[Impure Souls] ●

di Roev_Chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una spedizione a Kyoto ***
Capitolo 2: *** I Miasmi del Re ***
Capitolo 3: *** Conversazione Notturna ***
Capitolo 4: *** Saburota Todo ***
Capitolo 5: *** Il Furto ***
Capitolo 6: *** Il Re delle Impurità ***
Capitolo 7: *** Torna indietro ***
Capitolo 8: *** Danza col Diavolo ***
Capitolo 9: *** Scomparsa ***
Capitolo 10: *** Prigionia ***



Capitolo 1
*** Una spedizione a Kyoto ***


Mephisto entrò con disinvoltura nella classe di Esquire. Tutti gli alunni del corso speciale per esorcisti lo guardarono con stupore, tranne Roev, che come al solito era seduta in fondo alla classe, nel suo angolo appoggiata al muro. Si scambiarono una breve ma fulminea occhiata d’intesa.
-Buongiorno, miei cari Esquire.- Li salutò appoggiandosi alla cattedra –Come ben sapete, un paio di giorni fa, l’occhio sinistro del Re delle Impurità è stato rubato dal Dipartimento Profondo della Vera Croce, dal suo ex responsabile, l’esorcista di seconda categoria superiore Saburota Todo.- Spiegò –Ora, il suo prossimo obbiettivo è un altro: l’occhio destro del Re dell’Impurità, che si trova custodito lontano da qui.- Tirò un breve e marcato respiro, e sfoggiò uno dei suoi soliti, misteriosi sorrisi –Quindi, miei cari ragazzi, ho deciso che prenderete parte ad una spedizione a Kyoto! ♥-

 

 

 

La partenza era prevista all’alba. Roev si era svegliata quando era ancora buio, poco prima del sorgere del sole. Si preparò in fretta con vesti non troppo pesanti, e prima di uscire dalla camera , si mise i bagagli in spalla, assieme alla katana Murasame, donatagli da Mephisto mesi addietro. Appoggiò la mano sulla maniglia dorata della porta laccata e decorata con motivi singolari e colorati. Prima di uscire, si voltò ad osservare per un’ultima volta la sua camera da letto, perfettamente linda e ordinata, mentre il cielo cominciava a dare i primi segni di schiarita. Emise un silenzioso sospiro; chiuse la porta e camminò lungo il corridoio fatto di piastrelle di marmo, a piedi nudi. Le vennero i brividi, ma ormai si era abituata a quella sensazione. Abitare nella residenza di Mephisto aveva la sue regole, una delle quali era di non andare in giro con scarpe sporche; e dato che quelle di Roev avevano quasi sempre dei pezzi di terriccio incastrati in mezzo alle suole, era costretta ad andare in giro scalza. Prima di scendere le scale per il piano terra, bussò un paio di colpi ad una delle porte del corridoio, subito dopo averlo fatto, entrò nella stanza.
-Mephisto, io sto per partire.- Disse Roev muovendo un passo all’interno. La stanza era illuminata da una debole luce proveniente da un abat jour posta su un mobile, in un angolo opposto al letto. Mephisto era in kimono, steso sul letto baldacchino finemente intagliato e pieno di insoliti particolari. La grande quantità di cuscini gli permetteva di stare con il busto leggermente alzato, mentre la testa gli cadeva all’indietro. Stava dormendo profondamente, prima che la ragazza bussasse alla porta. Quando lei lo chiamò, entrando, lui alzò pigramente la testa nella penombra e la guardò assonnato, con le pupille verdi che si nascondevano tra le sue occhiaie.
-È già ora?- Chiese con la bocca impastata dal sonno. Roev scosse la testa.
-Voglio arrivare puntuale, così mi sono svegliata un po’ prima.- Spiegò. Il demone si stirò come un gatto, e sbadigliò.
-Ricordati il numero del convoglio. Il vagone dove viaggerete è il numero quattro, mentre nel terzo vagone devi vaccinarti per le malattie che potresti contrarre se qualcosa andasse storto…- Borbottò Mephisto, raccomandandosi pigramente.
-Si lo so, me lo avrai ripetuto non so quante volte ieri a cena…- Lo ammonì Roev. Il demone le sorrise sornione, mentre si alzò con il busto e si mise a sistemare i cuscini.
-Io vi raggiungerò verso sera, quando avrò finito di sistemare i problemi sorti al Dipartimento Profondo.- Si gettò con la testa sul guanciale e si coprì con il lenzuolo –Avresti voglia di spegnermi la luce?- Chiese da sotto le coperte. La ragazza appoggiò la sacca a terra e si avvicinò alla lampada, spegnendola –Grazie. Ci vediamo quando arriverò.-
-Va bene, Mephisto.- Prima che Roev potesse uscire dalla camera da letto, il demone le parlò di nuovo.
-Non fare casini; mi raccomando, Roev. Tieni gli occhi bene aperti.- La ragazza lo guardò con gli occhi scuri, senza dire nulla, e chiuse la porta alle sue spalle, mentre il demone riprese a dormire profondamente. Scese in fretta le scale, attraversando l’atrio con una certa fretta.
-Aspetti, signorina Akuma!- La ragazza si bloccò in mezzo all’atrio, e si voltò verso il maggiordomo –Questo è per lei, nel caso le venisse fame durante il viaggio.- Le consegnò un bento in plastica con all’interno un pasto a base di carne, verdure e riso bianco. La ragazza accettò con piacere il bento.
-Sei molto gentile, Belial.- Sorrise al maggiordomo demone. Lui fece un marcato inchino in segno di rispetto.
-Se mi posso permettere, signorina, potrei sistemarle i capelli prima che esca?- Chiese Belial afferrando dal suo completo da maggiordomo un pettine e una spazzola –Il padrone ci tiene che lei sia impeccabilmente ordinata.- I capelli castani di Roev erano cresciuti un po’, ma i ciuffi ribelli non si erano ancora estinti, e questo le donava un aspetto trasandato, lo stesso valeva per la divisa da uomo che indossava. Nessuna forza né in cielo né in terra le avrebbe mai fatto indossare una di quelle dannate gonne rosa dell’uniforme da studentessa. La ragazza gesticolò frenetica.
-No davvero non ce n’è bisogno…- Essendo un demone, Belial aveva gusti molto particolari, bastava vedere da come teneva i suoi capelli scuri, ovvero pettinati all’indietro, mentre un ciuffo a spirale gli cadeva sulla fronte; i baffetti erano tirati all’insù, alla Salvador Dalì, e il pizzetto era talmente perfetto che sembrava quasi finto. Nonostante il suo aspetto singolare, era molto gentile e pacato, e adorava gli animali.
-Ne è proprio sicura?-
-Sì, dico sul serio…- Gli sorrise la ragazza. Belial ritirò i pettini.
-Le ho fatto chiamare un taxi, così che la possa accompagnare alla stazione dei treni.- Le disse aprendole la porta di ingresso. Roev lo ringraziò, cominciando a scendere gli scalini in pietra. Il taxi la attendeva appena fuori dagli enormi cancelli. Avrebbe preferito andare a piedi per farsi una bella camminata mattutina, ma il sole era sul punto di sorgere, e parlare con Mephisto e Belial le aveva portato via del tempo prezioso. Salì in auto e disse al conducente di accompagnarla alla stazione della Vera Croce.


 

 

Quando Roev arrivò alla stazione, trovò all’esterno la professoressa Shura Kirigakure. La salutò, mentre la donna le diede istruzioni. Come Mephisto le aveva detto, prima di ogni altra cosa, andarsi a vaccinare, e così fece lei. Appoggiò i bagagli nei sedili, ma tenne con sé la spada. Non riusciva a stare tranquilla se non se la portava dietro. Si diresse nel vagone numero tre, e trovò due esorcisti Doctor che le intimarono di sedersi, mentre preparavano la siringa con il vaccino anti-miasma. La ragazza osservò con una smorfia l’ago della siringa, mentre il suo corpo venne attraversato da improvvise vampate di calore e brividi freddi. La vista degli aghi le faceva venire attacchi di caldane premature. Quando l’esorcista le infilò l’ago nella pelle, dopo averla massaggiata con del cotone imbevuto di alcool, la ragazza impallidì, mentre tentava di nascondere il suo immenso disagio. L’uomo si preoccupò.
-Tutto ok?- Le chiese una volta tolta la siringa. Lei annuì senza aprir bocca. Le infilò un cerotto e finalmente, Roev poté andare a sedersi, mentre attendeva l’arrivo dei suoi compagni di classe. Uno dopo l’altro, arrivarono tutti e presero posto nei sedili, mentre la ragazza già crollava dal sonno. Prima della partenza, la professoressa Kirigakure illustrò loro l’obbiettivo. Roev si permise di non ascoltare nemmeno una parola, dato che Mephisto le aveva già detto e ripetuto praticamente ogni cosa. Una volta finita la spiegazione, Shura si raccomandò con i ragazzi di non fare troppo chiasso. Aveva un’aria stanca e terribilmente assonnata, Roev dormiva già della grossa quando il treno partì dalla stazione. Sarebbe stato un viaggio lungo, e non voleva sprecare energie, così si permise di dormire a lungo.




Angolino autrice:
Salve a tutti! Questo è il continuo di una mia precedente fic, dal titolo [Candy Piano] 
♥ che ho terminato di scrivere
quattro mesi fa circa.... Dire che non ho resistito di scrivere un continuo, e dire che amo alla follia Blue Exorcist è
poco! Spero di aver attirato la vostra attenzione con questa fic, e spero che questo primo capitolo vi abbia entusiasmato nonostante la banalità! :)
Pubblicherò presto il prossimo!
Un bacio!

Roev_Chan


AVVERTENZE: 
Questa fic è il sequel di un altra fic dal titolo 
[Candy Piano] ♥ !
Non è necessario averla letta, ma ci sono alcuni riferimenti legati ad essa.
Vi invito a leggerla se non l'avete ancora fatto!

Link: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=837486&i=1

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Capitolo 2
*** I Miasmi del Re ***


