C'ero anche quando non sapevo di esserci

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sono qui per voi ***
Capitolo 2: *** Destino ***
Capitolo 3: *** Io e te, qualunque cosa accada ***
Capitolo 4: *** Rimorso ***



Capitolo 1
*** Sono qui per voi ***


Nella breve esperienza di Castiel come essere umano, c’erano state diverse emozioni belle che aveva potuto sperimentare. Non solo il sesso. Aveva provato tutta quella gigantesca emotività, l’empatia verso gli esseri umani che gli dava così un senso di completezza quando era un angelo, scopri che quando sei umano invece di farti sentire felice, diventa una cosa distruttiva. Gli esseri umani non riescono a gestire un simile sovraccarico di emozioni così intense, se ne lasciano sopraffare, e incapaci di controllarle, cercano di respingerle, per proteggersi, finendo solo per accartocciare sé stessi. Si stupi di quanta empatia potesse provocare tra gli esseri umani….una morte sconosciuta. Ma tra tutte le altre cose, una cosa che l’aveva affascinato davvero tanto, e che non gli aveva mai prestato troppa attenzione, era il CIBO.

Certo sapeva da sempre che gli esseri umani usavano spesso il cibo come compensazione, consolazione….la maggior parte delle volte credevano di rispondere ai bisogni del loro corpo, quando invece era la loro ANIMA che aveva fame; affamati d’amore, gli esseri umani farebbero qualunque cosa pur di non dover sentire quel vuoto
 
Castiel credeva di sapere tutte queste cose. Sono tra le regole basilari che ti insegnano sugli esseri umani. Per capirli. Conoscerli meglio.

Tutte quelle volte che ne aveva sentito parlare, aveva sempre annuito, dicendo che capiva come ci si sentiva.

In realtà aveva creduto davvero di saperlo. Ma forse lo capiva veramente solo adesso.

 Dopo aver perduto la sua grazia.

Rifugiarsi nel cibo era….incredibile. ti impediva di pensare. E nel periodo in cui Dean lo aveva cacciato dal bunker dei letterati, senza neanche una spiegazione, aveva cercato consolazione in esso. Poteva capire perché gli esseri umani nutrivano una folle passione e una ancor più pericolosa dipendenza da esso.
 

Ora però quelle sensazioni erano svanite. Dal momento in cui Castiel era ritornato un angelo, non riusciva più ad assaporare il cibo come faceva prima, e questo era…..FRUSTRANTE, perché così non aveva modo di distrarsi dal gigantesco casino che era piombato addosso a loro, come una grandine. Sam era a pezzi, Dean se n’era andato chissà dove, e Gadreel…..solo ripensare a quell’angelo….era stata tutta sua la colpa di quell’immane casino…..

Non poteva pensarci. Afferrò delle fette di pane e prese il burro d’arachidi e la gelatina d’uva. Forse se non si soffermava sul gusto, poteva ancora fare effetto.
 

Pochi minuti più tardi Arrivò Sam chiedendo a Castiel cosa stesse facendo, dal momento che l’angelo stava facendo delle smorfie disgustate cercando di inghiottire alcuni morsi dal panino che stava mangiando
 

“Sam, è disgustoso. Sento tutte le molecole”

“Di cosa?” chiese Sam vagamente allarmato

“Quando ero umano mi piaceva il sapore del cibo. In particolare il burro d’arachidi con la gelatina d’uva. Ora ne sento ogni molecola”

“Ma non nel loro insieme, vero?” chiese Sam assaggiandone un po’

Castiel decise che non aveva più voglia di continuare quella conversazione

“Vieni, Sam. Dobbiamo continuare la guarigione”
 
 
Le cose erano più complicate di quello che credeva Castiel inizialmente; in Sam era rimasta ancora qualche rimasuglio della grazia di Gadreel. All’inizio aveva cercato di far ragionare Sam sull’importanza di chiamare Dean, ma il giovane Winchester non aveva voluto saperne. Testardi esseri umani. Ora rimaneva solo da cercare di togliere quella cosa dentro Sam senza fargli del male, e magari usare anche questa cosa a loro vantaggio per rintracciare Gadreel.
 

Cercò qualcosa tra i libri del bunker che potessero essere loro utili. Dopo alcune ricerche credette di aver trovato qualcosa….

“ e colui che è passato , rimarrà, e chi rimane, sarà colui che è passato”

“Cas, che significa? Cas?” chiese Sam
 

Ma Cas non stava più ascoltando. La sua mente si era persa altrove
 

In un tempo lontano
 
 
 
 



1978

Una ragazza bionda, molto giovane e bella stava guardando una culla teneramente. Era in avanzato stato di gravidanza.

“Dici che si sentirà a suo agio ? non è troppo vicino al termosifone?” chiese la donna preoccupata

“ Se credi, possiamo sistemarla da un’altra parte” disse l’uomo con i capelli scuri abbracciando la donna e sbuffando esasperato, ma sorridendo

“ma poi non saprò dove appoggiare la statuetta dell’angelo che ho comprato stamattina” disse la donna

“com’è dolce la mia donna.” disse lui attirandola a sé in un bacio

Mary Winchester baciò il marito sussurrandogli poi: “ me ne sono trovata inspiegabilmente attratta”
 
“Dormi bene Dean. Gli angeli vegliano su di te” disse Mary accarezzandosi la pancia



Castiel senti un inspiegabile calore dentro di lui, e non riusci a capire a che cosa fosse dovuto. Chiese spiegazioni a un angelo che era appena tornato da una delle sue missioni sulla Terra, che gli disse che gli angeli custodi riferiscono spesso di queste sensazioni. È come ci si sente quando uno dei loro protetti avevano bisogno di lui.

“Ma io non sono un angelo custode… non ho dei protetti…” disse Castiel confuso

“Già….beh adesso se vuoi scusarmi, Castiel, ho un po’ da fare…

“Aspetta!” disse, e l’altro angelo sbuffò esasperato

“ripetimi ancora come funziona. Scegliamo sempre noi i nostri protetti o…..”

“in alcuni casi, si, ma a volte, sono loro a scegliere te”

“Com’è possibile? Gli esseri umani non sanno della nostra esistenza”

“ ci scelgono senza saperlo. Spesso ancora prima di nascere. Ma non puoi capire davvero fino a quando non capiterà anche a te. Avrai bisogno di un corpo però ” osservò l’angelo prima di andarsene

Ma Castiel non stava più ascoltando, in parte bloccato ancora sulla frase “spesso ancora prima di nascere”

Non era sicuro di cosa volesse dire o di cosa avesse capito, ma non potè fare a meno di sorridere
 
 
 
 



“Cas, mi senti?” chiese Sam schioccandogli due dita davanti al viso
 
“Eh ? cosa? Si, sono qua. Stavo pensando a….. a cosa fare! Dobbiamo togliere la grazia che è rimasta dentro di te, Sam”

Sam cercò di non lasciar trasparire il suo nervosismo. “E il fatto che sia dentro di me….. è un bene o un male?” Sam non voleva credere a quante cose erano entrate dentro di lui in tempi così ravvicinati l’uno dall’altro, cercò di reprimere l’impulso di vomitare.

