Take me home di JulieMary (/viewuser.php?uid=180622)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Live while we're young (part 1) ***
Capitolo 2: *** Live while we're young (part 2) ***
Capitolo 3: *** Kiss you (part1) ***
Capitolo 4: *** Kiss you (part 2) ***
Capitolo 1 *** Live while we're young (part 1) ***
Live
while we're young
(part
1)
Rating: arancione
Non
avrei mai creduto che mia madre potesse fare amicizia in ufficio,
dato che il suo carattere non è mai stato uno dei migliori;
la sua
arroganza durante le discussioni ha sempre irritato chiunque, per non
parlare di quelle numerose volte in cui lei critica le persone senza
neanche conoscerle.
Eppure,
nonostante i suoi innumerevoli difetti, mia mamma ha invitato a cena
una sua collega di lavoro, la quale sembra aver fatto davvero
amicizia con lei. A quanto pare i miracoli esistono.
È
da quasi un’ora che sono chiusa in bagno per prepararmi, dato
che
ho saputo che verrà qui anche il figlio di questa donna. Mia
mamma
mi ha detto che è più grande di me di due anni e
io sono curiosa di
sapere che aspetto abbia. In
teoria sarebbe dovuto venire anche il padre, ma ha degli impegni
nell’officina in cui lavora. Forse è meglio
così, non avrebbe comunque trovato alcun uomo con cui
discorrere, dato che mio padre ha il turno di notte.
-Zoe,
esci dal bagno!- sento mia madre urlarmi da dietro la porta mentre mi
spazzolo i capelli.
-Ho
quasi finito!- rispondo a voce alta, poi sbuffo guardandomi allo
specchio. Quasi dimenticavo che pure lei deve farsi una doccia.
Quando
apro la porta, trovo la mamma che mi guarda furiosa.
-Avevi
intenzione di stare qui dentro fino a mezzanotte?- mi rimprovera come
al solito.
Io
non dico niente e me ne vado in camera, lasciando quella donna che mi
ha creata farsi una doccia lampo, poiché la collega e suo
figlio
potrebbero arrivare a momenti.
Mi
siedo sul mio letto aspettando l’arrivo di quei due. Qualche
secondo dopo, mi arriva un messaggio sul cellulare. Prendo il
telefono dal comodino e controllo: è la mia migliore amica
Colette.
Ehi
Zoe, per questo sabato sera ho organizzato una festa in piscina alla
villa dei miei nonni, ti va di esserci? Ti prego! Ho invitato un bel
po’ di gente (:
Appena leggo il messaggio
spalanco gli occhi e la bocca. Mi riesce difficile credere che
Colette sia riuscita a convincere i suoi nonni ad organizzare un
party a casa loro, poiché sono sempre stati contrari
all’idea. Mi
domando soltanto se sappiano davvero di questa festa.
Sei
riuscita a convincerli? Grande! (:
Come mi aspettavo, era
troppo bello per essere vero. Colette ha deciso tutto da sola.
Ehm..
no! Ma partono per il fine settimana e siccome ho una copia delle
chiavi di casa...
La mia migliore amica non
cambierà mai, ma è per questo che
l’adoro. Entrambe andiamo pazze
per le feste, soprattutto quando vengono organizzate di nascosto.
Sapere che potremo rischiare dei guai mi esalta perché amo
l’avventura e buttarmi in tutto ciò che
è proibito.
Accetto al
volo l’invito e
subito poco dopo aver spedito quest’ultimo messaggio, sento
suonare
il campanello. Bene, gli ospiti sono arrivati.
-Vai ad
aprire tu, Zoe!- mi
urla mia mamma dal bagno e io corro di sotto all’ingresso.
Scosto
leggermente la tendina della porta e oltre il vetro vedo due sagome
davanti al citofono. Schiaccio il pulsantino e apro loro il cancello,
poi faccio la stessa cosa con la porta.
Davanti a
me si fermano una
donna bionda e robusta e, dietro di lei, un ragazzo alto con un
accenno di barba in viso.
-Salve, io
sono Zoe, la
figlia- mi presento alla signora cercando di essere educata e fare
buona impressione.
-Ciao,
piacere, Karen- si
presenta a sua volta lei stringendomi la mano. La faccio entrare e,
dopo Karen, mi stringe la mano il ragazzo.
-Liam-
dice con tono calmo e
sorridendomi. Ricambio il sorriso e squadro Liam dalla testa ai
piedi: indossa una camicia bianca accompagnata da una giacca formale
color grigio topo, un paio di jeans scuri aderenti e due scarpe
lucide marroni. Sembrano tanto quelle che porta sempre mio nonno
Ferdinand. Nonostante questo look triste e di pessimo gusto, il
ragazzo è molto carino.
-Accomodatevi
pure- invito i
due a sedersi sul divano in salotto e li accompagno.
-Grazie,
cara- mi dice Karen
con tono gentile. –Dov’è tua mamma?- mi
chiede una volta
sedutasi.
-Si sta
ancora preparando,
arriverà tra poco- rispondo rimanendo in piedi davanti al
divano,
poi vado a sedermi sulla poltrona accanto.
Mi sento
leggermente in
imbarazzo. Che io ricordi, non mi è mai capitato di stare in
salotto
con due sconosciuti seduti sul mio divano. Non so cosa dire. Mamma,
salvami. Ti prego.
Liam si
sta girando i
pollici e tiene lo sguardo incollato a terra. Che sia in imbarazzo
anche lui? O forse non aveva alcuna voglia di venire qui?
-Ciao Karen, scusami per
l’aspetto, ma..- dice mia madre mentre scende le scale e ci
raggiunge.
-Ciao
Paula, non
preoccuparti- risponde la signora bionda alzandosi dal divano per
salutare mia mamma che tiene un asciugamano in testa. Fossi in lei
morirei dalla vergogna.Noto
divertita che Liam sta
cercando di trattenere delle risate tenendosi una mano davanti la
bocca, poi mi guarda. Io gli sorrido capendo subito che è
l’aspetto
di mia madre a provocargli le risa.
♥
La cena è andata bene e per
fortuna i piatti son piaciuti sia alla signora Karen che al figlio
Liam, dato che il secondo e il dolce li ho preparati io. A volte mi
diverte cimentarmi in cucina e mi rende fiera sapere che alcune cose
mi escono bene.
Mia mamma
prima di cenare si
è asciugata i capelli, menomale. Mi sarei sentita a disagio
al posto
suo se non l’avesse fatto, ma penso che lei se ne sarebbe
fregata,
conoscendola.
-Vi
andrebbe un caffè?- ci
propone lei dopo aver sparecchiato la tavola.
Karen
accetta, io e Liam no.
-Senti Zoe, andresti a
portare fuori la spazzatura?- mi chiede la mamma mentre accende la
macchinetta del caffè. Sbuffo, ma per non fare la figura
della
figlia cattiva, obbedisco.
-Mamma, io esco a fumare una
sigaretta- avverte Liam la signora Karen alzandosi dalla sedia. La
donna annuisce guardando il tavolo, senza dire niente, come se
disapprovasse il fatto che il figlio fumi, ma lo lascia comunque
fare. Sembra come rassegnata.
Mi ritrovo
ad uscire in
giardino con il sacco della pattumiera in mano e Liam che mi segue.
Che cosa imbarazzante, ma cerco di non starci troppo a pensare. Il
fatto che io e questo ragazzo vestito da mio nonno siamo soli in
giardino mi intriga. Potrebbe essere un buon pretesto per parlargli e
conoscerlo.
Lascio il
sacchetto
dell’immondizia vicino al cancello, poi torno indietro,
trovando
Liam sotto il portico appoggiato alla ringhiera lignea bianca con in
mano una sigaretta accesa.
Prima di
rientrare in casa,
mi fermo sotto il portico e mi metto accanto a Liam.
-Ti
è piaciuta la cena?-
gli chiedo, anche se so già la risposta, ma almeno parto con
qualcosa.
-Sì,
era tutto molto buono-
mi risponde il ragazzo dopo aver tirato una boccata di fumo, poi si
gira verso di me sorridendomi.
