The Story Of Us

di Laly_94
(/viewuser.php?uid=214751)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 – You Belong With Me ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 – My Wish ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 – Jump Than Fall ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 – Teardrops On My Guitar Pt.1 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 – Teardrops On My Guitar Pt.2 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 – Falling Fast ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 – A Little Bit Stronger ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 – Losing My Mind ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 – Everything But Me ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 – Things People Say ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 – Caraphernelia ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 – Marry You ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 – Small Bump ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 – You Belong With Me ***



Capitolo 1 – You Belong With Me


 
Oh I remember you driving to my house in the middle of the night 
I'm the one who makes you laugh when you know you're about to cry 
I know your favorite songs and you tell me about your dreams 
I think I know where you belong. I think I know it's with me. 

You Belong With Me – Taylor Swift
Lui cantava per me, lui si confidava con me, e io volevo da lui una cosa che lui non mi poteva dare.
L’amore.
Io avevo i capelli neri, non ero molto alta, e ero abbastanza magra, lui invece era rosso leggermente riccioluto e assolutamente perfetto con un timbro di voce che faceva venire i brividi.
Ci conoscevamo da quando avevamo sette anni, andavamo a scuola insieme, era il migliore amico che avessi mai avuto, ovviamente io ero innamorata pazza di lui; gli avevo regalato la sua prima chitarra e da lì aveva iniziato a prendere lezioni di chitarra e di canto, dopo ogni lezione veniva a casa mia e mi faceva sentire qualche pezzo; la cosa continuava tutt’ora, all’età di diciannove anni succedeva ancora, e sentire la sua voce era sempre un emozione indescrivibile.
A quattordici anni si era messo insieme a una ragazza, erano stati insieme quattro anni e poi lei l’aveva l’asciato, era un anno che lo tradiva, e lui ci era rimasto talmente tanto male che mi aveva fatto una promessa: non si sarebbe più messo insieme a una ragazza per un po’…
Quindi ora… ora non avrei avuto più neanche mezza possibilità.
Eravamo in giro quel giorno, doveva comprare un’altra chitarra, sarebbe stata la sua terza, la prima che gli avevo regalato io la usava solo quando cantava per me, per il resto usava la seconda, ma non andava bene, era quella vecchia  di suo nonno e a lui ne serviva una nuova.
-allora sai già come la vuoi questa chitarra?- chiesi imbarazzata, mi teneva per mano, agli occhi delle persone potevamo sembrare fidanzati, per noi invece era normale.
-una chitarra classica, molto semplice… dio sono emozionato! Sono felice che ci sia tu a prenderla con me e non qualcun altro!- mi disse stringendomi la mano.
-anche io sono felice di essere qui con te!- dissi sorridendogli, lui mi sorrise, aveva il sorriso più bello del mondo, sorrideva sempre con me e gli uscivano le fossette, e io non potevo fare a meno di toccargliele, ma in pubblico mi contenevo.
-eccoci, entriamo.- mi disse aprendo la porta del negozio facendomi entrare.
Io entrai dopo di lui e pochi minuti dopo stava già provando una Gibson classica.
-com’è?- chiesi, non me ne intendevo molto di chitarre…
-la sto accordando, ti canto un pezzo di una canzone che sto scrivendo per te… ti va?- mi chiese tenendo sempre gli occhi sulla chitarra; mi stava scrivendo una canzone?!
-mi stai scrivendo una canzone?- chiesi incredula.
-per celebrare quello che c’è tra di noi.- disse sorridendo, sempre però senza togliere gli occhi dalla chitarra.
-pronta?- mi chiese poi, questa volta mmi guardò, e io annuii sorridente.
Partì strimpellando le prime note, e poi iniziò a cantare.
-And would you ever feel guilty if you did the same to me, Could you make me a cup of tea to open my eyes in the right way… and I know you love Shrek because we've watched it 12 times, and maybe we're hoping for a fairytale too… And if your DVD breaks today you should've got a VCR Because I've never owned a blue ray, true say…-finito mi guardò, avevo quasi le lacrime agli occhi.
-com’è?- chiesi parlando della chitarra.
-tu devi dirmi com’è.-
-la canzone è stupenda! Quando la finirai?-
-ehm… non so… ho pronti un paio di versi ma non so… vedo! Magari per il tuo compleanno!- mi disse sorridente.
-ma il mio compleanno è tra cinque mesi!- protestai.
-lo so!- disse sorridendo.
-comunque la chitarra mi piace… la prendo!- continuò successivamente.
-perfetto! Allora andiamo!- dissi saltellando.
Venti minuti dopo ci trovammo al bar davanti a una cioccolata calda, teneva ben stretta la sua chitarra, iniziammo a parlare di scemate ma poi ci bloccammo anche con le risate…
-beata chi ti prende!- sospirai, forse con la voce un po’ più alta perché mi sentì.
-per ora nessuna! E anche per molto tempo! Tu invece… dovresti trovarti un ragazzo!- mi disse tenendo stretta in una mano la tazza, io abbassai lo sguardo.
-che hai? Ho detto qualcosa che non va? Sei la mia migliore amica sai che mi puoi dire tutto!-
-la tua migliore amica eh? Beh, in effetti c’è qualcuno che mi piace!- dissi sorridendo sperare di sembrare sarcastica, ma lui mi prese sul serio.
-ah si? E chi è? Com’è fatto??- ci pensai un po’ sue poi mi venne in mente un suo amico.
-beh, è moro ricciolo… e ha gli occhi verdi, è… simpatico ma… a lui non interesso!- dissi, l’ultima parte almeno era vero, a lui non importava di me, almeno, a lui non importava di me come fidanzata.
-oddio P. non ci credo! Non dirmi che è Harry!- esclamò, forse un po’ troppo ad alta voce.
P. uno stupido nomignolo che mi aveva dato anni perché mi piacevano i pinguini.
-già.- dissi sorridendo abbassando lo sguardo.
-va che gli interessi! Me lo dice sempre che vorrebbe averti!- “che culo!” pensai.
-davvero? Wow!- -ehi che ne dici se una sera torno con lui da canto e passiamo da te… almeno magari il cupido qui presente farà qualcosa di nuovo per la sua P.- disse sorridente.
-Ed smettila!- dissi sorridendo, la sua faccia in quel momento era così divertente che non potevi non ridere.
-ok! ehi, stasera! Stasera torno con lui… deciso!- mi disse con un tono che non ammetteva repliche, e non replicai, mi limitai a sorseggiare la mia cioccolata.
Mi accompagnò a casa e poi mi salutò non abitava molto lontano da me, la sua finestra della camera e la mia si affacciavano sullo stesso giardino, quindi parlavamo spesso così, cantava per me quando ero stanca, e a volte mi cullava finchè non mi addormentavo.
Sembravamo due bambini ma finchè potevo godermelo, mi andava bene anche così.
Salii in camera mia e mi sdraiai sul letto, era difficile continuare a sorridere quando volevo solo sparire, il mio letto era appoggiato al muro, e proprio davanti a me c’era la finestra, da lì avevo una perfetta visuale della stanza di Ed, riuscivo a vedere il suo letto sfatto, tutto il disordine che regnava in quella stanza e la sua chitarra, quella che gli avevo regalato io.
Sopra avevo disegnato una zampa di leone, lui mi aveva chiesto di firmarla quando avevamo dieci anni e io avevo fatto quel disegno, sorrisi, ogni anno, al suo compleanno, ripassavo quel disegno.
Non seppi quanto rimasi a fissare la chitarra,mi svegliai quando un Ed coperto solo da un asciugamano e con i capelli bagnati comparve sorridente davanti alla finestra, io gli sorrisi.
Quell’immagine mi mozzò il fiato, non era magro e palestrato, ma io non ci trovavo nesun difetto, per me era bellissimo, perfetto.
Chiuse le tende sempre sorridendo, che scema! pensavo davvero che si sarebbe vestito davanti a me?
In quel momento sentii bussare alla porta della mia camera.
-chi è?- chiesi.
-sono Lisette! Posso entrare?-
-certo! entra…- dissi.
Lisette era mia sorella, la mia gemella, eravamo molto legate, lei sapeva tutto, tutto anche del mio amore per Ed, non erano molto amici loro due perché lei aveva sempre avuto gusti molto diversi dai miei in fatto di amici e di ragazzi.
Entrò.
-stai parlando con Ed? ti disturbo?- mi chiese lei sorridendo.
-no traquilla! Ha appena chiuso le tende perché è appena uscito dalla doccia… dimmi volevi qualcosa in particolare?- chiesi.
-no solo… volevo solo parlare un po’ con la mia sorellina!- mi disse.
-solo di un minuto e mezzo!- dissi sorridendole.
-ma come siamo carine Lise!- continuai poi.
-ti piaccio?- disse vantandosi sorridendo, si fece osservare.
Indossava un paio di decoltè nere lucide, un paio di jeans neri a sigaretta che le stringevano le gambe, una camicetta bianca e un giacchino nero legato con una cintura sotto al seno, i capelli erano lisci e biondi; sì lei era tinta.
-sei stupenda! Ma dove devi andare così?- chiesi.
-sai mamma esce con la mamma di Ed e io… esco con un ragazzo… finalmente mi ha chiesto di uscire! Non vedevo l’ora!- mi disse lei sorridente saltellando, subito dopo si sedette sul letto davanti a me.
-ma chi quello pieno di tatuaggi che c’era ieri qui?- chiesi scettica.
-parli dei suoi tatuaggi come se Ed non fosse pieno anche lui!- disse scherzosa.
-che scema che sei!- le dissi spingendola dalla spalla scherzosamente.
-scherzo lo sai! E comunque… dì è lui!-
-aspetta… com’è che si chiama? Daniel?- chiesi tentando di ricordare.
-chiamalo Danny ti prego! O Dan… ma non Daniel!- mi disse allargando le braccia sorridendo.
-ok… allora stasera non c’è bisogno che andiamo in taverna io e Ed… possiamo stare in salone… ah! Viene anche Harry stasera!- le dissi mordendomi un labbro.
-Harry? Il suo amico?- mi chiese.
-sì! Perché ho combinato un casino!-
-che è successo?-
-mi ha chiesto se mi piaceva qualcuno e io ho pensato subito a descrivergli Harry e… ecco, ora vuole fare il mio cupido!- le dissi tutto d’un fiato.
-cupido? Ma che… Hilly tu sei fuori!- mi disse lei. Hilly perché il mio nome era Hilary alla fine e non P., P. mi chiamava solo lui.
-lo so! Sono un’idiota!- le vibrò il telefono, la visi osservare lo schermo e subito dopo si aprì in un meraviglioso sorriso e le si illuminarono gli occhi.
-Danny? dimmi! Certo! arrivo!- disse e poi attaccò.
-allora, il mio appuntamento è arrivato… quindi… teniamo in sospeso e domani ne parliamo ok? mi disse lei sorridendomi dispiaciuta.
-va bene! Mi raccomando stà attenta!- sorrisi io.
-tranquilla! A domani!- mi disse, si alzò e mi diede un bacio sulla guancia, poi corse fuori dalla mia stanza.
Io tornai ad osservare la finestra di Ed in cerca di un segnale che arrivò poco dopo, la tenda si aprì e Ed puntò un quaderno verso di me.
“ci vediamo tra un paio d’ore con la tua cotta… Harry volevo dire!”
Lo vidi sorridere, che idiota!
Mi alzai e andai a prendere il mio quaderno, scrissi un “sì” bello grande e glielo feci vedere. lui sorrise e se ne andò salutandomi con la mano.
Rimasi ad osservare la sua finestra, poi abbassai lo sguardo su quel quaderno, li avevo tenuti tutti, c’era una frase che ricorreva in ogni quaderno, una frase che lui non avrebbe mai letto.
“Ti Amo”

Note Dell'autrice

Eccomi alla rscossa con un'altra FF... dopo una sui 5SOS, una OS, una Larry che mi manca molto, e una Ziam ancora in corso... questa volta è su Ed (ovviamente) comunque... fatemi sapere se vi piace, se vi ispira o se devo passare ad altro... XD 

Grazie in anticipo, Laly :3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 – My Wish ***


Capitolo 2 – My Wish

 
More than anything, more than anything, 
My wish, for you, is that this life becomes all that you want it, 
To your dreams stay big, and your worries stay small, 
You never need to carry more than you can hold, 
And while you're out there getting where you're getting to, 
I hope you know somebody loves you, and wants the same things too, 
Yeah, this, is my wish. 

My Wish – Rascal Flatts
Mia mamma venne ad avvisarmi pochi minuti dopo che stava uscendo, rimasi sola e mi alzai dal letto, andai nel salone e accesi la radio, misi il CD che mi aveva fatto Ed al mio scorso compleanno e alzai al massimo l’impianto facendo sì che la musica si diffondesse in tutta la casa.
Andando verso il bagno mi spogliai mettendo i vestiti nel cesto dei panni sporchi, accesi l’acqua della doccia e attesi, nel frattempo mi slegai i capelli e mi struccai, poi entrai sotto la doccia, non seppi quanto ci misi.
Quando uscii mi asciugai velocemente, non faceva molto freddo, il camino in salone era acceso e anche i riscaldamenti in tutto il resto della casa, quindi non mi potevo lamentare, indossai il reggiseno e le mutande, poi indossai una maglia abbastanza grande per me, era la mia maglia del pigiama, era una maglia che mi aveva prestato Ed tempo prima e che non gli avevo ancora riconsegnato.
Mi asciugai i capelli e quando finii suonò il campanello, erano già passate due ore?
Non badai al fatto che non avevo i pantaloni e la musica era abbastanza alta, andai ad aprire la porta.
-Ed! Harry!- li accolsi in casa.
Entrarono e andai a spegnere la musica, poi tornai da loro, Harry mi guardò strano.
-quella maglia è mia!- disse Ed sorridendo, aveva in mano la Mia chitarra.
-lo so!- dissi sorridente.
-e tu sei in mutande!- aggiunse Harry.
Sorrisi.
-arrivo subito!- dissi imbarazzata, corsi in bagno e misi a posto il phon, mi diedi un’ultima pettinata e uscii dal bagno chiudendomi la porta alle spalle e spegnendo la luce, poi andai in camera mia e presi un paio di pantaloni della tuta, li indossai e tornai dai ragazzi.
-eccomi!-
-adesso sei vestita!- disse Harry sorridendo, io abbassai lo sguardo imbarazzata.
-cantiamo Lego House ti va?- chiese Ed a Harry, quest’ultimo annuì, si divisero le parti e poi iniziarono.
Le loro voci insieme erano stupende, Ed era sottile e dolce, mentre Harry era duro e ruvido, ma insieme erano spettacolari, poche volte li avevo sentiti cantare insieme.
E poi arrivarono alla fine, due volte il ritornello, la prima volta Harry, l’ultima Ed, che mi guardò e poi abbassò lo sguardo, senza sorridere, lo abbassò semplicemente.
-ehi io vado un attimo in bagno.- disse alzandosi lasciando la chitarra atterra, notai che la zampa si stava sbiadendo, fortunatamente eravamo a novembre e tra poco sarebbe stato il suo compleanno!
-allora Hilary… sei carina lo sai?- disse lui alzandosi e venendo a sedersi vicino a me.
-anche tu sei molto carino!- risposi, più per cortesia che per qualcos’altro.
-grazie!- disse e mi passò una mano sulla gamba.
-sai mi piacerebbe uscire qualche volta!- disse sfoderando il suo sguardo, io non risposi, lo osservai e basta, lui però intese male il mio silenzio e si avvicinò a me.
Quando le nostre labbra furono a un millimetro di distanza mi alzai dal divano.
-scusa Harry ma ci siamo capiti male tutti quanti… non mi interessi in quel senso… mi dispiace…- dissi abbassando la testa.
-no tranquilla! Forse sono stato troppo sfacciato io!-
-scusa è solo che… ehm… in questo momento preferisco non avere nessuno…- dissi guardandolo finalmente negli occhi.
-ti ho detto tranquilla!- mi rispose lui, poi mi abbracciò, io ricambiai l’abbraccio.
-scusate… interrompo qualcosa?- chiese Ed, ci allontanammo.
-macchè! Niente tranquillo!- dissi io.
-davvero? Ok… andiamo Harry?- disse lui.
-andiamo… Ciao Hilary…- mi disse e mi diede un bacio sulla guancia.
-ciao Harry!- vidi Ed raccogliere la sua chitarra e poi si avvicinò a me, mi strinse a sé con un braccio e mi diede un bacio sulla fronte, ero molto più bassa di lui.
-ciao P.- mi disse lui staccandosi.
-ciao Ed!-
Poi uscirono, sospirai e mi appoggiai alla porta, poi mi accasciai atterra, perché era così difficile?. Mi annusai la maglia, il suo profumo era impregnato nel tessuto.
Facendomi forza mi alzai e corsi per il corridoio fino ad arrivare in camera mia, mi lanciai sul letto e presi il quaderno, lo aprii e con la penna che c’era dentro scrissi: “mi dispiace, ma non è successo davvero niente con Harry”, poi mi sedetti sul letto e attesi, quando vidi comparire Ed glielo mostrai.
Dopo che ebbe letto sorrise, si allontanò per qualche secondo e si sedette sul letto, scrisse e me lo mostrò.
Me l’ha detto tranquilla… mi dispiace! Pensavo davvero che potesse nascere qualcosa!
Io sorrisi e scrissi: ho capito che non è quello che voglio davvero… voglio aspettare!
Dopo aver scritto glielo mostrai e lo vidi sorridere ancora; si abbassò a scrivere e poi mi mostrò.
Aspetterò finchè non troverai quello giusto!
Poi girò la pagina e me ne mostrò un altro.
Notte piccola!
Semplice dritto e conciso, abbassai la testa e scrissi: Notte dolcezza!
Glielo mostrai e poi sorrise, sorrisi anche io e abbassai lo sguardo, poi iniziai a sfogliare il quaderno finchè non arrivai al “Ti Amo”, sorrisi e alzai la testa, ma le tende di camera sua erano chiuse.
Così chiusi il quaderno e lo scagliai contro al muro, mi tolsi i pantaloni e mi girai nel letto a pancia in giù, iniziai a piangere, ero stanca, volevo dirglielo ma non trovavo il coraggio, quando il coraggio c’era lui non c’era.
La mattina dopo mi svegliai per colpa di un bussare insistente alla porta.
-che vuoi? Chi è?- chiesi urlando.
-Lisette! Posso entrare?-
-vieni dentro rompi palle!- urlai, lei fece come detto, entrò e si sedette sul letto, io mi sedetti a mia volta.
Il mio sguardo vagava dai suoi occhi alla finestra.
-allora? Finisci di raccontarmi?- chiese sorridente.
-va bene… allora…- iniziai a raccontare con gli occhi fissi sulla finestra dietro di lei, in cerca di un cartello.
Quando finii di raccontare il cartello arrivò, finalmente Ed aprì le tende e incontrai i suoi occhi, sorrisi smettendo di parlare.
-ma che…- mia sorella si voltò verso la finestra e lo salutò, lui ricambiò il saluto e poi tornò a guardarmi, mi sorrise.
-vi lascio soli va! Io non ho ancora capito perché non state insieme!- disse alzandosi.
-stai zitta scema!- le dissi e le lanciai un cuscino, lei scappò e mi voltai verso Ed che stava ridendo.
Mi alzai velocemente e presi il quaderno, cercai una pagina pulita e scrissi: sei bellissimo la mattina!
Quando glielo mostrai abbassò la testa e sorrise, poi sparì, ma che diavolo era quel ragazzo?!
Tornò poco dopo: posso venire lì?
Io annuii, al che scomparì, sentii suonare il campanello due minuti dopo, andai verso la porta ma mia mamma e mia sorella mi avevano preceduto.
-Ed! ciao tesoro!- disse mia mamma abbracciandolo, lui ricambiò l’abbraccio.
-ehi Edward!- disse mia sorella sorseggiando quella che sembrava succo d’arancia.
-ehi Lisette!- sorrise lui.
-che ci fai qui Ed?- chiese mia mamma sorridendogli felice.
-sono venuto per P. in realtà.-
-già. Ehm… vieni Ed andiamo…- dissi prendendolo per mano e portandolo via.
-Hilary mettiti un paio di pantaloni!- mi disse mia mamma severa.
Sinceramente non mi importava di niente, andammo in camera e chiusi la porta a chiave, poi lui andò a sdraiarsi sul letto, io lo seguii e ci mettemmo sotto le coperte, stretti uno contro l’altro.
Era una cosa che facevamo sempre da quando eravamo piccoli, prima lo facevamo per ripararci dai mostri, ora per confidarci e per sentirci più al caldo e protetti.
-mi dispiace per ieri sera…- sussurrai accarezzandogli i capelli, lui mi accarezzava la schiena.
Quelli erano i momenti più belli tra di noi, quelli erano i momenti in cui era lecito sognare.
-tranquilla!- mi disse.
-ehi tua mamma mica ti ha detto di metterti i pantaloni?- continuò poi, la sua voce mi fece vibrare l’anima.
-già… ma fa niente… a te da fastidio?- chiesi sperando in un no.
-no tranquilla!- mi disse sorridendo.
E poi rimanemmo in silenzio, io gli accarezzavo i capelli e lui mi accarezzava la schiena.
-stanotte dormi qui?- chiesi tranquilla.
-va bene!- mi disse sorridendo.
-però dopo vado a prendere la chitarra e vado a vestirmi anche va bene?- continuò.
-certo!- gli risposi.
Presa da un non so che mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio sulla fronte.
-Ti Adoro piccolina!- mi disse e mi baciò il naso.
-anche io dolcezza! Anche io…- sussurrai.
Qualche risata dopo sentimmo bussare alla porta.
-chi è?- chiedemmo in coro.
-pure? Hilary sono la mamma, volevo avvisarvi che è arrivata anche tua mamma Ed e, tra un paio di minuti è pronto, quindi venite ok?-
-tranquilla Misha! Arriviamo!- disse Ed sorridendomi, andai a toccargli la guancia.
-ma perché mi tocchi sempre le guance quando sorrido?- mi chiese perplesso.
-perché amo le tue fossette!-
-oh solo quelle?- mi chiese sorridendo.
-no sinceramente amo tutto di te!- dissi, io ero sincera, ma lui lo prese come scherzo.
-sì? Anche io ti amo! Ora alzati mettiti un paio di pantaloni e andiamo di là.- mi disse sorridendo.
Mi sforzai a sorridere e mi alzai dal letto, presi i pantaloni che avevo su la sera prima e li indossai, poi mi voltai verso di lui che mi stava guardando.
-andiamo?- chiesi.
Lui annuì e si alzò, andammo verso la porta e girò la chiave, poi aprì la porta e mi prese in braccio come si prendono le principesse e entrammo in cucina così, prima di lasciarmi giù mi posò un bacio sul naso.
-che carini che siete!- disse la madre.
Io sorrisi e abbassi la testa sedendomi al mio posto, Ed si sedette vicino a me, mia mamma e sua mamma davanti a noi e mia sorella a capotavola.
Sì, quei momenti di tenerezza ce li scambiavamo pure davanti alle nostre madri, per noi però era normale, insomma, eravamo cresciuti facendolo, quindi era normale!
-quando vi mettete insieme voi due?- chiese Lisette, mi cadde di mano la forchetta.
-ehm… Lise….- iniziò Ed, ma ero certa che non sapesse come continuare, e men che meno io!
-Lisette non sono domande da fare!- intervenne mia mamma.
Grazie a dio c’era lei!
Mi voltai verso Ed e notai che mi stava già guardando, gli sorrisi e lui sorrise a me.
Già. Quando ci saremmo messi insieme?
Mai era la risposta giusta!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 – Jump Than Fall ***


