IL RAPIMENTO

di Dian87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- il rapimento ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- il capo ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- il ritorno ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- la nicchia del sacro consiglio ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5- l'ultima notte ***
Capitolo 6: *** L'ultimo saluto ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- il rapimento ***


CAPITOLO 1- IL RAPIMENTO
Una bimba dai capelli biondi stava giocando lungo il fiume vicino a un tempio. Sua madre le era vicino mentre il padre aveva da fare delle funzioni religiose nel tempio soprastante, un'adolescente era vicino a lei, pronta a scattare in caso di pericolo per la bimba e la madre di questa.
- Mamma! Guarda che bel pesce!- rise la bimba, prendendolo in mano, mentre questo cercava di sgusciare via.- Va bene per cena?-
- Mi sembra che la cena sia lontana, Euiko, forse per pranzo sarebbe meglio.- sorrise la madre.
Sia madre sia figlia indossavano uno yukata con motivi floreali simili, mentre l'adolescente indossava una salopette in jeans, con i pantaloni corti, e una maglietta verde a maniche corte. La ragazza era scalza, non avendo mai portato calzature di alcun tipo.
- Aya! Vieni a giocare anche tu!- rise la bimba dagli occhi d'ametista.
La ragazza sospirò. Quella bimba di dieci anni le era simpatica, ma era anche molto vivace.
- Non posso, signorina Euiko, ho promesso a vostro padre che non mi sarei lasciata distrarre da nulla.- rispose la ragazza.
- Su, Aya, puoi fare un piccolo strappo.- disse la madre.
- Mi spiace, ma non posso proprio: vostro marito è una persona molto conosciuta e potrebbero colpire voi per ferire lui.-
Dieci anni… tanto era passato dalla fine dello scontro contro Gyumao, tanto da quando Goku era sparito e lei era stata presa come guardia privata della famiglia di Genjo Sanzo Hoshi. Non poteva invecchiare e per questo era stata reputata la più idonea. Dieci anni prima, quando Goku era scomparso in una colonna di luce dopo aver sconfitto Gyumao, il "gruppo di Sanzo" si era diviso e ora erano ciascuno per la propria strada. Aya scrutò un'altra volta il paesaggio, non percependo nulla di pericoloso.
- Ah! Papà!- esclamò la bimba, correndo incontro al padre che si stava avvicinando.
La sensazione di pericolo colpì improvvisamente Aya e la guidò in direzione della bimba.
- SIGNORINA EUIKO! STIA ATTENTA!- esclamò Aya, tuffandosi verso la bimba, sottraendola alla presa di un demone uccello.
Aya si rialzò, afferrando la madre della bimba, che teneva stretta a sé, per un polso e trascinandola verso il marito.
- Tornate al tempio: lì dovreste essere al sicuro.- ordinò Aya.
Il bonzo portò moglie e figlia lungo la scalinata, mentre la ragazza copriva loro la ritirata e il bonzo, tra la presa sulla moglie e quella sulla figlia non poteva sparare con la sua pistola. Due demoni alati afferrarono Aya e un altro le lanciò una scarica elettrica con un forcone. Aya urlò, se se la prendevano con lei, non potevano inseguire la famiglia che intanto si stava mettendo al sicuro. La colpirono ancora, e ancora, e ancora, finché non fu così martoriata dai colpi che era vicino allo svenimento e la lasciarono cadere al suolo. I demoni afferrarono la donna e la bimba, volando via. Aya vide tutto, si rialzò e mosse qualche passo incerto nella direzione in cui i due demoni erano fuggiti con le due femmine, ma cadde praticamente subito svenuta al suolo.

Aya aprì gli occhi, sentendo un panno fresco sulla fonte. Non era il tempo di riposare, doveva ritrovare la famiglia di Sanzo. Si mise seduta e il panno le cadde sui pantaloni, così mise il tessuto in un mastello lì vicino, rialzandosi, doveva assolutamente ritrovare le due rapite. Vide in un angolo il suo spadone e se lo mise a armacollo, vacillando un po' sotto il peso dell'arma, ma recuperando subito l'equilibrio e si avvicinò a una finestra. Era una notte senza luna e, conoscendo bene la struttura del tempio, poteva allontanarsi indisturbata, tanto peggio per quello che avrebbe notato la sua scomparsa. Aya si issò sulla finestra e uscì, orientandosi subito grazie alle stelle, correndo in direzione dell'ultima volta in cui aveva visto i due demoni: nord-ovest. Anche se non poteva ammetterlo pubblicamente, Euiko era come una sorellina per lei e non poteva perdonarsi il fatto che fosse stata rapita per una sua distrazione. Avrebbe dovuto avvertire prima quella sensazione, avrebbe dovuto… e ora si ritrovava a inseguire demoni che probabilmente erano già giunti a destinazione, senza sapere dove questa fosse. Raggiunse la foresta e continuò nella sua corsa. Sapeva che maglietta e salopette non l'avrebbero protetta molto contro gli attacchi, ma non poteva lasciare che morissero senza che lei muovesse un dito, ma, essendo cresciuta nei boschi, sapeva bene come premunirsi in caso di scontro.

