Per la prima volta...

di Iuccy_97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ...ho dubitato dell'Avatar ***
Capitolo 2: *** ...ho sperato nel destino ***
Capitolo 3: *** ...i miei si sono preoccupati seriamente ***
Capitolo 4: *** ...ho visto la verità ***
Capitolo 5: *** ...sono in famiglia ***
Capitolo 6: *** ...mi sono sentita speciale ***
Capitolo 7: *** ...mi sono divertita ***
Capitolo 8: *** ...sono grande ***
Capitolo 9: *** ...mi sono sentito grande ***
Capitolo 10: *** ...mi sento completa ***
Capitolo 11: *** ...sono indietro ***
Capitolo 12: *** ...ho fatto la cosa giusta ***
Capitolo 13: *** ...sono innamorata ***
Capitolo 14: *** ...facciamo sul serio ***
Capitolo 15: *** ...mi hanno accettato ***
Capitolo 16: *** ...cerco risposte ***
Capitolo 17: *** ...mi prendo una vacanza ***
Capitolo 18: *** ...non mi faccio fermare ***
Capitolo 19: *** ...non mi fido di te ***
Capitolo 21: *** ...so chi sono ***



Capitolo 1
*** ...ho dubitato dell'Avatar ***


Prima di cominciare con questa raccolta, una piccola nota per farvela capire meglio.
Non so di preciso come mi è venuta l'idea di raccontare le prime esperienze dei personaggi all'opera con i loro compiti.
Per ognuno, questo è il meccanismo:
  1. Scrivere nel titolo il nome del personaggio di cui parlare

  2. Accostare il nome a “prima esperienza”

  3. Prendere nota di tutti i pensieri che ti passano per la testa nei primi tre secondi

  4. Pensare a come i personaggi avrebbero potuto reagire in una determinata situazione

  5. Scrivere una one-shot in cui si descriva questa situazione

  6. Cercare di spiegare nelle note a fine pagina che caspita ti è venuto in mente e per quale assurdo motivo ti sei messo in testa di scrivere la one-shot corrispondente

Non lo crederete, ma il punto 6 in genere lo passo una media di cento volte a capitolo.
Comunque, nel probabile caso in cui vi poneste anche voi le domande del punto 6, nelle note spiegherò tutto quello che ho pensato durante i punti 3 e 4.
Buona lettura!!:)

 

 Ovvero Gyatso

 

-Ragazzi, forza, andate a sedervi sotto il porticato- disse Gyatso, cercando di imporsi sul gruppo di piccoli e agitati dominatori.
Un ragazzino gli si avvicinò, tirandogli la manica:-Maestro, oggi possiamo di nuovo volare? Per favore...-
Un altro bambino lo pregò:-Sì, è stato divertentissimo, possiamo rifarlo? Possiamo, possiamo??-
L'uomo sospirò:-Va bene... fate veloce a radunarvi sotto il portico allora-
-Grazie maestro!- esclamò allora il secondo ragazzo, correndo verso i compagni.

 Il portico era in realtà un lungo corridoio che si arrotolava intorno alla montagna, per tutta l'altezza del tempio dell'Aria dell'Est. Aveva grandi finestre senza vetri e una parte dava sul grande giardino dell'ingresso. Quando riuscirono a radunarsi, Gyatso li fece sedere sui davanzali, con le gambe a penzoloni dal lato esterno.
-Sapete come fare. Mi raccomando, non voglio di nuovo che qualche coraggioso tenti di arrivare in cima alla montagna- disse lanciando un occhiata ad un giovane dominatore dagli occhi grigi, che arrossì violentemente.
-Bene. Potete aprire gli alianti. Oggi vorrei che provaste a controllare le correnti calde che arrivano da ovest-
Passò lo sguardo sui ragazzi che lo guardavano con occhi impazienti.
-Andate- sospirò.
Un urlo di gioia accompagnò il decollo e in pochi attimi il cielo si colorò dell'arancione dei vestiti.
Il monaco si appoggiò ad una colonna per osservare i suoi allievi. Dopo pochi secondi si distinguevano già i migliori.
Sapeva benissimo che tra i suoi allievi poteva esserci il futuro Avatar.
Le opzioni non erano molte: o nasceva nel tempio dell'aria dell'Ovest, oppure lì. E se il destino lo aveva fatto nascere lì doveva essere per forza tra i suoi allievi.
Erano nati tutti nello stesso periodo e il suo compito era di osservarli bene. Sarebbe stato poi lui ad addestrare il futuro Avatar al Dominio dell'Aria ed accompagnarlo nei quattro regni. Un grande onore e un grande peso.
-Aang! Ti ho detto di non salire così in alto!- gridò al piccolo dominatore.
-Lo so, ma non è colpa mia se la corrente da Ovest è ascensionale!-
Gyatso scosse la testa. Aang non poteva essere l'Avatar. Era sicuramente il miglior dominatore della sua età, ma era così innocente e buono... non se lo sarebbe mai immaginato immischiato nell'imminente guerra.
Scese dal portico per andare a soccorrere i ragazzi che erano caduti a malo modo nel giardino. Mentre rialzava uno di loro, un ombra coprì il sole per un secondo.
Alzò lo sguardo e vide che i bisonti volanti stavano scorrazzando insieme ai suoi allievi. E non aveva bisogno di aiuto per capire chi li avesse liberati.
Afferrò l'aliante di un ragazzo e volò fino ad Aang che, coricato sul muso di uno degli animali, lo accarezzava.
A quella visione si convinse ancora una volta che quel ragazzo non potesse essere l'Avatar.
Non avrebbe mai abbandonato il suo amato bisonte.
-Non sono bellissimi maestro?- chiese il ragazzo sorridendo, ignorando la smorfia di rabbia disegnata sul volto del suo interlocutore.

 

 Angolo autrice
Rileggendo le note all'inizio mi sembra che mi abbia dettato la vocina del navigatore satellitare... vabbè, anche se ogni tanto sono un po' seria non guasta...:)
Allora allora allora... Il nostro primo personaggio alle prese con la prima esperienza è Gyatso, quando inizia a rendersi conto di avere a che fare con nientepopodimeno che l'Avatar. Secondo me Gyatso era uno lungimirante e conoscendo la situazione politica del tempo, sapeva che presto sarebbe scoppiata una guerra e doveva essere molto preoccupato per la mancanza di questa figura fondamentale.
Però è allo stesso tempo insicuro sulla situazione di Aang: sa che è nato nel periodo giusto, è uno dei migliori Dominatori, ma spera per lui che non gli sia affidato questo fatidico compito. Perchè gli vuole bene. E cerca di trovare delle scuse patetiche per supportare la sua speranza: pensa che sia troppo buono, o che non abbandonerà mai il suo bisonte.
Secondo me nella società dei monaci non esiste la figura della madre o del padre, ma sono tutti uguali. Gyatso è stato per Aang quello che Iroh è stato per Zuko. Un incrocio tra una figura paterna mancante e tra un maestro di vita.
Nel prossimo capitolo andremo tra i freddi ghiacci del polo...
Un ringraziamento a chi leggerà! Spero sempre in una piccola recensione...:3
Saluti!!:)

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Capitolo 2
*** ...ho sperato nel destino ***


 

Ovvero Yue

 

-Svegliatevi principessa, oggi giornata piena di impegni!- trillò la cameriera mentre le toccava una spalla per svegliarla.
La bambina strizzò gli occhi e si alzò sui gomiti. Era estate e la luce inondava la sua camera completamente bianca.
Pensò alle altre tre Nazioni. Come facevano loro? Il sole e la luna si alternavano ogni ventiquattr'ore. Così le aveva detto il suo maestro. Ma lei non ci credeva. Era grande ormai, ed era una principessa. Non poteva credere a tutte le stupidaggini che le venivano dette.
Si alzò e si sedette davanti allo specchio, per pettinarsi i capelli candidi. Ma il sonno ebbe la meglio su di lei e per un secondo chiuse gli occhi...
-Principessa, la schiena dritta!!- esclamò la sua precettrice, bacchettandola.
-Mi, mi scusi signorina Jesa...-
-Oggi faccia attenzione. Incontrerà i nobili della nostra città e dovrà fare una buona impressione. Si ricordi che saranno i suoi futuri pretendenti e non vorrà fare qualche brutta figura vero?-
La bambina annuì. Lei doveva sposarsi con uno di quei nobili e avere un figlio maschio che sarebbe poi diventato capotribù. E sarebbe stata felice.
-Ora, che vestito vuole per gli incontri di questa mattina?-
-Devo mettere quello bianco con il corpetto azzurro-
Quel vestito era decorato con tutti i simboli della sua famiglia, che la distingueva durante le cerimonie ufficiali.
-Bene. Ha un quarto d'ora di tempo per cambiarsi. La aspetto nello studio insieme all'insegnante di storia. Oggi ha l'esame sulla politica del Regno della Terra. E' pronta?-
La ragazza annuì nuovamente, mentre la donna usciva dalla sua stanza.