“La grazia in sé è innocua, ma potrebbe essere utile…. “ disse Castiel prendendo altri fogli

“Secondo quanto dice qui, potremmo utilizzare la Grazia che rimane dentro di te, per rintracciare Gadreel…. Ma è pericoloso” disse Castiel. “Molto pericoloso” aggiunse guardando Sam.

“Faremo tutto quello che è necessario” disse Sam che ne aveva abbastanza di sentirsi contaminato.
Castiel acconsenti
 

“Funziona?” disse Sam dopo un po’ stringendo i denti. La siringa che lo  penetrava nel collo faceva davvero male

“Si” disse Castiel con tono desolato

“Però?” chiese Sam, cui non era sfuggito il tono che aveva usato
 

“Sam, avrò bisogno di più grazia per l’incantesimo…e per ottenerla devo…spingere l’ago più a fondo….”

Sam aveva paura ma non voleva darlo a vedere. “Ok. Fallo”

“Sam, se mi avvicino troppo….”

“Dannazione, Cas. Fallo e basta” Castiel stava rendendo tutto più difficile

Castiel obbedi e all’improvviso il corpo di Sam prese a contorcersi convulsamente, mandandogli bagliori e lampi di cose che non credeva di poter ricordare. Di cose che aveva fatto gadreel quando sam era incosciente.

“Cosa diavolo è stato?” disse sam ormai senza più premurarsi di nascondere la paura

“Il tuo corpo sta tornando allo stato in cui era prima di Gadreel”

“Abbiamo abbastanza grazia per l’incantesimo?” chiese sam scongiurando silenziosamente per un si.

“Sam…”

“Si o no, Cas?”

Castiel guardò la siringa e sospirò : “no”

Sam si senti sopraffare ma disse lo stesso a Castiel di continuare
 

Castiel obbedi ancora una volta, ma poco dopo lo richiamò. Doveva accertarsi che non collassasse. “Sam. Sam!”

“Continua” disse sam tra gli spasmi

“Perché?”

“Dobbiamo…trovare Gadreel”

“No…..perchè i Winchester corrono incontro alla morte?”

“Non fermarti” Disse sam cercando di spingere più a fondo l’ago. Castiel lo guardò sorpreso al massimo.

“Sam! Quando ero umano, sono morto, e questo mi ha fatto capire quanto sia preziosa la vita e come debba essere protetta ad ogni costo, perfino….una vita  da testardi come quella dei winchester"

“La mia vita non vale più di quella di chiunque altro. Non più della tua, o di quella di Dean. O di Kevin”
  Al nome di Kevin, Castiel capi una volta di più cosa rattristava le anime degli esseri umani, sottraendo loro resistenza e nutrimento vitale
 

“Ti prego… ti prego, aiutami a fare almeno una cosa giusta”
 

Quelle parole lo riportarono di nuovo indietro nel tempo………
 
 
 




 

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Capitolo 2
*** Destino ***


2 Aprile 1988  Laurence. Kansas.
 

Castiel  non era Più al bunker, o forse si, lo era ancora….. ma allo stesso tempo era….altrove…. era come se fosse stato catapultato in un sogno, ma aveva come l’impressione che non fosse un suo sogno…..
 

Si trovava dentro una casa che gli sembrava di riconoscere. Al suo interno una donna anziana colpiva con pugni disperati una porta davanti di lei.

“JIMMY! LA MAESTRA MI HA DETTO CHE HAI SALTATO LE LEZIONI PER TUTTA LA SETTIMANA? DOVE SEI STATO? “

Se c’era qualcuno dall’altra parte della porta, non dava segno di aver sentito, o di aver intenzione di aprire
 

“Mi ha fatto vedere i voti che hai preso ultimamente. Mi ha detto che se non migliorano, rischi la bocciatura.” Disse la donna sconsolata

“ Tu non sei il classico ragazzo che non ha voglia di studiare o che salta le lezioni per andare a fare il teppista in giro…tu sei un ragazzo intelligentissimo, jimmy…. Hai una testa pazzesca, la scuola ti piace, hai sempre preso bei voti, tu non sei quel genere di ragazzo, quindi non essere quel genere di ragazzo” lo supplicò la donna. “

“Apri la porta, jmmy, parla con me…”

La porta rimase ostinatamente chiusa
 

“Io…..mi sento così sola , da quando Arianna….” Disse la donna gemendo, e Castiel ebbe per un attimo il presentimento che sarebbe caduta, e senti l’impulso di sorreggerla, ma nel momento in cui fece per prenderla tra le braccia, la donna si rialzò all’improvviso e camminò attraverso di lui, sorprendendolo non poco.
 

Castiel si voltò, guardando la donna allontanarsi a bocca aperta. Aveva percepito tutto il suo dolore quando gli era passata attraverso, come un fantasma. Ma c’era di più: quando menzionò questa Arianna, gli sembrò di sentire un piccolo singhiozzo attraverso la porta.

Pensò velocemente: se la donna era appena passata attraverso di lui, forse, in qualunque luogo si trovasse adesso, in qualunque tempo, era come uno spettro. E forse se la donna era passata attraverso lui, lui poteva passare attraversare gli oggetti

Fece una prova chiudendo gli occhi e facendo dei passi avanti. Un attimo dopo era passato attraverso la porta.
 

Si trovava in una cameretta, dove, un ragazzino che avrà avuto all’incirca 12 o 13 anni sdraiato sul letto, stava singhiozzando piano con la testa premuta contro il cuscino. A Castiel fece una grande tenerezza.

Cercò di entrare in sintonia con la mente del bambino, che gli rimandò una sola parola ripetuta più volte. Perduti. Perduti.

Castiel non capiva ancora….era evidente che il bambino aveva subito una grave perdita che l’aveva scosso enormemente. Si concentrò più profondamente per cercare di vedere quello che vedeva lui.
 
 
 
 



Vide lo stesso bambino che stava piangendo sul letto, ora a una festa. Avverti il suo disagio, la sua voglia di tornare subito a casa. Lo vide prendere il telefonino e chiamare i genitori, e supplicarli di venirlo a prendere
 

“Oh, Jmmy, è normale che ci sia un po’ di confusione. Ti ci abituerai, vedrai, ti farai degli amici. Non vuoi farti degli amici?”

“Questo è un mattatoio, mamma. Io non voglio starci. Per favore venitemi a prendere”

Castiel ascoltò le insistenze da ambedue i lati, per poi vedere il sollievo sul volto del ragazzino. I genitori avevano acconsentito a venirlo a prendere.

“Grazie." disse lui
 

La scena cambiò. Vide un tremendo incidente d’auto, i pompieri che tiravano fuori lo stesso bambino piangente dalla macchina in fiamme.
 
 


E poi la scena cambiò di nuovo. Il bambino era su un letto d’ospedale e sentiva un medico parlare a un’infermiera, in corridoio

“Per i genitori purtroppo non ho potuto fare nulla, ma per fortuna, Jimmy, il loro unico figlio è scampato miracolosamente all’incidente”

Sulla guancia del bambino scivolò una lacrima sul viso.