-Son
contenta- dico col
sorriso e sistemandomi una ciocca di capelli dietro un orecchio. Dopo
aver esitato per una manciata di secondi, ricomincio a parlare.
-Mi fai
fare un tiro?- quasi
sussurro per non farmi sentire da mia madre.
-Certo- mi
risponde con
tranquillità Liam e mi pone la sigaretta in bocca. Mentre
lui mi
tiene la stizza, io aspiro un po’, poi getto via il fumo
rilassandomi.
Liam
rimette la sigaretta
tra le sue labbra e continua a fumare pensando a chissà cosa.
-Tua mamma
lo sa che fumi?-
mi chiedi lui.
-Zitto!-
lo rimprovero. –No,
mi ucciderebbe- aggiungo e Liam mi chiede scusa per non aver
bisbigliato. –E tu? Come l’hai detto a tua mamma?-
gli chiedo
infine con curiosità.
-Mi ha
fatto cominciare mio
padre, lei non voleva nemmeno- mi risponde il ragazzo con una punta
di tristezza.
-Strano
che sia stato tuo
padre a farti cominciare- dico con perplessità mentre Liam
fa cadere
dalla sigaretta la cenere , la quale aleggia nell’aria non
appena
incontra un lieve soffio di vento serale.
-Lui
dipende da queste
schifezze- mi confessa Liam riferendosi alle sigarette e a
chissà
cos’altro. –Mi diceva sempre “fumare
è come liberarsi dai
problemi” e io non l’ho mai capito,
finchè un giorno non mi ha
incoraggiato a farlo, nonostante io sapessi che il fumo fa male- mi
racconta Liam e io sono tutta orecchi. –E’ il mio
unico modo di
trasgredire- mi dice infine. Sembra che Liam nascondi un segreto. So
che potrei essere indiscreta, ma sento di dovergli fare delle
domande.
-Trasgredire?-
chiedo, e
Liam annuisce. –Che motivo hai per trasgredire?- continuo a
domandare.
-Oh, beh..
-Okay,
scusa, non dovevo
farti questa domanda, perdonami- mi tiro indietro cambiando
improvvisamente idea. Mi sento troppo invasiva.
-Tranquilla,
non ho problemi
a dirtelo, sono abituato a raccontarlo- mi dice lui come se avesse
già detto a tutto il mondo i suo segreti. –Mio
padre fuma, beve e
ha tradito mia madre due volte- mi confessa Liam e io rimango
impietrita. Mi dispiace moltissimo per lui. Nei suoi occhi si vede la
sua sofferenza, eppure mi chiedo come abbia fatto a raccontarmelo
senza esitazioni.
-Oh, mi
spiace.
-Tranquilla,
ormai è da
qualche anno che convivo con l’essere contorto di mio padre,
ma ciò
che mi da più fastidio è che mia mamma non si
decide a cacciarlo
fuori di casa- mi dice Liam con un tocco di rabbia in voce. Gli porgo
il portacenere che sta sempre sopra il tavolino vicino
l’ingresso
per spegnere la sigaretta e lui mi ringrazia.
-Mi ha
rovinato la vita-
continua Liam a sfogarsi con me. –Sono sempre chiuso in me
stesso,
mi trascuro, non riesco più a divertirmi con gli amici, non
esco e
rimango attaccato alle sigarette come lui, lo detesto- aggiunge
infine. La luce della luna illumina il suo volto e quando lo guardo
mi sembra di vedere un angelo a cui sono state deturpate le ali e
tolta l’aureola.
Ora
capisco perché Liam
indossa questi abiti tristi e vecchi. E anche perché non si
fa la
barba. I suoi occhi castani sono dolci, ma opachi.
-Hai
bisogno di sentirti più
libero- gli consiglio con il cuore in mano.
Liam mi guarda perplesso.
-In che
senso?
-Devi
uscire dal tuo guscio,
lasciarci dentro i tuoi problemi e saperti divertire.
-E’
facile a dirsi, Zoe-
mi dice Liam rassegnato, come se per la sua situazione non esistano
soluzioni, ma io voglio dimostrargli il contrario. Ce la può
fare.
-Tu hai
diciannove anni,
giusto?- gli chiedo e lui annuisce. –Bene, allora vivi e
comportati
come tale! Noi siamo giovani, dobbiamo mettere da parte tutto
ciò
che ci preoccupa, fregarcene e divertirci.
Liam mi
sorride, poi rivolge
il suo sguardo alla luna.
-Mi piace
la tua filosofia-
dice.
-Ti
andrebbe di metterla in
pratica venendo con me ad una festa in piscina sabato sera?- gli
propongo non appena mi viene in mente questo lampo di genio.
Aiuterò
Liam a sentirsi libero e ad integrarsi nel gruppo dei giovani. Lo
è
anche lui, insomma, non deve comportarsi come un adulto che ha appena
detto addio all’adolescenza. Lui ha diciannove anni, caspita.
Prima che
Liam possa
rispondermi, mia madre sbuca dalla porta d’ingresso e
interrompe il
nostro discorso.
-Che state
facendo, ragazzi?
-Niente,
stiamo solo
parlando- rispondo con malavoglia. Mi stava piacendo quel momento e
adesso è arrivata lei a rovinare tutto.
-Mi
sembrava strano che
durasse così tanto portare fuori la spazzatura- commenta la
donna
continuando a farsi gli affari miei, come tutte le madri. E a
proposito di mamme, è arrivata anche Karen.
-State
facendo amicizia?- ci
chiede la bionda sorridendoci. Chissà cosa si è
messa in testa.
-Sì
mamma, stavamo
parlando- risponde Liam voltandosi verso di lei con tutto il corpo e
si appoggia con la schiena alla ringhiera bianca.
-Okay,
fate i bravi eh- ci
raccomanda mamma e io sbuffo. Mio Dio, che vergogna.
-Sì,
ciao- la liquido
freddamente per non prolungare questo senso di imbarazzo che io e
Liam teniamo dentro. Le due rientrano in casa e spero che non
facciano più una comparsa improvvisa come questa.
Io e Liam
scoppiamo a
ridere.
-Allora?
Verrai alla festa?-
riprendo il discorso placando le mie risa.
-Okay, ci
sto- accetta con
mia sorpresa il ragazzo e ne sono felice. –Ma promettimi che
non mi
lascerai solo- giunge lui ad un compromesso.
-Tranquillo,
ti starò
appiccicata- gli assicuro facendogli un occhiolino e un sorriso.
Non vedo
l’ora che sia
sabato. Ci si divertirà da morire.
♥
LET'S
PARTY!
ciaaao a tutte!
ebbene sì,
JulieMary non è morta ;)
chiedo subito perdono
per essere sparita in questo periodo, ma è una storia lunga
che poche di voi sanno (?)
va beh, adesso sono
qui.
finalmente ho
cominciato anche la raccolta di Take me Home, sento il coro
dell'alleluja.
questa è la
prima parte di Live While We're Young, tra pochi giorni posto la
seconda!
che ne pensate?
trovate interessante l'inizio? vi dico soltanto che la seconda parte lo
sarà mooolto di più ;)
e poi, beh...
è uscito il terzo CD, ossia Midnight Memories.
sapete cosa significa?
che JulieMary
dovrà rimboccarsi le maniche e scrivere anche una terza
raccolta di songfic!
quanto lavoro, OMG.
va beh, vedremo come
andrà (?)
se avete qualcosa da
dirmi, dovete fare solo una cosa: RECENSITE.
ci tengo mooolto.
alla prossima, ciao!
ps: EFP mi è
mancaaato tanto!
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Capitolo 2 *** Live while we're young (part 2) ***
Live
while we're young
(part
2)
-Cole!-
esclamo non appena
io e Liam entriamo nel giardino sul retro della villa. Qui alla festa
c’è già un bel po’ di gente e
la musica è grandiosa. Non mi
sorprende il fatto che se ne stia occupando Steve, il nostro amico in
fissa per i grandi successi dance.
Colette si
volta verso di me
e mi corre incontro. L’abbraccio forte, non vedevo
l’ora di
vederla.
