12'000 anni a pensarsi, per pochi anni vissuti...

di Celicola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo sguardo... ***
Capitolo 2: *** Contemporaneamente... ***
Capitolo 3: *** Cuccioli e Angeli ***
Capitolo 4: *** Canto ***
Capitolo 5: *** Notte serena ***
Capitolo 6: *** E ritorno da te... ***



Capitolo 1
*** Primo sguardo... ***


Battaglia, clangore di spade, urla di morte...

Sguardo: prolungato, sostenuto, incuriosito, incompreso, spaventato...sfuggito

Celiane correva. Correva perché correre era la sua unica salvezza. Quell'angelo delle tenebre, Apollonius, l'aveva vista, ed era noto a tutti, che quando incontravi lo sguardo di un Angelo, i suoi bellissimi e terribili occhi erano l'ultima cosa che vedevi. Non voleva rifugiarsi nei villaggi, per non mettere in pericolo altre persone. No, sarebbe morta da sola, e tentando di non rimanere una semplice vittima, ma un brutto ricordo per quell'angelo immensamente bello e terribile.

La creatura senza ali. Quella creatura senza ali era diversa, emergeva. Il suo spirito era candido e idilliaco, riluceva quasi di fronte alla distruzione e al caos che in genere gli angeli portavano nei loro habitat. Apollonius se ne era accorto, e invece di invidiare la sua anima, come avrebbe fatto Toma, l'ammirò, consapevole che valeva un minimo in più delle altre. “Come l'aveva chiamata quel misero senz'ali prima di morire? Ah...rimembro... Principessa Celiane...”. E quel nome risuonò per parecchie ore nella mente dell'angelo, che era deciso a inseguirla.

Immagino che sia iniziata così tra loro...12'000 incessanti anni di ricordi di uno sguardo.
Spero vi piaccia, commentate, così magari mi convinco a continuare qst pazzia!. Baci.

Celicola

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Capitolo 2
*** Contemporaneamente... ***


ATTENZIONE, PER RENDERE LA STORIA + REALE E INTERESSANTE, HO DECISO DI SCRIVERLA IN PRIMA PERSONA UN CAPITOLO SI E UNO NO PER ENTRAMBI I PERSONAGGI. LE LORO DIVERSE PARTI SARANNO INTERVALLATE DA SPAZI. GRAZIE(Se preferivate in 3 persona chiedete pure che riscrivoXD)

...

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...

Era un gioco per me, e ormai Celiane, la piccola senz'ali se ne era resa conto. Erano parecchi giorni che si inseguivano, lei tentava di sfuggirgli col massimo ritmo sostenuto che riusciva ad avere con i suoi mezzi, ma lui era costantemente davanti a lei. Giocavo.

Giocava, ero così debole nei suoi confronti che prese pure a giocare e a ridicolizzarmi. Quando mi fermavo per bere, notavo osservando i ruscelli che l'acqua scendeva poco e con meno foga, oppure quando mi riposavo in una caverna, vedevo dei massi sbriciolati. Si divertiva a vedermi sobbalzare a quegli scherzi, e come un idiota ogni volta accadeva. Al quarto era stufa di farlo. Stanca di correre, di fuggire, ma con la mente libera e il cuore pieno di coraggio decisi. Era la mia ora, e se gli Dei avevano deciso così, mi andava bene.

Quella creatura senza ali era molto interessante. Notava i flebili segni del mio passaggio e se ne spaventava, ma non come tutti gli altri. Pareva semplicemente stufa di rincorrersi. Stesi le ali per rilassarmi, erano 5 giorni che si inseguivamo senza nutrirci e riposare. La donna chiamata Celiane mi incuriosiva però sempre di più. La osservavo dormire poche ore, temeva che la uccidessi, in realtà le proteggevo i suoi sogni, tentando di capire i suoi pensieri. Che oltraggio sarebbe stato per Toma se avesse saputo che il grande Apollonius tentava di capire una creatura senz'ali. Risi a quel pensiero, e la mia risata roca si diffuse nella valle. Stanco di pensare come un umano mi distesi sull'erba per riposare.

