ATTIMI DI VITA

di Lucylu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Meraviglioso (RuHana) ***
Capitolo 2: *** 2. Il maestro di violino (MakiNobu) ***
Capitolo 3: *** Addio...Addio... (SenKosh) ***
Capitolo 4: *** Come stai? (MitKog) ***



Capitolo 1
*** 1. Meraviglioso (RuHana) ***


TITOLO: MERAVIGLIOSO

DISCLAIMERS: I personaggi non sono miei ma del mitico papino Inoue che per disfarsene ogni tanto me li presta! La canzone che mi ha ispirato la fic è "Meraviglioso" di Modugno e degli aventi diritto.

 

DEDICHE: A te Parsy, per essere sempre un angelo che quando arriva guarisce, sostiene e incoraggia. Grazie per le tue parole che danno forza, coraggio e speranza, grazie per tutto e tantissimi auguri mio cavaliere. Ti voglio bene.

 

NOTE: personaggi occ che più occ non si può T_T sorry

 

 

MERAVIGLIOSO

 

di Lucy

 

"Ci sono due modi per vivere la vita.

Uno è pensare che nulla sia un miracolo......."

 

 

 

Pow. Ru

 

Sono stanco.

Vorrei che tutto finisse, l'agonia mi sta prendendo per mano sussurrandomi che mai riuscirò ad avere la mia vita.

Ed ha ragione.

Ho perso tutto.

Tutto, compreso il basket.

Tutto colpa del mio ex ragazzo, se potessi sorriderei, se potessi.

Piangere non voglio.

Eppure ci speravo, è questo il punto.

Speravo che lui fosse diverso dagli altri, invece mi sbagliavo. Posso sentire  ancore le sue parole: "Stavo con te solo perché sei bello, ricco... ma ora..."

Bello e ricco.

Solo questo gli interessava.

Meno male che il mio non era amore, ma qualcosa c'era... affetto, di certo, un bene amichevole, può darsi... e basta.

Sto male.

Sto male perché questa volta gli ho dato la mia fiducia e lui… la butta, la getta via come un fazzoletto sporco. Non gli importava nulla di me.

Solo perché ho perso il mio posto in squadra, mi ha lasciato... ed io... ho perso tutto.

Ero il numero uno, ero ricco... come se la ricchezza significasse qualcosa per me... ero... ero... ero...

 

"DANNAZIONE ERO!"

 

Grido, colpendo con i pugni il parapetto del ponte dove sto camminando.

Alzo gli occhi dalla pietra che risplende sotto i raggi lunari ed osservo l'acqua scura.

Il mare mi inghiottirebbe, mi porterebbe via da questa agonia… potrei essere felice nuovamente.

In fondo i miei non mi posso sopportare perché sono omosessuale.

Per chi restare in vita?

Appoggio le mani sulla fredda pietra e mi sporgo in avanti, osservo i flutti che si scontrano schizzando così la pietra, bagnandola e cancellando tutto.

Cancellando tutto.

Con occhi vacui decido di farla finita.

Salgo sul parapetto, mi tengo in equilibro e chiudo gli occhi.

Sto per saltare, quando una voce calda mi chiama.

 

"Cosa vuoi fare?"

 

Mi volto e vedo dei capelli dal riflesso carminio.

Sento i suoi passi avvicinarsi al parapetto, appoggia i gomiti e guarda il mare.

Corruga la fronte.

 

"Un bel salto, non c'è che dire!" dice con naturalezza, come se non capisse che sto cercando di farla finita.

 

Non capisco cosa voglia questo ragazzo.

I capelli sembrano fuoco sotto i raggi lunari, la pelle bronzea, e gli occhi sono così amorevoli... amore, lui prova amore per... ME?

Non può essere.

Mi sto sbagliando.

Devo sbagliarmi.

 

"Ma che ne diresti di pensarci un attimo con me? Poi, se vedi che non servirà... beh, lo farai! Accetti la sfida?"

Non ho mai rifiutato una sfida.

Io sono Kaede Rukawa.

Vinco sempre le sfide.

 

"Si..."

 

Sto per scendere, ma lui mi porge una mano. L'afferro e sento la sua presa forte, calda... sicura.

Vengo giù.

Lo guardo sorridere.

Ha un bel sorriso.

Mi piace.

