystal e questo tuo errore mi ha dato modo di decidermi a parlarne. Tutto finito, promesso”
Lily sorrise come una bambina e lo abbracciò, lasciandolo sorpreso, mentre Seana ridacchiava. “Grazie! Mi sono presentata per una che non sono e mi dispiace averti fatto credere che io sia una stronza. Da oggi in poi mi tapperò la bocca” disse sorridendo, staccando da lui, e mimando una cerniera che chiudeva la sua bocca.
“Oh mio Dio! Siamo in tutto il web!” sbraitò Colton, distraendoli.
“Cosa?” disse Tyler guardando il telefono dell’amico. “Perché non possiamo sbronzarci in pace?”
Un istante dopo la porta si aprì ed entrò Crystal, con Oscar e Feivel, seguita dalla persona che meno si aspettava di vedere con lei. Ian Bohen.
“Cosa diavolo ci fai con lui?” chiese scontroso.
 
 
Sally
“Cosa diavolo ci fai con lui?” chiese Daniel scontroso, mentre Sally parlava con Dylan se era più bello con i capelli lunghi o rasato. Sally si girò verso la porta d’entrata e vide l’uomo che era appena entrato con Crystal. Rimase quasi a bocca aperta da quanto quello sguardo potesse essere sexy. Era davvero un bellissimo uomo e Sally non potè fare a meno di pensare cose sporche sulle spalle coperte da una giacca grigia. “Ehi Ian!” disse Tyler per poi continuare a guardare il telefono di Colton.
Ian guardò Daniel con sguardo diabolico e disse: “Sharminator, credevo fossimo amici!” e chiuse la porta di casa.
“Chi diavolo è?” chiese Sally a Dylan.
Dylan la fissò, quasi seccato, poi alzò lo sguardo verso Ian. “È un nostro collega. È un playboy. Tratta le donne come se fossero ogetti”.
Sally abbassò lo sguardo. “Oh! Okay!” nello stesso momento Ian stava stringendo la mano alla sorella abbastanza rossa in viso, mentre Tyler alzava lo sguardo piuttosto interessato. Ian salutò Daniel, Seana, poi andò da Colton, da Tyler ed infine da lei e Dylan. “Ehi Dylan. Un’altra coinquilina?” disse guardandola sorridendo.
Sally si chiese quanto fosse orrenda e puzzolente. “Mi chiamo Sally. Di solito non ho questo aspetto. Sono in fase postumi da sbornia.”
Ian ridacchiò e disse: “Avete festeggiato e non mi avete chiamato? Questa me la lego al dito. Comunque stai benissimo.” E poi si andò a sedere accanto a Tyler e Colton che lo accolsero entusiasti, mentre Sally sorrideva leggermente.
“Sally, ti va un cinema stasera?” chiese Dylan.
La ragazza si alzò dal pavimento, diede le mani a Dylan per far alzare anche lui e disse: “Certo! Basta che non siano film troppo sdolcinati”
Dylan sorrise entusiasta. “Fantastico! Sono così sollevato che tu me l’abbia detto. Potremmo dividerci i pop corn” disse facendola ridere.
Camminarono verso il bancone, dove Seana, adesso aiutata da Lily, aveva quasi finito di preparare. “Come va, Lily?” chiese Dylan sorridendo.
“Oh, sto così bene. Non vedo l’ora di guardarmi la quarta puntata. Sto pensando ancora al telefilm.” Disse entusiasta, mentre posava del pane sul bancone. Poi si girò verso il corridoio e disse: “Ehi! Che ci fai con i miei vestiti?”
Sally si girò e vide Holland con adosso i vestiti di Lily. Stava benissimo. Era sempre così bella. “Mi avevi detto che andava bene!”
“In realtà avevi detto che poteva prendersi tutto il caffè che voleva, ma l’abbiamo presa come un: ‘sì, certo che puoi prendere i miei vestiti’!” disse Seana facendo ridere tutti.
“Non preoccuparti, certo che puoi” disse, ma già Holland non l’ascoltava più. L’amica si era accorta che Fievel era in quella stanza, il che significava addio mondo.
“Bene. Adesso vado io a farmi una doccia. Prendo i tuoi vestiti Lily” disse Sally, alzandosi e dirigendosi nella camera della sorella. “Certo! Fate con comodo! Prendete tutte i miei vestiti!” ironizzò la sorella.

Tyler H.
Il pranzo fu abbastanza veloce e rilassante. Tutti scherzarono e si divertirono e Tyler aveva evitato di parlare con Lily, il che era un bene. Quella ragazza era pazza. Lo ripeteva continuamente nella sua testa. A fine pranzo fu il suo turno per lavare le stoviglie e Dylan decise di aiutarlo volentieri, mentre Seana andava a farsi una doccia per poi usare i vestiti della nuova coinquilina.
Rimasero qualche minuto in silenzio, fin quando Dylan disse: “Allora? Crystal e Daniel si stanno proprio evitando”
Tyler continuò a lavare i piatti. “Eh già! Non credo durerà per molto”
“Dici?”
“Sono troppo dipendenti l’uno dall’altro per potersi odiare ancora per molto.”
“Già. Un po’ come noi” disse l’amico, per poi diventare rosso.
“Esatto. Un po’ come noi.” Disse Tyler. Poi rimasero zitti ancora un po’, fin quando Tyler tolse le mani dal lavandino pieno di sapone e chiese la domanda che più lo premeva. “Cosa c’è esattamente fra te e Sally?” non sapeva perché voleva saperlo, ma era troppo interessato senza alcuna ragione.
Dylan lo guardò con sguardo colpevole. “Oh! Emmm… mi hai colto di sorpresa.” Disse guardandolo per poi riabbassare lo sguardo. Aveva già capito tutto senza che l’altro dovesse dire niente.
Tyler sospirò, tornò ad occuparsi delle stoviglie e disse: “Senti, puoi fidarti di me”
“Lo faccio già”
“Puoi dirmi tutto, Dylan. Qualsiasi cosa. Anche qualcosa che potrebbe farmi male. Anche qualcosa che nessuno sa. Con me rimarrà un segreto. Lo sai“ mormorò per non farsi sentire da Ian e Colton che si erano avvicinati al bancone.
Dylan contnuò ad asciugare le stoviglie pulite e, quando Colton ed Ian si allontanarono, disse: “Questo lo so, Miguelito.” Tyler sorrise. “Credo che mi piaccia. Mi piace molto. Davvero tanto direi. Stasera andiamo al cinema. Spero in qualcosa. Non so.” Disse.
Tyler abbassò lo sguardo, tolse le mani dall’acqua, visto che aveva finito, e, asciugandosi le mani, disse: “Mi fa davvero piacere, Taquito. Adesso vado a farmi una doccia.”
Diede una pacca sulla spalla dell’amico e si diresse in bagno. Si guardò allo specchio ed era davvero k.o. Aveva delle occhaie pazzesce ed il viso stanco. Si infilò sotto la doccia e fece scorrere il getto di acqua calda. Era sempre così rilassante la doccia. Gli chiariva sempre le idee, anche se non questa volta.
Cercava di capire per quale motivo aveva provato quella sensazione strana. Si era sentito vuoto. Distrutto. Non capiva perché, ma Dylan gli faceva un effetto strano. Evidentemente, si disse, era tutta quella ossessione delle fan che lo stava condizionando. Com’è che li chiamavano? Hobrien. Eh già, loro erano l’Hobrien. Una volta aveva guardato un video su di loro. Gliel’aveva fatto vedere Colton. Lui era fissato con loro. Non era stato male come video, si era detto che tutte queste fan erano esagerate. E lo erano eccome, si autoconvinse. Fra lui e Dylan non c’era altro che una fedele amicizia. Se lo ripetè così tante volte, per quanto gli risultasse strano.
Una volta uscito si vestì, andò in salone e vide tutti che guardavano la quarta puntata di Teen Wolf. Sorrise, perché erano davvero carini tutti quanti seduti vicini e decise di unirsi a loro, così da cedere la doccia a Dylan, che non vedeva l’ora di darsi una ripulita.
 
Seana
Seana aveva passato una bellissima giornata, ma gli mancava il suo Tyler. Quindi decise che era arrivato il momento di chiamarlo, perché aveva bisogno di sentire la sua voce. Uscì in balcone e lo chiamò.
Amore, come va?” chiese il fidanzato.
“Tutto bene, ma sono stanca e mi manchi. Quindi sto per tornare a casa”
Come? A casa? Non puoi aspettare ancora un po’ prima di tornare?
Seana si insospettì e quasi si arrabbiò. “Perché dovrei? Sei a casa? Non avevi detto che dovevi provare col gruppo?”
E infatti è così. Adesso devo chiudere, scusa.
“Tyler! Tyler se c’è…” ma ormai Tyler aveva scollegato la chiamata.
Seana quasi urlò dalla rabbia e decise di correre a casa. Era sicurissima che fosse lì e lui non poteva tradirla. Non a casa loro. Non voleva crederci, ma questa era l’unica soluzione della sua stranezza. Entrò in casa sotto lo sguardo di tutti e prese velocemente la borsa. “Seana, tutto bene?” chiese l’altro Tyler confuso. Doveva avere uno sguardo stravolto.
“Devo tornare a casa. Mi dispiace” disse trattenendo le lacrime.
“Aspetta! Il dvd” disse Lily alzandosi. “Sicura di stare bene?”
“Infatti non ho detto di stare bene! Tenetevelo. Devo scappare.” Disse percorrendo il corridoio e chiudendo la porta, sotto lo sguardo confuso di tutti.
Le dispiaceva fare scenate inutili, ma doveva scoprire cosa stava combinando il suo ragazzo. Prese la macchina, ingranò la prima e partì a razzo. Andò veloce per tutto il tragitto, fin quando non arrivò in casa. Parcheggiò, aprì la porta ed entrò velocemente. Quello che vide non era esattamente ciò che si aspettava. “Cosa significa?” chiese col fiatone.
La casa era piena di scatoloni ed i mobili erano scomparsi. Tyler sembrava colto di sorpresa. “Okay. Non ti arrabbiare. Questa era una sorpresa. Dovevi tornare verso le sette. Così sarebbe stato tutto ancora più perfetto.”
“Che significa Tyler?” chiese la ragazza spazientita.
Il ragazzo si sfregò le mani e disse: “Volevo recuperare il nostro trasloco. Sai, tu non hai potuto partecipare e mi è sembrato tremendamente fuori luogo. Ho cercato di recuperare in qualche modo. Ho incartato tutto, quando finivo, avrei preso il cibo indiano come avevamo deciso di fare e poi avremmo fatto sesso, esausti per il duro lavoro. Ma tu sei arrivata prima ed io non ho potuto recuperare.”
Seana sorrise toltamente rilassata. Aveva creduto il peggio. Come aveva potuto solo per un secondo, credere che il suo Tyler la tradisse?
Si avvicinò al ragazzo. “Questa è la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me” disse per poi baciarlo.
“Perché odori di Lily?” si lamentò Tyler fissandola.
Seana rise. “Ho i suoi vestiti.”  E tornò a baciarlo. Si baciarono per qualche minuto, fin quando Tyler si staccò.
“Scusami amore, ma è troppo strano!” disse quasi mormorando l’ultima parola.
Seana sorrise. “Bene! Allora potremmo farci una doccia insieme” mormorò al fidanzato.
“Mi dispiace. Ho staccato l’acqua.”
Seana sospirò e si tolse la maglietta. “Vuol dire che mi spoglierò” disse maliziosa mentre il suo ragazzo iniziava a ridere entusiasta.
 
Dylan
La giornata era stata una delle migliori e adesso Dylan si stava preparando per poi passare a prendere Sally. Si fece aiutare da Lily, perché non aveva voglia di dirlo a Tyler. Quando finì, abbracciò l’amica e si diresse a casa di Sally. Una volta lì, aspettò che la ragazza scendesse e quando arrivò la guardò ammirato. Era davvero bellissima. Indossava un abito a tubino rosso e delle scarpe in tinta. Il rosso le stava benissimo. Era davvero stupenda.
“Ehi!” disse la ragazza una volta salita. Dylan la salutò ed andarono al cinema. Decisero di guardare un film d’azione ed accettarono di farsi qualche foto con delle fan. Una volta comprato il canestro di pop corn si sedettero in sala ed aspettarono che iniziasse.
“Allora, che mi racconti?” chiese Dylan, per rompere il silenzio.
“Sai, non è cambiato niente da quando me ne sono andata da casa vostra.” Ironizzò Sally facendolo ridere.
Stettero in silenzio per un po’, fin quando incominciarono i trailer dei film, e Dylan disse: “Viola”
Sally, che stava bevendo la sua Coca Cola, si girò a guardarlo sconvolta, con ancora la cannuccia in bocca.
Dylan la fissò e poi sorrise. “Il mio colore preferito! Il viola” disse come se fosse ovvio.
“Oh! Adesso è tutto molto più chiaro” poi si stette zitta. “Perché me lo hai detto?”
“Non lo so. Eravamo zitti, ed è stata la prima cosa che mi è uscita dalla testa”
“Bene… il mio è il blu. Come i tuoi occhi” disse sorridendo.
“Emm… ti sbagli. Io ho gli occhi castani.” Disse Dylan imbarazzato.
“Davvero?” chiese Sally incredula. Nel frattempo il film era iniziato. 
“Sì. Guarda. Aspetta, mi avvicino un pò” disse avvicinandosi con gli occhi spalancati, per poi rovesciare tutti i pop corn addosso la ragazza. “Oddio, scusa! Scusami” disse mettendo le mani sulle cosce scoperte della ragazze per poi levarle subito. “Non volevo toccarti, scusami!”
Per fortuna di Dylan, Sally stava ridacchiando come una scema. “Non preoccuparti. Capita anche a me di essere maldestra.” Disse.
“L’avevo già notato” mormorò Dylan.
Sally spalancò la bocca. “Cosa?” chiese quasi urlando, mentre le persone vicino loro incominciavano a lamentarsi. I due ridacchiarono e Dylan disse: “Pensavi avessi gli occhi blu dopo che parliamo da ieri sera!” disse ironicamente. “È normale che io pensi che tu sia maldestra!”
Sally guardò Dylan e disse: “Okay! In effetti è vero” e il ragazzo rise.
Entrambi si girarono a guardare il film e dopo qualche minuto, Sally si girò verso Dylan e disse: “La prima volta che hai dato un bacio? Perché io penso che tu sia stato uno sfigato!”
Dylan sorrise divertito. “Ero al primo anno di superiori. L’ho dato ad una di cui non ricordo neanche il nome”
“Oh! Allora non eri uno sfigato!” esclamò.
Dylan si guardò intorno. “dopo di chè l’ho pedinata per un sacco di tempo, credendo che fossi il suo ragazzo, per poi scoprire che era stata tutta una scommessa”
Sally ridacchiò, forse, con un volume troppo alto della voce. “E sta zitta!” disse qualcuno da dietro le file.
Dylan ridacchiò silenziosamente e fece segno alla ragazza di stare zitta. “Eri proprio uno sfigato” mormorò infine.
“E tu? Sono sicuro che eri una di quelle che avrebbe fatto la scommessa” disse il ragazzo.
“A dir la verità, non è così.” Disse lei.
“Davvero?” chiese Dylan senza perdersi alcuna sua espressione facciale.
“Davvero! Ero la solita ragazza ‘niente sesso prima del matrimonio!’, però frequentavo i frichettoni della scuola” disse.
“Wow! Eri tipo l’anticristo per loro”
Sally ridacchiò divertita, mentre altri lamenti arrivavano dalle file dietro. “Esatto. Mi sentivo bene con loro.” Stette in silenzio per un po’, e Dylan cercò di decifrare l’espressione del suo viso. “Il mio primo bacio l’ho dato al mio primo ragazzo. Sai, cose del tipo, non ci lasceremo mai, staremo insieme per sempre” disse e sembrava quasi malinconica di questo.
Dylan per sdrammatizzare la situazione disse: “Cioè? Mi stai dicendo che un frichettone, tutto infrasciamato, sigarette, ecc. diceva cose da checca? È come se il mio cane iniziasse a parlare!” ironizzò e Sally ricominciò a ridere facendo lamentare le persone e far arrivare uno della sicurezza. “Mi dispiace signori. Devo chiedervi di uscire dalla sala!”
“Cosa? Io non esco assolutamente” disse Sally.
“Non importa, Sally. Andiamo”
“Non me lo faccia ripetere un’altra volta. Esca dalla sala” disse lui.
 “Non ho intenzione di uscire! Ho pagato per stare qui!”
“Non mi costringa a chiamare la sicurezza” disse l’uomo.
“La chiami pure! Non m’importa.”
“Scherza! Adesso andiamo. Forza Sally, andiamo” disse Dylan facendola alzare.
Dopo essere usciti ridacchiarono fortemente e Sally disse: “Mi dispiace che la serata finisce qui!”
“Perché deve finire? Ti va una pizza?” chiese Dylan.
Sally rimase in silenzio e poi sorrise. “Sì! Perché no!”
 