- Venerabile Genjo Sanzo Hoshi, Aya non è più nella sua stanza.- disse un adepto del tempio.
- È andata a cercare mia figlia e mia moglie.- rispose il trentaquattrenne, fumandosi una sigaretta.- La gente del villaggio la riporterà qui.-
- Sì, signore.- rispose l'adepto, allontanandosi.

Aya vide sorgere il sole e si affrettò, non poteva trovarsi nei paraggi del villaggio o l'avrebbero riportata indietro e non poteva permettersi un altro contrattempo, non le era concesso. L'essere stata una volta umana la rallentava, ma ciò che era la rendeva… diversa. I lunghi capelli castani chiari fluttuavano sciolti nell'aria mentre correva, gli occhi azzurri scrutavano qualsiasi punto della foresta, in allerta per ciascun pericolo ed era così che sarebbe dovuta essere il giorno prima. Il corpo le doleva ancora per le scariche elettriche e solo quando fu completamente sfinita si fermò a riposare, aveva percorso in tutto quel tempo qualche centinaio di chilometri. Deglutì e la saliva le sembrò gelida a contatto con l'esofago, caldo per lo sforzo della corsa.
- Buongiorno.- disse una voce.
Aya sussultò: l'avrebbe riportata al tempio. Tuttavia alzò lo sguardo.
- Buongiorno, signor Hakkai.- rispose.
- Cosa ci fa così lontana dal tempio, signorina Aya? Non lo sa che è pericoloso?-
- Me ne rendo conto, signor Hakkai, ma non posso fare a meno di allontanarmi da lì.-
- Sanzo ha raggiunto me e Gojyo e ci ha già spiegato la situazione.-
- Allora sa che non ho tempo da perdere.-
- Sì, ma lei è ancora ferita.-
- È una cosa da nulla, signor Hakkai, la prego di lasciarmi continuare verso la direzione in cui sono sparite la moglie e la figlia del sommo Genjo Sanzo Hoshi.-
- È bene non sottovalutare le ferite, per quanto insignificanti possano sembrare.-
Hakkai la prese per un braccio, iniettandole un sonnifero per via sottocutanea, e Aya cadde subito addormentata fra le sue braccia, non poteva lasciarla correre con un braccio che sanguinava ancora copiosamente. Hakkai scosse la testa, portandola dagli altri: quella ragazza sottovalutava troppo le proprie ferite.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- il capo ***


CAPITOLO 2- IL CAPO
Aya aprì gli occhi, notando che aveva un braccio fasciato stretto. Vedeva la luce andarsene e venire, con macchie verdi in movimento e lentamente la vista le tornava a nuovo. Si mise seduta e vide che si trovava in viaggio con Sanzo e i suoi compagni.
- Vedo che ti sei svegliata.- commentò Gojyo.
- Cosa pensavi di fare in quelle condizioni?- chiese Sanzo, brusco.
Già, cosa sperava di fare, stando ancora ferita? Poteva davvero sperare di rimediare al suo errore rischiando di morire lungo il viaggio?
- Almeno ora l'abbiamo medicata come si deve.- disse Hakkai, continuando a guidare.
- Vi ringrazio, per questo, ma devo andare.- rispose Aya.- Non posso permettermi contrattempi.-
- Ci stiamo dirigendo verso il rifugio di quei demoni uccello.- rispose Gojyo.
Il viaggio verso nord-ovest era cominciato, ma i tre adulti non potevano fare a meno di fare paragoni con quello che avevano compiuto dieci anni prima, con quella rumorosissima scimmia che era Goku, e non potevano fare a meno di ricordare come il ragazzo era scomparso. Aya aveva sentito più volte quel racconto da fonti diverse, anche dallo stesso Genjo Sanzo, quando lo raccontava alla figlioletta.
Il cielo era sereno, come il giorno prima, e Aya non era tranquilla come suo solito, il peso della responsabilità del rapimento della figlia e della moglie di Genjo Sanzo le pareva un peso insopportabile.
- Quanta strada facciamo oggi?- chiese Hakkai.
- Fino al tramonto.- rispose Sanzo.
- Un'altra corsa contro il tempo.- commentò Gojyo, con un sorriso sulle labbra.

