Accidentally in love

di Maiwe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Accidentally in love ***
Capitolo 2: *** Posso farcela ***
Capitolo 3: *** On the Top of the World! ***
Capitolo 4: *** Solo draghi buoni. ***
Capitolo 5: *** "Tu e io potremmo farcela." ***



Capitolo 1
*** Accidentally in love ***


Canzone: Accidentally in Love – Shrek OST

Prompt: Capogiro

Citazione: "Solo coloro che rischiamo di andare troppo lontano, possono scoprire quanto lontano si può andare." (T. S. Eliot)


Fandom scelto: LotR/Hobbit

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"No, no, no!"

Ma l'Aquila, l'immensa, enorme, paurosissima e artigliuta aquila prese Bilbo tra le sue grinfie e lo sollevò da terra.

Da prima, nella testa dello Hobbit, passò una spiacevolissima sensazione di vertigine, che lasciò poi spazio ad un vorticoso capogiro, condito di urla terrorizzate quando suddetta aquila mostruosamente gigante lo lasciò andare nel vuoto.

Bilbo non riuscì neanche a gridare. Aveva la notte e lo strapiombo sotto di sé.

Il respiro gli si mozzò – di nuovo. Atterrò su qualcosa. Qualcosa di duro, pennuto e gigantesco.

Un'altra Aquila.

Certo, 'sta volta fu più grato alla vita di averci a che fare, per quanto la prima delle due lo avesse, effettivamente, salvato, nell'ordine, da Azog, warg vari e fiamme alte come alberi.

E certo anche che, adesso che stava sorgendo il sole, quel volo – inziato solo pochi istanti prima, ma a Bilbo già parevano un'eternità – non era poi così male.

Anzi, niente affatto.

Sotto di loro, le grandi montagne, e i primi raggi di un sole infuocato. Le nuvole si stavano diradando, e l'alba, sopra di loro, si spalancò nella sua immensità.

Nonostante il vento, decisamente forte, e i moscerini spiaccicati sul suo volto, allo Hobbit si spalancò il cuore. Ecco che volava sulle grandi foreste dell'Est.

Negò fino alla fine dei suoi giorni – a quell'altezza del viaggio, era ancora molto molto Baggins e decisamente poco Tuc -, ma una lacrima gli solcò il volto, quando le Aquile presero a girare intorno a un'altura, uno sperone di roccia, e capì che stavano per abbandonarli definitivamente al loro destino.

Guardò ancora una volta a Est, mentre il sole si levava, dorato e gigantesco.

"Sono arrivato così lontano," pensò, "così lontano che non avrei mai immaginato. Ho superato il mio limite, e adesso mi sto... mi sto... Dannazione!", si riscosse. "Mi sa che mi sto innamorando."

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Capitolo 2
*** Posso farcela ***


Prompt: Graticola

Canzone: Go the Distance – Michael Bolton

Dall'iniziativa mia e di Charme, "Drabble in itinere".

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"Posso farcela"

Avere tutti quei Nani in casa, per Bilbo Baggins, Hobbit di rispettabilissima reputazione, oltre che una sorpresa inattesa, era un affronto alle proprie regole più basilari: amava i visitatori, per carità, come ogni altro Hobbit, ma quegli sbandati che gli stavano invadendo e insozzando il salotto, la cucina e la sala da pranzo, svuotandogli oltretutto la dispensa, gli stavano deliberatamente facendo saltare l'ora del tè, e, a quanto pareva, quella cosa sarebbe andata avanti fino all'ora di cena – se non oltre.

Lo Hobbit ebbe quasi la tentazione di fuggire dalla graticola che si trovava nella stanza da bagno, quando i Nani arrivarono a chiedergli, anzi, a imporgli, di partire con loro per un'avventura, motivo per il quale si trovavano lì, in casa sua.

Ma, mentre stava quasi per prendere davvero la decisione fuggire, ebbe un sussulto: la sua infida, avventata, sconsiderata e da troppo tempo assopita parte Tuc gli fece notare che, appunto, stava scegliendo la via della fuga. Perciò, quale differenza poteva mai esserci, con l'affrontare il pericolo, il Mondo Esterno e l'avventura, senza fuggire deliberatamente?

Bilbo si prese un momento per pensare.

Quel “momento” terminò una volta che i Nani se ne furono andati, lasciando la casa inesorabilmente vuota e silenziosa, e lo Hobbit si ritrovò, senza riuscire a spiegarsi come, a correre giù per la sua Collina, senza neanche aver rimesso a posto i - numerosi - piatti della cena della sera precedente.