Crystal
Crystal era a casa con Oscar. Lily le aveva chiesto di uscire, ma a lei non andava. Ce l’aveva un po’ con l’amica e questo le dispiaceva ancora di più. Adesso si trovava sul divano davanti alla tv, con un bicchiere di vino rosso in mano ed Oscar coricato accanto a lei, con la testa sulle sue gambe. La capiva sempre. Sapeva quando era felice o no e riusciva sempre a farle strappare un sorriso.
In tv c’era un bel film dell’orrore, di quelli che piacevano a lei. Ma questa volta non lo stava seguendo, aveva le parole che le aveva detto Daniel in testa e non riusciva proprio a farle uscire. “Forse ho fatto così perché pensavo che non sarei stato abbastanza per te!” le aveva detto così e poi se n’era andato. Era uscito da casa e lei non sapeva proprio dove fosse. Si chiese cosa significava e se significasse qualcosa. Aveva davvero bisogno di saperlo, ma non voleva chiamarlo. Non voleva assolutamente fare la prima mossa. Non voleva affatto. Quando si scolò il suo secondo bicchiere di vino, il campanello suonò e lei andò ad aprire sbuffando. Quando aprì la porta si trovò Daniel con la faccia bastonata che la fissava.
“Daniel? Cosa? Cosa diavolo fai qui?” chiese sorpresa.
“Ti prego Crystal! Ti prego, perdonami!” disse quasi implorante. Era sbronzo, o almeno, lo sembrava.
“Hai bevuto?” chiese lei squadrandolo.
Daniel posò gli occhi sul bicchiere di vino. “E tu?” chiese col suo accento inglese.
Crystal abbassò lo sguardo e rise. “Dai, entra” disse spostandosi per farlo entrare.
“Mi dispiace ma non ho niente da mangiare, se vuoi possiamo ordinare una pizza o posso fare un caffè” disse chiudendo la porta.
Non ebbe neanche il tempo di girarsi che Daniel la prese da un braccio e la baciò. Oscar iniziò ad abbaiare pensando che il ragazzo le stesse facendo del male e Crystal rise staccandosi. Daniel la fissò estasiato. “Non so se è perché sei ubriaco o perché finalmente ti sei dato una mossa, ma… grazie per averlo fatto” mormorò per poi sorridere insieme al ragazzo e continuare a baciarsi. Quella, sarebbe stata una notte fantastica.
 
Lily
Lily aveva visto tutti andarsene via. Seana era tornata a casa esasperata, Holland era andata via poco dopo insieme a Sally e Fievel, Ian e Colton erano scomparsi, Tyler era fuggito appena Dylan aveva iniziato a parlare del suo appuntamento con Sally, e Dylan era andato via un’ora dopo. Era stata tutta la sera sola a guardare Teen Wolf. Si era fottutamente innamorata della Sterek. Amava il modo in cui Stiles e Derek parlavano fra di loro e in qualche modo facevano capire che tenevano l’uno all’altro ed aveva voglia di dirlo a qualcuno, ma nessuno era lì presente. Allora aveva chiamato a Crystal e lei aveva fatto in modo di riagganciare quasi subito. Si era rattristita, perché aveva capito che l’amica ce l’aveva con lei. Era fortemente arrabbiata con se stessa. E adesso era rimasta sola a piangersi addosso.
Aveva bisogno di ubriacarsi e decise di scendere di sotto al pub. Spense la tv e si avviò verso l’ascensore. Quando arrivò al pub vide subito Tyler. Era seduto al bancone con una birra in mano. Si avvicinò e si sedette di fianco. Tyler si girò a fissarla per poi tornare sulla sua birra. Stava sfregando il dito sull’etichetta.
“Cosa succede, Tyler?” chiese Lily per poi ordinare una birra alla spina. “Birra rossa, eh!”
“Perché mi chiedi questo?”
“Perché sei fuggito da casa, per scendere sotto casa. Sei solo.”
“Deve succedere per forza qualcosa se sono solo nel pub sotto casa mia?” chiese per poi sorseggiare la sua birra.
“Certo! Guardati! Guardati veramente! Lo vedi quello specchio? Perché non ti stai guardando?... ho detto di guardarti!” disse Lily, per poi ringraziare il barista che guardava Tyler con compassione. “Non sono pazza. Sto cercando di chiarire le idee del mio amico” disse al barista che la guardò indifferente per poi tornare a fare le sue cose.
“Forza, guardati!” disse mettendogli una mano sul mento ed alzandogli il viso.
Tyler sbuffò e poi si guardò. “Ti stai guardando? Sei uno schianto! Se ti avessi conosciuto stasera in questo pub, avrei da subito fatto di tutto per portarti a letto! Anche a costo di drogarti!”
“Lily? Qual è il punto?” chiese Tyler scocciato, mentre lei sorseggiava la sua birra.
La ragazza alzò gli occhi al cielo. “Non è evidente? Il punto è: sei troppo bello per essere felice o tranquillo in un pub, solo, senza aver rimorchiato nessuna”
“Forse ho semplicemente bisogno di stare un po’ con me stesso.” Mormorò il ragazzo. Lily pensò che in quel momento sembrava proprio Derek Hale.
“Le persone tristi stanno sole con se stesse.”
“Anche tu sei venuta sola. Cosa mi dici adesso?”
“Io sono una persona triste! Penso che già si sia capito. Forza, parlami del tuo problema”
“Non mi va e basta”
“Bene! Allora me ne vado!”
“Va bene”
Lily spalancò la bocca. “Cosa? Sei uno stronzo, Mr muscolo! Vado a guardami Teen Wolf, che Derek Hale è meno scorbutico di te!” Disse alzandosi aprendo la borsa e cercando una banconota.
“Derek Hale non esiste!” esclamò Tyler esasperato.
“Non sono idiota, questo lo so!” disse sbattendo i soldi sul tavolo ed andandosene. Poi fece dietrofront, prese il suo boccale mezzo pieno e lo bevve tutto in un sorso, sotto lo sguardo sconvolto di Tyler. “Ci vediamo a casa!” disse per poi andarsene.
Quando salì a casa accese la tv e si guardò la nona puntata della prima stagione pensando che il veterinaio fosse l’Alpha. Qualche minuto dopo si aprì la porta ed entrò Tyler che si sedette di fianco a lei e poggiò la testa sullo schienale. “Sono stato con una ragazza per due anni. Si chiamava Rachele. Mi manca. Credo mi manchi troppo” disse tristemente. “So che adesso non vale lo sfogo che dovrei avere con te. Mi dispiace che ti abbia fatto arrabbiare. Ma non ti chiedo di parlarmi, o di ascoltarmi. Lasciami soltanto sfogare”
Lily non disse niente. Non lo guardò neanche, ma poggiò una mano sopra quella del ragazzo e la strinse. Lui si girò a fissarla e lei fece altrettanto sorridendo rassicurante. Poi si rigirò verso la tv ed urlò: “Non posso crederci! L’Alpha è tuo zio!”
“In realtà è lo zio di Derek” disse Tyler guardando anche lui la tv.
“Oh, Tyler! Sta zitto!”
Quella sarebbe stata una delle tante sere di Tyler e Lily.
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice
Bene, anche questo capitolo è finito e devo dire che dal prossimo capitolo in poi il lato demenziale verrà sempre più oscurato. Che dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero che i fans Hobrien, come me, abbiano iniziato ad amare questo inizio. Ci vorrà ancora un pò prima che i due finiscano insieme, ma non disparatevi succederà e sarà un amore meraviglioso. 
Non so cos'altro dire oltre a non soffermarvi alla lettura e recensire, anche se la storia vi fa schifo, ma recensite vi prego! Un bacione grande a tutti 
Al prossimo mercoledì :* 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Lily

