Addio, amore mio

di yuzuki chan
(/viewuser.php?uid=630132)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Via ***
Capitolo 2: *** Imbarazzo, sotto la pioggia battente ***
Capitolo 3: *** Il primo bacio, l'ultimo saluto ***
Capitolo 4: *** Il vuoto che mi hai lasciato ***
Capitolo 5: *** Il demone dai capelli bianchi ***
Capitolo 6: *** Cosa dice il mio cuore? ***
Capitolo 7: *** La strada di ognuno ***
Capitolo 8: *** Un capriccio, o forse una debolezza? ***
Capitolo 9: *** Chi manca all'appello? ***
Capitolo 10: *** Quasi fin troppo semplice,no? ***
Capitolo 11: *** Addio, amore mio ***
Capitolo 12: *** La verità e l'incombenza ***
Capitolo 13: *** Verso il nulla ***
Capitolo 14: *** L'amore del ghiaccio, la forza pioggia, la provvidenza del vento ***
Capitolo 15: *** Niente più di un libro, ormai ***
Capitolo 16: *** Special: La missione di Elfman ***



Capitolo 1
*** Via ***


Camminava lentamente verso la bacheca delle missioni. La luce soffusa della stanza le illuminava impercettibilmente il volto diafano. Il rumore che regnava il quel luogo le riempiva completamente la testa, ma le lasciava il privilegio di pensare. Lesse svogliatamente le richieste e le relative ricompense. Doveva andar via dalla Gilda, non poteva sopportare ancora a lungo quello che le stava accadendo. Prese una missione di difficoltà media, in modo da non aver bisogno di alcun aiuto. Voleva, doveva rimanere da sola.
Si sedette al bancone, fissando il pezzo di carta che teneva tra le mani per evitare che il suo sguardo iniziasse a spaziare il salone alla ricerca di lui. Una settimana fa si era visto in privato con Ultear, e da allora non le rivolgeva più la parola. Nonostante ciò continuò a provare a comportarsi normalmente, nella speranza che le cose tornassero come prima. Ma non vi era stato niente da fare.
Non era pronta ad una situazione simile, aveva sempre dato per scontato che lui ci sarebbe sempre stato. Anche se non l’amava potevano sempre esser amici, ma ora il mondo le era crollato addosso, lasciandola senza forze. E il trovarlo a dialogare con le altre ragazze della Gilda, anche a costo di perdere una delle risse quotidiane, non faceva altro che peggiorare la situazione.
“Perché fa così male?” si chiese trattenendo a stento le lacrime.
Dopo tutte le attenzioni che gli dedicava la sua più alta ricompensa era stato un “grazie” scontroso. Lo amava, ma cominciava a far fatica a sopportare tutte le sofferenze che questo sentimento le portava.
“Ormai l'unica cosa che devo fare è chiudere gli occhi e lasciarmi trascinare dalla corrente... Non importa dove mi porterà, non importa quanto farà male... Il dolore vero deriva solo dall'amore vero, e se andandomene riuscirò a cancellarlo questa è l'unica cosa che io possa fare...”
Fece per alzarsi dalla sedia quando l’ennesima lite scoppiò nella sala. Fu un attimo, vide il ragazzo volare verso uno spigolo di ferro e si gettò in avanti, per impedirgli di esser ferito. Arrivò in tempo per contrastare l’urto, i capelli neri corvini adagiati al suo petto. Gray alzò lo sguardo, non aspettandosi quel morbido atterraggio. Non appena vide colei grazie alla quale si era risparmiato un brutto livido distolse lo sguardo e si alzò, senza rivolgerle la parola, e si diresse fuori. La ragazza istintivamente lo seguì.
“Ti sei fatto male?” chiese cercando di mantenere un tono distaccato.
Attese la risposta per qualche minuto, ma questa non sopragiunse.
“Va tutto bene?” provò nuovamente continuando a fissarlo da lontano. L’aveva sentita ne era sicura, ma nonostante questo non rispose.
“Gray!” esplose allora liberando l’angoscia che le attanagliava il cuore. Eppur lui continuava a non considerarla. Si diresse verso di lui, mettendosi di fronte al suo corpo scolpito.
“Perché mi ignori? Ti ho fatto qualcosa di male?” domandò fissandolo dritto negli occhi.
Il ragazzo spostò il suo sguardo in una diversa direzione, rimanendo sempre in silenzio.
Attese ancora. Lacrime bollenti minacciarono di scenderle lungo le guance. Si girò verso la strada e senza dire una parola di allontanò da lui. Le lacrime le scendevano copiose lungo le guance.
“Ha portato il sole nella mia vita ma la pioggia dentro di me. Cosa sono le lacrime se non piccoli cristalli liquidi fuoriusciti da un cuore spezzato? Sono stata forte per troppo tempo, le ho trattenute con tutta la mia forza, ma non si possono controllare le proprie condizioni atmosferiche... Arriva quel momento in cui dentro il cuore regna il freddo e dagli occhi scende la pioggia...”
Stava correndo via, stava cercando di scappare dal dolore, stava cercando di scappare dall’amore.
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autore: Eccomi di ritorno :D E anche prima del previsto :3 Vi informo che l’ispirazione mi è venuta ieri sera prima di andare a dormire e che non ho ancora la più pallida idea di come far finire questa storia :’) In compenso ho in testa anche una piccola one-shot ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Imbarazzo, sotto la pioggia battente ***


Si fermò, alzando gli occhi al cielo. Il sole splendeva in alto, ma qualche nuvola minacciava di oscurarlo. “Devo riuscire a non far cambiare il clima… Peggiorerei solo le cose…”
Riprese fiato, asciugandosi le guance umide. Fu allora che udì un rumore cristallino provenire da destra. Si diresse in quella direzione, convinta di quello che avrebbe presto scoperto. Un ruscello.
Si sedette sul bordo del fiume immergendo i piedi nell’acqua nitida. Scivolò lentamente con tutto il corpo, raggiungendo la stessa consistenza di ciò che le si trovava intorno. Ora era tutt’uno con l’ambiente. Si lasciò trascinare dalla corrente, incurante della velocità che andava lentamente ad assumere. In quella forma le risultava più semplice liberare la mente dai pensieri, in particolare se negativi. Le nuvole nel cielo andavano diradandosi. Ma si rese ben presto conto che non tutto era perfetto come credeva. Voleva che lui fosse al suo fianco.
Quando la rapidità dell’acqua cominciò a diventare troppo forte si accostò al bordo ed emerse dalle acque. Si stese sull’erba umida e chiuse gli occhi. La brezza le accarezzava i capelli blu, spargendoli sul terreno. L’azzurro e il verde regnavano in quel luogo. Da una parte il colore della tranquillità, dall’altra quello della speranza. Ma nonostante tutto non vi era pace nel suo cuore. Aveva sempre pensato che l’acqua, la natura, potesse capire le sue emozioni, credeva di riuscire a fondersi con essa. Ma ora anche questa illusione era svanita. Era sola, la era sempre stata, e sebbene avesse delle persone che potesse considerare amiche nessuna riusciva a capirla sul serio. Le lacrime cominciarono di nuovo a scorrere. “Sono una perfetta stupida…” Fu allora che la pioggia iniziò a scendere delicata sul paesaggio circostante. Una pioggia triste, una pioggia disperata, una pioggia che proveniva direttamente da un cuore spezzato.
 “È questo che significa amare? Tutte le lacrime che verso possono in qualche modo approfondire e completare questa parola? È possibile che sia costituito più da dolore che da gioia? No… L’amore è semplicemente sventura, quando ami senza esser ricambiato si diventa solo impotenti. Si soffre senza un vero motivo… Eppure io non posso fare a meno di pensare a lui… Non posso fare a meno di amare… In fondo senza amore cosa siamo? Anche quando non siamo innamorati cerchiamo qualcuno verso cui provare un sentimento più forte della semplice amicizia… Abbiamo paura di sentirci soli… Ma alla fine tutti noi lo siamo, e siamo destinati ad esserlo per sempre…”
“Juvia, cosa stai facendo?” Una voce la riscosse. Proveniva dal fogliame alla sua sinistra. Si alzò a sedere di scatto, portando il dorso delle mani al volto per cercare di asciugarsi le lacrime. Fu allora che Lyon si affacciò sul ruscello.
La ragazza cercò di esser disinvolta, provando ad eliminare i pensieri che fino a quel momento l’avevano accompagnata.
“Lyon-sama” rispose con un saluto accennato con la mano.
Rimase interdetto. Non era da lei comportarsi in quel modo. Le si avvicinò fino ad arrivarle ad un soffio dal volto. Aveva gli occhi rossi e lucidi. Aveva appena finito di piangere. Ma preferì evitare domande scomode.
“Cosa fai di bello?” disse semplicemente sedendosi accanto a lei e coprendola con il suo ombrello.
“Io… Niente…” rispose la ragazza abbassando lo sguardo “Solo mi piace questo posto” disse sorridendo e guardando il ragazzo, che arrossì violentemente. 
Il silenzio piombò tra i due, entrambi imbarazzati dalla situazione. Fu il mago del ghiaccio a rompere la pausa.
“Forse è meglio se andiamo in un posto chiuso, qui rischiamo di prenderci un malanno. Se vuoi ti accompagno a casa”
“Juvia non vuole tornare a Fairy Hills…”
“Bhe… Ma non puoi restare qui… Non c’è un’amica che possa ospitarti?”
La donna della pioggia si bloccò un attimo, portando il suo sguardo alle sue mani congiunte in grembo. Poi alzando gli occhi e puntandoli dritti in quelli di lui domandò:
“Lyon-sama?”
“S… Sì!” rispose balbettando, colto nuovamente dall’imbarazzo.
“Lyon-sama, posso venire a casa tua?”
 
 






 
Nota dell’autore:  Eccomi, scusate il ritardo ç.ç E vi prego non picchiatemi per quello che sta succedendo tra i due D: Devo ammettere che è venuto molto “filosofico” come capitolo, non è successo praticamente niente a parte l’incontro con l’altro allievo di Ur ^^” Chissà cosa combineranno questi due ù.ù (Lo so che sono l’autrice, ma non ho ancora le idee ben chiare per il finale di questa fic ^^” Sono assurda xD) E si il titolo del capitolo è molto Romeo X Juliet xD
Bhe per il momento vi lascio, ringrazio come sempre chi segue le mie storie e chi mi recensisce, in particolare Luxus99chan, fairy ice, Kurapikt e CrazyLoL102.
Buona serata a tutti^^
 
P.S. Ma quanto la faccio piangere povera piccola? ç.ç

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il primo bacio, l'ultimo saluto ***


Aprì gli occhi lentamente. Un calore piacevole le scorreva su tutto il corpo. Un braccio le cingeva dolcemente la vita. Davanti il petto nudo di un ragazzo, Lyon. Si era immaginata molte volte quella scena, ma con l’altro mago del ghiaccio. Ora però, nel dolore dell’imminente addio andava a rifugiarsi nella calda stretta di un altro.
Alzò lo sguardo verso il volto del dormiente. Era sereno e felice, come avrebbe voluto esser lei da tempo. E forse da quella notte avrebbe potuto aver nuovamente la possibilità di assaporare questa illusione.
“Juvia…”sentì sospirare leggermente nel sonno. Portò il suo corpo verso l’altro per arrivare a scoccare un leggero bacio sulla sua fronte. La situazione la imbarazzava un po’, ma era stata lei a chiedere che ciò avvenisse.
 
***
Qualche ora prima
 
Lyon era rimasto interdetto alla domanda della ragazza. Lei? A casa sua? Doveva esser un sogno. Si prese la pelle del braccio e la pizzicò ripetutamente. Ma non accadde nulla. Allora era vero?
“Perdonami… Non volevo esser così diretta… E non posso pretendere che tu sia d’accordo con questa follia…” disse la maga notando il suo silenzio forzato. Fece per alzarsi quando una presa la fermò sul posto.
“No, c’è, non ci sono problemi… A me fa piacere che tu voglia stare da me… Solo …”
“Lyon-sama non ti voglio causare problemi di alcun genere…”
“No, bhe, ecco” rispose il ragazzo sempre più imbarazzato “In realtà si può risolvere tutto”
La ragazza lo guardò confusa.
“Si, cioè… In casa ho solo un letto… Ma fa niente, dormirò per terra” replicò il ragazzo esibendo un grande sorriso, il più bello che Juvia avesse visto dopo quello di Gray.
“Non possiamo dormire entrambi sul letto?” chiese in un misto di imbarazzo ed indecisione. Era l’unico a cui poteva affidarsi, ma non voleva esser un peso per lui, le sembrava l’unica soluzione possibile.
Il cuore del ragazzo perse un battito, per poi accelerare di colpo. “Io… Juvia… Letto… Insieme…?!” Rimase inebetito a lungo e la sua unica risposta fu un cenno d’assenso con il capo.
“Allora andiamo?” disse lei sorridendo.
Sempre senza parlare Lyon si alzò, tese la mano alla ragazza, che fece passare il suo braccio sotto quello di lui. Così si avviarono verso la casa del mago di Lamia Scale.
 
