My Song

di moma88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hello ***
Capitolo 2: *** So Wonderful ***
Capitolo 3: *** BIGBANG ***
Capitolo 4: *** Lies ***
Capitolo 5: *** VVIP ***
Capitolo 6: *** Heartbreaker ***
Capitolo 7: *** I can't breathe ***
Capitolo 8: *** Lady ***
Capitolo 9: *** Unavailable Number ***
Capitolo 10: *** Number 1 ***
Capitolo 11: *** Always ***
Capitolo 12: *** Tell me Goodbye ***
Capitolo 13: *** Sunset Glow ***
Capitolo 14: *** Love Song ***
Capitolo 15: *** My Song ***



Capitolo 1
*** Hello ***


L'afa del caldo estivo era già soffocante, nonostante fosse ancora l'inizio di giugno, il ventilatore continuava a soffiare con il suo ronzio e il rumore del trapano dei lavoratori dell'edificio di fronte rendeva impossibile studiare.
Continuavo a fissare sempre quella stessa pagina del libro da almeno un quarto d'ora, senza andare avanti di neppure una riga, mentre speravo che qualcosa mi distraesse da quell'odiata materia. Filologia Classica. Il titolo diceva tutto.
La data degli esami era vicina, ma come riuscire a studiare mentre sei consapevole che qualcuno sta facendo il bagno al mare, qualcun altro sta mangiando un gelato e il sole splende alto nel cielo?
Come al solito mi ero svegliata alle 11,30 quel mattino, alzarsi presto non è mai statauna mia virtù, avevo sistemato i cubi del calendario da scrivania, 02/06/10 e mi ero messa davanti ai libri.
 
"Sissiiiii" mia madre interruppe i miei pensieri "va in chiesa a portare questo scatolone per la raccolta mensile della caritas!"
Odiavo andare in chiesa di prima mattina, incontrare quelle signore della caritas che mi avrebbero detto le solite cose 'quanto sei cresciuta!' 'come sta tua nonna?' 'perché non ti unisci al servizio anche tu' ecc ecc... con tutte quelle lagne che non avrei nemmeno ascoltato, limitandomi ad annuire e sorridere forzatamente. Ma sarebbe stato sempre meglio che restare lì a tentare di evitare il libro.
Mi preparai in un lampo, mettendo la prima cosa che mi capitava e uscii di corsa, prima che il senso di colpa, per aver abbandonato la materia, mi avesse raggiunto.
Appena salita in macchina, sistemai lo scatolone, allacciai la cintura e misi subito in play la mia playlist con le canzoni del mio gruppo preferito: i BIGBANG.
I miei amici non facevano altro che fare strane facce quando canticchiavo le loro canzoni o gliele facevo ascoltare, non ripetendo altro che era musica strana, che io ero strana e che avrei dovuto finirla con questa fissazione, ma da quando li avevo conosciuti il mio mondo era cambiato, la mia musica era cambiata, non si poteva più parlare di fissazione o simpatia, era diventato amore, la musica dei BB mi scorreva nell'animo ed ero diventata una VIP until whenever.
No.. non era quella cotta da fan per il cantante bellino, che si innamora per il suo aspetto e vive guardando le sue foto, ero soprattutto innamorata della loro musica.
 
Mentre facevo questi pensieri arrivai dinnanzi alla porta della chiesa, presi lo scatolone con una mano, mi avvicinai e tentai di tirare il portone per aprirlo.

Continuai a tirare facendo forza, pensando che era impossibile che fosse chiusa.
Mentre cercavo di rialzarmi, vidi il tizio della porta avvicinarsi a me per aiutarmi.
Alzando lo sguardo notai che portava un cappello che gli copriva il volto e una sciarpa che lo nascondeva completamente.
Mi porse il braccio per appoggiarmi, ma non riuscivo a fidarmi. Era il giorno della raccolta della caritas e uno strano tizio era appena uscito di lì... che fosse un ex galeotto? O un maniaco che non poteva permettersi di compare da mangiare? Cosa voleva farmi?
Mi alzai di scatto e tentai di indietreggiare, ma il tizio continuava ad avvicinarsi. Mi prese un braccio.
"Aiuto!" esclamai impaurita, scostandogli via la mano.
A causa del movimento brusco, il mio braccio inciampò nella sua sciarpa portandogliela via.
'bleeeh' continuavo a pensare scuotendo il braccio che l'aveva toccata, ma alzando lo sguardo il mio cuore cominciò a battere talmente forte che mi sembrò fosse fermo, i miei occhi non riuscivano a muoversi, per paura che se avessi sbattuto le ciglia, o avessi distolto un attimo lo sguardo quello che stavo vedendo si fosse rivelato falso.
Era lì di fronte ai miei occhi, che si toglieva e rimetteva il cappello sistemandosi i capelli, come faceva di solito quando provava imbarazzo; nel suo braccio potevo chiaramente leggere la scritta "vita dolce" che prima non avevo assolutamente visto.
"Sorry.. I didn't know that I had to pull the door... Are you ok?  ...and can i have my scarf, please?"
Ricorderò queste parole per il resto della mia vita.
Continuai a rimanere immobile e fissarlo. Poi finalmente riuscii a parlare, o farfugliare qualcosa:
"I'm ok... I love you!"
Rimase di stucco a quella frase alquanto improvvisa, ma sorrise subito, doveva esserci abituato:
"Do you know me?!"
Come potevo non conoscerlo? Qualche volta lo avevo perfino sognato! Tutto,mi sembrava irreale, temevo fosse un altro dei miei sogni, che non fosse reale..
"Yeah! I'm a big fan, i'm a VIP.. I love your music, i love your style, i love you all, but mostly i love you, G Dragon... This is a dream for me!"
Continuava a sorridere, sorpreso che in Italia, in Sicilia, ci fosse qualcuno che conoscesse lui e la sua musica e che avesse incontrato quel qualcuno.
 
Non sapevo come comportarmi e feci quello che avrebbe fatto qualunque fan, gli chiesi un autografo e una foto, ma mi rispose che avrebbe voluto assaggiare la famosa granita siciliana, di cui aveva sentito parlare dal suo manager e se potessi accompagnarlo. Ovviamente non me lo feci ripetere due volte e in un attimo eravamo seduti in piazza Università con due granite in mano.
Non avevo idea di come comportarmi, continuavo a pensare che se l'avessi raccontato nessuno mi avrebbe creduto, e continuavo a rimproverarmi di non essermi truccata o vestita meglio.
Un cellulare che squillava interruppe le mie paranoie, era il telefono di GD, il suo manager, gli aveva dato solo un quarto d'ora d'aria per visitare la chiesa, avrebbe già dovuto essere in hotel.
"Sorry.."
Sapevo già cosa avrebbe detto, il sogno era finito, ma avrei custodito quei 7minuti come un ricordo meraviglioso per il resto della vita.
"I have to return to my hotel, but.. "

"Can I have your phone number? So we can continue the trip around Catania! I'd like it a lot... If you want, ovviously!"
Voleva rivedermi, che io lo portassi in giro per Catania. Rimasi di nuovo pietrificata.
Riuscii a farmi forza e dire il mio numero di cellulare, mentre GD velocemente lo segnava sul suo, cominciando ad allontanarsi.
« Nan neoreul saranghae
I sesangeun neo ppuniya..»
Il mio cellulare cominciò a squillare suonando 'Sunset Glow'. GD sorrise e mi disse che quello era il suo numero privato.
"I'm trusting you! Ok?" Mi fece l'occhiolino e si allontanò, mentre io cercavo ancora di mettere ordine nella mia testa.
Alla fine mi lasciai cadere sulla sedia del bar, piangendo e sorridendo, mentre guardavo quel numero di cellulare che GD in persona mi aveva dato dicendo che si fidava di me. Guardandolo mi feci forza: quella era la prova che tutto era successo realmente. Avevo incontrato G Dragon.


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Salve questa è la mia prima fanfic... spero vi piacerà... l'avevo già cominciata tempo fa, ma poi l'ho lasciata in aria e adesso, date le pressioni di chi l'aveva letta e mi sta col fiato sul collo (solo 2 mie amiche in realtà!), ho deciso di continuarla.
fatemi sapere!! :)
A presto!!!

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Capitolo 2
*** So Wonderful ***


[Da questo capitolo in poi scriverò in italiano con un * le frasi che dovrebbero essere in inglese]

Erano ormai passati due giorni da quel fatidico incontro, il calendario a cubetti sulla mia scrivania segnava il 4 giugno 2010, mentre io, sdraiata sul letto, ripassavo i capitoli,studiati quel pomeriggio, e l'aria, ormai più fresca della sera, penetrava dalla finestra.
Le lancette dell'orologio giravano lentissime, sembrava fossero le 21,45 da un eternità.
Per due interminabili giorni non avevo fatto altro che fissare lo schermo del mio cellulare nella speranza che squillasse. Certe volte mi facevo coraggio e provavo a premere quel tasto verde per chiamarlo io, ma poi? Cosa avrei detto? E se non si fosse ricordato nemmeno di chi io fossi?
Presi il telefono in mano, fissandolo ancora una volta, mentre mi dicevo che sarebbe stata l'ultima volta, e che era inutile sperarci... lui è una stella che splende brillante nel cielo e per me era stato già un miracolo vederlo da vicino...
Diedi un altro sguardo all'orario: le 21,51.
Decisi di tornare a studiare, ma mentre stavo per riappoggiare il cellulare sul comodino, cominciò a squillare.
G Dragon, diceva la scritta sul display e, mentre il mio respiro diventava sempre più affannato per l'emozione e l'incredulità, non sapevo che fare.
Alla fine risposi.
"Pront... Ehm volevo dire.. Hello?"
Sentii che rideva dall'altro lato della cornetta per la mia goffagine.
"I was waiting for your call.. I'm upset! *Non volevo chiamarti in realtà, ma poi mi sono stufato..."
Non potevo credere a quello che le mie orecchie stavano sentendo. Il solo fatto di sentire quella voce, che avevo sempre ascoltato nelle cuffie nelle mie canzoni preferite, che adesso mi parlava direttamente era incredibile.
Ci volle qualche secondo prima che il mio cervello si riconnettesse e trovasse il modo di mettere delle sillabe in fila che avessero senso compiuto per rispondergli.
"*Scusami, volevo chiamare, ma temevo che non ti ricordassi nemmeno di me... Sono solo una comune fan, che hai incontrato per caso una mattina..."
"*Tu credi? ...capisco..."
Non sapevo cosa dire. Il mio cervello cercava argomenti, avevo immaginato quella conversazione al telefono mille volte nei due giorni precedenti, ma ora non ricordavo nulla dei discorsi che avevo preparato, o mi sembravano troppo stupidi da dire sul serio.
Ci furono alcuni secondi di silenzio, poi rise e mi chiese se fossi libera e potessi uscire fra qualche minuto.
Mi spiegò che il suo manager aveva avuto qualche imprevisto, così avrebbe avuto qualche ora libera per girare la città senza intralci.
Ovviamente accettai e mi disse di vederci davanti al bar dell'ultima volta un quarto d'ora dopo. Chiuse la chiamata.

Gettai il telefono in aria per la felicità e non riuscii a trattenere un urlo di gioia, mentre ero in panne cercando di scegliere cosa indossare. Lui era GD il re della moda, e io una ragazza qualunque con un armadio qualunque...
Cercai di sistemarmi meglio che potevo in quel quarto d'ora e fui subito di fronte al bar.
In estate a Catania restano solo i turisti, i ragazzi che la popolano durante tutto l'anno si spostano nei luoghi di villeggiatura, al mare o nelle discoteche dei lidi, mentre le strade della città restano quasi vuote.
Un gruppo di turiste giapponesi mi passarono davanti, mentre facevano un sacco di foto. Pensai che non fosse una buona cosa, dato che in Giappone i BB sono molto famosi, lo avrebbero sicuramente riconosciuto. E se ne fosse nato uno scandalo? Con me?! Non potevo permetterlo. Pensai più volte di tornarmene a casa e dirgli di seguire le raccomandazioni del manager, ma poi decisi di far la cosa sbagliata invece di quella giusta: quell'occasione era irripetibile, quasi impossibile, e stava accadendo, capitava a me e non potevo lasciarmela scappare.

Da dietro l'angolo sbucò fuori uno strano tizio, in jeans, maglietta bianca lunga ai fianchi, scarpe da ginnastica, sciarpa intorno al volto e cappellino nero.
Il mio cuore balzò di gioia e riuscii a trattenere a stento le lacrime.
Mi fece cenno di avvicinarmi e mi disse di andare in un posto dove i turisti non vanno, in modo da non essere scoperto.
Lo portai in una scalinata dietro un pub che frequentavo qualche volta coi miei amici, dove di solito non si trovano turisti. Ci sedemmo e abbassò finalmente la sciarpa, per scoprire un po' il volto, sorridendomi.
Diventai più rossa di un pomodoro e non riuscii a reggere il suo sguardo; abbassando gli occhi gli chiesi se volesse qualcosa da bere e andai a prendere due cocktail.
Mentre tornavo indietro avevo paura di non trovarlo più, che il manager l'avesse scoperto o che, peggio ancora, si fosse stancato di una stupida ragazza-fan.
Invece era lì. Si guardava intorno come un bimbo spaesato, togliendosi e rimettendosi il cappello, come il suo solito fare.
Gli porsi il bicchiere e ne bevve un sorso, poi si voltò serio verso di me:
"*ho una domanda... Qual'è il tuo nome?
Insomma ho scritto nel cellulare 'granita' dato che non ne avevo idea!"
"*Rossana, ma tutti mi chiamano Sissi"
"*Come la principessa?"
"*No.. Come me! Io sono unica, non sono paragonabile a nessuno!"
Rise e continuò a bere. Mi spiegò che lui e gli altri membri si erano presi qualche mese libero prima del comeback, tranne Tae che sarebbe rimasto con loro solo sporadicamente, perché impegnato con il suo album da solista, in uscita a Luglio, che avevano scelto l'Italia per stare tranquilli, dato che in pochi li avrebbero conosciuti, che gli altri membri sarebbero arrivati il giorno dopo e lui si stava già annoiando a starsene tutto solo all'hotel.

In qualche modo sembrò capire i miei pensieri al volo:
"*Non preoccuparti... Non sei un ripiego in attesa che arrivino gli altri, volevo davvero uscire con te! Ho già parlato loro di te... Credo vogliano conoscerti... Ma sono preoccupato di passare in seconda posizione.. o peggio!"
Non riuscivo a capire se stessi davvero sentendo quelle parole. Cominciai a fantasticare: se davvero GD fosse interessato a me? Se davvero stessi vivendo quel sogno?
Era troppo meraviglioso per essere vero.
Passammo il tempo a parlare di qualunque cosa ci passasse in mente, di come avevo scoperto la loro musica, di quanto amassi la loro musica, di quello che facevo, quello che sognavo, lui mi parlò di quanto avesse desiderato una vacanza, che comunque non sarebbe mai stata come la sognava, sempre attento a non farsi riconoscere e non fare scandali.
Mentre discorrevamo continuavo a fissare le sue mani, che avevo visto migliaia di volte impugnare il microfono, ascoltavo ogni singolo suono emesso dalla sua voce, che avevo ascoltato infinite volte sul mio mp3, cercavo di intravedere le sue labbra, che avevo visto cantare attraverso lo schermo del pc miliardi di volte.

Tutto era surreale, come un sogno. E come un sogno, finì sul più bello.
Guardando l'orologio si accorse che era l'ora della ritirata, mi accompagnò alla mia auto e mi salutò con gentilezza.
Misi in moto, mentre vedevo la sua silouette che si allontanava.
Guidando mi chiedevo ancora se fosse stato tutto reale e cercavo di autocontrollarmi o mi sarebbe venuto un infarto, dato che il cuore continuava a correre all'impazzata. Impresa vana: qualche istante dopo un sms sul telefono diceva:
«*Grazie per la serata Sissi. Spero che ce ne siano delle altre, perché è stato davvero divertente»
Il cuore cominciò di nuovo a battere forte, mentre veloce scrivevo la risposta:
«Tank you too... I hope to see you soon, because for me it was So Wonderful».

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Capitolo 3
*** BIGBANG ***


5 giugno 2010. Il sole caldo del pomeriggio estivo penetrava dalle fessure della serranda abbassata, i cubetti di giaccio che stavo sgranocchiando si erano quasi sciolti tutti a causa della calura estiva. Quel libro di Filologia era ancora lì, sulla mia scivania, implorandomi di studiare.

Continuavo a scrivere e cancellare probabili sms che avrei voluto inviargli. Alla fine ne mandai uno:
«Hi! How are you? What are you doing? I'm bored...»
Più chiaro di così, mancava solo la frase 'voglio vederti' per svelare quello che pensavo!
Mi arrivò poco dopo un sms di risposta. GD mi invitava al suo albergo per fare un bagno in piscina, ci sarebbero stati anche gli altri membri, che erano appena arrivati e volevano conoscermi.
Lessi l'sms più e più volte per essere certa di quello che leggevo e soprattutto l'ultima frase
«*verrò a prenderti io, il mio manager mi ha noleggiato una macchina! »
Ne ero sempre più certa, un giorno o l'altro sarei morta d'infarto, ma sarei stata comunque felice!

L'orario dell'appuntamento era passato da un po' e nessuno si era ancora fatto vivo. Come al solito il luogo dell'incontro era il fatidico bar, così dopo un'ora e mezza di attesa, decisi di prendere un succo di frutta, per tentare di ingannare il passare del tempo, e tentare di spegnere i dubbi, le paranoie e le incertezze che mi ronzavano in testa.
Una macchina si fermò poco lontano, facendo segno verso di me con gli abbaglianti.

