I tributi di Capitol City

di nihaltali99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il si decisivo ***
Capitolo 2: *** la mietitura ***
Capitolo 3: *** Ethan ***
Capitolo 4: *** Mentore ***



Capitolo 1
*** Il si decisivo ***


PROLOGO I capi dei ribelli sono seduti ad un tavolo, devono votare per la realizzazione di una nuova edizione degli Hunger Games, ma a differenza delle altre, i tributi saranno presi direttamente tra i figli o giovani parenti dei maggiori esponenti di Capitol City.
Era una sorta di vendetta nei loro confronti, l'ennesima di recente, gliela avrebbero fatta pagare per tutti i tributi, o meglio ragazzi innocenti, morti nelle 75 edizioni e per tutti i morti causati dalla fame e dalla guerra! In molti votarono "no" e altrettanti votarono "si", mancava un solo voto, quello decisivo, spettava a Katniss Everdeen, l'eroina, la ghiandaia imitatrice, colei che aveva innescato la ribellione e liberato Panem.
Katniss rimase ammutolita, non sapeva cosa rispondere, era agitata in quel dubbio che le mangiava le viscere "i bambini, i ragazzi, sono sempre innocenti" pensò e quasi si convinse a dire di no ad un simile massacro, ma all'improvviso il ricordo di Prim, della sorella morta, la colpi' come un violento pugno nello stomaco. No non riusciva a dimenticare, perciò sospirò e votò "si", dando inizio ad un nuovo massacro.

Lena era in casa con la sua migliore amica, Pat, una ragazza biondina, dolce e di corporatura minuta, due occhi azzurro cielo spiccavano sul suo viso, insieme ad una tenera spruzzata di efelidi, aveva 16 anni, esattamente come Lena.
La ragazzina abbracciò ancora una volta l'amica, tremava, affondo' la testa sul suo petto "tranquilla, andrà tutto bene! Noi non siamo i nostri genitori, a noi non faranno niente!" era da quando era stata annunciata la vittoria dei ribelli che quella scena si ripeteva all'infinito, Pat piangeva e Lena cercava in tutti i modi di consolarla, aveva paura per lei e per la sua famiglia, disperata continuava a singhiozzare, come biasimarla, nel giro di pochi giorni i ribelli li avrebbero sicuramente uccisi e anche se Lena non dava a vederlo per non agitare ancora di più l'amica, aveva paura, una paura immensa che non aveva mai provato. Si scosto' una ciocca di capelli neri e lucidi dal viso, i suoi occhi verdi cominciavano ad inumidirsi, si era trattenuta abbastanza e anche lei iniziò a piangere.
Dopo un po' accesero il televisore per sapere le ultime novità. Una giornalista, ribelle vestita con abiti formali totalmente grigi come i suoi capelli ed i suoi occhi, si presentò al pubblico; la carnagione era particolarmente pallida da farla sembrare un fantasma più che una giornalista "l'esercito dei ribelli ha decretato che non verrà fatto del male alla popolazione di Panem" disse e le due ragazzine tirarono un sospiro di sollievo "ma! I principali esponenti di Capitol City verranno giustiziati, non prima però di assistere alla settantaseiesima edizione degli Hunger Games! Il sorteggio dei tributi avverrà tra gli stessi figli e parenti, dai 12 ai 18 anni, di questi esponenti!" Concluse la donna e parti' in sottofondo il nuovo inno di Panem "No! Non possono farlo! No!" urlava Pat, Lena invece fissava il televisore sconvolta, immobile, incapace di fare qualsiasi cosa, alla fine dopo tutti gli anni in cui aveva guardato gli Hunger Games con disprezzo e disgusto, come un delitto commesso dalla sua stessa gente, e adesso, adesso vi avrebbe fatto parte.

