Ranma Ranma la tua stella incanta dall'Oriente canta le tue verità

di Aron_oele
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Arrivo Travolgente ***
Capitolo 2: *** Raccontami la tua Storia ***
Capitolo 3: *** Blu ***
Capitolo 4: *** Tutto accadde in una Notte ***
Capitolo 5: *** It's always darkest before the Dawn ***
Capitolo 6: *** Arriva ***
Capitolo 7: *** Tutto a posto e niente in ordine ***
Capitolo 8: *** Feelings ***
Capitolo 9: *** Ranma Ranma la tua stella incanta dall'Oriente canta le tue verità ***
Capitolo 10: *** Tutto bene quel che finisce bene ***
Capitolo 11: *** Coming Back ***



Capitolo 1
*** Un Arrivo Travolgente ***


1° Capitolo: Un Arrivo Travolgente
 

Una tranquilla mattina d'inizio Aprile a Nerima.
L'aria primaverile ancora fredda scaldata da un tiepido Sole.
I petali dei ciliegi in fiore trasportati, in un turbine rosa, dal vento caldo sui tetti, sulle strade, fra i capelli...
Il cielo terso, i prati freschi e bagnati, l'acqua limpida...
Era proprio una bella mattina d'inizio Aprile a Nerima.

A casa Tendo tutto scorreva come nella più bella e pacifica delle favole: Kasumi era in cucina, avvolta dall'odore del riso che si cuoce al vapore, intenta a preparare qualche squisito manicaretto per il pranzo della domenica;
Nabiki leggeva una rivista e sgranocchiava un biscotto al cioccolato;
Akane sorseggiava un tè caldo e si godeva la sensazione delle gocce bollenti che venivano prosciugate dal tiepido e profumato vento primaverile ed infine Ranma, nella sua divisa bianca, si allenava nel cortile, mescolando le gocce di sudore con la brina del mattino.
Per una volta non c'erano grida, nè persone che si picchiavano, nè vecchi maniaci che scappavano con mutandine di seta sulla testa.
Per una volta era tutto al suo posto.
Tutto tranne Soun Tendo, il quale vagava per la sua stessa casa come un'anima in pena, cercando ogni occupazione per distrarsi dall'assenza del suo migliore amico che ormai già da tre giorni non si faceva vedere.

Ma lo strano equilibrio che si era miracolosamente venuto a creare in una normale domenica d'Aprile, venne rotto all'improvviso.
Accompagnato da una folata di vento che profumava di fiori, il signor Genma fece in suo ingresso nel giardino della (seppur solo per una volta) tranquilla famiglia Giapponese.
Mai avrebbe pensato (o forse si?) che quell'innocente ragazza che teneva sotto braccio, avrebbe potuto creare tanto scompiglio in una famiglia avvezza ai guai come la sua.
Al suo fianco infatti, con una piccola e candida mano poggiata delicatamente sul suo avambraccio, c'era una ragazza dalla bellezza sconvolgente.
Il contrasto fra le due figure era evidentemente comico.
Tutti li fissavano attoniti chiedendosi come fosse anche solo lontanamente immaginabile che una dea del genere potesse aver a che fare con un individuo come Genma Saotome.
Tutti tranne Ranma che, come in trance, fu il primo a rompere il silenzio:
<< Kaori?>>
Come a rallentatore tutti i mebri della famiglia, escluso il gongolante padre del codinato, assunsero un'espressione che sfumava dallo stupore all'incredulità più assoluta.
La melodiosa voce della bella sconosciuta risuonò nell'aria: << Ranma.. .>>
<< Kaori?? >> ripetè di nuovo il ragazzo, con più foga ed energia mentre un leggero sorriso cominciava a comparire sulle sue belle labbra
<< Sì Ranma, sono io>> rispose la straniera sorridendo anch'essa e come spinti da un'impulso esterno i due si buttarono l'una nelle braccia dell'altro.
Kaori strinse forte le sue lunghe braccia attorno al collo del ragazzo che nel frattempo la faceva volteggiare in aria.
<< Kaori, non mi sembra vero, è così tanto che non ci vediamo, non sei cambiata di una virgola, sei sempre.... >> Ranma si interruppe di colpo, sentendosi tutti gli occhi puntati addosso.
In particolare a guardarlo nel modo più truce, era un paio di occhi color nocciola il cui sguardo sembrava voler gridare "Ranma ma che diavolo stai facendo?!?!?!"
La nuova arrivata invece non sembrava essersi accorta di nulla e, con fare molto affabile, accarezzò prima la guancia e poi il braccio del ragazzo, accompagnando i gesti dicendo: << Ranma invece tu sei cambiato molto, sei diventato più alto e più forte!>> e finendo ogni frase con un sorriso dagli occhi stretti.

La scena alla sgomentata famiglia Tendo si presentava così: un imbarazzatissimo e vermiglio Ranma si grattava al testa e guardava in basso mentre al suo fianco si scagliava la figura della ragazza più bella che tutti quegl' occhi avessero mai visto.

Ad interrompere il quadretto fu la dolce Kasumi: << Ranma, ma non ci presenti la tua amica?>>.
Ai suoi occhi infatti, che non coglievano mai la malizia nelle cose, nel giardino di casa, non c'era nient'altro che Ranma, il suo quasi-cognato pasticcione, che aveva salutato una sua amica e stava quasi sfociando nella maleducazione non presentandola al resto della famiglia.

<< Ehm...sì, hai ragione...ecco lei è...lei è...Ka-Kaori...io ehm...la...la conosco da....>> mentre Ranma continuava a balbettare queste parole sconclusionate, la bella Kaori con grazia entrò in casa e, ad uno ad uno, andò a salutare ogni membro della famiglia:
<< Lei è senz'altro il signor Soun>> disse la straniera con un inchino << felice di conoscerla>>.
Mentre il capo famiglia già arrossiva, lei era già vicina alla tenera ragazza che aveva parlato poc'anzi: << tu che sei stata così gentile devi essere Kasumi...è un piacere incontrarti...>>.
 << Si...>> aveva appena fatto in tempo a rispondere Kasumi che venne interrotta dalla voce astuta di Nabiki : << Tu ci conosci!>>
<< Sì Nabiki, Ranma mi ha parlato di voi, a proposito è un piacere conoscere anche te>> e disarmando la più temuta delle lingue con queste semplici parole, si era avvicinata alla piccola Tendo:
<< E tu... tu devi essere Akane! Sei proprio come Ranma ti ha descritta...>>

 

Buonasera ladies and gentlemen,
questa è la mia prima ff... (ho recentemente scoperto questo mondo e ho voluto provare a cimentarmi).
Spero vivamente che vi piaccia sia la storia, sia il mio stile di scrittura!
Sono molto ben accette recensioni, qualunque tipo di parere a anche (andateci piano però!!) critiche....
Grazie a tutti coloro che leggeranno :)
Aronoele (:

 


 

 

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Capitolo 2
*** Raccontami la tua Storia ***


2° Capitolo: Raccontami La Tua Storia

Akane fino a quel momento era rimasta ferma, senza muovere nemmeno un muscolo osservava il suo imbarazzatissimo fidanzato e la sua "nuova" amica nel più assoluto silenzio.
Non sapeva cosa pensare, che dire, che fare.

Tre anni fa erano piombati in casa sua dalla Cina, un panda e una giovane ragazza che poi si erano rivelati essere il miglior amico di suo padre e suo figlio che era anche il suo promesso sposo.
Da quel giorno, un po' per disgrazia un po' per destino, era diventata la fidanzata ufficiale di un perfetto estraneo.                                                                                                                                   
Un ragazzo dai lunghi capelli neri legati in un codino.                                                                          
Un ragazzo con gli occhi blu come il cielo della notte.                                                                         
Un ragazzo con un fisico muscoloso e temprato da anni di duro addestramento alle arti marziali.  
Un ragazzo che non aveva mai nè rifiutato e nè perso una sfida.                                                             
Un ragazzo fortissimo, il più forte di tutto il Giappone.                                                                        
Un ragazzo che era anche il più testardo, presuntuoso, egoista e sbruffone di tutto il Giappone.              
Un ragazzo che però aveva rischiato la vita per salvare la sua, e non una volta sola.                         
Un ragazzo che in rare occasioni le aveva dimostrato che, in fondo, tre anni di convivenza forzata avevano lasciato delle tracce in quel cuore da guerriero.                                                                             
Un ragazzo orgoglioso e ostinato almeno quanto lei.                                                                                                     
Un ragazzo che era capace di fare qualunque cosa, tranne che gestire le donne.   
Un ragazzo che, come aveva appena appreso, aveva un segreto.                                                                                        
Akane pensava di conoscere Ranma, forse non bene come avrebbe voluto, forse non riusciva a capire quando diceva sul serio o quando inventava frottole per l'imbarazzo, forse non sapeva cosa c'era veramente dentro al suo cuore, ma pensava di conoscerlo.Pensava di sapere tutto sulla sua vita, dopo aver appreso il segreto che custodiva, dopo aver incontrato Ryoga, Shampoo e Ukyo, dopo aver conosciuto sua madre.Pensava di conoscere il passato di Ranma così come lui conosceva il suo. Ranma sapeva dei suoi "da sempre e per sempre" pretendenti, di come non la sconfiggevano mai, sapeva le storie di quando era bambina e persino dell'imbarazzante cotta per il dottor Tofu. Invece lui a quanto pare aveva un segreto con lei. Un segreto che significava "profumi intrecciati"(*).

Il segreto di Ranma le stava davanti, in tutto il suo splendore, a contemplarle il viso assorto.                                                                                                                                   
Non appena Akane sciolse il filo dei suoi pensieri, si trovò la lingua incollata al palato.                
Non sapeva cosa dire per primo.                                                                                                        
Voleva cominciare con il far atterrare sulla bella testolina del suo fidanzato il tavolo da pranzo con tutta la forza che aveva, voleva urlargli contro chi fosse questa ragazza, perchè sapeva tante cose su di loro, come si permetteva di descriverla ad una perfetta estranea e soprattutto avrebbe tanto voluto sapere cosa Ranma aveva detto su di lei a Kaori.                                                                                                       
Ma non fece niente di tutto ciò.
La presenza perfetta di quella ragazza la umiliava a tal punto che non voleva apparire come Ranma la dipingeva sempre: goffa, violenta e per niente carina.                                                                                                      
E mentre Akane, cercando un modo per tattenere la sua rabbia, si stava girando per rispondere a Kaori, un pensiero le trafisse la mente, veloce e freddo come la lama di una spada.                       
"Somiglia a lui".                                                                                                                                           
La piccola Tendo se ne rese conto all'improvviso, guardandola negli occhi.                                               
Gli occhi di Kaori, infatti erano grandi e blu, quel blu che ricorda il più profondo degli oceani, la più stellata delle notti. Come quelli di Ranma.                                                                                 
Aveva lunghi capelli neri, che scendevano a grandi onde fino all'incavo della schiena.                               
Il naso piccolo e le labbra piene.                                                                                                                       
Era magra, ma muscolosa come una combattente, Akane ne era sicura: i suoi erano muscoli da artista marziale.                                                                                                                                 
Gambe lungue e forme al punto giusto.                                                                                                                                                                         
Alta, molto più alta di lei e quasi quanto Ranma.                                                                                                               
Le ricordava il fidanzato anche nei movimenti, scattanti e felini ma anche gentili e aggraziati. 
Che fosse lei il motivo per cui in tutti questi anni Ranma non aveva mai acconsentito a sposare nesseuna delle sue fidanzate? Che fosse segretamente legato a questa ragazza che profumava di terre straniere e che gli somigliava tanto?
<< Kaori, ti unisci a noi per pranzo? >> era stata di nuovo Kasumi, con la sua semplicità, a squotere la situazione.                                                                                                                                                       
Akane si era ritrovata con la bocca a mezz'aria, senza aver detto nulla, mentre Kaori si alzava da vicino a lei ed acconsentiva a rimanere per pranzo.La conversazione era andata avanti mentre Akane era rimasta indietro dentro ai suoi pensieri.Il tavolo era stato apparecchiato e tutti erano seduti attorno al pranzo. Ranma, come sempre vicino a lei, ma con alla sua destra la bella ospite.Tutti chiacchieravano e sembravano normali, perfino Ranma non era più imbarazzato, solo Akane era rimasta stordita dall'ingombrante e nuova presenza.                                                                                                    
<< Allora Kaori, vuoi raccontarci come hai conosciuto Ranma e il signor Genma? >> la freccia al veleno di Nabiki era pronta, caricata e scoccata.                                                                          
Ranma si scmpose un momento, quasi strozzandosi con le verdure che stava ingurgitando, ma fu Kaori a parlare con il tono gentile e leggero di una che ha capito dove si vuole arrivare: << E' successo alle sorgenti maledette di Jusen, anche io ero lì per allennarmi e li ho incontrati. Io e Ranma abbiamo condiviso un'esperienza insieme e siamo stati subito amici! Poi quando il signor Saotome ha deciso di venire qui da voi, io e Ranma ci siamo scambiati la promessa di rimanere sempre in contatto, ed infatti ci scriviamo una volta al mese... >>
Le parole di Kaori volavano nell'aria "abbiamo condiviso un'esperienza insieme", "ci scriviamo una volta al mese". Troppe informazioni inaspettate per Akane.                                                                                         
Un altro segreto di Ranma.                                                                                                              
Ranma, il ragazzo svogliato che a stento scriveva il suo nome se doveva firmare, scriveva lunghe lettere a questa ragazza, ragazza con cui aveva condiviso un'esperienza in Cina.                                                
<< Akane, c'è qualcosa che vuoi chiedermi? >> Kaori aveva interrotto così i pensieri della più piccola delle Tendo. La ragazza, visibilmente sorpresa da quella domanda, arrossì all'istante, come colta in flagrante e fece segno di no con la testa. "Che fa, legge nel pensiero?".                                          
Kaori le sorrise garbatamente e volse gli occhi al padrone di casa:<< Kaori, bene allora è deciso, starai qui per tutto il tempo che vorrai. Gli amici di Ranma sono anche i nostri amici! Potrai dormire in camera con Akane! Non è vero bambina mia? A te farebbe piacere condividere la stanza con una vecchia amica del tuo fidanzato, non è vero? >> << Non c'è nessun problema >> finalmente Akane era riuscita a dire qualcosa.
Terminato il pranzo un turbine di pensieri ancora soffiava tempestoso nella testa della piccola Tendo. Non riusciva a smettere di pensare a quella ragazza, a che effetto aveva avuto su di lei. Le aveva involontariamente imposto il silenzio. Niente di quello che Akane avrebbe voluto dire o fare sembrava essere adatto davanti all'eleganza di Kaori. Niente di ciò che Akane era, poteva essere paragonato a Kaori.                                                                                                                                        
"Perchè poi mi sento in competizione con lei..." la risposta era semplice e limpida come un cubetto di ghiaccio ed Akane la trovò nella sua coscienza che non aspettava altro che venir fuori: "Perchè tu sei la fidanzata di Ranma e lei è un'altra donna nella sua vita. Un'altra donna sì, ma non come le altre. Lei non è un'amazzone ossessionata o una pazza pozionista. Lei è elegante, affascinante e sofisticata. Ed è anche la ragazza più bella che tu abbia mai visto. Non è un maschiaccio goffo e violento come te. E' sua amica. Non avanza strane pretese su di lui e lui sembra apprezzare. Sembra conoscerlo bene. Lui l'ha abbracciata di sua spontanea volontà non appena l'ha rivista, lui che non ti ha mai abbracciata se non per colpa di uno starnuto. Lui le scrive lunghe lettere ogni mese, raccontandole quello che gli succede. Probabilmente le ha raccontato tutte le vostre avventure. Sicuramente le ha raccontato di te. Lei sa tutto di te, tu non sai niente di lei. Lui te l'ha tenuta nascosta. E' il perchè quello che vuoi sapere. Lei ti sembra migliore di te agli occhi di Ranma, ma soprattutto ai tuoi stessi occhi. E' per questo che non ti va bene. Si chiama gelosia."
<< Ora basta, che idiozie sono queste! >> disse ad alta voce Akane per smettere di pensare. Ma sapeva che c'era un unico modo per farlo, e si diresse verso il dojo.

