Take me home

di JulieMary
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Live while we're young (part 1) ***
Capitolo 2: *** Live while we're young (part 2) ***
Capitolo 3: *** Kiss you (part1) ***
Capitolo 4: *** Kiss you (part 2) ***



Capitolo 1
*** Live while we're young (part 1) ***


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Live while we're young
(part 1)




Rating: arancione



Non avrei mai creduto che mia madre potesse fare amicizia in ufficio, dato che il suo carattere non è mai stato uno dei migliori; la sua arroganza durante le discussioni ha sempre irritato chiunque, per non parlare di quelle numerose volte in cui lei critica le persone senza neanche conoscerle.

Eppure, nonostante i suoi innumerevoli difetti, mia mamma ha invitato a cena una sua collega di lavoro, la quale sembra aver fatto davvero amicizia con lei. A quanto pare i miracoli esistono.
È da quasi un’ora che sono chiusa in bagno per prepararmi, dato che ho saputo che verrà qui anche il figlio di questa donna. Mia mamma mi ha detto che è più grande di me di due anni e io sono curiosa di sapere che aspetto abbia. In teoria sarebbe dovuto venire anche il padre, ma ha degli impegni nell’officina in cui lavora. Forse è meglio così, non avrebbe comunque trovato alcun uomo con cui discorrere, dato che mio padre ha il turno di notte.
-Zoe, esci dal bagno!- sento mia madre urlarmi da dietro la porta mentre mi spazzolo i capelli.
-Ho quasi finito!- rispondo a voce alta, poi sbuffo guardandomi allo specchio. Quasi dimenticavo che pure lei deve farsi una doccia.
Quando apro la porta, trovo la mamma che mi guarda furiosa.
-Avevi intenzione di stare qui dentro fino a mezzanotte?- mi rimprovera come al solito.
Io non dico niente e me ne vado in camera, lasciando quella donna che mi ha creata farsi una doccia lampo, poiché la collega e suo figlio potrebbero arrivare a momenti.
Mi siedo sul mio letto aspettando l’arrivo di quei due. Qualche secondo dopo, mi arriva un messaggio sul cellulare. Prendo il telefono dal comodino e controllo: è la mia migliore amica Colette.

Ehi Zoe, per questo sabato sera ho organizzato una festa in piscina alla villa dei miei nonni, ti va di esserci? Ti prego! Ho invitato un bel po’ di gente (:

Appena leggo il messaggio spalanco gli occhi e la bocca. Mi riesce difficile credere che Colette sia riuscita a convincere i suoi nonni ad organizzare un party a casa loro, poiché sono sempre stati contrari all’idea. Mi domando soltanto se sappiano davvero di questa festa.

Sei riuscita a convincerli? Grande! (:

Come mi aspettavo, era troppo bello per essere vero. Colette ha deciso tutto da sola.

Ehm.. no! Ma partono per il fine settimana e siccome ho una copia delle chiavi di casa...

La mia migliore amica non cambierà mai, ma è per questo che l’adoro. Entrambe andiamo pazze per le feste, soprattutto quando vengono organizzate di nascosto. Sapere che potremo rischiare dei guai mi esalta perché amo l’avventura e buttarmi in tutto ciò che è proibito.
Accetto al volo l’invito e subito poco dopo aver spedito quest’ultimo messaggio, sento suonare il campanello. Bene, gli ospiti sono arrivati.
-Vai ad aprire tu, Zoe!- mi urla mia mamma dal bagno e io corro di sotto all’ingresso. Scosto leggermente la tendina della porta e oltre il vetro vedo due sagome davanti al citofono. Schiaccio il pulsantino e apro loro il cancello, poi faccio la stessa cosa con la porta.
Davanti a me si fermano una donna bionda e robusta e, dietro di lei, un ragazzo alto con un accenno di barba in viso.
-Salve, io sono Zoe, la figlia- mi presento alla signora cercando di essere educata e fare buona impressione.
-Ciao, piacere, Karen- si presenta a sua volta lei stringendomi la mano. La faccio entrare e, dopo Karen, mi stringe la mano il ragazzo.
-Liam- dice con tono calmo e sorridendomi. Ricambio il sorriso e squadro Liam dalla testa ai piedi: indossa una camicia bianca accompagnata da una giacca formale color grigio topo, un paio di jeans scuri aderenti e due scarpe lucide marroni. Sembrano tanto quelle che porta sempre mio nonno Ferdinand. Nonostante questo look triste e di pessimo gusto, il ragazzo è molto carino.
-Accomodatevi pure- invito i due a sedersi sul divano in salotto e li accompagno.
-Grazie, cara- mi dice Karen con tono gentile. –Dov’è tua mamma?- mi chiede una volta sedutasi.
-Si sta ancora preparando, arriverà tra poco- rispondo rimanendo in piedi davanti al divano, poi vado a sedermi sulla poltrona accanto.
Mi sento leggermente in imbarazzo. Che io ricordi, non mi è mai capitato di stare in salotto con due sconosciuti seduti sul mio divano. Non so cosa dire. Mamma, salvami. Ti prego.
Liam si sta girando i pollici e tiene lo sguardo incollato a terra. Che sia in imbarazzo anche lui? O forse non aveva alcuna voglia di venire qui?
-Ciao Karen, scusami per l’aspetto, ma..- dice mia madre mentre scende le scale e ci raggiunge.
-Ciao Paula, non preoccuparti- risponde la signora bionda alzandosi dal divano per salutare mia mamma che tiene un asciugamano in testa. Fossi in lei morirei dalla vergogna.Noto divertita che Liam sta cercando di trattenere delle risate tenendosi una mano davanti la bocca, poi mi guarda. Io gli sorrido capendo subito che è l’aspetto di mia madre a provocargli le risa.




La cena è andata bene e per fortuna i piatti son piaciuti sia alla signora Karen che al figlio Liam, dato che il secondo e il dolce li ho preparati io. A volte mi diverte cimentarmi in cucina e mi rende fiera sapere che alcune cose mi escono bene.
Mia mamma prima di cenare si è asciugata i capelli, menomale. Mi sarei sentita a disagio al posto suo se non l’avesse fatto, ma penso che lei se ne sarebbe fregata, conoscendola.
-Vi andrebbe un caffè?- ci propone lei dopo aver sparecchiato la tavola.
Karen accetta, io e Liam no.
-Senti Zoe, andresti a portare fuori la spazzatura?- mi chiede la mamma mentre accende la macchinetta del caffè. Sbuffo, ma per non fare la figura della figlia cattiva, obbedisco.