Era passata una settimana circa e in quella casa si era creata la giusta armonia. Adesso tutti andavano d’accordo. Lily e Tyler avevano legato molto, Colton era sempre dolce e stupido al tempo stesso con tutti, Daniel era sempre felice, da quando stava con Crystal, e Dylan... beh, Dylan era Dylan. Lui era il riflessivo della casa. Quello più disordinato e più nevrotico al tempo stesso. Era geniale, su questo non si poteva discutere.
Lily poteva benissimo dire che si trovava divinamente con loro e solo il pensiero di andare a vivere sola le faceva male. Le dava fastidio il sol pensiero.
Quella mattina si era svegliata con una forte emicrania, risultato della dama con gli shortini della sera prima, era corsa in bagno ed era andata al lavoro senza aver visto nessuno dei ragazzi. Non aveva idea di dove fossero. Evidentemente, pensò Lily, erano nervosi per l’uscita della prima puntata di Teen Wolf stagione 2.
Aveva fatto qualche servizio fotografico ed era corsa a pranzo con Sally. Avevano riso e si erano divertite ed infine erano tornate ognuno nelle rispettive case a prepararsi per la serata.
Infatti quella sera, Sally e Lily avrebbero conosciuto la maggior parte del cast di Teen Wolf, cosa di cui oramai erano ossessionate. Adesso Lily si ritrovava in casa con solo una camicia addosso in cerca di qualcosa di decente da indossare.
“Lily posso entrare?” disse Tyler poggiandosi allo stipite della porta.
“In pratica sei già dentro” rispose lei nervosa, gettando un vestito azzurro sul letto.
Tyler guardò l’ammasso di vestiti sorridendo ed entrò. “Okay, qual è il problema?” chiese prendendone uno.
Lily si girò verso il ragazzo, con uno sguardo da pazza. “Qual è il problema? Stasera io e Sally ci ritroveremo nell’enorme villa di Jeff Davis, il creatore di un qualcosa di meraviglioso, con delle star del cinema una più figa e sofisticata dell’altra. Adesso dimmi, secondo te qual è il problema?” disse quasi urlando.
“Non ne ho proprio idea” rispose Tyler sorridendo con la solita aria da scemo.
Lily boccheggiò indignata, un imitazione perfetta di Stiles, e disse: “Come fai a non arrivarci? Guardami Tyler! Cosa indosso prima di trovare qualcosa da mettermi?”
Tyler la squadrò quasi terrorizzato. “Una camicia?”
“Una lurida camicia! Loro lo sai che cosa indossano? Lo sai? Qualche indumento di seta.” Sbraitò per poi buttarsi sul letto, non curante della montagna di vestiti posti sopra di esso.
Tyler sorrise divertito e si sedette accanto a lei. “Lily … non ho idea di cosa indosseranno prima di decidere cosa mettere, ma ti assicuro che non sono né snob né … snob.”
“Non puoi saperlo! Non è mai venuta una modella rozza e … grassa, in confronto a loro, ad uno dei vostri incontri da ‘fighi’. Sally non troverà alcun problema. Lei è stupenda e sofisticata, ma io. Cioè guardami! Indosso una camicia … macchiata di senape!” urlò esausta.
Tyler sbuffò divertito. “Lily, devo per forza parlare? Bene. Sai qual è la differenza tra te e loro? Che tu sei una fottutissima modella. Le attrici non devono per forza essere belle, l’importante è che siano brave. Voi modelle, o siete belle o siete belle. Quindi se c’è qualcuno che deve snobbare, quella sei tu. E con questo chiudo” disse, per poi alzarsi.
Lily stava sorridendo con gratitudine. “Tyler?” disse infine, prima che il ragazzo riuscisse ad uscire. Tyler si girò verso Lily che disse: “Pensi che l’azzurro mi doni?”
Tyler sorrise divertito e disse: “Non saprei. Se l’azzurro è così chiaro da essere quasi trasparente allora sì.”
Lily ridacchiò e gli diede un pugno sulla spalla. “Colton!” urlò infine.
Colton arrivò fin troppo rapidamente, come se fosse lì da sempre. “Mi hai chiamato?”
Lily e Tyler si scambiarono un’occhiata divertita. “Mi aiuti a scegliere …”
“Sì!” rispose Colton senza aspettare che Lily finisse.
Lily lo guardò sorpresa e divertita al tempo stesso e Tyler disse: “Bene. Vi lascio soli. Daniel sei pronto per una partita ad Halo?”
Gran parte del pomeriggio la passarono a scegliere quale abito le stesse meglio. Si aggiunse persino Sally, e Lily quasi impazzì per cercare di stare dietro le loro incongruenze. Alla fine optarono per un abito semplice, verde prato. Indossò delle scarpe bianche e si slacciò i capelli, leggermente mossi.
Quando fu pronta si recò in salotto, con Colton che le direzionava la strada tenendola tra le braccia.
“Ragazzi! Guardate cosa ho creato” disse quest’ultimo entusiasta.
Tutti si girarono stupiti. C’erano T-Posey, Seana, Tyler, Dylan, Sally, Holland, Crystal, Daniel. Quest’ultimo teneva in braccio la ragazza. Holland era seduta sulla poltrona. Dylan era tra Sally e Tyler e T-Posey era seduto in braccio a Seana. Tutti sorridenti si girarono verso Lily e Colton e guardarono sorpresi.
“Wow! Lily sei fantastica” disse Holland.
“Non ringraziatemi” disse Colton sorridendo soddisfatto, mentre gli altri si univano all’entusiasmo di Holland.
“Sta zitto Colton!” urlò Dylan. E tutti ridacchiarono divertiti.
Dopo una birra i ragazzi si avviarono verso le loro macchine. Lily salì con Sally, Holland e Colton. Mentre le coppiette erano insieme e Tyler e Dylan nella macchina di quest’ultimo. Lily aveva quella strana sensazione che tutti, lì dentro, facessero sempre in modo di lasciarli soli.
Quando arrivarono Lily scese dall’auto ed imprecò alla visione di ciò che le si stanziava davanti. Quella non era una semplice villa. Si aspettava di trovarsi qualcosa di pazzesco, ma non di così tanto grande. Quella casa sembrava un castello.
Jeff Davis, proprio il vero Jeff Davis, camminò verso di loro e quando li fu di fronte sorrise ed aprì il cancello con una chiave. “Scusate, citofono rotto.” Disse sorridendo e facendoli passare.
Lily rimase qualche secondo in silenzio a venerarlo prima che Colton la spingesse dentro. “Jeff, lei è Sally e lei è Lily. Lily è la nostra nuova coinquilina” disse Colton sorridendo.
Jeff sorrise a Sally e le strinse la mano, mentre Tyler e Dylan si avvicinavano. Lily sorrise ai due. Era nervosa e loro erano i due più vicini a Lily e non poteva che essere felice della loro comparsa.
Quando toccò il turno di Lily, Jeff la salutò sorridendo. “Quindi sei tu la nuova coinquilina di quei quattro!” disse con un tono alquanto sorpreso.
“Sì! Eccomi!” rispose lei alzando la mano “Sono qui. Proprio io, gente” disse canticchiando con tono basso ed infine ridacchiò, mentre Jeff continuava a squadrarla con un sorriso finto sul volto. Non lo faceva apposta, ma quando era imbarazzata cantava tutto quello che pensava.  
“Bene. Sono arrivati anche gli altri. Possiamo entrare in casa” disse Jeff, voltando le spalle ai ragazzi e dirigendosi verso la propria casa.
Lily spalancò la bocca, ovviamente delusa, e si girò verso Tyler. “Hai visto? Hai visto?” disse con voce stridula, mentre tutti si allontanavano.
Tyler la fissò a disagio. “Lily, non importa. Andiamo”
“No, no, no. Io non mi muovo da qui. Hai visto come mi ha squadrato? Non sarà l’ultimo questa sera.”
Tyler, oramai stufo, sbraitò: “Chi l’ha detto, Lily?”
“È una cosa che sento! Ho una brutta sensazione!” mormorò lei portandosi una mano sul petto.
“Se tu la smettessi di cantare sempre e ovunque, forse Jeff non ti avrebbe guardato in quel modo! E ricordami di farti mettere 20 Dollari nel barattolo quando arriviamo a casa!” disse Tyler stufo.
“Ehi! 20 Dollari sono tanti! Non lo faccio mica apposta!” protestò Lily alquanto offesa.
Tyler sbuffò, le prese il braccio con prepotenza e la trascinò. “No! Non vale! Aspetta!” gridò Lily.
“Fidati di me, Lily. Non succederà nulla!”
La ragazza non disse più niente e si fece trasportare, anche se la brutta sensazione non sparì così velocemente.

 

 
 
 
 
Colton
 
Colton aveva passato la mattinata insieme al regista del telefilm Arrow. Avevano discusso degli ultimi particolari e presto avrebbero ufficializzato la cosa. Era un po’ in tensione per questo, ma il lavoro era pur sempre lavoro. Non aveva gran voglia di lasciare il suo prezioso cast, la sua seconda famiglia, e dirigersi a Vancouver lontano da loro. Non aveva voglia di lasciare i ragazzi e Lily, la sua camera, il suo muro dei pensieri felici, che in tutti questi anni aveva nascosto accuratamente. Non ne aveva proprio voglia, ma il dovere lo chiamava e lui era obbligato a lasciare tutto ciò che amava per evolvere la sua carriera di attore.
Verso l’ora di pranzo aveva chiamato Holland e le aveva chiesto se sarebbe potuto passare. Dopo la risposta positiva della ragazza, il ragazzo si era fiondato in casa sua e si era scusato, anche se ancora non capiva per cosa effettivamente si doveva scusare.
Aveva pranzato con lei, avevano guardato un film e poi avevano litigato nuovamente. Questo perché Holland aveva avuto la stupidità di chiedere per quale motivo si fosse scusato. Ovviamente il ragazzo non aveva saputo rispondere esattamente alla sua domanda e, dopo aver cercato di baciarla con prepotenza, la ragazza l’aveva sbattuto fuori di casa.
Colton aveva urlato e picchiato il muro della ragazza ed era corso a casa con rabbia. Era entrato affaticato e si era riscontrato in Dylan e Daniel, intenti a mangiare tutto il possibile, i quali non si erano accorti minimamente del suo sguardo stravolto.
In quel momento aveva davvero bisogno di qualcuno che si preoccupasse, che gli parlasse. Aveva sentito il dannato bisogno del suo migliore amico di sempre, aveva sentito il bisogno di Tyler.
“Vuoi mangiare … toast con … prosciutto, patatine fritte e in busta.. lattuga, pomodoro, maionese e senape … un po’ di caponata … non riesco a vedere e non ricordo cos’altro ci sia.” Aveva detto Dylan, mentre Daniel se la rideva, come se non si accorgesse di niente. Eppure vivevano insieme da un paio di anni. Sia quando erano ad Atlanta che lì a Los Angeles.
“Dov’è Tyler?” aveva semplicemente detto con voce rotta. Aveva sentito l’adrenalina pervaderli il corpo.
“Non saprei. Credo in camera sua.” Aveva risposto Dylan abbassando lo sguardo.
Colton aveva deciso di fiondarsi in camera dell’amico quando qualcosa gli era tornata in mente ed egli aveva detto. “Tutto bene con Tyler?”
A quelle parole Dylan aveva alzato lo sguardo e aveva detto, quasi infuriato: “Certo che va bene! Perché tutti dovete trattarci come se fossimo due fidanzatini alle prime armi?”
“Perché un po’ lo siete” aveva mormorato Daniel, facendo alzare le spalle a Colton in segno di assenso. Dylan aveva boccheggiato, solo come Stiles sapeva fare, e aveva detto: “Sai che vi dico! Io e il mio panino pazzesco andiamo in camera mia.” E poi era andato via mentre Daniel rideva deliziato. Colton si era limitato a sbuffare divertito e poi aveva seguito Dylan presso il piccolo corridoio. Quando era arrivato di fronte la stanza di Tyler, l’aveva trovata vuota.
Non aveva perso molto tempo a chiedersi dov’era, sia perché una parte di lui se lo aspettava, sia perché le voci, anzi le urla, provenienti dalla camera di Lily glielo confermavano. Il suo amico era in camera con la loro nuova coinquilina.
Colton aveva fatto qualche passo verso la camera della ragazza, ma si era ritrovato a spiarli e a cercare di sopprimere l’impulso di entrare ed aiutare l’amica nella scelta dei vestiti. Come faceva a chiedere aiuto proprio a quella specie di uomo che era Tyler, se tutte le volte che Colton non interveniva indossava quelli stupidi pantaloncini verde limone con calze dai colori nauseanti? Quella ragazza era davvero stupida a volte, si era detto Colton ghignando tra sé e sé.
Solo quando Lily lo aveva chiamato, lui si era fiondato in camera deliziato e aveva iniziato la sua opera, anche se ostacolato da quella stupida di Sally.
Dopo accurate revisioni, aveva dichiarato Lily impeccabile e si era fiondato in salone, sorreggendo per le spalle l’amica.
Tutti avevano urlati entusiasti per la bellezza della sua prima cliente e Colton non aveva potuto fare a meno di prendersi tutto il merito, per poi venire ammonito da un Dylan alquanto nervoso.
Adesso si ritrovava a casa di Jeff e si chiedeva dove diavolo fosse la sua Holland. Aveva bisogno di chiarire.
Tra la moltitudine di facce impegnate in conversazioni, incrociò Ian posto in un angolo, con un bicchiere di scotch in mano che guardava in direzione di Sally e Dylan i quali, ignari di tutto, ridevano. Colton alzò gli occhi al cielo sospirando e si avvicinò all’uomo.
“Ehi Ian. Sai dov’è Holland?” chiese quasi mormorando una volta accanto all’uomo.
Ian girò lentamente lo sguardo verso il ragazzo e disse: “Si dia il caso che la piccola Holland mi abbia chiesto di non aprire bocca.”
Colton lo guardò sorpreso e divertito. “Bene. Se tu non mi dirai dov’è, io ti torturerò fin quando non mi confesserai perché sei sempre in mezzo a Dylan e Sally e li spii pure da lontano. Perché sai, questo è davvero preoccupante.” Disse infine Colton.
Ian non si girò neanche a fissarlo, ma continuò a bere il suo scotch con sguardo duro. “È sul terrazzo”. Colton sorrise soddisfatto e, dopo aver dato una pacca sulla spalla dell’uomo, si diresse verso il terrazzo.
Durante il tragitto incrociò Crystal e Daniel insieme a JR impegnati in una conversazione divertente, Tyler alquanto annoiato mentre ascoltava discorsi, quasi urlati e con risa sguaiate, di Lily ed Orny Adams.
Quando finalmente riuscì a salire il terrazzo notò che Holland era sola. Sorrise felice di questo e mentre si avvicinava sempre di più, notò che la ragazza era al telefono.
“Sì, tranquilla. No. Non succede niente. Promesso. Sì. Ti voglio bene anche io.” Disse per poi girarsi verso il ragazzo e guardarlo con aria confusa.
Colton si limitò a sorriderle imbarazzato ed aspettò che la ragazza dicesse: “Okay. Ci vediamo domani mattina. Sì. Sì, porto anche Fievel. Ciao” poi chiuse la chiamata e lo guardò. “Che succede? Sei venuto a prendere a pugni qualcos’altro? Oppure a provare a baciarmi?” disse acida.
Colton sorrise, perché si aspettava queste battute. Amava tutto di Holland e oramai la conosceva così bene, che aveva previsto tutto ciò.
 

 
 