Capitolo 3 – Jump Than Fall

 
I like the way you sound in the morning
We're on the phone and without a warning
I realize your laugh is the best sound
I have ever heard

I like the way I can't keep my focus
I watch you talk, you didn't notice
I hear the words, but all I can think is
We should be together

Every time you smile, I smile
And every time you shine, I'll shine for you

Taylor Swift – Jump Than Fall
 
La mattina dopo ci svegliò mia mamma che venne a bussare alla porta.
-che vuoi?- chiesi.
-sono le dieci! Venite a fare colazione o no?-
Ed mi guardò e mi sorride, e perché dire no alla colazione?
-arriviamo!- dissi.
La sentii allontanarsi dalla porta e guardai nuovamente Ed.
-hai dormito bene?-mi chiese sorridendo.
-certo! tu?- chiesi.
-benissimo!- rispose.
Avevamo passato tutta la notte abbracciati, ora si era allontanato un po’ da me.
-alziamoci o tua mamma sclera!- disse, allora annuii, gli diedi un bacio sulla fronte e mi alzai, mi stiracchiai e mi voltai verso di lui che era ancora nel letto, su un fianco che mi guardava.
-ehi! Alzati su…- dissi, andai al comodino e presi un elastico, mi legai i capelli e andai alla porta dove poco dopo mi raggiunse e uscimmo insieme.
Io avevo i pantaloni della tuta e la sua famosa maglia, mentre lui indossava una maglietta arancione e un paio di pantaloni della tuta molto larghi grigi, era molto carino!
-buon giorno eh!- ci disse accogliendoci in cucina, ci sedemmo vicini e mia mamma ci posò davanti una tazza di latte e un cesto pieno di brioche.
Iniziammo a fare colazione in silenzio, mia mamma stava lavando i piatti quelli della colazione sua e di mia sorella probabilmente; quando ebbe finito si voltò verso di noi.
-bene… io devo andare a vestirmi e poi vado a lavoro! Finisci tu Hilary?-
-sì… dov’è Lise?-
-è in camera sua, sta facendo il letto credo, oggi pomeriggio esce anche lei… stai attenta!-
-certo!- risposi, poi se ne andò dalla cucina…
-dove va Lisette oggi?- mi chiese.
-non so… mi sembra che doveva uscire con una sua amica…-
-pensavo dovesse andare a lavoro!-
-sta sera va…- risposi semplicemente, io per il momento avevo trovato un lavoro che mi occupava solo il giovedì, venerdì e domenica sera, facevo la cameriera in un ristorante molto schick.
-io stasera vado a lezione, poi vengo qui… va bene?- chiese lui.
-certo! ti aspetterò!-
Finimmo di fare colazione, mia mamma ci venne a salutare e poi uscì di casa, passammo la mattinata insieme e preparammo qualcosa di veloce per pranzo, Lisette uscì dalla sua caverna per pranzo e poi ci tornò.
Quel pomeriggio verso le due suonarono al campanello, lasciai Ed in sala e andai ad aprire.
-ciao Hilary!- mi disse la sua amica.
-ciao Taylor!- dissi, e la feci entrare.
-vieni, aspetta in sala, io vado a chiamare Lise!- dissi sorridendo.
Lei andò in sala e io mi diressi verso camera di Lise e bussai.
-che vuoi?- sì, era un vizio di tutta la famiglia rispondere così.
-c’è Taylor…- aspettò un po’ a rispondermi.
-è uno scherzo?- mi chiese poi aprendo appena la porta.
-no! È davvero di là!- dissi scocciata, allora lei rientrò aspettò un altro paio di minuti e poi uscì dalla caverna e chiuse la porta a chiave mettendosela nella borsa, poi ci dirigemmo in sala dove Ed e Taylor stavano ridendo.
Tutto questo ridere mi provocò un moto di gelosia.
-che sta succedendo?- chiesi, Ed mi guardò.
-niente… stavamo… Taylor è molto simpatica!- mi disse sorridendo.
Con la coda dell’occhio vidi mia sorella che mmi guardava…
-oh è il tuo ragazzo? Scusa! Non stavamo facendo niente!-
-non è il mio ragazzo! È mio amico.- quella frase mi costò molto.
-andiamo TayTay…- disse mia sorella.
-ok! ehi Ed il mio numero ce l’hai allora! Chiamami!- disse lei, e poi sorrise, le sorrise anche lui e poi Lise e Taylor uscirono.
-è simpatica?- chiesi.
-sì sembra molto simpatica! Canta anche lei!- disse sorridendomi.
-ora vado dai… più tardi viene Harry che andiamo insieme a canto.- disse.
-va bene! Ciao!- dissi.
Lui si alzò dal divano e andò verso la porta.
-ciao P.- disse prima di uscire.
-ciao Teddy!- mormorai quando ormai era fuori.
Stava accadendo qualcosa tra me e lui, qualcosa che era più grande di entrambi.
E io non ero pronta a quello.
Andai in camera mia e mi sedetti sul letto, guardai la sua finestra sperando di vederlo ma niente, così mi sdraiai sul letto, era ancora sfatto e c’era il suo odore impregnato nelle coperte e nei cuscini, iniziai ad annusare, pensai a come fosse bello svegliarsi ogni mattina con il suo odore nelle narici.
Alzarmi con lui che mi stringeva e poi ci alzavamo per fare colazione, e poi insieme preparare il pranzo, mangiare…
Insomma, io mi stavo facendo tutta una storia in testa e qui lui stava cadendo tra le braccia di un’altra.
Che poi dire che stava cadendo tra le braccia di un’altra era sbagliato perché effettivamente si erano appena conosciuti; però lui l’avrebbe chiamata e avrebbero iniziato a uscire insieme…
Mi sedetti di nuovo sul letto e tornai a fissare la finestra, finalmente la luce si accese e entrò in camera sua, vidi anche Harry; si voltarono tutti e due verso la finestra, Harry mi sorrise, io ricambiai il sorriso e guardai Ed, che mi sorrise e poi chiuse la tenda.
Mi sdraiai sul letto a pancia in giù e scoppiai in lacrime, e cullata dal suo profumo mi addormentai.

Note Autrice

Guyssssssssssss!!! rieccomi con questa FF... Grazie per leggere! ;) so che è corto ma... presto capirete!  alla prossima! ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 – Teardrops On My Guitar Pt.1 ***


Capitolo 4 – Teardrops On My Guitar Pt.1

 
Drew looks at me
I fake a smile so he won't see
That I want and I'm needin'
Everything that we should be

I'll bet she's beautiful
That girl he talks about
And she's got everything
That I have to live without

Taylor Swift – Teardrops On My Guitar
Un suono insistente del campanello mi svegliò, corsi verso la porta e la aprii trovandoci davanti Ed con la mia chitarra in mano.
-entra!- dissi.
-hai un aspetto orribile!- disse entrando, io sorrisi.
-stavo dormendo scusa!- dissi, e chiusi la porta.
Lui si diresse in sala e lo seguii.
-che mi canti oggi?- chiesi.
-harry mi ha fatto sentire una canzone oggi… mi ha dato gli accordi e te la canto ora… l’ha chiamata Little Things…- mi disse sorridente sedendosi sulla poltrona, io mi sedetti accanto a lui, e tirò fuori un paio di fogli.
-me li tieni per favore?- chiese poi porgendomeli, io glielo tenni, e iniziò a suonare e poi cantò.
-your Hand fits in mine like it’s made just for me…-  sorrise, e sorrisi anche io.
Continuò, e fu difficile trattenere le lacrime, fortunatamente ci riuscii e arrivò alla fine.
-I’m in love with you, and all your little things…- sorrise ancora alla fine dell’ultimo verso.
-è una canzone bellissima! E tu sei stato bravo!- dissi io sorridendo.
*
Passarono le settimane e io e Ed non ci vedevamo più tutti i giorni, ci sentivamo la sera e basta, quando veniva da me dopo canto a suonarmi qualcosa, e poi  si tratteneva per raccontarmi di Taylor, di come fosse simpatica e carina e di come fosse perfetto tutto quello che faceva.
Quella era una di quelle sere che sarebbe dovuto venire da me, entrai in camera mia e vidi Ed in camera sua che si sbracciava.
Lo salutai con la mano sorridendo, lui mi sorrise e tirò fuori il quaderno, quello che c’era scritto mi ferì, ma sorrisi lo stesso e presi il mio quaderno.
Oggi non passo che Taylor deve venire qui.
Quello c’era scritto, e io sul mio quaderno con la mano che tremava scrissi un semplice “ok!”.
Mi sorrise e poi si alzò e se ne andò, lasciandomi ai miei pensieri e alle mie lacrime.
Ed’s POV
Arrivai allo studio in anticipo come sempre e entrai nella saletta delle prove dove trovai poco dopo mi raggiunse Harry.
-ehi amico!- disse, mi si avvicinò, posò la sua chitarra e mi diede una pacca sulla spalla, io ricambiai.
-allora? Come va?- mi chiese sorridendo.
-tutto bene! Sta sera finalmente Taylor viene da me!- dissi, ero eccitato.
-ehi piano! Esci ancora con quella?-
-sono solo tre settimane Hazza!- risposi senza togliermi il sorriso.
-mica devi andare da Hilary?- a sentire il suo nome rabbrividii.
Nonostante tutto sapevo che ci era rimasta male.
-sta sera no… l’ho avvisata.-
-e tu hai intenzione di stare in camera tua con Hilary che vi vede dalla finestra?-
-e quindi?-
-niente… solo… dai Ed non dirmi che non ti sei accorto…- mi disse sarcastico.
-accorto di cosa?-
-accorto che ti sbava dietro da una vita! Andiamo… perché secondo te avrebbe dovuto dirmi no? Ti guarda da innamorata, e… dio solo sa come si sente!-
-smettila Harry, smettila!-
-no! Non la smetto perché so che anche a te piace! Andavamo all’asilo insieme Ed so riconoscere quando dici una bugia o la verità!-
-smettila!-
-non la smetto Ed, e sai perché non la smetto? Perché vi piacete e si vede lontano un miglio!- in quel momento entrarono un paio di ragazze.
-sta sera, che tu voglia o no Taylor viene a casa mia…-
-allora fammi un favore…- disse abbassando la voce, la saletta si stava popolando.
-quale?- chiesi.
-torno a casa con te e passo tutta la sera con Hilary, almeno eviterà di disperarsi per te.-
-va bene.- dissi, poi presi la mia chitarra e mi sedetti, lui fece lo stesso.
Erano solo un mucchio di cavolate le sue.
Hilary’s POV
Mi svegliai per il suono insistente del campanello, così mi alzai controllai la finestra di Ed ma niente, nessun segno di vita, così corsi verso la porta e aprii.
-cinese?- mi chiese Harry sorridente alzandomi un sacchettino bianco davanti agli occhi.
Io sorrisi, che amore!
-certo! vieni!- dissi scostandomi per farlo entrare.
Andammo tutti e due in cucina, lui si sedette e tirò fuori le scatole con il cibo...
-che vuoi da bere?- chiesi.
-birra… ce l’hai?- chiese sorridendomi.
-certo! due birre allora!- dissi, le tirai fuori dal frigo e mi sedetti davanti a lui.
-ehi posso farti una domanda?- chiesi perplessa.
-dimmi…-
-io e te non siamo mai stati così… che ti è successo?- lui abbassò la testa.
-so che oggi Taylor doveva andare da Ed…- sentii un dolore al petto ma non ci feci caso.
-e ho pensato di farti compagnia apposta di lasciarti sola a disperarti!-
-ehi la mia vita non gira intorno a Ed!- dissi sorridendo.
-invece sì! Dai perché mi avresti detto di no se no?- mi chiese sfoderando quel suo sorriso perfetto.
-non tutti cadono sotto il fascino di Harry Styles!- dissi rubandogli di mano la scatolina con dentro gli spaghetti.
-si ma nessuno mi dice di no dopo aver detto al mio migliore amico che gli piaccio!-mi disse.
Ahia! Mi aveva preso in contropiede!
-ok… forse hai ragione!- dissi.
-mangiamo dai!- mi disse.
Iniziammo a mangiare e non aprimmo più quel discorso, mi fece ridere tutta la sera, finito di mangiare andammo a giocare con la wii, mia sorella tornò e si rinchiuse subito nella sua caverna, io e Harry finimmo di giocare a mario kart e poi andammo in camera mia.
Harry si sdraiò sul letto tenendosi la pancia.
-ehi Peach, alla fine ho vinto io!- mi disse.
-senti Yoshi smettila! Ho vinto io per tre volte! Tu hai voluto la rivincita!- dissi ridendo, mi sdraiai vicino a lui.
Lui si mise sui gomiti e osservò la finestra, mi alzai anche io per guardare la finestra, le tende di Ed erano chiuse.
-che guardi?- chiesi sorridendo.
-niente! Volevo vedere se aveva lasciato la tenda aperta!- mi disse.
-la aprirà quando quella se ne andrà!- risposi tranquilla, ma non volevo parlare di loro.
-ehi Yoshi, ci sdraiamo? Mi abbracci?- chiesi, non fece domande, si sdraiò bene e aprì le braccia, io sorrisi e mi sdraiai tenendo la testa sul suo petto.
-grazie!- dissi.
-com’è andata oggi a lezione?- chiesi poi.
-tutto bene! Ci stiamo preparando per il saggio di natale! Vieni anche quest’anno vero?- mi chiese.
-sì certo!-
-quest’anno vanno a biglietti… te ne procuro uno io!-
-grazie! E che fai tu? Canti o suoni?- chiesi.
-tutti e due quest’anno…-
-wow! Che canti?-
-si chiama Little Things… Ed mi ha detto che te l’ha fatta sentire!-
-sì! È molto bella! Sei bravissimo a scrivere!-
-grazie… sai, la mia musa mi ha ispirato!-
-e chi sarebbe questa musa?- chiesi sorridendo.
-si chiama Hilary… la conosci?- chiese…
-sei dolcissimo!- dissi, e poi sbadigliai.
-hai sonno?- mi chiese, e poi sbadigliò anche lui.
-già… ma anche tu sembra!-
-sì… dovrei iniziare ad andare!-
-no… stai qui! Dormi qui…- dissi stringendomi a lui.
-sicura? Tua mamma non dice niente?-
-tornerà tardi, e domani si sveglierà altrettanto tardi… quindi non dirà niente… tranquillo!- dissi chiudendo gli occhi.
Non mi preoccupai di Ed, non pensai a lui, ero con Harry e mi aveva fatto ridere, mi aveva fatta star bene.