***
 
Juvia si liberò discretamente dalla stretta di Lyon. Mise delicatamente i piedi per terra e si avviò fuori dalla porta. Doveva vederlo ancora una volta. L’ultima. Si chiuse la porta alle spalle il più silenziosamente possibile. Voltò il viso verso il sereno cielo notturno e si avviò verso la casa di Gray.
 
***
 
Le luci erano spente, ormai il mago doveva esser a dormire da molto. Vide la finestra della sua camera da letto socchiusa, così decise di entrare da lì. Generò un piccolo vortice d’acqua e andò a sedersi sulla mensola. Poi ingrandì la fenditura creata dalle due finestre e garbatamente entrò nella stanza del ragazzo. Lui era steso sul letto e per quanto il suo respiro non fosse del tutto calmo Juvia intuì che stava dormendo. La vista del suo volto le strinse il cuore. “Posso davvero dimenticarlo? Io… io…” scosse vigorosamente la testa, facendo oscillare i boccoli azzurri. “No, ormai ho preso la mia decisione.” Si avvicinò lentamente al corpo inerme, sedendosi sul bordo del letto. Si piegò verso il suo volto e pose le sue labbra su quelle del mago.
“Addio, Gray-sama…” sussurrò.
Si rimise seduta, portando il suo sguardo verso la finestra. Quando si girò nuovamente verso il punto in cui giaceva il volto del ragazzo si accorse che era scomparso. Ora poteva sentire il suo fiato sul collo.
“Juvia cosa stai dicendo?” chiese il ragazzo appoggiandole una mano sulla spalla.
A quel contatto la maga provò ad alzarsi, ma la presa fulminea di lui la inchiodò sul posto. Le cingeva la vita con le mani possenti, senza volerla lasciar andare.
“Lasciami per favore” recitò lei fingendo di esser calma. Ma il suo cuore batteva rapido e probabilmente anche lui poteva sentirlo.
Il ragazzo per tutta risposta rafforzò la sua presa su di lei.
“Gray, ho detto di lasciarmi!” sbottò. Il ragazzo preso alla sprovvista lasciò andare la presa e la vide mentre, dopo essersi alzata, si voltava verso di lui, lo sguardo serio come non mai.
“Questa è l’ultima volta che ti guarderò con questi occhi pieni d’amore… Mi sono illusa per troppo tempo, ora per me è tempo di smetterla di soffrire. Io pensavo di doverti ringraziare, inizialmente hai portato il sole nella mia vita… Ma ora… Tutto è tornato come prima, le giornate dentro di me non sono altro che piovose. Se ora io continuassi a seguirti il mio cuore continuerebbe ad illudersi, cercando un barlume di speranza dove non vi è. Forse un giorno riuscirò a tornare ma ora voglio solo porre più distanza possibile tra noi due… Addio, Gray…” e così dicendo si getto giù dalla finestra, camminando lentamente verso la sua nuova dimora, le braccia di Lyon. Non seppe dire se l’avesse chiamata, non voleva più sentire la sua voce.
Arrivata a casa trovò il ragazzo seduto sul letto ad aspettarla. Non appena la vide si alzò in piedi e si diresse verso di lei.
“Juvia, cosa…”
La ragazza si gettò tra le sue braccia, intrappolata in un pianto disperato.
“Gli ho detto addio, per sempre” rispose in un soffio. Poi furono solo lacrime.
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autore: Lyon mi sta facendo troppa tenerezza *^* C’è è così imbarazzoso *^* E anche Gray comincia ad essere più dolcioso, ma che sia ormai troppo tardi? Potrà Juvia dimenticarsi del suo amore per il ragazzo rifugiandosi nella calda stretta dell’altro mago? Oppure soccomberà al suo amore che sembra non essere più così impossibile?
Tutto questo nelle prossime puntate (Cosa sto dicendo? O.o)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il vuoto che mi hai lasciato ***


Si era addormentata piangendo tra le sue braccia. Con delicatezza la prese e la portò verso il letto. La fece distendere e si sdraiò accanto a lei. Alcuni capelli le erano rimasti attaccati al volto a causa delle lacrime. Glieli scostò, rivelando maggiormente un volto contratto dal dolore.
Il suo cuore in quel momento era molto combattuto. Da una parte poteva ritenersi felice, forse questo distacco da Gray avrebbe giovato al loro rapporto, ma tutto ciò la stava distruggendo. Poco prima che si addormentasse l’aveva guardata negli occhi e ciò che vi aveva scorto l’aveva annientato. Il vuoto, non vi era niente, né amore né odio, vi era unicamente il nulla.
Fu allora che decise, avrebbe cercato di riempire quella voragine che le si era aperta nel cuore, avrebbe espresso quel sentimento che aveva represso e se ciò non fosse bastato l’avrebbe riportata tra le braccia del suo vero amore, lo stesso che da quando era rincasata controllava gli avvenimenti dalla finestra. Se ne era accorto subito, ma aveva deciso di non considerarlo, almeno fino a quando la ragazza era sveglia. Aspettò qualche minuto dal suo assopimento per dirigersi verso la porta ed incontrare il rivale.
“Quanto a lungo la lascerai soffrire?”
“Non era nelle mie intenzioni farlo… Ultear…”
“Si, so già tutto, vi stavo ascoltando”
Lo guardò esterrefatto. Ma non sarebbe scoppiata alcuna rissa, non quella sera.
“Lei ormai ha preso la sua decisione, sta a te farle cambiare idea, ma non credere che sia così facile.” continuò il padrone di casa.
“Se lei ha preso la sua decisione io la rispetterò” rispose voltandosi per andarsene.
Ma la presa ferrea dell’amico d’infanzia lo bloccò sul posto
“Quanto a lungo ti nasconderai? Quanto a lungo giocherai con questo diversivo? Se è vero quello che hai detto a Ultear allora non distruggere tutto! Di cosa hai paura? Sai bene cosa c’è nel suo cuore, sai bene che nessun altro oltre a te potrà riempire il vuoto che le hai creato! Svegliati Gray! Non credere alle parole di quella donna!”
 “Io… io vado a casa…”
Lyon lasciò andare la presa. “Il solo fatto che tu l’abbia seguita fin qui dimostra che ti stai nascondendo dietro ad una maschera. Sappi che io non attenderò che tu ti accorga della realtà, proverò a farla mia in qualsiasi modo”
Così dicendo rientrò in casa, chiudendo lentamente la porta. Lei dormiva ancora, fortunatamente non si era accorta di nulla.
 
***
 
“Cosa diavolo avrà in mente quel Lyon?” Camminava lentamente per le strade di Magnolia. Non aveva alcuna intenzione di tornare a casa, tanto non sarebbe riuscito a prendere sonno. Ad un certo punto si bloccò.
“E se avesse ragione? Se Ultear mi avesse ingannato? Ma che motivo avrebbe di farlo?” Queste domande gli ronzavano in testa e lui rimaneva incapace di dar una risposta convincete ai suoi dubbi. Un rumore improvviso lo distrasse dai suoi pensieri. Si voltò di scatto, ma non vide nessuno alle sue spalle. Un altro fruscio questa volta alla sua sinistra. Fu allora che si ritrovò Jellal al fianco.
“Gray, per fortuna ti ho trovato!” disse il ragazzo. Gray rimase sorpreso dalla confidenza che l’altro gli aveva appena dimostrato. In fondo non avevano mai avuto stretti rapporti. Cercò di rispondere più cordialmente possibile per non offenderlo, ma il suo tono risultò comunque freddo.
“Perché mi stavi cercando?”
“Sai dov’è Ultear, so che vi siete incontrati qui a Magnolia e che da quel giorno non è più ripartita, ma non riesco a mettermi in contatto con lei…”
“Vai nella radura vicina alla Gilda, segui il corso del fiume fino a trovare una grotta, a quel punto usa la tua magia e lei si farà viva”
“Vicino alla Gilda…”
“Se vai ora di sicuro non incontrerai Erza, se questo ti può interessare.”
Jellal lo fissò per qualche istante, sbigottito, poi annuì.
Fece per andarsene, ma si voltò udendo la domanda del moro.
“Tu dovresti conoscerla bene… Secondo te Ultear può mentire?”
“Si, ma solo per il bene degli altri… O perlomeno per quello che crede esser il bene.”
Si allontanarono, ognuno diretto nella propria direzione, ognuno con i propri dubbi nel cuore, ognuno con la consapevolezza di aver fatto soffrire la persona a cui più tengono.
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autore: Eccomi di ritorno :D è apparso Jellal ù.ù (Lo spirito Jerza si impossessa di yuzuki ) Naturalmente combinerà qualcosa questo ragazzo, ma sono un po’ indecisa se metterlo come missing moment o attaccarlo alla storia :/ Perché dovete sapere che i consigli d Gray non sono sempre i migliori xD Infatti incontrerà qualcuno mentre si reca da Ultear… (Chissà chi ù.ù) Ok, questo spoiler era pessimo xD Aspetto vostri consigli °^°
A presto :*

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il demone dai capelli bianchi ***


Jellal proseguì spedito per le vie di Magnolia, il cappuccio ben calato sul volto. L’alba era ormai prossima, non voleva correre il rischio di esser riconosciuto. Nella sua mente riecheggiava un solo pensiero. Erza. Avrebbe voluto vederla di nuovo, ma ciò avrebbe unicamente suscitato in lui una maggior voglia di stare con lei. E non poteva permetterselo. Lei camminava nella luce, mentre lui l’unico chiarore della sua vita l’aveva ripudiato. L’aveva spinta via quando aveva provato a baciarlo, l’aveva quasi uccisa in occasione della costruzione della Torre del Paradiso. Certo non possedeva piena coscienza di ciò che compiva, ma il peccato continuava a macchiarlo e a tormentarlo.
Arrivò di fronte alle porte della Gilda e dopo una fugace occhiata si diresse a destra, verso la radura indicatagli da Gray. Sembrava molto tormentato il mago del ghiaccio ma in un momento come quello non poteva permettersi di curarsi delle ferite altrui. Doveva raggiungere Ultear al più presto ed avvisarla del pericolo. Era assorto così profondamente nei suoi pensieri non si accorse di un ramo sul suo percorso ed incespicò, cadendo a terra. Dopo una breve imprecazione alzò lo sguardo e ciò che vide lo lasciò senza parole.
Capelli, lunghi capelli rosso scarlatto ondeggiavano davanti a lui. Un sorriso, il più bello che avesse mai visto lo illuminò. Tese una mano per accarezzare il volto fonte del desiderio, ma sotto i suoi polpastrelli percepì unicamente la densa consistenza del fango. Era stata un’illusione, l’ennesima stupida e dolorosa illusione. Si alzò lentamente, il capo ormai scoperto a causa del scivolamento del cappuccio.
“Allora eri proprio tu…”
Il ragazzo si bloccò, il suo cuore perse un battito. Quella voce…
“Cosa ci fai qui?” insisté la persona alle sue spalle.
Si girò lentamente, fino a guardare in faccia ciò che aveva a lungo sognato. Questa volta non era un’allucinazione. Illuminata dalla luce del sole nascente era lì davanti a lui, vestita unicamente di una corta veste bianca. I capelli rossi scintillavano, incorniciandole lo sguardo serio ma dolce. Sembrava un angelo, forse era proprio il suo angelo.
“Erza…”
“Avresti potuto avvisarmi…” disse lei abbassando lo sguardo e stringendo il pugno.
“Erza io non volevo coinvolgerti in una storia che non ti riguarda e che ti causerebbe solo dei problemi…”
“Tu non volevi vedermi, è diverso.” Rispose alzando il viso.
“Erza, sai benissimo che non si tratta di questo” rispose lui tranquillamente “Sono venuto qui unicamente per avvertire Ultear della nostra futura missione, solo questo.”
“Di cosa si tratta?”
Il ragazzo sospirò, gli occhi scuri di lei puntati dritti nei suoi. Non sarebbe riuscito a nascondere la verità.
“Zeref potrebbe nascondersi nei dintorni di Magnolia” disse in un soffio “Sono state avvistate delle
creature simili ai demoni del suo libro.”
“Che tipo di creature?” chiese la ragazza con preoccupazione.
“Sono molto simili agli umani, naturalmente sono in grado di utilizzare la magia. Sono molto pericolosi, anche io avrei delle difficoltà a sconfiggerli… Per il momento sembra si tratti di un caso ristretto unicamente a questa zona e ad un solo mostro, ma dobbiamo comunque sconfiggerlo”
La ragazza lo guardò sgomenta.
“Aspettami qui un attimo” disse con ansia crescente, mentre si precipitava verso la Gilda. Aprì la porta con le chiavi di riserva che le aveva assegnato Mirajane e si diresse velocemente verso la bacheca delle missioni, in ricerca di un foglio ben preciso. Lo cercò a lungo, ma non riuscì a trovare niente.
“Dannazione!” imprecò.
Tornò rapidamente verso Jellal, ritrovandolo nello stesso punto in cui l’aveva lasciato.
“Di che colore sono i capelli del demone?”
“Bianchi, perché?”
“E la sua statura, quando dovrebbe esser alto?”
“Circa 1 metro ed 80, ma cosa succede?”
“Abbiamo un grosso problema! Stamattina era arrivata una missione riguardo un mago con le stesse caratteristiche del demone di cui sei alla ricerca è arrivata in Gilda. Mira l’ha appesa alla bacheca ma ora non c’è più! Qualcuno potrebbe esser già partito in missione senza saper a cosa andava incontro!” lo sguardo della ragazza era terrificato “Inoltre la missione era quotata molto semplice e la ricompensa era buona, potrebbe esser stata presa da chiunque!”
“Erza dobbiamo esser sicuri che si parli della stessa persona, altrimenti…”
“Quanti maghi con i capelli bianchi, alti un metro e ottanta credi che possano circolare intorno a Magnolia distruggendo le case delle periferie?”
A quel nuovo dettaglio al ragazzo raggelò il sangue nelle vene. Era lui, per forza e ora un membro della Fairy Tail era in pericolo.
“Io vado a cercare Mira, magari lei ha visto chi ha preso la missione, tu intanto vai a chiamare Ultear e insieme dirigetevi nel bosco. Non abbiamo tempo da perdere!”