Roev e la sua classe arrivarono a Kyoto nel tardo pomeriggio, e un bus fuori dalla stazione aspettava studenti ed esorcisti per portarli in un albergo nella periferia della città. Roev si guardò intorno con i bagagli in spalla, mentre Shiemi la incitava a salire sul pullman. La ragazza abbozzò un mezzo sorriso e infine salì, sedendosi di fianco alla compagna. Quando giunsero davanti all’albergo, Roev non poté non notare l’aspetto rudimentale dell’edificio. Una volta all’interno però, l’ambiente era semplice e accogliente. Una donna di bassa statura ma dall’aspetto dolce li accolse all’ingresso con un largo sorriso, ma la sua espressione cambiò non appena posò il suo sguardo su Suguro.
-Ryuji!- Gridò tirandogli un orecchio, prendendolo completamente alla sprovvista –Ti sei di nuovo tinto i capelli? Vuoi forse somigliare ad un gallo?! E guarda qui quanti piercing che ti sei fatto!- Lo sgridò. Roev assunse un’espressione confusa, mentre guardava i suoi compagni con stupore. Rin e Shiemi ricambiarono il suo sguardo perplesso.
-Salve signora Suguro!- La salutò Shima sorridendo allegro. La donna parve cadere dalle nuvole.
-Oh! Che sbadata!- Fece un breve inchino –Io sono la madre di Ryuji, piacere, e benvenuti a Kyoto!- Sorrise ai giovani esorcisti e li fece accomodare, illustrando subito l’albergo. Era un edificio a due piani, molto ampio. Al primo piano vi erano gli alloggi della famiglia Suguro, mentre al piano terra, l’albergo ospitava molti malati e persone ferite -…questa gente è stata colpita dal miasma del Re delle Impurità, e hanno bisogno di cure. È un bene che siate arrivati in questo momento, avremmo proprio bisogno del vostro aiuto.- Spiegò la donna. Camminarono lungo il corridoio che affiancava la stanza, e condusse la classe verso una stanza un po’ più piccola della precedente. Aprì la porta scorrevole e fece entrare i ragazzi.
-Voi dormirete qui.- Aprì l’armadio in legno e allungò dei futon ai ragazzi. Successivamente, dal fondo dell’armadio estrasse una specie di stelo e lo aprì: era un divisore in legno di bambù e tela. Si rivolse alle ragazze –Mi dispiace ma non abbiamo altre stanze per dividere maschi e femmine, dovrete arrangiarvi così.-
-Nessun problema.- Rispose Izumo aprendo il divisore era lungo a sufficienza da dividere la stanza equamente.
-Dai ragazze, potremmo dormire insieme no? Sarebbe fantastico…- Shima arrossò di piacere, mentre Roev lo guardò storto.
-Che depravato…- Disse scuotendo la testa.
-Io?!- Il ragazzo coi capelli rosa rimase quasi deluso da quella osservazione. La professoressa Kirigakure entrò nella stanza, interrompendo la conversazione.
-Suguro e Miwa siete stati convocati ad una riunione, andate. Shima, tuo padre vuole vederti, vai anche tu.- Il trio di Kyoto uscì dalla stanza. Infine, Shura si rivolse ai presenti -Date una mano ai malati mentre aspettiamo di essere convocati per la cena. Moriyama e Akuma, voi andate in cucina ad aiutare a preparare l’antidoto per il miasma. Izumo, Okumura e Takara, voi aiutate a cambiare le flebo, invece. Conto su di voi.- La classe si divise, Roev e Shiemi si diressero verso le cucine. Una donna stava mescolando le erbe del tè in una grossa pentola, mentre versava le bustine di antidoto dentro.
-Ha bisogno di una mano?- Chiese Roev entrando in cucina, seguita da Shiemi. La donna le guardò con stupore.
-Siete esorcisti della Vera Croce? Siete molto gentili…- Le due si avvicinarono, e Roev arricciò il naso. Il tè puzzava in una maniera terribile, e la ragazza non fece a meno di tapparsi il naso. Shiemi fece lo stesso. La donna parve turbata da quella reazione –Lo so che a prima vista non è il massimo ma…- La giovane esorcista dai capelli marroni la interruppe.
-Non per essere scortese, ma...- Si affacciò verso la pentola. Nel liquido galleggiavano dei petali gialli, alcuni aghetti verdi e una foglia lunga e seghettata ai lati. Roev impallidì –Che cos’è… cosa diamine è tutta quella roba?- La donna le diede una delle bustine.
-È l’antidoto… dentro ci sono petali di agrimonia, aghi di larice e una foglia di salice giallo per ogni bustina.- Spiegò con titubanza. La ragazza la guardò.
-E voi pensate di curare la gente con questa roba?- Fu un impulso: prese la pentola con dentro l'infuso, rovesciandone il contenuto nel lavello. Shiemi la guardò con stupore, la donna ancora di più: era scandalizzata.
-Che cosa stai facendo?- Le disse lei. Roev pulì la pentola, la appoggiò ai fornelli ed estrasse la katana Murasame. La sua lama blu metallizzato si illuminò magicamente; la fece roteare, creando dell’acqua pura e incredibilmente cristallina, che si versò delicatamente nella pentola.
-Ora ho bisogno di ravanelli, porri e peperoncino… Shiemi, chiedi al tuo demone di far crescere della valeriana e dell’iris. Ah, e ho anche bisogno di un po’ di sale di roccia per condire il tutto.- In fretta e furia, procurarono gli ingredienti necessari e prepararono una zuppa, che Roev versò in delle ciotole. In quei mesi si era dedicata molto allo studio di medicina e si era interessata particolarmente alle proprietà curative delle piante. Aveva appreso anche che certi veleni si curavano con altri veleni. In qualche giorno, i malati si sarebbero rimessi in fretta. La donna ringraziò le due ragazze, che furono chiamate da Shura per riunirsi a mangiare in mensa. Fu un pasto breve ma sostanzioso. Mentre stava seduta a conversare con i suoi compagni di classe, sentì il telefono vibrarle nella tasca dei pantaloni. Si alzò, scusandosi per l’interruzione e uscì nell’engawa, il corridoio esterno coperto dal tetto spiovente, una sorta di veranda che si affacciava al giardino. Guardò lo schermo del cellulare: era Mephisto. Rispose alla chiamata, sedendosi sul bordo in legno del corridoio.
-Pronto?-
-Roev-Chan! ♥- Esclamò Mephisto con gioia –Com’è, tutto a posto? Sei all’albergo?-
-Sì, ho appena finito di cenare. Non c’è male, comunque.- Rispose brevemente, senza soffermarsi troppo sui dettagli.
-Perfetto, io sistemo ancora un paio di cose qui, poi sarò a Kyoto per sta notte. Non mi aspettare alzata, mi raccomando! Dormire è importante quando si è giovani come te, ristora il corpo e fa bene alla salute, e soprattutto giova l’aspetto ♥- Roev fece una smorfia simile a un sorriso forzato.
-Non ti avrei aspettato comunque, Mephisto.-
-Che cattiva! Dovresti cercare di essere un po’ meno fredda certe volte… Va beh, ti saluto, mia cara. E mi raccomando: comportati bene! Ciao! ♥- Il demone chiuse la chiamata. La ragazza sospirò, infilandosi il telefono in tasca. Inspirò a lungo l’aria fresca della sera, mentre un leggero venticello scuoteva gli alberi e le piante del giardino interno dell’albergo. Il suo breve attimo di pace non durò a lungo, perché Shura le arrivò alle spalle, allungandole una busta.
-Tieni, questo è per il duro lavoro che hai svolto oggi, sei stata brava.- La lodò allungandole il sacchetto. Roev lo accettò senza proferir parola –Ora che vivi con Mephisto la tua vita si è fatta molto più agiata, spero che ti trovi bene.- Cominciò a parlarle. Roev la guardò di sottecchi. Shura era molto interessata a Mephisto. Troppo. Quando poteva, lo teneva costantemente d’occhio, e non perdeva di vista i suoi movimenti. Sapeva qual’era la vera natura del preside della Vera Croce, e non si sarebbe arresa molto presto dal tentare di capire i suoi segreti e i prospetti che aveva per ognuno di loro. “Voi non siete qui per puro caso.” Aveva detto un giorno il demone a Roev, mentre consumavano una cena a base di junk food. Ogni persona coinvolta in quella storia, classe, professori… avevano tutti un ruolo fondamentale, anche se Mephisto teneva i suoi progetti all’oscuro di tutto e tutti. A Roev sarebbe piaciuto apprendere qualcosa di più su di lui. “Ogni cosa a suo tempo. Presto, Roev, saprai ogni cosa. Piano piano… Piano piano…” Altre parole che le aveva rivolto, in risposta alle numerose domande della giovane esorcista. Col tempo aveva imparato a convivere con la pazienza di quelle parole. Mephisto non era uno stupido. Era molto furbo, giocava con le parole per confondere, ed era cauto. Estremamente cauto. Calcolava ogni minima cosa, preciso e perfetto nel dettaglio degli eventi. Anche se non sempre funzionava. Mephisto sembrava evitare la giovane professoressa Kirigakure, e faceva bene. A Roev non piaceva il modo in cui lei tentava di avvicinarlo, e si irritava quando, nel mezzo di una conversazione, trovava un minimo pretesto per parlare di Mephisto. Come se lei fosse a conoscenza dei segreti del preside. Il punto era che, come quasi tutto il resto del mondo, anche lei non aveva la più pallida idea di cosa passasse per la testa di Mephisto.
-Si professoressa, sono stata fortunata ad essere presa in affidamento da Lord Pheles.- Lord Pheles. Era raro che lo chiamasse in quel modo, ma davanti a Shura si sentiva quasi in dovere di chiamarlo in quella maniera. A quelle parole, la donna si permise una leggera smorfia.
-Se dovessi avere problemi con lui… Ti prego di farmelo sapere. Provvederò immediatamente a occuparmi di lui.- Le disse con estrema serietà. La ragazza sorrise beffarda.
-Non si preoccupi, so cavarmela da sola. Riesco a tenergli testa se voglio.- Concluse alzandosi in piedi, mettendosi la katana in spalla. Shura stava per aprir di nuovo bocca, ma Roev fu più svelta di lei –Buona serata, professoressa.- La salutò voltandole le spalle ed entrando nell’albergo. Oltrepassò i suo compagni di classe, ignorandoli alla grande e si diresse verso le cucine, dove vi era la donna che qualche ora prima l’aveva aiutata a curare i malati.
-Signorina Akuma, posso fare qualcosa per lei?- Chiese. Roev entrò nella cucina, appoggiando la busta.
-Ce l’hai un po' di miso? Mi faccio una zuppa prima di andare a dormire…- La donna rovistò in una credenza e le allungò la bustina contenente la polvere di miso, alghe e verdure tagliate fini fini. Mentre aspettava che l’acqua scaldasse, Roev controllò il cellulare, se per caso aveva e-mail non lette o chiamate perse. Sperava quasi che Mephisto la cercasse. Non riusciva a stare totalmente a suo agio, lui era l’unico con cui riusciva a confidarsi quando aveva un problema, e solo la sua presenza la faceva stare tranquilla. Ma una volta arrivato lì non lo avrebbe sopportato, come al solito. Versò l’acqua bollente in una tazzina e vuotò la bustina con il miso all’interno, mescolando con delle bacchette. Sorseggiò in fretta la zuppa calda, masticando le alghe prima di finirla. Una volta fatto, si diresse verso le camere, dove i suoi compagni si stavano sistemando nei futon.
-Akuma sei sempre l’ultima ruota del carro, dove ti eri cacciata?- Chiese Suguro con strafottenza. Roev scostò il divisore in tela e bambù con una certa sfrontatezza, richiudendolo una volta raggiunto l’angolo dove dormivano le ragazze.
-Affari miei.- Rispose con altrettanta insolenza. Si tolse i pantaloni della divisa, sostituendoli con dei pantaloncini poco più alti al ginocchio e si levò cravatta e camicia, indossando una t-shirt colorata. Si tolse anche il reggiseno con maestria, una volta indossata la maglietta. Izumo la guardò storta.
-Dormi senza reggiseno, Akuma?- A quella domanda, l’attenzione di Shima raggiunse il limite della curiosità. Si alzò dal futon e allungò le orecchie per ascoltare la conversazione. Roev estrasse Murasame fulminea e un getto d’acqua ghiacciata investì il ragazzo, che gridò come una ragazzina per il colpo. Roev appoggiò la spada al suo fianco e si infilò sotto le coperte, rannicchiandosi come un gatto.

-Buonanotte.- Brontolò. Suguro spense la luce, e dopo che si fu sistemato anche lui sotto il futon, il silenzio cadde sulla stanza. Ogni tanto si sentivano degli scricchiolii sinistri provenire dalle altre stanze dell’albergo, ma erano un suono sordo, quasi piacevole da ascoltare sotto certi aspetti. Roev si addormentò in fretta, ascoltando il rumore delle assi di legno che cigolavano ad ogni minimo movimento.





Angolino autrice noiosa:
Molto probabilmente vi aspettavate un po' di azione in questo capitolo, ma, dato che sto seguendo il corso del manga
(che è la parte un po' noiosetta della storia quando giungono a Kyoto, meh. Almeno, a me annoiava un pochetto)
quindi perdonatemi se vi ho annoiati con questo capitolo! (E perdonate anche il titolo, che non centra pressoché nulla con quello che c'è scritto, però non sapevo che cosa mettere!) >.<
Il prossimo sarà un po' più corto, e dal quarto si comincerà a ragionare! Promesso!

Roev_Chan

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Capitolo 3
*** Conversazione Notturna ***


<< Roev era inginocchiata sopra uno pavimento fatto di specchi di ogni genere. L’aria intorno a lei era densa, ma non c’era vento, non c’erano suoni, nemmeno odori, non c’era nulla a parte l’oscurità, e quel pavimento a specchio, che rifletteva la sua immagine, quella di una ragazzina dagli occhi e i capelli scuri, dalla pelle pallida e dall’aspetto trasandato. Poi, tutto d’un tratto, si ode un rumore di passi. È un passo lento e ticchettante, che si fa sempre più forte man mano che si avvicina. Quel rumore inquieta l'animo della ragazza, che si guarda attorno confusa e spaventata. Dall’oscurità emerge Mephisto, vestito dei suoi soliti abiti bianchi, completamente avvolto nel mantello. Si ferma a un paio di metri da lei, la guarda, le sorride. E Roev lo chiama. Ma lui non risponde, non fa nulla; sta semplicemente zitto a la guarda sorridendo. Roev lo chiama ancora, lo chiama fino ad avere il fiatone, fino a quando il respiro non comincia a farsi affannoso, e l’ansia le attanaglia il cuore. E infine, dopo averla guardata a lungo, il suo sorriso si fa ancora più largo, e, spalancando le braccia, le parla.
-Svegliati, Roev.- Una folata di uno strano vento investe la giovane, mentre, con uno scatto, lui fluttua verso di lei, e la trapassa come se fosse stato un fantasma. Roev si copre il viso e grida, credendo che si sarebbe schiantato addosso a lei, ma quando si volta, Mephisto era già sparito nell’oscurità, e a pochi metri da lei si è materializzato uno specchio. Roev si avvicina titubante, e infine, si guarda: non è lei, non era il suo aspetto, quella figura demoniaca che la fissa dal riflesso dello specchio. Poi, improvvisamente, una risata riecheggiò nell’oscurità, e la figura nelle specchio venne avvolta dalle fiamme blu. Satana comparve sotto l’aspetto demoniaco di Mephisto, e anche lui, le parla, ma lei non lo sente. Poi, come un tuffo nel passato, il demone esce dallo specchio, frantumandolo, la afferra per il collo e la solleva da terra, mentre la ragazza tenta di dimenarsi inutilmente. Satana, con ancora l’aspetto di Mephisto, alzò il braccio libero e le puntò gli artigli contro, parlando di nuovo. Questa volta, Roev udì perfettamente la voce del Re dei demoni. Erano le stesse dannate parole che aveva pronunciato durante il disastro all’Accademia.
Ti toglierò con le tue stesse mani ciò a cui tieni di più!” E, senza esitazioni, le infilzò la pancia con gli artigli, mentre il sangue schizzò macchiando gli specchi di rosso.>>

 

 