Anche Castiel stava piangendo. Ora ricordava quel giorno. Aveva assistito anche lui all’incidente, ma senza un corpo, non poteva fare nulla. Per i genitori non c’era più nulla da fare, ma cercò di fare qualcosa almeno per il bambino. Stava morendo anche lui, e Castiel guarì le ferite e le ustioni più gravi e aspettò che arrivassero i pompieri. Rimase col bambino fino a che non arrivarono, poi se ne andò.
 

Le visioni scomparvero. Ora Castiel era di nuovo nella stanza. Aveva come la netta sensazione che quelle visioni fossero finite solo per lui, nel caso di jimmy invece, continuavano a ossessionarlo
 

Si, perché adesso aveva riconosciuto chi fosse quel bambino. Era jimmy Novak.
 

Castiel sapeva chi fosse Jimmy quando gli chiese di diventare il suo tramite. Forse inconsciamente era rimasto legato a lui da quando gli aveva salvato la vita….aveva sentito parlare della connessione che si può stabilire tra un angelo e un essere umano, quando questo gli salva la vita. Si parla sempre di quanto gli esseri umani hanno bisogno degli angeli, non si parla mai di quanto a loro volta gli angeli diventano dipendenti dallo speciale legame che si crea con loro. Ed è una cosa che non si sapeva, perché gli angeli hanno sempre fatto in modo che restasse una cosa segreta; se gli esseri umani fossero venuti a conoscenza di questo, sarebbero potuti apparire deboli ai loro occhi, oppure viceversa avrebbero potuto finire per approfittarsene, ricattarli, o pretendere la loro protezione in ogni momento, nel peggiore dei casi avrebbero potuto pretendere LORO di fargli da protettori, trattandoli da amici, e questa era una cosa che non doveva assolutamente succedere. Gli angeli dovevano essere visti come un’entità al di sopra di qualunque debolezza, di qualunque male, dovevano essere i protettori di luce, portare consolazione nelle ferite dell’uomo, non essere consolati.  Gli esseri umani non dovevano vedere gli angeli come delle creature capaci di essere ferite; si sarebbero sentiti privati del loro punto di riferimento più grande, e cosa ancor più importante, i loro nemici avrebbero visto negli angeli questa debolezza e l’avrebbero usata a loro vantaggio.

Andare con la mente a Dean era fin troppo facile, a partire da quando aveva salvato la sua anima dannata all’inferno, non aveva fatto altro che lasciarsi coinvolgere

Arrivo sempre quando mi chiami” gli aveva detto una volta. Castiel detestava il tono miserevole che ne era uscito

Io ho rinunciato a tutto per te. A tutto. Ti sembra questo il modo di ripagarmi?” gli aveva sputato in faccia una volta. Oh, era risuonato così debole quella sera. Chissà che cosa aveva pensato Dean di lui, quella volta.
 

Castiel ricordò come anche durante il suo periodo nero con i leviatani appari debole.

“Avete dubitato di me, ma alla fine avevo ragione io”
 

 Dean gli disse: “Senti, ultimamente non siamo andati d’accordo ma una volta eravamo come una famiglia, io sarei morto per salvarti, e per poco non è successo. Credo di contare qualcosa per te. Ti prego, ho perso lisa, ho perso ben, e ora anche sam. Non voglio perdere anche te. Tutta questa roba non ti serve più. Liberatene prima che ci uccida tutti”

“Lo stai dicendo perché ho vinto io, perché sei spaventato.” Dean quella volta capì perfettamente cosa Castiel aveva bisogno di sentirsi dire, cioè che fosse importante, e Castiel non fece altro che confermargli quella debolezza, con quella risposta
 

“Cas, so che sei li, so che puoi sentirmi. Noi siamo una famiglia. Abbiamo bisogno di te. Io ho bisogno di te”

Devi scegliere, Castiel. Noi o loro.” Disse Naomi

E Castiel scelse.

 Lo aveva guarito. Dean sapeva che erano state le sue parole a spezzare l’incantesimo, ma finse lo stesso di non sapere cosa lo avesse rotto. Castiel gliene fu grato.
 

Si accorse appena in tempo che Jimmy si era alzato e stava per uscire, e tutto mentre lui stava li a sognare a occhi aperti. Si affrettò a raggiungerlo.

Jimmy era dilaniato dai sensi di colpi. Riusci a sentire ancora qualcuno dei suoi pensieri

“È stata tutta colpa mia. Sono morti perché io non potevo stare qualche ora in più a quella stupida festa. È ME che Dio voleva punire. Non loro. Se non fossero venuti a prendermi…….

sangue…..c’è sangue ovunque ed è nelle mie mani….”

Castiel ebbe un altro doloroso flashback.
 

“C’è sangue ovunque….ed è sulle tue mani….” Gli aveva detto Naomi.

Non si era mai sentito così in comunione con il suo tramite, come ora….

Avverti dei dolorosi sensi di colpa. Salvando il piccolo Jimmy aveva creduto di fare del bene e invece aveva aumentato le sue sofferenze…. Era crudele pensarlo, per non dire blasfemo, ma forse avrebbe fatto meglio a non fare nulla? A lasciare che il destino seguisse il suo corso?

In quel momento non era solo il piccolo Jimmy a camminare con il cuore spezzato…

Continuò a seguire il piccolo Jimmy dentro un supermercato, chiedendosi se stesse facendo la cosa giusta ad assecondare questi ricordi, frammenti di sogno che non appartenevano neanche a lui….Sam aveva bisogno di lui, doveva impedirgli di mettere a conclusione le sue manie suicide, e lui cosa faceva? Frugava in una mente non sua.....a cosa poteva servire? A CHI poteva servire che lui fosse li in quel momento? Quello che era stato, era passato. Non c’era niente che poteva fare più per cambiare le cose
 

All’improvviso vide il piccolo jimmy aggrottare la fronte. Sembrava che avesse sentito qualcosa. Un pianto, si. Era un pianto di bambino. Ora lo sentiva anche lui. Sorpreso si mise a seguire jmmy che a sua volta procedeva spedito in direzione del pianto.

Si fermò davanti a una cabina per provare il vestiario. Il pianto sembrava provenire da li.

“C-c’è qualcuno?” chiese jmmy incerto prima di aprire piano la cabina

Quello che vide, sorprese non poco entrambi. All’interno, un bambinetto che non avrà avuto più di 4 o 5 anni se ne stava seduto per terra rannicchiato al muro tenendosi le manine sulle ginocchia. Piangeva.

Jimmy non era mai andato pazzo per i bambini. Urlano, strepitano, fanno casino, fanno i capricci, fanno un sacco di rumore…. ma quando vide quel bambino così piccolo, così indifeso e spaventato piangere in quel modo, gli mise subito una mano sulle piccole ginocchia. “Ehi, piccolo. Che ci fai qui tutto solo?”

“Perso” disse il piccolo sobbalzando un pochino, all’arrivo di Jimmy

Jimmy cercò di ignorare la voce martellante che gli diceva “perduti, perduti” . senza pensarci troppo prese il piccolo tra le sue braccia, che molto docilmente gli aveva circondato i fianchi con le gambe, lasciando che lo prendesse in braccio.
 


“Ti sei perduto eh? Adesso ti aiuto a ritrovare la tua mamma e il tuo papà, sta tranquillo” gli disse Jimmy cercando di tranquillizzarlo

“La mia mamma non c’è più. È morta” disse il piccolo

A quelle parole Jimmy ebbe un brivido di freddo. Castiel aggrottò la fronte.