 -Ora mi elenchi le regioni dell'est non colonizzate-
-Ci sono: la regione di Wen Shui, sotto il Signore Quisa. La regione Kiruia, sotto il Signore Sei Me. Poi...-
Yue odiava la geografia. Era solo una lunga lista di regioni, re e stati che cambiavano ogni momento. Quando un re moriva ne arrivava un altro, nasceva una nuova dinastia, una provincia si fondeva con quella vicina e lei doveva di nuovo studiare tutto...una grande scocciatura. Ma lei doveva farlo.
-Va bene, basta così. L'esame può dirsi passato. La sua precettrice ha chiesto di raggiungerla nel salone dei ricevimenti-

 -E oggi ha superato l'esame di Storia del Regno della Terra- esclamò con un falso entusiasmo la signorina Jesa, inchinata di fronte a suo padre.
-Sono fiero di te Yue, brava ragazza. Ora vieni qua- le disse battendo la mano sul piccolo scranno accanto a lui.
-Tra poco entreranno i nobili, mi raccomando, soddisfami. Sii impeccabile. Sicura ma non arrogante. Gentile ma non permissiva. Interessata ma non entusiasta. Ricordati-
La bambina annuì nuovamente. Ormai poteva solo fare quello. Annuire di fronte alle decisioni altrui.
Aveva l'impressione che la sua vita fosse già stata scritta. Aveva solo otto anni, ma tutto era già pronto per il suo matrimonio, suo figlio, le mancava solo l'incisione sulla sua lapide.
Ma non poteva farci niente. Doveva farlo. Era per il suo popolo.
Anche se nella sua fantasia sognava di morire con onore per una giusta causa. Magari per un ragazzo...

 

 Angolo autrice
Buongiorno! Allora, pensavate scrivessi di Katara? E invece no, questo capitolo è dedicato all'“allenamento” di Yue per diventare una principessa perfetta.
Requisiti minimi: schiena dritta, conoscenza della politica di tutti i Regni, impeccabile.
Ora, la spiegazione di cosa è accaduto nella mia mente quando ho accostato “Yue” e “prima esperienza”.
Secondo me Yue ha avuto un educazione molto rigida, come le tradizioni e la società della sua terra. Fin da piccola le hanno inculcato che si sarebbe dovuta sposare con un nobile, che avrebbe sempre dovuto distinguersi secondo il suo rango sociale. Avrebbe dovuto avere un figlio maschio, perchè la Tribù dell'Acqua del Nord è tremendamente maschilista e penso che, se non avesse fatto la triste fine che ha fatto, non avrebbe preso lei la corona, ma ci sarebbe dovuta essere una figura maschile al potere.
Ho lasciato alla fine la piccola speranza che suo padre e la corte che la circonda non possano aver predetto completamente la sua vita.
In fondo l'unica cosa che la mia piccola Yue desidera è la possibilità di scappare, ma non vuole perchè si sente in dovere verso il suo popolo. Se l'avete notato infatti ad ogni domanda che le veniva posta con il verbo “volere” lei rispondeva con “dovere”.
Yui, da grande, vede in Sokka, ribelle, scappato dalla sua terra, diverso da tutti gli altri ragazzi della Tribù dell'Acqua del Nord, il ragazzo di cui si può veramente innamorare e nel suo sacrificio il modo di scappare alla sua vita già scritta.
Perchè in fondo è testarda. Non crede nemmeno che nel resto del mondo ci sia l'alternanza di giorno e notte! E' ferma sulle sue decisioni, ma non ha il coraggio di proporle, come l'inutilità dell'insegnamento della politica ad una bambina.
Questa è, lo ripeto, la mia idea e non mi offendo se viene discussa.
Nel prossimo capitolo, al polo sud....
Ringrazio chi ha letto e chi recensirà.
Saluti!!:)

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Capitolo 3
*** ...i miei si sono preoccupati seriamente ***


Ovvero Katara

 

-Ora tiri più forte che puoi finché non riesci a tirarlo sulla barca- spiegò Sokka, illustrandole il modo più adatto per tenere la canna da pesca.
Lei, con la lingua di fuori, stringeva con le sue manine, il bastone troppo lungo per lei.
-No, no, no! Ma che fai? Lascia fare a me, è inutile! Non sei proprio capace!- le urlò, strappandole l'attrezzo dalle mani.
-Se continuiamo così, sta sera non mangiamo- borbottò, mentre la sorellina si raggomitolava in un angolo della barca col broncio.

 Sporse il naso oltre il bordo e osservò le onde che battevano contro la canoa.
Non era vero che non era capace a pescare. Era Sokka che non le insegnava bene.
Vide nell'acqua qualcosa che attirò la sua attenzione: un pesce nuotava indisturbato a poca distanza da lei.
Era la buona occasione per dimostrare di non essere inutile.
Allungò le mani nell'acqua, muovendole in modo concentrico per avvicinare l'animaletto.
-Caspita, si stanno avvicinando delle navi proprio grosse, guarda che onde Katara!- esclamò il fratello.
Ma lei era troppo impegnata in quello che le sembrava un gioco.
Quando si ritrovò il pesciolino tra le mani, le tirò su, ma restò stupita. Il pesciolino era intrappolato in una bolla d'acqua che lei teneva sollevata, inspiegabilmente.
Restò immobile ad ammirare quella magia, poi iniziò a ridere.
-Guarda Sokka! Ho preso un pesce!-
-Cosa? Non ci credo, tu sei negata per la pesca!- si voltò verso la sorellina e scosse le spalle.
-Ah, vedi che c'era il trucco! Sei una dominatrice anche tu!- esclamò, per poi tornare a concentrarsi sulla pesca, come se non fosse successo niente.

 -Siamo tornati!!- urlò Sokka entrando nell'igloo.
La madre stava mescolando la zuppa in una grossa pentola e Katara le si abbracciò alla gamba.
-Oggi ho preso un pesce!-
-Davvero?- esclamò lei, abbandonando il mestolo.
-Sì, ma spiega un po' bene come hai fatto...- borbottò Sokka.
-Me lo spieghi poi mangiando, adesso andate a lavarvi le mani- sorrise la mamma, passando la mano tra i capelli del figlio.

 -Allora mi ha detto che non sono capace, perchè è cattivo-
-Non sono cattivo- disse tra i denti il fratello.
Lei continuò come se non avesse sentito:-Allora ho tirato su l'acqua con un pesce dentro- concluse con un enorme sorriso sul volto.
Akoda guardò prima la moglie, poi Katara, senza capire.
-Hai tirato su l'acqua? Cosa significa?-
-Significa che è una dominatrice come nonna, ma non è capace a parlare- lanciò un ghigno di scherno alla sorella, che gli rispose con una linguaccia.
-Ha...hai dominato?- esclamò la mamma.
Dalla sua voce trapelava stupore ed entusiasmo e, forse, un po' di paura, ma che solo il marito riuscì a percepire.

 -Se lei è una dominatrice... ho paura Akoda, ho paura di quello che potranno farle...-
Il marito la abbracciò, passandole una mano tra i lunghi capelli.
-Tranquilla. Potrebbe essersi sbagliata. E poi è così piccola... non le faremo imparare il dominio finché non sarà strettamente necessario... d'accordo tesoro?-
Lei annuì, voltandosi e soffiando sulla fiamma della candela.
Si coricò cercando di prendere sonno, ma né lei, né il marito accanto dormirono tranquillamente.

 

 Angolo autrice
Buongiorno mondo!!
In questo capitolo Katara scopre il suo dono. Secondo me, quando lei era ancora piccola, prima che iniziasse la vera e propria invasione, essere una dominatrice non doveva essere una cosa incredibile. Più un fattore ereditario o qualcosa del genere.
Ma mamma e papà non sono degli ingenui. Sanno cosa sta succedendo, sanno che presto la Nazione del Fuoco si mostrerà in tutta la sua potenza. E hanno paura che, come capiterà, i dominatori saranno le prime prede.
Katara non ha mai avuto un insegnante di dominio, forse perchè non c'era, ma non credo che qualcuno le avrebbe mai insegnato ciò che l'avrebbe condotta alla morte, in ogni caso. Ecco spiegato perchè nella Tribù dell'Acqua del Nord anche lei segue le lezioni di dominio.
Ringrazio Liar Dandelion (ho scritto giusto?) per le recensioni.

Il prossimo capitolo... nel regno della terra :)
Saluti!!:)

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Capitolo 4
*** ...ho visto la verità ***


 

Ovvero Joo Dee

 

Si mise in piedi davanti allo specchio, osservandosi bene. Il vestito, appena stirato era ancora caldo e impeccabile.
Sorrise, mostrando le fossette ai lati della bocca.
Sospirò. Era pronta.
Diede un bacio a sua mamma e al suo fratellino, prese alcuni fogli ed uscì di casa.