-Finalmente
sei arrivata,
Zoe! Sei sempre in ritardo!- mi rimprovera teatralmente la mia
migliore amica, poi sposta l’attenzione su Liam, che se ne
sta
dietro di me in silenzio. Sembra sentirsi un po’ a disagio.
-E’ lui l’amico che mi
dicevi?- mi chiede Cole indicando il ragazzo.
-Sì,
lui è Liam- rispondo
prendendo lui per un braccio invitandolo ad avvicinarsi.
–Liam, lei
è Colette- concludo le presentazioni e i due si stringono la
mano.
-Piacere-
dice Cole
sorridendo e i mio nuovo amico ricambia. –Avete portato i
costumi?-
ci chiede esaltata la bionda.
-Certo- rispondo abbassando
la scollatura del top per far vedere il pezzo blu del mio bikini. Le
mutandine, invece, sono beige a righe bluastre.
-Ehm... sì, anch’io- si
aggiunge Liam alzando il pollice di una mano per confermare.
-Perfetto!
Dai, spogliatevi
e buttatevi in piscina!- ci invita Colette ad iniziare la festa e,
senza aspettarci, corre subito a tuffarsi unendosi agli altri
ragazzi.
Prima avrei preferito
prendere subito qualcosa da bere, ma la mia amica mi ha invogliato a
farlo dopo. Adesso voglio farmi un bagno.
Appoggio
su una sedia di
plastica la mia borsa e comincio a spogliarmi. Mi sfilo il top, poi i
pantaloncini e metto tutto sulla borsa.
-Perché
non ti spogli,
Liam?- chiedo accorgendomi che il ragazzo, anziché togliersi
i
vestiti di dosso, mi sta guardando mentre mi preparo.
-Non so se
ho voglia di fare
una nuotata- mi confessa lui portando di scatto lo sguardo verso il
suolo e si gratta la nuca.
-Ma come?
Non puoi venire ad
una festa in piscina e poi rifiutarti di nuotare!- gli dico
sorridendogli per tranquillizarlo un pò, ma noto che non sta
funzionando.
-Hai ragione, però...
-Ascoltami,
Liam- provo di
nuovo a convicerlo. Mi posiziono di fronte a lui e gli prendo le
mani. -Ti ricordi il motivo per cui ti ho portato qui?- gli chiedo
guardandolo nei suoi occhi insicuri.
-Certo-
risponde. -Ma non
credo più che sia una buona idea.
Scuoto la
testa, ma non mi
do per vinta. Non voglio che Liam rinunci al suo essere giovane. Ha
bisogno di aprirsi e di svagarsi prima che il tempo glielo possa
impedire.
-Liam, devi farlo per te-
gli consiglio. -Dai, ti ho promesso che non ti avrei lasciato solo,
sono qui- gli rinfresco la memoria e spero che riesca a convincersi.
Deve sbloccarsi.
Liam mi sorride e sento le
sue mani stringere un pò di più le mie.
-Sei dolcissima, sul serio-
dice lui sorridendo, ed io mi imbarazzo. Semmai è lui quello
dolce!
-Dai, su, prima di tutto
togliti questa maglietta- faccio finta che Liam non mi abbia mai
fatto un complimento, lascio le sue mani e gli sfilo la t-shirt. Lui
si lascia spogliare, poi getto la maglietta sopra i miei vestiti.
Ciò
che mi ritrovo davanti agli occhi è un addome con muscoli
ben
accennati, ed io rimango incredula. Un ragazzo con questo fisico non
ha nulla di cui vergognarsi, accidenti!
-Oh mio
Dio!- esclamo ed
indico il corpo di Liam. -Ma ti sei visto? Comincio a pensare che tu
mi stia pigliando per il culo- aggiungo con massima
sincerità e
rido.
Lui si gratta la testa
imbarazzato e ride timidamente guardando il suolo.
-Faccio
anche ginnastica per
sfogarmi, non fumo soltanto- confessa, poi mi guarda. -Mi chiudo in
camera, accendo la musica e faccio addominali, pesi e flessioni.
-Ah beh,
lo vedo- dico con
spontaneità. -E non ti viene mai la tentazione di mostrarti
a
qualche ragazza? Che ne so, ti fai mai qualche foto?
-No, non
mi attira molto
l'idea.
Rimango
sempre più
sorpresa. Non ho mai conosciuto un ragazzo con una
personalità come
quella di Liam, dico davvero.
-Sei bellissimo, lo sai,
vero?
Liam ride
ancora, sembra non
credere alle mie parole.
-Dai, togliti i pantaloni e
andiamo a tuffarci, stupido- lo invito a mettersi una volta per tutte
in costume. Lui obbedisce e ciò che mi si presenta davanti
è un
ragazzo con un costume arancio largo e lungo fin sopra le ginocchia. Ed
è molto attraente. Poco sicuro di sé, ma attraente.
Gli porgo una mano, lui me
la stringe e ci guardiamo.
-Allora,
sei pronto?- gli
chiedo e gli sorrido a bocca serrata.
-Temo di no, ma voglio
buttarmi- risponde lui e mi fa l'occhiolino. Il mio sorriso si
allarga, poi faccio un respiro profondo. Stessa cosa fa Liam.
Comincio a contare alla
rovescia.
-Tre...
due... uno...
Al via, io
e Liam cominciamo
a correre verso la piscina. Ridiamo, urliamo, ci riempiamo di
emozioni. E ci trasmettiamo tutto ciò che proviamo
attraverso le
notre mani, sempre più strette. A pochi piedi dal bordo
piscina, ci
solleviamo da terra e ci tuffiamo. A contatto con l'acqua fredda mi
vengono i brividi . Io e Liam molliamo la presa l'uno sull'altra, ma
ci guardiamo. La sua figura sfumata sembra confondersi con la parete
della piscina dietro di lui. Saliamo in superficie e riprendiamo fiato.
Subito dopo
rido e contagio Liam. E' così bello vederlo sorridere.
Mi assumo
la responsabilità
di alimentare la felicità di Liam e per una sera vorrei
essere io la
causa del suo benessere. E' come se fosse un pò il mio
dovere, è
una sensazione.
Nuotiamo insieme, ci
facciamo i dispetti con gli schizzi d'acqua, i pizzicotti, la testa
spinta verso il fondo, il solletico...
Mi impegno più che posso
per distrarlo dalla sua solita vita.
Dopo una lunga nuotata,
presento a Liam alcuni amici, lui fa un pò d'amicizia con
loro, ma
non lo lascio mai da solo, proprio come gli avevo promesso.
Beviamo
drink, mangiamo
gelati, balliamo stretti sulle note della musica dance di Steve...
E tutto mi
rende
inaspettatamente presa. Presa da Liam. Lui mi piace. Mi piace il modo
in cui mi guarda, mi sorride e mi tocca.
Sembra tutto così perfetto,
ma il divertimento in giardino finisce quando Colette si accorge che
una macchina della polizia ha parcheggiato di fronte alla villa.
-Ragazzi, c'è la polizia!-
dice Cole a voce alta, ma non tutti la sentono. Io e Liam ci voltiamo
verso di lei, poi sentiamo il campanello suonare,
anche se siamo nel giardino del retro. Non mi ero resa conto che la
festa stesse disturbando la quiete pubblica, ma a quanto pare abbiamo
proprio esagerato con la musica e le urla.
-Liam, seguimi!- ordino al
ragazzo e lo prendo per un braccio. Noto che è molto
preoccupato, ma
obbedisce.
-Dove
andiamo?- mi chiede,
ma non gli rispondo.
Entriamo
in casa da una
porta che da sulla cucina, poi saliamo le scale correndo per
raggiungere il piano superiore. La nostra corsa prosegue su un'altra
rampa di scale che porta alla soffitta ed entrambi ci buttiamo sul
vecchio letto matrimoniale che cigola un pò, circondato da
tanti
scatoloni e altri mobili antichi. I nonni di Colette mettono all'asta
mobili vecchi, me ne ero dimenticata. E' da tanto che non vengo qui.