“Mi dispiace…anche io ho perso qualcuno…i miei genitori…è triste…rimanere soli….” Gli disse Jimmy dispiaciuto

“io non sono solo…ho mio padre e mio fratello con me”

Jimmy guardò il bambino, sorpreso e un po’ sollevato. Sorrise. “sono contento. Adesso andiamo a trovarli, ok? Saranno preoccupati” disse rimettendolo giù e tenendolo per mano

“a volte mi sento in colpa” disse il bambino

“per cosa?” chiese jimmy, e un altro brivido lo percorse lungo la schiena

“ c’era il fuoco…tanto fuoco….se la mia mamma non fosse stata nella mia stanza quando c’era il fuoco, il fuoco avrebbe preso solo me. Non avrebbe preso lei.”

Incendio. Pensò Jimmy.
 

Sam. Pensò castiel. Sei davvero tu.
 

“forse il fuoco voleva me, e poi lei è arrivata, e ha cercato di portarmi via, e il fuoco ha preso lei!” disse agitato il bambino ricominciando a piangere

“No! No! Chi ti dice queste cose? Ascoltami. NON è COLPA TUA. Non lo è, mi hai sentito? A volte accadono delle cose brutte, e noi…ci sentiamo in colpa pensando che è colpa nostra, ma non lo è. Non devi sentirti in colpa per tua madre, mi hai capito? Lei non vorrebbe che ti senti in colpa, lei ti amava tantissimo e sono sicuro che…..” jimmy dovette fermarsi un attimo per arginare il groppo che sentiva in gola.

“sono sicuro che dal paradiso è felice di vedere che sei  vivo e che stai bene” disse le ultime parole tenendosi una mano sugli occhi. Non credeva di riuscire a dire certe cose. Erano TROPPO per un ragazzo della sua età. Non era neanche consapevole di pensarle fino a quel momento

Ma funzionarono. Sam non disse niente e si limitò a piangere più forte aggrappandosi ai suoi jeans , ma jimmy lo prese come un segnale positivo. Stava sfogando la tensione. Se tutto sarebbe andato bene, non si sarebbe più sentito in colpa per questo. Oh certo , di altre cose magari si. Conosceva quel bambino da solo cinque minuti ma aveva come l’impressione che aveva un temperamento incline ai sensi di colpa, che poteva farsi solo più accentuato col passare degli anni.

Ma questo non sarebbe stato un suo problema, pensò jimmy sollevato da questa certezza

Castiel inarcò le sopracciglia fino a farle scomparire. Ripensò alla conversazione di poco prima con sam al bunker, a tutti i discorsi che fece sul bisogno di redimersi, chiedendo a castiel di aiutarlo a fare almeno una cosa giusta, sul fatto che la sua vita umana non valesse più di quella di Dean, di castiel o di kevin – e castiel sapeva che in realtà si era trattenuto dal dire, che la sua vita non valeva affatto – e sorrise
 

Stavano ancora camminando, quando un altro bambino un po’ più grande li vide e gridò “Sam!”

Sam si girò di scatto e ebbe appena il tempo di voltare la testa che fu quasi seppellito dalle braccia del più grande.

“Ero così preoccupato. E anche papà. Ti abbiamo cercato dappertutto” disse Dean. “Ma….Sam, hai pianto?  Cosa gli hai fatto??.” Disse minaccioso all’indirizzo del povero Jimmy, che nonostante tutto sorrise

“Ehi…non gli ho fatto niente, tranquillo. Il tuo fratellino piangeva perché si era perso” cercò di tranquillizzarlo

“Oh…mi dispiace tanto, sammy.  Adesso ti riporto da papà, vieni….”

Prima di andarsene si girò a guardare jimmy, che fece un cenno con la testa sorridendo. “Grazie” gli disse.

Sam lo segui masticando il pezzetto di caramella  che si era messo in bocca da un po’, ma all’improvviso si bloccò tenendosi una mano alla gola

“Sam?” chiese dean vagamente allarmato

Jimmy stava già andando via, ma si fermò, e anche CAstiel.

“SAM!” disse di nuovo dean più forte, vedendo che sam si teneva la gola con entrambe le mani e tossiva

“Sam, respira. Respira!” disse dean cercando di scuoterlo. Jimmy lo raggiunse subito e mise dean da parte.  Dean con la sua inesperienza da bambino rischiava di uccidere Sam.

Sapeva qualcosa di casi di soffocamento da cibo. Sua madre lavorava al pronto soccorso

“Per favore, fai qualcosa!” disse Dean disperato e sull’orlo delle lacrime

Incredibilmente erano in un punto in cui non passava nessuno. La vita di quel bambino dipendeva letteralmente da lui. 
 

“Per i soggetti di bassa età  dovete sistemare il bambino sulle ginocchie a testa in giù e colpire con la mano aperta la schiena del  soggetto” ripassò mentalmente con frenesia

Jimmy prese il bambino e lo mise sulle sue ginocchie, mentre Castiel e dean osservavano  con attenzione

Jimmy diede delle pacche prima lievi sulla schiena di sammy, poi un po’ più forte; si disse che non doveva aver paura di fargli male. Doveva liberare l’ostruzione.

Gli diede 3 o 4 pacche e sammy tossi , poi  sembrò rilassarsi. Dean fece un sospiro tremante, assieme a castiel, sebbene sapeva benissimo che sammy chiaramente sarebbe sopravvissuto.

Il piccolo dean abbracciò subito il suo fratellino. “D’ora in poi niente più caramelle!” poi si rivolse a Jimmy.  “Chi sei? un angelo?” gli disse .

Jimmy lo guardò molto sorpreso. Non era mai stato molto religioso, e dopo l’incidente dei suoi, ancora meno.
“Io non sono un angelo” disse

Io non sono un angelo. Non più. Castiel ebbe un altro doloroso flashback

“Hai salvato mio fratello!” disse il piccolo Dean abbracciandolo.

Jimmy sorrise. “Io…non è stato niente di che…adesso andate su, vostro padre sarà molto in pensiero…”

“Ok…ma ti rivedremo? ”

Ora sammy e dean lo guardavano speranzosi

Jimmy sapeva che c’erano poche probabilità che potessero rivedersi di nuovo. Quasi nulle. Ma a volte i miracoli accadono. E poi non c’era niente di male a dare un po’ di speranza a dei bambini che si erano appena presi un brutto spavento
“può darsi di si” disse jimmy sorridendo.

Voltato l’angolo, jimmy si accorse che non sapeva neanche i loro nomi. Stava per voltarsi a chiederglielo, ma…erano già spariti…
 

“Non sappiamo neanche il suo nome” disse il piccolo sammy tenendo la mano del più grande

“Meglio, così il destino ce lo farà rincontrare un’altra volta per saperlo, non credi, sammy?”

Castiel era rimasto a guardare i due fratellini allontanarsi, ancora inconsapevoli di cosa aveva in serbo il futuro per loro, e di quanto i loro destini sarebbero stati intrecciati con jimmy, e con lui
 


Jimmy sentiva il cuore ricolmo di gioia. Aveva salvato una piccola vita. Allora il fatto che lui vivesse aveva un significato. Un disegno più grande. Aveva salvato quel bambino. Si sentiva bene come non lo era stato da tanto tempo dopo la morte dei suoi tre mesi fa.

