For the first time.

di hemwings
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The first time we kissed. ***
Capitolo 2: *** The first time we said I love you. ***
Capitolo 3: *** The first time I saw you. ***
Capitolo 4: *** The first (would you stay with me?) ***
Capitolo 5: *** The first time you've been protective. ***
Capitolo 6: *** The first time I understood we were crazy. ***
Capitolo 7: *** The first time we had to say goodbye. ***
Capitolo 8: *** The first time you surprised me. ***
Capitolo 9: *** Remember when we broke up (for the first time). ***
Capitolo 10: *** You're the only one. ***



Capitolo 1
*** The first time we kissed. ***



Dedicato a shezza,
la ragazza con cui devo sempre condividere
il primato di ragazza (quasi)sedicenne più
furba ed intelligente della famiglia.
Ti voglio bene, Puty ♥

 


#1 The first time we kissed.
 
Calum guarda Luke stravaccato sul loro divano, con il joystick grigio stretto in mano e una lattina rossa nell'altra. Ogni volta che lo guarda pensa a quanto sia carino con i capelli biondi arruffati e le labbra piegate in una smorfia di concentrazione.
Sbatte più volte le palpebre per riconcentrarsi sul videogioco che Luke ha messo su qualche ora fa e ritorna a guardare lo schermo della tv. Schiaccia qualche tasto e uccide qualcuno, ma Luke si volta comunque verso di lui, arrabbiato. «Mi hai ucciso!» si lamenta, incrociando le braccia al petto. «È la terza volta Cal. A cosa stai pensando, precisamente?»   
Luke lo osserva curioso, in attesa di una risposta.
«È colpa tua» borbotta Calum.
«Colpa mia? Come può essere colpa mia?»
«Si, colpa tua. Mi deconcentri. Cos’hai fatto oggi per essere così carino? Ti sei pettinato? O hai messo, non so, qualcosa di nuovo che dovrei notare ma che non ho notato?»
Questa volta le labbra di Luke si piegano in un sorriso. «Stai scherzando, vero?» chiede. «Mi stai dicendo che sei così idiota?»
«Idiota? Vuoi forse negare di amare questo idiota?» chiede lui, soddisfatto di se stesso per essere riuscito a sviare la domanda.
«Nego» risponde Luke, spegnendo la console e poi la tv.
«Neghi?»
«Nego» afferma serio il biondo. «Non posso amare un idiota del genere»
Calum potrebbe sentire il cuore gelarsi in una stretta dolorosa, ma poi vede Luke scoppiare a ridere.
«Certo che ti amo, idiota» dice allora, avvicinandosi. Con la punta delle dita accarezza piano il dorso della mano di Calum, poi le poggia sulla sua guancia. «Ti amo più di qualunque altra cosa al mondo»
Calum sorride e stringe la mano di Luke. Gli posa un bacio tra i capelli e sorride ancora. «Ti amo anche io» sussurra. «Lucas»
«Non chiamarmi Lucas»
«È così un peccato accorciare un nome così bello, Lucas» dice, e questa volta con le labbra, scende fino a toccare quelle di Luke.
«E poi so che ti piace quando lo dico»
«No, non è vero» ribatte l'altro. «Odio quando lo fai. Sembri mia madre quando mi urlava contro»
Calum si sente offeso. «Beh tua madre di certo non ti diceva cose così dolci come le mie. Scommetto che di mattina non ti portava la colazione a letto ogni volta che si svegliava prima di te, non ti dava il bacio del buongiorno e non ti stringeva sotto lo coperte quando avevi freddo. Sicuramente non ti diceva ogni giorno quanto ti amava e quanto si sentiva fortunata ad averti accanto a lei. Quindi, vedi, io e tua madre siamo molto diversi»
Luke gli avrebbe volentieri tappato la bocca, ma si limita ad alzare gli occhi al cielo, mentre Calum gli afferra i polsi e lo immobilizza sul divano.
«Ti odio, Hood»
«Due secondi fa hai detto di amarmi» replica il moro. Luke sa che tra qualche secondo il suo ragazzo si chinerà su di lui per dargli uno di quei baci che fatica a dimenticare, e che lascerebbe impressi nella mente per sempre. Le lingue che si scontrano, le mani che si intrecciano, le gambe che sono un tutt'uno. Luke ama la familiarità di quei momenti che per lui non finirebbero mai.
«Starei così in eterno» dice infatti, sorridendo sulla sua spalla. Calum sospira e si gira a guardarlo. Nasi che si toccano, occhi azzurri in occhi neri, labbra che si sfiorano.
«Sai che non possiamo, per quanto lo vorrei» dice. «Nessuno sa niente di noi, nessuno capirebbe quello che proviamo. Ho paura, e so che anche tu ne hai»
«Finché sarai con me io non avrò paura» ribatte Luke, accoccolandosi sulla sua spalla. «Tu sei la mia ancora»
Calum gli sorride commosso. «Ti amo tanto, Lucas» dice, strofinando il naso sul suo collo bianco. Sa che il suo ragazzo ama il solletico (e probabilmente è l’unico esemplare della specie umana) e infatti subito dopo Luke comincia a ridacchiare e contorcersi.
«Ma» dice tra le risate. «ti ricordi il nostro primo bacio?»
Calum ride. «Come dimenticare. Pensavo di aver fatto l'errore più stupido della mia vita. Baciare il mio migliore amico, che idiota»
Il biondo trattiene le risate. Calum si volta a guardarlo. «Non ti ho mai chiesto cos'hai provato, quando ti ho baciato»
Luke gli stampa un bacio lento sulle labbra. «Mi sono sentito il ragazzo più felice del mondo»
 
Un anno e mezzo prima.
«Ti batterò, Hood!» urlò Luke al suo migliore amico.
«Mai, Hemmings» gridò in risposta Calum.
Erano ore che giocavano a Fifa14 e nessuno dei due era ancora riuscito a vincere. Da due partite Calum aveva cominciato a schiacciare tasti a caso dalla stanchezza, ma continuava comunque a fare gol su gol. Calum cominciò a pensare che Luke non si stesse impegnando abbastanza, o che stesse usando il suo stesso metodo.
«Cal, non ho più voglia» disse ad un certo punto Luke, stupendolo. «N-non hai più...» balbettò il moro.
«No Cal. Sono tre ore che giochiamo e non siamo riusciti a fare una partita decente. E lo so che stavi schiacciando tasti a caso»
Calum inarcò le sopracciglia. «Luke, c'è qualche problema?»
Luke scosse la testa e si toccò il piccolo piercing con la punta della lingua, una piccola abitudine che aveva cominciato ad avere quando era sovrappensiero.
«Vuoi smetterla di fare quella cosa con la lingua? È fastidioso»
Luke si leccò le labbra ghignando. Calum pensò che fosse maledettamente eccitante.
«Oh, scusa, altrimenti che mi fai?»
«Guarda che te lo strappo a morsi, quel piercing»
Luke si disse che probabilmente non gli sarebbe dispiaciuto così tanto. Dopotutto, quella pratica avrebbe dovuto implicare i denti di Calum e forse anche la sua lingua sulle sue labbra, se non anche il resto della bocca, labbra comprese.
Allora il biondo ridacchiò, alzandosi in piedi di scatto. «Dai, Cal, provaci. Tanto non mi prendi, ho le gambe più lunghe delle tue!»
Scappò verso il corridoio. Calum si alzò goffamente dal divano.
«Le mie gambe sono comunque più belle delle tue!» esclamò fintamente ferito. «Ti prenderò, Hemmings!»
Avevano fatto tante volte quel gioco, quando erano più piccoli. Calum ormai sapeva in anticipo tutte le mosse dell’altro, e ci volle solo qualche secondo per capire che il suo migliore amico si era rintanato in camera sua, dietro la porta. Avvicinandosi di soppiatto riusciva a sentire le risate smorzate di Luke.
Aprì la porta e lo spinse sul letto. «Ti ho preso, idiota!» stava dicendo, proprio mentre Luke gli afferrava il polso e lo faceva cadere sopra di lui.
«Mi hai preso» sussurrò Luke con voce roca.
Calum non capì più niente. Riusciva a vedere solo le labbra del suo migliore amico, i suoi denti bianchi e gli occhi azzurri. Continuava a pensare alla voce bassa e roca, e sentiva ancora la mano stringergli il polso debolmente.
Aveva il cervello in blackout totale e fece la prima cosa che gli venne in mente: lo baciò. Luke non si ritirò e gli accarezzò piano una guancia, ma Calum parve accorgersi di quello che stava facendo solo quando sentì la lingua del suo migliore amico che si scontrava con la sua.
Si alzò in fretta. «Oh Dio, scusa Luke» disse, ancora sconvolto. «Mi dispiace così tanto»
Luke sembrava confuso. Aveva i capelli scompigliati e la maglia nera che lasciava scoperti i fianchi, le labbra gonfie e gli occhi lucidi, ma non sembrava arrabbiato.
«Scusa, mi dispiace davvero così...»
«Cal» lo interruppe Luke. «Non mi...»
«No, no!» gridò. «Non so cosa mi sia successo, davvero»
 Si allontanava sempre di più da Luke, che aveva ancora un’espressione vacua e attonita. «Scusa» ripeté. «Non dovevo farlo»
Lasciò definitivamente la camera, si rintanò nella sua. Per tre giorni e due notti non si sentì altro che silenzio. 


Salve, o popolo di lettori,
si, sono ancora io a rompere le scatole, stavolta con una raccolta di os tuuuuutte Cake. Evviva!!
Ok, non so come mi sia venuta l'idea, ma avevo cominciato questa os secoli fa e ieri sera mi andava di finirla, così poi ho pensato di scrivere una serie di prime volte di Luke e Calum. E no, non scriverò quel tipo di prima volta, perché io non sono buona, quindi potete stare tranquilli.
Niente da dire, solo che mi sono pazzamente innamorata del video di SLSP e ho fatto vedere foto e gif a tutte le mie amiche per assicurarmi che quei quattro fossero veri lol
Oh, metà del banner è stato fatto da shezza, che cambia nome come cambia le mutande, perché io non avevo voglia di farlo e dovevo studiare (si, a volte studio anche io)
Il prossimo titolo dovrebbe essere "The first time we said I love you"

Eeee, niente, se volete consigliarmi qualcosa da mettere nelle prossime os lasciatemi una recensione e io cercherò di scrivere qualcosa, e niente paura, perché questa os non finirà così, ma ci sarà un continuo (forse) lol.
Un bacio, Lara ♥

p.s. se avete voglia di passare dalle altre mi storie sui 5sos, troverete sul mio profilo "Against all odds", "dear diary" e "la strana addormentata nella cella frigorifera" ♥

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Capitolo 2
*** The first time we said I love you. ***



 
A Cla, Perrie e Michi,
che, anche se non lo sanno,
mi hanno aiutata tantissimo con i loro scleri su whatsapp,
Vi amo ♥

#2 Luke/Calum - The first time we said I love you.
 
