Il cielo nero si tinge di rosso

di Bride29
(/viewuser.php?uid=427131)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Se fossi... ***
Capitolo 2: *** E se avessi trovato il mio cielo azzurro?? ***



Capitolo 1
*** Se fossi... ***


Volo sovrasto la città, la guardo dall’alto e dal cielo nero come il velluto viene giù un fulmine resto paralizzata dalla sua bellezza folgorante, accecante che m’imprigiona. Non riesco a uscire sono bloccata e poi il tuono con la sua maestosa risonanza che spacca il silenzio notturno e inghiottisce le mie urla e infine la pioggia, minuscole goccioline che diventano sempre di più sempre di più. Non riesco a respirare a urlare a muovermi.
Apro gli occhi e mi dico tranquilla è solo un incubo guardando il soffitto della mia camera se cosi si può chiamare un buco di stanza da condividere con tre persone, con perdite che mai saranno sistemate e porte che mai saranno riparate. Questa è la mia, in parte, stanza all’orfanotrofio di Blue Hill minuscola città alle porte di Los Angeles. Ed io sono Samantha per gli amici Sam. Sono nata a mezzanotte del 14 agosto a Los Angeles da una giovanissima ragazza romena morta di parto e un ragazzo americano evidentemente troppo giovane perché accudisca da solo sua figlia. Questo è tutto ciò che so della mia famiglia perché da ormai quindici anni vivo qui all’ orfanotrofio. Vi starete chiedendo che razza di vita faccio qui, bè la risposta è facile la mia vita è totalmente inutile, sono solo un numero con diritto al cibo e all’istruzione cioè per quasi tutti quelli di qui uno spreco di tempo. Vado a scuola torno qui faccio le pulizie studio dormo e il giorno successivo stessa routine, e la mia vita va avanti così da quindici anni. Il grosso orologio che ticchetta rumoroso alla mia destra mi dice che sono le sei, vado in bagno prima di dovermi litigare la poca acqua calda nella doccia. Mi guardo allo specchio, sono la solita anonima ragazza di altezza media, corporatura media, carnagione cadaverica e una cascata di capelli neri lunghi fino alla vita arruffati dal sonno, due assonati occhi neri come la notte delle labbra piccole e rosse insomma sono totalmente nella media, insignificantemente nella media. In più ho uno stranissimo ma allo steso tempo bellissimo tatuaggio sulla pancia a sinistra, una piccola farfalla nera molto complessa che da quanto ne so ho dalla nascita. Inghiottita da un fiotto d’acqua bollente penso come sarebbe diversa la mia vita se fossi stata una normale ragazza, magari adesso starei domando in un comodo lettone a due piazze al caldo e al sicuro dal mondo esterno. Delle urla interrompono i miei sogni è Sasha una mia compagna di stanza che mi urla di uscire dal bagno che loro stanno aspettando. Esco m’infilo nell’asciugamano e asciugo velocemente i capelli metto un paio di jeans neri aderenti, una canotta con una band disegnataci sopra una felpa nera che mi sta grande perché molto probabilmente è di seconda mano ed esco. Mi aspettano Sasha, Britney e Carlie le mie tre compagne di stanza tutte e tre bellissime anche se appena svegliatesi, sono l’incarnazione della bellezza, tutte e tre hanno curve invidiabili e cappelli da sogno. Britney lunghi e castano chiarissimo, Sasha medio lunghi e neri e infine Carlie, con i suoi occhi di un azzurro chiarissimo, i capelli color del sole e uno sguardo da gattina lei è la più bella dell’orfanotrofio. Mi spingono da parte ed entrano in bagno a sistemarsi dovendo mantenere il loro ruolo di perfezione. Non mi trattano male, litighiamo solo in due casi: per il bagno o per il phon poi per il resto del tempo mi evitano attentamente