 Euforica, camminava per le strade di Ba Sing Se. Stava per avere il suo primo lavoro! Finalmente poteva pagare le cure per sua madre malata, e non c'era nient'altro che le potesse sollevare di più il morale.
Svoltò ad un angolo e il palazzo le si presentò davanti in tutta la sua grandezza. Gli arazzi sulle pareti sventolavano alla leggera brezza di quella bellissima giornata.
Joo Dee si presentò ad uno degli ingressi mostrando il fascicolo che aveva con se. La guardia la accompagnò all'interno. La lasciò in un lungo corridoio, dicendole che andava a chiamare il suo superiore.
Lei si guardò intorno. Quello era il lato ad ovest dell'edificio e la luce derivava da alcune lampade appese ai muri, dato che il sole era dal lato opposto.
Tantissimi quadri adornavano le pareti, rappresentanti la storia del Regno. Ad alternarsi con le pitture, una serie di vari d'oro, ognuno in una nicchia, decoravano lo spazio rimanente.
Uno, in particolare, attirò la sua attenzione. Si era sempre appassionata di arte ed era anche per quello per cui il suo futuro lavoro di GOIR (Guida per Ospiti Importanti nel Regno) le piaceva molto.
Era sicurissima che l'opera di fronte a lei fosse un vaso di almeno 500 anni, nel famoso stile della dinastia Meik-lu. Non ci poteva credere. Una cosa simile costava una follia, eppure era in uno dei corridoi minori del palazzo. Chissà quali bellezze nella sala del trono!
Si affacciò alla finestra e ammirò il paesaggio che la circondava. Tutta la città si poteva ammirare da lì e... anche oltre.
Strizzò gli occhi per osservare meglio l'orizzonte. Non l'aveva mai visto. I prati che si rincorrevano sembravano infiniti e quelle laggiù dovevano essere le montagne. Non ne era certa, perchè le aveva viste solo su dei disegni. E poi c'era... una strana riga nera e del fumo. Le ricordava un'immagine che aveva visto su un libro di guerra, un esercito durante un assedio.
Sorrise. Che idea stupida. Come se ci potesse essere un esercito in agguato fuori città.
Sentì dei passi rapidi avvicinarsi.
Lei trasalì e si voltò, sorridendo all'uomo alle sue spalle.
-Buongiorno signorina. Mi segua- disse asciutto l'uomo, che le risultava familiare.
Si incamminarono lungo il corridoio e lui la fece entrare in un lussuoso ufficio. Su una parete, un enorme quadro del re in compagnia di quell'uomo.
Ecco! Adesso le veniva in mente! Era Long Feng, il Gran segretario!
-Mi può consegnare i suoi documenti?-
Lei si affrettò ad eseguire.
Lui li scorse velocemente poi si rimise in cammino, verso il muro alle loro spalle.
Due guardie che erano con loro dominarono la pietra e, dal nulla, si scoprì una porta.
La ragazza restò a bocca aperta e se uno del Dai Li non l'avesse rozzamente spintonata, sarebbe rimasta lì in piedi per almeno due giorni.

 Scesero lungo una ripida scala. L'ambiente era umido e stretto, quasi claustrofobico.
La fecero sedere su una sedia di legno.
-Ora per cortesia stia ferma e risponda alle mie domande. Cosa ha visto prima fuori dalla finestra?-
-Non lo so... qualcosa all'orizzonte, ma non so cosa sia...-
Una specie di lampada le fece un giro intorno.
-Che cosa ha visto fuori dalla finestra?- ripeté il consigliere.
-Io... gliel'ho già detto, non lo so-
Di nuovo la luce.
-Lei non ha mai guardato fuori dalla finestra... vero?-
-Io... sì, ho guardato ma...-
-Lei non ha mai guardato fuori dalla finestra-
La luce che gira.
-...-
-Lei non ha mai guardato fuori dalla finestra-
La luce.

 -Quale finestra?- chiese alla fine la ragazza.
Long Feng sorrise.

 



 Angolo autrice
Come avevo detto a Liar Dandelion, sono imprevedibile. Avreste mai detto che sarei andata a parlare di Joo Dee? ;) No, penso di no, dato che siete persone normali senza problemi, al contrario di me...
Comunque... Joo Dee a primo impatto mi è sembrata simpatica. A parte il sorriso ebete, pensavo fosse un personaggio positivo. E secondo me è vero. Il lavaggio del cervello le ha fatto dimenticare tutti i buoni propositi che aveva prima di diventare GOIR (il nome del lavoro me lo sono dovuta inventare, ma avete capito no il concetto?). Ma forse sono stata troppo crudele con lei...
Nella mia mente la guardia che l'ha scortata fino al corridoio sarà punita da Long Feng per una simile mancanza. Lasciare una del popolo davanti ad una finestra da cui può vedere oltre le mura? Oltraggio, una cosa indicibile. Il segretario non lascerà passare.
Questa è sempre la mia mediocre idea che può essere discussa!
Ringrazio Liar Dandelion per le recensioni!! :D
Faccio anche un appello. Ho una lista di 18 personaggi, se però volete scrivermi via recensione o messaggio personale il nome di uno di cui vi piacerebbe che io scrivessi...(solo leggenda di Aang!) non garantisco nulla, ma serve a me per tenermi in allenamento e se faccio un piacere a voi... :)
Prossimo capitolo, Nazione del Fuoco!
Saluti!!:)

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Capitolo 5
*** ...sono in famiglia ***


 

Ovvero Ursa

 

Forse adesso sorriderà. Adesso abbiamo un figlio, il suo erede.
Adesso siamo veramente una famiglia. Cos'altro potrebbe desiderare?
La guerra sta volgendo a nostro favore, nostro nipote Lu Teng sta dimostrando di essere un abile comandante, così come Iroh e Azulon. Ora deve sorridere.
Il nostro piccolo è sano, ha già qualche capello sulla testolina che lo rende ancora più tenero.
Qui, nella sua nuova stanza è tutto tranquillo. Tutto ispira calma e dolcezza.
La culla è al centro, davanti alla porta da cui è appena entrato. Sarebbe un bellissimo quadretto familiare.
Ed è ancora una volta serio e impassibile sulla porta. E' ancora il principe.
Si avvicina, sono seduta vicino al piccolo che dorme beatamente.
Mi abbraccia da dietro, dandomi un dolce bacio sulla nuca. Eccolo. Ora è mio marito. Ozai. Il mio Ozai, quello di cui mi sono innamorata.
-E' tranquillo- mormora.
-Già, l'ha detto anche la cameriera... io non l'ho ancora sentito piangere- sorrido.
Lui accarezza la piccola manina.
-Secondo te è un dominatore?- chiede, osservando il simbolo della Nazione del Fuoco ricamato sulla leggera coperta.
Io mi stringo nelle spalle. Non sono una dominatrice, questo dono mi è stato negato, ma spero che lui ne abbia la possibilità.
-Non lo so, ma sono sicura che sarà destinato a grandi cose-
Lui annuisce e sorride. Finalmente.
Questa è la mia famiglia. Chiudo gli occhi e mi godo questo momento.
Se l'avere un figlio gli fa quest'effetto... perchè non regalare una fratellino o una sorellina al nostro piccolo Zuko?

 

 Angolo autrice
Come avevo detto a Liar Dandelion, questa shot non è che proprio esprima gioia ed entusiasmo.
Non è tra le mie meglio riuscite, ma Ursa è uno dei personaggi che mi piacciono di più e perchè mai non dovrei metterla? Perdonatemi... u.u
Comunque, Ursa secondo me non avrebbe mai sposato una persona che odiava, eccetto per cause di forza maggiore a me sconosciute. Amava Ozai, e non capisco come si possa apprezzare un uomo come la serie ce l'ha sempre presentato. Impassibile e crudele. No. Nell'intimità deve essere una persona di cui ci si può innamorare. E me la immagino Ursa che ogni sera aspetta l'uomo che ama che esce dal guscio che si è costruito attorno per regnare.
E quando ha notato che alla vista di un piccolo Zuko si è sciolta più velocemente la sua corazza, ha pensato che una dose doppia di figli avrebbe solo migliorato la situazione. Forse, anzi, sicuramente non è stata una delle sue migliori idee creare Azula... -.-"
Questo capitolo è più corto, me ne sono accorta... ma accettatemi così come sono... u.u
Ringrazio Craggyvero99, MaJo_KiaChan_ e Liar Dandelion per le recensioni e chi ha iserito la mia storia tra le preferite e le seguite. Grazie grazie grazie!
Nel prossimo capitolo, di nuovo nazione del fuoco, ma in un clima di libertà.
Saluti!!:)

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Capitolo 6
*** ...mi sono sentita speciale ***


Ovvero Ty Lee

Ty Lee era felice. Stava per entrare nel circo. Avrebbe abbandonato la famiglia, non era stata una scelta facile, ma sarebbe stata felice.
Quando Kyatro, il proprietario l'aveva vista giocare contorcendosi e facendo esercizi di equilibrio su un asse di legno, le aveva subito offerto di entrare nel suo gruppo.
Lei era tornata a casa silenziosamente, meditando sulla proposta.
Doveva abbandonare la madre e le sorelle, stare lontano da casa, affrontare le fatiche e i pericoli del viaggio.
Ma era quello che desiderava da sempre. La prima volta in cui aveva visto un'esibizione del circo aveva deciso di dedicarcisi.
A quattro anni aveva cominciato ad esercitarsi ed ora, a dieci anni compiuti e più snodata che mai, aveva una possibilità.
Era entrata in casa con la testa ingombra di pensieri e per poco non era andata a sbattere contro uno specchio.
“Non c'è mai stato uno specchio qui” pensò, alzando lo sguardo.
Infatti non c'era stato un trasloco improvviso. Semplicemente sua sorella Alea camminava verso di lei con il suo stesso passo. Sì, sembrava uno specchio.
Gli stessi capelli, raccolti nello stesso modo, secondo la moda del momento.
Gli stessi occhi grandi ereditati dal padre, lo stesso viso paffuto.
Il vestito della stessa fattura cadeva morbido sulle spalle di entrambe.
Si guardò attorno. Nella stanza c'erano solo cinque delle sue sorelle. Ed erano tutte una la copia dell'altra.
Tranne per un piccolo particolare. Ty Lee era dritta. Tutte avevano il vizio di poggiare più il peso sulla gamba destra che sulla sinistra, lei lo aveva corretto con l'esercizio.
In quel momento aveva capito il motivo per cui doveva entrare nel circo. Non voleva essere scambiata per una delle sorelle.
Lei voleva essere diversa. E speciale.