(*) Kaori in lingua giapponese vuol dire proprio "profumi intrecciati"

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Capitolo 3
*** Blu ***


3° Capitolo : Blu

Akane era stata tutto il pomeriggio nel dojo. Il sudore, la fatica e quel leggero ma piacevole indolenzimento dei muscoli che solo chi ama ciò che fa può gradire, le avevano donato la pace mentale che cercava.
Si era liberata dell'ingombrante presenza della bella Kaori facendo quello che sapeva fare meglio: praticando le arti marziali.
Da sempre allenarsi era un modo per liberare la mente da tutto. Dalla gelosia, dalle preoccupazioni, dalla scuola, da Ranma, persino da sé stessa. Mentre si allenava esistevano solo i blocchi di cemento da spaccare o quel buffo manichino di paglia e legno da colpire. Non c'erano fidanzati, compagni di scuola, pretendenti, genitori invadenti, non c'era nessuno.
Solo lei.
La bella sconosciuta era arrivata solo qualche ora prima, ma ad Akane pareva essere entrata nella sua vita da mesi.
Entrata. La parola giusta era “entrare”.
Kaori le era entrata dentro come l'aria che si respira d'inverno, quella così fredda da gelarti i polmoni e bloccarti il respiro. Fitta e densa come la nebbia, le era entrata nelle vene, nei pensieri, nella bocca. Da quando l'aveva vista arrivare, la sua presenza l'aveva schiacciata fino a farla perdere.
Allenandosi Akane era tornata in lei, si era ritrovata.
Ogni calcio era un po' più Akane e meno Kaori. Ogni pugno diminuiva quella sensazione di soffocamento.

Il profilo muscoloso di un ragazzo interruppe i suoi pensieri:
<< Ranma! Non ti avevo sentito! >>
<< Lo credo bene! Eri troppo impegnata a massacrare quel povero manichino! >>
<< Sì...ehm...mi sentivo un po' strana e ho pensato che allenarmi mi avrebbe fatto bene >>
<< Strana eh? E' per via di Kaori... lei fa quest'effetto sulle persone... >>
Sentir pronunciare quel nome da Ranma lo rendeva di nuovo reale. Allora c'era davvero questa nuova e misteriosa ragazza. Era arrivata davvero. La sensazione che la sua sola presenza mi genera, non era un incubo.
<< Che cosa vuoi dire? >>
<< Uh? No, niente di particolare... solo che lei ha delle...delle prerogative un po'...speciali,ecco... Ehm... ma io...io comunque ero venuto a dirti che la cena è pronta! Coraggio, altrimenti si raffredda!! >>
Mentre le sue parole aleggiavano ancora nel dojo, Ranma era già sparito nel giardino lasciando Akane a fissarlo imbambolata.
Ranma, che vuoi dire? Dimmi chi è Kaori, dimmi che segreto porta con se, dimmi perchè non mi hai mai parlato di lei, raccontami Ranma.
Ma Akane non aveva il coraggio di dire queste cose, e a passi lenti e distesi, si avviò verso il resto della famiglia già riunita attorno al tavolo.

***

Akane era a letto, ma non riusciva a prendere sonno. Accanto a lei, sul pavimento, c'era il futon di Ranma, che l'aveva gentilmente ceduto a Kaori affinchè non dormisse per terra, “a me basta un cuscino e una coperta” aveva detto.
Ma era vuoto.
Akane aveva sentito Ranma salire sul tetto, proprio sopra la sua stanza, come faceva di solito nelle belle e tiepide nottate come quella.
Lei lo sentiva salire leggermente la scala, con quel suo passo felpato tipico di chi è esperto nelle arti marziali. Lui saliva cercando di fare meno rumore possibile, per non svegliare nessuno, e si metteva sdraiato con le braccia sotto la nuca a respirare la brezza notturna che sapeva di erba e di nuovo.
Ma poco dopo aver sentito i familiari passi di Ranma, la piccola Tendo ne sentì degli altri, delicati e aggraziati come quelli del codinato.
<< Kaori... >>
Akane sentì distintamente la voce di Ranma dal vetro della sua finestra, che era rimasta un po' aperta.
<< ...come mai sveglia a quest'ora? >>
<< Ti cercavo >>
Akane era ormai del tutto sveglia e anche se una parte di lei si sentiva in colpa ad origliare le conversazioni altrui, specialmente quelle di Ranma, la voglia e la curiosità di sapere quello che lui non le aveva mai detto ebbero il sopravvento.
<< Mi...mi cercavi? >>
<< Sì, Ranma. Volevo parlare un po' con te... da soli. >>

Akane sentiva il suo stesso respiro rimbombarle nelle orecchie come un fastidioso ronzio. Il cuore le batteva veloce e un nodo le attanagliava la bocca dello stomaco.

<< Dimmi >>
<< Ranma, non è un caso che io sia qui... >>
<< Sì, l'avevo immaginato... mio padre... >>
<< E non solo lui. Anche il signor Tendo è d'accordo >>

La piccola Tendo stringeva forte il lenzuolo, fino a dolersi le mani.
“Mio padre?”

<< Oh...Kaori...io non posso... >>

Ad Akane era parso di sentire un rumore di stoffa che strusciava, Ranma si era spostato, si era avvicinato a lei.
Ma Akane non poteva vedere, poteva solo immaginare, poteva immaginare che lui le si fosse avvicinato e l'avesse cinta con il braccio, forse per riscaldarla, infondo, Akane l'aveva vista, Kaori indossava solo una vestaglia di raso bianca e leggera.

<< Tu non devi fare niente, farò tutto io, lo sai... >>
<< Ma perché? Perché quei due si devono sempre impicciare? Non possono lasciarmi fare quello che voglio? Io sono stufo...stufo di tutto questo! >>

“Lui è stufo...” Ranma aveva alzato la voce e la sua fidanzata, che lo stava segretamente ascoltando, aveva sgranato gli occhi.

<< Vieni qui.... >> la voce di Kaori era un  sussurro e  ad Akane sembrava di vedere il suo fidanzato col bel capo nero poggiato sulla spalla di lei.
<< Ranma ascoltami. Tuo padre deve sapere, è giusto così. Se tu non vuoi dirglielo sarà costretto a farlo con la forza. Dopo il matrimonio mancato lui e il signor Tendo hanno bisogno di una svolta, ed io posso dargliela... >>

Ad Akane si era bloccato il cuore. Kaori era lì per un motivo. Kaori sapeva del matrimonio fallito con Ranma. Chissà quante altre cose conosceva.
“Una svolta....”

<< Kaori, io non sono pronto... non lo sono!!! >>
<< Sì che lo sei invece! E ne sei consapevole già da tempo! >>
<< No! Ci sono delle cose che devo fare prima... io... io ho bisogno dei miei tempi! Kaori ti prego tu sola fra tutti puoi capirmi... >>

Akane era scattata sul letto... era seduta, con gli occhi fissi ai piedi del materasso e tutti gli altri sensi puntati sul tetto.
Non aveva mai sentito il suo fidanzato pronunciare quelle parole. Mai il suo tono era stato così vellutato e urgente al tempo stesso.

<< Ranma, tu sai che non c'è nessuna persona al mondo che ti capisca bene quanto me. So quello che provi... non ricordi? >>
<< Sì, lo so >> la voce di Ranma pareva strozzata ed Akane ormai respirava a stento.
<< Allora lascia che ti aiuti... fidati di me! >>
<< Va bene, fallo! Ma giurami che non lo dirai mai ad Akane >>

La piccola Tendo, a queste parole, si era lasciata scappare un gridolino... Cosa stavano facendo? Cos'è che Kaori doveva fare e che lei non avrebbe mai dovuto sapere?
Voleva scendere dal suo letto ed andare a vedere, ma voleva sapere e la curiosità che la divorava da dentro era più forte di qualunque remora.
Non avrebbe bloccato la bella straniera pur di sapere cosa doveva fare.

<< Ranma, è per questo che lo faccio... >>
<< No! Non sono ancora pronto... posso farlo con te, ma non con lei... Non ancora per lo meno... >>

Akane aveva una mano premuta contro la sua stessa bocca. Le sue dita ghiacciate le chiudevano le labbra per impedir loro di lasciarsi sfuggire anche il minimo rumore. “Kaori, cosa vuoi fare al mio Ranma?”

<< Va bene, rispetterò i tuoi tempi...ma Ranma, ricordati che io ti voglio bene, tengo molto a te e non farei mai niente che possa farti soffrire... lo sai questo vero? >>
<< Lo so >>
<< Sai che tutto quello che faccio, lo faccio solo per il tuo bene? >>
<< Lo so >>
<< Sei pronto? >>

Akane era scattata in piedi... questo era troppo. Troppo per il suo povero cuore che batteva all'impazzata, forte, sempre più forte man mano che sentiva quelle parole.

<< Sì Kaori, sono pronto... posso...posso chiudere gli occhi? >>
<< No, Ranma, non ci riesco se hai gli occhi chiusi! >>

Il cuore della piccola Tendo aveva rallentato la sua corsa, ora saltava i battiti.

<< Ma io mi vergogno! Già è abbastanza imbarazzante così... Come...come faccio se devo anche guardarti negli occhi??? >>
<< Ma io devo guardarti negli occhi Ranma! Non devi essere imbarazzato! Sono io, Kaori! Infondo  lo so già... quello che sto per fare me ne darà solo la conferma... e la darà una volta per tutte anche a te! >>
<< Kaori, adesso siamo solo io e te. Ma che succederà quando lo verranno a sapere tutti? Che succederà quando lo verrà a sapere Akane? >>

A quelle parole Akane era scesa dal letto, le tremavano le gambe per l'agitazione ma anche a passi stentati stava raggiungendo la porta della sua stanza.

<< Ranma, non preoccuparti degli altri. E' questo il tuo più grande problema. Preoccupati di te stesso... >>
<< Ho paura …. >>

“Ranma ha paura?” Akane era rimasta immobile, la mano ancora intorno alla maniglia. Il cuore andava a ritmo dei suoi respiri e dei suoi pensieri, le gambe quasi non la reggevano più.
Ranma, Ranma Saotome, il grande Ranma Saotome, l'uomo più forte del Giappone, il suo Ranma, aveva paura.

<< Ranma sta tranquillo, tutto si sistemerà... ti aiuterò io! Adesso dammi le mani... >>

Akane era scattata come una molla, era scesa di corsa al piano terra, uscita in giardino, aveva fatto a due a due le piccole scalette che portavano al tetto ed era arrivata giusto in tempo per assistere a questa scena:

Kaori e Ranma stavano una di fronte all'altro, le ginocchia si toccavano.
I capelli di lei, più neri della notte, ondeggiavano al vento fresco delle due del mattino, emanando profumi di olii orientali.
La vestaglia bianca le aderiva al corpo solo sul lato sferzato dal vento, mente si perdeva in piccole pieghe dall'altra parte.
Le gambe nude sembravano lisce come seta.
E di fronte a lei, con le mani intrecciate nelle sue, c'era Ranma.
Anche lui con il codino nero al vento.
Gli occhi persi in quelli di Kaori, blu nel blu, quasi incantato.
Un leggero rossore sulle guance.

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Capitolo 4
*** Tutto accadde in una Notte ***


4° Capitolo: Tutto accadde in una notte

Ranma era seduto sull'erba. Era pomeriggio e faceva caldo ma lui era bagnato fradicio e sentiva lunghi brividi percorrergli tutto il corpo, dal collo alla schiena, sulle braccia, sulle gambe, sul viso.
Continuava insistentemente a guardarsi le mani, le sue mani grandi e forti come quelle di un uomo adesso erano piccole e delicate, con le lunghe unghie curate, erano mani di donna.
Le sue gambe lunghe e muscolose ora erano più corte, bianche e lisce come i fiori di lino.
I suoi bei capelli neri e indomabili ora erano rossi come il sole al tramonto.
I suoi occhi erano più grandi, le ciglia più lunghe e folte, le labbra formavano un cuore.
Si sentiva piccolo e privo di quella forza che era il tratto che lo distingueva.
Lui era un uomo, era forte e prestante, aveva muscoli guizzanti e possenti.
Lui era un uomo ma adesso era chiuso nel piccolo corpo di una ragazza.
Un corpo che sicuramente non era il suo.
Era caduto accidentalmente in una pozza d'acqua salmastra e salata e, improvvisamente, aveva sentito il corpo formicolargli e bruciargli come se fosse finito su un nido d'api. Quando era tornato in superficie non era più sé stesso.
“Cosa sono adesso se non sono più un uomo?”
Come d'incanto aveva sentito un buon profumo vicino a lui, profumo di mandorle e riso, di pino e di fiori e si era voltato.
Accovacciata accanto a lui c'era una ragazza semplicemente stupenda.
Indossava un vestito cinese blu notte, lungo fino alle caviglie con uno spacco profondo su un fianco e  un dragone argentato sull'altro, i capelli neri raccolti in una grossa treccia posata al lato e gli occhi blu come i suoi.
Lui vide la sua bella mano candida avvicinarsi sempre di più, fino a posarsi all'angolo del suo occhio e, con un gesto tanto veloce quanto delicato, spostare il principio di una lacrima.
Ranma stava piangendo. Solo ora che quella bella sconosciuta gli aveva asciugato le lacrime se ne rendeva conto.
<< Suvvia, gli uomini non piangono >> disse la gentile fanciulla e gli sorrise.
Per un attimo quel sorriso gli scaldò il cuore e anche le guance ma poi si rese conto di quanto era appena accaduto:
<< Ma tu come fai a sap.... >> ma la ragazza lo aveva anticipato e già gli faceva scendere addosso una cascata d'acqua calda.
Ranma si fece cullare per un momento dal calore che lo stava inondando, che subito si freddava, portato via dai venti della Cina.

<< Ti ho visto mentre cadevi nella sorgente >>  gli spiegò lei mentre con le dita toglieva i goccioloni  incastonati nei folti capelli neri del giovane << non aver paura, voglio solo aiutarti... >>
Ranma se ne stava lì immobile come un bambino. Lo sguardo basso e i pugni stretti.
Il viso in fiamme.
Da quando ne aveva memoria non aveva mai ricevuto alcun tipo di attenzione o carezza da una mano femminile. Aveva lottato contro le amazzoni, quello sì, ma nessun tocco gentile e delicato come quello di questa ragazza, lo aveva mai sfiorato.
Era imbarazzato ma allo stesso tempo l'inebriante vicinanza di questa bella sconosciuta lo faceva rimanere tranquillo, come quando il sonno sta calando e ci si ritrova a cadere nelle braccia di Morfeo poggiati su un materasso morbido e scaldati da una coperta di lana.
La sensazione era la stessa, pace e tranquillità, poco importava se le guance sfumavano in tutte le gradazioni del rosso, Ranma avrebbe voluto continuare a ricevere le carezze di quella ragazza per ore.