-Mamma, io esco a fumare una sigaretta- avverte Liam la signora Karen alzandosi dalla sedia. La donna annuisce guardando il tavolo, senza dire niente, come se disapprovasse il fatto che il figlio fumi, ma lo lascia comunque fare. Sembra come rassegnata.
Mi ritrovo ad uscire in giardino con il sacco della pattumiera in mano e Liam che mi segue. Che cosa imbarazzante, ma cerco di non starci troppo a pensare. Il fatto che io e questo ragazzo vestito da mio nonno siamo soli in giardino mi intriga. Potrebbe essere un buon pretesto per parlargli e conoscerlo.
Lascio il sacchetto dell’immondizia vicino al cancello, poi torno indietro, trovando Liam sotto il portico appoggiato alla ringhiera lignea bianca con in mano una sigaretta accesa.
Prima di rientrare in casa, mi fermo sotto il portico e mi metto accanto a Liam.
-Ti è piaciuta la cena?- gli chiedo, anche se so già la risposta, ma almeno parto con qualcosa.
-Sì, era tutto molto buono- mi risponde il ragazzo dopo aver tirato una boccata di fumo, poi si gira verso di me sorridendomi.
-Son contenta- dico col sorriso e sistemandomi una ciocca di capelli dietro un orecchio. Dopo aver esitato per una manciata di secondi, ricomincio a parlare.
-Mi fai fare un tiro?- quasi sussurro per non farmi sentire da mia madre.
-Certo- mi risponde con tranquillità Liam e mi pone la sigaretta in bocca. Mentre lui mi tiene la stizza, io aspiro un po’, poi getto via il fumo rilassandomi.
Liam rimette la sigaretta tra le sue labbra e continua a fumare pensando a chissà cosa.
-Tua mamma lo sa che fumi?- mi chiedi lui.
-Zitto!- lo rimprovero. –No, mi ucciderebbe- aggiungo e Liam mi chiede scusa per non aver bisbigliato. –E tu? Come l’hai detto a tua mamma?- gli chiedo infine con curiosità.
-Mi ha fatto cominciare mio padre, lei non voleva nemmeno- mi risponde il ragazzo con una punta di tristezza.
-Strano che sia stato tuo padre a farti cominciare- dico con perplessità mentre Liam fa cadere dalla sigaretta la cenere , la quale aleggia nell’aria non appena incontra un lieve soffio di vento serale.
-Lui dipende da queste schifezze- mi confessa Liam riferendosi alle sigarette e a chissà cos’altro. –Mi diceva sempre “fumare è come liberarsi dai problemi” e io non l’ho mai capito, finchè un giorno non mi ha incoraggiato a farlo, nonostante io sapessi che il fumo fa male- mi racconta Liam e io sono tutta orecchi. –E’ il mio unico modo di trasgredire- mi dice infine. Sembra che Liam nascondi un segreto. So che potrei essere indiscreta, ma sento di dovergli fare delle domande.
-Trasgredire?- chiedo, e Liam annuisce. –Che motivo hai per trasgredire?- continuo a domandare.
-Oh, beh..
-Okay, scusa, non dovevo farti questa domanda, perdonami- mi tiro indietro cambiando improvvisamente idea. Mi sento troppo invasiva.
-Tranquilla, non ho problemi a dirtelo, sono abituato a raccontarlo- mi dice lui come se avesse già detto a tutto il mondo i suo segreti. –Mio padre fuma, beve e ha tradito mia madre due volte- mi confessa Liam e io rimango impietrita. Mi dispiace moltissimo per lui. Nei suoi occhi si vede la sua sofferenza, eppure mi chiedo come abbia fatto a raccontarmelo senza esitazioni.
-Oh, mi spiace.
-Tranquilla, ormai è da qualche anno che convivo con l’essere contorto di mio padre, ma ciò che mi da più fastidio è che mia mamma non si decide a cacciarlo fuori di casa- mi dice Liam con un tocco di rabbia in voce. Gli porgo il portacenere che sta sempre sopra il tavolino vicino l’ingresso per spegnere la sigaretta e lui mi ringrazia.
-Mi ha rovinato la vita- continua Liam a sfogarsi con me. –Sono sempre chiuso in me stesso, mi trascuro, non riesco più a divertirmi con gli amici, non esco e rimango attaccato alle sigarette come lui, lo detesto- aggiunge infine. La luce della luna illumina il suo volto e quando lo guardo mi sembra di vedere un angelo a cui sono state deturpate le ali e tolta l’aureola.
Ora capisco perché Liam indossa questi abiti tristi e vecchi. E anche perché non si fa la barba. I suoi occhi castani sono dolci, ma opachi.
-Hai bisogno di sentirti più libero- gli consiglio con il cuore in mano.
Liam mi guarda perplesso.
-In che senso?
-Devi uscire dal tuo guscio, lasciarci dentro i tuoi problemi e saperti divertire.
-E’ facile a dirsi, Zoe- mi dice Liam rassegnato, come se per la sua situazione non esistano soluzioni, ma io voglio dimostrargli il contrario. Ce la può fare.
-Tu hai diciannove anni, giusto?- gli chiedo e lui annuisce. –Bene, allora vivi e comportati come tale! Noi siamo giovani, dobbiamo mettere da parte tutto ciò che ci preoccupa, fregarcene e divertirci.
Liam mi sorride, poi rivolge il suo sguardo alla luna.
-Mi piace la tua filosofia- dice.
-Ti andrebbe di metterla in pratica venendo con me ad una festa in piscina sabato sera?- gli propongo non appena mi viene in mente questo lampo di genio. Aiuterò Liam a sentirsi libero e ad integrarsi nel gruppo dei giovani. Lo è anche lui, insomma, non deve comportarsi come un adulto che ha appena detto addio all’adolescenza. Lui ha diciannove anni, caspita.
Prima che Liam possa rispondermi, mia madre sbuca dalla porta d’ingresso e interrompe il nostro discorso.
-Che state facendo, ragazzi?
-Niente, stiamo solo parlando- rispondo con malavoglia. Mi stava piacendo quel momento e adesso è arrivata lei a rovinare tutto.
-Mi sembrava strano che durasse così tanto portare fuori la spazzatura- commenta la donna continuando a farsi gli affari miei, come tutte le madri. E a proposito di mamme, è arrivata anche Karen.
-State facendo amicizia?- ci chiede la bionda sorridendoci. Chissà cosa si è messa in testa.
-Sì mamma, stavamo parlando- risponde Liam voltandosi verso di lei con tutto il corpo e si appoggia con la schiena alla ringhiera bianca.
-Okay, fate i bravi eh- ci raccomanda mamma e io sbuffo. Mio Dio, che vergogna.
-Sì, ciao- la liquido freddamente per non prolungare questo senso di imbarazzo che io e Liam teniamo dentro. Le due rientrano in casa e spero che non facciano più una comparsa improvvisa come questa.
Io e Liam scoppiamo a ridere.
-Allora? Verrai alla festa?- riprendo il discorso placando le mie risa.
-Okay, ci sto- accetta con mia sorpresa il ragazzo e ne sono felice. –Ma promettimi che non mi lascerai solo- giunge lui ad un compromesso.
-Tranquillo, ti starò appiccicata- gli assicuro facendogli un occhiolino e un sorriso.
Non vedo l’ora che sia sabato. Ci si divertirà da morire.







LET'S PARTY!

ciaaao a tutte!
ebbene sì, JulieMary non è morta ;)
chiedo subito perdono per essere sparita in questo periodo, ma è una storia lunga che poche di voi sanno (?)
va beh, adesso sono qui.
finalmente ho cominciato anche la raccolta di Take me Home, sento il coro dell'alleluja.
questa è la prima parte di Live While We're Young, tra pochi giorni posto la seconda!
che ne pensate? trovate interessante l'inizio? vi dico soltanto che la seconda parte lo sarà mooolto di più ;)
e poi, beh... è uscito il terzo CD, ossia Midnight Memories.
sapete cosa significa?
che JulieMary dovrà rimboccarsi le maniche e scrivere anche una terza raccolta di songfic!
quanto lavoro, OMG.
va beh, vedremo come andrà (?)
se avete qualcosa da dirmi, dovete fare solo una cosa: RECENSITE.
ci tengo mooolto.
alla prossima, ciao!

ps: EFP mi è mancaaato tanto!


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Capitolo 2
*** Live while we're young (part 2) ***


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Live while we're young
(part 2)







-Cole!- esclamo non appena io e Liam entriamo nel giardino sul retro della villa. Qui alla festa c’è già un bel po’ di gente e la musica è grandiosa. Non mi sorprende il fatto che se ne stia occupando Steve, il nostro amico in fissa per i grandi successi dance.