Era notte, ormai avevo superato il verde della foresta, ero in una prateria molto vasta, vicino al deserto, al deserto freddo e gelido notturno. La luna riluceva bassa sull'orizzonte, e i miei capelli seppur corti svolazzavano biondissimi alla brezza notturna. Li accarezzai, ricordando quasi di un anno prima, quando li tagliai di nascosto per entrare nell'esercito col mio paese. Ricordai di mio padre e di quanto si infuriò pochi mesi prima quando lo scoprì...Non riusciì a fermarmi, ero troppo portata per combattere quella guerra e troppo determinata a vincere, anche se ora ero in svantaggio.
Il mio carattere testardo e fiero mi teneva in piedi. Avevo freddo e brividi. Braccia e gambe erano sfregiate da molti tagli nella corsa. Rimanendo sempre nascosta tra gli ultimi alberi di quello sconfinato vuoto , mi appoggiai alla corteccia di un pino. Ne sentivo l'odore, aspro e dolce assieme, e fui felice di poterlo assaporare ancora una volta, perchè avevo deciso: tra poche ore, all'alba sarei andata incontro alla morte.
Correndo ci avevo riflettuto parecchio, a che serviva scappare? Mi avrebbe presa? A che serviva parlare? Mi avrebbe uccisa. L'unica cosa era combattere, anche se certi di una sicura sconfitta. Bisognava combattere per essere distinti tra le vittime di quei mostri e per fargli capire che non eravamo al loro cospetto, ma che eravamo loro PARI.
Vidi il sole risplendere all'orizzonte, non piansi, afferrai la spada e mi diressi al centro di quella splendida prateria, in vista di tutto e di tutti. “Vieni in fretta” invocavo tra me e me. Il freddo per l'emozione di quella decisione era passato, ribollivo agitata di rabbia e paura. Stranamente mi sentivo forte, e me ne convinsi di esserlo, fino a quando non lo vidi sopraggiungere con le sue bellissime e terribili ali.

Era al centro di una prateria, in piena vista, immobile...Mi stava aspettando. Non me lo aspettavo, mi ero reso conto fosse diversa dalle altre creature senz'ali, ma non fino al punto di affrontare la morte così coraggiosamente e seneramente. Rallentai in volo, non seppi come reagire, come comportarmi. La osservai, era bella quanto un angelo, anche se visivamente stanca. I capelli biondi e ribelli le ricoprivano il viso, mentre mi perdevo da lontano nei suoi occhi blu. Atterrai a qualche metro da lei, di fronte alla sua figura così particolare. Coperta da strani e corti vestiti, da vicino mi ritrovai a pensare fosse addirittura più bella degli angeli. La mia mente ferrea e rigida si dimenticò subito di quel pensiero, anche se mi fece male il petto.

Il cuore mi si fermò alla sua vista, e il coraggio di prima svanì quasi del tutto, ma non lo diedi a vedere. Il mio fottuto orgoglio mi fece fare una bella figura. Atterrò davanti a me, ci guardavamo negli occhi. I suoi maleficamente e caldamente rosso fuoco, i miei dolcemente e freddamente color ghiaccio.
Riflettei sulla sua figura per decidere dove attaccare meglio, era muscoloso e alto, molto più di me e anche di un uomo normale. Calcolai di arrivargli alla spalla, un punto comunque doloroso, ma lui aveva le ali, le lunghe ali bianche a proteggerlo. Le avevo già viste fargli da scudo, erano quasi indistruttibili. Mi rassegnai, dovevo colpire al cuore, al petto, e facendolo mi sarei totalmente esposta. Pazienza, sarei morta comunque.

Restammo parecchi minuti a fissarci, lei mi guardava, e io non capivo a cosa pensasse, e mi struggevo nel tentativo di riuscirci. D'un tratto estrasse la piccola spada dal suo fianco. Con grazia la fece volteggiare e si mise in posizione di attacco. Le parole mi sfuggirono, la mia curiosità era troppa:
-Vuoi attaccare tu?Umana?- Risi sfacciato.

-Perchè no? Angelo...- gli dissi in risposta, il coraggio stava salendo, mi sentivo più forte con le parole.

E fu lì che glielo rivelai, il mio nome...d'Angelo si...ma anche di semi uomo:
-Sono Apollonius...- spiegai distraendomi.

Si era distratto*, lo vidi, e mi avventai su di lui, pochi secondi e fui al suo fianco. Arrabbiatissima e presuntuosa mi presentai e salutai così, puntandogli la spada al cuore, deviando sulla sua spalla, e dicendogli:
- E io Celiane...Stronzo!-

Sentii un lieve fastidio dal braccio, ero distratto e non mi ero aspettato un attacco così improvviso. La sua spada era tanto sottile e leggera che mi graffio semplicemente. In compenso ebbi l'occasione di osservarla da vicino, la presi per il collo e la sollevai. Non si dimenava, mi guardava fiera, quasi realizzata di avermi ferito. Realizzata per qualche goccia di sangue? Che idiota che ero stato considerandola diversa da altri umani. Anche lei adorava il sangue come loro, e come noi angeli.