<< Io mi chiamo Kaori >>
<< Io sono Ranma, Ranma Saotome, piacere di conoscerti...e...e...grazie dell'aiuto >>
<< Non c'è di che >> e poi gli sorrise
<< Quindi... basta l'acqua calda e tornerò sempre ad essere un uomo? >>
<< Certo... >>
Da lontano un uomo vestito di bianco correva in direzione dei due ragazzi seduti sull'erba:
<< Ranmaaa!! Ranma!!! Ho scoperto che con l'acqua calda si torna norm.....>>
Ma Genma, ormai giunto a meno di un metro dal figlio, si accorse che lei era già ritornata un lui:
<< Ah, vedo che l'hai già scoperto da solo! >>
<< No, veramente è stata lei a dirmelo! >> rispose Ranma ancora molto irritato con il padre, causa di tutto ciò che gli era appena accaduto.
Solo allora l'uomo vide l'affascinante ragazza ancora poggiata sul prato:
<< Oh salve! Mi scusi, non l'avevo vista! Io sono Genma Saotome! Il padre di Ranma! >>
La giovane si alzò con un gesto leggero e si inchinò deliziosamente tenendosi con le mani i lembi del lungo vestito : << Piacere mio, il mio nome è Kaori. Dovete essere affamati, la mia tenda non è lontana, posso offrirvi qualcosa? >>
Sia il viso del padre, che quello di Ranma si illuminarono in un enorme sorriso di pura felicità e gratitudine e, trotterellando, seguirono la ragazza su per una piccola collina.

***

Finalmente, dopo mesi, lo stomaco di Ranma aveva ritrovato un pasto decente ed ora il ragazzo si sentiva riempito e  confortato come solo il buon cibo sa lasciare.
Però il tarlo della sua disgrazia continuava a picchiargli sulle tempie, un pensiero ossessivo che non voleva andare via e provocava un dolore immenso.
“Ragazzo- donna” “ Mezzo- uomo”
L'unica cosa a cui riusciva a pensare era che aveva perso la sua virilità a soli sedici anni, prima ancora di averla acquisita del tutto.
Lui dalla vita non voleva niente, solo essere un Uomo, un Uomo vero.
Un combattente, uno che non ha paura, uno che accetta ogni sfida, che non si tira mai indietro.
Ma ora non avrebbe più potuto.
Come poteva essere un uomo vero se ogni volta che si bagnava con l'acqua fredda si trasformava in una ragazza?
Come poteva diventare il più grande artista marziale dell'intero Giappone se al solo contatto con la pioggia perdeva metà della sua forza?
Cosa sarebbe stato d'ora in poi? Una persona a metà? Chi l'avrebbe mai voluto?
Ranma se ne stava fuori dalla tenda, in una fresca notte cinese, a guardare il buio da sopra la sua collina.
Aveva addosso solo una canottiera e i boxer con i quali dormiva, ma a fargli sentire freddo non era il vento, il freddo proveniva da dentro, dai suoi pensieri cupi, tetri, più scuri di quella stessa notte.
All'improvviso aveva sentito qualcosa di ruvido e caldo ricoprirgli la pelle nuda delle spalle e, girandosi, vide che Kaori gli stava posando una coperta di lana marrone addosso.
<< Dovresti smetterla di fare questi brutti pensieri Ranma >> gli disse la ragazza e lui rimase col fiato sospeso e gli occhi sgranati: << Come facevi a saperlo? >>.
Lei intanto gli si era seduta di fianco, con il bel viso rivolto al cielo a guardare le stelle:
<< Oh Ranma, questo pomeriggio sono venuta ad aiutarti perché ti sento molto affine. Il destino ha voluto che noi condividessimo la stessa sorte >>
<< Cosa vuoi dire? >>
Senza dargli spiegazioni Kaori si alzò e lo prese per mano:
<< Vieni, ti mostro un segreto >>
Camminarono per dieci minuti, mano nella mano, lei concentrata nel farsi strada in mezzo alle canne, lui col viso basso, cercando di non far capire alla ragazza che gesti come quello lo facevano imbarazzare e perdere la lucidità.
Finalmente arrivarono ad un piccolo ruscello che scorreva nella vallata fra le basse colline.
L'acqua illuminata dalla Luna emanava odori dolci, che stordivano i sensi.
<< Ora, se non ti dispiace Ranma, dovresti girarti un secondo >>
Il ragazzo, più pronto e scattante dopo che lei gli aveva lasciato la mano, si girò immediatamente dando la schiena a Kaori e alla magnifica vista del ruscello avvolto dai cespugli e dalle rocce.
Quando non poteva vedere, da buon artista marziale qual'era, i suoi sensi stavano molto più all'erta, tanto che poteva sentire i versi degli insetti che saltavano sulle sponde del fiumiciattolo.
Ma un rumore più dolce lo scosse, una zip che scendeva, un vestito che strusciava sull'erba, un gancetto che si slacciava, dei passi e infine un rumore di acqua che si muove.
Ranma tratteneva il respiro, era sicuro di quello che aveva sentito, Kaori si era spogliata ed era entrata nel fiume alle sue spalle.
Che aveva intenzione di fare? Ranma sentì il suo corpo irrigidirsi e diventare più morbido allo stesso tempo, come la cera scaldata sul fuoco, le sue gambe erano contratte ma tremanti, le braccia pesanti ma rigide.
Il cuore batteva veloce, al ritmo di quella notte stellata, per l'agitazione di non sapere cosa stava succedendo.
Quella ragazza affascinante, misteriosa e inverosimilmente gentile con lui, che altro non era per lei, che un perfetto sconosciuto, gli stava per rivelare un segreto, ed adesso era nuda, immersa nell'acqua del ruscello a poche metri da lui.
<< Adesso puoi girarti >>
La voce non era quella di Kaori e non appena Ranma si girò, capì il perchè.
Dietro di lui non c'era più la ragazza stupenda di qualche minuto prima ma, al suo posto, un alto, aitante e muscoloso.....ragazzo.

***

<< Non dirlo a nessuno ti prego >> Kaori stringeva con entrambe le mani, tornate quelle di una donna ora, quella di Ranma. Teneva le sue nocche poggiate contro la fronte in una sorta di preghiera.
<< Ma no, sta tranquilla >> la rassicurò lui accarezzandole il braccio con la mano libera per darle un po' di conforto.
<< Sei l'unico al mondo che lo sa, nemmeno la mia famiglia ne è al corrente. Quando oggi pomeriggio ti ho visto diventare una ragazza, ho subito capito che eri la persona perfetta a cui affidare il mio segreto, stavo impazzendo senza dirlo a nessuno... Io posso capire le tue sofferenze, e tu puoi capire le mie...questo è un dono dei Kami >>
Ranma le sorrise, pur bloccato dalla timidezza nei confronti di questa ragazza, bella, gentile, che con l'animo pesante si era scoperta a lui per trovare qualcuno con cui dividere la sua sofferenza.
Ranma poteva capirla, come lei poteva capire lui.
Ecco il perché di tutte quelle attenzioni. Ora Ranma si rendeva conto che tutto quello che aveva passato lui solo poche ore fa, erano sensazioni che Kaori aveva già provato e affrontato, da sola.
Lui non era da solo. Lei era venuta a tendergli la mano e ad offrirgli il suo aiuto.
Ora Ranma le era più grato che mai. Più che per l'acqua calda, più che per la cena.
Avrebbe potuto trovare milioni di amici fidati, e avrebbe potuto raccontare ad ognuno di loro la sua triste maledizione, ma nessuno mai l'avrebbe capito come Kaori.
Tutti l'avrebbero compatito e si sarebbe rattristati per lui, ma solo in teoria.
Lei invece lo capiva, anima e corpo. Aveva i suoi stessi dubbi, le stesse paure e angosce.
Lui era un mezzo uomo, lei era una mezza donna.
<< Grazie per avermi rivelato il tuo segreto, mi sento meglio sapendo che c'è qualcuno che mi può capire davvero...beh...sì, insomma...anche mio padre adesso diventa un panda ma lui ha la sensibilità di una pietra! Tu...tu invece puoi comprendere le mie preoccupazioni... tu..tu sei una donna...una b-bellissima donna che..che diventa un uomo... tu...tu perdi la tua femminilità...come...come io perdo la mia... la mia... >> Ranma non riuscì a terminare la frase tanta era la sua vergogna, ma prontamente Kaori gli venne in aiuto:
<< Tu non perdi niente Ranma!>>
Ranma alzò di scatto la testa fissò la ragazza negli occhi, Kaori rimase in silenzio per un secondo a guardare Ranma, ma poi riprese con più vigore e urgenza nella voce:
<< Ci ho messo così tanto a capirlo! Non fare il mio stesso errore! Un uomo è uomo indipendentemente dal suo aspetto, che sia magro e privo di forza, che sia malato, che sia anziano o che, come te, diventi una donna. Un uomo è uomo nei pensieri e nelle azioni! >>
Quelle parole arrivarono dritte al cuore di Ranma. Colpito e affondato.
In poche semplici parole, Kaori era riuscita a centrare il punto.
Gli aveva letto dentro, aveva capito quali sarebbero state le uniche parole che avrebbero potuto consolarlo. “Come ci sei riuscita?”
<< Questa è un'altra storia Ranma >> aveva risposto lei alla sua domanda muta.

Ranma avrebbe voluto sfogarsi, chiedere e conoscere, parlare ancora con la sua nuova amica, ma la notte stellata e fresca che avevano trascorso a scambiarsi i loro i segreti, stava lentamente cedendo il passo alle prime luci dell'alba che tiepide e fioche si affacciavano dall'Oriente.
E Genma si era già svegliato ed aveva comunicato al figlio che sarebbero subito ripartiti alla volta del Giappone, a Nerima, dal suo amico Soun Tendo.
Così Ranma e Kaori dovettero salutarsi.
Un affetto sincero ora li legava, l'affetto di tue persone che condividono la stessa sorte, lo stesso segreto.
Nessuno dei due avrebbe voluto separarsi dall'altro, c'erano ancora tante cose da dirsi, tante domande.
<< Scrivimi >> gli disse la ragazza con un sorriso
<< Ma, ma io.... >>
<< Scrivimi quando vuoi, quando sentirai che avrai qualcosa di importante da raccontare e non saprai con chi farlo, quando ti sentirai giù o anche quando non avrai da dire niente di particolare... Io saprò ascoltarti...e consigliarti... >>
Kaori sapeva che Ranma era preoccupato di dover affrontare la nuova vita che gli si apriva davanti con il peso di questa maledizione, peso che lei avrebbe potuto alleviare, e, con queste parole, lei si impegnò a farlo.
Si avvicinò a lui e gli diede un piccolo bacio sulla guancia:
<< Buona fortuna Ranma >>

E Ranma rimase lì a strofinarsi la guancia nel punto esatto del tenero bacio di lei e a chiedersi dove avrebbe potuto comprare della carta da lettere.

 


Buonasera!!!
Allora, questo è il primo incontro fra il nostro Ranma e la bella Kaori, spero di aver chiarito un po' dei vostri dubbi e soddisfatto parte della vostra curiosità!
Ovviamente, come lei stessa ha detto, Kaori nasconde un altro segreto... nessuno di voi ha ancora capito quale?
Beh, comunque, volevo cogliere quest'occasione per ringraziare tutte le persone che hanno letto e recensito la mia storia! Grazie davvero, soprattutto a chi ha trovato per me solo belle parole!
Spero di non deludervi!
A presto....
Aronoele (:

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Capitolo 5
*** It's always darkest before the Dawn ***


5° Capitolo: It's always darkest before the Dawn

Per arrivare all'alba non c'è altra strada che la notte.

Akane si era lasciata cadere, giù, fino a terra. Gli occhi sgranati, la bocca secca. Aveva strappato qualche filo d'erba con le uniche forze che le erano rimaste in corpo ed era corsa in camera sua.
Al riparo.
Al riparo da tutti e da tutto. Da due genitori impiccioni che tre anni prima l'avevano costretta a condividere le giornate con un ragazzo sconosciuto, dal ragazzo sconosciuto che man mano era diventato ciò che tutti volevano ma che nessuno si aspettava sul serio, da quel sentimento che lei sapeva di provare, che era chiaro e limpido come una giornata estiva, che era continuamente sotto gli occhi di tutti, ma che lei non riusciva a dichiarare. Era quel sentimento a farla stare così male adesso. Era lui a provocarle tanta disperazione. Akane soffocava le sue grida nel cuscino e lo inondava con lacrime amare. Era scossa da singhiozzi e tremiti e non si era mai sentita così...così..vuota.
La scena le si riproponeva continuamente davanti agli occhi: Ranma e Kaori, la bella sconosciuta, mani nelle mani, occhi negli occhi, con i visi così vicini che i loro respiri parevano intrecciarsi.
Le labbra che quasi si sfioravano.
Ranma non si era nemmeno accorto di lei. Aveva le gote un po' arrossate ma gli occhi vitrei, come se fosse stato completamente incantato dalla giovane che gli era davanti.
Akane non ce l'aveva fatta ad andare oltre. Non poteva. Non poteva. Anche se costantemente ripeteva a sé stessa e agli altri che non le importava, che non lo voleva, non poteva stare lì a guardare mentre qualcun'altra, arrivata da lontano, glielo portava via.
Non era riuscita nemmeno ad intervenire, a bloccarli, come era solita fare quando qualcuna delle “fidanzate” di Ranma gli si strusciava contro. Non ci era riuscita perché di solito il suo bel codinato pareva a disagio, pietrificato dalla paura di farle andare avanti, ma anche dal farle piangere se lui le avesse mandate via. Se ne stava lì ripetendo “Ma-ma che fai??” fin quando non era lei ad intervenire per liberarlo dall'ospite indesiderata. Poi di solito lui le diceva “Potevo farlo benissimo da solo, sai?” e lei rispondeva “Se ci tenevi tanto che quella ti si strusciasse contro mi dispiace di avervi interrotti!!” “Ma no Akane, che dici?” e finivano sempre con il litigare mentre tornavano a casa. Mentre tornavano a casa insieme.
Ma sta volta le era parso diverso, Ranma era lì di sua spontanea volontà, le aveva detto “Va bene, fallo”, non era a disagio, non pareva voler scappare.
E Akane non aveva retto.
Ranma, che cosa stai facendo? Perché sei lì con lei? Perché mi fai questo? Io ti ho sentito sul monte Hooh, mentre pensavi che fossi morta. Ti ho sentito mentre mi abbracciavi stretta stratta. Ho sentito quello che provavi. Era solo un sogno Ranma? Non mi ami davvero? Ami lei e non me l'hai mai detto per paura di ferirmi? E' bastato così poco per allontanarti da me? E' bastata lei?
Ranma, che cosa stai facendo?
Con questi pensieri, più simili ad una supplica che ad altro, con il volto rigato da lacrime che non volevano smettere di scendere, con un fazzoletto stretto nella mano, sfinita, Akane si addormentò.