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Capitolo 2
*** la mietitura ***


La mietitura si sarebbe tenuta nel pomeriggio. I tributi erano già a Capitol City e non avevano bisogno di avvantaggiarsi coi tempi; invece quando i tributi venivano dai distretti, avevano bisogno di molto più tempo per portarli con vari treni dalle loro case alla capitale.
L'attesa era snervante, Lena sentiva lo stomaco arrotolarsi per la paura e per la rabbia, fissava Pat che nonostante avesse singhiozzato fino a quel momento adesso dormiva tranquilla; sorrise, lei era sempre stata la più fragile tra le due, lasciava spesso che le emozioni la dominassero, ma a Lena piaceva così come era, si sentiva un po' come una sorella maggiore nei suoi confronti; Pat era però anche molto allegra, riusciva a cogliere la parte più bella che si nascondeva in ogni cosa.
Era ormai arrivato il momento, le ore erano passate lente e terribili come un'agonia, adesso li stavano radunando nella piazza principale di Capitol City come se fossero nient'altro che delle bestie e in un certo senso avevano ragione, dopo 75 anni di terrore avevano la possibilità di far tremare la tanto odiata capitale ed era impensabile che se la lasciassero sfuggire.
I tributi sorteggiabili erano all'incirca una trentina e solitamente se ne estraevano 24, questo significava che solo in sette sarebbero sopravvissuti a quell'orrore, i sei rimasti fuori dal sorteggio ed il futuro vincitore; Lena li conosceva tutti, c'era chi meritava di stare lì e chi invece, come lei, odiava quegli stupidi giochi ed il terrore che provocavano. Una ragazzina di circa 13 anni, biondina le si avvicinò con aria provocante, aveva i capelli raccolti nell'ormai famosissima treccia di Katniss e una spilla simile a quella della ragazza appuntata al vestito "sei ridicola Maggie!" le disse Lena con una smorfia "be' io vincerò sicuramente, come lei" disse la biondina indicando Katniss sul palco dove tra poco avrebbero estratto i tributi "e poi vestirmi come lei mi porterà fortuna! Ma voi come potete capire!? Non avete speranze, soprattutto tu Pat! Non sei capace nemmeno di allacciarti le scarpe!" rise con cattiveria e si allontanò "dai non te la prendere! È solo un'idiota! Solo perché suo nonno era Snow non vuol dire che abbia già vinto!" intervenne Lena "no, ha ragione invece! Io non so fare niente! Non potrò mai vincere e poi non potrei mai ucciderti" rispose Pat e Lena sospirò, aveva maledettamente ragione.
Effie Trinket, una visione completamente rosa, si avvicinò alle due boccie "come sempre, prima le signore!" disse con quell'accento marcato alquanto ridicolo, pesco' undici biglietti, lei e Pat non furono nominate, mentre invece Maggie fu tra le prime a salire e orgogliosa si presentò al pubblico, Lena trattenne il disgusto. Ora toccava all'ultimo biglietto, poi Effie sarebbe passata ai maschi, lo prese e lo lesse "Patricia Stavis" a Pat mancò il respiro, cominciò a tremare e piano piano si diresse verso il palco, Lena l'affero' per un braccio "No! Fermati!" gridò, un gruppo di soldati ribelli le separarono mentre le due ragazze urlavano i loro nomi a vicenda, Katniss si alzò per vedere meglio, la ragazzina assomigliava in modo impressionante a sua sorella, una lacrima calda le rigo' il viso, rivisse il momento in cui lei si era offerta al suo posto per salvarla, un grido la riscosse "Mi offro volontaria! Mi offro volontaria! Lasciatemi prendere il suo posto!" Lena aveva agito senza pensare, Pat le aveva detto "io non potrei mai ucciderti!" e così lei aveva deciso, sarebbe andata al suo posto agli Hunger Games e l'avrebbe salvata.
I capi dei ribelli si guardavano confusi, poi tutti fissarono Katniss, spettava a lei decidere, come lei ai suoi primi giochi aveva salvato sua sorella, adesso un'altra ragazza stava facendo la stessa cosa per un'amica "si può fare?" chiese Effie, Lena guardò Katniss supplicandola "ti prego" mormorò a mezza voce, Katniss annuì "si! Si può fare!".