Mi avvicinai con cautela, per evitare brutte figure, o peggio brutti incontri... di questi tempi non si può mai sapere...
Dai finestrini un po' oscurati si vedevano due silouette che continuavano a muoversi come dei matti, e, avvicinandomi un po' di più, non riuscii a credere ai miei occhi, erano Seungri e Daesung che continuavano a pizzicarsi a vicenda.
Non sapevo cosa fare, erano lì per me, o non sapevano niente e stavo per far una gaffe assurda?
"Hi.."
Dissi la prima parola che mi venne in mente... Non riuscivo a dire altro, la mia lingua era come intrecciata.
"Sissi!" esclamò Seungri, spalancando gli occhi.
Rimasi paralizzata, non sapevo che dire o fare, poi Dae prese la parola.
"We were waiting for you!"
Mi spiegarono che c'era stato qualche problema a causa del manager; avrebbe dovuto essere a Seoul per alcuni giorni, ma aveva tardato a partire, così avevano dovuto cambiare piano, GD e TOP si stavano assicurando che partisse, mentre loro due erano venuti a prendermi. Tae sarebbe arrivato a breve dall'aeroporto.
Io continuavo a rimanere paralizzata, la mia testa si riempiva di parole in inglese, mentre fra loro continuavano a farsi battute in coreano che non riuscivo a capire. I miei occhi rimasero spalancati e la mia bocca semi-aperta.
Alla fine mi fecero salire in macchina e per tutto il viaggio continuarono a tartassarmi di domande: come avevo conosciuto GD, se ci eravamo visti altre volte oltre la granita, che cosa ci eravamo detti. Mi limitai ad evitare di rispondere, non sapevo quanto o cosa lui volesse far sapere agli altri membri e finalmente giungemmo all'hotel.
Un hotel super lusso nel lungomare catanese, piscina, centro benessere, centro fitness. L'avevo visto molte volte dall'esterno, ma non avevo mai avuto la possibilità di entrarci. Un valletto si occupò di portare l'auto al parcheggio, proprio come nei film, mentre un altro ci scortò dentro la hall dell'albergo.

Arrivati quasi all'ascensore il telefono di Dae squillò un paio di volte, rispose e le uniche parole che riuscii a capire furono "hyung" e "arrassò".
Disse qualcosa a Seungri in coreano, che non riuscii ovviamente a comprendere, poi si guardarono come preocupati.
Cosa stava succedendo? Il manager aveva forse deciso di non partire? Eravamo stati beccati? I paparazzi erano alle loro costole?
Immaginai di tutto, scene d'azione in cui correvamo incappucciati, inseguiti dai paparazzi, oppure il manager mi avrebbe offerto dei soldi, per non rivederli più e tenere la bocca chiusa, che io avrei valorosamente rifiutato in nome dell'amore e della giustizia.
Niente di tutto questo.
Qualcosa di peggiore mi aspettava dietro la porta della loro stanza.
Rimanemmo bloccati davanti all'ascensore, senza che io potessi capirne il motivo, poi dalla scala sbucarono TOP e Taeyang in agitazione, che fecero segno agli altri due membri di avvicinarsi.
Continuarono a parlarsi in coreano, io continuavo a non capire.
"What's happening? Can I have an answer?" finalmente mi feci coraggio e chiesi.
Mi guardarono un po' perplessi, poi Dae fece la sua solita risata per coprire tutto e mi accompagnarono di nuovo fuori dall'hotel.
Cominciavo ad innervosirmi... Cosa non avrei dovuto sapere? Era ovvio ormai che nascondevano qualcosa.
Non ebbi alcuna risposta, non riuscii nemmeno a vedere GD, mentre mi rimisero in macchina e mi chiesero di portarli in un posto tranquillo dove potessero assaggiar anche loro una granita.
"NO! I want to know!"
Si guardarono ancora e continuarono a ragionare; non ne potevo più.
"Where is GD?" chiesi.
Finalmente TOP decise di portarmi sopra, mentre gli altri rimasero nella hall.
"*Spero che non fraintenderai" cominciò mentre eravamo in ascensore.
La situazione era alquanto incredibile, io e TOP in ascensore, quante volte nella vita può capitare?!
Non riuscivo a guardarlo mentre parlava, ero davvero intimidita dal suo portamento da gentiluomo e dal suo far da uomo maturo.
"*L'ex ragazza di GD è arrivata sullo stesso aereo di Young Bae - continuò - GD è di sopra con lei, stanno discutendo, non ci sembrava il caso di farti salire..."
L'ascensore si aprì in quel preciso istante, mentre il mio cuore si fermò nello stesso momento, insieme a tutto il mondo che mi circondava, vidi TOP che avanzava per scendere, ma ebbi la forza di fermarlo, trattenendolo per la manica.
Chinai la testa senza emettere respiro e premetti il pulsante T che ci avrebbe riportati sotto dagli altri.
Che mi ero messa in testa? E anche loro, che pensavano? Che ci frequentassimo? Ero solo una sorta di guida, non volevo certo intromettermi.
Avevo sempre temuto che lui avesse una ragazza, che un giorno su Soompi o Allkpop avessi letto la notizia che si stava frequentando con una supermodella o attrice, il mio cuore avrebbe battuto più lentamente, arrancando per un po', ma poi sarei stata felice che il mio "oppa" aveva trovato la felicità che tutti meritano.
Ora stava succedendo, avevo scoperto che il suo cuore era appartenuto o apparteneva a qualcuna, ad un'altra, dovevo accettarlo davvero.

Uscii dall'ascensore e mi diressi verso gli altri, con un grande sorriso dissi loro di andare a prendere la granita.
Mi guardarono un po' sospettosi, poi ci dirigemmo verso un bar meno vicino al traffico turistico, di modo che potessimo stare tranquilli.

Cercai di dimenticare tutti i pensieri negativi, nonostante non potessi negare a me stessa che non mi ero fatta illusioni, sapevo anche che l'impossibile rimane impossibile, che le fiabe sono solo fiabe e che comunque stavo vivendo ancora un sogno, mi trovavo a trascorrere il pomeriggio con quattro tra le persone più speciali al mondo, ero seduta al bar con i BIGBANG.
Mi fecero accomodare al centro, mentre si disposero attorno a me Seungri, DaeSung, Top e Taeyang. Più realizzavo la situazione più mi era impossibile trattenere il sorriso, mentre tenevo il capo chino sul tavolo, non riuscendo a sostenere i loro sguardi curiosi.
Chiesi loro cosa volessero vedere della città, sarei stata la loro guida tutto il giorno, se me l'avessero permesso e accettarono entusiasta.
Facemmo un giro per Catania, mentre i ragazzi continuavano a indossare i cappelli in caso qualcuno li avesse riconosciuti.
Sembravano quasi dei ragazzini ad una gita scolastica, felici per ogni minima cosa scoprissero, interessati alle bancarelle e negozi più strani.
Continuavo a distrarmi per evitare di pensare a quella camera d'albergo, concentrandomi su quello che succedeva, i ragazzi l'avevano capito e cercavano di trascinarmi a destra e sinistra per non farmi pensare a nulla.
Ridemmo e scherzammo per l'intero pomeriggio, finché le luci delle strade cominciarono ad accendersi e il sole a calare.
"*è giunta l'ora della ritirata!" esclamò Tae.
<è giunta l'ora di tornare alla realtà> pensai fra me.
Alzai le spalle e salutai tutti, con la consapevolezza che probabilmente non li avrei più rivisti se non attraverso uno schermo. Certo, sarebbero rimasti fino alla fine dell'estate, ma dovevano star attenti a non farsi notare e godersi il proprio relax, senza stupidi intralci.. e poi, che interesse potevano avere a ricontattarmi?
Avrei comunque vissuto serbando grata quei giorni meravigliosi, senza poter confidare a nessuno che avevo conosciuto i BIGBANG.


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Salve!! Oggi ho aggiunto due capitoletti.. spero che qualcuno stia leggendo!! :P
Al prossimo aggiornamento, cari! 
Baci.

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Capitolo 4
*** Lies ***


Era passata quasi una settimana dal giorno in cui avevo incontrato i miei idoli, e ormai ero tornata alla mia vita di ogni giorno. Tutto quello che era successo la settimana precedente sembrava tanto surreale e lontano che lo ricordavo quasi come un sogno.
13 giugno 2010 diceva il calendario e il conto alla rovescia per gli esami universitari era ricominciato. Mancavano 7 giorni e 15 ore all'esame di Filologia e io ero ancora ben lontana dall'essere pronta.
Moletta alla testa, occhiali da vista e ventilatore accesso: ero in modalità studente in crisi e avevo ben poco tempo per pensare alla fiaba della star e la ragazza comune.
 
«la variante d'autore è una lezione...»
Il mio ripetere fu interrotto dalla vibrazione del cellulare.
Non avevo idea di chi potesse essere, ma comunque quella settimana il telefono aveva squillato molte volte, amici, parenti, le solite chiamate..  perciò quando lessi il nome sul display lo shock che provai fu doppio.
Il nome diceva GD, e io non me l'aspettavo assolutamente, quindi rimasi bloccata qualche istante, non riuscivo a premere il pulsante per rispondere.
Davvero mi stava chiamando? Che voleva dirmi? Perché? Domande e risposte mi passarono in mente in pochi secondi, poi riuscii a riprendere il controllo e rispondere.
"Hello?"
"Ah.. Thank God! I believe you wouldn't answer to my call.."
Quella voce che avrei riconosciuto fra mille stava di nuovo interloquendo con me attraverso la cornetta.
"Can we meet? I'd explain you what's happened.."
Cosa avrei dovuto rispondere? Spiegarmi? Perché avrebbe dovuto spiegarmi qualcosa? Non ce n'era motivo, io non ero nessuno.
Rimasi in silenzio.
"I'm waiting for you at the same bar, i hope you 'll be here soon.."
Mi stava aspettando? Era già lì?
Chiusi la chiamata e mi preparai di corsa. In poco tempo svoltai l'angolo e mi ritrovai di fronte al bar.
Non scorderò mai quell'immagine e quanto fosse bello: cappello e sciarpa, occhiali da sole, magliettina a maniche corte a strisce, jeans strappati. Era lì seduto che sorseggiava un caffè.
Mi sedetti di fronte a lui e aspettai che fosse il primo a parlare. Non avevo ben chiara la situazione e non sapevo cosa dire.
"*Vuoi un caffè?"
"*No grazie, non ne bevo, non mi piace, non sopporto le cose amare."
Sorrise e disse al cameriere di portarmi un succo di frutta.
"*Io non posso farne a meno, mi tiene sveglio!" Sorrise e continuò a bere il suo caffè.
Ci fu un lungo silenzio, poi, quando finimmo di bere, mi prese il polso e mi accompagnò alla sua macchina.
"*Qui è più tranquillo!
*Volevo contattarti prima, ma volevo prima sistemare tutto e mettere un po' d'ordine.
*Sò che i ragazzi ti hanno detto di Seo Woo e non sapevo come spiegarti.."
"*Non credo ci sia nulla da spiegare" replicai io, non mi sentivo in dovere di ricevere spiegazioni, nè ne avevo alcun diritto.
"*Con Seo Woo era già finita da prima che io partissi, e nemmeno prima si può dire che fosse proprio la mia ragazza.. Ci siamo frequentati e feriti a vicenda, è stata una storia distruttiva per entrambi"
Non volevo sentire quelle parole. Lui non capiva. GD per me non era un semplice ragazzo per cui avevo preso una cotta, un comune ragazzo di cui sei consapevole che abbia avuto una vita prima di stare con te: era il mio idolo. Avevo vissuto ogni giorno della mia vita con il sogno di incontrarlo per caso, chiedergli un autografo, poter fare una foto con lui e confessargli quanto lo amavo e stimavo. Avevo vissuto ogni giorno della mia vita con il timore di scoprire che fosse un semplice essere umano, che aveva avuto una o più storie d'amore, che viveva la sua vita normalmente. Avevo vissuto ogni giorno della mia vita ingannandomi che non amasse nessuna in particolare.
Ora scoprivo che aveva amato e aveva sofferto, con una ragazza di cui non conoscevo, per fortuna, nemmeno il volto; solo un nome, Seo Woo.
La mia mente tentava di restare salda, ma cominciai a immaginarlo che l'abbracciava, cantava canzoni per lei, la baciava.
Non riuscii a trattenere le lacrime e mi morsi il labbro per fermarmi.
"Why? - finalmente riuscii a parlare - Why are you telling me this story?"
"*Non voglio che ci siano bugie o incomprensioni tra di noi"
Non aveva realmente risposto, io continuavo a domandarmi perché. Perché fra noi non dovevano esserci bugie o incomprensioni?
 
Mi riaccompagnò a casa, facendomi promettere che ci saremmo visti il mattino seguente per un tour della città.
 
Non riuscii a chiudere occhio quella notte, mille strani pensieri mi frullavano in testa.
Abbandonai l'idea di poter fare l'esame, avrei recuperato il tempo perduto facendo le ore piccole ad ottobre, mentre per adesso mi sarei goduta ogni istante di quell'estate.
Mi alzai molto prima dell'orario dell'appuntamento e, per una volta, preparai con calma, scegliendo accuratamente cosa mettere.
Il sole di Giugno si faceva sempre più caldo e le strade si popolavano sempre più di turisti da ogni parte del globo.
Arrivai al luogo dell'incontro molto prima e approfittai per fare qualche foto in giro, del resto, vivevo a Catania da una vita, ma non avevo mai fatto la turista e, di conseguenza, non avevo foto turistiche della città.
Finalmente sbucò fuori dall'angolo GD, ancora assonnato che sbadigliava.
Si avvicinò sorridendo e d'improvviso uscì fuori dalla tasca una macchina fotografica, facendomi una foto inaspettata.
"*Voglio documentare tutto! Ho saputo che hai fatto fare ai ragazzi un tour speciale, perciò poi farò veder loro le foto e chiederò se mi hai portato in qualche posto in meno!"
Scossi la testa e sorrisi:
"*Non ti conviene, perché ti farò fare un tour super speciale e gli altri potrebbero arrabbiarsi... Non preoccuparti, per me sei in prima posizione... Forse!"
"*Forse?"
"*Non so.. dipende da come ti comporterai oggi! Gli altri sono stati molto gentili con me!"
Passammo la giornata a girare vari posti ed evitare occhi indiscreti.
Fu tutto magico e irripetibile, il Duomo, gli scavi, i negozi.. Girammo per un giorno intero fino ad essere sfiniti, parlando del più e del meno, come se fossimo due comuni amici che si conoscono da un sacco di tempo, fingendo che tutto fosse normale, come se prima non fosse successo nulla.
Quasi diventò normale per me camminare al suo fianco, poi, in certi momenti, lo guardavo dritto negli occhi e realizzavo di essere con G Dragon, allora il mio cuore cominciava a correre all'impazzata e la mia lingua ad attorcigliarsi emettendo suoni senza significato.
Al calare del sole, però, l'incantesimo finì, e Cenerentola ritornò al suo mondo. Mi riaccompagnò al luogo dell'incontro e ci salutammo.
Mi morsi le labbra e sospirai: dovevo lasciar tornare il principe al suo castello.
GD sorrise, mi mise la mano sui capelli e me li accarezzò.
Il cuore mi saltò in gola, mentre le mie orecchie potevano sentire il frastuono dei battiti veloci che stava emettendo.
Si avvicinò e mi baciò la fronte.
Io rimasi immobile, di stucco, mentre lui si allontanava svanendo pian piano in lontananza.
 
Ci misi un po' per ritrovare la strada di casa, il mio cervello non connetteva più perfettamente e sbagliai più volte incrocio dove girare.
Arrivata nella mia stanzetta piansi di gioia stringendo il cuscino e mettendo in play la playlist dei BB.
Chiudendo gli occhi continuavo a rivivere quella scena e potevo quasi risentire il suo profumo, che avevo respirato chiaramente mentre era stato così vicino a me.
Continuavo a sorridere e rassicurarmi che non ero impazzita, era successo davvero.
 
La mia euforia dovette contenersi per rispondere al telefono che continuava a squillare già da un po'.
"Pronto?"
"Sissi, ma che stavi facendo? Sono 5 minuti che chiamo!"
Era Maria una mia cara amica che mi chiedeva di uscire.
Mi preparai in un lampo, e uscii di casa, tutti i miei amici si vedevano a casa di Maria per cenare assieme e preparare le crepes alla Nutella.
Io ero più felice del solito e tutti lo notarono, ma sviai le domande, perché non potevo dare alcuna spiegazione.
Passai la serata in allegria e mi diressi verso casa con un sacco di crepes in più, dato che, come al solito, avevamo esagerato con gli ingredienti.
In auto continuavo a pensare a quel pomeriggio meraviglioso e a come sarebbero stati i giorni seguenti.
Ad un tratto, un'idea mi balenò in mente: avrei potuto lasciare quelle crepes all'hotel e chiedere ai camerieri di portargliele.
Ci ripensai molte volte, prima di decidermi a scendere dall'auto, in fondo era un'idea stupida e io non ero certo una gran cuoca... Le avrebbero apprezzate?
Alla fine mi decisi e mi diressi alla hall. Il receptionist riconoscendomi mi invitò a salire io stessa a portare le crepes ai ragazzi.
Salita su quell'ascensore, non potei far a meno di riprovare le emozioni di quel terribile pomeriggio, in più una strana sensazione mi suggeriva che stavo facendo male a salire alla loro stanza.
Appena l'ascensore si aprì, capii che avevo veramente sbagliato.
In fondo al corridoio due ragazzi si stavano stringendo l'un l'altra. Una ragazza di media statura, magra e dai capelli corti e castani e un ragazzo di spalle, magro e coi capelli scuri.
Non feci in tempo a fare un passo avanti che compresi che era lui, GD, e molto probabilmente la ragazza era Seo Woo.
Trattenni il respiro, per non farmi notare, ma non riuscii a trattenere le lacrime che sgorgavano calde sul mio volto.
Ad un tratto, da dietro, una mano grande e calda mi coprì gli occhi per impedirmi di vedere e fui riportata all'ascensore. Non sapevo chi fosse, ma ringraziavo quella mano, che aveva bloccato la mia vista e mi sentivo confortata da quel tocco.
Mentre sentivo le porte dell'ascensore chiudersi, la mia mente non potè fare a meno che pensare solo una cosa: 'sono state tutte bugie...'