***

Ranma era già sveglio, o meglio, non si era mai addormentato dopo quella notte sul tetto.
Se ne stava con le braccia appoggiate al tavolo e la testa posata sulle mani aperte, apparentemente assonnato, a guardare il Sole che faceva capolino fra gli edifici della città, colorando i tetti e il cielo di rosa, rosso, lilla e arancione.
Ranma guardava la luce assorto nei suoi pensieri, fino a  quando...il buio.
Due piccole mani profumate e calde gli avevano coperto gli occhi.
Sentiva un corpo inginocchiato dietro al suo, i capelli lunghi solleticargli il collo e le braccia.
Quel gesto, così semplice e banale, quel contatto fisico così naturale e privo di imbarazzo, non poteva provenire da altri se non da lei.
Le prese la mani e le abbassò tenendole premute nell'incavo fra il suo collo e il petto in una sorta di abbraccio:
<< Ma tu non dormi mai? >>
Kaori rise: << A che pensi Ranma? >>
<< Davvero non lo sai? >>
Lui non riusciva a guardarla negli occhi, troppo imbarazzato per ciò che era successo solo poche ore prima, la teneva li, appoggiata su di lui, con le mani su di lui, vicina, ma non riusciva a girarsi.
<< Che quest'alba è davvero bellissima >> mentì lei.
Poi, delicatamente come solo Kaori sapeva fare, gli prese il viso fra le mani e lo costrinse a guardarla, lui abbassò gli occhi, per sfuggire allo sguardo inquisitore di lei, ma Kaori scese con la sua bella testa nera e si pose proprio sotto lo sguardo imbarazzato del ragazzo.
<< Ranma non devi vergognarti, non ci si deve mai vergognare dei propri sentimenti >>
<< Ma mi fanno sentire...debole >>
<< Debole è solo chi non ama >>
Eccola lì. Un'altra delle tipiche frasi di Kaori che lasciavano Ranma senza parole.
Lei continuò: << Più volte il tuo amore ti ha donato la forza di cui avevi bisogno per vincere le tue sfide, per sconfiggere i tuoi nemici.... Non sentirti in imbarazzo... quello che provi è bello e naturale ed io già l'avevo letto nelle tue lettere... >>
<< Io non ti ho mai scritto niente del genere!! >> disse Ranma ora visibilmente agitato e rosso in volto, più del sole che stava sorgendo.
<< Ranma, Ranma... quando imparerai? Non c'è bisogno che tu me lo dica, io lo vedo. >>

***

Akane si era svegliata.
Doveva andare a scuola, doveva prepararsi, alzarsi, fare colazione, ma non ce la faceva. Era troppo provata e stanca. Sentiva le ossa rotte e i muscoli indolenziti come dopo aver affrontato la più estenuante delle battaglie, sì, quella contro i suoi sentimenti.
I rumori dal piano di sotto le dissero che la casa era sveglia e già attiva.
Si fece forza e si tirò su a sedere.
Di fianco al suo letto, il futon di Kaori era intatto, non aveva dormito quella notte.
“Sarà stata sempre assieme a lui...”
Si vestì in fretta e andò a fare colazione.
Tutta la sua famiglia era riunita intorno al tavolo per il primo pasto della giornata. La sua tazza di tè era al suo posto, di fianco a Ranma che era già stato svegliato.
“Oppure non ha dormito nemmeno lui...”
Akane si mise a sedere senza dire una parola
<< Buongiorno Akane! Dormito bene? >>
Mentre la piccola Tendo non sapeva come rispondere alla maggiore delle sue sorelle, semplicemente starnutì.
<< Fa freddo di notte sul tetto >>
Era stata Kaori a parlare.
 Allora si era accorta di lei. Sapeva che lei era lì e che aveva visto tutto.
“Spiegami” dicevano gli occhi scuri di Akane, “Dopo” sembravano rispondere quelli blu della nuova arrivata.
Ranma, troppo intento a mangiare, non si accorse di nulla e quando vide la fidanzata seduta accanto a lui, le disse solo:
<< Akane ti senti bene? Hai le occhiaie profonde... >>
Akane come risposta girò la testa dall'altro lato. Non aveva voglia di parlargli, aveva ancora in mente quello che aveva visto quella notte, era ancora troppo arrabbiata, sfinita, delusa, insicura.

Improvvisamente un rumore di ruote interruppe i pensieri della sfortunata ragazza
<< Nihao amole!! Sono venuta a poltalti la colazione! >>
Shampoo era entrata in casa, aveva sorriso a tutti, poggiato il ramen caldo sul tavolo e già si stava per avvinghiare al suo “Lanma” quando si accorse che non c'era spazio attorno a lui.
Ranma era seduto fra Akane e Kaori.
Kaori.
<< E tu chi sei? >> chiese la cinesina senza mezzi termini.
Kaori si alzò e le si avvicinò dolcemente : << Buongiorno Shampoo >> fu la sua risposta.
“Accidenti, questa ragazza sembra conoscere tutto e tutti” pensò Nabiki.
Tutta la famiglia era concentrata a guardare le due ragazze che si fronteggiavano: una, lunghi capelli viola, occhi ammalianti, già pronta a combattere, l'altra, con gli occhi semi chiusi, la osservava.
<< Lanma, amole, chi è questa e pelché sa il mio nome? >>
Ranma si era alzato e si stava avvicinando alle due ragazze, ma Shampoo non gli diede nemmeno il tempo di spiegare:
<< Sei un' altla delle fidanzate di Lanma? Se è così io ti sfido a duello >>
e dicendo questo aveva lanciato in direzione della bella straniera una delle sue affilatissime forchette.
Kaori l'aveva prontamente fermata ad un centimetro dalla sua gola.
<< Ma Shampoo, dico, sei matta? Kaori è mia amica! >>
Ranma stava quasi urlando, si mise davanti alla ragazza, pronto a parare qualche colpo basso della cinesina.
<< Così il suo nome è Kaoli.. E a te, lagazza violenta, sta bene? >>
Shampoo si era rivolta ad Akane. Tutti parlottavano fra loro a voce bassa e la più piccola delle sorelle Tendo non fece altro se non alzarsi e dire : << Dovremmo andare a scuola, si sta facendo tardi >>.
“ Se è questo che vuoi Ranma, io so essere proprio come lei”.
Ranma rimase sorpreso, ma piacevolmente colpito dalle parole della fidanzata e disse:
<< Ben detto Akane! Andiamo, non voglio essere messo in punizione anche oggi!! >>

<< Va bene, me ne vado! Ma non finisce qui! Tu!! (e si girò verso Kaori) Ti aspetto oggi pomeliggio alle sei nel palco, plepalati ad essele sconfitta! >>

 

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Capitolo 6
*** Arriva ***


6° Capitolo: Arriva

<< E' fatta amico mio!! Kaori ha compito il suo dovere! >>
<< Oh povera la mia bambina...buuuuuuhh...chissà quanto soffre ora!! >>
<< Sta tranquillo Tendo, è a fin di bene! Presto le sue e le nostre sofferenze verranno ripagate!! >>

***

Dall'alba al tramonto.
Questa giornata per Ranma si era svolta così.
Era cominciata guardando il Sole che sorgeva e adesso lo stava guardando mentre se ne andava.
“Beato te che appari e scompari” pensò il ragazzo.
Anche lui sarebbe voluto scomparire ad ovest per poi trovarsi dall'altra parte del pianeta.
In questa parte del mondo c'erano troppe cose da affrontare.
 Kaori e ciò che avevano fatto, quel sentimento di agitazione profonda che sa intrecciarti lo stomaco, come quando si è bambini e ci si sveglia presto per partire ed andare in vacanza con la famiglia al mare, non lo abbandonava dalle tre del mattino, da quando era sceso dal tetto.
Akane era strana, non gli aveva rivolto la parola per tutto il giorno, nemmeno per insultarlo, sembrava così assorta nei suoi pensieri, così calma e serena, da apparire innaturale a due occhi che la conoscevano bene come i suoi.
E in più ci si era messa anche quella pazza di Shampoo. Ranma non voleva assolutamente che Kaori combattesse contro di lei, avrebbe fatto di tutto per impedirlo.
Mentre nella bella testa mora del codinato frullavano questi pensieri, senza nemmeno essersene reso conto, lui, Akane e Nabiki erano arrivati a casa.
Erano quasi le sei e Ranma era pronto a lasciare i libri di scuola per correre al parco a fermare le due rivali.
Ma non ce ne sarebbe stato bisogno.
<< Kaori!! Ma sei qui! Ma non dovresti essere al parco a combattere contro Shampoo? >> la sorpresa nella voce di Nabiki fece sorridere la bella straniera:
<< No, affatto >> rispose lei,
<< No! Tu non devi andarci! Shampoo è un'amazzone cinese! Se tu vincessi lei ti dovrebbe uccidere, per via delle stupide leggi del suo villaggio! E se tu perdessi lei... lei...beh...ti ucciderebbe di sicuro lo stesso!! Mi hai sentito? Non devi andarci!! >> Ranma aveva sparato fuori questa raffica di parole così velocemente che adesso aveva il fiato corto:
 Era il discorso che si era ripetuto in testa per tutto il giorno e, più lo diceva velocemente, più era convinto che Kaori non potesse interromperlo.
<< Calma Ranma, ha detto che non ci va! >> gli fece notare Nabiki con una goccia di disappunto nella voce.
<< Perché non ci vai? >> la domanda era uscita spontanea dalle labbra di Akane, la quale si aspettava una reazione completamente diversa. Kaori era bella, agile e forte, l'aveva dimostrato quella stessa mattina fermando il colpo della cinesina senza nemmeno voltarsi,  non poteva certo avere paura di Shampoo. E allora perché non andava? Akane avrebbe lottato, avrebbe lottato per Ranma.
Kaori sorrise di nuovo: << Io non sono “un'altra delle fidanzate di Ranma”, quindi non c'è motivo per cui io debba andare, no? >>
Ranma aveva tirato un respiro di sollievo, non aveva mai visto Kaori combattere e anche se era sicuro che fosse molto forte, non voleva metterla alla prova proprio contro Shampoo.
<< Così la farai infuriare >> disse Nabiki e tutti fecero un cenno di assenso col capo, solo Kaori sorrideva tranquilla.


Qualche ora dopo avrebbero scoperto che Nabiki aveva enormemente ragione.
Improvvisamente nel giardino dei Tendo entrarono quattro figure scalpitanti.
<< Stlaniela amica del mio Lanma! Come hai osato non plesentalti al combattimento? Non elo mai stata umiliata così plima d'ola!! >> Shampoo era infuriata.

Seguita a ruota da:
<< Shampoooo!! Mia adorata! Ti vendicherò io! Contro quello sporco Ranma Saotome e chiunque abbia osato farti un torto!! >>

E seguito da:
<< Ran-chan!!! Ma è vero che una nuova fidanzata è arrivata in città? Ed è vero che è più carina di me? Come hai potuto? >>

Ed infine:
<< Ranma Saotome!! Ma è possibile che devi sempre far soffrire quel fiore di Akane? Come osi avere una nuova fidanzata e per giunta portarla in casa sua? Akane io ti vendicherò!!! Ranma la pagherai!! Preparati a morire!!! >>

Ranma, Akane e Kaori avevano sentito queste grida lanciarsi da un polverone di colori mischiati che, molto rumorosamente, aveva fatto il suo ingresso davanti a loro distruggendo ogni cosa gli capitasse a tiro.
Da quella mischia chiassosa erano partite, alla volta dei tre sbigottiti ragazzi, forchette, spatole per okonomiyaki, catene con attaccate alle estremità chissà quali diavolerie ed un pesantissimo ombrello rosso.
Akane che, sbigottita, era rimasta con gli occhi spalancati per la sorpresa a fissare la mostruosa scena, si sentì sollevare e trascinare via giusto in tempo, prima che qualcosa di estremamente appuntito si conficcasse con forza nella parete della casa, esattamente dietro di lei.
“Ranma...” pensò la piccola Tendo, ma non era stato lui a salvarla.
Chi la teneva in braccio e con uno slancio felino si era spostata fulminea, era Kaori.
Ranma, che era scattato altrettanto velocemente, stava alla loro sinistra e aveva bloccato con un solo gesto del braccio l'ombrello di Ryoga.
<< Ranma sta attento! >> gridò improvvisamente Kaori
<< Non preoccuparti, ci sono abituato, me ne libererò in un attimo!! >> rispose con tranquillità il codinato.
<< Non a loro...... a lui >>.

Un tuono squarciò l'aria.
Il cielo, fino ad un momento prima dell'azzurro che precede la venuta della notte, ora era nero.
Non c'erano più stelle.
Persino i lampioni si erano spenti.
La luce era stata prosciugata.
Calò il silenzio.
Erano tutti immobili ad osservare il cielo sempre più minaccioso.
Un altro tuono, ancora più forte.
Una brezza gelida cominciò a soffiare leggera, ma con il potere di entrarti nella carne e paralizzarti.
Il respiro cominciava a mancare.
“Arriva”.
L' unico pensiero, nel silenzio dell'oscurità che era appena scesa, era di Kaori.