Castiel da parte sua capi che salvare il piccolo jimmy quel giorno, aveva contribuito a salvare il piccolo sammy. Era tutto parte di un disegno più grande. E ne era lui la causa. Era passato tanto tempo da quando non si sentiva orgoglioso di qualcosa
 

All’improvviso la strada non esisteva più di nuovo. Castiel si ritrovò catapultato nella stanza del bambino. Dormiva. E sorrideva. Castiel si avvicinò e si collegò alla sua mente per sapere cosa lo faceva sorridere così tanto.
 

Il  piccolo jimmy stava rivedendo i suoi genitori. I loro corpi erano diversi da com' erano stati in vita, erano bianchi, perlacei ,ma di un biancore vivo, accecante. Non facevano niente, non dicevano niente, camminavano semplicemente immersi in una luce che fino ad allora , al piccolo jimmy era sconosciuta.

Jimmy aveva le lacrime agli occhi , era commosso, così come Castiel.

Castiel usci dalla mente del bambino, per farlo riposare. Senti il suo cuore. Batteva forte. Per l’emozione probabilmente.
 
 


“Castiel? Castiel? Svegliati!” lo scosse sam

“Eh? Che cosa? È ora di pranzo?” disse castiel confuso

Sam fece una smorfia. “è ora che ti svegli. Ti sei addormentato con la siringa ancora in mano. Non hai dormito stanotte?”

“Gli angeli non hanno bisogno di dormire” borbottò castiel. Sam l’aveva adagiato su una sedia. Cercò di ricomporsi e di uscire da quello che aveva appena visto. Non era facile.

“o forse addormentato non è la parola esatta. Sei tipo svenuto” osservò Sam ancora in parte preoccupato. “Sei certo di stare bene?”

“Io…ho fatto un sogno strano, ma prima di raccontarlo ho bisogno di tempo per raccogliere le idee…” disse castiel massaggiandosi le tempie. Si chiese se quello che aveva visto era veramente successo o no, sapeva di si, sapeva che quelli erano i ricordi di jimmy…ma…jimmy non c’era più, e quindi cos’era successo veramente? Parte dei suoi ricordi erano rimasti nel suo corpo , colpendolo come un fulmine?

Si chiese cosa doveva aver pensato jimmy quando aveva rivisto sam e dean da adulti….si ricordava di loro? Forse non in un primo momento, ma se aveva ancora questi ricordi addosso, dovevano essere molto importanti per lui. Seppe all’istante che la risposta era SI.

“Beh puoi raccoglierle mentre continui a estrarmi la grazia di Gadreel. Forza”

Castiel lo guardò. Sam era ritornato all’attacco.

Sam lo stava guardando supplicante, e castiel con molta riluttanza riprese la siringa
 

Sam era ormai allo stremo delle forze. Castiel guardò lui, e poi guardò il panino abbandonato sul tavolo. Ripensò al piccolo jimmy novak, all’adulto jimmy, a sé stesso, e anche al piccolo sam

“Aspetta” disse, togliendogli l’ago della siringa cercando di non fargli troppo male

Sam si lamentò. “Cas, ma che diavolo ?”

Castiel lo costrinse a tenere ferma la testa , appoggiandogli  due dita sulla fronte, con fermezza

Il corpo di sam sussultò interamente , facendolo spaventare molto. Infatti dopo pochi secondi chiese cosa era stato.

“Ho guarito completamente le tue ferite” disse lui

“E la Grazia?”

“Beh qualunque grazia ci fosse in te, è andata. Quel che è rimasto di gadreel è qui dentro. Dovremo fare l’incantesimo con quel che abbiamo”

“Maledizione”

“Sam. Voglio quanto te che gadreel paghi per quello che ha fatto, ma niente vale perdere te. “

Castiel ripensò al piccolo sammy che stava per strozzarsi per una caramella

“Essere umano non ha cambiato solo il modo in cui vedo il cibo, ma anche il modo in cui vedo te. Riesco a capire ora come ti senti”

“Di cosa stai parlando?”

“l’unica persona che ha incasinato le cose più spesso di te, sono io. E ora so com’è un senso di colpa simile. E so cosa vuol dire provare dispiacere, sam”

Castiel l’aveva provato sulla sua pelle, e poi l’aveva visto con la mente e gli occhi di jimmy.
 
 



Come c’era da aspettarsi,  la grazia estratta non bastò per l’incantesimo.

“Credo che dovremmo trovare gadreel in un altro modo. Mi dispiace, sam “

“va tutto bene, cas…tu…avevi ragione, avevi ragione su tutto”

Castiel si perse un attimo a riflettere se sam si riferisse solo a tutto il discorso sull’importanza della vita, o anche a quando gli aveva ricordato che lui e dean si erano scelti a vicenda. Forse a entrambi.

I suoi pensieri furono bruscamente interrotti quando sam lo abbracciò. Castiel non se l’aspettava e rimase fermo.

“Questo è il momento in cui ricambi l’abbraccio” rise sam

“ah si, giusto. Scusa” disse castiel un po’ impacciato

Il ricordo di jimmy che abbracciava un piccolo sam piangente, tornò prepotentemente in lui. Ora gli sembrava quasi di provare le stesse sensazioni. Lui era castiel, poi aveva salvato jimmy, poi è entrato dentro jimmy,  e poi era stato jimmy. E ora che aveva visto il passato, era come se lo era sempre stato.

Era sia jimmy che castiel insieme.

“ e colui che è passato , rimarrà, e chi rimane, sarà colui che è passato”
 

“Per quanto mi riguarda, Metatron è la chiave per sistemare tutto quanto. Lo troverò” disse Castiel .
 
 
 
 


Note dell'autrice: 

Spero vi piaccia il capitolo, e anche l'immagine che ho scelto per il capitolo. mi piaceva tantissimo :D non pensavo di farlo cosi commovente il capitolo, quindi preparate i fazzoletti. mi stavo commuovendo perfino io ! :D buona lettura e se volete recensite e ditemi che ne pensate **

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Capitolo 3
*** Io e te, qualunque cosa accada ***