Nota dell’autore: Scusate il ritardo ç.ç Purtroppo è un periodo in cui sono oberata di cose da fare ç.ç
Spero di esser riuscita a farmi perdonare con questo capitolo ç.ç E sì, le cose si stanno complicando, in questi giorni non ho pubblicato niente ma in compenso ho avuto un’idea (geniale?) La storia prenderà una connotazione un po’ più avventurosa, avevo un po’ paura di annoiarvi usando unicamente dei personaggi complessati. Ma la dolciosità rimarrà comunque, tranquilli :) Ora vi lascio e vi do appuntamento al prossimo capitolo, non mancate! (?)
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cosa dice il mio cuore? ***


Il ragazzo si svegliò per primo. Il suo sguardo cadde inevitabilmente sulla piccola testa azzurra che si appoggiava delicatamente al suo petto. Poteva sentire il suo respiro scaldargli il cuore, già bollente di per se. Girò lentamente il capo verso la finestra alle sue spalle. Era ancora mattina, non aveva dormito molto. Ripensò al dialogo avuto con Gray, alla sua testardaggine e alla sua incapacità di comprendere i suoi stessi sentimenti. Si diede dello stupido, lui amava Juvia eppure dispensava consigli al suo rivale. Eppure era proprio questo sentimento a portarlo a voler avvicinare i due. Dentro di lui era consapevole che lei sarebbe stata felice solo accanto all’altro mago del ghiaccio, mentre lui non poteva essere altro che un amico. Il pensiero gli strinse dolorosamente il cuore, portandolo a guardare verso il basso, rivedendo la sua amata. Sorrise tra se e se. Non aveva senso pensare al triste futuro, ora lei era lì, stretta tra le sue braccia. L’unica cosa che poteva fare era assaporare la dolcezza di quel momento, nient’altro.
Fece per passarle una mano tra i capelli quando la ragazza alzò lo sguardo assonnato, puntando gli occhi ancora appannati nei suoi.
“Buongiorno, Lyon-sama” disse sorridendo dolcemente.
“Bu… Buongiorno, Ju…Juvia!” L’aveva colto di sprovvista, come sempre. Spostò lo sguardo verso l’alto, cercando di nascondere il volto arrossato. Fu allora che sentì una risatina trattenuta. Si voltò nuovamente verso di lei, notando come stesse cercando di nascondere la sua allegria, quasi avesse paura che qualcuno potesse rubargliela. Posò la sua mano sui capelli di lei.
“Hai fame?” le chiese gentilmente.
Annuì “Juvia ti preparerà uno dei suoi famosi manicaretti!”
“Sei una cuoca esperta?” domandò lui con tono giocondo.
“Ovviamente!”
Era felice, o almeno la sembrava. Nelle sue parole non vi era il minimo indizio di ciò che era successo solo il giorno prima. Era diventata brava a nascondere le sue emozioni, cercando di apparire sempre spensierata. Ma i suoi occhi nascondevano una tristezza inespressa. L’aveva notato fin dal giorno del loro primo incontro. E aveva osservato come questa stesse crescendo inevitabilmente.
Prima che potesse chiederle qualcosa la ragazza si alzò agile dal letto e si avviò in cucina. Dopo un attimo Lyon vide spuntare la sua testolina azzurra dall’angolo.
“Juvia preparerà un piatto buonissimo!”
“Ma Juvia non sa se ci sono gli ingredienti che le servono” le rispose facendole l’occhiolino e alzandosi.
La ragazza rimase un attimo interdetta, per poi girarsi alla ricerca degli alimenti. Il suo impaccio risultava adorabile agli occhi dell’amante. Dopo poco rispuntò con il viso addolorato.
“Juvia non sa dove sia quello che le serve”
“Vieni, andiamo in dispensa.” disse lui sorridendole.
“Hai una dispensa?” chiese lei sorpresa.
“Bhe, non sarà molto grande ma posso dire di averla”
Si avviarono quindi alla ricerca degli ingredienti e una volta trovati Juvia iniziò a preparare la colazione. Una volta terminato porse la prima ciotola di zuppa di miso al ragazzo e rimase in attesa del suo giudizio. Lyon sorseggiò lentamente il brodo.
“È buonissimo!” esclamò “Allora non mi prendevi in giro!”
Juvia sorrise e si sedette di fronte a lui.
“È curioso…”
“Cosa?”
“Bhe, questa scena l’ho immaginata molte volte con Gray… Ogni giorno mi esercitavo in cucina cercando di preparare i piatti migliori. Immaginavo come sarebbe stata bella la mia vita con lui…” disse la ragazza abbassando lo sguardo.
“Cos’è successo ieri sera?” chiese lui serio.
La ragazza esitò un istante, poi liberò la sua mente ed il suo cuore.
“Sono andata da Gray, gli ho detto addio.”
“Perché?”
“Ho passato troppo tempo a pensare a lui… Gli ho donato tutto l’amore di cui sono capace, l’ho sempre aiutato nel momento del bisogno, gli sono stata accanto anche quando tutti gli erano contro per cosa? Per non esser degnata di uno sguardo, anzi negli ultimi giorni non mi parlava neppure… Io ho sperato a lungo che qualcosa potesse succedere tra di noi… Ma sono stata un’illusa… Io mi ero innamorata di lui dal primo momento, poi mi ha mostrato la luce del sole, ma ora? È tutto più buio di prima proprio perché sono riuscita ad assaporare la luminosità! Io voglio dimenticarlo, almeno per il momento non voglio avere più niente a che fare con lui!”
Non una lacrima, non un inclinazione aveva interferito con il suo discorso. Solo i suoi occhi blu sembravano divenuti più profondi. Ci si poteva perdere in quello sguardo.
“Juvia…”
“Dimmi”
“Tu lo ami ancora vero?”
Un attimo di indecisione, quello decisivo che fece capire a Lyon quanto tenesse ancora a Gray.
“Io… sì, lo amo ancora… Ma come ti ho già detto voglio staccarmi da lui… Anche se ho paura che non riuscirò mai a farlo…” una stilettata diritta al cuore del mago.
“Lyon, io non volevo…” disse notando il bagliore di tristezza negli occhi del ragazzo.
“Tranquilla, lo sapevo già… E sinceramente non mi importa, per me l’unica cosa che conta è che tu sia felice…”
La ragazza arrossì lievemente alle dolci parole del mago. Sarebbe stato bello innamorarsi di lui.
“Secondo te dovrei riallacciare i rapporti con Gray?”
“Devi fare unicamente ciò che senti nel tuo cuore.”
La ragazza abbassò lo sguardo, pensierosa.
“Io… io non capisco cosa vuole dirmi il mio cuore”
“Allora aspetta, la soluzione verrà da se”
Ci fu un attimo di pausa, poi Juvia riprese:
“Ieri ho preso una missione dalla bacheca della Gilda. È semplice, ma se non hai niente da fare ti andrebbe di accompagnarmi? Naturalmente divideremo a metà la ricompensa…”
“Vado a chiedere al tuo Master” disse alzandosi senza un attimo di esitazione ed indossando la maglietta. La ragazza seguì il suo profilo muscoloso mentre si avvicinava all’uscita.
“Torno subito” le disse girandosi e strizzando l’occhio. Si chiuse la porta alle spalle, sparendo dalla sua visuale.
“Grazie” sussurrò Juvia mentre una lacrima solitaria le percorreva la guancia destra.
 
 


 
 
 
 
 
 
Nota dell’autore: Ed eccomi qua! :3 Ok, mi odierete perché in sto capitolo non è successo un bel niente, ma l’azione è prossima ad arrivare, tranquilli ;) Bhe, che dire, Juvia è di Gray, punto e basta! (?) ù.ù Però Lyon come migliore amico dona, non credete? ;)
Vabbè, per il momento me ne vado, sperando di riuscire ad aggiornare il prima possibile ù.ù Fatemi sapere cosa ne pensate della storia ;)
A presto :*
~yuzuki
 
N.B. Nel discorso di Juvia, quando dice “gli sono stata accanto anche quando tutti gli erano contro” si riferisce al filler dei Dragonoid. È un dettaglio di poca rilevanza ma è stato un momento troppo Gruvioso per esser tralasciato :3

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La strada di ognuno ***


Erza arrivò tutta trafelata in Gilda. Trovò Makarov intento a riempire un bicchiere di birra, rimanendo comodamente seduto sul bancone.
“Erza ti ho affidato le chiavi per chiudere la Gilda, non per lasciarla aperta”
“Master abbiamo un grosso problema! Dov’è Mirajane?”
“È andata a Crocus in occasione del festival dei fiori… Cosa succede?” chiese il Master cercando lo sguardo di lei. Ma la maga era ormai sparita oltre il battente della porta. Doveva trovare Natsu e in fretta.
 
***
 
Jellal rimase ad osservare la ragazza dai lunghi capelli rossi allontanarsi frettolosamente. Gli erano bastati quei pochi attimi trascorsi accanto a lei per sentirsi nuovamente vivo. Nonostante la situazione non poteva fare a meno di pensare a lei, alla sua risoluzione e alla sua allegria. Ma inevitabilmente si trovava a riflettere anche sulle sue lacrime. In fondo il fatto di credere di non poter stare con lei non era solo una scusa? Temeva di ferirla nuovamente, ma non stava proprio facendo questo? Lui l’amava, e lei lo ricambiava, per quale motivo avrebbe dovuto continuare a negarle la felicità? La vide uscire di corsa dalla Gilda, ricordandogli la sua missione. Si voltò, seguì il corso del fiume fino ad arrivare ad una grotta, come gli aveva spiegato Gray. Qui usò la sua magia due volte e dopo qualche istante una figura vestita di un lungo mantello bianco comparve dal fondo delle tenebre. Avanzava con passo sinuoso, mettendo in risalto le forme prominenti, mal coperte da una leggera tuta bianca e nera. Un candido cerchietto risaltava sui capelli corvini della fanciulla.
“Jellal cosa succede?” chiese vedendo il volto preoccupato del compagno.
“Un mago della Gilda di Fairy Tail sta per sfidare uno dei mostri del libro di Zeref. Dobbiamo recarci al confine Ovest di Magnolia e stanare il demone prima che sia troppo tardi. Unendo le forze dovremmo riuscire a batterlo. Se hai delle domande risponderò strada facendo, ora dobbiamo muoverci”
“Non è Gr…”
“Non sappiamo ancora chi possa essere” la interruppe lui, intuendo la preoccupazione per il ragazzo.
“Andiamo” ribatte allora lei, decisa e angosciata.
 
***
 
“Natsu,Happy per fortuna vi ho trovati!”
“Yo Erza, cosa succede?”
“Non ho tempo per le spiegazioni, Happy devi portarmi fino a Crocus!”
“Aye sir! Ma la tua armatura…”
Intuendo il problema la maga effettuò rapidamente il cambio stock, in modo da risultare al gatto il più leggero possibile.
“Natsu informati se qualcuno della Gilda sta per partire in missione verso la periferia di Magnolia. In qual caso fermalo”
“Cosa succede?”
“Ti spiegherò al mio ritorno, ora devo andare” disse rivolgendo uno sguardo deciso all’Exceed che per tutta risposta cominciò a sbattere le ali. I due si alzarono rapidamente sopra gli edifici di Magnolia, diretti verso la capitale.
 