Note Autrice

ebbene sì! rieccomi qui... TADAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA.... ok... allora... ho inserito i punti di vista per farvi capire bene che sta succedendo nella testolina bacata di Ed e quello che accade nella testolina di Haz (che vedrete nel prossimo capitolo)... quindiiiiiiiiiiii questa è la prima parte... per la seconda non dovrei farvi aspettare molto... anyway... fatemi sapere se sto andando per il verso giusto!

Laly :3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 – Teardrops On My Guitar Pt.2 ***


Capitolo 5 – Teardrops On My Guitar Pt.2
 
Drew talks to me, I laugh 'cause it's so damn funny
I can't even see
Anyone when he's with me

He says he's so in love
He's finally got it right
I wonder if he knows
He's all I think about at night

Taylor Swift – teardrops on my guitar
 
La mattina dopo mi svegliai per un dolore lancinante al collo, aprii gli occhi e in effetti ero messa abbastanza male.
-Harry?- chiesi, non se lo fece ripetere due volte.
-sì?- chiese con la vocina dolce impastata dal sonno.
-Harry?-
-che vuoi?- aprì gli occhi.
-Peach! Ciao!-
-ciao Yoshi! Scusa se ti ho svegliato ma mi faceva male il collo e non volevo essere l’unica sveglia!- dissi sorridendogli…
-tranquilla! Hai fatto bene… ehi c’è Ed…- disse fissando la finestra, io mi voltai verso di essa, e in effetti Ed era seduto sul suo letto a scrivere qualcosa su un quaderno, finito mi guardò, poi lo girò verso di me.
Volevo darti il buon giorno ma vedo che sei in compagnia! Ciao Harry.
 Mi voltai verso Harry che lo salutò con la mano, io mi alzai, presi il quaderno scrissi e glielo feci leggere.
Volevo darti la buona notte ma sei stato in compagnia tutta la notte!
Forse non dovevo scriverglielo, ma non aveva motivo per dirmi quello che mi aveva detto, io non ero colpevole, alla fine Harry era qui solo perché Taylor era andata da lui.
Hai ragione… buon giorno!
Mi scrisse, io sorrisi.
-peach…-
-aspetta arrivo…-
Ora devo farmi una doccia… buon giorno!
Lui annuì e si alzò, io mi voltai verso Harry e lo guardai…
-tutto bene peach?- mi chiese, io gli sorrisi.
-sì… ehi Yoshi, ti va una doccia? Poi usciamo a fare colazione, almeno ti accompagno a casa!- lui ricambiò il mio sorriso
-oh certo!-
-bene… qui c’è un bagno, vai tranquillamente, io vado nell’altro bagno…- dissi sorridendogli, lui annuì.
Lo osservai andare in bagno, poi mi voltai di nuovo verso la finestra, Ed era ancora lì, a guardarmi…
È successo qualcosa tra di voi?
Io sorrisi e ripresi il quaderno.
No! Tra te e lei?
Si incupì rimase a fissare per un po’ il foglio, poi scrisse e mi mostrò.
Sì… credo che le chiederò di metterci insieme.
Sorrisi.
Non pensi di correre?
Sorrise e scosse la testa, io lasciai cadere il quaderno e chiusi le tende.
Talmente ero persa nella conversazione che non mi accorsi neanche dell’acqua che stava scendendo dalla doccia, presi i vestiti e andai in bagno, mi spogliai e andai anche io sotto la doccia.
Finito di lavarmi rimasi un po’di più sotto il getto caldo, forse per dimenticarmi quella conversazione.
Harry’s pov
Quando uscii dal bagno non trovai Hilary, non era ancora uscita, e la luce era accesa, aveva chiuso la tenda, andai verso di essa senza badare alla pila di quaderni alla quale andai a sbattere, infatti quando caddi mi diedi del coglione.
Molti quaderni erano sparsi atterra, alcuni aperti, altri no.
Decisi di metterli in ordine, ne presi uno e lo aprii preso dalla curiosità, con calligrafia incerta c’era scritto “2006” io sorrisi e sfogliai le pagine, erano scritte, tutte, lessi qualche frase e sorrisi.
“Edward smettila!” c’era scritto su una pagina, sorrisi e andai avanti; “allora ti chiamerò Teddy da oggi!” , il mio sorriso si fece più largo, nella pagina successiva c’era un ciao, e poi…
“Ti Amo” c’era scritto, probabilmente non gliel’aveva mai fatto vedere, mi incupii e chiusi il quaderno, ne presi un altro, poi un altro ancora, molte pagine portavano scritte come “Ed Ti Amo” o “Ti Prego, Ti Amo” come poteva non essersene ancora accorto quel coglione?
Quando arrivai all’ultimo quaderno notai da come era passata a scrivergli faccine e cuoricini a scrivergli i punti alla fine della frase, le scritte erano tremolanti, chiusi il quaderno e lo impilai agli altri.
-che fai?- saltai colto alla sprovvista, mi voltai e sul suo sguardo notai paura mista a disapprovazione.
-sono uscito dal bagno e sono inciampato… li ho raccolti.- risposi semplicemente, non era del tutto una menzogna.
-ok… li hai letti?- sembrava leggermente più sollevata, anche se sperava che non li avevo letti, si vedeva dai suoi occhi e dal mondo in cui si stava torturando le mani.
-no tranquilla, alcuni si erano aperti, ma li ho chiusi… sono stato bravo!- sfoderai il mio solito sorriso smagliante da paraculo, neanche quella una completa bugia, si erano aperti e io li avevo chiusi, dopo averli letti…
-ok… dai andiamo a fare  colazione!- mi disse lei sorridendo, mi allungò una mano che afferrai e uscimmo di casa insieme dopo aver indossato scarpe e giacche.
Notai che Ed ci stava osservando dalla finestra della cucina, in quel momento avrei desiderato tanto leggere anche i suoi di quaderni, avrei voluto sapere se ce li aveva ancora tutti, se li aveva, cosa che non mi aveva mai detto, era una cosa troppo romantica, e quei due erano due idioti!
 

Note dell'autrice

allora... so che è molto corto ma è una sorta di capitolo di passaggio e esplicativo...insomma abbiamo capito il punto di vista di P., quello di Harry è stato molto... diciamo, ancora, esplicativo, Harry vuole che stanno insieme, e... alla finevedremo che succederà, perchè, come dice Harry quei due sono troppo idioti!
Laly :3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 – Falling Fast ***


Capitolo 6 – Falling Fast
 
I woke up and saw the sun today
You came by without a warning
You put a smile on my face
I want that for every morning

Avril Lavigne – Falling Fast
Harry’s POV
Tornado a casa indossai vestiti più comodi per poi uscire a correre, di solito uscivo la sera o la mattina presto, e dato che dovevo schiarirmi le idee avevo deciso di andare adesso.
Iniziai a correre, la musica nelle orecchie e pensai, pensai che alla fine Hilary non era poi tanto male, lei si era addormentata quasi subito, io l’avevo osservata un po’ era davvero carina, la serata passata a giocare era stata magnifica, e era simpatica…
Aveva ragione, io e lei non eravamo mai stati così uniti, io l’avevo sempre considerata una minaccia, io conoscevo Ed dall’asilo, mentre lei dalla prima elementare, sapevo che tra di loro c’era sempre stato qualcosa di speciale, però io tentavo sempre di allontanarlo da lei, ora però volevo vederli felici, e volevo vederli insieme, e chissà… magari ci uscivo io con quella Taylor!
Era troppo, troppo tempo che non uscivo con una ragazza, e l’ultima volta che avevo fatto sesso era stato… più o meno otto o nove mesi fa… e la cosa non andava affatto bene.
Ed’s POV
Probabilmente stavo per fare lo sbaglio più grande della mia vita, ma dovevo, ne avevo bisogno, in qualche modo dovevo dimenticarmi di Hilary.
Ormai mi ero convinto che il discorso di Harry era tutta una stronzata, insomma, lui voleva Taylor, ne ero sicuro, malgrado non l’avesse mai vista ero certo che voleva solo qualcun da portarsi a letto.
P. non mi aveva mai raccontato bugie, ma ero certo che quando le avevo chiesto se era successo qualcosa tra di loro mi aveva mentito, così come io avevo fatto con lei.
Sì tra me e Taylor non era successo niente, ok, ci eravamo dati qualche bacio, ma niente di più, forse le avevo tolto la maglia, l’avevo toccata, ma non era successo niente, assolutamente niente.
Arrivato al luogo d’incontro, e cioè il parco, mi sedetti su una panchina e attesi; Tay era sempre in ritardo, e era una cosa che io non sopportavo molto.
Harry non era mai in ritardo, era sempre puntuale, mai in anticipo, sempre puntuale, dio era il mio migliore amico, e io l’avevo trattato male, comunque continuava a parlarmi, anzi mi aveva inviato un messaggio con scritto se domani poteva venire da me al pomeriggio, almeno alla sera saremo andati insieme a lezione; io gli avevo risposto di sì, mi avrebbe fatto piacere un po’ di tempo in compagnia del mio migliore amico.
-ED!- sentii urlare, mi alzai e mi voltai, era carinissima, indossava un paio di jeans neri con degli stivali eri e un maglione grigio lungo, i capelli erano raccolti e al collo aveva una sciarpa nera.
Le sorrisi.
-Tay Tay ciao!- dissi appena fu davanti a me.
Le diedi un piccolo bacio sulla bocca, e lei sorrise.
-perché volevi vedermi?- mi chiese.
-iniziamo a camminare un po’… ti va?- dissi per sciogliere la tensione.
-va bene!-
Allungai la mano per prendere la sua, aveva la mano sottile e morbide.
-senti Tay… ho ragionato… che ne dici se… oltre a uscire… diventi la mia ragazza?- mi schiarii la gola.
Dopo un attimo di silenzio lei rispose.
-sei fantastico Ed… dolce, carino… e… non ho mai incontrato nessuno come te e credo che non incontrerò mai nessuno così.- a questo punto mi strinse di più la mano, mi voltai verso di lei e la vidi che mi guardava sorridente.
-quindi sì… voglio essere la tua ragazza!- preso dalla felicità la baciai, lei era leggermente più alta di me, però fu lei a inchinarsi.
Hilary’s POV
Arrivata la sera andai, esausta in camera mia, avevo appena finito di pulire la cucina, mi sdraiai sul letto e sorrisi ripensando alla sera precedente, alle risate, a Harry.
Forse avrei dovuto dargli una possibilità.
Mi voltai verso la finestra di Ed, non c’era nessuno, ma non dovetti aspettare molto, lui arrivò e prese il quaderno, sorrideva, e anche io sorridevo, mi fece sparire il sorriso quello che aveva scritto.
Io e Tay stiamo insieme…
Sentii urlare nell’altra stanza, e sobbalzai, probabilmente pure mia sorella era venuta a saperlo, e anche io dovevo essere felice per loro, così tornai a sorridere presi il quaderno scrissi e glielo mostrai.
Sono felice per voi… io ho intenzione di chiedere a Harry di uscire insieme di più…
Non smise di sorridere e scrisse.
Domani sera allora vi lascio soli!
Io scoppiai a ridere, ma non era una risata delle solite, era diversa, spenta, tornai a scrivere con mano tremante.
Sì… grazie!
Poi mi alzai dal letto e uscii dalla mia camera, ero diretta in cucina.
-Hilly!- mi disse mia sorella vedendomi entrare in cucina, mi voltai verso di lei, c’era anche Taylor.
-dimmi.- lo dissi forse un po’ troppo piano, però lei mi sentì.
-dato che sei lì… portaci un po’ di succo e due bicchieri grazie!-
Io abbassai lo sguardo, entrai in cucina, presi due bicchieri e la bottiglia del succo, poi tornai ne salotto e appoggiai tutto sul tavolino.
-ehi Hilly hai sentito? Tay Tay e Ed…-
-lo so! Vado a dormire!- dissi interrompendo subito mia sorella, lei me l’aveva sempre detto, ma io ero sempre stata troppo stupida; stava per cambiare tutto.
Me ne andai in camera mia dimenticandomi di prendere da bere, Ed era sul letto con le cuffie nelle orecchie e il PC appoggiato sulle gambe, chiusi le tende e mi sdraiai sul letto, doveva passare in fretta la notte, e avrebbe fatto meglio a passare senza sogni.
Harry’s POV
Il pomeriggio dopo finalmente ero da Ed, mi ero guardato un po’ intorno nella stanza, ma non c’era niente di evidente.
In quel momento suonò il telefono di Ed.
-è Taylor… vado a rispondere in bagno.- mi disse, e uscì dalla stanza.
Ok, avevo un po’ di tempo per cercare in giro.
Mi alzai dal letto appena rimasto solo nella stanza e aprii l’armadio, poi i cassetti, e infine sotto al letto, trovai molti quaderni, li presi uno alla volta e iniziai a sfogliarli, anche i suoi avevano le date, e stranamente non erano per niente polverosi.
Iniziai a leggere, stupidate, poi cose serie, cose dolci, poi però a partire da qualche anno fa c’erano delle pagine con su scritto “Ti Amo” o “Ti Devo dire una cosa…”.
Erano due idioti!
Che diavolo come potevano non notarlo? Io ero l’unico scemo che si era accorto che si amavano? Dovevo parlare con Lisette.
Sentendo dei passi riposi velocemente il quaderno sotto al letto e tornai dov’ero, cambiai canzone al PC e Ed entrò sorridendo.
-che sorriso!- commentai poco felice.
-si… stasera viene qui Taylor…-
-mi lasci solo davvero con Hilary allora?- chiesi perplesso.
-ti vuole chiedere una cosa importante! Quindi sì!- mi disse.
Non potevo… però forse… magari vedendoci insieme Ed si sarebbe accorto di quanto fosse geloso!
-ehi.. io arrivo subito! Vado un attimo a parlare con Lisette…- esclamai alzandomi dalla sedia.
Senza aspettare una sua risposta me ne andai, uscii dalla stanza, poi dalla casa, poi andai a suonare al campanello, fortunatamente mi aprì Lise.
-che vuoi Harry?- mi chiese, io e Lise avevamo sempre avuto un’amicizia più forte rispetto a quella con Hilary.
-fammi entrare… dobbiamo parlare…-
Non fece domande e mi fece entrare, andammo in camera sua e mi fece sedere sul letto.
Non capivo perché si ostinava a tenere chiusa la sua camera, era così carina, c’erano poster dei Green Day o dei 30 Seconds To Mars appesi alle pareti, una vetrina con dentro qualsiasi tipo di teschi e poi… profumava e era così luminosa con quei colori pastello, non faceva entrare molte persone là dentro, probabilmente aveva paura che qualcuno capisse com’era la vera lei.
-di che vuoi parlare?- mi chiese sorridendomi, ecco anche quel sorriso, probabilmente quel sorriso non l’aveva fatto vedere molto.
-di Hilary, Taylor e Ed.-
-ok… Tay e Ed stanno insieme.-
-si ma Ed non è lei che vuole.-
-lo so… e Hilary non vuole te anche se ha intenzione…-
-lo so!-
-perfetto e allora?-
-ho un piano… e tu mi devi aiutare…-
-qualsiasi cosa…-
-ecco… io inizierò a uscire con tua sorella, farò ingelosire Ed parlandogli sempre di lei così come tu dovrai raccontare a tua sorella cose su Taylor e Ed… faranno tutto loro alla fine! che ne dici?- chiesi, sì tutto quello l’avevo pensato mentre andavo a casa sua…
-ci sto!- mi disse, poi ci abbracciammo; quel contatto mi fece rabbrividire, non seppi perché…
-mia sorella non c’è ti conviene uscire prima che torni!-
Io annuii e pochi minuti dopo ero di nuovo con Ed…
-andiamo a piedi?- mi chiese.
-sì però ci conviene andare subito!- dissi, ci alzammo, prendemmo le chitarre e uscimmo di casa.
Hilary’s POV
Ero lavata, vestita e truccata, aspettavo solo Harry.
Suonò il campanello, andai ad aprire.
-cinese?- mi chiese alzando un sacchettino bianco, scoppiai a ridere e lo feci entrare.
-come sei bella!- mi disse dopo un po’ che stavamo mangiando.
-grazie… ehi Harry… ti va di uscire e vederci come… un po’ più che amici?- chiesi imbarazzata.
-oddio! Certo!- mi disse, sembrava davvero felice.
-ehi ho una sorpresa per te!- mi disse alzandosi, poi corse verso la sua chitarra estrasse una busta e me la porse.
-cos’è?-
-aprila!-
Obbedii e aprii la bustina, c’era una lettera, la estrassi e lessi; con la sua calligrafia elegante c’era scritto:
un piccolo regalo per una grande persona.
Ti Voglio Bene!
-H.
Sorrisi e estrassi un biglietto dalla busta, sorrisi quando capii.
-è un biglietto per il vostro concerto!- esclamai felice.
-ti ho detto che l’avrei preso! Ce li hanno dati oggi, ne ho presi tre, uno per mia mamma, uno per mia sorella e uno per te… mi sembrava giusto…- mi disse sorridendomi.
-me l’avevi detto! Grazie davvero Harry…-
Finimmo di mangiare e andammo in salotto, mi sedetti sul divano tenendomi la pancia per le troppe risate, mi stava raccontando delle sue avventure con Ed, avventure che mi erano sempre state raccontate solo per metà.
-non ci credo!- esclamai.
-devi! È tutto vero! forse il pesce però era un po’ più piccolo della nostra barchetta però… dai ci si avvicina!-
-stai raccontando solo perché vuoi farti figo!- dissi punzecchiandolo, dopo un attimo di silenzio rispose.
-ok! hai ragione! Ehi giochiamo a Mario Kart?- mi chiese saltellando sul posto, così sembrava un bimbo.
-si va bene!-
Dopo un paio d’ore passate a giocare, a spingerci e a ridere mi portò in camera.
-Harry stai qui?- chiesi.
Lui non se lo fece ripetere due volte, indossai il pigiama, spogliandomi davanti a lui che non battè ciglio, si limitò a squadrarmi, poi si tolse la maglia e i jeans, la visione del suo corpo quasi nudo mi provocò un brivido lungo la schiena, andammo sotto le coperte e ci addormentammo così, non badai neanche alle tende aperte.
Harry’s POV
Mi svegliai per colpa di un maledettissimo raggio di sole che era entrato dalla finestra, mi alzai e mi stiracchiai, la finestra di Ed era chiusa, quando eravamo entrati era aperta, e lui ci stava guardando, l’avevo visto, però lei no; perfetto! Stavo riuscendo nel mio intento.
Mi voltai verso di lei e la osservai, era illuminata dal raggio di sole che mi aveva svegliato e era… bellissima!
Tornai sdraiato vicino a lei e rimasi un po’ a osservarla, sentii qualcosa dentro, che stessi provando dei sentimenti forti verso di lei?
la paura mi trascinò in un baratro, non potevo provare qualcosa per lei!
Mi alzai dal letto, indossai i jeans, la maglia e andai verso la porta, prima di aprirla mi voltai a guardarla per l’ultima volta, era una visione angelica, era perfetta, ma in cuor mio, malgrado lei ci volesse provare davvero, sapevo che il suo cuore non batteva per me, sapevo che il suo cuore avrebbe sempre battuto per Ed.
E io non potevo farci niente!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 – A Little Bit Stronger ***


