Un amore sul palco di Xfactor.

di Polveredistelle_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Audizioni e... Pompa ***
Capitolo 2: *** Chapter 2: La scelta finale e... ***
Capitolo 3: *** Chapter 4: Impressions (part 1) ***
Capitolo 4: *** Chapter3: Give me a kiss.. ***
Capitolo 5: *** Chapter 5: Impressions (part 2) and.. ***
Capitolo 6: *** Avviso (leggere è importante) ***
Capitolo 7: *** Io non ho mai... ***
Capitolo 8: *** Segreti e sensazioni. ***



Capitolo 1
*** Audizioni e... Pompa ***


Chapter 1: Le audizioni e… Pompa

Avete presente quella leggera sensazione di ansia che attanaglia lo stomaco che si ha prima di esordi importanti come partite, gare, esibizioni?
Beh quella che attanagliava lo stomaco di Andrea era talmente tanta che quasi non riusciva a non dondolarsi avanti e indietro su quella che sembrava
una panca.

Ancora si chiedeva chi glie l’avesse fatto fare di iscriversi, eppure era stato così semplice qualche giorno fa. Aveva sentito alla televisione che quel
giorno sarebbero iniziate le audizioni e lui senza pensarci due volte aveva dato nome, cognome e indirizzo. Solo ora si rendeva conto della grande cazzata
che aveva fatto, ma ormai era in ballo quindi non gli restava che ballare.

Quindi stava lì nel backstage a sentire solo pochi bisbigli di quello che stava succedendo sul palco, o forse lui li sentiva cosi perché si stava ripassando
a mente tutto il  testo della canzone che aveva scelto, talmente concentrato che non si era neanche accorto del ragazzo che era appena entrato, portava
sul petto il numero “380” avrebbe cantato prima di lui quindi, e non sembrava neanche molto teso, anzi era rilassatissimo.
–Ciao, che numero hai te?- chiese il ragazzo riccio. Gli mostrò il numero stampato sulla maglia, “381”. –Oh quindi tocca prima a me.. ma quanto ci mettono?-
Andrea sorrise, il ragazzo sembrava molto sicuro di se. –Come ti chiami?- chiese ancora lui, -Andrea, te?- gli disse alzandosi e stringendogli la mano.
–Daniele, stai bene? Ti vedo un po’…bianco- disse guardandolo meglio. –Oh.. si sono un po’…agitato- disse grattandosi la testa imbarazzato.
Il ragazzo sorrise per poi sedersi accanto al biondo. –Oh se è per questo anche io, ma mi hanno assicurato che i giudici mi faranno sentire a mio agio
quindi sono più tranquillo…se vuoi posso darti un consiglio.- disse poi sorridendo gentilmente, Andrea annuì.
–Cerca di non far vedere che sei teso, ti sentiresti anche peggio, immaginati solo i giudici e basta, anzi immaginateli in mutande, vedrai che quelli in
imbarazzo dovrebbero essere loro.- disse alla fine ridacchiando, lo fece anche il biondo sentendo che un po’ di ansia lo stava abbandonando, ma non del tutto.

Continuarono a chiacchierare per qualche altro minuto fino a quando una ragazza non entrò e fece cenno a Daniele di seguirlo, Andrea gli mormorò  
un buona fortuna a cui lui sorrise, poi tornò a sedersi e guardò lo scherno che mandava in onda quello che stava succedendo in studio.

Daniele entrò, e ad Andrea sembrò un po’ meno rilassato di prima, ma sempre con un sorriso, i giudici lo salutarono poi Mika iniziò a fargli gentilmente
delle domande.
-Ciao, come ti chiami?- gli chiese sorridendo, il riccio sorrise tra se e se per poi rispondere, -Mi chiamo Daniele Pompa- disse sorridendo ancora di più
se possibile vedendo Mika spalancare gli occhi insieme agli altri giudici, poi tornare normale  sorridere. –Ok.. Pompa.. io non conosco molte parole in
italiano però io capisco "pompa"- disse facendo scoppiare a ridere Morgan e il resto del pubbblico. Anche Andrea sembrò rilassarsi per poi sorridere e
continuare a guardare. –Ma devero… davvero?- chiese il giudice cercando si trattenere una risata. –Beh si è il mio cognome.- disse, con un ghigno
stampato sul viso. –Mamma Pompa… papà Pompa… cosa fai nella vita?- poi rendendosi conto del doppio senso scoppiò in una risatina isterica.
Tutto il pubblico ormai era in lacrime, poi tornò serio. –Daniele.. coma sta Roberta?- chiese facendo sorridere Daniele. Andrea non capì, ma continuò a
guardare, aveva deciso di cantare “Carry on” dei Fun, la sua voce era qualcosa di semplicemente fantastico, gli aveva fatto venire i brividi, tanto da strappare
quattro si ai giudici, poi vide Daniele uscire e andare ad abbracciare una ragazza bionda, con i capelli ricci quanto i suoi, lo vide piangere di felicità, e per un
attimo si rattristò pensando che anche lui avrebbe voluti qualcuno da stringere forte se fosse stato preso. Poi una voce lo distrasse.

-Ed ora il prossimo concorrente!- urlò Morgan oggi vestito più normalmente del solito con i capelli neri ingelatinati, pantaloni di pelle neri e una
giacca bordeaux, quasi come le guance di Andrea appena entrò in studio, vide che tutte le persone del pubblico lo guardavano e abbassò subito
lo sguardo dopo aver mormorato un “Salve”, poi si ricordò di quello che aveva detto Daniele e lo rialzò, sorridendo timidamente ai giudici.
–Come ti chiami?- chiese sempre Morgan.- il biondo posò lo sguardo su di lui, -Daniele, Daniele Cavalli e vengo da Roma-, Morgan sorrise e
poi gli chiese cosa aveva portato da fargli sentire, e si vergognò come un ladro.

Pochi giorni prima aveva deciso una canzone che gli era piaciuta sin da subito, l’aveva provata e riprovata sentendosi così sempre più sicuro,
almeno fino a quando arrivato quella mattina allo studio non si rese conto della cazzata che aveva fatto, aveva scelto una canzone che uno dei giudici
conosceva bene.


Si schiarì la gola. –Emh.. veramente io.. ho portato una canzone ma diciamo che non sapevo che tra i giudici ci fosse proprio l’autore di questa quindi
non ne sono poi così tanto sicuro adesso- disse grattandosi la testa, Mika alzò subito lo sguardo e lo posò su Andrea, Morgan notando quanto fosse teso cercò
di sdrammatizzare: -Uh che bello ci canti una canzone di Elio? Beh forse hai ragione, non è che ami molto “la canzone mono nota”. Sia i giudici che il
pubblico rise e anche Andrea accennò un sorriso. –Avanti su dicci quale era questa canzone?- Chiese la Ventura sempre più innervosita di tutti quei giri
di parole. Andre sospirò. –Beh aveva scelto “Blame it on the girls di Mika- disse diventando subito rossissimo e abbassando lo sguardo, Mika invece gli
sorrise insieme a Morgan. –Beh allora qual è il problema, io l’unica cosi di cui mi preoccupo è che Mika inizi a cantarla con te salendo sul palco- continuò
Morgan ricevendo una gomitata dal riccio. –Don’t worry Andrea- gli disse Mika, il biondo annuì e fece un grande respiro.

La canzone partì, aveva deciso di cantare come Mika canta nel video quindi anche la parte iniziale quando lui parla, e dallo sguardo che gli aveva lanciato
il riccio sembrava non gli dispiacesse.
So I was sitting there in the bar 
and this guy comes up to me 
and he said "My life stinks" 
and I saw his gold credit card 
and I saw the way he was looking at people across the room 
and I looked at his face and you know, 
what a good looking face, and I just said, 
"Dude, your perspective on life sucks". 

Andrea iniziò a sciogliersi sempre di più, poi arrivato al ritornello iniziò a scatenarsi come se il tutto ciò che gli stava intorno non contasse niente, c’era
solo lui, il microfono, la musica, e.. Mika, ogni tanto lo guardava e sorrideva nel vedere che lui aveva iniziato a canticchiarla mimandola con le labbra e sorridendo.

Blame it on the girls who know what to do 
Blame it on the boys who keep hitting on you 
Blame it on your mother for the things she said 
Blame it on your father but you know he's dead 

Non si rese conto più di niente era come impazzito, la musica gli scorreva nelle vene, il ritmo gli batteva nel cervello e i giudici e il pubblico erano
ancora più impazziti di lui, poi cantò l’ultima strofa:
Blame it on the girls 
Blame it on the boys 
Blame it on the girls 
Blame it on the boys 

I giudici applaudivano e il pubblico si alzò in piedi, Andrea non era mai stato più contento di quel giorno e con le lacrime agli occhi si sedette sul palco
ad ascoltare quello che i giudici avessero avuto da dire. Il primo fu Elio. –Wow.. no cioè, come mi capita spesso io non ho capito- Andrea si rabbuiò
un istante per poi continuare ad ascoltare il giudice. –Io non ho capito, prima fai il timido e subito dopo canti così, a questo punto mi chiedo era tutto
sperimentato?- il biondo tornò a respirare per poi sorridere. –Beh diciamo che non mi rendo conto delle persone che mi guardano
quando canto..solo questo- Elio annuì e dopo avergli fatto un altro complimento lasciò la parola a Morgan. –Ma dove la tenevi questa voce?
Io ti giuro ho visto la luce appena hai aperto quella bocca per cantare.. anche per me è si- il biondo chinò la testa verso Morgan per poi continuare
a sorridere. Ora era il turno di Simona che all’inizio non sembrava molto entusiasta. –Beh ti devo dire che non mi sarei mai immaginata che tu avessi
così tanta grinta e quella cosi gran bella voce, prima non ero convinta, adesso invece sono più che sicura che tu abbia talento, per me è si.-.
Il pubblico applaudì e Andrea le sorrise, poi trattenni il fiato, era il turno di Mika, e quel suo sguardo serio non lo rassicurava per niente.
- Questa canzone, è quella, la più bella che io ho scritto, e tu credo l’hai cantata molto bene, per me è…. Certo che si ovvio...Andrea you've the x-Factor-.
Andrea si rilassò tutto in un colpo e alzandosi salutò i giudici tornando nel Back stage. Ce l’aveva fatta, il primo turno lo aveva passato, e anche con
quattro si.. ora non gli rimanevano altro che i Bootcamp e poi sarebbe riuscito a far avverare il suo sogno…


Cantare su un palco di X-factor.
 
 

Angolo autrice:
Allora, innanzitutto non avrei mai pensato di scrivere una fanfiction su Mika, beh forse qualche volta ci ho pensato visto che è il mio cantante preferito, ma poi ho sempre rinunciato visto che non molte persone le seguono, ma oggi non avevo niente da fare e guardando le puntate di x-factor 2013 mi sono chiesta… perché non creare una storia su Mika ambientata a x-factor? Ed eccomi qui..
Beh spero che vi piaccia e che recensiate.
Un bacione grande grande grandee…
 

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Capitolo 2
*** Chapter 2: La scelta finale e... ***


Chapter 2: La scelta finale E…

I Bootcamp ormai sono solo un ricordo, adesso rimangono solo gli “Home visit” e poi se tutto va bene… Xfactor aspettami.
In tutto eravamo sei ragazzi, tutti impettiti in aeroporto ad aspettare la lettera che ci avrebbe detto, la destinazione degli Home visit.
Ed a un tratto eccola li la busta, con una grande “X” rossa al centro, con mani tremanti la apriamo eeh. Irlanda aspettami sto arrivando!.

Il volo è stato tranquillo, ero seduto affianco a Daniele, (si, il ragazzo Pompa” abbiamo scherzato e perché no anche cantato qualche canzone,
fino a quando non ci hanno annunciato di allacciare le cinture, che di li a poco saremo atterrati. Usciti dall’aeroporto, un macchinone era
all’uscita ad aspettarci, e senza rendercene conto ci ritrovammo catapultati nelle verdi campagne di Irlanda, davanti a niente popò di meno
che.. lo “Slane Castle”, ed ad aspettarci il cantante anglo-libanese che ha fatto scalpore in poco tempo in Italia “Mika”.. senza pensarci due
volte ci fiondammo tutti su Mika abbracciandolo e dicendogli quanto siamo contenti di averlo come insegnante.