***
 
Lyon avanzava deciso tra i tavoli di Fairy Tail. I maghi della Gilda lo guardavano incuriositi, domandandosi il motivo della sua presenza. Si diresse verso il bancone, su cui Makarov sedeva a gambe incrociate, fissandolo intensamente.
“Salve Master” lo salutò in tono cordiale.
“Ciao Lyon. Come posso esserti utile?”
“Avrei bisogno di un favore. Juvia da ieri sera non si sente molto bene e mi ha chiesto di poterla accompagnare in missione. Mi ha offerto parte della ricompensa ma non ho intenzione di accettarla, vorrei solo il permesso per andare con lei”
“Prima devo sapere se qualche altro membro della Gilda è disponibile a far squadra con lei, preferirei evitare mescolanze dove non sono necessarie”
“Io non voglio fare squadra con lei, ho unicamente l’intenzione di assisterla in caso di necessità”
“Mi dispiace ma non posso permetterlo. Il committente ha chiesto esplicitamente l’intervento della nostra Gilda e non posso coinvolgere esterni. Se Juvia ha bisogno di un assistente può chiedere a Gray, in missione formano un’ottima coppia”
Lyon lo guardò avvilito. “Formano un’ottima coppia”. Quelle parole gli rimbalzarono ripetutamente in testa, trapanando il suo cuore. Ma non poteva arrendersi, non quando era stata Juvia stessa a fargli quella proposta.
“La capisco Master, riferirò a Juvia le sue parole. Scusi il disturbo” disse voltandosi verso l’uscita, mantenendo un tono di voce abbattuto. Si incamminò lentamente tra i maghi, quando la ferma voce di Makarov lo bloccò.
“Figliolo?”
 “Si?”
“È vero che ha chiesto esplicitamente il tuo intervento?”
“Si.” -Sembra che il cuore tenero del nonnetto sia stato intaccato- pensò cercando di nascondere un sorriso beffardo. Ma il Terzo rispose unicamente con un mugolio. Il ragazzo attese ancora per qualche secondo, per poi riprendere il suo tragitto.
-Poco male, la sua decisione non interferirà con le mie scelte-
Fu sulla soglia della porta che incrociò due occhi apparentemente di ghiaccio, quelli di Gray. Si fermò un istante a fissarlo, e lo stesso fece l’altro ragazzo. Poi semplicemente si voltarono e continuarono a camminare, in direzioni opposte, come sempre.
 
 
 
 


 
 
 
Nota dell’autore: *Risorge dal mondo dei libri di scuola* Scusate ç.ç Sto rallentando la pubblicazione sempre di più ç.ç E settimana prossima non potrò neanche pubblicare, spero di riuscire a far uscire due capitoli adesso, ma non vi posso assicurare niente ç.ç Scusate ç.ç
Comunque Lyon è un testardo dolcioso e nonostante le parole del Master (che shippa Gruvia :3) andrà lo stesso in missione con la sua dolce Juvia. Erza e Jellal intanto si mobilitano per evitare catastrofi (?) Vabbè la smetto di dire follie, ci vediamo al prossimo capitolo.
Bye :*  

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Un capriccio, o forse una debolezza? ***


Juvia era rimasta a lungo a fissare la soglia della porta da cui era uscito Lyon. Un pensiero, un capriccio le martellava la testa. “Forse potrei seguirlo…” Si riscosse vigorosamente, alzandosi e iniziando ad organizzarsi per la missione. “No, non posso esser debole. Gli ho detto addio. Ormai è finita.” Un piccolo dolore le punzecchiò in quel momento il cuore, ma cercò di non curarsene. “Devo tornare a Fairy Hills, almeno per preparare le mie cose” pensò. Indossò il cappotto, lasciando un biglietto a Lyon per avvisarlo del suo spostamento.
 
Il sole splendeva alto e luminoso, stagliandosi sull’azzurro denso e puro del cielo. Ma un freddo alito di vento percorreva le vie di Magnolia. “Perché non riesco a controllarmi?” Si sentiva debole come non mai. Calandosi il colbacco fin sopra gli occhi nuovamente brucianti, imboccò la via lungo la collina che portava al dormitorio di Fairy Hills.
 
***
 
“Erza, sono stanco” mormorò affranto l’Exceed.
“Siamo quasi arrivati, solo un ultimo sforzo” rispose sicura la maga.
Dopo pochi minuti di volo la capitale apparve sotto i loro occhi.
“Ci siamo. Scendiamo qui, il festival rimane al di fuori delle mura della città”
Happy planò dolcemente fino a raggiungere il suolo. Qui posò delicatamente Erza, che lo prese al volo prima che potesse cadere a terra, privo di energie.
“Sei stato bravissimo. Ora riposa un po’, dopo dovremo ripartire. Mi occuperò io di cercare Mira”
“Aye…” rispose stancamente il gattino.
Titania sorrise dolcemente, per poi avviarsi tra le strade trafficate di Crocus. La fortuna le fece scorgere dopo pochi minuti i lunghi capelli argentati della ragazza.
“Mira!”
Due profondi occhi blu si fissarono su di lei, guardandola inizialmente con sorpresa, per poi rivelare il suo consueto volto sereno.
“Erza-san, cosa ci fai qui?”
“Non ho molto tempo per spiegarti. Solo ti ricordi chi ha preso delle missioni ieri? In particolare quella per la periferia di Magnolia?”
La ragazza portò la mano destra sotto il mento, riflettendo intensamente e cercando di ricordare.
“Sono sicura che Elfman, Levy, Juvia e Wendy abbiano preso una missione, ma non ti so dire chi di loro abbia scelto quella di cui parli.”
“Neanche una minima idea? Ogni dettaglio può essere importante!”
“No, mi dispiace” disse l’albina scuotendo la testa “Posso sapere cosa sta succedendo?”
“Devo andare Mira, ci vediamo”
“Erza, fermati e spiegami tutto!”
“Sono di fretta”
“Erza, c’entra mio fratello, ho il diritto di sapere!”
La maga esitò un attimo, per poi arrendersi. Era inutile continuare a discutere, avrebbe perso altro tempo.
“La missione che ti dicevo prima non consiste nel catturare un semplice bandito, ma nel confrontarsi con uno dei demoni del libro di Zeref…”
Mirajane guardò seria gli occhi nocciola di Erza. Dopo qualche istante di silenzio iniziò a camminare spedita tra la folla, trascinando con sé l’altra maga. Arrivate in un punto nascosto usò la Satan Soul.
“Per una parte del viaggio ti posso portare io, ma dopo Happy mi dovrà dare una mano”
“Aye!” rispose l’Exceed accoccolato tra le braccia di Erza.
“Allora andiamo”
 
***
 
“Gray…” Era lì a pochi passi da lei, ma non poteva vederla. Non aveva resistito alla tentazione e dopo essersi diretta al dormitorio aveva eseguito una piccola deviazione per passare vicino alla Gilda. Non voleva ammetterlo a se stessa, ma c’era solo un motivo per cui l’aveva fatto, colui che ora le si parava davanti. Aveva voglia di andargli incontro, abbracciarlo e stringerlo forte a sé, come se le vicende della sera precedente non fossero mai avvenute. Ma questo avrebbe comportato nuovamente il sacrificio della sua interiorità e ormai aveva deciso che ciò non sarebbe più dovuto accadere. Lo vide procedere lentamente lungo il viale d’ingresso, fissando il pavimento con lo sguardo perso. Improvvisamente si fermò, alzando gli occhi verso l’interno della Gilda. Poi si girò frenetico a destra e a sinistra, come se stesse cercando qualcuno. Fu allora che vide le sue labbra schiudersi e un leggero movimento del vento portare a lei quella parola. “Juvia…” Il cuore le balzò in petto. Cadde in ginocchio, il volto tra le mani. “Gray-sama… Cosa ho fatto?…” Alzò gli occhi, pronta a corrergli incontro, incurante di ciò che era accaduto, con l’unica volontà di averlo vicino, ancora una volta. Ma il mago del ghiaccio era sparito. Al suo posto Lyon avanzava deciso. La ragazza cercò di appiattirsi il più possibile contro al muro, in modo da passare inosservata, ma l’altro le si stava già avvicinando, avendola precedentemente vista.
“Juvia, cosa ci fai qui?
“Ly…Lyon-sama! Juvia era andata a prendere delle cose da camera sua e ha deciso di passare davanti alla Gilda per fare la strada di ritorno con te!” improvvisò lei, lievemente imbarazzata.
“Allora andiamo” rispose lui, dispensando un meraviglioso sorriso. Eppure dentro di lui quelle parole avevano segnato ancora una volta il suo cuore ormai malato. “Non è mai stata brava a mentire… Non riuscirà a dimenticarlo, mai…”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autore: Waaaa TAT Perdonatemi se mi faccio risentire dopo così tanto tempo, ma tra gita e scuola di per sé ho avuto pochissimo tempo per scrivere ç.ç Spero di essermi fatta perdonare con questo piccolo passaggio della storia :( Settimana prossima cercherò di aggiornare di più viste le vacanze, per ora cercate di perdonarmi ç.ç Se vedete qualche errore avvisatemi, ho riletto ma qualcosa potrebbe essermi sfuggito^^"
~yuzuki

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Chi manca all'appello? ***


“Happy riesci a volare?”
“Aye!” rispose pimpante l’Exceed, liberandosi dalle braccia di Erza e iniziando a volare in cerchio intorno alle due maghe, per poi appoggiarsi sulla schiena di Titania e divincolarla dalla ormai lieve presa di Mira.
“Dobbiamo prima occuparci dei maghi più deboli”
“Levy doveva andare in missione con Gajeel quindi possiamo tralasciarla per il momento… Credo sia più importante concentrarsi su Elfman e Wendy… Non tanto per le loro capacità, sono entrambi maghi molto valorosi, ma Juvia è più abituata a lavorare da sola e comunque la sua magia non le permette di subire danni fisici, contro un demone potrebbe essere un grande vantaggio.”
“Questo non è detto… Dipende dal tipo di magia che possiede… Ma Natsu avrà già avvertito Gray della situazione. Nonostante le apparenze si vede che quel ragazzo non è semplicemente affezionato a Juvia.”
“Concordo” rispose l’altra maga abbozzando un sorriso.
“Erza, guarda davanti a noi…”
“Sembra essere Charle…”
“E sta portando Wendy!” rispose euforica Mira, dirigendosi verso di loro.
“Mira-san! Erza-san! Che bello vedervi!” rispose la ragazzina mettendo in risalto nel suo tono di voce la spensieratezza della sua giovane età.
“Wendy! Non sai quanto lo sia per noi!” rispose la maga dai lunghi capelli scarlatti “Dove stai andando?”
“Io e Charle abbiamo deciso di affrontare una missione all’isola Galuna, niente di troppo complicato, si tratta solo di ritrovare un manufatto custodito all’interno delle rovine. Ma come mai siete così allarmate? È successo qualcosa?”
“Qualcuno ha preso una missione su un demone dei libri di Zeref inconsapevolmente… Stiamo tornando a Magnolia per avvertire i maghi.”
“Avete bisogno di una mano?”
“Ci saresti di grande aiuto Wendy”
“Bene, allora rotta verso Magnolia!”.
“Aye!”
 
***
 
“Hey ghiacciolo, cosa combini?”
“Non sono affari tuoi”
“Uff… Sei così da qualche giorno, mi fa venire il nervoso”
“Mi dispiace per te”
Natsu battè i gomiti sul tavolo, portando il proprio volto agguerrito di fronte a quello dell’amico.
“O mi dici quello che ti succede o ti pesto”
“Da quando in qua ho il dovere di informarti di quello che mi succede? E poi non ho niente che non vada.”
“Non mi prendere in giro! Quelle occhiaie non le hai mai avute!”
“Ho solo dormito male questa notte, tutto qui. Scusa se non mi infiltro nelle stanze altrui per dormire bene!”
“Ripeti quello che hai detto!?” rispose il ragazzo con il pugno già avvolto dalle fiamme.
“IO NON MI INFILTRO NELLE STANZE ALTRUI!”
“Brutto…” rispose il Dragon Slayer portando il pugno a pochi millimetri dal viso del mago del ghiaccio, che con un rapido scatto si scansò, portando le braccia a lato, pronto ad attaccare.
“Fermatevi!” La voce ferma ed imperiosa di Titania li bloccò. La sua figura, seguita da Wendy, Mirajane e Charle procedette verso il centro della Gilda, fulminando con lo sguardo i due maghi, voltandosi poi freneticamente alla ricerca di qualcuno.
“Levy!”
“E… Erza!” rispose la Solid Scripter intimorita dall’improvviso richiamo. Ma la voce della maga non suonava come rimprovero, piuttosto conteneva una sfumatura di sollievo.
“Rimangono solo Elfman e Juvia all’appello…” Gray nel sentire il nome della ragazza pronunciato con velo di preoccupazione mal nascosto dalla piccola Dragon Slayer non riuscì a trattenersi.
“Che cosa è successo a Juvia!?” chiese come in preda al panico, suscitando la curiosità dei suoi compagni. Ma fu solo un attimo in quanto tutti si concentrarono sulle quattro ragazze, desiderosi di spiegazioni.
“Lei o Elfman stanno per lottare con uno dei demoni del libro di Zeref inconsciamente… Sperando che non abbiamo già iniziato o concluso…” rispose in un sospiro Titania
“Dove si troverebbero?”
“Gray, non puoi andare da solo! Dobbiamo organizzare una squadra!”
“Dove è?” ripeté con decisione il mago.
“Se parlate di Juvia io l’ho vista poco fa in periferia con Lyon. Un’azione da vero uomo!” Disse una voce proveniente dall’entrata dell’edificio. Tutti si girarono verso l’imponente figura di Elfman, fermo sull’uscio della porta retto da una stampella e dalla sorella minore.
“Elfman! Cosa ti è successo?” Chiese preoccupata la maggiore.
“Non è da uomo rispondere a questa domanda!”
“È solo caduto dalle scale onee-chan, niente di preoccupante” rispose la piccola Strass, sorridendo imbarazzata.
“Questo significa che…” pronunciò piano Wendy.
“Gray, fermati!” tuonò Erza
Ma il ragazzo era ormai fuori dalla Gilda, diretto alla periferia di Magnolia.
“Cosa crede di fare quel Lyon!? Dannazione, lui ha solo approfittato della situazione, la colpa in realtà è solo mia… Perché diavolo ho voluto ascoltare le parole di Ultear? Lo sapevo fin dall’inizio quello che provavo, non volevo solo ammetterlo, ma con il tempo ci sarei riuscito no? Stanotte per esempio le avrei detto tutto… Ma il mio comportamento l’ha fatta fuggire. E con cosa mi ritrovo ora? Il rischio di perderla per sempre!” rimuginava, mentre correva a perdifiato, intenzionato a salvare la sua compagna.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autore: Eccomi! :D Ok, il mio buon proposito di allungare i capitoli è caduto in qualche voragine sconosciuta ^^” Scusate ma non ci posso riuscire, è come se andasse contro la mia stessa esistenza (?) *ma che sto a di? o.o” Comunque spero che questo capitoletto insolitamente ricco di azione (?) vi sia piaciuto :) Vorrei poi ringraziare coloro che continuano a recensirmi dagli albori (?), fairy ice, Luxus99chan, CrazyLoL102, Amane, Kurapikt e Dylanation, senza di voi non sarei mai andata così avanti a pubblicare *^*
Ora vi lascio, ci vediamo entro fine settimana, promesso ;)
Buona serata :)
~yuzuki
P.S. Se vi può interessare ho iniziato a pubblicare un’originale Fantasy :3

