La maschera di Gen

di Vad
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un futuro diverso ***
Capitolo 2: *** Una maschera che fa male ***



Capitolo 1
*** Un futuro diverso ***


Fra le macerie e le fiamme di una città ormai distrutta si notano due ombre, la più grande sta inseguendo la più piccola.
Guardando più da vicino si nota che l'ombra più grande è un agente,vestito con la tipica divisa degli agenti: Quella stretta armatura nera, e quel casco blu scuro simile a quello di un motociclista, con in mano le solite due pistole.
Invece l'ombra più piccola è di un semplice ragazzo, di circa 14 anni, vestito con una felpa nera e dei jeans, ha dei capelli lisci di uno strano colorito blu, questi gli coprono in parte l'occhio destro, anche lui armato di un pistola.
Fermati ragazzo! se non lo fai apro il fuoco!
Fai pure!

L'agente comiciò a sparare contro il ragazzo, che riusci con una velocità disumana a schivare i colpi, per poi contrattaccare sparandolo in testa.
Il proiettile trapassò il casco e colpi il cervello dell'agente, che cadde a terra senza vita.
Il ragazzo continuò a camminare fino ad arrivvare ad un garage nascosto dalle macerie, dopo essere entrato salutò i due ragazzi che trovò all'interno.
Ciao Luca, ciao Riccardo.
Entrambi risposero dicendo Bentornato Edivad!
I due erano vestiti come Edivad, Luca aveva dei capelli castani corti, invece Riccardo indossava degli occhiali e i suoi capelli erano lunghi e biondi.
Dopo pochi secondi entrò anche una ragazza vestita esattamente come gli altri.
Edivad si avvicinò a lei Allora Lucy, come è andata la missione?
Bene, non ho ancora capito perche stanno apparendo quegli strani mostri neri, ma ho scoperto perche stanno arrivando cosi tanti agenti in questa zona, pare che stiano cercando un'oggetto che in qualche modo centra con i mostri.
Se hanno mandato davvero cosi tanta gente a cercarlo deve essere qualcosa di importante, che ne dite se andiamo a cercarlo prima che lo trovino gli agenti?

Tutti assecondarono, per poi partire verso la zona protetta dagli agenti, ma non riuscirono a trovare niente, perciò decisero di tornare a casa.
Stavano per tornare quando davanti a loro apparvero dei piccoli omini neri, muniti di lunghi artigli, senza volto.
Cazzo sono i mostri!
I ragazzi cominciarono a sparargli contro, ma i loro colpi non gli facevano niente.
Edivad e Riccardo riuscirono a scappare, ma gli altri furono squartati dagli artigli di quei mostri.
I due correvano più velocemente possibile, ma Riccardo cadde a terra e fu trapassato dagli artigli di quei mostri, il suo sangue arrivò perfino sulle scarpe di Edivad, che stava facendo di tutto per scappare.
Ormai stava per essere preso, ma un pezzo di strada poco stabile sul quale lui stava camminando crollò, facendolo cadere in uno strano luogo sotterraneo, che lui non aveva mai visto.
Edivad era impaurito, ma decise comunque di esplorare quello strano luogo, fino ad arrivvare ad una stanza contenete qualcosa di piùttosto strano

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Capitolo 2
*** Una maschera che fa male ***


Quella strana stanza sotterranea nella quale era arrivato Edivad aveva un piccolo altare al centro, sul quale era posizionato uno strano oggetto.
Edivad si avvicinò per vedere meglio, si trattava di una maschera.
Era una maschera viola con dei contorni blu notte, nella parte inferiore della maschera c'erano sette denti affilatissimi, cerano anche tre punte metalliche sia sul lato destro che su quello sinistro, ed infine uno strano corno metallico sulla parte superiore.
«Questa maschera è cosi bella.»
Edivad indossò la maschera, a quel punto venne attraversato da un freddo che non aveva mai provato prima, era paralizzato.
Riusciva a vedere con i suoi occhi, ma il resto del suo corpo non riusciva a controllarlo.
Dopo un po arrivarono delle guardie attirate dal rumore che fece la strada crollando.
«Quel ragazzino ha l'oggetto che cerchiamo, non abbiate pietà!»
«Ma è solo un ragazzino»
«Chi indossa quella maschera non può essere più considerato come un umano, aprite il fuoco!»

Le guardie cominciarono a sparare contro Edivad, ma i colpi lo attraversavano senza toccarlo, come con quei mostri neri.
dopo un po le dita di Edivad cominciarono a trasformarsi in artigli taglienti come quelli dei mostri.
Edivad cominciò a camminare verso le guardie, che ancora sparavano nella speranza di colpirlo.
Ad un tratto Edivad si teletrasportò di fronte ad una guardia, lo prese per il collo con una mano, mentre con l'altra gli afferrò la testa, in un attimo gli strappò la testa dal collo, per poi gettare a terra i resti davanti agli occhi delle altre guardie.
Poco a poco Edivad uccise tutti le guardie presenti in quel luogo, il tutto con una semplicità terrificante.
Dopo averli uccisi tutti la maschera scomparve, ridando a Edivad la possibilità di controllare di nuovo il suo corpo, ma nonostante ciò non si muoveva comunque, era terrorizzato da ciò che aveva appena fatto.
«Tutto ciò non è possibile»
Edivad cominciò a correre nel panico, ma venne bloccato dai mostri di prima, che erano tornati a prenderlo.
Ormai si era rassegnato, nella fretta aveva perso la sua pistola, e contro quei mostri nemmeno sarebbe servita a niente, perciò rimase fermo, ad attendere che la morte lo avvolgesse.
Ma qualcosa lo salvò, una fiammata blu colpi uno dei mostri polverizzandolo.
Edivad si girò lentamente e notò che quel colpo proveniva da una strana pistola impugnata da una ragazza.
Aveva dei lunghi capelli rossi, rossi come i suoi occhi, che a loro volta erano rossi come il sangue.
La ragazza, che vestiva con una grande tunica nera, si avvicino a ai mostri rimanenti e con pochi colpi li distrusse.
Edivad era sconvolto, ma si fece coraggio ed andò a parlare con lei.
«Grazie per avermi salvato, non ti ho mai visto da queste parti, posso sapere chi sei?»
«Non posso dirti molto per ora»
«Posso almeno sapere come ti chiami?»
«Mi chiamo Sara»

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