Mi nascondo sotto il
lenzuolo bianco e invito Liam a fare lo stesso. Entrambi ridiamo,
come abbiamo fatto durante la nostra divertente fuga.
-Che ci facciamo qui?- mi
chiede lui guardandomi con quegli occhi castani che tanto insicuri
non sembrano più. Anzi, sembrano ridere anche loro.
-E' meglio se ci
nascondiamo, altrimenti la polizia ci trova!
-Non
è che adesso ci
arrestano tutti! Insomma, siamo circa una trentina di persone!
-Preferisco
non essere
vista- ammetto, poi scoppio a ridere.
-Che hai?
-Mi sto
divertendo
tantissimo stasera, è tutto così movimentato!-
rispondo alla
domanda. Sento la musica di Steve ovattata provenire dal giardino e
mi chiedo chissà chi se la sta vedendo con i poliziotti.
-Hai ragione, stesera mi
sembra tutto così bello e vivo- si esprime Liam con aria
sognante.
-E così... giovane.
Adoro
sentire Liam dire
queste parole. In soffita entra un lieve raggio di luna dalla piccola
botola sopra le nostre teste, ma sotto il lenzuolo la luce è
più
indebolita. Il buio è quasi totale, ma riesco a scorgere i
lineamenti di Liam ugualmente. Lo vedo sdraiato su un fianco accanto
a me, mi guarda e mi sorride. E' così dolce e provocante
allo stesso
tempo, mi piace un sacco. Rendermi conto di essere sotto questo
lenzuolo insieme a lui mi rende felice. Siamo solo io e lui. E
nessuno sa dove siamo.
-Dobbiamo
vivere finchè
siamo giovani- dico con voce calma. -Tu non devi avere neanche il
tempo per pensare a ciò che ti fa soffire, hai capito?-
continuo con
il mio insegnamento. Accarezzo una guancia di Liam e
sono tentata a dargli un bacio. Lo guardo negli occhi scuriti dalla
profonda penombra e sento che c'è qualcosa che mi attrae
fortemente
verso di lui. Liam sembra capirmi, come se sentisse ciò che
sto
provando in questo momento. Forse siamo stati fregati dalla famosa
coincidenza: entrambi ci piacciamo. Ed entrambi vogliamo
ringraziarci, vogliamo baciarci.
Mi avvicino a lui con tutto
il corpo e sento il suo respiro divenire più pesante sulla
mia
pelle. Liam poggia una mano sulla mia coscia e percorre poi il
fianco, le costole, la spalla, il collo, il viso. Seguo la mano con
lo sguardo, finchè essa raggiunge le mie labbra, e torno a
guardare
Liam negli occhi. Sento lieve il tocco delle sue dita sulle mie
labbra e comincio a tremare. Quei polpastrelli lasciano presto la mia
bocca per far spazio alle labbra di lui, soffici e umide. Liam si
porta un pò in avanti per far combaciare il suo corpo con il
mio. E
adesso sì che sento il suo calore in tutta la sua presenza.
Sposto le mie mani tra i
suoi capelli umidicci quando lui introduce la sua lingua nella mia
bocca. Comincia un gioco tra di noi, un'intesa. La mia lingua pare
accarezzare la sua.
Liam mi
sfiora una guancia,
poi stacca le sue labbra dalle mie. Mi guarda intensamente. Sorride.
-Grazie,
Zoe. Per tutto- mi
dice con voce flebile, rotta dall'emozione.
-Sono io
che ti ringrazio,
Liam- lo correggo. -E' merito tuo se questa serata è stata
magnifica.
-No, il merito è tuo-
insiste lui con la sua idea. -Sei stata tu a rendere tutto perfetto.
Questo perchè non mi hai lasciato mai solo- continua lui, ed
io
sorrido. Non ricordo quando è stata l'ultima volta in cui mi
son
sentita realmente felice. Forse questa è addirittura
l'unica, ma mi
sembra così assurdo. So soltanto che in questo momento sto
davvero
bene. Con me stessa, con Liam. E mi piace il fatto che non importa
nulla di ciò che sta succedendo fuori da questa soffitta, da
questo
letto.
Mi chiedo
se questo sia
l'inizio di qualcosa. Forse di una cotta da niente, forse di un
amore.
Non mi
pento di nulla. Son
contenta che Liam sia felice e che lo sia con me. E per me potremo
rimanere qui così, vicini e abbracciati sotto questo
lenzuolo
impolverato finchè non vedremo la luce lunare far spazio a
quella
del sole.
"Liam
si
porta un pò in avanti per far combaciare il suo corpo con il
mio. E
adesso sì che sento il suo calore in tutta la sua presenza."
CHE
CALOOOR.
ciao a tutte, ecco a voi la
seconda ed ultima parte della prima songfic Live while
we're young!
che ne pensate? come
immaginavate che fosse la festa?
beh, il fatto che tra
Liam e Zoe potesse nascere qualcosa era OVVIO.
spero che vi sia
piaciuta anche la foto che mostra cosa accade sotto il lenzuolino :3
ora vi parlo dei miei
progetti, sarò breve:
ho progettato la
songfic di Best song
ever e
dovrei cominciare a scriverla tra poco tempo, così posso dar
vita anche alla raccolta di Midnight
memories!
cercherò di
aggiornare le raccolte un pò per volta, così le
mando avanti tutte insieme.
infatti, dopo aver
pubblicato Best song
ever,
tornerò ad Up all
night con
Gotta
be you.
mi
raccomando, STAY TUNED!
spero che questa
storia sia stata di vostro gradimento e spero che possano piacervi
anche le prossime.
per concludere, dato
che molte voi mi chiedono cos'è' una songfic, vi spiego qui:
LA
SONGFIC E' SEMPLICEMENTE UNA STORIA ISPIRATA AD UNA CANZONE.
bene, detto questo,
sparisco!
grazie mille per
seguire le mie storie, ve ne sono grata :)
ciao, alla prossima!
|
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Capitolo 3 *** Kiss you (part1) ***
Kiss you
(part 1)
Rating: giallo
Come al
solito, Amber era in ritardo. Ci eravamo dati appuntamento alle 16.00
in piazza, ma alle 16.15 ero ancora solo, seduto sul bordo della
fontana ad osservare i passanti e i negozi del centro. Amber si
faceva sempre aspettare, non era una novità, ma volevo che
almeno
per l'ultimo giorno di vacanza arrivasse puntuale, poiché
volevo
passarlo e godermelo al meglio.
E
sfruttando tutto il tempo necessario, ovviamente.
La mattina
dopo sarei dovuto partire e non riuscivo a credere che il tempo fosse
così volato. Arrivai in quella piccola località
di mare solo un
mese prima, e con mia sorpresa scoprii che pure Amber, la ragazza
più bella e popolare della mia scuola, si trovava
lì con la sua
famiglia per le vacanze.
Ho sempre
nutrito una cotta segreta per lei, ma durante quel pezzo d'estate
ebbi modo di lanciarle qualche segnale, precisamente da quando
incontrai Amber un altro paio di volte, dopo la prima.
Doveva
essere destino, pensai.
E
cominciando ad uscire con lei, scoprii alcuni suoi lati che non avrei
mai detto esistessero. Tutti conoscevano Amber come una ragazza
egoista e piena di sé, ma io conobbi la sua dolcezza solo
durante
quella vacanza.
Ed io me ne
innamorai ancora di più.
Era tutto
piuttosto strano, ma ne fui felice.
Mentre
facevo un riepilogo mentale sulla mia vacanza quasi finita, vidi
Amber arrivare verso di me. Era stupenda, come sempre: indossava una
canottiera beige metà coperta dai suoi lunghissimi capelli
dalle
sfumature ambrate, un paio di shorts bianchi sfilacciati agli orli e
due sandali infradito decorati con pietre colorate. Il tutto era in
perfetta armonia con la grande borsa di paglia che teneva sulla
spalla e un paio di occhiali da sole neri.
O forse ero
io che consideravo Amber bellissima, qualsiasi cosa lei indossasse.