 

"Andiamo coraggio!"

 

Esclama.

Iniziamo a camminare, ma lui ancora mi tiene per mano.

Vorrei sciogliere l'intreccio delle nostre dita, ma camminare così è piacevole, soprattutto se con questo strano ragazzo...... già, strano, perché nessuno si sarebbe fermato per convincere una persona a non suicidarsi.

Solo in un caso l'avrebbe fatto: se ci fosse stata della folla.

E poi chi mai avrebbe detto: "... poi, se vedi che non servirà... beh, lo farai!"

Nessuno.

 

Questo tipo è del tutto strano.

Giungiamo alla fine del ponte e ci fermiamo un attimo.

Si volta verso di me, ed imbarazzato mormora.

 

"Ti ho invitato io, ma non so dove portarti!"

 

Dichiara sorridendo timidamente mentre le sue guance si tingono di una leggera porporina.

Mi scappa un mezzo sorriso.

E lui… lui spalanca gli occhi.

 

"Ho deciso! Andiamo!"

 

Mi stringe la mano e corre veloce verso la strada, dove il semaforo è, ancora per poco, verde.

 

"Dài, sbrighiamoci!" grida sorridendomi e tirandomi dietro di sè.

"Nh..."

 

Riusciamo ad attraversare.

E sempre tenendoci per mano ci avviamo verso un luna park.

Ma cosa pensa? Che io entri lì?!

Sì, dato che mi spinge in avanti.

 

"Scordatelo!" dico con il tono più duro che ho, ma non serve a niente.

"E dàiiii! Andiamo!" dice sorridendomi, e mi fa entrare per primo.

Ma chi me l'ha fatto fare?

Mi do del cretino.

È stato questo ragazzo, questo pazzo ragazzo.

 

"Andiamo sulle montagne russe?"

"Nh... va bene…"

 

Lo vedo illuminarsi, e mi sento bene.

Strano che abbia tutto questo potere su di me.

Saliamo quasi subito. Ormai a quest'ora ci sono poche persone, ma ora capisco perché molti ci sono ancora: questo luogo di notte è meraviglioso.

Le luci delle giostre sembrano stelle in questa notte nera.

Chiudo gli occhi e assaporo ancora il calore della sua mano che stringe la mia, mentre il vento che accarezza le mie guance.

É una splendida sensazione, anzi, meravigliosa.

Scendiamo troppo presto. Lui mi tiene ancora per mano, infischiandosene di tutti gli altri.

"Dove andiamo?" mi riscopro a chiedere.

"Voglio un pesciolino rosso!" esclama con il suo splendido sorriso, sempre luminoso e tutto per me.

Per arrivare verso la bancarella veniamo spintonati, la folla ci separa e mi sento perso.

 

Solo.

 

Sto per sentirmi male quando qualcuno mi strattona il cappotto a tre quarti.

Sono parecchio incazzato e pronto per mandare a quel paese l'impudente, quando mi accorgo che si tratta del mio dolce rossino.

 

"Da questa parte!" grida indicandomi la bancarella dei pesci.

Lo seguo e finalmente ci mettiamo in posa.

Ci inginocchiamo e iniziamo a catturare un pesciolino, o almeno a tentare, ma niente da fare.

È davvero difficile!

Poi mi viene in mente una cosa.

E se usassi la tecnica del terzo tempo su ‘sto  gioco del cavolo?

Ci provo.

Non so come, ma riesco a catturare un pesce.

 

"Bravissimo!" esulta un bambino accanto a me, che inizia subito a saltellare battendo le manine.

Non so cosa mi spinga a farlo, ma gli regalo il pesciolino.

Tutto felice mi abbraccia e mi posa un bacio sulla guancia ruvida.

Si mette a ridere allegro e rifà il gesto di grattarsi sulla mia pelle.

E ride nuovamente.

La sua risata è dolce.

E' un bimbo davvero carino.

Occhi chiari, capelli scuri e un dolcissimo sorriso, il sorriso caldo e puro dei bambini.

Quello ancora non contaminato dalla vita.

 

"Devo andare, signore. Grazie ancora!" mi saluta e scappa verso una donna, probabilmente sua madre.

Sorrido un attimo.

E' davvero strano, ma mi sento più leggero.

Sento la sua mano calda appoggiarsi sulla mia spalla.