Al tramonto il gruppo trovò una casera in cui dormire.
Le ore di viaggio erano state lunghe per i tre adulti poiché, quando c'era stato Goku, aveva pensato lui, involontariamente, a riempirle con le sue richieste di cibo e le sue liti con Gojyo.
Aya si distese sul tetto, come sempre nella sua vita, mentre gli altri tre stavano dentro.
- Sanzo, cosa pensi di fare?- chiese Hakkai.
- Ritrovare mia moglie e mia figlia.- rispose il bonzo.
- Sappiamo che sono andati a nord-ovest, ma che pensi di fare con lei?-
- Ha fatto il possibile, per salvarle.-

Aya aveva socchiuso gli occhi da un po', quando una presenza la svegliò del tutto. Un demone uccello, come quello che aveva catturato Euiko e la madre di questa, si posò sul tetto, ma Aya era già in piedi e pronta a combattere.
- Il piano sta proseguendo, capo.- disse il demone.
- Quale capo, maledetto demone? E di che piano vai parlando?- chiese Aya.- Dove avete portato la signorina Euiko e sua madre?-
- Sono nella nicchia del Sacro Consiglio, come avevi ordinato. È stata una buona idea, quella di mettersi al servizio di Genjo Sanzo Hoshi per dopo ferirlo maggiormente.-
- Non so di che parli. Ora… muori!- esclamò Aya, prendendo lo spadone dal fodero e attaccando il demone.

I rumori della lotta si sentirono anche nella casera e fecero sì che Sanzo, che non si era addormentato, si alzasse e andasse fuori a vedere cosa succedeva e, a poco a poco, anche gli altri due uscirono e videro Aya combattere contro un demone uccello. La ragazza eliminò il demone, ma poco dopo si inginocchiò, stremata dal combattimento che era stato sì breve ma pieno di energia, appoggiandosi allo spadone.
- AYA!- esclamarono Hakkai e Gojyo, correndo verso di lei e sorreggendola.
- Sto… sto bene…- disse lei, fra un respiro e l'altro.- sono… loro sono alla nicchia… del Sacro… Consiglio…-
- La nicchia del Sacro Consiglio? È a poche settimane da qui.- disse Gojyo.
- Ora riposati.- le disse Hakkai.- Sei allo stremo delle forze.-
Aya annuì, deglutendo saliva. Tutto quello che era successo l'aveva turbata, non sapeva spiegarselo, ma immaginava già come utilizzare ciò a favore della missione: Euiko e sua madre sarebbero state al sicuro fino al loro arrivo. Gojyo e Hakkai accompagnarono dentro Aya, mentre Sanzo restava ancora all'esterno, come se non avesse voglia di dormire.

Sanzo si chiedeva come Aya avesse avuto quell'informazione, come avesse saputo dov'erano sua moglie e sua figlia, questo non lo faceva dormire. Durante la notte ebbe diverse idee, ma una continuava a frullargli in testa: quella che fosse il demone uccello, che Aya aveva ucciso, a rivelarglielo, ma quanto aveva visto non era sufficiente a dimostrarlo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- il ritorno ***


CAPITOLO 3- IL RITORNO
Aya sonnecchiava sul sedile posteriore, Hakkai era alla guida, Sanzo era in un stato di dormiveglia e Gojyo si guardava annoiato intorno, tutti ignari di cosa sarebbe successo loro in breve.
Hakkai improvvisamente frenò, Sanzo si svegliò completamente, Gojyo guardò davanti e Aya si svegliò, portando subito una mano allo spadone, anche se non sentiva la presenza di nemici. Hakkai scese e prese dolcemente tra le braccia un corpo svenuto.
- Hakkai, non dirmi che quello è…?- fece Gojyo.
- Sì, è Goku, bisogna trovare subito un riparo per medicarlo.- rispose Hakkai, portando Goku sulla jeep e partendo subito a razzo, quanto Hakuryu poteva.