Roev sobbalzò da sotto le coperte e spalancò gli occhi. Si sentiva bruciare, era terribilmente accaldata, e l’incubo che aveva fatto non le giovava per niente il sonno, così decise di sgusciare via da sotto il futon, sgattaiolando furtiva verso il giardino interno dell’albergo. Aprì piano la porta scorrevole, cercando di far meno rumore possibile. Si permise di lasciare Murasame accanto al futon, tanto non le serviva a molto. Uscì nel giardino a piedi nudi, pestando la terra asciutta, lasciando che l’erba le accarezzasse le piante dei piedi, e si sedette su una roccia, posta di fianco a dei cespugli di ortensie blu e rosa. La luna, quella notte, era piena, e la sua luce bianca illuminava parzialmente l’ambiente intorno alla ragazza. Roev inspirò intensamente e si toccò d'istinto la pancia. Anche se era un sogno, era stato incredibilmente realistico, e si sentiva trafitta anche se non presentava segni di ferite. Dopo essersi calmata, passò la mano sulla spalla destra. Scostò leggermente la maglietta, e si guardò con affranto lo sfregio che le attraversava la spalla e che le andava a finire sulla scapola. Era una cicatrice che portava con orgoglio, ma la faceva sentire abbattuta sotto certi aspetti. Quella cicatrice era il marchio che Satana le aveva inflitto quando aveva tentato di ucciderla. Era sopravvissuta alle fiamme del Re dei demoni, ma senza l’acqua demoniaca di Murasame che l'aveva protetta, non si sarebbe salvata. Poi, rimuginò sulla cicatrice a forma di stella che aveva sul palmo della mano. Quello sfregio era il simbolo del legame tra lei e Mephisto, un marchio che ormai faceva parte del suo passato. Proprio mentre contemplava quel marchio, accarezzandolo con la punta delle dita, avvertì una presenza alle sue spalle. Si alzò di scatto, voltandosi e vide il demone avvolto nel suo solito mantello bianco, che le sorrideva. Quel sorriso la fece rabbrividire, perché le ricordò vividamente l’incubo che aveva avuto quella notte.
-Non pensavo di trovarti sveglia.- Le disse avvicinandosi. Lei indietreggiò piano.
-Non pensavo che fossi arrivato.- Mephisto si sedette sulla pietra dove prima stava seduta la ragazza, e le fece segno di avvicinarsi.
-Allora, com’è la situazione?- Chiese con distinto interesse. Lei alzò le spalle.
-Non ho avuto modo di osservare bene, ma a parte i malati sembra tutto tranquillo.- Rispose. Mephisto abbozzò una smorfia non molto convinto.
-Tieni gli occhi aperti, non deve sfuggirti il minimo particolare, mi raccomando.- Roev annuì, guardando la luna che brillava intensa. Rimase per alcuni istanti in silenzio, mentre osservava il demone che, aveva alzato la testa in cielo e inspirava la fresca brezza notturna mentre quella le scompigliava i capelli.
-La professoressa Kirigakure ha di nuovo tentato di estrapolarmi qualche informazione su di te.- Disse a un certo punto la ragazza. Non seppe nemmeno lei perché glielo disse, ma sentiva il dovere di farlo. Mephisto aprì piano gli occhi piccoli e verdi e guardò il cielo, ridacchiando.
-Shura Kirigakure… che creaturina adorabile.- Commentò. Roev rimase perplessa, confusa e sconcertata allo stesso tempo da quella affermazione. Creaturina? ADORABILE? Non si accorse che cominciò a battere forte le palpebre -Ah, e nel caso ti fosse sfuggito, ci sta osservando.- Mephisto mosse lo sguardo oltre il giardino, fissando una figura nell'oscurità seduta sul bordo del pavimento dell'engawa -Roev, ti consiglio di tornare a dormire.- Detto quello, si alzò e si congedò velocemente, con freddezza, senza aggiungere altro. La giovane esorcista sgusciò silenziosamente verso la camera da letto dove i suo compagni dormivano profondamente, e si infilò sotto le coperte, chiudendo gli occhi. Sentiva i passi scricchiolanti provenienti dell'esterno. Mephisto si avvicinò a Shura.
-Buona sera professoressa Kirigakure! Non trova anche lei che sia una splendida nottata?- La salutò con voce moderata, per non disturbare chi stava dormendo. Lei lo guardò con sospetto.
-Ti ho visto.- Disse lei, riferita a qualche attimo prima, quando il demone stava conversando con Roev.
-Come, prego?- Fece il finto tonto, lui.
-Non ho idea di cosa vi siete detti tu e la Akuma, ma se non la smettete di giocare a Gaspare e Orazio giuro che farò in modo di non farla più avvicinare a te.- Mephisto aggrottò la fronte, assumendo un'espressione sinceramente sconcertata.
-Gaspare e... Orazio?- Non era sicuro di quell'appellativo che Shura aveva dato a lui e Roev. Si ricordò di un vecchio film del 1961 con protagonisti dei cani, dove vi erano due ladri con quei nomi -Lei offende me e la signorina Akuma, professoressa.- Shura si alzò di scatto spazientita.
-Hai capito benissimo. Ricorda cosa ti ho detto.- Poi si voltò.
-Io sono l'unica famiglia che la Akuma possiede. Se lo impregni bene nella mente, signorina Kirigakure.- Shura strinse i pugni, stizzita, e se ne andò, mentre Mephisto si ritirò in albergo. Era leggermente preoccupato del modo in cui Shura gli aveva parlato, e al contempo, lei era rimasta turbata da quella frase. Ma la differenza tra di loro, era che Mephisto non era uno che si arrendeva molto presto.



Agolino autrice paralitica:
...è da sabato mattina che ho il torcicollo e non riesco a muovermi, porca vacca...
Buona sera a tutti! Spero che questo terzo capitolo non sia stato troppo noioso come il primo
e il secondo, ci ho lavorato per un po' e spero vi abbia entusiasmato un pochino di più degli altri! ^^
Grazie per aver letto questo capitolo!!
Roev_Chan


P.S. Mancava un pezzo di storia all'inizio perché non ho aggiunto lo
spazio tra "<<" chiedo umilmente perdono!! *si nasconde* ;w;

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Capitolo 4
*** Saburota Todo ***


Il giorno dopo, Roev si svegliò non appena sentì i suoi compagni bisbigliare nel buio. Era mattina presto, e non aveva molta voglia di alzarsi, ma si svegliò lo stesso, assieme ai suoi compagni esorcisti. Si ritrovarono in mensa per la colazione dove chiacchierarono brevemente, per poi dividersi. Roev lavorò tutto il giorno, aiutando i malati e pulendo le stanze assieme a Shiemi e Izumo. E intanto si guardava attorno. Osservava e non si faceva sfuggire ogni minimo dettaglio, proprio come Mephisto le aveva detto la mattina prima di partire per Kyoto: “Tieni gli occhi bene aperti.” Glielo diceva spesso, e la ragazza facevo tesoro di ogni cosa che udiva e vedeva. Dopo aver finito i lavori all'albergo, si spostarono alla Succursale della Setta del Serpente, che era un edificio attaccato all'albero della famiglia di Ryuji. Era ormai pomeriggio inoltrato quando Miwa e Suguro vennero di nuovo convocati per una riunione. Roev aveva qualche sospetto su quello che si dicevano: i capi delle famiglie di spicco della Setta del Serpente erano spesso convocati, e lei voleva tanto scoprire che cosa avevano da conversare così tanto. Sicuramente centrava con il caso dell'occhio destro del Re delle Impurità. La sera precedente, la riunione era stata lunga ed estenuante, almeno, per come aveva visto dalla faccia di Suguro. Poi, mentre cambiava una flebo ad uno dei malati, notò il fratello maggio di Renzo, Juzo Shima, accompagnare un uomo sulla cinquantina, sorreggendolo per non farlo cadere. Sembrava molto provato e stanco, era forse uno dei malati più gravi, a occhio e croce. Intuì che probabilmente poteva essere il padre degli Shima. Proprio nel momento in cui i due sparirono dalla vista della ragazza, lei sgattaiolò via velocemente, sotto il naso di tutti ed uscì nel giardino, facendo silenziosamente il giro della Succursale. Il tramonto dipingeva il cielo coi suoi sgargianti colori arancio e rosati, ma se ci fosse stata l'oscurità per la ragazza sarebbe stato un vantaggio. Si nascose nei cespugli di ortensie, vedendo uno dei monaci sbucare dall'angolo del corridoio esterno. Sembrava stesse pregando silenziosamente, e con molta calma e lentezza, svoltò nuovamente l'angolo del corridoio. Il cuore di Roev batteva all'impazzata e, con una forte inspirazione, prese tutto il coraggio che aveva in mano, e corse furtivamente nella direzione della stanza delle riunioni, gettandosi letteralmente sotto l'engawa. Tastò in cerca di qualche apertura, di qualche entrata e trovò una porticina di legno che portava sotto la struttura, tra le fondamenta dell'edificio. Lasciò Murasame per terra ben nascosta, e si infilò dentro, cercando di non fare rumore, gattonando silenziosamente. Udì il rumore di una porta scorrevole che si apriva di botto, e tutti che, nella sala esclamarono il nome del padre di Shima: Yaozo. Non si sentiva molto a suo agio a origliare la riunione da sotto le opprimenti fondamenta della Succursale, ma era l'unico modo che aveva per estrapolare qualche informazione per capirci qualcosa in più. La riunione iniziò quasi immediatamente, e subito Yaozo, senza fare tanti giri di parole, passò subito al nocciolo della questione.
-Anche se il Venerabile non c'è, dichiaro comunque aperta la riunione. C'è un solo motivo se tutti voi siete stati convocati qui: dobbiamo trovare il traditore coinvolto nella vicenda dell'occhio destro del Re delle Impurità.- Era calmo, nonostante la voce roca tipica dei malati, e le sue parole erano forti e decise. L'attenzione di Roev era oltre i limiti dell'immaginabile. Furono elencati i presenti che erano stati coinvolti con l'incidente dove il sigillo dell'occhio si era spezzato: il Venerabile (che Roev non aveva ancora capito chi fosse), Mamushi Hojo e Juzo Shima. Appena i due giovani furono nominati, cominciarono ad attaccarsi come due galli in un pollaio, accusandosi a vicenda. Mamushi accusò perfino il Venerabile (Roev continuava a non capire chi fosse, ma doveva essere una persona importante per avere l'appellativo di “Venerabile”). La ragazza, ancora nascosta sotto il pavimento, tra le polverose fondamenta, decise che forse era meglio tagliare la corda. Si mosse con agilità, tra le vecchie travi di legno, ma per sbaglio si appoggiò ad una piuttosto rumorosa con il ginocchio. La trave scricchiolò rumorosamente con un rumore sordo, ma nella riunione litigavano talmente ad alta voce che nessuno si accorse di quel dettaglio. Finché c'era ancora casino, Roev sgusciò via dalle fondamenta, uscendo allo scoperto. Chiuse il porticino dietro di sé e raccolse la spada, per poi fuggire velocemente verso l'albergo. Il sole era calato completamente e l'atmosfera si era tinta di una luce bluastra, segno che la notte era ormai vicina. Prima che Roev potesse entrare nell'albergo, ricevette un' e-mail da Mephisto, che le diceva di raggiungerlo vicino alla roccia dove la notte prima si erano incontrati. La giovane esorcista fece retrofront e camminò con calma lungo il giardino, notando il demone in lontananza che ammirava le ortensie, incantato. Distolse la sua attenzione dai fiori non appena la ragazza le fu vicino.
-Novità?- Chiese lui, senza staccare lo guardo dalle piante. Lei scosse la testa.
-Nulla a parte...- Ci pensò un istante prima se riferirgli o no quello che era venuta a sapere.
-Cosa?-
-Credono che ci sia un traditore che opera nelle retrovie. Hanno fatto tre nomi: Mamushi Hojo, Juzo Shima e un certo Venerabile, ma non ho idea di chi sia.- Rispose brevemente Roev. Mephisto abbozzò un sorrisetto compiaciuto -Che è il Venerabile, Mephisto?- Chiese la giovane. Lui giocherellò con un fiorellino di ortensia che aveva strappato dal cespuglio.
-Chissà...- Rispose enigmatico. Roev si irritò. Odiava quando le rispondeva in quel modo così vago, quasi beffardo. Anche se ormai ci aveva fatto l'abitudine, non riusciva a sopportare quei modi di lui.
-Se non ti serve altro io tornerei anche all'albergo.- Borbottò. Il demone la degnò finalmente di uno sguardo.
-Ma ciccina, dove sei andata a infilarti?- Chiese lui con sorpresa. Roev fece una faccia orribile. Ciccina? Da dove l'aveva tirata fuori? A ritmo di Eins, Zwei, Drei; Mephisto schioccò le dita e la polvere e le ragnatele che ricoprivano i vestiti e i capelli della ragazza, scomparvero magicamente -Ora va meglio.- Sorrise lui. Lei non lo ringraziò neanche, e se ne andò via quasi senza salutarlo. Non capiva perché la trattava così freddamente. Da quando erano giunti a Kyoto, Mephisto sembrava troppo preso da qualcosa. Cercò di non pensarci, anche se a cena era piuttosto silenziosa, come Suguro. Aveva una faccia cupa, come se alla riunione fosse successo altro. Roev lo osservò a lungo durante il pasto, e quando il ragazzo si accorse delle occhiate che gli lanciava, la ragazza si girò dall'altra parte. A fine cena, tutti quanti pulirono, e Roev aiutò ancora una volta a cambiare le flebo, per tenersi occupata. Non era ancora stanca, mentre i suoi compagni erano già andati in camera. Mentre camminava lungo il corridoio silenziosa, incrociò Suguro, appena uscito dal bagno. Lo ignorò, tentando si superarlo, ma lui le sbarrò la strada appoggiando il braccio al muro. Roev si bloccò e mosse lo sguardo verso di lui.
-Hai qualche problema?- Chiese lei con strafottenza. Il ragazzo non sembrò turbato dal modo in cui gli venne posta la domanda. Il Suguro di sempre si sarebbe incazzato come una iena e avrebbe cominciato a urlarle dietro, ma questa volta mantenne la calma.
-Sei strana, Akuma.- Le disse.
-Anche tu sei un tipo piuttosto bizzarro, Suguro.- Ribadì lei.
-No, nel senso che da quando siamo arrivati qui hai un aria strana.- Roev alzò le spalle.
-Beh, anche tu non sei il solito da quando siamo qui a Kyoto.- Ribatté con calma, sulla difensiva. Suguro fece una smorfia e le spinse la fronte all'indietro con l'indice.
-Scema.- Le disse, per poi tornarsene in camera. La ragazza si toccò la fronte. Quel gesto significava che aveva fatto centro. Non era offesa, anzi. Qualcuno era nel suo stesso stato d'animo, e non si sentì del tutto sola, anche se non era molto in confidenza con lui. Anche se era ora del coprifuoco, Roev non aveva voglia di dormire quella sera. Aveva voglia di stare da sola, lei era abituata alla solitudine. Trovarsi in mezzo a tutta quella gente la faceva sentire solo a disagio, e non aveva assolutamente voglia di vedere volti conosciuti. Si voltò e tornò indietro senza farsi sentire da nessuno, spada sulle spalle. Aveva bisogno di schiarirsi le idee, così uscì nel retro del giardino, dove c'era un lavandino e si sciacquò la faccia. Rimase china verso il lavello per un po' di tempo, tenendo gli occhi chiusi. Era incredibilmente rilassata.
-Buonasera.- Disse qualcuno a un certo punto dietro di lei. La ragazza si voltò di scatto allarmata. Era uno degli insegnanti della Vera Croce. Era un uomo non molto alto, sulla cinquantina, indossava un paio di occhiali da vista e le sorrideva benevolo.
-Mi scusi, avevo bisogno di una boccata d'aria, ma adesso me ne torno in stanza...- Passò oltre l'uomo, cercando di andarsene in fretta.
-Hai una spada davvero molto bella signorina, posso chiederle dove l'avete presa?- Chiese lui ignorando quello che lei gli aveva detto prima. Roev si bloccò, voltandosi a guardare l'uomo.
-Io...- Il fatto che avesse accennato a Murasame, la fece insospettire. Lo osservò meglio. Le pareva di averlo già visto da qualche parte. Cercò di mettere a fuoco la sua figura nell'oscurità. Aveva i capelli corti e scuri, notò anche una striscia di capelli bianchi che ornava la parte destra della nuca dell'uomo. Lo guardò intensamente negli occhi. Poi, improvvisamente, ricordò. Un paio di settimane prima, nello studio di Mephisto, lui che le allunga una foto... Poi, le vennero in mente le parole che le aveva rivolto il preside: “Il suo nome è...”
-Saburota Todo.- Mormorò la giovane esorcista, che fu attraversata da un brivido. L'uomo cominciò a mutare d'aspetto; gli crebbero un paio di corna e due orecchie animalesche. Alzò la mano, mostrando gli artigli da demone.
-Ah-ah, mi ha beccato.- Ridacchiò divertito. Roev indietreggiò allarmata, con il cuore che le martellava impazzito nel petto.
-Che cosa vuoi?!- Lo minacciò, cercando di non apparire impaurita. Todo avanzò verso di lei allargando le braccia.
-Quella spada è davvero molto bella...- Insistette. Roev estrasse Murasame e gliela puntò contro. Il suo braccio tremò leggermente, ma lei tentò di reprimere quel tremolio così evidente. Il demone continuò a camminare verso la ragazza, con calma, e si fermò fino a farsi toccare il petto con la punta della spada demoniaca -Hai paura, non è vero?-
-Stai zitto!- Ringhiò lei con rabbia. Con uno scatto fulmineo del braccio, il demone disarmò la ragazza, artigliando Murasame, che cadde a qualche metro di distanza da loro, finendo in mezzo ai cespugli di ortensie. Successivamente, tentò di colpirla con gli artigli, me lei fu più svelta e lo evitò abilmente, rotolando per terra. Mentre compiva quel gesto, afferrò il fodero di Murasame e tentò di difendersi con quello. Anche la guaina, seppur banale che sia, aveva delle proprietà magiche -Non mi fai paura!- Gridò Roev. Todo la guardò compiaciuto.
-Non raccontarmi bugie, signorina, sono un esperto nel dirle.- Scattò in avanti, ma una fiammata lo fece retrocedere immediatamente -Dannazione...- Il demone saltò oltre le cinta di pietra che circondavano la Succursale, e sparì nel nulla.

