Animae, insania et vindictae personam.

di kesese_93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 0-Il bianco e il nero,il giorno e la notte. ***
Capitolo 2: *** Capitolo I-Un'infanzia serena ***
Capitolo 3: *** Capitolo II- Vivi per questo ***
Capitolo 4: *** Capitolo III- Sembrava tutto così perfetto ***



Capitolo 1
*** Capitolo 0-Il bianco e il nero,il giorno e la notte. ***


**Introduzione**

-Capitolo 0
  Il bianco e il nero,il giorno e la notte


Nonno Roma se ne stava lì in piedi, senza fare una piega.
Era una bella giornata, il sole splendeva nel cielo e un venticello primaverile soffiava sulla città scompigliando i capelli alle bambine,smuovendo le tuniche degli uomini e dando sollievo a quelli che più pativano il caldo.
Era anche una giornata tranquilla,la calma dominava placida su Roma quel 17 Marzo,si udiva solo il canto  del vento,i pianti e le risate dei bambini e il vociare degli uomini che programmavano il loro pomeriggio alle terme.
Era un semplice e bellissimo mattino di Roma.

Ma tornando a Nonno Roma;
Teneva in braccio qualcosa,o meglio...qualcuno!
Teneva in braccio due bambini,i suoi due nipoti,un maschio e una femmina.
Anche loro erano i rappresentanti di una nazione,come lui.
Ma non capiva come mai erano così diversi...
Insomma...
Il maschio, Romano Lovino, aveva la carnagione olivastra,i capelli corti mori dai quali sbucava uno strano ricciolo e gli occhi verdi come smeraldi.
Mentre la femmina, Isabella Veneziana, aveva la pelle bianca, i capelli platino lunghi e boccolosi sempre con un ricciolo al lato opposto a quello del fratello (che probabilmente era l'unica cosa che avevano in comune) e gli occhi grandi e azzurri intenso,come l'acquamarina.

Nonno Roma in quel momento era sereno, e sorrideva...sorrideva per non piangere.
A vedere quei due bambini gli duoleva il cuore,pensando al futuro che li attendeva.
Ad un certo punto i bambini,prima dormienti, si svegliarono:la femmina iniziò a sorridere aprendo piano piano gli occhietti e il maschio iniziò a fare i capricci visto che non voleva stare in braccio al Nonno.

Era la prima volta che Nonno Roma sentiva quelle vocine,che risuonavano nelle orecchie allegre e piene di vita.
Certo che quei due fratellini erano proprio diversi...insomma, semplicemente guardandoli al più anziano vennero in mente un'infinità di epiteti per definirli:

Femmina e Maschio.
.Bianco e Nero
Luna e Sole.
.Il giorno e La notte
La paura e Il coraggio.

Ma tralasciando questa differenza tra i due,sapeva in fondo che sarebbero stati degni di continuare il suo impero, loro potevano essere capaci di grandi cose.
Quei bambini rappresentavano l'Italia.
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Note dell'autrice di cui nessuno sentiva l'esigenza
Salve! ^^
Evvai! Finalmente pubblico l'inizio di questa storia! Era da tantissimo che volevo pubblicarla *^*!
In pratica è Hetalia, in una versione differente dall'originale.
Invece che essere satirico e demenziale il racconto sarà introspettivo e... uhm... violento?

Isabella Veneziana è il mio OC dell'Italia del Nord...per farvi un idea del suo aspetto vi lascio quest'immagine:
 

So che le nazioni dovrebbero rappresentare l'aspetto medio dei cittadini... ma più avanti nella storia verranno chiariti questi dettagli.