Colette si volta verso di me e mi corre incontro. L’abbraccio forte, non vedevo l’ora di vederla.
-Finalmente sei arrivata, Zoe! Sei sempre in ritardo!- mi rimprovera teatralmente la mia migliore amica, poi sposta l’attenzione su Liam, che se ne sta dietro di me in silenzio. Sembra sentirsi un po’ a disagio.
-E’ lui l’amico che mi dicevi?- mi chiede Cole indicando il ragazzo.
-Sì, lui è Liam- rispondo prendendo lui per un braccio invitandolo ad avvicinarsi. –Liam, lei è Colette- concludo le presentazioni e i due si stringono la mano.
-Piacere- dice Cole sorridendo e i mio nuovo amico ricambia. –Avete portato i costumi?- ci chiede esaltata la bionda.
-Certo- rispondo abbassando la scollatura del top per far vedere il pezzo blu del mio bikini. Le mutandine, invece, sono beige a righe bluastre.

-Ehm... sì, anch’io- si aggiunge Liam alzando il pollice di una mano per confermare.
-Perfetto! Dai, spogliatevi e buttatevi in piscina!- ci invita Colette ad iniziare la festa e, senza aspettarci, corre subito a tuffarsi unendosi agli altri ragazzi.
Prima avrei preferito prendere subito qualcosa da bere, ma la mia amica mi ha invogliato a farlo dopo. Adesso voglio farmi un bagno.
Appoggio su una sedia di plastica la mia borsa e comincio a spogliarmi. Mi sfilo il top, poi i pantaloncini e metto tutto sulla borsa.
-Perché non ti spogli, Liam?- chiedo accorgendomi che il ragazzo, anziché togliersi i vestiti di dosso, mi sta guardando mentre mi preparo.
-Non so se ho voglia di fare una nuotata- mi confessa lui portando di scatto lo sguardo verso il suolo e si gratta la nuca.
-Ma come? Non puoi venire ad una festa in piscina e poi rifiutarti di nuotare!- gli dico sorridendogli per tranquillizarlo un pò, ma noto che non sta funzionando.
-Hai ragione, però...
-Ascoltami, Liam- provo di nuovo a convicerlo. Mi posiziono di fronte a lui e gli prendo le mani. -Ti ricordi il motivo per cui ti ho portato qui?- gli chiedo guardandolo nei suoi occhi insicuri.
-Certo- risponde. -Ma non credo più che sia una buona idea.
Scuoto la testa, ma non mi do per vinta. Non voglio che Liam rinunci al suo essere giovane. Ha bisogno di aprirsi e di svagarsi prima che il tempo glielo possa impedire.
-Liam, devi farlo per te- gli consiglio. -Dai, ti ho promesso che non ti avrei lasciato solo, sono qui- gli rinfresco la memoria e spero che riesca a convincersi. Deve sbloccarsi.

Liam mi sorride e sento le sue mani stringere un pò di più le mie.

-Sei dolcissima, sul serio- dice lui sorridendo, ed io mi imbarazzo. Semmai è lui quello dolce!

-Dai, su, prima di tutto togliti questa maglietta- faccio finta che Liam non mi abbia mai fatto un complimento, lascio le sue mani e gli sfilo la t-shirt. Lui si lascia spogliare, poi getto la maglietta sopra i miei vestiti. Ciò che mi ritrovo davanti agli occhi è un addome con muscoli ben accennati, ed io rimango incredula. Un ragazzo con questo fisico non ha nulla di cui vergognarsi, accidenti!
-Oh mio Dio!- esclamo ed indico il corpo di Liam. -Ma ti sei visto? Comincio a pensare che tu mi stia pigliando per il culo- aggiungo con massima sincerità e rido.
Lui si gratta la testa imbarazzato e ride timidamente guardando il suolo.
-Faccio anche ginnastica per sfogarmi, non fumo soltanto- confessa, poi mi guarda. -Mi chiudo in camera, accendo la musica e faccio addominali, pesi e flessioni.
-Ah beh, lo vedo- dico con spontaneità. -E non ti viene mai la tentazione di mostrarti a qualche ragazza? Che ne so, ti fai mai qualche foto?
-No, non mi attira molto l'idea.
Rimango sempre più sorpresa. Non ho mai conosciuto un ragazzo con una personalità come quella di Liam, dico davvero.
-Sei bellissimo, lo sai, vero?
Liam ride ancora, sembra non credere alle mie parole.
-Dai, togliti i pantaloni e andiamo a tuffarci, stupido- lo invito a mettersi una volta per tutte in costume. Lui obbedisce e ciò che mi si presenta davanti è un ragazzo con un costume arancio largo e lungo fin sopra le ginocchia. Ed è molto attraente. Poco sicuro di sé, ma attraente.

Gli porgo una mano, lui me la stringe e ci guardiamo.
-Allora, sei pronto?- gli chiedo e gli sorrido a bocca serrata.
-Temo di no, ma voglio buttarmi- risponde lui e mi fa l'occhiolino. Il mio sorriso si allarga, poi faccio un respiro profondo. Stessa cosa fa Liam.

Comincio a contare alla rovescia.
-Tre... due... uno...
Al via, io e Liam cominciamo a correre verso la piscina. Ridiamo, urliamo, ci riempiamo di emozioni. E ci trasmettiamo tutto ciò che proviamo attraverso le notre mani, sempre più strette. A pochi piedi dal bordo piscina, ci solleviamo da terra e ci tuffiamo. A contatto con l'acqua fredda mi vengono i brividi . Io e Liam molliamo la presa l'uno sull'altra, ma ci guardiamo. La sua figura sfumata sembra confondersi con la parete della piscina dietro di lui. Saliamo in superficie e riprendiamo fiato. Subito dopo rido e contagio Liam. E' così bello vederlo sorridere.
Mi assumo la responsabilità di alimentare la felicità di Liam e per una sera vorrei essere io la causa del suo benessere. E' come se fosse un pò il mio dovere, è una sensazione.
Nuotiamo insieme, ci facciamo i dispetti con gli schizzi d'acqua, i pizzicotti, la testa spinta verso il fondo, il solletico...

Mi impegno più che posso per distrarlo dalla sua solita vita.

Dopo una lunga nuotata, presento a Liam alcuni amici, lui fa un pò d'amicizia con loro, ma non lo lascio mai da solo, proprio come gli avevo promesso.
Beviamo drink, mangiamo gelati, balliamo stretti sulle note della musica dance di Steve...
E tutto mi rende inaspettatamente presa. Presa da Liam. Lui mi piace. Mi piace il modo in cui mi guarda, mi sorride e mi tocca.
Sembra tutto così perfetto, ma il divertimento in giardino finisce quando Colette si accorge che una macchina della polizia ha parcheggiato di fronte alla villa.

-Ragazzi, c'è la polizia!- dice Cole a voce alta, ma non tutti la sentono. Io e Liam ci voltiamo verso di lei, poi sentiamo il campanello suonare, anche se siamo nel giardino del retro. Non mi ero resa conto che la festa stesse disturbando la quiete pubblica, ma a quanto pare abbiamo proprio esagerato con la musica e le urla.

-Liam, seguimi!- ordino al ragazzo e lo prendo per un braccio. Noto che è molto preoccupato, ma obbedisce.
-Dove andiamo?- mi chiede, ma non gli rispondo.
Entriamo in casa da una porta che da sulla cucina, poi saliamo le scale correndo per raggiungere il piano superiore. La nostra corsa prosegue su un'altra rampa di scale che porta alla soffitta ed entrambi ci buttiamo sul vecchio letto matrimoniale che cigola un pò, circondato da tanti scatoloni e altri mobili antichi. I nonni di Colette mettono all'asta mobili vecchi, me ne ero dimenticata. E' da tanto che non vengo qui.
Mi nascondo sotto il lenzuolo bianco e invito Liam a fare lo stesso. Entrambi ridiamo, come abbiamo fatto durante la nostra divertente fuga.