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Quasi fin troppo semplice,no? ***


“Dovrebbe trovarsi da queste parti… Eppure non riesco ancora a percepirlo…”
“Jellal, là nella radura!”
Il ragazzo portò lo sguardo verso il punto indicato da Ultear. Sullo sfondo verde smeraldo dell’erba veniva a trovarsi un’alta figura, con lunghi capelli bianchi. Il demone, senza ombra di dubbio.
“Non vedo segni di battaglia nei dintorni, i maghi di Fairy Tail non sono ancora arrivati.”
“Cosa facciamo?” Domandò la bruna portando lo sguardo verso l’altro.
“Erza ormai dovrebbe esser riuscita a trovare chi ha preso la missione, l’idea migliore è aspettarlo e attaccare tutti insieme.”
“Non è detto. E poi credo che le nostre magie possano bastare a sconfiggerlo”
“Ma non sappiamo neanche di quale magia disponga!”
“Jellal, ogni secondo che passa mettiamo sempre più a rischio una vita. È possibile che il mago non sappia della nostra presenza qui e attacchi senza esitazioni. Dobbiamo sconfiggerlo noi.”
Il ricercato sospirò, vinto dalle ragionevoli e veritiere argomentazioni presentate dalla compagna.
“Allora, come procediamo?”
“Credo che la cosa migliore sia un attacco in simultanea. In questo modo il demone non avrebbe tempo di difendersi e contrattaccare”
“Il tuo piano ha come finale la sua uccisione vero?”
“Si. Non posso permettere che altre persone perdano la vita a causa di Zeref.”
Proferì piano queste parole, ancora vinta dal dolore da poco scoperto per la perdita della madre, quella stessa che l’aveva avvolta in un caldo abbraccio quando aveva creduto di morire, sull’isola di Tenrou. Fu in quell’occasione che conobbe Gray, il ragazzo che aveva tanto odiato ma che ora vedeva sotto una luce diversa, molto diversa.
“Spero che tu non sia guidata dal desiderio di vendetta…” La calda voce di Jellal la riportò alla realtà.
“No, assolutamente. Non posso dirti che sia il desiderio di aiutare altre persone a spingermi a farlo, ma nel mio cuore non c’è più spazio per un sentimento del genere… Ha già rovinato gran parte della mia vita, non permetterò che la distrugga interamente.”
Il ragazzo la guardò, abbozzando un lieve sorriso.
“Allora procediamo”
Jellal si concentrò, unendo le mani come in preghiera. Poi improvvisamente aprì gli occhi e saltò su di un ramo. Grazie a Meteor compì il gesto in un lasso di tempo brevissimo. Alzò quindi le braccia portandole sopra di sé.
“Altairis!” Le ombre vicine si riunirono nel formare un’enorme sfera nera, diretta verso il nemico.
Nello stesso momento dal sotto bosco provenne l’acuta voce di Ultear gridare:
“Ice Make: Rosen Krone!”
“Esplosione Celeste!”
“Ice-make: Bloom!”
“Gran Carro!”
“Flash Forward!”
Un’immensa nuvola si era elevata nel luogo in cui il demone riposava tranquillo pochi minuti prima.
“Jellal! Ora!”
“Abyss Break!”
La sua magia più potente, quella che sarebbe stata in grado di distruggere l’intera Torre del Paradiso. Trattenne in parte la potenza distruttiva di quell’attacco, ma il demone non avrebbe avuto speranze. Jellal tornò a terra a fianco a Ultear, che lo dovette sostenere prima che cadesse a terra privo di forze.
“Sono sicuro di averlo colpito”
“Sei stato formidabile” gli disse sorridendogli e accarezzandogli dolcemente i capelli blu, fissando il centro della radura, ancora avvolta da una densa nuvola grigia.
Lentamente questa si dissolse, rivelando al centro della radura un buco enorme causato dall’ultimo attacco di Jellal. Ultear si sporse leggermente in avanti, fino a vedere il corpo inerme del demone sdraiato prono. Dal corpo iniziarono lentamente a staccarsi piccoli frammenti di pelle, che divenivano gradualmente neri, per poi dissolversi nell’aria. Lo spettacolo aveva in sé qualcosa di meraviglioso e raccapricciante allo stesso tempo. Nel giro di un minuto il corpo del mostro era del tutto scomparso.
“Ci siamo riusciti!” ululò la ragazza, scossa dalla felicità con gli occhi umidi.
Il ragazzo sorrise, felice di aver aiutato il suo grande amore nella riuscita della loro missione.
Ultear procedette alla ricostruzione della radura, grazie alla magia dell’Arco del Tempo. Poi si alzò, si mise in spalla Jellal e si avviò verso la grotta. Qui depose il mago e per poi dirigersi verso la Gilda. Dall’alto della collina in cui si trovava vide Gray correre a perdifiato fuori dall’edificio. In un primo momento ebbe l’impulso di seguirlo, ma poi decise che sarebbe stato più prudente non mostrarsi in città. Era pur sempre una ricercata, e l’enorme quantitativo di energia liberata per distruggere il demone non doveva esser passata inosservata agli abitanti del luogo. Sebbene avesse imposto alcuni sigilli la prudenza non era mai troppa. Entrò quindi nello stabile, dove trovò i vari maghi intenti a chiedere spiegazioni ad Erza riguardo l’attuale situazione.
Non appena Titania la vide si bloccò. Dov’era Jellal? Perché non era con lei? Perché…
“Jellal è al sicuro nel mio nascondiglio, è solo stanco non preoccuparti.” Le disse la bruna notando la sua espressione preoccupata “Abbiamo anticipato il vostro mago e sconfitto il demone, non dovete più preoccuparvi.”
Un mormorio di sollievo si sparse nella Gilda.
“Un brindisi alla Crime Sorcière!” strillò Cana, alzando il calice pieno di birra sopra la sua testa, contenta di aver un nuovo motivo per bere. Tutti gli altri la imitarono, ad eccezione di Erza. Notando che Ultear si era avviata verso l’uscita Titania l’aveva infatti seguita e non appena lontana dallo schiamazzo dei ragazzi vide la mora girarsi verso di lei.
“Vuoi venire a vederlo?” le chiese cordialmente
La rossa annuì, ed insieme intrapresero il cammino verso la famigerata caverna.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autore: Eccomi!! :) Allora che ne dite, vi è piaciuto il capitolo? Bhe molti di voi penseranno che la vittoria sia stata fin troppo facile, ma avete presente gli attacchi di Jellal? C’è sono troppo seri ù.ù E nel prossimo capitolo vedremo cosa combinerà Lyon ù.ù Eh, già quel ragazzone farà qualcosa di particolare :3 E ricordatevi che Trollzuki tornerà a breve su questi schermi (?) *parte una risatina malefica* Comunque ci vediamo ;)
Alla prossima :3
~yuzuki

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Addio, amore mio ***


Li raggiunse al limitare del bosco ma preferì lasciare un certo distacco, in modo che non scoprissero la sua presenza. La pioggia che aveva iniziato a cadere lo svantaggiava e aiutava contemporaneamente. Poteva rendere più felpati i suoi passi, ma al minimo errore si sarebbero accorti di lui.
“Dannato Lyon, cosa ha intenzione di fare!?”
Una volta raggiunta un’ampia radura i due si fermarono al centro. Il mago di Lamia Scale si girò nella sua direzione.
“Hai intenzione di seguirci ancora per molto?”
Gray fu costretto ad uscire dal suo nascondiglio, imbarazzato e confortato dal fatto che Juvia non si fosse girata. Ma perché non l’aveva fatto? Non voleva neanche più vederlo?
“Volevo solo parlare con Juvia… Niente di più” disse avanzando verso di loro. Ma dal terreno si generò improvvisamente una spessa barriera d’acqua. Il ragazzo rimase inebetito. La magia era di Juvia, non vi erano dubbi… Era riuscito a farsi odiare a tal punto?
“Juvia ha preso la sua decisione, Gray. Hai detto tu stesso che l’avresti rispettata. Ora se vuoi scusarci…” Lyon creò intorno alla sbarramento acquatico di Juvia una seconda barriera di ghiaccio. Sembrava costruita per nasconderli, ma Gray poteva intravedere chiaramente le figure al di là dell’ostacolo. E ciò che vide lo distrusse. Lyon aveva avvolto con le sue sudice braccia la vita di Juvia, che gli aveva buttato le braccia al collo, per stringerlo a sé in un forte abbraccio. Ma fu ciò che avvenne dopo che lo costrinse in ginocchio. La maga si mise in punta di piedi per raggiungere le labbra dell’altro. E rimasero così per quasi un minuto, mentre il cuore del mago di Fairy Tail andava demolendosi. “Non può essere… Juvia…” La coppia si girò ed eliminò la duplice barriera. Gray poté vedere ancora più distintamente il contatto che i due corpi avevano, quello stesso contatto che aveva a lungo rifiutato e che ora desiderava più di ogni altra cosa. Il seno prosperoso della ragazza incrociava il pettorale scolpito dell’altro, che sorrideva beffardo.
“Juvia…”
La ragazza lo guardò. Non c’era più amore, non c’era più dolcezza, non c’era più lui nel suo sguardo.
“Juvia, cosa significa tutto questo!? Io… io credevo che mi amassi, credevo che sarebbe stato per sempre…”
“Sei patetico” rispose lei. Il suo sguardo di ghiaccio lo trafisse da capo a piedi. Le sue parole gli demolirono il cuore. Eppure aveva ragione, era stato davvero patetico.
“Non posso darti torto… Però…”
“Gray guarda il cielo, sta piovendo.” Gray… Niente appellativi, solo il suo nome… “Ti ricordi? Anche il primo giorno in cui ti ho incontrato il clima era così. Lo era stato per tutto il corso della mia esistenza… Ma poi arrivasti tu e mi facesti vedere qualcosa di stupendo… Il sole. Eppure in quel momento non ero concentrata su quel tipo di scoperta quanto più su di te. Mi ero innamorata, ne ero sicura. E ne sono sicura anche ora… Gray io ti amavo, e ti amo ancora adesso. Ed è per questo che me ne sto andando. Se per te non sono altro che un peso, una sofferenza, per aiutarti non posso far altro che allontanarmi. Lyon-sama ha deciso di aiutarmi in questo e gli sono molto grata… Ora che sei a conoscenza della situazione puoi tornare in Gilda. E non ho alcuna intenzione di abbandonare Fairy Tail, l’unico che devo lasciare sei tu…” fece una lunga pausa, per poi mormorare in un singhiozzo mal nascosto “Addio, amore mio” E così dicendo si girò, proseguendo lungo il confine della radura, sempre sotto la calda stretta di Lyon.
Il mago li guardò allontanarsi sempre di più, fino a quando non scomparvero dietro gli alberi. Non aveva parlato neanche in terza persona, non sembrava più lei … “L’ho persa, ho perso anche lei…” disse cadendo nuovamente in ginocchio, le mani strette sul volto, la pioggia che gli batteva forte sui capelli corvini. Sbatté un pugno con tutta la forza che aveva in corpo sul suolo, che si ghiacciò all’istante. Anche la pioggia subì lo stesso effetto. Tutto come quel giorno. Ma oggi lei non era lì ad attaccarlo, oggi non le avrebbe preso la mano prima che scivolasse nel vuoto, oggi non l’avrebbe più rivista come prima.
“Sei patetico” quelle parole non facevano altro che rimbalzargli in testa. Ma fu solo grazie a queste che trovò il coraggio di alzarsi in piedi. “Patetico, io? Se ho commesso l’errore di sembrarlo devo riguadagnarmi il mio onore. Ma cosa più importante devo riprendermi lei. Questo stupido sentimento che è l’amore mi avrà anche reso patetico, ma ora, di fronte alla sua perdita non farà altro che rendermi più forte di quanto non fossi già. Via tutte le mie stupide paure. Se ho perso tutte le persone a me più care non significa che devo perdere anche lei. La proteggerò, le sarò accanto in ogni momento. Non permetterò che quel dannato la porti via con sé.” Lo sguardo alto, deciso, indistruttibile. Nessuno l’avrebbe fermato, nessuno.
“Hey tu, sbaglio o sei un mago?”
Una voce prepotente alle sue spalle lo ridestò dai suoi pensieri.
“Si, e allora?” disse senza voltarsi.
“Lottiamo”
“Non è il momento adatto, ho altro da fare, sarà per un’altra volta”
“Lottiamo”
“Ho detto di no!”
“Lottiamo”
“Sei sordo o cosa? Ho detto di NO!” sbottò, girandosi verso lo scocciatore. Una figura alta sul metro e ottanta con lunghi capelli bianchi incombeva su di lui.
“Bhe, se non vuoi iniziare tu, ci penso io” e così dicendo l’uomo partì alla carica.
 