Aya era di guardia accanto al letto di Goku, rimasto come dieci anni prima, come le era stato ordinato da Sanzo, e stava seduta su una sedia, con braccia che circondavano gambe raccolte. Aveva sentito parlare di lui più volte, ma mai aveva pensato di incontrarlo, c'era qualcosa che le diceva che era sbagliato che lei stesse accanto a lui a vegliarlo dolcemente, forse era ora di sparire per sempre, ma aveva degli ordini…
Goku si mosse e aprì gli occhi, osservandosi intorno, e vide la ragazza vestita di maglietta e salopette stargli accanto. - AH! Finalmente il tuo sortilegio è stato spezzato!- esclamò Goku, con voce trionfante.- Non potrai più fare del male a nessuno!-
- Non credo di capire a cosa stia alludendo, signor Goku, ma ora che lei è sveglio credo che sia meglio avvertire il sommo Sanzo.- rispose con calma Aya, alzandosi.
Goku le prese una mano, tirandola a terra, e si alzò, pronto a colpirla, quando intuì qualcosa di strano.
- La prego di lasciarmi andare a salvare la moglie e la figlia del sommo Genjo Sanzo Hoshi, signor Son Goku, è stata colpa di una mia distrazione, se sono state catturate, ed è mio dovere liberarle.- disse Aya, con voce sommessa.- Per ora sono riuscita a guadagnare del tempo per il salvataggio, ma non è sufficiente e presto sarà troppo tardi per evitare che quei demoni facciano ciò che vogliono fare.-
- Sei diversa da prima, dov'è finita tutta la tua arroganza?-
- Non ne ho mai avuta, a quanto ricordo, signor Goku.-
Goku la alzò, osservandola negli occhi, e la strinse a sé più forte che poteva. La ragazza strinse i denti, lottando con sé stessa per non mostrare i segni del dolore e stringendo i pugni per tenere dentro di sé il dolore. Quando Goku parve soddisfatto, le alzò il viso e la baciò, lasciandola spiazzata, dopo si allontanò verso la porta.
- Sei veramente cambiata da dieci anni fa, vediamo come stanno Sanzo e gli altri.-
Goku uscì e Aya rimase come paralizzata, ma poco dopo, quando si fu ripresa, raggiunse la stanza centrale. Goku aveva già spiegato cosa gli era successo in quegli anni, imprigionato in una trappola di luce, incapace di muoversi ma non di non vedere cosa stava avvenendo.
- Come ti senti, Aya?- chiese Hakkai, vedendo la ragazza entrare nella stanza e subito dirigersi verso l'esterno.
- Meglio, signor Hakkai, vado a fare il turno di vigilanza all'esterno, ora che il signor Goku sta bene.- rispose la ragazza e, subito dopo, uscì.
Ci fu un grande silenzio, nella stanza, quando Aya uscì, ma fu Gojyo a romperlo.
- Non riesco a credere che una ragazza così dolce con i bambini possa essere in grado di fare ciò che ha fatto.-
- Ora non ne è più capace.- rispose Goku.

Aya si distese sul tetto.
Pioveva… pioveva come il giorno in cui era stata fatta diventare così, come il giorno in cui le avevano tolto i ricordi del suo passato e come quando aveva visto per la prima volta nella sua vita colei che si diceva sua madre. Invece, i giorni in cui aveva visto per la prima volta la figlia di Genjo Sanzo, quello in cui era stata presa al suo servizio e quello nel quale la moglie e la figlia di Sanzo erano state rapite c'era un bel sole caldo.
La pioggia aveva nascosto molte lacrime, il giorno in cui aveva visto colei che si era detta sua madre, lacrime della ragazza perché la donna non era stata nemmeno un po' felice di vederla dopo diciassette anni di lontananza.
La giovane si sedette, estrasse lo spadone e lo appoggiò sulle gambe, incrociate, dandogli una pulita con uno straccio, lo faceva sempre quand'era sola e pioveva, c'era una fredda pioggia. Quando finì di pulirlo, lo rimise a armacollo e rimase seduta a gambe incrociate, fissando il vuoto.
- Cos'ho fatto nel mio passato? Perché non posso sapere chi sono o da dove vengo?- mormorò, senza accorgersene.
Sentì qualcuno stringerla da dietro, sotto al seno, abbracciandola dolcemente.
- Sei diventata un'altra donna, Aya, diversa da colei che mi aveva imprigionato nella trappola di luce.- le sussurrò Goku all'orecchio, accostandosi di più a lei.- Sei molto meglio di prima, non sforzarti a voler capire cosa c'è nel tuo passato.-
- Se non so il mio passato, signor Goku, non posso sapere come potrò reagire a diversi stimoli.- rispose Aya.
- Togli quel "signor" almeno quando siamo soli, Aya, siamo quasi coetanei.-
Una mano di Goku si mosse verso il basso e Aya arrossì vistosamente e improvvisamente.
- S… Goku…- mormorò, spaventata.
- Shh… non aver paura, Aya…- le sussurrò lui.- Non succederà nulla di male…-
- M… ma…-
L'altra mano di Goku le tappò dolcemente la bocca, mentre la prima raggiungeva lentamente le parti basse della ragazza. Aya non sapeva cosa fare e ne era terrorizzata, dopo mosse la destra per prendere la mano di Goku, che stava scendendo, quando avvertì una presenza demoniaca molto forte. Aya si sciolse dalla presa di Goku in uno scatto improvviso e corse in direzione dell'energia demoniaca e, sotto a una cascata, vide un giovane e attraente demone uccello. Si avvicinò e lui si voltò verso di lei.
- Ah, Aya, finalmente sei arrivata.- commentò, sereno.
- Come fa a sapere il mio nome?- chiese lei, estraendo lo spadone dal fodero.
- Su, sono anni che ci conosciamo, mia futura sposa. Che è? Stai mantenendo una copertura?-
Aya lo attaccò e, quando fu vicino a lui gli parlò in un sussurro.
- Sì, è proprio così. Mantenete vive le due femmine indenni finché non arrivo io a completare il lavoro.-
Combatterono un po', senza l'istinto omicida, e dopo lui se ne andò, stridendo il fatto che sarebbe tornato per vendicarsi. Aya tornò alla casera, risistemandosi sul tetto e si distese, non percependo alcuna presenza. Aveva guadagnato dell'altro prezioso tempo per salvare la moglie e la figlia del sommo Sanzo, non poteva lasciarsi fuggire occasioni del genere, ma si chiedeva quale fosse il piano che lei aveva ideato almeno dieci anni prima ai danni del bonzo che ora serviva fedelmente. Ma a cosa sarebbe servito il suo servizio se scopriva che era stata lei a organizzare il piano del rapimento? L'avrebbe uccisa con la sua pistola senza pensarci su e lei sarebbe stata pronta e non avrebbe pianto, non avrebbe dovuto farlo. La sua vita era stata consacrata alla salvezza della figlia del sommo Sanzo e, quando lei era stata rapita, si era sentita morire. Doveva salvarla, solo così avrebbe potuto continuare a sorvegliarla.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4- la nicchia del sacro consiglio ***