 

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Capitolo 7
*** Tutto a posto e niente in ordine ***


7° Capitolo: Tutto a posto e niente in ordine


“Arriva”.
Era stato l'ultimo pensiero di Kaori, la quiete che precede la tempesta.
Lei lo sapeva, sapeva che lui sarebbe venuto a riprendersela, lo sapeva da quando aveva ricevuto la lettera del signor Genma.
Lui le aveva detto che Ranma aveva bisogno di aiuto e lei era corsa, senza pensare alle conseguenze, senza pensare ai suoi doveri, al suo obbligo di non lasciare mai la sua terra, senza pensare a lui.
Sapeva che sarebbe venuto.
Lo sentiva arrivare assieme al vento.
Istintivamente prese le mani di Akane, che era ancora vicino a lei. Le prese entrambe e le strinse forte. Poi le si avvicinò al viso e la guardò dritta negli occhi, come aveva fatto con Ranma sul tetto.
“Se mi porterà via, almeno avrò compiuto la mia missione”
Akane rimase inerme a quel gesto improvviso e apparentemente insensato, ma una forza dentro di lei le diceva di rispondere a quello sguardo così coinvolgente.
E la vista le si appannò, gli occhi le si svuotarono di tutte le immagini. Vedeva solo Kaori e i suoi occhi blu, davanti a lei. Non sentiva più alcun rumore, solo il martellare incessante del suo cuore. Il viso di Kaori era immensamente vicino, quasi si sfioravano. Il respiro le si rilassò fin quando non ne fece uno soltanto, un solo lungo e caldo respiro, carico dei suoi ricordi.
Poi un urlò squarciò quel silenzio.
Kaori si staccò così velocemente come era arrivata, e Akane tornò in sé.
La piccola Tendo non sapeva il perché, ma ora si sentiva più leggera, come se un grosso macigno le si fosse spostato dalla bocca dello stomaco, come se qualcuno l'avesse portato via.
Di nuovo quell'urlo, ma non era l'urlo di un tuono o del vento, era l'urlo di un uomo.
<< Kaoriiiiiiii >> gridò una voce bassa, profonda e calda.
Tutti i presenti guardarono il cielo, da dove sembrava provenire quella voce.
<< Chi sei? >> gridò Ranma in direzione dell'oscurità di fronte a loro.
Era tutto più scuro, come se i colori avessero perso la luce.
I tetti, le case, le foglie, tutto spento.
<< Restituiscimi Kaori >> rispose la voce misteriosa.
Improvvisamente si stagliò davanti a loro la figura di un uomo.
Era un uomo bellissimo,con grandi occhi neri e i capelli blu cobalto.
Alto, altissimo e con i muscoli che risaltavano dall'abbigliamento troppo leggero.
Alla sua vista Kaori ebbe un tremito e Ranma, accortosene, le si parò davanti per proteggerla.
Lei lo scostò con la mano. Non avrebbe permesso che Ranma pagasse un suo errore.
<< Ti ho detto di restituirmi Kaori >> ripetè in tono più minaccioso l'affascinante sconosciuto.
<< Lei non va da nessuna parte >> rispose il codinato.
Tutti fissavano la scena increduli, chiedendosi cosa stesse succedendo, pronti ad intervenire, ma bloccati da una forza irresistibile che proveniva dall'esterno.
Akane fissava Ranma spaventata.
Lo straniero scattò in direzione del codinato, gli occhi scuri ridotti a due fessure, le mascelle rigide, i muscoli contratti.
Ma Kaori si interpose fra i due.
Con un gesto della mano spostò Ranma al lato e gli si mise davanti con le braccia spalancate, il volto incattivito rivolto all'uomo che la reclamava:
<< Lascialo stare Akihiro. Lui non ti ha fatto niente, è solo colpa mia. Sono io che me ne sono andata, sono io che ho disubbidito. Riportami a casa >> disse lei con il tono sommesso.
Un'ombra di paura le rendeva i magnifici occhi blu opachi e tristi.
L'uomo le si avvicinò lentamente fino a sovrastarla con il suo corpo massiccio:
<< E' colpa sua se sei andata via, sua e di suo padre. Pagherà per questo, pagheranno tutti >>
Queste parole, pronunciate con un tono che non ammetteva repliche, furono le ultime che risuonarono nel giardino di casa Tendo.
Poi per tutti ci fu solo silenzio e oscurità, ed un sonno profondo.

***

Ranma sentiva il pavimento ghiacciato e duro contro il viso. Non riusciva ad aprire gli occhi, sembravano essere tenuti chiusi da chissà quale forza magnetica. Si sentiva schiacciato contro il pavimento gelido. Aveva le membra pesanti e deboli. Non c'era più forza nei suoi muscoli, non c'era più sangue nelle sue vene. Giaceva lì, immobile a terra, cosciente ma impotente. Intorno a lui l'unico rumore era d'acqua.
Un freddo pungente lo attanagliava, si sarebbe voluto coprire, alzare, avrebbe voluto fare qualunque cosa ma non ci riusciva.
<< Ranma! >>
Una voce lo chiamava.
<< Ranma! >>
“Akane?”
<< Ranma! >>
No, Kaori. Era Kaori a chiamarlo.
Ranma riuscì finalmente ad aprire gli occhi.
Kaori non aveva gridato, ma il suo tono pareva una supplica urgente.
Il ragazzo era ancora schiacciato a terra, non poteva far altro che guardare di fronte a sé e la scena gli mozzò il fiato.
Erano in una grotta altissima, sentiva i pipistrelli volare metri sopra di loro. Dalle rocce nere e frastagliate tutt'intorno, zampillava acqua.
Era un luogo freddo, umido e scuro.
L'unica fioca luce arrivava da piccoli fuochi posti al centro della grotta.
Lì, in quello spiazzale di pietra, quattro lunghi pali di legno si erigevano alti e forti.
Legate ad ognuno dei pali c'erano quattro ragazze col capo chino, svenute.
Solo una era sveglia e lo chiamava: Kaori.
<< Ranma! >>
<< Kaori!!! >>
Il ragazzo si accorse che lei piangeva, non era un pianto capriccioso o triste, erano poche lacrime che le rigavano le guance, ogni goccia d'acqua salata che scendeva, urlava pentimento e disperazione.
Una corda le incrociava le mani dietro, l'altra la teneva attaccata al palo per la vita.
Shampoo, Ukyo e Akane erano nella stessa posizione.
A Ranma si gelò il sangue nelle vene a vederle lì, legate su un palo altissimo, sospese a mezz'aria così lontano da lui.
Sembravano quattro vittime sacrificali.
Un mugolio fece girare il ragazzo.
Alla sua sinistra Ryoga e Mousse erano legati schiena contro schiena, poggiati sul muro di roccia, svenuti anche loro.
Dall'altro lato Nabiki, Kasumi, Soun e Genma.
Tutt'intorno Ranma sentiva delle presenze, ma non vedeva nessuno.
<< Ranma mi dispiace >> disse Kaori con la voce rotta dalle lacrime << E' tutta colpa mia >>
Le sue parole rimbombavano fra le pareti della grotta.
Piano piano anche le altre ragazze cominciarono a riprendere coscienza:
<< Lanma cosa ci facciamo appese qui su? >>
<< Ran-chan facci scendere! >>
<< Ranma... >> Akane non sapeva cosa dire. La sua era una preghiera, una supplica.
Ranma, spiegami chi è questa ragazza che viene da lontano, dimmi cosa ci ha fatto, spiegami perché siamo qui. Ranma salvami.
Era terrorizzata. Alla sua destra Ukyo e poi Shampoo, anche loro con i volti spaventati, alla sua sinistra Kaori che piangeva in silenzio.
Ranma era bloccato in mezzo a quel cerchio di fuoco, vedeva di fronte a lui i quattro pali, ma non  poteva fare niente. Era totalmente impotente.
Ryoga e Mousse ripresero gradualmente conoscenza, ma anche per loro c'era quella sensazione di soffocamento, di impotenza.
Guardarono con orrore le quattro ragazze appese nel mezzo del cerchio di fuoco, il terrore nel loro occhi e videro Ranma, steso inerme ai piedi dei loro pali.
<< Shampooooooo >> gridò Mousse con quanto più fiato aveva in gola
<< Mousse, non so cosa sta succedendo! >> rispose l'amazzone.
Ma le parole finivano, venivano succhiate via dall'aria troppo pesante che aleggiava intorno a loro.
“Akane...” pensò Ryoga “riuscirò a liberarmi, verrò a salvarti”
Ma per quanto i due ragazzi impiegassero tutta la loro forza, le corde non si scioglievano.


<< Ranma Saotome >>
All'improvviso nella grotta riecheggiò la stessa voce profonda e minacciosa del giardino di casa Tendo.
<< Maledetto! Chi sei? Liberale subito!! >>
<< Non posso, questa è la tua punizione per avermi portato via Kaori >>
<< Io non ti ho portato via nessuno! >> Ranma tramava per la rabbia.
La voce di Akihiro continuò : << Tuo padre l'ha chiamata per aiutarti. Se lei ha lasciato il suo villaggio è solo colpa tua, sa che non le è permesso! Noi  non dobbiamo mai separarci! Questa è la tua punizione per aver fatto allontanare Kaori da noi, da me >>
E la misteriosa voce si spense nelle profondità dell'oscura grotta.

Ranma girò il viso, ancora schiacciato a terra, verso Kaori.
<< Kaori tu lo conosci? Cosa vuole da noi? Cosa vuole da me? >>
Tutti si girarono verso la bella straniera e attesero che fosse pronta a rispondere.
Kaori sospirò e cercò di trattenere le lacrime che però continuavano a bagnarle le guance rosee,  infine parlò : << Perdonatemi! E' tutta colpa mia. Se non me ne fossi andata, Akihiro non sarebbe venuto a cercarmi... Vedete, io vengo da lontano, da una tribù con persone dai poteri straordinari. Nel mio villaggio non sono tutti così, non hanno tutti un dono sovrannaturale, ne nascono solo due ogni cinque anni. Ecco perché noi che ne siamo dotati non possiamo allontanarci. Siamo vitali per la tribù. Io lo sapevo Ranma, ma quando tuo padre è venuto a cercarmi per chiedere il mio aiuto, non potevo dire di no! >>
Akane fissava attonita la ragazza al suo fianco, finalmente il segreto era svelato.
E così c'era qualcosa di sovrannaturale in lei, era troppo eterea, troppo bella, troppo perfetta perché fosse normale. Normale come lei. Chissà se Ranma lo sapeva e se era per questo che Kaori gli piaceva tanto.
Ma quali erano i suoi poteri? E perché il signor Genma avrebbe chiesto il suo aiuto per Ranma?
Kaori trasse un respiro profondo, per farsi coraggio e continuò : << Akihiro è il più grande rimasto in vita ed è compito suo far rispettare le leggi nel villaggio. Sapevo che mi sarebbe venuto a cercare, sapevo che si sarebbe infuriato. Ma io pensavo che avrebbe punito solo me! Non credevo che avrebbe scatenato la sua vendetta anche contro di voi!! >>
<< Lo sapevo che c'ela qualcosa che non andava in quella! >> disse secca Shampoo.
<< Kaori, come facciamo a liberarci? >> chiese disperata Ukyo mentre con tutte le forze cercava di allentare la morsa della corda intorno ai suoi fianchi.
Ma quella non la lasciava, non lasciava nessuno.
Né la bella amazzone cinese, che cercava di tagliarla con una forchetta sfilata dalla manica del vestito; né la cuoca di okonomiyaki che scalciava, né Akane che cercava di sfilare almeno le mani che le si stavano addormentando in quella posizione scomoda, legate dietro al palo.
La corda, spessa e dura, sembrava essere fatta di metallo.
Nemmeno Mousse e Ryoga, che stavano mettendo tutta la loro forza per liberarsi, ci riuscirono.
<< E' tutto inutile >>
La voce era tornata.
<< Non potete farlo da soli! Solo Ranma può liberarvi!>>
Il ragazzo riuscì improvvisamente ad alzarsi da terra e con un agile salto tornò in piedi, in mezzo ai piccoli fuochi, dritto di fronte ai pali.
<< Come?? Dimmi come devo fare!! >> gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, i pugni al cielo in gesto di sfida.
<< Ranma, come Kaori, anche io ho dei poteri telepatici. Lei sa leggere dentro ognuno di noi, come sai, ed io so capire le paure delle persone... >>
Akane ora capiva.
Capiva molte cose. Quella sensazione che provava quando Kaori le era troppo vicina, quando la sentiva entrare dentro ogni parte del suo corpo, era perché lei entrava davvero, scorreva nelle vene assieme al sangue, veniva respirata dal naso come l'aria, percorreva tutto il corpo come i nervi, come i pensieri.
Kaori sapeva leggere nel pensiero e ne aveva data prova più volte. Quando conosceva troppe cose, quando precedeva le domande, quando rispondeva a richieste mute.
Akane si diede mentalmente della stupida per non aver capito.
Ma perché poteva essere d'aiuto a Ranma? Perché il signor Genma era andato fino al suo villaggio per portarla via? Perché lei li aveva esposti a questo pericolo?
<<... e conosco la tua più grande paura! >> riprese la voce di Akihiro
<< Tutti sanno che ho paura dei gatti razza di sbruffone! >> rispose il codinato sempre più nervoso.
<< No Ranma, non è questa la tua paura più profonda. Questa è la maschera che indossi ogni giorno. “Il grande Ranma Saotome non ha paura di niente, solo dei gatti”. Cosa sono i gatti in confronto a quello che sento io? Ranma io riconosco la paura nelle tue viscere >>
Akane era incantata a guardare un piccolo masso che scendeva piano dalla parete delle grotta, ma le orecchie non erano mai state così attente.
Qual'era la paura più grande e segreta di Ranma?
“Akihiro va avanti” si ritrovò a pensare la piccola Tendo.
<< E sentiamo indovino dei miei stivali, quale sarebbe? >> Il tono di Ranma appariva sicuro, come sempre, ma il tremito delle mani era passato da rabbia ad incertezza, il viso era più pallido, sentiva la bocca asciugarsi.
Girò gli occhi in direzione di Kaori, che annuì come a dire “Sì, lo sa”.
Akihiro proseguì: << La tua paura più segreta e nascosta, ma anche più grande, sono i tuoi stessi sentimenti. Hai paura che le persone li capiscano. Hai paura ad esporli. Hai paura a lasciarti andare, non è vero Ranma? >>
Ranma deglutì rumorosamente e divenne rosso e caldo tanto che credeva di scoppiare per l'imbarazzo.
Era vero, quella era la sua paura più profonda, lui lo sapeva bene. Lo sapeva anche Kaori, che gli aveva letto dentro. Forse lo sapevano tutti, Nabiki di certo, ma sentirlo dire ad alta voce da uno sconosciuto, lo rendeva più reale, più concreto.

<< E questa è la tua punizione: puoi salvare solo una ragazza Saotome, se salverai la ragazza giusta, tutti saranno salvi, se invece per orgoglio, timidezza o paura, sbaglierai la tua scelta, tutti periranno >>.
Ranma respirava a fatica.
<< E chi dovrei salvare? E come poi? Queste corde non si slegano... >>
<< Devi salvare la ragazza che ami. Mostrarlo con sincerità. Dovrai salvarla con un bacio, solo allora le corde si scioglieranno...>>
Adesso non si sentiva neppure più battere il cuore.
<< E dovrai farlo davanti a loro >>.
A queste parole, tutt'intorno a lui, seduti come spettatori, dietro ad un muro di vetro invisibile ma tanto spesso da contenere le loro voci, c'erano tutte le persone che Ranma conosceva:
suo padre con un grande cartello con scritto “Coraggio figliolo, baciala!” e sua madre.

Kasumi, Nabiki che riprendeva tutto con la videocamera e Soun Tendo che piangeva.

Il vecchio maestro Happosai, la bisnonna Obaba e  il dottor Tofu con le lenti appannate per via della vicinanza della più grande delle Tendo.

C'erano tutti i suoi compagni di scuola: le amiche di Akane Yuka e Sayuri che sghignazzavano, i suoi amici Daisuke e Hiroshi che scommettevano, Gosunkugi che li malediva, i fratelli Kuno che cercavano di uscire, uno per uccidere il ragazzo e baciare Akane e l'altra per avvelenarli tutti e scappare con “l'adorato Ranma”, il loro servitore Sasuke, il preside e tutti i professori.

C'erano anche vecchie conoscenze come Sentaro e Satsuki , Azusa e Mikado, Picolet, Collant Taro, Shinnosuke...

Tutti, c'erano proprio tutti.
E avevano sentito.

Dall'altra parte Mousse gridava << Non toccare Shampoo razza di maniaco!! >>
Ryoga cercava di liberarsi con ancora più foga.
Ukyo e Shampoo si sfidavano con occhiate cariche d'odio.
Kaori gli sorrideva comprensiva.
E Akane lo fissava con i bei occhi nocciola sgranati.
Tutti si aspettavano qualcosa da lui.

Doveva scegliere la ragazza che ama. Ammetterlo. Baciarla.
E doveva farlo davanti a tutti.
Ma soprattutto doveva farlo davanti a lei.