Capitolo 7 – A Little Bit Stronger

 
Doesn't happen overnight, but you turn around and a month gone by, 
And you realize you haven't cried.
I'm not giving you a hour or a second or another minute longer.
I'm busy getting stronger.

A Little Bit Stronger – Sara Evans
 
Hilary’s POV
Era passato un mese, un mese da quando Taylor e Ed si erano messi insieme, un mese da quando io e Harry avevamo iniziato a frequentarci, un mese che sarebbe stato di dolore senza Harry al mio fianco.
Era arrivato il 21 dicembre, giorno in cui avrei dovuto essere al concerto dei ragazzi, quello voleva dire che io, Taylor, Ed e Harry saremo stati sotto lo stesso tetto, insieme.
Ma andava bene così… Lise mi stressava alla morte con Taylor e alla fine smettevo anche di ascoltarla, non mi interessava sapere quanto quei due si divertivano, la verità era che stavo male, malgrado tutto stavo male…
Ero fuori al gelo aspettando che aprissero le porte, Taylor non l’avevo ancora vista, ma forse era meglio così…
Entrammo cinque minuti dopo, ci fecero sedere, io ero al primo posto, vicino a me c’era qualche ragazza, e poi… si sedette Taylor vicino a me.
-ehi Hilary! Come stai?- mi chiese.
“bene prima che arrivassi tu!” avrei voluto rispondere.
-bene grazie! Tu?- risposi invece.
Lei si tolse la giacca e la sciarpa con fare indaffarato e sospirò sorridendo.
-sono stressatissima, ma sto bene eh! Dio Ed mi ha stressata alla morte con questo concerto! Come se fosse di vitale importanza! Non lo capisco a volte! Lui e quella maledetta voglia di fare il cantante!-
-è di vitale importanza.- risposi guardandola scioccata, se stai insieme a una persona non devi rispettare tutto quello che fa e in cui crede? Allora perché lei non lo faceva?
-sì… comunque… come va con Harry?- mi chiese sorridente.
-bene siamo solo... amici… forse…-
-bene cominciamo! Benvenuti a tutti i nostri ospiti...- disse il presentatore, io mi zittii e così fece anche Taylor, odiavo la sua voce.
-la scaletta è piena e quindi andremo in fretta lasciando i ringraziamenti alla fine, quest’anno come vedete non vi abbiamo dato il programma perché vogliamo farvi una sorpresa… quest’anno è stato chiesto ai ragazzi di scrivere una canzone che canteranno uno alla volta… ma per questo c’è tempo… diamo il benvenuto a Marcus che apre la nostra serata… lui ci canterà “The Only Exception” dei Paramore! Un applauso!-
Applaudimmo e un ragazzino biondo dall’aria timida salì sul palco sorridendo leggermente.
Io scollegai il cervello e mi guardai intorno, le luci si erano spente, c’era un faro puntato sul ragazzo che aveva iniziato a cantare, e basta.
Sul palco c’era un piccolo albero di natale illuminato, tutto colorato, e era contornato da diversi festoni con scritto “buon natale”, per il resto era abbastanza triste.
-non è stato bravissimo il nostro Marcus?- ero così persa nei miei pensieri che non mi ero neanche accorta che aveva smesso di cantare…
-questo è il nostro carissimo Ed Sheeran… non ci sono altre parole… ci canterà “When I Was Your Man” di Bruno Mars…- il quarto… era stato il quarto, mi ero talmente assentata che al suo nome sobbalzai appena, pensai a quella canzone, me l’aveva cantata l’ultima volta che mi aveva fatta addormentare con una canzone.
Lo ascoltai, la sua voce dolce e sottile era perfetta per la canzone, l’unica musica che c’era proveniva dalla sua chitarra, tenne gli occhi chiusi per quasi tutta l’esibizione, come se, con quella canzone, volesse dire o tutto o niente.
In ogni caso io non capii cosa mi stesse comunicando…
-è stato bravissimo!- mi sussurrò Taylor al momento degli applausi, io la ignorai semplicemente.
Quando sarebbe venuto a cantare Harry?
-dopo questi applausi per il nostro ormai artista affermato, vi presentiamo Harry Styles che ci canterà “A Little Bit Stronger” di Sara Evans! Facciamogli un applauso!- disse applaudendo pure il presentatore una volta che tutti fummo seduti.
Applaudimmo di nuovo e Harry arrivò, non suonava la chitarra, partì la base e sorrisi sentendo le prime note, la conoscevo a memoria quella canzone, me l’aveva cantata una volta, me l’aveva fatta sentire, e io non avevo potuto fare a meno che continuare ad ascoltarla.
Quando finì di cantare mi scoprii con le lacrime agli occhi mi alzai applaudendo e asciugandomi le lacrime.
-è stato bravo dai!- mi disse Taylor.
Io la ignorai nuovamente e il concerto andò avanti senza più inceppi, Taylor non mi parlò per niente, e io non parlai a lei, prima delle canzoni d’autore fecero una pausa, io ne approfittai per andare in bagno, nel tragitto incontrai Harry e Ed che stavano parlando.
-ehi P.! come va?- chiese Ed interrompendo Harry, io mi ci avvicinai.
-tutto bene, dovevo andare al bagno ma la fila è più lunga di quello che mi aspettavo!- dissi guardando dietro di loro, dove iniziava la fila del bagno.
-voi invece? Come va? Siete stati stupendi!- continuai guardandoli entrambi.
-grazie!- rispose semplicemente Ed, il suo sguardo si illuminò forse.
-io sono un po’ agitato per l’altra canzone, ma per il resto sto meravigliosamente! Grazie di essere passata tesoro!- mi disse sorridendomi Harry avvolgendomi i fianchi con il braccio.
Io sorrisi e feci una cosa che non mi sarei mai aspettata di fare, soprattutto davanti a Ed.
Mi voltai verso Harry, appoggiai una mano sulla sua guancia per farlo voltare verso di me e poi o baciai, lo baciai come se quella non fosse la nostra prima volta, lo baciai come se Ed non fosse lì a guardarci.
Quando mi staccai provai un senso di nausea, non per Harry, povero, lui non c’entrava niente, era tutta colpa mia e del mio stupido cervello, del mio stupido cuore che in quel momento desiderava la persona davanti a me che ci guardava con gli occhi sgranati e lucidi, ma io per l’ennesima volta non mi accorsi di quello che mi stava comunicando.
-allora è vero che state insieme?- chiese Ed, sembrava confuso, in effetti lo ero anche io, ma forse mentirgli era meglio.
-sì! È vero… non volevamo dirtelo perché pensavamo fosse troppo presto, volevamo vedere come andava prima di dirlo in giro… è da poco comunque…- risposi io di filato, Harry in tutto questo mi guardava ammirato, come se anche lui volesse dire la stessa bugia ma era troppo preoccupato per dirla.
-oh! Ok… beh allora auguri… scusate vado a prendere la chitarra!- disse Ed, poi si allontanò da noi e se ne andò, Harry mi guardò, se fosse stato il protagonista di un cartone gli sarebbero scomparsi immediatamente gli occhi, il naso e la bocca, e, al loro posto sarebbe comparso un enorme punto di domanda nero.
-che vuoi?- chiesi allontanandomi da lui.
-perché l’hai detto?-
-perché mi sembrava giusto così e perché… davvero Harry, mi piacerebbe essere la tua ragazza!-
-d-davvero?- chiese sgranando gli occhi, io annuii semplicemente, fu allora che mi sorrise e mi abbracciò.
-sono contentissimo! Grazie...- mi sussurrò all’orecchio nell’abbraccio.
-cinque minuti si inizia!- ci annunciò il presentatore.
-Harry… smancerie a più tardi… ok?- gli sorrise lui.
-senti Luke stai zitto!- rispose Harry sorridendogli, poi il tizio se ne andò.
-ci credi se ti dico che amo quel tizio?- mi disse Harry indicando con l’indice il punto in cui pochi secondi prima c’era quel tizio.
-ehi! Io sono gelosa!- risposi dandogli una leggera sberla sul braccio.
Lui rise, mi baciò di nuovo e poi sparì da dove, poco prima, era sparito anche Ed, lasciandomi lì da sola come una stupida, con la gente che mi passava di fianco, come se io non esistessi, come se non fossi nessuno, forse mi sentivo così, e anche un po’ vuota, perché l’avevo fatto?
Come avrei fatto a innamorarmi di lui a lungo andare? Forse dovevo lasciar perdere da subito e dire la verità a Ed, sì, e poi cosa gli avrei detto?
“scusa Ed, l’ho fatto solo per farti ingelosire?”, oppure: “sai Ed sono innamorata di te quando avevamo otto anni però non te l’ho mai detto e sto uscendo con Harry perché voglio dimenticarmi quanto sto male perché tu stai con un’altra?”.
Gli sarei sembrata ridicola, e quello era un dato di fatto, in  effetti mi sembravo ridicola anche ai miei occhi, ma quello che pensavo io non contava.
Alla fine decisi di muovermi e tornai al mio posto, trovando quella faccia da pesce di Taylor a sorridere.
-ho incontrato Ed e Harry, ti salutano.- le dissi mentendo.
-oh! Grazie tesoro!- in quel momento avrei voluto farla fuori mangiandole la testa, ma, non potevo, e non dovevo, non ne avevo il diritto.
-allora, allora, allora… rieccoci!- disse il tizio di prima richiamando la nostra attenzione… come l’aveva chiamato Harry? Luke?
-la prima che canta la sua canzone stasera è Hayley Williams, con una canzone stupenda che mi ha detto vuole dedicare alle persone che la circondano, e si intitola “misery Business”…- disse, e poi lasciò il posto alla ragazza dai capelli rossi che mi ricordava qualcuno.
Forse per fortuna, forse per sfortuna Ed e Harry cantarono per ultimi.
-c’è un cambio di programma ragazzi… stasera Ed ci voleva fare ascoltare una canzone che si chiama “wake me up” ma ci ha appena avvisati che canterà “The A Team” non me l’ha fatta ascoltare, ma penso che sia una delle sue solite poesie, quindi… lasciamogli il palco!-
Lui salì sul palco con la sua chitarra, una sola luce violacea si puntò su di lui e iniziò a strimpellare qualche nota di una canzone che a me non aveva mai cantato.
-White lips, pale face, breathing in snowflakes… Burnt lungs, sour taste…-
Sorrisi e mi voltaic verso facia di pesce, la vidi sorridere, ecco sì… avevo fatto bene a mentire a Ed, era meglio che stessero insieme e non separati, loro due sì che si appartenevano, e, probabilmente, forse il nostro destino era quello.
Dopo Ed venne subito Harry, la canzone che cantò era “Happily”, molto carina.
-aw! Hai visto che carino? Ti ha dedicato una canzone!- mi disse faccia di pesce alla fine.
Io annuii applaudendo.
-senti io vado a prendere Harry e poi me ne vado… ciao Taylor, ci vediamo…- le dissi alla fine.
-ok! non vuoi asp…-
-no, senti… preferisco andare via con il mio ragazzo grazie!- dissi, forse troppo acida, fatto sta che non mi importava, non mi importava neanche se faccia di pesce ci fosse rimasta male o no; mi alzai dalla sedia e mi allontanai.
-ehi tesoro!- mi urlò Harry da lontano.
-ciao Yoshi! Andiamo?- dissi veloce prendendolo per il braccio.
-ehi ma non aspetti Ed? non lo saluti?- chiese alzando un sopracciglio.
-no, voglio passare una serata con te... da soli… prima di natale…- risposi sorridendogli, lui sembrò più felice, e il suo sorriso mi riempì il cuore di tenerezza, ma quello era lo stesso che mi provocava quando mi sorrideva mia sorella.
-io non ho la macchina però.- dissi bloccandomi.
-ce l’ho io tranquilla Peach… di qua, andiamo.- disse prendendomi per il braccio e trascinandomi fuori.
 
Arrivammo a casa mia poco dopo passando per il ristorante cinese prendendo da mangiare per noi due, mia mamma ci salutò, mia sorella pure, poi andò a rinchiudersi nella sua tana, io e Harry mangiammo in camera mia ridendo per ogni minima cavolata.
Finito di mangiare rimanemmo seduti nel letto a ridere.
-ehi guardiamo un film?- mi chiese Harry senza smettere di ridere.
-certo! che film?-
-Love Actually lo conosci?-
-sì… però non l’ho mai visto!-
-allora deciso… dai prendi il computer e guardiamolo!- mi disse spingendomi leggermente con il gomito.
Io sorrisi e mi alzai, andai a prendere il computer e glielo portai; mentre lui metteva il film io mi voltai verso la finestra di Ed, che arrivò poco dopo, senza neanche guardare verso di noi chiuse la tenda.
Io abbassai lo sguardo.
-ehi dai… inizia!- mi richiamò Harry, io mi voltai verso di lui che mi allargò le braccia invitandomi ad appoggiarmi al suo petto.
Guardammo il film, alla fine io ero in lacrime e lui sorrideva da ebete.
-mi fanno sempre commuovere questi film!- dissi asciugandomi le lacrime con la manica della maglia.
-aw Peach! Vieni qui dai…- mi alzò il mento e mi diede un bacio, io mi staccai.
-grazie Harry… sono felice!-
Harry’s pov
Con il cuore pieno di gioia iniziai a baciarla, lei mi assecondò io sorrisi nel bacio, con la mano sinistra le accarezzai i capelli, la mano destra gliela appoggiai sul seno, lei si fece fare, mi prese per i fianchi e mi portò su di lei, sapevo come si sarebbe conclusa la serata.
Mi spogliò, così come io spogliai lei, facemmo l’amore quella notte, arrivai alla fine, e la sentii, non solo ansimare per merito mio, non solo urlare e godere per merito mio, la sentii anche parlare.
-Ed…- disse lei graffiandomi la schiena, ad occhi chiusi.
Mi bloccai, come?
Dai, insomma, avevo davvero pensato che potesse amarmi davvero? Avevo pensato veramente di fare l’amore con me?
A lei tutto quello era piaciuto solo perché pensava… pensava che io fossi Ed.
-Ed… ti prego…- io continuai per lei, ma ormai non avevo più voglia.
Alla fine mi alzai da lei, mi asciugai le lacrime prima che mi potesse vedere e mi rivestii…
-ehi Yoshi dove vai? Stai qui a dormire.-
-grazie per la serata ma… no grazie!- risposi, infine indossai le scarpe e sorrisi amaramente.
-ehi che succede?-
-non te ne sei accorta vero? senti vai da Ed, magari lui può accontentarti più di me.-
-ma che…-
-all’inizio l’ho fatto perché tu e quel coglione del mio migliore amico vi appartenete! Ma, cazzo… iniziando a uscire con te, iniziando a vedere com’eri fatta, a ridere con te, a passare notti insonni perché volevi parlare… ho capito che eri davvero bella, brava e intelligente e io… mi sono messo in gioco, malgrado sapessi che eri innamorata di Ed, ci ho provato, e… dio forse mi stavo innamorando… ma tu… tu hai rovinato tutto! Senti.. lasciamo perdere ok? amici come prima, come prima che Ed iniziasse a farci uscire insieme, insomma, a malapena conoscenti! Ciao Hilary.- le urlai contro, lei si rannicchiò nel letto, io piansi, le lacrime scesero velocemente, senza che me ne accorgessi, uscii dalla camera sbattendomi la porta alle spalle, spinsi via, forse troppo male, sua madre, e uscii anche dalla casa, lasciandomi tutto alle spalle, quello che era, quello che poteva essere e quello che sarebbe stato.
Me ne andai, pronto ad uscire anche dalla vita di Hilary, quella stupenda ragazza che stavo imparando ad amare.