La porta del bunker si apri in maniera piuttosto brusca e altrettanto bruscamente si richiuse. Castiel seppe che Dean doveva essere molto arrabbiato. Non che avesse avuto una qualche speranza del contrario, quando l’aveva rintracciato al cellulare chiedendogli di tornare li, e anche di fare presto.
Dean raggiunse Castiel a grandi falcate , guardandolo. Sembrava proprio arrabbiato. E anche qualcos’altro. Castiel cercò di studiare la sua espressione…sembrava arrabbiatura, mista a qualcosa come un vago senso di stordimento….soggezione?
Poi capi
“Dean, hai bevuto” lo rimproverò Castiel
“hai mai assaggiato il sapore dell’alcool, castiel? Come fai a sapere di cosa stai parlando?” cercò di scherzare Dean, ma era ancora arrabbiato, e si percepiva
“Perché ne ho bevuto parecchio quando mi cacciasti da questo bunker su ordine di Gadreel” . Castiel non voleva che il suo tono suonasse così duro o carico di rimproveri, ma la sua bocca sembrò agire per conto suo, e subito ne provò vergogna quando vide le spalle di Dean tremare leggermente. Subito Dean le appoggiò al tavolo dandogli le spalle, la testa curva, senza parlare.
“Dean, mi dispiace tanto, non volevo, non so perché l’ho detto”
Dean alzò le mani e si allontanò, respingendo il tentativo di Castiel di consolarlo mettendogli una mano sulla spalla
“Dean, vedo che sei ferito, ma non farlo. Non respingere i tuoi amici per sfogare la frustrazione della tua situazione con Sam”
Dean rimase a fissarlo a bocca aperta
“Scusa, non avrei dovuto dirlo”
“No , no….va tutto bene, Cas. Hai ragione. Scusami tu. Ho avuto una giornata pesante”
“Con crowley..” disse Castiel sforzandosi di non usare un tono accusatorio, di nuovo.
“Già” disse Dean che non sembrava averlo notato. “perché mi hai chiesto di tornare, Castiel? Sai che non posso restare” disse Dean guardando il pavimento
“lo so” rispose lui facendo altrettanto
“Allora perché sono qui???” disse in tono un pelino più arrabbiato, come se fosse colpa di castiel, come se avesse detto lui a dean di andarsene
 
“Penso che tu e Sam abbiate bisogno di qualche minuto da soli” disse l’angelo cercando di non incrociare gli occhi di Dean
Dean lo guardò come se fosse impazzito
“Okay…non ha fatto ridere. Adesso spara fuori il vero motivo”
“Dean…” disse Castiel esasperato
“Sei completamente….impazzito???” disse Dean gesticolando. “lui…..MI ODIA” disse.
“Lui non mi vuole” disse più a bassa voce voltandogli ancora le spalle. Sperò che Castiel non lo sentisse. Castiel invece l’aveva sentito e proprio in quel momento pensò: “Dean, dean….sono un essere celestiale, ricordi? Posso sentirvi….”
 
“Dean…”ripetè Castiel “ “Sam ha passato una brutta giornata, come ti ho detto al telefono, mi ha quasi supplicato di ucciderlo”
“tipico di Sam”  esordi dean con una risatina amara. “ti ringrazio per non aver assecondato le sue manie psico – suicide”
“non è questo. Io penso che sam soffra molto per il vostro allontanamento, ma non è disposto ad ammetterlo. Non ora. “
“e l’oscar come miglior attore drammatico va a….”
“Dean, non è il momento di scherzare!”
Dean si avvicinò davanti a castiel più infuriato che mai. “Stammi a sentire, cas, mi sono sentito abbastanza una merda per tutto questo, per sam, per Gadreel, per kevin….non ho intenzione di andare a supplicare sam di perdonarmi per avergli salvato la vita. NON LO FARò.”
“non è questo che ti ho chiesto”
“E allora cosa?” chiese dean sempre più confuso e spazientito.
“dovresti andare in camera sua. Ora.
“Sei pazzo? Appena mi vedrà, mi caccerà fuori”
“Dean…adesso Sam è profondamente addormentato, gli ho dato qualcosa per aiutarlo a dormire…era davvero una straccio….non si sveglierà presto…”
Dean era ancora più confuso
“questa è la tua occasione per avere qualche minuto con tuo fratello, da solo. “
“Sei pazzo, perché dovrei farlo?”
“non fingere che non sia quello che vuoi” gli disse Castiel, e Dean non seppe che rispondere
 
 
 
*
La porta della camera di Sam si apri lentamente. Dean rimase per un attimo, immobile, a guardarlo dormire, dopodiché Castiel gli fece un cenno per dirgli che lui era di là ….nel mentre che si chiudeva la porta alle spalle, sperò che Dean non si sarebbe accorto che gli aveva mentito , e che aveva dato si a sam un tranquillante, ma che non era sufficientemente potente dall’impedirgli di svegliarsi se dean avesse fatto troppo rumore. A castiel non piaceva ricorrere a questi trucchi, ma sapeva che era l’unico modo per convincere quelle teste di cavolo dei winchester a sciogliere il loro maledetto orgoglio.
 
Dean non sapeva bene che fare, e per un attimo si chiese anche che cosa ci facesse li. Era tutto stramaledettamente imbarazzante. Perché aveva assecondato castiel in quella follia? E se poi le cose che gli aveva dato castiel, per dormire –sonniferi, farmaci, veleno, qualsiasi maledettissima cosa – non sarebbero bastati, e sam si sarebbe svegliato? Come avrebbe reagito? Gli avrebbe gridato di andarsene?
Dean si mise a passeggiare per la stanza…..a cercare di ricordare quella notte…. In fondo non l’aveva fatto? No…era stato lui a dire che voleva andarsene, e sam gli aveva detto di farlo….ma non era stato lui a dirglielo…
Nel mentre sam fece una smorfia e si stropicciò gli occhi, battendoli più volte quando si accorse che Dean era li, dandogli le spalle, in piedi.  Per dei brevi attimi valutò l’idea di chiedergli che cosa stesse facendo li, ma si bloccò quando lo vide raccogliere il piccolo portafoto che c’era sulla scrivania, che raffigurava i loro genitori con loro da piccoli e altre foto di solo loro due, tenerissimi che facevano delle smorfie molto buffe con la bocca. Dean faceva la linguaccia tenendosi la bocca e Sam chiudeva gli occhi fingendo di piangere. Un piccolo dean  biondo e un piccolo sam… avranno avuto 10 e 6 anni…John si era divertito molto a scattare quelle foto. Era raro vederlo così spensierato e Sam e Dean non avevano mai dimenticato quella sua espressione. Soprattutto perché facevano quelle smorfie apposta perché adoravano vederlo ridere.
 
Sam non era sicuro che suo fratello volesse venir sorpreso in quel momento, perciò chiuse subito gli occhi, qualche secondo prima che il maggiore si voltò, a guardarlo ancora una volta.
Dean si fece coraggio e avvicinò la sedia che era all’angolo, al letto di Sam.

Dean sospirò. Sam era sempre più nervoso, intenzionato più che mai a non sbattere troppo le palpedre. Non sapeva neanche lui perché non volesse che dean si accorgesse che era sveglio.

Dean sospirò un’altra volta. E poi finalmente parlò. “Sam…sammy, mi dispiace” disse toccandogli una ciocca di capelli
Sam degluti.

“Mi sono….fidato di Gadreel, ho voluto fidarmi….lui mi ha promesso che ti avrebbe salvato e io ho scelto di fidarmi, perché l’alternativa sarebbe stata …..che tu saresti morto, e io non potevo, non potevo lasciare che ti sacrificassi, di nuovo”

Sam corrugò la fronte. Dean si stava riferendo per caso a quando aveva intrappolato lucifero?

Dean copri la mano di Sam con la sua.   “ Sei sempre disposto a sacrificarti per il mondo, vuoi morire? Pensi che la tua vita non ha nessun significato? Perché, sam? “

Sam girò impercettibilmente la testa premendo la bocca sul cuscino, per non lasciarsi scappare un singhiozzo.

“è per il sangue di demone, vero? Pensi di essere dannato? Di aver bisogno di redenzione?” insistè Dean

Sam continuò a trattenere i singhiozzi. Si girò lentamente su un fianco perdendo così il contatto con la mano di Dean.
 