---
Ecco qui un nuovo capitolo!! ^^
Fatemi sapere cosa ne pensate e ditemi se la storia vi sta piacendo :)
Tanti baciiiii

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Capitolo 5
*** VVIP ***


Le lacrime continuavano a scendere incontrollabili, la mia vista era appannata dal pianto e il cuore faceva così male che non riuscivo a sopportarlo.
Continuavo a chiedermi perché soffrissi tanto, non era il mio fidanzato, nè una persona che potevo definire vicina a me, lo amavo da tanto, certo, ma come cantante e compositore, non dovevo essere tanto scioccata se aveva una ragazza... O non era così?
Dopo un po' ricordai di essere stata portata in ascensore da qualcuno, ma chi era stato? Mi guardai attorno ma ero sola, non avevo idea di chi avrebbe potuto essere.
Le porte si aprirono verso la hall, uscii dall'ascensore e mi allontanai il più in fretta possibile, temendo che GD o quella ragazza potessero vedermi.
 
Il sole mattutino penetrava di buchi della serranda che non avevo chiuso per bene la notte prima. Ero rientrata a casa talmente sconvolta che non ricordavo nemmeno se avessi infilato il pigiama o meno.
Ero abituata a dormire nell'oscurità totale e quei filini di luce mi davano un gran fastidio, ma non avevo la forza di alzarmi, ne’ di fare nient'altro quel giorno.
Avevo dormito pochissimo, continuando a rivivere quella scena infinite volte, chiedendomi se la cosa giusta da fare fosse stata scappare, come avevo fatto, o catapultarmi dritta da loro a sbattergli le crepes in faccia, poi mi convincevo che non avrei potuto, ne’ dovuto, fare altro, non ne avevo alcun diritto.
Pensai a cosa avrei potuto fare una volta scesa dal letto: avrei studiato, pranzato, il pomeriggio sarei uscita con i miei amici per non pensare troppo e pian piano avrei dimenticato tutta questa assurda situazione in cui mi ero trovata.
Ma era davvero possibile dimenticare?
Appena aprii la serranda, la stanza illuminata mostrò tutti i poster dei BB che mi fissavano, i CD sulla scrivania mi ricordavano quella voce che aveva detto solo bugie e, una volta acceso il pc, sarebbe comparso il wallpaper con la faccia di GD, che mi avrebbe ricordato quelle braccia, che la sera prima stringevano Seo Woo.
 
"Sissi!" mia madre spalancò la porta della mia camera "c'è un ragazzo che chiede di te di sotto... In realtà credo sia cinese.. Credo che la sua faccia mi sia familiare, ma non ricordo dove ho potuto vederlo..."
il mio cuore fece un balzo.
Per mia madre, come per qualunque mio amico, 'cinese' indicava 'qualunque persona avente gli occhi a mandorla'. Questo mi mise in agitazione. Non avevo amici 'cinesi' che potessero venire a cercarmi e l'unica persona che pensavo potesse essere di sotto era una.
Scossi la testa, forse mia madre aveva visto male, o forse mi ero addormentata senza rendermene conto e la mia testa stava sognando che GD fosse venuto a spiegarsi con me.
"Sissi!  ...non lo conosci forse? Lo mando via?"
Bloccai mia madre e corsi a sistemarmi, ero un completo disastro e non potevo presentarmi in pigiama.
 
Tentennai varie volte prima di aprire la porta dell'ingresso che mi avrebbe condotta alle scale e quindi al portone. Non sapevo come comportarmi e se davvero avrei visto lui una volta scesi i gradini.
Mi feci coraggio e decisi di affrontare la tempesta di petto, avrei preso la situazione come si sarebbe presentata, senza preoccuparmi di nulla.
Arrivata all'ultima rampa stentai a credere a quello che i miei occhi mi mostravano.
Un ragazzo era appoggiato alla parete vicino al portone. Alto, capelli scuri, occhiali da sole e sciarpa, polo a maniche corte e jeans stretti.
Non era lui.
Seungri mi stava aspettando, giochicchiando col cellulare durante l'attesa.
"Sissi, finally are you here!" mi accolse con un grande sorriso, mentre si rimetteva il telefono in tasca.
"How are you?" mi guardo un po' preoccupato e capii che la sera prima era stato lui a rimettermi in ascensore.
Mi morsi il labbro, ripensando ai fatti della sera prima, e chinai lo sguardo.
"Don't worry! I'm here for you today! So be happy!!"
Provai a rasserenarmi un po', mentre Seungri, mi conduceva fuori e mi infilò in macchina.
"Let's go!"
Passammo tutto il tempo in silenzio, mentre l'andatura della macchina mi cullava e la strada che scorreva si portava via i cattivi pensieri.
Dopo due ore di guida mi resi conto del reale impiccio in cui mi trovavo: ero in auto con Seungri... Ma che assurdità era mai questa? E io ero tranquilla come una Pasqua, come fossi con un qualsiasi amico.
Realizzata la situazione cominciai a irrigidirmi e mi sentii in completo imbarazzo per come mi ero comportata fino a quel momento.
"Thank you.. And... Ehm.. Mh... Why are you doing this? You are a star! I don't understand this situation!"
Scoppiò a ridere.
"*Finalmente sei rinsavita... Comunque credevo che fossi a terra per quello che avevi visto ieri, così volevo consolarti"
Consolarmi?! Seungri consolava me?! Una qualunque ragazza dal cuore spezzato? Continuavo ad essere confusa.
"*Ti piace Ji-yong hyung, vero? GD intendo..."
Rispondere semplicemente si, sarebbe stato troppo banale?
Lo amavo già da prima di incontrarlo realmente, ora lo amavo ancora di più, per il suo vero io, per quello che mi aveva detto quella sera davanti al pub, per tutto quello che avevamo detto e fatto quel giorno passato insieme. Che potevo farci? Ero una fan innamorata, che si era trasformata in ragazza innamorata.
"*Lui è complicato... Ti farà male stargli accanto... "
"*Lo so, non è possibile toccare una stella senza restarne scottati."
Sorrise e continuò a guidare.
Rimanemmo ancora in silenzio, mentre l'agitazione dentro me continuava a salire. Cercavo di guardarlo senza che se ne accorgesse sorridendo per quel piccolo miracolo che mi stava succedendo. Mi rasserenai del tutto: avevo incontrato e parlato con i BB in persona, cos'altro chiedevo? Che GD mi ricambiasse? Non bisogna essere troppo avidi, "chi troppo vuole nulla stringe" recita il proverbio, e io avevo già troppo.
"There is a problem.." Seungri ruppe ad un tratto il silenzio.
Sobbalzai un attimo, chiedendomi cosa intendeva.
"I'm lost... I'm driving from 2 hours and I don't have idea where are we going..."
E lo chiedeva a me che ho un senso dell'orientamento pari a zero?!
Guardai fuori dal finestrino per vedere cosa dicessero le indicazioni; grazie al cielo non eravamo arrivati all'estremità della Sicilia, ma fra pochi Km saremmo giunti a Siracusa.
"*Beh tanto vale andare! Siamo giunti fin qui!" Affermò Seungri pronto all'avventura.
Alzai le spalle e annuii alla sua proposta.
"*Non ci sono ragazze in bikini da queste parti?"
Rimasi un po' di stucco a questa domanda, poi pensai <è Seungri del resto!>.
Gli spiegai che proseguendo ancora per l'autostrada, avremmo potuto imboccare l'uscita per Fontane Bianche, una delle spiagge più famose della costa orientale, ma non potevamo andarci così, non avevamo nemmeno un costume!
"Don't worry! I have my credit card! Today I'll pay for everything!"
Era proprio come lo immaginavo, un ragazzino pronto a festeggiare e farsi notare in ogni momento, ma che in realtà ha anche un lato tenero e nascosto che non vuole far notare di se'.
Grazie alla sua carta procurò tutto l'occorrente per la spiaggia ed entrammo in uno dei lidi più esclusivi, che non sognavo nemmeno di poter vedere da lontano.
Chiamai mia madre per dirle che avrei pranzato con un'amica e che avrei fatto probabilmente tardi quel giorno: divertimento e relax erano lì che attendevano solo me; avrei lasciato andare tutti i pensieri negativi della sera precedente, godendomi quella giornata da VIP, nel senso che le persone comuni intendono!
Ombrellone, sdraio, sole, mare e Seungri, se non avessi dato più volte pizzicotti al mio braccio, avrei creduto io stessa fosse solo un sogno o una fantasia.
"This is my secret credit card, the manager don't know anything about it, so I can buy everything!.
*Nemmeno gli altri membri ne sono a conoscenza, perciò acqua in bocca o mi picchieranno!"
Mi fece un occhiolino e poi cominciò a sondare tutta la spiaggia, per guardare le ragazze che passavano.
sorrisi e mi poggiai alla sdraio per prendere il sole.
 
Pranzammo in un ristorantino della città affollato di turisti, mentre io osservavo in giro che nessuno ci notasse.
"*Ti preoccupi troppo!"
Mi disse di non far caso a niente e rilassarmi, non c'era nulla da temere, lui avrebbe comunque saputo come comportarsi. Era completamente diverso da GD, attento a ogni dettaglio, a lui importava solo far baldoria e divertirsi.
Era entusiasmato dei posti nuovi che vedeva e non vedeva l'ora che qualcuno gli chiedesse un autografo, ansioso di testare la propria popolarità.
La signora del ristorante ci portò due piatti di spaghetti al pomodoro augurandoci buon appetito e facendo per allontanarsi, ma Seungri la bloccò.
"Mrs! I'm a famous singer! I'm really famous in Korea! Really!"
Il mio cuore si fermò per qualche secondo, pensai a tutti i discorsi di GD del voler stare tranquillo, mentre Seungri spiattellava al mondo di essere famoso!
La signora rimase un po' di stucco, poi sorrise e certa che fosse uno scherzo si allontanò scuotendo la testa.
"Aysh! She didn't believe me!  *Avrei potuto farle un autografo se me l'avesse chiesto!"
"*Tu sei matto! Non andare in giro a spiattellare tutto! Lo racconterò agli altri membri se continui!"
"*Nonononono! Non dirlo a GD o Top! Mi picchieranno sul serio!"
 
Finito il pranzo ci preparammo a tornare indietro.
Il caldo estivo si faceva sentire, nonostante il condizionatore dell'auto acceso, l'andatura veloce della macchina sull'autostrada cullava il nostro viaggiare, specchiandomi attraverso il finestrino mi accorsi di avere tutti i capelli in disordine a causa del bagno in mare, e lo stesso valeva per Seungri. Sembravamo quasi due amici qualunque che tornano a casa dopo una giornata qualunque, invece eravamo due persone appartenenti a due mondi completamente diversi, che per uno strano volere del destino avevano incrociato per poco le strade e che presto sarebbero tornate alla normalità, lui alla sua vita fatta di fan, gloria e lustrini e io alla mia monotona e nella media.
Avrei voluto che questo sogno, in cui io e i Bigbang eravamo "amici" durasse per sempre, ma ovviamente era impossibile.
Ritornai ad essere una VIP, nel senso che i fan dei BB intendono questa volta, ammirando ogni singolo gesto che Seungri facesse e comparando quei capelli un po' in disordine e quel volto stanco per la lunga mattinata, al suo aspetto che ricordavo dai live e concerti che avevo visto sul pc.
Avevo avuto la possibilità di vedere il Seungri di tutti i giorni, di parlare con lui normalmente, di sedermi accanto a lui in auto.
Tutti questi pensieri mi riportarono a quella giornata con GD e sospirando, portai la testa indietro, appoggiandola allo schienale. Il sogno era finito. GD amava Seo Woo, dovevo farmene una ragione.
"*Vieni in albergo domattina.." le parole di Seungri mi risvegliarono dai miei pensieri.
In albergo? Ci sarebbe stato anche GD, come avrei potuto affrontare la situazione?
"*Devi comunque chiarire la situazione in qualche modo. Il manager non ci sarà nemmeno questa settimana, dato che Young Bae hyung sta promuovendo il suo album da solista, perciò puoi venire tranquillamente e passare la giornata in hotel... Ci sarò io se qualcosa va storto!"
Non dissi nulla, non sapevo cosa dire o fare, ma poi annuii; desideravo rivederlo comunque e chiarire la situazione, perciò mi lasciai convincere.
 
Arrivati vicino casa mia, ci salutammo e mi fece promettere che la mattina seguente sarei andata all'albergo. Dissi di si, anche io ne ero convinta, avrei preso la situazione di petto, affrontando la tempesta o tutto quello che il destino aveva in serbo per me, anche se non ero perfettamente pronta a quello che mi attendeva il giorno dopo.Le lacrime continuavano a scendere incontrollabili, la mia vista era appannata dal pianto e il cuore faceva così male che non riuscivo a sopportarlo.
Continuavo a chiedermi perché soffrissi tanto, non era il mio fidanzato, nè una persona che potevo definire vicina a me, lo amavo da tanto, certo, ma come cantante e compositore, non dovevo essere tanto scioccata se aveva una ragazza... O non era così?
Dopo un po' ricordai di essere stata portata in ascensore da qualcuno, ma chi era stato? Mi guardai attorno ma ero sola, non avevo idea di chi avrebbe potuto essere.
Le porte si aprirono verso la hall, uscii dall'ascensore e mi allontanai il più in fretta possibile, temendo che GD o quella ragazza potessero vedermi.
 
Il sole mattutino penetrava di buchi della serranda che non avevo chiuso per bene la notte prima. Ero rientrata a casa talmente sconvolta che non ricordavo nemmeno se avessi infilato il pigiama o meno.
Ero abituata a dormire nell'oscurità totale e quei filini di luce mi davano un gran fastidio, ma non avevo la forza di alzarmi, ne’ di fare nient'altro quel giorno.
Avevo dormito pochissimo, continuando a rivivere quella scena infinite volte, chiedendomi se la cosa giusta da fare fosse stata scappare, come avevo fatto, o catapultarmi dritta da loro a sbattergli le crepes in faccia, poi mi convincevo che non avrei potuto, ne’ dovuto, fare altro, non ne avevo alcun diritto.
Pensai a cosa avrei potuto fare una volta scesa dal letto: avrei studiato, pranzato, il pomeriggio sarei uscita con i miei amici per non pensare troppo e pian piano avrei dimenticato tutta questa assurda situazione in cui mi ero trovata.
Ma era davvero possibile dimenticare?
Appena aprii la serranda, la stanza illuminata mostrò tutti i poster dei BB che mi fissavano, i CD sulla scrivania mi ricordavano quella voce che aveva detto solo bugie e, una volta acceso il pc, sarebbe comparso il wallpaper con la faccia di GD, che mi avrebbe ricordato quelle braccia, che la sera prima stringevano Seo Woo.
 
"Sissi!" mia madre spalancò la porta della mia camera "c'è un ragazzo che chiede di te di sotto... In realtà credo sia cinese.. Credo che la sua faccia mi sia familiare, ma non ricordo dove ho potuto vederlo..."
il mio cuore fece un balzo.
Per mia madre, come per qualunque mio amico, 'cinese' indicava 'qualunque persona avente gli occhi a mandorla'. Questo mi mise in agitazione. Non avevo amici 'cinesi' che potessero venire a cercarmi e l'unica persona che pensavo potesse essere di sotto era una.
Scossi la testa, forse mia madre aveva visto male, o forse mi ero addormentata senza rendermene conto e la mia testa stava sognando che GD fosse venuto a spiegarsi con me.
"Sissi!  ...non lo conosci forse? Lo mando via?"
Bloccai mia madre e corsi a sistemarmi, ero un completo disastro e non potevo presentarmi in pigiama.
 