Ce l'avrebbe fatta, si era detto sulla porta di casa, e continuava a ripeterselo; ce l'avrebbe fatta. Sarebbe arrivato fino alle grandi montagne ad Est, alle grandi foreste e all'immensità dei grandi spazi del Mondo fuori dalla propria, piccola porta verde.

Ce l'avrebbe fatta, e sarebbe anche ritornato. Avrebbe trovato, finalmente, il proprio posto; no, non che avesse mai avuto dubbi: Casa sua era indubbiamente la Contea, il suo tè caldo il pomeriggio e le sue piccole, minuziose abitudini. Ma, adesso, sentiva anche il bisogno di appartenere ad altro: avrebbe trovato il proprio posto tra le braccia del Mondo.




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Capitolo 3
*** On the Top of the World! ***


"On the top of the World"

Songfic.

Canzone: On the top of the world – Imagine Dragons

Fandom: Hobbit/LotR

Personaggi: Bilbo

Songfic partecipante al contest "Settimana tematica #1" delle Muse e del Forum "Pseudopoli Yard"

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"Fischietta. Continua a fischiettare. Non guardare in basso!"

Bilbo si stava arrampicando su quel dannatissimo albero secolare – millenario? Eterno? Lui, personalmente, invece, sarebbe durato decisamente molto meno, lo sentiva – per guardare il bosco dall'alto.

"Arrampicati, Scassinatore, sei agile. Dicci se la direzione è giusta."
Mugugnando un "State scherzando, vero?", Bilbo invece obbedì, scosso da un fremito e un brivido freddi, di eccitazione e di strana gioia.

Fischiettava per tenersi compagnia e darsi fiducia, per – ah, non guardare in basso! Si sentì morire, mentre penzolava come un salame stagionato da quel ramo scivoloso.


Non sapeva quanto tempo gli fosse rimasto, effettivamente, ma sapeva che, in quel momento, dipendeva solamente da lui.

Avrebbe rivisto la luce, e avrebbe condotto i suoi compagni fuori da quel dannato tunnel del Bosco Atro.


Avevano superato alte montagne, e traversato profondi fiumi: non sarebbe morto perché penzolava da un albero. Si disse che, in fondo, era felice, di quel viaggio, aveva amato ogni momento – all'incirca, certo: ma, in fondo, sentiva di meritarsi quell'avventura. E adesso l'avrebbe dimostrato.

Si fece forza, strinse il ramo tra le mani, si tirò e su e... "non guardare in basso!"


Era sulla cima del mondo.

In cima al mondo intero.


Una vista incredibile, dalla cima del mondo.


Aveva pagato quel prezzo con fango, fame, sporcizia e terra, ma adesso aveva aria, vento, luce e soprattutto farfalle. Centinaia di farfalle che gli volavano intorno, rendendo tutto ciò che lo circondava bagnato di macchie rosse, viola, gialle, arancioni e blu. Un mondo colorato, una vista mozzafiato, al di sopra dell'ombra e della nebbia che comprimevano il bosco.


Aveva dovuto attendere, per poter sorridere così tanto, così di cuore.

Ma adesso, adesso che riusciva a vedere la fine di quell'immensa distesa di alberi, e soprattutto la luce del tramonto, e ancora, la giusta direzione per la Montagna, immensa, maestosa, gigantesca e regale, si rese conto che fin da bambino aveva sognato di poter vivere un momento del genere.

Avrebbe voluto scendere, chiamare gli altri, e far guardare anche loro.

Fin da bambino aveva sognato quel momento: era sulla cima del mondo.


Era caduto, era incimpato; aveva cercato scorciatoie, ma aveva continuato a cadere miseramente, inesorabilmente, ogni volta per un motivo futile – una piccola radice, un sasso, semplice distrazione. Ma si era detto che non avrebbe dovuto mollare, e non avrebbe mollato: era un Tuc, un folle, certo, ma il Baggins che era in lui stava stringendo in denti. Non era ancora neanche lontamamente vicino alla fine del viaggio, ma aveva resistito fino a quel momento, e l'aveva fatto per un motivo.


A proposito: quale?

"Ci penserai dopo", si disse. "Non guardare in basso!"


Guardò davanti a sé, e rispose al proprio quesito, ridendo di cuore.