 

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Capitolo 5
*** Il Furto ***


Roev venne raggiunta da Mephisto che la prese per le spalle da dietro e la fece girare verso di lui, scuotendola con foga.
-Ma sei pazza ad andare in giro da sola?! Secondo te perché ho ordinato il coprifuoco?! Dannazione, sto cercando di proteggerti ma sembra che tu te ne freghi di tutto quello che sto facendo!- La sgridò con un tono di voce piuttosto alto. La ragazza era spaventata da quello che era avvenuto pochi istanti prima, ma riuscì a riprendersi quasi subito.
-Magari invece di farti gli affari tuoi potresti presenziare un po' di più nella mia vita, non trovi?!- Rispose lei, gridando a sua volta -Sei il mio tutore adesso, dovresti comportarti da tale!-
-Roev io non sono solo il tuo tutore, ho altre responsabilità, sia come demone che come esorcista. Non posso fare il padre adesso, non lo sono, non lo sono mai stato e non ho idea di come si faccia!- Appena Mephisto pronunciò la parola “padre”, il volto della ragazza si rabbuiò più di prima. Si infuriò talmente tanto che Mephisto si morse le labbra, maledicendosi per essersi paragonato al papà della ragazza.
-Scusami.-
-Non sei mio padre.- Fece con rabbia cupa. Mephisto la abbracciò forte, appoggiando la testa sulla spalla di lei.
-Ti ho quasi persa una volta, non voglio che si ripeta di nuovo.- Roev tremò leggermente, e improvvisamente, si rasserenò. Non era molto contenta, ma non era nemmeno più arrabbiata. Lui si staccò dall'abbraccio e le prese il visto tra le mani -Ho avuto paura per te, ma non posso correrti dietro ogni volta, capisci? Ho anche io i miei problemi da risolvere.- Roev capì che forse aveva esagerato a prendersela. Mephisto allungò la testa e la baciò sulla fronte, provocando un capogiro di lei -Cercherò di starti più vicino, te lo prometto, ma tu obbedisci alle regole, per favore...- Lei era mentalmente confusa, quel gesto così affettuoso così all'improvviso l'aveva lasciata spiazzata. Non riuscì a fare altro che annuire -Brava.- La lodò. Si alzò in piedi e si sistemò la mantella bianca. Roev si avvicinò alle piante e rovistò un momento in mezzo agli arbusti per poi trovare Murasame che era stata brutalmente scagliata in mezzo ai cespugli -Come ha fatto a finire lì?- Le chiese Mephisto.
-Todo mi ha disarmata, non sono stata abbastanza svelta.- Rinfoderò la katana nella guaina, e guardò l'intaglio del drago sconsolata -Probabilmente Seiryu si sarà offeso. Scusami.- Accarezzò l'intaglio del dragone con il pollice.
-Roev adesso dobbiamo andare tutti e due. Credo sia successo qualcosa mentre eravamo qui a chiacchierare... Il fatto che Todo si sia presentato qui alla Succursale mi fa pensare che...-
Non fece in tempo a finire la frase che uno degli esorcisti aprì di colpo la porta scorrevole, chiamando a gran voce il preside della Vera Croce.
-Principale! Principale!- Lo chiamò ansimando -L'occhio destro... L'occhio destro è stato rubato!- Gracchiò l'uomo. Roev trattenne il fiato e cercò qualche segno di preoccupazione nello sguardo di Mephisto: lui non fece una piega. Rimaneva lì immobile senza cambiare espressione, poi sospirò; sembrava esasperato.
-Che due palle.- Disse solo cominciando a camminare verso la Succursale. Roev lo seguì, ma lui la bloccò immediatamente, voltandosi e alzando il palmo della mano, in segno di stop -No, Roev. Tu vai dalla tua classe.- Le ordinò impassibile. Lei se la prese.
-Perché?!-
-Obbedisci e basta.- E una volta dette quelle parole, se ne andò. La ragazza tenne il broncio per un po', osservando l'edificio, ma le passò quasi immediatamente. Perché non voleva che la seguisse? Stava forse nascondendo qualcosa come al solito? Le domande che la giovane esorcista si poneva costantemente le frullavano vorticosamente nel cervello. Non capiva perché assumeva quegli atteggiamenti nei suoi confronti certe volte, però capì che forse era meglio strane fuori. Se Mephisto non voleva che lei si intromettesse, magari c'era un motivo. Se ne tornò silenziosamente all'albergo, leggermente offesa. Chiuse la porta dietro di sé e si avviò in cucina con passi pesanti. Era da due giorni a Kyoto, e già si era rotta le scatole di stare lì. Aprì la porta della cucina tenendo lo sguardo basso e appena lo alzò, sussultò vedendo Suguro proprio davanti a lei. Aveva una guancia gonfia e arrossata, e si stava strusciando un panno bagnato contro.
-Che diavolo ti è successo?!- Chiese lei aggrottando la fronte. Suguro aveva uno sguardo torvo, terribilmente cupo.
-Quell'idiota di Okumura...- Bofonchiò solo. Roev scosse la testa. Si chinò verso il freezer e cercò un panetto di ghiaccio.
-Dà qua.- Gli strappò il panno dalle mani e lo avvolse attorno al ghiaccio.
-Non ne ho bisogno.-
-Non rompere e taci.- Fece secca. Lo afferrò per la camicia e lo fece sedere su una sedia, appoggiandogli il panetto alla guancia. Il ragazzo si tenne il panetto premuto contro e si grattò la testa, era piuttosto scombussolato. Roev prese un bicchiere e lo riempì con dell'acqua fresca, poi si sedette sul mobile della cucina, con le gambe a penzoloni, bevendo a brevi sorsi.
-Allora che è successo?- Chiese d nuovo, appoggiando il bicchiere di fianco a lei. Suguro sospirò come un facocero, allargando le narici. Era piuttosto arrabbiato.
-Mamushi... l'occhio...- Borbottò. Roev si fece attenta, e alla fine i sospetti vennero confermati: Mamushi Hojo aveva rubato l'occhio destro. Era lei la traditrice alla fine -Okumura è stato portato nelle prigioni della Succursale.- Disse anche, dopo aver taciuto per un po'. Ora lei era confusa.
-Perché hanno rinchiuso Rin?- Suguro si massaggiò la guancia cercando di non procurarsi eccessivo dolore.
-Ha perso il controllo. Non si vede?- Rispose come se fosse ovvio. La ragazza fece finta di nulla, ignorando l'insolenza con cui le rivolse quelle parole. Si alzò dal mobile e gli andò vicino.
-Tu pensa a rimetterti.- Come lui aveva fatto a lei prima, Roev gli puntò l'indice in fronte e lo spinse all'indietro -Scemo.- Lo superò e se ne andò via. Era stranamente tutto troppo tranquillo, quella sera. Dopo la comparsa di Todo e la notizia del furto, ogni cosa attorno a Roev si era ammutolita. L'unico rumore che percepiva era lo scricchiolio dei passi sul pavimento di legno. Si guardò intorno, come le diceva spesso Mephisto. Vedeva i malati soffrire, e lo sguardo degli esorcisti senza più un barlume di speranza. Il furto dell'occhio destro era stato un duro colpo per tutti. Stava per andarsene, quando vide una bambina correre verso uno dei malati. Si chinò piangendo sul corpo affaticato dell'uomo.
-Papà!- Pianse disperata. Roev la guardò pietrificata. Il sangue le si gelò nelle vene, quella visione ricordò lei con suo padre, quando lo avevano trovato pieno di ferite causate dai demoni. Le era andato incontro, chiamandolo mentre i suoi occhi grondavano di lacrime. La bambina fece la stessa cosa che fece lei allora. Se ne andò con il cuore che le batteva all'impazzata. Ripensò a quando era morto suo padre, e la sua intera famiglia. In quel periodo, si era sentita la persona più sola del mondo. E il ricordo faceva male, come delle spine che le pungevano il cuore. Camminò velocemente verso le camere e, quando entrò nella stanza dove dormiva assieme ai compagni, senza pensarci si spogliò della divisa. Fu un peccato che Shima era proprio lì in quel momento. Era letteralmente scioccato.
-A... Akuma?! Che diavolo stai facendo?!- Roev si era cambiata con abiti quotidiani, molto più comodi della stretta divisa della Vera Croce -Akuma?!- Balbettò di nuovo il ragazzo dai capelli rosa.
-Shima, dove sono la Hojo e Todo?- Chiese la ragazza. Shima parve spiazzato da quella domanda, e non riuscì a dire altro se non bofonchiare.
-Ma che posso saperne io...- Farfugliò. La ragazza si legò la spada a spalle con un laccio e aprì la porta uscendo verso il giardino.
-Se non mi puoi aiutare così, allora fallo chiudendo il becco. Se dici a qualcuno che sto uscendo, ti ammazzo.- Fu chiara ed esplicita. Si gettò nel giardino e corse verso il muro dove Todo aveva scavalcato con un balzo. Afferrò il bordo delle cinta e si tirò abilmente su, puntando i piedi contro il muro e facendo forza sulle braccia. In un attimo, fu dall'altra parte. Osservò le impronte che Todo aveva lasciato nel fango. Suo padre, quando era ancora in vita, le aveva insegnato a seguire le tracce, essendo cacciatore. Lei era un po' arrugginita, ma dubitava che qualcuno potesse aggirarsi per quei boschi lì. Cominciò ad andare dietro alle impronte, seguendole per qualche minuto nel folto degli alberi. Sentì uno scricchiolio di rami inquietante, e si voltò di scatto sfoderando Murasame a metà. La luce prodotta dalla lama blu metallico illuminò l'ambiente, e scoprì un cervo che la fissava piuttosto spaventato. Roev si tranquillizzò e continuò a seguire tracce per la sua strada. Arrivò fino a un sentiero costruito con pietre e pezzi di legno. Per terra vi erano resti di terriccio e di fango. Osservò bene le sagome sul terreno pietroso del sentiero e notò che formavano il disegno della suola delle scarpe di Todo. La ragazza si guardò attorno e vide un cartello sul bordo del sentiero: c'era scritto “Monte Kongoshin – Tempio Fudobu-Ji” e c'era un freccia che indicava il verso della strada. Roev fece un respiro profondo e, armandosi di coraggio, cominciò a salire per la montagna.