-Che ci fai
qui? Sei in anticipo- la schernii alzandomi dal bordo della fontana,
e lei imitò una risata.
-Ah ah ah,
che simpatico che sei- rispose ironicamente.
Amber mi
schioccò un bacio sulla guancia, ed io mi sentii morire di
nuovo.
Non perché quella fosse la prima volta che lo faceva, ma
perché
oltre alle guance non sapeva andare.
Ed io non
avevo mai abbastanza coraggio per poterle rubare le labbra anche solo
per un secondo. Nonostante il suo comportamento non fosse come quello
che ricordavo, io continuavo a vederla superiore a me, e non mi
sentivo mai alla sua altezza.
-Perché ci
metti sempre così tanto per arrivare?- le chiesi.
-Stavolta
non sapevo che mettermi- mi rispose togliendosi gli occhiali da sole
e spostandoseli sulla testa. I suoi occhi blu mi fulminarono, come
ogni volta.
-Ma non
farti queste paranoie, stai bene con tutto- mi complimentai con lei.
-Piuttosto ti saresti dovuta preoccupare di più per la
persona che
ti stava aspettando.
-La smetti
di farmi pesare il mio ritardo? Chiedo scusa!- si scaldò
Amber
teatralmente e mi spinse colpendomi una spalla. Finimmo entrambi per
ridere.Io e lei
cominciammo a camminare per le vie caratteristiche del luogo. Il
caldo era asfissiante, ma ogni sofferenza diventava piacere accanto
ad Amber. Il mio desiderio di afferrarle la mano non mi lasciava mai,
ma non riuscivo a soddisfarlo. Avevo troppa paura che lei potesse
ritrarla e fare finta di niente, così preferii reprimere
quel mio
bisogno e provai a pensare ad altro.
Ci fermammo
in una gelateria. Lei prese una coppetta, io un cono con due gusti.
-Perché
prendi sempre la nocciola?- le chiesi quando uscimmo dal piccolo e
fresco negozio.
-Forse
perché è il mio gusto preferito?-
ribatté Amber con ovvietà.
Mi sedetti
sulla panchina accanto all'entrata della gelateria, lei fece lo
stesso. Alle sue spalle si poteva vedere l'orizzonte del mare, poco
lontano da noi.-Chiedo
scusa per la domanda stupida- le dissi con una punta di scherno, come
per dare ragione alla sua reazione, e lei rise. -Non sai cosa ti
perdi, stracciatella e cioccolato sono il massimo- continuai a
parlarle gustando con piacere il mio gelato.
-Non sai
cosa ti perdi tu, piuttosto- si difese Amber.
-Vuoi
assaggiare?- le porsi il cono dopo una leccata veloce. Lei lo
guardò
per un istante, poi fece slittare lo sguardo su di me.
-So come
sono, li ho già provati quei gusti.
-Scommetto
molto tempo fa, però. E scommetto anche che non ti ricordi
bene che
sapore abbiano- la stuzzicai con un occhiolino.
Amber
sembrava tentata mentre fissava ancora il mio gelato, poi sorrise.
-Okay, va
bene, solo un assaggino- cedette alla mia tentazione e leccò
la
parte alla stracciatella.
-Hai
dimenticato il cioccolato- le feci notare, malizioso.
-Tu sei un
tentatore!- mi accusò lei ridendo, poi leccò
anche l'altro lato del
mio gelato.
-Che ne
pensi? Sono buoni come li ricordavi?
-Devo dire
che sì, sono buoni, ma non competono certamente con la
nocciola-
Amber rimase convinta della sua idea. -Vuoi assaggiare tu, adesso?-
mi propose mettendo sotto il mio naso la sua coppetta con il
cucchiaino azzurro incastrato in quella sostanza fredda e cremosa.
-Tranquilla,
conosco la nocciola- le ammiccai. -Piuttosto, mi daresti il
biscottino?
-Neanche
morta!- si rifiutò Amber addentando il biscotto tondo e
piatto che
stava sommerso per metà nel gelato, come se a momenti avessi
potuto
rubarglielo. -Mangia il cono, tu!
-Fammi
finire quello che c'è sopra, prima!
Adoravo da
morire ridere con lei e ammirare il suo sorriso. Nei mesi precedenti,
durante scuola, non avrei mai detto che in estate l'avrei incontrata
e che sarei uscito diverse volte con lei. Eppure, nonostante il mio
pessimismo, mi trovavo là con lei, seduti su una panchina a
scherzare tra noi mentre mangiavamo un gelato insieme. E poi, come
successe già in altri giorni, andammo a passeggiare sulla
spiaggia.
Quando il sole cominciava lento a calare nell'orizzonte, andare al
mare era molto più piacevole.
Io e Amber
ci sedemmo sulla riva, dopo aver camminato per dei lunghi minuti
mentre ammiravamo l'ambiente e le persone attorno a noi. Alcuni
stavano smontando l'ombrellone per tornare a casa, altri invece erano
appena arrivati per godersi le ore meno calde della giornata.
-Sei sporco
di cioccolato- mi avvertì Amber toccandosi un angolo della
bocca, ed io la imitai per pulirmi.
-Qui?- le
chiesi mentre sfregavo il dito sulla pelle, e lei annuì.
Avrei
preferito che se ne andasse in un altro modo, quella macchia. Magari
con un bacio, ma pensieri di quel genere rimanevano sempre e soltanto
dei miei film mentali. E me ne facevo parecchi.
-Perché
non me l'hai detto prima? Mi avranno preso per uno sporcaccione!- la
rimproverai simpaticamente.
-Chi? I
gabbiani?- si prese gioco di me ridendo come una matta.
-Adesso sei
tu, la simpatica- le feci notare con un sorriso sornione dipinto
sulle labbra.
-Ma dai,
non ti ha visto nessuno, rilassati- mi tranquillizzò.
Porsi lo
sguardo all'orizzonte che stava di fronte a noi, diviso tra il mare e
il cielo che stava cominciando ad assumere sfumature rosa e arancio.
Che spettacolo.
Poi guardai
ancora Amber, e fu lei il vero spettacolo al quale i miei occhi
assistettero. Peccato, però, che lei non sapeva niente di
quei miei
pensieri. E chissà invece cosa pensava di me.
-Mi
dispiace che questa vacanza sia già finita- mi lamentai con
voce
calma.
-Anche a
me- disse Amber abbassando lo sguardo.
-Ma che
dici? Tu hai ancora una settimana da passare qui!
-Già, ma
senza di te sarà una noia mortale- mi confessò
lei rialzando la sua
attenzione su di me. I miei occhi cominciarono a brillare per
l'emozione, ma non ero sicuro che lei fosse in grado di cogliere quel
particolare.
-Non
avresti un rompipalle da sopportare- scherzai ironico per
sdrammatizzare la situazione, ma Amber non sembrò essere
d'accordo
quando scosse la testa.
-Non mi
dispiace averti intorno- ammise lei e mi sorrise. -Però,
sai,
potresti aver ragione.
-Ehi!- mi
offesi teatralmente e le lanciai una piccola manciata di sabbia, che
le finì sui capelli.
-E' una
richiesta di guerra, Malik?- mi chiese lei sconcertata per avere i
suoi splendidi capelli sporchi.
-Tu che ne
dici?- la provocai, e lei affondò le mani nella sabbia per
lanciarmene una grossa quantità addosso. Che vendetta!
Mi coprii
subito con le braccia per non farmi arrivare i granelli in faccia, ma
subito dopo tornai all'attacco.
-Okay,
basta, hai vinto tu!- si arrese subito lei agitando le mani in aria.
-Ma come?
Così presto?- mi mostrai deluso, ma era evidente che stessi
scherzando.
-Sì, mi
sono sporcata già abbastanza.
-Il look
della principessa deve rimanere impeccabile?- la presi in giro, poi
scoppiai a ridere.
-Sì,
sempre, Zayn- mi rispose con convinzione Amber lisciandosi i capelli.
-Non hai
nulla di cui preoccuparti, comunque.
-Che
intendi dire?- chiese spiegazioni bloccando le sue mani tra le folte
onde ambrate.