-Ragazzi.. I am molto contento che siete arrivati qui, ma ho ancora una surprise da farvi vedere, a giudicare le vostre performance ci sarà also
un’altra persona..- Tutti noi eravamo super eccitati, ma anche impauriti da quello che sarebbe potuto succedere.
–The winner de Xfactor 2012… Chiara Galiazzo!- quando vedemmo Chiara uscire dal grande portone dello Slane Castle urlai di gioia,
lei è sempre stata un’icona per me, lei ce l’aveva fatta, ed era riuscita anche a cantare un inedito di Mika che è andato a finire anche
sul suo cd, era un mito e io non vedevo l’ora di cantare davanti a lei. –Chiara, chooserà con me i concorenti che ariveranno a Xfactor 2014-.
Ecco fatto io ero l’ultimo, avevamo finitp di cantare, pochi minuti e ci diranno i tre dei sei che sono passati. L’ansia è talmente tanta che la
si può sfiorare e quella maledetta porta non si decideva ad aprirsi. Ogni volta che ci penso mi dico tra me, “che mi importa se non sono tra i
tre, sono arrivato fin qui è un passo avanti” poi l’angoscia riprendeva il sopravvento e continuavo a dondolarmi avanti e indietro sul divano panna
del Castello. Poi finalmente la porta si aprì, rivelando Mika in tutta la sua…altezza. –Ok guys, abiamo sceltato…scelto, now, quando vi chiamo
go out in the garden, chiaro?- tutti noi annuimmo e il primo a sapere il verdetto sarà Daniele. 
Continuai a mangiarmi le mani per parecchi minuti, quando vidi Daniele entrare e gridare.. .POMPA COLPISCE ANCORA!- io mi alzai ed andai
ad abbracciarlo, poi continuarono a chiamare i ragazzi, e indovina indovinello.. chi era l’ultimo? Io naturalmente il solito sfigato che quando era
andato a fare il suo primo viaggio all’estero il giorno prima della parte gli avevano rubato la carta di indentità. 
Raggiunsi mica nel giardino davanti al castello, e lo vidi seduto su una delle due poltrone disposte una davanti all’altra, mi sedetti e come se la gamba
avesse vita propria iniziò a muoversi nervosamente. Questo non passò inosservato da Mika che sorrise. –Wow, tu sei nervous, keep calm- io gli sorrisi,
uno dei miei migliori sorrisi che non donavo a tutti, per poi poggiare i gomiti sulle ginocchia ed ascoltare quello che Mika avrebbe avuto da dirmi.
–Well, è stata una scelta molto dificile, tuti e sei siete stati fantastics, but io devo scegliere solo tre di voi, e te mi sembri a tuo agio sul palco,
ma tu sei troppo agitato prima di cantare e questo..come si dice in italiano?.. Ti frega?- io annuì per poi rimanere in silenzio.
–Ma, this, la tua..timidezza, mi piace so.. i’m very happy for you Andrea, sei dentro.- Spalancai gli occhi e gli saltai letteralmente in braccio, Mika
rise dalla mia reazione e io imbarazzato lo seguì, staccandomi da lui. –Scusa- bofonchiai arrossendo. Lui mi sorrise  e prima di girare i tacchi e
andarsene mi lasciò una piccola carezza sulla guancia arrossata, poi sorridendo se ne andò.

Quando tornai a casa raccontai tutto alla mamma, che mi saltò direttamente al collo, e per tutta la giornata non fece altro che canticchiare
un motivetto tipo; “Ho una star in casa, mio figlio se la fa con un cantante famoso,” e inutile che io le dicessi che quella carezza non significasse
niente perché lei continuava.

Ormai vivevo nel loft, passavo ventiquattro ore su ventiquattro li dentro, insieme a Daniele e l’altro ragazzo scelto da Mika, si chiamava Davide,
ma tutti lo avevamo soprannominato “Devil”, aveva una voce talmente graffiante e ogni volta che saliva sul palco cantava canzoni rock con
talmente tanta potenza ed energia che sembrava il diavolo in persona, e se lui era il diavolo io beh ero l’angelo. Tutti mi dicevano che con
questi capelli biondissimi e quegli occhi grici, quasi color ghiaccio sembravo un Angelo, non smettevano un secondo di prendermi in giro
per il semplice fatto che fossi talmente tanto “pudico” che appena facevano una battuta sul sesso diventavo di un colore bordeaux che con
la mia pelle chiara si notava benissimo.

Quel giorno sarebbe arrivato  Mika per dirci le canzoni che avremmo dovuto cantare al primo serale di Xfactor che si sarebbe tenuto il giovedì stesso. 
Quando entrò nel loft io stavo inseguendo Daniele per bagnarlo con una bottiglietta d’acqua, una piccola vendetta della doccia che mi aveva fatto
giusto qualche minuto fa, ma per sbaglio l’acqua lanciata dalla bottiglia andò a bagnare completamente il giudice riccio
(che di riccio non aveva quasi più niente). Io spalancai gli occhi mentre gli altri due cretini se la ridevano bellamente e Mika cercava ancora di
capire cosa fosse successo. Appena mi vide con la bottiglietta in mano fece un ghigno. –Andy, pensavo che tu eri l’angelo in questo group,
sono completamente bagnato God-. Ripresi a respirare quando vidi che non aveva un’aria omicida, poi smisi subito dopo quando vidi che si
stava togliendo la maglietta bianca a righe blu che portava e poggiarla sul tavolo li vicino.
Quando lo vidi a torso nudo ci mancava poco che non morissi per asfissia.
–Cucciolo, respira, lo sappiamo che non hai mai visto nessuno mezzo nudo, ma addirittura a farti quest’effetto- lo fulminai con lo sguardo
buttandomi su di lui e facendolo cadere sul divano continuando a fargli il solletico. Quando mi rialzai notai che Mika mi stava indicando
la sala prove e io annuendo entrai. Ancora mezzo nudo si avvicinò al piano e iniziò a suonare una melodia, la ricordavo, l’aveva fatta cantare
a Violetta Zironi l’anno prima, si trattava di “Let her go” di Passenger. Iniziai a cantarla con lui, e mentre suonava vidi un sorriso formarmi
sul suo viso. Mi avvicinai al pianoforte e mi sedetti vicino a lui, quando si girò a guardarmi eravamo talmente tanto vicini che mi vergognai
e mi alzai dallo sgabello arrossendo come una scolaretta. Il riccio rise, non cercò di trattenerla quella risata e questo mi fece insospettire,
vedendo la mia faccia perplessa smise di ridere. –Tu sei gay- sbiancai, e a quella mia reazione rise ancora di più, come aveva fatto a
scoprirlo?. “Forse perché cinque minuti fa ti sei fatto sgamare mentre gli sbavavi dietro, e due minuti fa sei arrossito mentri ti trovavi vicino
a lui?
” Maledetta vocina nella testa aveva ragione. –C-come..cioè tu come hai fatto.. oh merda sono un coglione- mi passai una mano tra
i capelli nervoso e crollai sulla sedia. Il riccio smise di ridere e si sedette accanto a me. –Hei what’s the matter? Non è una cosa brutta..
guarda me! Più gay di me non c’è nessuno.- gli sorrisi ma debolmente. –Where is the problem?- mi chiese avvicinandosi sempre di più.
Non potevo dirgli che avevo scoperto di essere gay quando, vedendo un suo video mi ero fatto una sega.
–No nessuno problema solo..che tranne mia madre e Daniele nessuno lo sai, o almeno fanno finta di non saperlo, e poi arrivi te tutto tranquillo
e lo capisci subito. Sono un disastro.- dissi l’ultima frase con una voce lamentosa. - My family l’ha capito subito che ero gay- scoppiai a ridere.
–Eh certo saltavi nudo sul tuo letto cantando- lui rise insieme a me. –Touchè-.

Finimmo di provare la canzone, poi anche Daniele e Davide provarono la loro. Io intanto vedevo un film sul divano, quando  tornarono si buttarono
tutti e tre su di me. –Cazzo, sembrate tanto mingherlini ma siete dei bisonti,, SPOSTATEVI!- i tre ridendo si spostarono mettendosi a vedere i
l film insieme a me, guardavamo “Amici di letto”. –Hai capito l’angioletto- sorrisi all’esclamazione di Davide.
–Hei è un bel film, mi piace la fine.- dissi ridendo. –Si, la fine- scoppiammo tutti a ridere, poi notai Mika che guardava il film tutto interessato,
mi girai a guardare lo schermo eh… non resistetti rotolai giù dal divano dalle risate. La parte che aveva reso tanto interessato Mika è quando
il protagonista “Justin Timberlake” era sceso dal letto, nudo mentre era stato sorpreso dalla madre di lei a fare sesso.
–Davide e Daniele si girarono a guardarmi con un sorrisetto in volto alla “Cazzo si ride h” e Mika invece aveva ghignato capendo il motivo della
mia reazione, cazzo non si imbarazzava mai quello oh. Quando smisi di ridere decisi di andare in cucina a prendere una bottiglia di acqua.
Era impensabile, fino a una settimana fa guardavo Mika e il talent show dalla mia camera a tutto volume, non perdendomi neanche una puntata
e neanche una parola di quello che dicevano i giudici. Stavo ore a sbavare davanti allo schermo quando inquadravano il riccio, e e a ridere quando
faceva le battute come un idiota. E adesso mi ritrovo qui, ho visto il mio idolo a torso nudo, ce l’ho avuto a un palmo di distanza e pure addosso,
e sto per partecipare al talent show più seguito in Italia, non ci posso credere, sembra un sogno. Mi diedi un pizzicotto, anzi un pizzicone,
ahi che male. –Ma che fai? Ti fai male da solo? Tu stai più male di me!- aveva fatto una frase completamente in italiano…Miracolo!
–Volevo vedere se tutto questo era un sogno, evidentemente no. Il giudice mi sorrise –You find this.. strano?- disse allargando le braccia
per indicare il loft, lui e tutto il resto, io annuì. –Stare qui, con il mio cantante preferito davanti, e fra un po’ parteciperò al talent che più amo
al mondo, mi sembra un sogno.- dissi avvicinandomi a lui, Mika sorrise. –Non è un sogno- io annuì vigorosamente.
–Lo, so… per fortuna, altrimenti mi ucciderei se fosse tutto solamente un sogno.- il riccio rise. –Ok Andy, devo andare, ci vediamo domani
per provare?- io annuì e lui mi salutò sfiorando con le sue labbra la mia guancia. Divenni subito rosso, e una scarica di brividi mi parti dalla
spina dorsale, per fortuna portavo un maglioncino, altrimenti mi si sarebbero visti i peli rizzati sulle braccia e la pelle d’oca.
Mika sorrise per l’effetto avvenuto e poi se ne andò. Lo senti salutare gli altri ed uscire. Ieri mi aveva sfiorato una guancia,
oggi la guancia l’ha sfiorata con le labbra…chissà domani cosa farà. E’ un mistero, un bellissimo mistero.

Mika.

Usci di corsa da quel loft, che cosa mi era preso? Se non mi fossi fermato ad un bacio leggero sulla guancia sicuramente sarei andato oltre,
ma non avevo resistito, quelle guance arrossate dall’imbarazzo, e quell’imbarazzo causato da me, mi aveva fatto salire il sangue al cervello,
anche senza saperlo quel ragazzo era una droga, quei capelli sottili e biondi, quasi fossero seta, quegli occhi profondi e brillanti come quelli
di un bambino, e quelle labbra, Oh god, che labbra da urlo che ha, fine ma abbastanza piene da non sembrare solo una linea, così rosse che
sembrano create artificialmente, facevano contrasto con quella pelle diafana che profuma di menta. Cazzo, qualcosa tira, e purtroppo per me,
non si tratta del ramo che mi si è appena incastrato tra i capelli. 
Quando torno nella villa che ho comprato qui a Milano mi sento solo, strano vero? Una celebrità di fama mondiale (ok non esageriamo) che si sente sola.
Ma a volte ci si può sentire soli anche circondati da migliaia di persone, e questo è quello che provo io ogni volta che cammino per strada, solo la musica
mi fa sentire bene, la musica e stare in quel loft con i miei ragazzi. 
Decido di andare su Twitter, è da parecchio che non aggiorno, e gli unici Tweet, che compaiono, risalgono a quest’estate.
Non mi importa, non ho voglia di far sapere a milioni di persone cosa mi passa per la mente. Scrivo sulla barra di ricerca “Andrea Cavalli” e
trovo un solo risultato, per mia fortuna quello giusto. “Andy’s Smile” mi piace come nickname. Credo sia molto adatto, quel ragazzo ha un
sorriso mozzafiato, l’ho visto solo poche volte rivolto a qualcuno, solo a Daniele e a Davide, quel giorno anche a me nella sala prove. 

Quella sera non riuscì a dormire, troppi pensieri per la testa, troppe erano le volte che appeno mi decidevo a chiudere gli occhi, un altro paio
mi si presentavano davanti, vividi e lucidi come quelli veri, un paio di occhi argentati talmente inverosimili per essere veri, talmente belli per non
essere guardati.
Avevo deciso, sarei riuscito a conquistare quel ragazzo, fosse l’ultima cosa che faccio, sarei riuscito a portarmelo a letto, forse così questa
ossessione svanisce, forse questa irrefrenabile voglia di lui con una scopatina se ne va…
Beh tentar non nuoce, forse è solo attrazione fisica. Forse.. Forse.. FORSE…

Beh lui lo conoscete...


 
 E lui è... Andrea!!
 