 
Holland

Per tutta la serata Holland aveva evitato accuratamente Colton. Si era innervosita. Aveva odiato il ragazzo per tutti quei pugni e quelle urla che aveva sentito dall’interno di casa sua. Aveva odiato piangere silenziosamente mentre il ragazzo che amava si disperava dietro la porta e, soprattutto aveva odiato quella porta che li separava. L’impulso era stato di uscire, abbracciarlo e dimenticarsi di tutto. Dimenticarsi i piccoli litigi, le piccole rivelazioni, la sua partenza, che era quello che le premeva di più di tutte.
Dopo svariate volte in cui si era ritrovata chiusa in camera o con Sally o con Crystal, Holland aveva deciso di salire sul terrazzo. Nel tragitto aveva incontrato Ian, che era intento a fissare Dylan e Sally. Si era detta che l’uomo si stesse comportando in maniera strana. Ovviamente la ragazza alludeva a tutte le volte in cui si era messo tra Dylan e Sally. Una volta si era seduto in mezzo a loro, evitando lo spazio che offriva la stanza; una volta aveva chiesto a Sally se le andava un drink; una volta l’aveva guardata semplicemente negli occhi e poi era scappato via e ultimamente, come quella sera, si era limitato a chiudersi in angolini e fissarli continuamente.
“Tutto bene?” gli aveva chiesto.
Ian si era girato distrattamente. “Sì, perché?”
“Nulla. Semplicemente … mi preoccupi lievemente. Perché passi la serata a fissare quei due?” aveva chiesto con vocina piccola.
Ian si era girato innervosito. “Non passo la serata a fissare nessuno, al contrario vostro direi. A quanto pare tutti fissate me, visto che venite in fila a chiedermi cosa diavolo mi frulla per la testa!” aveva quasi urlato. Era diventato rosso in viso, a Holland le era venuto da ridere. Poteva essere mai che quel playboy di Ian si fosse preso una bella infatuazione per la sua migliore amica?
Holland si era scusata e gli aveva detto che se voleva parlarle l’avrebbe trovata sul terrazzo e gli intimò di non riferirlo a nessuno che avesse un volto da angelo, capelli biondi e al momento rasati, un corpo perfetto, poi si era dileguata sopra ed era rimasta lì a sentire la brezza estiva che le carezzava la pelle liscia e color del latte. Aveva risposto al telefono della sua amica, sperando comunque che Colton la trovasse, e il suo cuore aveva fatto quattro capriole quando si era girata ed aveva incrociato lo sguardo del ragazzo in discussione. Aveva chiuso velocemente la telefonata, facendo intendere all’amica che Colton era proprio lì, e si era avvicinata a lui, mentre rabbia e delusione scoppiavano nel suo stomaco.
“Che succede? Sei venuto a prendere a pugni qualcos’altro? Oppure a provare a baciarmi?” aveva detto acida e lui si era limitato a sorriderle imbarazzato.
Adesso entrambi erano seduti sul muretto, in silenzio. Lo erano già da un po’. Holland si toccava le mani nervosamente e guardava le sue infradito bianche, mentre sentiva gli occhi dell’altro posarsi e spostarsi su di lei. Quegli occhi di un azzurro intenso.
Colton sbuffò portandosi una mano in viso e, dopo essersi passato una mano tra i capelli rasati in un imitazione perfetta di Stiles, si era alzato e gliene aveva presa una la quale, successivamente, aveva ritirato.
“Okay! Mi arrendo! Non riesco a capire cosa ti faccia tanto arrabbiare, ma almeno potresti apprezzare il mio sforzo! Ci sto provando Holland, ci sto provando con tutto me stesso, ma sembra davvero che a te faccia arrabbiare qualsiasi cosa di me. Sto davvero impazzendo … okay, non vuoi alcuna relazione? Bene. Ma ti prego! Rimani la mia Holland per sempre. Non ho bisogno di carezze, di baciarti ogni volta che voglio, le tue labbra color fragola, annusare i tuoi capelli, che profumano così tanto di buono, o dirti tutte le volte che voglio quanto ti amo e quanto io sia felice ogni volta che incrocio il tuo sguardo. Non ne ho bisogno se non lo richiedi. Se tu non lo vuoi. Mi sta bene. Mi sta più che bene, ma ti prego. Rimani, rimani la mia Holland. Rimani la mia anima gemella, quella di cui possa fidarmi più di tutte. Resta con me, ti prego” disse il ragazzo quasi implorando.
Holland che aveva cercato di non guardarlo per i primi cinque secondi, adesso si ritrovava a fissare il ragazzo con i suoi grandi occhi verdi e velati dalle lacrime.
Era vero. Lei non voleva tutto questo. Non voleva che Colton diventasse il suo ‘ragazzo’, però si chiedeva perché aveva provato un vuoto nel sentir quelle parole. Questo si chiedeva mentre scrutava il ragazzo dagli occhi blu. Si chiese se le parole di Colton le avessero mostrato una meravigliosa vita futura che lei stava cercando di scansare il più velocemente possibile. Si chiese se fosse davvero la cosa giusta da fare, oppure la paura di una relazione la stava portando in una strada senza bel finale.
Una lacrima scese lungo il viso della ragazza, nello stesso momento in cui Colton l’aveva guardata rassegnato. Perché sì, aveva capito tutto.
Colton si avvicinò alla ragazza e portò la sua mano sul viso di Holland per poi trascinare la lacrima lungo il suo dito. La ragazza alzò lo sguardo e lui sorrise rassicurante.
“Non è un problema” mormorò sempre sorridendo.
Oh sì che lo è! Si disse Holland. Il ragazzo non voleva darlo a vedere, ma lo era, lo era eccome, ed Holland tutto questo lo percepiva come se fosse suo il pensiero. Si chiese perché lei e Colton fossero così telepatici, così vicini.
Holland non capiva le sue emozioni, i suoi sentimenti. Non capiva cosa provasse esattamente per Colton per questo non aveva voglia di iniziare con lui qualcosa che, probabilmente, sarebbe finita il più presto possibile. La ragazza non voleva. Non voleva che il suo più fidato amico soffrisse perché non lo meritava e lei amava Colton più di qualsiasi altro componente del cast.
“Scusa” mormorò la ragazza, passandosi una mano sul viso per asciugare con violenza le lacrime. E prima che potesse continuare a dirgli che lo amava, ma che aveva paura, Tyler si fiondò sul terrazzo urlando: “È iniziato! È iniziato!” poi anch’egli si bloccò per scrutarli. “Tutto Bene, Hol?” disse con fare fraterno, era pur sempre il suo migliore amico.
Holland si limitò a sorridere e prendendo Colton da un braccio seguì Tyler verso le scale.
 

 
 
 
 
Tyler H.

Tyler aveva passato una giornata pessima. Si era svegliato tesissimo, aveva fatto colazione, si era lavato ed era uscito con, Ian e JR, il più possibile lontano da Dylan.
Non sapeva esattamente perché, ma il ragazzo cercava di evitare Dylan da una settimana circa. L’ultima volta che ci aveva parlato era stata quella fatidica giornata in cui Dylan era uscito con Sally. Si ricordava esattamente quando aveva bussato alla porta del ragazzo e lo aveva guardato mentre si cambiava nervoso. Non aveva provato  un vuoto dentro, come tutte le delusioni, ma si era sentito come se il suo stomaco fosse sostenuto da due mani che si univano e scioglievano fra loro. Come una fisarmonica. Non sapeva esattamente cosa significasse e una parte di lui, quella più razionale, non voleva saperlo. Ricordava esattamente quando Dylan gli aveva sorriso nervoso attraverso lo specchio. Lui non aveva potuto fare altro che ricambiare. Si era guardato allo specchio mentre ricambiava e si era preoccupato per quanto fosse malinconico quello sguardo e quel sorriso.
Ricordava che, nel momento in cui Dylan aveva iniziato a parlare di quanto fosse innamorato di quella ragazza molto più grande di lui, si era inventato la prima scusa e si era dileguato, dopo avergli stretto la spalla sinistra, un po’ troppo forte vista la faccia che aveva assunto il ragazzo. Ricordava che si era chiuso in camera ed aveva iniziato a respirare agitato, con la schiena contro la porta. Ricordava che si era guardato allo specchio e si era detto quanto fosse stupido. Poi si era detto che era tutta colpa della recente rottura con Rachele, che sicuramente era ancora sconvolto per l’addio dato alla sua storica fidanzata.
Si ricordava quanto le parole di Dylan, riguardo il suo amore per Sally, si erano ripetute nella sua mente, mentre sentiva il ragazzo uscire di casa entusiasta. Si ricordava che era rimasto chiuso lì, fin quando non aveva sentito allontanarsi sempre più il rumore dell’ascensore. Ricordava che aveva preso il portafogli ed era uscito di casa, senza ascoltare la voce di Lily che cercava di capire chi fosse. Infine si ricordava esattamente la sua serata con Lily. Si era ricreduto su quella ragazza da quella sera. Era rimasto sorpreso dal modo in cui era riuscita ad analizzarlo, era nata una forte stima segreta verso quella strana ragazza. A volte si chiedeva se lei capiva molto di più di quello che gli altri non captavano di se stessi. Si era chiesto se avesse captato anche qualcosa su di lui. Qualcosa che ancora lui non sapeva e non si era mai riuscito a dare una risposta. Evidentemente la risposta era un sì, ma non aveva abbastanza coraggio a chiederle cosa ne pensasse. Aveva paura di quello che la ragazza gli avrebbe potuto dire. Lo immaginava già il modo in cui gliel’avrebbe detto. Con quella testa inclinata, quegli occhi socchiusi e quella bocca piena di smorfie in una perfetta imitazione di una bambina.
Quella mattina aveva salutato i ragazzi, dopo essersi assicurato che Ian stesse bene, e si era diretto a casa. Aveva evitato Dylan che aveva cercato di fargli una battuta sarcastica e si era immobilizzato davanti l’xbox a giocare con T-Posey, mentre Seana li guardava ridendo.
Infine si era diretto da Lily ed era rimasto con lei, cercando di tirarla su di morale e provando ad aiutarla, fin quando Colton non si era fiondato in camera pronto a prendere le redini del ‘gioco’. Allora si era diretto in salone, pronto a sconfiggere Daniel, invece si era ritrovato tutti i ragazzi seduti sul divano. Aveva guardato Dylan e Sally che ridevano divertiti e si era catapultato in bagno. Aveva tirato qualche pugno al muro e si era chiesto per chi diavolo fosse geloso, perché non poteva essere geloso di Dylan. Lui non era gay. Lui non aveva mai amato un uomo. Allora si era chiesto se provasse qualcosa per Sally, ma l’unica risposta ovvia era un no.
Si era sciacquato il viso e si era rilassato, poi era uscito dal bagno ed era tornato in salone sorridente e, dopo aver notato con riluttanza che l’unico posto libero fosse quello vicino a Dylan, Tyler si era andato a sedere accanto al ragazzo. Cercando il più possibile di evitarlo.
Infine Lily era uscita, si erano bevuti una birra ed erano scesi in strada. Colton aveva deciso che in macchina si sarebbe portato Holland, Sally e Lily, che Crystal si sarebbe portata Daniel, T-Posey e Seana e che lui si sarebbe portato Dylan. Tyler aveva guardato l’amico con odio e Dylan era rimasto fermo con le mani nelle proprie tasche. Il ragazzo si era girato e Dylan aveva detto sorridendo: “Allora, siamo solo noi due, eh?” tentativo del tutto ignorato dall’altro che si era limitato a salire in macchina e partire.
Non capiva, ancora, perché l’avesse lasciato lì, ma l’espressione afflitta del viso di Dylan gli aveva montato un piacere immenso che, successivamente, era stato sostituito dal disgusto per se stesso. Non ricordava esattamente perché era tornato indietro e aveva aspettato che l’altro salisse con sguardo livido. Quando il ragazzo aveva chiuso la portiera, Tyler era sfrecciato lungo la strada. Erano rimasti in silenzio per qualche minuto, fin quando Dylan aveva staccato la musica e aveva sbraitato: “Non so cosa diavolo abbia fatto per meritarmi di essere lasciato nel ciglio della strada, accerchiato da fan urlanti, ma è troppo chiederti di smetterla di fare Derek Hale?”
Tyler era rimasto in silenzio fin quando Dylan aveva detto: “Lascia stare! Non sforzarti neanche! Mi farebbe piacere sapere cosa ho fatto di male”
Tyler aveva sospirato rassegnato e aveva detto: “Non mi piace che tu esca con Sally” poi si era subito vergognato per quanto suonasse molto possessiva la sua frase, proprio alla Derek Hale.
Dylan non l’aveva guardato, aveva sorriso arrabbiato. “Tutto qui? Bene. Mi dispiace che tu ti sia lasciato, ma questo non significa che noi non possiamo frequentarci con qualcuno. Va bene, siamo amici, ma non credo che tu stia bene. E comunque non importa. Con tutte le seccature che mi sta dando Ian evidentemente non sarà mai mia.”
Tyler aveva sentito il suo stomaco gridare vittoria, ma invece di sorridere aveva detto: “Ian? Cosa centra Ian?”
Dylan aveva sbuffato e gli aveva raccontato tutte le graziose, secondo Tyler, vicende trascorse. Tyler non poteva credere che Ian si fosse innamorato di Sally, non così facilmente. Si era detto che sicuramente aveva semplicemente deciso di scocciare Dylan.
“Ecco perché si è comportato strano per tutta la settimana!” aveva detto, mentre parcheggiava.
Dylan aveva riso falsamente “Da che pulpito viene la predica!”
Tyler aveva riso felice, mentre tirava il freno a mano. “Ricorda, come punizione devi pulirmi la stanza per una settimana.” Aveva detto Dylan.
“Mi aspettavo di peggio. Va bene” aveva risposto lui sorridendo e guardando dallo specchietto la strada in cerca delle macchine amiche.
“Sappi che sarò molto più disordinato del solito.” Aveva detto sorridendo malizioso.
Tyler si era girato sorridendo divertito e i due si erano fissati, come non lo facevano da settimane. Sguardi su sguardi. Le sue iridi grigio-verdi su quelle ambrate del ragazzo.
Si erano guardati in silenzio, senza alcuna parola. Uno sguardo intenso, uno di quelli che solo con Dylan riusciva a darsi. Erano rimasti a fissarsi per qualche minuto, mentre la salivazione diminuiva. Non si erano nemmeno avvicinati di qualche millimetro. C’erano solo i loro sguardi che scrutavano nell’anima di entrambi.
Tyler si era sentito come violentato il proprio spazio vitale, ma nonostante tutto erano rimasti lì a fissarsi, fin quando il ragazzo non si accorse che Lily, Colton, Sally ed Holland stavano entrando in casa di Jeff.
“Sono già lì” aveva detto Tyler catapultandosi giù dall’auto mentre il più piccolo si era attardato per ancora qualche secondo.
Avevano camminato in silenzio e si erano diretti dai ragazzi. Infine tutti erano entrati e Tyler era rimasto fuori con Lily. Erano rimasti qualche minuto fuori, fin quando il ragazzo aveva deciso di trascinarla in casa.
Adesso si trovavano dentro casa di Jeff e Tyler aveva un disperato bisogno di non separarsi da Lily. Non voleva rimanere solo, non voleva distrarsi. Aveva bisogno che la ragazza lo facesse stare buono. “Sta andando bene, hai visto?” disse Tyler sorridendole.
Lily si girò verso il ragazzo con sguardo omicida. “Davvero Tyler? Sono passati solo minuti” disse per poi girarsi verso Ian che stava passando. “Ehi! A te ti conosco! Grazie a Dio“ disse la ragazza prendendo Ian da un braccio.
Ian sorrise nervoso e senza smettere di girarsi ogni secondo verso un punto che Tyler non riusciva a comprendere, abbracciò Lily. “Ciao tesoro! Aspetta, spostiamoci un secondo” mormorò Ian girando in tondo ancora abbracciato a Lily, per poi sorridere “Perfetto! Adesso va benissimo” disse guardando un punto fisso. Tyler, che lo guardava sospettoso da quando era arrivato, puntò gli occhi nella stessa direzione dell’uomo e ciò che vide gli fece stringere le budella. Proprio in quel punto c’erano Dylan e Sally, intenti in una conversazione. Erano davvero vicini, fin troppo secondo Tyler. Il primo impulso fu quello di andare incontro ai due, ma riuscì a reprimerlo prima che anche solo un muscolo riuscisse a muoversi. Strinse i pugni e guardò Ian con intensità. Ian non si accorse nemmeno dello sguardo del ragazzo e dileguandosi andò verso Dylan e Sally.
La prima cosa che provò fu sollievo e piacere sadico, ma subito dopo l’espressione scocciata e rassegnata di Dylan gli arrivò alla mente e Tyler si sentì estremamente in colpa, mentre Lily parlava a vuoto. “Scusa Lily. Torno subito” disse alla ragazza per poi girarsi.
“No no no! Tu non vai da nessuna parte!” disse lei tirandolo per un braccio.
“Lily, ci sto un attimo!”
“Vengo anche io, ma ti prego non lasciarmi sola!”
Tyler esasperato sbraitò: “Devo andare in bagno! Vuoi davvero venire con me?”
La ragazza rimase in silenzio a riflettere e Tyler ne fu più che sorpreso. “Davvero Lily? Davvero ci stai pensando su?” disse lui.
La ragazza sbuffò innervosita. “Sì, sono così disperata. Potrei sempre aspettarti fuori la porta! Alla fine viviamo insieme. Sento il rumore della tua pipì quando faccio la doccia.” Disse puntandogli un dito contro.
Tyler si guardò intorno e mormorò. “Quindi te ne sei accorta?“
“Sì.” Sibilò la ragazza guardandolo fisso.
“Okay. Vieni con me, ma non devi sentire alcuna parola” disse il ragazzo prendendola da un braccio e trascinandola.
“Sono spoiler?” chiese lei entusiasta, per poi venire ignorata da Tyler.
Insieme si diressero verso la cucina dove Ian stava versando due bicchieri di scotch e quando furono lì Tyler strinse una spalla dell’amico, un po’ troppo forte e mormorò: “Non farlo Ian.”
“Ahi! Cosa non dovrei fare?” chiese l’uomo girandosi a guardarlo, mentre Lily puntava gli occhi su entrambi.
“Ian, lasciali stare.”
Ian alzò gli occhi al cielo e si girò verso il ragazzo. “Tyler, se non specifichi cosa dovrei evitare di fare non posso aiutarti, mi dispiace.” Disse gelido, perché in realtà aveva capito benissimo.
“Non posso dirtelo adesso.” Mormorò Tyler fissando Ian negli occhi.
“Okay! Va bene! Vado da Crystal!” sbraitò Lily disperata per poi uscire dalla cucina.
Tyler la guardò andarsene per poi girarsi verso l’amico. “Ian, non puoi fare questo a Dylan”
“Oh, il ragazzino si è lamentato con te?” chiese Ian con i due bicchieri in mano.
Tyler strinse i denti e sospirò scocciato. “Senti, Dylan è davvero, davvero preso da Sally!” e quelle parole gli fecero male. “Non puoi semplicemente metterti da parte e lasciarla stare?” chiese Tyler mentre lo sguardo di Ian diventava malinconico, sofferente.
“Non posso, Tyler”
“Perché? Mi chiedo perché vuoi rovinare un nostro amico solo per portarti a letto una ragazza. Non riesco a capirlo.”
“Non è questo che voglio! Non è così semplice, Tyler!” urlò Ian sbattendo un pugno sul bancone.
Tyler lo guardò intensamente. “Cosa non è semplice? Cosa succede, Ian?” chiese il ragazzo premendo una mano sul bancone freddo.
Ian lo fissò per qualche secondo, fin quando JR non entrò in cucina. “Che succede? Si sentono le vostre voci dal salone. Ed è immenso quel salone”
Tyler prese i due bicchieri dalle mani dell’uomo e, con uno dei suoi sorrisi migliori, disse: “Assolutamente niente. Una tranquilla chiacchierata tra nipote e zio” ironizzò freddamente, poi guardò Ian e si diresse in salone. Quando arrivò in salone guardò Dylan e sorrise nel vederlo ignaro di tutto.