Angolo autrice:
Siamo circa a metà della fic, e farò tutto il possibile per renderla sempre più avvincente!
Ho di recente acquistato il numero 11 del manga di Blue Exorcist, e da un po' di tempo mi 
ponevo una domanda... perché è così lento? Cioè, ne escono due all'anno se tutto va bene...
Mi demoralizza così tanto questa cosa, essendo che è il mio manga preferito ;w;
Nel 2011 qui in Italia è uscito il primo numero, sono passati tre anni... 
...è con questa riflessione che vi lascio con il capitolo 5 di [Impure Souls] ● !
Grazie per aver letto, un saluto a tutti quanti!
Bye!

Roev_Chan

 

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Capitolo 6
*** Il Re delle Impurità ***


Mephisto si aggirava per le camere dell'albergo e della Succursale con una certa inquietudine, fissando i malati e leggendo la preoccupazione negli occhi di ogni esorcista che incrociava. Aveva fatto visita a Rin, poco prima, ma si era congedato in fretta: qualcosa lo preoccupava. Il suo sesto senso era solito a non fallire mai; quando stava per capitare qualcosa di grave, se lo sentiva sussurrare in tutto il corpo, come se una voce nascosta nella sua mente lo avvertisse del pericolo imminente. Gli era capitato spesso di avvertire qualcosa di insolito, nell'atmosfera attorno a lui. Mephisto non ignorava mai quei piccoli segnali che il suo sesto senso gli suggeriva di nascosto. Ogni persona che lo incrociava camminare nell'albergo, lo squadrava con attenzione. Il preside notò l'assenza di Roev; così si avvicinò ad uno degli esorcisti e lo prese da parte.
-Per caso hai visto la Akuma in giro?- Chiese. L'uomo si grattò la testa.
-L'ho vista mezz'ora fa circa andare nella stanza dove dormono gli Esquire...- Rispose vago. Mephisto aggrottò la fronte.
-Hai notato niente di insolito?-
-Nulla di sospetto Principale, a parte che mi è parsa piuttosto arrabbiata...- Lo sguardo del demone si fece incredibilmente torvo. Ormai conosceva bene Roev: era una ragazza perennemente imbronciata, ma quando la sua rabbia si faceva largo nel suo cuore, prendeva decisioni avventate, non pensava, e soprattutto agiva secondo il suo istinto. Mai agire in questo modo, aveva pensato Mephisto. Gli umani non sono creature in grado di affidarsi all'istinto, soprattutto se travolti da sentimenti pericolosi come l'ira. Roev era predisposta a farsi prendere da questo oscuro sentimento, e ne rimaneva ogni volta accecata. L'esorcista, vedendo il preside visibilmente torvo, si spaventò e guardò Mephisto intimorito -Principale...- Balbettò. Il demone gli voltò le spalle e si avviò nella stanza dove dormivano gli Esquire, e vide le vesti della ragazza tutte stropicciate sul futon, come se si fosse svestita in fretta. Appena uscì, incrociò la classe di Roev. Lo guardarono, ma più di tutti, Shima sembrava aver sussultato alla vista di lui. Mephisto ovviamente si insospettì. Si avvicinò al gruppetto e subito il ragazzo coi capelli rosa abbassò lo sguardo.
-Shima, dov'è Roev?- Chiese Mephisto senza troppe formalità. Il ragazzo sobbalzò e incrociò i suoi grandi occhi nocciola con quelli piccoli e penetranti del demone. Shima esitò un istante.
-Non ho idea di dove sia andata...-
-Signorino Shima, lei è un pessimo bugiardo: quando mente, le si arrossano le punte delle orecchie, sa?- Il ragazzo lanciò un risolino impacciato, irritato.
-Non so dov'è andata, è uscita nel giardino e ha scavalcato le mura...- Disse solo indicando le cinta. Mephisto ricordò improvvisamente di aver visto Todo fuggire dalla parte in cui Roev era andata, quando era giunto in soccorso di lei qualche ora prima. La sua schiena fu percorsa da un brivido freddo, che gli fece gelare il sangue nelle vene. Si voltò di scatto e cominciò a camminare verso la Succursale con fare molto agitato, mentre si malediceva per non aver tenuto abbastanza d'occhio la giovane. Quando trovò Shura intenta a bere una lattina di birra, la guardò con un velo di ansia e terrore negli occhi. La donna fu affranta dallo sguardo di Mephisto, non lo aveva mai visto in vita sua così preoccupato.
-Shura, raduna gli esorcisti.- Le ordinò superandola. La professoressa lo guardò con aria interrogativa.
-Perché? Non sappiamo dov'è andato Todo!- Esclamò.
-Lo so. Ma sappiamo dov'è andata Roev- Ribatté il demone. Shura aggrottò la fronte, confusa.
-Che significa?-
-Roev è scappata.- Si voltò Mephisto, con stizza -È partita all'inseguimento di Todo, quell'idiota.- Ringhiò a denti stretti. La sua non poca preoccupazione, ora, aveva lasciato spazio a rabbia e agitazione. Nei suoi piccoli occhi balenò un lampo di luce verde che fece rabbrividire la donna -Ora, professoressa, se non le dispiace, raduni gli esorcisti. Immediatamente.-

 

 

 

Roev aveva il fiatone, ormai. Aveva corso tantissimo seguendo il sentiero (rivolto in salita) che portava al tempietto sulla montagna, dove Todo era diretto, probabilmente insieme alla Hojo. Era esausta, ma non poteva permettersi di fermarsi, quindi continuò a correre nonostante la fatica che faceva. Ad un certo punto, il sentiero cominciò a finire, fin quando scomparve del tutto, e la ragazza inciampò in mezzo al fango. Fortunatamente si tenne in equilibrio, e continuò a correre, fin quando, finalmente, giunse davanti a un piccolo edificio in legno. Aveva un aspetto incredibilmente rudimentale, sembrava quasi abbandonato, e il tempo non era stato molto clemente con lui. Roev si gettò a sedersi sui gradini a riprendere un attimo il fiato, quando avvertì un boato improvviso. Non fece in tempo a mettersi al riparo, che fu spazzata via da qualcosa. Ci fu una specie di esplosione, che la scaraventò in aria, facendola rotolare lontano in mezzo alla boscaglia. Si sentì ancora più distrutta di prima, e quando tentò di alzarsi, provò un dolore immenso. Alcune schegge di legno le si erano infilate nella coscia e nel polpaccio, provocandole profonde ferite che avevano iniziato a sanguinare. Mentre si sollevava un polverone nel punto dove era situato il tempio distrutto, a qualche metro da lei, Roev afferrò le schegge e, stringendo i denti se le tolse fulminea. Le lacrime cominciarono a scenderle inevitabili, il modo in cui il legno grattava contro la carne mentre lo estraeva era atrocemente doloroso. Si alzò in piedi zoppicando e guardò il tempio distrutto, mentre qualcosa di informe dalla consistenza gelatinosa cominciava a uscire da sotto le macerie. Udì delle voci.
-Venerabile!- Subito, Roev zoppicò in direzione della voce e vide Juzo Shima, Mamushi Hojo e un uomo calvo. Juzo stava portando via la ragazza, che sanguinava da un occhio, mentre l'uomo calvo, che doveva essere il famoso “Venerabile” si voltò verso la cosa che stava uscendo dal tempio, e che pian piano si stava spaventosamente ingigantendo -Karura!- Gridò l'uomo. Apparve improvvisamente davanti lui, una specie di uccello di fuoco che sfrecciò verso la melma gelatinosa, disegnando un pentacolo infuocato, circondandolo e bloccandolo. Il Venerabile si accasciò a terra, sembrava esausto. Roev uscì dal sottobosco. Stava per correre in suo soccorso, quando una lama trafisse nel collo l'uomo. Todo era apparso dietro di lui, e cogliendolo di sorpresa, lo accoltellò, facendogli sputare sangue. L'uomo si accasciò a terra. A Roev si fermò il cuore, mentre il demone posò il suo sguardo su di lei, sorridendole con naturalezza.
-Salve, signorina.- La salutò. Sembrava quasi lieto di rivederla. A lei vennero i brividi -Sei venuta anche tu per assistere alla morte di Tatsuma Suguro?- Chiese il demone. La ragazza ebbe un fremito. Tatsuma Suguro. Suguro... il padre di Ryuji.
-Non ucciderlo!- Gridò la ragazza con tono implorante, mentre vide Todo alzare di nuovo la lama del coltello. Lui estrasse un fazzoletto dal cappotto beige e pulì la lama dal sangue.
-Dovevo solo renderlo inoffensivo, sai. Il mio vero obbiettivo non è mai stato il Re delle Impurità.- Confessò indicando la melma -Ma lui.- Indicò Tatsuma -O meglio, il suo demone servitore.- Precisò. Karura, che era rimasto vicino al vecchio monaco, incrociò lo sguardo di Roev quando Todo lo afferrò brutalmente per la coda. La giovane osservò il demone avvolto dalle fiamme scarlatte. Capì che doveva essere un demone servitore parecchio importante per aver fatto inscenare quella farsa. La ragazza lesse negli occhi di Karura il terrore, e ne fu affranta. L'esorcista se lo avvicinò alla bocca, che spalancò più che poté.
-No!- Gridò Roev allungando una mano verso di loro. Karura venne ingoiato dall'uomo. Todo si era appena mangiato Karura. Fu la visione più agghiacciante a cui Roev potesse mai assistere. Il corpo dell'uomo venne avvolto dalle calde fiamme del demone, ed esplose in una potente onda d'energia. Roev si tenne forte e cercò di trattenere il monaco per la tunica, per evitare che venisse spazzato via. Si coprì gli occhi, le fiamme rosse di Karura la accecarono per un istante. Quando aprì gli occhi, le girava la testa, ed era stordita. Guardò Todo, che pian piano mutò di aspetto: non era più un uomo sulla cinquantina, stava visibilmente ringiovanendo; aveva un aspetto più vigoroso, di un ragazzo sui ventitré anni. Al posto delle orecchie, gli crebbero le ali rosse di Karura e i suoi occhi non erano più scuri, ma si erano tinti di un dorato inquietante. Si guardò, contemplandosi.
-Oh, che meraviglia, non pensavo di tornare giovane.- Fece sorpreso -E mi sono rispuntate anche le lentiggini!- Esclamò strabuzzando gli occhi, guardandosi il naso. Ridacchiò divertito -Davvero interessante.- Potete immaginare a quanto Roev importi delle lentiggini di Todo. Era così scandalizzata da quella scena che non riusciva a più a muovere un muscolo.
-Ma tu... che cosa sei...?- Chiese guardandolo inorridita, mentre la voce le tremava. In effetti si stava chiedendo da un po' se Sabutora Todo fosse un umano o un demone... o un mostro. Lui giocherellò con le fiamme, per poi levarsi gli occhiali da vista e gettarli via. La studiò un attimo con lo sguardo, notando la ferita che la ragazza si era procurata alla gamba.
-Tu chi o cosa credi che io sia?- Chiese enigmatico. Poi spostò il suo sguardo verso Murasame e il suo sorriso si fece più largo -Bene, ho fatto risorgere il Re delle Impurità, ho assorbito Karura e adesso tocca a Murasame. Ho preso due piccioni con una fava.- Disse avvicinandosi alla ragazza. All'improvviso, il sistema nervoso di Roev si sbloccò, e la giovane si tirò in piedi di colpo. Barcollò sul posto, e per sbaglio si appoggiò con la gamba ferita. Digrignò i denti e gridò dal dolore, zoppicando all'indietro, senza distogliere lo sguardo da Todo, che si bloccò, preso alla sprovvista dalla reazione fulminea della ragazza -Roev stai ferma, altrimenti se ti sforzi la ferita peggiorerà.- La ammonì con finta premura.
-Non chiamarmi per nome!- Roev non sopportava quando dei perfetti sconosciuti la chiamavano col suo nome. Figurarsi i suoi nemici... -Non avrai mai la mia Murasame!- Si voltò di scatto a saltellò velocemente verso la boscaglia, gettandosi verso una ripida riva piena di cespugli. Rotolò come una trottola verso valle, stappandosi i vestiti e tagliandosi con pietre e rami.
-Dove vai?- Chiese il demone con fare giocoso, seguendola. Appena il terreno si fece più piano, la caduta di Roev si bloccò. La ragazza non ebbe il tempo necessario per pensare a qualcosa: doveva scappare lontano. Si alzò in piedi e zoppicò quanto più velocemente possibile. Era stata una stupida. Aveva agito senza pensare e si era fatta fregare. Perché non ci era arrivata subito? Era tutto una dannata trappola. Avrebbe dovuto dare ascolto agli ordini e agli avvertimenti di Mephisto, ma aveva fatto tutto di testa sua. Avrebbe voluto che la raggiungesse il più in fretta possibile. Se voleva avere una possibilità in più di fuga, doveva curarsi subito la ferita alla gamba. Estrasse Murasame dal fodero e si appoggiò con la schiena ad un albero, mentre la spada stava pian piano assorbendo le gocce di rugiada dall'erba e dalle piante. Il colore della spada mutò da azzurro elettrico a verde: l'acqua curativa era pronta. Roev si puntò la lama sulla ferita.
-Guarisci ti prego...- Mormorò. Si trapassò la ferita con la spada. Lanciò un grido atroce, mentre la ferita cominciava a chiudersi. Murasame aveva dei prodigiosi poteri curativi oltre che offensivi, ma richiedeva lo sforzo del possessore di infilarsi la lama nella carne, e anche se era doloroso, la guarigione era quasi immediata. Il corpo di Roev assorbì l'acqua che la spada aveva assorbito, e questo permise alle ferite di chiudersi immediatamente. La lama tornò a brillare di blu. Fu nell'istante in cui la rinfoderò, che Todo la raggiunse. Prima che potesse avvicinarsi troppo, la ragazza corse via più veloce che poteva.
-Ehi ma dove scappi?- Ridacchiò divertito. Lo prendeva come un gioco. Gli piaceva vedere come correva via non appena la raggiungeva. La parte più divertente era stata quando si era gettata giù per il versante della montagna, come un'allegra suicida. Però, si sa, il gioco è bello quando dura poco, così, con uno scatto, Todo la raggiunse e le fece lo sgambetto. La ragazza barcollò, ma non cadde, e continuò la sua corsa disperata -Oh beh, se la metti così...- Si strappò una piuma dalle orecchie e allungò le mani in avanti, imitando il gesto che gli arcieri adoperavano per incoccare la freccia nell'arco. Durante quel processo, dalla piuma si generò una freccia di fuoco, che il demone scagliò verso la ragazza. Roev fu colpita al ginocchio e cadde in avanti, senza più riuscire a muovere le gambe. Non era stata ferita dalla freccia, ma questa volta era davvero bloccata, come se l'avesse paralizzata.
-Vai via, Todo! Lasciami in pace!- Ringhiò la ragazza cercando di muoversi.
-Qualcuno ha tarpato le ali all'usignolo.- La canzonò il demone chinandosi a raccogliere la spada, che era caduta qualche metro più in là rispetto a dove era caduta Roev. Quando Todo stava per afferrarla, Murasame si animò improvvisamente e si congelò, bloccando la mano dell'uomo. La katana aveva creato uno scudo di ghiaccio demoniaco. Todo era particolarmente confuso e seccato -Che succede?!- Esclamò mentre cercava di liberarsi la mano. Toccò il ghiaccio con la mano libera e fu congelata anche quella. I cristalli avanzarono anche verso i suoi piedi, immobilizzando anche quelli. Ora Todo era in trappola. Invece di arrabbiarsi, si mise a ridere, voltandosi verso la giovane esorcista -Mi hai fregato. Davvero astuta!- Si complimentò. Roev si alzò e senza fretta si avvicinò al demone, che la guardava sempre più divertito. Allungò la mano verso la spada che si liberò dal ghiaccio che la proteggeva. La raccolse.
-Evidentemente Seiryu non apprezza il fatto di essere portato via da me.- Lo schernì, mettendosi guaina in spalle con il laccio che la teneva legata. Todo allargò ancora di più il suo sorriso, mostrandole i canini.
-Vorrà dire che dovrò portare via anche te.- Cercò di liberarsi dal ghiaccio con le fiamme di Karura, ma quello non si scalfì per niente, non aveva nemmeno dato segno di essersi sciolto. Il demone era piuttosto confuso. Roev gli andò vicino e gli tirò su la manica del cappotto, tagliandogli la carne. Si bagnò le dita con il suo sangue e lo spalmò sull'intaglio del fodero di Murasame. Poi afferrò il Todo per i capelli castani e gli alzò la testa.