CAPITOLO 4 - LA NICCHIA DEL SACRO CONSIGLIO
Aya si trovava sulla jeep che si stava dirigendo verso la nicchia del Sacro Consiglio, dove aveva detto di aspettare che fosse arrivata prima di sacrificare le due rapite. Nella sua mente e nel suo cuore c'erano molti dubbi e incertezze su quello che stava facendo e su quello che andava a fare. Forse sarebbe dovuta sparire, morire, ma voleva tanto bene alla piccola Euiko che le mancava il coraggio di farlo al solo pensiero di non salvarla.
Goku si distese sul sedile, mettendo la testa sulle sue ginocchia, e lei arrossì violentemente, facendo così sorridere Gojyo: lei, di solito così staccata dagli altri da sembrare senza sentimenti, ora era imbarazzata solo perché Goku le aveva appoggiato la testa sulle gambe.
La ragazza lo vide dormire tranquillo. Da quando c'era lui il tempo del viaggio sembrava minore di quando non c'era e anche il suo turno di guardia, spesso si era accorta che, mentre lei vegliava su tutti, lui vegliava su di lei in un modo stranamente silenzioso, stranamente per chi lo aveva già conosciuto. Forse avrebbe dovuto dirglielo, ciò che sentiva quand'era vicina a lui, ma temeva che le cose che stava per scoprire avrebbero causato la sua morte, anche se i demoni uccello avevano smesso di attaccarli molto da quando aveva parlato con il suo "promesso sposo", forse aveva ordinato di non attaccarli per non far saltare la sua "copertura", non lo sapeva e fare solo qualche attacco sporadico.
Spesso, però, si sorprendeva a svegliarsi di soprassalto, nei momenti in cui chiudeva gli occhi, con una paura totale. Non l'aveva mai detto a nessuno, ma i suoi incubi la spaventavano terribilmente. Vedeva pezzi di quelli che potevano essere il suo passato, lei che commetteva assassinii, depredava villaggi, rapiva persone, rapinava e uccideva… cose che, dal momento in cui era stata cambiata non si sarebbe mai sognata di fare, solo di bloccare. Non lo aveva mai detto a nessuno perché aveva paura che la prendessero in giro e credessero che fosse una debole da eliminare subito.
Gojyo osservò bene la ragazza. Gli pareva impossibile che quella "macchina" al servizio di Sanzo e che obbediva immediatamente a ogni suo ordine potesse essere implicata in fatti di più grandi proporzioni. Sapeva quanto poteva essere mortale, ben più di una volta l'aveva vista all'opera da quando l'avevano presa dalla scuola, ma anche quanto dolce e con quanto affetto sapesse trattare gli altri e sapeva soprattutto che voleva bene alla figlia del bonzo come a una sorellina, anche se non erano figlie o della stessa madre o dello stesso padre, com'era successo con lui.
Aveva sentito nei dieci anni in cui si erano allontanati l'uno dagli altri diverse storie sul capo di una banda di demoni che stavano alla nicchia del Sacro Consiglio e sapeva che era stata un'umana a guidarli tutti e a fare numerose vittorie, finché non era misteriosamente svanita nel nulla. Forse era vero, era proprio lei il capo di quella banda, visti anche gli scontri che aveva avuto con i demoni uccello, che parevano facessero di tutto per non ferirla e che, inevitabilmente, andavano incontro alla morte, anche per mano di colei che non volevano ferire.
Tuttavia capiva che non era più la stessa, ogni tanto la vedeva riscuotersi violentemente dal sonno, tanto difficilmente conquistato, piena di terrore. Non sapeva né riusciva a immaginare cosa potesse spaventarla tanto da impedirle un sonno normale e gli pareva che solo quella stupida scimmia di Goku lo sapesse e per questo riuscisse a starle tanto a lungo vicino, fin troppo a lungo per due che fino a dieci anni prima dicevano di essere nemici mortali, forse c'era del tenero in loro che o non l'avevano capito o lo nascondevano molto bene.
Hakkai guidava pazientemente, senza preoccuparsi troppo di ciò che avveniva dietro. Aveva molti dubbi, anche lui, sulla ragazza e si chiedeva se veramente potevano fidarsi ciecamente delle sue indicazioni. Non aveva capito molto bene come se l'era procurate, non aveva spiegato molto bene, solo poche parole confuse. Anche lui, come gli altri, aveva sentito quelle storie dell'umana a capo dei demoni, ma sapeva che nessun demone normalmente obbediva agli umani, loro erano una specie di eccezione alla regola solo perché seguivano Sanzo. Forse la ragazza mentiva del fatto di aver perduto totalmente la sua memoria passata, prima di quando era stata assegnata alla custodia della moglie e della figlia di Sanzo, ma sentiva che anche lei stava soffrendo per il fatto che la piccola era in pericolo.
Sanzo non pensava. In quel momento pareva non pensare nulla, nulla su sua moglie, nulla su sua figlia, nulla sul possibile futuro tradimento di colei che aveva posto alla sicurezza della sua famiglia. Rimaneva impassibile nonostante tutti i pensieri che potevano frullargli in testa, forse si stava solo godendo il silenzio, da quando Goku era tornato il viaggio non era più stato silenzioso come prima. Teneva in mano la sua shoreiju, nascosta dalle maniche poiché aveva le braccia conserte e il tessuto si univa, celando tutto ciò che contenevano.
Goku riposava tranquillamente con la testa sulle ginocchia di Aya. A differenza degli altri, lui sapeva tutto della ragazza, o quasi, ma non aveva mai voluto raccontarlo a nessuno. Sapeva tutto del perché era tanto popolare e ubbidita dai demoni, molto del piano che aveva elaborato per far penare Sanzo e di com'era riuscita e intrappolarlo, ma sapeva anche che senza il Libro che aveva alla nicchia non poteva essere realmente pericolosa, il suo Libro delle Ombre Sottomesse era necessario per eseguire gli incantesimi e i sacrifici.
Stava comodo sulle sue ginocchia, sentiva il suo profumo riempirlo, la sua mano accarezzargli dolcemente i capelli e i sentimenti, totalmente diversi da quelli di dieci anni prima, riusciva più o meno a intuirli. Forse avrebbe voluto dirglielo, quanto teneva a lei, ma aveva paura che potesse fare sciocchezze. Lui, la stupida scimmia, come veniva chiamato di solito, era in grado di amare qualcuno e di preoccuparsi per quello, non era il moccioso insensibile che i suoi vecchi compagni pensavano fosse rimasto. Sapeva quanto avrebbe sofferto Aya nel sapere che era lei la forza che aveva mosso quella lunga serie di eventi.
L'aveva seguita, quando si era allontanata la prima notte che l'aveva incontrata dopo la liberazione dalla trappola, e l'aveva vista cercare di prendere tempo per poter giungere a salvare colei alla quale teneva molto. Forse sognava ad occhi aperti, ma Goku desiderava che ci fosse anche nei suoi confronti tutto quel sentimento che Aya aveva nei confronti della bambina di Sanzo. Socchiuse gli occhi, sentendo che la mano della giovane si era fermata, e la vide dormire con un'espressione spaventata in viso, in non molto si sarebbe svegliata, non appena ciò che vedeva fosse risultato troppo per lei. In fondo era sempre così, fin sa quando aveva cominciato ad amorevolmente sorvegliarla.
- Non vorrei svegliarvi.- disse Hakkai e Aya si svegliò di scatto.- Siamo quasi arrivati, ho visto poco distante una casa abbandonata ma ancora intera, passeremo lì la notte.-
I cinque osservarono la strada. Aya e Goku alzarono lo sguardo sulla poco distante nicchia: l'ora della verità sarebbe presto giunta per tutti.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5- l'ultima notte ***