 
Dylan

Dylan aveva passato una giornata noiosa. Si era svegliato, era sgattaiolato in camera di Daniel, in cerca della sua maglia scomparsa, ed era uscito immediatamente quando aveva notato Crystal completamente nuda accanto al ragazzo in boxer. Una volta uscito aveva subito pensato a quanto fossero insaziabili, ma poi il suo pensiero si era fermato sul bel corpo della ragazza. Quando si era reso conto di pensare ad una sua amica, aveva scacciato subito il pensiero e l’aveva sostituito con uno nervoso contro Daniel che non si preoccupava a coprire la sua ragazza in una casa piena di uomini.
Era entrato in camera di Colton e l’aveva trovata vuota. Aveva pensato a quanto fosse strano l’amico in quei giorni ed aveva cercato, entusiasta e senza fretta, la sua maglia scomparsa. Quando si era accorto che non solo non aveva trovato la fatidica maglia, ma aveva creato il caos, si era portato una mano nei capelli in modo nervoso. Aveva sistemato il tutto pensando a quanto fosse maniacalmente ordinato il proprietario della camera e aveva riso un po’ quando si era immaginato Colton che entrava in una camera disastrosa. Si era detto che più tardi avrebbe fatto entrare il ragazzo nella sua di camera per verificarne la reazione di quest’ultimo ed era andato in camera di Lily. Aveva trovato Lily coricata e l’aveva guardata titubante se farle uno scherzetto cattivo oppure lasciarla dormire. Dopo aver deciso di non disturbarla, aveva continuato la sua ricerca, ricordando che la ragazza aveva già adocchiato la maglia, prima della scomparsa, ed auto convincendosi che fosse in quella camera. Dopo svariate ricerche silenziose, Dylan aveva capito con delusione, che la maglia non era lì. Era uscito dalla stanza ed era andato in bagno, evitando la camera di Tyler. Tyler, il suo caro amico che lo evitava. Non capiva perché quest’ultimo lo facesse, ma gli stava bene così. Il motivo per cui gli stava bene era la sensazione che provava ogni qualvolta lo incrociava, quel senso di colpa che provava ogni volta che guardava le sue iridi verdi. Che poi quelle iridi erano folgoranti, si era detto Dylan. Riusciva sempre a provare svariate sensazioni ogni qualvolta ci si tuffava dentro. Era davvero strano e Dylan non sapeva spiegarselo.
Dopo aver compreso che anche in bagno non c’era nulla, il ragazzo si era preso di coraggio ed era andato verso la porta della camera di Tyler. Una volta lì, aveva guardato il legno color … Bè, non saprei dire che colore fosse e neanche Dylan riusciva a capirlo, comunque … una volta lì, aveva guardato la porta della camera di Tyler ed era rimasto una manciata di minuti immobile a chiedersi se fosse la cosa giusta da fare. E se l’avesse trovato sveglio? Se stesse dormendo profondamente e al minimo rumore l’avrebbe disturbato? E se gli avesse urlato contro? Se invece fosse con una ragazza? O con un ragazzo? Oppure se fosse stato di fronte la porta e lui gliel’avrebbe sbattuta in faccia? Oppure se si stesse masturbando? Dylan, nervoso, aveva cercato subito di scacciare quel pensiero il quale gli mostrava una fantasia poco consona nei confronti dell’amico. Mentre, ancora, si trovava davanti la porta lottando contro se stesso, Daniel era uscito nel corridoio ed aveva guardato l’amico sconvolto. “Cosa diavolo fai?” aveva mormorato, con ancora la voce impastata dal sonno.
Dylan era saltato in aria, quasi urlando, ed aveva guardato l’amico con una mano sul petto. “Ou! Da dove diavolo sbuchi?” aveva chiesto.
“Dalla mia stanza” aveva risposto Daniel segnando la porta della sua camera.
Dylan aveva guardato l’amico, poi la porta ed aveva sorriso. “Giusto. Dalla tua camera.”
Daniel l’aveva fissato per qualche secondo. “Che diavolo stai facendo Dylan?” aveva chiesto una seconda volta guardando tra Dylan e la porta di Tyler.
“Io?” aveva chiesto guardando dietro di sé, per poi sbuffare. “Non è quello che sembra, sto andando a cercare la mia maglia”
“Lo sai che Tyler non ti vuole parlare?” aveva detto Daniel con tono saccente.
“Tu lo sai che non si lascia la propria ragazza nuda, completamente scoperta?” aveva controbattuto Dylan quasi urlando.
Daniel l’aveva guardato sconvolto ed aveva detto: “Cosa?”
“Cosa cosa? Cosa?” aveva risposto Dylan, impaurito della piega che stava prendendo la conversazione. Nello stesso momento, la porta della camera si era aperta ed era uscito un Tyler super – hot in boxer con aria assonnata, mentre si premeva la mano su un occhio. Dylan l’aveva fissato paralizzato sul posto ed automaticamente si era inumidito le labbra, poi aveva dischiuso la bocca, quando si era trovato Tyler ad un millimetro dalla sua faccia con sguardo sconvolto. “Cosa diavolo fai, Dylan?” aveva sbraitato il ragazzo, rosso in viso.
“Io … aaaaaa … Io … io stavo cercando la mia maglia. Per caso è in camera tua? No? Okay, ci vediamo.” Aveva detto con nevrosi e si era spostato lentamente.
“Perché dovrei avere una tua maglia in camera? Per annusarla?” aveva detto Tyler più rilassato dalla distanza.
“Bè, alla fine sei sempre un lupo brontolone, no?” aveva detto stupidamente in un tentativo di farlo ridere, poi, notata l’espressione dell’altro, aveva mormorato parole sconnesse e si era dileguato subito dopo essersi ricordato della presenza di Daniel, senza sapere che Tyler aveva accennato un sorriso quando era stato sicuro che nessuno lo poteva vedere. Subito dopo aver sentito la porta della camera di Tyler sbattere, Dylan aveva deciso di farsi una doccia e si era fiondato in bagno. Finita la doccia si era messo davanti la tv e quando sia Tyler sia Daniel e Crystal erano usciti, Dylan aveva deciso di cercare la sua maglia in camera di Tyler. Aveva scoperto che quest’ultimo aveva ragione e si era catapultato in salone, cercando la maglia lì. Niente di strano che il ragazzo aveva creato il caos. Aveva lanciato in aria i cuscini del divano che in quel momento si trovavano per terra e adesso stava lottando con una coperta la quale gli ricopriva il corpo. Dylan lottava con nervosismo cercando una via d’uscita, della luce e un po’ d’aria. Non si poteva non ammettere che era una visione comica e questo lo aveva pensato anche Sally mentre fissava il ragazzo in silenzio. Quando Dylan si era, finalmente, liberato della coperta aveva spalancato la bocca e, subito dopo essersi sentito le orecchie a fuoco, era arrossito violentemente. “Sa.. Sally! Cosa ci fai qui?” aveva detto mentre cercava di prendere aria.
Sally aveva sorriso imbarazzata e si era guardata intorno. “Mi ero svegliata con una gran voglia di pancake di Star Bucks.”
“Oh!” aveva detto Dylan sempre più felice e soddisfatto.
Lei aveva continuato a guardarsi intorno, poi aveva detto, come a giustificarsi del suo arrivo: “Allora sono andata da Holland, ma in questi giorni è troppo impegnata per passare del tempo con la sua migliore amica, quindi ho pensato di disturbare te”
Dylan aveva sorriso compiaciuto. “Mi va bene. Pancake eh? Voi fotografe non ne avete dieta? Sai, tua sorella non mangia quasi nulla.”
Sally aveva sorriso divertita. “Pensi davvero che ne abbia di bisogno?” aveva detto mettendo le braccia lungo i fianchi in una imitazione perfetta di una ragazza nervosa.
Dylan era rimasto zitto per qualche secondo, poi aveva detto “No! Certo che no! Adoro le ragazze che mangiano.” Poi aveva abbassato la testa imbarazzato. “Oh mio Dio, non posso credere l’abbia detto …” aveva mormorato.
Sally aveva sorriso compiaciuta ed aveva detto. “Nessun problema, Dylan … allora? Vieni con me o vado sola?”
In tutta risposta Dylan si era barricato fuori casa lasciandola in un caos totale. Così aveva passato la mattinata insieme a Sally, discutendo del più e del meno. Verso l’ora di pranzo aveva salutato l’amica, si era detto che l’amava, ed era tornato a casa. Ci aveva trovato i due Tyler intenti a giocare ad Halo, ed era stato divertente sedersi accanto a loro e ridere dei loro battibecchi da competizione. Per un momento si era sentito felice del fatto che Tyler non aveva assunto l’espressione da Grumpy cat, ma bensì quell’espressione attenta che Dylan amava osservare. Per quasi due ore era rimasto lì, insieme ai ragazzi, a fissare Tyler. Non sapeva perché, ma non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Forse era il senso di colpa, si era detto. Che poi per cosa doveva sentirsi in colpa? Non capiva perché, ma Dylan, ultimamente, non faceva altro che sentirsi in colpa ed imbarazzo nei confronti di Tyler.
Dopotutto non stava facendo niente di male, ma continuava ugualmente a sentirsi in colpa e il modo in cui lo trattava Tyler non lo aiutava per niente.
Una volta finito di giocare Tyler era corso da una Lily urlante, senza neanche degnarlo di uno sguardo e T-Posey era scappato imprecando dell’orario, visto che doveva andare a prendere Seana al lavoro. Aveva salutato l’amico ed era rimasto solo nel divano a pensare al perché non si sentiva così completo insieme a Sally e perché una parte di sé continuava a dirgli che non era per niente giusto quello che stava facendo, fin quando non era spuntato Daniel. Si era avvicinato e l’aveva sfidato ad una gara di panini. Dylan non aveva potuto non accettare. Rimase con Daniel, fin quando sia quest’ultimo che Colton non lo avevano innervosito. Si era chiuso in camera ed aveva acceso il computer. Era entrato su facebook, aveva cercato Lily e Sally, tra gli amici di Tyler, ed infine le aveva aggiunte. Si era guardato le foto delle ragazze ed era uscito dalla camera soltanto quando aveva sentito la voce di Sally provenire dalla camera della nuova coinquilina.
Era uscito, si era diretto dai suoi amici ed era rimasto a scherzare con tutti loro. Avevano aspettato pazientemente che Lily finisse di prepararsi e, quando fu pronta, scesero per prendere le macchine. Aveva alzato gli occhi al cielo quando a Colton gli era venuta la brillante idea di decidere chi doveva salire con chi e a lui lo aveva assegnato a Tyler. Aveva boccheggiato, alla Stiles, infuriato quando Tyler lo aveva lasciato in quello squallido marciapiede, ed, involontariamente, aveva sorriso una volta rivista la sua auto. Avevano discusso e chiarito, così sembrava, ma Dylan non smetteva di provare vergogna in se stesso.
Adesso si trovava alla festa ed era con Sally. La stava osservando mentre la ragazza, con una grazia sovraumana, si versava il cocktail sul bicchiere. Dylan la guardava sorridendo, ma, spostando lo sguardo, si accorse di Tyler che lo fissava da lontano, con aria afflitta. Si disse che si stava suggestionando e si strofinò gli occhi.
“Tutto bene, Dylan?” chiese Sally avvicinandosi al ragazzo, mentre dall’altra parte della sala Tyler si recava in un’altra sala.
“Sì … ho solo bisogno di un po’ d’aria. C’è troppo caldo qui dentro!” disse il ragazzo alzando lo sguardo verso quelli nocciola della ragazza.
“Okay. Vengo con te” disse lei posando il bicchiere sul tavolo.
“No. Non fa niente.” Disse subito il ragazzo, poi, notando lo sguardo della ragazza, si affrettò ad aggiungere: “Non voglio farti infreddolire” disse.
La ragazza sorrise riconoscente e si avviò verso la sorella, intenta a pregustare l’inizio della prima puntate. “Quello è Derek! Me lo sento! È Derek! Ma dov’è Derek?” disse Lily, mentre Dylan alzò gli occhi al cielo ed aprii la porta finestra. Quando uscì si trovò di fronte Ian Bohen con una sigaretta in bocca. Entrambi si guardarono per poi abbassare lo sguardo. Dylan si rollò una sigaretta e l’accese. Aspirò la sua sigaretta ed espirò. Non capiva, non riusciva a capire perché si sentiva così. Perché si sentiva così confuso. Così sbagliato.
“Dylan … mi dispiace.” Disse Ian mentre il ragazzo lo guardava confuso. “Ma non posso farne a meno.”
“Non puoi farne a meno? Di cosa esattamente?” chiese Dylan confuso
“Non posso fare a meno di odiarti, per tutto quello che stai facendo. Mi dispiace” disse l’uomo, per poi lanciare la sigaretta e rientrare in casa, lasciando Dylan confuso.
Non riusciva a capire perché Ian facesse così e non riusciva a spiegarsi perché il suo senso di colpa aumentava ogni minuto di più. Sapeva soltanto che qualcosa di sbagliato c’era, anche se non sapeva esattamente cosa.
 