Tentennai varie volte prima di aprire la porta dell'ingresso che mi avrebbe condotta alle scale e quindi al portone. Non sapevo come comportarmi e se davvero avrei visto lui una volta scesi i gradini.
Mi feci coraggio e decisi di affrontare la tempesta di petto, avrei preso la situazione come si sarebbe presentata, senza preoccuparmi di nulla.
Arrivata all'ultima rampa stentai a credere a quello che i miei occhi mi mostravano.
Un ragazzo era appoggiato alla parete vicino al portone. Alto, capelli scuri, occhiali da sole e sciarpa, polo a maniche corte e jeans stretti.
Non era lui.
Seungri mi stava aspettando, giochicchiando col cellulare durante l'attesa.
"Sissi, finally are you here!" mi accolse con un grande sorriso, mentre si rimetteva il telefono in tasca.
"How are you?" mi guardo un po' preoccupato e capii che la sera prima era stato lui a rimettermi in ascensore.
Mi morsi il labbro, ripensando ai fatti della sera prima, e chinai lo sguardo.
"Don't worry! I'm here for you today! So be happy!!"
Provai a rasserenarmi un po', mentre Seungri, mi conduceva fuori e mi infilò in macchina.
"Let's go!"
Passammo tutto il tempo in silenzio, mentre l'andatura della macchina mi cullava e la strada che scorreva si portava via i cattivi pensieri.
Dopo due ore di guida mi resi conto del reale impiccio in cui mi trovavo: ero in auto con Seungri... Ma che assurdità era mai questa? E io ero tranquilla come una Pasqua, come fossi con un qualsiasi amico.
Realizzata la situazione cominciai a irrigidirmi e mi sentii in completo imbarazzo per come mi ero comportata fino a quel momento.
"Thank you.. And... Ehm.. Mh... Why are you doing this? You are a star! I don't understand this situation!"
Scoppiò a ridere.
"*Finalmente sei rinsavita... Comunque credevo che fossi a terra per quello che avevi visto ieri, così volevo consolarti"
Consolarmi?! Seungri consolava me?! Una qualunque ragazza dal cuore spezzato? Continuavo ad essere confusa.
"*Ti piace Ji-yong hyung, vero? GD intendo..."
Rispondere semplicemente si, sarebbe stato troppo banale?
Lo amavo già da prima di incontrarlo realmente, ora lo amavo ancora di più, per il suo vero io, per quello che mi aveva detto quella sera davanti al pub, per tutto quello che avevamo detto e fatto quel giorno passato insieme. Che potevo farci? Ero una fan innamorata, che si era trasformata in ragazza innamorata.
"*Lui è complicato... Ti farà male stargli accanto... "
"*Lo so, non è possibile toccare una stella senza restarne scottati."
Sorrise e continuò a guidare.
Rimanemmo ancora in silenzio, mentre l'agitazione dentro me continuava a salire. Cercavo di guardarlo senza che se ne accorgesse sorridendo per quel piccolo miracolo che mi stava succedendo. Mi rasserenai del tutto: avevo incontrato e parlato con i BB in persona, cos'altro chiedevo? Che GD mi ricambiasse? Non bisogna essere troppo avidi, "chi troppo vuole nulla stringe" recita il proverbio, e io avevo già troppo.
"There is a problem.." Seungri ruppe ad un tratto il silenzio.
Sobbalzai un attimo, chiedendomi cosa intendeva.
"I'm lost... I'm driving from 2 hours and I don't have idea where are we going..."
E lo chiedeva a me che ho un senso dell'orientamento pari a zero?!
Guardai fuori dal finestrino per vedere cosa dicessero le indicazioni; grazie al cielo non eravamo arrivati all'estremità della Sicilia, ma fra pochi Km saremmo giunti a Siracusa.
"*Beh tanto vale andare! Siamo giunti fin qui!" Affermò Seungri pronto all'avventura.
Alzai le spalle e annuii alla sua proposta.
"*Non ci sono ragazze in bikini da queste parti?"
Rimasi un po' di stucco a questa domanda, poi pensai <è Seungri del resto!>.
Gli spiegai che proseguendo ancora per l'autostrada, avremmo potuto imboccare l'uscita per Fontane Bianche, una delle spiagge più famose della costa orientale, ma non potevamo andarci così, non avevamo nemmeno un costume!
"Don't worry! I have my credit card! Today I'll pay for everything!"
Era proprio come lo immaginavo, un ragazzino pronto a festeggiare e farsi notare in ogni momento, ma che in realtà ha anche un lato tenero e nascosto che non vuole far notare di se'.
Grazie alla sua carta procurò tutto l'occorrente per la spiaggia ed entrammo in uno dei lidi più esclusivi, che non sognavo nemmeno di poter vedere da lontano.
Chiamai mia madre per dirle che avrei pranzato con un'amica e che avrei fatto probabilmente tardi quel giorno: divertimento e relax erano lì che attendevano solo me; avrei lasciato andare tutti i pensieri negativi della sera precedente, godendomi quella giornata da VIP, nel senso che le persone comuni intendono!
Ombrellone, sdraio, sole, mare e Seungri, se non avessi dato più volte pizzicotti al mio braccio, avrei creduto io stessa fosse solo un sogno o una fantasia.
"This is my secret credit card, the manager don't know anything about it, so I can buy everything!.
*Nemmeno gli altri membri ne sono a conoscenza, perciò acqua in bocca o mi picchieranno!"
Mi fece un occhiolino e poi cominciò a sondare tutta la spiaggia, per guardare le ragazze che passavano.
sorrisi e mi poggiai alla sdraio per prendere il sole.
 
Pranzammo in un ristorantino della città affollato di turisti, mentre io osservavo in giro che nessuno ci notasse.
"*Ti preoccupi troppo!"
Mi disse di non far caso a niente e rilassarmi, non c'era nulla da temere, lui avrebbe comunque saputo come comportarsi. Era completamente diverso da GD, attento a ogni dettaglio, a lui importava solo far baldoria e divertirsi.
Era entusiasmato dei posti nuovi che vedeva e non vedeva l'ora che qualcuno gli chiedesse un autografo, ansioso di testare la propria popolarità.
La signora del ristorante ci portò due piatti di spaghetti al pomodoro augurandoci buon appetito e facendo per allontanarsi, ma Seungri la bloccò.
"Mrs! I'm a famous singer! I'm really famous in Korea! Really!"
Il mio cuore si fermò per qualche secondo, pensai a tutti i discorsi di GD del voler stare tranquillo, mentre Seungri spiattellava al mondo di essere famoso!
La signora rimase un po' di stucco, poi sorrise e certa che fosse uno scherzo si allontanò scuotendo la testa.
"Aysh! She didn't believe me!  *Avrei potuto farle un autografo se me l'avesse chiesto!"
"*Tu sei matto! Non andare in giro a spiattellare tutto! Lo racconterò agli altri membri se continui!"
"*Nonononono! Non dirlo a GD o Top! Mi picchieranno sul serio!"
 
Finito il pranzo ci preparammo a tornare indietro.
Il caldo estivo si faceva sentire, nonostante il condizionatore dell'auto acceso, l'andatura veloce della macchina sull'autostrada cullava il nostro viaggiare, specchiandomi attraverso il finestrino mi accorsi di avere tutti i capelli in disordine a causa del bagno in mare, e lo stesso valeva per Seungri. Sembravamo quasi due amici qualunque che tornano a casa dopo una giornata qualunque, invece eravamo due persone appartenenti a due mondi completamente diversi, che per uno strano volere del destino avevano incrociato per poco le strade e che presto sarebbero tornate alla normalità, lui alla sua vita fatta di fan, gloria e lustrini e io alla mia monotona e nella media.
Avrei voluto che questo sogno, in cui io e i Bigbang eravamo "amici" durasse per sempre, ma ovviamente era impossibile.
Ritornai ad essere una VIP, nel senso che i fan dei BB intendono questa volta, ammirando ogni singolo gesto che Seungri facesse e comparando quei capelli un po' in disordine e quel volto stanco per la lunga mattinata, al suo aspetto che ricordavo dai live e concerti che avevo visto sul pc.
Avevo avuto la possibilità di vedere il Seungri di tutti i giorni, di parlare con lui normalmente, di sedermi accanto a lui in auto.
Tutti questi pensieri mi riportarono a quella giornata con GD e sospirando, portai la testa indietro, appoggiandola allo schienale. Il sogno era finito. GD amava Seo Woo, dovevo farmene una ragione.
"*Vieni in albergo domattina.." le parole di Seungri mi risvegliarono dai miei pensieri.
In albergo? Ci sarebbe stato anche GD, come avrei potuto affrontare la situazione?
"*Devi comunque chiarire la situazione in qualche modo. Il manager non ci sarà nemmeno questa settimana, dato che Young Bae hyung sta promuovendo il suo album da solista, perciò puoi venire tranquillamente e passare la giornata in hotel... Ci sarò io se qualcosa va storto!"
Non dissi nulla, non sapevo cosa dire o fare, ma poi annuii; desideravo rivederlo comunque e chiarire la situazione, perciò mi lasciai convincere.
 
Arrivati vicino casa mia, ci salutammo e mi fece promettere che la mattina seguente sarei andata all'albergo. Dissi di si, anche io ne ero convinta, avrei preso la situazione di petto, affrontando la tempesta o tutto quello che il destino aveva in serbo per me, anche se non ero perfettamente pronta a quello che mi attendeva il giorno dopo.


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Ecco un nuovo capitolo!! Spero vi sia piaciuto!
Cosa accadrà alla nostra Sissi? Sboccerà l'ammore??

Vorrei ringraziare tutti coloro che stanno leggendo la mia storia, soprattutto coloro che l'hanno messa nelle seguite e che stanno commentando, mi date tanta felicità e mi spronate ad aggiornare con nuovi capitoli! (*Sprizza cuori da ogni poro!! :D )
comunque... buona lettura e fatemi sapere se vi sta piacendo!
 

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Capitolo 6
*** Heartbreaker ***


Mi trovavo di nuovo di fronte a quell'albergo extralusso, che fino ad allora mi aveva procurato solo cattivi ricordi.
Ritrattai più volte con me stessa se scendere o meno dall'auto o ritornare a casa, fingendo che davvero fosse solo un sogno.
Alla fine, però, scelsi la realtà. Vederlo sarebbe stato abbastanza, anche se non avessi potuto parlarci, anche se l'avessi trovato di nuovo tra le braccia di Seo Woo.
 
Alla hall un valletto mi attendeva.
"La signorina Rossana?"
Annuii, un po' titubante per la situazione nuova che stavo vivendo.
Il valletto mi accompagnò alla piscina, praticamente deserta.
"I suoi ospiti saranno qui a breve. Hanno prenotato la piscina e la Spa per l'intera giornata per non avere fastidii".
Erano proprio su un altro livello. Delle stelle lontane nel cielo, che io, come Icaro, stavo avendo l'ardire di guardare da troppo vicino, e, incosciente come lui, mi sarei sicuramente fatta male.
 
Mi sedetti su una sdraio, mentre aspettavo, guardandomi in giro curiosa. Dentro me provavo sentimenti misti: emozione, attesa, paura, tensione.
Tornò di nuovo il valletto, che aprì l'accesso alla piscina ad un'altra ragazza.
Bassina, capelli lisci e corti, molto magra, coreana. Non c'erano dubbi, doveva essere lei, Seo Woo.
Si sedette distante da me, su un altro lato della piscina, abbassandosi gli occhiali da sole con sguardo sospetto, cercando di capire chi io fossi.
Pensai molte volte di andarmene, ma le mie gambe rimanevano salde e mi impedivano qualunque movimento.
"The pool is reserved! You wouldn't stay here! Can you go out, please?"
Mi stava cacciando, convinta che io fossi un'intrusa.
Non sapevo cosa dirle. Spiegarle che ero invitata, sarebbe servito a qualcosa? Mi avrebbe credito?
Non feci in tempo ad aprir bocca, che arrivarono i ragazzi: Top, Daesung, Sengri e GD.
Rimasero tutti di stucco trovandoci entrambe lì, tranne Seungri, che abbassò la testa e si allontanò per evitare di essere sgridato.
GD rimase di sasso, immobile davanti all'ingresso della piscina, con gli occhi spalancati che fissavano il vuoto.
Top comprendendo la situazione cominciò a sgridare Seungri, che urlava a sua volta, mentre Dae in mezzo cercava di calmarli.
Capii anche io. Seungri ci aveva invitate entrambe per una resa dei conti.
Mentre Seo Woo poteva capire perfettamente cosa si dicevano, io brancolavo un po' nel buio, immaginando quale potesse essere la questione.
Non sapevo se essere grata a Seungri o arrabbiarmi con lui.
Non avrebbe dovuto mettersi in mezzo, aveva agito troppo impulsivamente senza pensare alle conseguenze o cosa provavano gli altri, aveva tentato di risolvere la situazione troppo semplicisticamente, in più immischiandosi in affari che non gli riguardavano.
Ma, d'altra parte, lo ringraziavo, se lui non l'avesse fatto, non avrei capito quanto ancora GD tenesse a Seo Woo. Nonostante le parole che mi aveva deto quel pomeriggio, che fosse tutti finito, era visibilmente preoccupato di cosa lei potesse pensare, sentendo le parole di Seungri e Top. Di cero non si stava preoccupando per me, che ero l'ultima arrivata...
Strinsi i pugni e mi pentii di essere arrivata fino a quel punto, avrei dovuto starmene al mio posto ed evitare che qualcuno soffrisse a causa mia, soprattutto se a soffrire doveva essere GD.
GD si girò andando via, arrabbiatissimo e senza dire una parola. Seo Woo lo seguì, mentre io rimasi lì immobile, non sapendo cosa fare.
Seungri venne verso di me e, prendendomi per il polso, mi condusse alla sua stanza, dove avremmo potuto parlare tranquilli.
"*Perché l'hai fatto?" chiesi sedendomi sul divanetto.
"*Scegli me.. Perché hai scelto GD? Io potrei renderti più felice.. Ti tratterei come una principessa e non ti farei soffrire. Dimmi cosa vuoi e lo farò.."
Questo era davvero inaspettato.
Scegliere lui, diceva. Avevo davvero la possibilità di scegliere?Rimasi impietrita alle sue parole.
Poi capii.. Non potevo scegliere nè decidere nulla.
Io amavo tutti i Bigbang allo stesso modo, per me erano semplicemente i miei idoli e sentirli cantare era tutto per me. Ma con GD era diverso, quello che provavo per lui era andato oltre l'amore trascendentale per la musica, era divenuto amore reale, che non potevo cambiare con nessun altro. Non si trattava affatto di scegliere. Non potevo decidere chi amare.
Bussarono insistentemente alla porta.
Seungri andò ad aprire ed entrò GD come una furia, mi prese la mano e mi portò fuori di lì.
Mi fece entrare nella sua auto e si mise al volante. Arrivammo davanti alla scalinata dove lo avevo portato la prima sera, mi fece scendere e ci sedemmo allo stesso posto di quella volta.
"Byanè... I'm sorry, it was my fault."
Non capivo cosa intendesse. Continuavo a fissarlo per capire cosa volessero intendere quelle scuse.
Dopo una lunga pausa riprese a parlare:
"*Avrei dovuto essere sincero già da quella prima sera quando eravamo seduti qui, ma non l'ho fatto. Avrei voluto andarci piano e non affrettare troppo le cose, volevo conoscerti e che tu mi conoscessi, che non dicessi di si solo perché sono GD.
Tra me e Seo Woo è davvero finita. Lei non vuole lasciarmi andare.
So che mi hai visto con lei in albergo.
È venuta fin qui per impedirmi di lasciarla, la sera scorsa ha pianto a dirotto e ho solo cercato di consolarla, per questo l'ho abbracciata, nient'altro. È comunque una persona cara per me, abbiamo passato tanti momenti insieme, ma non c'è amore.
Le ho detto chiaramente che è finita adesso e mentre eri in stanza con Seungri l'ho accompagnata in aeroporto.
Perdona anche Seungri... Lui fa sempre così, è in costante competizione con me e cerca sempre di allontanarmi dalle ragazze che mi piacciono. L'ha fatto anche con Seo Woo tempo fa."
Continuavo a rimanere perplessa, cercando di capire dove avrebbe portato questo discorso. Il mio cuore era già stato fatto a pezzi e non volevo sperare ancora, per ritrovarmelo ancora spezzato. Non volevo farmi illusioni.
"*Ancora non capisci?
Da quella volta che ti ho vista a terra di fronte alla chiesa mi sei piaciuta, da quella volta che mi hai parlato di te e mi hai permesso di vedere com'eri fatta realmente, cosa c'era nel tuo cuore, ho capito che eri speciale... E quel giorno, passato a fare stupidaggini, ridere e parlare di ogni cosa volessimo, ho capito che eri la ragazza che il mio cuore cercava.
Riesco a confidarti ogni cosa, riesci a farmi stare a mio agio...
Sarang hae.."
Tutti i pezzi spezzati del mio cuore si frantumarono ancora di più sentendo quelle parole inaspettate, che mai avrei sognato di sentire rivolte direttamente a me con la sua voce. Mi aveva spezzato il cuore mille volte, infiltrandosi in ogni singolo frammento e riempendolo mi aveva donato un cuore nuovo, il suo, che non sapevo assolutamente se ritenermi degna di accettarlo. Che avrei dovuto fare?

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Nuovo capitolo!! :)
Spero vi piaccia!! A presto :*

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Capitolo 7
*** I can't breathe ***


Rimasi immobile e senza riuscire a proferire parola, mentre la mia testa continuava a farmi risentire quelle parole appena pronunciate, che mi avevano scombussolato del tutto.
"Oh sorry.. You don't understand korean, don't you?
It's embarassing to tell it again.. It means 'i love you'.. "
Divenni rossa come le fragole estive e tentai di ricomporre i miei sensi per mettere insieme una risposta:
"I knew the meaning... *solamemte non sapevo cosa dire... È tutto così irreale, che non riesco a crederci, ne’ a trovare le parole giuste.
Capisco cosa intendi.. Prima io ti amavo solo per la tua musica, perché eri GD, adesso ti amo perché sei Ji-young.
Non posso dire di conoscerti perfettamente.. Sono passati solo due giorni! Ma il mio cuore non può più fare a meno di te...
Per questo credo che dirò una cosa di cui mi pentirò tutta la vita:"
Presi un lungo respiro per dire quelle parole, che sapevo mi sarei pentita di dire
"*É meglio che entrambi ci prendiamo del tempo, per capire meglio la situazione e quello che vogliamo."
Dissi tutto d'un fiato, mi alzai con gli occhi chiusi e corsi via, prima di poter vedere la sua reazione, prima che potesse parlare, prima che il mio cuore e cervello mi impedissero di andarmene.
 