-Che ci facciamo qui?- mi chiede lui guardandomi con quegli occhi castani che tanto insicuri non sembrano più. Anzi, sembrano ridere anche loro.
-E' meglio se ci nascondiamo, altrimenti la polizia ci trova!
-Non è che adesso ci arrestano tutti! Insomma, siamo circa una trentina di persone!
-Preferisco non essere vista- ammetto, poi scoppio a ridere.
-Che hai?
-Mi sto divertendo tantissimo stasera, è tutto così movimentato!- rispondo alla domanda. Sento la musica di Steve ovattata provenire dal giardino e mi chiedo chissà chi se la sta vedendo con i poliziotti.
-Hai ragione, stesera mi sembra tutto così bello e vivo- si esprime Liam con aria sognante. -E così... giovane.
Adoro sentire Liam dire queste parole. In soffita entra un lieve raggio di luna dalla piccola botola sopra le nostre teste, ma sotto il lenzuolo la luce è più indebolita. Il buio è quasi totale, ma riesco a scorgere i lineamenti di Liam ugualmente. Lo vedo sdraiato su un fianco accanto a me, mi guarda e mi sorride. E' così dolce e provocante allo stesso tempo, mi piace un sacco. Rendermi conto di essere sotto questo lenzuolo insieme a lui mi rende felice. Siamo solo io e lui. E nessuno sa dove siamo.
-Dobbiamo vivere finchè siamo giovani- dico con voce calma. -Tu non devi avere neanche il tempo per pensare a ciò che ti fa soffire, hai capito?- continuo con il mio insegnamento. Accarezzo una guancia di Liam e sono tentata a dargli un bacio. Lo guardo negli occhi scuriti dalla profonda penombra e sento che c'è qualcosa che mi attrae fortemente verso di lui. Liam sembra capirmi, come se sentisse ciò che sto provando in questo momento. Forse siamo stati fregati dalla famosa coincidenza: entrambi ci piacciamo. Ed entrambi vogliamo ringraziarci, vogliamo baciarci.
Mi avvicino a lui con tutto il corpo e sento il suo respiro divenire più pesante sulla mia pelle. Liam poggia una mano sulla mia coscia e percorre poi il fianco, le costole, la spalla, il collo, il viso. Seguo la mano con lo sguardo, finchè essa raggiunge le mie labbra, e torno a guardare Liam negli occhi. Sento lieve il tocco delle sue dita sulle mie labbra e comincio a tremare. Quei polpastrelli lasciano presto la mia bocca per far spazio alle labbra di lui, soffici e umide. Liam si porta un pò in avanti per far combaciare il suo corpo con il mio. E adesso sì che sento il suo calore in tutta la sua presenza.

Sposto le mie mani tra i suoi capelli umidicci quando lui introduce la sua lingua nella mia bocca. Comincia un gioco tra di noi, un'intesa. La mia lingua pare accarezzare la sua.
Liam mi sfiora una guancia, poi stacca le sue labbra dalle mie. Mi guarda intensamente. Sorride.
-Grazie, Zoe. Per tutto- mi dice con voce flebile, rotta dall'emozione.
-Sono io che ti ringrazio, Liam- lo correggo. -E' merito tuo se questa serata è stata magnifica.
-No, il merito è tuo- insiste lui con la sua idea. -Sei stata tu a rendere tutto perfetto. Questo perchè non mi hai lasciato mai solo- continua lui, ed io sorrido. Non ricordo quando è stata l'ultima volta in cui mi son sentita realmente felice. Forse questa è addirittura l'unica, ma mi sembra così assurdo. So soltanto che in questo momento sto davvero bene. Con me stessa, con Liam. E mi piace il fatto che non importa nulla di ciò che sta succedendo fuori da questa soffitta, da questo letto.
Mi chiedo se questo sia l'inizio di qualcosa. Forse di una cotta da niente, forse di un amore.
Non mi pento di nulla. Son contenta che Liam sia felice e che lo sia con me. E per me potremo rimanere qui così, vicini e abbracciati sotto questo lenzuolo impolverato finchè non vedremo la luce lunare far spazio a quella del sole.


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"
Liam si porta un pò in avanti per far combaciare il suo corpo con il mio. E adesso sì che sento il suo calore in tutta la sua presenza."



CHE CALOOOR.

ciao a tutte, ecco a voi la seconda ed ultima parte della prima songfic Live while we're young!
che ne pensate? come immaginavate che fosse la festa?
beh, il fatto che tra Liam e Zoe potesse nascere qualcosa era OVVIO.
spero che vi sia piaciuta anche la foto che mostra cosa accade sotto il lenzuolino :3
ora vi parlo dei miei progetti, sarò breve:
ho progettato la songfic di Best song ever e dovrei cominciare a scriverla tra poco tempo, così posso dar vita anche alla raccolta di Midnight memories!
cercherò di aggiornare le raccolte un pò per volta, così le mando avanti tutte insieme.
infatti, dopo aver pubblicato Best song ever, tornerò ad Up all night con Gotta be you.
mi raccomando, STAY TUNED!
spero che questa storia sia stata di vostro gradimento e spero che possano piacervi anche le prossime.
per concludere, dato che molte voi mi chiedono cos'è' una songfic, vi spiego qui:
LA SONGFIC E' SEMPLICEMENTE UNA STORIA ISPIRATA AD UNA CANZONE.
bene, detto questo, sparisco!
grazie mille per seguire le mie storie, ve ne sono grata :)
ciao, alla prossima!








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Capitolo 3
*** Kiss you (part1) ***


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Kiss you
(part 1)



Rating: giallo



Come al solito, Amber era in ritardo. Ci eravamo dati appuntamento alle 16.00 in piazza, ma alle 16.15 ero ancora solo, seduto sul bordo della fontana ad osservare i passanti e i negozi del centro. Amber si faceva sempre aspettare, non era una novità, ma volevo che almeno per l'ultimo giorno di vacanza arrivasse puntuale, poiché volevo passarlo e godermelo al meglio.

E sfruttando tutto il tempo necessario, ovviamente.
La mattina dopo sarei dovuto partire e non riuscivo a credere che il tempo fosse così volato. Arrivai in quella piccola località di mare solo un mese prima, e con mia sorpresa scoprii che pure Amber, la ragazza più bella e popolare della mia scuola, si trovava lì con la sua famiglia per le vacanze.

Ho sempre nutrito una cotta segreta per lei, ma durante quel pezzo d'estate ebbi modo di lanciarle qualche segnale, precisamente da quando incontrai Amber un altro paio di volte, dopo la prima.
Doveva essere destino, pensai.
E cominciando ad uscire con lei, scoprii alcuni suoi lati che non avrei mai detto esistessero. Tutti conoscevano Amber come una ragazza egoista e piena di sé, ma io conobbi la sua dolcezza solo durante quella vacanza.

Ed io me ne innamorai ancora di più.
Era tutto piuttosto strano, ma ne fui felice.
Mentre facevo un riepilogo mentale sulla mia vacanza quasi finita, vidi Amber arrivare verso di me. Era stupenda, come sempre: indossava una canottiera beige metà coperta dai suoi lunghissimi capelli dalle sfumature ambrate, un paio di shorts bianchi sfilacciati agli orli e due sandali infradito decorati con pietre colorate. Il tutto era in perfetta armonia con la grande borsa di paglia che teneva sulla spalla e un paio di occhiali da sole neri.