-Addio.- Sentenziò solo, per poi tagliargli la gola. Il sangue schizzò dappertutto, mentre il demone si accasciò a terra, morto. Ora la ragazza si sentiva di essersi liberata di un peso. Disegnò un cerchio magico con il sangue di Todo e chiamò Seiryu. Dall’interno del fodero fuoriuscì dell’acqua che andò a formare la sagoma del dragone. Il corpo lungo e serpeggiante si materializzò e Seiryu ruggì. Roev montò sul drago e si tenne forte alla criniera ondeggiante, mentre lui spiccò il volo. 




Angolo Autrice:
Buonasera a tutti, vi presento il sesto capitolo!
Ovviamente spero di aver colmato tutta la noia dei precedenti capitoli, e come sempre
mi auguro che vi abbia entusiasmato C:
Aggiornerò presto con il prossimo! Un abbraccio! :3
Roev_Chan

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Capitolo 7
*** Torna indietro ***


Roev guardò in lontananza la figura del Re delle Impurità che sembrava aver formato la sagoma di un insetto dall'aspetto melmoso e viscido. Presto il miasma si sarebbe diffuso, e avrebbe ucciso chiunque fosse capitato sulla sua strada, come una malattia, una piaga che doveva essere distrutta sul nascere. Vide in lontananza gruppi di esorcisti e monaci che tentavano una resistenza disperata. La ragazza strinse le mani attorno alle corna di Seiryu e si allungò alla ricerca dello sguardo del dragone.
-Sei piuttosto silenzioso, Seiryu.- Osservò. Il drago non disse nulla, lanciò uno sbuffo e mosse la pupilla dorata, osservando qualcosa dietro di loro. Scoprì le zanne in un ringhio minaccioso. Roev si voltò e vide arrivare Mephisto, aggrappato al suo ombrello pipistrello rosa. Aveva una faccia terribilmente arrabbiata.
-Roev...- Ringhiò a denti stretti, cercando di reprimere la voglia di strozzarla.
-Mephisto... Non sono riuscita a impedire il risveglio del Re delle Impurità...- Disse lei, grave -Ma ho scoperto qual'era il vero obbiettivo di Todo.- Mephisto mise da parte la sua ira nei suoi confronti e si fece attento -Voleva impossessarsi di un demone di fuoco di nome Karura, e ci è riuscito.- Il preside della Vera Croce parve sconvolto appena la ragazza nominò Karura.
-Come scusa?- Chiese. Anche se aveva capito benissimo, non riuscì a connettere mentalmente le parole della ragazza.
-Allora...- Roev trasse un respiro profondo -Todo si è mangiato Karura, letteralmente. Ok? È stata la scena più raccapricciante e inquietante della mia vita, ok? Me la sognerò la notte, me lo sento!- Rabbrividì -Però la buona notizia è che sono riuscita a uccidere Todo.- Disse fiera, ricordando quanto aveva gioito nel tagliarli la gola.
-COSA?!- Gridò Mephisto. Sembrava sull'orlo di una crisi di nervi -Cioè tu pensi veramente di averlo ucciso?! Roev! Hai il quoziente intellettivo di un fagiano!- Non era riuscito a trattenere i suoi gridolini isterici. Era piuttosto irritato, e il il suo tic nervoso all'occhio cominciò a farsi sentire.
-Mephisto, gli ho tagliato la gola! Più morto di così...- Ribatté lei.
-Roev, Karura è un demone che presenta le stesse caratteristiche di una fenice! E sai che vuol dire?!- Un rivolino di sudore scese dalle tempie della ragazza, che temé per quello che stava per dirle -Karura... Anzi, no, Todo... non può essere ucciso! Risorgerà come la fenice sorge dalle proprie ceneri!- Esclamò Mephisto.
-Io non lo sapevo...- Mormorò affranta. Il demone tirò un sospiro breve.
-Ora come ora non è importante il fatto che Todo probabilmente sia ancora vivo...- Spostò il suo sguardo verso l'enorme massa melmosa che si era ingigantita in maniera notevole. Roev si preoccupò non poco. La ragazza strinse la katana tra le mani. Prima che partisse alla carica in groppa di Seiryu, Mephisto la bloccò, intuendo ciò che stava per fare.
-No Roev, non ci pensare minimamente.- Le ordinò con severità. La giovane esorcista parve parecchio seccata. Era stufa di prendere continuamente ordini su ordini, voleva rendersi utile in qualche modo per sconfiggere la piaga del Re delle Impurità. Lo ignorò, e cominciò a volare verso il grosso demone limaccioso -Roev!- Gridò Mephisto mentre il cuore gli saltò in gola. Doveva fermarla prima che combinasse qualche disastro. Fece apparire un divanetto rosso e contornato in oro e vi si mise in piedi, mentre il suo ombrello pipistrello si appollaiò allo schienale. Afferrò il suo cilindro e lo puntò contro Roev e Seiryu. Agitò l'indice della mano libera, pronunciando una breve formula. Magicamente, dal cilindro, apparvero dei nastri colorati che sgusciarono verso i due. Uno dei nastri si avvolse attorno alla coda di Seiryu, afferrandola. Il dragone sbuffò irritato, e cacciò un ruggito non appena il nastro lo tirò indietro. La magia di Mephisto aveva funzionato, e il cilindro stava risucchiando il dragone azzurro. Roev si voltò di scatto, ma non fece in tempo a tagliarlo con una delle lame d'acqua di Murasame, che altri nastri la raggiunsero. Uno la avvolse al fianco, sollevandola dal dorso del drago, mentre un altro le prese il polso della mano dove teneva la spada bella stretta. Un terzo nastro le strappò la lama dalle mani. Seiryu si tramutò nel fodero di Murasame. Mephisto fece sedere Roev al suo fianco nel divano, mentre lei tentava di dibattersi.
-Lasciami andare! Posso sconfiggere il Re delle Impurità grazie ai poteri di Murasame e Seiryu!- Gridò con decisione, arrabbiata. Mephisto la guardò sinceramente stupito.
-Roev, ma sei pazza?!- La ragazza ascoltò con stupore la voce esasperata del demone.
-Ho detto qualcosa che non va?-
-Il Re delle Impurità, Roev. Dannazione, che ti mando a fare a scuola se non hai imparato proprio niente al corso per esorcisti…- Borbottò –La forza del Re delle Impurità consiste nel cospargere l’ambiente di miasmi e malattie mortali. E il suo punto debole è il fuoco.-
-Quindi?- Chiese con stizza.
-Quindi non puoi usare Murasame contro di lui, e non puoi contare nemmeno sui poteri di Seiryu.-
-Ma Seiryu ha il potere di purificare le impurità!-
-Lo so, ma con il Re delle Impurità è diverso. Se lo attacchi usando l’acqua demoniaca di Murasame, non farai altro che rinvigorirlo!- Questa volta gli scappò l’urlo –I germi e i batteri proliferano in maniera spaventosa in presenza di umidità!- Tutte le aspettative di Roev morirono con quella frase.
-Io...-
-E meno male che volevi prendere la specializzazione Doctor!- Aggiunse con durezza. Roev guardò scoraggiata la spada, ancora avvolta dai nastri.
-Quindi io sono totalmente inutile in questa battaglia?- Chiese con espressione avvilita.
-Non ho detto questo.- Ribatté Mephisto. Fece apparire una mantella con cappuccio, era simile a un poncho, solo che quella aveva un tessuto leggero ed era molto larga. Gliela mise sulle spalle -Sei proprio una testona.- Le disse; sembrava essersi calmato. Mephisto aveva imparato a portare pazienza nei confronti della ragazza, anche perché lei aveva un carattere difficile, e si arrabbiava per un nonnulla -Questa ti proteggerà dal miasma.- Le disse con dolcezza. Roev lo guardò intensamente negli occhi.
-Ma se non posso combattere il Re delle Impurità...-
-C'è gente là in mezzo che ha bisogno del potere curativo di Murasame.- Le disse indicando i boschi. La ragazza scrutò in mezzo alle fronde degli alberi, immaginando le persone colpite dalle emanazioni del grosso demone, e ripensò ai malati che aveva curato in quei giorni alla Succursale. Si tolse la felpa e sopra la canottiera scura indossò la mantella che le aveva dato Mephisto.
-Va bene.- Annunciò -Sono pronta.- Il demone la accompagnò facendo fluttuare la poltrona verso una piccola radura. La ragazza balzò giù dalla poltrona, e prima che partisse verso la battaglia, Mephisto la bloccò.
-Stai alla larga da Todo.- Le disse -Non immagino per quale motivo si sia impossessato di Karura. Era già pericoloso prima, ora è un nemico che, se fossi in te, eviterei a tutti i costi. Fai attenzione.- Roev lo guardò a lungo.
-Non vieni con me?- Chiese. Il demone starnutì.
-Pardon, sono allergico ai miasmi del Re...- Si soffiò il naso. Lei scosse la testa. Ma sì, tanto era un gioco da ragazzi curare i malati -Ah, me ne stavo dimenticando!- Scattò sulla poltrona Mephisto, che estrasse dalla tasca una provetta. La diede alla ragazza, che osservò attentamente il liquido denso e scuro all'interno.
-Cos'è?-
-Un po' del mio sangue.- Si fece serio -Se le cose si mettessero male, usalo per chiamare Seiryu, e scappa. Non pensare ad altro.- Detto quello, Roev intascò la provetta e gli fece un cenno di saluto.
-Tornerò.- Disse solo, per poi voltarsi e cominciare a correre verso la boscaglia. Quando scomparve tra la vegetazione, Mephisto cominciò a preoccuparsi. Il suo sesto senso gli stava suggerendo che mendarla lì in mezzo era sbagliato. “È forte, sa cavarsela” Continuava a ripetersi mentalmente. Ma allo stesso tempo, una voce dentro di sé, come un eco lontano, continuava a martellargli due parole che lo facevano stare in ansia: torna indietro; torna indietro; torna indietro...