NOTE DELL'AUTRICE:
ciao a tutti! :) spero davvero che nonostante la mia storia sia solo all'inizio vi stia piacendo! Ringrazio tutti i lettori anonimi e li invito a recensire ;) ringrazio anche a chi recencisce sempre ed in particolare Dibeh e Drachen che con le loro fanfiction (se pur di altri argomenti) e il loro modo di scrivere mi hanno aperto un mondo di idee! <3 Inoltre volevo precisare che non ricordavo il nome della nipote di Snow e quindi ho deciso di chiamarla Maggie, se non vi piace o non siete d'accordo potete dirmelo ed io lo cambio! ;) Baci da Nihaltali99 :)

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Capitolo 3
*** Ethan ***


Lena sali' sul palco, seguita dallo stupido applauso di incoraggiamento da parte dei suoi concittadini "Non capiscono che stiamo per morire!?" pensò.
Pat cominciò ad urlare e protestare talmente forte che la dovettero praticamente arrestare "No non fatele del male vi prego!" imploro' Lena, ma dopotutto che potere aveva lei per dare ordini?
Effie estrasse i dodici tributi maschi, tra loro ce ne era uno in particolare che Lena notò "Ethan Wate" lo aveva chiamato Effie, lui era impassibile, nessuna emozione, apparte il disgusto, attraversava il suo viso, perfetto, si ritrovo' a pensare Lena "Ma cosa sto pensando! Basta!" si rimprovero' lei, il ragazzo aveva capelli e occhi scuri, era un po' più alto di Lena, ma a lei non importava, chi sa per quale motivo lo riteneva bellissimo.
Di solito i tributi venivano divisi in coppie, un maschio ed una femmina per ogni distretto, ma quell'anno, essendo tutti di Capitol City, le coppie furono estratte a caso "Ethan Wate e Lena Duchain" annunciò Effie come ultima coppia, Lena arrossi' fino alla punta delle orecchie "Ma che diavolo mi è preso!?" pensò con rabbia, Ethan le si avvicinò "Be' sembra che siamo in coppia insieme" disse sorridendo, lei abbassò lo sguardo "Si siamo insieme!" si affrettò a rispondere.
Li portarono in varie stanze separate per dargli l'occasione di salutare un'ultima volta i loro cari. Pat non venne, la trattenevano in una stanza come se fosse pazza "lasciatemi andare! Voglio dirle addio!" gridava, ma a nessuno importo' nulla.
La madre di Lena, Laila, venne a salutarla, piangeva e l'abbracciava con forza stringendola a se "Mamma ti prego! Non piangere! Non lasciarti andare!" Laila le diede un bacio sulla fronte "scusa amore mio! Hai già paura e io te ne metto di più" disse provando ad abbozzare un sorriso, poi una guardia ribelle entrò "Tempo!" esclamò e trascinò via Laila dalla figlia "ti voglio bene" le disse prima di sparire dietro la porta "Anche io!" le gridò per paura che non la sentisse.
Pensava che a questo punto non venisse più nessuno, ma sorpresa vide la maniglia della porta girare ed ancora più sorpresa vide entrare suo padre, ammanettato e seguito da un soldato ribelle che gli teneva il fucile puntato contro. A Lena era quasi venuto da piangere, in 16 anni non aveva mai fatto niente per lei, non l'aveva neanche mai considerata, le parlava con tono di sufficienza e non l'aveva mai guardata negli occhi, adesso invece la fissava, finalmente, con amore.
"Per favore almeno posso dire addio a MIA FIGLIA senza quel coso puntato addosso e magari in privato" disse suo padre arrabbiato con la guardia, il soldato guardò la ragazzina "Ah! Al diavolo! Non può scappare! Devo lasciarli soli!" pensò, poi si voltò verso il prigioniero "D'accordo! Ma non sognarti che ti tolga le manette!" disse e se ne andò sbattendo la porta. Lena era ancora sconvolta per quelle due paroline che suo padre aveva usato "MIA FIGLIA" non l'aveva mai chiamata in quel modo "Lena...io so che non sono stato un buon padre per te" inizio' e già cominciava a rigirarsi le mani con fare nervoso "No è diverso! Non ci sei mai stato!" gli rinfaccio' lei e lui abbassò lo sguardo "Lo so! E mi dispiace, non pretendo che tu mi perdoni, sarebbe impossibile...vorrei solo dirti che nonostante tutto...io ti voglio bene! È che avevo paura, non avevo idea di come ci si dovesse comportare! Non sapevo come essere un padre per te! Sono un vigliacco! Lo so e non ho scusanti, ma dovevo dirtelo prima di morire, perché dopo tutta questa storia mi uccideranno!" Lena non sapeva cosa dire, avrebbe voluto insultarlo e dirgli quanto lo odiava per non averla mai trattata come una figlia, ma aveva solo quell'occasione per vederlo, così lo abbracciò "Ti voglio bene PAPÀ, anche se non te lo meriti!" lui sorrise e la strinse a se "Anche io te ne voglio e tanto! FIGLIA MIA!" in quel momento entro' la guardia "Tempo!" disse autoritaria e lo trascinò fuori con il fucile puntato, lui le sorrise un'ultima volta e lei ricambio', si sarebbe tenuta quell'ultimo sorriso nel cuore per sempre.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciauuuuu! Eccomi qua con il nuovo capitolo! Un po' triste alla fine, ma spero vi sia piaciuto lo stesso! ;) Comunque i nomi dei due protagonisti sono tratti dal libro Beautiful Creatures, ovvio solo i nomi! La mia Lena non ha nessun potere e non ha a che fare con la magia! ;) be' allora vi aspetto al prossimo capitolo e vi invito a recensire! :)