perché io sono la sfigata, sono invisibile più di quando ognuno di noi già è. Questo è ciò che penso quando le guardo, non penso a come ucciderle, farle soffrire indispettirle cosa che sono sicura molti qui avrebbero voglia di fare , quando le guardo mi viene un po da ridere e un po da piangere pensando che fanno di tutto per essere notate , cose belle e cose brutte , ma alla fine il loro desiderio è il mio desiderio quello di far parte di qualcosa , di una famiglia , di una cerchia di amici ma in fondo sia loro che io sappiano qual’ è il nostro posto e non è quello di ragae normali. Sono quasi le sette scendo, afferro un toast ed esco avviandomi per la scuola. Il tragitto è il solito, sono solo 5 isolati di distanza ma vedere tutte quelle case felici, i figli che baciano le loro madri, i mariti che baciano le mogli è una sofferenza a cui non ci si abitua. Voi penserete che non avendo mai conosciuto i miei genitori non ne senta la mancanza ma non è cosi. Da sempre ho un vuoto enorme dentro di me e ogni festa della mamma o del papà passata da sola, ai colloqui di fine quadrimestre quando i miei professori non potevano dire a nessuno di cui importava veramente quanto, m’impegnavo, a Natale quando non avevo regali da nessuno e non facevamo l’albero ma soprattutto il giorno del mio compleanno quando soffiavo le candeline di un vecchio pasticcino ed esprimevo sempre lo stesso desiderio mai avverato, sempre lo stesso per quindici anni cioè quello di avere una famiglia, qualcuno da voler bene, sempre e comunque qualsiasi cosa succeda. Ma una spruzzata d’acqua dritta in faccia mi riporta ala realtà mi giro per vedere l’artefice di uno scherzo patetico e fastidioso e non sono sorpresa di vedere Kristal Deboi la classica bambina viziata con abbastanza cervello da rendermi la vita impossibile più di quando già non lo sia. Ecco lei è l’incarnazione della normalità, della popolarità tutto ciò che io, ma anche se non lo ammetteranno mai, le mie compagne di stanza non saremo mai. Mi giro e le faccio un gestaccio me lei con la sua macchina nuova di zecca è già andata via. Finalmente arrivo a scuola, ci sono le stesse facce di sempre, lo stesso solito fastidiosissimo rumore delle chiacchiere inutili, le stesse cheerleader con le stesse miniminigonne capeggiate da Kristal che camminava a testa alta scuotendo ad ogni passo la sua meravigliosa criniera, i capelli biondo cenere lunghi fino alla vita. Sembrava un angelo ma era tutt’altro. Non mi è mai piaciuta la folla, il caos degli stupidi litigi tra fidanzati, le risse nei corridoi perciò porto sempre con me uno dei miei oggetti più preziosi un mp3 con la mia musica preferita l’heavy metal. Amo l’heavy metal perché stranamente con tutto quell’armonioso baccano a tutto volume riuscivo a pensare meglio che in silenzio. Le lezioni procedono senza problemi dapprima matematica nella solita aula scassata e la meravigliosa prof. Lucy, lei è un po’ strana con gli occhiali con la spessissima montatura e le sue lunghissime e imbarazzanti gonne pero è anche l’unica che capisce davvero come mi sento,una volta mi raccontò che anche lei era orfana ma era stata adottata dai nonni che nonostante non le avessero fatto mancare nulla erano molto distanti da lei perciò capiva cosa voleva dire essere sola come me. Dopo storia, chimica e letteratura, alle due ore d’inglese mi scoppia un mal di testa bombardante che continua a distrarmi fino all’ultima ora quando non ce la faccio più e torno all’orfanotrofio correndo, ma nemmeno a meta strada una fitta alle tempie mi annebbia la vista, inciampo e cado a terra non so dove e perdo i sensi.