 
 




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Capitolo 3
*** Chapter 4: Impressions (part 1) ***


Chapter 4: Impressioni (part 1)
 
 
Voleva la guerra? E guerra sia. Quella mattina mi svegliai più tardi del solito, la sera prima avevo deciso di mettere la sveglia di un’ora più tardi, così quella mattina appena sveglio scompigliai ancora di più i capelli, infilai un paio di pantaloncini, e a petto scoperto mi avviai in cucina, dove ero sicuro che Mika e gli altri chiacchieravano.
Sapevo benissimo che era lì, perché l’avevo sentito arrivare, quindi per prendermi una piccola ripicca entrai in cucina e facendo un segno del capo a tutti e ignorandoli bellamente mi sedetti su uno sgabello e bevvi silenziosamente il succo di pera già pronto sul tavolo.
Quando rialzai lo sguardo notai tre paia di occhi che mi fissavano, -Beh? Che c’è??- chiesi masticando un biscotto.
Davide parve aprire la bocca per dire qualcosa ma poi la richiuse.
–Com’è così dormiglione?- chiese invece Daniele mettendo apposto la tazza che aveva lavato.
–Avevo sonno- mi giustificai scrollando le spalle e continuando a bere il mio succo. Il riccio annuì per poi iniziare a parlare con Davide fitto fitto, non ci feci molto caso, e la mia attenzione si focalizzò su un cantante di mia conoscenza che in quel momento mi stava guardando talmente tanto intensamente, che un brivido mi salì su per la schiena. –You’re cold, vai a vestirti- disse il riccio continuando a fissarmi.
–Non ho freddo- dissi semplicemente distogliendo lo sguardo dal suo, mi stava mettendo in imbarazzo, e se arrossivo il mio piano sarebbe andato in fumo.
–Yeah, sure.. e quei brividi allora are for me, right?- disse ghignando, io sorrisi e mi avvicinai di più a lui, posando il bicchiere sul bancone della cucina.
–Sei troppo sicuro di te Mika- gli dissi avvicinandomi sempre di più, il riccio sembrò sorpreso di non vedermi arrossire, ma quello stupore venne celato da un sorrisetto di sfida, quindi si avvicinò a sua volta al mio viso. –After last night..- aggiunse semplicemente.
La consapevolezza di quello che stava per fare ieri sera mi colpì come un secchio di acqua gelida, mi scansai bruscamente da lui e mi alzai di fretta, sotto lo sguardo divertito di Mika e quello confuso dei due ragazzi lavai il bicchiere e prendendo un altro biscotto corsi letteralmente in camera mia.

Mika.

Sorrisi, oh God, quando era sceso in cucina con i capelli arruffati e a torso nudo, qualcuno nelle parti basse si era risvegliato, quell’aria imbronciata che aveva lo rendeva ancora più sexy, e quando portava quel bicchiere alle labbra… God quanto avrei desiderato poter stare al posto di quell’oggetto.
Poi quando si era avvicinato così pericolosamente al mio viso temevo di non farcela e di saltargli addosso davanti ai ragazzi.
Poi quando se ne era andato dopo la mia frase ero rimasto soddisfatto, cercava di sedurmi, e ci stava quasi riuscendo, ma non sarà mai tanto facile farmi cadere ai suoi piedi.. ooh si sbaglia di grosso.

Quella sera ci sarebbe stata la prima puntata di Xfactor, ero molto agitato, anche più dei ragazzi, e ogni volta che qualcuno mi fermava per chiedergli qualcosa ringhiavo e tutti mi si allontanavano
. –Hei Mika che hai?- mi chiese Andrea già vestito e pronto per esibirsi, fra poco io e gli altri giudici saremmo entrati in scena e le performance sarebbero iniziate.
- I’m anxious- dissi semplicemente sistemandomi la giacca verde smeraldo che aveva indossato, Andrea sorrise.
–Sarai simpatico come al solito, il pubblico ti adora, e anche tutti noi, quindi non hai modo di sentirti ansioso- disse guardandomi negli occhi e sfiorandomi una spalla con la mano. –Ma io non volio, essere simpatico- dissi, era la verità ogni volta che aprivo bocca il pubblico rideva, qualche volta mi faceva piacere, poi anche se una volta sbagliavo congiuntivo ridevano sguainatamente.
–Ma è per quello che ti amano Mika, tu sei simpatico, dici quello che pensi e non ti fai mettere i piedi in testa da quella fracassa palle della Sventura.- disse sorridendo leggermente. Io invece risi, molto più rilassato di prima. Poi mi venne in mente un’idea, e sorrisi malizioso.
–Potresti darmi un bacio di good luck- dissi ammiccando. Lo vidi diventare tutto rosso.
–Qui? Adesso?- disse indietreggiando un po’ da me, sorrisi da quella reazione.
–Yeah, now- dissi avvicinandomi sempre di più, tanto che lo incatenai al muro, le mie braccia gli sfioravano il viso e il mio corpo era completamente schiacciato sul suo, lo vidi deglutire e abbassare lo sguardo. Alzai un braccio, e facendogli una carezza gli alzai il mento.
Mi avvicinai, per poi lasciargli un bacio all’angolo della bocca come la sera prima.
–No, Now you don’t (ora no)- e mi allontanai per raggiungere gli altri tre giudici, quando mi girai lo vidi nella stessa posizione di prima con le labbra semi aperte e gli occhi leggermente spalancati, sorrisi dell’effetto che gli facevo, poi mi rigirai e tornai sui miei passi.
 
Andrea.

E se ne andò… mi sfiorò le labbra e poi si voltò e se ne andò lasciandomi li come uno stoccafisso con gli occhi spalancati, rimasi in quella posizione per un tempo interminabile, poi sentendo che lo show stava per cominciare, mi avvicinai agli altri concorrenti e mi misi seduto accanto a Daniele dietro le quinte.
–Ma dov’eri?- mi chiese il biondo all’orecchio. –Mika mi doveva dire una cosa- svagai passandomi una mano tra i crini biondi.
–E’ da un po’ di tempo che state sempre da soli voi due… mi nascondi qualcosa?- sussurrò sempre a bassa voce, io sbiancai.
–E’.. m-ma che d-dici NO- balbettai, nessuno ci avrebbe creduto, infatti scosse la testa.
–Certo e io sono mago Merlino, dai sputa il rospo- disse avvicinandosi sempre di più a me per non farsi sentire, per fortuna la voce di uno dei tecnici ci avvertì delle persone che avrebbero cantato nella prima manche: Rebecca (under donne, Morgan), Diego (over, Elio), The Essential (Band della (S)Ventura), Daniele (under uomini, Mika), Gli Animals (band, sempre della Ventura) e infine io Andrea (under uomini, Mika)..Ero l’ultimo della prima manche, quindi non avrei dovuto aspettare molto per esibirmi, ma comunque ero in ansia.

Passarono le cinque esibizioni, Daniele era andato benissimo, e anche gli altri concorrenti erano mozzafiato, soprattutto il gruppo della Ventura gli Essential, e Rebecca, la cantante di Morgan aveva una voce talmente potente da far crollare i muri.
Quando uno dei tecnici mi fece segno con il capo che toccava a me, sentì Mika presentarmi.
–Now, avremo un cantante molto bravo, ha una voce…particulare ma credo che vi stupirà, lui è Andrea che canterà “Let her go”.- dopo l’applauso del pubblico entrai e ostentai una certa sicurezza che non avevo, mi sentivo abbastanza in imbarazzo in quel completo stretto che mi fasciava completamente e mi sentivo abbastanza in ansia da quelle persone.
Attaccai il microfono all’asta poi la melodia partì…ma tutto il resto lo scordai…  (pensieri di Andrea scritti in terza persona mentre canta)…
Well you only need the light when its burning low
Only miss the sun when it starts to snow
Only know you love her when you let her go
 
Only know you’ve been high when you’re feeling low
Only hate the road when you’re missing home
Only know you love her when you let her go
And you let her go

Quella canzone era bella, non per il testo non per la musica, era bella per il semplice fatto che la stava cantando guardando negli occhi colui che glie la aveva assegnata, era bella perché avrebbe potuto cantarla davanti a lui milioni di volte  e non  arrossire.
Staring at the bottom of your glass
Hoping one day you’ll make a dream last
But dreams come slow and they go so fast
 
You see her when you close your eyes
Maybe one day you’ll understand why
Everything you touch surely dies

Poi alzò lo sguardo verso il pubblico, non gli faceva paura, li vedeva….li vedeva mentre si alzavano e cantavano con lui la canzone, ma preferì non guardare quelle facce sconosciute, quindi poggiò lo sguardo sulla giuria, Elio non lo guardava , ma con le cuffie, mi ascoltava, sorridendo qualche volta.
Morgan lo guardava e quando poggiò lo sguardo su di lui lo vide sorride  e fargli un Ok  con la mano, ma lui non lo notò, perché una scocciata Simona si lamentava con Mika a braccia incrociate, mentre il riccio la guardava allucinato ed infuriato. (Fine canzone fine pensieri, si ritorna in prima persona)…
Cos you only need the light when its burning low
Only miss the sun when it starts to snow
Only know you love her when you let her go
 
Only know you’ve been high when you’re feeling low
Only hate the road when you’re missing home
Only know you love her when you let her go
And you let her go
 
Poi la canzone finì, misi il microfono sull’asta, feci un mezzo inchino al pubblico, e come la prima volta alle audizioni, mi sedetti a gambe incrociate sul palco, attendendo i pareri dei giudici, molto diversi e discordi a giudicare dalle loro facce. Il primo a parlare fu come al solito Elio, lo vidi serio ma non mi preoccupai, non è mai stato un tipo espansivo
. –Canzone già sentita, interpretazione ottima direi, forse un po’ meno di agitazione eh? Che ne dici? Per il resto sei stato perfetto, complimenti Andrea.- Gli sorrisi, feci un cenno ad Elio e mi spostai su Morgan, che intanto aveva iniziato a canticchiare la canzone.
–Pazzesco, no sul serio Andrea, te mi stupisci sempre di più, sei passato da Blame it on the girls, a Let her go in una maniera quasi impressionante, hai cantato questa canzone come se avessi provato tu quelle stesse sensazioni. Mi piaci Andrea è dall’inizio che l’ho detto, ma sei molto timido, cerca di essere più a tuo agio…- io gli sorrisi contento poi continuò.
–Beh, male che va esci dallo show-, lo aveva detto con talmente tanta spontaneità e leggerezza che non potei scoppiare a ridere, poi guardai serio Simona che in tutto questo non aveva né riso né fatto qualunque cosa che potesse fargli capire che fosse andato bene, infatti la vide arricciare il naso.
–Non vedo, il perché della scelta di questa canzone… io lo dico chiaro e tondo, non mi è piaciuto. Ma perché non mi è piaciuto? Perché era troppo simile all’originale, è stato troppo attinente al personaggio, e poi Mika qualche cosa di un po’ più forte per Andrea eh? Non ti sembra meglio?- sputò tutto ciò girandosi poi verso il pubblico dandomi le spalle, seguita da fischi e pochi applausi.
Vidi Mika diventare di vari colori, prima bianco come un lenzuolo, poi rosso di rabbia ed infine aveva ripreso il suo colorito naturale stampandosi un sorrisetto su quella faccia da schiaffi che gli piaceva tanto.
–Simonaa! Mi meraviglio di te- disse semplicemente Mika incrociando le braccia.
–You know quanto bravo e famoso sia Mike Rosenberg, e lui..la sua porformance sono stati ecezionali! This song deve essere quasi identica all’originale, altrimenti sarebbe uno schifo!- disse guardando prima la (s)Ventura e poi me, facendomi un occhiolino.
–And than..look! Non vedi com’è cucciolo? Non potevo dargli una canzone potente- detto questo, si girò anche lui di spalle per accogliere il pubblico che esplose in un applauso.
–Beh credo che i giudici abbiano riferito le loro impressioni, puoi tornare di la Andrea- disse infine Alessandro il presentatore, io annuì e mi alzai, facendo un altro mezzo inchino mi defilai, non dopo essere arrossito per un bacio volante (fatto di nascosto) dello spilungone che intanto rideva con Morgan di una battuta.

Quando tornai nel backstage tutti mi fecero i complimenti e mi abbracciarono, poi la pubblicità, e i giudici finalmente si alzarono dai loro posti per arrivare al buffet prima della seconda manche…

To be continued…

 
 
  Sbava...

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Capitolo 4
*** Chapter3: Give me a kiss.. ***


Chapter 3: Give me a kiss.

Adoro il giorno, adoro la luce, il sole, il caldo…ma per favore, quel giorno avrei solo voluto spegnere quella cazzo di sveglia, e chiudere quella cazzo di finestra che emanava fin troppa luce per i miei gusti.

Mi alzai dal letto e mi stiracchiai, grattandomi gli occhi con un pugno come fanno i bambini piccoli. In boxer scendo in cucina, dove seduto su uno sgabello c’è Davide, che non messo meglio di me stava mangiucchiando un “Pan di Stelle” togliendoci prima tutte le stelline e poi mangiando il frollino al cioccolato. 

-‘Giorno- lo salutai  sedendomi accanto a lui e versandomi un bicchiere di succo alla pera. Davide mi guardò schifato, -Ecco, mi stavo appunto domandando chi sano di mente in questa casa poteva bere suco di pera e poi puff… e arrivi te- io gli feci una smorfia e continuai a bere, intanto era sceso anche Daniele che era intento a bere una tazza di latte e caffè. 