Mi volto e posso specchiarmi nei suoi occhi nocciola, profondi ed intensi.

 

"Ti va di andare nella casa degli spettri?" domanda, come se non sapesse che lo seguirei ovunque.

Arriviamo alla giostra e dopo poche persone entriamo.

Tutto buio.

Troppa oscurità.

Non mi piace.

Poi ad un tratto una mummia appare dal nulla.

 

"Arggggghhhh!"

 

Grida accanto a me il rosso, che si stringe a me forte. Senza accorgermene porto un braccio alla sua vita e lo abbraccio.

Camminiamo nel buio illuminato da varie luci, ogni tanto appaiono strani esseri eppure non ce ne accorgiamo.

 

Sento il suo calore mischiarsi al mio.

Sento la sua mano stringersi alla mia vita, mentre l'altra è appoggiata al mio cuore.

 

Quando usciamo non ci stacchiamo, anzi, ci stringiamo ancora di più.

Andiamo verso i cancelli ed usciamo da quel luogo di divertimento.

Voglio restare solo con lui.

Passeggiamo lungo le strade, la notte sta diventando alba.

Le luci dei lampioni si spengono e alcune macchine passano per le strade.

 

Ma non mi importa.

 

Ora ho con me il mio angelo rosso.

La luce leggera bacia il cemento e fa splendere ancora di più le foglie.

 

Meraviglioso.

 

Il mio uragano si stringe a me, appoggia la testa sulla mia spalla e camminando arriviamo dove tutto questo ebbe inizio.

Ci fermiamo nello stesso punto.

Fissiamo tristi l'acqua che  da scura diventa più chiara sotto il sole.

L'alba sorge lenta, calda, tinge il cielo di tenui colori e si specchia in tutta la sua bellezza nel fiume turchino. I suoi raggi si tuffano nel manto azzurro e lo fanno splendere come argento.

 

Meraviglioso.

 

Davvero.

Sento il mio angioletto abbracciarmi ancora un attimo, per poi lasciarmi libero e guardarmi.

 

"Adesso che farai?"

 

Chiede piano, fissandomi dritto negli occhi.

Gli lascio toccare la mia anima e scoprire i miei più profondi segreti, mentre la mia mente ripensa a quella strana nottata.

 

"Ho capito. Hai vinto, vale la pena vivere..."

 

Spalanca gli occhi che splendono come il sole.

Lo guardo prima dolcemente, poi incantato.

Il sole fa risplendere i suoi capelli come fuoco vivo, intenso, bruciante quasi.

Con calma lo afferro per il giaccone.

I nostri volti vicini.

E poi bocca contro bocca.

 

Meraviglioso.

 

Piccoli sfioramenti.

E poi l'accesso al paradiso.

Le nostre lingue lottano, si cercano, le sue braccia si stringono alle mie spalle, facendo aderire i nostri corpi, e le mie mani si tuffano in quel mare di fuoco

 

Meraviglioso.

 

Il suo calore contro il mio.

 

Meraviglioso.

 

Il suo tocco sulla pelle.

 

Meraviglioso.

 

E la sua bocca così calda, dolce, perfetta per me.

 

Meraviglioso.

 

Ci stacchiamo.

Mi sorride imbarazzato.

Le guance rosse, le labbra tumide e gonfie per il bacio.

 

"Meraviglioso"

 

Bisbiglio piano.

Sorride, arrossendo ancora di più.

 

Meraviglioso.

 

"Andiamo?"

 

Mormoro porgendogli la mano.

Sa.

Lui sa che se accetta io sarò suo e lui sarà mio.

Intreccia le proprie dita con le mie, la gioia nel mio cuore esplode come fiori in primavera.

Piano ci avviamo verso il centro.

Non importa dove andrò.

L'importante è che questo pazzo rossino sia sempre con me.

Sciolgo la stretta con la sua mano e porto il braccio alla vita.

Sorride ancora più raggiante.

 

Meraviglioso.

 

 

 

 

"..... L'altro è pensare che ogni cosa lo sia"

                                                               Albert Einstein

 

 

 

 

FINE

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Capitolo 2
*** 2. Il maestro di violino (MakiNobu) ***


TITOLO: IL MAESTRO DI VIOLINO

DISCLAIMER: I personaggi non sono miei, ma del mitico papino Inoue che per disfarsene ogni tanto me li presta! La canzone "IL MAESTRO DI VIOLINO" è di Domenico Modugno e degli aventi diritto.