Angolo autrice raffreddata:
Buong... *starnuto* ...Azz, la primavera... è-é
Dicevo... buongiorno a tutti! Oggi è una giornata schifosa, mi sto annoiando a morte e 
ne aprofitto per fare qualcosa di produttivo (tipo studiare chimica, oppure scrivere).
Vi presento il settimo capitolo, only for you <3
Baci a tutti! c:

Roev_Chan


 

 

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Capitolo 8
*** Danza col Diavolo ***


Un gruppo di esorcisti evocò delle salamandre che si buttarono all'attacco del Re della Impurità. Il fuoco era il suo punto debole, e Roev si rese conto che Mephisto aveva ragione: i poteri di Murasame erano solo nutrimento per lui. Finì di curare uno degli esorcisti, tagliandogli le pustole che erano cresciute sul suo braccio con la lama della katana. L'acqua magica di Murasame curò il miasma e tonificò lo spirito. L'uomo la ringraziò e tornò a combattere. Roev si guardò attorno, scrutando le persone che lottavano, ma non vide alcun malato, così si spostò da un altra parte. Il mantello che le aveva dato Mephisto svolazzava al ritmo della corsa frenetica della ragazza, e anche se in certi momenti la ingombrava, era utile perché la proteggeva dagli effetti del miasma. Proprio mentre stava per raggiungere un altro gruppo di esorcisti, vide un bagliore rossastro in mezzo agli alberi. Si bloccò. All'iniziò tentò di ignorarlo, ma quello si fece più intenso. Inevitabilmente, Roev ne fu attratta, come una falena che veniva attirata verso una luce nell'oscurità. Si allontanò dalla battaglia, perdendo di vista il suo obbiettivo. Si chinò in mezzo i cespugli e gattonò silenziosa. Scostò dei rami e vide Saburota Todo chino su una roccia, che si dimenava e digrignava i denti. Sembrava che Karura, dentro di lui, stesse opponendo resistenza. Roev ripensò allo sguardo terrorizzato del demone quando l'uomo lo aveva mangiato vivo. Le vennero i brividi.
-Ciao.- Disse a un certo punto Todo, rivolto verso i cespugli -Lo so che sei nascosta lì, signorina. Vieni fuori.- Un brivido freddo corse lungo la schiena della ragazza. “Stai alla larga da Todo.” Fece finta di non averlo visto, e si voltò piano per tornare indietro, ma una colonna di fiamme si alzò a pochi metri da lei. Con la confusione e le fiamme delle salamandre, nessuno si sarebbe accorto di quel muro di fuoco.
-Bastardo...- Mormorò Roev a bassa voce.
-Non mi ignorare, te ne prego.- Le disse ancora, cercando di dissuaderla. Roev ragionò un istante. Todo era un demone di fuoco. Poteva batterlo se sfruttava bene i poteri di Murasame. Si toccò istintivamente nelle tasche della mantella, dove vi era custodita la provetta col sangue di Mephisto. Sangue di demone per evocare Seiryu. Si, poteva farcela. Si alzò piano dal suo nascondiglio e avanzò minacciosa verso Todo con Murasame in mano, valutando se attaccarlo o no. Il fatto che Roev impugnasse Murasame con il chiaro intento di usarla contro di lui, non lo turbò minimamente. Appena il demone mosse un passo, subito Roev estrasse la spada dal fodero.
-Non ti avvicinare.- Lo schernì con diffidenza.
-Ma dai, non penserai davvero di battermi con quella spada?- Fece divertito -L'unico modo in cui potrebbe essere pericolosa è nelle mani di Egyn, il Re dell'Acqua. Ma sono lieto che ce l'abbia tu: sarà più facile impossessarmi di lei.- Sfoderò un sorrisetto niente affatto bonario.
-Ti sbagli! Murasame non si farà portare via da me facilmente. Seiryu la proteggerà con il suo ghiaccio.- Esclamò Roev, sicura delle sue parole.
-Mi pare di avertelo già detto: se la spada non si farà prendere, vuol dire che porterò via anche te insieme a lei.- Le puntò contro le dita artigliate -Ora che ci penso, chissà come la prenderebbe Mephisto Pheles se tu sparissi...- Ipotizzò, fantasticando su quanto si sarebbe arrabbiato il demone. Roev capì quanto ingenua fosse stata a cercarlo. Ora era davvero nei guai. Todo scattò verso di lei. La ragazza si fece prendere dal panico e agitò a vuoto Murasame davanti a lei. Il demone la afferrò per la mantella e la spinse a terra. Roev non fece in tempo a rendersi conto di quello che stava succedendo. Puntò la spada verso l'alto, ma Todo si chinò su di lei, facendosi trafiggere apposta nello stomaco. Ora erano faccia a faccia, e si affrontavano con lo sguardo.
-Ti ucciderò!- Gridò la giovane esorcista, per farsi coraggio. Il demone la scosse, mentre le teneva il polso della mano dove impugnava la spada. Lei lo guardò con uno sguardo carico d'odio.
-Sai, hai un aspetto e un temperamento così selvaggio...- Osservò Todo -...proprio come un demone!- Roev non sopportò con quanta leggerezza le rivolse quelle parole. Il fatto che l'avesse paragonata a un demone, la fece andare in bestia. Allungò con uno scatto la mano libera e gli tirò un pugno, successivamente gli tirò con rabbia le orecchie piumate, sperando che in qualche modo gli provocasse dolore -Quando mi hai tagliato la gola ti ho visto: avevi uno sguardo così gioioso... Come è stato uccidermi?- Le chiese, afferrandole anche l'altro polso. La ragazza si dimenò inutilmente. Todo alzò le sopracciglia sorpreso nel vedere la cicatrice a forma di stella sul palmo di Roev. Glielo accarezzò col pollice, avvertendone i solchi e sorridendo compiaciuto.
-Lasciami!- Gridò lei. Strinse la presa sulla lama e fuoriuscì dell'acqua che fece sbalzare via Todo. La ragazza si alzò in piedi terribilmente impaurita. Il cuore le batteva all'impazzata nel petto. Doveva reagire immediatamente. Afferrò la boccetta con il sangue di Mephisto e con i denti tolse via il tappino di sughero. Non sarebbe mai riuscita a sconfiggerlo, era troppo veloce per lei, e lei era troppo debole. Le mani le tremavano senza sosta, quando stava per versare il sangue sull'intaglio nella guaina. Todo fu più veloce di lei, e le spezzò la boccetta tra le mani, con un colpo di artigli e il sangue di Mephisto volò in aria. La ragazza guardò con gli occhi sgranati il liquido rosso sparpagliarsi a terra e provò un senso di vuoto incolmabile. Il demone tentò di acchiapparla ma lei lo schivò abilmente, allontanandosi più che poteva da lui. Roev non si arrese. Un po' di sangue le era rimasto sulla punta delle dita durante il rompimento della provetta, così tentò comunque di spalmarlo sul fodero. Todo glielo strappò dalle mani con un calcio, e quello andò a sbattere contro un albero, per poi cadere a terra con un rumore secco. Gli occhi scuri di lei andarono a incrociare quelli dorati di Todo, e si rese conto di essere veramente in trappola.
-Non costringermi a farti del male. Mi sembra che porti già troppi segni di dolore sulla pelle.- Le disse. Istintivamente, la ragazza si toccò la spalla destra, mentre i ricordi tenebrosi del suo passato cominciarono ad annebbiarle la mente.
-Vai a cagare, Todo.- Ringhiò lei. Lui inclinò leggermente di lato la testa.
-Non è per niente gentile da parte tua, Roev.- Di nuovo, scattò in avanti per colpirla. La ragazza creò uno scudo di ghiaccio con la lama di Murasame, e si voltò a correre. Troppo rischioso tentare di recuperare il fodero, doveva pensare a salvarsi.
-Mephisto!- Gridò la ragazza rivolta al cielo -Mephistooo!- Pregò che la sentisse. Mentre correva, vide un fascio di luce scarlatta al suo fianco. Todo le diede una ginocchiata sulla pancia, facendola piegare in due dal dolore. Inevitabilmente, cadde per terra.
-Sono sempre stato del parere che le donne non si toccano neanche con un fiore.- Confessò Todo con rammarico -Ma tu devi essere domata, signorina.- La afferrò per i capelli e la alzò, colpendola ripetutamente con dei pugni sullo stomaco. Lei non aveva nemmeno la forza di opporsi, o di gridare. Sputò qualche goccia di sangue dalla bocca e quando la lasciò andare, cadde a terra, stremata dal dolore. Il demone si pulì le mani dal sangue di lei -Pensavo fossi più collaborativa, che delusione... Non mi andava di arrivare a questi punti, ma non mi hai dato altra scelta.- Roev respirò affannosamente, e cercò di strisciare via. Afferrò la sua spada, alzandosi faticosamente in piedi, mentre aveva la bocca e i vestiti sporchi di sangue. Sputò; il suo sapore ferroso e dolciastro le dava la nausea. Puntò la lama contro Todo, anche se faceva fatica a tenersi in equilibrio.
-Lasciami in pace...- Lo implorò disperata -Perché hai fatto tutto questo? Che hai ottenuto alla fine?- Chiese debolmente. Todo la guardò sospirando.
-Non è che ho qualcosa contro di te, davvero... Fosse per me ti avrei lasciata stare, te lo giuro.- Disse -Ma non sono io che decido queste cose.- Afferrò con la mano la lama della katana e la strinse forte, mentre quella gli provocò un squarcio nel palmo -Dovresti saperlo meglio di tutti, signorina... se tu danzi col diavolo...- La katana si incrinò -Il diavolo non ti lascerà più scappare!- Con un rumore sordo e stridulo, la lama di Murasame si spezzò. Il mondo intorno a Roev scomparve per un istante, mentre la lama cadeva a terra con un debole tonfo. Fece cadere l'elsa con il restante pezzo di lama rotto, che pian piano perdeva il suo colore blu metallizzato e il bagliore che produceva si affievoliva pian piano, fino a sparire del tutto. Murasame era diventata una comune katana di ferro spezzata. Roev adesso era completamente impotente. Non aveva più il potere di difendersi, o di fare qualcosa. La sensazione di vuoto che provò fu devastante.
-Murasame...- Tremò -Seiryu...- Todo la afferrò per un braccio.
-Su, ora vieni con me.- Le ordinò. La ragazza si liberò con un forte strattone dalla presa.
-Mephisto!- Gridò tentando di farsi sentire il più possibile. Todo, però, la tratteneva -Perché?!- Si voltò di scatto e lo colpì sul petto con un debole pugno -Hai spezzato Murasame! Hai detto che volevi la spada! Io non ti servo più a nulla!- Sbraitò. Era corretto effettivamente, se non fosse che il demone scosse la testa.
-Voi essere umani siete esseri così ingenui... Credete sempre a tutto ciò che vi viene detto.-Una luce di un blu intenso balenò nel cielo, e in lontananza, Roev vide il Re delle Impurità cadere. Todo la afferrò con uno scatto e la tirò verso di sé -Ora devo proprio portarti via, il mio tempo è scaduto.- La ragazza non fece in tempo a proferir parola o a reagire, che Todo le tappò la bocca, trattenendola. Alla giovane esorcista cominciò a mancare il fiato -Scusami Roev, è stato divertente giocare con te... ma lui tra poco verrà a cercarti.- L'ultima cosa che la ragazza vide prima di svenire, fu lo sguardo di Todo. Se quello era un incubo, avrebbe voluto risvegliarsi in fretta. Ma non sarebbe accaduto, perché quello non era affatto un incubo. 