 

 

Taaaaaa-daaaaaaa!!
Buongiorno!! :)
Innanzitutto perdonatemi per il ritardo, ma questo capitolo mi ha creato non pochi problemi.
Allora, questo è il capitolo in cui finalmente svelo l'arcano! Kaori ha dei poteri telepatici, sa leggere nel pensiero e sa leggere dentro le persone.
L'avevate capito? Qualcuno sì!
E poi ha un pazzo alle calcagna che ha messo il nostro Ranma in una brutta situazione.
Adesso è obbligato a scegliere. Deve scegliere la ragazza che ama, altrimenti “tutti periranno”.
Finalmente è arrivata la scelta!
E deve pure baciarla!
Ma non può essere così facile....

Grazie a tutti coloro che hanno letto/leggono e leggeranno la mia storia.
Grazie a chi trova ogni volta il tempo e la voglia di recensire.
Arrivederci al prossimo capitolo!
Aronoele (:

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Capitolo 8
*** Feelings ***


8° Capitolo: Feelings

Capelli color lavanda, gli occhi dello stesso colore del mosto.
Quel giorno aveva indossato un bel vestito color corallo. L'aveva cucito una sarta del suo villaggio. Le metteva in risalto le gambe lunghe e la vita stretta. Era bella e sapeva di esserlo. Sapeva come provocare con il suo bel corpo.
Quel giorno poi avrebbe dovuto sfidare l'ennesima ragazzina che voleva portarle via il suo Ranma.
Aveva messo quel bel vestito, si era spazzolata a lungo i capelli, si era spruzzata anche qualche goccia di profumo perché era sicura che le sarebbe bastato davvero poco per sconfiggere la nuova arrivata.
Kaori, era questo il suo nome. Era alta sì, e il suo fisico era quello di un'artista marziale, senza dubbio. Ma lei era Shampoo, era un'amazzone della tribù cinese di Joketsuzaku, non esisteva alcuna ragazza in grado di batterla, eccetto una: Ranma.
Ed era per Ranma che stava facendo tutto questo. Ormai erano anni che gli stava dietro. Da quando lui l'aveva battuta, era diventato il suo “futuro marito” come lo chiama da allora la sua vecchia bisnonna. Erano le leggi del suo villaggio e lei non poteva farci niente. E poi, per battere una come lei, sicuramente questo ragazzo doveva essere dotato di qualcosa di grande.
Non esisteva più nessun' altro per Shampoo da quel lontano momento. Tutti i suoi sforzi, tutti i suoi allenamenti, i suoi piani, tutti i suoi giorni, erano concentrati sul conquistare il cuore dell'unico al mondo tanto forte da sconfiggerla.
Ma lui non sembrava volerla. Lei aveva fatto davvero di tutto, ogni giorno gli dava prova di che ragazza forte, coraggiosa e femminile lei fosse. Gli cucinava piatti squisiti, cercava di sedurlo con il suo bel corpo, preparava piani elaborati per farlo suo.
Niente a che fare con le sue rivali e oggi glielo avrebbe mostrato ancora, rovinando il bel visino della sua nuova amica.
Si era presentata al parco in perfetto orario. Il sole stava tramontando e lei scrutava l'orizzonte in cerca  della sua avversaria, che però non arrivò mai.
L'orgoglio da combattente era una cosa importante per lei. Come aveva osato, quella sconosciuta,  snobbarla così? Perché non si era presentata? Aveva avuto paura?
Doveva scoprirlo, doveva andare da lei e fargliela pagare. Non solo perché l'aveva trovata avvinghiata al suo Ranma, ma soprattutto perché non aveva preso sul serio lei e la sua sfida.
Lei che era sempre seria, tutte le cose che faceva le prendeva a cuore.
Mentre correva a perdifiato verso casa Tendo sentì che qualcuno la seguiva e gridava il suo nome.
Era Mousse. Già, Mousse.
Era un ragazzo del suo stesso villaggio. Si conoscevano praticamente dal giorno in cui erano nati.
Lui era sempre stato innamorato perso di lei. Quel genere di innamoramento che ti fa perdere la testa, per cui non vedi più, non senti più, non vuoi mangiare, non vuoi bere.
Per lui, lei era la perfezione più totale.
Si scioglieva quando gli parlava, andava in visibilio anche solo per un suo sorriso, sarebbe stato disposto a fare di tutto per lei.
Shampoo lo invidiava. Conosceva la profondità del suo amore e anche lei avrebbe voluto provare un sentimento così forte ed importante.
Ma non lo provava. Trovava Ranma bellissimo e fortissimo, ma non avrebbe fatto nulla per lui di quello che Mousse aveva fatto per lei.
Lui aveva rischiato la vita, si era fatto trafiggere da mille piume ed era rimasto in piedi per proteggerla. Nonostante i suoi bei occhi azzurri non distinguessero una donna da una roccia, lui era rimasto in piedi davanti a lei, a farsi colpire al posto suo.
Era coraggioso e bravo, ma non l'aveva mai battuta.
Invece Ranma sì ed era lui il suo uomo. Il suo obbiettivo. Era diventata ossessionata da lui.
Adesso era appesa a un palo, immischiata in una situazione non sua, a guardare il suo bello che doveva scegliere.
Doveva finalmente dichiarare chi, fra le sue tante fidanzate, amava.
Shampoo guardava Ranma, al centro della stanza, che a sua volta guardava per terra.
Sperava che da un momento all'altro lui alzasse lo sguardo e capisse dai suoi occhi color borgogna che era lei la ragazza da scegliere.
Lei era perfetta, molto più delle altre. Era perfetta per lui.
Era una combattente, ed era la più forte. Era bella e femminile, sapeva cucinare e non gli avrebbe mai fatto mancare nulla.
Solo ogni tanto, si girava alla sua destra e fissava Mousse seduto per terra, la frangetta nera a coprirgli i grandi occhiali.
Chissà come sarebbe farsi amare, per un volta.
No, non doveva pensarci, Ukyo alla sua sinistra la guardava in cagnesco e lei rispondeva con gli occhi infuocati.
“Povele illuse, Lanma sceglielà me”.

***

La cinesina alla sua destra la guardava con risentimento e lei teneva testa al suo sguardo cattivo.
Per Shampoo non era altro che una sfida, l'ossessione di riuscire a conquistare Ranma, di battere tutte loro.
Per lei non era così.
Abbassò gli occhi di quel blu mischiato al grigio e li chiuse per un momento.
Il batticuore si faceva sentire. L'impazienza di essere legata. L'attesa della scelta.
Quante probabilità c'erano che Ranma scegliesse proprio lei?
Eppure lo sperava con tutto il cuore.
Lo conosceva da tanto tempo, era stato il suo primo amico. Ricordava le giornate passate insieme a lui con infinita tenerezza.
Con questo spirito l'aveva raggiunto a Nerima.
Ricordava quel bambino piccolo ma estremamente forte con gli occhi blu e i capelli neri sempre arruffati. Ricordava che si allenava per ore con suo padre e che poi avevano una fame tremenda.
Ricordava i loro giochi in giro per la strada sassosa e chiara.
Ricordava la tristezza di quando lui era scappato.
Aveva scoperto da poco che il padre di lui l'aveva offerto in sposo alla sua famiglia in cambio di cibo, ed era andata a cercarlo, convinta che lui conservasse il suo ricordo con la stessa intensità di dolcezza e tenerezza.
Il bambino era diventato un uomo adesso.
Era alto, muscoloso e atletico, estremamente affascinante.
Profumava di sapone fresco e aveva gli stessi occhi blu e lo stesso codino nero di quando era piccolo.
Poco importava se l'aveva sempre creduta un maschio, poco importava se al suo fianco aveva una fidanzata ufficiale, il suo affetto era diventato qualcosa in più e lei non poteva resistergli.
Era cotta. Cotta del suo amico d'infanzia.
Anche lui le voleva bene, di questo Ukyo era certa.
Le aveva detto tante volte che lei era la sua migliore amica e che teneva a lei.
Ukyo preferiva definirsi la “fidanzata carina”.
Certo, perché lei era carina. Carina e gentile nei modi, carina e dolce nella bellezza.
Era della giusta statura e aveva braccia magre ma forti. Lunghissimi capelli color cioccolato.
E poi era un'ottima cuoca. Avrebbe cucinato per lui milioni e milioni di okonomiyaki.
Li avrebbe fatti speciali, con tutti gli ingredienti che lui preferiva, di qualunque forma avesse scelto.
Lei era pronta a diventare una moglie.
Ma non sapeva se l'affetto di lui fosse profondo come quello che provava lei.
Ranma faceva sempre di tutto per non farla soffrire. Non le aveva mai detto di no, ma Ukyo si era accorta che lui non la guardava come una donna desidera. Ma per quello c'era tempo, forse si sarebbe innamorato di lei un poco alla volta, sarebbe tornato a vedere solo lei, come quando erano bambini.
Di certo lei era migliore di tutte le sue rivali.
Fino a quel pomeriggio.
Stava tornando al suo ristorante dopo la scuola, e aveva incontrato Ryoga, l'eterno disperso.
Lui era rosso di rabbia, stava cercando di trovare la strada per casa Tendo.
<< Ryoga ciao! Che ci fai da queste parti? >>
<< Oh Ukyo!! Tu puoi aiutarmi? Mi accompagneresti a casa di Akane? Devo uccidere Ranma... >>
La ragazza sorrise: << Perché che ti ha fatto questa volta? >>
<< Guarda tu stessa! >> e gli porse la foto del suo bel innamorato abbracciato ad una splendida ragazza. Ranma sorrideva contento.
Una rabbia furiosa si impossessò di lei. Maledetto Ran-chan, lui, lui che non si lasciava sfuggire mai una tenerezza, nemmeno nei confronti della sua più cara e vecchia amica, aveva osato farsi scattare una fotografia abbracciato ad una bella sconosciuta? E per di più sorrideva e non era per niente rigido?? No, questo era troppo.
<< E questa chi sarebbe? Perché è abbracciata a Ran-chan?? >> chiese Ukyo spazientita e furiosa.
<< Non lo so, un'altra delle sue conquiste immagino! Chissà come starà soffrendo Akane... Quello stupido di Ranma ha un fiore fra le mani e non lo capisce... devo vendicare il suo onore! >>
<< D'accordo Ryoga, andiamo!! >>
E corsero via.
Non era la prima volta che si alleavano a causa di Ranma e Akane.
Ukyo si sentiva molto simile a quel bel ragazzo con la fascia gialla.
Anche lui provava un amore puro per una persona che non gli aveva mai mostrato di ricambiarlo.
Anche lui sfidava la sorte ogni giorno a causa del suo sentimento.
Anche lui adesso era in quella grotta umida e fredda.
Ukyo dall'alto del suo palo, lo vedeva digrignare i denti in direzione di Akane. Avrebbe voluto salvarla ma non poteva. Era in attesa della scelta di Ranma, impotente.
Così come lei, che, impotente, guardava Ranma e sussurrava “scegli me, scegli me, scegli me...”

***

“Ranma”
Akane era appesa a quel palo, il terzo in ordine, fra Ukyo e Kaori.
Guardava con gli occhioni nocciola spalancati il fidanzato davanti a lei.
Riusciva solo a sbattere le palpebre.
I corti capelli fra il blu e il nero le solleticavano il collo, mossi dal vento.
Le braccia le si erano indolenzite.
Guardava l'astio e la speranza negli occhi delle compagne. Ma lei non ci riusciva.
Akane non aveva mai avuto bisogno di nessuno. Lei era sempre stata la sua più grande risorsa.
Lei era forte, orgogliosa, testarda.
Lei non aveva mai avuto bisogno di essere salvata.
Eppure tutti l'avevano sempre vista come un delicato fiorellino, bisognoso di attenzioni e protezioni.
Ma lei non era un fiorellino. Lei era un prato pieno di fiori, una quercia, un cielo stellato, le onde del mare.
Era.
Da quando Ranma era entrato nella sua vita, Akane aveva capito di essere davvero un fiorellino.
Magari uno di quei piccoli fiori gialli che crescono ai bordi delle stradine nei campi.
Crescono in cespugli.
In mezzo a tanti fiori viola e azzurri, ce n'è sempre uno giallo. E di solito è il più piccolo ma anche il più resistente.
Akane era così.
Anche lei aveva bisogno di essere salvata, protetta.
E aveva trovato qualcuno che lo facesse.
Qualcuno che era diverso da tutti gli altri. Uno che l'aveva vista, aveva capito che tipo di fiore fosse e che era rimasto a guardarla. Non aveva cercato di coglierla, come tutti gli altri ragazzi. Aveva capito che Akane non è un fiore che va colto.
Era semplicemente rimasto lì a proteggerla, a vegliarla.
Ranma l'aveva sempre salvata, sempre protetta, si era sempre preso cura di lei, aveva rischiato la vita tante volte per lei.
Aveva lottato, sofferto, rinunciato, per lei.
E lei anche.
Erano più simili di quello che pensavano.
Tutt'e due testardi e cocciuti.
Tutt'e due così orgogliosi.
Tutt'e due forti.
Tutt'e due gelosi
Era per questo che litigavano sempre.
Ma erano anche tutt'e due buoni e gentili d'animo.
Tutt'e due pronti ai sacrifici per proteggere chi amano.
Tutt'e due premurosi.
Ed era per questo che a volte non litigavano.
Akane sorrise. Stava pensando a tutte le volte che lei e Ranma si fraintendevano, si offendevano, si arrabbiavano l'uno con altra. A tutti i malintesi, le incomprensioni, le situazioni imbarazzanti.
A tutti i soprannomi poco carini che si davano.
A tutte le volte che lei lo picchiava.
Lei era la sua fidanzata, ma lui non era tenuto a sceglierla.
Dopotutto di fianco aveva Kaori.
Come si faceva a scegliere un maschiaccio dalla vita larga quando si poteva avere una sirena?
Eppure Akane sapeva che Ranma sarebbe potuto andare via in ogni momento. Ma era sempre rimasto.Non aveva mai detto “sì” ma era sempre rimasto con lei, a proteggerla, a vegliarla, a custodire il suo fiorellino giallo.
Akane si chiedeva se avrebbe potuto vivere senza quell'odioso, insopportabile, stupido, egocentrico, sbruffone, egoista, maniaco e presuntuoso del suo fidanzato.
Si chiedeva se avrebbe potuto vivere senza i suoi insulti, senza le sue frasi poco carine, senza i suoi soprannomi.
Si chiedeva se avrebbe potuto vivere senza picchiarlo, senza fargli scenate di gelosia, senza arrabbiarsi con lui per ogni minima cosa.
Perché loro erano così.
Erano troppo orgogliosi, timidi, impacciati e imbarazzati.
Non avrebbero mai ammesso i loro sentimenti, non avrebbero mai conosciuto con certezza quelli dell'altro.
Avrebbero continuato a litigare, insultarsi, picchiarsi e offendersi a vicenda .
Vero Ranma?
Vieni qui a baciarmi, sciogli le mie corde. Baciami così poi potrò tirarti uno schiaffo e darti del maniaco. Così poi tu mi dirai che non avresti mai voluto baciare una ragazza senza sex appeal come me e io ti tirerò un calcio e tu mi darai della violenta e io mi offenderò e tu mi farai la linguaccia e torneremo a casa. Insieme.
Ma tu avrai scelto me e mi avrai detto che mi ami.
E le corde si saranno sciolte e io ti avrò detto che ti amo.
Così potremmo continuare a litigare per sempre.