 

DEDICHE: un piccolo pensiero per te Mel, per augurarti con tutto il mio cuore uno splendido compleanno. E ricordati: anche se ti faccio ammattire con i miei errori… ti voglio bene!

 

RINGRAZIAMENTI: un grandissimo grazie a tutti quelli che hanno letto, ma soprattutto a chi ha commentato.

nina87: grazie per aver commentato, ne vuoi ancora? Sarà fatto, ogni settimana troverai un nuovo capitolo.^^

ladyhellsing: tranquilla, la serie è già finita e pronta per essere postata. Grazie per aver lasciato un commentoe per aver commentato anche altre mie fic ^-^

lemnia: grazie per i tuoi complimenti, mi fa tanto piacere che ti sia piaciuta!^//^ Per la continuazione, (mi spiace darti questa notizia) ma la serie è composta da 4 mini-fic e in ognuna di queste è su una diversa coppia.

saruz1986: mi fai imbarazzare tanto, grazie per le tue parole e grazie per aver commentato anche altre mie fic. Scusami se non ti ho ringraziato prima, ma non mi ero accorta sul momento. Comunque ti ringrazio ancora per ogni tuo commento e per le tue splendide parole. ^///^

 

NOTE 01: Questa song fic è del ciclo Modugno, mi è sempre piaciuto il suo modo di cantare e poi le sue canzoni, splendide e significative, hanno sempre avuto uno spazio d'onore nel mio cuore, per questo ho deciso di scrivere alcune fic ispirandomi alle sue parole.

 

NOTE 02: per il dialogo tra i due ho usato le stesse, identiche parole della canzone, solo ho messo il maschile, per il resto ho seguito l'istinto. Se potete trovate la canzone e ascoltatela mentre leggete renderà al meglio l'atmosfera.

 

NOTE 03: La punteggiatura di questa fic, non sempre rispetta le regole dalla Lingua Italiana, ma è una scelta mia scelta… diciamo una “licenza poetica”. ^^””

 

 

IL MAESTRO DI VIOLINO

 

di Lucy

  

Mi siedo al piano, porto le mani ai tasti d'avorio e guardo il ragazzo accanto me. I capelli neri tenuti in un codino, i jeans e la maglietta gli danno quell'aria sbarazzina che tutti i giovani hanno, sorrido.

 

"Allora è pronto?"

"Si maestro"

"Corregga la posizione dell'archetto," mi alzo è l'aiuto a posizionarlo meglio, "...bene così..."

 

Mi risiedo ed inizio a suonare le prime note dell'esercizio, così che possa accorgersi da solo degli errori.

 

"Fa"

 

Bene, la prima nota è giusta.

 

"La, mi"

 

Suona bene per aver appena iniziato da pochi giorni, me ne sorprendo e le mie dita si muovono sui tasti bianchi e neri.

 

"Re, mi, fa"

 

Ho parlato troppo presto, sorrido e glielo faccio notare che ha stonato su una nota.

 

"Attenzione al mi"

"Mi scusi"

 

... ed ora è arrossito è così carino...

 

"Sol"

 

E continuo a suonare colpito dal mio stesso pensiero.

 

"Si, fa"

 

Chissà perché ho pensato ciò?

 

"Sol, la, si"

 

Sbircio il ragazzo che serio sta osservando le sue dita muoversi sulle corde dello strumento, attento e concentrato come sempre.

Ed è carino anche così...

 

"La, si, do, la, fa"

 

Cosa mi sta succedendo?

Socchiudo gli occhi e continuo la mia lezione, eppure la mia testa è lontana da qui, lontana..... una nuova sensazione di tenerezza, d'infinita tenerezza.................

..........................

         .....................................

................ mi sto nascondendo, perché non voglio ammettere a me stesso di amarti.

Ti amo Nobunaga.

Amo il tuo modo di fare il bambino capriccioso, amo la tua serietà e il tuo modo di essere sempre allegro e gioioso.

Ma non posso ammetterlo con me...... è impossibile...... accettare di amarti, no..... sono troppi gli anni a dividerci.