 



 
 
 
 
 
Nota dell’autore: Ta-ta-ta-tan!! :3 Salve minna! :) Come vi è sembrato questo capitolo *le tirano un cesto intero d pomodori* Ok, ok la parte Lyviosa magari non vi sarà piaciuta ma tranquilli, ogni cosa ha il suo perché, ricordatevi che sono una fan sfegatata di Gruvia ;) E questo finale? :3 Spero di avervi incuriositi :333 *le tirano ogni altro genere di ortaggio* Ok, fuggo, ci vediamo ;)
~yuzuki

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** La verità e l'incombenza ***


“Lyon-sama, sei sicuro che sia stato giusto? Perché Juvia…”
“Non ti devi preoccupare, è stata la cosa migliore da fare”
“Ma Gray-sama sembrava così…”
“Si sarà già ripreso, sai anche tu di che stoffa è fatto. Tra poco ce lo troveremo alle calcagna.”
“Juvia non è ne sicura…”
Il ragazzo si fermò di colpo, prendendola per le spalle e facendola voltare verso di lui, puntando i suoi occhi nelle iridi blu cobalto della ragazza.
“Juvia, lui tiene a te, se no che motivo avrebbe avuto di seguirci fino alla radura? Non crederai davvero nella scusa ‘non puoi stare con uno di un’altra Gilda’? L’hai visto anche tu il suo sguardo di poco fa, no?”
La ragazza abbassò lo sguardo poco convinta.
“Però… Juvia non lo sente arrivare… E poi dovrebbe esser bastato, in fondo l’abbiamo già fatto ingelosire tanto… E poi a Juvia non piace questa situazione, mi sembra di avergli mentito… Anzi è come avergli mentito…”
“Devi stare tranquilla, ok? Se ora tornassi indietro andrebbe tutto a rotoli. Abbi fiducia in me”
 
***
Prima dell’incontro con Gray nella radura
 
“Lyon-sama?”
“Sì Juvia, me ne sono accorto.”
“Quindi Gray-sama tiene davvero a me?” domandò, anche se in maniera retorica, la maga dei capelli blu, con lo sguardo sognante.
Lyon sorrise nel vedere la maga così allegra e fu in quel momento che gli venne un’idea geniale.
“Juvia?”
“Sì?” rispose lei allegra.
“Non avevi detto che lo avresti dimenticato?” chiese inizialmente per sicurezza, pur sapendo già la risposta.
“… Juvia non ci riesce… Prima Juvia ti ha mentito, era fuori dalla Gilda per vedere Gray-sama. E quando ha sussurrato il nome di Juvia… Tutte le difese di Juvia sono cadute… Perdonami Lyon-sama…”
“Perché chiedi scusa? E comunque immaginavo che in fondo non avresti mai smesso di volergli bene” disse abbozzandole un sorriso
“Juvia non vuole bene a Gray-sama, Juvia ama dal profondo del suo cuore Gray-sama!” replicò lei quasi infastidita.
Lyon non potè fare a meno di scoppiare a ridere di fronte al viso buffo della ragazza, che stava per protestare quando lui riprese a parlare.
“Sei veramente dolce, sai? Non riesco a capire come quello stupido possa aver resistito a te fino ad oggi. Ma mi è appena venuta un’idea.”
“Un’idea?”
“Già, ora potrai vedermi come tuo cupido personale” le disse strizzandole l’occhio e abbassando il tono di voce “Pensaci, se ora ti buttassi direttamente nelle sue braccia ti tratterebbe come sempre, anzi ti ammonirebbe per il tuo comportamento dell’altra sera, comportandosi come al solito da menefreghista. Se invece ti dimostrassi totalmente distaccata…”
“Gray-sama dovrebbe cercare di convincermi a tornare da lui, se tiene veramente a me…”
“E quindi riusciresti anche a capire quanto sono profondi i suoi sentimenti”
“Ma se non reagisse? Se Gray-sama non provasse davvero niente per Juvia? Cosa accadrebbe in questo caso?”
“L’unica cosa che puoi fare è fidarti di me. Io ho l’impressione che non voglia dichiararsi solo per paura di perderti. I fantasmi del passato lo rincorrono ancora e lui sta cercando di fuggirne. Da quando ti ha incontrata però qualcosa è cambiato, nonostante rimanga costantemente fissato su certi punti la sua barriera di ghiaccio si è incrinata. Il vostro incontro non ha giovato solo a te, ma anche a lui…”
Lyon socchiuse gli occhi, felice e al contempo triste del suo destino. Stava aiutando la donna che amava a realizzare il suo sogno e al contempo ad allontanarsi da lui. Ma in fondo sapeva che lei non era la persona giusta. Sapeva che il suo cuore aveva già trovato un’altra, ma faceva fatica ad ammetterlo. Da quel punto di vista si trovava dannatamente simile a Gray. Ciò che lo bloccava non erano però dei rimorsi, ma unicamente la paura di rovinare il presente, un’amicizia forte di cui mai avrebbe voluto fare a meno.
“Allora, come procediamo?” la voce squillante di Juvia lo riscosse dai suoi pensieri, interrompendo il silenzio che si era venuto a creare.
“Io avevo pensato di…”
Quando finì di spiegare il suo piano erano ormai agli argini della radura, dove la piccola finzione avrebbe avuto luogo.
 
***
 
Juvia annuì questa volta più convinta della precedente. Ma i timori nel suo cuore continuavano ad impaurirla. Non avrebbe voluto perdere Gray per niente al mondo, e sebbene Lyon cercasse di far apparire il suo piano perfetto, continuava a conservare remore nei suoi confronti. Ma se tutto fosse andato come il mago pensava forse…
Fu un attimo. Juvia si bloccò di colpo, seguita da Lyon. Il suo flusso di pensieri fu interrotto da qualcosa di anomalo, un rilascio di potere non programmato, proveniente dalla radura in cui avevano lasciato Gray. Ed era proprio la magia di questi ad esser stata liberata.
Vi fu un attimo di silenzio, in cui si udivano unicamente le gocce battere stancamente sulle foglie intorno a loro. Tutto sembrava surreale, come rinchiuso in una bolla d’acqua.
“Ice make: Lance!” si udì in lontananza.
Juvia non ebbe tempo di girarsi verso il compagno che un urlo sovrastò l’intera foresta.
Le sembrò di sentire un’imprecazione da parte di Lyon, ma ormai il suo cuore e la sua mente, tutta lei stessa era incentrata sul rimbombo del grido precedente. Il grido di dolore di Gray.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autore: Eccomi di ritorno^^ Ok, la parte Lyvia è del tutto conclusa e quel poco che vi era stato in precedenza è stato demolito *risata malefica* Ma il nostro piccolo Gray… Lui… Lui…
Buahhhhhhhhh TAT Odio solo il pensarlo soffrire eppure in quasi ogni fanfiction gli faccio la bua, sono un mostro TAT Comunque per il momento vi lascio con la piccola e dolce Juvia che corre per salvare il suo amore *^*
Alla prossima ;)
~yuzuki

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Verso il nulla ***


“Dannato!” inveì Gray.
Aveva scansato di poco il colpo preparato dall’uomo sconosciuto. Ora era di fronte a lui e poteva vederlo nella sua interezza. Alto poco più di lui, lunghi capelli bianchi e occhi rossi, iniettati di sangue.
“Sei tu il demone che distrugge le case della periferia?”
“Che distruggo le case è vero, ma il fatto che sia un demone perché non lo provi da solo?” lo schernì l’altro “Ah, e per tua informazione mi chiamo Zornbald”
“Cosa me ne può fregare del tuo stupido nome?”
“Pensavo ti avrebbe fatto piacere sapere il nome dell’uomo che ti ucciderà”
“Non sparare cazzate! Ice Make: Ice Geyser!”
L’uomo non provò neanche a muoversi. Rimase fermo al suo posto, anche quando il ghiaccio lo circondò. E non fece nulla per liberarsi da questo. Il mago lo guardò stranito, aspettando in allerta la mossa dell’altro. Eppure dopo alcuni minuti l’unica cosa che si muoveva era la pioggia, stimolata da una leggera brezza.
“E tu dovevi riuscire a battermi? Ma per favore, ti avevo anche sopravvalutato” disse girandosi, ormai fiducioso della propria vittoria.
“Mai voltare le spalle al nemico!” Una gomitata al collo lo stese a terra, dopo qualche capriola a mezz’aria. La potenza di quel colpo era incredibile. Il volto del ragazzo si ritrovò rivolto verso il corpo da lui congelato. Era ancora lì, non si era mosso. Eppure poteva chiaramente vedere il demone dirigersi verso di lui.
“Vedi, questa è la mia magia, la capacità di creare delle copie del tutto identiche a me. Anche uno dei tuoi amichetti si era illuso di potermi sconfiggere. Ma i suoi attacchi erano molto più forti. Forza, mostrami cosa sai fare, pivello!”
“Non so di che amichetto tu stia parlando, ma se la tua magia consiste nel creare pupazzetti non credere di riuscire a vincere contro di me! Ice Make: Ice Hammer!”
L’uomo bloccò il colpo al di sopra della sua testa, trattenendo l’arma di ghiaccio unicamente con una mano.
“È tutto qui quello che sai fare?”
“Certo che no! Ice make: Floor!”
Il nemico si trovò per un attimo sbilanciato dalla lastra di ghiaccio formatasi sul suolo.
“Ice make: Ice Bringer!”
Gray approfittò del momento di distrazione dell’altro, avanzando velocemente verso di lui e ferendolo al costato. Caldo e nero sangue colò dalla ferita, macchiando l’azzurrognolo delle lame del ragazzo. In seguito all’attacco il martello non trovò più la resistenza del braccio e crollò sul demone.
“Allora, dove sono i tuoi pupazzi?” domandò beffardo.
Il mucchio di ghiaccio di fronte a lui tremò, fino a che i candidi capelli dell’uomo non si intravidero.
“Complimenti, mi hai ferito. Ma in realtà è stato tutto a causa di una mia distrazione, farò in modo che non accada più… Per quanto riguarda i miei “pupazzi” come li chiami tu… Bhe perché non provi a girarti?”
Prima ancora di compiere questo gesto Gray saltò in aria, evitando di poco le lame avversarie. Un piccolo esercito di demoni lo osservava da terra, incapace di compiere alcuna azione.
“Ice make: Lance!” pronunciò il mago, distruggendo tutti i fantocci presenti al suolo
“Utili i tuoi fantocci, non possono nemmeno saltare!”
“Ma io sì”
Fu un attimo. Un dolore lancinante alla schiena lo fece urlare a squarciagola. Cadde a terra, per un attimo privo di sensi. Poi un forte calcio al fianco lo ridestò immediatamente, ma solo per consentirgli la percezione di altro dolore, proveniente da una serie di colpi assestati allo stomaco o alla schiena, in corrispondenza della precedente ferita.
“Ora non fai più il furbo, eh mocciosetto” lo scherniva il mostro continuando ad infierire sul suo corpo. Ad un certo punto si bloccò, poiché Gray aveva afferrato con una mano la sua gamba muscolosa, provandola a ghiacciare.
“Umph, credi che un po’ d’acqua fredda possa bastare a fermarmi?” e con un colpo secco e deciso colpì la mano del ragazzo, rompendo questa e il ghiaccio che si era formato. Il mago ululò nuovamente di dolore.
“Mi fai troppo schifo per finirti con le mie mani” disse alzando lo sguardo, dopo aver inferto l’ennesimo calcio “Ma fortunatamente ho trovato la soluzione migliore per entrambi” disse sorridendo malignamente.
Prese la testa al mago ormai privo di forze e la fece voltare verso Est.
“Lo vedi quello? È un bellissimo burrone, da cui tra poco sarai gettato. Ti piace l’idea?”
“Non credere di aver vinto!” ringhiò ormai esausto Gray “Ice make: Fishnet!”
“È inutile che ci provi! Il tuo ghiaccio non potrà mai ferirmi!”
“Ma l’acqua sì!”
La pioggia si era nuovamente congelata, ma questa volta le gocce avevano una dimensione maggiore e apparivano molto più minacciose. Scesero rapidamente sul nemico, ricoprendolo di tagli e ferite, dando tempo al moro di riprendere fiato.
“Non credere che una cretinata del genere possa sconfiggermi” disse però improvvisamente l’altro, correndogli incontro e assestandogli un calcio nei reni molto più potente dei precedenti. Il ragazzo fu sbalzato via, al di sopra del vuoto del burrone. E così iniziò la sua lenta caduta verso il nulla.
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
Nota dell’autore: Eccomi^^ *Le tirano qualsiasi cosa grondanti di lacrime* Ok, non so scrivere le scene di lotta, lo ammetto ^^” E mi sto deprimendo per quello che ho scritto TAT Gli ha fatto troppo male ç.ç E adesso cade giù ç.ç Perché non mi trovo un’altra occupazione? TAT
Vado a mangiare della Nutella, alla prossima TAT
~yuzuki
P.S. Vi ho lasciato un piccolo indizio sul finale, uno specie di predizione, vediamo chi riesce a trovarlo :333 *sisi, sempre la risatina malefica che tanto vi piace (?)*