Un saluto a....

Ciao a tutti com'è scritto nell' intro è la prima volta che provo a scrivre qualcosa percio giudicate sinceramente ma siate gentili pleeeease ! Se avete domende o qualche suggerimento , chiedete e vi sara dato....
Baci baci e grazie a chiunque ha avuto il coraggio di arivare qui sotto !!
Un saluto speciale a MissKeroro16 la mia amica consulente e compagna nella tortuosa via del B2

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** E se avessi trovato il mio cielo azzurro?? ***


Tic, tic, tic, sento qualcosa che mi arriva in faccia qualcosa di umido, sbatto gli occhi e mi accorgo che è pioggia e che è buio, chiedo a qualcuno l’orario, sono le 21.00 è tardissimo inizio a correre verso l’orfanotrofio inzuppandomi vestiti, scarpe e capelli ma arrivo al Blue Hill ma appena entro mi accorgo che c’è qualcosa di strano c’è troppo chiasso, c’è un chiasso infernale come se ognuno stesse dicendo la sua su un argomento importantissimo, ma non riesco a capire cosa come se ci fosse un’interferenza, poi all’improvviso spunta il signor Eddinton, il proprietario dell’orfanotrofio, un orribile cinquantenne grassoccio per giunta da quello che sapevo anche pervertito che mi guarda con aria feroce mettendo in mostra i denti ingialliti probabilmente al fumo e dall’alcol.
-Bentornata signorina Del Gado - mi disse sarcasticamente - Se posso, dove ha trascorso tutto il pomeriggio facendo preoccupare tutti ? - Sicuramente non erano preoccupati per me ma per la polizia che gli avrebbe fatti chiudere se fossi sparita .
-Allora mi risponde o è troppo per lei ? -.
-Mi scusi non mi sono sentita bene mi sono addormentata e mi sono svegliata poco fa -.
-Oh e lei pensa che siamo così stupidi da crederle? - disse ridendo sguaiatamente
E’ normale che non mi credano che speranze avevo!
-Ma… io… veramente sono svenuta ! -
Tutti iniziarono a ridere e il mal di testa torna a farsi sentire.
-Sei mesi di reclusione e una settimana a pane e acqua. Così vedremo se capiterà di nuovo! –
Corsi in camera e iniziai a piangere dalla rabbia.
-Odio questo posto, tutto mi ricorda la sfortuna che ho, è un inferno ! - gridai piangendo.
Un’illuminazione mi colpi, come una manna dal cielo non ne potevo più stare tra quelle quattro mura, non ne potevo più di quella vita cosi monotona e crudele,io ero di piu di un numero nonostante quello che volevano farci credere lì .  inizia a radunare le cose più importanti che avevo, quella sera stessa sarei scappata da quell’inferno, presi tutto cio che avevo: il mio mp3 con le cuffie che mi era necessario, i miei libri preferiti: Oliver twist, Orgoglio e Pregiudizio, Cime Tempestose e il Decimo Dono, il mio libro preferito in assoluto insieme a Orgoglio e Pregiudizio perché raccontava le storie di una ragazza in cui mi riconoscevo perfettamente, scappata da una città che la tiene prigioniera arriva in Marocco uno del posto che avrei sempre voluto visitare, un libro così esotico. Infilai il tutto in un vecchio e logoro zaino insieme all’unica foto di mia madre e mio padre e i miei vestiti preferiti e nascosi in tempo lo zaino perché arrivarono Sasha, Britney e Carlie che stranamente mi si avvicinarono.
-Sammy come va? Come stai? Tutto ok ? – mi chiese tutto d’un fiato Carlie.
-Certo tutto bene! -dissi notando che mi si avvicinarono chiudendomi in un angolo.
-Bene allora dove sei stata veramente, Sammy a noi puoi dirlo terremo il segreto puoi starne certa ! - disse Sasha ma conoscendole capii subito che non volevano sapere se stavo bene, ma solo dove ero andata cosi entro due minuti, l’orfanotrofio intero lo avrebbe saputo.
-Eri con un ragazzo? Dai su Sammy –  Erano proprio insistenti e il mal di tesa no mi faceva nemmeno ragionare tanto bene e gli urlai addosso
-No, no e no, non ero con un ragazzo sono veramente svenuta perché avevo mal di testa e voi me lo state facendo tornare! Lasciatemi in pace! –e in tutta risposta si offesero e Carlie mi disse - Sei proprio una sfigata - si volto e andarono in bagno a sistemarsi per dormire.
M’infilai nel letto vestita e finsi di dormire  comunque anche se avessi avuto sonno non sarei riuscita a dormire per quanto ero eccitata e verso l’una scendo per le scale e vado in cucina a fare rifornimento di acqua e cibo, presi tutto ciò che potevo portare via: tonno in scatola, carne in scatola, pane, insaccati, dolciumi che la governante nascondeva insieme agli alcolici di cui presi solo la vodka e lentamente uscii.