Quasi 30 anni....... troppi........ troppi......... sono troppi eppure sono innamorato di te.

Cosa devo fare?

Non ci sono speranze, sono troppo adulto e lui è tanto giovane, sarebbe impossibile e poi lui, lui è così diverso da me.

Non potrebbe mai amarmi.

Mai.

MAI.

Sento la tristezza trasformasi in rabbia, vorrei dirti che...... cosa, cosa, cosa?? COSA??!!

Mordo piano il labbro inferiore.

Non posso, non posso dirtelo perchè quest'amore è nato troppo tardi..... non potevo innamorarmi prima, invece amo questa testa nera.

Innamorato di te ed ho 30 di più.

Cosa posso fare ora?

Cercare di cancellarti oppure tenerti nel mio cuore?

Posso tenerti nel mio cuore?

Poso farlo Nobunaga?

Alzò lo sguardo su di te e vedo che mi osservi, scrutarmi e forse, forse tu te ne sei già accorto...... spero di no.

Non vorrei farti ribrezzo, eppure i tuoi occhi posati su di me sono una gioia immensa.

Ed io ti amo.

Ti amo.

E non potrò dirtelo perchè scapperesti da me.

Non lo sopporterei.

Sarebbe un dolore  troppo grande da sopportare.

Quindi starò buono, ti guarderò da lontano e veglierò su di te, come maestro, amico e innamorato.

Dannazione! Devo concentrarmi su quello che sto dicendo, invece faccio lezione senza ascoltarmi, senza accorgermi del tempo che vola.

E mi accorgo che l'ora di lezione è passata.

Prendo la penna e la mia agenda.

 

"Bene, allora ci vediamo dopo domani..."

 

Silenzio.

 

"No maestro"

 

Guardo i giorni liberi.

 

"Giovedì allora?"

 

Abbassa gli occhi e osserva i suoi piedi.

 

"No, maestro…… non verrò più"

 

Il mio cuore crolla.

Non batte più.

 

"Perché?"

 

Silenzio assoluto.

 

"Ha deciso di non continuare a studiare?"

 

Non andartene, resta con me.

Non scappare.

Ti amo.

 

"No, maestro"

 

Ti prego non andartene.

 

"Ma perché allora?"

 

Ti supplico angelo mio, parlami, spiegati sto per perderti.

E non voglio.

Non posso.

Non ora che ho ammesso di amarti.

Non ora.

 

"Perché.... sono innamorato di lei"

 

Spalanco gli occhi, le mani mi tremano lievemente.

Mi alzo dallo sgabello e sovrasto la sua agile figura, appoggio una mano sulla sua spalla e l'altra sul mento, delicatamente gli faccio alzare il viso.

Lacrime lucenti bagnano quel volto che dovrebbe solo splendere di sorrisi.

Le mie labbra si posano su quelle scie argentee, asciugandole e lasciando un velo di imbarazzo sulle guance.

Sorrido.

I nostri occhi vicini, come i nostri respiri che si rincorrono.

Avvicino il volto al suo.

E le nostre labbra...............

      .............................. si incontrano..............................

 

 

 

FINE

 

 

Una fic piccola, senza grandi pretese, ma ti auguro con tutto il mio cuore di passare un felice, emozionante, splendido compleanno. Grazie per essermi amica, grazie per sopportare i miei strafalcioni…… e per questo grazie infinite per essere la persona splendida che sei.

Ti voglio bene.

 

Tua Lu

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Addio...Addio... (SenKosh) ***


TITOLO: MERAVIGLIOSO

DISCLAIMER: I personaggi non sono miei, ma del mitico papino Inoue che per disfarsene ogni tanto me li presta. La canzone "ADDIO ADDIO" è di Domenico Modugno e degli aventi diritto.

  

NOTE 01: Questa song fic è del ciclo Modugno, mi è sempre piaciuto il suo modo di cantare e poi le sue canzoni, splendide e significative, hanno sempre avuto uno spazio d'onore nel mio cuore, per questo ho deciso di scrivere alcune fic ispirandomi alle sue parole.

 

NOTE 02: per il dialogo tra i due ho usato le stesse identiche parole della canzone solo in maschile, per il resto ho seguito l'istinto. Se potete, trovate la canzone e ascoltatela mentre leggete, renderà al meglio l'atmosfera.