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** L'amore del ghiaccio, la forza pioggia, la provvidenza del vento ***


Non gli era rimasta nemmeno una goccia di magia in corpo e stava cadendo inesorabilmente verso il suolo a decine di metri di distanza. Sentiva il vento fischiare intorno a lui e accompagnarlo nel suo declino.
Si narra di come prima di morire si riveda tutta la propria vita. Ed effettivamente ora poteva affermarlo. Aveva gli occhi chiusi, ma invece del nero poteva vedere il suo volto, i capelli blu e gli occhi dello stesso colore, profondi come l’oceano. Rapidamente scorse tutte le loro avventure insieme, dal loro primo incontro, alla Torre Del Paradiso, all’esame per diventare maghi di classe S. Riviveva come il suo cuore fosse stato gradualmente smosso dal suo condizione di ibernazione, per esser riportato nella contemporaneità. E proprio ora che il processo si era concluso era destinato a non poterglielo rivelare, era destinato ad esser dimenticato e sostituito da Lyon.
Andava così ragionando quando improvvisamente la sua inesorabile corsa si fermò. Sotto di sé sentì qualcosa di fresco e il suo capo potè adagiarsi su qualcosa di infinitamente morbido. E fu il vuoto, ma solo per qualche istante. Non appena riprese coscienza sentì alcune gocce percorrergli e inumidirgli il volto. Cercò di aprire gli occhi, ma anche questo minimo gesto gli costava estrema fatica. Ma fu allora che udì una voce, l’unica voce che avrebbe voluto sentire in quel momento.
“Gray-sama…” sussurrava. Era calda, ma piena di dolore e tristezza.
Juvia piangeva sconsolata mentre il corpo praticamente inerme del mago giaceva nelle sue braccia.
“Juvia, vado a intrattenere per un po’ quel mostro” le disse Lyon al suo fianco.
Lei pur udendo l’affermazione non accennò alcuna risposta, concentrata completamente sul suo amato. Lo sentiva respirare, ma era molto debole, forse troppo. La colonna d’acqua che aveva innalzato li reggeva in aria e allo stesso tempo puliva le ferite del ragazzo. Non un gemito, non un lamento usciva dalle sue labbra. Poi all’improvviso sentì una mano accarezzarle il viso e fu in quel momento, con gli occhi offuscati dalle lacrime che potè vedere i profondi occhi scuri del suo amato.
“Hey…” le sussurrò.
Quando la sua voce rotta le arrivò alle orecchie non riuscì più a trattenersi. Pianse disperatamente, come mai aveva fatto prima d’ora. Tutto il dolore, tutta l’angoscia, tutta la paura di quegli attimi si riversò in quei cristalli che velocemente le percorrevano il viso.
“Gray-sama…” balbettò tra le lacrime “è tutta colpa di Juvia… è solo colpa di Juvia…”
“Sarebbe colpa tua se mi sono ridotto così?”
“Sì… È tutta colpa di Juvia… Se non ti avesse lasciato da solo ora… ora…” un dito sulle labbra la bloccò dal parlare ancora.
“Shhh… Non hai fatto niente, non è colpa tua…” le disse sorridendo dolcemente.
“Invece è colpa di Juvia… Se lei non avesse finto di stare con Lyon tutto questo non sarebbe successo… Juvia è stata superficiale e per colpa sua Gray-sama…”
“Quindi era tutta una recita?”
“Si… Lyon-sama mi aveva detto che forse Gray-sama provava qualcosa per Juvia e che questo era il miglior modo per saperlo… E Juvia si è fatta abbindolare… Juvi…”
“Sono così contento che fosse tutta una finzione…” La interruppe il ragazzo. Juvia lo fissò intensamente, fino a scorgere sul suo viso qualcosa di inaspettato, una lacrima.
“Gray-sama…”
Il ragazzo cercò lentamente di alzare il capo, fino a raggiungere le labbra carnose di lei, dove depositò per pochi secondi le sue.
“Ti amo, Juvia…” disse staccandosi prima di svenire.
“Anch’io ti amo, Gray-sama…” rispose piano, accarezzando il volto dell’amato leggermente arrossato, come il suo.
“Lyon-sama!” chiamò poi a gran voce.
L’altro mago del ghiaccio arrivò dopo qualche istante, scorrendo su di uno scivolo di ghiaccio appena creato.
“Lyon-sama prendi Gray-sama e portalo nel bosco. Anche tu sei ferito, devi riposarti. A quello ci penso io.” Disse la ragazza con lo sguardo serio e sicuro. Il ragazzo non provò neanche a protestare, consapevole dell’inutilità che avrebbe avuto quell’azione.
“Stai attenta, è forte. Può creare delle copie di sé stesso, forti e veloci come lui. Queste però sono prive di magia e non possono saltare. E punta molto sull’attacco fisico”
“Non ci saranno problemi, puoi starne certo” rispose lei, innalzando la colonna d’acqua su cui era seduta fino all’altezza della radura.
Il demone guardava nella sua direzione, con sguardo strafottente. La pioggia si fece più fitta e un tuono si udì rimbombare in lontananza.
“Oh, ma tu guarda, ora mandano anche le donne contro di me? Patetici”
“Sei stato tu a ferire Gray-sama?” chiese con la voce ferma, priva di alcun timore.
“Bhe, non so come si chiami, ma se intendi quel mago da strapazzo moro che gioca con il ghiac…”
Non fece in tempo a finire la frase che un forte calcio lo stese a terra. Un fulmine cadde a pochi metri da loro, ma il piccolo focolaio che si era venuto a formare si estinse immediatamente a causa dell’umidità dell’atmosfera.
Juvia era in piedi davanti a lui, gli occhi blu con una sfumatura particolare, rossastra. Non diede il tempo di riprendersi all’avversario che iniziò a bersagliarlo con una sequenza violenta e brutale di attacchi fisici. Calci, pugni, testate, nessuno avrebbe mai pensato che quella ragazza nascondesse una tale forza. Quando l’altro iniziò a sputare sangue si fermò e lo fissò come in catalessi.
“Tu… tu hai fatto soffrire Gray-sama… Io non posso perdonarti!” la sua voce era diventata cavernosa ed imponente. “La finiremo qui, ora! Sierra!”
Il corpo bollente di Juvia divenuto acqua avvolse completamente quello del mostro, scottandolo in più parti. Nel giro di un minuto la ragazza tornò nella sua forma umana per riprendere l’attacco dalla distanza.
“Double Wave!”
“Water Force!”
“Water Slicer!”
Si bloccò, leggermente affannata, notando che il corpo dell’avversario era immobile e ricoperto di ferite. Chiuse gli occhi, ascoltando i rumori prodotti dall’acqua. Da quando aveva liberato la sua seconda origine poteva sfruttare il suo elemento naturale per controllare ciò che accadeva intorno a lei. E ora poteva accertarsi di aver colpito il vero demone e non un manichino. Sospirò e diede le spalle al nemico, provata e sollevata al tempo stesso, quando una forte folata di vento la fece girare di colpo. L’uomo dai lunghi capelli bianchi era scomparso. Al suo posto una creatura alta sui due metri e mezzo, cosparsa di pelo bianco e simile ad un gorilla era comparsa. E solo il provvidenziale intervento di un piccolo tornado aveva bloccato l’attacco del mostro, naturalmente diretto a lei.
“Ci si rivede, rivale in amore” squillò una voce familiare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autore: Eccomi ^^ Che ne dite di questo capitolo? :3 Purtroppo per voi ho continuato con le scene di lotta ma ho cercato di rifarmi un po’ con l’inizio teneroso e depresso xD Spero vi siano piaciute entrambe le parti. Ed ecco, l’ultimo colpo di scena. Chi è arrivato/a secondo voi? :) E ultimo perché la storia è ormai prossima al termine :/ Vi posso però anticipare che ho già in progetto due short, se vi può consolare :3
Prima di lasciarvi vorrei però passare un attimo ai ringraziamenti:
A chi ha messo la storia nelle seguite:
Amane, CrazyLoL102 Everlark J,  frikri, Mini_Witch, R O B, radio asis, Ronnie Stregatto, valepassion95, _BlackRose_FairyTail
A chi ha aggiunto la storia ai preferiti:
fairy ice, frikri, Levy_Chan98, Mitsukage_AM
A chi l’ha recensita:
Luxus99chan, Kurapikt, fairy ice, Amane, CrazyLoL102, Dylanation, Ranma_chan
E ovviamente a tutti coloro che l’hanno letta :) Grazie mille di cuore a tutti <3
~yuzuki

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Niente più di un libro, ormai ***


