Accidentally in love di Maiwe (/viewuser.php?uid=226162)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Accidentally in love ***
Capitolo 2: *** Posso farcela ***
Capitolo 3: *** On the Top of the World! ***
Capitolo 4: *** Solo draghi buoni. ***
Capitolo 5: *** "Tu e io potremmo farcela." ***
Capitolo 1 *** Accidentally in love ***
Canzone: Accidentally in
Love –
Shrek OST
Prompt: Capogiro
Citazione: "Solo coloro
che
rischiamo di andare troppo lontano, possono scoprire quanto lontano
si può andare." (T. S. Eliot)
Fandom scelto:
LotR/Hobbit
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"No, no, no!"
Ma l'Aquila, l'immensa,
enorme,
paurosissima e artigliuta aquila prese Bilbo tra le sue grinfie e lo
sollevò da terra.
Da prima, nella testa
dello Hobbit,
passò una spiacevolissima sensazione di vertigine, che
lasciò poi
spazio ad un vorticoso capogiro, condito di urla terrorizzate quando
suddetta aquila mostruosamente gigante lo lasciò andare nel
vuoto.
Bilbo non
riuscì neanche a gridare.
Aveva la notte e lo strapiombo sotto di sé.
Il respiro gli si
mozzò – di
nuovo. Atterrò su qualcosa. Qualcosa di duro, pennuto e
gigantesco.
Un'altra Aquila.
Certo, 'sta volta fu
più grato alla
vita di averci a che fare, per quanto la prima delle due lo avesse,
effettivamente, salvato, nell'ordine, da Azog, warg vari e fiamme
alte come alberi.
E certo anche che,
adesso che stava
sorgendo il sole, quel volo – inziato solo pochi istanti
prima, ma
a Bilbo già parevano un'eternità – non
era poi così male.
Anzi, niente affatto.
Sotto di loro, le grandi
montagne, e
i primi raggi di un sole infuocato. Le nuvole si stavano diradando, e
l'alba, sopra di loro, si spalancò nella sua
immensità.
Nonostante il vento,
decisamente
forte, e i moscerini spiaccicati sul suo volto, allo Hobbit si
spalancò il cuore. Ecco che volava sulle grandi foreste
dell'Est.
Negò fino
alla fine dei suoi giorni
– a quell'altezza del viaggio, era ancora molto molto Baggins
e
decisamente poco Tuc -, ma una lacrima gli solcò il volto,
quando le
Aquile presero a girare intorno a un'altura, uno sperone di roccia, e
capì che stavano per abbandonarli definitivamente al loro
destino.
Guardò ancora
una volta a Est,
mentre il sole si levava, dorato e gigantesco.
"Sono arrivato
così lontano,"
pensò, "così lontano che non avrei mai
immaginato. Ho superato
il mio limite, e adesso mi sto... mi sto... Dannazione!", si
riscosse. "Mi sa che mi sto innamorando."
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Capitolo 2 *** Posso farcela ***
Prompt: Graticola
Canzone: Go the
Distance – Michael
Bolton
Dall'iniziativa mia e di Charme, "Drabble in itinere".
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"Posso farcela"
Avere tutti quei Nani in
casa, per
Bilbo Baggins, Hobbit di rispettabilissima reputazione, oltre che una
sorpresa inattesa, era un affronto alle proprie regole più
basilari:
amava i visitatori, per carità, come ogni altro Hobbit, ma
quegli
sbandati che gli stavano invadendo e insozzando il salotto, la cucina
e la sala da pranzo, svuotandogli oltretutto la dispensa, gli stavano
deliberatamente facendo saltare l'ora del tè, e, a quanto
pareva,
quella cosa sarebbe andata avanti fino all'ora di cena – se
non
oltre.
Lo Hobbit ebbe quasi la
tentazione di
fuggire dalla graticola che si trovava nella stanza da bagno, quando
i Nani arrivarono a chiedergli, anzi, a imporgli, di partire con loro
per un'avventura,
motivo per
il quale si trovavano lì, in casa sua.
Ma,
mentre stava quasi per prendere davvero la decisione fuggire, ebbe un
sussulto: la sua infida, avventata, sconsiderata e da troppo tempo
assopita parte Tuc gli fece notare che, appunto, stava scegliendo la
via della fuga. Perciò, quale differenza poteva mai esserci,
con
l'affrontare il pericolo, il Mondo Esterno e l'avventura,
senza fuggire deliberatamente?
Bilbo
si prese un
momento per pensare.