O forse ero io che consideravo Amber bellissima, qualsiasi cosa lei indossasse.
-Che ci fai qui? Sei in anticipo- la schernii alzandomi dal bordo della fontana, e lei imitò una risata.
-Ah ah ah, che simpatico che sei- rispose ironicamente.
Amber mi schioccò un bacio sulla guancia, ed io mi sentii morire di nuovo. Non perché quella fosse la prima volta che lo faceva, ma perché oltre alle guance non sapeva andare.

Ed io non avevo mai abbastanza coraggio per poterle rubare le labbra anche solo per un secondo. Nonostante il suo comportamento non fosse come quello che ricordavo, io continuavo a vederla superiore a me, e non mi sentivo mai alla sua altezza.

-Perché ci metti sempre così tanto per arrivare?- le chiesi.
-Stavolta non sapevo che mettermi- mi rispose togliendosi gli occhiali da sole e spostandoseli sulla testa. I suoi occhi blu mi fulminarono, come ogni volta.
-Ma non farti queste paranoie, stai bene con tutto- mi complimentai con lei. -Piuttosto ti saresti dovuta preoccupare di più per la persona che ti stava aspettando.
-La smetti di farmi pesare il mio ritardo? Chiedo scusa!- si scaldò Amber teatralmente e mi spinse colpendomi una spalla. Finimmo entrambi per ridere.Io e lei cominciammo a camminare per le vie caratteristiche del luogo. Il caldo era asfissiante, ma ogni sofferenza diventava piacere accanto ad Amber. Il mio desiderio di afferrarle la mano non mi lasciava mai, ma non riuscivo a soddisfarlo. Avevo troppa paura che lei potesse ritrarla e fare finta di niente, così preferii reprimere quel mio bisogno e provai a pensare ad altro.
Ci fermammo in una gelateria. Lei prese una coppetta, io un cono con due gusti.
-Perché prendi sempre la nocciola?- le chiesi quando uscimmo dal piccolo e fresco negozio.

-Forse perché è il mio gusto preferito?- ribatté Amber con ovvietà.
Mi sedetti sulla panchina accanto all'entrata della gelateria, lei fece lo stesso. Alle sue spalle si poteva vedere l'orizzonte del mare, poco lontano da noi.-Chiedo scusa per la domanda stupida- le dissi con una punta di scherno, come per dare ragione alla sua reazione, e lei rise. -Non sai cosa ti perdi, stracciatella e cioccolato sono il massimo- continuai a parlarle gustando con piacere il mio gelato.
-Non sai cosa ti perdi tu, piuttosto- si difese Amber.
-Vuoi assaggiare?- le porsi il cono dopo una leccata veloce. Lei lo guardò per un istante, poi fece slittare lo sguardo su di me.

-So come sono, li ho già provati quei gusti.
-Scommetto molto tempo fa, però. E scommetto anche che non ti ricordi bene che sapore abbiano- la stuzzicai con un occhiolino.
Amber sembrava tentata mentre fissava ancora il mio gelato, poi sorrise.
-Okay, va bene, solo un assaggino- cedette alla mia tentazione e leccò la parte alla stracciatella.
-Hai dimenticato il cioccolato- le feci notare, malizioso.
-Tu sei un tentatore!- mi accusò lei ridendo, poi leccò anche l'altro lato del mio gelato.
-Che ne pensi? Sono buoni come li ricordavi?
-Devo dire che sì, sono buoni, ma non competono certamente con la nocciola- Amber rimase convinta della sua idea. -Vuoi assaggiare tu, adesso?- mi propose mettendo sotto il mio naso la sua coppetta con il cucchiaino azzurro incastrato in quella sostanza fredda e cremosa.
-Tranquilla, conosco la nocciola- le ammiccai. -Piuttosto, mi daresti il biscottino?
-Neanche morta!- si rifiutò Amber addentando il biscotto tondo e piatto che stava sommerso per metà nel gelato, come se a momenti avessi potuto rubarglielo. -Mangia il cono, tu!
-Fammi finire quello che c'è sopra, prima!
Adoravo da morire ridere con lei e ammirare il suo sorriso. Nei mesi precedenti, durante scuola, non avrei mai detto che in estate l'avrei incontrata e che sarei uscito diverse volte con lei. Eppure, nonostante il mio pessimismo, mi trovavo là con lei, seduti su una panchina a scherzare tra noi mentre mangiavamo un gelato insieme. E poi, come successe già in altri giorni, andammo a passeggiare sulla spiaggia. Quando il sole cominciava lento a calare nell'orizzonte, andare al mare era molto più piacevole.
Io e Amber ci sedemmo sulla riva, dopo aver camminato per dei lunghi minuti mentre ammiravamo l'ambiente e le persone attorno a noi. Alcuni stavano smontando l'ombrellone per tornare a casa, altri invece erano appena arrivati per godersi le ore meno calde della giornata.

-Sei sporco di cioccolato- mi avvertì Amber toccandosi un angolo della bocca, ed io la imitai per pulirmi.
-Qui?- le chiesi mentre sfregavo il dito sulla pelle, e lei annuì. Avrei preferito che se ne andasse in un altro modo, quella macchia. Magari con un bacio, ma pensieri di quel genere rimanevano sempre e soltanto dei miei film mentali. E me ne facevo parecchi.
-Perché non me l'hai detto prima? Mi avranno preso per uno sporcaccione!- la rimproverai simpaticamente.
-Chi? I gabbiani?- si prese gioco di me ridendo come una matta.
-Adesso sei tu, la simpatica- le feci notare con un sorriso sornione dipinto sulle labbra.

-Ma dai, non ti ha visto nessuno, rilassati- mi tranquillizzò.
Porsi lo sguardo all'orizzonte che stava di fronte a noi, diviso tra il mare e il cielo che stava cominciando ad assumere sfumature rosa e arancio. Che spettacolo.
Poi guardai ancora Amber, e fu lei il vero spettacolo al quale i miei occhi assistettero. Peccato, però, che lei non sapeva niente di quei miei pensieri. E chissà invece cosa pensava di me.
-Mi dispiace che questa vacanza sia già finita- mi lamentai con voce calma.

-Anche a me- disse Amber abbassando lo sguardo.
-Ma che dici? Tu hai ancora una settimana da passare qui!
-Già, ma senza di te sarà una noia mortale- mi confessò lei rialzando la sua attenzione su di me. I miei occhi cominciarono a brillare per l'emozione, ma non ero sicuro che lei fosse in grado di cogliere quel particolare.
-Non avresti un rompipalle da sopportare- scherzai ironico per sdrammatizzare la situazione, ma Amber non sembrò essere d'accordo quando scosse la testa.

-Non mi dispiace averti intorno- ammise lei e mi sorrise. -Però, sai, potresti aver ragione.
-Ehi!- mi offesi teatralmente e le lanciai una piccola manciata di sabbia, che le finì sui capelli.
-E' una richiesta di guerra, Malik?- mi chiese lei sconcertata per avere i suoi splendidi capelli sporchi.

-Tu che ne dici?- la provocai, e lei affondò le mani nella sabbia per lanciarmene una grossa quantità addosso. Che vendetta!
Mi coprii subito con le braccia per non farmi arrivare i granelli in faccia, ma subito dopo tornai all'attacco.
-Okay, basta, hai vinto tu!- si arrese subito lei agitando le mani in aria.

-Ma come? Così presto?- mi mostrai deluso, ma era evidente che stessi scherzando.