Lo graffia appena, ero consapevole del mio fallimento, ma ugualmente felice...Ero tra i primi a ferire un angelo. Il suo caldo e profumato sangue schizzò sul mio volto. Mi stava strozzando, davanti a lui. Sarei morta di lì a poco. Ma non con sangue addosso! Era un umiliazione secondo le mie leggi, era una schiavitù, essere macchiati/marchiati del sangue di qualcuno voleva dire appartenergli. Ma non era così, io ero libera...anche se fino ad allora non lo ero mai stata. Perchè io non avevo voluto combattere questa guerra! Non avevo voluto iniziarla! E non mi meritavo di morire col sangue di qualcuno addosso. Alzai a fatica la mano, ormai il mio respiro era debole, la portai al collo e poi sul mio viso.
-Cosa vuoi? Liberarti?- Il terribile e bellissimo angelo rise, prendendomi in giro. Con le ultime forza che mi rimanevano tolsi il suo sangue dalla mia guancia e mi pulii sulla sua mano attorno al mio collo.
- Voglio solo morire, senza il sangue di nessun altro addosso. Ora sono libera, uccidimi- sussurrai col mio ultimo fiato.

Sangue...non voleva il mio sangue. Ma la sua morte da orgogliosa, la sua ultima vittoria sarebbe stata morire così. Era sprecata...troppo sprecata.

-------------Esalai l'ultimo respiro....Poi Oscurità-----------------

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...

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Ringraziamenti:
Krystal86: Detto fatto ...ho continuato! Signorsì capitano!XD
Kurum88:Si si...in effetti la loro storia è quella che mi affascina di più di tutto aquarion!
Silviatheangel:Vediamo se immaginavi anche qst capitolo così!XD
Ringrazio anche Femke per averla messa tra i preferiti! Mi hai fatto commuovere! Grazie!XD
Anche laichachan!XD A te devo confessare, che sn state le tue storie a piacermi di + e a convincermi a iscrivermi su qst sito e sono contenta che ti piaccia qst ff! Grazie
Dopo tutte qst lacrime di commozione -.-'.....baci al prossimo cap!

Precisazioni:
* Credo che potrei distrarmi anch'io pronunciando un nome così difficile XD. Be in qualke modo dovevo farlo distrarre!XD
Celicola

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Capitolo 3
*** Cuccioli e Angeli ***


Mi risvegliai nel tepore, accanto a me sentivo lo scoppiettare di un fuoco. Dov'ero? Con chi? Aprii lentamente gli occhi, avevo un intenso dolore al collo, non riuscivo ad alzarmi dal mio giaciglio.
- Non alzarti, il collo ti dovrebbe fare ancora molto male...- mi immobilizzai al suono della voce. La riconobbi: era la voce melodiosa dell'angelo. Istintivamente tirai a me le coperte e mi ranicchiai piccola piccola. Era seduto accanto al fuoco, e mi guardava ghignando delle mie necessità, ma non con disprezzo, era più che altro vivamente curioso e sorridente.
- Non avere paura...mi vai a genio, forse...-

Forse...perchè avevo pronunciato quel dubbio? Riflettei tra me e me sempre sorridendo alla ragazza indifesa. Avevo detto forse, perchè per natura Lei non poteva andarmi a genio, NON DOVEVA.
Sapevo che se qualcuno fosse venuto a sapere del mio comportamento nelle ultime 24 ore, mi avrebbero punito. Mi importava poco, io ero Apollonius...il grande. Ero, assieme a Toma, l'angelo più bello e potente, ero io che punivo.

Perchè era lì? Che cosa voleva farmi? Come voleva uccidermi? Perchè non lo aveva fatto prima? Ed era questa la domanda più bruciante, quella che si formulò sulle sue labbra quasi incondizionatamente.
- Perchè non mi hai uccisa?-
Il suo sorriso si spense, prese del fuoco con la mano, e iniziò a giocarci, facendolo scivolare tra le dita. Si appoggiò alla roccia dietro di lui. Lo guardavo impietrita, mentre si prendeva tutto il tempo che voleva per rispondere. Stavo zitta, guardandolo, incantata. Mi misi a sedere, lasciando la coperta affianco a me. Lo guardavo come se fossi una bambina. Non ne avevo mai visti da vicino...mi affascinavano. Inoltre il fuoco tra le sue mani mi incantava, sembrava disegnasse parole nell'aria. Tentavo di capirle, ma erano per me illeggibili...era la lingua degli angeli.