Verso le dieci arrivò Mika, era mercoledì, quindi il giorno dopo ci sarebbe stata la prima puntata del talent e Mika avrebbe dovuto apportare le ultime modifiche alle nostre “performance” e poi saremo stati pronti per la serata. –‘Morning guys, dormito bene?- disse trotterellando per la cucina con la sua solita t-shirt bianca e un semplice paio di jeans scuri. –Mika, mi spieghi l’utilità di averci fatto svegliare alle sette?- dissi lanciandogli un biscotto che prese al volo e mangiò.
–My angel, pensavo che tu non ti saresti lamentato, god italians guys tutti uguali- lo fulminai con gli occhi ricevendo un ghigno da parte del riccio.
–Ok, today, non ci saranno prove- sputai il succo di pera, che andò a finire in sputacchi sul viso di Daniele seduto davanti a me, Davide scoppiò a ridere insieme a Mika, mentre il biondo mi guardava male. –Cosa? E domani.. cioè come faremo domani?-  il cantante gli fece l’occhiolino e lui subito arrossì.
–Don’t worry angel, sei pronto non hai bisogno di provare oggi ci divertiremo-.

Detto questo ci vestimmo tutti e tre, mentre Mika beveva il suo caffè “americano” (brodaglia allungata con l’acqua secondo il mio modesto parere).
Optai per una t-shirt con scollo a V rossa, con un paio di jeans blu e un paio di evans dello stesso colore dei jeans, misi gli occhiali da sole e scesi in salotto, dove i tre dell’ave Maria mi stavano aspettando già tutti pronti. 

Il programma di Mika era, giretto per Milano, poi avremmo cenato in un ristorantino li in zona, e in fine ci saremo riuniti nel loft a fare giochi stupidi, a mangiare schifezze e a guardare film a sfondo sessuale (non porno, troppo per un tipo “candido “ come lui” con battutine da parte di Davide.)

La prima parte dei piani, cioè giretto e pranzo era già stata svolta, infatti ritornarono nel loft carichi di pacchi e pacchetti di vestiti scarpe e chi più ne ha più ne metta, così dopo aver messo a posto nelle varie stanze i loro acquisti decisero di giocare a dei giochi da tavola.
La scelta era ricaduta tra; Monopoli, Twister, Cluedo e Taboo. Io aveva optato per Taboo, adoravo quel gioco mentre ovviamente gli altri tre optarono per Twister, ho sempre odiato quel gioco, mi ritrovavo sempre in situazioni imbarazzanti
. –Oh no io a quel gioco li non partecipo- dissi alzando le mani e sedendomi sul divano posto davanti al tavolo con sopra sparsi i giochi da tavolo.
–Oh si che ci giochi, oppure hai paura di perdere?- disse quel diavolo di Davide puntando sull’orgoglio, mi girai a guardare Daniele che aveva preso in mano il regolamento del gioco, aveva deciso che lui avrebbe detto le parti del corpo da associare ai colori, quindi rimanevano lui, Mika e Davide. Deglutì e guardò Mika.
Si rese conto che il riccio lo stesse già guardando con sguardo di sfida, e proprio in quel momento accettò.


-Ok.. aspettate che state messi male, allora Davide metti la mano destra sul cerchio giallo vicino al piede di Mika- il moro guardò il cerchio giallo ma quando andò a posare il braccio su di esso, cadde a terra.
–Oh.. mi dispiace amico ma sei eliminato.. ok continuiamo allora Mika metti il piede destro sul cerchio verde- il riccio fece quello che gli aveva ordinato finendo con una gamba sotto il mio braccio e con il busto piegato verso di me, intanto l’altro ero diventato di un colore cianotico per la vergogna, avevo praticamente una mano pericolosamente vicina al bacino del riccio che invece si stava divertendo un mondo a  giudicare dal sorrisetto che aveva stampato sul volto.
–Cristo.. basta non ce la faccio più- dissi io, ma prima che potessi crollare Davide mi fermò con un sorrisetto bastardo sul viso.
–Facciamo una scommessa- io sbiancai, mentre il giudice sorrise in un moto di sfida.
–Chi crolla per primo deve fare una penitenza che sceglierà l’altro- disse trionfante battendo il cinque al riccio biondo che aveva vicino.
–E tu che ci guadagni scusa?- chiesi imbronciato spostando leggermente la gamba di Mika per guardarlo in faccia.
–Nulla, mi divertirò un mondo a vedervi lottare- io sbuffai mentre l’inglesino ridacchiava.
–Ok ci sto- dissi, tanto non poteva andare peggio. –Yes, anche io ci stò, mi piacciono le scommesse.-

Avete presente quando in un cartone animato oppure in uno dei quei telefilm simpatici, il protagonista dice la frase “Cosa potrebbe accadermi di peggio” e poi gli succedono le cose peggiori inimmaginabili? Ecco, questo è quello che mi era successo a me dieci minuti fa, mi ero ritrovato praticamente spalmato contro il petto di Mika, con una sua gamba sopra la mia coscia e il mio braccio molto vicino al suo viso, anzi i nostri visi erano molto vicini, e per l’imbarazzo e un momento di mancamento  per quel corpo caldo e muscoloso che aveva addosso, mi ero lasciato cadere finendo per terra, e con il riccio steso sopra.
–Yeah! I win, adesso deci fare la penitenza my angel- pronunciate quelle parole, sbiancai.
–Dai, ma non vorrai veramente dargli ascolto vero?- chiesi leggermente preoccupato.
–OH, yes, ma non adesso più tardi ok?- io annuì, intanto gli altri due erano andati in cucina a sgranocchiare qualche cosa, io ancora rosso come un peperone li raggiunsi, e iniziai  a mangiare qualche patatina, quando il riccio mi tolse il pacchetto dalle mani.
–Le patatine are badly per te- io lo guardai allucinato poi sbuffai.
–E chi sei mio padre?- dissi scocciato bevendo un bicchiere di succo di pera.
–Yes, so vai a letto che è tardi- spalancai gli occhi mentre quegli altri due celebrolesi se la ridevano allegramente.
–Ma sono le dieci, nemmeno le galline vanno a letto così presto.- Mika sorrise, per poi tornare serio.
–Si ma te sei piccolo- disse alzandosi dalla sedia.
–Ma se ho diciott’anni- mi lamentai seriamente preoccupato per lo stato di salute del giudice.
–Yes but loro ne hanno di più, quindi go to bed  now-.
Feci finta di non sentirlo mentre iniziai ad ascoltare un discorso che stavano facendo gli altri due sul talent, poi sentì Mika sbuffare e il rumore di una sedia che veniva spostata, in un battito di ciglia si era ritrovato sollevato come un sacco di patate in collo al Riccio che lo stava portando di peso in camera sua, sotto le risa sguainate degli altri due ritardati. –METTIMI GIU, MIKA- strillai al riccio iniziando a dare pugni, poi smisi.
Qualcos’altro aveva  attirato la mia attenzione, proprio a pochi centimetri dalla mia faccia, c’era il sedere sodo del cantante anglo-libanese. Il riccio accortosi dell’improvviso del mio cedimento si fermò, cercando di guardare quello che stessi facendo, ma avendo sentito che si era fermato, distolsi lo sguardo per non essere “sgamato”. 

Entrò in camera e mi buttò sul letto, io imbronciato mi sedetti con la schiena appoggiata allo schienale del letto e a gambe e  braccia incrociate, mentre Mika si era seduto sulla piccola poltrona accanto alla finestra.
Io cercai di non guardarlo, ma infondo anche l’occhio voleva la sua parte, quindi voltò il viso verso il riccio e si accorse che questo già lo stava guardando.
–Perché mi hai fatto venire qui così presto? Io non ho sonno- dissi con una voce simile a quella dei bambini. Il moro sorrise, poi si alzò dalla poltrona.
–Because tu devi scontare la tua penitenza- li sbiancai, e arrossì allo stesso tempo, cosa voleva fare? Si avvicinò al letto e si sedette davanti a me.
–C-cosa intendi dire esattamente?- chiesi balbettando leggermente. Mika sorrise, credo perché si aspettasse quella mia domanda.
–Un bacio, only a kiss- continuò poi in inglese, io arrossì furiosamente e abbassai lo sguardo, il riccio sorrise poi avvicinò sempre di più il suo viso al mio.
Accarezzò la mia guancia poi fece una lieve pressione sotto il mento per farmi alzare lo sguardo, quando incontrai i suoi occhi rimasi incantato, mentre osservavo il moro guardare insistentemente le me labbra, si avvicinò sempre di più, chiusi gli occhi e mi inumidì le labbra. Poi senti un’altra lieve carezza su una guancia arrossata e una leggera pressione all’angolo della bocca, poi basta, nient’altro. Riaprì gli occhi e mi ritrovai davanti il riccio che sorrideva.
–No, not now- e sfiorandomi ancora una volta un angolo delle labbra con le proprie si alzò dal letto e se ne andò.

Ero basito, ero rimasto li in quella posizione con gli occhi spalancati per moltissimo tempo, per poi alzarmi e dirigermi in bagno,  mi guardai allo specchio, ed ero letteralmente sconvolto, quel ragazzo mi sconvolgeva.
Una carezza, un lieve sfioramento di labbra quasi impercettibile, ed infine un bacio all’angolo della bocca, Mika voleva farmi impazzire, e ci stava riuscendo. Ma gli avrei dato filo da torcere può starne certo.


 

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Capitolo 5
*** Chapter 5: Impressions (part 2) and.. ***


Chapter 5: Impressions (part 2) and…



E la prima manche è andata, il peso me lo sono tolto e ora la pace e la tranquillità è tutto quello che il mio cervello richiede, naturalmente non può averla, perché vengo trascinato da Daniele al buffet durante la pubblicità (iniziata mezz’ora fa.. ma quando finisce?).
Appena entrai nella stanza del backstage tutti i concorrenti insieme ai giudici stavano chiacchierando, chi della performance appena svolta, chi per alcuni consigli prima di salire sul palco. Io ho bisogno di qualcosa da bere, quindi mi dirigo verso il tavolo delle bibite e prendo solo un bicchiere d’acqua, lasciando Daniele a parlare con Morgan di non so quale gel per capelli.
Mi siedo su uno dei divanetti e appoggiando la testa sullo schienale chiudo gli occhi, ho bisogno di staccare il cervello, ma quel giorno non era il giorno buono per la mia testa, perché l’abbassamento del posto del divanetto accanto a me è stato occupato.
Apro gli occhi, e non mi sorprendo di vedere Mika seduto con un calice di champagne in mano, lo guardo, poi quando si gira distolgo lo sguardo. –Sei stato bravo- disse semplicemente, niente battutine, niente sorrisini maliziosi, solo un complimento.
Gli sorrisi poi richiusi gli occhi. –Grazie, merito tuo- sentì il riccio muoversi, poi nient’altro. –si hai ragione- io aprì di scatto gli occhi per poi scoppiare a ridere insieme al riccio. –Sai? Mi aspettavo un commento tipo: Ma che dici sei tu quello che stava sul palco”, oppure “La voce era la tua non la mia”,- il riccio scosse la testa sorridendo, facendo ondeggiare i riccioli a destra e a sinistra.
–Hey, tu hai deto che ho ragione io- disse semplicemente, io sorrisi, poi non ce la feci più, il chiasso era troppo e la mia testa stava scoppiando. Lasciai il riccio sul divanetto e uscì dalla stanza, entrai in un’altra più tranquilla e mi sedetti per terra con le spalle attaccate al muro.
Sospirai, c’era pace e tranquillità, e sentivo che il mal di testa stava già tornando come prima. Mi era dispiaciuto lasciare cos’ Mika, ma il mio cervello dopo un po’ ha bisogno di ricaricarsi e stare al chiasso non fa altro che peggiorare le cose.
Poi vidi la porta aprirsi e la testa del riccio  fare capolino dalla fessura, gli sorrisi e lui entrò, si mise seduto vicino a me. –Che hai?- mi chiese incrociando le gambe. –Ho bisogno di staccare la spina, e il rumore non aiuta.. risposi tranquillamente.
–Oh sorry, allora vado- disse e fece per alzarsi,  ma lo fermai. –Aspetta, ho detto il chiasso non la compagnia, rimani- il riccio annuì lentamente per poi rimettersi seduto.
Rimanemmo lì in silenzio per molto tempo, poi il riccio parlò.
–Everyone..emh tutti, conoscono tuto di me, but io non conosco nothing di te, vuoi racontarmi qualcosa?- chiese ccon il suo adorabile accento in inglese, non riusciva a non inserire qualche parola in lingua originale, ma vedevo che si sforzava. Poi pensai alla domanda che mi aveva fatto.
–Cosa vuoi sapere?- chiesi girandomi a guardarlo. –La tua familia, se  hai un fidanzato, il tuo hobby, quelo che vuoi tu-. Sospirai, non mi andava di parlare, ma non mi andava neanche di dargli un dispiacere. Quindi iniziai a parlare. –Vivo con mia madre, lei è sempre stata presente per me, è una donna forte ed indipendente, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Lei è forte, al contrario di me- abbassai lo sguardo, Mika non disse nulla, e lo ringraziai per questo, sapevo che lui c’era per me, e la sua mano posata sulla mia gamba mi diede il coraggio di continuare.
–Quando scoprì che mio padre la tradiva con un’altra e che aveva un altro figlio non crollò, non lo fece perché c’ero io, non urlò, non gli tirò i piatti dietro, non si depresse, gli fece confessare tutto, poi con le valige pronte lo aveva cacciato di casa..- una lacrima mi solcò il viso, ma la asciugai velocemente, Mika stava per dire qualcosa ma lo precedetti. –E lui sai cosa fece? Niente.. capisci Mika? Niente non si giustificò, non cercò di riparare al danno che aveva fatto, ma semplicemente annuendo, se ne era andato, con la nuova moglie e il figlio, partito, per la Francia.
Avevo sette anni quando questo successe, ma è come se fosse stato ieri.- mi interruppi, asciugami l’ennesima lacrima poi con un sospiro continuai. –a quindici anni mi scrive una lettera. Sai cosa c’era scritto? “Tua madre non ha il diritto di nasconderti a me, voglio rivederti, e spero che la mia lontananza ti abbia fatto diventare un uomo con le palle, non un debole come quella donna”. Mi scrisse la data e l’ora dell’appuntamento… ci andai, ma non è mai stato un incontro padre e figlio. Quando gli ho detto che ero gay sai cosa ha fatto?-  mancava poco ce la potevo fare. Le lacrime adesso scorrevano come un fiume in piena, e le braccia di Mika mi strinsero come la migliore delle cure. Poi al mio orecchio sussurrò.
–Sorry, scusami, io non volevo che tu piangi- lo rassicurai con una carezza poi chiudendo gli occhi continuai. –Non mi sgridò, anzi non reagì per niente, mi prese per la maglietta e con uno sguardo pieno di ira mi aveva fatto salire in macchina. Venti minuti dopo eravamo su un’autostrada e stava pagando una donna… CAPISCI MIKA? UNA DONNA…VOLEVA FARMI SCOPARE CON UNA DONNA. Pensava che facendomi perdere la verginità con una puttana qualunque avrei cambiato sessualità, e lo fece… mi costrinse quella sera, è stata peggio di essere stuprato da qualcuno- poi sorrisi amaramente a quei ricordi… -Un uomo che viene stuprato da una donna…strano vero?- Mika mi strinse ancora di più a lui. Le lacrime ora si erano calmate, poi sospirai, alzi il viso verso il suo e gli sorrisi ma vidi chiaramente che il suo volto era ansioso e preoccupato e… peno d’ira. –Non lo hai.. come si dice in italiano?..Reported to the police.- Scossi la testa. –Ero un ragazzino Mika.. non lo dissi neanche a mia madre, sono poco tempo fa gli raccontai tutto.- lui annuì.