***

A chiudere la fila, appesa al quarto palo, la bella Kaori.
Indossava un lungo vestito di sottile tulle color acquamarina scuro. Sul petto una fascia di raso dello stesso colore ma ricamata d'oro, a coprirla.
I lunghi capelli neri sciolti sulle spalle nude.
Con gli occhi chiusi e il sorriso sulle labbra, aveva ascoltato i pensieri delle altre ragazze, legate al suo fianco.
Guardava Ranma pensieroso davanti a lei.
<< Ranma, cosa aspetti? >>
Era stata l'unica a parlare.
<< Non posso, non ce la faccio! >>
Ranma scuoteva la testa con forza, da una parte all'altra, come per scacciare brutti pensieri.
Aveva il viso in fiamme per l'imbarazzo. I muscoli rigidi per la tensione.
Il cuore batteva all'impazzata.
Gli sembrava di essere tornato sul palco del suo liceo mentre, vestito da Romeo, doveva baciare Akane per avere la possibilità di andare in Cina.
La sensazione era quella. Non c'era via di fuga.
Si sentiva soffocare, aveva la bocca secca. L'aria era gelida ma lui scoppiava.
Quella volta era riuscito a superare tutte le sue paure, le sue remore e la sua timidezza grazie alle parole di Akane “Baciami e riempi il mio cuore di gioia”.
Lei voleva, lui l'aveva fatto.
Ma poi lei gli aveva attaccato sulle labbra del nastro adesivo e non si erano baciati davvero.
Se solo avesse potuto trovare una soluzione, o se solo avesse avuto qualcuno che gli infondesse la forza per farlo...
Alzò lo sguardo e fissò la sua bella amica.
“Kaori, tu lo sai, mi conosci! Il tuo amico ha ragione, questa è la mia più grande paura. Sono bloccato, incapace. Non posso fare una cosa del genere. Nemmeno nel mio più bel sogno. Non posso rivelare il mio amore. Non posso baciare una ragazza. Soprattutto non davanti a tutti. Quella notte, sul tetto, tu hai usato i tuoi poteri per guardare nel mio cuore. Tu sai, conosci tutto.
Io mi vergogno... Devo cercare di trovare un altro modo, un'altra soluzione.... aiutami...ti prego”
Ranma aveva detto queste cose in silenzio, con lo sguardo rivolto a  Kaori, sapendo che lei le avrebbe sentite.
Kaori lo guardò con tenerezza e sorrise: << Vieni qui >>
Ranma in un balzo fu da lei.
Si teneva con le gambe e le braccia al palo di legno. Era staccato, ma sopra il corpo di lei.
Kaori, legata, non poteva muoversi.
<< Avvicinati >> gli disse e lui obbedì.
Adesso i loro visi erano vicinissimi, le loro labbra quasi si sfioravano.
Si guardavano dritti negli occhi.
Lo sguardo di lei sereno.
Quello di lui concentrato.

Akane si sentiva svenire.

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Capitolo 9
*** Ranma Ranma la tua stella incanta dall'Oriente canta le tue verità ***


9° Capitolo: Ranma Ranma la sua stella incanta dall'Oriente canta le tue verità


Le labbra di Ranma si avvicinarono pericolosamente a quelle di Kaori.
I loro corpi quasi attaccati, gli occhi di lui così fissi e concentrati, quelli di lei così dolci e suadenti.
Akane trattenne il respiro.
Sentiva le forze abbandonarla, le ultime energie scivolavano lungo il palo a cui era legata, sempre più giù, fino a scomparire del tutto.
Sentiva le palpebre pesanti, gli occhi le si chiudevano.
Così sarebbe stato meglio.
Sarebbe stato meglio svenire e non vedere più niente. Non vedere che Ranma, il suo Ranma, aveva scelto, e la sua scelta non era stata lei.
Non vedere che Ranma avrebbe baciato Kaori.
Non vedere che Ranma l'avrebbe salvata un'altra volta, l'ultima.
Akane non riusciva a fare più nulla. Non si divincolava, non gridava, non piangeva, non sperava.
Ranma aveva scelto.
Basta.
Era finita.

***
Ranma si avvicinò lentamente al viso di Kaori.
Sentiva l'agitazione scorrergli nelle vene.
Il corpo era completamente rigido, la mente offuscata, ma gli occhi, quelli erano determinati.
Doveva farlo.
Kaori schiuse leggermente le labbra e lui si bloccò per un momento.
“Com'è bella” pensò.
Gli parve improvvisamente strano non averci mai fatto caso. Era talmente affezionato a lei che non aveva mai notato quanto fosse bella.
Era assolutamente perfetta.
Tutto nel suo viso era dolce e delicato, tutto nel suo corpo era proporzionato e morbido.
Era bella come una dea.
Tutto ciò che diceva era saggio.
Ogni suo gesto era aggraziato, ogni parola gentile.
In quel preciso istante era lì, bloccata sotto di lui, con lo sguardo blu notte e le labbra pronte.
Pronte ad aiutarlo ancora una volta.
Si girò istintivamente verso Akane.
Lei era lì di fianco, a pochi metri.
Avrebbe potuto raggiungerla con un salto e dirle...
Dirle cosa?
La fissò ancora per qualche secondo, lo sguardo di un uomo pieno di rimorso.
“Scusami Akane”, gli sembrava di tradirla.
Ma doveva farlo. Era l'unico modo, l'unica soluzione.
“Kaori dammi un po' di coraggio”.
Strinse la presa più salda contro il legno, serrò le gambe.
L'ultimo sguardo alla sua fidanzata e poi di nuovo le labbra di Kaori davanti a sé.
Trovò la forza di avvicinarcisi ancora, ancora, ancora. Fino a sentire il respiro caldo di lei nella sua bocca.

Ranma sapeva cosa stava per accadere.
Era agitato al solo pensiero.
<< Sei pronto? >> gli sussurrò lei
<< Non lo sarò mai >> fu la sua risposta.
Kaori si avvicinò fino a toccare leggermente le labbra di Ranma e poi ci soffiò dentro.
Lui respirò il suo soffio.
Era buono, profumato e caldo.
Sapeva di terre straniere, di piatti mai assaggiati, di montagne mai viste, di mari freddi.
Sapeva di gente tumultuosa, di trottole, di scalpiccii.
Sapeva di ricordi.
<< Ora chiudi gli occhi e lasciati andare >> gli spiegò dolcemente Kaori.
Gli aveva soffiato dentro quello che aveva visto nel cuore di Akane.
Tutto ciò che di più profondo il suo cuore custodiva, lei lo aveva visto e adesso lo donava a Ranma.
Quel soffio era tutto il coraggio di cui aveva bisogno.
Ranma sentiva la testa e il cuore pesanti, carichi di qualcosa che non gli apparteneva.
Aveva ancora l'aria di Kaori nella bocca.
Quando questa si fosse dissolta, avrebbe visto dentro Akane.
Kaori gli aveva già mostrato quello che c'era dentro il suo stesso cuore, quella notte sul tetto, che a lui pareva lontana anni luce.
Aveva visto limpido come l'acqua, ciò che lui portava dentro.
Con la semplicità e la purezza di una bambina, gli aveva stretto le mani e, guardando attraverso i suoi occhi, gli era entrata nel cuore.
Aveva bevuto di tutte le immagini che aveva visto e le aveva fatte sue.
Poi, labbra contro labbra, le aveva mostrate a lui, a Ranma, in modo che non potesse più far finta di nulla, in modo che ne fosse consapevole.
Lui si era sentito timido e spaventato. Non era bravo ad affrontare la verità.
Ed ora si sentiva anche peggio. Tutte le sue speranze, le sue paure, la sua timidezza, il suo orgoglio, erano nel respiro che tratteneva.
Poggiò la fronte contro la spalla di Kaori e chiuse gli occhi.
Improvvisamente un turbine di colori, poi buio, poi ancora colori, poi... poi Ranma.

Ranma donna, la prima volta a casa nostra. Ranma uomo che si allena nel dojo. Ranma che mi fa la linguaccia. Ranma donna che dice che il suo fisico è molto più sexy del mio. Ranma che mi dà della “vita larga” e io che gli tiro un pugno. Ranma che scappa e io che lo rincorro. Ranma sul davanzale della finestra della mia camera, con in mano un paio delle mie mutandine. Ranma che sorvola i cieli di Nerima, dopo un mio calcio. “Non sei per niente carina!”. “Sei solo uno stupido insensibile!”. Ranma che si becca il tavolo da pranzo in testa, ad opera mia. Ranma che mi dice che non ho sex appeal. Ranma che corre per non arrivare tardi a scuola e si arrabbia con me perché non l'ho svegliato prima. Ranma donna, nel letto fradicio, dopo che l'ho svegliato con una secchiata d'acqua gelida. Io che gli tiro uno schiaffo e gli dico che non lo voglio più vedere. Ranma che si arrabbia con il povero P-chan e io che me la prendo con lui. Io e Ranma che litighiamo perché lui non vuole mangiare quello che gli ho cucinato io. “Stupida!” “Idiota!”
Poi di nuovo la luce.

Ranma riaprì gli occhi e rialzò la testa che gli girava ancora un po'.
Non sapeva se era passato un minuto o un'ora.
<< Allora, hai visto? >>
Lui si rabbuiò.
<< Sì, ho visto. Nel cuore di Akane ci siamo solo io e lei che litighiamo. Lei che mi picchia, io che la insulto, io che mi arrabbio, io che non voglio mangiare quello che cucina, io che..... >>
<< Esatto, nel cuore di Akane ci sei solo tu. >>
Ranma scattò.
<< Eh?? >>
<< Oh Ranma, io ti adoro, ma a volte ti picchierei! >> disse Kaori sorridendo
<< Eh?? >> ripeté lui sempre più incredulo
<< Hai forse visto qualcun' altro oltre te e lei? >>
<< No... io.... no >>
<< E di cos'altro hai bisogno? >>
Lui la guardò con gli occhi spalancati.
Aveva capito bene?
<< Su, ora va'! >> lo incitò Kaori.
Ranma sorrise, un sorriso di pura gioia. Non era lui, era il mondo che rideva attraverso i suoi denti.
Le diede un bacio sulla fronte e con un agile salto atterrò per terra.

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Capitolo 10
*** Tutto bene quel che finisce bene ***


10° Capitolo: Tutto bene quel finisce bene

Ranma aveva scelto.
Basta.
Era finita.
Akane, sempre coraggiosa e pronta a tutto, aveva chiuso gli occhi per non vedere.
Non aveva urlato come Shampoo, non si era disperata come Ukyo, lei aveva semplicemente abbassato il capo, come a dire “mi arrendo”.
Hai scelto lei Ranma? Hai veramente scelto lei?
Ma Akane non ce la faceva. Non poteva annullarsi fino a questo punto. Lei era una che combatte.
Si fece forza e rimise i suoi bei occhi castani sulla scena.
Avrebbe affrontato il suo destino a testa alta, orgogliosa, testarda e fiera come sempre.

Ranma aveva serrato la presa attorno al corpo di Kaori, si avvicinava sempre di più e Akane respirava rumorosamente, le corde la stringevano, la opprimevano, le mancava il fiato.
“Datemi dell'aria, vi prego” gridò in un urlo muto.

Ranma si era fermato ad uno spiraglio dalle labbra di Kaori, l'aveva guardata con tanta intensità da far sciogliere un iceberg e Akane aveva cominciato a sudare, come se avesse avuto la febbre alta. Il sudore che le imperlava il bel viso si freddava a contatto con la temperatura gelida della caverna.
Evaporava. Tutto il suo corpo, percorso da brividi e tremiti, stava evaporando.
Caldo contro freddo, fuoco contro ghiaccio.

Le labbra di Kaori si erano mosse in una domanda sussurrata, Ranma le aveva risposto con un leggero ed impercettibile bisbiglio, poi era stata la ragazza a muoversi e Akane aveva serrato i pugni in una morsa d'acciaio. Così stretti che sentiva le unghie penetrarle la carne, ma non le importava, tutto il dolore non era dolore in confronto a quello.

Poi Kaori aveva unito le sue labbra a quelle di Ranma.
E ad Akane era esploso il cuore.
Un'esplosione atomica, un vulcano in eruzione.
La forza di quell'esplosione aveva ridotto in brandelli il suo petto, aveva stracciato il suo povero cuore.
Non era rimasto più niente.
Solo la forza di continuare a guardare.
Akane aveva visto quelle labbra incollarsi, unirsi, come per passarsi qualcosa e poi subito staccarsi.
Il petto di Ranma si era alzato e abbassato in un grande respiro, quello di Kaori pareva svuotato.
Quello non era stato di certo un bacio.
Lei non era un'esperta. Non aveva mai baciato nessuno. Ma sapeva riconoscere un bacio vero, come quelli dei film, dove lui si avvicina a lei con passione e le loro labbra si uniscono in una danza lunga e lenta, si aprono e si chiudono allo stesso ritmo, si staccano e si riattaccano attirate le une alle altre da una forza irresistibile. La stessa forza che ti tiene incollato alla Terra.
No, quello non era un bacio.
Questa consapevolezza le fece rallentare il cuore.
Poteva respirare ora.
Ranma era appoggiato con il viso su Kaori, e copriva completamente il volto di lei.
Ma Akane riusciva a vedere lui: aveva gli occhi chiusi, poggiato di peso, sembrava più pesante, ma nonostante tutto rimaneva attaccato al palo con tutta la sua forza.
La piccola Tendo non capiva. Cosa stava facendo Ranma? Stava pensando? Pareva addormentato... Forse stava sognando. Forse si era pentito di aver scelto Kaori e adesso stava cercando un modo per dirglielo, forse...
Akane non lo sapeva.
Poi Ranma si era rialzato e lei era più calma, sentiva di nuovo di avere due gambe, due braccia, un cuore.
Ranma aveva posato un bacio sulla fronte della ragazza e poi era saltato giù.
Non era più attaccato a Kaori.
Le sue corde erano ancora immutate.
Non aveva scelto.

Akane era sollevata, felice, arrabbiata, preoccupata, spaventata, confusa, calda, fredda, agitata, calma.
Chiuse gli occhi per trattenere le lacrime.
Rideva, rideva a più non posso. Rideva come se qualcuno le stesse facendo il solletico.
Rideva e piangeva contemporaneamente.
Singhiozzava, ma non sapeva se erano singhiozzi dati dalle risate o dal pianto. Singhiozzava al ritmo dei suoi brividi.
Poi, ancora con gli occhi chiusi, sentì una presenza davanti a lei.
Aprì gli occhi di scatto. Era Ranma.
Stava appollaiato su di lei come poco prima lo era stato su Kaori.
La guardava con il sorriso stampato sul bel viso.
Ad Akane sembrava passata un'eternità da ieri. O dal giorno prima. O da tutti i giorni che aveva passato di fianco a questo bellissimo ragazzo che ora le stava davanti.
I suoi occhi erano così blu, i suoi capelli così neri...
Akane si sentì infuriata, le lacrime continuavano a bagnarle le guance arrossate, i capelli spettinati le si erano attaccati alla fronte e gli scossoni delle ultime folli risate non si erano ancora placati :
<< Ranma! Oh Ranma, tu sei un tale stupido! Come hai potuto? Come hai potuto spaventarmi così tanto? Io..... >>
Ma non poté finire.
Lui, senza parlare, l'aveva bloccata.
Con un bacio.
Akane serrò gli occhi. Sentiva le labbra calde e morbide di lui premere sulle sue fino quasi a farle male.
Aveva voglia di tirargli uno schiaffo e poi di abbracciarlo.
Aveva voglia di dirgli era era uno stupido e poi di dirgli che lo amava.
Aveva voglia di dirgli di non azzardarsi mai più a fare una cosa del genere e poi di chiedergli di baciarla ancora.
Chiuse gli occhi.
Le lacrime bagnarono le loro labbra ancora unite.
Poi Akane senti che le sue braccia e la sua vita erano libere. Le corde si erano sciolte.
Mentre ancora baciava Ranma lui le prese i fianchi con le mani, lei lo abbracciò stretto.
Quando atterrarono, lui era in piedi e sorreggeva la fidanzata un po' più in alto.
Lei lo abbracciava ancora.
Le loro labbra erano unite ancora.
Stavano sorridendo.