Quel mattino era diversa, sia nell'aspetto, sia nel cuore.
Seduta su uno dei carri insieme ai trapezisti, indossava un leggero abito che le permetteva più libertà nei movimenti.
La sua nuova acconciatura, che consisteva in una treccia, le batteva sulla schiena ad ogni sobbalzo del carro. Ma a lei non dava fastidio. Anche quello la faceva sentire speciale.
Era una delle tante cosa che le sorelle non avrebbero mai provato.



Angolo autrice
La mia cara Ty Lee... come ha detto craggy nella sua ultima storia, non ha avuto una parte copiosa nella serie. Tranne in quell'episodio in cui Zuko, Azula, Mai e lei, sull'isola di Ember, hanno quel litigio/discussione/sfogo intorno al falò, in cui spiega come sia entrata nel circo. Non so perchè ma quella puntata mi ha commosso. Ed è una di quelle che ho più vivide nella memoria, insieme alla sua faccia disperata mentre parla delle sue sorelle. Quella volta mi ha sconvolto ogni sicurezza su Ty Lee. Io che me la immaginavo sempre sorridente e entusiasta, vederla con quasi le lacrime agli occhi mi ha fatto pensare a quanto dovesse aver sofferto e quanto era stata forte a nascondere tutto.
Ringrazio sempre Liar Dandelion, craggyvero99 e MaJo_KiaChan_ per le recensioni!!
Prossimo capitolo, Regno della Terra!
Saluti!!:)

 

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Capitolo 7
*** ...mi sono divertita ***


Ovvero Toph

 

E' l'ora della vendetta. Vorrei fare la risata malvagia, ma rovinerei tutto. Quindi resto zitta, con un enorme sorriso stampato sulla faccia.
-Buongiorno signora Bei Fong. Signorina- saluto la donna davanti a me, vestita come un pavone. Per quanto ne sappia io dei pavoni, percepisco che in testa ha delle piume. Ma forse è più una gallina tanto è grassa.
La figlia accanto a lei è il suo opposto. E' in altezza ciò che la madre è in larghezza e viceversa. E' molto più alta di me, anche se abbiamo la stessa età, ed è magrissima. Non ha nemmeno un muscoletto in quelle sue braccine. Che femminuccia.
-Oh, ma che bel vestito rosa che hai Sylia!- cinguetta mia mamma.
Non ho la più pallida idea di cosa sia il rosa, ma solo il nome lo fa sembrare sdolcinato.
-Prego, accomodiamoci in giardino, è una così bella giornata- dico tutta sorridente e subito mia mamma mi appoggia. Ingenua. Crede che stia imparando la buona educazione? Beh, si sbaglia di grosso. Non sa che questo pomeriggio la porterò alla disperazione.
Mi incammino usando un bastone che mi aiuta nella recita e indico alla signora gallina e figlia sdolcinata una panca.
-Qui dovrebbe esserci una panchina, prego, sedetevi pure-
-Grazie cara, sei gentilissima- esclama la mamma.
Sorrido. Già, gentilissima. Ho scelto proprio un bellissimo punto del giardino: una bella e comoda panca di granito, con accanto una fontana in pietra, circondata da delicate e antiche statue in marmo. Naturalmente tutto appoggiato su solida e forte terra!!
Sarà molto divertente.
Intanto mia mamma si è messa a parlare con le due a proposito di un servizio da tè che gli è appena arrivato dalle terre orientali. Se quella cosa è ancora intera è solo perchè si trova nella credenza di legno e io non lo posso dominare.
Ma ora tocca a me. Si aprano le danze!

Inizio a girarmi i pollici, spostando uno dei getti della fontana.
Percepisco l'espressione sul viso della donna cambiare sotto la preoccupazione.
-Ma che succede?- esclama balzando finalmente in piedi.
A questo punto non mi trattengo più e scoppio a ridere.
Mia mamma mi guarda malissimo e, prendendo la signora sottobraccio mi sibila:-Toph, cara, gioca un po' con Sylia mentre io accompagno la signora in casa ad asciugarsi-
-Certo mamma!- dico io soffocando una risata e immaginando il fondo schiena bagnato della signora.
Sylia, alle mie spalle tossisce per attirare la mia attenzione. Stai tranquilla, non mi sono dimenticata di te, bambinetta!
-Che cosa vuoi fare?- le chiedo.
-Veramente non voglio giocare, mi sporcherei tutto il vestito. Preferirei continuare a parlare- mi risponde accavallando le gambe in una posa femminile. Le sorrido.
-Vuoi che ti racconti la storia di questa casa?-
Lei annuisce. Inizio ad inventarmi una storia assurda su cavalieri sanguinari che fondarono la loro setta proprio intorno a questa fontana, senza dimenticare particolari macabri come omicidi, guerre, massacri, riti magici oscuri e cose del genere.
-Guarda che se stai cercando di spaventarmi, io non credo ai fantasmi- mi interrompe con aria di superiorità.
-Oh, no, è solo una leggenda- le dico, pregustandomi la faccia che farà quando, dopo averle parlato degli spiriti della casa, farò in modo che una delle statue dietro di lei le metta una mano sulla spalla. Mi viene già da ridere solo al pensiero.

 

Angolo autrice
Come avevo detto a MaJo_KiaChan_, ecco qua Toph! Il passato di Toph si conosce abbastanza bene, quindi ho pensato di dedicarle un piccolo momento quotidiano. Se fossi stata in lei, dopo aver imparato a “vedere” con il dominio avrei fatto scherzi a chiunque della corte mi stesse antipatico. E mi sarei divertita parecchio. Sono sicura che Toph ne abbia combinate di tutti i colori e per questo mi chiedo: perchè i genitori la volevano lo stesso in casa? Secondo me se l'avessero lasciata un po' più libera i servizi da tè avrebbero patito molto meno.
Ringrazio ancora chi recensisce, nel prossimo capitolo si torna al Polo Sud!
Saluti!!:)

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Capitolo 8
*** ...sono grande ***


Ovvero Akoda

 

-Voi siete i lupi, i guerrieri scelti. Voi siete la speranza per della nostra tribù in questo difficile periodo-
“E lo vieni a dire a me?” pensò il giovane soldato “so benissimo che la Nazione del Fuoco ci sta con gli artigli addosso”
-Dovete essere forti-
“Mi alleno da quando sono nato! Ho sempre desiderato diventare il capo dei lupi, e un giorno o l'altro prenderò il tuo posto, vecchio rimbambito!”
-coraggiosi-
“Beh, questo lo dimostrerò”
-e preparati ad ogni evenienza-
“Ehm, su questo magari ci devo ancora lavorare...”
-Voi siete i lupi-
“L'hai già detto”
-Il vostro compito è difendere il Polo Sud-
“No, dai? Avrei detto Ba Sing Se!” l'ironia dei suoi pensieri si rifletté sul suo viso in una smorfia. Purtroppo il capitano se ne accorse e lo fulminò con lo sguardo prima di riprendere il discorso.
-con l'astuzia. Questa è l'armata delle incursioni-
“Sarà divertente”
-Qui imparerete a lottare nel silenzio e nell'innominato-
“Come il cavaliere bianco!!” pensò ricordando l'eroe delle leggende della tribù.
-A creare diversivi e piani per arrivare in modo rapido e invisibile all'obbiettivo-
“Il cavaliere non si fermerà, la sua missione concluderà. I cattivi catturerà e la sua terra salverà!!” cantò, tornando bambino.
-Non pensate che sia facile-
“Tutti gli eroi soffrono” i suoi pensieri avevano un tono melodrammatico.
-Dimenticate la famiglia-
“Tanto i miei sono dei rompi...”
-le ragazze-
“Cooosa?!?”
-e il divertimento. Qui si lavora sul serio-
“Ceeerto mio capitano!” di nuovo si lasciò sfuggire un sorriso.
-Mi sembra che questo insignificante novellino trovi la cosa alquanto divertente... vero?- sbraitò piazzandosi davanti a lui.
-Come ti chiami?-
-Akoda, signore- esclamò facendo un passo avanti.
-Bene Akoda, scommetto che ti divertirai ancora di più a pulire le cucine sta sera!-
Il ragazzo arricciò il naso. Non iniziava per niente bene.