Bhe, vi ringrazio ancora per aver letto la mia fic! Se ci sono sviste vi prego segnalatemelo, grazie.
Al prossimo capitolo <3 
***
P.S. Per avere un'esperienza di lettura più completa durante la storia, vi consiglierei di ascoltare in sottofondo alcune canzoni che vi linkerò(?) alla fine di ogni pagina, per entrare meglio nell'atmosfera di ogni situazione. 
Spero vi piaccia come idea!

https://www.youtube.com/watch?v=rT0hDTsNais

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Capitolo 2
*** Capitolo I-Un'infanzia serena ***


-Capitolo 1
Un'infanzia ''serena''


La piccola Italia correva affannosamente nel giardino della villa di Nonno Roma in cerca di un nascondiglio da Sacro Romano Impero.
Aveva trovato rifugio dietro un cespuglio di bacche e in quel momento si mise a scrutare ogni centimetro del giardino sperando di non incontrare il bambino che la inseguiva giorno e notte.

Dannazione...perchè quel cortile doveva essere così grande?
Insomma, era bellissimo sì, ma decisamente troppo grande!
Amava l'infinita varietà di piante e fiori che nascevano su quel terreno, amava i frutti che gli alberi facevano cadere a terra una volta maturi,soprattutto le arance. 
Mentre le statue di marmo che raffiguravano Venere, Apollo,Giove e Minerva le facevano un pò paura,quando la fissavano con quegli occhi gelidi le si bloccava la circolazione.

-Italia! Dove sei finita?! Perché non diventi parte del Sacro Impero Romano?!-

Oh no...riconosceva quella voce,era arrivato il momento di smettere di pensare ai fiori e scappare.

-WAH! No lasciami stare! Sacro Roman..!- Urlò Isabella, ma venne interrotta dall'altro bambino, che letteralmente le si era buttato addosso facendola ruzzolare all'indietro e bloccandola in posizione supina.
-Ahia! Hei! Mi hai fatto male scemo!- Disse lei,stringendo gli occhi e cercando di liberarsi dalla presa dell'altro.
-Voglio che diventi parte del Sacro Romano Impero!- Disse lui, infischiandosene delle parole dell'altra.
-Ma lo sai che non posso...Nonno Roma non vuole e nemmeno io!-
-Allora se non riuscirò a convincerti con le buone, lo dovrò fare con le cattive!- Urlò lui.

Sacro Romano Impero voleva tanto bene a Isabella, lui la amava con tutto se stesso, ma non riusciva a esprimerle i suoi sentimenti.
In quel momento, mentre cercava di tenerla ferma, ne approfittava per vedere la bellezza della bambina che tanto desiderava, amava i riflessi che il sole dava ai suoi capelli platino, adorava quegli occhi azzurri così innocenti e curiosi, trovava bellissimo anche il corpo di Isabella, mentre la teneva per le mani ne approfittava per poter sentire la morbidezza della sua pelle e per poter sentire la forma di quelle dita affusolate.

Era semplicemente bellissima.

-KYAH! NONNO ROMA!!-

In quel momento Nonno Roma discuteva con Germania Magna, ma il grido di sua nipote lo mise in allarme.
Di corsa andò verso il punto dal quale veniva il grido seguito da Germania Magna.
Quando trovò Italia, fu felice e arrabbiato allo stesso tempo.
Felice perchè aveva la certezza che Isabella stesse bene, ma arrabbiato perchè Italia era sottomessa a Sacro Romano Impero, e lui le aveva detto fino alla noia di tenersi alla larga da quel bambino.

-Heilige Romische Reich! Was machst su denn Italien?!- Urlò Germania Magna a suo nipote, staccandolo da Italia tirandolo per il mantello nero.
-Tutto bene Italia? Ti ha fatto del male?- Disse premuroso Nonno Roma, tirando un'occhiataccia a Germania Magna e a Sacro Romano Impero.
Lei annuì facendogli un piccolo sorriso.
-Mh...Va bene,spero che non riaccada una cosa del genere.- E con questo Nonno Roma se ne andò.