Note dell'autrice

eccoci qui... primo capitolo dell'anno... triste anche questo ma va beh.... anywayyyyy... che il 2014 vi porti a tutti grande amore e felicità!
Laly .3

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 – Losing My Mind ***


Capitolo 8 – Losing My Mind

 
Never thought a train goin' any place could've changed my life…
Never thought I'd say I could go insane, 'til I saw your eyes;
and I had to take another look to know for sure that you could be for real…
You found an empty seat sittin' next to me, and I asked your name
Where you comin' from?
Losing My Mind – Chris Daughtry
La mattina dopo mi alzai con una convinzione: dovevo partire.
Dovevo andare via, non solo per me, per mia sorella, per mia mamma, per Ed, per… Harry.
Cazzo, l’avevo fatto soffrire! Io e la mia maledetta testa!
Mi alzai dal letto e accesi la luce, la tenda era chiusa da ore ormai, non avevo dormito molto, mi giravo in continuazione nel letto, mi alzavo e gironzolavo per la stanza.
Mi diressi, o meglio, mi trascinai verso l’armadio e mi ci arrampicai per tirare giù la valigia che era lì dall’estate scorsa, la posai sul letto sfatto, la aprii e osservai quello che avevo lasciato dentro.
Una borsa tutta colorata di tre o quattro estati prima, regalatami da Ed, troppo colorata per me da indossare.
Bene, dovevo cominciare un periodo nuovo no? Quindi non dovevo portare niente che mi ricordasse Ed, niente che mi ricordasse quelle serate e quel periodo.
Ci rimaneva davvero poco, ma arrivata in Italia avrei ricominciato d’accapo, sarei stata da mia zia, avrei iniziato un lavoro nuovo, avrei conosciuto persone nuove.
-mamma!- urlai da camera mia quando ormai la valigia era pronta, non mi sarei portata molto, al massimo se mi sarebbe servito qualcosa l’avrei comprato lì o me lo sarei fatto inviare.
-dimmi tesoro.- disse mia mamma con un espressione a metà tra lo stanco e il preoccupato.
-mamma senti…-
-perché quella valigia? Dove vai pochi giorni prima di natale?- mi interruppe lei.
-mamma ho deciso di partire. Vado da Zia Elisa, la devo solo avvisare.-
-come? E quando torni?-
Per una madre non era facile perdere una figlia, ma, avrebbe capito.
-non torno mamma.- le dissi lentamente per farle assimilare.
Lei prese a fissare il vuoto, poi mi rispose.
-ok, tranquilla, chiamo io Zia Elisa, non dirà di no, mi raccomando però…-
-davvero mi lasci?-
-è giusto così, ho visto la faccia di Harry ieri, vedo te, e… vedo anche Ed… forse è meglio se qualcuno cambia aria per un po’.- mi disse lei sorridendo.
-ora ti lascio finire… vado…-
Detto questo uscì dalla mia camera.
Mi vestii e uscii di casa, andai dove lavoravo, non era aperto ancora, era presto, però avrei trovato il capo.
-Hilary! Cosa ci fai qui?- mi chiese, appena mi vide, con un sorriso enorme.
-mi licenzio.- ok, dritto e conciso, quell’affermazione ovviamente lo colpì alla sprovvista.
-come? E perché?- il sorriso era scomparso.
-parto… vado a vivere in Italia, in seguito a delle situazioni ho preso una decisione, e questa è la decisione… scusa per il poco preavviso, parto stasera…-
-oh! Così presto? Ok… puoi tornare nel pomeriggio per firmare un paio di cose?- chiese appoggiandomi una mano sulla spalla.
-certo! torno dai… a oggi… devo fare un altro paio di giri, quindi vado.-
Ci salutammo e uscii dal locale, tornai a casa e mi chiusi in camera, cercai dei voli per quella sera, per l’Italia, ce n’era uno alle quattro e trentacinque, andava bene quello, lo prenotai, inserii il numero della carta di credito e stampai i fogli.
Infilai in valigia tutto quanto e uscii di nuovo di casa, era quasi mezzogiorno.
A piedi mi diressi verso casa di Harry, non era molto lontana da casa mia, beh, tutta quella comodità mi sarebbe mancata.
Arrivai davanti alla porta e presi un lungo respiro, poi bussai; una donna sulla quarantina, alta e mora mi venne ad aprire; da come mi ricordavo era sempre stata così bella.
-ciao Tesoro.- mi disse lei sorridendo, e non mancava mai di rispetto a nessuno.
-Ciao Anne… senti Harry c’è? Gli devo parlare…- chiesi.
-certo… un attimo… Harry! Vieni qui per favore!- urlò, poi se ne andò.
Quando Harry mi si piazzò davanti mi venne un dolore al petto che ignorai, malgrado tutto mi sarebbe mancato.
-che vuoi?-  chiese sprezzante.
-ti devo parlare…- gli dissi.
Dopo un po’ di battibecchi mi fece entrare e andammo in camera sua, non era molto ordinata, ma almeno profumava di buono.
-allora… che mi devi dire?- mi disse sedendosi sul letto.
-niente solo… Harry, io te lo dico… ma mi devi promettere di non dire niente a Ed.-
-certo tranquilla!-
-ecco… io… stasera parto Harry, la colpa è solo mia, voglio che tu lo sappia, volevo salutarti.-
-come? Non puoi andartene!- mi urlò alzandosi dal letto.
-scusa… però… come parti? Non puoi… e dove andrai? Quando torni?-
-parto Harry… vado in Italia, da una Zia, e… Harry… non tornerò…-
-come non torni?- urlò ancora.
-Harry non urlare ti prego…-
-e io urlo invece! Come cazzo sarebbe a dire che non torni?!-
-non torno Harry tutto qui… devo… devo prendermi una pausa, probabilmente tornerò un giorno, ma non so se sarà presto o tardi.-
-almeno posso accompagnarti all’aeroporto?- sorrisi, sì, così poi non sarei riuscita ad andarmene, nessuno, nessuno si sarebbe dovuto presentare all’aeroporto, se no non sarei partita.
-grazie… ma preferisco andare sola, in taxi. Ti prego cerca di rispettare la mia richiesta.-
-ti posso abbracciare almeno?- chiese io annuii e ci abbracciammo.
Rimanemmo così non so per quanto tempo, ma mi sentivo così bene e protetta, come se stessi abbracciando un fratellone.
-ora devo andare Harry, devo pranzare, poi devo tornare a firmare le carte del licenziamento, poi devo… scrivere una lettera, passare a salutare la mamma di Ed… e poi devo andare in aeroporto. Il volo parte alle quattro e trentacinque, quindi ho poco tempo.-
-allora ti lascio andare… malgrado tutto mi mancherai.-
Poi mi fece andare via, quando fui nuovamente per strada la neve iniziò a scendere, attaccandosi atterra e sui miei capelli.
Mandai un messaggio a mia madre con le mani gelate dicendole che stavo tornando.
All’una mi sedetti alla scrivania e scrissi una lettera, poi la infilai in una busta e la chiusi.
-mamma io vado… ti saluto ora.- ci abbracciammo forte e mi lasciò andare, salutai con lo stesso calore anche mia sorella e andai a casa di Ed lasciando nella macchina la valigia, l’avrei presa quando sarei andata al lavoro.
-cucciola! Entra pure!-
Io entrai e ci sedemmo insieme al tavolo della cucina.
-senti, io parto… vado in Italia per un po’ non so quando parto, non voglio dire niente a Ed però, e neanche tu devi dirgli niente. Va bene?-
-e cosa…-
-tieni.- le diedi la lettera.
-tienila tu, quando sarò partita, domani magari, dagliela. Mi dispiace solo rovinarvi il natale.-
-ehi piccola… non rovini il natale a nessuno ok? Ed capirà… ora vai… dovrebbe tornare a minuti.-
Io annuii, ci salutammo per bene e poi uscii lasciandomi alle spalle tanti, forse troppo, ricordi.
Presi la valigia e chiusi la macchina, lasciai le chiavi nella casella della posta e andai verso il mio, ormai vecchio, lavoro.
 
Salii sull’aereo e mi sedetti al mio posto, vicino a me si sedette un ragazzo molto teso.
L’aereo partì puntuale.
-ciao! io sono marco.- mi disse il ragazzo con un inglese incerto.
-ciao! Hilary, piacere!- dissi sorridendo.
-come mai l’italia?-
-voglio lasciarmi la mia vecchia vita alle spalle, e ho parenti lì, quindi…-
-oh! Io torno a casa invece!-
-sei di Milano?- domandai, mia zia abitava a Milano, un po’ fuori il centro, da come mi ricordavo.
-sì… un po’ fuori i centro… e tu dove andrai?-
-anche io lì… mia Zia abita lì… a Rho se non sbaglio… almeno è un paese?- lui rise.
-certo! anche io abito lì…-
-sei solo?- chiesi.
-sì… sono venuto a trovare mia sorella, e ora sto tornando… tutto solo… anche tu vedo!-
-già… ma… la mia vecchia vita rimane qui, io parto basta.-
-fai bene! Anche mia sorella ha fatto così, solo che lei è venuta qui…- io sorrisi.
Continuammo a parlare per tutto il viaggio, dei nostri interessi, mi parlò di sua sorella, strano quante cose si potessero dire in una sola ora di viaggio!
Ci salutammo appena scesi dall’aereo, io avevo mia Zia che mi aspettava, e lui, da come avevo capito, aveva la macchina.
-ciao Zia!- dissi gettandomi tra le sue braccia, lei ricambiò l’abbraccio.
-ciao Hilary! Non ci volevo credere quando tua madre mi ha chiamato stamattina… ti stavamo aspettando tutti! Andiamo dai!-
Ci prendemmo per mano e lei prese il mio trolley.
-non è poca roba?- mi chiese in macchina.
-comprerò qualcosa qui… mi dovete portare un po’ in giro no?- chiesi sorridendo.
-va bene! Ehi com’è andato il viaggio?- lo parlava bene l’inglese mia zia.
-è andato benissimo! Ho conosciuto un ragazzo molto carino, marco… mi ha detto che era andato a trovare la sorella.-
-oh! Marco Giorgi?- mi chiese.
-sì! Come fai a conoscerlo?- chiesi perplessa.
-sono amica di sua mamma, era distrutta quando la figlia se n’è andata…-
-me l’ha detto che è caduta in depressione, ma si è ripresa no?-
-beh sì… ma ha avuto bisogno di tutti noi…-
Dopo ciò finimmo di parlare, mia Zia accese la radio, qualche cantante Italiano stava cantando una canzone.
Lo capivo abbastanza bene l’italiano, lo parlavo quasi ogni estate, venivamo qui dalla Zia in Italia io e…
No, non dovevo pensare a lui! Non ci dovevo più pensare… quindi… era meglio lasciar perdere i ricordi delle estati.
-come sta Luana?- chiesi in un Italiano incerto.
Ok, qualche parola la sbagliavo anche io!
-sta bene… è fidanzata adesso quindi…-
-davvero? Voglio conoscerlo!- dissi eccitata.
Luana era sua figlia, la cugina migliore che una persona potesse desiderare, chissà che cosa avrebbe detto ora che avevo deciso di chiudere i ponti con tutti, con la mia vita passata.
-eccoci!- disse Zia dopo un po’.
Io sorrisi, la Zia parcheggiò, poi scesi dalla macchina, presi la mia valigia e corsi felice in casa, sembravo una bambina che aveva visto un posto pieno di caramelle, salii le scale del palazzo e aprii la porta, era aperta, lì non chiudevano le porte a chiave quando qualcuno era in casa.
-Lu!- urlai entrando.
Sentii dei passi, poi la vidi correre verso di me, mi saltò in braccio e rimanemmo così, abbracciate per qualche secondo, poi scese e mi guardò.
Dio, era bellissima, i capelli biondi perfettamente lisci le ricadevano, lunghi, sulle spalle, era diventata più alta dall’estate scorsa, e era anche ingrassata leggermente, contando che prima era anoressica, andava bene così.
-dio sei bellissima!-  mi disse.
-anche tu!-
-ma dove l’hai lasciato Ed?- trac. Ecco la domanda…
-Luana aiutala a sistemarsi in camera, poi vieni qui che prepariamo la cena mentre lei mette a posto le valige.-
-okay mamma… vieni andiamo!- mi disse, poi prese la mia valigia e mi scortò in camera.
-ecco… questa è la tua camera, io dormo in quel letto, quindi tu dormirai qui, mamma dorme nella stanza a fianco… per il resto sai tutto. Ora sistemati, vado ad aiutare mamma.- io annuii e la lasciai andare.
Quando sentii i suoi passi allontanarsi la seguii stando molto attenta a non fare rumore, da dietro la porta dell’anticamera chiusa mi arrivavano le loro voci ovattate.
-senti… ho parlato con la Zia, mi ha detto che tra lei e Ed non andava molto bene, ha detto che ha provato ad uscire con un ragazzo e è successo un casino anche con lui. Quindi magari…- questa era mia zia.
-come? Che è successo con Ed?- chiese mia cugina, forse sorpresa.
-lui si è fidanzato, e lei era giù… non mi ha raccontato altro… diceva solo che è meglio tenerla d’occhio…-
-okay… ti aiuterò.- corsi in camera e aprii la valigia, le lacrime iniziarono a scendere, ecco…
Volevo lasciarmelo alle spalle e… non era possibile, e in più ora pensavano che sarei caduta in depressione!
-ehi Hil… ehi che hai?- mi chiese mia cugina entrando in camera e venendomi in contro.
-che ho? Ho che va tutto male, mi manca Lu… mi manca da morire!- dissi scoppiando in lacrime, lei mi abbracciò, mi strinse a sé, ma non erano le braccia calde di Harry.
-tesoro… mi dispiace…-
-lo so… senti scusa… ehm… devo chiamare mia mamma e avvisarla che sono arrivata, devo anche chiamare un mio amico…-
-sì ok… allora ti lascio sola…-
Poco dopo chiamai mia mamma, mi passò mia sorella, e parlai anche con lei.
Poi chiamai Harry.
-Peach? Come va? Arrivata?- mi chiese.
-certo Yoshi! Tu come va?-
-mi manchi…-
-anche tu!-
-come ti trovi?-
-per ora bene… sono appena arrivata mi mancava tutto!-
Parlammo un po’, un bel po’, finchè mia Zia non mi venne a chiamare per la cena, così lo salutai e attaccai; andai in bagno a lavarmi le mai e poi andai in cucina.
-non avevo molto, solo… ti vanno bene le pennette col sugo?-
-certo Zia va benissimo!-
Mangiammo guardando un programma alla TV, Luana si divertì a dire tutte le risposte anche se le sbagliava, poi sparecchiammo e mia Zia fece portare la pattumiera giù a Lu.
-ehi Lu… vengo anche io… se devo stare qui devo imparare un po’ com’è messo questo posto no?- le chiesi.
Così uscimmo insieme, scendemmo le scale, andammo a buttare la pattumiera e nel tornare incontrammo un ragazzo.
-Marco!- dissi riconoscendolo.
-ciao Hilary! Abitiamo anche nello stesso palazzo?- mi disse sorridendo.
Vidi mia cugina con la coda dell’occhio scrutarmi di sottecchi.
-beh allora ci vediamo…-
-certo!- risposi sorridendo, lo lasciai passare e scese le scale, io salii.
-Hilary! Senti domani sera faccio la festa di compleanno, andiamo in un pub… vieni?-
-scusa Marco, ma preferisco ambientarmi prima di… capisci?-
-certo! assolutamente! Che idea stupida!-
-però magari… posso passare domani a farti gli auguri… va bene?- vidi il suo viso illuminarsi.
-certo! allora ti aspetto!- disse, poi scese le scale e uscì dal portone.
-Marco eh?- mi chiese mia cugina.
-l’ho conosciuto in aereo… è dolce…-
-dolce? È un ragazzo stupendo!- mi disse sorridendo lei.
Io sorrisi e salii le scale, lasciando parlare mia cugina.
Sarebbe stato un periodo davvero lungo… Marco era dolce però, e mia cugina mi voleva bene… forse mi sarei ambientata in fretta!

Note Dell'Autrice

piccola domanda: come sto anzando?

Grazie comunque a tutti delle recensiosi e delle visulizzazioni.
Laly :3

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 – Everything But Me ***


Capitolo 9 – Everything But Me 
 
far away in another place
I'd give my soul just to see her face
found a note hidden in my suitcase
of everything that you just couldn't say
how'd you know I needed that today?


Everything But Me – Chris Daughtry
 
Ed’s pov
Mi svegliai la vigilia di natale con un gran mal di testa, la sera prima ero stato con Taylor e mi aveva riempito la testa con le sue cavolate, dio… non la sopportavo!
Andai verso la finestra e aprii la tenda, quella di Hilary era ancora chiusa, ormai erano due giorni che era chiusa.
Mi vestii e scesi le scale.
-mà! Io esco…- le dissi dirigendomi verso la porta.
-ok! ehi… dove vai?- chiese emergendo dalla cucina.
-vado a trovare Hilary… è un po’ che non la vedo!-
-Ed aspetta…-
-dimmi mamma…- la vidi sparire e poi tornò qualche minuto dopo con una busta bianca in mano, me la diede e io la presi, la rigirai tra le mani, poi guardai mia madre.
-cos’è?- chiesi semplicemente sorpreso.
-è… una lettera… da parte di Hilary… leggila!- mi disse con gli occhi lucidi lei.
Io tornai in camera mia e mi sedetti alla scrivania, che ragazza buffa! Perché mi aveva scritto una lettera?
La aprii e estrassi la lettera.