-Sì, mi sono sporcata già abbastanza.
-Il look della principessa deve rimanere impeccabile?- la presi in giro, poi scoppiai a ridere.
-Sì, sempre, Zayn- mi rispose con convinzione Amber lisciandosi i capelli.
-Non hai nulla di cui preoccuparti, comunque.
-Che intendi dire?- chiese spiegazioni bloccando le sue mani tra le folte onde ambrate.
-Sei impeccabile anche ora, con la sabbia addosso- mi lasciai sfuggire dalla bocca, il che mi sorprese. Dove avevo trovato quel coraggio?
Amber si avvicinò al mio corpo e mi guardò negli occhi. Il loro blu faceva invidia al mare.
-Zayn, io ti piaccio, vero?- mi chiese a bruciapelo, e nella gola mi si formò un nodo. Avrei dovuto dirle la verità? Cogliere al volo l'occasione e fare uscire i miei sentimenti allo scoperto?
Deglutii prima di aprir bocca. I miei occhi vacillavano mentre si perdevano in quelli di Amber.
-Sì, da molto tempo- confessai, sorprendendo sempre più me stesso.

-Perché non me l'hai detto prima? Perché non mi hai mai preso la mano durante una delle nostre camminate? Oppure, perché non mi hai mai baciata?- mi chiese lei aggrottando le sopracciglia. Io rimasi spiazzato da quelle parole. Le avevo sentite davvero o era tutto frutto della mia immaginazione?
-Credevo che tu non volessi un ragazzo come me accanto- le confessai, un po' intimorito. Temevo che mi scoppiasse a ridere in faccia, invece non lo fece. Mi sembrava tutto così surreale.
Amber alzò un angolo della bocca e intenerì lo sguardo. Con una mano mi toccò una guancia, ed io la guardai. Le sue dita erano davvero sul mio viso, davvero troppo vicine.
Quando riportai lo sguardo su Amber, dovetti chiudere gli occhi perché lei annullò le distanze dandomi un bacio. Quelle labbra che io desiderai da morire si stavano muovendo sulle mie, così morbide e così umide da sembrarmi solo un sogno. Temetti di potermi risvegliare da un momento all'altro, invece si trattava solo della realtà.
Le mie mani finirono tra i suoi capelli mentre il nostro bacio proseguiva e aumentava la sua passione. Quando le nostre lingue si incontrarono, il mio cuore sembrò scoppiarmi dentro.
Purtroppo, l'intensità di quel bacio venne rotta da una ristretta ed inaspettata durata, poiché Amber si staccò dalle mie labbra e ritirò la sua mano.
-Perché mi hai baciato?- le chiesi confuso, ma con l'anima appagata.

-Anche tu mi piaci, Zayn. Volevo fartelo capire- disse lei sorridendomi.

Morii di felicità nell'udire quelle parole.

-Mi sento libero da un peso.
-Mi mancherai, settimana prossima.
-Ma ci rivedremo a scuola, tra poco- la rassicurai, ma lei guardò altrove.
-Sì, hai ragione- disse voltandosi ancora una volta.
-Mi dai un abbraccio di fine estate?- le chiesi protendendo le braccia verso di lei.
-Perché, esistono abbracci del genere?- scherzò lei.
-L'ho inventato io- le ammiccai. -Allora?
Amber mi abbracciò forte, ma io la strinsi a me ancora più intensamente, come se avessi avuto paura di lasciarla andare e di non poterla più riavere premuta al mio corpo.
-Ci vediamo a settembre- le sussurrai all'orecchio.
-Certo, certo- mi assicurò lei. La sua voce mi cullò in quell'abbraccio, e sperai vivamente di poterla sentire di nuovo così vicina quando entrambi saremmo ritornati a scuola.
E probabilmente, sperai, avremmo chiarito meglio la nostra situazione. Io incrociai le dita.



Quella mattina mi sentivo ottimista. Sarebbe stato il primo giorno del mio ultimo anno di liceo, ma la mia ansia non era dovuta soltanto a quello: avrei presto rivisto Amber, e già mi mancava tantissimo.
Una maglietta nera, un paio di jeans slavati e i miei scarponcini di pelle preferiti erano perfetti. Vestito così mi sentivo più sicuro di me stesso e mi piacevo. La barba l'avevo fatta la sera, prima di andare a dormire. Quella mattina ero io, stavolta, ad essere impeccabile.

Non vedevo l'ora di far vedere ai miei amici che Amber era finalmente mia, dato che quando raccontai loro la mia vacanza non credettero a nessuna delle mie parole. Ben presto sarebbero stati i fatti a parlare.
Uscii di casa con la zaino che penzolava da una spalla ed aprii il garage per prendere la macchina. Le mani già mi sudavano, partivo bene.
-Ecco Zayn, il rubacuori!- mi canzonò Niall quando arrivai davanti a casa sua. Lui era già fuori, sotto il portico di casa ad aspettare il mio arrivo.
-Sali in macchina, idiota- lo invitai con un cenno del capo e mi misi a ridere.
-Non voglio proprio perdermi la scena del vostro bacio- continuò il biondo a fare il simpatico. Mi tremò il cuore al solo pensiero che presto avrei potuto vedere e toccare la ragazza dei miei sogni.

-Zayn, amico!- mi salutò Harry quando passai a prendere anche lui. C'era pure Liam.
-Sono davvero felice che tu sia riuscito a metterti con la più fica della scuola, sei un ganzo!- si complimentò con me Liam non appena salì in macchina.
-Sta zitto, non stiamo insieme- tenni a precisare, mentre gli altri si unirono in una fragorosa risata. Se avessero continuato a fare i simpatici, li avrei scaricati in mezzo alla strada con piacere.

All'appello mancava solo Louis, ma lui aveva la moto e sarebbe arrivato a scuola prima di noi. Infatti fu così: Louis stava appoggiato alla sua moto quando gli passammo accanto, ai parcheggi.

-Ehi, Lou! Siamo arrivati con il fortunato!- annunciò ironicamente Harry affacciandosi al finestrino. Mi portai una mano in fronte quando fermai la macchina.

-Ciao, Zayn! Finalmente ci si rivede- mi salutò Louis con un cenno di capo e una mano alzata. Io lo ricambiai allo stesso modo.

-Bene, dov'è la miss?- chiese impaziente Niall guardandosi intorno, poi scese dalla macchina continuando a studiare l'area.

-Ragazzi, la smettete? Che ansia!- mi lamentai e mi resi conto di essere rimasto l'unico in auto. Tutti erano scesi prima di me, pur di trovare Amber al mio posto.

-Tranquillo, Zayn. Te la troviamo noi- Liam credette di farmi un favore, invece stava solo aumentando il mio tasso di nervosismo nel mio corpo.

Scesi dalla macchina anch'io e cominciai a perlustrare il territorio scolastico con il cuore che pulsava in gola. Ma dov'era Amber? Forse era in ritardo, come sempre.

-E se arrivasse in macchina con Jimmy?- ipotizzò Niall. Sentire quel nome mi provocò la mascella contratta e i pugni stretti.

-O magari verrà con Lisa e Gemma, le sue amiche del cuore- sperai a voce alta, correggendo le parole fastidiose di Niall. Dovetti ricredermi, però, quando mi accorsi che Niall non aveva pensato male.

Nel parcheggiò si scatenò il rombo della macchina sportiva di Jimmy, il ragazzo più ricco della scuola fissato con Amber da un paio di anni. Lei stava seduta accanto a lui, occhiali da sole e lucidalabbra rosa ben in vista.

Il mio cuore smise di battere.

-Ah, io non mi stupisco- commentò Louis incrociando le braccia al petto, ancora appoggiato alla sua moto.

-Quella è una stronza, Zayn. Come minimo non si accorgerà nemmeno che tu stai qui a guardarla- mi disse Harry poggiandomi una mano sulla spalla.

Ignorai le parole di Harry e continuai a fissare Amber con la speranza che si accorgesse di me.

Jimmy non parcheggiò molto lontano dalla mia macchina. Dopo essere sceso, andò ad aprire l'altra portiera per far scendere Amber, fiero di lei e della sua sfacciataggine da ragazzo invidiato.