Dean lo guardò. Sembrò indeciso per un momento, poi senza pensarci troppo, Si sdraiò sul letto accanto a sam abbracciandolo per la vita

“Sam, tu….sei tutto per me, non potevo lasciarti morire, e se mi odierai per tutta la vita per questo, non mi importa, ma dimentichi una cosa importante”

Il petto di sam si alzò e si abbassò in maniera più accelerata

tu volevi vivere, Sam. Hai scelto la vita,  me l’hai detto tu. Due volte. Quando eravamo in quella chiesa, e poi davanti a Morte. Davanti alla morte hai scelto la vita….” Disse Dean appoggiando la testa su quella del fratello.

“Quindi perché….perchè mi hai poi detto che volevi morire, Sam?”

Sam cercò di trattenere le lacrime che gli bruciarono gli occhi e lottavano per fuoriuscire

Dean accarezzò con le dita la mano di Sam “o forse…….forse hai scelto me? È così Sam? Non avevi scelto la vita, ma me? “

Le dita della mano di Sam si mossero piano sotto il palmo di Dean. Dean le chiuse nella sua.

“Dimmelo, Sam. Io ho bisogno di saperlo”
Silenzio.

“Scusami, sam, io….sono uno sciocco. Che arroganza.” Si alzò

Gli diede un bacio sulla fronte. “Dormi bene, fratellino”

Fece per andarsene ma poi disse senza girarsi: “fosse l’ultima cosa che faccio, io troverò Gadreel, lo ucciderò, e poi ammazzerò anche Metatron. Quel figlio di puttana. È tutta colpa sua. Pagheranno per la morte di Kevin, pagheranno per tutto, e se non riuscirai a perdonarmi, pagheranno anche per questo.”

Mentre Dean si chiuse la porta alle spalle, e si allontanò, Sam prorompeva in singhiozzi, la faccia affondata nel cuscino.
 
 
 
 














Note dell'autrice: 

*spunta fuori da un cespuglio* ehilààààà ragazzi :D spero che vi piaccia questo capitolo. ce l'avevo in mente da ben prima della scorsa puntata , e ammetto che ero un pò indecisa se scriverlo dopo averla vista xd ma poi altre cose mi hanno fatto cambiare idea :D ma forse spiegherò meglio dopo :D 

dean...ho pensato spesso alle cose che direbbe a sam se pensasse che lui non può sentirlo....penso anche che, effusioni a parte, anche il sam del telefilm si sarebbe comportato cosi :D

comunque non sono teneri? mi raccomando aspetto le vostre recensioni e anche se non le fate, spero vi piaccia comunque <3

al prossimo capitolo!
 
 
  e vi prego di perdonarmi la cortezza del capitolo T-T

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Capitolo 4
*** Rimorso ***


Castiel incrociò Dean in corridoio, mentre si chiudeva alle spalle, la porta della stanza di Sam. Dean appena si accorse della presenza di Castiel, abbassò lo sguardo, e Castiel davvero non capi perché volesse rifuggire il suo sguardo, fino a quando non si allontanò , e con voce rotta – soffocata, disse che aveva delle questioni da sbrigare, e che si sarebbe fatto vivo lui, e li capi che stava piangendo
 
Castiel, dopo la fuga di Dean,  rimase mortificato ad ascoltare i singhiozzi di Sam da dietro la porta della sua stanza, sentendosi impotente. Poi quando non ce la fece più ad ascoltare, se ne andò.
 
Castiel sapeva che il fardello più grande, che contribuiva a rendere più grave la colpa di Dean, secondo Sam, era la morte di kevin. Quel ragazzo era diventato parte della famiglia, quasi un fratello minore per loro, e il pensiero che fosse stato proprio Sam….che Gadreel avesse utilizzato proprio il suo corpo per ucciderlo…. Era un pensiero troppo insopportabile da accettare, perfino con tutte le attenuanti possibili, e era pronto a scommettere che anche neanche Dean sarebbe mai riuscito a perdonarselo
Il pensiero di vedere Sam così….schiacciato, dal senso di colpa, era davvero una cosa triste…. Se solo ci fosse stato qualcosa che Castiel poteva fare…..
Forse C’ERA in effetti una cosa…. Ma era rischiosa. MOLTO rischiosa…..e poi….lui avrebbe accettato?
 
 
 
 
 
2 ore più tardi, Castiel si ritrovava a percorrere un vialetto semplice. Sul prato c’erano decine e decine di begonie gialle e bianche. Erano bellissime. Da li a qualche mese sarebbero appassite tutte.
Una vita stroncata. L’ennesima. Una famiglia distrutta. Quante altre persone sarebbero dovute morire per mano di Metatron, e ora anche di Gadreel??
Castiel non aveva bisogno di forzare la serratura. Era aperta.
Entrò nella casa che  era in penombra e vide una sagoma alzarsi di scatto  dalla poltrona cui era seduta fino a quel momento
 
“chi è là?” disse l’uomo
“Rilassati, Gadreel. Sono solo io.”
“Castiel?” Gadreel era stupefatto. Quell’angelo ce l’aveva proprio con lui
“E così mi hai trovato” gli rifilò un sorriso penoso.
“Non sei molto furbo nel preoccuparti di  far scomparire le tue tracce. Gli assassini tornano sempre nel luogo del delitto, soprattutto se tenevano particolarmente alle loro vittime” disse Castiel crudele
Il fatto che Gadreel non avesse reagito con un pugno istantaneo sulla mascella di Castiel, era la dimostrazione lampante che stava davvero male…..anche più di quello che Castiel pensava, e lui aveva pensato tanto.
Gadreel si limitò a abbassare la testa, docile , e a risiedersi sulla poltrona. “Come l’hai saputo?” chiese senza alzare lo sguardo
“Di abner, intendi? Rimarresti sorpreso di sapere quante persone loquaci riesci a incontrare, promettendogli solo in cambio un mazzetto di carte colorate. Lo chiamano denaro. Dicono che corrompe il cuore degli uomini”
Gadreel non disse niente
“Ma io mi chiedo, cosa serve invece per corrompere il cuore di un angelo ?
“Castiel….”
“Dov’è adesso la famiglia di quel povero ragazzo? l’hai condizionata a lasciare questa casa in modo da poter piangere tutte le tue lacrime sull’amico che hai ucciso per volere di Metatron?”
 
Un colpo secco, inaspettato, che fece girare la faccia a Castiel.  Il pugno mancato di poco prima.
 
“Credi di poter venire qui a sputare sentenze eh? Che cosa ne sai tu di quello che sto passando, che ne sai?”
“Io giudico solo quello che vedo…” disse Castiel grave, poi aggiunse:
“TU….. sei solo un piccolo inetto egoista….per colpa tua, i miei amici stanno soffrendo, hai tolto la vita a un ragazzo cui loro tenevano molto, e l’hai tolta a quello che per te era il tuo migliore amico…. Tu non meriti di vivere….”
 