Luke Hemmings aveva un talento naturale per cacciarsi nei guai.
L'aveva capito quando aveva quattro anni e aveva distrutto la torta di compleanno di suo fratello, ma anche quando ne aveva sei e aveva fatto cadere gli orecchini preferiti di sua madre nello scarico del water. Più volte, ripensando a quell’avvenimento che ogni volta faceva morire dal ridere suo padre e i suoi fratelli, Luke si era chiesto cosa ci facesse un bambino di sei anni con un paio di orecchini, ma non aveva mai avuto il coraggio di rispondersi.
Il problema, quella volta, era che si era dimenticato il loro anniversario. Si, insomma, lui aveva perso il conto al terzo mese e Calum aveva anche fatto finta di niente, ma Luke sapeva che quella volta era nei guai. Neanche una chiamata, neanche un regalo, non si era neanche degnato di rispondere al messaggio di buongiorno del suo ragazzo.
Sapeva che Calum si sarebbe incazzato, o probabilmente si sarebbe messo a piangere dalla disperazione. Perché lui era così: o si incazzava o sfogava la sua rabbia piangendo. Luke non lo biasimava, anche lui si sarebbe arrabbiato se avesse avuto un ragazzo che si dimenticava delle loro date importanti o quel che erano e si sarebbe anche preso a pugni da solo se non fosse stato troppo impegnato a pensare a qualcosa per rimediare.
Avrebbe voluto chiedere qualche consiglio ai suoi fratelli, ma aveva paura delle risposte ed era certo che loro non sapessero come farsi perdonare dal proprio ragazzo.
Sua madre? Neanche morto, lei non sapeva ancora niente della sua relazione con Calum e come minimo avrebbe risposto qualcosa come: «Hai una ragazza? Oh, potresti regalarle degli orecchini, sai, come quelli che hai buttato nello scarico del water dodici anni fa»
Luke scosse la testa, sconsolato. Al momento l'unica idea che gli era venuta era quella di presentarsi a casa di Calum ed implorarlo di perdonare la sua stupidità. Forse se piangeva sarebbe riuscito a convincerlo maggiormente, o forse si sarebbe guadagnato due ceffoni in più.
Dopo ore passate a pensare Luke era arrivato ad una conclusione. Avrebbe fatto finta di niente, avrebbe trascorso quel 19 Giugno come se fosse un normale giorno dell'anno. Calum lo avrebbe ucciso.
 
Si presentò veramente davanti a casa sua.
Gli aprì la signora Hood, che gentilmente gli fece un cenno verso il piano superiore, da cui proveniva della musica a tutto volume.
«Spero che tu lo convinca ad uscire da quella camera» gli disse la signora Hood, mentre saliva le scale. «È intrattabile da quando si è svegliato. Deve avere litigato con la sua fidanzata»
Luke quasi trattenne una risata, pensando alla faccia della madre di Calum se avesse scoperto che "la ragazza di Calum" era lui.
Quando entrò in camera di Calum non si aspettava di trovare fazzoletti bagnati e sacchetti di patatine sparsi per il pavimento, il letto sfatto e un Calum distrutto. Borbottava tra sé e sé maledicendo chiunque gli passasse per la testa e stringeva tra le braccia il suo cuscino bianco umido di lacrime. A Luke si strinse il cuore vedendo Calum ridotto in quel modo. «Ehi Cal» disse, cercando di sovrastare il volume della musica.
«Cal» ripeté, avvicinandosi allo stereo e abbassando notevolmente il volume della musica. Calum parve accorgersi solo in quel momento della sua presenza. Alzò lo sguardo dal pavimento e lo guardò. Luke resistette all'impulso di buttarsi su di lui e baciarlo fino a fargli mancare il respiro.
«Ah, sei tu» disse il suo ragazzo. «Non pensavo mi avresti degnato della tua presenza, oggi. Dopotutto... da quanto non ci vediamo? Due o tre giorni? Sono troppo pochi per te»
Luke si morse l'interno della guancia. «Cos'è successo?» chiese, cercando di ignorare la vocina dentro la sua testa che lo implorava di smetterla con quella farsa.
«Oh, non lo so, prova a pensarci» rispose Calum, continuando ad abbracciare il cuscino. «Forse riuscirai a ricordare qualcosa»
Il biondo sospirò, sedendosi alla base del letto, proprio davanti a lui.
«So che giorno è oggi, Cal»
L'altro rise. «Per fortuna guardi il calendario. E dimmi, che giorno è?»
Luke lo guardò, pensando a cosa dire. Sapeva che con quella risposta avrebbe deluso Calum, non si sarebbe neanche sorpreso se lo avesse lasciato.
«Oggi è venerdì e noi di venerdì andiamo a mangiare fuori. Perché non ti sei ancora preparato?» Il moro gli scoccò un'occhiata di fuoco ma non disse nulla, si alzò prendendo i primi vestiti dalla sedia rossa e scomparve dietro la porta del bagno.
Luke pensò di essere un vero cretino.
 
Calum continuò a fissarlo per il resto della serata, lo fissò anche quando Luke gli fece notare quel giorno non si erano ancora salutati decentemente. A quel punto il moro si era sollevato sui gomiti e gli aveva schioccato un bacio sulle labbra. Tutto lì. Luke cominciava a sentirsi in astinenza da baci di Calum. Quella doveva essere una dipendenza seria, il biondo proprio non resisteva alle labbra morbide del suo migliore amico e avrebbe fatto di tutto per ottenere un bacio degno di quel nome.
«Mi dai un bacio, Cal?» chiese, stringendolo in un abbraccio.
Calum si mosse a disagio sul letto. «C'è mia madre giù»
«E allora?»
«E allora? E se salisse e aprisse la porta all'improvviso?»
«Calum ma ci baciamo sempre, anche se ci sono i nostri genitori al piano di sotto»
Calum sbuffò e scrollò le spalle. «Oggi non ho voglia»
Anche Luke sbuffò. Era davvero un idiota. Se si fosse ricordato in tempo del loro anniversario avrebbe fatto a Calum la sorpresa migliore del mondo. Invece stava facendo finta di niente e aveva fatto arrabbiare Calum. Anzi no, lo aveva fatto piangere e lui odiava veder piangere le persone, soprattutto se la causa era lui.
«Cal» si decise a dire dopo alcuni minuti di silenzio. «So che oggi è il nostro anniversario»
Calum sospirò. «Te lo sei ricordato ora?»
«Oggi pomeriggio, prima di venire qui»
Calum si voltò verso di lui. «Ti ucciderei» disse solamente, chiudendo gli occhi.
«Calum» continuò, aspettando il mugugno di risposta dell'altro. «Non ho mai sentito il bisogno di dirti "ti amo" prima di oggi. Forse pensavo che tu lo sapessi già, o forse, non lo so, che tu non avessi il bisogno di sentirtelo dire. Ma penso che la sorpresa migliore che posso farti oggi, dopo aver combinato tutto questo casino e stravolto tutti i tuoi probabili piani, sia di farti capire quanto ti amo. Ti amo Calum, ti amo come amo i tuoi baci e amo anche quando mi sveglio la mattina e mi ritrovo te appiccicato. Ti amo e non c'è niente al mondo che potrebbe farmi cambiare idea»
Calum sorrise. Un sorriso dolce e timido, uno che era capace di illuminargli gli occhi e scaldare il cuore di Luke.
«Ti amo anche io Luke, anche se ti dimentichi di tutte le nostre date importanti e fai finta di niente quando voglio tutte le tue attenzioni. Ti amo perché non mi hai ancora mandato a fanculo per ogni volta che mi lamento di qualcosa e ti amo anche perché riesci a farti perdonare qualunque cosa tu combini. N-non riesco a capire» fece un respiro profondo e lo guardò intensamente negli occhi chiari. «Non riesco a capire perché, tra tutti i ragazzi del mondo, tu abbia scelto me»
Quando Calum posò le labbra sulle sue travolgendolo in un bacio disperato, Luke capì che quella era la cosà più giusta che avevano fatto quel giorno.
«Ho scelto te» sussurrò, con il fiato corto. «perché ti ho amato sin dal primo momento. Ho scelto te perché con gli altri ragazzi del mondo non potrei fare quello che faccio con te. Ho scelto te perché tu sei tutto quello che posso desiderare»
Luke Hemmings aveva un talento naturale per cacciarsi nei guai, ma probabilmente era per quello che Calum Hood lo amava così tanto.





Hola gente ♥
Torno dopo cinque giorni, che brava eh?
Oggi sono di poche parole, sto morendo di freddo (ed io abito sulla costa, mi immagino quei poveracci che abitano più all'interno. mi dispiace per voi) e non riesco a muovere tanto le dita, ho quattro interi capitoli di storia in testa e riesco solo a pensare che nel 235 la dinastia dei Severi si è estinta. E penso anche al sosia di Luke che sta nella classe davanti alla mia, ma vabbé.
Okaaay, spero vi sia piaciuto questo capitolo perché ci ho pensato per un sacco e non so come mi sia venuto questo lampo di genio hahaha
vabbé spero reeensiate in tanti perché ci tengo davvero molto e intanto ringrazio chi ha recensito o recensirà, chi ha messo tra i preferiti, ricordati e seguiti. Grazie davvero ♥
La prossima os dovrebbe essere "The first time I saw you", se avete qualche idea o consiglio li accett volentieri ♥
Alla prossima Un bacio,
Lara ♥



 

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Capitolo 3
*** The first time I saw you. ***



Attenzione! Questo è il continuo della prima one shot!

#3 the first time I saw you.