Arrivai a casa e piansi come una disperata, mordendo le lenzuola per non farmi sentire dai miei genitori.
Avevo fatto la cosa giusta. Il mio cuore avrebbe potuto soffrire ancora di più se avessi confessato che anch'io lo amavo; fra poco GD sarebbe andato via, tornando in Corea e alla sua vita, io sarei rimasta in Sicilia, all'altro capo del mondo, a cosa sarebbe potuto servire dirci che ci amavamo, se non a farci del male?
Al mio cuore bastava aver sentito quelle parole, bastava sapere che, anche se per pochi minuti, GD mi aveva amata, anche se adesso probabilmente mi odiava già, per esser corsa via.
Piansi finché il cuscino non fu zuppo, piansi finché le lacrime non si seccarono, piansi finché il mio cuore non ne poté più.
Ricordai di aver lasciato la mia auto al parcheggio dell'hotel e mi maledissi, perché sarei dovuta ritornarci.
 
Quando mi fui un po' calmata, erano già le 6 del pomeriggio, avevo evitato il pranzo con una scusa e dissi a mia madre che avrei cenato fuori, così da non dover mangiare con loro e far capire ai miei che qualcosa non andava.
Uscii e girai per un bel po' senza meta, chiedendomi ancora se avevo fatto la scelta giusta. Non riuscivo a trovare una vera risposta.
Mi diressi, alla fine, verso la fermata del bus, per andare all'hotel a riprendermi l'auto.
Preparai nella mia testa ogni singola mossa e passo che avrei dovuto fare per non farmi notare e non incontrare nessuno.
Come al solito, però, la mia mente non potè fare a meno di immaginare varie possibilità e situazioni avventurose. I valletti, messi di guardia, mi avrebbero impedito di andar via dall'hotel, trascinandomi a forza nella stanza di GD, dove lui avrebbe scaricato su di me tutta la sua rabbia, oppure gli altri membri mi avrebbero beccata, mentre tentavo di sgattaiolar via e mi avrebbero fatto un super interrogatorio, oppure ancora che GD per la rabbia aveva bucato i copertoni delle ruote e sarei rimasta bloccata lì, perdendo l'ultimo bus.
Mentre continuavo a fantasticare, l'autobus arrivò a destinazione e, preso un gran respiro, mi decisi a scendere.
Non potevo lasciare la macchina lì, mia madre mi avrebbe fatto il quarto grado, impedendomi di prendere le chiavi per il resto della vita.
 
Entrai nel parcheggio e mi diressi verso il posto della mia auto.
La mia mente poteva immaginare tutto, tranne quello che davvero mi sarei trovata di fronte.
Arrivata alla macchina lo trovai lì, seduto per terra, appoggiato alla mia auto, che attendeva il mio arrivo.
Il mio cuore fece un balzo e cominciò a correre veloce, mentre il mio cervello cercava di trovare le parole giuste da dire, ma non mi usciva fuori niente.
"*Sapevo che saresti venuta a riprenderti l'auto, perciò ho aspettato qui tutto il giorno. Non mi sono mosso un istante"
"*Sei matto? Non hai mangiato?"
"*Non sono nemmeno andato in bagno."
Era matto, veramente matto. Per me, una stupida ragazza comune che puoi trovare ovunque era rimasto lì impalato, lui, che era il re del mondo.
Cominciai a piangere a dirotto, cercando di trattenermi, mentre la mia vista si appannava sempre di più.
Si alzò e mi abbracciò, mentre il suo profumo pervadeva ogni parte di me e le mie lacrime gli inumidivano la manica della maglia.
"*Se non mi ami, dimmelo adesso e io me ne andrò."
"*Non lo senti come corre il mio cuore? Secondo te è solamente l'emozione di una Fan?
Sarang hae.. I love you.. Ti amo...
* potrei dirtelo in altri mille modi, ma non basterebbero.
Quello che mi frena è il fatto che potrà durare solo poche settimane, perciò possiamo fingere che non sia mai successo e soffrire in modo sopportabile o buttarci a capofitto in questa pazza storia d'amore e soffrire poi in maniera insopportabile, tanto da non riuscire più a respirare."
"* Io non respiro già più se tu te ne vai... Oggi è stato tremendo... Io scelgo la seconda, voglio stare con te Sissi, conoscerti e vivere queste settimane così come verranno, come se fosse un piccolo miracolo. Me lo permetterai?"
"*Sei bravo con le parole, come nelle tue canzoni... Non posso dirti di no, mi hai già in pugno.."
Mi accarezzò i capelli, poi il volto, poi mi afferrò e mi baciò e fu il bacio più bello e dolce del mondo.
Le mie lacrime continuavano a cadere calde sulle sue mani che mi tenevano il volto, mentre io cadevo sempre più preda di lui, il suo tocco, il suo profumo, era tutto magico e perfetto e, dentro me, sapevo, però, che sarebbe finito tutto prima o poi.


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Ed ecco il nuovo capitolo!! 
Eheheh e bravo il nostro romanticone di un GD!! ^^  

Comunque .. vorrei ringraziare i miei lettori e coloro che recensiscono, perché mi fanno tanto felice!! :)
Continuate a seguire la storia, perché i problemucci per i nostri piccioncini non sono ancora finiti... ;P

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Capitolo 8
*** Lady ***


Rimanemmo nel parcheggio abbracciati per molto tempo, poi GD mi chiese se avessi cenato e mi invitò a mangiare con lui al ristorante dell'albergo.
Mi prese la mano incrociando le sue dita con le mie, nel modo che le mie amiche avrebbero definito "il modo dei fidanzati" e mi condusse al suo tavolo riservato.
Mi chiese di aspettarlo mentre andava finalmente alla toilette, dato che non si era realmente mosso dal parcheggio per l'intera giornata.
Mentre attendevo il suo ritorno, mi sentivo un pesce fuor d'acqua, ero vestita ancora come la mattina, con costume, pantaloncini e canotta, e non era assolutamente adatto per il lusso del ristorante.
Nonostante ciò non riuscivo a smettere di sorridere, ero tanto felice, da essere al settimo cielo. Aveva ragione Geoge Sande, la scrittrice francese che aveva scritto 'esiste una sola felicità nella vita, amare ed essere amati'.
GD tornò indietro e sedette al tavolo sorridendomi e chiedendomi cosa volessi ordinare.
Ad un tratto il suo cellulare squillò:
"Ah Daesung-ah..."
Continuò dicendo frasi in coreano che non riuscii a capire, ma poi concluse la telefonata, parlando volutamente in inglese perché io capissi:
"now I'm at the restaurant with my lady"
Arrossii e abbassai il capo:
"Are you crazy?"
"Whae? This is the truth.. Aren't you my girlfriend, now?!"
Sentendo quelle parole non riuscii a trattenere un grande sorriso, mi considerava addirittura la sua ragazza, non l'avventura di un'estate e l'aveva perfino raccontato agli altri membri.
"We can't talk of us with nobody, - continuò - so can I tell it at least to the other Bigbang's members?"
Ero così felice che il ristornate avrebbe potuto crollare in quell'istante e io non me ne sarei minimamente accorta.
In men che non si dica anche gli altri membri arrivarono al ristorante, e fecero per sedersi al nostro tavolo. GD per impedire che qualcun altro occupasse la sedia accanto alla mia, dato che all'inizizio si era seduto di fronte, si alzò di scatto e si venne a mettere accanto a me.
Sorrisi felice, mentre gli altri lo canzonavano e ridevano fra loro.
Era proprio come immaginavo: un inguaribile romantico, super geloso.
Seungri prese il posto di fronte a me e guardandomi dritta in faccia, quasi come fossimo soli, mi disse:
"*Sei sempre in tempo per scegliere me... Io non mi arrendo!"
Sorrise divertito e appoggiò i gomiti, fiero, sul tavolo, facendomi l'occhiolino. GD lo guardò in cagnesco e gli disse di far silenzio e non parlare a sproposito, come al suo solito.
Il cameriere prese le ordinazioni e in poco tempo ci servirono la cena.
Era una situazione strana, ma a cui poco a poco mi stavo abituando, parlare con loro, vederli ogni giorno, stava diventando quasi normale, e sapevo che questo era un male, dato che il giorno che se ne sarebbero andati sarebbe stato ancora più insopportabile.
Mi ero sempre chiesta nella mia vita, se la cosa migliore fosse essere ciechi dalla nascita e per sempre, o se fosse meglio avere la possibilità di vederci per una sola settimana. Quale delle due cose sarebbe la più dolorosa?
Adesso ero nella stessa situazione di un cieco a cui era stata concessa la vista per poche settimane, e ancora oggi non so quale sia la scelta meno dolorosa.
Finita la cena i ragazzi insistettero per fare un giro della città, perciò dopo essersi cambiati, in modo da non essere riconosciuti, andammo in centro.
Io e GD prendemmo la mia macchina, ma fu lui a guidare, e fu una situazione nuova  e ugualmente incredibile, proprio come due innamorati qualsiasi che escono con gli amici.
 
La piazza era piena di turisti e pregai dentro me che nessuno li riconoscesse.
Mentre camminavamo GD continuava a tenermi la mano e il mio cuore non smise nemmeno un attimo di correre veloce come un jet.
Riuscivo ad intravedere solo i suoi occhi, dato che al solito aveva messo sciarpa, cappello e persino occhiali da vista, per non farsi riconoscere, e l'unica cosa che riuscivo a pensare era quanto fossi fortunata a poter vedere quegli occhi così da vicino e poter stringere quella mano. Ma non potevo far a meno di pensare anche che ne volevo sempre di più, e a quanto sarebbe stato terribile quando sarebbe arrivato quel giorno, in cui avrei dovuto lasciar andare quella mano.
 
Mi riaccompagnarono all'auto e ci salutammo, accordandoci che il giorno dopo avremmo finalmente potuto fare quel bagno nella piscina dell'albergo, che era stato sempre rimandato.
In realtà, cominciavo a pensare che la piscina fosse maledetta e temevo che anche il giorno dopo sarebbe potuto succedere qualcosa di spiacevole.
 
La mattina seguente mi svegliai più energica del solito, nonostante avessi dormito pochissimo, continuando a ripensare a tutto quello che era successo il giorno prima e come sarebbero potuti essere i giorni avvenire.
Feci una colazione veloce e informai mia madre che sarei stata fuori per l'intera giornata.
 
Il valletto mi accompagnò di nuovo alla piscina deserta e stavolta decisi di aspettare in piedi.
Dae e Top furono i primi ad arrivare, mentre GD tardò un bel po', scusandosi, dicendo che non era riuscito a svegliarsi, dato che la notte prima aveva faticato a prender sonno. Tutti risero, prendendolo in giro e finalmente entrammo in piscina.
Top e Dae rimasero in maglia e pantaloni, a leggere e ascoltare musica sotto l'ombrellone, mentre io e Seungri fummo i primi ad entrare in acqua.
Qualcuno mi tirò da dietro:
"You must stay by my side!" GD mi rimproverò.
"You are so cute!" sorrisi e lo baciai.
Rimasero tutti di stucco, a bocca aperta per il mio gesto.
"You are so koreans!" affermai ridendo.
Passammo l'intera mattinata a ridere e scherzare con gli altri, poi GD chiese ai membri di lasciarci soli per il resto della giornata, affermando che aveva preparato qualcosa.
Subito la mia curiosità si mise in moto, cercando di immaginare cosa aveva in serbo per me.
 
Salimmo in camera, dove i camerieri avevano preparato un romantico pranzo per due sul terrazzino.
Mi fece accomodare e fece portare le pietanze.
A quanto pare aveva richiesto dei cibi coreani di proposito, di modo che io li assaggiassi. Pessima idea! Ho sempre amato la Corea e l'oriente, ma ogni volta che avevo cercato di assaggiare il cibo, non ero riuscita a farmelo piacere.
Mi costrinsi ad assaggiare un po' di cose, ma a causa dei sapori forti, ripiegavo su grandi quantità di riso per coprire il gusto.
"Don't you like it?"
"I'm sorry... *ho sempre avuto gusti difficili e non sopporto i sapori troppo forti!"
Mortificato, chiamò il cameriere per farmi ordinare altro, ma mi rifiutai, avrei mangiato anche il letame se fosse stato per fargli piacere, e GD aveva organizzato quel pranzo per me, non volevo far la schizzinosa.
Finito il pranzo ci spostammo dentro e mi chiese cosa avrei voluto fare quel pomeriggio o dove sarei voluta andare.
"*Da nessuna parte - risposi - vorrei stare qui da sola con te... E vorrei cantassi una canzone solo per me! Lo so che è una richiesta da fan impazzita, ma è uno dei miei sogni!! Ti prego!"
Il mio lato da VIP era venuto fuori, ma del resto io amavo sia GD che Ji-young!
"*A una condizione! - rispose - Che non mi chiami GD, ma Ji-young. Non voglio essere il leader dei Bigbang per te, ma IO."
"*Per me sei tutti e due.. Ma mi va bene chiamarti Ji-young, mettendo al primo posto il ragazzo qualunque.. Anche se è un po' imbarazzante!"
"*mmh... Vediamo... - continuò - non ho una canzone pronta per l'evento.. Ho delle canzoni nuove, ma non posso svelarle e non le ho scritte per l'occasione... Va bene... Vorrà dire che per stavolta ne canterò una che si adatta alla situazione."
Mi fece sedere sul letto e si mise davanti a me, pronto per lo spettacolo. Facendosi serio, iniziò:
"Annyeong-aseyo! I'm Ji-young! And this is a special event for my lady... So I'll perform the song "Lady" expecially for her. This is the exclusive Ji-young version!"
Stavo già per impazzire sentendo quelle parole e dentro di me mi dissi che se non avessi avuto un infarto quella volta, potevo davvero dirmi fortunata.
Ad un tratto cominciò a cantare, sedendosi di fianco a me e guardandomi negli occhi. Il tempo e lo spazio non avevano più alcun significato, perdendosi nella melodia che la sua voce stava componendo solo per me.
Le mie mani cominciarono a tremare per l'emozione e sentii i miei occhi inumidirsi, mentre tentavo di trattenermi.
Non so bene quanto tempo passò, ma per me fu l'eternità racchiusa in un piccolo attimo, che si scolpì nel mio cuore. Ancora oggi, se chiudo gli occhi, riesco a sentire chiaramente quella canzone che risuona nel mio cuore e lo fa battere veloce, anche se ormai mi è rimasto solo questo, solo le sue parole.

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Un po' di romanticismo non guasta mai! *-*
Ditemi se vi è piaciuto il capitolo, mi raccomando!
Ringrazio ancora tutti i miei lettori, i recensori, chi ha messo la mia storia tra le seguite e soprattutto chi ha messo la mia storia tra le preferite <3
Tanti baci e alla prossima!! ^^

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Capitolo 9
*** Unavailable Number ***


Passammo l'intera settimana così, tra le mura della sua stanza d'hotel a trascorrere il tempo come due normali innamorati, intrappolati però in un castello dorato, o in giro per la città, sempre attenti a non farci beccare, sempre con un cappello sugli occhi che ci impediva di guardarci chiaramente, sempre sfiorandoci le mani e intrecciandole solo quando eravamo sicuri che nessuno guardasse.
Nonostante tutti questi sotterfugi e impedimenti, niente mi pesava, desideravo e mi illudevo che potesse essere 'per sempre', con quell'ingenuità che hanno solo le persone innamorate. Volevo credere in un domani, o meglio nemmeno ci pensavo al domani, fingendo che tutto sarebbe sempre rimasto così, che fosse stato sempre 'oggi'.
 
Quella mattina mi alzai sorridendo, come tutte le altre, e sistemai come al solito il calendario sulla scrivania: 25 giugno 2010.
I giorni stavano correndo davvero troppo veloci e decisi che da quel giorno forse sarebbe stato meglio non girare più i cubi, impedire al tempo di scorrere e fermarmi a quel giorno.
Poi scossi la testa, anche se non l'avessi fatto, anche se il calendario o l'orologio della mia stanzetta si fossero fermati, il tempo avrebbe comunque continuato a scorrere e per me sarebbe stato impossibile combatterlo. Dovevo solo accettarlo.
Sentii un forte dolore allo stomaco al solo pensiero di allontanarmi da lui, una lacrima mi solcò il volto, ma poi mi ripresi. Decisi che sarei andata avanti vivendo il presente e godendo di ogni giorno fino all'ultimo, finché non fossi ritornata cieca.
Sapevo già il dolore che avrei dovuto patire, quando avevo accettato di iniziare questa storia, questa magnifica fiaba, che non avrebbe avuto l'happy ending, nessun 'vissero felici e contenti' alla fine.
 