***

Le corde si sciolsero come per magia e tutti furono liberi.
Il misterioso e affascinante ragazzo aveva detto la verità, se Ranma avesse dichiarato il suo amore e suggellato il tutto con un bacio, tutti sarebbero stati salvi.
Tutti erano salvi.
Salvi per davvero.

Shampoo era salva, ma non lo sapeva.
Era atterrata dal volo a quattro zampe, come un gatto, ed ora faceva fatica a rialzarsi.
Era accovacciata sul pavimento, delusa, sconfitta.
Aveva perso tutto.
Era venuta in Giappone solo per conquistare Ranma e tornare al suo villaggio da donna sposata.
Aveva impiegato tutti i suoi mezzi, tutti i suoi giorni, le sue energie, i suoi pensieri, per quest'unico scopo.
Cosa avrebbe fatto adesso.
Guardò la bis nonna, la cercò nel tumulto delle altre persone.
E la trovò. Obaba era per lei un modello. Il modello di donna che sarebbe voluta diventare.
In mezzo alla folla Genma e Soun si abbracciavano, saltavano tenendosi per mano e piangevano.
Nabiki teneva fermo Kuno che voleva andare a uccidere Ranma.
Sasuke soccorreva Kodachi svenuta.
Kasumi aveva preso le mani del dottor Tofu e sorrideva di pura felicità.
C'era chi applaudiva, chi urlava, chi rideva, chi se ne stava andando spazientito.
E poi c'era lei. Obaba. Ferma in mezzo al caos a guardare la nipote.
I loro occhi si intercettarono e la vecchia fece un cenno di assenso, poi scomparve con un salto.
La ragazza sentì una mano tiepida sulla schiena, un uomo seduto dietro di lei.
<< Mi dispiace Shampoo, so che sei delusa >>
Mousse la accarezzava delicatamente, con lentezza, su e giù per tutta la schiena, in un dolce massaggio.
Poi la prese in braccio.
<< Adesso ti accompagno a casa, ci mangiamo una bella scodella di ramen, poi ti fai un bagno caldo e ti metto a letto, vedrai che domani starai meglio >>
Mousse la trattava come fosse malata. E forse un po' lo era davvero.
Appoggiò la testa sul petto di lui e si lasciò cullare dai suoi passi decisi.
Chiuse gli occhi.
Domani sarebbe stata meglio.

***

Ukyo osservava la scena da lontano. Mousse portava via una Shampoo sfinita.
Anche lei si sentiva sfinita.
Teneva gli occhi bassi per cercare la sua spatola, da qualche parte per terra.
Inciampò in Ryoga, ancora seduto, che cercava di districarsi dalle corde.
<< Maledette corde! Non riesco a.... E' tutto inutile! >> il tono strozzato tipico di chi cerca di trattenere la rabbia o le lacrime. Ma non era delle corde che stava parlando.
Ranma aveva baciato Akane.
Contro ogni pronostico, contro ogni parere, lui era semplicemente saltato sul suo palo e l'aveva baciata.
Così come solo lui sapeva fare.
E Akane aveva risposto.
Ryoga aveva visto, Ukyo aveva visto. Adesso era tutto inutile.
Avevano sempre saputo del loro amore. Era chiaro come il Sole nella più bella giornata d'estate.
Ma vederlo era un'altra cosa.
Quella piccola, vana ma radicata speranza che riscaldava i loro cuori, ora si era spenta.
Ranma e Akane sarebbero sempre stati due persone a cui volevano bene.
L'affetto sopravvive ad ogni tempesta, è il legno più resistente, la corda più forte.
Ma adesso i loro cuori erano feriti e svuotati.
Avrebbero voluto bene a Ranma e Akane domani. Oggi volevano solo trovare qualcuno per non stare da soli con i loro pensieri.
<< Aspetta, ti aiuto io >> Ukyo si avvicinò a Ryoga e cominciò a sciogliere la corda assieme a lui.
Il ragazzo non disse niente.
Quando ebbero finito lui le passò la sua spatola.
<< Mi andrebbe proprio uno dei tuoi okonomiyaki >> disse fingendo un sorriso e le porse il braccio.
Ukyo si sforzò di fare la stessa cosa, intrecciò il suo braccio con quello dell'eterno disperso e cominciarono a vagare insieme.
Forse, insieme, si sarebbero salvati.

***

Ranma staccò le labbra da quelle di Akane.
Lei aveva il fiatone, il viso tutto rosso, i capelli scarmigliati.
Gli tirò uno schiaffo leggero, senza convinzione, ancora ridendo:
<< Sei uno stupido! Come ti sei permesso? >>
Lui, che anche non poteva smettere di ridere, le asciugò le lacrime con un dito:
<< Volevi o non volevi che ti salvassi? Qualcuno si doveva pur sacrificare!! >>
Mentre le loro risate si perdevano nell'eco della grotta, si intrecciavano e si univano in un suono di pura felicità, solo per quel breve momento, non esisteva più nulla.
Non esistevano più i loro pretendenti, i loro genitori, il matrimonio combinato, la maledizione, la bella sconosciuta, gli amici invadenti, i tranelli, le trappole, i rapimenti, la gelosia, le litigate, non esistevano più l'orgoglio, la testardaggine, il coraggio, la vergogna, la timidezza.
Non esisteva più niente.
Solo due giovani e spensierati ragazzi che ridevano e il suono delle loro risate che dichiarava il loro amore.

***

Ranma aveva visto Shampoo, sconfitta, portata via da Mousse.
Aveva visto Ukyo allontanarsi con Ryoga.
Almeno a lei avrebbe voluto dire qualcosa, ma cosa? Come avrebbe potuto spiegarle che era sempre stato innamorato di quel maschiaccio violento che viveva con lui?
Come avrebbe potuto dirle che lui, che si mostrava coraggioso e pronto ad ogni sfida, era insicuro e perso di fronte al suo cuore?
“Sii felice, Ucchan” solo questo sarebbe riuscito a dirle, di fronte a quegli occhi delusi e pieni di lacrime.
Sperava solo che un giorno lei sarebbe tornata a volergli bene.
Si girò un momento a guardare Akane che si faceva abbracciare da ogni componente delle loro famiglie.
Soun piangeva disperato inginocchiato davanti a lei, “la mia bambinaaaa, buuuuh, finlmente!!! Sono così fiero di te e Ranma!! La nostra palestra!!”
Genma non la smetteva di ripetere la parola “matrimonio”.
Kasumi la stridolava come se fosse stata in pericolo di vita e Nabiki già faceva i conti di quanto le sarebbe fruttato.
<< Per l'amor di Dio, è solo un bacio!! >> aveva gridato Akane con poco successo.
I due ragazzi si erano lanciati uno sguardo di pura intesa, erano arrossiti leggermente e si erano sorrisi.
Akane, dopo essere riuscita a liberarsi da tutti quelli che si congratulavano con lei, si avvicinò piano a Ranma:
<< Vorrei parlare con Kaori, ma non la trovo.>>
Già, Kaori, dov'era?
Ranma si guardò intorno. La grotta era quasi vuota. Possibile che se ne fosse andata senza salutarlo? Lui voleva ringraziarla.
Poi la trovò. Lei era ancora legata al palo.
Entrambi si avvicinarono correndo.
<< Kaori!! Perché sei ancora lassù? >> gridò Akane spaventata.
La ragazza rise : << Non sei l'unica che deve combattere con un testone! >>.
A queste parole, Akihiro, il misterioso e affascinante uomo che li aveva messi in quella situazione, si materializzò davanti a lei.
Sospeso a mezz'aria, si avvicinò alla bella Kaori e la baciò con passione.
<< Solo io posso sciogliere le tue corde >> sussurrò lui con fare prevaricatore.
Lei lo abbracciò e lo baciò ancora, poi scesero lentamente, fino a ritrovarsi di fronte a Ranma e Akane, più stupiti che mai.
<< Non fate quelle facce!! >> disse Kaori ridendo.
<< Ci spiegate, per favore? >>
Kaori e Akihiro si guardarono con fare complice.
<< Ranma, tuo padre ha chiesto il mio aiuto perché, attraverso i miei poteri, vi facessi scoprire i vostri sentimenti. Ma voi due siete così orgogliosi, cocciuti e ostinati! Così abbiamo inscenato questo teatrino per costringerti a fare qualcosa! Ti conosco troppo bene, sapevo che non ci avresti mai lasciate morire! E sapevo che, di fronte ad un obbligo, avresti preso il coraggio a due mani e mi avresti permesso di mostrarti ciò che c'era nel cuore di Akane. Una volta consapevole dei tuoi e dei suoi sentimenti, il gioco era fatto! >>
Kaori fece questo discorso sorridendo e nascondendosi dalle occhiatacce del suo amico, dietro ad Akihiro.
<< Quindi era un tranello? Tutta una finta inscenata da quell'idiota di mio padre per farmi rivelare i miei sentimenti! Per farmi ba...ba...baciare A-Akane!! >>  Ranma era così rosso e buffo che Kaori non poté trattenersi dal ridere!
<< Suvvia che non vi è dispiaciuto! E io lo so bene, leggo nel pensiero! >>
L'ultima frase detta con un pizzico di malizia fece arrossire i due giovani, che immediatamente abbassarono lo sguardo e si misero a giocare chi con i proprio piedi, chi con un sassolino trovato lì per caso.
<< Ora noi dobbiamo andare >> a rompere il silenzio fu la voce di Akihiro, sempre profonda e calma, ma molto meno minacciosa ora.
Kaori si avvicinò ad Akane e le diede due baci sulle guance. Il profumo di pino dei suoi folti capelli neri ristorò l'animo animo ancora agitato della piccola Tendo:
<< Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare in questi giorni.. >> le sussurrò Kaori in un orecchio.
<< Ma no, che dici! Piuttosto scusami tu se io... cioè per tutto quello che io... >>
<< Lascia stare. Prenditi cura del nostro Ranma.. >>
Akane sorrise e arrossì in gesto d'assenso.
Poi Kaori andò ad abbracciare Ranma.
Lui la tenne stretta a sé. Non voleva che andasse via. Non voleva dirle addio un'altra volta. L'aveva ritrovata da così poco tempo e stava così bene con lei, era l'unica con cui essere sé stesso.
<< Questo non è un addio Ranma >> disse Kaori ancora abbracciata a lui << puoi venire a trovarmi quando vuoi e quando avrai bisogno di me, basterà dirmelo ed io correrò da te in men che non si dica >>
<< Come questa volta? >>
<< Come questa volta >> lo rassicurò lei.
Lo abbracciò un ultima volta più stretto che poté, poi gli diede un lungo bacio sulla guancia :
<< Fa' il bravo e non fare arrabbiare Akane, e continua a scrivermi! Ti voglio bene, Ranma, non dimenticarlo mai >>
<< Anche io ti voglio bene, Kaori >>.
E con gli occhi lucidi, sciolsero l'abbraccio, si lasciarono le mani e Kaori cedette il passo ad Akihiro.
Lui gli tese la mano.
Anche quella, come il resto del suo corpo, era grande e forte, era la mano di un uomo.
Ranma gliela strinse con vigore: << Trattala bene >>
<< Certo >> rispose Akihiro.
Poi si avvicinò ad Akane e gli diede un piccolo, caldo e leggero bacio sulla guancia che la fece arrossire violentemente.
Poi raggiunse Kaori e si presero per mano.
In una folata di vento che sapeva di primavera, così come era apparsa, Kaori sparì, e con lei anche Akihiro e la grotta.
Quello che rimase però era l'alba di un giorno nuovo, nel cielo di una città che era rimasta sempre la stessa.
A guardarla, due occhi nocciola e due occhi blu, più vicini che mai.
Due cuori all'unisono.
Due sorrisi identici.
Due mani intrecciate.
A guardarla, due ragazzi apparentemente ancora uguali, ma profondamente diversi.
Quello che rimase però era l'alba di un nuovo giorno, un nuovo giorno insieme per Ranma e Akane.

                                                                      The End


Buonasera Ladies and Gentlemen!
Siamo così arrivati alla fine di questa mia prima ff!!
Non ci credo!! E' stata un'esperienza bellissima!!
Mi sono affezionata così tanto a questa storia e alla mia bella Kaori che mi dispiace da morire che sia finita! Ma, dopotutto, bisogna saper riconoscere quando è ora.
La storia io l'avevo in origine concepita proprio così, con questo finale.
Ci ho pensato e ripensato molte volte ma alla fine ho deciso di seguire il mio istinto.
Oh, io il bacio fra Ranma e Akane lo volevo!!
Spero solo di non avervi deluso!!

Ci tenevo a ringraziare tutte le persone che hanno letto questa mia storia.
Quelle che l'hanno apprezzata,
quelle che l'hanno preferita,
quelle che l'hanno seguita,
ma soprattutto quelle che l'hanno recensita.
Voi non avete idea di cosa significhino per me tutti i complimenti che mi avete fatto!
Mi sono buttata in questa storia, temendo maggiormente di essere criticata!
Avevo paura che non sarebbe piaciuta la storia, o ancor meno il modo in cui scrivo.
Invece ho ricevuto solo commenti positivi!
Ogni volta che ne leggo uno comincio a ridere come una cretina! Mi rallegrate la giornata, davvero, soprattutto in questo momento un po' bruttino.
Soprattutto, tenevo a ringraziare Vale27, faith84, Pchan05, Spirit99 e Gretel 85 che  hanno trovato un po' di tempo per recensire ogni mio capitolo.
Ma anche tutti le altre persone che hanno recensito, anche solo una volta.
Insomma GRAZIE.
GRAZIE INFINITAMENTE A TUTTI.

Spero di risentirvi presto...anche perchè ho già in mente una nuova ideuccia....
A presto,
Aronoele (:

 

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Capitolo 11
*** Coming Back ***


Ciao a tutti!

No, non è un nuovo capitolo! Solo che, anche se a distanza di un po' di tempo, sono riuscita a trovare il modo di farvi vedere il disegno che avevo fatto di Kaori.
Giusto per farvi vedere come la immaginavo io mentre scrivevo!
Perdonate la scarsa qualità dell'immagine ma la foto è stata fatta con il mio cellulare! :)

Se volete, mi fa sempre enormemente piacere sapere cosa ne pensate delle mie creazioni, disegni inclusi.
Grazie a tutti!
Alla prossima,
Aronoele (:

 

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