 

RINGRAZIAMENTI:

 

Un grandissimo grazie va a nina87 e saruz1986 per aver messo la mia fic tra i preferiti, grazie tesore!^O^

Inoltre grazie a chi a commentato:

 

ladyhellsing: anch'io adoro le RuHana, però ogni tanto è bello cambiare e passare da scimmiette rosse e scimmiette more!*_* grazie per i tuoi complimenti, troppo gentile!^//^

 

saruz1986: ok, posso dire che mi hai ricaricata in pieno, cercherò di scrivere ancora per un bel po'... e grazie ancora per i tuoi complimenti. ^//^

 

 

 

ADDIO... ADDIO...

 

di Lucy

 

Oggi gli allenamenti sono finiti prima. Una volta sarei stato felice, ma ora.... ora non lo so.

Stiamo camminando insieme eppure siamo distanti.

E il silenzio tra noi è come un paio di occhiali da sole che non ci permette di vedere la verità.

Se siamo giunti a tutto questo le colpe sono da dividere in due parti.

E purtroppo dobbiamo prendere una scelta.

Ormai non c'è più niente tra noi, solo grandi incomprensioni.

Non ricordo neppure da quanto non sorridi più in mia presenza, per non parlare dei miei falsi sorrisi che ora sono ancora più finti.

Mi blocco con la morte nel cuore.

 

"Hiro..."

 

Dico solo il tuo nome, tu ti fermi e mi guardi.

I tuoi occhi così belli ora hanno timore... anche tu sai cosa sta per succedere.

Non dici nulla.

 

"Andiamo a sederci su quella panchina, ti va?"

 

Chiedo.

Annuisce solamente.

Piano raggiungiamo la panchina. A quest'ora questa zona è poco frequentata... così se litigheremo non avremo molti spettatori.

Stiamo in silenzio.

Passano i minuti, e solo ora mi accorgo che non c'è più niente da fare.

Una volta, una volta parlavamo, scherzavamo... ma ora, cos'è rimasto del nostro immenso amore?

Cosa?

Chiudo gli occhi.

 

"É meglio finirla..." bisbiglio piano.

 

Con la coda dell'occhio osservo i tuoi movimenti, ma nulla, se non un piccolo irrigidimento.

 

"... non possiamo fingere che tutto vada bene! Quello che all'inizio c'era si è trasformato, cambiato... non riusciamo più ad essere noi..."

 

Mormoro.

Sento un groppo in gola, gli occhi mi bruciano.

Non vorrei, ma cosa siamo adesso?

Cosa siamo diventati?

Le incomprensioni, i silenzi.

 

"Lo so, siamo diventati quasi due estranei... eppure... eppure credevo, speravo che tutto si sistemasse..."

 

La tua voce si blocca.

Anche tu... anche tu hai capito.

Non possiamo andare avanti così... non possiamo.

 

"... dovevamo incontrarci sulle nostre divergenze, parlare, discutere... prima di arrivare a questo punto..."

 

Finisce la frase con un filo di voce.

 

"Siamo stati due stupidi... mi dispiace Hiro..."

 

Dico affranto, voltandomi verso di te… resto di sale.

Stai piangendo.

Le tue lacrime brillano ed io mi sento morire.

In fin dei conti ci vogliamo ancora bene, non so se sia amore, ma ti voglio ancora con me.

Poso le mani sul tuo viso e dolcemente sfioro le tue labbra con le mie.

Una danza sensuale scaturisce.

Eppure le tue lacrime continuano a scendere lentamente.

Un bacio pieno di amore, eppure non possiamo stare più assieme.

Non riusciamo a trovare una soluzione.

Ci stacchiamo, ansanti.

Mi fissi sorridendomi dolcissimamente, ed io... io sto per cedere.

So che mi mancherai.

Ed i tuoi occhi... i tuoi occhi mi stanno supplicando di non lasciarti... e so, per certo, che anche i miei te lo chiedono, eppure...

 

"È meglio che vada..."

 

Mormori asciugandoti con la manica il viso, ti alzi e senza voltarti dici in un soffio.

 

"… addio..."

 

E scappi da me.

Corri, mio dolce amore.

Corri verso il domani, ma sono sicuro, ho la certezza che presto, molto presto, le nostre strade si incontreranno... e questa volta non ti lascerò mai più.