Perchè non l'aveva fatto? Il caldo tepore tra le mie dita mi assorbì. Presi ad osservare il fuoco incantato, ero l'unico tra gli angeli che poteva plasmarlo e toccarlo. Era una cosa solo mia, che non condividevo con gli altri...come il segreto di quella notte. Guardai la ragazza. I capelli biondi le cadevano sul viso, e gli occhi blu guardavano incantati il fuoco, disegnando sulle loro iridi fiamme azzurrine. Già...anche la ragazza era una cosa solo mia. Un suo sfizio, una sua curiosità...la parola che mi balenò in testa fu “ animaletto”. Il suo cucciolo? Risi di me stesso e della mia infantilità, nonostante i miei 234 anni*...Il grande angelo e il suo cucciolotto. Perchè non l'aveva uccisa? Perchè era la testimonianza che lui era diverso! Non sottostava alle leggi degli angeli, Lui era l'Angelo. Era al di sopra di tutti, lui poteva avere un animale umano se lo voleva, poteva non ucciderlo, Lui era Apollonius. E se lui aveva voglia di tenere e di conoscere di più la mentalità di quegli umani, Toma non poteva impedirglielo.

- Così...- disse lui. Io mi risvegliai dall'incanto della fiamma, e quella del mio carattere burrascoso e orgoglioso si riaccese.
- Non sapevo che gli angeli rispondessero così, in genere hanno motivazioni più valide...preferisci portarmi come trofeo? Uccidermi davanti a tutti?- chiesi infervorata, poi facendo appello a tutte le mie forze mi misi a sedere sul mio giaciglio. Alle mie parole l'Angelo si infuriò:
- Sei viva per un attimo di mia debolezza, per un mio capriccio! E mi provochi?! Sciocca creatura senz'ali!-
Aveva ragione...ma sapevo che il mio destino era comunque segnato, da quando lo avevo guardato negli occhi...sapevo che sarei morta presto.
Lui continuò gridandomi, ergendosi con la sua imponenza, spiegando le ali, intimorendomi.

E' spaventata, non si è mossa di un millimetro, la sua espressione è ferma...ma i suoi occhi no, vacillano: è spaventata.
Ahi...stringo lentamente i denti e richiudo le ali, la mia eccessiva ira aveva fatto riaprire la ferita di quell'umana...strano che non si fosse ancora rimarginata da sola. “ Forse sono solo stanco “ pensai
. Un dolce profumo mi distrasse* dai miei pensieri, un profumo di rosa...
La vidi avvicinarsi a me, la paura nei suoi occhi era scomparsa, e la sua voce non più fredda, con sguardo basso e titubante, forse di rispetto mi chiese:
- Morirò?- Aveva alzato a malapena lo sguardo, ma scorgevo i suoi occhi blu, immensamente blu...da bambina...da indifesa...da proteggere...e ne fui certo:
- Non ti ucciderò.-
- Mi farai uccidere?- sussurrò dubbiosa. Gli sorrisi, mai prima d'ora un umano aveva visto il mio sorriso.
- Il mio lavoro lo faccio soltanto io.-
- Anch'io.- rispose lei, sorridendomi e iniziando a medicare la mia ferita. Infastidito dal contatto con quell'essere e dalle libertà che si era presa, feci per scostarmi da un gesto tanto ignobile.
- La mia lama era avvelenata...-spiegò lei, mostrandomi una piccola boccetta verde. La mia risata risuonò roca nella caverna.
- Nessun vostro veleno mi può...-
- E' una boccetta di Athensis*...- “ Quel umano particolare dal sangue sporco di Atene! Ecco perchè non si è ancora rimarginata, dopo queste ore.” pensai. La ragazza tirò fuori una boccetta blu: l'antidoto. Per permetterle di pulire bene la ferita mi appoggiai alla parete, sentivo il calore del suo corpo, il suo profumo. Tranquillo come non lo ero da tempo mi assopii.

Si era addormentato, col volto disteso e sereno, sembrava più umano, meno imponente...
Tirai l'ultimo filo della ferita e mi rialzai a fatica. Il collo mi doleva meno, ma ero stanca, avevo fame e sete. Facendo attenzione a non svegliarlo, uscii dalla caverna...
- Non devi sfidare la sorte 2 volte, creatura senz'ali...-mi disse anche se sembrava ancora assopito.
- Tornerò, ti devo la vita.- Ammisi a me stessa. Lo vidi sorridere mentre si riassopiva, e io uscii dalla roccia. Eravamo immersi tra qli alberi, non riconoscevo quel luogo: avevamo volato.

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...

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Ringraziamenti:
Silviatheangel: Grazie Grazie ( sei trai i pochi che recensisce sempre! Ti adoro)
Laicachan: Grazie del commento! Ma ti sgrido! Perchè non stai più continuando le tue storie ( ASTINENZA), ne inizi sempre di nuove ( BELLISSIME), ma voglio sapere anke le altre!
Ringrazio anche Thaleron per averla messa tra i preferiti!
Credi di aver detto tutto.....baci al prossimo cap!