Guardami, guardami, guardami”, pregai nella mia testa mentre i miei occhi non si decidevano a mollare la figura perfetta di Amber, ma lei non si accorse me.
Quando la vidi baciare Jimmy a fior di labbra, sentii un fuoco divamparmi per tutto il corpo mentre il mio cuore, invece, carbonizzato all'istante, cadde a terra senza far rumore, proprio come cenere.

-Lo vedi, Zayn? Sei troppo cotto per renderti conto di quanto sia stronza quella lì- mi si avvicinò Niall e guardò con rabbia quella coppia che io fissavo allo stesso modo.

Amber e Jimmy stavano per passarci davanti, mano nella mano. Fu proprio quando c'erano soltanto un metro o due tra di noi che lei mi notò. Si tolse gli occhiali da sole e se li portò in testa, mi guardò per una manciata di secondi sbattendo le ciglia imbarazzata, poi tornò a guardare quel montato di Jimmy come se non si fosse mai accorta della mia presenza.

Che fine aveva fatto il nostro bacio in spiaggia?
Che fine avevano fatto i nostri scherzi, le nostre passeggiate per il paese, le nostre risate?
Sembrava che nulla di tutto questo fosse mai successo.






E AMBER E' UNA PUTTY.

ciao a tutte ragazze, avete cominciato bene l'estate?
io no, dato che ancora non ho fatto uscite particolari e che ho giò cominciato a sudare e puzzare come una schifosa per il caldo.
ma va beh, fate come se io non vi avessi detto nulla (?)
finalmente aggiorno la raccolta di Take me home, contente?
dovete sapere che sto lavorando ad una long molto importante per me e che mi porta via parecchio tempo (che non c'entra nulla coi one direction), e se dovessi finirla (spero di sì) potrei parlarvene, che ne dite?
forse non vi interesserà molto, poiché si tratta di una fanfiction per il fandom degli HIM, però sarei ben contenta di presentarvi la storia, se vi va.
tornando ai nostri cinque ragazzi inglesi... che carini che sono, vero?
Zayn, però, ha ricevuto una bella batosta...
nella seconda parte si sistemerà tutto? si vedrà.
anche stavolta potrete ritrovare i collegamenti alla canzone nel prossimo pezzo, nel primo non c'è molto.
tornerò tra qualche giorno, ciao! ;)


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Capitolo 4
*** Kiss you (part 2) ***


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Kiss you
(part 2)







Passai l'intero settembre lontano da Amber, la quale sembrava avere occhi soltanto per Jimmy e la sua macchina sportiva. Non provai mai a parlarle, poiché mi sarei dato del cretino se l'avessi fatto con insuccesso. E io non sarei stato il solo.

I miei amici avevano ragione a non credere che tra me ed Amber ci fosse qualcosa, anzi, io ero l'unico ad aver creduto ad una cosa del genere e mi sentivo uno stupido ogni volta che me ne rendevo conto.
A mensa, tra chiacchierate e bocconi di cibo, portavo spesso la mia attenzione al tavolo di Amber, dove si sedevano sempre Lisa e Gemma. Poco più lontano, stava il tavolo della squadra di football della scuola, dove si sedeva anche Jimmy.

Detestavo quella distanza tra noi, e maledicevo ogni giornata che passavo facendo finta di non conoscere Amber e il lato dolce che mi fece scoprire d'estate. Perché non mi rivolgeva la parola? Perché baciava Jimmy e non me? Perché non ci siamo più riabbracciati? La mia testa era diventata un insieme di domande alle quali non sapevo abbinare una risposta.
Un giorno, però, con mia sorpresa, vidi Gemma avvicinarsi al mio tavolo.
-Scusate se vi disturbo, ragazzi- disse lei con tono carino. Io e gli altri ci voltammo a guardarla con curiosità.
-Questa è per te, Zayn- mi consegnò una busta. -E' da parte di Amber- aggiunse, poi ci diede le spalle e ritornò al suo posto, dalle sue amiche.
Sollevai lo sguardo e incrociai quello di Amber, il quale mollò subito il mio non appena mi accorsi che lei mi stesse guardando.
-Fossi in te non la leggerei- mi consigliò Harry. -Ricordati che quella è una stronza, non farti fregare di nuovo.
-Non saprei, magari vuole sistemare le cose- ipotizzai, sperando di non sbagliarmi, ma una parte di me era così delusa da quella ragazza che un piccolo ronzio nella mia testa mi diceva: “Non fidarti, Zayn. Non fidarti”. Ero combattuto tra la speranza e il rancore, che avrei dovuto fare? Di certo i consigli dei miei amici non avrebbero potuto essere molto d'aiuto, poiché anch'essi si contrastavano tra loro.
-Io la leggerei subito, tanto per togliermi la curiosità- mi suggerì Niall mentre masticava un grande pezzo di panino al prosciutto con voracità.
-Dai, aprila! Vogliamo sapere!- mi incitò Liam a leggere la misteriosa lettera di Amber, e dovetti ammettere a me stesso che anch'io stavo morendo dalla voglia di sapere cosa aveva da dirmi.
Aprii la busta e ne estrassi un foglio piegato in quattro. Lo lisciai sul tavolo per ammorbidire le pieghe, poi cominciai a leggere a mente, anche se gli altri avrebbero preferito che lo facessi a voce.

Ciao Zayn,
ho un po' paura a chiederti come stai, potrei sapere già la risposta... ma vorrei parlarti, se tu fossi disposto ad ascoltarmi.

Ti va di incontrarci in palestra dopo la pausa pranzo? Tu fai il giro dal retro, così nessuno può sospettare di qualcosa.
Ti prego, non ignorarmi... ci tengo.
Amber.


Il cuore tornò a bussarmi nella gola e le mani cominciarono a sudare per l'agitazione.

-Allora? Che ti ha scritto?- chiese curioso Louis, seduto accanto a me, e si sporse per leggere la lettera.
-Vuole vedermi in palestra, dopo pranzo- risposi dando in mano a Louis il foglio.
-Cosa? Non ci posso credere- si meravigliò Niall. -Ha avuto il coraggio di fare una cosa del genere?
-A quanto pare...- risposi fingendomi impassibile, ma in realtà stavo morendo divorato dall'ansia. Sotto il tavolo mi torturai le mani.
-Ma questa è sempre più zoccola!- esclamò Louis inorridito. -Insomma, prima illude Zayn, poi torna con Jimmy e poi ancora vuole lui? Chi si crede di essere?- si sfogò il mio amico indicandomi non appena disse “lui”.
-Non so che dirti, Zayn- si intromise Niall. -Vai a parlarle e vedi che succede... poi, però, devi farci sapere com'è andata.
-Già, vai da lei e falla secca!- mi ammiccò Liam.
-Non è che devono fare a botte, adesso...- commentò stupidamente Harry.
-Ma che hai capito, idiota? Intendevo che deve dirgliene quattro!- si spiegò Liam rimproverando quello scemo dai capelli ricci.
Mi sfuggì una tenera risata nel vedere come i miei amici fossero preoccupati per me, ma l'ansia seppe appesantirmi il respiro subito dopo, ancora.


Amber stava già lì, al centro della grande palestra della Radley High School, quando varcai l'entrata. Le mani continuavano a sudare e non riuscivo a smettere di sfregarmele sui pantaloni.
Raggiunsi il centro a passi larghi con l'incapacità di guardare Amber per più di due secondi. Fissare i miei piedi muoversi sul pavimento verde era decisamente meno imbarazzante di perdermi negli occhi blu di quella ragazza.