 
 
Daniel

Daniel aveva passato una notte fantastica insieme a Crystal. Avevano fatto l’amore ed erano rimasti svegli, fino al sorgere del sole, a stringersi e parlare. Si era svegliato qualche ora dopo, perché aveva sentito un bisogno di andare in bagno ed era uscito dalla camera. Aveva trovato Dylan intento ad entrare in camera di Tyler ed era iniziata un insensata discussione, conclusasi con un Dylan più nevrotico che mai e un Tyler innervosito fuori dalla porta. Dopo di che era, finalmente, andato in bagno. Odiava trovarsi in mezzo alle situazioni scomode dei due ragazzi, e succedeva spesso ultimamente.
Quando aveva finito era tornato a letto ed aveva passato la mattina con la sua nuova fiamma. Nel pomeriggio si era fatto una doccia ed aveva aperto una sfida culinaria con Dylan conclusasi con un altro litigio riguardante Tyler. Allora si era diretto sul terrazzo ed aveva trovato Ian, Sally, T-Posey e Seana. Aveva scambiato qualche parola con loro ed era tornato nel suo appartamento con Sally. Avevano aspettato Lily ed infine si erano recati alla festa di Jeff.
In questo momento erano parcheggiati e stavano guardando Dylan e Tyler intenti a fissarsi.
“Cosa diavolo fanno?” chiese Daniel confuso.
T-Posey guardò attraverso lo specchio ed alzò gli occhi al cielo divertito. “Lo stanno facendo di nuovo”
“Cosa?” chiese Daniel.
“Si stanno guardando silenziosamente. Si stanno semplicemente guardando. Alcune volte lo fanno.” Disse Crystal senza smettere di fissare i due.
Daniel la guardò per qualche secondo pensando che in effetti era sempre un nuovo arrivato. Non quanto Lily e Sally, ma pur sempre nuovo.
“Loro si amano e neanche lo sanno!” sbraitò Seana indignata.
Scesero dall’auto solo quando lo fecero gli altri e si avviarono in casa di Jeff. Una volta lì, salutarono JR e rimasero a parlare con Eddie. Fin quando non iniziò Teen Wolf. In tutto quel lasso di tempo Daniel si limitò solo a guardare la sua ragazza.

 
 
Sally

Sally aveva passato una mattinata con Dylan. Si erano divertiti molto. La ragazza non sapeva esattamente cosa stava iniziando a provare verso il suo nuovo “amico”, ma qualcosa la sentiva. Sentiva lo stomaco contorcersi ogni qual volta lo fissava e amava ridere insieme a lui. Non sapeva davvero cosa iniziasse a provare nei confronti di quel ragazzo, ma non voleva indagare, preferiva che tutto rimanesse così com’era. Non voleva perdere Dylan per qualsiasi cosa al mondo. Si era affezionata a Dylan e preferiva non andare oltre i suoi sentimenti.
Dopo aveva salutato l’amico era andata a pranzo con Lily e dopo si era diretta da Holland. L’aveva trovata in lacrime ed avevano passato una giornata insieme. Non sapeva esattamente cosa dire alla sua amica, e Sally sapeva sempre cosa dire, in quanto la situazione fosse strana. Non riusciva a capire lei stessa se Holland amasse realmente Colton ma non volesse rovinare la loro eterna amicizia oppure se la ragazza non amasse per niente il suo migliore amico, anche se Sally optava più per la prima.
Dopo aver provato a consolare la sua carissima amica si era diretta a casa di Lily, ma avendo una voglia matta di salire sul terrazzo per ammirare il panorama si era diretta lassù. Aveva fatto tante foto lì sopra in altre giornate. Una volta lì vi trovò Ian Bohen quell’uomo che le sapeva tanto di casa. “Ehilà!” aveva salutato sorridente.
L’uomo si era girato ed era rimasto a fissarla per qualche secondo. Sally aveva sorriso leggermente impaurita ed aveva detto: “Tutto bene?”
Lui si era, tipo, ridestato ed aveva sorriso per poi abbassare lo sguardo. “Come mai qui sopra?” aveva chiesto. La ragazza aveva poggiato le mani sul muretto ed aveva aspirato l’aria estiva. “Potrei chiederti la stessa cosa” aveva detto ammiccando.
L’uomo l’aveva guardata e poi aveva sorriso. “Vengo qui spesso. Amo il panorama. È l’unico palazzo in cui si vede il giusto panorama.” Aveva detto guardando di fronte a sé.
Lei aveva sorriso incredula. Saliva su quel terrazzo per lo stesso motivo. Amava farlo. “Tu perché lo fai?” aveva chiesto spostando leggermente la testa di lato e guardandola. Sally non aveva potuto non pensare a quanto fosse bello quell’uomo ed aveva sorriso. “Non ci crederai. Non sono una ruba idee, non m’incolpare, ma salgo qui per il tuo stesso motivo” aveva detto riguardando il panorama.
Ian l’aveva fissata per un po’, sorpreso, ed aveva ridacchiato. “Sei una ruba idee!” aveva detto puntandole un dito contro.
Sally aveva spalancato la bocca inorridita. “Non è assolutamente vero! Ci vengo da sempre qui! Sei tu che hai sbagliato il giorno” aveva detto divertita per poi incrociare le braccia.
Ian aveva sorriso e le aveva detto. “Non credo di aver sbagliato giorno.”
Lei lo aveva fissato ed aveva pensato a quanto fossero familiari quegli occhi blu. Più ci pensava più non riusciva a ricordare. “Oggi il cielo è bellissimo” aveva detto lui dopo un po’.
“Già. Vorrei una foto di questo panorama attaccato nel muro della mia stanza … Peccato che non ho portato la fotocamera.”
“Fissata con le foto?” aveva chiesto divertito.
“Fissata, sono una professionista. Questa è la mia professione” aveva detto fiera.
“Ce l’hai fatta alla fine!” aveva esclamato l’uomo.
“Sì. Ce l’ho fatta” aveva mormorato, mentre T-Posey e Seana li raggiungevano.
Quando T-Posey e Seana li avevano raggiunti, Sally si era chiesta il significato di quell’esclamazione.



Nota dell'autrice
Bene, anche questo capitolo è stato pubblicato ed ancora ho ottenuto solo una recensione. I seguiti ed i preferiti ci sono, ma per favore fatevi sentire. Fatemi sapere cosa ne pensate, è una cosa di cui una scrittrice sente il bisogno. Okay so che ci sono persone che seguono la storia, però se non vi fate sentire è come se non la stessi scrivendo per nessuno. Okay, mi dispiace essere sclerata, Dylan mi ha contagiato con la sua nevrosi. 
Parlando della storia spero che il capitolo vi sia piaciuto. A me personalmente piace, sopratutto le parti di Dylan e Tyler, chissà perché poi xD. 
Da questo capitolo in poi la storia si evolverà ogni capitolo in più. 
Non so cos'altro aggiungere se non un... Godetevi il capitolo! :D 
    

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5


Colton

Quella mattina Colton aveva provato un senso di vuoto quando il regista di Arrow lo aveva chiamato e gli aveva detto che entro l’indomani avrebbe dovuto prendere un aereo per Vancouver. Non riusciva a capacitarsi del perché di questa rapida partenza. Non era ancora pronto a dirlo agli altri, allora perché il destino stava correndo così velocemente? Si sentiva violato e messo alla prova. Si sentiva dentro una sfida, da cui difficilmente poteva uscirne vivo.
Erano passati quasi tre anni, oramai, da quando condivideva il proprio tetto con quei ragazzi e non sarebbe stato giusto dargli il suo arrivederci proprio qualche ora prima della sua partenza.
Comprò un pranzo differente per ognuno di loro. I loro piatti preferiti e chiamò tutti i suoi amici. Ad alcuni disse di dirigersi a casa sua, mentre al resto informò di ritornare o rimanere in casa. Si sentiva agitato e voleva chiuderla una volta per tutte quella storia. Dopo aver salutato le telecamere di popcandies, Colton aprì il portone e si diresse nell’appartamento. Ogni minuto in più il suo cuore batteva sempre più forte. Sentiva il cuore in gola e non riusciva a respirare bene. Chiuse gli occhi, proprio mentre la porta dell’appartamento era di fronte a sé, e respirò lentamente. Una volta che il suo cuore si fu destabilizzato il ragazzo mise la chiave nella toppa e girò. Percorse il corridoio e vi trovò: Tyler, T-Posey, Seana, Holland, Dylan, Sally, Ian, JR, Crystal, Daniel. “Colton tutto bene?” chiese Tyler preoccupato.
“Dov’è Lily?” chiese e notò quanto la sua voce fosse affannata.
I ragazzi si guardarono preoccupati, anche se, dallo sguardo di Holland, Colton sapeva quanto la ragazza avesse capito.
“Lily è da sua madre. È partita per qualche giorno. Lo sapevi” disse Dylan un po’ ansioso.
Colton socchiuse gli occhi arrabbiato. “Non doveva andare così! Lei doveva essere qui! Tutti dovevano essere qui! Chiamatela, ditele che deve venire subito” poi notato lo sguardo sconvolto di tutti prese il cellulare e digitò il numero.
Pronto?” disse la dolce vocina di Lily.
“Pronto? Lily devi venire subito qui! Ho una notizia da dare a tutti quanti e se tu non ci sei …”
Colton? Io sono in Italia! Come faccio ad arrivare subito? È successo qualcosa?
Colton chiuse gli occhi. Anche se erano passati pochi mesi, il ragazzo si era affezionato molto a Lily e il pensiero che lui l’indomani non ci fosse stato più senza averla salutata gli faceva un male atroce.
“No tranquilla. Buona vacanza, salutami i tuoi” disse con voce rotta mentre tutti lo osservavano leggermente preoccupati. Tutti tranne Holland, perché lei sapeva. Perché lei aveva già capito tutto e Colton riuscì a capirlo, soprattutto, dalle lacrime che impazienti cercavano di uscire dai suoi occhi e posarsi leggermente sulla pelle bianca.
Colton. Mi sono persa le ultime puntate di Teen Wolf. Chi ti controlla? Cioè, chi controlla il Kanima” ma il ragazzo chiuse la chiamata senza mai riuscire a sentire il suo “Ehi!”.
“Colton? Cosa sta succedendo?” disse Tyler alzandosi ed andando verso l’amico.
Colton si allontanò di qualche passò. “Me ne vado. Domani a quest’ora sarò a Vancouver” mormorò in preda alle lacrime, mentre l’amico spalancava la bocca.
 
 
Tyler H.

Tyler non poteva credere ai suoi occhi. Colton, il suo caro migliore amico Colton, partiva per il nord America. Non poteva credere che egli si era scomodato ad informarli solo il giorno prima.
Tyler rimase a fissare l’amico per qualche secondo, poi, con la sua espressione da Grumpy Cat, si chiuse in camera sbattendo la porta. Uscì subito dopo e si catapultò al centro del salone-cucina. “Domani? Domani, Colton? Ti rendi conto di quello che fai? Forse non ti sei reso conto che qui siamo una famiglia e tu hai deciso di andartene ed hai avuto la bella idea di dirlo solo ALLA FINE!” urlò esasperato. Aveva voglia di picchiarlo.
Colton assunse un’espressione afflitta. “Da quanto tempo lo sai?” chiese Dylan, anch’egli furente.
“Oggi! Oggi ho scoperto che devo partire. Ma tutto il resto lo sapevo da molto tempo. Ed anche Jeff lo sapeva.”
“Quindi è così che va, eh? Lasci Teen Wolf e te ne vai? Allora erano vere quelle dicerie su Internet” mormorò Crystal con lacrime agli occhi.
Colton era rosso in viso e Tyler sapeva quanto fosse dispiaciuto, ma non riusciva a capacitarsene. Avrebbe dovuto dirglielo, quanto meno a lui. Avrebbe dovuto dirglielo prima. Si sentiva tradito dal suo stesso migliore amico.
“Non ho altra scelta. Ho trovato una parte in Arrow e ho deciso di accettare. Non credevo che sarei dovuto partire entro domani” disse sulla difensiva.
“Ma sapevi che l’avresti fatto prima o poi! E hai comunque evitato di dircelo!” esclamò Tyler furente.
Stavano tutti in silenzio. Tutti guardavano Tyler e Colton ed entrambi sapevano quanto i due soffrissero la lontananza di ognuno. Si ricordava di quella volta che Tyler era tornato, per una settimana, dalla sua famiglia. Sorrideva ancora ogni volta che pensava a tutte le chiamate che Colton aveva fatto all’amico. Ne aveva fatte così tante che sua madre lo aveva invitato a raggiungerli.
“Non ero pronto, Tyler. Non lo sono neanche adesso, ma sono stato costretto a dirlo”
“Non preoccuparti, tranquillo. Potevi benissimo non dirlo e scappare nel cuore della notte“ disse Tyler ancora più offeso. Lui l’avrebbe detto subito. Lo sapeva che l’avrebbe fatto.
Aveva rifiutato di andare a vivere con Hailey Duff solo per loro, ma stava notando che forse era l’unico a pensarla così.
“Coraggio ragazzi, basta. Non c’è tempo di litigare. Dobbiamo festeggiare, Colton va via!” disse Seana alzandosi.
“Non ho alcuna voglia di festeggiare” sibilò Tyler per poi tornare in camera.
In preda alla rabbia digitò il numero di Hailey Duff, ma subito dopo chiuse la chiamata. Non era pronto a lasciare quella casa. Non lo era ancora.
Holland entrò in camera e chiuse la porta dietro di sé. Stava piangendo e Tyler non poté non offrirle il suo braccio. La ragazza si buttò sul letto con lui e si fece stringere. “Tu già lo sapevi, vero?” chiese Tyler dopo averle dato un bacio sulla nuca.
La ragazza non rispose, ma si limitò a muovere la testa in segno di assenso. Il ragazzo pensò a quanto conosceva bene Colton e incominciò a fissare un tavolino storto che aveva creato Dylan per lui. Quel ragazzo era sorprendente.
I due non dissero niente, rimasero lì a stringersi, proprio come facevano sempre, fin quando Holland non si ricompose ed uscì dalla stanza, dopo avergli sorriso. Eh sì, Holland, anche questa volta sarebbe stato il loro piccolo segreto.
 