CAPITOLO 5 - L'ULTIMA NOTTE
Aya salì sul tetto come suo solito e rimase seduta, rannicchiata con le braccia che circondavano le gambe, a vegliare e pensare. Finalmente erano giunti alla nicchia del Sacro Consiglio, avrebbe dovuto essere riposata per l'indomani e sapeva che maglietta e salopette avrebbero decretato la sua morte, una volta scoperto che la sua non era una copertura, ma una vera e propria azione di salvataggio.
Sentì qualcuno metterle una coperta sulle spalle e vide Goku sedersi accanto a lei.
- Non riesci a prendere sonno?- gli chiese.
- No, e nemmeno tu, a quanto pare.- rispose, sorridendole dolcemente.
Il cuore di Aya cominciò a battere furiosamente.
- Appena la Luna sarà alta dovrà essere effettuato il sacrificio. Questa è la mia ultima notte.- disse, con le lacrime che le salivano agli occhi.- È colpa mia se Euiko e sua madre sono state rapite, devo salvarle.-
- Aya, verrò con te.-
- No, Goku, aspettano me, sono il loro capo. Non l'ho mai detto perché avevo paura, ma ho sempre sognato il mio passato e ne ho sempre avuto paura. Appena toccherò il Libro delle Ombre Sottomesse vi sarà una specie di lotta interna a me stessa e, molto probabilmente, la mia parte buona, quella che ora vedi, sarà sottomessa.-
Goku vide le lacrime della ragazza e ebbe un tuffo al cuore. Non poteva restare con le mani in mano mentre lei piangeva a causa del suo passato. L'abbracciò, le sollevò il viso, baciandola prima che lei avesse il tempo di dire qualsiasi cosa, e lo tenne a lungo, stringendola a sé. Solo quando si decise a lasciarla si aspettò che lo uccidesse con il suo spadone, che aveva sempre ad armacollo, ma, con sua sorpresa, lei lo ricambiò dolcemente e lui decise di stringerla ancora più forte a sé. Quando anche lei terminò il suo bacio, appoggiò la testa sul suo petto e cominciò a singhiozzare. - Scusami, ti ho fatto male?- le chiese, preoccupato.
- No, scusami tu, è colpa mia, avrei dovuto dirti molto tempo fa ciò che provavo per te, ma ormai è tardi.-
- Non è mai troppo tardi.-
- Lo è, invece, ti ho dato speranze per nulla: io morirò questa notte stessa, lo so già.-
- Non morirai.- rispose lui, testardamente.- Non lo permetterò.-
- Perdonami e… addio, Son Goku.-
Aya lo baciò un'altra volta e dopo, in lacrime, corse verso la nicchia. Gli altri tre uscirono giusto in tempo per vedere Goku cadere dal tetto nel tentativo di fermare Aya che stava correndo incontro alla morte.
- Goku, cos'è successo?- chiese Hakkai.
- Aya!- rispose lui.- Sta andando alla nicchia da sola e sa che morirà lì.-
- Gojyo, vieni con me. Hakkai, resta qui con Goku.- ordinò Sanzo.
- Voglio venire anch'io!- rispose Goku.
- Tu resti qui, punto e basta.- terminò Sanzo.