Il mio cellulare squillò due volte, era GD che mi aspettava sotto per portarmi in giro.
Il giorno prima mi aveva detto che aveva preparato qualcosa di speciale e che mi sarei dovuta preparare presto per passare l'intera giornata fuori.
Scesi di corsa le scale e fui subito in macchina, rapita da un suo bacio.
Dopo circa due ore di viaggio giungemmo vicino Siracusa e mi obbligò a bendarmi gli occhi. Mi disse che, nonostante quello fosse il mio territorio, probabilmente non avevo mai visto quel posto, che aveva cercato per giorni e per cui aveva dovuto pregare i proprietari per averlo.
Mi fece scendere dall'auto e mi condusse attraverso una lunga strada. Sembrava non arrivassimo mai e io ero un po' preoccupata, non avendo la minima idea di dove fossimo.
Avevo sempre odiato il gioco della benda, in cui ti bendano e devi indovinare in che stanza della casa ti trovi, non sono mai stata brava a fidarmi delle persone e avevo sempre paura al minimo passo. Con lui era un po' diverso, sapevo che non mi avrebbe fatta sbattere contro un muro o buttata giù per le scale, ma ero comunque un po' in ansia.
Dopo quasi 10 minuti di strada mi slegò la benda.
La spiaggia rocciosa di Siracusa era di fronte a noi e le piccole ondicelle si infrangevano lente sulle rocce. Il mare era una tavola piatta e luccicava per i raggi del sole che penetravano l'acqua.
"*Quella dietro è la nostra villa! L'ho affittata per tutto il giorno!  ...in realtà era già stata affittata per tutta la settimana da alcuni turisti, ma ho pagato il proprietario per averla fino alle 18, poi il castello si trasformerà in zucca!"
Non riuscii a trattenere le lacrime, chissà quanto aveva speso per me.
Lo abbracciai mentre le lacrime continuavano a cadermi giù dagli occhi e la felicità inondava ogni singola cellula di me.
Salimmo a cambiarci e scendemmo in spiaggia, passando una magnifica e romantica mattinata.
Saliti in villa mi disse che ora dovevo prepararmi alla parte peggiore: avrei dovuto cucinare io il pranzo!
"*Credo sia tu a doverti preparare! Sono una frana in cucina! Non riesco a cucinare piatti elaborati!"
Per fortuna aveva preso solo cose semplici, penne e ragù pronto, che avrebbero saputo preparare anche gli imbranati, mentre per il secondo ebbi qualche difficoltà, dato che aveva comprato della carne.
Detti fondo a tutte le mie capacità per preparare qualcosa di commestibile e grazie al cielo ci riuscii.
Ci sedemmo in veranda e pranzammo normalmente, come se il tempo fosse fermo, come se il mondo girasse tutto attorno a noi.
Dopo il pranzo, però ebbi una brutta sorpresa. GD mi guardò serio e disse che aveva qualcosa da dirmi.
Capii che la magia di quella giornata non era casuale, aveva preparato quella dolcezza per prepararmi all'amaro.
"*Domani parto per la Corea."
Il mio cuore smise di battere e la vista mi si appannò per qualche momento. Avevo sentito bene? Il giorno dopo sarebbe partito?
Mi prese la mano e continuò a parlare:
"*Non preoccuparti, non è ancora definitivo. Young Bae sta per rilasciare il suo album da solista, uscirà l'1 Luglio e io e i ragazzi vogliamo essere lì per congratularci. Rimarremo in Corea per qualche giorno, poi partiremo per il Giappone."
Corea, Giappone... Sarebbe andato dall'altra parte del globo... Per quanto saremmo stati divisi?
"*Dobbiamo accordarci per la promozione del nuovo singolo, ci vorrà poco. Poi tornerò da te"
"*Quando? Per quanto tempo non ci vedremo?"
"*Credo che tornerò il 9 luglio"
Due settimane, solo due settimane. Continuavo a ripetermi che sarebbe stato per poco tempo, che avrei potuto, anzi avrei dovuto farcela. Non era ancora il momento di dirci addio. Se ne avessi fatto una tragedia adesso, cosa sarebbe successo quando se ne sarebbe andato via davvero?
Feci un gran sospiro e mi appoggiai alla sedia, poi sorrisi e gli dissi che non doveva preoccuparsi, io l'avrei aspettato contando i secondi e tutto sarebbe passato velocemente.
Mi rispose che per lui valeva lo stesso e che non avrebbe fatto altro che pensare al momento in cui ci saremmo rivisti.
Rimanemmo in silenzio a guardare il mare e tenerci stretti per mano, mentre entrambi prefiguravamo quel giorno in cui avremmo dovuto dirci davvero addio.
 
In un baleno si fecero le 6 del pomeriggio e ce ne andammo, lasciandoci indietro ricordi, che ci avrebbero fatto compagnia in queste due settimane di lontananza.
La sera ci salutammo mille volte prima di lasciarci, promettendo che non avremmo pianto e che ci saremmo tenuti in contatto.
In un baleno era già giorno: GD era partito per la Corea e io ero senza lui.
 
Stavo davvero contando i secondi da quando erano partiti. Mancavano 9 giorni, 8 ore e 45 minuti al suo ritorno.
Questo voleva dire che erano passati 3 giorni e 4 ore dalla sua partenza... e non avevo avuto alcuna notizia da GD. Nessuna telefonata, nessun sms, nessuna mail, nemmeno uno squillo.
Passarono ancora 3 giorni e l'album 'Solar' fu messo in commercio, riscuotendo una grande popolarità. Interviste, performances, feste... sapevo cosa facevano i membri e GD solo grazie al fansite di Bigbangupdates, mentre da lui ancora nessuna notizia.
Avevo provato a contattarlo alcune volte, ma il cellulare era sempre staccato o irraggiungibile. Avevo anche provato a mandare una mail, ma non avevo ricevuto risposta, ne' conferma di lettura.
Non sapevo cosa pensare, ma mi facevo forza e mi dicevo che probabilmente era impegnato, che il manager non lo lasciava un attimo e non poteva, di conseguenza, controllare il telefono, che aveva dimenticato il caricabatterie in Italia.
Qualunque scusa, anche la più assurda, mi dava la forza di crederci ancora e andare avanti.
 
Erano già in Giappone da due giorni quando finalmente mi arrivò un sms:

Era l'sms più stupido e scritto di fretta che avrei mai potuto ricevere, ma mi bastava. Sapevo che mi pensava, che gli mancavo, anche se qualcosa mi diceva che c'era anche un altro messaggio tra le righe 'non rompere più le scatole'.
Scrollai le spalle. Forse ero io che mi facevo troppe paranoie, e tentai di mandare un sms di risposta, ma il telefono era già spento. Decisi alla fine di non rispondere più e di non disturbarlo più. Sarebbe tornato presto e avrei atteso con impazienza quel giorno.

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E già... la nostra coppia deve affrontare la realtà adesso, Ji Yong è anche GD e deve occuparsi dei Bigbang e della musica... cosa succederà nel prossimo capitolo? (sono un po' cattivella, eh? .-.)
Comunque ringrazio tutti i miei lettori, chi passa solo aleggere, chi commenta, chi segue, ma soprattutto ringrazio Shally99 che ha messo la storia tra le preferite e commenta sempre, Thank you!! :)

Ricomunque (?) .. Alla prossima!!! Ciao ciao :*

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Capitolo 10
*** Number 1 ***


Mancavano solo 23 ore e 15 minuti all'arrivo dell'aereo, che dal Giappone lo avrebbe riportato da me. Mentre mi costringevo a studiare per evitare di pensare, continuavo a fissare l'orologio, nella speranza che il tempo scorresse più veloce se continuavo a sperarlo. Ma ahimè, era il contrario, i minuti sembravano ore, le ora giorni e non ne potevo più di sopportare quell'attesa.
Ad un tratto squillò il mio cellulare. Chi poteva essere? GD doveva già essere sull'aereo a quel punto, o forse era in attesa in uno scalo e mi stava davvero chiamando?
. Non avevo idea di chi poteva essere ed esitai un po', prima di rispondere.
"Pronto?"
"Come down. I'm here."
Chiuse la chiamata. Era lui. Era qui. GD era qui.
Il mio cuore batteva talmente veloce da rendermi difficile il respirare e non riuscivo a concentrarmi bene, per decidere cosa indossare.
Mi cambiai, aggiustai i capelli e in un attimo fui fuori dal portone. Non c'era nessuno.
Avevo forse sentito male? O era uno scherzo di pessimo gusto?
Continuai a guardarmi intorno ma nulla, poi da dietro l'angolo notai una rosa che spuntava fuori. Ebbi un altro balzo al cuore e corsi a controllare. Era proprio GD che sorrideva tenendo in mano quella rosa rossa. Rimasi immobile, mentre mi scendevano giù lacrime inarrestabili.
Ci stringemmo quasi come se non ci vedessimo da anni e tutti i dubbi e le incertezze che avevano assillato la mia mente in quelle due settimane sparirono in una baleno, travolte dal suo profumo che era sempre lo stesso.
Andammo in hotel, mentre mi spiegava che gli altri membri sarebbero arrivati il giorno dopo, al contrario di lui, che aveva fatto di tutto per arrivare un giorno prima.
Ad un tratto però, la sua espressione cambiò:
"*Non capisco perché non mi hai più cercato in questi giorni. Aspettavo i tuoi sms, ma non ne ho più ricevuti." Cominciò a parlare con tono arrabbiato.
"*Non voglio pensar male, ma dimmi almeno perché!"
Stavo udendo bene? Lui chiedeva a me perché non lo avevo cercato? Avevo mandato mille sms che non avevano ricevuto risposta, mille mail che non erano nemmeno state lette, innumerevoli chiamate ad un numero irraggiungibile.. e cosa avevo avuto in cambio? Solo un sms scritto di fretta.
Ma adesso era lui che rimproverava me?!
Ero stata giorni interi a preoccuparmi di cosa facesse, cosa pesasse, con chi fosse, senza avere notizie, se non da un fansite, e ora ero io quella che veniva accusata?
"*Dovrei essere io farti questa domanda. Volevo lasciar perdere, ma a quanto pare è impossibile, perciò te lo chiederò chiaramente: perché un solo sms? Un misero sms, senza alcuna informazione concreta su di te! E mi chiedi perché non mi sono più fatta sentire? Hai letto almeno una delle mail che ti ho scritto?"
"*Non è la stessa cosa!
Io non posso fare come e quello che voglio. Il mio manager e i paparazzi mi controllano minuto per minuto, mossa per mossa! Non posso fare nulla. Non ho controllato le mail perché non potevo, ma ogni sera controllavo il mio cellulare privato e leggevo i tuoi sms, con la paura di essere scoperto!"
"*E non potevi anche scrivermi?"
"*Non ne ho avuto il tempo."
Quella frase diceva tutto. Deglutii per evitare di piangere e rimasi in silenzio. La sua vita era più importante della mia, i suoi impegni venivano prima di noi.
Rimasi a pensarci e mentre da un lato la rabbia cresceva, il mio lato da VIP mi impediva di arrabbiarmi sul serio. Pensai alle altre fan, a cosa avrebbero provato sapendo che "the Kwon leader", come lo definivamo noi, aveva una ragazza nel cuore, la abbracciava, la baciava.
Dovevo accettare tutto, dovevo proteggere la sua carriera, soprattutto dopo tutte le sofferenze che proprio lui aveva dovuto affrontare per conquistare quella vetta. Lo amavo così tanto che avrei accettato di tutto.
Lo guardai e mi resi conto che era ancora furioso. Per lui era normale che io dovessi accettare i fatti com'erano, che io dovessi fare tutto per lui, ma che, quando Ji-young tornava ad essere GD, dovessi assecondare il fatto che nemmeno si ricordasse di me. Era davvero ingiusto.
Pensieri contrastanti riempivano la mia testa e si scontravano all'interno di essa, in una battaglia furiosa, che mi impediva di ragionare lucidamente.
La colpa era tutta del cuore.
 
Alla fine mi scusai e gli promisi che non mi sarei più fatta scoraggiare dal fatto che non mi rispondesse.
Sorrise come un bambino, cambiando umore in un baleno, e chiamò il servizio in camera per farci portare il pranzo.
Dopo mangiato ci sdraiammo sul letto per guardare un film. Avevamo preso l'abitudine di guardare o film coreani con sottotitoli in italiano, o film in inglese, di cui perdevo varie battute, dato che parlavano troppo velocemente.
Mi strinse forte e non riuscii più ad essere arrabbiata. Quelle braccia che mi tenevano stretta, i suoi capelli che mi sfioravano il viso, quel profumo intenso che si impregnava sui miei vestiti erano quasi una droga, che mi mandava in delirio e di cui non potevo far a meno.
Lui stesso era una droga per me. Nonostante mi facesse male, nonostante fossi consapevole di quanto avrei sofferto un giorno che se ne sarebbe andato, non potevo sopportare di stargli lontana, di rinunciare a lui.
"*Puoi chiedermi ciò che vuoi adesso. Sono qui."
"*Cosa hai fatto in queste settimane in Corea e Giappone?"
"*Esattamente quello che hai letto sui siti in internet. Incontri con i manager, viaggi in aereo e cene con gli sponsor.
Ci sono state migliaia di fans che per le strade o in aeroporto che mi hanno urlato le stesse parole che mi hai detto il primo giorno che ci siamo incontrati 'i love you', ma so che non è più la stessa cosa per te. So che ormai per te sono il numero uno non per la fama, i soldi, la mia immagine in tv, ma perché sono io. Per questo ho sempre pensato a te e sorriso in questi giorni.
Ho passato ogni singolo giorno con il pensiero fisso di volerti dire una cosa: 'sarang hae'"
Riusciva a modellare le parole così bene, che attraverso la sua bocca e la sua voce diventavano magiche. Come nelle sue canzoni, ogni discorso mi rapiva e mi faceva innamorare sempre di più. Mi convinsi di essere davvero troppo fortunata, dato che potevo sentire quelle parole e soprattutto perché erano rivolte a me.
"Sarang hae" risposi guardandolo dritto negli occhi.
"Sarang hae. Not like a fan, but like a girl really in love."
 
Passammo l'intero pomeriggio a guardare la tv abbracciati.
Chiamai mia madre verso le 8 per avvertirla che avrei fatto tardi quella sera e mi assecondò. Sospettava sicuramente che avevo un ragazzo, ma non avrebbe mai potuto immaginare la realtà.
Chiamammo di nuovo il servizio in camera e cenammo senza mettere piede fuori dalla stanza.
La sua stanza d'albergo era l'unico posto in cui potessimo essere noi, in cui potessimo stare tranquilli, tenendoci per mano o abbracciandoci, senza doverci preoccupare di sguardi indiscreti e, dopo due settimane di lontananza e un futuro incerto, ci serviva proprio questo.
 
Dopo cena rimanemmo a parlare ancora un po', raccontandoci tutto quello che ci era successo in quel breve periodo che eravamo rimasti separati, ridendo e scherzando come al solito, fingendo, come al solito, di essere due comuni fidanzatini, che si rivedono dopo tanto tempo e che non dovranno più lasciarsi.
Mi riaccompagnò a casa e mi invitò ad andare in albergo il giorno dopo, dato che gli altri membri sarebbero arrivati, compreso Tae, che si sarebbe fermato due giorni, e volevano fare un party in suo onore.
Ero già felice al pensiero: i Bigbang tutti riuniti in un'unica stanza e poterli vedere coi miei occhi. Non mi sarei fatta sfuggire l'occasione e, fotocamera alla mano, avrei fatto mille foto per testimoniare a me stessa l'evento. Non le avrei fatte vedere a nessuno, però, ero una fidanzata e fan fedele, perciò non avrei messo a rischio i miei idoli.
In un baleno fu giorno e io ero già nella hall, tutta eccitata che aspettavo il loro arrivo.
Più che amica e fidanzata, sembravo davvero una megafan: fotocamera, fiori e album Solar, appena consegnato dal corriere, da far autografare a Tae.
La mattina a casa avevo riflettuto più volte se portare tutti i cd e farmeli autografare o accontentarmi solo dell'ultimo, a cui era dedicato il party. Alla fine, avevo optato per la seconda sceta, per non sembrare una fanatica.
Finalmente GD uscì dall'ascensore, venendo verso di me naturalmente. Nonostante ormai lo vedessi quasi ogni giorno, non mi ero ancora abituata alla sua presenza, il cuore emetteva ancora forti scosse quando lo vedevo, e non riuscivo a togliermi dalla testa che un'aura di eccezionalità lo circondasse. Nonostante si vestisse il più normalmente possibile, o camminasse il più normalmente possibile, o facesse le cose più comuni, il solo fatto che fosse lui rendeva tutto straordinario.
Mentre si avvicinava non riuscivo a pensare ad altro se non che fosse bellissimo.
"*I ragazzi stanno per arrivare, aspettiamoli qui e poi saliremo tutti insieme... Ma c'è un problema! C'è anche il manager."
Rimasi attonita, senza sapere cosa fare, pronta a correre via, se necessario, ma GD continuò:
"*Non preoccuparti gli ho detto che sei la nostra guida e se l'è bevuta. Ma sta attenta a non fargli capire della nostra relazione"
'Nostra relazione' ... Detto così sembrava fossimo un uomo sposato e la fidanzata del suo migliore amico, che dovevano tener nascosta la loro tresca. Ma del resto capivo, il manager mi avrebbe liquidata in un attimo, e chissà che altro, se avesse saputo la verità.
 
Arrivarono i membri, seguiti dal manager che li accompagnò nella hall.
Salutarono GD e scambiarono qualche frase in coreano, mentre io rimasi in disparte. Poi arrivarono vicino a me.
Ebbi qualche istante di black out, non riuscendo a pensare cosa dire o fare, poi esclamai:
"Congratulations!"
Diedi i fiori a Tae e porsi la mano al manager per presentarmi:
"I'm Sissi, I'm a guide of Catania and...."
Che altro? Che altro avrei dovuto dire? Non sapevo cosa avevano raccontato al manager e non volevo fare gaffe.
Rimasi immobile in panne, mentre i ragazzi sogghignavano sotto ai baffi, per non farsi beccare, poi finalmente Top venne in mio aiuto. Disse qualcosa al manager in coreano, il quale annuì e cominciò a salire in ascensore.
Rimasi ferma, non avevo capito quale fosse la situazione, se potessi salire e se fosse il caso di farmi autografare il cd, e ringraziai il cielo di non essermi portata dietro tutta la collezione.
GD mi fece cenno di seguirli e capii che avevo ottenuto il free pass dal manager per partecipare al party. L'unica cosa che mi preoccupava era se mi avrebbe fatto qualche domanda, a cui non avrei saputo trovar risposta.
 