Rimanemmo li a parlare per un bel po’, il programma non era ancora iniziato perché ci sono stati dei problemi con le telecamere. –And con i ragazzi?- mi chiese dopo un attimo di ilarità della battuta precedente. –Beh, non sono stati parecchi, ma mi hanno sempre rispettato, sia nell’ambito sessuale che sentimentale, l’ultima storia è finita qualche giorno prima delle audizioni di Xfactor.- dissi semplicemente, lui sembrò turbato. –Come mai?- scossi le spalle.
–Non voleva diventassi un montato come la maggior parte delle persone che stanno qui dentro, parole sue.- Mika alzò le sopracciglia.
–Italiani, chi capisce- disse alzando gli occhi al cielo, io sorrisi. –E te invece? Sei acclamato da milioni di donne e uomini, non c’è nessuno che è riuscito ad avere il tuo cuore?- dissi con un sorrisetto in viso. Mi ritrovai a sperare che rispondesse negativamente.
–Someone..emh qualcuno? Qualcuno c’era, siamo stati insieme per molti ani, a lui ho scritto molte canzoni, ma è ancora in sospeso.- Ero confuso, lui mi stava dicendo che è fidanzato da molti anni, e che adesso è in crisi. –Oh quindi c’è qualcuno- dissi cercando di non far trapelare una nota di tristezza nella voce.
–No, per me no, io non lo amo- annuì, poi una vice dietro la porta disse che il programma stava per continuare. Io mi alzai, e lo stesso fece anche Mika. Si diresse verso la porta e poggiò una mano sulla maniglia. Rimase li per molto tempo.. poi si girò dicendo. –Oh God, al diavolo-. Si fiondò su di me schiacciandomi completamente al muro con il suo corpo, e premendo le sue labbra contro le mie in un bacio passionale, le sue braccia erano ai lati del mio corpo, completamente nascosto dal suo, i nostri bacini molto vicini, ma non a contatto, e la sua lingua, dio che cosa fantastica, le nostre lingue si intrecciavano per poi slacciarsi per riprendere fiato, poi, senza motivo cercai di ribellarmi, avevo mezzo metro di lingua del moro in bocca, ma lui spinse il suo bacino verso il mio, facendo aderire le nostre intimità e sbattendo il mio torace al muro, io gemetti, purtroppo non per il dolore e cedetti, incrociai le braccia attorno al suo collo e iniziai a tirargli dolcemente i piccoli ricci, cosa che evidentemente gli piaceva, perché quando lo facevo, si staccava dalla mia bocca per poi rifiondarcisi.
Non so per quanto tempo ci baciammo, ma dal piacevole dolore alle labbra e da quelle rosse e gonfie del moro, credo parecchio, quindi senza dire niente, mi lasciò un veloce bacio sulle labbra poi, sempre velocemente uscì, lasciandomi lì, a respirare affannosamente.

Mika

Non so cosa avesse scatenato quel mio atto di impulsività, so solo che non ho mai baciato così una persona, neanche Mike, il mio ragazzo.
Forse lo straziante momento in cui mi raccontava della sua famiglia, o la leggera gelosia di quando  mi aveva detto che il ragazzo lo aveva lascito per entrare qui dentro, o forse cosa molto più probabile, la voglia di farlo perché ero completamente attratto da lui, quando si era alzato avevo sentito la sua mancanza e non ero riuscito a fermarmi. Adesso sto ascoltando gli altri concorrenti al banco dei giudici, si.. li sto ascoltando, ma con la mente sono in quella stanza, con il biondo.
–Mika? Mika.. allora te cosa ne pensi.. hei ci sei?- mi riscossi dai miei pensieri quado Elio iniziò a scuotermi dalle spalle.
–Oh, Fuck what?- ecco quando ero preso alla sprovvista parlavo in inglese e sputavo parolacce. –Emh..cosa?- il pubblico rise, e io con loro.
–Scusate Mika, sta pensando al suo ragazzo, vero Mika? Dai a noi puoi dirlo- Morgan iniziò a darmi gomitatine e io per la prima volta arrossì.
–What? Morgan.. sei pazzo!- lui rise insieme agli altri giudici, poi dopo aver dato il mio parere finalmente la puntata finì. Non avevo voglia di stare con nessuno.. con nessuno che non sia Andrea, ma non volevo dargli una spiegazione, perché neanche io so perché l’ho fatto, non voglio mettermi in ridicolo, è stato un bacio, l’ho voluto, lui anche basta, perché dare spiegazioni?...

Tornai nella mia villetta vicino allo studio, tolsi i vestiti dello show ed infilai vestiti comodi, poi mi sedetti sul letto. Non volevo pensarci, non voglio, voglio soltanto dormire e rimandare i problemi al giorno dopo, ma ovviamente il mio corpo fa tutto il contrario di quello che dice la mia testa.. Questa sarà una lunga nottata…


Angolo ME:
Scusatemi il capitolo fa un pochino schifo.. ho intenzione di riscriverlo meglio, ma cmunque il concetto è quello quindi l'ho pubblicato, vi chiedo scusa per eventuali errori di grammatica, sintattica e bla bla bla, mi farebbe piacere se me li segnalaste fisto che non li vedrei neanche se ce li avessi scritto in fronte e davanti ad uno specchio. Poi.. il capitolo è corto.. molto corto, colpa dell poca ispirazione.
Spero di farmi perdonare con delle foto di Tom Felton e del magnifico Mikaaaa.





 

 

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Capitolo 6
*** Avviso (leggere è importante) ***


Heilaaa bella gentee!! Ok basta.. *Si schiarisce la gola*.. Allora qui è la vostra "Polvrredistelle" che vi parla.. Il suddetto giorno 5 Marzo del terzo mese dei dodici..la sottoscritta partirà per delle lande desolate, dove il freddo potrà sopraffarla e non sà che esseri viventi potrà incontrare (vado in Germania.). Partirà per questo lungo viaggio e non sà quando ritornerà...se ritornerà.. E quando aggiornerà.. (Torno fra una settimana). Per il resto.. Pregate per me e che io non mi perda tra le lande della Germania e sperando di non incontrare piccoli Hitler. Tutto questo per dirvi che per una settimana non posso aggiornare quindi perdonatemi ma quando torno vi farò trovare non un capitolo ma due.. Appena creati.. Un bacione. Ps:recensite se avete letto. -Camilladallavalledesolatadellagermania-

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Capitolo 7
*** Io non ho mai... ***


Chapter 7: Io non ho mai…




Mi evitava, lui il giudice senza peli sulla lingua, il cantante anglo-libanese amato da tutti, lui, l’uomo che mi era stato vicino in questi giorni, da due settimane a questa parte mi evitava.
Ci stavo male, dopo il bacio che ci eravamo scambiati, tutto è cambiato, ci parlavamo solo quando giungeva il momento delle assegnazioni, e quando salivo sul palco. Per il resto della giornata niente.. non si faceva vedere.. per lo meno non da me.
Noi eravamo ancora tutti interi, io Daniele e Davide ancora non eravamo stati eliminati, questo non si può dire per il cantante degli over di Elio, “Diego”.
Questo era soprattutto merito di Mika, che sapeva sempre consigliarci ed assegnarci canzoni adatte alle nostre personalità.
Terza puntata di x Factor, io sto in camerino, non faccio niente, bevo un sorso d’acqua e mi guardo allo specchio.
Daniele e Davide sono usciti cinque minuti fa. Non me la raccontano giusta quei due, ma in fondo anche io ho parecchie cose da nascondergli, quindi faccio finta di non farci caso. Un segnale, mi avvertiva che la fine della prima manche era arrivata, quindi che dopo la pubblicità sarebbe iniziata la seconda.
Corro a congratularmi con Daniele per la sua esibizione, poi torno in camerino. Non ho voglia di stare con gli altri concorrenti e ancora di meno con i giudici.
Erano passati dieci minuti da quando ero seduto sul divanetto quando la porta si aprì.
Non rimasi stupito, quando vidi un Vatusso, riccio entrare nel camerino. Prima o poi avrebbe dovuto parlarmi.
–Andy, perché stai qui?- disse con il suo buffo accento inglese ma che quella volta non mi fece sorridere, non risposi, anzi dopo uno sguardo fugace tornai a guardare davanti a me. Lui rimase in silenzio, si avvicinò al divanetto e si sedette sull’altra estremità. –E’ sucesso qualcosa?- disse ancora sgrammaticalmente.
Lo guardai poi sorrisi amaramente. –Dimmelo tu- risposi girandomi a guardarlo negli occhi.
Vidi un lampo di comprensione passargli attraverso gli occhi, ma che non abbassò. Stava per aprire bocca, ma con stizza lo fermai.
–Non. Fiatare. Lo sai che vuol dire essere evitato per tre maledettissime settimane? Lo sai che vuol dire sentirsi rifiutato, messo da parte, ignorato dalla persona che ti piace? Eh Mika? Lo sai tu questo?-. Non urlai, ma quel tono freddo con cui sputai quelle parole bastarono, per farlo sentire in colpa.
- No non lo sai. Perché non c’eri tu al mio posto-. Un altro suono ci avvertì dell’inizio della seconda manche, così mi alzi e lo lasciai li da solo.
La seconda mance è finita. Stavolta i giudici non hanno potuto dire niente sulla mia performance, sono stato l’esatto opposto dell’Andrea che conoscono loro.
Ero talmente arrabbiato con Mika che quando ho iniziato a cantare quella canzone, l’ho urlata talmente forte nel microfono, che il cantante nel video non avrebbe potuto fare di meglio. I giudici non avevano fiatato, incazzato come un ossesso ero sceso velocemente dal palco e mi ero rinchiuso nel camerino, con l’ordine categorico (si l’ordine anche se non ero nessuno di importante incavolato com’ero nessuno mi avrebbe mai ostacolato) di non far entrare nessuno, all’infuori di Daniele che era uscito circa dieci minuti fa.