 
Probabilmente andarsene sarebbe stata la scelta più semplice e codarda che Calum avrebbe scelto. Avrebbe voluto sparire in fretta e senza lasciare tracce, così che Luke arrivasse a chiedersi se Calum Hood era veramente esistito o fosse stato frutto della sua immaginazione; invece rimaneva lì, sdraiato sul suo letto a guardare il soffitto macchiato dall’umidità, ad ignorare Luke dall’altro lato della porta e a pensare a quello che sarebbe cambiato dopo quello stupido bacio. Un bacio stupido, inutile e rischioso, di cui avrebbe facilmente fatto a meno, o forse no. Sognava di baciare Luke da mesi, ma non in quel contesto e soprattutto non in quel modo. Pensava piuttosto ad uno di quei venerdì sera, la solita pizza che Luke gli faceva trovare sul tavolo quando tornava dal lavoro (insomma, come si può non amare qualcuno che ti fa trovare il cartone di pizza sul tavolo quando sei stanco e non vorresti far altro che dormire per una settimana?), un discorso romantico e, per finire, uno di quei baci appassionati che facevano vedere nei film che guardava sua sorella. Avrebbe davvero voluto scappare via dopo quel bacio, ma l’unica cosa che era riuscito a fare era stata rinchiudersi in camera senza dare l’opportunità a Luke di seguirlo.
Avrebbe voluto chiedere scusa a Luke, ma anche recitargli quel discorso che si era scritto settimane prima e che non aveva mai finito. Calum amava ricordare al suo migliore amico la prima volta che si erano conosciuti, e lo divertiva il fatto che non era stato l’incontro che tutti si sarebbero aspettati da due persone come loro.  
 
La prima volta che ti ho visto avevo quattordici anni e una paura matta.
Non che io di solito mi spaventi facilmente, ma quando arrivi in una nuova scuola e non conosci nessuno, beh si, hai paura.
Non so perché ho scelto te come vittima. Avevi uno sguardo piuttosto incazzato e sembravi una di quelle persone che non vuole avere nessuno intorno, soprattutto uno come me. Mi ricordo la tua espressione, quando poi ho cominciato a parlarti. Scommetto che avresti voluto scappare a gambe levate, ma sei rimasto e non so ancora il perché.
Mi ricordo quando mi hai detto il tuo nome (Abyss, seriamente?) e quando mi hai stretto la mano cercando di farmi male. Ricordo anche quando te ne sei andato dopo due secondi dandomi una spallata senza chiedermi scusa. Dieci minuti dopo ci siamo ritrovati come compagni di banco al corso di chimica e so per certo che tu mi odiavi a morte. 
Perché siamo diventati amici, Luke? Tu mi odiavi, io ti trovavo simpatico ma parlavo troppo e sarebbe stato noioso avere una conversazione unilaterale.
Forse ti ho scelto perché mi attiravano i tuoi occhi, forse perché ho capito sin da subito che tu eri quello giusto anche se ci è voluto un po’ di tempo per farti parlare.
Ok, lo ammetto, ero piuttosto irritante quando ti seguivo e continuavo a parlare anche se tu non mi ascoltavi, ma non avevo amici e scommetto che tu ti divertivi un sacco a vedermi incespicare dietro di te. E si, in questo modo ti sarò sembrato uno stalker totalmente ossessionato dai ragazzi biondi con gli occhi azzurri, ma ne è valsa la pena.
Perché siamo diventati amici, Luke? Perché ho scoperto che suonavi la chitarra e ti piaceva cantare sotto la doccia? E se quel pomeriggio non ti avessi visto seduto sulla panchina a canticchiare, ora saremmo amici? Mi vorresti bene come mi vuoi bene ora, se non fossimo diventati amici in quel momento?
A volte mi chiedo cosa sarebbe successo se non ti avessi stressato così tanto. Se non fossimo diventati vicini di banco al corso di chimica, se non avessi sentito il tuo nome uscire dalle labbra sottili di quella pazza che tentava di ucciderci con i suoi stupidi esperimenti, se non avessi scelto te, ma un ragazzo più socievole. Perché, diciamocelo Luke, tu eri un vero stronzo e mi trattavi di merda però, tutto ad un tratto, sei diventato simpatico e sorridevi di continuo. Mi ricordo di averti chiesto il motivo. Non mi hai mai risposto.
 
«Calum ti ricordi quando siamo diventati amici?»
La domanda di Luke, seduto dietro la porta, distolse l’attenzione di Calum dalla lettera.
«Ti avevo chiesto perché tutto ad un tratto eri diventato così felice e sorridente» ricordò il moro sorridendo. Per la prima volta, dopo due giorni e mezzo, Luke era riuscito a far parlare il suo migliore amico.
«Non ti ho mai risposto, ma forse ora posso farlo» disse il più alto, poggiando la fronte sulla porta. «Ero felice perché ero con te, ed avevo una cotta stratosferica per te ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo e neanche l’intenzione, a dirla tutta» Luke sospirò ma poi rise. «È stato molto coraggioso quello che hai fatto»
Anche Calum rise. «Il nostro primo bacio non doveva essere così» confessò. «Ho pianificato tre tipi diversi di primo bacio. Il primo, un venerdì sera ti avrei fatto uno di quei discorsi romantici e pieni di cavolate prese da film stupidi e troppo dolci; il secondo, sul divano, a guardare il tuo film preferito, ti avrei circondato le spalle con un braccio e avrei cominciato a fissarti»
«Secondo me invece è stato perfetto» lo interruppe Luke prima che cominciasse a spiegare il terzo punto. «Insomma, le cose migliori sono quelle non pianificate, no? Sono le cose improvvise e che non ti aspetteresti mai»
Calum fu tentato di aprire la porta. Avrebbe voluto spalancarla e lasciare che Luke cadesse tra le sue braccia, per poi baciarlo fino a fargli mancare il respiro.
«Potresti aprire la porta ora, Cal?» chiese Luke con leggerezza. «Vorrei baciarti»
 
La prima volta che ti ho visto mi sono innamorato di te ma l’ho capito solo quando siamo diventati amici. È per questo che ero sempre appiccicato a te e parlavo di continuo. Ero solo un ragazzino spaventato e irritante, ma ero innamorato. Immagino tu lo avessi capito prima di me. Ogni volta che ero vicino a te sbuffavi, incrociavi le braccia e facevi di tutto per ignorarmi però non hai mai tentato di cacciarmi. Ti piacevano le mie attenzioni, Luke? O forse ti piacevo anche io? Probabilmente no, ma questo forse non potrò mai saperlo.
La prima volta che ti ho visto sono rimasto folgorato dal tuo sguardo sospettoso e dal tuo sorriso forzato. Non facevo altro che pensare di voler baciare quelle labbra e di voler vedere il tuo sguardo spostarsi su di me. Sei diventato il mio migliore e non credo che diventerai qualcosa di più, ma dopotutto le cose migliori sono quelle che non ti aspetteresti mai.  



Chiedo umilmente perdono per questo ritardo pazzesco di tipo un mese, ma ovviamente è colpa della scuola lol   
Prima di sparare idiozie volevo ringraziare 
Winter_Is_Coming per aver recensito, per avermi dato la voglia di scrivere e per aver sbloccato il blocco dello scrittore, quindi grazie cara ♥
Vabbe, ringrazio  chiunque abbia messo tra preferite ricordate e seguite e vi prego  recensite perché altrimenti non o se queste one shot vi piacciono veramente e se valga la pena continuare.
Non so quale sarà la prossima os e neanche quando posterò ma comunque scrivo lo stesso "alla prossima" 
un bacio,
Lara ♥


p.s. scusate se oggi sono un po' di poche parole ma sono malata da una settimana e non ho voglia di fare nulla (lol) 

 

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Capitolo 4
*** The first (would you stay with me?) ***


 
os palesemente ispirata alla bellissima canzone stay with me di sam smith
(se volete ascoltarla cliccate sul titolo)

 

#4 the first. (would you stay with me?)