Caro Ed…
Sì certo… non lo trovi troppo formale? Io sì… comunque.
Ti ho scritto per dirti un paio di cose, ho lasciato Harry, lo vedo solo come un fratello e… amo qualcun altro purtroppo.
Ma… quella non è colpa di nessuno! Ti amo Ed, ti amo da anni ormai e sono stanca di nascondere tutto perché tu non ricambi, come ho detto, non è colpa di nessuno, anche se vorrei uccidere Taylor perché ha tutto quello che io non posso avere, anche se vorrei pigliarti a sberle perché non capisci che ti amo, anche se vorrei scappare e dimenticare tutto.
Ma veniamo al punto di questa lettera, insomma, se volevo solo dirti che ti amo te l’avrei detto in faccia, magari davanti a Taylor, così, tanto per farla ingelosire; ti ho scritto per un motivo preciso.
Quando la leggerai io sarò già partita, e non ci sarà più modo di farmi tornare, non so quando tornerò, non so se lo farò, per ora è meglio che tu non sappia dove sono, non voglio correre il rischio di farti credere in qualcosa che non potrà mai essere.
Ora, Ed, è arrivato il momento di dirti addio, di cambiare pagina, e di chiudere quel libro perché è diventato troppo lungo, è ora di ricominciare perché non riesco più a star male e far finta di niente, quindi è meglio così, è meglio che me ne sono andata, è meglio che tu non sappia dove, è meglio che tu stia con Taylor.
Ora ti saluto, davvero questa volta… volevo però chiederti un’ultima cosa se non è troppo per te: non smettere mai, mai e poi mai di cantare e di suonare; perché come stavo bene io a sentirti, staranno bene anche altre persone.
A questo punto ti saluto.
Addio Ed.
Addio amore mio!
-P.

Piansi, piansi lacrime amare, lacrime ricolme di dolore.
-MALEDIZIONE!- urlai gettando la lettera sul pavimento.
Mi alzai dalla scrivania e iniziai andare avanti e indietro per la camera.
-MALEDIZIONE!- urlai ancora dando un calcio al letto.
Mi lasciai cadere atterra, distrutto, svuotato, perso, amareggiato… morto.
Mi portai la testa fra le mani e continuai a piangere, piangevo perché non mi ero mai accorto che lei mi amava, piangevo perché ormai avevo perso la mia unica ragione di vita senza poter averla indietro.
-DIMMI CHE è SOLO UN MALEDETTO ARRIVEDERCI! TORNA MALEDIZIONE TORNA!- urlai ormai fuori controllo, piangevo, urlavo, mi dondolavo, stavo impazzendo forse?
Sì, sarei impazzito senza di lei… era uno scherzo… non poteva essere vero!
Mi alzai dal pavimento e corsi giù per le scale.
-Ed!- disse mia madre seguendomi.
-è UNO SCHERZO!-le urlai contro.
Iniziai a suonare il campanello di casa sua, sua madre mi venne ad aprire poco dopo.
-ehi pia… oh! Ed tesoro!-
-fammi passare.- dissi tentando di rimanere tranquillo.
-Ed, tesoro, senti…-
-TI HO DETTO DI FARMI PASSARE!- lei sobbalzò e si scostò.
Io entrai, girai per tutta la casa ma non la trovai, poi entrai nella sua camera, buia, con il suo odore, il letto era sfatto, eccola, era là… sì, era lì, era lì sotto e io ero un idiota, lei era una scema, avremo fatto pace e tutto si sarebbe sistemato!
-P.- riuscii solo a urlare quando mi sdraiai sul letto.
Ma, un’amara scoperta mi scosse dal sogno, non c’era nessuno a letto, nessuno, solo un mucchio di coperte e il suo pigiama, lo strinsi a me, e la annusai, il suo profumo…
Quel pigiama era impregnato del suo odore, continuai a piangere, disperato, stringendo le coperte e il pigiama a me.
Piansi finchè non mi addormentai, ma anche nel sogno piangevo, lei mi lasciava, si allontanava e mi faceva soffrire, e io… io piangevo.
Mi svegliai di soprassalto, sorrisi quando sentii il suo odore, segno che ero con lei, segno che era stato tutto un sogno.
-P.- dissi ridendo, ma lei non rispose, il suo stupido nomignolo rimbombò nella stanza vuota e buia segno che no, non era stato un sogno, e sì, mi trovavo tutto solo.
Mi alzai dal letto, portandomi dietro il suo cuscino, mia madre e sua madre erano entrambe sedute al divano.
-io vado a casa.- sussurrai.
-quello è il cuscino di…-
-sì… scusatemi per prima… ora vado…- dissi tranquillo, non perché lo fossi, ma perché non sentivo niente.
Né dolore, né piacere; né odio, né amore; né felicità, né tristezza; ero perfettamente vuoto.
Arrivato a casa aprii la porta che era chiusa a chiave, mi abbassai per raccogliere la chiave sotto lo zerbino e poi la riposai là sotto, poi entrai in casa e andai in camera mia, mi ci chiusi dentro.
Mi sedetti sul davanzale e iniziai a osservare aspettando che la tenda si spostasse e che lei apparisse, ma sapevo che non sarebbe successo, inspirai per l’ennesima volta sul cuscino, il suo odore mi invase il corpo, arrivò la sera, passò il giorno, la mattina di natale era arrivata, i parenti erano arrivati, i regali erano arrivati, ma non quello che volevo, l’unico regalo che desideravo era… lei…
La notte di natale con ancora i parenti a casa mi chiusi in camera mia, aprii la finestra, faceva freddo, nevicava, ma io non sentivo niente, guardai il cielo, convinto che, anche se eravamo lontani almeno eravamo sotto lo stesso cielo.
-ciao P.- sussurrai, lasciando le parole al vento, le avrebbe portate da lei.
-mi manchi, mi manchi diavolo! E… anche io ti amo… sono stato stupido lo so… però… dio! Mi uccide il pensiero di te, sola, in chissà quale posto su questa terra!- sorrisi amaramente stringendo il suo cuscino tra le mani.
-lo vedi il cuscino? È il tuo, tua madre me lo fa tenere… ha il tuo profumo… dio se sapessi quanto mi manca e quanto amo il tuo profumo! Quando torni? Eh quando hai intenzione di tornare? Ho lasciato Taylor stamattina, per messaggio, perché sono codardo… mi manchi P. ho bisogno di te, ti voglio qui, con me, a stringermi la mano, a dirmi che andrà tutto bene! Ti voglio P. ti voglio e ho un disperato bisogno di sentirti qui…- mi alzai e posai il cuscino, presi la sua chitarra e tornai sul davanzale.
-ehi ti ricordi questi accordi?- chiesi al vento, poi iniziai a suonare una melodia nuova.
-ah no! Sono stato troppo codardo anche qui… non ti ho fatto la canzone, o meglio, non te l’ho fatta sentire! Mi dispiace amore… scusami davvero. Ehi cosa mi avevi detto? Devo continuare? Perfetto ti canterò ogni notte questa melodia sperando che tu appaia, sperando che il vento ti porti questa canzone. Ti prometto anche che proverò a rendere felici gli altri con le mie canzoni… torno domani sera eh! Promesso!- mi alzai, chiusi la finestra e posai la chitarra, poi ripresi il cuscino e mi sdraiai sul letto.
Per quel giorno basta, non volevo più sorridere, non volevo più fingere, volevo solo stare lì sdraiato, con lei, perfetti, o quasi.

Note dell'autrice (più informativo.)

allova... eccomi... questo è il..... 9° capitolo... ecco... ce ne rimangono più o meno 6... dico più o meno perchè... va beh, ve lo dirò più avanti... buona lettura!

cià!
Laly :3

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 – Things People Say ***


Capitolo 10 – Things People Say
 
It's 3 a.m. and I can't sleep at all,
I wonder where you are tonight…
And do I ever cross your mind?


Things People Say – Lady Antebellum 
Harry’s pov
Mezzanotte, è il 26 dicembre, finalmente anche natale era passato.
00:30 ci provavo davvero a chiudere gli occhi ma non ci riuscivo.
01:15 la sete mi invase, mi alzai, andai in cucina senza fare rumore, e bevvi un paio di sorsi d’acqua, poi tornai a letto.
01:30 chissà che stava facendo lei… probabilmente stava dormendo.
01:45 l’orologio digitale sul mio comodino mi osservava, non mi mollava, così decisi di sedermi alla scrivania, accesi il computer e entrai su Tumblr.
02:30 il tempo passava veloce quando eri su internet, comunque non mi divertivo… così lo spensi e tornai a letto.
03:00 e se magari non era a casa? Chissà dov’era… chissà se pensava a noi.
03:45 presi il telefono, inviai un messaggio a Hilary, mi rispose subito.
“che cazzo ci fai sveglio a quest’ora? Buon natale (passato) anche a te!”
Davvero lo vuoi sapere? Sono sveglio perché tu, il tuo viso, la tua voce mi stanno tenendo sveglio!
“sono appena andati via i miei parenti! E tu?” inventai.
Dovetti attendere un po’ per la risposta.
“qui mi sa che i parenti andranno via per le cinque… comunque ora ti saluto, i messaggi costano!”
Non mi salutare… ti prego…
“va bene! Ciao…” risposi poi semplicemente.
05:00 ancora sveglio, neanche cinque minuti di sonno.
10:00…
-Harry svegliati che è tardi!- mi disse mia madre, andai al bagno, mi ci chiusi dentro, perfetto, correttore e via a una nuova giornata!
Dovevo andare dal dottore, e poi in farmacia… mi servivano dei farmaci per dormire, non potevo continuare così…
E poi… dovevo dimenticarmi di lei.
Probabilmente per sentirmi meglio avrei dovuto fare qualcosa di costruttivo, tipo concentrarmi sul lavoro o svagarmi con i miei amici, ma del lavoro non se ne parlare, era ancora chiuso per natale, se ne parlava di gennaio, e io ne avevo bisogno ora.
I miei amici alla fine erano solo due, uno non avevo voglia di vederlo, avrebbe fatto domande troppo inutili, l’altro invece… probabilmente non mi voleva vedere.
Comunque decisi che forse era meglio provare ad andare da lui…
Mi alzai dal letto sfatto e indossai le scarpe lasciate in un angolino, presi le chiavi della macchina e indossai la giacca, feci per uscire ma mia sorella mi bloccò.
-guarda chi si vede! Cio Hazza!ben tornato sulla terra…- disse lei ironica.
Sapevo che voleva scherzare e non mi voleva offendere, però ci rimasi male comunque e le risposi altrettanto male.
-che cazzo rompi eh? Ma quando te ne vai?-detto questo uscii di casa e entrai in macchina.
Infilai le chiavi e la lasciai scaldare, con la voce dello speaker radiofonico di radio 1 chiusi  gli occhi e mi abbandonai ai miei pensieri.
Avevo sbagliato completamente a rispondere male a mia sorella, ma non sarei tornato indietro a scusarmi, l’avrei fatto al mio ritorno.
Inspirai esausto e… l’odore di Pino Silvestre mi invase le narici, mi era sempre piaciuto quel profumo, ogni volta che qualcuno entrava in macchina però non perdeva l’occasione di ricordarmi quanto a tutti facesse schifo.
Sorrisi ripensando quella volta che Hilary era entrata nella macchina.
FLASHBACK
-dai scema sali in macchina.- le dissi facendola ridere ancora più forte.
Non c’era niente da ridere, ma tutta la situazione era ironica.
Salimmo in macchina e la accesi, poi partii, mi voltai leggermente verso di lei e la vidi con una faccia strana.
-ehi che hai?- le chiesi tornando a concentrarmi sulla strada.
-niente… solo… Harry che odore è questo?-
-è Pino Silvestre perché?- chiesi perplesso.
-Pino Silvestre? Dio Harry è orrendo! Puzza… quando lo cambierai?-
-mai! A me piace! Troverò una ragazza alla quale piacerà prima o poi, e quella sarà la ragazza che porterò all’altare- le dissi convinto.
-come? Bene! Questa allora me la segno- Quello scatenò altre risate.
FINE FLASHBACK
Sorrisi e partii con la macchina, la strada la conoscevo a memoria, era abbastanza complicata, però ormai, dopo tanti anni, l’avevo imparata, e avevo imparato anche tutte le scorciatoie esistenti.
Quando arrivai davanti a casa di Ed parcheggiai, in quel momento mi accorsi di non essere più poi così sicuro di volerlo vedere, infatti valutai per qualche minuto l’eventualità di girare la macchina e tornare indietro; ma poi mi feci coraggio e scesi dalla macchina.
Solo dopo aver bussato mi accorsi che era la porta sbagliata; infatti mi aprì la mamma di Hilary.
-mi disp…- non mi lasciò finire, mi prese e mi strinse forte al suo petto, o forse al contrario dato che era una ventina di centimetri più bassa di me; ecco da chi aveva preso ad abbracciare lei.
-entra caro… vuoi una tazza ti tè?- mi chiese scostandosi per permettermi di entrare; io annuii e entrai.
Pochi minuti dopo ci trovammo tutti e due davanti a una tazza fumante di tè.
-allora caro… come stai?- mi chiese lei con tono materno.
-diciamo bene… mi manca…- le risposi, e la mia voce si ruppe alla fine.
-manca a tutti…- disse, e iniziò a fissare la tazza, senza vederla davvero immaginai; la odiavo, odiavo Hilary per quello che aveva fatto, non tanto a me, o a Ed, quanto a sua mamma, a sua sorella…
Pensando a Lisette sentii il cuore battermi più forte, quella ragazza non solo mi aveva sempre fatto quell’effetto, ma anzi, mi faceva sudare le mani, e girare la testa, ma non mi era mai interessato.
Tolsi la mamma di Hilary dalla sua trance momentanea.
-Lisette è in casa?- chiesi illuminato…
-certo! è in camera sua… vai pure caro… sai dov’è.- mi disse lei facendo un piccolo gesto con la mano verso il corridoio.
Mi alzai dalla sedia e mi diressi verso la sua camera, davanti alla porta mi bloccai, la camera di Lisette era sulla destra, pochi centimetri più avanti, sulla sinistra c’era quella di Hilary, era l’ultima porta, la più vuota; non ci rimuginai molto, mi feci coraggio e bussai.
-mamma, ti ho detto che non voglio venire!- sentii dire, la sua voce mi provocò un brivido lungo la schiena, come sempre, per questo non ci feci caso.
-non sono tua madre!- risposi con voce roca; attesi qualche secondo e la porta si aprì.
-Harry!-sul suo viso comparve un bel sorriso, senza dire altro si spostò e mi lasciò entrare.
Appena fui dentro chiuse la porta a chiave e si andò a sedere sul letto, io mi guardai introno, la stanza era come me la ricordavo, mi venne in mente il perché ero entrato in quella stanza il mese prima e mi venne da ridere, mi ero messo insieme a lei per fare un piacere a degli amici e poi, come uno scemo, me ne ero innamorato, almeno quello era quello che pensavo; scacciai quel pensieroe mi concentrai su Lise.
Era struccata, aveva gli occhi azzurri, dolci e lucidi, circondati da profonde occhiaie, i capelli, che di solito lasciava sciolti o legati in due lunghe code, erano legati in una sola coda molto disordinata, per non parlare dei vestiti!
Aveva un paio di pantaloni neri di una qualche tuta e un maglia bianca a maniche lunghe quasi trasparente che lasciava intravedere le sue forme, e non solo, si notava, e anche bene, che non aveva il reggiseno, imbarazzato tornai a concentrarmi sul suo viso e sorrisi.
Era molto diversa da Hiary, ma era comunque una creatura meravigliosa, di una bellezza diversa da quella classica, era anche più bella di Hilary, e quello l’avevo sempre pensato.
-dimmi, che ci fai qui?- mi chiese con voce piatta, priva di emozioni.
Quello era uno dei suoi difetti più grandi, non si fidava molto delle persone, e finchè non sapeva dove volevano arrivare gli altri non si apriva con nessuno.
-niente… volevo solo chiederti come stavi, vedere come andava…- chiesi sedendomi sul letto vicino a lei.
-come vuoi che stia Harry? Vuoi che ti dica che stia bene? Perfetto! Sto be…-
-io voglio che tu mi dici la verità. Non voglio che mi meni, non serve a niente mentire.- la bloccai io.
-con questa faccia come vuoi che stia Harry?-
-sei molto carina, quindi deduco bene…- lo pensavo davvero, lei sorrise e abbassò lo sguardo.
-non flirtare con me!-
-sai che l’ho sempre pensato! E ora lo ribadisco… sei molto bella! E non sto flirtando.- per quanto mi andrebbe. Pensai.
Ma che diavolo pensi brutto idiota? Scacciai immediatamente quel pensiero e tornai a concentrarmi su di lei; prima di parlare o fare qualsiasi altra mossa però, mi guardò per un po’.
-anche tu sei un bel ragazzo Harry!-
-pensa che bella coppia che faremo!- dissi scherzando, o almeno pensai di stare scherzando, ma lo dissi molto seriamente.
Non sentendo risposta mi voltai a guardarla, era leggermente rossa in viso.
-ahi, ho detto qualcosa che non va?- chiesi subito.
-è solo che… le cose vanno tutte male Harry… Ed sembra un automa depresso cronico, potrebbe andare a fare compagnia a Lana Del Rey! Mamma sembra un fantasma, fa le cose senza neanche pensarci! L’altra sera stava per mettere il sale nel tè. Taylor sta passando un brutto momento perché sua mamma è in ospedale e perché Ed l’ha lasciata. Ti dirò una cosa Harry, e potrò anche sembrarti una stronza o quant’altro, ma… sono felice che mia sorella se ne sia andata! E sai perché?- si bloccò e si voltò a guardarmi, i suoi occhi erano sinceri, io, avendo perso l’uso della parola, scossi la testa, allora lei continuò.
-perché posso concentrarmi su Taylor senza sentirmi in colpa, perché finalmente Ed ha aperto gli occhi e… perché finalmente ti ha lasciato andare! Sai Harry… lo sa solo Taylor ma te lo devo dire. Ho una cotta per te dalla prima volta che ti ho visto a nove anni tirare i capelli a mia sorella in giardino perchè lei e Ed si stavano abbracciando. Ho una cotta per te e sto male a sapere che tu alla fine hai sempre amato lei.- mi confessò.
Ci ragionai un po’, in effetti dovevo chiarire un paio di cose che apparivano sbagliate.
-ehi, quella volta, e anche le altre che litigavo con tua sorella perché faceva qualcosa con Ed non era perché provavo qualcosa con lei, insomma, tutto quello che ho sempre provato per lei è odio, odio perché ho sempre avuto paura che mi portasse via Ed, e forse ora è successo, forse me l’ha portato via e io odio tua sorella. La odio per questo motivo, e la odio anche perché se n’è andata lasciando qui sola te, tua madre e il ragazzo che ama. Ha preferito scappare piuttosto che affrontare la situazione, questo lo chiamo gesto da codardi. Tu ora, qui, mi hai aperto il cuore con la tua confessione, sai di essermi sempre piaciuta, il tuo profumo i tuoi occhi, il modo in cui arricci il naso quando senti qualcosa che non ti piace, il tuo carattere dolce e anche quello scontroso maturato col tempo. Però ho sempre pensato di essere sempre troppo poco per te, per quello credo di aver provato a lasciare il mio cuore a tua sorella. Per quello ora mi sento una merda!-
-no Harry, non è giusto non devi sentirti male!-
-probabilmente anche io ho sempre avuto una cotta per te… sai qual è stata la prima cosa che ho pensato quando sono entrato qui? Ho pensato: dio se è bella! Poi ho notato che sei senza reggiseno, ma quella è un’altra storia… tutti i segnali che il mio corpo mi mandava quando stavo vicino a te li ignoravo completamente. Ora… ora capisco…- abbassai la testa, ma lei me la alzò con la mano e mi voltò il viso verso il suo, poi, senza dire niente, mi baciò.
Fu il bacio più lungo della mia vita anche se durò pochi secondi.
Avevo baciato un milione di ragazze prima di lei, ma in quel momento mi sentii inesperto, come se tutte quelle ragazze non fossero mai esistite, come se fossi tornato al pomeriggio dei miei dodici anni, al mio primo bacio, la ragazza si chiamava Georgia, ora la ragazza si sarebbe chiamata Lisette.
-Harry…- disse lei staccandosi.
-non lo faccio per rimpiazzare lei tranquilla!- le dissi.
-andiamo a fare un giro…-
-va bene… prendiamo la mia macchina.-
-prima mi vesto.- mi disse lei.
-senti ti puoi girare?- continuò poi leggermente imbarazzata.
-certo!- le risposi.
Lei si alzò, io mi girai, mi ero sempre voltato, ogni volta che una ragazza mi diceva che voleva che mi girassi le avevo sempre guardate perché pensavo che fosse quello che volevano davvero, e infatti me la cavavo sempre con uno “scemo!” o una più semplice pacca sulla spalla.
Ora però sentii il dovere di rimanere voltato, non dovevo guardarla.
Mi sentivo come psiche che non si doveva voltare a guardare amore perché se no lui sarebbe scomparso, sarebbe stato un sacrilegio guardare un dio della sua grandezza, e ora sarebbe stato lo stesso: non mi dovevo voltare a guardare Lise, se no sarebbe scomparsa, era un sacrilegio guardare un dio.
 