Avevo cantato “This is war” dei “Thirty second to mars”, adoro quel gruppo e sono sicuro di essere riuscito a stupirli con la mia interpretazione.
Poi senza neanche bussare la porta si aprì di scatto, e un Mika con il volto rosso e i pugni serrati entrò in stanza come una furia.
Ero talmente scioccato, che non feci in tempo a schivare il pugno che mi aveva rifilato.
Quando mi rialzai il riccio si era leggermente calmato, e mi guardava in attesa che mi rialzassi o dicessi qualcosa. –Perché?- riuscì a dire solamente alzandomi. –Perché sei un cretino- disse semplicemente. Gli insulti li pronuncia bene però eh. Mi alzai ora anche io infuriato.
–Ah, adesso anche cretino? No dico l’ultimo neurone che hai in testa è stato soffocato da quella massa di ricci cheti ritrovi? Tu prima mi baci e scompari, e poi mi dai un pugno dicendo che sono un cretino? Bene, adesso se non ti dispiace il cretino se ne pfhg- non riuscì a finire la frase che le sue labbra furono subito sulle mie spingendomi violentemente contro il muro.
Non volevo dargli soddisfazione, quindi serrai la bocca per impedirgli di approfondire il bacio, ma non ci riuscì, quando mi morse il labbro per farmi schiudere le labbra lo lasciai entrare facendomi sconvolgere da quella valanga di sensazioni che mi faceva provare la sua lingua.
Quando iniziai anche io a partecipare però si staccò. -I did it to protect you piece of idiot- disse poi rifiondandosi violentemente verso le mie labbra, ma dopo pochi secondi mi staccai. –Che hai detto?- aveva parlato talmente tanto veloce che non l’avevo capito, il riccio posò la sua testa sulla mia spalla.
–L’ho fatto per te pezzo di idiota, credo dite così in Italia, l’ho sentito in una fiction..- gli tappai la bocca con la mano.
–Che vuol dire che l’hai fatto per me spiegami- dissi mettendomi seduto sulla poltroncina del camerino, il riccio mi si sedette affianco.
–Se ci scoprono, tu verai squali..squa..squalifi.. oh insomma eliminato-, riuscì alla fine a trovare un sinonimo di squalificare, mi diverto troppo a vederlo in difficoltà, ma in questo momento non avevo voglia di ridere, aveva ragione, se solo uno dei giudici o uno dei produttori ci scoprono siamo fritti, sia io che lui.
Ricordo molto bene quello che è successo a Morgan qualche anno fa e non voglio capiti anche a lui.
Lo abbracciai di slancio, posando la testa  nell’incavo del suo collo, e mi lasciai stringere la vita dalle sue mani forti.
–Credo che possiamo farcela- dissi affondando sempre di più il viso nel suo petto. Le sue braccia mi strinsero ancora di più.
–Vale la pena rischiare- rimasi sbalordito dalla sua frase, anche se detta con il suo solito accento riuscì a scaldarmi il cuore, tanto che gli diedi un altro bacio a fior di labbra per poi uscire dal camerino insieme.

Mika.

Avevo pronunciato quella frase senza esitare, senza pensarci, non ho avuto ripensamenti, so che posso farcela, ma ho paura… una fottuta paura.
Se dovessero squalificarlo solo perché ci siamo scambiati qualche bacio mi sentirei talmente tanto in colpa da non riuscire a stare più sotto ai riflettori, voglio bene ad Andrea e non voglio che gli accada nulla.
Quando siamo usciti dal camerino siamo tornato dagli altri ragazzi, ancora salvi per l’ennesima volta, era stata eliminata una ragazza di Morgan di cui non ricordo il nome, era brava ma non era all’altezza.
Adesso li guardo chiacchierare felici, soprattutto il mio angelo, che ogni tanto mi cerca con gli occhi, e quando trova i miei mi sorride e arrossisce, per poi tornare a parlare con i compagni.
Mi piace quando fa così, in effetti mi piace tutto di lui, dai suoi occhi color del ghiaccio, ai suoi capelli biondissimi, alle sue labbra carnose. Non posso dire di amarlo, questo no. Dopo il mio ex-ragazzo ho smesso di amare veramente una persona, ma forse per la fiducia c’è ancora speranza, e sento che questa Andrea può darmela, anzi ne sono sicuro.
Questa mattina decido di andare nel loft… non lo faccio mai il giorno dopo la puntata, ma stavolta ho un motivo per farlo… un motivo bello e buono.
Quindi mi preparo con più cura.. un jeans a sigaretta blu, una t-shirt bianca, e una giacca gialla.
Ok infondo non sono molto diverso dalle altre volte, diamine a che importa di come sono vestito? Lascio i miei ricci come stanno tanto non riuscirei comunque a gestirli, e salgo sul SUV che mi ha gentilmente regalato la produzione (ruffiani).
Quando entro in casa tutto  mi sarei aspettato, e dico tutto, tranne vedere Daniele e Davide spalmati sul divano a mettersi le lingue in gola, rimasi quasi scioccato, rimasi in quella posizione per non so quanto.. cinque minuti.. mezz’ora? E intanto quei due andavano avanti, se non li avrei fermati avrei “goduto” di un film porno sul divano in cui mi siedo quasi tutti i giorni… -Oh.. emh.. questo è imbarazante- dissi solamente grattandomi la testa, ma questa mia frase fu abbastanza per farli saltare letteralmente in aria e girarsi imbarazzatissimi verso di me.
–Oh Mika… c-ciao.. non ci aspettavamo che arrivassi, di solito non vieni mai i giorni dopo…- non fini la frase perché corse direttamente in cucina per l’imbarazzo, Davide invece ghignò verso di me, e io gli sorrisi. –Ecco cosa fate quando io non ci sono eh!- gli dissi avvicinandomi al divano e sedendomi vicino a lui.
–E’ capitato, un attimo prima mi chiedevo se volevo il caffè, e un attimo dopo ci stavamo per strappare i vestiti di dosso.- disse, tutto tranquillo come se niente fosse. Io sorrisi, stavo per dire qualcosa, quando un assonnato Andrea scende dalle scale per andare in cucina. Si gira verso di noi, ci guarda e poi continua a camminare. Probabilmente ancora non ha capito che siamo qui, infatti due minuti dopo torna a marcia indietro.
–Mika, che ci fai qui?- ciancicò con la bocca impastata dal sonno sedendosi sulla poltrona davanti a noi. - Guardavo un film porno-.. Poi mi resi conto della frase che avevo detto e scoppiai a ridere insieme a Davide, mentre Daniele tornava imbarazzato come prima con due tazze di caffè in mano, una la bevve lui e l’altra la diede all’assonnato, che non ci stava capendo una mazza. –Questi due, quando dormi ci dano dentro!- esclamai con il mio accento inglese facendo sbiancare Daniele. Daniele boccheggiava, senza riuscire a spiccicare parola.- No cioè.. tu e lui- disse indicando prima Daniele e poi Davide. –Lui.. e tu- continuava a farfugliare grattandosi la testa. –Oh ma dai è successo solo un paio di volte- si lamentò Daniele, che pochi minuti dopo accorgendosi di quello che aveva detto si girò allarmato verso noi tre che lo guardavamo allucinati. Ci guardammo in faccia e scoppiammo tutti a ridere.

Andrea

Rimasi scioccato da quella notizia, ma infondo dovevo aspettarmelo, era da un po’ di giorno che notavo qualcosa di strano tra quei due, ogni volta che spariva uno, l’altro cercava qualche scusa per allontanarsi e raggiungerlo, e io stupido che non me ne sono mai accorto.
Quel giorno decidemmo di passarlo tutti quanti insieme, e anche Mika disdisse tutti i suoi impegni per stare con noi, dopo un pranzo veloce, ci sedemmo a vedere un film (sotto mia richiesta, sono patita di film)… e sotto richiesta di Davide vedemmo Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, secondo lui uno dei sette film migliori.
Cenammo con pizza e birra sul divano, poi (sempre a Davide) venne l’idea di giocare al gioco “Io non ho mai”.
Quando gli chiesi di cosa si trattava, mi spiegò che ognuno a turno doveva fare dire qualcosa che non aveva mai fatto, e se qualcun altro che giocava invece aveva svolto quella cosa, avrebbe dovuto bere un sorso di birra.
Accettammo tutti quanti, e seduti in cerchio iniziammo il gioco. Cominciò Daniele, -Io non ho mai.. mangiato ostriche e champagne-, disse iniziando con qualcosa di facile, solo Mika bevve, dicendo con un’ alzata di spalle “Che volete io sono famoso”. Poi continuò Davide. –Io non ho mai…fatto lo spogliarello a qualcuno.- disse sogghignando, io diventai subito rosso, e con mia grande sorpresa anche Daniele prese un sorso di birra, sotto gli sguardi scioccati degli altri due.
–Che c’è.. il mio fidanzato era molto pretenzioso- mi giustificai ridendo.
Toccava a me, ci pensai su.. –Io non ho mai… fatto sesso in una doccia- bevvero tutti, ma non commentò nessuno, solo Mika mi lanciò uno sguardo che non riuscì a decifrare. Era il turno di Mika. –Io non ho mai… mangiato la nutella-  sputai l’acqua che stavo bevendo in faccia a Daniele.
–Tu in vita tua non hai mai mangiato la nutella?- chiesi con gli occhi che mi fuoriuscivano dalle orbite lui annui.
–Non mi piace, e poi non so come mangiarla-  io annui lentamente mentre prendevo un sorso di birra insieme agli altri due.. Il giro ricominciava Davide..
–Io non ho mai… tradito nessuno- nessuno dei tre bevve, non so il motivo ma tirai un sospiro di sollievo a vedere che il riccio non aveva bevuto, come se mi sentissi sollevato. –Io non ho mai… baciato una persona famosa- mi si ghiacciò il sangue nelle vene, mi girai verso Mika che mi guardava senza però fiatare, poi lo vidi bere. –Katy Perry, Music Award eravamo ubriaci- disse sbagliando ovviamente la parola, decisi di rischiare e sotto lo sguardo incredulo di Mika, bevvi un sorso della mia birra. Daniele e Davide mi guardarono sorpresi.
–Chi?- disse soltanto Daniele con gli occhi che gli brillavano. Ero nella merda. –Emh..- ero in difficoltà cazzo, perché HO BEVUTO? MERDA. - Da su non fare il timido, dovresti vantartene. – Disse Davide orgoglioso. Io guardai Mika in cerca di aiuto, che non arrivò, anzi ghignava il bastardo
. –Emh.. il cantante del bar in centro- buttai lì, sperando che mi credessero, vidi il riccio con la coda dell’occhio cercare di non ridere.
–Ma quello non è famoso Andrea non vale- dissero gli altri due, tirai un sospiro di sollievo, ci erano cascati.
Continuammo a giocare per un’altra oretta poi verso mezzanotte Mika se ne andò, salutando Daniele e Davide con un saluto, e mentre loro erano impegnati a litigarsi un pacchetto di Haribo, mi rubò, un casto bacio sulle labbra per poi uscire. Rimasi bloccato sulla porta, solo le urla di quei due idioti, mi fece ridestare dallo stato di trance in cui ero caduto. Chiusi la porta e mi buttai nella mischia.

Quella si che è stata una giornata memorabile.
 

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Capitolo 8
*** Segreti e sensazioni. ***


Chapter 8: Segreti e sensazioni.

Non so il motivo, ma mi risvegliai sul divano, con la testa sul ventre di Daniele, e il resto del corpo su quello di Davide, mentre di Mika non vi era traccia. Mi alzai, e ancora assonnato mi recai in cucina, dove trovai un biglietto attaccato al frigo.

Non so il motivo, ma devo andare a fare un’intervista per la nuova puntata di X factor, sul tavolo ci sono croissant e dolci vari.
Ps: non sapete quanto tempo ci ho messo per scrivere questo bigliettino senza erori.

Peccato era andato quasi bene.. mi sedetti sullo sgabello della penisola e iniziai a mangiucchiare un cornetto semplice, ripensai alla sera prima, quanto ci siamo divertiti, per qualche ora, non mi sono sentito “l’angioletto di x Factor”, ma soltanto Andrea, il ragazzo di diciotto anni che canta in un programma, e che si diverte la sera con gli amici. A proposito di amici, sono rimasto sconvolto, quando ho scoperto che Daniele e Davide hanno  una specie di relazione clandestina, a mia insaputa.
Devo fare una bella chiacchierata con Daniele, e credo che anche lui vuole avere qualche spiegazione da me, quando ieri ho fatto quella gaff, su quale personaggio famoso ho baciato, il riccio non se l’era bevuta la scusa che avevo messo su.