“Uccidimi, allora” si fece sotto Gadreel
Castiel lo guardò disgustato. “Non mi fai pena, Gadreel”
“Uccidimi, altrimenti dimmi cosa sei venuto a fare! Sei venuto da solo, senza protezione!! Non hai paura di quello che potrei farti? Non mi sono fatto alcun problema a uccidere. L’ho fatto due volte e potrei rifarlo!”
Castiel si fece più vicino a sua volta. “Mi dispiace, Gadreel, ma io non ti ucciderò. Non ti aiuterò a mettere fine alle tue sofferenze”
Gadreel mandò giù un boccone amaro. “Allora perché sei venuto qui? Sei venuto a tormentarmi?”
“No, sono venuto a chiederti un favore”
Gadreel lo guardò sgomento.
 
Dopo circa 10 minuti, quando Castiel fini di illustrargli quello che aveva in mente, Gadreel proruppe: “E vieni a chiederlo proprio a me???Hai un bel coraggio.  Tu sei fuori di testa. Fuori.
“Gadreel….”
“E poi chi ti da questa certezza che io accetterei, eh?? Perché dovrei farlo?”
“ forse perché questo potrebbe darti un po’ del perdono che cerchi ….e non parlo di Sam, o di Kevin…..”
Gadreel lo guardò malizioso: “Però…sono arrivato a questo punto, no? E ora tu sei qui da me, a chiedermi pietà”
“No, Gadreel, è la mia pietà, non la tua, che conta adesso”
Gadreel lo guardò senza sapere cosa ribattere
 
 
 
 
 
 
Sam era riuscito ad addormentarsi per sfinimento, con gli occhi rossi di pianto. Era sollevato che né Dean né Castiel dovessero vederlo così.
 
“Sam”
Una voce famigliare. Sembrava quella di….non era possibile….
“Kevin…..”
Si trovava al bunker, deserto…semibuio eppure circondato da sprazzi di luce bianca, e al centro di esso….kevin, avvolto da un alone bianco….se si sforzava, poteva vedere che aveva gli stessi vestiti di quando era morto…
Kevin gli sorrise , e Sam fece una smorfia di dispiacere
 
“Mi dispiace immensamente. Non meritavi questo”
“sam…..non è stata colpa tua, smetti di rimproverare te stesso”
“Ma sono stato io….”
“Non tu, ma Gadreel….sam….io sono qui per dirti che ho capito….e che non ce l’ho con te….nè con dean, quindi non avercela con lui neanche tu ”
Sam smosse la testa di lato. “Con quello che ti è successo per colpa nostra, ti preoccupi ancora di noi….se non ti avessimo costretto a restare…”
“Tu pensi davvero che mi avete costretto, vero?”
Sam alzò la testa sorpreso.
Non l’avete capito, vero? io ho scelto di mia spontanea volontà di restare, non era per le fottute tavolette angeliche e demoniache, l’ho fatto perché mi avete fatto sentire parte della famiglia”
“Kevin…”
“ non avete idea di cosa avete fatto alla mia vita. Io fino a qualche anno fa ero soltanto un secchione sfigato che come ambizione aveva quella di andare all’università e magari sposarsi la compagna di università. Una vita normale, magari con una famiglia. Dover crescere i miei figli vedendo l’orrore di tutti i giorni e sapendo di non poter fare niente per impedirlo. Una vita che sarebbe diventata una vita piatta, di rassegnazione, e con il tempo condita di tanto cinismo e poca pazienza e di qualche grida di troppo ai miei futuri figli.  Tutto li. Riesci a immaginare l’orrore, Sam? L’orrore è una vita piatta senza alcuno scopo. Questo mi sarebbe aspettato.  E poi siete arrivati voi, e d’un tratto mi avete trasformato in….un eroe…qualcuno che aveva un compito affidatogli da qualcun altro, qualcosa di superiore, FINALMENTE mi sentivo utile a qualcosa”
Sam non disse niente
“voi non mi avete ucciso, Sam, mi avete salvato.”
Kevin era davanti a Sam, gli occhi che gli brillavano di una felicità che non gli aveva mai visto in vita. A sam vennero gli occhi lucidi.
Scattò l’abbraccio. Sam chiese: “Com’è possibile che ti sto parlando in questo momento? Sta succedendo davvero, o è un sogno?”
Kevin sorrise. “Forse è un sogno, ma perché diavolo non dovrebbe essere vero?”
“Non ti rivedremo più, allora?” chiese Sam
“ non credo che questa sia la fine, Sam”
 
 
2 ore prima……
“Kevin è intrappolato nel velo. Sta cercando di comunicare con dean e sam, ma non riesce a farlo.” Disse Gadreel
“riusciresti a fare in modo di farlo parlare con Sam, in sogno? Anche solo per pochi minuti?”
“ora che Metatron si fida totalmente di me, dovrei riuscire a venire in possesso di alcune informazioni riservate, riguardo a incantesimi di livello superiore….non posso assicurare niente, ma….”
“Puoi provarci??”
“Io…..si….lo farò…..”
 
 
 
 
2 ore dopo…..
 
 
“Direi che l’operazione è andata a buon fine…..Sam e Kevin sono riusciti a entrare in contatto ma durerà solo per pochi minuti ” disse Gadreel grave
Castiel sospirò. “Basterà”. Poi aggiunse: “i ragazzi hanno una qualche speranza di poter concretamente parlare e confrontarsi con Kevin in seguito?”
 
“Il suo spirito aleggia ancora nel bunker. Il ragazzo è piuttosto insistente, sono pronto a scommettere che prima o poi riuscirà a farsi sentire” disse Gadreel con voce atona
Castiel vide che Gadreel si rigirava una foto di Abner tra le mani. Pensò che non si sarebbe mai abituato a vedere il dolore altrui, e anche se Gadreel era un angelo fetente, era chiaro che stesse soffrendo e quindi si preparò a lasciarlo da solo nel suo dolore.
“Beh, allora questo è tutto….”
“ te ne vai senza uccidermi?”
Castiel si girò lentamente verso Gadreel. “ te l’ho già detto, non ti aiuterò a mettere fine alle tue sofferenze. Forse lo faranno Sam e Dean….se sarai fortunato…..” concluse, guardandolo con una leggera nota di dispiacere
 
“Un’ultima cosa, castiel. Me la devi promettere”
“Se è qualcosa che posso fare….”
“Devi promettermi che nessuno verrà mai a sapere cos’ho fatto stasera. Soprattutto Sam. Devi darmi la tua parola”
Castiel lo guardò perplesso.
La tua parola, Castiel”
“vuoi la mia parola, Gadreel, che non rivelerò mai la parte migliore di te?” Castiel sospirò, guardando il volto in pena di Gadreel. “Se proprio insisti…..”
 
 
Castiel tornò al bunker rimuginando su quanto era appena successo. A volte era proprio vero che il confine tra bene e male era così sottile che rischiavi di annegare in esso e di confonderli. Per quanto riguardava kevin….forse lo avrebbero rivisto. E questa non era la fine. Non era la fine di tutto.




















Note dell'autrice: 

 Ehilààààààà scusate il GRANDE RITARDO!!! spero che almeno sia valsa la pena di aspettare!! :D con questo è tutto, spero vi sia piaciuta questa fanfiction e se sarà ispirata potrò tornare con nuove storie :D è sempre un piacere per me scrivere! soprattutto su Spn. :D baci <3 
 
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