Pochi minuti dopo fummo nella mia macchina.
-dove andiamo?- le chiesi cortese.
-giriamo un po’.-
Io  partii felice, poi mi voltai a guardarla e sorrisi al suo sguardo.
Mi guardava e sorrideva.
-che c’è?- chiesi ridendo tornando a concentrarmi sulla strada.
-niente solo… dio Harry che razza di odore è questo?- mi chiese, io alzai gli occhi al cielo, forse, malgrado tutto, avrei dovuto cambiare il profumo della macchina.
-è… è Pino Silvestre e non ho intenzione di cambiarlo!-
-non farlo! È molto buono!- quell’affermazione mi colpì nel profondo.
Troverò una ragazza alla quale piacerà prima o poi, e quella sarà la ragazza che porterò all’altare.

Spazio Autrice

ooooooooooook mi è costato tanto scrivere questo capitolo... però l'ho pubblicato alla fine... quindi... spero davvero che vi piaccia... recensite e fatemi sapere... 

nel contempo vi informo che ho finito di scriverla... quindi in tutto ci saranno altri... 3 capitoletti molto fluffy.. preparatevi! 

infine grazie di tutto... <3

Laly :3

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 – Caraphernelia ***


Capitolo 11 – Caraphernelia

 
So, baby, what if I can't forget you?
(What if I can't forget you?)
Collide invisible lips  like a shadow on the wall,
And just throw, oh no.
You can't just throw me away.

Caraphernelia – Pierce The Veil
(se siete una di quelle persone che ascolta le canzoni che propongo all'inizio, per un approccio più leggero a questa canzone, ve la consiglio acustica se non siete abituate al genere... io vi ho avvisati! :D)

 
Ed’s pov
Come sempre in quest’ultimo anno ormai, entrai in camera mia e chiusi la porta a chiave, mi sedetti sul davanzale e aprii la finestra, presi la mia chitarra che avevo lasciato lì e iniziai a strimpellare qualcosa.
Il vento gelido di dicembre entrò in camera, facendosi spazio tra le mie cose, la neve ricopriva anche il davanzale della finestra di Hilary, la finestra chiusa e la tenda tirata mi ricordarono per l’ennesima volta che lei non era più mia.
-ehi P.! il vento ti ha portato le mie parole? Chissà se lo sai… hai visto che non ti ho deluso? Ce l’ho fatta! Un produttore è venuto a vedermi suonare mi ha offerto un contratto discografico. Te ne rendi conto? Ma questo te l’avevo già detto… sai la cosa migliore? Ho girato il mio primo video musicale, spero che possa arrivarti. Non ti sento da un anno e mi manchi da morire, ogni singolo secondo della mia vita. Ti Amo Hilary, e non ho ancora smesso di farlo.- mi bloccai, non riuscivo a continuare.
Posai la mia chitarra e mi alzai, andai a prendere il pacchetto di sigarette e ne estrassi una, la accesi e tornai sul davanzale.
­-visto che mi fai fare P.? tu mi hai odiato quando ho iniziato a fumare, ho tentato di smettere, fumavo solo al mattino o alla sera. Però… ora non ce la faccio più…- portai la sigaretta alla bocca e inspirai, chiusi gli occhi.
-forse devo lasciarti andare.- sospirai.
Finii di fumare la sigaretta, mi alzai e chiusi la finestra.
-addio amore.- dissi. tirai la tenda ma…
Mi bloccai fissando la finestra di Hilary, la tenda si era mossa. Riaprii la finestra e osservai silenzioso, speranzoso.
-Ed! ti prego perdonami!- il suo viso, seguito dalla sua voce melodiosa mi riempì il cuore.
Iniziai a piangere, lei faceva lo stesso, dietro di lei c’erano Harry e Lisette.
Finalmente era tornata, e non era un sogno!
Qualche ora prima
Hilary’s pov
-Zia!- le dissi andandole incontro.
Ormai era passato un anno, avevo trovato un lavoro e una casa tutta per me, il problema era che vedevo poco mia Zia e mia Cugina per il lavoro, avevo appena tempo di vedere Marco, il mio ragazzo.
Erano due mesi ormai che stavamo insieme.
Lavoravo come receptionist in un hotel abbastanza di lusso qui a Milano e avevo preso un piccolo appartamento lì vicino, era molto piccolo, all’entrata c’era il salotto con la piccola cucina, se andavi avanti trovavi una porta che ti collegava a un piccolo disimpegno dove, a destra c’era la mia camera da letto, dove ci erano entrati a malapena un letto e un armadio, mentre, a sinistra, c’era il bagno.
Quella era la mia prima domenica libera, avevo lavorato molto per tutto l’anno, e il mio contratto scadeva quella domenica, così avevo trovato la scusa per andare a trovare mia Zia e mia Cugina.
-ciao tesoro! Come stai?- mi disse abbracciandomi.
-bene dai… tu invece?- chiesi io.
-bene… ehi ma hai tagliato i capelli?- si allontanò da me e chiuse la porta d’entrata, ormai mi ero abituata con l’italiano.
-sì, faceva caldo e erano diventati troppo lunghi, allora ho deciso di accorciarli fino a sopra le spalle.-
-che peste che sei! Dai vieni…- mi disse lei sorridendo, ci accomodammo in salotto e iniziammo a chiacchierare.
Mi chiese del lavoro, del ragazzo, della casa.
Risposi a tutte le domande, ormai la mia vecchia vita l’avevo lasciata alle spalle, Harry era acqua passata, anche per lui a quanto pareva, l’avevo sentito, sia a lui che a Lisette, e a quanto pareva stavano insieme; io ero molto contenta per loro.
Quello di cui nessuno mi parlava mai era… era lui…
Mi faceva male anche solo a pensare al suo nome.
Ma a me andava bene così, meno me ne parlavano, più sarei riuscita a dimenticarmelo e a rifarmi una vita, era un anno però che lo pensavo.
-Zia dov’è Luana?- chiesi in un momento di silenzio.
-oh scusa… vai pure da lei... è in camera sua con le sue amiche.-
-non voglio disturbarla… passo solo a salutarla e basta.- dissi.
Mi alzai dal divano e mi diressi nel corridoio che divideva le stanze, richiusi la porta dietro di me e mi diressi verso camera di mia cugina.
Le risate rimbombavano nel corridoio, e anche una leggera melodia mi arrivava alle orecchie, arrivata davanti alla porta mi bloccai.
Quella era una voce che mai mi sarei aspettata di trovare lì, la melodia non la conoscevo, ma la voce la conoscevo a memoria, ogni sua sfumatura, per esempio ora era triste.
-quindi è questo quello che si è fatto scappare tua cugina?- sentii dire da dentro.
-già… è stata proprio una cogliona! Dio davvero non so come possa averlo lasciato andare.- questa era mia cugina.
-dio, se un ragazzo così bello mi avesse dedicato una canzone del genere me lo sarei sposato!- quella era un’altra voce.
-si ma lei è scema! L’aveva tra le mani e è scappata!- Luana.
Decisi di porre fine a tutto quello.
Spalancai la porta senza neanche bussare, e tutti si voltarono verso di me, mia cugina si affrettò a stoppare la canzone.
-voi stupide bambine del cazzo non sapete niente della mia vita, e neanche della vita di Ed, quindi dovete solo chiudere la bocca. Sarò anche stata scema, e balle varie ma lui è fidanzato, e… scusa se ho preferito tentare di stare bene Lu.- loro mi guardarono impaurite, forse ero stata troppo dura, poi una si decise a rispondermi.
-ma lui è single da almeno un anno.- mi bloccai. Cosa?
-è impossibile…- risposi.
-senti Hilary… perdonami per tutto quello che ti ho detto, perdonami davvero, però… almeno siediti e ascolta la canzone. Ha detto che l’ha dedicata a una Pinguina, poi mi sono ricordata che…-
-è il mio soprannome…- risposi.
Mia cugina mi fece sedere sulla sedia alla scrivania, poi fece ripartire la canzone.
Il video iniziava con un applauso, lui era al centro di un salotto, e, lì scese la prima lacrima, la chitarra che aveva su era quella che gli avevo regalato io, era un po’ più di un anno che non ripassavo quella maledetta zampa, e appariva leggermente sbiadita, ma tornai a concentrarmi su di lui.
Indossava un paio di Jeans e una felpa azzurra, i capelli erano spettinati, come sempre, era bellissimo.
-vi state divertendo?- chiese, la sua voce calda mi riempì, come avevo fatto senza di lui un anno?
Rideva e scherzava.
-la prossima canzone è una canzone d’amore davvero sciocca, l’ho scritta quando…- si bloccò a fissare il pavimento, sembrava malinconico.
-sì beh, è una canzone d’amore davvero sciocca, che ho scritto quando ero davvero incasinato. Smettiamola ora. Questa è… Wake Me Up. E è dedicata… insomma se avete un partner e vedete delle cose che sono fottutamente strane, ma poi quando siete lontani capite che sono quelle le parti che più vi mancano. Quindi questa è per… le cose strane.-
Iniziò a strimpellare con la chitarra, e poi partì, sentire ancora quella voce, mi provocò un brivido lungo la schiena, e un’altra lacrima scese.
I should ink my skin with your name 
Brutto idiota! Pensai… non ti bastano tutti quei tatuaggi?
And take my passport out again 
And just replace it 
See I could do without a tan 
On my left hand, 
Where my fourth finger meets my knuckle 
Cosa vuol dire questo di preciso? Non è forse quello il dito dove si mette l’anello di promessa?
And I should run you a hot bath 
Fill it up with bubbles 
Mi piaceva quando lo facevi… mi riempivi la vasca e solo tu riuscivi a far comparire tante bolle; eri il mio mago, il mio unico amore…
'Cause maybe you're loveable 
Maybe you're my snowflake 
And your eyes turn from green to gray 
And in the winter I'll hold you in a cold place 
And you should never cut your hair 
'Cause I love the way you flick it off your shoulder
mi passai una mano tra i capelli corti e sorrisi. Mi uccideresti se mi vedresti così ora… 
And you will never know 
Just how beautiful you are to me 
But maybe I'm just in love 
When you wake me up 
Per quello non ti arrabbiavi mai quando ti svegliavo?
And would you ever feel guilty if you did the same to me 
Could you make me a cup of tea 
To open my eyes in the right way 
Te ne farei anche otto di tazze di tè… per quello però dovrei essere lì con te.
And I know you love Shrek 
Because we've watched it 12 times
-l’abbiamo davvero fatto.- aggiunse lui. Forse anche più di 12 volte…
And maybe we're hoping for a fairytale too 
And if your DVD breaks today 
You should've got a VCR 
Because I've never owned a blue ray, true say 
Sì è vero… perchè solo una favola ci potrebbe salvare ora.
I know I've always been shit at computer games 
Because your brother always beats me 
And if I lost, I go across and chuck all the controllers at the TV 
And then you laugh at me 
And be asking me 
If I'm a be home next week 
And then you lie with me till I fall asleep 
And flutter eye lash on my cheek between the sheets 
-era mia sorella! Mia sorella ti batte sempre brutto idiota!- esclamai io ormai in lacrime.
And I think you hate the smell of smoke 
You always try to get me to stop 
Oh, davvero lo pensi? Sai che odio il fumo… sai che odio quando fumi… e a quanto pare sembra che tu non abbia smesso proprio per niente!
But you drink as much as me 
And I get drunk a lot 
In effetti ci siamo ubriacati molte volte insieme…
So I take you to the beach 
And walk along the sand 
And I'll make you a heart pendant 
With a pebble held in my hand 
And I'll carve it like this necklace 
Indicò la collana che aveva su, mi ricordavo la storia di quella collana, me l’aveva regalata quando eravamo in spiaggia, ne avevamo una io e una lui, lui la stava indossando, io… l’avevo lasciata a casa.
So the heart falls where your chest is 
Now a piece of me is a piece of the beach 
And it falls just where it needs to be 
And rests peacefully 
So you just need to breathe to feel my heart against yours now 
Against yours now 
Ecco… ora… ora però se respiravo non sentivo la collana. Non sentivo lui.
Finì di cantare che ormai io avevo la vista appannata dalle lacrime, mi alzai dalla sedia.
-grazie.- risposi.
-che vuoi fare ora Hilary?- chiese mia cugina.
-ho il bancomat in borsa… ti chiamo appena arrivo. Ciao Lu…- detto questo uscii dalla stanza, corsi in sala e presi la mia borsa e la giacca sotto lo sguardo attento di mia Zia.
-dove vai tesoro?-
-ti chiamo appena arrivo a Londra Zia… ora devo andare! Grazie di tutto!-
Uscii di casa senza aspettare la risposta di mia Zia, attesi qualche minuto e arrivò il Taxi, di lì ne passava uno ogni mezz’ora, mi feci portare all’aeroporto.
Arrivati lo pagai e corsi alla cassa.
-voglio un biglietto di sola andata per il primo volo per Londra.- quasi le urlai in faccia a quella poverina.
-il primo volo parte tra quindici minuti signorina.- mi rispose lei. Non avevo tempo per tutto quello.
-senta… il mio unico bagaglio è questo, prendo quel volo, la prego… ne ho bisogno.- le diedi tutte le mie generalità e lei mi stampò il biglietto, la pagai e poi corsi verso il gate.
La gente mi guardava male, indossavo un paio di pantaloni neri in pelle e le scarpe con il tacco, il giaccone era aperto, e lasciava intravedere la camicia bianca, e come se non bastasse, i capelli corti svolazzavano.
-signorina non corra!- mi disse un signore quando gli sfrecciai di fianco, io lo ignorai.
Riuscii a prendere il volo in tempo.
Furono le due ore più lunghe della mia vita.
Arrivata a Londra presi un altro Taxi per arrivare a… casa mia.
Sembravo una pazza, era pomeriggio inoltrato, ma non mi importava, le strade innevate rendevano tutto più magico.
Lasciai dei soldi al tassista e scesi, corsi verso la porta e aprii.
-mamma!- urlai.
Mia madre comparve dalla cucina, appena mi vide i suoi occhi si riempirono di lacrime, mi abbracciò ma non c’era tempo, mi tolsi dall’abbraccio dicendole che ci sarebbe stato tempo per quello.
Entrai in camera di mia sorella senza bussare, cosa che non avevo mai fatto e me la trovai sdraiata sul letto, con Harry sopra di lei che la baciava, erano entrambi senza maglia.
-dio… non è bello vedere questo appena tornata!- dissi facendo la finta schifata vedendoli.
Posai la borsa atterra e sorrisi.
Ci volle un po’ a tutti e due per realizzare che ero davvero lì, poi mia sorella spinse via Harry e mi venne ad abbracciare.
-dov’è Ed?- chiesi dopo.
Vidi Harry guardare l’orologio.
-a quest’ora di solito è alla finestra.-
Piena di speranza uscii dalla stanza di Lise e, loro due mi seguirono tentando di mettersi la maglia, aprii la porta, e un forte odore di chiuso mi invase le narici; era davvero un anno che non aprivano quella stanza?
Aprii le tende con foga, al buio e vidi Ed, aprii la finestra e mi sporsi.
-Ed! ti prego perdonami!- urlai.
Mi guardò per un po’, come per assicurarsi che fossi davvero io e non la sua fantasia, poi scoppiò in lacrime.
-vieni giù!- mi disse lui.
Io mi voltai e scostai i due piccioncini, poi uscii di casa e andai verso quella di Ed, ci incontrammo a metà, e gli saltai in braccio, perché sapevo che lui era pronto a prendermi.
-cosa ti ha fatto tornare?- mi chiese tra le lacrime mettendomi giù.
-è mia sorella che ti batte sempre… mia sorella brutto idiota!- anche io ero in lacrime.
Lui rise, una bella risata fragorosa, e io non potei resistere, infatti presi il suo viso fra le mani e lo baciai; lui non rifiutò, anzi, mi prese per i fianchi e mi attirò di più a lui, faceva freddo, avevo un dolore allucinante ai piedi ma… finalmente stavo baciando l’amore della mia vita.
-Ti Amo Teddy!- dissi sorridendo staccandomi dal bacio.
-Ti Amo anche io Pinguina!- mi rispose sorridendomi.
Partì un applauso e delle urla, ci guardammo intorno e molta gente ci stava osservando, alcuni ci facevano delle foto, mia mamma e la sua si stavano sorridendo, Harry e Lise si stavano baciando.
Ecco… era così che doveva finire.
-e vissero per sempre…- iniziò lui.
-…felici e contenti.- terminai io.