Era sera inoltrata e Isabella,Romano e Nonno Roma stavano cenando.
-Allora? Che avete fatto oggi?- Chiese Nonno Roma ai due fratellini mentre mangiava un pezzo di carne in modo a dir poco sgraziato.
-Un bastardo spagnolo con la faccia da ebete mi ha inseguito tutto il giorno, e io l'ho scassato di botte. Fine.-
-Ah...capisco... e tu Isa?-
-Io sono scappata da tutti, tutto il giorno!-
-Cioè..?-
-Sì! Prima quel pazzoide di Sacro Romano Impero e poi da quel porco maiale di Francia!-
-Oh! Chi ti ha insegnato queste parole?!-
-L'ordine dei cavalieri teutonici!- 
-Cioè? Quello strambo ragazzino con una risata orrenda e un pulcino in testa?-
-Sì! Esatto!-
-Mh... Isa, a te piace disegnare?-
-Sì, tantissimo! Perchè me lo chiedi Nonno?-
-Così per sapere...sei molto affezzionata a tuo fratello, a Francia, a Sacro Romano Impero e a tutti gli altri?-
-Certo...gli voglio bene ma... mi fanno anche un pò paura. A volte vorrei essere da sola, senza nessun'altro. Avere un pò di pace.-
-Capisco, se così vuoi, così sarà.- Disse Nonno Roma.
-...?-

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Note dell'autrice di cui nessuno sentiva l'esigenza
Salve^^!
Eccoci al secondo capitolo,spero che vi sia piaciuto! :)
Finalmente iniziano ad apparire gli altri personaggi,
questo capitolo dovrebbe essere l'arco di tempo nel quale Nonno Roma prende la decisione di allontanare per un pò Italia dalle altre nazioni...
Che ne pensate della coppia Holy Roman Empire x Isabella :D?
I primi 3-4 capitoli di questa storia sono quelli più ''leggeri'',dopo la morte di Nonno Roma (Sigh T-T) arriveranno cose un pò più pesanti.
Al prossimo capitolo! <3

https://www.youtube.com/watch?v=TmJ2QRGghtY

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Capitolo 3
*** Capitolo II- Vivi per questo ***


Capitolo 2
Vivi per questo


-Se così vuoi… così sarà.- Disse Nonno Roma, finendo in fretta il suo  pasto per poi dirigersi nelle sue stanze.      
Quel breve tragitto tra la sala da pranzo e la camera da letto fu per lui infinito.                            
Al suo passaggio tutti i servi abbassavano il capo e tacevano, quasi amplificando il suono dei passi di Romolo*.

Finalmente Nonno Roma arrivò alla stanza e con un sospiro di sollievo afferrò la maniglia e la tirò verso di lui per aprire la porta, producendo un piccolo cigolio al quale le orecchie di Nonno Roma si erano abituate e quasi lo rassicuravano.
Sospirando di nuovo chiuse la porta, vi appoggiò le spalle e alzò il viso al soffitto per poi buttarsi sul letto come un peso morto.
Si immerse completamente nei suoi pensieri.

‘’…Non so se sia la cosa giusta da fare, ma per Isabella sarebbe solo cosa buona. Voglio allontanarla dalle altre nazioni, che essendo in pubertà non sono per niente affidabili. Voglio prendermi del tempo per poter stare con lei, per insegnarle l’arte, la cucina… e tutto quello che a una nazione fa comodo sapere.’’

Pensava fra sé e sé, quando vide un fascio di luce invadere la stanza.

Diede uno sguardo alla porta e vide una piccola figura… che riconosceva bene.