 Il ragazzo era sepolto sotto le coperte, ma Luke sentiva comunque il suo respiro regolare. Non ricordava neanche il suo nome anche se stava cercando in tutti in modi di farselo venire in mente. Ricordava che la sera prima era rimasto incantato dai suoi occhi scuri, con un solo sguardo il ragazzo era riuscito ad estraniarlo dal resto del mondo ed era stato come se ci fossero stati solo loro due. Loro due in una stanza piena di gente.
Era un male che Michael lo avesse portato a caccia la sera prima. Voleva dire che era così disperato che anche il suo migliore amico se n’era accorto. Luke non era mai stato bravo nelle storie d’amore e neanche nelle avventure da una notte a dirla tutta, ma di solito se la cavava. Andava in giro per locali (da solo), si trovava qualcuno con cui passare la notte, il mattino dopo tornava a casa. Niente di troppo complicato e neanche di così semplice.
Ma quella volta era capitato tutto a casa sua (evidentemente era davvero ubriaco) e non aveva cuore di svegliare il ragazzo per dirgli di andarsene.
Forse la sera prima aveva bevuto davvero troppo, perché avrebbe voluto stare lì a fissare senzanome per sempre, e gli sarebbe andato bene anche guardare quel poco visibile, ossia quel ciuffo di capelli neri che spuntava da sotto le coperte. Riusciva quasi a immaginarsi i suoi occhi gonfi di sonno, le labbra screpolate strette tra i denti e il petto nudo avvolto dal lenzuolo bianco.
Lo sconosciuto mosse un braccio, appoggiando la mano sulla parte vuota del letto. Mugugnò qualcosa di incomprensibile e si voltò verso di lui.
Per la prima volta nell’arco della mattinata Luke constatò che quel ragazzo era di una bellezza incontrastabile, e non era per l’espressione confusa, per le labbra umide o per il fatto che avesse appena alzato un braccio per stropicciarsi gli occhi e che avesse messo in mostra i suoi muscoli. Luke non capiva perché il suo cuore avesse cominciato a battere così forte, perché la sua gola fosse diventata improvvisamente così secca e perché il ragazzo continuasse a guardarlo.
«Perché mi fissi?» chiese. Forse quello non era il modo giusto per iniziare una conversazione.
«Non ti sto fissando. Stavo solo cercando di capire… il luogo»
«Oh» disse Luke, improvvisamente a corto di parole. «È casa mia»
«Si l’avevo capito» rispose il moro.
Il biondo lo guardò ancora un po’, mente cercava i suoi vestiti sparsi sul pavimento (non gli avrebbe mai detto che la maglia era sopra all’armadio) e si vestiva velocemente.
«Com'è che ti chiami?» chiese poi Luke, senza imbarazzo. Voleva a tutti costi sapere il nome di quel ragazzo che gli aveva rubato il cuore.
«Calum» rispose l'altro. «È strano che non lo ricordi, stanotte l'hai ripetuto molte volte»
«Scusa» disse. «Non ricordo molto di… sai… stanotte»
Calum scrollò le spalle. «Si lo so, succede sempre così. Non sono mai un soggetto interessante, soprattutto il giorno dopo»
Luke avrebbe voluto replicare, ma non riusciva a spiccicare parola. Si alzò dal letto e avrebbe voluto afferrare la mano di Calum, ma forse era un gesto troppo intimo.
«Non intendevo dire quello» disse, cercando di abbassare il tono di voce. «Io ti trovo molto interessante»
Calum sorrise senza gioia. «Tu vuoi solo scopare di nuovo»
A Luke scappò una risata. «Se volessi veramente quello ora non saremmo di certo a parlare»
Solo in quel momento Luke capì com’era davvero fatto Calum. Doveva essere un ragazzo sensibile e insicuro, uno di quelli che si nascondevano dietro maschere di freddezza e sarcasmo. Non aveva mai conosciuto una persona così, o forse si ma le aveva abbandonate prima che si svegliassero.
Luke sapeva che con quel ragazzo era diverso. Per tutta la mattina non aspettato altro che si svegliasse, non per cacciarlo, ma per vederlo sorridere. Il sorriso di Calum era qualcosa di disarmante, quello lo ricordava.
«Senti, ammettilo come fanno tutti. Ieri mi hai visto e sei rimasto estasiato dal mio culo-»
«Sei un pochino egocentrico per essere così insicuro» lo interruppe il più alto ridendo.
«Non lo dico io, sono gli altri» borbottò Calum. «E non sono insicuro»
Luke incrociò le braccia e ricominciò a ridere. «Sono sicuro al 97 percento di essermi avvicinato per il tuo sorriso, non per il tuo culo»
Calum sorrise. «E l’altro 3 percento?»
Il biondo scrollò le spalle. «Il mio amico rompeva, diceva che per lui eri carino e che avrei dovuto provarci con te prima che quel tipo pieno di tatuaggi mi battesse sul tempo»
«Avrei scelto te comunque» rispose Calum.
Luke inarcò un sopracciglio, perplesso. «Non mi piacciono i tipi con troppi tatuaggi» si affrettò a precisare con un sorriso sereno in volto. 
Il biondo annuì, cercando di non guardare il petto ancora nudo dell’altro.
«Vuoi… vuoi uscire con me per pranzo?» chiese senza neanche pensare. Voleva davvero uscire con Calum, voleva amarlo come non aveva mai amato nessuno, voleva avere una certezza nella vita e voleva che fosse Calum.
Quella volta fu il moro ad essere perplesso. «Uscire? Noi due?»
«Certo, noi due. Come… un appuntamento»
«Di solito chiedi appuntamenti a tutti quelli con cui vai a letto?»
«In realtà tu sei il primo a cui lo chiedo» rispose Luke. «Se devo essere sincero sei il primo che viene a casa mia»
E sei anche il primo di cui mi sono innamorato a prima vista, avrebbe voluto dirgli anche quello, ma sapeva di aver cominciato ad esagerare da quando Calum si era svegliato.
«Forse dovrei sentirmi onorato ma non lo so» disse Calum. «Cioè… mi piacerebbe davvero uscire con te»
Luke sospirò di sollievo. Il suo cuore diceva che non avrebbe retto ad un rifiuto, non da parte di Calum. «Sai, non sono stato mai bravo nelle storie di una notte» disse. «Sono sempre stato uno di quegli stronzi che se ne vanno non appena si svegliano e se tu fossi stato un’altra persona ti avrei svegliato e ti avrei cacciato di casa, ma tu sei diverso»
«Diverso perché ho un culo fantastico?» ironizzò Calum.
«Diverso perché sei il primo con cui vorrei rimanere per sempre. E tu, tu vorresti stare con me?»
Calum annuì. Tentare non costava nulla.


HELLOOOO ♥
Sono sicura di non essere troppo in ritardo, ma se lo sono chiedo scusa come al solito. Questa volta non posso dare colpe alla scuola, visto che è stato un mese schifoso e non ho fatto nulla se non stare sdraiata su qualunque supericie morbida ascoltando canzoni a caso. (mi sono anche fissata con le canzoni di frozen)
Sono anche depressa perché c'erano gli youtubers a la spezia ed io ero a casa a guardare tutte le foto che hanno messo, compresa la foto della strada della mia scuola messa da connor franta su cui ho pianto come una fontana.
youtubers vi odio con tutto il mio cuore.
btw ho iniziato questa os due settimane fa e sono stata ispirata da quel grand uomo di sam smith e la sua bellissima canzone stay with me, che forse avrete sentito su mtv push (oggi l'ho ascoltata più di 20 volte di seguito)
comuuunque, spero davvero che vi sia piaciuta e che recensiate in tanti ♥♥♥
ultima cosa, qualche giorno ho postato una os su Ashton,
Midnight Train, spero abbiate voglia di fare un passo.
alla prossima,
Lara  ♥


 

 

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Capitolo 5
*** The first time you've been protective. ***



#5 the first time you’ve been protective.
 
«Questa notte non dormirò, ne sono sicuro»
Luke sospirò e alzò gli occhi al cielo, come se quella scena non fosse nuova.
«Hai detto la stessa cosa quando abbiamo visto la prima puntata di questo stupido affare» borbottò, indicando con il telecomando lo schermo della tv. «Eppure mi risulta che tu abbia russato tutta la notte»
Calum scrollò le spalle, affondando la mano nel recipiente blu. «Infatti non ho paura»
Il ragazzo biondo ridacchiò spostando lo sguardo dalla tv a Calum, che stringeva il bracciolo del divano pur di non dover stringere la mano di Luke.
Era tutto cominciato un mese prima, quando Calum gli aveva chiesto di guardare la prima puntata di Supernatural, perché, ehy, Michael e la sua ragazza lo facevano e anche Ashton, quindi doveva essere bello per forza. Il problema era che Calum aveva una paura matta dei film di quel genere e Luke sapeva che non avrebbe retto neanche alla prima puntata. Invece erano ancora lì, stretti sotto una coperta rossa con le macchinine più per paura (di Calum) che per il freddo.
«Dici che se mi specchio compare quella specie di…»
«Cal, se hai davvero paura basta solo cambiare canale» lo interruppe Luke, guardandolo.
«Non ho paura» rispose il moro, fingendo un’espressione rilassata.
Luke sapeva che Calum stava morendo di paura, anche se continuava a ripetere di non averne. Riusciva a capirlo dal turbamento nei suoi occhi puntati sul cellulare per non guardare scene troppo paurose per i suoi gusti, o dal fatto che ormai scorgeva il profilo di Calum solo dal naso in su, perché tutto il resto era sepolto dalla coperta rossa. Ma se Calum diceva di non aver paura, allora Luke faceva finta di credergli, anche se ogni tanto si avvicinava a lui solo per fargli capire che non era solo e che lo avrebbe protetto da tutti i mostri immaginari che popolavano la sua mente. E anche Calum si stringeva sempre di più a lui, mentre sullo schermo si susseguivano le immagini di Dean e Sam che indagavano sulla morte di un uomo.
«Luke tu… per caso… hai mai detto Maria la Sanguinaria davanti allo specchio per tre volte?»
Luke si sforzò di non ridere, perché cavolo, la paura di Calum stava diventando fin troppo evidente. «Si Cal, una volta sono andato a dormire da Michael e mi ha obbligato a farlo»
Calum, appoggiato su di lui, si irrigidì in un istante e si voltò verso di lui. «Oh porca paletta, sul serio? Luke, siamo in pericolo! Verrà a prenderci!»
L’espressione di puro terrore sul volto del ragazzo lo fece ghignare.
«Stavo scherzando» lo tranquillizzò, stringendolo tra le sue braccia. «Non esistono queste cose, e se hai paura possiamo guardare qualcos’altro»
Calum lo guardò come se stesse dicendo idiozie. «Io non ho paura» sussurrò, schioccandogli un bacio vicino alle labbra.
«No certo, ti credo»
Calum parve soddisfatto della risposta, perché si accoccolò sul suo petto e si voltò per guardare il finale della puntata. Gli parve più rilassato di prima e si disse che quello era solo un bene.
 
La pioggia picchiettava sul vetro della finestra ritmicamente, e Calum si rigirava tra le coperte. Non si era spaventato, non si era spaventato, non si era spaventato. Luke era riuscito a calmarlo solo con la sua vicinanza e lui non aveva paura, assolutamente. Solo che in fondo alla stanza c’era una strana ombra e proprio davanti a lui c’era un specchio. Uno stupido e spaventoso specchio. Si avvolse ancora di più nelle coperte e si mise ad ascoltare il rumore della pioggia. Luke gli aveva detto che nessuno sarebbe comparso allo specchio e lui gli credeva, perché Luke non diceva idiozie. Però quell’ombra era davvero terrificante e non riusciva a distogliere lo sguardo da quella superficie riflettente, quindi fece quello che ogni persona sana di mente avrebbe fatto. Si alzò, ben attento a non passare davanti allo specchio, aprì la porta e con velocità attraversò il corridoio. Non si sorprese di trovare la porta del suo ragazzo già aperta, probabilmente Luke sospettava che sarebbe andato da lui.
«Luke» sussurrò. «Sei sveglio?»
Il biondo si voltò verso di lui con un lentezza quasi esasperante. «Lo sapevo che avevi paura»
«Non ho paura» disse, avvicinandosi piano al suo letto. «Volevo farti compagnia»
«Alle due di notte, seriamente?»
«Ok, ho bisogno della fantastica presenza nel mio bellissimo fidanzato» ammise. «Ma non ho paura, volevo solo stare un po’ con te»
Luke ridacchiò, ma non disse nulla. Si limitò a spostare le lenzuola e ad appiattirsi contro il muro per fargli un po’ di spazio.
«Cavolo Luke» disse Calum dopo un po’. Luke gli aveva appena circondato i fianchi con un braccio e gli aveva fatto appoggiare la testa sul suo petto. «Se sapevo che saresti stato così affettuoso e protettivo ti avrei detto di aver paura già da un pezzo»
Luke scosse la testa divertito. «Buonanotte Cal»
«’Notte Luke»
Dopo quella notte, Calum non ebbe più paura delle creature sovrannaturali, perché sapeva che Luke lo avrebbe protetto. 
In fondo, è questo quello che fanno le persone che si amano.
Si proteggono a vicenda.