 
 
Dylan

Dylan non riusciva a capacitarsi del perché nessuno fosse andato da Tyler. Avevano pranzato tutti in silenzio, anche se Dylan non aveva toccato nulla ed avevano parlato dei progetti futuri di Colton. Colton era molto più rilassato, ma Dylan sapeva che quello sguardo sofferente era solo ed esclusivamente per il suo amico Tyler. Dopo qualche secondo lì a meditare, prese la busta con il pranzo di Tyler e il suo ed andò in camera del ragazzo. Era già settembre, i due avevano chiarito e adesso Dylan e Sally erano molto più intimi. Non era successo ancora nulla, ma Dylan sapeva che entro qualche giorno qualcosa sarebbe successo. Bussò alla porta del ragazzo ed entrò. Tyler stava leggendo qualcosa sullo schermo del portatile ed era davvero stupendo con solo la luce del monitor addosso. “Ehi Miguelito” mormorò Dylan mostrando la busta. Tyler alzò lo sguardo, rimase impassibile per qualche secondo e poi sorrise. “Entra pure, Taquito” disse facendogli posto sul letto e spostando il portatile.
Dylan si distese entusiasta di fianco “l’amico” e gli sorrise porgendogli il suo pasto. Pizza, il piatto preferito di Tyler. In effetti lo era anche di T-Posey, si chiese se tutti i Tyler amassero la pizza.
“Grazie, Dylan.” Disse Tyler aprendo il cartone.
Dylan gli sorrise entusiasta e prese un’aletta di pollo, poi, per curiosità, guardò lo schermo del portatile. Tyler era sul profilo di Lily. Una sensazione strana si impadronì di lui. non sapeva perché ma si sentì arrabbiato.
“Ti piace?” chiese di getto Dylan.
“Ovvio. Amo la pizza, lo sai” rispose Tyler continuando a mangiare.
Dylan lo guardò confuso, poi scosse la testa. “Stavo parlando di Lily.”
Tyler si girò verso l’amico e poi abbassò lo sguardo. “No. Cioè, a volte mi viene da pensare se un giorno finiremo insieme, magari sposati. Perché sai, noi siamo una buona squadra.”
Dylan strinse le labbra leggermente innervosito. “Secondo me no, cioè Tyler, ma la vedi?” e cliccò sulla foto della ragazza. “Non è per niente carina!” esclamò il ragazzo, mentendo spudoratamente. Non pensava affatto che la ragazza fosse brutta, anzi tutti avevano accettato di accoglierla per la sua classica bellezza da modella, ma in quel momento Dylan mentiva a se stesso senza capacitarsi molto del perché.
Tyler rise divertito. “Stai scherzando, vero?”
Dylan si mise a sedere, velocemente. “No! Perché? Ti sembra così strano che qualcuno la trovi brutta?”
Tyler guardandolo esasperato disse: “Certo che no! Ma ricordo esattamente che tu mi hai detto quanto fosse carina e tante altre cose volgari.”
Dylan spalancò la bocca in un’imitazione perfetta di Stiles e Tyler ridacchiò. “Non è affatto così, Tyler. E poi quando lo avrei detto?“
“Mentre stavamo decidendo se prenderla o no” disse Tyler mentre addentava la sua fetta di pizza.
Per un momento Dylan pensò che fosse arrabbiato, poi non trovando un motivo ovvio cacciò via il pensiero. “Come fai a ricordartelo ancora?” chiese esasperato.
Tyler rimase in silenzio e sorrise. “Non lo so.” Disse continuando a sorridere evitando di guardarlo in faccia.
Dylan sorrise compiaciuto, senza alcun motivo e mormorò: “Ti va di andare da Colton? Perdonalo.”
Tyler alzò gli occhi al cielo, solo come lui sapeva fare e si girò a fissare l’amico. Dylan dischiuse la bocca e si ritrovò ad ammirare quegli occhi stupendi. Il ragazzo l’aveva detto anche in un’intervista, gli occhi di Tyler erano meravigliosi. Così chiari, così espressivi.
Si ridestò solo quando il ragazzo chiuse la foto di Lily. Tyler scrisse qualcosa nella bacheca della ragazza, chiuse la pagina e spense il portatile. Si alzò mentre Dylan incominciava a chiedersi cosa le avesse scritto e Tyler si girò a fissarlo. “Allora? Non vieni?” chiese.
Dylan sorrise e si alzò. Quando arrivò in salone vide Sally ridere insieme ad Ian, ma non se ne curò molto perché il pensiero che più gli premeva era cosa diavolo avesse scritto Tyler a Lily. Dopo qualche secondo si collegò col cellulare ed andò nel profilo dell’amica. Il messaggio era il primo della bacheca della ragazza. Non era un messaggio lungo. Era abbastanza corto, ma con un significato immenso. A volte Dylan si meravigliava di come questi tipi di messaggi fossero sorprendenti. “I miss you. I need you. Colton is leaving to Vancouver”. Erano queste le undici parole che Tyler aveva usato per Lily. Un moto di rabbia s’impadronì del ragazzo. Dopo aver chiuso velocemente la pagina si sedette vicino a Sally e la strinse senza capire perché sperasse che Tyler li guardasse proprio in quel momento.
 
 
Ian

Ian Bohen aveva un segreto. Un segreto di cui nessuno sapeva l’entità. Uno di quei segreti che tieni solo per te perché sono troppo importanti per confidarli a qualcuno. Ed Ian aveva fatto questo, lo aveva detto solo a JR preferendo farsi prendere per pazzo da tutti gli altri.
Il suo più grande problema era che da giovane si era innamorato. Sì, anche Ian Bohen sapeva amare. Si era innamorato dell’Italia e si era innamorato di una ragazza. Una sera d’estate l’aveva baciata di fronte al mare ed insieme avevano concluso l’estate più bella della loro vita. Infine lui era partito e lei era rimasta in Italia. Inizialmente si erano sentiti, ma poi i contatti erano andati a farsi fottere. Anche se così sembrava Ian non l’aveva mai dimenticata. L’aveva cercata ovunque, in tutti i volti di ogni ragazza con cui era stato, ma non era mai riuscito a trovarla. Perché, sì, lei era unica al mondo. Si era preso la nomina del playboy, quello che tratta male le ragazze, senza che nessuno in realtà fosse a conoscenza della sua vera natura. Della sua perenne ricerca. Della sua eterna infelicità. Incompletezza.
Poi una giornata di fine Maggio Ian aveva avuto il giusto pensiero di dirigersi in casa degli amici. Lì aveva trovato tutto ciò che stava cercando da una vita. L’aveva trovata lì, seduta di fianco a Dylan O’Brien, con i suoi occhioni nocciola ed il suo sorriso meraviglioso. Aveva pensato subito a lei, ma non era riuscito a crederci, quindi si era detto tutte le diversità tra lei e la sua amata. Aveva detto che la ragazza che si trovava davanti era molto più magra. Aveva dei capelli a caschetto e lui si ricordava perfettamente quanto la sua amata amasse i suoi capelli lunghi. Infine non aveva trovato nulla di diverso. L’aveva guardata un altro po’ ed era scappato. Era scappato agitato. Forse l’aveva trovata. Non era riuscito a credere che forse quella bellissima donna era la sua amata tanto ricercata. Era stato quasi certo che fosse lei quando, entrambi, avevano posato lo sguardo sui propri occhi. Lì aveva capito. Aveva capito che era lei e voleva la conferma. Aveva una dannata voglia di avere una conferma. Si era collegato su facebook e l’aveva cercata. Aveva trovato una sua foto. Era meravigliosa. Indossava un abito nero con le spalline larghe. Un rossetto rosso. Leggero, non come quelli che indossava Holland. Aveva preso le informazioni e le aveva lette, con un sorriso che si allargava sempre di più. Era italo-americana. Faceva il compleanno lo stesso giorno della sua amata, si chiamava nello stesso modo, anche se non riusciva a ricordarsi del cognome. Aveva vari fratelli e trovò anche quelli. Amava la fotografia e lei l’amava più di ogni cosa. Amava leggere e anch’ella lo venerava. Prese delle foto che teneva ancora nel cassetto e le osservò. Infine trasse la conclusione. Era lei. Sally Pan era la ragazza che aveva cercato e ricercato in tutte le donne del mondo. Era quella che pensava ogni notte da vent’anni. Era lei. E Lily era quell’adorabile bambina dai capelli dorati che interrompeva sempre i loro momenti migliori.
Aveva passato gli ultimi tre mesi il più possibile vicino alla ragazza, poi aveva notato quanto lei e Dylan si fossero legati ed aveva deciso di mettersi di lato, anche perché era evidente che lei si era dimenticata di lui. Poi quando l’aveva incontrata su quel terrazzo dentro di sé era montata una sorta di speranza. Aveva capito. Aveva capito che se lei era tornata da lui, evidentemente, il destino aveva riservato un posto per loro in quel gigante pianeta.
Adesso si trovava a casa dei ragazzi e Sally era proprio accanto a lui. La stava osservando con la coda dell’occhio, non voleva che lei lo notasse. Stavano facendo un gioco stupido ed Ian voleva solo tornare sul terrazzo insieme alla ragazza, ma rimase lì, sia perché non poteva trascinarsela ovunque, sia perché il loro caro amico Colton non ci sarebbe stato l’indomani mattina in quella precisa ora.
“Bene. Adesso devo sistemarmi la roba. Potete anche andare” disse Colton stanco.
“Ti possiamo aiutare” propose T-Posey. Seana era tornata al lavoro promettendo che sarebbe riapparsa presto.
Colton sorrise riconoscente e si diresse in camera seguito da tutti gli altri. Ian si alzò e stava per seguire gli altri, ma notò che Sally rimase lì immobile, seduta sul divano. La guardò e sapeva che qualcosa non andava, perché Ian la conosceva meglio di tutti in quella stanza. Meglio di Dylan.
“Tutto bene?” chiese.
Lei si girò e sorrise. “Sì, certo.” Poi abbassò lo sguardo e si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Non è vero. Non va bene” disse sincero sorridendo.
Sally lo fissò per qualche secondo. “Come diavolo fai?” chiese infine.
“A fare cosa?” chiese lui sorpreso, senza evitare di perdersi neanche una piccola smorfia del suo viso.
“A capirmi così velocemente. Come se mi conoscessi da sempre” disse per poi fissarlo.
Inizialmente l’uomo rimase sorpreso, poi sorrise ed abbassò lo sguardo. “Mi ricordi tanto qualcuno che conoscevo.”
“Sì? E cosa le è successo?” chiese lei curiosa.
Ian abbassò lo sguardo. “È andata via” disse malinconico.
“Sally, devo andare a prendere caffè per tutti. Scendi con me?” chiese Dylan uscendo dalla camera di Colton. Ian si spostò di scatto, senza sapere realmente perché, e sorrise sia a Sally che a Dylan. Mentre Sally, che ancora puntava gli occhi sull’uomo, si alzò e sorrise gentile. “Certo, andiamo” disse infine per poi uscire dall’appartamento, mentre Ian guardava malinconico il braccio di Dylan sulle spalle della ragazza.
 
 
Sally

Sally stava pensando e ripensando alla conversazione avuta con Ian e a quanto fosse stranamente familiare quell’uomo. Non poteva credere di essersi innamorata di un ragazzino come Dylan O’Brien quando accanto a sé si trovava uomini come Ian Bohen. Qualcosa le diceva che stava sbagliando, e lo stava facendo alla grande, solo che lei ancora non lo sapeva.
“A che pensi?” chiese Dylan mentre la guardava sorridendo.
Lei lo guardò per poi sorridere. ”Stavo pensando a Lily. Chissà come la prenderà quando tornerà e non troverà Colton. Si era legata molto al ragazzo.”
“Già. Il terzetto. Lei, Tyler e Colton. Una volta li ho trovati tutti e tre coricati sul letto della ragazza con una vaschetta di gelato alla vaniglia tra le mani di lei. Erano entrambi depressi. Stavano parlottando a vanvera tutti e tre.”
Sally ridacchiò divertita alla vista di quei tre in quello stato, per poi, subito dopo, sentirsi un po’ in colpa.
“Bè, in realtà li trovavo quasi ogni sera coricati insieme a parlottare, quasi sempre ci riuniamo tutti e cinque. È tipo un rituale capito? Adesso sarà strano farlo senza Colton.” Disse il ragazzo malinconico.
“Guarda il lato positivo. Adesso starete più larghi” disse Sally ironizzando, ma anche lei si sentiva tremendamente triste.
“Non ci dava fastidio rimanere stretti. Era confortante. Era familiare. Adesso lo spazio tra noi ci farà sentire ancor di più la sua mancanza.” Disse il ragazzo una volta aperto il portone di casa. Sally entrò pensando a quanto fosse dolce e tenero quel ragazzo. E tutto successe in un secondo. Dylan si avvicinò alla ragazza e si baciarono quasi all’unisono. Si baciarono e fu il bacio più dolce che lei avesse provato. Non riusciva a capire se fosse amore o altro, ma decise di non indagare e si gustò il bacio del ragazzo. Quando entrambi si staccarono, sorrisero timidi e, dopo che Dylan iniziò a balbettare parole sconnesse, presero l’ascensore e rimasero in silenzio fin quando non rientrarono in casa. “Caffè!” sbraitò Dylan entrando in camera di Colton.
Sally lo fissò andarsene e lì capì che non era andata affatto bene. Girò lo sguardo e si trovò di fronte Ian. Sorrise timida ed incominciò ad uscire i caffè dalla busta, mentre Ian la guardava con un sorriso indecifrabile. “Ehi” disse lei.
“Non è andata bene, vero?” chiese lui aiutandola.
Lei lo fissò sconvolta. Come faceva a sapere sempre tutto? “Diamine, come fai?” sbraitò lei.
“Internet!” disse lui sorridendo e mostrandole una foto dei due che si baciavano. Sally spalancò la bocca. Chi diavolo era stato? Erano chiusi nel portone. Poi si ricordò di quella ragazzina che li aveva superati. “Quella bastarda!” mormorò facendo ridere Ian.
“Sai cosa penso? Credo sia un grande bacio” disse sincero.
Sally sbuffò. “Dylan non la pensa così”
Ian assunse un espressione confusa. “Non puoi saperlo, Sal. È appena successo”
Nessuno la chiamava così da molto tempo. Sorrise. “È completamente scappato via. E adesso mi sta evitando. È stato tremendo”
Rimasero in silenzio per qualche secondo fin quando Ian sospirò. “Io penso sia gay.”
Sally quasi sputò il caffè. “Cosa?” chiese ridendo.
“Lo deve essere per forza. O è gay o è pazzo. Nessun uomo sano di mente potrebbe rifiutarti.” Disse infine sorridendo e Sally pensò che quello fosse il sorriso più meraviglioso della terra.
Ian prese due caffè ed andò in camera da JR lasciando sola Sally a meditare, come faceva sempre. Si stava iniziando a chiedere se l’uomo lo facesse apposta.
 