-Sei
impeccabile anche ora, con la sabbia addosso- mi lasciai sfuggire
dalla bocca, il che mi sorprese. Dove avevo trovato quel coraggio?
Amber si
avvicinò al mio corpo e mi guardò negli occhi. Il
loro blu faceva
invidia al mare.
-Zayn, io
ti piaccio, vero?- mi chiese a bruciapelo, e nella gola mi si
formò
un nodo. Avrei dovuto dirle la verità? Cogliere al volo
l'occasione
e fare uscire i miei sentimenti allo scoperto?
Deglutii
prima di aprir bocca. I miei occhi vacillavano mentre si perdevano in
quelli di Amber.
-Sì, da
molto tempo- confessai, sorprendendo sempre più me stesso.
-Perché
non me l'hai detto prima? Perché non mi hai mai preso la
mano
durante una delle nostre camminate? Oppure, perché non mi
hai mai
baciata?- mi chiese lei aggrottando le sopracciglia. Io rimasi
spiazzato da quelle parole. Le avevo sentite davvero o era tutto
frutto della mia immaginazione?
-Credevo
che tu non volessi un ragazzo come me accanto- le confessai, un po'
intimorito. Temevo che mi scoppiasse a ridere in faccia, invece non
lo fece. Mi sembrava tutto così surreale.
Amber alzò
un angolo della bocca e intenerì lo sguardo. Con una mano mi
toccò
una guancia, ed io la guardai. Le sue dita erano davvero sul mio
viso, davvero troppo vicine.
Quando
riportai lo sguardo su Amber, dovetti chiudere gli occhi
perché lei
annullò le distanze dandomi un bacio. Quelle labbra che io
desiderai
da morire si stavano muovendo sulle mie, così morbide e
così umide
da sembrarmi solo un sogno. Temetti di potermi risvegliare da un
momento all'altro, invece si trattava solo della realtà.
Le mie mani
finirono tra i suoi capelli mentre il nostro bacio proseguiva e
aumentava la sua passione. Quando le nostre lingue si incontrarono,
il mio cuore sembrò scoppiarmi dentro.
Purtroppo,
l'intensità di quel bacio venne rotta da una ristretta ed
inaspettata durata, poiché Amber si staccò dalle
mie labbra e
ritirò la sua mano.
-Perché mi
hai baciato?- le chiesi confuso, ma con l'anima appagata.
-Anche tu
mi piaci, Zayn. Volevo fartelo capire- disse lei sorridendomi.
Morii di
felicità nell'udire quelle parole.
-Mi sento
libero da un peso.
-Mi
mancherai, settimana prossima.
-Ma ci
rivedremo a scuola, tra poco- la rassicurai, ma lei guardò
altrove.
-Sì, hai
ragione- disse voltandosi ancora una volta.
-Mi dai un
abbraccio di fine estate?- le chiesi protendendo le braccia verso di
lei.
-Perché,
esistono abbracci del genere?- scherzò lei.
-L'ho
inventato io- le ammiccai. -Allora?
Amber mi
abbracciò forte, ma io la strinsi a me ancora più
intensamente,
come se avessi avuto paura di lasciarla andare e di non poterla
più
riavere premuta al mio corpo.
-Ci vediamo
a settembre- le sussurrai all'orecchio.
-Certo,
certo- mi assicurò lei. La sua voce mi cullò in
quell'abbraccio, e
sperai vivamente di poterla sentire di nuovo così vicina
quando
entrambi saremmo ritornati a scuola.
E
probabilmente, sperai, avremmo chiarito meglio la nostra situazione.
Io incrociai le dita.
♥
Quella
mattina mi sentivo ottimista. Sarebbe stato il primo giorno del mio
ultimo anno di liceo, ma la mia ansia non era dovuta soltanto a
quello: avrei presto rivisto Amber, e già mi mancava
tantissimo.
Una
maglietta nera, un paio di jeans slavati e i miei scarponcini di
pelle preferiti erano perfetti. Vestito così mi sentivo
più sicuro
di me stesso e mi piacevo. La barba l'avevo fatta la sera, prima di
andare a dormire. Quella mattina ero io, stavolta, ad essere
impeccabile.
Non vedevo
l'ora di far vedere ai miei amici che Amber era finalmente mia, dato
che quando raccontai loro la mia vacanza non credettero a nessuna
delle mie parole. Ben presto sarebbero stati i fatti a parlare.
Uscii di
casa con la zaino che penzolava da una spalla ed aprii il garage per
prendere la macchina. Le mani già mi sudavano, partivo bene.
-Ecco Zayn,
il rubacuori!- mi canzonò Niall quando arrivai davanti a
casa sua.
Lui era già fuori, sotto il portico di casa ad aspettare il
mio
arrivo.
-Sali in
macchina, idiota- lo invitai con un cenno del capo e mi misi a
ridere.
-Non voglio
proprio perdermi la scena del vostro bacio- continuò il
biondo a
fare il simpatico. Mi tremò il cuore al solo pensiero che
presto
avrei potuto vedere e toccare la ragazza dei miei sogni.
-Zayn,
amico!- mi salutò Harry quando passai a prendere anche lui.
C'era
pure Liam.
-Sono
davvero felice che tu sia riuscito a metterti con la più
fica della
scuola, sei un ganzo!- si complimentò con me Liam non appena
salì
in macchina.
-Sta zitto,
non stiamo insieme- tenni a precisare, mentre gli altri si unirono in
una fragorosa risata. Se avessero continuato a fare i simpatici, li
avrei scaricati in mezzo alla strada con piacere.
All'appello
mancava solo Louis, ma lui aveva la moto e sarebbe arrivato a scuola
prima di noi. Infatti fu così: Louis stava appoggiato alla
sua moto
quando gli passammo accanto, ai parcheggi.
-Ehi, Lou!
Siamo arrivati con il fortunato!- annunciò ironicamente
Harry
affacciandosi al finestrino. Mi portai una mano in fronte quando
fermai la macchina.
-Ciao,
Zayn! Finalmente ci si rivede- mi salutò Louis con un cenno
di capo
e una mano alzata. Io lo ricambiai allo stesso modo.
-Bene,
dov'è la miss?- chiese impaziente Niall guardandosi intorno,
poi
scese dalla macchina continuando a studiare l'area.
-Ragazzi,
la smettete? Che ansia!- mi lamentai e mi resi conto di essere
rimasto l'unico in auto. Tutti erano scesi prima di me, pur di
trovare Amber al mio posto.
-Tranquillo,
Zayn. Te la troviamo noi- Liam credette di farmi un favore, invece
stava solo aumentando il mio tasso di nervosismo nel mio corpo.
Scesi dalla
macchina anch'io e cominciai a perlustrare il territorio scolastico
con il cuore che pulsava in gola. Ma dov'era Amber? Forse era in
ritardo, come sempre.
-E se
arrivasse in macchina con Jimmy?- ipotizzò Niall. Sentire
quel nome
mi provocò la mascella contratta e i pugni stretti.
-O magari
verrà con Lisa e Gemma, le sue amiche del cuore- sperai a
voce alta,
correggendo le parole fastidiose di Niall. Dovetti ricredermi,
però,
quando mi accorsi che Niall non aveva pensato male.
Nel
parcheggiò si scatenò il rombo della macchina
sportiva di Jimmy, il
ragazzo più ricco della scuola fissato con Amber da un paio
di anni.
Lei stava seduta accanto a lui, occhiali da sole e lucidalabbra rosa
ben in vista.
Il mio
cuore smise di battere.
-Ah, io non
mi stupisco- commentò Louis incrociando le braccia al petto,
ancora
appoggiato alla sua moto.
-Quella è
una stronza, Zayn. Come minimo non si accorgerà nemmeno che
tu stai
qui a guardarla- mi disse Harry poggiandomi una mano sulla spalla.
Ignorai le
parole di Harry e continuai a fissare Amber con la speranza che si
accorgesse di me.