Helloo ♥
suppongo abbiate visto il video di don't stop, e se non lo avete ancora fatto (ne dubito fortemente) fatelo immediatamente perché è fantastico.
Non ho niente da dire, solo che questa os è ovviamente ispirata a me stessa mentre guardo Supernatural (visto che ho finito Glee, Teen Wolf e Sherlock non ho niente da fare lol) anche se ho paura. E se devo essere sincera continuo a guardare questa fantastica ma per me paurosa serie tv solo perché sono assolutamente convinta che guadare due puntate prima di ogni verifica mi porti fortuna (ed il nove e mezzo e l'otto di latino ne sono testimoni). Quindi boh, se non lo avete mai visto e non siete facilmente impressionabili come me guardatelo perché ne vale la pena. 
Eee niente, in realtà l'ispirazione mi è venuta dopo aver visto la 3x10 di Doctor Who (lo so, sono una pazza ossessionata dalle serie tv) anche se qui non c'entra nulla.
Poooi, ovviamente vorrei ricordare che Calum e Luke potrebbero essere OOC in qualche os e che le storie NON sono ollegate tra loro.
Eee infine, ho già scritto la prossima os quindi dovrei postare tra poco, e per prepararvi alla prossima os molto no-sense vi dico solo una cosa: Percy Jackson.
Adieu ♥

p.s. una piccola precisazione: la coperta rossa con le macchinine esiste veramente e l'ho rubata a mio fratello :D

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Capitolo 6
*** The first time I understood we were crazy. ***



#6 the first time I understood we were crazy.
 
Lucas Hemmings non era pazzo.
Era assolutamente convinto di aver visto il suo compagno di stanza spegnere una piccola fiamma sulla manica solo con un tocco e, anche se nessuno gli credeva, lui continuava a dirsi che non era pazzo.
Non era pazzo perché, dopo aver spento la fiamma, Calum gli aveva sorriso un po' colpevole e anche quello era sicuro di non esserselo inventato.
La signora a cui lo aveva rivelato non era del solito avviso visto che lo aveva mandato di filato dalla psicologa, la quale, alla fine della visita, aveva allungato la mano verso di lui e  aveva versato sul suo palmo aperto una pillola rossa e una azzurra.
«È una cosa impossibile Lucas e lo sai, ne sono sicura».
Lucas invece non pensava fosse una cosa impossibile. Insomma, lo aveva visto ed era anche certo di non esserselo inventato per attirare l’attenzione dei suoi genitori della signora poco gentile che gestiva quel posto.
Dopotutto Lucas odiava ricevere attenzioni, amava solo quelle di Calum, perché lui era l'unico che non lo riteneva pazzo e perché gli diceva sempre che era bellissimo.
Quindi perché avrebbe dovuto inventare quella storia?
Lucas cominciò a pensare di essere pazzo quando Calum gli disse di essere figlio di un dio e che probabilmente lo era anche lui. Cioè, pensò che Calum fosse pazzo. Poi capì che Calum aveva ragione perché aveva visto un ragazzo con delle gambe da capra e la psicologa con gli occhi verdi di clorofilla.
Capì che Calum non era veramente pazzo quando vide il simbolo di Venere comparire sulla sua testa e quando non riuscì a spettinarsi i capelli per una settimana.
Era ovvio che era quello che pensavano loro due.
Calum gli diceva sempre che lui era figlio di Afrodite, non di Venere ma Luke si sentiva più romano che greco, perché era sempre stato piuttosto bravo in latino. Calum invece era greco ed era bravo a costruire le cose, perciò intuì fosse figlio di Efesto.
Il gioco finì quando Michael gli disse che gli dei non esistevano veramente e che lui credeva in un solo Dio e che Calum s' inventava quelle cose perché era pazzo e voleva sfuggire alla tristezza del manicomio in cui erano rinchiusi.
Quindi Calum era veramente pazzo ma Lucas lo amava lo stesso, perché era pazzo anche lui o forse ancora di più.
E Lucas rimaneva un figlio di Venere perché per Calum era bellissimo, ma era romano e non greco perché lui era bravo in latino, e Calum era figlio di Efesto perché costruiva sempre cose bellissime con i lego che rubava ai bambini e non era romano ma greco perché lui preferiva il Partenone al Colosseo.
E Calum era pazzo ma Lucas lo era più di lui.

HELLOOO ♥
Non so perché abbia scritto una cosa del genere, non ne ho proprio idea quindi chiedo scusa.
So che avrei dovuto scrivere the first time we had to say goodbye (e ringrazio Winter_Is_Coming per avermi dato la grandiosa idea) e giuro che ci sto lavorando ma avevo questa pronta e l'ho postata per non farvi aspettare troppo. 
Comuuuuunque spero vi sia piaciuta questa cosa molto nosense con annesso Percy Jackson, Calum che si crede un semidio e Luke pazzerello che gli da corda. Lo so, forse sono fuori di testa anche io lol
E niente, qualche tempo fa ho postato una os su Michael e mi piacerebbe che passaste, mi rendereste mooolto contenta (vi preeego fatelo ♥) Vi lascio i link delle mie storie sui 5sos, giusto se non avete nulla da fare lol
A presto,
Lara ♥

Without the beating heart (su Michael)  
Midnight train (su Ashton)
La strana addormentata nella cella frigorifera (sempre su Ashton)
Dear diary (su Luke)
Against all odds (lo so, non posto da Febbraio, ma sto lavorando anche su questa) (accenni Cake, quindi sarete contenti yee)

p.s. Mi farebbe davveeero piacere se aveste voglia di passare e recensire. Rendereste felice una ragazza che ha appena fatto 10 minuti di zumba e con il mal di pancia ♥


 

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Capitolo 7
*** The first time we had to say goodbye. ***



#7 the first time we had to say goodbye
 
Era davvero strano, per Calum, vedere Luke seduto sulla sua valigia in sala d‘attesa.
In realtà, era strano il fatto che solo Luke avesse una valigia.
Da quando erano lì, si erano parlati davvero poco. Luke gli aveva a stento rivolto la parola, e solo per chiedere di tenergli la valigia per un secondo. Per quanto tempo ancora sarebbero stati lì, a guardarsi di sottecchi? Sembrava che il biondo non avesse proprio il coraggio di aprir bocca, per paura di dire qualcosa di sbagliato. Di cose sbagliate ne aveva dette abbastanza la sera prima mentre litigavano, Luke ne era consapevole. Alla fine, infatti, Calum aveva afferrato un cuscino, si era diretto in salotto con passo arrabbiato e si era addormentato sul divano, lasciandolo solo come un cane.
Dopo quel litigio aveva anche trovato un altro pretesto per tornare a casa prima del previsto. Non che morisse dalla voglia di tornare in Australia –non senza Calum o i ragazzi- ma la situazione stava diventando insostenibile. Litigi frequenti, Calum fin troppo geloso e la sua possessività oppressiva. Non sapeva che cosa stava succedendo, sapeva solo che Calum era cambiato e che era colpa sua.
In effetti, si disse Luke guardando la famigliola che gli era appena passata davanti, non era solo colpa sua, ma anche di Calum. Non gli avrebbe chiesto scusa, visto che era sempre lui a farlo.
D’altro canto, Calum era troppo orgoglioso per farlo. Per lui era già stato difficile ammettere di essere innamorato del suo migliore amico, anche perché stava violando la prima regola delle band: non innamorarti mai di un membro della tua stessa band, soprattutto se è del tuo stesso sesso.
Ovviamente la prima cosa che fece Calum, dopo aver sentito parlare di quella regola, fu guardare Luke con occhi diversi.
Non c’era da stupirsi se Calum aveva mandato al diavolo chiunque non lo avesse fermato. La loro storia aveva letteralmente mandato a puttane la band e, anche se Michael e Ashton non avevano rinfacciato loro niente, sapeva che quello era completamente sbagliato.
Ed era anche sbagliato stare seduto vicino al proprio fidanzato senza dire nulla.
«Scusa» cominciò, avvicinandosi di più a lui.
Luke, al suo fianco, inarcò un sopracciglio. «Come?»
«Scusa» ripeté Calum. «So che sei arrabbiato con me»
«Non sono arrabbiato con te» replicò Luke, stupito. «Davvero Cal, è solo che in questo periodo sei strano»
Calum si stupì del fatto che Luke lo avesse capito. Di solito si teneva i problemi dentro, non come il biondo che non dormiva la notte se non raccontava a qualcuno quello che gli capitava.
«Sono sempre io» disse, cercando di trattenersi il fiume di parole che cercava di uscire. «Sono sempre Calum»
«Cal, non appena ti ho detto che sarei tornato a casa ti sei messo ad urlare senza un apparente motivo. Il solito Calum non lo avrebbe fatto» replicò Luke, stringendogli la mano poggiata sul ginocchio.
Calum guardò la mano di Luke sulla sua. Il suo ragazzo non amava molto mostrare agli altri il loro amore ma se lo aveva fatto voleva dire che voleva davvero fare pace con lui.
«Solo perché so che tornerai a casa per il compleanno di Meg»
«Non vado lì per il compleanno di Meg» ribatté l’altro sbuffando. «Torno a casa per schiarirmi le idee. Sai, su noi due, sulla band e tutte queste cose»
Calum spostò lo sguardo sui suoi occhi, i suoi famosi limpidi occhi azzurri e sinceri.  
«Lucas, mi stai lasciando?» chiese in un sussurro spaventato. L’idea che Luke lo lasciasse lo aveva sfiorato molte volte, si era immaginato le scene più tristi e struggenti, ma non aveva mai pensato a cosa avrebbe provato. E in quel momento le immagini dei momenti passati con Luke cominciarono a scorrergli in mente, la mano del più alto era ancora posata sulla sua e lo sguardo del ragazzo che amava che lo trafiggeva.
«Non ti sto lasciando Cal» rispose Luke con una leggera risata. «Non potrei mai lasciarti»
Calum non sapeva cosa rispondere. Per un momento aveva pensato che Luke avesse capito che Calum non era alla sua altezza, cosa che il moro pensava tutti i giorni.
Ma la stretta della mano di Luke si era fatta più forte e questo gli infondeva quel coraggio e quell’adrenalina di cui aveva bisogno prima dei concerti.
«Sei proprio sicuro di dover andare?» domandò dopo qualche attimo di silenzio. «Non siamo mai stati lontani per così tanto tempo. Una strada o un corridoio non sono niente in confronto ad un oceano»
Luke sorrise, alzando lo sguardo al cielo. Fece per dire qualcosa –e sembrava anche qualcosa d’importante- ma una voce metallica lo interruppe.
Calum non la ascoltò neanche, era troppo preso dagli occhi di Luke, dalla sua mano stretta alla sua e dallo sguardo basito della ragazzina davanti a loro, che sembrava averli riconosciuti. Non se ne preoccupò più di tanto, Luke aveva appena posato lo sguardo su di lui e lo guardava con dispiacere.
«Mi mancherai» sussurrò Luke, lasciandogli la mano. Lo strinse in un abbraccio e gli posò un morbido e innocente bacio sulla spalla.
«Chiamami quando arrivi» gli ricordò Calum sorridendo. «E non cedere alle avance di Meg, sai che non la sopporto»
«Ti ho già detto che non torno a casa per lei»
«Si me l’hai detto ma io sono ugualmente geloso, chiunque vorrebbe avere il mio biondo e bellissimo fidanzato. Avrei dovuto lasciarti un marchio, o una cosa del genere, almeno tutti saprebbero che sei mio»
Luke ridacchiò. «Rimarrò per sempre tuo, anche senza marchi, perché sceglierò sempre e comunque te»
Con quell’ultima frase se ne andò, anche se, dall’espressione che aveva, Calum sapeva che avrebbe voluto dire o fare qualcos’altro.
Non si stupì quando qualche minuto dopo lo rivide correre verso di lui.
«Mi sono dimenticato di dirti che ti amo» disse. «Anche se so che lo sai»
 «Ti amo anche…» non fece in tempo a finire la frase che le labbra di Luke coprirono le sue, in un bacio delicato e breve.
«Ci vediamo tra qualche giorno» disse sorridendo.
«Ti amo» borbottò lui, ancora attonito.
Luke sorrise per l’ultima volta, prima di voltarsi e andare via.
Quando Luke sparì del tutto, Calum capì che non avrebbe resistito neanche un secondo senza di lui.