Intanto, Davide era entrato in cucina e si era seduto sullo sgabello accanto a me addentando un cornetto alla crema. –Buongiorno eh!- lo salutai on sarcasmo, dandogli una spallata, che per poco non lo fece strozzare. –Ma sei matto?... Questo è tentato omicidio-  replicò tossendo. Io risi poi tornai a fare colazione.
Era bello stare in compagnia di Davide, non ci avevo mai riflettuto molto, ma con Davide riusciamo a stare soli nella stessa stanza anche senza intavolare una conversazione.. il silenzio che cala tra di noi quando stiamo da soli (quelle rare volte) è sempre piacevole, mai imbarazzante.
Non ci ho mai parlato molto con lui, sono semore voluto stare con Daniele perché era quello che mi capiva si più di tutti.. ma io e il riccio eravamo migliori amici, mentre con il “diavolo di x-factor” siamo.. compagni di giochi. Ci piace ridere scherzare.. fare scherzi imbarazzanti a Daniele, che poi non si sa il perché vanno a finire contro Mika. Mika.. con lui avevo un rapporto strano.. ci baciamo qualche volta.. già da ieri ci siamo  scambiati moltissimi baci, naturalmente all’insaputa degli altri due, ma non ne avevano mai parlato..
-Heila… morti di sonno!- Un Daniele.. stranamente più attivo del solito, era entrato in cucina tutto pimpante, pulito e profumato. –Dove vai?- gli chiesi accigliato versandomi ancora un po’ di latte nella tazza. –Dove andiamo vorrai dire.. oggi abbiamo il permesso di uscire ricordi? Non possiamo sprecarlo!- disse saltellando di qua e di là per la cucina. –Ok.. quindi dove andiamo di bello?- chiesi ancora.. ma con molto meno entusiasmo.
–In giro per Milano ovvio! Andiamo a fare shopping e poi decidiamo cosa fare- la mia faccia sicuramente sarà dovuta sembrare terrificante, perché il riccio mi aveva fulminato con lo sguardo e mi aveva intimato assolutamente di filare a vestirmi.

Dopo venti minuti scesi in salotto con un paio di jeans skinny scuri, un maglioncino blu e le converse bianche ai piedi. Era ormai iniziato novembre, quindi abbinai anche una sciarpa bianca e infilai il giubotto. Daniele che mi stava già aspettando di sotto mi intimò di sbrigarmi prima di prendere le chiavi della macchina e correre in giardino. Guardai Davide seduto su una poltrona a leggere il giornale e lo salutai.
–Hey Dav, tu non vieni?- gli chiesi salutandolo con una pacca sulla spalla, lui mi sorriso. –No devo uscire con mio fratello oggi, glie l’avevo promesso- mi disse, io annuì, per poi uscire di casa e raggiungere Daniele in macchina. –Dobbiamo per forza andare a fare shopping?- chiesi implorante, il riccio ghignò. –certo, ho bisogno di vestiti e magari mi racconti anche di una certa star che avresti baciato- accennò, mentre metteva in moto, io sbiancai.
–Eh già, il cantante di quel bar era proprio raccapricciante- cercai di arrampicarmi sugli specchi. Il riccio sorrise. –Non sei capace di dire bugie, baby angel- io divenni rosso. –Non chiamarmi baby angel, e poi anche tu dovresti spiegarmi qualcosa su un certo ragazzo.- ammiccai, lui arrossì violentemente per poi azzittirsi. Il silenzio in machina divenne imbarazzante, quindi decisi di accendere la radio. –E questo era “Stardust” del grande Mika, vero Gin- disse l’uomo alla radio.
–Assolutamente si Luca, il cantante anglo libanese che sta spopolando in Italia grazie anche al programma di cui è giudice, “x-Factor”. Ma facciamole a lui queste domande… presentiamo come ospite oggi… Mika-. Prestai subito attenzione alla radio, era questa l’intervista di aveva parlato Mika.
-Allora Mika, come stai?- chiese la radiofonica. –Bene grazie, e voi?- i due risposero affermativamente.
Allora abbiamo ascoltato uno dei tuoi pezzi che ha spopolato qui in Italia, soprattutto grazie anche alla voce femminile di Chiara cosa ne pensi?- chiese invece l’uomo accennando alla canzone di prima. –Beh, è diversa dall’originale- disse semplicemente quasi in tono annoiato.
–Giusto, quella con la chitarra e completamente in inglese è più dolce giusto?-  chiese l’altra cercando di non far trapelare l’imbarazzo nella voce.
Oh, ma non è quella l’originale- disse il riccio. –La prima che ho registrato è quella con la base ritmata sotto.. anche se trovo molto più bella questa-  disse cercando di rimediare a quello che aveva detto prima. Continuarono a parlare della carriera di Mika, delle sue prime canzoni e dei suoi album, fino a quando non gli fecero una domanda che suscitò subito la mia attenzione. –Alcune tue canzoni le hai scritte per il tuo ragazzo vero Mika?- chiese l’uomo sperando di non aver fatto una gaff. Io trattenni il fiato. –Beh.. si quasi tutte-  disse on una nota di depressione nella voce che fecero crescere in me una nota di gelosia, anche se sapevo che ormai i due si erano lasciati. -Oh, davvero? Wow, deve essere davvero tanto speciale questo ragazzo- aggiunse ancora l’uomo, la stretta allo stomaco che avevo si fece ancora più insistente. –yeah, lo era- disse con semplicità io riccio. –Oh, perché non state più insieme? Mi dispiace - finta pietà.. che schifo.
A me no-  schietto come sempre. Quella frase mi fece riprendere un po’ di colore. -Quindi Mika, come ci si sente ad essere single?- cercò di svagare l’altra non riuscendoci naturalmente. Mi si girarono le budella, avrebbe detto di loro? No impossibile se lo venissero a sapere mi caccerebbero dallo show.
Diciamo-  rispose solamente. Continuarono a parlare del programma e di quanto lui sia simpatico ma anche imparziale nei giudizi, e a volte anche molto severo. –Abbiamo notato anche una certa affinità tra te e i tuoi.. come posso definirli.. concorrenti- disse la donna. –Si, hano molto talento e cerco di stare con loro molto tempo- rispose il riccio. –Perché non ce li descrivi un po’?- chiese l’altro.
Certo, allora.. c’è Daniel che beh è uguale a sua sorela, pieno di energia e carisma.. si dice cosi? Poi abbiamo Davide, io e gli altri lo chiamiamo Devil, perché canta canzoni.. toste e dalla molta energia, e poi è lui che da animo agli altri con i suoi scherzi e le sue battute. E poi c’è.. Andrea. E’ il più picolo di tutti ha 18 anni e per tutti noi è l’x Factor’s Angel, è sempre molto dolce e quei capelli biondissimi con quegli occhi color ghiaccio, sembra un angelo.- Il mio cuore aveva iniziato a battere in una maniera quasi anormale. –Bene, questo è tutto.. il tempo è finito, ringraziamo Mika- -Di niente-.

L’intervista era finita, in un certo senso mi sentivo sollevato che Mika pensasse questo di me, dall’altra ricordare che tutte le canzoni del riccio le aveva scritte per il suo ex.. mi avevano un po’…turbato ecco.

Scendemmo dalla macchina ed iniziammo a girare per negozi. Era divertente stare con Daniele, mi faceva ridere e anche imbarazzare un pochino quando faceva il   cretino davanti a tutti. Poi decidemmo di fermarci a bere un caffè in un bar. Ci sedemmo in un tavolo e iniziammo a parlar dello show.
–Allora Dan, tu mi devi spiegare un po’ di cose.. che dici?- ammiccai verso il mio migliore amico, mentre questo arrossiva furiosamente. –Che genere di cose?- sussurrò in imbarazzo nascondendo il viso nella tazza di caffè. –A.. non saprei.. per esempio di un certo Davide con cui ti scambi la saliva-. Ok ammetto di aver un po’ esagerato con questa mia ultima affermazione, infatti la faccia del riccio si era trasformata in una smorfia.
–Beh… è iniziato un paio di settimane fa- vedendo che non parlavo si arrese e continuò . –E va bene, due settimane fa, quando io  e lui abbiamo finito la prima manche e stava per iniziare la seconda, ci siamo andati a riposare in camerino..- Io annuì, e gli feci cenno di continuare.
–Abbiamo iniziato a parlare del più e del meno, quando aveva detto di avere caldo.. e si era tolto la t-shirt- Continuava a bloccarsi ad ogni frase, era completamente rosso, e ricordare quello che probabilmente era accaduto non lo stava aiutando. –Dani, dai ti giuro che non rido, non ti prendo in giro e non parlo, ma tu sei il mio migliore amico e voglio sapere. Lui sembrò riprendersi e questa volta continuò senza interrompersi.
–Si è tolto la t–shirt ed è rimasto a petto nudo. Io all’inizio non ci ho trovato nulla di male, infondo a me piacevano e piacciono (credo) ancora le donne, quindi continuai a conversare con lui normalmente, poi si è seduto sul divano insieme a me e… non lo so qualcosa dentro di me si stava muovendo. Poi non mi ricordo che cosa era successo, ma abbiamo iniziato a ridere, e quando ho sentito che la sua risata si era spenta, ho smesso anche io e mi sono girato a guardarlo… e io suo viso era a pochi centimetri dal mio.- si interruppe, mi guardò per un po’ poi continuò.
–Non so perché, ma lo baciai, all’inizio era un semplicissimo bacio a stampo, ma quando stavo per staccarmi lui mi ha messo una mano dietro alla nuca e  mi ha spinto di nuovo contro le sue labbra.. ok adesso non voglio raccontarti i particolari ma.. oddio che imbarazzo.. va bene ci siamo ritrovati tutti e due senza maglietta sdraiati sul divanetto e continuavamo a baciarci- io spalancai la bocca, speravo di aver capito male. –Voi due avete fatto sesso nel camerino sul divanetto in cui mi siedo tutti i Giovedi?- chiesi allarmato, lui rise e scosse la testa. –No quando stavamo per spingerci troppo in là, qualcuno ha bussato alla porta per dirci che stava per iniziare la seconda manche. Ci siamo ri sistemati e siamo usciti- io sospirai di sollievo. –Allora?- io lo guardai curioso.
–Allora cosa?- chiesi. Lui sbuffò .- Allora che ne pensi?- disse quasi terrorizzato dalla mia risposta. –Questo me lo dovresti dire te, scommetto che dopo quella volta.. insomma vi siete incontrati molte volte giusto?- lo vidi annuire. –Allora io la mia benedizione ve la do- dissi, lui rise. –Certo non ci avrei mai pensato a te e Davide, ma mi piacete come coppia.. l’unica cosa è.. perché non me l’avete detto?- gli chiesi dubbioso.
–Perché dopo quella volta ci siamo evitati per qualche giorno.. avevamo bisogno di schiarirci le idee. Soltanto quel giorno che ci ha scoperto Mika abbiamo chiarito e ci siamo messi insieme.- io annuì, e per un po’ continuammo a bere i nostri caffè, ognuno perso nei suoi pensieri. Poi arrivò io momento che ho temuto per tutto il giorno, -E invece te Andy? Che mi racconti?-  era da parecchio che me lo voleva chiedere lo so, quindi sospirai, non aveva senso continuare a mentire.
–Io e Mika ci siamo baciati- Daniele fece una faccia come per dire “Ma dai? Non ci ero arrivato”, ma lo ignorai e continuai. –Più di una volta, insomma è stato una settimana fa.. durante lo show, ci siamo ritrovati in una stanza del backstage e abbiamo iniziato  a parlare un po’ di noi stessi, gli raccontai di mio padre e lui del suo fidanzato, beh fatto sta che mentre stavamo per alzarci per uscire dalla stanza, Mika si gira e mi bacia.
Ti giuro Dan che nessuno mi aveva mai baciato in quel modo, era passionale con una punta di disperazione e desiderio. Dopo quel bacio però, lui mi evitava.. non mi parlava più, solo per le assegnazioni e i consigli, fino a quando giovedì dopo la mia performance non si è presentato in camerino tutto incazzato, perché all’inizio, prima del programma avevamo litigato sul fatto che mi ignorava. Quando è entrato nel camerino furibondo, prima ci siamo messi a litigare, e e poi mi ha baciato di nuovo spiegandomi che mi evitava perché aveva paura che qualcuno ci scoprisse e mi buttasse fuori dallo show. Quel giorno abbiamo deciso di provarci.- Spiegai tutto di un fiato. Daniele non sembrava sorpreso.. più che altro sembrava preoccupato.
–Ho paura anche io.. che se vi scoprono tu possa essere eliminato- mi spiegò, notando la mia occhiata perplessa. –Anche io Dan.. ma mi sento preso da Mika… e sento che anche lui lo è.- Il riccio mi sorrise e continuammo la nostra giornata normalmente.

Era sera, siamo rimasti in giro anche per pranzo e poi siamo andati a vedere un film al cinema.. è stata una giornata rilassante e mi sento molto più leggero adesso che Daniele sa quello che c’è tra me e Mika. Stavamo decidendo cosa fare per la cena quando mi arriva un messaggio.

Alle 8, nel parco vicino al loft .M.