Perché ora ne ho la certezza, ci amiamo anche se  oggi ci siamo lasciati, presto torneremo insieme e ci ameremo in un modo nuovo, vero... ma ora... addio amore mio.

 

 

FINE

 

Dimenticavo a chi importa sapere cosa posterò prossimamente vada al mio accaunt!^O^

 

 

 

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Capitolo 4
*** Come stai? (MitKog) ***


Mentre controllavo le mie fic mi sono accorte che non avevo mai postato l'ultimo capitolo di questa raccolta... rimediato!^O^ Buona lettura

DISCLAIMER: I personaggi non sono miei, ma del mitico papino Inoue che per disfarsene ogni tanto me li presta! La canzone "COME STAI?" è di Domenico Modugno e degli aventi diritto.


DEDICHE: anche se sembrerà strano, la dedico a me stessa per ricordare sempre quello che ho perso.
 
NOTE 01: Questa song fic è del ciclo Modugno, mi è sempre piaciuto il suo modo di cantare e poi le sue canzoni, splendide e significative, hanno sempre avuto uno spazio d'onore nel mio cuore, per questo ho deciso di scrivere alcune fic ispirandomi alle sue parole.

NOTE 02: Piccola spiegazione prima di leggere, le parole in corsivo sono da considerarsi come passato, mentre quelle “normali” sono del testo originale della canzone, mi piacevano molto e per questo le ho prese in prestito. Solito consiglio se potete trovate la canzone e ascoltatela mentre leggete renderà al meglio l'atmosfera.
 
 

COME STAI?

 
di Lucy
 
Cammino per le vie della città, in questo periodo sento di più la tua mancanza, forse sarà il tempo o semplicemente è la voglia di riaverti con me. Sono passati nove mesi da quando mi hai lasciato e mi manchi... mi manchi Kiminobu.
Mi mancano le tua mani tra i capelli, il tuo sorriso e i tuoi occhi meravigliosi, per non parlare della tua presenza, sai, ci sono giorni in cui sento la tua voce, il tuo profumo… So bene che tu non ci sei più, eppure ancora oggi quelle mura parlano della nostra vita assieme.
Oggi la nebbia abbraccia la città, in alcune zone hanno proibito il traffico dato che non si vede nulla, così posso camminare tranquillo e raggiungere la nostra piazza.
Quella in cui ci siamo dichiarati e quella in cui mi hai lasciato.
Strano a dirsi il luogo che amo di più è anche quello che odio con tutto il cuore.
Ricordo ancora quando mi dicesti che tra noi era finita, che l'amore si era dissolto come neve al sole… Non sai quanto abbia pianto per quelle parole, non sai quanto abbia maledetto quel giorno in questi mesi senza te.
Nessuno può capire il mio dolore nel vederti allontanarti di spalle, come se quella storia non fosse stata altro che un gioco.
Con la tristezza nel cuore giungo alla piazza, finalmente la vedo.
La piccola piazza è sempre la stessa, da una parte ci sono delle vecchiette che chiacchierano, osservando attentamente i loro nipotini, e al centro c'è la nostra fontana.
Con lentezza la raggiungo.
Vedo il piccolo drago che sputa scintille d'acqua, mi avvicino e alcuni schizzi colpiscono la mia giacca, estraggo le mani dalle tasche e le faccio bagnare da quelle perle trasparenti… chiudo gli occhi e penso a te.
Mi manchi.
Mi manchi da morire.
Non posso fare altro che rimpiangere il tuo sorriso.
Stringo i pugni e alzando lo sguardo noto una figura a me famigliare.
Le spalle curve, le mani strette lungo i fianchi, i capelli un po' cresciuti che sfiorano il collo.
Il mio cuore perde un battito.
 
"Kimi..."
 
Bisbiglio piano.
La figura si irrigidisce e si volta... sei tu.
Il mio Kimi-chan.
Il mio... amore.
Con paura mi avvicino piano, ed ora sono a pochi passi da lui.
 
"Come stai?"
 
Chiedo incredulo.
Non è un sogno, lui è qui davanti a me.
 
"Bene..."
 
Mormora.
Mi viene da piangere, vorrei chiedergli tante cose eppure non mi esce la voce.
Riesco solo a fissarlo.
 