HIYAAA ♥
Allora, sarò breve... un enorme grazie a Winter_Is_Coming per l'idea e per avermi dato un pretesto per far litigare i Cake ♥
Un in bocca al lupo alla mia cuginetta Alessia che tra qualche giorno dovrà affrontare l'esame di terza media ♥
Vi vorrei dire che posterò presto ma non sarà così perché mercoledì sarà il mio compleanno, due giorni dopo quello della mia migliore amica, il 21 avrò una cresima e poi mi dovrò preparare psicologicamente per il concerto del 29 (ci sarà qualcuno, a proposito?)
quindi spero davvero di avervi fatte felici con questa os, ringrazio di cuore chi recensisce, chi mette tra preferiti, ricordati e seguiti.♥
alla prossima os,
un bacio,
Lara ♥

 

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Capitolo 8
*** The first time you surprised me. ***





#8. The first time you surprised me.
 
16 Luglio 2014, Sydney, ore 3.27 PM.
Luke sbuffa per l’ennesima volta mentre sale le scale, diretto al settimo piano. Quella deve essere per forza la giornata peggiore della sua vita. Tutto è iniziato al suo risveglio, quando credeva che avrebbe trovato un Calum già sveglio, a petto nudo e con un vassoio in mano cantando tanti auguri a te, ma Calum non c’era e al suo posto aveva trovato delle lenzuola spiegazzate e fredde; poi, uscendo con Ashton (che sembrava l’unico a essersi ricordato del suo compleanno), aveva scoperto che l’ascensore si era rotto e che avrebbe dovuto usare le scale. Infine, mentre lui e Ashton erano in giro per Sydney a fare shopping, erano stati letteralmente travolti da un tremendo acquazzone ed erano stati costretti a tornare a casa. Casa di Luke, ovviamente. E intanto Calum ancora non gli ha fatto gli auguri, accidenti a lui.
E che bel compleanno, pensa Luke aprendo la porta con una spinta, io, Ashton e un pasticcino.
Quando entra nel piccolo appartamento che condivide con Calum decide che avrebbe passato il resto del suo compleanno sepolto sotto le coperte a mangiare gelato, che gli avrebbe fatto di sicuro più compagnia del suo stupido migliore amico barra fidanzato. E forse Calum si sta vendicando, perché lui un mese prima si era dimenticato del loro anniversario*, ma quello è il suo diciottesimo compleanno e, che cavolo, vuole passarlo con Calum a scolarsi tutte le bottiglie di qualcosa di alcolico senza aver paura di essere beccato o a fare l’amore fino al mattino dopo.
Ma Calum non c’è, al suo posto ci sono Ashton e un pasticcino. Metà pasticcino, a dire la verità.
«Pensi che Calum si sia stufato di me?» chiede, mentre Ashton trangugia l’ultimo pezzo del dolcetto.
«Scherzi?» dice Ashton con la bocca piena. «Quel ragazzo ti ama così tanto»
Luke scrolla le spalle. «Stamattina non c’era quando mi sono svegliato» spiega tristemente. «Avrei voluto fosse lì con me»
Ashton deglutisce vistosamente e Luke deduce che il suo amico sia sul punto di dire qualcosa che non deve dire.
«Sai» comincia l’altro. «Non avrei mai creduto che tu e Calum vi sareste messi insieme»
Luke lo guarda mentre cerca qualcos’altro da mettere sotto i denti, ma la cucina è vuota (quella volta fare la spesa tocca a Calum e ovviamente si è dimenticato pure di fare quello) e ora gli tocca pure continuare il discorso. «Si insomma, tu e Calum, ma dai» si mette a ridere ma la smette subito quando vede l’espressione sofferente dell’altro. «Luke, amico mio, sono certo che Calum non si sia dimenticato di te. Starà combinando qualcosa con Mickey»
«Si certo» borbotta Luke, che non ci crede neanche un po’. Ma poi tutto ritorna alla normalità quando riceve un messaggio e «Stasera sei tutto mio» legge ad alta voce, facendo scoppiare a ridere Ashton. «Lo sai che non voglio sapere cosa combinate» gli dice seriamente. «Non voglio neanche pensare in quanti modi Calum abbia violato il mio fratellino»
«Non sono tuo fratello» gli fa notare Luke con un sorriso sulle labbra.
«È come se lo fossi»
Poi il telefono squilla di nuovo. «Vieni in George Street alle nove in punto, io sarò lì»
E forse quello che lo aspetta è anche meglio di mille “tanti auguri”.
 
16 Luglio 2014, Sydney, ore 8.45 PM.
Luke non capirà mai perché Calum abbia scelto di incontrarlo in una strada dall’altra parte della città, ma si prepara comunque, scegliendo una delle poche maglie non bucate e senza loghi di band che ha nell’armadio, gli unici jeans blu (sa che Calum odia i blue jeans e che sarà la prima cosa che gli toglierà non appena torneranno a casa) e le Vans nere ormai distrutte. Sale sul taxi, perché Ashton non vuole accompagnarlo in macchina e assistere a un momento intimo o, come l’ha definito lui, una “sessione di pomiciamento selvaggio” e, quando arriva, aspetta Calum. Guarda l’orologio del cellulare e controlla di non essere troppo in ritardo, ma sono le nove e tre minuti e del suo ragazzo non c’è traccia.
In quel momento il suo cellulare squilla e Luke è pronto a qualunque tipo di scusa, ma il messaggio dice soltanto «Vai da Trevor e digli “sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa”»
A quel punto Luke è certo che Calum lo stia prendendo seriamente per il culo. Si immagina pure il moro, Ashton e Michael ridere di lui e della sua stupidità, ma poi si avvicina lentamente al ragazzo.
«Ehi Trev» dice timidamente.
«Ehi Luke, buon compleanno. Devi per caso dirmi qualcosa?» chiede il più grande, sorridendo. Dei bambini sono intorno a loro e li guardano estasiati, Luke non capisce se sono stupiti dalla sua altezza o dai palloncini che Trevor sta gonfiando.
«Ehm» Luke è incerto e vorrebbe davvero scavarsi una fossa e rimanere lì fino alla fine dei suoi giorni. «Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa»
Trevor ride, poi gli porge un palloncino a forma di cuore verde e un bigliettino azzurro. «Dì al tuo ragazzo che è un vero stronzo»
«Se mi fa fare qualcos’altro di imbarazzante non sarà più il mio ragazzo» replica Luke divertito.
Si allontana, curioso di sapere cosa sta escogitando Calum e legge il foglietto.
«Sei coraggioso Lucas» Luke alza gli occhi al cielo e sbuffa, ricominciando a leggere. «e sai anche che non ho fantasia per questi cavolo di giochi, quindi puoi anche tornare a casa, perché io ti sto aspettando»
Luke sorride. Non vede l’ora di aprire la porta di casa, abbracciarlo, prenderlo a schiaffi e poi baciarlo. Prende un altro taxi, arriva davanti al portone del palazzo e non prova neanche a chiamare l’ascensore, ma comincia a correre su per le scale, anche se rischia di arrivare alla quattordicesima rampa senza un polmone.
Quando è davanti alla porta di casa cerca invano le chiavi sebbene sia sicuro di averle lasciate sul mobiletto all’entrata e suona il campanello incessantemente, finché un ragazzo dai capelli verdi non gli apre la porta.
«Merda Ash, è arrivato troppo presto!» sussurra Michael. «Io lo avevo detto a Calum che avrebbe dovuto pensare a qualcos’altro, ma quello mica mi ascolta» poi guarda Luke. «Saresti disposto ad aspettare qui fuori per non rovinare la fantastica sorpresa che Calum escogita da tre settimane?»
«In realtà non mi importa molto della sorpresa» risponde Luke. «Cioè, io vorrei solo andare da Calum»
Lo sguardo di Michael si addolcisce e lo lascia passare intimandogli di fare silenzio.
«Calum è in camera “sua”, non dirgli che ti ho fatto entrare io» dice Michael. «Se ti chiede chi era alla porta tu digli che era il ragazzo delle pizze»
«Ma non ci sono le pizze» gli fa notare Luke. Michael alza gli occhi al cielo. «Ce le siamo portate via io e Ashton, perché pensavamo che voi due aveste altro da fare»
«Non farmi pensare a quello che fanno!» interviene Ashton, smettendo di riordinare i cuscini sul divano.
«Finiscila Irwin!» Luke sa che Michael vorrebbe urlargli qualcosa di orribile, perché, che diamine, ha vent’anni e anche lui fa sesso. «Non dimenticatevi di usare le protezioni» riprende Michael, facendo arrossire Luke. «E passa un bel compleanno»
Quella è l’ultima cosa che gli dice, poi esce silenziosamente dalla porta, seguito da Ashton.
 