 Quella sera il ragazzo, armato di sapone e olio di gomito lavava la montagna di piatti sporchi. Doveva ammettere che non era stata una bellissima idea interrompere il capitano durante il discorso di apertura.
-
Ti ha già messo in punizione?- gli chiese una voce alle sue spalle.
Lui si voltò e vedendola quasi gli cadde la spugna dalle mani.
-Tranquillo, ti sta mettendo alla prova. Tu non darti per vinto e smetterà di mandarti qui a pulire- la ragazza sorrise, come se non si fosse accorta delle guance rosse del giovane soldato. Era semplicemente bellissima.
-Beh, se questa è una punizione riderò molto più spesso-

 

 Angolo autrice
Akoda! L'unico essere che veramente nel cartone si possa paragonare a un papà.
Io, da giovane, me lo immagino uguale a Sokka. Il ragazzo della carne e del sarcasmo deve pur aver preso da qualcuno. E mi piace pensare che, prima di diventare il forte e responsabile padre, sia stato anche lui uno scavezzacollo.
Non so dove, ho sentito che un ragazzo diventa uomo quando trova un lavoro, l'amore e sa piegarsi i calzini da solo. Per questo il titolo “sono grande”. E' entrato nei Lupi ed ha trovato il lavoro. La ragazza che incontra nelle cucine è la futura moglie (dal nome sconosciuto) per cui trova l'amore. E spero per lui che sappia piegarsi i calzini...
Per attinenza, nel prossimo capitolo, si resta nel Polo Sud...
Ricordo che le recensioni non sono un esclusiva di Liar Dandelion, craggyvero99 e MaJo_KiaChan_ (che ringrazio), accetto sempre nuovi recensori!!
Saluti!!:)

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Capitolo 9
*** ...mi sono sentito grande ***


Ovvero Sokka
 
-E allora ho afferrato il boomerang e gliel'ho scagliato addosso. L'ho colpito proprio qui, vicino al naso e non è una cosa così semplice colpire vicino al naso una simile bestia che si muove a quella velocità! Comunque sembrava non provare dolore, anzi, continuava ad attaccarmi. Ma io non avevo paura. Non potevo, dovevo assolutamente sconfiggerla. Ne andava del mio onore. E ricordate, l'onore per un guerriero è tutto!-
I bambini seduti intorno a lui prendevano le sue parole come oro colato. In quel momento al gruppo si unirono anche le ragazzine, tra cui Katara, che guardò con una smorfia il fratello.
Era in cima ad un blocco di ghiaccio che gli faceva da palco, il piede destro su un cumulo di neve, la canna da pesca in mano e il tono melodrammatico lo facevano sembrare un eroe vissuto.
-E quando mai avresti affrontato questa terribile bestia?- chiese lei ridendo.
Sokka si zittì. Se sua sorella continuava tutti avrebbero scoperto la sua messinscena.
-La balena dalle pinne blu è un animale rarissimo e io, come responsabile fratello maggiore, oltre che coraggioso combattente, ho fatto in modo di non portarti con me a pescare quando c'era il rischio di incontrarne una!-
Se Katara non se la beveva addio popolarità e bambini adoranti.
Ma ormai sentiva di essere grande e sapeva che l'unica cosa da temere più di un mostro marino era una sorellina rompiscatole.
-Sì, certo...- gli rispose, andandosene insieme ad una amica.
Si maledì. Sua sorella se ne stava andando insieme alla bellissima Kami! Sicuramente stava smentendo il suo racconto e lui non poteva permetterlo. Ne andava della sua stima.
-Ragazzi, ora state a guardare come si difende il proprio onore!- disse al suo pubblico prima di ricorrere la ragazza di cui si era preso una cotta.
 
 
 
Angolo  autrice
Buongiorno!!! :D E allora? Come vi pare questo confronto padre/figlio?
Per restare sulla frase dello scorso capitolo: amore. Sokka è innamorato, o così crede. La bellissima amica di Katara non è il suo vero amore. E' ancora piccolino, in realtà è solo una cotta, ma lui è sempre così sicuro di sé... mi piaceva lasciarlo alle sue convinzioni.
Lavoro. Lui a sempre sognato di diventare un eroe, ne sono sicura. Dalle prime puntate è stata la mia impressione. Ma non è ancora pronto.
Calzini. No, nella mia mente Sokka non sa ancora per niente piegarsi i calzini. Anche da grande, secondo me non è maturo. Resta sempre uno scavezzacollo, in qualunque situazione. Per questo il titolo “mi sento grande”. Lui lo spera, vuole crescere in fretta, ma non lo è ancora. Poverino, sono molto crudele con lui...
Ringrazio per le recensioni: MaJo_KiaChan_, La Craggy, Liar Dandelion, e AnonimaKim!!!
Saluti!!:)
 

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Capitolo 10
*** ...mi sento completa ***


Ovvero Azula
 
Sua madre le aveva sempre detto che troppa autostima era pericolosa. Ma a lei non importava.
Tutta la corte la venerava ed era la prediletta dal padre e dal nonno. Era una bella bambina e aveva tutto ciò che desiderava. Dominava alla perfezione il fuoco e sapeva di poter migliorare.
E proprio questo la tormentava.
Aveva dentro qualcosa che ribolliva, che cercava di uscire, ma non capiva cosa. Cercava di sfogarsi con la lotta, e per un po’ passava. Ma poi tornava sempre, e lei diventava nervosa, elettrica. Qualsiasi cosa che la infastidisse la faceva subito scattare e reagire con violenza.
Ma solo ad otto anni aveva capito.
Seduta in uno dei salottini del palazzo ascoltava con gli occhi chiusi le prove dei musicisti per il ballo di quella sera. Erano molto bravi e lei, abbandonata su una poltrona, schioccava le dita al ritmo.
 
Fu tutta colpa di una nota sbagliata e di nuovo quel senso di rabbia le salì dentro.
Le dita sfregarono con più forza e il medio battè con violenza sul palmo.
Una scossa dentro. Ecco tutto quello che aveva provato.
Spalancò gli occhi. Doveva essere successo qualcosa. Ma le prove andavano avanti, incuranti di tutto quello che capitava dentro alla bambina.
Provò ancora e ripeté il gesto. Una scossa di adrenalina nel corpo e dalle sue dita scoccarono piccole scintille.
Sorrise. Ora era completa.
 
Provò l’istinto di mostrarlo al fratello per umiliarlo, ma preferì prima correre dal padre a ritirare la dose extra di complimenti quotidiani.
Entrò nell’ufficio del principe a passo sicuro, senza bussare. Solo a lei Ozai riservava questo diritto.
-Padre, so dominare il fulmine- disse decisa e tutto d’un fiato.
Lui alzò gli occhi dai documenti che stava leggendo e cacciò con un gesto il generale che era nella stanza.
-Vieni qui Azula- la invitò, battendo una mano sulle sue ginocchia, per prenderla in braccio.
La bambina si arrampicò sulle sue gambe, sorridente.
-Hai fatto felice tuo padre. Vedrai, anche il nonno sarà soddisfatto-
 
 
 
 
Angolo autrice
Ta-daaaa! Sono tornata! Per chi stava già stappando lo champagne pensando (e sperando) di non rivedermi mai più, beh, mettetelo di nuovo via. Ci saranno altre occasioni.
Azula! La peggiore sorella che si possa desiderare! Dopo aver letto, sotto consiglio di AnonimaKim che ringrazio, “The promise” e “The search”, mi sono fatta una nuova idea di come Ozai vedesse i suoi figli. E’ evidente che Azula a quell’epoca promettesse meglio, molto meglio.
Nata fortunata, davvero, e sotto tutti i punti di vista.
Comunque, spero che vi sia piaciuta e che lasciate un commentino! Ringrazio tutte le recensitici e chi mi segue!
Saluti!!:)
 

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Capitolo 11
*** ...sono indietro ***


Ovvero Aang
 
-E quello cos’è?- chiese il monaco, curioso.
-Sono i binari che collegano la città bassa con quella alta, Aang- rispose annoiata Katara.
-E quello laggù?- indicò.
-Aratri, mai sentito parlare?- borbottò Sokka, irritato per le continue domande dell’Avatar.
-Ahh…- l’altro annuì –E a cosa servono?-
Il fratello maggiore strinse i denti.
-Vuoi proprio saperlo?-
-Eh… sì?-
-Sicuro di volerlo sapere?-
Il monaco annuì, cercando di sembrare convinto.
-Sicuro sicuro sicuro?-
-Sokka, non mettertici anche tu! E poi sei sicuro di saperlo anche tu?-
-Ma certo!- esclamò lui.
-Sei sicuro di non aver letto “Vendesi aratri”? E di non aver la più pallida idea di come si usino?-
-Ehm…ecco… diciamo che… la domanda era “he cosa sono”non “come funzionano”!- esclamò avvampando.
-Visto? Lo sapevo. E’ come la storia della balena dalle pinne blu*-
-Cos’è la storia delle balene blu?- chiese Aang, cercando di reinserirsi nella conversazione.
I due fratelli lo avevano infatti superato e camminavano a passo serrato spalla contro spalla, come lo avessero completamente dimenticato.
-Ecco un’altra cosa che dobbiamo spiegarti- sospirò Sokka, voltandosi per appena un secondo a guardarlo.
-Comunque non siamo più al polo e non dobbiamo più pensarci- disse rivolgendosi nuovamente alla sorella –Dobbiamo concentrarci sul fatto che il nostro amico Aang, nonché Avatar e unico salvatore del mondo, dopo cento anni nel ghiaccio è…-
-Ignorante?- concluse lei.
-Sì, penso che sia la parola adatta-
-Ehm, ragazzi, sono dietro di voi…-
-Più che un insegnante di dominio bisognerebbe cercare una buona scuola- sentenziò lui.
-Non penso sia un problema. Può benissimo uccidere Ozai senza sapere cos’è un bastone luminoso- mormorò Katara.
-Che cos’è un bastone luminoso?- chiese ingenuamente il diretto interessato.
Venne zittito da un’occhiataccia che i fratelli gli lanciarono all’unisono.
 