-Nonno! Guarda che bel fiore che ho trovato!-

Era Isabella, che a quanto pare era uscita nel cortile.
La bambina si avvicinò al nonno per poi salire sul letto e metterglisi di fianco.
-Guarda!- Disse la piccola avvicinando il fiore al viso del più anziano.
Era un piccolo giglio, ma non un giglio qualsiasi: aveva lo stelo verde oliva, i petali bianchi lisci con le punte spruzzate di blu e nel centro un grande pistillo impollinato con striature viola, ed emanava anche un buonissimo profumo, fresco e dolce.
-Isa… lo sai che non voglio che la sera tu esca di casa… Ma il fiore è veramente bello.- Disse lui, accennando un piccolo sorriso ma mantenendo sempre un’espressione vaga e preoccupata.
-Sì scusa nonno,non lo farò più! Ma… Nonno … cos’hai?-
-Niente… Isa.. riguardo a quello che ti ho chiesto prima, che ne diresti se ci prendessimo qualche settimana per noi, solo noi due. Nelle queli io ti insegnerò molte cose che a te saranno utili, la scrittura, l'arte, la cucina... mh?-
-Sì! Sarebbe bellissimo! Ma… come faccio con l’Ordine dei Cavalieri Teutonici, con Francia e Romano?-
-Tu preferisci stare con loro?-
-Io a loro voglio tanto bene ma da un po’ di tempo sono diventati cattivi con me… ma so che mi vogliono bene e che non lo fanno apposta.- Diceva lei, mantenendo un dolcissimo sorriso sulle labbra.
-Quindi... ti piace la mia idea?-
-Certo! Spero solo che nel frattempo le nazioni non si uccidano a vicenda! Ahah! No, sul serio, spero di no...-
A quella frase Nonno Roma ebbe un sussulto. Le palpebre tremolavano e la vista si annebbiava con un velo di lacrime. La prima gocciolina scese per cadere dal suo mento, seguita da un’altra ancora.                            
Tese un braccio a Isabella e la tirò delicatamente verso il suo petto, mettendo poi il viso nell’incavo del collo e affondando le dita nei morbidi capelli della piccola, continuando a piangere.

E vedere Nonno Roma piangere era una cosa rara, rarissima.

-Oh Isa…! Perché? Perché a te,una creatura paragonabile a un angelo, è toccata la sorte di essere una nazione? Tu non meriti questa sofferenza infinita… tu non puoi capire! Crescendo tutti diventeranno sempre più perfidi… prepotenti… cattivi… e chi più ne ha, più ne metta! E anche te per cavartela dovrai diventare così… -
-Ma... io non ne sarò mai capace.-

***

-Sei pronta Isa?- Chiese Nonno Roma la mattina dopo, in modo premuroso, tenendola in braccio e dandole poi un tenero bacio sulla guancia.
Lei in risposta annuì sorridendo. Era entusiasta di passare del tempo con suo Nonno e quello che avrebbe appreso le sarebbe tornato utile.
Nonno Roma la sollevò per il sotto braccio e la mise in sella di un cavallo,poi vi salì anche lui.
Era mattina presto… era giusto l’alba e faceva ancora fresco, ma i primi deboli raggi di luce illuminavano e scaldavano a dovere.
Presero il trotto e mentre Nonno Roma cavalcava, Isabella gli si era accoccolata al petto, schiacciando un sonnellino.
Romolo era diretto a una delle sue ville appena fuori Roma, dove nessun’altra nazione avrebbe potuto disturbare la sua piccola nipotina.

Non fu un viaggio molto lungo, e una volta arrivati Isabella sgranò gli occhi: davanti le si prospettava un’enorme villa, che in confronto quella dove aveva vissuto per tanti anni non era niente!
 Ma la cosa più bella era il cortile interno: c’era una morbida erbetta verde e delle stradine di ciottoli conducevano a una fontana di marmo bianco che zampillava acqua, e anche le aiuole erano bellissime e per fortuna non c’erano quelle agghiaccianti statue di marmo!
-Nonno… è bellissimo! Non sapevo niente di questa villa!-
-Oh… ma io ne ho tantissime!-
-Wow… vorrà dire che per il compleanno me ne regalerai una!- 
-Ehm… si ci penserò su… ma ora vieni, ti faccio vedere la cosa più bella e importante!- Disse Nonno Roma e prendendola per mano la portò su per una rampa di scale e poi in una piccola stanza.

-Bene! Questa è la ragione più importante per la quale sei qui! Questo è l’ambiente dedicato all’arte… qui potrai accrescere la tua dote artistica, vedrai ti piacerà!-
Isabella rimase in silenzio e timidamente entrò nella stanza.
Il soffitto aveva a una forma ‘’a cupola’’ e vi erano dentro cinque uomini: due picchiettavano con piccoli martelletti su grossi blocchi di marmo, un altro dipingeva su un’anfora e gli altri due decoravano le pareti a mosaico, attaccando pazientemente un pezzettino alla volta.
-Nonno… io imparerò a fare tutto questo?-
-Se vuoi anche di più… tu puoi fare tutto quello vuoi, tu sei l’Italia.-