 
Holland
 
Holland stava aiutando ad imballare la roba di Colton. Non voleva che se ne andasse, ma non poteva fare assolutamente nulla. Solo nei film l’amore regnava. Nella vita reale prima c’era il lavoro, successivamente c’era l’amore. Si chiedeva perché stava pensando a lei e Colton come se fossero due innamorati e, malgrado tutto, sorrise al pensiero.
“Cosa hai da sorridere?” chiese Colton, che dopo essersi abbracciato con Tyler era tornato sorridente.
La ragazza lo guardò e scosse la testa. “Stavo pensando a quanto fossero buffe queste scarpe” disse alludendo a delle ciabatte arcobaleno. Colton le prese e sorrise.
“Me le hai regalate tu.” Disse sorridendo.
La ragazza ridacchiò al pensiero dimenticato. “Vero! È stato uno scherzo meraviglioso” disse ridacchiando.
“Ancora ricordo il disgusto che mi hanno provocato”
Holland ridacchiò ancora più forte. “Sì! Ricordo esattamente la tua faccia. Cercavi di far finta che ti piacessero, invece non riuscivi a non far vedere quanto le odiassi.” Disse facendolo ridere. “E’ proprio questo che amo di te. Nonostante tutto riesci sempre ad essere sincero. Sei un libro aperto”
Colton sorrise. “Forse lo sono solo per te. Holland, tu e Tyler mi conoscete più di chiunque altro in questo pianeta.”
Holland guardò l’amico e sorrise. “Come può essere che Tyler rovina sempre i nostri momenti?”
Colton ridacchiò di nuovo e la strinse a sé, mentre gli altri li fissavano sorridendo. “Mi mancherai. Mi mancherai un casino” sussurrò il ragazzo stringendola a sé.
“Non quanto mancherai a me” rispose Holland, poi sciolse l’abbracciò e lo guardò sorridendo.
 Oramai era confermato. Holland Roden era innamorata perdutamente di Colton Haynes, ma questa volta non avrebbe vinto l’amore. L’amore non regnava mai quando c’era di mezzo Holland Roden.
 
 
Crystal

 
Crystal rideva e scherzava insieme a tutti gli altri, ma dentro di sé non andava per niente bene. Colton era uno dei suoi più cari amici e lei lo adorava. Odiava il fatto che il ragazzo avesse abbandonato Teen Wolf ed ancor di più odiava il fatto che l’amico stesse per abbandonare lo stato. Avevano passato un casino di avventure ad Atlanta, adesso dovevano dirsi addio e questo la faceva star male, perché loro erano una famiglia. Non erano dei semplici colleghi.
Passarono una bella serata e si salutarono, promettendosi che tutti si sarebbero presentati all’aeroporto la mattina stessa. Colton sarebbe partito alle sei del mattino e loro sarebbero stati pronti a dargli l’ultimo addio. Si diresse a casa sua con Daniel e una volta coricati si strinsero, entrambi tristi. “Non sarà più come prima.” Mormorò Crystal. E non mentiva, non lo sarebbe stato.
 
 
Daniel

 
Daniel pensava che la sua ragazza avesse proprio ragione. Niente sarebbe stato più come prima. La casa non sarebbe stata la stessa senza Colton, il cast non sarebbe stato lo stesso senza Colton, la loro vita non sarebbe stata la stessa senza il ragazzo. Erano tutti profondamente tristi e Daniel pensò a Tyler ed Holland. A come potessero stare in quel momento. Tyler aveva mostrato il suo dolore con quella scenata rabbiosa, ma Holland era stata tranquilla ed impeccabile. Un imitazione perfetta di Lydia Martin. Daniel era certo che la ragazza stesse peggio di tutti, perché tutti facevano finta di non sapere che quei due si amassero, come lo facevano con Tyler e Dylan. Crystal le aveva proposto se voleva passare la notte con lei, ma Holland aveva risposto che avrebbe dormito da Sally. Il ragazzo era felice di sapere che non era sola.
Infine il suo pensiero andò a T-Posey. Era uno di quelli più legato a Colton e il ragazzo si chiese se in questo momento stesse dormendo o se non riuscisse a farlo, proprio come ognuno di loro. Scacciò via questi pensieri e strinse a sé Crystal che faceva finta di dormire, per camuffare il sapore delle sue lacrime.
 

 
Tyler P.

Tyler era coricato sul suo letto. Stava pensando a tutto quello che aveva passato col biondino montato. Pensava a quando erano coinquilini. A come la loro vita fosse divertente a quei tempi. A tutti gli scherzi che aveva fatto a Colton. Pensò a quanto gli sarebbe mancato. A quanto sarebbe mancato a tutti, perché Colton era la colla che legava ognuno di loro. Sapeva che non sarebbe stato più lo stesso, sapeva che presto ognuno avrebbe preso la propria strada. Sorrise al pensiero che Seana sarebbe stata sempre al suo fianco. Lo sapeva e sarebbe successo. Perché lui non voleva nessuno al di fuori di lei. Questo lo pensò mentre dava un bacio alla nuca della ragazza che, troppo stanca, dormiva serenamente.
 
 
Holland

Holland era rimasta tutta la notte sveglia con Sally. Aveva pianto, si era fatta coccolare dall’amica. Avevano parlato. Avevano parlato di Colton. Avevano parlato di Dylan. Avevano parlato anche di Ian. Adesso era in auto pronta ad andare all’aeroporto. Mentre guidava continuava a ricordare a tutto quello che avevano passato. Pensò ai loro baci, alle loro carezze. Pensò al 21° compleanno di T-Posey, a quella volta che si erano ritrovati nudi sul letto del ragazzo. Las Vegas era stata magica. Si ricordò anche di quanto fosse stata testarda a chiedergli di far finta di nulla. Pensava a quanto fosse magnifico e paziente quel ragazzo. Doveva amarla per davvero, pensò lei. Dopo qualche ricordo aveva capito quanto fosse codarda. Lei lo amava, ma aveva paura. Aveva paura delle relazioni e non riusciva a capire neanche il perché. Aveva paura e basta. Aveva paura del futuro, aveva paura di tutto ciò che ne faceva parte.
Una volta arrivate, scesero dall’auto e percorsero le strade, salutando ogni tanto qualche fan. Furono le ultime ad arrivare. Tutti le stavano aspettando. Colton si stava sfregando le mani per paura che non arrivasse in tempo. Sorrise agli amici e camminò in silenzio insieme all’amica, che le stringeva un braccio. Una volta lì sorrise a tutti e posò gli occhi sul ragazzo che fece altrettanto.
Rimasero lì per un po’, a parlare del più e del meno, fin quando la voce dell’hostess li informò che i passeggeri per Vancouver dovevano recarsi al gate. Il ragazzo si alzò sospirando tristemente. Per primo abbracciò Ian e JR, poi toccò il turno di Dylan e T-Posey, abbracciò Seana e Daniel, strinse forte Crystal, abbracciò Sally e si tuffò tra le braccia di un Tyler in lacrime. “Non puoi farmi questo, amico!” sussurrava Tyler mentre chiudeva gli occhi.
“Ci rivedremo prestissimo, promesso” disse Colton, poi sciolse con difficoltà l’abbracciò e si girò verso Holland.
La ragazza lo guardò e sorrise quasi divertita. Sapeva che l’aveva tenuta per ultima, l’aveva capito subito. “Sono l’ultima della lista, eh?” disse scherzosa, dandogli un leggero schiaffo sul petto. Colton sorrise. “Le cose migliori si lasciano sempre per ultime.” Confessò, mentre i suoi occhi azzurri incominciavano ad inumidirsi. Sarebbero stati troppo lontani, questo faceva male ad entrambi. Non sapevano se avrebbero resistito.
Holland sorrise e lui la strinse a sé, mentre anche gli occhi della ragazza iniziavano ad inumidirsi. Lo amava, l’aveva capito. Aveva compreso tutto.
“So di averlo detto, ma mi mancherai. Mi mancherai un casino.” Sussurrò lui stringendola ancor di più. “So di averlo detto, ma non quanto mancherai a me” rispose la ragazza sciogliendo l’abbraccio e guardandolo. Si sorrisero, lei gli sistemò la giacca e si separarono continuando a sorridersi. Si erano parlati. Si erano parlati con lo sguardo. Si erano detti che si amavano ed Holland era sicura che Colton l’avesse capito.
 

Lily

Lily non prese nemmeno l’ascensore, corse per le scale e quando arrivò in casa la trovò deserta. Aprì la porta di camera sua e posò le valigie, poi si diresse in camera di Tyler, ma anche quella era vuota. Allora si recò in quella di Dylan che trovò anch’essa vuota. Andò in quella di Daniel, anche se già sapeva che non c’era nessuno. Urlò esasperata. Quando aveva letto il messaggio in bacheca che le aveva lasciato Tyler era scappata subito all’aeroporto ed aveva preso il primo aereo. Si era recata a Londra ed aveva preso il jet privato del suo manager. Aveva fatto il più presto possibile, ma evidentemente non era arrivata in tempo. Urlò un’altra volta e si diresse in camera del ragazzo. Ovviamente sembrava che non fosse mai stata abitata e la ragazza incominciò a piangere, sentendosi tremendamente sola. Avrebbe voluto picchiarlo. Perché non le aveva detto al telefono cosa stava succedendo? Perché si era comportato così? Perché non gliel’aveva detto prima che lei  partisse? Si buttò sul materasso vuoto ed insignificante e si asciugò le lacrime che continuavano ad uscire prepotenti dal suo viso. Pensò a tutto il tempo passato con lui, ai consigli da stilista, alle risate. Alla sua dichiarazione d’amore per Holland, che poi aveva evitato di dire alla ragazza, ai suoi commenti sulle bionde, alla sua amica Ally, alle loro serate a bere birra e criticare tutti ironicamente, alle loro risate sulle battute di Dylan, alle battute stupide di Colton, a tutte le sere quando si coricavano nel letto e mangiavano gelato o quello che c’era. A tutti i loro complessi. Alla sua affettuosità. In questo momento sentiva il bisogno di un suo abbraccio. Lo voleva davvero bene. Scese dal materasso ed andò verso l’armadio. Fu strano vederlo senza i suoi vestiti firmati e costosissimi. Lily rimase a fissarlo per un po’, fin quando non si accorse di varie scritte. Aprì bene le ante ed accese la luce. Vi trovo una scritta grande che diceva. “Angolo dei pensieri felici.”. Nello stesso momento in cui si sedette per terra e lesse il nome di Holland la porta della camera si aprì ed entrarono i ragazzi rattristiti. Lily notò che Tyler aveva gli occhi gonfi e rossi, quindi optò per un pianto. Sorrise ai tre coinquilini e disse: “Guardate cosa ci nascondeva quel bastardo!” ed indicò l’anta in legno dell’armadio. I ragazzi si avvicinarono, si sedettero e guardarono all’interno. C’erano un sacco di frasi, parole, nomi, ricordi. Oltre al nome di Holland c’erano anche i loro, persino quello di Lily e Sally. C’erano frasi del tipo: ‘cogli l’attimo’, ‘… giorno in cui Holland mi ha riservato il suo primo sorriso’, ‘… giorno in cui Tyler mi ha eletto come migliore amico del mondo’, ‘… giorno in cui Dylan si è trasferito da noi’, ‘… giorno in cui Seana è entrata nella nostra vita’, ‘… giorno in cui Lily ha scelto me come stilista personale’, ‘… giorno in cui Sally ha cantato con me Adele’, ‘… giorno in cui Dylan e Tyler sono tornati come sempre’, ‘… giorno in cui Daniel e Crystal si sono fidanzati’, ‘… giornata in spiaggia’, ‘… giorno in cui Ian, malgrado continui ad essere strano, mi ha rassicurato su Holland’, ed infine come ultimo messaggio c’era scritto: ’26 Settembre, giorno in cui i miei cari coinquilini hanno letto il mio segreto muro dei pensieri felici, GRAZIE MILLE PER LA PRIVACY’
Tutti e quattro incominciarono a ridere tra le lacrime e dopo qualche ora si ritrovarono coricati sul materasso senza coperte del loro amico a tenersi per mano e a parlare del loro Colton che era andato via, pensando entrambi a quanto odiassero quello spazio che non gli permetteva di stare appiccicati.
 
 
  

Angolo dell'autrice
Scusate, mi sono persa! Però adesso eccomi qui :) mi prendo la scusa per farvi gli auguri per la pasqua e buona festa dei lavoratori. Spero che questo capitolo vi piaccia e che possiate scrivere tante recensioni. Un bacio a tutte 
  

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