Lessi il messaggio più di una volta, per poi rispondere affermativamente. Ero sicuro fosse Mika, ma non so il perché di questo appuntamento, mangiai un trancio di pizza con Daniele, e dopo averlo salutato mi diressi in quel parchetto. Quando arrivai, non c’era nessuno, cos’ mi sedetti sull’altalena al centro del parco.
Ero contento che le cose tra me e Mika si fossero sistemate, ma anche quella strana sensazione di paura che aveva pensando a quello che sarebbe potuto succedere se ci avessero scoperto mi faceva venire i brividi. –Hai freddo?- sobbalzai al suono di quella voce.
–Mika.. mi hai fatto spaventare è tutto ok?- gli chiesi alzandomi dal seggiolino. Lui mi sorrise. –Certo, volevo stare un po’ con te.. ti va?- io sorrisi e annuì. Salimmo in macchina e ci fermammo pochi minuti dopo davanti ad un cancello. Mi girai a guardare Mika che notai mi stesse già guardando. –Si.. questa è casa mia… quella a Milano intendo, quella vera è a Londra.. ma è da molto che non ci vado- io annuì, per poi seguirlo all’intero della villetta.
Quando entrai, rimasi meravigliato da come aveva arredato quella casa, il soggiorno non era come quello delle altre case, era molto orientale, al posto dei divani c’erano cuscini e grandi puff, che si alternavano di colori caldi, come il marrone scuro e quello chiaro e di colori freddi, come il bianco. C’era poi un tavolino basso sopra ad un tappeto tutto ricamato. C’erano molti vasi orientali e anche dipinti.. ero affascinato da quel soggiorno. Poi mi mostrò la cucina, quella rispetto al soggiorno era  normale, ben accessoriata e tutta in acciaio, con al posto del tavolo una penisola con gli sgabelli. Mi mostrò anche il resto della casa, come un altro soggiorno più piccolo, tutti arredato in stile moderno, e poi anche una piccola veranda con archi e fiori completamente bianchi, e con divani e poltroncine dello steso colore che si affacciavano su un giardino pieno di fiori. –Mika.. è stupenda- mi girai con gli occhi che mi brillavano e lui rise.
–Sono contento che ti piace.- Poi aggiunse. –Che dici hai fame? Prepariamo qualcosa?- io annuì, in fondo avevo mangiato giusto un trancio di pizza.

Preparammo qualcosa di molto leggero, una caprese pomodoro e mozzarella, con dei formaggi e dell’insalata, nessuno dei due aveva molta fame,  ci sedemmo nel salotto principale a consumarla. Quella sera ridemmo e scherzammo molto, se la mattina con Daniele mi ero divertito adesso con Mika ero in paradiso.
Rimanemmo seduti sui cuscini e sui puff a chiacchierare, quando la giornata si fece sentire, e io lentamente inizia ad addormentarmi.
Era un sonno senza sogni, solo pace e tranquillità, non mi accorsi delle braccia di Mika che mi sollevarono, e che mi strinsero a lui. E neanche quando il riccio aprì, una porta per poi richiuderla con il piede e poggiarmi delicatamente sul materasso di quella che molto probabilmente era la sua stanza. Non mi accorsi di nulla ero in paradiso e Mika era il mio angelo custode.

Quando la mattina seguente mi svegliai notai che non ero nella mia stanza, il copriletto del materasso non era blu, non c’era la mia scrivania piena di scartoffie e di cd. Ma c’era un grande letto a due piazze con un copriletto di un bianco candido, al posto della mia scrivania c’era una grande libreria piena di libri, e un grande finestrone sulla parete faceva entrare i deboli raggi di Novembre, era tutto così bianco che quasi pensavo fosse un sogno.
Quando mi girai trovai un riccio di mia conoscenza che dormiva beato a pancia in giù, con il viso rivolto verso di lui ed una mano sul cuscino, molto vicina alle sue labbra leggermente dischiuse che formavano un piccolo broncio che trovavo dolcissimo. Non ce la feci a resistere, infatti poggiai lievemente le mie labbra sulle sue, notando quanto fossero morbide e lisce. Il riccio non si svegliò, ma mugugnando qualcosa si rigirò tra le coperte tornando a dormire dall’altra parte.
Sorrisi, erano  appena le sette di domenica mattina, ma volevo svegliarlo, infatti iniziai a dargli piccoli baci dietro l’orecchio, continuando a tracciare con le mie labbra il contorno del suo viso, stavo per scendere sul collo, quando i suoi occhi si spalancarono e mi ritrovai schiacciato sotto di lui in un batter d’occhio. Sgranai gli occhi, e notai il suo ghigno divertito sulle labbra che prima avevo sfiorato. –Non si sveglia il Mika che dorme- mi sussurrò all’orecchio, facendomi rabbrividire.
–Ma quello non era il cane?- dissi con la voce leggermente spezzata  dalla vicinanza del riccio. –Fa lo stesso, non avresti dovuto svegliarmi- sussurrò ancora sul mio collo, prima di iniziare a baciarlo lentamente. Mi si mozzò il respiro e scostai il collo per lasciarlo afre meglio.
–E-e p-perché non avrei dovuto- balbettai cercando poi con le braccia di far finire quella piacevolissima tortura.
–Perché il cane potrebbe mordere- detto questo morse il mio collo lambendolo anche con la lingua. Inizia a respirare affannosamente, quel lato di Mika non l’avevo mai provato, ma scoprii di piacermi. –A m-me non p-piacciono i cani- dissi cercando di fare ancora un po’ di resistenza, il riccio mi scostò le mani, e infilò le sue sotto la mia t-shirt, iniziando ad accarezzarmi la schiena e gli addominali leggermente accentuati.
–Questo ti piacerà invece, ne sono sicuro little angel-  il mio respiro era sempre più irregolare, mentre le mani di Mika mi accarezzavano e le sue labbra mi lambivano il collo. Ma  mi ero stufato di quella tortura, infatti cercai di scostare il collo dalle sue famelici labbra, rimasi stupito nel vedere che ci ero riuscito, dopo un ultimo bacio, la testa del riccio si rialzò, e puntò i suoi occhi nei miei. In quei bellissimi occhi nocciola, notai il desiderio, a anche l’incertezza, e sono sicuro che anche nei miei avrebbe potuto scorgere quei sentimenti contrastanti.
Poi i miei occhi lasciarono quelli del riccio, per posarsi sulle sue labbra, ancora leggermente dischiuse, come se mi avesse letto nel pensiero si fiondò finalmente sulle mie labbra torturandole e lambendone ogni centimetro. Mika sapeva di mandorle, si.. aveva un delizioso sapore di mandorle, che mi fece salire il sangue al cervello, infilai le mie mani nei suoi ricci ribelli, per spingere ancora di più il suo viso verso il mio, ma così facendo anche il corpo del riccio si protese verso il mio, facendo scontrare le nostre intimità che mi fecero mugugnare.
Il riccio sorrise sulle mie labbra e senza avvertire mi tolse la maglietta tuffandosi a mordere e leccare ogni centimetro della pelle del mio torace, sospirai.. nessuno neanche il mio ex ragazzo i aveva mai fatto sentire così importante o così desiderato, mai mi ero sentito attratto verso una persona come mi sentivo verso Mika, mai avevo provato qualcosa di simile a quello che provavo per lui. Intanto i baci alternati i morsi del riccio iniziarono scendere verso gli addominali, ma non gli feci continuare la discesa, feci rialzare il suo viso e dopo un leggero bacio, gli tolsi lentamente la maglietta, cercando di sfiorare più pelle possibile, facendo venire la pelle d’oca al riccio, sorrisi a quella reazione, e con un moto di ribellione, ribaltai le posizioni, adesso ero io che comandavo, il viso di Mika si contorse in una smorfia di incredulità, per poi passare alla soddisfazione, quando inizia a seguire la linea dei suoi addominali prima con le dita e poi con le labbra, ma non mi limitai ad imitare i suoi movimenti, anzi dopo aver accarezzato i suoi addominali, iniziai a sfiorare anche il bacino, il respiro del riccio si spezzò e questo fece montare in me un senso si compiacimento che rafforzò la mia autostima e il mio coraggio.
Quindi cercando di dargli piacere iniziai a sbottonargli i jeans con i quali si era addormentato, ed a ogni bottone che slacciavo cercavo di sfiorargli “accidentalmente” il tessuto dei boxer, ad ogni bottone slacciato, il riccio sussultava e il suo respiro si mozzava, fino a quando non esplose e con un movimento di reni si portò nuovamente su di me, si tolse in fretta il resto dei jeans e tornò seduto a cavalcioni su di me. –Allora non sei un angelo Andy- disse muovendo lentamente il bacino sul mio, io sospirai. –Voi mi chiamate cosi- cercai di sembrai il più convincente e sicuro possibile. Mika sorrise.
– E invece sotto l’aspetto da angelo c’è un demone- un'altra leggera spinta verso il mio bacino solamente fasciato dai boxer. –Quand’è che mi hai tolto i jeans?- chiesi con il fiatone per l’enorme sforzo di non saltargli addosso. –Ieri sera quando ti eri adormentato, sembrava scomodo dormire con i jeans- disse, dando un’altra spinta, stavolta più forte che mi fece gemere. –A che gioco stai giocando?- gli chiesi esasperato da quel giochetto.
–Mi sto vendicando angel- lo sapevo che si sarebbe vendicato con quel giochino dei jeans.
Un’altra spinta, stavolta fece aderire anche il suo petto al mio, sdraiandosi completamente su di me. –Adesso tocca a me giocare angel- non mi fece parlare, iniziò la sua discesa stavolta più velocemente, la scia di baci si arrestò, quando incontrò l’ostacolo dei boxer, iniziò a giocare con l’elastico, fino a quando non li calò lentamente facendomi inarcare la schiena per sfilarli meglio, adesso io ero nudo sotto di lui, ma nessun imbarazzo mi colse, stavo bene tra le sue braccia. Accarezzò la mia intimità dolcemente per poi afferrarla ed iniziare a muoverla con più energia.
Quelle sensazioni erano forti.. troppo forti, strinsi il lenzuolo tra le mani per il piacere e contrassi i muscoli, sentivo che prima o poi sarei ceduto. –M-Mika- dissi soltanto, e il riccio piano piano si fermò impedendomi di venire, poi si rialzò verso il mio viso. –Non volio che tu venga così-. Lo baciai con tutta la passione che possedevo, e lui ricambiò stringendo con le mani i miei fianchi, non avremmo potuto resistere oltre e questo lui lo capì.  Fece per farmi voltare ma lo bloccai.
–Oh no.. non p-penserai forse che sia io il p-passivo- cercai di dire ancora affannato per la sua prestazione di prima, era stupito, non credeva che io così piccolo rispetto a lui fossi abituato a fare l’attivo. –Oh my angel, non mi convinci con quel bel facino a fare il passivo- disse mordendomi l’incavo del collo.
–N-non farò m-mai il p-passivo- cercai di mantenere la voce ferma, ma lea sua lingua sul mio corpo non mi faceva ragionare come si deve.
–Ti convincerò all’ora, iniziò di nuovo a dare prima delle piccole spinte con il bacino e poi sempre di più facendo scontare le nostre intimità, in una maniera quasi imbarazzante, cercai di ribaltare le posizioni ma non me lo concesse, fino a quando non resistetti più –Va.. va bene.. hai vinto tu- vidi il sorrisetto di vittoria sul suo viso così decisi di vendicarmi e sena che se lo aspettasse spinsi violentemente la mia intimità sulla sua facendogli scappare un gemito abbastanza alto.
–Piccolo diavolo- disse solamente, mi baciò, con passione, facendomi allargare leggermente le gambe, continuò a baciarmi, fino a  quando non infilò un dito nella mia apertura, mi irrigidì, ma poi nizia ad abituarmi, aggrappandomi con le braccia sulle sue spalle, scese a baciarmi il collo, quando infilò anche in secondo dito, non faceva male, ma era una sensazione intensa e mai provata prima. –Adesso farà un po’ male-, il riccio tolse le dita, per sostituirle con il suo membro, entrò con decisione ma dolcemente e io urlai per il dolore, lui mi baciò, più passionalmente delle altre volte, giocava con la mia lingua come se mi volesse far dimenticare il dolore, iniziai ad abitarmi, cosi ricambiai le spinte, lo senti sospirare e gemere più forte, mentre con le amni mi accarezzava il ventre e i petto.
–Oh angel- , spinse più forte dentro di me e io gemetti, questa volta per io piacere, e gli artigliai le spalle, questo fece scattare qualcosa in lui, che iniziò a muoversi più velocemente e più affondo facendomi gemere e urlare per il piacere, poi venimmo insieme. Non uscì da me, ma si sdraiò ancora di più su die me e fece scivolare la sua lingue sulle mie labbra, era un bacio dolce, pieno di parole e di sentimenti, c’era gratitudine e un qualcosa che non riuscì a comprendere, prima che lui uscisse da me e si addormentò velocemente ancora sdraiato sul mio corpo. Quella pace l’appagamento fecero si che mi addormentai anche io, dopo aver visto il viso del riccio illuminato dalla  fioca lue del mattino.
 
 

Spazio autrice:
Lo so è abbastanza lungo, ma mi dovevo afre perdonare è da tantissimo che non aggiorno.. allora ho messo una lemon un po’… spinta.. se non vi piace o se comunque non è attinente al rating ditemelo che o la cancello o la faccio meno erotica.
Non sono brava a scrivere lemon quindi può anche essere una schifezza quindi perdonatemi se dovesse essere così.



 
 

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