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*= Romolo è il nome da umano che ho scelto per Nonno Roma.
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Angolo dell’autrice di cui nessuno sentiva l’esigenza
Salve^^!
Scusate il ritardo ma ho avuto un problema dietro l’altro,ma spero che vi sia piaciuto comunque!
Ho pensate che questi angoli fanno compassione...
Quindi in questi angoli parlerò del perchè e del percome di questo sclero!^^
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
Alla prossima u.u!

https://www.youtube.com/watch?v=a-y6BsJp4Ow

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Capitolo 4
*** Capitolo III- Sembrava tutto così perfetto ***


Capitolo 3
Sembrava tutto così perfetto



Il pennello scorreva sulla tela lasciando un leggero fruscìo nell'aria e strisce di colore dietro sè, che si univano ad altre forme e colori, formando un'armonia.
Il tempo intorno alla piccola Isabella si era come fermato. In quel momento vi erano solo lei e la sua arte.
Da quanto tempo era lì? A mala pena lo ricordava...
Non contando la lunghezza, quel lasso di tempo passato in quella villa l'aveva cambiata, come se l'avesse fatta crescere.
Aveva iniziato ad apprezzare tante cose oltre al disegno, come la lettura, il ballo, il canto...
Ma tutto quello che le piaceva di più di tutto questo era il fatto di aver passato tanto tempo con suo nonno.

A proposito di quest'ultimo, negli ultimi tempi l'aveva trascurata, era sempre nervoso, sovrappensiero, preoccupato e teso.
Che voleva dire?
Una forte agitazione era ciò che invadeva la piccola Isabella, non aveva mai visto suo Nonno in quello stato.
Era davvero preoccupata.

Appoggiò il pennello delicatamente per terra, e sospirando si mise ad osservare il suo lavoro.
Un paesaggio, con grandi prati verdeggianti, un cielo limpido, chiaro, sereno, che dominava su quei campi, nei quali su uno di essi sorgeva un albero, e ai piedi di ques'ultimo vi erano due figure che si abbracciavano.

''Vorrei che tornasse quel nonno... quello premuroso e gentile... ora lui.. fai davvero paura...''

In quell'istante le venne come un lampo di genio. Forse se avrebbe fatto vedere il dipinto al nonno a lui sarebbe tornata la voglia di stare con lei!
Scese le rampe di scale più veloce che potè e quando trovò Romolo lo prese per una mano.
''Nonno vieni vorrei farti vedere una co-... Nonno?''
La mano dell'uomo era diversa, come lui del resto, era leggermente tremante, quasi debole, vecchia, stanca.
''Dimmi.. Isa..'' Disse lui, sospirando.
''...Che ti succede?'' La voce della piccola stava per infrangersi in un pianto, aveva già un presentimento di quello che stava accadendo al suo amato nonno.
''...niente.'' Mentiva lui, nel mentre che la mano sinistra veniva stretta dalla bambina che rantolava, la destra sorreggeva un elmo militare dorato.
''Non è vero... dove stai andando? Perchè hai quell'elmo... e la tua spada..?'' Disse fra un singhiozzo e l'altro.
''...devo andare a Roma a sistemare degli affari.''
''Tu... stai andando in guerra?''

Lui, quasi vergognandosi, annuì.
''Stai tranquilla... non è la prima volta che vengo attacato da qualcuno, solo che sta volta... è molto diverso. I Barbari* vogliono
invadere la nostra capitale.''
Lei rimase in silenzio.
''Vedrai... tornerò sano, salvo e vincitore.'' Disse lui, scompigliandole i capelli e dandole un bacio sulla fronte.
Ancora silenzio.
''Tranquilla, miraccomando.'' Concluse dirigendosi verso il suo cavallo e la spada agganciata al fodero della cintura, diede un colpo al cavallo e prese la sua corsa, verso la città.
Lei, una volta che il nonno si era allontanato, ancora con le lacrime agli occhi ebbe il coraggio di guardare Roma in lontananza, sembrava tutto normale, a parte le nubi di fumo che dominavano su essa.
Forse qualcosa aveva accidentalmente preso fuoco?... pensava lei.
No, la battaglia contro i barbari era già iniziata. Loro distruggevano ogni cosa che incontravano: rubavano, saccheggiavano, facevano razzie di donne e uccidevano bambini, uomini.
Lei non riusciva a crederci, quando era successo tutto ciò?!