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Capitolo 4
*** Solo draghi buoni. ***


Pacchetto #4:


- Dove un animale di pezza viene portato in giro e trattato come un essere dotato di sentimenti.
Colore: Grigio


Gandalf è uno Stregone che difficilmente riesce a stupirsi di qualcosa. Gandalf è uno Stregone che molto ha visto, nella sua vita, e, da Grigio Pellegrino quale è, si è sempre stupito davvero poco di ciò che ha incontrato lungo il suo cammino per il mondo: molto ha visto, molto ancora vedrà.

Ma quando un piccolo Hobbit, uno Hobbit davvero piccolo, niente più che un bambino Hobbit, si lascia sorprendere mentre è intento a giocare con un animale di pezza a forma di grosso drago rosso, be', allora sì che Gandalf il Grigio rimane stupito.

Il piccolo Hobbit, gli occhi grandi e svegli, gioiosi e ammaliati dai fuochi d'artificio che gli svolazzano intorno, ricambia il suo sguardo, guarda lo stregone, non mostra paura.

“Guarda!” Chiama lo stregone. “Io ho questo.”
“Lo vedo, sì. E' molto bello, sai.”
“E' un drago. A lui piacciono i tuoi fuochi d'artificio. Specie quelli che diventano farfalle blu.”
Gandalf guarda il piccolo Hobbit. Si inginocchia e gli dice, con complicità:

“Hai mai visto un drago vero?”
“Nossignore.”
“E ne vorresti vedere uno?”
“Solo quelli buoni. Come il mio, che è finto, è di pezza. Ma non dirglielo, lui non lo sa.”
“Certo, ci resterebbe male. I draghi amano sentirsi grandi e potenti!”
Bilbo ringrazia il provvidenziale flash-back che ha appena avuto.

“Le storie non ti rendono giustizia, o Smaug, L'Immenso.”

Bilbo è cresciuto, ma continua a sentirsi piccolo.

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Capitolo 5
*** "Tu e io potremmo farcela." ***


Pacchetto 2: "Fixer Upper"


- Potremmo farlo, sai? Scappare. Vivere nei boschi. Tu e io potremmo farcela. (Hunger Games)



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“No, no, no. Assolutamente no.”
“Come sarebbe a dire?”
“Non ho nessuna intenzione di muovermi da questa casa. Sono un tipo rispettabile, io.”
Bilbo Baggins si accende la pipa e cerca di inspirare a fondo.

“Roba da matti”, borbotta tra sé e sé. “Roba da matti completi.”

“Non fare il difficile! E' quello che hai sempre desiderato.”
“Mai!”

Una grossa boccata di fumo sfugge dal naso dello Hobbit, e fluttua via, arrabbiata e contrariata.

“Be', peccato”, si alza in piedi Gandalf, e fa per andarsene. “Probabilmente ho scelto lo Hobbit sbagliato. Col tuo permesso, Bilbo Tuc.”
Bilbo Tuc non apprezza la testardaggine di Bilbo Baggins, diventa paonazzo e si avventa contro di lui, seduto placidamente sulla sua poltrona e deciso a non smuoversi da lì.

Ci sono due Hobbit che litigano, rotolano sul pavimento e sulle scartoffie della scrivania, si tirano i capelli e si strappano i bottoni delle bretelle.

Ci sono due Hobbit nella testa di Bilbo, ci sono due Hobbit nel suo cuore, e Gandalf lo stregone lo sa. Lo sa e li lascia accapigliarsi.

I Nani cantano, e Bilbo Baggins e Bilbo Tuc li ascoltano.

I Nani si coricano, e così fanno i due Hobbit. Bilbo Baggins sa di avere ormai avuto la meglio: nessuna sciocca idea, nessuna sciocca avventura.

Ma, mentre si siede sul letto e si mette la papalina da notte, spegnendo il moccolo sul comodino, Bilbo Tuc, dal davanzale della finestra, senza guardarlo gli parla.

“Potremmo farlo, sai? Scappare. Vivere nei boschi.”
“Basta, con queste sciocchezze.”

“Potremmo davvero farlo. Tu e io potremmo farcela.”
Le storie rendono omaggio e merito a Bilbo Baggins, ma in pochi sanno che il vero eroe sarà sempre Bilbo Tuc, quel Tuc che, una mattina di primavera, spinse il grasso, placido Hobbit Baggins fuori dalla porta di casa.

Pochi sanno, perché Bilbo Baggins è sempre stato Bilbo Tuc, e nessuno dei due è mai esistito senza il supporto dell'altro.


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