16 Luglio 2014, Sydney, ore 22.37.
Luke apre la porta della camera di Calum, che alla fine è anche camera sua e guarda il suo ragazzo voltato verso la finestra. Le luci della città gli illuminano il volto stanco e Luke nota che sta indossando la felpa blu che lui adora.
«Che dolce» dice, facendolo voltare di scatto. «Non pensavo che qualcuno avrebbe fatto una cosa del genere per me»
Calum si morde il labbro inferiore nervosamente e lo guarda dritto negli occhi. Il biondo sente il cuore battere forte e le gambe sciogliersi davanti a quello sguardo pieno d’amore.
«Scusa se ti ho fatto penare oggi» sussurra il più basso con voce roca. «Volevo fare qualcosa di speciale. A quanto pare ho fallito»
«Rimanere tutto il giorno a letto con me sarebbe stato speciale a sufficienza» ribatte Luke. Ha paura di essere stato troppo rude, quindi gli sorride per far capire all’altro che è tutto okay. «ma quello che hai cercato di fare oggi mi ha fatto capire quanto ti importa di me»
Calum abbassa la testa e Luke gli si avvicina con un solo passo. «Ti amo davvero tanto, Cal» dice, abbracciandolo. «Ti amo più di qualunque altra cosa al mondo»**
È Calum ad accorciare sempre di più la distanza tra le loro labbra, trascinandolo intanto davanti al letto. Si stacca per prendere il respiro e gli guarda le gambe. «Hai messo i jeans blu, sai che li odio»
«Sapevo che sarebbe stata la prima cosa che mi avresti tolto»
Dallo sguardo che gli manda Calum, Luke sa di aver ragione.
 
17 Luglio 2014, Sydney, ore 10.03 AM.                  
Apre gli occhi ed il letto è vuoto, di nuovo. Luke non si abituerà mai alla sensazione di freddo che lascia Calum ogni volta che si alza prima di lui.
È sicuro che il moro sia andato in giro per la città a farsi i cavoli suoi ma la porta si apre e Calum gli sorride raggiante, a petto nudo nonostante faccia un freddo cane e un vassoio in bilico su una mano.
«So che avrei dovuto farlo ieri ma ero a organizzare il miglior compleanno di sempre» scherza.
«Sorpresa fallita»
«Grazie per avermelo ricordato, amore»
Luke ridacchia divertito, afferrando la tazza di cappuccino che Calum gli ha preparato amorevolmente. «Sai bene che ti sei fatto perdonare stanotte per l’assenza di ieri»
Il ghigno di Calum si allarga notevolmente. Luke sa che sta pensando a quello che hanno fatto la notte scorsa. Dopotutto Calum ha ragione, pensa Luke guardandolo negli occhi. È stato davvero il miglior compleanno di sempre.       
*allusione alla seconda os "The first time we said I love you"
**frase detta da Luke nella prima os "The first time we kissed"

HIYAAAAA ♥
Ho in mente questa os da un mese, perché un mese fa era il mio compleanno e quelle sceme delle mie amiche/cugine (shezza era la migliore, si) +fratelli mi hanno fatto una festa a sorpresa e si sono travestite dai miei personaggi preferiti di libri e serie tv. UNO SPETTACOLO.
Ovviamente, anche se è un mese che ci lavoro, la os l'ho scritta tutta ieri, perché se devo rispettare una scadenza lavoro meglio, e questa os è sul compleanno di Luke (Tanti auguri al nostr diciottenne) ed è una delle mie preferite perché si ♥
Spero di essermi fatta perdonare per questa assenza, poi è anche lunghissima per i miei standard, quindi dovreste essere proprio felici!
Spero anche che vi piaccia tutta questa felicità e tutto questo amore, e state attente perché la prossima s sarà una tragedia!
Un ringraziamento speciale a chi ha messo tra i preferiti, ricordati, seguiti e ai lettori silenziosi, e soprattutto a chi recensisce, grazie, vi amo troppo ♥
Alla prossima,
Lara ♥

p.s. se vi interessa (ma suppongo di no) ho continuato la mia ff su Michael "Against all odds" se volete fate un passo, sarebbe molto importante per me ♥

 

amo troppo questa gif lol

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Capitolo 9
*** Remember when we broke up (for the first time). ***



#9. Remember when we broke up (for the first time).
 
Sembra che l’iPod lo conosca così bene da rifilargli le canzoni più deprimenti nei momenti più tristi della sua vita. Si ricorda di un Capodanno, quando si era mollato con la sua ragazza Jenny, dove il suo iPod gli aveva fatto ascoltare Ed Sheeran a ripetizione fino a che non si era addormentato.
E, anche in quel momento, sembra che quel maledetto Ed Sheeran ed il suo nuovo album lo stiano perseguitando con tanto di musichetta triste al seguito. Calum odia Ed Sheeran. No, anzi, adora lui ma odia le sue canzoni, che spuntano fuori nei momenti meno opportuni.
Ma perché poi lui dovrebbe ascoltare il maledetto rosso? Lui è un tipo tosto, la musica punk rock è il suo pane quotidiano e non dovrebbe mettersi a cantare a squarciagola canzoni che farebbero piangere le ragazzine. Forse Luke gli fa questo effetto. Forse sentirsi in colpa gli fa questo effetto. Forse è per quel maledettissimo motivo che Luke ce l’ha con lui e non gli parla. Al diavolo, sa che Luke è più permaloso di una ragazzina viziata a cui si dice ‘no’, ma sta esagerando. Sta davvero esagerando. E si, non avrebbe dovuto rispondere in quel modo al suo messaggio, ma porca miseria, erano le tre del mattino, erano nella stessa stanza e lui aveva bisogno di dormire. È così difficile aspettare qualche altra ora? Perché Luke non è una persona normale e deve mandare messaggi stupidi mentre il resto del mondo dorme? E perché lui, il solito idiota antipatico, non aveva fatto finta di niente per evitare l’ennesima, inutile lite?
Che poi, di lite non si può proprio parlare, visto che Luke non gli rivolge la parola da due giorni. Ha provato a parlargli, davvero, ha anche quasi buttato giù la porta della sua camera. Inutile dire che Luke si è limitato a lanciargli un’occhiata di rimprovero e sbattergli la porta in faccia (di nuovo).
È per quello che si ritrova ad ascoltare Ed Sheeran ad un volume improponibile, a maledire sia il cantante che il suo iPod perché si sta deprimendo sempre di più, e ad odiare Luke. 
«Cal» la voce di Luke sovrasta il volume della musica e gli fa mettere pausa immediatamente. Si volta verso di lui e lo vede appoggiato allo stipite della porta, una sua vecchia maglia smessa che ormai sarebbe da buttare che gli copre a malapena la vita.
«Sei ancora arrabbiato con me?»
«Non sono mai stato arrabbiato con te» risponde Luke sedendosi ai piedi del letto. «Stavo pensando»
«Ancora con questa stronzata del pensare, Luke?» sbotta, alzandosi di scatto. Questa volta è lui ad essere arrabbiato, perché Luke ha sempre avuto questa cosa del “pensare” e quando dice queste cose vuol dire che deve riflettere sul loro rapporto. Calum pensa che se deve schiarirsi le idee su loro due allora dovrebbero farlo insieme, perché un rapporto è basato sulla fiducia di due persone, non solo su quella di Luke.
«Smettila di aggredirmi in questo modo» ribatte il biondo, infuriato. «È così ovvio che a te non frega un cazzo»
«A me non frega un cazzo, Luke?» vorrebbe urlargli in faccia che lo odia, che non vuole più vederlo e che sarebbe meglio se sparisse dalla faccia della Terra. «Vuoi per caso che ti ricordi chi è stato a dimenticarsi del nostro anniversario?»
«Dio, Calum, sei così…» Luke si blocca e Calum sa di aver vinto, perché l’altro non sa cosa rispondere.
«Sei così testardo» sbotta alla fine. «Perché sono sempre io quello che deve riflettere su noi due?»
«Perché non c’è un cazzo su cui riflettere» esclama e ormai è fuori di testa, perché, si insomma, odia Luke.
«Smettila di dire stronzate Cal, lo sai anche tu che non va bene niente tra noi» replica il più alto, alzandosi di scatto dalla sua comoda posizione.
«Andava tutto bene prima che tu cominciassi a scappare e schiarirti le idee su qualunque cosa»
È in quel momento che Calum realizza che si stanno davvero lasciando. Fa maledettamente male, più delle canzoni di Ed Sheeran in una giornata triste. Sapeva che questo giorno sarebbe arrivato e si odia per non aver dedicato ogni momento libero a Luke e forse di non averlo amato abbastanza. Lui non vuole lasciarlo, perché vorrebbe dire ammettere che qualcosa tra loro non va e che Luke non è la sua anima gemella. Che poi, certo che Luke è la sua anima gemella, è perfetto per lui, perché lo protegge sempre ed è il suo migliore amico.
Ma il «Forse dovremmo prenderci una pausa» esce dalle sue labbra come un sussurro fin troppo udibile, deglutisce, ha paura di guardarlo negli occhi e vedere che lo sguardo del’unico ragazzo che ha amato e che mai amerà è spezzato come potrebbe essere il suo.
«Hai ragione» risponde però Luke.
Se prima il suo cuore era distrutto, ora Luke ha preso i suoi resti e ci ha camminato sopra fino a ridurli in briciole. Calum sa che “una pausa” nella maggior parte dei casi significa “non torneremo mai più insieme” e quando si renderà conto di quello che ha fatto soffrirà fino a farsi del male.
«Questo non significa che ci lasceremo» dice Luke. «Non significa che non ti amo più»
«Invece si, Luke, tutti si lasciano dopo le pause»
Un piccolo sorriso sembra nascere sulle labbra di Luke. «Ma noi non siamo tutti, no? Siamo Cal e Luke e sarà sempre così»
Calum non può far a meno di sorridere a sua volta, nonostante la situazione.
«Mi aspetterai?»
«Solo se lo farai anche tu»
«E mi amerai?»
«Ogni singolo giorno»


HIYA I'M BACK!
ok, lo so, sono sempre a chiedere scusa, è che non mi arriva ispirazione lol
Ok, avevo detto di stare attenti perché questa os sarebbe stata struggente ed io sono (quasi) sempre di parola lol 
E niente, io odio Ed Sheeran perché fa canzoni tristi e dolcissime e mia sorella non fa altro che mettere il cd da capo ogni volta che finisce e quindi boh l'avrò ascoltato già qualcosa come dieci volte e l'ho comprato l'altro ieri
Pooooi dovrebbe essere la penultima os, quindi YAAAY SIETE CONTENTE NO?
Infiine, ho già qualche idea per l'utima os e sarà un po' ispirata a Wrapped Around Your Finger che ho personalmente ribattezzato con "mi hai avvolto intorno al tuo dito come spaghetti su una forchetta" 
Okay, spero vi sia piaciuta questa os.
Alla prossima,
Lara ♥

p.s. ma se per caso postassi una fan fiction su Ashton al termine di questa raccolta, chi la leggerebbe?