Era quello il motivo della depressione di Nonno Roma, sapeva forse che la sua fine stava giungendo?

La cosa che più dava fastidio a Isabella era che lei era totalmente impotente.
Però... non voleva che Nonno Roma fosse da solo in una situazione del genere.
Lei, con la voce ancora rotta dal pianto, chiese ad uno dei pochi servi che erano in quella villa di prepararle un cavallo.

Abbiamo capito tutti le intenzioni di Isabella, e tutti sappiano che andare là sarà come buttarsi di faccia nell'inferno.

Appena il cavallo fu pronto per il viaggio lei uscì, guardò con una malinconia infinita quella casa, con la consapevolezza che dentro quelle mura lei avrebbe lasciato tutta la sua infanzia serena.

Preso il trotto, lei cavalcava, calcava senza sosta, e spesso le tornava la voglia di piangere, le tornava alla mente le volte in cui nonno Roma le aveva insegnato a domare un cavallo, tutte le volte che lei cadeva e lui l'aiutava a rialzarsi per poi ricominciare.
Era meglio non pensarci, era meglio seppellire i ricordi.

Una volta giunta a Roma le crollò il mondo addosso, vide quella città che suo nonno aveva messo in piedi con tanta fatica cedere sotto tutti quegli attacchi.

Era orribile.

Non le piaceva fare male agli animali, ma in quel momento spronò talmente forte il cavallo che quasi  sentì male lei stessa, ma almeno funzionò, l'animale prese una velocità tale che lei giunse in pochi istanti al colosseo.
Sapeva che avrebbe  trovato lì il nonno, scese da cavallo non curandosi di legarlo, e corse dentro l'arena.
Tutto ciò che vide era solo un insieme di volti familiari.
Germania Magna, Sacro Romano Impero, Spagna,  suo fratello e... aspetta, dov'era il più importante?

Dov'era Nonno Roma?!

Germania Magna era in piedi nel centro dell'immensa arena, davanti a sè vi erano solo un'armatura dorata, un mantello porpora che si muoveva al vento e una gigantesca spada, dal manico evidentemte vissuto, avvolto da una garza sull'impugnatura... ah dimenticavo, anche un corpo senza vita.

Tutte le nazioni si voltarono verso la piccola, che a stento riusciva a urlare nel vedere il corpo del suo amato Nonno, così pallido.
''Italien...'' Sussurrò fra sè e sè il piccolo sacro romano impero.
Germania Magna rimase in silenzio.
Il piccolo Lovino urlava a squarcia gola il nome del nonno, scalciava, tentando di liberarsi dalla presa dell'iberico.

La bambina corse verso il corpo freddo del nonno, immerso nel sangue:

''Nonno... nonno ti prego... apri gli occhi... io, cosa devo fare in una situazione del genere? Io ho paura.''


Silenzio.
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*popoli germanici, chiamati così perchè ogni popolo straniero veniva riconosciuto in questo modo. (Bàrbaros) Poi col tempo la parola ha assunto un significato negativo.


*******
Macciao gente!!
Eh sì. non sono ancora morta di ebola per vostra sfortuna (vostra e del fandom).
Alorz... spero che questo capitolo sia stato convincente e adesso in questi angoli del mal augurio , come promesso nel capitolo precendente, parlerò un pò del backstage della storia, mostrandolo sotto forma di nota, capitolo per capitolo (?).
Ci si vede/sente/non lo so! :3
***

1. Due o più nazioni per distruggersi devono effettuare un combattimento esclusivamente tra di loro, far combattere una nazione contro un semplice umano non sarebbe alla pari.
***

https://www.youtube.com/watch?v=tzYIHzV3gq4

 

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