Aya arrivò alla nicchia e fece in modo che non si vedessero i segni del pianto. I demoni uccello prima le puntarono contro le armi e dopo, riconoscendola, si misero sull'attenti e la scortarono fino alla Sala del Sacrificio. Lì la ragazza vide la schiera di demoni uccello, compreso il suo promesso, schierata sul muro e le due femmine al centro. C'erano almeno centoventi demoni e lei non ne aveva mai dovuto abbattere tanti come avrebbe dovuto farlo allora, in più avrebbe dovuto portare fuori da lì nel frattempo la moglie e la figlia di Sanzo. Vide lo sguardo impaurito delle due fissarsi su di lei, ma non voleva aumentare false speranze, per questo non rispose con uno sguardo dolce e rassicurante. Un demone le porse un libro e lei lo prese, riconoscendolo: era il Libro delle Ombre Sottomesse. La ragazza lo prese in mano, aprendolo, e un forte vento investendola dal basso all'alto intorno e sulla sua figura. I demoni furono molto preoccupati: mai avevano visto il loro capo fare così.
- AAAAAAH!- urlò la ragazza.
- TORNAMI IL LIBRO, TU, DEBOLE UMANA, NON LO MERITI.- disse un'altra voce da lei.
- INDIETRO, MOSTRO, NON TI LASCERÒ AVERE IL SOPRAVVENTO SU DI ME.-
- FA' COME TI DICO, UMANA! HAI SCELTO LA MORTE, ALLORA LASCIAMI CONTROLLARTI!-
- SCORDATELO, MORIRÒ, MA NON SARÒ DI NUOVO MALVAGIA, NON UCCIDERÒ PIÙ GENTE INNOCENTE!-
- L'HAI VOLUTO TU!-
Tutti i demoni si erano riuniti nella sala e questo aveva lasciato la via libera a Sanzo e Gojyo. Entrarono in quel momento e videro la ragazza investita dal vento lottare con sé stessa e un effetto ottico la fece sembrare sdoppiata.
- È spaventoso.- commentò piano Gojyo.
Sanzo osservò un attimo la scena e dopo corse dalla moglie e dalla figlia, tirandole via dal centro della sala.
- Gojyo, elimina quanti più demoni puoi finché non torno.- gli ordinò.
- Con grande piacere.- rispose lui, distraendosi dallo spettacolo della ragazza che lottava con sé stessa, e cominciando a eliminarli tutti.
- MORIRANNO TUTTI, NON CI SARÀ NESSUNO AD AIUTARTI.-
- VIVERE NON È LA MIA MISSIONE NÉ IL MIO FUTURO, MORIRÒ COMUNQUE E LORO SARANNO SALVI: LA MIA MORTE È LA CHIAVE DI TUTTO.-
- SEI UNA STOLTA, AYA BUONA!-
- NO, NON DIREI UNA STOLTA, AYA MALVAGIA, SOLO UMANA, CIÒ CHE TU NON SEI PIÙ DA MOLTO TEMPO.- prese il Libro e recitò un incantesimo.
- NOOOO!- fece la parte malvagia, scomparendo del tutto e lasciando solo una flebile ombra che presto sarebbe svanita.
Gojyo eliminò indisturbato l'ultimo demone. Alla fine Sanzo non si era fatto vedere, ma vide Goku arrivare di corsa e raggiungere la ragazza che, lasciata dal vento, stava cadendo a terra, priva di forze. Goku la prese al volo e la prese in braccio, sollevandola mentre lei si teneva stretta a lui e la vita le scorreva via dalle dita molto velocemente. Goku la portò fuori da Hakkai, mentre Gojyo lo seguiva, e gli chiese se poteva salvarla, in qualche modo.
- Goku, mi spiace, non so come dirtelo…- cominciò, inceppandosi.
Aya accarezzò il viso di Goku.
- Se vivessi ancora tu dovresti morire, è così che funziona, Goku.- gli disse dolcemente e lo baciò.- Ti amo…-
- NOOOOOOOOOOOOO!- urlò Goku, in preda alla disperazione più totale.