Precisazioni:
* Età molto giovane per un Angelo(circa 21), tengo a precisare che Celiane ne ha 18.
* A me distrasse suona malissimo...ma l'ho cercato sul vocabolario XD
* Athensis è un element che abita ad Atene, il suo sangue è il veleno più potente che ci sia, che ferisce anche gli angeli.

Celicola

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Capitolo 4
*** Canto ***


Mi guardai attorno, sentivo il rumore di un ruscello e mi avvicinai. Avevo molta sete e bevvi molto di quell'acqua così chiara e limpida. Dalla mia spossatezza realizzai che erano gia parecchi giorni che non mangiavo. Abituata com'ero a contare solo su me stessa e a vivere da sola, presi a guardarmi attorno in cerca di cibo. Raccolsi alcuni frutti e notai varie tracce di selvaggina. Ero un abile cacciatrice con l'arco* , ma non ne avevo appresso, notai anche la mancanza della mia spada e mi immaginai che fosse stata presa dall'Angelo. Depressa per l'impossibilità di cacciare, mi rilassai nel ruscello, abbastanza profondo per nuotare.
Passarono alcune ore, mi ero addormentata nell'acqua tiepida, quando mi svegliai mi accorsi che era tardi e temetti che Lui si sarebbe arrabbiato, pensando che fossi scappata. Mentre stavo per uscire, venni rapita da un suono, da una melodia...
Era dolce e triste, luminosa e oscura, sconosciuta ed estratta da un ricordo lontano assieme...
Non capivo chi o cosa la producesse, ma la sentivo provenire dal folto della foresta, come un richiamo.Presa da una strana fretta/euforia iniziai a correre verso quella melodia, sempre più veloce, attraverso la folta boschiglia. Schivavo gli alberi e correvo...correvo; arrivai alle soglie di una radura, la musica ormai vicina, decisi di fermarmi.
Era una piccola radura circolare, circondata da alberi e composta da un manto erboso e fiorito, che assumeva colori nostalgici e rossastri sotto la luce del sole morente. Da quando entrai nella radura venni abbagliata dalla luce, e la musica durò solo per pochi istanti, da lì. Sentii una voce calda parlare: “ Allora è reale questo legame...” Riconobbi in essa, la Sua voce, quella dell' strano Angelo: Apollonius, che oscurando il sole con le ali scese accanto a me.
Volava...volava....
Riprendendomi un attimo notai che era già guarito, grazie al mio medicamento e mi sentii compiaciuta.
- Grazie, ora sto meglio.- Io ero sconcertata e mi sentivo stupida per essere corsa da lui solo per una musica, era stato lui a produrre quel suono?

Continuavo a permettere al vento di passare attraverso le mie ali, suonavamo assieme. Erano ore che non vedevo la piccola umana e temevo fosse fuggita...o forse speravo solo di ricominciare il nostro divertente inseguimento. Avevo sorvolato l'intero bosco, ma non ero riuscito a trovarla...Ricordando vecchie leggende, pensai di sperimentarle. Si diceva che vi era un particolare legame tra Angeli e Umani...La cosa veniva aggravata in particolari casi di aiuto di bisogno...e in effetti noi ci aiutammo. Secondo la leggenda si univano tramite legami che solo quell'uomo e quell'angelo potevano percepire. L'umano poteva riconoscere e capire le emozioni tramite il suono delle Sue ali, il suono gli esprimeva chiaramente il volere dell'Angelo. D'altra parte, la creatura senz'ali quando provava sentimenti forti se non li conteneva li comunicava liberamente all'angelo.
Tentato dal provare quelle dicerie iniziai a suonare col vento...Dopo pochi minuti eccola correre stranita e perplessa in mezzo a quella radura. Sorrisi e scesi verso di lei, dai capelli bagnati che le ricadono sul viso, e dalla pelle lucida e perlata. Deciso a testare anche la sua influenza su me stesso tesi i miei sensi e ascoltai:
....//Preoccupata//Stupita//Orgogliosa//Imbarazzata//....
Ecco ciò che ascoltai, e sorpreso nel sentirne così tanti presi ad analizzarli, e capii:
Era preoccupata per la mia spalla
Stupita per la mia pronta guarigione
Orgogliosa del risultato delle sue cure
E imbarazzata per...qualcosa che non capivo.
Risposi ai suoi sentimenti: - Grazie, ora sto meglio.-
Sorrise compiaciuta, poi arrossì: - Eri tu prima?-
- Si.-
- Mi hai cercato...come un animale?-
Imbarazzata per essere corsa al solo suo suono, al solo suo volere...come un cucciolo.
- Io stavo solo suonando.- Scettica si avvicino al centro della radura e imitandomi si distese sull'erba, poco distante da me. Non percepivo emozioni particolari, come quando ero con Toma che provava immensa felicità nella nostra vicinanza. Lì sull'erba sdraiato affianco a una creatura senz'ali ero io quello testo e nervoso.
- Come facevi a produrre quei suoni?- Chiese continuando a guardare il cielo rossastro e viola.
- Le piume delle mie ali...mosse dal vento.-