 
 
*vedi capitolo 9
 
Angolo autrice
Per farmi perdonare, oggi dose doppia!
Allora, una spiegazione per questo capitolo. Non volete mica farmi credere che nei cent’anni in cui Aang è rimasto nel ghiaccio il resto del mondo non si sia evoluto almeno un po’? Magari al polo non è cambiato molto, ma arrivando in una grande città, come per esempio BaSing Se, dovrà aver notato una piccola differenza tra i due secoli.
Anche Sokka non è molto informato sugli aratri. Ma giustamente, come fai ad arare un terreno al polo?
Spero vi sia piaciuto. Grazie a chi legge e recensisce, alla prossima!
Saluti!!:)
 

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Capitolo 12
*** ...ho fatto la cosa giusta ***


Ovvero Iroh
 
Quando vide i loro occhi si fermò. Perché quegli uomini avevano così paura di lui?
Tentò di avvicinarsi ad un anziano che sembrava il capo, ma due robusti giovani glielo impedirono.
-Vai guerriero. Perché ti sei fermato?- gli chiese il vecchio.
-Sembrate intimoriti dalla mia presenza… chi siete?- chiese Iroh incuriosito.
-Noi siamo i guerrieri del sole, la nostra razza esiste da sempre e da sempre viviamo qui. Ma voi, uomini vestiti di rosso, voi volete distruggere ciò che ci fa vivere-
Iroh si avvicinò ancora:-Mi dispiace, ma credo di non capire-
-Sciocchi! I draghi sono l’essenza della nostra vita e di quello che voi chiamate Dominio! Se continuerete con questa caccia, non ne resterà nulla!-
Ma il giovane erede al trono non comprese, e continuò il suo cammino verso le rupi.
 
La sera, la sua figura fu vista avvicinarsi da una sentinella, che corse ad avvisare il suo capo.
-Il cacciatore di draghi è tornato!-
Il vecchio sobbalzò e, alzandosi dallo sgabello su cui era seduto, gli andò incontro.
-Soddisfatto ora, uomo vestito di rosso? Il sangue delle creature a cui dobbiamo tutto ha sporcato abbastanza le tue mani feroci?-
-No, grande capo di questa orgogliosa tribù. Oggi non c’è stato altro sangue se non quello delle mie mani ferite dall’arrampicata. Ho capito invece cosa mi aveva detto. Quelle che mi sembravano farneticazioni, lassù erano la mia unica certezza. Io giuro, su quanto più sacro nei miei e nei tuoi luoghi, di mettere fine a questa terribile usanza-
Dopo di che, abbracciò il vecchio.
-Grazie per aver custodito i draghi. Non ho mai provato nulla di  così intenso in vita mia- mormorò.
-E come avresti intenzione di fare?- disse il capo, riportandolo alla realtà dei fatti.
-Mentirò. Ci sono ancora due draghi nella rupe, alla mia Nazione dirò di averli uccisi tutti-
-Se qualcuno scoprisse l’inganno ne andrà del tuo orgoglio-
-Lo so, ma un giorno, tutto questo, sarà un bene per i miei nipoti. Mi ringrazieranno-
Il vecchio s’inchinò:-D’ora in poi i tuoi discendenti saranno trattati con tutti gli onori dalla nostra tribù-
-Per me sarà un grande onore- rispose Iroh, inchinandosi a sua volta.
 
 
 
Angolo autrice
Questa cosa ce l’ho in mente dalla puntata in cui Zuko perde il dominio e va a cercare i draghi. Quindi abbiate pietà di me, probabilmente l’idea originale era mille volte migliore.
Tanto amore per Iroh e per i draghi. Me lo vedrei benissimo cavalcarne uno come se fosse su una giostra, con un sorriso a trentadue denti.
Boh, ditemi cosa ne pensate, intanto ringrazio chi recensisce e chi ha scoperto (per sua sfortuna) che d’ora in poi riuscirò (spero!) ad aggiornare puntuale, perché continua a leggere anche se la raccolta gli fa schifo.
Prossimo capitolo, Regno della Terra!! Detto questo…
Saluti!!:)
 

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Capitolo 13
*** ...sono innamorata ***


Ovvero Suki
 
Ma chi si cred di essere? “Sono il ragazzo della carne e del sarcasmo” ma non farmi ridere! Che babbeo. Muoveva quel boomerang come se stesse facendo volare un aquilone. Non è un guerriero. Che tenero… si impegna tantissimo per migliorare.
E poi, quando i suoi compagni gli lasciano fare i piani? Mi fiderei di più di una libellula toro cieca! Non mi sembra per niente un tipo serio e responsabile!
Però fa delle bellissime battute. Questo glielo devo concedere. Accidenti, quanto ho riso questa sera!
Hei, hei, hei, terra chiama Suki! Concentrati! Lo stavi insultando! Allora…
….il codino! Quel ridicolo codino che si ritrova in testa. Mah, forse quello teniamolo per buono, non dev’essere bello con un altro taglio di capelli… Non che sia bello adesso! Cioè, è carino… ma ho visto di meglio. Assolutamente. Ci sono ragazzi molto più belli. Credo.
Ma resta comunque un rompiscatole. Anche con la sorella. Ma come fa lei a sopportarlo? Ogni volta che cerca di stare da sola con Aang, eccolo lì che va a controllarla! Cos’ha, paura? Che quel monaco “fate la pace, non la guerra” se la mangi? E poi Katara è molto più responsabile e matura di lui. Dovrebbero scambiarsi i ruoli. Tsk… è geloso… di sua sorella per di più… che tenero!
Basta! E’ meglio andare a dormire, inizio a non ragionare più.
 
Si rigirò sotto la coperta, appoggiandosi su un fianco. Non doveva più pensare a Sokka. Aveva bisogno di riposo e lui la distraeva.
 
Sokka…
 
 
 
 
Angolo autrice
Buongiorno mondo!!! Eccoci di nuovo nel Regno della Terra! Suki, la nostra carissima Suki. Mi sono messa nei suoi panni. Appena visto Sokka la mia reazione sarebbe -.-“ e il pensiero che il ragazzo non ha tutte le rotelle che girano nel verso giusto (questa la devo, cit. da “L’era glaciale 2”)
Però Sokka è fatto così, e noi (e Suki in particolare) gli vogliamo bene lo stesso.
Ringrazio chi legge recensisce e inserisce nelle ricordate, seguite, preferite o chi semplicemente ha una buona opinione sulla mia raccolta.
Saluti!!:)
 

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Capitolo 14
*** ...facciamo sul serio ***


Ovvero Zuko
 
Avevano già pensato  molte volte di fuggire. Di nascondersi una volta per tutte dalla Nazione del Fuoco. Ma non ne avevano mai parlato seriamente. Non avrebbe mai pensato di finire nella cerchia inferiore di Ba-sing Se a servire tè come un normalissimo cittadino ignaro degli intrighi di palazzo e della minaccia della guerra. Ma lui non lo era.
Lui sapeva troppo per sentirsi a suo agio in quel mondo che non era il suo. Non che non sopportasse il fatto di lavorare. Non gli dava fastidio. Odiava essere all’oscuro di tutto. Non sapere nulla sull’esito della guerra, sui movimenti dei soldati.
Per questo era nato lo Spirito Blu. Per avere informazioni nei bassifondi su cosa succedeva fuori dalle mura.
Pensava che riferirgli qualcosa avrebbe fatto piacere a suo zio. Invece no. Ogni volta la sua risposta era: “Dai Lee, non dire sciocchezze. C’è tanta pace qui, perché dovresti cercare la guerra?”
 
-Lee, hai visto le pietre focaie?-
Zuko alzò un sopracciglio.
-No, perché?-
-Devo scaldare il tè. Andrò a chiedere ai nostri vicini-
Restò a bocca aperta. Voleva rinnegare anche sé stesso? Voleva abbandonare veramente tutto?
Zuko avrebbe accettato di non essere più nobile ma, anzi, esiliato ed umiliato.
Avrebbe accettato di scappare, di rinunciare all’Avatar.
Avrebbe accettato un lavoro in un posto sconosciuto, la nuova ricerca di compagnia, la mancanza di Mai.
Ma non avrebbe mai accettato di negare la sua natura di Dominatore.
Il fuoco che aveva dentro era l’unica cosa che gli restava. E non intendeva perderlo. Anche se lo legava con tutto ciò che odiava.
Perché era anche l’ultima cosa in cui poteva credere veramente. Sé stesso.
 