Quel
“momento”
terminò una volta che i Nani se ne furono andati, lasciando
la casa
inesorabilmente vuota e silenziosa, e lo Hobbit si ritrovò,
senza
riuscire a spiegarsi come, a correre giù per la sua Collina,
senza
neanche aver rimesso a posto i - numerosi - piatti della cena della
sera precedente.
Ce
l'avrebbe fatta,
si era detto sulla porta di casa, e continuava a ripeterselo; ce
l'avrebbe fatta. Sarebbe arrivato fino alle grandi montagne ad Est,
alle grandi foreste e all'immensità dei grandi spazi del
Mondo fuori
dalla propria, piccola porta verde.
Ce
l'avrebbe fatta,
e sarebbe anche ritornato. Avrebbe trovato, finalmente, il proprio
posto; no, non che avesse mai avuto dubbi: Casa sua era indubbiamente
la Contea, il suo tè caldo il pomeriggio e le sue piccole,
minuziose
abitudini. Ma, adesso, sentiva anche il bisogno di appartenere ad
altro: avrebbe trovato il proprio posto tra le braccia del Mondo.
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Capitolo 3 *** On the Top of the World! ***
"On
the top
of the World"
Songfic.
Canzone: On the top
of the world – Imagine Dragons
Fandom: Hobbit/LotR
Personaggi: Bilbo
Songfic partecipante al contest "Settimana tematica #1" delle Muse e
del Forum "Pseudopoli Yard"
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"Fischietta. Continua a fischiettare. Non guardare in basso!"
Bilbo si stava arrampicando su quel dannatissimo albero secolare
–
millenario? Eterno? Lui, personalmente, invece, sarebbe durato
decisamente molto meno, lo sentiva – per guardare il bosco
dall'alto.
"Arrampicati, Scassinatore, sei agile. Dicci se la direzione
è
giusta."
Mugugnando un "State scherzando, vero?",
Bilbo invece obbedì, scosso da un fremito e un brivido
freddi, di
eccitazione e di strana gioia.
Fischiettava per tenersi compagnia e darsi fiducia, per – ah,
non
guardare in basso! Si sentì morire, mentre penzolava come un
salame
stagionato da quel ramo scivoloso.
Non sapeva quanto tempo gli fosse rimasto, effettivamente, ma sapeva
che, in quel momento, dipendeva solamente da lui.
Avrebbe rivisto la luce, e avrebbe condotto i suoi compagni fuori da
quel dannato tunnel del Bosco Atro.
Avevano superato alte montagne, e traversato profondi fiumi: non
sarebbe morto perché penzolava da un albero. Si disse che,
in fondo,
era felice, di quel viaggio, aveva amato ogni momento –
all'incirca, certo: ma, in fondo, sentiva di meritarsi
quell'avventura. E adesso l'avrebbe dimostrato.
Si fece forza, strinse il ramo tra le mani, si tirò e su
e... "non
guardare in basso!"
Era sulla cima del mondo.
In cima al mondo intero.
Una vista incredibile, dalla cima del mondo.
Aveva pagato quel prezzo con fango, fame, sporcizia e terra, ma
adesso aveva aria, vento, luce e soprattutto farfalle.
Centinaia di farfalle che gli volavano intorno, rendendo tutto
ciò
che lo circondava bagnato di macchie rosse, viola, gialle, arancioni
e blu. Un mondo colorato, una vista mozzafiato, al di sopra
dell'ombra e della nebbia che comprimevano il bosco.
Aveva dovuto attendere, per poter sorridere così tanto,
così di
cuore.
Ma adesso, adesso che riusciva a vedere la fine di quell'immensa
distesa di alberi, e soprattutto la luce del tramonto, e ancora, la
giusta direzione per la Montagna, immensa, maestosa, gigantesca e
regale, si rese conto che fin da bambino aveva sognato di poter
vivere un momento del genere.
Avrebbe voluto scendere, chiamare gli altri, e far guardare anche
loro.
Fin da bambino aveva sognato quel momento: era sulla cima del mondo.
Era caduto, era incimpato; aveva cercato scorciatoie, ma aveva
continuato a cadere miseramente, inesorabilmente, ogni volta per un
motivo futile – una piccola radice, un sasso, semplice
distrazione.
Ma si era detto che non avrebbe dovuto mollare, e non avrebbe
mollato: era un Tuc, un folle, certo, ma il Baggins che era in lui
stava stringendo in denti. Non era ancora neanche lontamamente vicino
alla fine del viaggio, ma aveva resistito fino a quel momento, e
l'aveva fatto per un motivo.
A proposito: quale?
"Ci penserai dopo", si disse. "Non guardare in basso!"
Guardò davanti a sé, e rispose al proprio
quesito, ridendo di
cuore.