Le piume delle sue ali? Lui cantava con lr piume. Lo vedevo ormai come un essere superiore, che un pari, anche se non l'avrei mai ammesso a me stessa...Com'è che faceva il motivetto?
Na. na, na naaa....Presi a bisbigliare tra me e me accoccolandomi sull'erba. Percepii un suo brivido nel sentire la mia voce.
- Sei tu ora?- chiese.
- Si.-
- Mi cercavi?-
- Provavo a imitarti con la mia voce, ma è difficile.-
Fece suonare le ali e gli chiesi: - E ora?-
- Sono io che tento di imitarti, ma è difficile.-
- Troppo diversi.- constatai.
- Io e te?- chiese.
- Umani e Angeli-
- Stessa cosa.-
- No, non stessa cosa. Io sono diversa...dai miei oltre che da te, purtroppo.-
- Per essere qui con me, Senz'ali?-
-Si, Alato-

- In questo siamo uguali...- dissi e mi voltai a guardarla, sorpreso dalle mie stesse parole.

- E sbagliati...- conclusi alzandomi da terra e dirigendomi verso al caverna in vista della sera, seguita dall'Angelo.

.

...

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Ringraziamenti a:
laicachan, Sara27, Thaleron, Dreamer21, Silviatheangel e Himi87. Scusate l'attesa, COMMENTATE.....baci al prossimo cap!

Precisazioni:
* Vedi la somiglianza con Aquarion Luna Celicola

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Capitolo 5
*** Notte serena ***


La cena si svolse in silenzio, oltre ai frutti che aveva mangiato fuori, si accorse che l'Angelo aveva catturato e messi a bruciare una coppia di conigli. Verso la fine entrambi sazi presero a scrutarsi e interrogarsi.

Lei era una guerriera, si vedeva dal portamento, era strano però che fosse donna. Chissà qual'era la sua storia...Sembrava fragilissima a vederla, anche se non era magra come molte altre umane che aveva visto. Curve sinuose la formavano, piacevoli alla vista...quelli erano i miei pensieri, di sciocco e immaturo Angelo, o forse di Uomo*. Il tranquillo silenzio e piacere di osservarla mi rilassavano, mi pareva strano stare bene in quella terra di Creature senz'ali.

Mi guardava, e temevo che non rispettasse i patti. Aveva mangiato, e la cosa mi aveva stupito, non credevo che gli Angeli si nutrissero come gli Umani, ma poco prima avevo scoperto che si ferivano anche... Purtroppo la loquacità era un mio difetto, e interruppi quel silenzio fastidioso.
- Credevo non mangiaste Voi...come noi insomma.- dissi imbarazzata.
- Il silenzio parla troppo perchè tu debba interromperlo?-
- Volevo solo...- ribattei imbarazzata e offesa.
- Shh...ti rispondo volentieri, a patto che tu mi faccia conoscere l'incantesimo di quell'erba che hai gettato sugli animali dalle lunghe orecchie...-
- Era solo rosmarino...-feci quasi ridendo io.
- Shh...ci tieni che ti risponda?-
- Si.- ammisi, incuriosita.
- E allora lasciamelo fare! Frettolosa creatura senz'ali! E' vero, non sono tenuto a mangiare, ma dato che ho cacciato io, volevo averne una parte.-

Che sciocca risposta che avevo dato. In realtà il profumo mi aveva molto colpito, e avevo deciso di assaggiarlo. Le mie parole non posero fine alle sue domande, continuò:
- Che cosa mangiate voi Angeli?-
- Non siamo tenuti a farlo, è solo uno sfizio quello. La nostra energia...è nel nostro mondo, e quella ci sostenta. Qui, tra le creature senz'ali, a volte ci lasciamo stupire e assaggiamo...se restassimo qui a lungo anche noi dovremmo iniziare a cibarci costantemente.-
- Ti ha stupito il coniglio?- chiese non capendomi. Aggrottai iroso la fronte e ribattei prima di alzarmi per uscire:
- Aveva un buon profumo...- Due lunghi passi veloci, ed ero fuori, nell'aria, tra il vento fresco su sfondo stellato.