 
 
 
Angolo autrice
Dedicato a La_Craggy che lo aspettava con ansia. Zuko! <3 Diamine, Lui meritava un capitolo mille volte migliore. Ma non sarò mai all’altezza di dedicarGli un capitolo come si deve.
Spero che vi sia piaciuto e che apprezziate il doppio aggiornamento.
Ringrazio Liar Dandelion aver creato soprannome Lui che sto usando più spesso di quanto voglia e tutti coloro che continuano imperterriti a leggere e a recensire.
Saluti!!:)
 

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Capitolo 15
*** ...mi hanno accettato ***


Ovvero Ozai
 
Seduto fuori dalla sala del consiglio, il ragazzo cercava inutilmente di tenere ferme le ginocchia tremanti. Sospirò. Doveva assolutamente tranquillizzarsi.
Inspira.
Non doveva preoccuparsi. Non era nient’altro che uno stupido consiglio di guerra.
Espira.
Non poteva accadergli nulla di male. Era il principe e aveva i suoi diritti.
Inspira.
Se ce l’aveva fatta suo fratello, lui non sarebbe stato da meno.
Espira.
La porta si aprì e uno dei generali gli lanciò uno sguardo freddo e distaccato, che tentava di nascondere un grande disprezzo.
-Vieni dentro-
Eccole. Ecco le parole che aspettava da sempre. Il permesso accordato di entrare nel consiglio di guerra. L’autorizzazione ad esibire le sue capacità. La dimostrazione del suo potere fisico, strategico ed ereditario.
Nella stanza, le fiamme intorno al trono erano basse. Segno che suo padre era ancora di buon umore, fortunatamente per lui.

Il tempo passava lentamente, sembrava che quella riunione non volesse finire mai. Si era asciugato le mani sudate sulle ginocchia almeno venti volte negli ultimi dieci minuti.
Ma finalmente, tutto era finito. Suo fratello era uscito discutendo con un generale e si era chiuso la porta alle spalle, lasciandolo solo.
Il giovane Ozai era rimasto immobile al suo posto, ancora tremante.

Espirò  e le fiamme alle spalle del trono si spensero, lasciando la stanza nella penombra. Restò un attimo senza respirare. Quel piccolo gesto lo aveva fatto sentire potente.
Lentamente si alzò e si avvicinò al trono. Accarezzò il legno, ancora caldo della presenza del padre.
Passò le dita sul bracciolo destro, scavato dalla rabbia e dalle unghie dei vari sovrani precedenti.
Sorrise. Comandare era un compito duro, lo sapeva, eppure tanto affascinante e attraente.
Scostò  il lungo abito che gli complicava i movimenti e si arrampicò sul trono. Non pensava fosse così alto: i suoi piedi non toccavano terra, ma dondolavano nel vuoto.
Lasciò vagare il suo sguardo sulla sala e sul posto riservato a suo fratello. Se lo immaginò. Iroh, seduto in mezzo ai generali. Al suo posto un ragazzo, un piccolo Ozai in miniatura, ma non era lui. Era suo figlio. Perché lui era il re, indiscusso e temuto.
Le dita del ragazzo sognante scivolarono nella scanalatura del bracciolo e le immagini nella sua mente svanirono, quando aprì gli occhi.
Guardò la conca e sorrise. Avrebbe faticato, ma sarebbe diventato il Signore del Fuoco. In un modo o nell’altro.
 
 
 
 
Angolo autrice:
Ciao!!! E allora? Che ne pensate di questo determinato e ambizioso Ozai? In fondo è un po’ quello che conoscete tutti… Che cavolo sto qui a farvi la morale sulla sua vita?
Boh, ditemi cosa ne pensate, inserite un commento, una recensione come: Liar Dandelion, MaJo_KiaChan_, La_Craggy, darkangel, AnonimaKim e TinaTroll che ringrazio tanto!!!
Saluti!!:)
 

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Capitolo 16
*** ...cerco risposte ***


Ovvero Mei
 
Sapeva cosa la gente pensava di lei. Dicevano che era apatica, cinica, insensibile. La paragonavano ad una statua, fredda e letale come i suoi coltelli.
Ma lei sapeva di non essere così. O, almeno, non lo era veramente. Sotto sotto sapeva di essere diversa, ma ora l’abitudine si era impossessata di lei.
Come si suol dire, il tasso talpa perde il pelo ma non il vizio. Per lei essere indifferente era un vizio. E per chiunque avesse vissuto al suo posto lo sarebbe stato.
Era semplicemente un modo per difendersi. Per non piangere ogni volta che, chiedendo di suo padre, un servitore rispondeva che era partito per l’ennesima guerra. E che non era passato a salutarla.
Per non disperare ogni volta che la sua famiglia le imponeva di diventare amica intima di quella pazza di Azula, per assicurarsi un posto al fianco del trono.
Per non temere quando Zuko, l’unica persona in cui ancora credeva, sembrava tentare il tutto per tutto per farsi diseredare dal padre.
Non lo aveva mai capito. Per questo alla roccia bollente voleva parlargli. Perché non lo capiva. Perché non poteva anche lui arrendersi di fronte al resto della corte? Perché non poteva nascondersi dietro a quella cicatrice, insieme all’odio, all’imbarazzo, alla rinascita, all’orgoglio? Perché non chiudersi dentro per salvarsi dalle asperità del mondo?
Nessuno dei due sarebbe mai stato felice. Ma perché lui doveva aumentare il suo dolore?
 
 
 
 
Angolo autrice
Non so chi sia il genio che ha scritto questa frase, lo sto cercando da un po’ di tempo, ma non mi ricordo dove l’ho letta. Spero che l’autore non mi chieda i diritti…
 
Sapevo che era inutile rifugiarsi tra i sogni e “dimenticarsi di vivere”
ma l’idea di fregarmene altamente della vita reale era a dir poco invitante
 
Comunque, l’idea mi è venuta da questa frase… Spero sia abbastanza IC come cosa…
Ringrazio chi mi segue con affetto e chi spera di vedermi sparire dal fandom!!
Saluti!!:)
 

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Capitolo 17
*** ...mi prendo una vacanza ***


Ovvero Jin
 
La ragazza, seduta sul muretto, agitava le gambe avanti e indietro, osservando i fratellini giocare poco distante.
-Keren, attento! Non passare nelle pozzanghere, o ti sporcherai tutto!-
-Elain, se resti in mezzo alla strada di farai investire dal primo carro che passa!-
-Milena, non allontanarti troppo!-
Sbuffò. Era inutile. Non poteva controllarli tutti e tre contemporaneamente.
Per fortuna la nonna stava già meglio, ed era pronta a ripartire e controllare di nuovo quelle piccole, adorabili, pesti.
-Keren… che stai facendo??- esclamò, alzandosi per tirare fuori il fratellino da un secchio che non emanava un buon profumo.
-Mi… è caduta…- iniziò lui, affondando la mano nel viscido contenuto, tastando il fondom del contenitore –la punta della trottola…-
Jin gli si affiancò, le braccia sui fianchi.
-Togli le mani da lì!- gli ordinò, spostando il secchio.
Con un po’ di ribrezzo rovesciò il liquido in un tombino, rivelando la parte del giocattolo, incastrata in una piega della lamiera.
-Grazie Jin!- esclamò il bambino, riprendendoselo e scappando via.
-Prego…- mormorò lei, risistemando il disordine che avevano combinato nella vietta.
Quando ebbe finito si voltò, e vide Milena, la più piccola, con un foglio in mano e un timido sorriso sul volto.
-Che c’è?-
-Guarda qui- disse allungandole il piccolo manifesto che aveva trovato a terra.
-Aprono un negozio di tè qui vicino… mi porti a comprarne un po’? A me piace tanto il tè…-
Jin osservò il volantino e rise.
-No, non vendono il tè. Te lo servono già fatto, appena riscaldato, quando è ancora caldo-
-Ahh…- annuì la bambina –puoi andare quando torna la nonna! Così ti riposi un po’ dopo averci guardato così tanto!-
La ragazza sorrise alla sorella, che tentava di scusarsi per i danni che aveva combinato nell’ultima settimana.
-Grazie allora… andrò in vacanza!-
Milena sorrise, soprendo i dentini bianchi, e tornò a giocare.
Senza neanche accorgersene, Jin infilò il manifesto in tasca.
“Proviamo” pensò “Magari è un buon locale… chissà che gente c’è in giro da quelle parti…”
 
 
 
 
Angolo autrice
Zuko! C’è Zuko da quelle parti, ragazza mia! ;)
Ehm, buongiorno care/i. Capitolo un po’ breve lo so, ma ultimamente sono un po’ piena e, come avrete notato, non ho aggiornato nemmeno la scorsa settimana… Chiedo perdono ù.ù
Jin… cara piccola Jin! Personaggio interessante, ma poco calcolato. Insomma, chi è questa ragazza che appare misteriosamente nella vita del nostro Signore del Fuoco, e dopo due puntate sparisce? Nessuno lo sa, spero di aver ipotizzato bene…
Ancora solo più tre capitoli, miei fedeli lettori (dice parlando alla sala vuota) ed avrò finito questa piccola raccolta.
Aperte le scommesse sull’identità dei tre misteriosi personaggi! ;)
Grazie a chi continua a leggere e recensire!
Saluti!!:)
 

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Capitolo 18
*** ...non mi faccio fermare ***