Jimmy non
parcheggiò molto lontano dalla mia macchina. Dopo essere
sceso, andò
ad aprire l'altra portiera per far scendere Amber, fiero di lei e
della sua sfacciataggine da ragazzo invidiato.
“Guardami,
guardami, guardami”, pregai nella mia testa mentre
i miei occhi
non si decidevano a mollare la figura perfetta di Amber, ma lei non
si accorse me.
Quando la
vidi baciare Jimmy a fior di labbra, sentii un fuoco divamparmi per
tutto il corpo mentre il mio cuore, invece, carbonizzato all'istante,
cadde a terra senza far rumore, proprio come cenere.
-Lo vedi,
Zayn? Sei troppo cotto per renderti conto di quanto sia stronza
quella lì- mi si avvicinò Niall e
guardò con rabbia quella coppia
che io fissavo allo stesso modo.
Amber e
Jimmy stavano per passarci davanti, mano nella mano. Fu proprio
quando c'erano soltanto un metro o due tra di noi che lei mi
notò.
Si tolse gli occhiali da sole e se li portò in testa, mi
guardò per
una manciata di secondi sbattendo le ciglia imbarazzata, poi
tornò a
guardare quel montato di Jimmy come se non si fosse mai accorta della
mia presenza.
Che fine
aveva fatto il nostro bacio in spiaggia?
Che fine
avevano fatto i nostri scherzi, le nostre passeggiate per il paese,
le nostre risate?
Sembrava
che nulla di tutto questo fosse mai successo.
♥
E AMBER E' UNA PUTTY.
ciao a tutte ragazze, avete cominciato bene l'estate?
io no, dato che ancora non ho fatto uscite particolari e che ho
giò cominciato a sudare e puzzare come una schifosa per il
caldo.
ma va beh, fate come se io non vi avessi detto nulla (?)
finalmente aggiorno la raccolta di Take
me home, contente?
dovete sapere che sto lavorando ad una long molto importante per me e
che mi porta via parecchio tempo (che non c'entra nulla coi one
direction), e se dovessi finirla (spero di sì) potrei
parlarvene, che ne dite?
forse non vi interesserà molto, poiché si tratta
di una fanfiction per il fandom degli HIM, però sarei ben
contenta di presentarvi la storia, se vi va.
tornando ai nostri cinque ragazzi inglesi... che carini che sono, vero?
Zayn, però, ha ricevuto una bella batosta...
nella seconda parte si sistemerà tutto? si vedrà.
anche stavolta potrete ritrovare i collegamenti alla canzone nel
prossimo pezzo, nel primo non c'è molto.
tornerò tra qualche giorno, ciao! ;)
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Capitolo 4 *** Kiss you (part 2) ***
Kiss
you
(part
2)
Passai
l'intero settembre lontano da Amber, la quale sembrava avere occhi
soltanto per Jimmy e la sua macchina sportiva. Non provai mai a
parlarle, poiché mi sarei dato del cretino se l'avessi fatto
con
insuccesso. E io non sarei stato il solo.
I miei
amici avevano ragione a non credere che tra me ed Amber ci fosse
qualcosa, anzi, io ero l'unico ad aver creduto ad una cosa del
genere e mi sentivo uno stupido ogni volta che me ne rendevo conto.
A mensa,
tra chiacchierate e bocconi di cibo, portavo spesso la mia attenzione
al tavolo di Amber, dove si sedevano sempre Lisa e Gemma. Poco
più
lontano, stava il tavolo della squadra di football della scuola, dove
si sedeva anche Jimmy.
Detestavo
quella distanza tra noi, e maledicevo ogni giornata che passavo
facendo finta di non conoscere Amber e il lato dolce che mi fece
scoprire d'estate. Perché non mi rivolgeva la parola?
Perché
baciava Jimmy e non me? Perché non ci siamo più
riabbracciati? La
mia testa era diventata un insieme di domande alle quali non sapevo
abbinare una risposta.
Un giorno,
però, con mia sorpresa, vidi Gemma avvicinarsi al mio tavolo.
-Scusate se
vi disturbo, ragazzi- disse lei con tono carino. Io e gli altri ci
voltammo a guardarla con curiosità.
-Questa è
per te, Zayn- mi consegnò una busta. -E' da parte di Amber-
aggiunse, poi ci diede le spalle e ritornò al suo posto,
dalle sue
amiche.
Sollevai lo
sguardo e incrociai quello di Amber, il quale mollò subito
il mio
non appena mi accorsi che lei mi stesse guardando.
-Fossi in
te non la leggerei- mi consigliò Harry. -Ricordati che
quella è una
stronza, non farti fregare di nuovo.
-Non
saprei, magari vuole sistemare le cose- ipotizzai, sperando di non
sbagliarmi, ma una parte di me era così delusa da quella
ragazza che
un piccolo ronzio nella mia testa mi diceva: “Non
fidarti, Zayn.
Non fidarti”. Ero combattuto tra la speranza e il
rancore, che
avrei dovuto fare? Di certo i consigli dei miei amici non avrebbero
potuto essere molto d'aiuto, poiché anch'essi si
contrastavano tra
loro.
-Io la
leggerei subito, tanto per togliermi la curiosità- mi
suggerì Niall
mentre masticava un grande pezzo di panino al prosciutto con
voracità.
-Dai,
aprila! Vogliamo sapere!- mi incitò Liam a leggere la
misteriosa
lettera di Amber, e dovetti ammettere a me stesso che anch'io stavo
morendo dalla voglia di sapere cosa aveva da dirmi.
Aprii la
busta e ne estrassi un foglio piegato in quattro. Lo lisciai sul
tavolo per ammorbidire le pieghe, poi cominciai a leggere a mente,
anche se gli altri avrebbero preferito che lo facessi a voce.
Ciao
Zayn,
ho un
po' paura a chiederti come stai, potrei sapere già la
risposta... ma
vorrei parlarti, se tu fossi disposto ad ascoltarmi.
Ti va di
incontrarci in palestra dopo la pausa pranzo? Tu fai il giro dal
retro, così nessuno può sospettare di qualcosa.
Ti
prego, non ignorarmi... ci tengo.
Amber.
Il cuore
tornò a bussarmi nella gola e le mani cominciarono a sudare
per
l'agitazione.
-Allora?
Che ti ha scritto?- chiese curioso Louis, seduto accanto a me, e si
sporse per leggere la lettera.
-Vuole
vedermi in palestra, dopo pranzo- risposi dando in mano a Louis il
foglio.
-Cosa? Non
ci posso credere- si meravigliò Niall. -Ha avuto il coraggio
di fare
una cosa del genere?
-A quanto
pare...- risposi fingendomi impassibile, ma in realtà stavo
morendo
divorato dall'ansia. Sotto il tavolo mi torturai le mani.
-Ma questa
è sempre più zoccola!- esclamò Louis
inorridito. -Insomma, prima
illude Zayn, poi torna con Jimmy e poi ancora vuole lui? Chi si crede
di essere?- si sfogò il mio amico indicandomi non appena
disse
“lui”.
-Non so che
dirti, Zayn- si intromise Niall. -Vai a parlarle e vedi che
succede... poi, però, devi farci sapere com'è
andata.
-Già, vai
da lei e falla secca!- mi ammiccò Liam.
-Non è che
devono fare a botte, adesso...- commentò stupidamente Harry.
-Ma che hai
capito, idiota? Intendevo che deve dirgliene quattro!- si
spiegò
Liam rimproverando quello scemo dai capelli ricci.
Mi sfuggì
una tenera risata nel vedere come i miei amici fossero preoccupati
per me, ma l'ansia seppe appesantirmi il respiro subito dopo, ancora.
♥
Amber stava
già lì, al centro della grande palestra della
Radley High School,
quando varcai l'entrata. Le mani continuavano a sudare e non riuscivo
a smettere di sfregarmele sui pantaloni.
Raggiunsi
il centro a passi larghi con l'incapacità di guardare Amber
per più
di due secondi. Fissare i miei piedi muoversi sul pavimento verde era
decisamente meno imbarazzante di perdermi negli occhi blu di quella
ragazza.