Ed eccolo, nuovamente in volo, “Fantastico” pensavo. Il fuoco si era spento, e quella caverna, di cui non si vedeva la fine non era molto sicura, decisi di trovare un giaciglio lì vicino. Tanto sapevo che con quel suo richiamo mi avrebbe scovato subito, non tentai di nascondermi, ne lui tentava di portarmi via, erano 2 giorni che eravamo sospesi in una dimensione di Angeli e Umani.
Mi distesi nella radura, dove mi aveva richiamato la prima volta, appoggiata a un tronco erboso. Stanca e sazia mi abbandonai a un profondo sonno, non lo sentii chiamarmi.

Dopo una mezz'ora che ero in volo, sentii una strana sensazione, una piacevole tranquillità, capii che la creatura senz'ali, anzi la donna, doveva essersi addormentata pensandomi. Mi accinsi a tornare alla grotta, arrivato non battei ciglio (ali XDXD) non vedendola, e feci per distendermi a dormire. Poco dopo, però, mi accorsi della presenza di qualcun altro in quella foresta. Non riuscii a capire chi fosse, ma iniziai temere per la giovane, così fragile... Mi rialzai scocciato e presi a cercarla, non feci vibrare le mie piume, temendo che anche quell'altra presenza potesse sentirmi. Seguii l'odore della creatura senz'ali. Tutti gli Umani avevano un forte odore, che loro non riconoscevano, e che spesso gli Angeli trovavano insopportabile; quella donna però, Celiane, portava addosso una fragranza che non mi dispiaceva, e seguii la sua scia fino alla radura. Era rannicchiata accanto a un albero, in piena vista, sotto la luce della luna. Scossi la testa, valutando la sua imprudenza, e fui felice di essere venuto...per cosa mi chiesi? “ Per vegliarla” mi risposi poco dopo, e mi sdraiai accanto a lei, guardandola caddi anch'io in un dolce sonno.

Era notte fonda quando mi accorsi di essere avvolta in un caldo tepore, credevo di essere nella grotta, col fuoco acceso, e mi strinsi di più verso quella fonte.

Era notte fonda quando la sentii rabbrividire, una strana sensazione mi salì in petto, compassione? Angoscia? Desiderio? Non ci badò, allungò le ali e se la appoggiò al petto. Ora era tranquillo e sereno, come non lo era da tempo.

Mi svegliai...appoggiata al suo petto. Per un attimo ebbi paura, una sola parola mi rimbombava nella testa “Angelo, è un Angelo”, ma non me ne preoccupai, cinta dalle sue ali stavo bene. Poco dopo, realizzando me, a cavalcioni su di lui, ebbi un nuovo timore, più forte: “E'...un uomo”.

Mi svegliai, muovendo poco le ali. La prima cosa che vidi fu il suo viso arrossito, eppure non faceva caldo. Era talmente leggera che se non l'avessi vista, probabilmente mi sarei alzato con troppa velocità da farla cadere. Dopo qualche minuto a fissarci, sempre più rossa, fece per scendere da me:
- Scusa, non mi...-
- Perchè ti allontani?- La domanda mi uscì spontanea, ingenuamente. Lei rispose sempre rossa:
- Beh, non...non sta bene. Scusami non ricordavo di averti rotto questa notte...-
- Non hai “rotto”, sciocca creatura, sono io che ti ho racchiuso con le ali, il tuo tremore mi ha...- riflettei ancora un po':- ...era fastidioso. Non sta bene cosa? Non ti sto uccidendo anche se sono un Angelo.- ribatteì seccato, bloccandola e premendola contro di me. Mi accorsi che quel gesto provocò in me più reazioni ed emozioni che una battaglia.

Mi strinse di più a sé, era un Uomo, ed...io avevo paura.
- Sei...un Uomo, non sta bene.- Parve guardarmi non capendomi, poi d'un tratto rise, il suo petto si mosse roco sotto di me. Rideva di gusto. Mi lasciò scivolare da lui, e mi staccai. Continuava a ridere, prese a sollevarsi in aria, sembrava un piccolo adolescente. Lontana da lui ripresi a respirare tranquillamente, e dopo un po di minuti, che lo ascoltavo ridere, ribattei scocciata:
- Potrei sapere che cosa ti diverte tanto?-
Lui mi guardò come se fosse ovvio:- Avevo dimenticato i vostri modi da creature senz'ali! Le vostre passioni, il vostro tipo di accoppiamento...è logico e strano essere chiamato Uomo. Ma per te è quello che sono! E fa ridere...-
Offesa feci per dirigermi alla grotta, lui rideva ancora, come un bambino, era esagerato.