Juvia fissò i suoi occhi blu resi enormi dalla sorpresa sulla ragazza che ora si trovava al suo fianco. I capelli rosa erano raccolte in due codini alti. Le sue forme, sebbene ancora non mature, erano già ben evidenziate dal top bianco senza spalle e dalla minigonna azzurra chiara.
“Chelia?” chiese ancora sorpresa.
“Ci si rivede, eh Juvia?” le rispose lei sorridendole.
“Cosa ci fai qui?”
“Non sei l’unica stalker di Fiore.” Disse sicura, abbozzando un sorriso “Era da giorni che Lyon non si faceva vedere in Gilda e quindi ho deciso di seguirlo, sapendo di trovarlo qui a Magnolia. L’ho incontrato poco fa nel boschetto e dopo avermi raccontato quello che è successo mi ha chiesto di venirti ad aiutare”
“Attenta!” La maga dell’acqua si gettò sopra l’altra per impedire che una zampata del demone potesse colpirla. Immediatamente creò una pozza d’acqua sotto i piedi del mostro, che rimase bloccato dalla fanghiglia creatasi.
“Dobbiamo agire in fretta, io non ho più molto potere magico!” disse la blu
“Dobbiamo provare…”
“Di cosa parli?”
“Dell’Unison Raid… Anche io sono in debito di magia, ho cercato di arrivare qui il prima possibile e ora sono un po’ provata.”
La maga di Fairy Tail fissò intensamente gli occhi oltremare della ragazza, per poi annuire e tenderle la mano. L’altra annuì, intrecciò le sue dita con Juvia e chiuse gli occhi, respirando a fondo. Rimasero per qualche istante entrambe immobili, le palpebre calate in segno di concentrazione e stanchezza allo stesso tempo. Poi di scatto le quattro iridi blu si rivelarono e un grido unico risuonò in tutta la foresta.
“Ora! Unison Raid”
Dal corpo delle maghe partirono flutti di acqua ed aria, che andarono ad allacciarsi l’uno con l’altro, formando infine un raggio unico, dritto al petto del mostro, ancora intento a districarsi dal pantano. Non fece in tempo ad alzare il volto scimmiesco che fu colpito.
Un urlo di dolore bestiale rimbombò nella radura.
Il corpo del demone cadde definitivamente a terra ed iniziò a dissolversi, liberando piccole bolle nere che gradualmente si dispersero nell’aria.
Alla fine al suo posto giaceva un libro antico, rilegato in una copertina bianca e su cui svettavano intarsi rosso fuoco.
Le due ragazze caddero in ginocchio stramate.
“Ce l’abbiamo fatta?” chiese ansimando la più giovane.
“Sì, l’abbiamo sconfitto” rispose l’altra sorridendo appena.
“Anche se è stato per poco tempo mi è piaciuto battermi con te” disse la maga di Lamia Scale, porgendo la mano all’altra.
“Anche a Juvia ha fatto piacere combattere al tuo fianco” disse stringendole la mano.
Rimasero lì ancora per qualche istante, finché non sentirono dei passi pesanti dietro la loro schiena. “Ero sicuro che ce l’avreste fatta.”
La voce calda di Lyon raggiunse entrambe le ragazze, che si girarono sorridendo. La maga della pioggia ebbe però un tuffo al cuore nel vedere sulle spalle del ragazzo il corpo inerme di Gray.
“Non ti preoccupare, è ancora svenuto” le disse il ragazzo notando il suo sguardo preoccupato e adagiando il corpo a terra. Dopo poco anche lui si sedette, provato dalla lotta precedente e dal trasporto dell’amico.
Juvia si avvicinò gattonando a Gray e rimase a fissarlo a lungo, come in catalessi, in attesa di un movimento del ragazzo.
“Lyon-sama?” chiese poi improvvisamente
“Sì?”
“Puoi tornare a casa, ora Juvia sa cosa fare” disse prima di alzarsi e raggiungere il mago di Lamia Scale.
Si inginocchiò e strinse il corpo dell’altro in un caldo abbraccio.
“Grazie di tutto” sussurrò piano dopo averlo baciato delicatamente sulla guancia. Le gote del mago andarono ad imporporarsi mentre alzava un braccio per circondare l’esile vita della ragazza.
“Di niente” bisbigliò lui.
“Ehm ehm” un leggero colpo di tosse li riscosse entrambi, facendoli staccare. I due guardarono Chelia con un sorriso.
“Hai ragione è ora di andare a casa” disse il ragazzo alzandosi e appoggiando una mano sui capelli rosa della compagna.
“Ti ho già detto che non voglio che mi tocchi i capelli!”
Lyon la guardò maliziosamente, per poi far passare la mano su uno dei lacci dei codini e tirarlo, in modo da sciogliere l’acconciatura.
“Lyon!” strillò lei.
“Ti donano di più i capelli sciolti, sai?”
La ragazzina arrossì a quel complimento e quasi con disprezzo riprese il laccio in mano al ragazzo.
“Come se mi importassero i tuoi pensieri” disse mentre si scioglieva l’altro codino.
“Su andiamo!” disse sorridendole e iniziando a camminare verso il limitare del bosco. “Ci vediamo Juvia” aggiunse poi girandosi verso la maga dell’acqua e strizzandole l’occhio.
Lei sorrise di ricambio, prima di concentrarsi nuovamente sul suo amato.
 
 
 
 
 
 
 


 
Nota dell’autore: Eccomi di ritorno^^ Avevate indovinato che si trattava proprio di Chelia? :) E comunque ammettetelo, non sono brutti come coppietta lei e Lyon :3 Anche se lui sembra un pedofilo xD Ma vabbè, l’amore non ha età ù.ù Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se di momenti cucciolosi non ce ne sono stati molti ^^” Ma tranquilli, ora arrivano xD Credo che il prossimo capitolo renderà felicissimo Laxus99chan, perché sarà tutto Jerza xD Dopo pubblicherò un piccolo speciale sulla missione di Elfman per farci due risate xD E alla fine ci sarà il trionfo della Gruvia *^* Ho già steso parte del dialogo e mi sta piacendo troppo *^* Spero sarà lo stesso per voi^^
Alla prossima ;)
~yuzuki
P.S. Piccolo spam :3 Siccome potrei essere assente per un po’ con le long in Fairy Tail vi indirizzo alla mia storia originale :)  http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2550149&i=1

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Special: La missione di Elfman ***


Non aveva chiuso occhio per tutta la notte a causa della sua agitazione. C’era riuscito, dopo mesi e mesi era riuscito a convincere Ever ad andare in missione con lui.
Si alzò dal letto con un energico colpo di reni. Si sentiva più brioso di quanto fosse mai stato in tutta la sua vita. Si avviò verso la porta della camera, per dirigersi in bagno a prepararsi al grande evento. Camminò baldanzoso sulle travi di legno del corridoio, fino a scorgere il lavandino dove sua sorella Mirajane stava riempiendo un secchiello. Nel sentirlo arrivare si girò verso di lui, sorridendo dolcemente.
“Buongiorno” lo salutò
“Buongiorno sorellona”
“Pronto per l’appuntamento di oggi?” chiese fissandolo negli occhi, illuminati da una strana luce rossastra.
“E tu come…” rispose lui interdetto.
“Sono tua sorella, è ovvio che sappia certe cose” disse strizzandogli l’occhio. “Ti ho comprato una camicia nuova per l’occasione, la trovi appesa nel tuo armadio. E fa attenzione quando scendi le scale, potrebbero non essere ancora asciutte” continuò spostando nuovamente lo sguardo sul suo impiego.
Poco dopo alzò il secchiello e iniziò a dedicarsi alla pulizia del pavimento. Elfman entrò allora in bagno e vi restò per un quarto d’ora… Una mezz’ora… Un’ora. Fu allora che la porta del bagno si spalancò di corsa, rivelando un uomo ricoperto unicamente da un asciugamano che correva disperato verso camera sua. Poco dopo lo stesso bestione si precipitava giù dalle scale, finendo di abbottonarsi la camicia.
Purtroppo in quel momento le raccomandazioni della sorella erano svanite. Nella fretta della discesa mancò un gradino e ruzzolò inesorabilmente fino alla base degli scalini.
“Onii-chan, cosa stai facendo?” chiese in uno sbuffo una testolina bianca, spuntando da dietro la parete della cucina.
Vedendo il fratello accasciato a terra con una gamba in posizione innaturale i suoi occhi divennero saturi di terrore. Si avvicinò di corsa a lui continuando a chiamare il suo nome. Non ricevendo alcuna risposta gli prese volto e lo adagiò sulle sue ginocchia, alla ricerca di eventuali ferite alla nuca.
Passarono molte lacrime ma pochi secondi prima che le iridi del ragazzo si riaprirono. Lisanna lo fissò per qualche istante per poi gettare e nascondere il viso nel petto possente di Elfman, che, dopo una prima fase di stordimento, passò una mano sulla sua schiena, avvolgendo i fianchi della sorella non dopo aver mal trattenuto un gemito. Udendolo la ragazza si alzò di colpo con aria indagatrice. Immediatamente si ricordò dell’atteggiamento anormale della gamba sinistra e si fissò su quella. Molto probabilmente era rotta. Non potendo sollevare il corpo del fratello corse verso il bagno, aprì lo sportello di fianco allo specchio ovoidale e prelevò la cassetta di primo soccorso. Tornò quindi indietro, praticando le prime cure allo zoppo.
Dopo aver concluso una fasciatura provvisoria la ragazza puntò i suoi enormi occhi celesti in quelli del fratello, ancora visibilmente preoccupata.
“Elfnii-chan, come ti senti?”
“Devo andare in Gilda…” disse il ragazzo provando ad alzarsi, ma invano, in quanto la sorella lo trattenne a terra.
“Non puoi, hai una gamba rotta! Ci penso io a chiamare Wendy”
“Non mi importa della gamba… Devo andare in Gilda…”
“Onii-chan, non puoi!”
“Infatti non posso,devo andare in Gilda! Cosa penserà Ever di me?!” replicò alzando un poco la voce, formata da un misto di preoccupazione e determinazione. No, non poteva rimanere a casa. Era la sua prima occasione e se fosse svanita in quel modo sarebbe stata anche l’ultima.
 
***
 
“Ever ti vedo pensierosa, qualche problema?”
La ragazza si bloccò, smettendo di girare la cannuccia all’interno del drink all’ananas preso mezz’ora prima. Era riuscita a berne a malapena la metà. Sentiva lo stomaco chiuso e una bizzarra sensazione alla testa. Si sentiva triste ma allo stesso tempo allegra, disillusa ma speranzosa. In una parola si sentiva strana. La mente ragionava a fatica e per poco non rischiò di pietrificare Freed che la guardava preoccupato.
“Ever?” richiese il compagno, avvicinando il suo volto a quello della mora. La ragazza alzò di colpo lo sguardo, sorpresa da quel richiamo per lei improvviso e a causa della minima distanza dallo Scripter si sbilanciò all’indietro. Solo il provvidenziale intervento di Laxus le evitò una rovinosa caduta.
“Tutto ok?” le chiese.
Ma la voce di Titania rimbombò nella sala, impedendole di rispondere.
Stavano cercando Elfman… A quanto pare poteva essere in pericolo… E se gli fosse già successo qualcosa? Però non erano ancora partiti per la missione, quindi dovrebbe essere tutto a posto… E allora come si giustificava questo suo ritardo?
Andava così ragionando quando sulla soglia della porta apparve l’uomo della ricerca. Si reggeva a malapena su di una stampella e sulla sorella minore. Nonostante ciò era vestito di tutto punto. Stava parlando con Erza e da quando era entrato non l’aveva degnata neanche di uno sguardo. Non appena finì di parlare si alzò stizzita, senza accorgersi della corsa forsennata di Gray. Ora Elfman la stava fissando come imbambolato. E quello doveva essere un vero uomo? Si avvicinò a lui lentamente e quando fu alla sua altezza si fermò per un secondo.
“Vado da sola in missione. Uno scimmione zoppo mi sarebbe solo d’intralcio”
Il mago non riuscì a proferir parola. Si girò unicamente per vederla sparire oltre il portone d’ingresso all’edificio. Stava andando via, se ne stava andando da lui. Strinse forte gli occhi che avevano iniziato a bruciargli. Alla fine le diede la schiena, portandosi una mano sul volto.
 
***
 
Più si allontanava dalla Gilda più il suo passo diveniva meno deciso. Forse era stata troppo dura con lui, in fondo non era di certo sua intenzione farsi del male. Si voltò verso la strada percorsa. Vi erano solo poche persone e nessuna di queste era Elfman. “Forse dovrei tornare indietro…” Ma il suo orgoglio le impediva di muovere anche solo un passo. Era sempre stata sicura delle sue azioni ma quando quel ragazzo entrava in queste tutta la sua fiducia svaniva. Anche verso di lui non sapeva come comportarsi. Non riusciva ad essere dolce come voleva a causa della sua fierezza e questo la feriva, la faceva sentire debole. Spesso aveva avuto la tentazione di accarezzare i suoi capelli scompigliati ma alla fine non faceva altro che criticarlo. Non riusciva neanche ad ammettere che in fondo sì… le piaceva, almeno un poco. Per quanto fosse un bambinone si sentiva protetta vicino a lui. Ma non solo quello. In sua presenza avvertiva una specie di calore scaldarle il petto, ogni pensiero negativo spariva e c’era solo spazio per loro due… Già loro due più quel dannato orgoglio che non la faceva apparire per ciò che realmente era. Forse era venuto il momento di metterlo da parte… Ma ci sarebbe riuscita?
Continuava a fissare la strada con occhi vacui, persa nei suoi pensieri, tanto che non udì il rumore di passi alla sua schiena e quando si accorse dell’uomo alle sue spalle era già troppo tardi. Elfman l’aveva ormai sollevata di peso e caricata sulla spalla.
“Brutto bestione cosa…?”
“Dovevamo andare in missione o no? Non possiamo far aspettare il committente, non sarebbe una cosa da veri uomini!”
“E la gamba?”
“Wendy l’ha guarita. A quanto pare non era rotta perciò ora sono completamente guarito. E questo perché sono un vero uo…” la frase gli morì in gola a causa del dolore alla gamba. Evergreen lo fissò preoccupata.
“Mettimi giù grande uomo, riesco anche a camminare da sola” disse con una voce che non le sembrava sua, dolce e pacata, mentre gli accarezzava i capelli perlati.
Senza troppi indugi il ragazzo la adagiò a terra, colpito però dall’inconsueto gesto di tenerezza. Si bloccò un attimo, mentre la maga continuava a camminare impettita davanti a lui. Non sentendolo al suo fianco si girò.
“Allora, vieni o no?”
“S… S i!”
“Mi raccomando, veri di non essermi d’intralcio, scimmione” aggiunse lei, passando l’esile braccio sotto a quello robusto di lui. Forse non era poi così difficile mettere da parte tutto.
 
 
 
 
 
 
 
 


Nota dell’autore: Scusate, scusate, perdonatemi scusate e perdonatemi per l’orribile ritardo TAT La scuola mi ha ucciso fino ad ora e sono riuscita a concludere il capitolo solo oggi ç.ç Spero almeno che vi piaccia anche se è varamente orribile TAT
La Jerza arriva tranquilli, è solo che avevo più ispirazione per questa ^^” E poi bhe… c’è il gran finale ^^
Vabbè a parte il fatto che devo ammettere che il capitolo è venuto lungo rispetto ai miei standard vi lascio :) Per quanto riguarda Dolce Luna cercherò di aggiornarla il prima possibile TAT
Non odiatemi se possibile ^^
~yuzuki

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2478527