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Capitolo 10
*** You're the only one. ***



10. You’re the only one.
 
È il terzo sassolino che lancia contro la finestra del secondo piano, ma nessuno ha acceso la luce. Si sente un po’ come nei film d’amore che guarda sua sorella e quasi s’aspetta che Luke gli lanci una corda fatta di lenzuoli e lo inviti a salire con quella.
Conosce quella casa come le sue tasche, ha passato lì quasi tutta la sua adolescenza e se volesse entrare saprebbe da dove passare. Il giardino è ancora in condizioni pietose, proprio com’era quando è stato lì l’ultima volta, l’anno scorso. È stato lì e Luke aveva detto ai suoi genitori che oltre ad essere il suo migliore amico era anche il suo ragazzo. Cosa che, oltretutto, non è più, perché ha mollato Luke quasi sette mesi fa.
Il giorno dopo la loro rottura Luke era scappato (di nuovo) ed era tornato a casa sua, in Australia. Sebbene fosse furioso per non essere stato avvertito Calum aveva lasciato correre; dopotutto Luke non era più il suo ragazzo, né tantomeno il suo migliore amico.
Il problema è che dopo sette mesi Calum ha capito che Luke è più indispensabile dell’ossigeno e lo rivuole indietro. Forse ci ha messo un po’ troppo per capirlo, visto che Michael gliel’ha ripetuto all’infinito e così anche sua madre e sua sorella. Si chiede cosa abbia detto Luke alla sua famiglia, se sia preso la colpa come ha fatto lui o abbia detto che è stato deciso da entrambi. Spera che comunque non abbia detto qualcosa di brutto sul suo conto, perché lui ha dipinto Luke come un angelo senza colpe. Forse è per quello che sua madre si è improvvisata spia e gli comunica tutti gli spostamenti di Luke (che non gli interessano affatto) e tutte le persone, ragazzi soprattutto, che si avvicinano a lui (e questo, si, gli interessa).
Al sesto lancio Luke si decide ad accendere la luce e ad alzarsi e Calum ne è felice, perché è a corto di sassolini.
«Chi è che rompe i coglioni a quest’ora?» dice, il tono di voce un po’ più basso del normale e molto più roco.
«Forse ti aspettavi qualcun altro» risponde prontamente il più basso, vedendo gli occhi dell’altro abbassarsi su di lui e la mascella irrigidirsi.
«Non sapevo fossi tornato a casa»
«Qualcuno mi ha riferito che potresti avere un nuovo fidanzato»
Dallo sguardo di Luke, Calum capisce che è tentato di chiudere la finestra e di tornarsene a dormire.
«Mi piacciono i tuoi capelli messi così» improvvisa, ottenendo nuovamente l’attenzione del biondo. «Mi sono sempre piaciuti»
Evita di dire che, in realtà, Luke a Calum piace in tutti modi possibili.
«Perché sei qui?»
«Per parlare con te»
«A mezzanotte?»           
«Come nei film»
Luke sospira e lo guarda, Calum non riesce a trattenersi dal sorridere. «Arrivo»
Arriva pochi attimi dopo, una felpa nera sulle spalle e una in mano, che gli porge con un sorriso incerto. «Fa freddo» si giustifica. «Era per… essere gentile»
«Va tutto bene» lo rassicura Calum infilandosi la felpa (che profuma di Luke). «Grazie Lukey»
È seguito da un momento imbarazzante. Nessuno dei due sa cosa dire, neanche Calum, che prima di andare lì si è scritto un discorso sul cellulare. Forse l’ha anche cancellato, non ricorda.
«Perché sei qui?»
«Mi sembrava di avertelo già detto»
«Si, ma non parli»
«Non credo ci siano bisogno di parole»
Luke si accorge poco dopo che Calum lo sta davvero baciando e che non è frutto della sua fantasia. Dopo sette, lunghissimi, difficilissimi mesi le sue labbra combaciano ancora con quelle di Calum, perché è così che deve essere.
«Sei mio Luke, sei ancora mio, vero?»
Luke non sa cosa rispondere. Si, è suo, è di Calum, e sempre lo sarà. Sa di doversi staccare dalla sua presa, però. Sente che non è giusto, non hanno ancora chiarito, non sa perché Calum è lì.
E «Perché sei qui?» chiede per la terza volta, la voce ridotta ad un sussurro ed il suo fiato che si scontra con le labbra di Calum.
«Perché ti amo» risponde Calum con leggerezza, come se stesse dicendo il menù della settimana o gli stesse recitando a memoria l’intera discografia dei Green Day. «Ti amo Lukey»
«Ma perché proprio ora?»
«Avevo bisogno di dirtelo» dice. «Avevo bisogno di sapere che non ti eri dimenticato della nostra promessa»    
«Non l’ho mai dimenticata Cal» replica Luke, ancora stretto tra le braccia dell’altro. Sente dentro di sé che non farà lo stesso errore, non lo lascerà da solo un’altra volta.
«Tornerai a casa con me, un giorno?»
Luke non risponde. Le domande di questo tipo lo lasciano sempre piuttosto spiazzato.
«Dimmi qualcosa Lukey. Dimmi che tornerai con me, dimmi che mi ami. Dì qualcosa, ti prego»
«Avrei dovuto dirti quello che provavo realmente, quel giorno» inizia. «Avrei dovuto dirti che non ero pronto a lasciarti, che ti amavo davvero e che non avrei permesso a nessuno di averti come ti avevo io, cosa che può sembrare piuttosto egoista da parte mia, ma è quello che pensavo»
«In questi mesi ho avuto bisogno di te, ma tu non c’eri» prosegue. «Non c’eri, perché io sono scappato da te per l’ennesima volta come un codardo e tu hai fatto bene a lasciarmi perdere, perché sono un disastro»
«Non è vero Luke» replica Calum, poggiando una mano sulla sua guancia. «Nessuno mi avrà mai come mi hai avuto tu, perché tu sei l’unico»
Luke gli stringe la mano libera e chiude gli occhi, poggiando la fronte sulla sua. «Mi ami davvero Cal? Mi ami quanto ti amo io?»
«Si»
Luke lo baciò nuovamente. «Torni a casa con me, allora?» chiede Calum. «Ho lasciato tutto com’era sette mesi fa. Ho comprato i tuoi cereali preferiti e ogni tanto lavo i vestiti che hai lasciato nell’armadio» sospira ridacchiando. «Oh Dio, sembro un completo psicopatico»
Luke ride. «Prima di andare via ti ho rubato una felpa» ammette. Sono ancora abbracciati nel buio, il giardino sul retro è in condizioni pietose, fa davvero freddo e Luke non ha intenzione di staccarsi da Calum.
«Sai» dice dopo un po’. «Sto davvero morendo di sonno»
Calum si sottrae dal loro abbraccio. «Oh cavolo, scusa, credevo fosse romantico presentarsi qui di notte» dice. «Tornerò domani mattina, che ne dici?»
«Non dire stupidaggini Cal» borbotta Luke, quasi in imbarazzo. «C’è sempre posto per te, nel mio letto»
Gli afferra la mano e lo trascina verso la porta, fino alla sua camera.
«Ti amerò sempre, lo sai questo Lukey?» sussurra Calum prima di addormentarsi.
Luke gli sfiora i capelli che gli cadono disordinatamente sulla fronte.
«Anche io Cal, fino alla fine»


HIYA ♥ 
Eccoci, con l'ultimo HIYA di questa raccolta, sei mesi di Cake, dieci one shot, okay, mi dispiace per voi.
Anyway, sono mooolto triste, finalmente ho concluso questa "cosa" e sebbene non vedessi l'ora, mi dispiace un po' mollare questi adorabili cake :') 
Okay, passo ai ringraziamenti. Un ringraziamento speciale a paleskjn, che mi ha avvicinato al mondo dei torti e shezza, che ha letto tutto quello che ho scritto, anche la ff orribile su Zayn Malik che ho scritto tre anni fa.
Poi ringrazio Eaterofcarrots, la sorellona rompicoglioni, Winter_Is_Coming, che ha apprezzato ciò che ho scritto e mi ha dato consigli, alla quale voglio bene anche se non la conosco e alla quale auguro di riprendersi al più presto e la mia frand Alessandra che mi ha rivelato che ogni tanto passa dal mio profilo e legge quello che si perde.
Ringrazio anche Sweetlove250513, NutellaVM0992_, IlaDirectioner16, C r a z y, Aletta_JJ e Smokysky.
Last but not least, chiunque abbia messo tra i preferiti, seguiti, ricordati e i lettori silenziosi, senza di voi non avrei mai avuto il coraggio di continuare questa raccolta e neanche la voglia, a dirla tutta. 
Quindi grazie, grazie, grazie mille per aver seguito questo lavoro e spero abbiate voglia di leggere altro scritto da me (io comunque vi aspetto)
Se avete voglia, tra qualche mese posterò una nuova fanfiction (se riuscirò a concluderla prima ovviamente) incentrata principalmente su Ashton, si chiamerà "The reason" e quindi se la vedrete, sappiate che è il mio orgoglio ♥
Okay, la finisco qui.
Non ci saranno altre os ma dico comunque "alla prossima"
un bacio,
Lara ♥
  

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