La città è proprio come speravo, buia, silenziosa. Blue Hill è una piccola città la notte per le strade è molto difficile trovare qualcuno ammenochè non ci si avvicini al Dangeons un locale frequentato da gente losca. M’incammino per le strade più buie, passo davanti alla mia scuola, che non avrei rivisto, al mercato dove la signorina Field comprava il cibo sottoprezzo e passai anche davanti alla biblioteca l’unico luogo, dove avevo un po’ di pace. Il silenzio e l’odore dei libri mi facevano sentire a casa , mi sarebbe mancato quel posto. Proprio mentre guardavo con nostalgia la biblioteca di Blue Hill tre ragazzi quasi sicuramente usciti dal Dangeons mi squadrano e iniziano ad avvicinarsi prima lentamente poi sempre più veloce. Non riuscivo a muovermi dal terrore e per un secondo mi passa per la testa di tornare all’orfanotrofio al sicuro nella mia monotona vita, ma com’è venuta, l’idea se ne va. Non posso tornare lì, mi guardo intorno cercando vie di fuga e inizio a correre ma uno dei ragazzi mi afferra e mi sbatte al muro e cado. Mi rialza tirandomi dai capelli e mi scendono delle lacrime e con un filo di voce gli dico – Prendete ciò che volete non ho molti soldi ma vi prego lasciatemi. – Il ragazzo mi guarda e ride sguaiatamente – Non voglio i tuoi soldi, di quelli ne ho abbastanza - Sono bloccata, il ragazzo mi tiene dai capelli in un lampo di lucidità ripenso ai corsi di autodifesa mai fatti e assesto un calcio al ragazzo che si piega in due dal dolore e inizio a correre all’impazzata ma il ragazzo si rialza velocemente e mi rincorre raggiungendomi, mi afferra e mi sbatte al muro tenendomi per la gola e mi guarda negli occhi sputandomi in faccia – Se lo fai un’altra volta ti ammazzo. -
 Il ragazzo tira fuori un coltello enorme quasi quanto la mia mano e in un lampo capisco ciò che mi stava per succedere e inizio ad avere seriamente paura. Il ragazzo mi guarda tira indietro il braccio con il coltello pronto a colpire ed io chiudo gli occhi e sento un rumore forte e acuto e qualcosa che di umido sul viso. Indietreggiando inciampo in qualcosa e cado in una pozza di sangue e inizio a urlare a squarciagola pregando e piangendo allo stesso tempo. Mi fermo riprendo il fiato e sento un rumore forte. Un rumore che si avvicina sempre di più, non lo sento con chiarezza e non riesco a capire da dove provenga, il mal di testa aumenta sempre di più e non riesco a concentrarmi, mi sento persa nel vuoto, qualcosa si avvicina velocemente mi volto di scatto e una luce abbagliante mi ferisce gli occhi non mi volto subito dall’altra parte, anche se mi bruciano gli occhi, come se il mio corpo non reagisse agli stimoli. Quando mi giro dall’altra parte e le luci si spengono.  Qualcuno viene verso di me, ma non capisco chi o cosa e anche se  sono terrorizzata e voglio urlare a squarciagola non riesco a muovere un muscolo ne a pensare o a parlare. Il ragazzo mi si avvicina e riesco a vederlo in faccia, qualcosa fa breccia dentro di me, qualcosa di strano che mi avvolge come un caldo abbraccio. Il ragazzo è bellissimo. La prima cosa che noto, è la sua pelle diafana cosi chiara e sono sicura anche non toccandolo che la sua pelle è liscia quasi fosse porcellana, il volto incorniciato da folti e lunghi capelli neri che gli sfiorano le spalle, due occhi anch’essi neri come il mare in una notte senza stelle, carichi di espressioni paura, angoscia, dolore e le labbra rosse come il sangue che ci circondava che cercavano di comunicare qualcosa che io non capivo. Il viso è cosi armonioso. All’improvviso mi solleva dalle ginocchia e mi porta su una moto. Non so bene cosa voglia ma per qualche strano motivo mi fido di lui. La moto quella dai fari abbaglianti, una Honda nera spettacolare, lui mi tiene come fossi una neonata, mi stringo a lui e partiamo per non so dove. Il tragitto, dura un’ora circa e durante tutto il viaggio non faccio che pensare al casino che ho combinato e che sto andando chi sa dove con un probabile serial killer … e io volevo sono essere indipendente, libera e che so magari farmi degli amici e  all’improvviso la moto si ferma. Il ragazzo scende mi prende in braccio e mi conduce in una via poco raccomandabile piena di palazzi vuoti con finestre rotte graffiti. Sono fregata adesso mi uccide mi fa a pezzetti e mi sotterra. Invece saliamo per le scale di un palazzo malmesso ed entriamo nell’appartamento B-1. L’appartamento è piccolo e caotico, pieno zeppo di disegni stupendi appesi alle pareti, buttati a casaccio o ammucchiati in qualche angolo. Al centro della stanza c’è un letto sfatto con molte coperte sporche di pittura e sistemate in malo modo. Il ragazzo mi poggia sul letto e mi copre con le coperte cerco di lottare con tutte le mie forze e che cavolo non posso addormentarmi a casa di un serial killer proprio ora che ero scappata ma piano piano  gli mi si chiudono e anche se lotto con tutte le mie forze per restare sveglia mi addormento.
 

Spazio autrice....

Hola chico  volevo scusarmi per non aver proseguito con i capitoli ma purtroppo avevo in PC in assistenza (dannati virus) e non ho potuto. Scusate anche per la storia che non è un granchè mal colpa non è della storia in se è tutta ma che non la so descivere come meriterebbe e di cio mi scuso perche sapeste come è bella nella mia mente... sfortunatamente incastasrarla in semplici parole non le rende giustizia...
Comunque un sentito grazie a chi leggerà e magari mi fate piacere se mi lasciate un commentino .... CIAO

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2365383