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Capitolo 6
*** L'ultimo saluto ***


L'ULTIMO SALUTO
Goku, Gojyo, Hakkai, Euiko e sua madre erano vestiti in nero, Sanzo officiava il funerale, Hakuryu stava fermo sulla spalla di Hakkai. I monaci intonarono canti religiosi per concludere le onoranze funebri, dopo tutti se ne andarono, meno Goku, che rimase solo a piangere sulla tomba della sua amata.
- Aya, spiegami perché uno dei due doveva morire,- pianse Goku.- perché deve funzionare così, perché non potevamo vivere insieme come due felici innamorati, perché sei dovuta andartene per sempre? Siamo vissuti per anni odiandoci e ora so che era tutto tempo perso, quello dei nostri scontri, che potevamo usare per vivere felici, magari lontano dagli scontri. Forse reputavi che non ero ancora pronto? Eppure, dopo dieci anni, non sono pronto a accettare la tua scomparsa, non posso credere di non poterti più stringerti tra le braccia. Mi sei scivolata via come alla fine di un sogno, ma, se era un sogno, allora voglio dormire e per sempre per poter sempre stare con te, senza che nessuno ci separi.-
Una fiammella tremolò sulla tomba e prese la forma di Aya, anche se diafana.
- Goku, non piangere.- gli disse e lo vide guardarla.- È vero, non possiamo stare insieme nel mondo dei vivi, ma io ti attendo e ti attenderò sempre nel regno dei morti, invano perché tu non sei destinato a stare qui né a venire per dopo uscire con qualcuno. Hai un angelo custode in più.-
- Attenderò la morte con impazienza e mi andrò a cacciare in tutti i pericoli sperando di non sopravvivere.-
- Amore mio, le tue speranze purtroppo non possono essere che sogni. Rifatti una vita, dimenticati di me.-
- Come potrei dimenticarti, Aya? Sei l'unica che amo e che abbia mai amato.-
Aya aiutò Goku a rialzarsi e dopo lo abbracciò.
- La mia vita era limitata, Goku, ero pur sempre un'umana di base, tu no, tu di base sei un bimbo eretico e, per questo, immortale: vivrai sempre, non arma né veleno né incanto potranno mai ucciderti, per questo devi sforzarti di andare avanti e rifarti una vita. Non so quanto mi ci vorrà per reincarnarmi o se mai potrò farlo, ma nel caso accadesse non ricorderei nulla di ciò che è successo in questa vita e peneresti per nulla. Vivi, amore mio, vivi.-
Goku la baciò un'ultima volta e dopo Aya svanì nel nulla, lasciando a Goku un'isola di serenità in mezzo al dolore che stava provando.
- Ti aspetterò, Aya, questa è una promessa, nonché il mio ultimo saluto a te. Ti aspetterò e non mi unirò a nessun'altra al di fuori di te: sarà il momento nel quale vivremo tutti e due insieme senza che per forza uno debba morire.-

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