Entrammo nella stanza di Taeyang e i camerieri portarono degli stuzzichini e aperitivi per cominciare il party.
Il manager disse loro qualcosa e uscì dalla stanza, non avrebbe partecipato, lasciando i ragazzi liberi di divertirsi tra loro. Mentre si allontanava, mi gettò una gelida occhiata, per ammonirmi e si chiuse la porta alle spalle.
Emisi un sospiro di sollievo e mi lasciai cadere sulla sedia dietro di me; il peggio era passato, potevo rilassarmi.
GD venne a sedersi vicino a me, porgendomi un drink, mentre gli altri continuavano a sghignazzare e per averla passata liscia.
Fu un party semplice, come tra amici qualsiasi, con battute e musica varia. Per la maggior parte del tempo, parlavano fra di loro in coreano e non riuscivo ad afferrare perché ridessero.
GD mi tenne la mano tutto il tempo, non lasciandomi sola nemmeno un minuto. Non riuscivo a capire se fosse perché voleva realmente starmi accanto o soprattutto perché spinto dal suo lato super geloso, che mi aveva dimostrato già altre volte.
 
Quando il party finì e mi ritrovai sola, nella mia comune cameretta di città, rimasi per ore a rivivere ogni istante sdraiata sul letto, mentre contemplavo i frammenti di magia, che avevo potuto portare a casa con me: le innumerevoli foto che avevo fatto e la dedica di Taeyang sull'album. 


___

Eccomi qui cari lettori con un nuovo capitolo! :)
Non sò come voi immaginate il carattere di GD, ma io lo immagino così, basandomi sulle sue canzoni, ovviamente! ;)
Comunque fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima! ^^
Baciiii

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Capitolo 11
*** Always ***


Passò in un lampo un'altra settimana, sempre tra le mura dell'albergo e in stradine secondarie.
Era diventato normale per me ormai guardarmi mille volte intorno per controllare che non ci fossero macchine fotografiche o telecamere puntate.
 
Quel pomeriggio GD mi aveva portata sulla scogliera vicino alla quale eravamo stati il giorno che mi aveva detto che sarebbe partito. Uno strano sentimento di ansia si stava facendo largo dentro di me, mentre lui tranquillamente sembrava osservare il mare. Poi come temevo mi diede la notizia che si teneva dentro.
La data dell'uscita del loro singolo in Giappone era stata decisa, il 25 agosto, perciò il 20 sarebbe partito per l'organizzazione, per non tornare più.
Non dicemmo più nulla, io non riuscivo a parlare o pensare cosa dire.
Finalmente tornammo in albergo per la cena, ma nessuno dei due aveva la forza di alzare la cornetta e chiamare il servizio in camera.
 
Dopo un po' GD cominciò a parlare:
"*Sapevo la data già dal giorno in cui sono tornato, ma non ho avuto il coraggio e la forza per dirtela.
Ho pensato giorno e notte a come sarebbe stato senza te, già prima di partire quelle due settimane e, quando me ne sono andato, l'ho sperimentato sulla mia pelle: era terribile come temevo.
Ci ho riflettuto tanto, troppo e sono arrivato ad una conclusione: non voglio stare lontano da te. Non voglio stare senza te. Se torno in Corea avrò la musica, il mio successo, la mia vita di prima, ma che altro? Una vita vuota, senza amore.
Voglio che vieni con me Sissi. Resta al mio fianco."
Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Mi stava chiedendo di seguirlo in Corea? Voleva davvero che fra noi non finisse?
Non sapevo casa rispondere. Pensai a mille cose e mi convinsi che avrei potuto accettare, che quella fiaba potesse davvero avere un lieto fine.
Poi tornai in me... Il lieto fine era impossibile. Tornato alla sua vita io avrei dovuto rimanere nascosta nell'ombra e sarebbe stato proprio come in quei giorni in cui era partito.
Lui immerso nel suo mondo e io in casa a sperare in un suo sms o che si facesse vivo.
Una volta in Corea, in più, avremmo avuto ancora più problemi, la sua popolarità, le fans, i manager, il presidente.
No. Era impossibile. Ma decisi di non dire nulla, di continuare ad illudermi, anzi ad illuderci ancora un po', ad affondare ancora un po' in quell'amore che sarebbe stato solo agonia un giorno.
 
Rimanemmo seduti sul letto ad abbracciarci senza dire niente per qualche ora, solo baciandoci e guardandoci negli occhi.
Quanto mi sarebbe mancato il suo tocco, il suo calore, le sue labbra, i suoi occhi. Non volevo lasciarlo eppure sembrava essere inevitabile, ma mi aggrappai a lui ancora di più, proprio per questo. Avevo già deciso che avrei vissuto quella relazione senza pensare al domani, perciò l'avrei fatto anche quel giorno.
 
Continuammo a stringerci e baciarci. Più lo guardavo, più mi baciava, più volevo che mi facesse sua.
Sentivo che anche lui si stava scaldando, che anche lui lo voleva.
In un attimo fummo travolti dalla passione, mentre il mondo ci diceva che non potevamo stare insieme, mentre tutto voleva dividerci, mentre il tempo inesorabile ci avvicinava alla separazione, noi diventammo un corpo solo e un cuore solo.
Il mio e il suo cuore battevano veloci all'unisono, le sue mani mi stringevano e raggiungevano le parti più nascoste di me, il suo essere penetrava dentro di me e mi trasformava. Non ero più io, non era più lui, esistevamo solo noi e travolti l'uno nell'altra continuammo a fare l'amore per l'intera notte, come se il mondo si fosse fermato, come se il tempo si fosse arrestato, come se tutto potesse essere infinito.
 
Finalmente, sdraiati l'uno accanto all'altra giacemmo stanchi, mentre gli occhi si facevano pesanti per la stanchezza e per le lacrime non versate.
Mentre i miei occhi stavano per chiudersi, udii GD sussurrarmi queste parole:
"Now we are forever. No matter what happens..."
Volli credere a quell'eternità e chiudendo le palpebre stanche mi addormentai.


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E sì... lo sò che aspettavate con ansia questo capitolo!! ^^
Scusate se non ho aggiornato per un po', ma sono stata alquanto occupata in questi giorni, perciò non linciatemi!
E lo sò.. il capitolo è alquanto cortissimo (ù.ù) mi farò perdonare con il prossimo, ok?
Come al solito vi ricordo che i commenti sono ben graditi, ma vi ringrazio anche se leggete soltanto!
Alla prossima!! Baciii ;)

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Capitolo 12
*** Tell me Goodbye ***


I giorni volavano veloci come farfalle inafferrabili nel cielo estivo, che, non appena cerchi di catturarle, scappano via, o, se ci riesci e cerchi di tenerle strette, muoiono fra le tue mani, lasciandoti solo il triste ricordo di quel leggiadro battito d'ali.
Non si può afferrare il tempo, non si può combattere contro di esso e ormai lo avevamo capito bene.
Era la prima settimana d'Agosto ormai. Le giornate si facevano sempre più lunghe e il tempo a nostra disposizione era sempre meno.

Quel giorno GD aveva prenotato la piscina dell'albergo solo per noi due, non solo per stare assieme, ma per poter parlare e chiarire quella situazione che rimandavamo da giorni.
Continuavamo infatti a vivere fingendo che fosse sempre 'adesso', come se la separazione non dovesse mai arrivare.
Mi chiese cosa avevo intenzione di fare, avevo avuto abbastanza tempo per pensarci e adesso arrivava la resa dei conti.
"*Ho pensato tutti i giorni a cosa avrei dovuto risponderti, ma non ho mai trovato la risposta giusta.
Vorrei poterti dire SI, che verrò con te a Seoul, ma non posso"
I miei occhi cominciarono a riempirsi di lacrime e ci volle tutta la forza che avevo in corpo per continuare.
"*Non posso venire con te, perché non sarebbe giusto, non potrebbe funzionare.
Una volta tornato alla tua vita di tutti i giorni non ci sarà più posto per me. Dovrai fingere di essere single e io dovrò fingere di non esistere. Tu ti immergerai nel tuo lavoro e ci vedremo pochissime volte, quando il manager non ti controllerà, mentre il mio cellulare non squillerà mai. Io rimpiangerò di aver lasciato tutto per un Paese straniero, di cui conosco a malapena 3 parole della lingua madre e mi chiederò ogni giorno se quello fosse il mio destino. Frustrata scaricherò su di te tutte le mie lamentele e tu ti allontanerai sempre più, assorbito dal tuo mondo di lustrini e luci scintillanti.
Adesso dirai che non deve essere per forza così, che sarà diverso, ma ormai ho imparato a conoscerti."
Tentò di convincermi, dicendo che non potevo prevedere il futuro e che per noi non sarebbe potuta finire, che era impossibile che riuscisse a farcela senza me.
"*Se me lo chiedi, potrei anche rinunciare a tutto."
Quella frase fu terribile e inaspettata, non avrei mai potuto credere che per me avrebbe detto una cosa simile. Piansi e tra i singhiozzi riuscii a trovare la forza necessaria di rispondergli:
"*No. Per me tu sei Ji-Young, ma anche GD e il leader dei Bigbang. Queste tre cose nella mia testa e nel mio cuore sono inscindibili. Prima di amarti come Ji-Young, io ti ho amato come GD e prima ancora come membro dei Bigbang, perciò se per causa mia tu dovessi lasciare il gruppo o peggio ancora smettere di cantare, o addirittura essere io la causa del vostro scioglimento, non riuscirei a vivere nemmeno un secondo in più. 
Tu, i Bigbang in generale, siete degli eroi per me e per gli altri VIP che vi sostengono in ogni parte del globo, perciò io ho bisogno che tu canti, che tu stia sul palco e crei nuove canzoni che ci aiutino ad andare avanti.
Ringrazio il cielo ogni giorno di avermi fatto scoprire la vostra musica e il mio cuore di avermela fatta amare, nonostante a volte sia difficile amare un gruppo che canta dall'altra parte del mondo, mentre i miei amici possono vedere il concerto del loro cantante preferito ogni volta che vogliono, dal vivo.
Ringrazio il cielo di averti portato fin da me, di avermi concesso di conoscerti e amarti davvero, ed essere amata da te, dal mio eroe. Ma ogni eroe deve continuare a salvare il mondo e non può appartenere ad una sola persona, perciò sceglierò di sostenerti da lontano, mentre spero che tu continuerai a brillare sul palco, tenendo in mano il tuo microfono.
Ho deciso di ridonarti al mondo. Ti ho avuto per me e non mi è bastato, non basterà mai, ma non posso continuare a illuderci, sarebbe ancora più doloroso.
La verità è che sono convinta che tu non riuscirai ad amarmi come adesso, una volta tornato ad essere GD e io sto scegliendo la via meno dolorosa per me."
Piangendo, rimanemmo abbracciati, mentre lui supplicava di ripensarci e io richiamai tutta la mia determinazione per riuscire a dirgli di no.
Avevo avuto la mia fetta di paradiso, adesso, grata di tutto, dovevo cedere la mia stella di nuovo al cielo, accettare di tornare ad essere di nuovo cieca, oppure mi sarei bruciata tanto da non riuscire a ritornar integra.
Sapevo dall'inizio che, tornati alla realtà, un noi sarebbe stato impossibile, che dovevo accettare di perderlo, ma faceva così male che il cuore sembrava essersi fermato e lo stomaco imploso in se stesso.
Mi disse che avrebbe provato a convincermi in ogni modo, ma ormai avevo fatto la mia scelta, che, nonostante volesse sembrare altruistica e votata al suo bene o a quello dei fans o dei Bigbang in generale, era per me stessa, per impedire che il mio cuore già lacero si rompesse ancora di più e dovessi soffrire una dolore ancora più grande: accorgermi, un giorno, che il mio posto nella scala del suo cuore era tra gli ultimi.

Decidemmo di vivere i giorni che restavano come un dono e rimandare gli addii, a quel triste venerdì che ci avrebbe divisi per sempre.
Ridemmo, parlammo, scherzammo, pranzammo, cenammo, passeggiammo, ci abbracciammo e ci tenemmo per mano come sempre, sorridenti e fingendo di essere ignari del futuro.
Facemmo l'amore molte volte in quei giorni e ogni volta temevamo potesse essere l'ultima, l'ultimo abbraccio, l'ultimo bacio o l'ultima carezza.
In fin dei conti eravamo consapevoli che la fine fosse vicina, ma ci costringevamo l'un l'altra a non pensarci e a dissimulare che ognuno dei due in effetti ci pensasse ogni istante. Proprio questo ci faceva apprezzare di più ogni istante e ci faceva essere grati di ogni ora, minuto o secondo in cui fossimo insieme.
Qualche volta passavamo il tempo anche insieme agli altri membri, che avevano preso a chiamarci "regal couple", dato che GD era il "re",il "leader" e io la principessa Sissi. Io mi sentivo una vera first lady accanto a lui, come se avessi tutto ciò che desiderassi e sentivo che qualunque cosa avessi potuto sognare, con lui al mio fianco avrei potuto avere tutto, anche la luna o le stelle.
Avevamo promesso di non farci regali materiali, che avrebbero reso ancora più triste la lontananza una volta separati, potevamo donarci solo il nostro amore, solo noi stessi, perciò non ebbi nulla che potesse rimanermi in ricordo di quei giorni d'estate.
Dato che non potevo comprargli nulla, decisi di organizzare una festa indimenticabile per il suo compleanno, che stava ormai arrivando. L'organizzazione mi avrebbe resa impegnata nei momenti in cui ero da sola e, magari, avrei dimenticato che con l'avvicinarsi del 18 agosto si sarebbe avvicinata anche la data della sua partenza.
In realtà dentro me il conto alla rovescia scorreva lentamente, contando i minuti che mi avrebbero portato al giorno peggiore della mia vita.

Il manager aveva organizzato una festa con i membri per quella sera, all'interno di un pub di cui aveva prenotato una sala. La vera festa si sarebbe svolta al loro ritorno in Corea, insieme a altre star e amici che non sarebbero potuti certo volare in Italia.
Il giorno dopo era stato organizzato un party, invece, per tutti i membri, dato che sarebbe stato il quarto anniversario dalla nascita del gruppo.
Io avrei dovuto accontentarmi di vederlo quel pomeriggio e qualche minuto del giorno dopo, che sarebbe stata anche l'ultima volta che avrei potuto stargli accanto. Il mattino dopo un aereo li avrebbe riportati tutti in Corea, e dopo ancora in Giappone, per la promozione del loro nuovo singolo. 
Il sogno era quasi giunto al termine e, al contrario di un sogno vero, conoscevo benissimo l'esatto momento in cui sarebbe finito e potevo prevederne la fine.
Passai la mattina a piangere, mentre organizzavo gli ultimi preparativi, nonostante avessi promesso a me stessa che avrei pianto soltanto dopo averlo perso.
Avevo speso tutti i risparmi di una vita per affittare una piccola baita sull'Etna e comprare festoni e dolcini. Mi ero agghindata per bene, col desiderio che avesse un'ultima immagine di me davvero stupenda: estetista, parrucchiera, truccatrice, avevano tutte fatto un ottimo lavoro per trasformarmi nella ragazza perfetta.
Mi ripromisi che non avrei più pianto e, dopo aver sistemato le ultime cose, lasciai la baita per andare a prendere GD che mi aspettava in una stradina poco distante dall'hotel.
Pregai il cielo che mi permettesse di trascorrere quel pomeriggio con lui senza intoppi, senza che il manager ci beccasse, era il nostro ultimo incontro e speravo fosse perfetto.
Temevo che svoltato l'angolo non l'avrei trovato lì ad aspettarmi o di ricevere all'improvviso un sms o una chiamata in cui diceva che non era riuscito a svignarsela e ingannare il manager, o, peggio ancora, temevo di non avere mai più sue notizie, avendo deciso di evitare gli addii.
Avevo lo stomaco completamente sottosopra già dal mattino per le mille preoccupazioni e il cuore cominciò a palpitare all'impazzata mentre percorrevo gli ultimi metri prima della svolta che mi avrebbe mostrato se GD mi stesse aspettando o meno.
Rallentai, scalai la marcia e, facendomi coraggio con un gran respiro, svoltai l'angolo. Era lì, per fortuna. Fui così grata e felice che avrei voluto piangere, ma riuscii a trattenermi.
Salì in macchina facendo un gran sorriso e mi baciò. Il suo profumo riempì in un attimo tutta la macchina e io ne rimasi inebriata, mentre guardandolo mi resi conto di quanto fosse davvero perfettamente bello e che, nonostante tutti gli sforzi che avevo fatto, non avrei mai potuto raggiungere la sua vetta.
"You are beautiful! I'm a bit embarrassed!" sorrise e cominciò a squadrarmi.
Il mio cuore cominciò a palpitare talmente veloce che credo potessero sentirlo fin in fondo al vicolo e diventai rossa come un pomodoro.
"Thank you.."
Avrei voluto dirgli mille altre cose, ma mi sentivo come quel primo giorno di fronte alla chiesa, come la fangirl con la lingua intrecciata che non ricorda nemmeno il suo nome, quando si trova di fronte al suo idolo.
Mi passarono davanti mille momenti di noi e mi resi conto di come tutto fosse cambiato e stesse per cambiare ancora, purtroppo.
Mi prese per mano, comprendendo i miei sentimenti e interrompendo i miei pensieri.
"Let's go!" esclamai, puntando il dito verso il parabrezza "But first..."
Tirai fuori una benda e gliela misi attorno agli occhi, sghignazzando.
"You are so mean! *É la rivincita per quando ti ho bendata io?"
Continuai a ridere e accesi il motore: iniziava il nostro ultimo romantico pomeriggio insieme.