-Sono felice che tu abbia deciso di venire- confessò lei quando a dividerci stavano ancora circa tre metri. L'eco della sua voce ricoprì l'intera area.

-E io sono felice che tu sappia ancora chi io sia- la schernii rialzando l'attenzione su Amber. La camicetta a scacchi che indossava le fasciava così perfettamente il busto che rabbrividii a guardarlo. O forse, ancora una volta, era soltanto un brutto scherzo dei miei occhi.

-Hai ragione ad essere arrabbiato con me, ti chiedo scusa- mi disse lei intimorita, e sembrava dispiaciuta per davvero. Nonostante questo, sperai che non si trattasse soltanto di una mia impressione.

-Perché hai fatto finta che non esistessi? Credevo lo sapessi che mi sarei aspettato un tuo abbraccio, il primo giorno di scuola...
-Lo so, lo so- rispose Amber, mortificata. -E' che... è difficile da spiegare.
-Adesso ho capito: tu ti vergogni di me- l'accusai nono appena mi si accese una lampadina sopra la mia testa. Come avevo fatto a non capirlo prima? Certo che Amber si vergognava di me! Io non ero popolare come Jimmy.
-Non dire così- mi ammonì lei, il viso rosso per l'imbarazzo.
-E' la verità, ora mi è chiaro- insistetti, ma Amber abbassò lo sguardo e incrociò le braccia al petto.
-Okay, è vero, non volevo che gli altri sapessero di noi- ammise, finalmente, i suoi errori. Mi sentii soddisfatto non appena lo fece, ma apprezzai quel gesto.
-Perchè? Perché io non sono come Jimmy, giusto?
-Cosa c'entra lui? Jimmy è un amico- mi corresse Amber, ma io mi trattenni dal ridere.
-Un amico? Ah, e tu gli amici li baci sulla bocca?
-Cos'è, sei geloso?- mi provocò lei inarcando un sopracciglio. Io avrei voluto mordermi la lingua, ma in un momento di tensione come quello non potevo nascondere quanto mi desse fastidio essere stato sostituito con quel montato di Jimmy.
-Sì, va bene? Sono geloso, e non mi sta bene che tu frequenti quello lì- le confessai con tutta la sincerità che potetti mostrare. -E sono sicuro che non prova niente per te, se non una forte attrazione fisica, tipica di quei ragazzi che non pensano altro che al sesso!
Amber diventò di pietra e mi fissò intensamente. Sembrava che io avessi premuto un tasto delicato.
-E tu? Cosa provi per me?- mi mise alla prova lei, facendo trasparire dai suoi grandi occhi tutta l'emozione che la stava sopraffacendo.
Mi avvicinai di qualche passo al suo corpo e mi fermai quando tra noi, a dividerci, stavano soltanto pochi centimetri. Ancora una volta mi persi in quel suo sguardo profondo come gli abissi di un oceano.
-Io vorrei portarti ovunque tu voglia, scoprire il mondo insieme a te giorno e notte, accendere il tuo amore... ma non lo sai che tu hai tutto ciò che mi serve?
I suoi occhi vacillarono lucidi sui miei, come se non si fosse mai aspettata delle simili parole da parte mia. Anzi, molto probabilmente nessun ragazzo gliele disse mai, e ciò le mancava. L'abitudine di frequentare un rozzo come Jimmy l'aveva allontanata da ciò che si poteva nascondere in qualcun altro, in me.
-Ti piaccio davvero così tanto?- mi chiese incredula, come se tutte le parole che sentì dire da me fossero qualcosa di assurdo e innaturale.

-Sì, Amber. Così tanto- ripetei quelle parole per enfatizzarle. -Io non sento più dove ho i piedi quando ci sfioriamo, tu non senti la stessa cosa? La stessa vibrazione?
Mi meravigliai ancora una volta di ciò che mi lasciai scappare dalla bocca. D'un tratto, per un attimo, non mi sentii inferiore ad Amber. Insomma, lei era una persona come me, con un cuore e dei sentimenti. L'unica cosa che ci differenziava non era la nostra notorietà, ma il modo di gestire l'amore che provavamo l'uno per l'altra.
Amber sembrava paralizzata, indecisa se lasciar andare le parole o tenerle per sé.
-Ehi, se è così, devi dirmi solo di sì- la incoraggiai a parlare, mentre le mie mani le afferrarono il viso. Le sue guance rosse mi scaldarono i palmi quando lei annuì nervosamente. Il mio petto si riempì di una bellissima sensazione, una miscela fatta di aria e speranza tanto densa da bloccarmi il respiro.
-Scusami, Zayn. Davvero, scusami- mi implorò Amber. -Ho capito soltanto in questi giorni i miei sbagli, e ti prometto che non li commetterò mai più.
-Vorresti dire che sei disposta a farti vedere in giro con me? Tanto meglio da Jimmy?- le chiesi per accertarmi delle sue parole.
-Ma lui potrebbe gonfiarti di botte!- mi avvertì lei con un filo di terrore nello sguardo.

-Che lo faccia- dissi scrollando le spalle. -Ho due braccia anch'io, sai?- ironizzai e risi, contagiando Amber.
-Mi è mancata la tua vena ironica.
-A me sei mancata tu- le confessai senza peli sulla lingua, ormai convinto che fosse diventato facile esporre i miei pensieri alla ragazza dei miei sogni. -E ora, permettimi di baciarti.
Senza che lei mi desse il suo consenso, le nostre labbra si incontrarono in un bacio caldo, denso, pieno di tutto quel tempo passato a stare lontano da Amber e che io volli sfogare su quella bocca, senza timori. Rivissi il nostro primo bacio sulla spiaggia, la vacanza che passammo insieme e che sfruttammo per conoscerci, finendo addirittura per innamorarci.
Le sue labbra si incurvarono sulle mie, simbolo di un sorriso, e ne godetti.

Cosa avrebbero detto i miei amici quando avrei raccontato loro l'incontro avvenuto in palestra? Non ero molto sicuro dei commenti che avrei potuto ricevere, ma senz'altro avrebbero tutti perso la mascella.

Bé, perché nel gruppo ero io lo scemo che si faceva sempre abbindolare dalle donne.

E i miei amici avevano sempre qualcosa da ridire al riguardo. Io, invece, ero pronto a sorbire di tutto. Ero troppo felice per lasciarmi abbattere dai commenti probabilmente poco carini dei miei amici. Ero riuscito a riavere Amber, non m'importava nient'altro.




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"-Fossi in te non la leggerei- mi consigliò Harry. -Ricordati che quella è una stronza, non farti fregare di nuovo.

-Non saprei, magari vuole sistemare le cose- ipotizzai, sperando di non sbagliarmi [...] "

GIA', INFATTI NON SI SBAGLIAVA!


buonasera ragazze, tutto bene?
come è andata con la scuola? io ho 3 DEBITI.
non so come farò a sopravvivere a settembre, ma farò il possibile per salvarmi la pelle!
chiudendo la parentesi scuola, parliamo della storia (che è meglio).
come vi è sembrato questo finale? ve lo aspettavate così  o in un altro modo?
alcune di voi si aspettavano una vendetta... l'idea non era affatto male, ma alla fine è andata diversamente.
secondo voi Amber riuscirà a farsi vedere in giro con Zayn e a lasciar perdere Jimmy?
non lo so nemmneno io AHAHA ma in effetti chi si vergognerebbe di Zayn?
ho creato un personaggio idiota, ma lasciamo stare.
che dire, JulieMary tornerà all'attacco con Story of my life in Midnight memories.... spero di ritrovarvi TUTTE.
non amo perdere lettrici, proprio no :(
alla prossima (tra un pò di tempo, giusto per preparare la prossima songfic e altri progetti)!
grazie a TODOS for TODOS (?)  

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