SPAZIO AUTRICE

allooooora... piccolo regalo sdolcinato di san valentino... 
che diavolo succede? l'amore è nell'aria ragazzi... e anche la fine... siamo agli sgoccioli... mancano un paio di capitoli quindi keep on touch....

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 – Marry You ***


Capitolo 12 – Marry You
 
Is it the look in your eyes, 
Or is it this dancing juice? 
Who cares baby, 
I think I wanna marry you.

Marry You – Bruno Mars
Hilary’s Pov
Erano passati un paio di anni da quel giorno lontano, mia Zia mi aveva chiamato dall’Italia dicendomi che avevano venduto la mia casa e che Marco non era poi così disperato, aveva capito che non sarei mai stata completamente sua.
In quei due anni ero riuscita a trovarmi un lavoro decente, con la mia conoscenza dell’italiano e grazie al lavoro fatto lì ero riuscita a guadagnarmi un posto di lavoro in un Hotel in centro Londra, io e Ed ci eravamo presi una casa lì.
Era ancora strano vederlo sui giornali o riconoscerlo sui manifesti appesi fuori dai palazzetti, ma ci avevo fatto l’abitudine, così come mi ero rassegnata ormai di vederlo sempre circondato da ragazzine urlanti, alcune sue fan erano anche simpatiche.
Era da tre mesi a questa parte che era in tour, sarebbe tornato quella sera, non potevo prendermi giorni di ferie, era il periodo di piena e avevano bisogno di me, così avevo sopportato di sentirlo solo per telefono o via skype per risparmiare, non che i soldi fossero un problema.
Ero riuscita a uscire dal lavoro un paio d’ore prima, guidai fino a casa, era stato difficile abituarsi al traffico di Londra, ma ci ero riuscita.
Arrivata a casa entrai, era una bella villetta neanche troppo grande, era su due piani, in più avevamo una mansarda e la cantina.
Il giardino davanti era per bellezza, colorato e curato a perfezione, se entravi c’era un bel salone e più avanti la porta della cucina abitabile, la cucina era collegata al giardino sul retro, molto più piccolo e intimo di quello davanti, lì facevamo le cene con gli amici quando faceva caldo, sempre in sala c’era una porta che collegava al disimpegno dove trovavi il bagno a sinistra e le scale che collegavano alla cantina, sulla destra.
Tornando indietro, all’entrata c’era una scalinata salendo trovavi subito il bagno, andando avanti per il corridoio c’erano due camere, una mia e di Ed, e una per gli ospiti, che finiva sempre a Harry e a Lise quando ci venivano a trovare.
Andando ancora avanti c’era un’altra scalinata che collegava alla mansarda e all’ultimo bagno.
La mansarda era diventata una stanza di giochi.
Avevamo messo la wii e la play station, insieme ad altri giochi che usavamo quando eravamo piccoli.
Entrata in casa posai tutto sul tavolo del salone e mi fiondai in bagno, mi feci la doccia molto velocemente e poi, dopo essermi asciugata andai in camera con l’accappatoio, ma quando passai davanti alla borsa mi squillò il  telefono, lo presi e lessi il messaggio.
‘amore, tardo una mezz’oretta che mi hanno fermato delle fan e siamo partiti in ritardo.’
Risposi un semplice ‘ok’ e riposi il cellulare dov’era, corsi su, andava bene perché avrei avuto una mezz’ora in più per preparare una cena meravigliosa.
Indossai una tuta per stare comoda e andai a preparare da mangiare, mi ci vollero un paio d’ore per preparare anche la tavola, feci tutto con un bel sottofondo musicale, il CD del mio amore.
Avevo ancora un’ora prima che arrivasse, tornai in camera, presi il vestito che avrei indossato quella sera e andai nel bagno al piano di sopra dove c’erano tutti i miei trucchi.
Mi truccai e poi mi vestii.
Guardandomi allo specchio  sorrisi, non ero una che si faceva i complimenti, ma ero davvero una figa assurda.
Avevo lasciato i capelli, ormai troppo lunghi, sciolti lungo le spalle, avevo un trucco molto leggero, e il vestito era rosso, in stile cinese, era composto da tre strati, il raso di base, il pizzo brillante che rendeva la gonna voluminosa, e un altro strato di raso che ricopriva solo a metà la gonna, in più davanti aveva un drago, l’avevo comprato con Lise.
E ai piedi avevo un paio di scarpe rosse.
Sorrisi alla mia immagine riflessa, sentii aprirsi la porta.
-amore? Sono… oddio amore…- sentii dire, sorrisi nuovamente e scesi le scale.
Lui era lì, alla base, vestito elegante con mazzo di rose rosse in mano, mi stava guardando sorridendo, con gli occhi che gli brillavano.
-amore sei… non so… bellissima è riduttivo. Questi sono per te.- disse allungandomi la mano libera e facendomi vedere i fiori nell’altra.
-grazie amore… anche tu sei molto bello…- risposi, poi presi la sua mano e mi feci scortare in salone.
-a cosa devo tutta questa preparazione?- mi disse lui quando fu seduto.
-voglio renderti questa cena indimenticabile. Quindi zitto e seduto.- dissi io sorridendo, andai a prendere il primo e servii, feci lo stesso anche con il secondo, il contorno, il caffè e i bignè che avevo fatto con le mie manine e tanto amore.
Finito il tutto stavo per alzarmi a sparecchiare quando lui si alzò e mi ripiazzò sulla sedia.
-Ed dai devo sparecchiare.- dissi sorridendo.
-sparecchiamo domani mattina… ora stai seduta e voltati perso di me.- mi disse lui.
Io lo feci, girai la sedia fino a rimanere di lato al tavolo, accavallai le gambe e attesi.
Lo osservai mentre accendeva lo stero, cambiava canzone, fino a far partire la mia canzone preferita, la mia canzone in assoluto, la nostra canzone, Wake Me Up.
Iniziò a cantare in imbarazzo, e si bloccò ad un certo punto.
-avrò cantato un sacco di volte questa canzone in questi tre mesi, e non voglio smettere di farlo sinceramente. Sai che Ti Amo piccola, sono stato da Harry e Lise prima di venire qui, per quello ho ritardato, ti ho mentito… ma aveva lui il mio vestito quindi…- si bloccò e mi si inginocchiò davanti tirò fuori dal taschino un contenitore di velluto e lo aprì, vedendo il solitario con quel bellissimo diamante mi si riempirono gli occhi di lacrime, portai le mani al viso per la sorpresa.
-Hilary Marie Reed, vuoi concedermi l’onore di sposarmi?-

Spazio Autrice

eccomiiiiiiiiiiiii è il penultimo capitolo quindi... per non stressarvi troppo alla fine vi ringrazio a tutti di cuore! grazie per aver letto, per aver recensito e per essermi stata vicina lungo questo percorso di quasi  capitoli!
soprattutto GRAZIE a Giadina che mi è stata sempre accanto e è stata la mia musa ispiratrice! ;) (a questo fatto aggiungo che se vi interessano i 1D ha scritto una OS molto bella... questo è il Link passate e recensitela magari: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2466600&i=1)
ci si rivede ad un'altra FF magari... <3

Laly :3

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 – Small Bump ***


QUANDO FINITE DI LEGGERE QUESTO CAPITOLO LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE CHE è MOOOOLTO IMPORTANTE!
BUONA LETTURA! <3

 

Capitolo 13 – Small Bump

 
And you can lie with me,
with your tiny feet when your half asleep,
 I'll leave you be.
Right in front of me for a couple weeks.
So I can keep you safe.
Small Bump – Ed Sheeran 
Hilary’s POV
Alla fine il matrimonio si era effettuato, due mesi più tardi rispetto a quando me l’aveva chiesto, però ora eravamo sposati e felici.
Sposati da un paio d’anni ormai, Harry e mia sorella si erano sposati cinque mesi esatti dopo di noi.
La felicità ormai c’era, Ed era sull’onda del successo, mia sorella era diventata una giornalista e Harry si stava facendo strada nel mondo del cinema…
Il divertimento non mancava quando ci vedevamo tutti e quattro, oggi per esempio Harry ci avrebbe portato agli studios dove stavano girando il suo primo film da protagonista.
Ed era dovuto passare in studio quella mattina prima di venire, e ci avrebbe raggiunti direttamente lì, così mia sorella sarebbe venuta a prendermi, io pertanto ero ancora a letto.
Mi alzai molto velocemente, e probabilmente fu la cosa più sbagliata che potessi mai fare.
Un capogiro mi colpì e un dolore allo stomaco mi fece piegare in due, come se in quelle ultime due settimane non ero stata abbastanza male!
Corsi in bagno malgrado il frustrante mal di testa e vomitai tutto quello che avevo in corpo, probabilmente mi ero presa qualcosa.
Sentii suonare il campanello, mi alzai dal pavimento e mi sciacquai il viso, poi andai alla porta e aprii, mia sorella, più che raggiante, mi saltò in braccio.
-piano! Sono distrutta!- le dissi io tentando di staccarla.
Lei si staccò e mi guardò.
-ehi sorellina stai ingrassando! Va che pancino che ti sta uscendo! Che brutta cera! Che hai?-
Ingrassata? Insomma, avevo iniziato a mangiare un po’ di più, ma arrivare dire che ero ingrassata!
-non so… ormai è un po’ che ho la nausea, capogiri, e ogni tanto mal di stomaco, tipo quando non soddisfo le voglie, tipo… ora mi andrebbe un po’ di pasta il che non ha senso perché sono le otto del mattino.-
Mia sorella non rispose, gli occhi le si erano illuminati però, e… era abbastanza preoccupante la cosa, perché ora sembrava una maniaca, e questo non voleva dire nulla di buono, erano buone notizie certo, ma di solito lo erano solo per lei…
-che c’è ora?- chiesi stressata.
-niente solo… senti… da quanto tempo non ti arrivano?-
-da circa un mesetto se mi ci fai pensare, in realtà mi sarebbero dovute arrivare oggi…- dissi confusa…
-hai per caso un test di gravidanza?- chiese lei, non capii dove voleva arrivare, malgrado fosse così ovvio.
-beh, non esattamente.-
-allora prima di andare da Harold vado a comprartene uno e poi lo facciamo ok? sì, ok, perché anche se non è ok è ok per me.- disse lei sorridendo, uscendo di casa subito dopo con un bel sorriso stampato in viso…
Andai verso lo specchio che c’era in bagno e mi alzai la maglia, mi guardai la pancia, e in effetti mia sorella aveva ragione, ero ingrassata, non di molto, ma alla fine era abbastanza visibile perché le gambe e le braccia erano rimaste le stesse, solo la pancia stava lievitando.
La sfiorai con la mano fredda, che là dentro ci fosse davvero una piccola vita?
Davvero ero stata capace di quello?
Non seppi quanto tempo dopo, ma mia sorella tornò con un paio di test.
-perché due?- chiesi prendendone in mano uno.
-perché me l’ha consigliato la tizia alla farmacia, ha detto che è sempre meglio, e poi magari fare anche un controllo dal ginecologo…- mi rispose lei iniziando a scartare anche l’altro.
Pochi minuti dopo eravamo entrambe in bagno ad attendere qualche risposta guardando incessantemente quei due cosettini, lei sembrava super felice, io ero abbastanza tesa.
Se era vero, se ero davvero incinta, sarei stata capace?
Ovviamente aspettavo quel momento da quando ero una nanetta e guardavo Ed con occhi sognanti, ma aspettarlo e viverlo erano due cose completamente diverse, chissà se sarei stata capace!
-ci siamo! Vuoi controllare tu?- mi chiese mia sorella, io la guardai, probabilmente dal mio sguardo capì e li prese entrambi in mano, e, improvvisamente, un gigantesco sorriso le comparve in viso…
-tesoro dicono tutti e due che sei incinta!- mi disse lei, la sua eccitazione era palpabile.
-wow!- riuscii solo a dire.
Era vero, wow!
Una piccola cosettina era rinchiusa nella mia pancia, un bimbo ora faceva parte di me.
-che hai? Non lo vuoi?- mi chiese lei preoccupata. Io sorrisi.
-come ti salta in mente? È il mio bimbo! Certo che lo voglio! Sono felicissima dio santissimo!- esclamai abbracciandola di getto.
Scoppiai in lacrime dall’emozione.
 
Quell’intera giornata fu bellissima, Harry ci portò in giro per gli studi, malgrado fossero persone famose, molti, fermarono Ed per chiedere foto o autografi, anche alcuni della produzione lo fermarono, Harry rideva sempre.
Mia sorella mi aveva fatto promettere di non dire niente a Ed, e così feci, rimasi in silenzio, finsi di essere normalmente felice della giornata agli studi, ma quella sera a letto avrei dovuto affrontare la realtà.
Indossai una maglia abbastanza larga di Ed e mi misi nel letto con lui.
-ehi piccola perché hai la maglia? Non la metti mai, e poi fa caldo!- mmi disse lui una volta a letto.
-così…- risposi incurante.
Lui mi strinse a sé e io mi accoccolai a lui, poi mi passò improvvisamente una mano sulla pancia.
-che fai?- chiesi sulla difensiva.
-scusa… ti da fastidio?-
-no, scusa tu…- mi tranquillizzai.
-amore… non sarebbe bello avere un figlio?- chiese lui, raggelai, perché diavolo non dormiva ancora?
-certo! sarebbe bellissimo!- risposi, forse un po’ troppo priva di emozioni.
-che hai amore?-
-niente… sono solo stanca… ehi Ed… domani mattina devo uscire con Lise…-
-tranquilla, io devo andare da Harry.- smise di accarezzarmi la pancia, io misi la mia mano sulla sua, e ripresi ad accarezzarla.
Bello, era bello sentire il suo tocco.
-amore… ti sta crescendo la pancia finalmente!- io sorrisi, che ragazzo strano!
 
La  mattina dopo, in ospedale, mi chiamarono dentro e mi fecero sedere a gambe spalancate su una specie di lettino, il ginecologo aveva riconosciuto mia sorella.
-allora cominciamo…- disse lui appoggiandomi sulla pancia un coso congelato.
-ecco vede qui?- mi disse il ginecologo indicando un tratto sullo schermo, io osservai bene.
-sì…- risposi.
-ecco, quello è suo figlio, o sua figlia… sono due mesi che è incinta, complimenti.- disse lui sorridendo, la mia stretta alla mano di mia sorella si fece più stretta.
-allora, le foto sono fatte, si pulisca, si vesta e venga pure di là, la aspetto.- mi disse il tizio spegnendo l’apparecchio.
Mi diede un paio di tovagliolini e uscì dalla stanza lasciandoci sole.
-sei incinta piccola!- mi disse mia sorella con le lacrime agli occhi.
-dio tesoro sono felicissima! Adesso andiamo a prendere gli altri due e usciamo a mangiare, così avvisiamo anche loro…
-dai va bene… allora io esco a chiamare Harold… ti aspetto fuori.-
 
Quasi un’oretta dopo eravamo in macchina, Harry guidava, Ed era dalla parte del passeggero, io e Lise eravamo dietro, le immagini del bimbo erano chiuse nella mia borsa, al momento necessario le avrei tirate fuori.
Quando finimmo di mangiare tornammo tutti a casa di Harry e mia sorella e li feci sedere tutti al tavolo, lasciai la borsa sul tavolo davanti a loro e presi un profondo respiro.
-allora… stamattina io e Lise siamo andate in ospedale…- dissi tesa.
-perché? Chi sta male?- chiese subito Harry…
-io… o meglio… non è che sto male.-
-mi stai confondendo, perché eravate in ospedale?- chiese Ed.
-ok, in breve, tolto il dente tolto il dolore…- dissi io, estrassi l’ecografia dalla borsa e la aprii davanti a loro.
-sono incinta.-
Harry urlò, si alzò dalla sedia e venne ad abbracciarmi, mi strinse forte, e poi mi lasciò andare.
-sono così felice per voi!- mi disse lui.
-Ed?- chiesi io, li feci voltare tutti e due verso di lui, aveva lo sguardo perso, mi stava facendo preoccupare.
-è il mio bimbo.- disse lui, si alzò sorridendo e mi strinse forte a sé, poi lo sentii piangere.
-è il nostro bimbo.- si corresse poi con la voce rotta dalle lacrime.
 

SPAZIO AUTRICE (HO UNA COSA IMPORTANTE DA DIRVI)

qui si dividono le nostre strade... definitivamente? NO! ebbe sì... ci sarà un sequel quindi keep on touch, vi posterò qui il link della storia poi se vorrete leggere il sequel! spero davvero di sì perchè anche per quello ci sto mettendo moooolto impegno... ora vi saluto!
spero vi sia piaciuto e vi ringrazio per essermi stati vicino durante questo percorso lungo 13 capitoli!
Grazie! <3
 

come già detto vi lascio la storia pubblicata: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2505981&i=1 spero vi piaccia così come vi è piaciuta questa.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2284413