---

Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!! ù.ù
Vi comunico che la fanfic è quasi finita, mancheranno 2 o al massimo 3 capitoli, perciò preparatevi ai botti finali ;)
Detto ciò, ringrazio ancora tutti i miei lettori e coloro che recensiscono!! ^^
Fatemi sapere come al solito se la storia vi sta piacendo e le vostre opinioni!
Baciiii :*

PS: Piccolo regalino per i miei lettori :)
Un Wallpaper, disegnato da me, dei BIGBANG!! Spero che vi piaccia http://image.forumcommunity.it/4/8/8/2/2/6/4/1398612159.jpg
(Non sò come si mette il link, perciò fate copia e incolla!)
 

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Capitolo 13
*** Sunset Glow ***


Arrivammo sul posto alle 16,45. Alle 19,30 saremmo dovuti ripartire. Avevamo esattamente due ore e tre quarti per amarci.
Avevo programmato di farlo arrivare fino alla baita con la benda, ma, dato il percorso un po' accidentato, non fu davvero possibile, dunque gli scoprii gli occhi ai piedi del piccolo sentiero da percorrere, che conduceva all'entata.
Dal di fuori non era un granché, era solo una piccola casetta di legno tra alberi e rocce, alle pendici della montagna, appena entrati però era tutto diverso.
Al centro della stanza un tavolino reggeva una torta a forma di cuore e dei centrotavola con fiori e cuoricini che facevano pendant con tutti i cuoricini e lustrini che avevo attaccato al soffitto e alle pareti. A destra della porta un piccolo divanetto angolare occupava buona parte della stanza, con davanti un piccolo tavolino, riempito pure questo di cuoricini. A sinistra una grande finestra si apriva al panorama della montagna con i suoi alberi e rocce. Di fronte una piccola porticina conduceva ad una camera da letto,  per cui avevo tentennato varie volte prima di decidermi se preparare con le lenzuola o meno; non volevo sembrare invadente o pervertita, ma d'altra parte era il nostro ultimo giorno assieme. Alla fine mi ero decisa a mettere le lenzuola, ma avevo chiuso la porta, per impedire che lo vedesse. "Se l'occasione avesse fatto l'uomo ladro" mi ero detta, ci saremmo entrati.
Entrando non allontanai gli occhi dal suo volto, per vederne l'espressione. Era triste e felicissimo allo stesso tempo, proprio come me, sicuramente voleva vivere quel momento senza pensare al futuro e si costringeva di apparire solamente felice, ma la tristezza del futuro traspariva dai suoi occhi, come dai miei. Entrambi fingemmo di non accorgercene e continuammo a fissarci negli occhi.
Mi abbracciò sorridendo e mi sussurrò qualcosa all'orecchio:
"*Grazie. È magnifico! Ma... Hai dimenticato qualcosa... Dov'è il letto?"
La mia faccia si tinse di mille colori e sorridendo indicai la porta chiusa di fronte.
"You are so pervert!" mi disse baciandomi e stringendomi in un lungo abbraccio.
Mangiammo la torta e poi mi trascinò direttamente a letto.
Mi fece sdraiare e si lasciò cadere accanto a me dolcemente. Quindi mi guardò dritta negli occhi e cominciò a parlare:
"*Non voglio fare subito l'amore, vorrei stare un po' così, immobile e fissare nella mia mente ogni istante di oggi e catturare la tua immagine di adesso. Sei così bella Sissi, dentro e fuori e vorrei che tutto questo durasse per sempre.
So che non dovremmo pensare che domani sarà l'ultima volta che ci vedremo ed essere felici di questo momento, ma non riesco a non farlo. Spero ancora che tu ci ripensi e venga con me.
Se non verrai il mio cuore soffrirà molto e ti cercherà in ogni fan che sventola la stella luminosa dei Bigbang durante i concerti, nella speranza che lì in mezzo, tra i cartelloni e le grida, ci sia davvero tu, cosicché io possa afferrarti di nuovo e non lasciarti più andare.
Cercherò te ad ogni concerto, ad ogni performance e se ti vedrò prenderò di nuovo la tua mano e staremo insieme. È una promessa.
Ti amo Sissi"
Mi strinse la mano e me la baciò tra le lacrime, mentre io tra i singhiozzi non riuscii a dire nulla.
Ci guardammo fissi nelle pupille per più di un'ora, poi mi abbracciò e mi chiese di fare l'amore per l'ultima volta. Lo strinsi a mia volta e gli dissi che l'amavo e che il mio modo sarebbe crollato una volta divisi, ma che non potevo scegliere altra strada, se non quella della separazione.
Sentii la sua mano farsi spazio tra i bottoni della mia camicetta a pois che avevo abbottonato con il desiderio che fosse lui a toglierli uno per volta.
Ad ogni bottone mi dava un bacio ed io trattenevo una lacrima che altrimenti avrebbe rigato il mio viso che si stava pian piano tingendo di rosso per la voglia di lui che aumentava.
GD fece con calma, come se avessimo tutto il tempo del mondo, come se tra le mura di legno di quella casa fosse racchiusa la nostra eternità.
Finalmente aprì ogni bottone e poi passò ai pantaloncini, che sfilò sempre delicatamente.
Mi sorrise, accarezzandomi le guance e mi persi a guardare quegli occhi a mandorla marroni, che avevo osservato milioni di volte in quelle settimane e che sapevo fra poco sarebbero stati lontani da me, avrebbero guardato altrove ed io non avrei fatto altro che cercarli e ricordare come mi guardavano adesso.
Aspettò che fossi io a spogliarlo e lo feci con la stessa lentezza e delicatezza con cui l’aveva fatto lui. Volevamo imprimere ogni istante nella nostra testa, consci che sarebbe stata sempre l’ultima volta.
Mi lasciai cadere sulle lenzuola e aspettai desiderosa che mi dominasse, che fosse lui a decidere cosa e come fare, affinché mi portasse ad un piacere sempre più intenso.
Si chinò su di me e, dopo un lungo bacio, in cui nessuno dei due osò chiudere gli occhi, con la paura che l’altro svanisse, mi penetrò e mi portò ancora in quel paradiso che sapeva solo di noi.
Senza rendercene conto ci ritrovammo di nuovo a piangere mentre univamo le nostre anime e i nostri corpi per l'ultima volta, consapevoli che non ci saremmo mai più ritrovati.
 
19 agosto 2010. Non aggiornavo il calendario della mia scrivania da giorni, ma quella volta lo feci, con le mani che mi tremavano e il cuore che faceva fatica a battere.
Tra qualche ora avrei rivisto GD per l'ultima volta da vicino, prima che l'aereo del giorno dopo lo portasse via. Finito il party, infatti, mi aveva promesso che sarebbe venuto a prendermi e ci saremmo detti addio su quei gradini dove avevamo parlato il primo giorno che ci eravamo conosciuti.
Non avevo la forza nemmeno di controllare l'orologio, ne’ mi rendevo conto del tempo che passava, il mio cuore faceva così male che mi chiedevo se non fosse stato meglio evitare l'addio e restarmene a casa.
Ritrattai più volte la decisione di scendere o meno, ma quando il mio cellulare squillò, per indicarmi che GD mi stava aspettando di sotto, l'unica cosa che riuscii a pensare era che volevo vederlo, anche se sapevo bene che sarebbe stato doloroso.
 
Arrivammo alla scalinata senza dirci nemmeno una parola, soltanto tenendoci per mano e ricordando e rivivendo ogni momento passato di quella magnifica estate.
Ci sedemmo, mentre le lacrime continuavano ad appannarci la vista e rendevano sempre più difficile parlare.
Rimanemmo in silenzio tutto il tempo, stringendoci sempre più forte le mani, con la paura che uno dei due se ne fosse andato per primo, guardando fisso il contorno delle case di fronte a noi, mentre il sole calava e colorava tutto di un triste arancione.
Tra le luci del tramonto l'unica cosa che riuscimmo a dirci prima di lasciarci fu:
"Sarang hae".


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Salve cari lettori!! Eccomi con il nuovo capitolo!!
Spero di poter aggiornare la settimana prossima, perché nel fine settimana avrò molto da fare e non so se ci arriverò .-.
Comunque per adesso godetevi questo capitoletto! Come al solito vi ringrazio per essere passati e vi sperro che vi sia piaciuto!! :)
Bacii

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Capitolo 14
*** Love Song ***


Erano passati molti mesi da quell'addio e il mio cuore faceva ancora male, batteva ancora lento, non riuscendo a ricordare cosa significasse battere per conto suo.
Ogni volta che vedevo quei poster appesi alle mura della mia cameretta il dolore era ancora più forte, ogni volta che mettevo in play un CD dei Bigbang e sentivo la sua voce, delle fitte tremende al cuore mi impedivano di non piangere.
Ci eravamo promessi di cancellare tutte le foto fatte assieme, ma io non l'avevo fatto. Le guardavo qualche volta e rivivevo quei giorni di magia.
Pian piano il mio cuore, però, si stava rassegnando a poco a poco.
Avevo sperato che una volta tornato sul palco avrebbe scritto e cantato qualcosa per me, che mi pensasse e mi amasse ancora. Ma nulla.
Nessuna canzone degli ultimi 2 album usciti rispecchiava la nostra storia, tra l'altro non c'era stata alcuna chiamata, alcun sms, alcuno squillo.
Era come mi ero immaginata e mi stavo rassegnando sempre più. Nonostante ciò, il mio cuore continuava a battere e far male per lui, così avevo evitato di comprare l'ultimo album uscito qualche giorno prima e non avevo ascoltato le nuove canzoni. Non visitavo il sito di Bigbangupdates da mesi e non controllavo il loro canale di Youtube da ancora di più.
Ero tornata alla mia vita prima di loro, era doloroso, ma al momento non riuscivo a sentire la sua voce cantare.
Avevo studiato ancora di più in quei mesi, per impedirmi di pensare troppo e avevo evitato di uscire troppo, per non dover vedere i luoghi in cui eravamo stati assieme. Piano piano mi dicevo che avrei ripreso a vivere, ma mi serviva ancora un po' di tempo. 
I miei amici continuavano a chiedermi cosa avessi e io evitavo le domande avanzando scuse e scaricando la colpa sull'università.
Quella mattina mi ero svegliata tardi, dato che non avevo lezione, e mi ero fiondata subito sui libri senza pensare a nulla.
I miei genitori erano entrambi a lavoro ed ero sola in casa. Il silenzio della cameretta era interrotto qualche volta dai venditori ambulanti che passavano o da passanti rumorosi.
Ad un tratto suonarono al citofono. Non feci troppa attenzione a chi potesse essere e alzai la cornetta per chiedere chi fosse.
"Signora, sono il postino. C'è un pacco per Rossana Bosco".
aprii infastidita e scesi per firmare la ricevuta del pacco.
"Ecco a lei. Buongiorno"
Il postino mi lasciò un pacco delle dimensioni di un libro, indirizzato a me. Nel campo del destinatario non c'era scritto niente, solo una piccola coroncina disegnata.
Il mio cuore sussultò e stentai a risalire le scale con l'ansia di aprire il pacco e scoprire se davvero la mia deduzione fosse giusta, se davvero l'avesse inviato GD.
Le mie mani tremavano frenetiche, timorose di cosa potesse esserci dentro, timorose di una delusione. E se non fosse suo? E se fosse suo per informarmi che avesse un'altra? La canzone "Cafè" dell'album "Tonight" mi aveva dato non pochi crucci su cui riflettere all'uscita del disco, dato che GD aveva dichiarato di averla scritta dopo essere stato lasciato da una ragazza in un bar. Per noi non era stato così e io odiavo il caffè tra l'altro, lui lo sapeva bene. Questo doveva indicare che era stato con un'altra.
Alla fine aprii il pacco.
C'era una lettera scritta da lui e l'ultimo album, lo "Special Edition", con copertina bianca e teschio verde.
Perché l'aveva fatto? Perché l'aveva mandato a me?
Presi un respiro profondo e cominciai a leggere la lettera:

"*Ciao Sissi,
Come va? Spero tutto bene... Dovrei dirti questo, credo, se questa fosse una lettera qualunque...
Ma non è una lettera qualunque.
Questi mesi sono stati un po' difficili per me e all'inizio avrei voluto chiamarti qualche volta, ma poi non l'ho fatto.
Credo per te sia stato lo stesso, non è vero? Del resto, avevamo promesso...
Sicuramente avrai sentito i nostri album precedenti e spero non sarai rimasta delusa dal fatto che non ci fosse una canzone per te, ma non ho avuto la forza di inserirla subito, così ho scritto canzoni su amori che non fossero il nostro, aspettando il momento di avere il coraggio di affrontare il blocchetto e la penna per scrivere di noi.
Ho scritto le altre canzoni ispirandomi ad altri (anche se ho dovuto dire il contrario per promuovere il CD) ma qui ho messo la nostra canzone, anzi la tua.
In realtà l'ho scritta per dirti addio, ti lascerò andare piano piano ogni volta che la canterò tenendo tra le mani il microfono, continuando però a cercarti tra la folla dei fans, come ti avevo promesso.
Credevo davvero di non riuscire a farcela senza te, ma alla fine mi sono ricreduto. Credo che tu avessi ragione. Il palco ci avrebbe allontanati ed io ti avrei fatta soffrire. Avrei messo il mio sogno al primo posto e ti avrei trascurata, perciò ti ringrazio di avermi lasciato partire e ringrazio il cielo di non averti portata qui o ti avrei dato troppo dolore.
Chissà, forse tra qualche anno sarò diverso e crescerò e riuscirò a far rivivere questo amore, che resterà sempre saldo dentro me, per questo spero e spererò sempre di poterti rincontrare, Sissi.
Ti prego ascolta il CD. La canzone che ho scritto per noi è la title track, Love Song, ti ho scritto anche la traduzione in inglese, perché so che non la capiresti, ed è davvero importante che tu comprenda anche le parole.
Ti amo Sissi. Ti amo ancora.
Addio."

Tra le lacrime, misi in play il CD e ascoltai quella canzone un migliaio di volte di seguito, non riuscendo a trattenere i singhiozzi, grata di essere sola in casa e non dover dare spiegazioni ai miei.
Decisi che anch'io l'avrei lasciato andare piano piano, come aveva detto, tenendomi la mano al petto, per evitare che il cuore potesse frantumarsi nel leggere le parole scritte nella traduzione.
I suoi, o meglio, i nostri sentimenti contrastanti erano perfettamente esplicati nel ritornello che si spezzava tra l'addio e il desiderio di tornare insieme.
Quando i miei occhi non riuscirono più a piangere, stesa sul letto, stringendo quella lettera e la copertina dell'album, caddi in un sonno profondo, sognando di riabbracciarlo.

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Come vi avevo già anticipato, la settimana scorsa non ho potuto aggiornare purtroppo...
Comunque ecco qui il nuovo capitolo, ma dato che manca solo l'ultimo, che ho già scritto e che è piccolissimo, ho deciso di postarlo oggi stesso, assieme a questo, così non morirete di crepacuore aspettando il finale (ah quale...!)
Comunque che fate ancora qui???
Correte a leggere!! ^^

PS: Come al solito commenti e recensioni sono graditissimi! Baciii

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Capitolo 15
*** My Song ***


Presente. 29 febbraio 2012. Sono passati ancora parecchi mesi dal giorno in cui ho ricevuto quel pacco e mi trovo qui a concludere questa pagina di diario.
Ho voluto riscrivere tutto quello che è successo tra noi, per poterlo rileggere un giorno, quando finalmente, forse, il mio cuore troverà pace e non lo amerà così tanto.
Ho ricominciato a seguire i successi dei Bigbang come una fan.
I giorni in cui mi vedevo come la ragazza di GD sono lontani, e non ho più ricevuto, ne’ sperato di ricevere un'altra canzone tutta mia.
Ho deciso di andare avanti, anche se in realtà non credo che riuscirò mai a lasciarlo andare del tutto.
Domani, comunque, partirò con l'aereo: destinazione Seoul.
Ho comprato un biglietto per il Big Show del 2 marzo.
Mentre tutte le fan urleranno di amarlo da tutti i lati dello stadio, io in silenzio griderò il mio amore per lui nel mio cuore, sperando che mi veda e senta cosa voglio dirgli, e, trattenendo le lacrime, lo guarderò da lontano.
 
 
FINE.



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Ed ecco anche l'ultimo capitolo T.T
E' stato bello condividere questa storia con voi, che all'inizio era nata un po' per gioco...
Comuque ho voluto scrivere questo finale perché ho voluto scrivere una fanfic, nei limiti del possibile, molto vicina alla realtà.
Non è un vero finale in realtà e può essere visto sia come triste, che come felice, perché è pur sempre possibile che Ji abbia mantenuto la sua promessa e abbia visto Sissi tra la folla e l'abbia riabbracciata e vissero felici e contenti...
Oppure chissà... Ji è voluto rimanere single in attesa di una di noi!! (sogna sogna...) 
Cooomunqeeee... fatemi sapere le vostre impressioni, i vostri commenti, le vostre lamentele (speriamo non ce ne siano!), o il vostro finale alternativo...
Tantissimi baci e grazie a tutti coloro che hanno letto la storia, grazie a
blackjoker94
Kuroharu 
tinabolu
Shally99
per aver recensito la storia,
grazie a
blackjoker94
_illa_
per aver inserito la storia tra le seguite,
grazie a
Sakuraharuno94 
Shally99 
per averla inserita tra le preferite!!!
Grazie a tutti e tanti baciii!! ^^
Alla prossima... forse .-.

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