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Capitolo 4
*** Mentore ***


Erano di nuovo seduti attorno ad un tavolo circolare, questa volta, però, stavano scegliendo i mentori per i nuovi tributi. "Io me ne tiro fuori" dichiarò Haimitch con un immancabile superalcolico tra le mani "Mi dispiace Haimitch, ma siamo tutti indispensabili, siamo in pochi! E poi tu dovresti essere pratico di queste cose" gli aveva detto Plutarch e lui aveva ripetutamente sbuffato "E' proprio per questo che non voglio farlo! Non voglio altri morti sulla coscienza" aveva detto amaro, ma nessuno lo aveva ascoltato e lo avevano messo in coppia con Annie che preoccupata si accarezzava il ventre gravido.
Era sempre così da quando Finnick, suo marito, era morto; non c'era un attimo in cui non smettesse di pensare al figlio e spesso la sua mano lo accarezzava attraverso la pancia, molto spesso piangeva la notte, perché si sentiva immensamente sola, perché il posto accanto a lei nel letto era vuoto. Haimitch sbuffo' di nuovo, non aveva idea di come ci si dovesse comportare in quei casi, l'unica volta che aveva amato davvero una donna, l'aveva persa ancor prima di averla, la ricordava ancora, giovane e bella, ma soprattutto la ricordava immobile tra le sue braccia, ferita a morte da un ibrido in quei maledetti Hunger Games.
Katniss decise di offrirsi per quella ragazza, come si chiamava? Lena. L'aveva tanto colpita ciò che aveva fatto e in quel momento si era resa conto di quanto stupida fosse stata la sua scelta e quanto orrore provasse per se stessa, alla fine Snow, la Coin, c'erano riusciti, lei era un mostro. "Vorrei offrirmi per la coppia Ethan e Lena" aveva dichiarato e Peeta, intuendo i suoi sentimenti, l'aveva seguita a ruota "Perfetto! Due volontari finalmente!" aveva esclamato Plutarch "I prossimi?" tutti si erano guardati in silenzio, nessuno apri' bocca, Plutarch sospirò "Daccordo decido io!...Umh...vediamo...Johanna e Gale" i due si guardarono strabuzzando gli occhi, Gale sputo' quello che stava bevendo "Che cosa!?" sbotto' Johanna, Plutarch li guardo' confuso "Quale sarebbe il problema?" la ragazza sbuffo' irritata "Lui! Lui è il problema!" disse indicando Gale "Io!? Sei tu quella incavolata col mondo intero!" rispose lui quasi urlando "Si tu!" rispose acida lei "e non intendo stare in coppia con un odioso incapace come te!" il battibecco durò ancora un po', poi Plutarch li fermò "O insomma! Ho deciso così punto e basta!" i due annuirono di controvoglia, si detestavano, avevano iniziato a litigare poco tempo dopo la fine della guerra, quando scherzosamente Annie aveva detto che sarebberi stati una coppia perfetta, da quel momento era stata una lotta continua ed evidentemente non era finita, forse perché sotto sotto Annie aveva ragione.
Vennero decisi tutti i mentori e l'assemblea si sciolse, quando Gale uscì andò a sbattere contro Johanna, finirono l'uno nelle braccia dell'altra e arrossirono, per quanto per due come loro fosse difficile, dalla vergogna, poi si ricomposero e lei si staccò con violenza "Sta attento a dove vai!" lui digrigno' i denti "E tu non fermarmarti in mezzo ai piedi!" Annie quasi rise, diede una gomitata a Haimitch "Sono perfetti insieme!" commentò "A me non sembra" disse lui confuso.
Katniss uscì per ultima, lo sguardo triste diretto al pavimento "Che cosa ho fatto!? Perché!?" pensava nervosa, Peeta le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, lei trasali', non lo aveva neanche visto "So cosa stai pensando, ma non è colpa tua, c'erano tante altre persone che potevano dire di no a tutto questo, tu avevi il cuore spezzato per tua sorella e lo hai ancora, in condizioni normali non lo avresti mai fatto" lei provò a sorridere, dopo tutto quel tempo, tutto quello che Capitol City gli aveva fatto, era l'unico che potesse davvero capirla, gli diede un rapido bacio sulla guancia "Grazie" disse e scappò via.