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Capitolo 4 *** Solo draghi buoni. ***
Pacchetto #4:
- Dove un animale di pezza viene portato in giro e trattato come un
essere dotato di sentimenti.
Colore:
Grigio
Gandalf è uno Stregone che difficilmente riesce a
stupirsi di
qualcosa. Gandalf è uno Stregone che molto ha visto, nella
sua vita,
e, da Grigio Pellegrino quale è, si è sempre
stupito davvero poco
di ciò che ha incontrato lungo il suo cammino per il mondo:
molto ha
visto, molto ancora vedrà.
Ma quando un piccolo Hobbit, uno Hobbit davvero piccolo,
niente
più che un bambino Hobbit, si lascia sorprendere mentre
è intento a
giocare con un animale di pezza a forma di grosso drago rosso, be',
allora sì che Gandalf il Grigio rimane stupito.
Il piccolo Hobbit, gli occhi grandi e svegli, gioiosi e
ammaliati
dai fuochi d'artificio che gli svolazzano intorno, ricambia il suo
sguardo, guarda lo stregone, non mostra paura.
“Guarda!” Chiama lo stregone.
“Io ho questo.”
“Lo
vedo, sì. E' molto bello, sai.”
“E' un drago. A lui piacciono
i tuoi fuochi d'artificio. Specie quelli che diventano farfalle
blu.”
Gandalf guarda il piccolo Hobbit. Si inginocchia e gli
dice, con complicità:
“Hai mai visto un drago vero?”
“Nossignore.”
“E ne
vorresti vedere uno?”
“Solo quelli buoni. Come il mio, che è
finto, è di pezza. Ma non dirglielo, lui non lo
sa.”
“Certo,
ci resterebbe male. I draghi amano sentirsi grandi e potenti!”
Bilbo
ringrazia il provvidenziale flash-back che ha appena avuto.
“Le storie non ti rendono giustizia, o Smaug,
L'Immenso.”
Bilbo è cresciuto, ma continua a sentirsi piccolo.
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Capitolo 5 *** "Tu e io potremmo farcela." ***
Pacchetto 2: "Fixer
Upper"
- Potremmo farlo, sai? Scappare. Vivere nei boschi. Tu e io
potremmo farcela. (Hunger Games)
_____________________________
“No, no, no. Assolutamente no.”
“Come sarebbe a
dire?”
“Non ho nessuna intenzione di muovermi da questa casa.
Sono un tipo rispettabile, io.”
Bilbo Baggins si accende la pipa
e cerca di inspirare a fondo.
“Roba da matti”, borbotta tra
sé e sé. “Roba da matti
completi.”
“Non fare il difficile! E' quello che hai sempre
desiderato.”
“Mai!”
Una grossa boccata di fumo sfugge dal naso dello Hobbit, e
fluttua
via, arrabbiata e contrariata.
“Be', peccato”, si alza in piedi Gandalf,
e fa per andarsene.
“Probabilmente ho scelto lo Hobbit sbagliato. Col tuo
permesso,
Bilbo Tuc.”
Bilbo Tuc non apprezza la testardaggine di Bilbo
Baggins, diventa paonazzo e si avventa contro di lui, seduto
placidamente sulla sua poltrona e deciso a non smuoversi da
lì.
Ci sono due Hobbit che litigano, rotolano sul pavimento e
sulle
scartoffie della scrivania, si tirano i capelli e si strappano i
bottoni delle bretelle.
Ci sono due Hobbit nella testa di Bilbo, ci sono due Hobbit
nel
suo cuore, e Gandalf lo stregone lo sa. Lo sa e li lascia
accapigliarsi.
I Nani cantano, e Bilbo Baggins e Bilbo Tuc li ascoltano.
I Nani si coricano, e così fanno i due Hobbit.
Bilbo Baggins sa
di avere ormai avuto la meglio: nessuna sciocca idea, nessuna sciocca
avventura.
Ma, mentre si siede sul letto e si mette la papalina da notte,
spegnendo il moccolo sul comodino, Bilbo Tuc, dal davanzale della
finestra, senza guardarlo gli parla.
“Potremmo farlo, sai? Scappare. Vivere nei
boschi.”
“Basta,
con queste sciocchezze.”
“Potremmo davvero farlo. Tu e io potremmo
farcela.”
Le
storie rendono omaggio e merito a Bilbo Baggins, ma in pochi sanno
che il vero eroe sarà sempre Bilbo Tuc, quel Tuc che, una
mattina di
primavera, spinse il grasso, placido Hobbit Baggins fuori dalla porta
di casa.
Pochi sanno, perché Bilbo Baggins è
sempre stato Bilbo Tuc, e
nessuno dei due è mai esistito senza il supporto dell'altro.
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