"... mi sembra strano di incontrarci proprio qui..." sussurro, cercando di calmare il mio cuore che batte, batte velocemente.
Solo ora noto che si morde il labbro inferiore.
 
"... veramente..."
 
Mi blocco.
Non voglio che sappia ciò che mi ha fatto.
Eppure... forse è meglio che apra il mio cuore.
 
"... penso sempre a te, ed ora che sei qui... mi sembra di sognare. Ti ho cercato tanto, ma non mi hai permesso sapere il motivo del tuo comportamento. Ti prego dimmi perché mi hai lasciato, devo saperlo. Non riesco a capire cos’ho sbagliato... non sai quanto ti abbia cercato... quanto ti abbia rimpianto... ti prego, dimmi perché mi hai lasciato..."
 
Ho parlato tutto il tempo guardandolo negli occhi.
Ed ho scorto qualcosa, un'ombra nei suoi occhi.
 
"Ti amo ancora Kimi, se provi pietà per me, dimmi il motivo così potrò dimenticarti..."
 
Parlo esasperato, sto male nel vederlo immobile!
Non dice nulla e abbassa solo lo sguardo.
 
"Dimmelo!"
 
Grido.
E lo prendo per le spalle ed inizio a scuoterlo.
 
"DIMMELO! HO IL DIRITTO DI SAPERLO!"
 
Con rabbia e follia, gli alzo il viso con le mani e resto stupito
I suoi occhi sono colmi di lacrime.
Lascio la presa, lo vedo portarsi le mani attorno alla vita, si abbraccia e cerca di calmare i suoi tremori.
 
"Io... io... io..." bisbiglia tra le lacrime, cercando di calmare i singhiozzi, ad un tratto me lo ritrovo tra le braccia.
Trema e si aggrappa a me.
Sono felice di riaverlo tra le braccia.
Lo stringo a me, riscaldandolo con il mio corpo.
 
"... ti amo ancora, ti amo da impazzire… ma ho dovuto lasciarti..."
 
Bisbiglia.
 
"Perché?"
 
Lo sento stringersi ancora di più.
 
"... sono malato, sono malato... i dottori mi hanno dato pochi anni di vita... per questo ti ho lasciato... per questo ti ho allontanato da me..."
 
Chiudo gli occhi.
Sento il mio cuore cessare di battere.
Perché proprio a noi?
Perché?
 
"Ma credimi ti amo ancora..." mormora slacciandosi da me, appoggiando le mani sul mio torace ed allontanandosi.
Io tengo ancora le mani sui suoi fianchi.
 
"Se vorrai io sarò qui, per restare con te, ma se non mi vuoi... allora sparirò...” deglutisce e prende un respiro, “io non posso cacciarti via, sono egoista... ti voglio con me, ma so bene che devo darti la possibilità di scegliere..."
 
Io lo amo.
Lo amo da morire.
Cosa posso fare?
Non voglio separarmi da lui.
No, non posso.
 
"... io ti amo, ti amo, ti amo tanto..." e lo stringo a me, "tu resterai con me, per tutto il tempo, e oltre l'infinito... tu rimarrai con me..."
 
I nostri visi si avvicinano lentamente.
Finalmente mi specchio nei suoi occhi e lui sorride dolcemente, come se la nostra storia non fosse mai finita. Socchiudo gli occhi e poso le mie labbra su quelle di Kimi, lecco lentamente il labbro inferiore, mi creo uno spazio e finalmente… il paradiso.
        
Non ricordo neppure le lacrime versate, i giorni di solitudine, i giorni senza il tuo profumo... ma ora sei qui, con me e ci resterai per sempre. Non ti permetterò di lasciarmi, non ora che so...
 
 
 
Da allora è passato tanto tempo, ma il nostro è stato un amore meraviglioso che abbiamo vissuto attimo per attimo, profondamente. Aaah, poi il mio compagno mi ha fatto un grande dispetto, è partito, è partito per un viaggio dal quale non si ritorna più, ma io l'aspetto, l'aspetto ancora perché sono sicuro che tornerà e quando arriverà gli dirò semplicemente:
 
"Come stai? É tanto che ti aspetto e tu lo sai.  Conosci il mio dolore, meraviglioso amore che non vuole morire, caro, non dirmi niente, dammi la mano ed in silenzio portami con te."
 
 
FINE
 
 

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