Lena era sola in una stanza completamente azzurra, priva di arredi, era sdraiata su un tavolo di metallo, indossava una specie di leggerissimo camice azzurrino, sotto era completamente nuda. Stava aspettando il suo o la sua stilista, che l'avrebbe esaminata come se non fosse nient'altro che uno oggetto, ecco perché era quasi nuda e spero' che lo stilista non le avrebbe chiesto di spogliarsi completamente; poi le avrebbe realizzato un abito per la parata dei tributi, infine lei avrebbe dovuto far finta di esserne felice.
Fino a pochi minuti prima i tributi erano tutti insieme in un'enorme stanza, separati solo da alcune tendine bianche, dove venivano sistemati e privati di ogni imperfezione per la parata. Molti degli estetisti che erano la, si erano rifiutati di lavorare "Non vogliamo collaborare e fare parte a tutto questo!" dicevano e i ribelli dovevano costringerli con la forza e a furia di minnacce "Eppure non vi facevate problemi con i nostri tributi" gli dicevano con disprezzo, alla fine cedettero e cominciarono a lavorare.
Mentre Lena era persa tra i suoi pensieri, arrivò la stilista e la ragazza ringrazio' il cielo che fosse una lei, se si sarebbe dovuta spogliare preferiva farlo davanti a una donna, che sicuramente non l'avrebbe guardata con secondi fini. La stilista era una donna molto, come dire, colorata ecco! Aveva i capelli arancione flash con qualche striatura rosa acceso acconciati in uno chinion, le ciglia erano lunghissime e rosa come il rossetto, il vestito era un tubino a strisce verdi, arancioni e rosa, mentre i tacchi altissimi che indossava erano verdi. "Ciao! Io sono Alley e sarò la tua stilista!" disse pimpante "Io sono Lena" disse rapidamente "Bene mettiamoci a lavoro! Tranquilla i tuoi ultimi abiti saranno i più belli che tu abbia mai indossato!" se cercava di consolarla aveva fallito in pieno. Come Lena si immaginava la fece spogliare e più lei tentava di coprirsi, più lei le picchiettava le mani con disappunto "Per lei sono solo un manichino" pensò la ragazza.
Una volta finito il lavoro con la stilista la trascinarono in sala costumi, sempre con addosso il camice azzurrino. Li' trovò Ethan, anche lui vestito solo con quel camice, Lena si imbarazzo' "Come va?" chiese lui andandole in contro "Bene, per quanto possa andare bene" sorrise amara "Anche a te ti hanno esaminata?" chiese lui "Si come un manichino!" rispose lei e Ethan provò a ridere per tirarle su il morale "Be' sono proprio stupidi non ti pare? Già soltanto come si vestono! Sembrano dei clown! Non mi è mai piaciuta la moda di qui e a te?" Lena annuì seguendo la risata; chiaccherarono per un po' e ad ogni parola si trovavano sempre più simpatici, nessuno dei due in quel momento voleva pensare che si sarebbero dovuti uccidere a vicenda.
A interromperli furono gli stilisti e i loro assistenti, li truccarono, acconciarono e vestirono di tutto punto e non appena ebbero finito i due ragazzi si guardarono allo specchio sconvolti, erano irriconoscibili.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! :) Eccomi qui con un nuovo capitolo! Spero davvero che vi sia piaciuto e che le forse future coppie, Johanna e Gale e Lena ed Ethan vi piacciano! ;) Comunque so che come capitolo è un po' "particolare", be' lasciate una recensione e ditemi che ne pensate! ;)
Bacioni e alla prossima :)

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