Ovvero Pakku
 
 
Le ragazze ora lottavano come gli uomini e i maschi facevano i medici.
La società della Tribù dell'Acqua del Nord non era pronta a questo. E nemmeno Pakku. Ma almeno lui conosceva la causa di tutto ciò. Il genere femminile.
Sia una nonna che una nipote erano riuscite a sconvolgergli la vita. Erano arrivate ad un tratto e gli avevano portato via qualcosa. Una il cuore e la collana azzurra. L'altra la sua dignità di insegnante e uomo.
Seduto accanto alla finestra osservava il bisonte volante allontanarsi dalle mura. La vista non l'aveva tradito nonostante gli anni e la figura della ragazza sulla sella era nitida contro il cielo grigio di nuvole. Aveva il collo rigido e la posizione altera, opposta a quella del fratello, distrutto dal dolore.
Sapeva della sua relazione segreta con Yue e non gliene importava. Aveva imparato che l'amore così passionale e improvviso non durava. Non sperava più nel colpo di fulmine.
La sua vita era già stata distrutta due volte, entrambe da donne. Dall'amore.
Aveva amato troppo Gran-Gran, tanto che quando lei se n'era andata era sprofondato nella depressione. Quando si era ripreso, quando era rinato come nuovo uomo, si era fatto ammorbidire da una collana.
Basta. Doveva diventare impassibile, oppure il ciclo sarebbe ricominciato. Con tutto ciò che comportava al suo spirito, stanco e fiaccato dal dolore.
Ma almeno questa volta aveva ancora qualcosa per cui lottare.
L’Avatar era tornato, significava che qualcosa poteva cambiare. Non sarebbe rimasto immobile quella volta.
Katara voleva rovesciargli la vita? Bene, ma anche lui avrebbe fatto qualcosa per cambiare i piani di un po’ di gente.
 
 
 
Angolo autrice
Finalmente, dopo tanto tempo!! Aggiorno!! *si batte da sola una pacca sulla spalla*
Bene… meno due! Il terzultimo era Pakku, uno dei personaggi che più mi stanno sul …mio deretano titanico* di tutta la serie! J
Però, purtroppo, una parte ce l’ha anche lui nella serie… e bisogna dargliela! E poi non è questo il mio scopo? Raccogliere quei personaggi dimenticati e rispolverarli un po’!
Bene, questo “meraviglioso” e maschilista dominatore secondo me rimane molto scosso, dopo l’arrivo del gruppo al polo. Insomma, hanno distrutto le millenarie tradizioni di un popolo più testardo di un mulo! La shot è ambientata durante una prima immaginaria idea di ricostruire il club del loto o come caspita si chiamava.
Beh, spero che abbiate apprezzato e che perdonerete il mio ritardo…
Saluti!!:)
 
*CIT. Hercules (Film Disney)

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Capitolo 19
*** ...non mi fido di te ***


Ovvero Warden
 
-Io e la nostra famiglia contavamo su di te! Ragiona! Che cosa volevi fare?- gridò l’uomo.
La ragazza restò zitta a testa bassa.
-Tutti questi anni di sforzi. I tuoi genitori hanno fatto di tutto per trovarti un buon posto a corte. Eri la migliore amica della principessa Azula, te ne rendi conto? Eri ad un passo dal traguardo. La nostra famiglia sarebbe stata onorata per sempre!-
Lo zio ricominciò a camminare a lunghi passi per la cella, intorno a Mai.
-Zio, io…-
-No, tu adesso stai zitta! Non capisci che stiamo vincendo la guerra? Tu ci hai traditi nel momento peggiore! Quel pezzente del principe è fuggito! Ti ha voltato le spalle! E’ scappato con l’Avatar. Ha tradito la Nazione. E lo sai qual è il bello?-
L’uomo rise, isterico.
-Che semmai vinceranno questa guerra, dovranno uccidere Ozai e tutta la sua corte. E in quel caso, anche te. Uccisa dal ragazzo che continui ostinatamente ad amare!- disse con disprezzo.
-Zio, basta…- mormorò lei con le lacrime agli occhi.
-Hai ragione, basta. Non ha senso continuare così. Ormai è successo. Hai fatto fuggire Zuko, e ormai è andata. Ma sappi che non mi tratterrò dal suggerire a tuo padre di trovarti una punizione adatta-
-No…-
-Non meriti la mia pietà. Hai tradito la famiglia. Come quel dannato principe. Forse anche tu meriti il suo stesso trattamento-
Si voltò, dandole le spalle.
La ragazza scoppiò in lacrime.
L’uomo sospirò, appoggiandosi alla porta.
-Sta arrivando Azula. E non è per nulla contenta-
L’unica risposta furono dei singhiozzi disperati.
 
-Mi dispiace- sussurrò lo zio quando ormai la porta si era richiusa alle spalle della principessa.
 
 
 
 
Angolo autrice
Hei bella gente!!! :) E allora? Come va?
Dato che era un po’ che non aggiorno è meglio se mi do una mossa e mi espongo meno ai pomodori in arrivo
*evita un pomodoro dalla terza fila*
Ehm, come non detto. Comunque, Warden è il “carissimo” zio di Mai che appare nei due episodi de “La roccia bollente”. Quello che fa il tombino a Zuko perché ha abbandonato la ragazza. Beh, non mi sta molto simpatico, e non penso che in famiglia sia molto meglio. Lo immagino severo e irascibile, come lo fatto apparire qui sopra. Però forse un lato tenero c’è? “Va’a savai” come si dice qui da me, “Vai a sapere” . Non posso leggere nella mente degli autori.
Comunque questo è il penultimo (sigh!) capitolo… nel prossimo ci sarà la conclusione… che è un po’ un inizio… vedrete cosa ho in serbo per voi… ;)
Grazie a chi legge e recensisce!!
Saluti!!:)

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Capitolo 21
*** ...so chi sono ***


Ovvero Speranza
 
-Mamma! Cos’è questo?- chiese la bambina, portando con sé un enorme libro.
Ying sorrise, prendendolo e appoggiandolo sul tavolo al quale era seduta. Poi prese la figlia in braccio e aprì il pesante volume.
Subito ne uscirono dei volantini colorati che Speranza afferrò prontamente.
-Cosa c’è scritto?-
-Prova a leggere da sola, ormai sei grande-
-Fe…feste…festeggiare!-
-No… leggi bene fino in fondo…-
-Festeggia…menti-
La madre annuì:-Poi?-
-Per il… questo cos’è?-
-Si legge quinto-
-Per il quinto anno di re…gno del Si…gnore del Fuoco Zuko. Festeggiamenti per il quinto anno di Regno del Signore del Fuoco Zuko. Ma cos’è?-
-Adesso ti spiego- disse pazientemente la donna -Guarda questo!-esclamò poi, mostrandole un manifesto.
-Cos’è questo animale?-
-E’ un bisonte volante. Quello dell’Avatar-
-Ah… ma perché tieni tutte queste cose?-
La madre raccolse il volantino di una scuola di Dominio del Metallo e richiuse l’album.
-Devi sapere che noi, e te in particolare, dobbiamo molto al Team Avatar-
-Perché?-
-Perché oltre ad essere riusciti a far finire la guerra, ci hanno aiutati molto. Sai, il papà ed io veniamo da un piccolo paese lontano da qui. Li abbiamo incontrati mentre stavamo viaggiando, proprio nel giorno in cui sei nata tu. Avevamo rischiato la vita in quella gola e la guerra non sembrava voler finire. Ma la tua nascita è stato un raggio di sole: ci ha dato speranza. Per questo ti chiami così-
-E perché tieni tutte queste cose?-
-Per ricordarmi che cosa le persone possano fare mosse solo dal desiderio di pace e dalla forza di volontà. Dalla speranza per un mondo migliore-
Ying guardò la bambina, che la stava fissando, pensando che probabilmente quei concetti erano troppo lontani per una piccolina come lei.
-Mi racconti la loro storia?-
La madre annuì.
-Molto tempo fa, nel mondo regnava la più completa armonia. Poi tutto cambiò, quando la Nazione del Fuoco decise di attaccare. Solo l’Avatar, padrone di tutti e quattro gli elementi, poteva fermarla, ma quando il mondo aveva più bisogno di lui, scomparve. Sono passati centoseianni…-
 
 
 
 
Angolo Autrice
Ultimo capitolo!!! Sigh! :( e così finisce anche questa serie… Che ne pensate di Speranza? Pensavo che potesse essere il personaggio perfetto per chiudere la raccolta e “ricominciare” la serie con un racconto.
Idea folle? Geniale? Bizzarra? Ovvia?  Fate voi… Per l’ultimo capitolo impegnatevi in una bella recensione piena di comprensione per la povera autrice fallita qui presente.
Ringrazio chi ha recensito: Juliet96, Liar Dandelion, MaJo_KiaChan_, Craggy, Tina Troll, darkangel98, AnonimaKim.
Chi l’ha inserita tra i preferiti: Liar Dandelion, MaJo_KiaChan_ e Samy87.
Chi l’ha inserita tra le seguite: Craggy e MaJo_KiaChan_.
Un bacione a tutti/e! Grazie mille per l’affetto! :3
Tornerò sul fandom? Certo che sì! Ma non subito. Ho in mente due long abbastanza impegnative e non so quanto riuscirò a finirle e postarle… :)
Va bene, ora vi lascio…
Saluti!!:)

P.S. Il titolo,so chi sono, può essere interpretato in due modi... Uno, dal punto di vista di Speranza, che scopre l'avventura della sua nascita. Il secondo, per intendere la conoscenza dei personaggi della serie... scegliete la vostra preferita! :)

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