Angolo noioso dell'autrice noiosa:
Buona sera! Era da un bel po' che aggiornavo, lo ammetto (dannata scuola), ma non mi sono dimenticata affatto
della storia. Spero di avervi intrigato con questo capitolo, purtroppo non è molto ma spero vi piaccia! c:
Baci a tutti!
Roev_Chan

 

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Capitolo 9
*** Scomparsa ***


Mephisto si avvicinò alla classe di Esquire e fu lieto di vedere i volti sorridenti e felici delle persone e degli esorcisti che avevano combattuto fino a quel momento contro il Re delle Impurità. Scrutò con attenzione tra la folla il volto di ogni persona, era leggermente preoccupato, e continuava a sospirare, cercando di nascondere la sua preoccupazione. Quando Shura gli passò a fianco, ignorandolo, il demone la bloccò.
-Kirigakure, hai visto Roev?- Chiese sinceramente preoccupato. La donna si voltò a guardarlo, aggrottando la fronte.
-Mi stavo domandando la stessa cosa.- Rispose, osservando il demone con fare sospettoso. Mephisto non perse altro tempo in chiacchiere a andò in giro a chiedere a tutti gli esorcisti e studenti se per caso l'avessero vista, e Shura lo seguiva in silenzio. Era preoccupata anche lei. Alle domande del preside, nessuno rispose in modo esaustivo, eccetto uno dei Tamer.
-Mi ha curato dal miasma e poi l'ho vista sparire in mezzo al bosco.- Disse grattandosi leggermente la testa, come per tentare di ricordare qualche dettaglio in più.
-In che direzione?- Chiese Shura. L'esorcista indicò una radura oltre una schiera di alberi, e subito Mephisto corse in quella direzione. Shura ringraziò l'esorcista e seguì il demone a ruota. Appena giunsero nella radura, i due si guardarono attorno sconvolti.
-Cos'è successo qui?- Mormorò Mephisto. Shura si guardò attentamente attorno, scrutando ogni minimo dettaglio dell'ambiente circostante. Si avvicinò ad una roccia, lievemente bruciacchiata. Raccolse con un dito della polvere grigiastra e se la portò in bocca, assaggiandola con la punta della lingua. Sputò.
-È cenere.- Annunciò. Guardò oltre i cespugli dal lato opposto della roccia -Lì è stata innalzata una barriera di fuoco... guarda in che linea perfetta sono bruciati i cespugli!- Esclamò sorpresa Shura. Mephisto si spostò leggermente, avanzando con cautela, esaminando l'ambiente. Improvvisamente, qualcosa sotto i suoi piedi si frantumò con un crepitare secco. Alzò il piede e vide alcune schegge di vetro... e del sangue. Il suo cuore si fermò nel petto, mentre seguiva con l'occhio le gocce di sangue, notava pian piano i pezzi di vetro. Senza ombra di dubbio, quella era la provetta col suo sangue che aveva dato a Roev. Poi, tra le radici di un albero, vide spuntare un oggetto blu. Si avvicinò immediatamente, chinandosi a raccoglierlo: era il fodero di Murasame, con l'intaglio di Seiryu bagnato di sangue per metà.
-Roev ha combattuto con Todo, qui.- Disse Mephisto, stringendo il fodero tra le mani -Lei ha tentato di evocare Seiryu, ma non ci è riuscita...- Mostrò il fodero a Shura, che deglutì guardando l'intaglio del dragone macchiato di sangue.
-L'ha disarmata, ma non è qui che si è conclusa la lotta.- Shura seguì le piccole gocce di sangue in mezzo al bosco, seguita da Mephisto. La donna inciampò su qualcosa e si appoggiò con il palmo della mano aperta sul tronco di un albero. Lo sentì stranamente bagnato, così si guardò la mano, inorridita: era completamente rossa. Mephisto si chinò e raccolse l'oggetto su cui era inciampata Shura.
-Ma questa...- Afferrò per l'elsa la katana demoniaca di Roev -...Murasame...- Mormorò affranto. La lama della spada era spezzata. Shura vide a pochi metri da lei l'altro pezzo della lama e lo raccolse.
-Come ha fatto a rompersi?- Chiese incredula. Mephisto non sapeva più che diavolo pensare. Aprì bocca, ma non uscirono parole. Non riusciva a connettere i suoi pensieri con la realtà.
-Roev!- La chiamò, inutilmente. Shura seguì le tracce di sangue fino a un punto in cui sparirono. Si guardò attorno: l'erba era leggermente smossa.
-Mephisto, credo che Roev...- Non fece in tempo a finire la frase che il demone scagliò a terra Murasame, irato.
-Quel figlio di puttana!- Digrignò i denti.
-Calmati...- Fece Shura. Lui puntò le dita contro un albero, lasciando i solchi degli artigli. Con un colpo, graffiò il tronco, scorticandolo dalla corteccia.
-Lo ucciderò.- Giurò il demone, stringendo i pugni. Si chinò a raccogliere Murasame con un gesto rapido e Shura gli consegnò l'altro pezzo.
-Mephisto, ora è chiaro che Roev è stata rapita da Todo.- Fece con tono grave -Quale sarà la sua prossima mossa? Un riscatto?- Chiese. Mephisto rinfoderò i due pezzi della katana e si ferì al dito, bagnando la punta dell'elsa e la punta della guaina col sangue. Un fascio di luce investì Murasame, e quando terminò di brillare, Mephisto la sfoderò: era di nuovo intatta, e aveva riacquistato il suo potere. Il demone porse la spada alla donna.
-Custodiscila per me, è importante che non cada nelle mani sbagliate.- Il suo sguardo si spostò altrove. Si mise a fissare l'alba che annunciava la fine di quella lunga notte. Il vuoto che il rapimento di Roev gli aveva lasciato, il suo era lo sguardo di chi si era perso nel vortice dei propri pensieri. Shura lo guardò con severità.
-Io te l'avevo detto che sarebbe andata a finire male... Te lo dissi tempo fa, e te lo ripeto tutt'ora: l'hai condannata a morte da quando le hai affidato questa spada.- Disse mostrando Murasame -Anzi, da quando l'hai avvicinata in quel negozio di strumenti musicali.-
-Professoressa Kirigakure, lei sa meglio di me che se Todo avesse voluto ucciderla l'avrebbe fatto senza farsi troppi problemi.- Ribatté lui. Shura dovette riconoscere che aveva ragione. Il fatto che la ragazza fosse stata coinvolta in quella storia, però, non riusciva a digerirlo, o meglio, non riusciva proprio a realizzare il come.
-Mephisto, Roev in questo momento è da sola e indifesa... Chissà dove l'avrà portata. È ormai chiaro che qualunque cosa Saburota Todo volesse, l'ha ottenuta.- Il demone scosse la testa, e il suo sguardo si fece ancora più cupo di prima.
-Mi domando solo se stia bene...- Mormorò pensieroso. Si voltò verso la donna, guardandola intensamente negli occhi -Shura, mi rendo conto delle ostilità che ci sono tra di noi, ma ho bisogno che mi aiuti a ritrovarla.- La sincerità del suo sguardo e di quelle parole, colpì profondamente Shura, che annuì pazientemente.
-Ti aiuterò.- Rispose decisa. Il demone ne fu sollevato -Ma ad una condizione: la devi lasciare stare, una volta che sarà salva... se sarà salva.- Mephisto la guardò con stizza, mordendosi le labbra con la punta dei canini.
-Mi stai ricattando, professoressa?- Ringhiò come un cane rabbioso.
-No, te lo sto ordinando. In nome del Vaticano, e della vita di quella povera ragazza.- Ribatté l'esorcista, con severità. Mephisto, ora si trovava con le spalle al muro. Per prima cosa doveva ritrovare Roev, il più in fretta possibile, prima che qualcosa di brutto le fosse accaduto. Il punto, si chiese, sarebbe riuscito a lasciarla andare?
-Non so se ne avrò la forza...- Confessò sconsolato. Shura sospirò, e gli diede una pacca sulla spalla.
-Prima di tutto, dobbiamo trovarla.- Concluse tornando indietro, con Murasame a spalle.
-Sì...- Mephisto strinse i denti. Era colpa sua. Era solamente colpa sua. È come gli aveva detto Roev: non aveva presenziato abbastanza nella sua vita, in quegli ultimi tempi, e se ne stava rendendo contro solo ora che gliel'avevano portata via. Si maledì per essere stato così cieco. Alzò lo sguardo verso il cielo, un cielo coperto dal fumo dei fuochi di quella sera, un cielo senza stelle né luna -Giuro che ti troverò.- Promise a bassa voce, per poi tornare indietro anche lui.





Spazio autrice ritardataria:
Domani è l'ultimo giorno di scuola e io sono stata un mese intero sui libri per recuperare ben 
quattro materie insufficenti... e anche quest'anno, ce l'ho fatta! *applausi*
Perdonate il ritardo, ma sono stata molto impegnata! >w<
Quiiiindi vi lascio con il penultimo capitolo di questa fic, e vi auguro un buon fine scuola a tutti quanti
e buone vacanze estive! C:
Un abbraccio grande grande! :3

Roev_Chan

 

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Capitolo 10
*** Prigionia ***


Saburota Todo camminò lungo il corridoio bianco che si affacciava ad una serie di celle, mentre si guardava attorno compiaciuto, per poi fermarsi davanti ad una delle tante. Era blindata, ma si poteva sbirciare all'interno tramite uno spioncino. L'uomo infilò una chiave che estrasse dalle tasche della sua divisa. La girò nella serratura e una serie di scatti annunciò che la cella era aperta. Aprì lentamente la porta, sbirciando all'interno. Rannicchiata in un angolo, al buio si nascondeva una figura minuta che teneva la testa tra le gambe e le braccia incrociare, appoggiate alle ginocchia.
-Come stai oggi signorina?- Todo premette un interruttore e una luce bianca si accese all'interno della cella. Roev sobbalzò appena la luce la investì. Alzò piano la testa, teneva gli occhi chiusi, e non rispose alla domanda che l'uomo le aveva rivolto. Todo spostò il suo sguardo verso un vassoio e osservò le razioni e l'acqua che la ragazza non aveva toccato. Sospirò esasperato -Anche oggi non hai mangiato e bevuto... vuoi forse morire?- Prese una boccetta della tasche e scartò una siringa sterilizzata, riempendola con il contenuto del flacone. Si chinò verso di lei e le afferrò il braccio, osservando i numerosi buchi che le avevano provocato le iniezioni che ogni giorno era costretto a farle. Per un istante, Todo esitò, ma poi le prese l'altro braccio, che era rimasto sano. Roev si mosse, cercando di opporre debolmente resistenza, ma lui svuotò comunque il contenuto della siringa nel braccio di lei -Sei un testarda, signorina.- Sfoderò un breve ma marcato sorriso -Non posso continuare a farti flebo su flebo, sai? Prima o poi dovrai smettere di rifiutare il cibo e l'acqua.- La ragazza non fece nulla, non provò nemmeno a rispondergli. Sembrava in uno stato vegetativo. Todo si passò le mani in faccia, grattandosi dietro la nuca -Se continuerai a comportarti così, quelli là non ti tratteranno come ti tratto io...- Fece esasperato. La alzò da terra e la fece sdraiare sulla brandina logora, appoggiandole una coperta sulle spalle. Roev lo guardò con un'espressione vuota, assente. Deglutì, aprendo bocca.
-Uccidimi.- Mormorò debolmente. Fu la prima parola che pronunciò dopo giorni di silenzio. Il demone ne fu turbato. Si voltò senza dire niente e chiuse la cella alle sue spalle, spegnendo la luce all'interno. Roev si ritrovò nuovamente circondata nell'oscurità di quella angusta cella. Inevitabilmente, cominciò a piangere, mentre da sotto le coperte tremava. Si strinse nel camice bianco, da paziente di ospedale e cercò di strapparsi l'etichetta in plastica rinforzata che le avevano legato alla caviglia. Fu inutile, così tentò con il collare che le avevano legato al collo, con scritto sopra il numero “0986”; ma era in acciaio, e fu tutto inutile e non fece altro che ferirsi -Mephisto...- Mormorò a bassa voce, tremando e piangendo. Era spaventata, aveva una paura folle, ed era sola, nel buio. Sperò che qualcuno la trovasse e la liberasse, il più presto possibile. Sentiva che stava impazzendo di paura e di dolore, pian piano -Aiuto...- Tremò. Si toccò nuovamente il collare. Avvertì dolore, e sentì le punte delle dita bagnaticcie. Annusò e leccò le dita, sentendo il sapore dolciastro e ferroso del sangue. Avrebbe voluto morire. Non aveva mai provato quella sensazione in tutta la sua vita, nemmeno dopo aver scoperto della morte della sua famiglia. Decise che l'avrebbe fatta finita. Si diede un potente morso al polso e le uscì un filo di sangue.
Usa il sangue.”
Improvvisamente le tornò in mente un episodio che le era capitato durante il disastro all'accademia. Si staccò i denti dal polso e intinse l'indice nella ferita, cominciando a disegnare dei piccoli cerchi magici. Aveva bisogno di fuggire. Scappare. Ecco a cosa pensava. Doveva scappare.
-Vi prego...- Mormorò. I due cerchi emanarono una debole luce, e due figure, una bianca e una nera si materializzarono con un debole fascio di luce, che illuminò per un breve istante la cella, per poi farla piombare di nuovo nel buio. Roev non vide nulla -Chi è là?- Fece debolmente. Sperò che la sua idea funzionasse. Doveva funzionare. Lei in realtà non voleva morire, la disperazione e la paura l'avevano ingannata. Ma ora, era diverso. Sapeva cosa fare, e lo avrebbe fatto. Sarebbe fuggita. Sarebbe tornata dalla sua famiglia. Da Mephisto. Sì, lo avrebbe fatto, avrebbe tentato di sopravvivere, e non si sarebbe più lasciata affogare nella disperazione. Mai più.





Angolo Autrice:
...e anche questa fiction è finita!
Perdonate quest'ultimo capitolo un po' povero (un po' ?!), ma ero un po' in crisi su come terminarlo.
Come potete immaginare non è finita qui!
Cosa accadrà a Roev? Beh, si saprà solo prossimamente... C:
Come al solito, vi pongo le solite noiose domande: vi è piaciuta la storia? E il personaggio di Roev? Sono curiosa di
leggere i vostri pareri, e sono felice di ricevere le vostri critiche! :3
Per il continuo... beh, ora lo scrivo anche io, così per rimanere in tema con il manga: "In attesa di materiali dal Giappone."
Eh, già, perché non posso continuare a scrivere se non so come andrà avanti la storia originale! :c
Spero escano in fretta i prossimi albi del manga! 
Come ultimissima cosa, vi lascio con un piccolo disegno:

http://fav.me/d7ndzvr
...lei sarebbe Roev, così per saziare i vostri dubbi sul suo aspetto :3
Grazie mille per aver letto/recensito [Impure Souls] ● ! Alla prossima!

Roev_Chan


 

 

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