Percepii la sua rabbia mentre ridevo, e scesi bloccandole la via. Mi guardava offesa e imbarazzata assieme. - Ti ho inseguito per giorni, catturata, nutrita, protetta...tutte cose proibite agli Angeli. Mi sono dimenticato totalmente sia la mia, che la vostra sciocca cultura...e...- si stava scusando? Riflettei : “ Tu, Apollonius, il più grande Angelo mai esistito, stai giustificando una risata a una sciocca creatura senz'ali”. I miei pensieri vennero interrotti da una valanga di parole, era arrabbiata davvero.
- Tu mi hai chiesto di restare sopra di te, tu mi hai abbracciata nel sonno, se ti da fastidio che io la mattina sia alquanto stupita e nervosa per ciò avresti semplicemente dovuto chiedermi “posso”?! -
La rugiada sulla mia pelle evaporò all'istante, la terra sotto i miei piedi seccò e si sentì un tuono in lontananza, un alba rossastra come il fuoco. Per calmarmi afferrai il tronco di un albero e lo spezzai con le mani, rabbia, oscena e impura rabbia mi aveva posseduto, inammissibile per un Angelo. Lei non sembrava per niente spaventata, attendeva, mi guardava, forse con sfida, forse con sdegno.
Ricacciai indietro quel suos guardo azzurro, e volai in alto, in alto, in alto, poi, urlando perchè mi sentisse dissi: - Se fuggi, ti uccido!- E libero tornai nel mio regno di grazia e purezza, abbandonando quelle passioni e rabbie terrestri che per un attimo mi avevano cinto.

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...

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Ringraziamenti a:
laicachan, Sara27, Thaleron, Dreamer21, Silviatheangel e Himi87. Scusate l'attesa, COMMENTATE.....baci al prossimo cap!

Precisazioni:
*Inteso come maschio. Celicola

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Capitolo 6
*** E ritorno da te... ***


Tornai nel mio regno, dai miei fratelli, che ormai non vedevo da tempo. Restai lì con Toma, circa una settimana...poi l'irrequietezza fu troppa, e troppo evidente. Non ero sicuro che mi avrebbe obbedito, e volevo sapere come stava...Strane paranoie cingevano la mia mente. Alla fine anche Toma si insospettì, ma io non curante partii nuovamente da solo, per “Una caccia all'uomo”. Sorvolaii in poco tempo la regione in cui l'avevo lasciata, e stupito la vidi, in una radura, bellissima. Le mie ali, nel vento l'avevano svegliata.

Non sapevo dove mi aveva portato volando, non volevo sfidare la sua ira, volevo rivederlo. Queste erano le ragioni che mi avevano convinto a rimanere nella comoda grotta e nel bosco. L'ambiente con il passare dei giorni era diventato familiare e io avevo preso ad abituarmi a quella vita, senza preoccupazioni per guerre e cose varie.
Nel primo pomeriggio verso le ore più calde, avevo preso l'abitudine di fare il bagno, restando in ammollo, per un paio d'ore nell'acqua limpida, un giorno mi era anche capitato di addormentarmi. E fu in quel giorno, mentre giacevo dormiente e nuda nell'acqua, che sentii nuovamente il suo canto. Mi risvegliai come in trance, lui era già d'innanzi a me, inginocchiato davanti a me, bagnato con me. L'imbarazzo non arrivò subito, ci guardavamo. Io osservavo il suo corpo scultoreo e lui il mio di donna, come bambini con qualcosa di curioso e sconosciuto. Le ali erano per metà asciutte e metà ammorbidite nell'acqua, luccicavano.

Percepivo i suoi pensieri, era colpita e rapita dalla mia figura, come io dalla sua. Sdraiata su una roccia, l'acqua la bagnava fino al seno, ma trasparente non copriva le sue forme di donna. Continuando a guardarla, studiavo ogni suo particolare, i suoi capelli frizzanti*, i suoi occhi come il cielo e le sue labbra...Venni rapito dalla sua bocca. Mi avvicinai, inginocchiandomi sopra di lei, feci scivolare le mie mani sulle sue fragili spalle, la presi, e ponei fine al mio desiderio di baciarla.

Mi risvegliai dal sogno vedendolo scendere su di me, brividi piacevoli e paura mi scossero quando mi ritrovai nuda tra le sue braccia e le nostre bocche si riunivano. Ero felice però, era tornato da me.

Ora ero felice, con lei. Dopo pochi minuti, in cui, lei fidandosi mi cinse il collo con le braccia, la presi con me, e volammo...In un paradiso terrestre, in un luogo che ritenevo perfetto e che non avevo mai mostrato a nessuno. Quello sarebbe diventato il nostro luogo, mio e del mio cucciolo...della mia padrona forse.

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Ringraziamenti a:
laicachan, Sara27, Thaleron, Dreamer21, Silviatheangel e Himi87. Scusate è trp corto... Commentate lo stesso peròXD

Precisazioni:
* Come aggettivo mi piace, tipo sbarazzini...però ammetto k nn centra molto XD Celicola

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