-Sono
felice che tu abbia deciso di venire- confessò lei quando a
dividerci stavano ancora circa tre metri. L'eco della sua voce
ricoprì l'intera area.
-E io sono
felice che tu sappia ancora chi io sia- la schernii rialzando
l'attenzione su Amber. La camicetta a scacchi che indossava le
fasciava così perfettamente il busto che rabbrividii a
guardarlo. O
forse, ancora una volta, era soltanto un brutto scherzo dei miei
occhi.
-Hai
ragione ad essere arrabbiato con me, ti chiedo scusa- mi disse lei
intimorita, e sembrava dispiaciuta per davvero. Nonostante questo,
sperai che non si trattasse soltanto di una mia impressione.
-Perché
hai fatto finta che non esistessi? Credevo lo sapessi che mi sarei
aspettato un tuo abbraccio, il primo giorno di scuola...
-Lo so, lo
so- rispose Amber, mortificata. -E' che... è difficile da
spiegare.
-Adesso ho
capito: tu ti vergogni di me- l'accusai nono appena mi si accese una
lampadina sopra la mia testa. Come avevo fatto a non capirlo prima?
Certo che Amber si vergognava di me! Io non ero popolare come Jimmy.
-Non dire
così- mi ammonì lei, il viso rosso per
l'imbarazzo.
-E' la
verità, ora mi è chiaro- insistetti, ma Amber
abbassò lo sguardo e
incrociò le braccia al petto.
-Okay, è
vero, non volevo che gli altri sapessero di noi- ammise, finalmente,
i suoi errori. Mi sentii soddisfatto non appena lo fece, ma apprezzai
quel gesto.
-Perchè?
Perché io non sono come Jimmy, giusto?
-Cosa
c'entra lui? Jimmy è un amico- mi corresse Amber, ma io mi
trattenni
dal ridere.
-Un amico?
Ah, e tu gli amici li baci sulla bocca?
-Cos'è,
sei geloso?- mi provocò lei inarcando un sopracciglio. Io
avrei
voluto mordermi la lingua, ma in un momento di tensione come quello
non potevo nascondere quanto mi desse fastidio essere stato
sostituito con quel montato di Jimmy.
-Sì, va
bene? Sono geloso, e non mi sta bene che tu frequenti quello
lì- le
confessai con tutta la sincerità che potetti mostrare. -E
sono
sicuro che non prova niente per te, se non una forte attrazione
fisica, tipica di quei ragazzi che non pensano altro che al sesso!
Amber
diventò di pietra e mi fissò intensamente.
Sembrava che io avessi
premuto un tasto delicato.
-E tu? Cosa
provi per me?- mi mise alla prova lei, facendo trasparire dai suoi
grandi occhi tutta l'emozione che la stava sopraffacendo.
Mi
avvicinai di qualche passo al suo corpo e mi fermai quando tra noi, a
dividerci, stavano soltanto pochi centimetri. Ancora una volta mi
persi in quel suo sguardo profondo come gli abissi di un oceano.
-Io vorrei
portarti ovunque tu voglia, scoprire il mondo insieme a te giorno e
notte, accendere il tuo amore... ma non lo sai che tu hai tutto
ciò
che mi serve?
I suoi
occhi vacillarono lucidi sui miei, come se non si fosse mai aspettata
delle simili parole da parte mia. Anzi, molto probabilmente nessun
ragazzo gliele disse mai, e ciò le mancava. L'abitudine di
frequentare un rozzo come Jimmy l'aveva allontanata da ciò
che si
poteva nascondere in qualcun altro, in me.
-Ti piaccio
davvero così tanto?- mi chiese incredula, come se tutte le
parole
che sentì dire da me fossero qualcosa di assurdo e
innaturale.
-Sì,
Amber. Così tanto- ripetei quelle parole per enfatizzarle.
-Io non
sento più dove ho i piedi quando ci sfioriamo, tu non senti
la
stessa cosa? La stessa vibrazione?
Mi
meravigliai ancora una volta di ciò che mi lasciai scappare
dalla
bocca. D'un tratto, per un attimo, non mi sentii inferiore ad Amber.
Insomma, lei era una persona come me, con un cuore e dei sentimenti.
L'unica cosa che ci differenziava non era la nostra
notorietà, ma il
modo di gestire l'amore che provavamo l'uno per l'altra.
Amber
sembrava paralizzata, indecisa se lasciar andare le parole o tenerle
per sé.
-Ehi, se è
così, devi dirmi solo di sì- la incoraggiai a
parlare, mentre le
mie mani le afferrarono il viso. Le sue guance rosse mi scaldarono i
palmi quando lei annuì nervosamente. Il mio petto si
riempì di una
bellissima sensazione, una miscela fatta di aria e speranza tanto
densa da bloccarmi il respiro.
-Scusami,
Zayn. Davvero, scusami- mi implorò Amber. -Ho capito
soltanto in
questi giorni i miei sbagli, e ti prometto che non li
commetterò mai
più.
-Vorresti
dire che sei disposta a farti vedere in giro con me? Tanto meglio da
Jimmy?- le chiesi per accertarmi delle sue parole.
-Ma lui
potrebbe gonfiarti di botte!- mi avvertì lei con un filo di
terrore
nello sguardo.
-Che lo
faccia- dissi scrollando le spalle. -Ho due braccia anch'io, sai?-
ironizzai e risi, contagiando Amber.
-Mi è
mancata la tua vena ironica.
-A me sei
mancata tu- le confessai senza peli sulla lingua, ormai convinto che
fosse diventato facile esporre i miei pensieri alla ragazza dei miei
sogni. -E ora, permettimi di baciarti.
Senza che
lei mi desse il suo consenso, le nostre labbra si incontrarono in un
bacio caldo, denso, pieno di tutto quel tempo passato a stare lontano
da Amber e che io volli sfogare su quella bocca, senza timori.
Rivissi il nostro primo bacio sulla spiaggia, la vacanza che passammo
insieme e che sfruttammo per conoscerci, finendo addirittura per
innamorarci.
Le sue
labbra si incurvarono sulle mie, simbolo di un sorriso, e ne godetti.
Cosa
avrebbero detto i miei amici quando avrei raccontato loro l'incontro
avvenuto in palestra? Non ero molto sicuro dei commenti che avrei
potuto ricevere, ma senz'altro avrebbero tutti perso la mascella.
Bé, perché
nel gruppo ero io lo scemo che si faceva sempre abbindolare dalle
donne.
E i miei
amici avevano sempre qualcosa da ridire al riguardo. Io, invece, ero
pronto a sorbire di tutto. Ero troppo felice per lasciarmi abbattere
dai commenti probabilmente poco carini dei miei amici. Ero riuscito a
riavere Amber, non m'importava nient'altro.
"-Fossi in
te non la leggerei- mi consigliò Harry. -Ricordati che
quella è una
stronza, non farti fregare di nuovo.
-Non
saprei, magari vuole sistemare le cose- ipotizzai, sperando di non
sbagliarmi [...] "
GIA',
INFATTI NON SI SBAGLIAVA!
buonasera ragazze,
tutto bene?
come è
andata con la scuola? io ho 3 DEBITI.
non so come farò a
sopravvivere a settembre, ma farò il possibile per salvarmi
la pelle!
chiudendo la parentesi
scuola, parliamo della storia (che è meglio).
come vi è
sembrato questo finale? ve lo aspettavate così o
in un altro modo?
alcune di voi si
aspettavano una vendetta... l'idea non era affatto male, ma alla fine
è andata diversamente.
secondo voi Amber
riuscirà a farsi vedere in giro con Zayn e a lasciar perdere
Jimmy?
non lo so nemmneno io
AHAHA ma in effetti chi si vergognerebbe di Zayn?
ho creato un
personaggio idiota, ma lasciamo stare.
che dire, JulieMary
tornerà all'attacco con Story of
my life
in Midnight
memories....
spero di ritrovarvi TUTTE.
non amo perdere
lettrici, proprio no :(
alla prossima (tra un
pò di tempo, giusto per preparare la prossima songfic e
altri progetti)!
grazie a TODOS for
TODOS (?) ♥
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